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ea eaae e.as.

nana
>I ELETTRONICA - RADIO - TELEVISIONE
PRA&.
ATIC.A,
nno III - N. 1 GENNAIO 1974 - Sped. in Abb. Post. Gr. 111 Lire 500·

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SCATOLE -
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SINTONIZZATORE CB

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MICROSTRASMElTITORE :.TASCABILE
PER ASCOLTARE


le emittenti
ad onda media


le emittenti
a modulazione
di frequenza


le emittenti
della Polizia,
degli aerei,
degli aeroporti,
dei radiotaxi,
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di pronto soccorso.

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IL PIACERE DELL'ELETTRONICA

IN REGIMEE DI AUSTERITA'

ma anche mille gravi problemi e in-


1 regime di austerita impostoci,
per limitare sprechi di energia, ci
giustizie, deve finire, per lasciar po-
sto a una societa piü giusta, piü at-
chiama tutti a dare prova di maturi- tenta ai consumi collettivi. Perché
ta e di civismo. Non lamentiamoci, dai sacrifici, sopportati da tutti, deve
perché non siamo i solí al mondo in nascere un maggior senso di respon-
questa situazione, né siamo i piü ric- sabilita e di emancipazione nei con-
chi per poter essere privilegiati. fronti di alcuni consumí che si iden-
La crisi dell'energia era stata avver- tificano, sovente a· torto, come segni
tita giá da tempo e, in una certa mi- di progresso civile.
sura, i sacrifici ai quali siamo chia-
mati sono anche causa della nostra
imprevidenza. Sono causa del con-
sumismo, che é un vero cancro della
societa che continua ad allargarsi a
M a vogliamo ritenere che i rime-
di adottatí siano sufficienti, specie
macchia d'olio e coinvolge un nume- per chi, come noi in questi anni, ha
ro sempre piu grande di persone; un condotto una vita nella quale il con-
tornado che distrugge e dov'é pas- sumo non era una necessita pura ma
sato non c'e piü la possibilita di tro- solo un di piú. E siamo anche certi
vare una pianta dritta; una droga che che il regime di austerita stia lenta-
colpisce creando l'illusione di una vi- mente trasformandosi in fatto edu-
ta comoda, mentre maschera abil- cativo. Perché ora abbiamo piü tem-
mente il danno che porta. po per leggere o per discutere in ca-
sa, perché, facendo a meno delle
quattro ruote, abbiamo riscoperto il
piacere del relax. Perché il maggior
L e misure limitative sono quindi spazio concesso al tempo libero al-
indispensabiliper l'interesse indivi- larga anche il nostro settore, dove
duale e collettivo. Perché la societa altri e numerosi lettori hanno giá as-
dell'abbondanza e dei consumi sfre- saporato un nuovo piacere: il piace-
nati, che ci ha portato il benessere, re dell'elettronica.
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vi da la certezza di ricevere, puntualmenute, ogni mese, in casa
vostra, una Rivista c'he e, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro flanco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
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namento, scegliendo quella preferita e da voi ritenuta la piu
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ANNO 3 - N. 1 - GENNAIO '74


LA COPERTINA - Propone i due articoli di aper-
tura di questo primo fascicolo del nuovo anno.
Due articoli e due interessanti scatole di mon-
taggio, che rinnovano e aggiomano altrettanti
kit di grande successo ormai superati e invec-
chlati: un meraviglioso ricevitore per la gamma
dei CB e una stupenda microtrasmittente con
sensbilita assolutamente eccezionale.

editrice
ELETTRONICA PRATICA
direttore responsablle
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
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MONOGAMMA CB SINTONIZZATORE
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se non pubbllcati, non st re- INDICE DELL'ANNATA 1973 78
etltulscono.
,

3
MONOGAMMA

SINTONIZZATORE IN SCATOLA DI MONTAGGIO


In esclusiva per i lettori di Elettronica Pratica, abbiamo progettato, collau-
dato, approntato in scatola di montaggio, un meraviglioso sintonizzatore
per l'ascolto della Citizen's Band.

L. 5.900
Su! fascicolo di aprile dello scorso anno abbiamo che critica sulla eccessiva semplicitá degli appa-
presentato, in scatola di rnontaggio, il progetto di rati presentati sulla nostra rivista. E a questi let-
un sintonizzatore per onde medie e per la gam- tori dobbiamo ricordare, ancora una volta, che
ma CB. Quell'apparato, denominato « Bigam- la semplicita costituisce il filo conduttore di tutta
ma», fino ad oggi ha riscosso un grande succes- la nostra produzione editoriale. Nel settore spe-
so fra i nostri lettori. Un successo che ci ha per- cifico della Citizen's Band, poi, non e assoluta-
messo di constatare un corale interesse verso la mente possibile proporre ad un principiante il
Citizen's Band. progetto di un ricevitore radio, a circuito supe-
Eppure, anche se il sintonizzatore « Bigamma » e reterodina, adatto per la ricezione della Citi-
risultato un progetto validissimo, con esso l'intera zen's Band. Perché soltanto pochi sarebbero in
gamma CB poteva essere esplorata con una pie- grado di realizzare questo progetto, mentre al-
cola rotazione del condensatore variabile, dando tri, a ttratti dal fascino di questa banda radio-
luogo ad una notevole difficolta di sintonizzazio- fonica, si cimenterebbero nella realizzazione
ne. - dell'apparato profondendo in esso tempo e dana-
Abbiamo quindi ritenuto opportuno concepire un ro, senza approdare ad alcun risultato concreto, e,
nuovo sintonizzatore per l'ascolto esclusivo della peggio, con la precisa sensazione di essere stati...
banda CB, cosí da poter maggiormente soddisfa- gabbati in una certa misura.
re le esigenze della maggior parte dei nostri let- Ma ai nostri lettori possiamo dire di piü. Possia-
tori che, a questo tipo di ascolto, si stanno appas- mo cioé decisamente aflermare che l'appronta-
sionando sempre piü. mento della scatola di mnontaggio di un ricevitore
supereterodina, anche a doppia conversione, con
filtri ceramici, VFu, circuito preamplificatore a
UNA QUESTIONE DI SCEL TA MOS-FET, risulterebbe per noi assai piü vantag-
gioso sotto l'aspetto tecnico e sotto il profilo eco-
Fra le molte lettere che giornalmente pervengono nomico. Ma non e nostra abitudine sottoporre il
alla nostra redazione, ci capita di leggere qual- lettore ad uno sforzo economico, quando sappia-

4
mo, in partenza, che la mancanza di una adegua- re. Infatti, mentre nei circuiti radio, di concezio-
ta attrezzatura di laboratorio non permette asso- ne classica, per amplificare un segnale sono ne-
lutamente la realizzazione di un complesso. Ecco cessari vari elementi amplificatori (transistor, val-
perché, pur rinunciando a malicuore alle presta- vole, FET, IC), connessi in cascata, cioe !'uno
zioni professionali, abbiamo ritenuto di comportar- dopo l'altro, nei circuiti superreattivi il segnale,
ci molto piü onestamente preparando una scatola una volta amplificato, ritorna parzialmente all'en-
di montaggio adatta a tutti i lettori principianti. trata dello stesso transistor che lo amplifica ulte-
riormente. E questo ritorno si ripete un'infinita
di volte, sino ad ottenere la massima sensibilitá.
IL SINTONIZZATORE Questo circuito poi incrementa notevolente la
selettivita del circuito accordato di entrata, per-
Per poter raggiungere la massima semplicita di ché ogni ciclo entrata-uscita del segnale equivale
realizzazione del sintonizzatore, il nostro proget- ad un ulteriore circuito accordato e l'intero pro-
to non poteva che appartenere, ovviamente, alla cesso di rivelazione dei segnali radio si svolge co-
categoría dei superreattivi. Perché questi tipi di me se questi avessero attraversato innumerevoli
progetti aggiungono all'estrema semplicita circui- circuiti sintonizzati, in grado di fornire, ciascuno,
tale una notevolissima sensibilitá ed una selettivitá una buona selettivitá.
almeno pari a quella di una supereterodina a cin- Vogliamo ancora ricordare che, mentre nel cir-
que e sei transistor, con il notevole vantaggio di cuito supereterodina tutti i passaggi da uno stadio -
non richiedere alcuna operazione di allineamento, all'altro possono ritenersi utili soltanto se si provve-
sempre diflcilmente raggiungibile senza adeguata cle ad una accurata taratura, nel ricevitore su-
strumentazione. perreattivo tutto cio avviene automaticamente,
La caratteristica dell'elevata sensibilita, ottenibile perché il ciclo del segna!e trova sempre il circui-
dal circuito in superreazione, pilotato da un solo to perfettamente tarato.
transistor, e da ricercarsi nel particolare sistema Il principio di funzionamento del ricevitore super-
di funzionamento di questo tipo di sintonizzato- reattivo e analogo a quello reattivo. La diflerenza

5
O) ANI.
R1
O

TR1

1
L1
C7
S1

se
llMM 4l
ó o

Fig. 1 - Progetto del sintonizzatore


CB. Le tensioni, riportate in cor-
rispondenza del transistor TR1, so-
no state da noi rilevate, all'inne-
sco della superreazione, con un te-
ster da 20.000 ohm/volt. I numeri Condensatori
riportati nei vari puntl del circuito C1 = 10.000 pF
trovano preciso riscontro con quel- C2 = 10 pF (condensatore
li riportati sul piano di cablaggio variabile)
di figura 2. L'alimentazione a· 9 V
puo essere ottenuta, indifferente- C3 = 10 pF
mente, con una pila a 9 V o con C4 = 10 pF
un piccolo alimentatore stabilizza- es = 10.000 pF
to. In considerazione dell'esigua C6 = 220.000 pF
amplificazione dei segnali radio, ot- C7 = 2.200 pF
tenuta tramite il transistor TRI, l'a-
scolto delle emittenti CB non puo Resistenze
essere assolutamente ottenuto in Rt = 4.700 ohm
cuffia o in auricolare. E' dunque ne- R2 = 4.700 ohm
cessario collegare l'uscita del sin- R3 220 ohm
tonizzatore con un qualsiasi ampli-
ficatore di bassa frequenza, con po- R4 = 33.000 ohm
tenza compresa fra i 100 mW e i 2 R5 33.000 ohm
w. R6 = 4.700 ohm (potenz. a
variaz. lin.)

fra i due circuiti consiste in ció: nel ricevitore a Varie


S1 interrutt. incorpor. con R6
reazione il segnale che ritorna all'entrata e leg-
TR1 = BC107/B
germente superiore alle perdite introdotte da!
PILA = 9 V
circuito; in quello superreattivo il segnale supe- L1 bobina (2-3 spire filo
ra le perdite introdotte da! circuito stesso. Poiché flessibile)
la massima sensibilita si ottiene quando il segna- L2 bobina (14 spire filo rame
le t.iguaglia esattamente le perdite, succede che, smaltato 0,5 mm)
nel ricevitore superreattivo, nel quale il grado di
accoppiamento entrata-uscita varia continuamen-

6
ANT.

EVENT, PILA
MASSA 9 V

CAVO
SCHERMATO

Fig. 2 • Seguendo il piano di cablaggio, qui riportato,


il lavoro di costruzione del sintonizzatore CB risulta
assolutamente semplice. ll lettore dovra stare atten- use. BF
to ad inserire, negli appositi fori, i tre terminali del
transisklr TR1 senza errori di scambio e facendo ri-
ferimento alla linguetta metallica presente sull'invo-
lucro estemno del componente.

te, esiste un istante in cui si verifica la condizione espressioni « base a massa », « emittore a massa »
citata, che conferisce al ricevitore una eccezionale e « collettore a massa » fanno riferimento a segna-
sensibilitá.
li variabili, cioe a segnali per i quali i condensa-
tori rappresentano elementi in cortocircuito; ne!
nostro caso il condensatore C7 costituisce un cor-
ANALISI DEL CIRCUITO tocircuito fra base del transistor e massa e cio
spiega la terminologia adottata (base a massa).
In figura 1 e rappresentato il circuito teorico del 11 condensatore C4, collegato fra emittore e collet-
sintonizzatore CB. In esso e possibile distinguere tore, assieme alle capacita interne del transistor
il circuito di selezione dei segnali radio che vengo- TRl ed alle capacita parassite dei terminali, per-
no captati dall'antenna e trasferiti, per induzione mette di ottenere la reazione, riportando parte
elettromagnetica, dall'avvolgimento Ll all'avvol- del segnale presente sull'emittore nel circuito ac-
gimento L2. Quest'ultimo, unitamente ai conden- cordato di entrata.
satori C2-C3, compone il vero circuito sintonizza- Un ruolo importante assume il potenziometro R6,
to, che viene regolato sul valore di frequenza della
banda dei 3 MHz tramite il condensatore varia-
che e un potenziometro a var:iazione lineare da
4.700 ohm, munito di intermttore; questo poten-
bile C2 (piü avanti diremo in qua! modo sía pos- ziometro, assieme alle resistenze R4-R5, permet-
sibile ridurre la frequenza). te di regalare il guadagno dello stadio transisto-
11 transistor TRI e montato in un circuito con ba- rizzato controllando in tal modo la superreazio-
se a massa, anche se ció non puó sembrare vero, ne.
dato che non esiste alcun collegamento diretto II segnale di bassa frequenza viene prelevato, tra-
tra la base e la massa, cioe la linea negativa del- mite la resistenza R2, da una posizione inconsue-
l'alimentazione. Occorre tuttavia ricordare che le ta per questo tipo di circuito. In sede sperimenta-

7
le, tuttavia, questa posizione si e rivelata la piü
favorevole fra tutte e ci ha costretti ad abbando-
nare il sistema di uscita di emittore che, teori-
camente, sarebbe risultato piü logico. Lasciamo
quindi da parte ogni ulteriore analisi teorica su
questo sistena di uscita del segnale ed afFidiamo-
ci completamente alla reata pratica.
Su! circuito di uscita e presente anche il conden-
satore C5 che, assieme alla resistenza R2, compo-
ne un filtro passa-basso; questo filtro permette il
passaggio della sola bassa frequenza ed elimina
parte del fruscio che accompagna sempre e in
misura assai rilevante, le radioricezioni in super-
reaz1one. Fig. 3 - Circuito stampato, riprodotto in grandezza
naturale, necessario per la realizzazione del sinto-
nizzatore CB.

COME RESTRINGERE LA BANDA DI RICE-


ZIONE
La bobina L2 si realizza avvolgendo 14 spire com-
Con i componenti contenuti nella nostra scatola patte di filo di rame smaltato· del diametro di
di montaggio e possibile esplorare, mediante la 0,5 mm, su un supporto del diametro di 8 mm,
rotazione del condensatore variabile C2, una ban- munito di nucleo di ferrite di regolazione. La bo-
da di 3 MHz circa. Con questo valore e possibile bina Ll si ottiene avvolgendo due o tre spire di
esplorare, oltre che la gamma CB, anche l'attigua filo flessibile, ricoperto in plastica, sopra lavvolgi-
gamma dei 10 metri (28-30 MH), totalmente ri- mento L2, cercando eventualmente la posizione
servata ai radioamatori. piü favorevole alla ricezione.
Ricordiamo comunque che la maggior parte delle Per quanto riguarda la rimanente parte del mon-
trasmissioni sulla banda dei 10 metri avvengono taggio, consigliamo il lettore di seguire attenta-
attualmente in SSB e non possono essere ricevute mente lo schema pratico di figura 2, ponendo
da un apparato superreattivo, che e in grado di particolare attenzione ai terminali del transistor
rivelare esclusivamente i segnali radio a modu- TRl, cioe facendo attentamente riíerimento alla
lazione di ampiezza (AM) e quelli a modulazione linguetta metallica uscente dall'involucro del com-
di frequenza (FM). ponente.
Abbiamo ritenuto necessario chiarire questo con- Sul circuito teorico di figura 1 sono riportati dei
cetto perché il lettore non debba pensare ad un numeri, che trovano precisa corrispondenza con
difetto del ricevitore o ad una sua errata taratura, quelli riportati sullo scheina pratico di figura 2.
quando tali bande risultano spesso... mute.
Coloro che volessero limitare l'ascolto alla sola
banda CB, cioé alle frequenze di 26,967 MH e
27,255 MHz, potranno restringere notevolmente
la banda di ricezione con un notevole vantaggio Fig. 4 - Coloro che vo-
di una maggior spaziatura tra le emittenti. A tale lessero realizzare un con-
trollo « fine » della super-
scopo occorrera aumentare a 30 pF circa il valo- POTENZ
reazione, potranno colle-
re del condensatore G3, diminuendo conseguen- 4,7 Kn
gare, in serie con il po-
temente di una o due spire la bobina L2, in mo- tenziometro R6, un secon-
do da rimanere in gamma. do potenziometro, a va-
riazione lineare da 250
ohm, cosi come indicato
in questo schema.
REALIZZAZIONE PRATICA
POTENZ.
La nostra scatola di montaggio permette a tutti -- 250 0
di realizzare in poco tempo e con la massima pre-
cisione il cablaggio dell'intero circuito.
II lettore dovra soltanto provvedere alla realiz-
zazione delle bobine L1-L2, servendosi del filo di
rame smaltato e di quello ricoperto in plastica
che risultano contenuti nel kit.

8
Questa numerazione agevola notevolmente il la- potenza, perché sarebbero veramenté ... sprecati.
voro di montaggio del sintonizzatore e, in parti- Possono risultare utili invece gli amplificatori con
colar modo, i collegamenti esterni relativi all'ali- potenze comprese fra i 100 mW e i 2 W, eventual-
mentazione, al potenziometro R6, all'interruttore mente pilotati con circuiti integrati.
SI e all'amplificatore di bassa frequenza. Quest' Come si potra notare, sullo schema teorico di f-
ultimo eassolutamente necessario per ottenere l' gura 1 abbiamo riportato alcuni valori di tensio-
ascolto, dato che la potenza fornita dal sintoniz- ne relativi ai punti principali del progetto. Que-
zatore superreattivo e
talmente esigua da non sti valori si intendono riferiti alla linea di ali-
poter pilotare neppure un auricolare. mentazione negativa e sono stati da noi misurati
Non esistono limitazioni sul tipo di amplificatore con un tester da 20.000 ohm/volt al momento del-
di bassa frequenza da utilizzare in accoppiamento l'innesco della superreazione. Essi permetteranno
con il sintonizzatore. Ovviamente sono sconsiglia- di effettuare un eventuale controllo del circuito
bili gli amplificatori ad alta fedelta e quelli di in caso di mancatQ funzionamento.

ISOLATORI Fig. 5- Le caratteristiche di ri-


cezione del sintonizzatore CB so-
no in gran parte condizionate
dalla qualita e dal tipo di in-
stallazione dell'antenna. Quella
piü semplice ed economica e
f ALMENO 3 mT rappresentata dal dipolo vertica-
<.J le, composto da due trecciole di
ú1 rame, collegate fra loro e agli
(J)
u elementi di sostegno tramite iso-
latori di porcellana. E' assai im-
portante che il primo tratto del
cavo di discesa, nella lunghezza
ISOLAT
-7
- -- --,,_ 1

1----- CAVO
di 3 metri almeno, risulti perfet-
tamente perpendicolare all'anten-
na.

E
fcoise
<.J
u
(J) MONTARE '
N IN VERTICALE 111
1y
111
I II
I II
ISOLATORI ti»
CONO.
VARIABILE
j
1
L1

9
MESSA A PUNTO Il potenziometro R6 dovrá essere regolato contem-
poraneamente, in modo da ottenere la superrea-
Una volta montato il sintonizzatore, occorre con- zione e la massima sensibilitá e chiarezza di ri-
trollare l'esattezza delle tensioni sugli elettrodi del produzione del ricevitore.
transistor TR1 tenendo conto che lievi variazioni Volendo ottenere una regolazione piü accurata
possono essere tollerate senza che si verifichino della superreazione, si potra collegare, in serie
inconvenienti. Poi occorre mettere in gamma il con il potenziometro R6, un secondo potenziome-
ricevitore, cioe centrare le emittenti che si voglio- tro, da 250 ohm, con funzione di regolatore fine
no ricevere. Cio si ottiene agendo su! nucleo fer- della superreazione.
romagnetico delle bobine Ll-L2, tenendo coilto Facciamo notare che, durante la ricezione della
che, eón il nucleo tutto inserito, la sintonia av- banda CB e di quelle limitrofe, si ascolteranno
viene sui 24 MHz, mentre con il nucleo estratto la distintamente i disturbi prodotti dalle accensioni
ricezione avviene sulla banda dei 32 MHz. degli autoveicoli. Ció non costituisce un difetto
Volendo centrare la gamma CB, consigliamo di del ricevitore, ma soltanto una caratteristica nega-
regolare il condensatore variabile C2 a meta cor- tiva delle radiotrasmissioni a modulazione di am-
sa, agenda su! nucleo di ferrite sino a sintoniz- piezza.
zarsi esattamente su uno dei canali centrali (11- Possiamo consigliare di inserire sul perno del con-
12-13). densatore variabile C2 una robusta demoltiplica,

n. 1 circuito stampato - n. 1 con- con nucleo ferrite - n. 1 pinzetta a


densatore variabile - n. 2 manopo- bocea di coccodrillo isolata - n. 1
le - n. 1 poi:enziometro con inter- spezzone di cavo a 6 conduttori -
ruttore - n. 6 condensatori - n. 5 n. 1 spezzone di filo di rame smal-
resistenze - n. 1 supporto bobina tato.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione di questo apparato


sono contenuti in una scatola di montaggio venduta dalla nostra Or-
ganizzazione al prezzo di L. 5.900. Le richieste debbono essere fatte
inviando anticipatamente !'importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482
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in modo da poter sintonizzare, abbastanza facil- un'antenna corta, di tipo filare o a stilo, della lun-
mente, ciascuno dei 23 canali della banda CB. ghezza di l o 2 metri, ma e evidente che i miglio-
L'alimentazione del sintonizzatore e ottenuta con ri risultati si possono ottenere soltanto con un'an-
una pila da 9 V e con un consumo di soli 2 mA. tenna appropriata.
Si potra utilizzare, in sostituzione della pila, un
Per la banda CB esistono in commercio numero-
piccolo alimentatore stabilizzato, che potra ali-
si tipi di antenne, ma non vogliamo ritenere ne-
mentare contemporaneamente il sintonizzatore e
cessario e, soprattutto, economico ricorrere ad
l'amplificatore di bassa frequenza.
esse, perché verrebbero a costare piü dello stesso
Per evitare che l'esaurirsi delle pile provochi ano-
sin tonizzatore.
malie di funzionamento, si potra collegare, in pa-
rallelo alla pila stessa, oppure fra i punti 5 e 6, L'antenna piü economica, di tipo omnidirezionale,
un condensatore elettrolitico da 100 F-12 V, con cioé in grado di captare con uguale sensibilita le
il terminale positivo rivolto verso il punto 5; con- emittenti, qualunque sia la loro direzione, e sen-
viene anche collegare, allo stesso modo, un con- z'altro il dipolo verticale, che e un'antenna di fa-
densatore ceramico da 10.000 pF. cile costr.uzione.
Questo tipo di antenna dovra essere realizzato,
cosl. come indicato in figura , per mezzo di due
L'ANTENNA trecciole di rame della lunghezza di 265 cm cia-
scuna, collegate tra loro e fissate, alle estremita,
Le prestazioni che si possono raggiungere con il ad isolatori per antenna.
nostro sintonizzatore CB sono in gran parte condi- Il collegamento con il sintonizzatore dovrá essere
zionate dal tipo di antenna adottata. effettuato tramite cavo per TV da 75 ohm, anche
L'apparato e in grado di funzionare anche con se puó essere tollerato il cavo coassiale da 50-52

11
obm. E' invece· importante che il cavo di discesa,
dal punto di collegamento con il dipolo, fino alla
distanza di 3 metri almeno, risulti perpendicola-
re al dipolo stesso, cioe assuma una posizione oriz-
zontale. Dalla distanza di 3 metri in poi, qualun-
que sia la disposizione geometrica del cavo, essa
non influirá in alcun modo il rendimento dell'ap-
parato.

ADATTAMENTO DI IMPEDENZA

LIRE 3.500 Per ottenere le massime prestazioni dal sintoniz-


CASSETTIERA « MINOR ,, zatore, occorre adattare, in modo perfetto, l'im-
pedenza dell'antenna con quella di entrata del
Contenitore a 12 cassetti, componi- ricevitore. Per ottenere tale condizione si potra
bile ad incastro; dimensioni di un cas- utilizzare un condensatore variabile da 300 pF
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto e circa, del tipo di quelli isolati a mica e montati
provvisto di divisori interni. nei piccoli ricevitori radio a transistor.
Questo condensatore variabile dovra essere colle-
gato nel modo indicato nello schema di figura 5;
esso dovrá essere regolato in modo da raggiunge-
re la massima sensibilitá, cioé in modo che i segna-
li ricevuti assumano la massima intensita sonora.

AUMENTO DELLA SENSIBILITA'

Abbiamo gia detto che ogni circuito superreatti-


vo e caratterizzato da una notevolissima sensibili-
ta. Ma questa puó essere aumentata ancor piü,
sol che si faccia precedere il circuito di entrata
nel sintonizzatore da un preamplificatore di alta
LIRE 3.800 frequenza. E a tale scopo possiamo consigliare il
CASSETTIERA « MAJOR ,, lettore di realizzare il progetto presentato a pa-
gina 249 del fascicolo di aprile '73 della rivista,
Contenitore a 6 cassetti, componibile che fa impiego di un transistor FET tipo 2N3819.
ad incastro; dimensioni di un casset- Con l'abbinamento del circuito preamplificatore,
to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto e il condensatore variabile C2 deve essere sostituito
provvisto di divisori interni. con un compensatore da 40 pF circa, mentre le
bobine L4-LS del circuito del preamplificatore ora


Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
citato dovranno risultare identiche ad Ll ed L2.
In ogni caso occorre tarare per primo il sintoniz-
zatore e, successivamente, il preamplificatore, a-
gendo sul nucleo dellé bobine L4-L5 e sul com-
pensatore semifisso. Questa operazione dovrá es-
sere efTettuata una volta per tutte, tarando pre-
feribilmente il preamplificatore sui canali centrali.
L'uscita del preamplificatore dovra essere colle-
co, il vostro angolo di lavoro in un
gata con l'entrata (bobina LI) del sintonizzatore •
vero e proprio laboratorio!
CB.
Per ultimo consigliamo di disporre perpendicolar-
mente far loro le bobine Ll-L2 ed L4-LS, allo
scopo di evitare l'insorgere di inneschi. Le bobine
stesse potranno essere eventualmente separate fra
loro mediante l'inserimento di un lamierino me-
tallico collegato con il circuito di massa.

12
AMPLIFICAT0RE BF
50 WATT
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
L. 21500
CARATTERISTICHE
Potenza musicale sow
Potenza continua 45 W
lmpedenza d'uscita 4 ohm
lmpedenza entrata E1 superiore a 100.00 ohm
Impedenza entrata E2 superiore a I megaohm
Sensibilita entrata Et 100 mV per 45 W
Sensibllitá entrata E2 t V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione
Semiconduttori
inf. al 2%, a 40 W
8 transistor al silicio
11 kit e comprensivo di tutti gli
+ 4 diodi al silicio elementi necessari per la realiz-
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V zazione dell'amplificatore ripro-
Cons.umo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W
dotto nella foto. Per il suo com-
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W pletamento il lettore dovrá pro-
curarsi, per proprio conto, gli al-
toparlanti e il contenitore. Ricor-
Questa scatola di montaggio, veramente pre-
stigiosa, si aggiunge alla callana dei kit ap- diamo inoltre che questa scato-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- la di montaggio, giá presentata
ficatore di potenza, appositamente concepito
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica, sul fascicolo di ottobre dello
é dotato di due entrate ed e quindi adattabile scorso anno, viene ora equipag-
a molle altre sorgenti di segnali BF, cosi da
rendere l'apparato utilissimo per gli usi piü giata con due omaggi a scelta e
svariati. sempre allo stesso prezzo di
11 kit é comprensivo di tut\i gl i elementi necessari per la realiz-
L. 21.500: una capsula microfo-
zazione dell'amplificatore riprodotto nella foto. Per il suo com-
pletamento il lettore dovrá procurarsi, per proprio conto, gli
nica o un condensatore variabi-
altoparlanti e il contenitore. le doppio ad aria.
TITORE
MICROTRASMET
IN SCATOLA DI
MONTAGGIO A
L. 6.800

fr
9
M
reg
dell'appar
dal microf
del microfono.
Dimensioni pari a _
pacchetto di sigaret
e di messa a punto.

14
ULTRASENSIBILE
e
L'ultrasensibilita una delle caratteristiche attual- -EMISSIONI IN FM
mente piü richieste da coloro che, per scopi e
usi speciali, si servono di apparati trasmittenti di Quando nel settore dilettantistico apparvero, per
piccole dimensioni. la prima volta, i piccoli trasmettitori, denominati
Assieme ad una sensibilitá molto spinta, si pre- radiornicrofoni, questi operavano esclusivarnente
tende anche lassoluta chiarezza di ricezione del nella gamma delle onde medie. Ma questo siste-
suono e della parola. La portata, dunque, non e ma di collegamenti radio poneva limiti notevoli
piü un pregio predominante in questi minuscoli alla portata, dato che, per raggiungere distanze
apparati, anche se essa rimane sempre una carat- apprezzabili, occorreva dotare il trasmettitore di
teristica peculiare dell'emittente, apprezzata da antenne di grandi dimensioni, cioé molto ingom-
tutti i principianti. branti. Inoltre, con quei tipi di trasmettitori, oc-
Aderendo a queste nuove esigenze del grosso pub- correvano circuiti risonanti di dimensioni eccessi-
blico, i nostri tecnici hanno voluto riprendere il ve, ingombranti, che non permettevano la realiz-
... filo conduttore della vecchia e gloriosa « micro- zazione di un apparato portatile. Anche la poten-
trasmitten te ultrasensibile con circuito integrato » za richiesta dall'alimentatore risultava sempre
per progettare un nuovo e piü moderno microtra- elevata e ció andava a scapito dell'autonomia del
smettitore in scatola di montaggio, ne! quale ri- trasmetti tore.
sultano maggiormente esaltate la sensibilitá, la II sistema di emissioni in modulazione di ampiez-
chiarezza di ricezione e la portata. za, poi, rendeva spesso incomprensibile il debole
E anche questa volta si e fatto ricorso alla gamma segnale captato dal ricevitore, a causa dei molti
a modulazione di frequena, estendendola ulte- disturbi sernpre presenti sulla gamma delle onde
riormente per concedere a tutti la possibilitá di medie.
lavorare anche sulla gamma radiantistica dei Molto meglio si efatto in seguito, quando si e
144 MHz. E' stato conservato invece il sistema adottata, come banda di lavoro, quella oggi de-
di alimentazione con pila a 9 V, ed e stato con- nominata VHF. Infatti, con le frequenze rela-
servato il pilotaggio dello stadio di bassa frequen- tivamente elevate, si possono realizzare circuiti di
za con circuito integrato. Ma una grande novitá piccole dimensioni ed occorrono piccole potenze
e un progresso tecnico, almeno per i principianti, per coprire distanze relativamente lunghe.
e stato raggiunto nel sistema di concezione della e
Con la modulazione di frequenza si raggiunto un
bobina di alta frequenza, che fa parte integrante ulteriore progresso, perché con essa vengono eli-
del circuito stampato del microfrasmettitore, senza minati i disturbi radiofonici e si raggiungono i li-
costringere il lettore al non facile esercizio, co- miti dell'alta fedelta.
struttivo di un solenoide per il quale si debbono Ecco come si arriva ad ottenere tutti quei bril-
scrupolosamente rispettare talune grandezze mil- lanti risultati e quelle meravigliose caratteristi-
limetriche e centimetriche. che radioelettriche di cuí sono dotati, oggi, i piu
Il nostro microtrasmettitore, che e in realta una moderni trasmettitori tascabili.
vera e propria stazione trasmittente, di piccole Occorre tuttavia segnalare che, ben difficilmente,
dimensioni, e in grado di trasportare, attraverso gli apparati di tipo commerciale sfruttano piena-
lo spazio, sotto forma di onde radio, la voce uma- mente ogni possibile e attuale sistema elettroni-
na e di farla ascoltare, a distanza, in un qualsiasi co. La loro concezione circuitale e costruttiva li
apparecchio radio, a valvole o a transistor, a so- fa apparire poco piü che semplici apparati di-
pramrnobile o portatile, purché dotato della gam- dattici, utilissimi a far compiere al principiante
ma a rnodulazione di frequenza. Si tratta dunque i primi passi ne! settore delle trasmissioni, ma pri-
di un tipo di apparato che fa sempre ... gola a vi di un carattere pratico e applicativo. E ció per-
tutti i principianti e agli appassionati di radio e, ché la loro portata eridotta a poche decine di
in particolar modo, alla maggior parte dei nostri metri, perché necessitano dell'antenna e perché,
lettori. la modulazione e di pessima _qualita e lascolto si

15
t

R3

R1
"

7
4"z
2
re 6
••C1
4 3

C2

±_
R4
R8

-
11 l

l Fig. 1- Il progetto del microtrasmettitore e composto


di due stadi: quello modulatore pilotato dal circuito
integrato e quello oscillatore e amplificatore, pilotato
dal transistor. La bobina L1 risulta stampata sulla
stessa basetta di sostegno dei componentl. 11 micro-
fono e di tipo piezoelettrico; il trimmer potenziome-
trico R1 regola la sensibilitá, mentre il compensatore
Condensatori C4 regola la frequenza di emissione fra i valori estre-
mi di 90 a 150 MHz, comprendendo anche la gamma
C1 = 47.000 pF dei radioamatori a 144 MHz.
C2 = 1.000 pF
C3 = 1.000 pF
C4 = 6/30 pF (compensatore)
es = 1.000 pF
C6 = 10 pF riduce ad un suono accompagnato da distorsioni
e disturbi. Anche la sensibilita e talmente ridotta
Resistenze che, per trasrnettere, e necessario parlare a voce
R1 2,2 megaohm (trimmer
potenziometríco) alta o quasi a contatto con il microfono.
R2 100.000 ohm Abbiamo voluto elencare tutte queste considera-
R3 = 100.000 ohm zioni di carattere tecnico e comrnerciale al solo
R4 = 6.800 ohm scopo di informare il lettore come sía possibile
R5 1.800 ohm oggi, con gli attuali mezzi offerti dalla tecnica
R6 8.200 ohm elettronica, realizzare un microtrasmettitore utile
R7 = 6.800 ohm in una vasta gamma di impieghi pratici.
R8 = 150 ohm
Varíe
TR1 = transistor CARATTERISTICHE DEL MICROTRASMET-
IC = circuito integrato TITORE
MICRO = microfono piezoelettrico
PILA = 9 V Le caratteristiche del nostro microtrasmettitore
possono riassumersi in due punti fondamentali : la
possibilita di irradiare un forte segnale anche

16
senza l'uso dell'antenna e la sensibilitá, manual- Fig. 2 • La realizzazione del microtrasmettitore in sca-
tola di montaggio deve essere effettuta tenendo sem-
mente regolabile, con valori cosi spinti da supe- pre sott'occhio il piano di cablaggio qui raffigurato,
rare, di molto, quella normale dell'orecchio uma- ricordando che il circuito stampato, comprendente
no. anche la bobina L1, deve essere considerato visto in
La prima caratteristica vuol significare che, oc- trasparenza. Il ponticello, visibile in alto a sinistra
dello schema, congiunge una delle due estremita del-
cultando il piccolo apparato in una tasca, in un la bobina L 1 con il compensatore C4 e con la linea
cassetto, dentro una lampada o in un pacchetto di positiva di alimentazione: questo ponticello e rappre-
sigarette, e possibile trasmettere a notevoli distan- sentato da uno spezzone di filo ricavato da un termi-
ze, senza che nessuno possa accorgersi di ció. nale eccessivamente lungo di uno dei tanti componenti
La seconda caratteristica vuol far comprendere montati nel circuito. L'integrato IC e dotato di 8 ter-
minali; soltanto 5 di questi vengono utilizzati; i ri-
come sia possibile, sistemando 1'apparato in un manenti 3 terminali debbono essere inseriti nei rela-
qualsiasi locale di un appartamento anche di no- tivi fori, tranciati e non saldati. 11 terminale caldo del
tevoli dimensioni, captare e trasmettere fedelmen- microfono deve essere collegato sulla pista di rame
cui fa capo la resistenza R2. La numerazione riportata
te tutti i rumori e i suoni in esso prodotti. Que-
in corrispondenza della bobina stampata L1 trova
sta seconda caratteristica, dunque, da adito ad preciso riferimento ne[ testo relativo all'aumento del-
una innumerevole serie di pratiche applicazioni la portata del microtrasmettitore.

PUNTI DI
COLLEG. ANT.

PRESA
PILA '

t
ROSSO

17
STADIO D'USCIT A AF

II circuito d'uscita del trasrnettitore, cioé il circui-


e
to di alta frequenza, molto stabile; esso innesca
regolarmente sia con lausilio dell'antenna, sia
senza di questa. Anche lo slittamento di frequen-
za, dovuto al collegamento deUl'eventuale anten-
e
na, assai ridotto e ció conferma la notevole sta-
bilitá del circuito.
Lo stadio AF e pilotato da un transistor planare
al silicio (TRI), che risulta assai poco sollecitato
e non richiede quindi alcun elemento radiante
dell'energia termica. La concezione del circuito
AF, ne! quale il transistor TRl assume le funzioni
di elemento pilota, etale da permettere un fun-
zionamento sicuro alle piü svariate condizioni,
Fig. 3 - Riproduzione in scala 1/1 del
circuito stampato del microtrasmettito- con una modulazione di qualitá elevata e una
re. Si notino, in alto, sulla destra, le potenza a radio frequenza superiore ai 50 mW
piste di rame rappresentative della bo- effettivi.
bina L1. II circuito oscillante e
di tipo Colpitts. II carico
dell'oscillatore si trova su! collettore di transi-
stor, nel quale e presente il circuito risonante,
e, prima fra tutte, quella dell'antifurto. cioe quel circuito che determina la frequenza di
La grande sensibilita del rnicrotrasrnettitore non oscillazione. Esso e composto dalla bobina LI e
e stata raggiunta a danno della modulazione, per- da! condensatore C4. Il dimensionamento di que-
ché la gamma di frequenze sonore e limitata sol- e
sti componenti stato realizzato in modo tale da
tanto dalla capsula microfonica; infatti, se si col- rendere molto acuta la curva di risonanza.
legasse il modulatore con una sargente di segna- La bobina Ll, rappresentata da una pista di rame
li ad alta fedelta, si otterrebbe una trasmissione riportata su una delle estremitá della basetta di
Hi-Fi. sostegno, irradia nello spazio l'energia di alta
Ma il nostro microtrasmettitore possiede molte frequenza. Coloro che volessero aumentare la por-
altre caratteristiche. Le sue dimensioni, ad esem- tata del trasmettitore dovranno collegare su una
pio, sono molto ridotte; lo spazio occupato dal pista di rame della bobina LI l'antenna prescelta
circuito vero e proprio, comprendente anche il secondo le indicazioni citate piü avanti.
microfono, ma fatta esclusione della pila, e
di Il transistor TRI funziona in un circuito con base
e
5,5 x 5,3 cm. Anche il peso rnolto ridotto e po- a massa per il segnale; il condensatore C2, infatti,
trebbe considerarsi nullo se si eccettuasse la pila, costituisce un elemento di corto-circuito per i
e
che di tipo a 9 V, di quelle usate per l'alimenta- segnali variabili fra base e massa.
zione dei ricevitori radio a transístor portatili. II condensatore C6 riconduce, all'ingresso, una
Il consumo di energia elettrica, in virtu del rendi- frazione di segnale presente sul carico, provveden-
mento elevato dei circuiti, elimitatissimo. L'as- do, unitamente alla bobina Ll, alla realizzazione
sorbirnento di corrente si aggira intorno ai 9-10 di una sfasatura, in modo da poter realizzare la
mA e l'autonomia del circuito raggiunge le 200 somma fra questo segnale e quello giá presente
ore circa. all'entrata. Con questá concezione circuitale e

/ LUNG. D'ONDA
Fig. 4 - Per aumentare la portata del microtra-
smettitore si puó far uso, indifferentemente, di
un'antenna a stilo, di un dipolo orizzontale o di
un'antenna Ground Plane verticale. Nel caso di
dipolo orizzontale, la lunghezza complessiva dei
due bracci deve essere pari a mezza lunghezza
d'onda.
ISOLATORt DI
CAVO
SOSTEGNO

18
possibile stabilire una reazione positiva, la qua-
le pennette di conservare le oscillazioni nello sta-
dio.
uo. Ogni problema di stabilitá d'innesco e scongiurato
grazie all'uso del transistor TRI che e in grado
D'ONDA di oscillare anche ne! settore delle UHF. Lo stadio
ISOLAT. DI quindi funziona regolarmente su tutta la gamma,
SOSTEGNO anche in condizioni di alimentazione abbastanza
lontane da quelle nominali.
E' sempre possibile mutare la frequenza di fun-
zionamento del trasmettitore agendo su! compen-
satore C4.
La tensione di alimentazione dello stadio puó es-
sere elevata sino al valore di 24 V, anche se ció
e sconsigliabile, sia perché il transistor TRI ri-
sulterebbe eccessivamente sollecitato, sia perché,
pur ottenendo un notevole incremento della po-
tenza assorbita dall'alimentazione, si verifichereb-
bero soltanto lievi mutamenti della potenza a ra-
diof requenza.
La polarizzazione dello stadio AF e stata partico-
larmente studiata per assicurare la possibilita di
modulazione e quella di una perfetta stabilit.
CAVO La tensione di base del transistor e ottenuta tra-
mite un partitore di tensione, composto dalle re-
sistenze R6-R4, le quali, pur avendo un valore
sufficientemente elevato per non assorbire una
corrente eccessiva, hanno, allo stesso tempo, un
valore sufficientemente basso per garantire una
buona stabilita dello stadio.
La tensione di base puó essere variata dal modu-
20+100 PF latore di quel tanto che risulta sufficiente a far
variare la frequenza dell'oscillatore, in modo da
COMP.
ottenere una erogazione di segnali modulati in
frequenza.
La tensione di emittore e stabilita dalla resisten-
za R8, la quale provvede a dar origine ad una
energica controreazione in corrente continua, che
impedisce al transistor di mutare di molto il pro-
prio punto di lavoro, anche con valori di alimen-
tazione diversi, contrastando in pari tempo gli
effetti delle variazioni di temperatura.

Fig. 5 - Piano costruttivo dell'antenna Ground LO STADIO MODULATORE


Plane verticale. La lunghezza dello stilo deve es-
sere pari ad 1/4 della lunghezza d'onda; i 4 ele-
menti radiali, che formano un angolo di 90° ri- Allo stadio modulatore e affidato il compito di
spetto allo stilo, debbono avere la stessa lun- amplificare il debole segnale generato da! micro-
ghezza dell'antenna vera e propria; l'lnclinazio- fono piczoelettrico. Questo segnale viene inviato
ne puó essere anche di 100° o 120°; essi ser- sulla base del transistor TRl tramite il condensa-
vono per eliminare le onde stazionarie. Utiliz-
zando questo tipo 'di antenna, occorre inserire, tore Cl, in modo da attuare un sistema di modu-
in serie con il conduttore caldo, un compensa- lazione di frequenza dello stadio e, a rigore, anche
tore di adattamento dell'antenna del valore di di una moclulazione di ampiezza che, nel nostro
20-100 pF. Questo elemento verra regolato, In caso, non interessa.
sede sperimentale, in modo da ottenere la mas-
sima resa del microtrasmettitore 11 segnale generato dal microfono viene inviato,
tramite la resistenza R2, all'entrata del circuito
integrato, cioé al piedino 2 di questo componente.

19
Il ritorno del segnale di entrata avviene sul pie- mento dei componenti elettronici nei vari punti
dino 4. del circuito; conviene tuttavia lasciare per ultimi.
Alla resistenza semifissa Rl e affidato il compito il microfono e la presa polarizzata, in modo da
di regolare la sensibilitá del circuito amplificato- regalare tutte le operazioni di saldatura. Si po-
re. Questo controllo e molto importante; infatti, tra cominciare, ad esempio, con l'inserimento del-
una modulazione troppo bassa rende l'ascolto assai lo spezzone di filo (ponticello) tra il terminale
disturbato e poco chiara e costringe l'ascoltato- centrale della bobina Ll e quello della piccola
re ad elevare al massimo il volume dell'apparato pista di rame che fa capo al terminale centrale
ricevente. La modulazione eccessiva, invece, di- del compensatore C4. Poi si potra collegare il
storce paurosamente il segnale, che diviene prati- circuito integrato, che e dotato di 8 terminali dei
camente incomprensibile. Sollecitando al massimo quali soltanto 5 sono terminali utili, mentre i ri-
la modulazione, il trasmettitore supera le possi- manenti 3 vengono infilati in altrettanti fori senza
bilitá del ricevitore e lascolto scompare quasi essere saldati. Prima di infilare i terminali del
completamente. Occorre dunque regolare la mo- circuito integrato nei 7 fori del circuito stampato,
dulazione su un valore immediatamente inferio- conviene creare una piccola guida di riferimento
re a quello in cui compare la distorsione. sollevando l'elettrodo n° 8 e tranciandolo in mo-
1
do che esso formi uno spezzone di filo in corri-
'
\'
spondenza esatta della tacca metallica presente
MONTAGGIO sull'involucro esterno del componente; si tenga 'i
presente che il terminale n° 8 si trova in corri-
II montaggio del microtrasmettitore <leve essere spondenza della stessa tacca e ció non puó dar
effettuato seguendo lo schema pratico di figura 2. adito ad errore di sorta.
II disegno del circuito stampato deve considerar- Successivamente si potra applicare il transistor
si visto in trasparenza, cioe dalla parte opposta TRl, cercando di evitare ogni possibile errore di
a quella in cui vengono inseriti i componenti. scambio fra gli elettrodi del componente; ma cio
Non esiste un ordine di preferenza nell'inseri- e assolutamente impossibile se si fa riferimento alla
20
deve essere collegato con il foro praticato sulla
pista di rame diretta verso la resistenza R2. I
Fig. 6 - Dopo una serie di precise e attente terminale di massa, cioé il terminale del micro-
prove sperimentali, e uscito dai nostri laboratori fono che si trova in contatto elettrico con il me-
il prototipo del microtrasmettitore ultransensibi- tallo del componente, deve essere collegato con
le. Lo abbiamo fotografato e qui riprodotto. Es- la pista di rame sulla quale e applicata la linea
so potra servire, unitamente al piano di cablag-
gio di figura 2, come elemento guida durante il negativa di alimentazione, che rappresenta an-
lavoro di costruzione dell'apparato. In alto, a si- che la linea di massa del rnicrotrasmettitore.
nistra, si puo notare il ponticello che collega un La presa polarizzata e dotata di due fli fessi-
terminale della bobina L1 con la linea positiva bili diversamente colorati, uno rosso e uno nero;
dell'alimentazione (la bobina L 1 e inclusa nel
circuito stampato e non richiede alcun lavoro di il conduttore di color rosso e quello della ten-
avvolgimento). In corrispondenza del piedino 8 sione positiva; il conduttore di color nero e quello
del circuito integrato e in corrispondenza della della tensione negativa. Occorre far bene atten-
tacca metallica del componente e stato ripiega- zione a non scambiare fra loro questi terminali,
to, verso l'estemo, il conduttore inutilizzato rap-
presentativo dell'elettrodo n. 8; in questo modo collegando il conduttore rosso con la pista che
possono essere evitati eventuali errori di inse- fa capo al terminale 7 del circuito integrato,
rimento dell'integrato nel circuito stampato e gli mentre il conduttore nero deve essere callegato
stessi elettrodi non possono in alcun modo es- con la pista di rame che, allestremita opposta,
sere scambiati fra loro. 11 circuito e sprovvisto
di interruttore: occorre dunque disinserire la pi- fa capo al terminale di massa del microfono
la quando non si fa uso del microtrasmettitore. (questa stessa pista risulta collegata ad altri ter-
minali di altri componenti elettronici).
II buon funzionamento del microtrasmettitore
e condizionato dalla precisione delle saldature
a stagno. Ai principianti, quindi, raccomandiamo
prima di inflare i terminali dei componenti negli
appositi fori del circuito stampato, di raschiarli
con una Jametta da barba o con la lama di un
temperino, in modo da far apparire la lucentez-
za del metalla, cioe in modo da far scomparire
eventuali impurita che non permettono di otte-
nere una saldatura a stagno perfetta.
piccola tacca metallica presente sull'involucro Durante il Iavoro di saldatura e consigliabile
esterno del componente, in corrispondenza della servirsi di un saldatore dotato di punta sottile
quale e presente il terminal e di emittore; il ter- e ben calda, avendo cura di effettuare saldature
minal e di base e quello successivo, mentre all'e- con una giusta quantitá di stagno, ne troppo ne
stremita opposta trovasi quello di collettore. In poco. Ricordiamo ancora che la saldatura per-
ogni caso il lettore, prima di infilare gli elettrodi fetta e quella che permette di vedere una goccia
del transistor nei tre fori del circuito stampato, di stagno lucente e uniformemente curva.
dovrá osservare attentamente il disegno di fi-
gura 2, ne! quale i tre elettrodi del componente
sono chiaramente indicati con le lettere «c-d-e ». TARATURA DEL CIRCUITO
Poi si potranno inserire ne! circuito tutte le re-
sistenze, il trimmer potenziometrico Rl e i con- Una volta ultimato il cablaggio del microtra-
densatori. Per ultimi si applicheranno il micro- smettitore, si potra collegare la pila a 9 V alla
fono e la presa polarizzata. II microfono e dotato presa polarizzata e misurare le tensioni in alcuni
di due terminali; uno di questi si trova in intimo punti del circuito. 11 Jettore dovra tuttavia te-
contatto con l'involucro metallico esterno del ner conto che il nostro trasmettitore, cosi come
componente e rappresenta il conduttore di rnassa; esso e proposto, non e dotato di un interruttore;
il secando terminale (tenninale caldo) e isolato e ció significa che per spegnere e accendere il
rispetto all'involucro metallico. circuito occorre disinserire e inserire la pila di
Sui due terminali del microfono si dovranno alimentazione. Chi dimentica di disinserire la
collegare e saldare due piccoli spezzoni di filo pila dal circuito per alcuni giorni rischia di
che, per comodita, possono essere due spezzoni, , danneggiare il microtrasmettitore.
di filo tranciati da due componenti con termi- I dati che ora forniremo sono stati da noi rile-
nali eccessivamente lunghi. vati con un tester da 20.000 ohm/volt, commuta-
Il terminale « caldo » del microfono, cioé il ter- to sulla scala di misura delle tensioni continue di
minale isolato dalla carcassa del componente, 10 V. •

21
I valori ora citati possono non corrispondere
esattamente con quelli rilevati da! lettore. Cio
non e assolutamente importante; e importante
E cominciamo con i valori delle tensioni con- invece che essi non si discostino oltre il 20%
tinue misurate sugli elettrodi del circuito inte- rispetto a quelli citati.
grato. Essi SOno: Dopo aver effettuato il controllo definitivo del
terminale 1 ov circuito, si accende un ricevitore, commutato
terminale 2 0,5 V sulla gamma a modulazione di frequenza e lo si
terminale 3 7 V sintonizza su una frequenza compresa fra gli 80
terminale 4 ov e i 110 MHz, tenedo conto che il ricevitore FM
terminale 5 ov richiede l'uso dell'antenna.
terniinale 6 7,8 V Servendosi di un cacciavite di plastica, si agi-
terminale 7 9V sce sul compensatore C4 e si fa ruotare lenta-
terminale 8 ov mente la ·rite, presente sulla parte superiore del
compensatore, fino a sentire su! ricevitore radio
Quelli del transistor TRl sono : il caratteristico innesco dovuto allefetto Larsen.
Durante questa prova la profondita di modula-
base 0,5 v zione deve essere regolata con il cursare del trim-
collettore 9V mer potenziometricoRI a meta corsa.
emittore 1,4 V Normalmente il segnale del trasm.,ettitore e udi-
bile in piü punti della scala del ricevitore. Spetta
L'assorbimento totale del circuito, senza anten- dunque all'operatore la scelta del migliore di que-
na, si aggira intorno ai 9-10 mA. sti punti, tenendo conto che la frequenza di e-
missione puó essere variata a piacere interve-
nendo su! compensatore C4. E' importante far in
modo che l'emissione del microtrasmettitore non
coincida con una emittente presente sulla gam-
ma del ricevitore radio.

n
22
11 trimmer Rl verra regolato in un secondo tempo segnati con il numero 1 o con il numero 2, sce-
in modo da soddisfare gli scopi cui viene adi- gliendo fra questi la posizione che offre i mi-
bito il microtrasmettitore. gliori risultati.
La nostra scatola di montaggio non comprende L'antenna a stilo puó essere direttamente acqui-
alcun contenitore, ma il lettore potra inserire il stata presso un rivenditore di materiali radioe-
circuito in un normale pacchetto di sigarette lettrici, ma puo anche essere realizzata diretta-
ne! quale puó trovar posto anche la pila di ali- mente dal lettore per mezzo di un conduttore di
mentaz:ione. rame o di acciaio. La lunghezza varia a seconda
della frequenza di emissione del rnicrotrasmetti-
tore e a seconda che si preferisca il 1/4 d'onda o
AUMENTO DELLA PORTATA il 1/2 d'onda.
Nella seguente tabella riportiamo i valori delle
La portata del nostro microtrasmettitore, in as- lunghezze d'antenna a stilo in corrispondenza
senza di antenna, varia, in media, fra 300 metri delle frequenze di emissione e del tipo di lun-
e 1 chilometro, a seconda delle condizioni am- ghezza d'onda:
bientali di propagazione delle onde radio e a se-
conda dell'efficienza del transistor TRl.
Coloro che volessero ulteriormente aumentare
la portata del microtrasmettitore, dovranno far
uso dell'antenna, che puó essere di tre tipi di- FREQUENZA LUNGHEZZE ANTENNA
vers1:
Antenna a stilo (1/4 onda o 1/2 onda) MHz 1/4 onda 1/2 onda
Dipolo orizzontale 100 70 cm. 140 cm.
Ground Plane verticale 110 65 cm. 130 cm.
L'antenna a stilo e quella piü semplice e piü co- 120 60 cm. 120 cm.
mune. Essa verra saldata direttamente sulla pi- 130 55 cm. 110 cm.
sta di rame della bobina L1, nei punti contras- 140 50 cm. 100 cm.
150 45 cm. 90 cm.

n. 5 condensatori; n. 7 resistenze; n. 1 circuito Coloro che volessero utilizzare il dipolo orizzon-


integrato; n. 1 transistor al silicio; n. 1 trimmer
capacimetrico; n. 1 trimmer potenziometrico; n. 1 tale, dovranno far riferimento alla figura 4, te-
capsula piezoelettrica (microfono); n. 1 circuito nendo conto che il conduttore caldo del cavo
stampato; n. 1 presa polarizzata; n. 1 pila a 9 V coassiale dovrá essere saldato sul punto I o sul
Il kit non comprende alcun contenitore, in mo- punto 2 della pista di rame della bobina Ll
do che il lettore•possa sentirsi libero nella scel-
ta di questo elemento, che puó andare dal pac- (vedi figura 2), mentre la calza metallica deve
chetto di sigarette alla piü generica scatola di essere saldata sul punto 3. Fra il conduttore caldo
plastica. e la pista di rarne si dovrá interporre un com-
pensatore da 20-100 pF, che permetterá di ot-
LA SCATOLA DI tenere un accordo perfetto tra l'impedenza di an-
MONTAGGIO COSTA tenna e quella di uscita del circuito. In pratica
questo compensatore verrá regolato in modo da
raggiungere la massima resa.
Volendo utilizzare un'antenna di tipo Ground
Plane verticale, si dovra far riferimento alla fi-
richiederla occorre inviare gura 5. Anche in questo caso la calza metalli-
anticipatamente il relativo impor- ca dovrá essere collegata con il punto 3 della
to a mezzo vaglia o c.c.p. n. stessa pista (vedi figura 2). Su! terminale caldo
3/26482 intestato a: ELETTRONI- dovrá essere inserito, anche questa volta, un com-
CA PRATICA - 20125 MILANO - pensatore di accordo. Gli elementi radiali sono 4;
essi dovranno essere piegati, indifferentemente,
Via Zuretti n. 52 (nel prezzo sano a 90º, a 100° o a 120° rispetto all'antenna ve-
comprese anche le spese di spe- ra e propria, in modo da eliminare le onde
dizione). stazionarie.

23
1 PBIIII PISSI
Rubrica
dell'aspirante
elettronico

LAMPADE AL NEON
Queste pagine sono principalmente dedicate agii aspiranti elettronici, cioe
a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le ·nozioni piu
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno gia acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

TEORIA DELLA CONDUZIONE DEI GAS

Quando si parla di lampade al neon si e spesso Prima di addentrarci nel settore delle realizza-
portati a pensare ai tubi delle insegne pubbli- zioni pratiche, nelle quali assumono parte es-
citarie o a quelli per lilluminazione domestica, senziale le lampade al neon, cercheremo di rias-
dirnenticando che esistono innumerevoli altri tipi sumere brevemente il principio di funzíonamento
di lampade a luminescenza il cui funzionamento di questi dispositivi, che si basa sulla conduzione
e press'a poco lo stesso di quello delle Iampade elettrica dei gas.
per illuminazione. I nostri lettori sanno, per esperienza personale,
Le lampade a luminescenza, di piccole dimensio- per averlo sentito dire o per averlo letto sui libri,
ni, sono conosciute, in elettronica, sotto il nome e riviste, che in condizioni normali l'aria puó
di lampade-spia, piu generalmente, lampade indi- essere considerata come un elemento isolante.
catrici. Infatti, applicando una tensione elettrica fra due
Queste lampade, che possono essere inserite di- elettrodi distanziati fra loro, ben difficilmente si
rettamente sulla rete-luce, consumano poca ener- verifica il passaggio della corrente elettrica.
gia elettrica e vengono spesso sfruttate in cir- Un debole flusso di corrente potrebbe essere otte-
cuiti stabilizzatori di tensione o negli oscillatori nuto ionizzando P'aria con la fiamrna di una
a rilassamento. candela, colpendo lo spazio interelettrodico con
raggi ultravioletti o con altri simili sistemi.

24
Aumentando fortemente la tensione elettrica
applicata ai due elettrodi, cioé aumentando for-
temente il campo elettrico, si giunge ad un punto
in cui gli eventuali ioni presenti vengono forte-
mente accelerati; questi urtano contro gli atomi
AMPOLLA
dell'aria producendo nuovi ioni e generando una CON NEON
reazione a catena che provoca il passaggio di
corrente sotto forma di una scarica luminosa che,
nel linguaggio elettronico, e conosciuta sotto il
nome di « carica disruttiva » (badi bene il let- EETTRODI
tore che non si tratta di an errore tipografico,
cioc non deve essere chiamata scarica distruttiva).
Nell'aria, quando la pressione atmosferica e nor-
male, questa scarica si manifesta soltanto se
l'intensitá del campo elettrico raggiunge i 24.000
ZOCCOLO
V/cm, cioe quando fra i due elettrodi, distanzia- ,/
ti fra loro di un centímetro, si applica una difle-
renza di potenziale di 24.000 V. REOF OR

CONDUZIONE NEI GAS RAREFATTI RESISTEN2

L'elevatissimo valore di tensione, che deve es-


sere applicato fra due elettrodi per provocare
la scarica, puo essere notevolmente ridotto sino Fig. 2 - Le lampade al neon, utilizzate in elettro-
a valori prossimi al centinaio di volt se il gas, nica, si differenziano tra loro per la forma e la
che circonda gli elettrodi, anziché trovarsi ad un grandezza, ma la maggior differenziazione sca-
turisce dalla presenza, o meno, di una resisten-
valore di pressione normalc, cioe di 760 mm di za, collegata in serie con un elettrodo e conte-
mercurio, viene notevolmente ridotto sino a pochi nuta interamente alla lampada stessa. A questa
decimi di millirnetri di mercurio. resistenza e affidato il compito di limitare la
Per ottenere tale condizione e necessario rac- corrente di accensione.
chiudere ermeticamente gli elettrodi dentro una
ampolla di vetro o di plastica, nella quale viene
creata una depressione, estraendo parte dell'aria
tramite una pompa.

La scarica, che si manifesta fra i due elettrodi,


puó assumere diverse colorazioni a seconda del
tipo di gas contenuto dentro l'ampolla. In pra-
tica si fa largo uso del gas neon, che emette
radiazioni ultraviolette lungo tutto il tubo in
Fig. 1 - Anche la lampada al cui sono racchiusi gli elettrodi; queste radia-
neon, cosi come avviene per
zioni colpiscono degli . strati di sostanze fluore-
tutti i componenti elettroni-
ci, viene indicata, negli sche- scenti, depositate lungo le pareti interne del tubo,
mi teorici, tramite un sim- creando quella luminosita che siamo soliti osser-
bolo elettrico. Esso e dise- vare. In sostanza, nei tubi elettrofluorescenti av-
[_[} gnato in modo tale da evi-
viene questo fondamentale fenomeno: le radia-
denziare chiaramente la com-
posizione del componente: zioni di luce invisibile, emesse dalla scarica in-
due elettrodi racchiusi ir, un terelettrodica, colpendo gli strati fluorescenti si
involucro, di vtro o di pla- trasformano in radiazioni di luce visibile.
slica, contenente il gas neon.

UN PARTICOLARE FENOMENO

Un comportamento particolare della scarica si


verifica in prossimita del catodo, cioe dellelettro-

25
TENSIONE D'INNESCO

RE SIST. LIMIT. Un'altra caratteristica assai importante dei tubi


a scarica e rappresentata dalla tensione d'innesco
della scarica stessa, che e ben definita e costante
per ogni tipo di lampada. La scarica varia molto
poco al variare dell'intensita della corrente che
attraversa il tubo. E quest'ultima prerogativa del-
VOLT le lampade al neon permette di sfruttare tali
componenti in funzione di elementi stabilizzatori
di tensione per tensioni superiori ai 70 V, sino
LN ai 200-300 V ed oltre, collegando in serie vari
elementi.
Questo tipo di applicazione delle lampade al
neon e particolarmente risentito la dove i diodi
Fig. 3 - Semplice circuito teorlco di una lampa- zener sono difficilmente utilizzabili.
da al neon munita di resistenza limitatrice colle-
gata in serie con un elettrodo.
LAMPADE-SPIA
do negativo, intorno al quale si crea una zona La lampada al neon, in particolare la lampada-
priva di luminositá. Ma lo stesso catodo, quando spia montata nei circuiti elettronici, viene indi-
e costruito con materiali opportuni, presenta una cata con un simbolo elettrico, che evidenzia
luminescenza, di color arancione, provocata dal- chiaramente il sistema costruttivo della lampada
l'urto degli ioni contro lo stesso elettrodo.
stessa (figura 1 ).
Mentre nei tubi al neon per illuminazione non Attualmente esistono in commercio moltissimi
ci si preoccupa di questo fenomeno secondario, tipi di lampade al neon, di grandezze e forme di-
sfruttando invece la luminositá della scarica lun- verse; ale une vengono costruite in vetro, altre in
go tutto il tubo, nelle lampadine al neon per in- plastica, con o senza lente concentrica, con elet-
dicazione (lampada-spia) si sfrutta principalmente trodi sagomati in diverse forme, con attacchi a
il fenomeno ora citato, che permette di avvici-
vite o a saldatura, ecc.
nare notevolmente tra loro gli elettrodi, cosl. da In ogni caso, la caratteristica piü importante, che
poter realizzare lampadine di dimensioni estre- contraddistingue una lampada al neon dall'altra,
mamente ridotte, come sono i ben noti « pisel- e rappresentata dalla tensione d'innesco. Un'al-
lini » dell'albero natalizio. tra caratteristica importante e determinata dalla
presenza, o meno, della resistenza interna limi-
ta trice di corrente (figura 2).
VOLT La resistenza limitatrice di corrente si rende ne-
cessaria quando la lampada al neon viene utiliz-
zata per i normali impieghi di lampada indica-
100 trice. Essa e collegata in serie con la linea di ali-
mentazione (figura 3).
75 La necessita della resistenza limitatrice e risen-
tita in quei casi in cuí una variazione, anche mí-
50
nima, della tensione di alimentazione della lam-
25
pada provocherebbe un fortissimo sbalzo di cor-
ren te, non sopportabile dall'alimentatore. In fi-
gura 4 e rappresentato graficamente questo par-
10 100 1000 m ticolare fenomeno; il diagramma dimostra come
da un certo valore di tensione la corrente au-
Fig. 4 - Questo e il diagramma caratteristico di menti notevolmente.
interpretazione del funzionamento di una lampa-
da al neon. La corrente rimane pressocché co-
stante fino ad un certo valore della tensione UN TESTEA INDICATORE DI POLARITA'
(tensione d'innesco). Aumentando successiva-
mente il valore della ten.sione applicata agli
elettrodi della lampada, il flusso di corrente au-
Con !'uso di una sola lampada al neon e possi-
menta notevolmente. bile accertarsi se il valore di una tensione supera
un certo livello; ed e anche possibile riconoscere

26
certi di trovarsi in presenza di una corrente al-
RL ternata.

1 ELETTRODO UN CIRCUITO OSCILLATORE


ILLUMINATO
1s0 v Le tensioni di innesco e di disinnesco di una lam-
@ pada al neon non coincidono mai perfettamente.
LN Per esempio, se per eccitare una lampada al neon
occorre aumentare la tensione sino a 90 V, per
diseccitare questa stessa lampada occorre dimi-
nuire progressivamente il valore della tensione
RL sino a 70 V. Questo fenomeno viene sfruttato per
la realizzazione di economici oscillatori a rilassa-
mento, il cui impiego e tutt'altro che eccezionale.
2 ELETTROI Sono suffcienti pochi componenti di tipo passivo,
ILLUMINATI
condensatori e resistenze, per realizzare il circui-
O to di un oscillatore a rilassamento, il cui funziona-
mento e assai semplice.
LN
Facciamo riferimento allo schema elettrico di fi-
gura 6, che e alimentato con la tensione conti-
nua di 150 V.
Quando si comincia ad alimentare il circuito, il
Fig. 5 - La lampada al neon si rivela molto uti- condensatore CI inizia il suo processo di carica
le in particolari tipi di prove pratiche; Ira que- attraverso la resistenza R1. E finché il valore della
ste, la piü importante e certamente quella che tensione presente sui terminali del condensatore
permette di individuare la fase altiva della rete- C1 rimane inferiore al valore della tensione di
luce. JI circuito riprodotto in alto permette di
individuare la corrente continua, facendo cono- innesco della lampada al neon, questa rimane
scere all'operatore il conduttore della tensione spenta e sui terminali della resistenza R2 non si
negativa e quello della tensione positiva. L'ac- manifesta alcuna differenza di potenziale.
censione contemporanea di entrambi gli elet- Appena il valore della tensione supera quello di
trodi (schema in basso) dimostra all'operatore
di trovarsi in presenza di tensione alternata. soglia, cioe di innesco, la lampada al ncon LN si
accende, conducendo corrente; sui terminali della
resistenza R2 e presente ora una certa tensione.
Ma la resistenza R1, a causa del suo elevato va-
lore, non puo fornire alla lampada al neon tutta
la corrente necessaria; la lampada, quindi, pre-
il terminale positivo da quello negativo; un'ulte- leva l'energia di alimentazione da! condensatore
riore possibilita di indagine, con le lampade al C 1 precedentemente caricato; questo condensa-
neon, puó essere condotta sull'analisi delle cor- tore, quindi, subisce un processo progressivo di
renti elettriche, per riconoscere se queste sono cor- scarica. Ad un certo punto la scarica del conden-
renti continue o correnti alternate. satore Cl raggiunge il valore della tensione di di-
Utilizzando il circuito di figura 5 si possono con- sinnesco della lampada al neon, che si spegne e,
durre tutte le prove fin qui cítate. Ad esempio, improvvisamente, non conduce piü corrente; con-
con una lampada al neon con tensione di inne- seguentemente la tensione sui terminali della re-
sco di 75 V e con una resistenza in serie di sistenza R2 diviene nulla, pennettendo un succes-
100.000 ohm, dopo una preliminare taratura, ne- sivo ciclo di carica del condensatore C 1.
cessaria per conoscere il valore esatto della ten- II periodo di tempo durante il quale la lampada
sione in esame e inferiore o superiore a tale li- al neon rimane spenta puó essere varia to; a tale
mite (tensione d'innesco); inoltre, osservando la scopo basta inserire, al pos to della resisten za R 1,
luminescenza della lampada al neon, in corri- il sistema di resistenze rappresentato in figura 9,
spondenza degli elettrodi, si potra facilmente ri-
salire alla conoscenza della polarita della tensione
in esame ricordando che l'elettrodo illuminato e
quello negativo.
Nel caso in cui entrambi gli elettrodi della lam-
che pennette la regolazione manuale del periodo
di spegnimento.
Anche il periodo di tempo in cui rimane accesa
la lampada puo essere variato, ma i risultati non
sono in questo caso vistosi. A tale scopo occorre
t
pada al neon dovessero illuminarsi, si puó essere variare il valore della resistenza R2.

27
j
COSTRUZIONE DELL'OSCILLATORE A RI-
Ct = 470.000 pF (2 Hz) - 47.000 pF (100 Hz) LASSAMENTO
C2= 47.000 pF
R1= 2,5 megaohm Per la realizzazione dell'oscillatore a rilassamento,
R2 = 1.000 ohm rappresentato in figura 6, non sussistono pra-
LN= lampada al neon senza resistenza (75 V)
ticamente problemi di ordine tecnico; la realiz-
zazione pratica, infatti, e da considerarsi alla
portata di tutti, anche di coloro che, per la pri-
ma volta, si trovano a maneggiare i componenti
elettronici. L'unica cosa da tener presente consiste
nell'inserimento esatto del diodo raddrizzatore
~ • --=I
!
2
D1 (figura 10) e del condensatore elettrolitico C3,
perché questi due componenti elettronici sono po-
11% ~ larizzati e debbono essere inseriti ne! circuito se-
use ITA
SE GAALE condo il loro verso esatto. Lo schema pratico di
figura 7 e la fotografa del prototipo montato nei
nostri laboratori (figura 8jiterpretano chiara-
Fig. 6 - Schema teorico di circuito oscillatore a ment? 1,I f L:15lagg1?. dell'o~~Q:T, d1mostrando
rilassamento. Variando il valore della resistenza altres1 1 es. ta posizione di inserimento del con-
R2, si puo variare il tempo durante il quale la
lampada al neon LN rimane accesa. densatore flettrolitico C3 e <le! • ~odo raddrizza-
tore al silicio D1. "/
1 /
i/2
1 ~/ '

Fig. 7 - Realizzazione pratica dell'oscillatore


a rilassamento. Al lettore principiante di elet-
tronica raccomandiamo di inserire, secondo
le esatte polarita, il condensatore elettroliti-
co C3 e il diodo raddrizzatore al silicio D1.

Fig. 8 - Riproduciamo in questa foto il pro-


totipo dell'oscillatore a rilassamento realizza-
to nei nostri laboratori. La lampada al neon
e di tipo a pisello, senza resistenza interna
e con tensione di innesco di 75 V.
01
28
CARICA
BATTERIE
IN SCATDLA
DI MONTAGGIO
L. 14.500

Acquistando il kit del caricabatte-


rie, appositamente approntato per
i lettori di Elettronica Pratica, si puó ENTRATA: 220 V- 50 Hz
essere certi di reclamizzare il mon-
taggio veramente completo di un
apparato perfettamente funzionan- USCITA: 6 - 12 Vcc - 4 A
te e indispensabile per tutti gli auto-
mobilisti.
TENSIONE DI ALIMENT AZIONE

La tensione continua di alimentazione del proget-


to dell'oscillatore a rilassamento, rappresentato
R1 e
/
-------/\,____ __\ in figura 6, di 150 V. Per ottenere questa ten-
sione non e necessario un vero e proprio alimenta-
tore, munito di trasformatore di alimentazione,
diodi raddrizzatori e condensatori di livellamento.
Si puo infatti prelevare la tensione di alimenta-
zione direttamente della rete-luce, purché si prov-
500K veda ad una riduzione e ad un successivo raddriz-
zamento, tenendo presente che, per il funziona-
mento dell'oscillatore a rilassamento, e necessa-
ria una piccola quantita di energia.
Fig. 9 - 11 periodo di tempo, durante il quale la
lampada al neon rimane spenta nel circuito del-
In figura 10 e rappresentato il semplice circuito
l'oscillatore a rilassamento, rappresentato in fi- riduttore della tensione di rete e raddrizzatore del-
gura 6, puó essere variato. A tale scopo basta la tensione alternata. Per questo circuito abbiamo
sostituire la resistenza originale R1 con il siste- citato i valori dei componenti necessari per tre
ma di resistenze qui raffigurato.
diversi valori di tensioni di entra ta: 220 V - 160
v- 120 V.

COMPONENTI
Tensione di entrata = 220 V
R3 = 56.000 ohm - 1 W
R4 = 56.000 ohm - 1 W
C3 = 100 F - 250 VI (elettrolitico)
D1 = BY127 (diodo al silicio)

Tensione di entrata = 160 V


R3 = 33.000 ohm ½ W
R4 = 56.000 ohm 1 W
C3 = 100 F - 250 VI (elettrolitico)
D1 = BY127 (diodo al silicio)
Fig. 10 - Per alimen-
tare il circuito dell'o- Tensione di entrata = 120 V
scillatore a rilassa- R3 = 5.000 ohm - ½ W
mento, non e necessa-
rio ricorrere ad un CO-
R4 = 56.000 ohm- 1 W
stoso alimentatore mu- C3 = 100 F - 250 VI (elettrolitico)
nito di trasformatore e D1 = BY127 (diodo al silicio)
circuito raddrizzatore-
livellatore. Si puó in-
fatti, molto piü econo-
01

micamente, realizzare d l
+
_J
il circuito qui • raffigu-
rato, che e quello di
un semplice riduttore
di tensione. Per esso
R4 C3
forniamo i valori dei
componenti in relazio-
ne a tre possibili ten-
sioni alternate di en-
trata.

30
CARACOL
RADIORICEVITORE IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 7.900
8 TRAN.SISTOR

2 GAMME D'ONDA

Riceve tutte le principali emittenti ad onde medie LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA


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Presa estema: per ascolto in auricolare
Media frequenza: 465 KHz
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Ricezione in AM: 150 265 KHz (onde lunghe) Comandi esterni: sintonia - volume - interruttore
Ricezione in AM: 525 - 1700 KHz (onde medie) - cambio d'onda

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postale o c.cp. n. 3/26482 (spese di spedizione comprese).
GENERATORE
SINUSOIDALE
100-15.000 HZ
U no dei segreti per realizzare con successo la
maggior parte dei montaggi elettronici, e quel-
lo di poter disporre, nel proprio laboratorio,
di una strumentazione adeguata. Purtroppo,
il piü delle volte, i dilettanti sono costretti
a rinunciare, sia pure malvolentieri, al pos-
sesso dei piu utili strumenti, a causa dell'ele-
vato prezzo di acquisto di questi.
Anche la complessita di certi strumenti sconsiglia
il procedimento dell'autocostruzione, soprattutto
al principiante, ma esistono molti apparati che
possono essere realizzati anche da coloro che non
posseggono una particolare esperienza.
11 procedimento dell'autoco- Ma sarebbe assurdo pretendere da questi stru-
struzione di uno strumento di menti quelle prestazioni, che caratterizzano ta-
mi.sura e sempre consigliabi- luni apparati industriali di cui nei laboratori
professionali non si puo fare a meno. Ma per il
le per il laboratorio del prin-
principiante lo strumento autocostruito puo as-
cipiante e, soprattutto, quan- solvere piü che egregiamente alle sue funzioni
do da esso non si pretendo- nell'ambito dell'attivita dilettantistica.
no misure di assoluta preci-
sione.
IL GENERATORE DI BASSA FREQUENZA

Uno degli strumenti piü utili per il principiante,


di facile costruzione e di costo assai modesto, e
certamente il generatore di segnali sinusoidali,
di cui proponiamo la realizzazione a tutti i no-
stri lettori.
Non e facile dire con esattezza quali siano le
funzioni di un generatore di bassa frequenza. E'
facile invece citare gli usi principali di questo
apparato. Per esempio esso puo servire per il
controllo · del guadagno, della distorsione, della
risposta in frequenza negli amplificatori audio

32
.es
~ ------- ~ -::- -

e#

e per molte altre svariate operazioni: taratura Loscillaione sinusoidale e ottenuta tramite il
della profonditá di modulazione di un trasmet- classico circuito a ponte di Wien, che presenta
titore, taratura di liltri audio, misura della fre- il vantaggio di utilizzare condensatori e resisten-
quenza con il metodo di confronto, ecc.
ze in modo da rendere facilmente _ possibile la
E' facile dunque arguire che un tale strumento regolazione della frequenza generata.
risulta di grande utilita per tutti ed e questo íl Si tratta, in sostanza, di un amplificatore accop-
motivo· per cui ci sentiamo in grado di consi- piato in corrente continua, pilotato dai transistor
gliarne la costruzione a quei dilettanti che, con TR1-TR2-TR3, nel quale vengono inserite due
poca spesa, intendono attrezzare un laboratorio reti di retroazione: una positiva (reazione), che
hobbistico. •
genera le oscillazioni ed e costituita da R l-R4-
C3 ed R2-R3-Cl, l'altra negativa (controrea-
zione), che stabilizza il guadagno dellamplifi-
SCHEMA DEL GENERATORE catore e pennette di regolare la distorsione del
SINUSOIDALE segnale.
La seconcla rete di reazione e composta da! con-
JI progetto del generatore sinusoidale, rappre- densatore C4, che preleva da! cursore del poten-
sentato in figura l, e completamente transisto- ziometro R10 parte del segnale d'uscita, ripor-
rizzato. Cio offre il notevole vantaggio della tra- tandolo poi su] circuito di emittore di TRI.
sportabilita dello strumento e dell'alimentazione Come si puó notare, nello stesso circuito di emit-
indipendente, cioe non legata alla rete-luce. tore e inscrita una lampadina (Ll) da 6 V -
JI progetto utilizza tre transistor al silicio di tipo 50 mA, che non ha le funzioni di lampada-spia,
PNP la cui scelta non e critica; infatti, con alcuni ma di regolatrice automatica del livel!o d'uscita.
sernplici accorgimenti, e possibile utilizzare i co- L'inserimento di questa lampada provvede quin-
muni BC107-BC108-BC19 di tipo NPN. di a mantenere suficientemente costante, entro
Passiamo ora ad una breve analisi del circuito certi limiti, la tensione di uscita al variare della
elettrico rappresentato in figura 1. frequenza e del carico.
Poiché tale circuito potra risuhare nuovo per
molti lettori, cercheremo ora di spiegarne bre-
vemente e semplicemente il funzionamento.

CONTROLLO AUTOMATICO DEL GUADA-


GNO
COMPONENTI
In un amplificatore controreazionato, il cui gua- Condensatori
dagno dipende esclusivamente da! valore dei C1 = 100.000 F
componenti della rete di controreazione, questo C2 = 1.000 F - 25 VI. (elettrolitico)
risulta indipendente, in larga misura, dagli al- C3 = 100.000 pF
tri componenti del circuito. E poiché la lampada C4 = 1.000 F - 25 VI. (elettrolitico)
e
LE inserita ne! circuito di controreazione dello C5 = 250 F - 25 VI. (elettrolitico)
amplificatore, il guadagno dell'amplificatore e, Resistenze
in ultima analisi, il valore della tensione di usci- R1-R2 = 10.000 + 10.000 ohm
ta, dipendono dalla resistenza di Ll. (potenziometro doppio)
R3 500 ohm
Ma per comprendere il funzionamento del cir-
cuito di controllo automatico del guadagno, oc-
R4
R5
= 500 ohm
corre citare un secando ed importante fenomeno:
= 4.700 ohm
quello della variazione della resistenza della lam-
R6
R7
= 1.000 ohm

R8
= 1.500 ohm
padina a filamento al variare della tensione ad 1.500 ohm
essa applicata. Infatti, se si aumenta la ten- R9 3.300 ohm
sione sui terminali della lampada, la corrente R10 220 ohm (trimmer)
R11 270 ohm
che in essa circola tende sempre piü a riscal-
R12 47 ohm
dare il filamento e, quindi, in base ad una ben
nota legge elettrica, si ottiene un aumento della
R13 = 50.000 ohm (potenziometro)
resistenza dello stesso filamento. Dunque, se per Varie
una qualsiasi causa la tensione d'uscita tende TR1 = BC177
TR2 = BC177
ad aumentare, anche la tensione sull'emittore
TR3 = 2N2905/A
del transistor TR3 aumenta in proporzione, ed S1 = interruttore
un uguale aumento si ripercuote tramite il con- Alimentaz = 13,5 V
densatore C4, sulla lampada Ll la quale, dopo
un breve periodo, dovuto all'inerzia termica del
filamento, aumenta la propria resistenza, facen-
do diminuire il guadagno dell'amplificatore e fa-
cendo diminuire ancora la tensione di uscita.

REALIZZAZIONE PRATICA
componenti al fine di ottenere una discreta pre-
Il generatore sinusoidale puó essere realizzato in
Is1one.
qualsiasi maniera, ma noi consigliamo di ricor-
I componenti sono stati calcolati in modo da po-
rere alla tecnica dei circuiti stampati, che - per-
ter coprire, con la sola rotazione del potenzio-
mette di ottenere un montaggio ordinato, sem-
metro doppio R1-R2, la gamma di frequenza
plificando notevolmente il problema delle· con-
compresa fra i 100 e i 15.000 Hz circa.
nessioni e mettendo al riparo il principiante da
La nostra concezione circuitale non esclude la
facili errori di cablaggio. Inoltre, il montaggio
possibilita di, ottenere varie portate. Per questo
su circuito stampato e il pi adatto per uno stru-
mento destinato ad usi di laboratorio, cioe sog-
scopo e sufficiente modificare il valore dei com-
ponenti dei condensatori Cl-C3, sernpre uguaii
getto a sollecitazioni meccaniche.
fra loro, ricordando che quanto piü grande sara
In figura 2 e rappresentato il piano di cablag- il valore capacitivo tanto minore risultera il
gio dello strumento. Come si puo notare, sono valore della frequenza generata. Ad esempio,
stati evitati i selettori per le varie portate, che con condensatori da 1 µF si potranno raggiun-
avrebbero complicato notevoimente il circuito gere i 10 Hz, mentre con condensatori da 10.000
ed avrebbero richiesto una scelta accurata dei pF si potranno facilmente superare i 20.000 Hz.

34
R4
"a R9
$
TR3 11 / S1
TR2
TRl l
.±. 1 .·4e
e
• e

C3
ba

e
JICS

-
R7 S 11 11 @
13,5V

JI +
<.._ jJ ca
Cl ~ C4

L1 U SCITA
R3 RB

Fig. 1 - 11 progetto del generatore sinusoidale e com-


pletamente transistorizzal!o. L'oscillazione é ottenuta
tramite il classico circuito a ponte di Wien.

1 COMPONENTI controllo automatico di livello, soprattutto in vir-


tu della minore inerzia tennica della lampada.
Come abbja.1110 annunciato all'inizio di questo Per quanto riguarda i transistor, oltre ai com-
articolo non esistono componenti particolannen- ponenti prescritti, si potranno adottare tutti i
te critici per la costruzione del genera.tare di si- tipi PNP al silicio per bassa frequenza dota.ti di
nusoidi; ció permettera a chiunque lo desideri un buon guadagno come, ad esempio, i modelli :
di autocostruirsi il generatore sinusoidale, sosti- BC157 - BS158 - BC159 - BC177 - BC178 -
tuendo eventualmente quei componenti che po- BCI79- BCI16 - BC116A - BC154 - BCI60 -
tessero risultare introvabili con altri di piú facile BC161, ecc.
reperibifüa. Volendo, si potraimo addirittura utilizzare dei
Per quanto riguarda la lampada Ll, non dovreb- tipi di transistor NPN, purche al silicio e adatti
bero esserci problemi di acquisto, perché si trat- per la bassa frequenza, avendo cura di invertire
ta di un modelJo che viene spesso costruito per sia la polarita di alimentazione, sía quella di
fungere da lampada-spia. Comunque, quanto pi tutti i condensatori elettrolitici presentí nel cir-
piccola sara la potenza richiesta per l'accensio- cuito. La realizzazione del circuito verra comple-
ne della lampada, tanto piu efficace risultera il tata con l'inserimento di questo in un conteni-

35
tore, che potra essere di metallo o di plastica, Fig. 2- Non vi sono pre- REGOLAZ
indifferentemente. scrizioni d'obbligo per la •
realizazione del progeF REQUENZ
Sul pannello frontale del contenitore verra ri- del generatore sinusoida-
portata una scala per il rilevamento del valore le. La tecnica del circui-
della frequenza di uscita. Sullo stesso pannello to stampato é comunque
frontale verranno inseriti: l'interruttore S1, il la piü consigliabile, se si
tiene conto che lo stru-
potenziometro doppio Rl-R2, la presa di uscita mento e 'destinato all'uso
e l'eventuale presa per la tensione di alimen- di laboratorio e, conse-
tazione di 13,5 V. guentemente, soggetto a
Per ottenere una presentazione professionale del- sollecitazioni meccaniche.
11 circuito, una voltif mon-
lo strumento, consigliamo di servirsi degli appo- tato, verra racchiuso in
siti caratteri trasferibili, in vendita presso le car- un contenitore di metallo
tolerie, con i quali si potranno « scrivere » in ma- o di plastica, indifferen-
niera perfetta le varíe diciture e i riferimenti temente.
nurnerici sulle scale.
Ricordiamo infine che la funzione del potenzio-
metro R13, presente su! pannello frontale dello
strumento, e quella di regolare il valore della
tensione di uscita. Ció permette di utilizzare il
generatore sia in accoppiamento con amplifica-
tori particolarmente sensibiii, sia con altri addi-
rittura privi di circuito preamplificatore.

FISSARE AL
TELAIO ME TALLICO

TARATURA

• A
Fig. 3 - Le
qui riportate
curve
si ri-
feriscono alle varie
forme d'onda otte-
nibili nelle diverse
posizioni del curso-
re del trimmer R10,
La taratura enecessaria per la forma d'onda
generata e per ottenere precisi riferimenti sulla
scala dei valori delle frequenze di uscita.
Per la messa a punto della sinusoide, occorrera
regolare il trimmer R 1 O in modo che la forma
d'onda, analizzata all'oscilloscopio, risulti del tut-

1
La curva A si rife-
risce alla posizione to priva di distorsioni.
8 di trimmer tutto In figura 3 abbiamo riportato i disegni relativi
chiuso; in B la cur-
va con il trimmer
a meta corsa; in C
il cursore del trim-
- mer e spostato a
tre quarti di corsa;
in D é rappresen-
tata la sinusoide

t
perfetta, ottenibile
con la miglior re-
golazione del trim-
mer R10.
Fig. 4 - Sul pannetlo frontale dello strumento sono
presentí: la manopola, munita di indice che percorre
una scala graduata in valori di frequenza, l'interrut-
tore acceso-spento, la presa di uscita dei segnali di
bassa frequenza e la manopola corrispondente al po-
tenziometro R13, • che permette di regolare il valore
della tensione di uscita.

36
TR3

AL TELAIO
METALLICO

S1

13,5 v

o C4

SCALA FREQUENZA

ACC.

%
SP

LIVELLO
alle varíe forme d'onda, rilevate sull'oscillosco- ricordando che una nota sinusoidale e del tutto
pio, per diverse posizioni del cursore del trim- simile a quella di un fischio; ci si potra dunque
mer R10. avvicinare notevolmente ad una corretta forma
Quando il cursare risulta tutto ruotato verso la d'onda paragonando, ad orecchio, la nota emes-
resistenza Rl 1, si ottiene la curva riportata in A sa dal generatore con un fischio, della stessa to-
di figura 3. Spostando lentamente il cursare di nalita, emesso dalloperatore.
RlO verso Femittore di TR3, si otterranno le cur- Per la taratura della scala delle frequenze ci si
ve riportate in B e C, fino ad ottenere la sinu- potra servire dell'oscilloscopio, oppure di un fre-
soide perfetta riportata in D di figura 3. quenzimetro. Non possedendo questi strumenti,
Coloro che non possedessero l'oscilloscopio, do- si dovrá ricorrere ad un generatore giá tarato,
vranno accontentarsi di una taratura ad orecchio, effettuando la taratura per confronto.

Fig. 5 - Circuito
stampato, in gran-
dezza naturale, _ ne-
cessario per la rea-
lizzazione del ca-
blaggio del genera-
tore sinusoidale.

38
WALKIE TALKIE
COPPIA DI RADIOTELEFONI CONTROLLATI A OUARZO

ATTRAENTI e DIVERTENTI e DIDATTICI


CAR.ATTERI-
STICHE
CIRCUITO:
transistorizzato
( 4 transistor)

FREQUENZA:
27.125 MHz

ALIMENTA-
ZIONE:
9 volt

ANTENNA:
telescopica
8 elementi

DIMENSIONI:
6,2 x3,7x15

LA C0PPIA A S0LE L. 15.500


Richiedeteceli inviando l'importo a mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482
intestato a: ELETTRONICA PRATICA- 20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52.
scintile,
Fra tutti gli apparati che, fin dagli inizi della
storia dell'elettronica, continuano a mantener vi-
vo l'interesse degli studiosi e degli sperimentatori

luci e...
dilettanti, il trasformatore di Tesla conserva un
posto di primo piano.
Esso e un trasformatore ad alta tensione e ad

magie alta frequenza, realizzato verso la seconda meta


dell'ottocento dal fisico croato Nikola Tesla, del
quale ha conservato il nome. Questo trasforma-

con il
tore, che puo mettere a contatto chiunque con

40
tensioni elevatissime assolutamente innocue, per- IL FENOMENO DELL'INDUZIONE
mette di ottenere effetti strani e suggestivi, irrag-
giungibili con qualsiasi altro apparecchio. Vogliamo subito chiarire i concetti fondamentali,
Quello che vi presentiamo non costituisce una ben noti a molti lettori, che regolano il fun-
copia fedele dello storico trasformatore di Tesla, zionamento di questo particolare tipo di trasfor-
ma di esso ricalca fedelmente il principio di matore.
funzionamento, pur facendo ricorso a compo- Tutti sanno che, facendo ' scorrere una corrente
nenti moderni, di miglior qualitá e di minor co- continua, attraverso un qualsiasi avvolgimento
sto di quelli rnontati sui primissimi tipi di tra- di filo con el uttore, si produce un campo elettro-
sfonnatori. magnetico i cui effetti possono essere parago-

E DI TESLA
Le esperienze realizzabili con questo apparato sono innumerevoli, ma tut-
te risultano suggestive e stupefacenti. La tensione elevatissima, ad una
frequenza molto alta, risulta assolutamente innocua e puó essere scherzo-
samente toccata con mano.

nati a quelli di una normale calamita. Se la


corrente e di tipo alternato, anche in campo elet-
tromagnetico risulta tale.
Avvicinando ad un avvolgimento percorso da
corrente alternata o, comunque, variabile, un se-
condo avvolgimento di filo conduttore, e possibile
L1 rilevare, fra i terrninali del secando avvolgimento,
la presenza di una tensione, denominata « ten-
sione indotta », che risulta proporzionale al nu-
mero di spire del primo e del secondo avvolgi-
mento. In particolare, se si riesce ad interessare,
PRIM. SEC. con tutto il flusso magnetico prodotto <lal primo
avvolgimento, il secando avvolgimento, la ten-
sione su quest'ultimo assumera il seguente valore:

N2
V2 - Vl x
Nl

in cui VI rappresenta la tensione misurata sui


terminali dell'avvolgimento primario, mentre Nl
Fig. 1 - Questo schema interpreta il concetto del fe-
nomeno dell'induzione elettromagnetica; l'energia elet- ed N2 rappresentano rispettivamente il numero
tromagnetica, generata dalla corrente che attraversa di spire dell'avvolgimento primario e di quello
la bobina L1, coinvolge, con il suo campo, la bobina secondario (figura 1).
L2, trasformandosi nuovamente in energia elettrica. Questo concetto appare ancor piü evidenziato
in figura 2.
L'accoppiamento delle due•.. bobine assume il no-

41
me di « trasformatore » e le leggi che lo rego-
.3
lano sono valide per qualsiasi altro tipo di tra-
sformatore, sia esso di bassa frequenza o di alta
frequenza o, ancora, di alimentazione.
La formula prima citata assume un valore pu-
ramente teorico, perché la sua validita concreta
rimane condizionata a molti altri fattori. Infat-
lOV
ti, se si realizzasse un trasformatore con avvol-
5V gimenti « in aria», il cuí primario sia formato
da 24 spire e quello secondario da 2400 spire,
alimentando l'avvolgimento primario con una
tensione di 10 V - 50 Hz, anziché ottenere, sul-
l'avvolgimento secondario il valore di 10.000 V,
deducibile dalla formula, si misurerebbero valori
13
notevolmente diversi, per esempio 10 V - 50 V
o altro valore. Inoltre, in considerazione della
modesta impedenza dell'avvolgimento Ll, la cor-
rente di magnetizzazione risulterebbe elevatissi-
ma e creerebbe notevoli problemi pratici.
Per raggiungere una situazione tecnica di mag-
?
gior normalita, si fa uso di nuclei ferromagnetici,

±
che trovano largo impiego nei trasformatori di
alimentazione e in quelli ad audiofrequenza.
-~ Bsw, 20v

a Alimentando invece il precedente circuito con


correnti ad alta frequenza, per esempio a 2 MHz,
e possibile, anche con un avvolgimento di poche
spire, limitare sufficientemente la corrente pri-
maria di magnetizzazione e diminuire notevol-
mente i flussi dispersi, rilevando valori di ten-
sioni molto prossimi a quelli deducibili teorica-
mente dalla formula gia citata. Questi concetti
vengono interpretati dagli schemi di figura 3.

Fig. 2 - La tensione indotta sull'avvolgimento secon-


dario L2 dipende dal rapporto delle spire delle due
bobine, dalla tensione presente sulla bobina L1 e dal
sistema di accoppiamento delle due bobine. Gli esem-
pi, qui riportati, dimostrano che, a parita di tensione
e di spire dell'avvolgimento L1, la tensione indotta
sull'avvolgimento L2 raddoppia, progressivamente, col
raddoppiare del numero di spire dell'avvolgimento
secondario L2. 10 V
50 HZ

0p
UUU

10000V
Fig. 3 - A parita di numero di spire e di tensione pre-
sente sull'avvolgimento primario, la tensione indotta,
sull'avvolgimento secondario, aumenta con l'aumen-
tare della frequenza della tensione applicata all'av-
volgimento primario.

42
Fig. 4 - 11 pro getto del circuito del trasfo rmatore di allo scopo di smaltire piil agevolmente il. calore pro-
Tesla puo essere idealmente suddiviso in tre sta di: dotto a causa delle perdite. Questo stesso conden-
alimentato re - oscillatore AF - trasfo rmatore AT. L'al- satore potra essere sostítuito con un condensatore
ta tensione e presente sul terminale E della bobina variabile da 300 pF - 3000 VI. Sull'avvolgimento pri- (@)
L2. Su questo terminale si possono far scoccare scin- mario del trasformatore TI non e presente alcun in-
tille elettriche la cui lunghezza dipende dal numero terruttore, in modo da permettere alla valvola VI di
di spire dell'avvolgimento. rimanere costanteritente accesa. L'alta tensione viene
11 condensatore C11, che rappresenta il componen- erogata soltanto quando si interviene sull'interrutto-
te piu critico dell'intero circuito, e stato sdoppiato re S1.
in due condensatori del valore di 150 pF ciascuno, L2

11

T1 01 D2 11 c1O
N 11

Vl La cs

5 11 C9

H Hl t [

±4l
l{

••
c7

Con i valori di frequenze elevatissime non e pos-


sibile invece utilizzare i nuclei ferromagnetici, Condensatori
perché questi creerebbero grandi perdite ne! fer- C1 = 2.200 pf
- 1500 VI. (ceramico)
ro, che impedirebbero il funzionamento del tra- C2 = 2.200 pf
- 1500 VI. (ceramico)
sformatore. C3 = 5.000 pF
- 3000 VI. (a carta)
C4 = 8 F
- 800 VI. (elettrolitico)
es = 150 pF (a mica)
IL CIRCUITO DEL TRASFORMATORE DI
C6 = 4.700 pF
- 350 VI. (a carta)
TESLA
C7 = 2.200 pF (ceramico)
ca = 150 pf (a mica)
C9 = 300 pF (a mica)
Lo schema elettrico completo del trasformatore C10 = 500 pF (a mica o ceramico
di Tesla e rappresentato in figura 4. Questo pro- per AT)
getto non e
di per sé rnolto complicato, anche C11 = 150 pf + 150 pF (a mica)
se a prima vista potrebbe sembrare il contrario. Resistenze
Ma per semplificare ogni cosa, occorre distin- R1 100 ohm- 3 W
guere tre singole sezioni nel progetto, che svol-
R2 = 4.700 ohm - 3 W
gono funzioni specifiche e diverse. Esse sono :
R3 = 150.000 ohm - 1 W
Varie
T1 =
trasf. d'alimentaz. (80 - 100 W)
alimentatore VI =
6BQ6
oscillatore AF LP1 = 6,3 V - 300 mA
trasformatore AT D1-D2-D3-D4 = BY127
J1 = impedenza AF (adatta per correnti
Seguendo questa suddivisione, dunque, analizze- superiori ai 200 mA)
remo, nel corso dell'articolo, le tre distinte se-

43
zioni del trasformatore di Tesla, cominciando, ov-
viamente, dalla sezione alimentatrice, che ela
C1-C2-C3-C4 = 2.200 +F - 1500 VI. prima a sinistra del circuito teorico di figura 4.
R1-R2-R3-R4 = 330.000 ohm - 1/2 wW

SEZIONE ALIMENTATRICE

L'alimentatore serve a produrre la corrente con-


tinua necessaria per far funzionare la valvola o-
scillatrice VI. L'alimentatore produce inoltre la
tensione alternata a 6,3 V necessaria per laccen-
sione del filamento.
T suD. II trasformatore Tl potra essere facilmente repe-
a 280V -t-
rito in commercio, oppure prelevato da qualche
vecchio ricevitore radio a valvole. La sua poten-
za deve essere compresa tra gli 80 e i 100 W e
l'avvolgimento secondario deve essere in grado di
erogare, oltre che la tensione di 6,3 V, quella di
250 V + 250 V (valore minimo) o di 380 V +
380 V ( valore massimo). .
Dunque, l'alta tensione, presente suli'avvolgimen-
to secondario del trasformatore di alimentazione
Fig. 5 • 11 sistema di raddrizzamento della tensione T1, potra oscillare fra i 250 e i 400 V circa. E'
presente sull'avvolgimento secondario del trasforma- ovvio che quanto piü elevata sara la tensione,
tore T1 e di tipo a doppia semionda. Nel caso in cui tanto maggiori saranno le prestazioni del trasfor-
la tensione sui terminali del secondario sia superiore
ai 280 V, occorre apportare, al circuito di figura 4, la
matore di Tesla, ricordando tuttavia che, con le
variante qui rappresentata, in modo da evitare la di- tensioni maggiori, aurnenteranno anche i proble-
struzione dei diodi a causa delle sovratensioni. mi di isolamento.
Sull'avvolgimento primario del trasformatore T l
e
non stato previsto alcun interruttore; ció signi-
fica che, una volta inserita la spina nella presa di
rete, il circuito si portera in una condizione di
« stand by», permettendo l'accensione della val-
vola VI, ma senza fornire l'alta tensione sino
a che non venga chiuso l'interruttore S1.
Il sistema di raddrizzarnento e di tipo a doppia
semionda, realizzato con i diodi D1-D2-D3-D4.
Questi diodi, ne! caso in cui la tensione sull'avvol-
gimento secondario di T1 sia superiore ai 280 V,
dovranno essere collegati secando la variante ri-

Fig. 6 Questo

-
schema, puramen-
te indicativo, vuol
segnalare al lettore
i punti del trasfor-
matore di Tesla in
cui sono presenti

-
tensioni elevate e
pericolose, perché
tensioni a bassa
frequenza.

--
44
al 'c"
di L1
@

bobina AT

centro
aJ1 AT

o
Fig. 7 - Piano di cablaggio del trasformatore di Tesla nella parte di sotto del telaio metallico.

portata in figura 5, in modo da evitarne la distru- TRASFORMATORE AT


zione a causa delle sovratensioni.
Si noti che i condensatori Cl-C2 fungono da fil. Il trasformatore ad alta tensione vero e proprio e
tri rispetto agli eventuali ritorni di alta frequenza
costituito dal tratto A-B della bobina Ll e dal-
dall'oscillatore alla rete-luce, mentre i condensa-
lintera bobina L2 (E-D).
tori C4-C5 hanno il compito di livellare la ten-
sione pulsante prodotta dai raddrizzatori, in mo- Poiché la bobina Ll e composta da 24 spire, men-
do da ottenere una tensione suficientemente con- tre la bobina L2 e composta da 2400 spire circa
tinua. (in ogni caso piú di 2000 spire), la tensione pro-
clotta dall'oscillatore sulla bobina Ll risultera mol-
tiplicata di 100 volte circa sulla bobina L2, ot-
CIRCUITO DELL'ALIMENTATORE tenendo cosl. una tensione dell'ordine dei 20.000
volt.
La valvola VI e un pentodo di tipo 6BQ6, che
puó essere sostituita con altre valvole simili; essa
pilota un circuito oscillatore di potenza, regolato REALIZZAZIONE DEL TRASFORMATORE
sulla frequenza di 1,8-2 MHz circa (l'esatto va-
lore non assume grande importanza). La parte realizzativa che comporta il maggior im-
L'oscillatore e sostanzialmente di tipo I·lartley e
pegno e senza dubbio la costruzione del trasfor-
sfrutta, per produrre la reazione positiva neces- matore L1-L2.
saria per l'oscillazione, una presa centrale della
bobina L1 (B). Prima di tutto occorrerá procurarsi due tubi, uno
La polarizzazione catodica, anziché essere ottenu- per la realizzazione della bobina LI e laltro per la
ta con la solita resistenza collegata a massa, viene realizzazione della bobina L2.
raggiunta tramite l'inserimento di una lampadina JI primo tubo <leve avere un diametro di 5 cm
(LPl), che avverte l'operatore sull'entrata in fun- e una Iunghezza di 12 cm. JI secando tubo deve
zionamento del generatore di alta frequenza; la avere un diametro di 3 cm e una lunghezza di 30
lampadina LPI rimane spenta quando l'apparato cm.
si trova in condizioni di attesa, cioé in « stand 'i tenga presente che il diametro dei due tubi
by». 011 costituisce un valore critico, perché qualche

45
Foro per il capo ''
di L2 (a massa)

T1

V1
C8 C5
@
LP1
o S1
0 C4

rnillimetro in pm o in meno non puo pregiudi- REALIZZAZIONE COMPLESSIVA


care il risultato finale.
I due tubi potranno essere di qualsiasi materiale, Pur non essendo critica la realizzazione dell'intero
purché isolante: per esempio: plastica, plexiglas, trasfonnatore di Tesla, occorre prestare malta
cartone bachelízzato, ecc. Possono essere utilmente attenzione alle operazioni di isolamento, perché
impiegati i tubi zdottati in idraulica per le con- nel circuito sono presentí elementi percorsi da
dutture dellacqua. al ta tensione.
La bobina Ll verra realizzata avvolgendo sul tubo Per sensibilizzare maggiormente il Jettore verso
di maggior diametro 24 + 24 spire di filo di rame questo particolare problema, presentiarno, in fi-
smaltato del diarnetro di 1 mm. La presa centrale gura 6, un disegno nel quale sono riportati sol-
deve essere ovviamente ricavata dalla 24 spira. tanto quei componenti e quei conduttori che, nor-
Per la realizzazione della bobina L2 si dovranno malmente, si trovano sotto tensione e che non
avvolgere 2500 spire circa (in ogni caso piü di possono assolutamente essere toccati quando l'ap-
2000 spire) su! tubo di diametro minore (3 cm.). parato e in funzione, pena una pericolosa scossa
In sede di realizzazione pratica dell'avvolgimento elettrica.
L2 potra riuscire difficile il conteggio esatto delle L'alta tensione ad alta frequenza, prodotta da!
spire; ma noi consigliamo. di non preoccuparsi trasformatore di Tesla, non e assolutamente peri-
eccessivamente e di proseguire l'avvolgimento, colosa e di ció ci si potra subito rendere conto du-
servendosi di filo di rarne smaltato del diametro rante tutte _ le possibili esperienze.
di 0,2 mm, per una lunghezza di 45-50 cm circa; II rnontaggio del circuito verra effettuato tenen-
su questa lunghezza verranno avvolte certamente do sott'occhio gli schemi presentati nelle figure 7-8.
2300-2500 spire. Occorrerá quindi provvedere, in un primo tempo,
I terminali di inizio e fine avvolgimento dovran- al montaggio meccanico dei vari componenti su!
no essere saldamente ancorati al tubo per rnezzo telaio, che potra essere metallico o di materiale
di linguette metalliche; una di queste verra col- isolante. In quest'ultimo caso e necessario realiz-
legata a massa, l'altra verra saldata ad una punta zare un circuito di massa unico, servendosi di un
metallica, per esempio ad un ago, che permetterá cavo di rame di grossa sezione, sul quale verran-
di ottenere gli effetti suggestivi caratteristici del no saldati tutti i ritorni di massa.
trasformatore di Tesla. Prima di montare la bobina L2 all'interno della

46
Fig. 8 - Elementi del trasfo rmato re di Tesla montati
sulla parte superiore del telaio meta llico. L'imped en-
za di alta frequenza J1 non e facilmente reperibile in
commercio; tuttavia, qualsiasi tipo di bobina a nido
d'api, con filo di sezione tale da permettere il flusso
di una corrente non inferiore ai 200 mA, potra esse-
re utilmente montata nel circuito; questi tipi di bo-
bine possono essere facilmente recuperati da vecchi
apparati surplus.

Fig. 10 - Questo e uno degli esperimenti piü interes-


santi che si possono realizzare con il trasformatore
di Tesla. Con gli elementi indicati nel disegno si rea-
lizza un mulinello che ruotera velocemente perché
sospinto dal « vento elettrico », producendo una gi-
randola violacea che riproduce, in miniatura, quelle
dei fuochl d'artificio.

bobina L1, in modo che esse risultino perfetta-


mente coassiali, occorrera procedere ad un parti-
colare... trattamento delle bobine stesse. Sara ne-
cessario quindi aumentare l'isolamento delle bobi-
ne eliminando ogni eventuale traccia di umiditá,
che provocherebbe una sensibile diminuzione del-
le caratteristiche dell'apparato. A tale scopo occor-
re sistemare le bobine su un calorífero, su una stu-
fa o dentro un forno a temperatura moderata, per
ale une ore; u tilizzando il termosifone, ad esempio,
saranno suficienti 8 ore.
Sugli avvolgimenti si dovranno applicare quelle
vernici isolanti che vengono vendute dai negozian-
ti di materiali radioelettrici. Anche uno strato di
cera vergine puó risultare suficiente per proteg-
gere gli avvolgimenti e i supporti da infiltrazioni
di umiditá.
Poiché il trasformatore di Tesla produce tensio-
ni elevate ed anche elevate frequenze, i compo-
nenti elettronici dovranno essere di ottima qua-
lita. Per esempio, i condensatori C5-C8-C9-C10-
C11 dovranno essere di tipo a mica o ceramici
per alta tensione (3000 VI). Tali condensatori non
Fig. 9 - Elementi costruttivi delle due bobine di usci- sono facilmente reperibili sul mercato; essi ven-
ta del t_rasformatore di Tesla. ll supporto della bobina gono normalmente usati nei circuiti dei trasmet-
L1 potra avere una lunghezza di 12 cm, mentre quel- titori, dai quali potranno essere facilmente recu-
lo della bobina L2 potra essere lungo 30 cm. Sul ter- perati.
minale estremo dell'avvolgimento L2 occorre fissare
una punta metallica (ago), che permettera di condur- II condensatore CI 1, che rappresenta il compo-
re molteplici e suggestivi esperimenti. nente piu critico dell'intero circuito, e stato sdop-

47
IBRIDO
CARATTERISTICHE
ELETTRICHE
Responso:
Potenza nominale: 30-20.000 Hz a - 1,5 dB.
5 W con altoparlante Distorsione alla massima
da 4 W - 5 ohm. potenza: inferiore all'1%/.
Sensibilitá: Alimentazione-
15 mW a 1.000 Hz. 13,5 Vcc. I

AMPLIFICATORE
BF IN SCATOLA
DI MONTAGGIO L. 11.000
Realizzando questo amplificalore in due esem-
plari identici, si paira ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potril essere inst .. llato Le richieste debbono essere fatte inviando anti-
anche a bordo dell'autovettura. Tutti gli elemen- cipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p.
ti necessari per la realizzazione dell'amplifica- n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA -
tore, falta eccezione per l'altoparlante, sono 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 (nel prezzo sono
contenuti nella lnostra scatola di montaggio. comprese anche le spese di spedizione).

Per la costruzione dei nostri progetti servitevi del


KIT PER CIRCUITI STAMPATI

facilita d'uso
rapidita di esecuzione
completezza di elementi

11 kit e corredato di fogli illustrativi nei


quali, in una ordinata, chiara e precisa
sequenza di fotografíe, vengono presen-
tate le successive operazioni che condu-
cono alla composizíone del circuito
stampato.

Le richieste debbono essere fatte invian-


do anticipatamente l'importo a mezzo va-
glia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELET-
TRONICA PRATICA - 20125 MILANO
Via Zuretti, 52 - Telef. 671945.
piato in due condensatori, allo scopo di smalti
piü agevolmente il calore che si produce a can
delle perdite. Questo stesso condensatore potra e·-
sere sostituito con un condensatore variabile per GLI ATTREZZI
trasmettitori da 300 pF (3000 VI);· regalando 11
condensatore variabile sara possibile regolare 1, DEL
circuito sulla massima efficienza.
Vogliamo ricordare, tuttavia, che l'inserimento PRINCIPIANTE
del condensatore varíabile rappresenta una sol 11 -
zione molto costosa; essa potra risultare vantaggio-
sa soltanto se il componente potra essere recupe-
rato da un vecchio apparato di próvenienza rn 1-
plus.

ESPERIMENTI ED EFFETTI

Con il trasformatore di Tesla si possono reali:-


zare esperienze suggestive, se non proprio magi-
1
che. Si possono ottenere effetti luminosi che, 111 ,
una stanza buia, assumono forme e colorazion
pittoresche
Disponendo di un ago sull'estremita superiore del.
la bobina L2, in virtu del potere disperdente delle
punte, sul cui principio si basa notoriamente .l
funzionarnento del parafulmine, si potra notan'
in corrispondenza dell'ago, un pennacchio o un.,
spazzola luminosa, di color violaceo, della lu1
ghezza di 15-20 mm.
IN UN UNICO KIT
Sistemando sopra lago un filo di rame, cosl come PER SOLE
indicato in figura 10, si realizzera una girandola
luminosa simile a quelle dei fuochi artificiali.
Avvicinando un <lito alla punta dello spillo, scoc-
LIRE 7.500
chera una scintilla fra l'ago e il dito, senza av-
vertire ale una scossa!
Avvicínando al trasformatore di Tesla una qual- CONTIENE:
siasi lampadina ad incandescenza bruciata, si po-
tranno rilevare all'interno di questa scintille lu- saldatore istantaneo (220 V- 90 W)
punta rame di ricambio
minose.
scatola pasta saldante
Avvicinando alla bobina L2 un tubo al neon, que-
90 cm. di stagno preparalo in tubetto
sto si accendera e rimarra acceso anche se la di-
1 chiave per operazioni ricambio punta saldatore
stanza fra il tubo e la bobina supera il metro.
paio forbici isolate
Avvicinando un pezzo di carta al!a scintilla, que-
pinzetta a molle in acciaio inossidabile con
sta, dopo breve tempo, prende fuoco. punte internamente zigrinate
Introducendo nella bobina LI un cacciavite, que- cacciavite isolato alla tensione di 15000 V
sto si riscaldera a causa delle correnti indotte. 4 lame intercambiabili per cacciavite con innesto
a croce
Una lampadina da 12 V - 5 W, il cui filamento
venga cortocircuitato esternamente con una spira
di filo conduttore, si accendera per induzione sol-
tanto se avvicinata al trasforrnatore dí Tesla. Le richieste del kit degli ATTREZZI DEL PRIN-
Questi soo soltanto alcuni suggerimenti sulle po-- C[PIANTE debbono essere fatte a: Elettronica
sibilí esperienze realizzabili con l'apparato di 1- Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti n. 52, in-
sla. Ma ogni lettore potra sbizzarrirsi a piacee viando anticipatamenle !'importo di L. 7.500 a
mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482 (spese
nella ricerca degli efTetti piü strani, senza alcu:.a di spedizione comprese).
paura e senza alcun rischio per la propria in, o
lumita personale.

49
PROGETTAZIONE
DELL' ALIMENTATORE-
STABILIZZATO

A BASSO
CONSUMO
Unitamente al progetto di un semplice alimentatore sta-
bilizzato, elenchiamo anche gli elementi fondamentali
necessari per progettare un alimentatore adattoalle piü
svariate esigenze dei lettori.

50
Sono molti, forse troppi i progetti di alimentatori L' ALIMENTAZIONE
stabilizzati presentati sulla nostra rivista in questi
ultimi mesi. Eppure ci sono ancora lettori che ci Il primo passo da compiere per progettare un
scrivono perché assillati dal problema del ricam- alimentatore e rappresentato dalla conoscenza
bio delle pile. In realta. questo problema e sen- precisa delle caratteristiche di funzionamento del-
tito un po' da tutti. E molti lo risolvono acqui- l'apparato che si vuol alimentare. In particolare
stando uno dei tanti alimentatori reperibili in occorrerá conoscere il valore della tensione e la
commercio. Ma questa soluzione non puó essere massima corrente richiesta. Questi dati non ven-
certamente accettata da chi ha fatto dell'elettro- gono normalmente indicati negli apparati tran-
nica il proprio hobby. sistorizzati, mentre viene citato il valore della
La realizzazione di un alimentatore per piccoli potenza massima assorbita. Da c¡uesto valore e
ricevitori radio, mangianastri o altri apparati si- possibile risalire a quello della corrente assorbita
mili di piccola potenza ·e estremamente semplice tramite la seguente relazione:
e, a parita. di prestazioni, certamente meno co-
stosa dell'acquisto del prodotto finito. Esistono W
tuttavia diverse ragioni che giustificano lautoco- I =
struzione dell'alimentatore: la soddisfazione per- V
sonale, il progresso nello studio dell'elettronica e
l'economia. La conoscenza di questi dati permette di dimen-
Ma questa volta non vogliamo limitarci alla pre- sionare l'intero circuito.
sentazione del progetto di un alimentatore sta- Il primo componente necessario per la realizza-
bilizzato, in grado di alimentare la maggior par- zione dell'alimentatore e rappresentato dal tra-
te degli apparati transistorizzati di piccola po- sformatore riduttore di tensione, cioé in grado
tenza. Vogliamo invece spiegare al lettore il pro- di ridurre il valore della tensione di rete a quel-
cedimento che conduce alla progettazione dello lo di alimentazione dell'apparato di piccola po-
alimentatore, in modo che ognuno, a seconda tenza. II trasformatore puo essere di due tipi di-
delle proprie esigenze, possa realizzare lapparato versi: uno con avvolgimento secondario doppio,
di cui necessita. l'altro con avvolgimento secondario singolo. Ami-

Fig. 1 - Questo circuito vuol rappresentare una va-


riante al progetto dell'alimentatore stabilizzato pre-
sentato in figura 2. L'inserimento dei due condensa-
T tori, fra i terminali estremi dell'avvolgimento secon-
dario del trasformatore T1 e il nucleo di questo, e
consigliabile quando l'alimentatore debba funzionare
01 in accoppiamento con ricevitori radio sensibili al ripple.

02

EVENTUALE 2 CONO. DA
TERR
3,3 KpF

51
hedue possono essere utilizzatí per realizzare l'ali-
entatore stabilizzato.
Per alimentazione a 9 V La tensione alternata, presente su ogni avvolgi-
mento secondario del trasformatore di alimen-
Condensatori tazione, deve essere pari o leggermente superiore
C1 = 500 F - 16 VI. (elettrolitico} al valore della tensione continua che si desidera
C2 = 500 F - 16 VI. (elettrolitico) ottenere all'uscita dell'alimentatore.
Supponiamo di dover alimentare un piccolo ri-
Varíe cevitore radio con la tensione continua di 9 V
R1 = 150 ohm - 1 W
D1-O2-D4 = 10D4 - BY126 (diodi al silicio e con una corrente di 200 mA. Se il trasforma-
D3 = diodo zener (10 V - 1 W) tore e dotato di un avvolgimento secondario sin-
TR1 AC128 (con raffredd.) golo, questo deve erogare la tensione di 9 V;
LP1 = lampada-spia al neon se l'avvolgimento secondario e di tipo doppio,
S1 = interruttore doppio esso deve erogare la tensione di 9 + 9 V.
T1 = trasf. d'alimentaz. (vedi testo) In figura 1 e rappresentato lo schema di princi-
pio del raddrizzamento della tensione alternata
erogata da un trasformatore di alimentazione con
avvolgimento secondario doppio. Il processo di
raddrizzamento e del tipo a doppia semionda, che
Per alimentazione a 6 V permette di ottenere un• minor ronzio; il raddriz-
Condensatori zamento e ottenuto tramite i due diodi D1-D2.
C1 = 500 {F - 16 VI. (etettrolitico) Per ridurre ulteriormente il ronzio provocato dal-
C2 = 500 F - 16 VI. (elettrolitico) la corrente alternata, vengono utilizzati due con-
densatori, da 3.300 pF, che debbono essere col-
Varie legati con il nucleo di ferrite del trasformatore di
R1 = 220 ohm - 1 W
D1-D2-D4 10D4 - BY126 (diodi al silicio alimentazione Tl ed eventualmente con il cir-
D3 = diodo zener (6,8 V - 1 W) cuito di terra. Disponendo di un trasformatore
TR1 = AD162 con avvolgimento secondario singolo, si potra
LP1 = lampada-spia al neon ottenere il raddrizzamento a doppia semionda con
S1 = interruttore doppio un ponte di diodi al silicio, inserendo sempre i
T1 = trasf. d'alimentaz. (vedi testo) due condensatori da 3.300 pF.

IL CIRCUITO STABILIZZATORE

In figura 2 e rappresentato lo schema completo


di un piccolo alimentatore stabilizzato. I due con-
densatori antironzio, prima citati, sono stati o-

D1

TR1

S1 04
LP1

2
+ IIC2

52
ETE TR1
I

LP1 S1 USCIT

€9 % e;,+ s
Fig. 3 - Il progetto dell'alimentatore stabilizzato puó messi per semplicita di disegno; essi possono essere
essere comunque reafizzato. E' consigliabile servirsi
di un contenitore di plastica munito di coperchio me- inseriti, a piacere, nel modo dianzi specificato.
tallico per agevolare la dissipazione dell'energia ter- II circuito utilizza una piccola lampadina al neon
mica erogata dal transistor TR1. a 220 V, dotata di resistenza interna di prote-
zione; a questa lampadina e affidato il compito
di segnalarc lo stato di accensione del circuito.
A valle del circuito alirnentatore, gia descritto, e
presente il circuito di stabilizzazione, realizzato
tramite un diodo zener (D3) e un transistor
(TRl).
11 diodo zener mantiene costante il valore della
tensione sulla base del transistor TR1. E poiché
rimangono praticamente costanti anche le ten-
sioni base-ernittore del transistor ed anoclo-cato-
do del diodo D4, rimane costante anche la ten-
sione d'uscita, pur variando il carico ad essa col-
Fig. 2 - Progetto dell'alimentatore stabilizzato a bas- legato,
so consumo. ll diodo al silicio D4 protegge il circuito
dell'alimentatore da eventuali ritorni di tensione da In particolare, poiché la tensione base-ernittore
parte di condensatori elettrolitíci, ad elevata capa- e quella del diodo D4 yalgono rispettivamentc
cita, presenti nel circuito di carico. 0,2 V e 0,6 V, la tensione di uscita avrá il se-

53
guente valore: Chi volesse eliminare il diodo D4, <leve tener
Vu = Vz ((0,6 + 0,2) Vz 0,8 V presente che, ferma restando la tensione di zener,
nella quale Vz rappresenta il valore della ten- si verifica un aumento della tensione di uscita
sione dello zener. di 0,6 V circa.
Volendo quindi ottenere una tensione di uscita Ai principianti raccomandiamo di non misurare
del valore di 9,1 - 9,2 V (pari al valore delle mai la tensione di uscita dell'alimentatore stabi-
pile cariche), si dovra utilizzare un diodo zener lizzato senza che ad esso sia collegato il carico,
da 10 V. Per ottenere una tensione di uscita di perché i valori delle tensioni misurate, con o
6 V, occorrerá un diodo zener da 6,8 V. senza il diodo D4, risulterebbero completamente
Un altro componente di grande interesse e rap- errate.
presentato dal transistor TRl, che dovra essere
scelto in modo da sopportare agevolmente la
massima corrente richiesta dal carico, dissipando REALIZZAZIONE DELL'ALIMENTATORE
la potenza alla quale esso lavara.
La resistenza Rl fornisce alla • base del transistor L'analisi del circuito dell'alimentatore dimostra
TRI la necessaria corrente di polarizzazione, cioe che la realizzazione pratica non presenta grosse
la corrente che permette al transistor di condurre diffcoltá e che ogni lettore puó, a piacere, va-
nel modo corretto; questa stessa corren te <leve riare taluni componenti per adattare l'apparato
pcrmettere un preciso funzionamento del diodo alle proprie esigenze.
zener D3. I dio di raddrizzatori D 1 - .D2 - D4 dovranno
Normalmente i valori attribuibili ad Rl, per pic- essere di tipo al silicio, in grado di sopportare
coli alimentatori con diodo zener da I W, va- almeno la tcnsione di 50 V e la corrente di 1 A
riano da 150 V, per l'uscita a 9 V, a 220 V, circa. A tale scopo si potranno usare i seguenti
per l'uscita a 6 V. tipi: 10D4- BY126- BY127 - 1N4006.
Utilizzando transistor ad elevato guadagno, que- Per quanto riguarda il transistor TRl, esso dovra
sti valori possono anche essere aumentati legger- essere di tipo PNP e di media potenza. Fer una
mente. uscita di 9 V e un assorbimento massimo di cor-
rente di 200-300 mA, puó essere suffciente il co-
mune AC128, purché provvisto di a1etta di raf-
FILTRAGGIO freddamento che dovra essere fissata su una
superficie metallica, ad esempio sul coperchio
Per ottenere un filtraggio della corrente rettifi- del contenitore.
cata con eliminazione del ronzio residuo, deno- Molto piü adatti, comunque, sono i transistor
minato ripple, occorre servirsi di condensatori AC142K - AC188K - AC193K, giá provvisti di
elettrolitici di elevata capacita (500 o piü pF). apposito contenitore che facilita il fissaggio del
Ma per ridurre ulteriormente un eventuale re- componente su un dissipatore di calore. Con que-
siduo di ronzio, conviene collegare, in parallelo sti transistor, inoltre, e possibile ottenere una
al diodo zener D3, un condensatore elettrolitico maggior dissipazione di potenza.
da 200 F - 12 VI., la cui capacita viene mol- Per tensioni di uscita di 6 V, o per correnti su-
tiplicata per il coefficiente di amplificazione del periori ai 300 mA, e preferibile un transistor
transistor, formando, assieme a questo, un idea- di maggior potenza, come, ad esempio, l'AD162,
le condensatore di elevatissima capacita e molto AD262, AD263.
efficace ai fini del fltraggio. 11 montaggio dell'alimentatore stabilizzato po-
Rimane ora da esaminare ancora un altro com- tra essere eseguito a piacere. Noi consigliamo
ponente : il diodo D4 collegato in serie con la di servirsi di un piccolo contenitore di pla-
la linea di uscita della tensione negativa. stica con coperchio metallico, che potra servire
L'inserimento di questo componente e necessa- per raflreddare il transistor.
rio per proteggere l'alimentatore da eventuali Volendolo, il lettore potra approntare anche un
ritorni di tensione, dovuti ad esempio a grosse piccolo circuito stampato, ma ció non e neces-
capacita nel circuito di carico, le quali tende- sario, anzi potrebbe creare delle diffcoltá prati-
rebbero a scaricarsi su! circuito dell'alimentatore che per il fusaggio del transistor al dissipatore.
quando guesto viene spento. La presenza del dio- Normalmente i condensatori antironzio, da 3.300
do D4 e dunque essenziale ai fini del buon fun- pF, citati all'inizio di questo articolo, non sono
zionamento dell'alimentatore, anche se esso in- necessari. Essi dovranno essere montati soltanto
troduce ne! progetto un certo svantaggio: guel- nel caso in cui l'alimentatore stabilizzato venga
lo di provocare una lieve diminuzione della sta- collegato con un ricevitore radio estremamente
bilizzazione. sensibile.

54
alimentatore stabilizzato
JOLLV con protezione elettronica
IN SCATOLA DI
MONTAGGIO
L. 15.500
CARATTERISTICHE
Tensione variabile in modo continuo: 0,7 V - 22 V
Corrente massima alla minima tensione: 1,1 A
Ronzio residuo con assorbimento di 1 A: 1 mV
t V d'uscita
Presenza di limitatore elettronico di corrente.
Protezione dell'alimentatore dalle correnti inverse.
Stabilizzazione termica.
Protezione contro le correanti inverse.

e un apparato assolutamente necessario a tutti


gli sperimentatori elettronici dilettanti e pro-
fessionisti.
11 kit e comprensivo di tutti gli elementí necessari per la realizzazione dell'alimentatore riprodotto nel-
la foto. Per richiederlo basta inviare l'importo di L. 15.500 a mezzo vaglia, assegno circolare o e.e.
p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA 20125 MILANO - Vía Zuretti, 52 {nel prezzo so-
no comprese anche le spese dí spedizione).

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
do dell'elettronica pratica, non
mazo e
RTATA DI TUTTI! ■L, 1750 ■
puó sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questc deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. Il saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosi come lo é
quello qui raffigurato. La sua potenza e di 50 W e l'alimentazione e quella normale di rete-luce di 220 V.
DISTORSORE
PER CHITARRA
ELETTRICA

Questo apparato interessa tutti gl i esecutori di musica leggera e, in


particolar modo, i chitarristi che, per loro temperamento, amano tra-
sformare i normali suoni in emissioni musicali piü aggressive e piü
originali.

Tutti i cultori della musica moderna sanno certa- risultati un esemplare di distorsore veramente in-
mente quale importanza abbiano assunto, negli vidiabile.
ultimí anni, i vari apparati elettronici in grado di
integrare ed arricchire, con effetti nuovi ed origi-
nali, il suono prodotto dagli strumenti tradizio- COS'E' LA DISTORSIONE
nali.
La chitarra elettrica e lo strumento musicale che, Al lettore principiante sorge spontanea una do-
piu di tutti gli altri, si presta a queste elaborazio- manda: come e possibile alterare il suono prodot-
ni. Essa e il capostipite di tutta una serie di tra- to da uno strumento musicale e quali sono le ca-
sfonnazioni musicali-elettroniche perché proprio ratteristiche elettriche che contraddistinguono un
ad essa, per primi, vennero accoppiati quegli ap- suono dall' altro?
parati che trasfotrnano il suono nonnale in emis• Rispondiamo subito a questa domanda premet-
sioni musicali piü aggressive e piü adatte per le tcndo che ogni suono, cioe ogni nota musicale, si
nuove generazioni. distingue da un'altra per il valore della propria
frequenza. Ma questa prima distinzione non e suf-
Il distorsore e certamente il piu conosciuto tra
ficicnte perché, ad esempio, un « do» di un cla-
questi apparati e di esso presentiamo una sempli-
rino e ben diverso da un « do» di una chitarra
ce versione che, pur non raggiungendo livelli pro-
o di un pianoforte. Il suono, quindi, e caratteriz-
fessionali, potra ugualmente servire per i piccoli zato, oltre che dalla propria frequenza, anche dal
complessi e per le esibizioni ... casalinghe. timbro musicale, che e una caratteristica intrin-
II vantaggio del nostro distorsore, rispetto ai mo- seca dello strumento con cui si suona.
delli di tipo commerciale, e rappresentato prin- Se si fa uso dell'oscilloscopio e si osserva in esso
cipalmente dalla esiguita del costo. La semplicitá la curva caratteristica di una stessa nota prodot-
circuitale, poi, permette, a chiunque abbia una ta da vari strumenti musicali, si puó facilmente
pur minima dimistichezza con il saldatore elet- notare che, elettronicamente, il timbro del suono
trico, di realizzare in poco tempo e con felicissimi trova una precisa corrispondenza con la forma

56
-e

attraverso stadi di amplificazione, non lineari, che


forniscono all'uscita un segnale che, di quello pri-
mitivo, conserva soltanto il valore della frequen-
za ma non certo la forma.

CIRCUITO DEL DISTORSORE

d'onda del segnale. I vari segnali, dunque, diffe- Il progetto del nostro distorsore, rappresentato in
riscono fra loro per il diverso contenuto armoni- figura l, comprende due stadi amplificatori a
co in essi presente. transistor, dei quali uno puo essere polarizzato
Alterando il contenuto armonico di uno stesso se- a piacere, costringendolo a lavorare in una zona
e
gnale, possibile variare il timbro, realizzando con qualsiasi compresa fra la regione lineare e quella
mezzi elettronici suoni del tutto nuovi e assolu- di saturazione, cioe di interdizione, che corrispon-
tamente impossibíli da ottenere con gli strumenti de alla massima « non linearita » delle curve ca-
musicali pit classici. ratteristiche del transistor.
Il processo di distorsione di un segnale elettrico Il doppio deviatore Sl permette dí scegliere, con
consiste appunto nell'alterazione del contenuto estrema semplicita e rapidita, senza il bisogno di
armoníco del segnale stesso. E questa alterazione togliere o inserire spine, la posizione di riproclu-
viene ottenuta mediante ii passaggio del segnale zione normale o quella di distorsione.

57
PULS.
PEDALE ---------------------------------
N

1
1

S1 I
o

N
ill <R1 <R2 < R3 2R4 h
nr~
1

'
4%
e
Ge
9V
11

e •
D C1 l !! e
R6

11 TR2
ENTR.
"
DIST
<R5
uscIT

Poiche le mani del suonatore sono normalmente


occupate, cioe impegnate dallo strumento musi-
cale, per agevolare la commutazione si fa uso, per Condensatori
S1, di un doppio deviatore di tipo a pedale, anzi- C1 = 4,7 1F - 50 VI. (a carta)
C2 = 47.000 pF
ché di un modello tradizionale. II deviatore tradi-
C3 = 12.000 pF
zionale, tuttavia, non comprornettc l'efficienza del
circuito e puo essere montato ne! cablaggio, anche
se esso crea una certa scomodita d'uso.
Resistenze
Quando il deviatore S1 si trova nella posizione megaohm
1,2
R1 =
indicata nello schema elettrico di figura 1, il se- R2 = 4.700ohm
gnále, proveniente dalla chitarra elettrica ed ap- R3 = 10.000 ohm
plicato all'entrata del circuito attraverso un ca- R4 10.000ohm
vetto schermato, giunge direttamente alla presa R5 1
megaohm (potenz. a variaz.
d'uscita, senza alcuna elaborazione. lin.)
R6 = 150.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
La pila di alimentazione risulta esclusa automa-
ticamente da! circuito tramite il deviatore S l e
R7 = 330.000 ohm
ció permette di economizzare rispetto alla sohu-
zione dall'interruttore generale.
Varie
Nella posizione « distorsore » il segnale, dopo a- TR1 BC109
ver attraversato il condensatore di disaccoppia- TR2 = BC109
mento Gl, si trasferisce sulla base del primo tran- S1 = doppio deviatore a pulsante
sistor preamplificatore (TRl), che viene polariz- PILA = 9 V
zato tramite la resistenza Rl.
Questo primo stadio e di tipo lineare e non pro-
duce· praticamente alcuna distorsione del segnale.
Esso e comunque necessario per elevare il segnale
di entrata ad un livello tale da poter pilotare il
secando stadio amplificatore, cosi da costringere
il transistor alla saturazione o all'interdizione.
Per facilitare tale compito si puo far lavorare il
transistor TR2 in una zona vicina alla saturazione
o a quella di interdizione; a tale compito prov-

58
Fig. 1 - Le due possibili posizioni del do ppio devia- Fig. 2 - 11 contenitore del distorsore e di tipo me-
tore S1 perm etto no di inserire (posiz. O) o di disin- tallico e, superiormente di forma adatta all'appoggio
serire (posiz. N) il circuito del distorsore nel colle- del piede, con il quale si interviene sul pulsante SI;
gamento in serie fra la chitarra elettrica e l'amplifi- i regolatori di isensibilita e di volume sono monta-
catore di bassa frequenza. 11 potenziometro R5 per- ti sulle fiancate laterali dell'apparato. La pila a 9 V,
mette di regolare il grado di distorsione del circuito; nel caso di esecuzioni musicali di lunga durata, deve
il potenziometro R6 permette di controllare il volume. essere ad elevata capacita elettrica.

USCITA EN TRATA

DISTORS.

TR2 TR1

9V
@
Fig. 3 - 11 contenitore metal- quindi, all'entrata _ dell'amplificatore di bassa fre-
lico del distorsore deve es-
quenza esterno cui viene normalmente collegata
sere ancorato ad una pia-
stra di ferro, di ghisa o di la chitarra elettrica.
piombo. Sotto la piastra si Giunti a questo punto, alcuni lettori potrebbero
dev. applicare un pannello di obiettare che, essendo il comando di volume nor-
gomma o, indiferentemente,
malmente inserito sull'amplificatore di bassa fre-
quattro piedini di gomma, on-
de evitare che, durante l'e- quenza e, molto spesso, anche sulla stessa chitar-
secuzione musicale, l'appara- ra, la presenza del potenziometro R6 e da rite-
to possa scivolare lungo il nersi una inutile ripetizione. Ma noi non siamo di
pavimento.
e e questo avviso, perché disponendo di un comando
b di volume sul circuito del distorsore e possibile
passare dalla posizione normale alla posizione
« distorsore » con lo stesso livello di riproduzione,
BC 109 oppure con un salto prefissato a piacere; dispo-
nen do invece dei soli controlli di volume presentí
sull'amplificatore di bassa frequenza e sulla chi-
tarra elettrica, occorrerebbe regolare, di volta in
vede la resistenza R5, che permette di regalare volta, il volume sonoro, eseguendo un'operazione
il grado di distorsione del segnale stesso. • La re- assolutamente scomoda per chi desidera un rapido
sistenza R5 e un potenziometro da. 1 mega.ohm a passaggio fra i due diversi modi di riproduzio-
variazione lineare. ne sonora.
11 segnale distorto, presente su! collettore del tran-
sistor TR2, viene prelevato tramite il condensa-
REALIZZAZIONE PRATICA
tore C3 ed inviato al potenziometro di volume R6,
che provvede a sua volta ad inviare, tramite la Abbiamo giá detto, all'inizio di questo articolo,
resistenza R7, il scgnale alla presa di uscita e, che la realizzazione del distorsore e adatta anche

DISTORSIONE

l
PUL S-S1
VOLUME

Fig. 4 - l due transistor, mon.


tati nel circuito del distorso-
re, sono identici: due NPN di
tipo BCI09. In questo dise-
gno viene illustrata la dispo-
sizione dei tre elettrodi del
componente (collettore-base
-emittore). II terminale di e-
mittore trovasi in corrispon-
denza della linguetta metal- G0MM
lica presente sull'involucro e-
sterno del contenitore. PIASTRA
IN FERRO

60
OCOMANDO
e interruttore crepuscolare
• conteggio di oggetti o persone
antifurto
apertura automatica del garage
lampeggiatore
tutti i comandi a distanza

La scatola di montaggio deve essere richiesta a: ELET-


TRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti 52,
inviando anticipatamente l'importo di L. 9.700 a mezzo
vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482. Nel prezzo sono
comprese le spese di spedizione.

61
ai principianti, perché e suficiente eseguire il
montaggio dell'apparato seguendo lo schema pra-
tico di figura 2 per essere certi di raggiungere il

1 FASCICDLI successo. E' ovvio che si dovranno rispettare e


seguire Je norme che regolano i montaggi di bas-

ARRETRATI
sa frequenza. E per coloro che non conoscessero
queste regole,-vogliamo qui riassumerle brevemen-
te.

DI II montaggio dell'apparato deve essere effettuato


in un contenitore metallico collegato con la mas-
sa del circuito elettrico, alla quale fa capo la li-
nea dell'alimentazione negativa.

ELETTBOIICA
PBATICA UTILIZZARE CAVI SCHERMATI

Si debbono usare cavi schermati per effettuare i


rollegamenti frn: l'entrata del distorsore e la chi-
tarra elettrica e fra J'uscita del distorsore e len-
trata dell'amplificatore di bassa frequenza.
sono le « perle » di una prezio- Le carcasse metalliche dei due potenziometri R5-
sa collana tecnico-pratica, che R6 debbono essere collegate a massa.
porta in casa vostra il piacere I collegamenti tra i vari componenti elettronici
e il fascino di una disciplina mo- devono risultare corti, senza tuttavia esagerare,
derna, proiettata nel futuro, che perché si potrebbe correre il rischio di distrug-
interessa tutti: lavoratori e stu- gere qualche componente a semiconduttore a Cau-
denti, professionisti e .studiosi, sa dell'eccessiva quantita di calore erogata dalla
punta del saldatore.
giovani e meno giovani.
Le saldature debbono essere effettuate a regola
d'arte, cioe si devono evitare le cosiddette salda-
ture « fredde », pulendo accuratamente ed even-
tualmente raschiando l'ossido dai conduttori e
RICHIEDETECELI dai terminali dei vari elementi.
Alle raccomandazioni fin qui elencate dobbiamo

SUBITO
ancora aggiungere qualche avvertimento che, per
molti lettori, potra risultare superfluo.
T n sede di cablaggio non si debbono commettere
errori durante la saldatura dei terminali dei due

PRIMA CHE transistor, scambiando tra loro gli elettrodi dei


componenti. Coloro che vorranno sostituire i tran-
sistor da noi prescritti con altri di tipo diverso,
SI ESAURISCANO dovranno ricordarsi di utilizzare transistor NPN.
E' ovvio che il piano di cablaggio rappresentato
2
in figura puó essere effettuato anche apportando
delle varianti, dato che non sussistono elementi
inviando, per ogni fascicolo, ritici degni di nota.
l n figura 3 presentiamo l'apparato nella sua veste
!'importo di L. 500, a mezzo va-
vsteriore. In esso e possibile notare la disposizio-
g lia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz-
ne dei. tre comandi, che i. nostri tecnici proget-
zando le vostre richieste a: tisti hanno ritenuto la piü razionale e la piü age-
ELETTRONICA PRATICA ole per il musicista. Esternamente l'apparato as-
20125 MILANO - Via Zuretti, 52. mue la caratteristica forma del pedale, cio la
forna piü adatta per il comando a piede.

62
II lettore dovra equipaggiare il contenitore con r
o
un basamento pesan te, di ferro di ghisa e di uno
strato di gomma, oppure di quattro gommini, al-
lo scopo di evitare che l'apparato scivoli sul pa-
vimento.

il nostro
1 COMPONENTI

I componenti necessari per la realizzazione del


distorsore sono quelli elencati sotto lo schema di
indirizzo e
figura l. Facciamo notare, tuttavia, che si pos-
sono utilizzare anche transistor di tipo diverso,
purché al silicio, di piccola potenza e adatti per
usi di bassa frequenza; i transistor devono essere
a basso rumore. Si potranno, quindi, ad esem-
pio, utilizzare i tipici BC209 - BC208 - BC108.
Per quanto riguarda il condensatore CI, converra
servirsi di un componente a carta da 4,7 F, con
una tensione di lavoro compresa fra i 50 e i 100
V. Qualora questo condensatore risultasse di diff-
cile reperibilitá commerciale, si potra ricorrere
all'uso di un condensatore elettrolitico da 4,7 o
5 F, con tensione di lavoro di 15 V circa, te-
nendo presente che il terrninale positivo dell'elet-
trolitico dovra essere collegato verso il lato massa,
cioe verso la base del transistor TRl o, il che e lo
ELET'TRONIGA
stesso, verso la resistenza R1.
PRATICA
SCONGIURARE LA DISTORSIONE

Utilizzando pile di modesta capacita, soprattutto


per lunghi periodi, converra collegare, in parallelo
ad esse o, indiferentemente, tra qualsiasi punto
della linea positiva dell'alimentazione e massa, un
condensatore elettrolitico da 100 F - 15 VI. Ció
servira a compensare !'aumento di resistenza in-
terna delle pile provocato dalla progressiva sca-
rica. In pratica, la presenza di questo condensa-
tore elettrolitico non e strettarnente necessaria, ed
e questa la ragione per cui esso non e presente
nello schema elettrico di figura 1; lassenza di
questo condensatore, infatti, provoca principal-
mente un aumento di distorsione del segnale, che
Via Zureti 52
non potrebbe essere tollerata in un circuito pream-
plificatore ad alta fedelta, ma che costituisce un
vantaggio ne! caso di circuito produttore di distor-
20125 - Milano
sioni. L'inserimento del condensatore elettrolitico,
comunque, permette di ottenere per lungo tem-
po, senza alcun ritocco del potenziometro R5, lo
Telel. 671.945
stesso grado di distorsione, concedendo una piü
precisa regolazione del circuito.

63
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64
i questa Rubrica potranno avvalersi tutti quei lettori che sentiranno la

D necessita di offrire in vendita, ad altri lettori, componenti o apparati
elettronici, oppure coloro che vorranno rendere pubblica una richiesta
di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabili.ta su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicita
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
pubblicati, annunci di carattere pubblicitario.
Coloro che vorranno servirsi di questa Rubrica, dovranno contenere il testo
nei limiti di 40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stam--
patello).

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aumenti di prezzo di copertina, per.metten- dire, completamente gratis, una seconda co-
dovi la raccolta sicura dei fascicoli dell'inte- pia della Rivista.
ra annata e, con essi, la libera scelta dei pro-
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tradisce mai nessuno, perché in caso di re di non trovarla piü in edicola, dove si puó
smarrimento o disguido postale, fa nostra esaurire presto, nei primi giorni di vendita.
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L'ALLEGATO MODULO DI
c-/C POST ALE PUO' ES-
SERE UTILIZZATO PER
EFFETTUARE L'ABBONA-
MENTO A ELETTRONICA
PRATICA IN UNA DELLE
TRE FORME PROPOSTE
l
N DAL NOSTRO SERVIZIO
z, ABBONAMENTI, OPPURE
Lrl PER LA RICHIEST A DI
¡-. FASCICOLI ARRETRATI,
p APPARATI ELETTRONICI,
l SCATOLE DI MONTAG-
> GIO PUBBLICIZZATI SUL-
> LE PAGINE DELLA RIVI-
<4 ST A. SI PREGA DI SCRI-
VERE CHIARAMENTE E DI
PRECISARE NELL' APPO-
SITO SPAZIO LA CAUSA-
LE DEL VERSAMENTO.
UN
ONSULENTE
TUTTO
PIB VOi
Tutti i lettori di ELETTRONICA PRATICA. abbonati o no, possono
usufruire del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, sen za distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda ['importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Disturbi TV che CB con stazione radiotrasmittente installata


Nel!a rnia abitazione ho installato, con l'ausilio in prossimita della sua abitazione. Per attenuare
di un amico, l'antenna e l'amplificatore necessa- questi disturbi, le consigliamo di realizzare il fil-
ri per ricevere il prograrnma svizzero H2. Tutto tro presentato a pagina 555 del fascicolo di lu-
funziona perlettamente, l'immagine e l'audio so- glio '73 della nostra rivista. Tenga conto tutta-
no eccellenti, fatta eccezione per i programmi se- via che lei puo sporgere regolare denuncia pres-
rali durante i quali, assai spesso, un notevole so i competenti uffici P.P.T.T., presso i carabi-
disturbo viene a togliere totalmente l'irnrnagine nieri o presso la pi vicina sede RAI, senza ov-
annullando anche l'audio. Lo schermo del tele- viamente precisare che il disturbo si manif esta
visore risulta percorso da linee trasversali fittissi- esclusivamente durante la ricezione dei program-
me e l'irnmagine appare come un negativo foto- mi svizzeri. I radioamatori e i CB sono tenuti
grafico, accompagnato con un forte rumore di per legge ad astenersi dalle trasmissioni quando
fondo. Ció che sorprende e che a distanza di 100 queste creino disturbi sugli apparati radio-TV.
metri, in un'altra abitazione la ricezione sul ca-
nale H2 risulta sempre perfetta. Alcune per-
sone competenti mi hanno detto che !'inconve-
niente e da attribuirsi alle trasrnissioni radianti-
stiche e che questo puo essere eliminato tramite Contagiri elettronico
l'inserimento di un filtro d'antenna tarato sulla Ho realizzato il contagiri elettronico apparso sul
frequenza del canale H2. Mi rivolgo quindi a fascicolo di settembre '72 della vostra rivista.
voi per conoscere il vostro parere ed eventual- Terminando il rnontaggio, non sono riuscito ad
mente l'indirizzo di una ditta rivenditrice di ottenere alcuna deflessione dell'ago dello stru-
questo tipo di filtri. mento, pur applicando in entrata un segnale
CAPELLI GIOVANNI sinusoidale. prelevato da una sargente a 160 V
Borgomanero e dopo aver interposto una resistenza da 150.000
ohm. Ho voluta tuttavia provare il contagiri sul-
Anche a ostro avviso il disturbo e
da attribuirsi l'autovettura e, con mio grande stupore, ho con-
ad interferenze provocate da qualche emittente statato che lago dello strumento seguiva le va-
radiantistica o, molto pi probabilmente, da qua-l riazioni di giri del motore, sia pure con un incon-

71
venientc: con il motare al massimo regime, non Al'atto dell'acquisto occorre accertarsi che il ri-
sono riuscito a portare !'indice a fondo-scala, pur cevitore sia provvisto di alimentatore in corrente
avendo ruotato il potenziometro R9 fino alla alternata, perché questi tipi di apparati vengono
massima sensibilita. Debbo dirvi che ho usato un spesso immessi nel commercio con l'alimentazio-
milliamperometro da 1 mA fondo-scala, anzi- ne continua a 12 V. Le ricordiamo anche che
ché uno da 0,5 mA fondo-scala come' da voi esiste un ricevitore gemello, che si discosta dal
prescritto. Le domande che vi pongo sono le BC603 soltanto perché consente la ricezione di
seguenti: frequenze comprese tra i 27 e i 39 MHz. Que-
come <levo tarare lo strumento se questo si e sto secando tipo di ricevitore viene denominato
dimostrato insensibile alla forma d'onda sinu- BC683.
soidale?
E' possibile usare il milliamperometro da 1 mA?
Quali sono le varianti da apportare al circuito?
DE LUCA SALVATORE
Scisciano

Il nostro progetto e stato appositamente conce-


pito per funzionare con uno strumento da 0,5 mA
fondo-scala. Non e quindi possibile alcuna sosti-
tuzione di. questo elemento. Per quanto riguarda
poi la taratura, le consigliamo di inserire, in pa-
rallelo con il condensatore G 1, un dio do zener
da 3,9-4,7 V circa, diminuendo il valore della
resistenza addizionale da 220.000 ohm a 50.000
ohm circa.

Il ricevitore professionale BC603 Segnali deboli


Da molto tempo seguo con grande interesse la Ho realizzato il ricevitore per onde corte presen-
vostra rivista e posso dire di aver trovato in essa tato su! fascicolo di marzo '73 della vostra rivi-
molti progetti di ricevitori radio. Volendo diven- sta. 11 montaggio e stato da me eseguito, sia
tare radioamatore, desidererei acquistare un ri- nello stadio a bassa frequenza, sia nello stadio ad
cevitore, di provenienza surplus, di basso costo, alta frequenza, con conduttori molto corti. Ció
suffi.cientemente sensibile e di facile reperibilita nonostante il segnale in cuffi.a, con impedenza
commerciale. Trattandosi di un ricevitore profes- di 16 ohm, e molto debole. Vi pregherei quindi
sionale ed essendo io un principiante, vorrei evi- di consiglianni lo schema di un circuito pream-
tare l'autocostruzione, orientandorni verso un ap- plificatore ad alta frequenza, in modo da au-
parato giá costruito e funzionante. Gradirei inol- mentare notevolmente il segnale.
tre che il ricevitore permettesse anche Pascolto MAZZA UMBERTO
della CE, che ritengo molto interessante. Roma
VITTORIO BERICO
Ravenna Le consigliamo di realizzare il circuito del pre-
Uno dei ricevitori pi diffusi sul mercato sur- amplificatore presentato a pagina 249 del fasci-
plus, di costo accessibile a tutti, e senza dubbio colo di aprile '73, sostituendo il condensa/ore
il BC603, che e in grado di ricevere le gamme a variable a + sezioni, denominato G2, con un con-
modulazione di ampiezza e quella a modulazio- densatore variable da 50 pF o, meglio, con un
ne di frequenza compresa tra i 20 e i28 lv!Hz. condensatore variabile doppio, utilizzando una
La sensibilita di 1 V, che costituisce un va- sezione di questo per il circuito preamplificatore
lore senz'altro ottimo. e l'altra sezione per il circuito del ricevitore. Vo-
Accoppiando il ricevitore con appositi converti- fendo tuttavia evitare il problema della do ppia
tori, e possibile coprire tutte le gamme radianti- sintonía, le consigliamo di realizzare il circuito
stiche. Le ricordiamo inoltre che questo ricevitore del preamplificatore d'antena presentato a pa-
viene spesso usato per la ricezione amatoriale gina 452 del fascicolo di giugno '73, eliminando
de lle fotografie teletrasmesse in FM dai satelliti il condensatore C1 e la bobina LA, connettendo
metereologici, sulla frequenza di 136-138 MHz. l'ingresso direttamente con il condensatore C2.

72
T ermometro e!ettronico
Sono un vostro assiduo lettore, interessato alla co-
struzione del tennometro eleftronico presentato
LE NOSTRE
sul fascicolo di maggio '73. A me interesserebbe
misurare valori di temperatura compresi tra i
359C e i 4 50°C. Quali variazioni dovrei
CUFFIE STERED
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
apportare al circuito? Per raggiungere una mag-
giore precisione dell'apparato, voi consigliate -l'uso fedelta e per un nuovo ed emozionante
di un diodo zener stabilizzante e di una resisten- incontro con il mondo della musica ste-
za per la limitazione della corrente. Di quali ti- reofonica.
pi debbono essere il diodo e la resistenza? Come Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
debbono essere inseriti nel circuito? fusione di una musicalita elevata con un
CAVANNA RENZO perfetto adattamento anatomico.
Alessandria

E' chiaro che volendo misurare valori di tempe-


ratura compresi nella gamma da leí citata, che
CUFFIA STEREO
e di 85°C, la precisione del termometro non po- MOD. LC25
tra risultare notevole. Non le consigliamo, del L. 5.500
resto, di ricorrere a resistenze di tipo NTC dí
CARATTERISTICHE:
precisione, che sono molto costase, mentre le
consigliamo di servirsi di normali componenti, lmpedenza: 8 ohm
come quelli da noi prescritti. La resistenza di li- Gamma di freq.: 18 -
15.000 Hz
mitazione, che dovrá avere il valore di 150 ohm, Peso: 320 grammi
dovra essere inserita in serie al circuito di alimen-
tazione positiva, nel caso in cuí la tensione sia di
6 V. Questa stessa resistenza dovrá avere il va-
lore di 300 ohm nel caso di tensione di alimen-
tazione a 9 V. Il diodo zener, che dovrá essere CUFFIA STEREO
da 4,7 V -1 W, verra collegato fra i nodi di ali- MOD. DH08
mentazione del ponte . L. 18.500

•••
CARATTERISTICHE:
lmpedenza: 8 ohm
Sensibilitá: 110 dB
a ,1.000 Hz
Gamma' di freq.:
Alimentatore a doppia polarita 20 - 20.000 Hz
Da qualche tempo sto dedicando la mia attivitá Peso: 450 grammi
di elettronico principiante al montaggio di cir- La cuffia e provvista
cuiti con integrati. Questi dispositivi, come e no- di regolatore di
livello a manopola
to, richiedono - molto spesso una doppia alimen- del tweeter.
zione, positiva e negativa rispetto a massa, ge-
neralmente di ± 15 V. Ecco perché vi scrivo,
Adattatore
chiedendovi la pubblicazione di un semplice ali-
per cuffie stereo
mentatore stabilizzato, in grado di alimentare
Mod. JB-11 D
uno o due integrati, senza dover ricorrere alle
normali pile e, con la loro scarica, pregiudicano L. 3.500
spesso i risultati. Questo piccolo ap-
TARCISIO BONF ANTI parecchio consente
il collegamento di
Frosinone una o due cuffie ste-
Esistono molti tipi di amplificatori operazionali, reo con tutti i com-
alcuni dei quali fanno uso di circuiti integrati. plessi stereofonici.
Vogliamo ritenere tuttavia che, per condurre e- la commutazione al-
toparlante - cuffia e
sperienze non particolarmente critiche, lei pos- immediata, senza al-
sa utilizzare, con successo, un semplicissimo ali- cun intervento sui
mentatore stabilizzato come quello qui raffigu- collegamenti
rato. In pratica si tratta di due alimentatori se-

73
parati, uno dei quali utilizza un transistor di ti- Magnetizzatore e smagnetizzatore
po NPN (TRl),.l'altro un PNP (TR2), oltre che, La maggior parte degli utensili del mio piccolo
ovviamente, due dio di zener di stabilizzazione. laboratorio dilettantistico risultano piu o meno
N el caso in cui i circuiti o perazionali, che lei do- calamitati. Questo fenomeno risulta per me mol-
vra alimentare, dovessero lavorare a larga ban- to vantaggioso quando debbo raccogliere un pie-
da, risultera utile collegare, in parallelo con i colo oggetto metallico, una vite, un dado, una
diodi zener, dei condensatori di fuga, di tipo ce- rondella di ferro. Non mi e invece gradito in al-
ramico, da 10.000 pF circa, in modo da corto- tre occasioni, quando vorreÍ che Je lame dei cac-
circuitare il « rumore bianco » che questi disposi- ciaviti fossero completamente smagnetizzate. La
tivi generan.o in virtu della loro costituzione fi- domanda che vi pongo e la seguente: esiste un
sica intrinseca. semplice apparato in grado di magnetizzare o
smagnetizzare rapidamente gli utensili del labo-
ratorio? Potreste eventualmente pubblicare lo
schema costruttivo di questo apparato?
GIANCARLO BETTINI
Civitanova Marche

Per risolvere il suo problema non occorre alcun


particolare apparato. E' sufficiente, invece, che
lei elimini il nucleo ferromagnetico da un tra-
sformatore di alimentazione recuperato possibil-
mente da un vecchio ricevitore radio a valvole
inutilizzato. Collegando i terminali dellavvolgi-
mento primario alfa rete-luce, lei crea nello spa-
zio circostante l'avvolgimento, un campo elet-
tromagnetico variabile, che e piu intenso nella
parte interna dell'avvolgimento, quella creatasi
dopo l'asportazione dei lamierini di ferro. Per
smagnetizzare le lame dei cacciaviti e
sufficiente

TRl
2 e - @ 1sv

R2

a -'
1,,

1rT 4
S1
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t[l. Ir ce. ea ÁD6

io

I
@
TR2

74
immergere ed estrarre pi volte le lame stesse soprattutto se questo non e uno zener. Anche i
dalla zona dellavvolgimento. Per magnetizzare diodi normali, con tensioni di rottura non mol-
la lama del cacciavite basta immergere questa to elevate, verrebbero distrutti.
nel campo elettromagnetico e, senza rimuoverla, S'upponendo comunque di limitare l'indagine si-
eliminare la corrente di alimentazione dell'avvol- no alle tensioni di 20-22 V circa, e possible ser-
gimento; questa prova puó essere fatta pi vol- virsi del circuito qui raffigurato. In esso il po-
te, finché si accorgera di aver ottenuto la mas- tenziomelro Rl, che ha il valore di 5.000 ohm
sima magnetizzazione dei suoi utensili. circa, dovra risultare inizialmente tutto inserito,
per evitare il sovraccarico del diodo zener in
prova. La tensione di zener sara quella indicata
dal voltmetro quando, regalando il potenziome-
mA tro Rl, si potra notare il passaggio di una cor-
rente di qualche milliampere.

e
•••
L'integrato T AA 151 S
24V Da una pubblicazione estera ho tratto, qualche
e tempo fa, lo schema di un preamplificatore cor-
rettore-stereo, facente irnpiego di due circuiti
integra ti di tipo T AA 151 S. Sol tan to ora sono
riuscito a procurarrni questi due componenti, ma
VOLTM. non posso realizzare il circuito del preamplifica-
tore soltanto perché mi sono dimenticato di nu-
merare nello schema la zoccolatura dell'integra-
to. Siete voi in grado di fornirmi questi elemen-
ti, citando possibilmente la corrispondenza fra i

•••
Controllo dei diodi zener
terminali del componente e gli elementi in esso
contenuti?
CLAUDIO RIGOLI
Cuneo
Da poco tempo mi sto dedicando con grande 8 9
passione all'elettronica, che ho imparato a cono- ,--
1
scere leggendo le vostre riviste. Gran parte del
materiale elettronico, con iI quale realizzo i vo- 1
R3
stri progetti, viene da me recuperato da basette
di tipo surplus. E fra questo materiale vi sono
molti diodi per i quali vi pregherei di spiegarmi
in qua! modo sia possibile distinguere i diodi
zener dai normali diodi al silicio. Vorrei anche 5
chiedervi in qua! modo sia possibile misurare la 10
tensione caratteristica zener, dato che, quasi
sempre, i diodi da me recuperati non recano al-
cuna indicazione, oppure portano delle sigle as- TR1 TR2 11 TR3
solutamen te estranee e non riscontrabili nei nor-
_ _ _J
mali prontuari.
2 3 4
RENATO BAZZONI
Milano Il suo e
un problema di carattere strettamente
personale, che non puo interessare la gran mas-
Non sempre e possibile distinguere un diodo ze- sa dei nos tri lettori. M a questa volt a, come si
ner da un normale diodo, senza incorrere in er- suol dire, f acciamo uno strappo alla re gola e la
rore. Poiché esistono diodi zener per tensioni di accontentiamo, anche perché l'integrato, cui lei
pochi volt m.a anche di centinaia di volt, si po- fa rif erimento, puo trovare senza dubbío ottime
trebbe correre il rischio, durante la prava della applicazioni in molti altri settori. Esso e infatti
tensione, di distruggere il componente in esame, composto da tre stadi transistorizzati, che per-

75
mettono una notevole versatilitá di impiego del « interruttore » per il carico, qualora questo fun-
componente in. funzione di amplificatore; due zioni con la tensione di 12 V. Per altre appli-
dei tre stadi sono accoppiati tra loro in continua. cazioni occorrerá servirsi di un secondo contatto
Rl = 3.500 ohm di scambio (relé a due 'vie).
R2 = 3.500 ohm
R3 = 1.000 ohm CI 100 F - 25VI. (elettrolitico)
R4 = 320 ohm Rl 3.900 ohm
R2 120.000 ohm

•••
Temporizzatore. con consumo nullo a
R3 = 12.000 ohm
R4 12.000 ohm
D1 = diodo al silicio (10D4)
D2 diodo al silicio ( 10D4)
riposo RL = relé (12 V - 330 ohm)
Sono un vostro affezionato lettore e desidererei IC integrato CA3018
realizzare un circuito in grado di mantenere ec-
citato un relé per la durata di 10-15 secondi ogni
volta che si agisce anche per breve tempo su
un apposito pulsante rappresentato, ne! mio ca-
so, da! contatto di un relé eccitato da una foto-
•••
La presa fono nel Caracol
cellula. Ho realizzato il ricevitore Caracol, da voi invia-
II dispositivo, se possibile, dovrebbe avere un tomi in scatola di montaggio, e debbo dirvi di
consumo limitato quando il relé (quello del di- essere rimasto molto soddisfatto. Soprattuto per-
spositivo da progettare) non risulta eccitato, cos1 ché la resa sonora del ricevitore e risultata supe-
da poter utilizzare per l'alimentazione un accu- riore ad ogni mia previsione. Questa graditissima
mulatore da 12 V, senza che questo corra il pe- sorpresa mi ha fatto venire l'idea di utilizzare gli
ricolo di scaricarsi troppo in fretta. stadi di bassa frequenza di abbinamento con il
FORTUNATO OLIVA mio mangianastri, allo scopo di ottenere un ascol-
Roma to migliore. E' possibile, in qualche modo, ' con-
cretare questa mía idea?
LANA MIRKO
Padova
02

Lei in pratica vuol dotare il ricevitore Caracol


di una presa fono. E il suo problema puo essere
R1 L facilmente risolto perché si tratta di aggiungere

E2?'al circuito un deviatore a slitta, un condensatore


elettrolitico e una presa jack microminiatura.
DI Ricorrendo al montaggio di componenti suffi-
cientemente piccoli, non sussistono problemi di
cablaggio. E' importante invece che il suo man-
12 V
gianastri sía dotato di un circuito con tensione
positiva a massa. In tal caso e sufficiente colle-
" volentieri il circuito di un gare la presa fono del riceuitore con l'uscita del-
Pubblichiamo ben la cuffia o amplificatore esterno del suo appa-
temporizzatore pilotato con integrato CA3018 rato. Il deviatore_ deve essere collegato fra il
della RCA. Esso permette di ottenere tempi di diodo D1 e il terminale del potenziometro Rl0
eccitazione di 12 secondi circa; tale condizione e cui originariamente e collegato il diodo stes-
strettamente le gata con i componenti elencati: so. Questo deuiatore serve per far funziona-
il tempo, tuttavia, puo essere notevolmente au- re il ricevitore Caracol nelle due condizioni
mentafo utilizzando per Cl un condensatore di possibili: come riceuitore radio e come amplifi-
maggior capacita, di 2000 F o pi. Il temporiz- catore di bassa frequenza. Sulla seconda posi-
zatore presenta il notevole vantaggio di non zione del commutatore si deve collegare un con-
consumare nulla nelle condizioni di riposo e di densatore elettrolitico da 25 F - 12 V, colle-
poter essere alimentato con tensioni abbastanza gato a sua volta con una piccola presa fono;
basse. il terminale positivo del condensatore elettrolitico
Facciamo notare che il contatto del relé, ripor- deve essere collegato con la seconda posizione del
tato nel disegno, oltre che come contatto di au- commutatore, quello negativo con la presa di ti-
toritenuta, puó essere utilizzato come contatto po jack.

76
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IN SCATOLA
DI MDNTAGGIO
• Costruendolo, sarete certi di raggiun-
gere il successo e potrete vantarvi di La scatola di montaggio, che puó es-
aver brillantemente realizzato un im- sere richiesta con o senza l'altopar-
portante impegno con il mondo del- lante, comprende tutti gii elementi raf-
l'elettronica, perché potrete finalmen- figurati nel piano di cablaggio, ad ec-
te affermare di aver composto, con cezione della basetta di legno che
le vostre mani e la vostra capacita, ogni lettore potra facilmente costrui-
il primo ricevitore radio. re da sé.
INDICE DELL' ANNATA
AMPLIFI CATORI fascicolo pagina
mese
Amplificatore stereo per cuffie Hi-Fi gennaio 56
Amplificatore BF con integrato TAA 611C febbralo 140
Amplificatore ibrido potenza d'uscita: 4 W marzo 172
Quattro usi diversi dell'amplificatore da 50 W marzo 208
Preamplificatore elettronico a lunga durata aprile 260
Amplificatore BF: 6 W - con l'integrato SN76013 aprlle 280
Preamplíflcatore-miscelatore BF maggio 372
Pre amplificatore d'antenna per autoradio giugno 452
Pre amplificatore per microfoni a cristallo luglio 506
Amplificatore BF - 3 W- 2 valvole luglio 518
Amplificatore telefonico miniaturizzato settembre 672
Amplificatore BF - potenza: 2 W dicembre 934

APPARATI VARI fascicolo


mese
. pagina

Diac e Triac per il controllo delle potenze elettriche gennaio 4


2 transistor per 1 distorsore gennaio 34
11 rumore rosa febbraio 100
Controllo automatico di luci con SCR febbralo 112
Oscillatore BF febbraio 118
Circuiti logici a scatto per principianti febbraio 130
La spia telefonica marzo 164
Interfono con unítá premontata marzo 190
Originale sirena elettronica marzo 202
Temporlzzatore elettronico a lunga durata aprile 266
Regolatore di tensione continua aprile 294
Jolly - allmentatore stabilizzato maggio 324
Contatti REED per antifurti maggio 344
Caleidoscopio elettronico maggio 352
11 contrabbasso elettronico maggio 378
Telecomando monocanale giugno 426
La stereofonia in cuffia giugno 446
• Baby • controllo di umiditá via radio agosto 564
Dispositivo d'allarme agosto 580
Mixer a 3 vie agosto 596
Proteggiamo l'alimentatore stabilizzato settembre 644
Un semplice limitatore di disturbi settembre 678
Controllate la temperatura nel motare della vostra auto ottobre 744
Avviamento progressivo di piccoli motori elettrici ottobre 752
lndicatore di direzione per moto e ciclomotori ottobre 759
Caricabatterie ottobre 772
Caricabatterie novembre 804
Relé temporlzzato novembre 840
Fotocomando per inte rruttore crepuscola re dicembre 884
Filtri di rumore - filtri di parola dicembre 922

DIDATTICA fascicolo pagina


mese
1 semiconduttori proteggono gli strumenti di misura gennaio 48
Relé surplus e loro adattamento gennaio 62
Un pannello per il laboratorio del principiante marzo 215
Applicazioni pratiche con I fotothyristor marzo 219
Gli oscillatori sinusoidali - realizzazioni pratiche aprile 299
Misure precise di induttanza e capacitá giugno 436
Multivibratori astabili - Prima puntata giugno 458
Multivibratori astabili - Seconda puntata \uglio 536
FET - controlli rapidi prove empiriche agosto 586
Applicazioni pratiche dei FET agosto 602
SCR - controlli rapidi prove empiriche agosto 618

78
Diodi in 'radioricezione - Prima puntata ottobre 766
PNP o NPN? ottobre 778
Avviamento alla conoscenza e all'uso dei FET novembre 822
Diodi in radioricezione - Seconda puntata novembre 846
L'impianto d'antenna dicembre 914
Controllo dei condensatori dicembre 942

PRIMI PASSI fascicolo pagina


mese
Le bobine gennaio 14
Le antenne febbraio 94
1 Transistor marzo 182
Che cos'e il display aprile 252
Elementi di pratica con il tester maggio 332
1 ci rcu lti stampati giugno 412
11 simbolismo luglio 490
Elementi di pratica con le pile agosto 572
Il transistor amplificatore BF settembre 652
Elementi di pratica con le fotoresistenze ottobre 736
Elementi di pratica con i diodi LED novembre 814
Elementi di pratica con le cellule solari dicembre 892

RICEVITORI fascicolo pagina


mese
Ricevitore superreattivo con FET gennaio 28
Elementare ricevitore senza pila gennaio 44
Ricevitore per onde medie a due valvole febbraio 84
Un compactron per ricevere le onde medie febbraio 124
Rlcevitore per onde corte marzo 196
Bigamma - ricevitore OM-CB aprile 244
Ricevitore per principianti con circuito integrato maggio 366
Giullare - ricevitore per principianti giugno 420
Ricevitore OM con valvola 6SL7 settembre 692
Caracol - ricevitore OM-OL ottobre 724
Per i principianti un ricevitore con FET novembre 830

STRUMENTI fascicolo pagina


mese
Metronomo audiovisivo gennaio 39
Organino elettronlco febbraio 106
Capacimetro rapido aprile 274
Un tester per SCR e TRIAC aprile 286
Termometro elettronico maggio 358
Signal tracer - iniettore di segnali giugno 404
Regolatore di temperatura con SCR luglio 500
Provaquarzi luglio 512
Generatore di onde quadre luglio 524
Voltmetro elettronico con FET luglio 530
Amplificatore per voltmetro elettronico agosto 610
Tach imetro fotoelettronico con circu iti i nteg rati settembre 662
Controlliamo i condensatori con un generatore AT settembre 686
Misurate la potenza del vostro TX settembre 702
lndicatori di sintonía e di livello BF novernbre 854

TRASMETTlTORI fascicolo pagina


mese
Trasmettitore di segnali VHF per i 144 MHz gennaio 22
II primo trasmettitore ad onde medie del principiante luglio 484
Trasmettitore n CW-potenza erogabile: 2 W dicembre 900

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ranno farne richlesta, un pacco contenente i fascicoli arretrati del '72, potranno completare la raccolta del-
ancora disponibili dell'annata 1972 di Elettronica Pra- l'annata richiedendoci i fascicoli mancanti ed inviando,
tica (maggio - giugno - luglio - agosto - settembre - per ogni fascicolo, l'importo di L. 500.
ottobre - novembre - dicembre), cioe 8 fascicoU arre-
trati al prezzo d'occasione di L. 3.200.

11 fascicolo arretrato non invecchia mai! Perché i progetti in esso contenuti, le


molte nozioni teorico-pratiche chiaramente esposte, le illustrazioni e gli schemi
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EVOLUZIONE
E AGGIORNAMENTO
DEL KIT

L'approntamento di un catalogo delle nostre scatole di montaggio, au-


spicato e richiesto dalla maggioranza dei lettori, non puo essere realiz-
zato, perché esso non conserverebbe il carattere dell'opera permanente.
11 kit, infatti, e un po' come il film che viene pubblicizzato ad ondate
successive, programmato per un certo tempo e poi scompare. Perché
non esistono scatole di montaggio che « restano » o, almeno, che « re-
stino » a lungo. Ció e insito nella natura stessa del kit, inteso e ac-
cettato quale bene di consumo, oltre che strumento di studio e ricrea-
zione, che deve assolutamente mantenere il passo con il progresso e
l'ammodernamento della tecnica e, soprattutto, tenere desto l'entu-
siasmo del lettore.
Nell'evoluzione del kit, purtroppo, un altro elemento cambia col mutare
dei tempi: il prezzo. Non sappiamo ancora fino a quando; certamente
per qualche tempo, finché dovremo vivere in regime di maneta relativa,
vale a dire non contando tanto sul numerario quanto sul coeficiente
di moltiplicazione che ognuno, imprenditore o lavoratore, puo appli-
carvi mediante l'aumento dei prezzi, le scale mobili, i congegni di
indicizzazione. Lo vuole il mercato e noi dobbiamo accettare. Anche
se alle imposizioni di mercato abbiamo sempre opposto la nostra vo-
lonta ad emarginare la speculazione e a soddisfare le esigenze del lettore.
In clima di continui aggiornamenti, dunque, la realizzazione di un
catalogo dei kit diverrebbe opera ímproba e insoddisfacente, per noi
e per tutti voi, amici lettori.

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ANNO 3 - N. 2 - FEBBRAIO '74


LA COPERTINA • Offre un appuntamento im-
portante a chi vuol muovere i primi passi nel
mondo della radio, additando la vía plü facile
da percorrere lnizialmente: la costruzione di un
semplice ricevitore radio transistorizzato e con
ascolto in altoparlante. Sara certamente una e-
mozione lndescrivibile per chi vuol mettere al-
la prova le propria attitudini nella pratica della
radio.

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83
IL RICEVITORE
Un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol
mettere alla prova le proprie attitudini e
capacita nella pratica della radio.

L'esperienza ci insegna che il settore delle radio-


ricezioni rappresenta l'anticamera del mondo del-
l'elettronica; almeno per chi a questa materia si
interessa soprattutto ne! tempo libero, per passione
o per divertimento.
E il ricevitore radio, nella sua espressione piü sem-
plice, costituisce il terreno piü adatto per muo-
versi inizialmente, per provare le proprie attitu-
dini e, con esse, il piacere di forgiare una creatu-
ra parlante in cui sono riposti tutti i principi teo-
rici della radioricezione e quelli, assai piü affasci-
nanti, delle piü moderne tecnologie.
Ancora una volta, dunque, vogliamo aprire le
porte della radio, intesa come materia di studio
e applicazione, a tutti coloro che, per la prima
volta, si avvicinano a noi.
E le apriamo con la presentazione di una nuova
scatola di montaggio, che sostituisce quella, or-
mai superata, de « Il mio primo ricevitore » e
che vuol essere il primo capitolo, forse la piü sem-
plice introduzione, di que! grande libro che e
l'elettronica.
Questo nuovo kit appartiene pur esso alla colla-
na dei molti esperimenti del principiante, cui i FUNZIONAMENTO DEL RICEVITORE
nostri progettisti rivolgono, con passione e peri-
zia, parte della loro attivitá mensile. Prima di iniziare l'analisi particolareggiata del
La composizione della scatola di montaggio e progetto del ricevitore del principiante, possia-
stata realizzata con materiali di prima scelta, mo idealmente suddividere il ricevitore stesso in
perfettamente effcienti e moderni. tre principali settori: quello del circuito di sinto-
11 progetto e realizzato, in modo semplice e chia- nía, quello al quale e affidato il processo di ri-.
ro, con l'ausilio del circuito stampato e il benefi- velazione dei segnali radio e, per ultimo, il cir-
cio dell'alimentazione autonoma, tramite pila di cuito amplificatore di bassa frequenza, pilotato
tipo a torcía. con tre transistor di tipo NPN.
Gli schemi, teorico e pratico, sono anch'essi di Su ognuno di questi tre principali settori ci sof-
una chiarezza estrema che non puó tradire, in fermeremo per analizzarne i componenti e le loro
alcun modo, neppure quel lettore che, per la funzioni, cosí che il lettore possa rendersi conto,
prima volta, si accinge a realizzare un piccolo durante lo stesso lavoro applicativo, dei principa-
ricevitore radio transistorizzato, con ascolto in li fenomeni radioelettrici che si manifestano du-
altoparlante della gamma radiofonica delle onde rante il percorso del circuito dall'antenna all'al-
medie. toparlante.

84
DEL PRINCIPIANTE
Realizzata con materiale di prima scelta, per-
fettamente efficienti e moderni, questa sea-
tola di montaggio vuole soltanto tendere
una mano amica a quei lettori che, per
la prima volta, si avvicinano a noi e all'af-
fascinante mondo della radio.

re aoscoltare tutte insieme; esse devono essere ri-


cevute e trasformate in voci e suoni, dall'alto-
parlante, una alla volta. Occorre dunque un cir-
cuito selezionatore, cioe un filtro in grado di
concedere via libera ad un solo segnale radio,
quello inviato nello spazio dalla emittente che
desideriamo ascoltare. E questo circuito e rap-
presentato dall'avvolgimento L2 e dai conden-
satori C 1- C2. Ma occorre ora spiegare il per-
ché di questo fenomeno.
LA SCATOLA Quando ognuno di noi si avvicina al ricevitore
radio per sintonizzarsi con una emittente radio-
DI MONTAGGIO fonica, la prima operazione, la piü istintiva da
noi compiuta, e quella di far motare la manopola
COSTA: di sintonia. Ebbene, quasi sempre, quando si fa
ruotare questa manopola si provoca una corri-
L. 3.500 con altoparlante spondente rotazione del perno del condensatore

L. 2.900 semza altoparlante variabile, cioé di quel componente formato da


un certo numero di lamine fisse e da uno stesso
numero di lamine mobili. La rotazione del per-
no del condensatore variabile provoca una in-
frapposizione delle lamine mobili in quelle fisse,
oppure le fa allontanare fra loro.
Passeremo poi alla descrizione delle varíe fasi -
di montaggio del ricevitore, suggerendo, per ul- Questa operazione meccanica provoca una va-
tima, una eventuale modifica intesa a realizza- riazione di capacita del condensatore variabile e,
re un comando di sintonía del tipo di quelli pre- conseguentemente, un cambiamento delle carat-
sentati nei ricevitori radio commerciali. teristiche intrinseche del circuito di sintonía, che
e sempre e principalmente composto da una bo-
bina e da! condensatore variabile. Il variare del-
le caratteristiche del circuito di sintonía provoca
CIRCUITO ACCORDATO
una variazione della cosiddetta frequenza di
Il circuito accordato, cioé il circuito di sintonia, sintonia di questo circuito, cioé quella frequenza
e composto dalla bobina L2 e dai condensatori corrispondente alla frequenza delle onde di una
C1-C2. La bobina L1 che, assieme alla bobina ben definita emittente radiofonica.
L2, e avvolta sullo stesso supporto, costituisce Per concludere possiamo dire che, quando varia
l'avvolgimento di antenna, quello ne! quale so- la capacita del condensatore variabile, per mezzo
no presentí tutti i segnali radio che si affollano della rotazione da noi imposta alla corrispon-
nello spazio che circonda il ricevitore radio. dente manopola di comando, il circuito di sin-
Ma le emittenti radiofoniche non possono esse- tonía e predisposto per ricevere un solo segna-

85
A1 A2 A3

t
5c4 11 1 11 111 AP
TR1 11 TR2 II TR3

t
q 0& 4
a lt L2 _2
1
f R1
a 11 / S1

Fig. 1- La prima parte del ricevitore, quella costituita


dalla bobina L1-L2 e dai condensatori C1-C2, rappre-
senta il circuito di sintonía dell'apparecchio radio.
11 diodo DI e l'elemento rivelatore dei segnali radio.
1 tre transistor, tutti di tipo NPN, compongono lo
stadio amplificatore di bassa frequenza. L'ascolto e
ottenuto attraverso un altoparlante, di piccolo o me-
dio diametro, con impedenza compresa fra i 4 e gli
8 ohm. Le tre prese di entrata A1-A2-A3 permettono
di collegare al ricevitore tre diversi tipi di antenna.
La tensione di alimentazione e
quella erogata da una
pila a torcia da 1,5 V. La ricerca delle emittenti si ef-
fettua spostando, lungo il suo asse, il nucleo di fer-
COMPONENTI
rite inserito nel supporto della bobina di sintonla.

Condensatori
C1 = 300 pF
C2 = 1.000 pF
le radio, scartando tutti gli altri presenti sul- C3 = 220.000 pF
l'avvolgimento di antenna Ll. C4 = 10.000 pF
In taluni apparecchi radio di tipo commercia-
le il sistema di ricerca delle emittenti radiofoni- Resistenze
che avviene in modo diverso, sía sotto l'aspetto R1 = 100.000 ohm
elettrico, sía sotto quello meccanico. In questi R2 = 33 ohm
apparecchi radio, che ebbero soprattutto grande
diffusione negli anni cinquanta, per ottenere una Varie
variazione della frequenza di risonanza, il valore TR1 = AC127
capacitivo del condensatore, che non e piü con- TR2 = AC127
densatore variabile, rimane costante, mentre si TR3 = BC301
provvede a far variare l'induttanza della bobina S1 = interruttore
di sintonía. E il risultato e sempre lo stesso. D1 = diodo al germanio
L1-L2 = bobina sintonía
Questo cambiamento viene ottenuto introducen-
Pila = 1,5 V
do un nucleo di ferrite dentro il supporto della
bobina di sintonía, oppure estraendolo, lenta-
mente, durante il processo di ricerca delle emit-

86
A1

A2

A3

TR1 TR2

tenti. Questo stesso sistema di sintonia, sia pure Fig. 2 - II montaggio del ricevitore del principiante
in forma rudimentale, cioé esente da ogni si- viene effettuato su una basetta di bachelite, con clr-
stema meccanico, e stato adottato ne! nostro cuito stampato, delle dimensioni di 6,5x4 cm. La bo-
bina L1-L2 e incollata sulla basetta stessa, dalla parte
ricevitore del principiante transistorizzato per opposta a quella in cui sono presenti le piste di rame
onde medie. Praticamente, dunque, il lettore, del circuito. In questa stessa parte della basetta pren-
per sintonizzarsi con una determinata emittente, dono posto gli alri componenti elettronici. 11 tutto po-
provvederá ad inserire, con un movimento di trá essere inserito in un contenitore di materiale iso-
lante. Non si puó far uso di un contenitore metallico,
apparente avvitamento, il nucleo di ferrite den- perché questo rappresenterebbe uno schermo elettro-
tro la bobina Ll, oppure provvederá ad estrarlo. magnetico per le onde radio in arrlvo. Si tenga pre-
Questa operazione e perfettamente equivalente sente che in questo disegno le piste di rame sono vi-
a quella piü tradizionale della rotazione del per- ste in trasparenza.
no del condensatore variabile. Sotto un aspetto
radioelettico si puó dire che, in un caso si fa va-
riare il valore capacitivo del circuito di sinto- segnali radio di alta frequenza in segnali di
nía, ne! nostro caso si fa variare quello in- bassa frequenza
duttivo. Negli apparecchi radio a valvole di vecchia pro-
duzione questo processo viene affidato ad una
valvola elettronica, che prende il nome di val-
PROCESSO DI RIVELAZIONE vola rivelatrice. In essa sono presentí due elet-
trodi : una placea e un catodo. Durante il pas-
Tutti i segnali radio, presentí ne! circuito di sin- saggio del segnale dal catodo alla placea, si ve-
tonia, sono segnali ad alta frequenza. E come rifica il processo di rivelazione, che non e an-
e ben risaputo, i segnali ad alta frequenza non cora un processo di rivelazione totale; infatti
possono essere trasformati in onde sonore per- esso consiste nella eliminazione delle semionde
cepibili dallorecchio umano. Il ricevitore radio di uno stesso nome (positive o negative) dal se-
deve quindi provvedere alla trasformazione dei gnale di alta frequenza. Ma le semionde di uno

87
e
1 • e ·:=2q
1RX ap
2 3
Flg. 3 - Dlsegno, a grandezza naturale, del circuito
stampato necessario per la realizzazlone del ricevito-
re del principiante. Questo circuito dovra essere rea-
@

7
--L-
lizzato da tutti coloro che vorranno costrulre il rice-
vitore senza l'ausilio della nostra scatola di montaggio.

stesso nome, uscenti dalla placea della valvola ri- l'emittore, che puo essere collegato direttamente
velatrice, contengono ancora una parte di segna- con la base del transistor successivo in virtu della
li di alta frequenza, che debbono essere eliminati quasi uguaglianza dell'impedenza di uscita di
tramite un condensatore cui e affidato il compito TRl con quella di entrata di TR2.
di convogliare a massa, cioe di disperdere questi Per poter continuare con il sistema del colle-
segnali. Ma lasciamo da parte il processo di rive- gamento diretto fra un transistor e l'altro, an-
lazione a mezzo valvola elettronica e veniamo a che per il secondo transistor ci si serve, come ele-
quello piü modero, adottato nel nostro ricevi- mento di uscita dei segnali amplificati, dell'emi-
tore, tramite componenti allo stato solido. tore, il quale viene direttamente collegato con la
La semplicita circuitale del nostro ricevitore non base del transistor amplificatore finale TR3. La
permette la composizione di un circuito di rivela- resistenza R2 ha il compito di polarizzare la base
zione complesso. Esso, infatti, viene ridotto alla del transistor TR3 e l'emittore di TR2.
sola presenza del diodo al germanio D 1. Lo stadio finale, pilotato da! transistor TR3, e
Il diodo al germanio e un semiconduttore, cioé montato secando la tecnica abituale; l'uscita,
un componente allo stato solido che permette il cioé, e rappresentata dal collettore, il quale ri-
passaggio delle sale correnti unidirezionali e non sulta collegato con !'altoparlante, la cui bobina
delle correnti variabili. mobile funge anche da elemento di carico di
Ma i segnali radio sano rappresentati da correnti collettore di TR3.
alternate ad alta frequenza; queste correnti, II transistor finale di potenza e un NPN di tipo
presentí ne! circuito di sintonía, incontrano, ne! BC301.
loro percorso, il diodo D 1, attraverso il quale L'interruttore Sl permette di accendere e spe-
soltanto le semionde di uno stesso nome riescono gnere il circuito di alimentazione, evitando un
a raggiungere il condensatore C3. A valle del eccessivo consumo di energía della pila quando
diodo D 1, dunque, si puo dire che siano presen- non si ascolta la radio.
tí soltanto segnali di bassa frequenza, che pos- L'alimentazione del circuito e ottenuta con una
sono essere amplificati e trasformati in voci e pila di tipo a torcia, con tensione di 1,5 V. II
suon1. consumo medio di corrente dell'intero circuito e
di 80 mA circa.
Prima di chiudere l'argomento alimentazione,
AMPLIFICAZIONE DEI SEGNALI RADIO sentiamo il dovere di raccomandare a quei let-
tori, che fossero tentati di aumentate il valore
I segnali rivelati raggiungono la base del tran- della tensione di alimentazione, ne! vano tenta-
sistor TRl, che e un transistor NPN di tipo tivo di elevare la potenza di uscita, di non sosti-
AC127. In questo transistor si verifica il primo tuire, per alcun motivo, la pila da 1,5 V con al-
processo di amplificazione dei deboli segnali capta- tra di tensione superiore, perché in questo caso
ti dall'antenna e trasformati in segnali di bassa si provocherebbe la distruzione immediata di
frequenza da! diodo D 1. I segnali amplificati uno o piü transistor.
escono dall'emittore di TRI e raggiungono la
base del secando transistor amplificatore di bassa
frequenza TR2, che e identico a TRl. COSTRUZIONE DEL RICEVITORE
Normalmente l'uscita dei segnali amplificati e
rappresentata da! collettore del transistor; ne! Tenendo canto che qualche lettore principiante
nostro caso invece l'uscita e rappresentata dal- puó essere giá in possesso di un piccolo altopar-

88
!ante, con impedenza compresa fra i 4 e gli 8 terminale della resistenza R1.
ohm, la nostra organizzazione ha ritenuto oppor- I transistor sono dotati di tre terminali, che cor-
tuno approntare il kit del ricevitore del princi- rispondono agli elettrodi di collettore-base-emit-
piante in due diverse versioni, quella comprensi- tore. Il terminale di collettore si trova in corri-
va dell'altoparlante e quella sprovvista dell'alto- spondenza di un puntino colorato impresso sull'in-
parlante. volucro esterno del componente; questo puntino
Tutti gli altri componenti che partecipano alla colorato permette di non sbagliare quando si ef-
composizione del ricevitore di figura 2 sono con- fettuano le saldature dei terminali. Comunque,
tenuti nella scatola di montaggio. la disposizione degli elettrodi riportata nello
schema di figura 2 e talmente chiara che non
La bobina di sintonia L1-L2 deve essere fissata
puó dar adito ad alcun dubbio.
alla basetta del circuito stampato per mezzo di
collante cellulosico, cioé per mezzo di un qualsia- II transistor TR3, che e un transistor al silicio,
si adesivo non conduttore. risulta costruito in modo diverso dai transistor
TRl - TR2. In esso non e presente alcun punti-
Le quattro estremita dei due avvolgimenti ven-
no colorato in corrispondenza dell'elettrodo di
gono infilate negli appositi fori e saldate a sta-
collettore. E' presente invece una piccola tacca
gno sulle relative piste di rame su! lato opposto
metallica (tacca-guida) in corrispondenza del-
della basetta.
l'elettrodo di emittore. Anche in questo caso,
I conduttori contrassegnati con le lettere A1-A2- prima di inserire il transistor su! circuito, oc-
A3, sono degli spezzoni di filo di rame rigido; su di correrá far bene attenzione al disegno di figura
essi, nel punto prescelto, verra collegato il con- 2, disponendo gli elettrodi ne! modo chiaramente
duttore di discesa d'antenna. Volendo ottenere indicato dal piano di cablaggio.
una costruzione piü accurata, il lettore potra so-
stituire i tre spezzoni di filo con altrettante boceo-
le colorate.
Una volta applicata la bobina d'antenna, si prov-
ANTENNA RICEVENTE
vedera ad inserire ne! circuito i condensatori,
collegando a stagno i loro terminali sulle piste A montaggio ultimato, nessuna operazione di ta-
di rame; poi si applicheranno le due resistenze, ratura o messa a punto e necessaria per il buon
il diodo al germanio Dl, i tre transistor, l'inter- funzionamento del ricevitore, che richiede sol-
ruttore S1 e la pila. Il tutto potra essere inserito tanto due operazioni: quella di accensione del
in una scatolina di plastica con funzioni di con- circuito, tramite l'interruttore S1, e quella di ri-
tenitore. Si tenga presente che il diodo al germa- cerca delle emittenti radiofoniche, tramite lo
nio DI e nn semiconduttore, cioe un componen- spostamento del nucleo di ferrite dentro il sup-
te polarizzato. In esso appare una fascetta co- porto della bobina L1-L2.
lorata, cosl come indicato nello schema pratico di Ma per ottenere un ascolto sufficientemente for-
figura 2. Ebbene, il terminale del diodo che si te delle emittenti locali, e assolutamente neces-
trova dalla parte della fascetta <leve essere col- sario realizzare i collegamenti di antenna e di
legato sulla pista di rame alla quale fa capo un terra.

EVENTUALE INDICE

Fig. 4 - Coloro che voles-


~ ._ !: ,
oAa

(,,} NUCLEO •·-·,1


/

-~
/
FUNICELLA

- /
2 GIRI

sero abbellire il ricevlto-


re del principiante con un
efficlente e pratico coman-
do di sintonia, potranno
PULEGGIA
'
\ 7 I PERNO
SINTONIA
/ FORI $ 1/2 mm
realizzare questo semplice
sistema meccanico di spo- OCCHIELLI
stamento del nucleo di fer- IN RAME
rite lungo l'asse della bo-
bina di sintonia.

89
11 collegamento di terra si effettua collegando al pio, dovrá essere prima raschiato accuratamente
circuito di massa del ricevitore un filo di rame, fino ad evidenziare tutta la lucentezza del me-
di qualunque diametro, il cui terminale opposto tallo. 11 conduttore dell'acqua o del gas dovra
verra saldamente attorcigliato e legato attomo essere anch'esso raschiato allo stesso modo, cosi
ad un conduttore dell'acqua, del gas o del ter- che fra il conduttore di rame e il tubo si veri-
mosifone. fichi un perfetto contatto elettrico.
Questo secondo collegamento deve essere ef- L'antenna piu adatta per ottenere il massimo
fettuato a regola d'arte; il filo di rame, ad esem- rendimento da! ricevitore e quella di tipo Mar-

LA SCATOLA DI MONTAGGIO DEL


RICEVITORE DEL PRINCIPIANTE
CONTIENE:

N. 1 circuito stampato - n. 1 bobina sintonia - n. 1 spezzone di ferrite - n. 1 interruttore -


n. 1 pila a torcia da 1,5 V - n. 3 transistor- n. 4 condensatori - n. 2 resistenze - n. 1 diodo
al germanio.

.-
j "
=emee
Tutti i componenti necessari per la realizzazione di questo ricevitore sono contenuti in
una scatola di montaggio venduta dalla nostra organizzazione in due diverse versioni: a
L. 3.500 con altoparlante e a L. 2.900 senza altoparlante. Le richieste debbono essere fat-
te inviando anticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. 3/26482 intestato a ELETTRO-
NICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.

90
coni, installata nella parte piü alta del tetto, nel-
lunghezza di qualche decina di metri. Quest'ul-
rima soluzione e da considerarsi ottima per co-
loro che abitano fuori dai centri abitati, in lo- GLI ATTREZZI
calita isolate.
Per chi abita in citta e, soprattutto, per chi abita DEL
nei primi piani dei palazzi costruiti con cemento
;;.rrnato, e consigliabile l'installazione di un'anten- PRINCIPIANTE
na estema, che puo essere rappresentata da un
filo teso lungo il davanzale della finestra.
ulio schema elettrico di figura 1 e su quello pra-
tico di figura 2, i punti del circuito sui quali ver-
ra saldato il terminale di antenna sono con-
trassegnati con Al - A2 - A3. In questi tre punti
verra collegato uno dei tre possibili tipi di an-
ienna, ne! modo seguente: ~ , f
f

Al = antenna lunga (oltre i 5 metri) ~

A2 = antenna media (al di sopra dei 2 metri


al di sotto dei 5 metri)

A3 = antenna corta (sino a 2 metri).

Qualunque sia il tipo di antenna adottata, il


rendimento del ricevitore risultera condizionato
dalla localitá in cui esso e destinato a funzionare, IN UN UNICO KIT
cioe dalla distanza piü o meno grande dalla
emittente locale. PER SOLE
INDUTTORE VARIABILE
LIRE 7.500
Coloro che volessero abbellire il ricevitore con
un comando di sintonía normale, potranno rea-
lizzare la meccanica riportata in figura 4, crean-
CONTIENE:
do un vero e proprio induttore variabile. 1 saldatore istantaneo (220 V - 90 W)
1 punta rame di ricambio
L'unica diffcoltá che si incontra nella realizza-
1 scatola pasta saldante
zione di questo comando e rappresentata dalla
90 cm. di stagno preparato in tubetto
foratura dello spezzone di ferrite, che e un mate-
1 chiave per operazioni ricambio punta saldatore
riale duro ma fragile. Per ottenere i due fori paio forbici isolate
alle due estremita del nucleo si dovranno usare
pinzetta a molle in acciaio inossidabile con
piccole frese smerigliate, del tipo di quelle adot- punte internamente zigrinate
tate nei gabinetti dentistici. cacciavite isolato afia tensione di 15000 V
Queste piccole frese si possono acquistare presso 4 lame intercambiabili per cacciavite con innesto
i negozi di ferramenta. Con le normali punte da a croce
trapano da 1 mm si fora male, perché il filo della
punta si consuma subito.
Ma la foratura del nucleo di ferrite puo anche
Le richieste del kit degli ATTREZZI DEL PRIN-
essere evitata; basta infatti applicare alle estre- CIPIANTE • debbono essere fatte a: Elettronica
mita della ferrite un po' di nastro adesivo, in Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti n. 52, in-
modo da creare un attacco con le due estremitá viando anticipatamente l'importo di L. 7.500 a
mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482 (spese
della funicella. Lasciamo dunque allo spirito di
di spedizione comprese).
iniziativa del lettore e alla sua fantasia creativa
questo particolare compito.

91
1 PRIMI PASSI

Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioe


a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni piü
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno gia acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

11 trigger di Schmitt, noto anche come « bilan- stazioni dei radioamatori e dei CB, nelle quali
cia di Schmitt » e uno dei circuiti che si incontra- permette di pilotare lo squelch.
no pi frequentemente nelle varie applicazioni
elettroniche. La sua funzione e quella di « di-
scriminare » in ampiezza un segnale applicato COME FUNZIONA IL TRIGGER DI SCHMITT
all'entrata, cioé di riconoscere se un segnale e su-
periore o inferiore ad un livello di tensione pre- Il trigger di Schmitt e un circuito in grado di
stabilito. fornire, all'uscita, due soli livelli: il livello O e
Le applicazioni di questo circuito sono moltepli- il livello I, in stretto rapporto con ció che accade
ci ed abbracciano praticamente tutti i settori nei circuiti di tipo logico (AND, OR, FLIP-FLOP,
dell'elettronica, quello industriale, ove e utilizza- ecc.).
to nei sistemi di controllo, quello delle logiche nei I livelli O e 1 rappresentano, ovviamente, soltan-
laboratori, quello dei dispositivi di aliarme e, to delle indicazioni simboliche formali, dato che
per ultimo quello di taluni circuiti radio nelle gli eff ettivi valori di tensione possono assumere

92
15 V 1 1 1 1 1 1 1 L___j

be ... TENSIONE
IN USCITA -- ...-- -
-

Fig. 1 - Questi due gruppl di diagrammi interpretano il funzlonamento della bllancla di Schmitt. Comunque
siano i segnali applicati all'entrata del circuito, di forma irregolare, gruppo a sinistra, oppure di forma re-
golare sinusoidale, gruppo a destra, all'uscita del circuito sono presenti onde perfettamente squadrate.

valori diversi; ad esempio lo 0 puó essere rap- to del valore di soglia, l'uscita ritorna da 1 a O,
presentato dalla tensione di 1 V, mentre l'l puo e altrettanto vero che i due valori di soglia non
essere rappresentato da una tensione di 10 V. coincidono mai parfettamente, ma differiscono
L'uscita del dispositivo si porta bruscamente da fra loro di un valore, normalmente abbastanza
O a 1 non appena il segnale di entrata supera un piccolo, chiamato « isteresi »
certo valore di soglia; il superamento di questo Per chiarire meglio tale concetto occorre far ri-
valore puo essere di pochi millivolt. ferimento al. diagramma riportato in figura 2,
A differenza di quanto avviene nei circuiti di ne! quale e espresso l'andamento della tensione
comparazione, l'uscita non passa gradualmente di uscita Vu in funzione di quella di entrata Ve.
dallo O ali' 1, ma il passaggio si verifica attraver- Osservando questo diagramma si puo notare che,
so un « salto » che caratterizza appunto questo applicando un segnale di entrata di tensione V
tipo di circuito. molto bassa, il corrispondente valore della ten-
Ed e proprio per quest'utimo motivo che la bi- sione di uscita e O. Aumentando invece gradual-
lancia di Schmitt viene spesso usata per conver- mente il valore della tensione di entrata, si rag-
tire segnali di forma irregolare o strana, spesso
sovrapposti a segnali-disturbo di vario genere, in
onde perfettamente squadrate che non risentono
in alcun modo dei disturbi presentí ne! segnale. Fig. 2 - 11 grafico qui rlportato interpreta il fenomeno
di lsteresi della bllancla di Schmitt. L'andamento del-
I diagrammi riportati in figura 1 interpretano il la tensione di uscita Wu e espresso In funzlone di
funzionamento della bilancia di Schmitt in pra- quella di entrata We.
tica.
Finché il valore della tensione di entrata si con-
serva al di sotto del valore di soglia, indipenden-
temente dalla forma del segnale stesso, la ten-
sione di uscita rimane ferma al valore O, mentre
quando si verifica il superamento del valore di
Vu
soglia, il trigger entra bruscamente in azione ele-
vando ad 1 il valore della tensione di uscita. ,a
]----------r

~
ISTERESI DEL CIRCUITO
Sino ad ora abbiamo considerato la bilancia di 0[---- ±
1
1 1
Schmitt come un circuito dotato di un preciso 1

valore di soglia. Ma cío non corrisponde alla Vo V V v, Ve


realta. Infatti, pur rimanendo valido il concetto
che, una volta superato il valore di soglia, l'usci-
ta passa da O ad 1, ed essendo altrettanto valido
il conce1 to opposto per cuí, scendendo al di sot-

93
Fig. 3 - Esem plo di cir-
cuito elettrico, di tipo piü
clas sico , del trigger di
Schmitt. In questo sche-
ma vien e inte rpretata la
prima de lla due co nd izio,
ni di funzlonamen to del cir-
cuito . Con il pulsante aper-
to nessuna corrente flui-
sce attraverso il circuito
di base del transistor TR1,
che si trova all'lnterdizio-
ne. La lampada LP1 ri-
mane spenta.

giungera un valore della tensione di soglia V, polarizzato a massa (tensione di O V) attraverso


che rappresenterá una transizione dell'uscita a 1. la resistenza R2; non verificandosi il passaggio
Continuando ad aumentare la tensione di en- di corrente, la lampada LPI rimane spenta.
trata, elevandola ad esempio sino a V,, non si Supponendo che la tensione di alimentazione sia
verifichera alcun mutamento all'uscita. d 24 V, su! collettore di TRI si misura l'intero
Riprendendo ora a diminuire il segnale di entra- valore di questa tensione, perché sulla resistenza
ta da V verso V,, ci si accorgera che, una volta non si verifichi alcuna caduta di tensione e quin-
raggiunto questo valore, la tensione di uscita non di non esiste corrente di collettore.
ritorna a O, ma rimane a I sino a che, diminuen- La tensione di 24 V viene applicata, tramite il
do ulteriormente il segnale, non si giunge ad una partitore resistivo R3-R4, alla base del transi-
nuova tensione di soglia V,, che determinerá il stor TR2 che, in virtú della forte corrente di
ritorno della tensione di uscita a O. base, che lo viene ad interessare, si porta in con-
duzione, permettendo l'accensione della lampa-
da LP2.
CIRCUITO ELETTRICO Quando si preme il pulsante (figura 4) fluisce una
certa corrente sulla base del transistor TRI, at-
II circuito piu classico del trigger di Schmitt e traverso la resistenza di limitazione Rl. II tran-
pilotato da due transistor, che compongono un sistor TRI, quindi, raggiunge lo stato di satura-
circuito razionato positivamente ed accoppiato zione e provoca l'accensione della lampada LPl.
in corrente continua, cioe senza l'interposizione Poiché la resistenza R5 e calcolata in modo da
di condensatori tra uno stadio e l'altro. In que- ottenere una caduta di tensione di 5 V, e dato
sto tipo di circuito quando un transistor si trova che la tensione di collettore-emittore di TRI e
all'interdizione, cioe non conduce, l'altro e in di circa O V, ne consegue che anche la tensionc
saturazione o, almeno, nello stato di forte con- su! collettore di TRI e di 5 V circa; conseguen-
duzione. temente, per effetto del partitore di tensione
II circuito elettrico del trigger di Schmitt di tipo R3 - R4, la base del transistor TR2 si trova alla
classico e riportato nelle figure 3 - 4, nelle quali tensione di 3 V circa.
sono schematizzate le due diverse condizioni di Poiché la tensione sull'emittore di TR2 e di 5 V
funzionamento del circuito. e quella sulla base e di solí 3 V, cioe negativa di
In figura 3 il pulsante e aperto e non vi e quin- 2 V rispetto all'emittore, questo transistor si tro-
di alcuna corrente su! circuito di base del tran- va sicuramente ed automaticamente all'interdi-
sistor TRI; esso si trova all'interdizione, essendo zione e la lampada LP2 rimane spenta.

94
UN CIRCUITO PRATICO di emittore risultera di 5 V e il transistor TRl
si portera all'interdizione.
Abbiamo fin qui chiaramente interpretato il fe- Quando la tensione di base di questo transistor
nomeno per cui, in un trigger di Schmitt, quando supera di 0,6 V la tensione di emittore, il tran-
un transistor conduce, l'altro si trova all'interdi- sistor comincia a diventare conduttore, mentre
zione e viceversa. Non abbiamo invece ancora in- la tensione di collettore di TRl diminuisce. In
terpretato la caratteristica piu saliente del trig- conseguenza di ció si verifica una diminuzione
ger di Schmitt, cioé quella di « scattare » quan- della corrente di base di TR2 e una sua minore
do viene superato un certo valore di soglia. conduzione che si traduce in un abbassamento
II circuito che pennette di verificare praticamen- della tensione sui terminali della resistenza RS.
te tale caratteristica e riportato in figura 5. Quest'ultima condizione elettrica provoca un au-
mento della tensione di base di TRl e un ulterio-
Esso ripropone sostanzialmente gli stessi circuiti
re aumento della conduzione di TRl, che porta
rappresentati nelle figure 3-4, con la sola ecce-
ad un ciclo di reazione analogo a quello appena
zione della diversa polarizzazione del transistor
descritto.
TRl, che permette, tramite il potenziometro R2,
Non appena TRI diviene conduttore, scatta un
di regolare con continuita la conduzione elet-
meccanismo automatico di reazione che, rapida-
trica del transistor stesso.
mente, ne! tempo di pochi milionesimi di secon-
Le resistenze R1 - R3 servono per limitare la mas- do, costringe il transistor TR2 alla totale condu-
sima corrente di base attraverso TRl, mentre la zione, mentre TR2 si trova all'interdizione senza
resistenza R3 permette di regolare la sensibilita che sia necessario aumentare ulteriormente la
del trigger. tensione di entrata.
Un fenomeno analogo avviene durante la com-
mutazione inversa; anche in questo caso quindi,
COME SI PRODUCE LO SCATTO non appena si scende al di sotto del valore di
soglia, si ottiene un'azione rigenerativa del cir-
Come abbiamo visto in precedenza, supponendo cuito che provvede ad invertire rapidamente
di far variare R2, partendo da massa, la tensione l'uscita.

24V

1 LP1
ACCESA
LP7

PUS
CIU SO

5
Fig. 4 - Seconda condi-
zione di funzionamento del- R2
RA R5
la bilancia di Schmitt. 11
pulsante chiuso fa scorrere
una certa corrente sulla
base del transistor TR1,
che raggiunge lo stato di
saturazione e provoca l'ac-
censione della lampada
LP1.

95
Fig. 5 - Non essendo posslbile aver sottomano un ap-
parato generatore di segnali variabili a frequenze mol-
to basse, visiblli ad occhio nudo, si provvede a far
variare la tensione, in modo irregolare, ruotando a
destra e a sinistra la manopola del potenziometro R2.
P2 Sul voltmetro e possibile leggere il valore della ten-
sione di soglia. La reallzzazlone pratica di questo trig-
ger di Schmitt permettera di constatare che l'accen-
sione delle due lampade avviene alternativamente. Le
resistenze R1-R3 limitano la corrente di base sul tran-
24v
sistor TRI1.
e

prescritto, si potra notare come la sensibilitá del


circuito ed i valori di soglia varino in dipendenza
dei diversi componenti.
Il progetto di figura 5, dovendo pilotare diretta-
VOLTM mente lampade a filamento, non risulta molto
sensibile. Esso non e dunque utilizzabile per il
funzionamento di fotoresistenze, termistori o com-
ponenti simili, in sostituzione delle resistenze RI
o R2, per la realizzazione di antifurti, allarmi elet-
tronici o altri apparati di questo tipo.
Qualora non si pretendessero prestazioni profes-
sionali del circuito, evitando il funzionamento a
frequenze elevatissime, con fronti di salita e di-
scesa di pochi nanosecondi (miliardesimi di se-
condo), la realizzazione del progetto di figura 5
e da considerarsi alla portata di tutti i princi-
COMPONENTI pianti. Anche il cablaggio « volante » riportato
in figura 6 permette di ottenere un buon fun-
zionamento, parí a quello ottenibile con la rea-
lizzazione su circuito stampato.
Resistenze
L'alimentazione del trigger di Schmitt e otte-
R1 = 1.500 ohm
nuta con il collegamento di pile, in serie, fino
R2 = 20.000 ohm (potenziometro)
R3 = 1.500 ohm al raggiungimento della tensione di 24 - 26 V
R4 = 1.500 ohm cIrca.
R5 = 100 ohm Volendo sostituire le pile con un alimentatore, si
R6 = 3.300 ohm potra realizzare il circuito rappresentato in figura
7, che risulta di semplice concezione e di facile
Varie costruzione; ma la caratteristica fondamentale di
TR1 = 2N1711 questo alimentatore e quella di risultare molto
TR2 = 2N1711 econom1co.
LP1 = lampada a filamento (24 V - 50 mA)
LP2 = lampada a filamento (24 V- 50 mA) Qualsiasi altro tipo di alimentatore, anche non
Alimentaz. = 24 V stabilizzato, puó essere accoppiato con la nostra
Voltmetro = 30 V fondo-scala bilancia di Schmitt, purché la tensione di uscita
rimanga compresa fra i 24 e i 26 V.
Gli elementi necessari per la realizzazione del-
l'alimentatore di figura 7 sono: trasformatore di
ELEMENTI DI PRATICA alimentazione TI, che <leve essere in grado di
erogare, su! secondario, una tensione di 20 V e
Servendosi di un voltmetro, cosl come indicato una corren te di 0,5 ampere; servono ancora 4
nello schema pratico di figura 6, si potranno mi- diodi al silicio, un condensatore elettrolitico e
surare i due valori di soglia e, mediante succes- una lampada-spia, che rimarrá costantemente
sivi esperimenti, il valore della resistenza R3. accesa finché l'avvolgimento primario di TI si
Servendosi di transistor di tipo diverso da quello trova sotto tensione.

96
VOLT METRO
30V fondo scala

TR2

Flg. 6 - Realizzazlone pratlca del trlgger di Schmitt. Fig. 7 - Con semplice alimentatore, munito di trasforma-
Servendosi di un tester, commutato nelle misure volt- tore con secondario a 20 V, e possiblle far funziona-
metriche a 30 V fondo-scala, si potranno misurare i re il progetto di figura 6, che rlchiede una tenslone di
due valori di soglia. La senslbilita del circuito e gli alimentazione continua di 24 V.
stessi valori di soglia variano col variare del tipo di
componenti adottatl.

11


20v

COMPONENTI 24-26V

C1 = 1.000 F - 35 VI (elettrolitico)
D1 - D2- D3 - D4 = diodi al silicio tipo BY126
LP = lampada-spia (24 V - 50 mA)
T1 = trasf. d'alimentaz. (sec. 20 V - 0,5 A)

97
AMPLIFICATORE
OPERAZIONALE

VI PRESENTIAMO
ALCUNE
TIPICHE
u
E SEMPLICI
APPLICAZIONI
DEGLI OPERAZIONALI,
CON
PARTICOLARE
ATTENZIONE ALL'INTEGRAT A709

Molti nostri lettori avranno certamente sentito vole elettroniche, apparendo come degli appa-
parlare di amplificatori operazionali e, senza sa- rati molto voluminosi ed ingombranti, anche se
pere di che si tratti, avranno pensato a chi sa il guadagno raggiunto con le valvole elettroni-
quali diavolerie tecniche o scientifiche. che era notevolissimo.
In realtá gli amplificatori operazionali, che un Successivamente, gli amplificatori operazionali
tempo venivano abbondantemente utilizzati nei vennero miniaturizzati, dopo l'avvento dei tran-
calcolatori analogici, che non sono quelli cono- sistor. Soltanto in tempi recenti, con l'introdu-
sciuti attualmente e che vanno sotto il nome di zione degli operazionali integrati, a basso costo,
calcolatori digitali, logici o numerici, servivano essi hanno raggiunto un notevole sviluppo anche
per risolvere determinate operazioni e altro non ne! settore consumistico.
erano che normalissimi amplificatori dotati di un Gli amplificatori operazionali, per le loro eccel-
elevatissimo guadagno, anche 200.000 volte, e lenti qualitá e facilita d'impiego, possono essere
di un'ampia banda passante necessaria per otte- utilizzati anche al di fuori del settore industriale,
nere una suficiente velocita di calcolo. permettendo la realizzazione di semplici amplif-
I primi tipi di amplificatori operazionali, utiliz- catori audio, correttori di tono, equalizzatori, fil-
zati nei calcolatori, montavano ovviamente val- tri attivi, alimentatori stabilizzati ed una infi-

98
Flg. 1- Gli am plificato ri operazion ali rlchiedono un
sistema di alimenta zione doppia; occo rre quindi poter
disporre di due te nsioni di ugual valor e ma di segno
opposto rispe tto a mass a. Queste po ss ono esse re ot-
tenute con due pile oppure con due alimentatori sta-


bllizzati

PILA 15V
e +
30V

Fig. 2 - Esempio di impiego dell'integrato µA709 In un


amplificatore di bassa frequenza. Piu precisamente si
tratta di un amplificatore invertltore, dato che il segnale ± 1\/
di entrata e applicato tra l'ingresso negativo (piedino 2)
e massa.

nita di altre apparecchiature di uso corrente.


A questo punto sorge spontanea la domanda di
che cosa possa servire un amplificatore con un
guadagno tanto elevato, dato che esso non puo
essere praticamente utilizzato in un qualsiasi cir-
cuito lineare.
In pratica il guadagno di un operazionale, cosi
come quello di ogni altro buon amplificatore, puo
venire totalmente determinato da una opportuna
rete di controreazione. Infatti, tanto piu elevato
e il guadagno dell'amplificatore (guadagno in-

Fig. 3- Cablaggio dell'amplificatore invertitore con in-


tegrato A709; i cavetti di entrata e di usclta devono
necessariamente essere realizzati con cavetto scher-
mato. Le piste di rame debbono intendersi viste in
trasparenza.

COMPONENTI
Condensatori
C1 = 1 F
100 pF ENTR.
C2 =
C3 4,7 pF

Resistenze
R1 = 10.000 ohm
R2 = 10.000 ohm
R3 = 1.500 ohm
R4 = 3 megaohm
R5 = 47 ohm

Varie
IC = A7O9
Alimentaz. = + 15 V - 15 V

99
L'INTEGRATO A709

Prima di tutto, per fare una certa conoscenza


con questo interessantissimo circuito integrato, ri-
teniamo necessario presentare la sua... carta di
identitá, cioé le sue caratteristiche tecniche piü
salienti.
Il contenitore piü diffuso del (A709 di tipo
TO-99 (simile ad un transistor di media poten-
za in con teni tore TO-5, ma con 8 terminali);
viene costrui ta anche la serie D IP plastica a 14
piedini come quella dei comuni circuiti integrati
digitali.

COMPONENTI
Fig. 4 - Circuito stampato, in grandezza naturale, ne-
cessario per la realizzazione del cablaggio dell'ampli- Condensatori
ficatore operazionale. C1 = 1 F
C2 = 100 pF
C3 = 4,7 pF
trinseco senza controreazione), tanto pid questo
puo venir determinato con precisione dalla sola Resistenze
rete di controreazione. E ció permette, ad esem- R1 = 100.000 ohm
pio, di realizzare due amplificatori perfettamen- R2 = 10.000 ohm
te identici, sia per quel che riguarda l'amplif- R3 = 1.500 ohm
R4 = 10.000 ohm
cazione, sia per quel che riguarda la risposta in
frequenza, utilizzabili in complessi stereofonici di
R5 = 47 ohm
R6 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
ottima qualita. R7 = 100 ohm

Varie
VANTAGGI DEGLI INTEGRATI IC = A7O9
Alimentaz. = + 15 V 15 V
La realizzazione di una apparecchiatura con cir-
cuiti integrati non e soltanto un adeguamento
tecnico con il progresso dell'elettronica, ma si-
gnifica anche il raggiungimento di un complesso
di migliori prestazioni in minor spazio e, gene-
ralmente, a piü basso costo. Inoltre, quando si e
fatta un po' di pratica con questi componenti,
ci si accorge presto della possibilita di realizzare
apparati al passo con i tempi, notevolmente sofi-
sticati e con il solo impiego di pochi componenti
esterni e poche saldature, che permettono di sem-
plificare il lavoro di montaggio con risultati im-
mediati e di alto livello qualitativo.
Abbiamo quindi voluto presentarvi alcune tipi-
e.
che e semplici applicazioni degli operazionali, in-
dirizzando la nostra scelta verso il piu popolare
di questi dispositivi, cioe verso un circuito intc-
grato di facile reperibilitá commerciale e a prez-
zo decisamente concorrenziale, perché esso viene Fig. 5- Esempio di circuito amplificatore di bassa fre-
quenza ad elevata impedenza di ingresso. Questo cir-
a costare press'a poco quanto un paio di tran- cuito che, come gli altri, utilizza l'operazionale µA709,
sistor di media potenza. puó essere collegato con sorgenti di tipo piezoelettrico.

100
AMPLIFICATORE BF
50 WATT
IN SCATDLA
DI MONTABGGIO
l. 21.500
CARATTERISTICHE
Potenza muslcale 50 W
Potenza continua 45 W
lmpedenza d'uscita 4 ohm
lmpedenza entrata El superlore a 100.00 ohm
lmpedenza entrata E2 superlore a 1 megaohm
Sens!bilitá entrata Et 100 mV per 45 W
Senslbllita entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione int. al 2% a 40 W
Semlconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodl al silicio
+ 1 diodo zener
Allmentazlone 220 V
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W
Rapporto segnale/dlsturbo 55 dB a 10 W

11 kit e comprensivo di tutti gli


Questa scatola di montaggio, veramente pre- elementi necessari perla realiz-
stigiosa, si agglunge alla collana • del kit ap-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- zazione dell'amplificatore ripro-
ficatore di potenza, appositamente concepito dotto nella foto. Per il suo com-
per l'accoppiamento con la chítarra elettrica,
e dotato di due entrate ed e quíndi adattabile pletamento il lettore dovra pro-
a molte altre sorgenti di segnali BF, cosl da curarsi, per proprio conto, gli al-
rendere l'apparato utilissimo per gll usi piu
svariati. toparlanti e il contenitore.
lI kit e comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz
zazione del/amplificatore riprodotto nella foto, Per il suo com-
pletamento Il lettore dovrá procurarsi, per proprio conto, gli
altoparlantie il contenitore

LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA L. 21.500. Per richiederla occorre inviare


il relativo importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRA-
TICA - 20125 MILANO - Via Zureti 52 (nel prezzo sono comprese anche le spese
di spedizione).

293
Questo tipo di integrato assai raramente reca la

RIATOR sigla citata, ma a seconda della casa produttrice


e del tipo di contenitore vengono usate le se-

ELETTRONICI guenti sigle: U5B770939X (SGS in TO-99),


U6E7709393 (SGS in DIP 14), FAIRCHILD

DI LUMINOSITA'
Con questi piccoli apparati elettronici, pi-
(stessa siglatura), MCl 709CG (Motorola in TO-
99), MCl 709CL (Motorola DIP 14), LM709C e
LM709CN (National), SN52709L e SN72709L
lotati a TRIACS, potrete regolare, a pia-
(Texas).
cere, la luminositá di un lampadario, di
una lampada da tavolo o da notte. Favo- Noi facciamo riferimento al modello µA709C, il
riscono il risparmio, non dissipano corren- cui standard di temperatura va da 0ºC a 70ºC;
te inutilmente, moltiplicano le prestazioni esistono altri modelli con gamma piü ampia di
delle vostre lampade e valorizzano i vostri
temperatura, destinati per la maggior parte ad
lampadari.
applicazioni militari ed industriali; questi mo-
delli sono di costo assai superiore e di difficile
reperibilita commerciale.
Il A709 e un amplificatore operazionale ad alto
guadagno, costruito su un singolo « chip » di si-
licio con il processo planare epitassiale.
Esso offre una bassa deriva, un'alta impedenza
d'ingresso, un'ampia dinamica della tensione di
ingresso, un'elevata uscita e un basso consumo.
Mod. vel 300/v/e
11 dispositivo, inoltre, e dotato di una eccezio-
Sostituisce gil interruttori su cavo, é completo di
manopola, interruttore separata, spina, metrl 1,5 nale stabilitá termica e puó operare entro ampi
plú metrl 1 di cavo. Regala una sola luce (300 W limiti della tensione di alimentazione, con lievi
- 220 V).
Prezzo L. 6.400
degradazioni delle caratteristiche.
L'amplificatore e destinato ad impieghi in servo-
meccanismi, calcolatori analogici ad alta impe-
denza, strumentazioni a basso livello e genera-
E' dotato di inter- zione di speciali funzioni di trasferimento li-
ruttore a scatto sul-
la manopola di re-
nean.
golazione. E' com- Questa descrizione, riportata dalla SGS, forni-
pleto di presa in-
corporata, metri 1 ,5 sce esaurientemente tutte le note caratteristiche
di cavo e spina che del componente, suggerendo molte idee sulla sua
permettono l'allac-
clamento immedlato possibilitá di pratica applicazione. Ma vogliamo
alle spine di qual- anche citare alcune cifre, relative alle caratteri-
siasi lampada o lu-
me (300 w - 220 stiche del componente, in modo da completare
V). •
Prezzo L. 5.900
esaurientemente questo argomento:

Tensione di alimentazione ± 18 V
Mod. vel 500/parete Resistenza d'ingresso 250.000 ohm
E' particolarmente Resistenza d'uscita 150 ohm
adatto per lampada-
ri. L'interruttore é Guadagno 45.000 volte
di tipo statico (500
w- 220 V). Reiezione 90 dB
Prezzo L. 6.200 Consumo 80 mW
Tensione d'ingresso max ± 14 V
Le richieste debbono essere fatte invian Banda passante 0- 1 MHz
do anticipatamente l'importo, a mezzo va
glia o c.c.p. n. 3/26482, intestato a: ELET
TRONICA PRATICA - 20125 MILANO Come si vede, queste caratteristiche sono di ...
Via Zureti, 52. tutto rispetto e ben si adattano alla realizzazione
di apparati audio in bassa frequenza.

102
flg. 6 - Progetto di filtro passa-basso, cloé di ampli-
ficatore controreazionato, a guadagno varlablle, con
lngresso ad alta lmpedenza.

sporre di due tensioni di ugual valore ma di se-


gno opposto rispetto a massa, ottenibili ad esem-
pio con due pile o, meglio, con due alimentatori
stabilizzati.

f.±.-
l
IL A709 IN PRATICA

Uno dei pm semplici circuiti di impiego del


.A709 e riportato in figura 2.
L'amplificatore operazionale e evidenziato, sim-
bolicamente, da un triangolo, che forma una
freccia ideale indicante il verso dell'amplificazio-
ne. Alla punta della freccia, cioe al vertice del
triangolo, corrisponde l'uscita del componente;
sulla base del triangolo sono presentí due entra-
te, contraddistinte con i simboli (ingresso in-
vertitore) e + (ingresso non invertitore). Ció sta
a significare che, applicando all'ingresso un se-
gnale negativo, esso verra riprodotto in uscita
amplificato e capovolto, cioé sfasato di 180°; ap-

COMPONENTI plicando il segnale all'entrata positiva, questo


all'uscita conservera la stessa fase del segnale di
entrata.
Condensatori
Lo schema rappresentato in figura 2 e quello di
C1 = 1 F
un amplificatore invertí tore, dato che il segnale
C2 = 10.000 pF
di entrata e applicato tra l'ingresso negativo e
C3 = 100 pF
massa a ttraverso la resistenza R 1.
C4 = 4,7 pF
Tra l'uscita e l'entrata-invertitore e posta la re-
Resistenze sistenza R4 che realizza una reazione negativa e,
R1 = 1.000 ohm unitamente alla resistenza Rl, determina il gua-
R2 = 10.000 ohm dagno dell'amplificatore parí a R4/Rl, se il se-
R3 = 100.000 ohm gnale di entrata e a bassa impedenza.
R4 = 1.500 ohm In questo stesso circuito si possono notare altri
R5 = 100 ohm
componen ti elettronici come, ad esempio, R2-C1,
R6 = 10.000 ohm
che provvedono a bilanciare gli stadi di ingres-
R7 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
so dell' amplifica to re; la resistenza R5 protegge
R8 - 47 ohm
l'operazione da eventuali cortocircuiti in uscita.
Varie Ai componenti R3-C2-C3 e affidato il compito
IC = A709 di mantenere stabile il circuito entro tutta la
Alimentaz. =4 15 V 15 V banda passante. Se questi componenti non fos-
sero presentí, quando si controreaziona un ope-
razionale, insorgerebbero delle oscillazioni dovute
alla estesissima banda passante asunta dall'am-
plificatore, rendendo cosl precarie le condizioni
L'ALIMENTAZIONE
d'impiego dell'apparato. Con l'aggiunta di que-
L'unico svantaggio, di questo e di molti altri sti componenti esterni, che realizzano la cosid-
amplificatori operazionali, consiste nel richiedere detta « compensazione di frequenza », ci si mette
una alimentazione doppia. Ció significa, come al riparo da simili aventualitá.
si puó vedere in figura 1, che occorre poter di- In circuiti integrati operazionali, di tipo piu

103
luzione realizzativa ogni qualvolta si debbano
impiegare circuiti integrati senza incorrere ne!
rischio di falsi contatti fra i piedini del compo-
GUADAGNO
nente.
·n circuito stampato e stato appositamente con-
cepito per !'uso dell'integrato µA709 in conte-
nitore metallico T0-99. Per il contenitore di pla-
stica occorre provvedere ad una diversa proget-
tazione del circuito stampato, tenendo presente
la corrispondenza dei terminali, tra i due mo-
1

wE-7
--y-- _y----
/ F

500 100 O 2000 5000 HZ

Flg. 7 - Questo diagramma evidenzia le frequenze alte


dello spettro audio; la risposta in frequenza si rife-
risce a quella del progetto rappresentato In figura 6.

Fig. 8 - Esempio di filtro passa-alto. II condensatore


C2 si comporta come un circuito aperto e il guadagno
e
dell'ampllficatore determinato dal rapporto R6/R2.

moderno, come ad esempio l'integrato L141, che


ha la stessa configurazione del pA709 ed e quin- Condensatori
di con esso perfettamente sostituibile, anche van- C1 = 1 F
taggiosamente, in quanto dotato di migliori ca- C2 = 100 pF
ratteristiche, non e nemmeno necessario prov- C3 = 4,7 pF
vedere ad alcuna compensazione, in quanto essa C4 = 16.000 pF
viene giá realizzata internamente all'integrato
stesso. Resistenze
L'amplificatore ora presentato dispone di un R1 = 10.000 ohm
guadagno di 50 dB circa, con una banda pas- R2 = 100.000 ohm
san te che si estende fino a 100.000 Hz circa e R3 = 1.500 ohm
questo dato permette di comprendere la vasti-
R4 = 100.000 ohm
R5 = 10.000 ohm
ta di applicazioni dell'amplificatore nel settore R6 = 47 ohm
audio. R7 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R8 = 100 ohm

REALIZZAZIONE Varie
IC == A709
Alimentaz. = + 15 V - 15 V
Il progetto teorico, rappresentato in figura 2, vie-
ne anche presentato nella versione pratica in
figura 3. Si fa impiego di un circuito stampato
che, a nostro avviso, costituisce la migliore so-

104
delli, deducibili dalla seguente tabella: AMPLIFICATORE AD ALTA IMPEDENZA
DI ENTRATA
T0-99 DIP 14
1 3 Coloro che desiderassero realizzare un amplifi-
2 4 catore di bassa frequenza con elevata impedenza
3 5 d'ingresso, in modo da poterlo adattare alle sor-
4 6 genti piezoelettriche, dovranno applicare il se-
5 9 gnale al terminale di en trata positivo (iedino 3)
6 10 del progetto di figura 5.
7 11 In questo circuito e previsto anche un controllo
8 12 manuale del guadagno, realizzato tramite il po-
tenziometro R6, che permette di <losare la ten-
I terminali non elencati debbono considerarsi sione di controreazione dell'operazionale.
internamente non collegati.
Una volta realizzato il montaggio occorrerá te-
ner conto che, trattandosi di un amplificatore FILTRO PASSA-BASSO
dotato di una elevata sensibilitá, questo dovrá
essere racchiuso in un contenitore metallico col- Abbiamo giá detto che gli amplificatori opera-
legato a massa. zionali si prestano ottimamente alla realizzazione
I collegamenti di entrata e di uscita dovranno di ottimi filtri passa-basso e passa-alto.
essere effettuati esclusivamente con cavetto scher- I progetto rappresentato in figura 6 e quello di
mato, tenendo conto che l'entrata dovrá essere un filtro passa-basso, la cui risposta in frequenza
collegata con sorgenti di segnali a bassa impe- e interpretata da! diagramma riportato in f-
denza. gura 7.

Per costruzlone dei nostri progetti servitevi


KIT PER CIRCUITI STAMPATI

«ne«. L3.000T
rapidita di esecuzione
completezza di elementi
11 kit e corredato di fogli illustrativi nei
quali, in una ordinata, chiara e precisa
sequenza di fotografíe, vengono presen-
tate le successive operazioni che condu-
cono alla composizione del circuito
stampato.

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Via Zuretti, 52 - Telef. 671945.

105
Anche in questo caso si tratta di un amplifica-
tore controreazionato, a guadagno variabile, con
GUADAGNO
ingresso ad alta impedenza (entrata non inverti-
trice), ne! quale l'unica differenza, rispetto al
precedente circuito, consiste nella sostituzione
della resistenza di controreazione con un gruppo
di componenti tra i quali e compreso il con-
FREOUENZ E
BASSE densatore C4. In questo modo il condensatore
C4 si comporta, alle basse frequenze, come un
circuito aperto e si ottiene un elevato guadagno
del circuito. In presenza delle alte frequenze,
G + 10 B
cioe al di sopra della frequenza di taglio di 500
Hz, il condensatore C4 si comporta come un ele-
mento in cortocircuito, creando un parallelo fra
F
le resistenze R4-R5 e facendo diminuire il gua-
200 500 1K 2KHZ
dagno; la curva caratteristica di questo filtro e
quella típica di tutti i filtri passa-basso.

FILTRO PASSA-ALTO
Fig. 9 - 11 guadagno, in funzlone della frequenza, otte-
niblle dal filtro passa-alto rappresentato in figura 8, Con lo stesso principio con il quale e stato rea-
assume l'andamento del diagramma qui riportato. lizzato il filtro passa-basso, si realizza anche il
filtro passa-alto. Questo e rappresentato in fi-
gura 8. Come si puó notare, il gruppo RC risul-
ta inserito in parallelo alla resistenza di ingres-
so R2, anziché in parallelo alla resistenza di con-
troreazione R6; dalla resistenza R2 di pende il
guadagno dell'amplificatore, ma in maniera in-
versa rispetto a quello di penden te da R6; in-
Fig. 10 - Per facilitare il compito di quei lettori che
vorranno realizzare uno dei tanti operazionali presen-
fatti, aumentando il valore di R2, il guadagno
tati in questo articolo, riportiamo la disposizione nu- diminuisce.
merica dei piedini dell'integrato µA709 (visto dall'alto). E dopo queste brevi premesse, il principio di
funzionamento del filtro passa-alto di figura 8 e
facilmente intuibile : alle basse frequenze, cioe
alle frequenze inferiori a quella di taglio che,
8 con i componenti da noi indicati, risulta essere di
2.000 Hz, il condensatore C2 si comporta come
un circuito aperto e il guadagno dell'amplifica-
tore e determinato da! rapporto R6/R2.
All'aumentare della frequenza, il condensatore
C2 cortocircuita sempre piü la resistenza R2,
2 6 facendo aumentare in tal modo il guadagno che
assume l'andamento, in funzione della frequen-
za, indicato dal diagramma di figura 9.
Dei due circuiti di filtro non forniamo gli sche-
mi pratici, perché essi si possono facilmente ot-
4 tenere prendendo le mosse da quello di figura 3.
Coloro che volessero variare la frequenza di taglio
dei due filtri, per adattarli alle proprie esigenze,
dovranno intervenire sul valore del condensatore
VISTO DALE'ALTO C4, per il filtro passa-basso e su quello del con-
densatore C2 per il filtro passa-alto.

106
CARACOL
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CARATTERISTICHE Banda di risposta: 80 Hz - 12.000 Hz
Potenza d'uscita: 0,5 W Dimensioni: 15,5 x 7,5 x 3,5 cm.
Ricezione in AM: 150 - 265 KHz (onde lunghe) Comandi esterni: sintonia - volume - interruttore
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251
11 marker e uno strumento calibratore indi spensabile per una agevole e precisa tara-
tura di qualsiasi ricevitore radio ad onde medie, corte e VHF. Con questo stesso stru-
mento si possono anche tarare tutti gli apparati generatori di alta frequenza. Le emissioni
non modulate del calibratore a cristallo di quarzo possono essere facilmente trasformate
in segnali modulati tramite un comunissimo genera-
tore di segnali di bassa frequenza.

CALIBRATORE
A CRIST ALLO DI OUARZO
Non e certo la prima volta che ci capita di ri- numero di progetti costruiti e subito funzionanti,
chiamare l'attenzione del lettore sull'importanza ma anche, e soprattutto, in base ai progetti ... sof-
di una adeguata strumentazione per l'imposta- ferti, cioe realizzati saldando e dissaldando piu
zione razionale del laboratorio elettronico, sia volte i componenti elettronici, effettuando mi-
esso di tipo professionale o, piü semplicemente, sure di controllo, analizzando le curve di rispo-
dilettantistico. sta, sostituendo taluni elementi, sino a raggiun-
Soltanto con una buona attrezzatura strumentale gere, con la massima personale soddisfazione, il
e possibile portare a termine felicemente ogni piü completo dei risultati pratici. ,
realizzazione elettronica, perché con essa, in caso Ma gli strumenti di laboratorio, come e noto,
di mancato funzionamento di un dispositivo, e sono assai spesso molto costosi ed e questa la
sempre possibile intervenire per identificare l'ano- causa che sollecita il principiante a costruirseli,
malia o per correggerla in un secondo tempo. almeno fino a que! punto in cui il programma
Le capacita dello sperimentatore elettronico, in- puó essere affrontato.
fatti, non debbono essere valutate in relazione al Si tratta di una filosofa spicciola, che ogni prin-

108
TR1 TR2

...r,_:¡
~~-by
-s •
-
5
~ns.> 11 / S2

1
R4

1 R
XTAL 1 D XTAL 2

e7

--
11

I=
,USCITA

T T .T T, R3 R5 R6

Fig. 1 - 11 circuito elettrico del marker puo enere Ideal-


mente suddivlso In due stadl. 11 primo di questi, pilo-
tato dal transistor TRI, costituisce II circuito dell'o•
scillatore; l'altro, pllotato dal transistor TR2, funge da
circuito amplificatore separatore d'uscita. Per mezzo del
commutatore S1 é posslbile effettuare una taratura gros-
solana ed una fine del rlcevltore radio sottoposto a
processo di messa in scala.

COMPONENTI
Condensatori
C1 = 20 pF
C2 = 30 pF (compensatore)
C3 = 20 pF
CA = 30 pF (compensatore)
es = 470 pF
C6 = 220 pF
C7 = 100.000 pF
cipiante ha fatto sua e persegue nel tempo con ca = 100.000 pF
risultati concreti. Ma anche in questa partico- C9 = 50 F - 15 VI (elettrolitico)
lare attivita elettronica il lettore necessita di una
guida, di una mano amica che possa concedergli Resistenze
affidamento e sicurezza ne! !avaro che si vuol in- R1 = 3.300 ohm
traprendere. Ecco perché sulle pagine della no- R2 = 100.000 ohm
stra rivista compaiono frequentemente i progetti R3 = 6.800 ohm
di semplici apparati da laboratorio ed ecco per- R4 = 1.000 ohm
ché questa volta ci siamo proposti di consigliare R5 = 56.000 ohm
ai nostri lettori la costruzione di un marker che
R6 = 1.500 ohm
ris.ultera di grande interesse per tutti gli appas-
sionati delle radiofrequenze. Varie
L'apparecchio, pur appartenendo alla categoría TR1 = AF125
degli strumenti di precisione, non necessita, per TR2 = BC107
S1 = commutatore
sua realizzazione, di particolari operazioni di s2 = interruttore
ratura ed esso risulterá di valido aiuto per l'al- XTAL1 = cristallo di quarzo (1 MHz)
linea mento in scala dei ricevitori radio e per la XT AL2 = cristallo di quarzo (100.000 Hz)
ra della scala parlante. Pila = 9 V

109
CHE COS'E' IL MARKER una spesa rilevante per poter realizzare questo
utilissimo strumento di laboratorio.
II marker e un generatore di segnali di alta fre-
quenza in grado di produrre un'onda quasi qua-
dra, la cui frequenza e generalmente di 100.000 CIRCUITO ELETTRICO
Hz o 1 MHz.
Poiché la forma d'onda generata non e di tipo II progetto del calibratore di frequenza, rappre-
sinusoidale, e ció viene fatto di proposito al con- sentato in figura 1, fa impiego di due solí tran-
trario dei generatori di alta frequenza o dei tra- sistor (TRI-TR2), di facile reperibilitá commer-
smettitori, essa contiene, oltre alla frequenza fon- ciale, per nulla critici.
damentale, per esempio quella a 100.000 Hz, un II motivo dominante del progetto del marker e
elevatissimo numero di armoniche di frequenza rappresentato dall'assenza totale di circuiti ac-
multipla della fondamentale (200 KHz, 300 KHz, cordati, cioe di circuiti induttivo-capacitivi, che
400 KHz, ecc.). La produzione di frequenze ar- rappresentano sempre per il principiante un no-
moniche raggiunge valori elevatissimi, dell'ordine tevole ostacolo per il raggiungimento di una rea-
di parecchie decine di MHz, superando talvolta lizzazione perfetta.
i 100-150 MHz. Lo schema elettrico del marker puó essere ideal-
E' facile comprendere come un tale dispositivo mente suddiviso in due stadi. II primo di questi,
sía in grado di fornire segnali, la cuí frequenza che fa capo al transistor TRl, rappresenta il cir-
si estende dai 100 Hz sino ai 100 MHz, distan- cuito dell'oscillatore; l'altro, pilotato dal transi-
ziati fra loro di 100 KHz, che possono venir uti- stor TR2, svolge la funzione di circuito amplifi-
lizzati per una comoda e precisa taratura di qual- catore-separatore d'uscita.
siasi ricevitore radio, ad onde medie, corte e VHF. Lo stadio oscillatore e pilotato a cristallo di quar-
Tutti questi notevoli risultati vengono raggiunti zo, in modo da poter raggiungere una elevata
con un solo quarzo o, al massimo, con due cri- stabilita di frequenza, che costituisce il presup-
stalli di quarzo. Non si tratta quindi di affrontare posto essenziale per uno strumento calibratore.

IBRIDO
CARATTERISTICHE
ELETTRICHE
Responso:
Potenza nominale: 30-20.000 Hz a - 1 ,5 dB.
5 W con altoparlante Distorsione alla massima
da 4 W- 5 ohm. potenza: inferiore al!'1%/.
Sensibilitá: Alimentazione:
15 mW a 1.000 Hz. 13,5 Vcc.

Realizzando questo amplificatore in due esem-


L. 11.000
plari identici, si potra ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potra essere installato Le richieste debbono essere fatte inviando anti-
anche a bordo dell'autovettura. Tutti gli elemen- cipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p.
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tore, fatta eccezione per l'altoparlante, sono 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 (nel prezzo sono
contenuti nella \nostra scatola di montaggio. comprese anche le spese di spedizione).

110
o o

o o
SUPPORTO
CRISTALLI
ME TALLICO VITE DI
MAS SA

In realtá sono previsti due cristalli di quarzo Flg. 2 - L'intero cablaggio del calibratore a cristallo di
(XTAL 1- XTAL 2); il primo ha una frequenza quarzo risulta effettuato su una lastra metallica, che
funge da conduttore unico della linea di massa e da
di 100 KHz, il secondo 1 MHz; in questo modo coperchio di chiusura di un contenitore di plastica. Sul
e possibile ottenere agevolmente una taratura pannello frontale sono presenti: Il bocchettone d'uscita
grossolana con intervalli di 1 MHz (1,2,3,4 ... dei segnali, il commutatore S1 e l'interruttore S2.
140, 141... ecc. MHz) ed una taratura piu fine
suddividendo 1 MHz in dieci parti da 100 KHz
c1ascuna.
In serie ad ogni cristallo di quarzo e inserito un frequenze armoniche 'che sono necessarie per il
circuito di regolazione che, all'occorrenza, per- funzionamento del marker.
mette di tarare perfettamente all'unita di Hz 11 valore della resistenza di polarizzazione R5
il cristallo di quarzo tramite un battimento con dipende in gran parte da! guadagno del transi-
una frequenza campione. stor utilizzato per TR2. Il valore ottimale della
11 transistor TRl, chiamato a pilotare il circuito resistenza R5 e quello piu alto possibile, compa-
dell'oscillatore, e di tipo PNP; esso e adatto per tibilmente con la produzione di un elevato nu-
usi di alta e media frequenza ed e polarizzato mero di frequenze armoniche.
tramite la resistenza R2.
Ne! caso in cui il circuito dovesse faticare per
entrare in oscillazione, a causa di un guadagno COSTRUZIONE DEL CALIBRATORE
troppo basso del transistor, occorrera intervenire
su! valore della resistenza di polarizzazione R2, La realizzazione pratica del calibratore a quarzo
in modo da provocare un leggero spostamento deve essere ottenuta seguendo il piano di cablag-
del punto di lavoro del transistor. gio riportato in figura 2.
Allo stadio oscillatore fa seguito un circuito am- 11 pannello frontale dello strumento, su! quale
plificatore separatore realizzato tramite il tran- vengono monttati tutti i componenti elettronici,
sistor TR2, di tipo NPN, al silicio e ad elevato <leve essere di metallo, in modo da costituire
guadagno. Questo secondo transistor risulta po- un'unica linea di massa del circuito, che corri-
larizzato tramite la resistenza R5 in una zona di sponde con la linea della tensione positiva di ali-
quasi saturazione; esso, dunque, oltre che ampli- mentazione della pila a 9 V. E' dunque impor-
ficare il segnale, provvede a squadrarlo, dando tante che i ritorni di massa vengano realizzati
origine in tal modo ad un notevole numero di a regola d'arte, cioé in modo da creare un intimo

111
contatto elettrico fra il pannello frontale e i vari Fig. 4- Questo semplice circuito, che non necessita di
tenninali che ad esso fanno capo. alcuna allmentazione, serve per ottenere i battimenti.
Sulle due entrate debbono essere collegatl il marker e
I due transistor TR1-TR2 non sono componenti il generatore che si vuol tarare. L'uscita deve essere
critici e possono essere quindi sostituiti, con ugual collegata con un ampllflcatore di bassa frequenza, op-
profitto, da altri transistor corrispondenti, purché pure con una cuffia ad elevata impedenza.
di tipo al silicio.
Un punto di criticitá del circuito puó essere ri-
scontrato nei valori delle resistenze di polarizza-

ww ]
RI C1
zione R2-R5, che potranno essere sostituite con
resistenze di valore diverso secondo quanto e 9
stato detto in precedenza.
Ne! caso in cuí dovessero insorgere problemi di
wlKr R2 c2 01
diffcolta di oscillazione, si potra intervenire sui
condensatori C5-C6, che rappresentano gli unici
.g, ,
l 8F
componenti della sezione oscillatrice del marker
sui quali sono possibili delle varianti. R3
Riassumendo possiamo dire che, fatta eccezione
per le resistenze R2-R5, tutti gli altri componen-
ti passivi del circuito non risultano per nulla cri-
tici.

COME SI USA IL CALIBRATORE

La maggior parte dei lettori interessati alla co-


struzione di questo calibratore a cristallo di quar-
zo conosce certamente le modalitá di impiego
dello strumento. Ma per quei pochi che volessero
sapere il modo di impiego del calibratore, rite-
niamo doverosi soffermarci, sia pure brevemente,
COMPONENTI
sulle ... istruzioni d'uso dell'apparecchio. Condensatori
A,
C1 = 470 pF
C2 = 470 pF
C3 4.700 pF
Fig. 3 - Vengono qui rappresentati i disegni, in pianta,
dei due transistor al silicio montati nel circuito del ca- Resistenze
libratore a cristallo di quarzo. La distribuzione degli R1 = 1.000 ohm
elettrodi trova preciso riferimento con la tacca-guida R2 = 1.000 ohm
ricavata nel contenitore del componenti.
R3 = 100.000 ohm

Varie
D1 = diodo al germanio (di qualsiasi tipo)

I principali impieghi del marker sono due: la


messa in scala dei ricevitori radio e la taratura
dei generatori di alta frequenza.
Per ottenere la messa in scala dei ricevitori radio
e suficiente collegare uno spezzone di flo di ra-
me, con funzioni di antenna trasmittente, sul
bocchettone d'uscita del marker. Una volta ese-
AF 125 BC 107 guita questa operazione si provvederá ad avvi-
cinare il tutto al ricevitore radio.
Supponiamo di aver inserito, tramite il commu-
tatore Sl, il primo cristallo di quarzo XTAL 1),

112
quello con frequenza di 1 MHz. Ne! ricevitore di taratura.
radio, posto in prossimita del marker, verran- Come e noto, quando due onde radio vengono
no captati, oltre che i segnali con frequenza di mescolate assieme, esse producono un segnale la
1 MHz, tutte le armoniche superiori, che rap- cui frequenza assume un valore pari a quello
presenteranno dei precisi punti di riferimento della diflerenza delle due frequenze.
per la messa in scala del ricevitore. Se il valore di questo nuovo segnale e O O CO-
Ma occorre ricordare che, non essendo le emis- munque molto basso, si potra essere matematica-
sioni del marker modulate, ne! ricevitore radio mente certi che le due frequenze poste a con-
non e possibile ascoltare alcuna nota. Si ascoltera fronto sono tra loro uguali o, comunque, estre-
invece un aumento del soffo tipico del proces- mamente vicine.
so di sintonizzazione di una emittente. Per non Per ottenere i battimenti ci si puó servire di un
incorrere in errori di sintonía sarebbe quindi au- circuito del tipo di quello rappresentato in figu-
spicabile potersi avvalere di una precisa nota ra 4. La concezione circuitale di questo progetto
di riferimento. E per raggiungere questo scopo e molto semplice, soprattutto perché il circuito
e sufficiente collegare l'uscita di un qualsiasi ge- non richiede !'uso di alcuna alimentazione.
neratore di segnali di bassa frequenza, anche di Sulle entrate 1-2 potranno essere collegati indif-
semplicissima concezione circuitale, del tipo di ferentemente il marker e il generatore posto sot-
quelli piú volte presentati sulla rivista, alla base to processo di taratura; l'uscita del circuito di
del transistor TR2, tramite una resistenza da figura 4 dovrá essere collegata con un amplifica-
1.000-10.000 ohm ed un condensatore da 100.000 tore di bassa frequenza, oppure con una cuffia
pF collegati in serie tra loro, in modo da modu- di elevata impedenza.
lare l'ampiezza del segnale di alta frequenza ge- Regolando la frequenza dell'oscillatore variabile,
nerato da! marker. si potra ascoltare un fischio che, in un primo
tempo, si rivelera molto acuto, ma che poi di-
verra sempre piü cupo per ritornare ancora una
COME SI OTTENGONO I BATTIMENTI volta acuto; questo fischio individua la zona del
battimento.
Quando si debbano tarare apparati generatori di Come abbiamo precedentemente detto, l'esatta
segnali di alta frequenza, per esempio quelli di uguaglianza delle frequenze dei due segnali si ot-
tipo dilettantistico, autocostruiti, occorrerá sfrut- tiene quando la nota di bassa frequenza e molto
tare il fenomeno dei battimenti prodotti da! cupa, oppure quando la frequenza risultante di-
marker e da] generatore sottoposto a processo viene nulla.

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
PREZZO E ALLA
RTATA DI TUTTI!
L 1 750 ■
do dell'elettronica pratica, non
puó sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. 11 saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosí come lo é
quello qui raffigurato. La sua potenza é di 50 W e l'alimentazione é quella normale di rete-luce di 220 V.

Per richiederlo occorre inviare vaglia o servirsi del modulo di c.c.p. n 3/26482
intestato a ELETTRONICA PRATICA - Via Zuretti '52 - 20125 Milano

113
Misuriamo il guadagno
degli amplificatori BF
11 principiante di elettronica, appassionato dall'amplificazione BF, in gra- e
di valutare un segnale piü forte e uno piü debole con la sola facolta au-
ditiva. Ma per una valutazione piu esatta del fenomeno dell'amplificazio-
ne si debbono conoscere alcune semplici formule, oppure ricorrere all'u-
so di un particolare abaco.

Quan<lo un segnale elettrico attraversa un di- La classificazione ora elencata non esclude che
spositivo elettronico, dotato di circuito di en- un amplificatore di tensione non possa essere
trata e di uscita, si possono verificare molti anche, contemporaneamente, un amplificatore di
fenomeni. corrente o di potenza, soprattutto se si tiene con-
Tralasciamo i casi piu complicati, quelli nei qua- to che la potenza e una grandezza elettrica che
li il segnale uscente da! dispositivo cambia la pro- scaturisce da! prodotto della tensione per la cor-
pria frequenza, ed occupiamoci invece dei casi rente.
piü comuni, nei quali il segnale uscente risulta
piü forte o piü debole di quello applicato al-
l'entrata.
COMPONENTI ATTIVI E COMPONENTI
Si suol dire normalmente che un segnale e stato
PASSIVI
amplificato o attenuato, conferendo il nome di
« amplificatore » a que! dispositivo elettronico
11 tipo di componenti montati in un amplificatore
che permette e provoca la modifica del livello
intervengono in larga misura sugli effetti subiti
del segnale stesso.
dal segnale nel viaggio che dall'entrata lo porta
Forse, in misura non del tutto appropriata, ab-
all'uscita. Generalmente il processo di amplifi-
biamo fatto uso, in riferimento al segnale, della
cazione dei segnali e reso possibile soltanto ne!
terminologia « piu forte » e «piü debole ». Ció
caso in cuí il dispositivo amplificatore risulti co-
perché, facendo riferimento ad un apparato am-
struito con componenti attivi, cioe con valvole,
plificatore, non e possibile parlare, senza ulteriori
transistor, FET, integrati ed altri componenti a
specificazioni, di segnale piü o meno potente,
semiconduttore che prelevano da una sorgente
perché a volte e possibile amplificare soltanto
di energia, cioe da un alimentatore (pila, accu-
la tensione o la corrente del segnale, senza che
mulatore, rete-luce, ecc.), la quantitá di questa
la potenza subisca alcun fenomeno di amplifica-
zione. 11 trasformatore rappresenta un esempio che si rende necessaria per rinforzare il segnale.
classico di questo concetto. Se il dispositivo amplificatore e stato realizzato
esclusivamente con resistenze e condensatori, il
Occorre dunque porre dei termini di difieren-
segnale uscente da\ circuito risulta attenuato.
ziazione quando si classificano gli amplificatori.
Ma per semplificare ogni cosa possiamo suddivi- Considerando la maggior importanza assunta da-
dere gli amplificatori in tre categorie: gli apparati amplificatori veri e propri, prende-
remo in esame, in questo articolo, soltanto questo
AMPLIFICATORI DI TENSIONE tipo di apparati, ofrendo al lettore la possibilita
AMPLIFICATORI DI CORRENTE di calcolarne il guadagno e le altre grandezze
AMPLIFICATORI DI POTENZA caratteristiche.

114
IL GUADAGNO DI TENSIONE collcgandolo all'entrata dell amplificatore. ll ge-
eratore di segnali sinusoidali risulterebbe in
La grandezza elettrica, che esprime l'amplifica- questo caso il piü adatto, perché con esso e pos-
zione della tensione di un segnale, che attraversa sibile riferire il risultato ad una precisa frequen-
un circuito amplificatore, viene normalmente za.
chiamata « guadagno di tensione ». Facciamo un esempio. Supponiamo che la ten-
Chi volesse misurare il guadagno di tensione di sione di entrata venga regolata a 5 V; questo
un amplificatore audio, di qualunque tipo esso valore costituisce un'assurdita per un amplifica-
sia, a valvole, a transistor, a FET o ad integrati, tore, ma risulta utile per la semplificazione dei
dovrebbe servirsi di un generatore di segnali, ca!coli. Supponiamo inoltre che il valore della

TENSIONE AMPLIE
SEGNALI
5 V r :: n

$$
GENERATORE J;,
25V 0
SE GNALI
2 n

~ i o

Fig. 1- La misura del guadagno di tensione e estre- catore utilizza soltanto componenti attivi e il guadagno,
mamente semplice e alla portata di tutti i principianti. supponendo che la tensione di entrata sia di 5 V e
Per conoscerla, infatti,esufficiente possedere un ge- quella d'uscita di 25 V, e di 5 (valore citato a solo titolo
neratore di segnali, anche di qualita mediocre, e un, di esempio).
comune tester. In questo schema indicativo l'amplifi-

115
Fg. 2 • Co n un circ uito praticamen te ldentlco a quello necessario per la mlsura del guadagno di tenslone,
e posslbile valutare il guadagno di corrente dell'ampliflcatore di bassa frequenza. Basta infatti dlvidere il
valore della corrente d'uscita per quello della corrente di entrata; nell'esempio citato In questo schema il
guadagno di corrente vale 100. Durante l'effettuazione di questa mlsura e assai importante che l'amplificatore
risulti collegato con il carteo estemo.

CORRENTE AMPLIE
SEGNALI
5µA ... ("I

..
¡;,

$ #$ €3
GENERATORE 0
SEGNALI ,¡:;:
o
~

tensione di uscita, quando l'amplificatore e colle- GUADAGNO DI CORRENTE


gato con il proprio carico, che puo essere un al-
toparlante o un carico fittizio, sia di 25 V. Ebbe- In modo del tutto analogo a quello con cui e
ne, il guadagno in tensione dell'amplificatore si stato definito il guadagno di tensione e con un
calcola applicando la seguente relazione: circuito di misura praticamente identico (figura
guadagno = tensione uscita : tensione entrata 2), e possibile definire e misurare il guadagno di
corrente dell'amplificatore di bassa frequenza, ap-
25: 5 = 5 plicando la seguente espressione:
Possiamo concludere quindi che la misura del guadagno (I) = corrente uscita : corrente entrata
guadagno di tensione e estremamente semplice e 500: 5 = 100
alla portata di tutti i principianti, perché, come
e dato a vedere in figura l, e sufficiente possedere Anche in questo caso e molto importante che
un generatore di segnali, anche di qualita me-
diocre, e un comune tester.
Lo schema indicativo di figura 1 tiene presente
che il dispositivo amplificatore fa uso di compo-
nenti attivi (valvole, transistor, FET). In questo
stesso schema viene citato, sull'estrema sinistra,
il generatore di segnali e, sull'estrema destra il
CORRENTE
carico fittizio, rappresentato da! símbolo di una GENE+ re
SEGNALE
resistenza. II valore della tensione di entrata, per SEGNAL+
5V 500 A
assurdo, e di 5 V, quello di uscita e di 25 V. -+ e
8>
o :,J

G
MFDOENZA
NRN
Fig. 3 • Questo circuito simbolico, nel quale sono pre- 'J K íl
sentí un generatore di segnali e una resistenza di ca-
rico estema, vuol interpretare il concetto di lmpe-
denza interna del generatore. Possiamo paragonare
questo circuito a quello di una valvola triodo, cloe di
un componente attivo a bassa impedenza interna, che
non dissente in misura determinante della presenza del
carlco esterno.

116
WALKIE TALK
COPPIA DI RADIOTELEFONI CONTROLLATI A QUARZO

ATTRA e DI
CARATTERI-
STICHE
CIRCUITO:
transistorizzato
(4 transistor)

FREQUENZA:
27.125 MHz
1 1 L "

ALIMENTA-
ZIONE:
9 volt
1 I
ANTENNA:
telescopica
8 elementi

DIMENSIONI:
6,2 x 3,7 x15

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intestato a: ELETTRONICA PRATICA- 20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52.
l'amplificatore risulti collegato con il carico ester- della tensione di uscita, che potra scendere, ad
no, perché altrimenti, oltre a correre il rischio esempio, al valore di 5 V.
di rovinare l'apparecchio, non si otterrebbe una Ció significa che, internamente allo strumento,
misura attendibile. si verifica un'ulteriore caduta di tensione di 5 V,
come se si trattasse di un generatore ideale di
tensione, in grado di fornire in ogni condizione
GUADAGNO DI POTENZA di carico la tensione di 10 V, con una resistenza
collegata in serie che provoca una caduta di
La potenza viene definita generalmente come il tensione per effetto della corrente richiamata
prodotto della tensione per la corren te (VI); e da! carico es terno; ne! caso in esame il valore
quindi facile intuire che, senza ricorrere a parti- della resistenza in serie e di 100 ohm.
colari interpretazioni matematiche, il guadagno Facendo ríferimento al circuito d'uscita del gene-
di potenza puó essere ottenuto. senza alcuna nuo- ratore, la resistenza interna prende anche la de-
nominazione di « resistenza d'uscita ».
Due semplicí esempi potranno ora chiarire l'im-
portanza assunta da! valore della resistenza in-
terna di un generatore di tensione.
Disponendo di un generatore con resistenza di
uscita di 9.000 ohm, occorrera regolare la ten-
sione dí uscita a vuoto su! valore di 5 V per far
GENERA7ORE COR RENTE scorrere una corrente di 500 A in un carico di
SEGNA S EGNALE 1000 ohm.

--
500V
500 A (
1 Si ha infatti:
p
(
p>o 5V
500 A
1MPEEN2 9.000 ohm + 1.000 ohm
INTERNA
1 Mn
Se il generatore avesse avuto una impedenza di
1 megaohm circa, la tensione necessaria per pro-
durre gli stessi effetti avrebbe dovuto essere di
ben 500 V. Infatti:
500V
500 A
1 megaohm + 1.000 ohm
Dagli esempi ora citati e facile capire come, m
Fig. 4 - 11 valore elevato dell'impedenza interna di un generale, sia preferibile disporre, nei circuiti di
generatore di segnali impone, a parita di carico esterno,
un notevole aumento della tensione d'uscita, cosi come
dato a vedere in questo semplice circuito simbollco,
che puo considerarsi equivalente a quello di un tran-
sistor. In questo caso il valore di impedenza inter-
na relativamente elevato risente in misura determinan-
te della presenza del carico estemo.

generatore
di segali
va misura, da! solo prodotto del guadagno di R2

tensione per quello di corren te:


guadagno (P) =
guadagno (V) x guadagno (I)

IL CONCETTO DI RESISTENZA INTERNA


Fig. 5 - Esempio di circuito pratlco adatto a rilevare la
Supponiamo di avere a disposizione un genera- misura della impedenza d'uscita di un amplificatore
tore di segnali regolato su üna tensione di uscita audio. Per la realizzazione di questo apparato sono ne-
a vuoto di 1 O V ( con carico non collegato). cessari: il generatore di segnali, il tester e un sistema
di due resistenze Intercambiabili, il cui valore dovrá
Collegando il generatore con un carico, ad esem- essere scelto in base alle presumibill caratteristiche
pio di 100 ohm, si noten\ una certa diminuzione elettriche dell'amplificatore BF.

118
10 60r 30 10
d8=20 log i._
9 Eo

8
p
dB=lO log.- 20
7 Po so+s

3
6 f ·1 2
E
z L '
40 20
40 --1
so
z
c:x:
c:x:
N
'' 60 N
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1- o.. 400 a:
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o
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o
z 600
w
(!) (!)
<f
(./)
z
w
o
<f
:::::)
+erg
800
<i
(/')
z
w
t- ~
(!)
so t-
1 o o 1000

uscita, di una impedenza sufficientemente bas-


sa, cosi da non risentire in misura determinante
della presenza del carico esterno.

MISURA DELLA RESISTENZA D'USCITA


Fig. 6 • L'uso di questo abaco permette di conoscere
direttamente il guadagno di un amplificatore di bassa Una ben nota legge dell'elettronica afferma che
frequenza espresso in decibel. A tale risultato si per-
viene conoscendo i valori delle potenze di entrata e di
il massimo trasferimento di potenza viene otte-
uscita, oppure quelli delle tensioni di entrata e di nuto quando il carico assume lo stesso valore di
uscita. impedenza del generatore.

119
E' quindi ovvio che risulta molto importante, so- comportamento si e pensato di misurare l'ampli-
prattutto negli amplificatori audio, conoscere con ficazione.
precisione il valore della impedenza di uscita. Se ad un amplificatore di bassa frequenza si for-
Un metodo pratico che permette di conoscere tale nisce, in entrata, una potenza Pi e all'uscita si
valore e rappresentato in figura 5. ottiene una potenza di valore Pu, l'amplificazio-
ne verra espressa, in numero di decibel (dB) dal-
Come al solito si rendono necessari il generatore
la seguente formula:
di segnali e il tester (voltmetro).
Questo sistema si avvale di due resistenze (R1-
R2), il cui valore dovra essere scelto in base alle Pu
presumibili caratteristiche elettriche dell'amplifi- dB = 10 log.
catore di bassa frequenza. Per esempio, in un Pi
amplificatore audio di potenza, in cui le impe-
denze di uscita sono sempre dell'ordine di al-
cuni ohm, si potra assumere R1 = 10 ohm ed Un'altra formula, che permette di conoscere il
R2 = 20 ohm o valori simili. numero di decibel di amplificazione, e la se-
Servendosi di un generatore di segnali, che non guente:
dovrá essere ritoccato nel corso della misura, si
dovranno effettuare due rilevamenti di tensione :
Vu
rispettivamente Vl e V2, inserendo RI ed R2
dB 20log.
mediante l'apposito commutatore SI; subito do-
Vi
po si potra calcolare il valore della resistenza di
uscita RX mediante la seguente formula derivata
dalla legge di Ohm : in cui Vu rappresenta la tensione di uscita, men-
tre Vi misura la tensione di entrata.
R 1 x R2(V2 V 1) Questa seconda formula rappresenta una im-
RX=------- mediata conseguenza della formula precedente,
(VlxR2-V2xR1) purché si tenga conto della seguente espressione:
1one :

Questa formula potra apparire complessa, ma


essa si riduce a poche e semplici operazioni arit- V
metiche, sostituendo ai simboli i relativi valori. P -
R

IL DECIBEL La formula prima citata, dunque, e valida sol-


tanto quando le impedenze di entrata e di uscita
Quando si fa riferimento a misure di amplifica- sono uguali.
zione, si sente spesso citare il termine « decibel ».
La necessita di adottare il decibel come unitá
di misura per l'amplificazione scaturisce dal bi- UN ASACO MOLTO UTILE
sogno di poter meglio paragonare, in termini au-
Molti lettori non conoscono !'uso dei logaritmi e
ditivi, segnali di diverse potenze. per tale ragione non sono in grado di applicare
Ma spieghiamoci meglio: quando all'entrata di le formule precedenti. Riportiamo quindi, in
un amplificatore si applica un certo segnale, al- figura 6, un grafico che, nei casi pratici di mag-
l'uscita si ottiene un determinato livello sonoro, giore interesse, fornisce direttamente i risultati
misurato, ovviamente, dall'orecchio umano e non delle due formule. Note infatti potenza di ingres-
da strumenti di misura! so e potenza di uscita, mediante una linea con-
Per raddoppiare l'intensitá del suono non e giungente i rispettivi punti sulle scale laterali, si
potra leggere direttamente sulla scala centrale il
suficiente raddoppiare il segnale di ingresso, ma
guadagno espresso in decibel. Analogo sistema
occorrerá aumentarlo di ben 10 volte; per tripli-
dovra essere adottato per il calcolo del guadagno,
carlo, occorrera addirittura centuplicare il segnale servendosi delle tensioni di entrata e di uscita
di entrata. anziché delle potenze, ricordando che, come
L'orecchio umano, in altre parole, assume una abbiamo detto in precedenza, tali misure debbono
sensibilitá... logaritmica e proprio in base a tale riferirsi ad uguali valori di impedenza.

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di comandl a vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482. Nel prezzo sono
distanza. comprese le spese di spedizione.
In questo articolo viene descritto un amplifica- Con una tensione di entrata di 10 mV, si ottiene
tore per bassa frequenza, con potnza d'uscita di una potenza di 1 W alla frequenza di 1000 Hz,
1 W, alimentato con la tensione continua di 9 V con una distorsione del 10%.
e con una banda passante compresa fra i 120 e i L'impedenza di ingresso e di circa 4000 ohm.
12.000 Hz. La potenza massima di 1 W, ottenuta Il circuito fa uso di transistor di facile reperibilitá
su un carico di 5 ohm, presenta una distorsione commerciale, che molti lettori conserveranno ne!
armonica del 10% con una tensione di entrata di laboratorio dilettantistico.
10 mV. La realizzazione del progetto e assolutamente sem-
L'amplificatore consiste di uno stadio di uscita a plice e puo essere ottenuta da chiunque, purché
simmetria complementare, uno stadio pilota ed si seguano le norme generali che regolano i mon-
uno preamplificatore. taggi di bassa frequenza.
11 circuito dell'amplificatore di bassa frequenza,
che si differenzia dai circuiti convenzionali, ha le
seguenti prerogative: ANALISI DEL CIRCUITO

1) - Gli stadi sono accoppiati fra loro mn corren- Analizziamo ora il circuito dell'amplificatore di
te continua. bassa frequenza rappresentato in figura 1.
L'accoppiamento diretto, cioé l'accoppiamento in
2)- 11 funzionamento e stabile fino alla tempe-
corrente continua fra i transistor, permette di e-
ratura ambiente di 45C.
stendere al massimo la banda passante e di ottene-
3) - La minima dispersione di guadagno e otte- re un buon guadagno.
nuta con particolari criteri di selezione. Il segnale di entrata puó essere prelevato da un
4) - Basso rumore del transistor di entrata. giradischi con testina piezoelettrica, da un micro-
fono di tipo piezoelettrico o da un sintonizzato-
L'assorbimento a vuoto del circuito si aggira in- re radio. Esso viene applicato sulla presa di en-
torno ai 20 mA. trata e, attraverso il condensatore elettrolitico C 1,
Con una tensione di entrata di 2,3 mV si ottiene, al potenziometro Rl, al quale e affidato il compi-
su un carico avente un'impedenza di 5 ohm a 1000 to di regolare il volume sonoro di riproduzione.
Hz, la potenza di 50 m V con una distorsione del- Da! cursore del potenziometro R1 il segnale, do-
lo 0,7%. po aver attraversato il condensatore elettrolitico

122
AMPLIFICATORE
a simmetria
complementare
POTENZA D'USCITA: 1 W
IL MONTAGGIO DI QUESTI TIPI DI AMPLIFICATORI BF RAPPRESENTA UN PUNTO DI
ARRIVO DEI PRINCIPIANTI, CIOE' L'ULTIMA, IMPORTANTE TAPPA PRIMA DI COM-
PIERE IL GRANDE BALZO VERSO IL SETTORE DELL'ALTA FEDELTA' A GRANDE PO-
TENZA.

C2, raggiunge la base del primo transistor, che LO STADIO FINALE


e un NPN di tipo AC127; il transistor TRl prov-
vede ad un primo processo di preamplificazione Lo stadio finale e pilotato dai transistor TR3-
del segnale; esso e montato in un circuito con e- TR4, che sono montati in un circuito a sim-
mittore a massa. metria complementare. Con questo sistema di
L'emittore di TRl e collegato a massa tramite il collegamento si ottiene un agevole accoppiamento
condensatore elettrolitico C3, che e un compo- tra l'uscita del circuito e il trasduttore acustico,
nente di capacita suficientemente elevata in mo- senza !'uso di trasformatori d'uscita. 11 circuito
do da comportarsi come un elemento in corto- offre inoltre ottime prestazioni ed esso e consi-
circuito rispetto al segnale, collegando cosl ideal- derato da molti cultori dell'alta fedeltá come il
mente a massa l'emittore di TRl. miglior sistema di concezione degli stadi ampli-
La polarizzazione del transistor preamplificatore e ficatori finali. Anche noi siamo di questo avviso,
stata ottenuta tramite le resistenze R2-R3, mentre perché con un circuito a simmetria complementa-
il circuito di alimentazione viene disaccoppiato re e possibile compensare, praticamente quasi in
per mezzo della resistenza R4 e del condensato- modo perfetto, le non linearita del transistor, rag-
re elettrolitico C4, cosl da evitare l'insorgere di giungendo una riproduzione sonora indistorta,
eventuali oscillazioni. cioé una vera riproduzione ad alta fedelta.
La resistenza R6 funge da resistenza di collettore
del transistor TRI; sui terminali di questa resi-
stenza e presente il segnale preamplificato, il qua- LE RETI DI CONTROREAZIONE
le raggiunge la base del secondo transistor TR2,
che e un PNP di tipo AC188K; questo transistor Per poter stabilizzare l'amplificatore, anziche col-
funge da elemento pilota per gli stadi d'uscita. legare a massa la resistenza R9, che rappresenta
Anche il transistor TR2 montato in un circuito la resistenza di collettore di TR2, come del re-
con emittore a massa, dato che la resistenza R7 sto sarebbe stato piü logico per un normale am-
risulta shuntata a massa da! condensatore elettro- plificatore di bassa frequenza, la resistenza stessa
litíco C6; con questo sistema si riesce ad ottene- e stata collegata con !'altoparlante, in modo da
re un guadagno sufficientemente elevato, anche prelevare il segnale di uscita e riportarlo verso la
con l'impiego di pochi transistor. entrata, componendo cosl una rete di controrea-

123
R6

a
s I 1" u± L,
.._r
9
e
e

7 c5

H
• m?
R1

-J Rll

4l'
b •• TR4 l, /S1
t
c3

Lo» R9

Fig. 1 - 11 circuito dell'amplificatore a simmetria com-


plementare e composto da uno stadio preampliflcatore
(TR1), uno stadio pilota (TR2) e uno stadio finale
COMPONENTI
(TR3-TR4). Il potenziometro R1 regola il volume sono-
ro in uscita. Condensatori
C1 = 2,5 F o 5 F- 15 VI (elettrolit.)
C2 = 2,5 F o 5 F- 15 VI (elettrolit.)
c3 =320 F - 12 VI (elettrolitico)
zione, con tutti i vantaggi che scaturiscono dalla C4 =220 F - 12 VI (elettrolitico)
stabilizzazione del guadagno, dall'aumento della C5 =680 pF
banda passante e dalla diminuzione della distor- C6 = 100 F - 12 VI (elettrolitico)
C7 =320 F - 12 VI (elettrolitico)
s1one.
ca =320 F - 12 VI (elettrolitico)
Un' altra rete di controreazione, esclusivamente 320 F - 12 VI (elettrolitico)
in corrente alternata, e ottenuta tramite l'inseri-
C9 =
mento del condensatore C5, che consente di linea- Resistenze
R1 10.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
rizzare il responso dell' amplificatore, rafforzando
R2 = 15.000 ohm
le note basse.
R3 = 33.000 ohm
R4 = 3.900 ohm
R5 = 2.200 ohm
FUNZIONAMENTO DEI CIRCUITI A SIM- R6 = 820 ohm
METRIA COMPLEMENTARE R7 = 39 ohm
R8 = 22 ohm
R9 = 330 ohm
Dato che il... punto chiave di tutto l'amplifica- R10 = 2,2 ohm
tore di bassa frequenza e rappresentato dallo sta- R11 = 2,2 ohm
dio finale a simmetria complementare, in classe B,
riteniamo doveroso spendere qualche parola a Varie
TR1 = AC127
proposito del funzionamento di questo interessan-
TR2 = AC128
te circuito. Ogni circuito a simmetria complemen- TR3 = AC188K
tare e composto da 2 transistor, !'uno di tipo NPN TR4 = AC187K
e l'altro di tipo PNP, che presentano le stesse S1 = interrutt. incorpor. con R1
caratteristiche, cioe lo stesso guadagno. Alimentaz. = 9 V

124
Quando uno stesso segnale viene applicato con- Fig. 2- II cablaggio su circuito stampato agevola no-
temporaneamente e in ugual misura sulle due tevolmente il lavoro costruttivo dell'amplificatore di
bassa frequenza, perché con esso si eacludono auto-
basi dei transistor, uno di questi tende ad aumen- maticamente errori di collegamento ed eventuali feno-
tare la conduzione, mentre l'altro tende a dimi- meni di interferenza del segnale.
nuirla; i compiti dei due transistor si scambiano
simmetricamente quando si inverte la polaritá del
segnale d'ingresso. In questo modo e possibile far
funzionare i due transistor anche in zone forte-
fedelta a grande potenza. Realizzando questo
mente non lineari, in quanto essendo identiche le semplice amplificatore di bassa frequenza che, per
non linearita per i due transistor, queste vengo- il basso costo dei suoi componenti, non sottopone:
no automaticamente compensate. Si puo cosi mag-
alcuno ad una spesa insostenibile, ci si potra ren-
giormente sfruttare il circuito ottenendo, a pari-
dere conto di molti possibili problemi di squilibri
ta di potenza d'uscita, una minor potenza dissi-
e dissimmetrie che possono aver origine nel cir-
pata dai transistor e, quindi, un piü elevato ren-
cuito; ma ci si potra anche rendere conto di tutti
dimento rispetto ad altri tipi di amplificatori.
i possibili interventi per correggere o compensa-
re squilibri e dissimmetrie, acquistando vía vía
una certa esperienza pratica che, in seguito, ser-
COSTRUZIONE DELL'AMPLIFICATORE vira per la realizzazione di altri amplificatori piü
potenti e piü costosi, senza incorrere in deludenti
Poiche il nostro amplificatore rappresenta un ti- . .
mnsucces1.
pico esempio di montaggio in bassa frequenza,
anche se la potenza d'uscita e da considerarsi II sistema di montaggio da noi proposto e quello
relativamente debole, esso e paragonabile, per dell'impiego di un circuito stampato, perché con
que! che riguarda le difficolta di realizzazione, agli questo si escludono automaticamente eventuali
amplificatori di potenza ben piu elevata. La realiz- errori di cablaggio, anche se e sempre possibile
zazione di questo apparato, dunque, viene pro- ricorrere alle comuni basette forate o al sistema
posta a tutti coloro che vogliono acquisire un po' degli ancoraggi.
di pratica in questi tipi di montaggi, prima di II piano di cablaggio dell'amplificatore di bassa
compiere il grande balzo verso il settore dell'alta frequenza e rappresentato in figura 2. In esso la

125
Fig. 3 - Ripro duclam o il clrculto stampato, a grandezza
naturale, cio in scala 1/1, necessario per realizzare
il montaggio dell'amplificatore a simmetrla complemen-
tare.

chiarezza e la semplicita con cui sono disposti i che la calza metallica del cavo stesso risulti col-
componenti non possono indurre in errori di sor- legata con il circuito di massa, cioe con la linea di
ta. alimentazione negativa.
Per riconoscere la disposizione dei terminali del L'interruttore Sl e incorporato ne! potenziome-
transistor, occorre far riferimento al puntino colo- tro regolatore di volume R1.
rato riportato sull'involucro esterno dei transi-
stor TRl e TR2, perché questo puntino colorato
si trova in corrispondenza del terminale di collet-
TARATURA
tore; il terminale di base si trova al centro men-
tre quello di emittore e situato all'estremita op- II circuito dell'amplificatore di bassa frequenza
posta. non dovrebbe richiedere normalmente alcuna o-
Per poter raggiungere un risultato positivo, e as- perazione di messa a punto. Ma ne! caso in cui si
solutamente necessario che i due transistor fina- dovessero verificare notevoli distorsioni del suo-
¡¡ TR3-TR4, a simmetria complementare, pre- no prodotto, occorrera controllare il valore della
sentino lo stesso guadagno. tensione su! terminale positivo del condensatore
A tale scopo si debbono acquistare, anche a costo elettrolitico C7; il valore di questa tensione dovra
di pagarli un po' di piü, due transistor in cop- risultare di 4,5 V, cioé meta del valore della ten-
pia giá selezionata. Non e invece importante che sione di alimentazione.
i transistor TR1-TR2, pur essendo di tipo diver- Ne! caso in cuila condizione ora citata non doves-
so (NPN il primo e PNP il secondo), presentino se verificarsi, occorrerá sostituire la resistenza R2
lo stesso guadagno, in quanto essi pilotano due di- con un trimmer resistivo (resistenza variabile se-
versi stadi amplificatori. mifissa) da 47.000 ohm, regolandolo in modo tale
I due transistor finali vengono applicati, tramite da ottenere la simmetria del circuito.
una vite di fissaggio, ad una piastrina metallica, U n'ulteriore fon te di dispersione potrebbe esse-
che funge da elemento di dispersione del calore re ricercata nell'errata corrente di polarizzazione
prodotto dai due componenti. dei due transistor final TR3-TR4. Occorrerá dun-
L'entrata del circuito amplificatore <leve essere que controllare il valore dell'assorbimento totale
realizzata con cavo schermato, facendo in·modo dell'amplificatore di bassa frequenza in assenza

126
di segnale. Questo valore dovrebbe aggirarsi in- bimento complessivo dell'amplificatore, che appor-
torno ai 18-20 mA. terebbe anche una stabilizzazione termica, consi-
Nel caso in cui quest'ultima condizione non do- ste nell'inserimento, in sostituzione della resisten-
vesse verificarsi, occorrera sostituire la resistenza za R8, di un termistore, cioe di una resistenza
R8 con un trimmer potenziometrico (resistenza NTC da 47-50 ohm, collegata in parallelo ad un
semifusa variabile) da 47 ohm, regolandolo in trimmer potenziometrico da 100 ohm, che per-
modo da ottenere il valore di corrente esatto. Un me,tterebbe una miglior regolazione della corren-
miglior sistema per regolare il valore dell'assor- te assorbita dai due transistor finali.

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frequenza sulla gamma del 90-150 MHz. Sensibilitá regolabile per le due
diverse condizioni d'uso dell'apparato· per captare suoni deboli e lon-
tani dal mlcrofono, oppure suoni forti in prossimita del microfono. Ali-
mentazione con pila a 9 V. Dimensioni parl a quelle di un norma le pac-
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127
DISTURBI INTERFERENZE
RADIO -TV

L'uso di un semplice filtro passa-basso puo rappresentare il miglior rime-


dio per un ascolto dei programmi radiofonici esente da disturbi. Con il
filtro passa-alto, invece, si possono ottenere immagini nitide e chiare sul-
lo schermo televisivo.

11 crescente progresso tecnologico, in tutti I set- lizzare i vari tipi di disturbi e di suggerire ai no-
tori elettrici ed elettronici, sta rendendo sempre stri lettori quei circuiti che, pur non eliminando
piü diffcile lascolto dei programmi radiofonici del tutto gli inconvenienti citati, sano in grado,
a causa dei molti disturbi di alta frequenza che, almeno, di attenuarli in una certa misura.
pur non risultando appariscenti, investono co-
stantemente le nostre abitazioni e i nostri appa-
rati riceventi. VARI TIPI DI DISTURBI
La diffusione sempre piü notevole di apparati
elettrodomestici o di impianti elettrici industriali Possiamo ten tare di effettuare una suddivisione
ha reso in molti casi impossibile una visione in- dei disturbi radio-TV in due grandi categorie,
disturbata dei programmi TV. Tutto ció e provo- raggruppando da una parte quelli che raggiun-
cato da una grande quantita di onde radio va- gono l'apparato ricevente attraverso il sistema
ganti che, in continuazione, si manifestano in un di alimentazione e conglobando in un secando
vero e proprio ... assalto alle onde di alta frequen- gruppo quelli che raggiungono gli apparati ra-
za dei programmi radiofonici e televisivi, cioé dioelettrici attraverso l'antenna.
di quelle onde che trasportano, attraverso lo spa- Ognuno di questi due tipi di disturbi <leve es-
zio, i suoni e le immagini. sere, ovviamente, analizzato ed eventualmente
In questo articolo cercheremo, dunque, di ana- neutralizzato in modo diverso, poiché e diversa

128
L1

USCITA
RETE

NGRESSO RETE

t
Fig. 1 - In questo circuito di filtro di rete i condensa-
tori di piccolo valore capacitivo rappresentano elementi
in cortocircuito per i soli disturbi di alta frequenza,
mentre non provocano effetto alcuno sulla tensione di
COMPONENTI

rete. Le due bobine costituiscono altrettanti blocchi di
resistenza elevatissima per le componenti di disturbo, C1 = 100.000 pF
mentre si comportano come elementi in cortocircuito C2 = 100.000 pF
per la corrente di alimentazlone. C3 = 1.000 pF
C4 = 1.000 pF
C5 = 1.000 pF
C6 = 1.00.000 pF
L1 - L2 = vedi testo

la causa che li produce.


Attraverso la rete-luce arrivano normalmente tut-
ti i disturbi generati da apparecchiature elettri-
che, tra le quali possiamo ricordare i motori a
collettore, gli accendigas elettrici, le lucidatrici,
gli aspirapolvere, i frigoriferi, le lavatrici e, an-
cora, le apparecchiature dentistiche od indu-
striali, i bruciatori per riscaldamento, gli ascen-
usa7A sori, ecc.
RETE
I disturbi provocati da queste apparecchiature
sono dovuti alle rapide commutazioni di cor-
rente; essi si accompagnano alla corren te elet-

PRESA
TERRA {
Fig. 2 - Piano di cablaggio del filtro passa-basso adatto
per l'eliminazione dei disturbi radiofonici. Il circuito
deve essere racchiuso in un contenitore metallico col-
legato con il telaio del rlcevitore radio. La tensione di
lavoro del condensatori e di 400 V; 11 loro valore capa-
citivo non e critico e puo ammettere forti tolleranze
senza alcun danno per il risultato finale.

129
trica alternata, cioe sinusoidale, sotto forma di poco corretto dei trasmetti tori, oppure dalla ec-
impulsi di alta frequenza. cessiva vcmanza dell'antenna trasmittente con
Ma il problema dei disturbi negli apparati radio- quella ricevente TV.
elettrici e maggiormente risentito negli appa-
recchi radio a modulazione di ampiezza, mentre
lo e in misura minore negli apparecchi radio a
COME LIMITARE I DISTURBI DI RETE
modulazione di frequenza e nei televisori.
I disturbi che raggiungono gli apparati radioelet-
trici attraverso l'antenna sono principalmente di Vediamo ora in qua! modo sía possibile elimi-
due tipi: quelli generati dall'impianto di accen- nare, o almeno attenuare in misura notevole,
sione delle aufovetture e quelli provocati dalle quelli che risultano i disturbi piu comuni.
interferenze di apparati radiotrasmittenti. Quando si ha a che fare con segnali di alta fre-
Quando sugli elettrodi della candela di un mo- quenza, sovrapposti all'onda di rete a 50 Hz, e
tore a scoppio scocca la scintilla, nello spazio possibile attenuare notevolmente i disturbi inse-
circostante vengono irradiate onde ad alta fre- rendo su! circuito dell'alimentatore un filtro pas-
quenza, contenenti un gran numero di armoni- sa-basso, che blocca la componente di alta fre-
che, che disturbano le trasmissioni radio sulle quenza, lasciando invece inalterata la corrente
gamme che si estendono fra le onde medie e le a 50 Hz.
VHF. La posizione migliore per l'applicazione dei filtri
II dilagare di apparati ricetrasmettitori ha solle- passa-basso e senza dubbio quella in cui e situa-
vato, soprattutto in questi ultimi tempi, il pro- ta la sorgente di disturbo, perché questa posizio-
blema delle interferenze sui ricevitori TV. E que- ne impedisce agli stessi conduttori di rete di com-
ste interferenze vengono create da un impiego portarsi come un'antenna trasmittente, irradian-
do nello spazio circostante i disturbi presenti nel-
l'alimentazione.
In pratica non _e sempre possibile intervenire di-
Fig. 3 - Nel caso in cuí il filtro passa-basso riportato rettamente sulla sorgente dei disturbi, ma si pos-
In figura 1 non fosse sufflciente ad eliminare i disturbi sono ugualmente ottenere validi risultati utiliz-
radiofonici, conviene realizzare questo doppio filtro zando i fltri passa-basso in prossimitá dell'appa-
passa-basso. ll maggior numero di componenti di blocco recchio radio o del televisore.
per l'alta frequenza rendono il circuito molto efficiente.
In figura 1 e rappresentato un semplice circuito
di filtro di rete; in questo circuito i condensa-
tori, di piccolo valore capacitivo, rappresentano
' -------------- degli elementi in cortocircuito per i soli disturbi
di alta frequenza, mentre non provocano effetto
alcuno sulla tensione di rete.
l
1 uscona

"L e<I "I'fil


''"' ' '"' Analogamente le bobine LI-L2 rappresentano
1 rr1
'IU~t~!i(I ílCU : : .. .. -- -- - 1

+ ••T_.T dei « blocchi » di resistenza elevatissima per le


l' - 0pop-l40pop-
componenti di disturbo, mentre si comportano
: .,..... -~·••u - L'"""' - - - - - - - - - , come elementi in cortocircuito per la corrente
}
T di alimentazione a 50 Hz, essendo realizzate con


induttanze di base.

DOPPIO FIL TAO


COMPONENTI Ne! caso, praticamente assai raro, in cui il filtro
C1 10.000 pF
= rappresentato in figura 1 non fosse in grado di
c2 10.000 pF
= attenuare sufficientemente i disturbi, si puo ricor-
C3 100 pF
= rere alla realizzazione di un doppio filtro passa-
CA 100 pF
= basso come quello rappresentato in figura 3. II
C5 10.000 pF
= funzionamento di questo circuito e analogo a
C6 10.000 pF
= quello del precedente circuito di filtro passa-
C7 100 pF
=
C8 100 pF basso. In questo secando circuito, tuttavia, e pre-
=
C9 10.000 pF
= sente un maggior numero di componenti di bloc-
C10 10.000 pF
= co per l'alta frequenza, che rendono il circuito
L 1-L2-L3-L4 = vedi testo stesso assai piü eficiente.

130
REALIZZAZIONE PRATICA DEL FILTRO Non essendo possibile ció, il miglior sistema per
difendersi da questo tipo di disturbi consiste nel-
In figura 2 rappresentiamo il piano di cablaggio P'installare l'antenna piü in alto possibile, realiz-
del filtro passa-basso riportato, nella sua espres- zando la discesa con cavo schermato.
sione teorica ,in figura 1. Coloro che non volessero servirsi del cavo scher-
11 circuito deve essere racchiuso in un conteni- mato dovranno in ogni caso evitare !'uso della
tore metallico possibilmente collegato al telaio piattina bifilare con impedenza di 300 ohm, uti-
del ricevitore radio. lizzando eventualmente la piattina schermata da
I condensatori debbono essere adatti per lavo- 300 ohm che, tuttavia, presenta un costo piu ele-
rare con tensioni di almeno 400 V, mentre il lo- vato.
ro valore capacitivo non e critico e possono es-
sere ammesse forti tolleranze senza compromet-
tere il risultato finale. IL TVI
Ad alcuni lettori potra sembrare illogico il colle-
Le interferenze televisive, che nel gergo amato-
gamen to in parallelo dei gruppi di condensatori
riale sono conosciute con la sigla TVI (televi-
C1-C3, C2-C4, C5-C6; ma in pratica occorre
sion interference), provocate dai trasmettitori
tener conto che ogni condensatore, proprio per
rappresentano uno dei piü comuni esempi di
la sua costituzione intrinseca, presenta una certa
induttanza, che e tanto piü grande quanto piü disturbi TV per la cui eliminazione e neces-
ssario un attento esame delle cause che li de-
elevata e la capacita; per tale motivo il conden-
satore, in presenza di frequenze elevate, potrebbe terminano.
comportarsi come una induttanza di blocco. Tale Le interferenze provocate da un apparato tra-
rischio viene scongiurato con il collegamento in smettitore possono attribuirsi a due cause diver-
parallelo; per esempio, in parallelo al condensa- se: la non buona emissione del trasmettitore e
tore Cl viene collegato il condensatore C3 di la eccessiva potenza di questo, oppure la vicinan-
piccola capacita che, anche in presenza di fre- za dell'antenna trasmittente con quella ricevente.
quenze molto elevate, continua a comportarsi Ne! primo caso, cioe quando il trasmettitore
da vero e proprio condensatore. emette, oltre alla frequenza fondamentale, una
Le bobine LI-L2 sono perfettamente identiche notevole quantita di frequenze armoniche, l'in-
tervento tecnico deve essere effettuato esclusi-
e verranno realizzate avvolgendo 65 spire di filo
vamente sulla stazione trasmittente. I radioama-
di rame smaltato da 0,5-0,8 mm. di diametro
tori ed i CB, ad esempio, hanno l'obbligo di
su un supporto di 2,5 cm. di diametro.
evitare in maniera assoluta il TVI, anche a co-
Questi valori, comunque, non sono per nulla cri- sto di astenersi dalle trasmissioni.
tici e si possono ottenere ottimi risultati anche La causa della produzione delle frequenze ar-
avvolgendo alcune decine di spire su supporti di moniche puo essere dovuta ad una sovrammo-
ferrite del tipo di quelli utilizzati nei ricevitori dulazione del trasmettitore o ad un errato punto
radio a transistor. di lavoro del transistor finale.
La realizzazione del circuito del doppio filtro non Per migliorare la trasmissione e consigliabile una
e stata qui rappresentata, perché essa e analoga accurata messa a punto del modulatore, per
a quella del filtro passa-basso di figura 1. esempio tramite audio compressori, inserendo dei
filtri passa-basso tra l'uscita del trasmettitore e
l'antenna trasmittente.
DISTURBI CAPTATI DALL'ANTENNA Anche quando l'emissione e perfetta puó acca-
dere che questa sia causa di TVI. lnfatti, se
I disturbi captati dall'antenna sono talvolta as- la potenza del trasmettitore e abbastanza elevata
sai piü fastidiosi di quelli che raggiungono il ri- e le antenne riceventi e trasmittenti sono assai
cevitore attraverso il circuito di alimentazione; vicine (situazione questa assai frequente nei cen-
essi sono anche quelli piu diffcilmente elimina- tri abitati), il segnale di alta frequenza prodotto
bili. da! trasmettitore riesce a « scavalcare » i circuiti
I disturbi piü comuni, captati dall'antenna, sono accordati del tuner TV, saturando gli stadi di
quelli prodotti dalle scin tille delle candele dei ingresso del televisore stesso con conseguente cau-
motori a scoppio. Per eliminare questi disturbi, sa di forti disturbi; ció si verifica anche quando
occorrerebbe stroncarli alla radice, perché sol- la frequenza del trasmettitore risulta notevolmen-
tanto questo risulterebbe il sistema migliore. Ma te diversa da quella di ricezione TV.
per realizzare questa condizione occorrerebbe L'eliminazione completa di tali interferenze e
schermare il motore a scoppio di tutti gli auto- assai dificile. L'antenna trasmittente dovrá es-
veicoli. sere preferibilmente di tipo ground-plane e dovrá

131
Fig. 4 - Per eliminare il TVI (televlslon interference)

LE NOSTRE conviene realizzare questo circuito di filtro passa-alto,


predisposto per l'impiego di antenne con discesa a
300-75 ohm.

CUFFIE STEREO
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
-- - - - 1 - - - - - - -1
fedelta e per un nuovo ed emozionante
' I

incontro con il mondo della musica ste- 300n


1 l -A Rcv

reofonica.
Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
H-
fusione di una musicalita elevata con un
perfetto adattamento anatomico. 1R

t
CUFFIA STEAEO
MOD. LC25 COMPONENTI
L. 5.500 C1 10 pF
C2 10 pF
CARATTERISTICH E: C3 = 10 pF
L1-L2 = vedi testo
lmpedenza: 8 ohm
Gamma di freq.: 18-
15.000 Hz
Peso: 320 grammi essere sistemata alcuni metri al di sopra delle an-
tenne riceventi, in modo che l'energia irradiata
risulti schermata dai radiali dell'antenna stessa.
Nel caso in cuí queste condizioni tecniche non
possano essere rispettate, occorrerá inserire, in
CUFFIA STEREO prossimita del televisore, un filtro passa-alto, col-
MOD. DH08 legato all'ingresso dell'antenna e in grado di at-
L. 18.500 tenuare in maniera efficace le frequenze di va-
CARATTERISTICHE: lore inferiore a quella che si vuol ricevere, impe-
lmpedenza: 8 ohm
dendo in tal modo che il segnale di un eventuale
Sensibilita: 110 dB trasmettitore riesca a «scavalcare » gli stadi se-
a ,1.000 Hz lettivi del tuner TV.
Gamma di freq.:
20 - 20.000 Hz
Peso: 450 grammi
La cuffia é provvista UN FILTRO PASSA-ALTO PER TV
di regolatore di
livello a manopola Lo schema elettrico del filtro passa-alto, adatto
del tweeter. per l'eliminazione del TVI, e riportato in figura
3. Esso e predisposto per l'impiego di discese giá
dattatore provviste di adattatore di impedenza 75/300 ohm
per cuffie stereo o meno.
Mod. JB-11 D Normalmente la discesa d'antenna per il primo
L. 3.500 e per il secondo canale TV viene realizzata con
un unico cavo da 75 ohm; in prossimitá del rice-
Questo piccolo ap-
vitore viene installato un circuito demiscelatore-
parecchio consente
il collegamento di adattatore, che provvede a separare i segnali
una o due cuffie ste- VHF (primo canale) da quelli UHF (secondo
reo con tutti i com- canale), fornendo una uscita bilanciata a 300
plessi stereofonici. ohm, che dovra essere collegata con gli appositi
La commutazione al-
toparlante - cuffia e morsetti presentí sul ricevitore TV.
immediata, senza al- Il nostro filtro dovra essere inserito fra l'uscita
cun intervento sui VHF del demiscelatore e l'entrata corrisponden-
collegamenti. te del televisare, utilizzando gli ingressi a 300
ohm.

132
Ne! caso in cui la linea di discesa corrisponden-
te al primo canale TV fosse separata da quella
del secondo canale, senza che risulti inserito alcun
dispositivo adattatore di impedenza da 75-330
ohm, prima del collegamento con il televisore,
si dovra connettere la calza del cavo schermato
con il morsetto a 75 ohm del filtro, mentre il
conduttore caldo, cioé quello interno, potra es-
il nostro
indirizzo e
sere collegato indifferentemente con !'uno o l'al-
tro dei morsetti a 300 ohm.

REALIZZAZIONE DEL FIL TRO PASSA-ALTO

A differenza di quanto avviene per i fltri pre-


cedentemente descritti, la realizzazione di que-
sto dispositivo impone una certa precisione co-
struttiva delle bobine e del montaggio meccanico.
11 filtro deve essere racchiuso in un contenitore
metallico dentro il quale verra inserito uno scher-
mo intermedio metallico, elettricamente collega-
to con la rimanente parte del contenitore (e pre-
feribile il collegamento con saldatura a stagno).
I condensatori C1-C2-C3 dovranno essere di ti-
po ceramico. Le bobine Ll-L2, perfettamente
identiche fra loro, verranno realizzate con filo
di rame smaltato del diametro di 1 millimetro;
l'avvolgimento, del tipo « in aria», e composto
da 8 spire di 2 cm. di diametro. Una presa inter-
ELETTRONIGA
media, esattamente al centro della bobina, serve
per il collegamento con il condensatore C3 (bo-
bina L2) e con la massa (bobina Ll). 11 piano di
PRATICA
cablaggio del filtro passa-alto e riportato in fi-
gura 5; i conduttori provenienti dai condensatori
C1-C2 attraversano lo schermo divisorio su due
gommini passanti.

AL RICEV ANT.

Via Zuretti 52
20125 - Milano
Fig. 5 - II filtro passa-alto, adatto per l'eliminazione
del TVI, deve essere realizzato in un contenitore me-
tallico completamente chiuso; all'interno di questo oc-
corre inserire una parete metallica divisoria fra il cir-
Teleí. 671.945
cuito della bobina L1 e quello della bobina L2. 1 con-
densatori debbono essere di tipo ceramico e le bo-
bine verranno costruite con la maggior precisione.

133
ROS METRO - TARA TURA
ADATTATORI - PROBLEMI DI SPAZIO

ANTENNE
RICETRASMITTENTI
Cerchiamo di Cominciamo con il ricordare le grandezze ra-
dioelettriche di primaria importanza relative alle
risolvere i
antenne ricetrasmittenti.
problemi La lunghezza d'onda di una radiazione elet-
fondamentali tromnagnetica determina essenzialmente la lun-
che insorgono ghezza fisica dell'antenna, anche se in pratica
durante le tasi di altri fattori possono influenzare tale lunghezza.
La formula matematica che lega la lunghezza
progettazione, d'onda con la frequenza e la seguente:
costruzione e )= 300 : f
installazione delle in cui ) esprime la lunghezza d'onda in metri,
antenne, mentre f determina il valore della frequenza
con particolare espresso in megahertz.
Un'altra grandezza relativa alle antenne e rap-
attenzione per presentata dall'impedenza caratteristica Zo. Tale
quelle di tipo valore, espresso in ohm, sta ad indicare che, ai
amatoria le. fini della irradiazione, l'antenna si comporta, ver-
so il trasmettitore, in ugual maniera di una re-
sistenza di valore pari a quello dell'impedenza
caratteristica.
Normalmente le antenne di uso piü comune han-
no impedenze di 52 o 75 ohm e a questo valore


•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

••

134
vengono adattate le impedenze di uscita dei tra-
smettitori e vengono costituiti i cavi coassiali per
trasmissione. Ció perché, come avremo modo di
spiegare, soltanto con l'adattamento ad uno stes-
so valore di impedenza (trasmettitore-cavo-linea)
si evitano le dannose onde stazionarie, che di-
minuiscono la resa in potenza sovraccaricando, al
tempo stesso e in modo pericoloso, gli stadi finali
del trasmettitore. 1 ANT.
RX
11

IL ROS

Quando l'impedenza di antenna non si adatta


periettamente a quella del trasmettitore, l'ener-
gia a radiofrequenza erogata da quest'ultimo, non
viene « accettata » dallantenna, che la rispedi-
sce indietro lungo la linea sino al trasmettitore,
il quale risulta sovraccaricato, perché deve dis- Fig. 1 - Semplice circuito di adattatore di antenna in
sipare, oltre alla normale potenza, anche una grado di ridurre notevolmente il ROS lungo la linea.
percentuale di potenza in piü dovuta al cattivo L'adattatore viene normalmente inserito fra il rosme-
tro e il cavo d'antenna permettendo l'eliminazione
adattamento. delle onde stazionarie tramite regolazione dei con-
Poiché generalmente gli stadi finali dei trasmet- densatori C1-C2. 1 condensatori variabill sono di tipo
titori sono gia di per sé funzionanti ai limiti del- per trasmissione e possono essere recuperati da ap-
le loro possibilita, un disadattamento ed un con- parecchi surplus; il valore capacitivo non e critico
e puo aggirarsi intorno a 200 pF per 1 28-21-14 MHz,
seguente ritorno di energia o, come si suole piü mentre deve essere di 50 pF almeno per 1 7-3,5 MHz.
comunemente dire, un alto valore di onde sta- L'impedenza 11 e una comunissima lmpedenza di alta
zionarie e quasi sempre fatale per l'apparato. frequenza a nido d'ape; essa serve per cortocircuitare
le cariche elettrostatiche.
So1ge quindi spontanea la necessitá di cautelarsi
adeguatamente nei riguardi dei disadattamenti di
impedenza.
Ma occorre anche tener presente che, quando
un'antenna non ha lo stesso valore di impeden-
za caratteristica del trasmettitore e del cavo, su-
bisce un sensibile calo ne! proprio rendimento, in grado di perturbare l'oscillazione stessa.
non essendo in grado di irradiare tutta l'energia Per indicare il valore delle onde stazionarie pre-
con cui viene alimentata. Le onde stazionarie, senti in un impianto d'antenna, si fa riferi-
quindi, mettono in pericolo lintegrita del tra-
smettitore e ne diminuiscono la portata.
mento al ROS = rapporto - onde-stazionarie o
SWR (standing - wave - ratio) nella terminolo-
L'origine delle onde stazionarie non e per nulla gia anglosassone. Il ROS, dunque, rappresenta
intuitiva e soltanto attraverso la teoria sulle li- il 1apporto tra l'impedenza di uscita del trasmet-
nee di trasmissione si arriva a comprenderne titore e quella dell'antenna.
esattamente !'origine. Quando i due valori di queste due impedenze
Per avere un'idea vaga dell'origine delle onde sono uguali, si ha ROS = 1 e ció significa che
riflesse, si potrebbe fare un'analogia tra le onde non vi sono onde stazionarie e tutta l'energia
elcttriche e quelle elastiche che si propagano uscente dal trasmettitore viene realmente irra-
lungo una corda quando questa vien fatta vibrare diata.
con una certa frequenza. Se la corda e di lun- Per mnisurare il ROS esiste un apposito strumento
ghezza infinita, oppure se all'altra estremitá esi- chiamato Rosmetro o SWR-meter, che viene
ste qualcuno che la fa vibrare in perfetto sin- normalmente inserito all'uscita del trasmettitore,
cronismo con colui che genera le onde, queste prima del cavo coassiale di discesa d'antenna.
si smorzano completamente ( causa dell'adatta- Teoricamente il Rosmetro dovrebbe essere in-
mento). Se invece la corda e fissata ad una serito alla fine del cavo, in prossimita dell'anten-
esttemita (cortocircuito), oppure non vi e un na, ma ció comporterebbe ovviamente notevoli
perfetto sincronismo tra le vibrazioni alle due diffcolta di lettura per cui la prima soluzione e
estremita, si manifestano delle onde di ritorno quella da tutti seguita nella pratica.

135
Fig. 2 - La bobina necessarla per la realizzazione
dell'adattatore di antenna realizzata su supporto i-
solante del diametro di 80-.70 mm. Le spire sono in
numero di 20 per le frequenze comprese fra i 28 e i
14 MHz; occorreranno invece 40 spire per le fre-
quenze comprese fra i 14 e i 3,5 MHz. La spaziatura
tra spira e spira di 2 mm e li filo deve essere di
rame nudo o argentato, de! diametro di 1-2 mm clrca.
ll punto plu adatto, sul quale verra collegata la pinza
a bocca di coccodrillo, dovr essere ricercato speri-
mentalmente, tenendo conto delle caratteristiche del
trasmettitore, dell'antenna e delle indicazioni offerte dal
rosmetro

supporti
isolanti

TARATURA DELLE ANTENNE sultare moho utile anche a coloro che sono gia
in possesso di un impianto d'antenna.
Molti lettori si chiederanno per quale motivo
l'argomento relativo alle antenne e scivolato, a
poco a poco, verso il ROS. Ma il motivo e moho ADATTATORE D'ANTENNA
semplice e scaturisce da! fatto che ogni antenna,
dopo la costruzione, necessita di una taratura Anche se la concezione circuitale del nostro
che <leve essere fatta proprio tramite il Rosme- adattatore di antenna e assai semplice, esso per-
tro, cosi da ottenere il piu basso valore possibile mette di ottenere notevoli benefici per la ridu-
di onde stazionarie (ROS = 1) e raggiunge il zione del ROS lungo la linea.
massimo rendimento sía in trasmissione sia in ri- L'adattatore d'antenna viene normalmente in-
cez1one. serito tra il Rosmetro e il cavo d'antenna e per-
Non. si puo proprio pensare di realizzare un'an- mette di eliminare quasi totalmente le onde sta-
tenna se poi non la si puo collaudare ed even- zionarie agcndo sui condensatori C1-C2.
tualmente modificarla. Ecco il motivo per cui La bobina Ll verra realizzata su un supporto
prima di passare alla descrizione di antenne vere isolante del diametro di 60-70 mm, avvolgendo
e proprie dobbiamo proporre al lettore un di- 20 spire spaziate tra loro di 2 mm, per le fre-
spositivo adattatore di impedenza che potra ri- quenze comprese tra i 28 e i 14 MHz; occorre-

Fig. 3 - Tipico esempio di antenna adatta per « la-


vorare » 'sulla gamma dei f4 MHz. Le dimensioni
rldotte permettono di installarla addirittura in una atan-
za (i dati costruttlvi sono tutti rlportati nel testo).

136
:anno mnvece 40 spire per le frequenze comprese tenna e rapprescntato dallo spazio notevole ri-
tra i 14 e i 3,5 MHz; trattandosi di trasmettitori chiesto da questa per le bande decametriche,
di potenza, il supporto isolante dovra essere di cioé quelle bande in cuí si svolgono i DX, che
tipo ceramico. sono i collegamenti a lunga distanza.
Il filo necessario per lavvolgimento dovrá essere Anziché realizzare il tradizionale dipolo e pos-
di rame nudo o, mcglio, argentato, da 1-2 mil- sibile disporre i conduttori in altro modo, purché
limetri di diametro circa. Occorre assolutamente si abbia l'accortezza di adattare l'impedenza
evitare !'uso di filo di rame smaltato, perché que- dell'antenna con quella del trasmettitore o del ri-
sto non permetterebbe il cortocircuito parziale cevitore.
della bobina tramite la presa a bocea di cocco- In figura rappresentiamo un típico esempio
drillo. di antenna adatta per lavorare sulla gamma dei
La presa piü adatta alla quale verra collegato il 14 MHz. Questa antenna puo essere montata ad-
coccodrillo dovra essere ricercata sperimental- dirittura in una stanza. Le dimensioni sono le
mente in base alle caratteristiche del trasmettito- seguenti: 1-2 = 5-6 = 2,75 metri; 2-3
re, dell'antenna e delle indicazioni del Rosmetro; = 4-5 = 1,83 metri.
successivamente si agirá sui condensatori d'accor- La lunghezza del cavo dovrá essere regolata spe-
do sino a minimizzare il ROS. rirnentalruente per minimizzare il ROS.
In figura 4 rappresentiamo un'antenna simile per
concezione a quella rappresentata in figura 3 ma
IL PROBLEMA DELLO SPAZIO adatta per lavorare sulle lunghezze d'onda di
7-14-28 MHz. Chiudendo l'interruttore l'an-
Uno dei maggiori problemi di coloro che voglio- tenna si adatta sulla gamma dei 7 MHz. Ogni
no realizzare oppure soltanto installare un'an- lato del quadro misura 2,25 metri e ció significa

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Fig. 4 - Questo tipo di antenna, molto simile a quella


rappresentata in figura 3, e adatta per « lavorare »
aulle lunghezze d'onda di 7-14-28 MHz (I dati costrut-
tivi sono tutti riportatl nel testo). La discesa dovra
essere effettuata con piattlna TV da 300 ohm della
lunghezza di 1,25 metri.

che ognuno dei due conduttori, con cui e realiz-


zata l'antena, misura 4,50 metri. La discesa do-
vr essere effcttuata con piattina TV da 300 ohm
nella lunghezza di 1,25 metri.

LE ANTENNE ACCORCIATE

Le antennc necessarie per lavorare sulle bande


amatoriali presentano dimensioni rilevanti. Tut-
tavia, mediante alcuni artifizi, e possibile ridur-
re, anche in misura notevole, le dimensioni co-
struttive senza incorrere in disadattamenti consi-
derevoli.
Un'antenna di dimensioni dimezzate e queUa co-
siddetta ad un quarto d'onda, che sfrutta il piano
di tcrra come specchio elettromagnetico, simulan-
do in tal modo un dipolo verticale a mezza lun-
ghezza d'onda. L'impedenza di questa antenna e
normalmente di 52 ohm ed essa si adatta molto
bene ai comuni ricetrasmcttitori. La lunghezza
<leve essere ovviamente calcolata tenendo conto
della frequenza che si vuol ricevere ed applicando
la formula riportata all'inizio di questo articolo.
Fig. 5 - Un esempio di antenna accorciata e quella
1 cosiddetta ad un quarto d'onda; essa sfrutta il piano
D'ONDA di terra come specchio elettromagnetlco, simulando
4 in tal modo un dipolo verticale a mezza lunghezza
d'onda. L'impedenza di quest'antenna e normalmente
di 52 ohm ed essa si adatta molto bene ai comuni
ricetrasmettitori

ISOLAT.

139
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850 Cm0 1
1


10o c i

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, #
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"y
,
150 Cm

Fig. 6 - Esempio di dipolo accorciato, adatto per


lavorare sulla gamma del 7 MHz. Tra il punto 2 e il
punto 3 viene inserito un filo non conduttore, la cui
CAVO COASSIALE funzione e quella di realizzare un perfetto irrigldl-
75 n mento dell'antenna stessa. l dati costruttivi, compresi
quelli della bobina, sono tutti nel testo
¡
TX RX

-
DIPOLO ACCORCIATO PER 1 7 MHZ riori artifizi per accorciare le antenne. In parti-
colare, poiché l'antenna costituisce un circuito ri-
E' ovvio che le antenne verticali ad un quarto sonante a costanti distribuite, si introducono, tra-
d'onda, pur consentendo un notevole risparmio mite bobine ed eventualmente condensatori, del-
sulla lunghezza, risultano adatte soltanto per le le costanti concentrate, che permettono di dimi-
frequenze elevate, dato che la loro altezza, essen- nuire i tratti lineari dell'antenna, riducendone
do notevole, le sottopone a continue sollecitazioni le dimensioni.
mcccaniche e a forti oscillazioni, che compromet- Un esempio di dipolo accorciato, adatto per la-
tono sia la ricezione sia la trasmissione. vorare sulla gamma dei 7 MHz, e rappresentato
. Per le gamme piu basse si deve ricorrere ad ulte- in figura 6. II tratto 1 - 2 = 3 - 4 misura com-
plessivamente 9,50 metri. Tra il punto 2 ed il
punto 3 verra inserito un filo non conduttore, la
cui unica funzione e quella di permettere l'irri-
Fig. 7 - No nessendo comodo disporre di un'antenna giclirnento dell'antenna. Tra i punti l e 4 verrá
separata per ogni tipo di ricezione o trasmissione,
conviene realizzare l'antenna di tipo multiplo. Quella
inserita una bobina di sole tre spire di filo di ra-
qui rappresentata e adatta per lavorare sulla gamma me smaltato del diametro di 2 mm; l'avvolgimen-
dei 7 MHz e su quella dei 3,5 MHz. L'lnterruttore, to dovra essere effettuato su un robusto supporto
inserito tra il punto 5 e la bobina L4, verra chiuso isolante del diametro di 40 mm.
per le ricetrasmissioni sui 3,5 MHz, mentre rimarra
aperto quando l'antenna e chiam·ata a lavorare sulla
11 cavo di discesa con impedenza di 75 ohm,
lunghezza d'onda di 7 MHz. potra avere qualsiasi lunghezza.

\SOL

o,6
_
~ L2
L1

140
Fig. 8 - Tipo elementa re di ante nna adatta per la ri-
cezione delle bande dei 10-15-20-40 -80 metri. Questa
antenna, priva di commuta zioni e pon ticelli, e parti-
colarmente indicata per coloro che da poco tempo
sono diventati radloamatori e per tutti gli SWL.

RX TX


13 SPIRE FILO 1 mm
SPAZIATE 4 mm

BOBINA
L1
SUPPORTO
l)J 60 mm

ANT.


Flg. 9 - Le due bobine necessarie per la realizzazione
dell'antenna presentata in figura 8 debbono essere
costruite secondo i dati rlportati in questo disegno,
CONO. tenendo conto che la bobina deve risuitare un com-
C1 ponente meccanicamente robusto e insensibiie agii a-
genti atmosferici.

~ 2,:::~SOf'·
o
et:
2:1
1,5: 1
1 '1
• 3,5 3,6 3,7 3,8 MHZ

~2 .:;:~•omt
2
1,5: 1 -
1:1 -
7,0 7,1 7,2 MHZ

20-1510 mt


5: 1

~ .
•• 1

g ·:0
2:1
:1
14 141 142 143 \44 145 MHZ
21 211 212 23 214 215

28 82 28,4 286 2 29 Fig. 1 O - Questi tre diagrammi, rappresentativi del


ROS in funzione della frequenza, offrono un'idea ab-
bastanza chiara delle ottime prestazioni ottenute con
l'antenna rappresentata in figura 8.

141
a

r
1
1

Fig. 11 - Esempio d'antenna verticale multibanda adatta
per installazioni di apparati ricetrasmettitori nei centri
abltati. Questi tlpi di antenne uniscono al vantaggio
dell'antenna ad un quarto d'onda quello della pre-
senza di « trappole » che permettono il funzionamento
dell'antenna stessa su tutte le bande amatoriali.

Fig. 12 - Non essendo sempre


possibile e conveniente installare
l'antenna a partire dal piano di
terra, occorre realizzare un pia-
no di terra artificiale tramite ele-
menti radiali calcolati per un quar-
to d'onda. Questo tipo di anten-
na offre il vantaggio di non cau-
N
r sare interferenze con le norma'
: ricezioni radio.


ú)
o
TRPPOA
2

TRAPPOLA
1

CAVO


1 ~ COASSIALE

RX TX

142
ANTENNE MUL TIPLE ACCORCIATE

Poiché risulterebhe oltremodo scomodo disporre


di un'antenna separata per ogni tipo di ricezione
o trasmissionc, si suole comunemente realizzare
1 FASCICOLI
antenne di tipo multiplo, meglio se accorciate
per le solitc ragioni di spazio. ARRETRATI
Le dimensioni di questa antenna sono: tratto
1-3 = 7 metri (lancoraggio 2 puó essere posto
a pi acere ne\ punto intermedio fra 1 e 3); tratto
4-5 = 2,70 metri; tratto 6-7 = 4,65 metri.
DI
Le bobine L3 - LA verranno realizzate su un sup-
porto di 60 mm. di diametro, tramite filo di ra-
me da 1,6 mm; per la bobina L3 occorrono 23 ELET'TRONIC
spire, per L4 occorrono 33 spire.
Le caratteristiche delle bobine Ll - L2 e del
condensatore variabile CV dipendono dalla ban-
da che si desidera ricevere o sulla quale si vuol
PRATICA
trasmettere; le bobine stesse, quindi, dovranno
essere realizzate in due esemplari commutabili
tra loro, per la gamma di 3,5 MHz e per quella sono le « perle » di una prezio-
di 7 MHz. sa collana tecnico-pratica, che
Per quanto riguarda i valori consigliamo di te- porta in casa vostra il piacere
ner validi quelli dello stadio finale del trasmetti- e il fascino di una disciplina mo-
tore, ricordando che per LI potranno andar be-
ne 2-3 spire. L'interruttore, inserito tra il pun-
derna, proiettata nel futuro, che
to 5 e la bobina LA, verra chiuso per le ricetra- interessa tutti: lavoratori e stu-
smissioni sui 3,5 MHz, mentre rimarra aperto per denti, professionisti e .studiosi,
la gamma dei 7 MHz. giovani e meno giovani.

UN'ANTENNA PER I NEO RADIOAMATORI

Per coloro che da poco tempo sono diventati ra-


dioamatori e per tutti gli SWL presentiamo, in
RICHIEDETECELI

SUBITO
figura 8, un elementare tipo di antenná adatto
per la ricezione dclle bande dei 10-15-20-40-
80 metri, senza alcuna commutazione o inserí-
mento di ponticelli.
La realizzazione di questo tipo di antenna non
e impegnativa. anche se la sua lunghezza, che PRIMA CHE
é di 34 metri circa, puó risultare eccessiva.
Le lunghezze dei tratti lineari sono le seguenti:
1-2 = 7-8 = 6, 70 metri e 3-4 = 5-6 =
SI ESAURISCANO
10,06 metri.
La bobina LI dovrá essere realizzata secondo
i dati costruttivi riportati nel disegno di figura 9,
facenclo bene attenzione alla robustezza meccani- inviando, per ogni fascicolo,
ca del componente, che e destinato a rimanere l'importo di L. 500, a mezzo va-
esposto agli agenti atmosferici. glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz-
Il condensatore CI dovrá essere di tipo ceramico zando le vostre richieste a:
o a mica, acl elevato isolamento e del valore
capacitivo di 62 pF ± 5 %.
ELETTRONICA PRATICA
Per avere un'idea abbastanza chiara delle pre- 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
stazioni di questo tipo di antenna, che si trova
anche in commercio, basta consultare i grafci

143
Fig. 13 - Tipi molto comuni di isolatori necessari per il corretto implanto di antenna. Tutti questi isolatori so-
no di faclle reperibilita commerciale.

relativi all'andamento del ROS riportati in figu- Esse uniscono al vantaggio dell'antenna ad un
ra 10. quarto d'onda (meta lunghezza rispetto al di-
polo) quello di disporre di « trappole » che per-
mettono l'uso di questi componenti su tutte le
ANTENNE VERTICAL! MULTIBANDA bande amatoriali (figura 11 ).
Con il tratto 1, ad esempio, si ascolta o si tra-
Alle antenne verticali accorciate multibanda r1- smette sulla banda dei 28 MHz.
corrono assai spesso tutti quegli operatori che
debbono « lavorare » nei centri abitati, la. dove Poiché il circuito Ll - Cl risulta sintonizzato sul-
lo spazio orizzontale e sempre limitato, perché la frequenza di 28 MHz, esso rappresenta un
condizionato da elementi artificiali. Questi tipi blocco per questo valore di frequenza, mentre
di antenne sono di facile reperibilita comerciale. per le frequenze diverse esso si comporta come
un elemento in cortocircuito, permettendo cosl
di sfruttare l'intero tratto 2, quello indicato con
il numero 3, oppure il tratto indicato con il nu-
mero 4.
Poiché non e sempre possibile e conveniente in-

A4BBO FER LA
SICUREZZA DI
,tallare l'antenna con inizio da! piano terra, si
provvede a realizzare un piano di terra artificia-
le anche a notevole altezza, tramite elementi ra-
diali calcolati per un quarto d'onda. Tutte le

NA RICEVERE
MENSILMENTE
antcnne piu raffinate vantano questo particolare
accorgimento. Cosl facendo, infatti, si raggiunge
la possibilita di installare l'antenna in posizioni

TEVI LA VOSTRA
RIVISTA
elevate, in modo da non risentire i disturbi pro-
dotti dagli autoveicoli con motori a scoppio o
dai motori elettrici. L'antenna dotata di piano
di terra artificiale (figura 12) gode anche del
grande vantaggio di non causare interferenze con
le normali ricezioni radio.

144
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usufruire' del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su questé pagine, oppúre, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Termostato elettronico Noi siamo di avviso contrario, perché riteniamo


che si tratti proprio di un errare di cablaggio e,
Ho realizzato il progetto del termostato elettro- piü precisamente, di un errore di collegamento
nico presentato sul fascicolo dello scorso mese. dei transistor AC128. Infatti, in questi tipi di
In sostituzione dei transistor 2N2222, da voi pre- transistore presente un puntino colorato in cor-
scritti nell'elenco componenti, ho montato due rispondenza del terminale di collettore, mentre
transistor AC128, che sono di tipo PNP e che ne! transistor 2N2222 e presente una tacca in
possono essere ugualmente montati come da voi corrispondenza del termina/e di emittore. Fa-
chiaramente spiegato ne! corso dell'analisi del cendo riferimento al nostro schema di cablag-
circuito. Purtroppo, nonostante la regolazione gio, lei ha scambiato la tacca con il puntino co-
del trimmer potenziometrico Rl, non sono riu- lorato commettendo evidentemente un errare di
scito ad ottenere alcun funzionamento dell'ap-
cablaggio. Tenga presente che in entrambi i tipi
parato. Non penso di aver commesso errori di
cablaggio, avendo rispettato i riferimenti del tran- di transistor il terminale di base rimane sem pre
sistor da voi indicati nello schema pratico ed quello centrale, mentre dovra scambiare fra loro
avendo apportato le necessarie modifiche all'ali- i terminali di emittore e collettore. Se dopo tale
mentazione e al collegamento del condensatore scambio non dovesse riscontrare alcun risultato
elettrolitico Cl. positivo, occorre ritenere che uno od entrambi i
GUSTAVI MASSIMO transistor siano rimasti danneggiati. In tal caso
Cuneo e necessario provvedere alta loro sostituzione.
153
no per chitarra elettrica e vi sarei grato se pote-
ste inviarmi il relativo schema.
VOLTA BRUNO
Roma
Una richiesta imposslbile
e
L'AC127 sicuramente un NPN. Per quanto ri-
Sono abbonato alla vostra rivista e da qualche guarda invece il pedale le consigliamo di rivolger-
anno seguo con ammirazione il vostro lavoro. si presso qualche negozio specializzato nella ven-
Non avendo molto tempo disponibile, 'non mi e dita di strumenti musicali elettronici. Quello che
possibile realizzare gran parte dei progetti da lei definisce « prolungatore » e, con tutta pro-
voi pubblicati e da me ritenuti interessanti. In babilitá, «na ECO elettronica la cui realizzazio-
questi giorni mi si e presentato un piccolo pro- e
ne difficile nella parte meccanica e nell'adat-
blema: dovrei alimentare, soltanto per poche tamento delle impedenze.
ore alla settimana, un apparato elettrico per una
potenza da 20-2.000 W, con corrente alternata
a potenziale 220 V e frequenza di 50 Hz. L'u-
nica fonte di energia disponibile e rappresen-
tata da quattro accumulatori da 60 Ah, con ten-
sione di 12 V. E' ovvio che mi occorrerebbe il Un ascolto proibito
•••
progetto di un convertitore.
Sono un vostro lettore e un grande appassio-
VITALIANI VITTORIANO nato di elettronica. La domanda che vi formulo
L'Aquila non riguarda un vostro particolare progetto, ma
penso possa assumere un carattere generale di
La sua, come purtroppo tante altre, e una ri- pubblico interesse. •
chiesta impossible. Perché, vogliamo ripeterlo Alcuni miei amici hanno apportato delle modi-
per • l' ennesima volta, la nostra Organizzazione fiche ai loro apparati riceventi a modulazione
Tecnica non e assolutamente disponible per la di frequenza in modo da captare, oltre che le
progettazione, l'analisi e l'informazione sui cir- normali emissioni commerciali, anche talune e-
cuiti che non siano quelli presentati sulla Rivi- missioni particolari, pubbliche e private, come
sta. E non siamo neppure organizzati per spedire ad esempio quelle della Polizia Stradale. Pur
materiali radioelettrici su precisa richiesta dei let- avendo chiesto aiuto ai miei amici, mi sono sem-
tori, all'infuori dei kit o di quanto altro pubbli- pre sentito rispondere che l'intervento e molto
cizzato.mensilmente su Elettronica Pratica. Nel diffi.cile e assolutamente impossibile per un princi-
suo caso comunque si rende necessario un appara- piante. Qual e la vostra opinione in proposito?
to di difficle realizzazione pratica. E neppure Potete inviarmi qualche schema di circuito da
crediamo che ne esistano gid pronti in commer- applicare al mio ricevitore in modo da realizzare
cio, se non presso qualche ditta specializzata. quanto sopra esposto?
MARCHESE CARLO
NAPOLI

L'AC127 e
•••
sicuramente un NPN?
Lei puó risolvere il suo problema purché sia
in grado di effettuare completamente la tara-
tura di alta frequenza di ricezione da 80 MHz.
E per ottenere ció basta collegare, in parallelo
con ciascuna delle due sezioni del condensatore
Sono un appassionato di elettronica ed un vostro variabile, un compensatore ceramico da 6/30 pF
abbonato. Poiché sto per costruire il metronomo (in totale 2 compensatori ceramici da 6/30 pF).
elettronico presentato sul fascicolo di settembre E' ovvio che dopo questi collegamenti si deve
'72 mi sono accorto che il transistor da voi pro- rifare completamente la taratura della sezione
posto e un AC127, qualificato come transistor AF. Ma lascohto che lei vuol effettuare e asso-
NPN. A me risulta invece trattarsi di un PNP. lutamente proibito.
Si tratta di un errore?
Desidererei inoltre sapere dove posso reperire
una scatola a pedale per costruire un W AA WAA
e un distorsore comandati da un unico pedale. De-
sidererei costruire anche un prolungatore di· suo-

154
Termostato di precisione

Avrei bisogno di realizzare un regolatore di


temperatura di precisione, allo scopo di assicu-
rare ai bagni galvanici una temperatura costante
COMPONENTI
e predeterminabile. Pur avendo provato a risol-
vere il problema con termostati a lamina bi-
metallica, non sono riuscito ad ottenere risultati CI = 2.200 pF
apprezzabili. So che vi dichiarate restii a rispon- C2 = 200.000 pF
dere a domande che esulano dagli argomenti C3 = 100.000 pF
mensilmente trattati su questa rivista. Ma mi
sono accorto anche se, eccezionalmente, qual- Resistenze
che volta uscite da!... seminato. 11 mio dunque Rl - 4.700 ohm
e un tentativo che, se dovesse anclare a buon R2 = 10.000 ohm (variabile)
fine, vi accorderebbe la gratitudine di un nuovo R3 - 10.000 ohm (potenziometro)
gruppo di lettori. R4 = 4.700 ohm
RS - 4.700 ohm (termistore)
PENNACCHINI GIULIO R6 - 4.700 ohm
Roma R7 = 1.500 ohm
R8 - 2 megaohm
Alle domande che, come dice leí, escono dal se- R9 = 39.000 ohm
minato, rispondiamo soltanto quando abbiamo R10 = 18.000 ohm
gid sottomano il progetto richiesto e quando i Rll = 8.200 ohm
nostri tecnici, godendo di un momento di pausa, R12 = 33.000 ohm
ritengono di poter rispondere alta domanda sen- Rl3 = 10.000 ohm
za eccessive perdite di tempo. Dunque pubbli- R14 = 220 ohm
chiamo il progetto che la riguarda e che sard
certamente in grado di soddisf are le sue esigen- Varie
ze; perché si tratta di un termostato elettronico IC = µA709
impiegante, in qualita di elemento sensibile alta TRl = 2N1711
temperatura, un termistore o, altrimenti detto, TR2 = 2N2905
resistenza NTC. Questo elemento e inserito in un TR3 = 2N2646
circuito a ponte amplificato tramite un opera- TRIAC = 6 A - 600 V
zionale con integrato µA709 o equivalente. L'u- T1 = trasformatore d'impulso ( di tipo per
scita, anziché pilotare un relé, comanda il circui- campanelli)
to di innesco di un TRIAC, che costituisce un LP = lampada al neon (220 V)
altro elemento di notevole interesse del circuito FUS. = fusibile da adattare
e che permette di eliminare tutti quegli incon-
venienti che sano legati all'uso di un relé conven-
zionale.

R13

c; 27 1 . A •• # CP

I
rus@

I Ir,
:.L ]& [
... 1 1
220v
y

4
gr
/

c2 1 2 810 1
R8 1 1 I

155
Relé fotoelettrlco

Vorrei realizzare un circuito in grado di pilotare Una interessante modifica al circuito potrebbe
un relé con comando a distanza. Gioé inviando in modo da ottenere un disinnesco del relé di tipo
un segnale luminoso al circuito, il relé dovrebbe fotocomandato.
eccitarsi e rimanere in tali condizioni sino a che essere quella di sostituire il pulsante di disinne-
lo si disinneschi manualmente. co PI, da lei richisto, con una fotoresistenza,
CA VUTO MARIO
Cremona

Il circuito che presentiamo e quello di un bista-


bile, nel qua le l'eccitazione del relé viene ottenu-
ta tramite un impulso luminoso inviato in dire- Quarzi In trasmissione
zione della fotoresistenza FR. Questa costringe
all'interdizione di transistor TRl e provoca la Ho iniziato l'attivita di CB e vorrei conoscere
saturazione del transistor TR2 con conseguente il valore esatto di frequenza dei cristalli di
innesco del relé RL1. quarzo per la banda dei 27 MHz riservata al-
Il relé RLl dovra essere in grado di eccítarsí con le trasmissioni CB.
una tensione dí 8 V circa. Il valore della sua re- RUBINI ENZO
sistenza dovra essere il piü alto possibile; ricordia- Como
mo che a tale scopo risultano molto ottimi i relé
reed. La resistenza Rl dovra avere un valore su-
Alla sua domanda rispondiamo con la pubbli-
periore di 2,5 volte quello della resistenza del
cazione dell'elenco qui riportato.
relé. Le resistenze R2 ed R3 dovranno avere un
valore che risulti il piu alto possibile compatibil-
Numero Frequenza
11 n r «@ canale Megacicli
9V -
1 26.965
R1 01 RL1 26.975
2
3 26.985
4 27.005
5 27.015
6 27.025
7 27.035
8 27.055
9 27.065
10 27.075
11 27.085
12 27.105
TR1 TR2 13 27.115
14 27.125
15 27.135
FR
•p
16
17
27.155
27.165
18 27.175
19 27.185
mente con íl buon funzionamento del relé, in mo- 20 27.205
do da ottenere la massima sensibilita. Con relé. 21 27.215
di resistenza compresa fra i 200 e i 600 ohm il 22 27.225
valore della resistenza R2 si aggira íntorno agli 23 27.255
8.200 ohm; quello della resistenza R3 si aggira 24 27.265
intorno ai 15.000 ohm. 25 27.275
E' inutile dire che i transistor, di tipo NPN, pur 26 27.285
essendo di piccola potenza, dovranno presentare 27 27.295
un elevato guadagno; i due transistor TR1-TR2 28 27.310
sano ovviamente identici e per essi si potra usa- 29 27.315
re il 2N2926. La resistenza FR potra essere una 30 27.325
ORP12! per il diodo D1 si potra usare l'lN914.

156
Chi comincia soltanto ora a
muovere I primi passi nel mon-
.mee e AuAL,
RTATA DI TUTTI! s l
1,750
do dell'elettronlca pratlca, non
puó sottoporsl a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzlalmente dllet-
tantistico. II saldatore del principiante, dunque, deve essere aconomico, robusto e versatile, cosl come lo e
quello qui raftigurato. La sua potenza o di 50 W e l'alimentazione e quella normale di rete-luce di 220 V,

Per richiederlo occorre inviare vaglla o servirsi del modulo di c.c.p. n 3/26482
intestato a ELETTRONICA PRATICA - Via Zurettl '52 - 20125 Milano

zione espresso in decibel in quello espresso in


vol te?

• • • MANERA SEBASTIANO
Lecce

Il suo problema puó essere facilmente risolto ri-


correndo alta tabella qui presentata. In essa so-
Quante volte viene amplificato? no riportati i valori di conversione (in tensione)
tra O e 79 dB. I valori intermedi si ottengono
Sono un appassionato dell'amplificazione di bas- con lo stesso sistema con cui si usa la tavola pita-
sa frequenza e seguo attentamente questa rivi- gorica, cioé f acendo riferimento al numero cor-
sta nella quale ho trovato molti progetti di am- rispondente all'intersezione della colonna delle
plificatori che ho realizzato sempre con succes- decine di dB con queila delle unita. Facciamo un
esempio. Vogliamo sapere di quante volte viene
so. La domanda che vi pongo e di natura teori-
amplificato un segnale quando leggiamo che
ca: perché l'amplificazione viene espressa mol to l'amplificazione e di 18 dB. Ebbene, consideria-
spesso in decibel, anziché tramite un numero pu- mo la colonna orizzontale corrispondente a 10
ro inteso come rapporto fra il segnale di uscita e dB e quella verticale corrispondente a 8 dB; il
quello di entrata? E' possibile, evitando i calcoli numero che si trova ne! punto di intersezione di
matematici, trasformare il valore de!l'amplifica- queste due colonne e 7,94.

dB o 1 2 3 4 5 6 7 8 9

o 1 1,12 1,26 1,41 1,59 1,78 2,00 2,24 2,51 2,82


10 3,16 3,55 3,98 4,47 5,01 5,62 6,31 7,08 7,94 8,91
20 10,0 11,2 12,6 14,1 15,9 17,8 20,0 22,4 25,1 28,2
30 31,6 35,5 39,8 44,7 50,1 56,2 63,1 70, 79,4 89,1
40 100 112 126 141 159 178 200 224 251 282
50 316 355 398 447 501 562 631 708 794 891
60 1000 1122 1259 1413 1565 1778 1995 2239 2512 2818
70 3162 3548 3981 4469 5012 5623 6310 7080 7943 8912

157
••• per non aver seguito con la massima attenzione
questa rubrica da! mese di settembre dello seor-
so anno in poi?
ROLANDI ORLANDO
Milano
Canali e frequenze TV
Ha ragione lei. L'argomento non e piü stato ri-
Con questo stesso titolo e in questa stessa rubri- preso dal momento della pubblicazione del f asci-
ca avete pubblicato una importante risposta al- colo da lei citato. Lo facciamo subito senza ulte-
le richieste di un lettore di Taranto, proponendo- riori commenti e pubblichiamo la tabella dei ca-
vi di riprendere quanto prima l'argomento per- nali e delle frequenze TV relative al secando pro-
ché ritenuto di interesse per la maggior parte dei gramma televisivo.
lettori. Come mai non avete mantenuto l'impe- La suddivisione in gruppi di canali e utile al fi-
gno? Oppure si tratta di una mia disattenzione ne della scelta del tipo di antenna ricevente.

GRUPPI FREQUENZE IN MHz CANALI

A 469 - 494 21-22-23


B 494- 518 24-25-26
c 518- 550 27-28-29-30
D 550 - 582 31-32-33-34
E 582 -622 35 -36-37 -38-39
F 622 -678 40-41-42-43-44-45-46
G 678- 734 4 7 - 48-49-50-51-52-53
H 734 - 798 54-55-56-57-58-59-60-61
I 798- 862 62 -63 -64-65 - 66-67 - 68 - 69

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
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... vuol tendere una mano amlca a quei lettori che,
per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio .

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retti n. 52.

158
11 ronzio in auto Il circuito qui presentato assorbe una corrente di
360 A soltanto alla tensione di 9 V. Esso in e
Ho montato sulla mia auto un ricevitore a mo- grado di fornire un'onda quadra di ampiezza
dulazione di frequenza di tipo commerciale. Pur quasi pari a quella della tensione di alimentazio-
avendo effettuato un'installazione a regola d'arte, ne (1/5 in meno circa). La frequenza di oscilla-
cioé con perfette schermature delle varie parti, zione e stabilita dal condensatore Cl e dalla re-
mi capita di sentire un fastidioso ronzio quando sistenza R3; con i valori da noi prescritti il valo-
mi si avvicinano delle auto. E' possibile eliminare re corrispondente e di 15.000 Hz. Ma
tale valo-
questi ronzii per mezzo di filtri o con altri op- re puo essere f acilmente res o variable sostituen-
portuni circui ti elettronici? do la resistenza fissa R3 con un potenziometro.
GRAMICCIA SANDRO Se l'onda che si vuol ottenere deve essere perfet-
ROMA tamente simmetrica, occorrerá utilizzare per TRI
e TR2 due FET selezionati. Questa selezione puo
Se il ronzio e lieve, cioe acusticamente accetta- essere fatta servendosi del circuito riportato in b
bile, non e possibile eliminarlo. Esso e
il segnale e scegliendo due transistor FET che forniscono la
di disturbo emesso dalle auto che si avvicinano stessa corrente di drain.
alla sua e captato dall'antenna del suo ricevitore. I valori degli elementi del circuito b sono i se-
e
Tuttavia, se il disturbo notevole, si puo pensare guenti: TR = MPF103; mA = milliamperome-
ad una non perf etta taratura del discriminatore tro da 1 mA fondo-scala; R4 = 3.300 ohm; ALI-
del ricevitore radio. Per accertarsi su cío basta MENT AZ. = 9 V.
che lei sostituisca, a scopo di prova, il ricevitore V (alimentaz.)
con altro sicuramente funzionante. R (in kiloohm) = ------- x 1.000

•••
2 x ldrain (in u.A)
e possibile individuare il valore esatto delle resi-
stenze RI-R2 che, nell'elenco componenti, assu-
Generatore di onde quadre mono soltanto un {'(llore indicativo.

Vorrei realizzare un generatore di onde quadre COMPONENTI


di piccole dimensioni e ridottissimo consumo (in- Cl = 1.000 pF
feriore di 1 mA a 9 V), in grado di fornire un C2 = 1.000 pF
segnale di buona ampiezza (almeno 4 V) alimen- Rl - 18.000 ohm
tabile a pile. La frequenza dovrebbe aggirarsi fra R2 - 18.000 ohm
i 10.000 Hz e i 20.000 Hz, anche senza eventuale R3 = 10.000 ohm
possibilita di regolazione. R4 3.300 ohm
=

BEVILACQUA MARIO TRl = MPF103


Rovigo TR2 = MPF103

29v
R1
c1 R2
TR1 L TR2 5
TR 11 m

rs °
4j
"
.Jl..J1.
e9V

R4

I L
@
R3

2. @

159
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molte nozioni teorico-pratiche chiaramente esposte, le illustrazioni e gli schemi
presentati, rimangono sempre attuali. E concorrono certamente al perfezionamento
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correnti e resistenze, soddisfacendo altresi le
esigenze degli elettricisti, del riparatori radio-
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ridotto e robusto un quadrante di grandi di-
mensioni e di facile lettura; il galvanometro,
a bobina mobile, e protetto centro i sovrac-
carichi di breve durata e garantisce la preci-
sione delle letture e la vita eccezionale dello
strumento. Le diverse misure che si possono
eseguire e la precisione delle indicazioni ren-
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Resistenze (6 portate) 100 A - 1 - 1 O - 100 mA - 1 - 5 A
Livelli
Precisione: ± 1,5%/, del valore max
Caduta di tensione: 1,25 V circa - aggiunta di 1,5 V
CARATTERISTICHE TECNICHE sulla portata di 1 mA
Tensioni continue Correnti alternate
(7 portate) 1,5 - 3 - 10 - 30 - 100 - 300 - 1000 V (5 portate) 1 - 1 O - 100 mA - 1 - 5 A
Precisione: ± 1,5/ del valore massimo, ± 3%/ sulla Precisione: ±- 2,5%/, del valore max
portata 1000 V Caduta di tensione: 1,25 V circa
Resistenza Interna: 20.000 ohm/V (1000 ohm/V sulla Resistenze 3 gamme:
scala 1,5 V) x 1 5 ohm 1 O Kohm
Tensloni alternate x 100 500 ohm 1 Mohm
(6 portate) 3 - 10 - 30 - 100 - 300 - 1000 V x 1000 5 Kohm : 10 Mohm
Precisione: ± 2,5%/ del valore massimo, ± 4%, sulla Dlmensioni in mm
portata 1000 V larghezza 110, altezza 150, profondita 45
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APPRENSIONI
INGIUSTIFICATE

Uno stato d'ansia, ingiustificato, si e diffuso, in questi ultimi


tempi, fra alcuni nostri lettori. In particolare fra coloro che,
avendoci fatto richiesta di un kit o di alcuni arretrati della Rivi-
sta, non hanno ricevuto tempestivamente il pacco.
Si pensa che l'ordine sia andato smarrito lungo il tragitto che,
dall'ufficio postale, lo porta al nostro personale amministrativo.
Si sospetta la negligenza, l'atteggiamento passivo nei confronti
di un dovere, l'insensibilita verso coloro che, accesi dall'entusia-
smo per l'elettronica, provano un intenso incontenibile deside-
rio di operare, realizzare, produrre.
L'entusiasmo, dunque, assume forma di smania, di agitazione,
senso di disagio e insoddisfazione, che sollecitano il lettore ad
inviarci telegrammi, lettere-espresso, o a comunicare con il no-
stro personale con lunghe e costose telefonate.
Ma un entusiasmo equilibrato non dovrebbe far perdere di vista
la realta attuale del mercato o quella dei carenti servizi postali.
Oggi non si vive piu in un clima ordinato in cui tutto funziona a
dovere. Molti problemi si rinnovano e si moltiplicano nei vari
settori della nostra societa e a risentirne siamo noi tutti. Molti
componenti elettronici sono spariti dal mercato al dettaglio.
Altri vengono venduti in piccoli quantitativi, compatibilmente
con i difficili saltuari rifornimenti dei grossisti. E per noi l'ap-
prontamento di una scatola di montaggio diviene impresa peno-
sa e ímproba, se non proprio impossibile. Ecco perché, nell'atte-
sa di un prossimo riordinamento e assestamento dei principali
servizi, pubblici e privati, dobbiamo essere disposti e preparati
alla moderazione e alla tolleranza, attenuando il naturale con-
flitto fra queste e il nostro particolare interesse per un'attivita
che, sempre piü, continua ad affascinarci. Ma siamo certi che,
prima o poi, il postino bussera alla porta per consegnare il pac-
co contenente il materiale richiestoci, il fascicolo in corso o
quelli arretrati di Elettronica Pratica.

161
vi da la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa
vostra, una Rivista che e, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualita e sicuro
funzionamento.

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significa divenire membri sostenitori di una grande famiglia.
Creare un legame affettivo, duraturo nel tempo. Testimoniare
a se stessi e agli altri la propria passione per l'elettronica.

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nell'interno le pagine in cui vi proponiamo le due forme di abbo-
namento, scegliendo quella preferita e da voi ritenuta la piü
interessante.
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gior rilievo tecnico di quisto mese. Con il primo
si e volts offrire al lettore la possibilita di effet-
tuare misure termiche con uno strumento moder-
nissimo, rapido, privo di inerzia e di facile ma-
novrabilita. Con il secondo vengono soddisfatte
le aspirazioni di molti appassionati di musica
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163
MISURA ELETTRONICA
DELLA TEMPERATURA

uA

IL TERMOMETRO ELETTRONICO SUPERA OGNI ALTRO TIPO DI TERMO-


METRO TRADIZIONALE PEA RAPIDITA' DI MISURA, MANCANZA DI INER-
ZIA, ESTREMA SENSIBILITA' ALLE AMPIE ESCURSIONI TERMICHE, FA-
CILE MANOVRABILITA' DELLO STRUMENTO.

164
11 termometro a colonnina di mercurio e uno de- no molteplici; essi vanno dalle comuni resistenze
gli strumenti di misura tradizionali che meglio alle resistenze di tipo NTC, ai diodi al germanio
si adatta all'ammodernamento elettronico. Sol- ai transistor.
tanto con l'elettronica, infatti, si possono superare
i principali limiti dello strumento, che sono la
fragilita, l'inerzia termica e la dificolta di valu- L'ELEMENTO SENSIBILE
tare la temperatura di corpi di piccole dimensio-
ni, a causa dell'impossibilita di un perfetto con- Il tipo piü semplice di elemento sensibile che si
tatto termico. possa concepire e rappresentato da una resistenza
In molti casi, dunque, la valutazione della tem- ottenuta con un filo di rame o di altro metallo
peratura con il termometro a mercurio non puo conduttore.
ritenersi valida. Non si puó ad esempio misu- Ogni corpo conduttore di elettricitá varia, piü o
rare la temperatura di un transistor, a causa del- meno, la propria conduttivita elettrica col variare
l'impossibilita di stabilire un preciso contatto della temperatura; tale fenomeno si manifesta nel
fra il bulbo di vetro del termometro e il tran- rispetto di una precisa legge fisica. Nel rame, ad
sistor stesso. E i valori di temperatura ottenuti esempio, si ottiene un aumento della resistenza
risultano inferiori del 30-60% a quelli reali, con del 4% ad ogni variazione di 10° C della tem-
il grave pericolo di far funzionare il componente peratura. Ma una simile variazione di resistenza
con una eccessiva dissipazione termica. non permetterebbe la realizzazione di termometri
Con il termometro elettronico tutti questi svan- molto sensibili, se non fossero dotati di sonde di
taggi vengono eliminati. E ció in virtü delle di- grosse dimensioni.
mensioni ridotte dell'elemento sensibile, della mí- Fra gli elementi sensibili maggiormente utiliz-
nima inerzia termica e della facilita di manovra zati nella costruzione dei termometri elettronici vi
dello strumento. Con il termometro elettronico si sono delle resistenze NTC, che sono resistenze ot-
possono effettuare misure in punti particolarmen- tenute tramite speciali procedimenti di impasto
te critici, fra un groviglio di fili conduttori e in di ossidi metallici. Questi tipi di resistenze presen-
punti, talvolta inaccessibili dall'esterno, di una tano un elevato coefficiente di temperatura che,
qualsiasi macchina. Perché la misura della tempe- a differenza delle comuni resistenze, e un coef-
ratura viene rilevata, a distanza, sul quadrante ficiente negativo, che determina un aumento
di uno strumento ad indice, collegato con la son- di resistenza del componente quando questo e
da soltanto attraverso due fili conduttori. sottoposto ad una diminuzione di temperatura.
Con l'impiego di un'unica sonda e con l'ausilio In commercio esistono molti tipi di resistenze
di opportune commutazioni, il termometro elet- NTC, appositamente concepite per gli usi piu
tronico puo servire per la misura di diverse gam- svariati.
me di temperatura; una particolaritá, questa, non II diodo a semiconduttore puo essere utilmente
ottenibile con i termometri di tipo tradizionale. impiegato come elemento sensibile nella costruzio-
ne di un termometro elettronico. Rispetto alla re-
sis tenza NTC il diodo presenta il vantaggio di
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEI costare assai meno e di essere facilmente re-
TERMOMETRI ELETTRONICI peribile.

Qualunque sia il circuito elettronico utilizzato,


in tutti i termometri elettronici esiste un ele- IL DIODO E LA TEMPERATURA
mento comune: !'elemento sensibile.
Nei termometri meccanici viene sfruttato il prin- Non riteniamo questa la sede piü adatta per
cipio della dilatazione dei corpi per effetto della esporre la teoria della variazione delle caratte-
temperatura; nel termometro a mercurio, ad e- ristiche di un diodo semiconduttore al variare
sempio, si sfrutta la dilatazione del mercurio stes- della temperatura, perché tale argomento ci por-
so, che sale o scende lungo la colonna di vetro; terebbe assai lontano e la stessa trattazione non
nei termometri a lamine bimetalliche si sfrutta sarebbe gradita alla maggior parte dei lettori. Vo-
la dilatazione termica del metallo. N ei termome- gliamo appena ricordare che, aumentando la tem-
tri elettronici, invece, si sfrutta la variazione di peratura di un diodo, aumenta l'agitazione ter-
conducibilita elettrica di un determinato compo- mica degli atomi che compongono i cristalli P
nente, quando questo e sottoposto ad una varia- ed N.
zione di temperatura, cioé ad una escursione ter- L'agitazione termica facilita la fuoriuscita di un
m1ca. elettrone dall'atomo che lo contiene, con una con-
Gli elementi sensibili che si possono utilizzare so- seguente maggiore conducibilitá del diodo.

165
R2 R3
R4

A
OG
SENSORE S1

irrrrrrr ()kr

Fig. 1 - I principali elementi, che compongono il ter-


mometro elettronico sono: l'elemento sensore, cioé la
sonda rappresentata da un diodo, l'amplificatore ope-
razionale e lo strumento di misura, la cui scala puó
essere graduata direttamente in gradi centigradi. L'ali-
mentazione e ottenuta con due pile da 9 volt collegate
in serie tra di loro in modo da disporre di una linea a
9 V ,positivi, di un·a linea a 9 V negativi e di una linea
a O volt, rappresentata dall'interruttore doppio S1,
COMPONENTI
Il coefficiente di temperatura del diodo e nega-
tivo, come quello delle resistenze NTC. Resistenze
Infatti, !'aumento della temperatura provoca un R1 = 47.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
aumento della conducibilita e la diminuzione R2 = 27.000 ohm
della resistenza del componente. R3 = 1.800 ohm
Per valorizzare ancor piu questo concetto e per R4 = 47.000 ohm (variabile)
renderlo maggiormente assimilabile, diciamo che, R5 = 3.300 ohm
quando un diodo e attraversato da una corrente Varie
costante, la variazione di tensione, per ogni va- DG = diodo al germanio
riazione di un grado di temperatura, e di -2,1 D1 = diodo zener (6,2 V - 0,3 W)
mV/C per i diodi al germanio e di -2,3 mV/ IC = integrato tipo A741
ºC per i diodi al silicio. II segno - sta ovvia- µA = microamperometro (500 A fondo-scala)
mente ad indicare che si tratta di un coefficiente S1 = interruttore doppio
Alimentaz. = 9 + 9 V
negativo, che vuol dire: ad un aumento di tem-
peratura corrisponde una diminuzione della ten-
sione.

temperatura. Ecco perché, nell'intento di realiz-


CIRCUITO ELETTRICO zare uno strumento di una certa validita, siamo
ricorsi ad un progetto impiegante un amplificatore
Anche se la sonda termometrica deve conside- operazionale integrato che, pur permettendo una
rarsi un elemento essenziale del termometro elet- realizzazione pratica semplice, rapida e lineare, as-
tronico, il circuito elettronico non assume minore sicura di ottenere prestazioni tecniche raggiungi-
importanza. Il circuito, infatti, deve essere dotato bili soltanto con circuiti complicatissimi, pilotati
di particolari requisiti di stabilita e sensibilita, con decine di transistor, diodi ed altri componen-
onde poter garantire una valutazione precisa della ti.

166
FILO DI
MSS

PILA
9V

µA

ll circuito da noi proposto e rappresentato in fi- Fig. 2- La realizzazione pratica del termometro elettro-
nico deve essere necessariamente effettuata su circui-
gura 1; in esso si utilizza l'operazionale integrato
to stampato, perché la presenza dell'integrato IC scon-
di tipo µA741 o l'equivalente L141. siglia qualsiasi altro tipo di montaggio.

L'AMPLIFICATORE OPERAZIONALE chiaramente indicate nel simbolo dell'integrato


IC. Ció avviene in quasi tutti gli amplificatori
L'amplificatore operazionale vanta un. guadagno operazionali e sta a significare che, all'uscita
elevatissimo. Infatti, l'integrato pA741 e dota to (terminale 6), il segnale assume la stessa forma di
di un guadagno di 200.000 volte circa. La possi- quello di entrata, se quest'ultimo e applicato al-
bilitá di un guadagno cosí elevato non viene l'entrata positiva, mentre risultera capovolto ser-
sfruttata integralmente ne! nostro amplificatore; vendosi dell'entrata negativa.
la presenza di una rete di controreazione, rappre-
sentata dal potenziometro R4, riduce notevolmen-
te il guadagno. COME FUNZIONA IL TERMOMETRO
Ma tale riduzione conferisce al circuito notevoli
doti di stabilitá e insensibilita alla temperatura e Osservando lo schema di figura 1 si puo notare
all'invecchiamento. Tali doti permettono di utiliz- che una delle due entrate dell'integrato e collega-
zare l'amplificatore in strumenti di misura di pre- ta direttamente con il diodo sonda, mentre l'altra
cisione cosi come lo e il nostro termometro elet- entrata viene mantenuta ad un valore di ten-
tronico. sione di riferimento costante, che permette di sta-
Il circuito rappresentato in figurll. 1 e dotato di bilire il valore inizio-scala del termometro elettro-
due en trate: quella negativa e quella positiva, mco.

167
Fig. 3 - Circuito stampato, in sca-
la 1/1, necess ario per la realiz-
zazione dell'amplificatore opera-
zionale.

Questo valore di tensione, ovviamente, deve es- Poiché l'amplificazione dell'operazionale puó es-
sere assolutamente costante, cioé non deve variare sere facilmente controllata dalla resistenza varia-
col variare della temperatura o con eventuali va- bile R4, e possibile regolare a piacere anche il
riazioni della tensione di alimentazione. Si tratta valore della temperatura di fondo-scala del termo-
di una condizione importante perché il termome- metro tramite una semplicissima operazione di
tro elettronico possa definirsi uno strumento di taratura della resistenza R4.
precIs1one.
La tensione e mantenuta costante tramite il diodo
zener collegato in parallelo con il potenziometro
Fig. 4 - Al circuito originale del termometro elettroni-
Rl. co, rappresentato in figura 1, si deve apportare la
Anche il diodo zener (Dl) varia la propria ten- variante qui raffigurata nel caso in cui l'azzeramento
sione caratteristica col variare della temperatura, dello strumento indicatore dovesse risultare molto
con la possibilita di introdurre valutazioni im- critico. Il valore della resistenza R6 é citato nel testo,
in ordine al tipo di diodo utilizzato.
precise. Per ovviare a tale inconveniente occorre
scegliere opportunamente il valore di tensione
zener e della resistenza R3 che determina la ten-
sione di zener, i valori migliori, ai fini della sta-
bilizzazione di tensione, sono : zener 6,2 V- R3
= 1.800 ohm; zener 5,6 V-R3 = 680 ohm.
Quando il potenziometro Rl e regolato in mo-
do che la tensione sul cursore e pari a quella pre-
sente sui terminali del diodo sonda, non essendovi
alcuna differenza di tensione tra le due entrate
R6
dell'operazionale, l'uscita risulti zero e zero sia
anche l'indicazione dello strumento.
Portando il diodo sonda ad una determinata
01
temperatura e regolando il potenziometro Rl, si
potra regolare a piacere il valore di inizio-scala R1
del termometro elettronico.
Coll'aumentare della temperatura, la tensione sui
terminali del diodo diminuisce e poiché questo
e collegato con l'entrata negativa dell'integrato,
l'uscita aumenta segnalando una indicazione posi-
tiva dello strumento

168
COSTRUZIONE DEL TERMOMETRO

La realizzazione pratica del termometro elettro-


nico dovrá essere effettuata servendosi di un cir- GLI ATTREZZI
cuito stampato, perché la presenza dell'integrato
sconsiglia qualsiasi altro tipo di montaggio. DEL
In figura 3 e rappresentato, in scala 1/1, il circui-
to stampato necessario per la realizzazione del ter- PRINCIPIANTE
mometro elettronico. Il disegno potra essere varia-
to ne! caso in cuí si volessero sostituire le pile di
alimentazione con un alimentatore stabilizzato,
oppure ne! caso in cuí si voglia utilizzare uno
strumento di misura di dimensioni diverse da
quelle da noi previste. Eventuali varianti al cir- !
cuito stampato dovranno essere apportate ne!
caso di impiego di integrato di tipo « dual in i-
ne », per il quale e necessario un contenitore pla-
stico rettangolare anziché il contenitore metalli-
co ad 8 piedini.
Vogliamo qui ricordare la corrispondenza fra la
zoccolatura dei due diversi tipi di contenitori del
l'integrato, quello del A741 e quello degli equi-
valenti.
Indicazioni Contenitore Contenitore
plastico metallico
Non collegato - 1
Non collegato 2
Offset null 3 1 IN UN UNICO KIT
lnverting input 4 2
Non inverting input
Alimentazione neg.
5
6
3
4
PER SOLE
Non collegato 7
Non collegato 8 LIRE 7.500
Offset null 9 5
Uscita 10 6
Alimentazione pos. 11 7
Non collegato 12 8 CONTIENE:
oncollegato 13 1 saldatore istantaneo (220 V - 90 W)
Non collegato 14 1 punta rame di ricambio
I due modelli possono essere utilizzati indifferen- 1 scatola pasta saldante
temente; gli unici elementi preferenziali sono la 90 cm. di stagno preparato in tubetto
reperibilita e il costo. 1 chiave per operazioni ricambio punta saldatore
Il diodo zener DI dovrá essere scelto, come e paio forbici isolate
stato detto in precedenza, fra i modelli da 1/2 pinzetta a molle in acciaio inossidabile con
watt circa. punte internamente zigrinate
Per quanto riguarda poi il diodo sonda (DG) si cacciavite isolato alla tensione di 15000 V
potranno utilizzare sía i tipi al germanio sía quel- 4 lame intercambiabili per cacciavite con innesto
a crece
li al silicio.
Per i primi occorrerá limitarsi a temperature
comprese fra i 30C e i 470°C, mentre con
i diodi al silicio la gamma delle temperature si Le richieste del kit degli • ATTREZZI DEL PRIN-
estende dai55°C ai 4 120C o, per alcuni ti- C[PIANTE » debbono essere fatte a: Elettronica
pi, dai + 150°C ai 4 180%C. Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti n. 52, in-
Il lettore potra sperimentare a piacere il com- viando anticipatamente l'importo di L. 7.500 a
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nente in grado di offrire i migliori risultati, an- di spedizione comprese).
che se, per ottenere la scala di temperatura desi-
derata, ovviamente entro i limiti di sopportabilitá

169
DIODO
GERMANIO

TUBETTI
ISOLANTI
FILO DI
@ MASS A

I INT.

SCATOLA ME TALLICA

INNESTO

della sonda, e suficiente agire sulle resistenze va- Fig. 5 - ll circuito dell'operazionale deve essere rac-
riabili Rl-R4. chiuso in un contenitore metallico sul cui pannello
frontale sono presenti: il microamperometro e l'inter-
ruttore doppío S1. Ne( disegno qui riportato vengono
indicati gli elementi costruttivi della sonda.
TARATURA
temperatura massima desiderata e si regolera la
Abbiamo giá avuto modo, in sede di analisi del
resistenza semifissa R4 in modo da far deviare
circuito del termometro elettronico, di accennare
l'indice dello strumento a fondo-scala.
alla possibilita di tarare a piacere lo strumento.
Si provvedera quindi ad azzerare nuovamente lo
Riássumiamo comunque, nell'ordine di successio-
strumento, ripetendo poi l'operazione che costrin-
ne, le operazioni che dovranno essere effettuate.
ge !'indice dello strumento a raggiungere il fondo-
Prima di tutto occorrera regolare il valore della
scala. Queste ripetizioni servono per correggere
resistenza semifissa R4 in ordine al tipo di indi-
eventuali piccoli sbilanciamenti verificatisi nel cor-
cazione che si vuol ottenere. Se lo strumento do-
so delle successive operazioni.
vra. esplorare un'ampia banda di temperature,
L'azzeramento dello strumento potra risultare
per esempio quella compresa fra i -lOºC e i +
complicato ne! caso in cui il termometro elettroni-
809C, occorrerá agire su R4 in modo che soltanto
co venga concepito per l'esplorazione di una ri-
una piccola porzione di questa risulti inserita. Al
stretta gamma di temperature ( alta sensibilitá
contrario, volendo restringere la gamma di tem-
dello strumento). In tal caso si dovra apportare
perature tra valori vicini, per esempio fra i +
al circuito la variante di figura 4, che consiste
20ºC e i + 30°C, la resistenza semifissa R4 do-
nell'inserimento di una resistenza in serie con
vrá risultare quasi totalmente inserita.
il potenziometro R1.
Il potenziometro R1 dovrá essere inizialmente re- Adottando tale modifica consigliamo di utiliz-
golato in modo che il cursore si trovi quasi to- zare, con diodi sonda di tipo al germanio, i
talmente ruotato verso massa. A questo punto si seguenti valori resistivi: R1 = 5.000 ohm; R6
puó chiudere l'interruttore S1 in modo da alimen- = 39.000 ohm. Con i diodi sonda al silicio
tare il circuí to. consigliamo i seguenti valori resistivi: R1 =
La sonda dovra essere mantenuta ad una tem- 10.000 ohm; R6 = 39.000 ohm.
peratura corrispondente al valore di inizio-scala; Per quanto riguarda il microamperometro, con-
occorrera quindi regolare il potenziometro Rl sigliamo di adottare uno strumento da 500
in modo da azzerare lo strumento indicatore. A fondo-scala. Si potranno tuttavia utilizzare
Successivamente si portera la sonda (sensore) alla anche modelli piu sensibili o meno sensibili

170
(100 A - 200 A - 1 mA), variando sía il posto sopra la fiamma di una candela diviene
alore di R5 sia quello di R4. rapidamente incandescente; il risultato di tale
Le modifiche ora cítate dovranno essere appor- operazione e il segun te: la tempratura dell'ago
te al circuito soltanto nel caso in cuí non si ha raggiunto valori elevatissimi, mentre la quan-
riuscisse a tarare adeguatamente lo strumento. tita di calore da esso assorbita e modesta.
La scala assunta dal termometro elettronico ri- L'acqua contenuta in una vasca da bagno e
sultera lineare per le variazioni non molto am- pronta per prendere il bagno ha raggiunto una
pie della temperatura. Per le gamme di tem- temperatura modesta ma ha assorbito, duran-
peratura molto estese si dovranno effettuare ta- te il processo di riscaldamento, una enorme
rature intermedie, sottoponendo il sensore a va- quantitá di calore.
rie temperature e segnando, di volta in volta, Questi due esempi offrono giá un'idea chiara
sulla scala dello strumento, la rispettiva indi- sulla differenza tra i due termini calore e tem-
cazione dell'indice. peratura. Ma se volessimo esprimerci con la
terminología fisica, dovremmo dire che la tem-
peratura e il calore trovano preciso riferimento
TEMPERATURA E CALORE con i moti di agitazione termica molecolare. II
calore, in tal caso, esprime la somma totale
conclusione di questo argomento vogliamo delle velocita di movimento delle molecole con-
chiarire, a quei lettori che ancora avessero dei tenute in un corpo, mentre la temperatura mi-
lubbi in proposito, la differenza che intercorre sura la velocitá media di movimento di una sola
i due fondamentali concetti fisici di tempe- molecola.
tura e calore. II calore, dunque, e energía meccanica valutata
La temperatura sta ad indicare uno stato f- quantitativamente, mentre la temperatura rappre-
particolare dei corpi, mentre il calore espri- senta una valutazione particolare di tale ener-
e una quantitá. facciamo un esempio; un ago g1a.

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comprese anche le spese di spedizione).

171
ubrica
ell'aspirante

Queste pagine sono principalmente dedícate agli aspiranti elettronici, cioe


a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoría di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni piu
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno gia acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

U na cosa e certa: quando il principiante si NOZIONI ELEMENTAR!


trova a che fare con circuiti composti da in-
duttanze, soffre di una particolare condizione Anche la bobina ha una sua unitá di misura.
di disagio. E ció si spiega facilmente se si pensa Per i condensatori, ad esempio, si e soliti misu-
alla difficolta di realizzazione delle bobine e alla rare la capacita in farad (F), in microfarad
impossibilita di un loro controllo. La bobina, in- (µF), in picofarad (pF) la grandezza elettrica che
fatti, e quella che e; una volta costruita, se le caratterizza le bobine e l'induttanza; essa viene
sue caratteristiche non rispondono alle esigenze misurata in «henry» e, piü spesso, in micro-
del circuito nel quale e destinata a funzionare, henry (qH) e in millihenry (mH); un microhenry
occorre buttarla e rifame un'altra. vale 10 henry; un millihenry vale 10' henry.
Purtroppo non esiste una soluzione pratica di Questo sistema di misura e valido, ovviamente,
questo problema e nulla, in questo senso, ci e ne! caso delle comuni induttanze utilizzate nei
possibile proporre ai nostri lettori. circuiti radioelettrici e non certo nelle grosse in-
Ma per i principianti possiamo esporre alcune duttanze rappresentate da particolari circuiti ma-
nozioni basilari che permetteranno di· compren- gnetici, quali i trasformatori, i filtri di bassa fre-
de re quei fenomeni elettrici che sono legati alle quenza, eccetera.
bobine e che permettono di far lavorare questi Due sono gli usi fondamentali delle induttanze
particolari componenti con cognizione di causa. ne! settore radioelettrico. Il primo di questi con-

172
giungere dallo spazio sottoforma di energía e-
lettromagnetica (caso típico del ricevitore ra-
dio) si suol dire che il circuito stesso entra in
risonanza e sui - suoi terminali si puo misurare
una tensione la cui frequenza e quella stessa
e del segnale che ha investito il circuito.
La frequenza che fa entrare in risonanza il cir-
cuito non e casuale, ma e strettamente legata
al valore dell'induttanza e della capacita secon-
do la formula seguente:
10'
Fig. 1 - Gli elementi che compongono il circuito oscil- f= ,
lante sono due: l'induttanza L, rappresentata dalla bo- 2 VLC
bina e la capacita C, rappresentata dal condensatore.
L'unione di questi due elementi compone il circuito
rlsonante. Per coloro che non avessero familiarita con le
potenze matematiche, diciamo che 10°
= 1.000.000. Nella _ formula la frequenza f e e-
siste nell'impiego di induttanze in funzione di
blocco di alta frequenza, cioe in funzione di e-
lementi che bloccano il passaggio della corrente
di alta frequenza, mentre lasciano via libera al-
le correnti di alimentazione e a quelle rappresen-
NUCLEO
tative dei segnali di bassa frequenza, senza sot-

1
toporre questi ultimi ad alcuna attenuazione. 11
secondo uso delle induttanze ~ e quello di ele-
menti di accordo nei circuiti risonanti.

IL CIRCUITO RISONANTE
L e L
11 circuito risonante e un particolare circuito,
spesso presente nelle apparecchiature radioelet-
triche, composto da una induttanza e da una
capacita cioe, in pratica, da una bobina e da un
condensatore. Questi due elementi possono es-
Fig. 3 - Per poter variare la frequenza di risonanza
sere collegati in serie o in parallelo. 11 caso del circuito oscillante esistono due principali sistemi:
piu típico e quello del collegamento in parallelo l'impiego del condensatore variabile oppure quello
(figura 2). dell'induttanza variabile. La frequenza di risonanza
Quando il circuito risonante viene sollecitato da del circuito varia col variare della capacita o dell'in-
duttanza. Nel primo caso basta far ruotare il pemo
una particolare frequenza, che puo ad esempio del variabile, nel secondo caso occorre regolare la
posizione del nucleo di ferrite inserito nel supporto
della bobina.
Fig. 2- Cosi appare, nella sua espresslone teorica, il
circuito osclllante di tipo piü comune. Esso e presente
in molti apparati radioriceventi e radiotrasmittenti.
spressa in KHZ, l'induttanza L e espressa in H
mentr: la capacita C e espressa in pF.
Per poter regolare a piacere il valore della fre-
quenza di risonanza di un circuito LG, cio per
mettere questo circuito nelle condizioni di far
scorrere correnti elettriche di valore diverso di
CIRCUITO frequenza, cosí come accade negli apparecchi ra-
dio quando C si vuol sintonizzare con una deter-
OSCILL minata emittente, occorre rendere variabile al-
L e meno uno dei due elementi del circuito risonan-
te: la capacita o l'induttanza (figura 3).
Normalmente si provvede a far variare la capa-
cita servendosi di un condensatore variabile; que-
sto e il sistema piu comunemente adottato nei

173
ricevi tori radio . Quando invece la regolazione
del circuito risonante serve soltanto per un PRESE
lavoro di taratura, e assai piü conveniente ren- - o,INTERMEDIE
dere variabile l'induttanza L; a tale scopo ci
si serve di una bobina munita di nucleo di fer-
rite, che puó essere inserito piü o meno nel sup-
porto dell'avvolgimento, in modo da ottenere la
variazione di induttanza desiderata.

IL FATTORE DI MERITO L e
Sotto il profilo teorico, il circuito risonante <leve
considerarsi perfetto, cioe in grado di rivelare
una ed una sola frequenza, con ampiezza quasi
infinita. Ma in realta le cose non vanno cosi.

Fig. 4 - Quando al circuito di risonanza si deve appli-
care un carico, occorre provvedere all'adattamento
del carico stesso ricorrendo alle prese intermedie ri-
Perché a causa delle perdite del condensatore cavate sulla bobina di induttanza, in modo che questa
e della resistenza dell'induttanza e, soprattutto, possa essere sfruttata alla stregua di un autotrasfor-
per effetto del carico, collegato a circuito LC, matore di impedenza.
costituito da strumenti di misura o stadi amplifi- Fig. 5- La curva di risonanza di un circuito LC, di tipo
catori, le condizioni ideali di funzionamento non reale e non teorico, permette di assimilare perfetta-
vengono piu rispettate. Conseguentemente si ve- mente il concetto di banda passante. La tensione mi-
rifica una diminuzione della caratteristica di ri- surata sui terminali del circuito risonante aumenta
man mano che ci si avvicina all'esatta frequenza di
sonanza del circuito stesso o, come si suol dire risonanza, raggiungendo il valore massimo proprio su
nel linguaggio tecnico, del fattore di merito del questa frequenza.

VOLT.

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he- l
1 1 1
o 1 1
MINIM MSSIM MINIMA FRECl

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175
DG

TR1

BOBINA
IN PROVA
C3

S1

ENTR. AF

Fig. 6 - Il progetto del circuito calibratore di bobine e


composto principalmente da un circuito di risonanza
e da un ampliflcatore la cuí u:Scita e rappresentata da
un milliamperometro. Nel circuito di entrata deve es-
sere applicato il segnale AF proveniente da un gene-
ratore di alta frequenza.

COMPONENTI
circuito. Questo fattore viene universalmente in- Condensatori
dicato come « fattore di merito » o « fattore Q ». C1 == 300 pF (condensatore variabile ad
Tanto piü elevato e il fattore di merito.Q di un aria)
circuito risonante, tanto piü sensibile e selettivo C2 = 10 pF
esso risulta. In pratica, per esempio nei ricevitori
C3 = 1.000 pF
radio, nei quali e necessaria una certa banda pas- Varie
sante, per poter rivelare tutto lo spettro audio che R1 = 47.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
interessa, occorre peggiorare di proposito il fat- TR1 = AC127
tore di merito Q, allo scopo di non ottenere una DG = diodo al germanio
riproduzione sonora troppo cupa e distorta. s1 = interrutt. incorpor. con R1
mA = milliamperometro (vedi testo)
Pila = 4,5 V

ADATTAMENTO DEL CARICO

Quando si desidera amplificare un segnale prove-


niente da un circuito LG, occorre prima di tutto Per poter adattare il carico, si ricorre alle prese
perfezionare l'adattamento del carico, cosi da ot- intermedie ricavate sulla bobina di induttanza,
tenere la massima sensibilita compatibilmente con in modo che questa possa essere sfruttata alla
la banda passante desiderata. stregua di un autotrasformatore di impedenza.
Per esempio, quando si applica ad un circuito LC Infatti, collegando un carico di 100 ohm sulla
un carico di bassa resistenza, collegato in paral- prima spira di una bobina di induttanza compo-
lelo al circuito accordato, allo scopo di prelevare sta da 10 spire, si verifica che l'intera bobina vie-
il segnale. il fattore di merito Q del circuito ri- ne caricata con una resistenza da 10.000 ohm,
sonante risulta notevolmente danneggiato e il se- cioé con un valore di gran lunga superiore ai
gnale ottenuto appare estremamente debole, men- 100 ohm che si otterrebbero con un collegamen-
tre la banda passante diviene molto estesa. to diretto in parallelo.

176
CURVA DI RISONANZA CALIBRATURA DELLE BOBINE

Per meglio comprendere il concetto di banda Capita spesso, quando si realizzano praticamente
passante, occorre far riferimento al grafico ri- le bobine di induttanza, di ottenere risultati no-
portato in figura 5, ne! quale e indicata la curva tevolmente diversi da quelli prestabiliti in sede
di risonanza di un circuito LC di tipo reale e di calcolo teorico. E ció accade anche se il com-
non teorico. ponente viene costruito attenendosi scrupolosa-
Come si puo notare, la tensione rilevabile sui ter- mente alle istruzioni del progettista. I motivi
minali del circuito risonante aumenta man mano possono essere diversi ma, qua.si sempre, si riscon-
che ci si avvicina all'esatta frequenza di risonan- trano nelle tolleranze sul diametro del filo, su
za, raggiungendo il valore massimo proprio su quello del supporto, sulla spaziatura tra spira e
questa frequenza. spira e sulla qualita del filo stesso. II risultato e
Quando ci si sposta di poco, attorno al massimo ovvio: quando si inserisce l'induttanza nel cir-
valore di frequenza, e possibile ottenere ancora cuito ricevente o trasmittente, il funzionamento
una tensione rivelata piü che soddisfacente, cosí dell'apparato viene a mancare, oppure lascia mol-
che si puo ritenere che tutta una banda di fre- to a desiderare.
quenze, oltre a quella centrale, puo essere rive-
lata da! circuito.
Si definisce quindi come banda passante quella
banda di frequenza per cui la tensione rivelata Fig. 7 - Cablaggio del calibratore di bobine realizzato
e maggiore o uguale alla tensione massima divisa su lastra metallica. 11 potenziometro R1 regola la sen-
sibilitá dello strumento, mentre il condensatore varia-
per V2, cioé per 1,41. Nel nostro caso si ha 4 V: hile ad aria C1 permette di stabilire il valore della fre-
V2= 2,8 Vcirca. quenza di risonanza desiderata.

PRESA
BOBINA
o o
@
TR1

@
\ massa

o o

4,5 \V
o
Tui

--
Fig. 8 - In questo disegno si interpreta il con-
cetto di calibratura delle bobine di induttanza.
Max. In alto, a sinistra, e rappresentato il generatore
AF; in basso, a destra, e riportato il disegno
del calibratore di bobine.

Atten.
BOBINA
IN PROVA

CAVO

Esiste tuttavia un metodo assai semplice, che per- Fig. 9 - Sul pannello frontale dello strumento, in cor-
mette di calibrare le bobine di induttanza fino rispondenza del coma,ndo del condensatore variabile,
occorrera comporre una scala graduata fra i 20 e i 300
ad ottenere i risultati voluti. Esso consiste nel- pF. Eventuali suddivisioni intermedie permetteranno di
l'inserire la bobina in un circuito oscillante gia agevolare l'operazione di risonanza del circuito di en-
tarato, nel quale si inietta un segnale AF con fre- trata.
quenza di valore desiderata e proveniente da un
generatore di alta frequenza. Soltanto con questo
tipo di collaudo si possono spaziare le spire o av-
vicinarle tra loro, oppure se ne possono togliere
o aggiungere alcune, fino a che la bobina di in-
150
duttanza presenta le caratteristiche radioelettri- 100 200
che prestabilite.
Il circuito di prova e riportato in figura 6. Come
si puo notare, si tratta di un circuito oscillante 50 250
collerato ad un amplificatore pilotato a transi-

condensatore variabile C 1, durante il processo 20 300


i calibratura della bobina, dovrá essere regola-
> in modo da presentare lo stesso valore capaci-
tivo del circuito reale sul quale verra montata la
Il condensatore variabile C 1 potra essere sosti- Fig. 10 - Quando la bobina in prova é dotata di due
tuito, di volta in volta, con un condensatore di avvolgimenti {avvolgimanto primario e avvolgimento
secondario), occorre far bene attenzione che I termi-
capacita fissa pari a quella del condensatore del nali dll'avvolgimento secondario L2 non si tocchino
circuito reale. fra loro, perché creerebbero un cortocircuito che tal-
Quando all'entrata del circuito di figura 6 viene serebbe la mlsura della frequenza di risonanza.
applicato il segnale di frequenza pari a quella
su cui <leve essere accordata la bobina, si dovra
intervenire sulla bobina stessa nel modo giá ri- BOBINA
cordato, cioé eliminando o aggiungendo alcune IN PROVA
spire, aumentando o diminuendo lo spazio fra
spira e spira, oppure regolando il nucleo di fer-
rite della bobina; queste regolazioni debbono of-
frire un unico risultato : la brusca deviazione del-
l'indice del milliamperometro verso il fondo-
scala.
11 potenziometro Rl ha il compito di regolare la 80 BINA
sensibilita del dispositivo, permettendo di adat- IN PROVA
tare l'indicazione dello strumento alla tensione
fornita dal generatore di alta frequenza.
Il progetto di figura 6 potra servire anche per
altri scopi; per esempio per stabilire il valore ca-
pacitivo del circuito risonante, oppure per sta-
bilire la frequenza di risonanza di un circuito LC.

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Vogliamo ora far notare due particolarita di ca- libratura delle bobine di induttanza dovra essere
rattere pratico relative ai circuiti di risonanza. effettuata seguendo il piano di cablaggio di fgu-
Quando la bobina e dotata di due avvolgimenti, ra 7. Per questo tipo di realizzazione sono suffi-
cioe di un avvolgimento primario e di uno secon- cienti pochi compe,nenti di basso costo. Il transi-
dario, cosi come indicato in figura 10, occorre far stor TRl, ad esempio, potra essere un qualsiasi
bene attenzione che i terminali dell'avvolgimento transistor al silicio o al germanio, di piccola po-
inutilizzato non debbano toccarsi, provocando un tenza ed elevat guadagno, purché di tipo NPN.
cortocircuito che falserebbe notevolmente il pro- Anche il diodo DG potra essere un qualsiasi dio-
cesso di calibratura della bobina. do al germanio per rivelazione (OA85 - OA95
E veniamo ora alla seconda particolarita, quella ecc.).
relativa alla capacita di ingresso e alle capacita II milliamperometro non e uno strumento critico
parassite. e per esso si potra utilizzare uno di quegli stru-
Molto spesso il principiante e portato a credere menti di importazione giapponese, privi di scala
che l'unica capacita, che in un circuito radioelet- graduata, perché vengono a costare poco e per-
trico determina la frequenza di risonanza, sia ché non assume importanza la possibilita di una
quella del condensatore collegato in parallelo con lettura precisa, dato che, agli effetti della cali-
la bobina. Ma, come e dato a vedere in figura 11, bratura delle bobine, e sufficiente la massima de-
ció non e assolutamente esatto, perché la fre- viazione dell'indice. Ad ogni modo tutti i milli-
quenza di risonanza e determinata, oltre che dal- amperometri, con valori di fondo-scala compresi
la capacita del condensatore variabile, anche dal- tra l milliampere e 10 milliampere, possono es-
le capacita parassite del montaggio: quelle di sere utilmente inseriti ne! circuito.
base-emittore del transistor e, in misura ancor piu In figura 8 viene chiaramente illustrato il siste-
notevole, quella di collettore-base, soprattutto se ma di misura o calibratura delle bobine. II gene-
il transistor e montato in uno stadio amplificatore ratore di segnali AF <leve essere sintonizzato su!
con circuito ad emittore comune, perché la capa- valore di frequenza di risonanza della bobina in
cita viene a dipendere dal fattore di amplifica- prova. II collegamento, ovviamente, <leve essere
zione del circuito, assumendo valori anche ele- effettuato con cavo schermato. Sul pannello fron-
vati che, assai spesso, impediscono l'accordo. tale dello strumento di misura sono presentí: l'in-
11 condensatore C 1 (figura 11) simboleggia le ca- terruttore, lo strumento indicatore, le prese per
pacita parassite di montaggio; il condensatore C2 l'inserimento dei terminali della bobina in prova
quella di base-emittore; il condensatore C3 quel e il comando del condensatore variabile C 1 cui
la di base-collettore. corrisponde una scala, graduata in picofarad
fra 20 pF e 300 pF. II bottone di comando del-
l'interruttore S1 regola anche la sensibilita dello
strumento tramite il potenziometro RI; l'inter-
ruttore Sl, infatti, e incorporato con lo stesso po-
C3 tenziometro.
4$
/
f TR
e
1
t
• ,c2
Fig. 11 - Alla definizkone del valore della frequenza
di risonanza concorrono, oltre che il valore capacitivo
del condensatore variabile, anche talune capacita pa-
rassite come, ad esempio, quella propria della bobina
di induttanza (C1), quella tra base ed emittore (C2) e
quella tra base e colletto re (C3). Queste capacita pa-
rassite si sommano alla capacita del condensatore va-
riablle.

180
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182
Dedichiamo questo articolo a quei lettori che ció avvenga e necessario che l'amplificatore, che
muovendo i primi passi nel mondo dell'elettro- nel nostro caso e composto dal solo transistor TRI,
nica sono anche appassionati di musica moder- presentí un guadagno assai elevato.
na e, in particolar modo, costantemente alla ri- Portando il potenziometro R5 a zero, cioé annul-
cerca di effetti musicali sempre nuovi ed origi- landolo spostando il cursore tutto verso l' emitto-
nali. re di TRI, l'amplificazione dello stadio dimin ui-
Il progetto e quello di un W AA W AA elettroni- sce sino al punto da non permettere piü il feno-
co assai utile durante l'esecuzione di musica con meno dell'oscillazione.
organo o chitarra elettrici. E il dispositivo per- Nonostante tutto, il circuito conserva una spic-
mette di raggiungere l'effetto WAA W AA auto- cata tendenza ad amplificare, in misura notevo-
maticamente, senza dover impiegare i piedi del lissima, la frequenza su cuí viene regolata l'oscil-
musicista, che possono giá essere impegnati per lazione; sara dunque suficiente un segnale di
la regolazione del volume sonoro o per il pilo- quel valore di frequenza, oppure contenente ar-
taggio della pedaliera di un organo elettronico. moniche della frequenza richiesta, per generare
Nel nostro caso dunque l'effetto musicale non e una forma di oscillazione smorzata, di tonalita
di tipo meccanico, come spesso si verifica nella ben prefissata, caratteristica dell'effetto W AA
pratica musicale di ogni giomo, costringendo WAA.
l'esecutore al comando di un pedale per poter La resistenza Rl e il condensatore Cl permetto-
variare ritmicamente l'ampiezza del suono, sen- no di aumentare l'impedenza di ingresso del di-
za tuttavia variarne la tonalita. spositivo, consentendo in pari tempo il disaccop-
Nel nostro dispositivo e presente un semplice piamento della sorgente di segnale dal disposi-
potenziometro che permette di cambiare la to- tivo WAA WAA; nel caso in cui non interessas-
nalitá del suono a piacere, cosí da poter raggiun- se una elevata impedenza di ingresso del dispo-
gere il vero effetto W AA W AA e non quello di sitivo, si <leve ridurre il valore dei componenti di
un tremolo come spesso capita di ascoltare. entrata, cosí da aumentare la sensibilitá del cir-
cuito.
Il condensatore C5 svolge una funzione analoga
IL CIRCUITO ELETTRONICO al condensatore C1 e rappresenta il condensatore
di disaccoppiamento d'uscita, che permette di
Il circuito elettronico del W AA W AA e sempli- servirsi, senza particolari precauzioni, di ampli-
cissimo e comprensibile da ogni principiante. ficatori con transistor PNP o NPN, oppure a val-
Esso e composto essenzialmente da un circuito vole.
oscillante, di tipo a doppia « T », il cui innesco La resistenza R6 rappresenta l'elemento di cari-
e provocato dal segnale applicato all'entrata. co del transistor TRI e contribuisce, unitamente
In pratica il circuito viene regolato in modo da a questo componente a stabilire il guadagno del
non oscillare spontaneamente, ma di raggiungere circuito.
lo stato di oscillazione soltanto quando, all'entra- Il condensatore elettrolitico C6 svolge la funzio-
ta, e presente un segnale la cui tonalita e sele- ne di filtro di livellamento; esso evita al circuito
zionabile, nei limiti di un'ottava musicale, tra- di risentire del fenomeno di invecchiamento del-
mite il potenziometro R5. le pile di alimentazione. Per taluni lettori potreb-
Per poter comprendere il funzionamento del cir- be risultare assai comodo ed economico il pre-
cuito, supponiamo che questo si trovi nella con- lievo dell'energia di alimentazione direttamente
dizione di oscillare. E per ottenere tale condi- dall'amplificatore di potenza. E' ovvio che il va-
zione e necessario intervenire sul potenziometro lore di questa tensione <leve essere di 9 V; nel
R5 regolandolo al suo mínimo valore, in modo caso di valori di tensione superiori ai 9 V, questi
che il transistor TRl, avendo l'emittore colle- potranno essere ridotti inserendo una resistenza
gato direttamente a massa, possa fornire una in serie con il circuito di alimentazione. Ecco
elevata amplificazione del segnale. perché abbiamo ritenuto utile inserire, in serie
Dal collettore del transistor TRl prende inizio, con il circuito di alimentazione, il diodo di pro-
diretta verso la base, una rete di controreazione tezione D1, il quale evita i danni conseguenti da
di tipo a doppia « T »; questa rete e composta accidentali inversioni di polaritá.
dalle resistenze R2-R3-R4 e dai condensatori
C2-C3-C4; essa gode della proprietá di sfasare
di 180° una ben determinata frequenza, che di- REALIZZAZIONE PRATICA
pende dal valore dei componenti, in modo che
questa permetta di raggiungere, anziché una Il numero limitato di componenti, il loro basso
controreazione, una reazione positiva, in grado costo e la facile reperibilita commerciale rendo-
di portare in oscillazione il circuito. Ma perché no la costruzione del W AA W AA assai semplice

183
C2

» 15 11
o
9v

- l1 +

.-, e.
Fig. 1 - Pochi componenti,
di basso costo e di facile re-
peribilitá commerciale. parte-
cipano alla composizione del
circuito del dispositivo WAA
WAA. L'alimentazione puó es-
sere anche derivata da quella
dell'amplificatore di potenza
con cui si collega l'uscita del
circuito.

ed accessibile a tutti.
Per il transistor TRl abbiamo consigliato il tipo
BC109, che e un transistor di tipo NPN moho
comune; ma esso potra essere sostituito con mol-
ti altri tipi di transistor al silicio, purché di tipo
NPN, per bassa frequenza, bassa potenza ed ele-
vato guadagno. Potranno ad esempio essere uti-
COMPONENTI lizzati i seguenti tipi di transistor: BC107-BC108-
BC109-BC147-BC207-BC208-BC209, ecc.
Per Dl si potra usare un qualsiasi diodo al silicio
di piccola potenza.
Condensatori Per quanto riguarda il contenitore del circuito,
C1 = 220.000 pF questo deve necessariamente essere di tipo me-
C2 = 10.000 pF tallico, in modo da assumere le funzioni di scher-
C3 = 10.000 pF mo elettromagnetico per i disturbi provocati da
C4 = 47.000 pF campi magnetici esterni.
es = 220.000 pF I collegamenti fra chitarra e WAA WAA, o fra
C6 = 330 F - 12 VI. (elettrolitico)
organo e WAA WAA, cosi come quelli fra il
Resistenze WAA WAA e l'arnplificatore di bassa frequenza,
R1 = 120.000 ohm debbono essere effettuati esclusivamente con ca-
R2 = 100.000 ohm (potenziometro} vetto schermato di tipo per bassa frequenza (non
R3 = 120.000 ohm utilizzate il cavetto a 50 ohm per trasmissione!).
R4 = 120.000 ohm
R5 = 10.000 ohm (variabile)
R6 = t 2.000 ohm
FLINZIONAMENTO DEL WAA WAA
Varie
TR1 = BCt09 L'operazione iniziale, necessaria per il funziona-
s1 = interrutt. incorpor. con R2 mento del dispositivo, consiste nel regolare il po-
D1 = 10D4 (diodo al silicio) tenziometro semifisso R5, in modo che il cursore
Pila = 9 V risulti ruotato verso l'emittore del transistor TR1;
il circuito ovviamente deve oscillare. Ne! caso
in cui non si verificasse l'oscillazione, si dovra
intervenire sul potenziometro R2.

184
Successivamente, intervenendo ancora sulla resi- tore C5. Con l'inserimento di questo eventuale
stenza semifissa R5, se ne fa ruotare il cursore potenziometro, si potra avere anche la possibilita
verso massa sino a far cessare l'oscillazione. Que- di regolare il volume sonoro del circuito del
sto potenziometro permette anche di regolare la WAA WAA.
sensibilita del circuito di entrata, in modo che Consigliamo anche di servirsi, durante le esecu-
il circuito stesso inneschi con segnali di ben de- zioni musicali, di un deviatore di segnale, in mo-
terminata ampiezza. do da poter passare rapidamente dalla posizione
II potenziometro R2, invece, permette di rego- « inserito » a quella « disinserito », senza dover
lare la frequenza dell'oscillazione e, in definitiva, ricorrere ad alcuna operazione di sfilamento di
la tonalitá del WAA WAA. spinotti o boccole.
Ne! caso in cui il segnale d'uscita risultasse trop-
po forte, dando luogo ad una riproduzione so-
nora ricca di distorsioni, occorrera attenuare il
segnale stesso, oppure inserire, in serie con il con-
densatore C5, una resistenza di valore suffcien-
temente elevato, dipende dalle caratteristiche
dell'amplificatore di potenza; per questa soluzio-
ne si dovranno effettuare alcune prove pratiche.
Ma l'attenuazione del segnale di uscita puo es- Fig. 2 - E' assolutamente necessario che il cablaggio
sere anche ottenuta sostituendo la resistenza R6 del dispositivo WAA WAA venga realizzato in un con-
tenitore metallico con funzione di schermo elettroma-
con un potenziometro di pari valore ohmmico, gnetico. I collegamenti con l'entrata e l'uscita del cir-
collegando al cursore il terminale del condensa- cuito debbono essere effettuati con cavetti schermati.

TR1

r
f--
z
w -
(J)
n

PILA 9V
PEA LA PRIMA VOLTA PRESENTIAMO UNO STRUMENTO IN GRADO DI
STABILIRE L'APETURA DEL DIAFRAMMA DELLA MACCHINA FOTOGRA-
FICA IN FUNZIONE DELL'INTENSITA' DI LUCE E DELLA DISTANZA PEA
L'ESECUZIONE DI FOTOGRAFIE AL FLA SH.

ESPOSIMETRO A MEMORIA
PER FLASH ELETTRONICO
Esposimetro e flash sono due elementi che non Come tutti sanno, l'esposimetro e uno strumento
vanno d'accordo. Perché la quantitá di luce elettronico che indica il tempo di esposizione,
generata dal flash e istantanea, mentre l'esposi- cioé il tempo in cui deve rimanere aperto lot-
metro, per dare un'indicazione esatta sulla quan- turatore della macchina fotografica, tenendo con-
tita di luce che lo circonda, richiede un certo to della quantita di luce ambientale, della velo-
tem po per vincere l'inerzia, meccanica ed elet- cita dellotturatore e della sensibilitá della pel-
tronica, caratteristica di questo tipo di stru- licola. Ma questo strumento e stato piü volte
mento. analizzato e proposto ai nostri lettori. Non e sta-
to invece mai descritto uno strumento in grado
di stabilire l'apertura del diaframma in funzio-
ne dell'íntensíta dí luce e della distanza per le fo-
tografie al flash.
II dispositivo che forma l'oggetto di questa de-
scrízíone e dí facile realizzazíone pratica; esso
utílizza la debole corrente di fuga di un tran-
sistor ad effetto di campo per stabilíre la valu-
tazione esatta dell'intensita di un lampo lumino-
so in funzione della dístanza. Esso dunque per-
mette di raggiungere precísi risultati nell'ese-
cuzione di fotografie scattate in ambienti chiu-
si, che nel gergo fotografico vengono definiti LIRE 3.500
« interni », con la luce artificiale istantanea. CASS-ETTIERA .. MINOR
In pratica e assolutamente impossibile, per que-
sto tipo di fotografíe, servirsi di un esposimetro Contenitore a 12 cassetti, componi-
convenzionale, anche se questo e di tipo sen- bile ad incastro; dimensioni di un cas-
sibilissimo, perché un lampo elettronico scom- setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto e
pare prima ancora che !'indice dello strumento provvisto di divisori interni.
abbia la possibilita di lasciare la sua posizione
di riposo, e cio, come e stato detto, a causa dei
fenomeni dí inerzia caratteristici di questi stru-
menti.
II problema viene spesso risolto regolando l'a-
pertura del diaframma in funzione della di-
stanza fra l'obiettivo e il soggetto, servendosi
di numeri-guida e attraverso calcoli fastidiosi.
Si tratta quindi di una soluzione densa di in-
convenienti. Questo sistema inoltre non permet-
te di stabilire a priori la posizione piü adatta
per la sorgente di luce quando si vogliano rag-
giungere particolari effetti fotografici. L'impie-
go di numeri-guida, inoltre, impedisce di mo-
dificare a piacere gli angoli dí illuminazione,
e non tiene conto dei colori dei murí che assor- LIRE 3.800
bono o meno la luce. CASSETTIERA MAIOR
L'unica soluzione e dunque quella di utilizzare Contenitore a 6 cassetti, componibile
un fotometro che sia in grado di valutare l'in- ad incastro; dimensioni di un casset-
tensíta di luce anche quando questa e di bre- to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto e
vissima durata, e che permetta anche di offrire provvisto di divisori interni.
un'indicazíone esatta dí un tempo sufficiente-


mente lungo, che consenta di effettuare una
precisa lettura. Un tale esposimetro <leve anche
adattarsi alle díverse gradazioni di sensibilita
delle pellícole fotografiche.
Il circuito presentato in questo articolo risponde
a tutte queste caratteristiche e potra costituire Organizzate il vostro lavorol Conser-
la soluzione di un problema che sta particolar- vate sempre in ordine i componenti
mente a cuore a tutti gli amatori della fotogra- elettronici! Trasformate, a poco a po-
fia. co, il vostro angolo di lavoro in un
vero e proprio laboratorio!

PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
Le richieste delle cassettiere debbono essere
Abbiamo attribuito il nome di « esposimetro a fatte inviando anticipatamente l'importo, a mez-
memoria » al nostro strumento, perché esso si zo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 , intestato a:
comporta proprio come una « memoria » elet- ELETTRONICA PRATICA - Via Zureti, 52 -
ttonica, cioe conserva i dati di una grandezza 20125 MILANO.

187
fisica comparsa alle nostre sensaz1om per un
COMPONENTI brevissimo istante.
Il principio di funzionamento dell'esposimetro
Condensatori e quello stesso che viene sfruttato nei circuiti di
C1 = 220.000 pF « campionamento » in apparati industriali per
C2 = 330 F - 6 VI. (condensatore al la conversione analogica-digitale. Si tratta in-
tantalio) fatti di misurare, in un dato istante, la gran-
C3 = 500 F - 25 VI. (elettrolitico)
dezza fisica che iutcressa (nel nostro caso l'inten-
Resistenze sita di luce) e di mantenere inalterata tale gran-
R1 = 47.000 ohm dezza allo scopo di permetterne la misura in un
R2 = 12.000 ohm periodo di tempo sufficientemente lungo. Poi la
R3 = 47 ohm misura puó venire « cancellata » automatica-
R4 = 22 megaohm (oppure 2 resistenze mente o manualmente, come nel nostro caso,
da 1 O megaohm collegate in tramite un apposito pulsante.
serie)
L'esposimetro qui presentato e descritto e do-
R5
R6 =
= 1.000
27.000
ohm
ohm tato inoltre di un comando di sensibilita che
R7 = 22.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) permette di adattare l'indicazione al tipo di pel-
licola utilizzata (DIN o ASA).
==
RB 100 ohm
R9 27.000 ohm
R10 = 47.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
Varie IL CIRCUITO ELETTRICO
TR1 = 2N2219 BC107)
TR2 = 2N2219 BC107) Lo schema elettrico dell'esposimetro a memoria
TR3 = 2N3819 (transistor FET a canale N) e assai semplice. Come si puo notare, osservan-
A = microamperometro (O • 100 µA) do il disegno riportato in figura 1, esso si com-
Pila = 13,5 V
S1 = interrutt. a pulsante
FR = fotoresistenza (vedi testo)
Fig. 1 - Progetto dell'esposimetro a memoria impie-
gante due transistor NPN ed un FET a canale N.
11 potenziometro R10 permette di raggiungere l'azze-
ramento del microamperometro, mentre il potenziome-
tro R7 regola la sensibilita.

de
TR1 ~
R3

TR2 11
; TR3
z6e R9 ~ S1

G~ 'O

te JJA
IIR10
11
is=
13,5V
~

R1 .3 • l l ± ~ Pl
±. l~ 11 'f
pone di due transistor di tipo NPN, di un tran- del flusso di corrente attraverso i transistor.
sistor FET e di una fotoresistenza (FR) che Ma i nostri lettori potrebbero chiedersi, a questo
rappresen ta l' ciernen to sensibile. punto, per quale motivo il condensatore elettro-
Su questi ultimi due componenti abbiamo avuto litico C2 debba essere caricato tramite l'emittore
modo di intrattenerci a lungo in altre occasioni. del transistor TR2 anziché direttamente dalla
Non ci soffermeremo, dunque, sulla descrizione fotoresistenza FR. Il motivo e presto detto. Un
della fotoresistenza e del FET, che sono ele- condensatore, per potersi caricare adeguatamen-
menti orrnai noti ai nostri lettori. Passiamo in- te, deve essere alimentato da un circuito dotato
vece all'esame del funzionamento del circuito. di bassa resistenza. E' quindi necessario otte-
La fotoresistenza FR, che costituisce l'elemento nere una bassa costante di tempo del circuito,
sensibile alla luce, viene colpita dal lampo del dato che la durata del lampo del flash e rappre-
flash. In tali condizioni essa diminuisce il pro- sentata da una piccola frazione di secondo.
prio valore resistivo, provocando una conseguen- Poiché I'uscita di emittore di un transistor per-
te maggiore conduzione del transistor TRl. II mette di ridurre notevolmente la resistenza di
segnale viene prelevato dall'emittore di TRl carica, si e scelto questo circuito per essere certi
ed inviato alla base del transistor TR2, che prov- che il condensatore elettrolitico C2 riesca a
vede a caricare il condensatore elettrolitico C2. caricarsi completamente anche in brevissimi lassi
La tensione di carica del condensatore C2 ri- di tempo.
sultera ovviamente proporzionale alla quanti- Una volta cessato il lampo del flash, la fotore-
ta di luce incidente sulla fotoresistenza FR, dato sistenza ritorna al suo valore resistivo normale,
che proprio questo elemento costituisce la causa mentre il condensatore elettrolitico C2 rimane
ancora carico. La giunzione base-emittore del
transistor TR2 viene dunque polarizzata inversa-
Fig. 2- Il cablaggio dell'esposimetro puó essere effet-
mente, impedendo che il condensatore elettroli-
tuato su una lamiera metallica in funzione di pannello tico C2 si scarichi su! circuito sin qui analiz-
frontale dello strumento. I metallo e da preferirsi al zato.
materiale isolante, a causa della elevatissima impeden- Ma rimane ancora da risolvere il problema del-
za di ingresso del transistor TR3, che potrebbe cap-
la misura della tensione sui tenninali del con-
tare dispersioni di tensione alternata di rete quando
l'esposimetro e tenuto in mano dall'operatore. densatore C2.

N 3 PILE
DA 4,5V COLLEGATE
IN SERIE
o o

R6

o o

TR3 TR2

189
Ovv iamente deve essere escluso a priori l'uso e permette di ottenere misure assolutamente at-
di un comune voltmetro, perché questo, a causa tendibili.
della propria resistenza interna, provocherebbe Il circuito e privo di particolari degni di atten-
l'immediata scarica del condensatore elettroli- zione; fa eccezione il condensatore elettrolitico
tico C2, rendendo assolutamente impossibile la C2 che, dovendo essere a bassissima perdita,
m1sura. dovra necessariamente essere di tipo al tantalio,
Ecco perché abbiamo dovuto far ricorso ad uno dato che i normali condensatori elettrolitici si
stadio separatore a FET, cio al transistor TR3, scaricano da solí in un breve periodo di tempo.
in modo da realizzare un voltmetro elettronico La capacita del condensatore C2, invece, non e
ad impedenza elevatissima, in grado di mante- molto critica, anche se occorre tener presente
nere carico il condensatore C2 per un lungo che le capacita piü elevate offrono un tempo
tempo e permettere cosí la misura della ten- utile di lettura piu lungo. Ma ció non esclude
sione sui suoi terminali. che il circuito non possa funzionare anche con
II voltmetro elettronico e stato realizzato con valori capacitivi di 50 o 100 F, anziché di
un circuito a ponte, nel quale il potenziometro 330 F come da noi indicato nell'elenco com-
RlO permette di regolare l'azzeramento dello ponenti.
strumento, mentre il potenziometro R7 regola Coloro che non riuscissero a trovare in commer-
la sensibilitá. cio un condensatore al tantalio di elevata capa-
Una volta effettuata la misura della tensione cita, potranno sempre ricorrere al collegamento
e sufficiente premere il pulsante di reset Pl in parallelo di piu condensatori al tantalio, in
per scaricare completamente il condensatore e- modo da raggiungere il valore capacitivo ele-
lettrolitico C2 attraverso la resistenza di basso vato che si preferisce.
valore R5 che, ovviamente, viene collegata con Vogliamo appena ricordare che il condensatore
la massa dell'apparato. al tantalio, cosí come accade per i normali con-
densatori elettrolitici, e un componente pola-
Vogliamo far notare ancora l'esatta funzione rizzato, dotato di terminale positivo e terminale
del condensatore C 1, collegato fra la base del negativo, che dovra essere inserito nel circuito
transistor TR2 e massa. Se questo condensatore rispettando le polaritá.
non fosse presente, la misura della tensione sui In figura 4 abbiamo rappresentato questo partí-
terminali del condensatore C2 risulterebbe pro- colare tipo di condensatore (disegno a sinistra).
porzionale al valore di picco della luce; ma ció II codice dei colori dei condensatori al tantalio
che interessa ai fini di una precisa impressione e talvolta ambiguo. Quello rappresentato in f-
della pellicola e la quantita totale di luce e non gura 4 costituisce uno dei modi secando cui vengo-
il suo picco. Ecco perché si e dovuto inserire no normalmente presentati questi condensatori;
il condensatore C 1 che, integrando il lampo di ma ne esistono altri per i quali il valore capacitivo
luce, fornisce una piu attendibile misura. deve essere citato direttamente dal rivenditore,
dato che alcune case costruttrici utilizzano di-
versi codici di lettura.
REALIZZAZIONE PRATICA II transistor TR3 puo essere un qualsiasi tran-
sistor FET a canale N; la fotoresistenza FR non
L'esposimetro a memoria puo essere realizzato, e assolutamente critica; consigliamo comunque
da chiunque abbia una certa familiaritá con il di orientarsi verso un modello di piccole dimen-
saldatore, nel modo ritenuto migliore. sioni che, oltre a costare di meno, risultera
Il piano di cablaggio riportato in figura 2 vuole piü maneggevole. La fotoresistenza dovrá essere
soltanto presentare al lettore uno dei tanti pos- collegata con la presa bipolare fissata sul pannel-
sibili indirizzi per la realizzazione del dispositivo. lo dell'apparato; essa potra anche essere siste-
II montaggio da noi suggerito viene effettuato mata direttamente sul contenitore, cosi come
su un pannello metallico, ma in sostituzione di comunemente si usa negli esposimetri.
questo e con risultati identici si potra utilizzare
un contenitore di materiale isolante. II metalla
comunque e da preferirsi, perché il transistor
TR3 e di tipo FET, con elevatissima impedenza Fig. 3 - Servendosi di questi diagrammi il lettore po-
di ingresso, cioe un transistor in grado di cap- tra procedere agevolmente con le operazioni di tara-
tare dispersioni di tensione alternata di rete tura dell'esposimetro, suddividendo la scala dello stru-
quando l'esposimetro e tenuto in mano dall'o- mento in valori compres! tra 1 e 32 (apertura del dia-
framma). La scala 1 deve essere letta inserendo vir-
peratore. II contenitore metallico, collegato con tualmente una virgola in ogni numero, perché le reali
la massa del circuito, cioe con la linea negativa aperture del diaframma sono: 1 - 1,4- 2,8... 22 - 32
dell'alimentazione, impedisce tale inconveniente e non 10 - 14... 320.

190
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CORPO
2N3819
TEXAS ) Fig. 4 - I condensatori al tantalio (disegno a sinistra),
possono essere diversamente costruiti. Quello qui
rappresentato e di tipo assai comune; la lettura del va-
lore capacitivo viene effettuata in codice. A destra
rappresentiamo, in planta, il transistor FET 2N3819
della TEXAS; si noti la dlsposizione dei tre elettrodi
uscenti dal componente.

TARATURA 500 ASA, ottenendo cosi una regolazione delle


sensibilitá sempre per f/22.
Per poter utilizzare lo strumento, occorre una Dopo questa prima operazione occorre regolare
taratura che, pur essendo leggermente laboriosa il potenziometro R7 su un valore di sensibilita
e assai semplice e, soprattutto, necessaria per scelto a piacere, congiungendo f/16 con tale
]'uso dell'esposimetro. valore di sensibilita e determinando un punto sul-
Per eseguire la taratura dell'esposimetro occorre- la scala dei riferimenti (scala 3). Con analogo
ra servirsi dei grafici riportati in figura 3. Que- procedimento si verra cosl a determinare un
sti forniscono le relazioni che legano il diafram- valore di distanza sulla scala 4, individuato dalla
ma, la sensibilita della pellicola, il tipo di flash linea di congiunzione del punto di riferimento
utilizzato e la distanza dell'elemento sensibile (scala 3) con il punto significativo delle carat-
dalla sorgente di luce. teristiche del flash (scala 5).
Supponendo di voler tarare la scala dello stru- Dopo aver scattato il lampo a tale distanza,
mento con indicazioni dirette dell'apertura del !'indice dello strumento si fermera in una posi-
diaframma in valori compresi tra 1 e 32, occorre zione intermedia, tra lo zero e il fondo-scala,
prima di tutto azzerare lo strumento, in am- che potra venire segnata con f/16.
biente buio, sul potenziometro R10. Quindi, par- Identica operazione dovra essere effettuata per
tendo ad esernpio dal punto f/22 (scala 1 di tutti gli altri valori di apertura del diaframma,
figura 3), si congiunge questo punto con il in modo da ottenere la graduazione completa del-
punto 5 ASA, in modo da intersecare la linea la scala dello strumento ne! modo desiderato.
retta 3 (figura 3), che rappresenta la linea di
riferímento. II punto ottenuto su questa linea
dovra congiungersi con quello indicante le ca-
ratteristiche del flash utilizzato (scala 5), indi- IMPIEGO DELL'ESPOSIMETRO
viduando cosi sulla scala 4 il valore della di-
stanza ( durante la lettura di questa descrizione L'uso dell'esposimetro a memoria e assai sempli-
consigliamo di tenere sott'occhio la figura 3). ce. Occorre infatti porsi in prossimita del sog-
na volta individuato il valore della distanza, si getto per rilevare, dopo 'un lampo a vuoto, la
provvedera a sistemare !'elemento sensibile del- migliore apertura del diaframma, sempre in ri-
l'esposimetro a quella distanza da! flash, invian- ferimento alla sensibilita della pellicola utiliz-
do quindi un lampo. Ció fatto, si provvederá a zata.
regolare, con suficiente rapidita, il potenzio- L'esercizio pratico, comunque, interpretera nel
metro R7, che regola la sensibilita, sino al fondo- migliore dei modi il sistema di impiego delio
scala dello strumento (f/22),segnando sulla scala strumento che, da semplice oggetto tecnico, quale
del potenziometro R 7 la posizione corrisponde e stato da noi concepito, diverra ben presto
A. Analoga operazione dovrá essere ef- uno strumento di valido aiuto per la creazione di
per altre sensibilitá, ad esempio sino a fotografíe artistiche.
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OPPORTUNI DIAGRAMMI, E' FACILE RISALIRE Al VALORI DELL'INDUT-
TANZA DELLE BOBINE E A QUELLI DEI CONDENSATORI NECESSARI
PER LA REALIZZAZIONE DI Fil TRI CROSSOVER.

Quando si acquista o si realizza un amplificatore cazione a bassa frequenza preferiscono realizzar-


ad alta fedelta, non e sufciente collegare l'ap- le per proprio conto, risparmiando cosí sul co-
parato con un giradischi e un altoparlante per sto totale della catena di riproduzione sonora
poter ottenere una vera riproduzione Hi-Fi. E' che, di per sé, e giá molto elevato.
necessario invece corredare l'impianto sonoro di
opportune casse acustiche, che rappresentano
uno degli elementi di fondamentale importanza NECESSITA' DI PIU' ALTOPARLANTI
per il completamento della catena di riproduzio-
ne ad alta fedelta. L'altoparlante e un componente elettroacustico
Ma il costo delle casse acustiche e generalmente che, proprio per la sua costituzione intrínseca, si
molto elevato e taluni appassionati dell'amplifi- adatta a riprodurre bene soltanto una certa

194
parte dello spettro sonoro. Per esempio, per ri-
produrre le note basse, occorre un altoparlante
di grosse dimensioni, comunemente detto woofer,
in grado di fomire potenze ragguardevoli, pro-
prio perché le note basse, per poter essere ben
udite, debbono venir riprodotte con maggior
potenza di quelle alte. E il risultato sarebbe con-
troproducente, sia dal punto di vista economico
sia da quello tecnico, se si utilizzasse un woofer
per riprodurre le note alte.
11 woofer possiede un cono di notevoli dimensio-
ni ed e quindi assai « lento », perché a causa
dell'attrito dell'aria incontra una notevole resi-
stenza al moto e non e in grado di seguire fedel- <t
mente le rapide oscillazioni delle note acute.
.... 0,1541,5
0
Per le note acute viene normalmente utilizzato <f
a
un altoparlante di piccolo diametro e in grado <( 0,1
O
di dissipare una potenza piü ridotta, sufficiente
tuttavia a fomire un elevato livello d'ascolto per
le note alte. Questo altoparlante, chiamato
tweeter, non puo essere ovviamente utilizzato
Fig. 2 - Esistono due sistemi per risalire al valore del-
per la riproduzione delle note basse, perché oltre la capacita dei condensatori inseriti nei filtri crossover:
a riprodurle male, a causa del cono troppo pie- tramite l'applicazione di una semplice formula mate-
colo per una buona diffusione, correrebbe il ri- matica, oppure servendosi del diagramma qui riporta-
schio di· danneggiarsi, perché la potenza fornita to; la colonna centrale riporta il valore capacitivo del
da un amplificatore di bassa frequenza durante condensatori; questo valore e individuato dal punto
di intersezione, stabilito mediante un righello, con la
la riproduzione delle note gravi e molto elevata, colonna centrale, dopo aver collegato i punti delle due
superiore di molto alle possibilita del piccolo al- colonne esteme in cui sono riportati i valori di impeden-
toparlante. za degli altoparlanti e quelli della frequenza di cros-
sover.

Fig. 1 - II filtro crossover, nella sua espressione piu


semplice, comprende un altoparlante di grosse dimen-
sioni, denominato woofer, un altoparlante di dimensio-
COME SEPARARE LE NOTE ALTE DALLE
ni piu ,plccole, denominato tweeter, un'induttanza e un BASSE
condensatore. 11 woofer e un altoparlante in grado di
fornire potenze ragguardevoli, proprio perché le note Per evitare di produrre danni agli altoparlanti e
basse, per poter essere ben udite, debbono venir ri- per poter sfruttare appieno le loro caratteri-
prodotte con maggiore potenza di quelle alte.
stiche di riproduttori fedelj, e necessario un di-
spositivo in grado di togliere da una parte i bassi
e dall'altra gli acuti, cosi da pilotare ciascun al-
toparlante con quelle frequenze acustiche per
cui esso e stato costruito. Questo dispositivo pren-
de il nome di filtro crossover e puo venir realiz-
L1 zato in vari modi, a seconda delle caratteristiche
di separazione richieste, utilizzando sempre con-
densatori e bobine.

COME SI CALCOLA UN FILTRO CROSS-


r- r OVER
L w
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Un filtro crossover, nella sua piu semplice con-
o w
o w cezione, altro non e che l'insieme di due filtri
z 2
h
aventi la stessa frequenza di taglio : un filtro
passa-alto e un filtro passa-basso.
Il piu elementare schema di filtro crossover,
avente una pendenza di 6 dB/ottava, e ripor-
tato in figura 1.

195
DISCHI
IN LEGNO

35

Fig. 3 - Per facilitare


il compito del lavoro di
avvolgimento dell'indut-
tanza, consigliamo ai
lettori di realizzare il

\
ANIMA
supporto, non magneti-
co, qui riportato. La
realizzazione deve es-
sere effettuata tenendo
conto della forma e
IN LEGNO delle dimensioni citate
nel disegno.

L'espressione « pendenza di 6 dB/ottava » sta quenza, occorre stabilire il valore della frequenza
a significare che ciascuno dei due fltri, passa-alto di taglio. Anche questo valore dipende in gran
o passa-basso, al di la della frequenza critica per parte dal tipo di altoparlanti utilizzati. Ma in
cuí e stato calcolato, presenta una attenuazione linea di massima sará comunque possibile orien-
di 6 dB ogni volta che si raddoppia la frequenza; tarsi verso frequenze di 500: 2.000 Hz.
per esempio, a 500 Hz il filtro passa-basso atte- Le formule che permettono di effettuare il cal-
nua di 3 dB, a 1.000 Hz lattenuazione sará di colo dell'induttanza L1 e della capacita C1 sono
3 dB 4 6dB 9dB e salirá a 15 dB a 2.000 molto semplici :
Hz e cosi vía. Ll (millihenry) = (R x 1.000) : 2 1t fe
Nel calcolo del filtro crossover si dovra supporre In questa formula R rappresenta la resistenza
sempre che entrambi gli altoparlanti si comportí- dell'altoparlante espressa in ohm, mentre fe rap-
no come resistenze perfette, anche se ció in realtá presenta la frequenza di crossover espressa in
non accade, perché ogni altoparlante e caratte- hertz.
rizzato da una vera e propria impedenza che, per Cl (microfarad = 1.000.000 : (2 fc R)
la massima parte, e quella dovuta all'induttanza Per risparmiare anche questo calcolo che, a cau-
della bobina mobile. sa dei molti zeri, puo indurre in errorí, consi-
Il valore dell'impedenza deglí altoparlantí deve gliamo di controllare il valore dedotto dall'inter-
essere noto ed e quasi sempre citato dal fabbri- pretazione dell'abaco riportato in figura 2.
cante o dal rivendítore; la stessa impedenza deve Per conoscere il valore capacitivo sara sufficiente
essere uguale per i due altoparlanti perché, in collegare con un righello il valore della frequen-
caso contrario, l'impedenza complessiva del si- za dí crossover desiderata con quello della resi-
stema non risulterebbe piü quella richiesta e si stenza dell'altoparlante. L'intersezione con la co-
pctrebbero creare squilibri sulla potenza che lonna centrale permettera di dedurre il valore ca-
interessa i due altoparlanti. pacitivo. Facciamo un esempio: se fe = 300 Hz
Una volta fissato il valore R di impedenza degli (colonna A) ed R = 8 ohm, il valore capacitivo
altoparlanti, che <leve essere compatibile con dedotto ( colonna B) e C = 65 µF; scegliendo
quella richiesta dall'amplificatore di bassa fre- valori di fc nella colonna B, anche il relativo va-

196
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SPIRE

Fig. 4 - Ricorrendo all'uso di questo grafico e assai tacile risalire, in modo agevole e veloce, al numero di spire
necessarie per la realizzazione dell'induttanza del filtro crossover.

197
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SPIRE BOBINE

Hg. 5 - Questo diagramma offre una visione pi ampia e piu completa del diagramma riportato in figura 4, cosi
da agevofare il compito dell'operatore nel dimem1ionamento della bobina montata nel .filtro crossover. Si tenga
presente che per comodita e per non appesantire il disegno, sono state rappresentate soltanto le curve prin-
cipali ed alcuni tratti delle curve intermedie che potranno essere ricostruite mentalmente.

198
lore di capacita dovra essere ricercato nella co- L'unica soluzione consiste quindi, ancora una
lonna B. volta, nell'autocostruzione del componente.
Per facilitare questo lavoro consigliamo i nostri
LA BOBINA lettori di realizzare l'avvolgimento su un suppor-
Quando si vuol realizzare un filtro crossover, il to, non ferromagnetico, nella forma e nelle di-
maggior ostacolo e costituito dalla induttanza Ll. mensioni riportate nel disegno di figura 3. E' ve-
Anche se il valore di tale componente e di facile ro che il supporto magnetico permetterebbe una
determinazione, almeno teoricamente, esso non notevole riduzione di spazio, ma esso non e con-
lo e piu in pratica perché, salvo rare eccezioni, sigliabile, almeno per due principali motivi; per
non esistono in commercio bobine appositamente prima cosa, con il nucleo magnetico, si otterrebbe
costruite con il valore di induttanza richiesto. una induttanza variabile al variare della potenza

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anche le spese di spedizione).
a determinare sul grafico il punto di intersezione
X, che permette di conoscere il numero di spirc
necessarie per la realizzazione dell'avvolgimento;
nell'esempio ora citato questo numero e di 448
spire.

FILTRO A 12 dB/OTTAVA
Presentiamo in figura 6 un filtro dotato di migliori
prestazioni rispetto a quello presentato in figura
J.
¡: Q11_·er:
'/ La. 1. Questo filtro e in grado di effettuare una se-
7 él}4 L2 . p1
parazione tra i due canali, quello delle note acute
e quello delle note gravi, di 12 dB/ottava.
II circuito di figura 6 utilizza un numero doppio
di componenti rispetto al filtro precedentemente
analizzato; ció permette ovviamente di miglio-
rare le prestazioni del sistema. Possiamo quindi
affermare che questo filtro si adatta alla realiz-
zazione di casse acustiche ad alta fedelta e di
classe elevata.
Fig. 6 - Questo filtro crossover e in grado di effettua- Per effettuare il calcolo dei componenti occorre
re una separazione tra i due canali di 12 db/ottava. tener_ presente che Ll = L2 e Cl = C2;
II progetto utilizza un numero doppio di componenti ed occorre anche tener presente che, rispetto ai
rispetto a quello rappresentato in figura 1; ció per-
mette ovviamente di migliorare, in misura notevole, le componenti calcolati nel filtro precedente, I'in-
prestazioni del sistema. duttanza, a paritá di frequenza di taglio, dovrá
risultare 1,41 volte maggiore dell'induttanza pre-
cedente. Si avrá cioé:
L = 1,41 x [(R x 1.000) : 2 1t fe]
fornita dall'amplificatore di bassa frequenza; se-
La capacita, invece, dovrá essere l,4l volte piü
condariamente occorrerebbe conoscere alla per-
fezione, caso per caso, le caratteristiche del nu- piccola, cioe:
C = 1.000.000 [1,41 x (2 r fc R)]
cleo magnetico utilizzato.
Per la conversione del valore induttivo in quello
Ricorrendo al grafico riportato in figura 4, e as- del numero di spire e sempre valido il grafico ri-
sai facile risalire, agevolmente e velocemente, al portato in figura 4, mentre quelli delle figure 2-5
numero di spire necessarie per l'avvolgimento non servono piü, perché occorrerebbe introdurre
da effettuare sul supporto di figura 3, conoscen- il fattore di correzione 1,41.
do iI valore dell'induttanza espresso in millihenry.
Il tipo di filo, con cui verra realizzato l'avvolgi-
mento, dovra essere di rame smaltato del diame- POCHE PAROLE SUI CONDENSATORI
tro di 1-1,2 mm, in modo da presentare una re-
sistenza complessiva assai bassa. Poiché le capacita che interessano i filtri crosso-
Il diagramma rappresentato in figura 5 offre una ver sono spesso assai elevate, si ricorre sovente
visione piü ampia e piü completa del dimensio- all'impiego di condensatori elettrolitici. Questi,
namento della bobina Ll. In esso, ogni valore di tuttavia, sono componenti elettrici polarizzati,
frequenza di crossover e rappresentato da una mentre per il filtro crossover occorrono condensa-
curva (per comodita e per non appesantire il di- tori non polarizzati. Ma per ottenere questa con-
segno, sono statc rappresentate soltanto le curve dizione si possono ugualmente utilizzare i con-
principali ed alcuni tratti delle curve intermedie densatori elettrolitici, collegando, ad esempio, due
• che potranno facilmente essere ricostruite men- condensatori elettrolitici di capacita doppia ri-
talmente da! lettore). spetto a quella richiesta, uniti tra loro in serie
Una volta fissato il valore di frequenza e noto con il terminale positivo dell'uno collegato con
iI valore di resistenza dell'altoparlante, si potra il terminale positivo dell'altro (si puó collegare
determinare, tramite l'intersezione della curva e anche il negativo dell'uno con il negativo del-
del reticolo, un punto che permetterá anche di l'altro), in modo da ottenere un unico condensa-
individuare il numero di spire necessarie per la tore non/ polarizzato. Meglio sarebbe comunque
realizzazione della bobina. utilizzare condensatori a carta o in poliestere,
Facciamo un esempio. Supponendo fe = 500 Hz adatti a sopportare tensioni di lavoro di una
(0,5 KHz o Kc) e ponendo R = 8 ohm, si viene cinquantina di volt.

200
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SUONO

Basta il solo schiocco delle dita per pilotare que- cessivi, che permettono di realizzare un vero e
sto circuito elettronico. proprio comando a distanza di tipo sonoro; nei
Un impulso sonoro, infatti, mette in conduzione comuni tipi di relé, invece, la commutazione e ot-
un transistor facendo scattare un relé, mentre un tenuta dalla presenza o dall'assenza di un rumo-
secondo impulso sonoro, della stessa natura del re; e ció sarebbe facilmente ottenibile tramite un
primo, riporta il relé alle condizioni originali. Si comune amplificatore di bassa frequenza.
puó cosí realizzare un perfetto comando a distan- In pratica, al primo impulso ricevuto, il relé pas-
za in grado di aprire o chiudere un qualsiasi cir- sa dalla posizione di riposo a quella di lavoro, e
cuito elettrico, cioé in grado di mettere in fun- rimane in tale posizione sino all'arrivo di un se-
zione un elettrodomestico o provocare H'illumina- condo impulso sonoro che ristabilisce lo stato di
zione di un ambiente. riposo. L'inserimento del relé, dunque, non e su-
Ma vediamolo subito da vicino questo interes- bordinato alla presenza continua di un segnale
sante circuito che puó porre fine al tradizionale sonoro, come ad esempio la voce umana, e ció
interruttore elettrico. non permette di realizzare quell'elemento di con-
Questo tipo di realizzazione, pur impiegando un forto per ricetrasmettitori che va sotto il nome di
numero elevato di transistor, e da considerarsi « vox ».
alla portata di ogni lettore principiante di elet- Se non si fossero utilizzati ben 9 transistor, il no-
tronica. II campo d'applicazioni, e cosi vasto da stro relé sonoro sarebbe risultato molto critico
rendere questo apparato molto interessante. ne! funzionamento, dato che per ottenere la com-
La dífferenza sostanziale, che intercorre tra il no- mutazione, senza possibilita di errori, sarebbero
stro relé sonoro e quelli che normalmente ven- stati necessari impulsi elettrici, ottenuti dalla tra-
gono presentati come tali, consiste nella commuta- sformazione di impulsi sonori per mezzo di mi-
zione ottenuta tramite due impulsi sonori suc- crofoni, di forma e durata ben precise, cosi da

202
evitare che il relé, anche in presenza di un solo do : un segnale acustico, convertito in segnale
impulso, commuti piü volte con evidente incer- elettrico da un microfono, viene opportunamente
tezza di funzionamento dello stadio finale. Ecco amplificato dall'amplificatore di bassa frequenza
perché il nostro progetto utilizza due circuiti « a (TR1-TR2-TR3); successivamente il segnale vie-
scatto » che, se da una parte complicano apparen- ne applicato ad un circuito multivibratore mono-
temente il circuito, dall'altra permettono di cau- stabile che, indipendentemente dalla forma e dal-
telarsi adeguatamente contro i cattivi funziona- la frequenza del segnale, ricava un impulso di
menti. ampiezza e durata ben determínate, in grado di
far commutare di stato il circuito bistabile suc-
cessivo (TR6-TR7).
CIRCUITO ELETTRICO Un circuito di uscita comanda o meno l'eccita-
zione di un relé o di eventuale altro carico (TR8-
I nove transistor che partecipano alla composi- TR9).
zione del progetto riportato in figura 1 sono tutti Prima di passare all'analisi dettagliata dei vari
di tipo al silicio. Tre di essi compongono lo sta- stadi, riassumiamo ancora una volta la parteci-
dio amplificatore audio; due pilotano il circuito pazione dei nove transistor al funzionamento del
multivibratore monostabile, necessario per la circuito del relé sonoro.
« messa in forma» del segnale; altri due coman-
dano il circuito bistabile di commutazione; gli
ultimi due, infine, pilotano il circuito finale di Stadio amplificatore audio (TR1-TR2-TR3)
potenza. Stadio multivibratore monostabile (TR4-TR5
Il funzionamento dell'apparato, analizzato per Stadio bistabile di commutazione (TR6-TR7)
blocchi, puó quindi riassumeri nel seguente mo- Stadio pilota di potenza (TR8-TR9)

203
Fig. 1 - Anche se il circ uito del relé sonoro puó apparire ec cessivamente co mplesso , a causa del grande nu-
mero di transisto r utilizzati, esso non com po rta una realizza zione difficile, sia sotto il profilo pratico , sia sotto
quello teo rico . ll prog etto qui ripo rta to puó idealmen te suddividersi in quattro princ ipali sta di: quello am plifi-
catore audio , quello del multivibra tore monos ta bile, lo sta dio bista bile di commuta zione e lo sta dio pilota di po -
tenza. L'alimenta zione non e critica e puo variare fra i 9 e i 12 V. All'entrata occorre applicare un microfono
magnetico da 500-5000 ohm; sulle prese di uscita si collegheranno il relé.

COMPONENTI R15
R16
=
=
1.200 ohm
8.200 ohm
R17 = 15.000 ohm
Condensatori
R18 = 15.000 ohm
10 uF - 15 VI. (elettrolitico) R19 = 15.000 ohm
C1 = = 100.000 ohm
500 F - 25 VI. (elettrolitico) R20
C2 =
10 F - 15 VI. (elettrolitico) R21 = 15.000 ohm
C3 = R22 8.200 ohm
10 F - 15 VI. (elettrolitico) =
C4 = R23 = 1.200 ohm
C5 = 20 F - 15 VI. (elettrolitico)
C6 = 10.000 pF R24 = 10.000 ohm
C7 = 10.000 pF Transistor
C8 = 50 F - 25 VI. (elettrolitico) TR1 = BC107
Resistenze
TR2 = BC177
TR3 = BC107
R1 = 120.000 ohm TRA4 BC107
R2 = 4.700 ohm TR5 = BC107
R3 = 22.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) TR6 = BC107
R4 = 1.500 ohm TR7 = BC107
R5 = 3.900 ohm TR8 = BC107
R6 = 2.200 ohm TR9 = 2N1711
R7 = 3.300 ohm
R8 = 100 ohm Varie
R9 = 4.700 ohm DI = diodo al silicio (10D4)
R10 = 120.000 ohm D2 == diodo al silicio (10D4)
R11 = 3.900 ohm D3 = diodo al silicio (10D4)
R12 = 8.200 ohm D4 = diodo al silicio (10D4)
R13 = 2.200 ohm Alimentaz. = 9 - 12 V
R14 = 1.500 ohm S1 = interruttore

204
TR7 TR1

TR8

ZERO USCITA 9VOLT


VOLT

Fig. 2 - Il circuito stampato e d'obbligo, se si vuol ot- Cominciamo ora con l'analisi del primo stadio
tenere un montaggio delle sufficienti doti di robustezza del circuito del relé sonoro: quello dell'ampli-
e di compattezza, assolutamente necessarie in un ap-
parato munito di molti componenti elettronici. ficatore audio.

L'AMPLIFICATORE AUDIO

11 compito svolto dall'amplificatore audio, pilo-


tato dai transistor TR1-TR2-TR3, e quello di
amplificare il debole segnale elettrico proveniente
da un microfono dinamico con impedenza di
500-5.000 ohm.

205
Fig. 3 • Circuito stampato,
in scala 1/1, cioe in gran-

0 al o dezza naturale, necessario


per la realizzazione del
progetto del relé sonoro.

II segnale, applicato all'entrata del circuito, rag- IL MULTIVIBRATORE MONOSTABILE


giunge la base del primo transistor amplificatore
TRI tramite un sistema potenziometrico di re- Il multivibratore monostabile e pilotato dai tran-
golazione della sensibilita del dispositivo (R3). sistor TR4-TR5. Esso serve per ricavare un unico
Per ottenere l'esatta polarizzazione negli stadi impulso di forma quadra e di ampiezza e durata
successivi ed una sufficiente stabilita termica, sul- ben definite quando viene eccitato da un qualsia-
l'emittore del transistor TRI e stato inserito il si tipo di impulso proveniente dallo stadio ampli-
gruppo R4-C3, che stabilizza il punto di lavoro ficatore audio.
del transistor. Tale accorgimento e stato adotta- Quando nessun segnale viene rivelato dall'ampli-
to anche per il secondo transistor amplificatore ficatore, la tensione su! collettore del transistor
TR2, che e accoppiato in corrente continua con TR3 e molto bassa e si aggira intorno allo O volt.
il primo stadio. L'accorgimento diretto e reso In tal caso il diodo D 1 risul ta polarizzato inver-
possibile da! fatto che, essendo il transistor TRI samente, impedendo al transistor TR5 di entrare
di tipo NPN, il transistor TR2 e di tipo PNP. in conduzione.
Il segnale viene poi applicato all'ultimo transi- All'arrivo di un segnale, in virtu dell'aumento
stor amplificatore TR3, che provvede ad elevare della tensione di collettore del transistor TR5, il
il valore della tensione in misura tale da pilotare diodo DI diviene conduttore e costringe alla con-
egregiamente il circuito. duzione anche il transistor TR5. A questo punto

9v
Fig. 4- Coloro che, in sostituzione del relé, volessero
collegare con l'uscita del circuito, un carico di una
certa potenza, cioó di qualche decina di watt, dovran- CARICO
no adottare la soluzione circuitale qui riportata, nella OI POTENZA
quale si utilizza il transistor supplementare di potenza
R10 che ha funzioni di interruttore elettronico.
Componenti: R25 = 2.700 ohm; R26 = 22.000 ohm
TR 10
(potenziometro regolatore di potenza); TRIO = 2N3055.
Con il pontenziometro R26 e possibile regalare a pia-
cere la luminositá di una lampada, la velocita di ro-
tazione di un motare ·elettrico, ecc.
TR9 ALIMENT.
CARICO OI
POTENZA

MASSA COMUNE

206
si genera una reazione positiva, attraverso il con-
densatore C5 e la resistenza R13, che porta rapi-
damente all'interdizione il transistor TR4, che
in precedenza era saturo, permettendo al transi-
stor TR5 di rimanere in conduzione anche quan-
do cessa l'impulso di comando. II transistor TR5
e alimentato da R9-R13.
Dopo un certo tempo il condensatore C5 ritorna use.
alle condizioni originali, ristabilendo le condizioni
circuitali antecedenti il fenomeno di commuta-
zione. Il risultato di tutto ció e rappresentato da
un impulso quadro, la cui durata e stabilita sol-
tanto dai valori del condensatore C5 e della re-
sistenza RlO; si tratta quindi di una costante
del circuito.
Fig. 5 - L'impiego piü semplice del relé sonoro consi-
ste nel collegare, sui terminali utili del relé, una lam-
padina da 6-12 V e 100 mA max. Si potra cosi ottenere
IL CIRCUITO BISTABILE un semplice allarme luminoso.

Si puó dire che il circuito bistabile rappresenti


il « cuore » dell'intero relé sonoro. Esso rappre-
senta infatti !'elemento di memoria, in grado di Nel caso piü semplice questo carico e rappresen-
mantenere il relé in una determinata posizione tato da una piccola lampadina di segnalazione;
sino all'arrivo di un successivo impulso. nel caso piü generale il carico e rappresentato
La caratteristica principale di questo circuito, pi- da un relé, sulla cui bobina viene inserito, in pa-
lotato dai transistor TR6-TR7, consiste in ció: rallelo, un diodo al silicio, che permette di eli-
quando un transistor e saturo, l'altro si trova si- minare le pericolose sovratensioni inverse di aper-
curamente all'interdizione e la situazione elettri- tura.
ca si capovolge dopo la commutazione. Coloro che volessero servirsi del circuito di figu-
La commutazione del bistabile e ottenuta tramite ra 1 per pilotare un carico di una certa potenza,
un impulso applicato ad una delle due basi dei cioé di qualche decina di watt, senza ricorrere
due transistor. Piü precisamente si fa in modo di all?uso del relé, dovranno adottare la soluzione
costringere all'interdizione il transistor che si tro- riportata in figura 4, nella quale si fa impiego
va in conduzione, perché tale sistema e piü ra- di un transistor supplementare (TRlO) di poten-
pido e lo si ottiene con impulsi di minor potenza. za con funzioni di interruttore elettronico.
Per far in modo che l'impulso, prelevato su! col- Sulla base del transistor TRl0 (figura 4) e stato
lettore del transistor TR5, venga inviato ad una inserito il potenziometro R26, che permette di
sola delle due basi e, in particolare, proprio a regolare la potenza assorbita da! carico. Con il
quella giusta, si e utilizzato un circuito di trig- potenziometro R26, ad esempio, e possibile rego-
ger pilotato dai diodi D3-D4. lare la luminositá di una lampada, la velocitá
Quando il transistor TR6 e all'interdizione, men- di rotazione di un motore elettrico, ecc.
tre il transistor TR 7 e saturo, la tensione, misu- L'alimentazione del transistor TRlO, che e la
rata su! collettore di TR6, e una tensione positi- stessa del carico, non <leve necessariamente es-
va elevata che, polarizzando inversamente il dio- sere quella del circuito del relé sonoro, perché
do D3, impedisce a questo di condurre !'impulso cosi e possibile utilizzare una alimentazione an-
in arrivo attraverso il condensatore C6. Al con- che di qualche decina di volt, in relazione al
trario, quando la tensione su! collettore del tran- transistor utilizzato.
sistor TR6 e di O V circa, il diodo viene pola- Nel nostro caso, ricorrendo al transistor 2N3055,
rizzato direttamente da R21 e permette all'im- le sole limitazioni vengono stabilite dalla massima
pulso, proveniente da! condensatore C7, di por- dissipazione del transistor ( 115 W circa), dalla
tare il transistor all'interdizione. tensione di collettore, da quella di emittore (70 V)
dalla massima corrente sopportabile, che e quel-
la di 15 A.
LO STADIO D'USCITA Ovviamente si <leve fare in modo di non supe-
rare in alcun caso la massima potenza, tenendo
Il circuito finale del relé sonoro e un comune presente che il valore di 115 W si riferisce a tem-
stadio amplificatore, in continua, in grado di pi- pi estremamente brevi; ció significa che, nel caso
lotare un carico a piacere, senza savraccaricare in cui il transistor debba dissipare potenza in mi-
i precedenti circuiti. sura continua, occorre ridurre, entro limiti di si-

207
• Fig. 6- In parallelo con la bobina di eccitazione del
relé si dovra collegare il diodo D, in modo da scon-
giurare le pericolose extracorrenti di apertura e chiu-
~· . sura del circuito. 11 diodo deve essere di tipo al silicio
~, J (10D4 - BY126).

t o~ ! ◄,ritiea. lnfatti si possono utili,me 9 V e 12 V,


con il vantaggio di una piü facile reperibilita del
relé (12 V- 200 ohm circa). Facciamo comun-
use que notare che, anche con la tensione di alimen-
tazione di 9 V, e possibile far scattare un relé
RELE da 12 V, anche se questo scattera in maniera
meno decisa.
Per quanto riguarda i diodi presenti ne! circuito,
ricordiamo che questi sono tutti al silicio e di
curezza, la potenza stessa, servendosi di ottimi
piccola potenza; viene quindi lasciata al lettore
raffreddatori.
la piu ampia scelta su! tipo di diodo da adot-
tare, con indirizzo particolare verso i tipi piu eco-
nomici e piü facilmente reperibili.
REALIZZAZIONE PRATICA Raccomandiamo di far bene attenzione alle po-
lari ta del diodo, tenendo conto che il catodo ri-
Il circuito stampato rappresenta la soluzione pra-
sulta sempre contrassegnato con una fascetta. Non
tica rnigliore per la realizzazione del progetto,
rispettando le polarita del diodo, l'intero appa-
perché esso permette un montaggio dotato delle
rato non puo funzionare. Queste stesse attenzioni
sufficienti doti di robustezza e di compattezza,
dovranno essere rivolte ai transistor e ai conden-
quasi essenziale se si tiene conto dell'elevato nu-
satori elettrolitici, che sono anch'essi componenti
mero di componenti elettronici. Anche il piano
irreversibili.
di cablaggio da noi proposto e rappresentato in
figura 2, e ottenuto su circuito stampato, che il
lettore potra riprodurre servendosi del disegno,
in grandezza naturale, riportato in figura 3.
EVENTUALE MANCATO FUNZIONAMENTO
La tensione di alimentazione del circuito non e
Una volta realizzato il circuito, questo non ne-
cessita di alcuna taratura. Potrebbe invece acca-
dere che, a causa di un insufficiente guadagno
Fig. 7 - Coloro che, non essendo in possesso di un mi- dei transsistor, la commutazione non avvenisse,
crofono magnetico, volessero servirsi di un piccolo per il verificarsi di una determinata situazione.
altoparlante in funzione di microfono, dovranno inter-
porre, fra questo e il circuito di entrata del relé sono- L'impossibilita della commutazione si manifesta
ro, un trasformatore d'uscita invertito, cioé con l'av- quando, in mancanza di un segnale di ingresso,
volgimento secondario collegato con la bobina mobile la tensione su! collettore del transistor TR3 ri-
dell'altoparlante e quello primario con l'entrata del re- sulta superiore a quella presente sulla base del
lé sonoro. L'impedenza della bobina mobile deve es-
sere di valore pari a quello dell'avvolgimento secon- transistor TR5. Per riportare, quindi, il circuito
dario del trasformatore d'uscita. nelle normali condizioni di funzionamento, oc-

TRASF
'USCITA
P INVERTITO
AVVOLG
8n 8n

ALL' ENTRATA

208
correrá diminuire il valore della resistenza Rl
sino a che la tensione presente sul collettore di
TR3 non risulti inferiore, anche di pochissimo,
alla tensione di base di TR5. Si potrebbe addi-
rittura sostituire la resistenza Rl con un poten- 1 FASCICOLI
ARRETRATI
ziometro semifuso da 220.000 ohm ed effettuare
una semplice messa a punto.
Il potenziometro R3, invece, serve come elemen-
to regolatore di volume del segnale proveniente
dal microfono.
Coloro che non intendessero servirsi di un micro-
DI
fono dinamico, potranno utilizzare un normale
altoparlante, seguito da un trasformatore di usci-
ta in collegamento inverso, cosi da adattare la
bassa impedenza dell'altoparlante con quella del
circuito di entrata dell'amplificatore (figura 7).
Consigliamo di regolare il potenziometro R3 in
modo che il dispositivo commuti al di sopra di
un determinato livello sonoro; si evitera cosí che
una normale conversazione faccia continuamen-
te commutare l'apparato.
sono le « perle » di una prezio-
sa collana tecnico-pratica, che
AVANZAMENTO AUTOMATICO DELLE porta in casa vostra il piacere
DIAPOSITIVE e il fascino di una disciplina mo-
Agencio a piacere su! potenziometro di volume derna, proiettata nel futuro, che
R3, si potranno realizzare alcune particolaritá interessa tutti: lavoratori e stu-
di funzionamento del relé sonoro, come ad esem- denti, professionisti e studiosi,
pio l'avanzamento automatico delle diapositive giovani e meno giovani.
di un proiettore, facendo spegnere e riaccendere
le luci alla fine e all'inizio della proiezione.
Per raggiungere questo particolare risultato tec-
nico, si dovranno incidere, su un nastro magne-
tico, preferibilmente stereofonico, gli impulsi di
avanzamento (la registrazione su nastro stereo e RICHIEDETECELI
necessaria per l'incisione del commento parlato
o musicale su una pista separata.
Il primo impulso di avanzamento dovrá avere
una maggiore ampiezza (attenzione! Ampiezza e
non durata!). Gli impulsi dovranno essere inviati
sía al proiettore automatico, sia al relé sonoro
SUBITO
PRIMA CHE
collegato con una lampada di illuminazione. Si
provvederá poi a regolare il potenziometro R3
in modo che questo risulti insensibile ai normali
impulsi di avanzamento (troppo deboli), ma sol-
SI ESAURISCANO
tanto a quelli particolari di maggiore ampiezza.
Il primo impulso, essendo piü forte, oltre che co-
mandare l'avanzamento della prima diapositiva,
fara commutare il relé spegnendo la luce in sala, inviando, per ogni fascicolo,
mentre ai successivi impulsi spettera il compito l'importo di L. 500, a mezzo va-
di provocare l'avanzamento delle successive dia- glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz-
positive. Dopo l'ultima diapositiva un altro im-
pulso forte, preventivamente registrato, fara riac-
zando le vostre richieste a:
cendere le luci automaticamente, suscitando una ELETTRONICA PRATICA
naturale ammirazione fra gli spettatori nei con- 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
fronti del tecnico che e riuscito a realizzare un
simile prodigio.

209
LA REGOLAZIONE DEL BILAN-
CIAMENTO DI UN AMPLIFICA-
TORE STEREO NON E' UNA NE-
CESSITA' RISENTITA IN FASE DI
MESSA A PUNTO DELL'APPA-
RATO. PERCHE' UN PRECISO B1-
LANCIAMENTO A BASSO LIVEL-
LO SONORO PUO' NON ESSER-
LO PIU' A TUTTO VOLUME; PER-
CHE' ll POTENZIOMETRO DOP-
PIO DI VOLUME NON E' MAi PERFETTAMENTE SIMMETRICO E PERCHE'
LE CARA TTERISTICHE DEI COMPONENTI ELETTRONICI POSSONO SU-
BIRE LIEVI MUTAMENTI COL PASSARE DEL TEMPO.

210
IL BILANCIAMENTO NEGLI
AMPLIFICATORI
STEREO
Tra i molti quesiti, che i lettori ci pongono Bilanciare l'amplificatore di bassa frequenza si-
mcnsilmente, capita spesso di ascoltare la vo- gnifica fare in modo che, quando all'entrata dei
ce di chi vuol trasformare il proprio impianto due canali viene applicato uno stesso suono, cioe
di amplificazione sonora monofonica in un im- un segnale monofonico, all'uscita dei due canali
pianto stereofonico, semplicemente servendosi di si deve ottenere una ugual potenza, cioe una
un filtro crossover, cosi da dividere le note alte uguale riproduzione musicale.
da quelle basse e formare i due canali.
Ebbene, ancora una volta sentiamo il dovere di
precisare che la stereofonia e tutt'altra cosa. Nei NECESSITA' DI UN CONTINUO BILANCIA-
due canali non vengono regístrate le note alte MENTO
da una parte e quelle basse dall'altra, mentre e
possibile ottenere, in ogni canale, identico per Chi e privo di esperienza in materia di stereofo-
costruzione all'altro, la riproduzione di qualsiasi nia, potrebbe supporre che la regolazione del
nota indipendentemente da quanto viene ripro- bilanciamento divenga una necessita risentita
dotto nell'altro canale. E ció costituisce il motivo soltanto in fase di taratura dell'amplificatore di
piü importante della stereofonia. bassa frequenza e che l'amplificatore stesso, quin-
Facciamo un esempio. Un solo canale di un com- di, una volta messo a punto dalla casa costrut-
plesso stereo puó riprodurre i suoni generati da trice, non necessiti piü di alcuna operazione di
un violino, mentre l'altro canale riproduce un bilanciamento. Ma in pratica le cose non vanno
sottofondo di organo. Quando il suono proviene cosi. lnfatti, non essendo possibile realizzare due
da uno strumento musicale viene riprodotto in amplificatori perfettamente identici fra loro, a
ugual misura da entrambi i canali, si ha l'im- causa delle tolleranze variabili dei componenti,
pressione di ascoltare un suono uscente da! punto puó accadere che un amplificatore perfettamen-
di mezzeria tra i due altoparlanti o tra i gruppi te bilanciato ad un basso livello d'ascolto non
dí altoparlanti. lo sia piü quando aumenta il volume di ripro-
Premesso ció, cominciamo con l'interpretazione duzione; perché, ad esempio, il potenziometro
tecnica del processo di bilanciamento di un im- doppio di volume non presenta quella perfetta
pianto stereofonico. simmetria che in pratica sarebbe richiesta.
Ma le cause del mancato bilanciamento possono
essere molte altre. Alle volte puó capitare che
IL BILANCIAMENTO le caratteristiche radioelettriche dei componenti
subiscano lievi varianti a causa dell'invecchia-
Una delle operazioni fondamentali, che l'opera- mento; ció significa che, anche riproducendo la
tore <leve effettuare per il raggiungimento dí musica sempre con lo stesso volume, occorre di
una perfetta riproduzione stereofonica, e quella tanto in tanto ritoccare il controllo di bilancia-
del bilanciamento dei due canali di riproduzione. mento.

211
R1 c1 01

9,,
OESTRA
=tw ]
ZERO
CENTRALE
.R3


R5
11 11 11 t
11
'

R4 R6 11 C3 I3 II 4
r JJ A
ALTOP.
11
DI
; % 11 11 11 11

ww R2 C2
I
02

Fig. 1 - Questo progetto di circuito differenziale, in


grado di segnalare le differenze di livello tra un'en-
trata e l'altra, si presta ottimamente alla realizzazione
di un indicatore di bilanciamento negli amplificatori
stereofonici. ll potenziometro doppio R3-R4 puó essere
'validamente sostituito con due trimmer resistivi.

COMPONENTI
C1 = 4,7 F (a carta)
E' chiaro tuttavia che, utilizzando componenti C2 = 4,7 F (a carta)
elettronici selezionati ed altamente professionali, C3 4,7 F (a carta)
la necessita di bilanciare frequentemente l'am-
plificatore risulta assai ridotta; ma il costo di un R1 = 4.700 ohm
amplificatore di bassa frequenza cosi concepito R2 = 4.700 ohm
non giustifica in alcun modo la... fatica di rego- R3- R4 4.700 ohm 4 4.700 ohm (potenz.
lare di tanto in tanto un normale potenziometro. doppio regolatore di sensibilitá)
R5 =
4.700 ohm
R6 = 4.700 ohm
BILANCIAMENTO AD ORECCHIO
D1 - D2 - D3- D4 = diodi al silicio di bassa
Il sistema tradizionale, piu conosciuto, per il potenza e di qualsiasi tipo
bilanciamento dell'amplificatore stereofonico, e A = microamperometro a zero centrale
(50-0-50 A)
senza dubbio quello cosiddetto ad orecchio. Esso
consiste nell'assumere, da parte dell'operatore,
una posizione esattamente equidistante dai due
altoparlanti o dai gruppi di altoparlanti e di la posizione centrale fra gli altoparlanti. E' que-
regolare il potenziometro di bilanciamento. Cío sto un sistema alquanto soggettivo, soprattutto
deve essere fatto mentre si Sta suonando un disco per il fatto che il nostro udito ben difficilmente
monofonico, oppure dopo aver commutato l'am- .e dotato di percezioni simmetriche; cio significa
plificatore stereo nella posizione monofonica. La che un orecchio possiede maggiore sensibilitá
regolazione <leve essere fatta fino ad ottenere dell'altro, compromettendo il risultato tecnico del
l'esatta impressione che il suono abbia origine nel- bilanciamento manuale.

212
Fig. 2 - II cablaggio del-
l'indicatore di bilanciamen-
to puó essere indifferente-
mente realizzato su conte-
nitore metallico o di ma-
teriale isolante. Sul pan-
nello frontale dello stru-
mento sono presenti: il
perno del potenziometro
doppio regolatore di sen-
sibilitá e il microampero-
metro con scala a zero
centrale. I tre condensato-
ri, perfettamente identicl
tra loro (4,7 uF) non so-
MI no elettrolitlci; per essi si
possono montare conden-
satori a carta o in poli-
stirolo, tenendo conto che
ALTOP. ALTO_P. il valore capacitivo non
costituisce un elemento cri-
tico per il funzionamento
DI OESTRA DI SINISTR dell'indicatore.

Anche coloro che sono dotati di un udito per- sideri perfettamente identiche, ad esempio, una
fettamente simmetrico, non possono distinguere potenza di 10 W e un'altra di 11 W. Ma cosi
fra loro due suoni di potenza leggermente diver- non accadrebbe se la potenza di uscita dell'am-
sa. La nostra sensibilitá uditiva ha infatti un an- plificatore fosse controllata con uno stru.mento
damento logaritmico. Tale condizione fisiologica elettronico, in grado di rivelare anche le piü
puo essere cosi interpretata: quando un ampli- piccole variazioni della potenza d'uscita.
ficatore di bassa frequenza, con potenza d'uscita
di 10 W, e in funzione a tutto volume, noi ab-
biamo l'impressione di ascoltare una potenza so- IL BILANCIAMENTO ELETTRONICO
nora soltanto doppia di quella di un amplificato-
re di bassa frequenza con potenza d'uscita di Il rivelatore di bilanciamento di tipo elettronico
1 W, mentre occorrono ben 100 W perché que- e un circuito che risulta giá montato nella mag-
sta potenza ci possa sembrare triplicata. gior parte degli amplificatori stereofonici ad al ta
Si arguisce quindi come il nostro orecchio con- fedelta e di classe. Esso non e invece previsto

213
Fig . 3 - In questo disegno riproduciamo il diodo al si- si avrebbe una differenza fra le tensioni rivelate
licio di bassa potenza di tipo BA10O. La fascetta, im- e un passaggio di corrente attraverso il microam-
pressa sull'involucro estemno del componente, si trova perometro : l'indice dello strumento devierebbe a
in prossimita dell'elettrodo di catodo (k); l'altro elet-
trodo corrisponde all'anodo (a). Per la realizzazione destra o a sinistra.
dell'indicatore di bilanciamento si puó usare qualsiasi Nel progetto di figura 1, oltre ai componenti fin
tipo di diodo al silicio di piccola potenza, cosi come qui citati, esistono altri componenti elettronici
chiaramente precisato nel testo. con funzioni ausiliarie; per esempio i due diodi
D3-D4, montati in un circuito antiparallelo, ser-
vono da elementi di protezione dello strumento

k «G, indicatore nel caso in cui questo venisse solleci-


tato da notevoli sovraccarichi. Il condensatore C3
provvede a livellare l'eventuale tensione di sbi-
lanciamento, evitando vibrazioni dell'indice e
rendendo piü agevole e piü semplice la lettura
nella piü vasta schiera di amplificatori di bassa sulla scala del microamperometro.
frequenza destinati al grosso pubblico, al solo Il potenziometro doppio R3-R4, che puó essere
scopo dí mantenere prezzi di vendita concorren- sostituito con due resistenze semifisse separate,
ziali, anche se, per la verita questo strumento non permette di regolare la sensibilitá dello strumen-
inciderebbe in misura notevole sul costo totale to. Quest'ultimo tipo di controllo potra rivelarsi
del complesso Hi-Fi. molto utile in tutti quei casi in cui il volume di
Il progetto rappresentato in figura 1 si presta ot- ascolto dell'amplificatore stereo venga mutato as-
timamente alla realizzazione di un indicatore di sai spesso. Con il potenziometro doppio, quindi,
bilanciamento stereofonico molto semplice e in sara possibile predisporre lo strumento su una bas-
pari tempo veramente efficace. Si tratta di un sa sensibilitá alle alte potenze d'ascolto e vice-
circuito differenziale in grado di segnalare le dif- versa. Tuttavia, in tutti quei casi in cui non vi
ferenze di livello tra un'entrata e l'altra. Come sia la necessita di cambiare spesso il volume
si puó notare, infatti, il circuito presenta uno d'ascolto, il potenziometro doppio R3-R4 potra
stadio di entrata perfettamente simmetrico, va- essere sostituito con due trimmer resistivi separati,
lido per il canale sinistro e per quello destro. in grado di permettere una perfetta taratura del
complesso stereo.
FUNZIONAMENTO DI BILANCIAMENTO La sostituzione del potenziometro doppio con
due trimmer resistivi separati offre una maggior
Supponiamo di collegare il misuratore di bilan-
garanzia di regolazione del bilanciamento so-
ciamento in parallelo con gli altoparlanti del-
prattutto perché i potenziometri doppi non ri-
l'amplificatore stereofonico e supponiamo che
sultano sempre dei componenti di elevata pre-
l'amplificatore stesso sia regolato in modo da for-
nire una certa potenza agli altoparlanti, per esem- cisione.
pio quella di 9 W su 4 ohm. Ne consegue che in
parallelo agli altoparlanti si formera una ten- REALIZZAZIONE PRATICA
sione alternata di 6 V, conseguentemente alla
ben nota relazione : Poiché il progetto del circuito di bilanciamento
V di figura 1 e assai semplice, e chiaro che anche
P --. il programma di realizzazione pratica e da con-
R siderarsi alla portata di tutti.
Questa tensione alternata attraversa il conden- Si potrebbe addirittura montare l'indicatore di
satore Cl e viene raddrizzata dal diodo D1 (l'e- bilanciamento direttamente sul pannello frontale
sempio vale per il canale destro). In questo modo dell'amplificatore stereofonico, valorizzando ancor
sui terminali della resistenza R5 si misura una piu l'apparecchio stesso; l'eventuale applicazione
tensione continua che risulta proporzionale a dell'indicatore sul pannello dell'amplificatore BF
quella di entrata, per esempio di 4 V. risulta ovviamente condizionata dallo spazio di-
Se anche l'altro canale fornisce all'altoparlante sponibile.
una uguale potenza, una identica tensione viene a Il microamperometro dovrá necessariamente
stabilirsi sui terminali della resistenza R6 e la essere di tipo miniatura; a questo scopo vanno
tensione misurata dallo strumento, collegato sui bene certi tipi di strumenti di fabbricazione giap-
terminali dei due diodi D1-D2, risulterá nulla; ponese e molto economici; ovviamente ci si dovra
poiché lo strumento di misura e di tipo a zero orientare verso i tipi a zero centrale da 50-0-50 A
centrale, esso indichera un perfetto bilanciamento. o anche 100-0-100 ¡A.
Nel caso in cui uno dei due canali dovesse for- I diodi D1-D2-D3-D4 non sono componenti cri-
nire una potenza anche di poco diversa dall'altro, tici e per essi si potranno adottare diodi al silicio

214
di qualsiasi tipo, di bassa potenza, come ad lanti, le connessioni di massa, in modo che i due
esempo BAY7I - BAY72 - BAY73 - BAY7 - conduttori di massa collegati ai due altoparlanti
1N914 - BA100. o alle due casse acustiche, vengano connessi
I condensatori C 1- C2 - C3 possono essere di con il filo comune di massa dello strumento. Se
tipo a carta o in poliestere; il loro valore e di tale condizione non venisse rispettata, si creereb-
4,7 F - 50 VI (attenzione! Non si tratta di be un cortocircuito nell'uscita dell'amplificatore,
condensatori elettrolitici). che potra risultare molto dannoso nel caso in
La capacita dei tre condensatori non costituisce cui l'uscita dell'amplificatore non sia adeguata-
un elemento critico del circuito, perché possono mente protetta.
essere accettati anche valori superiori, mentre Coloro che volessero sostituire il potenziometro
si puo scendere sino ai 3,3 µF senza che le pre- doppio R3 - RA con due trimmer separati, do-
stazioni dell'indicatore di bilanciamento risultino vranno provvedere ad un bilanciamento dello
intaccate. strumento. -
Ii contenitore del circuito puo essere indifferente- Prima di collegare definitivamente lo strumento
mente di metallo o di materiale isolante; in que- alle due casse acustiche, si dovranno connettere
sto secondo caso, tuttavia, occorrera provvedere tra loro in parallelo le due entrate dello strumen-
alla realizzazione di un conduttore unico della to, cioe massa con massa ed Rl con R2; poi si
linea di massa. provvedera a collegare lo strumento in paralle-
lo all'una o all'altra cassa acustica, indifferen-
temente. Quindi si regoleranno i due trímmer re-
TARATURA E COLLEGAMENTO sistivi in modo da ottenere la sensibilitá voluta
Ne! caso in cui per R3 - R4 si faccia uso di un in modo da annullare l'indicazione dello stru-
potenziometro doppio, il circuito non richiede mento; si tenga presente che la sensibilitá risulterá
alcun intervento di messa a punto o taratura. massima con il cursore ruotato verso massa. Ció
Bastera infatti collegare le apposite prese in pa- fatto, si potra collegare il circuito agli altopar-
rallelo agli altoparlanti o, equivalentemente, al- lanti come detto in precedenza. Soltanto a que-
le prese di uscita dell'amplificatore. sto punto ci si potra affidare alle indicazioni del
Una precauzione assai importante e quella di ri- microamperometro per ottenere un perfetto bi-
spettare, in sede di collegamento degli altopar- lanciamento stereo di tipo elettronico.

IBRIDO
CARATTERISTICHE
ELETTRICHE
Responso:
Potenza nomina le: 30-20.000 Hz a - 1,5 dB.
5 W con altoparlante Distorsione alla massima
da 4 W- 5 ohm. potenza: inferiore all'1%.
Sensibilitá: Alimentazione:
15 mW a 1.000 Hz 13,5 Vcc.

MPLIFICATORE
BF IN SCATOLA
DI MONTAGGIO L. 11.000
Realizzando questo amplificatore in due esem-
plari identici, si potra ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potra essere installato Le richieste debbono essere fatte inviando anti-
anche a bordo dell'autovettura. Tutti gli elemen- cipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p.
ti necessari per la realizzazione dell'amplifica- n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA -
tore, fatta eccezione per !'altoparlante, sono 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 (nel prezzo sono
contenuti nella inostra scatola di montaggio. comprese anche le spese di spedizione).

215
GENERATORE
DI
ALTA FREOUENZA
A 10,7 MHz

L'UTILITA' DI QUESTO APPARATO SI RIVELA PRINCIPALMENTE NEL SET-


TORE DELLE RADIORIPARAZIONI E IN QUELLO DELLE REALIZZAZIONI
AMATORIAU.

Presentiamo uno strumento di laboratorio le cuu di un simile strumento e il perché sía stata pre-
prestazioni, in sede sperimentale, sono risultate vista la frequenza di 10, 7 MHz anziché quella
piü che soddisfacenti e il cui costo, se confron- di altro valore.
tato con gli equivalenti modelli di tipo commer- La risposta a tali quesiti risiede ne! valore della
ciale, e senza dubbio molto contenuto. L'uti- media frequenza dei ricevitori a modulazione di
lita di un tale strumento si rivela soprattutto frequenza, che sono divenuti oggi i piü comuni
ne! settore delle radioriparazioni e delle realiz- e i piü diffusi tipi di apparecchi radio. Il nostro
zazioni amatoriali. generatore, dunque, serve principalmente per ef-
In pratica si tratta di un generatore di segnali fettuare l'allineamento perfetto dei ricevitori ra-
ad alta frequenza, attorno ai 10,7 MHz, molto dio FM, il cui impiego e attualmente superiore
stabile, portatile e ad alimentazione autonoma. a quello dei tradizionali ricevitori a modu-
La concezione circuitale del generatore AF e lazione di ampiezza.
assolutamente moderna, perché nello strumento
Occorre inoltre ricordare che una gran parte di
vengono utilizzati gli attualissimi transistor ad
radiotelefoni per i 144 MHz lavorano in mo-
effetto di campo.
dulazione di frequenza, con un valore di media
frequenza di 10,7 MHz. Dunque anche in que-
sto settore il nostro generatore AF potra risul-
IL PERCHE' DEI 10,7 MHz
tare utilissimo e, in particolare, a tutti quei ra-
Molti lettori si chiederanno in quali settori del- dioamatori che utilizzano la banda dei 2 metri
l'elettronica puó maggiormente rivelarsi l'utilitá in FM per le loro ricetrasmissioni.

216
GAMMA DI REGOLAZIONE ESPANSA mn due partí: quella del generatore vero e pro-
prio e quella dello stadio separatore. Entrambi
A differenza di quanto accade in molti modelli questi stadi sono stati realizzati con transistor
di generatori AF di tipo commerciale, il nostro FET che, in virtu della loro elevatissima impe-
apparato e dotato di una gamma di regolazione denza d'íngresso (su! gate), permettono di sempli-
espansa. E ció significa che con il nostro gene- ficare notevolmente il circuito e dí ottenere, in
ratore e possibile regolare, in maniera precisa, parí tempo, prestazioni veramente notevoli, so-
la frequenza generata tramite un condensatore prattutto nell'ambito della stabilita di frequen-
variabile a 10,7 MHz ± 300 KHz, cioe tra i za.
10,4 e gli 11 MHz, senza dover ricorrere al- In particolare, !'uso di un transistor FET nello
l'impiego di costose demoltiplíche per ottenere stadio oscillatore permette di utilizzare bobine
una buona separazione tra le varie frequenze prive di prese intermedie, che rappresentano sem-
v1cine. pre degli ostacoli, talvolta insuperabili, per la
In moltí generatori di alta frequenza commer- realizzazione pratica dí un simile progetto.
ciali la taratura delle medie frequenze, a 10,7 Anziché realizzare una presa sulla bobina, si e
MHz, puó divenire problematica a causa dell'im- provveduto ad ottenere la reazione, necessaria
possibilitá di centrare esattamente questa frequen- per mantenere l'oscillazione, ne! circuito del par-
za, dato che assai spesso le scale abbracciano va- titore capacitivo composto dai condensatori C4
riazioni di parecchi megahertz, cosi che non e pra- e C5. >
ticamente possibile ottenere una precisa distin- II circuito oscillante e, dunque, un tipico cir-
zione tra i 10,5 e gli 11 MHz, con evidenti, im- cuito di Colpitts che e appunto caratterizzato
precisi risultati di taratura. da questo tipo di reazione.
La frequenza di oscillazione e determinata dal
valore dell'induttanza Ll e da! valore capacitivo
ANALISI DEL CIRCUITO dei condensatori C1-C2-C3-C4-C5.
La resistenza Rl, che e di valore abbastanza
Ríportiamo in figura 1 lo schema elettrico com- elevato, cosi da non sovraccaricare il circuito
pleto del generatore di segnali di alta frequenza. oscillante, ha il compito di mantenere a zero
Possiamo idealmente suddividere questo schema il potenziale di gate, onde permettere la giusta

217
R2 IIc9 J R4

C7 11 C8 11
l
e
9V


TR1 11 l 1R2 11

s a • 1'


S1

I#±.L, L7
.e ¡ 11 7 ie
4-
.Be 3.,
11

I +. USCITA


Fig. 1 - 11 circuito elettrico del generatore di alta fre-
quenza puó essere idealmente suddiviso in due parti:
COMPONENTI quella del generatore vero e proprio e quella dello sta-
dio sep'aratore. 1 due stadi sono pilotati con transistor
FET a canale N.
Condensatori
C1 = 10 pF (variabile ad aria)
C2 = 68 pF
C3 = 120 pF
C4 = 22 pF
es = 86 pF
C6 = 68 pF
C7 = 4.700 pF
ca = 4.700 pF
C9 = 4.700 pF
C10 = 50 pF
Resistenze
R1 = 47.000 ohm
R2 = 100 ohm


R3 = 150.000 ohm
R4 = 100 ohm
R5 = 1.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
Fig. 2- Trattandosi di uno strumento generatore di se-
Varie gnali di alta frequenza, il lettore dovra porre partico-
TR1 = 2N3819 (FET a canale N) lare cura in sede di realizzazione del circuito elettrico
TR2 = 2N3819 (FET a canale N) e durante la costruzione meccanica dell'apparato. 11 cir-
L1 = bobina AF (vedi testo) cuito dell'oscillatore dovra essere separato da quello
dell'attenuatore tramite un lamierino con funzioni di
J1 = impedenza AF - 2,5 uH (vedi testo) schermo elettromagnetico. Nel disegno qui riportato e
S1 = interruttore stata preferita la costruzione dei due stadi su due
Pila = 9 V contenitori metallici dlstinti. 11 contenitore estemo po-
tra essere indifferentemente metallico o di materiale
isolante.

218
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(J)

219
Fig. 3 - Disegno in gran-
dezza naturale del circui-
to stampato necessario per
la composizione della par-
te elettronica dello stru-
mento.

polarizzazione del FET. piche nei montaggi ad alta frequenza, si e prov-


Il valore dell'impedenza di alta frequenza Jl veduto a disaccoppiare efficacemente le alimen-
e tale da permettere il passaggio della sola tazioni dei due stadi. Ció significa che, nono-
corrente di alimentazione della source di TRl, stante gli stadi siano alimentati da un'unica
mentre rappresenta un elemento di blocco per il sargente di tensione, tutto avviene come se gli
segnale di alta frequenza. Tale segnale puó in- stadi stessi venissero alimentati da sorgenti di
fatti essere prelevato proprio sui terminali di energia diverse, con il vantaggio di impedire
questa impedenza, con il vantaggio di impedire la propagazione attraverso l'alimentazione, da
all'uscita della source di influenzare il circuito uno stadio all'altro, di eventuali disturbi, che
oscillante, garantendo la stabilitá di frequenza. certamente rappresenterebbero la causa dell'in-
Per aumentare ulteriormente la stabilita di fre- sorgenza di oscillazioni.
quenza e per fare in modo che il circuito non II disaccoppiamento delle alimentazioni e otte-
risenta praticamente in alcuna misura la presen- nuto tramite le resistenze R2-R4 e i condensa-
za del carico esterno collegato allo strumento, e tori C7-C8-C9, che compongono dei veri e pro-
stato previsto un secando stadio circuitale, con pri filtri di livellamento.
funzioni di elemento separatore, pur esso rea-
lizzato tramite transistor ad effetto di campo.
II segnale prelevato da! condensatore C6 viene COSTRUZIONE DEL GENERATORE
inviato su! gate del transistor TR2, polarizzato
alla tensione di zero volt dalla resistenza R3 che II circuito stampato e un elemento d'obbligo
e di valore elevato. per la realizzazione pratica del generatore di
L'uscita, disponibile sulla source di TR2, e di segnali di alta frequenza; perché esso permette
tipo a bassa impedenza e ció permette di utiliz- di raggiungere la necessaria compattezza dell'in-
zare, ad esempio, cavi coassiali schermati, a 50 sieme, impedendo l'insorgere di inneschi od o-
ohm, necessari per il collegamento del generatore scillazioni varie.
AF con gli apparati in esame. II lettore dovrá realizzare lo strumento tenendo
L'uscita e stata realizzata tramite il potenziome- sott'occhio lo schema pratico di figura 2, dopo
tro R5, che permette di regalare il livello del aver ovviamente realizzato il circuito stampato,
segnale di uscita a seconda delle varie esigenze. che risulta riprodotto, in grandezza naturale, cioe
Facciamo notare per ultimo che, data la possi- in scala 1 /1, in figura 3.
bilitá dell'insorgenza di oscillazioni parassite, ti- Per quanto rigurda i componenti elettronici, ri-

220
COPPIA DI RADIOTELEFONI CONTROLLATI A QUARZO

1 e DIVERTENTI e DIDATTICI
CARATTERI-
STICHE
CIRCUITO:
transistorizzato
(4 transistor)

FREQUENZA:
27.125 MHz

ALIMENTA-
ZIONE:
9 volt

ANTENNA:
telescopica
8 elementi

DIMENSIONI:
6,2 X 3,7 X 15

LA COPPIA A SOLE L. 15.500


Richiedeteceli inviando l'importo a mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482
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AMPLIFICATORE BF
50 WATT
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
L. 21500
CARA TTERISTICHE
Potenza musicale 50W
Potenza continua 45 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
lmpedenza entrata Et superiore a 100.00 ohm
lmpedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Sensibilita entrata Et 100 mV per 45 W
Sensibilitá entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodi al silicio
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V
Consumo a pleno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W

11 kit e comprensivo di tutti gli


Questa scatola di montaggio, veramente pre- elementi necessari per la realiz-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- zazione dell'amplificatore ripro-
ficatore di potenza, appositamente concepito dotto nella foto. Per il suo com-
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica,
e dotato di due entrate ed e quindi adattabile pletamento il lettore dovra pro-
a molte altre sorgenti di segnali BF, cosi da curarsi, per proprio conto, gli al-
rendere l'apparato utilissimo per gli usi piü
svariati. toparlanti e il contenitore.
l kit e comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz-
razione del/'amplificatore riprodotto nella foto. Per il suo com-
pletamento il lettore dovra procurarsi, per proprio conto, gli
altoparlanti e il contenitore

LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA L. 21.500. Per richiederla occorre invlare


il relativo Importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRA-
TICA - 20125 MILANO - Via Zuretti 52 (nel prezzo sono comprese anche le spese
di spedizione).

222
cordiamo che questi debbono essere di sicura ef- regolabile, 15 spire di filo di rame smaltato del
ficienza. I transistor FET non debbono necessa- diametro di 0,8 mm. 11 diametro esterno del sup-
riamente essere di tipo 2N3819, perché possono porto sará di 10 mm, cosí come indicato in figura
essere validamente sostituiti con altri tipi di tran- 5. Poiché la bobina Ll e sprovvista di prese inter-
sistor corrispondenti, anche se riteniarno che il medie, essa non appare come un elemento cri-
2N3819 risulti il transistor piu adatto per questo tico del circuito e cio significa che lievi varia-
progetto, soprattutto per il suo basso costo e la zioni sui dati costruttivi da noi forniti non in-
facile reperibilita commerciale. fluenzeranno 'negativamente il buon funziona-
Coloro che volessero effettuare la sostituzione mento dello strumento.
dei transistor, dovranno ricorrere a componenti Potra invece capitare di far oscillare il circuito
FET a canale N. fuori gamma, ma a tale inconveniente si ov-
L'impedenza di alta frequenza Jl dovra essere viera con un accurato lavoro di taratura.
realizzata avvolgendo 2-3 spire di filo di rame,
ricoperto di stagno, di diametro di 0,8 mm, fra
gli appositi fori praticati nei cilindretti di fer-
rite costruite appositamente per questo scopo. Ci COSTRUZIONE MECCANICA
si potra anche servire di un'impedenza AF di
tipo VK200 della Philips. Se la realizzazione elettrica del generatore di
In sostituzione del cilindretto di ferrite, interna- alta frequenza rappresenta una parte molto im-
mente forato (figura 4), ci si potra anche servire portante del lavoro di costruzione del genera-
di un condensatore passante, di qualsiasi valore tore, quella meccanica non lo e meno. Il cir-
capacitivo, con il quale si otterra un aumento cuito infatti dovrá essere racchiuso in due con-
di filtraggio ne! circuito di disaccoppiamento. tenitori metallici, oppure in uno soltanto, purché
provvisto di schermo metallico intermedio, realiz-
zabile con l'inserimento di un lamierino.
COSTRUZIONE DELLA BOBINA L 1 Il lamierino provvede a scherrnare il circuito
oscillante rispetto a quello d'uscita, evitando· al-
La bobina Ll costituisce un elemento non repe- tresi che il segnale di alta frequenza possa rag-
ribile in commercio. II lettore dovra costruirlo giungere l'apparato in prova attraverso !'aria,
avvolgendo, su un supporto munito di ferrite anziché attraverso il cavo schermato di congiun-

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
N SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
- per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONTAGGIO
La realizzazione di questo semplice ricevitore rap- COSTA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette- L. 2.900 (senza altoparlante}
re alla prova le proprie attitudini e capacita nella L. 3.500 (con altoparlante)
oratica della radio.

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necess realizzazione
a ri la de« ll principiante
ri c e vito re d el in
sono contenuti

una scatola di montaggio venduta dalla nostra organizzazione in due diverse versioni: a L. 2900 senza
altoparlante e a L3.500 con altoparlante. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamen te T'imn-
porto a mezo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTR O N IC A PRA TI CA 20 1 25 Zu-
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retti n. 52.

223
Fig. 4 - La realizzazione dell'impedenza di alta fre-
quenza J1 si ottiene ovvolgendo, 2-3 spire di filo di
rame ricoperto di stagno dentro i fori praticati sugli
appositi cilindretti di ferrite di tipo commerciale.

della bobina Ll; questa operazione dovrá es-


sere effettuata mantenendo il condensatore va-
riabile Cl in posizione intermedia, in modo che
lo strumento generi esattamente la frequenza di
10,7 MHz.
Coloro che non possedessero un generatore giá
tarato o un frequenzimetro, potranno servirsi di
FORI FERRITE un ricevitore radio a modulazione di frequenza,
purché perfettamente tarato. In tal caso si do-
vra. regolare il nucleo di ferrite della bobina Ll
sino al punto in cuí scompare il fruscio di fondo
dal ricevitore. La prova dovra essere effettuata
collegando, all'uscita del generatore, uno spez-
zione dell'uscita del generatore con l'entrata del- zone di filo di rame, con funzioni di antenna
l'apparato in esame. trasmittente, in modo che il segnale di alta fre-
I due contenitori possono a loro volta essere quenza, prodotto da! generatore, possa essere
racchiusi in un terzo contenitore, che potra es- facilmente captato dal ricevitore FM.
sere anche di materiale isolante. il terzo con- Vogliamo appena ricordare che i segnali di alta
tenitore assume una veste principalmente este- frequenza prodotti dal generatore non sono mo-
tica e serve anche come elemento di alloggia- dulati; risultera quindi impossibile udire nel ri-
mento delle pile di alimentazione; esso permette cevitore a modulazione di frequenza una qual-
ancora di ottenere il fissaggio del connettore d'u- siasi nota.
scita. Nel caso in cui il terzo contenitore ven- E passiamo ora alla descrizione dell'uso del ge-
ga realizzato con materiale isolante, ci si dovra neratore AF.
ricordare di effettuare un preciso collegamento Volendo ad esempio tarare le medie frequen-
elettrico tra la massa dei due contenitori metal-
lici e la linea di alimentazione negativa a val-
le dell'interruttore S1 (punto contrassegnato con
la lettera « m » nello schema pratico di figura
2). 10

TARATURA E USO DELLO STRUMENTO

Una volta terminato il montaggio del genera-


tore di alta frequenza, si provvedera alla sua
ta1atura, cioe alla messa in gamma.
11 miglior sistema per raggiungere questo scopo
consiste nel servirsi di un generatore di alta fre-
quenza giá tarato, con il quale e possibile otte-
nere la taratura del generatore con il metodo
di confronto (battimenti). Chi non possedesse 15 SPIRE
un generatore di alta frequenza potra utilmente FILO 0,8
servirsi di un buon frequenzimetro.
La taratura del generatore consiste ne! regoiare
il nucleo di ferrite inserito dentro il supporto
FISSAGGIO

Fig. 5 - Disegno costruttivo della bobina L1. 11 suppor-


to, di materiale isolante, ha un diametro esterno di
10 mm; esso e munito di nucleo di ferrite regolabile;
l'avvolgimento e ottenuto con 15 spire compatte di fi-
lo di rame smaltato del diametro di 0,8 mm.

224
Chi com incia soltanto ora a
m uovere i prim i passi nel m on-
PREZZO E ALLA
RTATA DI TUTTI!
L ■ ■•
do dell'elettronica pratica, non
puó sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente alet-
tantistico. I saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosí come Jo e
quello qui ratfigurato. La sua potenza e di 50 W e l'alimentazione e quella normale di rete-luce di 2'2J \/.

inviare vaglia o servirsi del modulo


NICA PRATICA - Via Zureti '52 -

ze di un ricevitore FM, occorrera effettuare la di messa a punto delle medie frequenze di un


misura con un voltmetro in corrente continua ricevitore MF, non ci si puo basare sul livello
in un punto in cui e presente un livello di ten- sonoro della modulazione in altoparlante.
sione proporzionale all'intensita del segnale, co- Vogliamo tuttavia ritenere che soltanto la pra-
me ad esempio sul condensatore elettrolitico di tica potra consigliare il miglior modo di im-
deenfasi collegato immediatamente dopo i due piego di questo generatore di sesgnali di alta
diodi discriminatori. frequenza che, pur apparendo uno strumento
L'uso del voltmetro, commutato nella misura di semplice ed economico, risulterá molto utile an-
correnti continue, e necessario perché, in sede che nei laboratori di un certo livello tecnico.

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del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente.
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te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Un collegamento meccanico re la resistenza R8 da 120 ohm con una da 100


ohm, collegando, in parallelo al condensatore
Ho realizzato il progetto del signal tracer pre- elettrolitico C6, un diodo zener da 4,7 volt
sentato a pagina 404 del fascicolo di giugno del- (5 V).
lo scorso anno senza tuttavia ottenere alcun fun-
zionamento. Ho controllato piü volte il cablag-
gio da me eseguito e tutto mi e parso in regola.
A questo punto mi e venuto il dubbio che il cir- Due varianti al monogamma
cuito da voi presentato contenga un errore sul Ho acquistato il vostro kit del monogamma, cioé
collegamento dei due jack di entrata e di uscita, del sintonizzatore CB. Nell'esaminare i valori dei
perché inserendo lo spinotto, secondo me, il se- condensatori mi sono accorto che non esiste una
gnale va a massa e lo strumento non puo fun- corrispondenza precisa fra due valori da voi ci-
zionare. Nel caso lamia supposizione fosse esatta, tati e quelli relativi a due condensatori conte-
gradirei uno schizzo corretto dei collegamenti nuti nel kit. Mi riferisco ai condensatori C6-C7
dei due jack. che, nell'elenco componenti, vengono citati con
SERGIO BERGOGLIO
i valori di 220.000 e 2.200 pF. Si tratta di un
Torino
errore commesso dal peronale addetto all'ap-
prontamento dei kit, oppure e una sostituzione
L'analisi sommaria dello schema elettrico del
da voi fatta di proposito a correzione di errori
signa! tracer puo far sembrare che, inserendo il
tipografici della rivista?
jack, il segnale vada a massa attraverso il con-
tatto ausiliario. Ma in pratica ció non avviene, GIORGIO BUTTAFUOCO
perché lunico collegamento tra il contatto "se- Torino
gnale" e quello "ausiliaro" e puramente mecca-
nico. Dunque il nostro schema teorico eperf et- Nessun errare e stato commesso da chi stampa
tamente esatto. Le consigliamo invece di sostitui- la rivista o da chi compone le scatole di montag-

233
gio. La sostituzione e reale ed e stata compiuta Componenti optoelettronici
di proposito per esigenze di mercato. Le attuali
grandi difficolta commerciali non permettono di Presso il mio rivenditore di materiali elettronici
reperre prontamente su! mercato componenti ho avuto modo, recentemente, di vedere alcuni
elettronici di valore desiderata. Si deve quindi componenti per me assai strani, il cui conteni-
riparare su componenti di valore prossimo, quan- tore era del tutto simile a quello dei transistor ma
do questi diano sicuro affidamento di un buon nei quali era presente, nella parte superiore, una
funzionamento dell'apparato. Cosí infatti si e ve- piccola lente. Di che cosa si tratta?
rificato per il kit del monogamma, ne! quale DARIO SCOPPELLI
abbiamo inserito due condensatori di valore di- Roma
verso da quello prescritto sulla rivista. Si tratta
dei condensatori C6-C7 i cui valori originali di Si tratta sicuramente di componenti optoelettro-
220.000 e 2.200 pF sono stati sostituiti con i va- nici, alfo stato solido, cioe di componenti elettro-
lori di 270.000 pF (0.27K) e 1.500 pF (0,0015). nici che basano, almeno in parte, il loro funzio-
Non si preoccupi dunque per il funzionamento namento sulle radiazioni luminose. Questi com-
del suo sintonizzatore che, anche con questa so- ponenti si possono suddividere in due grandi
stituzione, le dará i risultati sperati. categorie: gli emettitori di luce, o diodi LED,
ed i rivelatori come, ad esempio, i fotodiodi o

Voltmetro digitale
••• fototransistor, i fotoFET, ecc. Tutti questi dispo-
sitivi hanno avuto recentemente un notevole svi-
luppo unitamente a quello del silicio ed e prevista
una loro futura espansione anche nel settore con-
sumistico.
Sono un vostro assiduo lettore, non pm giovane
ma alle prime armi con l'elettronica. Volendo
ottenere risultati pratici sempre piü concreti,
avrei deciso di acquistare un analizzatore univer-
sale. Sarei anzi propenso all'acquisto di uno stru-
mento di tipo numerico, in grado di forníre
l'indicazione della misura direttamente sotto fon-
ma di numeri. Ho sentito dire che questi tipi di
strumenti sono molto piü precisi dei corrispon-
denti modelli ad indice quali, ad esempio, i
tester. Potreste orientarmi verso la scelta di u.1
tale strumento?
RENATO BALZANI
Varese
Sulla migliore preczszone degli strumenti digitali,
rispetto a quelli ad indice, non vi sano dubbi.
Basti pensare che, ad esempio, il voltmetro nu-
merico della Marconi, modello SM523, riportato
in figura, e in grado di misurare tensioni tra O

e ±; 1.200 V, con leccezionale precisione del
Potenza dei resistori
± 0,02%, ossia 2 partí per centomila; il tutto Dovete scusarmi se mi rivolgo a voi per una
viene rappresentato su 4/ cifre, piü il segno. questione che a molti potra sembrare ovvia ma
L'unico inconveniente di tali strumenti sta el che per me non lo e affatto. In questi ultimi tem-
loro prezzo, che oscilla fra alcune centinaia di pi mi e capitato di acquistare, presso un rivendi-
migliaia di lire, per i modelli meno perfetti, e tore di materiali elettronici alcune resistenze, del-
parecchi milioni di lire per i modelli da labo- le quali ho specificato l'esatto valore hommico;
ratorio. Le consigliamo quindi di orientarsi verso ma il rivenditore pretendeva di conoscere anche
uno strumento ad indice, di tipo tradizionale che, il valore della potenza di dissipazione. A questa
pur essendo di ottima quilita, costera assai me- domanda non ho saputo rispondere ed ho quin-
no di qualsiasi tipo di strumento digitale. di deciso di rivolgermi a voi per essere informato
in proposito.
FUL VIO PORCELLI
Bari

La nostra rvsta e principalmente rivolta ai let-


tori principianti di elettronica. E' giusto dunque

234
sizione di riposo a quella di ascolto, si agisce qua-
si sempre su un commutatore multiplo, i cui con-
tatti possono, a lungo andare, danneggiarsi o,
piü semplicemente, ossidarsi. Nel primo caso si
deve ricorrere alla casa costruttrice; ne! secando

/
/4 caso si puó intervenire direttamente sull'apparato
con opportune sostanze disossidanti e con lubri-
ficanti facilmente acquistabili, anche in bom-
bolette spray, presso tutti i rivenditori di mate-
che lei si rivolga a noi con un simile quesito.
riali elettronici. Per ovvii motivi non possiamo
Quando si fa acquisto di una resistenza, che pi
citare il nome delle varie marche di questi pro-
tecnicamente, viene chiamata « resistore », occor-
dotti.
re citare, oltre che il valore resistivo, espresso in
ohm, anche il wattaggio, cio il valore della po-
tenza che il resistore deve essere in grado di dis-
sipare. Infatti, quando sui terminali di una resi-
stenza viene applicata la tensione elettrica di un
certo valore, attraverso il resistor e fluis ce una
ni-
p7m=-
certa quantita di corrente che, in parte, si tra-
sforma in calare; ma questo calare deve essere
tale da non distruggere il componente. Il valore
della potenza viene misurato secando la classica
formula: P = V' : R. In commercio esistono
resistori di diverso wattaggio, per esempio 1/4 W,
1/2W, 1 W, 2 W ecc. In particolare, quando
e necessaria una realizzazione miniaturizzata no-
tevole, cosi come si fa nei circuiti transistorizzati,
si usa no resistori da 1 /8 di W, cioe resistori di
piccolissime dimensioni. Normalmente nei nostri
montaggi vengono consigliati resistori da 1/2 W, /0 Ar-c
A3ATT BA
in modo da raggiungere un compromesso tra si- i ✓ -,~••to ..... ~ ~~,.

cureza di funzionamento e spazio occupato dal


circuito. I resistori di piccola potenza si diff eren-
ziano da quelli di potenza elevata per le loro
minori dimensioni, cosí come si puó vedere nella
foto qui riprodotta.

••
Lubrificanti per contatti elettrici
••
Sono in possesso di un radioregistratore a casset-
te, di tipo portatile, che presenta alcuni incon-
Relé fotoelettrico
veníenti durante la ríproduzione. In partícolare Vorrei poter dísporre di un apparato in grado di
mi capita di dover premere piü volte il tasto rilevare l'interruzione di un raggio lumin oso, allo
« ascolto » per ottenere una buona riproduzione; scopo di azionare un contapezzi elettromeccani-
ma questa a volte risulta troppo forte e non puo co. U dispositivo dovrebbe essere alimentato con
essere controllata con il comando di volume. A batterie, dovrebbe essere di piccole dimensioni,
volte, invece, la riproduzione e troppo debole. dí facile realizzazione pratica, privo di elementí
Da cosa possono dipendere tali inconvenienti? critíci e di particolari operazioni di messa a pun-
GERMANO COLOMBO to. Non e necessaria una elevata sensibilitá, per-
Milano ché ritengo di poter disporre dí un raggio ottico
sufficientemente intenso. Potete esaudíre questa
Ovviamente la nostra diagnosi non puo essere mía richiesta,
che sommaria e limitata alle poche notizie da MARCO PANZERI
lei inviateci. A nostro avviso l'am plificatore fun- Terni
ziona a dovere, mentre il difetto risiede nella par-
te meccanica. I nfatti, quando si pass a dalla po- Il circuito che le proponiamo non presenta nulla

235
di ecccziorale, perché si tratta di un progetto COMPONENTI
semplice ed economico, destinato a funzionare C1 = 100 F - 12 VI. ( elettrolitico)
immediatamente. Esso e realizzato con una foto- Rl - 100.000 ohm
resistenza e due transistor. La fotoresistenza puó R2 = 2.700 ohm
essere di qualsiasi tipo, anche a bassissima dissi- R3 1.000 ohm
pazíone; i due transistor TR1-TR2 sano di tipo R4 - 1.000 ohm
NPN, al silicio, con funzioni di amplificatori per TRI - BC108
il comando di un relé. Se le caratteristiche del TR2 - BC108
contapezzi elettromeccanico lo permettono, sara D1- OA85
possibile addirittura utilizzare la bobina del relé RL relé (220 ohm)
quale elemento di carico di collettore di TR2. PILA = 9V

:
R1

:# ,

b
TR1 01
UTILIZZ.

e
RL

LDR

e +
R4
C1

236
Sonda demodulatrice ll progetto che lei ci richiede e assai semplice,
perché bastano pochissimi componenti elettronici
Sono un vostro affezionato lettore che, con molta per realizzarlo. Tenga presente che l'amplifica-
passione, si dedica alla riparazione di apparec- tore di bassa frequenza deve essere dotato di buo-
chiature riceventi per conto di parenti ed amici. na sensibilita e di impedenza di ingresso relativa-
II mio desiderio e quello di attrezzare progres-
mente elevata. ll progetto della sonda demodula-
sivamente il laboratorio, specializzandolo in que-
trice, qui riportato, utilizza due diodi rivelatori
sto particolare settore dell'elettronica. Faccio pre-
sente di aver gia realizzato un amplificatore con al germanio, con funzioni di circuito rivelatore-
circuito integrato T AA300, da voi presentato su duplicatore di tensione. ll condensa/ore C2 serve
un fascicolo arretrato della rivista. A questo am- da filtro di by-pass per /'alta frequenza, mentr
plificatore vorrei collegare una sonda per rivelare il condensatore CI permette di disaccoppiare
il segnale audio e per comporre, ovviamente, un eventuali tensioni continue sovrapposte al segna-
signal-tracer. Potete aiutarmi? le di alta frequenza. Componenti: C1 = 100 pF;
FRANCO GENNARI C2= 100 pF; R1 = 750.000 ohm; D! = D3
Padova = diodi al germanio.

"Iy,4
USCITA BF

01 c2
TERRA


Misuratore della potenza di uscita La misura costante della potenza di uscita di un
amplificatore e un'operazione molto semplice
Ho realizzato l'amplificatore da 50 W, da voi ac- quando, come nel suo caso, non si pretendano mi-
quistato in scatola di montaggio, ottenendo ri- sure di precisione assoluta. E' in/ atti sufficiente
sultati superiori alle mie aspettative. Vorrei ora misurare la tensione presente sui terminali dell'al-
completare questo interessante progetto corre- to parlante per dedurre il valore della potenza tra-
dandolo di un indicatore di potenza d'uscita, in mite la ben nota formula: W = V R, in cui
modo da non sovraccaricare gli altoparlanti ad V indica il valore della tensione, mentre R indic
esso collegati, dato che utilizzo un sistema di al- la resistenza del sistema di altoparlanti. Sorma!-
toparlanti da 20-25 W. E' possibile realizzare mente si ricorre ad un circuito come aquello qui
questo mio desiderio in modo semplice ed eco- riportato, che fa impiego di un piccolo strumento
nomico? con sensibilita di 100 µA circa; con il potenzio-
ARMANDO FRISON metro semifisso Rl si tara il valore della potenza
Adria di fondo-scala dello strumento. CI e il conden-

237
satore presente negli amplificatori a simmetria tuttavia, lei potra utilizzare un trasformatore da
complementare, o quasi complementare, alimen- 220/24 V, collegando il primario tra una fase
tati con tensioni non simmetriche rispetto a mas- attiva e il conduttore neutro, anziché tra due
sa. Tale condensatore e normalmente un elettro- f asi. E' ovvio che per realizzare il nostro circuito
litico di grande capacita. Noi abbiamo preferito leí deve poter disporre di una rete trifase, perché
indicarlo con il símbolo generico di un normale in caso contrario ogni tentativo risulterebbe vano.
condensatore non polarizzato, dato che le pola- Il funzionamento del circuito e il seguente: pre-
rita di inserimento dipendono dal tipo di ampli- mendo il pulsante di avviamento viene eccitato
icatore utilizzato. Componenti: C2 = 20 F - il teleruttore, che permette l'avvio del motare e,
12 VVl. (elettrolitico) R1 = 10.000 ohm (varia- nello stesso tempo, l'autoritenuta del teleruttore
ble); D1 = OA85; A = microamperometro stesso tramite il contatto ausiliario in parallelo
(100 A fondo-scala circa). con il pulsante. L'arresto puo essere ottenuto
azionando il pulsante che diseccita il teleruttore,
ma puo essere ottenuto anche azionando il relé
termico che provoca lo stesso risultato. Volen-
dolo, e sempre posible collegare, in parallelo
con il teleruttore, una lampada da 24 V per la
segnalazione di « motore inserito ».

FUS
lee

Motore trifase
••
Vi espongo un problema che e piu attinente al
campo dell'elettrotecnica che non a quello del-
l'elettronica, ma voglio sperare che possiate ugual-
mente aiutarmi in qualche modo.
Sono in possesso di un motore trifase da 1.000 W,
•••
Amplificatore solid-state al germanio
munito di relé magnetotermico, teleruttore 24 V ca Da molto tempo seguo con vivo interesse que-
e tasti di avviamento ed arresto. Non sono in sta rivista che apprezzo, soprattutto, per l'im-
grado di effettuare il collegamento del motore postazione adatta ai principianti di elettronica.
con questi elementi. Potreste gentilmente aiutar- Vi scrivo per chiedervi la pubblicazione di uno
mi? schema di un amplificatore audio ad alta fedelta,
ATTILIO BONACOSSI di potenza non elevatissima, ma facente uso di
Orvieto transistor di basso costo. Preferibilmente vorrei
che i transistor potessero essere quelli recuperati
Aderendo alla sua domanda, presentiamo lo sche- da schede surplus.
ma di cui dovra servirsi, nel quale, oltre che de- MARIO DE PRETI
gli elementi da lei citati, si fa impiego di un tra- Bologna
sformatore da 380/24 V, necessario per l'alimen-
tazione del teleruttore. In sostituzione di questo, Il progetto che le proponiamo tiene canto di

238
tutte le esigenze da lei citate. Nel circuito, infatti, Resistenze
vengono utilizzati transistor di vecchio tipo al Rl 100 ohm
germanio, per n.ulla crüici e f acilmente sostitui- R2 60 ohm
bili con componenti similari. La potenza di usci- R3 1.200 ohm
ta e di 14 watt. Ovviamente l'entrata dell'ampli- R4 4 70 ohm ( variabile)
ficatore di potenza dovrd essere collegata con R5 120 ohm
un preamplificatore, al quale verra affidato il R6 1.500 ohm
compito di regolare il volume sonoro e le tonalitd. R7 220 ohm
La resistenza semifissa R4 permette di regolare R8 47 ohm
la corrente di riposo del circuito, eliminando in R9 47 ohm
tal modo la distorsione di cross-over. RlO 330 ohm
Rll 0,25 ohm - 1 W
R12 0,25 ohm - 1 W
R13 1.000 ohm
R14 15.000 ohm
COMPONENTI
Varie
Condensatori TRl - SFT241
Cl 6,4 F- 25 Vl. (elettrolitico) TR2 - SFT367 (AC185)
c2 250 F- 25 Vl. (elettrolitico) TR3- SFT377 (AC185)
C3 4.700 pF TRA - SFT213
C4 100 F- 50 Vl. ( elettroli tico) TR5 - SFT213
C5 250 F- 50 Vl. ( elettrolitico) AP = ALTOPARLANTE (4 ohm)
C6 4.700 F - 50 Vl. ( elettroli tico) ALIMENTAZ. = 24 V

R7

TR2 TR4
R8 R11
c6l +

r
ENTR
C3

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ti nelle prime pagine di questo fascicolo: il voltme-
tro elettronico e il multioscillatore. 11 primo e uno
strumento dí grande utjlita per II laboratorio del
principiante; il secondo vuole rappresentare un
esercizio scolastico sul principio di polarizzazione
del transistor.

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SI ORIENTA VERSO IL VOLTMETRO ELETTRONICO CHE, IN QUESTO
CASO, PUO' ESSERE FACILMENTE COSTRUITO CON POCA SPESA.

Quando si e presi dalla passione per l'elettroni- media risulterebbe di 5 V. Un valore superiore,
ca e si decide di muovere i primi passi in questo quindi, a quello di fondo-scala dello strumento.
fantastico mondo, cosí ricco di colori, concetti, Sulla scala del tester, invece, per effetto della
formule, fili e componenti di ogni tipo, il primo resistenza interna dello strumento, che e di solí
strumento di misura, ospitato nel piü rudimen- 40.000 ohm e che si aggiunge in parallelo ad una
tale de laboratori, e sempre lo stesso: il tester delle due resistenze da 4 megaohm, si leggereb-
o analizzatore universale. be il valore di 0,1 V circa.
Poi, man mano che l'esperienza aumenta e lo Questo fatto negativo, purtroppo, accade assai
studio progredisce, ci si accorge che il tester non spesso, mentre non dovrebbe mai accadere quan-
e uno strumento di precisione assoluta, anche do si effettuano misure di tensioni sui circuiti
se la sua utilitá rimane e rimarrá sempre valida. a valvole, FET, MOS-FET, oppure soltanto a
La mancanza di precisione, in certi tipi di misure, transistor.
conduce inevitabilmente a risultati discordanti, ir- Un altro esempio dell'insufficienza del tester puo
reali e, talvolta, falsi, cosi da compromettere il essere il seguente. Quando si misura la tensione
funzionamento di un circuito abbondantemente di base-collettore di un transistor, e possibile far
calcolato e teoricamente valido. variare il punto di lavoro del componente cosi da
Questa... pecca del tester e imputabile alla re- bloccare il funzionamento del circuito in cui que-
sistenza d'entrata dello strumento, che non ri- sto e inserito. Le brevi e semplici considerazio-
sulta sufficientemente elevata, soprattutto sulle ni, fin qui esposte, portano a concludere che,
basse portate, cosl da poter considerare il tester quando il principiante supera la prima fase del
come uno strumento ideale, cioé uno strumento dilettantismo, quella in cuí ci si accontenta di
che non assorbe corrente quando esso viene uti- misure grossolane, esso si orienta decisamente
lizzato in qualita di voltmetro. verso l'acquisto di uno strumento con impedenza
Ma per meglio chiarire questi motivi di insuffi- d'entrata elevatissima, tale da non perturbare
cienti misure elettriche, vogliamo formulare un in alcun modo le condizioni elettriche dei cir-
piccolo esempio pratico, facendo riferimento ad cuiti sotto misura.
un tester con sensibilitá di 20.000 ohm/volt, com- Ma uno strumento di misura dotato di queste
mutato sulla portata di 2 V fondo-scala, che pre- caratteristiche non puo essere altro che il volt-
sentí, in tali condizioni, una resistenza interna di metro elettronico. Uno strumento che, a torto,
solí 40.000 ohm. taluni principianti considerano un bene super-
Con questo tester vogliamo misurare la tensione fluo, almeno finché non siano giunti a sentirne la
su! punto intermedio di due resistenze da 4 me- utilitá pratica.
gaohm, collegate in serie tra di loro ed alimenta- II voltmetro elettronico dovrebbe invece essere
te con la tensione di 10 volt. Un elementare cal- presente in ogni laboratorio dilettantistico, anche
colo teorico, cioé la semplice divisione 10 : 2 = 5, per il fatto che questo strumento puó essere fa-
dimostrerebbe che il valore della tensione ínter- cilmente autocostruito con poca spesa.

245
0,1V
n @
+
S1
± PUNTAL

-
@
o ~ --- --- 100V R13

gv
e r , , a l ll---.la7 ,,, al, 2 1a

Fig. 1 - Circuito elettrico del voltmetro elettronico. L'en-


trata del circuito si trova sull'estrema destra dello sche-
ma. Le quattro portate, comprese fra 0,1 V e 100 V,
possono essere aumentate inserendo altre prese in-
termedie sul partitore di tensione.

COMPONENTI
Resistenze
R1 = 2,2 megaohm
R2 = 3.900 ohm
R3 = 1.600 ohm
QUALITA' DEL PROGETTO R4 = .500 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R5 = 500 ohm (potenz. a variaz. lin.)
II voltmetro elettronico, la cui costruzione vo- R6 = 1.200 ohm
R7 = 500 ohm (potenz. a variaz. lin.)
gliamo proporre al lettore, appartiene ad una R8 = 330 ohm
categoria di strumenti di buona qualita, perché
esso utilizza un doppio stadio differenziale di cui,
R9
R10 =
= 3.900
2,2
ohm
megaohm
il primo e pilotato a FET, mentre il secondo e R11 = 15 megaohm
pilotato a transistor bipolari, cioe a transistor R12 = 1,5 megaohm
di tipo NPN. R13 = 150.000 ohm
Particolare attenzione e stata rivolta dai nostri R14 = 15.000 ohm
progettisti alla stabilita del voltmetro con la tem-
peratura, in modo da evitare i fastidiosi e con- Varíe
TR1 :=: 2N3819 (transistor FET)
tinui ritocchi di azzeramento.
La sensibilita, di 100 m V fondo-scala, e piu che
TR2 = BC109
TR3 = BC109
sufficiente per tutte le applicazioni di laborato- TR4 = 2N3819 (transistor FET)
rio. Infattí, la dote principale di un voltmetro A = microamperometro (100 A fondo-scala)
elettronico non e sempre quella della ,possibilita S1 = commutatore (1 via - 4 posizioni)
di rilevare valori di tensioni debolissime, ma di D1-D2 = diodi al silicio tipo 10D4
possedere un'impedenza d'entrata molto elevata. C1 = 100.000 pF
Nel nostrn caso l'impedenza d'entrata del volt-
metro rirnane costante su tutte le portate ed e

246
TR1 TR2 TR4 TR3

Fig. 2- La maggior parte dei componenti elettronici, necessari per il cablaggio del voltmetro, risultano applicati
su circuito stampato. ll contenitore puó essere, indifferentemente, metallico o di materiale isolante.

247
sempre superiore ai l5 megaohm. Ció vuol dire, situdini termiche ed elettriche, ne consegue che
ad esempio, che sulla portata di 0,1 V fondo- lo strumento e in grado di vantare una notevole
scala, mentre un comune tester da 20.000 ohm/ stabilita e, quindi, un'ottima precisione ed at-
volt presenta una resistenza d'entrata di 2.000 tendibilitá delle indicazioni.
ohm soltanto, la resistenza d'entrata del voltme- La particolare strutturazione del progetto, inol-
tro elettronico e di 7 .500 volte superiore. tre, rende il voltmetro elettronico particolarmen-
L'impedenza d'entrata del solo circuito elettro- te immune alle variazioni della tensione di ali-
nico, fatta esclusione del partitore di entrata, mentazione, al punto che variazioni di ± 1 V,
e di 100 megaohm circa e questo dato, di per rispetto al valore típico, non influenzano in mi-
sé, puó offrire da solo un'idea chiara sulla qua- sura percettibile la precisione dello strumento.
lita del nostro voltmetro elettronico.

PRINCIPIO DI FUNZI0NAMENT0

Il principio di funzionamento e analogo a quello


di tutti i pon ti elettrici; si tratta infatti di mi-
surare l'intensitá di corrente I di squilibrio nella
diagonale del ponte i cui rami, in ultima analisi,
sono rappresentati dai transistor TR2, TR3 e
dalle resistenze R3 + R4 ed R6 + R7 + R8.
La teoría sui ponti elettrici suggerisce che la mi-
JJ A gliore linearita si ottiene quando i rami dei pon-
ti presentano la medesima resistenza. Ne! nostro
caso ció avviene quando le resistenze o, meglio,
la somma delle resistenze, collegate in serie con
gli emittori dei transistor TR2 e TR3, sono ugua-
li fra loro.
Deve quindi verificarsi la seguente condizione :
R3 + R4 = R6 + R7 + R8.
La soluzione da noi scelta consiste nell'aver in-
serito in un ramo due resistenze (R3-R4) e nel-
l'altro tre resistenze (R6-R7-R8), in modo da
semplificare la messa a punto dello strumento.
E' ovvio tuttavia che altri tipi di soluzioni po-
trebbero essere adottate. Per esempio si sarebbe
Fig. 3 - ln sostituzione delle resistenze R6 - R7 - R8
e possibile inserire una sola resistenza di valore pari
potuto inserire una sola resistenza in sostituzio-
alla somma dei valori delle tre resistenze. In questo ne delle resistenza R6-R7-R8, cosi come indica-
schema e possibile notare la distribuzione e il senso to in figura 3, purché risultasse sempre rispettata
di circolazione delle correnti attraverso il ponte di la condizione di uguaglianza fra i rami del ponte.
resistenze. In condizioni di equilibrio, cioé quando i poten-
ziometri R4-R7 siano stati regolati ne! modo
che spiegheremo piü avanti, le correnti I1-I3
CIRCUITO ELETTR0NIC0 dovranno risultare perfettamente identiche, men-
DEL V0LTMETR0 tre la corrente I2 pari a I1-I3 = O, risultando
nulla non provoca alcun spostamento dell'indice
II circuito del voltmetro elettronico e rappre- dello strumento.
sentato in figura 1. Esso e pilotato da 4 transi- Eventuali piccole variazioni della corrente I 1,
stor che realizzano un circuito a ponte simme- dovute a variazioni della tensione di alimenta-
trico. zione o ad effetti termici, non creano problemi
Questa simmetria permette di minimizzare ogni di sorta, perché analoghe variazioni si verificano
effetto di instabilitá come, ad esempio, quello anche per la corrente I3, in modo che la diffe-
che potrebbe essere provocato da un aumento renza fra i valori delle due correnti offre sem-
o da una diminuzione della temperatura am- pre un valore nullo.
biente, oppure da! riscaldamento dei compo- E passiamo ora alla condizione di squilibrio del
nenti elettronici al passaggio della corrente. In- ponte.
fatti, poiché i due rami del ponte, TR1-TR2 e Quando un segnale viene applicato al circuito
TR3-TR4, risultano sottoposti alle stesse vicis- del partitore d'entrata, questo fa variare lo sta-

248
T1

R1

R2
9V

Cl
l
* * @

Fig. 4 - II circuito del voltmetro elettronico puo es-


sere indifferentemente alimentato con un I batteria a
9 V o con un alimentatore stabilizzato il cui circuito e
qui rappresentato.

COMPONENTI to di conduzione del transistor TR4 e, conse-


guentemente, del transistor TR3. Ne consegue
che sul punto 4 e presente una tensione di valo-
re diversa da quella presente sul punto 3, con un
= 2.000 F - 16 VI (elettrolitico) conseguente flusso di corrente I2 diverso da O.
= 800 ohm - 2 W La polarizzazione del gate del transistor TR4,
= 330 ohm - ½ W
che <leve risultare negativa rispetto alla source,
= diodo LEO viene regolata per mezzo del potenziometro R7
= diodo zener (9 V - 1 W)
2-D3-D4 = diodi raddriz. al silicio (10D4) mentre la polarizzazione del gate di TRl viene
= trasf. d'alimentaz. (220/9 V) regolata dal potenziometro R4.
Il potenziometro R7 regola anche il punto di
lavoro della prima sezione del circuito (TR3-

2 --,
,F°
- -·] 1

o- o Fig. 5- Disegno in scala 1/1 del cir-


cuito stampato necessario per la
realizzazione del cablaggio del volt-
metro elettronico.

249
TR4) e costituisce un elemento di taratura. Il elettronico. E' quindi necessario utilizzare resi-
potenzio metro RA che analogam ente regola il stenze all'1% o, al massimo, al 2%. Coloro che
pun to di lavoro della seconda sezione, simm e- non riuscissero a reperire resistenze di valore
trica alla prim a, consente di regolare l'azzera- preciso e corrispondente a quello da noi ripor-
mento del voltmetro . tato sull'elenco componenti, potranno servirsi di
Oltre alla possibilita di regolare il bilanciam en- 4 trimmer potenziometrici, regolandoli, tramite
to dei due ram i del ponte, esiste anche la possi- un ohmmetro di precisione, sul valore esatto.
bilitá di regolare la sensibilitá dello strumento, Coloro che volessero aumentare il numero delle
cosí da adattare il circuito, entro certi limi ti, al portate del voltmetro, potranno effettuare una
tipo di strum ento indicatore utilizzato; si ottiene suddivisione maggiore del partitore di tensio-
ció per mezzo del potenziometro R5, che risulta ne, conservando il valore resistivo complessivo
inse rito in serie allo strumento indicatore. del partitore. In tal caso, ovviamente, ci si dovra
Per ottenere la sensibilita di 100 mV fondo-sca- servire di un commutatore multiplo a maggior
la, lo strumento deve essere in grado di raggiun- numero di posizioni. Vogliamo tuttavia ritenere
gere il fondo-scala con tensioni lievemente infe- che i valori di fondo-scala, riportati nello sche-
riori ai 100 mV. Ció non significa che lo stru- ma elettrico di figura 1, siano piu che sufficienti
mento indicatore debba essere necessariamente per soddisfare ogni necessitá pratica di misura.
sensibilissimo, perché e sempre possibile trovare Al circuito partitore d'entrata fa seguito un fil-
in commercio strumenti indicatori da 200 500 A tro passa-basso, composto dalla resistenza RlO e
fondo-scala che, in virtú della loro bassa resi- dal condensatore Cl. A questo filtro spetta il
stenza interna, raggiungono il fondo-scala an- duplice compito di proteggere il gate di TR4 e
che con la tensione di soli 50-60 mV. di filtrare eventuali disturbi alla frequenza di re-
E' quindi possibile utilizzare uno strumento in- te (50 Hz) captati dallo strumento.
dicatore di basso costo e di maggiore robustezza
elettrica e meccanica.
ALIMENTAZIONE
CIRCUITO DI COMPENSAZIONE TERMICA
L'alimentazione del voltmetro elettronico potra
essere prelevata da due pile da 4,5 V ciascuna
Un'altra particolarita del nostro voltmetro elet-
collegate in serie tra di loro, in modo da co-
tronico e quella di possedere un circuito ausilia-
struire uno strumento di misure veramente por-
rio di compensazione termica, realizzato con i
tatile.
diodi D1-D2.
Ma le pile potranno essere sostituite con un sem-
Con questo circuito le eventuali diminuzioni del-
plicissimo alimentatore stabilizzato, di durata in-
la tensione base-emittore, dovute ad aumenti
finita, esente da variazioni della tensione d'usci-
della temperatura, vengono compensate dalla
simmetria del circuito e da analoghe diminuzio- ta, cioé al contrario delle pile che sono soggette
ad esaurimento.
ni della tensione típica dei diodi D1-D2, che
II circuito elettrico dell'alimentatore e riportato
stabilizzano il valore della tensione nei punti 3
e 4. Questo circuito, in sostanza, conferisce al in figura 4. Si tratta di un circuito classico nel
quale il trasformatore di alimentazione T1 ri-
voltmetro elettronico prestazioni semiprofessio-
duce la tensione di rete al valore di 9 V. II ponte
nali, superiori a quelle di molti apparati di tipo
commerciale. di diodi raddrizzatori D1-D2-D3-D4 (30 V - 50
mA) provvede, assieme al grosso condensatore
di filtro Cl e alla resistenza limitatrice di cor-
CIRCUITO D'ENTRATA rente R2, a fornire la tensione continua di 9 V.
II circuito dell'alimentatore viene completato con
II circuito cPentrata del voltmetro elettronico, un diodo zener (D6), che funge da elemento sta-
rappresentato sull'estrema destra dello schema bilizzatore di tensione; le sue caratteristiche so-
elettrico di figura 1, e costituito da un partitore no: 9 V - 1 W.
di tensione, composto dalle resistenze Rll - R12 Rispetto ai tipi piü classici di alimentatori, il
- R13 - R14, il cuí compito e quello di fornire progetto rappresentato in figura 4 presenta la
le diverse portate di fondo-scala dello strumento. novitá di utilizzare, in sostituzione della comune
II commutatore a 1 vía - 4 posizioni S1 permette lampada-spia, che tuttavia puó sempre essere
di commutare il voltmetro nelle seguenti portate montata riel circuito, il diodo D5, che e un dio-
di fondo-scala: 0,1 V - 1 V - 10 V - 100 V. do LED di dimensioni molto piü piccole della
Dalla qualita di questo partitore di tensione di lampada-spia e che si presenta come un compo-
pende in gran parte la precisione del voltmetro nente di assoluta attualita.

250
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251
I
Fig. 6 - Schema semplificato
del ponte di resistenze inclu-
R3 R6 so nel circuito del voltmetro
elettronico.

REALIZZAZIONE PRATICA sto richiede alcune semplici operazioni di messa


DEL VOLTMETRO a punto.
Dopo essersi accertati di non aver commesso er-
La realizzazione piü rapida e razionale del volt- rori di cablaggio e dopo aver chiuso il circuito di
metro elettronico e quella di montaggio dei com- alimentazione, occorrera regolare il potenziome-
tro di azzeramento R5 a met6 corsa circa; quindi
ponenti su circuito stampato, cosl come indica-
to in figura 2. Quest'ultimo potra essere realiz- si interviene su! potenziometro R7, in modo da
zato dal lettore secondo lo schema di figura 5. ottenere nel punto 4 (vedi schema elettrico di
Su questo circuito sono presenti anche i fori figura 1) una tensione di 3 V circa rispetto al
per l'applicazione diretta dei morsetti dello stru- morsetto negativo d'entrata. Analogo valore di
mento indicatore, in modo da formare una com- tensione dovra ottenersi nel punto 3, agendo sul
posizione elettronica compatta e funzionale. potenziometro R4, provvedendo ad azzerare lo
Il contenitore dello strumento dovrá essere di strumento tramite il potenziometro R5.
tipo metallico, collegato elettricamente con il Nel caso in cui, pur intervenendo sul potenzio-
morsetto negativo d'entrata del voltmetro. Ma i metro R4, non si riuscisse ad azzerare lo stru-
risultati potranno essere ugualmente buoni an- mento, occorrerá misurare la tensione nel punto
che servendosi di un contenitore di materiale 3, regolando il potenziometro R4 su una posi-
isolante, purché si abbia l'accortezza di non av- zione intermedia e cercando di elevare anche il
vicinare troppo lo strumento a campi elettrici o punto 4 a tale valore di tensione, ritoccando ov-
magnetici perturbanti. viamente la posizione del potenziometro R7. Que-
Servendosi di puntali separati, come quelli nor- ste manovre presuppongono che il circuito sia
malmente adottati per i comuni tester, questi stato montato con la massima precisione, per-
non dovranno essere assolutamente lunghi. In ché un solo errore nella identificazione dei ter-
caso contrario ci si dovra servire di un cavetto minali dei FET o dei transistor condurrebbe
schermato, collegando la calza metallica con il all'impossibilita dell'azzeramento.
miorsetto negativo dello. strumento. In tal caso, Una volta ottenuto l'azzeramento, si provvedera
ovviamente, le due boc.cole d'entrata dovranno a collegare i puntali con una sorgente di tensio-
essere sostituite con un'unica presa schermata ne rigorosamente nota e si agira sul potenziome-
a jack. tro R5 in modo da regolare l'indicazione del
voltmetro elettronico. Successivamente, dopo aver
disinserito i puntali, si ritocchera, se necessario,
l'azzeramento dell'indice, provvedendo eventual-
MESSA A PUNTO DELLO STRUMENTO mente ad una nuova taratura del circuito. Sol-
tanto a questo punto il voltmetro elettronico puo
Per poter utilizzare il voltmetro elettronico, que- considerarsi tarato e pronto per l'esercizio.

252
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EROGANDO SEGNALI DI DIVERSA FORMA D'ONDA.

Lo abbiamo chiamato cosl, questo multioscil- blicazioni specializzate. Esso, tuttavia, non puó
latore. Perché teoricamente deve essere consi- rappresentare un elemento di formazione cultu-
derato un progetto sbagliato. rale, roa deve essere accettato come argomento
Ma il circuito reale, pur essendo il frutto di un di curiosita tecnica, perché, in condizioni circui-
errore, funziona ottimamente, anche con una tali diverse, un errore cosl grossolano, come e
grande varietá di semiconduttori, siano essi al quello in cuí e incappato l'autore, potrebbe cer-
silicio o al germanio. tamente risultare fatale.
Il progetto, e bene precisarlo, non e una nostra Ma vediamo di individuare e analizzare l'errore
elaborazione, ma appartiene alla gamma dei cir- presente nel circuito il quale, pur essendo evi-
cuiti classici della letteratura elettronica ed e dente, permette un ottimo funzionamento dell'ap-
presentato in molti libri di testo e in molte pub- parato.

254
0-

polarizzata inversamente. Ció significa che per


POLARIZZAZÍONE DEL TRANSISTOR un transistor NPN l'emittore deve risultare ne-
gativo rispetto alla base, mentre, sempre rispet-
Per effettuare questa semplice analisi, occorre ri- to a quest'ultima, il collettore <leve essere po-
chiamare alla memoria qualche nozione elemen- sitivo.
tare sulle modalita di polarizzazione dei tran- Le condizioni elettriche ora cítate e valide per
iistor, cosl da rendere facilmente comprensibile un transistor di tipo NPN debbono essere inver-
l'incongruenza circuitale. tite quando si debba polarizzare un transistor di
Quando un transistor vien fatto funzionare in tipo PNP. In questo tipo di transistor, infatti, il
modo corretto nella regione lineare, la giunzio- collettore <leve risultare negativo rispetto alla ba-
ne base-emittore viene polarizzata direttamente, se, mentre l'emittore deve risultare positivo ri-
mentre la giunzione collettore-base deve essere spetto alla base stessa.

255
R1

TR1 R2

·1
u ±.
TR2
e9V
f
■-
C1 11 e

3o
u S2

o.
E
''~ 1
1 7 J1

s1
1

1
.k 2
C3I

b"#

-
1
o 1

o , 1
o ',1

COMPONENTI
Condensatori
C1 = 220.000 pF
C2 = 20.000 pF
C3 = 10.000 pF
Reslstenze
R1 = 1.000 ohm
R2 = 10.000 ohm
R3 = 2. 700 ohm

Varie Fíg. 1 - Con la tensione continua di 9 V, il circuito del


TR1 = AC128 multioscillatore assorbe la corrente di 25 mA. L.a forma
TR2 = AC127 del segnali in uscita dipende dal punto del circuito in
J1 = imp. AF (Geloso 557 - 3 mH) cui viene prelevata l'oscillazione tramite il commutatore
S1 = commutatore multiplo (2 vie - 5 pos.) multiplo S 1. 11 bimmer potenziomebico R2 regola la
s2 = interruttore generale frequenza del 1egnale u1cente dal circuito.

256
USCITA BF a@sv

R3

al@sv

Fig. 2 - Piano di cablaggio del multioscillatore ottenuto riali di tipo N che, collegati con la base di tipo
su circuito stampato. P, fonnano due giunzioni apparentemente identi-
che di tipo NP.
Ma se le differenze non sussistono almeno teori-
Quando un principiante di elettroníca viene in- camente, in pratica esiste una differenza di na-
trodotto nello studio teorico dei semiconduttori, tura costruttiva, perché varia la dosatura del dro-
viene coito certamente da un dubbio. Ci si do- gaggio dei materiali, variano gli spessori ed altri
manda, infatti, per quale motivo vengano attri- elementi che non e il caso di ricordare in questa
buite le denominazioni di collettore ed emittore sede. Non e dunque possibile scambiare fra loro
a quei due elettrodi che fanno capo, all'interno impunemente l'elettrodo di collettore con quello
del transistor, a due cristalli dello stesso tipo. Si di emittore.
tratta dunque di una denominazione arbitraria? Eppure dobbiamo ricordare al lettore che esisto-
Oppure sussiste veramente una differenza teorico- no particolari transistor, denominati « transistor
pratica tra emittore e collettore? simmetrici », per i quali non viene fatta alcuna
Nei transistor di tipo PNP il collettore e l'emit- distinzione. In questi tipi di transistor, dunque, si
tore sono rappresentati da materiale di tipo P; possono tranquillamente scambiare fra loro gli
entrambi formano con la base una giunzione di elettrodi di collettore e di emittore.
tipo PN. Tali transistor, in virtü della bassissima tensione
Analogamente nei transistor di tipo NPN il col- collettore-emittore di saturazione, otteníbile pro-
lettore e l'emittore sono rappresentati da mate- prio dalla loro simmetria, vengono normalmente

257
Fig. 3 - Queste cinque forme d'onda sono state da noi
ottenute all'oscilloscopio regolando il cursore del trim-
,. mer potenziometrico R2 a meta corsa e alla frequenza
di 1.000 Hz. Ad ogni curva corrisponde l'omonima po-

al/r sizione del commutatore multiplo S1,

s r 4 u
e ruU
D
r
I
E
Fig. 4 • Disegno del circuito stampato, in grandezza
impiegati per realizzare « porte lineari» o « swi- naturale, necessario per la realizzazione del cablaggio
tch». del multioscillatore.
Fatta eccezione per i transistor simmetrici, tut-
tavia, e sempre necessario rispettare la non ínter-
cambiabilita fra emittore e collettore, soprattut-
to quando le tensioni in gioco sono superiori a
qualche volt.

CIRCUITO DELL'OSCILLATORE

I circuito rappresentato in figura 1 e quello di


un oscillatore a reazione positiva.
II transistor TRl, pur essendo un transistor di
tipo PNP, risulta collegato con il collettore sulla
línea della tensione di alimentazione positiva e
con l'emittore a massa, attraverso I'impedenza
J1. La possibilita di funzionamento del transistor
TRI, pur essendo collegato in modo sbagliato,
dipende dalla sua sopportabilita delle basse ten-
siom mverse in gioco.
A seconda del punto in cui viene prelevato il
segna le dal circuito dell'oscillatore, e possibile
disporre di varíe forme d'onda. Queste vengono
ottenute agendo su! commutatore multiplo S 1
e sono rappresentate in figura 3.
E passiamo ora ail'esame del funzionamento del
circuito di figura l.

258
Supponendo che il condensatore Cl risulti scari-
co all'atto di chiusura dell'interruttore S2, che co-
ituisce l'interruttore di alimentazione, i due tran-
sistor TRI-TR2 si trovano all'interdizione, cioe GLI ATTREZZI
non conducono corrente. Quando si alimenta il
circuito, con la tensione di 9 V erogata da una DEL
pila, il condensatore C 1 comincia a caricarsi fino
al punto in cui il transistor TR2 diviene condut- PRINCIPIANTE
tore; anche il transistor TRI diviene poi condut-
tore. Questa condizione provoca un brusco au-
mento della tensione sui terminali dell'induttanza
Jl e provoca anche una rapida scarica del con-
densatore C l. Questo ciclo si ripete poi succes-
sivamente.
La frequenza del segnale generato dal circuito
puó essere regolata, tramite il trimmer potenzio-
metrico R2, fra i valori di 500 e 2000 Hz. ll ¡· --
trimmer potenziometrico R2 agisce anche sulle
forme d'onda nei vari punti del circuito. Per e-, ~
sempio, con il cursore di R2 a meta corsa circa .,-o
e alla frequenza di 1000 Hz, si ottengono le cur ! .1

ve riportate in figura 3; queste curve sono state


da noi riprodotte con l'oscilloscopio.
Le forme d'onda rappresentate in figura 3 pos-
sono essere prelevate all'uscita del generatore
agenda sul commutatore S1, che e di tipo a 2 vie
- 5 posizioni e che provvede alla selezione delle
varie forme d'onda. IN UN UNICO KIT
REALIZZAZIONE PRATICA
PER SOLE
La realizzazione pratica del progetto del multi- LIRE 7.500
oscillatore potra essere ottenuta in diversi modi,
dato che la disposizione dei componenti elettro-
nici non rappresenta un elemento critico per il
funzionamento dell'apparato. Conviene comun- CONTIENE:
que servirsi del circuito stampato, costruendolo saldatore istantaneo (220 V - 90 W)
con il disegno riportato in figura 4. punta rame di ricambio
Servendosi del circuito stampato, la disposizio- 1 scatola pasta saldante
ne dei componenti dovrá essere quella rappre- 90 cm. di stagno preparato in tubetto
sentata in figura 2. 1 chiave per operazioni ricambio punta saldatore
Trattandosi di una realizzazione teoricamente ir- paio forbici isolate
reale, che assume soltanto l'aspetto di curiositá pinzetta a molle in acciaio inossidabile con
tecnica, il lettore potra servirsi di componenti punte internamente zigrinate
elettronici anche di tipo e valori diversi da quel- 1 cacciavite isolato alla tensione di 15000 V
li da noi citati, con la speranza che, a dispetto 4 lame intercambiabili per cacciavite con innesto
a croce
di tutte le leggi della fisica e dell'elettronica, il
circuito possa ancora funzionare. Questi esperi-
menti, tuttavia, assumono il beneficio di inven-
tario e sono a totale rischio e pericolo di chi mon- Le richieste del kit degli ATTREZZI DEL PRIN-
ta questo apparato. Per noi, tuttavia, rimane sem- CIPIANTE • debbono essere fatte a: Elettronica
pre un mistero il funzionamento di tale progetto, Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti n. 52, in-
nel quale i transistor non si... ribellano al loro viando anticipatamente l'importo di L. 7.500 a
mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482 (spese
errato inserimento, ignorando le raccomandazioni di spedizione comprese).
tecniche e i dati forniti dalle case costruttrici di
semiconduttori.

259
SSI
Rubrica
dell'aspirante
elettronico

Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioe


a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoría di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni piu
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno gia acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

Gli interruttori a mercurio sono componenti mol- Questi tipi di interruttori, ovviamente, possono
to semplici, che vantano notevoli pregi di durata trovare pratica applicazione nei paesi a tempe-
e di pratiche applicazioni sui tradizionali inter- ratura moderata, perché nei paesi molto freddi
ruttori. Essi sono comunemente composti da due il mercurio solidifica; la temperatura di solidifi-
elettrodi fissi, che fanno capo ai due conduttori cazione del mercurio e di - 38,9°C.
uscenti da una ampolla di vetro che racchiude Se l'inclinazione dell'ampolla e tale da costrin-
l'interruttore. L'elemento di contatto e rappre- gere la goccia di mercurio nella parte opposta a
sentato da una piccola porzione di mercurio che, quella in cui si trovano i contatti, l'interruttore
essendo un metallo, e un elemento buon condut- rimane aperto; viceversa quando i contatti inter-
tore di elettricitá. ni risultano immersi ne! mercurio, l'interruttore

260
Fig. 1 - ll piü semplice tipo di interruttore a mercurio
e rappresentato da una piccola ampolla di vetro dalla
quale fuoriescono i due terminali che, all'intemo del-
l'ampolla stessa, costituiscono i due contatti dell'in-
terruttore. La goccia di mercurio e libera di scorrere
CONTATTI INTERNI all'intemo dell'ampolla, cosi da affogare i contatti (in-
terruttore chiuso) e lasciarli liberi (interruttore aperto).
L'ampolla di vetro e riempita di gas inerte. Ricordiamo
che esistono in commercio vari tipi di intenuttori a
mercurio, diversamente concepiti e costruiti per essere
adattati agli usi che se ne vogliono tare.

USCITE MERCURIO

si chiude. ricolo di scoppio in tutti quei casi in cui l'inter-


In figura 1 e disegnato il piü semplice tipo di ruttore venga installato in prossimita di vapori
interruttore a mercurio. In figura 2 si interpreta esplosivi o di combustibili.
il concetto di interruttore chiuso e interruttore Un altro notevolissimo vantaggio di questi par-
aperto. Questo secondo disegno permette di ar- ticolari dispositivi ci e dato dalla durata prati-
guire immediatamente che l'interruttore a mercu- camente illimitata nel tempo, dato che non esisto-
rio e un componente elettrico che trova le sue no processi di ossidazione dei contatti.
principali applicazioni nelle parti meccaniche in Gli interruttori al mercurio, inoltre, pur essendo
movimento. dispositivi di dimensioni ridotte, ammettono il
flusso di correnti abbastanza elevate, con una
commutazione esente da rimbalzi e in un tempo
VANTAGGI DEGLI INTERRUTTORI brevissimo.
A MERCURIO Occorre infine ricordare che la resistenza del con-
tatto e assolutamente bassa, dell'ordine di pochi
Gli interruttori a mercurio sono notevolmente milliohm; la resistenza inoltre non varia con il
piü costosi dei tradizionali interruttori elettrici, tempo, come invece accade per i contatti di ti-
ma i vantaggi che ne derivano sono molteplici. po a lamina, nei quali le ossidazioni progressive
Innanzitutto occorre tener presente che la com- alterano, unitamente alle variazioni delle distanze
mutazione, cioe lo spostamento del mercurio di apertura e chiusura, le fondamentali caratte-
dentro l'ampolla di vetro, avviene attraverso un ristiche elettriche.
volume di gas inerte, che elimina qualsiasi pe- Tutti questi pregi fanno dell'interruttore al mer-

CONTATTO CONTATTO
Fig. 2 - 11 principio di funzionamento di un interruttore CHIUSO APERTO
a mercurio e illustrato in questi due disegni. Quando i
due contatti sono immersi nel mercurio, che e un me-
tallo normalmente allo stato liquido e quindi buon
conduttore di elettricita, l'interruttore risulta chiuso.
Quando il mercurio si trova in altra parte dell'ampolla
di vetro, senza toccare gli elettrodi, l'interruttore risul-
ta aperto.

261
Fig. 3 - Una delle piü semplici ed immediate appllcazio-
ni dell'interruttore a mercurio e quella della rivelazione
INT. del livello raggiunto dal liquido contenuto in un serba-
toio. L'interruttore a mercurio viene sistemato sul brac-
MERCURIO cio di sostegno di un galleggiante, in modo da agevo-
lare lo scorrimento del mercurio dentro l'ampolla di
vetro dell'interruttore. Quest'ultimo puó essere colle-
gato con il motore di avviamento di una pompa di riem-
pimento del serbatoio. Con questo sistema si possono
controllare impianti idrici e serbatoi di sostanze in-
fiammabili come, ad esempio, quelli per la benzlna.

----------- UTILIZZ.

11------ - - -

curio un dispositivo di particolare affida'lita,


che lo rendono accettabile, nonostante il suo co-
sto elevato, ne! settore industriale e in talune
macchine di una certa importanza.

RIVELATORE DI LIVELLO
Fig. 4 - L'interruttore a mercurio, nella sua applica-
La forma costruttiva degli interruttori a mercu- zione piü semplice, e del tutto simile all'interruttore-luce
rio varia da un modello all'altro; e a seconda del- di casa nostra. lnserito in serie ad una lampadina, esso
la forma questi interruttori possono trovare sva- permette di illuminare un ambiente per mezzo dello
riate applicazioni pratiche. Tra queste, la piü spostamento dell'ampolla lungo un arco di 180º, cioe
per mezzo di un capovolgimento del dispositivo.
semplice e certamente queIIa deila rivelazione
di superamento di un dato Iivello di un liquido.
Quest'ultimo puó essere anche un liquido infiam-
mabile o esplosivo ed e proprio in questi casi
che l'interruttore diviene molto utile. In figura
3 riportato il disegno del principio di funziona-
mento di un rivelatore di superamento di livello
con interruttore a mercurio.
Quando il liquido supera un liveilo prestabilito,
il mercurio scorre verso i contatti dell'interrut-
tore, provocando la chiusura di un qualsiasi cir- LAMP.
e
cuito elettrico. L'interruttore a mercurio appli-
cato su! braccio di sostegno di un comune gal-
leggiante.
Questa semplice applicazione pratica dell'inter- [M
ruttore puó risultare molto utile in queile abita- PILA
zioni in cui, mancando il normale acquedotto, si
ña, l)
(@,
provvede a riempire un serbatoio con acqua pre-
levata da pozzi o giacimenti idrici sotterranei tra-
- %) G
mite pompe elettriche.
Nell'eventualita di un cattivo funzionamento del-
l'impianto, quando il liquido supera un certo li-
vello, l'interruttore a mercurio puó chiudere un

262
Fig. 5 - Progetto di ap-
plicazione di un inter-
ruttore a mercurio su
un circuito di allarme
generico. La suoneria,
6 collegata con l'uscita
del circuito, puo essere
sostituita con qualsiasi
5 altro tipo di avvisatore
luminoso e meccanico.
4 In questo tipo di appli-
cazione l'allarme persi-
ste anche quando l'in-
terruttore a mercurio si
apre, perché il relé,
provvisto di doppi con-
tatti di scambio, attua
un sistema di autorite-
nuta. Per· disattivare
l'allarme e necessario
interrompere l'alimenta-
zione o, piü sempli-
IM cemente interromperla
per un breve istante
tramite un pulsante, nor-
w malmente chiuso, colle-
>
r
gato in serie con il cir-

-
1
cuito di alimentazione.
I
r
PILA
@} 4 »

circuito di allarrne ottico o sonoro, oppure puo rente elettrica. L'incolumitá personale e dun-
chiudere l'erogazione della corrente al motore que garantita dalla presenza dell'interruttore a
della pompa. mercurio, che deve essere inserito in serie con
l'interruttore generale

CONTROLLO DEL TRAPANO DA BANCO


ALLARME GENERICO
Un altro esempio di pratica applicazione dell'in-
terruttore a mercurio, molto utile nel settore del- Le modalita di impiego di un interruttore a mer-
la prevenzione infortunistica, consiste ne! con- curio sono praticamente le stesse di ogni altro
trollo del funzionamento del trapano da banco. interruttore di tipo tradizionale. Per esempio,
L'interruttore a mercurio viene applicato sulla per accendere una comune lampadina a gas o a
leva del trapano, in modo che il trapano stesso filamento, basta collegare l'interruttore stesso in
non possa entrare in funzione se non quando la serie con l'alimentazione e la lampada, cosí come
leva viene abbassata, perché solo in questo caso indicato in figura 4. Ma passiamo all'interpreta-
il motore dell'utensile viene alimentato dalla cor- zione di un generico sistema di aliarme pilotato

263
MOTORE
MONO FASE

1 R2
TRIAC
{M f 7 E~-•• T1
=

'

C1
RETE
NEUTRO

COMPONENTI
Condensatori Fig. 8 - In questo circuito di applicazione dell'interrut-
C1 = 100.000 pF tore a mercurio il transistor unigiunzlone TR1 provvede,
C2 = 100.000 pF assleme al trasformatore Ti, a produrre gli impulsi ne-
Resistenze cessarl per pilotare il TRIAC, che regola il fiusso di
corrente attraverso un motore monofase. Ma per otte-
R1 = 47.000 ohm
nere questa condizione la resistenza 1 deve essere
R2 = 330 ohm sostituita con un potenziometro da 100.000 ohm, in
R3 = 15 ohm grado di far variare la frequenza degli impulsi gene-
R4 = 390 ohm ratl da TRt e, conseguentemente, il flusso di corrente
che attraversa il motore monofase. La tensione di ali-
Varie mentazione del transistor TR non deve essere per-
TRt = 2N2646 (transistor unigiunzione) fettamente continua; per ottenere una perfetta sin-
T1 =trasf. pilota per push-pull di transistor cronizzazione degli lmpulsi e necessario che la tensione
TRIAC = di tipo adeguato alla tensione e alla a 12 V risulti ondulata a doppia semionda, cioe diret-
tamente prelevata da un ponte di diodi raddrizzatori,
corrente del motore elettrico senza l'interposizione di alcun condensatore di filtro.
Alimentaz. = 12 V (ondulata a doppia semionda)
IM = interruttore a mercurio

da un interruttore a mercurio. nuta.


Questo progetto e riportato in figura 5. Esso vie- Il funzionamento del circuito riportato in figura
ne indicato come un aliarme sonoro, perché l'u- 5 e estremamente elementare. Quando l'inter-
scita e rappresentata da una normale suoneria, ruttore al mercurio risulta chiuso, il relé RLl
ma l'allarme puo essere di tipo luminoso o mec- si eccita provocando il funzionamento del siste-
canico, a seconda dell'applicazione che se ne vuol ma di aliarme collegato con i contatti 1-2. L'al-
fare. larme persiste anche quando l'interruttore al mer-
II progetto rappresentato in figura 5 permette di curio (IM) si apre, perché il relé risulta alimen-
realizzare un circuito in cui l'allarme persiste an- tato tramite i contatti 4-5, che assicurano la con-
che quando l'interruttore a mercurio risulta a- tinuitá di funzionamento.
perto. E per ottenere questo scopo occorre far Per dissipare l'allarme, e necessario interrompere
uso di un relé provvisto di doppi contatti di scam- l'alimentazione o, piu semplicemente, interrom-
bio, in modo da attuare un sistema di autorite- perla per un breve istante per mezzo di un pul-

264
sante, normalmente chiuso, inserito in serie con il
circuito di alimentazione.
E' ovvio che il relé e il sistema d'allarme dovran-
no risultare perfettamente compatibili con il ti-
po di alimentazione di cuí ci si serve.

COMANDO DI UN MOTORE CON TRIAC

Un'applicazione piu impegnativa e piü completa


dell'interruttore a mercurio puo essere quella del
comando automatico di un motore monofase, an-
che di quello del trapano elettrico precedentemen- LIRE 3.500
te citato. CASSETTIERA MINOR
Con il progetto riportato in figura 6, oltre che Contenitore a 12 cassetti, componi-
ottenere l'avviamento automatico di un motore bile ad incastro; dimensioni di un cas-
elettrico, e possibile regolame la velocita. Ma con setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto e
questo stesso apparato si potranno controllare: provvisto di divisori interní.
l'accensione di un gruppo di lampade, lassorbi-
mento di elementi riscaldanti e qualsiasi altro
tipo di carico alimentato con la tensione di rete.
Il circuito, la cui entrata e rappresentata dal-
l'interruttore a mercurio, utilizza un TRIAC,
' "' ate
~f •
che pennette di controllare la potenza elettrica
assorbita da! carico che, nel nostro caso, e rap- is.- - lll
presentato da un motore elettrico monofase. II
transistor unigiunzione TRl ha il compito di
produrre gli impulsi elettrici necessari per il pi-
lotaggio del TRIAC.
L'interruttore a mercurio IM viene alimentato
con la tensione di 12 V, perché risulta inserito
sul circuito di alimentazione del TRIAC; esso
viene quindi interessato da un debolissimo flusso
di corrente, anche se nel circuito utilizzatore LIRE 3.800
possono scorrere correnti di notevole intensita. CASSETTIERA .. MAJOR
Contenitore a 6 cassetti, componibile
ad incastro; dimensioni di un casset-
OSCILLATORE A RILASSAMENTO
to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto e
provvisto di divisori interni.
Il circuito pilotato dal transistor TRI un tipi-
co oscillatore a rilassamento in grado di produrre,
attraverso il trasformatore T1, impulsi molto ra-
pidi e capaci di innescare il TRIAC.
II funzionamento dell'oscillatore a rilassamento
e basato sulla proprietá del transistor unigiunzio-
ne il quale diviene conduttore quando la tensio-
ne di emittore supera un certo valore di soglia.
All'atto di chiusura dell'interruttore a mercurio,

Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
il condensatore C 1, che si suppone scarico, ini- co, il vostro angolo di lavoro in un
zia il suo processo di carica attraverso la resi- vero e proprio laboratorio!
stenza Rl, mentre il transistor TRl o, piu pre-
cisamente, la giunzione emittore-base 1 (E-B1),
essendo polarizzata inversamente, non conduce
Le richieste delle cassettiere debbono essere
corrente. Al contrario, quando la tensione pre- fatte inviando anticipata mente l'importo, a mez-
sente sui terminali del condensatore Cl raggiun- zo vaglia o c.c.p. n. 3/26482, intestato a:
ge il valore di soglia di conduzione, la giunzione ELETTRONICA PRATICA - Via Zureti, 52 -
E-B! del transistor, divenendo conduttrice, per- 20125 MILANO.

265
C1

TR2
TR1 e
e I 11 111 AP
b
• @
u' u
.
e
IM

R1 4,5 V
L l @) @I

COMPONENTI
Fig. 7 - Questo progetto puó servire come allarme so-
C1 = 47.000 pF noro, ma non puó essere utilizzato per applicazioni di
R1 = 68.000 ohm antifurto, a causa della modesta potenza del disposi-
TR1 = AC127 tivo. In pratica si tratta di un amplificatore di bassa
TR2 = AD162 frequenza accoppiato in corrente continua e reazionato
AP = altoparlante (8-12 ohm) positivamente dal condensatore C1, che permette di
Pila = 4,5 V ottenere l'oscillazione.
IM = interruttore a mercurio

mette al condensatore CI di scaricarsi rapidamen- del. trasformatore Tl.


te sull'avvolgimento primario del trasformatore La resistenza R4 e il condensatore C2 servono so-
T 1, dando origine ad un picco di tensione assai prattutto ne! caso in cui il carico applicato in u-
rapido e potente, perfettamente in grado di pilo- scita sia rappresentato da un motore, con lo sco-
tare il TRIAC. po di proteggere il TRIAC da cventuali sovra-
Successivamente, poiché il condensatore Cl ri- tensioni di origine induttiva.
sulta parzialmente scaricato, prende inizio un Si tenga presente che la tensione di alimentazio-
nuovo ciclo di carica, con la conseguente forma- ne del transistor TR1, cioé la tensione applicata
zione di un nuovo impulso. sul circuito in cui e inserito l'interruttore a mer-
Per poter controllare la potenza elettrica assor- curio, non deve essere perfettamente continua,
bita da! circuito utilizzatore, e necessario sosti- perché per una perfetta sincronizzazione degli
tuire la resistenza fissa R1 con un potenziometro impulsi e necessario che la tensione risulti ondula-
da 100.000 ohm, o di valore superiore, cosi da ta a doppia semionda, cioe direttamente derivata
poter variare la frequenza degli impulsi generati da un ponte di diodi raddrizzatori, senza l'inter-
da TRI, regolando. la conduzione del TRIAC. posizione di alcun condensatore di filtraggio.
II trasformatore Tl puo essere un qualsiasi tra-
sformatore pilota per push-pull di transistor, del
tipo di quelli montati nei ricevitori radio porta- ALLARME SONORO
tili. Facciamo presente che nel caso di mancato
innesco del TRIAC, occorrerá provare sperimen- Per concludere questo argomento vogliamo ora
talmente il tipo di collegamento piü favorevole proporre al lettore principiante una semplice ap-

266
Fig. 8 - Cablaggio del pro getto di aliarme son oro. 11
transistor TR2, che e di tipo AD162, e caratterizzato
dalla presenza del collettore su tutto l'involucro ester-
no metallico del componente. L'altoparlante deve avere
un'impedenza di 8-12 ohm.

AP

[M

plicazione pratica, un circuito in grado di gene- mentre per TR2 si utilizzerá un AD162. L'al-
rare, attraverso un altoparlante, una nota di bas- toparlante, di piccolo diametro, dovra avere una
sa frequenza. • bobina mobile con impedenza di 8-12 ohm.
Il progetto rappresentato in figura 7, dunque, La realizzazione del progetto dell'allarme sonoro
puó servire come allarme sonoro, ma non certa- e rappresentata in figura 8. La semplicita di que-
mente come antifurto, a causa della mediocre sta pratica applicazione non richiede alcun com-
potenza del dispositivo. mento, perché nessuno dei componenti risulta
11 progetto e quello di un semplicissimo ampli- critico e la stessa tensione di alimentazione po-
ficatore di bassa frequenza, accoppiato in corrente tra essere variata a piacere entro ampi limiti.
continua e reazionato positivamente da! con- Variando il valore capacitivo del condensatore
densatore C 1, che permette di ottenere l'oscilla- C 1 e possibile variare a piacere la nota emessa
zione. 11 • circuito, ovviamente, viene comanda to dall'altoparlagte Lasciamo ora al lettore la scel-
da! solito interruttore a mercurio, collegato in ta dell'applicazione piü congehiale e piü perso-
serie con l'alimentazione ottenuta da una pila nale di questo semplice apparato che dovra es-
a 4,5 V o da un alimentatore in corrente conti- sere realizzato tenendo sott'occhio lo schema pra-
nua con lo stesso valore di tensione. tico di figura 8. Per ultimo ricordiamo che il col-
I transistor TRI e TR2 sono di tipo NPN e PNP. lettore del transistor TR2 e rappresentato dall'in-
Per TRI si potra usare il comunissimo AC127, volucro metallico esterno del componente.

267
Il semplice progetto che presentiamo serve per due sezioni di tubo, contenenti ciascuna una fo-
facilitare l'entrata o l'uscita di un'autovettura in tocellula. Quest'ultima risulta poi collegata con
un box particolarmente stretto, agevolando una un circuito pilotato da due transistor di tipo
manovra che, assai spesso, crea dei problemi di NPN, da due resistenze variabili e una pila di
guida al conduttore. alimentazione a 9 V.
Chi parcheggia l'automobile sulla strada non La manovra d'entrata nel box dell'autovettura
pu<'> conoscere questi problemi, ma chi ogni sera deve essere effettuata nel modo seguente.
deve far entrare la propria autovettura nel cor- Quando l'automobilista deve introdurre la mac-
tile, in un piccolo giardino o in un garage di li- china nel box, egli <leve fare in modo che i fari
mítate dimensioni, e sempre preso dal timore di della macchina stessa si trovino in posizione fron-
danneggiare la macchina durante la manovra; tale rispetto ai due tubi applicati sulla parete di
perché e assai facile far strisciare le ruote lungo fondo del garage. Soltanto in questo caso si ac-
un bordo di cemento o, peggio ancora, la car- cende una lampada-spia, collegata con il circui-
rozzeria lungo i muri della porta d'ingresso o to elettronico, la quale segnala al conduttore
quelli del box. la sua posizione esatta di manovra.
In tutti questi casi, dunque, si rende necessario Mentre i due tubi contenenti le fotocellule deb-
l'uso di una guida elettronica, come quella che bono essere assolutamente applicati sulla parete
stiamo per presentare. frontale del box, in corrispondenza dell'altezza
Questa consiste in un semplice apparato, appli- dei fari dell'autovettura, la lampada-spia puó
cabile in un qualsiasi punto del garage e in gra- essere sistemata in qualsiasi punto del garage,
do di risolvere ogni problema di manovra, evi- la dove l'osservazione risulta piü agevole duran-
tando all'automobilista ogni sorta di preoccupa- te la manovra.
z1om1.
H dispositivo, nella sua parte essenziale, viene FUNZIONAMENTO DEL CIRCUITO
fissato sulla parete frontale del box, all'altezza
dei fari dell'autovettura. Esso e rappresentato da II circuito elettrico dell'apparato <leve essere ali-

268
GUIDA ELETTRONICA
PER L' AUTOMOBILISTA
IL PARCHEGGIO DELL'AUTO NEL BOX COSTITUISCE SEMPRE UN MO-
TIVO DI PREOCCUPAZIONE PER IL CONDUCENTE, CHE VIENE PRESO
DAL TIMORE DI STRISCIARE LA CARROZZERIA SUL PORTONE D'EN-
TRATA O LUNG0 LE PARETI DEI MURI LATERAL!. CON QUESTO SEMPLI-
CE DISPOSITIVO TUTTO VIENE SEMPLIFICATO E LA MACCHINA PUO'
ENTRARE IMPUNEMENTE SENZA SUBIRE DANNI.

mentato con la tensione continua di 9 V, che ANALISI DEL CIRCUITO


pu<'> essere prelevata da un qualsiasi alimen-
tatore-riduttore di tensione altemata, oppure da Passiamo ora all'analisi piü dettagliata del cir-
due pile da 4,5 V ciascuna, collegate in serie cuito della guida elettronica rappresentato in fi-
fra di loro. gura l.
Il «cuore » del sistema elettronico risiede sulla Le due fotocellule FR1-FR2 provvedono a po-
caratteristica fondamentale di due fotocellule al larizzare le basi dei due transistor TR1-TR2,
solfuro di cadmio, che variano la loro resistenza che funzionano da interruttore elettronico.
col variare della luce incidente. Questa proprie- Il pilotaggio della base dei due transistor avvie-
ta delle fotocellule rappresenta una caratteristi- ne nel modo seguente : quando le due fotocellu-
ca intrínseca dei materiali fotoconduttori, con le si trovano nell'oscuritá, la resistenza misurata
cuí vengono costruite le fotocellule: il solfuro di fra la base del transistor e la linea positiva del
cadmio e il seleniuro di cadmio. circuito di alimentazione e molto elevata; in tal
In pratica, in condizioni di oscurita assoluta, caso le basi dei due transistor risultano sottoposte
la resistenza delle fotocellule assume valori ele- ad una tensione di polarizzazione bassissima ed
vatissimi, che possono toccare e superare il me- anche l'intensita di corrente e molto ridotta.
gaohm; al contrario, in condizioni di completa I due transistor, dunque, risultano bloccati e si
illuminazione, per esempio con un flusso lumino- comportano come un interruttore aperto; la cor-
so di 1.000 lux, la resistenza della fotocellula si rente di collettore e mínima e, comunque, insuf-
riduce ad alcune centinaia di ohm soltanto. ficiente per portare all'incandescenza il filamento
Il funzionamento del circuito elettronico e dun- della lampada-spia LP.
que ovvio: sol tanto quando le due fotocellule Quando le fotocellule FR1-FR2 vengono colpite
FRI-FR2 vengono colpite dalla luce dei fari dalla luce, piü precisamente dai due fasci di lu-
dell'autovettura, la lampada-spia LP si illumina, ce provenienti dai due fari dell'autovettura, le
informando il conduttore dell'autovettura sulla loro resistenze diminuiscono, mentre aumenta la
precisione della sua manovra di entrata nel box. corrente di base dei transistor TR1-TR2; questi

269
Fig. 1 - Circuito elet-
LP trico del dispositivo di
guida elettronica del-

$]
S1 l'automobilista. Quando
•8 le due fotocellule FR1-
FR2 vengono colpite
» dalla luce dei fari della
macchina, la loro resi-
stenza si riduce a poche
centinaia di ohm; la
corrente di base aumen-
e
9V
ta e i due transistor
TR1-TR2 divengono con-

d e duttori; la corrente di

'-
rR2 11 ~ collettore illumina ta
lampada LP, che rap-

R1 -« R2
u3 presenta il segnale di
via libera per il con-
duttore. 1 trimmer po-
tenziometrici R1 - R2
regolano la polarizzazio-
ne dei due transistor, a
seconda deltipo di fo-
tocellule adottate.

ultimi entrano quindi in conduzione, cioe si com-


COMPONENTI
portano come un interruttore chiuso; conseguen-
temente aumenta la corrente di collettore e la
lampada-spia LPl si illumina. E' questo il segna- R1 = 10.000 ohm (trimmer potenziometrico a
le di via libera per il conduttore del veicolo. variaz. lin.)
Le due resistenze semifisse Rl-R2 pennettono R2 = 10.000 ohm (trimmer potenziometrico a
variaz. lin.)
di regolare la tensione di polarizzazione dei due
TR1 = 2N1711
transistor TR1-TR2 a seconda del tipo di foto- TR2 = 2N1711
cellula adottata e della quantita di luce ambien- LP == lampada-spia a 6,3 V
tale normalmente presente nel garage. II loro va- FR1-FR2 fotocellule al solfuro di cadmio
lore ohmmico deve essere quindi scelto tenendo Alimentaz. = 9 V ce
conto delle caratteristiche elettroniche dei due S1 = interruttore di alimentazione
transistor, che debbono essere assolutamente iden-
tici fra loro e di tipo NPN.
II valore base delle d ue resistenze semifisse R 1-
R2, comunque, puo essere quello di 10.000 ohm. potra anche servirsi di un comune alimentatore
Queste resistenze verranno regolate, una volta a corrente continua e con uscita a 9 V, alimen-
per tutte, ne] momento in cuí si effettua l'instal- tato dalla tensione di rete-luce.
lazione del sistema di guida elettronica ne! ga- La lampada-spia LP <leve essere da 6,3 V.
rage. Per i transistor TR1-TR2 consigliamo di ser-
Per quanto riguarda poi i due transistor TR1- virsi di due 2N1711, oppure di altri transistor
TR2, questi dovranno essere scelti fra i vari tipi equivalenti al silicio.
NPN al silicio. E' importante, in ogni caso, che L'interruttore Sl, che pennette di chiudere ed
essi siano dotati di un coefficiente di amplifica- aprire il circuito di alimentazione della guida
zione di corrente superiore a 20, e che possano elettronica, verra applicato ne] contenitore del
sopportare una corrente di collettore mínima circuito stesso e verrá azionato un momento pri-
di 150 mA. ma deH'ingresso dell'autovettura ne! box. Su di
L'alimentazione del circuito, come abbiamo gia esso si interverra una seconda volta, a manovra
detto, e ottenuta tramite due pile da 4,5 V cia- ultimata, in modo da aprire il circuito di ali-
scuna, collegate in serie fra di loro. II lettore mentazione.

270
Fig. 2 - Cablaggio del
dispositivo elettronico
realizzato su contenito-
re di plastica. Contraria-
mente a quanto indica-
to in questo disegno, il
lettore dovrá evitare le
saldature a stagno sulle
due pile a 4,5V, serven-
dosi di un'apposita pre-
sa polarizzata. I due
trimmer potenziometri-
ci R1 -. R2 verranno re-
golati subito dopo l'in-
stallazione del disposi-
tivo, al momento del
collaudo.

SCATOLA IN PLASTICA

MONTAGGIO DELL'APPARATO zione di messa a punto.


La disposizione dei terminali dei due transistor
Il montaggiodell'apparato verra effettuato in 2N 1711 e quella indica ta in figura 2 : l'elettrodo
due tempi successivi. In un primo tempo si rea- di emittore si trova da quella parte del compo-
lizzerá il circuito elettronico e in un secondo nente in cui e ricavata una piccola tacca metal-
tempo si efettuerá invece l'installazione del si- lica; il terminale di base si trova in posizione cen-
stema. trale, mentre quello di collettore e situato al-
II circuito elettronico deve essere realizzato se- lestremita opposta. Trattandosi di transistor al
cando quanto indicato nel disegno di figura 2. silicio, non sussiste alcun pericolo di danneggia-
Trattandosi di un circuito molto semplice, privo mento <leí componenti con il saldatore, perché
di elementi critici, il cablaggio potra essere ef- soltanto i transistor al germanio richiedono sal-
fettuato dal lettore in modo diverso da quello dature rapide e dispersione di calore, tramite
da noi indicato. In ogni caso consigliamo di una pinza, durante il processo di saldatura. Ció
racchiudere il circuito in un contenitore di pla- non significa che con i transistor al silicio il let-
stica e di servirsi di due morsettiere in modo da tore possa indugiare a lungo con la punta del
raggiungere una buona compattezza degli ele- saldatore calda sui tre elettrodi del componente,
menti. ma ció non significa neppure che il lettore debba
Sul pannello frontale del contenitore risulteran- essere preso da preoccupazioni di danneggiamen-
no applicati: l'interruttore di alimentazione S1, to dei componenti durante le saldature.
la presa bipolare, che potra essere sostituita an- Le due pile di alimentazione verranno inserite
che con due prese unipolari, e la lampada-spia nello stesso contenitore di plastica, in posizione
LP. molto agevole per il ricambio. In figura 2 si puó
I due trimmer potenziometrici R1-R2 dovranno notare che le due pile, per motivi di semplicita
essere sistemati in modo da agevolare !'opera- di disegno, sono state collegate con il circuito tra-

2
Fig. 3- In questo modo dovranno essere costruiti i due
spezzoni di tubo contenenti le due fotocellule e si-
stemati, sulla parete frontale del box in corrisponden-
TAPPO za dei fari dell'autovettura. Le dimensioni del tubo po-
FR tranno essere di 30x 150 mm. L.e pareti interne del
tubo dovranno essere annerite.

TUBO CAVETTO

Fig. 4 - Esempio di installazione della guida elettroni-


ca per automobilisti. La scatola contenente il circuito
verra sistemata nella posizione piü comoda per il con-
duttore del veicolo. Qu·an<k> la posizione di entrata
dell'autovettura nel box non e corretta, i fasci di luce
mite saldature a stagno, ma il lettore dovrá prov- provenienti dai fari non colpiscono i due tubi e la
lampada-spia rimane spenta. Quest'ultima si illumina
vedere all'acquisto e all'applicazione di una pre- soltanto quando l'a posizione di ingresso del veicolo e
sa polarizzata, perché soltanto qugsta permette corretta, cioe equidistante dalle pareti laterali del box.
un ricambio rapido delle pile stesse.
~
MONTAGGIO DELLE FOTOCELLULE

Le due fotocellule FR1-FR2 dovranno essere


montate prendendo ad esempio il disegno ripor-
ta to in figura 3.
Prima di tutto occorrerá procurarsi due spez-
zoni di tubo metallico o di plastica, della lun-
ghezza di 150 mm circa e del diametro di 30 mm
circa. Questi due spezzoni di tubo dovranno es-
sere anneriti internamente.
Su una delle due estremita di ciascun tubo ver-
rá applicato un tappo di sughero, munito di foro
centrale attraverso il quale verra fatto passare
il cavetto bipolare conduttore. Questo verra sal-
dato, da una parte, sui due terminali della foto-
cellula, dall'altra ad uno spinotto bipolare o ad
uno spinotto monopolare ne! caso di inserimento
di due prese monopolari su! pannello frontale del
contenitore del circuito elettronico. I due spez-
zoni di tubo si rendono necessari per facilitare
l'operazione di messa a punto del circuito, che
consiste nella sola regolazione dei due trimmer
LAMPADA
potenziometrici R1-R2. Essi, infatti, evitano che
una parte della luce ambientale, normalmente FOTO
RESIST.
presente nel box, colpisca la fotocellula, sottopo-
nendo quest'ultima alla sola luce rappresentata
da! fascio luminoso proveniente dal faro dell'auto-
vettura. SCATOLA
In figura 4 rappresentiamo il sistema di colloca-
mento dei due spezzoni di tubo contenenti le fo-
tocellule. Essi debbono essere applicati sulla pa-
rete frontale di fondo del box, in perfetta cor-
rispondenza con i due fari dell'autovettura. La
scatola contenente il circuito elettronico, invece
potra essere sistemata dovunque risulti piü age-
vole per l'automobilista il controllo della lam-
pada-spia LP.

272
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MULTANEAMENTE.

Le richieste di progetti di radiocomandi, che do di apparati perfettamente funzionanti, sia nel-


giornalmente pervengono alla nostra sede, sono l'approntamento di eventuali scatole di montag-
molteplici. Alcuni lettori ci scrivono per chie- g1o.
derci un progetto monocanale, altri per veder Per ora ci si <leve accontentare di un progetto,
pubblicato un radiocomando proporzionale, altri adatto per molti usi, in grado di funzionare co-
ancora ci interpellano per risolvere il problema me radiocomando monocanale o pluricanale, con
del radiocomando a lunga portata. la semplice aggiunta di un circuito ausiliario.
Ma non e assolutamente possibile, almeno in una
sola volta, accontentare tutti i nostri lettori. Men-
tre siamo certi di poterlo fare nella futura sta- GENERALITA' SUI RADIOCOMANDI
gione autunnale, dato che il radiocomando rap-
presenta uno dei temi sui quali i nostri proget- Per realizzare un intero sistema di telecomando
• • sono l?"Ía impegnati da tempo, sia nel collau- sono necessari diversi dispositivi, collegati in vari
modi l'uno con l'altro. In figura 1 e rappresen- VARI SISTEMI DI TRASMISSIONE
tato il sistema, a blocchi, dei vari dispositivi ne-
cessari per la composizione della catena del ra- Per controllare a distanza un apparato si posso-
diocomando. L'elemento che emette i comandi no utilizzare vari sistemi. Il piu semplice di que-
e rappresentato normalmente da un trasmetti- sti e il sistema di controllo a filo, che consiste
tore, che irradia a distanza i segnali di alta fre- nell'inviare, attraverso una linea, opportuni im-
quenza; questi vengono captati, a loro volta, da pulsi che, correttamente interpretati da un'unitá
un ricevimento opportunamente sintonizzato. ricevente, forniscono i comandi di controllo.
L'uscita del ricevitore viene collegata con un si- Un altro sistema di trasmissione e quello ad onde
stema di telecomandi in grado di « identificare » convogliate, che sfrutta la linea di trasmissione
il segnale proveniente da! trasmettitore, pilotan- di energía elettrica come mezzo per il trasferi-
do uno o piü relé. mento a distanza dei comandi. II terzo sistema,
Ai relé, che normalmente sono di piccole dimen- quello che meglio degli altri si presta per talune
sioni, allo scopo di raggiungere notevoli sensi- realizzazioni pratiche, nelle quali risultano di dif-
bilitá, possono essere collegati relé di potenza; ficile attuazione, se non proprio impossibili, i col-
ció si verifica nel caso in cui il carico debba as- legamenti a filo, e il classico sistema di trasmis-
sorbire una corrente di valore superiore a quella sione vía radio.
sopportabile dai piccoli relé.
L'ultimo, o gli ultimi relé agiscono sul carico o
su eventuali servocomandi in grado di « tradur- UN SEMPLICE TRASMETTITORE
re » le informazioni elettriche in movimenti mec-
canici, cosi come avviene ne! caso di modelli Rappresentiamo in figura 2 il progetto di un sem-
aerei o navali. plice trasmettitore, alla portata anche dei princi-

5
pianti, in grado di permettere l'invio a distanza Fig. 2- Questo semplice progetto di trasmettitore tran-
sistorizzato deve considerarsi alla portata di tutti i let-
di segnali per radiocomando. tori, anche dei principianti. L'oscillatore e pilotato a
Si tratta di un circuito transistorizzato con oscil- cristallo di quarzo, che permette di raggiungere un'ot-
latore pilotato a quarzo, in modo da ottenere tima stabilita di frequenza di emissione. 11 trasformatore
un'ottima stabilita di frequenza di emissione; la T1 e un trasformatore intertransistoriale di piccola po-
modulazione e ottenuta, tramite un oscillatore tenza.
sinusoidale, alla frequenza dí 800 Hz circa.
Lo stadio oscillatore e pilotato dal transistor TRl.
Il cristallo di quarzo, per ragioni di economía,
reperibilitá commerciale e legali, dovrá essere
scelto sul valore di frequenza di 27 MHz, che
e quello della banda CB. Su tale frequenza viene
accordato il circuito risonante composto da LI-
C3.
Per fare entrare in oscillazione il circuito, si do- le si ottiene un abbassamento della corrente di
vrá agire sul nucleo di ferrite della bobina LA. alimentazione (intero circuito inserito).
Per accertarsi che il circuito oscilli, il sistema mi- L'antenna dovrá essere collegata fra il condensa-
gliore sarebbe quello dí rilevare, tramites una tore C7 e una presa intermedia dell'avvolgimen
sonda AF, il segnale presente sul collettore di to della bobina L3; la presa intermedia e otte-
TRl. Un metodo sostitutivo puo essere quello nuta alla quarta spira verso il lato di massa. In
di misurare la corrente assorbita, disinserendo ogni caso occorrera ricercare sperimentalmente
gli altri stadi e motando il nucleo di ferrite di quella posizione che consente di raggiungere la
Ll finché si verifica un brusco abbassamento del- maggiore portata.
la corrente. Ció sta a significare che l'oscillatore Il transistor TR4 ha il compito di produrre una
e entrato in funzione. nota di bassa frequenza, di 800 Hz circa.
Allo stadio oscillatore fa seguito uno stadio am- La necessaria reazione per produrre loscillazio-
plificatore di alta frequenza pilotato induttiva- ne viene realizzata tramite un trasformatore di
mente tramite l'avvolgímento secondario L2 e tipo intertransistoriale, di piccola potenza, del
la bobina. --
Anche questo stadio dovrá essere accordato sul-
lo stesso valore di frequenza del cristallo di quar-
zo, agendo sul compensatore C6 e su! nucleo del-
Fig. 1 - In questo disegno e rappresentato il sistema
la bobina L3. Anche in questo caso ci si dovra a blocchi dei vari dispositivi necessari per la compo-
_comportare nel modo precedentemente detto, sizione della catena del radiocomando. ll sistema di
cercando quella posizione di C6 o L3 perla qua- trasmissione e del tipo"via radio.

\ \
1
1 1
1

I / 1
I
/

TRASM. RICEV. TELECOMANDIl RELE DI 1 APPARECCHIO


POTENZA TELECOMANDATO

276
ANTI

e = gl
4T 'EL e
- C7

¡#
C4
b

y7

e
9V

11 ne [as
e
R8

TR4
11

11
tIs,
e

R2 = 27.000 ohm
R3 = 100 ohm
R4 = 100 ohm
R5 = 47.000 ohm
COMPONENTI R6
R7
= 15.000
=10.000
ohm
ohm
R8 = 1.500 ohm

Condensatori Transistor
C1 = 22.000 pF TR1 = 2N706
C2 = 22.000 pF TR2 = 2N1711
C3 = 60·pF TR3 = 2N706
C4 = 2.200 pF TR4 = BC109
es = 2.200 pF Varie
C6 = 30 pF (compensatore) T1 = trasf. intertransist. (vedi testo)
C7 = 100 pF XTAL = crístallo di quarzo (27 MHz)
L1 = bobina (vedi figura 3A)
Resistenze L2 = bobina (vedi figura 3A)
R1 = 4.700 ohm L3 = bobina (vedi figura 3B)

277
Fig. 3 - Elementi co-
struttivi delle bobine
adottate nel circuito del
trasmettitore e in quel-
lo del ricevitore. In C
e riportata l'impedenza
RIE MPIRE di alta frequenza pre-
11 / Fo 018 sente nel circuito del ri-
SPIRE cevitore; questo avvol-
gimento viene effettuato
2 su una comune resisten-
SPIRE RESISTENZA za da 1 megaohm con
1w (1Mn.) potenza di dissipazione
di 1 watt.

A B e

tipo di quelli utilizzati negli stadi di bassa fre- 1/4 d'onda che, nel nostro caso, dovrebbe essere
quenza dei ricevitori radio transistorizzati tasca- lunga 2,6 metri circa. L'impiego di una simile
bili. antenna e ovviamente limitato a postazioni fisse.
La nota prodotta da questo circuito viene invia-
ta alla base del transistor TR3, che provvede a
modulare l'alta frequenza prodotta dal genera- IL RICEVITORE
tore AF con la nota a 800 Hz prima di inviarla
Il secondo blocco di un radiocomando e rappre-
all'antenna.
sentato da! ricevitore. Questo puo essere ovvia-
In figura 3 sono riportati i dati costruttivi delle mente di vario tipo, purché provvisto di buona
bobine. Ma occorre ricordare che Ll-L3 (A-B)
sensibilitá.
debbono essere realizzate con filo di rame smal-
tato, mentre la bobina L verra realizzata con Per ragioni di economía e per raggiungere la
normale filo per collegamenti isolato in plastica. massima semplicita circuitale, proponiamo il pro-
L'interruttore S1, sostituibile con un pulsante, ha getto di un ricevitore superreattivo che, con un
il compito di mettere in funzione l'apparato, cioe unico transistor, permette di raggiungere presta-
di inviare gli impulsi al gruppo ricevente. zioni degne di taluni ricevitori, a circuito super-
eterodina, impieganti un numero maggiore di
componenti (figura 5).
La funzione del ricevitore e quella di rivelare il
L'ANTENNA
segnale inviato dal trasmettitore e, successiva-
Per ottenere ottimi risultati, e necessario colle- mente, di amplificarlo tramite gli stadi di bassa
gare il circuito di uscita del trasmettitore con frequenza, che sono collegati tra loro in cascata
un'antenna trasmittente adatta peri 27 MHz ed accoppiati induttivamente per mezzo dei tra-
(figura 4). sformatori T1-T2.
Senza ricorrere alle antenne di tipo commerciale, I trasformatori di accoppiamento non sono dei
e possibile realizzare, con discreti risultati e con componenti critici, dato che per essi potranno
una spesa modesta, una semplice antenna accor- essere adottati quasi tutti i trasformatori d'ac-
ciata, servendosi di uno stilo della lunghezza di coppiamento per stadi a transistor, anche quelli
1,2 metri, collegato con un circuito L-C. Questo con presa intermedia, lasciando inutilizzato il ter-
circuito e composto da un condensatore variabile minale centrale (figura 6).
da 100 pF circa e da un avvolgimento di 40 spire L'amplificatore di bassa frequenza potra essere
di filo di rame smaltato, del diametro di 0,3 mm, sostituito con un circuito di tipo diverso, facendo
avvolte su un supporto del diametro di 8 mm in modo che la banda passante risulti sempre li-
(senza nucleo). II condensatore dovra essere rego- mitata a valori intomo agli 800 Hz, in modo
lato in modo da ottenere le migliori condizioni da facilitare il funzionamento del relé RL ed
di lavoro dell'apparato (massima portata). eliminare eventuali false commutazioni.
E' sempre possibile ricorrere ad un'antenna ad Per quanto riguarda il relé, questo dovrá essere

278
E
E
Fig. 4- Per ottenere ottimi risultati, il circuito d'uscita
o del trasmettitore deve essere collegato con un'antenna
o a stilo, della lunghezza di 1,2 metri, interponendo il
circuito LC composto da un condensatore variabile da
f\J
e
100 pF circa e da un avvolgimento di filo di rame
smaltato, del diametro di 0,3 mm, effettuato su un sup-
porto, privo di nucleo di ferrite, del diametro di 8 mm.
11 condensatore C dovra essere regolato in modo da
ottenere le migliori condizioni di lavoro del trasmetti-
E tore, cioe la massima portata. Ricorrendo all'antenna
ad 1/4 d'onda, questa dovra essere lunga 2,6 metri
E circa (disegno a destra). L'impiego di una simile an-
tenna e ovviamente limitato alle postazioni fisse.
C)
C)
O
J
di tipo molto sensibile, adatto per tensioni di pi-
lotaggio a 4,5 V. Volendo economizzare sulla
spesa del componente, si potra utilizzare un relé
di tipo comune, elevando la tensione di alimen-
tazione ed eventualmente aggiungendo uno stadio
amplificatore di bassa frequenza, in modo da
compensare la diminuita sensibilita imposta dal
relé di tipo comune.

L
IL CIRCUITO DI DECODIFICA

L'elemento che caratterizza maggiormente un si-


stema di telecomando e rapprésentato dal pro-
cesso di decodifcazione degli impulsi ricevuti.
e Nei telecomandi di tipo monocanale e suficiente
disporre di un relé comandato dal ricevitore che,
a. seconda della presenza o meno di un segnale
all'entrata, determina la eccitazione o il rilassa-
mento del relé.
Quando si vogliono invece trasmettere piu co-
mandi, tramite un unico sistema di trasmissione,
occorre disporre di un circuito supplementare in
grado di « riconoscere » i comandi e di selezio-
nare opportunamente gli elementi utilizzatori.
ALLA BOCCOLA Tra le diverse possibili tecniche attuali, abbiamo
ANTENNA optato per quella che permette di selezionare il
numero degli impulsi tramite un relé passo-passo.

279
-L2

1
a! '

TR3 II
i

11
R7

11
a!'

TRI
o]]

11

RL
"z

11 [R8

R6

ALIMENTAZINE S

is (tg)are
4,V

COMPONENTI
Condensatori
C1 = 10.000 pF
c2 = 6,8 pF
C3 = 47 pF Fig. 5 - Per ragioni di economia e per raggiungere la
C4 = 38 pF massima )Semplicita circuitale, al nostri lettori propo-
es = 4.700 pF niamo la costruzione di questo progetto di ricevitore
in superreazione che, con il solo transistor TR1, per-
C6 = 22.000 pF mette di raggiungere prestazioni degne di taluni ricevi-
C7 = 25 F - 6 VI. (elettrolitico) tori a circuito supereterodina. La funzione del ricevi-
ce 10.000 pF tore e quella di rivelare il segnale inviato dal trasmet-
C9 = 5 F - 6 VI. (al tantalio) titore e di amplificarlo tramite gli stadi di bassa fre-
quenza.
Resistenze
R1 = 4.700 ohm
R2 = 1.000 ohm
R3 = 1.000 ohm
R4 = 1.500 ohm
R5 = 15.000 ohm
R6 = 33.000 ohm Tale soluzione si rivela particolarmente econo-
R7 = 470 ohm mica e risulta di facile realizzazione pratica.
R8 = 1.000 ohm Un'altra caratteristica di questa soluzione consi-
ste nella mancanza totale di qualsiasi elemento
Transistor di regolazione e taratura. Si possono inoltre sele-
TR1 =AF121 zionare a piacere diversi elementi utilizzatori in-
TR2 = AC126 viando, mediante il trasmettitore, un opportuno
TR3 = AC127
TR4 == AC128 numero di impulsi.

Varie
T1 = Trasf. d'accopp. IL CIRCUITO ELETTRICO
T2 = Trasf. d'accopp.
l1 = imp. AF (figura 3C) 11 progetto del circuito di decodificazione e rap-
L2 = bobina (figura 3B) presentato in figura 7. Come si puo notare, viene
RL = relé per radiocomando (4,5 V) fatto uso di un certo numero di relé di cui RL2

280
ed RL3 funzionano direttamente con la tensione
di 220 V. Ció non impedisce di sostituire questi
relé con altri adatti per basse tensioni (6-9 V), VARIATORI
purché il circuito venga collegato direttamente
con i rispettivi avvolgimenti (avanti e ritorno) ELETTRONICI
del relé passo-passo.
Il funzionamento del circuito e il seguente. Al-
l'atto dell'accensione dell'apparecchio, supponen-
DI LUMINOSITA'
Con questi piccoli apparati elettronici, pi-
do che il relé del ricevitore si trovi in stato di lotati a TRIACS, potrete regolare, a pia-
riposo e che il relé passo-passo sia in posizione cere, la luminosita di un lampadario, di
zero, giunge sulla base del transistor TRI una una lampada da tavolo o da notte. Favo-
tensione negativa rispetto a massa, di valore tale riscono il risparmio, non dissipano corren-
da costringere il transistor_ stesso a condurre. La te inutilmente, moltiplicano le prestazioni
tensione, che raggiunge la base di TR1, attra- delle vostre lampade e valorizzano i vostri
versa il contatto del relé passo-passo, quello del lampadari.
relé del radiocomando, il relé RL 1, la resistenza
R2 e il diodo D8.
La tensione, oltre che polarizzare la base di TRl _
carica il condensatore Cl. Conseguentemente si
ottiene l'eccitazione di RLl e quella di RL2 at-
traverso il diodo D5.
11 relé passo-passo avanza cosi di una posizione,
portandosi su! contatto 1. Ma il condensatore C 1
e carico e costringe il transistor TRI a rimanere
in conduzione per un certo tempo; il relé RLl Mod. vel 300/v/e
Sostituisce gli interruttori su cavo, e completo di
manopola, interruttore separato, spina, metri 1,5
piü metri 1 di cavo. Regola una sola luce (300 W
- 220 V).
Fig. 6 - 1 trasformatori di accoppiamento, necessari Prezzo L. 6.400
per la realizzazione del progetto del ricevitore, non
sono componenti critici. Per essi si potranno usare
quasi tutti i trasformatori d'accoppiamento per stadi
a transistor, anche quelli con presa intermedia, come
indicato in questo disegno, lasciando ovviamente inu- E' dotato di inter-
tilizzato il terminale centrale dell'avvolgimento secon- ruttore a scatto sul-
dario. la manopola di re-
u golazione. E' com-

---
a pleto di presa in-
corporata, metri 1 ,5
di cavo e spina che
permettono l'allac-
ciamento immediato
alfe spine di qual-
siasi lampada o fu-
me (300 W - - 220
COLLETTORE BASE V).
Prezzo L. 5.900

Mod. ve! 500/parete


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PRIM. adatto per lampada-
ri. L'interruttore e
di tipo statico (500
w- 220 V).
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282
Fig. 7 - Circuito del decod ifi catore . La parte tra tteg gia- rimane quindi ancora eccitato e se prima della
ta, riportata in alto a sinistra, rappresenta il piccolo relé
del radiocomando che pilota il transistor TR1 alimenta-
fine· di tale periodo non arrivano impulsi dal ri-
to in corrente continua dal ponte di diodi D1 - D2 - D3 - cevitore, il relé passo-passo non agisce. Trascorso
D4. II numero degli impulsi viene selezionato tramite tale periodo, RLl ed RL2 si diseccitano, mentre
un relé passo-passo, che costituisce una soluzione
tecnica particolarmente economica e di facile realizza-
si eccita RL3, riportando il relé passo-passo nella
zione pratica. Un'altra caratteristica, assai importante posizione zero e, successivamente, nella posizione
di questo circuito, consiste nella mancanza totale di 1, con un ciclo analogo a quello precedente. Se
qualsiasi elemento di regolazione o taratura.
arrivano degli impulsi durante il periodo in cui
RLl risulta eccitato, poiché il relé del radioco-
mando si eccita e si diseccita, esso comanda l'a-
vanzamento del relé passo-passo sino ad una de-
terminata posizione, per esempio la posizione 6,
permettendo l'inserimento di un carico o di un
relé di potenza.
Quando il condensatore C 1 si scarica, il relé RL 1
si diseccita, mentre il relé passo-passo non ritor-
na a zero, dato che l'alimentazione positiva, che
ad esso perviene dal contatto di RLl, non riesce
ad attraversare il diodo D7.
Il relé passo-passo rimane conseguentemente e
indefinitamente sulla posizione raggiunta, alme-
no sino a quando un impulso di riazzeramento,
inviato dal trasmettitore, alimentando negativa-
mente il relé RL3 ed attraversando il diodo D7
riesce ad eccitare RL3 riportando a zero il relé
passo-passor
Potrebbe verificarsi che la descrizione del funzio-
namento del decodificatore, fin qui presentata,
non risultasse molto chiara per taluni lettori. Vo-
gliamo quindi riassumere brevemente il funzio-
namento del dispositivo.
All'atto dell'accensione il relé passo-passo si por-
c1
C2
c3
-
Condensatori

=
=
6
100
100
uF - 25 VI.
uF - 25 VI.
uF - 25 VI.
(elettrolitico)
(elettrolitico)
(elettrolitico)
ta in posizione 1 ; e possibile quindi inviare gli
impulsi durante un certo tempo, determinato dal-
la scarica di C 1, portando il relé in una posizio-
CA = 6 F - 12 VI. (elettrolitico) ne superiore alla posizione 3. Il successivo im-
C5 = 20.000 pF pulso, dopo un certo tempo, provoca il riazze-
C6 = 20.000 pF
ramento del relé.
Varie II collegamento del punto 2 con il punto 1 serve
R1 = 100 ohm ad impedire che un eventuale falso impulso del
TR1 = AC128
D1-D2-D3-D4 = 10D4 o BY126 ricevitore faccia azionare qualche dispositivo. Con
D5 = 1N4004 il collegamento, invece, trascorso il tempo di sea-
D6 = 1N4004 rica di C 1, viene concesso al circuito di riazze-
D7 = 1N4004 rarsi automaticamente.
D8 = 1N4004
T1 = trasf. d'alimentazione (prim. 220 V/ Di questi progetti non presentiamo gli scherni
sec. 12 + 12 V/pot. 15-20 W) pratici, perché il montaggio degli apparati di-
LP =
lampada-spia (6 V) pende essenzialmente dall'uso che il lettore dovra
RL 1 = relé 6 V unipolare a due direzioni fare. Ma vogliamo ritenere che la semplicita dei
RL2-RL3 = relé 6 V unlpolare a una sola dire- circuiti stessi permetta ad ogni lettore, dotato
zione
di una certa pratica con i montaggi elettronici,
di saper adattare componenti e dimensioni cir-
cuitali alle proprie esigenze.
E' ADATTO PER L' ABBINAMENTO CON SINTONIZZATORI OM-CB DI TI-
PO PORTATILE. VIENE A COSTARE POCO ED E' DI FACILE REALIZZA-
ZIONE PRATICA.

AMPLIFICATORE
BF
POTENZA: 200 mW

L'amplificatore di bassa frequenza, che stiamo tonizzatore, debbono trasformare in voci e suoru
per presentarvi, non ha nulla a che vedere con i segnali captati dall'antenna, amplifcati e ri-
gli apparati di classe, cioé con gli apparati ad al- velati, cioe trasformati in segnali di bassa fre-
ta fedelta o con quelli di grande potenza. Eppure quenza.
anche l'amplificatore di piccola potenza e un Questo amplificatore potra risultare molto utile
apparato necessario, soprattutto a quei princi- a quei lettori che costruiscono piccoli convertito-
pianti che, dopo aver realizzato un qualsiasi sin- ri per la gamma radiantistica, oppure a quelli che

284
fanno acquisto della nostra scatola di montaggio rato.
del sintonizzatore CB denominato « MONO- La potenza di uscita si aggira intorno ai 200 mW.
GAMMA ». L'alimentazione del circuito e ottenuta con una
II nostro amplificatore di bassa frequenza, dun- pila da 4,5 V o, comunque, con la tensione di
que, assume il carattere della portatilita oltre 4,5 V erogata da un alimentatore in grado di
che, ovviamente, quello della semplicita e del- ridurre la tensione alternata di rete a 220 V in
l'economia di realizzazione. quella continua a 4,5 V.
Non e possibile abbinare ad un sintonizzatore, II circuito puo essere suddiviso in tre stadi; il pri-
di semplice concezione circuitale, un amplificato- mo di questi e uno stadio preamplificatore, a bas-
re di potenza o, comunque, un amplificatore di so rumore, pilotato dal transistor TRl; il secon-
classe elevata. Perché in questo caso si otter- do stadio e ad alto guadagno; esso fa capo al
rebbe una cattiva riproduzione sonora. L'eleva- transistor TR2. Lo stadio finale e di tipo a simme-
ta banda passante dell'amplificatore, infatti, esal- tria complementare, in modo da eliminare l'uso
terebbe notevolmente i fruscii e i rumori di fon- di ingombranti e poco pratici trasformatori di
do. Mentre con l'amplificatore di piccola poten- uscita. L'impedenza della bobina mobile dell'al-
za, come quello qui presentato e descritto, aven- toparlante e di 8 ohm. I transistor TR1-TR2-
dosi a disposizione una banda passante piu li- TR3 sono di tipo PNP; il transistor TR4 e di
mitata, e possibile ottenere un « parlato » esen- tipo NPN.
te da fruscii e ronzii, con un notevole aumento In figura 1 e rappresentata la curva che dimo-
del rapporto segnale/rumore del sistema. stra l'andamento della risposta in frequenza, la
quale, a3 dB, si estende fra i 100 Hz e i 5.000
Hz circa. Tale caratteristica potra comunque es-
sere lievemente modificata, cosl come. spieghe-
CARATTERISTICHE RADIOELETTRICHE remo in seguito, a seconda delle particolari esi-
genze di chi vorrá costruire questo amplificatore.
In figura 2 e rappresentata la curva relativa alla
Prima di entrare nel vivo dell'argomento, cioe distorsione in percentuale in funzione della po-
prima di analizzare il circuito elettrico dell'am- tenza di uscita. Esaminando questa curva si puo
plificatore BF, vogliamo citare brevemente le ca- notare che, alla potenza di 200 mW, la distorsio-
ratteristiche di maggior interesse di questo appa- ne e inferiore al 10%.

dB
4
o
4
.e lrr,..
A
8 z
12
16
- 20
- 22
10 50 100 500 1000 5000 10000 50000 HZ
Flg. 1 - Curva caratte-
ristica dell'andamento
della risposta in fre-
quenza dell'amplificato-
re. Si noti come a - 3
db la risposta si esten-
de fra i 100 Hz e i
5.000 Hz.

285
D

10 »'
d
y
y
gr
Fig. 2 - Curva rela-
tiva alla distorsione
5 e in percentuale in
~
........ funzione della po-
tenza d'uscita. Si no-
M, L
ti come, alla poten-
za di 200 mW, la di-
o ,storsione e inferiore
al 10%.
50 100 150 200 mW

CIRCUITO DELL'AMPLIFICATORE minuzione dell'amplificazione e talmente lieve


da poter essere accettata.
11 circuito dell'amplificatore di bassa frequen- L'alimentazione dello stadio preamplificatore ri-
za, riportato in figura 3, non presenta partico- sulta disaccoppiata dalla rimanente parte del
laritá degne di nota. circuito tramite la resistenza R7 e il condensato-
Forse l'unica particolarita saliente e rappresen- re di filtro C4. Questo disaccoppiamento si ren-
tata dai due circuiti di controreazione: quello de necessario per scongiurare ogni eventuale in-
riservato esclusivamente allo stadio finale d'usci- sorgenza di oscillazioni o inneschi.
ta e quello applicato all'intero amplificatore. E veniamo al secondo processo di amplificazione.
La prima regolazione manuale del circuito e II segnale, uscente dal collettore di TRl, viene
rappresentata dal potenziometro Rl, che e di applicato, tramite il condensatore elettrolitico
tipo a variazione logarítmica del valore di 4 7 .000 C3, alla base del transistor TR2, dove subisce il
ohm. Questo potenziometro permette di regolare secondo processo di amplificazione.
l'ampiezza del segnale applicato in entrata e, Poiché la resistenza R10 e di basso valore ohm-
conseguentemente, il volume sonoro in uscita. mico, e possibile ritenere che sulle basi dei due
Il cursore del potenziometro Rl e applicato alla transistor finali, TR3-TR4, giunga un identico
base del transistor TRl, tramite il condensatore segnale.
elettrolitico di accoppiamento C 1. Il transistor Poiché i due transistor finali sono di tipo com-
TRl pilota lo stadio preamplificatore. Questo plementare, cioe uno di tipo PNP e l'altro di
stadio e do tato di una sua polarizzazione; come tipo NPN, si verifica il seguente fenomeno: men-
si puo notare, l'emittore di TRl e collegato a tre il segnale aumenta la conduzione di uno dei
massa attraverso il gruppo R6-C2 e la resistenza due transistor, diminuisce quella dell'altro e vi-
R4; con questo sistema, mentre il gruppo R6-C2 ceversa. Con tale processo, oltre che amplifica-
agisce soltanto da elemento polarizzante, e pos- re il segnale, si riesce a compensare le inevitabili
sibile realizzare, attraverso la resistenza R4, una non linearita delle caratteristiche dei transistor,
controreazione dello stadio che linearizza la ri- ottenendo la mínima distorsione e una bassa im-
sposta e diminuisce la distorsione, anche se cio pedenza di uscita, in grado di pilotare diretta-
avviene a danno dell'amplificazione; ma la di- mente un carico di pochi ohm, cosl come lo e

286
WALKIE TALKIE
COPPIA DI RADIOTELEFONI CONTROLLATI A QUARZO

CARATTERI-
STICHE
CIRCUITO:
transistorizzato
( 4 transistor)

FREQUENZA:
27.125 MHz

ALIMENTA-
ZIONE:
9 volt

ANTENNA:
telescopica
8 elementi

DIMENSIONI:
6,2 x 3,7 x15

LA COPPIA A SOLE L. 15.500


Richiedeteceli inviando l'importo a mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482
intestato a: ELETTRONICA PRATICA- 20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52.
R7

P e


~
r
1-
z
ul

s1

R4

COMPONENTI
Fig. 3 - 11 circuito elettrico dell'amplificatore puo essere
suddiviso in tre stadi: stadio preamplificatore, pilotato
Condensatori del transistor TR1, stadio pilota ad alto guadagno, pi-
C1 = 5 F - 12 VI. (elettrolitico) lotato dal transistor TR2 e stadio finale, di tipo a sim-
C2 metria complementare, senza trasformatore d'uscita, pi-
= 25 uF - 12 VI. (elettrolitico)
lotato dai transistor TR3 - TRA. 11 potenziometro R1 re-
C3 = 5 F - 12 VI. (elettrolitico) gola il volume sonoro¡ il trimmer R12 deve es.sere re-
C4 = 100 µf - 25 VI. (elettrolitico) golato in modo da ottenere, sugli emittori di TR2 -
C5 = 22.000 pF TR4, la tensione di - 2,2V rispetto a massa.
C6 = 25 F - 12 VI. (elettrolitico)
C7 = 250 F - 25 VI. (elettrolitico)
Resistenze
R1 = 47.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
R2 = 22.000 ohm
R3 = 5.600 ohm
R4 = 10 ohm
R5 = 2.200 ohm Varie
R6 = 470 ohm TR1 = AC125
R7 = 100 ohm TR2 == AC126
R8 = 12.000 ohm TR3 = AC128
R9 = 1.500 ohm TR4 = AC127
R10 = 56 ohm S1 = interrutt.
R11 = 330 ohm Alimentaz. = 4,5 Vcc
R12 = 50.000 ohm (variabile) AP = altoparlante (8 ohm)

288
quello di un normale altoparlante. COSTRUZIONE DELL'AMPLIFICATORE
Facciamo notare che la resistenza di carico del cir-
II montaggio dell'amplificatore di bassa frequen-
cuito pilota Rl l, anziché essere direttamente col-
za puo essere comunque realizzato. Ma volendo
legata con la linea negativa dell'alimentazione,
concepire il circuito come « modulo » elettro-
e connessa con l'uscita dell'amplificatore, a valle
nico, da utilizzare in piccoli sistemi di amplifi-
del disaccoppiamento realizzato tramite il con-
cazione, converra effettuare un cablaggio su cir-
densatore elettrolitico C7. Con tale sistema si
cuito stampato, come quello da noi riportato in
ottiene una retroazione che stabilizza il punto
figura 4. II lettore potra realizzare il circuito
di lavoro dei transistor finali.
stampato riproducendo al naturale il disegno di
Per esaltare ancor piü la linearitá e la stabilitá figura 5.
dell'intero circuito dell'amplificatore, e stata in- Per facilitare il collegamento del modulo ampli-
serita una rete di controreazione, composta dal ficatore con i componenti esterni, cioé con il po-
gruppo R9-C5, che, come si puo notare, preleva tenziometro di volume Rl, con !'altoparlante e
il segnale dal circuito di uscita per riportarlo con l'alimentazione, abbiamo contrassegnato i
verso il circuito di entrata, piu precisamente sul- punti di collegamento con una numerazione che
la resistenza di emittore del transistor TRl, cioe va da 1 a 6, riportata in figura 4. Questa stessa
sulla resistenza R4. numerazione trova preciso riscontro con quella
Il secondo elemento regolatore, dopo quello rap- riportata in figura 6, che propone lo schema di
presentato dal potenziometro Rl, e costituito dal assemblaggio generale.
trimmer potenziometrico R12. La regolazione di
questo trimmer agisce sulla tensione di polariz-
zazione di base del transistor TR2 e, conseguen-
temente, sulla conduzione di questo transistor e
dei due transistor finali, perché esso consente di
variare la tensione sugli emittori di TR3-TR4, in
modo da poter raggiungere il valore meta della
tensione di alimentazione.

Fig. 4 - Questo tipo di cablaggio, dell'amplificatore di merazione riportata sulla basetta del circuito stampato
bassa frequenza e necessario qualora l'apparato venga trova preciso riferimento con quella riportata in figura
accoppiato con sintonizzatori di tipo portatile. La nu- 5, che propone lo schema di assemblaggio generale.

TR1 TR2
AL POTENZ.
a. e
1
te
~
2 1

,g
I u
e, 5
,, {4EI r'

Rl
..:.
'
u±_C

c7

·K
AP

289
Fig. 5 - Circuito stampato, riprodotto in grandezza na-
turale, necessario per la realizzazione del cablaggio
dell'amplificatore di bassa frequenza.

I transistor finali TR3-TR4 potranno essere mu- stenza di tipo NTC, di ugual valore ohmmico, te-
niti di piccole alette di raffreddamento soltanto nendo conto che qualche ohm in piü o in meno
nel caso in cuí si faccia uso prolungato dell'am- non pregiudica il risultato finale. Tale soluzione
plificatore e alla massima potenza. non e comunque necessaria per i normali usi cui
Una soluzione piü raffinata potrebbe essere quel- e destinato l'amplificatore.
la di sostituire la resistenza RlO con una resi- I transistor sono tutti di facile reperibilitá com-

alimentatore stabilizzato
JOLLY con protezione elettronica
IN SCATOLA DI
MONTAGGIO
L. 15.500
CARATTERISTICHE
Tensione variabile in modo continuo: 0,7 v- 22 V
Corrente massima alla minima tensione: 1, 1 A
Ronzio residuo con assorbimento di 1 A: 1 mV per
1 V d'uscita
Presenza di limitatore elettronico di corrente.
Protezione dell'alimentatore dalle correnti inverse.
Stabilizzazione termica.
Protezione contro le correanti inverse.

e un apparato assolutamente necessario a tutti


gli sperimentatori elettronici dilettanti e pro-
f essionisti.
11 kit e comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realizzazione dell'alimentatore riprodotto nel-
la foto. Per richiederlo basta inviare l'importo di L. 15.500 a mezzo vaglia, assegno circolare 0 c.c.
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no comprese anche le spese di spedizione).

290
TELAIETTO
AMPLIFIC.
VOLUME
R1

INTERR.
51

PILA
4,5 VOLT

merciale; per TRI si potranno eventualmente


adottare i seguenti tipi di transistor AC134 e
AC126; per TR2 si potra adottare il transistor
AC 135; per TR3 potra andar bene il transistor
AC139, mentre per TR4 si potra utilizzare il tran-
sistor AC141. E' comunque importante che il
lettore si serva di coppie finali di transistor com-
plementari, giá selezionate, cioe con ugual gua-
dagno. La coppia selezionata viene a costare qual-
che centinaia di lire in piü, ma la maggior spe-
Fig. 6 - Schema di assemblaggio generale dell'ampli- sa verrá ampiamente ripagata dalla certezza di
ficatore di bassa frequenza, sul pannello frontale del
contenitore sono presenti: la boccola di entrata del cir-
raggiungere un immediato risultato positivo.
cuito e il comando di volume sonoro. I transistor debbono essere di tipo al germanio,

291
LE NOSTRE cioe privi di tacca metallica sull'involucro ester-
no, che rappresenta una caratteristica dei tran-
sistor al silicio. Nei transistor al germanio il col-

CUFFIE STEREO
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
lettore e contrassegnato con un puntino colora-
to; la base e rappresentata dal terminale cen-
trale, mentre il terminale di emittore si trova
all'estremita opposta.
fedelta e per un nuovo ed emozionante
incontro con il mondo della musica ste-
reofonica. VARIAZIONI ALLA BANDA PASSANTE
Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
fusione di una musicalita elevata con un All'inizio di questo articolo avevamo accennato
perfetto adattamento anatomico. alla possibilita di variare la banda passante del-
l'amplificatore. Questa possibilita riveste grande
importanza nel caso delle ricczioni amatoriali,
quando si rende necessario ridurre al minimo i
CUFFIA STEREO disturbi radiofonici, aumentando notevolmente
MOD. LC25 l'intellegibilita della parola.
L. 5.500 I componenti elettronici che determinano la fre-
quenza di taglio inferiore sono rappresentati dai
CARA TTERISTICHE: condensatori elettrolitici di accoppiamento C1-
lmpedenza: 8 ohm
C3. Diminuendo il valore capacitivo di questi
Gamma di freq.: 18 - condensatori, si aumenta la frequenza di taglío
15.000 Hz inferiore, eliminando parte dei disturbi.
Peso: 320 grammi Per limitare invece la banda nella parte supe-
riore si dovra intervenire sul condensatore C5,
aumentandone il valore capacitivo sino ad eli-
minare i fastidiosi fruscii.
Queste possibili variazioni circuitali vogliono com-
provare, ancora una volta, che non sempre la
L. 18.500 riproduzione sonora ad alta fedelta debba esse-
re ritenuta la migliore. Perché assai spesso un
CARATTERISTICHE: amplificatore di bassa frequenza, di modesta con-
lmpedenza: 8 ohm cezione tecnica, cosi come si presenta il nostro
Sensibilitá: 110 dB apparato, puó fornire risultati di gran lunga piü
a ,1.000 Hz validi.
Gamma di freq.:
20 - 20.000 Hz
Peso: 450 grammi
La cuffia e provvista
di regolatore di
livello a manopola
del tweeter.

Adattatore
per cuffie stereo
Mod. JB-11D
L. 3.500
Questo piccolo ap-
ABBO PERLA
SICUREZZA DI
parecchio consente
íl collegamento di
una o due cuffie ste-
reo con tutti i com-
plessi stereofonici.
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MENSILMENTE
La commutazione al-
toparlante - cuffia e
immediata, senza al-
cun intervento sui
collegamenti.
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292
AMPLIFICATORE BF
50 WATT
IN SCATOLA
DI MONTAG&ID
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CARA TTERISTICHE
Potenza musicale sow
Potenza continua 45 W
lmpedenza d'uscita 4 ohm
lmpedenza entrata El superiore a 100.00 ohm
lmpedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Sensibilitá entrata Et 100 mV per 45 W
Sensibilitá entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione int. al 2% a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodi al silicio
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V
Consumo a pleno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W
Rapporto segnale/disturbo SS dB a 10 W

11 kit e comprensivo di tutti gli


Questa scatola di montaggio, veramente pre- elementi necessari per la realiz-
stigiosa, si aggiunge alla collana· dei kit ap-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- zazione dell'amplificatore ripro-
ficatore di potenza, appositamente concepito dotto nella foto. Per il suo com-
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica,
e dotato di due entrate ed e quindi adattabile pletamento il lettore dovra pro-
a molte altre sorgenti di segnali BF, cosi da curarsi, per proprio conto, gli al-
rendere l'apparato utilissimo per gli usi piú
svariati. toparlanti e il contenitore.
lI kit e comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz-
zazione dell'amplificatore riprodotto nella foto. Per il suo com-
pletamento il lettore dovra procurarsi, per proprio conto, gl
altoparlanti e il contenitore.

LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA L. 21.500. Per richiederla occorre inviare


11 relativo Importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRA-
TICA - 20125 MILANO - Via Zureti 52 (nel prezzo sono comprese anche le spese
di spedizione).

293
CINESCOPIO DEL TELEVISORE PUO' RIACQUISTARE NUOVO VIGO-
SOTTOPONENDOLO AD UN SEMPLICE TRATTAMENTO DI RIGENE-
AZIONE CON L'APPARATO QUI DESCRITTO.

CONTROLLO
E RIGENERAZIONE
DEI TUBI RC
La durata/dei tubi a raggi catodici, piü comune- mento delle sostanze fluorescenti. Perché la cau-
mente conosciuti sotto il nome di « cinescopi », sa del difetto deve essere ricercata nel sistema di
non e infinita. Col tempo e con l'usura, infatti, accensione del tubo. E ció puó far bene sperare
essi tendono ad esaurirsi e a guastarsi, allo stesso in un possibile ringiovanimento, almeno parzia-
modo delle piu comuni valvole elettroniche. le, del cinescopio.
Ma l'esaurimento di un tubo a raggi catodici Prima di eliminare un cinescopio, sostituendolo
puo presentarsi sotto due aspetti diversi, inte- con altro nuovo, dunque, conviene sempre effet-
ressando il sistema di emissione, oppure quello tuare almeno un tentativo di rigenerazione, in
dei fosfori che ricoprono lo schermo In quest'ul- grado di prolungare la durata del componente
timo caso la vita del cinescopio e irrimediabil- ancora per qualche tempo.
mente compromessa. bppure non sempre una Per controllare lo stato di un cinescopio e per
maggiore o minore luminositá di certe zone del- poter provvedere alla sua rigenerazione, abbiamo
lo schermo inducono a pensare ad un esauri- concepito un semplice circuito, che si rivelera

295
Fig. 1 - Schema elettrico generico di un cines cop io.
Nel eolio del tu bo di vetro, che prende il nome di can-
none risultano depositate delle sostanze fosforescenti
che provocano l'illuminazione quando vengono colpite suoni, cosi il cinescopio, in ogni ricevitore TV,
dal pennello elettronico. Nella parte allargata del tubo,
dopo il cannone elettronico, e presente l'anodo ac-
costituisce il componente che fa « vedere » le
celeratore di elettroni, rappresentato da uno strato immagini televisive. Il cinescopio, dunque, e !'e-
conduttore di elettricita depositato nella parte interna lemento piu importante di tutto il televisore, quel-
del vetro. lo che costa di piu. e che ha dimensioni maggiori.
Esso va considerato come una grande valvola
elettronica a vuoto spinto, in cuí si muovono
gli elettrodi uscenti del catodo e attratti dalle
tensioni positive applicate alle placche.
Nella storia della tecnica TV, il cinescopio ha
molto utile in quei piccoli laboratori di ripara- subito tutta una serie di processi innovatori, co-
zioni nei quali aflluiscono televisori di vecchia si che il cinescopio attuale, quello applicato in
costruzione. Ma prima di entrare nel vivo del- tutti i televisori moderni, si differenzia nel prin-
l'argomento, cioe prima di presentare il circui- cipio di funzionamento e nella forma dai primi
to da noi progettato e descriverne l'uso piu adat- cinescopi apparsi sul mercato dei componenti
to, riteniamo necessario richiamare alla memo- elettronici.
ria del lettore talune nozioni relative alla com- Il cinescopio e costituito da una grande ampolla
posizione e al funzionamento del cinescopio. di vetro nel cui interno e stato provocato il vuo-
to. Da una parte vi e lo schermo fluorescente,
quello in cuí si fermano le immagini TV, dall'al-
IL CINESCOPIO tra vi e lo zoccolo con i suoi piedini, collegati
ai diversi elettrodi contenuti nel collo del cine-
Come l'altoparlante rappresenta il componente scopio e formano il cosiddetto « cannone elet-
dell'apparecchio radio che fa « sentire » voci e tronico ».

296
Il cinescopio svolge due compiti principali: quel- sullo schermo. Il primo compito e affidato al
lo di generare il pennello elettronico (fascio di cannone elettronico, il secondo al giogo di de-
elettroni) e di metterlo esattamente a fuoco sullo flessione, che viene infilato sul collo del cinesco-
schermo fluorescente; il secondo compito e quello pio 11 pennello elettronico forma sullo schermo
di sottoporre il pennello elettronico ad un con- fluorescente un punto che prende il nome tec-
tinuo movimento, in modo da fargli tracciare nico di « spot »; l'insieme delle righe luminose,
molte righe luminose, una di seguito allaltra, presentí sullo schermo fluorescente, cioe il qua-

Microtrasmettitore ultrasensibile
SI VENDE IN SCATOLA DI
MONTAGGIO A LIRE 6.800
Funziona perfettamente
senza antenna.
con l'uso del'antenna,
aumenta la portata
d.
<
g
a

uiazione di
per le due
oli e Ion-
foro Al
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297
...:c..

ZOCCOLO OOOECAL
LATO STAGNATURA

et
0 5
T1 <.I)
r
r
...J
> La

51
I.. l
s 1
b=o j
¡S2

,<
VERDE 1

lé@
LP1

LP2
ROSSO

ad
Fig. 2-II circuito dell'apparato rigeneratore del catodo
dei cinescopi e principalmente costituito da un alimen-
tatore ad alta e bassa tensione. Un circuito duplicatore

di tensione, composto dai diodi raddrizzatori al silicio
COMPONENTI D1 - D2 e dai condensatori elettrolitici C1 - C2, prov-
vede ad elevare la tensione altemata di 190 V ad un
valore di 500 Vcc.
Condensatori
C1 = 8 F - 500 VI. (elettrolitico)
C2 = 8 1F - 500 VI. (elettrolitico)
Resistenze
R1 = 500 ohm- 2 W
R2 = 47.000 ohm (potenz. a filo)
R3 = 2,7 ohm - 5 W

Varíe
D1 = BY127 (diodo raddrizz. al silicio)
D2 = BY127 (diodo raddrizz. al silicio)
LP1 = lampada-spia verde (12 V)
LP2 = lampada-spia rossa {12 V)
T1 = trasf. d'alimentaz. (vedi testo)
mA = milliamperometro (50 mA fondo-scala)
S1 = interrutt. generale
S2 = doppio deviatore

298
dro luminoso, prende il nome tecnico di « ra- CANNONE ELETTRON!CO
ster ».
Il pennello elettronico, essendo costítuíto da un Il cannone elettroníco e l'ínsieme di elettrodi del
insieme di elettroni, non e luminoso, cioé non e cinescopio, che fanno capo ai vari piedini dello
visibile; la luminosita appare soltanto quando il zoccolo, e che sono contenuti nel eolio del cine-
pennello elettronico colpisce lo schermo fluore- scopio stesso. I suoi compiti sono molteplici;
scente. prima di tutto esso provvede alla erogazione di
Lo schermo fluorescente del cínescopio e formato elettroni, che avviene in virtú della presenza di
dalla base dell'ampolla di vetro a vuoto spinto, un cilindretto incandescente, che costituisce íl
che forma la parte estema del cinescopio. Sulla catodo. All'ínterno di questo cilindretto e pre-
parte interna dello schermo di vetro e deposi- sente il filamento che, normalmente, viene ali-
tata una specíale sostanza fluorescente, che viene mentato con la tensione dí 6,3 V ed un assorbi-
chiamata « fosforo », ma che fosforo non e. mento di corrente di 0,3 A circa per i cinescopi in
Quando la sostanza viene colpita da! pennello bianco e nero e 0,9 A circa per quelli a colorí.
elettronico, lo schermo si illumina di luce pro- II cannone elettronico provvede ancora a proiet-
pria, una luce fluorescente fredda. tare gli elettroni sotto forma di raggio e a met-
tere a fuoco lo stesso sullo schermo del cinesco-
pio. Si puo dire che il cannone elettronico consi-
ste di quattro elementi fondamentali: il catado
e tre lenti elettroniche. Del catodo e stato gia
detto; alle len ti elettroniche diciamo che e affi-
dato il compito di divergere, convergere e met-
tcre a fuoco il pennello elettronico.
Per poter esplorare lo schermo del cinescopio,
il pennello elettronico viene sottoposto al cam-
po magnetico del giogo di deflessione, applicato
al eolio del tubo nella parte estema. II campo
Fig. 3 - Cablaggio dell'apparato rigeneratore di cine- magnetico fa curvare il pennello elettronico in
scopi. II lettore dovrá tener presente che, avendo a
che fare con tensioni elevate, e assolutamente neces-
sario realizzare un perfetto lsolamento dei conduttori
e dei componenti sottoposti all'alta tensione.

SCATOLA METALLICA

299
sincronismo con i segnali elettrici che percorrono
gli avvolgimenti del giogo stesso, permettendo
l'esplorazione dell'intero schermo La modulazio-

1 FASCICDLI ne del pennello, che permette la formazione delle


immagini in bianco e nero, viene ottenuta invian-
do un segnale sulla griglia 2, detta piu comune-
ARRETRATI mente griglia Wehnelt che, controllando la quan-
tita di elettroni emessi dal cannone elettronico,

DI eccita piü o meno i fosfori dello schermo, varian-


done la luminositá da punto a punto e permet-
tendo cosi la formazione di immagini televisive.
La descrizione del cinescopio trova preciso rife-
rimento con il simbolismo riportato in figura 1.
ELETTRONICA Facciamo notare che la numerazione dei ter-
minali degli elettrodi, riportata in figura 1, si

PRATICA riferisce al cinescopio tipo AWC3-80 montato,


ad esempio, sul televisore Grundig mod. 439.
In alcuni tipi di cinescopi il filamento corrispon-
de ai piedini 1-8, il catodo al piedino 7, la gri-
glia 1 al piedino 2. Questa semplice citazione vuol
ricordare al lettore che, prima di effettuare ogni
sono le « perle » di una prezio- prova di controllo, ci si <leve sempre informare
sa collana tecnico-pratica, che sulla disposizione degli elettrodi nello zoccolo del
porta in casa vostra il piacere cinescopio, consultando i vari prontuari editi dal-
e il fascino di una disciplina mo- le case costruttrici.
derna, proiettata nel futuro, che
interessa tutti: lavoratori e stu-
CONTROLLI DEL CINESCOPIO
denti, professionisti e .studiosi,
giovani e meno giovani. U na delle prime prove del funzionamento del
cinescopio, che tutti i tecnici dovrebbero effettua-
re, consiste nel controllo del sistema di accen-
s1one.
Come abbiamo giá detto, la tensione di flamen-
RICHIEDETECELI to e normalmente di 6,3 V, mentre l'assorbimen-
si aggira intorno ai 0,3 V. Correnti notevolmen-
te inferiori o superiori a 0,3 A, per i televisori

SUBITD
PRIMA CHE
in bianco e nero, e 0,9 A per quelli a colorí, in-
dicano un cattivo funzionamento del cinescopio.
11 secondo tipo di prova del cinescopio consiste
nel controllo dell'emissione elettronica.
Per effettuare questo secondo controllo occorre
provvedere all'accensione del filamento. Quindi
SI ESAURISCANO si applica una tensione di alcune centinaia di
volt tra catodo e griglia controllo, cio griglia di
Wehnelt, e si controlla l'assorbimento di corren-
te. La tensione deve essere applicata tramite una
resistenza limitatrice di corrente.
inviando, per ogni fascicolo, Si tenga presente che il cinescopio risultera tanto
piü effciente quanto maggiore sará, a parita di
l'importo di L. 500, a mezzo va- resistenza di limitazione, la corrente circolante
glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz- ne! circuito, e, equivalentemente, quanto mag-
zando le vostre richieste a: giore sara la resistenza inserita a parita di corren-
ELETTRONICA PRATICA te circolante.
20125 MILANO - Via Zuretti, 52. Un'ulteriore prova del grado di usura del cine-
scopio consiste nel controllare il tempo di estin-
zione della corrente di emissione quando viene

300
TE
Chi comincia soltanto ora a
muovere i primi passi nel mon-
do dell'elettronica pratica, non
1.750
puó sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. 11 saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosl come lo e
quello qui raffigurato. La sua potenza e di 50 W e l'alimentazione é quella normale di rete-luce di 220 V.

Per rlchlederlo occorre lnvlare vaglia o servirsi del modulo di c.c.p. n 3/26482
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spento il filamento. Un tubo RC risultera tanto ca». Tale fenomeno si manifestava sotto forma
piü eficiente quanto maggiore risultera il tempo di una macchia oscura nella zona centrale dello
in cui perdura l'emissione elettronica dopo aver schermo, che si ingrandiva sempre piü con il pas-
spento il filamento. sare del tempo e che imponeva ad un certo mo-
mento, la sostituzione del cinescopio danneggia-
to con altro nuovo.
SCHERMO ALLUMINATO La bruciatura ionica era dovuta al bombarda-
mento degli ioni che, assieme agli elettroni, usci-
I cinescopi di vecchio tipo dovevano essere pro- vano dal catodo. Si ovviava a tale inconvenien-
tetti dall'inconveniente della « bruciatura ioni- te applicando su! eolio del cinescopio la cosid-

1L RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONT AGGIO
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presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette- L. 2,900 (senza altoparlante)
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rettl n. 52.

301
detta « trappola ionica »
Nei cinescopi moderni, l'inconveniente della bru-
ciatura ionica viene eliminato per mezzo della
« alluminatura » dello schermo. Con tale tratta-
mento vengono costruiti i cinescopi con ampio
angolo di deflessione.
Sopra allo strato fluorescente dello schermo e.
depositato un sottilissimo strato di alluminio. Que-
sto strato di alluminio e molto sottile, tanto che
gli elettroni del pennello riescono ad attraver-
sarlo, mentre gli ioni vengono arrestati; in questo
hodo lo strato di alluminio sostituisce la vec-
chia trappola ionica.

CINESCOPI BONDED

In tutti i televisori di vecchio tipo ed anche in


Fig. 4 - Questa e la sagoma estema di un moderno
cinescopio bonded. Si noti, sulla parte sinistra del di- taluni di tipo moderno lo schermo del cinescopio
segno, il eolio del tubo RC, nel quale sono inseriti qua- e protetto da una lastra di vetro applicata ante-
si tutti gli elettrodi, fatta eccezione dell'anodo accele-
ratore del pennello elettronico, che si trova nella parte riormente al mobile contenitore.
piii larga dell'ampolla di vetro; sulla parte anteriore si Oggi molti televisori vengono costruiti senza que-
puo notare lo schermo che, internamente, e ricoperto
di sostanze fluorescenti. sta lastra di protezione. Il pericolo dell'implo-

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CARATTERISTICHE r
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302
sione (esplosione alla rovescia) viene scongiu- CIRCUITO DI CONTROLLO E
rato con la costruzione di speciali cinescopi che RIGENERAZIONE
prendono il nome di « bonded ».
In questi cinescopi viene applicata, nella parte In figura 2 e rappresentato il semplice circuito
frontale, una lastra di vetro anti-implosione, che che permette il controllo e la rigenerazione par-
fa parte integrante del cinescopio stesso. ziale del cinescopio. In pratica si tratta di un
I cinescopi di tipo bonded possono essere di due alimentatore pilotato da un trasformatore muni-
tipi : incurvati e dritti. Gli schermi incurvati so- to di un avvolgimento primario e tre avvolgi-
no costituiti da vetri pressati con i bordi incur- menti secondari; di questi ultimi uno e a 190 V-
vati; essi ricoprono lo schermo del cinescopio ed circa, gli altri due a 6,3 e 5 V.
anche il bordo intorno ad esso. Gli schermi di- La tensione alterata a 190 V viene raddrizzata
ritti ricoprono soltanto lo schermo e non il bor- e livellata da un circuito raddrizzatore-duplica-
do. Gli uni e gli altri sono saldamente uniti al tore di tensione, composto dai diodi D1-D2 e
búlbo del cinescopio mediante una particolare dai due condensatori elettrolitici C1-C2.
resina. Gli schermi incurvati, che costituiscono Dopo il raddrizzamento della tensione alternata,
la maggioranza, permettono l'introduzione della e possibile disporre di una tensione continua di
speciale resina fra essi e il bulbo di vetro in mo- 500 V circa fra il terminale positivo del conden-
do da consentire la saldatura. Quelli diritti ven- satore elettrolitico CI e massa (terminale nega-
gono applicati al cinescopio tramite una banda tivo del condensatore C2).
incurvata, nella quale viene inserita la resina di Questa tensione puó essere eventualmente otte-
saldatura. II risultato e che mentre gli schermi nuta anche con un raddrizzatore a semplice se-
incurvati sono costituiti da un solo pezzo, quelli mionda, ne! caso in cui l'avvolgimento AT del
diritti sono composti da due pezzi, ma l'aspetto trasformatore T1 fornisca una tensione alter-
esterno non muta. nata di 350-400 V circa.

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303
Fig. 5 - L'usura del cinesco pio si identifica con l'esaurimento del catod o e delle sos ta nze fluoresc enti che rico-
pro no la faccia intern a dello schermo. ln questa seq uenza di fo to sono riprod otte quattro divers e immagini
ritratte da quattr o cinescopi piü o meno vec chi. La prima immagine, a sinistra, e quella di un cinescopio che
si puo ritenere ancora in buone condizioni; le immagini successive denotano una progressiva usura del tubo RC.
Per esemplo, l'immagine riportata sull'estrema destra e quella di un cinescopio completamente fuori uso.

L'alta tensione continua serve per alimentare il RIGENERAZIONE DEL CINESCOPIO


circuito catodo-griglia, cosi da poter effettuare
la misura della corrente di emissione. In serie a Piü che di una rigenerazione vera e propria si
questo circuito e stato collegato uno strumento dovrebbe parlare di ringiovanimento del cinesco-
indicatore, il cuí valore di fondo-scala <leve es- pio, non essendo possibile infatti rigenerare il
sere di 50 mA massimi ( e preferibile uno stru- catodo ne! senso vero della parola.
mento da 10-25 mA fondo-scala). Questo stru-. Praticamente, e ció scaturisce anche dai precisi
mento permette di effettuare una comoda lettu- dati sperimentali, l'esaurimento di un tubo RC
ra della corrente, ma ció non esclude, ad esem- non e dovuto all'esaurimento del catodo, bensl
pio, che, in sostituzione dello strumento, si possa all'impossibilita di questo di emettere elettroni,
utilizzare un comune tester, che permette di a causa di una pellicola di sostanze estranee che
risparmiare sul costo complessivo dell'apparato. ne ricopre la superficie e la cui formazione e do-
La resistenza variabile R2, collegata in serie al- vuta all'usura.
lo strumento, ha il compito di controllare la Non potendosi quindi pulire il catodo con i me-
corrente di emissione, permettendo altresi di va- todi tradizionali, occorre asportare questa patina
lutare lo stato del cinescopio. elettricamente, mediante l'applicazione di un for-
La resistenza semifissa R2 e lo strumento di mi- te campo elettronico fra catodo e griglia Wehnelt.
sura possono essere cortocircuitati, durante il pro- Per effettuare la rigenerazione occorre commu-
cesso di rigenerazione del cinescopio, mediante un tare S2 in posizione A ed attendere la completa
pulsante che, normalmente, e aperto. II pulsante accensione del filamento ed il riscaldamento del
permette di' applicare alla griglia controllo del catodo. Quando S2 si trova in posizione A, la
cinescopio tutta la tensione fornita dall'alimen- lampada LPl verde si accende.
tatore. Successivamente si agisce sul pulsante, applican-
Durante la prova di emissione, il filamento <leve do una forte tensione alla griglia; questa appli-
risultare normalmente alimentato e ció si ottiene cazione di alta tensione <leve durare soltanto per
commutando S2 in posizione A ed alimentando qualche attimo; in pratica soltanto alcuni decimi
cosi il filamento con la tensione di 6,3 V. La se- di secondo, per non rovinare completamente il
conda posizione del commutatore S2, cioé la po- cinescopio.
sizione B, provvede a far accendere la lampada- Dopo questa operazione si dovra controllare la
spia indicante il funzionamento normale. corrente di emissione, che dovrá risultare notevol-

304
mente aumentata rispetto al valore rilevato pn- di figura 3.
ma dell'esperimento. Avendosi a che fare con tensioni elevate, e asso-
Qualora i risultati ottenuti non fossero buoni, lutamente necessario che il lettore provveda a
occorrera commutare S2 in posizione B (lampada realizzare un perfetto sistema di isolamento dei
LP2 rossa accesa), in modo da consentire una vari cavetti e di taluni componenti elettronici.
sola alimentazione dei filamenti, con un forte ri- Il pulsante dovra essere in grado di sopportare
scaldamento del catodo. Dopo qualche minuto tensioni di 500 V e ció esclude in maniera asso-
di sovralimentazione dei filamenti si commuta S2 luta luso di interruttori per apparati a transi-
in posizione A, ripetendo rapidamente la prova stor.
di rigenerazione. Anche il commutatore S2 deve essere un compo-
Facciamo notare che, mentre si preme il pulsan- nente di una certa potenza, perché <leve poter
te, internamente al cinescopio si manifesteranno sopportare correnti di un ampere almeno.
delle piccole scariche; ció stara a significare che Per quanto riguarda il commutatore multiplo S2
l'effetto di ... pulitura e in atto. ricordiamo che e possibile utilizzare un doppio
Soltanto dopo la seconda prova, qualora il ri- deviatore dotato di posizione intermedia, in mo-
sultato fosse ancora negativo, occorrera inevita- do da poter interrompere a piacere l'alimenta-
bilmente sostituire il cinescopio. Ma nella quasi zione del filamento e procedere con facilita alla
totalitá dei casi la prova conduce a risultati po- prova del tempo di decadimento della corrente
sitivi, tali da compensare ampiamente la fatica di emissione.
della realizzazione del nostro apparato. Il potenziometro R2, che ha il valore di 47.000
ohm circa, dovra essere di tipo per circuiti a
valvole o, eventualmente, di tipo a filo. Tutta-
via, in considerazione dell'uso saltuario dell'ap-
MONTAGGIO parato, e sempre possibile ripiegare sui norrnali
potenziometri a grafite da 1/2 watt, anche se
I! circuito del rigeneratore di cinescopi potra questi, nel nostro caso, sono costretti a lavorare
ssere realizzato seguendo il piano di cablaggio ai margini della sicurezza.

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306
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Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilita su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicita
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
pubblicati, annunci di carattere pubblicitario.
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nei limiti di 40 parole, scrivendo malta chiaramente (possibilmente in stam-
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309
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scelgono la seconda forma di abbonamento,
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fette saldature a stagno sui terminali dei se-
miconduttori e particolarmente indicato per i
circuiti stampati. E' maneggevole e leggero ed
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ferita e indicando la data di decorrenza del'abo- ABBONAMENTO ANNUO CON DONO DI
namento stesso. UN SALDATORE
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L'ABBONAMENTO A

ELETT NICA PRATICA


E' un appuntamento importante con tutti voi lettorl. L'abbonamento inoltre vi garantisce da ogni sorpresa
Perché esso vi offre la possibilita di entrare in pos- su eventuali aumenti di prezzo di copertina, permet-
sesso, con la massima certezza, di 12 fscicoli della tendovi la raccolta sicura dei fascicoli dell'intera an-
Rivista, senza il timore di non trovarla piii in edicola, nata e, con essi, la libera scelta dei progetti che
dove si puó esaurire presto, nei primi giorni di ven- piil vi interessano.
dita.

310
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C/C POSTALE PUO' ES-
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CONSULERTE
TUTTO
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Tutti i lettori di ELETTRONICA PRATICA. abbonati o no, possono
usufruire del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Non vendiamo componenti elettronici inviare danaro, per acquistare partí di apparati
o componenti inesistenti presso la nostra sede .
Vorrei realizzare l'Alimentatore Stabilizzato pre-
sentato a pagina 50 del fascicolo di gennaio di
quest'anno. Poiché nella mia zona non esistono ri-
venditori di materiali radioelettrici al dettaglio,
vi pregherei di farmi conoscere il prezzo esatto
di tutto il necessario per costruire l'apparato.
Dopo di che provvedero ad inviarvi !'importo
•••
tramite vaglia postale.
PIETRO GARCINO Amplificatore a valvole
Madonna di Campiglio
Ho realizzato l'amplificatore di bassa frequenza,
Dobbiamo ripeterci per l'ennesima volt a. E vo- a due valvole, presentato a pagina 518 del fa-
gliamo sperare che queste righe vengano lette scicolo di Iuglio dello scorso anno. Purtroppo
anche da molti altri lettori che, come lei, cadono non riesco a far funzionare l'amplificatore per-
sempre nello stesso errare. ché la Iampada-spia LP brucia immancabilmen-
e
La nostra Casa Editrice non un negozio di ma- te ad ogni prova. Potreste offrirmi alcune delu-
teriali radioelettrici al dettaglio. cidazioni in merito?
L'unico servizio, dai noi istruito, e quello della GANDOLFO MARZULLO
spedizione di kit completi relativi a quei solí pro- Napoli
getti pubblicati sulla rvista che, appunto, ven-
gano presentati e pubblicizzati in scatola di mon- Puó darsi che la lampada-spia da lei usata non
taggio. V ogliamo quindi pregare lei e tutti gli sia adatta al circuito. Sostituisca quindi la lam-
altri lettori di non telefonare, scrivere o, peggio, pada stessa con un milliamperometro da 500

313
fondo-scala e misuri la corrente assorbita da! signori lettori a consultare le rubriche «i primi
circuito. Se questa si mantiene su un valore di passi » pubblicate sui f ascicoli di settembre e ot-
150 mA circa, ció sta a significare che il man- tobre 1972. Pi precisamente, sul fascicolo di
cato funzionamento dell'amplificatore e dovuto settembre '72 viene trattato l'argomento resi-
alla lampada-spia, che non e adatta. In caso stenze, mentre su quello di ottobre dello stesso
contrario si puo ritenere che una delle due val- anno si parla dei condensatori. Ma noi dobbia-
vole sia difettosa, oppure, piu probabilmente, si mo tener presente che molti nostri lettori si av-
puó pensare ad un errore di cablaggio. vicinano soltanto oggi allelettronica e non pos-
siamo pretendere che questi principianti cono-
scano la materia trattata negli scorsi anni su

•••
Una modifica impossibile
Elettronica Pratica. Pubblichiamo quindi ben vo-
lentieri, ancora una volta, il codice a colorí delle
resistenze ed anche quello relativo ai valori com-
merciali di questi componenti, cioe i valori che
si possono trovare in commercio.

Nel fascicolo di giugno dello scorso anno, a pa- CODICE A COLOR! DELLE RESISTENZE
gina 446, e apparsa la realizzazione di un adatta-
tore-regolatore per cuffia, che mi ha molto in- Colore 1 ° anello 2° anello 3° anello
teressato. E' possibile servirsi di quel progetto per
regolare, indipendentemente dal livello di uscita Nero - o -
dell'amplíficatore, il volume, la tonalita, il bilan- Marrone 1 1 o
ciamento? Quali varianti dovrei apportare al Rosso 2 2 00
circuito per poterlo usare come regolatore degli Arancione 3 3 000
altoparlanti? Giallo 4 4 0000
MUSSO MICHELE Verde 5 5 00000
Terni Blu 6 6 000000
Viola 7 7 -
La modifica da lei proposta non e possibile, per- Grigio 8 8 -
ché il circuito da noi presentato e in grado di Bianco 9 9 -
pilotare cuffie con potenze di 10-20 W, sfruttan-
Oro: tolleranza ± 5%
do soltanto una parte della potenza: pratica-
4° Anello
mente il 2-5%. Argento: tolleranza ± 10%

••• VALORI
STENZE
COMMERCIALI DELLE RESI-

Codice a colori delle resistenze n 2 0 KO KO KO MO MO


Ho ricevuto il kit del microtrasmettitore e ho 1 10 100 1 10 100 1 10
notato che in esso sono contenute alcune resi- 1,2 12 120 1,2 12 120 1,2 12
stenze prive dell'indicazione del valore hommico, 1,5 15 150 1,5 15 150 1,5 15
ma colorate con alcuni anelli; so che dal colore 1,8 18 180 1,8 18 180 1,8 18
e dalla successione di questi anelli e possibile 2,2 22 220 2,2 22 220 2,2 22
dedurre il valore della resistenza. Purtroppo, non 2,7 27 270 2,7 27 270 2,7
conoscendo questo codice, non ho potuto intra- 3,3 33 330 3,3 33 330 3,3
prendere la costruzione del microtrasmettitore. 3,9 39 390 3,9 39 390 3,9
Ritenendo che la mia domanda possa interessare 4,7 47 470 4,7 47 470 4,7
molti altri lettori, voglio ben sperare che pos- 5,6 56 560 5,6 56 560 5,6
siate esaudire il mio desiderio pubblicando que- 6,8 68 680 6,8 68 680 6,8
sto famoso codice. 8,2 82 820 8,2 82 820 8,2
GIANCARLO TOLLA
Vipiteno Ricordiamo che la sigla KO sta a significare
1.000 ohm. Per esempio, 1,2 KO = 1.200 ohm.
Alfa sua e ad altre domande simili abbiamo al- La sigla MO sta a significare megaohm. Esem-
tre volte abbondantemente risposto invitando i pio: 1,8 MO = 1,8 megaohm.

314
pra dalla conoscenza di certe note e fondamen-
tali leggi dell'elettrotecnica, un conduttore per-

•••
Deflessione magnetica
corso da corrente genera un campo elettroma-
gnetico, che puó essere influenzato da un cam-
po elettromagnetico estema. Il campo magnetico,
dunque, agisce con una certa forza sull'elettrone
in moto libero e dotato di una certa velocita. E'
Da qualche tempo mi interesso di elettronica e casi possibile controllare la traiettoria del pen-
mi sforzo sempre di capire con sufficiente chia- nello elettronico che, partendo dal cannone elet-
rezza ció che mi capita di studiare e realizzare. tronico del cinescopio, colpisce lo schermo fluo-
Recentemente, essendomi interessato del funzio- rescente; il controllo avviene tramite opportuna
namento dei tubi a raggi catodici, non sono riu- modulazione della corrente che perconre gli av-
scito ad interpretare il processo di deflessione del volgimenti del giogo di deflessione, che rappre-
pennello elettronico mediante un campo elettro- senta l' elemento generatore di cam pi elettroma-
magnetico esterno. Per me il fenomeno e abba- gnetici piloti del pennello elettronico.
stanza chiaro per i tubi a raggi catodici a de-
flessione elettrostatica, nei quali gli elettroni, prov-
visti di carica negativa, vengono attratti o re-
spinti dalle placche di deflessione caricate po-
sitivamente e negativamente. Ma come e pos-
sibile far deviare un elettrone dal suo percorso
naturale, tramite un campo magnetico, se que-
sto possiede soltanto una carica elettrica e non
•••
magnetica?
FUMAGALLI GIORGIO Tergicristallo a piü velocitá
Fidenza
La mia autovettura, di vecchio tipo, e ovvia-
Ció che lei asserisce e solo parzialmente esatto.
mente dotata di tergicristallo ad una sola ve-
Infatti, se e vero che un elettrone fermo, cioe
locita. Ma questo vecchio conforto automobili-
non in movimento, non puo essere influenzato
stico e stato attualmente superato, nelle moder-
ne autovetture, da tergicristalli a piü velocitá.
Potreste pubblicare uno schema di facile ap-
plicazione, in modo che anch'io possa beneficiare
dei vantaggi ottenuti con le due velocita del ter-
gicristallo? E' ovvio che il progetto dovrebbe es-
sere di facile realizzazione pratica e molto eco-
nomico, senza dover ricorrere all'aiuto dell'elet-
trauto.
AUGUSTO ALDINI
Bari

Il semplice progetto qui presentato le permette-


ra di ottenere le due velocitd diverse di spazzo-
lamento del tergicristallo, nonché la variazione,
a piacere, della velocita stessa del tergicristallo
da un valore mínimo ad uno massimo. Conclu-
dendo possiamo dire che con il nostro progetto
potra ottenere un vantaggio superiore a quello
dei tergicristalli montati sulle modere autovet-
ture.
Il circuito e essenzialmente quello di un re-
golatore di corrente, pilotato da tre transistor,
di cui TR3 e un transistor di potenza. 1l circuito
permette il controllo di motorini per tergicristalli
da un campo magnetico, ció non e pi vero alimentati con la tensione di 12 V e un assorbi-
quando l'elettrone e in movimento. L'elettrone mento massimo di 3 A. Per motorini che assor-
in movimento puo essere paragonato ad un con- bono correnti di valore superiore ai 3 A, si do-
duttore percorso da elettricita. E come lei sa- vranno montare transistor di potenza superiore.

315
Il transistor TRl controlla la corrente di base per l'avviamento del tergicristallo, mentre il se-
del transistor TR2 il quale, assieme al transistor cando interruttore, che e un interruttore ausilia-
TR3, e montato nella classica configurazione rio, permette di azionare automaticamcnte il
Darlington. Il potenziometro Rl, che deve esse- tergicristallo in concomitanza con l' entrata in
re di tipo a filo, a variazione lineare, del valore funzione di uno spruzzatore elettrico di liquido
di 10.000 ohm (munito di interruttore S1), sta- lavavetro.
bilisce il potenziale di base di TRl. Esso permet-
te quindi di regalare la velocita del motorino. COMPONENTI
Il trimmer potenziometrico R2 permette di re- TRl = PBC107 - PBC108 - PBC109
galare la tensione di uscita necessaria per raggiun- TR2 = BD135 - 2N3053
gere la velocita minima di spazzolamento, a se- TR3 = 2N3055 - 2N180T2
canda del motorino montato sull'autovettura. Gli Rl = 10.000 ohm (potenz. a variaz. !in. a
interruttori S2-S3 rappresentano i due possibíli filo)
interruttori gid presenti sull'autovettura, mentre R2 = 100.000 ohm (trimmer a variaz. lin.)
l'interruttore Sl e quello che inserisce o disin- S1 = interruttore di inserimento variatore
serisce il circuito da noi concepito. Conviene di velocita
dunque che l'interruttore Sl risulti incorporato S2 = interruttore motorino lavavetro (gia
con il potenziometro R1, in modo da ottenere, incorporato nell'autovettura)
con un solo comando, l'inserimento del circuito S3 = interruttore nonnale tergicristallo (gia
e la regolazione desiderata di velocita del tergi- incorporato nell'autovettura)
cristallo. Abbiamo supposto che gli interruttori M = motorino del tergicristallo
gid presenti nell'autovettura siano due; cío per-
ché in talune autovetture un interruttore serve

S
r'
s3

+ 12V
~ .~
51

11 l [

W
TR3

R2 Sa
sE
l
%,
R1 TR1
e

316
legati in parallelo con la bobina mobile dell' al-

•••
to parlante del televisore, anche nel caso in cui
esista il trasformatore d'uscita.

Un problema di famiglia

Il nostro nonno ha il difetto di essere un po'


sordo. E ogni sera, quando inizia lo spettacolo Misura della tensione di zener
televisivo, ci troviamo di fronte a un grosso pro-
blema: alzare al massimo il volume del suono, Soltanto in questi ultimi tempi ho potuto cono-
sottoponendo a dura prova i nostri timpani e la scere la vostra interessante rivista e, con essa, il
pazienza del vicinato, oppure tenere il volume ad servizio di consulenza di cui possono avvalersi
un valore normale dando al nonno l'impressio- tutti i lettori per ottenere un autorevole parere
ne di essere ritornati ai tempi del cinema muto. tecnico. Anch'io intendo ora ... bussare alla porta
E' possibile mettere d'accordo l'intera famiglia di questa rubrica, invitandovi ad interpretare in
fornendo al nonno una di quelle cuffie stereo- maniera molto concisa e semplice come sia pos-
foniche di basso costo che, ultimamente, hanno sibile misurare la tensione caratteristica di un
in vaso il merca to dei prodotti radioelettrici? diodo zener e come sía possibile riconoscere l'e-
AGROPPI TULLIO satto inserimento in un circuito del compo-
Tortona nente.
LUCINI MARIO
Il sistema per mettere d'accordo tutta la famiglia Brescia
esiste, e abbastanza semplice, poco costoso e con-
siste nell'uso come lei ben dice, di una cuffia La misura della tensione di zener dell'omonimo
diodo puó essere effettuata servendosi del sem-
plice circuito qui riportato.
In pratica si tratta di alimentare il diodo zener
attraverso la resistenza limitatrice di corrente R
tramite una tensione di alimentazione continua
di valore superiore a quello della tensione di ze-
ner, misurando poi sui terminali del diodo DZ la
tensione che si viene a determinare. Le consiglia-
mo di servirsi di un alimentatore in corrente

R
+

stereofonica. Piü precisamente occorre collegare DZ


in serie le due sezioni di una cuffia stereo da
8 4 8ohm, in modo da otten«re una cuffia mo-
nofonica da 16 ohm, che potra essere affidata al V
vostro nonno. Il volume della iproduzione so-
·nora in cuffia potra essere regolato indipenden-
temente dal livello di riproduzione sonora del-
l'alto parlante del televisore, tramite un poten-
ziometro a filo o a grafite, di tipo a variazione
lineare, da 50 o 100 ohm massimi, cosí come in-
dicato nello schema qui riprodotto. I terminali
estremi del potenziometro dovranno essere col-

317
continua con tensioni variabili, in modo da po- Putroppo mi trovo nell'impossibilita di far fun-
ter variare gradatamente la tensione di alimen- zionare questo apparato, perché non -dispon-
tazione fin quando l'indice dello strumento V go di moduli di alimentazione. E' dunque ne-
non si stabilizzi su un determinato valore. cessario che io realizzi un alimentatore separato,
Il valore della resistenza R dipende dal tipo di ma mi trovo nella difficolta di disporre di una
diodo zener sottoposto a misura. Per esempio, alimentazione di tipo - 30, O, + 30 V. Voglio
con i diodi zener di piccola potenza il valore del- sperare che, attraverso questo vostro servizio di
la resistenza R potra essere di 1.000 ohm; con consulenza, possiate illuminarmi su un proble-
i diodi zener da 1 W, la resistenza R potra assu- ma, forse assai semplice, che per un principiante,
mere un valore compreso fra i 200 e i 300 ohm; quale io sono, diviene insuperabile.
con i diodi zener di potenza la resistenza R as- RUBAL TELI EUGENIO
sumera un valore compreso fra i 50 e i 100 ohm. Cesenatico
Se la tensione segnalata dall'indice dello strumen-
to V si aggira intorno a 0,6 V, si dovrá suppor- Esiste una sola difficolta per realizzare un ali-
re che il diodo DZ e stato inserito nel circuito mentatore a doppia polarita. Essa consiste nella
in senso inverso e funziona come un normale reperibilita di un trasformatore con avvolgimen-
diodo raddrizzatore. to a presa centrale e caratteristiche idonee. Una
Concludiamo questa risposta ringraziandola per volt a trovato questo trasformatore lei puó rea-
l'entusiasmo rivolto alta nostra organizzazione e, lizzare lo schema qui presentato con la certezza di
in particolar modo, al nostro servizio di consu- risolvere ogni suo problema.
lenza. Vogliamo tuttavia ricordarle, e cio valga Tenga presente che i quattro diodi D1-D2-D3-
anche per molti altri lettori, che il nostro servi- D4, che compongono il ponte di raddrizzamento,
zio si riserva di interpretare, almeno in linea di possono essere di qualsiasi tipo, purché da 100 V
massima, le lettere di quei lettori che ci pongono - 3 A circa. In sostituzione dei quattro diodi lei
quesiti relativi ai progetti e ai vari argomenti puo utilizzare il ponte B80 - C2200 (80 V - 2,2 A).
teorici presentati sulla rivista. Se talvolta i no- Per quanto riguarda i condensatori elettrolitici
stri tecnici indulgono ad argomenti che potrem- C1-C2, tenga presente che tanto maggiore sard
mo definire fuori testo, ció non costituisce una il loro valore capacitivo, tanto minore risultera
regala, ma soltanto una benevola eccezione. il ripple, cioe il ronzio residuo contenuto nella
tensione di alimentazione filtrata. Potranno an-

•••
Alimentatore a doppia polarita
dar bene, ad esempio, due condensatori elettro-
litici da 10.000 F ciascuno. Le due resistenze
Rl-R2 hanno identico valore: 3.300 ohm - 1 W.
L'avvolgimento secondario del trasformatore Tl
deve erogare la tensione di 22 + 22 V e deve
poter essere sottoposto ad un assorbimento mas-
Ho acquistato dei moduli amplificatori, con lo simo di 2 A. Il fusibile, inserito in serie con uno
scopo di realizzare un amplificatore ad alta fe- dei due cavi di alimentazione dell'avvolgimento
delta stereofonico, con potenza di 20 4 20 W. primario, dovrá essere da 05 A.

ov
C21l +

ll - 30\/
318
Preamplificatore valvolare presentiamo il circuito elettrico. La valvola del
pream plificatore potra essere alimentata con la
Il mio hobby preferito e senz'altro la musica, ma stessa tensione anodica che alimenta il suo am-
mi interesso anche di elettronica, soprattutto per- plificatore. Dall'alimentatore dell'amplificatore
ché, oggi, l'esecuzione delle musiche moderne lei potrd assorbire anche la corrente necessaria
non puó essere disgiunta da apparati amplifica- per accendere il filamento della valvola V l. Non
tori radioelettrici. Nel piccolo complesso mu- dovra quindi costruire alcun alimentatore ester-
sicale da me diretto, ad esempio, si fa uso di no a pile o a corrente.
amplificatori di bassa frequenza non professionali. Tenga presente che il circuito qui presentato e
Ció significa che, utilizzando un microfono di- di tipo classico; esso utilizza una valvola di tipo
namico, collegato direttamente all'entrata del- EF86, che e un pentodo di buona sensibilitá e
l'amplificatore di bassa frequenza, la potenza bassa microfonicita, particolarmente adatto per
fornita all'uscita e alquanto modesta. Potreste l'accoppiamento con gli stadi di entrata degli
voi aiutarmi, tenendo presente che il mio ampli- amplificatori di bassa frequenza.
ficatore e di tipo a valvole con tensione anodica La realizzazione pratica del nostro progetto do-
di 250 V? Che cosa posso fare per aumentare vrá essere effettuata rispettando tutte le regole
la potenza? dei montaggi di bassa frequenza che, in pratica,
GIANESINI GARLO si possono riassumere casi: ottimi contatti di
Pavia massa e abbondante uso di cavetti schermati.
Soltanto ne! caso in cui il preamplificatore ten-
desse a produrre il ben noto eff etto Lar sen di
La soluzione del suo problema e
unica : occorre reazione elettroacustica, occorrerá schermare op-
interporre fra l'uscita del microfono dinamico e portunamente la valvola Vl, montando eventual-
l'entrata dell'amplificatore di bassa frequenza, mente lo zoccolo con un sistema di sospensione
un apparato preamplificatore a valvola, di cui in gommapiuma.

+250V
COMPONENTI

Condensatori
Cl = 10.000 pF
C2 = 50 F - 12 VI
( elettroli tico)
c1 Il 4I sl I)3 C3 - 50.000 pF (a carta)
C5
C4 = 8F- 350 VI
R4ll R5l R6 ( elettroli tico)
R1
es = 10.000 pF
Resistenze
RI == 470.000 ohm
+ R2 = 2.200 ohm
R3- 5 megaohm
C4 ?R3 R4 = 1 megaohm
R5 = 220.000 ohm
R6 10.000 ohm
Varie
Vl EF86
Alimentaz. = 250 V
Micro = di tipo dinamico
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V

{
%
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molte nozioni teorico-pratiche chiaramente esposte, le illustrazioni e gli schemi
presentati, rimangono sempre attuali. E concorrono certamente al perfezionamento
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Caduta di tensione: 1,25 V circa - aggiunta di 1 ,5 V
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Tensionl continue Correnti alternate
(7 portate) 1,5-3-10-30- 100 - 300 - 1000 V (5 portate) 1- 10- 100 mA - 1-5 A
Preclsione: ± 1,5%/ del valore massimo, ± 3%/ sulla Precisione: ± 2,5% del valore max
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scala 1,5 V) x 1 5 ohm 10 Kohm
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sti ultimi tempi, testimoniandoci la precisa volanta di tutti a rinsaldare
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tore fra tutti quelli finora pubblicati, accordato a quanti rinnovano o
effettuano nuovo abbonamento in questo periodo dell'anno, alleggerisce
il sacrificio imposto dall'attuale prezzo di copertina e dal ritocco del
canone di abbonamento. Sacrificio che, sanzionato dalle note vicende
economiche in cui versa il nostro Paese, i Lettori hanno fin qui dimo-
strato di saper accettare dignitosamente e con senso di responsabilita.
Plaudendo, anzi, alle tempestive e rapide decisioni con cui abbiamo su-
perato l'attuale e generale crisi cartaria, che coinvolge tutta l'editoria
italiana. Perché Elettronica Pratica, finora, non ha mai segnato il passo,
non ha denunciato battute d'arresto, non e venuta meno alla qualita
tecnica raggiunta, non ha tradito la sua elegante veste editoriale. Da
queste e altre considerazioni e maturata, dunque, la decisione di protrarre

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ANNO 3 - N. 5 - MAGGIO '74


LA COPERTINA - Questo mese propone al let-
tore alcuni semplici ma sensazionali esperimenti
con l'elettricitá statica, tramite un rivelatore di
campi elettricl. Propone inoltre la costruzione di
un ricevitore il cui funzionamento appare al di
fuori di ogni regola della radiotecnica piü ele-
mentare.

editrice
ELETTRONICA PRATICA
direttore responsabl le
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO

stampa
LA VELTRO RIVELATORE DI CAMPI ELETTROSTATICI
COLOGNO MONZESE
MILANO ESPERIMENTI SENSAZIONALI 324
DIstrtbutore esclusivo per l'I-
talla: RADIORICEVITORE OM - OC CON CIRCUITO
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Tutti i diritti di propriet let- PREAMPLIFICATORE VHF - UHF 378
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323
VI PROPONIAMO ALCUNI SEMPLICI MA SENSAZIONALI
ESPERIMENTI CON L'ELETTRICIT A' STATICA.
PER ACCENDERE UNA LAMPADA BASTA PETTINARSI IN
PROSSIMITA' DI UN ELEMENTO SENSORE.
PER PROVOCARE L'ILLUMINAZIONE DI UN LOCALE BA-
STA SUPERARNE LA SOGLIA D'INGRESSO.

RIVELATORE
DI
CAMPI
ELETTRO
STATICI

324
L'elettricita statica rappresenta una delle tante
forme di energía latenti della vita di ogn1 giorno.
Tutti noi abbiamo appreso questo concetto sui
banchi di scuola, fin dai primi giorni della nostra
adolescenza. Lo stesso insegnante delle scuole ele- TR1
mentari ci ha fatto vedere, senza introdurci ne!
misterioso mondo dell'elettricitá, come sia possi-
bile attirare dei pezzetti di carta o dei granelli
di polvere con una penna o un bastoncino di
vetro, dopo averli strofinati su un panno di la- PILA
na o sulla stessa manica della giacca. L @@ A
Ma se questo fenomeno e molto semplice ne! suo
aspetto reale, e possiamo aggiungere anche assai
divertente per un ragazzino, esso non lo e piü
quando ci si addentra nello studio dei campi elet- Fig. 1 - Per rivelare gfi effetti di un campo elettrosta-
trici. tico non c'e nulla di meglio che il transistor ad effetto
Che cosa si intende per campo elettrico? Chi ha di campo. Quando il gate e sottoposto all'azione di
un campo elettrostatico, ('indice del milliamperometro
perseguito uno studio regolare dell'elettrotecnica subisce delle variazioni.
sa certamen te rispondere aquesta domanda. Men-
tre il fenomeno puo risultare ancora oscuro per
coloro che si interessano di elettrotecnica sol-
tanto per divertimento.
A costoro dunque ci proponiamo di ricordare tomo stesso che, allo stato naturale non possiede
taluni concetti basilari dell'elettricita: quelli re- alcuna carica elettrica, diviene una carica elet-
lativi alle cariche elettriche, alle forze di attrazio- trica positiva. Perché il nucleo e carico di elet-
ne e repulsione che le cariche elettriche eserci- tricitá positiva, mentre gli elettroni sono carichi
tano tra di loro e i campi elettrostatici generati di elettricita negativa, in quantita pari a quella
dai corpi carichi di elettricitá. contenuta ne! nucleo e in modo che l'atomo, al-
Tuttavia, prima di addentrarci in questo partico- lo stato naturale, risulti un elemento elettricarnen-
lare settore della didattica, vogliamo anticipare te neutro.
al lettore la funzione dell'apparato che descrive- Quando in un atomo viene introdotto un elet-
remo e insegneremo a costruire. trone, l'atomo stesso diviene automaticamente
Il rilevatore di campi elettrostatici e un apparato una carica negativa. Ovviamente questo stesso
sensibile alla presenza di cariche elettriche. Avvi- fenomeno elettrico si verifica quando gli elettro-
cinando ad esso un qualsiasi carpo di plastica o ni eliminati o aggiunti ad un atomo sono piü
di vetro o di altro tipo di materiale, precedente- d'uno. Lo ripetiamo. Quando un atomo perde
mente strofinato con un panno di lana, si accende uno o piü elettroni, esso diviene una carica elet-
automaticamente una lampadina. Ma l'accensio- trica positiva. Quando un atomo acquisisce uno
ne della lampadina puo avvenire anche quando o piü elettroni, esso diviene una carica elettrica
una persona cammina in prossimita del' nostro negativa. Queste cariche elettriche prendono il
apparato, oppure quando ci si pettina vicino ad nome di « cariche elementari ».
esso. E dopo l'esposizione di queste poche nozioni elet-
Possiamo ritenere che le brevi anticipazioni, or triche e facile interpretare il fenomeno di elet-
ora formulate, siano piü che suffcienti per con- tricita statica sotto l'aspetto macroscopico. Una
clamare l'interesse dell'apparato rivelatore, con sfera d'acciaio, ad esempio, e carica di elettricita
il quale il lettore potra realizzare le piü svaria- cioe possiede un certo numero di cariche elemen-
te applicazioni pratiche. tari positive o negative, se da essa sono stati sot-
tratti elettroni, oppure se in essa sono stati ag-
giunti nuovi elettroni.
CARICHE ELETTRICHE E possiamo ora interpretare anche il fenomeno
della penna, del bastoncino di vetro o di plasti-
Le cariche elettriche si suddividono in due gran- ca strofinati con una pezzuola di lana. Durante
di categorie: cariche elettriche positive e cariche il processo di strofinamento, una parte di elet-
elettriche negative. Quando da un atomo che, troni si trasferiscono da! carpo solido alla lana
come si sa, e formato da un nucleo centrale e o viceversa. Il risultato e il seguente: la pezzuola
da un certo numero di elettroni, che ruotano at- di lana e il bastoncino strofinato divengono due
torno ad esso, viene eliminato un elettrone, l'a- corpi carichi di elettricita statica.

325
SENSCRE

R1 la LP
TR2
e ó
4,5V Fig. 2 - Progetto di
b circuito rivelatore di

l
campi elettrostatici. L'e-
TR1 lemento sensore, col-
legato con II gate di

34
TR1, provoca l'accen-
sione della lampada LP
e quando si crea un cam-
h po elettrostatico nelle
vicinanze del circuito.
.e- "mee L'elemento sensore e
rappresentato da uno
spezzone di filo di ra-
me ricoperto di plasti-
ca, della lunghezza di
30 cm (lunghezza mas-
sima).

elettriche positive, fatte avvicinare fra loro, si


respirtgono energicamente. Al contrario, due ca-
riche elettriche di nome diverso, cioe due cariche
eteronime (carica positiva e carica negativa), si
COMPONENTI attraggono fra loro. Lo stesso fenomeno avviene
fra due calamite. Infatti il nord magnetico di una
calamita attrae un'altra calamita soltanto se
C1 =10 1F - 25 VI. (elettrolitico) questa e affacciata alla prima con il sud magneti-
R1 =5.600 ohm co. Se invece le due calamite si affacciano tra
TR1 =2N3823 (transistor ad effetto di campo) loro con due nord magnetici o con due sud ma-
TR2 =BC108 gnetici, le due calamite si respingono energica-
TR3 =2N1711 mente. Tutti possono effettuare questo esperi-
LP =lampada ad incandescenza (4,5 V - mento con due piccole calamite.
0,1 A) Fin qui i concetti esposti possono considerarsi
PILA = 4,5V
alquanto semplici e facilmente assimilabili. Le
S1 = interruttore
cose si complicano invece quando si vuol indagare
nella natura di queste forze di attrazione e repul-
sione. Ed e questo il motivo per cui anche noi
tralasceremo questo tipo di analisi, riservandolo
agli studiosi di fisica pura ed accontentandoci di
ricordare al lettore il concetto di campo elettro-
FORZE DI ATTRAZIONE E REPULSIONE statico.

Le cariche elettriche, a seconda del loro nome,


cioe cariche positive o cariche negative, esercita- CAMPI ELETTRICI
no tra di loro forze di attrazione o repulsione,
cosi come avviene per le calamite. Da ogni corpo elettricamente carico, positivo o
Le cariche dello stesso nome, cioe le cariche omo- negativo, si dipartono delle linee di forza invisi-
nime, si respingono fra loro. Ció significa che bili, che possono assumere forme e direzioni di-
due cariche elettriche negative o due cariche verse. Queste forze o, meglio, l'insieme di queste

326
PIASTRA DI VETRONITE

Fig. 3 - Cablaggio del-


l'apparato rivelato re di
ca m pi elettrosta tici.
Questo disp ositivo fu n-
zion a ass ai ben e se
viene slstemato sul pa-
vimen to , so prattu tto se
queato e di cemento.
Per provocare l'accen-
sione della lampada ba- I
stera, ad esempio, pet- r
tinarsl alla dlstanza di o
poco piil di un metro 0
dall'elemento sensore. z
ul
Ma la lampada si ac- ti')
cendera anche durante
ll passaggio di una per-
sona nelle vicinanze, in
particolar modo se
questa veste indumenti
di fibre sintetiche.

forze, compongono il cosiddetto « campo elet- Questo transistor contiene, fra i due elettrodi di
trico » o «campo elettrostatico ». Esso presenta source e drain, uno strato sottile di semicondut-
molte analogie con il campo magnetico, genera- tore denominato « canale » (figura 1). Ma il
to da una calamita, o con quello elettromagne- transistor FET dispone di un terzo elettrodo pi-
tico, generato da un elettromagnete. Ebbene so- lota, denominato gate (G).
no proprio le linee di forza dei campi elettrici ad Quando il gate si trova a tensione zero, rispetto
agire direttamente sulle superfici dei corpi elet- alla source, il « canale » si comporta come una
trizzati o allo stato neutro, cioe ricchi di cariche resistenza di valore relativamente basso e il mil-
elettriche o sprovvisti di qualsiasi carica. E que- liamperometro (mA) segnala il passaggio di una
ste linee di forza, cioe questa particolare forma corrente di parecchi milliampere (figura 1).
di elettricita, puó essere evidenziata, anche ad II gate e il canale risultano separati da un sot-
alcuni metri di distanza, tramite il nostro rive- tilé strato di elemento semiconduttore, trattato
latore di campi elettrostatici. in modo da comportarsi come un isolante.
Quando il gate e sottoposto a tensione negativa,
la carica di questo elettrodo di comando agisce
TRANSISTOR PER CAMPO attraverso !'elemento isolante e respinge la cor-
ELETTROSTATICO rente elettronica che circola fra la source e il
drain. Questa corrente risulta tanto piu debole
Per rivelare praticamente gli effetti di un campo quanto piu negativo e il gate e diviene pratica-
elettrostatico non c'e nulla di meglio del transi- mente nulla quando la tensione gate-source rag-
stor FET. giunge un certo valore critico.

327
La variazione di tensione del gate puo essere ciente, infatti, realizzare il progetto rappresenta-
provocata da una sorgente di elettricita, come to in figura 2 per far accendere una lampadina,
ad esempio una pila collegata con un potenzio- o per farne variare la luminosiÜ, avvicinando
metro. Ma la variazione della tensione di gate all'antenna (sensore) un corpo carico di elettri-
puó essere ottenuta anche per mezzo dell'in- cita statica.
fluenza, esercitata su questo elettrodo, da una ca- II transistor FET di figura 2 (TRl) lavora con
rica elettrostatica. una resistenza di carico R1 di 5.600 ohm, cioe
II circuito elettrico rappresentato in figura 1 evi- con una resistenza di valore sufficientemente ele-
denzia tale fenomeno. Infatti, e suficiente appli- vato perché, in assenza di tensione negativa in-
care all'elettrodo di gate di TRl uno spezzone dotta sull'antenna, la tensione fra drain e sour-
di filo di rame, della lunghezza di 10 cm. circa, ce risulti soltanto dell'ordine di 0,5 V. Ma quan-
a guida d'antenna, per evidenziare il fenomeno. do si rende negativa l'antenna, la corrente di
Quando si fa avvicinare a questa antenna un drain diminuisce e diminuisce anche la caduta di
corpo carico di elettricita, in pratica un corpo di tensione sui terminali della resistenza di carico
materia plastica strofinata, alla distanza di alcune Rl. La base del transistor TR2 diviene sufficiente-
decine di centimetri, l'indice del milliamperome- mente positiva per condurre una corrente che,
tro segnala forti variazioni di corrente. amplificata dal transistor TR3, sia in grado di
Se !'influenza del campo elettrostatico esterno provocare l'accensione della lampada LP, che e
provoca sull'antenna una tensione indotta nega- una lampada ad incandescenza da 4,5 v-0,1 A.
tiva, la corrente di drain diminuisce durante il Durante lo stato di riposo del circuito, la lam-
movimento di avvicinamento del corpo carico pada rimane spenta, mentre essa si accende quan-
all'antenna: !'indice del milliamperometro se- do sull'elemento sensore viene indotta una ten-
gnala la diminuzione di corrente. Quando invece sione negativa da un corpo esterno carico di
il corpo carico di elettricita induce nell'antenna elettricita statica. '
una tensione elettrica positiva, il milliamperome- Coloro che volessero realizzare il progetto ripor-
tro segnala un piccolo aumento di intensitá di tato in figura 2 e sperimentarlo praticamente,
corrente. Allontanando questo corpo dall'anten- dovranno ricordarsi che !'elemento sensore; cioe
na, !'indice dello strumento segnala la diminu- l'antenna, dovra essere lunga 30 cm e non su-
zione di corrente di drain. perare questa lunghezza; in caso contrario si ri-
schia di captare i campi elettromagnetici variabi-
li provocati dai conduttori di rete-luce, che sono
ACCENSIONE DI UNA LAMPADINA conduttori di correnti alternate a 50 Hz; questi
campi presentano un'intensitá piü che suffcien-
Il circuito dell'apparato, descritto piu avanti, si te per annullare il corretto funzionamento del-
propone di produrre un effetto ben piu spetta- l'apparato. L'elemento sensore dovra essere rap-
colare di quello del semplice spostamento dell'in- presentato da uno spezzone di filo di rame smal-
dice del milliamperometro di figura 1. E' suffi- tato del diametro di 1 mm circa e dovra essere

Fig. 4 - Circuito stampato, in


granclezza naturale, visto dalla
parte delle piste di rame, neces-
sario per la realizzazione del di-
spositivo rivelatore di campi elet-
trostatici.

328
R2

i
R1

o="SO'º
a. P.

TR2

R7 ...___AAAAA...--ll 11 y»- o

TR1
11 sil 11
·ni 1 1 J17
31- l44 C1
l • t: )l 6v

. 5- Con questo progetto di rivelatore di campi


~ttl'Ostatici, di maggior potenza, funzionante con la
ione di rete, e possibile provocare l'illuminazione
un1 qualsiasi locale al solo passaggio di una persona
attraverso la porta d'entrata.

COMPONENTI
Condensatori
C1 = 22 F - 12 VI. (elettrolitico)
C2 = 22 F - 12 VI. (elettrolitico)
C3 = 1.000 F - 12 VI. (elettrolitico)
Resistenze
R1 = 1.800 ohm
R2 = 12.000 ohm
R3 = 12.000 ohm
R4 = fotoresistenza (vedi testo)
R5 = 27.000 ohm
R6 = 150 ohm
R7 = 5.600 ohm
Varie
TR1 = 2N3823
ricoperto con materiale isolante, perché un con- TR2 = BC108
unto diretto con un corpo fortemente caricato di TR3 = 2N1711
ettricita statica puo provocare la distruzione TRIAC = 40669 della RCA
del transistor TRl. LP1 = lampada ad incandescenza (220 V -
25 ... 500W)
Per sperimentare questo apparato occorrera si- D1 = diodo al silicio (20 V - 10 mA)
stemarlo su un tavolo. All'antenna si fara avvi- D2-D3-D4-D5 = diodi tipo 1004
cinare, come primo esperimento, un pettine, dopo T1 = trasf. d'alimentaz. (prim. 220 V - sec.
a,·eJ·fo pa<;Sato piu volte sui capelli. L'avvicina- 6 V - potenza 2-3 W)
ento del pettine all'antenna comincera a partire S1 = interruttore generale

329
dalla distanza di poco piü di un metro. La sen- il progetto di figura 2 in altro progetto di mag-
sibílita dell'appara to aumenterá notevolmente si- gior potenza, come quello riportato in figura 5.
steman dolo per terra, soprattutto se il pavimen- Quest'ultimo bene si adatta al pilotaggio di illu-
to e di cemento o calcestruzzo. minazione d'ambiente con effetto permanente.
Ponendo l'apparecchio sul pavimento, si potra 11 problema consiste nel far rimanere accesa la
constatare un'accensione prolungata della lam- lampada LPl anche se, dopo l'effetto induttivo
pada LP durante il passaggio di una persona in di una carica elettrica sull'antenna, la capacita
prossimita dell'elemento sensore. gate-canale di TRl si scarica.
Ne! progetto di figura 5 il transistor TRl, che e
un transistor ad effetto di campo di tipo 2N3823,
REALIZZAZIONE PRATICA pilota il multioscillatore TR2 - TR3 che, a sua
volta, comanda il TRIAC.
La realizzazione pratica dell'apparato rilevatore Ció avviene, ovviamente, quando l'antenna ri-
di campi elettrostatici, adatto per accendere una sulta induttivamente carica di elettricitá nega-
lampadina da 4,5 V, e rappresentato in figura 3. tiva.
Come si puo notare, il nostro piano di cablaggio 11 circuito di figura 5 funziona soltanto per la
si serve di un piccolo circuito stampato, che il manovra di accensione della lampada LPl, ma
lettore potra facilmente realizzare ricopiando in- non puo in alcun modo spegnerla. Per questa
tegralmente il disegno di figura 4, che propone seconda operazione occorre premere il pulsante
appunto il circuito in grandezza naturale. Pl che, cortocircuitando il condensatore elettro-
Per quanto riguarda il transistor FET consiglia- litico C2, riporta il multioscillatore allo stato di
mo di servirsi di un 2N3823; il transistor TR2 riposo.
di tipo BC 108 mentre il TR3 e di tipo 2N1711. Riepiloghiamo, per coloro che vorranno realiz-
II transistor TRl e dotato di quattro terminali; zare il progetto di figura 5, il funzionamento di
il quarto terminale e quello di massa, che risulta questo circuito. La lampada LPl rappresenta la
in contatto elettrico con !'involucro metallico e- lampada, o il gruppo di lampade di illuminazione
sterno del componente. Questo terminale, come di un locale. Per provocare la loro accensione
si puo vedere nel disegno di figura 3, e collegato basta soltanto che una persona entri ne! locale,
con la linea negativa della tensione di alimenta- purché l'elemento sensore venga sistemato paral-
zione. lelarnente allo stipite della porta d'ingresso e
nelle vicinanze ci sía una fonte di produzione di
alta tensione (televisore acceso). Quando si esce
CIRCUITO DI POTENZA dal locale e si vuole spegnere la lampada LPl,
basta premere il pulsante Pl.
Abbiamo giá detto che il progetto di figura 2 La resistenza R4 non e una comune resistenza,
e adatto per segnalare, tramite l'avvisatore ottico perché si tratta, in pratica, di una fotoresistenza,
LP, il passaggio di una persona in prossimitá che deve essere inserita nel circuito soltanto nel
dell'elemento sensore. Ma il lettore, a questo caso in cuí si desideri far funzionare il disposi-
punto, avrá giá pensato di poter servirsi dell'ap- tivo quando la luce del giorno risulti suficiente-
parato per illuminare un ambiente senza agire mente bassa e tale da imporre l'illuminazione di
su alcun interruttore, ma soltanto attraversando ambiente.
la soglia dell'ambiente stesso. Per raggiungere La fotoresistenza R4 provoca lo spegnimento au-
questo scopo occorre servirsi di una sorgente di tomatico della lampada LPl quando la luce del
alta tensione, che puo essere rappresentata da un giorno, cioe la luce naturale, e molto intensa. In
televisore in funzione o da un ionizzatore d'aria. pratica la fotoresistenza R4 funge da interrut-
Senza una tale sorgente artificiale di alta tensio- tore automatico e, in un certo modo, sostituisce
ne, il circuito rischia di essere pilotato dalle per- il pulsante Pl.
turbazioni dei campi elettrici atmosferici, in par- In sede di realizzazione pratica, la fotoresistenza
ticolar modo durante i temporali. Il corretto fun- R4 dovrá essere montata in prossimita di una fi-
zionamento del circuito puó rimanere anche in- nestra, in modo.che essa risulti otticamente iso-
fluenzato da una persona (una donna) con indu- lata dalla luce prodotta dalla lampada LPl. Ne!
menti di fibre sintetiche. Ma la sorgente di ten- caso in cuí la fotoresistenza R4 dovesse far fun-
sione artificial e ( televisore acceso) non e suffi- zionare il dispositivo soltanto a partire da un
ciente per ottenere lo scopo prefissato: quello di certo valore di oscurita naturale, si provvedera
provocare l'accensione di una lampada, in un a ricoprire parzialmente la superficie sensibile del
qualsiasi ambiente, soltanto attraversando la por- componente, incollandovi un pezzetto di nastro
ta d'ingresso. E' necessario, invece, trasformare adesivo non trasparente.

330
IL MONOGAMMA -
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RARE COMODAMENTE UNA BANDA Dl 3 MHz CIRCA. PO-
TRETE INOLTRE ASCOLTARE LE EMISSIONI DEI RADIOAMA-
TORI SULLA GAMMA DEI 1 O METAi (28-30 MHz).
IL CIRCUITO INTEGRATO E' MONTATO CON UN SISTEMA RIVOLUZIO-
NARIO RISPETTO ALLE REGOLE DELLA RADIOTECNICA PIU' ELEMEN-
TARE. MA IL FUNZIONAMENTO DEL RICEVITORE, CON ASCOLTO IN
CUFFIA, E' OTTIMO SU ENTRAMBE LE GAMME D'ONDA.

RADIORICEVITORE
OM-OC
Estensione di gamma:
ONDE MEDIE DA 500 KHz A 1,5 MHz
ONDE CORTE DA 2 MHz A 10 MHz

La presentazione del progetto di un ricevitore di trasmissione e di ricezione, a grandi distanze


radio per onde medie e corte non costituisce cer- di una informazione, vocale o sonora, trasmessa
tamente una novita in una rivista specializzata vía radio.
ne! settore dell'elettronica. Tuttavia, si tratta sem- Chi vuol trasmettere un'informazione a distanza,
pre di un'occasione per invitare il lettore ad una per esempio una nota musicale alla frequenza
lezione teorico-pratica su un argomento che in- di 1000 Hz, non puó servirsi soltanto di un'an-
teressa sempre la maggior parte dei lettori, soprat- tenna trasmittente, perché a causa della bassa
tutto coloro che aspirano a raggiungere l'ambita frequenza del segnale, questo non potrebbe al-
meta di radioamatore. lontanarsi di molto dall'antenna trasmittente.
Cominceremo quindi con alcuni richiami ele- Per interessare una gran parte dello spazio in
mentari sul procedimento delle radiotrasmissioni, cui e installata l'antenna, cioe per inviare I'in-
per parlare poi delle onde elettriche, di quelle formazione a grandi distanze, e necessario ... im-
elettromagnetiche e dei circuiti risonanti, che rap- barcare la nota informativa su un'onda portan-
presentano gli elementi teorici fondamentali per te, cioe un'onda che funge esclusivamente da
l'introduzione allo studio delle radioricezioni e mezzo veloce di trasporto. Particolari dispositivi,
delle radiotrasmissioni. montati nell'apparato ricevente, provvederanno
poi a separare l'informazione utile dall'onda por-
tante, in modo da trasformare la prima in voci e
COME AVVENGONO LE TRASMISSIONI suon1.
RADIO Le modalitá con cui un segnale di bassa fre-
quenza (informazione) viene ... caricato su] mez-
Ogni principiante, prima di accingersi a costrui- zo di trasporto (onda portante) sono molteplici.
re un aparato ricevente o trasmittente, deve Possiamo citare i principali : la modulazione di
ere concetti molto chiari sui vari sistemi ampiezza, la modulazione di frequenza e I'SSB.

332
ONDE ELETTRICHE ED ve verificare un processo inverso a quello del si-
ELETTROMAGNETICHE stema di trasmissione. Occorre cioe trasformare
!'onda elettromagnetica in onda o segnale elet-
II trasmettitore e un radioapparato che genera trico ad alta frequenza, tramite un'antenna di ca-
un'onda elettrica ad alta frequenza, che non e ratteristiche simili a quelle dellantenna trasmit-
una vera e propria onda radio. L'elemento chia- tente (la somiglianza non e riferita al modello
mato a trasformare l'onda elettrica in onda elet- d'antenna ma alla frequenza típica di essa); suc-
tromagnetica, cioé in onda radio in grado di pro- cessivamente, dall'onda elettrica ad alta frequenza
pagarsi nello spazio, e l'antenna. E' chiaro quindi si deve separare l'onda elettrica di bassa frequen-
che l'antenna, assai spesso sottovalutata nei si- za, cioe l'inforrnazione. A quest'ultimo processo
stemi di collegamenti radio, assume un compito provvede il ricevitore radio.
importantissimo, perché da essa dipende il buon L'antenna non riesce a selezionare molto bene le
rendimento dell'intero sistema di ricetrasmissio- onde elettromagnetiche presenti nello spazio; si
ni, cioé la buona trasformazione dell'onda elet- puó dire anzi che essa lo faccia molto male. Ecco
trica, generata clal trasmettitore, in onda elettro- perché, a valle dell'antenna, debbono essere pre-
magnetica viaggiante attraverso lo spazio. L'an- senti uno o piü circuiti in grado di selezionare,
tenna dunque <leve essere soprattutto ben dimen- con maggiore accuratezza, l'onda elettromagneti-
sionata e calibrata con precisione. ca che, fra le tante presentí nello spazio circo-
A seconda del tipo di antenna adottata, diret- stante l'antenna, si desidera ricevere.
tiva o omnidirezionale, l'onda radio puó essere Questi circuiti sono conosciuti con il nome di
inviata in una direzione privilegiata oppure nel- circuiti accordati o circuiti risonanti; essi stan-
l'intero spazio circostante. no alla base di tutto il funzionamento di un ri-
Per poter captare !'onda elettromagnetica, si de- cevitore radio.

333
R5

R3 11 R4
11 AMI
7-8
C1 -
ff "\
1-2 11

-- 11
1 ""- 11 11 11-
~
9V
e
1 I
L1 11 C3 11

-3 11
ANT.-TERRA 11 11 ~

+ 1 .l• I. 11 S1

C4 II
JJ

R1
T. -
PRESA
CUPTIA

Fig. 1 - Nel presentare il progetto del ricevitore per


onde medie e corte, invitiamo il lettore a non analiz-
zare in profondita il sistema di collegamento del cir-
cuito integrato perché, come abbiamo detto nel corso
COMPONEN TI dell'articolo, esso non rispetta i canoni della radiotecni-
ca piu elementare; quel che importa e II funziona-
mento, cio la resa del ricevitore, che possiamo assi-
Condensatori
curare piü che ottima.
C1 = 100 pF
C2 = 350 pF (variabile ad aria)
C3 = 100 pF
C4 = 50 F - 12 VI. (elettrolitico)
es = 500.000 pF
C6 = 3.300 pF
C7 = 5 F - 12 VI. (elettrolitico)
C8 = 100 F - 12 VI. (elettrolitico)
Resistenze
R1 = 10.000 ohm
R2 = 1.600 ohm
R3 = 10.000 ohm
R4 = 500.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
R5 = 10.000 ohm

Varie
IC = integrato tipo µA741
S1 = interruttore
L1 = bobina sintonia (vedi testo)

334
s

ANT.
TERRA ( VISTA ROVESCIATA )

I\
@>v @

FUNZIONAMENTO DI UN CIRCUITO Fig. 2 - Cablaggio su circuito stampato del ricevi-


tore a due gamme d'onda. La bobina di sintonia L 1
RISO NANTE utilizza uno zoccolo e un portazoccolo di valvola octal.
Con II potenziometro R4 si regola il volume sonoro in
Il circuito risonante e composto da una induttan- cuffia.
za (bobina) e da una capacita (condensatore) il
simbolo caratteristico dell'induttanza e la lettera
alfabetica L, mentre quello della capacita e rap-
presentato dalla lettera alfabetica C. II circuito
risonante, dunque, viene anche denominato cir- esiste, _cioe le perdite di energia sono inevitabili,
cuito LC. al circuito accordato occorre fornire costante-
L'induttanza e la capacita risultano collegate, mente energia. Ció e possibile anche con picco-
nei circuiti risonanti, in parallelo fra loro; in al- lissime quantita di energia, se la frequenza dell'e-
cuni casi si fa uso del collegamento in serie di nergia eccitante e la stessa di quella di risonanza
questi due elementi. del circuito.
Il circuito risonante gode della proprieta di pos- Una elementare analogia di questo fenomeno
sedere una propria frequenza di oscillazione: ció ci e offerta dalle oscillazioni di un'altalena o di
e dovuto al fatto che il condensatore e l'indut- un pendolo che, per conservare il movimento,
tanza rappresentano due componenti elettronici con oscillazioni anche ampie, debbono essere ri-
che possono vicendevolmente scambiarsi l'energia forniti di piccolissime spinte, in sincronismo con
accumulata sottoforma di energia elettromagne- l'oscillazione libera.
tica ed elettrostatica, con una frequenza parí a: Se le spinte, pur robuste, non fossero in sincro-
f = 1:(2r LC). nismo con il movimento dell'altalena o del pen-
Ma perché il circuito accordato possa entrare in dolo, provocherebbero una decelerazione, se non
oscillazione, e necessario che, almeno inizialmente, proprio la frenatura, del movimento. Allo stesso
venga fornita ad esso una certa quantita di ener- modo un valore di frequenza diverso da quello
gia. In pratica, poiché il... moto perpetuo non della frequenza di risonanza di un circuito LC,

335
Fig. 3 - Circuito stampato, al vero, necessario per la
costruzione del ricevitore a due gamme d'onda. Come
si puo notare, i píedini dello zoccolo portavalvola sono
accoppiati tra loro a due a due.

proibirebbe a quest'ultimo di oscillare e quindi


di generare, ai suoi terminali, una tensione elet-
tricamente valutabile e notevolmente piü ampia
di quella captata dall'antenna.
Per poter captare i segnali inviati da emittenti
radiofoniche, con valori diversi di frequenza, e
necessario variare la frequenza di risonanza del
circuito accordato.
Per ottenere questo risultato e sufficiente far va-
riare il valore dell'induttanza L o della sapacitá
C del circuito risonante. Generalmente si prefe-
risce far variare la capacita C tramite l'inserimen-
to, ne! circuito accordato, di condensatori va-
riabili, soltanto perché questa soluzione risulta
piü semplice sotto l'aspetto pratico. Esistono tut-
tavia esempi di circuiti risonanti nei quali la
frequenza di risonanza vien fatta variare inter-
venendo sul nucleo ferromagnetico della bobina,
cioe facendo variare il valore L.

CIRCUITO DEL RICEVITORE

Ci siamo intrattenuti sugli elementi teorici che


regolano un circuito accordato, proprio perché
la sezione piui importante del ricevitore, che stia-
mo per presentare e costituita da! circuito di sin-
tonia. Questo, come si puó notare in figura , e
composto dalla bobina L1 e da! condensatore va-
riabile C2. Al circuito di sintonía il segnale, ca-
ptato dalla antenna, giunge attraverso il con-
densatore di accoppiamento C1 e viene inviato
all'integrato IC.
L'inserimento dell'integrato ne! circuito del rice-
vitore non e fatto secondo le regole piü orto-
dosse della radiotecnica, ma con un sistema che
possiamo definire da principianti, nel quale esso
svolge le funzioni di amplificatore e di rivela-
tore audio, con il conseguente risparmio del diodo
rivelatore esterno.
L'integrato IC e di tipo pA74l; esso puó essere
sostituito con !'equivalente Ll41.

o
La resistenza variabile R4, che e un potenzio-
metro a variazione logaritmica del valore di 0,5
megaohm, permette di controllare il guadagno
dell'amplificatore e, in pratica, il volume sonoro
in cuffia. •
L'alimentazione del circuito e ottenuto median-
te la tensione continua di 9 V. Ció significa che

336
ANT

ANT. R X ANT. RX

Fig. 1 - Realizzando
uno di questi due tipi
di pre selettori d'anten -
na, la selettivita del ri-
cevito re ra dio risultera
notevolmente aumenta -
ta. 1 dati costruttivi dei
due circuiti sono ripor-
tati nel testo.

questo circuito puo essere alimentato con due cuito stampato necessario per la realizzazione del
pile da 4,5 V ciascuna, collegate in serie tra di montaggio del ricevitore.
loro, tenendo conto che il consumo di corrente
del ricevitore si aggira intorno ai 5 mA.
L'ascolto delle emittenti radiofoniche avviene I COMPONENTI
in cuffia di media impedenza. Volendo ottenere
l'ascolto in altoparlante, si dovra collegare, sulla II circuito IC si presenta, esternamente, come
presa-cuffa, un amplificatore di bassa frequen- un grosso transistor. Prima di inserire questo com-
za esterno. ponente nel circuito stampato occorrera far be-
ne riferimento alla tacca metallica, ricavata di-
rettamente sull'involucro in corrispondenza del
MONTAGGIO DEL RICEVITORE piedino 8. Seguendo la tacca di riferimento non
vi sara possibilita alcuna di errore. Gli altri ter-
La particolarita piü saliente del ricevitore, il cui minali dell'integrato risulteranno automaticamen-
schema pratico e rappresentato in figura 2, e te identificati secondo il disegno di figura 2.
quella di permettere, con estrema facilita, il cam- Il condensatore variabile di sintonia C2 dovrá a-
bio di gamma, dalle onde medie alle onde corte, vere un valore capacitivo di 350 pF circa. II
mediante la semplice costituzione della bobina lettore principiante dovrá ricordarsi che, quan-
Ll, che risulta avvolta sullo zoccolo di una vec- do si dichiara il valore capacitivo di un conden-
chia valvola octal. Ovviamente si dovranno re- satore variabile, questo si riferisce al valore mas-
cuperare due valvole di questo tipo per costruire simo, quando le lamine mobili risultano completa-
le due bobine; occorrera anche reperire uno zoc- mente inserite fra le lamine fisse ( condensatore
colo octal portavalvola da inserire ne! circuito variabile chiuso).
secondo quanto indicato in figura 2. Nell'eventualitá in cui non si riuscisse a reperire
Chi non volesse ricorrere a questo sistema co- in commercio un condensatore variabile ad aria
struttivo delle bobine, potra adottare altre solu- da 350 pF, il lettore potra risolvere il suo proble-
zioni, purché vengano rispettate le connessioni al ma attraverso altre soluzioni. Per esempio, ci si
circuito stampato e le dimensioni costruttive potra servire di un condensatore variabile doppio
delle bobine stesse. da 220 + 130 pF, collegando in parallelo fra di
In figura 3 e rappresentato, in scala 1/1, il cir- loro le due sezioni; ci si potra servire anche di

337
\NTENNA

a vi}>
G. Fig. 5 - Coloro che utilizzeranno l'antenna dipolo, do-
vranno provvedere ad un collegamento, fra l'antenna e
l'entrata del ricevitore, tramite cavo coasslale termi-
nante con una spinetta del tipo di quella qui rappre-
sentata.

un condensatore variabile doppio di vecchio tipo, sta spinetta verra infilata nella apposita boccola
di quelli montati nei ricevitori radio a valvole, direttamente fissata sul circuito stampato.
utilizzando una sola sezione.
Per quanto riguarda la presa di cuffia, tenendo
conto che i modelli piu commerciabili sull'attuale COSTRUZIONE DELLE BOBINE
mercato sono quelli stereo, si provvedera a mon-
tare, sulla basetta del circuito stampato, una pre- Per far funzionare il ricevitore ora descritto oc-
sa per cufia di tipo stereo. corrono due bobine intercambiabili.
L'antenna, necessaria per far funzionare il rice- Per la ricezione della gamma delle onde corte,
vitore, potra essere rappresentata da un semplice cioe per la gamma di frequenze comprese fra i
spezzone di filo flessibile, che bene si adatta per 2 MHz e i 10 MHz, si dovranno avvolgere 13
la ricezione delle emittenti locali. Per l'ascolto spire compatte di filo di rame flessibile, ricoperto
delle emittenti deboli e lontane occorrerá servir- in plastica, del diametro di 0,5 mm, su uno zoc-
si di un'antenna a dipolo, molto elevata in altez- colo prelevato da una vecchia valvola octal. Oc-
za. Questo tipo di antenna dovrá essere collega- correra ricavare una presa intermedia alla quar-
ta all'entrata del ricevitore tramite una discesa ta spira a partire dal lato massa. Coloro che non
in cavo coassiale, terminante con una spinetta volessero servirsi dello zoccolo octal, dovranno
del tipo di quella rappresentata in figura 5. Que- effettuare l'avvolgimento su un supporto cilin-

130 pF

SEZI0NE SEZIONE
ANTENNA OSCILLATORE
Fig. 6- Non trovando in commercio un condensatore
variabile della capacita di 350 pF, il lettore potra ser-
virsi di un condensatore variabile doppio ad aria, con
valori capacitivl delle due sezioni di 2204130 pF, col-
legando, in parallelo fra loro, le due sezioni, quella
originariamente destinata al circuito d'antenna e quel-
ta· del circuito oscillatore.

338
drico del diametro (esterno) di 34 : 35 mm, indifferentemente, su uno dei due piedini dí
Per la ricezione della gamma delle onde medie, ciascuna coppia.
cioé per la gamma di frequenze comprese fra i
500 KHz e 1,5 MHz, si dovranno avvolgere 80
spire di filo di rame smaltato del diametro di PRESELETTORI D'ANTENNA
0,2 mm. sullo stesso tipo di supporto, provveden-
do a ricavare una presa intermedia alla 27a spira Volendo migliorare la selettivita del ricevitore,
a partire dal lato massa. . occorrera inserire, fra l'antenna e la presa d'an-
Sullo schema elettrico di figura 1, in corrispon- tenna del ricevitore, uno dei due tipi di circuiti
denza dei terminali estremi della bobina Ll, rappresentati in figura 4.
sono riportati dei numeri. Ebbene, questi nume- 11 condensatore variabile dovrá essere dello stes-
ri si riferiscono a quelli riportati in figura 2, in so tipo di quello montato ne! ricevitore (C2). La
corrispondenza dei piedini dello zoccolo octal. bobina dovra essere .uguale alla bobina L 1, roa
E come si puó notare in quest'ultima figura, il questa volta senza la presa intermedia.
circuito stampato obbliga lo zoccolo ad una con- Coloro che vorranno servirsi di uno di questi due
nessione a coppie dei piedini. Ció significa che tipi di preselettori d'antenna, potranno pratica-
il lettore, all'atto della saldatura dei terminali mente constatare un notevole aumento della se-
della bobina Ll puó effettuare il collegamento. lettivita dell'apparecchio radio.

Le prime
esperienze
del dilettante

RICEVITORE PER ONDE MEDIE A 2 VALVOLE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 6.300 senza altoparlante
L. 7.000 con altoparlante

339
I PRIMI PASSI
Rubrica
dell'aspirante
elettronico

Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioe


a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni piu
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno gia acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

Il sistema di radiotrasmissioni, via aria, rappre- Ovviamente, il pulsante inserito ne! microfono
senta sempre uno dei settori piü interessanti del- non commuta direttamente il cavo proveniente
l'elettronica. Ma per coloro che intraprendono dall'antenna con le entrate del trasmettitore e
questa attivita, pur con molto entusiasmo e poca del ricevitore, ma provvede a pilotare un relé o
esperienza, sussistono molti problemi, di ordine due relé quando si debbano ridurre le perdite.
tecnico e pratico difficilmente superabili senza I relé di commutazione d'antenna, utilizzati nel-
un valido aiuto. la maggioranza dei casi, cioe applicati anche su-
Per esempio, quando si dispone di un trasmettito-
gli apparati di tipo commerciale, altro non sono
re, di un apparato ricevente e di una antenna, ci
che i comuni relé montati in tutti i circuiti elet-
si imbatte, inevitabilmente, ne! problema pratico
tronici. Ma questi tipi di relé, per la loro stessa
<leila realizzazione di un commutatore in grado
conformazione, cioe per la mancanza di valide
di collegare l'antenna, alternativamente, ora al
schermature e la presenza di capacita parassite
trasmettitore, ora al ricevitore, a seconda delle
condizioni di lavoro della stazione radiantistica. nei contatti, provocano notevoli disadattamenti
Normalmente la commutazione d'antenna si ot- lungo le linee di ricezione e trasmissione.
tiene agendo su un deviatore collocato nell'invo- Questi comuni tipi di relé non sono presenti nel-
lucro stesso del microfono; e il caso del cosiddetto le stazioni ricetrasmittenti di elevatissima classe
« push to talk », cioé del « premere per parlare ». e, naturalmente, di elevatissimo costo.

340
ADATTAMENTI DI IMPEDENZE essa non puo certo essere paragonata al relé coas-
siale, che vanta doti e caratteristiche radioelettri-
Come e noto, per ottenere il massimo trasferí- che assolutamente superiori.
mento di energía fra antenna, ricevitore o tra-
smettitore, e necessario che l'antenna, il cavo di
discesa, il ricevitore e il trasmettitore presentino 1 CONTATTI REED
fo stesso valore di impedenza caratteristica. Que-
sta risulta normalmente standardizzata sui due Prima di entrare nel vivo della descrizione del
valori di 75 e 52 ohm.
relé coassiale, riteniamo doveroso aprire una pa-
L'inserimento di un relé di commutazione d'an- rentesi tecnica sui contatti REED, anche se, CO-
tenna di tipo normale provoca, inevitabilmente, me abbiamo giá detto, su questo argomento ab-
dannosi disadattamenti lungo il cavo di discesa, biamo avuto occasione di intrattenerci nel pas-
con una conseguente diminuzione di sensibilita sato.
degli apparati. In particolare, vengono a formar- I contatti reed debbono considerarsi componenti
si onde stazionarie che, sovraccaricando il tra- elettronici moderni e di grande interesse. Essi so-
smettitore possono provocare, a lungo anclare, no composti, principalmente, di due lamine di
surriscaldamenti dello stadio finale, con la possi- materiale magnetico, molto ravvicinate tra loro,
bile distruzione dei transistor dei circuiti d'uscita. racchiuse in un cilindretto di vetro contenente
Queste onde stazionarie non possono in alcun gas inerte. Le lamine sono rivestite di materiale
modo essere eliminate con i soliti ... aggiustamen- metallico ottimo conduttore di elettricita come,
ti d'antenna. ad esempio, l'argento; in questo modo e possi-
bile raggiungere una bassissima resistenza di con-
tatto, valutabile attorno ai 50 millesimi di ohm.
DIVERSI TIPI DI COMMUTATORI La capacita intrinseca delle lamine di contatto e
D'ANTENNA molto bassa e raggiunge, al massimo, il valore di
0,2 pF. Tale caratteristica rende particolarmente
In commercio sono attualmente reperibili parti-
colari tipi di relé d'antenna, di tipo coassiale,
che presentano perdite molto ridotte e che in-
troducono piccolissimi disadattamenti di impe-
denza lungo le linee. Questi tipi di relé coassiali,
tuttavia, vengono a costare moltissimo; i modelli
surplus, ad esempio, costano una decina di mi-
gliaia di lire circa. Ed e proprio per questo mo-
tivo che abbiamo ritenuto necessario presentare
un progetto di relé coassiale d'antenna, di facile
realizzazione pratica e di basso costo. Questo
tipo di relé puo essere realizzato anche da coloro
che hanno da poco iniziato l'hobby dell'elettro- € :9
ruca.
Il nostro relé d'antenna, inoltre, e in grado di
fornire caratteristiche radioelettriche pari, se non
proprio superiori a quelle dei modelli commer-
ciali.
Per raggiungere le qualita ora citate ci siamo val-
si di un componente elettronico divenuto ormai
popolare e che abbiamo gia avuto modo di pre-
sentare nel fascicolo di maggio dello scorso anno
in un progetto di antifurto. Si tratta dei con-
tatti reed, che vantano doti di alta resistenza di
isolamento, di basse capacita parassite fra i con-
Fig 1 - Ogni contatto reed composto da due lamine
tatti e bassissima resistenza di contatto. di materlale magnetico, affacciate fra loro su due estre-
Per risparmiare danaro, molti dilettanti ricorro- mita. Le lamine sono racchiuse in un'ampolla di vetro
no ai relé di tipo solido, realizzati tramite diodi. contenerte gas inerte. Ques'ultima caratteristica ren-
de possibile il funzionamento di un contatto reed anche
Tuttavia, , zsta soluzione puó costituire una in ambienti in cui sono riposti materiali infammabili o
valida alternativa all'impiego dei normali relé, esplosivl.

341
Fig. 2 - In condizioni normali, le estremita delle lami-
ne risultano staccate fra loro, senza comporre alcun
contatto elettrico (A). In condizioni di lavoro (B), otte-
nute tramite l'avvicinamento di una calamita o l'immer-
sione del contatto reed in un campo elettromagnetico,
le estremita delle lamine compongono un contatto elet-
@ trico, perché risultano unite fra loro.
iiiiii
E

@
e

gradito luso dei contatti reed nei circuiti di alta contatti reed, e rappresentata dalla loro grande
frequenza dove, anche in presenza della corrente rapidita di funzionamento, valutabile attorno al
alternata, si possono realizzare buoni isolamenti. millesimo di secondo, sia per il processo di attra-
La bassa capacita parassita dei contatti reed e zione, sía per quello di distacco.
dovuta alla esigua superficie metallica delle la- Per ottenere le due azioni dei contatti, e suffi-
mine che si affacciano tra loro. ciente un campo magnetico di bassa intensita e
Come si sa, il valore capacitivo di un conden- ció significa che con i contatti e possibile co-
satore e determinato dalla superficie delle lamine struire dei relé particolarmente sensibili e di di-
affacciantesi, dalla distanza di queste e da! die- mensioni molto ridotte.
lettrico interposto. La capacita e notevole quando Un ulteriore vantaggio dei contatti reed e rap-
le superfci delle lamine sono grandi; la capacita presentato da! fatto che essi possono essere uti-
e bassa quando le superfici affacciantesi sono pic- lizzati in ambienti facilmente incendiabili od
cole. esplosivi, perché la commutazione avviene all'in-
La tensione di isolamento dei contatti reed, in terno di un'ampolla di vetro contenente atmo-
corrente continua, varia, a seconda dei modelli, sfera inerte.
fra i 100 e i 4.000 volt circa, con resistenze di II gas inerte, presente dentro l'ampolla di vetro,
isolamento di valore valutabile intorno ai 70, impedisce il processo di ossidazione dei contatti,
80 megaohm e piü. permettendo la costruzione di un componente
Un'altra caratteristia, di notevole interesse, dei di lunga vita.

Fig. 3 - I contatto 1, sotto l'influsso del nord magnetico


della calamita, diviene un sud magnetico nella parte
estema, mentre al centro, nel punto di contatto, divie-
ne un nord magnetico. 11 contatto 2, sotto l'influenza
di un sud magnetico, diviene un nord magnetico nella
parte estema, mentre diviene un sud magnetico nella
parte interna, cioé nel punto di contatto. Nella zona
in cui le due lamine si affacciano, dunque, esistono un
nord ed un sud magnetico. E come si sa, le polarita
magnetiche eteronime, cioe di nome diverso (un sud
ed un nord) si attraggono e il contatto reed, in pratica,
diviene un circuito chiuso.

342
LIRE 3.500
CASSETTIERA • MINOR •
Contenitore a 12 cassetti, componi-
bile ad incastro; dimensioni di un cas-
Fig. 4 - Quando il contatto reed risulta immerso in un
campo elettromagnetico, generato da un solenoide (bo-
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto e
bina), i due contatti si uniscono chiudendo il circuito provvisto di divisori interni.
elettrico. Per provocare l'allontanamento tra loro delle
due lamine, cioe per riportare il contatto reed nelle
normali condizioni di circuito elettrico aperto, basta in-
terrompere la corrente che scorre attraverso gli avvol-
gimenti della bobina. L'nterruzione della corrente pro-
voca l'interruzione del campo elettromagnetico.

FUNZIONAMENTO DEI CONT A TTI REED

Per ottenere il funzionamento di un contatto reed LIRE 3.800


si deve disporre di un campo magnetico, genera- CASSETTIERA • MAIOR
to da un magnete permanente, oppure di un cam-
Contenitore a 6 cassetti, componibile
po elettromagnetico, generato da un'elettrocala-
ad incastro; dimensioni di un casset-
mita (solenoide).
to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto e
In figura 1 e rappresentato il disegno di un con- provvisto di divisori interni.
tatto reed. Come si puó notare, esso e composto
da un'ampolla di vetro nella quale sono racchiu-
si due contatti metallici che, in condizioni nor-
mali, sono distanziati fra loro. @
In condizioni normali, cioé, i due contatti si pre-
sentano nel modo indicato in A di figura 2.
Quando i contatti reed si trovano sotto l'influs- Organizzate il vostro lavoro! Conser-
so di un campo magnetico o elettromagnetico vate sempre in ordine i componenti
esterno, le due lamine raggiungono la posizione elettronici! Trasformate, a poco a po-
indica ta in B di figura 2. co, il vostro angolo di lavoro in un
vero e proprio laboratorio!
Avvicinando un magnete permanente al contatto
reed, questo, sotto 'influenza del campo magne-
tico permanente, si magnetizza a sua volta e la
magnetizzazione avviene ne! modo seguente.
II contatto 1, sotto l'influsso del nord magnetico
della calamita, diviene un sud magnetico nella
parte esterna, mentre al centro, nel punto di con-
tatto, diviene un nord magnetico. Il contatto 2,
sotto !'influenza di un sud magnetico, diviene un
nord magnetico nella parte estema, mentre di-
viene un sud magnetico nella parte interna, cioe
ne! punto di contatto. Nella zona in cuí le due
lamine si affacciano, dunque, esistono un nord
ed un sud magnetico. E come si sa, le polaritá
magnetiche eteronime, cioe di nome diverso (un
sud ed un nord), si attraggono e il contatto reed,
in pratica, diviene un circuito chiuso (figura 3).
Lo stesso fenomeno si verifica quando il contatto
reed e immerso in un campo elettromagnetico
generato da un solenoide (figura 4).
II contatto reed diviene un circuito aperto, cioe
le lamine si distanziano fra loro, quando il ma-
gnete permanente viene allontanato, oppure
quando si interrompe la corrente che alimenta
l'elettrocalamita, cioe la corrente che fluisce at-
traverso il solenoide.
Fig. 5- Il contatto reed si chiude soltanto se il campo
magnetico esterno, generato da una calamita o da un
elettromagnete, risulta parallelo alle lamine del com- DIREZIONE DEL CAMPO MAGNETICO
ponente ed e di intensitá tale da provocare il movi-
mento delle lamine stesse. II disegno qui riportato vuole
interpretare questi concetti. Facendo ruotare un picco- Per provocare la chiusura dei contatti reed, il
lo magnete lungo una circonferenza di raggio perpen- campo magnetico, o elettromagnetico, deve ave-
dicolare all'asse del relé RL1, le lamine si attraggono re un certo valore di intensitá ma, ció che e
soltanto quando il magnete si trova nella posizione piü
vicina al relé (massima intensitil di campo magnetico). piü importante, l'asse virtuale della calamita o

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONTAGGIO
La realizzazione di questo semplice ricevitore rap- COSTA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette- L. 2,900 (senza altoparlante)
re alla prova le proprie attitudini e capacita nella L. 3.500 (con altoparlante)
oratica della radio.

344
dell'elettrocalamita <leve essere parallelo ai con-
tatti reed. Sarebbe la stessa cosa dire che il cam-
po magnetico o, meglio, le linee vírtuali del cam-
po magnetico debbono essere parallele ai con-
tatti reed. M2
Questi fenorneni sono parzialrnente illustrati nel-
le figure 5-6-7.
Spostando, parallelarnente ai contatti reed, una
piccola calamita, con moto circolare a raggio per-
pendicolare ai contatti reed, e possibile verifica-
re praticamente come la chiusura dei contatti av-
venga soltanto quando la calamita si trova in
prossimita del relé reed; questa esperienza vuole
interpretare il fenomeno per cui anche l'intensitá
del campo rnagnetico rappresenta un elemento di
notevole importanza per il funzionamento del
relé. ,
Il concetto illustrato in figura puó essere in-
terpretato anche. con l'esperienza di figura 6.
Fig. 7 - Quando il relé reed e chiuso, perché si trova
Infatti l'intensitá del campo magnetico influente sotto l'influenza del campo magnetico inducente gene-
rato da una piccola calamita, e possibile provocare il
distacco delle lamine, cioé l'apertura dell'interruttore,
allontanando dal componente il magnete M2, oppure
avvicinando al relé un secondo magnete, perfettamente
identico, ma con il campo magnetico in direzione op-
posta (M1), in modo da annullare completamente gli
effetti del campo magnetico generato da M2. Avvici-
nando al relé RL1 un terzo magnete (M3), orientato
allo stesso modo del magnete M2, si ottiene un rinfor-
zamento del campo magnetico generato da M2 e quin-
Fig. 6 - L'esperimento proposto nel disegno di figura 5 di un nuovo riavvicinamento delle lamine (interruttore
viene qui riproposto al lettore in modo leggermente chiuso).
diverso. Per riscontrare il fenomeno di chiusura del
relé reed, quando l'intensitá del campo magnetico e
massima, basta avvicinare o allontanare il magnete lun-
go una linea perpendicolare all'asse del relé, su un
piano orizzontale.

puó diminuire o aumentare anche avvicinando


o allontanando il magnete permanente da! relé
reed, lungo un asse perpendicolare al componen-
te.
Con le due esperienze, ora descritte, appare evi-
dente che, applicando in modo opportuno un
campo magnetico al relé reed, i contatti si chiu-
dono e lo stesso relé si presenta come un inter-
ruttore chiuso.
A questo punto sorge spontanea la domanda se-
guente: e possibile far aprire l'interruttore reed
mediante l'applicazione di un campo magnetico?
A tale domanda rispondiamo affermativamente.
L'apertura dei contatti e infatti possibile prema-
gnetizzando il contatto a riposo con un campo
magnetico di direzione opposta a quella del cam-
po magnetico di lavoro. I due campi magnetici
opposti, infatti si annullano reciprocamente. per-
mettendo !'apertura del relé reed.

345
L'esperimento riportato in figura 7 interpreta
questo fenomeno. Il magnete M2 mantiene in
GLI ATTREZZI condizioni di normalita il contatto RLl chiuso.
Avvicinando il magnete M1, con polarita opposte
DEL a quelle del magnete M2, i contatti del relé si a-
prono, perché il campo magnetico generato da Ml
PRINCIPIANTE annulla gli effetti prodotti da! campo magnetico
generato da M2. Avvicinando al relé RLl un ter-
zo magnete (M3), si ottiene un rinforzamento del
campo magnetico generato dal magnete M2, per-
ché in questo caso i due campi magnetici presen-

IN UN UNICO KIT
PER SOLE
LIRE 7.500
Fig. 8 - Tra i contatti reed e il relé reed il passo e
breve. La trasformazione avvlene reallzzando un avvol-
gimento di filo di rame sull'involucro di vetro, in modo
CONTIENE: da ottenere un elettromagnete. La bobina, ovviamente
dovra essere fatta attraversare dalla corrente elettrica,
saldatore istantaneo (220 V - 90 W) in modo da produrre un campo elettromagnetico pilota
punta rame .di ricambio dei contattl reed.
1 scatola pasta saldante
90 cm. di stagno preparato in tubetto
1 chiave per operazioni ricambio punta saldatore
paio forbici isolate
pinzetta a molle in acciaio inossidabile con tano la stessa direzione. In altre parole si puó dire
punte internamente zigrinate
che il magnete M3, con il suo campo magnetico,
cacciavite isolato alla tensione di 15000 V
rinforza il campo magnetico del magnete M2,
4 lame intercambiabili per cacciavite con innesto
a croce provocando la chiusura dei contatti reed ed an-
nullando quindi gli effetti del campo magnetico
generato dal magnete M1.

Le richieste del kit degli - ATTREZZI DEL PRIN-


CIPIANTE » debbono essere fatte a: Elettronica
Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti n. 52, in- RELE' REED
viando anticipatamente l'importo di L 7.500 a
mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482 (spese
di spedizione comprese). Abbiamo finora parlato di contatti reed, ma ab-
biamo anche accennato ai relé reed. Tra un ele-
mento e l'altro, comunque, il passo e breve, per-

346
fl ANT

:
RX

r 1
1
1
~
-
1
1 ·~
TX

z
1 1

11
RL1 RL2

S1

ché basta sistemare un contatto reed hll'interno


di un solenoide per ottenere un efficacissimo relé
dotato di tutte le caratteristiche del contatto reed
Fig. 9 - 11 circuito del commutatore coassiale d'antenna (figura 8).
consta di due relé reed (RL 1 -RL2), alimentati con la Con il relé reed e possibile costruire il com-
tensione continua di 12 V. 11 commutatore S1, che puo mutatore coassiale d'antenna, che rappresenta
essere quello montato sul microfono del trasmettitore,
commuta la linea di discesa d'antenna sull'entrata del l'argomento su cui abbiamo impostato questo
ricevitore o su quella del trasmettitore. articolo.

347
NT.

RX

Fig. 10 - Piano di montaggio del commutatore coassiale


d'antenna. 1 due contatti reed risultano lnseriti su due
tubetti di rame o di ottone, saldati al centro fra loro
e ai due bocchettoni d'uscita. Sul punto centrale del
tubo viene reallzzato un foro, attraverso il quale pas-
sano i conduttori dei contatti reed saldati al terminale
caldo dello spezzone di cavo coassiale, che deve avere
un valore di impedenza pari a quello del cavo di di-
scesa d'antenna.

CIRCUITO DEL COMMUTATORE circuito di entrata del ricevitore e quello di usci-


D'ANTENNA ta del trasmettitore, il cavo di discesa di anten-
na. Ma ció non e assolutamente possibile, anche
Rappresentiamo in figura 9 lo schema elettrico se il collegamento in parallelo del cavo di disce-
del circuito di un commutatore coassiale d'an- sa di antenna e necessario pur disponendo del
tenna. Come si puó notare, la concezione circui- commutatore coassiale di antenna. lnfatti, anche
tale del progetto e molto semplice. se il ricevitore rimane spento durante il lavoro
La commutazione dei due relé RL1-RL2 avvie- di trasmissione, il segnale di alta frequenza, che
ne mediante il deviatore S1, che potra essere van- assume un particolare valore di potenza, entran-
taggiosamente sostituito dal deviatore inserito ne! do negli stadi di ingresso del ricevitore, distrug-
microfono (push to talk) dell'apparato trasmet- gerebbe irreparabilmente i transistor del circuito
titore. di entrata. Abbiamo cosi interpretato l'impossibi-
In ricezione il relé RLl risulta alimentato dalla lita di agire soltanto sui circuiti di alimentazione
pila a 12 V, mentre la corrente di alimenta- dei due apparati, ricevente e trasmittente, ed ab-
zione non scorre attraverso l'avvolgimento del biamo ancora una volta ribadito il concetto di
relé RL2. In questo modo il segnale provenien- necessita di impiego del commutatore coassiale
te dall'antenna raggiunge soltanto l'apparato ri- d'antenna.
cevente. Viceversa accade durante il processo di
trasmissione, quando S1 viene commutato verso
destra e si alimenta il relé RL2. REALIZZAZIONE PRATICA
In pratica, dunque, si tratta di agire soltanto su!
circuito di alimentazione e ció potrebbe far sor- La caratteristica principale del commutatore d'an-
gere il dubbio della inutilitá di questo commuta- tenna coassiale, non rilevabile nello schema elet-
tore d'antenna. Perché qualche lettore potrebbe trico di figura 9, consiste nell'inserimento diretto
pensare di agire soltanto e direttamente sui cir- dei contatti reed in una unica linea di alimenta-
cuiti di alimentazione del, trasmettitore e del ri- zione ad impedenza costante, che non disadatta
cevitore, dopo aver collegato in parallelo, con il l'antenna.

348
IN SCATOLA
DI
MONTAGGIO
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Con questa
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rapidamente,
senza alcun
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tutti i comandi a distanza
reperibilitá di
materiali, un
efficiente
fotocomando La scatola di montaggio deve essere richiesta a: ELET-
adatto a tutte TRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti 52,
le appllcazioni inviando anticipatamente l'importo di L. 9.700 a mezzo
di comandi a vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482. Nel prezzo sono
dlstanza. comprese le spese di spedizione.
tempo, in due parti esatte, creando in un punto
della sezionatura un piccolo foro, necessario per
il passaggio dei fli conduttori. Dentro i due tu-
betti verranno inseriti due contatti reed e in
corrispondenza di questi, all'esterno del 'tubo,
verranno inserite le due bobine L1-L2, in modo
da formare due elettromagneti.
I due terminali centrali, dei due contatti reed,
verranno saldati tra loro e al conduttore centrale
dello spezzone di cavo coassiale collegato, all'al-
tra estremita, al hocchettone d'antenna; questo
spezzone di cavo coassiale deve avere lo stesso
valore di impedenza del cavo con cui e realizzata
la linea di discesa d'antenna. Una volta effettua-
te queste saldature, si provvederá a saldare fra
Fig. 11 - E' assai importante che i due tubetti, destinati loro i due tubetti metallici, passando lo stagno
a formare un tubetto unico tramite saldatura a stagno, lungo la linea di separazione, ma lasciando aper-
siano di reme o di ottone, cioe di materiale non ma- to il foro superiore, cosí come indicato nei dise-
gnetico, in modo da favorire l'influenza dei campi elet- gni di figura 10 e 11.
tromagnetici estemi sui contatti reed . Le dimensioni
riportate nel disegno sono espresse in millimetri. 1 due E' ovvio che i terminali dei contatti reed e il
tubetti si ottengono segando a meta un unico tubetto filo centrale del cavo coassiale non debbono in
e creando un foro nella parte superlore. alcun modo toccare il tubetto metallico; essí, cioe,
debbono risultare ben isolati dalle parti metalli-
che.
La calza metallica dello spezzone di cavo coas-
Come e dato a vedere in figura 10, la linea e sta- siale <leve essere collegata con il metallo dei due
ta realizzata introducendo i contatti reed in un tubetti, che ormaí sono divenuti, almeno elettri-
tubetto metallico, che puó essere di ottone o di camente, un tubetto soltanto.
rame, cioe di metalli facilmente saldabili ma Le due estremita del tubetto metallico dovranno
NON MAGNETICI. essere saldate a stagno sui due bocchettoni d'usci-
Il tubo metallico, vuol simulare un vero e proprio ta del commutatore coassiale (RX-TX). Tuttavia,
cavo coassiale in cui il rame o l'ottone rappre- prima di effettuare queste due saldature, si do-
sentano la schermatura estema. vra provvedere alle due saldature interne, cioe
La realizzazione del tubetto di metallo deve essere alle saldature dei contatti reed con i terminali
ottenuta seguendo il disegno, e i dati costruttivi « caldi » dei due bocchettoni d'uscita.
riportati in esso, espressi in millimetri, di figura Sopra i contatti reed, ·come abbiamo detto, do-
11. Il tubetto deve essere diviso, in un primo vranno essere inserite due bobine; questo inseri-

BOBINA

Fig. 12 - Il relé reed deve essere costruito nel modo


indicato in questo disegno. L'elettrocalamlta si ottlene
avvolgendo 6.000 spire circa di filo di rame smaltato
del diametro di 0,1 mm sopra il contatto reed.

350
alimentatore stabilizzato
JOLLY con protezione elettronica
IN SCATOLA DI
MONTAGGIO
L. 15.500
CARATTERISTICHE
Tensione variabile in modo continuo: 0,7 V - 22 V
Corrente massima alla mínima tensione: 1,1 A
Ronzio residuo con assorbimento di 1 A: 1 mV per
1 V d'uscita
Presenza di limitatore elettronico di corrente.
Protezione dell'alimentatore dalle correnti inverse.
Stabilizzazione termica.
Protezione contro le correnti inverse.

é un apparato assolutamente necessario a tutti


gli sperimentatori elettronici dilettanti e pro-
fessionisti.
11 kit e comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realizzazione dell'alimentatore riprodotto nel-
la foto. Per richiederlo basta inviare !'importo di L. 15.500 a mezzo vaglia, assegno circolare o e.e.
p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA 20125 MILANO - Via Zureti, 52 (nel prezzo so-
no comprase anche le spese di spedizione).

mento deve avvenire prima delle saldature a una vera e propria gabbia di Faraday. Le di-
stagno. mensioni del contenitore dovranno essere tali da
La costruzione delle bobine deve essere fatta se- poter contenere agevolmente i tre connettori e i
condo il disegno di figura 12. due relé reed .
Le due bobine debbono essere formate da 6.000
spire, circa, di filo di rame smaltato del diame-
tro di 0,1 mm; l'avvolgimento non richiede una
perfezione tecnica e puo essere ottenuto anche
manualmente; ció vale ovviamente per coloro che
sono sprovvisti di bobinatrice o di attrezzo so-
stitutivo.
La corrente assorbita dalle due bobine Ll-L2
si aggira intorno ai 12 mA, con la tensione con-
tinua di alimentazione di 12 V. Nel caso in cui
.I.BBO PERLA
questo valore risultasse notevolmente superato,
converra inserire, per tentativi, qualche resisten-
za di limitazione di corrente, tenendo sempre
ben presente che i contatti reed, per chiudersi,
NA SICUREZZA DI
RICEVERE
MENSILMENTE
richiedono un campo elettromagnetico di una
certa intensitá.
Il contenitore del commutatore coa.ssiale d'anten-
na, per ovvii motivi, dovrá essere metallico, cosí
TEVI LA VOSTRA
RIVISTA

come indicato in figura 10, in modo da costituire


SOLTANTO CON IL MICROFONO DIREZIONALE E' POSSIBILE CAPTARE
I SUONI DI UNA DETERMINATA SORGENTE SONORA, SELEZIONANDO-
LA FRA TUTT E QUELLE PRESENTI NELLE VICINANZE. IL RONZIO DI UNA
APE O IL CANTO DI UN UCCELLO POTRANNO ESSERE CHIARAMENTE
REGISTRATI SENZA ALCUNA INTERFERENZA SONORA.

IL MICROFONO
SELETTIVO
I piu recenti films di spionaggio e le ben note vi- Uno dei piü suggestivi, fra questi, puó essere
cende relative alle intercettazioni telefoniche, che considerato il microfono direzionale, cioe il mi-
hanno suscitato scalpore nell'opinione pubblica, crofono in grado di selezionare le varie sorgenti
hanno fatto conoscere al grosso pubblico, cioe sonore, permettendo di ascoltarne una soltanto.
anche agli incompetenti di elettronica, i vari stru- Questo tipo di apparato ci e stato piu volte ri-
menti che sono entrati a far parte del corredo chiesto dai nostri lettori, per scopi tecnici, scien-
tecnico dell'investigatore. tifici o pratici.

352
Abbiamo dunque accolto questo tipo di richieste, In ogni caso l'uso piü naturale e immediato del
con la certezza che i nostri lettori sapranno fare microfono direzionale rimane quello della regi-
del microfono selettivo un uso corretto e piu che strazione, in luogo aperto, di un'intervista, senza
legittimo, evitando l'intromissione indiscreta in che i rumori circostanti disturbino il processo di
un dialogo privato o l'ascolto di una conversa- registrazione.
zione a distanza. Affidiamo quindi al buon senso
del lettore !'uso di questo particolare microfono,
anche se esso puo rappresentare un apparato in MICROFONI PROFESSIONALI
grado di violare l'intimitá privata.
Perché non sarebbe concepibile privare lo spe- E' ovvio che, quando si vogliono ottenere risulta-
rimentatore di un progetto cosl interessante e ti altamente validi ne! settore della captazione di-
utile come il microfono selettivo. Cosi come non rezionale dei suoni, si deve ricorrere all'uso di
e concepibile non vendere alla massaia un col- microfoni appositamente costruiti, dotati di ele-
tello da cucina perché questo potrebbe essere menti paraboloidi, in grado di concentrare i « rag-
usato come arma offensiva. Se e vero, infatti, gi» acustici in un fuoco virtuale ne! quale viene
che il microfono altamente direzionale puo esse- sistemato il microfono. A questo scopo !'industria
re usato per. .. origliare al di la dei muri e delle ha provveduto alla realizzazione di tunnel acu-
porte, e altrettanto vero che esso puó essere usa- e
stici e di altri elementi che non il caso di elen-
to per condurre a termine importanti esperimen- care in questa sede. Perché le pretese di un di-
ti scientifici come, ad esempio, la registrazione a lettante rimangono sempre contenute nei limiti
distanza di suoni e voci emessi da insetti e ani- della semplicita e dell'immediatezza costruttiva.
mali, oppure lo studio delle risonanze acustiche La realizzazione di un microfono direzionale, di
di un locale. tipo dilettantistico, si ottiene cercando di ... truc-
care, nel modo migliore possibile, un normale
microfono, cosl da conferirgli le necessarie do-
ti di direzionalita. E questo e quanto vogliamo
proporre ai nostri lettori, invitandoli poi ad ac-
coppiare il microfono direzionale con un appara-
to preamplificatore ad alto guadagno, in grado di
trasformare il microfono direzionale in un ap-
parecchio ricettivo molto sensibile, con la possi-
bilitá di captare suoni anche alla distanza di al-
cuni metri, ovviamente tenendo conto della in-
tensita della sorgente sonora.
Fig. 1 - Questo dise-
gno interpreta il lavoro
costruttivo del microfo-
no direzionale. • 1 due
tubi coassiali isolano
acusticamente il micro-
TUBO ESTERNO u fono vero e proprio
r
o dalle sorgenti sonore
z circostanti. L'intercape-
·O
TUBO INTERNO 0 dine, asistente fra i
I due tubi, deve essere
o
z riempita dolcemente, e
o
non forzatamente, con
G0MM PIUMA gommapiuma. Con que-
sto stesso materiale si
applica, in sospensione,
il microfono nel tubo
interno. La lunghezza
del tubo esterno puo
essere di 50 cm., mentre quelia del tubo interno dovra
risultare piü piccola.

CATEGORIE DI MICROFONI
mentare l'isolamento rispetto ai rumori collate-
I comuni microfoni, quelli utilizzati nei registra- rali.
tori o negli impianti di sonorizzazione, possono
essere suddivisi in piu categorie e con criteri di-
versi. La suddivisione puo essere fatta tenendo COSTRUZIONE DEL MICROFONO
conto del principio di funzionamento del compo-
nente, della sua sensibilitá, della resistenza di usci- Il concetto costruttivo del microfono direzionale
ta ed anche della sua direzionalita. Tenendo conto viene interpretato dal disegno riportato in fi-
del principio di funzionamento del microfono, gura l.
si possono ricordare i seguenti tipi: microfoni I due tubi, che concorrono alla costruzione del
piezoelettrici, magnetodinamici, a condensatore, microfono direzionale, sono di materiale classico.
a nastro, ecc. La suddivisione dei microfoni ef- I] tubo esterno presenta un diametro molto piü
fettuata in base alla loro sensibilita, invece, tie- elevato di quello del tubo interno. Il microfono
ne conto della tensione d'uscita generata in fun- vero e proprio risulta sospeso su un cuscinetto di
zione della pressione sonora esercitata sulla parte gommapiuma di forma cilindrica. L'intercapedi-
sensibile. Per quanto riguarda poi la resistenza ne, esistente fra il tubo esterno e quello interno,
d'uscita, questa puó essere bassa, media, alta, deve essere riempita di gommapiuma molto mor-
altissima. Dei microfoni direzionali abbiamo gia bida, in modo da smorzare il piu possibile le on-
detto in precedenza. E possiamo ora aggiungere de sonore circostanti.
che essi sono molto utili per ridurre le reazioni Il tubo di maggior diametro deve anche essere
elettroacustiche, che si verificano quando un mi- leggermente piu lungo di quello di diametro mi-
crofono capta le onde sonore prodotte dall'alto- nore.
parlante cui esso e collegato tramite l'amplifica- In questo modo si e creato un vero e proprio
tore (effetto Larsen). tunnel che, durante l'uso del microfono, dovra
I normali microfoni non sono dotati di una buo- essere orientato verso la sorgente sonora che si
na direzionalita, perché essi captano suoni da vuol ascoltare.
tutte le direzioni, anche se la maggior parte dei Ricordiamo che la gommapiuma non dovra es-
suoni risultano attenuati rispetto a quelli prove- sere inserita a forza nell'intercapedine presente
nienti dalla direzione principale. Ma i comuni fra i due tubi, ma dovrá essere compressa, cosí
microfoni possono essere trasformati facilmente da formare una sospensione morbida in grado di
in microfoni direzionali, purché si faccia uso di effettuare una efficace azione assorbente dei ru-
condotti sonori di una certa lunghezza. Ed e pro- mori circostanti.
prio su questo principio costruttivo che sí basa La lunghezza dei tubi non costituisce una gran-
il nostro progetto, per il quale un normale mi- dezza critica. Per la maggior parte delle applica-
crofono, di tipo ohmnidirezionale, viene inserito zioni pratiche, ad esempio, potra essere sufficien-
in un condotto acustico di una certa lunghezza te una lunghezza di 50 cm. circa, tenendo conto
e mantenuto in « sospension.e » in modo da au- che, aumentando la lunghezza dei tubi, aumenta

354
CARACOL
RADIORICEVITORE IN SCATOLA DI MONTAGGIO
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8 TRANSISTOR

2 GAMME D'ONDA

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tato e perfettamente funzionante, allo stesso prez- Semiconduttori: 8 transistor + 1 diodo
zo della scatola di montaggio: L. 9.400 (senza Alimentazione: 6 Vcc (4 elementi da 1,5 V)
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Ricezione in AM: 150 265 KHz (onde lunghe) Comandi esterni: sintonia - volume - interruttore
Ricezione in AM: 525- 1700 KHz (onde medie) - cambio d'onda

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C2

......... o

R2 R3
S1

11 ~ lí
C1
2

1 L 6
- ó
/
9V
3
I
ENTR

R1 11
+
-

C3 IIc4
r l
11 11

C5
te
USCIT e

Fig. 2 - Circuito elettrico del preamplificatore ad alto


guadagno, facente impiego dell'operazionale µA741 o
degli equivalenti L741-LM741. L'alimentazione del cir-
cuito e ottenuta con una pila a 9 V. COMPONENTI
Condensatori
C1 = 500.000 pF
la direzionalita del microfono. Ma quest'ultima C2 = 20.000 pF
aumenta anche diminuendo il diametro del tubo C3 = 50 F - 12 VI. (eletatrolitico)
interno. C4 = 68 pF
es = 200 F - 12 VI. (elettrolitico)
C6 = 500.000 pF
PREAMPLIFICATORE AD ALTO Resistenze
GUADAGNO R1 = 10.000 ohm
R2 = 10.000 ohm
R3 = 1 megaohm (potenz. a variaz. lin.)
La sensibilita del microfono direzionale sopra de-
R4 = 5.000 ohm (potenz. a variaz. log. con
scritto e quella propria del microfono inserito intrerutt.)
nel tunnel sonoro. Ma questa sensibilita puo ri-
sultare insoddisfacente per gli usi cui viene de- Varie
stinato questo apparecchio. E poiché con il mi-
IC = circuito integrato tipo µA741
S1 = interrutt. incorpor. con R4
crofono direzionale risultano quasi completamen- PILA = 9V
te scongiurati i pericoli di reazione acustica, ov-

356
USCITA ENTR.

c2

R3

viamente averido l'accortezza di non dirigere il Fig. 3 - Il cablaggio del preamplificatore ad alto gua-
microfono verso gli altoparlanti, e conveniente dagno deve essere necessariamente realizzato in un
contenitore metallico con funzioni di schermo elettro-
aumentare la sensibilitá dello strumento colle- magnetico. 1 cavetti di collegamento devono essere
gandolo ad un preamplificatore ad alto guada- ottenuti con conduttori schermati.
gno che abbiamo ritenuto opportuno realizzare
servendoci di un circuito integrato operazionale,
che possa fornire, molto semplicemente e senza
creare grossi problemi, un guadagno fino a 50.000 gli equivalenti: L741-LM741, ecc.
volte. Il terminale 2 dell'integrato rappresenta l'entra-
ta « inverting » dell'amplificatore; l'uscita e rap-
presentata da! piedino 6 e in essa e presente un
CIRCUITO DEL PREAMPLIFICATORE segnale amplificato e sfasato di 180 rispetto a
quello d'entrata. E' quindi possibile applicare.
11 circuito elettrico del preamplificatore ad alto fra il terminale d'uscita 6 e il terminale de ntrata
guadagno e rappresentato in figura 2. 2, una rete di controreazione, che permette di
Il segnale proveniente da! microfono viene ap- stabilizzare il guadagno dell'amplificatore e, allo
licato, tramite il condensatore di accoppiamen- stesso tempo, di controllare la tonalitá. La rete
to Cl, al piedino 2 dell'integrato IC, rappresen- di controreazione e rappresentata dal potenrzio-
tato dall'amplificatore operazionale A741, o da- metro R3 e dal condensatore C2.
11 guadagno dell'amplificatore dipende in gran metro, a variazione lineare, del valore di 2 me-
parte dall'impedenza del microfono utilizzato. gaohm circa. Il cursore di questo secondo po-
Con i microfoni a bassa impedenza, ad esempio, tenziometro .dovrá essere collegato con il termina-
si ottiene il massimo guadagno; ma i microfoni le 2 dell'integrato, mentre uno dei due terminali
a bassa impedenza sono, per loro natura, scarsa- estremi del potenziometro verra collegato con il
mente sensibili. Con i microfoni ad alta impe- terminale 6 dell'integrato. Ma l'inserimento del
denza, invece, si ottiene un miinor guadagno, ma secondo potenziometro puó non essere completa-
questi sono generalmente molto sensibili. Queste mente sufficiente per scongiurare il fenomeno di
semplici considerazioni permettono di conclude- saturazione del preamplificatore. E' meglio quin-
re che, qualunque sia il tipo di microfono utiliz- di aumentare il valore ohmmico del potenziome-
zato, ad alta o a bassa impedenza, si viene a de- tro a variazione lineare R3 da 1 megaohm (valore
terminare una certa azione automatica che sta- prescritto) a 2 megaohm. In questo modo, quan-
bilizza il guadagno del sistema microfono-amplifi- do l'intera resistenza del potenziometro ausilia-
catore. Concludiamo, dunque, dicendo che, con rio risulta inscrita, si ottiene il massimo guada-
qualunque microfono si ottiene sempre lo stesso gno, che e parí a quello ottenuto con la sola re-
risultato di amplificazione. sistenza originale R3 = 1 megaohm. Quando il
Le resistenze R1-R2, unitamente al condensato- potenziometro ausiliario risu_[ta cortocircuitato, il
re, elettronico C3, concorrono a stabilire la ten- guadagno del preamplificatore risulta quasi nul-
sione di polarizzazione sul terminale 3 d'entrata lo. Nelle posizioni intermedie e possibile ottenere
dell'integrato (non inverting). valori di guadagno tali da non saturare il pream-
La resistenza R4, collegata all'uscita dell'ampli- plificatore e da aumentare, allo stesso tempo, il
ficatore, tramite il condensatore C6, consente di limite di sensibilitá del microfono direzionale.
regolare il livello d'uscita del segnale. Si tratta
in pratica di un potenziometro da 5.000 ohn a
variazione logarítmica. COSTRUZIONE DEL PREAMPLIFICATORE
L'insieme microfono-preamplificatore e molto
sensibile e ció significa che esso non puó essere La realizzazione pratica del circuito del pream-
avvicinato a sorgenti sonore a l ivello troppo ele- plificatore e riportata in figura 3.
va to, perché in tal caso il preamplifcatore rag- E' assolutamente necessario che il circuito venga
giungerebbe immediatamente la saturazione, ren- racchiuso in un contenitore metallico di piccole
dendo incomprensibile il segnale. dimensioni, perché si tratta di comporre il ca-
blaggio di un preamplificatore a guadagno ele-
vatissimo.
UN UTILE ACCORGIMENTO Sul contenitore metallico, nella sua parte inter-
na, verranno saldati tutti i terminali di massa,
Per evitare !'inconveniente della saturazion.e del comprese le carcasse dei potenziometri e le boc-
preamplificatore, ne! caso in cui si voglia utiliz- cole di entrata ed uscita del circuito.
zare il microfono direzionale con livelli acustici Per semplificare il problema di inserimento del
medi o medio-forti, occorrerá inserire, in paral- circuito integrato, conviene approntare una pia-
lelo al potenziometro R3, un secondo potenzio- strina dí bachelite con piste di rame stampate,
cosi come indicato ne! disegno di figura 3. Con
questo sistema l'ancoraggio del componente. ri-
sultera piü semplice e razionale.
Trattandosi della realizzazione di un apparato

4BBO
amplificatore a guadagno molto elevato, il lettore
dovrá tener presenti tutte le norme che regolano
PERLA questi tipi di montaggi.
Per esempio i collegamenti di entrata ed uscita
SICUREZZA DI
NA RICEVERE
MENSILMENTE
fra microfono e preamplificatore e fra preampli-
iicatore di bassa frequenza e registratore, dovran-
no essere ottenuti con cavetti schermati, perché

TEVI
eventuali piccoli rumori di fondo, come ad esem-
LA VOSTRA pio i ronzii, captati dai conduttori, potrebbero
RIVISTA assumere proporzioni tali da compromettere il
funzionamento del sistema, risultando essi no-
tevolmente amplificati da! circuito del preampli-
ficatore.

358
-

CARICA BATTERIE
IN SCATOLA DI MONTAGGIO
a«asa asv-"
USCITA: 6 - 12 Vcc - 4 A
L. 14.500
■ ■
UN
1 TRE CANALI PILOTAo/-1 CON LE

TONALITA' '9AS E, fEDIE E • A-

A 0 «Pul,
abe
..........
FREQ
fAss
SEMPLICE

LUCI
PSICHEDELICHE
Le lucí psichedeliche rappresentano un moderno collegabile, in maniera estremamente semplice,
sistema per colorire, in modo. nuovo e originale, a qualsiasi riproduttore acustico, anche di bassa
la musica leggera, creando un'atmosfera di pia- potenza, cosl. come puo essere quella di una ra-
cevole suggestione collettiva. diolina tascabile.
Questo gioco permette dj far accendere e spe- II progetto del nostro apparato e dotato di una
gnere un certo numero di lampadine diversamen- sola entrata, che deve essere collegata con l'alto-
te colorate, con intensita di luce variabile al va- parlante dell'elemento riproduttore; ma il cir-
riare dell'intensita dei suoni riprodotti da un cuito e in grado di pilotare tre canali distinti, con •
amplificatore, un registratore o un giradischi, op- una potenza elettrica condizionata da! tipo di dio-
pure di quelli prodotti direttamente da una pie- di SCR; i tre canali d'uscita reagiscono, rispetti-
cola orchestra. vamente, alle note basse, alle medie e alle acute.
Il progetto, che ci proponiamo di presentare al Il controllo della luminositá delle lampade e
lettore, puo considerarsi, a nostro avviso, molto dunque affidato a tre diodi SCR e non a comuni
semplice, funzionale ed economico e, soprattutto, transistor che avrebbero oltremodo complicato

360
il progetto. Ma si puo dire anche che l'uso dei lo dei diodi SCR. E con i transistor si sarebbe
diodi SCR e apparso inevitabile, soprattutto nel verificata una inutile e rilévante dissipazione di
tener conto delle potenze in gioco, cioé delle po- potenza, per la quale si sarebbero dovuti utilizzare
tenze che si debbono controlLu e, e della bassa raffreddatori di grosse dimensioni, contrariamen-
potenza di pilotaggio. te a quanto avviene per gli SCR che, funzionan-
L'uso dei transistor avrebbe imposto, tra l'altro, do come interruttori elettronici, limitano la po-
il notevole problema di rettificare e livellare la tenza dissipata a valori trascurabili.
tensione di alimentazione per l'intero circuito,
imponendo l'uso di un alimentatore molto com-
plesso e costoso, in grado di controllare potenze V ANTAGGI DEGLI SCR
dell'ordine di alcune centinaia di watt.
Il costo dei transistor ad alta tensione, o ad ele- Con !'uso degli SCR si conseguono notevoli van-
vata corrente, nel caso di impiego di lampade a taggi. Per esempio si ottiene una notevole sen-
bassa tensione, avrebbe superato di molto quel- sibilita e una minima dissipazione di potenza a

361
SCR 3

. . " "l ." "·, ¿,· -Ú •


.. R1
_=-
R3 <5

Fig. 1 - Circuito elettrico dell'apparato per luci psiche-


deliche. L'entrata . e ottenuta tramite un trasformatore
che disaccoppia, elettricamente, il circuito dall'ampli-
flcatore di bassa frequenza. Le due pinze a bocea di
coccodrillo verranno fissate sui due terminali dell'al-
toparlante dell'amplificatore. I tre gruppi di lampade,
diversamente colorate, verranno collegati con le usci-
te U1-U2-U3. '
COMPONENTI
Condensatori
C1 = 1 F (elettrolitico) quella effettivamente controllata.
C2 = 1 F (elettrolitico) Il diodo SCR, come si sa, agisce come un inter-
C3 = 100.000 pF ruttore, la cui apertura o chiusura, anziché essere
comandata manualmente tramite un pulsante,
Resistenze viene controllata elettronÍcamente mediante im-
R1 = 1.000 ohm - 5.000 ohm (trimmer) pulsi elettrici applicati ad un elettrodo, che pren-
R2 = 91 ohm de il nome di « gate» o «porta». Piü precisa-
R3 = 1.000 ohm - 5.000 ohm (trimmer) mente, !'impulso elettrico, applicato al gate, co-
R4 = 120 ohm
manda soltanto l'innesco dellSCR, cioe la chiu-
R5 = 1.000 ohm - 5.000 ohm (trimmer)
R6 = 1.500 ohm sura dell'interruttore, mentre il disinnesco, cioe
R7 = 220.000 ohm !'apertura dell'interruttore, avviene automatica-
mente, quando la corrente che attraversa il dio-
Varie do scende al di sotto di un certo limite, in prati-
SCR1-SCR2-SCR3 = 40379 della RCA ca molto basso; il disinnesco puó essere ottenuto
T1 = trasformatore d'accoppiamento da 1 W -
8 ohm (vedi testo) manualmente, interrompendo anche per un solo
LN = lampada-spia al neon (220 V) istante la corrente di alimentazione, oppure, au-
S1 = interruttore doppio tomaticamente, quando la corrente altemata che
alimenta il circuito passa attraverso lo zero.

362
IMPULSI D'INNESCO lizzati soltanto con componenti passivi, cioé con
resistenze e condensatori. Ma questo tipo di se-
In ogni impianto di luci psichedeliche, gli impulsi parazione delle frequenze non costituisce affatto
di innesco, che permettono l'accensione delle un elemento negativo del progetto, perché le se-
lampade colorate, sono rappresentati dal segnale parazioni troppo marcate non sono in grado di
audio prelevato dall'amplificatore di bassa fre- accompagnare la musica con effetti gradevoli.
quenza, in modo da ottenere un sincronismo per-
fetto fra i suoni emessi dall'altoparlante e i lam-
pi di luce generati dalle lampade.
Con l'uso di semplici fltri, i suoni possono essere
suddivisi in diversi canali, prima di raggiungere
i diodi SCR. La suddivisione dei suoni viene ef- Fig. 2 - Cablaggio su circuito stampato dell'apparato
fettuata rispetto alla frequenza dei suoni stessi, per lucí psichedeliche. Le tre resistenze semifisse (trim-
mer potenziometrici) potranno essere sostituite con al-
in modo da ottenere l'accensione di una lampa- trettanti normali potenziometri, in mo'o da ottenere un
da, quando il suono e particolarmente grave, e controllo rapido del livello del segnale da inviare a
di un'altra quando il timbro e acuto. ciascun canale. 11 valore di questi tre componenti (R1-
Vogiiamo tuttavia precisare che, nel progetto R3-R5) puo oscillare fra i 1.000 e i 5.000 ohm. Le alet-
te di raffreddamento dei diodi SCR svolgono un du-
da_ noi presentato, questa separazione non e net- plice compito: dissipazione del calore e collegamento
ta, perché si fa uso di filtri molto semplici, rea- con l'anodo del componente.

use.,

USC.2

USC.3

RADIATORI

ALL' ALTOPARLANTE
ALLA use 1

Fig. 3 - In questo dise-


gno viene proposta, al
lettore, una pratlca so-
luzione del sistema di
ALLA use 2 accensione dei tre
gruppi di lampade di-
versamente colorate. Le
lampade potranno esse-
re flssate lungo le pa-
reti di una stanza, nel
modo ritenuto piil sug-
gestivo.

ALLA USC 3

364
ANALISI DEL CIRCUITO

L'entrata del circuito, rappresentato in figura 1,


e costituita da due pinze a bocea di. coccodrillo.
Queste pinze debbono essere applicate diretta-
mente sui terminali dell'altoparlante, dai quali
viene prelevato il segnale di bassa frequenza che,
induttivamente, si trasferisce dall'avvolgimento
primario a quello secondario del trasformatore
di accoppiamento Tl.
Il tipo di collegamento a trasformatore e ne,,-
cessario per evitare ogni complicazione di isola- Fig. 4- Nel caso in cui i tre diodi SCR dovessero pro-
mento tra l'apparato e la sorgente di segnali. Non vocare disturbl nella riproduzlone sonora dell'amplifi-
catore di basea frequenza o in quella di apparecchi
sussiste il pericolo di formazione di cortocircuiti radio funzlonanti nelle vicinanze, occorreril reallzzare
o di danneggiamento dei componenti dell'ampli- questo filtro, collegandolo in serle con il circuito di
ficatore, che puo essere anche di tipo ad alta fe- alimentazione. Si tratta di un filtro antirumore compo-
delta e quindi molto costoso. sto da due induttanze e da due condensatori. Questi
ultimi sono identici tra loro ed hanno il valore di
Dall'avvolgimento secondario del trasformatore 100.000 pF - 400 VI. Le due induttanze L1-L2 sono da
Tl il segnale viene prelevato ed applicato con- 100-200 H; la loro realizzazione pratica e amplamente
temporaneamente, ai tre potenziometri R1-R3-R5, descritta nel testo.
con i quali e possibile <losare il livello del segnale
pilota applicato al gate dei diodi SCR.
Gli impulsi pervengono al gate degli SCR dopo
aver attraversato dei filtri passa-basso e passa-alto. RETE
II diodo SCR, ad esempio, si innesca prevalente- r ) (o}
mente con segnali di bassa frequenza; il diodo
SCR2 si innesca con segnali di tonalitá media,
mentre il diodo SCR3 si innesca con gli acutí.
In parallelo con la linea di alimentazione di
rete-luce sono state inserite, in serie tra loro, la
resistenza R7 e la lampada-spia LN. La resisten-
n
za R7 rappresenta la resistenza limitatrice di
corrente, mentre la lampada al neon LN permet-
te di segnalare la messa in funzione dell'intero
apparato.
r r
N)

COLLEGAMENTO CON LE LAMPADE

Le lampade colorate, destinate a fornire l'effetto


di luci psichedeliche, debbono essere collegate
con le prese U1-U2-U3. La potenza delle lam-
pade <leve essere ovviamente subordinata a quel-
la sopportabile dai diodi SCR.
o
In figura 3 viene suggerita una particolare dispo- N
sizione del sistema di accensione di 6 lampade.
Queste possono essere distribuite lungo le pareti
di' una stanza. Lasciamo tuttavia al lettore il pia-
cere di risolvere questo problema secando i pro-
pri gusti; tenendo con to che le lampade di diver- , O l
so colore possono essere collegate con una sola USCITA
uscita, oppure si possono collegare lampade di
uno stesso colore con la medesima uscita.

365
Fig. 5.- Riprod uciam o in ques to
diseg no, in gra ndezz a natu ra le,
lo schem a del circ uito stam pato
necessario per la re allzza zlon e
del cablaggio dell' apparato per
luci pslched eliche.

REALIZZAZIONE PRATICA

Dato l'esiguo numero di componenti, la realiz-


zazione pratica dell'apparato per luci psichede-
Fig. 6 - lllustriamo in questo disegno la conformazione liche non presenta difficolta alcuna. Si tratta in-
del diodo SCR 40379 della RCA, consigliato per la fatti di un apparecchio che tutti possono realiz-
realizzazlone del progetto del generatore di luci psl- zare, anche coloro che si ritengono dei princi-
chedeliche, L'anodo, come si puó notare, e rappresen- pianti in materia di elettronica.
tato dall'involucro metallico estero del componente.
Pur essendo possibile qualsiasi sistema di cablag-
gio, vogliamo consigliare al lettore la realizza-
zione di un circuito stampato, cosí come indicato
ne! piano di cablaggio di figura 2, in modo da
AN0D0 semplificare e razionalizzare il circuito. II si-
stema del circuito stampato permette di evitare
errori di cablaggio e di inserimento dei compo-
GATE nenti elettronici, in particolare dei diodi SOR
che debbono risultare ben isolati fra loro.

COMPONENTI ELETTRONICI

CAT0D0 I componenti elettronici, necessari per la realiz-


zazione dell'apparato per luci psichedeliche, so-
no di facile reperibilitá commerciale.
Il trasfonnatore di accoppiamento Tl, in parti-
\ colare, non costituisce un elemento critico. In-
fatti, e possibile servirsi di un comune trasforma-,
tore di uscita, della potenza di 1 W,del tipo di
RIFERIMENT0 quelli usati perla composizione di un push-pull di
transistor, con impedenza d'uscita di 8 ohm.
E' ovvio che il trasformatore di uscita Tl dovra
essere montato nel circuito in connessione inver-

366
tita rispetto all'uso normale; lavvolgimento, raffreddamento, come quello indicato in fgura 2.
con impedenza di 8 ohm, infatti, agisce in que- Occorre cio realizzare una fascetta metallica nel-
sto caso da avvolgimento primario e deve essere la quale verra inserito il componente. La fascetta
collegato direttamente in parallelo con l'altopar- metallica si propone di risolvere contemporanea-
lante che riproduce la musica che si vuol... psi- mente due problemi: quello di effettuare uno
chedelizzare. Nei ricevitori radio o negli amplifi- scambio completo di calore tra diodo e piastrina
catori di bassa frequenza transistorizzati, nei qua- di raffreddamento, e quello di ottenere il colle-
li il trasformatore Tl · rappresenta l'elemento d'u- gamento elettrico con l'anodo del diodo stesso.
scita, quello che nel nostro circuito funge da In altri tipi di diodi SCR esiste un terzo termina-
avvolgimento primario viene utilizzato come av- le (anodo), collegato generalmente con l'involu-
volgimento secondario; viceversa, quello che ,nel cro esterno del componente; questo terminale
nostro circuito viene utilizzato come avvolgin)en- potra essere direttamente collegato con le prese
to secondario, nei ricevitori radio o negli ampli- d'uscita.
ficatori di bassa frequenza, viene utilizzato come
avvolgimento primario.
Ovviamente, trattandosi di un trasformatore di
uscita per push-pull di transistor, l'avvolgimen- GENERAZIONE DI RUMORE
to originariamente primario e, nel nostro caso,
secondario, e dotato di tre terminali: i due ter- I diodi SCR, a causa della commutazione della
minali estremi e quello relativo alla presa cen- tensione di rete, danno inevitabilmente origine a
trale; proprio quest'ultimo, nel nostro apparato, rumore. Ma se questo dovesse disturbare la ri-
deve essere lasciato inutilizzato, provvedendo al- produzione sonora dell'amplificatore di bassa fre-
l'isolamento del terminale stesso. quenza o quella di apparati radioriceventi posti
Coloro che desiderassero ottenere un controllo nelle vicinanze, sara necessario inserire, in serie
rapido del livello del segnale da inviare a cia- con il circuito di alimentazione, un filtro antiru-
scun canale, potranno sostituire i trimmer poten- more, come quello presentato in figura 4.
ziometrici R1-R3-R5 con altrettanti potenziome- Le induttanze L1-L2, necessarie per la compo-
tri di tipo normale, fissati sul pannello anteriore sizione del filtro, dovranno essere realizzate av-
del contenitore dell'apparato. volgendo del filo di rame smaltato, del diametro
I diodi SCR rappresentano i componenti elettro- di 0,3 - 0,5 mm entro nuclei di ferrite ad « olla »,
nici del circuito di un certo interesse. prodotti dalla Philips o dalla Siemens; citiamo,
ad eseinpio, i tipi P18/11 e AllO0. II numero
Come abbiamo detto in precedenza, questi diodi
delle spire sará di 20-30.
dovranno essere scelti tenendo conto della po-
tenza assorbita dalle lampade che si desidera pi- Coloro che non riuscissero a reperire i nuclei ad
lotare. « olla » potranno ricorrere ad una soluzione piu
semplice, avvolgendo una cinquantina di spire,
In ogni caso, i tre diodi SCR debbono essere
dello stesso tipo di filo prima citato, su due
adatti a sopportare la tensione di rete di 220 V
senza autoinnescarsi. bastoncini di ferrite, provvedendo alla scherma-
tura delle due induttanze L1 - L2 cosí realiz-
Ne! nostro progetto abbiamo utilizzato i modelli zate.
40379 della RCA, in grado di pilotare, ciascuno,
un insieme di lampade ad íncandescenza per una
potenza complessiva di 150 W circa, che puó con-
siderarsi una potenza piu che suficiente per un
uso domestico.
Questi diodi, da noi sottoposti alla prova pratica,
sí sono rivelati molto sensibili ed e questo il moti-
vo per cuí ci sentiamo di raccomandarli al lettore
ABBO PERLA
in tutti quei casi in cui la potenza dell'amplifica-
tore di bassa frequenza non risulti molto elevata.
Coloro che vorranno pilotare gruppi dí lampade
NA SICUREZZA DI
RICEVERE
MENSILMENTE

TEVI
ad incandescenza con potenze molto piu elevate,
dovranno ricorrere all'uso dí dioé:Ii SCR piu ro- LA VOSTRA
busti, tenendo conto che per il loro innesco e RIVISTA
necessaria una maggior potenza.
I diodi SCR, soprattutto quelli di piccola poten-
za, richiedono la realizzazione di un sistema di
DEDICHIAMO
ALCUNE PAGINE
DELLA NOSTRA
RIVISTA AD UNA
BREVE RASSEGNA
DELLE TECNICHE
PIU' MODERNE CHE
REGOLANO IL
PROCEDIMENTO DI
COLLEGAMENTI VIA
RADIO IN
STEREOFONIA,
PREPARANDO IL
LETTORE ALLA
FUTURA
REALIZZAZIONE DI
DECODIFICATORI
O SINTONIZZATORI
STEREO.

RADIOSTEREOFONIA
IN FM

368
11 sintonizzatore stereofonico e un dispositivo Il primo fra questi e che il segnale non deve es-
elettronico la cui diffusione, fra il grosso pubblico, sere ricevuto soltanto dai ricevitori radio stereo-
sta assumendo proporzioni notevoli. Con esso si fonici, ma anche da quelli monofonici, in ma-
possono ricevere i programmi sperimentali tra- niera del tutto compatibile. Il secondo problema
smessi dalla RAI in radiostereofonia, con il si- e che la frequenza portante del segnale stereo
stema della modulazione di frequenza. <leve essere la stessa, in modo da non raddoppiare
La qualita di questo argomento, e la scarsa Co- la sezione ricevente del sintonizzatore. Cio signi-
noscenza dei sistemi di ricezione e trasmissione di fica che non si deve trasmettere un canale su un
segnali radiofonici, fra la maggior parte dei no- particolare valore di frequenza e l'altro su valore
stri lettori, ci hanno convinti a destinare alcune di frequenza diverso. Ma a questi problemi se
pagine della nostra rivista ad una breve rassegna ne aggiungono altri, di natura piu o meno tecni-
delle tecniche piu moderne. che regolano questo ca, che per brevitá di trattazione non vogliamo
particolare procedimento di collegamenti via ra- prendere in esame.
dio, per puntualizzare le differenze sostanziali
esistenti fra le trasmissioni monofoniche e quelle
stereofoniche e per preparare il lettore alla futura IL SISTEMA MULTIPLEX
realizzazione di decodificatori o sintonizzatori per
la ricezione stereofonica. La tecnica cli trasm1ss10ne di un segnale stereo-
fonico, che sembra maggiorrnente soddisfare ogni
esigenza, e quella denominata « multiplex ». Es-
LA MODULAZIONE DI FREQUENZA sa consiste nella trasmissione alternativa dei due
canali stereofonici su di un unico canale mono-
La trasmissione di un segnale monofonico in mo- fonico. La commutazione dei due canali avviene
dulazione di frequenza avviene in maniera assai ad una f requenza di 38 KHz, e non solo per ren-
semplice. Il segnale di bassa frequenza, che rap- dere questa ultima inudibile, ma allo scopo di
presenta il segnale utile da trasmettere, modula la permettere una fedele ricostruzione dei due se-
frequenza di un'onda di alta frequenza (onda gnali.
portante), che funge da mezzo di trasporto del Cio discende da alcune considerazioni di ordine
segnale stesso. matematico, che assicurano la ricomposizione del
Nel ricevitore radio, il segnale di alta frequenza segnale solo ne! caso in cuí la frequenza di com-
viene eliminato, mentre con opportuni dispositivi mutazione risulti superiore al valore doppio della
discriminatori il segnale di bassa frequenza vie- frequenza massima del segnale, che nei segnali
ne rivelato, amplificato e trasforrnato in suono. stereo viene limitata a 15 KHz.
In fase di ricezione, per ricostruire i due canali
occorre, ovviamente, che la ricommutazione av-
RADIOSTEREOFONIA venga in perfetto sincronismo con il segnale a
38 KHz utilizzato in fase di trasmissione. Per
Quando si vuol ,trasmettere un segnale stereofo- tale motivo e necessario che, assieme ai due ca-
nico, sorgono immediatamente alcuni problemi. nali, venga trasmesso anche il segnale di commu-

c::r

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1-
o
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w
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$0TT0 P0RTANTE
S0PPRESS 1%

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w
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CL
5
c::r

o 10 20 30 40 50 Fig. 1 - Questo semplice


schema illustra il concetto
di distribuzione dei segnali
FREQUENZ (KHZ) su!lo spettro di frequenze
comprese tra 0 KHz (clr-
ca) e 53 KHz.

369
1

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1

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Fig. 2 - Diagramma del segnale Fig. 3 - Segnale di bassa fre- Fig. 4 - Segnale somma (O+ S)
di bassa frequenza del canale di quenza del canale di destra. ottenuto a partire da un circuito
sinistra. matrice.

tazione a 38 KHz. In pratica non viene tra- Questo segna,le occupa una banda di fre-
smesso proprio questo segnale, che interferirebbe quenza che si estende da O KHz circa a
con i canali stereofonici, ma viene trasmesso un 15.000 KHz.
segnale alla frequenza di 19 KHz che, raddop- 2)- Un segnale differenza S - D, che mo-
piato nel ricevitore, permette di ricostruire, con dula in ampiezza una sottoportante a 38
perfetto sincronismo, il segnale a 38 KHz, senza KHz. Questa sottoportante, per motivi di
che esso venga realmente trasmesso. interferenza, come abbiamo gia detto, viene
soppressa a meno dell'1%. La banda pas-
sante di questo segnale occupa la porzione
COMPOSIZIONE DEL SEGNALE STEREO di frequenza compresa tra 23 KHz e 53
KHz ± 15 KHz.
Ogni segnale stereofonico si compone di tre
partí. Esse sono : 3) - Un segnale pilota, alla frequenza di
19 KHz, che permette la ricostruzione del
1-Un segnale monofonico, pari alla somma segnale a 38 KHz e la commutazione dei
S + D dei canali sinistro (S) e destro ( D). due canali.

Fig. 5 - Sovrapposizione dei se-


gnali S e O; questo diagramma
vuol dimostrare il modo con cui -
si ottiene il segnale differenza
presentato nel diagramma di f- Fig. 6 - Segnale differenza S-D Fig. 7 - Segnale a 36 KHz carat-
gura 6. derivato dal circuito matrice. teristico della sottoportante.

...
--
,

A\ Iy ry 1, '\ "" \ 1\
.__
'
1

370
Fig. 8 - Segnale della sottopor- Fig. 9 - Questo diagramma rap- Fig. 10 - Dlagrammía rappres
tante a 38 KHz modulato in am- presenta il segnale di figura 8 tativo del seanale di figura 9 ca
pi2zza da! segnale riportato In dopo la soppressiore della sotto- l'aggiunta del ségnale S+D. Ea-
figura 6 (S-D). portante. so rappresenta II segna·le q.u:u·
completo.

Lo schema a blocchi, riportato in figura 1, illu- Supponiamo, ad esempio, che il canale sinistro
stra il concetto di distribuzione dei segnali sullo risulti composto da una nota sinusoidale alla fre-
spettro di frequenze comprese fra O KH.z ( circa) queri.za di 3 KHz, mentre quello destro risulti
e 53 KHz. composto da una nota, anch'essa di forma sinu-
Facciamo notare che le prime due parti del se- soidale, ma alla frequenza di 1 KHz; questi due
gnale assorbono il 90% dell'ampiezza complessiva, segnali sono rappresentati nelle figure 2 e 3.
cosl che un segnale stereofonico viene ricevuto II segnale S + D, cioe il segnale soinma dei due
leggei-mente meno bene di un segnale monofo- segnali rappresentati nelle figure 2 e 3, e sta.to
nico di uguale potenza. riprodotto in figura 4.
Per comprendere invece la forma del segnale
differenza, conviene osservare, in un primo tem-
FORMAZIONE DEL SEGNALE STEREO po, le curve riprodotte ne! disegno di figura 5,
nella quale i due segnali risultano sovrapposci:
. Esaminiamo ora il sistema con cui vengono com- quindi, occorre pensare di rettificare !'onda a l
posti i vári segnali sinistro, destro, portante, ne- KHz, facendola coincidere con l'asse zero. Ir1 ,
cessari per realizzare un segnale stereofonico. modo si produrra un segnale come quello ripo:s--

Flg. 13 - Quaato dl:agra•mma pJ'I>'


Flg. 12 - Segnale completo con pone II aegnale rapprH.mta'.t:o, 11:.
Flg. 11 - Segnale alla frequenza l'agglunta della frequanza pilota figura 10 ma ani.cchito rdalla ..,e-,.
pilota di 19 KHz. a 19 KHz. toportante.

, . - - ,. - .
& a &

N
S+0

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MATRICE

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-{S-Dl o

G) o

INVERT!TORE
DI FASE

38 KHZ


38 KHZ

Fig. 14 - Vari slateml di decodi-


ficazione del segnale multiplex.

372
10, che assomiglia molto al segnale definitivo, per-
ché continene piu del 90% dell'informazione. Al
scgnale cosi ottenuto si <leve aggiungere la fre-
quenza pilota a 19 KHz, nella misura del 9% cir-
ca, per modificare il diagramma di figura 10 in
quello di figura 12, che rappresenta il segnale de-
finitivo trasmesso dall'emittente stereofonica a
S· modulazione di frequenza. In figura 11 e ripor-
tato il diagramma della frequenza pilota.
11 diagramma riportato in figura 10 permette di
riconoscere facilmente il segnale sinistro e quello
destro. Quesi segnali, come si puo facilmente
constatare, possono essere ricostruiti, per punti,
dalle commutazioni della sottoportante a 38 KHz.

-1 s-o + Il discorso rimane sostanzialmente lo stesso per


il segnale definitivo, dato che l'introduzione .del-
la frequenza pilota muta di poco l'aspetto del
diagramma rappresentativo del segnale definitivo.
Progetto di matrice di demodulazione, neces-
11 diagramma riportato in figura 13 propone il
festrazione dei due canali separatamente. segnale rappresentato in figura 10 arricchito del-
la sottoportante.

DEMODULAZIONE DEL SEGNALE


6, che rappresenta appunto la dif- STEREO
il canal e sinistro e quello destro. Que-
, come abbiamo giá detto, dovrá mo- 11 demodulatore e un apparato in grado di ri-
dulare in ampieza un segnale a 38 KHz (fig. 7), costruite i due canali originali a partire da] se-
produc endo un oscillogramma del tipo di quello gnale multiplex ricevuto.
rappresemtato in figura 8. Per decodificare il segnale multiplex esistono va-
Oorre provedere ora alla soppressione della ri sistemi. Essi sono rappresentati in figura 14.
sottopor tante, in modo da ottenere il risultato Nella figura 14-1, ad esempio, il segnale completo
nel grafco di figura'9. viene separato mediante filtri passa-basso e pas-
segnale composto e definitivo, oc- sa-banda in un segnale S4D e uno SD, ai
sommare al segnale rappresen- quali viene aggiunta la frequenza della sottopor-
9 il segnale S + D riportato in tante a 38 KHz, in modo da ricostruire un se-
, cosi da ottenere il diagramma di figura gnale modulato in ampiezza che puo essere rive-

38 KHZ

ENTR
SEGNALE
1


Fig. 16 - Esempio pratico di de-
modulatore a commutazione uti-
SEGNALE
C0MP0SIT0
SEGNALE S·0
INVERTITI

lizzante due diodi.

373
lato con i metodi tradizionali.
LE NOSTRE I segnali S + D e S-D vengono successivamente
inviati ad una matrice di demodulazione, che
provvede ad estrarre i due canali separatamente.
CIFRE STEREO
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
Lo schema elettrico di tale matrice e rappresen-
tato in figura 15. Come e facile rendersi conto dal
verso delle correnti, sui terminali di due resistenze
fedelta e per un nuovo ed emozionante e prelevabile una tensione proporzionale a 2S =
incontro con il mondo della musica ste- S-D + S+D, mentre sui terminali delle altre
reofonica. due resistenze la terisione risultera proporzionale
a 2D; S+D (SD) = SD S+D.
Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
fusione di una musicalita elevata con un In figura 14-2 e rappresentato un sistema di de-
perfetto adattamento anatomico. modulazione assai simile a quello ora descritto;
esso consiste ne! separare, tramite due diodi, la
sottoportante modulata in ampiezza in due se-
gnali opposti S-D e (SD).
CUFFIA STEREO Con un ragionamento analogo a quello prece-
MOD. LC25 dente, combinando questi due segnali con il segna-
L. 5.500 le S + D, proveniente da! filtro passa-basso, e in-
tuibile il modo con cui si ottiene la separazione
CARA TTERISTlCH E: dei due canali.
lmpedenza: 8 ohm Il figura 14-3 e rappresentato un terzo sistema di
Gamma di freq.: 18 - demodulazione, che elimina, prima di tutto, l'on-
15.000 Hz
Peso: 320 grammi da pilota a 19 KHz dal segnale trasmesso tramite
un filtro . a banda stretta.
A valle di tale filtro la forma del segnale e quella
riportata in figura 10. Aggiungendo ora a tale
segnale la sottoportante a 38 KHz, si ottiene.
CUFFIA STEREO come risultato finale un segnale analogo a quel-
MOD. DHOB lo rappresentato. in figura 13. Successivamente
L. 18.500 basta rilevare separatamente, mediante due diodi
CARA TTERISTICHE: collegati tra loro con polarita opposte, la parte
positiva e quella negativa del segnale per ottene-
lmpedenza: 8 ohm
Sensibilitá: 110 dB re i due canali distinti.
a ,1.000 Hz Un esempio tipico di demodulatore a commuta-
Gamma' di freq.: zione e quello rappresentato nella figura 14-4.
20 - 20.000 Hz
Peso: 450 grammi Anche in questo caso si provvede ad estrarre da!
La cuffia e provvista segnale la frequenza pilota a 19 KHz; successi-
di regolatore di vamente il segnale risultante (figura 10) viene
livello a manopola commutato elettronicamente alla frequenza di
del tweeter.
38 KHz, cosi da ricostruire i segnali dei due ca-
nali -stereofonici.
Adattatore L'invertitore agisce in questo modo: durante
per cuffie stereo la commutazione, mentre su un canale e presente
Mod. JB-11 O una tensione di un certo valore, sul'altro la ten-
L. 3.500 sione e nuUa, provvedendo ad una cancellazione
Questo plccolo ap- reciproca.
perecchlo consente Un altro metodo di demodulazione consiste nel-
Il collegamento di
una o due cuffle ste- l'utilizzare il commutatore soltanto per il segnale
reo con tutti I com- differenza (figura 14-5), sfruttando un principio
plesel stereofonicl. del tutto simile a quello che regola il funziona-
La commutazlone al- mento- del circuito di figura 14-2.
toparlante • cuffla e
mmedlata, senza' al- Esempi pratici di demodulatori a commutazione
cun Intervento sul sono rappresentati nelle figure 16-17, che utiliz-
collegamentl. zano, quali elementi di commutazione, dei comu-
ni diodi.

374
--I
SEGNALE COMP0SITO

SEGNALE S+D C0MP0SIT0

Fig. 17 - Secondo esempio pratico di demodulatore a


commutazlone con diodi comuni. '

ESTRAZIONE DELLA S0TT0P0RTANTE

Abbiamo visto che, allo scopo di demodulare il


snale stereo, occorre servirsi di una frequenza
di '8 KHz non direttamente contenuta nel se-
gnale trasmesso. Per produrre tale frequenza ci
si serve della frequenza a 19 KHz, raddoppian-
dola.
I sistemi piu utilizzati pr'aticamente sono quelli
riportati nella figura 18. II primo di essi provvede Fig. 18 - Questo disegno interpreta i tre metodi fon-
damentall di estrazione della sottoportante a 38 KHz.
a rivelare, mediante un filtro, l'onda a 19 KHz,
duplicandone la freqüenza con un circuito tran-
sistorizzato. Tale soluzione, che <leve ritenersi
38KH2
senz'altro la piü semplice, presenta il .difetto di CD
generare un segnale a 38 KHz la cui ampiezza
dipende dal segnale ricevuto. Per ovviare a tale
inconveniente si puó sincronizzare l'onda ricevu- 38KHZ
ta a 19 KHz con un generatore locale regolato
sullo stesso valore di frequenza, duplicando poi
la frequenza di quest'ultimo in modo da raggiun-
gere una notevole stabilita di funzionamento.
Un altro sistema di estrazione della sottoportante
consiste ne! duplicare la frequenza a 19 KHz
e di pilotare con questa un oscillatore locale a
38 KHz.

375
EN TR .

1..• ¡ ::=
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-,

r-
::o 1

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::o
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ESEMPIO DI DEMODULATORE

Per offrire un'idea chiara al lettore sul modo


con cui puó essere praticamente concepito un de-
modulatore stereo, presentiamo il progetto di f-
gura 19.
Fig. 19 - Schema completo di demodulatore stereo do-
Questo progetto, mediante circuiti accordati (T1
tato di circuito di retroazione con funzioni di eontrollo - T2 - T3), permette di estrarre il segnale a
automatieo di guadagno. 19 KHz e di amplificarlo mediante il secondo
stadio, duplicandone poi la frequenza tramite
i due diodi collegati con l'avvolgimento secon-
dario del trasformatore T2.
Il terzo circuito accordato (T3), regolato alla fre-
quenza di 38 KHz, permette di ottenere il segnale
della sottoportante.
Come si puó notare, il progetto di figura 19
dotato di un circuito di retroazione, con funzioni
di controllo automatico di guadagno.
Il segnale della sottoportante viene inviato, assie-
me al segnale stereo completo e a quello invertito,
ad un demodulatore bilanciato a diodi, che prov-
vede alla rivelazione dei canali destro e sinistro.
I circuiti R-C, presenti all'uscita del circuito,
compongono le reti di deenfasi, che permettono
di linearizzare il responso in frequenza del de-
modulatore.

IBRIDO
CARATTERISTICHE
ELETTRICHE
Responso:
Potenza nominale: 30-20.000 Hz a- 1,5 0.
5 W con altoparlante Distorsione alla massima
da 4 W - 5 ohm. potenza: inferiore all'1.
Sensibilita: Alimentazione:
15 mW a 1.000 Hz. 13,5 Vcc.

AMPLIFICATORE
BF IN SCATOLA
DI MONT AGGIO L. 11.000
Realizzando questo amplificatore in due esem-
plari identici, si potra ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potrá essere installato Le richieste debbono essere fatte inviando anti-
anche a bordo dell'autovettura. Tutti gli elemen- cipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p.
ti necessari per la realizzazione dell'amplifica- n. 3/2648 2 intestato a: ELETTRONICA PRATICA -
tore, fatta eccezione per l'altoparlante, sono 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 (nel prezzo sono
contenuti nella 'nostra scatola di montaggio. comprese anche le spese di spedizione).

377
La realizzazione di que-
sto progetto e consi-
gliata soltanto a quei
lettori che hanno giá
acquisito una certa
pratica con i montaggi
di apparati funzionanti
in AF. L'utilita del pre-
amplificatore e risen-
V H tita soprattutto da co-
loro che vogliono « la-
vorare » su bande di
frequenze poco affol-
late.

PREAMPLIFICATORE
VHF-UHF
11 problema dell'affollamento delle gamme ra- coloro che dispongono della speciale patente per
diantistiche decametriche costringe sempre piu radioamatori, conseguibile con il solo esame teo-
gli appassionati alle radiotrasmissioni ad abban- rico, senza l'obbligo di superare l'esame di radio-
donare le frequenze normali, per emigrare verso telegrafia.
valori elevati, dove sía possibile disporre di ban- Ma le frequenze elevate, oltre che offrire il van-
de di frequenza ben piu ampie. taggio di una certa... solitudine, permettono di ot-
Al di la dei 144 MHz si rivolgono, ad esempio, tenere collegamenti a media distanza con poten-

378
ze molto ridotte e con semplici apparati transi- poco sensibili, sia in tutte quelle applicazioni in
storizzati che hanno il carattere della traspor- cui ci si propone di migliorare il segnale ricevuto
tabilita. Anche le antenne necessarie per « lavo- diminuendo il rumore di fondo che, assai spes-
rare» sono poco ingombranti e consentono di so, e notevole e viene generato dagli stadi pream-
realizzare ottime direttive facilmente orientabili. plificatori del ricevitore.
II progetto del nostro preamplificatore puo esse-
re adattato, tramite semplici modifiche circuitali,
UTILITA' DEL PREAMPLIFICATORE per un funzionamento nell'arco di frequenze com-
prese fra i 100 MHz e i 600 MHz circa, com-
Chi si avventura per la prima volta ne! mondo prendendo cosi sia le VHF, sia le UHF.
delle frequenze elevatissime, cioe nel mondo delle I lettore potra quindi servirsi di questo apparato
VHF e UHF, si serve generalmente di un ricevi- per adattarlo ad un televisore in qualita di pream-
tore in superreazione o, comunque, di un ricevito- plificatore dei segnali del secondo canale TV e
re non... molto professionale. E con questi rice- per migliorare anche, nei casi ove cio sía possibi-
vitori la sensibilita, pur risultando buona, non e le, la ricezione dei segnali del canale svizzero nel-
sempre sufficiente per l'ascolto di segnali molto le zone marginali.
deboli.
Ecco il motivo per cui vogliamo proporre a que-
sta categoría di lettori il ·progetto di un preampli- POLARIZZAZIONE DEL FET
ficatore per alta frequenza pilotato da un transi-
stor ad effetto di campo e, quindi, di concezio- Abbiamo gia annunciato che il circuito del pre-
ne circuitale molto moderna e in grado di am- amplificatore utilizza un transistor FET, cio
plificare notevolmente il segnale captato dall'an- un particolare tipo di transistor che piu volte ha
tenna. Con questo apparato, inoltre, si potra rag- formato l'oggetto di trattazione in svariati arti-
giungere !'importante scopo di aumentare note- coli presentati sulla nostra rivista.
volmente il rapporto segnale/rumore- del ricevi- 11 transistor FET e un componente elettronico
tore e ció in virtü del bassissimo rumore introdot- che trova sempre piu larga diffusione nelle appli-
to dallo stadio preamplificatore. cazioni pratiche e, in particolar modo, in quelle
Questi sono i motivi che rendono conveniente dei circuiti di alta frequenza. E cio in virtú del-
l'uso del preamplificatore, sia con ricevitori radio le ottime qualita di stabilita e di basso rumore

PILA ALIM.

N
N
(Y TR1
e
::::(

2
a 9V
4e
0-

G
Fig. 1 - Questo semplice circuito, di valore essenzial-
mente teorico, vuol Interpretare il concetto di polarlz-
zazione dei tre elettrodi del transistor FET a canale N,
La configurazione e quella di un circuito con gate a VOL T. POLARIZ.
masea. Le due sorgenti di alimentazlone permettono
di polarlzzare positivamente Il drain (D) rispetto alla
source (S), mentre quest'ultima risulta positiva rispet-
to al gate (G).
Regolando Il potenziometro R1, si controlla la tenslone
di polarizzazlone di TRI e, conseguentemente, si pilo-
ta il fiusso di corrente di draln del circuito prlncipale.

379
S D
USCITA

C1

TR1 c5

J2

C6 C7

R1 2 r-ª-±c-a - l'_ - -1
.7 13,5V
e

Fig. 2 - Schema elettrico completo del preamplificatore


adatto per l'ascolto delle gamme VHF e UHF. La dop-
pia alímentazione a 13,5 V e 9 V e necessaria per
COMPONENTI
raggiungere la corretta polarízzazione del transistor
FET, che e dotato di quattro terminali; íl quarto ter-
mínale, cioe lo schermo, risulta elettricamente colle-
gato con !'involucro metallico estemo del componente. Condensatori
C1 = 1/16 pF - 8/30 pF (vedi testo)
C2 == 1/16 pF - 8/30 pF (vedi testo)
intrínseco, che fanno di questo componente il piu C3 = 100 pF
moderno triodo allo stato solido. C4 = 250 pF
Il FET viene polarizzato allo stesso modo della C5 = 250 pF
valvola elettronica. Ossia, per un FET a canale C6 = 1.000 pF
C7 = 1.000 pF
N il gate, che trova pcrfetta corrispondenza con
ca = 1.000 pF
la griglia controllo della valvola triodica, <leve ri-
ultare negativo rispetto all'elettrodo denominato Varie
,ource (S), che corrisponde al catodo di un tubo R1 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
termoel ettronico. TRI 2N3823 per i 100/150 MHz e 2N4416
circuito del nastro preamplificatore il FET per le UHF
L1-L2-L3 = vedi testo
ne montato nella configurazione con gate a J1-12 = lmpedenze AF (vedi testo}
, ció significa che, per ottenere una corret- S 1 a-S 1 b == lnterruttore doppio di alimentazione
polarizzarione dei tre elettrodi del FET, oc-
correrá disporre di due sorgenti di tensione con-
Fig. 3 - La buona riu-
scita del montaggio del
SPAZIO PER LE PILE circuito del preamplifi-
catore risulta condizio-
nata alla schermatura
dei componenti elettro-
nici, alla compattezza e
robustezza del cablag-
gio ed al tipo di colle-
gamenti molto corti. 11
transistor TR1 risulta
affogato in un foro di-
rettamente praticato sul
circuito stampato.

tinua disposte secondo lo schema rappresentato cato, tramite il condensatore C3, al circuito ac-
in figura 1. cordato composto da L1-C1-C4.
Il sistema di alimentazione riportato in figura 1 Per meglio adattare le impedenze del circuito, il
permette di polarizzare positivamente il drain collegamento viene effettuato con una presa in-
(D) rispetto alla source (S), mentre la source ri- termedia della bobina Ll. La presenza del con-
sulta, a sua volta, positiva rispetto al gate op- densatore C4 e necessaria per consentire l'alimen-
pure, il che e la stessa cosa, il gate risulta ne- tazione della source tramite la batteria da 13,5
gativo rispetto alla so urce. Il potenziometro R 1 V, attraverso l'impedenza di alta frequenza JI.
e la pila a 9 V, collegata con il morsetto nega- Il sistema di polarizzazione del FET si riduce
tivo verso il gate, pennettono di rendere questo quindi a quello precedentemente analizzato e ri-
elettrodo negativo rispetto alla source. portato in figura l. Anche in questo caso, infat-
Regolando il potenziometro Rl, si controlla la ti, il potenziometro Rl permette di regolare la
tensione di polarizzazione di TRl e, conseguen- corrente di drain del circuito.
temente, si regola la corrente di drain del circui- Vogliamo anche ricordare che ne! progetto di
to principale. questo preamplificatore e stata preferita la confi-
gurazione del FET con gate a massa allo scopo
di ridurre notevolmente la capacita di ingresso
ANALISI DEL PREAMPLIFICATORE del transistor TRI e conferire stabilitá allo sta-
dio.
Passiamo ora all'esame del circuito del preampli- Dal circuito di ingresso il segnale viene trasferito
ficatore AF riportato in figura 2. Il segnale di al circuito di uscita, composto da un circuito
ingresso, proveniente dall'antenna, viene appli- risonante LC e ottenuto per mezzo della bobi
L2 e dei condensatori C2-C5. Anche in questo COSTRUZIONE DEL PREAMPLIFICATORE
caso la presenza del condensatore C5 e giustifi-
cata dalla necessita di alimentare il drain di TRI La realizzazione pratica del progetto del pream-
con una tensione positiva, proveniente dall'impe- plificatore e abbastanza impegnativa. Soprattut-
denza J2. to perché si tratta di un progetto che lavora con
Per adattare l'impedenza di uscita del pream- le frequenze elevate. Occorrono dunque salda-
pli.ficatore ad un valore di 50 ohm circa, cosl co- ture perfette e collegamenti cortissimi, in partico-
me richiesto dalla maggior parte dei circuiti di lar modo quelli dei componenti elettronici che,
entrata e di uscita che lavorano in alta frequen- altrimenti, potrebbero comportarsi come indut-
za, il segnale uscente viene prelevato tramite un tanze o capacita aggiuntive, in grado di blocca-
link (L3) dall'avvolgimente L2. re il funzionamento del circuito.
Poiché le frequenze in gioco sono molto elevate e, Occorre inoltre possedere una certa esperienza
conseguentemente, le bobine sono composte da per poter neutralizzare eventuali oscillazioni spu-
poche spire, l'accordo dei circuiti risonanti non rie o altri inconvenienti che potrebbero insorgere
puo essere ottenuto tramite nuclei ferromagne- durante il collaudo del preamplificatore.
tici; si fa ricorso, quindi, all'impiego di piccoli In linea di massima, tuttavia, gli inconvenienti
compensatori che permettono di regalare il valo- ora citati dovrebbero essere scongiurati dall'uso
re della frequenza; questi compensatori debbono del circuito stampato, che il lettore dovra realiz-
ovviamente essere di qualita ottima. zare secando il disegno riportato in figura 4.
Facciamo notare che il transistor ad effetto di Ma vogliamo ricordare che un eventuale imper-
campo TRJ. utilizzato in questo preamplificatore, fetto funzionamento del circuito potra essere at-
e provvisto di quattro terminali, anziché dei so- tribuito a piccole differenze di collocamento dei
liti tre terminali. Il quarto terminale, denomina- componenti o all'orientamento di questi; perché
to «schermo », risulta collegato elettricamente questi sono í principali rnotivi che provocano
con l'involucro metallico esterno del componen- notevoli mutamenti delle caratteristiche radioelet-
te; collegando a massa questo terminal e, e possi- triche dell'apparato.
bile schermare completamente la parte interna Un altro fattore di es trema irnportanza per il
del FET, secondo il noto principio della gabbia buon funzionarnento del preamplificatore e rap-
di Faraday. presentato dalla sua compattezza meccanica; per-

UN, PRESTIGIOSO KIT


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TELEFONICA La spia telefonica e una trasmittente di piccolissime di-
mensioni, il cul circuito econcentrato su una superficie
di appena dieci centimetri. Occultata nell'apparecchio
telefonico, o in prossimita di esso, trasforma quanto si
dice o sl ascolta al telefono In segnali radio modulati
in frequenza. Sintonizzando un apparecchio radio a mo-
dulazlone di frequenza aulla lunghezza d'onda di trasmis-
slone della spla telefonlca, si possono ascoltare, senza
alcun collegamento di fill, tutte le conversazioni telefo-
niche, con la massima chlarezza e con la potenza desi-
derata. 11 telefono diviene, in pratica, un trasmettitore
nel momento in cul si alza il cornetto e cessa di esserlo
quando il cornetto viene riagganciato, automatlcamente,
senza alcun intervento manuale sul microtrasmettitore. 11
circuito e alimentato direttamente dalla linea telefonica.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione della


spla telefonica sono contenuti in un unico kit compren-
dente anche II faacicolo di marzo 1973 di Elettromca Pra-
tica in cui, a pagina 164, é presentato l'articolo descrittivo,
con gli schemi, l'elenco componenti e le modalita di co-
struzione e messa a punto.

382
FORO PER IL TR1 1

Fig. 4 • Riproduciamo in questo dlsegno il circuito


stampato, in scala 1/1, necessario per la composizione
del cablaggio del preamplificatore AF.

ché talune vibrazioni o lievi spostamenti dei com- allo scopo di evitare il _ fastidio di complicate
ponenti elettronici possono far variare le presta- schermature. Questi tipi di impedenze sono di
zioni del circuito. facile reperibilita commerciale; citiamo, ad esem-
Per raggiung@re questo scopo, ad esempio, si e pio, il tipo UK200 della Philips. In figura 6.pre-
provveduto ad un inserimento forzato del tran- sentiamo il disegno di questo tipo di impedenze.
sistor FET in un foro appositamente praticato
sul circuito stampato, che permette anche di ri-
durre la lunghezza dei terminali. ADATTAMENT0 ALLE VARIE
fo figura 5 riportiamo il disegno dal quale il let- GAMME D'ONDA
tore potra dedurre l'esatta disposizione degli elet-
Per poter ottenere l'amplificazione del segnale in
trodi fuoriuscenti dal transistor FET. arrivo, e necessario che entrambi i circuiti accor-
Per la ricezione delle bande VHF consigliamo di dati, quello di entrata e quello di uscita, risultino
utilizzare il transistor FET 2N3823, mentre per la regolati sullo stesso valore di frequenza del se-
banda delle UHF consigliamo di utilizzare il tran- gnale. Ma per ottenere questa condizione non e
sistor 2N4416, che e dotato di una frequenza di sufficiente disporre di compensatori, inseriti nei
taglio piü elevata e di un miglior guadagno alle circuiti risonanti, perché questi possono servire
alte frequenze. soltanto per la regolazione fine della frequenza,
Le impedenze di alta frequenza Jl-J2 debbono mentre per ogni gamma che si vuol ricevere oc-
essere avvolte internamente a nuclei di ferrite, corre realizzare una particolare bobina.

DRAIN GATE

SOURCE \ SCHERMO

RIFE RIM.
Fig. 5 - 11. transistor FET e dotato di quattro terminali,
la cui disposizione e quella qui riportata. Per la rice-
zione delle bande VHF consigliamo di utilizzare il tran-
sistor FET di tipo 2N3823, mentre per la banda delle
UHF consigliamo il FET tipo 2N4416.
COSTRUZIONE DELLE BOBINE

Per l'ascolto della gamma dei 100-150 MHz, le


bobine Ll-L2, che debbono risultare identiche
fra loro, dovranno essere costruite avvolgendo, in
aria, 4 spire di filo di rame smaltato o, meglio,
argentato, del diametro di 0,8 mm. La lunghezza
del solenoide <leve essere di 9 mm, mentre il dia-
metro esterno della bobina e di 8 mm; questi
dati costruttivi sono in parte segnalati ne! di-

.. ..
Fig. 6 - Le impedenze di alta frequenza J 1-J2, neces-
sarie per la composizione del circuito del preamplifi-
catore, debbono essere avvolte internamente a nuclei
segno in alto di figura 7.
Sulla sola bobina Ll dovra essere ricavata una
presa intermedia, effettuando la saldatura sulla
prima spira a partire dal lato massa. La bobina
L2 e sprovvista di prese intermedie perché, come
abbiamo gia detto, l'accoppiamento con l'uscita,
viene effettuato tramite un Link, che consiste
di ferrite, allo scopo di evitare il fastidio di complicate
schermature. Questi tipi di impedenze, che si presen- nell'avvolgimento di due spire di filo condutto-
tano esteriormente nella forma qui riportata, sono di re flessibile, di tipo per collegamenti e ricoperto
facile reperibilitá commerciale. in plastica; queste due spire dovranno essere av-
volte sulla bobina L2, fra una spira e l'altra di
quest'ultima, a partire dal lato massa dí L2, cíoe
dal punto in cuí la bobina L2 risulta collegata
all'ímpedenza di alta frequenza J2 e al conden-
satore C5.

-°/ Per coprire la gamma dei 200 MHz, occorrerá


diminuire il numero delle spíre degli avvolgimen-
i L1-L2-L3; i dati costruttivi rímangono glí stes-
si e si dovrá far uso dello stesso tipo di filo pre-
cedentemente citato; per le bobine L1-L2 si do-
vranno avvolgere soltanto 3 spire, mentre íl Link
dovra essere composto con una sola spira. Le
g VHF cose cambiano se si vuol adattare il preamplifi-
catore all'ascolto delle gamme delle UHF. In-
fatti, per lascolto delle frequenze comprese fra
i 400 e i 450 MHz, le bobine dei circuiti accor-
dati dovranno essere costruite nella speciale for-
ma riportata in basso di figura 7. In questo ca-

10

18 UHF
Fig. 7 - A seconda del tipo di gamma di frequenze che
il lettore dovra ascoltare, si dovranno costruire diversi
tipi di bobine, seguendo i dati riportati nel testo. Le
dimensioni riportate in questi due disegni debbono in-
tendersi espresse in millimetri. Le bobine L1-L2 deb-
bono essere costruire in modo identico; la differenza
sussiste soltanto per il tipo di gamma di ascolto.

384
so si tratta di realizzare una sola spira, cosl come dalla batteria a 13,5 V, raggiunga il valore di
indicato anche nello schema pratico di figura 3. 4mA.
11 filo, ovviamente, rimane sempre dello stesso Successivamente si provvedera ad accordare i
tipo. circuiti risonanti, di entrata e di uscita, sul va-
Sulla bobina Ll occorre ricavare una presa in-. lore di frequenza del segnale che si vuol ricevere,
term edia, cosi come indicato nello schema prati- intervenendo sui due compensatori C1-C2, pre-
co di figura 3, ad 1/3 di spira dal lato massa. II feribilmente tramite un grid-dip-meter. Non pos-
diametro della spira, cosi come indicato in figura sedendo questo strumento, occorrera munirsi di
7, deve essere di 10 mm. mentre l'altezza della molta pazienza e individuare, per tentativi, quel-
spira sará di 18 mm. II Link, cioe la bobina L3, la posizione dei compensatori che permette di
dovrá essere realizzata con una spira piü piccola, raggiungere la maggiore amplificazione del se-
direttamente saldata sul connettore d'uscita, in gnale in arrivo.
prosssimita della bobina L2, cosí come indicato L'operazione finale di messa a punto del pream-
nello schema pratico di figura 3. plificatore consiste in un ritocco del potenziome-
Per effettuare l'ascolto sulla gamma di frequenze tro Rl, allo scopo di migliorare il rapporto se-
piü elevate, cioé quella compresa fra i 450 e i gnale/rumore e di ottenere non tanto la massi-
600 MHz, bastera accorciare lievemente la lun- ma amplificazione possibile, quanto un tipo di
ghezza delle tre bobine, diminuendone anche, amplificazione che il lettore stesso dovrá consi-
roa di poco, if diametro. Per questa gamma di derare ottima.
frequenze, ovviamente, le bobine verranno co-
struite nella forma riportata in basso di figura 7.
In sede di messa a punto, per correggere il va- CONSIGLI E SUGGERIMENTI
lore della frequenza di accordo, si interverrá sui
compensatori C1-C2, ma si potra anche corregge- Abbiamo giá detto, all'inizio di questo articolo,
re le dimensioni delle bobine arrotondandone o che il circuito del preainplificatore risulta alquan-
restringendone le spire, oppur earrotondando piu to critico. Puo essere infatti difficile ottenere un
o meno la bobina ad «U» rovesciata. perfetto accordo dei circuiti risonanti e si posso-
Ricordiamo per ultimo che i compensatori Cl-d2 no verificare inneschi apparentemente non eli-
dovranno ammettere una variazione capacitiva minabili. Ma il miglior funzionamento del pream-
compresa fra 1 e 16 pF per le alte frequenze, plificatore potra essere raggiunto seguendo tutti
mentre per lascolto della gamma dei 100-150 i nostri consigli fin qui suggeriti e quelli che ora
MHz, la variazione capacitiva dovra estendersi ci accingiamo ad aggiungere.
fra 8 e 30 pF. II contenitore del circuito dovra risultare com-
pletamente chiuso, in modo da rappresentare una
vera e propria gabbia di Faraday; il circuito di
ALIMENTAZIONE massa del preamplificatore dovra essere ovviamen-
te collegato, in piü punti, con il metallo del con-
Mentre raccomandiamo di utilizzare, in sede di tenitore.
montaggio, esclusivamente connettori per alta Le bobine Ll-L2 potrebbero essere montate -·in
frequenza, per esempio di tipo BNC, ricordiamo modo diverso da quello da, noi rappresentato in
che il circuito del preamplificatore usufruisce di figura 3; ad esempio, la sistemazione ortogona-
una doppia alimentazione, i cui circuiti vengono e
le sempre da preferirsi; ció significa che le due
chiusi da un unico interruttore doppio Sla - Slb. bobine dovranno essere montate in posizione per-
Per la tensione di 13,5 V consigliamo di servirsi pendicolare fra loro. ln taluni casi potrebbe ri-
di 3 pile da 4,5 V ciascuna collegate in serie fra sultare anche necessaria una schermatura delle
di loro; per la tensione di 9 V occorre invece bobine stesse.
una normale pila del tipo di quelle montate nei Nel caso di bobina Ll ad una sola spira, questa
ricevitori a transistor portatili; questa pila eroga potrebbe essere « appiattita » sullo stesso circui-
la tensione di polarizzazione del FET. to stampato, in modo da ottenere la perpendico-
larita con la bobina L2. »
A quei lettori che sono forniti di una completa
MESSA A PUNTO strumentazione di laboratorio, e soltanto a que-
sti. possiamo dire che il circuito ora presentato
La messa a punto del preamplificatore consiste potrebbe costituire un ottimo preamplifcatore per
nel regolare, per primo, il potenziometro Rl, in uso televisivo, cioe per la ricezione della Sviz-
modo che la corrente di alimentazione, erogata zera o del secondo canale TV Italiano.

385
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CONSULENTE
TUTTO
- .JPEI VOI Tutti i lettori di ELETTRONICA PRATICA. abbonati o no, possono
usufruire' del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in. francobolli.

Adattamento d'antenna con il TX Prima di rispondere al suo quesito tecnico, la


informiamo che abbiamo dovuto pubblicare la sua
Sono un giovane appassionato di elettronica e lettera, senza che lei ce ne abbia fatto richiesta,
un assiduo lettore della vostra Rivista. Da poco semplicemente perché l'incompletezza dell'indi-
tempo ho acquistato un trasmettitore CB, che rizzo non ci ha permesso di risponderle diretta-
funziona bene ma che non riesco ad accordare mente. Per quanto riguarda il valore di impeden-
con l'antenna. Ho provato ad inserire un adat- za dell' antenna in suo possesso e di quello ri-
tatore d'impedenza fra l'uscita del trasmettitore
chiesto dal suo trasmettitore, possiamo assicurarle
e il cavo di discesa dell'antenna. Ma il risultato
che la diff erenza di soli 2 ohm non puo creare
e rimasto sempre lo stesso, forse perché l'adatta- alcun problema di disadattamento. Le consiglia-
tore e stato da me costruito con mezzi di for-
tuna. Gli adattatori di tipo commerciale, repe- mo invece di servirsi di un Rosmetro; variando la
ribili in commercio, sono costruiti per funziona- geometria dell'antenna sino ad annullare o dimi-
re con antenne da 52 ohm, mentre il mio trasmet- nuire il piü possible le onde stazionare. Tenga
titore necessita di una antenna da 50 ohm. Po- presente inoltre che il dif etto di una scarsa res a
treste pubblicare lo schema di un adattatore che puo essere attribuito ad una insufficiente taratura
possa risolvere il mio problema? del circuito d'uscita del trasmettitore, che puó
LUIGI BIONDI risultare regolato su valori diversi da quelli a lei
Piacenza. necessari, cioe di 50 o 52 ohm.

391
•••
Preamplificatore per testine
il nostro magnetiche

Ho realizzato con esito positivo l'amplificatore


indirizzo é da 14 W, descritto nella rubrica « UN CONSU-
LENTE TUTTO PER VOI » del fascicolo di
marzo di quest'anno, a pag. 239. Debbo dire che
il funzionamento di questo apparato, a mio av-
viso, deve ritenersi quasi perfetto quando esso
viene collegato con l'uscita di un sintonizzatore.
Non posso invece dire altrettanto quando il col-
legamento viene effettuato con un giradischi. E
cio nonostante !'uso di un preamplificatore di
cui vi invio lo schema. Con il collegamento al gi-
radischi, infatti, si ottiene soltanto una piccolis-
sima parte della potenza raggiunta con il colle-
garnento con il sintonizzatore. La riproduzione,
poi, mantenendo i controlli di tonalita del pream-
plificatore in posizione lineare, e abbastanza acu-

ELET'TRONIA ta. Da che cosa puo dipendere tale difetto? Co-


me vi si puó rimediare?

PRATICA OVIDIO ACHILLI


Alessandria

1l giradischi in suo possesso fa uso, senza alcun


dubbio, di una cartuccia magnetica caratterizza-
ta da una buona fedelta di riproduzione ma da un
basso livello d'uscita. 1l preamplificatore, di cui
abbiamo analizzato lo schema da lei inviatoci,
non possiede un'entrata per questo tipo di pick-
upe ció impone l'uso di un secondo preamplifi-
catore-adattatore che, oltre a provvedere all'am-
plificazione del segnale, sia in grado di com-
pensare il responso di frequenza (equalizzazione),
secando lo standard RIAA. Tenga presente che,

Via Zuretti 52
per ridurre il rumore di fondo, l'incisione dei
dischi viene effettuata accentuando considerevol-
mente le note acute per cui, in sede di riproduzio-
ne sonora, volendo ottenere una risposta lineare,

20125 - Milano cioe fedele, occorre compensare questo tipo di re-


gistrazione favorendo la riproduzione delle note
gravi. Il preamplificatore, di cui presentiamo lo

Teleí. 671.945 schema, e in grado di adempiere a questa fun-


zione, permettendo il collegamento con testine
magnetiche do tate di sensibilita di 2 mV circa
e compensando, tramite una rete di retroazione
RC, lo standard RIAA.

392
~

!,,
R8
~
C7¡ RII ,r,

11

li· ±q L
R1
11

R6
si" TR9
- e
7 @ere
ENTR 11 11 +
C3 ! R3 R9

COMPONENTI R8 15.000 ohm


R9 600 ohm
Condensatori
RlO 100.000 ohm
Cl 10.000 pF Rl 1 = 15.000 ohm
C2 4, 7 F- 2 5 Vl ( elettroli tico)
C3 10 µF - 25 Vl (elettrolitico)
C4 Transistor
470 pF
es 2.700 pF TRl = BC109ü
C6 100 pF TR2 = BC109C
C7 4,7 F - 25 Vl (elettrolitico)
C8 4,7 F - 25 Vl ( elettrolitico)

Resistenze
Rl = 100.000 ohm
•••
R2 = 150.000 ohm Alimentazione del microtrasmettitore
R3 = 1.000 ohm
R4 = 100.000 ohm Ho realizzato il microtrasmettitore da voi inviato-
R5 = 150.000 ohm mi in scatola di montaggio e debbo dire che que-
R6- 100.000 ohm sto apparato mi ha molto entusiasmato, soprat-
R7 = 10.000 ohm tutto per la sua elevatissima sensibilita.

393
Per conferire al microtrasmettitore una lunga au- tempo fa, venivano costruiti su larga scala, in vari
tonomia di funzionam ento, ho voluto sostituire tipi e con diversi valori ohmmici, dalle industrie
la pila a 9 V, contenuta nel kit da voi inviatomi, specializzate. Evidentemente, allo stato attuale
con due pile da 4,5 V ciascuna, di tipo rettango- dei rapporti commerciali fra industria e rivendi-
lare, collegate in serie tra di loro in modo da tori, questi tipi di potenziometri scarseggiano sul
raggiungere il valore di 9 V. Purtroppo con que- libero mercato, anche se essi vengono sempre co-
sto nuovo sistema di alimentazione il segnale viene struiti, soprattutto a beneficio dellc case costruttri-
emesso, dal ricevitore, con interm ittenza. Che ci di amplificatori. A lei e a tutti quei lettori che
cosa debbo fare per eliminare questo inconve- si trovassero nelle stesse sue condizioni, consiglia-
niente? mo dunque di servirsi di potenziometri doppi, an-
EMILIO GUARIENTO che di valore diverso da quelli da noi prescritti,
Padova collegando in serie-parallelo ad essi, una o piu
resistenze fisse, in modo da raggiungere o da
Il difetto da leí rilevato e da attribuirsi al nuovo avvicinarsi al valore originale. Da parte nostra
e
sistema di alimentazione di cuí si servito. Ma possiamo promettere, fin dora, di evitare l'uso
tutto ritornera normale se lei colleghera, in pa- di questi tipi di potenziometri, anche perché la
rallelo alle pile, un condensatore elettrolitico da sua lamentela non e la sola e perché le attuali
100 F - 12 VI e un condensatore ceramico da difficoltá commerciali hanno reso ancor piü in-
10.000 pF circa. trovabili questi tipi di componenti.

••• • ••
Potenziometri doppi Miscelatore di alta frequenza

Seguo la vostra rivista da almeno due anni e ho Sono un assiduo lettore della vostra interessante
realizzato, fino a questo momento, una cinquan- rivista e mi occupo, soprattutto, di quei progetti
tina di progetti in essa pubblicati. Debbo dire di che riguardano le ricetrasmissioni e, piü in gene-
aver sempre raggiunto il successo, anche se non rale, il settore dell'alta frequenza.
posso tacere su un inconveniente che avra cer- E' mio intendimento realizzare il generatore di
tamente danneggiato altri lettori. Mi spiego su- alta frequenza, a 10,7 megahertz, presentato a
bito. In qualche vostro circuito si fa uso di po- pagina 216 del fascicolo di marzo di quest'anno,
tenziometri doppi, a variazione lineare o loga- soprattutto perché il progetto mi e sembrato ab-
ritmica, di valori non facilmente reperibili in bastanza semplice e utile per le mie attivita. Nel
commercio. Taluni di questi potenziometri sono corso dell'articolo, a proposito della taratura dello
addirittura introvabili in qualsiasi negozio di ri- strumento, voi <lite che, per la messa in gamma
vendita di materiali radioelettrici. Capita cosi del generatore, il miglior sistema consiste nel ser-
che, dopo aver acquistato la maggior parte del virsi di un generatore di alta frequenza giá ta-
materiale necessario per la costruzione di un ap- rato, con il quale e possibile ottenere la taratura
parato, che il lettore ritiene interessante, non e con il metodo di confronto (battimenti). Ora vor-
possibile portare a termine l'impresa a causa rei chiedervi maggiori ragguagli su questo tipo
dell'introvabilita di uno o due potenziometri dop- di taratura.
pi. Come e possibile risolvere questo problema di GENNARO LO CASCIO
ordine commerciale? Per quale motivo i vostri Napoli
progettisti si servono di questi potenziometri che
i lettori poi non riescono ad acquistare? Per ottenere il battimento occorre miscelare fra
loro due segnali aventi un valore di frequenza
MARIO GENOVESE quasi uguale. Il miscelamento dei due segnali da
Bologna origine ad un terzo segnale il cui valore di fre-
e
quenza parí alla differenza dei valori delle fre-
I nostri progettisti svolgono la loro attivitá in la- quenze dei due segnali miscelati. Questo segnale
boratori fornitissimi di materiali elettronici di puó essere facilmente ascoltato tramite un nor-
ogni tipo, tra i quali evidentemente abbondano mal e amplificatore di bassa frequenza, dopo op-
anche i potenziometri doppi che, fino a qualche portuna rivelazione.

394
Il progetto qui riportato e in grado di rivelare i za di battimento. Soltanto in queste condizioni si
battimenti. Sulle due entrate E1-E2 dovranno e matematicamente sicuri che le frequenze, ge-
essere collegate le uscite del generatore di alta nerate dai due strumenti, sono le stesse. Infatti,
frequenza che si vuol tarare e del generatore di come le abbiamo detto, il battimento altro non e
alta frequenza gia tarato. Le resistenze R1-R3 che il segnale differenza dei due segnali misce-
servono per adattare l'impedenza di ingresso del lati; quando i valori delle frequenze dei due se-
miscelatore a 50 ohm circa. Queste resistenze gnali son o perfettamente identici, non esiste bat-
potranno essere omesse nel caso in cui non f os- timento.
se necessario un perfetto adattamento di impe-
denza tra il generatore di alta frequenza e il ca-
r€o. COMPONENTI
I due segnali vengono miscelati tramite le resi-
stenza R2-R4 e vengono inviati alfa sonda rivela- Condensatori
trice. Quest'ultima e realizzata in modo del tutto
C1 = 220 pF
simile ai circuiti di rivelazione audio tramite dio-
di rivelatori e condensatori di filtro. C2 = 100 pF
C3 = 1.000 pF
Le uscite previste dal progetto qui riportato so- C4 = 3F-5 VI. (elettrolitico)
no due: la prima (USC.l) consente di misurare
·il livello, in continua, del segnale e di stabilire Resistenze
quindi l'intensita, in modo da bilanciare appros-
simativamente i due generatori per un battimen- Rl = 56 ohm
to piu nitido; la seconda (USC.2) permette di ri- R2 = 150 ohm
velare il segnale audio: essa dovrd essere collega- R3 = 56 ohm
ta con un amplificatore esterno. R4 = 150 ohm
Per eseguire la taratura, bastera agire su uno dei R5 = 1.500 ohm
generatori, sino ad annullare, o quasi, la frequen- R6 = 2.200 ohm

R2

C1 OG1 R5 C4
+
E1 R1

E2 0G2 C2 C3 USC.1 Uc.2

R3

395
AMPUFICATORE BF
50 WATT
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
L. 21.500
CARATTERISTICHE
Potenza musicale SOW
Potenza continua 45 W
lmpedenza d'uscita 4 ohm
lmpedenza entrata E1 superiore a 100.00 ohm
lmpedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Senslbilita entrata El 100 mV per 45 W
Sensibilita entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodl al silicio
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W

11 kite comprensivo di tutti gli


Questa scatola di montaggio, veramente pre- elementi necessari perla realiz-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- zazione dell'amplificatore ripro-
ficatore di potenza, appositamente concépito dotto nella foto. Per il suo com-
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica,
é dotato di due entrate ed é quindi adattabile pletamento il lettore dovrá pro-
a molte altre sorgenti di segnali BF, cosi da curarsi, per proprio conto, gli al-
rendare l'apparato utilissimo per gli usi piü
svariati. toparlanti e il contenitore.

l e comprensivo di tutti gli


kit elementi necessariper la realiz-

zaione del/'ampliticatore riprodotto nella foto, Per il suo com-


pletamento il lettore dovra procurarsi, per proprio conto, gli
altoparlanti e il contenitore.
Stabilizzatore per basse tensioni a. La stabilizzazione termica risulta buona perché
eventuali variazioni di tensione si riflettono su
Vorrei realizzare un circuito di stabilizzazione entrambi di diodi DZ1-DZ2. A proposito degli
di tensione in modo da sostítuire una costosa pi- zener le ricordiamo che il coefficiente di tempe-
letta al mercurio. Purtroppo, nonostante tutte le ratura e positivo per tensioni inferiori a 5,6 V,
mie piu accurate ricerche, non sono mai riusci- mentre e negativo per tensioni di valori superio-
to a reperire in commercio dei diodi zener con ri. La figura b interpreta l'andamento delle cor-
tensioni di 1,4 V. Come posso rimediare a queste renti attraverso il carico, le resistenze e i diodi,
difficilta di ordine commerciale? in modo che leí possa facilmente dimensionare,
FORTUNATO OLIVA in base alle caratteristiche del carico stesso iL,
Terni i componenti necessari per la realizzazione del

Lei ha perfettamente ragione. Il minimo valore


di tensione dei diodi zerier reperibili in commer-
cio e di 2,7 V. Cioe un valore che a lei non puo in+i,
servire. Ma uno zener da 1,4 V lo si potrebbe fa-
cilmente realizzare collegando, in serie fra loro,
due normali diodi al silicio, da 0,6-,-0,7 V cia-
scuno. Ma una tale soluzione comporta taluni
inconvenienti nella stabilizzazione termica, nella
precisione del valore di tensione e nella buona
I DZ1
fN'
DZ1
stabilizzazione.
La soluzione migliore e certamente quella di uti- CRICO
lizzare due dio di zener, di tensioni tali da diff e-

t
-"1
rire tra loro di 1,4 V. Il circuito risultante da un
tale collegamento rappresentato in figura a;
-
7
in questo circuito si suppone che la tensione di
i1-ÍL
R1
3
] 'ar
+
@

ENTR circuito. La corrente il dovra dovra essere fis-


10V€c.
sata su un valore superiore a quello della cor-
rente iL, mentre la corrente i2 puo anche essere

+o tt v
±,
11

11
11
o inferiore. Il calcolo delle resistenze dovra essere
eff ettuato servendosi ovviamente della legge di
Ohm: R = V : l .

•••
11

@
Misure di resistenze di valore
elevato

DZ2 (8,2 volt) sia maggiore di quella di DZl Il mio tester, con sensibilitá di 20.000 ohm/volt,
(6,8 V). In queste condizioni le polarita della non mi permette di effettuare la misura di resi-
tensione sul carico sono quelle indicate in figura stenze di valore molto elevato. Le misure infatti

397
possono ritenersi accettabili fino ai 500.000 ohm. scala del tester con il metodo convenzionale. Ci
Ma per valori superiori, soprattutto quando si potra garantire una indicazione costante, anche
supera il megaohm, non si riesce proprio ad ot- con il progressivo esaurimento delle pile di ali-
tenere alcuna valutazione esatta. E' possibile, ap- mentazione contenute nello strumento.
portando qualche semplice modifica al circuito
del tester, poter misurare le resistenze di valore
elevato? In caso affermativo, potreste pubblicare
qualche schema orientativo ritenendo che il pro-
blema sia comune a tutti i tester di bassa sen-
sibilita?
AGAPITO BRANDOARDI
•••
Salema Sostituzione di un Thyristor

Il disegno qui riportato interpreta un sempli- Vorrei realizzare il progetto dell'antifurto con
cissimo accorgimento che permette di raggiunge- contatti REED presentato a pagina 344 del fa-
scicolo di maggio dello scorso anno della vostra
rivista. Sono in possesso di tutti i componenti ne-
cessari per la costruzione dell'apparato, ma mi
mancano gli SCR di tipo BST 0213 SIEMENS
da voi prescritti nell'elenco componenti. Gli uni-
ci componenti, di piccola potenza, che sono riu-
TESTER scito a reperire in commercio, sano i 2N1597. E'
OHMETRO possibile effettuare la sostituzione dei thyristor
da voi consigliati con quelli da me acquistati?
In caso affermativo potreste indicarmi la di-
sposizione degli elettrodi sul componente, dato
che !'involucro e di tipo diverso da quello degli
o SCR originali?
ar- o
I
0
0
MARIO VOLPI
z o Brindisi
r
o
PUNTALI b4
..J
[i: e
La sostituzione da lei pro posta possibile. M a la
disposizione dei terminali, sul componente, e di-
versa. Riproduciamo quindi lo schema del com-
ponente nel quale la successione degli elettrodi e
pilotata dalla piccola tac ca metallica di riferi-
mento.

TR1

re lo scopo da lei prefissato senza intervenire sui


circuiti interni del tester. Si tratta infatti di uti-
lizzare un transistor al silicio di tipo NPN, quale
elemento di adattamento. Per TRl, ad esempio,
G
si possono usare i comuni BC108-BC109.
Il transistor, come lei sapra, riduce di un certo
numero di volte, pari al guadagng intrinseco del
transistor, la resistenza applicata tra base e col- K A
lettore nel.caso in cui la misura venga eff ettuata
tra collettore ed emittore. Ovviámente la scala
dello strumento verrá a dipendere dal tipo di
transistor utilizzato e ció significa che occorrerá
di volta in volta procedere alla taratura. Prima di
applicare i puntali del tester fra collettore ed emit-
tore, si deve procedere all'azzeramento di fondo-

398
Alimentatore per radiotelefoni BC611 greca», necessario per la tensione anodica, da
uno stadio raddrizzatore a doppia semionda e
Ho acquistato recentemente sul mercato surplus da un secondo filtro a « p greca» con resistenza
una coppia di radiotelefoni di tipo BC611. Gli variabile per la corretta regolazione della tensio-
apparati sono privi della batteria a 105 V neces- ne di uscita. La tensione di accensione dei fila-
saria per alimentare i circuiti anodici delle val- menti viene filtrata anche attraverso un'induttan-
vole. E poiché non mi interessa l'uso portatile e
za (Z1). Si preferito raddrzzare e livellare an-
dei radiotelefoni, vi pregherei, se possibile, di for- che la tensione di accensione dei filamenti per
nirmi uno schema, il piu semplice possibile, di evitare di introdurre, durante le trasmissioni, fa-
un alimentatore adatto per questo tipo di rice- stidiosi ronzii, a beneficio di un aumento di sen-
trasmettitori e collegabile con la rete-luce. ibilita degli apparati.
MARIO VECCHINA
Rovigo .COMPONENTI

Le alimentazioni necessarie per il funzionamento C1 = 500 F - 12 VI (elettrolitico)


dei radiotelefoni in suo possesso sono due: la C2 = 1.000 F- 12 VI (elettrolitico)
prima a 1,5 V, necessaria per l'accensione dei fi- C3 = 100 F - 200 VI (elettrolitico)
lamenti de lle valvole, la seconda a 105 V circa C4 = 100 F - 200 VI (elettrolitico)
per l'alimentazione anodica (la batteria originale R1 = 10 ohm (potenziometro a filo)
fornisce la tensione anodica di 103,5 V). R2 = 1.800 ohm - 2 W
Il circuito che le proponiamo dispone di en- D1 - D2 -D3 = BYX36/100
e
trambe queste tensioni. Esso di concezione mol- TI = trasf. d'alimentaz. (220 v- 2 x 4,5 V
e
to semplice ed composto da uno stadio raddriz- 120V)
zatore a semplice semionda, da un filtro a « p Zl = imp. BF

T 01
+ +
1,5V

FUS.
+
105V
. H O
C4
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Caduta di tensione: 1,25 V circa- aggiunta c
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Tensioni continue Correnti alternate
(7 portate) 1,5-3- 10- 30- 100 - 300 - 1000 V (5 portate) 1- 10- 100 mA - 1 - 5 A
Precisione: ± 1,5/ del valore massimo, ± 3%/ sulla Precisione: ± 2,5%/, del valore max
portata 1000 V Caduta di tensione: 1,25 V circa
Resistenza interna: 20.000 ohm/V (1000 ohm/V sulla Resistenze 3 gamme:
scala 1,5 V) x 1 5 ohm 1 O Kohrn
Tensioni alternate x 100 500 ohm 1 Mohm
(6 portate) 3- 10-30- 100 - 300 - 1000 V x 1000: 5 Konm - 10 Mohm
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sotto un mobile o dentro un lampadario, captera ...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

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L'emissione e in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
sono talmente ridotte che il circuito, completo
"
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-
chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-
cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput e di 0,5 mW. La sensibilitá e re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
mlcrofono, oppure suoni forti in prossimita del
II microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
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sta parte. Perché dobbiamo ascoltare le proteste legittime di
quei lettori che, avendoci affidato l'ordine di un kit, non vedono
arrivare tempestivamente il pacco. E perché siamo costretti a
sottoporci alla sgradevole situazione dei richiami verbali, scritti,
telefonici, verso i nostri fornitori. Per averne in cambio sem-
pre le stesse rispos te: ... « domani », ...« la pros sima settima-
na», ... « entro fine mese»! Risposte che noi affidiamo, con ... be-
neficio d'inventario, ai nostri lettori, in uno scambio di battute
monotono, stucchevole e logorante, che finisce per stancare ed
avvilire tutti: i lettori, per primi, noi stessi, dopo.
Ma il mercato dei componenti elettronici, oggi, va cosL Cioé
malamente. Perché i maggiori servizi pubblici sono carenti nella
forma e nella sostanza. Perché l'industria sta segnando il passo.
Perché e in atto una crisi economica, cui nessuno puo in alcun
modo sottrarsi. Nemmeno noi che ci accontentiamo di assicu-
rare ai lettori puntualita, tempestivita e precisione.
Ma i vecchi lettori, quelli che da gran tempo ci seguono, ci
stimano e ci conoscono bene, si rifiutano di indulgere alle facili
e gratuite condanne di negligenza nei nostri confronti, riuscen-
do a contenere ogni legittimo disappunto nei limiti di una mis-
siva o di una telefonata. Ben sapendo che tutti i membri della
nostra Organizzazione vivono giorno per giorno, la battaglia per
la... conquista di questo o quel componente elettronico che, a
volte, e il solo mancante per il completamento di un kit.
L'attuazione dei nostri programmi, tuttavia, non deve e non
puo assumere l'aspetto di una lotta nell'inquieto mercato dei
componenti elettronici. Anzi, contiamo di rientrare presto nei
binari della normalita, per appagare pienamente e sollecitamen-
te i desideri di quanti hanno riposto in noi fiducia e credito.

401
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vi da la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa
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lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualita e sicuro
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significa divenire membri sostenitori di una grande famiglia.
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a se stessi e agli altri la propria passione per l'elettronica.

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nell'interno le pagine in cui vi proponiamo le due forme di abbo-
namento, scegliendo quella preferita e da voi ritenuta la piu
interessante.
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LA COPERTINA • Propone, questo mese, due
realizzazioni a carattere dilettantistico. La prima,
presentata in scatola di montaggio, soddisfa le piú
elementari esigenze di ogni lettore. La seconda
costituisce un elemento di conforto e completa-
mento nel laboratorio o sul banco di lavoro del-
lo studente.

editrice
ELETTRONICA PRATICA
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
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403
AS21

AMPLURCATORE
Richiedeteci subito questo kit! Perché con esso potrete
realizzare un modulo elettronico utilissimo, molto versa-
tile, economico e divertente per tutti.

Alla giá nutrita collana di scatole di montaggio, Il nuovo kit, dunque, permette di costruire un
approntate dalla nostra Organizzazione, mancava « modulo », che rappresenta l'elemento base per
ancora un kit alla portata di tutti e in grado la realizzazione di una notevole serie di apparati
di soddisfare le piü elementari esigenze di ogni di grande utilitá, divertenti ed economici.
principiante di elettronica: quello di un ampli-
ficatore di bassa frequenza, da adattarsi alle se- Alcune di queste applicazioni verranno descritte
guen ti, importanti funzioni: nel corso dell'articolo, altre risulteranno di gran-
1) Amplificatore BF de immediatezza, in ordine alle preferenze, ne-
2) Sirena elettronica cessita pratiche e ... gusto elettronico del lettore.
3) Allarme elettronico Cominciamo quindi con l'esarne particolareggia-
4) Oscillatore BF (emissione in codice Morse) to del funzionamento elettrico del «modulo».

404
CARATTERISTICHE ELETTRICHE
DEL MODULO

Tensione tipica di lavoro: 9V


Consumo di corrente: 80 ± 100 mA
Potenza d'uscita: 0,3 W indistorti
Impedenza d'uscita: 8ohm

TUTTUFARE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
ANALISI DEL MODULO base del transistor TRl dopo aver attraversato
il condensatore elettrolitico C l.
Lo schema base del «modulo», che abbiamo II transistor TRl esercita un primo processo di
denominato AS21 (sigla attribuita al kit dalla preamplificazione, in modo da inviare al secon-
nostra organizzazione interna), e quello di un am- do stadio un segnale giá preamplificato.
plificatore di bassa frequenza a quattro transi- Come si puó notare, sull'emittore del transistor
stor con stadio d'uscita a simmetria complemen- TRl e stata inserita la resistenza R4, alla quale
tare. spe.a il duplice compito di elevare considere-
II terminale 1 <leve considerarsi l'entrata vera volmente il valore dell'impedenza di ingresso del-
e propria del circuito riportato in figura l. l'amplificatore e di stabilizzare il guadagno dello
II segnale applicato all'entrata 1 raggiunge la stadio, dato che questa resistenza provvede alla

405
R1 o
R6

a
b
TR2 TR3 1 11 I AP

R2 Ie
R9

e 11
-++ p7 ~ _._u• C3

0 ~
1

11 11

,,RBTR4
R3 S R4 ~ R5

l
[ [ [ : ~

Fig. 1 - Lo schema base del modulo AS21 e quello


di un ampliflcatore di bassa frequenza a quattro tran-
sistor, con stadio d'uscita a simmetria complementare.
l] trimmer potenziometrico H1 deve essere regolato in
modo da ottenere il massimo volume e la miglior ri-
produzione sonora.

COMPONENTI formazione di una tensione di controreazione del


segnale.
La polarizzazione del transistor TRI e di tipo
variabile ed e ottenuta tramite la regolazione
del potenziometro semifisso Rl. Con questo si-
Condensatori
C1 = 5F -6 VI. (elettrolitico) stema e possibíle far variare il punto di lavoro
C2 = 5 F - 6 VI. (elettrolitico) del transistor TRI e quello degli altri stadi suc-
C3 = 250 + 500 F - 6 VI. (elettrolitico) cessivi; si tenga conto, infatti, che gli stadi am-
plificatori del « modulo » sono collegatí fra loro
Resistenze in corrente continua.
R1 = 2,2 megaohm (trimmer potenziometr.)
R2 = 4. 700 ohm Per mezzo del trimmer potenziometrico R 1, che
R3 = 4.700 ohm rappresenta l'unico elemento variabile di tutto
R4 = 150 ohm il circuito, si provvede alla messa a punto del-
R5 = 150 ohm l'amplificatore. Ma ritorniamo all'esame del per-
R6 = 150 ohm corso di amplificazione dei segnali.
R7 = 4.700 ohm
R8 = 10 ohm (vedi testo) Dopo il processo di preamplificazione, attuato
R9 = 3.300 ohm dal transistor TRI, il segnale viene sottoposto ad
Transistor un secondo processo di amplificazione tramite il
TR1 = AC128 transistor TR2.
TR2 == AC127 Su! collettore dí TR2 e possibile prelevare un se-
TR3 = 2N1711 gnale di bassa frequenza di potenza sufficiente a
TR4 = 2N2905A pilotare direttamente uno stadio di uscita di tipo
a simmetria complementare.
Su questi tipi di circuiti d'uscita abbiamo avuto

-06
Fig. 2 - 11 cablaggio· del-
l'amplificatore tuttofare e
ottenuto su circuito stam-
2 3 4 5 6 7 pato che, in questo dise-
gno, e visto in trasparen-
za cioé dalla parte oppo-
sta a quella in cuí sono
presenti le piste di rame.
lungo uno dei due lati mag-
giori del circuito stampato,
in corrispondenza dei ter-
minali liberi delle piste di
rame, trova precisa corrl-
spondenza con la stessa
numerazione riportata nel-
lo schema elettrlco di fi-
gura 1 e negli schemi ap-
plicativi delle figure 4-5-6.

modo di intrattenerci piu volte nel corso delle sione di controreazione, che ha lo scopo di li-
analisi dei vari amplificatori di bassa frequenza nearizzare il responso del segnale e stabilizzare il
presentati in precedenti fascicoli della rivista. guadagno compensando gli effetti terrnici.
Possiamo ricordare soltanto e brevemente che, Come si puo osservare, nello schema elettrico di
essendo il circuito composto da due transistor figura 1, sono stati riportati dei numeri; questi
complementari, uno di tipo PNP e l'altro di tipo numeri corrispondono esattamente a quelli ri-
NPN, questi due componenti si comportano in portati sul piano di cablaggio di figura 2 e rap-
maniera opposta in presenza di un segnale va- presentano i terminali utili del circuito.
riabile. L'altoparlante, ad esempio, risulta collegato con
Cioé, mentre in uno dei due transistor aumenta i terminali 5-6; la pila di alimentazione viene
la conduzione, nell'altro la conduzione del segnale collegata sui terminali 4- 7.
diminuisce, perrnettendo cosi la compensazione Il terminale 1, come abbiamo detto, costituisce
delle distorsioni introdotte da ogni singolo tran- l'entrata del circuito; il terrninale 3 rappresenta
sistor e costruendo, all'uscita, un segnale di ottirna la linea di massa dell'amplificatore. Il terminale
qualita, cioé suficientemente potente senza dover 2, come avremo modo di dire piü avanti, serve nel
ricorrere all'uso degli ingombranti e scomodi tra- caso in cui il « modulo » venga utilizzato per la
sforrnatori d'uscita. costruzione di circuiti d'allarme, sirene elettroni-
Anche per questo stadio finale e prevista una ten- che od oscillatori.

Fig. 3 - Presentiamo in questo


disegno il circuito stampato in
grandezza naturale necessario
per la reallzzazione del modulo
AS21. Il circuito stampato e con-
tenuto nel kit.

407
AP

Fig. 4 - La piu immediata


e natu rale applicazione
pratica del mod ulo AS21
e quella di apparato am-
plificatore BF per giradi- o
schi con testina plezoe- 3 R1
lettrica. 11 potenziometro a

-
R1, a variazione logaritmi- a-
D
ca, ha il valore di 100.000
ohm; la resistenza R2 ha )

il valore di 120.000 ohm; a


il valore capacitivo di C1
e di 330 pf. L'impedenza
dell'altoparlante deve es-
sere di 8 ohm. C1

COSTRUZIONE DEL MODULO Coloro che vorranno sottoporre il modulo ad un


funzionamento continuativo, tenendolo costan-
La realizzazione pratica del modulo AS21 deve temente sotto tensione, dovranno munire i due
essere fatta seguendo il piano di cablaggio pre- transistor finali TR3-TR4 di due elementi radia-
sentato in figura 2. II circuito stampato, di cuí tori a stella, che verranno inseriti a forza sul-
in figura 3 riportiamo lo schema a grandezza na- l'involucro dei due transistor.
turale, agevola il compito di montaggio del mo- La presenza dei due radiatori elimina l'energia
dulo. termica gencrata dai componenti permettendo il
I transistor TR1-TR2 sono di tipo al germanio; loro corretto funzionamento.
l'identificazione dei loro terminali viene agevola- L'alimentazione del modulo puó variare tra un
ta dalla presenza di un puntino colorato impres- mínimo di 6 Ved un massimo di 13,5 V, mentre
so, sull'involucro estemo del componente, in cor- il consumo medio si aggira intorno agli 80-100
rispondenza del terminale di collettore (C); il mA.
terminale di base (B) si trova in posizione centra-
le; il terrninale di emittore (E) si trova in posi-
zione opposta a quella del collettore. E' ovvio CARATTERISTICHE DEL MODULO
quindi che il lettore, prima di inserire questi due
transistor (TR1-TR2) ne! circuito stampato, do- La potenza resa dal modulo e di 0,3 W indistorti.
vrá edursi esattamente sulla precisa disposizione La tensione típica di alimentazione e di 9 V anche
dei tre terminali, perché un errore di inseri- se, come abbiamo giá detto, la tensione di lavoro
mento impedirebbe il funzionamento del modulo. puó variare fra i 6 e i 13,5 V, con un consumo
Per quanto riguarda poi i due transistor TR3- medio di corrente di 80-100 mA.
TR4, che sono di tipo al silicio, la determinazio- Lo potenza di 0,3 W indistorti si ottiene su un
ne dei terminali si effettua osservando esattamen- carico con impedenza di 8 ohm. Coloro che
te la posizione della linguetta metallica uscente applicheranno, all'uscita del circuito, un alto-
dall'involucro del componente; in corrisponden- parlante, dovranno ricordarsi che questo <leve
za di questa linguetta si trova il terminale di avere un'impedenza di 8 ohm (valore d'impe-
emittore. In ogni caso i puntini colorati e le lin- denza della bobina mobile).
guette risultano disegnati sul piano di cablaggio Utilizzando altoparlanti con valori di impeden-
di figura 2, che funge da guida corretta per za superiori, compresi fra 80 e 30 ohm, potranno
l'inserimento dei componenti ne! circuito stam- ottenere ancora un buon risultato sonoro, perché
pato. !'aumento di impedenza non crea alcun incon-

408
veniente, se non quello di una diminuzione della L'AMPLIFICATORE
potenza d'uscita del modulo.
Un altro elemento, che contribuisce a determi- Come abbiamo detto all'inizio di questo articolo,
nare la potenza resa dal modulo, e rappresentato con il modulo AS21 e possibile realizzare una
dalla resistenza R8, il cui valore nominale e di notevole serie di apparati di grande utilitá, di-
10 ohm, ma che puó essere ridotto sino a 4,7 vertenti ed economici. Per facilitare il compito
ohm, con lo scopo di raggiungere un lieve au- applicativo del lettore, descriveremo ora le quat-
mento di potenza. tro piü importanti applicazioni pratiche, comin-
ciando con l'amplificatore di bassa frequenza.
Per utilizzare il modulo in funzione di amplif-
TARATURA DEL MODULO catore di bassa frequenza, si debbono collegare
ai suoi terminali la pila di alimentazione o un
alimentatore a corrente continua, !'altoparlante
Per essere considerato veramente efficace, il no-
e un sistema di regolazione di volume.
stro modulo richiede un semplice procedimento
di taratura, che si ottiene, come abbiamo detto, L'altoparlante verra collegato sui terminali 5-6.
regolando il potenziometro semifisso R 1. L'alimentazione verrá collegata sui terminali 4-7.
Il trimmer potenziometrico RI dovrá essere re- Il sistema di regolazione di volume verra collegato
golato in modo che il valore delle tensioni misu- fra il terminale 3 (circuito di massa) e il termi-
rate fra i collettori e gli emittori dei transistor nale 1 (entrata del modulo). Questo ingresso e
TR3 e TR4 siano perfettamente identiche. Ripe- previsto per il collegamento con pick-up di tipo
tiamo. La tensione continua fra emittore e col- piewelettrico, mentre con testine magnetiche e
lettore di TR3 deve essere identica a quella mi- necessario !'uso di un preamplificatore. Non ri-
surata tra collettore ed emittore di TR4. teniamo, tuttavia, necessario dilungarci in que-
Questo semplice procedimento di taratura, che st'ultimo argomento, perché vogliamo scartare
richiede l'uso di un tester commutato nella por- l'eventualita che il lettore possa servirsi del nostro
tata voltmetrica CC, puo essere ottenuto anche modulo per usi Hi-Fi, a causa della bassa poten-
ad... orecchio. In tal caso la regolazione del trim- za d'uscita.
mer Rl verra fatta in modo che la riproduzione L'adattamento del modulo in funzione di ampli-
sonora risulti il piu possibile chiara ed indistorta. ficatore di bassa frequenza per giradischi o im-

TASTO

AP

Fig. 5 -ll modulo AS21 si adat-


e
9V
ta ottimamente alla realizzazione
di una sirena elettronica o di
un oscillatore per lo studio delle
G trasmissioni in codice Morse. Lo
schema qui riportato si riferisce
a questi due apparati. Volendó
realizzare la sirena elettronica, il
tasto telegrafico dovra essere so-
stituito con un interruttore a pul-
sante. 11 condensatore C4 puo
avere un valore capacitivo com-
preso fra 47.000 e 500.000 pF, a
seconda del tipo di nota di bassa
frequenza piil gradita. Si tenga
conto che con i valori capacitivi
piü alti di C4 si ottengono oscil-
lazioni di frequenza piü bassa.

409
Fig. 6 - Coloro che vor ra nno ser-
virs i del mo dulo per realizz are
un siste ma di aliarme, dovr anno
rico rrere a ques to schema elet-
trico attr ibuen do al con densato-
re CA4 quei valori capacitivi ci-
tati nel caso dell'applicazione ri-
portata in figura 5. 1 contatti di
aliarme possono essere di vario
tipo, a seconda delle applica-
zioni che si vogliono ottenere.
Si possono usare, ad esempio,
gli interruttori normali, 1 microin-
terruttori, i contati REED, I con-
tatti al mercurio e, persino, un
sottilissimo filo metallico la cui
rottura mette in funzione il di-
spositivo di aliarme.

pieghi generici, e rappresentato in figura 4. Il codice Morse, dovranno far riferimento allo sche-
potenziometro Rl e di tipo a variazione logaritmi- ma riportato in figura 5.
ca e il suo valore e di 100.000 ohm; la resisten- Collegando fra i terminali 1-2 del modulo il con-
za R2 ha il valore di 120.000 ohm. Il valore del densatore CA, si genera una reazione positiva hei
condensatore C1 e di 330 pF. primi due stadi dell'amplificatore, con conseguen-
te produzione di una oscillazione di bassa fre-
quenza. Tale oscillazione, che nel punto 2 del
SIRENA ELETTRONICA modulo si presenta come un'onda quadra con
E OSCILLATORE PER CW ampiezza di 0,5 V circa (figura 7 A), viene am-
plificata dallo stadio finale e resa udibile attra-
Coloro che vorranno servirsi del modulo per la verso l'altoparlante.
costruzione di una sirena elettronica o di un Nel punto 5 del modulo, la forma d'onda otteni-
oscillatore di bassa frequenza per emissioni in bile e quella rappresentata in figura 7B.
La frequenza dell'oscillazione puo essere scelta
Flg. 7 - Nel punto 2 del modulo il segnale si presenta a piacere entro un ampio campo di valori, uti-
come un'onda quadra, con ampiezza di 0,5 V circa (A); lizzando per C4 un condensatore di valore ca-
questo segnale viene amplificato dallo stadio finaie
e reso udibile attraverso l'altoparlante. La forma d'on- pacitivo compreso tra 47.000 pF e 500.000 pF,
da del segnale presente nel punto 5 del modulo e tenendo presente che ai valori capacitivi piü alti
quella riportata in (B). corrispondono oscillazioni di frequenza piü bassa.
Quindi, per ottenere una nota grave occorrerá
un condensatore da 500.000 pF, mentre per ot-
tenere una nota acuta il condensatore C4 dovrá
avere il valore di 47.000 pF.
Questo particolare adattamento del modulo e
utile per la realizzazione di un generatore di se-
gnali necessario per la prova di amplificatori o di
altri apparati simili. Ma il circuito di figura 5
puó servire anche da sirena elettronica, sostituen-
do il tasto telegrafico con un interruttore a pul-
B sante. Volendo ottenere un comando a distanza,
si potra collegare, sui terminali 6-7 del modulo,
un relé di controllo.
L'altoparlante puo essere sostituito con una cuffia

410
a bassa impedenza, che verra collegata sui ter- Fra i terminali 2-3 vengono inseriti i contatti di
minali 5-6 del modulo. Cosí facendo sará possi- allarme. In tal modo, connettendo direttamente
bile rendere silenzioso lo strumento del codice alla linea positiva di alimentazione il collettore
Morse. di TR2, si evita I'insorgere dell'oscillazione. Ma
Volendo regolare il volume sonoro in cuffia, con- quando uno o entrambi i contatti d'allarme ri-
sigliamo di inserire, in serie con !'altoparlante, un sultano aperti, il circuito si trasforma in una si-
potenziometro da 100 ohm, collegando una resi- rena elettronica, generando una nota sonora di
stenza da 33 ohm fra i terminali 5-6 del modulo. aliarme.
I contatti d'allarme possono essere di vario tipo,
a seconda delle applicazioni che si vogliono ot-
ALLARME ELETTRONICO tenere. Si possono usare ad esempio gli interrut-
tori normali, i microinterruttori, i contatti REED,
Il nostro modulo si adatta bene alla realizzazione i contatti al mercurio e, persino, un sottilissimo
di un sistema di aliarme sonoro per gli usi piu
filo rnetallico la cui rottura rnette in funzione il
svariati. Esso potra rappresentare quindi un otti-
dispositivo di allarme.
mo apparato per antifurto, per il controllo di su-
per_¡¡,mento di livello di liquidi contenuti in un Per quanto riguarda il valore capacitivo del con-
sérbatoio, ecc. densatore C4 valgono le stesse osservazioni fatte
Per quest'ultimo adattamento del modulo occor- nel caso della realizzazione della sirena elettro-
re far riferimento allo schema di figura 6. nica o dell'oscillatore BF (figura 5).

LA SCATOLA DI MONTAGGIO
DELL' AMPLIFICATORE TUTTOFARE
CONTIENE
n. 1 circuito stampato - n. 3 condensatori elettrolitici - n.
trimmer potenziometrico - n. 8 resistori - n. 1 interruttore a
slitta - n. 4 transistor.

411
UN ALIMENTATORE OTILE
IN OGNI LABORATORIO

Questo apparato e da considerarsi necessario per coloro che


montano o riparano circuiti funzionanti con valvole elettroniche.
La sua utilita e ri,sentita anche da tutti quei radioamatori che si
servono di stazioni con apparati a valvole.

Non e vero che la valvola elettronica sia comple- L'apparecchio, che ci accingiamo a descrivere,
tamente scomparsa dal mondo dilettantistico. Per- cosi come avviene per tutti gli alimentatori per
ché ancor oggi molti appassionati si avvicinano ai circuiti a valvole, e un po' ingombrante, a causa
mercati surplus per acquistare strumenti di mi- delle dimensioni e del peso del trasformatore di
sure, di controllo o apparecchiature riceventi e alimentazione. Ma da esso si possono assorbire
trasmittenti funzionanti a valvole. E ci sono molti le tre tensioni fondamentali che hanno sempre
principianti che, nel percorrere la carriera scola- regolato il funzionamento della valvola: quella
stica debbono necessariamente stabilire un con- ad alta tensione, per l'alimentazione degli anodi,
tatto con le valvole elettroniche. quella a bassa tensione per accendere il fila-
11 mondo della valvola, dunque, e ancora vivo, mento e quella negativa per polarizzare le gri-
con tutti i componenti giá soppiantati dal tran- glie, evitando in tal modo Puso di circuiti di auto-
sistor e con tutto il corredo di apparecchiature polarizzazione. Il nostro alimentatore e dotato i-
che, un tempo, risultavano indispensabili. E la noltre di un milliamperometro indicatore, con
valvola deve essere alimentata con tensioni e cor- possibilita di segnalare valori di correnti e di ten-
renti di valori completamente diversi da quelli s1on1.
richiesti dai semiconduttori. L'alimentatore sepa- Mediante un commutatore e possibile poi va-
rato, quindi, in grado di erogare le tensioni e le riare, entro certi limiti, il valore della tensione,
correnti piu comuni ne! settore della valvola elet- adattandola al particolare circuito cui lalimen-
tronica, e necessario nel laboratorio dilettanti- tatore verra collegato. La maggiore utilitá del
stico e sul banco di lavoro dello studente. nostro alimentatore e risentita nei settore ra-

412
diantistico, nel quale molti radioamatori si ser- essere inserita o disinserita dal circuito di massa
vono ancor oggi di stazioni ricetrasmittenti a val- comune. Il doppio avvolgimento del secondario
vole. Ma lasciamo al lettore ogni eventuale pos- A T permette, con il sistema di raddrizzamento
sibilitá d'impiego dell'alimentatore ed entriamo, a doppia semionda, di contenere l'ondulazione
invece, nella descrizione del progetto rappresen- resídua, cioé il ben noto « ripple », entro limiti ra-
tato in figura l. gionevoli.
L'alimentatore <leve essere un apparato poliva-
lente, cioe in grado di erogare una tensione ab-
IL CIRCUITO ELETTRICO bastanza elevata, compresa fra i 400 e i 500 volt.
L'inserimento di un solo diodo raddrizzatore,
Il progetto dell'alimentatore puo essere suddiviso dunque, non e piü suficiente, se si vogliono rag-
in tre sezioni distinte che, volendolo, potranno giungere certi limiti di sicurezza. Per raddrizzare
essere realizzate con tre trasformazioni di alimen- ogní alternanza della corrente occorrono quindi
tazione separati, senza compromettere mínima- due o tre diodi raddrizzatori, collegati tra loro in
mente il funzionamento del circuito dell'alimen- serie, con un totale di quattro o sei diodi per
tatore. l'intero sistema raddrizzatore.
La sezione alimentatrice ad alta tensione e com- Abbiamo cosl. interpretato il motivo per cui sul
posta da un doppio avvolgimento, dotato di pre- circuito di raddrizzamento dell'alta tensione ri-
sa centrale che, tramite l'interruttore S2, puó sultano inseriti ben sei diodi raddrizzatori.

413
T1 R3 R4 R5
>-+ @y[y" • 2j[y" ]
R7 R8

LN1

LP1

R9 •

+
c9
EC. 100V LN2

D7

COMPONENTI
Resistenze
R1 = 100 ohm - 1 W
R2 = 100 ohm - 1 W
R3 = 220.000 ohm - ½ W
R4 = 220.000 ohm - ½ W
R5 • = 220.000 ohm - ½ W
Condensatori R6 = 220.000 ohm - ½ W
C1 = 1.000 pF - 500 VI. R7 = 220.000 ohm - ½ W
C2 = 1.000 pF - 500 VI. R8 = 220.000 ohm - ½ W
C3 = 1.000 pF - 500 VI. R9 = 100 ohm - ½ W
C4 = 16 F - 450 VI. (elettrolitico) R10 = 200 ohm - 5 W
C5 = 16 F - 450 VI. (elettrolitico) R11 = 470 ohm - 5 W
C6 = 1.000 pF - 500 VI. R12 = 1.000 ohm - 5 W
C7 = 1.000 pF - 500 VI. R13 = 2.000 ohm - 5 W
ca = 1.000 pF - SOOVI. R14 = 50.000 ohm - 5 W
C9 = 100 uF - 250 VI. (elettrolitico) R15 = 5 + 10 ohm (vedi testo)
C10 = 16 F - 600 VI. (elettrolitico) R16 47.000 ohm ± 200.000 ohm (vedi te:

414
mA

S3

S4
qvoLr

wlwlw4 ww
mA

11 o +AT
R15

R14 + R16
C10

MASSA
l # l COMUNE

z) - ][)[)\/

Varie
T1 =
trasf. d'alimentaz. (vedi testo)
S1 =
interrutt. generale
s2 =
interrutt. pilota AT
s3 =
commutatore regolatore di tensione
S4 = commutatore di lettura valori di tensione
o di corrente
LN1 == lampada-spia di rete (vedi testo) Fig. 1- Il progetto dell'alimentatore puo considerarsi
LN2 = lampada-spia tensione negativa di pola- suddiviso in tre sezioni dlstinte: quella di alta tensio-
rizzazione (vedi testo) ne, quella di bassa tensione (accensione dei filamenti
delle valvole) e quella di polarizzazione delle griglie
LN3 = lampada-spia AT (vedi testo) della valvole elettroniche. Lo strumento, presente nel
LP1 = lampada-spla BT (ad incandescenza) circuito di uscita, permette di rilevare i valori esatti
D1-D2-D3-DA4-D5-D6-D7 = BY127 (raddrizz. al dell'alta tensione e della corrente assrbita da ogni
silicio) apparato utilizzatore.

415
COSTRUZIONE DEL CIRCUITO cessario che questi condensatori presentino il me-
RADDRIZZATORE desimo valore capacitivo. Ecco perché i due con-
densatori elettrolitici C4-C5, tenuto conto delle
Poiché quasi impossibile che due diodi raddriz- elevate tolleranze di questi componenti, debbono
zatori risultino perfettamente uguali, puo acca- essere dello stesso modello e della stessa... par-
dere che, nel sistema di collegamento in serie tita.
di due diodi, per esempio da 300 V ciascuno,
quando si applica ad essi una tensione inversa ULTERIOR! PARTICOLARITA'
di 500 V, perfettamente compatibile in linea
teorica con la serie dei due diodi (300 4 300 = Sulla presa intermedia dell'avvolgimento secon-
= 600 V), si determini la rottura di uno o di dario AT del trasformatore di alimentazione di
entrambi i componenti. Infatti potrebbe accadere STAND-BAY. Quando il terminale centrale non
che su un diodo si stabilizzi la tensione di 400 V viene collegato a massa, cioé quando l'interrutto-
e sull'altro quella di 200 V soltanto. re S2 rimane aperto, non si ottiene alcuna gene-
Per evitare questo inconveniente basta collegare, razione di alta tensione.
in parallelo ai diodi stessi, alcune resistenze, ugua- Alle resistenze R10-Rl 1-Rl2-Rl3 e affidato il
li fra loro e di valore molto elevato, con lo sco- compito di ridurre il valore dell'alta tensione. E'
po di non compromettere il buon funzionamen- ovvio che questa riduzione risultera funzione del-
to del circuito raddrizzatore. la corrente assorbita dal carico, mentre a vuoto
Un'ulteriore protezione del circuito e offerta dal- non si avra praticamente alcuna variazione nelle
la presenza dei condensatori C1-C2-C3-C6-C7- tre possibili posizioni del commutatore S3.
C8, che permettono di compensare le diverse ca- II condensatore elettrolitico ClO filtra ulterior-
pacita interne caratteristiche dei diodi, che inter- mente l'alta tensione e forma, assieme ai conden-
vengono anch'esse in favore di eventuali squili- satori elettrolitici C4-C5 e alle resistenze R10-
bri. R11-R12-R13, un classico filtro di corrente del
Per quanto riguarda il numero di diodi, da col- tipo a «p greca ».
legare in serie tra loro e nel caso in cui si utilizzi Sul circuito di uscita, oltre alla lampada spia al
il BY127, occorrera calcolare, per ragioni di si- neon LN3, che segnala la presenza dell'alta ten-
curezza, un limite di 200 V circa per ogni diodo. sione, risulta inserito un milliamperometro, cioé
Se il secondario AT del trasformatore di alimen- un unico strumento indicatore che, tramite op-
tazione eroga la tensione di 190 + 190 V, occor- portuna commutazione di S4, permette di con-
reranno due diodi (1 + 1), mentre per la ten- trollare il valore dell'intensitá di corrente in
sione di 350 + 350 V occorreranno quattro dio- uscita e quello della tensione.
di, e cosi via.
TARATURA DELLO STRUMENTO
TENSIONE DI PICCO-PICCO
Per poter ottenere dallo strumento indicatore
C'e ancora chi crede che il diodo raddrizzatore delle segnalazioni attendibili, e necessario provve-
BY127 sopporti una tensione limite di 800 V, dere ad un'operazione di taratura del circuito.
asserendo che, per una tensione di 500 V, e Questa dovrá essere fatta con il metodo di con-
possibile utilizzare un solo diodo, ritenendo che fronto servendosi di uno strumento giá tarato,
il diodo stesso venga sottoposto al valore picco- per esempio un comune tester.
picco della tensione e non a quello effcace. A Il tester verrá collegato sia in serie, sia in paral-
costoro dobbiamo ricordare che la tensione di lelo al circuito alimentatore. I valori delle re-
200 V eff. ad esempio, si traduce in una ten- sistenze R15-R16 dovranno essere stabiliti speri-
sione di 570 V pp, mentre la tensione di 500 V mentalmente in base al tipo di strumento utiliz-
eff. corrisponde a quella di 1.400 V pp, che e un zato e al valore massimo di fondo-scala dello
valore assolutamente insopportabile dal diodo, o strumento indicatore.
sopportabile in condizioni del tutto fortuite per II milliamperometro deve essere di tipo abbastan-
un tempo non molto lungo. za sensibile, per esempio da 0,5 mA fondo-scala;
questo tipo di strumento sottoporra il lettore ad
CAPACITA' DEI CONDENSATORI una spesa lievemente superiore a quella necessa-
ria per l'acquisto di strumentini giapponesi da
Un altro particolare degno di nota e rappresen- 1 mA fondo-scala. Coloro che volessero evitare il
tato dai due condensatori elettrolitici di filtro lavoro di accertamento dei valori delle resisten-
C4-C5, collegati fra loro in serie. ze R15-R16 per via sperimentale, potranno pro-
Per evitare possibili squilibri di tensione, e ne- cedere nel modo seguente.

416
PANNELLO DI METALLO
BASETTA ISOLANTE o

22
V

IJ o

@•
100V
@
AT
6,3
V

Per la resistenza R15 si ricorrerá ad una resi- Fig. 2- La caratteristlca principale del cablaggio del-
stenza da 10 ohm-2 W, per 100 mA fondo-scala, l'alimentatore deve essere rappresentata dalla robu-
stezza meccanica dell'apparato. Partlcolare cura dovrá
oppure da 5 ohm - 3 W, per 200 mA fondo- essere attribuita alle operazioni di inserimento nel
scala. In serie con il terminale positivo del milli- circuito dei componenti elettronici polarizzatl (conden-
amperometro si colleghera un trimmer potenzio- satori elettrolitici - diodi raddrizzatori). L'isolamento
et.rico da 5.000 ohm. Si colleghera quindi un dei conduttori, soprattutto quelll ad alta tensione, co-
stituisce un altro elemento importante del cablaggio
elemento di carico su! circuito di uscita del- dell'alimentatore.
l'alimentatore, collegando in serie a questo un te-
ster regolato sulla portata di 100 o 200 mA fon-
zione di questo secondo trimmer potenziome-
io-scala, a seconda dei casi. II tester, come ab-
trico dovra essere effettuata con il metodo di con-
biamo detto, serve per l'operazione di confronto.
fronto, servendosi di uno strumento gia tarato.
·¡ puo ora regolare il trimmer da 5.000 ohm in
modo che, dopo aver commutato S4 nella posi-
zione mA, l'indicazione dei due strumenti risulti AVVOLGIMENTI SECONDARI BT
la stessa.
Per quanto riguarda la taratura del valore di Oltre che dell'avvolgimento secondario AT, il tra-
tensione di fondo-scala, si potra sostituire la re- sformatore di alimentazione Tl e dotato di al-
istenza R16 con un secondo trimmer potenzio- tri due avvolgimenti secondari.
metrico da 2 megaohm, procedendo poi alla sua L'avvolgimento secondario a 6,3 V dovra esse- ·
regolazione senza piu toccare il trimmer prece- re in grado di fornire una corrente di valore com-
dentemente tarato. E' ovvio che anche la regola- preso tra i 3 e i 5 A, in modo da poter alimen-

417
tare i circuiti di accensione delle valvole elettro-
niche senza sforzo alcuno.
Anche su questo avvolgimento secondario e in-

1 FASCICDLI serita la lampada-spia LPl, che permette di con-


trollare il funzionamento di questo avvolgimento.

ARRETRATI
La presenza della lampada-spia LP1, tuttavia,
non e essenziale.
L'avvolgimento secondario a 100 V dovra esse-

DI re in grado di erogare una corrente di 50 +


±- 100 mA.
La tensione di 100 V viene raddrizzata da un
semplice sistema raddrizzatore ad una semionda,

ELETTRONICA tramite il diodo D7; il livellamento della tensio-


ne raddrizzata e ottenuto tramite il condensa-
tore elettrolitico Cg.

PRATICA Anche per quest'ultimo avvolgimento secondario


del trasformatore e prevista la lampada al neon
LN2, che segnala la presenza di tensione sull'av-
volgimento stesso.

sono le « perle » di una prezio- LE LAMPADE AL NEON


sa collana tecnico-pratica, che
porta in casa vostra il piacere Le tre lampade-spia al neon LNI-LN2-LN3 deb-
e il fascino di una disciplina mo- bono essere tutte del tipo con resistenza incorpo-
rata e adatte per i seguenti valori di tensioni:
derna, proiettata nel futuro, che
interessa tutti: lavoratori e stu- LNl = 220 V
denti, professionisti e .studiosi, LN2 = 110 V
giovani e meno giovani. LN3 = 480 V
Ne! caso in cui si utilizzassero lampade al neon
sprovviste di resistenza interna, occorrerá colle-
gare, in serie con ciascuna lampada, una resi-
stenza di opportuno valore. seguendo il seguen-
RICHIEDETECELI te prospetto :
LNI = 220 V R = 220.000 ohm- 1/2 watt
=
SUBITO
LN2 = 110 V R 110.000 ohm 1/2 watt
LN3 = 480 V R = 480.000 ohm 1/2 watt

REALIZZAZIONE PRATICA
PRIMA CHE
La realizzazione pratica dell'alimentatore e rap-
SI ESAURISCANO presentata in figura 2.
Nel corso della descrizione del progetto abbiamo
avuto modo di analizzare tutti i componenti ne-
cessari per la costruzione dell'apparato. Non re-
sta quindi altro da aggiungere se non la racco-
inviando, per ogni fascicolo, mandazione di aver cura dell'isolamento dei com-
l'importo di L. 700 a mezzo va- ponenti e di programmare una realizzazione mec-
canicamente robusta, tenendo conto che l'alim en-
glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz- tatore potra essere so
zando le vostre richieste a: caniche durante l'uso. E ovvio che, in fase
ELETTRONICA PRATICA di collegamento dei
20125 MILANO - Via Zuretti, 52. dei diodi raddrizza tori,
polarita di questi compo attenta-
mente il nostro piano

418
AMPUFICATORE BF
50 WATT
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
L. 21.500
CARATTERISTICHE
Potenza musicale SOW
Potenza continua 45 W
lmpedenza d'uscita 4 ohm
lmpedenza entrata E1 superiore a 100.00 ohm
lmpedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Senslbilita entrata El 100 mV per 45 W
Sensibilita entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodl al silicio
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W

11 kite comprensivo di tutti gli


Questa scatola di montaggio, veramente pre- elementi necessari perla realiz-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- zazione dell'amplificatore ripro-
ficatore di potenza, appositamente concépito dotto nella foto. Per il suo com-
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica,
é dotato di due entrate ed é quindi adattabile pletamento il lettore dovrá pro-
a molte altre sorgenti di segnali BF, cosi da curarsi, per proprio conto, gli al-
rendare l'apparato utilissimo per gli usi piü
svariati. toparlanti e il contenitore.

l e comprensivo di tutti gli


kit elementi necessariper la realiz-

zaione del/'ampliticatore riprodotto nella foto, Per il suo com-


pletamento il lettore dovra procurarsi, per proprio conto, gli
altoparlanti e il contenitore.
I PRIMI PASSI

Queste pagine sono principalmente dedicate agli aspiranti elettronici, cioe


a coloro che si rivolgono a noi per ch iederci una mano a mica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni piu
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno gia acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

Tutti sanno che cosa sia un altoparlante, ma non soflermarci, molto esaurientemente, piu avanti.
tutti conoscono le caratteristiche di questo com- Ma !'altoparlante magnetodinamico non e il solo,
ponente e non sempre sanno come esso debba perché esiste un'intera gamma di questi compo-
essere collegato con il circuito di uscita di un nenti che, pur comportandosi sempre da trasdut-
amplificatore di bassa frequenza. tori acustici, vengono costruiti e funzionano con
L'altoparlante e un trasduttore elettroacustico, sistemi diversi.
in grado di convertire un segnale elettrico in una Ad esempio, gli altoparlanti piezoelettrici, co-
vibrazione meccanica, che provoca onde sonore. nosciuti anche con l'espressione « trasduttori pie-
Queste si espandono attraverso l'aria e vengono zoelettrici », sfruttano la proprietá di certi mate-
percepite dall'orecchio umano sotto forma di riali di comprirnersi ed espandersi quando ven-
suono. gono sottoposti ad una tensione variabile. Il prin-
cipio di funzionamento di questi tipi di altopar-
lanti, dunque, e lo stesso di quello dei pick-up
TIPI DI ALTOPARLANTI piezoelettrici, nei quali le vibrazioni delle punti-
ne, provocate durante il percorso del soleo del
Il piü comune degli altoparlanti, quello montato disco, provocano le compressioni e le dilatazioni
nella quasi totalita dei riproduttori audio, e lal- di una lastrina di materiale piezoelettrico; sulle
toparlante magnetodinamico, su! cui funziona- superfici di queste piastrine e possibile ricavare
mento e sulle caratteristiche avremo modo di un segnale elettrico.

420
Poiché il fenomeno della piezoelettricitá e rever-
sibile, nell'altoparlante le variazioni di tensione
applicate alla piastrina si trasformano in vibra-
zioni meccaniche.
Un altro tipo di altoparlante, degno di essere
menzionato, e quello a condensatore, ne! quale
viene sfruttata la possibilita di produrre una o-
scillazione meccanica rendendo mobile una delle
a.rmature di un condensatore.
II segnale elettrico, applicato alle armature, pro-
voca l'effetto di avvicinare o allontanare le ar-
mature stesse, piü o meno, a seconda dell'ampiez-
za del segnale e, quindi, della carica indotta fra
le due annature.
In figura 1 sono riportati i simboli elettrici dei
piü comuni tipi di altoparlanti.

L'ALTOPARLANTE MAGNETODINAMICO

Il principio di funzionamento di un altoparlante


magnetodinamico e molto simile a quello dei
motori elettrici e degli strumenti di _misura con
bobina di induttanza. In questi altoparlanti, in-
fatti, si sfrutta la possibilita di generare uno spo-
stamento meccanico inviando corrente elettrica
in un filo conduttore, avvolto a bobina e immer-
so in un campo magnetico.
Una delle parti principali dell'altoparlante ma-
gnetodinamico e rappresentata dunque dal ma-
gnete permanente, la cui forma e quella di un nominata « cestello » che si ingrossa notevolmen-
cilindro cavo, contenente un altro cilindro di di- te nella parte posteriore dell'altoparlante, in mo-
mensioni piü ridotte. do da diminuire notevolmente la riluttanza del
Dietro la cavita viene inserita una bobina mobile circuito magnetico ed aumentare l'induzione nel
collegata, meccanicamente ad un cono di carta, traferro, dentro il quale scorre la bobina mobile.
elettricamente a due terminali accessibili dalla
parte estema dell'altoparlante. II cono di cartone
che, in pratica, e un tipo particolare di carta sot- L'IMPEDENZA DELL'ALTOPARLANTE
toposta a speciale trattamento, risulta fissato mec-
canicamcnte ad una intelaiatura metallica, de- Un esame sommario dell'altoparlante, sotto il
profilo elettrico, potrebbe far creciere che esso
sía uguale ad una induttanza pura, perché la
Fig. 1-I vari tipi .di altoparlanti vengono indicati, negli resistenza della bobina mobile, in presenza di cor-
schemi elettrici, con uno dei simboli qui riportati. rente continua, e molto bassa, come e facile con-

AP MAGNETICI P PIEZOELE TTRICO AP CONDENSATORE

421
statare effettuando questa misura con un nor-
male tester. Ma in realta le cose non stanno cosi.
lnfatti, durante la conversione dell'energia elet-
trica in energia acustica, cioé durante il fun-
zionamento dell'altoparlante, occorre necessaria-
mente dissipare potenza. E questa necessita com-
porta l'insorgere di una resistenza, che non e
realmente presente, ma che simula la resistenza
acustica incontrata dal cono a contatto con l'aria.
Possiamo quindi concludere che l'impedenza di
un altoparlante non e sempre ben definibile, per- AP
ché essa varia considerevolmente col variare del-
la frequenza del segnale elettrico applicato, con
quello della potenza applicata e con le condi- 2-4,5 f.
zioni di impiego del componente (funzionamento
all'aria aperta, dentro contenitori o cass acusti-
che completamente chiuse, ecc.).
In molti casi il valore dell'impedenza di un al- AP
toparlante viene definito come il mínimo valore
riscontrabile, in modo da trovarsi nella certezza
di non danneggiare un amplificatore in sede di
adattamento clell'impedenza dell'altoparlante con
quella di uscita dell'amplificatore stesso.
I piu comuni valori di impedenza degli altopar-
lanti di tipo commerciale sono i seguenti : 4-8- AP
16 ohm. Ma esistono anche altoparlanti con im-
pedenze di 2 ohm - 32 ohm e 120 ohm.
11 concetto di impedenza di altoparlante non puo 32-120 n
essere espresso simbolicamente con molta preci-
sione. Si usa tuttavia indicare un altoparlante di
bassa impedenza simboleggiando una bobina mo-
bile di poche spire, mentre per !'altoparlante di
impedenza elevata si disegna una bobina mobile
composta da molte spire (figura 2). Ma ció non e
esatto, perché non e assolutamente vero che a
un maggior numero di spire della bobina mobile
corrisponda un maggior valore di impedenza. Si
tenga conto infatti che l'impedenza elettrica e
quasi sempre trascurabile rispetto a quella mec-
canica. Questo concetto e quasi esatto quando le Fig. 2 - Negli schemi elettrici,
bobine sono montate sulla stessa struttura mec- per indicare un altoparlante
camca. di maggiore o minore lmpe-
denza, si suole disegnare Il
símbolo di una bobina con un
numero maggiore o minore di
ADATTAMENTO DI IMPEDENZA spire, riportando anche l'e-
satto valore di lmpedenza e-
Affinché un altoparlante, dotato di un certo va- spresso in ohm. Questo par-
ticolare tipo di simbollsmo
lore nominale di impedenza, possa essere sfrut- non e esatto, perché non e
tato nella pienezza delle sue possibilita, senza assolutamente vero che a un
danneggiare il circuito di uscita dell'amplificatore maggior numero di spire della
cui esso viene collegato, e necessario che l'impe- bobina mobile corrisponda un
magglor valore di impedenza.
denza di uscita dell'amplificatore e quella dell'al- Perché l'impedenza elettrlca
toparlante siano perfettamente uguali tra loro, quasl sempre trascurablle ri-
oppure che l'impedenza di uscita dell'amplifica- spetto a quella meccanica. ll
tore di bassa frequenza sia minore di quella del- simbolismo, invece, e esatto
l'altoparlante, accettando, in questo caso, una quando le bobine riesultano
montante pulla stesesa struttura
diminuzione di rendimento. me@carca.

422
SEC0N0ARI0
4,5n.

Fig. 3 - In ques to esempio di adatta me nto di impe-


de nza , fra l'uscita dell'amplificatore e l'altoparlante , il
ra ppo rto di tras fo rmaz ione dev e essere pari a 0,12.
IJ trasformatore di uscita sempre necessario in tutti
quei casi in cui i due valori di impedenza, quello di AP
incita dell'amplificatore e quello dell'altoparlante, ri- 4,5n.
sultano diversi.
TRASF.
USCITA

Fig. 4 - In questo disegno sono rappreaentati gli ele- In ogni caso, quando l'impedenza di un altopar-
menti fondamentali che compongono la struttura di un lante e diversa da quella d'uscita di un am-
altoparlante di tipo magnetodinamico. 11 magnete per-
manente e di forma cilindrica. In esso fluttua la bobi-
plificatore, e ció accade sempre quando l'ampli-
na mobile collegata rigidamente al cono. L'intelaiatura ficatore di bassa frequenza e di tipo a valvole,
metallica prende il nome di « cestello •· 11 movimento occorre provvedere ad un adattamento di impe-
del cono e provocato dal movlmento della bobina mo- denza tra i due elementi: amplificatore e alto-
bile lungo l'asse del magnete permanente. La bobina
mobile, a sua volta, e costretta a muoversi dalle azioni parlante.
del campo magnetico permanente su quello elettroma- L'adattamento di impedenza si ottiene normal-
gnetico che viene a formarsi, attorno alla bobina mobi- mente tramite un trasformatore, denominato tra-
le, durante il passaggio di corrente. sformatore d'uscita, che deve avere un particola-
re rapporto di trasformazione. Questo rapporto
viene espresso mediante la seguente formula:
T
N -
Np
in cui: Ns =numero delle spire avvolgimento
secondario; Np =
numero delle spire avvolgimen-
to primario, tenendo conto che, per l'adattamen-
to di impedenza, vale la seguente relazione:
Zs
N---
Zp
in cui Zs = impedenza collegata con l'avvolgi-
mento secondario; Zp =
impedenza collegata
con l'avvolgimento primario.
Seguendo l'esempio riportato in figura 3, per ot-
tenere un perfetto adattamento ci si dovra ser-
vire di un trasformatore di uscita con un rappor-
to di trasformazione

N =
BOBINA Per i casi piü comuni, comunque, e suficiente
MOBILE richiedere un trasformatore di uscita da 3.000/4,5
ohm, anche se il calcolo da noi indicato e di tipo
generale e permette non solo l'adattamento di
CESTELLO impedenza degli altoparlanti, ma anche quello di
IN FERRO ogni tipo di circuito elettronico.
TERMINALI
LE FREQUENZE RIPRODUCIBILI

Nessun altoparlante e in grado di produrre bene


tutte le frequenze dello spettro di suoni udibili.

423
Volendo quindi riprodurre, con la miglior fedelta
possibile, una buona porzione dello spettro sonoro
udibile, e necessario accoppiare opportunamente
due o piü altoparlanti diversi, servendosi di ap-
positi dispositivi conosciuti sotto il nome di filtri
cross-over.

I FILTRI CROSS-OVER
50 160 200
8000 10000 15000
HZ HZ HZ I filtri cross-over altro non sono che fil tri passa-
banda o passa-alto, realizzati con circuiti L-C.
Questi fltri risultano piü o meno complessi a
seconda della maggior o minor possibilita di se-
Fig. 5- Questo disegno vuol essere una comparazione parare le varie porzioni in cuí si intende suddivi-
tipica fra il diametro degli altoparlanti e le frequenze dere la gamma audio.
da questi riproducibili senza notevoll distorsloni. Come
si puó notare, per la riproduzione delle note gravi oc- Un ottimo esempio di filtro cross-over, con una
corrono altoparlanti di diametro notevole; per la ri- pendenza di 12 dB/ottava, adatto a pilotare una
produzione delle note acute si debbono usare alto- cassa acustica a 2 vie (woofer per i bassi e tweeter
parlanti di piccolo diametro. per gli alti) di tipo Hi-Fi rappresentato in
figura 8.
La frequenza di incrocio dipende, in larga mi-
Ció potrebbe venir dimostrato con procedimen- sura, dal tipo di altoparlanti che si intende uti-
to matematico ma, per motivi di semplicita, fa- lizzare. Consigliamo comunque di assumere un
remo appello alle sole nozioni intuitive. valore compreso tra i 700 e i2.000 Hz.
Disponendo di un altoparlante di diametro ele-
Ammettendo che l'impedenza dei due altopar-
vato, questo si dimostrera particolarmente adat-
lanti sia la stessa (denominata Zo), una volta
to alla riproduzione delle note gravi, perché un
fissata la frequenza di incrocio fo, il dimensio-
tale altoparlante e in grado di mettere in moví-
namento degli elementi del filtro potra essere
mento una notevole massa d'aria, convertendola
effettuato applicando le seguenti formule:
in suoni gravi di notevole potenza. Ma per la no-
tevole massa meccanica in movimento, un tale Zo
altoparlante non riesce a seguire con fedeltá le L1 = L2= 225x (in mH)
note acute, per la cuí riproduzione conviene fo
utilizzare un altoparlante di dimensioni piü pic-
cole. 112.500
In figura 5 e presentata una comparazione tipi- Cl = C2 (in F)
ca fra il diametro degli altoparlanti e le frequenze fox Zo
da questi riproducibili senza notevoli distorsioni. 11 sistema cosi costituito presentera, alla fine, una

Fig. 6 - II valore di impedenza risultante da un colle-


gamento di due altoparlanti varia a seconda del tipo
di collegamento. Per il collegamento in parallelo (A),
il valore di impedenza risultante e pari alla meta di
quello di un singolo altoparlante. Nell'esempio di figu-
ra vengono collegati in parallelo due altoparlanti da 9
8 ohm ciascuno; il valore dell'impedenza risultante e «n ,@f 18f2 t

di 4 ohm. Le cose cambiano quando si effettua un


collegamento in serie di due altoparlanti (B). Nell'e-
sempio riportato in figura il valore di impedenza risul- @ @
tante e di 16 ohm, mentre quello di ciascun altopar-
lante e di 8 ohm. Concludendo: nel collegamento in
serie di due aloparlanti, il valore risultante dell'impe-
denza e pari alla somma dei singoli valori di impe-
denza dei due altoparlanti.

424
Fig. 7 • Quando si rea-
lizza un sistema di al-
toparlanti, cioé quando
si collegano ad esem-
pio due altoparlanti tra
loro, in serie o in pa-
rallelo, occorre presta-
re particolare attenzio-
ne alla fase del due al-
toparlanti. Si deve cioé
fare in modo che il se-
gnale, nello stesso mo-
mento, provochi in en-
BF 8F
trambi gli altoparlan-
ti lo stesso movimento
del cono, in avanti o
all'indietro. Nel dise-
@ @ gno (A) viene simbo-
leggiato il corretto col-
legamento di due alto-
parlanti in parallelo fra
loro: i due terminali
positivi e i due terminali negativi sono uniti assieme., Nel disegno a destra (B) e simboleggiato l'errato collega-
mento in parallelo di due altoparlanti, perché il collegamento stesso non tiene conto delle fasi: un terminale
positivo e collegato con quello negativo del secondo altoparlante e viceversa.

impedenza totale parí a Zo, cioé parí all'impe- In tal caso consigliamo di sceglierc, per la fre-
denza di un singolo altoparlante. quenza di incrocio bassi-medi, una frequenza
compresa fra 500 e 800 Hz; per i medi-alti con-
sigliamo il valore di 2.500 - 5.000 Hz. Denomi-
SISTEMA DI RIPRODUZIONE A TRE VIE nando fl il primo valore ed f2 il secondo, il di-
mensionamcnto risulta del tutto simile a quello
Utilizzando un sistema di riproduzione a tre vie, precedente, cioé :
bassi-medi-acuti, anche il filtro cross-over diviene
ovviamente piü complesso. Zo
Ll = L2 = 225x (in mH)
fl
Zo
Fig. 8 - Esempio di filtro cross-over adatto a pilotare L3 = LA = 225x (in mH)
una cassa acustica a due vie (woofer e tweeter per f2
gli aiti) di tipo ad alta fedelta. 112.500
Cl = C2 = (in F)
f1 x Zo
112.500
C3 = C4 = (in F)

zr
ta t
BASSI f2 xZo

in cui Zo assume sempre lo stesso significato.


In figura 9 presentiamo l'abaco da! quale e pos-
sibile dedurre il numero di spire, corrispondenti
all'induttanza, per la costruzione degli avvolgi-
! menti. II filo di rame <leve essere di tipo smaltato
e di diametro compreso fra 0,8 e 1,2 mm; il roc-
chetto deve essere di legno o di altro materiale


2iL2 non magnetico.

11
,r AL TOPARLANTI IN SERIE E PARALLELO

Per aumentare la potenza o, come ne! caso dei


tweeter, per diminuire P'effetto di direzionalitá

425
_o

____.¡2r "'"' 1f--

15 - V
10 ~~
~
9
8
7
- - - ~
.J

6
~
5 /
l/~
4
V
3 V
V
~
/
2

/
mH
/
1
V
09
r
08
07 /
.,j
06
05
'¡/
04 J
03
' Fig. 9 - Preaentiamo in
02 queato disegno gli elemen-
ti coatruttlvl delle indut-
tanze. L'abaco permette di
conoacere II numero di spl-
re dell'induttanza in corri-
01 apondenza .della bobina. 11
filo di rame, necessario .per
100 200 300 400 500 600 realizzare l'avvolglmento,
SP IR ES deve essere smaltato e di
diametro compreso fra 0,8
e 1,2 mm. 11 rocchetto de-
ve eaaere di legno o, co-
munque, di materfale non
magnetlco.

426
dell e note acute, puó sorgere la necessita di col-
are tra loro altoparlanti uguali.
do si effettuano questi collegamenti, occorre
ar bene attenzione alle variazioni di impedenza L1
e scaturiscono da! collegamento. Per esempio : c BASSI

collegando due altoparlanti di uguale impedenza,


valore complessivo risultante dell'impedenza
viene dimezzato, cioé il valore risultante di im-
pedenza e uguale alla meta del valore di impe- C2 L3
• enza di un singolo altoparlante. Quando si ef-
ertua il collegamento in serie, il valore risultante
dell'impedenza viene raddoppiato (figura 6). MEDI

MESSA IN FASE DEGLI ALTOPARLANTI

Quando si realizza un sistema di altoparlanti,


cioé quando si collegano fra loro due o piu alto-
parlanti, in serie o in parallelo, oppure serven-
l'7
C4

dosi di fltri cross-over, occorre prestare partico- TI

lare attenzione alla fase dei vari altoparlanti. Si


deve cioé fare in modo che uno stesso segnale
provochi in tutti gli altoparlanti la stessa fase di
compressione o rarefazione dell'aria. Spieghiamo-
ci meglio. II cono dell'altoparlante, durante il
funzionamento, si muove in continuita in avanti
Fig. 10 - Esempio di filtro cross-over per la riproduzio-
e all'indietro. Quando si muove in avanti, l'aria ne sonora a tre vie: bassi-medi-acuti. La riproduzione,
antistante il cono viene compressa; viceversa, ovviamente, e di tipo ad alta fedelta. Riportiamo nel
quando il cono si sposta all'indietro, si crea una testo gli elementl per effettuare il calcolo dei compo-
nenti del filtro.
depressione dell'aria antistante il cono. Mettere
in fase due altoparlanti significa, dunque, fare in
modo che, in ogni momento, i due coni dei due
altoparlanti si muovano allo stesso modo; cioé
tutte due in avanti o tutte due all'indietro.
La maggior parte degli altoparlanti ad alta fe-
delta possiede un riferimento che facilita lope-
razione di messa in fase. In mancanza di questo
riferimento, la messa in fase si ottiene servendosi
di una semplice pila, collegata, tramite una resi-
stenza di limitazione, con i terminali del sistema
di altoparlanti; si puo cosi, ad occhio nudo, indi-
viduare facilmcnte eventuali sfasamenti; si puo
notare cioé se entrambi i coni si muovono in a-
vanti oppure all'indietro, oppure se uno si muove
ABBO PERLA
SICUREZZA DI
in avanti e l'altro all'indietro.
Nel caso dei tweeter a compressione, l'unico
sistema di messa in fase alla portata di tutti i
principianti consiste nell'ascolto diretto di una
NA R1CEVERE
MENSILMENTE
nota; invertendo uno solo dei due altoparlanti,
sara possibile notare se esiste una posizione che
fornisce un segnale piu forte. Soltanto in questa
TEVI LAVOSTRA
RIVISTA

posizione gli altoparlanti debbono ritenersi col-


legati in fase.

427
CON I MICROFONI CERAMICI ULTRASONICI SI POSSONO REALIZZARE
SEMPLICI MA EFFICIENTI DISPOSITIVI DI CONTROLLO A DISTANZA PER
TELEVISORI, APPARECCHI STEREOFONICI, REGISTRATORI, DISPOSITI-
VI DI ALLARME, VERIFICATORI DI ERMETICITA' ALL'ARIA, COMANDI DI
PORTE AUTOMATICHE, INTERRUTTORI ULTRASONICI.

428
Il dispositivo che vi proponiamo in questo arti- GLI ULTRASUONI
colo permette di avviare o di fermare, a di-
stanza, un circuito elettrico, senza alcun collega- Gli ultrasuoni vengono generati da frequenze che
mento di fli. Cosí come avviene per certi mo- o!trepassano il limite della gamma dei suoni udi-
delli di televisori, che vengono pilotati a distan- bili.
za, standosene tranquillamente seduti in poltrona. L' orecchio umano percepisce assai ben e un f-
I nostri lettori potranno realizzare e· utilizzare schio, finché la frequenza di questo non diviene
questo apparato per accendere o spegnere una tanto elevata da impedirne l'ascolto. Ma se lo-
lampada, per accendere un televisore o per met- recchio umano non puó percepire un fischio acu-
tere in funzione un amplificatore ad alta fedelta. tissimo, il suono, che in pratica e rappresentato
Il telecomando utilizza un piccolo trasmettitore da una successione di compressioni e decompres-
ad ultrasuoni, che puó essere tenuto nel palmo sioni dell'aria, e sempre presente e prende il no-
di una mano. Il trasmettitore e alimentato con me di « ultrasuono ».
una comune pila a 9 V, senza alcun collegamento Per generare gli ultrasuoni, cioe per trasformare
con la tensione di rete e, quindi, senza alcun pe- un'oscillazione elettrica, di appropriata frequen-
ricolo di scosse elettriche. za, in una oscillazione acustica, cioe in suono,
L'emissione di segnali nella gamma degli ultra- potrebbe venire in mente di utilizzare un norma-
suoni non e assolutamente vietata dalle leggi vi- le altoparlante, cosí come avviene in ogni siste-
genti in materia di telecomunicazioni. Questo ma di riproduzione audio. Tuttavia, pur utiliz-
sistema di collegamenti via aria richiede, per la zando altoparlanti adatti alla riproduzione di fre-
sua realizzazione, un numero limitato di com- quenze acustiche elevate, cosi come lo sono ad
ponenti elettronici, che ne facilitano la costruzio- esempio i tweeter, non si riuscirebbe ad ottene-
ne e la messa a punto. re un rendimento accettabile ne! settore degli ul-

429
3
.4téie rá.al
R1 11 11

R2 R3 11 ·H

===-~,.
C2 b

e
m
-}'
u
TRASDUTTORE
1 -lle

e TR6
11 +

o
@
9V

$- 4$
e
TR1 TR2

Fig. 1 - Progetto del trasmettitore composto da un


circuito oscillatore, regolato sulla frequenza di riso-
nanza del microfono ceramico ultrasonico, e di un
amplificatore di segnale. 11 trimmer potenziometrico H4
COMPONENTI permette di regolare la frequenza di oscillazione del
circuito per adattarla 'a quella di risonanza del tra-
sduttore. 1 segnali vengono trasmessi premendo il
Condensatori pulsante P1.
C1 220 pF
C2 = 220 pF
C3 = 2F- 12VI. (elettrolitico)
Resistenze
R1 = 10.000 ohm - ½ watt
R2 = 68.000 ohm - 1 watt trasuoni. L'altoparlante, inoltre, genererebbe suo-
A3 = 56.000 ohm - ½ watt ni di frequenza inferiore a quella degli ultrasuoni.
R4 = 20.000 ohm (trimmer potenziometrico) Ecco perché gli altoparlanti non vengono utiliz-
AS = 10.000 ohm - ½ watt zati per la realizzazione dei teleruttori di qualita,
Transistor' cosi come avviene in taluni tipi di giocattoli, che
TA1 = BC107 non possono essere considerati apparati elettro-
TA2 = BC107 nici veri e propn.
TA3 == AC127
TA4 = AC127
TAS = AC128 GLI ELEMENTI PXE
TA6 = AC128
Varie I traduttori acustici per ultrasuoni, di recente
P1 = interruttore a pulsante produzione industriale, impiegano esclusivamen-
PILA = 9 volt te delle piastrine, spesso a forma di disco, di ma-
TAASDUTTOAE = microfono ceramico ultraso- teriali ceramici piezoelettrici chiamati PXE.
nico Questi tipi di trasduttori per ultrasuoni sfrutta-
no il ben noto efíetto piezoelettrico, cioe quello
delle testine piezoelettriche per giradischi. Que-

430
sto effetto consiste nella dilatazione, o compres- Questa osservazione e valida sía per !'elemento
sione, del materiale ceramico in presenza di una PXE in trasmissione sía per quello in ricezione.
differenza di potenziale applicata, tramite oppor- Ripetiamo. II massimo rendimento degli elementi,
tuni elettrodi, sulle due facce del disco. Se la dif- PXE si ottiene quando questi vengono eccitati
ferenza di potenziale varia con una frequenza con tensioni di frequenza pari alla frequenza di
moho elevata, superiore ai 20.000 Hz, l'effetto risonanza del componente, sia che questo funzioni
delle dilatazioni e compressioni del materiale ce- da altoparlante, sía che esso venga utilizzato co-
ramico e quello di produrre ultrasuoni di fre- me microfono.
quenza pari a quella della tensione applicata. Quando ]'elemento PXE funge da microfono, cioe
da elemento ricevitore, esso rivela quasi esclusi-
vamente le frequenze di valore parí a quella di
LA RISONANZA risonanza, rappresentando un ottimo selettivo che
non richiede l'inserimento, a valle, di alcun siste-
Una caratteristica molto importante dei trasdut- ma clettronico di selezione.
tori PXE e rappresentata dalla loro frequenza Per concludere possiamo dire che, accoppiando,
di risonanza. in qualita di elemento trasmittente e ricevente,
La frequenza di risonanza dei PXE e stretta- due elementi PXE dello stesso tipo, si realizza au-
mente legata alle dimensioni meccaniche del tomaticamente un sistema di controllo a distanza
componente. Gli elementi PXE possono dunque molto selettivo e con portata di parecchi metri.
paragonarsi ai circuiti accordati LC, con elevato
fattore di merito. Questo e il vero motivo per
cui gli elementi PXE vengono utilizzati come fil- FUNZIONAMENTO DEGLI APPARATI
tri in taluni circuiti radio, con lo scopo preciso
di aumentare la selettivitá. II telecomando ad ultrasuoni e suddiviso in due
Da quanto e stato finora detto & facile arguire parti a sé stanti: l'apparato trasmettitore e quel-
che, eccitando un elemento PXE con una fre- lo ricevitore.
quenza pari a quella di risonanza, si ottengono
oscillazioni acustiche di notevole intensita, su-
periori a quelle generate dall'elemento PXE quan- Fig. 2 - Cablaggio del trasmettitore. L'alimentazione a
do esso viene eccitato con tensioni di frequenza 9 V e ottenuta con due pile da 4,5 V, collegate in serie,
in modo da conferire una elevata autonomia di fun-
diversa da quella di risonanza del componente. zionamento all'apparato.

TR3 TR TR.2

w.
r
o
b
}
::::i
o
0
I le
ar
be

TR5 TR6 TR1

431
Condensatori Varie
C1 = 10 F- 15 VI. (elettrolitico) TR1 = BC109
C2 = 4.700 pF TR2 = BC109
C3 = 4.700 pF SCR = diodo controllato tipo BT100A-500R
C4 = 100 pF LN = lampada-spia al neon con resistenza
C5 = 2 F - 6 VI. (elettrolitico) incorporata
C6 = 47.000 pF Rl = relé (220 V)
C7 = 220.000 pF D1 = diodo zener (BZX61C15)
C8 = 16 F - 500 VI. (elettrolitico) 02 = diodo al germanio di qualsiasi tipo
D3 = diodo al germanio di qualsiasi tipo
Resistenze 04 = diodo al silicio (BY127)
R1 = 1 megaohm - / Watt S1 = interruttore genera le
R2 = 1 megaohm - / Watt TRASOUTTORE = microfono ceramico ultraso-
R3 = 1 megaohm - ½ Watt nico
R4 = 47.000 ohm - ½ Watt
R5 = 22.000 ohm - ½ watt
R6 = 2,2 megaohm - ½ watt
R7 = 100.000 ohm - / watt
R8 = 100.000 ohm - / watt
R9 = 4.700 ohm - 1 watt
R10 = 220 ohm - , watt
Fig. 3 - Progetto del ricevitore ad ultrasuoni. Trattan-
dosi di un circuito direttamente alimentato con la ten-
sione di rete, e necessuio montare l'apparato in un
contenitore di materiale isolante, mantenendolo costan-
temente acceso, cioé pronto per ricevere i segnali pro-
venienti dal trasmettitore, senza pericolo alcuno di
surriscaldamento del circuito.

COMPONENTI

04

R4
-? 1 ~ T 1

·f.1»
R3 11 C2 11 R6 11 C3 11 R7 11" 11
fi
fo Y#

ll al.
R1 11 TRl 11
.
R2 e
g
11

w
11 11 1
u 11
RETE
220V

r
o

lz.
"'
r
11 11 11 C4

432
TRASDUT TORE

11 funzionamento globale dell'intero sistema e in• Fig. 4 - Piano di cablaggio del ricevitore la cui en-

tuitivo. Quando si preme il pulsante PI del tra-


tratae rappresentata dal trasduttore e l'uscita dal re-
lé. Volendo aumentare la sensibilitá del circuito, i let-
smettitore (figura l), cioé quando si chiude il cir- tori piu esperti potranno anteporre uno stadio a FET
cuito alimentatore del trasmettitore, esso produce al primo stadio amplificatore.
ultrasuoni alla frequenza propria dell'elemento
PXE. Gli urrasuon vengono captati da un ele-
mento uguale inserito nell'apparato ricevente (fi-
gura 3); questi, dopo opportuna e necessaria am- regolazione fine della frequenza di oscillazione.
plificazione, sono in grado di azionare un relé, Ecco perché ci siamo orientati verso un circuito
sui cui terminali utili e possibile inserire qualsiasi piu semplice, composto dal classico oscillatore
apparato che si vuole pilotare a distanza. astabile, in grado di produrre onde quadre anzi-
Passiamo ora all'analisi piu dettagliata dei due ché sinusoidali.
circuiti, prendendo in considerazione, per primo, Questa funzione viene svolta, ne! nostro circuito,
il circuito del trasmettitore. dai due transistor TR1-TR2 che, come si puo fa-
cilmente notare, sono montati in circuito multi-
oscillatore.
PROGETTO DEL TRASMETTITORE La frequenza dell'onda quadra e determinata da!
valore capacitivo dei condensatori C1-C2 e dalle
Il progetto del trasmettitore e rappresentato in resistenze R2-R3-R4. Il trimmer potenziometri-
figura 1. Esso e composto da un circuito oscilla- co R4, in particolare, permette di regolare la fre-
tore regolato sulla frequenza di risonanza dell'e- quenza di oscillazione per adattarla a quella di
lemento PXE e di un amplificatore di segnale. risonanza del trasduttore, cioé dell'elemento PXE.
Forse sarebbe stato piü logico realizzare un oscil-
Facciamo notare che sui collettori dei transistor
latore di tipo LC, risparmiando un transistor.
Ma cosi facendo si sarebbero create notevoli dif- TRI-TR2 sono presenti due onde quadre tra
ficoltá di ordine costruttivo, soprattutto per i loro complementari. E' cosi possibile pilotare, in
principianti, a causa dell'induttanza L e della opposizione di fase, due amplificatori tra loro

433
-

CARICA BATTERIE
IN SCATOLA DI MONTAGGIO
a«asa asv-"
USCITA: 6 - 12 Vcc - 4 A
L. 14.500
■ ■
A

Fig. 5 - Connessioni relative al diodo controllato di


tipo BT100A-500R, montato nel circuito del ricevitore.
11 riferimento e rappresentato da uno smusso laterale
in corrispondenza del gate.

uguali, costituiti rispettivamente dai transistor Fig. 6 - Esempi di microfoni ceramici ultrasonici, di
TR3-TR4 e TR5-TR6. elevate prestazioni attualmente in vendita presso i ne-
gozi della GBC. Essi sono, nell'ordine dall'alto in bas-
I due amplificatori sono composti di due transi- so, il tipo standard, quello ultrapiatto e il tipo minia-
stor a simmetria complementare che, essendo pi- tura. Le dimensioni sono al naturale.
lotati da un'onda quadra, cioé dall'onda fornita ~
dall'oscillatore astabile, raggiungendo alternati-
vamente gli stati di conduzione e di interdizione,
permettono di ricavare sul punto di incontro, cioe
sui due emittori, un'onda quadra di ampiezza
pari a quella della tensione di alimentazione e di
notevole potenza.
Utilizzando due di questi amplificatori e connet-
tendo il trasduttore cosi come indicato nello
schema di figura 1, si riesce ad alimentare que-
st'ultimo con un segnale di ampiezza pari a due
volte la tensione di alimentazione. Infatti, poiché
i due stadi amplificatori sono pilotati da segnali
sfasati fra loro di 180, il trasduttore verra ali-
mentato in un determinato verso con la tensione
di 9 V, durante un semiperiodo, mentre ne! suc-
cessivo semiperiodo la tensione di alimentazione
verra applicata in senso opposto (condizione in-
versa alla precedente per gli emittori), con il ri-
sultato di pilotare il trasduttore con un segnale
di 18 V píceo-píceo. Ripetiamo. Quando, ad e-
sempio, gli emittori di TR3 e TRA4 vengono sot-
toposti alla tensione di 9 V, quelli di TR5 e
TR6 si trovano alla tensione di O V. Viceversa,
quando gli emittori di TR5-TR6 si trovano alla
tensione di 9 V, gli emittori di TR3-TRA si tro-
vano alla tensione di O V, Risulta quindi chiaro
il concetto, prima interpretato, per cui il trasdut-
tore viene alimentato con un segnale di 18 V
picco-picco.
Non ha importanza il fatto per cui l'onda risulta
quadra anziché sinusoidale. Perché il nostro cir-
cuito, assimilabile ad un circuito accordato LC,
filtra automaticamente le armoniche, sfruttando
soltanto la componente sinusoidale di frequenza
fondamentale.

435
PROGETTO DEL RICEVITORE

La caratteristica principale del ricevitore, il cui


circuito e rappresentato in figura '3, consiste nel-
l'alimentazione diretta da rete-luce, senza im-
piego alcuno di trasformatore riduttore di ten-
il nostro sione. Con questo sistema il ricevitore potra es-
sere tenuto costantemente acceso e, quindi, pron-
to per ricevere i segnali provenienti dal trasmet-

indirizzo é titore, senza pericolo alcuno di surriscaldamento


del circuito.
La tensione continua, necessaria per alimentare
gli stadi amplificatori, viene prelevata diretta-
mente dalla rete-luce, raddrizzata dal diodo D4
e ridotta di valore dalla resistenza di caduta R8.
Il diodo zener D 1 e il condensatore elettrolitico
C 1 ad esso collegato in parallelo, permettono
di ottenere una tensione continua livellata e sta-
bilizzata.
Il funzionamento del ricevitore e molto sempli-
ce. I segnali, captati e giá selezionati in fre-
quenza dall'elemento trasduttore, vengono ampli-
ficati da due semplici stadi amplificatori pilo-
ati dai transistor TR1-TR2.
11 segnale viene successivamente prelevato dall'u-

ELET'TRONIGA cita dei due stadi amplificatori e applicato ai


diodi raddrizzatori D2-D3, che permettono di ot-
·enere una tensione continua di intensita suffi-

PRATICA ' iente ad eccitare il gate di un diodo SCR .


L'SCR permette di eccitare il relé RL che funge
cla teleruttore e che puo esseré anche di notevole
potenza, cioé alimentato direttamente dalla ten-
ione di rete tramite la resistenza R9 e il conden-
s.ttore elettrolitico C8; quest'ultimo elemento per-
mette di ridurre le eventuali vibrazioni del relé
derivanti dal pilotaggio con mezza semionda.

COSTRUZIONE DEL TRASMETTITORE

L 'elemento di maggior importanza del trasmet-


titore e del ricevitore e senza dubbio il trasdut-
tore. Ma questi componenti sono attualmente re-
pnibili in quasi tutti i negozi di vendita di ma-

Via Zuretti 52 teriali elettronici e, in particolar modo, presso le


filiali della GBC. Questi trasduttori, che posso-
no essere richiesti con la denominazione « micro-

20125 - Milano
foni ceramici ultrasonici », non sono critici e il
lettore potra adottare qualsiasi modello, purché
con frequenza compresa fra i 36 e i 41 KHz.
Come abbiamo gia detto, i microfoni ceramici

Teleí. 671.945 ultrasonici sono costituiti da due dischi ceramici


piezoelettrici e da un risonatore conico d'allumi-
nio: essi sono eccezionalmente resisten ti all'umi-
clita e alla temperatura; presentano notevole sta-
bilit elettrica e meccanica e le dimensioni sono

436
alquanto ridotte. di rete. Occorre dunque evitare l'inserimento del
Per quanto riguarda i transistor, necessari per la circuito in contenitori metallici, servendosi prefe-
costruzione del trasmettitore, non sussistono pro- ribilmente di un contenitore isolante.
blemi di ordine pratico, perché il circuito funzio- I transistor TR1-TR2 dovranno essere di tipo al
na ugualmente bene sía con transistor al ger- silicio e ad elevato guadagno. Entrambi i transi-
manio, sía con transistor al silicio. Si potranno stor sono due NPN. Pes essi si possono utilizzare
quindi utilizzare, per le coppie complementari i seguenti tipi: BC108B - BC109 - BC 113 -
TR3-TR4 o, equivalentemente TR5-TR6, sia gli BCI14- BC134 - BC147 - BC149.
AC127-AC128, sia i BC222-BC221, oppure Il diodo SCR e di tipo BT100A-500R; esso pO-
BC282-BC-283. tra essere sostituito con altri modelli di diodi con-
Al cablaggio di figura 2 potra essere accordata trollati, purché da 400 V-1 A, in grado di pilo-
una variante: l'aggiunta di un secando trimmer, tare un teleruttore da 220 V. Volendolo, e sem-
collegato in serie con R2, in modo da regalare, pre possibile sostituire il diodo controllato SCR
contemporaneamente con il trimmer R4, la sim- con un Triac e pilotare direttamente il carico,
metria dell'onda quadra generata. Il trimmer se questo e adatto per funzionare con la tensione
supplementare dovrá essere da 20.000 ohm, cioé di 220 volt, senza l'interposizione di un relé. In
dello stesso valore resistivo del trimmer R4, men- tal caso verranno eliminati, ovviamente, la re-
tre la resistenza R2 dovra essere ridotta da 68.000 sistenza R9 e il condensatore elettrolitico CS.
ohm a 56.000 ohm. Volendo aumentare la sensibilitá del ricevitore,
occorrerá inserire, in serie con l'emittore di TRI
una resistenza da 2.200 ohm, realizzando un ul-
COSTRUZIONE DEL RICEVITORE teriore stadio amplificatore, identico a quello
pilotato da! transistor TR2, da collegare in serie
Anche la realizzazione pratica del ricevitore e as- con questo.
sai semplice e alla portata di tutti i lettori, pur- I lettori piü esperti potranno anteporre al primo
ché si segua attentamente il piano costruttivo ri- stadio amplificatore uno stadio a FET che, in
portato in figura 4. II ricevitore, come abbiamo virtu dell'alta impedenza di ingresso, non carica
detto, e sprovvisto di trasformatore isolatore, cioe il trasduttore e permette di sfruttare meglio le
risulta alimentato direttamente con la tensione sue caratteristiche.

UN PRESTIGIOSO KIT
SPIA A SOLE L. 12. 700
TELEFONICA La spia telefonica e una trasmittente di piccolissime di-
mensioni, il cui circuito e concentrato su una superficie
di appena dieci centimetri. Occultata nell'apparecchio
telefonico, o in prossimitá di esso, trasforma quanto si
dice o si escolta al telefono In segnali radio modulati
in frequenza. Sintonizzando un apparecchio radio a mo-
dulazione di frequenza sulla lunghezza d'onda di trasmis-
sione della spla telefonlca, si possono escoltare, senza
alcun collegamento di fili, tutte le conversazioni telefo-
niche, con la massima chiarezza e con la potenza desi-
derata. 11 telefono diviene, in pratica, un trasmettitore
nel momento in cui si alza il cornetto e cessa di esserlo
quando il cornetto viene riagganciato, automaticamente,
senza alcun intervento manuale sul microtrasmettitore. 11
circuito e alimentato direttamente dalla linea telefonica.

Tutti i componenti necessari per la realizzarzione della


spia telefonica sono contenuti in un unico kit compren-
dente anche il fascicolo di marzo 1973 di Elettromca Pra-
tica in cui, a pagina 164, e presentato l'articolo descrittivo,
con gli schemi, l'elenco componenti e le modalita 'di co-
struzione e mesa a punto,

437
1 NORMALI STRUMENTI DI MISURA NON SONO IN GRADO DI RILEVA-
RE, CON SUFFICIENTE PRECISIONE, LE PICCOLE VARIAZIONI ATTOR-
NO Al VALORI NOMINALI. CON I CIRCUITI A PONTE, PRESENTATI E DE-
SCRITTI IN QUESTO ARTICOLO, E' POSSIBILE TRASFORMARE UN MIL-
LIAMPEROMETRO IN UNO STRUMENTO DI MISURA A LARGA SCALA.

COME AUMENTARE
LE PRESTAZIONI DI UNO
STRIUMENTO DI MSURA
438
Per effettuare il controllo e la verifica dei radio- di 150 V. E' ovvio che i valori ora citati costitui-
ricevitorí e dei televisori, occorrono, molto spes- scono soltanto un esempio di quanto si possa
so, strumenti di misura dotati di particolari ca- raggiungere con i vari circuiti presentati in que-
ratteristiche, per esempio in grado di rilevare va- sto articolo.
lori di tensioni o correnti molto vicini fra loro, Ma per chiarire ancor meglio questi concetti
su una scala sufficientemente spaziata. Normal- possiamo presentare ancora qualche esempio.
mente, sulla scala 0-150 V di un comune tester, Capita assai spesso di dover valutare l'esatto va-
mentre si possono valutare tutti i valori compresi lore della tensione di rete che, normalmente, si
fra quelli estremi di inizio e fondo-scala ora ci- aggira intomo ai 220 V. Se questo valore di ten-
tati, e assai difficile rilevare i valori di tensione sione varia nel tempo, il normale tester non e in
compresi fra 140 e 150 V. Ebbene, con le modi- grado di segnalare queste variazioni. Ma se la
fiche, che ora vi ínsegneremo ad apportare al scala voltmetrica si estende fra 210 e 230 V,
vostro tester o, comunque, al vostro voltmetro o cioe lo zero iniziale della scala corrisponde con
amperometro, potrete fare in modo di costruire il valore di 210 V, mentre il fondo-scala corri-
una scala íl cui inizio corrisponda con íl valore di sponde con il valore di 230 V, ogni variazione
140 V e il fondo-scala corrisponda con il valore della tensione di rete potra essere esattamente

439
Fig. 1 - Esempio di circuito a ponte in grado di rile-
vare piccole variazioni di tensioni o di correnti su
tutta la scala. Per esempio, servendosi di un galvano-
o=================áA metro da 50 A fondo-scala e volendo effettuare let-
ture di correnti, comprese fra 80 mA e 124 mA su
tutta la scala dello strumento, si dovranno attribuire ai
AL componenti i seguenti valori: R1 =27 ohm; R2 = 27
CIRCUITO ohm; R3 = 50 ohm; LP1 = 2 V - 60 mA; A = galva-
nometro da 50 mA fondo-scala. Aumentando i valori
di R1-R2 fino a 47 ohm, si puo ottenere una gamma
di mísure estesa fra 140 e 145 mA.

reg. zero

valutata sulla scala dello strumento. variazioni anormali del montaggio: per esempio
E' ovvio che le stesse varianti, apportate alle sea- di un oscillatore.
le voltmetriche, possono anche essere effettuate Lo scopo di questo articolo, dunque, consiste nel-
sulle scale amperometriche. Per esempio, un nor- l'insegnare al lettore il sistema piü semplice e piü
male milliamperometro, di tipo standard e poco rapido per trasformare un voltmetro o un rnil-
costoso, con scala di valori compresi tra O e 50
liamperometro normale in uno strumento a banda
mA, puo essere trasformato in uno strurnento di
molto estesa.
misura con scala di valori compresi fra i 32 e i
34 mA soltanto. Ma non bisogna pensare che uno strumento di
Con questi sistemi si possono controllare alla pre- misura, dotato delle possibilitá sopra ricordate,
cisione le correnti di alimentazione di un appa- rappresenti una rarita, oppure debba sottoporre
rato o di una sola parte di esso, ottenendo noti- il lettore ad una realizzazione complessa e co-
zie preziose sul funzionamento normale o sulle stosa. Perché un qualsiasi tester o strumento di

REGOLAZ.
ZERO Fig. 2 - Cablaggio del cir-
cuito a ponte necessario
per estendere su tutta la
scala del microamperome-
tro una ristretta gamma di
corrente. 11 potenziometro
R3 permette di ottenere
l'azzeramento del ponte.

440
Fig. 3 - Ques to circuito a pon te e analogo a quello
rappresentato in figura 1. In uno dei quattro bracci
la lampadina e stata sostituita con un diodo, che puo
essere al silicio o al germanio. 11 diodo, come e noto, g}
e un componente non lineare, Servendosi di un mil-
liamperometro da 50 A fondo-scala e attribuendo alle
resistenze R1-R2.-R3 il valore di 100 ohm, la gamma di
mlsure risulta estesa fra 100 e 120 mA.
AL
CIRCUITO

reg. zero

misura ad indice puo essere facilmente trasforma- sione applicata sui punti A e B del circuito di
to in uno strumento a lettura .. espansa. figura 1, il ponte stesso rimarrebbe sempre equi-
librato, fornendo costantemente un'indicazione
nulla su! microamperometro A.
CIRCUITO CON LAMPADINA Ma la non linearitá della lampadina a filamento
LPl diviene in questo caso un pregio.
II principio costruttivo di un voltmetro a gamma Perché proprio in virtú della non linearita di
estesa consiste nell'utilizzare un circuito a ponte, LPl le variazioni di tensione, o di corrente, fra
in grado di limitare il funzionamento dello stru- A e B provocano lo squilibrio del ponte e ven-
mento di misura al di sotto di un certo livello di gono immediatamente rilevate dal microampero-
tensione, cosl come indicato nello schema elet- metro A che, con il sistema di inserimento cir-
trico di figura l. In questo circuito il ponte e cuitale di figura 1, risulta molto sensibile.
composto da due resistenze fisse, da una resi- Poiché la resistenza del filamento della lampadi-
stenza variabile e da un elemento non lineare na LPl aumenta con !'aumentare della corrente
che, ne! nostro caso, e rappresentato da una che la attraversa, e necessario, inserendo lo stru-
lampadina a filamento. I quattro elementi ora mento di misura con le polarita indicate nello
elencati compongono i quattro bracci del ponte. schema di figura 1, collegare la tensione positiva,
Questo circuito sfrutta la particolare caratteri- sottoposta a misura, con il punto B, mentre la
stica di ogni lampadina a filamento di non posse- linea della tensione negativa dovra essere colle-
dere una resistenza di valore costante al variare gata con il punto A. Tale osservazione si esten-
della corrente che la attraversa o della tensione de ovviamente anche alle polarita delle correnti
applicata ai suoi terminali. continue sottoposte a misura.
Come si sa, infatti, ogni lampadina, quando e ac- Ma il circuito di figura 1 si presta anche alle
cesa, emana calore; ció significa che l'energia inversioni di polarita, purché si invertano sia le
elettrica viene parzialmente trasformata in ener- polaritá dello strumento, sia quelle della tensio-
gia luminosa e parzialmente in energía termica. ne o della corrente sottoposte a misura.
Ma l'energia termica varia col variare della cor-
rente che attraversa il filamento della lampadina;
conseguentemente varia anche la resistenza del f- REALIZZAZIONE PRATICA
lamento.
Piü precisamente, quando aumenta il flusso di Pochi elementi sono necessari per la trasforma-
corrente che attraversa il filamento, la resistenza zione di un qualsiasi strumento di misura in uno
del filamento stesso aumenta ed aumenta ovvia- strumento a larga scala. Ma tra questi vi e un
mente la tensione presente sui terminali della lam- elemento critico, che e rappresentato dalla lam-
padina. Ma questo aumento non avviene in mi- padina LPl.
sura lineare. Volendo, ad esempio, realizzare un circuito di
Se la resistenza della lampadina non variasse di misura voltmetrico, cioé un circuito di misura di
valore, una volta azzerato il ponte tramite il tensioni, la lampadina dovrá essere molto sensi-
potenziometro R3, per qualunque valore di ten- bile. Per esempio da 24-15 mA, se la tensione da

441
REGOLAZ.
ZERO f 4- Cablaggio del pon-
te a diodo riportato in fi-
gusa 3. Il diodo Di deve
essere inserito nel circui-
to secondo la polarita in-
dicata nel disegno (fascet-
ta colorata).

misurare e superiore ai 30 V. quello della corrente che attraversa il filamento.


La resistenza variabile (potenziometro) R3 dovra Non si puo quindi assolutamente misurare il va-
avere un valore circa doppio di quello della re- lore della resistenza della lampadina con il tester
sistenza della lampadina, tenendo conto che que- commutato nella gamma di rnisure ohrnrnetriche.
st'ultima, cioé la resistenza della lampadina stes- Le resistenze R1-R2 sono uguali tra loro ed han-
sa, dovra essere misurata in condizioni di fun- no il compito di regolare l'intensita di corrente
-zionamento servendosi della legge di Ohm: R = che scorre attraverso il filamento della lampadi-
V: I. II valore della resistenza della lampadina, na LPl in funzione della tensione sottoposta a
dunque, verra individuato dividendo il valore misura ed applicata sui terminali A e B.
della tensione, applicata ai suoi terminali, per Il valore delle resistenze Rl-R2 puo essere ot-

AL
CIRCUYO

t Fig. 5 - Circuito a ponte impiegante due diodi al ger-


/
manio o al silicio. Questo circuito e molto piü sensi-
bile di quello presentato in figura 3 e consente una
maggiore espansione delle scale di misura. 1 due diodi
devono essere in grado di sopportare una corrente di-
retta massima di 100 mA. La potenza delle resistenze
dipende dalle grandezze elettriche in gioco. Essa puo
variare fra 0,5 e 2W. In ogni caso, prima di effettuare
/
il montaggio, conviene calcolare la massima dissipa-
zione possibile che puó verificarsi nei casi piil sfa-
vorevoli. Conviene sempre scegliere resistenze con
potenza di dissipazione superiore a quella normale
considerata in modo da evitare ogni danno al circuito.

442
PIASTRINA
ISOLANTE

Fig. 6 - Cablaggio del cir-


cuito a pon te utilizz ante REGOLAZ.
due diodi e due po te nzio- ZERO
metri. Questl ultimi pos-
sono ess ere rappres entati
da un solo potenzio metro
doppio con comando uni-
co, tenendo conto che i
valori resistivi R1-R2 deb-
bono essere identici fra
loro.

tenuto applicando la legge di Ohm tramite la se- rá procedere ad una semplice taratura dei valo-
guente relazione: ri di inizio e fondo-scala.
(vAB-VLP) II valore di inizio-scala lo si ottiene molto sem-
R1 R2-2{ • plicemente applicando una tensione di questo
ILP stesso valore tra i punti A e B del circuito. Quin-
di si regola il potenziometro R3 facendo in mo-
mn cu1: do che !'indice dello strumento coincida con lo
VLP = tensione nominale della lampadina. zero.
ILP = valore della corrente nominale della lam-
Per il valore di fondo-scala la taratura potreb-
padina.
V AB = tensione applicata fra i punti A e B del be risultare molto piü laboriosa, necessitando
circuito di figura l. un ritocco contemporaneo dei valori resistivi
11 fattore 2 e stato inserito nella precedente re- R1-R2. Ma questo procedimento puó essere sem-
lazione allo scopo di ottenere una corrente di plifcato inserendo, in serie con uno dei termina-
funzionamento nella lampada pari ad un valore li dello strumento, un trimmer potenziometrico di
meta di quello della corrente nominale. valore compreso fra i 500 e i 5.000 ohm, a se-
11 circuito, che dovra essere montato seguendo il conda della sensibilitá dello strumento. Regolan-
piano di cablaggio di figura 2, utilizza uno stru- do questo trimmer si fa in modo di far coinci-
mento che puo essere scelto entro una vastissima dere l'indice dello strumento con il fondo-scala.
gamma di milliamperometri, con valori di fondo
scala compresi fra i 50 A e 1 mA; entro questa
gamma di valori sono compresi tutti i tester at-
MONTAGGI A D10D1
tualmente in commercio. Si tenga ben presente,
comunque, che lo strumento di misura deve es-
sere un milliamperometro e non un voltmetro. 11 circuito a ponte presentato in figura 3 e so-
stanzialmente analogo a quello rappresentato in
figura l. In uno dei quattro bracci del ponte, co-
TARATURA me si puó notare, la lampadina e stata sostituita
con il diodo D1, che e un componente non linea-
Una volta montato il circuito di figura 2, con re- re. E' noto a tutti, infatti, che la caratteristica
sistenze opportunamente dimensionate, occorre- tensione-corrente di un diodo non e lineare, per-

443
ché la resistenza interna di questo componente COSTRUZIONE E TARATURA
dimin uisc e quando aum enta la corrente che lo
attraversa: avviene esattam ente il contrari o di La realizzazione del progetto di figura 3 puo
e
quanto stato detto per la lampadina a filamen- essere fatta seguendo il piano di cablaggio di fi-
to, nella quale la resistenza interna aumenta con gura 4, che non presenta alcuna diffcoltá co-
l'aumentare della corrente. struttiva.
In questo caso, dunque, ferme restando le pola- Per offrire al lettore un'idea sulle possibilita di
rita dello strumento, il circuito di figura 3 deve questo circuito, possiamo dire che, con uno stru-
mento da 1 mA fondo-scala e attribuendo alle
essere alimentato con polarita opposte a quelle
resistenze i seguenti valori: R1 = R2 = 47 ohm;
del circuito di figura 1. R3 = 50 ohm, e possibile ottenere una gamma
Un'altra particolaritá del circuito a ponte di f- di misure che, lungo l'intera scala dello strumen-
gura 3 consiste nella sua irreversibilitá; ció signi- to, si estende soltanto fra i 32 e i 78 mA.
fica che nel circuito di figura 3 non si possono Elevando il valore delle resistenze a 100 ohm e
invertire le polarita dello strumento e neppure servendosi di un tester da 50 A fondo-scala, si
quelle dell' alimentazione. possono effettuare misure di corrente comprese
Utilizzando per D1 un comune diodo al germa- tra i 100 e i 120 mA. Ricordiamo che anche il
nio o al silicio, il circuito a ponte di figura 3 valore del potenziometro R3 deve essere elevato
risulta piu adatto alle misure di correnti, dato da 50 a 100 ohm.
che la caduta di tensione sui suoi terminali e as- Anche per questo circuito la taratura dovrá es-
sai piu contenuta. sere effettuata nel modo precedentemente descrit-
Per misure di tensioni conviene· invece ricorrere to e valido per il circuito a ponte di figura l.
all'impiego di un diodo zener, collegato con po-
larita invertite rispetto a quelle del diodo D1.
Per ottenere la massima sensibilitá dello strumen- CIRCUITO CON DUE D1OD1
to, occorrerebbe fare in modo che la tensione
Un circuito del tutto simile a quello rappresen-
dello zener fosse di valore circa meta del valore
tato in figura 3 e riportato in figura 5.
della tensione totale, di alimentazione. Anche le
In questo caso vengono impiegati due diodi al
resistenze R1-R2 dovrebbero essere dimensiona-
germanio o al silicio. Questo circuito a ponte pre-
te in modo da permettere la circolazione della senza il vantaggio, rispetto al circuito di figura 3,
corrente típica del diodo zener. di una maggiore sensibilitá, che consente una
I valori delle resistenze R1-R2 viene ottenuto ap- maggiore espansione delle scale di misura.
plicando la seguente formula : Per esempio, utilizzando per R1-R2 potenziome-
tri da 50 ohm, con uno strumento da 50 A
Rl = R _ V-Vz fondo-scala, si ottiene una gamma di misure com-
2 presa fra 100 e 120 mA. Elevando i valori delle
lz resistenze variabili R1-R2 a 100 ohm, la gamma
di misure risulta compresa fra i 34 e i 42 mA.
in cuí V rappresenta il valore della tensione ap- Elevando ulteriormente i valori di R1-R2 a 220
plicata sui terminali del circuito, mentre Vz rap- V, la scala di misura si estende fra 8 e 12 mA.
presenta la tensione di zener ed lz la corrente tí- Conferendo ad R1-R2 il valore di 350 ohm cir-
pica dello zener. ca, la scala si estende fra 34 e 6 mA.
Il valore della resistenza variabile R3 viene r- I diodi D1-D2 dovranno essere in grado di sop-
portare una corrente massima diretta di 100 mA.
cavato applicando la seguente formula :
Si puó usare, ad esempio, il tipo IN127.
V Anche per quest'ultimo circuito a ponte valgono
le solite norme di taratura citate per i precedenti
lz circuiti.
Per ottenere una immediata regolazione del va-
La validita di questa relazione sussiste soltanto lore di fondo-scala, occorrera anche in questo
nel caso in cuí si sía applicata la precedente for- caso inserire, in serie con lo strumento, un trim-
mula, quella che permette di determinare i valori mer potenziometrico, come e stato consigliato per
delle due resistenze fisse. i precedenti circuiti.

444
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Nessuno ormai puó contestare il fatto che l'elet- le tensioni e le correnti possono variare continua-
tronica si stia sempre piü orientando verso il set- mente col variare del livello del segnale.
tore digitale, concedendo alle tecniche analogi- Anche il segnale di ingresso di un amplificatore
che un predominio ristretto soltanto ad alcuni di bassa frequenza costituisce una grandezza ana-
camp1. logica, perché esso puó variare, in continuitá, da
E !'uso sempre piu frequente di calcolatori o di un livello O ad un livello d'uscita massimo forní-
apparecchiature digitalizzate per il controllo di to dalla sorgente.
macchine utensili, di processi industriali e quello, L'onda sinusoidale costituisce un altro esempio di
non meno importante, della strumentazione digi- segnale analogico. In essa, infatti, sono presenti
tale, a prezzi accessibili anche al principiante, tutti i valori di tensione compresi fra un minimo
impone una conoscenza, di carattere generale, negativo ed un massimo positivo.
di tutti quei concetti che stanno alla base del- II segnale digitale, invece, e un segnale in cui
l'elettronica digitale. sono distinguibili soltanto due livelli di tensione,
denominati «O» e « l».
Un típico esempio di segnale digitale ci e offerto
IL SIGNIFICATO DELLA TERMINOLOGIA dall'onda quadra, che possiede soltanto due li-
velli di tensione.
I due termini « analogico » e « digitale » vengo- I circuiti digitali, dunque, sono circuiti ai quali
no utilizzati per designare due diversi settori si possono associare soltanto due stati : lo stato
dell'elettronica. «O» e lo stato « 1 ».
Quando un circuito viene definito analogico, le L'identificazione dello « 0» o dell« l» e ovvia-
grandezze elettriche in gioco variano in continui- mente una pura convenzione matematica.
ta tra un valore minimo ed uno massimo. Per Con lo «O» si suole generalmente indicare il li-
esempio, l'amplificatore audio, che e uno degli vello a tensione piü bassa, mentre con P« 1» si
apparati piü comuni e piü noti ai nostri lettori, suole indicare la tensione piu alta. E questa con-
costituisce un circuito analogico. Perché in esso venzione matematica viene anche chiamata « lo-

446
UN TESTER

PER CIRCUITI LOGICI


gica positiva ». Ma esiste anche una seconda Questa tecnica, anche se puó sembrare scomoda,
convenzione matematica, quella della « logica conduce, in pratica, al raggiungimento di no-
negativa», per la quale lo «O» indica il livello tevoli precisioni e alla possibilita di complicate
superiore, mentre l'«1» indica il livello inferiore. elaborazioni, memorizzando, in modo molto sem-
plice, i dati e sfruttandoli al momento oppor-
tuno.
CODIFICAZIONE DEI SEGNALI
Ma non vogliamo proseguire oltre con questo
I nostri lettori potrebbero chiedersi, a questo pun- argomento che, per una esauriente analisi, ri-
to, se esiste un nesso tra un segnale analogico ed chiederebbe una lunga trattazione editoriale. Co-
un segnale digitale; un nesso che permetta una loro che volessero edursi in materia di circuiti
reversibíle trasformazione di questi due tipi di digitali, allo scopo di acquistare una certa base
segnali. di logica, potranno ricorrere all'attuale nutrita
Diciamo subito che questo nesso esiste realmente letteratura tecnica presente in ogni libreria.
ed e rappresentato dalla codificazione dei segnali.
Ma occorre a questo punto ricordare che alla
base dei circuiti logici vi e l'algebra binaria, che ll PROGETTO DEL TESTEA
permette di esprimere ogni numero sottoforma di
una successione di 1 e di O. II progetto rappresentato in figura 1 e quello di
Con tale sistema, mentre un segnale analogico un indicatore di stato (O o l), da utilizzarsi per
puo essere espresso da un numero decimale, per la verifica di circuiti logici impiegati, a loro
esempio 5 V, lo stesso numero 5 puó venir volta, circuiti logici di tipo integrato.
espresso sottoforma binaria da 10 l. E poiché un circuito digitale caratterizzato da
Dunque, qualsiasi grandezza analogica puó es- due stati soltanto, il nostro apparato puó essere
sere trasformata, tramite appositi circuiti deno- considerato un vero e proprio tester logico, piu
minati convertitori, in una grandezza binaria ed che sufficiente per il controllo degli integrati di
elaborata da circuiti digitali. tipo TTL e DTL.

447
...... -
R1

l4ti b~
II
-5 11 S1

R2 TR 1 11
e
- -.n 4
.,_,
IR3
e e
b e
R3 TR2 ¡¡ 4,5V
@
e

ENTR
4di e
11 TR4

RA 77

Fig. 1 - 11 tester per circuiti logici utilizza quattro


transistor a simmetria complementare e due diodi LEO. COMPONENTI
L'alimentazione e a 4,5 V: questa puó essere prelevata
dallo stesso apparato in esame, dato che i circuiti di Resistenze
logica funzionano normalmente con la tensione di 5 V
R1 = 1.100 ohm
stabilizzati.
R2 = 6.200 ohm
R3 = 4.700 ohm
R4 = 1.600 ohm
R5 = 220 ohm
La principale caratteristica di questo tester con- R6 = 220 ohm
R7 = 4.700 ohm
siste nella sua notevole rapidita di risposta, ot-
R8 = 4.700 ohm
tenuta con !'uso di diodi elettroluminescenti che,
in sostituzione delle comuni lampade-spia, rap- Semiconduttori
presentano gli indicatori di stato. TR1 = BC177
TR2 = BC107
TR3 = BC107
TR4 = BC177
1 D10D1 LED LD1 = diodo LED
LD2 = diodo LED
La sigla LED qualifica un particolare componen- D1 = 1N914
te elettronico, allo stato solido, in grado di emet- D2 = 1N914
tere luce. LED, infatti, significa « Light Emitting Varie
Diode », cioe diodo emettitore di luce. S1 = interrutt. generale
Soltanto in tempi recenti i diodi LED sono di- ALIMENTAZ. 4,5V

448
venuti reperibili sul normale mercato commer- Ma lentita di luce emessa dai comuni diodi e
ciale, a prezzi accessibili a tutti, in virtu del no- talmente esigua da non poter essere rivelata nep-
tevole sviluppo dell'optoelettronica, che e quella pure dagli strumenti piü sensibili. Il diodo LED,
speciale branca dell'elettronica comprendente tut- invece, puo considerarsi una vera e propria lam-
ti quei componenti il cui funzionamento e stret- padina elettronica .
tamente legato all'energia luminosa e all'energia La meccanica,secondo la quale un diodo LED
elettrica. diviene sorgente di energía luminosa, dipende
II diodo LED e costruito a guisa di un diodo nor- dalla combinazione delle cariche, maggioritarie
male, al quale e del tutto simile, essendo compo- o minoritarie, che si verifica internamente al se-
sto anch'esso da una giunzione PN di materiale miconduttore stesso e, in modo particolare, nella
semiconduttore. Ma questo materiale non e il zona della giunzione PN.
germanio o il silicio, ma e invece un composto
del gallio. E il composto del gallio dipende dalle
caratteristiche di emissione che si intendono con-
seguire. Per esempio, per ottenere una luce appar-
tenente allo spettro dell'infrarosso, si utilizza l'ar-
Fig. 2 - lI cablaggio del tester per circuiti logici puo
seniuro di gallio (GaAs). essere effettuato su una basetta-supporto di bachelite
Prima di introdurre la meccanica di funziona- di forma rettangolare. Questa basetta verra fissata sul
mento di un diodo LED, vogliamo ricordare ai pannello frontale (parte posteriore) di un contenitore
di materlale isolante. Sulla parte anteriore del pan-
nostri lettori che tutti i diodi, indistintamente, nello frontale sono presenti: i due diodi LED, la boc-
sono componenti emittori di luce. cola di entrata del segnale e l'interruttore generale.

o o

o o

449
LE NOSTRE
CUFFIE STEREO
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
fedelta e per un nuovo ed emozionante
incontro con il mondo della musica ste-
reofonica.
Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
fusione di una musicalita elevata con un
perfetto adattamento anatomico.

CUFFIA STEREO
MOD. LC25
L. 5.500
CARATTERISTICHE:
lmpedenza: 8 ohm
Gamma di freq.: 18- Fig. 3 - L'applicazione del diodo LED sul pannello fron-
15.000 Hz tale del tester per circuiti logici deve essere fatta ser-
Peso: 320 grammi vendosi dei due accessori riportati in questo disegno
(1-3). L'elemento di catodo del diodo LED (2) trovasi
in corrispondenza della piccola tacca (incavo) ricavata
sulla base del componente.

L. 18.500 Soltanto una certa parte dellenergia, scaturita


dalla combinazione delle cariche, si trasforma in
CARATTERISTICHE:
luce. Puo ac:.cadere quindi che, per alcuni tipi di
lmpedenza: 8 ohm semiconduttori, il fenomeno sia sufficientemente
Sensibilitá: 110 dB
a ,1.000 Hz macroscopico, cosi da poter essere osservato ad
Gamma di freq.: occhio nudo, mentre per altri tipi di diodi l'e-
20 - 20.000 Hz nergia luminosa liberata e cosi microscopica da
Peso: 450 grammi sfuggire ad ogni indagine.
La cuffia e provvista
di regolatore di Nei diodi LED, per poter sfruttare il fenomeno
livello a manopola della emissione di luce, occorre realizzare una
del tweeter. giunzione molto sottile, cosí da risultare traspa-
rente e permettere l'uscita dei raggi luminosi.
Adattatore Anche il contenitore del diodo deve essere tra-
per cuffie stereo sparente e, a seconda delle necessita, potra essere
Mod. JB-11D dotato di lente concentrica o di calotta diffusore.
L. 3.500
Questo piccolo ap-
parecchio consente VANTAGGI DEI DIODI LED
il collegamento di
una o due cuffie ste- I diodi LED consumano poco, sono di piccole
reo con tutti i com-
plessi stereofonici. dimensioni ed hanno una risposta estremamente
La commutazione al- rapida, permettendo di rivelare anche segnali
toparlante - cuffia e variabili con una certa rapidita.
immediata, senza al-
cun intervento sui Quando il segnale presenta variazioni rapide, il
collegamenti. diodo diviene semiluminoso, a causa dell'insensi-
bilita dell'occhio alle rapide variazioni lumino-

450
se. Anche in questo caso, tuttavia, e possibile
conoscere la situazione del circuito sotto controllo.
L'uso dei diodi LED puó essere ormai conside-
rato conveniente anche sotto l'aspetto economi-
co, perché il costo di tale componente e quasi
pari a quello di una comune lampada-spia mu-
nita di custodia. Se si tiene conto poi ch le lam-
pade a filamento sono soggette a rotture, perdita
di luminositá, annerimento del bulbo di vetro, si
puó concludere che il diodo LED e senz'altro da
preferirsi. Soprattutto perché i diodi LED hanno
una vita estremamente lunga.
LIRE 3.500
CASSETTIERA « MINOR »
ANALISI DEL CIRCUITO DEL TESTEA
Contenitore a 12 cassetti, componi-
II circuito del tester per circuiti logici, rappre- bile ad incastro; dimensioni di un cas-
sentato in figura 1, e composto da due stadi se-' setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto e
misimmetrici. Applicando quindi all'ingresso uno provvisto di divisori interni.
stato logico «O» o « 1 », prelevato da un circuito
integrato TTL, per esempio della serie 7400-
7401..., uno dei due diodi si accende, mentre
l'altro rimane spento.
In particolare, applicando uno « O » all'ingresso,
il diodo LED LDI si accende, mentre applican-
do all'ingresso un « 1 », si accende il diodo LD2.
Ma passiamo senz'altro all'analisi del circuito di
figura 1, che risulta molto semplice.
A\pplicando uno «O» all'ingresso del circuito,
cioé supponendo che la tensione nel nodo forma-
to da R2-R3 sia prossima allo «O», si ottiene
l'interdizionc del transistor TR2 e, conseguente-
mente, quella del transistor TR4, a causa della
mancanza di una corrente di base. 11RE 3.800
In queste condizioni il diodo LD2 non risulta CASSETTIERA MAJOR
percorso da alcuna corrente e rimane spento.
Al contrario, lo «O» applicato all'entrata pro- Contenitore a 6 cassetti, componibile
voca la conduzione del transistor TRI, che e di ad incastro; dimensioni di un casset-
tipo PNP. Si manifesta quindi il flusso di una to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto e
certa corrente di base attraverso il transistor TR3, provvisto di divisori interni.
che raggiunge la saturazione (forte conduzione),
.provocando conseguentemente l'accensione del
diodo LDl.
Con un « l » applicato all'entrata, cioe con una
tensione di entrata superiore ai 3,3 V, la situa-
zione circuitale risultera ovviamente invertita. I
transistor TR2.TR4 diverranno conduttori, per-
mettendo l'accensione del diodo LD2. I transi-

Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
stor TRI-TR2, invece, rimarranno all'interdizio-
co, il vostro angolo di lavoro in un
ne, provocando lo spegnimento del diodo LDl.
vero e proprio laboratorio!
11 tester deve essere utilizzato in modo corretto
e non con alimentazioni invertite o notevolmente
piü elevate rispetto a quella prescritta. La pre-
senza dei diodi DI-D2 serve a proteggere i tran-
sistor TRI-TR2 da eventuali tensioni di ingresso
negative o superiori a quella di alimentazione del
tester.

451
Fig. 4- 11 tester deve essere munito di un cavo-sonda
alle cui estremita verranno fissati: il puntale, la pinza
a bocea di coccodrillo e la presa di innesto corrispon-
dente alla spina montata sul pannello frontale dello

. -eco
PUNTA LE

sa
strumento.

ssE", E

CAVO
SCHERMATO

COSTRUZIONE DELL'APPARATO Quello rappresentato in figura 3 e uno dei diodi


LED di maggior diffusione.
La realizzazione pratica del tester per circuiti Assieme al diodo LED vero e proprio e necessa-
logici non e aflatto impegnativa e puó essere ot- rio acquistare anche gli accessori per il montag-
tenuta su! pannello frontale di un contenitore di , gio su pannello del componente. Questi accesso-
plastica, seguendo il cablaggio presentato in figu- ri sono indicati con i numeri 1-3 in figura 3. In
ra 2. pratica si dovra ottenere un foro sul pannello in
All'atto dell'inserimento dei due diodi LED oc- modo da introdurre in esso, dalla parte anterio-
correra identificare esattamente l'ordine di suc- re, l'accessorio l; su questo accessorio si inserirá
cessione dei due terminali, ricordando altresi che il diodo LED, bloccandolo successivamente con
il diodo LED non sopporta tensioni inverse supe- l'accessorio 3 inserito a forza nell'accessorio l.
riori ai 3 V circa; ció significa che un errore di Osservando la figura 3 si puo notare che il ter-
inserimento del componente nel circuito potreb- minale di catodo (K) si trova da quella parte in
be risultare... fatale. cui nel componente e ricavato un incavo; nella

IBRIDO
e
CARATTERISTICHE
ELETTRICHE
• Responso:
Potenza nominale: 30-20.000 Hz a - 1,5 dB.
5 W con altoparlante Distorsione alla massima
da 4 W-5 ohm. potenza: inferiore all'1%/,
Sensibilita: Alimentazione:
15 mW a 1.000 Hz. 13,5 Vcc.

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Realizzando questo amplificatore in due esem-
plari identici, si potra ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potra essere installato Le richieste debbono essere fatte inviando anti-
anche a bordo del-l'autovettura. Tutti gli elemen- cipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p.
ti necessari per la realizzazione dell'amplifica- n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA -
tore, fatta eccezione per l'altoparlante, sono 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 (nel prezzo sono
contenuti nella \nostra scatola di montaggio. comprese anche le spese di spedizione).
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RARE COMODAMENTE UNA BANDA Dl 3 MHz CIRCA. PO-
TRETE INOLTRE ASCOLTARE LE EMISSIONI DEI RADIOAMA-
TORI SULLA GAMMA DEI 1 O METAi (28-30 MHz).
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SICUREZZA DI
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MENSILMENTE

TEVI LA VOSTRA
RIVISTA

parte opposta e presente il tenninale di anodo


(A). Questi due tenninali sono chiaramente in-
dicati anche nello schema elettrico di figura l.
Nello schema pratico di figura 2, il terminale di
catodo e quello che va a collegarsi con la resi-
IN UN UNICO KIT s tenza R5 ( diodo LD 1); per il diodo LD2 il ter-
minal e di catodo e quello che va a collegarsi
PER SOLE con gli emittori di TR3 e TR2.
I transistor TR1-TR4 sono di tipo PNP, mentre
LIRE 7.500 i transistor TR2-TR3 sono di tipo NPN. Tutti i
quattro transistor debbono essere di tipo al si-
licio.
L'alimentazione del circuito potra essere ottenu-
CONTIENE: ta con una pila piatta da 4,5 V, ma potra anche
essere derivata, piü economicamente, dalla stessa
1 saldatore istantaneo (220 V - 90 W) alimentazione stabilizzata a 5 V necessaria per
1 punta rame .di ricambio
il funzionamento dei circuiti integrati digitali in
1 scatola pasta saldante
90 cm. di stagno preparato in tubetto
esame. Cosi facendo si potranno ridurre note-
1 chiave per operazioni ricambio punta saldatore
volmente le dimensioni del tester per circuiti lo-
gici, in modo da poter usare l'apparato come
paio forbici isolate
pinzetta a molle in acciaio inossidabile con
una vera e propria sonda, purché esso sia prov-
punte internamente zigrinate visto di puntale collegato all'ingresso.
cacciavite isolato alla tensione di 15000 V Racchiudendo invece il tester logico in un con-
4 lame intercambiabili per cacciavite con innesto tenitore di maggiori dimensioni, occorre realiz-
a croce zare un cavo-sonda di collegamento con il circui-
to in esame, servendosi di un cavetto schennato
provvisto, ad una estremita, di una presa adatta
per l'innesto nell'apposita spina presente su! pan-
Le richieste del kit degli « ATTREZZI DEL PRIN-
C[PIANTE » debbono essere fatte a: Elettronica nello frontale dello strumento. All'altra estremitá
Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti n. 52, in- del cavetto schennato si applicheranno una presa
viando anticipatamente !'importo di L. 7 .500 a a bocea di coccodrillo, saldata alla calza metalli-
mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482 (spese ca e un puntale per la verifica dello « stato » sui
di spedizione comprese).
piedini dei circuiti integrati. In figura 4 e di-
scgnato il cavo-sonda.

454
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NALI HANNO ORA INVASO IL SET-
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CHE DA CHI NON POSSIEDE UNA
NOTEVOLE ESPERIENZA TECNICA.

GLI INTEGRATI
OPERAZIONALI
SONO OGGI ALLA
PORTATA DI TUTTI
Coloro che muovono i primi passi nel mondo sono facilmente reperibili presso ogni rivenditore
dell'elettronica credono, erroneamente, che gli di materiale radioelettronico, sono facili da usare
integrati operazionali appartengano esclusivamen- e permettono di costruire apparati validi ed eff-
te al mondo dei professionisti o, comunque, de- cienti con l'aggiunta di pochi altri componenti.
gli « arrivati ». Con gli integrati, dunque, si possono costruire
Ma i circuiti integrati, che oggi costano poco, e quegli apparecchi tradizionali per i quali sono

457
les
oeroe ] r
ALIME NT

TR11 TR12

CON INVERS.

TR4
INGR. SENZA INVRg I u - /

ALIMENT
L L 4 4 @)-

Fig. 1 - Resistenze e transistor costituiscono gli unici In questo articolo ci occuperemo dei circurt m-
componentl dell'integrato operazionale µA709. tegrati lineari e, in particolar modo, degli ampli-
fcatori operazionali, divenuti ormai componenti
di largo consumo e di grande attualita.

L'AMPLIFICATORE OPERAZIONALE
richieste decine di resistenze, di condensatori e di
altri componenti vari, con il rischio e il pericolo Interpretiamo, prima di tutto, il vero significato
di commettere errori di cablaggio, di creare in- del termine, oggi tanto in voga, di « amplificatore
stabilita di polarizzazione e di funzionamento. operazionale », che viene comunemente adottato
I circuiti integrati, inoltre, pur concedendo un per designare certi tipi di amplificatori integrati.
notevolissimo rispario di spazio e di tempo, L'etimologia della parola deriva da! particolare
consentono di costruire apparati professionali an- uso che, fino a qualche tempo fa, veniva fatto di
che senza dispord i una eccezionale esperienza. questi tipi di integrati. Essi infatti venivano mon-

458
tati esclusivamente nei calcolatori analogici, per
effettuare talune operazioni matematiche come,
ad esempio, le addizioni, le sottrazioni, le deri-
vate, gli integrali, la risoluzione di equazioni al-
21 72 gebriche, differenziali, ecc.
L'espressione « amplificatore operazionale » e poi
12 rimasta per indicare taluni amplificatori dotati
di particolari caratteristiche, anche se !'uso di
questi integrati si e spostato dal settore del calcolo
invadendo abbondantemente il cosiddetto settore
vu consumistico.

CARATTERISTICHE DI UN
AMPLIFICATORE OPERAZIONALE

Non tutti gli amplificatori, ovviamente, possono


essere considerati operazionali. Perché gli opera-
zíonali debbono possedere i seguenti requisiti: re-
sistenza di ingresso infinita, amplificazione infi-
Fig. 2 - Esempio di amplificatore operazionale contro- ita, resistenza d'uscita nulla. Ma queste carat-
reazionato. teristiche assumono un significato puramente teo-

alimentatore stabilizzato
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Tensione variabile in modo continuo: 0,7 V - 22 V
Corrente massima alla mínima tensione: 1,1 A
Ronzio residuo con assorbimento di 1 A: 1 mV
1 V d'uscita
Presenza di limitatore elettronico di corrente.
Protezione dell'alimentatore dalle correnti inverse.
Stabilizzazione termica.
Protezione contro le correnti inverse.

e un apparato assolutamente necessario a tutti


gli sperimentatori elettronici dilettanti e pro-
fessionisti.
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no comprese anche le spese di spedizione).
v2

• Z1

V1
vu

Z2

Fig. 3 - In questo circuito di amplificatore operazi


nale controreazionato e presente una elevatissima im
pedenza d'ingresso, che si aggira intorno alle parec-
chie decine di megaohm.

22

Vi 1

vu

vi2
Fig. 4 - Utilizzando contemporaneamente entrambi gil
ingressi di un operazionale, e posslbile ottenere un
ottimo amplificatore differenziale, cioé un amplificato-
z3 24 re in grado di fomire, all'uscita, un segnale propor-
zionale alla differenza fra le due tensioni di entrata.

z1 Z2

VI
vu

Fig. 5 - Poiché l'integrato operazionale dispone anche


di un ingresso non invertitore, e possibile con esso
realizzare un circuito di trigger, molto simile al trigger
di Schmitt o al blstabile.

460
rico, perché un dispositivo reale, dotato delle tralasciare, perché non ritenuti fondamentali ai
qualita ora elencate, non esiste. Ma esso esiste fini di una completa interpretazione del funziona-
se all'aggettivo « infinito » viene attribuita l'e- mento di un operazionale.
spressione « molto grande», conferendo all'agget-
tivo « nullo » il significato di molto piccolo.
In figura 1 rappresentiamo lo schema di un tipi- PRINCIPIO DELLA MASSA VIRTUALE
co amplificatore operazionale, piü precisamente
l'integrato di tipo µA709. Per poter interpretare nel modo piü semplice ed
Esso e caratterizzato da due ingressi: uno di ti- intuitivo e, nello stesso tempo, rigorosamente e-
po inverting, l'altro di tipo non inverting. Appli- satto, il funzionamento dei circuiti operazionali,
cando una tensione a questi due ingressi, questa occorre introdurre il cosiddetto principio della
risulta amplificata all'uscita e invertita di 180°. « massa virtuale ».
Tra questi due ingressi si puó immaginare la pre- Faremo quindi riferimento allo schema di figura
senza di una certa resistenza, di valore abbastanza 2, in cui e presentato un esempio tipico di am-
elevato, fra 1 e 2 megaohm, che rappresenta la plificatore operazionale controreazionato. E sup-
resistenza di ingresso dell'amplificatore operazio- porremo di far riferimento ad un amplificatore
nale. ideale, cioé con resistenza di ingresso infinita, am-
GIi altri fattori, che caratterizzano il dispositivo, plificazione infinita e resistenza d'uscita nulla.
sono: il guadagno a spira aperta, cioe il guada- Poiché il terminale 3 non viene direttamente uti-
gno che si ottiene senza l'aggiunta di componenti lizzato, esso e stato collegato a massa, cioé alla li-
esterni di controreazione, e la resistenza d'uscita nea comune all'ingresso e all'uscita.
Ru, solitamente abbastanza piccola. Applicando una tensione Vl all'impedenza Zl,
Ma esistono molti altri parametri legati agli am- si ottiene, sull'ingresso invertitore 2, la tensione
plificatori operazionali, come ad esempio la ten- V2. E questa tensione e nulla; perché se essa fos-
sione e la corrente di offset, la corrente di pola- se diversa da zero, per esempio positiva ( questa
rizzazione, la reiezione dei disturbi sull'alimtnta- stessa osservazione vale per le tensioni negative),
zione e molti altri che preferiamo per il momento si otterrebbe all'uscita, a causa dell'amplificazio-

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO

... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,


per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONT AGGIO
La realizzazione di questo semplice ricevitore rap- COSTA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette- L. 2.900 (senza altoparlante)
re alla prova le proprie attitudini e capacita nella L. 3.500 (con altoparlante)
oratica della radio.

461
VI

Fig. 6 - Circuito inversore di segnale. L'inversione av-


viene quando la tensione di entrata negativa raggiunge
la tensione di soglia dell'entrata positiva.

ne infinita e dell'inversione del segnale, una ten- pedenza infinita di ingresso, si ottiene la seguente
sione infinitamente negativa, e farebbe diventare condizione della corrente: I1 = 12.
negativa la tensione sull'ingresso 2, in opposizio- Servendosi della legge di Ohm e quindi possibile
ne alla condizione di partenza. E' evidente quindi ricavare il guadagno dell'amplificatore operazio-
che, per ottenere all'uscita una tensione di valore nale. Si ha infatti: I1 = VI : ZI e VU
determinato, la tensione applicata all'ingresso -Z212 = -Z2Il =-(Z2 : Zl) Vl, cioé:
« non inverting » cioé all'ingresso 2, dovrá risul- Z2
tare nulla, come se l'ingresso stesso risultasse vir- VU =---VI
tualmente a massa. Zl
Tenendo conto che la corrente assorbita dall'in- Il guadagno di un amplificatore operazionale vale
gresso dell'operazionale e nulla, a causa dell'im- quindi : -Z2 : Z I ed e lega to sol tanto al valore

Fig. 7 - Gli elementi fondamentali che caratterizzano


un integrato operazionale sono:
Le due tensioni di álimentazione (Vcc1 • Vcc2)
Le due entrate ( + e -)
+ V CCI
L'uscita
La resistenza d'entrata Ri
La resistenza interna d'uscita Ru

s USC.

Vcc2

462
elle due resistenze, che conviene chiamare im- AMPLIFICATORE NON INVERTENTE
pedenze, esterne al circuito stesso.
Gollegando all'ingresso negativo, anziché una so- L'amplificatore precedentemente descritto, con
la resistenza, piu resistenze, collegate ciascuna ad ingresso invertente a massa virtuale, presenta lo
na sorgente di tensione, il valore della corrente svantaggio di possedere una resistenza di ingresso
I2, per il principio di Kirchhoff, verra offerto parí a Zl e, quindi, generalmente non molto
dalla somma delle correnti di ingresso. II valore elevata.
della tensione di uscita, quindi, risulterá :
Servendosi della configurazione circuitale presen-
Vl 1 Vl2 Vl3 ) tata in figura 3, si riescono invece ad ottenere
VU = Z2 -- + -- -- + ecc. gli stessi vantaggi con un'impedenza di ingresso
(
Zll Z12 Z13 elevatissima, normalmente di parecchie decine di
In questa formula abbiamo indicato con V 11, megaohm.
V12, V13 le varie tensioni di ingresso mentre con I guadagno di questo amplificatore e ancora fa-
Z11, Z12, Z13, abbiamo indicato le relative im- cilmente deducibile applicando il principio della
pedenze.
massa virtuale. Infatti, essendo V2 - O, il pun-
Se le impedenze sono fra loro uguali, la formula
to comune di Z1 e Z2 si trovera allo stesso valore
precedente assume la seguente nuova espressione:
della tensione di ingresso positivo, cioé a Vl.
Z2 Dunque, applicando ancora una volta la legge di
VU = - - --- (Vl 1 + V12 + V13) Ohm, si ottiene facilmente:
Zl
II circuito ottenuto e un circuito « sommatore », Z2
utilizzabile ad esempio in circuiti audio, come VU = Vl +~
puó essere un perfezionatissimo mixer. Zl

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ad aria tipo a chiocciola 3-30 pF

463
AMPLIFICATORE DIFFERENZIALE
VARIATDRI U tilizzando contemporaneamente entrambi gli
ELETTRONICI ingressi di un operazionale, e possibile realizzare
un ottimo amplificatore differenziale, cioé un am-
DI LUMINOSITA' plificatore in grado di fornire, all'uscita, un se-
gnale proporzionale alla differenza fra le due
Con questi piccoli apparati elettronici, pi- tensioni di ingresso.
lotati a TRIACS, potrete regolare, a pia-
cere, la luminositá di un lampadario, di
ll circuito che realizza tale condizione e rappre-
una lampada da tavolo o da notte. Favo- sentato in figura 4.
riscono il risparmio, non dissipano corren- Questo circuito, come e facile notare, altro non
te inutilmente, moltiplicano le prestazioni e che la somma dei due circuiti precedentemente
delle vostre lampade e valorizzano i vostri descritti.
lampadari.
Tenendo conto che la tensione su! terminale 3
vale:

Z4
Vi2x---
Z3 + Z4

la tensione d'uscita risultera :

Z2 Z2 ZA
Mod. vel 300/v/e
Sostitulsce gli interruttori su cavo, é completo di
VU = ---xVil + +--x---x
manopola, interruttore separato, spina, metri 1,5 Zl Zl Z3 + Z4
plü metri 1 di cavo. Regola una sola luce (300 W
- 220 V).
x Vi2
Prezzo L. 6.400
facendo in modo che risulti Z3 Zl e Z4 Z2,
si ha:

E' dotato di inter- Z2


ruttore a scatto sul- VU= (Vi2 Vi1)
la manopola di re-
golazione. E' com- Zl
pleto di presa in-
corporata, metri 1,5
di cavo e spina che
permettono l'allac- CIRCUITI TRIGGER
ciamento immediato
al le spine di qual-
slasl lampada o lu-
me (300 W - 220
Gli amplificatori operazionali, sin qui analizzati,
V). sono tutti dotati di controreazione negativa, dal-
Prezzo L. 5.900 l'uscita verso l'ingresso invertitore.
E' tuttavia possibile ottenere una reazione posi-
tiva, perché l'integrato operazionale dispone an-
Mod. vel 500/parete
che di un ingresso non invertitore. Ecco perché
E' particolarmente con gli integrati operazionali si possono realizzare
adatto per lampada- circuiti trigger molto simili ai trigger di Schmitt
ri. L'interruttore e
di tipo statico (500 o ai bistabili.
w- 220 V). Nel progetto riportato in figura , ad esempio,
Prezzo L. 6.200
avviene che, applicando all'entrata una tensione
positiva, l'uscita diviene positiva aumentando ul-
teriormente il valore della tensione d'entrata sino
al raggiungimento, automatico, del valore della
tensione di saturazione. L'aumento di tensione
positiva all'entrata, ovviamente, provoca un con-
seguente aumento della tensione d'uscita.
Eliminando la tensione d'ingresso, l'uscita provve-

464
de a mantenere automaticamente polarizzato l'in- entrate e le uscite degli operazionali possono es-
gresso positivo, attraverso l'impedenza Z2; l'in- sere vere e proprie reti circuitali, e facile con-
gresso rimane quindi in posizione stabile sino a cludere che, con opportuno dimensionamento dei
che una opportuna tensione negativa, di valore componenti esterni, si possono ottenere amplifica-
tale da invertire la polarita del punto 3, provve- tori audio, mixer, fltri passa-alto fltri passa-
de a far commutare l'uscita dal valore di satura- basso, filtri passa-banda, equalizzatori, amplifica-
zione positivo a quello negativo. tori per strumcnti di misura, ecc.
Un funzionamento molto simile a quello ora in- Il dimensionamento dei componenti e quasi sem-
terpretato e ottenuto con il circuito di figura 6, pre presentato dalle industrie produttrici degli
che provvede anche all'inversione del segnale. integrati operazionali, che provvedono a corre-
Ma i circuiti fin qui presentati rappresentano sol- dare i componenti con una nutrita letteratura
tanto una piccola parte delle moltissime applica- tecnica. Per approfondire maggiormente tale ar-
zioni pratiche che si possono attualmente ottene- gomento, possiamo anche consigliare i lettori a
re con gli integrati operazionali. Se si tiene conto, consultare i vari bollettini tecnici editi dall'indu-
infatti, che i vari componenti, collegati con le stria degli integrati.

Le prime
esperienze
del dilettante

RICEVITORE PER ONDE MEDIE A 2 VALVOLE


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i questa Rubrica potranno avvalersi tutti quei lettori che sentiranno la
D necessita di offrire in vendita, ad altri lettori, componenti o apparati
elettronici, oppure coloro che vorranno rendere pubblica una richiesta
di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilita su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicita
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
pubblicati, annunci di carattere pubblicitario.
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nei limiti di 40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stam-
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600) in francobolli.

Amplificatore telefonico la mano il captatore in pi punti dell'apparec-


chio telefonico, in modo da individuare quei
Ho realizzato il progetto dell'amplificatore tele- punto in cui il segnale riprodotto dall'alto parlan-
fonico miniaturizzato da voi presentato su! fa- te appare piu forte e pi chiaro. Ancora un av-
scicolo di settembre dello scorso anno. Purtroppo vertimento: non esageri con la lunghezza del ca-
il risultato non e stato quello da me atteso. Ho vetto schcrmato che collega il captatore di se-
fatto uso del circuito stampato, ho controllato gnali con l'entrata dell'amplificatore di bassa fre-
piü volte tutti i componenti e, in particolar mo-
do, la disposizione dei terminali dei transistor.
quenza. Perché il livello del segnale e basso e
non e assolutamente possibile provocare perdite
Ho fatto uso del signal tracer (iniettore di se- di questo con una eccessiva lunghezza del cavo di
gnali) e ho notato che il suono riprodotto dall'al- collegamento.
toparlante e abbastanza forte. 11 risultato e sta-
to quelló di ottenere, in altoparlante, un segna-
le di basso livello e alquanto rumoroso. Come
posso fare per raggiungere le prestazioni da voi
descritte?
PIZZOCCHIA GUIDO
Roma Strumenti indicatori nel Jolly
Nel mio piccolo laboratorio per principianti n-
Se il circuito da lei realizzatoe privo di errori, sento, da qualche tempo, della mancanza di un
l'insufficiente funzionamento dell'amplificatore alimentatorc stabilizzato. Ora mi sono deciso a
telefonico e dovuto alla captazione dei segnali realizzare il progetto, denominato Jolly, da voi
da parte dell'elemento captatore. Tenga presente presentato in scatola di montaggio su! fascicolo
che, prima di fissare definitivamente il captatore dí maggio dello scorso anno. Tuttavia, prima di
in un punto esterno dell'apparecchio telefonico, inviarvi l'ordine per la spedizione del kit, vorrei
occorre procedere per tentativi, applicando con sapere se e possibile dotare questo apparato di

473
un voltmetro e di un amperometro, in modo da si tratta di un integrato digitale ma nessun'altra
avere sott'occhio costantemente i valori delle ten- notizia mi e stata forita per quel che riguarda
sioni di uscita e quelli delle correnti assorbite. la zoccolatura del componente e le caratteristiche
MARINELLI ANDREA di funzionamento dello stesso. Gradirei quindi
Roma ottenere da voi quelle nozioni necessarie per po-
ter utilízzare questo íntegrato.
e
La realizzazione da lei auspicata f acilmente at- GARATTINI FULVIO
tuabile. Infatti, per valutare i valori delle ten- Ravenna
sioni uscenti dall'alimentatore stabilizzato, oc cor-
re munire l'apparato di un voltmetro da 30 V
fondo-scala, oppure da 25 V fondo-scala. E Poiché si tratta di un argomento dí grande at-
non e necessario che questo strumento sia di tipo tualita, riteniamo utile per molti nostri lettori
particolarmente sensibile. Il suo collegamento do- rendere pubblica la risposta a lei data.
vra essere fatto in parallelo con le boccole d'usci- L'integrato SN7420 contiene, all'interno, due por-
ta dell'alimentatore. te NAND a quattro ingressi. L'uscita, dunque,
Per la misura delle correnti assorbite dagli ap- risultera a livello logico « O» soltanto quando
parati utilizzatori, invece, lei dovrá acquistare un tutti quattro gli ingressi contemporaneamente ri-
amperometro da 2 A fondo-scala, collegandolo sulteranno a livello logico « 1 ». Viceversa, se
in serie con il morsetto positivo d'uscita dell'ali- uno soltanto dei quattro ingressi si trova a livello
mentatore. logico «O», l'uscita va a livello « l», indipen-
dentemente da ció che accade per gli altri in-

• • • gress.
La zoccolatura del componente e quella del dise-
gno qui riportato, che si riferisce alla vista dal-
l' alto dell'integrato.
Circuiti integrati TTL L' alimentazione dovra necessariamente essere ben
Mi e stato regalato, da un amíco, un circuito in- stabilizzata e di valore 5 V (±- 5%).
tegrato di tipo SN7420; mi e stato specificato che Il livello « O» in entrata deve avere un valore di
tensione compreso tra O e 0,8 Vmax., mentre il
livello « 1» deve risultare tra 2 Vmin. e 5 V max.
Corrispondentemente, i livelli di uscita avranno
e
i seguenti valori: per il livello « 0 » l valore di
0,22V circa, mentre per l livello « 1» il valore e
di 3,3 V circa.
Il ritardo di porta, o tempo di propagazione, e
valutabile attorno ai 15 nS' (nanosecondi).
8 r p7 @

gLl

10
a o D]6

5
• • •
L'alimentatore per le radioline
Posseggo una radíolina a transistor alimentata
11 4 con una pila a 9 V. Dopo molto tempo mi sono
stancato di dover continuamente ricambiare la pi-
12 3 la sottoponendomi ad una spesa poco simpatica.
Ho acquístato quindí un alímentatore in corrente
2 continua di tipo comune e molto economico. Pur-
13
troppo, facendo funzíonare il ricevitore con l'ali-
mentatore, il suono e accompagnato da- un note-
@14 vole ronzío, che e invece totalmente assente
quando íl ricevitore funziona con la pila. Potre-
ste aiutarmi a risolvere !'inconveniente senza ri-
corrcre all'acquisto di un altro alimentatore? Fac-
cio presente di aver giá aperto il contenitore del-
l'alimentatore e di aver notato che esso e com-

474
TR1

C1
S1

COMPONENTI
posto principalmente da un trasformatore, da un Condensatori
raddrizzatore a ponte, da una resistenza da 47 C1 1.000 F 25 VI. ( elettrolitico)
ohm e da un condensatore elettrolitico da 500 F C2 = 500 F 16 VI. ( elettrolitico)
- 12 VI. C3 500 µF 25 VI. ( elettrolitico)
GAROFOLI GIOV ANNI
Monza Resistenzc
R1 2.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
Pur ritenendo che il ronzio non puó essere ecces- R2= 680 ohm
sivo, concordiamo con lei per il fastidio che esso
Varie
provoca durante l'ascolto. Ovviamente si tratta
di un insufficiente filtraggio della tensione di rete. TRl =
2N3055
Le consigliamo quindi, senza sottoporsi ad ulte- Tl =
trasf. d'alimentaz. (220 V/12 V - 1 A)
riore spesa, di realizzare il circuito qui riportato, D1-D2-D3-D4 = BY126
servendosi di una parte dei componenti montati
nel suo alimentatore. Con questo nuovo apparato
lei avra la possibilita di regolare la tensione di
uscita, adattandola perf ettamente alfe varie ten-
sioni di alimentazione delle radioline di tipo com-
merciale. Tenga presente che dal suo alimenta-
tore dovra togliere il trasformatore e i diodi rad-
Antenne FM
•••
drizzatori, necessari per realizzare il ponte del no-
stro progetto. Il funzionamento del nostro circui- 11 mio ricevitore radio, di tipo commerciale, e
to si basa sulla moltiplicazione del valore capa- dotato di una presa per antenna estema in modo
citivo del condensatore elettrolitico C2 per quel- da sensibilizzare l'ascolto della gamma a modula-
lo del guadagno del transistor TRI. Quindi, uti- zione di frequenza. Internamente al mobile e pre-
lizzando per C2 un condensatore di soli 500 F sente un'antenna, ma con questa non riesco a
e supponendo che il guadagno del transistor, nel ricevere le ernittenti deboli e sfruttare completa-
caso pi sfavorevole, sia di 50, si ottiene una ca- mente le possibilita del mio ricevitore. Vorrei dun-
pacita virtuale di ben 25.000 F, che e pi che que costruire io stesso un'antenna, provvedendo
sufficiente per ridurre l ripple, cioé l'ondulazione alla sua installazione e al suo collegamento. Fac-
residua, a valori accetabili. Un ulterior e filtrag- cio presente che, Ieggendo il libretto di istruzioni,
gio e fornito dai condensatori C1-C3, i cui valori che accompagna il ricevitore, ho notato che l'ap-
capacitivi potranno variare fra 500 e 1000 F. parecchio radio <leve essere collegato con una

475
due spezzoni di filo di rame o di alluminio, di
DIPOLO RIPIEGATO uguale lunghezza, per un totale di metri 1,52. La
differenza fra la lunghezza del dipolo semplice e
M del dipolo ripiegato e dovuta alla diversa velo-
111
cita di propagazione delle onde elettromagnetiche
1 attraverso la piattina e attraverso il filo nudo.
La discesa, per questo secondo tipo di antenna
#L
[y- PIATTINA

<t."
dovra essere realizzata tramite cavo schermato
da 75 ohm, con la precauzione di mantenere il
primo tratto di discesa, per la lunghezza di metri
1,5 almeno, in posizione perpendicolare rispetto
@ al dipolo stesso .

r
DIPOLO SEMPLICE •••
Ronzio nel regolatore di potenza
Ho realizzato il circuito regolatore di potenze
CAVO elettriche presentato sul fascicolo di gennaio del-
,,,.. COASSIALE lo scorso anno della vostra rivista. Debbo com-
75 0 plimentarmi con voi per la bonta del progetto
e per il pronto e preciso funzionamento dell'ap-
parato. Debbo tuttavia rilevare un elemento tecni-
co che non so se rappresenti un difetto. Quando
regolo il potenziometro R2 al suo valore massimo,
si avverte un certo ronzio nel circuito. Ora vor-
antenna da 300 ohm. Che cosa significa questo ' sapere da voi se questo ronzio rappresenta
elemento? Potete edurmi sul modo di realizzare una anomalía e puo portare danno al regolatore
l'antenna? di potenza.
BUSACCA FLAVIO GALLUCCI GENEROSO
Torino Napoli

Il valore di 300 ohm; citato nel suo libretto di Il suo apparato funziona normalmente. Il ronzio,
istruzioni, si riferisce all'impedenza caratteristica e
da leí avvertito, dovuto alla rapida variazione
dell'antenna. Tenga presente, infatti, che ogni del flusso elettromagnetico che si sviluppa nel
antenna si distingue, oltre che per la forma, per nucleo di ferrite dell'impedenza JI; questa va-
il valore della frequenza e per quello dell'impe- riazione e causata dal « taglio di corrente » del
denza; quest'ultimo elemento e molto importante triac.
ai fini di un buon rendimento dell'intero sistema
ricevente.
Le antenne piu comuni, per l'ascolto della gamma
di segnali radio a modulazione di frequenza, so-
no di due tipi: il dipolo ripiegato, caratterizzato
da un valore di impedenza caratteristica di 300
• ••
L'ascolto delle emittenti ungheresi
ohm, e il dipolo semplice, con impedenza carat-
teristica di 75 ohm circa. Sono un vostro assiduo lettore e mi rivolgo a
Il dipolo ripiegato (a) deve essere realizzato con voi per risolvere un problema per me molto dif-
normale piattina per TV, da 300 ohm, utilizzan- ficile.
do per il tratto orizzontale uno spezzone di piat- Per motivi linguistici sono molto iriteressato al-
tina della lunghezza di metri 1,30 circa e saldan- 1' ascolto delle emittenti radiofoniche ungheresi
do tra loro i conduttori alle estremita. Al centro che trasmettono, in modulazione di ampiezza,
del tratto orizzontale vengono ricavati i termina- sulla lunghezza d'onda di 1000 KHz circa. Se-
li da collegare, sempre tramite lo stesso tipo di guendo i consigli profusi nella vostra rivista, ho
piattina, da 300 ohm, al ricevitore radio. applicato al mio ricevitore un'antenna di tipo
• Il secando tipo di antenna (b), quello con im- Marconi. La ricezione e migliorata di molto, cioé
pedenza di 75 ohm, dovrd essere realizzato con mentre prima non si sentiva nulla, ora, pur al li-

476
mite della comprensibilitá, sono apparsi i segna- e il modello. Ho collegato questo apparecchio
li provenienti dalle emittenti ungheresi. Ma la con la mía piastra per giradischi di tipo DUAL
modulazione e bassa e, a tratti, scompare, per 1214, con risultati deludenti. Eppure, all'atto del-
poi ritornare ancora, anche accompagnata da f- l'acquisto, l'amplificatore funzionava egregiamen-
schi. Potete aiutarmi a risolvere questo proble- te con una piastra per giradischi di tipo molto
ma? Faccio ancora presente di abitare in zona
scoperta, fuori citta, dove i segnali radio dovreb-
bero giungere con una certa facilita.
DE ANGELIS REMO COMPONENTI
Ascoli Piceno
Condensatori
ll suo ricevitore necessita di un preamplificatore Cl = 100.000 pF
d'antenna, cioé di un apparato elettronico in gra- C2 = 25 F 6 VI. ( elettrolitico)
do di rafforzare i segnali a radiofrequenza captati C3 == 10F 6 VI. (elettrolitico)
dall' antenna, prima che questi vengano inviati C4 - 15.000 pF
agli stadi successivi del ricevitore radio. Le con- es = 3.300 pF
sigliamo quindi di costruire il preamplificatore C6 = 10 F 6 V. ( elettrolitico)
d' antenna per auto radio, da noi presentato sul fa- C7 = 100 F 6 VI. ( elettrolitico)
scicolo di giugno dello scorso anno della rivista. Resistenze
E per ottenere risultati ancor piit sensibili, la
Rl - 47.000 ohm
invitiamo a sostituire l'antenna Marconi con una
R2 68.000 ohm
antenna di tipo a quadro, che risulta molto piit
direttiva.
R3 = 5.600 ohm
R4 = 47.000 ohm
R5 10.000 ohm

••• R6- 22.000


R7
R8
R9 =
= 820
- 1.500
1
ohm
ohm
ohm
megaohm
Preamplificatore - equalizzatore per
testine magnetiche Transistor
Presso un negozio di occasioni ho acquistato un TRl BC109B (ASY28)
mplificatore stereo di cui non conosco la marca TR2 BC109B (ASY29)

R2
ENTR

USCITA
R1 R7 R8 C7

477
piü scadente della mia. La riproduzione, a mio fra i piedini degli zoccoli. Le prove da me ese-
avviso, era fedele sia nelle note basse sia nelle gui te finora mi hanno lasciato alquanto perplesso,
note acute, mentre con la mia piastra il volume e perché con l'uso dell'ohmmetro, commutato nel-
sempre molto basso e la tonalita sempre molto la portata ohm x 1.000, controllando piedino
alta, pur agendo sui relativi controlli manuali. per piedino, dal primo all'ultimo, ho constatato
Voglio ritenere che il difetto sía dovuto soltanto che, oltre al regolare cortocircuito fra i piedini
ad una mia lacuna tecnica consistente nel non relativi al filamento, molti altri piedini demuncia-
saper adoperare l'amplificatore stereo. Qual e il no un apparente cortocircuito e ció si verifica su
vostro parere in proposito? valvole di vecchio tipo e su valvole nuove. Po-
GARLASCHI PRIMO tete aiutarmi a perseguire questo mio programma
Ancona di studio della radiotecnica?
BIGOZZI PAOLO
Il mancato funzionamento della sua installazione Treviso
risiede nel tipo di piastra da lei accoppiata con
l'amplificatore. Con tutta probabilita nella sua
Un tempo, quando le volvole elettroniche impe-
piastra e montata una testina magnetica, mentre
ravano, il loro controllo veniva effettuato con
l'ingresso dell'amplificatore e di tipo ad alto li-
uno strumento, di notevoli dimensioni, denomina-
vello, cioé adatto per microfoni o testine piezoelet-
to provavalvole. Con esso era possibile controlla-
triche. Lo dimostra il fatto che le prove, eseguite
re l'integrita del filamento, lisolamento degli e-
presso il rvenditore, sono state fatte con una pia-
lettrodi, l'esaurimento o l'efficienza della valvola.
stra munita, con tutta probabilitá, di cartuccia
piezoelettrica. Un'ulteriore conferma a tale as- La rumorosita e il flusso elettronico fra catodo
serto deriva dalla mancanza dei toni bassi nella e anodo. Con l'uso dell'ohmmetro, invece, e pos-
riproduzione sonora. Come e noto, infatti, tutti i sible controllare la continuitá di collegamento
dischi, per motivi di mascheramento del rumore del filamento ed eventuali, grossolani cortocircui-
di fondo, vengono incisi accentuando le note ti fra gli elettrodi. Ma per eseguire questo con-
acute. Ció rende necessario, in fase di riprodu- trollo, occorre fornirsi di un prontuario di valvo-
zione sonora, compensare o, pi tecnicamente, le, nel quale vengono indicate le corrispondenze
equalizzare questo tipo di registrazione mediante fra i piedini dello zoccolo e gli elettrodi contenu-
adatti circuiti elettronici. ti internamente al bulbo di vetro. In molte val-
Con le cartucce di tipo piezoelettrico questa pre- vole alcuni piedini risultano collegati allo stesso
cauzione non e necessaria, in virta delle caratte- elettrodo e tale fatto puo sembrare un cortocir-
ristiche proprie delle testine piezoelettriche. Con cuito, mentre in pratica non lo e affatto. Il colle-
le testine magnetiche, invece, e necessario inseri- gamento di due o pi piedini con lo stesso elet-
re, tra tqueste e l'ingresso dell'amplificatore, un trodo agevola il compito del radiomontatore, per-
apparato preamplificatore-equalizzatore, in grado mettendogli di scegliere, in sede di cablaggio, il
di portare ad un liv ello sufficiente il debole se- piedino piu comodo per la saldatura dei con-
gnale che le testine magnetiche riescono a for- duttori. In taluni punti di valvole alcuni piedini
nre. risultano internamente collegati e non possono in
Nella nostra rivista abbiamo avuto modo di pub- alcun modo venir utilizzati, neppure per forma-
blicare piu volte progetti di amplificatori-equaliz- re un ancoraggio di massa. Nei prontuari delle
zatori. E a questi progetti lei puó riferirsi con- valvole elettroniche i piedini internamente colle-
sultando i fascicoli arretrati della rivista. Ma per gati vengono segnalati con «i.c.». Anche i pie-
risolvere piu in fretta il suo problema, possiamo dini collegati con lo stesso elettrodo vengono chia-
anche consigliarle di realizzare il progetto qui ramente indicati nelle zoccolature delle valvole
riportato. elettroniche .

•• •
Cortocircuiti nelle valvole Cicalino a valvola
• • •
Sono un assiduo lettore di questa bella Rivista e Appartenendo alle vecchie leve degli appassiona-
un grande appassionato di radiotecnica. II quesi- ti di elettronica, continuo ad essere affezionato
to che vi pongo riguarda le valvole elettroniche. alle valvole termoioniche, che possiedo in gran
Vorrei infatti conoscere quale metodo si debba numero e con le quali ho grande dimestichezza.
adottare per controllare eventuali cortocircuiti Vorrei realizzare un cicalino con uscita in alto-

478
100200 V
+

V1

T1
2 3
4
6,3V 0,3A

parlante, ovviamente pilotato a valvola. Avrete magazzno. Có non esclude, tuttava, che le po-
gia capito che il progetto che vi chiedo e quello sa servirsi di un altro triodo perché, come si pu
di un oscillatore di bassa frequenza, in grado di constatare osservando lo schema qui riportato,
generare una nota udibile in altoparlante. Po- della valvola 6AT6 viene utilizzata soltanto la
tete accontentarmi? sezione triodica, mentre rimane inutilizzato il
MAZZUCATI GUIDO do ppio diodo. Il tras/ ormatore T l deve esser
Venezia un trasformatore d'uscita per push-pull di val-
vole, della potenza di 5 -,--- 10 W. Il condensatore
Il circuito che le proponiaino e molto semplice e CI puó avere un valore capacitivo compreso fra
utilizza una valvola di tipo 6AT6, che e
abba- 10.000 e 20.000 pF, mentre il valore della resi-
stanza-comune e non dovrebbe mancare nel suo ... stenza Rl e di 160.000 ohm.

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
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tantistico. 11 saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosí come lo é
quello qui raffigurato. La sua potenza e di 50 W e l'alimentazione e quella normale di rete-luce di 220 V.
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Caduta di tensione: 1,25 V circa- aggiunta c
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Tensioni continue Correnti alternate
(7 portate) 1,5-3- 10- 30- 100 - 300 - 1000 V (5 portate) 1- 10- 100 mA - 1 - 5 A
Precisione: ± 1,5/ del valore massimo, ± 3%/ sulla Precisione: ± 2,5%/, del valore max
portata 1000 V Caduta di tensione: 1,25 V circa
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doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
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gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
sono talmente ridotte che il circuito, completo
"
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-
chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-
cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput e di 0,5 mW. La sensibilitá e re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
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TEMPO
DI
VACANZE
Nel prossimo mese di agosto anche Elettronica Pratica ab-
bandonera le scrivanie, i banchi di prova e collaudo, per godersi
un breve e meritato periodo di riposo. Redattori, tipografi, gra-
fici, fotograf, progettisti, montatori e collaudatori andranno in
vacanza o, come si usa dire, in

FERIE .

DAL 5 AL 25 AGOSTO
L'intera collettivita editoriale, dunque, abbandonera tempo-
raneamente la vita attiva della Rivista per ossigenarsi e, soprat-
tutto, per collocare nell'arco di quei venti giorni le idee che do-
vranno dar vita ad una nuova annata densa di programmazioni
editoriali e tecniche, assolutamente nuove e interessanti.
In un certo senso, quindi, si potrebbe anche dire che l'elettro-
nica non si ferma mai, neppure durante i mesi estivi. Perché
proprio nel periodo delle ferie, quando il tempo libero si allun-
ga, tutti hanno la possibilita di realizzare i progetti piu com-
plessi, quelli che richiedono maggior pazienza e riflessione, op-
pure di rivederne altri non perfettamente riusciti o non comple-
tati. Ed e forse proprio nel mese di agosto che voi, Lettori, se-
guite piu attentamente la nostra Rivista, sentendovi piu vicini a
noi, intensificando l'attivita con maggior fervore individuale
e collettivo.,
Non aspettate dunque il nostro ritomo per ricevere un pac-
co, una lettera o una pubblicazione. Ma richiedeteci subito la
scatola di montaggio che piü vi interessa o quanto ancora vi
serve ricevere in tempo per rallegrare le vostre vacanze.

481
vi da la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa
vostra, una Rivista che e, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualita e sicuro
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significa divenire membri sostenitori di una grande famiglia.
Creare un legame affettivo, duraturo nel tempo. Testimoniare
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glor splcco presentatl in questo numero: il tiro
a bersaglio con pistola elettronlca e il control
box. Con II primo si realizza un gloco elettronico,
di precisione e divertente. Con II ncondo si
ottiene un costante controllo dell'allmenta:done
del rlcetrasmettitorl di potenza.

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per P'incolumitá propria o altrui, ogni lettore realizzativo.
potra esercitarsi al tiro al bersaglio, con pisto-la, La prima parte, quella rappresentativa del bersa-
dopo aver realizzato i due semplici apparati elet- glio, e costituita da un ricevitore di lampi di lu-
tronici qui presentati e descritti. ce; la seconda parte rappresentata dalla pistola
Si potra cosí occupare il tempo libero con un di legno, e costituita da un apparato trasmettito-
esercizio di precisione, divertente, che impegna re di lampi di luce.
la vista e la fermezza della mano, mettendo alla Sul punto centrale del bersaglio e applicata una
prova le qualita del sistema nervoso e control- fotoresistenza, la quale riceve i lampi di luce
lando la propria emotivitá. provenienti dalla pistola e li invia ad un circuito
II dispositivo e suddiviso in due parti, tra loro di- amplificatore la cuí uscita e costituita da un relé;_
sui terminali utili del relé e possibile collegare valore ohmmico in funzione della luce su di essa
un qualsiasi elemento segnalatore ottico o acu- incidente.
scico, che informera colui che spara sull'esito del Piü precisamente, quando la fotoresistenza e al
t1ro. buio, la resistenza risulta molto elevata, tanto da
raggiungere il valore di alcuni megaohm. Al con-
trario, quando la fotoresistenza e colpita dalla lu-
LO SCHEMA DEL RICEVITORE ce, la resistenza diminuisce con un conseguente
aumento della conduttivita elettrica.
U circuito elettrico della sezione ricevente del In presenza della luce il valore resistivo del com-
beraglio elettronico e rappresentato in figura 1. ponente scende a poche decine di ohm.
Come si puo notare, si tratta di un circuito molto
semplice, pilotato con due solí transistor e privo
i eccezionali caratteristiche di sensibilitá o sta- CARICA DEL CONDENSATORE
blitá della soglia di scatto. Tuttavia il circuito
bene si adatta all'impiego cuí e destinato. Qando la fotoresistenza FR viene colpita da un
Il circuito di entrata e rappresentato da una foto- lampo di luce, si verifica una diminuzione di re-
resistenza, che rappresenta l'elemento sensibile al- sistenza di questo componente e il transistor TRl,
la luce. unitamente al transistor TR2, entra in conduzio-
ne. II transistor TR2, con la sua corrente di col-
lettore, eccita il relé RLl.
LA FOTORESISTENZA II condensato re elettrolitico C 1 si carica imme-
diatamente all'arrivo di un lampo di luce, a
fotoresistenza e un componente elettronico causa della forte corrente di carica fornita dal
presenta la particolaritá di variare il proprio circuito • collettore-emittore del transistor TRl.

485
ig. 1 - Quan do la fo toresiste nza FR, che viene ap-
licata al cen tro del bers aglio , vien e colpita da un
am po di luce , si verifica una dim lnuzlone di re sisten-
ra di questo componente e i due transistor TR1-TR2
ntrano in conduzione eccitando il relé RL1. Sui ter-
ninali utili del relé si puo collegare un qualsiasi si-
stema segnalatore ottlco o acustico.

I-'
4
1 ~i.
TR1 TR2
e
3 RL1

Q)
9-12V
e
'ir' 11
&
5
R2
==""""""'
5

+
R1
L Cl

Anche il relé RLl quindi si occita non appena il il condensatore elettrolitico Cl si scarica attra-
lampo di luce colpisce la fotoresistenza FR. verso la resistenza R3, sul circuito base-emittore
Al contrario, quando cessa il lampo luminoso, il del transistor TR2, mantenendo il transistor stes-
transistor TRl si comporta come un diodo in con- so in conduzione per un certo tempo.
nessione invertita, cioe senza condurre corrente; Possiamo dunque riassíunere brevemente il fun-

SUONERIA

l======lO
Fig. 2 - Ovvlamente II collegamento del sistema avvi-
9-12V satore, che puo essere rappresentato da un campa-
3~=======@ nello elettrico, deve essere effettuato sul terminall nor-
malmente aperti del relé; facendo riferiinento anche
allo schema di figura 1, I terminali sono contrasse-
gnati con i numeri 2-3.

486
zionamento del circuito dell'apparato ricevente di
figura 1 dicendo che, quando un lampo luminoso,
anche di breve durata, colpisce la fotoresistenza, il Ag. 3 - Cablaggio dell'apparato ricevente. Tramite 11
relé RL1 rimane eccitato per un certo tempo, in- trimmer potenziometrico H1 si regola la sensibilitá di
dipendentemente dalla durata del lampo. E poi- scatto del reté. Trattandosi di un circuito non eccessl-
ché sui terminali utili del relé viene collegato il vamente sensibile, il trimmer R1 dovra essere regolato
al limite dell'innesco. La fotoresistenza FR verra ap-
sistema di informazione ottica o acustica, possia- pllcata al centro di un disco colorato che assumer le
rno dire che la segnalazione di un « centro » vie- funzioni di bersaglio.

FR

ALLA
UTILIZZ.

ne effettuata con un segnale di avviso di suffi- panello clettrico) oppure da entrambi. Esso dovri
ciente durata, cosí da essere sicuramente avver- essere collegato al relé seguendo lo schema di
tito.. figura 2, cioe utilizzando i contatti 2-3 del relé
che risultano normalmente aperti.

REGOLAZIONE DI SENSIBILITA'
IL TRASMETTITORE
Il potenziometro Rl permette di regolare la sen-
sibilita del dispositivo. Esso dovra essere regolato Per semplificare ogni cosa, avremmo potuto con-
in modo che il relé RLl rimanga normalmente cepire il progetto del trasmettitore in modo di-
diseccitato, ma ai limiti dell'innesco. Soltanto verso da quello rappresentato in figura 4. Avrem-
cosi si potra essere certi di sfruttare la massirna mo infatti potuto utilizzare, rnolto semplicemente,
sensibilitá del dispositivo. una lampadina alimentata da una pila o da un
II sistema informativo, come abbiamo detto, po- trasformatore-adattatore, ed avremmo cosi ot-
tra essere rappresentato da un avvisatore ottico tenuto ugualmente lo scopo di inviare lampi di
(lampadina) o da un avvisatore acustico (cam- luce all'apparato ricevente. Ma un tale sistema

487
R1 p1

COMPONENTI
C1 = 1.000 F - 50 VI. (elettrolitico) e
24-36V
+
R1 = 470 ohm - 1/2 watt c1 LP1
LPI
P1
= lampadina (6,3 V - 300 mA)
= interruttore a pulsante
e

Fig. 4 - Circuito elettrico del trasmettitore. Premendo il


pulsante P1 la lampada LP1 emette un lampo di luce,
che perdura soltanto per pochi attimi. E' possibile
produrre un secondo lampo di luce soltanto dopo due
secondi circa, cioe dopo il tempo necessario per
provocare una nuova carica del condensatore elettro-
litico C1.

avrebbe malamente simulato la realta di uno... FUNZIONAMENTO DEL TRASMETTITORE


sparo. Perché in questo modo la pistola non a-
vrebbe emesso un lampo di luce, ma una luce Esaminiamo ora dettagliatamente il funzionamen-
continua per tutto il tempo in cui chi spara tiene to del circuito del trasmettitore rappresentato in
premuto il grilletto. figura 4.
E in questo modo anche coloro che hanno una Quando al circuito viene collegata l'alimentazio-
mano... tremolante avrebbero fatto facilmente ne, che deve essere di tipo a corrente continua
centro. con tensione di 24 - 36 V, il condensatore elet-
Ma esiste un altro motivo per cui abbiamo ri- trolitico C1, considerato inizialmente scarico, co-
fiutato la strada piu semplice. Per superare una mincia a caricarsi attraverso la resistenza R1, con
distanza di alcuni metri, infatti, si sarebbe dovuto una costante di tempo che e rappresentata dal
disporre di una lampada di una certa potenza, prodotto Rl x C1.
con tutti gli svantaggi energetici che ne conse- Con i dati da noi suggeriti e dopo un semplice
guono. calcolo, risultando la costante di tempo parí a
II nostro circuito, al contrario, pur utilizzando una 0,47 secondi circa, il condensatore CI si carica
normnale lampada di piccola potenza, di quelle completamente in 2 secondi circa.
comunemente utilizzate per le pile tascabili, per- A carica raggiunta, premendo l'interruttore-pul-
mette di colpire il bersaglio alla distanza di al- sante Pl, la lampada LPl risulta sottoposta bru-
cuni metri, simulando ottimamente le condizioni scamente alla tensione di 24 - 36 V, che rappre-
reali di uno sparo, perché la nostra pistola emet- senta un valore di tensione di molto superiore a
te un solo lampo di luce di breve durata, che non quella nominale della lampadina e che produce
persiste quando si continua a tenere premuto il una grande quantitá di luce. Ma a causa del for-
grilletto o, piü elettronicamente, quando si con- te carico, rappresentato dalla lampadina, il con-
tinui a tenere chiuso l'interruttore di alimenta- densatore C 1 si scarica molto rapidamente, senza
zione. permettere una ulteriore accensione della lampa-

488
dina LPl se non dopo qualche secondo. Succes- disposizione i due valori di tensione necessari per
sivamente, una volta verificatosi il lampo di luce, alimentare i due circuiti del tiro al bersaglio:
la lampadina si spegne, perché la resistenza Rl quello del trasmettitore e quello del ricevitore.
non e in grado di alimentarla correttamente a L'alimentatore rappresentato in figura 6 e dotato
causa della notevole caduta di tensione da essa di due trasformatori e di due raddrizzatori. Il tra-
provocata. sforrnatore T 1 e dotato di avvolgirnento seconda-
Per ottenere un secondo lampo luminoso dovran- rio a 24 V; il trasformatore T2 dotato di avvol-
no trascorrere almeno due secondi, necessari al girnento secondario a 9 V. Nulla vieta, tuttavia, di
condensatore elettrolitico C 1 per ricaricarsi. utilizzare un unico trasformatore di alimentazione,
dotato di due avvolgimenti secondari con i valori
delle tensioni ora cítate. Ma un simile trasforrna-
L'ALIMENTATORE tore e di difficile reperibilita cornrnerciale e non
tutti i lettori possono esserne in possesso.
L'alimentatore dell'intero sistema di tiro al ber- Entrambe le tensioni, presentí sugli avvolgimen-
saglio non richiede particolari caratteristiche di ti secondari di T1-T2, vengono raddrizzate me-
filtraggio, o di stabilizzazione, dato che non si diante ponti di diodi al silicio.' Il livellamento e
debbono riprodurre segnali o correggere parti- ottenuto per mezzo di condensatori elettrolitici.
colari forme d'onda. Cio che importa e avere a Per quanto riguarda l'alimentazione dell'appa-

Fig. 5 - Piano costruttivo dell'apparato trasmittente si-


mulante una normale pistola; sull'imboccatura de!la
carína e sistemata la lente convergente e, in posizione
opportuna, e fissata la lampadina. II condensatore C1
e la resistenza R1, montati su un piccolo supporto ret-
tangolare, dovranno essere inseriti nell'impugnatura
di legno della pistola.

/ G0MMA LAAMP

PUL.S.

TUBO IN
FERRO $ 20

IMPUGN.
IN LEGNO
24-36V

489
24 V
T1

9V
T2

lle()
AL

Fig. 6 - L'alimentazione del dispositivo del tiro al


bersaglio deve essere ottenuta realizzando questo
circuito composto da due trasformatori della potenza di
1 O W e da due elementi raddrizzatori. Dal secondario
del trasformatore T2 si puó prelevare la tensione a
9 V (alternata) per alimentare un comune campanello
elettrico.

COMPONENTI
Condensatori
1 = 1.000 F - 50 VI. (elettrolitico)
C2 = 1.000 F - 24 VI. (elettrolitico)
C3 = 1.000 ¡F - 24 VI. (elettrolitico)
Resistenze
R1 = 680 ohm - 2 W
R2 = 33 ohm - ½ W
R3 = 330 ohm- 1 W
Varie
T1 = trasf. d'alimentaz. (10 W - 220/24 V)
T2 = trasf. d'alimentaz. (10 W - 220/9 V)
S1 = interruttore generale
DI-D2-D3-D4-D5-D6-D7-D8 diodi raddrizz. al
silicio (di qualsiasi tipo)

490
rato ricevente, cioe l'alimentazione a 9-12 V, priamente elettronica e quella meccanica.
occorre provvedere ad un filtraggio maggiore, Per quanto riguarda la parte elettronica vo-
tramite una cellula a « p greca » ottenuta con gliamo ritenere che non debbano sussistere dif-
gli elementi C2-R2-C3. ficolta di cablaggio per quanto riguarda il tra-
Dall'avvolgimento secondario a 9 V si potra
prelev¡ue la tensione alternata a 9 V per ali-
mentare un eventuale campanello di aliarme, che
<leve essere ovviamente adatto per funzionare
in corrente alternata.
Fig. 7 - II dispositivo del tiro al bersaglio necessita
di una semplice messa a punto ottica. Occorre infatti
REALIZZAZIONE PRATICA stabilire la distanza che intercorre tra la lente con-
vergente e la fotoresistenza, regolando conseguente-
mente la distanza fra lente e lampadina in modo da
La realizzazione pratica del tiro al bersaglio ottenere, sul bersaglio, un cerchio luminoso del dia-
puo essere suddivisa in due parti : quella pro- metro di 0,5 cm.

LAMP. LENTE
jl<fi 0,5 Cm

ezzo e
Chi comincia soltanto ora a
muovere i primi passi nel mon-
do dell'elettronica pratica, non
A,
RTATA DI TUTTI 1 1.750
puó sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. Il saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosi come lo é
quello qui raffigurato. La sua potenza é di 50 W e l'alimentazione é quella normale di.rete-luce di 220 V.

el modulo di cc.p. n 3/26482


la Zureti '52 - 20125Milano

491
Con questi piccoli apparati elettronici, pi-
lotati a TRIACS, potrete regolare, a pia-
cere, la luminosita di un lampadario, di FR
una lampada da tavolo o da notte. Favo-
riscono il risparmio, non dissipano corren-
te inutilmente, moltiplicano le prestazioni
delle vostre lampade e valorizzano i vostri
lampadari.

Mod. vel 300/v/e Fig. 8 - La seconda parte del dispositivo, quella rela-
Sostituisce gli interruttori su cavo, e completo di tiva al bersaglio, deve essere realizzata come indicato
manopola, interruttore separato, spina, metri 1,5 in questo disegno. Posteriormente al bersaglio viene
piü metri 1/di cavo. Regola una sola luce (300 W
- 220 V).
sistemato, nel modo ritenuto piü opportuno, il circuito
Prezzo L. 6.400 del ricevitore, cioé dell'amplificatore a relé.

od. vel 300/p


E' dotato di inter- smettitore. Anche il ricevitore, tuttavia, potra
ruttore a scatto sul-
la manopola di re- essere facilmente realizzato da chiunque, sía
golazione. E' com- nella versione su circuito stampato, sia nella
pleto di presa in-
corporata, metri 1,5
versione con fili di collegamento.
di cavo e spina che Nessuno dei componenti necessari per il mon-
permettono l'allac-
ciamento immediato
taggio degli apparati e particolarmente critico.
alle spine di qual- Per quanto riguarda la fotoresistenza FR consi-
siasi lampada o lu- gliamo di adottare un modello di piccole di-
me (300 w - 220
V). mensioni, del diametro di 1 cm. circa, in modo
Prezzo L. 5.900 da non rendere il centro del bersaglio facilmente
colpibile.
Qualche diffcoltá potra sussistere nella realiz-
zazione del trasmettitore, che <leve. simulare
Mod. vel 500/parete una comune pistola e richiede un certo lavoro
E' partlcolarmente su legno.
adatto per lampada-
L' interruttore é Per quanto riguarda l'impugnatura e consiglia-
a tipo statico (500 bile. servirsi di legno di balsa. Questa dovra es-
w- 220 V). sere fissata, tramite viti e dadi, ad un tubo me-
Prezzo L. 6.200
tallico ne! quale verra sistemata la lampadina
e una lente.
Le richieste debbono essere fatte invian- La lunghezza del tubo <leve essere condizionata
do anticipatamente l'importo, a mezzo va- al potere convergente della lente e, in partico-
glia o c.c.p. n. 3/26482, intestato a: ELET- lare, alla distanza focale di questa. La lampa-
TRONICA PRATICA - 20125 MILANO dina, in ogni caso, dovra essere sistemata ad
Via Zureti, 52. una distanza compresa tra F e 2F (con F si in-
dica la distanza focale); tenendo conto della

492
focale della lente, si stabilirá, conse-
zuen tem ente, la lunghczza del tubo.
:ii.stanza focale F, nel caso in cuí questo dato GLI ATTREZZI
sia noto, potra essere determinata con estre-
facilita mediante il metodo tradizionale del-
a concentrazione dei raggi solari.
DEL
distanza tra la lente e il punto di concen-
zione rappresenta la distanza focale F.
PRINCIPIANTE

REGOLAZIONE DEL FASCIO LUMINOSO

Per poter utilizzare correttamente il tiro al ber-


saglio, occorrera, prima di tutto, fissare la di-
stanza L (figura 7) che intercorre tra la lente
e la fotoresistenza; successivamente occorre
regolare la distanza fra la lente e la lampadina, 1
in modo che sul bersaglio si formi un cerchio
luminoso del diametro di 0,5 cm. circa, tenendo
conto che una riduzione o un aumento di tale
diametro condurrebbero inevitabilmente ad un"
mancato funzionamento del sistema, sía a causa
della dispersione della luce, sia per una eccessiva
concentrazione di raggi luminosi su una sola
parte sensibile della fotoresistenza.
Per ultimo raccomandiamo, una volta esegui-
te tutte le operazioni di messa a punto, di fis-
sare molto bene la lampadina e la lente sulla IN UN UNICO KIT
canna della pistola, in modo che non si debba-
o mai piü verificare variazioni delle caratteri-
stiche del fascio luminoso durante l'esercizio del
PER SOLE
tiro al bersaglio.
LIRE 7.500
Fig. 9 - Circuito stampato, a grandezza naturale, del
progetto del ricevitore, cioé dell'amplificatore a tran-
CONTIENE:
sistor. saldatore istantaneo (220 V - 90 W)
punta rame .di ricambio
1 scatola pasta saldante
90 cm. di stagno preparato in tubetto
1 chiave per operazioni ricambio punta saldatore
paio forbici isolate •
pinzetta a molle in acciaio inossidabile con
punte internamente zigrinate
cacciavite isolato alla tensione di 15000 V
4 lame intercambiabili per cacciavite con innesto
a croce

Le richieste del kit degli • ATTREZZI DEL PRIN-


CIPIANTE• debbono essere fatte a: Elettronica
°a. .~-.-•u Pratica - 20125 MILANO - Vía Zuretti n. 52, in-
viando anticipatamente l'importo di L. 7.500 a
mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482 (spese
di spedizione comprese).

493
-
-

B
o
X
Qual e il motivo per cuí e assolutamente necessa- anche non stabilizzato, di piccola potenza, che
rio tenere sotto controllo, istante per istante, una provveda alla ricarica della batteria soltanto du-
batteria sotto carica o durante il processo di rante il processo di ricezione.
scarica?
Soltanto durante la ricezione, infatti, l'apparato
Se dovessimo rispondere brevemente a questa
ricetrasmittente assorbe una corrente di picco-
domanda, dovremmo dire : «per garantire il
la ·intensita, per cui un alimentatore di bassa
piü corretto funzionamento di una stazione ra-
potenza puo servire egregiamente allo scopo,
dio trasmittente per radianti o CB».
cioe all'alimentazione della sezione ricevente e
Non si tratta quindi di un problema automobili- alla ricarica della batteria che, invece, deve sem-
stico. Anzi, non lo e affatto. Perché in ogni auto-
pre alimentare la sezione trasmittente.
mezzo vi e un gruppo di regolazione che provve-
de alla carica costante della batteria, tramite Ma il controllo della batteria e necessario anche
la dinamo o un alternatore, durante la mar- quando si dispone di un alimentatore in tampo-
cia del veicolo. E non ve proprio alcun bisogno ne, perché le trasmissioni prolungate ne! tem-
di effettuare un controllo costante del processo po ed intervallate soltanto da brevi periodi di
di ricarica. ricezione possono condurre alla scarica della bat-
Ma un apparato come quello qui presentato e teria.
descritto, che abbiamo denominato «control box», Dunque, un circuito di controllo ideale <leve es-
in grado di seguire momento per momento lo sere in grado di permettere la lettura costante
stato elettrico della batteria, e assolutamente ne- della tensione presente sui morsetti della batte-
cessario nella stazione ricetrasmittente portatile ria e della corrente da questa erogata, durante
ed anche fissa, se questa e di una certa potenza. la fase di scarica, e quella assorbita durante la
L'uso della batteria, infatti, e molto diffuso fra fase di ricarica.

Con questo semplice dispositivo tutti coloro che lavorano con apparati
ricetrasmittenti di potenza, di tipo fisso o mobile, potranno tenere sot-
to controllo, istante per istante, il processo di carica e di scaric a della
batteria.

gli OM e i CB. Perché ogni alimentatore che trae DUE STRUMENTI DI MISURA
energía dalla rete-luce, anche se perfettamente
costruito, introduce sempre una certa percentua- II nostro control box e provvisto di due strumenti
!e di ronzio che, inevitabilmente, disturba il di misura : un voltmetro e un amperometro;
rocesso di trasmissione. questi, con l'aggiunta di pochi altri compo-
Quando si lavora con un ricetrasmettitore di una nenti, perrnettono di visualizzare, istante per i-
certa potenza, risulta assai problematico ed antie- stante, le condizioni elettriche della batteria
conomico utilizzare un alimentatore stabilizzato, L'apparecchio e dotato di quattro morsetti; due
a causa delle notevoli correnti elettriche in gio- di questi, denominati morsetti d'entrata, verran-
co. Soprattutto in qdesti casi, dunque, e buo- no collegati con la batteria; gli altri due, chiamati
a norma servirsi di una batteria di alimenta- morsetti di uscita, potranno essere collegati con
e collegata in tampone con un alimentatore, un alimentatore, con un carico o con entrambi

495
.

E~J f l e
. .t wrR],
1
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@
·4
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l1o @
RETE

CONTROL BOX CARICA BATT .•

Fig. 1 - In questo schema, a blocchi, viene interpreta-


to l'uso del control box nel caso di processo di rica-
rica della b'atteria. 11 caricabatteria potra anche esse-
re· rappresentato dall'alimentatore di un ricetrasmetti-
tore. E in questo secondo caso, per mezzo del control
box, e possibile controllare in ogni momento i valori
esatti di tensione e di corrente erogati dalla batteria.

questi elementi collegati in parallelo.


E' ovvio che le denominazioni « entrata » e « u-
scita » sono del tutto formali, perché non rispec-
chiano sempre il verso della corrente nel circuito.
In figura 1 e disegnata la típica disposizione dei
vari elementi nel caso in cuí si faccia uso di un
alimentatore perla ricarica della batteria (CARI-
CA BATT.). L'alimentatore, ovviamente, potra
essere un comune caricabatterie o un alimentato-
re stabilizzato, che dovra venir regolato in modo
che l'amperometro del control box indichi il va-
lore della corrente prescelta perla carica.
Durante la fase di scarica (figura 2) l'alimenta-
tore viene sostituito da un carico generico, che
puo raggiungere il valore massimo di 120 W, con
un assorbimento di corrente di 10 A. fatta eccezione per quella intermedia, si ottiene
l'accensione della lampada LP, che sta ad indi-
care che la batteria e pronta ad erogare o a ri-
CIRCUITO ELETTRICO cevere corrente.

II circuito elettrico del control box e rappresen-


tato in figura 3. UNA RESISTENZA DI SHUNT
Sull'estrema sinistra del circuito si puo notare
la presenza di un doppio deviatore, con posizio- Per fare in modo. che con uno strumento da 4 A
ne centrale neutra, in modo da permettere la fondo-scala si possano leggere anche valori di
condizione di « spento » del dispositivo. Nelle correnti di 10 A, e necessario inserire, in paralle-
altre due posizioni il deviatore S1 effettua le lo con lo strumento, una resistenza di shunt (R1).
commutazioni 4 A fondo-scala e 10 A fondo-scala. Ma per Rl non si possono usare le comuni resi-
Per mezzo di queste due commutazioni si ot- stenze a carbone, a causa delle forti correnti
tiene una facile lettura delle correnti compre- in gioco. E neppure le resistenze a filo, di tipo
se ira 1 e 2 A e quelle comprese fra 7 e 8 A. commerciale, possono essere adottate, perché com-
·rambe le posizioni del deviatore, dunque, porterebbero problemi di taratura del circuito
non sempre facilmente ed economicamente risol- ritenersi l'optimum per la nostra particolare ap-
vibili. plicazione.
La miglior soluzione, quindi, ci e sembrata L'amperometro a termocoppia e un comunissi-
l'autocostruzione della resistenza Rl, per mezzo mo strumento di misura elettromagnetico, a bo-
di filo al nikel-cromo, facilmente reperibile pres- bina mobile ed accoppiato ad una termocoppia.
so i rivenditori di materiali elettrici. La termocoppia e costituita da due fili di materia-
L'autocostruzione della resistenza R1 non presen- le diverso, uniti fra loro alle estremita. Quando
ta alcuna difficolta, perché e sufficiente variare la il punto di giunzione delle due estremita viene
lunghezza dello spezzone di filo nella misura esat- portato ad una temperatura diversa da quella
ta, conferendo ad esso la forma che si desidera. in cui si trovano i due fili di materiali diversi, sui
terminali di questi ultimi si manifesta una diffe-
renza di potenziale che puo essere misurata con
AMPEROMETRO A TERMOCOPPIA uno strumento.
L'ordine di grandezza della tensione, che si ma-
La particolarita piú saliente del progetto di f-
gura 3 e quella di aver utilizzato come ampero- nifesta sui terminali liberi della termocoppia, di-
metro uno strumento a termocoppia, di quelli pende dalla natura dei materiali e dalla diffe-
per alta frequenza, reperibili nei mercati surplus renza di temperatura fra la zona di contatto e le
a basso prezzo. Questi tipi di strumenti sono da estremita della termocoppia.
La misura della tensione o della corrente viene
ridotta, quindi, ad una misura di temperatura.
Ponendo la giunzione della termocoppia su una
resistenza, dallo strumento si ottiene una indica-
zione proporzionale alla corrente che attraversa
la resistenza.
Infatti, poiché la temperatura della resistenza
dipende dalla potenza elettrica dissipata dalla
resistenza ed essendo la potenza stessa funzione

Fig. 2 - Con questo particolare tipo di carico, rap-


presentato da 3 lampade a filamento, e possibile ca-
librare il valore della resistenza R1 al nikel-cromo.

LP1 LP2 LP3

11 1 +

BATT.¡
12 V Lle@]o¡. 11

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.!?.'!'..
46W .. E.'!...,

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CONTROL BOX

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1 A
A
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SPENTO e # K(} «l

e
BATT.12V
L-

e e
R1 + use.
e
LP V

della corrente circolante, in base alla legge RI, Fig. 3 - Circuito elettrico del control box. La resistenza
ne consegue che l'indicazione dello strumento ri- R1 deve essere realizzata per mezzo di uno spezzone
sultera proporzionale alla corrente. di filo al nikel-cromo. La lampada LP e una spia a
12 V. II voltmetro e uno strumento da 15 V fondo-
II lettore potra chiedersi a questo punto per quale scala. E' assai importante che i portafusibili síano
motivo si faccia ricorso ad uno strumento tanto di tipo robusto.
complicato quando e possibile effettuare diretta-
mente la misura di una corrente elettrica con il
solo strumento elettromagnetico.
La risposta a tale domanda e immediata. Lo
strumento a termocoppia e uno strumento bidi-
rezionale che, per ovvie ragioni, non risente del
verso della corrente.
Per la nostra particolare applicazione e necessa-
rio che l'amperometro fornisca una indicazione
utile per. qualsiasi verso della corrente, e a tale
proposito ricordiamo che nelle fasi di carica e
scarica della batteria la corrente circola in sen-
so opposto. Ecco perché siamo ricorsi ad uno
strumento a termocoppia, di tipo surplus, che ri-
spetto agli altri strumenti, a zero centrale, pre-

498
o o

AMPEROMET RO VOLT METRO

o/ (o) /
r
uG G
+

+ +
USCITA

o o

Fig. 4 - Cablaggio del control box realizzato su un pan nello metallico con funzioni di coperchio di chiusura
di un contenitore. Come si puo notare,· la ma.ggior parte dei conduttori, fatta eccezione per quelli del volt-
metro e della lampada-spia, sono di notevole sezione.

SCALA
Fig. 5- L'amperometro neces-
2 3 sario per la costruzione del
\ control box e uno strumento
$ a termocoppia, di tipo ad al-
ta frequenza, facllmente re-
peribile nei mercati surplus a
basso prezzo. 11 principio di
funzionamento e assai sempli-
ce. Quando la resistenza e
attraversata da corrente, que-
sta si riscalda; la variazione
di temperatura viene risentita
dalla saldatura della termocop-
N S pia, che genera una differen-
ELEMENTO
RISCALDANTE SISTEMA ELETTR0MAGNETIC0 za di potenziale sui suoi ter-
minali. L'indice dello strumen-
to rivela l'entita della corren-
te che acorre attraverso la
bobina.

499
senta il vantaggio del minor costo e di una scala
di lettura piü ampia.
Gli argomenti fin qui riportati non proibiscono,
tuttavía, l'uso di uno strumento a ferro mobile,
perché anche questo tipo di strumento e molto
economico e bidirezionale.

COSTRUZIONE DEL CONTROL BOX

Il cablaggío del control box e riportato in figura


LIRE 3.500 4.
CASSETTIERA MINOR Il Joppío devíatore S1 deve essere di tipo a po-
Contenitore a 12 cassetti, componi- sizione intermedia neutra, in grado di tollerare
bile ad incastro; dimensioni di un cas- un passaggio di corrente di valore massimo dí
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto e 6 A. Ció non significa che si debbano utilizzare
provvisto di divisori interni. ínterruttori mastodontici, di tipo a coltello, tan-
to per intenderci, perché esístono attualmente
in commercio ottími componenti miniaturizzati
in grado dí commutare correnti elettriche del-
l'ordine dí 10 A. E' ovvío che íl costo dí questi
devíatori e assai superiore a quello dí un normale
interruttore.
Anche i portafusibili dovranno essere necessaría-
men te dí tipo robusto. Il fusibile F2 e interessato
infatti da una corrente di 4 A, mentre la corrente
che attraversa il fusibile F 1 e di 6 A.
La maggior parte dei fli di collegamento dei
vari elementi del control box, cosl come si puo
notare in figura 4, e di sezione elevata. Ció e
LIRE 3.800 necessario per evitare surriscaldamento dei condut-
CASSETTIERA - MAIOR • tori e dispersione di potenze elettriche. Dunque,
Contenitore a 6 cassetti, componibile tutti i conduttori, fatta eccezione per quelli rela-
ad incastro; dimensioni di un casset- tivi al voltmetro e alla lampada-spia LP, do-
to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto e vranno avere una sezione di 3-4 mm circa.
provvisto di divisori interni. La resistenza Rl dovra essere costruíta con filo dí
nikel-cromo, della sezione di 1 mm. La lunghezza
di questo spezzone di filo dovra essere regolata in
modo che, commutando il control box sulla
portata di 10 A e collegando un carico da 120
W, come ad esempio quello riportato in figura 2,
Organizzate il vostro lavoro! Conser- l'indice dello strumento, cioe dell'amperometro,
vate sempre in ordine i componenti raggiunga il fondo-scala.
elettronici! Trasformate, a poco a po- Si tenga presente che la resistenza Rl potra es-
co, il vostro angolo di lavoro in un sere composta con due o piü fli collegati tra
vero e proprio laboratorio! loro in parallelo, in modo da poter meglio dissi-
pare la potenza elettrica dovuta alla corrente di
notevole intensita attraverso la resistenza R1. Ai
Le richieste delle casaettiere debbono essere principianti ricordiamo che sul filo al nikel- cro-
fatte
mo non conviene effettuare saldatura, ma e in-
in v ia n d o a n tic i p a ta ren te l ' im p o rto , a m ez -

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PRATIGA
·- /ON 1L
"»g
e MICROFONO
Queste pagine sono principalmente dedícate agli aspiranti elettronici, cioe
a coloro che si rivolgono a noi per chiederci una mano amica e sicura nella
guida attraverso l'affascinante mondo dell'elettronica. Per questa particola-
re categoria di lettori citeremo, di volta in volta, mensilmente, le nozioni piü
elementari, quelle che potrebbero sembrare banali, senza esserlo, e che
molti hanno gia acquisito, automaticamente, durante l'esercizio pratico.

II microfono e un dispositivo che serve a trasfor- cui avvolgimento si manifestava la corrente mo-
mare le onde sonore in correnti elettriche. Viene dulata, che veniva inviata all'altro telefono e,
utilizzato, quindi, per la trasmissione telefonica da quest'ultirno, riprodotta. Esso prese il nome
della voce, per le trasrnissioni radiofoniche, per le di « micro fono ad induzione ».
registrazioni sonore, per l'incisione di dischi fo- Ma il vero primo microfono fu inventato da
nografici, ecc. Edison. E, sia pure perfezionato, questo micro-
II primo tipo di microfono e stato inventato da fono esiste ancor oggi ed e conosciuto sotto la
Antonio Meucci all'atto dell'invenzione del te- denominazione di « microfono a carbone».
lefono. Allora si trattava di una lamina metalli- II funzionamento di questo tipo di microfono si
ca sistemata di fronte ad un elettromagnete, ne! basa sulla proprieta delle polveri di carbone di

502
POLVERE
CARBONE
MEMBRANA

Fig. 1 - ll microfono a carbone, la cui invenzione ri-


sale a Edison, b ancor oggi considerato uno del ml- VASCHETTA
gliori microfonl per trasmissioni radiofoniche. ll suo DI FELTRO
funzionamento si basa sulla maggiore o minore com-
pressione, ad opera di una membrana metallica, di GRIGLIA
una piccola quantita di polvere di carbone .
COrlTENITORE

variare la resistenza ohmmica al variare della


pressione su di esse esercitata da una lamina vi-
brante.
Attualmente, oltre al microfono a carbone, ven-
gono prodotti moltissimi altri tipi di microfoni,
alcuni dei quali avremo modo di descrivere det-
tagliatamente. Fin da questo momento, tuttavia,
possiamo ricordare i tipi fondamentali : microfo-
oi dinamici, microfoni piezoelettrici, microfoni
a riluttanza variabile, microfoni a condensato-
re, microfoni a nastro, microfoni dinamici stereo.
Prima di entrare nel merito dell'argomento, cioe
prima di descrivere alcuni tipi di microfoni mag-
giormente usati dai lettori, per evitare un'espo- Fig. 2 - 11 microfono a carbone, per funzionare, deve
essere polarizzato con una sorgente di tensione con-
sizíone editoriale eccessivamente elementare, rite- tinua, in modo che la resistenza variabile, rappresen-
niamo utile introdurci in alcune considerazioni, tata dalle compressioni e dalle depressioni della polve-
di ordine radioelettrico, che riguardano in modo re di carbone, possa generare, in uscita, una tensione
particolare i microfoni usati per le trasmissioni variabile simile alle forme d'onda del suono incidente
aulla membrana. L'uscita di questo microfono e a
radio. Perché a questo settore appartiene la mag- bassa impedenza. Esso richiede, nel collegamento con
gior parte dei nostri lettori, cioé tutti coloro che i normali amplificatori di bassa frequenza, l'uso di
sperimentano o costruiscono emittenti amatoriali un circuito adattatore di impeclenza che, come dimo-
o per CB. strato in questo disegno, puó essere costituito da un
trasformatore d'uscita per transistor. collegato_a rap-
porto inverso.

LA LARGHEZZA DI BANDA TRASF.

Alcuni principianti credono, erroneamente, che


la qualitá di una trasmissione radiofonica debba PRIM. SEC.
migliorare sostituendo il normale microfono con BASSA ALTA
IMPEO. IMPED.
uno ad alta fedelta ed accoppiando, ovviamente,
il microfono stesso con un amplificatore ad alta
fedelta.
A tutti costoro rispondiamo nel modo _seguente.
Quando si vuol trasmettere esclusivamente la vo-
ce umana, e sufficiente, ai fini ·di una perfetta

503
CRISTALL0
PIEZ0ELETTRIC0

P0NTICELL0

GRIGLIA

Fig. 3 - H microfono piezoe lettrlco e dotato di note-


voli caratteristiche elettriche. Esso e in grado di for-
nire un segnale di tonalita quasi metallica, molto pe-
netrante anche nel corso di trasmissioni rumorose.
11 basso costo e la notevole diffusione di questo com-
ponente favoriscono il suo impiego nelle apparec-
chiature ricetrasmittenti fisse. E' composto da una SUPP0RT0 MEMBRANA
membrana che, sollecitata dalle onde sonore esteme,
comprime una levetta posta sopra un cristallo piezoe- CRISTALL0
lettrico, Le sollecitazioni meccaniche, cui e sottoposto.
il cristallo, provocano una tensione elettrica che ri-
produce l'andamento dell'onda sonora.

I
comprensibilita del messaggio, lavorare soltanto puo risultare decisamente semplice trasmettere
in una ristretta gamma di frequenze, quelle com- col sistema dell'alta fedelta che non altera in
prese fra i 300 e i 3.000 Hz, oppure fra i 500 alcun modo il tono della voce. Eppure le nostre
e i 2.000 Hz nel caso si possa tollerare una lieve considerazioni hanno una validita tecnica. Sup-
variazione del tono della voce rispetto a quello poniamo infatti di trasmettere col sistema dell'alta
originale. fedelta su una banda passante compresa fra i
In seguito a tali affermazioni, alcuni lettori po- 50 e i 10.000 Hz. Ebbene, come si sa, la voce
tranno considerare un'assurdita la trasmissione umana occupa la gamma di frequenze compre-
della voce umana con tonalitá variata, quando se fra i 300 e i 3.000 Hz.

Fig. 4 - 11 microfono dinamico rlsulta molto simile, costruttivamente,


all'altoparlante. Il suo funzionamento, infatti, e analogo a quello del-
l'altoparlante, con l'unlca differenza che il cono, in questo caso, anzi-
ché essere di cartone e di grosse dimensioni, e realizzato con una picco-
la e sottile membrana collegata con un avvolgimento. Le compressioni e
le depressioni, provocate dall'onda sonora incidente sulla membrana, de-
termina un movimento della bobina lungo l'asse di un magnete perma-
nente. Gli spostamenti della bobina generano una tensione indotta che
riflette l'andamento dell'onda sonora. La similitudine tra il microfono
dinamico e !'altoparlante e tale che, a volte, i due elementi risultano
intercambiabili. Ñei radiotelefonl di tipo portatile, ad esempio, l'altopar-
lante, con il quale si ricevono i messaggi, funge anche da microfono,
cioé da elemento di trasmissione dei messaggi stessi.
9 W, purché si trasmetta soltanto con la voce
umana nella gamma compresa fra i 300 e i
3.000 Hz.
Dalle considerazioni fin qui esposte e facile ar-
guire che, quando si lavora nella gamma audio,
occorre limitare la banda di frequenze, utiliz-
zando microfoni appropriati e scartando a prio-
ri, ad esempio, il microfono del registatore, che
molti principianti adottano assai spesso con de-
ludenti risultati.
Facciamo anche notare che un ulteriore restrin-
gimento della banda passante a 500 - 2.000 Hz
provoca l'effetto di una « compressione » del
segnale, perché in tale banda si puó ritenere
che il suono venga distribuito molto uniforme-
mente, sfruttando ulteriormente e completamen-
te le caratteristiche del trasmettitore.

Fig . 5 - Esem pio di micro fo no dinam ico di tipo com -


mercl ale , m olto adatto per detta tu ra e pro vv isto di
in terru ttore . La gamma di frequenza si estende fra
i 200 e gli 8.000 Hz.

Fig. 6 - 1 microfoni dinamici vengono prodotti dal-


Cio significa che la voce umana non interessa l'industria in una vasta gamma, con forme costruttive
la prima parte della gamma di frequenze e caratteristiche elettriche diverse. Quello qui ripor-
tato e un microfono dinamlco stereo dotato di due
hi-f nella misura di 300 - 50 = 250 Hz, men- uscite separate su due connettori tripolari, Puó essere
tre sull'estremita destra non interessa la gamma considerato ottimo per registrazioni del parlato e del-
di 10.000 - 3.000 = 7.000 Hz. Facendo la la muslca anche in locali acusticamente non adatti.
somma di queste due gamme di frequenze inu- La gamma di frequenza si estende fra 1 100 e i 16.000
Hz. l'impedenza d'usclta e di 200 ohm. E' dotato di
tilizzate (7.000 + 250 = 7.250 H), possiamo caratteristica direzionale a cardioide.
concludere dicendo che b.en 7.250 Hz di banda
passante rimangono inutilizzati quando si tra-
smette soltanto la voce umana. E queste fre-
quenze vanno soltanto a ... vantaggio del rumore
di fondo e dei vari disturbi.
percentuale possiamo anche dire che, meno
del 30% dell'intera gamma hi-fi viene utilizza-
ta per la voce umana.
Per quanto riguarda poi la potenza, ricordando
egge elettrica per la quale la potenza risulta
proporzionale al quadrato dell'ampiezza del se-
possiamo anche dire che soltanto il 9%
potenza del trasmettitore viene utilizzata
per inviare nello spazio la voce umana. La rima-
te parte di potenza del trasmettitore apporta
un. benefcio alle rumorosita.
Chi lavora con un trasmettitore ad alta fedelta
e potenza di 100 W, dovrá tener conto che i ri-
sultati ottenuti saranno identici a quelli rag-
giunti da un trasmettitore con potenza di solí

505
Fig. 7 • Altro esempio di mlcrofono dina-
mico cardioide, particolarmente lndlcato per
i cantanti.

Fig. 8 - Microfono dinamico di tipo profes-


slonale e personallzzato. Esso si adatta
ad ogni timbro di voce e ad ogni ampli-
flcazlone, perché permette di scegliere fa.
caratteristlca piü opportuna. E' dotato di
un commutatore mediante il quale si puó
scegliere il timbro sonoro preferito: ricco
di armoniche basse , penetrante e ancora
ricco di baasi, piü Incisivo e secco.

506
MICROFONI PER TRASMISSIONE

Chi si appresta a costruire un trasmettitore, an-


che di tipo elementare, come puo essere il no-
stro microtrasmettitore tascabile approntato e BOBINA
venduto in scatola di montaggio, <leve porre le
maggiori attenzioni al tipo di microfono adotta-
to, perche questo rappresenta il primo elemento
che trasforma le onde acustiche in segnali elet-
trici.
Uno dei migliori microfoni per trasmissioni ra-
dio e senza dubbio il microfono a carbone, il
cui funzionamento si basa sulla maggiore o mi-
nore compressione di una piccola quantita di
polvere di carbone ad opera di una membrana
metallica. La polvere di carbone si comporta MAGNE TE
come una resistenza variabile al variare dell'on-
MEMBRANA
da sonora che comprime la membrana metallica.
Polarizzando opportunamente la resistenza va-
riabile; cioe la polvere di carbone, con una sor-
gente di tensione continua, e possibile ricavare
un segnale elettrico in grado di pilotare un am-
plificatore di bassa frequenza.
Le caratteristiche elettriche di maggior risalto
di questo tipo di microfono sono: l'alta efficien-
za, che permette di ottenere un segnale elettrico
Flg. 9 . 11 microfono a riluttanza varlabile rappresenta
di notevole potenza, e la risposta in frequenza un perfezionamento del microfono dinamico. ln esso
molto limitata (250 - 3.500 Hz), che presenta la bobina, anziché essere mobile, e fissa ed e avvolta
un massimo attomo agli 800 Hz (frequenza cen- sull'asse di un magnete ,permanente. ll suono, che
trale dello spettro audiovocale). colpisce una membrana di materiale magnetico, pro-
L'unico inconveniente, presentato dal microfono voca l'avviclnamento o l'allontanamento dal magnete
stesso, variando cosi la riluttanza del circulto ma-
a carbone, e dovuto alla necessita di una sor- gnetico e, conseguentemente, il flusso magnetico con-
gente di alimentazione estema. Ed anche la catenato con la bobina.

-
ARMATURA

BOBINA
ALLA
MEMBRANA

MAGNE TE
Fig. 10 - I microfoni a ri-
luttanza variabile possono
essere diversamente con-
cepiti. In questo disegno,
ad esempio, la bobina av-
volta sul magnete perma-
nente e situata su un'e-
stremita del dispositivo..La
membrana moblle oscilla
fra le due polaritá del ma- AR MATURA
gnete generando, sui ter-
minall della bobina, una
tensione che riproduce P'an-
damento delle onde sono-
re.

507
Fig. 11 • Normalmente I micro-
foni sono dotati di due termina-
li per il collegamento del condut-
tori. Uno di questi due termina-
11 viene chíamato « terminale cal-
do»; esso risulta elettricamente
lsolato dalla carcassa metallica
USCITA del componente (disegno in alto).
' CALDA' Altre volte i terminali uscenti pos-
sono essere tre (disegno in bas-
so); in tal caso il conduttore di
MICRO massa e facilmente individuabile,
perché elettricamente collegato
CAVO SCHERM. con II metallo del contenitore.
l due disegnl qui presentati in-
terpretano chiaramente l due si-
stemi di collegamento a mezzo
cavi coassiali; la calza metalllca
- UTILIZZ. risulta collegata, in entrambi i
casi, con la massa del microfo-
no.

MICRO

MSS

bassa impedenza del componente non costituisce Perche le forti sollecitazioni termiche e mecca-
certo un elemento qualitativo di questo micro- niche potrebbero facilmente porre fuori uso il
fono, perche nel collegamento con i normali am- microfono.
plificatori BF, richiede l'uso di un circuito adat- Il microfono piezoelettrico e composto princi-
tatore di impedenza, realizzabile tramite un tra- palmente da una membrana che, con il suo mo-
sformatore di uscita per transistor collegato a vimento, comprime una levetta posta sopra un
rapporto inverso, oppure tramite uno stadio cristallo piezoelettrico. Le sollecitazioni mecca-
transistorizzato. niche, cui e sottoposto il cristallo, provocano una
Non ci stancheremo mai, comunque, di consi- tensione elettrica che riproduce l'andamento del-
gliare questo tipo di microfono a tutti quei prin- 1' onda sonora.
cipianti che iniziano a muovere i primi passi nel
settore delle radiotrasmissioni. Sia per il basso
costo del componente, sia perle ottime prestazioni MICROFONO CERAMICO
che ne derivano.
Per ovviare agli inconvenienti del microfono pie-
zoelettrico, sono state studiate nuove sostanze
MICROFONO PIEZOELETTRICO in grado di sostituire vantaggiosamente il cri-
stallo piezoelettrico. Tali sostanze, realizzate con
ceramiche opportunamente drogate, presentano
Questo tipo di microfono, dotato di discrete le stesse caratteristiche dei cristalli piezoelettrici,
caratteristiche elettriche, e in grado di fornire con il vantaggio di una notevole insensibilitá
un segnale di tonalita quasi metallica, molto alle variazioni di temperatura e di umiditá.
penetrante anche in trasmissioni rumorose.
Anche il microfono ceramico, cosi come accade
Il basso costo e la notevole diffusione di questo . per il microfono piezoelettrico, presenta una ele-
componente giocano a favore del suo impiego vata impedenza. Esso tuttavia, confrontato con
in apparati ricetrasmettitori fissi. il microfono piezoelettrico, fornisce un segnale
Occorre tener presente che il cristallo, con cui di minore ampiezza. Trattandosi di un compo-
e
e costruito il componente, non puo sopportare nente il cui prezzo alla portata di tutti, il mi-
il calore e l'umidita ed e proprio per questi crofono piezoelettrico deve ritenersi il piü po-
motivi che il suo impiego e assolutamente scon- polare microfono per stazioni mobili e, in par-
sigliabile nelle stazioni ricetrasmittenti mobili. ticolar modo, per CB e i radioamatori.

508
MICROFONO DINAMICO filtro, oppure limitare in frequenza la risposta del
modulatore.
Il microfono dinamico risulta molto simile, co- II microfono dinamico offre il vantaggio di non
struttivamente, all'altoparlante. II suo funziona- essere sensibile agli sbalzi di temperatura e al-
mento e analogo a quello dell'altoparlante, con l'umidita. Esso e inoltre caratterizzato da una bas-
lunica differenza che il cono, in questo caso, sa impedenza, cosi come e basso il livello del se-
anziché essere di cartone e di grosse dimensioni gnale di uscita.
e re-aliz:za to con una piccola e sottile membrana.
La similitudine tra il microfono dinamico e l'al-
toparlante e tale che, a volte, i due elementi ri-
MICROFONO A RILUTTANZA VARIABILE
sultano intercambiabili. Nei radiotelefoni di ti-
po portatile, ad esempio, !'altoparlante, con il
II microfono a riluttanza variabile rappresenta
quale si ricevono i messaggi, funge anche da un perfezionamento del microfono dinamico. In
microfono, cioe da elemento di trasmissione dei esso la bobina, anziché essere mobile, e fissa ed
messaggi, con notevole rispario di spazio.
Il microfono dinamico e caratterizzato da una
e avvolta su un magnete permanente.
risposta uniforme su una vasta gamma delle fre- Il suono, che ce:lpisce una membrana costruita
quenze audio. Quindi, per ottenere le partico- con materiale magnetico, provoca l'avvicinamen-
lari caratteristiche di banda passante descritte in to o l'allontanamento da! magnete stesso, varian-
precedenza, e necessario rcalizzare un apposito do cosi la riluttanza del circuito magnetico e,
conseguentemente, il fusso magnetico concatena-
to con ia bobina. II risultato e quello della pro-
duzione di un segnale la cui ampiezza dipende
cssenzialmente dalle caratteristiche della bobina,
la quale determina anche l'impedenza típica del
microfono.
Il microfono a riluttanza variabile puo essere
realizzato in vari modi. La membrana, ad esem-
pio, puó essere piü o meno fessibile, caratteriz-
zando una minore o maggiore sensibilita del com-
ponente, abbinando alla notevole sensibilita anche
Fig. 12 - Esempio di microfono a nastro di tipo com- una maggiore fragilita.
erciale, dotato di caratteristiche direzionali che con-
sentono di effettuare ottime registrazioni del parlato e l microfoni a riluttanza variabile, cosi come av-
della musica anche in locali con caratteristiche acu- viene per i microfoni dinamici, presentano una
stiche sfavorevoli. La sua gamma di frequenza si banda di risposta assai elevata ed impongono
estende fra i 100 e i 15.000 Hz. quindi una limitazione nei circuiti elettronici del
modulatore.

DUE TENDENZE DIVERSE

Dalle considerazioni fin qui esposte e facile ar-


guire che esistono due tendenze diverse atte ad
ottenere una riduzione della banda passante in
trasmissione.
La prima consiste nell'impiego di microfoni con
risposta gia limitata. La seconda consiste nel-
l'ottenere questa riduzione per mezzo di circuiti
elettronici e impiegando microfoni con banda
passante pi estesa.
Entrambi i metodi, a nostro avviso, debbono con-
siderarsi elettricamente validi. Nel dubbio, tut-
tavia, quando la risposta del modulatore risulti
opportunamente limitata, conviene utilizzare an-
che un microfono a banda stretta, che in ogni
caso non potra che apportare dei benefci al si-
stema di trasmissione della voce.

509
UN UTILE E SEMPLICE
DISPOSITIVO PER NON
DIMENTICARE ACCESE LE
LUCI DELL' AUTO QUANDO
SI PARCHEGGIA. QUESTO
DISPOSITIVO, INOLTRE,
PUO' SERVIR E PER MOL TI
ALTRI USI, CIOE' PER IL
CONTROLLO DI QUALSIASI
ALTRO APPARATO
ELETTRICO O
ELETTRONICO MONTATO
SULL' AUTOVETTURA.
CRCUITO DI RICHIAMO
PER
L'AUTOMOBILISTA DISATIENTO
Molti nostri lettori sono automobilisti, cioe gui- l'amara sorpresa del mancato avviamento del
dano un'autovettura, un camion di loro pro-' motore.
prieta o per conto terzi. A tutti costoro ci ri- In tutte le autovetture o, almeno, in quelle a
volgiamo con la presentazione e la descrizione noi note, quando si disinnesta la chiavetta di
di un utile dispositivo elettronico che evita di avviarnento, non tutto il circuito elettrico del-
dimenticare accese le luci di posizione, quando l'autovettura viene aperto.
si spegne il motore o si parcheggia. Con questo Le luci, ad ,esempio si possono accendere anche
apparato, quindi, la batteria viene salvaguarda- senza inserire la chiavetta. E' evidente che que-
ta da un inutile spreco di corrente scongiuran- sta condizione elettrica e voluta dalle case co-
do, soprattutto durante la stagione invemale, struttrici, perché basterebbe una spesa di qual-

511
A

e e

T1
e

TR1

Fig. 1 - Questo schema,


+ che riproduce il vero pro-
getto del dispositivo d'al-
larme, non permette di a-
01 R2 c2 nalizzare il funzionamento
d'insieme, perché questo
e legato essenzialmente
ll'2 al gioco di tensioni che si
creano con l'accensione
delle luci di posizione e
con l'inserimento o il di-
sinserimento della chia-
vetta di accensione.

cirrrr±3

che centinaio di lire per fare in modo che tutto


il circuito elettrico dell'autovettura risulti aper-
to all'atto dell'estrazione della chiavetta. Ma
lasciamo da parte questo argomento, che esula
dal nostro settore e che potrebbe indurci ad
inutili polemiche. Ribadiamo invece il concetto
dell'utilitá di un dispositivo d'allarme, di sem-
plice concezione circuitale, in grado di segna-
lare all'automobilista disattento la dimenticanza
delle luci accese o dell'inserimento, nel circuito
elettrico, di qualsiasi altro dispositivo installa-
to sull'autovettura.
Diciamo subito che il nostro dispositivo d'allar-
me e assolutamente semplice e lo e anche la
realizzazione pratica. Se puó sussistere qual-
di:flicolta, infatti, questa riguarda soltanto
installazione del dispositivo sulla vettura, a
mancanza di spazi disponibili o per
difcoltá di inserir e qualche flo in piü. E
su questo punto, per ovvii motivi, non possia- della chiavetta di accensione.
mo offrire al lettore alcun aiuto specifico, limi- In ogni caso riteniamo necessario procedere
tandoci a suggerire alcuni avvertimenti pratici. per gradi, analizzando dapprima il circuito del-
Ma vogliamo ritenere che, in taluni casi di in- l'oscillatore e, poi, il funzionamento completo
capacita pratica o insuficiente preparazione nei dell'apparato.
circuiti elettrici dell'auto, ognuno possa sempre
ricorrere al conforto e all'aiuto di un esperto
elettrauto, dopo aver illustrato a questi il si- L'OSCILLATORE
stema di collegamento e, almeno a grandi linee,
il funzionamento del nostro dispositivo d'allarme. L'oscillatore e di tipo classico; in particolare
si tratta di un oscillatore bloccato a reazione
di base.
CIRCUITO ELETTRICO L'elemento chiave del circuito e rappresentato
da! trasformatore Tl, che provvede ad inver-
II circuito elettrico del dispositivo d'allarme e tire di 180° il segnale, presente su! collettore
rappresentato in figura l. Esso e composto da di TRl, rispetto a quello inviato alla base tramite
un oscillatore, pilota to da un singolo transistor, il gruppo Cl-Rl.
di tipo PNP, che viene alimentato, oppure no,
da un interruttore automatico a diodo.
II circuito di figura 1 non permette di analiz-
zare il funzionamento completo del dispositivo, Fig. 2 - Suggeriamo, con questo disegno, un esem-
che e legato essenzialmente al gioco di tensioni pio tipico di cablaggio del dispositivo d'allarme, che
puó andar bene nella maggior parte dei casi ma che
che si creano con l'accensione delle lucí di il lettore dovrá realizzare' tenendo conto delle esigen-
posizione e con l'inserimento o il disinserimento ze dell'abitacolo dell'autovettura.

o o

TR1

o o

513
Al CIRCUITI
0EL' AUTO
c +12V

e
TR1
+ 12V
E + INT. T =@
&e
GENERALE 12V BATT.
+ AUTO
00O
INVERSO
+12v

INT. LUCI

LAMP POSIZIONE

Fig. 3 - L'elemento base del sistema d'allarme e co- modo che il términale 3 risulti alla tensione
stituito da un oscillatore bloccato a reazione di base. di + 12 V, mentre il terminale 2 deve risultare
11 trasformatore T1 provvede ad invertire di 180° il se-
gnale, presente sul collettore di TRI rispetto a quel- alla tensione di O V, cioé a massa. Tralasciamo
lo inviato alla base tramite il gruppo C1-R1. Si notino per ora il terminale l, che interessa soltanto il
le condizioni elettriche presenti nel circuito: l'inter- funzionamento generale del sistema d'allarme.
ruttore generale e chiuso e le lampade di posizione
sono spente. Nelle condizioni elettriche ora cítate, il diodo
DI risulta polarizzato direttamente; esso quindi
conduce, provocando una tensione di 0,6 C
curca.

Come e noto, ogni transistor, in virtu del pro- IL CIRCUITO COMPLETO


prio funzionamento, inverte di 180º il segnale
durante il passaggio dalla base al collettore. In Le condizioni elettriche in cui puo trovarsi il
virtu di queste inversioni del segnale si ottiene nostro dispositivo sono due: quella in cui l'in-
una reazione in grado di far oscillare il sistema. terruttore generale <lell'auto ( chiavetta innesta-
Ma perché l'apparato possa funzionare, e ne- ta) risulta chiuso, mentre risulta aperto l'inter-
cessario che esso venga correttamente afünen- ruttore delle lucí; la seconda condizione e la
tato. Cio significa che l'emittore, trattandosi di seguente: l'interruttore generale dell'auto e aper-
un transistor di tipo PNP, deve risultare posi- to ( chiavetta disinnestata), mentre l'interruttore
tivo rispetto al collettore, cioé si deve fare in delle luci e chiuso e le lampade sono accese. •

514
Analizzía mo ora separatamente queste due con- che e collegata a massa, si trova ad una ten-
dizioni elettriche, supponendo ovviamente che sione leggermente superiore allo O. Per tale mo-
l'installazione del dispositivo sia stata effettuata tivo il diodo risulta polarizzato direttamente ed
su un'autovettura fornita di batteria a 12 V e in grado di condurre corrente. II passaggio
con morsetto negativo a massa. della corrente attraverso il diodo provoca una
Nel primo caso (figura 3) il motore dell'autovet- caduta di tensione di 0,6 V circa.
tura e avviato, oppure l'interruttore generale Dunque la corrente fluisce attraverso la resi-
e chiuso e fornisce tensione al circuito di accen- stenza R, provocando la caduta di tensione di
sione (bobina). 1 V circa e l'oscillatore risulta alimentato con
In questo caso si suppone anche che le luci di una tensione di 104 V circa, che e piü che suf-
posicione siano spente, cioé l'interruttore-luci sia ficiente per far funzionare il dispositivo di al-
aperto. larme, cioe per produrre un suono attraverso
La tensione sul punto 3 vale O, mentre la ten- l'altoparlarite.
sione sul punto 1 e di + 12 V, dato che questo
punto risulta direttamente collegato, tramite la
chiavetta, alla batteria dell'autovettura (morset- REALIZZAZIONE PRATICA
to positivo).
D diodo al silicio D 1 risulta conseguentemente Non sussistono elementi restrittivi per la realiz-
polarizzato in modo inverso, dato che la ten- zazione pratica del dispositivo d'allarme. Cio
sione sul catodo e positiva, perché proviene, in virtú dell'esiguo numero di componenti e
attraverso il trasformatore T1 ed il transistor della semplicita del progetto.
TRI, da1 punto 1 di connessione del dispositivo. Ciascun lettore, ovviamente, dovra scegliere quel
Esendo polarizzato inversamente, il diodo D 1 tipo di montaggio che ritiene piü adatto per
non conduce corrente e il sistema d'allarme ri- una agevole installazione nella propria autovet-
sulta sicuramente disinserito, cioé l'altoparlante tura. In figura 2, comunque, e suggerito un tipo
non emette alcun segnale. di cablaggio che puo andar bene nella maggior
Ma il segnale acustico viene a mancare se l'in- parte dei casi.
terruttore delle luci di posizione risulta chiuso, Vogliamo ricordare che !'altoparlante dovra es-
perché in tal caso il punto 3 di collegamento sere situato all'interno dell'abitacolo dell'auto-
si troverebbe alla tensione di + 12 V; verrebbe vettura. Perché la potenza disponibile dall'oscil-
infatti a mancare l'alimentazione del circuito latore e assai bassa e, conseguentemente, anche
per il semplice fatto che i punti di collegamento il suono emesso dall'altoparlante e basso. Se si
1-3 si troverebbero entrambi alla tensione di volesse installare l'altoparlante nel cofano-motore
+ 12 V. o nel bagagliaio, si correrebbe il rischio di non
sentire alcun suono, anche a causa dei rumori
della strada.
CONDIZIONE D'ALLARME

Esaminiamo ora il progetto di figura 4, che e


quello che interessa piu da vicino tutti i lettori, 1 COMPONENTI
perché riflette le condizioni reali dell'utilita del
sistema d'allarme. I semiconduttori, necessari per la costruzione del
Come si puó notare, l'interruttore delle luci di sistema d'allarme, sono di facile reperibilita com-
posizione e chiuso, cioe le luci di posizione sono merciale. Infatti, per il transistor TRI potra es-
accese, mentre la chiavetta di avviamento del sere adottato qualsiasi tipo di transistor PNP al
motore risulta estratta dalla sua sede. Queste silicio (2N2905 - BFY64, ecc.)
dunque sono le condizioni in cui l'automobili- Per quanto riguarda il diodo, ricordiamo che
sta distratto puo abbandonare la propria auto- qualsiasi tipo di diodo al silicio e di piccola
vettura in parcheggio, sottoponendo la batteria potenza potra essere utilmente montato nel cir-
ad un inutile spreco di energía elettrica. Uno cuito.
spreco che, in certi casi, puo portare anche al- Ed ora passiamo al trasformatore T l.
Tesaurimento della batteria stessa. Questo elemento potra essere prelevato da un
Il erminal e 3 si trova ovviamente alla tensione ricevitore a transistor di tipo tascabile fuori uso,
di + 12 V. Perché l'interruttore delle luci di oppure direttamente acquistato in commercio. Si
posizione e chiuso ed e collegato direttamente tratta in pratica di un trasformatore d'uscita,
can il morsetto positivo della batteria. di tipo miniatura, per circuiti transistorizzati.
Il tenminale 1, per effetto della resistenza R, All'atto dell'acquisto del componente, si dovrá

515
chiedere al rivenditore un trasformatore d'u- primario e quella dell'avvolgimento secondario;
scita per transistor di tipo per push-pull. dell'avvolgimento primario si dovra misurare la
Questo tipo di tra!formatore e dotato di due resistenza tra i due terminali estremi. Ebbene,
avvolgimenti. L'avvolgimento primario e rap- l'avvolgimento che presenta il valore resistivo piu
presentato da tre terminali e il filo con cui e basso e senza dubbio quello secondario.
effettuato l'avvolgimento e quello piu sottile.
L'avvolgimento secondario presenta due termina-
li d'uscita, che dovranno essere direttamente col-
legati con i terminali dell'altoparlante facenti ca-
po alla bobina mobile. L'avvolgimento seconda-
rio e facilmente individuabile perché ottenuto
con filo di rame smaltato di sezione piu grande
di quella del filo con cui e effettuato l'avvolgi-
mento primario.
Non riuscendo ad individuare, tramite la sempli- Fig. 4 - Le condizioni elettriche di questo circuito
ce osservazione dello spessore del filo, l'avvolgi- sono quelle che piü interessano i lettori, perché esal-
mento secondario, occorrera munirsi di un tester tano l'utilita del sistema d'allarme. L'interruttore gene-
rale it aperto, mentre le lampade di posizione sono
commutato nella misura ohmmetrica; con il te- accese. L'altoparlante emette un suono che tiene
ster si misurera la resistenza dell'avvolgimento informato l'automobilista.

$ e
1_3

11
4 T1
3]
Al CfRCUITI
ELL' AUTO

rR }e 11

l2J . 11

., 1-,% 1
1 t(O) ..

OtOOO
OIRET'íO A l 4 I... +12V
GENÉRALE
AUTO
12V TT.

L l 1 INT. LUCI

LAMP. POSIZIONE

1 1 \

516
L'altoparlante, necessario per la costruzione del UL TERIORI USI DEL DISPOSITIVO
dispositivo d'allarme, puo essere di qualsiasi tipo.
Ma la scelta dovrá essere fatta fra i modelli di pie- Il nostro dispositivo d'allarme puo servire per
colo diam etro e con impedenza di 8 ohm. Questo molti altri usi, al di la di quello piü naturale del-
ultimo dato non e vincolante, perché la qualitá l'informazione dello stato delle luci di posizione.
del su'ono riprodotto non assume alcuna impor- Infatti, molti altri dispositivi elettrici o elettroni-
tanza; ció che importa e sfruttare completamen- ci, montati sull'autovettura, possono essere con-
te la potenza fornita dall'oscillatore. trollati, evitando il pericolo di dimenticarli acce-
Per quanto riguarda il collegamento del disposi- si. E' il caso, ad esempio, del fanalino di retro-
tivo d'allarme con i vari punti del circuito elet- marcia, del fanalino rosso antinebbia, dello sbri-
trico dell'autovettura, invitiamo i lettori a far natore, dei proiettori supplementari fendinebbia
riferimento agli schemi elettrici riportati nelle o di profondita, dellautoradio, del giranastri e
figure 3-4. di qualsiasi altro dispositivo.
Nei casi in cui l'interruttore generale, quello si- Per ottenere queste protezioni aggiuntive e suf-
tuato in corrispondenza della chiavetta di avvia- ficiente servirsi di altri diodi al silicio, che do-
mento del motore, risultasse di difficile accessibili- vranno esere collegati in modo simile a quello con
ta, consigliamo di collegare il terminale 1 su cui risulta collegato il diodo D 1 nello schema elet-
uno dei morsetti della bobina d'accensione, quello trico di figura 1; il catodo dovra essere collegato
collegato con la tensione di + 12 V e non quel- con l'emittore di TRl, mentre l'anodo dovra
lo, ad alta tensione, che va a collegarsi con le essere collegato con il circuito del dispositivo che
puntine. si vuol tenere sotto controllo.

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517
CARA TTERISTICHE
ELETTRONICHE
E APPLICAZIONI
DEI TRIAC

Allo scopo di apportare un valido contributo di- su concetti intuitivi che, pur non rigorosamente
dattico alla formazione culturale di tutti coloro esatti, potranno forire a tutti l'opportunitá di
che, appassionatamente, seguono i nostri pro- assimilare quei concetti che risultano di fonda-
grammi editoriali, riteniamo di far cosa gra- mentale importanza, tralasciando di proposito o-
dita interrompendo, di quando in quando, la gni discorso matematico, non sempre compren-
sequenza dei nostri progetti costruttivi, presen- sibile e gradito alla maggior parte dei nostri let-
tando qualche articolo di ordine teorico sui mo- tori.
derni componenti elettronici.
Un nutrito bagaglio di nozioni teoriche, infatti,
rende piu agevole il compito della realizzazio- CARA TTERISTICA TENSlONE-CORRENTE
ne di apparecchiature gia progettate, offrendo
ogni possibilita di individuare ed eliminare even- Come e noto, il TRIAC puó considerarsi un...
tuali anomalie di funzionamento, se non proprio parente stretto del diodo SCR. Esso e particolar-
di correggere il progetto originale o servirsi di mente adatto per funzionare con la corrente alter-
questo come di un semplice suggerimento tecni- nata ed e questo il motivo per cui i tre elettrodi
co per la costruzione di altro apparato piu ri- che lo caratterizzano, anziché chiamarsi anodo-
spondente alle esigenze personali. catodo-gate, come avviene nel diodo SCR, ven-
L'argomento preso in esame, in queste pagme, gono denominati, rispettivamente, anodo l, ano-
riguarda le caratteristiche elettriche e le possibi- do 2 e gate.
li applicazioni circuitali dei TRIAC. Alimentando l'anodo 1 e l'anodo 2 con una ten-
La trattazione si basera, quasi esclusivamente, sione altemata e misurando il valore della cor-

518
NON SI PUO' PRETEN-
DERE DI OTTENERE OT-
TI ME APPLICAZIONI
PRATICHE DEI TRIAC
SE PRIMA NON SI CO-
NOSCONO LE LORO
CARA TTERISTICHE IN-
TERNE ESSENZIALI.

rente che, conseguentcmente, scorre attraverso il 11 valore minimo della corrente in grado di man-
circuito, si ottiene, supponendo di lasciare li- tenere innescato il TRIAC viene cornunemente
bero il terminale di gate, una curva caratteri- indicato con Ih ( corren te di Hold, ossia corren-
stica del tipo di quella rappresentata in figura 1. te di mantenirnento).
Questa curva permette di intravvedere un feno-
meno molto interessante.
Quando il valore della tensione oltrepassa un de- CARATTERISTICA DI GATE
terinato limite (Vbo) chiamato tensione di
breakdown, il diodo si autoinnesca, entrando in
L'innesco del TRIAC si puo ottenere anche sen-
onduzione (tratto rettilineo della curva) e fa-
za superare il valore Vbo della tensione di break-
cendo passare una corrente il cui valore di in-
down, applicando semplicemente al gate un im-
tensita risulta funzione diretta del circuito di ca-
pulso di determinata potenza. Questo impulso
rico (la corrente di gate mulla, perché questo
ha la proprieta di modificare la caratteristica
trodo non risulta collegato con alcun circuito
tensione-corrente, abbassando notevolmente, in
di carico).
pratica, la tensione di breakdown e permettendo
Facendo diminuire il valore della corrente ora l'entrata in conduzione del dispositivo.
considerata e aumentando il valore della resi-
senza di carico, si raggiunge un punto in cuí Confrontato con il diodo SCR, il TRIAC pre-
il valore della corrente e tale da non poter piü senta il vantaggio di poter essere innescato sía
mantenere in conduzione il TRIAC : questo si con impulsi negativi, rispetto all'anodo 2, indi-
disinnesca e si comporta come un elemento quasi pendentemente dalla polaritá della tensione ap-
solante. plicata fra i due anodi.

519
Fig. 1 - Curv e caratteristiche co rrente-tensione del
TRIAC.

VALORI TIPICI DI ALCUNI PARAMETRI

Per offrire al lettore degli elementi piu concreti vbo


a
rispetto quelli fin qui citati, elenchiamo, nella
seguente tabella, alcuni valori tipici delle gran-
dezze elettriche relative ai TRIAC di tipo piü
comune.

TRIAC DA 3 A 25 A TRIAC DA SO A 200 A


Tensione massima ripetitiva 50+600V sino a 1.200 V
Corrente di mantenimento If 10: 50 mA s1no a 200 mA
Corrente di gate per l'innesco 15± 50 mA s1no a 200 mA
Tensione ánodo-anodo 2 V 1,5 V
dV/d 10 V/µS 100 V/µS
di/dt 10 A/µS 50 A/µS

Al

Fig. 2 - Applicando al· TRIAC una tensione rapidamen-


te variabile, il componente si autoinnesca, senza che
R venga superata la tensione di breakdown. Per evitare
Al
questo tipo di autoinnesco, il piil delle volte indesi-
TRIAC derato, si suole comunemente lnserire, in parallelo con
il TRIAC, un gruppo RC, cosi come indicato nel di-
e segno in basso. Lo stesso risultato puo essere rag-
4l - giunto utilizzando, unitamente ad un gruppo RC, 4
diodi raddrizzatori, collegati a ponte (disegno in alto).
Questo secondo sistema e in grado di fomire pre-
stazioni migliori soltanto in presenza di impulsi non
ripetitivi.

520
Come si puó notare, nella tabella sono stati in- Fig. 4 - Esempi di circuiti di innesco di un TRIAC. In
seriti due nuovi parametri (dV/dt - di\dt), che • a • e riportato il tipo piia semplice di circuito di in-
nesco, che preleva la corrente dalla tensione applicata
non abbiamo ancora preso in considerazione e all'anodo 1 tramite la resistenza R. 11 circuito rappre-
che ci accingiamo ora ad esaminare. sentato in • b • e simile a quello precedente; esso
utilizza il trasformatore riduttore di tensione T e la
resistenza di limitazione di corrente R. 11 maggior pre-
gio di questo secondo circuito consiste in un note-
vole risparmio di potenza dissipata sulla resistenza R.
IL PARAMETRO dV/dt 11 terzo sistema di innesco del TRIAC, quello rappre-
sentato in «c utilizza una sorgente di alimentazione
ausiliaria in corrente continua.
Con il simbolo dV/dt si suole indicare la varia- "
zione della tensione rispetto al tempo o, piu pro-
priamente e in. termini matematici, la derivata
della tensione.
Ma esprimiamoci con parole piü semplici: il sim-
bolo dV/dt rappresenta la rapidita di variazione
della tensione applicata ai due anodi ed e questo
il motivo per cui la misura di questa grandezza si
effettua in V/¡µS. .
Applicando al TRIAC una tensione che varia CARICO
molto rapidamente, per esempio un'onda qua-
R

p
CARICO

A1
@

,» TRIAC

a.
Fig. 3- II problema del dV/dt si impone maggiormen-
te in presenza di carichi induttivi (motori, trasformato-
ri o, phi generalmente, avvolgimenti induttivi). In que-
sti casi, per evitare danni o funzionamenti difettosi,
conviene inserire un gruppo RC in parallelo at TRIAC,
cosi come indicato in questo schema .

dra con fronte molto ripido, il diodo si autoinne-


sca, senza che venga superata la tensione di
breakdown, oppure senza che venga applicato
un qualsiasi impulso al gate.
Il verifcarsi di tale fenomeno e dovuto alla co-
situzione fisica propria del TRIAC, che possie-
de delle capacita interne in virtú delle quali, ap-

521
plicando una certa tensione sui due anodi, si torno ai 100 ohm, mentre quello di C e com-
viene a stabilire una corrente interna di valore preso tra 100.000 pF e 300.000 pF.
pari a I = C dV/dt, che svolge le stesse fun- Ma lo stesso risultato puo essere raggiunto con
zioni di una corrcnte di innesco. Se il valore. di altro sistema: utilizzando 4 diodi rad«drizzatori,
questa corrente e suficiente, cioé se il valore di collegati a ponte, unitamente ad un gruppo RC.
dV/dt e elevato, si puó determinare l'innesco Questo sistema e in grado di fornire prestazioni
del TRIAC. migliori soltanto in presenza di impulsi non ri-
Per evitare questo tipo di autoinnesco, che il piu petitivi (figura 2).
delle volte e indesiderato, si vuole comunemente 11 problema del dV/dt e molto sentito quando
inserire, in parallelo con il TRIAC, un gruppo ci si trova in presenza di carichi induttivi. In
RC, che funge da elemento integratore della questi casi, allo scopo di evitare danni o funzio-
tensione e provoca una notevole diminuzione del namenti difettosi, conviene inserire, in parallelo
parametro dV/dt. con il TRIAC, un gruppo RG, quando il carico
Per le applicazioni con tensioni di rete a 220 V e rappresentato da un motore, da trasformatore
e frequenza di 50 Hz, il valore di R si aggira in- o da un generico avvolgimento (figura 3).

Al
TRIAC
R

J
@

e
Fig. 5 - In questi tipi
di circuiti di innesco
del TRIAC II pilotag-
gio e ottenuto tramite
un interruttore elettro-
nico di tipo a transi-
stor.

522
o

Fig. 6 - Uno dei metodi piu comunemente adottati per ottenere


l'innesco del TRIAC, tramite la tensione alternata di rete, consiste
nell'impiego di un diodo DIAC, che puo essere paragonato, per
quel che riguarda le caratteristiche elettriche e il funzionamento,
ad una lampada al neon. 11 DIAC e molto simile ad un transistor
composto da un cristallo di tipo P inserito fra due cristalli di tipo N.

IL PARAMETRO di/dt sia quando ad esso viene applicata una tensione


con fronte molto ripido. Ma ovviamente esiste
11 parametro di/dt rappresenta la variazione o, anche il sistema tradizionale per innescare il
meglio, la rapidita di variazione della corrente TRIAC; esso consiste nell'applicare un impulso
ne! tempo. Questo valore non deve mai superare, di corrente sull'elettrodo di gate.
nei TRIAC, certi limiti, perché le variazioni trop- Per realizzare questo naturale sistema di inne-
po rapide di corrente provocano surriscaldamenti sco del TRIAC, ci si puó servire di diversi cir-
all'interno del cristallo, a causa della non unifor= cuiti, ricordando che il componente puo essere
me distribuzione delle correnti stesse. E questo innescato, indifferentemente, con impulsi nega-
fenomeno potrebbe dar luogo alla formazione di tivi e con impulsi positivi.
punti caldi, che condurrebbero inevitabilmente 11 piu semplice tipo di circuito di innesco e quel-
alla distruzione del TRIAC. lo rappresentato in figura 4a. Questo circuito
preleva la corrente necessaria all'innesco del
TRIAC direttamente dalla tensione applicata al-
CIRCUITI DI INNESCO l'anodo 1, tramite una opportuna resistenza.
Un altro sistema di innesco del TRIAC e rap-
Abbiamo detto che il TRIAC si puo innescare, presentato in figura 4b. Si tratta di un circuito
cioé puó entrare in conduzione, sia quando viene sirnile a quello precedente, ma impiegante un
superato il valore della tensione di breakdown, trasformatore riduttore di tensione e una resi-

·l

-1

Fig 7- Curva caratteristica tensione-corrente di un D.

523
risulta interessato da una corrente il cui valore
di intensitá dipende dal valore ohmmico della
resistenza di limitazione R.
ql DCR[(CD [g Nel circuito di figura 5b, a causa della presen-
za del trasformatore T, il gate risulta interessato
soltanto da impulsi di corrente e non da una
corrente continua. Ció nel caso in cui la fre-
quenza della corrente di commutazione non sia
Al sufficientemente eleva.ta da venir trasferita, senza
distorsioni, sull'avvoigimento secondario del tra-
sformatore.

DIAC IL DIAC

Uno dei metodi, piü comunemente adottati, per


ottenere l'innesco del TRIAC tramite la tensio-
ne alternata di rete, consiste nell'impiego di un
particolare componente, che prende il nome di
.diodo DIAC, che puó essere paragonato, per
quanto riguarda le caratteristiche elettriche e il
funzionamento, ad una lampada al neon.
Fig. 8 - Circuito di applicazione di un DIAC. 11 con- Costruttivamene il DIAC e molto simile ad un
densatore C1 si carica attraverso le resistenze R1-R2. transistor, essendo composto da un cristallo di
Quando la tensione raggiunge il valore Vbo, il. DIAC
diviene cohduttore e il condensatore C1 si scarica,
tipo P (positivo) inserito fra due cristalli di tipo
attraverso il diodo stesso sul gate del TRIAC inne- N '(negativo). Ovviamente le dimensioni dei cri-
scandolo. stalli, che compongono il DIAC, ed il loro dro-
gaggio, risultano diversi da quelli dei comuni
transistor. La curva caratteristica tensione-corren-
te di un DIAC, infatti, e quel1a rappresentata in
figura 7.
stenza di limitazione della corrente. Questo cir-
cuito vanta il pregio di un notevole risparmio di
potenza dissipata sulla resistenza, che e di valore
notevolmente piü basso della resistenza impiega-
ta nel precedente circuito, mentre la corrente di
innesco conserva sempre lo stesso valore. Fig. 9 - Curva caratteristica dell'andamento della ten-
sione sui terminali del condensatore C1 presente nel
Un terzo sistema di innesco del TRIAC consiste circuito di figura 8.
nell'utilizzare una sorgente di alimentazione ausi-
liaria, in corrente continua, perché il TRIAC
puo essere innescato anche con la corrente con-
tinua. Questo terzo circuito e rappresentato in
figura 4c.
Nei tre circuiti, presi ora in considerazione, la ;' . _.;s RETE
\
condizione di innesco del TRIAC e raggiunta I
I
mediante l'azione su di un pulsante o di un in- I
tcrruttore. In molti casi pratici, tuttavia, risulta I
piü utile pilotare elettronicamente un interrutto-
re di tipo a transistor, cosi come indica.to nelle
figure 5a - 5b.
Quando la tensione, presente sulla base del tran- DIAC
sistor, e nulla rispetto all'anodo 2 (A2), il tran- CONO.
sistor si trova all'interdizione e simula perfetta-
mente la presenza di un interruttore aperto. Al
contrario, quando la tensione presente sulla base
del transistor diviene positiva, il circuito di gate

524
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C RAC) [n

A1
TRIAC

DIAC
Fig. 10 - Questo circuito, con il sistema resistivo-ca-
pacitivo R1-C1-C2, permette di ridurre il fenomeno di
isteresi nei circuiti di innesco del TRIAC.

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no comprese anche le spese di spedizione).

526
Fig . 11 - Allo scopo di im-
pedire l'innesco casuale CARICO
del TRIAC e per ottenere
quindi una buona regola- R1
zione del circuito, si ricor-
re alla sincronizzazione
dell'impulso, generato dal
transistor TA, con la fre-
quenza della tensione di
rete. In questo circuito e
stato inserito, a scopo pre-
cauzlonale, un diodo ze-
ner, con il compito di li- T
mitare la tensione ad un
certo valore massimo.

Analizziamo ora, ne! suo aspetto ptatico, il fun- Fig. 12 - Esempio di circuito di marcia-arresto per
carichi resistivl di 200 ohm circa. Con il pulsante PM
zionamento di un DIAC. E prendiamo ad esem- si innesca per la prima vohta il TRIAC; gli inneschi
pio il circuito rappresentato in figura 8. successivi si manifestano automaticamente attraverso
In questo circuito il condensatore Cl si carica il condensatore C1 e la resistenza R2. Per escludere
attraverso le resistenze R1-R2, seguendo l'anda- l'alimentazione basta azionare il pulsante PA, che e
di tipo normalmente chiuso .
mento della tensione di rete.
Ouando la tensione sui terminali del condensa- gr
tóre raggiunge il valore Vbo, il diodo DIAC di-
viene conduttore, mentre il condensatore Cl si
scarica sul gate del TRIAC innescandolo.
Quando il DIAC risulta innescato, esso lavora in
un tratto a caratteristica negativa, in cui alle
diminuzioni di tensione si dovrebbe sopperire con
aumenti di corrente. Ma il condensatore Cl non
si scarica mai completamente, perché dopo una
certa variazione di tensione il diodo DIAC ritor-
na nel suo stato di non conduzione.
L'andamento della tensione sui terminali del con-
densatore e quello illustrato nel grafico di figura 9.

L'ISTERESI

-
L'uso di un solo condensatore provoca il cosid-
detto fenomeno di isteresi. Perché a causa della PA
variazione di tensione, conseguente ad ogni in- 220V
nesco, la tensione sul condensatore cambia con-
tinuamente di fase rispetto alla tensione di ali-
mentazione. E tale fenomeno si traduce, in prati-
ca, in una instabilita di regolazione, che si fa
soprattutto sentire quando al· carico viene con- CARICO
ferita poca potenza.
Il sistema piü semplice per ridurre il fenomeno
di isteresi consiste nel realizzare un doppio cir-
cuito RG, come quello indicato in figura 10.
In figura 11 e rappresentato un circuito di in-

527
nesco che non risente di fenomeni di isteresi,
proprio per la mancanza del diodo. DIAC.
In questo circuito l'elemento principale per sta-
bilire l'innesco del TRIAC e rappresentato dal
transistor unigiunzione TR. Questo transistor e
montato in un circuito oscillatore a rilassamen-
per l'ascolto personale dei suoni ad alta to, sul quale non ci soffermeremo essendo esso
fedelta e per un nuovo ed emozionante giá stato trattato piü volte sulla nostra rivista.
incontro con il mondo della musica ste- L'oscillatore e in grado di produrre impulsi di
reofonica. discreta potenza che, attraverso il trasformatore
Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla T, giungono al gate del TRIAC innescandolo.
fusione di una musicalita elevata con un
perfetto adattamento anatomice.
LA SINCRONIZZAZIONE

Se l'oscillatore fosse alimentato con una corrente


CUFFIA STEAEO perfettamente continua, esso oscillerebbe su una
MOD. LC25 frequenza propria ben determinata e l'innesco
L. 5.500 del TRIAC avverrebbe in modo del tutto casua-
le, perché la frequenza dell'oscillatore non risul-
CARATTERISTICHE: ta legata in alcun modo a quella della tensione
lmpedenza: 8 ohm di rete.
Gamma di freq.: 18- Per ottenere invece una buona regolazione, si
15.000 Hz ricorre alla sincronizzazione dell'impulso gene-
Peso: 320 grammi
rato dal transistor TR con la frequenza della ten-
sione di rete. A tale scopo si alimenta l'oscillatore
con un'onda raddrizzata a doppia semionda, in
modo che, una volta fissata la posizione del trim-
CUFFI STEREO mer potenziometrico R2, !'impulso arrivi sempre
MOD. DH0B dopo un tempo costante dal momento in cui la
L. 18.500 curva della tensione di alimentazione attraversa
lo zero.
CARATTERISTICHE:
Sul circuito di alimentazione di figura 11 e stato
lmpedenza: 8 ohm
~ Sensibilita: 110 dB
inserito, a scopo precauzionale, un diodo zener,
a ,1.000 Hz cui spetta il compito di limitare la tensione ad
Gamma di freq.: un certo valore massimo.
20 - 20.000 Hz
Peso: 450 grammi
La cuffia e provvista
di regolatore di CIRCUITO DI MARCIA-ARRESTO
livello a manopola
a.- r" Te del tweeter, Con il TRIA anche possibile realizzare dei
dispositivi in grado di sostituire vantaggiosamen-
Adattatore te i tradizionali interruttoni elettromeccanici o i
[ per cu! ¡fi'ie stereo teleruttori.
Mod. JB-11D II progetto rappresentato in figura 12 propone un
L. 3.500 esempio di realizzazione di apparato di marcia-
Questo piccolo ap-
arresto per carichi resistivi di 200 ohm circa.
parecchio consente II pulsante PM serve per innescare per la prima
il collegamento di volta il TRIAC. Successivamente il processo di
una o due cuffie ste-
reo con tutti i com-
innesco si verifica automaticamente attraverso il
plessi stereofonici. condensatore C1 e la resistenza R2.
La commutazione al- Per togliere l'alimentazione sul carico e suffcien-
toparlante - cuffia e
immediata, senza al- te cortocircuitare l'elettrodo di gate oppure in-
cun intervento sui terporre la corrente di gate azionando il pul-
collegamenti. sante PA che, normalmente, <leve rimanere chiu-
so.

528
IN SCATOLA
DI MONTAGGID
A
CARA TTERISTICHE
Potenza musicale 50 W
Potenza continua 45 W
Impedenza d'uscita 4 ohm
lmpedenza entrata E1 superiore a 100.00 ohm
lmpedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Senslbilita entrata E1 100 mV per 45 W
Sensibilita entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodi al silicio
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W

11 kite comprensivo di tutti gli


Questa scatola di montaggio, veramente pre- elementi necessari per la realiz-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- zazione dell'amplificatore ripro-
ca{ore di potenza, appositamente concepito dotto nella foto. Per il suo com-
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica,
e dotato di due entrate ed e quindi adattabile pletamente il lettore dovra pro-
a m.olte altre sorgenti dí segnali BF, cosi da curarsi, per proprio conto, gli al-
rendere l'apparato utilissimo per gli usi piü
svariati. toparlanti e il contenitore.
e comprensivo di tutti gl elementi necessar pet la reala
del/'amplificatore iprodotto nelia foto, Per il suo com
· mento il lettore dovra procurarsi, per proprio conto, 9l
alar +anti e il contenitore

LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA L. 21.500. Per richiederla occorre inviare


il relativo importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRA-
T1CA - 20125 MILANO - Via Zuretti 52 (nel prezzo sono comprese anche le spese
" spedizione). ±
UN RICEVITORE
PORTATILE
CON ASCOLTO
IN AURICOLARE

CON DUE SOLI TRANSISTOR E UN AURICOLARE, OGNI PRINCIPIANTE,


PUO' REALIZZARE UN PICCOLO RI CEVITORE RADIO, DI DIMENSIONI
TASCABILI, ADATTO PER L'ASCOLTO DELLE PRINCIPAL! EMITTENTI
RADIOFONICHE AD ONDA MEDIA, SENZA ALCUN COLLEGAMENTO
CON CIRCUITI DI ANTENNA E DI TERRA.
530
Non e facile progettare un ricevitore radio di Coloro che vorranno realizzare questo ricevitore
tipo portatile, senza il collegamento con un rimarranno certamente sorpresi dalle sue elevate
buon circuito antenna-terra, con due soli tran- caratteristiche radioelettriche, soprattutto dalla
sistor. sua sensibilita nel ricevere un buon numero di
Ma se i transistor sono dotati di un buon gua- emittenti radiofoniche sulla gamma delle onde
dagno e, soprattutto, se questi vengono monta- medie.
ti nella classica configurazione di Darlington, al-
lora il guadagno complessivo e parí al prodotto
dei guadagni dei singoli transistor e tutte le ca- CIRCUITO DI SINTONIA
ratteristiche radioelettriche del ricevitore vengo-
no sensibilizzate. Il circuito di sintonía, quello nel quale giungono
Di questo ricevitore non abbiamo approntato la i segnali radio e vengono selezionati, e rappresen-
scatola di montaggio, perché i pochi componen- tato dal condensatore variabile C 1 e dalle bo-
ti necessari alla composizione del circuito sono bine Ll-L2.
di facile reperibilita commerciale e alcuni di L'insieme della ferrite e dei due avvolgimenti
questi saranno certamente gia in possesso dei let- L1-L2 prende il nome di antenna di. ferrite.
tori. Proprio perché questi elementi rappresentano il
L'alimentazione del circuito e ottenuta con una circuito ricettivo dei segnali radio.
normale pila a 9 V, cosi come avviene nei ri- Al condensatore variabilc Cl e affidato il com-
cevitori portatili a transistor con circuito super- pito di far variare le caratteristiche radioelettri-
eterodina. L'ascolto, ovviamente, non puo essere che del circuito di risonanza (C1-L1), in modo da
ottenuto in altoparlante, a causa della modesta far giungere alla base del primo transistor am-
potenza prelevabile all'uscita del circuito. plificatore TRl un solo e ben determinato segna-
Il trasduttore acustico piu adatto e quello di le radio.
tipo magnetico, con impedenza tagliabile tra i 11 compensatore C2 puo essere un normale com-
250 e i 2.000 ohm. Ma chi e in possesso di un pensatore tipo miniatura o, piü semplicemente,
auricolare, o di un padiglione di una cuffia pie- puó essere rappresentato da due fli flessibili piü
zoelettrica, potra servirsi utilmente di questi ele- o meno attorcigliati fra loro. La variazione di
menti apportando una lieve variante al circuito attorcigliamento dei due fili determina una varia-
originale. Anche i trasduttori acustici, di tipo ma- zione di capacita, che permette di controllare la
gnetico e con impedenza di soli 8 ohm, potranno reazione del circuito, cioé la quantita di segnale
essere montati nel circuito, ma in questo caso prelevata dallo stadio amplificatore e riportata
occorrerá interporre, fra il circuito d'uscita e il a monte del ricevitore, cioe nel circuito di sin-
trasduttore acustico, un piccolo trasformatore di tonia.
uscita.
La sintonizzazione delle emittenti radiofoniche e
ottenuta per mezzo di un piccolo condensatore AMPLIFICATORE BF
variabile, mentre non esiste alcun comando per il
controllo di volume sonoro. Tramite un piccolo Abbiamo giá detto che i due transistor TR1-TR2
trimmer potenziometrico e possibile controllare sono montati secondo la configurazione Darlin-
la reazione del segnale e, in ultima analisi, sia gton, cioe l'emittore del primo e collegato con la
pure parzialmente, il volume sonoro del ricevi- base del secondo, mentre i due collettori sono col-
tore. legati con uno stesso punto, in modo da simula-
Per realizzare un ricevitore di tipo veramente por- re un solo transistor con un guadagno pari a
tatile, il lettore dovra servirsi di componenti elet- quello del prodotto dei due componenti. 11 gua-
tronici miniaturizzati, componendo un assiemag- dagno, dunque, e notevolissimo.
gio compatto e robusto e richiudendo il tutto Il scgnale proveniente dal circuito di sintonía
in un piccolo contenitore di materiale isolante, in raggiunge la base del transistor TRI, che provve-
grado di favorire l'ingresso delle onde radio sul de ad amplificarlo linearmente e, contempora-
circuito di entrata dell'apparato. Non si posso- neamente, a rivelarlo, perché questo transistor si
mo quindi utilizzare i contenitori di metallo, per- comporta, oltre che da elemento amplificatore
dé questi costituirebbero uno schermo elettroma- di bassa frequenza, anche da diodo rivelatore.
getico o, piü elettricamente, una gabbia di Sui collettori dei due transistor e presente una
Faraday, che isolerebbe completamente il cir- piccola parte di segnale di alta frequenza, che
ino di sintonía del ricevitore radio dai campi non puo raggiungere il circuito di uscita a causa
eleuromagnetici circostanti, cioe dai segnali radio dell'impedenza di alta frequenza Jl, che e di
presenti nello spazio. tipo Geloso 558. Esso invece puó ritornare a

531
TR1
Ou
l 9
Fig. 1 - Le principali doti
di sensibilita e di intensi-

u
ta sonora di questo ricevi-
tore derivano dalla parti-
colare configurazione Dar-
lington dei due transistor
e dal sistema di reazione
che trasporta, a monte del
R1 1 b1 circuito, una parte di se-

% I
gnale uscente dai collet-
tori. L'ascolto deve essere
effettuato tramite un auri-
R2 TR2 m colare magnetico da 1.000
ohm. Nel testo, tuttavia,
(€G

C4 9v sono interpretati gli altri


11 11 11
C3 "' possibili sistemi di ascol-
to con auricolari o padi-
glioni di cuffie di tipo e
impedenza diversi.

Resistenze
R1 • 100.000 ohm
R2 = 1 megaohm (trimmer potenziome-
COMPONENTI Varie
trlco)

TR1 = BC1O9C
Condensatori TR2 BC109c
C1 = 350 pF (variabile miniatura) J1 = IMPEDENZA AF (tipo Geloso 558)
C2 == 2-10 pF (compensatore) L1-L2= antenna di ferrite {vedi testo)
50. 000 pF (ceramlco o a paatlcca) S1 =
lnterruttore
CA = 100 F - 15 VI. (elettrolltico) PILA = 9V

Fig. 2 - Cablaggio del ri-


cevitore per onde medie,
di tipo portatile, con ascol-
to in auricolare. L'antenna
di ferrite puó essere co-
struita direttamente dal let-
tore, secondo i dati espo-
sti nel testo, oppure acqui-
stata direttamente in com-
mercio. In sede di messa
a punto del ricevitore si
dovra intervenire sul trim-
mer potenziometrico R2 e
sul compensatore C2, in
modo da raggiungere la
maggior intensita sonora
con la maggior chiarezza
possibile.

532
monte del circuito dal condensatore variabile C 1 I trasduttori acustici di tipo piezoelettrico non so-
e dalla bobina L1. no indicati, ma essi potranno essere ugualmente
Il trimmer potenziometrico R2, che ha il va- adottati collegando, in parallelo al trasduttore
lore di 1 megaohm, permette di regalare la stesso, una resistenza da 3.300 ohm, cosi come
reazione del circuito nel modo ritenuto migliore. indicato in figura 4b.

L'ANTENNA DI FERRITE REGOLAZIONE DEL COMPENSATORE

L'antenna di ferrite LI-L2 puó essere di tipo Abbiamo giá detto che il compensatore C2 puó
commerciale o direttamente costruita dal lettore. essere rappresentato, indifferentemente, da un co-
Nel primo caso si utilizza una normale bobina mune compensatore a vite (ferrite estraibile), da
di sintonia per ricevitori radio portatili; la fer- un compensatore ad aria o da due fili intrecciati,
rite puó essere indiferentemente di tipo piatto o cosí come indicato in figura 3.
cilindrico.' In ogni caso il compensatore C2 dovra essere re-
Nel sccondo caso si dovranno avvolgere, su una golato in modo da ottenere un aumento di se-
delle due estremita di un bastoncino di ferrite di gnale. Se questo aumento non si dovesse verifi-
forma cilíndrica, del diametro di 8 mm. e della care, allora occorrerá invertire tra loro i terminali
lunghezza di 140 mm. circa, 80 spire di filo di 3-4 dell'avvolgimento secondario L2 dell'antenna
rame smaltato, tenendo conto che il diametro di ferrite. Ció significa che, contrariamente a
del filo non rappresenta un elemento critico; cio quanto indicato nello schema elettrico di figura
significa che qualsiasi tipo di filo di rame smal- 1, il terminale 4 verra collegato con la base del
tato, purché di diametro inferiore a 0,8 mm, puo· transistor TRl.
esse.re utilmente avvolto sulla ferrite. La regolazione del compensatore G2 si effettua
Per l'avvolgimento L2 occorrono soltanto 8 spire avvitando o svitando il nucleo di ferrite dentro il
di filo dello stesso tipo o di tipo diverso. suo supporto originale, oppure facendo ruotare
In sede di realizzazione pratica dell'antenna di il blocco delle lamine mobili (compensatore ad
aria), oppure attorcigliando piü o meno i due
ferrite, il lettore dovra ricordare di fissare i termi-
fli intrecciati.
nali mediante callante cellulosico o nastro adesivo
anticapacitivo; non bisognerá mai, invece, ricor-
rere a fascette metalliche, perché queste costitui-
rebbero delle spire in cortocircuito a tutto danno
delle caratteristiche radioelettriche dell'antenna di
ferrite. Fig. 3- Il compensatore C2, che costituisce il compen-
satore di reazione del circuito, puó essere di tipo
a nucleo di ferrite (disegno a sinistra), oppure puó
essere rappresentato, piü semplicemente, da due fili
IL TRASDUTTORE ACUSTICO flessibili piü o meno intrecciati tra loro.
~
Il miglior tipo di trasduttore acustico, adatto
per essere accoppiato con il circuito di uscita
del ricevitore, e rappresentato da un auricolare
di tipo magnetico con impedenza di 1.000 ohm.
Coloro che non fossero in possesso di un tale au- A
ricolare, potranno servirsi di un auricolare ma-
gnetico con impedenza non inferiore ai 200 ohm
e non superiore ai 1.000 ohm.
E' ovvio che lauricolare puó essere quello attual-
2 FLI

1
mente usato per l'ascolto dei ricevitori radio por- INTRECCIATI
tatili oppure il padiglione di una cuffa magneti-
ca con impedenza elevata.
COMP
Se lauricolare magnetico, o il padiglione della VITE
caffa magnetica hanno un'impedenza di 8 ohm,
questi elementi potranno essere ugualmente adot-
tati, purché si interponga, fra loro il circuito di
uscita e il trasduttore acustico, un trasformatore
di uscita per transistor con avvolgimento secon-
dario a 8 ohm, cosi come indicato in figura 4.

533
AURICOLARE
8n
@
r
!::
u
tJl
:::>
r

....J Fig. 4 - II tipo di trasduttore acusuco piü adatto per
....J
r l'ascolto e quello magnetico con impedenza di 1.000
AURICOL. ohm. Si possono tuttavia utilizzare anche auricolari
PIEZO magnetici da 8 ohm purché si ricorra all'uso di un
@ trasformatore d'uscita per transistor (disegno a). Vo-
lendo utilizzare un auricolare di tipo piezoelettrico,
occorrera collegare, in parallelo con il circuito di
uscita, una resistenza di valore compreso fra i 1.000
e i 3.000 ohm.

i
CARATTERISTICHE
ELETTRICHE
Responso:
Potenza nominale: 30-20.000 Hz a - 1,56B.
6 W con altoparlante Distorsione alla massima
da 4 W- 5 ohm. potenza: inferiore all'1%/.
Sensibilita: Alimentazione:
15 mW a 1.000 Hz. 13,5 Vcc.

ORE

Realizzando questo amplificatore in due esem-


11.000
plari identici, si potra ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potra essere installato Le richieste debbono essere fatte inviando anti-
anche a bordo dell'autovettura. Tutti gli elemen- cipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p.
ti necessari per la realizzazione dell'amplifica- n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA -
tore, fatta eccezione per )'altoparlante, sono 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 (nel prezzo sono
contenuti nella \nostra scatola di montaggio. comprese anche le spese di spedizione).

534
COSTRUZIONE DEL RICEVITORE

1 FASCICDLI
La costruzione del ricevitore dovrá essere fatta
seguendo il piano di cablaggio rappresentato in
figura 2.
Tutti i componenti dovranno essere sistemati su
un unica basetta-supporto di materiale isolante. ARRETRATI
Per conferire compattezza e rigiditá al cablaggio,
converra servirsi di una morsettiera, cosi come in-
dicato in figura 2, sui cui terminali verranno diret-
DI
amente saldati a stagno gli elettrodi dei due tran-
sistor e i terminali della maggior parte dei com-
ponenti. La basetta supporto potra essere anche
di cipo metallico e in questo caso la faccia ante- ELETTRONICA
riore della basetta fungera da pannello frontale
de! ricevitore. Su questo risulteranno applicati
i seguenti elementi: la manopola innestata sul
perno del condensatore variabile, necessaria per
PRATICA
la ricerca delle emittenti radiofoniche, l'inter-
runorc S 1, che provvede a chiudere ed aprire sono le « perle » di una prezio-
il circuito di alimentazione della pila a 9 V e,
per ultim e, le due boccole isolanti, che rappre-
sa collana tecnico-pratica, che
sentano le prese per il trasduttore acustico. Co- porta in casa vostra il piacere
loro che si serviranno di auricolare, munito di e il fascino di una disciplina mo-
sp inotto jack, dovranno sostituire le due boccole derna, proiettata nel futuro, che
con una sola presa jack. interessa tutti: lavoratori e stu-
Ancora una volta ricordiamo che, per evitare denti, professionisti e .studiosi,
il noioso lavoro di costruzione dell'antenna di fer- giovani e meno giovani.
rite, il lettore potra acquistare in commercio una
antenna di ferrite per ricevitori a transistor di
ipo tascabile, munita di due avvolgimenti sepa-
rati. La ferrite potra essere indifferentemente di
tipo piatto o cilindrico. Ció che importa e che
l'antenna di ferrite sia adatta per l'ascolto delle
RICHIEDETECELI

UBITO
sole ernittenti radiofoniche ad onde medie.
Per quanto riguarda i due transistor TR1-TR2,
questi sono entrambi di tipo NPN al silicio. Il
riconoscimento degli elettrodi e faciljtato dalla
presenza di una piccola tacca metallica ricavata
sullinvolucro esterno del componente; l'elettro-
PRIMA CHE
do di emittore e quello uscente dalla parte in
cu.i e presente la piccola tacca; l'elettrodo di base SI ESAURISCANO
si trova al centro e quello di emittore all'estremi-
ta opposta.
In sede di realizzazione pratica del ricevitore, si
.Ta provvedere a sistemare la pila di alimen- inviando, per ogni fascicolo,
azione in una posizione facilmente accessibile per l'importo di L. 700 a mezzo va-
il nicamb io, utilizzando una comune presa pola- glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz-
rizzata per pile a 9 V. zando le vo·stre richieste a:
rtori piü diligenti potranno comporre una ELETTRONICA PRATICA
la scala numerata in corrispondenza della 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
anopola di sintonía, sul pannello frontale del
ricevitore.

535
CON TRE SOLE RESISTENZE,
UN MICROAMPEROMETRO E
UNA PILA, CIASCUN LETTORE
PUO' REALIZZARE UN SEMPLI-
CE OHMMETRO IN GRADO DI
VALUTARE I VALORI RESISTIVI
AL DI SOTTO DEI 10 OHM.

LA
MISURA
DELLE
RESISTENZE
DI
BASSO
VALORE
536
Tutti i tester di tipo comune sono in gra do di sario. Con il tester normale questo dato elettrico
effettuare alm eno tre misure elettriche fondam en- non puo essere conosciuto.
tali : tensione, corre nte, resistenza. A volte puó essere importante accertare che due
E ad ogni tipo di mi sura elettrica corris po nde o piu resistenze di basso valore, per esempio di
un parti colare circuito del tester. Quello per la 0,33 ohm, siano uguali fra loro. Ció capita nel
misur a delle resistenze, ad esempio, e alimentato caso dei circuiti finali di un amplificatore di po-
da una piccola pila contenuta all'interno del- tenza, dove e necessario bilanciare la corrente
l'apparecchio. Perché la misura della resistenza su due transistor collegati in parallelo. La valu-
impone l'applicazione di una differenza di poten- tazione dei bassi valori resistivi e ancora neces-
ziale sui suoi terminali e un conseguente passag- saria negli alimentatori stabilizzati di una certa
gio di corrente attraverso il resistore sottoposto potenza e in moltissimi altri casi.
a misura. Ma il comune tester non e in grado di risolvere
Ogni tester, inoltre, e dotato di alcune portate, tutti questi problemi ed e quindi necessario ri-
Per esempio, quando lo strumento e commutato correre ad uno strumento che fornisca misure
nella posizione adatta per la misura delle resi- piu attendibili. E questo e il caso del nostro ap-
stenze, le portate ohmmetriche possono essere le parato il cuí circuito elettrico e rappresentato in
seguenti : ohm x 1 - ohm x 10 - ohm x 100 - ohm figura I.
X 1000.
Ma la portata piü bassa dellohmmetro diffcil-
ANALISI DEL CIRCUITO
mente riesce a rilevare le unitá, mentre e relati-
vamente preciso nelle misure resistive di alcune Come si puo notare, il circuito del nostro ohm-
decine di ohm. Non e invece possibile valutare
metro per bassi valori resistivi e estremamente
con l' ohmmetro i valori resistivi decimali e nep-
semplice. Esso infatti, oltre che di un microam-
pure quelli di pochi ohm. perometro, fa uso di due sole resistenze, di un
E' vero che esistono oggi in commercio strumen- potenziometro e di una pila per l'alimentazione
ti di misura adatti per la valutazione delle resi- del circuito.
stenze di basso e bassissimo valore, ma e altrettan-
11 principio di funzionamento e basato sul fatto
to vero che questi strumenti non appartengono al- che la resistenza incognita, cioé quella di cui si
la comune gamma dei tester di tipo commerciale.
vuol conoscere il valore ohmmico, inserita fra i
Senza sottoporre il lettore ad una spesa eccessi- puntali dello strumento, si comporta da shunt
va, dunque, vogliamo proporre in questo arti- per il microamperometro, variandone l'indicazio-
colo un semplicissimo circuito in grado di effet-
ne.
tuare misure di resistenze di valore estremamente
piccolo. In particolare, la resistenza R3, collegata in
parallelo al microamperometro, determina il va-
lore di « meta scala »; infatti, la corrente eroga-
NECESSITA' DI MISURA DI PICCOLI ta dalla pila a 4,5 V non e assolutamente condi-
VALORI zionata dalla resistenza R3 o dalla resistenza in-
cognita, perché il valore della corrente, che fui-
Qualche principiante potrebbe pensare che la sce nel circuito, viene stabilita dalle resistenze
misura dei bassi valori resistivi possa essere del R1-R2, che sono di valore notevolmente eleva-
tutto superflua o, almeno, non del tutto necessaria to.
per la maggior parte degli esperimenti, delle pro- Concludendo. Se si inserisce fra i puntali dello
ve pratiche e dei montaggi realizzati da chi si strumento una resistenza di valore ohmmico u-
occupa di elettronica soltanto per divertimento. guale a quello della resistenza R3, la tensione sui
Ma le cose non stanno cosi. Perché a tutti puo terminali del microamperometro risulterá dimez-
capitare di dover misurare il valore resistivo zata e l'indice dello strumento si fermerá su un
della bobina mobile di un altoparlante, quello valore di meta scala.
dell'avvolgimento di un trasformatore o di una Queste considerazioni, ovviamente, non hanno un
bobina o quello di contatto di interruttori a re- carattere tecnico rigorosamente esatto, perché esse
lé. non tengono conto della resistenza interna dello
Quando capita, ad esempio, di dover inserire in strumento che, generalmente, e molto maggiore
un circuito una resistenza di un ohm O mezzo della resistenza R3; le stesse considerazioni non
ohm, e assai comoclo prelevare uno spezzone di tengono conto, inoltre, della corrente totale, che
flo al 'nikel-cromo da un vecchio ferro da stiro non e rigorosamente costante ma che, in pra-
fuori uso. Ma per avere un· valore resistivo di tica, aumenta leggermente quando si inserisce
precisione, occorre sapere quanto filo e neces- nel circuito la resistenza incognita.

537
R1 R2
- . - ..
#Al a
- .'
A1A4

t
[

+
o a
== ==i
o >
R3-
a 0 PUNTAL!

L
I"'
O H= ==
µA

Fig. 1 - Schema dell'ohmmetro adatto per la misura


di resistenze di basso valore. La resistenza che si
vuol misurare deve essere applicata sui puntali del-
l'apparecchio.
COMPONENTI
R1 = 150 ohm
R2 = 200 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R3 = 1,5 ohm
A == microamperometro (500 ¡A fondo-scala - In pratica, invece, occorre tener presente che,
75 ohm) quando si uniscono tra loro i puntali dello stru-
PILA = 4,5 V mento, ne! circuito vengono inseriti taluni valo-
S1 = interruttore ri resistivi. Questi sono rappresentati dai cavi
dei puntali e da! contatto tra i puntali stessi,
che costituisce una resistenza, sia pure di bas-
Ma queste trascuratezze non comportano ap- so valore, che viene misurata dallo strumento.
prezzabili cambiamenti di funzionamento del cir- Per questi ultimi motivi, coloro che vorranno
cuito, cosi che le affermazioni precedentemente costruire questo ohmmetro, dovranno preoccu-
esposte possono essere accettate con buona ap- parsi di utilizzare cavi di sufficiente sezione, eli-
pross1mazone. minando il piü possibile le « resistenze di contat-
Il circuito rappresentato in figura 1 non neces- to».Ad esempio, i cavi che raggiungono i puntali
sita, almeno per ora, alcun'altra interpretazione, dello strumento, potranno essere saldati a sta-
mentre a questo punto s'impone una spiegazione gno direttamente sul circuito dell'ohmmetro, evi-
pratica sull'uso dello strumento. tando il passaggio boccole-spinotti che, se da
una parte risulta molto pratico, dall'altra intro-
duce un valore resistivo di contatto non sempre
USO DELLO STRUMENTO ben valutabile e non costante ne! tempo. Quan-
do si inserisce uno spinotto in una boccola, si
Quando tra i puntali non e inserita alcuna re- crea un contatto elettrico fra i metalli che com-
sistenza, il microamperometro dovra indicare un pongono i due elementi; ma questi metalli, col
valore infinito. Perché la resistenza sotto misura, passare del tempo, si ossidano, oppure sono sogget-
in. questo caso, e rappresentata ... dall'aria, cioe ti a strofinamenti. Tutto cio concorre a creare
una resistenza di valore estremamente elevato che una certa resistenza tra lo spinotto e la boccola,
possiamo chiamare infinito. che varia caso per caso e col passare del tempo.
Tilc condizione si ottiene regalando il potenzio-
metro R2 in modo che l'indice dello strumento
coincida con il fondo-scala. REALIZZAZIONE E TARATURA
Cortocircuitando i due puntali dello strumento,
!'indice dovra spostarsi su! valore zero. Cío alme- Il montaggio dell'ohmmetro per misure di re-
no in linea teorica. sistenza di basso valore puo essere effettuato se-

538
guendo il semplice piano di cablaggio riportato di 150 ohm, mentre per il potenziometro R2 ab-
in figura 2. biamo citato il valore di 200 ohm. La resisten-
Lo strumento indicatore e un microamperome- za R2, come abbiarno detto, e un potenziometro
tro da 500 µA fondo-scala, con una resistenza in- a grafite a variazione lineare.
terna di 75 ohm. La resistenza R3 ha il valore Le caratteristiche del microamperometro or ora
e
di 1,5 ohm; questo valore stato scelto in modo citate non sono assolutamente vincolanti, perché
che !'indice dello strumento, a meta scala, indi- si potranno utilizzare anche strumenti indicatori
chi il valore di 1,5 ohm. piu sensibili e con diverso valore di resistenza
Ma e ovvio che per la resistenza R3 potra essere interna, a patto di variare sempre i valori di Rl-
assunto un valore anche diverso da quello da R2 oppure quello di R3, oppure tutti tre contem-
noi prescritto, cioe compreso tra 1 ohm e 5 ohm poraneamente.
{valore massimo), purché si vari opportunamen- Con lo strumento da noi prescritto e con i va-
te il valore delle altre resistenze (R1-R2). lori dei componenti citati nell'apposito eleco.
Per la resistenza Rl abbiamo prescritto il valore la corrispondenza tra le indicazioni dello stru-

Le prime
esperienze
del dilettante

RICEVITORE PER ONDE MEDIE A 2 VAL VOLE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 6.300 senza altoparlante
L. 7.000 con altoparlant
E' un kit necessario ad ogni principiante per 11 kit e corredato del fascicolo n. 2-1973 della
muovere i primi passi nello studio della radio- rivieta, in cui e pubblicato l'articolo relativo
tecnica elementare. E' la sola guida sicura per al montaggio dell'apparato. Le richieste debbono
comporre un radioapparato, senza il fastidio di essere fatte inviando anticipatamente l'importo
dover risolvere problemi di reperibilita di ma- a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a:
teriali o di arrangiamenti talvolta impossibili. Elettronica Pratica - 20125 (Mi) -. Via Zureti, 52.

539
Fig. 2 - Il cablaggió dell'ohm:-
metro per misure di resistenze
di basso valore é estrema-
mente semplice. Nel realizza-
re i puntali consigliamo di
servirsi di conduttori di suf-
ficiente sezione. Anche le pre-
se per i puntali, allo scopo
di evitare resistenze aggiun-
tive, potrebbero essere elimi-
nate e sostituite con saldatu-
re a stagno dei conduttori.

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONTAGGIO
La realizzazione di questo semplice ricevitore rap- COSTA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette-
L. 2.900 (senza altoparlante}
re alla prova le proprie attitudini e capacita nella L. 3.500 (con altoparlante}
oratica della radio.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione de ·« ll ricevitore del principiante » sono contenuti in
una scatola di montaggio venduta dalla nostra organizzazione in due diverse versioni: a L. 2.900 senza
altoparlante e a L.3.500 con altoparlante. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'im-
porto a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA 20125 MILANO - Via Zu-
retti n. 52.

540
mento e i valori ohmmici, e quella indicata nella
seguente tabella :

Indicazioni dello Valori resistivi


strumento in µA corrispondenti in ohm

16 0,05
31 0,1
125 0,5
166 0,75
200 1,0
250 1,5
285 2,0
310 2,5
330 3,0
365 4,0
385 5,0
400 6,0
420 8,0 Fig. 3 - Anche quando il comune tester, commutato
nelle misure ohmmetriche, viene predisposto pér la
435 10,0 p.ortata ohm x 1, non e assolutamente possibile va-
445 12,0 lutare valori resistivi inferiori alle poche decine di ohm.

UN PRESTIGIOSO KIT
SPIA A SOLE L. 12. 700
TELEFONICA La spla telefonlca e una trasmlttente di piccolissime di-
mensioni, il cul circuito e concentrato su una superficie
di appena diecl . centlmetri. Occultata nell'apparecchio
telefonlco, o In prosslmita di esso, trasforma quento si
dice o si ascolta. al telefono In segnali radio modulat
In frequenza. Sintonizzando un apperecchio radio e mo.
dulazlone di frequenza sulla lunghezza d'onda di trasmis-
slone della spia telefonica, sl possono asco/tare, senza
alcun collegamento di flli, tulle le conversazioni telefo-
niche, con la massima chiarezza e con la potenza desi-
derata. 11 telefono divlene, in pratica, un trasrettitore
nel momento In cui si alza il cornetto e cessa di esserlo
quando il cornetto viene rlagganciato, automnatic emente
senza alcun lntervento manuale su! mi'crotra:smettitcre. 11
circuito e alimentato direttamente dalla linee telefonica

Tutti i componenti necessari per la realirzazione della


spia telefonica sono contenuti in un unico kit compren-
dente anche Il fascicolo di marzo 1973 di Elettronca Pra-
tica in cui, a pagina 164, e presentato l'articolo descrittivo,
con gli schemi, l'elenco componenti e le modalita 'di co-
struzione e mena a punto.

Le richieste devono essere effettuate inviando l'importo di L 12.700, a mezzo vaglla


o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA - Via Zureti n. 52 - 20125
MILANO (nel prezzo tono compresa anche le spese di spedizlone).

541
[l motivo per cui abbiamo pubblicato la tabella
e ovvio : lo strumento indicatore, essendo un
microamperometro, e in grado di rilevare picco-
li valori di correnti elettriche e non certo valori
resistivi.

il nostro Utilizzando componen ti di valore diverso, la ta-


ratura del circuito potra essere effettuata spe-
rimentalmente, oppure tramite la seguente re-

indirizzo é lazione:

Rx
ly [fs x
R3 + Rx

in cui Rx rappresenta il valore della resistenza


incognita, Ifs il valore della corrente di fondo-
scala dello strumento, Ix la corrente che fluisce
attraverso lo strumento di misura quando viene
inserita la resistenza incognita Rx.
La formula ora presentata impone, ovviamente,
che la resistenza R? (potenziometro) sia stata
regolata per il valore di fondo-scala dello stru-

ET'TRONIGA mento.

PRATIGA ESEMPIO PRATICO

Per coloro che non avessero eccessiva dimesti-


chezza con le formule matematiche, riteniamo ne-
cessario presentare un esempio pratico.
Supponiamo di utilizzare per R3 una resistenza
del valore di 1 ohm, mentre lo strumento indica-
tore si da 100 A fondo-scala.
Applicando sui puntali dello strumento una re-
sistenza da 0,2 ohm, rappresentativa della resi-
lll. stenza incognita RX, si otterrá la seguente indi-
cazione sulla scala dello strumento :

0,2

Via Zuretii 52 Ix
100x , 0.2
17 A circa

20125 - Milano Una volta ottenuto questo risultato, sulla scala


dello strumento si potra segnare, in corrisponden-
za del valore di corrente di 17 A, il valore re-
Tel. 6891945 sistivo di 0,2 ohm.
E facciamo ancora un esempio, supponendo, que-
sta volta, che il valore della resistenza rappresenta-
A6. tiva della resistenza incognita Rx sia di 3 ohm.

542
Ebbene, applicando la formula, otterremo:

3
Ix = 100 x----- = 75 A
+ 3 PERLA
SICUREZZA DI
Anche in questo caso, in corrispondenza del va-
lore di 75 A della scala del rnicroamperornetro RICEVERE
si potra segnare il valore resistivo di 3 ohm. MENSILMENTE
Per concludere possiamo dire di aver rnesso ogni
lettore nelle condizioni di realizzare uno stru- LA VOSTRA
mento di misura di grande utilitá, senza solleva- RIVISTA
re alcun problema di reperibilita di cornponenti.
E vogliamo ritenere anche che le nostre spiega-
zioni siano risultate chiare e facilmente assimila-
bili da tutti.

AMPLIFICATORE TUTTOFARE
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in scatola di montaggio a L. 3. 750

11 kit permette di realizza-


re un modulo elettronico u-
tilissimo, da adattarsi alle
seguenti funzioni:

Amplificatore BF Caratteristiche elettriche del modulo


Sirena elettronica Tensione típica di lavoro: 9 V
Aliarme elettronico
Oscillatore BF Consumo di corrente: 80 : 100 mA
(emissione in codice mor- Potenza d'uscita: 0,3 W indistorti
se) lmpedenza d'uscita: 8 ohm

Tutti i con+onenti necessari per la realizzazione di questo apparato sono


contenuti in una scatola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazio-
ne al prezzo di L. 3.750. Le richieste debbono essere fatte inviando an-
ticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a:
Elettronica Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.

543
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i questa Rubrica potranno avvalersi tutti quei lettori che sentiranno la

D necessita di offrire in vendita, ad altri lettori, componenti o apparati


elettronici, oppure coloro che vorranno rendere pubblica una richiesta
di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilita su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicita
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
pubblicati, annunci di carattere pubblicitario. •
Coloro che vorranno servirsi di questa Rubrica, dovranno contenere il testo
nei limiti di 40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stam-
patello).

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545
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dove si puo esaurire presto, nei primi giorni di ven- piil vi interessano.
dita.

548
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L'ALLEGATO MODULO DI
C/C POSTALE PUO' ES-
SERE UTILIZZATO PER
EFFETTUARE L'ABBONA-
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MENTO A ELETTRONICA
PRATICA IN UNA DELLE
DUE FORME PROPOSTE
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DAL NOSTRO SERVIZIO .
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ABBONAMENTI, OPPURE .s

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VERE CHIARAMENTE E DI
PRECISARE NELL' APPO-
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DUE FORME PROPOSTE
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• usufruire' del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
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Un regolatore impossibile Omissione di un valore capacitivo

Vorrci realizzare il progetto dell'adattatore-rego- Sfogliando i fascicoli arretrati di questa rivista,


latore per cuffia, presentato a pagina 447 del fa- ho trovato lo schema di un progetto che mi in-
scicolo di giugno dello scorso anno. Con questo teressa moltissimo. Si tratta del progetto di un
apparato vorrei regolare, indipendentemente da! amplificatore da 100 W proposto ad un lettore,
livello d'uscita dell'amplificatore, il volume, la in questa stessa rubrica, a pagina 543 del fasci-
tonalita, il bilanciamento e la separazione. Pote- colo di ottobre '72.
te indicarmi le varianti da apportare al circuito Poiché il progetto mi sembra molto semplice
per poterlo usare come regolatore degli alto- avrei tutte le intenzioni di realizzarlo, dopo aver
parlanti? ovviamente conosciuto il valore del condensatore
PAGNANINI LUIGI situato tra base e. collettore di TR2, che non
Viterbo risulta in alcun modo citato.
ROGGLA ERNESTO
La modifica da lei ventilata non e possibile, per- Bressanon e
che il circuito puó pilotare soltanto cuffie da
0,5 I/ al massimo, sfruttando una piccola par- Il valore del condensatore, non citato nellelen-
te della potenza. Con potenze di 10-20 W si puó co componenti, deve aggirarsi intorno ai 1.000
fruttare il 2% o il 5% della potenza. pF. Se lei non riuscisse a reperire i transistor

551
da noi suggeriti, le consigliamo di effettuare le installazione di una cassa acustica centrale. L'im-
seguenti sostituzioni. Per il transistor TR2 puo pedenza Zl .deve essere costruita avvolgendo, su
usare un BCI44; per TR3 pu usare un BC301; un nucleo ferromagnetico, 50 + 50 spire di filo
per TR4 puo usare un BC303, eliminando il di rame smaltato del diametro di 1 mm .
diodo D3. Tenga presente che la tensione di

• • •
alimentazione del circuito potra essere aumen-
tata fino a 70 V circa, con il risultato di otte-
nere tuna potenza di uscita di oltre 60 W effica-
ci, cioe una potenza di picco di 120 W.
Realizzazione di un sintonizzatore

••
Un problema di stereofonia
Sono in possesso di un condensatore variabile dop-
pio ad aria, da 440 + 440 pF, e di una anten-
na in ferrite munita di due avvolgimenti. Con
questi elementi e l'aggiunta di qualche altro di
facile reperibilita commerciale vorrei costruire
Le due casse acustiche, che fanno capo al mio un buon sintonizzatore, da collegare con l'am-
amplificatore stereofonico da 20 + 20 W, sono plificatore di bassa frequenza da 50 W per chi-
sistemate, per esigenze di arredamento, assai tarra elettrica, che ho da voi acquistato in scatola
lontane l'una dall'altra. Questa errata sistema- di montaggio. Potete inviarmi lo schema di un
zione dei riproduttori acustici crea un vuoto tale progetto?
sonoro, che vorrei colmare con una terza cassa MINNETTI GINO
acustica, in grado di riprodurre i suoni miscela- Ascoli Piceno
ti dei due canali, cioe destro + sinistro. Faccio
presente di essere un principiante e, quindi, non Con i pochi componenti in suo possesso non riu-
in grado di mettere le maní sul circuito dell'am- scirebbe in alcun modo a costruire un buon sin-
plificatore stereo. tonizzatore. Le consigliamo invece di realizzare il
nostro ricevitore CARACOL, venduto in scatola
BLOCCHI AMELIO di montaggio dalla ostra Organizzazione. Lei
Como potra accoppiare il sintonizzatore di questo rice-
vitore con l' en trata dell' amplificatore per chitar-
L'installazione di una terza cassa acustica e ra elettrica. Tenga presente che il segnale do-
senz'altro possibile e non implica alcuna diffi- vrd essere pelevato fra massa e il cursore del
colta di ordine tecnico. Non occorre infatti ma- potenziometro R1O. Si ricordi che la massa del
nomettere l'amplificatore, purché si accetti di ricevitore CARACOL e rappresentata dalla li-
buon grado l'introduzione di una certa diafonia. nea della tensione di alimentazione positiva del
Perche la « separazione » tra i due canali dimi- circuito.
nuisce e potrebbe essere ripristinata soltanto
tramite semplici modifiche all'amplificatore. Lo
schema qui presentato interpreta il sistema di

Z 1

t
an v
4n
SINISTRO
I 4n.
CENTRO
¼ M
ar u!
4n.
ESTRO

552
Filtri a T» ea«P Greca
« » di entrambi e le formule necessarie per il loro
dimensionamento.
Senza avere le pretese di divenire un progettista Quando si tratta di un filtro a «p greca » pas-
di circuiti elettronici, vorrei conoscere le for- sa-basso, i valori dell'induttanza e dei condensa-
mule necessarie per il calcolo degli elementi che tori vengono dedotti dall'applicazione delle se-
compongono i filtri a «T» e a «p greca». guenti due formulec
NOVELLINI NUNZIO
Ancona z
Ll Cl c2
La conosccnza delle formule da lei richiesta 4 rf 8 rf
permette, oltre che il calcolo di un condensato-
re o di una indutianza, anche la conoscenza del Per un filtro di tipo passa-basso a «T», le for-
modo con cui si perviene alla progettazione di mule valide sano le seguenti:
un filtro, casi da poterlo meglio adattare alle z
proftrie esigcnze. Poiché lei non specifica se Ll = L2 = 8 1t f Cl
vuole cimentarsi nel calcolo dei filtri passa-basso 4 rf
o passa-alto, pubblichiamo volentieri gli schemi

PASSA BASSO
L1 L1 L2

FILTRO A 7 FILTRO A T

PASSA ALTO Al
l C2

L2 L1

ro A 7 FILTRO A T

553
Per i fltri di tipo passa-alto a «p greca », le
formule sono le seguenti:

z
LI L2 C1 = C1
2 rf 4 'lt f 4r
1-
z
Nel caso dei filtri di tipo passa-alto a « T», val- w
gono le seguenti formule:
1
L1 = Cl C2
4 rf 2 rf

I simboli riportati. nelle formule debbono essere . n suo possesso. Le ricordiamo che la costantc
cosi intesi: L = induttanza; C = capacita; di tempo d'attacco e di 3 millisecondi, mentre
f = frequenza; Z impedenza; T = 3,14. Le il tempó di recupero e
di 100 millisecondi. In
grandezze elettriche debbono essere espresse co- questo modo e possibile ottenere la registrazio-
sl: L in henry; C in Farad; f in Hertz; Z in ne della dinamica della voce, intervenendo sol-
Ohm. tanto quando vi sía un reale cambiamento del
livello sonoro .

Compressore di dinamica
••• •••
Sono un vostro affezionato lettore, molto inte-
ressato all'clettronica dilettantistica. Attualmen- Che cos'e il Getter?
te mi occupo di registrazioni dal vivo, effettuan-
do interviste di gruppo o singole, fra i compagni Alo scopo di acquisire una sufficiente cultura in
di scuola e in famiglia. Purtroppo, quando mi materia di elettronica, ho voluto avvicinanni in
capita di registrare in condizioni difficili, i ri- questi tempi al mondo della valvola elettrortica
sultati non sono brillanti, a causa di un susse- che, pur essendo stata messa in disparte, costi-
guirsi di tonalita alte e basse. Potreste fomirmi tuisce una tappa d'obbligo nello studio della ra-
un semplice circuito in grado di rendere uni- diotecnica.
forme il volume di riproduzione, anche in pre- Nell'usare questi componenti e sorta in me una
senza di segnali a livello moho variabile? curiositá che nessuno e riuscito a spiegarmi. Ho
MIGLIAZZA DAVIDE notato che le valvole elettroniche, anche quelle
Cuneo nuove e mai adoperate, risultano leggermente an-
nerite sulla superficie interna del vetro. Questo
A leí necessita un compressore di dinamica, in annerimento fa pensare a qualche bruciatura ve-
grado di fornile all'uscita un segnale di livello rificatasi all'interno della valvola stessa, oppure
pressocché costante, anche se i livelli d' entrata ad una sua usura. Ma il rivenditore mi ha as-
sono molto diversi tra loro. Lo schema, qui sicurato che tutte le valvole nuove si presentano in
presentato, e
quello di un progetto in grado di questo modo. Siete in grado di darmi qualche
accogliere, in entrata, segnali di livello compreso spiegazione in proposito cosi da soddisfare que-
tra i 200 m
e i6 V, fornendo, in uscita, un sta mia curiosita tecnica?
segnale quasi costante di 5 m V, che dovrii esse- MARCHESINI FRANCESCO
re ovviamente amplificato. Le consigliamo l'uso Treviso
di questo dispositivo non tanto in fase di ripro-
duzione, quanto durante il processo di registra- L'annermento da lei notato e provocato dalla
: e, allo scopo di diminuire notevolmente il capsula di esplosione, sulla quale, all'atto di co-
rapporto segnale[disturbo della registrazione su struzione della valvola, viene depositata una so-
nastro. Bisognerii tuttavia provvedere alle ne- e
stanza attiva che, con termine inglese, denomi-
cessarie amplificazioni nel caso in cuí i livelli nata «getter ». Una volta effettuata la vuota-
di segnale, del valore prima citato, non siano tura di un tubo elettronico, per eliminare comple-
compatibili con il microfono ed il registratore tamente i residuati di gas che ancora possono ri-

554
tamente nella cassetta custodia di un altopar-
lante.
LIGUORI GIANNI
Venezia

Il progetto, qui riportato, puó risolvere rapida-


mente e semplicemente il suo problema. Il cir-
cuito, infatti, e composto da due soli transistor
di tipo complementare, da una normale resisten-
za e da un condensatore. I valori del condensato-
re e della resistenza determinano la frequenza
di oscillazione del circuito. Con i valori da noi
suggeriti, la frequenza di oscil1azione si aggira
intorno ai 1.000 Hz. L'alimentazione del circuito
puó variare fra i9 e i12 V (corrente continua).
Con la tensione di alimentazione di 9 V lassorbi-

C1

manere dentro il bulbo di vetro, si fa esplodere


nell'interno del tubo, mediante riscaldamento,
una piccola quantita di magnesio che evapora fa-
cilmente e viene a depositar si sulle pareti dell' am-
polla, trasformata in polvere finissima, che assor-
be le molecole residue, generando vuoto spinto.
Il magnesio viene posto alfatto di fabbricazione
della valvola su un dischetto metallico e viene
trattenuto su di questo per mezzo di una reticel-
la.
L'insieme di questo dischetto, del magnesio e
della reticella, prende il nome di « capsula di COMPONENTI
esplosione » o « pastiglia esplosiva ». Spesse vol- Cl = 10.000 pF
te al magnesio vengono mescolati altri metalli Rl = 100.000 ohm-1/4 W
facilmente volatilizzabili, come l'alluminio, il ba- TRI = AC188/01
rio, il cerio, ecc. TR2 = AC187/10
La sostanza attiva della capsula di esplosione, co- AP = altoparlante con impedenza di 8 ohm
me abbiamo detto, prende il nome di « getter ». Alimentaz. = 9- 12 V

••• mento di corrente si aggira intorno ai 75 mA. E°


ovvio che questo circuito potra interessare molti
altri lettori, perché potra essere adottato, oltre
Un semplice oscillatore BF
che da sistema d'allarme, anche perlo studio del
Vorrei realizzare un piccolo apparato per aliar- codice Morse o per altre applicazioni similar.
me acustico. A tale scopo mi servirebbe il pro-
getto di un semplice oscillatore di bassa frequen-
za, composto da pochi componenti, di piccole
dimensioni, in modo da poterlo inserire diret-
• •
555

/
Stereo fonia in auto lita di apprez:are la separazione fra i due canali,
causata dalla prefissata posizione dei passeggeri.
Ad un prezzo veramente d'occasione ho acqui- L'unico vantaggio offerto da un mangianastri
stato tempo fa un mangianastri stereofonico per stereofonico e quello di poter riprodurre con mag-
auto, che vorrei personalmente installare sulla mia gior completezza i nastri stereofonici, piü di
autovettura. Chiedo a voi quindi un consiglio quanto non lo possa fare un analogo mangia-
sull'installazione degli altoparlanti, allo scopo di nastri monofonico. Tra i posti piü consigliabili
raggiungere il miglior effetto stereofonico . per l'alloggiamento degli altoparlanti, possiamo
MENDOLIA GASPARE ricordarle le partiere dell'auto, che possono fun-
Roma gere da casse acustiche, fornendo eventualmente
a queste un sistema interno di isolamento acu-
Personalmente riteniamo che la stereofonia in au- stico.
to sia del tutto sciupata, a causa dell'impossibi-

• ••
La lampada-spia si brucia

Ho realizzato l'amplificatore di bassa frequenza


a due valvole presentato a pagina 518 del fa-
scicolo di luglio 1973. II risultato e stato il se-
guente: ad ogni prova si brucia la lampada-spia
LP. Potete dirmi per quale motivo si verifica
tale inconveniente?
GARCINO PIETRO
Macerata

Per poter conoscere il motivo dell'inconveniente


che si verifica nel suo amplificatore, occorre so-
stituire la lampada-spia con un milliamperome-
tro da 500 mA f ondo-scala e misurare la corren-
te assorbita dal circuito dell'amplificatore. Se
il valore della corrente si aggira intorno ai 150
mA, occorre ritenere la lampada-spia di tipo
non adatto, cio di tipo diverso da quello da
noi precisato (6 V 150 mA). In caso contra-
rio dobbiamo ritenere che leí abbia commesso
un errare di cablaggio, oppure che una delle
due valvole sia dij ettosa.

••
Evanescenze nel ricevitore radio

Sono in possesso di un vecchio ricevitore a val-


vole che, fino ad ora, ha sempre funzionato a
meraviglia. Attualmente, durante l'ascolto di ta-
lune emittenti radiofoniche, ho notato uno strano

556
fenomeno: una continua evanescenza durante componente. Potreste indicarmi le tensioni tipi-
lascolto; in pratica il suono diminuisce progressi- che rilevabili sugli elettrodi del tubo a raggi ca-
vamente, poi ritorna normale per indebolirsi ulte- todici? Faccio presente che nei cinescopi in mio
riormente in seguito. possesso i terminali l e 8 corrispondono al fJa-
Sapreste dirmi di che cosa si tratta? In quale pun- mento.
to del ricevitore radio occorre intervenire per eli- PIRAZZO DOMENICO
minare tale difetto? Padova
UBOLDI CESARINO
Lodi Rispondiamo al suo quesito consigliandole di
acquistare un prontuario di tubi a raggi catodi-
L'evanescenza rappresenta quel difetto dei radio- ci, nel quale vengono normalmente elencati qua-
ricevitori per il quale l' ascolto diminuisce progres- si tutti i cinescopi di tipo commerciale, di vecchio
sivamente per ritornare in seguito normale e ri-
prendere poi a indebolirsi ancora, ad intervalli
piü o meno lunghi.
L'evanescenza, detta anche « fading », trova le
sue cause in fenomeni esterni al ricevitore: varia-
zione dell'altezza degli strati alti ionizzati del-
l'atmosfera, ecc.; talvolta, effetti simili sano pro-
dotti da difetti interi al ricevitore. La prima
causa e la soppressione del CAV, che permette
al « fading » di manifestarsi integralmente.
Gli elementi sui quali deve ricadere il sospetto del
radioriparatore, e sui quali oc corre eff ettuare
un controllo accurato, sano i seguenti:
il condensatore di disaccoppiamento del CAV
(cortocircuito);
le resistenzc proprie del circuito CAV (inter-
ruzioni);
il condensatore di rivelazione della tensione
CA V (interruzione o cortocircuito).
e nuovo tipo. In questi manuali viene citata la
Un'altra causa produce un effetto simile, ed e zoccolatura del tubo e vengono elencate le ten-
l'ínterruzione a caldo del filamento dí una delle sioni di lavara suí varí elettrodi. Le consigliamo
valvole. La valvola si comporta in questo caso anche di acquistare uno dei tanti volumi, dispo-
come un interruttore termico a bílamina. In que- nibili in ogni libreria, relativi alle tecniche di ri-
sto caso, pero, le interruzioni sono pi lunghe di parazione dei televisori. Perché non e possibile
quelle prodotte dall' evanescenza natura/e. II solo in questa sede riportare una risposta esauriente
rimedio e quello di sostituire le valvole una per al suo quesito. Possiamo soltanto dirle che, con
una fino alla soppressione del difetto. tutta probabilita, la zoccolatura e le corrispon-
denti tensioni dei cinescopi in suo possesso sano;

•••
Filamento piedini 1 e 8
Griglia controllo piedini 2 o 6 0 V
l O anodo acceleratore piedino 3 300-500
Zoccolatura dei cinescopi Griglia schermo piedino 4 100-300
Vorrci tentare di riparare alcuni televisori, ab- Catado piedino 7 0-100 1

bastanza vecchi, in mio possesso. Cio che mi in- Anodo acceleratore


teressa maggionnente e l'analisi del cinescopio,
in modo da rendermi conto se il mancato funzio- Questi sono i valori piü comuni rle
namento del ricevitore e da attribuirsi a questo scopi di vecchio tipo.
Sostituzione di un transistor recchio mi sono accorto della presenza di alcune
bruciature su un· componente che non ho mai vi-
Sono un vostro affezionato lettore che vi scrive sto e di cuí non conosco le funzioni. Si tratta di un
per il seguente motivo: sul fascicolo di novem- insieme di piastrine metalliche quadrate, lisce
bre '73, in questa stessa rubrica, a pagina 879, da una parte e granulose dall'altra. Fra una pia-
e presentato lo schema di un alimentatore per strina metallica e I'altra mi e sembrato di notare
piccoli ricevitori radio. A mio avviso in questo la presenza di un dischetto di piccolo diametro
progetto e presente un errore; infatti, il tran- e di grosso spessore. II tutto risulta unito da un
sistor TRl da voi prescritto come un AC128, perno centrale. Potrei rimettere in funzione il
e di tipo PNP, mentre nello schema teorico que- caricabatteria sostituendo tale componente? Do-
sto stesso transistor e indicato come un NPN. ve e possibile acquistarlo? Esistono attualmente
Immagino si sia trattato di un errore di stampa. componenti elettronici di dimensioni piü piccole,
Potete rispondere a questo quesito? in modo da ridurre il volume dell'apparato? Fac-
DAVIDDI FRANCESCO cio presente che il mio caricabatteria eroga la
Montepulciano tensione continua • di 12 V e permette un assor-
bimento massimo di corren te di 5 A; il flusso di
corrente assorbita puo essere regolato tramite un
Il simbolo del transistor, nello sclema elettrico, comando situato sul pannello frontale dell'appa-
e esatto. Non e esatto invece il valore citato recchio.
nell'elenco componenti, perche si tratta di un
transistor di tipo AC127 anziché un AC128. SQUILLACISALVATORE
Messina

••• Il componente, che a lei risulta sconosciuto, e


un classico raddrizzatore al selenio, cioé un com-
ponente molto usato fino ad una decina di anni
fa ed attualmente in disuso.
Esso infatti e stato sostituito vantaggiosamente
Radiocomando per usi diversi con i moderni diodi al silicio, che presentano
caratteristiche elettroniche di gran lunga supe-
Nel progetto relativo al radiocomando per usi riori ed una notevle affidablita di funzionamen-
diversi, presentato sul fascicolo di aprile '74, to. Le consigliamo quindi di provvedere alla so-
non risultano citati i valori dei condensatori stituzione del raddrizzatore al selenio con un dio-
C8-C9. Essendo interessato allá realizzazione di do al silicio da 50 V-10-20 A (autodiodo). Non
quel progetto, gradirei conoscere gli esatti va- le indichiamo una sigla precisa di questo compo-
lori di quei componenti. nente, perché non si tratta di un elemento cri-
tico e per il quale lei puó utilizzare il tipo facil-
BOINE WALTER mente reperibile sul mercato e, possibilmente,
± Torino quello di minor costo.

Il valore esatto dei condensatori da lei citati e


il seguente: C8 = 20.000 pF; C9 = 50.000 pF.
Ci scusiamo con lei e con tutti gli altri lettori
interessati a questo progetto per l'involontaria
omissione tipografica, peraltro insita nella na-
tura di ogni pubblicazione tecnica.

•••
Raddrizzatore al selenio

Sono in possesso di un vecchio e voluminoso ap-


parato per caricabatteria, attualmente in disuso
e non funzionante. Dopo aver smontato l'appa- •• •
IL IONOGAMIA-
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tamente, perché non richiede alcuna operazione
di ressa a punto. Se occultato in un cassetto,
sotto un mobile o dentro un lampadario, captera ...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

. 6.80
L'emissione e in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
sono talmente ridotte che il circuito, completo
"
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-
chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-
cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput e di 0,5 mW. La sensibilitá e re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
mlcrofono, oppure suoni forti in prossimita del
II microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
RIVISTA MENSILE PER GLI APPASSIONATI PR ª"'1"4
DI ELETTRONICA - RADIO - TELEVISIONE A& U
Anno III - N. 8- AGOSTO 1974 - Sped. in Abb. Post. Gr. III lire 700

GUIDA TEORICO • PRATICA


DELL'ASPIRANTE RETTRONICO
CONTIENE:
1) SIMBOLISMO
2) RESISTORI
3) CONDENSATORI
4) SALDATURE
5) DIODI
6) TRANSISTOR
7) AMPL. BF
8) ANTENNE
NOVITA' DAL GIAPPONE

RICETRASMITTENTI FM 420
A COPPIA
ASOLE 16.500
Caratteristiche sezione trasmittente
frequenza: 27,125 MHz (canale 14)
potenza input: 100 mW
oscillatore: controllato a cristallo di quar-
zo
tolleranza di frequenza: meno di 0,005%

Caratteristiche sezione ricevente


sistema di rivelazione: di tipo superri-
generativo
potenza audio: 100 mW
volume sonoro: regolabile manualmente
alimentazione: con pila a 9 volt

Una coppia di apparati che si presta a


molteplici usi.

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DIVERTENTI al mare, sul monti, nei, laghi.
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SPECIALE
DIDATTICA

E' il titolo ricorrente nelle pagine di questo particolare


fascicolo della Rivista: il fascicolo di agosto. Il mese in
cui l'editoria, almeno nell'espressione della periodicita,
tace per concedersi e concedere un periodo di vacanza a
tutti: maestranze, dirigenti e Lettori.
Ma noi non abbiamo voluto fermare completamente il
nostro lavoro. Né ci siamo adeguati alla consuetudine di
molti di convogliare nel fascicolo di settembre anche gli
argomenti di agosto. E' nato cosi questo

MANDILE DELL'ASPIRANTE ELETTRONICO


che, senza impegnare praticamente il Lettore in alcun
lavoro di montaggio, servira ad arricchire il laboratorio
dilettantistico, rappresentando in esso un autentico « fer-
ro del mestiere ». Per questo speciale fascicolo di Elettro-
nica e stato realizzato col preciso scopo di offrirs un
aiuto immediato ed esatto a chiunque stia progettando,
costruendo, mettendo a punto o riparando un apparato
radioelettronico, elencando dati tecnici, caratteristiche,
valori e grandezze radioelettriche.
L'ABBONAMENTO A
ELETTRONIC
PRATIGA
vi da la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa
vostra, una Rivista che e, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualita e sicuro
funzionamento.

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significa divenire membri sostenitori di una grande famiglia.
Creare un legame affettivo, duraturo nel tempo. Testimoniare
a se stessi e agli altri la propria passione per l'elettronica.

CONSULTATE
nell'interno le pagine in cui vi proponiamo le due forme di abbo-
namento, scegliendo quella preferita e da voi ritenuta la piu
interessante.
ELETTRONIGA
PRATIGA
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ANNO 3 - N. 8 - AGOSTO 1974


LA COPERTINA - Esprime il contenuto di questo
speciale fascicolo di Elettronica Pratica, che non
vuole impegnare il Lettore nella consueta pratica
dei montaggi, bensi intrattenerlo, teoricamente,
sugli elementi -basilari della piu elementare di-
dattica. Perché anche questo pul> essere un pia-
cevole suggerimento per trascorrere serenamen-
te II mese dell'anno destinato alle vacanze.

editrlce
ELETTRONICA PRATICA
dlrettore • reeponeablle
ZBFFERINO DE SANCTIS
Sommari
dlsegnd tecnlco
CORRADO EUGENIO
atempa
LA VELTRO
COLOGNO MONZESE
MILANO
/ IL SIMBOLISMO ELETTRONICO 564
Dletrlbutóre escluslvo per I'I-
talla:
A. &/G. Marco - Vla Fortez-
re n° 27 - 20126 Milano LE RESISTENZE ELETTRICHE 573
tol. 2528 - autorlzzlone
Tribunele Clvile dl Milano -
N. 74 del 29-2-1972 - pubbll-
olt Inferlore el 25%. 1 CONDENSATORI ELETTRICI 584
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tararla ed artistlca sono riser-
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dlaegnl, le fotografle, anche CIRCUITI ANTENNA-TERRA 633
•• non pubbllcatl, non el re-
titulscono.

563
SPECIALE
DIDATTICA

SI
11 simbolismo elettronico e un po' come !'alfabe- Ovviamente, tutte queste « letture » sono piü o
to di una lingua. Con quest'ultimo infatti si im- meno immediate, piü o meno approfondite, a se-
para a leggere e scrivere, mentre con il primo conda delle capacita e dell'esperienza di chi...
si impara a distinguere un progetto dall'altro e, legge.
soprattutto, si riconoscono i componenti elettro- In ogni paese del mondo, i componenti elettro-
nici necessari per tradurre nella realta uno sche- nici vengono disegnati, negli schemi teorici, con
ma puramente teorico. un particolare símbolo, conosciuto da tutti, in
11 simbolismo, dunque, e necessario per com- modo che il « linguaggio elettronico » risulti un
porre quel « linguaggio » universale, che permet- linguaggio universale cosi come lo e la musica.
te a tutti coloro che si occupano di elettronica E in modo che un progetto, concepito in una
di « comunicare » tra loro. qualsiasi parte del mondo, possa essere perfetta-
Ogni ricevitore radio, trasmettitore, amplificato- mente interpretato dovunque e-dovunque realiz-
re o strumento di misura, anche complesso e zato.
pesante, si traduce, grazie al simbolismo, in un Ma la conoscenza dell'immagine simbolica e il
semplice disegno su un foglio di carta. Ed in suo immediato riferimento a quella reale non
questo disegno si « leggono » : il tipo di apparato sono suficienti per una esatta valutazione di un
cuí si fa riferimento, il principio di funzionamen- determinato progetto. Perché di ogni compo-
to, il volume di ingombro della realizzazione ed nente occorre almeno conoscere la funzione, la
anche il suo prezzo. struttura fisica, l'unita di misura.

564
ELEMENTI TEORICI E PRATICI SIMBOLO DEL COMPONENTE

Ul
a:
o
G
o
--------
.-
11 resistore é un -componente che
ha il compito di ridurre l'intensi-
ta di corrente nei circuiti e di
determinare differenze di poten-

-
Ul ziale. Questi componenti posso-
a: no essere di vari tipi e dimen-
sioni.
Unita di misura: ohm - kiloohm
(1.000 ohm) - megaohm {1.000.000
ohm).

(
en
(/)
c
5
ul
en E' una resistenza variabile, cioé
( una resistenza il cui valore ohm-
N
zul mico puo essere variato, entro
certi limiti, agendo sul compo-
1-
0 nente per mezzo di un caccia-
en vite o di una manopola.
ul
a: L'unita di misura e la stessa del
resisto re.

o
a:
t:i E' un componente nel quale la
: resistenza puo essere variata a
o piacere facendo ruotare manual-
Ñ mente la manopola di comando.
z
Ul Serve principalmente per i co-
bc. mandi di volume sonoro e tona-
lita.
L'unitá di misura e
la stessa del
resistore.

Come avviene per il resistore,


il condensatore é uno dei com-
ponenti piú comuni in elettronica.
Ul
a: Ve ne sono di diversi tipi e gran-
o dezze. Si lasciano attraversare
zen dalle correnti alternate e non da
quelle continue. Gli elementi che
z
uI
o
z
o
li compongono sono principal-
mente tre: armature • dielettrico
- terminali. • ==11=

o Unita di misura: farad • micro-
farad (un milionesimo di farad)
- picofarad (un milionesimo di
milionesimo di farad).

565
COMPONENTE AL VERO ELEMENTI TEORICIE PRATICI 1 [ SIMBOLO DEL COMPONENTE
ou
¡:: Questi tipi di condensatori si
::::¡ differenziano da tutti gli altri com-
o ponenti per le loro caratteristi-

f=
a:
che costruttive. Essi vengono rea- "
E
l
lizzati sfruttando il classico prin-
ul cipio deg_li elettroliti. ~ono ad_a_tt! 1 4·
Lul per raggiungere valori capacitivi
a: molto elevati. Appartengono alla 1
o categoría dei componenti pola-
zen rizzati, in quanto presentano un
terminale positivo e uno nega-
z
w tivo.
o L'unitá di misura e la stessa del
z
o normale condensatore.
u

-T
w Tale denominazione viene attri-
a: buita normalmente ai piccoli con-
o
z
en
densatori variabili, cioe a quei
condensatori principalmente mon-
z
LuI
tati nei circuiti di alta frequenza.
a. 11 valore capacitivo puó essere
: variato, azionando una vite o un
o perno, entro due limiti precisi
u di valore mínimo e massimo.
L'unita di misura e la stessa del
condensatore.

w
l
iii Questo condensatore risulta mon-
(
tato in quasi tutti gli apparati
E radioriceventi. E' composto da
$ due insiemi di armature fisse e
Ll mobili. Viene montato normal-
a: mente nei circuiti di alta fre-
o
zen quenza. 11 valore capacitivo del
componente varia entró certi li-
z miti facendo ruotare il perno di
uI comando.
o
z L'unita di misura e la stessa del
o normale condensatore.
0

Prende, piu semplicemente, an-


d che il nome di induttore, bobina
N o induttanza. Puó avere forme
z diverse e puó essere di diversa
<
E grandezza. La piu semplice e
:::, quella cilíndrica, composta da un
o avvolgimento di' filo conduttore
z
intorno ad un supporto, nel qua-
o le puó essere inserito un nucleo
<
z
di ferrite con lo scopo di ren-
dere variabile l'induttanza.
iii Unita di misura: henry - micro-
o henry (un milionesimo di henry)
lll
millihenry (un millesimo di
henry).

566
COMPONENTE AL VERO ELEMENTI TEORICI E PRATICI JI SIM8OLO DEL COMPONENTE

uI
a:
o E' composto da due avvolgimen-
z
:
ti, cioé da due induttanze, rea-
lizzate su uno stesso supporto
a:
o
Lu.
isolante. Gli avvolgimenti sono
normalmente di tipo a nido d'ape.
(/)
< Viene comunemente montato al-
a: l'entrata dei ricevitori radio.
1-
L'unita di misura e la stessa del-
la bobina d'induttanza.

Consiste in un avvolgimento di
filo su supporto isolante. La sua
funzione é quella di formare un
ostacolo al passaggio delle cor-
renti di alta frequenza, conce-
dendo via libera alle correnti di
bassa frequenza. E' chiamata an-
che bobina d'arresto.
L'unita di misura ela stessa del-
la bobina d'induttanza.

~
z
uI
Viene normalmente impiegata nei
«Q))y=
-.,.x._.v..:.rc._..v....,.v-

circuiti di alimentazione. Permet-


o
uI te di eliminare i residui di alter-
c..
: nata nei ci.rcuitr di alimentazone
in corrente continua.
L'unita di misura ela stessa di
quella del resistore.

Serve per trasformare la tensio-


ne alternata di rete-luce in ten-
sioni alternate di valore pi ele-
vato o piü basso, ma pi adatte
ad alimentare i vari circuiti di un
w apparato elettronico.
a:
o La grandezza fisica che princi-
z
:
palmente li caratterizza é la po-
tenza elettrica. Quelli che inte-
a: ressano le applicazioni radiotec-
o
u..w niche non superano generalmen-
cnz te i 300 W di potenza trasfor-
<O mata.
r-
-N
COMPONENTE AL VERO ELEMENTI TEORICIE PRA TICI SIMBOLO DEL COMPONENTE

Serve per accoppiare lo stadio


finale di uscita di un amplifica-
tore di bassa frequenza con l'al-
toparlante. La scelta di un tra
sformatore di uscita deve' tener
conlo dell'impedenza di carico e
di quella del secondario, che de-
ve corrispondere all'impedenza
dell'altoparlante. Un altro dato
importante e rappresentato dalla
potenza di uscita espressa ir,
watt.

UJ
5
3a:
f E' il piú comune dei trasduttori
c.
o acustici. Trasforma l'energia elet-
B, trica in energía acustica. Le ca-
d ratteristiche principali di questo
componente sono: l'impedenza
della bobina mobile, il diametro
del cono diffusore e le qualitá
costruttive.

E' il trasduttore acustico conte-


nuto nei microfoni. Puó essere
di tipo a carbone, magnetice o
piezoelettrico. La sua caratteri-
stica fondamentale e la sensi-
bilitá.

z
a.
z
a: E' il semiconduttore a stato so-
g lido di tipo piú comune. Puó es-
en sere al germanio o al silicio. E'
G5 paragonabile alla valvola elettro-
z nica a tre elettrodi (triodo}. In
d
a: esso i cristalli si succedono nel
1-
seguente ordine: negativo - po-
sitivo - negativo. Gli elettrodi so-
no: b = base; c = collettore;
e = emittore.

568
COMPONENTE AL VERO ELEMENTI TEORICI E PRATICI Il SIMBOLO DEL COMPONENTE

a.
z
•a: Vale quanto de.tto per il transi-
o stor NPN, dal quale si differen-
5 zia per la diversa successione
5 dei cristalli impuri in esso con-
z
,e( tenuti: positivo- negativo - po-
a: sitivo. Anche questo semicon-
1-
duttore puó essere al germanio
o al silicio. Gli elettrodi sono:
b = base; c = collettore; e
emittore.

G
tiLI. Viene chiamato anche « transi- =I
stor ad effetto di campo ». E'
a: caratterizzato da una elevatissi-
o
1- ma impedenza di ingresso, pa-
(/) ragonabile a quella delle valvole
oz elettroniche. Gli elettrodi sono:
G = gate; D = drain; S =
~ source.-
1-


uI
l
,e(
z
<
(.)

<

E' analogo al transistor prece-


dente. Le caratteristiche sono le
stesse ma cambia la polarizza-
zione. Anche gli elettrodi sono
gli stessi del transistor a ca-
nale N.

'-_
-_-_
-_--
-~--
~_-_
-_-_
-_-_
-_-_
-_-_
-_-_
-_-_
---.
- ... -_
~
-_-_
-_-_
----
----
----
-~-_
-_-~
-_-_
-_-_
-.:
_ -_
...,,,j-
..,. _,

IIJ
z
o
Ñ Viene chiamato anche transistor
z
:::> UJT. A differenza dei comuni
5 transistor, che sono dotati di due
z:::> giunzioni del tipo PN, possiede
una sola giunzione, ricavata su
un lato di una sbarretta di silicio
11 di tipo N, alle cui estremita sono
presentí due elettrodi denbmina-
ti BASE 1 (81) e BASE 2 (82),
mentre il contatto con la giun-
zione viene denominato EMITTO-
RE. •· •

569
ELEMENTI TEORICI E PRATICI I] SMBOLO DEL COMPONENTE

-K
Si tratta del semiconduttore di
tipo piü semplice. Puo essere al
germanio o al silicio e serve per
risolvere II processo della rivela-
zione dei segnali radio, oppure
per raddrizzare le correnti alter-
nate. E' caratterizzato da due
elettrodi: l'anodo (A) e il catodo
(K).

Questo tipo di diodo riveste par-


ticolare importanza in tutti i set-
tori dell'elettronica moderna. Es-
so sfrutta il cosiddetto « effetto
zener •. Quando il diodo e pola-
rizzato in senso diretto, l'inten-
sita di corrente che lo percorre,
aumenta rapidissimamente e ció
in corrispondenza di valori molto
deboli della tensione applicata.
La corrente che attraversa il dio-
K!
do in senso inverso e debollssi.-
ma e, pur variando la tensione,
rimane costante.

Diodo a capacita variabile. Quan-


do la giunzione del diodo viene
polarizzata inversamente, il com-
ponente diviene un condensatore
la cui capacita varia al variare
della tensione applicata. Trova
largo impiego nei circuiti a mo-
dulazione di frequenza. E' carat-
terizzato dalla presenza di due
elettrodi: l'anodo (A) e il cato-
do (K). •

Prende anche il nome di « dio-


do controllato ». E' composto da
quattro strati di silicio, sovrap-
r
o posti alternativamente, di tipo P
0 ed N, cosi da formare uña strut-
o tura NPNP, dotata di tre giun-
o zioni a semiconduttore. Da que-
o sti strati di semiconduttore ven-

º gono ricavati tre elettrodi che


costituiscono i terminali del com-
ponente. Essi sono: il catodo,
l'anodo e il gate o porta.

570
COMPONENTE AL VERO ELEMENTI TEORICIE PRA TICI 1 [ SIMOLO DEL COMPONENTE

Puo essere consideralo. la ver-


sione, allo stato solido, della lam-
padina al neon, ovviamente fa-1 ~
(.)
< cendo riferimento al funzionamen- =====1;.1=====
to di questa e non certo alla sua
5 luminosita. Esso diviene condut- ·
tore non appena la tensiorie ap-
plicata sui suoi terminali supera
un certo valore; al di sotto di
questo, il diac si comporta come
un elemento isolante.

E' costituito dal coliegamento in


antiparallelo di due diodi SCR,
essendo il catodo deli'uno colle-
gato con l'anodo dell'altro e vi-
ceversa. Ha lo scopo precipuo
di controllare potenze elettriche
rilevanti. lnfatti, mediante l'azio- A2
ne di un opportuno comando, il
triac puo condu rre correnti mol-
to intense, con un tempo di com-
mutazione brevissimo. •

o
o
o
15,
t
ez
o
E
LuI
...J
E' la valvola piu semplice, do-
w tata dí due soli elettrodi (anodo
e catodo). Serve per risolvere
il processo di rivelazione dei se-
gnali radio e quello di rettifica-
zione delle correnti alternate. K

o
o
o
ii:
F

6
z
o
a:
E
w
l E' dotata di tre elettrodi: l'ano-
w do, il catodo e la griglia control-
f lo; facendo variare la tensione
...J
o di polarizzazione di griglia, l'am-
:'.i plíficazione dei segnali applicati
diviene piú o meno notevole.
$

571
COMPONENTE. AL VERO ELEMENTI TEORICI E PRATICI I] SIMBOLO DEL COMPONENT

1
LLI
1-
4
o
zo
a:
E
..J
LLI
f

Rispetto al triodo posslede un


elettrodo in piü: la griglia scher-
mo. Viene usata in funzione di
elemento amplificatore.

Oltre all'anodo e al catodo, pos-


siede tre griglie, che prendono
rispettivamente i nomi di: griglia
controllo, griglia schermo e gri-
glia soppressore. Viene usata in
funzione di elemento amplifica-
tore.

==l□I
N
a:
<4
::::,
O
Il crístallo di quarzo viene utiliz-
zato nei circuiti di alta frequenza
degli apparati trasmittenti, allo
scopo di evitare fenomeni di slit-
tamento di frequenza.
ll

Le lampade di piccole dimensio-


ni. a filamento, vengono montate
negli apparati elettronici in fun-
zione di elementi informatori.
é3
Prendono anche il nome di lam-
pade-spia. Vengono accese nor-
malmente con una tensione di
valore molto basso.
r+

572
PECIALE
DIDATTICA

E
I conduttori elettrici, presentí nei circuiti delle corren te elettrica; le resistenze variabili rappre-
apparecchiature elettroniche, danno via libera sentano un impedimento che puó essere variato,
al passaggio degli elettroni, cioé alle correnti a piacere, in qualsiasi momento.
eiettriche, che possono essere erogate da una pi- I tipi di resístenze piu note, in elettronica, sono
la, da una batteria d'auto o da una presa della le resistenze chimiche, le resistenze a grafite,
rete-luce di casa. le resistenze a filo. Le piü usate sono, senza
In molti pu::ti di un circuito, tuttavia, e neces- dubbio, le resistenze chimiche e quelle variabili
sario dosare la corrente elettrica, cioé lirni- a grafite, che prendono il nome di potenziometri.
tarne lentita. Occorrono, insomma, lungo i per- II potenziometro e un componente presente in
corsi della corrente elettrica, delle « porte » di tutti i ricevitori radio, di qualsiasi tipo e gran-
barramento, che permettano di dosare a piaci- dezza; esso serve per regolare il volume sonoro
mento l'intensitá della corrente elettrica, che del ricevitore ed e munito di un perno al quale
puó essere quella generata dalla pila o quella viene applicata, appunto, la manopola di co-
provocata dalle onde radio captate dall'antenna mando di volume del ricevitore radio.
di una apparecchiatura ricevente. Queste parti- II potenziometro di volume, essendo una resi-
colari « porte » di sbarramento prendono il no- stenza variabile, permette di regolare la corrente
me di « resistenze elettriche ». rappresentativa dei segnali radio che vengono
Le resistenze che prendono anche il nome di rinforzati, cioé amplificati dai circuiti dell'ap-
resistori, possono essere di diversi tipi e dimen- parecchio radio.
sioni. Ma una prima suddivisione viene fatta Anche le resistenze, come tutti gli altri compo-
fra i due tipi fondamentali di resistenze: quelle nenti elettronici, hanno una loro unita di mi-
fisse e quelle variabili. sura, che prende il nome di «ohm »; ma molto
Le resistenze fisse rappresentano un impedi- spesso, nell'elettronica, si utilizzano resistenze di
mento costante al flusso di elettroni, cioé alla valori relativamente elevati, per cui si fa uso dei

573
Fig. 1 - Le resistanze, che
prendono anche il nome di
resistori, possono essere di
dimensioni e tipo diversi. Le
resistenze chimiche sono cer-
tamente le piü comunl fra
tutte. Queste possono esse-
re prodotte con due sistemi
ad lmpasto di carbone affo-
gato in corpo isolante, oppu-
re con gll elettrodi affogati
nell'lmpasto di carbone. Nel
primo caso la resistenza vera
e propria e protetta da un
corpo isolante; nel secondo
caso la resistenza e protetta
da una vemice isolante.
IMPASTO

R
o MM
símbolo teorice

seguenti multipli dell'ohm:


Fig. 2- Negli schemi teorici di tutti I progetti
K = kiloohm = 1.000 ohm . elettronici, la resistenza viene rappresentata
per mezzo del simbolo riprodotto nel disegno.
MO = megaohm = 1.000.000 ohm

In alcuni tipi di resistenze il valore ·ohmmico e


impresso direttamente sull'involucro esterno del
Fig. 3 - ll valore ohmmico della resistenza puó essere
componente. Questo sistema di indicazione del riportato direttamente sull'lnvolucro estemo del com-
valore della resistenza in cifre viene usato, in ponente, Ma ll sistema plu comune, universalmente
particolar modo, nelle resistenze a filo ad elevato adottato dal costruttori di resistenze, e quello dell'ln-
wattaggio. Ma il sistema piü usato, adottato qua- dicazione del valore ohmmico attraverso alcune fa-
scette, variamente colorate, impresse sul corpo della
si universalmente dai costruttori di resistenze, e reslstenza, che trovano precisa corrlspondenza con
quello dell'indicazione del valore ohmmico me- uno speclale codice a colorí. 11 primo anello colorato
diante uno speciale codice a colori; sull'involucro e sempre quello che si trova alla distanza di 1 mm
esterno della resistenza vengono impresse alcune circa da uno dei due conduttori, a destra o a slnistra.
ll quarto anello, quello piü distanziato dagll altri, serve
fascete variamente colorate; dal colore di tali fa- a stabilire il valore delle tolleranza della reslstenza,
scette e dall'ordine con cui esse si succedono, si che puó essere del ± 1/ (anello di color rosso, del
deduce l'esatto valore della resistenza. ± 5%/ (anello di color oro) e del ±: 10%/ (anello di
Non riuscendo a determinare il valore di una re- color argento). Facciamo un esemplo: se il quarto
anello e d'oro e il valore nomlnale della reslstenza e
sistenza, perché i colori sono scomparsi dal suo di 100 ohm (marrone - nero - marrone), questo valore
involucro, oppure perché essi non sono piu chia- puo variare entro i limiti di 105-95 ohm.
ramente distinguibili, si effettua la misura della
resistenza mediante uno strumento, che prende il
nome di «ohmmetro ».
I tecnici elettronici non fanno uso dell'ohmmetro 1mm 34mm
vero e proprio, ma ricorrono all'impiego del « te-
ster », che e uno strumento universale che permet-
te di effettuare una vasta gamma di misure, com-
presa quella della resistenza.

USO DEL CODICE A COLORI


2 3° 4
II sistema piu semplice per apprendere l'uso del
codice a colori delle resistenze e quello di seguire

574
Fig. 4 - I terminali delle resistenze, prima
della loro saldatura, debbono essere plegati
nella misura e nella forma imposta dal circui-
to nel quale la resistenza stessa verra inserita.
La piegatura si effettua con una pinza.

Fig. 5 - Volendo evitare l'uso delle pinze,


cio piegando i terminali di una resistenza
con le maní, si poss ono creare inconvenienti
irreparabili, cosí come illustrato e indicato dal
cerchietto riportato nel disegno.

Fig. 6 .I terminali dei resistori non debbono


RESISTENZA
esser lasclati troppo corti. Con i terminali
SURRISCALDATA
troppo corti, facendo uso di saldatori di me-
dia potenza, si incorre nel pericolo di far ¡_
• bollire » la vernice estema del componente,
alterando il valore ohmmico della resistenza.

Fig. 7 - Le resistenze destinate a comporre il


cablaggio di un circuito stampato debbono
essere inserite in questo in una determinata
posizione. 11 disegno raffigura uno dei modi
corretti con cuí una resistenza e stata salda-
ta sulle piste di un circuito stampato.

RESISTENZA
l
RESISTENZA

Fig. 8- Ecco un altro modo corretto per ap-


plicare una resistenza su un circuito stampa-
to. La posizione verticale del componente e
necessaria quando su una superficie di pie-
cole dimensioni debbono concentrarsi molti
) STAGNATURE

componenti elettronlci.

575
R1

R2

parallelo

Fig. 9 - Con questo semplice schema teorico si vuole


simboleggiare il collegamento in parallelo di due re-
slstenze. A tale collegamento e necessario ricorrere
quando non si e in possesso di una resistenza di
un determinato valore ohmmico, oppure di un determi-
nato wattaggio (potenza di dissipazione). Facciamo STAGNO
un esempio: non avendo sottomano una resistenza da
50.000 ohm, si puo ugualmente ottenere tale valore
collegando in parallelo due resistenze da 100.000 ohm
ciascuna; volendo invece collegare in un punto di un
circuito una resistenza da 50.000 ohm - 2 watt, si
possono collegare, in parallelo tra di loro, due resi-
stenze da 100.000 ohm - 1 watt ciascuna. Si puo dire
quindi che, nel collegamento in parallelo, la potenza
di disslpazlone risultante e data dalla somma delle
potenze delle singole resistenze; il valore ohmmico AT TORCIGLIARE
risultante, invece, e dato dalla meta del valore di una
delle due reslstenze che partecipano al collegamento
in parallelo (ció e valido soltanto quando i valori delle
due resistenze sono identici). In ogni caso il valore Fig. 10 - Prima di effettuare la saldatura dei terminali
ohmmlco risultante dal collegamento in parallelo di di due resistenze collegate in parallelo fra di loro, si
due resistenze R1-R2, si ottiene applicando la for- debbono attorcigliare i conduttori nel modo indicato
mula seguente: in questo disegno. L'attorcigliamento non deve essere
R1 R2 eccessivo, in modo da non ostacolare una eventuale
R operazione di dissaldatura e di separazione delle due
R1 + R2 resistenze.

TRNS

Fig. 11 - Le resistenze di wat-


taggio elevato, cioé di elevata
dissipazione termica, non deb-
CONO. bono mai essere applicate In
prossimita di transistor o con-
densatori elettrolitici, perché il
calore potrebbe danneggiare ir-
reparabilmente questi elementl.

576
un esempio pratico. CODICE A COLORI
Per primo anello colorato di una resistenza si in- DELLE RESISTENZE
rende quello che e situato alla distanza di un mil-
limetro circa da! bordo della resistenza (a Colore 1° anello 2° anello 3° anello
destra o a sinistra), dalla parte opposta a Nero -- o -
quella in cui e presente un quarto anello d'ar- Marrone 1 1 o
gento o d'oro. Si supponga di aver in mano una Rosso 2 2 00
resistenza in cui il 1 º anello sia di color giallo Arancione 3 3 000
e
(il 1 º anello sempre quello che si trova all'estre- Giallo 4 4 0000
mita opposta rispetto all'anello di color argeento Verde 5 5 00000
od oro), il 2' anello sia di color viola, il 3" anello Blu 6 6 000000
sia di color arancione, il 4 anello di color argen-
Viola 7 7 -
Grigio 8 8 -
to. Dal codice si rivela che per il 1 º anello, di Bianco 9 9 -
color giallo c'e corrispondenza con il n. +; al 2'
anello, al color viola, corisponde il n. 7, per il 3
anello, al color arancione, corrispondono tre zeri;
mettendo in fila uno dopo l'altro questi numeri Rosso: tolleranza ±
si ottiene il valore di quella resistenza, che e di 4" anello Oro: tolleranza ±
47.000 ohm, mentre il 4° anello, di color argento, Argento: tolleranza ±

Fig. 12 - Quando si rende ne-


cessario l'inserimento di una re-
slstenza di potenza elevata In
prossimita di transistor e con-
densatori elettrolitici, conviene
montare il componente nel modo
indicato nel disegno, tenendo 1
conduttori molto lunghi, cosi da
isolare termicamente i compo-
nenti elettronici dalla resistenza.


Fig. 13 - Abbiamo contrassegnato con le lettere A e B i
terminali di una qualsiasi resistenza, in modo da affidare al
lettore principante un concetto fondamentale: la resistenza
puo essere inserita in un circuito nel senso A - B oppure
B - A, indifferentemente, senza timore di alterare le caratte-

°
ristiche del componente o del circuito. Cló sta anche a si-
gniflcare che la resistenza non e un componente polariz-
zato, perché essa puó essere comunque inserita nel circuito
utlllzzatore.
A. +"=

4
=---

577
Fig. 14 Per poter ass imilare il concetto per
cui una resistenza puo essere comunque in-
serita in un circuito utilizzatore, il lettore
principiante potra eseguire questa sempllce
esperienza, nella quale si fa uso di due pile
da 4,5 V, di una resistenza da 33 ohm e di
una lampadina da 6 V - 300 mA. Le due pile
sono collegate in serie tra di loro, in modo
da ero gare la tensione compless iva di 9 V.
lnvertendo il senso di collegamento della
reslstenza, si notera che il circuito fu nziona
sempre allo stess o modo, perché la lamp a-
dina eroga sempre la stess a quantita di luce.

► R1 R2
Fig. 15 - Cosi viene simboleggiato, nei circuiti teo-
rici, il collegamento in serie di due resistenze.
serle

sta a significare che la tolleranza di quella re- resistenze a strato metallico e resistenze a filo me-
sistenza e di ± 10%. tallico. Oltre a ció variano anche i materiali di
La tolleranza sta ad indicare la percentuale di rivestimento isolante, tra i quali si possono ri-
discordanza, in piu o in meno, tra il valore effet- cordare, la lacea, lo smalto, le resine al silicone
tivo della resistenza e il valore indicato. e le resine vetrificate. Tutti questi tipi di resi-
stenze, che vengono normalmente montate nei
circuiti radioelettrici, presentano proprietá leg-
NATURA DELLE RESISTENZE germente diverse: le resistenze ad impasto di
carbone, ad esempio, consentono una buona dis-
Le resistenze radioelettriche vengono prodotte sipazione di calore, cioé di potenza elettrica, e
dall'industria moderna con materiale e metodi vantano una normale stabilita di funzionamento.
di fabbricazione alquanto diversi; i sistemi piü Le resistenze a strato di carbone sono costituite
comuni si riducono a quattro: resistenze ad im- da un sottile deposito di carbone su un suppor-
pasto di carbone, resistenze a strato di carbone, to isolante e chimicamente puro; con esse e pos-

578
mrsura
tensione

musura Fig. 16- Le grandezze elettriche che caratterizzano


co rrente tutte le resistenze sono due: il valore ohmmico e
la potenza di dissipazione elettrica. Misurando il
valore della tensione presente sui terminali di una
resistenza e quello della corrente elettrica che la
percorre, e possibile risalire ai valori prima citati
per mezzo della legge di Ohm. Infatti, moltipli-
cando il valore della tensione, rllevato per mezzo di
un voltmetro, per quello della corrente, letto sul
quadrante di un amperometro, si ottiene il valore
della potenza espresso in watt (W = V X A).
11 valore della potenza di una resistenza sta ad in-
dicare a quali valori massimi di tensione o di cor-
rente puo essere sottoposta la resistenza stessa,
senza che questa subisca il fenomeno del corto-
circuito (bruciatura).

R1

Fig. 17 - Realizzando questo sempli-


ce circuito, si esegue un importante R2
esperimento, che interpreta il feno-
meno di opposizione della resistenza
al passaggio della corrente elettrica.
La tensione di alimentazione del cir-
cuito e ottenuta per mezzo di due
pile, da 4,5 V ciascuna, collegate in
serie tra di loro. La lampadina LP é
di tipo per 6 V - 300 mA. I valori
delle resistenze sono: R4
R1 == 12 ohm
R2 = 33 ohm
R3 = 56 ohm
R4 = 200 ohm
La potenza di dissipazione di tutte le
resistenze e di 1/2 watt.
Una volta montato il circuito, il lettore
potra notare che, inserendo le quat-
O
~ LP
tro resistenze secondo l'ordine nume- 9V
rico progressivo (R1-R2-R3-R4), la
lampadina emettera una quantitá di
luce via via piu bassa, perché l'au-
e
mento della resistenza oppone uno
ostacolo sempre piü grande al pas-
saggio della corrente. Si tenga pre-
sente che la dissipazione termica, per
le resistenze R1-R2, e superiore al
limite massimo consentito. Non biso-
gna quindi sottoporle al passaggio di
corrente per un tempo troppo lungo.
j
4
Non tutte le resistenze e-
lettriche (resistori) sono
del tipo a lettura in codi-
ce a colorí. Anche i resi-
stori, qui illustrati, sono
molto comuni nei circuiti
degli apparecchi radio,
dei televisori e degli ap-
parati elettronici in gene-
re. Anche in questi tipi
di resistenze, nei quali ri-
sulta indicato il valore del-
la potenza di dissipazio-
ne, la grandezza del com-
ponente e in proporzio-
ne diretta con la potenza.

Flg. 18 - Simbolo elettrico della resistenza variabile,


denominata anche • potenziometro •. Questo tipo di
resistenza puo essere a strato di grafite o a filo, a
seconda della potenza elettrica richiesta dal circuito
In cui il componente viene lnserito. 11 tipo piú sem-
plice di potenziometro e dotato di tre terminali: quello
centrale e II terminale del cursore.

POTENZIOME TRO
4
sibile raggiungere un alto grado di stabilitá di
funzionamento e valori di tolleranza molto ri-
Fig. 19 - La resistenza semifissa viene anche denomi- stretti. Le resistenze a strato metallico sono co-
nata « trimmer potenziometrico ». Essa, pur essendo
una resistenza variabile come II potenziometro, si dif-
stituite da uno strato metallico depositato su un
ferenzla da questo per il fatto che le variazlonl ohm- supporto isolante : anche questi tipi di resisten-
miche non si ottengono direttamente con la rotazlone ze permettono di ottenere tolleranze molto ristret-
manuale di un perno, ma tramite un cacclavite o altro te su! valore nominale.
utensile.
Le resistenze a filo metallico, isolate in smalto e
cementati, vengono impiegate principalmente per
dissipare potenze rilevanti; e ovvio che questi ti-
pi di resistenze vengono costruiti in dimensioni
di gran lunga superiori a quelle delle cosiddette
resistenze chimiche; anche il loro costo e superiore.

TRIMMER
VALORI COMMERCIALI DELLE
RESISTENZE
Le case costruttrici di resistenze radioelettriche
producono tutte una vasta gamma di resistenze

580

La potenza di dissipazione
delle resistenze elettriche
e un dato che non viene
espressamente indicato
sul corpo del componen- .•
te, quando in questo la
resistenza ohmmica e de-
ducibile attraverso il co-
dice a colori. Comunque
la grandezza a giá di per
sé un dato indicativo. Le
resistenze da 1/8 di watt
sono piccole, quelle da 2
W sono molto piu grandi.


La)
g
&e
1- 1-
u
>
6r
g
- al
N¿ H-
'lg. 20 - Molti tupi di poten- zz
zlometrl sono dotatl anche di u
interruttore elettrlco. In tal + Z
caso II slmbolo del compo- o O
nente e quello qui riportato. a- 0

di valori ohmmici diversi, ma questi valori non


possono, owiamente seguire l'ordine numerico
progressivo normale. Per le resistenze a strato di
carbone, ad esempio, le case costruttrici si sono
orientate su una gamma di produzione di valori VALORI COMMERCIALI
commerciali, per i quali non esistono valori in- DELLE RESISTENZE 1
termedi. Ad esempio, non e possibile reperire in 2 2 2 K2 K2 K? MO MO
commercio una resistenza a strato di carbone del
valore di 50.000 ohm, perché una tale resistenza 1 10 100 1 10 100 1 10
non viene prodotta. Quando il radiotecnico pro- 1,2 12 120 1,2 12 120 1,2 12
1,5 15 150 1,5 15 150 1,5 15
f essionista o dilettante necessita di una resistenza
1,8 18 180 1,8 18 180 1,8 18
di questo valore, <leve comporla ricorrendo al 2,2 22 220 2,2 22
2,2 22 220
collegamento in serie, in parallelo o misto, di 2,7 27 270 27 27 270 2,7
piu resistenze, con lo scopo di raggiungere il pre- 3,3 33 330 3,3 33 330 3,3
ciso valore di 50.000 ohm. Altrimenti, occorre 3,9 39 390 3,9 39 390 3,9
utilizzare una resistenza di tipo standard di valo- 4,7 47 470 4,7 47 470 4,7
re immediatamente inferiore o superiore; in que- 5,6 56 560 5,6 56 560 5,6
sto caso i due valori sono quelli di 47 .000 ohm e 6,8 68 680 6,8 68 680 6,8
56.000 ohm. 8,2 82 820 8,2 82 820 8,2

581
Fig. 21 - In taluni tipi di apparati ampllficatori di bas-
sa frequenza e, in particolar modo, negli amplificatori
stereo, sono presentí potenziometri doppi a comando
unico II cui simbolo elettrico e quello qui raffigurato.
Un solo .perno permette di ottenere ldentiche varia-
zionl reslstivc, contemporanee, nei due potenziometri
accoppiati.

\
\ \
\ \
\
\
\ - - _,
P0TENZI0METR0
D0PPI0

Fl
20 20 1 20 1 20 1 20 s,t. s,s ¡ s1,2
12,s F
Kn Kn K. K Kn Kn Kn Kn Kn.
] o. e ,o. Jo le]el

POT. 100 KO. POT. 100 K.fl


LINEARE LOGARITM.

Flg. 22 - 1 potenziometri si distlnguono elettrlcamente fra loro In due tlpl: potenziometri a variazione lineare e
potenziometri a variazione logaritmica. Nei primi, ad ogni spostamento del cursore di una stessa misura corispon-
de una ldentica variazione resistiva. Per esempio, per ogni spostamento di 2 mm del cursore puo corrlspondere
sempre una variazione di 20.000 ohm. Nei potenziometri a variazlone logarítmica, invece, mano a mano che il
cursore si aposta da un'estremita all'altra, le varlazioni resistive aumentano. Nel disegno si nota che, per
uno spostamento uguale e successivo, la varlazione resistiva e doppia.

L' ABACO PRODIGIOSO


La legge di Ohm, come e noto, permette di conoscere il valore di una delle tre grandezze carat-
teristiche delle resistenze elettriche, quando alano conosclute le altre due. Ma la legge di Ohm
implica, assieme a quella di Joule, la conoscenza delle regole piü elementari dell'algebra. Vo-
lando dlmentlcare ognl tipo di calcolo, e 1empre poulblle rlcorrere all'uao di abachl, come quello
riportato nella pagina seguante. Servendosi di questo abaco Il lettore, conoscendo due delle
quattro grandezze elettriche (volt-ohm-ampere-watt), potra immediatamente conoscere le rima-
nenti due. La linea trattegglata, rlportata nell'abaco, costituisce un esempio di pratlca appllca-
zione. Se la resistenza ha II valore di 900 ohm e sui suoi terminal! si misura la tensione di 15 V,
quella resistenza e
attraversata da una corrente di 20 mA e da una potenza elettrica di 0,3 W.
Per l'uao dell'abaco occorre munlral di un righello da poral, di volta in volta, In corrlapondenza
di due valori riportati su due delle quattro colon ne dell'abaco.

582
Ot.TAGGIO (volt) RESISTENZA CORRENTE POTENZA (watt)

0.02

101

ir + 0.03

2 - 1 0,15 0,04
0.2
0,05
0,3
0,06
0,4
0,07
0,5
0,6 0,08
0,8 0,09
1 0,1

1,5
70
60
Kna t - 2
3
4
1

1
-4-

1-
0,15

0.2
50
45 5
40 6
8
35
10 mA ______ .--....-+-o3
30
- 15
{ ______ . ---- -- + 0,4
25 20----
------7 0,5
20
- - ... 30
0,6
.JS.. - -- --- - 40
$o
0,7
80 10.8
80 0,9
100 1

150
200

-n .±.
300
400
sao
1
3,5
1
80o y 1
3 3,5
2,5 -4
1.5 4
2 4,5
- 5
2
3 _A 6
1,5 4
7
5
7 . 8
9
9 10
0.r _,¡¡¡,¡;;,,, 10

583
SPECIALE
DID TTICA

1 CONDENSATORI ELETTRICI
Chi osserva il circuito interno di un apparec- trovano condensate le cariche elettriche libere,
chio radio, si accorge che esso e composto, prin- le quali producono un campo elettrico fra le
cipalmente, da un certo numero di resistenze superfici aflacciate delle armature stesse. Si puó
e di condensatori, oltre che da un certo numero dire quindi che il condensatore rappresenti un
di altri componenti. Delle resistenze abbiamo serbatoio di cariche elettriche e, in pratica, di
avuto occasione di parlarne in precedenza; par- energía elettrica. Tale definizione non deve tut-
leremo ora dei condensatori. tavia creare confusione fra il condensatore, le
Il condensatore, nella sua forma piü semplice,e pile e gli accumulatori elettrici, perché le pile
costituito da due lamine metalliche, chiamate e gli accumulatori elettrici rappresentano al-
« armature », affacciate a breve distanza tra di trettanti serbatoi di energia elettrica, ma, a dif-
loro e separate da un isolante, che prende il no- ferenza dei condensatori, sono dei veri e propri
me di « dielettrico ». generatori di elettricita. Il condensatore invece
Cosi sono concepiti tutti i condensatori, anche non genera elettricitá e quella in esso contenu-
se varia la loro grandezza, la loro forma, e se ta proviene sempre da un generatore, che pu<'>
diverso e il loro impiego. essere appunto una pila o un accumulatore.
Generalmente, !'elemento isolante, interposto tra In generale, ogni carpo conduttore pu<'> essere
le armature di un condensatore, cioé il « dielet- sempre considerato come l'armatura di un con-
trico », e l'aria, la mica, la ceramica, la carta dcnsatore, di cui l'altra armatura e rappresen-
paraffinata, l'olio. Questi condensatori prendono tata da! suolo, o dalle pareti di una stanza o,
rispettivamente il nome di condensatori ad aria, piu comunemente, da tutti gli altri corpi con-
a mica, a ceramica, a carta paraffinata, ad olio. duttori circostanti, appoggiati o collegati a terra.
II nome di condensatore deriva da! fatto che La quantita di cariche elettriche, risyettivamen-
sulle superfici contrapposte delle armature si te positive e negative, che si trova o separate

584
1
Fig. 2 - Nella rappresentazione
di schemi e progetti elettronici,
anche II condensatore elettrico
viene rafflgurato mediante un sim-

l
bolo: quello qui riprodotto.
elettrodo 1
/
I
/
/
ate"
dielettrico
(isolante ) rapp. teorica
--

T
\_ elettrodo 2
11

Fig. 1 - 11 condensatore elettrlco, nella sua espressio-


ne plii elementare, si compone di due piastre metalli- Fig. 3 - 11 valore risultante dal
che affacciate fra di loro; su ognuna delle due piastre collegamento in serie di due con-
e collegato elettricamente un filo conduttore, che pren- densatori di valore capacitivo di-
de il nome di elettrodo; fra le due piastre e interposto verso e ottenuto per mezzo della
l'elemento isolante, che prende il nome di « dielettri- seguente formula·
con; q4esto ultimo puó essere un elemento gassoso,
liquido o solido (aria, olio, mica, ceramica, carta ecc.). =

±
C1+C2

---
I
Fig. 4 - 11 calco- ~ollega_mento
lo del valore ca- In serle
pacitlvo risultan-
te dal collega-
mento in paralle-
lo di due o piü
condensatorl, e
semplice: basta
sommare tra di
loro I valori ca-
e, e 2

'
pacltivl dei sin-
goli condensato-
r.

~
colleg. in
para lle lo
capacita

_j_
1000 PF
500 VL

~tensione
Fig. 5 - In molti tlpl di condensatorl II valore capaciti-
massima
vo e quello della tenslone di lavoro, cloé II valore mas-
slmo della tensione cul puo essere sottoposto II con-
densatore, sono rlportatl sull'involucro estemo del
componente.

585
Fig. 6 • Esistono molti tip i di condensato ri nei quali il valore
capacitivo e espresso tramite un codice a colori, cosi come
avviene per molti tipi di resistenze. In questo caso vale
sempre lo stesso codice a colori delle resistenze. 11 colore
della quarta fascetta o striscia sta ad indicare la percentuale
di tolleranza del reale valore capacitivo.

Fig. 7 - Questo disegno vuol dimostrare, in sezione, la com-


posizione di un condensatore ceramico di tipo a tubetto. In
esso si puo constatare che, per ragionl costruttive, uno dei
due elettrodi del componente costituisce l'involucro estemo
del condensatore.
Quando si usa il condensatore in veste di elemento disac-
coppiatore, conviene sempre collegare a massa l'elettrodo
esterno (terminale freddo); ció e necessario per impedire
l'insorgere di eventuali lnneschl nei circuitl elettronici e per
raggiungere una certa schermatura dell'elettrodo « caldo •.

strato elettrodo
ceramico esterno
(isolante)
elottrodo
interno
tubetto
ceramico

contatti elettrodi

freddo

tra di loro sull'una o sull'altra armatura, rap- renza di potenziale, cioé una tensione pari a
presenta la « carica elettrica del condensatore » : quella misurabile sui morsetti della pila. Tale
essa viene misurata in « coulomb » ed e chiaro fenomeno, del resto, e facilmente intuibile, per-
che la carica elettrica positiva di un'armatura e ché discende immediatamente dalle affermazioni
sempre uguale, in valore, alla carica elettrica ne- or ora esposte. Nel momento in cui si inserisce
gativa dell'altra. un condensatore ne! circuito di alimentazione
Buona parte delle nozioni fin qui esposte inte- esterno di una pila, la tensione sulle armature e
ressano relativamente il lettore principiante, per- di O V; questo valore di tensione aumenta pro-
ché le notizie piü importanti sono le seguenti: il gressivamente fino a raggiungere quello reale
valore capacitivo del condensatore, la sua ten- della pila; ma durante questo processo, che e
sione di lavoro e, cosa piü importante di tutte, il un processo di carica del condensatore, la cor-
fatto che il condensatore e un componente che rente varia da! valore iniziale, che e un valore
si lascia attraversare dalle correnti elettriche nullo, fino al valore massimo consentito dalle
variabili e non da quelle continue. caratteristiche elettriche del circuito. Si tratta
Quest'ultima nozione, che e forse la piu impor- quindi di una corrente variabile e, come abbia-
tante di tutte, richiede una particolare interpre- mo detto, il condensatore e un componente con-
tazione, che puo essere ancor meglio assimilata duttore delle correnti variabili (il tipo piü noto
attraverso qualche semplice esperimento. Ma di di corrente variabile e quello della corrente al-
ció parleremo in altra occasione. Per ora basti ternata).
sapere che, inserendo un condensatore lungo un Ai concetti fin qui esposti di conducibilitá dei
filo conduttore di corrente alternata, esso, pur condensatori ci si arriva gradatamente, attra-
presentando una sua propria e caratteristica re- verso la conoscenza di tutte quelle nozioni elet-
sistenza, e un buon conduttore di elettricita. In- triche che regolano il comportamento stesso dei
serendo invece un condensatore ne! circuito di condensatori. Eppure, lo ripetiamo, ancora una
alimentazione di una pila, esso risulta condutto- volta, al lettore che sta muovendo i primi passi
re soltanto per il brevissimo tempo in cui le in questa meravigliosa disciplina, che prende il
armature del componente assumono una diffe- nome di elettronica, interessa prima di tutto sa-

586
pere che il condensatore e un componente con-
duttore delle correnti variabili, anche se la sua
mnaggiore o minore conducibilita e condizionata elettrodi
da talune grandezze elettriche tra le quali, pri-
ma fra tutte, la speciale resistenza che il con- t= 100 V
densatore oppone al passaggio delle correnti va-
riabili e che prende il nome di « reattanza ».
r7
Ma per coloro che volessero saperne ancora di
piu, parleremo ora di una delle grandezze fon- isolante
damentali del condensatore: la capacita.
Per parlare di capacita e necessario parlare di
carica elettrica, ma i nostri lettori sanno che
cosa sono le cariche elettriche, cioé un concen-
trato di elettroni, ne! caso di cariche elettriche 1000 V
negative oppure di atomi depauperati di elet-
troni, nel caso di cariche elettriche positive.
Fig. 9 - La distanza che lntercorre fra gli elettrodi di
un condensatore stabilisce il potere di isolamento del
CAPACITA' DI UN CONDENSATORE componente. E' ovvio tuttavia che, aumentando l'iso-
La carica elettrica che un dato condensatore vie- lamento, cioé la distanza che intercorre fra i due elet-
ne ad assumere, dipende unicamente dalla ten- trodi, dimlnulsce la capacita del condensatore. Se due
sione esistente fra le armature. Pero, due o piü condensatori hanno lo stesso valore capacitivo, ma
le tensioni di lavoro sono diverse, quello a maggiore
condensatori diversi, quando vengono caricati isolamento si presenterá in dimensioni piü voluminose.
tutti fino a raggiungere la medesima tensione,
assumono, in generale, sulle rispettive armature,
delle quantitá di elettricitá differenti.
Si esprime brevemente questo fatto dicendo che
i vari condensatori, per una data tensione,
assumono sulle armature una carica elettrica
maggiore, mentre hanno una capacita minore
quei condensatori che assumono una carica elet- Fig. 10 - Tutti i condensatori, quando essi non siano
trica minore. degli elettrolitici, possono venire comunque montati
D'altra parte, per uno stesso condensatore, la nei circuiti, senza tener conto di alcuna polaritá. Il rl-
sultato e dunque sempre lo stesso, sia che si monti
quantita di elettricitá, o carica elettrica, che si il condensatore in un senso, sla che lo si monti nel-
trova addensata sulle armature, e proporzionale_ l'altro.

Flg. 8 - Non sempre e facile riconoscere e distinguere


in un condensatore il terminale freddo da quello caldo.
Le frecce, riportate in corrispondenza degli elettrodi
del tre diversi tipl di condensatori propostl nel dise-
gno, stanno ad indicare il terminale freddo. Nel con-
densatore A, ad esempio, il terminale freddo e quello
che risulta pi distanziato dal corpo del componente.
Nel condensatore contrassegnato con la lettera B, il
terminale freddo e quello che si trova dalla parte in
cui la zona libera appare piu lunga. Nel condensatore
contrassegnato con la lettera C il terminale freddo e
indicato per mezzo di un anello colorato; molto spesso
questo appare sostituito con il classico simbolo teo-
rico indicante la massa.

587
in ogni caso alla tensione esistente fra un'arma- tita di elettricitá che viene a trovarsi contrappo-
tura e l'altra. Ossia, comunque si vari lo stato sta sulle armature, positiva sull'una e negativa
di carica di un dato condensatore, la carica elet- nell'altra, quando esiste tra di esse la tensione
trica dislocata sulle armature, e la corrispon- di un volt.
dente tensione fra un'armatura e l'altra, au- Poiché il « coulomb » rappresenta l'unita di mi-
mentano o diminuiscono in proporzione. Ne se- sura della quantita di elettricita o di carica elet-
gue che il rapporto tra la carica elettrica « Q » trica corrispondente ad 1 ampere al secondo, si
e la tensione « V» rimane sempre costante, e puó dire che la capacita di un condensatore e-
costituisce una grandezza física caratteristica, sprime in generale que! numero costante di cou-
che ha un valore determinato per ogni singolo lomb che devono essere di volta in volta dislo-
condensato re; questo rapporto viene assunto a cati sulle armature afinché la tensione tra l'una
definire precisamente la « capacita C» del con- e l'altra si elevi ogni volta e progressivamente
densatore ponendo senz'altro: di 1 volt.
La capacita dei condensatori viene misurata
Q conseguentemente in coulomb per volt (coulomb
C=- /volt). In memoria del fisico inglese « Farady »,
V l'unita di capacita cosí definita viene designata
nella quale « C » e la « capacita » del condensa- col nome internazionale di «farad», ponendo
tore, « Q » e la « carica » elettrica in coulomb precisamente:
e «V » e la « tensione » in volt. 1 coulomb
In tal caso si viene a definire la capacita di ogni 1 farad = -----
condensatore mediante la carica elettrica che 1 volt
esso assume, rapportata all'unita di tensione.
Cioe la capacita viene definita mediante la quan- Ed ecco un'altra notizia molto importante per
principianti di elettronica.
La capacita di un condensatore dipende dalla
superficie affacciata delle armature, dalla distan-
za che separa le armature stesse e dal tipo di
dielettrico interposto.
Facciamo un esempio pratico. Tutti i nostri let-
l·.//1

mm#A9/
.f strisce
colorate
tori conoscono il condensatore variabile e sanno
che questo e composto da uno « statore » e da
un « rotore ». Lo statore e costituito da un in-
#%
<l sieme di lamine, affacciate fra di loro e costan-
temente fisse. II rotore e composto da un insie-
me di lamine, affacciate tra di loro, mobili, per-
ché esse sono tutte pilotate da un perno; la ro-
punto di tazione di questo perno permette alle lamine mo-
vern1ce
bili di affacciarsi pi o meno in corrispondenza
delle lamine fisse. Ne consegue che il conden-
satore variabile assume il suo massimo valore
capacitivo quando le lamine mobili sono com-
p'etamente affacciate alle lamine fisse; esso as-
terminale terminale sume il suo mínimo valore capacitivo quando,
negativo positivo
ruotando il perno del rotore, si estraggono com-
pletamente le lamine mobili dal componente, fa-
cendo in modo che le superfici affacciate tra di
loro risultino al valore mínimo possibile.

Fig. 1 t - 11 condensatore al tantalio e un componente


MISURE DI CAPACITA'
polarizzato, cosi come lo e il condensatore elettrolitlco.
11 terminale positivo si trova a destra del componente L'unitá di misura delle capacita elettriche e il
osservando frontalmente il condensatore dalla parte in « farad » (abbrev. F). Tale unitá di misura e pero
cuí eriportato un punto colorato. Le varle strisce co- molto grande, per cuí vengono sempre impiegati
lorate determlnano, tramite il codlce, il valore capa-
citlvo, tenendo conto che la prima striscia e quella i suoi sottomultipli. Essi sono:
riportata aulla parte piü alta del condensatore. il microfarad (wF) = un milionesimo di farad

588
Fig. 12 - Il «condensatore e-
lettrolitlco » e quello che e
elettrolitico elettrotitico doppio destinato ad immagazzlnare
una grande quantita di cari-
che elettriche; esso e presen-
te nel clrcuitl di alimentazione

'I
dei ricevitori radio e puó as-
sumere diverse forme. Nei
condensatori elettroliticl il dle-
lettrico e costituito da uno

T
trato di ossido che viene a
formarsi sulle superfici affac-
ciate di due nastri di allumi-
nio, separate da un elettroli-
ta, quando esse sono sotto-
poste ad un determinato po-
tenziale elettrico. Sui termina-
li dei condensatori elettrolitici
terminale positivo viene sempre indicata la loro

/
polarita, per cui un terminale
deve sempre essere collegato
al potenziale positivo, l'altro
al negativo. L'nversione delle
polarita danneggerebbe irre-
parabilmente il condensatore.
In generale, su tutti i conden-
satori elettrolitici il terminale
positivo del componente si
trova da quella parte in cui,
sull'involucro esterno, e riportata una crocetta (+),
mentre il terminale negativo si trova da quella parte
in cui, sempre sull'involucro esterno del componente,
e rlportato un trattino (). In taluni tipi di condensa-
torl elettrolitici il terminale positivo si trova da una
parte, ed appare completamente isolato, mentre il ter-
mlnale negativo si trova all'estremita opposta e rlsulta
In Intimo contatto elettrico con l'involucro metallico e-
LP stemo del condensatore. In taluni tipi moderni di con-
densatori elettrolitici il terminale positivo e rappresen-
tato da un conduttore piil lungo di quello negativo. Nei
condensatori elettrolitici doppi o tripli (condensatori
nei quali sono incorporati due o tre condensatori) sono
presentl due o tre terminali positivi, mentre vi e un
unico conduttore negativo, comune per i due o i tre
RETE condensatori; anche in questo caso il conduttore ne-
c1 gativo si trova in intimo contatto elettrico con l'involu-
cro metallico esterno del componente. Sull'involucro e-
stemo della maggior parte dei condensatori impiegati
nei circuiti radio, viene sempre indicato il valore ca-
pacitivo e quello della tensione massima alla quale
possono venire sottoposti; il corretto impiego di un
Fig. 13 - Questo semplice circuito teorico vuol dimo- condensatore impone di non oltrepassare mai il limite
strare, attraverso la realizzazione pratica, rappresen- della sua tensione di lavoro, giacché tensioni piü ele-
tata nel disegno seguente, che la corrente altemata vate finlrebbero col perforare il dielettrico, danneggian-
attraversa il condensatore. do il condensatore.

il picofarad (pF) = un milionesimo di milione- microfarad per cui 100.000 pF = 0,1 F.


simo di farad.
11 picofarad si usa generalmente per valori fino
a 100.000 pF. Per capacita piü grandi si usa il COLLEGAMENTO IN PARALLELO
micro farad. DI CONDENSATORI
Occorre ricordare, ad ogni modo, giacché a vol-
te si usa il microfarad anche per valori non I condensatori possono collegarsi tra di loro con
molto elevati, che 1 picofarad (1 pF) = 0,000.001 due sistemi diversi : in parallelo ed in serie. 11

589
Fig. 14 - Ecco la realizzazione pra tica del circuito
teorico di figura 13. La lampada LP ha una pote nza
di 1-2 W ; ll condensatore C1 ha un valore ca paci-
tivo di 500 .000 pF (0,5 F) ; la tensione di lavoro é
di 400 V.
Quando si inserisce la spina nella presa-luce, la
lampada LP si accende, ció sta a dimostrare chia-
ramente che la .corrente elettrlca altemata attraversa
il condensatore C1. Cortocircuitando il condensatore
C1 con uno spezzone di filo conduttore, la luminositá
della lampada aumenta e ció sta a significare che il
condensatore C1 introduce, nel circuito, una certa
resistenza, che prende il nome di • reattanza •· So-
stituendo il condensatore C1 con un condensatore da
200.000 pF (0,2 F), la luminositá della lampada dimi-
nuisce, perché risulta aumentata la reattanza.

-
RETE

collegamento in parallelo e quello in cui due o che non richiede l'applicazione di speciali for-
piü condensatori sono collegati tra di loro uno mule matematiche, in quanto e possibile deter-
di fianco all'altro, mentre il collegamento in se- minare il valore della capacita risultante sem-
rie e quello in cui i condensatori vengono col- plicemente sommando tra di loro tutti i valori
legati uno dopo l'altro. Per conoscere il valore delle capacita che concorrono al collegamento.
della capacita risultante da! collegamento di un Si puó dire quindi che il valore capacitivo di piü
certo numero di condensatori, si debbono appli- condensatori collegati in parallelo e dato dalla
care alcune formule. somma delle capacita singole. Tale concetto si
II collegamento in parallelo di due o piu con- spiega facilmente; infatti, nel collegamento in
densatori e certamente il piü semplice, quello parallelo di due o piu condensatori, tutte le ar-
mature con cariche elettriche di uno stesso se-
gno risultano elettricamente connesse tra di lo-
ro, e risultano pure connesse tra di loro tutte

Fig. 15 - Questo semplice circuito permette di inter-


pretare i due concetti fondamentali relativi ai conden-
satori: il valore della carica di un condensatore e lo
sbarramento da esso introdotto al passaggio della cor-
rente continua. La tensione della pila é quella di 9 V;
il deviatore a slitta S1 permette di collegare la lam-
pada L 1 al morsetto positivo o a quello negativo della
pila. In serie alla lampadina L 1 é collegato il conden-
satore elettrolitico C1 e la resisten za R1; questa resi-
stenza ha lo scopo di adattare la tensione della lam-
pada, che é quella di 6 V, alla tensione della pila, che
assume il valore di 9 V.
Quando S1 é commutato verso Il morsetto negativo
della pila, il condensatore elettrolitico C1 é scarico.
Commutando S1 verso il morsetto positivo della pila,
la lampada L 1 si accende immediatamente e si spegne
poi lentamente, senza alcun intervento estemo sul cir-
cuito. Tale condizione elettrica sta a significare che 11
condensatore C1 si e caricato, In un primo tempo bru-
scamente e poi lentamente; quando la carica di C1 e
completa, la corrente non attraversa piu il circuito e
la lampada L1 rimane spenta. Commutando S1 verso
il morsetto negativo, la lampada si accende e ció sta
a significare che il condensatore C1 si scarica resti-
tuendo al circuito la carica assorbita precedentemente.

590
Flg. 16 - Piano di cablaggio relativo all'espe-
rimento pratico riportato In figura 15. La ten-
skone di 9 V e erogata da 2 plle da 4,5 V
ciascuna, collegate in serie tra di loro. 1 va-
lori dei componenti sono R1 = 22 ohm - 1/2
W; L1 = 6 V - 50 mA; C1 = 5.000 F - 12
VI. (elettrolitico).

in serie tra di loro, il calcolo si presenta un


po' piu complicato; si tratta infatti in questo se-
condo caso di applicare talune formule algebri-
che, peraltro semplici e facilmente applicabili an-
che da coloro che non hanno una specifica pre-
parazione algebrica.
Se i condensatori collegati tra di loro in serie
hanno lo stesso valore di capacita, allora la ca-
pacita risultante e data dalla seguente formula:
Capacita risultante = Capacita di un conden-
satore: Numero dei condensatori che, in simbo-
le armature sulle quali sono condensate le cari- li, assume la forma :
che elettriche di segno opposto. Pertanto il ri- C1
sultato e evidente: si ottiene un unico conden- C=-
satore costituito di due sole armature le cui su- N
perfici risultano essere la somma delle superfi- Se i condensatori collegati in serie hanno valori
ci dei vari condensatori che partecipano al col- capacitivi diversi e sono solo due, vale la se-
legamento in parallelo. Quindi, indicando con guente formula:
C1, C2, C3, ... le capacita che partecipano al col- C1 x C2
legamento in parallelo, il valore della capacita C=-----
risultante che, come abbiamo detto, e determina- C1 + C2
to dalla somma delle singole capacita, e dato da: Ma i condensatori possono essere piü di due e
C = C1 + C2 + C3 4 ... allora occorre applicare la seguente formula :
1
COLLEGAMENTO IN SERIE C=
DI CONDENSATORI 1
Mentre il calcolo della capacita risultante da un --+--+--+
insieme di due o piü condensatori collegati in C1 C2 C3
parallelo tra di loro e assai semplice, perché si Quest'ultima formula, la cui applicazione richie-
tratta di eseguire una semplice operazione di de la conoscenza delle operazioni con le frazio-
addizione dei valori capacitivi che concorrono ni, viene usata molto raramente e il lettore prin-
al collegamento, per i condensator collegati cipiante puo anche dimenticarla.

corre nte
m
punto della massima luminositá di LP
50
40
curva di carica del condens.
30 c.orrispondente alla luminosita di LP
Fig. 17 - Questo sempllce dia- 20
gramma interpreta il fenomeno
della variazione di luminosita del- 1O
la lampadina del progetto ripor- tempo
tato in figura 16. L'aumento e la

" t
diminuzione di luminoslta corri-
spondono esattamente alla quan-
tita di corrente assorblta e resti- inizio carica punto in cui LP
tulta dal condensatore elettroli- condens.
tico.
torna a spegnersi

591
SPECIALE
DIDATTIC

TEO E PRATICA DELLA


ALDATURA
La saldatura rappresenta una « giuntura » tra stagno. Durante i primi tempi della pratica, dun-
le estremita di due o piu conduttori metallici o que, il dilettante fara bene ad accertarsi di avere
tra due superfici mctalliche; essa <leve garantire eseguito una saldatura calda, semplicemente ti-
la continuita elettrica dei conduttori o delle parti rando con le mani i conduttori in verso opposto a
saldate e <leve essere eseguita osservando alcune quello in cui e stata eseguita la saldatura.
norme fondamentali.
La saldatura puó essere esatta e perfetta, ma
puo essere anche errata. Nel primo caso il gergo IL SALDATORE
elettronico si serve dell'espressione « saldatura
calda», nel secando caso si usa l'espressione « sal- Per ottenere una saldatura calda, si debbono n-
datura fredda ». spettare alcune condizioni. Ed occorre, prima
La saldatura calda e quélla che garantisce una di tutto, servirsi di un saldatore di potenza ade-
perfetta continuitá di conduzione elettrica: essa guata.
appare lucida e a superficie curva. Il saldatore e un utensile che trasforma l'ener-
La saldatura fredda puo presentare queste stesse gia elettrica in energia termica; e un utensile,
caratteristiche, m1a, sottoposta ad un leggero cioé che produce calare, perché per eseguire una
sforzo di trazione, esercitato con le dita delle saldatura occorre avere a disposizione una certa
mani, provoca il distacco dei conduttori e dello quantita di calore.

592
II calore erogato dal saldatore serve per fondere
lo stagno e per elevare la temperatura delle
parti da saldare al valore di quella di fusione
dello stagno.
L'energia termica, cioé il calore prodotto da!
saldatore, e presente sulla punta dell'utensile,
che e di rame, perché il rame e uno dei migliori
conduttori del calore ed e anche un metallo che
costa relativamente poco.
In commercio si trovano molti tipi di saldatori,
che servono per usi diversi e per diverse pro-
fessioni. Una prima distinzione puó essere fatta
fra il saldatore a riscaldamento istantaneo e
quello a riscaldamento progressivo e lento. Un'al-
tra suddivisione puó essere fatta fra gli utensili
di grande, media e piccola potenza. I saldatori
a grande potenza sono dotati di una grossa pun-
ta di rame; i saldatori a piccola potenza sono
muniti di una punta di rame piccola e sottile.
II saldatore ad accensione rapida serve general-
mente a coloro che debbono eseguire una salda-
tura ogni tanto e non possono attendere per
tutto il tempo necessario a far riscaldare la punta
dell'utensile. Di questo saldatore si servono i ri-

/ paratori a domicilio di apparecchiature radio-


elettroniche.

LO STAGNO
Fig. 2 - In tutto il settore dell'elettronica si fa uso
dello stagno a filo preparato, cioé dello stagno a tu-
#- betto contenente, nell'intemo, la pasta disossidante.
Questo speciale tipo di stagno, che nella migliore
qualita appare lucente e flessibile, viene venduto in
rocchetti di varle dimensioni. Non si deve quindi mai
Ea
far uso di stagno a bacchette, cioé di quello stagno
venduto nei negozi di ferramenta e che viene usato
dagli artigiani.

ALCUNI TIPI DI SALDATORI


Fig. - II continuo progredire dell'elettronica ha solle-
cltato le varíe case costruttrici alla produzione di
nuovl tipl di saldatori, mai conosciuti prima d'ora, che
si afflancano e completano la serie tradizionale dei
modelli piü classici. I vari tipi di saldatori, qui rap-
presentati, sono, nell'ordine, dall'alto al basso: il sal-
datore rapido, molto utile per i riparatori a domicilio
e per coloro che debbono effettuare poche saldature
di tanto in tanto; il saldatore per elementi metallici di
groase dimensioni, con potenza di 150 watt; 11 salda-
tore da 100 watt, cioé l'utensile di media potenza, da
usarsi come utensile tuttofare; i saldatorl da 50 watt,
adatti per il lavoro di saldatura su radioapparati a
valvole (il quarto e il quinto a partire dall'alto); il
saldatore da 20 watt per l'applicazione sui circuiti
stampati dei semiconduttori e dei termlnali dei com-
ponenti miniaturizzati; il saldatore da 10 watt per i cir-
cuiti lntegrati.

593
PUNTA DI
RAME
PUNTA VECCHIA

i4 @
//Jllllll/llllllllllllllll/lll//1

ez
, VITE

~~
e Jml!l!i!!ilill!!!l/1/il/ PUNTA
SMOZZICATA
RAME
//1
'11 , \ ¡1,Bmm
GRAFITARE "
»
3+4 cm I
► !lll!lllllfll/11//lflllt
FORO fá 2 mm O

TRATTAMENTO E CONSERVAZIONE DELLA PUNTA SALDANTE


Fig. 3 - La punta saldante del saldatore e di rame, cioé di metallo ottimo conduttore del caiore. Lo scopo della
punta saldante e quello di trasmettere il calore allo stagno e alle parti da saldare. La punta completamente
rotonda non garantisce una notevole trasmissione di energia termica; per tale motivo, nei saldatori di una certa
potenza, la punta saldante presenta due superfici piane (A). La pulizia della punta e indlspensabile per la rea-
lizzazione di saldature perfette; a tale scopo si debbono usare spazzolini metalllci o gli appositi cuscinetti
pulitori sui quali si strofina, ogni tanto, la punta durante il lavoro di saldatura; non si deve mai usare la lima,
invece, perché questa asporta il rame, assottigllando la punta e rendendola, con il passare del tempo, insuffi-
ciente. alla erogazione e alla trasmissione del calore. Una punta vecchia e consumata, cioé inutilizzabile, assume
l'aspetto del disegno E. La fusione dello stagno si ottiene ponendo a contatto della superficie plana della
. punta il terminale del tubetto di stagno, frizonandolo in avanti e all'indietro, cosi come indicato nel disegno B.
La punta saldante e un elemento di ricamblo del saldatore; quando essa e consumata occorre sostituirla con
altra nuova; ma per facilitare la sostituzlone della punta occorre che la sua parte terminale di fissaggio al
saldatore rimanga sempre grafitata (C).
Volendo trasformare un saldatore adatto per circuiti a valvole in un saldatore per circulti transistorizzati, basta
segare la punta estrema del rame e praticare poi, nella parte rimanente, un foro del diametro di 2 mm; in
questo foro verra introdotto un bastoncino di rame del diametro di 1,8 mm e della lunghezza di 3 + 4 mm,
cosi come indicato nel disegno D.

594
Il saldatore di grande potenza, dotato di una
grossa punta saldante, invece, serve per la rea-
lizzazione di saldature a stagno fra parti metal-
liche di una certa grandezza, per esempio tra la
carcassa di un condensatore variabile o di un BY127

potenziometro ed il telaio metallico di un appa-


recchio radio.
Il saldatore di piccola potenza, cioé il saldatore
INT.
dotato di punta sottile, serve per la saldatura
dei terminali dei componenti elettronici sulle
piste di rame dei circuiti stampati. RETE
NEON 110V

FUNZIONE DEL SALDATORE A


La funzione del saldatore e quella di mantenere
sulla punta una temperatura superiore a quella
220
di fusione dello stagno, anche quando esso <leve
trasmettere alle parti da saldare una notevole
quantita di calore. Ecco perché, quando si deb-
bono saldare due partí mctalliche di notevoli di-
mensioni, occorre servirsi di un saldatore di gran- al
o::
de potenza, perché con una elevata quantita % 0
'z
±gb
o
u

T1

REGOLAZIONE
DELLA TEMPERATURA
Fig. 5 - Nei normali saldatori non esiste la possibilita
di regolare la tensione di alimentazione dell'utensile e,
conseguentemente, la temperatura della punta sal-
dante. 1 saldatori di tipo economico possono riscal-
darsi troppo e l'eccessiva quantitá di calore finisce
per bruciare subito la colofonia, cioé la sostanza con-
tenuta nello stagno a tubetto; la grande quantita di
calore danneggia anche i componenti elettronici mi-
niaturizzati. Al contrario, una bassa temperatura sulla
punta saldante non permette la realizzazione di salda-
ture • calde •· In questi due schemi elettrici proponia-
mo al principiante due diverse soluzioni che permet-
tono di controllare sufficientemente la temperatura
della punta saldante. Nello schema A si fa uso di un
diodo raddrizzatore di tipo BY127; quando l'interrutto-
re e aperto, attraverso il diodo passano le semionde
positive della corrente altemata e la tenslone di ali-
mentazione del saldatore risulta cosi dimezzata. Quan-
Fig. 4 - Durante il lavoro di saldatura, l'utensile non do l'interruttore e chluso, l'intera tensione di rete vle-
deve essere mai abbandonato a se stesso, perché il ne applicata al saldatore. Nello schema B si fa uso,
calore erogato dalla punta puo provocare gravi danni. invece, di un autotrasformatore, con il quale, tramite
Ogni dilettante deve quindi costruirsi un « ferro di un commutatore, e possibile alimentare il sakdatore
appoggio », che deve essere di alluminio o di ferro, con tre tensioni diverse, in modo da controllare la
cosl come indlcato in questo disegio. temperatura della punta saldante. •

595
ésIsTENZA

~-- -~~
;¿6j33upe

A . BASETTA

TERMINALE
- RESISTENZA

COLOFONIA

LINGUETTA

A B e o
BASETTA
SEZIONATA
COME SI ESEGUE UNA SALDATURA
Fig. 6 - In questo disegno si Interpreta la saldatura dei terminali di una comune resi-
stenza sugli ancoraggi di una basetta. In un primo tempo (A) occorre provvedere alla
piegatura del terminali del componente, dopo aveme preso le misure esatte; quindi
sl provvede ad applicare una piccola dose di stagno sull'ancoraggio (B); poi si distri-
buisce una plccola dose di stagno sui terminali estremi della resistenza (C); giunti a
questo punto si avvicina un terminale della resistenza all'ancoraggio, ponendolo in
contatto con esso e con la punta del saldatore; lo stagno fonde e il terminale della
resistenza attraversa il foro dell'ancoragglo (D); dopo aver atteso per qualche istante,
si toglie dalla saldatura la punta dell'utensile: lo stagno si rapprende e la saldatura
e ultimata. E' ovvlo che, prima di iniziare l'operazione di saldatura, occorre provvedere
alla pulizia delle parti, cioé dei terminali della resistenza e degli ancoraggi; per tale
operazione ci si puó servire di una lametta da barba, con la quale si raschlano le
parti metalllche fino a renderle lucenti, cioé completamente disossldate.

di calore a disposizione si e in grado di elevare canicamente o chimicamente.


le partí da saldare ad una temperatura superio- Nel primo caso ci si serve di una lametta da
re a quella di fusione dello stagno. E cosi e an- barba o della lama di un temperino e con que-
che facile comprendere il motivo per cuí, quan- ste si raschiano energicamente i conduttori elet-
do si debbono saldare due fili conduttori sottili trici o le parti metalliche, fino alla restituzione
o il sottile terminale di un semiconduttore, e piü della originale lucentezza metallica alla parte
che suficiente l'uso di un saldatore di piccola che si deve saldare. Per esempio, il filo di rame
potenza, con punta sottile. Infatti, in questo ca- deve assumere il suo colore giallo-oro lucente,
so basta una piccola quantitá di calore per ele- la lamiera deve anch'essa divenire lucente. Na-
vare le parti da saldare alla temperatura di fu- turalmente, quando si tratta di pulire fli con-
sione dello stagno. duttori molto sottili, non si deve esagerare con
la raschiatura, perché in questo caso si corre
il pericolo di indebolire eccessivamente il con-
PULIZIA DELLE PARTI du ttore o, peggio, di spezzarlo.
Nel secondo caso, cioé ne! processo di « pulizia
L'uso di un saldatore di potenza adeguata al ti- chimica », si fa uso di una speciale pasta disossi-
po di saldatura che si deve eseguire, non e suffi- dante che, nel gergo, viene denominata pasta-sal-
ciente se non si prendono alcune precauzioni da. Con questo sistema, la pulizia delle parti si
prima e durante l'operazione di saldatura. Per ottiene applicando ad esse una porzione di que-
esempio, se le parti da saldare non sono « puli- sta pasta e sovrapponendo poi ad essa la punta
te», la saldatura sará senz'altro « fredda ». Ma ben calda del saldatore. II calore scioglie la pa-
la pulizia delle parti si esprime, nella termino- sta ed elimina contemporaneamente gli ossidi.
logia tecnica appropriata, con il termine « di- Ad ogni modo, possiamo consigliare al princi-
sossidazione ». Occorre dunque, prima di ogni piante di effettuare, almeno nei primi tempi, tut-
saldatura, provvedere all'alimentazione totale del- ti e due i sistemi di disossidazione, per avere la
l'ossido che ricopre le parti metalliche. L'ossido certezza di realizzare saldature calde; sconsiglia-
pu<'> essere tolto con due sistemi diversi: mee- mo cioé di raschiare in un primo tempo le partí

SALDATURE DIFETTOSE E SALDATURE PERFETTE


Fig. 7 - In questo disegno vengono presentate quattro diverse saldature, áelle quall
una sola e da ritenersi perfetta (B). La saldatura rappresentata in (A) e la classica
saldatura « fredda •; lo stagno applicato sull'ancoraggio risulta elettricamente isolato
da quello applicato' sul filo conduttore; l'isolamento e provocato da una piccola quan-
tita di colofonia, cioé di pasta disossidante, inseritasi nello stagno; ció e stato pro-
vocato da una insuficiente quantita di calore trasmessa sul punto di saldatura. In B
e rappresentata la saldatura perfetta: lo stagno e distribuito uniformemente sull'anco-
raggio e sul filo conduttore.
La saldatura rappresentata In C e da considerarsi imperfetta, perché e stata eseguita
in una sola parte dell'ancoraggio; questa saldatura, pur garantendo la continuitá elet-
trica delle parti, presenta una scarsa resistenza alle sollecitazíoni meccaniche. La sal-
datura rappresentata in D, pur garantendo la continuitá elettrica, e da ritenersi imper-
fetta a causa della eccessiva quantita di stagno depositato lungo la superficie dell'an-
coraggio; lo stagno in eccesso puó provocare cortocircuiti e falsi contatti con altri
componentl viciniori.

597
Fig. 8 - Anche in ques to
dise gno vengono pre se nta -
te alcune sa ldatu re , in
parte erra te e In parte per- COLOFONIA COLOFONIA
fette. Elenchiamol e: (1)
sa ldatu ra effettu ata sull'e- @
stre mita del re ofo ro (con -
duttore) ad una certa di-
sta nza dalla pis ta di ra me
del circ uito sta mpato (sa l-
datu ra erra ta ; (2) fra la
gocc ia di sta gno e la pi-
sta del circuito sta m pato
si e inserlta una goccia CIRCUITO
STAMPATO
colofonia, cloé uno strato
di isolante che fa sem-
brare buona la saldatura
mentre si tratta in realta
di una semplice incollatura;
(3) saldatura eletbicamente buona ma ottenuta con eccessiva quantita di stagno; (4) saldatura elettrica a
stagno perfetta; (5) saldatura a stagno apparentemente perfetta ma sostanzialmente errata, perché essa
rappresenta la classica saldatura fredda nella quale la poca quantita di calore non ha permesso la fusione
dello stagno sulla pista di rame; (6) saldatura a stagno perfetta; il conduttore deve essere tranciato al li-
vello della goccia di stagno.

GOCCIA
STAGNli§.e /IST~

·r··-·
t y
4Fig. 9 - Quando si agisce con il saldatore e lo stagno
su un circuito stampato, occorre far bene attenzione
che lo stagno non coll nello spazlo libero fra due
CIRCUITO STAMPATO piste di rame continue, perché In tal caso esso crea
un cortocircuito.

) MAN CATO CONTATTO

OCCHIELLO
STAGNATURA
Fg. 10 - 11 reoforo, cioé il termi- RAME
nale uscente da un componente
elettronico non deve mai essere
">
tranciato prima dell'esecuzlone . : , .. ,+ ;

della saldatura, perché e facile


lncorrere nell'errore lllustrato In CIRC. STAMP.
questo disegno, in cul si vede COMPONENTE
che lo stagno pur aderendo alla TERMINALE
pista di rame non riesce a bloc-
care II terminale; la saldatura e
buona ma non serve a nulla.

Fig. 11 - Per accertarsl della buona qualita di una sal-


datura a stagno conviene sempre, prima di tranciare
lo spezzone di conduttore superfluo, effettuare una
leggera_ trazlone del filo con una pinza.

598
Fig. 12 - Ogni principiante deve sempre ricordare che
la maggior parte dei conduttori di rame adottati per
gli avv olglmen ti, oppure quelli ricop erti con sosta nze
lsolanti (gomma - plas tlca), sono sempre rivestiti di
un leggero stra to di smalto iso lante . Prima di effet- LAMETTA
tuare la saldatu ra, quindi,e assolutamente necessario
togllere lo smalto servendosi di una lametta da barba.

con la lametta o la lama del temperino e di co-


spargere invece su questa la pasta disossidante.
9 BOBINA

TOGLIERE
LO STAGNO LO SMALTO
PER 1 cm
In tutti i settori dell'elettronica si fa uso, per la
saldatura, dello stagno a filo preparato, cioé del- SMALTO
lo stagno a tubetto contenente, nell'interno, la
pasta disossidante. Con questo tipo di stagno,
gia preparato, non ci dovrebbe essere bisogno
della pasta salda, dato che questa e contenuta
dentro lo stesso tubetto di stagno. Ma il quan- Fig. 13 - La saldatura sui cavi coassiali richiede, pri-
titativo della pasta disossidante non e mai suffi- ma della sua realizzazione, alcune particolari precau-
zloni. La guaina del cavo deve essere eliminata per
ciente se le parti da saldare sono molto spor- un tratto di 3-4 cm (A); poi si piega II cavo in modo
che. Trattandosi invece di conduttori nuovi e da far diradare le maglie della calza metallica (B); lá
lucenti, non occorre aggiungere ancora dell'al- calza metallica deve essere abbassata in modo da sco-
tra pasta-salda per ottenere una saldatura cal- prire il cavetto interno del cavo (C; successivamente
si provvede ad eliminare completamente la calza me-
da, perché quella contenuta nello stagno e piu tallica, in modo da ottenere due elementi distinti (D);
che sufficiente. la calza metallica verrá poi arrotolata, cosi da apparire
Cío che non si deve fare mai e invece !'uso di come un normale conduttore ,sul quale e possibile
ottenere un'agevole saldatura a stagno (E). Se il cavo
stagno a bastoncini, quello venduto nei negozi schermato non fosse stato cosi trattato, cioé se non
di ferramenta e che un tempo veniva abbondan- si fossero separati la calza metallica dal cavetto con-
temente usato dall'artigiano, cioé da! vecchio duttore vero e proprio, la punta del saldatore avrebbe
e glorioso stagnino che riparava le pentole dei provocato la fusione della guaina interna e un conse-
guente cortocircuito tra la calza metallica e il filo
nostri nonni. Lo stagno in bastoncino lascia ca- conduttore.

oso
$150A47e

@ ©
599
~ Om m
D10D1

' PRES TAGNATURE "


TRANS.
GERM AN IO
t.'
TRAN S. fl
SILICIO ~Omm
PINZE

IL CALORE DANNEGGIA
1 SEMICONDUTTORI
Fig. 14 - I semiconduttori e, in particolar modo, i se-
miconduttorl al germanio, possono essere messi fuori
uso dal saldatore quando il calore trasmesso e ecces-
slvo. In ogni caso occorre sempre provvedere alla
conservazione di una certa lunghezza dei terminali,
prima di sottoporli alla tranciatura; la lunghezza di
questi puo essere, per un diodo al germanio, di 1 O
mm; per un transistor al germanio i terminali devono
rlmanere lunghi nella .misura di 15 mm; per i transi-
stor al silicio, che temono assai meno il calore, la
lunghezza di 1 O mm e piil che sufficiente. Durante
l'operazione di saldatura dei terminali dei semicon-
duttori occorre servirsi delle pinze che, irrigidendo il
terminale, provvedono anche alla dispersione dell'e- Fig. 15 - I conduttori di tipo LITZ, prima di essere
nergia termlca, cioé del calore. sottoposti alla saldatura, rlchiedono un particolare trat-
tamento. 11 filo conduttore deve essere immerso, in un
primo tempo e nella misura di 1 cm, nella pasta salda;
poi si brucia il terminale con la fiamma di un fiammi-
fero e lo si reimmerge nella pasta salda; soltanto ora
11 filo puo essere sottoposto all'operazione di salda-
tura. L'uso della lametta, per questi tipl di fili con-
duttori, e sconsigliabile, perché potrebbero facilmen-
te rompersi.

Fig. 16 - Questo e il sistema corretto di lmpugnatura


di un saldatore per circuiti stampati.

600
dere delle gocce troppo grosse, che rischiano di ta da barba, i terminali dei due fili di rame, fino
provocare cortocircuiti od altri malanni. ad evidenziarne la lucentezza metallica. Poi si
attorcigliano un poco i terminali. Su questi si
applica una piccola quantita di pasta-salda. Con
OSSIDAZIONE DEL SALDATORE la mano destra si impugna il saldatore e si ap-
poggia la punta su! punto da saldare, scioglien-
Anche il saldatore va soggetto ad ossidazione, do contemporaneamente una certa quantita di
cioé la sua punta di rame saldante si ricopre stagno; lo stagno si scioglie soltanto se messo
di un velo scuro, che e cattivo conduttore del in contatto con la punta del saldatore.
calore, e questa e una delle cause che concorrono Occorrerá sempre ricordarsi che non ci si deve
assai spesso alla esecuzione di saldature fredde. accontentare della liquefazione dello stagno e
La punta di rame del saldatore, quindi, deve es- non togliere troppo presto la punta del salda-
sere pulita di quando in quando, servendosi di e
tore dalla saldatura; bene che la punta del sal-
uno spazzolino metallico e non della lama di un datore rimanga ferma sul punto in cui si effet-
temperino q, peggio ancora, della lima, come tua la saldatura per alcuni secondi, in modo che
purtroppo fanno alcuni radiotecnici; con questi il calore possa distribuirsi uniformemente e nella
sistemi, infatti, si riduce sempre piü la massa del massima quantita sul metallo. Quando si e con-
rame e la punta saldante si assottiglia. vinti di aver eseguito la saldatura, si toglie il
saldatore e si attende per qualche istante in mo-
do da concedere allo stagno il tempo di rap-
REALIZZAZIONE DELLA SALDATURA prendersi; quindi si esercita una leggera trazio-
ne sui conduttori, muovendoli un po' da una
Dopo le premesse fin qui fatte, non resta che parte e un po' dall'altra, cosi da accertarsi del
prendere in mano il saldatore per eseguire la loro completo fissaggio e della bona qualita
prima saldatura, per esempio quella destinata della saldatura ottenuta.
ad unire tra loro i terminali di due fili di rame. In ogni caso la pratica sara sempre la migliore
La prima cosa da farsi e quella di innestare la maestra per tutti e le operazioni di saldatura
spina di un saldatore a punta sottile, di piccola diverranno sempre piü semplici ed istintive col
potenza, nella presa-luce, in modo da conceder- passare del tempo; la regola fondamentale, tut-
gli il tempo necessario per raggiungere, sulla tavia, rimarra sempre la stessa: pulizia perfetta
punta, la temperatura di lavoro. Contemporanea- dei terminali da saldare ed esecuzione relativa-
mente si raschiano accuratamente, con la lamet- mente lenta della saldatura.

Fig. 17 - Per eliminare lo stagno in un qualsiasi punto di un circuito stampato, occorre servirsi del dissal-
datore, che e l'utensile che provvede ad aspirare lo stagno fuso. In commerclo ve ne sono di molti tipl. Quello
rappresentato a sinistra provvede alla sola aspirazione dello stagno fuso dalla punta del saldatore. Quello
rappresentato a destra provvede, contemporaneamente, alla fusione dello stagno e alla sua aspirazione.

601
SPECIALE
DIDATTICA

TEORIA E PRATICA CON


1 D10D1
I diodi sono componenti elettronici dotati di ormai leggendario, con il quale i pionieri della
due elettroni (anodo e catodo), nei quali la cor- radio riuscivano a captare e rivelare le onde
rente scorre soltanto in una determinata direzio- elettromagnetiche ad alta frequenza.
ne; piü precisamente, dall'anodo verso il catodo. Questo tipo di diodo era composto da un catodo,
Esistono vari tipi di diodi a semiconduttore, di rappresentato da un pezzetto di cristallo di ga-
forma diversa e di diversa grandezza; ognuno di lena, e da un anodo, rappresentato da un sot-
questi si adatta per una particolare funzione elet- tilissimo filo conduttore che sfiorava il cristallo.
tronica. In questo tipo di diodo la corrente fluiva prin-
I diodi allo stato solido hanno soppiantato il cipalmente da! filo verso il cristallo, mentre sol-
vecchio diodo a vuoto spinto (valvola elettroni- tanto una debolissima corrente riusciva a circo-
ca) ed offrono rispetto a questo notevoli vantaggi lare in senso opposto.
di praticitá, tecnica ed economia. Su questo stesso principio vennero costruiti piü
II primo diodo a cristallo, citato nella storia del- tardi i diodi al germanio, a punta di contatto,
la radiotecnica, puó essere senza dubbio consi- largamente impiegati ancor oggi ne! processo di
derato il diodo a galena, cioé il componente, rivelazione dei segnali radio.

602
In questi diodi il cristallo di galena e stato so-
stituito con un sottile strato di germanio semi-
conduttore racchiuso, assieme alla punta di con-

"'
tatto, in un piccolissimo involucro di vetro, che
conferisce al componente notevoli doti di ro-
==A===l
t>l,a:::=
K =
bustezza.
Successivamente, in virtú dell'evoluzione tecnolo-
gica dei semiconduttori, dopo un prolungato
p
/
MATERIAL E MATE RIALE

studio su un altro tipo di materiale semicondut- N


tore, denominato silicio, vennero realizzati i dio-
di a giunzione, il cui funzionamento e basato su
un principio di conduzione elettrica leggermente
diverso; questi diodi, infatti, sono legati alle pro- Fig. 2 • Simbolo elettrico di un diodo. L'anodo viene
prieta di « conduzione » e « non conduzione » simboleggiato tramite un triangolo, il catodo tramite
una sbarretta. L'anodo rappresentato da un semi-
di una giunzione di tipo P-N, a seconda della conduttore di tipo P; il semiconduttore di tipo N co-
polarizzazione di quest'ultima. stituisce il catodo.
I diodi al silicio rappresentano i componenti
attualmente piu utilizzati nel settore della retti-
ficazione, soprattutto per le loro proprietá intrin-
seche che li avvicinano, assai piu che i diodi al
germanio, al modello ideale di diodo. La giunzione P-N viene ricavata da un'unica pia-
strina di silicio, nella quale vengono introdotti,
attraverso opportune tecniche, due diversi tipi
LA GIUNZIONE di impurita, che formano due diverse zone di
silicio, di tipo P e di tipo N.
I diodi a giunzione sono quelli maggiormente Il semiconduttore di tipo P costituisce l'anodo
utilizzati in elettronica. E' doveroso quindi ana- del diodo; quello di tipo N rappresenta il catodo
lizzarne la costituzione intima. (figura 2).
In base alle proprieta assunte dal semiconduttore
con le due differenti impurita, nella giunzione
si viene a creare una « barriera » di potenziale,
di circa 0,6 V, che puo essere concepita come
una piccola pila collegata in parallelo con il dio-
do e con il morsetto positivo verso il catodo.
Questa barriera di potenziale blocca le correnti
interne che normalmente tendono a manifestarsi
nel semiconduttore.

s ± EFFETTO RADDRIZZANTE

Quando il diodo viene polarizzato, cioé quando


sui suoi terminali viene applicata una tensione
Fig. 1 - Tlpl di dlodl
elettrica, si possono verificare le due diverse con-
pi comunl. Tutti i com- dizioni riportate in figura 3. Se la pila estema
ponenti riportati in que- e collegata con il morsetto positivo rivolto verso
sto disegno sono raffi- l'anodo, essa riesce a vincere la barriera di po-
guratl con il catodo
sulla destra. Soltanto
tenziale formatasi internamente al diodo, per-
per i tipl, di cui ai nu- mettendo il passaggio di una forte corrente. Al
meri 6 e 8, esistono le contrario, se il morsetto positivo della pila e
veraionl con collega- rivolto verso il catodo, la barriera viene raffor-
menti invertiti, allo sco-
po di facilitare la rea-
zata e si crea un maggiore impedimento al pas-
lizzazione dei ponti rad- saggio della corrente. In pratica nel diodo seor-
drizzatori. L'inversione re ugualmente una debolissima corrente, pro-
del collegamentl e co- vocata da quegli elementi denominati « porta-
calo munque interpretata per
mezzo di un contrasse-
tori minoritari »; questa corrente puo essere con-
gno riportato sul coro siderata come una corrente di dispersionc del
del componente. diodo stesso. Nei diodi al germanio essa assume

603
Fig. 3 - Quando sui term inall di
un diodo viene appllcata una
tensione elettrlca, si pos sono ve-
rificare due diverse co ndizioni
elettri che: notevol e flusso di cor -
FORTE CORRENTE
4 .,_
DESOLE CORRENTE

rente oppure debo llssimo flusso


di co rrente. Nel primo cas o si
suol dire che il diodo epolarizza-
to correttamente, perché la ten-
sione della pila riesce a vlncere
la barriera di potenziale presen- DIODO DIODO
te nel diodo stesso. Nel secondo OIRETTO INVERSO
caso, quando il morsetto positi-
vo della pila e rivolto verso il
catodo, la barriera viene raffor-
zata e si crea un maggior impe-
dimento al passaggio della cor-
l l
€@ €)
rente. PILA PILA

l'intensita di pochi microampere, mentre nei dio- infatti poter vincere la tensione della batteria,
di al silicio il suo valore e dell'ordine dei nanoam- che ne! diodo al silicio e di 0,6 V e in quello al
pere (millesimi di microampere). germanio e di 0,2 V, prima di ottenere la con-
Un semplicissimo esperimento sulle proprieta di duzione elettrica attraverso il diodo stesso.
conduzione del diodo pu<'> essere realizzato seguen- Da quanto finora detto si rende immediata l'inter-
do gli schemi riportati in figura 4, dove e dimo- pretazione delle curve riportate in figura 5, nel-
strato che l'inversione del diodo provoca le due le quali risulta evidenziata la conduzione nei
possibili condizioni della lampada perfettamente diodi al silicio e in quelli al germanio. Nei primi
accesa o completamente spenta. Per eseguire la conduzione inizia quando viene superata la
questo esperimento occorre servirsi di una pila tensione di 0,6V; nei secondi la conduzione ini-
da 6 V e di una lampadina da 6V-50 mA cir- zia quando si supera lo 0,2V. Occorre notare
ca; il diodo pu<'> essere indifferentemente di tipo inoltre che nei diodi al silicio, una volta supe-
al germanio o al silicio. rato il valore di soglia, si ottiene una netta con-
duzione del componente, mentre nei diodi al
germanio la conduzione risulta piü graduale.
CURVA CARATTERISTICA Al di sotto delle tensioni di barriera i diodi si
comportano praticamente come isolanti, dato che
Abbiamo gia avuto modo di dire che, collegan- la corrente e ridotta a valori estremamente bassi.
do ad un diodo una pila con le polaritá indicate
ne\lo schema á sinistra di figura 3, si otteneva
ne! circuito' il passaggio di una forte corrente. UN SEMPLICE ESPERIMENTO
Ma ció in, realta non e assolutamente esatto,
perché non tutti i valori di tensione della batte- 11 progetto riportato in figura 6 puo essere rea-
ria sono idonei a far circolare corrente. Occorre lizzato, a titolo's erimentale, per dimostrare che,

DIODO DIRETTO DIODO INVERSO

PILA PILA


LAMP LAMP Fig. 4 - Questo semplice esperi-
accésA SPENTA mento, di facile attuazione, per-
mette di interpretare praticamen-
te le proprieta di conduzione del
diodo: con la polarizzazione di-
retta la lampada LP si accende,
mentre essa rimane spenta con
la polarlzzazione inversa.

604
valore massimo di potenza dissipabile.
Ma a questo proposito vogliamo chiarire un
concetto elettrico assai importante e su! quale
V
moho spesso viene fatta confusione. In pratica
esistono due potenze tipiche del diodo : la prima
SILICIO
e la massima potenza che il diodo riesce a far
dissipare su un carico esterno, la seconda e la po-
tenza dissipata internamente al componente, la
quale dipende da! valore massimo di corrente
che attraversa il diodo.
Facciamo un esempio. Consideriamo un diodo di
tipo BY 127, inserito in un circuito alimentato con
la tensione di 200 V e ne! quale scorre una cor-
rente di 0,5 A. Ebbene, la potenza che il diodo
riesce a far dissipare e di: 200 V x 0,5 A = 100
W. La potenza dissipata dal diodo, invece, tenen-
do conto che la tensione sui suoi terminali e di
0,6 V circa, e di: 0,6 V x 0,5 A=0,3 W, cioé un
Flg. 5 - Curve caratteristiche della corrente, In cor- valore notevolmente piü piccolo di quello pre-
rispondenza con i valori di tensione, che acorre at- cedente.
traverso un diodo al silicio e uno al germanio. Nel
primo caso la conduzione e netta, nel secondo essa
In pratica, anziché far riferimento alla potenza
risulta piü graduale. dissipata o dissipabile di un diodo, si preferisce
ricordare i valori massimi di corrente e di ten-

anche in normali condizioni di flusso di corrente,


sui terminali del diodo e presente una tensione di
valore pari, o quasi, a quella di barriera. Infat-
ti, chiudendo l'interruttore S1, e possibile notare
un aumento di luminositá della lampada del
diodo stesso. In figura 7 presentiamo la foto del
semplice circuito sperimentale che serve a dimo-
strare la presenza della tensione di barriera an-
che nelle condizioni di normale flusso di corrente.

POTENZA DEL DIODO

Come tutti i componenti elettronici ,anche il


diodo a semiconduttore e caratterizzato da un

51

Fig. 7 - Questa foto propone il cablaggio dell'esperi-


mento atto a dimostrare la presenza di una tensione
di barriera In tutti i tlpi di diodl.

PILA LP

Flg. 6 - Reallzzando questo elementare progetto, e


posslblle evidenziare praticamente l'esistenza della
tenslone di barriera. Chiudendo l'Interruttore S1, in-
fattl, si ottlene un aumento di luminositá della lam-
pada LP.
di silicio, cioé aggiungendo ad esso talune im-
purita, e possibile controllare la reazione a ca-
tena in modo da evitare la distruzione del com-
AN] K ponente; ma e ovvio che la drogatura del silicio
o /o
non basta, perché occorre provvedere anche a li-
mitare la corrente, che scorre attraverso il diodo,
tramite opportune resistenze.
> 4 o Un componente cosl concepito prende il nome
di « diodo zcner » e la tensione inversa massima
viene denominata « tensione di zener ».
Anche il diodo zener, cosl come tutti gli altri
componenti elettronici, viene normalmente in-
Flg. 8 - Simboli elettrici comunemente usati per Indi- dicato nel linguaggio elettrico figurato attraverso
care i diodi zener.
un símbolo (figura 8).
In figura 9 e riportata, per intero, la curva ca-
ratteristica di un diodo zener che, polarizzato
sione che offrono un'indicazione piu chiara delle direttamente si comporta come un normalissimo
caratteristiche del diodo; ed e proprio in base diodo al silicio, mentre quando viene polarizzato
a queste caratteristiche che vengono normalmen- inversamente non conduce corrente, sino al valo-
te venduti i diodi. re di tensione zener; ma una volta raggiunto tale
valore il diodo entra rapidamente in conduzione.
Si noti che se la corrente inversa, che attraversa
D10D1 ZENER il diodo, varia notevolmente, la tensione, sui
terminali del diodo, rimane praticamente sem-
Uno dei paramctri caratteristici dei diodi e rap- pre quella di zener, per cuí ne consegue un no-
presentato dalla tensione inversa massima che tevole effetto stabilizzante.
essi sono in grado di sopportare.
Abbiamo detto che quando un diodo e polariz-
zato in senso diretto, esso favorisce il flusso della
corrente; quando il diodo e invece polarizzato RZ
in senso inverso, esso aumenta la tensione di
barriera, ostacolando il flusso della corrente. Ma
questo concetto e valido fino a certi valori della
tensione di polarizzazione, perché da un certo
punto in poi si verifica la distruzione del com- 10;12V
DZ9V
ponente. Si suole anche dire che, una volta su-
perata la massima tensione inversa, si incontra
una zona di forte conduzione che, generando
una reazione a catena, porta rapidamente il
diodo alla distruzione.
Tuttavia, drogando opportunamente il cristallo

Fig. 10 - Semplice circuito di alimentatore stablllzzato,


che permette ll passagglo di una corrente di valore
costante attraverso il carico.

J
v,
0,6 V
Flg. 9 - Curva caratteristica dell'andamento della corrente
elettrica, in rapporto alla tenslone, di un diodo zener., Nor-
malmeat2 fino ad un valore di tensione di 0,6 V la corren-
te basslssima; essa aumenta rapkdamente da questo va-
loro di tensione. La corrente divlene anche intenslssima
quando al diodo zener vlene appllcata una tenslone inver-
sa, che porta all'immediata dlstruzione del componente.

606
1 RZ
12V

6,3V

c1 6,2V LP1 LP2

ov Fig. 11 - Realizzando que-


sto circuito il lettore avrá
modo di verificare gli ef-
fetti stabillzzanti del dio-
do zener.

COMPONENTI
C1 = 2.000 F - 16 VI.
RZ = 10 ohm -2 W
R1 = 10 ohm - 5 W (potenz. a filo)
D1 = BY126
DZ = 6,2V-10W
LP1 = 6V-50mA
LP2 = 6V-50mA
T = trasf. d'alimentaz. (12 V - 1 A)

LP2

Fig. 12 - Plano di cablag-


gio del circuito necessario
per constatare in pratica
gll effetti di stabilizzazio-
ne di un diodo zener.

607
12V

6,3V +

c1 DZ LP

ov

Fig. 13 - Con questo cir-


cuito e posalblle controlla-
ro gli effetti stabillzzanti di
un diodo zener quando va-
ria la tensione di allmen-
tazione.

COMPONENTI
C1 = 2.000 uF - 16 VI.
RZ = 10 ohm-2 W
R1 = 1 O ohm - 5 W (potenz. a filo)
DI = BY126
DZ = 6,2V-10W
LP = 6V-50mA
T = trasf. d'alimentaz. (12 V - 1 A)

ST ABILIZZAZIONE DI TENSIONE

Dalle ultime osservazioni esposte e facile dedur- Fig. 14 - Con questo tipo di collegamento di due diodi
re che l'impiego principale dei diodi zener e zener la potenza risulta distribuita, sui due diodi, in
quello della realizzazione di circuiti alimentatori misura direttamente proporzionale alla loro tensione.
stabilizzati di cui, in figura 10, e riportato un
semplice esempio.
lnfatti, collegando un diodo zener in parallelo
con un detenninato carico, questo evitera, ov-
viamente entro certi limiti, ogni variazione di
tensione dovuta, ad esempio, a variazioni della
tensione di alimentazione. 6V
La presenza della resistenza RZ e assolutamente
15V
necessaria, perché ad essa e affidato il compito 20V
02 STA
di determinare la massima corrente nel circuito, 9V
preservando l'integrita del diodo zener.
Collegando, ad esempio, un diodo zener da 9 V
direttamente, senza alcuna resistenza con una G} + +
sorgente di alimentazione di 10-12 V, si ver-
rebbe a produrre ne! diodo zener una corrente
talmente intensa da distruggerlo all'istante.

608
Flg. 15 - Per aumentare la potenza complessiva dis-
sipabile non si deve mai ricorrere al collegamento In
parallelo di due dlodi zener.
RZ

(
02
No!
9V 9V

b tens.
tens. da
stabilizz.
stabilizz.

Fig. 16 - Per evitare l'acquisto di diodi zener di po-


tenza, molto costosi, si ricorre all'uso di un transistor,
che e in grado di trasformare un diodo zener di ple-
cola potenza in uno di potenza elevata.

La resistenza di zener <leve essere opportunamen-


te detenninata, in modo da non superare un va-
lore di corrente prestabilito e da non provoca-
re una eccessiva caduta di tensione.

TENSIONE DI INGRESSO VARIABILE Fig. 17 - Esempio di impiego di diodo zener per la


realizzazione di un voltmetro a scala dilatata.
Volendo offrire a tutti i lettori l'opportunitá di
progettare un alimentatore stabilizzato in grado
di soddisfare le proprie esigenze, cercheremo ora
di spiegare a tutti in qua! modo sia possibile
calcolare il valore della resistenza di zener. R1
Facciamo ancora riferimento allo schema di fi-
gura 10 e supponiamo che il carico rimanga
costantc, per esempio assorbendo sempre una cor-
.rente di 100 mA con l'alimentazione di 9 volt, +
mentre la tensione di alimentazione puo variare
da un mínimo di 10 V ad un massimo di 12 V. oz
Con i valori ora citati si puo decidere di utiliz-
zare un diodo zener da 9 V perché questo va-
lore e quello della tensione con la quale viene
alimentato il carico, facendo scorrere una corren-
te mínima pari a circa 1/20 della corrente del VOLTM.
carico, cioé a :
1
lOOmAx-- = 5mA
20

609
La resistenza RZ vine quindi determinata tra-
mite la seguente relazione:
DZ
Valim. (minima) - Vzener
RZ = ---------
Ic + Iz
R1 Poiché nell'esempio citato e Valim. (minima) =
10V; Vz = 9V; le= 100 mA; Iz = 5mA, ap-
VOLTME TRO plicando la formula precedente, si ottiene:
(10-9) V
RZ = ------ = 10 ohm circa
105mA
A questo punto occorre determinare il valore del-
Fig. 18 - L'impiego del diodo zener serve, come nel la potenza del diodo zener.
caso di questo circuito, per ottenere una efficiente Per ottenere questo dato occorre ricavare il va-
protezione dello strumento di misura contro i sovrac- lore della massima corrente che attraversa la re-
carichi.
sistenza RZ e che risulta pari a:
Vmax. Vz 12-9
Imax. = ----- = ----- = 300 mA
Rz 10
Una parte di questo flusso di corrente, pu pre-
cisamente 100 mA, interessa il carico; la rima-
nente parte di 200 mA costituisce il valore mas-
simo di corrente che interessa il diodo zener. II
diodo quindi dissipera, al massimo, una potenza
pan a:
P= lz (max.) x Vz = 200 (mA) x 9 = 1,8 W
Per ovvii motivi di sicurezza, converrá utilizzare
un diodo zener da 3 W.

TENSIONE DI INGRESSO E CARICO


VARIABILI
Fig. 19 - Quando sui terminali di un diodo varicap vie-
ne applicata una tensione di basso valore, Internamen- Nella maggior parte delle applicazioni pratiche
te al componente si formano due strati di cariche che non occorre soltanto stabilizzare le variazioni del-
simulano le due armature di un condensatore variabile. la tensione di ingresso, ma occorre anche prov-
Queste armature sono molto vicine tra loro e la ca-
pacita del diodo e elevata. vedere alla stabilizzazione della corrente di cari-
o, che puó variare anche notevolmente. Per
esempio, volendo alimentare un piccolo ricevito-
re radio, questo presentera un diverso assorbi-
mento di corrente col variare del volume sonoro.
Vediamo dunque di interpretare, anche in questo
_l_ piccola ctistanza
caso, il processo di progettazione di un efficiente
circuito di stabilizzazione.
e
TENS. 3V(BASS)
e T grande capacita
Per questo procedimento, come per quello pre-
cedente, occorre conoscere il valore minimo e
quello massimo della corrente assorbita da! carico
che, per esempio, possiamo fissare nei limiti di
50 e 200 mA, mantenendo le stesse variazioni
della tensione di ingresso citate nell'esempio pre-
cedente.
Cosi fissando un valore minimo di corrente nel-
lo zener nella misura di 1/20 (o anche meno) del-

610
la corrente di carico, avremo:
1

nT
Iz (minima) = --- x 200 = 10 mA
20
Determinando il valore della resistenza di zener
con una formula analoga a quella riportata nel-
l'esempio precedente, si otterrá:
_J_ '""" "··-
TENS 12V (ALTA) ""'X"'"
Valim. (minima) V e [_l iecoto osa+
RZ = ------------ -
Icarico( max.) + Iz (minima)
10-9
= --- = 5 ohm circa
210
Poiché il valore della massima corrente che at-
traversa la resistenza di zener RZ e :
Ag. 20 • Aumentando la tensione applicata sui termi-
Vmax.-Vz 12-9 nali del diodo varicap, il valore capacitivo del compo-
Imax. ------ = --- = 600 mA nente diminuisce, perché le cariche elettriche risulta-
no distanzlate tra loro.
RZ 5
ritenendoci di agire nel peggiore dei casi, quando
la corrente assume il valore di 50 mA, cioé quan-
do questa corrente viene assorbita dal carico, at-
traverso lo zener passerá una corrente d'intensitá
pari a : 60 50 = 550 mA.
Dunque, il diodo zener dissipera una potenza pari
a 5 W, dato che Pz = 550 mA x 9 V = 4,95 W.
Per ovvii motivi di sicurezza, occorrera servirsi
di un diodo zener da 10 W. Occorre ancora ri-
cordare che, durante il loro funzionamento, i
diodi zener, soprattutto quelli di potenza, dissi-
pano notevole quantita di calore; ecco perché
questi componenti assai spesso vengono muniti di
elementi dispersori di calore.

UN CIRCUITO PRATICO ESPLICATIVO Fig. 21 - Esempio classico di lmpiego di diodo varicap


in sostituzione del condensatore variablle di tipo mec-
Per verificare gli effetti stabilizzanti del diodo canico.
zener, nel caso in cui si abbia a che fare con
un carico variabile, occorre realizzare il circuito
di figura 11, del quale forniamo, in figura 12
imp AF 1000 pF
anche il piano di cablaggio.
II circuito e dotato di un elemento di regolazione,
rappresentato dal potenziometro Rl. Agendo su
questo potenziometro e possibile far variare la
corrente di carico e si potra evidenziare il fatto bob
che, pur variando la corrente, la lampada LP2,
che non risulta stabilizzata da alcun diodo zener,
variera la propria luminositá a seconda della
porzione della resistenza Rl inserita nel circuito;
la lampada LPl, invece, rimarra costantemente pot, sintonia
accesa senza variazioni di luminosita, eviden- capacita grande
freq. 100 MHZ
ziando in tal modo la buona stabilizzazione ef-
fettuata dal diodo zener DZ.

611
imp. AF 1000 pF

bob.

Fig. 22 - II valore capacitivo del diodo varicap dimi-


pot. sintonia nuisce quando il cursore del potenziometro si spo-
capacita picola
freq 150 MHZ sta verso il morsetto positivo della sorgente di ali-
, mentazione.

Realizzando il progetto di figura 13 sara possi- potenza (200 mW ; 10W), puó capitare, per
bile verificare la stabilizzazione prodotta dai diodi esigenze tecniche particolari, di dover ricorrere al
zener al variare della tensione di alimentazione. collegamento di due o piu diodi zener.
Questa volta il potenziometro Rl risulta colle- Per esempio, volendo realizzare un progetto in
gato a monte del diodo zener; quindi, al variare cui necessita un diodo zener da 15 V e non si rie-
della propria resistenza, Rl simulera le varia- sce a reperire in commercio un tale componen-
zioni della tensione di alimentazione dovuti a te, si potra raggiungere lo stesso risultato colle-
sbalzi di rete. Si potra cosi facilmente constata- gando in serie fra loro due diodi zener, uno da
re l'effetto del diodo zener, che sara tale da ren- 6 V e l'altro da 9 V. In questo tipo di collega-
dere costante, anche in presenza delle fluttuazioni mento la potenza risulta distribuita sui due diodi
provocate da Rl, la tensione sui terminali della in misura direttamente proporzionale alla loro
lampada LP. tensione (figura 14).
Non e invece possibile in alcun caso il collega-
mento di due diodi zener in parallelo, allo scopo
COLLEGAMENTI DI PIU' D10D1 ZENER di aumentare la potenza complessiva dissipabile ..
Infatti, se si realizzasse il circuito di figura 15,
Anche se i diodi zener vengono oggi prodotti in collegando in parallelo due diodi zener da 9 V
una grande varieta di modelli, per valori di ten- - 10 W, allo scopo di ottenere un diodo fittizio da
sioni diverse (3 -;- 200 V circa) e diversi valori di 9 V - 20 W, succederebbe che, per inevitabili

Fig. 23 - Simboli elettrici di diodi optoelettronlcl. A


sinlstra e rappresentato ll simbolo di un diodo ricevi-
tore, a destra quello di un diodo emettitore di luce.

612
? Fig. 24 - Rafflgurazione reale di alcuni elementi optoe-
lettronici.

píccolissíme varíazíoní costruttíve, uno dei due effettiva divisa per il guadagno del transistor
zener, possedendo una tensione anche dí poco utilizzato.
ínferiore a quella dell'altro, entrerebbe per primo 11 condensatore elettrolitíco Cl ha la doppia
in conduzíone sopportando da solo tutto íl caríco. funzione di filtro di lívellamento e dí by-pass
Volendo aumentare la potenza dí un diodo ze- (cortocircuito) per íl fruscio che viene normal-
ner, occorre collegare in serie due elementí con mente generato dai diodi zener.
tensione pari a meta di quella richiesta. 11 progetto di figura 16, dunque, e adatto alla
realizzazione di ottimi alimentatori stabilizzati
per ricevitori radio, mangianastri o altri apparati
STABILIZZAZIONE DI POTENZA elettronici, in casa o nell'auto, allo scopo di ri-
sparmiare le pile di alimentazíone e di ottenere
Quando sí debbono stabilizzare forti correntí o dall'apparecchío cosi alimentato prestazioni su-
forti variazioni della tensione di ingresso, risulta periori.
poco economico rícorrere all'uso esclusivo dí dio-
dí zener che, ne! caso in cui non si ricorra a tipi
speciali di costo elevato, riescono a dissipare una GLI ZENER E GLI STRUMENTI
potenza massíma dí 10 W cíascuno. Si preferi-
sce quindi ricorrere all'uso di un transistor che ' L'impiego dei diodi zener non e limitato ai solí
trasforma un diodo zener di piccola potenza in alimentatori stabilizzati, anche se questo rappre-
uno di potenza elevata. Per esempio, utilizzan- senta l'uso principale.
do un diodo zener da 1 W, con un transistor che Si possono ora citare brevemente due diversi im-
abbia un guadagno pari a 50, i risultati saranno pieghí di questi díodi speciali abbinati a stru-
simílí a quelli ottenibili con diodo zener da 50 W, menti di misura, con lo scopo di. ottenere da
mentre il costo del circuito (figura 16) risultera questí ultími particolari prestazioni.
notevolmente ínferiore. Il progetto riportato in figura 17 mostra come
Naturalmente il transistor dovrá essere adatto a sí possa facilmente realízzare un voltmetro a scala
sopportare la potenza richíesta. espansa. Questo particolare strumento puó esse-
In commerr.:io esístono ottimí transistor a basso re molto utíle quando interessino le piccole va-
prezzo che ben si addicono a questi particolari riazioni di tensione attorno a valori relativamen-
impieghi di regolazione; ricordiamo, ad esempio, te grandi. Per esempio, volendo conoscere se
il transistor tipo 2N3055 con corrente massima = una tensíone di 52 V risulta stabíle, non potendo
= 15 A, potenza dissipabile = 110W círca e gua- pretendere un dato símile da un normale voltme-
dagno di 20 ; 70. tro commutato sulla portata di 100 V, dato che
Volendo progettare un símíle alimentatore sta- le variazioni di 1 V non sarebbero nemmeno av-
bilizzato, occorrera conoscere il guadagno del vertíbili e tanto meno misurabílí, si <leve rícorrere
transistor TR, quindi occorrerá procedere al di- ad un accorgimento. Si fa impiego di un voltme-
mensíonamento della resistenza Rl e del diodo tro a scala espansa, nel quale lo zero normale
zener DZ seguendo glí stessí criteri adottati per coincide con íl valore di 50 V, mentre il fondo-
i progetti precedentemente analizzati; per que- scala coincide con il valore di 55 V; queste va-
sto tipo di progetto (figura 16) occorrerá suppor- riazioni di tensione sarebbero assolutamente inav-
re che la corrente dí carico risulti parí a quella vertibili. Ma inserendo nel circuito di figura 17

613
un diodo zener da 50 V ed utilizzando uno stru-
mento da 5 V fondo-scala, e possibile raggiun-
gere il risultato voluto. Infatti, se la tensione e
inferiore a 50 V, il diodo zener non conduce e R1 R2
l'indice dello strumento rimane fero sullo ze-
ro; se la tensione e superiore di qualche volt, ne!
diodo zener si verifichera una caduta di 50 V,
mentre la rimanente parte di tensione verra let-
ta sullo strumento. La resistenza Rl e necessaria
o
e
3V
nel caso di impiego di strumenti abbastanza
sensibili; essa dovra essere regolata in modo che, e
in condizioni di impiego normale, nel diodo,
che dovra essere di piccola potenza, scorra una
corrente sufficiente ad ottenere l'effetto zener
(normalmente e sufficiente la corrente di 1 mA).
Un pratico impiego a scala dilatata pu<'> ottener-
si nell'autovettura, allo scopo di tenere sotto
controllo la tensione della batteria; in questo ca- Fig. 25 - Esempio di applicazione di un diodo fotoe-
mettitore.
so, utilizzando uno zener da 10 V e uno stru-
mento da 0-5 W, si potranno tranquillamente ri-
levare valori di tensione fra i 10 e i 15 V, ri-
manendo cosí costantemente informati sullo sta-
to della batteria.
II progetto rappresentato in figura 18 serve per
ottenere una efficiente protezione dello strumen-
to di misura contro i sovraccarichi. In questo caso
lo strumento funzionera normalmente sino a che,
raggiunto il valore della tensione di zener, il
diodo non stabilizzera la tensione rendendo im-
possibile ogni aumento e preservando il voltme-
tro da urti violenti sul fondo-scala. Fig. 26 - I diodi a luce rossa vengono impiegati ab-
bondantemente nella formazione di numeri dei display.
Alimentando soltanto una parte di diodi, cioé una
parte dei sette segmenti, e possibile ottenere la ri-
1 DIODI VARICAP produzione dei numeri.

La zona di giunzione P-N dei diodi, quella in


cui si crea la barriera costituita da due strati di
cariche elettriche di segno opposto, pu<'> essere
considerata come una piccola pila. Ma gli strati
di cariche positive e negative si comportano, a
tutti gli effetti, come un_ condensatore la cui ca-
pacita e normalmente di qualche decina di pi-
•:
cofarad. La capacita sussiste anche se le super-
e
fici delle armature • sono mol to ridotte. Cio vale
naturalmente per i normali diodi, mentre in ta-
luni moderni componenti il valore capacitivo rag- •••••
:
giunge le centinaia di picofarad.
Si pu<'> ben dire che ogni diodo a giunzione rac-
chiude, ne! suo involucro, un piccolo condensa-
tore. Ed e ovvio che, per poter sfruttare questa
particolarita dei diodi, occorre polarizzarli in-
versamente, in modo che non conducano cor-
rente, simulando lo stato di isolamento tra le ar-
mature di un condensatore reale.
La caratteristica piü saliente di questa capacita
allo stato solido e quella di variare il proprio va-
lore con il variare della tensione applicata al

614
diodo. Questo fenomeno avviene normalmente comandata in modo da ottenere sempre il massi-
in ogni diodo, ma risulta evidenziato in compo- mo segnale, cosl da agganciare la emittente a
nenti appositamente concepiti e denominati modulazione di frequenza.
« diodi varicap ». Altri impieghi dei diodi varicap vengono ef-
Il fenomeno fisico, che determina le variazioni fettuati nei sintetizzatori di frequenza, nei V.C.O.
di capacita, e assai complesso; esso si basa sulle e ne! settore televisivo, dove e possibile ottene-
proprieta della « barriera »; infatti, man mano re la perfetta sintonizzazione dei singoli canali
che aumenta la tensione inversa, applicata al TV tramite semplici pulsantiere, senza ricor-
diodo, alla barriera di potenziale giunge una rere ad ingombranti commutatori che sono fa-
dose di forza e vigore; la barriera quindi respin- cili a rompersi o a presentare difetti di funziona-
ge con maggior energía le cariche che formano mento.
le armature del condensatore, determinando una
diminuzione di capacita.
II diodo varicap si comporta quindi come un ve- IMPIEGHI PRATICI DEI DIODI VARICAP
ro e proprio condensatore variabile, ne! quale le
variazioni capacitive sono ottenute facendo varia- II circuito riportato in figura 21 propone un
re, anche con il sistema automatico, la tensione esempio classico di impiego di diodo varicap in
suo terminali del diodo. sostituzione del condensatore variabile di tipo
meccanico. II circuito prevede l'inserimento di
un potenziometro per la regolazione della sintonía,
PREGI DEL DIODO VARICAP in una impedenza di alta frequenza, di un con-,
densatore fisso e di un diodo varicap di capacita
Rispetto al vecchio ed ingombrante condensatore appropriata, cioé dipendente da! valore capaci-
variabile, il diodo varicap presenta notevolissimi tivo del condensatore meccanico che si vuol so-
pregi. Infatti, con il diodo varicap, che e un stituire.
minuscolo diodo a giunzione, si ottiene un no- La bobina e quella giá esistente nel circuito di
tevole risparmio di spazio, si ha la possibilita di sintonia. L'impedenza di alta frequenza e ne-
pilotare la sintonía tramite la tensione, eliminan- cessaria per evitare che il segnale di alta fre-
do i fenomeni di slittamento di frequenza dovuti quenza vada a scaricarsi a massa attraverso il
alla capacita aggiuntiva introdotta dalla mano potenziometro di sintonia. Potra essere conve-
dell'operatore. niente collegare, tra il cursore del potenziome-
Con il diodo varicap e inoltre possibile ottenere tro e massa, un condensatore da 20.000 pF, in
un comando automatico della capacita del con- modo da eliminare ogni residuo di alta frequen-
densatore. Ció avviene ad esempio nei circuiti di za su! potenziometro stesso.
controllo automatico della frequenza, nei ricevi- L'inserimento del condensatore da 1.000 pF, in
tori a modulazione di frequenza, nei quali la serie con la bobina, e indispensabile, perché in
tensione applicata al diodo varicap, inserito ne! caso contrario, collegando direttamente il diodo
circuito oscillante dell'oscillatore locale, viene varicap in parallelo alla bobina, questo si verreb-

Flg. 27 - Tutti i numerl dall'uno al nove possono essere ottenuti accendendo una
parte del diodi che compongono uno stesso disegno formato da sette segmenti.

1 8 8 0
615
be a trovare in condizioni di cortocircuito, senza
poter svolgere le sue funzioni di condensatore
variabile.
Ricordiamo che, motando il cursore del po-
tenziometro verso il terminale di massa (bassa diodo
tensione), si otterrá il massimo valore capacitivo l aser
del diodo varicap, corrispondente al valore piü
basso di frequenza sintonizzabile dal circuito ac-
cordato.
Quando il cursore del potenziometro viene fatto
motare verso l'estremita collegata con la ten-
sione positiva ( + 12 V), si ottiene un allonta-
namento delle cariche (figura 22); la capacita
risultante apparirá ridotta ed il circuito verra a
sintonizzarsi su una frequenza piü elevata.

DIODI OPTOELETTRONICI

L'optoelettronica riguarda tutti quei dispositivi Fig. 28 - Questa e la configurazione reale di un diodo
Laser.
il cuí funzionamento e legato alla presenza di ra-
diazioni luminose ed energia elettrica.
In questi ultimi anni l'optoelettronica ha subito
di essi una radiazione luminosa, si provoca un
un notevole sviluppo per merito della realizza-
gran movimento di elettroni internamente al
zione di elementi « solid-state », in grado di e-
cristallo, favorendo la circolazione di una cor-
mettere luce o di rivelarla. Tali dispositivi sono
rente elettrica; il numero degli elettroni in movi-
molto robusti, di piccole dimensioni di costo re-
mento e relativamente basso ed anche la corren-
lativamente basso e di eccellenti prestazioni; in
te elettrica e molto esigua.
virtü di tutte queste caratteristiche, essi hanno
Nei, componenti fotoemettitori si verifica il pro-
compiuto una vera e propria rivoluzione tecnolo-
cesso inverso; in questi elementi, quindi, gli elet-
gica nel settore industriale, permettendo di ri-
troni che « saltano » fra le varie orbite degli ato-
solvere molti problemi di controllo aistanza,
d di
mi sono tanto maggiori quanto maggiore e la
isolamento elettrico, di telecomunicazioni, ecc.
corrente che si fornisce al componente; conse-
I dispositivi optoelettronici possono essere suddi- guentemente risulta tanto maggiore la luce emes-
visi in due categorie: i fotorivelatori, che risul- sa.
tano sensibili alla luce incidente su di essi, e i
fotoémettitori, in grado di convertire l'energia
elettrica, con cui vengono alimentatf, in energia VARI TIPI DI DIODI OPTOELETTRONICI
luminosa emettendo luce con particolari carat-
teristiche di colore o di coerenza (laser). Tra i componenti piü semplici e, allo stesso tem-
po, piu efficaci nel settore dei rivelatori fotoelet-
trici, vi sono i diodi fotosensibili denominati an-
IL PRINCIPIO DI BASE che fotodiodi.
Nonnalmente il componente semiconduttore e il
La sensibilitá alla luce di certe sostanze, oppure silicio opportunamente lavorato. Esso presenta
la loro possibilitá di emettere luce, e prevalente- una vastissima gamma d'onda di funzionamento,
mente legata al movimento degli elettroni nei
che rende possibile la sua utilizzazione anche nel
cristalli a semiconduttore.
settore dell'infrarosso (luce invisibile), per sistemi
E senza entrare a fondo nell'argomento, ricor- di aliarme.
deremo semplicemente che nei semiconduttori la
I diodi fotosensibili vengono oggi prodotti in una
corrente circola a causa di « salti » che gli elet-
vasta gamma di modelli, opportunamente inca-
troni effettuano tra alcune orbite degli atomi. psulati in contenitori di plastica, dei quali molti
Questi salti sprigionano, o richiedono, una certa sono forniti di lente allo scopo di aumentare la
qualita di energia che si manifesta sottoforma di concentrazione della luce nel punto in cui e si-
luce, colore od altro. tuato l'elemento sensibile.
Nei componenti fotosensibili, facendo cadere su Facciamo presente che, grazie alla estrema mi-

616
niaturizzazione di questi elementi, e stato possi- questi tipi di componenti, potrebbe condurre,
bile racchiudere in un unico contenitore molte in caso di errato inserimento, alla distruzione del
migliaia di diodi fotosensibili con il risultato della diodo stesso.
formazione di un vero e proprio VIDICON (tu- Una delle applicazioni pratiche, attualmente in
bo della telecamera) allo stato solido che, pur non grande sviluppo, e luso dei diodi LED per la
presentando lo stesso grado di definizione del mo- composizione di Display allo stato solido, per ot-
dello tradizionale, offre innegabili vantaggi di tenere cioé le cosiddette lampade numeriche a
praticita, robustezza e miniaturizzazione. sette segmenti. Infatti, inserendo in un unico
contenitore vari diodi elettroluminescenti, dispo-
sti nel modo indicato in figura 26, e possibile,
1 DIODI LED alimentando soltanto una parte di diodi, cioé
una parte dei sette segmenti, ottenere la ripro-
I diodi LED, cioé i diodi emettitori di luce, sono duzione di tutti i numeri.
i componenti optoelettronici che, piü di ogni al-
In figura 27 e dimostrato come sía possibile ot-
tro, hanno suscitato l'interesse dei tecnici e degli
tenere la raffigurazione numerica.
studiosi.
Le caratteristiche di queste « lampadine » allo
stato solido sono senz'altro degne di nota.
IL DIODO LASER
La prima fra queste e senza dubbio la durata
praticamente infinita del componente, che ne
Quando viene accesa una normale lampadina,
permette l'uso in apparati segnalatori con la ga-
questa emette radiazioni di tutte le lunghezze
ranzia della piu assoluta affidabilita. Inoltre, a
d'onda, cioé di tutti i colori, nel modo piü ca-
differenza delle comuni lampadine a filamento, i
suale possibile. Il risultato che ne scaturisce e
diodi LED sono componen ti « freddi », per cui
il seguente : il nostro occhio percepisce una so-
e possibile inserirli in punti delicati, riducendo vrapposizione di tutte queste radiazioni con il
eventualmente le dimensioni di possibili proietto-
ri, proprio perché non richiedono alcun procedí- 'risultato di vedere la luce bianca.
mento di raffreddamento. Questi diodi consuma- Al contrario, la luce Laser e quasi perfettamente
no poca energía rispetto alla luce emessa; sono monocromatica, cioé contiene una sola lunghez-
di piccolissime dimensioni ed infrangibili. za d'onda. Ma non basta; la luce Laser e anche
I diodi LED, a seconda del materiale usato per « coerente », cioé viene emessa con una precisa
la loro costruzione, possono emettere luce visi- relazione di fase. Ma per essere piu chiari su
bile, principalmente rossa, e luce invisibile (in- tale concetto, ricordiamo che la luce e costituita
frarossa), con bande di emissione molto strette, da « fotoni », che possono essere paragonati a
che permettono l'eliminazione dei poco conve- tante palline di energía. Ebbene, nella luce cro-
nienti filtri ottici. matica, quale puó essere ad esempio quella di un
Essendo privi di inerzia, i diodi LED possono diodo LED, le palline, cioé i fotoni, vengono
essere impiegati per modulare la luce a frequen- emesse casualmente l'una dopo l'altra, senza ri-
ze assai elevate (3 MHz circa), permettendo la spettare un intervallo fisso di tempo tra due
realizzazione di ottimi sistemi di telecomunicazio- emissioni successive, come invece avviene nel
ne luminosa. processo di emissioni luminose normali.
La luce Laser puó essere paragonata ad un'onda
radio di frequenza ben definita e dotata di una
FUNZIONAMENTO DEI DIODI LED sua propria fase. L'unica differenza consiste nel-
la frequenza dell'onda Laser che, essendo assai
Per condurre la corrente elettrica, i diodi LED piü elevata e concentrata in un sottile fascio lu-
devono essere polarizzati direttamente; a secon- minoso, permette di indirizzare la sua potenza
da dei tipi di diodi, la corrente puó variare da verso un punto prestabilito con risultati vera-
pochi milliampere alle centinaia di milliampere, mente fantascientifici.
per quelli di potenza, raggiungendo anche vari Recentemente, prendendo le mosse dal principio
ampere in regime impulsivo. costruttivo dei diodi LED, si e riusciti a produrre
Lo schemino di figura 25 interpreta il modo di degli elementi in grado di emettere luce Laser.
impiego pratico di un diodo LED variandone la Abbiamo voluto segnalare l'esistenza di questi
luminositá tramite il potenziometro R1. componenti a titolo informativo, perché essi non
Il diodo deve essere correttamente inserito, poi- possono considerarsi ancora alla portata degli
ché la bassa tensione inversa, sopportabile da hobbysti, soprattutto per motivi economici.

617
SPECIALE
DIDATTICA

ORIA E PRATICA CD
La parola « transistor » corre oggi sulla bocea
di tutti, dei profani e di coloro che di elettronica
SISTOR
diletto o professionalmente <leve pur conoscere,
per ridurre al mínimo, nella propria mente, quel-
se ne intendono. l'insieme di misteri che ancor oggi sovrastano
Generalmente si sa che il transistor e un compo- il mondo dell'elettronica.
nente dell'apparecchio radio, del registratore,
dell'amplificatore, del mangiadischi o di altro ap-
parato che sostituisce, nell'elettronica moderna la GERMANIO E SILICIO
vecchia valvola tennoionica e che pennette di
realizzare apparati di dimensioni molto ridotte. Ogni transistor e costituito da un corpo solido,
I tecnici sanno a che cosa serve il transistor, ne da! quale fuoriescono tre o quattro terminali,
conoscono la tecnica di collegamento nei circuiti, corrispondenti ad altrettanti elettrodi contenuti
sanno misurarc tensioni e correnti sui tenninali. nel transistor stesso, cosí come avviene nelle nor-
Non tutti, peraltro, conoscono la natura intima mali valvole elettroniche.
di un transistor, la sua costituzione interna, i fe- Ma come sono fatti internamente gli elettrodi di
nomeni elettrici che in esso si manifestano. Sono un transistor? A quali fenomeni elettrici essi
concetti, questi, che non destano particolare in- danno luogo? In che modo il transistor riesce
teresse nella pratica applicazione di ogni giorno, ad amplificare un segnale radio? Lo vedremo ben
ma che, tuttavia, chi si occupa dí elettronica per presto; per ora, occupiamoci di due particolari

618
NPN
Fig. 1 - Tutti i transistor posson o
ess ere suddivisi in due grandi cate-
gorie: quella deg li NPN e quella dei
PNP. 1 disegni, rap presentati sulla
sinistra, si riferiscono al simbolo e-
lettrico del transistor. Nel transi-
stor PNP il simbo lo di emitto re e
munito di una freccia rivolta verso
il símbolo di base. Nel transistor
NPN la freccia e rivolta verso l'e-
sterno. Sulla destra del disegno so- PNP PILA
no rappresentati gli schemi elemen-
tari di allmentazione dei due tipi di
e
transistor. La resistenza inserita fra
collettore e base serve a polarizza-
re II transistor.

T018 T01
9a'I
s
Fig. 2 - I transistor si differenziano tra loro anche
per II tipo di involucro estemo. Ogni involucro e do-
tato di una particolare denominazione (indicata nella
figura in corrispondenza dei sette tipi di transistor),
TOS SOT 32 che permette al tecnico di conoscere le dimensioni del
componente e la forma con cui esso e costruito.

Fig. 3 - 1 transistor possono essere costruiti con cri-


stallo di germanio impuro o di silicio impuro. 1 tran-
sistor al germanio sopportano temperature dell'ordine
di 50 •e, mentre i transistor al silicio possono sop-
portare temperatura anche superior! agli 80 "C.

gr

50° 80'
GE SI

619
cristalli che, oggi, sono alla base dell'elettronica
moderna: il cristallo di germanio e quello di
silicio.
Quando questi cristalli vengono mescolati con
altri elementi, essi diventano dei « semicondut-
tori », cioé si lasciano attraversare dalla corren-
te elettrica in un sol verso : in pratica la corren-
te elettrica fluisce bene in un verso, mentre in-
contra una elevata resistenza nel verso opposto.
Con altre parole si puó dire che il germanio e il
silicio impuri si comportano da conduttori quan-
do essi vengono attraversati dalla corrente in un
determinato verso, mentre si comportano da iso-
lanti quando vengono attraversati dalla corrente
nel verso opposto.
Fig. 4 - Quando si monta un transistor in un circuito,
Ma questo concetto puó non riuscir chiaro del conviene sempre isolare i terminali del componente in-
tutto a quei lettori che desiderano una spiega- filando In essi un tubetto colorato, in modo da im-
zione pi accurata e, nello stesso tempo, molto pedire eventuali contatti lnterelettronici; un anello di
plastica mantiene compattl e rigidi i tre conduttori.
semplice. In realta qui si tratta di interpretare
tecnicamente l'espressione « semiconduttore ».
I semiconduttori sono quegli elementi che stan-
no fra i conduttori veri e propri e gli isolanti;
i semiconduttori, cioé, non sono né conduttori
né isolanti, mentre lo sono un po' degli uní e
un po' degli altri.
A questa categoria di elementi appartengono il
germanio e il silicio impuri, dei quali se ne sono
ottenute due qualita diverse: germanio N e ger-
manio P, silicio N e silicio P.
11 germanio e il silicio di tipo N sono il risultato
dell'aggiunta, al cristallo, di partí di antimonio
o arsenico; il germanio P e il silicio P risultano
dall'aggiunta di parti di alluminio o indio al cri-
stallo.
Fig. 5 - Per non dannegglare il transistor, soprattutto
La denominazione N del cristallo discende dal in sede sperimentale, conviene reallzzare i collega-
fatto che in esso vi- e una prevalenza di cariche menti in quella parte dell'ancoraggio destinato a ri-
negative. In pratica quando al cristallo puro mere utilizzato.
vengono aggiunte particelle di antimonio o arse-
nico, queste ultime hanno il potere di donare
elettroni agli atomi del cristallo, trasformandoli
in cariche negative, che si possono muovere li-
beramente e che conferiscono al cristallo una
conduttivita negativa.
Nel cristallo P le particelle di alluminio o indio
esercitano il potere di catturare elettroni, sot-
traendoli agli atomi del cristallo, i quali diven-
gono cariche elettriche positive, il cristallo assu-
me cosí una conduttivita positiva.

DIODO

Quando si uniscono tra loro due pezzetti di cri-


stallo impuri, uno di tipo P e uno di tipo N, si Fig. 6 - 11 calore e un nemlco del transistor. Per evitare
ottiene una giunzione PN, che e generalmente che esso si trasferisca in notevole quantita all'interno
conosciuta sotto il nome di DIODO. In pratica, del componente, occorre servirsi delle pinze metalli-
che, la cui massa favorisce la dispersione dell'energia
quando si accostano tra di loro due pezzetti di termica.

620
cristallo di nome diverso, P e N, si manifesta
un particolare fenomeno: si verifica un momenta-
neo passaggio di elettroni dal cristallo N al cri-
stallo P, che neutralizza soltanto le cariche che
si trovano sulla superficie di contatto dei due
cristalli. In questo modo la superficie di contatto,
privata di cariche elettriche, si comporta come
un isolante, che impedisce un ulteriore passag-
gio di elettroni dal cristallo N a quello P. II fe-
nomeno puó paragonarsi a quello che si mani-
festa tra le due armature di. un condensatore,
ne! quale le cariche elettriche non passano da
un'armatura all'altra a causa dell'isolante inter-
Fig. 7 - Quando sull'involucro del tra nsistor viene ap- posto fra esse.
plicato il radiatore, questo deve essere posizionato
in modo tale da favorire la circolazione dell'arla. La Dunque, il diodo allo stato solido e costituito
posizione verticale e quindi da preferirsi sempre a da due pezzetti di cristallo di nome diverso : in
quella orizzontale, nella quale la dispersione dell'ener- uno vi sono cariche elettriche positive libere,
gia termica diminuisce del 60%/. nell'altro vi sono cariche elettriche negative li-
bere; tra le due cariche vi e una barriera iso-
lante, spontaneamente formatasi all'atto della
giunzione dei due tipi di cristallo.
II diodo e caratterizzato dalla presenza di due
terminali uscenti: quello connesso con il cristal-
lo positivo prende il nome di « anodo », mentre
quello connesso con il cristallo negativo prende
il nome di « catodo ».

POLARIZZAZIONE DIRETTA O INDIRETTA

Supponiamo di inserire un diodo in un circuito


composto da una pila e da una lampadina; in
pratica si possono effettuare due tipi di collega-
menti diversi: si puó connettere il morsetto po-
sitivo della pila al cristallo P e si puó connet-
tere il morsetto positivo della pila al cristallo N.
11 risultato pratico di queste connessioni e il se-
guente: in un caso fluisce corren te ne! circuito
e la lampadina si accende, ne! secondo caso nes-
suna corrente fluisce attraverso il circuito e la
lampadina rimane spenta.
e Si usa dire che ne! primo circuito vi e « polariz-
zazione diretta », mentre nel secondo vi e « po-
larizzazione indiretta ». Spieghiamoci meglio.
Quando il diodo e polarizzato direttamente (ano-
do collegato con il morsetto positivo della pila),
le cariche elettriche negative, presenti su! mor-
Fig. 8 - Un cortocircuito accidentale fra collettore ed setto negativo della pila, respingona le cariche
emittore non danneggia il transistor; anche il cortocir- negative libere del cristallo N (catodo), costrin-
cuito casuale tra base ed emittore non danneggia il gendole ad oltrepassare la zona neutra del diodo;
transistor. 11 componente, invece, si danneggia quando le cariche elettriche positive libere, presentí ne!
il cortocircuito avviene fra base e collettore, a con-
dizione che la resistenza di collettore sia di basso va- cristallo P, vengo no res pin te dalle carie he posi-
lore. Il transistor puó danneggiarsi anche quando es- tive presenti su! morsetto positivo della pila, co-
so viene montato con polarita invertite. Anche in que- stringendole ad oltrepassare la barriera isolante
sto caso, tuttavia, il danno potrebbe essere lieve o esistente fra i due tipi di cristallo; si sviluppa
grave, a seconda dei valori della tensioni, delle resi-
stenze di carico e del tempo in cui sussiste il collega- cosi una corrente elettrica nell'intero circuito
mento errato. che accende la lampadina.

621
Fig. 9 - Realizza ndo l'opera zione elettri ca qui raffi - Fig. 10 - Questo schema ripropone il controllo di eff-
gura ta , it po ss iblle contro llare l'effi cienza di un tra n- clenza dei transistor di tipo NPN, giá interpretato nel
sisto r di tipo PNP, Il te ster deve ess ere commuta to caso di figura 9. L'unica dlfferenza tra l due tipi di
nella po sizio ne oh m x1O. Co lleg ando il puntale po- controllo del transistor consiste nell'inversione del
sitivo sull'emittore e quello negativo sul collettore, si puntali del tester. Con i transistor di tipo NPN il
dovra ottenere una piccola deviazione dell'indice dello puntale positivo deve essere applicato al collettore,
strumento (minore per i transistor al silicio, maggiore quello negativo all'emittore.
per quelli al gennanio); la deviazione dell'indice, co-
munque, non dovra mai essere totale. Chiudendo l'in-
terruttore S1, la base si polarizza e la resistenza in-
tema del transistor deve diminulre notevolmente. Te-
nendo conto della bassa tenslone della pila, incor-
porata nel tester, non sussiste alcun pericolo di dan-
neggiare i transistor anche quando vengono scambia-
ti tra loro, lnavvertitamente, i puntali dello strumento.

o •
OHM x 1O

legamento secondo lo schema elettrico di impie-


go del transistor.
e
II transistor NPN ottenuto mediante uno strato
di cristallo negativo, uno strato centrale positivo
La spiegazione del fenomeno elettrico ne! secon- e uno strato negativo.
do esempio di collegamento del diodo e altret- I tre terminali del transistor ( esistono anche
tanto semplice : il morsetto positivo della pila transistor provvisti di quattro terminali) prendono
attrae le cariche elettriche negative libere del il nome di EMITTORE, BASE, COLLETTO-
cristallo N, mentre il morsetto negativo della pi- RE. L'emittore viene anche chiamato « emitter ».
le attrae le cariche elettriche positive libere del
cristallo P. I due cristalli si impoveriscono im-
mediatamente di carica fino all'accettazione com- VARI TIPI DI TRANSISTOR
pleta di qualsiasi movimento di cariche elettri-
che : la corrente non fluisce ne! circuito e la lam- In commercio e presente una grande varieta di
padina rimane spen ta. tipi di transistor, aven ti forme di verse; ciascuno
di essi ha le sue particolari caratteristiche ed e
costituito con un certo procedimento che fa im-
IL TRANSISTOR piego di materiali diversi.
I tipi di transistor piü noti sono quelli « a giun-
I transistor altro non e che una sovrapposizione zione », « a contatti puntiformi », «a barriera»
di tre pezzetti di cristallo, due dello stesso tipo « drift», « unigiunzione », ecc.
ed uno di tipo opposto. Si ha cosí la possibilita
di costruire due tipi diversi di transistor: il tran-
sistor PNP e il transistor NPN.
PRATICA DEL TRANSISTOR
Il transistor PNP ottenuto con uno strato di
cristallo positivo, uno strato centrale negativo 11 transistor, come ogni altro componente elet-
ed un,terzo strato positivo. A ciascuno dei tre tronico, richiede talune precauzioni, da parte del-
strati di cristallo e collegato un conduttore, che la... fragilitá o della... incolumitá, il transistor
costituisce il terminale al quale va saldato il col- presenta alcuni vantaggi ed anche certi svantag-

622
gi rispetto alla valvola elettronica. Ad esempio, le operazioni di saldatura dei terminali al cir-
quando la valvola elettronica cacle per terra, mol- cuito, occorre operare il piu velocemente possi-
to spesso essa si rompe: il transistor no, perché bile, facendo impiego di un saldatore ben caldo,
il transistor e piü compatto, piü rigido e presen- con punta sottile priva di ossido e ricoperta di
ta una massa complessiva inferiore a quella di stagno.
una normale valvola elettronica. Dunque, sotto I terminali dei transistor, quando essi vengono
il profilo meccanico, il transistor e molto piü direttamente collegati al circuito, cioé quando
robusto della valvola elettronica e pu<'> essere non si fa impiego di zoccolo portatransistor, deb-
sottoposto a sollecitazioni meccaniche alle quali bono essere lasciati con la massima lunghezza
le valvole elettroniche non resisterebbero. possibile e debbono essere protetti con tubetti
Ma ció non significa che il transistor debba con- isolati, allo scopo di evitare contatti interelet-
siderarsi come una palla da biliardo, da sotto- tronici e con altri componenti. Quando si riscal-
porsi continuamente ad urti e colpi; anche un da il terminale di un transistor si <leve provve-
transistor e un componente che costa quattrini dere a disperdere il calore stringendo il termina-
e non v'e alcun motivo che autorizzi il tecnico, le stesso fra i becchi di una pinza metallica;
sía esso dilettante o professionista, a maltrat- operando in questa maniera il calore non rag-
tarlo. Ma se gli urti non sono nemici del transi- giunge il transistor, perché viene disperso nella
stor, esistono pur altri elementi dai quali il tran- massa metallica della pinza.
sistor <leve essere assolutamente protetto: la Talvolta il transistor pu<'> essere messo fuori uso
temperatura eccessiva, il sovraccarico elettrico, dalle perdite elettriche del saldatore, nella cui
l'errato collegamento al circuito, l'errata polaritá punta e presente la tensione di rete.
di alimentazione, ecc. Una massima importante, da 'tener sempre pre-
Occorre, dunque, che il tecnico tenga presente sente da coloro che progettano circuiti transi-
in ogni caso un certo numero di regole dalle storizzati, e quella di evitare di far funzionare il
quali non e possibile derogare; l'applicazione co- transistor nelle condizioni di massima dissipa-
stante, iniziale, di queste regole, diverrá in se- zione, quando la temperatura ambiente e piut-
guito, con l'esercizio pratico, istintiva e abitua- tosto elevata. Ad esempio, se il transistor e de-
le, cosí come avviene per l'uso delle valvole elet- stinato a funzionare con una temperatura am-
troniche o di altri componenti radioelettrici. biente di oltre 25, la potenza dissipata <leve es-

IL PROBLEMA DELLA TEMPERATURA


Fig. 11 - Realizzazione pratica del semplice circuito
La temperatura eccessiva, che pu<'> svilupparsi in- di controllo dell'efficienza dei transistor di tipo PNP
ternamente al transistor, oppure esternamente ed NPN. Su una basetta di legno, o di altro materiale
ad esso, pu<'> essere causa di malanni; essa pu<'> isolante, vengono montati tre serrafili, ai quali viene
collegato II transistor in prova. Sulle due boccole si
danneggiare irreparabilmente il transistor, oppure applicano i puntali dei tester. La resistenza H1, che
alterarne le caratteristiche elettriche. serve a polarizzare il transistor in prova, ha il valore
L'aumento di temperatura ne! corpo del transi- di 10.000 ohm.
stor pu<'> essere determinato da cause meccani-
che esterne o da cause elettriche.
Tra le cause esterne ricordiamo la saldatura non
eseguita secondo le regole normali e la tempe-
prosa
ratura ambiente piü alta del normale. puntati
toster
Tra le cause elettriche ricordiamo le errate ten-
sioni applicate agli elettrodi del transistor stesso.
Quando si applica un transistor in un circuito,
bisogna fare in modo che esso rimanga lontano
da parti o componenti soggetti a riscaldamento
eccessivo (valvole elettroniche, resistenze di dis-
sipazione, trasformatori, ecc.).
Per non danneggiare con la punta del saldatore
i transistor al germanio, occorre che la temperatu-
ra del componente non su peri i 50; per i tran- TRANSISTOR
IN PRNvA
sistor al silicio il limite di guardia raggiunge gli
80°. In ogni caso, per evitare che il calore gene-
rato dal saldatore danneggi il transistor durante

623
sere adeguatamente ridotta, e non <leve assoluta- se si vuole evitare di abbreviame la vita.
mente superare il valore indicato nei dati tecnici 1 - Devono essere evitati assolutamente i corto-
elencati dalla casa costruttrice. circuiti fra i tenninali del transistor, durante
il suo funzionamento, specialmente quelli fra
base e collettore; l'impiego delle pinze a boc-
PROBLEMA DEL RAFFREDDAMENTO ea di coccodrillo, assai frequente e spesso uti-
le per il riparatore, pu<'> provocare un tale
II problema del raffreddamento dei transistor e cortocircuito.
risentito particolarmente in quei circuiti in cui 2 - Non si faccia mai impiego di un saldatore di
si fa impiego di transistor di potenza, che dissi- eccessiva potenza oppure caratterizzato da
pano potenze dell'ordine dei watt, anziché dei una disordinata dissipazione di energia ter-
milliwatt, come avviene per gli altri tipi di tran- mica; con il calore si rischia di modificare
sistor. II calore, che si sviluppa internamente le caratteristiche elettriche del transistor.
ai transistor, puó raggiungere valori considere- 3 - Non si utilizzi mai il saldatore la cui punta
voli, ma i transistor di potenza sono normalmen- risulti sotto tensione di rete; e sempre consi-
te progettati per disperdere la maggior quantita gliabile far impiego di saldatore a bassa ten-
di calore possibile. sione ed alimentato per mezzo di un trasfor-
Per ottenere il processo di dispersione del ca- matore che lo isoli dalla tensione di rete.
lore, si usano due sistemi diversi. II primo con- 4 - non si faccia mai impiego di un saldatore
siste nella realizzazione di transistor muniti di di tipo miniatura da alimentarsi con la stessa
un involucro esterno particolarmente adatto alla batteria che alimenta l'apparato in riparazio-
dispersione del calore (alette di raffreddamen- ne; molto spesso la punta di questi saldatori
to). II secondo sistema consiste ne] montare il e collegata con l'avvolgimento di riscaldamen-
transistor in modo che il suo involucro estemo to. Quando si opera su un ricevitore di tipo
risulti in intimo contatto con il telaio metallico autoradio, per esempio, pu<'> capitare di es-
su cui si realizza il circuito; in tal modo il telaio sere tentati di collegare il saldatore sull'accu-
funge da flangia di dispersione del calore. mulatore che alimenta il ricevitore stesso;
Nei montaggi di tipo economico, cioé nei mon- si rischia, in tal caso, di dover sostituire
taggi realizzati dai principianti, si provvede ad completamente i condensatori elettrolitici e
avvolgere i transistor con una fascetta metallica, i transistor del ricevitore !
munita di una o due alette di dispersione radia- 5 - Si faccia sempre attenzione a non scambiare
le del calore. tra loro le polarita della pila.
Negli apparati elettronici di una certa comples- 6- Si faccia attenzione alle eventuali interru-
sita, in cui sono montati molti transistor di po- zioni degli avvolgimenti dei trasformatori in-
tenza, si usa ricorrere al sistema di raffredda- tertransistoriali; ne! momento dell'interruzio-
mento per convenzione, provocando una circola- ne dell'avvolgimento, si produce una tensione
zione forzata dell'aria mediante un ventilatore istantanea molto elevata (sovratensione) che
sistemato in prossimitá dell'apparato. puó portare il transistor alla sua completa
distruzione.
7 - Le misure di tensione vanno effettuate con
PRECAUZIONI TECNICHE strumento a bassa impedenza, preferendo i
tester a 20.000 ohm/volt e, se possibile, que!-
I transistor sono componenti elettronici robusti li a 40.000 ohm/volt.
e di lunga durata, che resistono a talune solle- 8 - Si faccia attenzione alle tensioni troppo ele-
citazioni meccaniche ed invecchiano molto lenta- vate ne! caso di alimentazione da rete-luce.
mente. Ma la pratica del transistor impone tutta 9 - Non si sbagli mai il montaggio di un transi-
una serie di precauzioni tecniche indispensabili stor, scambiando tra loro i terminali.

624
SPECIALE
DIDATTICA

Tutti i progettisti, quando intendono schematiz- con un potenziometro, il cui funzionamento e


zare un transistor, in modo da poter effettuare noto a tutti. Infatti, la rotazione del perno del
calcoli precisi, fanno ricorso a taluni circuiti, potenziometro, nel nostro caso, simboleggia il
chiamati « circuiti equivalenti del transistor», flusso di corren te sulla base del transistor; tanto
che rappresentano un insieme di resistenze, con- maggiore e la rotazione del cursore del potenzio-
densatori, generatori di correnti e tensioni che, metro, tanto piü elevata e l'intensitá di corrente
opportunamente collegati, simulano il funziona- assorbita dalla base del transistor; conseguente-
mento del transistor stesso. Ma la schematizzazio- mente risultera tanto minore la resistenza sugli
ne di chi progetta non puó semplificare per noi estremi del potenziometro, che simboleggiano il
il dialogo tecnico con il lettore. Esso introdur- collettore e l'emittore del transistor.
rebbe notevoli complicazioni, senza offrire un'idea Con questo sistema, inserendo il transistor in un
chiara e semplice del preciso funzionamento di circuito come quello rappresentato in figura 1 e
un transistor amplificatore in bassa frequenza. misurando la tensione fra collettore ed emittore,
Ecco perché abbiamo preferito ricorrere, alme- si otterrá un valore di tensione proporzionale al-
no in questa sede, ad una schematizzazione priva la resistenza del potenziometro immaginario e
di ogni rigore matematico, ma in grado di for- dipendente dalla corrente di base.
nire ai principianti quelle idee necessarie per Ruotando di poco il potenziometro si avrá una
muovere i primi passi nel settore della transisto- debole corrente di base ed un elevato valore di
n1zzaz10ne. resistenza fra collettore ed emittore; la tensione
Per semplificare il piü possibile il linguaggio tec- misurata fra collettore ed emittore del transistor
nico, abbiamo voluto simboleggiare il transistor risultera assai elevata cosí come schematizzato nel
circuito di figura 2 A.
Ricordiamo che sulla resistenza RC, realmente
esistente, perché rappresenta il carico del tran-
sistor, si ottiene una tensione di valore pari a
quello della tensione totale di alimentazione del
circuito, diminuita dalla tensione di caduta sul
transistor.
Gli schemi delle figure 2B - 2C dimostrano inve-
potenziom etro
immaginar 1o ce che l'aumento della corrente di base pro-
voca una diminuzione progressiva della tensione
G si terminali del transistor.
PILA QV
e
INVERSIONE DEL SEGNALE
TR Dagli esempi fin qui illustrati e facile comprende-
re come il transistor, montato in circuito con
emittore a massa, inverta il segnale proveniente
dalla base. lnfatti, ad ogni aumento di corrente
di base corrisponde una diminuzione della ten-
sione di collettore; quindi, se il segnale applicato
all'entrata fosse di tipo variabile, composto rispet-
Fig. 1 - Per semplificare il concetto di transistor am- tivamente da un aumento, una diminuzione, un
plificatore, abbiamo sostituito questo elemento con un aumento ed ancora una diminuzione di tensione,
potenziometro immaginario. La rotazione del perno del
potenziometro simboleggia la variazione di flusso di
sul collettore, oltre che un aumento dell'am-
corrente sulla base del transistor. piezza del segnale (amplificazione), si otterreb-

Fig. 2A - Ruotando di poco il cursore del potenziome-


tro immaginarlo, si otterra una debole corrente di base
ed un elevato valore di resistenza fra collettore ed Fig. 2B - Ad un aumento della corrente di base corri-
emlttore, con una conseguente elevata tensione fra sponde una diminuzione progressiva della tensione sui
questi due elettrodi. terminali di emittore-collettore.

segnale segnale
de bole mned1o
8V

TR TR

@) @

626
be anche una inversione del segnale (sfasamento sistor.
di 180°), cosi che il segnale risulterebbe compo- Un transistor puó essere portato a funzionare in
sto da una diminuzione, un aumento, una di- regione di interdizione attribuendo alla base il
minuzione ed infine un aumento del segnale potenziale O V rispetto all'emittore, cioé corto-
stesso. circuitando base ed emittore del transistor stesso.
Una situazione simile all'interdizione si puó ave-
re nei transistor al silicio, lasciando libera la
TRE ZONE DI FUNZIONAMENTO base, in quanto la corrente di « perdita » del
DEL TRANSISTOR transistor risulta in questo caso talmente piccola
da poter essere ritenuta praticamente nulla. Que-
Quando un transistor viene montato in un qual- sta zona di funzionamento non e assolutamente
siasi circuito, esso puó funzionare in tre « zone » utilizzabile per la realizzazione di circuiti ampli-
diverse; cioé puo trovarsi all'interdizione, in zo- ficatori, perché provoca notevoli distorsioni del
na lineare o in saturazione. segnale. Essa viene utilizzata per la realizzazione
Vediamo ora di chiarire questi tre concetti fon- dei circuiti a scatto, largamente impiegati nelle-
damentali che permettono di comprendere il lettronica professionale ed industriale.
funzionamento degli apparati elettronici.
Si dice che un transistor e « interdetto », oppure
si trova « all'interdizione » quando, pur essendo LA ZONA LINEARE
alimentato, non permette il passaggio di alcuna
corrente di collettore. La zona lineare di funzionamento di un transi-
Conseguentemente, facendo riferimento allo sche- stor e quella che maggiormente interessa l'ampli-
ma riportato in figura 3, dato che a causa della ficazione di segnali, perché le buone amplificazio-
corrente nulla non esiste alcuna caduta di ten- ni si ottengono con segnali di uscita a bassa di-
sione sui terminali della resistenza RL, tutta la storsione.
tensione verrá concentrata sui terminali del tran- La zona lineare viene ottenuta polarizzando op-
portunamente la base del transistor, cioé invian-

Fig. 2C - Annullando la resistenza del potenziometro


immaginario, la corrente di base assume il suo mas-
simo valore; contemporaneamente la tensione sui ter-
mlnali di emlttore-collettore raggiunge il valore mínimo.

cor rente
zero

TR
base senza
polarizzazione

segnale e
fo rt e
3V

TR

Fig. 3 - In assenza di polarizzazione di base, cioé in


presenza di corrente nulla di base, non esiste alcuna
© caduta di tenslone sui terminali della resistenza HL,
mentre tutta la tensione risulta concentrata sui termi-
nali di emittore-collettore.

627
dente ad una resistenza quasi nulla del poten-
ziometro immaginario.
In queste condizioni la tensione sui terminali del
transistor risulta di pochi decimi di volt (ad
esempio 0,2 V), mentre la corrente che attraver-
sa il circuito dipende essenzialmente da! valore
della resistenza di carico RL.
Per condurre un transistor alla saturazione, oc-
corre fomire alla sua base una corrente relativa-
mente intensa, cioé tale da abbassare la tensione
corrente
debele fra collettore ed emittore ai valori prima citati.
RP
( 1Mn ) Si noti che la tensione base-emittore, in questo
caso, non differisce sostanzialmente dal valore
di 0,6- 0,8 V.
TR

s.44%u-~
á 6V
POTENZA DEI TRANSISTOR

Quando si parla di un transistor, capita spesso


e di citare il valore della tensione massima tra col-
lettore ed emittore e quello della corrente massi-
0,6.V ma di collettore.
Si e cosí portati a considerare la potenza massi-

Fig. 4 - La zona uneare di funzionamento di un tran- Fig. 5- Questo schema permette di analizzare la zona
sistor interessa maggiormente l'amplificazlone di se- di saturazione del transistor, quella corrispondente ad
gnali. Essa vlene ottenuta polarizando opportunamen- una reslstenza quaai nulla del potenziometro immagl-
te la base del transistor, cioé inviando alla base una narlo. La tenslone di emlttore-collettore e di pochl
carta corrente che attraversa la resistenza di polariz- declmi di volt; la tensione base-emittore non differisce
zazlone RP. sostanzialmente dal valore di 0,8 - 0,8 V.

do alla sua base una certa corrente che ,in figura


4, attraversa la resistenza di polarizzazione RP;
questa corrente <leve assumere un valore tale da
permettere, a sua volta, il flusso di una certa
corrente attraverso il collettore.
La corrente di polarizzazione puó variare, in as-
senza di segnali, di qualche decimo di milliampere
nei transistor a bassissima dissipazione, mentre RP f orte
puó variare di qualche decina di milliampe- ( 33K) corrente
re negli stadi finali audio di potenza. Natu-
ralmente la tensione tra collettore ed emittore
assumera un valore intermedio rispetto a quello
della tensione di alimentazione, mentre la ten-
sione di base, nei transistor al silicio, risultera di
0,6 V circa, in quasi tutte le condizioni di im-
piego del transistor; nei transistor al germanio
la tensione di base risultera di 0,2 V. e
0,7 V 0,2V

ZONA DI SATURAZIONE

Analizziamo ora la terza zona di funzionamento


del transistor : quella di saturazione, corrispon-

628
ma dissipabile da! componente stesso, considerata
come il prodotto di queste due grandezze, secondo
la ben nota formula :

RES. 50V Pmax = Vmax x lmax


(50 W )
Ma con questo concetto si commetterebbe un
grosso errore, perché in un transistor, ad esem-
pio, di tipo 2N1711 si ha: Vcc = 50 V e Ic
= 1 A, mentre il valore massimo della potenza
dissipabile non e quello ottenuto applicando la
formula or ora citata, cioé 50 x 1 = 50 W, bensi
e quello di soli 3 W. Cio significa che non si puo
far funzionare un transistor utilizzando i valori
di corrente e tensione rappresentanti i limiti
massimi, ma occorera fare in modo che, caso
per caso, il prodotto V x I risulti inferiore ai
3 W.
Utilizzando quindi una tensione di 50 V, la
Fig. 6 - U valore della potenza dissipabile da un tran- massima corrente che potra interessare il tran-
slstor non deve essere confuso con quello della mas- sistor sara di 0,06 A (50 V x 0,06 A = 3 W),
sima potenza dlssipata dal carico del transistor stesso. mentre con una corrente di 1 A non si dovra su-
L'analisl di questo circuito permette di Interpretare in
qual modo sia possibile alimentare un carlco di 50 W. perare la tensione Vce di 3 V(3v 1 A = 3W).
Il valore di potenza dissipabile dal transistor non
<leve, tuttavia, essere confuso con quello della
massima potenza dissipata dal carico del tran-
sistor. Infatti, facendo riferimento al disegno

1
di figura 6, dimostreremo ora in qual modo,
TR3 con il transistor precedentemente citato, sia pos-
sibile alimentare anche un carico di 50 W. In-

~
-
.
1 fatti, se la tensione di alimentazione a,,ume ;¡
valore di 50 V e il transistor vien fatto funziona-
::--
~ dJ?iFfffZ ISOlante re come un semplice interruttore elettronico,
sfruttando cioé le zone di interdizione e satura-
--------- / 1 zione, avviene che, con il transistor all'interdi-
zione, la tensione sui suoi terminali e di 50 V;

__, - 1
I
1 ma essendo nulla la corrente di collettore, il
transistor puo tranquillamente sopportare le con-
dizioni di lavoro citate. Quando, al contrario, il
b e
9 transistor si trova in saturazione, nel carico scor-
re una corrente di 1 A (50 W : 50 V = 1 A); e
TELAIO poiché la tensione fra collettore ed emittore e di

\f t
r , ges soli 0,2 V, circa, la potenza dissipata dal tran-
E
es_ronde bs> sistor risulta di 0,2 V x 1 A = 0,2 W, cioé per-
fettamente sopportabile da! transistor stesso.
Occorrerebbe aggiungere ai valori citati quello
isolanti della potenza dissipata per effetto della corrente
di base del transistor; ma poiché questa puo es-

linguetta
collettore
Fig. 7 - Plano di montagglo di un transistor di potenza
su telalo metallico. In questi tipi di transistor II col-
lettore rappresentato dall'lntero involucro estero del
componente. Quando questo non b collegato a massa,
deve essere laolato dal telalo per mezo di un fogllo
di mica e di rondelle lsolanti.

629
RL
RP
RP

b
e
USCITA

e ENTR
ENTR. RL USCIT

@ @

Fig. 7A - Circuito con emlttore a massa, denomlnato Fig. 7B - Transistor montato in circuito con collettore
anche circuito con emlttore comune. a massa. Questa configurazione e anche nota con le
seguentf terminologie: collettore comune - emitter fol-
lower - lnseguitore d'emittore.

sere abbondantemente valutata nella misura di Fig. 7c - Transistor montato in circuito con base a
1/10 della potenza precedentemente dissipata massa. Permette di ottenere una notevole amplifica-
(0,02 W), e ovvio che ció non introduce sostan- zione di tensione.
ziali cambiamenti.
o
AMPLIFICATORE CON EMITTORE
A MASSA RL

Come e noto, il transistor e un componente elet-


tronico destinato a funzionare essenzialmente in
qualita di elemento amplificatore. Ma per poter
svolgere questa funzione, il transistor deve es-
sere montato, nei vari circuiti, secondo opportuni ENTR. usCITA
criteri.
In pratica esistono tre sistemi fondamentali con
i quali solitamente vengono montati i transistor
amplificatori. Essi sono: circuito con emittore a
massa, circuito con collettore a massa, circuito
con base a massa.
Con il termine « massa » non si vuol dire che il ©
terminale del transistor, emittore-collettore-base,

630
debba essere praticamente collegato con il cir- II circuito presenta una impedenza di entrata
cuito di massa dell'apparato elettronico, ma si di valore relativamente basso, aumentabile tra-
vuol precisare che il punto del circuito, ne! qua- mite l'inserimento di una resistenza collegata in
le viene collegato l'elettrodo del transistor, abbia, serie con l'emittorc; l'impedenza d'uscita e parí
anche in presenza di segnale, una tensione rigo- o press'a poco parí al valore della resistenza di
rosamen te fissa rispetto a uno qualsiasi dei ter- carico RL.
minali delle linee di alimentazione. Per esempio,
con il termine « massa » si possono indicare, in-
differentemente, la linea negativa o quella posi- AMPLIFICATORE CON COLLETTORE
tiva del circuito di alimentazione e, piu in gene- A MASSA
rale, tutti quei punti del circuito elettronico che
risultano collegati con i vari punti di alimenta- ll circuito riportato in figura 7 B propone lo
zione tramite condensatori di capacita relativa- schema di montaggio di un transistor con collet-
mente elevata o diodi zener. tore a massa. Questa configurazione e anche nota
Dopo aver chiarito questo importante concetto,
con terminologie diverse (collettore comune -
possiamo analizzare la prima configurazione cir-
emitter follower - inseguitore d'emittore, ecc.).
cuitale di un transistor amplificatore, quella del
circuito con emittore a massa rappresentata in Questo circuito amplificatore non amplifica in
figura 7 A. pratica il segnale, almeno per que! che riguarda
Il transistor con emittore a massa rappresenta la tensione del segnale s tesso; esso serve invece
il tipo di collegamento piu comune e familiare come stadio separatore-adattatore, in quanto do-
a tutti i lettori per ottenere uno stadio amplifica- tato di un'impedenza di ingresso moho elevata
tore a semiconduttore. e di un'impedenza d'uscita assai bassa. II transi-
Questo tipo di circuito permette di ottenere, ri- stor con collettore a massa permette di non so-
spetto agli altri circuiti, la massima amplifica- vraccaricare la sargente del segnale e disporre
zione di potenza, dato che il segnale di entrata all'uscita di un segnale di pari tensione ma assai
viene amplificato sía in tensione sia in corrente. piu potente.

R2

Sl

e
C1
@
Ha ¿
USCITA
e
9V
e
e
o

'
ENTRATA
TR1

Flg. 8 - Esemplo di circuito di


uno 1tadlo preampllflcatore pilo-
tato da un transistor NPN con e-
mlttore a massa. La resistenza H
rappresenta la reslstenza di pola-
rlzzazlone, mentre la R2 assume
le funzioni di resistenza di carico.

631
Fig. 9 - La realizzazione del preampliflcato-
ENTR USCITA re di bassa frequenza, pilotato a transi-
stor con emittore a massa, deve essere
racchiusa in un contenitore metallico col-
legato con la linea di massa.

AMPLIFICATORE CON BASE A MASSA circuito preamplificatore di bassa frequenza.


II circuito rappresentato in figura 8 e quello di
La terza configurazione del transistor amplifica- uno stadio amplificatorc pilotato da un transi-
tore e quella del suo collegamento con base a stor NPN con emittore a massa (emittore comu-
massa, cosi come rappresentato in figura 7 C. ne); la resistenza Rl rappresenta la resistenza di
Con questo tipo di circuito e possibile ottenere polarizzazione, cioé la resistenza che permette di
una notevole amplificazione di tensione, mentre far funzionare il transistor in zona lineare. La re-
quella di corrente e pari all'unita (circa). sistena R2 assume le funzioni di resistenza di
carico. I condensatori C1 - C2, presenti all'en-
Il circuito con base a massa si presta assai bene trata e all'uscita del circuito hanno il compito
alle funzioni di circuito elevatore di impedenza, di isolare la componente continua del segnale,
oppure di adattatore di impedenza per microfo- permettendo cosí il collegamento del preamplifi-
ni dinamici o altoparlanti utilizzati in veste di catore sia con amplificatori con tensione negativa
microfoni. a massa, sia con amplificatori con tensione posi-
tiva a massa.
In figura 9 e rappresentata la realizzazione spe-
ESEMPIO DI PREAMPLIFICATORE BF rimentale del circuito del preamplificatore, che
deve essere racchiusa in un contenitore metallico
Tutte le nozioni teoriche fin qui citate permetto- collegato con la linea di massa. I conduttori di
no al lettore di comprendere l'esatta funzione di entrata e di uscita debbono essere ottenuti con
tutti gli elementi che compongono un semplice cavetto schermato.

• • • @ @@ e e • •

632
CI TI
TE N
Le onde radio, che sono onde elettromagneti- progresso della tecnica che e riuscita a ridurre
che, per poter essere captate necessitano di un le dimensioni e la forma delle grandi antenne, di
elemento che tutti noi conosciamo e che viene una quarantina di anni fa, al punto di ... occultare
denominato « antenna ». l'antenna ricevente dentro lo stesso contenitore
Si tratta di un elemento meccanico che ... fiorisce dell'apparecchio radio. Dunque, anche se l'an-
sui tetti delle nostre case e che permette a tutti tenna non e visibile, essa esiste sempre e puó
noi di ascoltare e di vedere ció che si dice e ció essere rappresentata da un corto spezzo ne di f-
che avviene in ogni parte del mondo. lo, da un elementare avvolgimento o da un com-
L'antenna quindi puó definirsi una stazione di ponente di recente costruzione, che prende il no-
arrivo per le onde radio, prima di trasformar- me di ferrite.
le in voci, suoni, comandi o segnalazioni perce-
pibili dai nostri sensi.
Ma questa stazione di arrivo non sempre ci ap- FREQUENZA E LUNGHEZZA D'ONDA
pare sotto l'aspetto di un filo teso fra due sup-
porti installati sul tetto o in forma di asta metal- Le onde radio, come ogni altra grandeza fisica,
lica affusolata ad una estremita o recante un cer- sono suscettibili di misura, anche se esse non si
to numero di sbarrette metalliche in posizione vedono. Ma anche il tempo non si vede, eppure
orizzo ntale; l'antenna puó anche non vedersi ed lo si misura, e la sua unita di misura e il minuto
il nostro apparecchio radio funzionare ugual- secondo. Dunque, come per le lunghezze l'uni-
mente bene. Il merito di tutto ció va attribuito al ta di misura e il centimetro, per i pesi il grammo

633
Fig. 1 - Questa e da con-
siderarsi l'installazione i-
deale di un'antenna di ti-
po Marconi. 11 filo condut-
tore, rappresentato da una
trecciola di flll di reme, de-
ve rlmanere teso nella po-
sizione piu alta po11ibile;
In ogni caso e ,empre da
ANTENNA preferirsi una disposlzlone
verticale. Gil lsolatorl deb-
bono essere di ottima qua-
lita per evitare dlspersloni
di energia elettromagneti-
DISCESA ca verso terra. La lun-


ghezza complesslva della
antenna deve essere pari
ad 1/4 d'onda. Se la di-
1ce1a e reallzzata con ca-
vo schermato, si evitano
gil lmpulsl spuri, mentre la
PRESA discesa non deve essere
DI TERRA compiuta nel calcolo della
lunghezza dell'antenna. Se
la discesa ottenuta con
filo nudo, questa dovra es-
sere conslderata come par-
te integrante dell'antenna e
conteggiata nella lunghez-
za complesslva. La presa
di terra si ottlene sfruttan-
Flg. 2 - Pur allontanandosl di molto dalle condlzloni do le condutture dell'acqua.
Ideal!, anche una sempllce trecciola di flll di reme, an-
corata al balcone del plano superiore, puo rappresen-
tare un'antenna In grado di fornlre risultati soddlsfa-
centi.

SUPPORTO

(
\ 4
z
z
UI
1-
z
4
ISOL, SUPPORTI
11 11
" -- 11

43
z
...z¡
z
ul

Flg. 3 - Un 1l1tema orlglnale, ma pratlco, per costrulre


\. • un'antenna, cava, nella cul ba1e Interna vlen fatto pas-

illal,,,,
tare un fllo di rama fl .. 1lblle, In grado dl segulre, sen-
za rompersl, le eventual! osclllazlonl dall'antenna In
1 presenza dl rafflche di vento. La lunghezza ldeale per
rI
qua1to tipo di antenna deve essere compresa fra 1
due e l tre metri.

634
PALLINA DI
STAGNO

<(
u
(/)
¡, ISOL.

l
a-
o ycvErro
....
<( w
Flg. 5 - Queato tipo
di antenna offre ge-
> neralmente buoni
«z
z
risultati, dato che la
z
«4
z sua lnstallazlone e z
<( la plü elevata pos- ....z
ul
u
Fig. 4 - Particolare slblle. L'ancoraggio
deve essere tale da «4
del sistema di fla-
aagglo dell'antenna lmpedlre ognl con-
rappreaentata In fi- tatto del conduttore
gura 3. Sulla parte con la grondala, so-
superiora del con- prattutto In preaenza
duttore e presente di vento. L'lsola-
una palllna di ata- mento e rea11zzato
gno, che lmpedlace nella parte superlo-
lo •filamento del ca- re, ma esso puó es-
vetto lungo l sup- sere effettuato an-
porto In vetro-resl- che nella parte in-
na. ferlore.

e per il tempo il secondo, anche per le onde ra-


Fig. 6 - Tra 1 •i•teml di lnatallazlone estema dell'an-
dio e stata stabilita l'unita di misura anzi ne so- tenna, queato e II meno consigllabile nel centri clt-
no state stabilite due : il metro e !'hertz. E fra tadlnl, perché raccoglle facllmente tutti I dlaturbi ra-
queste due unita di misura vi e una stretta rela- dloelettrlcl provocatl da tram, auto, offlclne ecc., che
zione, la cui interpretazione scaturisce dall'analisi al rlflettono negativamente aulle audlzlonl radio. In
luoghl laolatl, lnvece, queato tipo di antenna e da
fisica delle onde radio. conslgllarsl per la sua semplicita e la faclle installa-
In ogni caso si puo anticipare fin d'ora che il zlone.
metro misura la lunghezza dell'onda radio, men-
tre l'hertz ne misura la frequenza, cioé il numero
di onde nell'unita di tempo. I
Per semplificare le cose, !'onda radio puo essere
considerata come una sinusoide viaggiante nello
spazio, la cui lunghezza d'onda, cioé lo spazio
necessario per due semionde (positiva e negati-
va), dipende dalla frequenza dell'onda radio, ol-
tre che dalla velocita di propagazione delle onde
elettromagnetiche dell'aria, che si aggira intorno
ai 300.000 Km/sec. Piu precisamente, la lunghez-
za d'onda, viene determinata applicando la se-
guente formula :
F
)c
3
in cui A. rappresenta la lunghezza d'onda misu-
rata in metri, mentre F rappresenta il valore
della frecuenza valutata in MHz.

635
Fig. 7 - Capita molto spesso, speclal-
ISOLAT. mente in citta, di trovarsi nell'impossi-
bllita di installare un'antenna estema.
In questi casi si puó ricorrere all'instal-
lazione di un filo teso fra quattro lsola-
tori, lungo gli angoli superiori delle pa-
ISOLAT. reU. Ovvlamente i risultati saranno in-
feriori a quelli ottenuti con un'antenna
ANT. di parí dimensioni, montata all'estemo,
in posizione elevata. La presa di terra
puo essere ottenuta ricorrendo alle tu-
bature del termosifone.

TERRA RICEV.

PRESA RETE

ANTENNE HERTZIANE E MARCONIANE


@@
Le antenne, siano esse riceventi o trasmittenti,
possono dividersi in due grandi categorie: quelle
Hertziane e quelle Marconiane. BANANA
Le prime, di cuí l'esempio piu classico e rappre-
sentato dal dipolo, sono composte da due fili con- CONO. 2000 PF
1500 VOLT
duttori uguali, tesi orizzontalmente o vertical-
mente, la cui lunghezza complessiva, per ottenere
i migliori risultati, deve essere a M/2 (un mez-
zo d'onda). Le seconde, che costituiscono l'argo- AL RICEV.
mento principalmente trattato in queste pagine,
sono composte da un conduttore orizzontale o
verticale, oppure ripiegato ad L, per una lun- . Fig. 9 - 11 tappo luce consiste nell'inserimento di uno
ghezza d'onda complessiva di M/4 (un quarto spinotto in quella boccola della presa luce in cui e
collegato il « neutro » della linea di alimentazione. In
d'onda). serle con II conduttore si deve collegare un condensa-
L'antenna Marconiana, a differenza dell'antenna tore di 2.000 pF almeno, con isolamento a 1.500 V. Il
Hertziana deve essere abbinata ad una presa di condensatore potra essere indifferentemente isolato a
terra. carta, mica, pollestere, ecc., e Importante che il con-
densatore non sia un elettrolitico.

Fig. 8 - Per non turbare l'equllibrio estetico dell'arre-


damento della casa, si puo rlcorrere ad una versione
« occultata » dell'antenna, servendosi degli stipiti di

»
una porta. 11 collegamento di terra puo e11ere fatto
tramite Il « tappo luce ».

INTI.LAETUR&
POR TA
FASCETTA
----- --- ·-------, ACCIAIO

j
¡ MMT.
! Fig. 10 - Per realizzare la presa di terra, sfruttando le
condutture dell'acqua o le tubature del termosifone,
• # occorre sempre servlral di una fascetta di acciaio
strlngltubo, che permette di ottenere un ottimo con-
tatto elettrlco. Prima di finare la fascetta occorre pu-
llre energicamente II tubo, servendosi di tela smeriglia-
ta o carta vetrata, in modo da far apparire la lucentezza
metallica della tubatura.

636
Fig. 12 - Questo e Il tipo di presa di terra plu gene-
ralmente usato negli Implanti elettrlci, sla per la faci-
lit dl realizzazlone, sia per I buoni riesultati ottenuti.
Eaao consiste in un paletto metallico affondato nel
PALETTO PER AL RICEVITORE terreno umldo. Sulla parte auperlore e collegato II filo
REGGERE IL di rame che ragglunge l'apparecchio radio.
FILO DI TERRA

;
~ :··,·.·
'.
• AL RICEV.

. .
'
L

E RRENO
MIDO
MASSA • PALETTO
METALLICA METALLICO

Flg. 11 -. Esemplo dl reallzzazlone dl « terra » per


mezzo di una rete metalllca affondata nel terreno.
La rete deve essere Interrata ad una profondlta dl
1-3 metri, In luogo umido e, quindi, buon conduttore.
ll collegamento con la massa metalllca ottenuto per
mezzo dl un conduttore di rame di notevole sezlone.
ll paletto, affondato nel terreno, funge da supporto del
conduttore che va a collegarsl con ll ricevitore radio.

E' evidente che l'antenna Marconiana, per quan- tubo non puo essere adottato in pratica per la
to sopra detto, risulta di lunghezza dimezzata ri- costruzione di antenne molto lunghe. Ecco per-
spetto all'antenna Hertziana. Ma questa lun- ché, ne1la realizzazione delle antenne Marco-
ghezza risulterebbe eccessiva nel caso della rice- niane si ricorre sempre alla trecciola di rame che,
zione delle onde medie o peggio ancora, delle essendo composta da un gran numero di fili e
onde lunghe. presentando, per tale motivo una notevole esten-
Facciamo un esempio: per ascoltare una emit- sione superficiale, puo validamente sostituire un
tente della frequenza di 1.200 KHz, che lavora conduttore di grosso diametro quale e appunto
sulle onde medie, occorrerebbe un conduttore il tubo.
della lunghezza di 100 metri. Fortunatamente In pratica conviene sempre prima dell'installa-
nel settore della ricezione, e possibile diminuire, zione dell'antenna, vemiciare la trecciola di ra-
anche notevolmente, la lunghezza dell'antenna me con vernici protettive allo scopo di evitare
Marconiana, senza incorrere in. gravi inconve- la corrosione da parte degli agenti atmosferici.
nienti come, invece, succederebbe nel settore del- Questo accorgimento deve essere adottato, ov-
la trasmissione. La riduzione della lunghezza del- viamente, quando l'installazione dell'antenna av-
l'antenna Marconiana, tuttavia, pur essendo pos- viene all'esterno. Esso non e piü necessario quan-
sibile si ottiene a danno della sensibilita. do l'antenna viene installata negli ambienti in-
temi, lungo le pareti di un locale o in prossimi-
ta del soffitto.
EFFETTO PELLE
Per una particolare legge fisica la corrente ad LA TERRA
alta frequenza, che e la corrente che percorre le
antenne e che e provocata dalle onde radio che Per poter disporre di un efficiente sistema di an-
investono le antenne stesse, tende a scorrere alla tenna ricevente, che costituisce in definitiva il
« periferia » del conduttore. Questo fenomeno miglior amplificatore di segnali di alta frequenza,
prende il nome di effetto pelle. E in virtü di e necessario, quando si installano le antenne di
questo fenomeno l'elemento ideale per la co- tipo Marconiano, disporre di una buona presa
struzione delle antenne sarebbe il tubo. Ma il di terra. Come e noto, infatti, la terra- e da ri-

637
tenersi un elemento buon conduttore di elettri- tanto in presenza di segnali di alta frequenza.
cita, non tanto per le caratteristiche elettriche Per ottenere ottimi collegamenti di terra si puo
di un pezzo di terreno limitato, che potrebbe ri- invece ricorrere alle tubature dell'acqua, accer-
sultare scarsamente conduttore, quanto per la tandosi che queste non siano realizzate con rac-
grandezza che permette di paragonarla ad un cordi di plastica che interromperebbero la con-
gigantesco filo conduttore. tinuitá elettrica.
Per agganciarsi elettricamente a questo condut- Un altro sistema per realizzare una buona presa
tore o come si dice piu propriamente per realiz- di terra consiste ne! sotterrare, in un terreno ab-
zare una buona presa di terra, si possono adotta- bastanza umido, una rete o lastra metallica, di
re vari sistemi. II piu semplice di questi e rap- almeno 250 cm' di estensione, provvedendo poi
presentato dal « tappo-luce ». Esso consiste ne!
ad innaffiare con acqua salata il terreno stesso,
ricorrere alla presa di terra gia realizzata nelle
cosi da aumentare la conduttivita.
centrali elettriche e che, attraverso i fli elettrici
di distribuzione dell'energia, viene portata, indi- La realizzazione di una presa di terra puo essere
rettamente, in ogni casa. Il conduttore caratte- ottenuta anche conficcando ne! terreno dei pa-
ristico della terra e noto sotto il nome di « neu- letti metallici della lunghezza di un metro, di-
tro ». stribuendone su! terreno due o tre, alla distanza
II tappo luce si ottiene ponendo in serie al con- di 3-4 metri !'uno dall'altro e collegandoli poi
duttore elettrico un condensatore della capacita insieme per mezzo di un grosso filo di rame.
di 10.000 - 50.000 pF; l'isolamento di questo con- Tutti questi tipi di prese di terra possono essere
densatore <leve essere sempre superiore agli 800 V. utilizzati per il collegamento a massa delle car-
Questo sistema di presa di terra, e tuttavia, sol- casse delle apparecchiature elettriche per uso
tanto un sistema fittizio, dato che la presenza del domestico (frigoriferi, lavatrici, ecc.), in confor-
condensatore permette di servirsi della terra sol- mita con le vigenti norme antiinfortunistiche.

- - -
- -
- -
. - -
- --
- - -
- -
@
- - © -

Fig. 13 - A parita di tipo di antenna e di terra, la ricezlone varia notevolmente quando


dall'edificlo A si passa all'edificio I. La miglior ricezione e ottenuta dall'installazione del-
la ricevente in B. Essa peggiora nel passare in A - F (buoni risultati), D - E (discreti),
C - H (scarsi), G - I (risultati negativl). La freccia riportata nel disegno Indica la direzlone
di propagazione delle onde radio. Si tenga presente che il « rumore » elettrico, prodotto
da elementi di disturbo (autovetture, tram, filovie, ecc.}, viene ricevuto maggiormente nelle
parti basse (C- G - l), mentre e poco risentito in B. Cló conferma ancora una volta l'uti-
lita di un'antenna Installata nella posizione piü elevata posslbile.

638
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quenza da 2 a 23;300 1-'z.
II circuito zs;so e il
m4 2,5 25 250 2500i massima semplicitá d'uso un
mínimo ingombro. Realizza-
Ohm= 11/0-10k 1100/0+1M 1k/0-10M to completamente su ci¡cu1-
Ballislic f 0hm +l00/0+200F 0hm lk/0+20F to stampato. Assenza lotale
di commutatori rotanti e
B -10+22 quindi falsi contaiti dovuti
0utut U,5 5 50 250 1000 all'usura. Jack di contatto
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CARATTERISTICHE TECNJCHE
i3ASSA
BF. 40

00
Prende inizio, da questo numero
della Rivista, un nuovo program-
ma editoriale, che vuol acconten-
tare, traducendole in realta, le ri-
chieste di molti Lettori e che ab-
biamo intitolato:

LE PAGINE DEL CB

In esse ci proponiamo di trattare, mese per mese, uno o pi


argomenti, esclusivamente tecnici, intesi a concorrere alla for-
mazione elettronica degli appassionati della « Citizen's Band »
e dei futuri radioamatori.
La nuova Rubrica, dunque, e indirizzata soltanto a coloro che
considerano la CB come una base di lancio verso quel mondo
assai piü tecnico e piu impegnativo che e il radiantismo.
Nel quale si debbono risolvere taluni problemi di installazio-
ne d'antenne, cavi, tarature, ecc., che sono del tutto simili a
quelli che si incontrano, sia pure con le piccole potenze, nel
set to re della CB.
Questa nuova apertura editoriale succede alla fortunata Ru-
brica « I Primi Passi » che, avendo esaurito il ciclo didattico,
ha trovato il suo piu logico compendio nel fascicolo di agosto.
Con « Le Pagine del CB », quindi, abbiamo voluta, ancora una
volta, mantenere vivo lo scambio reciproco di idee, sollecitare
la collaborazione attiva, ascoltare ogni suggerimento, per sen-
sibilizzare, sempre piü, noi e voi al piacere dell'elettronica.

641
vi da la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa
vostra, una Rivista che e, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualita e sicuro
funzionamento.

ABBONARSI
significa divenire membri sostenitori di una grande famiglia.
Creare un legame affettivo, duraturo nel tempo. Testimoniare
a se stessi e agli altri la propria passione per l'elettronica.

CONSULTATE
nell'interno le pagine in cui vi proponiamo le due forme di abbo-
namento, scegliendo quella preferita e da voi ritenuta la piü
interessante.
ELETTRONIGA
PRATIA
Zuretti, 52 Milano - Tel. 6891945 • o o
• e9
ANNO 3 - N. 9 - SETTEMBRE 1974 e, ·

COPERTINA - Nelle sue immagini presenta al


re i due progetti che formano il... primo piat-
del mese: l'amplificatore da 2 W e il capacime-
Con il primo, ognuno potra assumersi compiti
a progettista, apportando al circuito alcune va-
rianti intese ad aumentarne le prestazioni. Con
il secondo si potra completare il laboratorio con
no strumento di misura delle piccole capacita.

editrlce
ELETTRONICA PRATICA
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
dlsegno tecnico
AMPLIFICATORE DA 2 W
CORRADO EUGENIO
PERFEZIONABILE IN PIU' PUNTI 644
stampa
LA VELTRO
COLOGNO MONZESE
MISURA DELLE PICCOLE CAPACITA'
MILANO CON UN SEMPL"ICE CAPACIMETRO 650
Dlstrlbutore escluslvo per l'I-
talle: LE PAGINE DEL CB
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otltulscono.

643
lmpedenza d'entrata:
medio-elevata

Tensione d'alimentazione:
6 volt

QUESTO CIRCUITO, CONCEPITO ALL'INSEGNA DELLA MASSIMA ECO-


NOMIA E SEMPLICITA', PUO' RAGGIUNGERE, TRAMITE QUALCHE SEM-
PLICE ACCORGIMENTO, PREGI TECNICI ASSAI PIU' ELEVA TI.

Il tema ricorrente dell'amplificatore di bassa fre- C' chi ne! cassetto del banco di lavoro conserva
quenza non deve far pensare ad una continua ri- transistor eficienti di tipo PNP e c'e chi e in
petizione di uno stesso concetto elettronico piü possesso di un numero di transistor di tipo NPN.
o meno rimaneggiato. Perché questo tipo di ap- Con questi preziosi elementi, accuratamente con-
parato e senza dubbio il piu versatile fra tutti. servati, il lettore attende mensilmente la nostra
Esso infatti puo servire per amplificare la mu- pubblicazione per individuare in essa il pro-
sica o la parola, con potenze diverse e diversi getto che piu interessa e che, con il conforto di
copi, negli ambienti piü disparati. un piccolo bagaglio di componenti immagazzi-
fa c'e da tener conto anche delle varie possi- nati, permetta di realizzare l'amplificatore che
bilita economiche e di attrezzatura tecnica dei meglio si presta a soddisfare le proprie necessita.
nostri lettori. Dato che non tutti sono disposti Eppure, quando agli elementi ora elencati si ag-
acquistare componenti nuovi, oppure cerca- giunge anche la possibilita di intervenire su! pro-
costruire un apparecchio radioelettrico sen- getto originale con alcune varianti concettuali
conforto di una particolare strumentazione . e pratiche, allora il programma di lavoro si ar-
ricchisce ancor piü di interesse e di prestigio. Per- continua. E' ovvio che questo tipo di accoppia-
ché da esso il lettore puo trarre quei risultati che, mento tra stadi amplificatori presenta alcuni van-
a prima vista, altri non attenderebbero. Nel corso taggi e svantaggi. Come si suol dire, ogni meda-
dell'interpretazione del nostro progetto avremo glia ha il suo rovescio.
modo quindi di informare il lettore sulla possi- Tra i vantaggi possiamo ricordare la maggiore
bilitá di aggiungere qualche resistenza o qualche semplicita circuitale, dovuta all'assenza di con-
condensatore in piü per esaltare le caratteristi- densatori di accoppiamento e dei relativi stadi
che elettriche di tutto l'apparato. di polarizzazione del transistor. E possiamo an-
cora ricordare il miglior responso alle frequenze
basse, dato che il circuito passa-alto, realizzato
PREGI DELL'AMPLIFICATORE dal condensatore, risulta eliminato.
Tra gli svantaggi, invece, possiamo rilevare una
Una delle principali caratteristiche dell'amplifi- minore stabilitá termica, perché e suficiente una
catore, il cui progetto e riportato in figura 1, con- variazione anche lieve delle caratteristiche del
siste nella possibilita di alimentare il circuito con primo transistor perché varino notevolmente le
una tensione di soli 6 V. E con questa debole condizioni di lavoro dei transistor successivi, con
tensione di alimentazione si puo ricavare dall'am- il pericolo di introdurre, nelle emissioni sonore,
plificatore una potenza che, con un segnale d'in- una notevole dose di distorsione.
gresso di soli 10-12 mV, si aggira intorno ai 2 W.
Tutti i microfoni dunque sono utilizzati, compre-
si quelli di tipo piezoelettrico, perché l'entrata ANALISI DEL CIRCUITO
dell'amplificatore presenta un'impedenza d'in-
gresso medio-alta. I tre amplificatori, con i quali e concepito il pro-

La semplicita del circuito ci permette di consi- getto del nostro apparato, non posso no certa-
gliarne la costruzione anche ai lettori principian- mente comporre una catena hi-fi. Basti pensare
ti, perché l'amplificatore si compone di tre soli che, per raggiungere una suficiente amplificazio-
stadi amplificatori ad accoppiamento misto. I pri- ne, si sono adottate tecniche circuitali che per-
mi due stadi, infatti, sono accoppiati fra loro in mettono di sfruttare al massimo l'amplificazio-
corrente continua, mentre il terzo stadio, che e ne, anche a danno della riproduzione, che non
poi lo stadio finale, e accoppiato agli stadi pre- puo essere completamente esente da distorsioni,
cedenti in corrente alternata. ed accettando una limitazione della banda pas-
Quando si dice che uno o piü stadi sono accop- sante. Soltanto i due transistor TR2-TR3 forni-
piati fra loro « in continua », si suole dire che scono una arnplificazione di tensione, perché il
il collegamento avviene senza l'interposizione di primo transistor TRI svolge la sola funzione di
condensatori di accoppiamento. E cosl facendo adattatore di irnpedenza. Dunque, in pratica,
si amplifica non solo il segnale di bassa fre- l'arnplificazione di bassa frequenza vera e pro-
quenza variabile, ma anche la stessa corrente pria viene compiuta soltanto da TR2-TR3. Ec-

645
±e
R3

$ rf,JIIII

AP 11
é
6V
íj
7T
TR1 11
11
»[" ro] ls
C1 '9 11 /arAA\ 11 b /TA\ 11 +

"T =r ±. ~e 11 S1

Fig. 1 - La semplicitá circuitale di questo amplificatore


di bassatreq!Jenza rlsulta evidenziata dalla piccola
quantita di componenti elettronici necessari per la sua
realizzazione. Si possono comunque sempre inserire
alcuni componenti in piil allo scopo di esaltare le pre-
stazioni dell'apparato. Ad esempio, si puo inserire un
condensatore di accoppiamento tra il primo e il se-
condo stadio, migliorando anche la polarizzazione di
quest'ultimo cosi come spiegato nell'articolo.
COMPONENTI
Condensatori co perché e assolutamente necessario sfruttare al
C1 = 5 F - 12VI. (elettrolitico} massimo le possibilita di amplificazione di cia-
C2 = 5 F - 12 VI. (elettrolitico} scun transistor, montandoli in circuito a massi-
C3 = 500 F - 12 VI. (elettrolitico} rno guadagno. Altrimen~i la potenza di uscita dí
Resistenze 2 W non potrebbe essere mai· raggíunta.
R1 = 1 megaohm (potenz. a variaz. log.} Iniziamo ora l'analisi dettagliata del progetto
R2 = 47.000 ohm dell'amplificatore riportata in figura l.
R3 = 8.200 ohm Il segnale applicato all'entrata raggiunge il po-
R4 = 1.200 ohm tenziometro Rl, che permette di controllare il
R5 = 5.600 ohm
volume sonoro d'uscita dell'amplificatore. II cur-
R6 = 560 ohm
sore di questo potenziometro e collegato, tramite
Varie il condensatore elettrolitico C 1, con la base del
TB1 = BC109 transistor TRI. Questo transistor, come abbia-
TR2 = BC177 mo detto, funge da elemento adattatore di im-
TR3 = AD149 pedenza, essendo montato in un circuito con u-
AP = altoparlante da 8-16 ohm
6V scita di emittore (emitter-follower). Con questo
= interrntt. incorpor. con R1 sistema circuitale e possibile raggiungere una ele-
\ ata impedenza d'ingresso, che ben si addice
alla maggior parte delle applicazioni pratiche;
RADIATORE

E NTR. BF

la bassa impedenza d'uscita, invece, permette di Fig. 2 - 11 cablaggio dell'amplificatore di bassa frequen-
za deve essere eseguito preferibilmente su circuito
pilotare, senza sollevare alcun problema tecnico, stampato. 11 transistor di potenza TR4 e munito di
gli stadi amplificatori successivi. elemento raffreddante, assolutamente necessario quan-
II secondo stadio, pilotato dal transistor TR2, e do si faccia funzionare con continuitá e per molte ore
accoppiato direttamente al primo stadio in cor- di seguito l'amplificatore.
rente continua; infatti, la base del transistor TR2
e direttamente collegata con l'emittore del tran-
sistor TRI. LO STADIO FINALE
Il secondo stadio amplificatore e del tipo con e-
mittore a massa ed e realizzato con un transi- Lo stadio finale e stato rcalizzato con il solo tran-
tor al silicio ad alto guadagno. E' possibile in sistor di potenza TR3. Esso e un amplifcatore in
tal modo una notevole amplificazione, sufficiente classe C, la cui uscita viene ricavata facendo la-
a pilotare direttamente uno stadio finale. vorare il transistor in una zona lineare.
Facciamo notare che la stabilita termica dei pri- E' necessario quindi che il transistor assorba, nel-
mi due stadi non e buona, non essendo stato adot- lo stato di riposo, una certa corrente che gli con-
tato alcun circuito di compensazione. Dunque, senta di stabilirsi nella parte centrale del tratto
ne! caso in cuí l'amplificatore venga fatto fun- lineare delle sue caratteristiche tensione-corren-
zionare in continuitá, per molto tempo, consi- te. Tale condizione viene ottenuta, in pratica,
gliamo di inserire in serie con l'emittore di TR2, agendo sulle resistenze di polarizzazione R5-R6,
una resistenza da 47 ohm, alla quale potra esse- che determinano appunto la zona di lavoro del-
re collegato in parallelo un condensatore elet- lo stadio finale.
trolitico da 250 F - 6 VI, con il terminale nega- Poiché l'altoparlante risulta direttamente colle-
tivo rivolto verso l'emittore. gato con il collettore del transistor TR3, esso ri-

647
o

,
Fig. 3 - Circuito stam-
pato a grandezza natu-
rale necessario per la
realizzazione dell'am-
plificatore di bassa fre-
quenza descritto in que-
sto articolo.

Ita interessato oltre che da! segnale, anche dal- solo da pochissimo tempo si interessano di realiz-
la corrente di riposo. Sara quindi necessario uti- zazioni elettroniche. Il tipo di montaggio, cui
lizzare un modello di una certa potenza, da 5 a deve essere data preferenza, e senza dubbio quel-
W. in modo da non poter essere danneggiato. lo su circuito stampato, cosl come indicato in
figura 2. Non si deve infatti pensare che il circui-
to stampato rappresenti il prodotto di un profes-
CONSIDERAZIONI E SUGGERIMENTI sionista, perché esso non solo e facilmente rea-
lizzabile da chiunque, ma offre indubbi vantaggi
Abbiamo parlato di stabilita termica e compen- rispetto agli altri tipi di realizzazioni. E tra que-
azione a proposito del transistor TR2. Ma su sti si possono ricordare la robustezza meccanica,
questo stadio dobbiamo aggiungere qualcosa d'al- la facilita di montaggio, l'impossibilita di corto-
tro. Non si puo dire infatti che il transistor TR2 circuiti, ecc.
risulti montato ne! circuito in rispetto dei canoni
piü convenzionali della tecnica dell'amplificazio-
ne di bassa frequenza. Cosí come stanno le cose, REALIZZAZIONE DEL CIRCUITO
la tensione collettore-emittore del transistor TRI STAMPATO
non potra mai superare la soglia di 0,6-0,7 V. E
ció significa che il transistor TR2 non potra mai Ricordiamo brevemente il metodo piu semplice,
lavorare in una zona lineare, introducendo ne! anche se solo artigianale, per realizzare i circuiti
egnale d'uscita una certa quantita di distorsione. stampati.
Per ovviare a tale inconveniente si agisce ne! Si comincia col tagliare una basetta ramata (ve-
modo gia detto : inserendo una resistenza da 47 tronite, bachelite o simili) nelle dimensioni del
ohm in serie con l'emittore. Ma questo stesso circuito e, dopo averla pulita con polvere abra-
scopo puo anche essere raggiunto collegando, in siva, per esempio pomice, e successivamente la-
serie con la base del transistor TR2, una resisten- vata ed asciugata, si disegnano, con una verni-
za da 1.000 ohm. cetta ed un sottile pennello le piste. Non e ne-
Per il condensatore elettrolitico C2 abbiamo con- cessario che la vernice sia di tipo speciale, per-
sigliato il valore di 5 F. Ma questo e un valore ché quasi tutte le vernici sintetiche sono buone;
troppo piccolo, perché il valore della resistenza per esempio si potra sempre ripiegare süllo smal-
R6 e di soli 560 ohm; si ottiene dunque un taglio to per unghie.
di tutte le basse frequenze. Spendendo qualche Dopo aver Iasciato essicare per breve tempo la
lira in piü, si puó ovviare a tale inconveniente. vernice, si dovra provvedere ad immergere la
ta infatti elevare il valore capacitivo di C2 basetta ramata nell'apposita soluzione di sali cor-
a 50 F per eliminare il taglio delle basse fre- rosivi (reperibili in commercio) ed attendere la
quenze. completa corrosione del rame che non e stato
ricoperto dalla vernice.
L'ultima operazione consiste nello sciacquare ab-
IONTAGGIO bondantemente la piastrina e togliere la vernice
che ricopre le piste con un diluente per vernici.
circuito, proprio per la notevole semplicita, si Dopo una successiva lavata, il circuito puo con-
ad essere realizzato anche da coloro che siderarsi pronto per !'uso.

1- ·~ - '
I COMPONENTI ELETT RONICI

La realizzazione del circuito dell'amplificatore


non comporta l'impiego di componenti critici. I
transistor, per esempio, sono tutti di facile re-
peribilita commerciale e possono comunque esse-
re sostituiti con transistor equivalenti o simili.
Particolare attenzione dovra essere prestata nel-
l'identificazione dei terminali dei transistor, os-
ABBO PERLA
SICUREZZA DI
servando attentamente i disegni riportati in figura
4. -e-ti stessi condensatori elettrolitici C1-C2-C3,
essendo componenti polarizzati, dovranno essere
inseriti nel circuito tenendo canto delle loro po
NA RICEVERE
MENSILMENTE
larita, cosi come indicato ne! piano di cablaggic
di figura 2.
Il transistor finale TR3, essendo un transistor di
potenza, dovra essere montato su un piccolo dis-
TEVI LA VOSTRA
RIVISTA

sipatore di calare, anche senza l'interposizione di


particolari elementi isolanti. II terminale di col-
lettore di questo transistor e rappresentato dal-
lintero suo involucro metallico. Come ancorag-
gio, dunque, varra una delle due viti di fissaggio
del transistor stesso.
I collegamenti di entrata dovranno essere rea-
lizzati esclusivamente con cavetto schermato, altri-
menti la riproduzione sonora risulterebbe accom-
pagnata da ronzio. In fase di messa a punto del circuito consiglia-
Allo scopo di limitare i disturbi, consigliamo di mo di controllare l'assorbimento dell'amplifica-
racchiudere il circuito in un contenitore metalli- tore, effettuando la prova senza segnale in en-
co, elettricamente collegato con la massa del cir- trata, cortocircuitando l'ingresso.
cuito, cioé con la linea positiva dell'alimenta- Se la corrente dovesse aggirarsi intorno agli 8-15
zone. mA, tutto dovra ritenersi normale.
Per valori di correnti inferiori consigliamo di au-
mentare il valore della resistenza R6 sino ad al-
TARATURA cune migliaia di ohm, riducendo, qualora ció
fosse necessario, il valore della resistenza R5.
Poiché il circuito amplificatore finale e in classe Ne! caso in cui la corrente risultasse eccessiva-
C, esso e soggetto ad una polarizzazione abba- mente elevata, consigliamo di aumentare il va-
stanza critica, che dipende dal guadagno del lore della resistenza R5, sino a ripristinare i va-
transistor stesso. lori di norma.

,
COLE TTORE

Fig. 4 - In questi disegni vengono interpretate le esatte


E
EMIT TER
distribuzioni degli elettrodi uscenti dai transistor TRI •
TR2 (a destra) e del transistor TR3 (a sinistra); l'elet-
'E' trodo di collettore di quest'ultimo e rappresentato dal-
l'involucro metallico esterno del componente.

649
1

IN DUE SCALE DI MISURA, DA


10 e 100 pF FONDO-SCALA,
4.a#
LI CONDENSATORI, COMPRE-
SI QUELLI VARIABILI E I COM-
PENSATORt, EFFETTUANDO
LA LETTURA SULLA.SCALA
DI UN COMUNE TESTEA.
capacimetro che vi presentiamo permette di co, ricordiamo che la reattanza capacitiva viene
ettuare misure di capacita comprese fra O e indicata tramite il simbolo Xc, ed e definita tra-
100 pF, distribuite in due gamme di lettura. mite la seguente relazione:
Il circuito puo essere accoppiato con un qual-
:s_ia,i tester, la cui resistenza di entrata risulti su-
periore o uguale a 20.000 ohm/volt. Il capaci- Xc =
netro e uno strumento di misura assai diffuso 2 r fC
íra gli apparati di produzione commerciale e fra in cui «f» misura la frequenza in hertz, men-
¡uelli autocostruiti dagli appassionati di elettro- tre « C» misura la capacita in Farad. Osservan-
ica. Ma sono pochi gli apparecchi in grado di do la formula, sopra presentata, e facile arguire
rilevare valori capacitivi inferiori a 100 pF. Per- che la reattanza capacitiva e tanto piu grande
ché soltanto gli apparati dei laboratori profes- quanto piu piccolo e il denominatore della fra-
sionali arrivano a tanto con notevole precisione. zione, cioé quanto piü piccoli sono i valori del-
Il progetto che ci accingiamo a descrivere, dun- la frequenza e della capacita. Quindi nei con-
que, risultera di grande interesse per tutti, spe- densatori di piccolo valore capacitivo la reattan-
cialmente per quei lettori che difficilmente riesco- za e grande.
no a superare il problema della misura capacitiva Prendiamo ad esempio un condensatore da 100
di un piccolo condensatore variabile ad aria o di pF, sottoposto al passaggio di corrente di fre-
un compensatore. quenza 50 Hz. Ebbene, applicando la formula
precedente, il valore della reattanza capacitiva
diviene:
PRINCIPIO DI FLINZIONAMENTO

Il principio di funzionamento del capacimetro si Xc = -------- = 310 megaohm


basa sulla misura della reattanza capacitiva di 2r x 50x 100 x 10-1?
un condensatore. Il valore della reattanza capacitiva era indivi-
Che cosa si intende per reattanza capacitiva? duato tramite l'applicazione della formula, e e-
Si intende quella particolare « resistenza » che stremamente grande e non potrebbe assoluta-
ogni corrente elettrica, di un certo valore di fre- mente essere rilevato con apparecchiature trop-
quenza, incontra nell'attraversare il condensatore. po semplici. Eppure, se si provvede ad aumen-
Per coloro che desiderano approfondire l'argo- tare la frequenza, e possibile riportare la reattan-
nento anche sotto aspetto fisico e matemati- za a valori normali.

651
CONO. IN
ESAME

Fig. 1 - 11 circuito del capacimetro puo


essere interpretato con il sistema a
. blocchi, suddividendolo nelle seguenti
parti: il generatore a 100 KHz, il circul-
TEST ER to in cui si inserisce il condensatore
sotto esame, il circuito amplificatore e,
ultimo, quello visualizzatore rappresen-
tato da un normale tester.

Fig. 2 - Prima dell'uso II capacimetro deve essere sot-


toposto ad un semplice procedimento di taratura, pre-
mendo il pulsante P1 e regolando il potenziometro R11
sino a far coincidere l'indice del tester con il fondo-
scala. 11 commutatore S2 seleziona le due possibili
portate: quella da 10 e quella da 100 pF fondo-scala.

r O O 1
PRE S CONENS
IN PROVA

R4 R5

02 R10 R9
S1

o C1 TR1 TR2 TR3


+

R7

R6

TESTER
L ± 4

652
Il principio di funzionamento del capacimetro zione, in modo da poter essere valutata per po-
viene interpretato, a grandi linee, dallo schema ter risalire al valore capacitivo del condensa-
a blocchi di figura l. In esso la frequenza base tore sotto esame.
della corrente necessaria per la misura delle ca- Queste notizie, un po' generiche, non permetto-
pacita dei condensatori assume il valore di no di interpretare completamente il funziona-
• 00.000 Hz ed e generata da un apposito oscilla- mento del capacimetro. Esse tuttavia sono di per
tore tarato a questo valore di frequenza. sé in grado di fornire un sufficiente orientamen-
Riromando all'esempio precedente, quello del to del lettore sulla meccanica di funzionamen-
condensatore da 100 pF, il valore della reattanza to dell'apparato.
pacitiva alla frequenza di 100.000 Hz, appli- II circuito elettrico vero e proprio del capaci-
cando la formula risultera : metro e rappresentato in figura 2. Esso puo es-
sere suddiviso in quattro settori. Piu precisa-
mente:
Xc x----------- 1) generatore a 100 KHz
2x100x 10°x 100 x 10-12 2) circuito di misura
3) amplificatore
= 16.000 ohm (circa) 4) visualizzatore
Esamineremo ora, uno ad uno, questi quattro set-
Questo valore rientra nei limiti facilmente va- tori del capacimetro.
lutabili tramite i normali strumenti di misura
di cui dispone il principiante.
Ma ritorniamo ancora un momento allo schema
Fig. 3 - L'unica difficolta di ordine pratico, in sede di
a blocchi di figura 1. In esso si nota come il costruzione del capacimetro, consiste nell'eliminazione
segnale prodotto dal generatore venga inviato o nella riduzione al minimo delle capacita parassite,
ad un circuito in cui viene inserito il condensato- che possono falsare i valori espressi sulla scala del
re sottoposto a misura. tester. ' L'alimentazione puó essere ottenuta, indiffe-
rentemente, con un alimentatore da rete-luce o con
La corrente che circola nel circuito viene sotto- quattro pile piatte da 4,5 V ciascuna, collegate in serie
sta ad un processo di amplificazione e di rivela- fra di loro

TR3

TR1 TR2
653
GENERATORE A 100 KHz senza l'interposizione di apparati amplificatori-
separatori.
II circuito di alimentazione del capacimetro e La frequenza generata dall'oscillatore dipende
stabilizzato tramite un diodo zener. Questa sta- essenzialmente daí valori dei condensatori C2-
bilizzazione e necessaria per garantire analoga C3 e da quelli delle resistenze R3-R4. Si debbo-
stabilizzazione dell'oscillatore e ripetibilita della no quindi rispettare i valori citati nell'elenco
misura stessa. Per limitare la corrente che attra- componenti se non si vuole allontanare il valo-
versa il diodo zener D 1, cioe per preservare que- re di 100 KHz, che rappresenta il valore otti-
sto componente da un eccessivo flusso di cor- ___
male per la misura.
/

rente elettrica, si e provveduto ad inserire la re-


sistenza di limitazione di corrente Rl, collegata CIRCUITO DI MISURA
in serie con il circuito di alimentazione a 18 V.
Dopo questa premessa, peraltro doverosa dato 11 circuito di misura e costituito da! condensa-
tore in prova, collegabile al circuito del capa-
che l'alimentatore si trova sull'estrema sinistra
cimetro tramite due boccole. Fanno parte di
dello schema, entriamo nel merito dell'oscilla-
questo stesso circuito anche le resistenze R7-R8,
tore. che permettono di disporre di due portate fon-
L'oscillatore e stato realizzato sullo schema del do-scala: quella di 10 pF e quella di 100 pF.
piü classico multivibratore astabile, che e di si- Queste due portate danno l'effettiva possibilita
curo funzionamento, di semplice realizzazione di misurare con una certa precisione tutti i pic-
pratica e, soprattutto, privo di componenti cri- coli valori capacitivi dei condensatori piü comu-
tici, quali potrebbero essere le induttanze o i nemente usati nei circuiti elettronici.
trasformatori.
Nello stesso circuito di misura sono presenti an-
Questo tipo di circuito e in grado di fornire una che i condensatori C4-C5, selezionabili tramite
onda quadra, di ampiezza quasi pari a quella il commutatore S2.
della tensione di alimentazione. Esso si presta Ripetiamo: tramite il commutatore S2, il capa-
quindi ottimamente allo scopo, essendo in grado cimetro viene predisposto nelle due possibili por-
di alimentare direttamente il circuito di misura tate, quella di 10 e quella di 100 pF.

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a taratura di fondo-scala dello strumento, cioe Cío e stato ottenuto praticamente tramite un cir-
el tester, si effettua soltanto quando sulle due cuito amplificatore-separatore-rivelatore, pilotato
boccole nessun condensatore risulta inserito, ma- dal transistor TR3.
novrando il pulsante Pl. Quando nell'apposita 11 circuito dell'amplificatore e di tipo ad accop-
presa viene inserito un condensatore di capacita piamento capacitivo e il suo guadagno puo es-
sconosciuta, sui terminali della resistenza R7, o sere regolato agencio su! potenziometro Rl l.
quelli della resistenza R8, viene a formarsi
una tensione che e tanto maggiore quanto piu IL VISUALIZZATORE
iccola e la reattanza capacitiva del condensatore
otto prova, cioe quanto piü grande e il suo va- Gli elementi C7-D3 ed R12 compongono un cir-
lre capacitivo. cuito di rivelazione, che consente di utilizza re
qualsiasi strumento di misura, da 20.000 ohm/
L'AMPLIFICATORE volt, senza che questo sía gia predisposto per la
misura di correnti altemate. Perché importa sol-
A questo punto del discorso il capacimetro po- tanto che lo strumento vada a fondo-scala con
rebbe ritenersi completo, perché sarebbe suff- una tensione di 1 volt circa.
ciente, tramite un tester commutato in corrente Facciamo un esempio. Se un tester, da 20.000
alternata, misurare sui terminali della resisten- ohm/volt, non possiede una portata prossima al
za. R 7 o della resistenza R8 la tensione allo scopo \valore di 1 V, lo strumento potra essere utilizza-
di ottenere un valore proporzionale a quello ca- to sulla portata di 50 A fondo-scala inserendo,
pacitivo sotto esame. Abbiamo tuttavia preferí- in serie con i puntali, una resistenza da 20.000
to aggiungere al circuito del capacimetro uno ohm.
adio amplificatore-separatore. E ció per due
otivi fondamentali : per realizzare un circuito COSTRUZIONE DEL CAPACIMETRO
di misura ad alta impedenza, che non perturbi
il valore della tensione e per avere la possibilita 11 montaggio del capacimetro, a seconda del mo-
di regalare il valore di fondo-scala indipendente- do con cuí viene effettuato, influisce notevol-
ente dallo strumento usato per la visualizza- mente sulle prestazioni dell'apparato. In parti-
zone. colare si dovranno soprattutto eliminare le capa-

655
cita parassite, o ridurle il piü possibile, effettuan- V-15
do collegamenti corti e distanziati fra loro. Ció Rl = ---X 1000
vale soprattutto per i collegamenti con la pre- 40
sa del condensa tore sottoprova.
I condensatori C4-C5 dovranno essere suficiente-
nella quale ponendo V =
25 V, si ottiene:
mente precisi, possibilmente al 2%, perché la
25 15
Rl = --- x 1000 = 250 ohm
precisione di taratura di fondo-scala dipende
40
principalmente da tali componenti. Il diodo ze-
ner DI dovrá avere un valore caratteristico at- Servendosi del valore commerciale prn prossimo
torno ai 15 V e dovra essere in grado di dissi- per eccesso si assumera R1 = 270 ohm.
pare almeno una potenza di 1 W.
I transistor non sono componenti critici. Per TRl TARATURA
e TR2, infatti, si potranno utilizzare moltissimi
tipi di transistor al silicio PNP di piccola po- Il circuito del capacimetro, prima di essere pron-
tenza. Per TR3 abbiamo sperimentato un tran- to per l'uso, necessita di un semplicissimo pro-
sistor al germanio AC127, cioe di tipo NPN, ma cesso di taratura.
vogliamo ritenere che analoghi risultati si pos- Prima di inserire nelle apposite boccole il con-
sano ottenere anche con transistor al silicio co- densatore incognito, allo scopo di conoscerne il
me, ad esempio, i comunissimi BC107-BC108- valore capacitivo, occorrera premere il pulsante
BC109. Pl e regolare il potenziometro R11 sino a far
coincidere l'indice del tester con il fondo-scala.
ALIMENTAZIONE A seconda della posizione del cornmutatore S2,
lo strumento si trovera a sua volta commutato
L'alimentazione del circuito del capacimetro, in- sulla portata di 10 o 100 pF fondo-scala.
dicata ne! valore di 18 V, puó essere ricavata Inserendo ora un condensatore di capacita sco-
da quattro pile piatte da 4,5 V ciascuna, colle- nosciuta nell'apposita presa, il tester offrira una
gate in serie fra di loro. La tensione di alimen- indicazione proporzionale al valore capacitivo.
tazione potra anche essere prelevata da un ali- Per esempio, se il fondo-scala corrisponde ad 1
mentatore collegato con la rete-luce. V, l'indicazione di 0,3 V con la portata di 100
Tenendo presente che la tensione di alimenta- pF dovra venire interpretata come un valore
zione finale e di 15 V e che il circuito del ca- capacitivo di 30 pF.
pacirnetro assorbe circa 40 rnA, si potra sempre Si tenga presente che, anche senza inserire alcun
variare il valore di RI in modo da adattarlo alla condensatore nell'apposita presa, lo strumento
tensione di uscita dell'alimentatore. potra segnalare un basso valore di tensione; ció
Ad esempio, chiamando V il valore della ten- a causa delle capacita parassite del circuito che
sione dell'alimentatore, ovviamente giá raddriz- non si possono in alcun modo eliminare prati-
zata c livellata, si avrá: camente.

656
NOVITA' DAL GIAPPONE

RICETRASMITTENTI FM 420
A COPPIA
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Caratteristiche sezione trasmittente


frequenza: 27,125 MHz (canale 14)
potenza input: 100 mW
oscillatore: controllato a cristallo di quar-
zo
tolleranza di frequenza: meno di 0,005%

Caratteristiche sezione ricevente


sistema di rivelazione: di tipo superri-
generativo
potenza audio: 100 mW
volume sonoro: regolabile manualmente
alimentazione: con pila a 9 volt

Una coppia di apparati che si presta a


molteplici usi.

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LE PAGINE
DEL CB

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lativi alle trasmissioni, risultano assai piü sen-
titi dai CB che non dai radianti. Per esempio,
se con un trasmettitore da 100 W la perdita di
una piccola parte di potenza non esercita in-
fluenza alcuna sulle possibilita di trasmissione a
distanza, il problema e molto diverso e ben piu
arduo quando la potenza d'uscita del trasmettito-
re e molto bassa, tanto bassa che la perdita di
pochi milliwatt puo essere in grado, a volte, di
provocare l'annullamento di una trasmissione.
;1,. Dunque, il problema di ogni CB di sfruttare il
~ piu possibile e ncl migliore dei modi la propria
tazione trasmittente e assai piu importante per
~un CB che per un radioamatore, che puo sempre

Xon sempre la passione per la « Citizen's Band »'


ume Punico significato di trascorrere il tempo -
libero accanto ad un apparato ricetrasmettitore,
inviando la propria voce nello spazio ed ascoltan-
'
do quella di molte migliaia di altri appassionati.
Perché la « Citizen's Band» viene considerata
da molti come una base di lancio verso que!
mondo assai piü tecnico, piü impegnativo e, di-
ciamolo pure, meno frivolo, che e il radiantismo.
L'esercizio teorico-pratico nel settore delle radio-
trasmissioni permette di familiarizzare con molti
apparati e con buona parte di quei problemi ai
quali rimane legata la licenza di radioamatore.
Chi e giá radiante puó pilotare apparati trasmet-
titori di notevole potenza, per effettuare colle-
gamenti sulle lunghe distanze. Ma ogni radioama-
tore deve risolvere taluni problemi di installa-
zione d'antenne, cavi, tarature, ecc, che sono .
del tutto simili a quelli incontrati, sia pure con
le piccole potenze, dagli appassionati della CB.
E possiamo anche dire che alcuni problemi re-

659
ricorrere all'inserimento di potenti amplificatori gnale radio, e importante che esso venga ben
Iineari non consentiti nella CB. modulato.
La miglior modulazione viene raggiunta quando
la potenza del segnale di bassa frequenza e parí
EFFICIENZA DELLE TRASMISSIONI a quella dell'onda di alta frequenza, perché sol-
tanto in questo caso si puó dire che il segnale e
L'effcienza delle trasmissioni, cui ogni stazione modulato al 100%, anche se. variando ovvia-
puo dar origine, dipende da molti elementi. In mente l'intensitá della voce durante un dialogo,
pratica si puo dire che, per ottenere il massimo e assolutamente impossibile conservare costante-
rendimento di un trasmettitore, occorre che cia- mente una modulazione del 100%.
scuna parte di esso risulti perfettamente in ordine. Con modulazioni piü basse il segnale appare piü
Ma si puo anche dire, ferme restando le caratte- debole, con modulazioni piu alte si creano no-
ristiche della stazione, cioé il tipo di cavo, di tevoli distorsioni nella ricezione e si generano i
alirnentatore, di connettori, eccetera, che leff- cosiddctti « splotter », cioé gli sconfinamenti nei
cienza dipende essenzialmente da tre fattori : la canali di frequenza adiacente. Per mantenere il
profondita di modulazione, la taratura del tra- segnale di uscita del microfono pressocché co-
smettitore, la taratura dell'antenna. Esaminiamo stante, pur sussistendo le notevoli variazioni di
dunque, nell'ordine, questi tre importanti fattori. livello d'ingresso, che si riscontrano durante la
trasmissione, la soluzione migliore consiste nel-
l'uso di un preamplificatore-compressore.
LA MODULAZIONE La regolazione della percentuale di modulazione
puo essere fatta tramite l'oscilloscopio o, empiri-
Per ottenere la massima « penetrazione » del se- camente, mediante ·una serie di prove pratiche

C1 • 2.200 pF (di tipo ceramico)


R1 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
DI = diodo al germanio (dl tipo)
qualsiasi

J1 = impedenza AF tipo Geloso 555 o simile


A = 100 ± 500 fondo-scala
ANT.

Fig. 1 - 11 progetto del


J1 misuratore di campo e
molto simile a quello
di un ricevitore radio a

A + diodo di germanio,
sprovvlsto di alimenta-
zione. L'antenna capta
i segnali emessi da un
apparato trasmettitore
lnviandoli al microam-
perometro, che valuta
l'entita del segnale.

01 C1 R1
Fig. 2 - Le varie indicazioni simboliche, apposte in cor-
rispondenza dei componenti del progetto del misurato-
re di campo, permettono di interpretare i vari processi
radioelettrici svolti dal circuito e, in particolare, il tipo
e il verso delle correnti elettriche.

T.

ALTA FREO. DAL TRSM.

i IMP [F

= TENSIONE
CONTINUA

CONO.
MICROAMP

POT. 11
DIODO
RIVEL. RESIDUO!
DI AF TENS. CONTINUA
REGOLATA

con l'ausilio di qualche radioamatore o CB com- prio dei componenti, che non permettono piu di
piacente, in un esercizio inteso a ricercare il vo- ottenere dal trasmettitore quelle prestazioni che
lume di trasmissione ideale. esso era in grado di fornire originariamente.

IL TRASMETTITORE L'ANTENNA

Ogni trasmettitore e composto da vari stadi am- Un altro importante elemento della stazione rice-
plificatori, cui corrispondono alcuni circuiti ac- trasmittente, dal quale dipende in gran parte il
cordati LC; questi circuiti risultano tarati sul rendimento del trasmettitore, e
!'antenna.
valore della frequenza di trasmissione. Il trasmet- Questo componente puó essere veramente consi-
títore e ancora composto da un circuito d'uscita, derato uno dei piü critici di tutta la stazione. Un
generalmente del tipo a «p greca », che permet- esempio e piü che suficiente a ribadire questo
te l'adattamento di impedenza con il sistema ra- concetto. Si pensi ad un trasmettitore con po-
diante, cioé con l'antenna. tenza di 10 w che, a causa di una cattiva in-
Col passare del tempo questi circuiti possono di- stallázione dell'elemento diffusore delle onde (an-
sacco rdarsi, sia per eventuali vibrazioni mecca- tenna), puo irradiare soltanto una potenza di 2
niche (e il caso del trasmettitore installato su una o3 W, con il grave rischio di danneggiare com-
autovettura), sia per invecchiamento vero e pro- pletamente il trasmettitore stesso.

661
IL MISURATORE DI CAMPO ESAME DEL CIRCUITO

Un metodo molto semplice per verificare l'effi- Pur essendo estremamente utile, il circuito del
cienza di una stazione trasmittente consiste ne! misuratore di campo, cosi come e dato a vedere
misurare lentita del segnale generato dallan- in figura 1, si rivela assolutamente semplice. Per-
tenna. Con tale sistema, infatti, ci si rende conto ché si tratta di un circuito rivelatore di tipo ape-
di quanto effettivamente irradia l'antenna ed e riodico, accoppiato ad uno strumento di misura
anche possibile verificare se la potenza di uscita che potra identificarsi addirittura con un normale
aumenta o diminuisce ritoccando un circuito ac- tes ter.
cordato come, ad esempio, il filtro d'uscita o l'an- II funzionamento del misuratore di campo e il
tenna. seguente. II segnale captato dallantenna, che
Di tale strumento avremo modo ora di parlare, <leve essere priva di particolari caratteristiche,
prendendone inizialmente in esame la composi- come ad esempio una normale antenna di tipo
zione circuitale e, successivamente, le modalitá estraibile da 50 --:-- 100 cm, viene rivelato da!
d'impiego. diodo al germanio D 1. Le variazioni rapide del
segnale, ossia il segnale di alta frequenza, viene
bloccato dall'impedenza J1 e, successivamente,
messo in fuga, a massa, attraverso il condensa-
tore C1. Sui terminali del potenziometro Rl, che
ha il valore di 10.000 ohm ed e di tipo a grafite e
a variazione lineare, si genera una tensione con-
tinua proporzionale all'intensitá del segnale rice-
vuto; questa tensione puo essere misurata per
Fig. 3 - II montaggio del mi-
suratore di campo e ottenuto mezzo di un comune voltmetro, che <leve essere
in un contenitore di plastica abbastanza sensibile e collegato sui terminali del
sul cui pannello frontale com- potenziometro stesso. L'uso del potenziometro Rl,
paiono il comando di sensibi- in sostituzione di una resistenza fissa, permette di
lita (potenziometro R1) e il
quadrante del microampero- adattare la sensibilitá dello strumento alla « for-
1- metro. L'antenna e di tipo za» del segnale ricevuto.
z estraibile a stilo; il diodo D1 Nello schema di figura 2 abbiamo interpretato
<r deve essere collegato con la
fascetta rivolta verso l'anten- graficamente le funzioni dei vari componenti del
na. circuito, che perrnettono rneglio di seguire le

SCATOLA IN PLASTIA
trie
asformazioni del segnale dal circuito di entrata,
resentato dall'antenna, a quello d'uscita, rap-
tato dallo strumento. E' ovvio che le in-
dicazioni riportate nello schema di figura 2 deb-
LE NOSTRE
bono essere interpretate senza eccessivo rigore
tecnico, perché il disegno e soltanto una schema-
tizzazione che serve a semplificare l'analisi del
CUFFIE STEREO
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
circuito, senza tuttavia corrispondere con assolu- fedelta e per un nuovo ed emozionante
precisione alla realta fsica del processo ra- incontro con il mondo della musica ste-
dioelettrico. In ogni caso le due frecce che colpi- reofonica.
scono il simbolo caratteristico dell'antenna stan-
no a designare le onde radioelettriche in arrivo. Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
fusione di una musicalitá elevata con un
La freccia disegnata parallelamente all'antenna perfetto adattamento anatomice.
vuol significare invece la debole tensione elettrica,
presente ne! circuito d'entrata, caratteristica dei
segnali di alta frequenza. La fascia scura dentel-
lata e munita di freccia, riportata in corrispon- CUFFIA STEREO
ienza dell'impedenza di alta frequenza, vuol MOD. LC25
rappresentare il segnale di bassa frequenza, che L. 5.500
e l'unico cui sia concesso il transito attraverso
questo componente. Eventuali tracce di segnali CARA TTERISTICHE:
di alta frequenza, impunemente passati attra- lmpedenza: 8 ohm
verso l'impedenza, vengono convogliati a massa Gamma di freq.: 18 -
dal condensatore, in corrispondenza del quale e 15.000 Hz
riportata una freccia, diretta verso massa, munita Peso: 320 grammi
di una piccola dentellatura.

USO DELLO STRUMENTO

L'analisi ora condotta ne! progetto del misuratore


di campo e servita anche a dimostrare che esso L. 18.500
si presenta sotto l'aspetto di un ricevitore radio CARATTERISTICHE:
molto semplificato, con il quale e possibile misu- lmpedenza: 8 ohm
rare il livello del segnale ricevuto. Sensibilitá: 11 O dB
a 1.000 Hz
E l'analisi ha anche dimostrato che il progetta e
Gamma di freq.:
sprovvisto di qualsiasi circuito sintonizzato, per- 20 - 20.000 Hz I
mettendo un uso piü semplificato dell'apparecchio Peso: 450 grammi
entro una vasta gamma di frequenze, senza ne- La cuffia é provvista
di regolatore di
cessita alcuna di dover intervenire, di volta in
livello a manopola
volta, sulla taratura del misuratore di campo in del tweeter.
corrispondenza con il valore della frequenza che
si vuol selezionare.
Adattatore
Trattandosi di un ricevitore radio e possibile ri-
per cuffie stereo
levare, ad una certa distanza dall'antenna, l'en- Mod. JB-11D
tita del segnale generato da questa, ritoccando
eventualmente tutti i circuiti di regolazione, sino L. 3.500
ad ottenere una deviazione massima dell'indice Questo piccolo ap-
parecchio consente
del microamperometro. In particolare, quando il collegamento di
si debba tarare il solo apparato trasmettitore si una o due cuffie ste-
dovra collegare alla presa d'antenna un carico reo con tutti i com-
fittizio, dello stesso valore di impedenza dell'an- plessi stereofonici.
La commutazione al-
tenna, che e generalmente di 52 ohm, avvicinan- toparlante - cuffia e
do molto il misuratore di campo a tale carico ft- immediata, senza al-
tizio. Ripetiamo: il carico fittizio <leve essere cun intervento sui
collegato con l'uscita, cioé con la presa d'anten- collegamenti.
na del trasmettitore. Per la realizzazione di que-

663
Fig. 4 - Lo spostamento dell'indice del
microamperometro, lungo il quadrante
della scala, misura l'entita del segnale
generato da un trasmettitore. Esso puó
essere, a seconda della posizione del-
l'indice dello strumento, nullo, debole,
forte o fortissimo.
SEGNALE SEGNALE SEGNALE SEGNALE
ZERO DE BOL E FORTE F OR TISSIMO

sto carico consigliamo di non servirsi di cavo Poiché non si tratta di un componente critico, il
schermato. lettore potra usare per esso un qualsiasi diodo
Cosi facendo si potranno regolare i vari circuit1 al germanio, purché questo venga inserito ne!
accordati dal trasmettitore ed il filtro d'uscita, circuito tenendo conto delle sue esatte polarita,
sino ad ottenere la massima deviazione dell'in- cosi come indicato nello schema pratico di f-
dice del microamperometro; in un secondo tem- gura 3.
po si provvedera a sostituire il carico fittizio con Anche l'impedenza di alta frequenza J, da noi
l'antenna originale del trasmettitore, misurando, prescritta nel tipo Geloso 555, potra essere so-
ad una certa distanza da questa, lentita del se- stituita, all'occorrenza, con altro tipo di impe-
gnale inviato nello spazio. E questa volta si do- denza, almeno simile, anche se non del tutto
vra intervenire sugli elementi di regolazione del- equivalente.
l'antenna, per esempio sulla sua lunghezza, sino L'antenna, che il lettore dovrá montare sull'indi-
ad ottenere la condizione di massimo irradia- catore di campo, potra essere quella indicata in
mento del segnale che, in definitiva, corrisponde figura 3, cioé di tipo a stilo estraibile. II mi-
alle migliori condizioni di impiego del trasmetti- croamperometro dovrá essere da 100 ;- 500 pA
tore. fondo-scala, ma potra essere sostituito con un
qualsiasi tester.
Con questa sostituzione il costo complessivo del-
1 COMPONENTI ELETTRONICI l'apparato diverrá irrisorio, dato che esso rimane
condizionato, soprattutto, da! costo del microam-
11 diodo rivelatore D1 e di tipo al germanio. perometro.

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
mazo MAL.
RTATA DI TUTTI! ■
1,750

do dell'elettronica pratica, non
puó sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questc deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
antistico. I saldatore del principiante, dunque, deve essere economice, robusto e versatile, cosi come lo é
quello qui raffigurato. La sua potenza é di 50 W e l'alimentazione é quella normale di rete-luce di 220 V.

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STOR, UNA BOBINA, POCHI CONDENSATORI E RESISTENZE, POTRETE
PROVARE L'EMOZIONE DI UN COLLEGAMENTO VIA RADIO.

La realizzazione di un progetto di trasmettitore Perché si e ricorsi alla gamma delle onde medie,
transistorizzato e molto semplice rappresenta sem- che e la piu « affollata » commercialmente e
pre il primo passo verso quell'ambita meta che sulla quale lavorano tutte le emittenti per radio-
e la patente radiantistica e alla quale molti no- diffusioni nazionali? E perché si e fatto ricorso
tri lettori aspirano. al metodo della modulazione d'ampiezza?
Il montaggio di un piccolo trasmettitore, dunque, Prima di iniziare l'analisi tecnica del circuito del
riunisce in sé quella piccola serie di manovre trasmettitore, vogliamo rispondere a queste due
tecniche che, in un prossimo futuro, potranno elementari domande.
avere maggiore sviluppo su un piano tecnico piü
elevato e meno dilettantistico.
Per questo semplice trasmettitore abbiamo scelto LE ONDE MEDIE
il sistema di collegamenti radio a modulazione
d'ampiezza sulla gamma delle onde medie. Abbiamo fatto cadere la scelta del sistema di

666
trasmissione a modulazone d ampiezza sulla gam- settore amatoriale. Perché essa si presta, assai
ma delle onde medie perché con questa gamma meglio della modulazione di frequenza, ai colle-
possibile utilizzare un qualsiasi ricevitore di ti- gamenti su terreni anche accidentati e con fre-
po commerciale, senza dover ricorrere alla co- quenze portanti di valori non eccessivamente ele-
struzione o all'acquisto di particolari apparati vati.
riceventi. La modulazione di frequenza, come si sa, e adat-
Sulla gamma delle onde medie, come si sa, e ta per i collegamenti a portata ottica, dato che
assolutamente vietato effettuare trasmissioni ra- essa richiede una frequenza portante assai ele-
dio. Ma ne! nostro caso, trattandosi di un tra- vata.
smettitore di piccola potenza ed effettuando col- Lo stesso sistema di trasmissioni in SSB, che e
legarnenti radio di breve durata, l'esercizio pra- sicuramente quello preferito da tutti i radioama-
tico puó essere tollerato. tori, si puó considerare un « derivato » della
Anche perché, siamo certi, i nostri lettori condur- tecnica della modulazione di ampiezza.
ranno i loro esperimenti in luoghi aperti, cioé Ma vediamo di addentrarci un po' di piü nel
isolati e lontani dagli abituali utenti delle radio- concetto di onda radio a modulazione d'ampiezza.
diffusioni. 11 suono, cosi come avviene per qualsiasi altro
tipo di segnale a bassa frequenza, non puo essere
irradiato nello spazio direttamente. Infatti esso,
LA MODULAZIONE D'AMPIEZZA in base a precise leggi fisiche, non e adatto a su-
perare distanze elevate, per le quali e invece ne-
La modulazione di ampiezza rappresenta il siste- cessario avvalersi di un «supporto », che agisca
ma di trasmissione piü usato attualmente nel da elemento « portante » per il segnale.

667
ANT (O) Condensatori
C1 = 10.000 pF
C2 = 300 pF (condensatore
C3 = 47.000 pF variabile)
C4 = 10.000 pF
C5 = 330 pF
L3 Resistenze
R1 = 860 ohm
R2 = 860 ohm
R3 = 330.000 ohm
R4 = 86.000 ohm
R5 = 1 megaohm (variabile)
Varie
TR1 = BC107
L1-L2-L3 =bobine (vedi testo)
c2 L2 S1 = interrutt.
Pila = 9 V

I
3
e

R1
R3

S1

R2 C3 R4

u
d9V@ =€@)
l l # l

L'onda portante e sempre rappresentata da un'on- Fig. 1- Il progetto del trasmettitore e composto prin-
da radio di frequenza molto elevata che, nel caso cipalmente da un circuito oscillatore, la cui frequenza
puo essere variata, sulla gamma delle onde medie,
delle onde medie, assume un valore compreso manovrando il perno del condensatore variabile C2.
ra 0,6 e 1,6 megahertz. All'onda portante viene 11 trimmer potenziometrico R5 permette di ottenere
« sovrapposto », con una delle molte tecniche emissioni esenti da distorsioni.
possibili, il segnale di bassa frequenza. Il risul-
o derivante da questa « sovrapposizione » e
ppresentato dalla cosiddetta onda radio, che e
in grado di percorrere distanze di centinaia o
migliaia di chilometri e che contiene anche il
gnale audio che si desidera trasmettere.
sto di un solo stadio transistorizzato e di pochi
altri componenti passivi, che lo rendono facil-
ESAME DEL CIRCUITO mente costruibile anche per i principianti.
DEL TRASMETTITORE II progetto del trasmettitore e composto prin -
palmente da un circuito oscillatore, la cui fre-
Come abbiamo detto, il progetto del trasmetti- quenza puo essere variata, entro la gamma delle
ore e estremamente semplice, perché e provvi- onde medie, tramite il condensatore variabile C2
che, unitamente alla bobina Ll, compone il cir- come elemento amplificatore audio di bassa fre-
cuito accordato dell'oscillatore, che e
di tipo a quenza. In tal modo il segnale proveniente da un
reazione di base. Come si puó notare, infatti, la pick-up piezoelettrico o da un microfono sem-
bobina L2 invia alla base del transistor TRl, che pre di tipo piezoelettrico, dopo aver attraversato
e di tipo NPN, parte del segnale presente sulla il condensatore C5 collegato in parallelo con il
bobina Ll, dalla quale viene captato induttiva- trimmer potenziometrico R5, raggiunge, dopo
mente. II segnale presente sulla base di TRl vie- l'ulteriore attraversamento della bobina L2, la
ne amplificato e sfasato di 180º; esso viene quin- base del transistor TRl, modulando conseguen-
di inviato nuovamente al circuito risonante Ll - temente il segnale di alta frequenza generato dal
C2. Con questo sistema si genera una reazione transistor stesso. II conseguente processo che si
che mantiene in oscillazione il sistema. Tale oscil- verifica e illustrato in figura 3. In assenza di
lazione puó essere prelevata induttivamente at- segnale modulante, il transistor TRl genera una
traverso lavvolgimento L3, che rappresenta l'e- onda sinusoidale di alta frequenza (figura 2 A).
lemento d'uscita del trasmettitore e che <leve es- Quando all'entrata del trasmettitore viene inviato
sere collegato con la discesa dell'antenna esterna. un segnale di bassa frequenza (figura 2 B), questo
stesso segnale si sovrappone a quello di alta fre-
quenza, generando il segnale completo, modulato
FUNZIONI DEI COMPONENTI in ampiezza, del tipo di quello rappresentato in
figura 2 C.
La presenza delle resistenze Rl - R2- R3 - R4
ne! circuito del trasmettitore e giustificata dalla
necessita di stabilizzare il punto di lavoro del COSTRUZIONE DEL TRASMETTITORE
transistor TRl. Soltanto con l'inserimento di que-
ste resistenze, infatti, e possibile ottenere una buo- Prima di iniziare la costruzione del trasmettitore,
na stabilita di frequenza anche in presenza di seguendo il piano di cablaggio riportato in figura
evoluzioni termiche. 2, il lettore dovrá procurarsi tutti gli elementi
I condensatori C 1 - C3 - C4 hanno invece lo necessari, cominciando dalle bobine L1 - L2 - L3
scopo di mettere in fuga, a massa, il segnale di che, non essendo reperibili in commercio, dovran-
alta frequenza, sia nei circuiti di alimentazione, no essere costruite ne! modo seguente.
sia in quelli di polarizzazione. Il supporto, su! quale verranno effettuati i tre
Per risparmiare uno stadio modulatore transi- avvolgimenti, e rappresentato da un bastoncino
storizzato, si e fatto ricorso al sistema di modula- di ferrite, del diametro di 8 mm e della lunghez-
zione di base, sfruttando il transistor TRl sia za di 140 mm (dimensioni standard). La lun-
come elemento oscillatore di alta frequenza, sia ghezza del bastoncino non costituisce in nessun

Fg. 2 - Cablaggio del trasmetti-


tore per onde medie. Come si
puó notare, tutti i componenti ri-
sultano sistemati su un'unica la- SUPPORTO
stra metallica, destinata a funge- PLASTICO
re da pannello frontale del tra-
smnettitore. Si tenga presente che,
per una buona riuscita dell'appa-
recchio, i collegamenti debbono
essere mantenuti molto corti.

669
Fig. 3 - In questi tre dia-
grammi viene sintetizzato
l'intero processo radioelet-
trico che si svolge nel cir-
cuito del trasmettitore. In
A assenza di segnale modu-
lante, il trasmettitore gene-
ra un segnale il cui dia-
gramma e quello riportato
in A. Quando all'entrata
del trasmettitore viene in-
viato un segnale di bassa
B frequenza (B), questo
~~. segnale BF PICK-UP stesso segnale si sovrap-
pone a quello di alta fre-
quenza, generando un se-
gnale completo, modulato
in ampiezza, come quello
rappresentato dal diagram-
ma C.
e

caso un elemento critico; ció significa che anche I terminali dei tre avvolgimenti verranno fissati
bastoncini di lunghezze diverse da quella citata con collante cellulosico o piccolissime porzioni di
potranno utilmente servire per la costruzione de! nastro autoadesivo, tenendo conto che grosse
trasmettitore. quantita di nastro falsano le caratteristiche ra-
I tre avvolgimenti dovranno essere effettuati a dioelettriche degli avvolgimenti.
spire compatte, cosi come indicato in figura 4, Osservando il piano di cablaggio di figura 2, si
utilizzando filo di rame smaltato del diametro di nota che il bastoncino di ferrite e fissato al pan-
0,2 - 0,3 mm. nello tramite due supporti plastici, che possono
Per l'avvolgimento L1 occorreranno 80 spire; per essere sostituiti con altri tipi di supporti purché
l'avvolgimento L2, 6 spire e per lavvolgimento di materiale non conduttore. Occorre ricordare
L3, 5 spire. infatti, che un qualsiasi anello metallico, in ve-
ste di supporto del bastoncino di ferrite, rappre-
senta una spira in cortocircuito, che e in grado
Fig. 4 - Dati costruttivi di bloccare il funzionamento dell'intero trasmet-
e disposizione dei tre titore.
8 mm avvolgimenti del circui-
-} F to oscillatore. 11 sup- Un ultimo avvertimento, relativo alla costruzio-
porto e rappresentato ne delle bobine, si riferisce alla bobina L2. Per-
da un bastoncino di fer- ché da! collegamento di questa bobina dipende
rite del diametro di 8 l'entrata in oscillazione del trasmettitore.
mm; la lunghezza della
ferrite non costituisce N el caso in cui non si constatasse ale una emis-
un elemento critico de- sione di alta frequenza, occorrerá invertire fra
gno di nota. loro i terminali della bobina L2, in modo da
originare la necessaria reazione.

IL CONDENSATORE VARIABILE

ll condensatore variabile C2 permette di cambia-


re il valore della frequenza generata dal trasmet-
titore. Esso dovrá avere una capacita di 300 pF
circa e potra essere, indifferentemente, di tipo
con isolamento a mica o ad aria. II condensa-
tore variabile a mica e da preferirsi per le ri-
dotte dimensioni del componente e l'inferiore
costo. E' ovvio che il condensatore variabile a

670
Flg. 5 - In questo disegno
abbiamo voluto sintetizza -
re il concetto di trasmis-
sione e ricezione, via ra-
z dio, fra il nostro semplice
.,.
y
RICE VITORE apparato e un comune ri-
cevltore radio commutato

GIRA D0ISCHI -z NA INTERNA


sulla gamma delle onde
medie. La stazione tra-
smittente, riportata a sini-
±ge.e stra, e composta da un gi-

k cAvErro J/ ENR.
o
SINT.
u VOL.
radischi, che invia al tra-
smettitore il segnale da ir-
radiare nello spazio, dal
trasmettitore e dall'anten-
SCALA na trasmittente. 11 coman-
do di sintonia deve essere
usato in sede di messa a
punto del sistema di collegamenti radio. Con un'antenna della lunghezza di 1-2 metri, si possono realizzare
collegamenti radio a brevi distanze. Ad una maggior lunghezza dell'antenna, ovviamente, corrisponde una mag-
giore portata del trasmettitore, cioé una maggiore distanza fra il trasmettitore e il ricevitore. Si tenga presente
che il giradischi puó essere sostituito con un microfono piezoelettrico per trasmissioni in fonia. 11 ricevitore
radio, disegnato sulla destra, e dotato di un'antenna esterna; applicando al ricevitore un'antenna estema, e
possibile aumentare il percorso dei segnali radio attraverso l'aria.

mica e dotato di caratteristiche di stabilitá in- TARATURA ED USO DEI TX


feriori, ma cío rappresenta un vero inconvenien-
te sol tanto negli apparati di tipo professionale; Una volta realizzato il trasmettitore, dopo aver
nel nostro semplice trasmettitore dilettantistico controllato l'esattezza dei collegamenti, occorre-
il condensatore variabile a mica e da considerarsi ra accertarsi che esso funzioni effettivamente.
ottimo. Il metodo piu semplice potrebbe essere quello
dell'uso di una sonda di alta frequenza da colle-
gare fra l'uscita del trasmettitore (boccola per
l'antenna) e il tester. Ma in sostituzione di questo
CONSIGLI PRATICI
metodo e possibile ricorrere ad un sistema di con-
trollo piu empírico, ascoltando in un ricevitore
I! transistor TRI e di tipo BC107; esso non co- radio il segnale emesso dal trasmettitore. A tale
stituisce un elemento critico e potra essere util- scopo occorrera munire il trasmettitore di un'an-
mente sostituito con altri tipi di transistor, pur- tenna, che potra essere rappresentata da uno
ché NPN e al silicio.
spezzone di filo di rame della lunghezza di 1-2
.. el realizzare il cablaggio del trasmettitore consi- metri, tenendo conto che ad una maggiore lun-
gliamo di mantenere i collegamenti suffciente- ghezza dell'antenna corrisponde una maggiore
mente corti, osi come e indicato nello schema portata utile del trasmettitore. Successivamente
di figura 2. si provvedera ad accendere un ricevitore radio,
E vogliamo anche ricordare che il pannello, cuí commutato sulla gamma delle onde medie e si-
e
fa riferimento il disegno di figura 2, di tipo me- stemato in prossimita del trasmettitore. L'indice
tallico; tutti i punti contrassegnati con la lettera della scala del ricevitore radio dovra essere fer-
m» vogliono quindi indicare un collegamento mato su un punto libero da emittenti.
i massa e, in realta, e rappresentata dal con- Poi si agisce sull'interruttore S l del trasmettito-
duttore unico costituito dal pannello. Coloro che re, in modo da alimentarne il circuito.
non volessero servirsi di una lastra metallica, in Facendo ruotare lentamente la manopola fissata
reste di supporto dell'intero cablaggio del tra- sul perno di comando del condensatore varia-
smnettitore, dovranno ricordarsi di collegare fra hile C2, si dovra sentire, ad un certo punto, un
loro tutti i punti contrassegnati con la lettera forte soffio, che dovra essere il segnale di avver-
m» trami te un filo di rame unico del diametro timento che il trasmettitore sta funzionando sulla
di 1 mm circa. stessa frequenza su cuí e sintonizzato il ricevi-

671
tore.
Puo capitarc, in pratica, di ascoltare il soffio in
piu punti della gamma delle onde medie, cioé
in punti diversi, corrispondenti a diversi valori
capacitivi, del condensatore variabile C2. Que-
sto vuol significare che il ricevitore radio capta
il segnale relativo alla frequenza di emissione fon-
damentale del trasmettitore e qualche sua ar-
monica. Per essere certi di ricevere la fonda-
men tale, e non l'armonica o le armoniche, bastera
aumentare la distanza fra il trasmettitore e il
ricevitore radio, ripetendo le operazioni di ricer-
LIRE 3.500 ca ne! modo precedentemente descritto. Soltanto
CASSETTIERA MINOR con questo sistema la fondamentale sara in gra-
do di far ascoltare un forte soffio ne! ricevitore
Contenitore a 12 cassetti, componi- radio, mentre l'intensita del soffio, relativo alle
bile ad incastro; dimensioni di un cas- frequenze armoniche, risultera molto ridotto.
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto e Terminate le operazioni di sintonizzazione, si
provvisto di divisori interni. potra finalmente applicare, all'entrata BF del
trasmettitore, un segnale audio proveniente dal
pick-up del giradischi o da un microfono pie-
zoelettrico. Contemporaneamente si regola il trim-
mcr potenziometrico R5 in modo da ottenere
una trasmissione il piu possibile esente da di-
storsioni.

Fig. 6 - Ai nostri lettori vogliamo ricordare con questo


disegno che, con il condensatore variabile C2 del tra-
smettitore completamente aperto, cioé in condizioni
di mínimo valore capacitivo, la frequenza di emissione
LIRE 3.800 assume il suo valore massimo e viene normalmente
CASSETTIERA MAJOR .. ricevuta sull'estremita sinistra della scala parlante del
ricevitore radio (1,6 KHz). Al contrario, con il conden-
Contenitore a 6 cassetti, componibile satore variabile C2 chiuso, cioé in condizioni di mas-
ad incastro; dimensioni di un casset- simo valore capacitivo, la frequenza di emissione del
trasmettltore raggiunge il minimo valore; essa viene
to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto e normalmente ricevuta sull'estremita destra della scala
provvisto di divisori interni. parlante del ricevitore radio.


Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po- 1,6 1,4 1,2
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Arwi

"'
pci
f\\1ltl11\

ELEMENTI TEORICI E PRA TICI SUL FUNZIONAMENTO E LE CARA TTERI-


STICHE DEGLI ALIMENTATORI DI PICCOLA POTENZA PEA CIRCUITI
ELETTR ONICI ALLO STATO SOLIDO.
674
La quasi totalita dei progetti elettrorúci, a carat- peraggio, in modo da salvaguardare lavvolgi-
tere sperimentale, per principianti, richiedono per mento primario del trasformatore di alimenta-
il loro funzionamento una tensione di alimen- zione da eventuali eccessi di assorbimento di cor-
tazio ne continua che si aggira intorno alla decina rente. Le caratteristiche elettriche del fusibile ri-
di volt. mangono ovviamente condizionate dalla potenza
Per i pochi montaggi a valvole, che vengono pre- elettrica del trasformatore.
sentati ogni tanto per scopi principalmente di- Sull'avvolgimento secondario e possibile dispone
dattici, la tensione di alimentazione si aggira di una tensione alternata a basso voltaggio, che
intorno alle poche centinaia di volt. puo essere facilmente raddrizzata per mezzo di
Nel primo caso, quando cioé si debbono alimen- un diodo rettificatore e livellata da un condensa-
tare circuiti transistorizzati o, come si suol dire tore elettrolitico di elevato valore capacitivo, in
piü comunemente, circuiti con componenti allo grado di eliminare o, almeno, di ridurre l'ondula-
stato solido, il lettore fa ricorso alle comuni pile zione della tensione raddrizzata.
a secco. Perché la: realizzazione di un piccolo Sui terminali del condensatore elettrolitico di fil-
alimentatore in corrente continua implica la co- tro e disporúbile una tensione sufficientemente con-
noscenza di taluni principi elettrotecnici e un tinua, che puo essere applicata a qualsiasi carico,
piccolo bagaglio di esperienza pratica. ovvero a qualsiasi apparato atto a funzionare
Vogliamo dunque risolvere, in questo articolo, il con quel particolare valore di tensione.
prob lema dell'alimentazione in corrente continua, Abbiamo cosi esposto i concetti fondamentali che
quan do le potenze elettriche in gioco sono pic- regolano qualsiasi tipo di alimentatore in grado
cole, prelevando ovviamente l'energia dalla rete- di trasformare l'elevato valore della tensione al-
luce. ternata di rete in un basso valore di tensione con-
Come si sa, la tensione elettrica fornita dalla re- tinua.
e-luce e una tensione alternata, alla frequenza Tuttavia, prima di completare questi concetti di
di 50 H, che non e adatta ad alimentare diret- ordine generale, si debbono fare alcune conside-
tamente un apparato elettronico, ma che impone razioni sulle polaritá di due componenti dell'ali-
l'inserimento, fra questo e la rete-luce, di un se- rnentatore.
condo apparato chiamato appunto circuito ali- Il diodo rettificatore e il condensatore di filtro
mentatore e che <leve essere in grado di adattare sono componenti polarizzati, che debbono es-
la tensione ai valori desiderati, trasformandola in sere collegati ne! circuito in un determinato verso.
tensione continua. Piü precisamente, il diodo rettifcatore, che sta-
bilisce il verso della corrente, determina le po-
larita della tensione raddrizzata e quindi il verso
di collegamento del condensatore elettrolitico di
ALIMENTATORE GENERICO
filtro. •
L'alimentatore di tipo ideale per il laboratorio Tenendo conto delle due considerazioni ora e-
dilettantistico e certamente quello stabilizzato e sposte, si possono concepire due diverse configu-
regolabile in tensione con continuitá. razioni del circuito alimentatore, cosi come indi-
cato in figura 2.
Nella sua veste piü sobria, l'alimentatore in cor-
Nei due schemi di figura 2 il diodo raddrizzatore
rente continua puo essere concepito secondo il
D1 e stato collegato nei due modi possibili; con-
progetto rappresentato in figura l. In questo ca-
seguentemente anche il condensatore di filtro
l'alimentazione viene prelevata dalla rete-luce
deve essere collegato con le polarita corrisponden-
ed inviata all'avvolgimento primario di un trasfor-
ti a quelle delle tensioni uscenti del diodo; le pola-
matore, che potra essere dotato di alcune prese
rita delle tensioni, ovviamente, vengono riferite
intermedie, corrispondenti a certi valori fonda- a massa.
mentali delle corren ti alternate (110-125-140-160-
Comunque risulti inserito il diodo raddrizzatore,
220 V), assumendo in tal caso la denominazione
il risultato e sempre lo stesso. Ció che cambia e
• e: trasformatore di alimentazione con avvolgi-
l'ordine delle polarita della tensione e, conseguen-
ento primario universale ».
temente, il verso di scorrimento della corrente
L avvolgimento primario, quando e di tipo uni- elettrica attraverso il carico.
versale, puó essere collegato al circuito di rete
due modi diversi: tramite l'inserimento di un
comm utatore, denominato « cambiotensione », TRASFORMATORI CON DUE
oppu re isolando tutti quei terminali che non in- AVVOLGIMENTI SECONDARI
teressa no.
circuito dell'avvolgimento primario conviene II trasformatore di alimentazione e assai spesso
semp re inserire un fusibile (FUS,) di basso am- dotato di due o piu avvolgimenti secondari, che

675
Fig. 1 - Questo progetto
di alimentatore in corrente
continua, di piccola po-
TR ASFORM. tenza, assume un signifi-
cato puramente teorico,
6 220 cioé permette di interpre-
z
! 160 tare il sistema di trasfor-
g 140 mazione della corrente al-
CD ternata, prelevata dalla re-
5 125 te-luce, in corrente conti-
;:'3
11 O nua. Non vengono infatti
citati i valori dei compo-
o nenti elettronici, i quali
11 )
PRIM. r debbono essere calcolati,
<r di volta in volta, tenendo
)
conto del carico che si vuol
alimentare.

"E; «» y
FUS.

erogano tensioni diverse. Essi possono essere uti- Fig. 2 - II circuito alimentatore, nella sua espressione
piú semplice, puo assumere due configurazioni di-
lizzati per realizzare due o piu alimentatori indi- verse, a seconda del senso in cui viene inserito il
pendenti secondo lo schema generale di figura 1. diodo raddrizzatore D1. Questo componente, dunque,
In figura 3 e rappresentato un típico esempio di stabilisce il verso della corrente che attraversa il ca-
progetto di alimentatore con trasformatore do- rico. Le polaritá del condensatore elettrolitico di livel-
lamento C1 debbono sempre corrispondere a quelle
tato di due avvolgimenti secondari.
del diodo raddrizzatore.
Con questo tipo di alimentatore si possono otte-
nere, oltre che le due tensioni erogatc separata-
mente dagli avvolgimenti secondari S1-S2, anche
una tensione parí alla somma delle due tensioni,
tramite un collegamento in serie degli alimenta-
tori stessi, cosi come indicato in figura 4.
Se le tensioni di uscita dei due avvolgimenti se-
condari U1-U2 sono uguali, e possibile realiz-
zare anche un collegamento in parallelo delle o
uscite, in modo da poter usufruire di una corren- e
o:
te di uscita di valore parí alla somma delle sin- r
)
gole correnti erogate dai due secondari.
Facciamo notare che il collegamento riportato
in figura 4 puo tener conto o meno della fase del-
la tensione e determinare un alimentatore a sem-
plice o a doppia semionda. Quest'ultimo tipo di
alimentatore e senza dubbio piu consigliabile,
perché compensa eventuali piccole dissimetrie tra
avvolgimenti e diodi.
Per poter distinguere i due casi, il metodo pi u
semplice sarebbe quello di ricorrere all'oscillo- o
u
scopio. Tuttavia, ben sapendo che tale strumen- a
to e poco diffuso fra i principianti, soprattutto r
u
per il suo costo elevato, riteniamo doveroso cita-
re almeno un metodo empírico, in grado di offri-
re ugualrnente l'informazione desiderata. Prima
di citare questo metodo vogliamo ancora richia-
rnare l'attenzione del lettore su un argomento che
incide in misura notevole sull'esecuzione <leila pro-
va: il ripple.

676
IL RIPPLE
+
Con il termine anglosassone « ripple » si suolt! e
indicare l'ondulazione residua sovrapposta alla
tensione continua dell'alimentatore. USC.1
E' molto importante ricordare come il ripple di-
penda notevolmente da! tipo di carico collegato
con l'uscita dell'alimentatore. In assenza di ca- e
rico, infatti, il ripple e nullo, mentre aumenta
con !'aumentare del carico stesso, cioé col di- @
minuire della resistenza di carico.
In figura 5 e illustrato un metodo assai sem-
plice per determinare il valore del ripple. E' suf- USC.2
ficiente un comune tester, commutato su una
portata voltmetrica in corrente alternata; il te- 1e r)

ster <leve essere disaccoppiato tramite un conden-


satore a carta di elevato valore capacitivo, per
esempio di 2,2- 3,3 - 4,7 F - 100 VI. Con
questo condensatore si separa l'alimentazione con-
tinua da! ripple. Infatti il condensatore impedi-
sce che lo strumento di misura venga interessato
.....
Fig. 3 - Típico esempio di progetto di alimentatore di
piccola potenza con trasformatore dotato di due av-
dalla tensione continua dell'alimentatore, men- volgimenti secondari con valori di tensione uguali o
tre permette la misura della corrente alternata diversi. Questo sistema di alimentazione equivale a
ad essa sovrapposta. quello di due alimentatori separati.
Ma ritorniamo al problema iniziale, che ci era-
vamo proposti di risolvere: stabilire se l'alimen-
tatore rappresentato in figura 4 (in basso) e a
semplice o a doppia semionda. Con il dispositivo
rappresentato in figura 5 e possibile ascoltare
la frequenza del ripple, sostituendo al voltmetro
un qualsiasi amplificatore di bassa frequenza.
lnvertendo i collegamenti in uno dei due avvol-
gimenti secondari, sara possibile constatare se U1
la nota emessa ha una frequenza di 50 Hz (suono
molto cupo) oppure di 100 Hz (tonalita piu alta).
11 primo caso corrisponde all'alimentatore a sem-
@)
plice semionda, il secondo corrisponde ad un
alimentatore a doppia semionda, che e da ri-
l 1a l a
tenersi senz'altro preferibile. u,¡ use OOPPIA CORR
@
'e)l

)
Fig. 4- Quando il trasformatore di alimentazione e do-
U1
- use
;
DOPPIA TENS.

tato di due avvolgimenti separati, si possono realizzare

T
collegamenti in parallelo (disegno in alto) oppure in U2
serie (disegno in basso), con lo scopo di ottenere al-
uscita una corrente di valore doppio, oppure una ==4=1~
tension e continua di valore pari alla somma delle due
tensioni uscenti dai due avvolgimenti secondari U1-U2
del trasformatore di alimentazione.

677
Fig. 5 - Con questo semplice cir-
cuito e possibile valutare il rip-
ple. 11 carico deve essere rap-
__ e presentato da w1 :1mplificatore di
bas:sa frequenza. ll condensato-
1--
O' re a carta C deve avere un valo-
z re capacitivo elevato. 11 tester,

±t
5
w f--
__J
cornmutato su una portata volt-
rnetrica in corrente altemata, se-
5 1 o
> gnala il valore del ripple. Ma
_J questo valore puo essere anche
<! e@ valutato attraverso la tonalita del
suono riprodotto dall'amplificato-
re, invertendo i collegamenti di
uno dei due avvolgimenti secon-
dari del tTasformatore .

Fig. 6 - Esempio di circuito duplicatore di tensione corn-


posto da due raddrizzatori a sernplice semionda: uno
positivo e l'altro negativo con rnassa cornune.

01


11
..L:\:r V. 1 .

L l
C1 11

V.U. raddopp.
~
T
c2ll+

02

1u 11 ,... ■ 01
Fig. 7 - Esempio di circuito tri-
plicatore di tensione, nel quale 11 +
vengono irnpiegati tre diodi rad- ..0...,... V.l.
drizzatori e tre condensatori e- 11
lettrolitici. ~2 c2
o
V.U. t7iplic.
e
T

03
...
c=J
C3
+

678
-1-
-
Cl
01
,- V. l. l
2 Il c2ll
e
V.U. quadrupl

e
Fig. 8 - Aumentando il numero dei com-
ponenti dei circuiti moltiplicatori di ten-
sione, si aumenta anche il valore della
l... 11 11 +
tensione di uscita. Lo schema qui ri-
portato vuol rappresentare un circuito
C3

1 T
quadruplicatore di tensione.
D4

Fig. 9 - Questo circuí per-


mette di determinare la curva
caratteristica volt-amperome-
trica dell'alimentatore, cioé la
curva di risposta al carlco. Per
ottenere questo risultato oc-
corre variare la resistenza RV,
1--
z 1-c
rilevare per punti le coordi-
nate volt-ampere e tracciare
uI
5 6 la curva di congiunzione dei
RV punti.
..J
<(

1-
...J 35
o
Fig. 10 - Esempi di curve carat- >
30
teristic. ..... volt-ampe•-,metriche re-
lative ai circuiti si in esame
z
nel testo. Si noti come il circui- 25
to quadruplicatore • di tensione
presenti una resistenza interna
molto elevata che, con !'aumen- 20
tare del carico, fa diminulre no-
tevolmente la tensione di uscita,
sino a farla coincidere con quella 15 QPPI
del circuito dux 'catore. LJJ
z
o 10
G
z
LJJ
l-
o
.O 10 20 30 40 50
CORRENTE IN mA

679
g V

7,5V

- 6 V

@ 4sv

@3v

- 1,5 V

# ,
O V

Fig. 11 - Progetto di circuito multialimentatore stabi-


lizzato a tensione variabile. Per il raddrizzamento della
tensione viene sfruttato un circuito a ponte a doppia
semionda con un successivo filtraggio ottenuto tra-
mite i condensatori elettrolitici C3-C4 e la resistenza
variabile R1 che permette di regolare la tensione di
uscita in corrispondenza del carico.

CIRCUITI MOLTIPLICATORI DI
TENSIONE

Adottando circuiti raddrizzatori piu complessi e


possibile ottenere, da un avvolgimento seconda-
rio calcolato per erogare un certo valore di ten-
sione, valori di tensioni piu elevate. Questi cir-
cuiti moltiplicatori di tensione prendono il no-
me di duplicatori, triplicatori, quadruplicatori,
ecc.
In figura 6 e presentato il circuito di in duplica-
tore di tensione. Esso e composto da due radr ll. l ir.lll led. .h lfllll IS e Pe ye dle fel lIN

drizzatori a semplice semionda: uno positivo e


}'altro negativo con massa comune. Con questo gura 8. Tutti questi circuiti prendono le mosse da
sistema di raddrizzamento si ottiene una tensione uno stesso valore di tensione alternata prelevata
di valore pari alla somma dei valori di tensione dall'avvolgimento secondario di un trasformato-
i ciascun alimentatore; cioé una tensione dop- re.
pia rispetto a quella ottenuta con un semplice
raddrizzamento.
Con circuiti di concezione similare e utilizzando LA RESISTENZA INTERNA
un maggior numero di diodi e condensatori, e
possibile realizzare il circuito triplicatore di ten- Ogni generatore di tensione possiede una resi-
sione rappresentato in figura 7, oppure quello stenza interna. E questo valore resistivo si riflette
quadruplicatore di tensione rappresentato in fi- su! comportamento dell'alimentatore, provocan-

680
do una conseguente caduta di tensione con !'au- Per esempio ne! circuito quadruplicatore si pos-
mentare del carico. sono rilevare i punti (30 v 10 mA) e (20 V
La curva caratteristica volt-amperometrica dell'a- 30 mA). Per cui applicando la formula ora cita-
limentatore, cioe la curva di risposta al carico, ta, si ottiene :
puo essere determinata secondo il circuito di mi-
sura di figura 9. (30- 20) V
Bastera infatti, variando la resistenza RV, rile- Rint. 500 ohm
vare per punti le coordinate volt-ampere e trae- (30- 10) mA
ciare quindi la curva di congiunzione per otte-
nere la caratteristica di carico.
In figura 10 sono rappresentate alcune curve ca- MULTIALIMENTATORE
ratteristiche volt-amperometriche relative ai cir-
cuiti presi in esame. Se si desiderano molti valori di tensione, senza
Si noti, ad esempio, come il circuito quadruplica- ricorrere ad un alimentatore stabilizzato a ten-
tore di tensione presenti una resistenza interna sione variabile, conviene servirsi di un circuito
molto elevata che, con !'aumentare del carico, del tipo di quello riportato in figura 11. In questo
fa diminuire notevolmente la tensione di uscita, circuito si sfrutta, per il raddrizzamento, un cir-
sino a farla coincidere con quella del circuito du- cuito a ponte a doppia semionda con un succes-
plicatore. Per ottenere il valore della resistenza sivo filtraggio ottenuto con i condensatori elet-
interna sono sufficienti due diverse misure volt- trolitici C3-C4 e la resistenza variabile Rl. Que-
amperometriche (Vl - I1 e V2 I2). La resi- sta resistenza permette di regolare l'esatto valore
stenza potra quindi essere determinata tramite
la seguente relazione :
V1 V2 Fig. 12 - Piano di cablaggio del multialimentatore. 11
milliamperometro puó essere evitato, se questo com-
Rint. porta una spesa globale ecce'ssiva nella realizzazione
12 I1 del circuito.

681
delle tensioni di uscita in corrispondenza con il tici ricordiamo che questi componenti renderan-
carico collegato, in modo da compensare la ca- no tanto piü effcace il circuito dell'alimentatore
duta interna dell'alimentatore. quanto piü elevato sara il loro valore capacitivo.
Nel circuito di figura 11 e presente anche un mil- Perché un elevato valore capacitivo vuol signifi-
liampcromnetro, che permette di valutare la cor- care soprattutto una notevole riduzione del rip-
rente assorbita dal carico. Questo strumento non ple.
e d'obbligo e puó non essere inserito nel circuito L'unico componente di non facile reperibilita
qualora dovesse sottoporre il lettore ad una spesa commerciale e rappresentato dalla resistenza va-
ecceSsIva. riabile Rl, che deve avere un valore di 30 ohm e
deve essere in grado di dissipare una potenza di
4 W. Non trovando in commercio un tale compo-
REALIZZAZIONE DEL nente, il lettore potra sostituirlo con una resi-
MULTIALIMENTATORE stenza fissa, di valore da stabilirsi sperimentalmen-
Il cablaggio del multialimentatore, rappresenta- te, qualora non sia ritenuto importante l'avere
to in figura 12, non presenta ale una difficolta di a di posizione un comando di regolazione fine del-
ordine pratico. Esso potra essere realizzato ne! la tensione delle varíe uscite del circuito.
modo che ognuno riterra piü adatto. Con il partitore di tensione, realizzato tramite
I diodi raddrizzatori potranno essere di qualsiasi le resistenze R1-R2-R3-R4-R5-R6-R7, e possibile
tipo, purché al silicio e con un valore di tensione prelevare dall'alimentatore correnti continue del
minimo di 50 V e di 0,5 A. Possiamo suggerire valore massimo di 50 mA. Superando questo va-
i seguenti tipi di diodi: BY127 - 1N4007 - 10D4, lore di assorbimento, le tensioni variano notevol-
ecc. mente rispetto a quelle indicate nello schema e-
Per quanto riguarda poi i condensatori elettroli- Iettrico.

IBRIDO
CARATTERISTICHE
ELETTRICHE
Responso:
Potenza nominale: 30-20.000 Hz a - 1,5 dB.
5 W con altoparlante Distorsione alla massima
da 4 W- 5 ohm. potenza: inferiore a11'1 %
Sensibilitá: Alimentazione:
15 mW a 1 000 Hz. 13,5 Vcc.

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plari identici, si potrá ottenere un ottimo appa-
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682
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PER EFFETT UARE OTT IME E RAPIDE TARATURE DI RICEVITORI RADIO
A CIRCUITO SUPERETERODINA.

IL
WOBBULATORE


s

684
Il wobbulatore e uno strumento che permette di radio, occorrera regolare i nuclei ferromagnetici,
effettuare ottime tarature di radioapparati in inseriti nelle induttanze dei vari circuiti accor-
breve tempo. dati, in modo da ottenere il valore piü alto di
Questo articolo, quindi, e dedicato principalmen- tensione all'uscita del diodo rivelatore.
te a coloro che si occupano di costruzioni, ripa- Con questa semplice operazione di taratura non
razioni e collaudi di ricevitori radio a circuito su- si ottiene, tuttavia, alcuna indicazione sull'esten-
pereterodina e che, necessariamente, si trovano sione della banda passante del ricevitore; mentre
in possesso i un oscilloscopio. Si tratta dunque questo dato riveste particolare importanza so-
di realizzare un apparato utilissimo per il labo- prattutto nelle applicazioni amatoriali.
ratorio dilettantistico e professionale, con una Per esempio, se si ha a che fare con una media
spesa molto modesta, ben lontana da quella ne- frequenza di un ricevitore in modulazione di
cessaria per l'acquisto di un apparato di tipo frequenza, e assolutamente necessario che la ban-
commerciale. da passante di tale ricevitore sía molto elevata
e risulti suficientemente piatta per il conseguí-
mento di una buona fedelta di riproduzione so-
CHE COS'E' IL WOBBULATORE? nora.
11 primo dei due requisiti, ora citati, potrebbe
Siamo certi che per una buona parte dei nostri essere facilmente ottenuto utilizzando un solo
lettori, il termine « wobbulatore » risultera nuo- circuito accordato; in questo caso, tuttavia, la
vo. Ma a costoro diciamo subito che il wobbu- risposta risulterebbe quella típica di un circuito
latore e un apparato generatore di segnali di risonante (a campana), ben diversa da quella
alta frequenza, in grado di variare il valore di che si desidera ottenere.
frequenza in sincronismo con un particolare se- Per aggirare l'ostacolo si utilizzano vari circuiti
gnale. accordati, regolati non alla stessa frequenza, ma
Potremmo anche dire che, in pratica, il wob- su frequenze vicine. E la somma delle singole
bulatore altro non e che un comunissimo appa- caratteristiche dei vari circuiti accordati e in
rato trasmettitore a modulazione di frequenza grado di fornire le necessarie doti di linearitá e
ne! quale, in sostituzione del rnicrofono, quale di ampiezza di banda di ogni ricevitore radio a
elemento modulante, si sfrutta un segnale ester- modulazione di frequenza.
no di caratteristiche radioelettriche ben determi- Ma la regolazione di parecchi circuiti accordati
nate. su frequenze di valore diverso non puó essere
Ma le poche parole fin qui spese a favore del ottenuta ad orecchio, mentre e necessario luso
wobbulatore non sono sufficienti a far compren- di una particolare strumentazione.
dere come un tale strumento sia in grado di per- Uno dei sistemi di maggior precisione e piu
mettere una precisa taratura di un ricevitore rapido e quello di evidenziare, visibilmente, sul-
radio munito di parecchi stadi di media fre- lo schermo di un oscilloscopio, la curva di rispo-
quenza. E non e neppure possibile intravvedere, sta di tutta la media frequenza, tramite lausilio
dopo quanto e stato detto, l'estrema rapidita di un wobbulatore.
d'azione del wobbulatore. Giunti a questo punto, possiamo affermare che
Per poter interpretare queste peculiari caratte- il wobbulatore non e uno strumento fine a sé
ristiche del wobbulatore, occorre prima ricordare stesso, perché esso rappresenta un accessorio del-
il significato tecnico della taratura o dell'allinea- l'oscilloscopio.
mento di un ricevitore radio.
CURVA DI RISPOST A
TARATURA E ALINEAMENTO
Prima di analizzare il metodo con cui si eviden-
La taratura o, meglio, l'allineamento di un rice- zia la curva di risposta di una media frequenza,
vitore radio consiste ne! far in modo che tutti i ricordiamo brevemente il principio elettronico
circuiti accordati degli stadi di media frequenza per il quale e possibile vedere il segnale sullo
risultino regolati sullo stesso valore di frequenza. schermo dell'oscilloscopio.
Per ottenere questo importante risultato, il me- Com'e noto, il pennello elettronico viene nor-
todo pit semplic consiste nell'invio agli stadi malmente mosso in senso orizzontale da una
di media frequenz di un segnale radio il cuí tensione a denti di sega che permette una scan-
valore di frequenza <leve essere quello su! quale sione a velocitá costante da una parte all'altra
si desidera effettuare aratura. E una volta dello schermo.
inviato questo particolare segnale al ricevitore Sull'asse verticale viene normalmente inviato il

685
J1
1C1 L1

ENTR. C6

Flg. 1 - 11 progetto del wobbulatore si presenta sotto


l'aspetto di un oscillatore di alta frequenza pilotato
con transistor FET, la cui frequenza di oscillazione puo
essere variata elettronicamente tramite un diodo va-
ricap.

Condensatori
C1 = 150 pF
C2 = 50.000 pF
segnale da esaminare, con il risultato di ottenere C3 = 1.000 pF
la « visione» di tale segnale per effetto della C4 = 300 pF (condensatore variabile)
composizione con il moto rettilineo uniforme es - 50O pF
della scansione orizzontale. ce = 10.000 pF
E passiamo ora al problema iniziale.
C7 = 200.000 pF
Per mettere in evidenza la curva di risposta di Resistenze
una media frequenza, e necessario evidenziare R1 =
500.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
le variazioni della tensione d'uscita sui terminali R2 =82.000 ohm
del diodo rivelatore, o dei diodi rivelatori se il R3 =82.000 ohm
ricevitore radio e di tipo a modulazione di fre- R4 =82.000 ohm
quenza, quando la frequenza viene fatta variare
Varie
attorno al valore di risonanza.
TRI =
2N3819 (transistor FET)
Inviando, ad esempio, un segnale variabile fra i Di =
diodo varicap (di qualunque tipo)
440 e i 460 KHz in una media frequenza tarata D2 diodo al germanio (di qualsiasi tipo)
a 450 KHz, la tensione d'uscita risultera prati- J1 impedenza AF (Geloso 558)
camente nulla quando il valore della frequenza L1-L2= bobine aereo-sintonia (vedi testo)
vale 440 KHz. Man mano che ci si avvicina ai -----------~----------_,
450 KHz, il valore della tensione d'uscita au-
menta per poi diminuire nuovamente fino a ritor- significa che le variazioni di frequenza del gene-
nare nulla su! valore di 460 KHz. ratore debbono essere sincronizzate con la ten-
Vo!endo visualizzare la curva di risposta median- sione a dente di sega internamente all'oscillosco-
te un oscilloscopio, e necessario collegare l'in- pio per la scansione orizzontale.
gresso verticale dello strumento con il diodo ri- Questa sincronizzazione puo essere ottenuta in
velatore del ricevitore e far variare la frequenza modo assai semplice. Basta infatti far in modo
di un generatore collegato al ricevitore. Ma cio che sía la stessa tensione a dente di sega a pilo-
non e sufficiente, perché per ottenere una stabilita tare le variazioni di frequenza del wobbulatore.
dell'immagine e necessario che la frequenza del Gli elementi fin qui trattati e il sistema di con-
eratore vari in perfetto sincronismo con il nessione tra i vari elementi che compongono il
moto orizzontale del pennello elettronico; cio circuito di misura, sono riportati nelle figure 5-6.
ENTR.

) AL RICE V

Fig. 2 - Cablaggio del wobbulatore ottenuto su lastra


metallica con funzionl di pannello frontale dell'apparato.
Per questo tipo di realizzazione valgono tutte le norme
relative ai montaggi di apparati AF: collegamenti molto
corti e saldature perfette. E' assai importante rispetta- ANALISI DEL CIRCUITO
re la disposizione ortogonale (perpendicolarita) delle
bobine L1-L2 con l'impedenza di alta frequenza J1.
Il circuito elettrico del wobbulatore e riportato
in figura 1. Esso si presenta, praticamente, sotto
l'aspetto di un oscillatore di alta frequenza pi-
lotato con transistor FET, la cuí frequenza di
oscillazione puó essere variata leggermente, in
piü o in meno, (±: 20 KHz circa) facendo va-
riare elettronicamente la capacita del diodo va-
ricap Dl.
Ma esiste ovviamente anche la possibilita di una
variazione di frequenza manuale, che serve al
centraggio della frequenza, tramite la regolazio-
ne del condensatore variabile C4 che, assieme
alla bobina L2, compone il circuito risonante del-
1' oscillatore.
L'uscita viene prelevata induttivamente dall'av-
volgimento Ll e viene inviata, dopo un disac-

Fig. 3 - Segnale a dente di sega prelevato dall'appo-


sita presa dell'oscilloscopio ed inviato al circuito di

entrata del wobbulatore allo scopo di pilotare il diodo
varicap.
DENTE DI SEGA

687
Fig. 4 - Per mettere in evidenza la curva di risposta di
una media frequenza, si debbono evidenziare le va-
riazioni della tensione di uscita sui terminali del diodo
rivelatore, facendo variare la frequenza attomo al va-
lore di risonanza. Per esempio, inviando all'ingresso
ESCURSIONE DI FREQ.¡ del wobbulatore una tensione a dente di sega con
( da 440 a 460 KHZ)
escursione di frequenza da 440 a 460 KHz, come in-
1 dicato nel disegno, la tensione di uscita risultera pra-
ticamente nulla sui valori estremi della frequenza,
..... 'Í mentre sul valore di risonanza (450 KHz) il valore della
I u tensione di uscita raggiunge il massimo.
z
w
[ ....

TEMPO
coppiamento realizzató per mezw del condensa-
tore Cl, agli stadi di media frequenza del rice-
vitore.
Il diodo varicap D 1 viene comanda to, come ab-
biamo gia detto, dalla tensione a dente di sega
prelevata dall'oscilloscopio ed applicata ai termi-
nali del potenziometro Rl.
Mediante un filtro passa-basso, composto da R2 -
C2 - R3, che serve ad impedire che il segna!e di
alta frequenza, presente sul diodo, raggiunga l'o-
scilloscopio, il segnale viene applicato al diodo
varicap D 1 che, come e noto, e un particolare
diodo in grado di variare la propria capacita in
CD funzione della tensione inversa ad esso applicata.
II diodo varicap Dl, quindi, si comporta come
un piccolo condensatore variabile che, alterando
le caratteristiche del circuito accordato dell'o-
scillatore, permette di variame la frequenza.
Se la tensione dell'onda a dente di sega risultasse
negativa, allora sara necessario invertire il colle-
gamento del diodo varicap DI che, altrimenti
risulterebbe polarizzato direttamente con il ri-
sultato che l'effetto varicap verrebbe a cessare.

-P-- REALIZZAZIONE PRATICA

A tutti quei lettori che non hanno ancora ac-


quisito una certa pratica con i montaggi di alta

..
frequenza, consigliamo di riprodurre il cablag-
gio riportato in figura 2.
E vogliamo ricordare ancora una volta che, an-
che questo apparato, come tutti i montaggi di
apparati ad alta frequenza, <leve essere realizzato
Fig. 5 - Riportiamo in questo disegno le curve tipiche con collegamenti molto corti e perfette saldature
di risposta rilevate all'oscilloscopio. La prima (1) indi- a stagno.
ca una eccessiva larghezza di banda, la seconda (2) A coloro che sono piu esperti in materia e vor-
si riferisce ad una esatta risposta degli stadi di media
frequenza; la terza (3) sta ad indicare la presenza di ranno realizzare il progetto in- un modo diverso
oscillazioni parassite, che devono essere eliminate con da quello di figura 2, ricordiamo di rispettare la
schermature od altri accorgimenti. condizione di perpendicolarita delle due indut-
tanze J 1-L 1 ; questa perpendicolarita e in gra-
do di impedire l'insorgere di eventuali inneschi.
Nello schema di figura 2 il supporto e rappre-
sentato da una piastrina metallica, destinata a
fungere da pannello frontale dell'apparecchio;
Fig. 6 - Schema ti-
pico di impiego del
OSCILLOSCOPIO wobbulatore colle-
gato con l'oscillo-
scopio e con un cir-
cuito di ricevitore
radio supereterodi-
na.


o o o
CAVO SCHERMATO
WOBBULA TORE

use. OEt-.:TE
01 SEGA

'

6 @9
AL DIODO
RIVELAT
@ @ \a srAo
AF
RICEVITORE

FERRITE MF 2MF 3MF

CONV.

CONV. l9 AMPLIF. 2 2AMPLIF.


MF MF

808.
OSCILL.
AL'INGRESO -
OSCILLOSCOl'IO -
/
A
/
ALLA USCITA AF
WOBBULAT.

........
Fig. 7 - Per essere piü precisi nell'interpretazione del
sistema di taratura tramite wobbulatore, abbiamo rite-
nuto necessario presentare questo schema, nel quale
vengono evidenziate le parti essenziali del ricevitore
radio interessate al processo di messa a punto .

689
◄ Fig. 8 - Cosi si presenta, nel suo aspetto reale,
il transistor FET 2N3819. La nomenclatura dei ter-
minali del componente non e tassativamente quel-
la indicata nel disegno, perché a seconda della
casa costruttrice, l'ordine di successione dei tre
elettrodi (source - drain - gate), puo variare.
s G
L2

L1

Fig. 9 - La bobina L1-L2 e una bobina d'accordo


aereo-sintonia. Dall'avvolgimento d'antenna ver-
ranno tolti alcuni strati di filo, riducendolo a 2 o
3 strati soltanto (linee tratteggiate). 11 supporto de-
► NUCLEO 2
gli nvvolgimenti dovra essere munito di due nu-
clei di ferrite, in modo da poter regolare la mes-
sa in gamma (nucleo 1) e l'accoppiamento fra
L1-L2 (nucleo 2).

il contenitore puo essere realizzato con materiale rispondenza della bobina L2 serve per mettere in
isolante. gamma l'oscillatore, apportando cosi un ... aiuto
al condensatore variabile C4. Il secando nucleo
di ferrite serve per variare l'accoppiamento tra
1 COMPONENTI ELETTRONICI le due bobine, cosl da ottenere un buon segnale
d'uscita.
I diodo DI potra essere un qualsiasi diodo va-
ricap, mentre per TRl si potra usare un qualsia-
si FET a canale N. In ogni caso, per facilitare IMPIEGO DEL WOBBULATORE
il lettore sulla reperibilita, possiamo consigliare
il tipo 2N3819 che, tra l'altro, e uno dei tran- Lo schema típico di collegamento del wobbula-
sistor di piü basso costo. La sua veste esteriore e tore con l'oscilloscopio e il ricevitore radio e
quella riportata ne! disegno di figura 8, in cui quello riportato in figura 6. Ma per essere piü
il lettore potra edursi sulla disposizione dei tre precisi sull'esattezza dei collegamenti con i vari
elettrodi. Ma a questo punto vogliamo anche elementi . del ricevitore radio sottoposto a pro-
richiamare l'attenzione del lettore sul fatto che cesso di taratura, abbiamo schematizzato in fi-
non tutte le case costruttrici seguono lo stesso or- gura 7 le parti fondamentali di un classico ri-
dine di successione dei tre terminali del compo- cevitore supereterodina.
nente. Prima di montare il transistor dunque, e L'uscita ad alta frequenza del wobbulatore puo
sempre bene consigliarsi con il rivenditore, in essere praticamente collegata in piü punti del ri-
modo di interpretare esattamente la precisa po- cevitore radio: sulla base del primo transistor
sizione dei tre elementi: source - drain - gate. (convertitore), tramite un Link sull'antenna di
La bobina L1 - L2 e una comunissima bobina di ferrite o, piu comodamente, nel caso in cui si
circuito di entrata di ricevitore radio superete- debbano tarare ricevitori radio transistorizzati di
rodina (aereo-sintonia). tipo tascabile, sul condensatore variabile, cortocir-
Su questa bobina, che e di facile reperibilitá cuitandone una sezione nel modo indicato in
commerciale, occorrerá intervenire riducendo le figura 7.
pire dell'avvolgimento d'antenna, sino a lasciar- L'uscita, che dovra essere collegata all'entrata
e 2 o 3 strati che comporranno l'avvolgimento verticale dell'oscilloscopio, dovrá essere preleva-
L1, cosí come indicato in figura 9. ta a valle del diodo rivelatore : per esempio sui
Il nucleo di ferite, inserito nel supporto in cor- terminali del potenziometro di volume, quando

690
questo componente risuita accoppiato direttamen- 11 potenziometro Rl dovra essere regolato, ini-
te, e non attraverso sistemi capacitivi, con il ri- zialmente, su! suo valore massimo, in modo da
velatore. ottenere la piu grande escursione di frequenza
Prima dell'impiego veo e proprio del wobbula- possibile, che facilitera la « ricerca » della cur-
tore, si rende necessaria un'operazione prelimi- va di sintonía mediante il condensatore varia-
nare: questa consiste ne! « centrare » la fre- bile C4.
quenza desiderata con una regolazione grossolana La deviazione di frequenza potra essere ridotta
del nucleo di ferrite della bobina L2 e del con- successivamente, tramite la regolazione del po-
densatore variabile C4, in modo che sullo scher- tenziometro Rl cosi da permettere una piu ac-
mo dell'oscilloscopio possa effettivamente com- curata regolazione dei vari stadi di media fre-
parire una certa... figura. quenza.

Le prime
esperienze
del dilettante

RICEVITORE PER ONDE MEDIE' A 2 VALVOLE


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L. 6.300 senza altoparlante
L. 7 .000 con altoparlante
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muove re I primi passi nello estudio della radio- rivista , in cui e pubblicato rarticolo relativo
tecnica elementare. E' la sola guida sicura per al montaggio dell'apparato . Le richieste debbono
comporre un radioapparato, senza il fastidio di essere fatte inviando anticipatamente l'importo
dover risolvere problemi di reperlblllti di ma- a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a:
teriali o di arrangiamenti talvolta impossibili. Elettronica Pratica - 20125 (Mi) - Via Zuretti. 52 .

691
CON L'ELETTRONICA SI PUO' ANCHE ... GIOCARE E SCHERZARE. CO-
ME E' IL CASO DI QUESTO ELEMENTARE CIRCUITO, CON IL QUALE PO-
TRETE INTRATTENERE PIACEVOLMENTE AMICI E CONOSCENTI, FARE
SCOMMESSE, METIERE ALLA PROVA LA VOLONTA' L'IMPEGNO E IL
CARATTERE DI CHIUNQUE.

ROMPICAPO ELETTRONICO
Gli apparati elettronici, quelli che assumono sol- donare, una volta tanto, il progetto irnpegnato
tanto il carattere della curiositá, divengono sem- e forternente concettuale per trascorrere qualche
pre piu numerosi e sempre piü compaiono nelle oretta con un piacevole passai:empo elettronico.
vetrine di quei negozianti che vogliono richia- Vi diciamo subito di che cosa si tratta. Il nostro
mare lattenzione dei passanti. apparato puo essere inserito in un contenitore
Uno di questi apparati lo abbiamo concepito an- di materiale isolante su! cui pannello frontale
che noi. Per far divertire i nostri lettori, i loro compaiono tre microinterruttori e tre diodi led
arnici e parenti e per dar modo a tutti di abban- in funzione di lampadine. L'operatore ... impugna

692
le leve degli interruttori e ... combatte contro l'e- ruttore S3 e del condensatore elettrolitico C3.
lettronica con il solo scopo di provocare laccen- Nel caso in cuí l'interruttore S3 rimane aperto,
sione dei tre diodi contemporaneamente. l'azione degli interruttori S1-S2 non ha alcun
e
A questo punto, se qualcuno portato a pensare effetto sul diodo led LD3. Al contrario, ed e
alle combinazioni meccaniche delle serrature di questa la particolarita del circuito, se il diodo
casseforti o a quelle degli antifurti per auto, si LD3 e acceso quando si apre l'interruttore S3,
sbaglia di grosso. Anche perché le combinazio- il diodo stesso si spegne dolcemente in ragione
ni con tre soli interruttori si esaurirebbero in un della costante dei tempi determinata dagli ele-
baleno. Nel nostro apparecchio, invece, esiste un menti R3-C3, ed anche per il fatto che l'ampli-
piccolo segreto, che ogni gareggiante e invitato ficatore TR1-TR2 risulta bloccato.
a scoprire in un tempo piu o meno lungo, ma Chiudendo nuovamente l'interruttore S3, dopo
che e legato esclusivamente alla manipolazione che la luce e scomparsa da! diodo LD3, il dio-
dei tre interruttori. do stesso rimane spento. Ma chiudendo l'inter-
Ma lasciamo da parte ogni ulteriore preambolo ruttore S3, prima che il diodo LD3 risulti com-
ed addentriamoci subito nel vivo dell'argomen- pletamente spento, il circuito ritorna allo stato
to. Anche perché in questo combattimento l'av- iniziale e il diodo LD3 rimane acceso.
versario con cui dobbiamo batterci e un avversa- II risultato e il seguente: abbiamo a disposizio-
rio nobile: l'elettronica. ne un tempo brevissimo ma sufficiente per agire
sugli interruttori S1-S2, senza che nulla si ve-
rifichi sul diodo LD3, mentre agendo sull'in-
IL CIRCUITO DEL ROMPICAPO terruttore S3 si ottiene l'illuminazione continua-
ta del diodo LD3.
II circuito del rompicapo elettronico e rappre-
sentato in figura l.
Come si puó notare gli interruttori S1-S2 pilota- ED ECCO LA SOLUZIONE
no direttamente i diodi led LD1-LD2. Questi in-
terruttori inoltre inviano, attraverso i condensa- In pratica, per ottenere la soluzione dell'enig-
tori C1-C2, degli impulsi di comando ad un cir- ma, si provoca l'accensione del diodo LD1, chiu-
cuito amplificatore pilotato dai due transistor dendo l'interruttore S1, e si provoca pure l'ac-
complementari TR1-TR2. Quando si agisce sul- censione del diodo LD2 agendo sull'interruttore
l'interruttore S3, e possibile polarizzare conve- S2; quindi si agisce sull'interruttore S3 per pro-
nientemente, tramite la resistenza di polarizza- vocare l'accensione del diodo LD3; poi si apre
zione R3, il circuito dell'amplificatore. l'interruttore S2, provocando lo spegnimento del
Supponiamo che l'interruttore S3 sia chiuso. Eb- diodo LD2; si apre quindi l'interruttore S3 pro-
bene, in questo caso un impulso negativo sulla vocando lo spegnimento lento, e progressivo, del
base del transistor TRl provoca la conduzione diodo LD3. A questo punto si agisce velocemen-
di entrambi i transistor e il diodo led LD3 si ac- te sugli interruttori S2-S3, chiudendoli; si ten-
cende. Un impulso positivo, al contrario, blocca ga presente che la resistenza R3 e il condensa-
il circuito dell'amplificatore, cioé porta all'in- tore elettrolitico C3, che determinano la co-
terdizione i due transistor TR1-TR2; il diodo stante dei tempi, concedono un solo minuto se-
led LD3, conseguentemente, si spegne. condo per chiudere gli interruttori S2-S3 e, quin-
di, per risolvere il rompicapo elettronico.
Le due condizioni elettriche, ora cítate, sono sta-
bili, perché il collettore del transistor TR2 e la La vittoria contro il... nemico elettronico e stata.
base del transistor TRl sono in fase e risultano raggiunta: tutti e tre i diodi led LD1-LD2-LD3
elettricamente collegati tramite la resistenza R3. sono accesi e rimangono accesi finché non si agi-
II risultato che ne consegue e il seguente: quan- sca sui tre interruttori S1-S2-S3, aprendoli, per
do si accende il diodo led LD 1, oppure il diodo provocare lo spegnimento completo.
LD2, il diodo led LD3 rimane spento e inversa- L'alimentazione del circuito e ottenuta per mez-
mente. zo di una pila da 4,5 V. Questa rimane sempre
La conclusione e questa: fino a questo punto inserita nel circuito di alimentazione, senza che
non siamo riusciti ad offrire alcuna soluzione ci sia bisogno di applicare un interurtore ge-
al gioco. nerale in serie con essa, perché lo ricordi.a.mo
ancora una volta, nelle condizioni di blocco il cir-
cuito non consuma piü di 1 pA. cioé un con-
VERSO LA SOLUZIONE sumo di corrente insignificante, che corrisponde
a quello di invecchiamento naturale della pila a
Vediamo ora di interpretare il ruolo dell'inter- circuito aperto.

693
O
4,5V

TR1
===I Fig. 1 - Circuito elettrico del
rompicapo elettronico. La so-
S3 luzione dell'enigma, chiara-
mente interpretata nel testo,
consiste nel riuscire ad ac-
cendere i tre diodi Led mano-
vrando i tre interruttori.

posto anch'esso da una giunzione PN di mate-


riale semiconduttore. Ma questo materiale non
e il germanio o il silicio, ma un composto del
Condensatori gallio. E il composto del gallio dipende dalle ca-
C1 = 200.000 pF ratteristiche di tensione che si intendono conse-
C2 = 200.000 pF guire. Per esempio, per ottenere una luce appar-
C3 = 10F-6VI(elettrolitico) tenente allo spettro dell'infrarosso, si utilizza l'ar-
Resistenze seniuro di gallio (GaAs).
R1 = 120 ohm Si tenga presente che tutti i diodi, indistinta-
R2 = 120 ohm mente, sono componenti emettitori di luce. Ma
R3 = 6.800 ohm l'entita di luce emessa dai comuni diodi e talmen-
R4 = 820 ohm te esigua da non poter essere rivelata neppure
R5 = 86 ohm dagli strumenti piu sensibili. JI diodo led, invece,
Varie puo considerarsi una vera e propria larnpadina
TR1 ,. 2N2905 elettronica.
TR2 = 2N2219 La meccanica, secondo la quale un diodo led
S1-S2-S3 = microinterruttori diviene sorgente di energía luminosa, dipende
LD1-LD2-LD3 = diodi led (di qualunque tipo'
dalla combinazione delle cariche, maggioritarie
Pila = 4.5 V
o minoritarie, che si verifica internamente al se-
miconduttore stesso e, in modo particolare, nel-
1 DIODI LED la zona di giunzione PN. Soltanto una certa par-
te dell energia, scaturita dalla combinazione del-
Ricordiamo ora brevemente che cosa sono i dio- le cariche, si trasforma in luce. Puo accadere
di led. quindi che, per alcuni tipi di semiconduttori, il
La sigla « led » qualifica un particolare compo- fenomeno sía sufficientemente macroscopico, cosi
nente elettronico, allo stato solido, in grado di da poter essere osservato ad occhio nudo, men-
emettere luce. Led, infatti, significa « Light E- tre per altri tipi di diodi l'energia luminosa li-
mitting Diode », cioé diodo emittore di luce. berata e cosi microscopica da sfuggire ad ogni
!tanto in tempi recenti i diodi led sono dive- indagine.
nuti reperibili su! normale mercato commercia- Nei diodi led, per poter sfruttare il fenomeno
le, a prezzi accessibili a tutti, in virtu del note- della emissione di luce, occorre realizzare una
vole sviluppo dell'optoelettronica, che e quella giunzione mol to sottile, cosi da risultare traspa-
peciale branca dell'elettronica comprendente tut- rente e permettere l'uscita dei raggi luminosi. An-
ti quei componenti il cui íunzionamento e stret- che il contenitore del diodo deve essere traspa-
tamente legato all'energia luminosa e all'energia rente e, a seconda della necessita, potra essere
elettrica. dotato di lente concentrica o di calotta diffu-
Il diodo led e costruito a guisa di un diodo nor- sore. Nel nostro progetto si potra utilizzare qual-
male, al quale e del tutto simile, essendo com- siasi tipo di diodo led. Noi possiamo consigliare

694
Fig. 2 - Un semplice conte-
nitore di plastica, con chiu-
o o sura anteriore costituita da
una piccola lastra metallica, e
L01 L02 L03 piú che sufficiente per conte-
nere il circuito del rompicapo
elettronico che, in sede di
realizzazione pratica, fa uso
di un circuito stampato.

c1
Fig. 3- Circuito stampato a
grandezza naturale necessario
per la realizzazione del rom-
picapo elettronico .
........

~RIFE RIM.

ANODO CATODO
Fig. 4 - I diodi Led sono componenti elettronici pola-
D}= rizzati. Essi debbono essere inseriti nel circuito del
rompicapo elettronico tenendo conto della precisa di-
sposizione dei due elettrodi di anodo e di catodo; que-
st'ultimo trovasi in corrispondenza di un elemento di
riferimento (tacca-punto colorato ecc.).

695
il diodo MV5025 della MONSANTO, che e un incompetenti potranno essere chiamati lampa-
tipo di diodo led a radiazione rossa, il cui prez- dine, si accendano e rimangano accesi finché non
zo si aggira intorno alle 500 Jire. si interviene nuovamente sui microinterruttori.
In figura 4 e rappresentato il símbolo e l'espres-
sione reale esteriore del diodo led. Si tenga pre-
MONTAGGIO sente che, in corrispondenza dell'elettrodo di ca-
todo, e apportato su! componente un segno di
La tecnica del circuito stampato e da preferirsi riferimento. Que:to segno e assai importante per
ad ogni altro tipo di cablaggio per la realizzazio- il collegamento del componente ne! circuito. Fa-
cendo riferimento al circuito elettrico di figura
ne del nostro rompicapo elettronico.
1 si ruó notare che il catodo risulta collegato
In figura 2 rappresentiamo il piano costruttivo con le tre resistenze R1-R2-R5. Facendo quindi
completo dell'apparecchio. attenzione al collegamento, non e possibile sba-
Su! pannello frontale del contenitore dí materia- gliare. Anche il condensatore elettrolitico C3 e
le isolante, costituito da una lastrina metallíca, un componente polarizzato; prima di inserido nel
risultano applicatí: i tre microinterruttori Sl- circuito stampato occorrerá far bene attenzione
S2-S3 e i tre diodi led LD1-LD2-LD3. al terminale positivo e a quello negativo. Per
Quando un qualsiasi candidato alla soluzione del- quanto riguarda poi i due transistor, l'individua-
l'enigma si pone all'apparecchio, esso agira sol- zione dei loro elettrodi e agevolata dal disegno
tanto sui tre interruttori, osservando contempo- di figura 2, nel quale e ben evidenziato il fatto
raneamente i tre diodi led. A lui si dovrá dire di che l'elettrodo di emittore si trova in corrispon-
cimentarsi nella lotta contra ... l'elettronica, per denza di una piccola tacca rnetallica ricavata sul
fare in modo che tutti e tre i diodi, che per gli componente.

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CHE, PERCHE' NON PROVOCA AL-
TERAZIONE ALCUNA DELLA POTA-
BILITA' DELL'ACQUA.

Il principio di funzionamento di questo indica- UN INTERRUTTORE ELETTRONICO PER


tore di livelli si basa sulla conduttivita elettrica OGNI LIVELLO
della quantitá di liquido sotto controllo. Ció si-
gnifica che questo apparato non puó assoluta- Il nostro indicatore di livello potrebbe chiamarsi,
mente servire per la misura ed il controllo dei li- cosi come abbiamo fatto nel titolo, un vero e pro-
quidi infiammabili o generatori di vapori esplo- prio convertitore digitale-analogico. lnfatti ad o-
sivi come, ad esempio, l'alcool, la benzina, il pe- gni livello viene associato un interruttore elettro-
trolio. Esso invece si rivelera molto utile nel caso nico, che puó essere aperto o chiuso, verifican-
di controllo di vasche contenenti olii minerali, dosi le due note condizioni « 0» o « l». In pra-
acqua potabile o altre sostanze isolanti. Il per- tica il circuito trasforma una sequenza di valori
ché di questa discriminazione e presto detto. La «O0» ed « l», cioé un valore codificato in digi-
presenza di elettrodi sotto tensione in ambienti tale, in una corrente rilevabile da un milliampe-
in cui si conservano liquidi infiammabili od esplo- rometro, ossia in una grandezza analogica, effet-
tuando una vera e propria conversione D-A ( di-
sivi e sempre pericolosa, perché gli elettrodi pos-
gi tale-analogica).
sono sempre essere la causa di formazioni di pic-
coli archi voltaici.
Per il controllo e la misura delle riserve idriche, CIRCUITO DELL'INDICATORE DI LIVELLO
questo indicatore di livello e particolarmente in-
dicato, perché non produce alcuna alterazione Analizzando in dettaglio il circuito del converti-
alla potabilitá dell'acqua. tore digitale-analogico riportato in figura 1, si
11 nostro progetto si differenzia da quello di mol- nota che l'apparato e composto di 5 stadi uguali
ti altri indicatori di livello per la possibilita di fra loro, facenti capo ad un sensore installato sul
rilevare diverse misure e fornire su uno stru- serbatoio che si vuol tenere sotto controllo.
mento ad indice una indicazione proporzionale Se il serbatoio e vuoto o, piü esattamente, se il
al livello del liquido. livello del liquido in esso contenuto, e al di sotto

698
CDNVERTITORE @
DIGITALE- @
ANALOGICD
PER LA MISURA E
IL CONTROLLO DEI
LIQUIDI CONTENUTI
NEI SERBATOI

della sonda piu bassa (sonda n. 5), tutti I transi- provocato da ciascuna sonda « eccitata » e di
stor del circuito risultano all'interdizione in virtu 2 mA circa, essendo le sonde in numero di 5,
delle resistenze collegate fra le basi e la linea di quando tutte queste risultano « eccitate », si rag-
alimentazione positiva; queste resistenze sono: giunge un flusso di corrente massima di 10
R1-R2-R3-R4-R5. attraverso il milliamperometro.
In tali condizioni, dunque, il milliamperometro
mA non indica il passaggio di alcuna corrente.
Quando invece il liquido raggiunge una delle ESTENSIONE DEL CIRCUITO
cinque sonde di cui e composto l'indicatore di
livello, tra gli elettrodi e le sonde si stabilisce un 11 numero di sonde applicabili al nostro indicato-
contatto elettrico. re di livello di liquidi puó essere assunto a pia-
Prendiamo ad esempio in considerazione la sonda cere. Le sonde quindi possono essere meno di
1. Ebbene, quando questa sonda e in..ersa nel cinque o piü di cinque, a seconda delle necesita
liquido, cioé il livello del liquido la supera, fra dell'utente dell'apparato.
gli elettrodi della sonda si chiude un circuito elet- E' ovvio che per diminuire o aumentare il nume-
trico che, per il particolare valore attribuito alla ro di sonde, rispetto al progetto originale per il
resistenza R6, e in grado di portare il transistor quale e contemplato luso di cinque sonde, si
TRI alla saturaz'ne. E in tali condizioni il cir- vranno opportunamente calcolare taluni oompo-
cuito collettore-emittore di TRI si cporta co- nenti. Ma i lettori principianti non debbono
me un interruttore chiuso e nel mil.amperome- ventarsi per questo nostro asserto , perché l cal-
tro scorre una certa corrente che, attraverso la colo puó essere fatto da chiunque
resistenza R7 ed il diodo D1, si chiude nella bat- quattro operazioni matematiche fondamentali,
teria di alimentazione. purché si segua diligentemente
In pratica ad ogni « eccitazione » di ciascuna del- detto.
le cinque sonde corrisponde un nuovo aumento Supponiamo di voler utilizzare un coerto numero
della corrente. E poiché il valore della corrente di soride. E questo certo numero indichiamolo
, R1 R3 R5 D1

S1

R16

o
12V
e
b
SONDA 4
6

Fig. 1 - Qualsiasi tipo di transistor, purché dotato di


un guadagno superiore a 40, puó essere utilizzato per
la realizzazione di questo progetto. Anche i transistor
di tipo NPN possono essere utilizzati, purché si in-
vertano le polarita dell'alimentazione del diodo D1. Si
tenga presente che sull'emittore del transistor TR5,
cioé fra l'emittore e il morsetto positivo dell'alimenta-
zione, si dovra misurare una tensione di 0,7 V circa.

Resistenze
R1 = 100.000 ohm
R2 = 100.000 ohm
R3 = 100.000 ohm
R4 = 100.000 ohm
R5 = 100.000 ohm
R6 = 220.000 ohm
R7 = 5.800 ohm
R8 = 220.000 ohm
R9 = 5.800 ohm
R10 = 220.000 ohm
R11 = 5.800 ohm
R12 = 220.000 ohm
R13 = 5.600 ohm
R14 = 220.000 ohm
con la lettera « n». R15 = 5.600 ohm
I transistor debbono presentare, come avviene R16 = 1.000 ohm
normalmente, purché non si tratti di transistor di- Transistor
f ettosi, un guadagno mínimo di 40; cio signi- TRI • AC128
fica che il guadagno dei transistor <leve essere TR2 = AC128
superiore o, nella peggiore delle ipotesi, mai in- TR3 = AC128
feriore a 40. TR4 = AC128
E supponiamo inoltre di utilizzare, cosi come TR5 = AC128
avviene nello schema originale di figura l, una Varle
alimentazione in corrente continua a 12 V e mA • mllllamperometro (10 mA fondo-scala)
uno strumento indicatore da 10 mA fondo-scala. D1 e: diodo al silicio (10D4)
In que-ste condizioni la corrente che dovra cir- S1 = interrutt.
colare attraverso ogni transistor assumera il va- Allmentaz. = 12V
lore dedotto dalla seguente formula:

700
l0mA determinare il passaggio di una corrente di 2m4.
I =---- Quando un transistor e saturo, su di esso si ve-
n rifica una caduta di potenziale di 0,3 V.
Su! diodo poi si verifica un'ulteriore caduta di
Se, ad esempio, si ha, cosi come avviene nel pro- tensione, di 0,7 V circa (questo valore e indipen-
getto originale, «n» = 5, applicando la formula dente da! numero delle sonde). Dunque, ognuna
precedente si ottiene: delle cinque resistenze prima elencate risultera
10 mA interessata da una tensione di: 12 V 0.3 +
I=---=2mA + 0,7) = 11 v.
5 Allo scopo di permettere il passaggio della cor-
rente I (2 mA), ciascuna resistenza dovra avere
Ciascuna delle cinque resistenze R7-R9-Rl 1-Rl3- il valore stabilito dalla Iegge di ohm:
R15 dovranno avere un valore ohmmico tale da
R = V : I
cioé:
11 V
R = -- = 5.500 ohm
R1-R2-R3-R4-R5 = 6.200 ohm 2mA
R6 = 47 ohm
R7-R8-R9-R1O = 1.500 ohm
R11-R12-R13-R14-R15 = 1.200 ohm
R16 = 120 ohm Fig. 2 • Per risparmiare sul costo di realizzazione del
DI-D2-D3-D4 0A90 progetto, 11 lettore potra sostituire il milliamperometro
LPI-LP2-LP3-LP4-LP5 6V-50 mA con un certo numero di lampadine collegate fra i col·
TR1-TR2-TR3-TRA-TR5 = AC128 lettori dei transistor e il circuito di massa. 11 risultato,
in questo caso, e approssimativo, perché la lampada
sistemata nella parte piu alta del serbatoio rimane
accesa finché risulta immersa nel liquido.

R1 R5 R6

701
+ 12V Si tratta di un valore resistivo non commerciale.
11 valore piu prossimo, facilmente reperibile in
commercio, e quello di 5.600 ohm.

SU"' Le resistenze di base R6-R8-Rl0-R12-Rl4 posso-


no essere calcolate con una procedura approssima-
tiva, moltiplicando i valori resistivi precedente-
mente ricavati per il coefficiente di amplificazione
del transistor.
Se il coefficiente vale 40, si ha:
R = 5.600 ohm x 40 = 224.000 ohm

1 Anche in questo caso si tratta di un valore ohm-
mico di tipo non commerciale. 11 valore commer-
R10
ciale piü prossimo e quello di 220.000 ohm.

Dp

6V
TA UNA MODIFICA AL PROGETTO ORIGINALE

R15 La spesa maggiore, necessaria per l'appronta-


mento del progetto dell'indicatore di livello ri-
portato in figura 1, e rappresentata dallo stru-
mento indicatore, cioé dal milliamperometro.
Fig. 3 - Questo schema vuol rappresentare uno stadio Ma per raggiungere una realizzazione assoluta-
singolo dell'intero circuito dell'indicatore di livello mo-
dificato.
mente economica, e possibile far a meno dello
strumento indicatore, sostituendo questo con al-
cune lampadine ad incandescenza.
Ovviamente l'indicatore di livello perde, il suo
carattere di strumento tecnico, ma la soluzione
permette di risparmiare assai.
II progetto dell'indicatore senza strumento e
Fig. 4 - Cablaggio su circuito stampato dell'indicatore con lampadine ad incandescenza e riportato in
di livello. Questa versione si riferisce al progetto con
lampadine. figura 2.

o SONDA
o
SONDA SONDA SONDA SONDA
5 4 3 2 1

12 V

702
o o
• • • Fig. 5 - Circuito stampato, a
grandezza naturale, necessario
per la realizzazione dell'indicato-
re di livello nefla verslone con
lampadine. Coloro che vorranno
realizzare la prima versione del-
l'apparato, quella piú tecnica e
piu precisa, potranno faci!mente
portare a termine la modifica di
questo circuito in pochi minuti.

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se) lmpedenza d'uscita: 8 ohm

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VASCA
SONDE

ALLA
PRESA

CAVO


ISOLANTE '"
ti
tj
+l

Fig. 6 - ll disegno a sinistra interpreta il concetto co- SENSORI


struttivo dell'indicatore di livello, interpretando il det-
taglio delle sonde immerse nel liquido. A destra si
interpreta la realizzazione pratica di una singola sonda.
1 due elementi sensori debbono essere realizzati con
metallo inossidabile, ponendo particolare cura al si- Perché, in sostituzione di una esatta indicazione
stema di isolamento. dell'indice del milliamperometro, in questo pro-
getto si verifica l'accensione della lampadina piü
prossima al livello del liquido. E' ovvio che con
questo sistema l'indicazione manca di precisio-
ne ma, approssimativamente, il sistema puo esse-
re accettato.
Quando, ad esempio, la sonda 1 e immersa, essa
provoca l'accensione della lampada LPl, disat-
Le lampade-spia, come si puó notare, sono in tivando automaticamente la restante parte del
circuito. Ma per meglio comprendere il mecca-
numero di 5. E poiché l'assorbimento di corrente
nismo di questo secondo progetto dell'indicatore
di una sola lampadina e abbastanza elevato, sa- di livello, conviene far riferimento al circuito di
rebbe un inutile spreco di energia elettrica se si figura 3, ne! quale e rappresentato un singolo
lasciassero accese tutte le lampade relative alle stadio típico del progetto, nel particolare caso
sonde immerse nel liquido. Ecco perché abbiamo in cuí la sonda risulti raggiunta dal liquido.
concepito un circuito di esclusione, che permette Calcolando opportunamente i valori delle resi-
l'accensione della lampada-spia relativa alla son- stenze R6-R16, si fa in modo che la tensione di
da immersa piü alta. E questo risultato e stato emittore del transistor raggiunga, a lampada ac-
ottenuto tramite l'inserimento nel circuito ori- cesa, il valore di 6,5 V circa.
ginale dei diodi D1-D2-D3-D4. Vediamo dun- Il partitore di tensione, composto dalle resistenze
R5-R10-R15, viene calcolato in modo da man-
que come funziona questo secondo circuito del-
tenere il transistor in saturazione.
'indicatore di livello.
Tuttavia, se lo stadio precedente risulta « ecci-
tato », cioé la lampada-spia e alimentata, la ten-
sione presente sui suoi terminali, raggiungendo
IL CIRCUITO DI ESCLUSIONE la base del transistor attraverso il diodo, fa in
modo che il transistor stesso raggiunga l'inter-
II funzionamento del progetto di figura 2 e del dizione, eliminando l'accensione della relativa
tutto simile a quello del progetto di figura l. lampada.

704
REALIZZAZIONE PRATICA r
Il circuito dell'indicatore di livello potra essere
realizzato comunque, attraverso un normale ca-
blaggio, oppure con l'aiuto del circuito stampato
del quale presentiamo il disegno, a grandezza
naturale, in figura 5.
Questo circuito stampato si riferisce alla secon-
il nostro
da versione dell'indicatore di livello, quella che.
rinunciando allo strumento indicatore, fa uso di
lampade-spia. Il cablaggio di questo stesso ap-
indirizzo é
parato, cioé della seconda versione, e riporta to
in figura 4.
Coloro che vorranno realizzare la prima versio-
ne dell'indicatore di livello, quella piü tecnica
e piü precisa, potranno facilmente, con un mini-
mo di buona volanta, portare a termine la rnocli-
fica del circuito stampato di figura 5 in non pi
di due minuti.
Nella prima versione dell'indicatore di livello ,.
possono utilizzare tutti i transistor al german
o al silicio, purché provvisti di un guadagno si 1
periore a 40; rientrano in questa condizione au -
si tutti i transistor, dai quali si debbono esclud
i transistor di potenza.
Nella seconda versione la scelta dovra essere 11
stretta a quei transistor in grado di sopporta 1
la corrente della lampada, che puó essere di ti
1
ELET'TRONIGA
mA. Anche in questo caso, tuttavia; la scelta i
vastissima.
I transistor indicati negli schemi relativi alle de
PRATICA
versioni sono di tipo PNP, ma il lettore potra
utilizzare i transistor di tipo NPN, purché si 1-
vertano le polarita dell'alimentatore e quelle d,
diodi.

LE SONDE

Non esiste una modalita vincolante per la rea-


lizzazione delle sonde che si dovranno inserire
ne! serbatoio posto sotto controllo. Esse comunque
dovranno essere realizza te tramite d ue elettrod i
sensori metallici, di qualunque forma, distanziati
fra loro di 1 cm circa, cosi come indicato in fi-
gura 6. II materiale inossidabile e comunque da
Via Zuretti 52
preferirsi, in modo che la conduttivita elettrica
venga garantita anche dopo lunghissimi periodi
di tempo di immersione. Servendosi di metalli
ossidabili, converrá provvedere ad una energica
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nichelatura di questi.
Le sonde dovranno risultare fra loro ben isolate
quando il liquido non le ricopre, allo scopo el 1
Tel. 6891945
evitare false regolazioni o il totale mancato fun-
zionamento dell'indicatore di livello.

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Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilita su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicita
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente
pubblicati, annunci di carattere pubb licitario.
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nei limiti di 40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stam-
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telefonico, o in prossimita di esso, trasforma quanto si
dice o si escolta al telefono In segnali radio modulati
in frequenza. Sintonizzando un apparecchio radio a mo-
dulazione di frequenza sulia lunghezza d'onda di trasmis-
sione della spia telefonica, si possono escoltare, senza
alcun collegamento di fili, tutte le conversazioni telefo-
niche, con la massima chiarezza e con la potenza desi-
derata. 11 telefono diviene, in pratica, un trasmettitore
nel momento in cul si alza il cornetto e cessa di esserlo
quando il cornetto viene riagganciato, automaticamente,
senza alcun intervento manuale sul microtrasmettitore. 11
circuito e alimentato direttamente dalla linea telefonica.

Tutti i componentl necessari per la realizzazione della


spia telefonica sono contenuti in un unico kit compren-
dente anche II fascicolo di marzo 1973 di Elettromca Pra-
tica In cui, a pagina 164, é presentato l'articolo descrittivo,
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prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- zazione dell'amplificatore ripro-
ficatore di potenza, appositamente concepito dotto nella foto. Per il suo com-
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica,
e dotato di due entrate ed e quindi adattabile pletamento il lettore dovra pro-
a molte altre sorgenti di segnali BF, cosi da curarsi, per proprio conto, gli al-
rendere l'apparato utilissimo per gli usi piü
svariati. toparlanti e il contenitore.
ll kit e comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz-
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pletamento il lettore dovra procurarsi, per proprio conto, gl
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te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
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600) in francobolli.

Sonda per alta frequenza 26,1 MHz. Il ricevitore, di tipo transistorizzato,


capta anche le emittenti amatoriali che trasmet-
Facendo riferimento al signal-tracer, presentato tono in SSB; ma le parole, ovviamente, sono in-
sul fascicolo di giugno '73, a pagina 404, vi comprensibili. Ho notato che su! fascicolo di ot-
chiedo se e possibile applicare internamente al tobre '73 avete accennato sommariamente a
pannello una sonda per alta frequenza, appli- luni circuiti che, collegati fra lo stadio oscilla-
cando anche una terza presa jack per l'entrata tore e il primo trasformatore di media frequen-
dell'alta frequenza. Potete dirmi in qua! modo za, permettono l'ascolto in SSB. Vi pregherei
<leve essere effettuato il collegamento all'ingres- quindi di consigliarmi lo scherua piu adano e
so della sonda, dato che il vostro progetto e con il quale mi sia possibile la comprensibilitá
stato concepito per due sole entra te? delle parole nelle ricezioni in SSB.
CASTELLI GIUSEPPE CECCARELLO CARLO
Milano Macerata

La sonda deve necessariamente essere inserita Le consigliamo di realizzare il circuito riportato


ne! puntale, perché un qualsiasi collegamento a in figura 5 a pagina 769 del fascicolo da lei ci-
cavo, con la sonda rivelatrice montata all'inter- tato. Ma lei deve provvedere alla realizzazione
no dell'apparato, gli effetti capacitivi e la bassa di un oscillatore (BFO), di frequenza pari al
im pedenza del cavo stesso potrebbero bloccare il valore della media frequenza del suo ricevitore,
funzionamento dell'apparato sotto esame o, nei con una possibilitá di variazione di ± 2.000 Hz.
casi pi fortunati, attenuare notevolmente il se- Tenga presente che l'oscillatore dovrá risultare
gnale. molto stable, onde permettere una buona rive-
lazione; lo stesso oscillatore dovrd essere perfet-
tamente schermato rispetto alla rimanente parte
L'ascolto in SSB del circuito.

Sono in possesso di un ricevitore AM/FM, che


copre le bande di frequenza compresa fra 1,8 e
• 713
11 demiscelatore non serve che il conduttore centrale del cavo deve essere
saldato con il terminale centra/e della spina .
Ho acquistato recentemente un televisore di tipo
portatile che mi ha creato un piccolo problema:
la diffcoltá di collegamento dell'apparecchio con
l'antenna centralizzata. Il televisore dispone di
una sola presa d'antenna (mi e stata fornita an-
che un'apposita spina), mentre il cavo d'anten-
na di casa mia e fornito di due piattine biflari
•••
uscenti da un dispositivo denominato OFFEL Canali e frequenze TV
mod. DEM3OO. Potete aiutarmi in questo mio
problema, insegnandomi in qua! modo debbo ef- Perché non pubblicate mai qualche elenco di va-
fettuare il collegamento per ottenere una perfet- lori e corrispondenze tra le sigle dei vari canali
ta visione dei due canal? TV Italiani e le rispettive frequenze di ricezione?
CONTI FABRIZIO Non pensate che qualche tabella dedicata a que-
Napoli sto settore cosl importante dell'elettronica pos-
sa giovare a molti lettori?
Il televisore da lei acquistato e sicuramente do- LUCARELLI ARMANDO
tato di un demiscelatore interno, per cuí si ren- Taranto
de superfluo il demiscelatore da lei accurata-
mente citato nella marca e nel modello. Il cavo L'argo mento da lei ricordato e molto importante
coassiale dovra essere quindi collegato, tramite e di grande interesse per la maggior parte dei
l'apposita spina foritale dal rivenditore del tele- nostri lettori. Cominciamo quindi fin da questo
visare, direttamente con il televisore, senza l'in- numero col pubblicare una tabella limitata ai
serimento di alcun adattatore. Tenga presente soli canali VHF.

CANAL! BASSI

CANALI FREQ. VIDEO FREQ. AUDIO


(MHz) (MHz)

BANDA I A 53,75 59,25


B 62,25 67,75
BANDA II c 82,25 87,75

CANAL! ALTI

CANALI FREQ. VIDEO FREQ. AUDIO


(MHz) (MHz)

D 175,25 180,75
E 183,75 189,25
F 192,25 197,75
BANDA III G 201,25 206,75
H 210,25 215,75
Hl 217,25 222,75
H2 24,25 229,75

714
••• lezione avviene misurando il guadagno di un
gran numero di transistor dello stesso tipo e far-
mando con questi delle coppie quando si riesce
ad individuare un transistor di guadagno uguale
Inversione di polaritá dei diodi a quello di un altro. Presso le organizzazioni di
rivendita di materiali elettronici, le coppie di
Sono un giovane apprendista radiotecnico assi- transistor selezionati vengono vendute in un'uni-
duo lettore della vostra rivista. In questi giorni ca confezione.
ho realizzato l'alimentatore stabilizzato denomi-
nato « jolly ». Per poterlo far funzionare ho do-
vuto collegare il conduttore, originariamente col-
legato con la boccola negativa, con il potenzio-
metro R9 e viceversa: ho collegato il conduttore
diretto al potenziometro con la boccola negativa.
Ció perché, seguendo il vostro progetto, la ten-
•••
Filtro antidisturbo
sione risulta costantemente di 21 V, anche agen-
do sul potenziometro R9. Con questo sistema, Sono in possesso di un ricevitore radio di ottima
oltre che avere un solo valore di tensione, viene qualitá e, quindi, adatto anche per le ricezioni
a mancare la protezione elettronica da contatti in modulazione di frequenza. Purtroppo, su que-
esterni, in quanto' i due diodi D6 - D7 risultano sta gamma, le ricezioni sono accompagnate _ dalla
collegati con il potenziometro R9 e non piü con maggior parte dei disturbi provocati dagli elet-
l'uscita. Vi prego di sapermi dire dove ho sba- trodomestici in funzione, mentre io ho sempre
gliato o da che cosa puó dipendere l'errato fun- sentito dire che le trasmissioni in modulazione di
zionamento dell' alimentatore. frequenza sono immuni da rumori parassiti. Non
MONTALTO MORENO ricsco dunque a rendermi conto dell inconve-
Venezia niente. Potete darmi una risposta in merito?
ARARA MARCO
Con tutta probabilitá l'inconveniente da lei la- Genova
mentato e da attribuirsi all'inversione del col-
legamento dei due diodi D6 - D7, oppure al fatto Quando si dice che le trasmissioni in modula-
che tali componenti risultano interrotti (noti be- zione di frequenza sano immuni da disturbi, ci
ne, abbiamo detto interrotti e non in cortocir- si riferisce esclusivamente alla trasmissione del
cuito). segnale FM. Cioé si uol dire che, durante il per-
corso attraverso lo spazio, l'onda radio (onda
elettromagnetica) non perde le proprie caratte-

••• ristiche neppure in presenza di segnali-disturbo;


questi ultimi infatti agiscono sull'ampiezza del-
l'onda, mentre ogni buon ricevitore a modula-
zione di frequenza non risente in alcun modo
Coppie di transistor selezionati delle variazioni di ampiezza del segnale, ma sol-
tanto delle variazioni di frequenza.
Ho sentito molto spesso parlare di coppie di tran-
sistor selezionati, soprattutto in riferimento agli Un segnale-disturbo, che colpisca direttamente
amplificatori di bassa frequenza e, in particolar il ricevitore, ad esempio attraverso la rete-luce,
modo, agli amplificatori hi-f. Sapete dirmi di che fa variare le caratteristiche del ricevitore ed agi-

-
cosa si tratta? sce sul segnale di bassa frequenza gid demodula-
ROLANDIORLANDO
Velletri

Quando si parla di transistor selezionati, o di


coppie selezionate di transistor, ci si riferisce a
due transistor della stessa sigla e con guadagno

-
RETE
identico. E qui vogliamo ricordare ancora una
volt a, so prattutto ai principianti, che i transistor,
pur avendo la stessa sigla anche quando sano
prodotti dalla stessa casa costruttrice, difficil-'
mente presentano un guadagno identico. La se-

715
to. In questi casi il ricevitore a modulazione di bata dagli interruttori della luce che, ad ogni
frequenza non risulta pi immune ai disturbi elet- apertura o chiusura, riproducono nell'altoparlan-
trici. te il típico e fastidioso « toc toe ». E' possibile
Come abbiamo avuto modo di dire gid altre con qualche artifizio eliminare o, almeno, ridur-
volte, il sistema migliore per eliminare, o ridurre re tale inconveniente?
notevolmente questi disturbi, consiste nellappli- BONI PATRIZIO
cazione di un filtro antidisturbo direttamente su Perugia
ogni elettrodomestico o altro apparato elettrico
definito come origine di segnali-disturbo. N el- L'eliminazione totale dei disturbi prodotti dalle
e
l'im possiblita di realizare tale condizione, pos-
commutazioni elettriche non e cosa semplice. E'
sibile collegare un solo filtro antidisturbo sul cir-
cuito di alimentazione del ricevitore radio; questo possibile comunque ridurre di molto questi di-
accorgimento, pur non eliminando completamen- sturbi collegando, in parallelo con il contatto de-
te l'inconveniente migliorera senz'altro la rice- gli interruttori, un gruppo di smorzamento RC,
zione. Pubblichiamo comunque il progetto di un come quello qui riportato. Tenga presente che i
filtro antidisturbo da interporre fra la presa-luce valori della resistenza e del condensatore do-
e il circuito di alimentazione dell'apparecchio vranno essere determinati sperimentalmente, per-
radio. Le due induttanze L1-L2, perfettamente ché essi dipendono da un gran numero di fattori.
uguali fra loro, debbono essere realizzate nel se- Un ulteriore sistema, che consente di raggiun-
guente modo: su un supporto di ferrite, di for-
gere una buona riduzione dei disturbi provenien-
ma cilíndrica, del diametro di 10-12 mm, si do-
ti dalla rete, consiste nell'inserire un filtro del ti-
vranno avvolgere, alla rinfusa, 100 spire circa
di filo di rame smaltato del diametro di 1 mm po di quello presentato nella precedente rispo-
(il nucleo di ferrite cilindrico puó essere sosti- sta ad altro lettore.
tuito con nuclei toroidali o ad olla).

• • • •••
Zoccolatura del tubo VT 154
Disturbi nell'amplificatore stereo
Ad un prezzo assolutamente irrisorio ho potuto
acquistare la valvola elettronica VT 154. Al mo-
Sono un appassionato cultore dell'alta fedeltá.
mento dell'acquisto mi e stato assicurato che il
In questi ultimi tempi ho acquistato in com-
tubo e assolutamente nuovo e con esso e possibi-
mercio un amplificatore stereo veramente di clas-
le realizzare un apparato trasmittente di oltre
se che, speravo, fosse immune da qualsiasi di-
100 W di potenza. Contrariamente a quanto pen-
sturbo. Purtroppo non e stato cosi, perché la se-
savo, tuttavia, non sono riuscito a rintracciare
renita d'ascolto dei miei dischi preferiti viene tur-
le caratteristiche radioelettriche del tubo e nep-
pure la sua esatta zoccolatura.
Penso che per voi non sia difficile potermi aiuta-
re in questo problema tecnico, anche perché
CONTATTO sono ansioso di realizzare un trasmettitore sui
40 metri.
ROSSI ALDO
Ancona

e R Se la valvola everamente nuova, come afferma


colui che gliel'ha venduta, lei deve considerarsi
fortunato. Perché questo tubo elettronico ile
corrispondente militare del piü noto 814 (tetrodo
per trasmissione). Siamo in grado di aiutarla an-
cor meglio di quanto leí ci chiede, perché pos-
siamo pubblicare le caratteristiche • radioelettri-
che, la zoccolatura e il relativo schema teorico I transistor BD137 - BD138 sono incapsulati in
della valvola. contenitore plastico tipo TO- 126 e la disposizio-
ne degli elettrodi e quella riportata el disegno.
Tenga presente che il collettore e collegato elet-
Accensione = 10 V-3,25 A (diretta)
Frequenza massima - 30 megahertz
Wa -- 65 W max
Amplificazione = AF classe C/CW
Va - 1500 V
Vg2 - 300 V
Vg3 90 V
Ia - 150 mA
Ig2 - 24 mA
Ig3 - 10 mA
Rg2 = 50.000 ohm
Wg3 -= 1,5 W- AF
Wu = 160 W- AF

tricamente con la piastrina metallica a/fogata


A nell'involucro; per questo motivo e necessario
montare i due transistor su due dissipatori di ca-
lore separati, oppure interporre fra i componenti
e l'eventuale telaio metallico, alcuni foglietti iso-
lanti di mica. Vogliamo anche raccomandarle
4 di accertarsi, prima di ultimare il montaggio del-
2 l'amplificatore, che i due transistor rappresentino
una coppia selezionata .

3
•• •
Magnetofono a cassette a bordo dell'auto
1 5
Sulla mia autovettura ho installato, giá da mol-
to tempo, l'autoradio. Ma ora vorrei ascoltare in
macchina anche le musicassette usufruendo di

•••
un mio magnetofono portatile. Faccio presente
di aver giá effettuato alcune prove e di aver ot-
tenuto risultati soddisfacenti. Ció che vi chiedo,
Zoccolatura transistor dunque, e il progetto di un apparato in grado di
alimentare il magnetofono direttamente dalla
Con una coppia di transistor BD 13 7- BD 138 batteria dell'auto e di commutare eventualmente
vorrei realizzare un amplificatore da 5 W in i due altoparlanti, giá installati a bordo dell'au-
circuito a simmetria complementare, del quale tovettura, dall'autoradio al magnetofono, in mo-
posseggo giá lo schema. L'impossibilita di proce- do da ottenere una riproduzione ancor piü gra-
dere ne! mio lavoro costruttivo debbo ora attri- devole.
buirla alla mancanza di identificazione dei termi- CER VI MARINO
nali dei componenti, anche perché mi e stato Potenza
detto che in questi tipi di transistor il terminale
di base non e quello centrale. Potete aiutarmi? Il suo problema puo essere risolto abbastanza
DANIELI GERARDO semplicemente realizzando il circuito qui ripor-
Roma tato. Come puo constatare, il progetto contiene

717
ALLA PRESA AL SISTEMA AP ALLA PRESA AP
AP AUTORADIO DI BORDO MAGNETOFONO
b

1
1

t f¡ + ~-- ~-llQ 0

- 1

1 1
l· t
1 --- 1
1- - - - - - - - - - - _1 1
1
1
1 1
TR1
1 1

1 1
R1
R2 c1 1

BATTERIA
+ 1

12 V • t @
LIMENT. MAGNET

____l t
_ - Q)+

un alimentatore stabilizzato per il magnetofono te il tipo AC187K + dissipatore. Se il registra-


ed un commutatore per il passaggio della posi- tare e un apparato di notevole potenza, superiore
zione autoradio alla posizione magnetofono. Nel- ai 3 W, bisognerá ricorrere all'uso di un transi-
la posizione indicata nel progetto, il commuta- stor di maggior potenza come, ad esempio, i tipi
tore si trova predisposto per far funzionare il AD162 - AD262 - AD142 - AD143. La resistenza
magneto fono, permettendo casi l' alimentazione Rl ha il valore di 100 ohm - 1 W, mentre la re-
dello stabilizzatore di tensione ed il collegamento sistenza R2 ha il valore di 1.000 ohm - 1 W.
de gli alto parlanti, gia installati nell' autovettura, Il condensatore elettrolitico Cl e da 100 F -
con l'uscita dell'amplificatore del registratore. 25 VI. I due fusibili sano da 0,2 A.
Le ricordiamo che, non avendo lei specificato i

•••
valori della tensione e della corrente necessari
per far funzionare il suo magneto/ano, dovra
servirsi di un diodo zener, della potenza di 1 W
e tensione di lavoro di valore pari alla tensione
di alimentazione del magnetofono, possibilmente Commutazione automatica di luci psichede-
con qualche decimo di volt in piu, in modo da liche
compensare la caduta di tensione di 0,2 V tra
la base e l'emittore del transistor TRl. Per quan- Sono un vostro affezionato lettore che, assieme
to riguarda il transistor TRl riteniamo sufficien- ad alcuni amici, ha dato origine recentemente

718
ad un complesso musicale. Ma tra i componenti bilita del dispositivo in modo da adeguarla al li-
il complesso io sono l'unico che si interessa di vello di uscita dell'amplificatore di bassa fre-
elettronica; e ovvio dunque, che a me sia stata quenza.
affidata tutta la parte tecnica: suono, voce, luci, N el caso in cuí, durante le pause prolungate, il
ecc. Ora vorrei realizzare un apparato in grado dispositivo tendesse a commutare, occorrerd au-
di spegnere automaticamente le luci ambiente mentare il valore del condensatore C2, sostituen-
quando l'amplifitore di bassa frequenza entra dolo eventualmente con un condensatore elettro-
in funzione, avviando anche il sistema di luci litico, collegato con il terminale positivo verso la
psichedeliche. Questo stesso commutatore do- base del transistor TRI. Le ricordiamo che il
vrebbe agire anche in senso contrario, cioé ac- progetto si presta anche per utilizzazioni senza
cendere le lucí ambiente e spegnere quelle psi- lucí psichedeliche, per esempio come commuta-
chedeliche quando gli altoparlanti tacciono, cioé tore di lucí bianche o colorate, servendosi mol-
quando l'amplificatore di bassa frequenza cessa di to semplicemente dello scambio libero del relé RL.
funzionare. E' possibile realizzare un simile di-
spositivo in modo semplice ma funzionale, senza COMPONENTI
ch'io debba sottopormi a spese eccessive? Condensatori
CHEVALIER MARCEL SIMON C1 10 F 25 VI. ( elettrolitico)
Grenoble C2 10.000 pF
C3 50 F 25 VI. ( elettrolitico)
ll suo problema puo essere facilmente risolto, per- C4 = '100.000 pF
ché in pratica si tratta di prelevare dai termi- Resistenze
nali degli altoparlanti il segnale di bassa fre- R1 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin)
quenza destinato a pilotare un relé sonoro. E non R2 = 6.800 ohm
e neppure necessario che il circuito presentí una R3 = 330 ohm
elevata sensibilita, perché si presume che la po- R4 = 10.000 ohm
tenza dell'amplificatore sia tale da supplire ab-
bondantemente a questa eventuale carenza. Varie
Il circuito qui presentato consente di raddrizza- TRl 2N1711
re, filtrare e livellare il segnale di bassa frequen- D1 0485
za e applicarlo alla base di un transistor che pilo- D2 1N914
ta un relé. ll potenziometro Rl regala la sensi- RL relé (300 ohm)

O» t 1
ENTR. BF LUCI PSICHEDELICHE
6

C4

TR1

R1 . a .i
e
AMP
LLUM

01 R2 C2

al + l l @
12V

719
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mA 2,5 25 250 2500
Ohm= x@1/0-1k] x1/0-1Ck}:10 /0- 100k'100/0--1Mlk /0-10M
dB -10+22
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GAMME E F G
0,5 5 25 50 250 500 1000
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sotto un mobile o dentro un lampadario, captera ...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

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L'emissione e in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
sono talmente ridotte che il circuito, completo
"
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-
chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-
cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput e di 0,5 mW. La sensibilitá e re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
mlcrofono, oppure suoni forti in prossimita del
II microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
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(sensibilita 20.000 ohm/volt)
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l•
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STIAMO
PREPARANDO

in questi giorni il programma tecnico-editoriale che verra attuato nel


prossimo anno.
Tutte le forze vive della nostra Organizzazione, dunque, sono ora
chiamate a svolgere questo lavoro, che appare serio e impegnativo e
al quale state partecipando anche voi, amici lettori, con le vostre
idee sempre nuove, i vostri appassionati desideri e gli impegni tecnici
che ci avete afldato nell'arco di tempo che va dal mese di gennaio
ad oggi, in una collaborazione fattiva che non possiamo sottovalutare.
In questi tempi, quindi, si abbozzano molti progetti, si program-
mano i kit e si istruiscono nuovi servizi. Ma di tutto ció, di quel che
per ora ... bolle in pentola, non possiamo anticipare nulla. Anche per-
ché un progetto ritenuto valido oggi, potrebbe risultare di poco inte-
resse domani, e quindi essere accantonato. Eppure una anticipazione
possiamo farla, almeno per far contenti i molti CB che, in quest'ultimo
scorcio dell'anno, si sono avvicinati a noi.
Stiamo per approntare:

IL KIT DEL
TRASMETTITORE CB
Cioe una nuova scatola di montaggio, destinata a riscuotere un
grande successo, non solo nel mondo dei CB, ma anche fra coloro che
vogliono entrarci o aspirano, comunquo, ad esercitarsi, divertendosi,
nella pratica delle radiotrasmissioni.
Quando questo progetto apparira sulla rivista, ancora non pos-
siamo dirlo. Certamente esso verra quanto prima presentato su Elet-
tronica Pratica.

721
L'ABONAMIENTO A
ELETTROIGA
PRATIGA
vi da la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa
vostra, una Rivista che e, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualita e sicuro
funzionamento.

ABBONARSI
significa divenire membri sostenitori di una grande famiglia.
Creare un legame affettivo, duraturo nel tempo. Testimoniare
a se stessi e agli altri la propria passione per l'elettronica.

CONSULTATE
nell'interno le pagine in cui vi proponiamo le due forme di abbo-
namento, scegliendo quella preferita e da voi ritenuta la piü
interessante.

722
EL,ET'TRONICA
PRATIGA
Vía Zuretti, 52 Milano - Tel. 6891945

ANNO 3-N. 10- OTTOBRE 1974


LA COPERTINA - Corredando le lampade-spia di
un avvisatore acustico, funzionante in concomi-
tanza, si protegge l'incolumitá dell'operatore e
quella degli apparati elettronici in funzione, in
auto e nel laboratorio. La fotografia qui accanto
riprodotta e quella di copertina presentano que-
sto particolare circuito, che deve essere colle-
gato in parallelo con le Iampade-spia.

edltrice
ELETTAONICA PRATICA
dlrettore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
dlsegno tecnlco
CORRADO EUGENIO

stampa SONORIZZATE LE LAMPADE-SPIA


LA VELTRO IN AUTO, IN CASA. NEL LABORATORIO 724
COLOGNO MONZESE
MILANO

DIstrlbutore escluslvo per I'I-


LE PAGINE DEL CB
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et!tui8cono.

723
"e

. ·••.• •.... •.• ·• •..•••• • .·· . i,.·


. • • • .• ' ' . .
• - ' a. -. '.· .

724
La lampada-spia e un componente elettronico che risultano i piü diffusi e i meno costosi. Il lo-
avvisatore o segnalatore del comportamento ano- ro prezzo infatti si aggira intorno a quello di
malo o preciso di un determinato circuito. Essa due normali transistor di piccola potenza.
e presente su molti elettrodomestici, sulla mag- Nel nostro circuito integrato vengono svolte due
gior parte degli apparati elettronici, sul cruscot- diverse funzioni: quelle di oscillatore e quelle di
to delle autovetture e in tanti tanti altri apparati. amplificatore pilota per un piccolo altoparlante.
Tuttavia, l'occhio umano e soltanto uno dei Non sono quindi necessari altri elementi « attivi »
cinque sensi di cuí la natura ci ha dotato. E un esterni per il funzionamento dell'apparecchio, che
solo senso alle volte non puo bastare per avver- in virtu dell'uso dell'integrato risulta di facile
tire un cambiamento di stato degli elementi che attuazione pratica ed estremamente economico.
ci circondono. Ecco perché abbiamo ritenuto ne-
cessario sonorizzare la lampada-spia, cioe fare in
modo che l'accensione della lampada sía accom- L'integrato SN7400
pagnata anche da un segnale sonoro. In tal mo-
do, anche se locchio e distratto c'e sempre F'udi- 11 circuito integrato da noi utilizzato e di tipo
to come secondo senso di riserva, o viceversa. SN7400, cio un integrato della serie logica
TTL (transistor-transistor-logic), che contiene al-
l'interno quattro distinti circuiti NAND a due
Versatilitá dell'apparato ingressi.
Vogliamo ricordare che, quando si ha a che
L'apparecchio che ci accingiamo a descrivere puo fare con i circuiti logici, ci si riferísce sempre

QUANDO LO SGUARDO E' ASSENTE O RIVOLTO AL TROVE, L' ACCEN-


DERSI DI UNA LAMPADA DI RICHIAMO PUO' SFUGGIRE ALLA NO-
STRA ATTENZIONE. PER LA SICUREZZA DI NOI STESSI E PER QUELLA
DEGLI APPARATI ELETTRICI O ELETTRONICI IN FUNZIONE, E' MEGLIO
CORREDARE LE LAMPADE AVVISATRICI CON UN SEGNALATORE ACU-
STICO.

essere sfruttato per molti altri usi. Per esempio a due soli livelli di tensione: il livello « 1», o
potra servire come oscíllatore audio in tutte quel- VERO, corrispondente alla tensione di livello
le applicazioni elettroniche in cui necessita que- piü alto e, «O», o FALSO, corrispondente
sto tipo di circuito. L'apparecchio potra servire al valore di tensione piü basso.
ancora come oscillatore Morse, come test di am- .Quanto e stato ora ricordato altro non e, ovvia-
plifcatori, iniettore di segnali, ecc. mente, che una convenzione matematica. E'
infatti possibile, e talvolta avviene proprio cosi,
far uso della logica negativa, cioe indicare con
11 circuito integrato « l» il livello di tensione piü basso e con « O»
il livello di tensione piu alto.
Per poter miniaturizzare il piü possibile lappa- Ma ritorniamo ai circuiti NAND, precisando che
recchio che sonorizza le lampade-spia, abbiamo essi rappresentano l'insieme di due circuiti logici
pensato di far uso dí un circuito integrato, sce- fondamentali: il NOT, che realizza l'inversione,
glíendone uno fra quellí della serie « logica », e !' AND che realizza la funzione di concomitanza.

725
+ n■ C3

14 13 12 10 g 8

IC
e
5V
i
e 2 3 4 5 6 7
y"

R1

Fig. 1- Circuito elettrico dell'apparato sonorizzatore


da collegarsi in parallelo alle lampade-spia, purché
queste risultino alimentate con la tensione continua
di 5 volt + 5%.

726
Per ogni circuito AND si suole definire la se- Un semplice controllo di questa tabella permette
guente « tabella della veritá », che permette di di constatare che lo stato d'uscita risulterá ad
dedurre lo stato d'uscita da quelli di entrata. « l» soltanto dalla concomitanza di due « l» al-
l'ingresso.
Il circuito NOT realizza invece l'inversione del
Tabella della veritá del circuito AND segnale ed e caratterizzato dalla seguente tabella
della verita:
Ingresso 1 Ingresso 2 Uscita
Tabella della verita del circuito NOT
o o o
Ingresso Uscita
o 1 o
--
1 o o o

1 1 1 o

Fig. 2- Questo piano di cablaggio dell'apparato sonorizzatore, realizzato su circuito stampato, tiene conto
dell'impossibilita di reperire un altoparlante con impedenza superiore ai 35 ohm; ecco perché nel circuito e
inserito il trasformatore d'uscita T1, che e un piccolo trasformatore d'uscita per ricevitori radio transistorizzati
di piccole dimensioni. Questo circuito e fomito anche del partitore di tensione (R3-R4) e del ponte raddrizzatore
(D1-D2-D3-D4) necessari per l'alimentazione in corrente altemata. Di tutti questi elementi si potra fare a meno
se la tensione di alimentazione e quella ottimale richiesta dal progetto di figura 1.

........ 5V

727
Fig. 3 - Circuito stampato, in scala 1/1, necessario per
la realizzazione del cablaggio del sonorizzatore di lam-
pade-spia.

\
I'

Un circuito AND, seguito da un NOT, realizza Si tenga presente che, collegando assieme i due
un circuito NAND, descrivibile per mezzo della ingressi di una porta NAND, si realizza un cir-
seguente tabella della verita: cuito NOT, che puo essere considerato come
uno stadio transistorizzato ad un solo transistor,
in grado di invertire un segnale. Ed e proprio
in questo modo che viene utilizzato il circuito
Tabella della verita del circuito NAND integrato della serie logica TTL, montato nel
progetto che ci accingiamo a descrivere.

Ingresso 1 Ingresso 2 Uscita


11 circuito elettrico
o o 1 Rappresentiamo in figura 1 lo schema elettrico
dell'apparato sonorizzatore delle lampade-spia.
Come si puo notare, il circuito integrato IC e
o 1
composto di quattro circuiti NAND; di questi se
ne utilizzano due per la realizzazione di un sem-
o plice oscillatore a multivibratore, che richiede
l'inserimento di soli quattro elementi esterni:
due resistenze (R1-R2) e due condensatori (C1-
o C2), che determinano la frequenza di oscilla-
zione del multivibratore.

............
) évc
R3

lit pL E)
Fig. 4 - Non avendo a disposizione il valore della ten- 12
sione continua ottimale, necessario per l'alimentazione
del circuito di figura 1, si deve ricorrere all'uso di un
e rAL)
partitore di tensione. Quello qui riportato tiene conto DELLO SCH.)
della tensione continua di 12 V, comune ne lle autovet- ( ELETTRICO
ture. I valori delle due resistenze verranno individuati
sperimentalmente cosi come indicato nel testo.

728
Fig. 5 - Nel caso di alimentazione del
circuito dell'avvisatore acustico con ten-
sione alternata, occorre realizzare que-
sto progetto comprensivo di un raddriz-
zatore a ponte di diodi, di un conden-
satore elettrolitico di livellamento e del
solito partitore di tensione gia rappre- Q
sentato in figura 4. 11 valore del con- 5,/,
densatore elettrolitico C4 e di 500 F -
20 VI. 1 diodi sono di tipo 10D4. La po-
tenza elettrica delle resistenze deve
essere di 1 W.
L +
R4
1i====►AL 0
DELLO SCH ,
( ELETTRICü)

Fig. 6 - Questi due circuiti elettrici interpretano il con-


cetto di· funzionamento del circuito in corrente alterna-
ta e in corrente continua, qualunque siano le polarita
di collegamento. 11 negativo dell'alimentazione non cor-
risponde piu alla massa del circuito; cio significa che
occorre provvedere ad un isolamento del dispositivo,
per esempio rispetto alla carrozzeria dell'autovettura.

CIRCUITO
ELETTRONICO

__j

vcc
EB
1 -• m "'
1
t Y [es

i" 11

729
Come abbiamo giá detto, i circuiti gate NAND Fig. 7 - Coloro che non riuscissero a reperire un alto-
sono stati realizzati con gli ingressi in paral- parlante di piccole dimensioni e con impedenza di 35
lelo. in modo da realizzare dei circuiti ampli- ohm, potranno ugualmente servirsi di altoparlanti con
impedenza compresa fra i 4 e 8 ohm, purché si in-
ficatori. cosí come e richiesto dall'attuazione di terponga fra l'altoparlante e il circuito un trasforma-
un multivibratore astabile. tore d'uscita (T1) recuperato da un piccolo ricevitore
Luscita dell'oscillatore che nel nostro caso radio a transistor fuori uso.
deve essere considerata il piedino 3 dell'inte-
grato, ma che potrebbe essere indiferentemen-
te il piedino 6, viene inviata alle altre due
gate NAND, collegate a NOT e connesse tra
loro in parallelo in modo da aumentare la
potenza di uscita.
Questo stadio realizza le funzioni di separato-
re e di amplificatore di potenza.
In pratica !'elemento amplificato e la corrente,
dato che la tensione d'uscita dell'onda qua-
dra, generata dal multivibratore, rimane sem-
pre quella típica di 0,4 V (livello "O") e 3,3 V
circa ( livello "1 ").
Dalle uscite 8 e ll, tramite un condensatore
di disaccoppiamento, rappresentato dal conden-
satore elettrolitico C3, il segnale audio viene
inviato ad un altoparlante (AP) di piccolissi-
me dimensioni, con impedenza tipica superiore
ai 35 ohm, allo scopo di non sovraccaricare il
circuito integrato.

Altoparlante a bassa impedenza

Abbiamo giá detto che all'uscita del progetto di


figura 1 occorre collegare un altoparlante di pic-
utilizzare un altoparlante con impedenza di 4-8
colissime dimensioni e con impedenza di valore
ohm.
superiore ai 35 ohm. Sappiamo tuttavia che il
Anche in questo caso l'altoparlante deve essere
reperimento di un altoparlante di questo tipo non
di dimensioni molto piccole e il trasformatore di
e agevole. Ecco perché abbiamo ritenuto neces- uscita Tl deve essere di tipo adatto per i montag-
sario suggerire il circuito sostitutivo riportato in
gi transistorizzati, anche per quelli con uscita in
figura 7. Questo circuito interpreta il modo di
push-pull; il terminale centrale dell'avvolgimento
primario, ovviamente, verra lasciato libero. Vo-
VISTO DA SOPRA gliamo comunque ricordare che !'altoparlante non
costituisce un elemento critico per il funziona-
mento del nostro apparecchio; cio significa che il
lettore potra servirsi di altoparlanti di recupero,
1 1 14
prelevati da ricevitori radio tascabili o portatili
fuori uso.
2 1 1 13
Fig. 8 - Vista supe-
riore del circuito in-
3 1 1 12 tegrato di tipo Tensione di alimentazione
SN7400.
4 1 1 11
La tensione di alimentazione del progetto ripor-
s 1 1 10 tato in figura l deve essere di 5 V ± 5%. Cioé
dovra essere compresa fra 4,75 e 5,25 V.
Tuttavia, non sempre puo risultare agevole la
6 1 1 9
disponibilita di una tensione di questo valore.
Nell'autovettura, ad esempio, la tensione conti-
7 1 1 8 nua piü comune e quella di 12 V, che e la stes-
sa che alimenta le lampade-spia che il lettore puó

730
proporsi di sonorizzare. Con questo valore di ten- stampato, cosí come indicato nel piano costrut-
sione occorre realizzare il partitore resistivo il tivo di figura 2.
cui schema e riportato in figura 4. Questo par- In questo disegno abbiamo inserito anche il tra-
titore verra collegato fra la tensione di 12 Vcc, sformatore d'uscita Tl, necessario per l'uso di
presente sui terminali della lampada-spia, e i altoparlanti con ímpedenza compresa fra i 4 e 8
morsetti positivo-negativo del circuito di figura ohm, le resistenze R1-R2, per la realizzazione del
1. 11 valore della resistenza R3 deve aggirarsi in- partítore di tensione e il ponte raddrizzatore di
torno ai 100 ohm, mentre il valore della resisten- diodi necessario nel caso in cui la lampada-spia
za R4 dovra essere índividuato sperimentalmente che si vuol sonorizzare risulti alimentata con ten-
con il circuito integrato inserito, in modo da ot- sione alternata. Ne! piano dí cablaggio di figura
tenere all'uscita un valore dí tensíone continua 2 sono pure presenti i condensatori elettrolitici
compresa fra i limiti prima citati. C3-CA. II primo di questi e necessario per qual-
Una soluzione leggermente piü costosa, ma senza siasi tipo di altoparlante; il secondo serve per
dubbio piü sicura e piu semplice rispetto a quel- rettificare l'eventuale coi-rente alternata di alimen-
la riportata in figura 4, utilissima soprattutto ne! tazione.
caso in cui la tensione di 12 V non e assoluta- 11 lettore che dovesse trovarsi nelle condizioni
mente stabile, come puo accadere a bordo del- ídeali, con la tensione di alimentazione continua
l'autovettura, consiste ne! collegare, in sostituzio- compresa fra 4,75 e 5,25 V, potra evitare la co-
ne della resistenza R4 (figura 4), un diodo zener struzione del circuito stampato riportato in figura
da 5,2 V-1 W, con il catodo ( +) rivolto verso 3, semplifcandolo assai ed eliminando i compo-
la resistenza R3. nenti R3-RA4-CA-D1-D2-D3-D4.
Con tale sistema si ottiene automaticamente la Per l'applicazione del circuito integrato consi-
stabilizzazione della tensione di alimentazione del gliamo di servirsi dell'apposito zoccoletto, che
circuito entro limiti ottimali. permette di evitare errori di cablaggio in virtü
della tacca-guida (figura 8).

Alimentazione in alternata

Il circuito di figura I puó essere alimentato an-


che con la corrente alternata, purché si prov-
veda ad abbassare la tensione per mezzo di un
trasformatore e, successivamente, raddrizzarla per
mezzo di un ponte di diodi seguito da un con-
densatore di livellamento e dal solito partitore per
l'aggiustaggio della tensione.
Questo circuito alimentatore e riportato in figura
5. In questo circuito valgono le stesse osservazioni
esposte per il partitore di figura 4 relativamente
alle resistenze R3-R4.
Facciarno notare che utilizzando un ponte rad-
drizzatore, il circuito funziona non solo in cor-
rente alternata, ma anche in corrente continua,
qualunque siano le polaritá di collegamento. Que-
sto concetto e facilmente intuibile analizzando i
4BBO PERLA
due schemi riportati in figura 6. 11 negativo del-
l'alimentazione non corrisponde piü alla massa
del circuito e ció significa che occorrerá provvede-
NA SICUREZZA DI
RICEVERE
MENSILMENTE

TEVI
re ad un isolamento del dispositivo, per esempio
rispetto alla carrozzeria dell'autovettura. LAVOSTRA
RIVISTA
Realizzazione del progetto

Dovendo far uso di un circuito integrato, il piano


di realizzazione del sonorizzatore per lampade-
spia non puo avvenire altro che su circuito

731
COME
ELIMINARE
IL TVI

J1.t
,J . -:--·
(,
Cosi come avviene per i radioamatori, anche
i CB hanno dei doveri verso gli utenti della TV.
Non debbono cioe creare disturbi elettromagne-
tici in grado di alterare le immagini televisive.
Si tratta in sostanza di non interferire negativa-
/
mente con il ricetrasmettitore sulle frequenze e-
messe dalle stazioni commerciali. Eppure i tra-
smettitori dei CB, che lavorano sulla frequenza
f
d'onda dei 27 MHz, sono spesso una fonte ine-
sauribile di disturbi radioelettrici. Perché la por-
tante a 27 MHz e ricca di armoniche e, in par- /
ticolar modo, della seconda armonica, quella a
54 MHz, che e la stessa del secondo canale te-
levisivo e che, assai spesso, crea notevoli inter-
ferenze sulle immagini di questo programma.
#f

h/J I
'

CAUSE DI INTERFERENZE i
i
Le cause, il cui effetto e rappresentato dalla pro-
duzione di armoniche, sono molteplici. Ricordia-
mo, prima di tutto, che nella maggior parte dei
casi il trasmettitore del CB, lavorando normal-
mente in classe C, per sua natura provoca dis-
simmetrie di amplificazione che i circuiti accor-
dati dell'apparato non riescono ad eliminare to-
talmente.
Ci puó essere poi una discordanza tra l'impe-
denza d'uscita del trasmettitore, quella del cavo
coassiale e quella dell'antenna. Per tale motivo,
oltre ai ben noti inconvenienti del ROS elevato,
il cavo di discesa crea !'inconveniente di irra-
diare energia elettromagnetica. Dunque, quando
il cavo di discesa passa in prossimita di un tele-
visore, esso provoca nell'apparato ricevente no-
tevoli disturbi.

COME SI PUO' RIMEDIARE?

Per eliminare la formazione di disturbi sugli ap-


parati televisivi, la maggior parte dei CB inseri-
sce normalmente all'uscita del trasmettitore un
filtro, che viene chiamato filtro anti-TVI, che
deve leggersi « T-VU-AI », cio « TV INTER-
FERENCE ».
Questo filtro e da considerarsi come un filtro
passa-basso, a piü stadi, che, pur lasciando inal-
terata la portante a 27 MHz, limita notevolmen-
te le emissioni spurie sulle frequenze armoniche.
Un altro rimedio consiste nell'adottare un im-
pianto d'antenna in cuí si abbia un ROS 1: 1,
in modo da eliminare le radiazioni del cavo di
discesa.
Fig. 1 - l segnali emessi dai CB possono interferire
negativamente sulle immagini televisive del sec ondo
canale, soprattutto quando l'antenna CB e quella TV
risulta no vicine fra loro. La via del segnale disturba-
tore e la seguente: trasmettitore CB (1), antenna CB
(2), antenna ricevente TV (3), cavo di discesa TV (4),
televisore (5).

t
UN Al TAO TIPO DI INTERFERENZE

Le interferenze fin qui descritte, cioe le interfe-


renze di tipo armonico, che si manifestano esclu-
sivamente sulla frequenza dei 27 MHz e, in par-
ticolare, su! secondo canale televisivo, non sano
le sale a rappresentare .la causa del TVI. Perché
esiste un secando tipo di interferenze, forse peg-
giore del primo, che non e da attribuirsi a di-
fetti del trasmettitore o ad un cattivo ROS, ma
semplicemente alla vicinanza dell'antenna tra-
smittente con quella ricevente.
Capita spesso, soprattutto in citta, di osservare
la disposizione tipica di antenne riportata in fi-
gura 1, nella quale gli elementi contrassegnati
numericamente debbono essere casi interpretati:

1) = Ricetrasmettitore CB
2) = Antenna trasmittente CB
3) = Antenna ricevente TV
4) = Cavo di discesa TV
5) = Televisare.

L'eccessiva vicinanza delle due antenne provoca


una immissione di segnali CB nell'antenna TV,
anche se questi hanno una frequenza diversa da
quella per cui e stata calcolata e costruita l'an-
tenna TV. In sostanza accade che il segnale a
27 MH riesce ad entrare ne! televisare, anche
se i circuiti risonanti sano accordati su valori
di frequenze diverse.
L'interferenza non si localizza soltanto sul se-
cando canale televisivo, ma risulta diffusa sulla
maggior parte dei canali TV.
La distinzione fra i due tipi di interferenze fin
qui ricordate risulta di facile identificazione, a

734
causa degli effetti diversi che si manifestano.
II primo tipo di interferenza si manifesta su un
solo canale TV, l'altro si manifesta su un'intera
banda di frequenze. ANT. TV

ELIMINAZIONE DEL SECONDO


TIPO DI INTERFERENZE

I rimedi per eliminare o limitare questo secon-


do tipo di interferenze sono di due tipi: il primo
DISCESA
e applicabile soltanto da parte di chi trasmette,
l'altro e realizzabile soltanto dall'utente TV.
E' ovvio che tutti coloro che trasmettono hanno
l'obbligo di accertarsi di non provocare interfe-
renze sugli utenti delle trasmissioni radiotelevi-
sive che si trovano nelle vicinanze. Non sempre,
tuttavia, questa regola viene rispettata scrupo-
losamente con elevato senso civico da parte di
tutti. Ecco perché, il pi delle volte, a farne
le spese e il teleutente che, durante uno spetta-
colo televisivo, vede comparire sullo schermo
una serie di righe nere traballanti, accompagnate
da una voce, piu o meno intelleggibile, che dice: L
... CQ ... CQ ... da Mario Rossi ...

Fig. 3 - Questo disegno teorico interpreta il sistema di


collegamento del filtro con la presa d'antenna TV.

Fig. 2 - Questo e il semplice circuito del filtro che I RIMEDI DEL CB


ogni utente TV potra realizzare allo scopo di elimi-
nare i disturbi provocati dalle emissioni CB. 11 cir-
cuito risonante, con induttanza L1 e capacita C1 col- E' superfluo ricordare che il miglior rimedio alle
legate in serie fra loro, e tale da lasciar passare qual- interferenze, adottato dal CB, sempre quello
siasi segnale di frequenza uguale a quella di ascolto. della massima distanza fra l'antenna CB e l'an-
Esso invece si comporta come un circuito elettrico tenna TV. Perché soltanto cosi e possibile ridur-
aperto in presenza di segnale di frequenza diversa da
quella di ascolto. re al minimo il pericolo di TVI. Ma ció non
basta. Alla distanza fra le antenne si aggiunge
un ulteriore elemento di particolare importanza:
L1 l'altezza della antenna, l'angolo di irradiazione.
Come e noto, nell'antenna ground-plane, al di
sotto dell'angolo formato dagli elementi ra-
diali, non si ha praticamente emissione di onde
eletromagnetiche. Tuttavia, innalzando notevol-
ai morsetti TV mente l'antenna trasmittente, in modo che le
varie antenne TV si trovino al di sotto dell'an-
C1 golo formato dagli elementi radiali, il pericolo
di TVI risultera assai ridotto.

I RIMEDI DEL TELEUTENTE

II teleutente, prima di intervenire tecnicamente


sul sistema di ricezione dei segnali TV, <leve

735
effettuarc una certa indagine per scoprire il di-
sturbatore, procedendo eventualmente alla de-
nuncia presso le autoritá competenti. Ma se il
PIT TINA disturbatore non viene localizzato, e sempre pos-
300 0HM sibile tentare una certa eliminazione delle inter-
ferenze costruendo e applicando al televisare un
ll-'_. GOMMINO semplice filtro, realizzabile in brevissimo tempo
t
=

e con poca spesa, senza sottoporre il televisare


ad alcuna manomissione diretta.

BOBINA L1 CIRCUITO DEL FILTRO

II filtro e costituito essenzialmente da un car-


cuito risonante, tipo serie, da collegare ai mor-
setti d'antenna presenti su! retro del televisare.
II circuito elettrico e quello di figura 2. La sua
applicazione dovra essere effettuata ne! modo
indicato in figura 3.
C0MR C1 Ricordiamo che un circuito risonante, di tipo
serie, cioe con L e C collegati tra loro in serie,
e tale da lasciar passare qualsiasi segnale di fre-
quenza parí a quella di accordo. Esso invece si
comporta come un circuito elettrico aperto in
presenza di segnali di frequenza diversa da quel-
la di accordo. Pertanto, dimensionando l'indut-
tanza L e il condensatore C in modo che il cir-
cuito risonante risulti accordato sulla frequenza
di 27 MHz, qualsiasi segnale con questo valore
Fig. 4 - Cablaggio del circuito risonante realizzato su
contenitore metallico, che assume funzioni di schermo di frequenza, captato dall'antenna, verra convo-
elettromagnetico. gliato a massa, eliminando gli effetti disturbatori.

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
do dell'elettronica pratica, non
mazo e AL. 1.750
RTATA DI TUTTI! » I

puó sottoporsi a spese eccessi-


ve per attrezzare il proprio banco di lavara, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. 11 saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosi come lo é
quello qui raffigurato. La sua potenza é di 50 W e l'alimentazione é quella normale di rete-luce di 220 V.

736
LE NOSTRE
300 0
CUFFIE STERED
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
fedeltá e per un nuovo ed emozionante
incontro con il mondo della musica ste-
PRESA ANT. reofonica.
DEL TV
Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
fusione di una musicalita elevata con un
perfetto adattamento anatomice.

CUFFIA STEREO
MOD. LC25
AL'ANT. TV
L. 5.500
CARATTERISTICHE:
lmpedenza: 8 ohm
FILTRO Gamma di freq.: 18-
TVI 15.000 Hz
Peso: 320 grammi

L. 18.500
CARATTERISTICHE:
lmpedenza: 8 ohm
Fig. 5- Nel caso in cui la discesa d'antenna sia rap- Sensibilitá: 110 dB
presentata dalla piattina con impedenza di 300 ohm, il a ,1.000 Hz
collegamento del filtro TVI dovra essere effettuato nel Gamma di freq.:
modo indicato in questo piano di cablaggio. 20 - 20.000 Hz
Peso: 450 grammi
La cuffia e provvista
di regolatore di
livello a manopola
del tweeter.
COSTRUZIONE DEL FILTRO
Adattatore
In figura 4 e riportato íl semplice cablaggio del
pe r cuffie stereo
filtro. Come si vede, si tratta di costruire la bo-
bina Ll e inserire il circuito in un contenitore Mod. IB-11D
metallico, tenendo conto che e sempre consiglia- L. 3.500
bile servirsi dell'alluminio per la facile lavora- Questo piccolo ap-
bilita. parecchio consente
il collegamento di
Il contenitore metallico funge da schermo elet-
una o due cuffie ste-
tromagnetico ed impedisce che la taratura del reo con tutti i com-
filtro risulti turbata dalla mano dell'opcratore plessi stereofonici.
o da altri elementi magnetici o capacitivi esterni. La commutazione al-
toparlante - cuffia e
Non utilizzando il contenitore metallico, la ta-
immediata, senza al-
ratura potrebbe risultare particoiarmente critica, cun intervento sui
se non proprio impossibile, soprattutto quando collegamenti.
si efettua la taratura con un comune cacciavite

737
750

@$42)- 3u"
CAVO COASSIALE
75 n
TV

e$90
I
C0MP.
4
Fig. 6 - Quando la discesa d'antenna TV e realizzata
mediante cavo coassiale da 75 ohm, lo spezzone di
piattina a 300 ohm, uscente dal filtro TVI, dovra es-
sere collegato sulla parte retrostante del televisore
nel modo qui indicato.

metallico. TARATURA
La bobina Ll dovra. essere realizzata avvolgendo
20 spire di filo di rame smaltato, del diametro Non esistono particolari diffcoltá di ordine pra-
tico per quel che riguarda le operazioni di tara-
di 0,6 mm, su un supporto di materiale isolante,
tura del filtro. E' difatti sufficiente regolare, mol-
del diametro di 6 mm (diametro esterno), sprov- to lentamente, il perno di comando del compen-
visto di nucleo ferromagnetico. satore Cl, in modo da ridurre al mínimo i di-
La frequenza d'accordo del filtro verra indivi- sturbi prodotti da emissioni CB. La rotazione del
duata agendo sul perno di un compensatore del- perno del compensatore CI deve essere fatta
la capacita di 30-50 pF massimi. Questo tipo di esternamente al contenitore, attraverso un foro
condensatore semifisso dovrá essere con isola- in esso praticato per questo scopo e servendosi
mento in aria e, possibilmente, montato su pia- di un cacciavite antiinduttivo.
strina di ceramica. 11 collegamento fra il filtro Ricordiamo che, a causa delle inevitabili tolle-
e la presa d'antenna del televisore, dovra essere ranze di costruzione, l'accordo potra in qualche
effettuato servendosi di uno spezzone di piattina caso risultare impossibile. Ma esso potra essere
TV, cosi come indicato nelle figure 5-6. In par- ugualmente raggiunto eliminando o aggiungen-
ticolare, in figura 5 e interpretato il caso in cui do spcrimentalmente una o due spire alla bobina
Ll.
la discesa d'antenna e ottenuta con piattina da
Ancora una volta rammentiamo che il filtro de-
300 ohm; in figura 6 invece e interpretato il col- scritto non e adatto per eliminare le armoniche,
legamento del filtro nel caso in cui la discesa ma per ridurre soltanto una portante, cioe una
d'antenna TV sia realizzata con cavo coassiale fondamentale, a 27 MHz, erroneamente captata
da 75 ohm. dall'antenna televisiva.

738
IL MONOGAMIA
Una scatola

CB di montaggio
per tutti i lettori
principianti.

26,967 MHz
27,255 MHz

L. 5.900
CON QUESTO MERAVIGLIOSO SINTONIZZATORE, ADATTO
PER L'ASCOLTO DELLA CITIZEN'S BAND, POTRETE ESPLO-
RARE COMODAMENTE UNA BANDA DI 3 MHz CIRCA. PO-
TRETE INOLTRE ASCOLTARE LE EMISSIONI DEI RADIOAMA-
TORI SULLA GAMMA DEI 1O METRI (28-30 MHz).

739
CON QUESTO STRUMENTO, t,J FACILI. ·REALIZZA%10NE PRATtCA E
ECONOMICO, E' POSSIBLLE STABILIRE INQUINA-
MENTO ACUSTICO DI u" LQCALE, cosr DA GARANTIRE, NEL RISPET.
MOLTÓ IL GRADO DI

TO DELLE NORME FISIOLOGICHE, L'INTEGRITA' DEL SISTEMA NERVO-


SO· E. OEQU· O.RCANI UDITIVL

DELL'IN
11 ■ 1

740
Ecología! U na parola oggi di moda, che corre vissimi danni agli organi dell'udito. E questi stes-
sulla bocea di tutti e che ci fa meditare ed agi- si danni possono essere anche causati da suoni,
re. Perché la tutela della natura e anche la di- prolungati nel tempo, anche di intensitá infe-
fesa di noi stessi. E' la creazione di un patto riore alla soglia del dolore.
d'alleanza universale per il nostro benessere e L'apparato, presentato e descritto in queste pa-
per quello delle generazioni future. L'impegno gine, pur non essendo un sofisticat'o strumento
tuttavia, deve essere completo, richiamando cia- di laboratorio, permette la misura di livelli so-
scuno di noi ne! settore dell'intervento pi con- nori o, pi .precisamente, la rnisura del supera-
geniale, quello in cui l'azione puó essere piü mento di certi livelli prestabiliti dalla fisiología,
intelligente e incisiva. E l'elettronica puo fare con sufficiente precisione e con la massima sem-
molto in questo senso. Perché puo affidare al- plicita d'impiego. E questo strumento risulterá
l'uomo i mezzi e gli strumenti piü idonei al... oltremodo utile non solo a noi stessi, ma al me-
combattimento. dico, al ricercatore scientifico, in casa e in uffi-
Noi, ad esempio, vogliamo affidare al lettore cio, per scopi professionali e dilettantistici.
uno strumento in grado di valutare lentita di
uno dei principali agenti inquinanti della natu-
ra: il rumore che, come e scientificamente di- MISURA DEL SUONO
mostrato, oltre un certo valore di intensita, chia-
mato « soglia del dolore », puó apportare gra- Prima di entrare nel merito dell'argomento, cioe

741
importante fra queste, come abbiamo detto, e
il decibel che, in termini acustici, rappresenta
il piü piccolo incremento sonoro percepibile dal-
lorecchio umano. Si tratta quindi di un'unitá
140 dB di misura relativa, per la quale e necessario fis-
sare il valore zero per poter stabilire un deter-
DANNI ALL' 0RECCHI0 130 dB m i nato livello sonoro.
I l decibel viene indicato abbreviatamente con la
AERE0 REAZI0NE sigla « dB». Il valore di O dB viene fissato come
120 dB
il limite inferiore dell'udito. Anche se esistono
suoni al di sotto di questo livello, che l'orecchio
umano non puó percepire naturalmente.
Per meglio definire questa particolare unitá di
C0MPL. MUSIC. AMPL. 100 dB misura, dovremmo addentrarci in una semplice
analisi matematica, che non sempre riesce gra-
d ita ai nostri lettori. Ma del decibel si puo ave-
re un'idea abbastanza chiara tenendo a mente
MEGAF0N0 (VICIN0 ) 80 dB alcuni esempi pratici. Per esempio, 35 dB cor-
rispondono press'a poco ad un sussurro emesso
alla distanza di un metro e mezzo circa.
l' na normale conversazione raggiunge di regola
C0NVERSAZ. BASSA V0CE 60 dB i 60 dB. Un'orchestra sinfonica tocca i 94 dB.
Gli esempi potrebbero succedersi a lungo. E'
preferibile quindi far riferimento allo schema di
figura 1, nel quale sono riportati i valori in de-
CAMERA IN CIT TA cibel dei piü comuni rumori in cui tutti noi
40 dB siamo coinvolti giorno per giorno.
Per tutelare la nostra salute dobbiamo ricorda-
re che, per un riposo igienico, rilassante, il mas-
sirno livello sonoro in una stanza da letto non
CAMERA IN SILENZI0 20 dB eleve superare i 50 dB. Per valori superiori pos-
sono verificarsi, cosi come testimoniano analisi
ciniche, nervosismi e turbamenti psichici con
conseguenze negative sull'organismo umano.
S0GLIA UDIT0 O d 8 Si possono accusare danni fisiologici anche con
suoni di livello inferiore, se questi vengono ascol-
tati per molte ore di seguito. E si possono subire
lesioni permanenti all'organo uditivo anche quan-
do il rumore non supera la soglia del dolore.
Fig. 1 - Non e cosa semplice poter assimilare, nella Il progetto del nostro misuratore di inquinamen-
sua giusta espressione, il concetto dell'unitá di mi-
sura di incremento del suono, cioé del decibel. E' pos- to acustico e rappresentato in figura 2. Il cir-
sibile tuttavia acquisire una valutazione sufficiente- cuito e essenzialmente quello di un amplifica-
mente esatta, di questa unita di misura, mandando a tore molto stabile, con guadagno ben preciso
memoria i dati elencati e le corrispondenti diciture. e costante, pilotato principalmente da un circui-
to integrato di tipo pA 741 e da due transistor
ausiliari, uno di tipo NPN, l'altro di tipo PNP.
L'elemento indicatore e un diodo emettitore di
prima di analizzare il funzionamento dell'appa- luce, cioé un diodo LED, sul quale abbiamo giá
recchio, conviene interpretare un'importante uni- avuto modo di intrattenerci in occasione del-
ta di misura del suono: il decibel. l'analisi di circuiti presentati in precedenti fa-
Come si sa, il suono e costituito da una succes- scicoli della rivista. Questo componente e stato
sione di compressioni e rarefazioni dell'aria che, anche esaurientemente trattato nello speciale fa-
colpendo i nostri organi dell'udito, si trasformano scicolo di Elettronica Pratica del mese di ago-
in suono, conferiscono cioe all'organismo umano sto, che e interamente rivolto ai principianti e
quella particolare sensazionc che va sotto il no- agli aspiranti elettronici.
me di suono. E per valutare il suono esistono Ma entriamo senz'altro nel vivo dell'argomento,
diversi sistemi e diverse unitá di misura. La piü cioe nell'analisi del funzionamento del progetto

742
INSCATOLA
DI
MONTAGGIO
L. 9.700

FO TOCO MANDO
PER: interruttore crepuscolare
Con questa conteggio di oggetti o persone
scatola di
montaggio antifurto
offriamo ai
lettori la apertura automatica del garage
possibilita di
realizzare
rapidamente,
lampeggiatore
senza alcun
problema di
tutti i comandi a distanza
reperibilitá di
materiali, un
efficiente
fotocomando
adatto a tutte
le applicazioni
di comandi a
distanza.
Fig. 2 - 11 circuito del misuratore di inquinamento acu-
stico risulta essere essenzialmente quello di un am-
plificatore molto stabile, con guadagno ben preciso e
costante, pilotato principalmente da un circuito inte- ,._..
grato e da due transistor ausiliari. L'elemento indi- .....,..
catore e costituito dal diodo LED.

R1 C::: 11 11 11 11 11 11 11 11 IJI ,.... ,,,,.} o


9V

MICRO

' ..
I ~ (
ll . Ida

I
11 11 11 11 11 +a. 1 r(¿ 11

_ -

-ls»T
S2 '
_,
- -

1 R 8

C4

Condensatori
et = 50.000 pF
. ,.. =
c2 s6
.
-:±2
I_-.....- • ~m-:t: .. _- _

'"' ........
._,_jt'.
pf' -r

; 5É-e gpg.gag±ge R13 =


CI
c6 =- -
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•·
...
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•·l_Plf,f. ·_ ta .;
•·-1,,..------
. --- •:·.
EE±EJ
'. aí
_--
..: . . ..
. . )
R14
R15
= 1.200 ohm
=
tee-eMt

-•-.tun
Varie

--........
----- Tft
_. - 1 • :ICír,
-
RI =•, 91.000 == -iBCI7T7
·,·

- . .,.,...,.,.
ohm TR2

....
• &IOI . .- IC JA' 141
R3
== 2.000 ohm
22.000ohm
LED = di qualunque tipo

•·
:"1
R4
•. .-·•= , 560 ohm
56.000 ohm
$1
.• ..
..,. •: t·v-
= •~
com "
--.
.


(1 •- 3 posizioni)

744
dell'apparato rappresentato in figura 2. gliendo una delle tre possibili posizioni accordate
I suono, o il rumore, viene captato da una cap- da! commutatore S1 (50-70-85 dB).
sula microfonica a cristallo, cioe da un micro- II segnale prelevato da! circuito di entrata rag-
fono di tipo piezoelettrico. giunge l'amplificatore operazionale IC, che e
La preferenza accordata a questo tipo di mi- un integrato di tipo pA 741; questo amplificato-
crofono trova una sua precisa giustificazione tec- re risulta retroreazionato tramite il gruppo com-
nica: il microfono piezoelettrico e omnidire- posto dalla resistenza R 7 e dal condensatore C2;
zionale, di basso costo e con forte segnale d'u- con tale accorgimento si riesce a stabilizzare ot-
scita. timamente il guadagno dell'operazionale.
In parallelo al microfono e collegato un partitore L'utilitá che deriva dall'uso di un amplitficatore
di tensione, composto dalle resistenze R1-R2-R3, operazionale dotato di un guadagno elevatissi-
che permette di attenuare la tensione d'uscita sce- mo, circa 200.000 volte per il A 741, consiste

Fig. 3 - Cablaggio del misuratore di inquinamento acustico. 11 circuito stampato e d'obbligo, perché con esso
si ottiene un montaggio razionale e compatto. Questo disegno interpreta anche chiaramente la disposizione
esatta dei terminali dei semiconduttori. Ricordiamo che nel prototipo si efatto uso di un microfono piezoelet-
trico di tipo Lafayette Radio 99-45130.

PRESA
LEO
MICRO

745
3 Fig. 4 - Circuito stampato a grasdezza
naturale necessario per la realizzazio-
a O ne dello strumento di misura.

nel permettere la realizzazione di un circuito te frontale di questo verranno applicati i se-


molto stabile e di caratteristiche facilmente de- guenti elementi: la presa per il microfono pie-
finibili tramite il sistema della controreazione. zoelettrico, il comando del commutatore multi-
Nel nostro caso l'amplificatore controreazionato plo S1, il diodo LED e l'interruttore generale di
presenta un guadagno di 60 dB, parí a circa alimentazione S2. La pila di alimentazione a 9
1.000 volte. Esso e determinato essenzialmente volt verra sistemata in un angolo del contenitore
dalle resistenze R7-R5 cioe, piü precisamente, stesso.
dalla relazione Per quanto riguarda i due transistor 'CR1-TR2
R7 : RS = 1.000 e il circuito integrato IC, riteniamo di aver chia-
Lo stadio amplificatore operazionale risulta a- ramente indicata la distribuzione dei terminali
coppiato capacitativamente ad uno stadio am- ne! disegno di figura 3.
plificatore di 30 dB circa, parí a 30 volte circa, Il lettore, tuttavia, potrebbe indugiare all'atto
pilotato dal transistor TRI che, come l'operazio- della saldatura dei terminali del diodo LED, non
nale, risulta parzialmente controreazionato per conoscendo la posizione esatta del catodo di que-
mezzo della resistenza R13. sto elemento. Ebbene, rispondiamo subito di-
Il circuito successivo e quello di un rivelatore di cendo che il catodo del diodo LED puo essere
impulsi. Infatti il transistor TR2 e mantenuto facilmente identificato individuando la posizione
normalmente all'interdizione dalla resistenza R12. della tacca ricavata sull'involucro del compo-
Il diodo LED, collegato al circuito di collettore, nente.
rimane normalmente aperto. In certi casi la tacca e sostituita da un altro
Quando l'intensitá acustica supera un livello pre- elemento di identificazione.
stabilito, il circuito di amplificazione fornisce un Per fissare il diodo LED occorrono delle ron-
segnale suficientemente ampio, che costringe al- delle di plastica, che verranno acquistate assie-
la conduzione il transistor TR2 durante i picchi me allo stesso diodo.
di tensione negativi. Avviene cosi che il diodo Per ultimo ricordiamo che il diodo LED, che
LED si illumina piü o meno debolmente segna- puó essere ritenuto una lampada-spia di no-
lando il superamento del livello sonoro presele- tevole robustezza e durata eccezionale, necessita
zionato tramite il commutatore S1. di alcune precauzioni in fase di montaggio. In-
fatti, come ogni altro semiconduttore, anche
il diodo LED soffre per l'eccessiva quantitá di
COSTRUZIONE DELL'APPARATO calore comminatogli dal saldatore. E soffre mag-
giormente per gli eventuali errori di inversione
Trattandosi della realizzazione di uno strumento delle polarita. Raccomandiamo quindi di ef-
di misura, l'uso del circuito stampato e d'obbligo. fettuare saldature rapide con saldatore dotato
Il lettore lo comporrá cosí come indicato in f- di punta sottile e ben calda. E raccomandiamo
gura 4, seguendo poi il piano di cablaggio di anche di non invertire le polaritá del diodo LED,
figura 3. perché una tensione inversa, appena superiore ai
Il contenitore puo essere indifferentemente di 3 V; puó essere fatale per l'integritá del diodo.
tipo metallico o di materiale isolante. Sulla par- Chi ha dei dubbi sulla posizione esatta del cato-

746
do, dunque, lo chieda al rivenditore del com-
ponente.

I COMPONENTI ELETTRONICI

Il componente piü importante, necessario per la


realizzazione dello strumento di misura di in-
quinamento acustico, e l'integrato TC. Noi abbia-
mo preferito il tipo A741, che costa poco ed
e di facile reperibilitá commerciale. Di questo
circuito integrato, tuttavia, esistono varíe sigle
corrispondenti alle varíe case costruttrici, che LIRE 3.500
sono tra loro perfettamente compatibili (L141 - CASSETTIERA MINOR
LM741- SN72741 - MCI741, ecc.). Contenitore a 12 cassetti, componi-
I transistor TRl - TR2 non sono elementi cri- bile ad incastro; dimensioni di un cas-
tici. Per TRI abbiamo scelto il comunissimo
BC107: per TR2 abbiamo scelto il transistor
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto e
provvisto di divisori interni.
BC177. Altri transistor al silicio, dotati di buon
guadagno e adatti per piccoli segnali, potranno
essere sostituiti con quelli da noi consigliati sen-
za incorrere in alcun inconveniente.
Il diodo LED potra essere di qualsiasi tipo, pur-
ché emettitore di luce visibile, dato che in com-
mercio esistono anche diodi LED adatti per l'e-
rogazione dell'infrarosso.
Anche i! microfono piezoelettrico potrebbe ri-
sultare un componente critico. Vogliamo ritenere
peraltro che ai nostri lettori non manchino, ne!
cassetto del proprio laboratorio, alcuni tipi di
questo componente. Con essi si potranno effettua-
re diverse prove, cosi da individuare il compo-
nente che off re migliori risultati pratici.
LIRE 3.800
CASSETTIERA MAIOR
USO DELLO STRUMENTO Contenitore a 6 cassetti, componibile
ad incastro; dimensioni di un casset-
L'impiego dell'apparecchio e semplicissimo, an- to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto e
che perché esso non richiede alcuna operazione provvisto di divisori interni.
di taratura e, una volta montato e accuratamen-


te controllato, entrera immediatamente in fun-
zione all' atto di chiusura dell'interruttore S2.
Per valutare la rumorositá di un ambiente, oc-
corre innanzitutto preselezionare, mediante il
commutatore multiplo S1, la portata dello stru-
mento. Successivamente si rileveranno le indi- Organizzate il vostro lavoro! Conser-
cazioni fornite dal diodo LED. vate sempre in ordine i componenti
Se il diodo LED tende ad accendersi anche de- elettronici! Trasformate, a poco a po-
bolmente, ció stara a significare che il locale e co, il vostro angolo di lavoro in un
da considerarsi acusticamente... inquinato ed e vero e proprio laboratorio!
assolutamente necessario, per garantire la tran-
quillitá e la salute di coloro che nel locale debbo-
no vivere, rendere insonoro l'ambiente mediante
l'applicazione di pannelli fonoassorbenti alle pa-
reti, oppure di doppi vetri o abbondanti tendag-
gi. Se il diodo LED rimane spento, il locale e da
considerarsi acusticamente sano.
747
Come abbiamo giá fatto il mese scorso, anche si verifica fin quando un nuovo lampo luminoso,
in questo fascicolo presentiamo il progetto di un emesso dalla prima lampadina, sía in grado di
apparato divertente, semplice e utile. ripristinare il ciclo ora descritto.
Lo abbiamo denominato « carillon psichedelico » Concludendo si puó dire che il carillon psiche-
perché l'apparecchio e in grado di emettere un delico non puo considerarsi un montaggio radioe-
suono variabile accompagnato dall'accensione, pu- lettrico di completo interesse per tutti i nostri let-
re variabile, di una o due lampadine. tori. Esso va interpretato sotto il profilo della
Il funzionamento e il seguente. Quando si ap- costruzione divertente ed originale, in grado sol-
plica la tione al circuito, si ottiene un lampo tanto di attrarre lattenzione o la curiositá di
di luce da una lampada, al quale succede l'av- amici e conoscenti.
viamento di un generatore che provoca l'emissione
di una nota attraverso un piccolo altoparlante.
Contemporaneamente ai fenomeni elettroacusti- IL CIRCUITO ELETTRICO
ci ora citati e possibile provocare l'accensione
di una seconda lampada a luminositá anche in- Il circuito del carillon psichedelico e composto
tensa. da due partí tra loro distinte: quella del gene-
Dopo qualche secondo (1-2) si ottiene lo spegni- ratore audio di tipo a multivibratore e quella
mento della seconda lampada e il contempora- del relé temporizzato che scandisce la durata
neo smorzamento del segnale acustico. Tutto ció del ciclo.

748
LA SERIE DEGLI APPARATI SEMPLICI, DIVERTENTI E PRATICI, INIZIATA
IL MESE SCORSO, CONTINUA IN QUESTO FASCICOLO CON LA PRE-
SENTAZIONE DI UN PROGETTO CHE, CON IL SUONO, ACCOMPAGNA,
QUASI MUSICALMENTE, L' ACCENDERSI E SPEGNERSI DI DUE LAMPA-
DINE.

CARILLON
PSICHEDELICO
Il circuito del relé temporizzato e concettualmen- FUNZI0NAMENT0 DELL'AUDIO
te molto simile a quello di un campanello elet-
trico a corrente continua, perché funziona sullo Quando il relé scatta, la lampada LPl, il con-
stesso principio. L'unica variante e rappresen- densatore elettrolitico C4 e l'avvolgimento del
tata dall'inserimento di un condensatore di ele- relé RL vengono esclusi dal circuito di alimen-
vata capacita, che rallenta notevolmente il pro- tazione. La corrente invece fluisce attraverso il
cesso automatico di interruzione e avviamento contatto chiuso del relé e raggiunge la rimanente
del relé. parte del circuito del carillon, cioé il circuito
Come si puó notare, osservando lo schema di audio.
figura 1, all'atto dell'accensione dell'apparecchio, Il tempo durante il quale il relé rimane eccitato
il relé RL risulta collegato al circuito alimenta- dipende dal valore capacitivo del condensatore
tore attraverso i suoi stessi contatti e la lampa- elettrolitico C4. E questa eccitazione perdura an-
dina LPl. Il relé, dunque, non scatta imme- che quando il circuito di alimentazione viene
diatamente nel momento in cui si alimenta il escluso. Perché, come si sa, il condensatore elet-
circuito, perché ció e impedito dalla presenza trolitico e un serbatoio di energia elettrica che
del condensatore elettrolitico C4, che provvede viene restituita, in un secondo tempo, quando
a ritardare l'azione del relé stesso. Soltanto quan- viene a mancare l'alimentazione diretta. Dunque,
do il condensatore elettrolitico C4 risulta suff- il valore capacitivo del condensatore elettrolitico
cientemente carico, attraverso la lampada LPl, la C4 stabilisce anche il tempo di eccitazione del
corrente comincia a fluire copiosamente anche relé, cioé di chiusura dei suoi contatti, quando
attraverso l'avvolgimento del relé, provocandone il circuito di alimentazione risulta escluso.
lo scatto. Siamo giunti ora alla seguente analisi dello sta-
Dunque, durante questa prima fase elettrica del to elettrico del circuito del carillon: il relé RL
carillon psichedelico, la lampada LPl emette un risulta eccitato e la lampada LPl rimane accesa
fascio di luce intensa. anche se l'alimentazione e esclusa. In questo stes-

749
Fig. 1 - Circuito elettrico del carillon psichedelico. Gli
effetti elettroacustici vengono offerti dalle due lampa-
de e dall'altoparlante. 11 relé pilota la lampada LP1, il
multivibratore (T R1-TR2) pilota !'alto parlante.

R5

v@
11
11

R4 AP LP1

so momento funziona la seconda parte del circui-


to del carillon, cioé funziona il multivibratore, la
cui uscita e rappresentata da un piccolo altopar-
lante, e si accende anche la lampada ausiliaria
LP2.

IL MULTIVIBRATORE

Ne! circuito elettrico di figura 1 la lampada ausi-


liaria LP2 e stata inserita mediante linee trat-
teggiate. Cío significa che il suo inserimento non
e assolutamente necessario, anche se la presenza
di questo elemento non pregiudica il funziona-
mento del circuito.
II circuito audio, realizzato con un semplice
circuito multivibratore a due transistor, e uno

750
dei piü semplici circuiti di multivibratore con La presenza del condensatore C3 permette di
il quale sia possibile generare un segnale audio creare un ritorno del segnale di bassa frequenza
di discreta potenza. 11 vantaggio che questo dall'uscita del circuito del multivibratore alla sua
circuito presenta rispetto ad altri della stessa entrata. In pratica, il segnale presente sul collet-
natura e costituito dalla mancanza di componen- tore del transistor TR2 puó raggiungere l'alto-
ti di diffcile reperibilitá commerciale e costosi, parlante, per trasformarsi in suono e puó rag-
nonché dall'assenza di elementi critici. giungere la base del transistor TRI, cioé l'en-
Il multivibratore puó essere concepito come un trata del multivibratore, attraverso il condensa-
circuito amplificatore a due transistor « reaziona- tore C3. Si genera in tal modo una reazione e,
to» tramite un condensatore, in modo da produr- conseguentemente, una oscillazione del sistema.
re oscillazioni elettriche. Attribuendo ai condensatori C2-C3 valori capa-
I due transistor TR1-TR2 rappresentano gli ele- citivi appropriati, e facile fare in modo che la
menti amplificatori di due stadi accoppiati capa- frequenza, generata a causa della reazione, rien-
citivamente tramite il condensatore C2. tri nella gamma audio, cioé nello spettro sonoro,

o o

o o

Fig. 2 - Cablaggio del carillon psichedelico. Sul pan-


nello frontale dell'apparato risultano applicati: l'alto-
parlante, la lampada LP1 ed eventualmente qualche al-
tra lampada.

751
TEMPO 1

4
Fig. 3- Diagramma caratteristico dell'andamento del-
la tensione sul collettore del transistor TR2, cioé sui
terminali dell'altoparlante.

provocando l'emissione di una nota acustica at- mediatamente, ma continua ancora per un po' di
traverso l'altoparlante AP che deve avere un va- tempo la propria azione, a causa del ritardo in-
lore adatto di impedenza, costituendo l'elemen- trodotto da! condensatore elettrolitico C1. Il ri-
to di carico di collettore di TR2. cioé del cir- sultato e il seguente: il suono emesso dall'alto-
cuito di uscita del multivibratore. parlante non cessa bruscamente, ma si affievolisce
Quando a causa della diseccitazione del relé RL dolcemente, accentuando ancor píu i fenomeni di
viene a mancare l'alímentazione al circuito del originalita del carillon psichedelico.
multivibratore, questo non cessa di funzionare im- I successivi cicli del multivibratore, cioé i suc-
cessivi cicli sonori, offrono all'ascoltatore la sen-
sazione del suono emesso da una sirena, la cui
intermittenza e regolata dal condensatore elet-
trolitico C4, mentre la frequenza risulta stabilita
dai valori di C2-C3; il decadimento e invece de-
termina to da! condensatore elettrolitico C1. In
figura 3 e riportato il diagramma caratteristico
dell'andamento della tensione, cioé del segnale
di bassa frequenza, su! collettore del transistor
TR2, ovvero sui terminali del'altoparlante.
Fig. 4 - L'alimentazione del circuito del carillon puó
essere ottenuta collegando, in serie fra di loro, tre
pile piatte del valore di 4,5 V ciascuna. l pulsanti P1-
P2, collegati in serie alla linea negativa di alimenta-
ALIMENTAZIONE
zione, permettono di avviare il funzionamento del ca-
rillon in luoghi diversi e lontani fra loro. Come indicato nello schema elettrico di figura 1,
il circuito del carillon psichedelico deve essere
alimentato con una tensione continua di valore
compreso fra i 13,5 e i 16 V.
Questa tensione potra essere prelevata da tre pile
piatte collegate in serie tra di loro; cosl come
indicato in figura 4. Ma volendo evitare !'uso
4,I
~v w delle pile e sempre possibile costruire un alimen-
% tatore che prelevi la necessaria energía elettrica
~
O) 13,5
dalla rete-luce, con la tensione alternata di 220 V.
Questo tipo di alimentatore e rappresentato in
figura 5.

1/ r
I"
l'. A
I diodi raddrizzatori DI-D2-D3-D4 non sono
elementi critici; essi potranno essere sostituiti
con un ponte di diodi da 30 V- 300 mA.
In entrambi i tipi di alimentazione, in quello a
pile riportato in figura 4 e in quello a corrente
alternata riportato in figura 5, si dovranno utiliz-
zare due pulsanti (PI-P2) in modo da poter age-
volmente pilotare l'intero circuito. I due pulsan-
ti possono anche essere sostituiti con un interrut-
tore.

752
CARACOL
RADIORICEVITORE IN SCATOLA DI MONTAGGIO

8 TRANSISTOR

2 GAMME D'ONDA

Riceve tutte le principali emittenti ad onde medie LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA


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Fig. 5 - L'alimentazione
del carillon psichedelico
puo ess ere ottenuta per
C1 = 2.000 F - 25 VI. (elettrolitico)
mezz o di un alimenta tore T1 = trasf. per campanelli (prim. 220 V-sec.
munito di trasfo rmatore 12 V)
per campanelli elettrici a D1-2-D3-D4 = 10D4 o BY126
12 V. La presenza di due P1.P2 = interrutt. a pulsante
pulsa nti (P1-P2) si giusti-
fica cosi:
l'apparecchio puo ess ere
sistemato nel punto in cui
normalmente sono presen-
COMPONENTI
ti delle persone, che pos-
sono ascoltare il suono e-
messo dall'altoparlante o
vedere gli effetti luminosi
prodotti dalla lampada LP1
e da eventuali altre lam-
pade collegate nel modo
indicato nello schema e-
lettrico di figura 1 (LP2).
Tuttavia, chi vuol far fun-
zionare il carillon, a scO- T1
po di richiamo, di aliarme,
di informazione, ecc., puo
trovarsi in luoghi diversi e
lontani da quello in cui e
íl
sistemato l'apparato. Ecco 12V
perché in questo schema,
e in quello di figura 4, ab-
biamo disegnato due pul-
santi-interruttori, collegati
In parallelo fra loro e in
d- 16 V
serie con la linea di ali-
mentazione negativa. Que- 11 11
e
sti pulsanti possono esse-
I P2
re anche di piu, a seconda
delle necessita dell'opera-
tore o degli operatori.
l. l

SEC. 8 D..
A

AP
8n
t
Fig. 6 - L'altoparlante necessario per produrre gli ef-
fetti sonori deve avere un'impedenza di 30 ohm o piü.
Non trovando in commercio un altoparlante di questo
tipo, si dovra collegare all'uscita del multivibratore un
trasformatore d'uscita per circuiti transistorizzati, ser-
vendosi dei due terminali estremi (A-C) e lasciando
inutilizzato il terminale centrale (B). Mediante questo
accorgimento si possono utilizzare altoparlanti con im-
pedenza da 4-8 ohm.

754
REALIZZAZIONE
Fig. 7 - Con questo dise-
In figura 2 e presentato un esempio di piano di RL1 gno rappresentiamo, in
pianta, il relé del tipo di
cablaggio del carillon psichedelico, che non e quelli prescritti per il fun-
comunque vincolante in virtu della non criticitá @ @ zionamento del carillon
del progetto. Ricordiamo infatti che si tratta di 8CBIN psichedelico. Le sigle ri-
portate in corrispondenza
un apparato di bassa frequenza assolutamente pri- dei terminali risultano chia-
vo di elementi accordati o da accordare. ramente interpretate nel
I transistor TR1-TR2, per i quali prescriviamo i testo.
e:::::::¡
comuni 2N1711, possono essere facilmente so-
s ti tui ti con transistor corrispondenti. C r::::::J
Se si fa uso di un altoparlante con impedenza di
30 ohm, convengo no i transistor di tipo 2N1711- c::J
2N1613 o equivalenti, che risultano piü robu-
sti; se si usa un trasformatore d'uscita, allo scopo
di pareggiare le impedenze d'uscita del transi-
stor TR2 e d'entrata dell'altoparlante, conviene
utilizzare transistor di tipo BC107. F
Coloro che non riusciranno a reperire in com-
mercio un altoparlante con impedenza di 30 ohm,
o superiore a tale valore, dovranno ricorrere al-
l'accorgimento riportato in figura 6. In questo
semplice circuito si sfrutta un trasformatore di
uscita in funzione di adattatore di impedenza, il nostro
mentre !'altoparlante puo essere caratterizzato da
un'impedenza di 4-8 ohm. II trasformatore d'u-
scita e del tipo di quelli adottati per i circuiti
transistorizzati; esso potra essere facilmente pre-
indirizzo é
levato da qualche piccolo ricevitore radio fuori
uso. Questi tipi di trasformatori sono normalmen-
te dotati di una presa intermedia nell'avvolgi-
mento primario; questa presa dovrá rimanere inu-
tilizzata, mentre verranno collegati al circuito i
due terminali estremi.
Per quanto riguarda il relé RLI questo dovrá
essere necessariamente di tipo molto sensibile,
per esempio da 12 V e 280 ± 350 ohm.
ELETTRONICA
In figura 7 e riportato il disegno in pianta di un
típico relé di questa serie, cioé dotato di un con-
tatto di scambio contrassegnato con la lettera C:
PRATICA
talvolta il morsetto comune o morsetto di scam-
bio e contrassegnato con la sigla COM; la sigla
NC indica il contatto normalmente chiuso, quel-
lo, tanto per intenderci, che deve essere collegato
con il terminale negativo del condensatore elet-
trolitico C4 e con la resistenza R6; la sigla NA
sta ad indicare il contatto normalmente aperto;
Via Zuretti 52
questa sigla viene talvolta sostituita con la sigla
NO normally open).
Coloro che non riuscissero a reperire in com-
mercio un relé di questo tipo, potranno utilmen-
20125 - Milano
te ricorrere agli ottimi relé REED (attenzione:
relé e non ampolle!), che mol to spesso si rie-
scono a reperire facilmente e a basso costo nei
Tel. 6891945
mercati surplus.

755
E' ASSAI DIFFICILE PRODURRE ...
ARTIGIANALMENTE I SUONI EMES-
SI DA UNO STRUMENTO MUSICA-
LE CLASSICO PER MEZZO DELL'E-
LETTRONICA. IN QUESTO AHTICO-
LO PROPONIAMO Al NOSTRI LET-
TORI UNA... TRACCIA TECNICA
PER LA CONOSCENZA DI QUESTO
NUOVO MONDO ELETTROMUSI-
CALE.

a B

---~;
:,
+..

FILTRI
• - -•u
·. , .5 · ·, .. _. A
:1·-c . ·. · ·' 'i'LI'
M :"--,_.·-·_. _.·.: .• -~ _' ·_. _; .. ·--:.~~·._.; • .... __ • - ·• -
L'elettronica, giá da parecchi anni, e entrata a effettive diventano cosl 12. Esse sono: do, do
far parte del mondo della musica. Sono stati i diesis, re, re diesis, mi, fa, fa diesis, sol, sol diesis,
giovani, e coloro che amano uscire dal tradizio- la, la diesis, si.
nale, ad imporre taluni strumenti e, con essi, L'insieme di tutte le frequenze, comprese fra due
alcune... stravaganze musicali che, con gli stru- note successive dello stesso nome, per esempio
menti classici, non si sarebbero mai ottenute. fra due do, prende il nome di ottava.
E' nato cosi un settore nuovo, quello elettromu- Due note uguali di ottave contigue differiscono
sicale, che tutti noi abbiamo il dovere di cono- per un rapporto di frequenza pari a 2. Ció si-
scere, per saper riparare questo o quell'apparato, gnifica che ad ogni ottava si ha un raddoppio
apportandovi questa o quella variante. di frequenza.
Ma per meglio capire in che modo sia possibile La distanza in frequenza fra due semitoni e
oggi produrre musica con circuiti elettronici, sempre costante e vale 1.059. Ad esempio, se
sara bene soflermarsi un po' sulla natura stessa indichíamo con «f» il valore della frequenza di
della musica. un do, il valore di frequenza di un do diesis sara
di 1,059 f.
E' quindi evidente che la suddivisione delle note
SUDDIVISIONE DELLE NOTE MUSICAL!
musicali non e stata fatta arbitrariamente, ad
Anche il profano sa che le note musicali sono 7. orecchio, ma sulle basi di precise formulazioni
Ma ogni strumento musicale e in grado di far matematiche, dato che l'insieme delle note co-
ascoltare un « tono » e un « semitono ». Le note stituísce una progressíone geometrica paria 1,059.

FREQUENZA E FORMA

Ogni nota musicale, da qualunque strumento


provenga, risulta caratterizzata dalla frequenza

757
del suono e dalla forma d'onda. Quest'ultima
e caratteristíca dello strumento musicale, per cui
• facile accorgersi che il do emesso da un clari-
110, ad esempio, e diverso da quello generato da
un pianoforte o da un violino.
La forma d'onda delle note musicali riveste
quindi una notevole importanza nella produzio-
@ ne della musica elettronica. Ecco perché ci si
deve preoccupare del modo con cui e possibile
2
mutare la forma d'cnda di un suono elettronico.

VARIETA' DI FILTRI
@ Supponiamo di aver a disposizione un segnale a
l
t b forma di onda quadra; tale supposizione e al-
«T1 quanto verosimile perché questa e generalmen-
_I 1 1 te la forma d'onda prelevabile dagli stadi oscil-
N iki -y- -_l. { '
latori - divisori di un organo elettronico.
Questo problema puo essere facilmente risolto
ricorrendo ai filtri... quasi integratori o... quasi
1 derivatori. •
1
1 Facciamo riferimento alla figura 1 e supponia-
-,--.f_-E mo di aver a disposizione un'onda quadra come
4+ T1 !1 quella riprodotta in B.
Proponiamoci ora di ottenere una forma don-
o 13 da come quella riportata in C. Ebbene, per rag-

a[ 2 o R 3 ol
giungere tale risultato sara sufficiente servirsi di
semplici componenti passivi, realizzando con es-
si il circuito ... quasi derivatore (o passa-alto), se-
condo lo schema riportato in D.
l valori dei componenti R-C determinano la pen-
denza del tratto discendente dell'onda quadra.
In particolare, assume notevole importanza il
prodotto R x C = t (valutato in secondi), per-
® ché si puo supporre, con buona approssimazione,
che dopo il tempo 2 -;- 3 t, l'onda ritorni a
zero.
Se il periodo dell'onda quadra, cioé !'inverso
della frequenza, vale Tl, si dovranno calcola-
re R-C in modo che si abbia: t = T : 5 -;- 6;
1 1 cio allo scopo di ottenere il diagramma riportato
1
- 1_ - -,- - -'-
1
-l
1
in C di figura l.

® 1 1
1
1 Se il periodo t risultasse piu piccolo di quello
sopra calcolato, si otterrebbe una forma d'onda
del tipo di quella riportata in E.

_,_ -
e],
1! 1 1
Tuttavia, se cambia il valore della frequenza in
entrata, per esempio se questo valore risulta di-
mezzato, per ottenere la stessa forma d'onda, quel-
la riportata in F, e necessario ridimensionare il
1,-21, circuito raddoppiando anche il valore della co-
stante di tempo t.
Si viene cosi a creare un grosso problema per la
realizzazione della musica elettronica, perché non
FIGURA 1 i· assolutamente possibile impiegare un solo fil-
1 ro per tutte le frequenze, quando all'uscita si

758
f
R1
o HN,/ o
GLI A TTREZZI
ENTR. c1 use. ® DEL
) t
PRINCIPIANTE
1

1
use. @a
)) 7 l

FIGURA 2 ........
uole ottenere una ben determinata forma di
IN UN UNICO KIT
onda.
Sarebbe peraltro impensabile dover fornire ad PER SOLE
ogni nota un filtro formatore, rendendo il pro-
lema tecnicamente impossibile e molto costoso.
Ecco perché normalmente si ricorre ad un com-
LIRE 7.500
promesso, utilizzando uno stesso filtro per una o

CONTIENE:
FIGURA 3 1 saldatore istantaneo (220 V - 90 W)
1 punta rame -di ricambio
1 scatola pasta saldante
90 cm. di stagno preparato in tubetto
1 chiave per operazioni ricambio punta saldatore
paio forbici isolate
pinzetta a molle in acciaio inossidabile con
punte internamente zigrinate
@ cacciavite isolato alla tensione di 15000 V
4 lame intercambiabili per cacciavite con innesto
a croce
1 _,
ARMONICHE
·2----;;--------- --- - --- -------··
--- -------


th l
0,5 - -3- ¡ - - - -8 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ---• Le richieste del kit degli ~ ATTREZZI DEL PRIN-
-1 s 7 1 9 10 112131---18 19
1 1 1 1 1 1 -
- - - - - - - - -- CIPIANTE » debbono essere fatte a: Elettronica
0 1 1 Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti n. 52, in-
o 500 1000 1500 2000 '
2500 3000 2500 viando anticipatamente !'importo di L. 7 .500 a
FREO. HZ mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482 (spese
di spedizione comprese).
FIGURA 4 ......
@
©
±;: '

1
«f
..J
~, 1 -------------------
0.s
1 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -· «d
u» ARMONICHE 5 6 7
: o,s - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - @ az
• 1
O
1 ' '• ' '• 1 1 1
N 2 -- 3 - --------------- 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500
• s «f
FREO. HZ
~ o '------t------J---,'----~--'-----r~-.----,
3 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500
FREO.. HZ

FIGURA 5 FIGURA 7

@ Talvolta si utilizza addirittura un solo filtro per


tutte le ottave esistenti nello strumento, quando
ovviamente l'economicita impone il sopravvento

0,5
- . --------------------------------
ARMONICHE 1® sulla qualita.
In figura 2 sono riportati tre tipici esempi di filtri
elettronici R-C. Il primo e un passa-alto o quasi
integratore; il secondo e un passa-basso a doppio
stadio del tutto simile a quello riportato in figura
500 1000 1500 2000 2500 3000 3500
FRECl.UENZA

FIGURA 8

®
®
--·1 --- ------- ------ ---
ARMONJCHE
--- ------
@
1 AR

EL,
2

0 1 1 i I i 1 1
:l O 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500
FREO.. HZ
X4

FIGURA 6 R R
®

760
propriati si potrebbe dire che la forma di un
e
suono caratterizzata da! contenuto armonico, os-
sía da! modo in cuí le varie armoniche della fre-
quenza fondamentale del suono si compongono
nel formare la nota musicale.
@ Con il termine « armonica », lo ripetiamo anco-
ra una volta, si definisce una frequenza sinusoi-
dale multipla, intera, della frequenza sinusoidale

pie
0,5 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -·
[
@
fondamentale.
Matematicamente e possibile dimostrare che qual-
º 11 li ,-, :- - - - - ,- - - . -;- - - - ~ - - - - - .- - - - - ~ - - - - : - - siasi forma periodica, che si ripete con una certa
500 1000 1500 2000 2500 3000 3500
frequenza f, e ottenibile mediante la sovrappo-
FREO. HZ
sizione di un'onda sinusoidale, di frequenza f,
chiamata fondamentale, e di un certo numero di
onde, sempre di tipo sinusoidale, di frequenza
multipla della prima (2 f, 3 f, 4 f, ecc ... ). Tali
FIGURA 9
• onde sono chiamate « armoniche ».
In figura 3 e riportato il grafico rappresentativo
dello spettro di frequenze di un segnale in esame.
e
Esso ottenuto schematicamente tramite la com-
posizione dei contenuti armonici di un segnale,
per mezzo di segmenti proporzionali alle ampiezze
delle arrnoniche.
In A e riportato il diagramma di un do generato
D. L'ultimo e
un doppio stadio passa-basso, si- da un pianoforte alla frequenza di 130,79 Hz; in
rile a quello riportato in A. B di figura 3 e
riportato invece il relativo spet-
tro di frequenze.
Un do dello stesso pianoforte, ma alla frequenza
IL SUONO E LE ARMONICHE di 523,16 Hz, assume una forma completamente
diversa; di cío e facile rendersi conto confron-
Abbiamo giá avuto occasione di dire che qual- tando il disegno di figura 3 con quello di figura 4.
siasi suono e
caratterizzato dalla frequenza e E dopo tali considerazioni risulta evidente che e
dalla forma. In termini piu scientificamente ap- assai difficile realizzare elettronicamente filtri che
« fermino » esattamente il segnale di un piano-
forte. Ma per fortuna anche in questo caso la
natura ci e... amica, tanto da farci sembrare
uguali anche due suoni tra loro molto diversi. Il
nostro orecchio, infatti, non distingue la vocale
«a», emessa dalla voce umana, alla frequenza
di 146 Hz ( figura 5), dalla vocal e «a» emessa
FIGURA 10 alla frequenza di 220 Hz (questi suoni corrispon-
dono press'a poco alle note musicali re e la.
Eccettuato ovviamente il cambio di tonalita, non
si ha alcun cambiamento del timbro della voce,
mentre in realta i due suoni sono tra loro molto
diversi.
Negli strumenti elettronici si imita quindi il suo-
no dello strumento musicale classico indipenden-
temente da ció che puó essere P'imitazione della
forma d'onda.
Le figure 6-7 propongono altre due rappresenta-
e
zioni di note musicali. La prima un sol di vio-
lino, alla frequenza di 440 Hz; la seconda e un
do di clarinetto alla frequenza di 261 Hz. II
lettore potra notare i differenti spettri acustici;
e
il primo (figura 6) molto regolare, l'altro (figura
7) e privo di talune armoniche, con predominio

761
1 FASCICOLI
ARRETRATI @
DI
@
ELETTRONICA
PRATICA
sono le « perle » di una prezio-
r 1
sa collana tecnico-pratica, che
porta in casa vostra il piacere
e il fascino di una disciplina mo-
derna, proiettata nel futuro, che
i nteressa tutti: lavoratori e stu-
e
de nti, professionisti e studiosi,
giovani e meno giovani.

e
RICHIEDETECELI
FIGURA 11

SUBITO
PRIMA CHE
delle armoniche di ordine elevato (8-9-10), che
caratterizzano il suono dello strumento (suono
abbastanza acuto).

SI ESAURISCANO LA SINTONIZZAZIONE

Quando si vuol costruire, con precisione, un de-


terminato suono, si <leve ricorrere alla sintetiz-
inviando, per ogni fascicolo, zazione, cioé alla somma delle varíe armoniche
del segnale secondo un particolare spettro. Oc-
l'importo di L. 700 a mezzo va- corre inoltre tener presente che, per l'imitazione
glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz- di un certo strumento, lo spettro di frequenze su-
zando le vostre richieste a: bisce una 'modifica con la frequenza stessa, cosi
ELETTRONICA PRATICA come si e potuto constatare nei diagrammi ri-
20125 MILANO - Via Zuretti, 52. portati nelle figure 3-4. Ecco perché un sintetiz-
zatore <leve essere un vero e proprio elaboratore
elettronico, anche di ragguardevoli dimensioni,

762
AMPLIFICATORE BF
50 WATT
IN SCATOLA
DI MONTAGGID
L. 21500
CARA TTERISTICHE
Potenza musicale 50W
Potenza continua 45 W
lmpedenza d'uscita 4 ohm
lmpedenza entrata El superiore a 100.00 ohm
lmpedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Sensibilita entrata E1 100 mV per 45 W
Sensibilitá entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. - 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W
Sem iconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodi al silicio
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W

11 kit e comprensivo di tutti gli


Questa scatola di montaggio, veramente pre- elementi necessari per la realiz-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- zazione dell'amplificatore ripro-
fícatore di potenza, appositamente concepito dotto nella foto. Per il suo com-
per l'accoppiamento con la chítarra elettríca,
é dotato di due entrate ed é quíndi adattabile pletamento il lettore dovra pro-
a molte altre sorgenti di segnali BF, cosi da curarsi, per proprio conto, gli al-
rendere l'apparato utilissimo per gli usi piu
svariati. toparlanti e il contenitore.
l kit e comprensivo d tutti gli elementi necessari per la real+z
zazione dell'amplificatore riprodotto nella foto. Per il suo com-
pletamento il lettore dovra procurarsi, per proprio conto, gli
altoparlante il contenitore.

LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA L. 21.500. Per richiederla occorre lnviare


11 relativo importo a mezzo vaglia o e.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRA-
TICA - 20125 MILANO - Via Zureti 52 (nel prezzo sono comprese anche le spese
di spedizione).
o
- -T -
C1 = 33.000 pF


C4 R4
C2 = 33.000 pF

- ;
ENTR. use. @ c3 = 22.000 pF
C4 = 12.000 pF
Rt = 22.000 ohm
o o R2 = 22.000 ohm
R3 = 22.000 ohm
R4 = 10.000 ohm


C1 = 22.000 pF
C2 = 22.000 pF
@
ENTR.
L. L use. R1 = 82 ohm

¡
R2 = 100.000 ohm
o r o
R3
R4
= 3.200
= 33.000
ohm
ohm

Rl R2 o
ll,,
ENTR.
f L.
T
use. ©

c1
C2
R1
R2
z1
=
=
=
12.000
12.000
82
= 220.000
= 2
pF
pF
ohm
ohm
H

o] R1 Cl 21
www R2


11
C1 _ 10.000 pF
use. @ C2 : 15.000 pF

1
ENTR.
R1 : 4.700 ohm
o R2 : 470.000 ohm
o - 2H
21 =

Rl
11

1 o C1 = 1.000 pF


C2 = 1.000 pF
C3 = 820 pF
ENTR. $- 3 use.
® R1
R2
= 100.000
= 22.000
ohm
ohm
R3 = 22.000 ohm

764
• FIGURA 12
S7 S8 S9 S10 S11 S12 S13

S6
R3 R4 R5
.1.
C3 C4
ea5 /S14

l
r S5
i!%
<9 (6) ~

·I
' 11 - /S16

rrzrc !
Z2 2 1 26 25
C1 C6

.....
S3 S17

nel quale e necessario talvolta introdurre un pro- FIGURA 13


gramma per ottenere l'imitazíone.
I sintetizzatori di tipo commerciale provvedono
a comporre i segnali in modo da generare effetti
Condenaatori
Ct = 100.000 pF
R4
R5
-
111 22.000 ohm
10.000

---
ohm
particolari, talvolta simili a quelli generati dagli
strumenti musicali veri e propri, anche se la
C2
C3
= 22.000
1.000
pF 82 ohm
R6
·- 22.000 ohm
pF R7
--
miscelazione e da ritenersi rígida. Infatti e l'o- C4 10.000 pF
Impedenze
peratore che provvede a <losare i vari segnali da C5 22.GOO
Zt pF
= 4H
C6 = 100.000
Z2 pf
== 2H

--=
miscelare, c:osi che una volta fissata una certa
Resistenze Z3 = 2 H
R1 22.000 ohm Z4 = 4 H
R2 82 ohm Z5 = 2H
R3 22.000 ohm Z8 = 4H
FIGURA 14

use.

765
disposizione dei comandi, questi non subiscono l'organo elettronico: il do (65 Hz) di un violon-
variazioni col variare della frequenza come in- cello e il do ( 130,8 Hz) di un trombone.
vece sarebbe necessario per la ricostruzione fe- Normalmente le forme d'onde piü utilizzate ne-
dele di uno strumento musicale di tipo tradi- gli strumenti elettronici sono quelle riportate in
zionale. figura 11 A, cioé le forme d'onda a dente di se-
ga, con ritorno rapido.
Vengono utilizzate anche le forme d'onda a den-
DIFFICOLTA' DI REALIZZAZIONE te di sega con ritorno lento (figura 11 B), le
forme d'onda triangolari (figura 11 C); le for-
Per meglio comprendere le difficolta che po- me d'onda quadra simmetrica (figura 11 D) e
trebbero insorgere nel realizzare artigianalmente le onde quadrc asimmetriche (figura 11 E-F).
un sintetizzatore, basta osservare il disegno ri- In figura 12 riportiamo alcuni esempi di filtri per
portato in figura 8. In questo disegno viene rea- l'imitazione <leí seguenti strumenti: flauto (A),
lizzata la somma di un'onda fondamentale F clarinetto (B), oboe (C), tromba (D), strumenti a
con la seconda armonica, cosi da formare la ri- corde, violino, violoncello contrabbasso (E).
sultante R (diagramma A). In figura 12 F e riportato l'andamento del suo-
no imitato del clarinetto, che e ben diverso da
Il diagramma proposto in B, invece, rappre-
quanto si puo rilevare in figura 7.
senta l'esatto sistema di sintetizzazione. Tutta-
A conclusione di questo articolo presentiamo nelle
via, quando l'armonica risulta sfasata, la risul-
figure 13 e 14 gli schemi elettrico e pratico di un
tante cambia totalmente con risultati assai evi-
dispositivo multiplo per la generazione di filtri
denti.
su misura. U tilizzando combinazioni a piacere
Il sistema piü utilizzato, dunque, per l'imitazio- dei 19 elementi, si potranno ottenere fil tri passa-
ne di strumenti musicali, consiste nell'imi.tazione alto, passa-basso, passa-banda e molte altre com-
del solo suono, senza preoccupazione eccessiva di binazíoni che, globalmente, possono essere
ció che puó accadere alla forma d'onda del se- 262.000. Si potranno ovviamente sperimentare
gnale e allo spettro di potenza. altri valori di componenti, aggiungendo ulteriori
I diagrammi presentati nelle figure 9-10 mostrano rami al progetto originale e ció spetta allo spi-
rispettivamente due note musicali imitate con rito inventivo di ciascun lettore.

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONTAGGIO
La realizzazione di questo semplice ricevitore rap- COSTA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette- L. 2.900 (senza altoparlante)
re alla prova le proprie attitudini e capacita nella L. 3.500 (con altoparlante)
oratica della radio.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione de « ll ricevitore del principiante > sono contenuti in
una scatola di montaggio venduta dalla nostra organizzazione in due diverse versioni: a L. 2.900 senza
altoparlante e a L3.500 con altoparlante. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'im-
porto a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA 20125 MILANO - Via Zu-
retti n. 52.

766
CARICA BATTERIE
IN SCATOLA DI MONTAGGIO
ENTRATA: 220 V • 50 Hz
USCITA: 6 • 12 Vcc • 4 A L. 14.500

Tutti i componenti necessari per la realizzazione di questo apparato sono contenutl in


una scatola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazione al prezzo di L. 14.500.
Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'importo a mezzo vaglia o
c.c.p. n. 3/26482 intestato a: Elettronica Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
IL
- - - - - . RICEVITORE
. - . . .I~, - - - '"' . . _, •· - . - . - - . . . . _.} . --·- - DE
- -. - L
-.- -

Lo abbiamo chiamato cosi, perché a ben pochi stesso irnpegno con cui lo studente di musica si
lettori potrebbe saltare in mente concepire, allo esercita ne! solfeggio o lo scolaro assimila i ru-
stato attuale della tecnica, un ricevitore a val- dimenti della sintassi. Dunque la costruzione di
vole. Eppure, coloro che considerano questo argo- un ricevitore a valvole pi che un piacere puó
mento come un anacronismo, oppure come no- essere un sacrificio, ma un sacrificio necessario
stalgica rievocazione del passat o. sbagliano. Per- per completare la propria preparazione ne! set-
ché anche coloro che frequentano una scuola tore radiotecnico prima e in quello elettronico
con indirizzo tecnico, seguendo un ordine di stu- dopo.
di programmato, uniformemente distribuito ne!
tempo secondo i dettami della piü moderna di-
dattica, debbono inevitabilrnente conquistare un CIRCUITO A REAZIONE
risultato finale soltanto dopo l'attraversamento
di una lunga serie di tappe che debbono richia- Ogni circuito di ricevitore radio puo essere con-
rnarsi anche a motivi vecchi e superati. cepito in un modo diverso. Le varianti possono
Vogliamo dire che la costruzione di un ricevitore essere piü o meno accentuate, ma il principio con
a valvole, pur non rappresentando un lavoro ec- cui un progetto puó essere concepito non varia
cessivamente piacevole e bene accolto da tutti, rnolto. E per semplificare si potrebbe dire che,
deve essere affrontata con la stessa serieta e lo richiarnandoci alla storia della radiotecnica, i

768
r ALIZZANDO IN MuokTAGGIO A
á2E
COMMETTE UN PECCATO DI ANA-
3
CRONISMO,
«aIV' '
_
NE'
VE S1 COMBINO
Ol ¡-VI IV' .

PASSI INDIETRO NELLA TECNICA


ELETTRONICA. SI CONQUISTA IN-
VECE UNA TAPPA NELLO STUDIO
E NELLA
E l [lCAELLA nD1o
r¡1 ' DIDATTI· BADIO- nrn i

TECNICA.

LA NONNA
circuiti radio hanno assunto tre aspetti diversi. cosl, il ricevitore della nonna, in un certo qua]
Quello attuale, sia pure in forme diverse, e il senso, puo ancora considerarsi attuale, soprattut-
circuito supereterodina, cioé il circuito princi- to se il lettore studente di radiotecnica si propo-
palmente regolato dalla conversione di frequen- ne di raggiungere, con pochi elementi e con una
za. Andando indietro negli anni, si incontra il spesa limitata, un elevatissimo grado di sensibilita.
ricevitore radio ad amplificazione diretta; si trat- Ma che cosa significa « sensibilita »? Lo diciamo
ta di que! ricevitore radio di un tempo, di dimen- soltanto per i lettori principianti.
sioni mastodontiche, pieno di valvole termoio- La sensibilita di un ricevitore radio e la facolta
niche, che provvedevano ad amplificare il segnale di questo di ricevere emittenti radiofoniche mol-
radio presente nello spazio senza sottoporlo ad to lontane o debolissime.
alcun processo di cambiamento. Gli albori della
radiotecnica, invece, vengono ricordati con lo
storico ricevitore radio a reazione, quello che noi PRINCIPIO DELLA REAZIONE
ora chiamiamo « il ricevitore della nonna » e
che, ancor oggi, deve ritenersi uno dei ricevitori Abbiamo detto che il ricevitore radio a reazione
radio piu sensibili fra tutti; molto spesso assai piu e un ricevitore molto sensibile. Ma per quale
sensibile di un ricevitore radio transistorizzato e motivo? In che cosa consiste veramente il prin-
di tipo modernissimo. Dunque, se le cose stanno cipio della reazione?

769
ALTA FREQUENZA
CA TATA AL'ANI

O) ANT
IMP. F

L3 VV REAZ
l l e
CONO
FUGA

L1
v VOL.
ANT

CONO.
SIT
VV. SINT. CONO
FUGA

CONO
ANT.

MSSA

Fig. 1 - In questo schema parziale del ricevitore a tre


valvole, risultano interpretati, tramite sigle e simboli,
i processi della captazione delle onde radio, di sinto-
nizzazione e di reazione.

Per semplificare le risposte a queste domande ab- dal condensatore variabile di sintonía, raggiun-
biamo preparato lo schema, essenzialmente sim- gono la griglia controllo della valvola; interna-
bolico, riportato in figura 1, con il quale potremo mente alla valvola essi subiscono due processi
analizzare il principio della reazione, quella della radioelettrici : quello di rivelazione e quello di
sintonizzazione dei segnali e quello della rivela- amplificazione. Dunque, sulla placea della val-
zione. Ma cominciamo con ordine e passiamo vola Vl sono presentí soltanto le semionde di uno
senz'altro a discutere il principio della reazione. stesso tipo del segnale radio di alta frequenza
11 principio sul quale si basa il funzionamento presente all'ingresso della valvola (griglia con-
di un circuito a reazione e il seguente : si stabi- trollo), ma amplificate. Queste onde, o segnali
lisce un certo accoppiamento tra il circuito di radio, attraversano la bobina L3, che viene de-
placea e quello di griglia di una valvola amplif- nominata bobina di reazione.
catrice a radiofrequenza, in modo che la corren- Quando i segnali attraversano la bobina di rea-
te di placea ritorni nel circuito di griglia. Si zione (noi diciamo segnali ma in pratica si trat-
ottiene cosi un grado di amplficazione elevatis- ta di corrente elettrica), questi generano un cam-
simo; teoricamente infinito ma praticamente li- po elettromagnetico nello spazio circostante la
mita to tramite un comando manuale. bobina, il quale oscilla con lo stesso valore di
Osserviamo il disegno di figura 1. La valvola VI frequenza dei segnali che attraversano la bobina.
t un pentodo amplificatore e, nel nostro caso, 11 campo elettromagnetico coinvolge la bobina
rivelatore. I segnali radio, presenti nel circuito di sintonia L2, che si trova a breve distanza.
di sintonía, composto dall'avvolgimento L2 e Dunque, sulla bobina di sintonia, per la ben

770
\

nota legge dell'induzione elettromagnetica, si ge- toparlante trasformerebbe la voce e il suono in


nera una corrente elettrica, rappresentativa dei un fischio acuto. Questa regolazione si ottiene
segnali di alta frequenza amplificati dalla valvola, controllando il valore della tensione presente sul-
che si somma alla corrente giá presente nella bo- la griglia schermo della valvola VI (piedino 4
bina di sintonía, rinforzandola in modo da pre- dello zoccolo), tramite un potenziometro a va-
sentare nuovamente all'ingresso della valvola (gri- riazione lineare. Con questo potenziometro si
glia controllo) lo stesso segnale di alta frequenza regola, conseguentemente, il processo di amplifi-
notevolmente amplificato. Questo ciclo si ripete- cazione della valvola V1.
rebbe all'infinito. Ma ció non e possibile, perché
un eccessivo processo di amplificazione scaturi-
rebbe inevitabilmente nella produzione di un f- SINT0NIZZAZI0NE E RIVELAZI0NE
schio acutissimo e non in quella di un segnale
radio amplificato. I segnali radio captati dall'antenna generano, sui
Occorre dunque provvedere al controllo della terminali della bobina LI, una debole tensione
reazione, limitandola ad un valore, denominato ad alta frequenza; questa tensione produce un
valore di soglia, al di la del quale l'ascolto in al- campo elettromagnetico che coinvolge, a causa

AMPUFICATORE TUTTOFARE
AS21
in scatola di montaggio a L. 3. 750

11 kit permette di realizza-


re un modulo elettronico u-
tilissimo, da adattarsi alle
seguenti funzioni:
Amplificatore BF Caratteristiche elettriche del modulo
Sirena elettronica Tensione tipica di lavoro: 9 V
Aliarme elettronico
Consumo di corrente: 80 + 100 mA
Oscillatore BF
(emissione in codice mor- Potenza d'uscita: 0,3 W indistorti
se) lmpedenza d'uscita: 8 ohm

Tutti i componenti necessari per la realizzazione di questo apparato sono


contenuti in una scatola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazio-
ne al prezzo di L. 3.750. Le richieste debbono essere fatte inviando an-
ticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a:
Elettronica Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.

771
Fig. 2 - Schema generale de ri-
cevitore a reazione con uscita in
altoparlante e alimentazione da
rete-luce. 1 condensatori elettro-
litici C1 O-C11 sono contenuti in
un unico involucro, che prende
il nome di condensatore elettro-
litico doppio. Fatta eccezione per
le resistenze R7-R8, che debbono
essere da t W, tutte le altre re-
sistenze sono da ½ watt. L'in-


terruttore generale St e incorpo-
rato con il potenziometro di rea-

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zione R3.

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772
della vicinanza, la bobina di sintonia L2. Su que- l'avvolgimento"L2 e composto da un numero di
sta bobina si forma quindi una tensione, anch'es- spire maggiore. Ció significa che i due avvolgi-
sa rappresentativa dei segnali di alta frequenza, menti compongono un trasformatore in salita.
la quale produce una corrente che viene inviata Cioé un trasformatore elevatore di tensione. In
alla griglia controllo della valvola Vl. In serie pratica quindi la tensione presente sui terminali
con l'avvolgimento Ll e collegato il condensato- dell'avvolgimento L2, pur avendo le stesse carat-
re variabile C1; regolando questo condensatore teristiche di q u elle presen ti sui terminali di L 1,
si regolano le caratteristiche di ricezione del- assume un valore superiore.
l'antenna. In pratica, manovrando il perno del La bobina L2 e il condensatore variabile C2 com-
condensatore variabile C1, si adatta il tipo di pongono il circuito di sintonía. Si suole anche
antenna di cuí si fa uso alla bobina di entrata L 1 dire che questi due elementi formano un cir-
del ricevitore. II condensatore varia.hile Cl pren- cuito accordato o circuito risonante.
de anche il nome di condensatore d'antenna. Variando manualmente il valore capacitivo del
Abbiamo giá detto che i segnali di alta frequen- condensatore variabile C2, variano le caratteri-
za, cioé i seguali radio si trasferiscono induttiva- stiche radioelettriche del circuito accordato. Ma
mente dall'avvolgimento L1 all'avvolgimento L2. col variare delle caratteristiche di questo circuito
Come si puó notare, l'avvolgimento Ll e com- varia anche il tipo di segnale radio presente in
posto da un minor numero di spire, mentre esso. Ecco perché questo circuito prende il norne
di « circuito di sintonía».
I segnali radio si differenziano tra loro princi-
palmente per il valore della frequenza. ,
E per ogni valore di frequenza corrisponde una
precisa posizione del condensatore C2.
Ecco perché, quando si agisce su! condensatore
variabile di sintonía di ogni apparecchio radio,
si riesce a sentire una sola emittente radiofoni-
ca : quella la cuí frequenza corrisponde esatta-
men:e alla frequenza di risonanza del circuito di
sintonia.
Attraverso la valvola VI i segnali radio subi-
scono il processo di rivelazione. Esso consiste ne!
trasformare la corrente alterna.ta di alta fre-
quenza, relativa ai segnali radio in arrivo, in una
corrente unidirezionale di bassa frequenza. Que-
sto particolare tipo di corrente e presente a valle
dell'impedenza di alta frequenza Jl, la quale
blocca i segnali di alta frequenza e si lascia at-
traversare dai segnali di bassa frequenza.
La valvola quindi trasforma la corrente alterna-
ta in corrente unidirezionale; l'impedenza Jl
«filtra» questa corrente lasciandone passare sol-
tanto la parte a bassa frequenza.
II condensatore C4, situato a monte di J1 e col-
legato a massa, elimina la parte di alta fre-
quenza contenuta nelle semionde uscenti dalla
valvola Vl; esso viene anche chiamato conden-
satore di fuga.

AMPLIFICAZIONE BF

II condensatore C8, collegato con la griglia con-


trollo della valvola V2, blocco !'alta tensione pre-
sente a monte e lascia passare soltanto i segnali
di bassa frequenza, che debbono essere ulterior-
mente amplifica.ti dalla valvola V2 per poter pi-
lotare !'altoparlante.

773
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a
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w
z
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e:( Fig. 3 - Cablaggio del ri-
w cevitore trivalvolare visto
r dalla parte di sotto del te-
laio. Nella parte superiore
risultano inseriti le tre val-
vole, il trasformatore di a-
(X)
limentazione T2 e il con-
densatore elettrolitico dop-
u pio a vitone C1O-C11. L'al-
toparlante, il trasformato-
re d'uscita T1 e il conden-
e:( satore C12 formano un u-
z nico blocco, a parte.
o
1-
z
(/)

}
z
e:(

774
La valvola V2 e di tipo 6V6; si tratta di una carico anodico della valvola V2; infatti, sui suoi
valvola tetrodo amplificatore di potenza a bassa terminali e presente la differenza di potenziale
frequenza. Essa viene polarizzata tramite la resi- rappresentativa del segnale di bassa frequenza
stenza R7 e il condensatore catodico C9. amplificato dalla valvola V2. Ma il trasformato-
La resistenza di griglia R6 convoglia a massa re d'uscita svolge un altro importante compito;
quella parte di elettroni che, durante il lavoro esso trasforma ]'alta tensione e la bassa corrente,
della valvola, vengono ad accumularsi sulla gri- rappresentative dei segnali di bassa frequenza,
glia e, ad un certo punto, finirebbero per bloc- presenti nell'avvolgimento primario, in una bassa
care il funzionamento della valvola stessa. Si tensione e in una corrente elevata sull'avvolgi-
tratta di una resistenza di elevato valore ohmmi- rnento secondario. Nessun pericolo quindi se ca-
co, che non permette il passaggio a massa dei sualmente si tocca con le mani l'avvolgimento
segnali di bassa frequenza, mentre « pulisce » la secondario di T1, mentre puó essere pericoloso
griglia controllo dall'eccesso di elettroni. toccare l'avvolgimento primario. La corrente,
presente sull'avvolgimento secondario fluisce an-
che attraverso la bobina mobile dell'altoparlante.
IL TRASFORMATORE D'USCIT A Trattandosi di una corrente di elevata intensitá,
essa genera un campo elettromagnetico suffcien-
II trasformatore d'uscita TI, collegato sul circui- temente intenso, tanto da provocare gli sposta-
to anodico della valvola V2, svolge alcune im- menti del cono dell'altoparlante e, quindi, del-
portanti funzioni radioelettriche. Per esempio, l'aria antistante, dando origine al suono.
l'avvolgimento primario funge da elemento di Quando si acquista un altoparlante occorre sem-

alimentatore stabilizzato
J LLV con protezione elettronica
IN SCATOLA DI
MONTAGGIO
L. 18.500
CARATTERISTICHE
Tensione variabile in modo continuo: 0,7 V - 22 V
Corrente massima alfa mínima tensione: 1, 1 A
Ronzio residuo con assorbimento di 1 A: 1 mV
1 V d'uscita
Presenza di limitatore elettronico di corrente.
Protezione dell'alimentatore dalle correnti inverse.
Stabilizzazione termica.
Protezione contro le correnti inverse.

é un apparato assolutamente necessario a tutti


gli sperimentatori elettronici dilettanti e pro-
fessionisti.
11 kit e comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realizzazione dell'alimentatore riprodotto nel-
la foto. Per richiederlo basta inviare' l'importo di L. 18.500 a mezzo vaglia, assegno circolare o c.c.
p. n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICA PRATICA 20125 MILANO - Via Zuretti, 52 (nel prezzo so-
no comprese anche le spese di spedizione).

775
Fig. 4 - 11 trasformatore d'uscita T1 e fissato diretta-
mente, tramite viti, sul cestello dell'altoparlante. An-
che il condensatore C12 ecollegato, in parallelo all'av-
volgimento, primario di T1, direttamente sui terminali
di questo.

pre ricordarsi che il valore d'impedenza di que- P


sto <leve essere pari al valore d'impedenza dell'av-
volgimento secondario del trasformatore d'usci-
ta, perché soltanto rispettando queste condizioni
le emissioni sonore risultano prive di distorsione.

ALIMENTAZIONE

Il circuito del ricevitore radio necessita di due


tipi di tensioni: una tensione alternata a 6,3 V
per l'accensione dei filamenti delle valvole VI-V2
e una tensione continua, piuttosto elevata, neces-
saria per alimentare i circuiti anodici delle val-
vole : placche e griglie schermo. A tale scopo
provvede un apposito alimentatore, composto da!
trasformatore di alimentazione T2 e dalla valvola alla 6V6
raddrizzatrice V3.
Il trasformatore di alimentazione T2 e dalla val-
vola raddrizzatrice V3.
Il trasformatore di alimentazione T2 e dotato filtro. Nel nostro caso questo filtro e di tipo a
di un avvolgimento primario, adatto per essere «p greca » ed e composto dalla resistenza R8 e
alimentato con la tensione di rete-luce (220 V),
dai due condensatori elettrolitici C 10-Cl l. A
e di 3 avvolgimenti secondari.
valle di questo filtro la tensione anodica e per-
Essi sono: lavvolgimento a 6,3 V, che alimenta
fettamente livellata, cioé continua ed e in grado
il circuito di accensione delle valvole Vl-V2;
di alimentare le griglie schermo e le placche del-
l'avvolgimento a 5 V che alimenta il solo fila-
le valvole VI e V2
mento della valvola raddrizzatrice V3; l'avvol-
gimento ad alta tensione (250 -4 250 V), che ali- La lampada LP, collegata in parallelo con l'av-
menea le due placche della valvola V3. volgimento secondario a 6,3 V, e una lampada-
La valvola V3 e un doppio diodo, raddrizzatore spia; quando essa e accesa, l'utente e informato
delle due semionde; ció significa che la corrente sullo stato elettrico del circuito.
di elettroni, uscenti dal filamento, raggiungono
ora una placea ora l'altra perché le due placche
divengono positive alternativamente (quando una MONTAGGIO
e positiva, laltra e negativa).
Il flamento della valvola V3 funge anche da Il montaggio del ricevitore radio <leve essere fat-
catodo, perché da esso viene prelevata la cor- to su telaio metallico, seguendo il disegno di fi-
rente unidirezionale pulsante ad alta tensione, che gura 3. Esso comunque dovra essere eseguito in
alimenta direttamente il circuito anodico della due tempi diversi. Dapprima si eseguiranno tut-
valvola V2 attraverso l'avvolgimento primario te le operazioni di ordine meccanico, poi quelle
del trasformatore di uscita Tl. elettriche.
Questa corrente non puó essere utilizzata per gli Le operazioni meccaniche consistono nel fissag-
altri circuiti anodici, perché darebbe origine a gio al telaio degli zoccoli delle valvole, del tra-
ronzio. E' necessario quindi provvedere al livel- sform atore di alimentazione T2, del condensatore
lamento di questa corrente tramite un apposito elettrolitico doppio C 10-C 11, dei due conden-

776
satori variabili C1-C2, del potenziometro R3, di filo di rame smaltato del diametro di 0,3 mm.
della lampada-spia LP, dei terminali di massa, Per la bobina Ll si avvolgeranno 30 spire, per
ecc. L2 occorreranno 100 spire, mentre per L3 ba-
Poi si potra prendere in mano il saldatore e co- steranno soltanto 10 spire. I tre avvolgimenti do-
minciare ad eseguire le varie saldature a stagno vranno essere distanziati tra loro di alcuni mil-
dei conduttori e dei terminali dei componenti. limetri, prendendo lo spunto dal disegno della
II primo circuito che si dovra realizzare sara bobina di figura 3.
quello di accensione dei filamenti delle valvole. Una volta ultimato il ricevitore, esso dovra es-
Poi vía via si eseguiranno tutte le altre saldature. sere sottoposto al collaudo, accendendo il cir-
II trasformatore d'uscita e il condensatore C12 cuito tramite l'interruttore S1, regolando la rea-
verranno collegati direttamente su! cestello del- zione tramite il potenziometro R3, mettendo a
l'altoparlante, cosi come indicato in figura 4. punto il circuito d'antenna con il condensatore
La bobina d'antenna, quella di sintonía e quella variabile C1 e sintonizzando il ricevitore tramite
di reazione dovranno essere costruite servendosi il variabile C2.

Le prime
esperienze
del dilettante

RICEVITORE PER ONDE MEDIE' A 2 VALVOLE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 6.300 senza altoparlante
L. 7.000 con altoparlante
E' un kit necessario ad ogni principiante per 11 kit e corredato del fascicolo n. 2-1973 della
muovere i primi passi nello studio della radio- rivista , in cui e pubblicato l'articolo relativo
tecnica elementare. E' la sola guida sicura per al monta ggio dell'apparato. Le richieste debbono
comporre un radioa ppara to, senza il fastidio di essere fatte inviando anticipatamente l'importo
dover risolvere problemi di reperibllita di ma- a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/28482 intestato a:
teriali o di arrangiamenti talvolta impossibili. Elettronlca Pratica - 20125 (Mi) • Via Zureti, 52.

777
i;t

...·.•.•, ..
_«+

OGNI NEO - RADIOAMATORE ASPI-


RA SEMPRE ALL'AUTOCOSTRUZIO-
NE COMPLETA DELLA STAZIONE
RICETRASMITTENTE. IN QUESTO
ARTICOLO COMINCIAMO COLL'IN-
SEGNARE LA COSTRUZIONE DI
UN' ANTENNA DIRETTIVA, CHE RAP-
PRESENTA L'ELEMENTO ACCES-
SORIO PIU' IMPORTANTE DELLA
STAZIONE STESSA.

778
La banda dei 144 MHz costituisce il vessillo di
quel periodo di tempo destinato alla prova ed
alla conferma delle attitudini necessarie per en-
trare a far parte dell'ordine dei radioamatori.
Come e noto, infatti, e oggi possibile ottenere
una speciale licenza di trasmissione, per le fre-
quenze superiori a 144 MHz, sostenendo un sem-
plice esame teorico, cioé un esame per il quale
non e necessaria la conoscenza del codice Morse,
che ha sempre rappresentato un durissimo sco-
glio sul quale molto spesso si sono infrante le
speranze di volenterosi, futuri radioamatori.
La novitá di questa particolare patente VHF
costituisce un argomento particolarmente sentí-
to dai nostri lettori, dai quali riceviamo molte
lettere impostate su questo tema e ricche di do-
mande in proposito. Alcuni ci chiedono le norme
per la presentazione della domanda d'esame,
altri vogliono conoscere il programma di studio,
cioé gli argomenti sui quali dovranno dar prova
di maturita tecnica.
Dunque, il miglior modo per addentrarci ... nella
gamma dei 144 MHz e quello di interpretare·
dettagliatamente l'intera prassi per il consegui-
mento della patente, illustrando anche una par-
ticolare antenna direttiva in grado di lavorare,
nel migliore dei modi, su questa gamma di fre-
quenza.

LE SEDI D'ESAME

ANTENNA
La domanda d'ammissione agli esami per la pa-
tente VHF deve essere inoltrata ai « Circoli del-
le Costruzioni Telegrafiche e Telefoniche del Mi-
nistro delle Poste e Telecomunicazioni », che
hanno le loro sedi nelle seguenti cittá :

DIRE IVA Ancona


Bari
Bologna
Cagliari
Firenze
Genova

PER 1 Messina
Milano
Napoli
Palermo
Reggio Calabria
Roma

144 MHz
Sulmona
Torino
Udine
Venezia
Verona

779
500

330

UPP.
IZZONTALI
RAME
c/J2+3 mm

STAGNATURA

l 552
~

525
1

~- 501 Fig. 1 - Piano costruttivo dell'antenna direttiva per i


144 MHz. Essa risulta costruita principalmente con le-
gno e rame. 11 sostegno orizzontale, chiamato in ger-
go Boom, e lungo 100 cm circa.

780
I termini di presentazione delle domande sono :
il 30 aprile, per la sessione d'esame che si tiene
in maggio-giugno, il 30 settembre, per la sessio-
ne che si tiene in ottobre-novembre.
L'eta minima richiesta per ogni candidato e di
16 anni, mentre non esiste un limite massimo di
eta. Non sono neppure richiesti particolari titoli
di studio o professionali.
ABBO PERLA
SICUREZZA DI
LA DOMANDA D'AMMISSIONE
ALL'ESAME
NA RICEVERE
MENSILMENTE
La domanda dovra essere compilata su carta le-
gale, seguendo questo modello:
« al Circolo delle Costruzioni Telegrafiche e Te-
TEVI LA VOSTRA
RIVISTA
lefoniche di ...
Il sottoscritto ... nato a ... il... domiciliato a ... in
via ... n ... , al fine di ottenere la patente di opera-
tore di stazione di radioamatore, ai sensi del
D.P.R. 5 agosto 1966 n. 1214,
CHIEDE
di essere ammesso alla prossima sessione d'esami
che si terranno presso codesto spettabile Circolo.
Allego alla presente domanda:
A) n. 2 fotografie, di cui una legalizzata (o au- COME PREPARARSI TECNICAMENTE
tenticata).
B) n. 1 marca da bollo da L. 500 (salvo aumenti). Per qualsiasi informazione tecnica o didattica,
C) n. 1 dichiarazione cumulativa dell'Ufficio A- ci si <leve rivolgere all'ARI (Associazione Radio-
nagrafico (certificato da! quale risultino: naziona- tecnica Italiana). A questa stessa associazione si
lita, residenza, nascita, ecc, rilasciato dal Co- potra chiedere il « regolamento internazionale
mune). delle radiocomunicazioni » e i libri di testo piü
D) n. 1 attestato di versamento di L. 500 (salvo adatti per lo studio. L'indirizzo e il seguente:
aumenti) su! c.c.p. 1/11440, intestato alla dire- ARI - Via Scarlatti, 31 - 20124 MILANO.
zione P.PTT.- Roma, per rimborso spese
data... Firma ... »
COME ORGANIZZARSI

COME SI SVOLGE L'ESAME U na volta conseguita la licenza per i 144 MHz,


occorre affrontare il problema dell'organizzazio-
L'esame per il conseguimento della patente di ne della stazione ricetrasmittente.
operatore di stazione di radioamatore consiste in E' ovvio che ogni buon radioamatore aspira
una prova scritta della durata di 3 ore. La prova sempre ad autocostruirsi completamente la sta-
comprende due domande : una di carattere gene- zione. Purtroppo, invece, o per insufficiente pre-
rale, riguardante la radiotecnica, l'altra, piü spe- parazione professionale o per mancanza di tem-
cifica, riguardante i regolamenti di ricetrasmis- po e strumentazione adeguata, ci si <leve accon-
s1one. tentare della costruzione delle sole parti accesso-
Coloro che lo desiderassero, potranno sostenere ne.
la prova complementare, facoltativa, dell'esame E fra queste la piü importante e senza dubbio
di telegrafia, che si tiene normalmente il pome- l'antenna. Perché dall'antenna dipende in gran
riggio dello stesso giorno d'esame. parte il rendimento della stazione.
Per la trattazione degli argomenti d'esame non Esistono molti tipi di antenne. Alcune di queste
e richiesta una approfondita conoscenza della sono facilmente realizzabili, ma presentano ca-
materia, mentre si pretendono idee chiare sugli ar- ratteristiche mediocri. Altre, piü elaborate, ri-
gomenti fondamentali, anche soltanto a livello chiedono un certo impegno costruttivo e ripagano
descrittivo, senza la conoscenza o la formulazione abbondantemente i sacrifci del radioamatore con
di teorie fisiche-matematiche. il loro ottimo funzionamento.

781
Fig. 2 - Una volta costruita l'antenna,
occorrera individuare le po sizioni esatte [\N]
del riflettore e del direttore, quelle po-
sizioni che fomiscono il minor rapporto
onde stazionarie. H rosmetro permette
di effettuare con la massima precisione
questo particolare lavoro di taratura.

CAVO 52 n0

RICE TRASMETT.
ROSMET RO

L' ANTENNA DIRETTIVA Dunque, un segnale trasmesso con la potenza di


1 W potra essere ricevuto come quello della
L'antenna, la cui costruzione e interpretata in potenza di 6-7 W. Questa stessa osservazione
queste pagine, e di tipo direttivo ed assomiglia si estende anche al processo di trasmissione.
moltissirno ad una « Cubical Quad », cioé ad Poiché l'antenna e di tipo direttivo, con essa si
una delle migliori antenne adottate dai radioama- riusciranno ad eliminare tutti i segnali che non in-
tori nelle gamme decametriche. teressano, compresi quelli di forte intensitá, pur-
Questa antenna, pur essendo dotata di elevate ché provenienti da altre direzioni, diverse da
caratteristiche tecniche, e facilmente realizzabile quelle sulla quale viene orientata l'antenna. Ta-
con materiale di basso costo. le caratteristica permette di ricevere emittenti de-
boli, normalmente coperte da altre emittenti
piü forti.
CARATTERISTICHE DELL'ANTENNA Questo risultato non potrebbe essere ottenuto in
alcun modo con le normali antenne a stilo o
L'antenna direttiva, qui descritta, e dotata di tre ground-plane.
elementi. Essi sono: il radiatore, il riflettore, il Un dato molto importante, relativo alle antenne,
direttore. e rappresentato da! rapporto avanti/indietro.
II guadagno raggiunto e di 1 0- 11 dB rispetto Nella nostra antenna questo rapporto e di 20 -
ad un dipolo semplice. E ció significa un gua- 30 dB. Questo dato vuol significare che un se-
dagno di potenza di 6-7 volte in ricezione e in gnale ricevuto o trasmesso dal retro dell'anten-
trasmissione. na, viene attenuato di 20 - 60 volte rispetto a

782
quello ricevuto o trasmesso nclla direzione prin- Il radiatore verra fissato al centro del supporto
cipale. orizzontale, mentre il direttore e il riflettore ver-
Riassumiamo ne! seguente prospetto le caratte- ranno posizionati provvisoriamente alle distanze
ristiche di maggior interesse della nostra anten- indicate ne! disegno.
na • direttiva a tre elementi. Tali distanze verranno eventualmente ritoccate
Frequenza di lavoro 144-146 MHz in sede di messa a punto dell'antenna, in modo
Guadagno 10-11 dB da adattare perfettamente l'impedenza caratte-
Potenza max applicabile 500 W ristica dell'antenna stessa a quella d'uscita del
lmpedenza caratteristíca 50-52 ohm trasmettitore.
Rapporto avanti/indietro 20-30 dB Le posizioni del riflettore e del direttore, che
forniscono il minor ROS (rapporto onde staziona-
rie), dovranno essere individuate per tentativi
PIANO COSTRUTTIVO e con molta pazienza lungo la linea (figura 2).
Una volta ultimata la taratura dell'antenna, si
In figura 1 e rapprescntato il piano prospettivo potranno fissare definitivamente i supporti verti-
dell'antenna direttiva. cali al Boom, tagliando eventualmente le parti di
L'antenna e composta da un sostegno or1zzon- legno eccedenti.
tale che. in gergo radiantistico, viene denomi-
nato Boom.
II sostegno orizzontale e ottenuto con un regolo FISSAGGIO DEL CONNETTORE
di legno della lunghezza complessiva di 100 cm COASSIALE
circa. Il regolo, che e di sezione quadrata, potra
avere il lato di 3 cm. Per quanto riguarda il fissaggio del connettore
Con lo stesso tipo di materiale con cuí si rea- coassiale, esistono vari sistemi.
lizza il Boom, si costruiscono gli altri tre sup- In figura 3 rappresentiamo uno di questi siste-
porti verticali, le cui lunghezze saranno rispet- mi, che potra servire anche come elemento base
tivamente dí 54 cm, 55 cm, 60 cm. per coloro che vorranno fare altrimenti, seguen-
La partí metalliche dovranno essere realizzate do le proprie idee.
con filo di rame del diametro di 2-3 mm, secon- Allo scopo di preservare l'antenna dagli agenti
do le dimensioni espresse nel piano costruttivo di atmosferici, consigliamo di verniciare tutto, fatta
figura l. eccezione del filetto del connettore, con vernice
I supporti verticali dovranno essere fissati al protettiva sintetica.
Boom col metodo dell'incastro, attribuendo par- Presso i grossi rivenditori di materiali radioelet-
ticolare attenzione alla centratura dei tre ele- trici si possono trovare vernici protettive appo-
menti. sitamente prodotte per questo • uso.

o O
IL ROTORE

'p' suPP. VER TICALE Per completare il lavoro costruttivo dell'antenna,


VITI PER si dovrá utilizzare un rotore, in modo da poter
LEGNO
dirigere l'antenna stessa in un punto determina-
PIASTRINA ME TALLICA
to dello spazio. Questi elementi meccanici si
""Is TANz4roR possono acquistare direttamente in commercio,
tenendo conto che il loro costo e normalmente
elevato.
2
I Con un certo spirito di iniziativa, tuttavia, e
sempre possibile costruire • un rotore di fortuna,
adattando ad esempio il motorino di un tergi-
·°
OCCHET TONE MAS SA cristallo per auto, che e provvisto di riduttori di
velocitá. Questi elementi possono essere acqui-
stati presso i demolitori di auto.
Per concludere diciamo che alcuni problemi co-
struttivi dovranno essere risolti direttamente dal
Fig. 3 - L'antenna direttiva deve poter ruotare per rag-
giungere una particolare posizione. In questo disegno lettore che, sorretto dalla speranza di ottimi DX,
viene suggerita un'idea per la costruzione del rotore. saprá certamente superare quasi per gioco, cosí
come hanno giá fatto tutti i radioamatori.

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i questa Rubrica potranno avvalersi tutti quei lettori che sentiranno la
D necessita di offrire in vendita, ad altri lettori, componenti o apparati
elettronici, oppure coloro che vorranno rendere pubblica una richiesta
di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilita su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicita
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
pubblicati, annunci di carattere pubblicitario.
Coloro che vorranno servirsi di questa Rubrica, dovranno contenere il testo
nei limiti di 40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stam-
atello).

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potenza input: 100 mW
oscillatore: controllato a cristallo di quar-
zo
tolleranza di frequenza: meno di 0,005%,

Caratteristiche sezione ricevente


sistema di rivelazione: di tipo superri-
generativo
potenza audio: 100 mW
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scelgono la seconda forma di abbonamento,
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nica, necessario per la realizzazione di per-
fette saldature a stagno sui terminali dei se-
miconduttori e particolarmente indicato per i
circuiti stampati. E' maneggevole e leggero ed
assorbe la potenza di 20 W alla tensione al-
ternata di 220 V. Nel pacco contenente il sal-
datore sono pure inseriti 80 cm. di filo-stagno
scatola di pasta disossidante.

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Perché esso vi offre la possibilita di entrare in pos- su eventuali aumenti di prezzo di copertina, permet-
sesso, con la massima certezza, di 12 fascicoli della tendovi la raccolta sicura dei fascicoli dell'intera an-
Rivista, senza il timore di non trovarla piü in edicola, nata e, con essi, la libera scelta dei progetti che
dove si puo esaurire presto, nei primi giorni di ven- piü vi interessano.
dita.

788
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tecnici inerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Simbolo all'incontrario Una resistenza di meno

Ho rilevato un errore nel circuito elettrico del- Mi necessitano alcuni chiarimenti relativamente
l'alimentatore pubblicato a pagina 414 del fa- al progetto del relé pilotato dal suono presentato
scicolo di giugno dell'anno in corso. In questo alle pagine 204-205 del fascicolo di marzo di
schema infatti, il simbolo del diodo raddrizzatore quest'anno, ritenendo che questi chiarimenti pos-
D7 appare inserito all'incontrario, mentre il com- sano interessare anche molti altri lettori che, co-
ponente reale risulta esattamente disegnato nello me me, sono in procinto di realizzare quel pro-
schema pratico riportato a pagina 417. getto. Sul piano di cablaggio di pagina 205 non
FUNGHI SILVANO vedo la resistenza Rl. Noto inoltre che le resi-
Marino stenze R9-R13 risultano collegate con la base di
TR4, mentre sullo schema elettrico esse appaio-
La ringraziamo per la sua puntualizzazione e ci no collegate con il collettore di questo stesso tran-
rallegriamo con lei per l'attenzione rivolta ai sistor. Quale dei due schemi devo ritenere vali-
nostri progetti, intesa ad ottenere una visione do? Qual e il posto esatto di Rl?
dettagliata e la formulazione di un giudizio pre- CARAMELLI LUIGI
ciso. Il male, tuttavia, non e molto grave so- Pordenone
prattutto perché sappiamo che la maggioranza
dei nostri lettori tiene sott'occhio, durante la Le sue oservazioni risultano esatte soltanto in
fase realizzativa, il piano di cablaggio. parte. Pi precisamente per quel che riguarda la
resistenza Rl che il disegnatore si e dimenticato

••• di inserire nel piano di cablaggio. Non crediamo


che a tale proposito siano necessarie molte spiega-
zioni, perché la resistenza Rl deve essere collega-

791
ta seguendo lo schema elettrico, sulla pista di essendomi riferito ad una autorevole fonte di
rame disegnata fra l terminale positivo del con- progetti. Potreste dirmi come stanno veramente
densatore elettrolitico CA e la resistenza R8. Per le cose in questo settore?
quanto riguarda le resistenze R9-R13 faccia pil BRUNO MAURO
attenzione al disegno, perché esse risultano colle- Mantova
gate con il collettore e non, come dice lei, con
la base. Concludiamo quindi dicendo che i di- Non essendo possibile effettuare alcuna diagnosi
segni cosí come sono stati pubblicati sono esat- sugli inconvenienti in cui lei e incappato, pos-
ti, purché si inserisca la resistenza Rl ne[ piano siamo ritenere, con buone probabilitá, che lei
di cablaggio e ne! modo ora detto. si sía servito di un alimentatore non adatto.
I circuiti logici della serie TTL sono infatti mol-
to sensibili ai disturbi, tanto che i picchi di po-
chi nanosecondi possono provocare commuta-
zioni o aperture di gate. Fer tale motivo bisogna
Un problema di canali adottare un alimentatore dotato di tempi di ri-
sposta rapidissimi, anche senza dover ricorrere
Sono un vostro lettore e un grande appassionato ad una stabilizzazione rigorosa della tensione.
di elettronica. Sfogliando le vostre riviste sono Il circuito che le proponiamo e in grado di for-
stato preso da un vivo interesse per il progetto di nire la corrente di 1 A, che e quella típica alla
lucí psichedeliche presentato e descritto sul fa- tensione di 5 V. Come puó notare, il circuito
scicolo di novembre dello scorso armo. Purtroppo utilizza un integrato di tipo 4 702 quale am-
per me, quel progetto e ad un solo canale, men- plificatore veloce di paragone e due transistor
tre a me servirebbero due o tre canali. Potreste regolatori in connessione Darlington. Sull'avvol-
suggerirmi un circuito abbastanza semplice, in gimento primario del trasformatore T1 e stato
grado di risolvere il mio problema, possibilmente inserito un filtro antidisturbo, composto da J-
pubblicandolo su questa stessa rivista? J2 e C1-C2, che permette di render e insensibile
ai disturbi elettrici il circuito logico collegato al-
TURILORENZO
l'alimentatore. Con il potenziometro R2 si re go-
Pisa
la la tensione di uscita; il diodo zener D5, da 5,6
Questa volta lei non ha prestato grande attenzio- V, fornisce la tensione di paragone.
ne nel consultare il sommario di ciascun fascicolo
della rivista fino ad oggi pubblicato. Perché sulla
rivista di maggio di quest'anno abbiamo pubbli-
cato, a pagina 360, il progetto che la riguarda.

••
Alimentatore per integrati TTL

Sono un appassionato di circuiti logici ed ho


realizzato alcuni progetti con questi elementi.
Purtroppo ho notato che non sempre questi cir-
cuiti funzionano a dovere, anche perché non cre-
do di aver commesso qualche errore di cablaggio

2 3 4 5 6 7

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793
r Piu sensibilita nel microtrasmettitore

Ho realizzato il microtrasmettitore tascabile con


circuito integrato da. voi inviatomi in scatola
di montaggio. Debbo dire che il montaggio da

il nostro me eseguito ha avuto immediatamente esito fe-


lice, soddisfacendo le mie ambizioni tecniche e,
soprattutto, le míe attese. Ora vorrei utilizzare

indirizzo e
lapparato per lascolto dí un suono quasi inper-
cettibile dall'orecchio umano. Ma per questo sco-
po dovrei aumentare notevolmente la sensibilita
del trasmettitore. E' possibile soddisfare anche
quest'altra mia aspirazione?
DANIELETTI PRIMO
Treviso

Leí non e il solo lettore che ci fa una simile


richiesta. Perché molti altri ci hanno gia scrit-
to invitandoci a realizzare un perf ezionamento
del progetto, nel senso di esaltare ulteriormente
la sensibilita di ricaptare e trasmettere suoni an-
che impercettibili. Ovviamente non possiamo pre-
sentare una nuova scatola di montaggio, ma
possiamo soltanto presentare il progetto del mi-
crotrasmettitore con le necessarie varianti che
permettono di aumentare la sensibilita. Questo

ELETTRONICA progetto e stato da noi realizzato sullo stesso


circuito stam pato del microtrasmettitore origina-
le, ed abbiamo notato che le varianti sano fa-

PRATICA cilmente ottenibili senza dover ricorrere alla co-


struzione di un nuovo circuito.
0
Condensatori


C1 = 47.000 pF
C2 1.000 pF
C3 = 1.000 pF
C4 = 6/30 pF (compensatore)
C5 = 1.000 pF
=


C6 10 pF
C7 = 10-25 F - 12 VI. (elettrolitico)
08 = 50.000 - 100.000 pF
Resistenze
R1 = 2,2 megaohm
R2 = 56.000 ohm


R3 = 100.000 ohm
Via Zuretti 52 11
R4 =
R5 =
1 megaohm
a 1 megaohm
8.200 ohm
:~:
20125 • Milano 6.800 ohm


11 R8 = 150 ohm
Varíe
TRI = transistor

Tel. 6891945 1 1
IC = circuito integrato
MICRO microfono piezoelettrico
PILA = 9 volt
A4
Ll = bobina

794
}
z
c::r

N
u
u

(O

u
H

N
Ultimamente, dovendo acquistare una fotoresi-
stenza, mi e stato chiesto dal rivenditore di spe-
cificare le caratteristiche del componente, mentre
io non ho saputo rispondere alla domanda. Po-

ATTENZIONE treste voi colmare questa mia !acuna?


GIORDANO SAMPIERI
Alba

Quando sulla nostra rwista non vengono citati i


parametri di maggior interesse di una fotoresi-
stenza, significa che tutte le fotoresistenze di uso
comune possono essere adottate. In tal caso, co-
munque, i parametri fondamentali sono: resi-
stenza all'oscuritá (0,5 megaohm - infinito), re-
sistenza alla luce (0-1000-2000 ohm), potenza dis-
sipabile (da poche decine di mW a qualche
watt).

Compressore di dinamica

Sul fascicolo di luglio di quest'anno, in questa


stessa rubrica, a pagina 554, rispondendo ad una
domanda formulataci dal lettore signor Migliaz-
za Davide di Cuneo, abbiamo presentato il pro-
getto di un compressore di dinamica, dimenti-
candoci di presentare l'elenco dei componenti.
.IS" e -d
»+sano o-
Tale omissione e stata avvertita da molti lettori,
interessati alla realizzazione di que! progetto.
Chiediamo scusa per la dimenticanza ed elenchia-
•=-
mo qui di seguito i componenti elettronici di
que! progetto :

C1= 2F- 15 Vl. (elettrolitico) l L..-.w I-E, E


o
poi'hit.o.ee re

C2 = 2F- 15 Vl. ( elettrolitico)


Rl - 15.000 ohm
R2 = 1.200 ohm
R3- 4 70.000 ohm
R4 - 47.000 ohm
D1 = 1N914
D2 = 1N914

• ••
Una stereofonia piü marcata

• e • Ho realizzato un amplificatore stereo da 20 +


20 W con preamplificatore a circuito integrato.
Fotoresistenze Ultimamente ho corredato l'amplificatore con
due casse acustiche, costruite da me, con risulta-
Sono un appassionato lettore della vostra rivista, ti che posso ritenere molto buoni. Ora mi servi-
perché questa e indirizzata ai principianti che, rebbe un vostro consiglio relativamente alla di-
come me, assai spesso si trovano in difficolta. sposizione dei diffusori acustici. Vorrei ancora

796
sapere se e giusto, allo scopo di ottenere un effet- devole e rispondente alla realta. A nostro avviso
to stereofonico piú marcato, sistemare gli alto- la miglior soluzione e sempre quella di allogare
parlanti su due pareti contrapposte. gli altoparlanti su un'unica parete, in modo che
MARCO INBONINO l'angolo formato da questi e l'ascoltatore risulti
Terni di 30° circa. Anche questa soluzione, tuttavia,
non e rigorosa, perché a determinare la di-
Sistemando le casse acustiche su due pareti op- stanza ottima intervengono molti elementi come,
poste, si aumenta lef f etto di separazione dei due ad esempio, le dimensioni del locale e, soprat-
canali, ma il risultato non sempre risulta gra- tutto il tipo di arredamento .

• • •
Fotorelé con TRIAC

Vorrei realizzare un circuito impiegante pochi


elementi allo stato solido, in grado di permet-
tere l'inserimento di un allarme quando una fo-
toresistenza, od altro componente elettronico, vie-

IBRIDO
CARATTERISTICHE
ELETT RICHE
Responso:
Potenza nominale: 30-20.000 Hz a - 1,5 dB.
5 W con altoparlante Distorsione alla massima
da 4 W- 5 ohm. potenza: inferiore all'1%/.
Sensibilitá: Alimentazione:
15 mW a 1 .000 Hz. 13,5 Vcc.

AMPLIFICATORE
BF IN SCATOLA
DI MONT AGGIO L. 11.000
Realizzando questo amplificatore in due esem-
plari identici, si potra ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potra essere installato Le richieste debbono essere fatte invia
anche a bordo dell'autovettura. Tutti gli elemen- cipatamente l'importo a mezzo vaglia o
ti necessari per la realizzazione dell'amplifica- n. 3/26482 intestato a: ELETTRONICÁ P±TIC
tore, fatta eccezione per l'altoparlante, sono 20125 MILANO - Via Zureti, 52 (e
contenuti nella \nostra scatola di montaggio. comprese anche le spese di spedizi
R2

R1
TRIAC
FOTORESIST.

c1

ll l
O)} (O}={C.7k
CARICO
o
ne colpito dalla luce. Potete pubblicare lo sche-
ma?
DIOMEDE STAMPATO
Enna • • •
Il progetto da lei richiesto e di f acile realizzazio-
Luci psichedeliche
ne e puo interessare molti altri lettori.
Il funzionamento del circuito qui riportato e fa- Vorrei costruire un impianto per luci psichede-
cilmente intuibile. In condizioni di oscurita, la liche a tre canali. Potete pubblicare lo schema
fotoresistenza presenta una resistenza interna mol- di questo apparato? Desidererei ancora conoscere
to elevata, che impedisce di far giungere al gate se il transistor 2N1613 e equivalenle al transi-
del TRIAC la corrente elettrica. Al contrario, stor 2N1 711.
quando !'elemento fotosensibile viene illuminato, ALFANO FRANCO
la sua resistenza interna scende a valori molto Firenze
bassi, tali da permettere l'innesco del TRIAC
attraverso la resistenza R2. Il carico non deve ll progetto da leí richiesto e stato da noi presen-
essere di tipo induttivo, perché in caso contra- tato su! fascicolo di maggio di quest'anno, a pag.
rio occorrerá inserire tra i due anodi del TRIAC 360. Per quanto riguarda poi i due transistor da
un gruppo resistivo-capacitivo, cioe una resisten- lei citati, possiamo dirle che la sostituzione puó
za da 100 ohm - 1 watt e un condensatore da essere fatta, anche se l'intercambiabilita non e
50.000 pF - 1.500 VI., collegati in serie fra lo- sempre valida. Avremmo potuto essere piü pre-
ro. Il condensatore Cl e stato inserito in modo cisi se leí ci avesse indicato il circuito in cuí deve
da evitare che il dispositivo entri in funzione an- avvenire la sostituzione.
che quando la fotoresistenza viene colpita da

• •
brevissimi lampi di luce; la sua eliminazione, co-
munque, non influisce su! funzionamento del di- @
spositivo. La resistenza Rl ha il valore di 1.000
ohm; la resistenza R2 ha il valore di 27 .000 ohm;
il condensatore C 1 non e un condensatore elettro-
litico ed il suo valore e di 1 F. L'integrato CA3049 della RCA

Ho la presunzione di ritenermi un appassionato

••• cultore delle piü modere tecniche elettroniche.


E ció che piü mi interessa sono i progetti uti-
lizzanti i circuiti integrati. Recentemente sono

798
entrato in possesso di un integrato della RCA, I sei transistor NPN, che compongono lintegrato,
tipo CA3049, del quale non conosco le caratteri- hanno un elevato valore di frequenza di taglío
stiche e neppure posseggo lo schema. Siete in (superiore a 1.000 MHz), che rende possibili ap-
grado di aiutarmi? plicazioni sino a 500 MHz. Per ottenere la mas-
BALDO FRANCESCO sima flessibilita del circuito non sano state inse-
Livorno rite resistenze di polarizzazione. Le caratteristiche
essenziali sano :
Poiché si tratta di un circuito di notevole in-
teresse, accoglíamo volentieri la sua richiesta pub-
guadagno di potenza: 23 dB a 200 MHz
coefficiente di rumore: 4,6 dB a 200 MHz
dissipazione massima di ciascun transistor: 30 mW
dissipazione massima to tale : 600 m W
temperatura di funzionamento: 55 4 125°C
tensione max collettore-emittore: 15 V
tensione max collettore-base ; 20 V
tensione max collettore-substrato ; 20 V
tensione max emittore-base (inversa): 5 V
corrente max di collettore : 50 mA

L'integrato ora descritto si presta a moltissime


applicazioni pratiche; citiamone alcune • am-
blicando le caratteristiche e lo schema equiva- plificatori, miscelatori VHF, oscillatori, converti-
lente dell'integrato. tori AF e MF, amplificatori di MF (differenial
Il CA3049 e comprensivo di due amplificatori o cascode), rivelatori a prodotto, modulatori e
differenziali, indipendenti, con transistor accop- demodulatori bilanciati, limitatori, rivelatori, sin-
piati a corrente su un unico substrato monolítico. croni, ecc.

-1)--- -(12)- - -(11

TR2

AMPL.1 AMPL. 2

SUBSTRATO
E C0NTENIT0RE
1 TR4
- -2 ----------- 8•-

799
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novembre • dicembre), cioe 7 fascicoli arretrati al
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11 fascicolo arretrato non invecchia mai! Perché i progetti in esso contenuti, le


molte nozioni teorico-pratiche chiaramente esposte, le illustrazioni e gli schemi
presentati, rimangono sempre attuali. E concorrono certamente al perfezionamento
dell'attrezzatura di base di chi desidera ottenere risultati sicuri nella pratica
dell'elettronica.

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V= 0,1 5 10 50 100 200 500 1000


mA= 50A 5001A 5 50 500 2500
0.5 5 25 50 250 500 1000
mr 2,5 25 250 2500
Ohm= x@1/@+1k[x1/0-1kJ0 /0+-10CE100/0-1Mdk/0-10M
dB -10+22
0utput 0,5 5 25 50 250 500 1000

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d-elle frequenze é di grandi
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mod. R.P. 20 KN
(sensibilita 20.000
ohm/volt)

L. 18.200 '':· • tí{ . >r_. ,· "i


t23.
•·e? ~ @
E
u
~as
-
e;
·"-1 -

CARATTERISTICHE TECNICHE CA.RATTERISTICHE TECNICHE

Y= 01 1 5 10 50 100 200 500 1000 AMME A I B I C o


mA = 50 l!.!____11!.0pA 5 50 500 5000 RANGES 100+400Ke 400 - 1200xe/ 1,1 3,8Me 3,5+12Mc_
y'\, 0,5 5 25 50 250 500 1000 GAIIIIE E I í I G
RUGES 12 - 4 40+130M 80+280
mA"' 2,5 25 250 2500
0Mm= 11/0-10E_110/0-+100%] +100/0+-1M/11k / 0+10M
0hmv [tk/0+10Ml1tL/0+10M
pf'l. lxlk/0-;-50kJx10kt0+500k Grande sh"umento dalle pic-
coIB dfmensioni, realizzato
Ballisti@pf ghm100/0+-200F /0hmxl\/0:20F completamente su circuito
Hz xl/0+501 xl0/0+500 lx100t0+5000 stampato. Assenza totale di
commlllatori rotanti e quindi
dB -10+22 di falsi contatti dovuti al la
usu.ra e a guasti meccanici.
Dutput O 5 5 25 50 250 500 1000 Jack di contatto di conce-
zione completamente nueva.
Munlto di dispositivo di pro-
tezione.
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ICROTRASMETTITDRE
TASCABILE
CON CIRCUITO INTEGRATO
Tutti lo possono costruire, anche coloro che so-
no'privi di nozioni tecniche. Funziona immedia-
tamente, perché non richiede alcuna operazione
di ressa a punto. Se occultato in un cassetto,
sotto un mobile o dentro un lampadario, captera ...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

. 6.80
L'emissione e in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
sono talmente ridotte che il circuito, completo
"
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-
chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-
cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput e di 0,5 mW. La sensibilitá e re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
mlcrofono, oppure suoni forti in prossimita del
II microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
- - -
PRA&
ª"'ICA
- - - - - - -~ --

RIVISTA MENSILE PER GLI APPASSIONATI


DI ELETTRONICA - RADIO - TELEVISIONE
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Armoniehe lino a 50 Me Peso 40 grs.
Tensione masslma
Useita 10,5 V el!. applieablle al puntale 500 V
30 V pp. Corrente della batterla 2 mA

CARATTERISTICHE TECNICHE, MOD. TELEVISIONE (L. 6.5 0 0 )


Frequenza 250 Ke Dimensioni 12 x 160 mm
Armoniehe fino a 500 Me Peso 40 grs.
Tensione massima
Uscita 5 V el!. applleablle al puntale 500 V
15 V el!. Corrente della batteria 50 mA
VOLTM ETRO
ELET TRONICO
MOD. R.P. 9/T.R.
A TRANSISTOR
11 Voltmetro elettronico Mod.
R.P. 9/T.R. completamente
transistorizza1o con tran::;i-
stor a effetto di campo é uno
strumento dí grande impor-
tanza poiché nei servizi Ra-
dio, TV, FM e BF esso per- Tutti gli
mette di ottenere una gran- strumenti di
de varieta di misure, tensio-
ni continue e alternate, non- misura e di
ché corrente continua, mi-
sure di tensione di uscita, controllo pubblicizzati in
la R.F., la BF, misure di re- questa pagina possono
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mA- 50A 500A 1 5 50 500 1500
Vr 05 5 5 25 100 500 1500
X1 xt0 x100 x1 k xt0k
Ohm
0-1k 0+10k 0-100k 0+1M 0-10
Pico Pico 4 14 40 140 400
dB -20+1

ANALIZZATORE mod. R.P. 20 K


i
(sensibilita 20.000 ohm/volt)
o».
l•
9.' g
CARATTERISTICHE TECNICHE

V= 0,1 1 10 50 200 1000 11 generatore BF. 40 é uno


strumento di alta qualita per
mA- 50 A 500y 5 50 500 misure nella gamma di fre-
y 0,5 5 50 250 1000 Strumento che unisce alla
quenza da 20 a 200.000 Hz.
11 circuito impiegato é íl
mA 2.5 25 250 2500 massima semplicita d'uso un ponte dí Wien, molto sta-
mínimo ingombro. Realizza-
Ohm= 1/0+1lk 100/0+1M lk/@-10M to completamente su circui-
bíle. Tutta la gamma di fre-
quenza é coperta in quattro
Ballistic F 0hm l00/0+2009f/0hm l/0+20r to stampato. Assenza totale banda riportate su un qua-
di commutatori rotanti e
dB -10 +22 quindi falsi contatti dovuti
drante ampio di facile let-
tura. Sono utilizzabili due
0utput 05 5 50 250 1000 all'usura. Jack di contatto d ifferenti rappresentazion í
di concezione completamen- grafíche dalla forma d'onda,

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RANGES 20+=200H2 200 + 2KHz 2+20KHz 20+200K
L. 73 .6 0 0
GENTILE
LETTORE

A poco piu di un mese dalla chiusura dell'anno edi-


toriale, tutta la nostra Organizzazione le porge i piü vivi
ringraziamenti per essere stato un « fedelissimo » di
Elettronica Pratica. Per aver apprezzato molto i nostri
programmi e le nostre fatiche. Per averci testimoniato
la sua passione per l'elettronica.
Leí non ha idea di quanto, oggi come sempre, tutti
noi abbiamo bisogno di essere incoraggiati, sostenuti,
sensibilizzati. Perché le crisi di vaste proporzioni poli-
tiche, sociali ed economiche, colpiscono, sia pure in mi-
sura e tempi diversi, tutti noi. Rendendo piu difficile
il nostro operato, sottoponendo a dura prova le nostre
energie. Ecco perché, ancora una volta, Elettronica Pra-
tica si rivolge a lei con accenti piu calorosi che mai, invi-
tandola ad un atto concreto e significativo di un'ulteriore
testimonianza di affetto e interesse:

SOTTOSCRIVA O RINNOVI
- --

L'ABBONAMENTO
Soltanto dopo tale sottoscrizione ci sara possibile
programmare il nuovo piano editoriale, censire e valutare
meglio la personalita dei lettori, che sono i veri protagoni-
sti di Elettronica Pratica.
L'ABBONAMIENTO A
ELETTROIGA
PRATIGA
vi da la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa
vostra, una Rivista che e, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualita e sicuro
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cinque diverse applicazioni elettroniche. Oppure, a scelta, un
utensile di modernissima concezione tecnica, necessario per
la realizzazione ,di perfette saldature a ·stagno sui terminali dei
semiconduttori e particolarmente indicato per i circuiti stampa-
ti: il saldatore elettrico da 25 W.

CONSULTATE
le pagine in cui vi proponiamo le tre forme di abbonamento,
scegliendo quella preferita e da voi ritenuta la piu interessan-
te, tenendo conto che « abbonarsi » significa divenire membri
sostenitori di una grande famiglia. Creare un legame affettivo,
duraturo nel tempo. Testimoniare a se stessi e agli altri la pro-
pria passione per l'elettronica.

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ANNO 3-N. 11-NOVEMBRE '74


LA COPERTINA - L'effetto base, per ogni gioco
di lampadine, e senz'altro rappresentato da una
serle di lampeggii, piü o meno colorati, emessi
secondo un ordine prestabilito, oppure casual-
mente. Questo effetto viene raggiunto con il pro-
getto semplice ed economico del multilampeggia-
tore di cui la copertina presenta il prototipo.

edltrice
ELETTRONICA PRATICA
dlrettore responsablle
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
dlsegno tecnico
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titulecono.
1 1

1
Gli effetti luminosi sono un po' come la moda. In sede di progettazione, i nostri tecnici si erano
Per essere veramente eflicaci debbono apparire prefissati lo scopo di poter accendere una serie
sempre piü originali e sofisticati. di lampadine in un numero compreso fra le due
Agli albori dell'elettricita, quando apparvero le e le venti, con íl sistema piü sempiice ed econo-
prime lampadine, non occorreva ricercare alcun mico, che avesse la possibilita di funzionare inin-
articolare effetto, perché la lampada stessa era terrottamente, senza alcuna manutenzione, anche
i per sé un motivo di attrazione collettiva. per il periodo di tempo dí alcuni anni. E questo
Oggi invece siamo abituati aí giochí dí lucí piu programma ha fatto mettere da parte immediata-
elaborati e multicolori e la vecchia e semplice mente tutti i sistemi elettromeccanici, perché co-
mpadina, forse, non viene pi nemmeno no- stosi e di non facile realizzazione. Non rimaneva
ata, abituati come siamo a vederne a centinaia quindi che ricorrere al dispositivo elettronico.
mtti i giorni. Gia in passato, piü precisamente nel mese di di-
Le insegne pubblicitarie luminose, allo scopo di cembre dell'anno 1972, avevamo fatto questa
adeguarsi alla loro funzione di carpíre l'ínteresse scelta, presentando un progetto a semiconduttori
el pubblíco, debbono ricorrere a circuití elabo-
1
in grado di controllare un qualsiasí numero di

SE SIETE ALLA RICERCA DI UN PARTICOLARE EFFETTO LUMINOSO,


OPPURE DOVETE COSTRUIRE UN'INSEGNA PUBBLICITARIA O AVETE
IN MENTE DI RENDERE PIU' SUGGESTIVO UN LOCALE IN CUI SI VUOL
CELEBRARE UNA FESTA, LEGGETE QUESTO ARTICOLO. ESSO VI FOR-
NISCE TUTTI I DATI NECESSARI PER RISOLVERE MOLTI PROBLEMI DI
ILLUMINAZIONE ED ABBELLIMENTO.

rati, talvolta degni di un píccolo computer, cosi lampadine a bassa tensione. A que! progetto,
come avvíene, ad esempio, per le luci di una sce- tuttora valido, rinviamo quei lettori che avesse-
rrografia. Chi ha in mente di realízzare un gioco ro in mente di realizzare un progetto alquanto
di luci per migliorare gli effetti di un'insegna pub- impegnativo.
blicitaria, o per rendere piu appariscente un gio- Coloro che preferíscono le cose semplici e poco
cattolo o un ambiente dove si svolge una festa, costose, dovranno costruire il progetto qui rap-
non deve scoraggiarsi. Perché non e necessario presentato, tenendo contó che per esso sono suf-
ricorrere ad un computer o ad un circuito estre- ficienti, per la versione a sole due lampade,
mamente costoso ed elaborato per ottenere certi quattro resistenze, tre condensatori e un diodo.
effetti di lucí e colorí. Per la versione a venti lampade, invece, saranno
necessarie ventidue resistenze, ventun condensa-
tori e un diodo, oltre che, ovviamente, le venti
IL PUNTO DI PARTENZA lampadine al neon.

L'efletto base, per ogni gioco di lampadine, e


senz'altro rappresentato da una serie di lampeg- L'IDEA CHIAVE
gii, piü o meno colorati, emessi secondo un or-
dine prestabilito, oppure casualmente. Il sistema da noi adottato per ridurre iI numero
E questo effetto viene raggiunto con il progetto dei componenti e Ie complicazioni circuitalí, con-
del multilampeggiatore presentato e descritto in siste nell'utilizzare le lampadine in modo che
questo articolo. queste comandino se stesse. Infatti, osservando lo

805
1

Fig. 1- In questo circuito,


alimentato con la tensione di
+ rete di 220 V, si accende pri-
S1 ma la lampada al neon LN1,
poi si accende la lampade
c1 LN2, alternativamente e senza
soluzione di continuitá, finché
il circuito rimane alimentato.
Con il trimmer potenziometri-
d <O O l as 3 co R2 si controlla la frequen-
RETE za delle altemanze di accen-
sione e spegnimento delle
lampadine.

tutti i nostri lettori ne conoscono le caratteristi-


che ed il funzionamento. Prima di procedere,
COMPONENTI quindi, attraverso lanalisi circuitale del nostro
progetto, riteniamo utile intrattenerci un poco su!
tema della lampada al neon.
La lampada al neon e costituita da un'ampolla
di vetro dentro la quale e racchiuso del gas inerte.
5empre dentro la stessa ampolla sono sistemati,
ad una certa distanza fra loro, due elettrodi.
Quando sugli elettrodi viene applicata una dif-
ferenza di potenziale in grado di superare la ri-
gidita elettrica del gas, si ottiene una scarica
conduttiva, cioé il gas si ionizza e comincia a
condurre la corrente elettrica.
U na volta ionizzato il gas, per mantenere la
lampadina in conduzione, occorre applicare ai
suoi elettrodi una differenza di potenziale infe-
riore a quella necessaria per produrre la scarica,
dato che la stessa corrente, che fluisce attraverso
1l gas, e in grado di mantenere quest'ultimo io-
izzato. Ecco perché le lampade al neon ne-
cessitano di una elevata tensione di innesco che,
schema clettrico di figura l, e facile notare che, generalmente, supera i 90 V, anche se esistono
fatta eccezione per il diodo DI presente nel cir- tipi di lampade al neon nelle quali l'innesco si
cuito di alimentazione, tutti gli elementi, al'in- verifica alla tensione di 60 V.
fuori delle lampadine al neon, sono lineari. Dun- Ma la lampada al neon, oltre che della tensione
que, il « cuore » del circuito e rappresentato pro- di innesco, necessita anche di una resistenza li-
prio dalle lampadine. mitatrice collegata in serie, che deve provvedere
a far cadere la differenza di potenziale sui ter-
minali della lampada quando il gas e in condu-
LA LAMPADINA Al NEON zione. In caso contrario l'elevata tensione ne-
cessaria per provocare l'innesco farebbe scorrere
Le lampade al neon, montate ne! nostro circuito, attraverso il gas una corrente troppo forte, che
sono assolutamente normali; del tipo di quelle porterebbe la lampada stessa alla sua completa
adottate per fungere da lampade-spia. distruzione.
Come si sa, queste lampade sono presentí un Il fenomeno di ionizzazione del gas ha per ef-
po' dovunque, nei vari pannelli elettrici, negli fetto la luminositá del componente, che viene
apparati radioelettrici, negli elettrodomestici, ecc. osservata attraverso il bulbo.
Ma se anche si tratta di componenti comuni, non Una delle maggiori caratteristiche delle lampade

806
01

+
e,

0 0
RETE

• 2- L'effetto luminoso, ottenuto con questo c-


ito,
..
assai piü suggestivo di quello prodotto dal
circuito di figura 1. Le lampade sono in numero di
inqu e, ma esse possono essere anche di piu, dieci
venti. La prima lampada ad accendersi e la LN1;
ima ad accendersi e la LN5; il ciclo riprende con
ensione della lampada LN1.

• 3 - Cablaggio realizzato su circuito stampato del


peggiatore sequenziale a cinque lampadine al neon,
cui progetto e riportato in figura 2. Per R2 si e fatto
di un potenziometro da 2 megaohm, a variazlone
lineare, munito di interruttore. Questo potenzlometro,
r motivi di economía e di ingombro, puo essere so-
ituito con un trimmer potenziometrico avente le stesse
ratterstche elettriche del potenziometro.

807
al neon e quella di non essere soggette ad usura. ti, le lampade al neon innescano con tensioni mol-
A dífferenza delle lampade ad incandescenza, to alte.
nelle quali il filamento si consuma con !'uso della Le resistenze R3-R4, il condensatore C2 e le
lampadina, nelle lampade a scarica gassosa non lampade al neon LN1-LN2 rappresentano l'oscil-
vi nulla che praticamente muti col passare del latore vero e proprio.
tempo. La durata di una lampada al neon, quin- Per comprendere bene il funzionamento dello-
di, puó considerarsi illimitata. scillatore, supponiamo che la lampada LNl sia
accesa. In tal caso la tensione sui suoi terminali
risultera bassa, perché attraverso la resistenza R3,
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO di elevato valore, scorre la corrente di accensio-
ne.
Le caratteristiche relative alle lampade al neon Poiché il condensatore C2 collegato con un ter-
consentono di ottenere quelle realizzazioni nelle minale alla lampada LNl, che si trova a bassa
quali e assai diffcile sostituire le lampade di illu- tensione, e con l'altro terminale alla linea posi-
minazione. Le lampade al neon, comunque, so- tiva di alimentazione, attraverso la resistenza R4,
no assolutamente necessarie in tutti quei disposi- esso inizia a caricarsi, con un tempo che dipen-
tivi che debbono rimanere accesi continuamente, de dalla tensione di alimentazione e dai valori
ventiquattro ore su ventiquattro. di C2 ed R4.
Le lampade al neon, inoltre, presentano una mi- U na vol ta che il condensatore C2 risulta suffcien-
nima dissipazione di calore e il loro rendimento temente caricato, la tensione sui terminali della
e ottimo con un consumo assai ridotto di ener- lampada LN2, che durante la carica di C2 e
gia, a tutto vantaggio della economía di eserci- bassa, raggiunge il valore di innesco, provocando
zio e della facilita di installazione, anche in pros- l'accensione della lampada. Ma quando la lam-
simitá di corpi sensibili al calore. pada LN2 si accende, la tensione sui suoi termi-
Ma riprendiamo l'esame del circuito di figura 1, nali scende bruscamente e questo abbassamento
della tensione provoca un impulso di tensione ne-
che vuol rappresentare il caso tipico piü semplice.
gativa che attraversa il condensatore C2 e spe-
L'alimentazione e prelevata direttamente dalla
gne la lampada LNl.
rete-luce, in modo da risparmiare il costo del tra-
Data la simmetria del circuito di figura 1, le vi-
sformatore. L'interruttore generale e quello de-
cende elettriche ora descritte si ripetono : il con-
nominato S1. Esso puó essere separato o incor-
porato con il potenziometro R2, indifferentemen-
te. La resistenza Rl, collegata in serie con tutto
il circuito, assume funzioni protettive; infatti es-
sa limita la corrente ad un valore inferiore ad
1 mA, soprattutto durante gli impulsi di carica
del condensatore elettrolitico Cl. Ma la resisten- Fig. 4 - Hilevamento oscillografico della tensione sulla
za Rl svolge un altro compito importante: ab- lampada LN5, dalla parte in cui si incontrano il con-
bassa la tensione di rete ai valori necessari per il densatore C5 e la reslstenza F7, II diagramme dimo-
normale funzionamento del circuito. stra quanto viene detto nel corso dell'articolo. Le oscil-
iazioni corrispondono cioé ad un dente di sega; la
II trimmer potenziometrico R2 permette di re- tenslone del condensatore C5 aumenta gradatamente
golare il valore della tensione di alimentazione fino a cadere poi bruscamente quando la lampada LN5
del circuito e, con esso, quello della frequenza di si accende.
funzionamento.
Il diodo Dl e un normale diodo al silicio per al-
te tensioni (800 V), in grado di resistere ai pic-
chi dei vari transistori di disturbo. Il diodo Dl,
inoltre, deve essere adatto a condurre una cor-
rente massima di 0,5 A. Il tipo piü economico
di diodo, che consigliamo di acquistare, e il
BY127.
Al diodo D1 affdato il compito di raddrizzare
ad una semionda la tensione alterna ta di rete.
Il condensatore elettrolitico Cl livella, in misura
sufficiente, la tensione pulsante uscente dal diodo
D l. Ricordiamo che non e necessario un livella-
mento spinto dell'alimentazione, perché il ripple
residuo non provoca alcun inconveniente; infat-

808
-- - - - - 1 l
%
Fig. 5 - 11 circuito stampato non e d'obbligo. Esso con-
viene in tutti quei casi in cui si debba comporre un
circuito razionale e compatto. Per realizzarlo il lettore
dovra far riferimento al disegno qui riprodotto in sea-
la 1/1.

quello gia descritto. Perché non occorre un di-


verso dimensionamento dell'alimentatore per un
diverso numero di lampadine, in quanto lassor-
bimento di corrente rimane sempre lo stesso,
densatore C2 riprende a caricarsi nel senso oppo- anche se le lampade sono in numero di venti.
sto per scaricarsi poi su LN 1. Ció e facilmente intuibile se si pensa che il cir-
La forma d'onda presente sui terminali delle cuito provvede ad accendere una sola lampada
lampade-spia e molto simile a quella a denti per volta. L'assorbimento, invece, puó variare leg-
di sega. germente col variare della frequenza di 'accensio-
Ne! caso in cui la gamma di frequenze otteni- ne delle lampade, perché aumenta il numero di
bili regolando il trimmer potenziometrico R2 non inneschi. Per il resto il funzionamento si puó
fosse ritenuta adatta, e sempre possibile variare il schematizzare ne! seguente modo.
valore capacitivo del condensatore C2, tenendo Supponiamo la lampada LNl accesa; il conden-
presente che, non esistendo limiti all'aumento ca- satore C2 si carica attraverso essa ed R4; dopo
pacitivo, se non quello di ordine economico, non il tempo di carica, il condensatore si scarica su
conviene diminuire molto questo valore; in caso LN2, portando all'interdizione LN 1 e facendo
contrario l'energia immagazzinata da! condensa- caricare C3 attraverso LN2 ed R5. Il conden-
tore C2 non e piü suficiente a provocare un satore C3 si scarica su LN3, provocando lac-
regolare innesco delle lampade-spia. censione di questa lampada e lo spegnimento
Ricordiamo per ultimo che, aumentando il valo- di LN2; quindi si carica CA che accendera LN4
re del condensatore C2, il valore della frequen- e spegnera LN3. Infine si carica C5 che accende
za aumenta. LN5 e spegne LN4. A questo punto si riaccende
di nuovo LN 1, che spegne LN5 e il ciclo riprende.
Approssimativamente questo discorso potrebbe
CIRCUITO A CINQUE O PIU' LAMPADE sembrare abbastanza intuitivo e semplice, ma le
cose in realta sono un po' piü complesse. Voglia-
In figura 2 e riportato lo schema elettrico di un mo quindi presentare un ulteriore esame teorico
multilampeggiatore a cinque lampade, che fun- per quei lettori che volessero saperne di piü.
ziona secondo i principi giá esposti. Consideriamo ancora la lampada LNl accesa.
Chi si e reso conto del funzionamento del circui- Se il condensatore C? inizia a caricarsi attraver-
to di figura l, non avrá dificoltá alcuna ad so LNl, anche i condensatori C3-C4-C5 iniziano
intuire il funzionamento del circuito di figura 2. a caricarsi. Ma poiché questi condensatori sono
L'alimentatore, infatti, e del tutto identico a collegati in serie con G2, sará proprio il conden-

809
satore C2 a raggiungere per primo il valore di
tensione necessario alla sua carica.
Quando la lampada LN2 e accesa, essa provoca
la scarica del condensatore C2, a sinistra e la
carica dei condensatori C3-C4-C5, a destra. Ma

il nostro il primo a caricarsi sara il condensatore C3, per-


ché solo questo condensatore risulta in parte gia
carico rispetto a C4-C5. II processo continua co-
si e permette di constatare che, mentre si va da

indirizzo é LN2 ad LN5, il condensatore C2 si carica nel


verso che permette di innescare LN 1. A questo
punto appare evidente che le costanti di tempo
di carica e, in modo particolare, del condensato-
re C2, debbono essere scelte opportunamente, in
modo da permettere che la lampada LNI inne-
schi soltanto quando tutto il ciclo e compiuto.
Aumentando il numero delle lampadine, puó
accadere che il valore dei condensatori C2-C3-
C4-C5 debba essere leggerrnente ritoccato. Una
soluzione per rendere meno critico il funziona-
mento, e quella di realizzare un circuito simme-
trico, collegando l'ultima lampadina con la pri-
ma, tramite un condensatore dí valore identico
a quello degli altri condensatori. Possiamo dire,
con altre parole, che per eliminare la criticitá
del circuito, ne] caso di inserimento di molte lam-

ELETTRONIGA padine, occorrerebbe collegare, ne! circuito di


figura 2, un condensatore da 150.000 pF - 400
VI. tra il punto di connessione di C5-R7 e il

PRATICA punto di connessione di R3-C2.


In figura 4 e rappresentato il diagramma carat-
teristico della forma d'onda presente sui terminali
della lampada al neon LN5 ne! circuito di figura
2. Questo diagramma dimostra quanto e stato
finora detto. A parte le oscillazioni, non corri-
sponde essa ad un dente di sega? Cioé alla ten-
sione di C5 che gradatarnente cresce fino a ca-
dere bruscamente quando LN5 si accende?
Le oscillazioni rappresentano le cariche e le
scariche degli altri tre condensatori, che si ri-
flettono su LN5 attraverso la serie di condensa-
tori C2-C3-C4-C5.
Dalla forma d'onda riportata in figura 4 e
possibile constatare anche che l'accensione di LN1
<leve coincidere con quella di LN5, essendo sol-

Via Zuretti 52 tanto quattro i picchi negativi dell'onda. Ció si


verifica in virtu dei particolari componenti scelti
per la realizzazione del prototipo. Ma, come ab-
biamo giá detto, un lieve ritocco al valore capa-

20125 - Milano citivo dei condensatori, oppure un diverso tipo


di lampada o, meglio ancora, un condensatore
aggiuntivo, possono modificare la situazíone.

Tel. 6891945 UN AVVERTIMENTO IMPORTANTE

Le lampadine al neon normalmente in commer-


cio sono giá predisposte, di regola, per il col-

810
legarnento diretto con la linea di rete-luce, so- Un altro avvertirnento riguarda i condensatori;
rattutto quelle di tipo molto economico, giá in- infatti questi non debbono essere elettrolitici ma
serite in apposita custodia per l'impiego di lam- con isolarnento adatto per tensioni di 400 V o
pade-spia. Queste lampade sono dotate di una supenon.
resistenza limitatrice di corrente collegata in se- Nel caso in cui si dovessero verificare disturbi
rie. Occorre quindi estrarre queste lampadine dal- a radiofrequenza, converrá inserire, in parallelo
la loro custodia ed eliminare la resistenza in se- a ciascuna lampada, un condensatore da 1000
rie. In caso contrario queste lampadine non
pF - 400 VI., racchiudendo il circuito in un
possono essere utilizzate nel nostro circuito. Ma
contenitore metallico collegato con le condutture
in commercio esistono anche le larnpade al neon
semplici, cioe sprovviste di resistenza in serie. dell'acqua o del gas. Eventualmente si potra an-
Basta farne esplicita richiesta al rivenditore, spe- che collegare all'ingresso del contenitore, fra i
cificando che non si desidera la resistenza limi- terrninali dei conduttori di rete, un condensatore
tatrice in serie. da 47.000 pF - 1.500 VI.

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11 CB che noi maggiormente apprezziamo e facilmente l'emissione dei segnali radio. Perché
quello che non si limita ad acquistare l'apparato in pratica si tratta di un pannello luminoso co-
ricetrasmittente per dialogare su questioni futi- lorato, facilmente visibile in ogni momento, re-
li con amici e conoscenti. Per noi il vero CB e cante la scritta « on the air », che vuol dire
colui che abbina al piacere di « andare in aria » « in aria» e che indica in continuitá che il tra-
un particolare interesse tecnico peri radioappara- smettitore si trova sicuramente in trasmissione
ti, per gli accessori di questi, con lo scopo preciso e l'alta frequenza viene correttamente irradiata.
di acquistare una buona padronanza dei fenome- La caratteristica principale di questo pannello lu-
ni radioelettrici, talvolta preso dall'ambizione di minoso consiste nella sua accensione; che non vie-
poter divenire, in futuro, un buon radioamatore. ne pilotata dal pulsante P.T.T., ma direttamente
Soltanto questi appassionati delle radiotrasmis- e automaticamente dal segnale di alta frequenza.
sioni molto spesso costruiscono da sé i loro ap- Con questo sistema qualsiasi tipo di guasto che
parati o, almeno, quegli apparati marginali di impedisce un corretto funzionamento del tra-
una stazione vera e propria che permettono di smettitore viene immancabilmente segnalato.
migliorare l'attivitá, cioé di elevare sempre piü
la qualita dei collegamenti.
LO SCHEMA ELETTRICO

ON THE AIR Rappresentiamo in figura 1 il circuito elettronico


del segnalatore di trasmissione. In pratica si trat-
La quasi totalitá degli apparati ricetrasmittenti ta di un relé allo stato solido, pilotato da un
per CB sfrutta il sistema P.T.T., ovvero push to circuito rivelatore di alta frequenza.
talk (premere per parlare). 11 funzionamento e abbastanza intuitivo. 11 se-
In pratica la commutazione parlo-ascolto o ri- gnale applicato all'entrata viene prelevato, co-
cezione-trasmissione, viene attuata tramite uno o me avremo modo di dire piu avanti, dal boc-
piu relé, pilotati da un pulsante che, nella mag- chettone d'antenna del ricetrasmettitore. 11 segna-
gior parte dei casi, risulta montato sul microfo- le di alta frequenza viene dosato in ampiezza dal
no. Eppure succede spesso che, pur premendo partitore resistivo composto dalla resistenza Rl e
questo pulsante, nessun segnale radio si liberi dal potenziometro R2, che ha il valore di 10.000
nello spazio attraverso l'antenna. E i motivi di ohm ed e di tipo a variazione lineare.
questo inconveniente possono essere molteplici; La resistenza Rl puó assumere tre valori diversi;
puó trattarsi di un cattivo inserimento dello spi- ognuno di questi valori corrisponde ad altrettan-
notto del microfono, di una rottura del cavo in- te possibili potenze del trasmettitore cui viene
terno, di saldature male eseguite sullo spinotto accoppiato il nostro segnalatore di trasmissione.
o di altri inconvenienti. Comunque, l'ultimo in- I valori sono i seguenti :
conveniente ora citato, quello della saldatura del- 4.700 ohm = con trasmettitori di potenza fino
lo spinotto, e forse il piü comune, perché si ve- a 5 W
rifica spesso in tutti quei casi in cui si e abituati 27.000 ohm = con trasmettitori di potenza fino
ad inserire e disinserire il microfono all'inizio e a 30 W
alla fine della trasmissione. 4 7 .000 ohm = con trasmettitori di potenza fino
Ma i motivi delÍa mancata trasmissione possono a 100 W
essere anche altri. Per esempio, puó verificarsi il Alla resistenza Rl abbiamo attribuito anche quei
mancato funzionamento di un relé, a causa del- valori necessari per l'accoppiamento dell'appara-
l'ossidazione di uno dei contatti, oppure, e questa to con trasmettitori con potenze ampiamente su-
e una delle cause piü gravi, si puó verificare la periori a quelle adottate nelle normali applica-
rottura di uno degli stadi amplificatori del tra- zioni dilettantistiche.
smettitore. Insomma, per una causa o per l'al- Dal cursore del potenziometro R2 il segnale di
tra, si puó essere convinti di trasmettere senza alta frequenza viene inviato al diodo D1, che
che alcun segnale di alta frequenza venga irra- provvede a rivelarlo; per mezzo del condensato-
diato nello spazio. re elettrolitico C 1 il segnale viene livellatc; .,¡
Questo inconveniente puó essere facilmente evi- provvede cosí a spianare anche l'eventuale mo-
tato utilizzando dei particolari dispositivi; il piü dulazione sovrapposta al segnale di alta frequen-
comune fra tutti e il wattmetro per alta fre- za, che e presente quando si parla davanti al
quenza. Ma noi vogliamo consigliare i CB a rea- microfono. Sui terminali del condensatore elettro-
lizzare l'apparato qui presentato e descritto, che lítico Cl e presente un certo valore di ensione
appare assai piu suggestivo del vecchio e comune soltanto quando il trasmettitore irradia i segnali
wattmetro e che permette di controllare assai piü radio. E in queste condizioni i due transistor

813
Fig. 1 - Circuito elettrico dell'indicatore di trasmissione.
1 due tra nsistor TR1-TR2 sono collegati nella class ica
configurazione Darlington. Le quattro lampade-spia LP1-
LP2 -LP3-LP4, di tipo a filamento, si accendono soltan-
to quando all'entrata del circuito e presente un segna-
le radio. Esse dunque rimangono spente quando l'an-
tenna del trasmettitore non irradia aicun segnale AF.

TR1

o
12-13V
e

e
ENTR. + TR2
7c

TR1-TR2, collegati tra loro nella classica confi-


gurazione Darlington, entrano in conduzione o,
meglio, in saturazione, cioe in completa conduzio-
ne, permettendo l'accensione del gruppo di lam-
pade collegate su! circuito di collettore del tran-
sistor TR2.
Il potenziometro R2 dovrá essere ovviamente re-
golato in modo da perrnettere l'accensione com-
pleta delle lampade quando il trasmettitore si
trova in trasmissione. Ma non si <leve esagerare
con questa regolazione, allo scopo di non aumen-
tare eccessivamente la corrente di base dei due
transistor. Si dovra invece fare in modo che la
tensione sui terminali del condensatore Cl assu-
ma il valore minimo indispensabile per una buona
accensione delle lampade.
Dunque, il nostro dispositivo non· prevede alcun
circuito accordato ed esso potra essere utilizzato,
indifferentemente, con tutti i tipi di trasmetti-

814
tori, qualunque sia il valore della frequenza di la- cosl come indicato nello schema elettrico di f-
voro, senza l'apporto di alcuna modifica al cir- gura l. Non si tratta di un valore di tensione
cuito originale di figura 1. critico, perché qualche volt in piu o in meno non
pregiudica il funzionamento dell'indicatore. Que-
sta tensione di alimentazione, quindi, potra esse-
COLLEGAMENTO CON IL re prelevata, tramite due fli conduttori, diretta-
TRASMETTITORE mente dal circuito dell'alimentatore del trasmet-
titore o, se lo si preferisce, da una sargente ester-
Il nostro indicatore di trasmussione dovrá esse- na al trasmettitore stesso, che puo essere rappre-
re collegato in parallelo all'antenna del ricetra- sentata da una batteria di pile o da un accumu-
smettitore, facendo uso di un raccordo a «T», latore, cosl come indicato nel disegno di figura 4.
che permette di evitare perdite di alta frequenza
con conseguente diminuzione della resa del tra-
smettitore. COLLEGAMENTO DEL CAVO CON IL
Il raccordo a «T» dovrá essere collegato di- BOCCHETTONE
rettamente con l'uscita del trasmettitore e connes-
so, da una parte, all'antenna, dall'altra, all'appa- Prima di passare alla descrizione del piano co-
rato di segnalazione, cosl come indicato in figura struttivo rappresentato in figura 2, vogliamo ci-
4. tare una particolarita relativa al collegamento
Il nostro indicatore di trasmissione <leve essere a- del cavo coassiale con il bocchettone. Quest'ulti-
limentato con una tensione continua di 12-13 V, mo, infatti, dovra contenere la resistenza Rl, cosl

Fig. 2 - La realizzazione pratica del circuito elettronico


dell'indlcatore di trasmissione puo essere comunque
eseguita, non esistendo particolari critici degni di no-
ta. 11 piano costruttivo, qui riprodotto, serve soltanto
per quei CB che si trovano alle prime armi con le
realizzazioni elettroniche. La reslstenza R1 deve esse-
re montata dentro il bocchettone del cavo coassiale,
provvedendo ad un attento isolamento del componen-
te e del conduttore « caldo » del cavo stesso.

LP2

CAVO
BOCCH. COASSIALE

815
Fig. 3 - II circuito elettronico dell'indicatore di tra-
smissione deve essere racchiuso in un contenitore. Sul
pannello frontale di questo si provvedera ad apporre la
scritta « on the air ·, oppure « in aria », Dietro il pan-
nello recante la scritta verranno ordinatamente allogate
le, quattro lampade di illuminazione del pannello stesso.
Questo disegno illustra la disposizione, dentro il con-
tenitore, dei vari elementi dell'indicatore di trasmissio-
ne: le lampade di illuminazione, il circuito elettronico
e il potenziometro regolatore di sensibilitá (disegno a
destra).

LAMPADA

CIRCUITO

LAMPADE PLEXIGLASS IN LEGNO

come si puó vedere ne! disegno del particolare necessari isolamenti tra i vari elementi dell'appa-
riportato in figura 5 e in quello di figura 2. rato. Dietro, il pannello frontale, che potra essere
L'inserimento della resistenza Rl dentro il boc- di plexiglass, vetro traslucido o altro materiale
chettone potrebbe creare un cortocircuito; ecco trasparente o semitrasparente, verranno collocate
perché bisogna star bene attenti ad effettuare le quattro lampade di segnalazione, separate tra
una buona saldatura ricorrendo, possibilmente, loro in misura regolare, allo scopo di ottenere una
ad uno spezzone di tubetto sterling isolante, an- illuminazione uniforme dello schema (disegno a
che se questo non e indicato ne! disegno di figu- sinistra di figura 3).
ra 5. La scritta « on the air », che potra anche essere
sostituita con la dicitura « in trasmissione » po-
trá venir fatta apparire in negativo o in positivo.
REALIZZAZIONE PRATICA Su una lastrina di plexiglass chiara (bianca o
gialla) si potranno apporre dei caratteri trasfe-
La realizzazione pratica dell'indicatore di trasmis- ribili, ottenendo la scritta opaca su sfondo illu-
sione lascia ampie possibilita di personalizzare minato, oppure si potra ritagliare la dicitura in
l'apparato a piacere del lettore. II piano costrut- un cartoncino opaco, che verrá sistemato sulla
tivo di figura 2, dunque, puó ritenersi indicativo parte posteriore della lastrina di plexiglass (me-
per i lettori piü preparati e d'obbligo per i letto- glio colorata in rosso, verde o blu), ottenendo in
ri principianti. tal modo una scritta illuminata su sfondo opaco.
In ogni caso il circuito, realizzato su basetta di La realizzazione del circuito elettronico vero e
bachelite o su circuito stampato, deve essere rac- pprio non comporta difficoltá di ordine pra-
chiuso in un contenitore, che puó essere indiffe- tico e potra essere portata a termine, anche in
rentemente di plastica, Iegno o metallo; e ovvio breve tempo, da quei CB che sono alle prime
che utilizzando il metallo occorrera effettuare i armi con le radiotrasmissioni.

816
Fig. 4 - Questo disegno propone al lettore il piano
costruttivo dei collegamenti dei cavi provenienti dal-
l'indicatore di trasmissione e dal ricetrasmettitore con
l'antenna. A tale scopo viene utilizzato un raccordo a
« T ». L'alimentazione dell'indicatore di trasmissione puo
ANT. essere derivata dal ricetrasmettitore stesso, oppure
dalla linea proveniente da un alimentatore separato
con tenslone continua compresa fra i 12 e i 13 volt.

RACCORDO 'T

CAVO COASS. / CAVO COASS.

? ::J ION THE AIR

RICE TRASM.
s
© NERO ROSSO
t

PRESA ANT.
'\ I
ROSSO
ALIM.
NE RO

Fig. 5 - Particolare del collegamento del cavo coas-


siale, proveniente dall'indicatore di trasmissione, con
il bocchettone destinato ad essere inserito nel rac-
cordo a « T ». Si noti la presenza della resistenza R1
dentro il bocchettone stesso e il collegamento di mas-
sa fra la calza metallica del cavo e il bocchettone.
I transistor TRI-TR2 non sono critici. Infatti, Questo lavoro di saldatura richiede particolare atten-
per il transistor TRl si potra usare qualsiasi ti- zione, allo scopo di non creare cortocircuiti; consiglia-
po di transistor al silicio NPN, di piccola poten- mo di inserire la resistenza R1 in uno spezzone di
za e buon guadagno. Per TR2, invece, sara ne- tubetto sterling.
1:essario un transistor NPN, sempre al silicio, ma
di media potenza e in grado di sopportare una
RESISTENZA SALDARE
R1
corrente di collettore di 500 mA almeno.
CAVO
U diodo D 1 potra essere un comune diodo rive- COASSIALE
latore al germanio; per esso si potranno anche u-
sare i diodi al silicio di piccola potenza, cioé a-
datti per basse correnti. Un'ultima raccomanda-

%
zione: il cavo necessario per il collegamento con
il connettore, <leve essere schermato e adatto per
condurre correnti di alta frequenza; non si pos-
sono quindi usare i comuni cavetti schermati per
segnali di bassa frequenza. SALDARE BOCCHETTONE

817
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L'eco e un fenomeno naturale che tutti cono- flessione delle onde sonore contro ostacoli che
scono. giunge al nostro orecchio qualche istante dopo
Simularlo elettronicamente e abbastanza diffici- aver percepito il suono originale.
le, se non proprio impossibile. II segnale audio, Il riverbero, al contrario, pur essendo un feno-
infatti, quando e convertito in segnale elettrico, meno dovuto a riflessione del suono originale
si propaga quasi istantaneamente, con velocitá contro ostacoli, non permette distinzione fra il
quasi parí a quella della luce. Il suono invece, suono originale e quello riflesso ed offre soltanto
durante la sua propagazione attraverso le masse la sensazione di un suono originale prolungato
'aria, subisce un certo ritardo dovuto alla Ji- • ne! tempo.
mitata velocita di trasmissione, che determina ap- II riverbero puo essere creato, oltre che natural-
punto il fenomeno di eco. mente, anche meccanicamente o elettronicamen-
te, quando l'ambiente adibito all'ascolto e di
piccole dimeasioni e non si presta ad alcun
RIVERBERO ED ECO « gioco » acustico.
L'acustica dello spazio chiuso e frutto dell'archi-
Tra i profani si e soliti confondere il concetto di tettura acustica, cui sono ispirate le costruzioni
eco con quello di riverbero, che e poi il cosid- delle sale da concerto, áegli auditori, dei teatri
detto rimbombo. e persino dei cinematografi.
L'eco e una ripetizione del suono dovuta a ri- Il riverbero, dunque, costituisce una delle ca-

819
ratteristiche fondamentali che concorrono ad e-
LE NOSTRE levare in grande misura il livello qualitativo del-
la musica. L'eco, invece, puó costituire soltanto
un ... capriccio di taluni ascoltatori della musica
CUFFIE STERED riprodotta da disco o da nastro magnetico, sem-

¡
pre protesi alla ricerca di tecniche acustiche nuo-
per l'ascolto personale dei suoni ad alta ve e originali.
fedelta e per un nuovo ed emozionante Per ritardare un segnale audio, attraverso cir-
incontro con il mondo della musica ste- cuiti elettrici, con lo scopo di ottenere effetti si-
reofonica. mili a quelli dell'eco, sono stati studiati e rea-
lizzati vari dispositivi funzionanti su principi es-
Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla
senzialmen te elettromeccanici.
fusione di una musicalita elevata con un
perfettó adattamento anatomico. Essi possono suddividersi in due categorie : le
unita di riverbero e le unita eco.
II riverbero viene normalmente ottenuto per
mezzo di trasduttori collegati con molle d'acciaio.
CUFFIA STEREO I trasduttori possono essere dei comuni altopar-
MOD. LC25 lanti o altri dispositivi di dimensioni piü conte-
L. 5.500 nute.
I dispositivi eco, al contrario, necessitano di tem-
CARA TTE RISTICHE: pi di ritardo notevolmente maggiori e sfruttano
lmpedenza: 8 ohm essenzialmente il ritardo introdotto dal trasci-
Gamma di freq.: 18 - namento del nastro tra due testine di lettura o
15.000 Hz di registrazione poste ad una certa distanza fra
Peso: 320 grammi loro.
Il progetto che stiamo per presentarvi appartie-
ne a questa seconda categoria di dispositivi ed e
in grado, ovviamente, di introdurre l'effetto eco
CUFFIA STEREO su nastri magnetici registrati.
MOD. DH08 Ma il nostro progetto puo anche essere utilizzato
L. 18.500 come dispositivo playback del registratore, per-
mettendo l'ascolto diretto di cio che effettiva-
CARATTERISTICHE:
mente si registra su! nastro, nonché la realizza-
lmpedenza: 8 ohm zione di sovraimpressioni nel caso si disponga di
Sensibilitá: 110 dB
un registratore stereofonico.
a ,1.000 Hz
Gamma di freq,:
20 - 20.000 Hz
Peso: 450 grammi PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
La cuffia e provvista
di regolatore di
livello a manopola Il principio di funzionamento del nostro dispo-
del tweeter. sitivo e estremamente semplice. Perché si tratta
di aggiungere una testina supplementare, per ri-
Adattatore "" produzione, alla destra delle testine gia esistenti
per cuffie stereo ne! registratore. Questa testina supplementare
Mod. JB-11 D verra collegata, tramite un semplice circuito che
descriveremo piü avanti, al potenziometro di
L. 3.500
volume dell'amplificatore di bassa frequenza con-
Questo piccolo ap- tenuto dentro il registratore, in modo da realiz-
parecchio consente
il collegamento di zare un mixaggio del segnale della normale te-
una o due cuffie ste- stina di lettura con quello della testina supple-
reo con tutti i com- mentare. In pratica, dunque, si verifica il se-
plessi stereofonici. guente fenomeno : ogni segnale viene riprodotto
La commutazlone al-
toparlante - cuffia e prima dalla normale testina di lettura ed una
immediata, senza al- seconda volta, dopo un certo tempo determinato
cun intervento sui dalla velocitá di scorrimento del nastro e della
collegamentl. distanza tra le testine, dalla testina supplementa-
re, realizzando cosi un effetto di eco.

820
IL MONOGAMMA -
CB
Una scatola
di montaggio
per tutti i lettori
principianti.

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PER L'ASCOLTO DELLA CITIZEN'S BAND, POTRETE ESPLO-
RARE COMODAMENTE UNA BANDA Dl 3 MHz CIRCA. PO-
TRETE INOLTRE ASCOLTARE LE EMISSIONI DEI RADIOAMA-
TORI SULLA GAMMA DEI 1 O METAi (28-30 MHz).
Fig. 1 - La difficolta di realizzazione del progetto, pre-
sentato in queste pagine, consiste esclusivamente nel-
l'applicazione della testina supplementare di lettura,
che dovra essere fissata sul registratore in modo si-
ile alle altre testine, sulla destra di queste.

NASTRO is TESTINA
ESISTENTE AGGIUNTA

DIFFICOLTA' DI REALIZZAZIONE DEL


PROGETTO

La difficolta di realizzazione del progetto pre-


sentato in queste pagine consiste ovviamente ed
esclusivamente nell'applicazione della testina sup-
plementare di lettura. Questa infatti, dovra es-
sere fissata meccanicamente sul registratore in
modo simile alle alfre testine, cosi che il nastro
vi aderisca prima di avvolgersi sul raccoglitore.
I lettori dotati di maggior attitudine per la mee-
canica di precisione potranno rendere scorrevole
la testina entro un certo tratto, con la conse-
guente possibilita di una regolazione del tempo COMPONENTI
di risposta dell'eco. Tale modifica, pero, e
assai
piu difficile di quanto sí possa pensare, perché

Fig. 2 - Circuito elettrico


del preamplificatore di bas-
sa frequenza pilotato da
un transistor di tipo NPN R6
e
che montato in circuito
con emittore a massa.
R1
+ - R3


C1
+ f ,1 u■ 11 S1

ENTR.
M
" R5 ~n.! o
9V
e
R2
C3!;;;;;;;;;; 11 t I USCITA
1f
:.i!::R4

822
occorre mantenere sempre, durante tutto il tratto, segnale viene inviato all'uscita dopo un ulteriore
l'allineamento verticale della testina con la pista disaccoppiamento ottenuto tramite il conden-
del nastro. satore elettrolitico CS.
Facciamo notare che il segnale d'uscita non ri-
sulta giá equalizzato, per cui volendo ottenere
CIRCUITO PREAMPLIFICATORE risultati ottimi si dovrá collegare luscita, anzi-
ché in parallelo con il potenziometro di ,volume,
Una volta montata la testina supplementare, con l'entrata degli stadi equalizzatori del regí-
essa dovra venir collegata con un circuito pream- stratore.
plificatore, piü precisamente quello riportato in
figura 2.
11 progetto del preamplificatore e assolutamente REGISTRAZIONE ECO
convenzionale. In pratica si tratta di uno stadio
amplificatore con emittore a massa. 11 circuito Utilízzando il circuito di preamplificazione di f-
perrnette di raggiungere un buon guadagno an- gura 2, e possibile registrare su nastro magnetico
che se e dotato di un solo stadio. leffetto eco, che verra riprodotto ad ogni ascolto
« normale » del nastro.
L'emittore del transistor TRl non e collegato di-
rettamente a massa, ma attraverso il gruppo C3- L'operazione da compiere e abbastanza sem-
R4, che non influisce sul guadagno perché la plice. Perché sara suffciente collegare l'uscita
resistenza RA serve soltanto per migliorare la del preamplificatore della testina ausiliaria con
stabilita termica, mentre il condensatore elet- I'entrata di registrazione, in parallelo al segnale
trolitico C3 rappresenta un elemento di corto- da registrare.
circuito per il segnale, giustificando la termino- Abbiamo cosi interpretato due possibili risultati
logia « emittore a massa ». ottenuti per mezzo del preamplificatore di figura
11 segnale amplificato, presente su! collettore 2 : quello di riproduzione eco e quello di regi-
di TRl, viene inviato, attraverso il condensatore strazione con effetto eco.
elettrolitico C4, al circuito potenziometrico di Vediamo ora una terza funzione del circuito
regolazione del livello (R5); successivarnente il preamplificatore.

TR1

ENTR. use.

Fig. 3 - Cablaggio del sem-


plice circuito del pream-,
plificatore. Tutti i compo-
nenti possono essere mon-
tati su un'unica piastrina
metallica con funzioni di
pannello di cniusura di un
qualslasi contenitore.

823
MONITOR alla differenza tra il concetto di eco e quello di
riverbero.
Per realizzare la funzione di monitor, si dovrá I due concetti di riverbero e di eco, interpretati
collegare l'uscita dello stadio amplificatore con soltanto con le parole, non possono additare, con
l'entrata di un amplificatore di bassa frequenza, precisione, la via che conduce alla realizzazione
eventualmente equalizzato. diverso da quello giá dell'effetto proposto: quello ricavato da un nor-
contenuto nel registratore. In questo modo sará male amplificatore di bassa frequenza. Oc.corre,
possibile accertarsi, durante un processo di regi- infatti, saperne un poco di piu; occorre conside-
strazione, di tutto ció che realmente viene in- rare taluni principi fisici e taluni dati numerici
CISO. che sono propri dell'acustica. Si dice che il po-
Questa possíbilita risulta oltremodo utile per le tere di risoluzione del nostro oree.chio e di 1/10
registrazioni dal vivo, attraverso microfono o per di minuto secondo, circa. Che cosa significa tale
mixaggi, offrendo la possibilita di una accurata espressione? 'Teniamo bene in mente che il fe-
regolazione di tutti i livelli d'entrata. nomeno dell'eco consiste in una ripetizione del
suono originale. che arriva al nostro orecchio
qualche istante dopo, nettamente separata dal
PLAYBACK suono originale. lmmaginiamo ora di pizzicare una
corda di chitarra. una prima volta; dopo un mi-
Coloro che dispongono di un registratore ste- uto secondo pizzichiamo nuovamente la stessa
reofonico, per esempio a due piste. potranno ef- corda: il risultato sara quello di avvertire due
fettuare sovraimpressioni multiple con una pic- suoni distinti, successivi nel tempo.
cola elaborazione del nostro dispositivo. Per ot- Ripetiamo ora questo esperimento, pizzicando
tenere la sovraimpressione occorre agire nel mo- la: corda della chitarra, la seconda volta, soltanto
do' seguente : dopo 1/20 di minuto secondo: questa volta il ri-
1) Si incide normalmente una traccia (per esem- sultato sara quello di ascoltare un suono solo,
pio quella destra). prolungato nel tempo.
2) Si collega l'uscita del nostro dispositivo (ca-
nale destro) con l'entrata di registrazione sinistra
del registratore, al quale verra inviato il segnale POTERE DI RISOLUZIONE
da sovraincidere (realizzazione da ottenersi even-
tualmente tramite un mixer). Che cosa e accaduto nel nostro apparato uditivo?
3) Si registra il canale sinistro attenendosi alle Nel primo caso il nostro orecchio e stato in gra-
disposizioni di cuí al punto 2. do di separare nettamente i due suoni, nel se-
Una volta eseguita l'operazione 3, sul canale si- condo caso il nostro orecchio non e riuscito a
nistro risulteranno incisi i due segnali sovraim- separare i due suoni che hanno pure avuto ori-
pressi. gine in due istanti di tempo diversi. E questo
Per ottenere la necessaria sincronizzazione dei fenomeno puo essere paragonato a quello della
segnali e possibile sfruttare contemporaneamen- persistenza delle immagini sulla retina del nostro
te la funzione monitor sul canale destro per mez- oc.chio : sottanto se i fotogrammi di una pellicola
zo di un amplificatore esterno o dello stesso am- si succedono con una certa velocita, uno dopo
plificatore ( destro) del registratore. l'altro, noi vediamo le figure in movimento; se
Volendo ottenere una ulteriore sovraimpressione, i fotogrammi si succedono lentamente, il nostro
si dovranno ripetere le operazioni cítate ai punti occhio vede soltanto una serie di immagini suc-
2 e 3, invertendo tutto ció che e « destro » con cessive, statiche. Nell'effetto dell'eco, dunque, i
« sinistro » e viceversa. suoni si succedono tra di loro ad una certa di-
stanza di tempo, core puó avvenire per una se-
rie di fotogrammi di una pellicola fatti scorrere
TEORIA ACUSTICA assai lentamente nel proiettore. Nell'effetto di
riverbero i suoni si succedono rapidamente uno
Per coloro che non si accontentano di realizzare dopo l'altro, cos1 come avviene per i fotogrammí
praticamente gli effetti acustici citati in queste di una pellicola fatta scorrere rapidamente nel
pagine, ma intendono erudirsi un poco sulla proiettore; nel primo caso l'occhio vede immagini
teoría di questi particolari fenomeni, cerchere- distinte e statiche e l'orecchio percepisce suoni
mo ora di chiarire alcuni concetti e dissipare ta- nettamente separati fra loro; nel secondo caso
luni dubbi che creano confusione ed incompeten- l'occhio vede immagini continue in movimento e
za. l'orecchio percepisce un unico suono prolungato.
E cominciamo col richiamarci ancora una volta L'orecchio umano, per poter ascoltare distinta-

824
mente due suoni uguali o diversi, deve poter ca-
ptare i suoni stessi ad una distanza di tempo di
almeno 1/10 di minuto secondo, circa. In ció
consiste il concetto fisico e matematico dell'ef-
fetto dell' eco.
Ma ricordiamoci sempre che il suono e una per-
1 FASCICDLI
cezione intima di noi stessi, propria del nostro
cervello, che ci permette di «vivere » nel mon-
ARRETRATI
do dei suoni e delle luci che ci circondano, che,
in realta, e un mondo assolutamente silenzioso
e buio. La causa vera che ci permette di vivere ntl
DI
mondo dei suoni e rappresentata dalle onde so-
nore ed il nostro orecchio e soltanto una via di
raccordo fra le onde sonore e il cervello. Ma poi-
ché in pratica e molto facile vivere all'esterno
ELETTRONICA
di noi, mentre e. molto difficile vivere nell'interno
di noi stessi, i due termini « suono » e « onda
sonora » divengono sinonimi, benché uno espri-
PRATIGA
ma l'effetto e l'altro la causa, appunto come di-
vengono sinonimi i due termini « luce » e « on-
de luminose ».
sono le « perle » di una prezio-
sa collana tecnico-pratica, che
TEMPO DI RIT ARDO porta in casa vostra il piacere
Ne! discutere su! fenomeno dell'eco abbiamo sem-
e il fascino di una disciplina mo-
pre parlato di tempo, ma le onde sonore « viag- derna, proiettata nel futuro, che
giano » attraverso !'aria, in condizioni normali. interessa tutti: lavoratori e stu-
ad una velocita costante compresa fra i 333 e i denti, professionisti e .studiosi,
334 metri al secondo, e si diffondono spedita- giovani e meno giovani.
mente all'intorno della sorgente sonora. E' pos-
sibile, quindi, mediante semplici operazioni ma-
tematiche, tradurre in metri il fenomeno del-
l'eco. Si puó dire, pertanto, che per avere l'eco
e necessario che il suono riflesso percorra, almeno, RICHIEDETECELI
34 metri nell'aria (17 metri per il viaggio di an-
data e 17 metri per il viaggio di ritorno). Tutto
cio sí esprime mediante il « tempo di ritardo »,
,che e una grandeza fisica e matematica che si
traduce nella seguente formula:
Tempo di ritardo (minuti secondi) = spazio
SUBITD
percorso (metri) PRIMA CHE
velocitá del suono (metri al secondo)
34 metri SI ESAURISCANO
= O, 1 secondi
340 m/s ( circa)
Per semplicita di operazione matematica abbia-
mo espresso le velocita del suono in 340 metri al
secondo anziché in quella, giá espressa e piü pre- inviando, per ogni fascicolo,
cisa, di 333-334 metri al secondo. l'importo di L. 700 a mezzo va-
Questa formula permette di esprimere il feno- glia o c.c.p. n. 3/26482 e indiriz-
meno dell'eco in termini matematici precisi, in
zando le vostre richieste a:
nita di misura di lunghezza o in unita di misu-
ra di tempo. ELETTRONICA PRATICA
Al di sotto di 1/10 di secondo il fenomeno del- 20125 MILANO - Via Zuretti, 52.
leco cessa di esistere e sí trasforma in quello di
nverbero, cioé di rimbombo.

825
S-METER

Lo strumento che misura la « forza »


dei segnali radio ricevuti con un appa-
rato a circuito supereterodina. Con
l'S meter si agevolano inoltre le ope-
razioni di sintonia e si possono anche
tarare gli stadi accordati del ricevito-
re radio.

826
L'«S meter » e uno strumento comunissimo nel PUNTI DI MISURA
mondo amatoriale e in quello dei CB. Perché
serve a misurare l'intensitá dei segnali radio ri- In ogni ricevitore radio a circuito supereterodina
cevuti e a perfezionare le operazioni manuali di esiste un circuito ideale per l'applicazione dell'S
sintonia. meter. Esso il CAV, cioé il circuito di controllo
Nei ricevitori professionali e in quelli di un certo automatico di volume. Questo circuito e noto an-
valore tecnico, F« S meter » e un apparecchio che sotto il nome di CAG (controllo automatico
gia incorporato. Esso non e invece presente nei di guadagno), perché esso controlla automatica-
ricevitori radio autocostruiti e in quelli di tipo mente il guadagno della catena amplificatrice di
economico. Ecco perché abbiamo ritenuto inte- media frequenza in funzione del segnale ricevuto.
ressante la presentazione di questo strumento, In pratica questo controllo si puo identificare
che e anche facilmente applicabile a tutti i rice- con il volume di riproduzione.
vitori radio transistorizzati dopo un semplicissi- Coloro che conoscono il funzionamento di un
mo esame del ricevitore stesso. circuito supereterodina sanno che il CAV impe-
disce il verificarsi di bruschi passaggi sonori tra
stazioni deboli e stazioni forti; come conseguen-
COS'E' L' -S METER >? za si ottiene una ricezione suficientemente li-
neare.
L'«S meter » e un misuratore di forza del se- La caratteristica principale del CAG e quella di
gnale ricevuto. La lettera « S», infatti, rappre- generare una tensione continua proporzionale
senta l'abbreviazione della parola inglese « stren- alla forza del segnale ricevuto. Misurando il va-
gth », che significa « forza ». Dunque, S meter lore di questa tensione, si ottiene automatica-
significa misuratore di forza. mente la misura in unita « S».
Esiste addirittura una scala di valori S, nella
quale viene fatta una suddivisione in S1, S2... DIVERSI CIRCUITI DI CAV
S9, S9 + 10, S9 4 20, S9 + 30 ed S9 + 40.
Un segnale di forza S9 puo considerarsi un se- Prima di inserire uno strumento di misura nel
gnale ottimamente ricevibile, mentre segnali di circuito di un ricevitore radio supereterodina,
forza minore peggiorano sempre piu la ricezione, occorre effettuare una breve analisi dell'appa-
sino al valore S 1, che vuol indicare un segnale recchio radio e prendere le necessarie precau-
incomprensibile. zIon1.
Ogni « punto» S dista da un punto attiguo di La tensione del circuito automatico di volume
6 dB. Ció significa che tra un punto e l'altro puó essere positiva o negativa rispetto a massa;
si ha quasi un raddoppio del segnale ricevuto in tutto dipende dai tipi di transistor montati ne,
antenna. Dopo l'S9 i punti vengono suddivisi in ricevitore radio, che possono essere degli NPN
intervalli di 10 dB. o dei PNP.
Il valore di fondo-scala di S9 + 40 rappresenta La stessa tensione CAV puo essere crescente o
la massima forza di un segnale, che puo essere decrescente con l'aumentare o il diminuire della
paragonata a quella ricevuta da un ricevitore forza del segnale ricevuto dall'apparecchio radio.
sistemato a pochi metri di distanza dal trasmet- E quando si applica lo strumento di misura oc-
titore. corre anche tener presente che non e conveniente
Poiché tale segnale non potra mai essere ricevuto sovraccaricare ulteriormente il circuito CAV, a
normalmente, a meno che non ci si trovi a bre- meno che lo strumento di misura non sia molto
sensibile e dotato di una notevole resistenza in-
vissima distanza dal trasmettitore, in molti tipi terna. Ma lo svantaggio presentato da questi tipi
di S meter il fondo-scala viene stabilito in S9 + di strumenti di misura e senza dubbio quello di
30, utilizzando cosi una maggiore spaziatura tra risultare molto costosi. Ecco perché risulta sem-
i vari punti, con un notevole vantaggio per la pre conveniente ricorrere allo strumento di mi-
lettura delle grandezze. sura normale con l'interposizione di un adattatore

827
Fig. 1 - Al circuito dell'S meter deve essere applicata
la tensione CAV del ricevitore radio supereterodina,
prelevata sui terminali del condensatore di livellamen-
ULTIM A MF to, a valle del diodo rivelatore.
F, OIODO RIVEL.

r--===~I(

~
1
L
1

1
1
_J
4 K

POT. VOWME
t

elettronico il quale, pur complicando leggermente raddrizzata proporzionale alla forza della fre-
il circuito, permette di risparmiare sul costo com- quenza portante.
plessivo e di rendere piu sensibile lo strumento L'S meter non indica il volume d'uscita del ri-
di misura. cevitore radio o l'entita della modulazione dei
segnali ricevuti. Esso indica invece la forza della
portante ad alta frequenza, indipendentemente
TIPICI CIRCUITI DI CAV dalla presenza o meno della frequenza modulan-
te, cioe del segnale radio vero. e proprio. Ecco
Per meglio interpretare il sistema di inserimento perché puo accadere di ravvisare una certa de-
di un S meter in un ricevitore radio, facciamo viazione dell'indice dellS meter senza che l'alto-
riferimento ad alcuni circuiti tipici di CA V mon- parlante del ricevitore radio emetta alcun suono
tati nei normali ricevitori radio. intelleggibile. Ció significa che il ricevitore radio,
• 11 circuito di controllo automatico di volume in quel preciso momento, risulta sintonizzato su
inizia, come si puó vedere in figura 1, subito una emittente che irradia soltanto la frequenza
dopo il diodo rivelatore. Ed e proprio questo portante, cioe il solo segnale di alta frequenza
componente, in pratica, a fornire una tensione privo del segnale informatore di bassa frequenza.

1_
1
-1 ~1:!lt::1_A_M_: __ 7
1
DIODO RIVEL.
t) 4

1
1 1
! !


POT. VOLUME

Fig. 2 - II diodo rlvelatore risulta invertito rispetto alla


posizione assunta nel circuito di figura 1. In questo
caso, quindi, la tensione presente fra i punti 1-2 é
negativa ed occorre adottare un circuito di misura di-
verso da quello necessario quando la tensione CAV e
positiva.

828
Si puó cosí concludere dicendo che con IS
meter e possibile ottenere una esatta valutazione
della forza del segnale mediante una lettura
diretta e in ogni condizione di ricezione.
Ma ritomiamo all'analisi del circuito del CAV.
Abbiamo detto che il diodo rivelatorc fomisce
una tensione raddrizzata proporzionale all'entita
del segnale. Questa tensione viene successivamen-
te livellata per mezzo di un condensatore, che
la fa divenire una tensione pressocché continua,
cioe adatta a pilotare lo strumento di misura.
La tensione pilota del circuito dell'S meter <leve
essere quindi prelevata sui terminali del conden- LIRE 3.500
satore livellatore ora citato, al quale risulta spes- CASSETTIERA - MINOR
so collegato anche il potenziometro di volume,
cosí come si puó notare nello schema elettrico Contenitore a 12 cassetti, componi-
di figura 1. bile ad incastro; dimensioni di un cas-
Il circuito rappresentato in figura 2 costituisce setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto e
un esempio di CAV molto simile a quello di fi- provvisto di divisori interni.
gura 1. In questo caso, tuttavia, il diodo rivela-
tore risulta invertito e la tensione presente fra
i punti 1-2 risulta negativa. Questa volta occorre
quindi adottare un circuito di misura diverso da
quello necessario per il circuito precedente.

SCHEMA ELETTRICO DELL'S METER

I] circuito elettrico dell'S meter e rappresentato


in figura 3. Esso e valido per quei tipi di CAV
che si prcsentano nel modo illustrato in figura l.
In figura 4 rappresentiamo il circuito elettrico
de11'S meter adatto per l'applicazione ai circuiti
CAV del tipo di quelli riportati in figura 2.
LIRE 3.800
I due tipi di circuiti CAV, quello di figura 3 e CASSETTIERA • MAIOR
quello di figura 4, differiscono fra loro soltanto
per la complementarieta dei transistor. Nel cir- Contenitore a 6 cassetti, componibile
cuito di figura 3 il transistor TRl e di tipo NPN, ad incastro; dimensioni di un casset-
quello di figura 4 di tipo PNP. Il cavo inverso to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto e
si verifica per il transistor TR2. provvisto di divisori interni.
Per semplicita di analisi faremo riferimento allo
schema di figura 3, affdando al lettore il com-
pito di trasferire le stesse osservazioni, sia pure
con le dovute inversioni, al progetto di figura 4.
Tra i punti 1-2 e presente, come e stato giá
detto, una tensione proporzionale alla forza del
segnale. Questa tensione, facendo riferimento
allo schema di figura 1, viene prelevata a valle

Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
del diodo rivelatore dell'apparecchio radio, piü co, il vostro angolo di lavoro in un
precisamente fra i terminali del condensatore di vero e proprio laboratorio!
livellamento.
Questa tensione viene ulteriormente filtrata da!
gruppo resistivo-capacitivo composto da Rl e da!
condensatore elettrolitico C 1. La tensione viene
poi applicata alla base del transistor TRI. Que-
to transistor, che e di tipo NPN, risulta montato
ella classica configurazione « con uscita di emit-

829
µA

TR2 +
CD

R8

µA

R8

830
4
Fig. 3- Questo progetto di S meter serve nel caso in
cui la tensione CAV, prelevata a valle del diodo rivela-
tore del rlcevitore radio, e positiva.

4
Fig. 5-Il montaggio dell'S
meter puo essere ottenu-
to dentro il contenitore del
ricevitore radio, oppure se-
paratamente in altro conte-
nitore metallico o di pla-
stica. Sul pannello fronta-
le sono presenti: lo stru-
mento indicatore, le bocco-
le di entrata della tensione
CAV, i potenziometri e l'in-
terruttore di accensione.
R2 R3

Fig. 4 - Questo progetto di S meter si differenzla da


quello proposto In figura 3 peri soli transistor TR1-TR2.
11 circuito e valido quindi quando la tensione CAV e
negativa come nel CHO dello schema di figura 2.

4
831
Per quanto riguarda i due transistor TR1-TR2,
ricordiamo che questi potranno essere di tipo al
germanio o al si.licio. Per i transistor di tipo PNP,
si potranno usare i seguenti semiconduttori (AG
125- AC126- AC128 - BCI16 - BC126 - BC137
- BC139- BC153 - BC154 - BCI157 - ecc.). Per

4BBO PERLA
i transistor di tipo NPN si potranno usare i tran-
sistor AC127 - BC107 - BC108 - BC109 - BC115
- BCI45- BCI47 - BC148 - BCI49 ecc.

NA SICUREZZA DI
RICEVERE
MENSILMENTE
Poiché i transistor ora elencati presentano gua-
dagni fra loro molto diversi, potra risultare neces-
sario l'apporto di una variante ohmmica alle
resistenze R5 - R6 allo scopo di agevolare le ope-

TEVI LAVOSTRA
RIVISTA
razioni di azzeramento tramite il potenziometro
R8.
I potenziometri R 7- R8 potranno essere sosti-
tuiti con dei trimmer potenziometrici, che risul-
tano di minor ingombro e piu economici. I trim-
mer sono peraltro necessari quando si voglia
montare l'S meter direttamente dentro il conteni-
tore del ricevitore radio.

TARATURA DELL'S METER


tore » o « emitter follower ».
II tipo di montaggio ora menzionato non consen- La taratura dell'S meter consiste nella gradua-
te di ottenere alcun guadagno di tensione, roa zione della scala dello strumento. E a tale scopo
esso presenta una elevata impedenza di ingresso, esistono due metodi diversi. II primo consiste nel
che non turba mínimamente il circuito di misura confrontare l'indicazione offerta dal microampe-
vero e proprio. rometro con quella di un S meter montato su un
Il transistor TRl pilota un secondo stadio am- ricevitore radio di tipo professionale.
plificatore (TR2), al quale e collegato lo strumen- II secondo sistema, che e un po' meno preciso,
to di misura pA in un sistema a ponte nel quale impone la regolazione del potenziometro R 7, in
il potenziometro R8 serve per l'azzeramento del- modo che l'indice del microamperometro rag-
lo strumento indicatore, mentre il potenziome- giunga il fondo-scala. Questa operazione <leve
tro R7 regola la sensibilita dello strumento stesso. essere effettuata in presenza di un trasmettitore
funzionante a pochi metri di distanza. Il valore
di fondo-scala sara allora quello di S9 4 40. Il
REALIZZAZIONE PRATICA valore S9 risultera approssimativamente a meta
scala. La prima meta del quadrante potra essere
La realizzazione pratica dell'S meter puo essere quindi suddivisa in 9 settori uguali fra loro; la
ottenuta direttamente dentro lo stesso contenitore seconda meta potra essere suddivisa in + settori
dell'apparecchio radio, se questo lo consente. uguali fra loro.
In figura 5 rappresentiamo un esempio di ca-
blaggio dell'S meter ottenuto su un contenitore
separato dal ricevitore radio. In questo caso sul IMPIEGO DELL'S METER
pannello frontale dell'S meter sono presenti: l'in-
terruttore del circuito di alimentazione S1, le Soltanto la pratica potra insegnare perfettamen-
due manopole relative ai comandi di sensibilitá te il miglior sistema di impiego dell'S meter, te-
(R7) e di azzeramento (R8), le boccole per il col- nendo conto che questo strumento serve a misu-
legamento dell'S meter con il terminale del po- rare contemporaneamente la forza del segnale
tenziometro di volume del ricevitore radio e, per ricevuto assieme alla centratura precisa della
ultimo, lo strumento indicatore, che e un micro- emittente. Si potranno inoltre tarare gli stadi ac-
amperometro da l pA fondo-scala, che puó es- cordati del ricevitore quando questo risulti sin-
sere sostituito anche con un microamperometro tonizzato su una emittente; se il segnale tende
da 500 A fondo-scala purché si adotti, per R8, ad aumentare, ció significa che gli stadi stessi
un potenziometro da 20.000 ohm. non risultano perfettamente tarati.
CARACOL
RADIORICEVITORE IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 9400

8 TRANSISTOR

2 GAMME D'ONDA

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e quelle ad onde lunghe di maggior prestigio.
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tato e perfettamente funzionante, allo stesso prez- Semiconduttori: 8 transistor + 1 diodo
zo della scatola di montaggio: L. 9.400 (senza Alimentazione: 6 Vcc (4 elementi da 1,5 V)
auricolare) - L. 9.900 (con auricolare). Presa estema: per as coito in auricolare
Media frequenza: 465 KHz
CARATTERISTICHE Banda di risposta: 80 Hz - 12.000 Hz
Potenza d'uscita: 0,5 W Dimensioni' 15,5x7,5x3,5 cm.
Ricezione in AM: 150 265 KHz (onde lunghe) Comandi esterni: sintonia - volume - interruttore
Ricezione in AM: 525- 1700 KHz (onde medie) - cambio d'onda

LA SCATOLA DI MONTAGGIO DEVE ESSERE RICHIESTA A:


ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52, inviando anticipatamente
l',importo di L. 9.400 (senza auricolare) o di L. 9.900 (con auricolare) a mezzo vaglia
postale o c.c.p. n. 3/26482 (spese di spedizione comprese).
834
ESISTONO DIVERSI SISTEMI PEA PROTEGGERE LA FRAGILITA' DEGLI
APPARATI MOBILI DEGLI ALTOPARLANTI DAI SOVRACCARICHI DI TEN-
SIONE. MA IL CIRCUITO ELETTRONICO A RELE' E' CERTAMENTE IL PIU'
SEMPLICE E IL PIU' SICURO FRA TUTTI.

Il possessore di una catena amplificatrice ad al- ta fuori posto.


ta fedelta, mono o stereo che sia, e geloso del Le moderne tecnologie permettono oggi di rag-
suo impianto. Dificilmente permette agli altri giungere notevoli limiti di robustezza e resisten-
di farne uso e quando non lo adopera si preoc- za negli amplificatori di potenza, soprattutto nei
cupa di sottrarlo alla polvere, di isolarlo accu- confronti del sovraccarico. Altrettanto non acca-
ratamente da ogni possibilita di danneggiamen- de invece per gli altoparlanti che, dopo l'appara-
to, di staccare la spina dalla presa di corrente. to amplificatore, rappresentano il secondo ed es-
Ed e giusto che sia cosi. Perché i tempi della senziale anello della catena amplificatrice ne-
fonovaligia o del piu semplice giradischi sono fi- cessaria per la riproduzione sonora ad alta fe.
niti e la riproduzione sonora di classe attuale delta.
e molto costosa. L'amplificatore Hi-Fi puó co- Gli altoparlanti, montati nelle casse acustiche dei
stane anche mezzo milione ed oltre; ed anche riproduttori Hi-Fi, non sono sempre dotati di
le casse acustiche sono molto costose e necessita- una certa robustezza meccanica; al contrario,
no quindi di un'attenta difesa dagli agenti quando si tratta di componenti di elevato valore
atmosferici, dalle maní indiscrete e dalle curiosi- commerciale, l'attitudine a sopportare i sovrac-

835
Fl g. 1 - L'inserim ento fra il circuito di uscita dell'am-
plificatore Hi-Fi e la cassa acustica del nostro circulto
di protezlone dai sovraccarichi non implica alcuna ma-
nomissione dei due piu importanti elementi della ca-
tena di sonorizzazione. Perché II circuito protettivo e
racchiuso in una piccola scatola dotata di prese di en-
SCATOLA DI
AMPLIFICATORE PROTEZ.
o.:
o
5
<t

trata e di uscita, che debbono essere soltanto collega-


te, tramite conduttori schermati, all'uscita dell'ampli-
ficatore e all'entrata della cassa acustica. L'apparato
protettlvo é dotato di un solo comando manuale, che
permette di regolare il valore di soglia di eccitazione
-del relé.

carichi e molto limitata. Ecco perché all'utente, Le notevoli tolleranze dei fusibili potrebbero con-
geloso delle sue apparecchiaturc, necessita caute- vincere qualcuno ad utilizzare fusibili di porta-
larsi contro le eventuali rotture del cono dovute ta molto piü bassa rispetto al valore nominale,
ai sovraccarichi. soprattutto ne! caso di applicazioni elettroniche
nel settore musicale, quando l'amplificatore e la
cassa acustica vengono utilizzati per lungo tempo
PROTEZIONE CON FUSIBILI alla massima potenza concessa. Ma con questo
sistema la massima potenza sarebbe raggiungibile
Per proteggere un altoparlante di classe, cioé soltanto per brevi periodi e, al persistere del ca-
molto costoso, dagli eventuali danni derivanti rico, la rottura del fusibile sottodimensionato sa-
dal persistere di un sovraccarico, si usa spesso rebbe cosa certa.
collegare, in serie con l'altoparlante stesso, un
fusibile in grado di sopportare un determinato
amperaggio. Per esempio, per una potenza di PROTEZIONE CON RELE'
50 W max., con un'impedenza di carico di 8
ohm, occorre un fusibilc da 2,5 A. Ma un fusi- Una soluzione molto semplice e poco costosa
bile siffatto, cioé un fusibile da 2,5 A nominali, del problema fin qui analizzato consiste nell'uso
puó sopportare benissimo, talvolta anche per un'o- di un relé, in grado di escludere il collegamento
ra consecutiva, una con-ente di oltre 3,5 A, sot- fra l'uscita dell'amplificatore e l'entrata delle
traendosi evidentemente ad una precisa prote- casse acustiche quando viene superata la soglia di
zione degli altoparlanti. potenza; questa soglia, diversa in ogni tipo di
Piccole variazioni della « corrente di fusione » catena Hi-Fi, deve poter essere regolata a pia-
sono suficienti a volte pcr provocare danni irre- cere, indipendentemente dalla durata, piü o me-
parabili agli altoparlanti, cosí come se il fusi- no lunga, del sovraccarico.
bile non fosse inscrito nel circuito di protezione. Con questo sistema si puó essere certi di pro-
Infatti una corrente di 2,75 A porterebbe di teggere completamente il delicato equipaggio mo-
culpo la potenza massima al valore di 60,5 W, bile dell'altoparlante, quando la potenza supera,
mentrc una corrente di 3,8 A aumenterebbe ul- anche di poco, quella concessa da! sistema di
terionnente tale limite a 91,3 W, sempre per amplificazione.
un altoparlante con impedenza di 8 ohm. Con il sistema di protezione a relé si raggiungc

836
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RICETRASMITTENTI FM 420
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Caratteristiche sezione trasmittente
frequenza: 27,125 MHz (canale 14)
potenza input: 100 mW
oscillatore: controllato a cristallo di quar-
z0
tolleranza di frequenza: meno di 0,005%

Caratteristiche sezione ricevente


sistema di rivelazione: di tipo superri-
generativo
potenza audio: 100 mW
volume sonoro: regolablle manualmente
allmentazione: con pila a 9 volt

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'
4 Fig. 2 - Questo schema propone
nella sua grande semplicita il cir-
cuito di protezíone degli altopar-
lanti dal sovraccarlchi. L'altopar-
lante e collegato fra i contatti nor-
malmente chiusi di un relé. Un
BF ponte di diodi raddrizzatori prele-
va una plccola p-arte del segnale

l AP
di bassa froquenza in caso di so-
vraccarico; il segnale raddrizzato
viene successivamente livellato
da C1 ed lnviato ad eccitare il
R1
M relé. La resistenza R2 si inserisce
·automaticamente nel circuito di
uscita dell'amplificatore BF quan-
do gli altoparlanti vengono esclu-
si; essa costituisce quindi un ne-
cessarlo carico supplementare
per l'ampliflcatore di potenza.

IL RICEVITORE
DEL PRINCIPIANTE
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
... vuol tendere una mano amica a quei lettori che,
per la prima volta, si avvicinano a noi e all'affasci-
nante mondo della radio.

LA SCATOLA
DI MONTAGGIO
La realizzazione di questo semplice ricevitore rap- COSTA:
presenta un appuntamento importante per chi comin-
cia e un'emozione indescrivibile per chi vuol mette- L. 2.900 (senza altoparlante)
re alla prova le proprie attitudini e capacita nella L. 3.500 (con altoparlante)
oratica della radio.

838
un ulteriore vantaggio: si protegge anche l'am- scente dall'amplificatore e lo raddrizza tramite
plificatore di potenza e su questo argomento a- il ponte di diodi Dl-D2-D3-D4. II segnale viene
vremo modo di soffermarci piu avanti; per ora quindi fltrato tramite il condensatore elettrolitico
possiamo dire che l'interruzione fra altoparlante e Cl ed inviato al relé RL la cui sensibilita e con-
amplificatore, provocata dal relé di protezione, trollata da! potenziometro Rl collegato in serie.
inserisce automaticamente un nuovo carico al- In questo modo, quando il segnale supera il va-
l'uscita dell'amplificatore, in modo da evitare che lore di una certa tensione, il relé si eccita, i
la potenza dell'apparato, non trovando il suo na- contatti normalmente chiusi si aprono e le casse
turale sfogo attraverso gli altoparlanti, possa acustiche risultano automaticamente escluse dal
danneggiare irreparabilmente i circuiti d'uscita segnale proveniente dall'amplificatore di bassa
dell'amplificatore. frequenza.
Prima di passare all'analisi del circuito elettrico Ma se il nostro progetto servisse. soltanto al di-
di protezione, ricordiamo ai nostri lettori che sinserimento automatico degli altoparlanti in ca-
l'inserimento dell'apparato protettivo e semplicis- so di sovraccarichi, I'amplificatore di bassa fre-
quenza potrebbe danneggiarsi anche in misura
simo e non richiede alcuna manomissione dell'am-
notevole; perché la potenza da esso eroga ta non
plificatore o delle casse acustiche.
troverebbe vía di uscita. Ecco perché nel nostro
progetto e presente la resistenza R2, che funge
da carico supplementare dell'amplificatore Hi-Fi
IL CIRCUITO ELETTRICO quando gli altoparlanti vengono esclusi. Tale ac-
corgimento e assolutamente necessario nel caso
Lo schema elettrico del circuito di protezione ccn di amplificatori transistorizzati, che oggi rappre-
relé e riportato in figura 2. Come sí puó notare, sentano la maggior parte degli amplificatori in
il circuito e molto semplice, sia sotto l'aspetto con- comrnercio, perché il circuito di uscita di questi
cettuale, sia sotto l'aspetto pratico. Esaminiamo- apparati non <leve mai rimanere aperto.
lo. Il valore della resistenza R2 deve risultare pari a
Il segnale di bassa frequenza viene inviato al- 4-5 volte quello dell'impedenza típica degli alto-
l'altoparlante, cioe alla cassa acustica dell'ampli- parlanti; la sua potenza di dissipazione deve ri-
ficatore Hi-Fi, tramite i contatti normalmente sultare parí ad 1/3-1/4 della potenza degli alto-
chiusi di un relé (relé aperto). parlanti. Non e quindi possibile dichiarare il va-
Il relé viene comandato da un circuito elettroni- lore hommico di questa resistenza, perché esso
co che preleva il segnale di bassa frequenza u- dovra essere individuato caso per caso.

L ..J

Fig. 3 - II cablaggio del circuito


protettivo degli altoparlanti viene
0
Q$- -< r
<r
o..
o
a..
eséguito dentro un contenitore
metallico, con funzioni di scher-
mo elettromagnetico. I diodi rad-
drizzatori possono essere anche
diodi al germanio di qualslasi ti-
:
e:(
"-J
..J
r
'g
<r
..J

po, oppure piccoli diodi al silicio.


1'11 relé deve avere caratteristiche
elettriche da valutarsi caso per
caso, a seconda del tipo di ampli-
flcatore e di altoparlanti. Anche
la resistenza R2 deve essere op-
portunamente calcolata. La tara-
tura consiste nel regolare il po-
tenziometro R1, cioé facendo in
modo che il relé scatti ad un pre-
ciso valore di tensione. SENSILrT

839
REALIZZAZIONE PRATICA

Come si puo notare, osservando lo schema pra-


GLI ATTREZZI tico di figura 3, la realizzazione del relé protetti-
vo non presenta difficolta pratiche. Sía per il nu-
DEL mero ridotto di componenti elettronici, sia per
la mancanza di elementi critici circuitali.
PRINCIPIANTE Come abbiamo gia detto, i iodi D1-D2-D3-D4
potranno essere normali dioa' rivelatori al ger-
manio, oppure piccoli diodi a, silicio -Ji qualsia-
si tipo.
Particolare attenzione, invece, deve ess:re rivol-
ta al relé RL. Questo componente, intatti, do-
vra. essere scelto fra i modelli sensibili, con ca-
ratteristiche elettriche proporzionate alla potenza
che si vuole limitare.
Ricordiamo che la tensione misurabile sui termi-
lí del condensatore elettrolitico C 1, in ordine
alla potenza che si vuol limitare, segue approssi-
rii'ativamente la legge seguente:

v= 1,4 +/1Z
nella quale P misura la potenza in watt, mentre
Z misura l'impedenza degli altoparlanti in ohm.
Abbiamo detto che la formula ora citata non da
un risultato preciso ma soltanto approssimato.
IN UN UNICO KIT Ci non deve tuttavia sollevare dubbi sulla ve-
ridicita della formula, mentre non bisogna di-
PER SOLE menticare che l'impedenza Z degli altoparlanti
non e costante, perché essa varia col variare
della frequenza dei segnali e con la potenza di
LIRE 7.500 uscita dell'amplificatore di bassa frequenza. Cío
significa anche che, utilizzando il valore nomina-
le, si commette inevitabilrnente un errore dí im-
precisione che, tuttavia, puó essere ben difRcil-
CONTIENE: mente eliminato.
1 saldatore istantaneo (220 V - 90 W)
Tenendo conto di quanto finora detto, si puo
1 punta rame .di ricambio dedurre che una potenza d'uscita dell'amplificato-
1 scatola pasta saldante re nella misura di 10 W, su un carico di 8
90 cm. di stagno preparato in tubetto ohm, 'genera sui terminali del condensatore elet-
1 chiave per operazionl ricambio punta saldatore troli tico C 1 una tensione di 13,5 V circa; in tal
paio forbici lsolate caso occorrera scegliere un relé da 12 V con va-
1 pinzetta a molle in acclaio inossldabile con lore resistivo il piü alto possibile.
punte internamente zlgrlnate Per quanto riguarda il potenziometro Rl che,
cacclavite isolato alla tensione di t 5000 V come abbiamo detto, permette di regolare la
4 lame intercambiabili per cacciavite con lnnesto sensibilitá del relé, cioé il valore di corrente ne-
a croce
cessario a determinare lo scatto, dobbiamo dire
che un eventuale valore ohmmico da noi citato
potrebbe avere soltanto un significato puramente
Le rlchleste del kit degli • ATTREZZI DEL PRIN- indicativo, perché questo valore dipende essen-
CIPIANTE ,. debbono essere fatte a: Elettronica zialmente dal tipo di relé utilizzato e dalla escur-
Pratica - 20125 MILANO - Vla Zuretti n. 52, in- sione di potenza che si intende proteggere. I.n
viando anticipatamente l'importo di L, 7.,500 a
mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482 (spese
linea di massíma puo essere accettato un poten-
di spedizione comprese). ziometro con valore ohmmico di 4-5 volte il va-
lore della resistenza del relé. Normalmente que-
sto valore si aggira intorno ai 5.000 ohm.

840
CONNESSIONI E TAnATURA che si vuol limitare e dall'impedenza degli alto-
parlanti. Facciamo un esempio; supponiamo che
L'inserimento del dispositivo di protezione, fra la potenza da limitare sia P 32 W e l'impe- =
le casse acustiche e l'uscita dell'amplificatore di denza delI'altoparlante o degli altoparlanti sía
bassa frequenza, e molto semplice, cosl come si Z = 8 ohm. Applicando la fonnula, si ha:
puo osservare nel disegno di figura l. E' ovvio
che trattandosi di una catena Hi-Fi stereo, le C = 1,4 -V32x8 = 22,4 V
cassette di protezione dovranno essere due e o-
gnuna di queste dovra essere collegata con una
deIIe due casse acustiche. Dunque, il relé RL dovra scattare quando la
Per quanto riguarda la taratura del circuito di tensíone sui terminali del condensatore elettroli-
protezione ci si potra sempre servire della formula tico CI sara di 22 V. Per ottenere questa condi-
citata in precedenza, regolando il potenziometro zione bastera regolare lentamente il potenziome-
Rl in modo tale che il relé scattí ad un certo tro RI servendosi, ovviamente, di un generatore
valore della tensione; dipendente dalla potenza audio e di un normale tester.

alimentatore stabllizzato
JOLLY con protezione elettronica
IN SCATOLA DI
MONTAGGIO
L. 18.500
CARATTERISTICHE ✓-
Tensione variabile in modo continuo: 0,7 V- 22 V V\ól a .l...r /
Corrente massima alla minima tensione: 1, 1 A \ , • Jet•\; , •• ,~ • ,, , ,. ·-~
Aonzio residuo con assorbimento di 1 A: 1 mV per:: ••. ::.-:;--, • ;,'.,,'l,<f'i.-¡-\.:..S{, • ... ,..:_ +
1 V d'uscita • &,• ·;--•'" 3.,,, • ,.., ' ·~ • . ··
Presenza di limitatore elettronico di corrente.
Prote~ione" dell'allm!ntatore dalle correnti lnverse.
Stabilizzazione termica.
Protezione contro le correnti inverse.
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841
CIRCUITI
DI
PILOTAGGIO

A
RELE'
EVITIAMO DI SOFFERMARCI SULLE APPLICAZIONI PIU' COMUNI DEL
RELE', CHE SONO INNUMEREVOLI E GIA' NOTE Al NOSTRI LETTORI. OC-
CUPIAMOCI INVECE DI QUEI CASI, MENO COMUNI E PIU' ORIGINALI,
CHE MERITANO DI ESSERE ANALIZZATI E CHE TUTTI DEBBONO CONO-
SCERE.

Il relé e un piccolo congegno elettromeccanico la e piu originali, che meritano di essere analizzate
cuí principale funzione e quella di chiudere od e che i nostri lettori d ·bbono conoscere. Si trat-
aprire un circuito, anche di potenza, tramite un ta dei circuiti a relé ch: non tengono conto della
impulso di corrente, mantenendo elettricamente durata di azione di con.ando, dei relé oscillatori,
isolato il circuito di pilotaggio da quello utiliz- clei relé acceleratori e e'. ..:i relé ad inserimento ri-
zatore. II relé e composto da una elettrocalami- tardato, che avremo modo di conoscere ed in-
ta e da un'ancora collegata ad uno o piu ter- terpretare ne! corso di questo articolo.
minali d'uscita. L'elettrocalamita e composta da II progresso continuo dell'elettronica e giunto al
un rocchetto di flo di rame munito di· nucleo punto di sostituire vantaggiosamente in molti ca-
di ferro dolce. Quando la corrente scorre attra- si !'uso del relé, ma non puo ancora superarlo,
verso il filo del rocchetto, si sviluppa un forte soprattutto nei circuiti in cui sono in gioco no-
campo elettromagnetico che, per mezzo del nu- tevoli potenze elettriche, cioe nel settore dell'in-
deo, attrae una lamina mobile che, con iI suo dustria dove, attualmente, e ancora largamente
movimento, chiude o apre dei contatti elettrici usato. Per esempio, il relé provvede alla separa-
denominati puntine. zione galvanica di due circuiti elettrici nei quali
Le applicazioni pratiche dei relé sono innumere- sono in gioco tensioni notevolmente diverse fra
voli. Quelle piü comuni sono giá note ai nostri loro, anche di alcune centinaía di volt. Nell'in-
lettori. Ma ce ne sono altre, assai meno comuni dustria, poi, occorre quasi sempre tener separati

843
Al

+
b
+ t

vcc

Flg. 1 • Esemplo di applicazlone pratlca di un relé in


un circuito nel quale la chlusura e l'ape rtura del con-
tatti non tiene conto dell'azione di comando,

fra loro i circuiti di pilotaggio a relé da quelli po prestabilito, che non tenga conto della durata
utilizzatori; sia per i divetsi valori di tensione im- dell'azione di comando. In questo tipo di circui-
piegati, sia per evitare che disturbi elettrici pro- to l'azione del relé cessa dopo un certo tempo,
dottidal carico possano interferire con i coman- anche se il pulsante di comando rimane premuto.
di, con il rischio di alterare il ciclo stesso di fun- Questa pratíca applicazione di relé risulta utile
zionamento delle macchine elettriche. I relé ven- in tutti quei casi in cui si debbano provocare
gono spesso montati anche in circuiti temporiz- chiusure di circuiti elettrici per brevi periodi di
zatori, allo scopo di ottenere aperture o chiusu- tempo e difficilmente ottenibili per mezzo di uria
re elettriche ritardate o in un tempo ben detenni- azione totalmente manuale.
nato, indipendentemente dal tempo di aziona- It circuito piu semplice con il qua.le e possibile
mento del comando. raggiungere lo scopo e rappresentato in figura l.
Analizziamolo. Supponiamo che, inizialinente, il
condensatore elettrolitico Cl risulti scarico; all'at-
COMANDO E SCATTO INDIPENDENTI to della chiusura del circuito, tramite l'interrut-
tore S1, si ottiene iI passaggio della corrente di
Cominciamo con l'analisi di un sistema di chiusu- carica del condensatore; tale corrente, inizial-
ra e apertura di due contatti del relé in un tem- mente intensa e successivamente debole, a causa

flt,, 2 • L'lnserimento del deviatore Si elimina lo svan-


taggJo della non rlpetlb llita del circuito di figura 1.
lnfatti, quando Ct e carlco, pur agendo nuovamente
su S1, non si otterrebbe alcuna eccltazlone del relé
•• non fo ... pouiblle provocare la scarlca di Ct tra-
mhte la res/stenza Rf,

► .r C1

844
-

CARICA BATTERIE
IN SCATOLA DI MONTAGGIO
a«asa asv-"
USCITA: 6 - 12 Vcc - 4 A
L. 14.500
■ ■
Fig. 3 - Questo circuito, analogo a quelli precedente -
mente presenta ti, perm ette di ottenere l'eccita zione del
re lé in un tempo ben determinato con l'inversione delle
funzioni di carica e scarica.

della diminuzione graduale nel tempo secando condensatore elettrolitico Cl e completamente ca-
una legge fisica ben precisa, e in grado di man- rico, pur agendo nuovamente sull'interruttore S1,
tenere eccitato il relé RL; l'entita della corrente non si ottiene alcuna eccitazione del relé, a
che fluisce nel circuito dipende dai valori della causa della mancanza di una corrente di cari-
capacita del condensatore e della resistenza del- ca. Occorre quindi scaricare manualmente il con-
l'intero circuito. Dopo un certo periodo di tempo, densatore, tramite la resistenza Rl, prima di po-
che possiamo chiamare periodo di automanteni- ter ottenere una nuova eccitazione del relé. Ma
mento, il relé si diseccita, automaticamente, e l'uso della resistenza RI e assai scomodo. Essa
indipendentemente dall'azione di comando. puó essere eliminata sostituendo l'interruttore S1
con il deviatore S1 rappresentato in figura 2. In
E' ovvio che nel caso in cui l'interruttore S1
questo secando tipo di circuito si ottiene la sea-
venga aperto prima della diseccitazione automa- rica del condensatore quando il deviatore S1
tica, si verifica una diseccitazione anticipata. e commutato in posizione di riposo; si ottiene
11 circuito di figura 1 presenta lo svantaggio della invece la carica del condensatore quando S1 ri-
non ripetibilitá delle operazioni; infatti, quando il sulta deviato nella posizione di lavoro.

Fig. 4 - Per ottenere l'eccltazione prolungata del relé


si ricorre al circuito di autorltenuta qui rafflgurato.

S1
·±
1
1
TEMPO DELL'IMPULSO T = tempo di eccitazione del relé in secondi
Rr = resistenza ohmmica del relé in Kiloohm
Abbiamo giá detto che il tempo dell'impulso di- C = valore capacitivo del condensatore Cl
pende dai valori fisici del circuito. Esso puó es- espresso in F
sere dedotto dalla seguente relazione: Vcc = valore della tensione continua di ali-
mentazione
Vcc Vd = valore della tensione di diseccitazione
T 0,002303 x Rr x C x logo del relé.
Vd Dato che per la maggior parte dei relé, nel caso
in cui la tensione Vcc risulti uguale a quello
nella quale simboli debbono essere cosi inter- della tensione nominale del relé, cioe Vcc : Vd
pretati: = 3 circa, il tempo di eccitazione puó essere ri-

in scatola di montaggio a L. 3. 750

11 kit permette di realizza-


re un modulo elettronico u-
tilissimo, da adattarsi alle
seguenti funzioni:
Amplificatore BF Caratteristiche elettriche del modulo
Sirena elettronica Tensione típica di lavoro: 9 V
Aliarme elettronico
Oscillatore BF Consumo di corrente: 80 - 100 mA
(emissione in codice mor- Potenza d'uscita: 0,3 W indistorti
se) Impedenza d'uscita: 8 ohm

847
Fig. 5- Esempio di circuito osclllatore a relé con con-
densatore elettrolitico collegato In serie alla bobina.

cavato, in forma approssimativa, applicando la tro: la velocita massima di ripetibilita delle pro-
seguente formula: ve. Perché al circuito si deve concedere il tem-
po per riportarsi alle condizioni iniziali, scarican-
Rr X e dosi completamente.
T = 11 tempo totale di scarica puo essere, con buona
approssimazione, parí a :
1000

Questi tipi di relé sono adatti per ottenere brevi T = 4 (oppure 5) x R1 x C1 1000
impulsi; infatti con un relé da 300 ohm, ad
Per ottcnere una buena velocita di scanca e,
esempio, per una eccitazione di 0,3 secondi, e quindi, per aumentare la velocitá di commuta-
necessario un condensatore elettrolitico da 1000 zione, conviene assumere per Rl un valore ab-
F. bastanza basso, pari ad 1/10, o meno, del va-
Occorre inoltre tener presente un altro parame- lore della resistenza del relé.

Fig. 6 - In questo esemplo di circuito oscillatore a relé


il condensatore elettrolltico Ct e collegato in paral-
lelo alla bobina. Durante la fase di carica del conden-
==-- satore II relé rimane diseccitato. Quando la tensione

] r
RI 1
su C1 ragglunge il valore di eccitazione, i contattí
mobíli vengono attratti, interrompendo ogni possiblle
ulteriore carica del condensatore.

•I
848
AMPUFICATORE BF
50 WATT
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
L. 21.500
CARATTERISTICHE
Potenza musicale SOW
Potenza continua 45 W
lmpedenza d'uscita 4 ohm
lmpedenza entrata E1 superiore a 100.00 ohm
lmpedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Senslbilita entrata El 100 mV per 45 W
Sensibilita entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodl al silicio
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W
Rapporto segnale/disturbo 55 dB a 10 W

11 kite comprensivo di tutti gli


Questa scatola di montaggio, veramente pre- elementi necessari perla realiz-
stigiosa, si aggiunge alla collana dei kit ap-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- zazione dell'amplificatore ripro-
ficatore di potenza, appositamente concépito dotto nella foto. Per il suo com-
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica,
é dotato di due entrate ed é quindi adattabile pletamento il lettore dovrá pro-
a molte altre sorgenti di segnali BF, cosi da curarsi, per proprio conto, gli al-
rendare l'apparato utilissimo per gli usi piü
svariati. toparlanti e il contenitore.

l e comprensivo di tutti gli


kit elementi necessariper la realiz-

zaione del/'ampliticatore riprodotto nella foto, Per il suo com-


pletamento il lettore dovra procurarsi, per proprio conto, gli
altoparlanti e il contenitore.
Fig. 7 - Aume ntando il valore della resistenza R1, col-
legata in serie alla bo bina del relé, e possibile ridur-
re al massimo il tempo di attrazione.

I
e
c
1 R1

Fig. 8 - L'aumento della velocita di commutazione del


relé pub essere ottenuto tramite l'inserimento del con-
densatore elettrolitico C1.

e
[

Fig. 9 - Questo schema propone al lettore un circuito INVERSIONE DELLE FUNZIONI DI


ritardatore, nel quale l'azione avvlene dopo un certo CARICA E SCARICA
tempo rispetto al comando.
.....,.. II circuito rappresentato in figura 3 e analogo a
quelli precedentemente descritti, perché anche
esso permette di ottenere l'eccitazione del relé per
un tempo ben deterrninato. La differenza sostan-
ziale tra questo e i precedenti circuiti consiste
nell'inversione delle funzioni di carica e scarica.
Infatti, mentre nei casi precedenti e la corrente
di carica che determina l'eccitazione, nel caso del
circuito di figura 3 la stessa funzione viene svol-
ta dalla corrente di scarica.

I
vc
R1

+e
1
c1
Quando il deviatore S 1 si trova in posizione di
riposo, il condensatore C 1 si carica attraverso la
resistenza di limitazione della corrente (Rl) alla
tensione Vcc. Successivamente, invertendo la po-
sizione del deviatore S1 la carica accumulata nel
condensatore elettrolitico C1 provoca un flusso
di corrente attraverso il relé, il quale si eccita
sino a quando la carica scende al di sotto del va-
lore di eccitazione, consentendo al relé di ritor-
a nare nella posizione primitiva.

850
CIRCUITO DI AUTORITENUTA CIRCUITI OSCILLATORI

A volte puo risultare utile l'eccitazione di un Tra le molte funzioni che i relé possono esplica-
relé con un breve impulso, facendo in modo che re esiste quella, non del tutto consueta, dei cir-
questo risulti permanentemente eccitato, finché cuiti oscillatori. Con il relé, infatti, si puó realiz-
non si agisce su un apposito comando di disecci- zare un circuito che apre e chiude un altro cir-
tazione. cuito con una certa cadenza, realizzando in tal
Un esempio tipico di questo circuito viene adot- rriodo, ad esempio, un lampeggiatore o un cir-
tato nel comando di motori elettrici, tramite pul- cuito similare.
santi START-STOP. I progetti rappresentati nelle figure 5-6 permet-
Per ottenere l'eccitazione prolungata del relé tono di ottenere queste condizioni. Nel circuito
si ricorre al circuito di autoritenuta rappresenta- di figura 5 e presente un condensatore elettroli-
to in figura 4. Questo progetto permette di utiliz- tico collegato in serie con la bobina del relé,
zare uno scambio del relé in parallelo al pulsan- cosi come e stato fatto nel progetto di figura 2.
te di comando. In tal modo, appena il relé viene Nel progetto di figura 6, invece, il condensatore
eccitato per effetto dell'interruttore S1, si crea elettrolitico C 1 e collegato in parallelo con la
un ulteriore contatto in parallelo ad S1 ed attra- bobina del relé, cosi come e stato fatto nel pro-
verso i contatti del relé. La continuitá del circui- getto di figura 3.
to, quindi, persiste e persiste anche leccitazione II funzionamento di entrambi i circuiti e ab-
del relé, anche se il pulsante S1 viene aperto. bastanza evidente. Facciamo riferimento, ad e-
Volendo diseccitare il relé, occorrerá inserire, in sempio, al circuito di figura 6. Durante la fase
serie al relé stesso, un pulsante normalmente di carica del condensatore elettrolitico Cl, il relé
chiuso, in modo che questo, interrompendo l'a- rimane diseccitato. Quando la tensione sui ter-
.Jimentazione del relé, ne consenta la diseccita- minali del condensatore Cl raggiunge il valore
zíone. di eccitazione, i contatti mobili vengono attratti,

IBRIDO
CARATTERISTICHE
ELETTRICHE
Responso:
Potenza nominale: 30-20.000 Hz a- 1,5 dB.
5 W con altoparlante Distorsione alla massima
da 4 W-5 ohm. potenza: inferiore all'1%.
Sensibilitá: Alimentazione:
15 mW a 1.000 Hz. 13,5 Vcc.

AMPLIFICATORE
BF IN SCATOLA
DI MONTAGGIO L. 11.000
Realizzando questo amplificatore in due esem
plari identici, si potra ottenere un ottimo appa-
rato stereofonico, che potra essere installato Le richieste debbono essere fatte inviando anti-
anche a bordo dell'autovettura. Tutti gli elemen- cipatamente importo a mezzo vaglia o c.c.p.
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contenuti nella [nostra scatola di montaggio. comprese anche le spese di spedizione),

851
,mo scambio per il carico e l'altro per ottenere
'oscillazione.

rt=
t
1
1
1
g
5 .
AUMENTO DELLA VELOCITA'
rt DI COMMUTAZIONE DEI RELE'

• R1 In certi tipi di applicazioni pratiche e necessario


aumentare al massimo la velocita di commutazio-
vcc ne dei relé, cioe diminuire il piü possibile il
!!ii II ±. tempo che intercorre fra il momento di coman-
Ic1 do e quello in cui i contatti del relé si chiudono
o si aprono. Questo tempo dipende essenzialmen-
te da tre fattori : un fattore meccanico, dovuto
alla costruzione stessa del relé e due fattori elet-
trici, cioé l'induttanza e la resistenza del relé. II
tempo, cui facciamo riferimento, puo essere de-
Flg. 10 - Reallzzando questo circulto, analogo a quello
dotto tramite la seguente formula :
di figura 9, si elimina lo svantagglo della non ripetibl-
lib\ dell'operazlone. L
T = + M
R
interrompendo in questo modo una possibile ul-
teriore carica. Si verifica quindi una fase di ec- nella quale L = induttanza, R = resistenza,
citazione del relé, che corrisponde alla fase di M = termine meccanico. E poiché il termine
scarica del condensatore. meccanico non e influenzabile, a meno che non
Quando la tensione sui terminali di Cl e divenu- si intervenga sulla meccanica stessa del relé, per
ta troppo bassa, il relé si diseccita e contempora- ridurre il pi possibile il tempo di attrazione oc-
neamente prende inizio una nuova carica di Cl corre ridurre il rapporto L : R. Per esempio
attraverso la resistenza Rl. Si compie un nuovo aumentando R tramite una resistenza addiziona-
ciclo. le estema al relé, cosl come indicato nello sche-
E' evidente che nel caso in cuí si voglia ottenere ma di figura 7.
una perfetta separazione tra il circuito del relé L'intervento sulla meccanica del relé e da esclude-
e il circuito sottoposto a controllo, occorrerá ser- re, perché non ha senso; infatti cío equivarrebbe
virsi di un relé a doppio scambio, utilizzando alla sostituzione di un tipo di relé con un
altro.
E' ovvio che la tensione di alimentazione dovra
Flg. 1t - Anche questo circuito coneente la carica len-
essere superiore a quella nominale del relé, per-
ta e la scarica rapida del condensatore di ritardo, sen- ché si deve tener conto della caduta di tensione
za ricorrere all'implego di contatti sus/lla ri. provocata da Rl e valutata tramite la formula
V = Rl x Ieee. Nella quale il termine Ieee rap-
presenta la corrente di eccitazione nominale del
relé.
Un ulteriore aumento della velocita di commuta-
zione del relé puo essere ottenuto tramite l'inse-

r
vcc
rimento di un condensatore elettrolitico, cosí co-
me e dato a vedere in 'figura 8; la presenza del
condensatore elettrolitico Cl abbassa il valore
dell'induttanza L. Anche in questo caso il fun-
zionamento del circuito e facilmente intuibile: il
condensatore C1 si carica ad un valore di ten-
sione piu elevato di quello tipico del relé; in
tal modo avviene che, chiudendo l'interruttore
S1, si ottiene una maggiore forza di attrazione,
aumentando la velocita di commutazione. Per la
resistenza R 1 valgono ovviamente le stesse osser-
vazioni precedentemente esposte.

852
RELE' AD INSERIM ENTO RITARDATO di ritardo, e rappresentato in figura 11.
Le resistenze R2-R3 vengono calcolate in modo
Presentiamo per ultimo un circuito pilotato a relé che la tensione misurata nel punto comune sia
che realizza un circuito ritardatore, nel quale l'a- di valore parí a quello della tensione nominale
zione avviene dopo un certo tempo rispetto al di funzionamento del relé.
comando. Appena l'interruttore Sl viene chiuso, il conden-
Il piu semplice di questi circuiti e rappresentato satore cornincia a caricarsi attraverso la resisten.
in figura 9, perché viene sfruttato il tempo di za Rl e il diodo D3. II diodo D2, invece, ri-
ritardo introdotto dalla carica del condensatore sulta interdetto, dato che la tensione presente sul
elettrolitico CI. Il relé, dunque, non si eccita catodo e positiva rispetto a quella dell'anodo.
subito dopo la chiusura dell'interruttore Sl, ma
dopo che il condensatore C 1 ha raggiunto il va- Anche in questo caso, quindi, si ottiene un ri-
lore di tensione suficiente all'eccitazione. tardo nell'eccitazione, cosl come avviene nei cir-
Il circuito riportato in figura 9 presenta lo svan- cuiti precedentemente analizzati.
taggio della non ripetibilitá dell'operazione. Ec- Quando l'interruttore Sl viene aperto, il diodo
co perché conviene ricorrere al circuito riporta- D3 va all'interdizione a causa della tensione po-
to in figura 10, che permette di ottenere la sca- sitiva presente sul condensatore eletfrolitico Cl;
rica automatica di C1 attraverso la resistenza R2 il relé dunque si diseccita rapidamente.
nelle condizioni di riposo. Venendo a mancare la tensione positiva nel pun-
Un circuito similare, che non fa impiego di con- to comune dellc resistenze R2-R3, il diodo D2
tatti ausiliari, ma che consente ugualmente la ·diviene conduttore e provoca una rapida scarica
carica lenta e la scarica rapida del condensatore del condensatore elcttrolitico.

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chiara e precisa sequenza di fo-
tografie, vengono presentate le
successive operazioni che con-
ducono alla composizione del
circuito stampato.

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854
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Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilita su eventuali contesta-
zioni che potessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicita
del testo pubblicato. In ogni caso non verranno accettati e, ovviamente,
pubblicati, annunci di carattere pubb licitario.
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857
1
UN
SOLO
MODULO
PEIR
CINQUE
DIVERSE
APPLICAZIONI

1) Amplificatore BF
2) Signal Tracer
3) Interfono
4) Radioricevitore per
OM
5) Oscillatore BF
859
Caratteristiche elettriche del modulo
Il modulo amplificatore di bassa frequenza, che to ed e pilotato da 4 transistor. La tecníca dello
si presenta esteriormente come una scatolina stadio finale e di tipo a simmetria complementare
di plastica, pennette di realizzare un buon nu- e fa impiego di una coppia di transistor selezio-
mero di apparati elettronici, che vengono de- nati di tipo AC18lK. II circuito impiega inoltre
scritti, uno per uno, in queste pagine. 2 transistor al silicio ad alto. guadagno, 3 conden-
Prima di iniziare la presentazione dei vari sche- satori al tantalio e 2 condensatori ceramici. Non
mi applicativí, e necessario che il lettore cono- sono presentí, invece, i comuni resistori, che ri-
sea le caratteristiche elettriche dell'amplificatore. sultano sostituiti con speciali films depositati su
L'alimentazione del circuito deve essere ottenuta una piastrina che assicura precisione e stabilitá
dí lívello professionale, oltre che apportare al
circuito una grande compattezza.
La schematizzazione dei collegamenti alla scato-
lina amplificatrice e visibile in figura 1. La pia-
strina del circuito stampato e visibile dal lato
in cuí sono presentí le piste di rame. I cinque
terminali trovano la seguente corrispondenza :

r---
1° terminale = massa e positivo dell'alimenta-
z10ne
1
TR
2° terminale = entrata segnale da amplificare
1 3° terinale = negativo dell'alimentazione
CIRC. STAMP.
1 4° terminale - entrata controreazione verso l'u-
1
scita o entrata reazione verso l'entrata
1 TR o
h...--------- 7 5° terminale = uscita
sCAT9L/ Per i normali inipieghi dell'amplificatore di has-
sa frequenza, occorre inserire fra i terminali 4
e 5 un condensatore elettrolitico da 300 F - 12
Fig. 1 - Schematizzazione dei VI. L'altoparlante deve essere collegato fra il
collegamenti del modulo. terminale 4 e il terminale 1.
In ogni caso, cioé qualunque applicazione pra-
tica venga fatta dell'amplificatore, subito dopo
aver realizzato i collegamenti, effettuate le pro-
con una sorgente di corrente continua alla ten- ve e accuratamente sistemato il radiatore in mo-
sione di 9 V. In assenza di segnale la potenza do che risulti in intimo contatto con i transistor
elettrica assorbita da! circuito e mínima. Su un finali, ma isolato rispetto alle saldature fra il
carico di 8 ohm, la potenza d'uscita si aggira circuito stampato e la piastrina con i films
in torno ad 1 W; essa diminuisce gradatamente resistivi, e possibile riempire parzialmente la sca-
con !'aumentare dell'impedenza del carico. Le tolina di plastica con una resina dotata di ca-
dimensioni della scatolina amplificatrice sono le ratteristiche elettriche di. ottimo isolamento, ma
seguenti: 62 x 18 x 25 mm; il peso e ridottis- in grado di condurre abbastanza bene il calore.
smmo. In questo modo sara possibile realizzare un ap-
L'apparecchio e dotato di radiatore incorpóra- parato solido e resistente.

1 applicazione: Amplificatore BF
L'amplificatore di bassa frequenza, per uso ge- ad alta fedelta che, come e noto, sono dotate dí
nerale, puo essere accoppiato con microfoni, car- notevole sensibilita e presentano una bassa impe-
tucce fonografiche, altoparlanti, modere cuffe denza. A tale proposito possiamo anche dire che

860
Fig. 2
7,"
51
Amplificatore BF.

AP

C1

r ~ -®--@--~...:._J;_, C1 = 300 ¡F - 12 VI.


(elettrolitico)
I - [ R1 = 250.000 ohm (poten;;
1 1 (potenz. a variaz. log.)
1
AMPLIF. BF 1 AP = 8 ohm
1 1 ALIMENTAZ. = 9 V
L ,1

le caratteristiche meccaniche del modulo sono sonoro o, meglio, la sensibilitá dell'amplificatore.


in grado di trasformare una cuffia Hi-Fi in una Il segnale in entrata non deve presentare alcuna
cuffia ad alta sensibilitá ed elevata impedenza, componente continua, perché in tal caso si rischie-
senza perdere le virtü dell'alta qualita di ripro- rebbe di danneggiare il modulo. Nei casi dubbi
duzione. Lo schema elettrico di figura 2 pro- occorrera isolare la sorgente dall'entrata dell'am-
pone al lettore il sistema di collegamenti esterni plificatore tramite un condensatore di capacita
al modulo, necessari per realizzare l'amplificato- compresa fra 1 Fe 5 F; tale condensatore de-
re di bassa frequenza per uso generale. L'entra-
ve essere inserito fra il terminale 2 e il cursore
ta del segnale e ottenuta fra i terminali 1-2; la
del potenziometro Rl. La tensione di alimenta-
massa della sorgente di segnale deve essere con-
nessa con il terminale 1. zione continua a 9 V puo essere prelevata da un
Prima di raggiungere il terminale 2, il segnale normale alimentatore o da una pila. L'interrut-
attraversa il partitore potenziometrico rappresen- tore S1 puo risultare incorporato con il poten-
tato dal potenziometro Rl, che regola il volume ziometro Rl.

2 applicazione: Signal Tracer


Il progetto rappresentato in figura 3 propone al ta, cioé all'altoparlante, in modo da rendere li-
lettore una seconda interessante applicazione del neare e indistorta la riproduzione dell'amplifica-
modulo, quella del circuito ricercatore di se- tore.
gnali che, in lingua inglese, e denominato « si- Esaminiamo ora il circuito di entrata. La mas-
gnal-tracer », funzionante in bassa e in alta fre- sa della sorgente di segnale risulta ancora col-
quenza. Il collegamento del modulo, almeno a legata con il terminale 1. Il tenninale caldo, in-
prima vista, sembra lo stesso di quello di figura vece, puo essere collegato sía con l'attacco BF
2. Infatti, anche in questo caso, il modulo svol- sía con quello AF. Trattandosi di un nonnale
ge le sue normali funzioni di amplificatore di segnale di bassa frequcnza, che si puo incontrare
bassa frequenza. II circuito di controreazione, durante il controllo degli stadi amplificatori o
che fa capo al tenninale 4, e collegato all'usci- oscillatori di bassa frequenza, come, ad esem-

861
pio, negli amplificatori BF nei registratori BF, sa frequenza, come e il caso dei segnali radio a
nelle sezioni-sincronismi e di deflessione dei ri- modulazione d'ampiezza, e possibile rivelare tale
cevitori TV, basta inserire un condensatore di modulazione ed amplificarla. Basta spostare S 1
isolam ento della componente continua tra il pun- sulla posizione AF; cosi facendo si inserisce un
to di indagine e il terminale 2. Nello schema di demodulatore costituito dai diodi D1-D2, che ri-
figura 3 questo condensatore e denominato C5; velano il segnale (modulazione positiva). 11 con-
esso deve avere un isolamento alla tensione di densatore C2 isola la componente continua; gli e-
1.500 VI. In tal caso il commutatore S1 e po- lementi C3-C4-J1 impediscono il passaggio dei
sizionato in BF. segnali di alta frequenza. Per minimizzare le
Se il segnale e ad alta frequenza, esso non puo perdite in alta frequenza, conviene inserire il
essere ascoltato e neppure amplificato dal modu- demodulatore e il commutatore S1 direttamente
lo; ma se esso contiene una modu': 'ne in bas- nella sonda del signal-tracer.

Fig. 3
1 9V Signal Tracer
S2 ·.·
r « ls ·l
AP
ar +-l 8F.

s1 C1 = 300 F - 12 VI.

, + c2
c3
=
=
(elettrolitico)
15 pF
120 pF
- _, 2),.C::-"'-ffi"- -(4)- -i-1 C4 = 120 pF
1
C5 = 5.000 pF

1 J1 = imp. AF (Geloso
AMPLIF. BF 1 555)
1 1 s1 = devlatore singolo
1 --------- _..J s2 = lnterrutt.
AP = 8 ohm

3 applicazione: Interfono
Con il nostro modulo amplificatore e anche pos- nuale di volume. Agendo su S2a ed S2b, e
sibile realizzare un interfono a due posti, even- possibile collegare, alternativamente, l'altoparlan-
tualmente aumentabili con le necessarie modifi- te APl o AP2, all'uscita dell'amplificatore e al-
che. Lo schema e riportato in figura 4. Anche l'avvolgimento secondario del trasformatore T1
questa volta il modulo risulta collegato allo o viceversa. Nell'esempio indicato dal disegno
stesso modo delle applicazioni precedenti e svol- di figura 4 !'altoparlante APl si comporta da
ge le funzioni di amplificatore di bassa frequenza. microfono, mentre l'altoparlante AP2 funge da
li potenziometro Rl rappresenta il regolatore ma- riproduttore del suono. Le funzioni si invertono

62
@
S1 9V
Fig. 4
Interfono
,---1----- ,
'
S2b
?
APl AP2

r
1
-E' 4E
r..a'
1
AMPLIF BF
1

1 -----------'

agendo su S2, che rappresenta il commutatore


« parlo-ascolto ». Il trasformatore Tl si com-
porta come elemento adattatore di impedenza, e-
COMPONENTI
levando la bassa impedenza dell'altoparlante ad
un valore accettabile per l'entrata del modulo.
JI trasformatore Tl puo essere scelto fra i molti
trasformatori di uscita per amplificatori di bassa
frequenza a transistor e di piccola potenza. Que-
sti trasformatori sono dotati normalmente di un
terminale centrale nell'avvolgimento primario; in
tal caso questo terminale <leve essere isolato e
abbandonato a se stesso.

4 applicazione: Radioricevitore per OM

Con il modulo amplificatore BF e possibile rea- notare, al modulo vengono fatte svolgere le nor-
lizzare anche un semplice radioricevitore per on- mali funzioni di amplificatore di bassa frequenza,
de medie, che i piu. esperti potranno adattare cio del circuito finale di ogni apparecchio radio.
per ogni gamma di onde radiofoniche. Il pro- Il circuito di sintonia e rappresentato dalla bo-
getto e rappresentato in figura 5. Come si puo bina L2 e da! condensatore variabile C3. II diodo

863
E'
ANT.

Fig. 5

u
4
L2 1 ...
01

C2 ...
-
3$[
1
-; 1
1 Radioricevitore
per OM

, + ◄
TERRA
---e--ó-
1 -
-A 7 7
1
1 1
1 AMPLIE BF ·¡
1
___________ _¡1
1

D1 rivela i segnali di alta frequenza. 11 potenzio-


metro R1 regola il volur.e sonoro del ricevitore.
E' ovvio che questo ricevitore, per funzionare,
<leve essere dotato di una buona antenna e di
una presa di terra; l'antenna <lowa essere rnolto
lunga e di tipo Marconi. COMPONENTI
Le elevate doti di amplificazione del modulo con-
sentono di ottenere eccellenti risultati nell'ascol-
to, anche senza l'uso di antenne troppo ingom-
branti, delle emittenti locali.

5 applicazione: Oscillatore BF
La trasformazione del modulo in un amplifica- re normalmente aperto. Per innescare le oscil-
tare di potenza, a bassa frequenza e con uscita lazioni, e sufficiente applicare una rete RC tra
in segnale sinusoidale, e rappresentato in figura. il terminale 4 della reazione verso l'entrata e
6. In questo caso non conviene alimentare il l'entrata 2. La rete RC determina la frequenza
circuito tramite il solito interruttore, ma occor- di oscillazione. Per esempio, utilizzando per C2
re far uso di un pulsante (Pl), che deve rimane- un condensatore da 4.700 pF, agenda su! poten-

864
Fig. 6
Oscillatore BF

J
re.
R1

AP

lul-
1

1
AMPLIE BF
1
I-
1
1 1

!_ _ I

ziometro Rl, si ottiene un'intera gamma di fre-


quenze acute. Utilizzando invece per C2 un con-
densatore da 47.000 pF, si ottiene una gamma
di suoni gravi. La rete di reazione puo essere rea-
lizzata anche in modo diverso e, nel caso siano ne-
COMPONENTI
cessarie stabilita e precisione, si puo ricorrere al
collegamento in serie di una induttanza con un
condcnsatore.

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
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RTATA DI TUTTI 1 ■ ■
L 1150
do dell'elettronica pratica, non
puo sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questo deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. 11 saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosi come lo é
quello qui raffigurato. La sua potenza é di 50 W e 1·a1imentazione é quella normale di rete-luce di 220 V.

865
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siasi regalo, oppure, nella seconda forma, richie-
de ndo il saldatore-omaggío o, ancora, nelia terza
forma, facendo richiesta del

11 modulo amplificatore di bassa frequenza, costruito secondo le tecniche


professionali piü avanzate, permette di realizzare un buon numero di apparati
elettronici, con pochi componenti e medica spesa.

CARATTERISTICHE DEL MODULO

Circuito: di tipo a films depositati su piastrina isolante.


Componenti: 4 transistor - 3 condensatori al tantalio - 2 condensa-
tori ceramici.
Potenza: 1 W su carico di 8 ohm.
Dimensioni: 62 x 18 x 25 mm.
Radiatore: incorporato
Alimentaz.: 9 Vcc
...

'
-@--@--@-- ~
' 1
1 1
1
AMPUF BF 1
1 1
L I
'Coloro che non sono interessati al dono del mo-
dulo amplificatore, possono abbonarsi a

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ABBONAMENTO ANNUO CON DONO: per l'Italia L. 9.000
per l'Estero L. 12.000
A scelta: un modulo amplificatore BF.
Oppure: un saldatore elettrico.
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Tutti i lettori di ELETTRONICA PRATICA. abbonati o no, possono
usufruire' del nostro servizio di consulenza, rivolgendoci quesiti
tecnici lnerenti i vari progetti presentati sulla Rivista. Da parte no-
stra saremo ben lieti di rispondere a tutti, senza distinzione alcuna,
pubblicamente, su queste pagine, oppure, a richiesta, privatamen-
te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda l'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

Chitarra basso Potenza di dissipazione delle resistenze

Avrei intenzione di acquistare la scatola di mon- Sono un vostro lettore e sono interessato alla
taggio del vostro amplificatore da 50 W per chi- costruzione del « semplice trasmettitore per on-
tarra elettrica. Leggendo il vostro articolo, ho de medie», presentato sul fascicolo di settem-
notato che, per una chitarra basso, si debbono bre di quest'anno. Ma per procurarmi le resi-
modificare i valori dei condensatori C2-C3-C8- stenze Rl-R2-R3-R4, e necessario che io sappia
C9. Prima di far acquisto del vostro kit, vorrei il valore della potenza di dissipazione in watt di
conoscere da voi le precise modifiche da apporta- ciascuna di queste.
re al circuito per fario funzionare con la chi- BERARDI FULVIO
tarra basso. Vercelli
STARNA ALDO
Salero Alla sua domanda abbiamo risposto piü volte,
ma evidentemente la ostra rivista incontra sem-
I migliori risultati si ottengono, in questo caso, pre nuovi lettori, che ignorano talune particolarita
per tentativi, cioe aumentando sperimentalmen- espressive del nostro sistema redazionale. Quan-
te il valore dei condensatori. Per esempio si po- do in ogni elenco di componenti non viene cita-
trd cominciare con i seguenti valori: C2 = 1.000 to il valore in watt della resistenza, ció sta a si-
pF; C3 = 5 F (condensatore elettrolitico con • gnificare che il valore della potenza di dissipa-
terminale positivo rivolto verso R5); C8 = 1.000 zione e di 1/2 uatt.
pF; C9 == 15.000 pF; Cll = 1.500 pF. Ancora In tutti gli altri casi, cioe quando il valore della
una volta le ricordiamo che le prove empiriche potenza di dissipazione e superiore 1/2 watt,
forniscono i migliori risultati. viene /atta precisa indicazione.

871
Un alimentatore per batterie

Avrei intenzione di acquistare un alimentatore


regolabile, per quanto riguarda la tensione, fra
•••
11 trasformatore d'uscita
1 e 25 V e, per quel che riguarda la corrente,
fra 100 mA e 4,5 A. Vorrei sapere se questo ali- Vorrei realizzare il circuito di richiamo per l'au-
mentatore puó essere usato per la carica della tomobilista disattento, presentato a pagina 511
batteria dell'auto senza apportarvi alcuna modi- del fascicolo di luglio di quest'anno. Ora mi tro-
fica. La seconda domanda riguarda un vostro vo in difficolta a causa del trasformatore d'uscita
progetto, piu precisamente quello di controllo e Tl. Non riesco, infatti, a reperire in commercio
rigenerazione dei tubi RC, pubblicato sul fasci- questo componente cosi come e stato da voi raf-
colo di apile di quest'anno a pagina 294. Que- figurato nello schema elettrico del progetto, cioe
sto progetto mi ha reso un po' perplesso nel no- con presa centrale sull'avvolgimento primario. Il
tare che esso si riferisce ad uno zoccolo duodecal, rivenditore mi ha offerto un trasformatore di
mentre esaminando tre diversi televisori in mio uscita dotato di due avvolgimenti primari uguali,
possesso ho notato che i cinescopi sono tutti do- assicurandomi che questo trasformatore poteva
tati di solí 7 piedini. Vorrei sapere quindi se lo utilmente sostituire quello da voi indicato. Mi
zoccolo duodecal calza direttamente su qualsia- sono quindi deciso ad acquistare quel componen-
si cinescopio, oppure bisogna ricorrere ad un te, ma, all'atto pratico, non ho capito quali ter-
adattatore. minali dei 4 esistenti debbo collegare assierne.
FERRAR! GIUSEPPE FORNASARI MARCO
Asti Parma
L 'alimentatore che lei vuole acquistare puo fun- Evidentemente lei si e rivolto ad un modestissi-
gere ottimamente da caricabatterie, purché si mo rivenditore di materiali radioelettrici perché
regolino opportunamente la tensione e la corren- il trasformatore da noi suggerito nell'articolo e
te sul valore finale di carica; piu precisamente, un componente molto comune e di facilissima
la tensione sul valore di 15-16 V e la corrente re peribilitá commerciale. Ma veniamo alla sua
sull'esatto valore di carica. Per quanto riguarda domanda, che ci permette di arguire che lei e
lo zoccolo del cinescopio, tenga presente che assolutamente un principiante. Dunque, pur e-
nell'artícolo e spiegato chiaramente che ognuno sistendo sistemi infallibli per discernere l'avvol-
dovrá provvedere ad adattare il proprio cinesco- gimento primario da quello secondario di un
pio al circuito, cambiando eventualmente tipo di trasformatore d'uscita e per i quali occorono stru-
zoccolo. menti e pratica, le consigliamo di effettuare la

L'appello di un CB
• •• cernita dei terminali da collegare assieme spe-
rimentalmente, cioe per tentativi, senza alcuna
preoccupazione di danneggiare il trasformatore
o il circuito transistorizzato. Tenga presente che
questo sistema non e valido in ogni caso, ma
Vorrei realizzare un progetto che oltre a istruir- questa volta puó essere adottato impunemente.
mi nel campo dell'elettronica abbia anche una
certa utilita. Poiché sono un appassionato CB
avrei pensato di realizzare un VFO per i 27 MHz
e desidererei che pubblicaste il progetto sulla ri-
vista per quei CB che, come me, dispongono di
pochi canali e non hanno la possibilita di di-
•••
Trasmettitore ad onde medie
sporne di piü.
SARTORI LUCA Sono un vostro lettore che, soltanto da pochi me-
Verona si, ha «scoperto » questa bella rivista. Ho gia
realizzato il vostro microtrasmettitore in scatola
L'approntamcnto di un VFO rappresenta un di montaggio che, per funzionare, deve essere
problema abbastanza impegnativo. Esso, possiamo abbinato ad un ricevitore a modulazione di fre-
anticiparglielo, e tuttora in fase di studio presso quenza. Nel mio laboratorio esiste giá un apparec-
i nostri laboratori di progettazione. Segua atten- cbio radio di questo tipo, che non e portatile e
tamente e mensilmente la nostra rubrica « LE che non mi permette quindi un uso generale del
PAGINE DEL CB» e si accorgera che, prima microtrasmettitore. I ricevítori radio a modula-
o poi, anche questo progetto verrd presentato e zione di frequenza, di tipo tascabile, non ricevono
descritto. bene, sulle distanze, i segnali emessi dal micro-

872
INSCATOLA
DI
MONTAGGIO
L. 9.700

FOTOCOMANDO
PER: interruttore crepuscolare
Con questa conteggio di oggetti o persone
scatola di
montaggio antifurto
offriamo ai
lettori la apertura automatica del garage
possibilitá di
realizzare lampeggiatore
rapidamente,
senza alcun
problema di
tutti i comandi a distanza
reperibilitá di
materiali, un
efficiente
fotocomando
adatto a tutte
le applicazioni
di comandi a
distanza.
trasmettitore. Vorrei quindi chiedervi il progetto di 1 W in regime permanente. Tenga presente
di un trasmettitore ad onde medie, sempre di che e ben difficile apprezzare, ad orecchio, la
tipo portatile e con potenza compresa fra 1 e maggior potenza di un amplificatore da 2 W r-
2 W. Con questo tipo di trasmettitore sono cer- spetto ad un amplificatore da 1 W; ció a causa
to che potrei facilmente collegarmi con i rice- della scnsibilita di tipo a variazione logaritmica
vitori anche di tipo tascabile e di basso costo. dell'orecchio umano. In ogni caso molto dipende
ZOIA GIUSEPPE dal tipo di altoparlante adottato; cioe efacile
Ivrea che un amplificatore da 1 W fornisca una po-
tenza acustica effettiva superiore a quella otte-
Lei ci sta chiedendo una cosa impossibile. I nfatti, l
e assolutamente proibito trasmettere sulla gam-
ma delle onde medie, soprattutto con apparati
di una certa potenza, come quello da lei auspi-
• {Le-
cato. Sulla gamma delle onde medie si puo, al
massimo, trasmettere con apparati di minima po-
tenza, cioe con portata non superiore alle poche
unita di metri.

•••
Circuito integrato PA222
LINGUETTA
Ho acquistato un piccolissimo amplificatore di DI
bassa frequenza per usi generali, realizzato con RAFFREDD.
un circuito integrato di tipo PA222. Questo ap-
parato mi e stato venduto con la garanzia di nuta con amplificatori da 23 W, forniti di al-
una potenza di 2 W. Poiché sono curioso di co- toparlanti a minor rendimento. Per soddisfare la
noscere il funzionamento del circuito e di con- sua curíosita, pubblichiamo lo schema elettrico
trollare se effettivamente viene erogata la poten- equivalente del circuito integrato e il disegno del
za di 2 W, mí rivolgo a voi pr avere consigli contenitore, che e provvisto di aletta di raffredda-
ed eventuali aiuti in merito. mento allo scopo di facilitare la connessione ad
MANTEGAZZIGIANCARLO un dissipatore termico di maggiori dimensioni.
Ancona Le ricordiamo che l'integrato non e dotato di cir-
cuiti limitatori di sovraccarico o cortocircuito.
La potenza di 2 W, reclamizzata dal rivenditore,
Occorrerá quindi prestare bene attenzione a non
e forse un po' esagerata. Questo tipo di integra-
superare, durante l'uso dell'amplificatore, i li-
to, comunque, e in grado di fornire la potenza
miti normali di funzionamento.

•••
Un collegamento di altoparlanti

Sono un vostro abbonato ed un grande appas-


sionato di elettronica. Dopo aver acquistato la vo-
stra scatola di montaggio per la realizzazione
dell'amplificatore da 50 W, presentato sul fa-
scicolo di ottobre '72, dovrei porvi alcuni que-
siti. Vorrei sapere in che modo debbono essere
collegati piu altoparlanti allo scopo di aver una
impedenza complessiva di 4-5 ohm; vorrei inol-
tre conoscere quale potenza debbono avere gli al-
R7
toparlanti stessi. Gradirei anche conoscere il dia-
metro di questi componenti. E' possibile adatta-
re l'amplificatore per un'entrata a microfono, an-
che interponendo fra esso e l'apparato un circui-
to miscela tore?
LEVER VITTORINO
Trento

Se l'altoparlante e uno solo, esso deve avere una


impedenza di 4 o 5 ohm; la potenza dello stes-
so deve essere di 50 W almeno. Si possono an-
che collegare in parallelo fra loro due altoparlan-
ti con impedenza di 8 ohm ciascuno e potenza
di 25 W (2 x 25 = 50 W). 1l diametro del com-
ponente non e determinante agli eff etti della re-
sa dell'amplificatore; sono tuttavia consigliabili
almeno 200 mm. Per quanto riguarda il micro-
fono occorre sapere se questo e di tipo piezoelet-
tríco o magnetico, nonché il valore della sua
impedenza. Soltanto con questi dati e possibile
eseguire un circuito di adattamento.
6X4 - 0A2. L'alimenta:ione e ottenible con la

• • • tensione di rete-luce a 50 Hz compresa f ra i


110e i240 V. L'apparato e dotato anche di an-
tenna telescopica incorporata.
Generatore VHF

E' mía intenzione diventare, in un prossimo fu-


turo, un radioamatore. Mi interessano quindi so-
prattutto gli apparati che lavorano sulla gamma
• • •
Vecchio rievitore ad onde corte
dei 144 MHz. La stazione di radioarnatore vor-
rei costruirla io stesso, non tanto per risparmiare Alcuni amici mi hanno riferito che su! primo
quanto per mia soddisfazione personale. Ma per numero di Elettronica Pratica, piü precisamente
realizzare questo ambizioso progetto, dovrei co- su! fascicolo di aprile '72, e stato presentato il
minciare ad acquistare alcuni strumenti in gra- progetto di un ottimo ricevitore per onde corte,
do di favorire il lavoro di messa a punto dei che vorrei ora realizzare. Purtroppo dopo aver
vari apparati. Tanto per cominciare desidererei lanciato reiterati appelli, attraverso i mezzi di
sapere se esiste un apparato di tipo surplus in comunicazione a me accessibili, non sono mai
grado di generare frequenze comprese fra i 144 venuto a capo di nulla e non sono mai riuscito
e i 146 MHz. a venire in possesso di quel famoso fascicolo
MASCALITO FRANCO della rivista. Non potreste voi fare un'eccezione
Potenza pubblicando nuovamente gli schemi di que! pro-
getto? Mi perrnetto di ritenere che l'argomento
L'apparato che riteniamo possa meglio adattar- possa risultare dl interesse comune anche ad altri
si alle sue necessitá e l TRPP 4/5. lettori.
Si tratta di uno strumento provvisto di un ge- MAMBRINI VINCENZO
neratore stabilizzato a quarzo in grado di ge- - Bari
nerare frequenze fra i 100 e i 156 MHz. Esso
contiene inoltre un modulatore a 800 Hz e con- Alla sua cortese domanda rispondiamo afferma-
sente la misura del tasso di modulazione di un am ente: pubblichiamo ben volentieri il pro-
trasmettitore, misura che riteniamo della mas- getto di quel ricevitore, che permette l'ascolto in
sima utilitá per un futuro radioamatore. Con auricolare di due gamme di frequenza, quella
questo stesso apparato le sara possibile control- dei 40 e quella dei 20 metri, sulle quali lavora-
lare l'efficienza dei quarzi con frequenza fonda- no i radioamatori. Tenga presente che il mon-
mentale compresa fra i 7 e i9 MHz, cioe dei taggio deve essere realizzato su telaio metallico
quarzi normalmente utilizzati per ottenere le fre- e la bobina deve essere costruita per mezzo di
quenze della banda dei 144 MHz, sfruttando la due avvolgimenti su un supporto di materiale iso-
diciottesima armonica. Le valvole impiegate nel- lante di forma cilíndrica e del diametro di 8
lo strumento sano le seguenti: 6AK5WA (3 val- mm. Per lavvolgimento primario, i cui terminali,
vole di questo tipo) -6AU6 - 6AQ5 - 6J6 - 6AL5 - come si puó vedere nel disegno, sono contrasse-

875
2

4
::=:11
i VITE DI
-'b FISSAGGIO

ANT.

l Cl

le
T R3
-c,o !
La ±" 1
2
Sl

C31S2 e
C6 C7.,. R4 r,
+ 9V
11 ----· 11 11 .11
Rs c9

876
1+

ANT.

gnati con i numeri 3-4, si dovranno avvolgere 9


spire compatte di filo di rame smaltato del dia-
metro di 0,2 mm. Per l'avvolgimento secondario,
quello contrassegnato con i numeri 1-2, si do-
vranno avvolgere 20 spire compatte di filo di
• • •
Riverberatore
rame smaltato del diametro di 0,3 mm. Il sup-
porto della bobina dovrá essere fornito di nu- Sono un appassionato di elettronica, costanremen-
cleo di fcrrite, che verra regolato in sede di ta- te alla ricerca di apparati in grado di migliora-
ratura del ricevitort . .ll compensatore C2 e uti- re il suono deglí strurnenti musicaJi. Ho gi'
le soltanto quando si fa uso di antenne corte co- realizzato i progetti relativi al distorsore. tremolo
me, ad esempio, le antenne a stilo. Con antenne e Waa-Waa ultimamente presentati sui fascico-
lunghe il compensatore C2 diviene inutile. li della rivista. Ora mi rivolgo direttamente a
Per quanto riguarda la taraturo, essa deve es- voi per chiedervi il progetto di un riverberato-
sere cos eseguita. Si collega al riccvitore una re.
antenna lunga e si regala il potenziometro R5 a MAIARELLI LUCIANO
meta corsa. Quindi si cerca di captare un'emit- Roma
tente e si regala il potenziometro semifisso R4
una volta per tutte, in modo da raggiungere il I riverberatori non sono appaati di facile rea-
miglior rendimento. Il potenziometro R2, che lizzazionc pratica, soprattutto per i principianti
rappresenta il comando di volume del ricevitore, di elettronica. Le difficolta sorgono quando si
verra regolato a piacere, durante l'ascolto. La deve reperire l'unita riverbcrante. Perché i mo-
messa in gamma si ottiene regalando il nucleo delli sono molto diversi fra loro e, talune ditte,
di ferrit della bobina Ll. La massima resa del pur presentandoli e descrivendol nei loro cata-
ricevitore ottenuta dotando lapparecchio di un loghi, ne sano sprovviste. Non potremamo, co-
circuito di terra. munque, approntare uno schema esclusivamente

877
per lei ma, in via del tutto eccezionale, se lei 11 transistor 2N709
sara in grado di comunicarci le impedenze della
linea di ritardo e tutte le altre caratteristiche In una bancarella di una fiera dilettantistica ho
elettriche, potremmo offrirle qualche suggeri- acquistato una confezione di transistor a... sor-
mento. presa, contenente principalmente transistor di tipo
2N709. Poiché sono un principiante e non Co-

•• • nosco le caratteristiche e la disposizione degli e-


lettrodi di questo componente, mi rivolgo a voi
chiedendovi di pubblicare questi elementi.
FATTORICARLO
Alimentatore da rete Verona
Sono in possesso di un'autoradio con magia-
-cassette stereo, che vorrei alimentare con le-
nergia di rete-luce. Siete in grado di approntar- l transistor 2N709 e di tipo NPN al silicio, rea'
mi lo schema elettrico di questo alimentatore? lizzato a struttura planare epitassiale e contenu-
Poiché sarebbe mia intenzione incorporare lap- to in un involucro di tipo TO 18. Esso viene prin-
parato alimentatore con il ricevitore, potete ap- cipalmente utilizzato in qualita di commutato-
prontarmi lo schema del circuito stampato, in- re veloce, con tempi di commutazione tipici di
viandomi anche. se possibile. i componenti ne- 8 nS' (8 nano secondi). Questo transistor viene
cessari per costruire l'alimentatore? anche utilizzato in funzione di elemento ampli-
SARDI LUCIANO ficatore di alta frequenza, sino alla gamma delle
Firenze UHF, essendo la banda passante di 800 MHz.
Non e la prima volta che ci capita di risponde-
II 2N709 e in grado di fornire potenze di 100-
300 mW, alle frequenze di 50-100 MHz. Le ca-
re a questo quesito come quello da lei proposto. ratterístiche dí maggior interesse sano qui di se-
Infatti, lo abbiamo detto e ripetuto pi volte, in guito elencate (si fa riferimento ad una tempera-
questa stessa sede, in taluni editoriali, nel corso di tura ambiente di 25ºC).
certi articoli, che il nostro servizio di consulenza
si ritiene a disposizione di tutti i signori lettori Vceo = 6 V
soltanto per quel che riguarda i progetti, e sol- Vcbo = 15 V
tanto questi, pubblicati di mese in mese su Elet- Vebo = 4 V
tronica Pratica. E' inutile quindi chiederci pro- Queste tre sigle debbono essere casi interpretate:
getti ad uso e consumo di un solo lettore o, peg-
Tensione collettore-emittore ( base a perta)
gio, circuiti stampati e componenti elettronici.
T ensione collettore-base ( emittore a perta)
Perché la nostra organizzazione appronta saltan-
Tensione emittore-base ( collettore aperto)
to scatole di montaggio, soltanto quelle pubbli-
cizzate mensilmente sulla rivista. Dunque, tutte La corrente inversa di perdita del collettore, con
le lettere o cartoline, che pervengono alla nostra emittore aperto, cio? Vcb = e
5 V, di50 nA.
editrice, indirizzate alla rubrica « Un consulente II guadagno di corrente statico e :
tutto per voi », contenenti quesiti che nulla han- min. 20 - max 120: Ic = 10 mA e Vce = 0,5 V
no a che vedere con gli articolí da noi pubblicati,
non solo non avranno risposta ma neppure ver-
min. 15: Ic = 30 mA e Vce = 1 V
ranno conservate nei nostri uf fici. Ad ogni mo- La disposizione degli elettrodi del transistor e
do leí puo risolvere íl suu problema realizzandu chiaramente illustrata nel disegno qui riportato.
il progetto dell'alimentatore denominato JOLLY.
che viene venduto dalla nostra organizzazione in
scatola di montaggio al prezzo di L. 18.500. Que-
sto alimentatore, che puo essere richiesto in qual-
siasi momento alla nostra editrice, e in grado di
erogare, in modo continuo, tutti i valori di ten-
sione compresi fra 0,7 V e 22 V. Come vede.
quindi, in questo arco di valori e certament,
compreso anche il valore di alimentazione della
sua autoradio. LH= mera
~
p

878
•••
L'alimentatore dell'Oscill.oscopio menti delle valvole e del tubo a raggi catodici,
anche le tensioni di 450 V (positiv} e 900 V
orrei rimettere in funzione un oscilloscopio di (negativi), oltre ad altre due tensioni ausiliare
odeste prestazioni e dotato di un tubo catodi- di 450 V, necessarie per l' alimentazione degli sta-
co di tipo VCR139A. In questo apparato e an- di preamplificatori e per la base dei tempi del-
data. fuori uso la parte alimentatrice. Non riu- l' oscillosco pio.
scendo io a reperire componenti uguali a quelli o-
riginariamente montati, mi trovo in difficolta
gravi, tanto che mi sono quasi deciso a gettar Condensatori
via tutto. Tuttavia, prima di liberarmi dello Cl 8 F- 500 VI (elettrolitico)
srumento, ho voluto far un ultimo. tentativo, C2 = 16 F- 500 Vl (elettrolítíco)
crivendo a voi e pregandovi di progettarmi un C3 8 F- 1000 Vl (elettrolitíco)
imentatore in grado di soddisfare le mie esigen- C4 = 8 F - 1000 VI ( elettrolitíco)
ze e realizzabile con componenti facilmente re- C5 16 F- 500 VI (elettrolitico)
peribili sul mercato. C6 16 F - 500 VI (elettrolitico)
CAMPIONE RUGGERO
L'Aquila Resistenze
Rl = 1.000 ohm
Esaudiamo la sua richiesta, non perché essa pos- R2 = l rnegaohm
sa interessare altri lettori, ma perché ci preme R3 = 1 megaohm
far sapere a tutti come sia possibile da un unico R4 = 86.000 ohm
:asformatore di tipo commerciale ottenere ten- R5 = 4.700 ohm
sioni elevate positive e negative, anche non sim- R6 = 8.200 ohm
netriche tra loro.
L'alimentatore e in grado di fornire, oltre che Varie
k tensioni di 6,3 V, erogate da due avvolgimen- D1-D2-D3 =BY127
ti econdari e necessarie per l'accensione dei fila- T1 = trasf. d'alimentaz.

c3

T1

+ +

e· ::
879
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ancora disponibili dell'annata 1972 di Elettronica Pra- l'annata richiedendoci i fascicoli mancanti ed inviando,
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··":._.-~.,
~ -.1
·/í ~
--~
--r•. ~ •i
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\ '»
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RUGES
A I B I C
3,5
1g@=4@0x±e 400 +120y211 + 38e]
I O
±
DyA 5004 5 50 500 5000
GAIIIE
0,5 5 25 50 250 500 1000 E I í I G
UNGES 12 - 40: 40+130M 80+280
2,5 25 250 2500
xl/0+10k I x10/0+100k lx100t0+1M I xlk t0+10M
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doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

. 6.80
L'emissione e in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
sono talmente ridotte che il circuito, completo
"
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-
chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-
cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput e di 0,5 mW. La sensibilitá e re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
mlcrofono, oppure suoni forti in prossimita del
II microfono. Alimentazione con pila a 9 V.
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CJ>.RA TTERISTICHE TECNICHE

V= 0.5 15 5 15 100 500 1500 30K


mA= 5004 5004 1 5 50 500 1500
Vr 05 15 5 15 100 500 1500 1 @
Ohm
Pico Pico 4
X1 x10 x100 xtk x10k x100k
0-1k 010k 0-100k 0-1M D +10M0 - 100
14 40 140 400 1400
x 1M
+-1000M
4000
\·~ .
dB - 20 +15 $
1
ANALIZZATORE mod. R.P. 20 K
(sensibilitá 20.000 ohm/volt) ru e ame
CARATTERISTICHE TECNICHE

V== 0,1 1 10 50 200 . 1000 11 generatore BF. 40 é uno


strumento di alta qualitá per
mA= 50 y4 500y4 5 50 500 misure nella gamma di fre-
V 0,5 5 50 250 1000 Strumento che unlsce átla
quenza da 20 a 200.000 Hz.
I circuito impiegato e il
mA 2.5 25 250 2500 massima semplicita d uso un ponte di Wien, molto sta-
mínimo ingombro. Realizza- bile. Tutta la gamma di fre-
0hm= 11/0+10k 1100/0-1M tk/@+10M to completamente su circul- quenza é coperta in quattro
Ballistic F 0Mm + 100/0+2006/0Mm lk/0-20F to stampato. Assenza totale
di commutatori rotanti e
bande riportate su un qua-
drante ampio di facile let-
dB -10+22 quindi falsi contatti dovuti tura. Sano utilizzabili due
0utput 0,5 5 50 250 1000 all'usura. Jack di contatto
di concezione compietamen-
dilferenti rappresentazioni
graliche dalla forma d'onda,
te nuova. Munito di disposi- SINUSOIDALI e QUADRE. 11
L. 15.900 tivo di protezione.
Dimensioni: 80x125x35 mm
livello d'uscita cosiante é
garantito dall'uso
« thermistore»
di un
nel circuito
di reazione negativa.
Dimensioni: 250x170x90 mm

CARATTERISTICHE TECNICHE
OSCILLATORE A BASSA
FREOUENZA mod. BF. 40
GAMME A I B e D
RANGES 20+200H 200 - 2KHz 2-20KHz 20-200KH
L. 73.600
Lo avevamo preannunciato nel mese di ot-
tobre. Ma ora siamo in grado di anunciarlo
definitivamente e senza alcuna riserva.

IL KIT
DEL TRASMETTTTORE CB
E OGGI UNA REALTA'
E da questo momento tutti i Lettori, che lo desideras-
sero, possono richiederlo direttamente alla nostra Editri-
ce, secondo le modalita e le istruzioni riportate alla fine
dell'articolo omonimo, in questo stesso fascicolo della
Rivista.
La Direzione Amministrativa, largamente sensibile al-
le numerose richieste dei CB che, in quest'ultimo scorcio
dell'anno, si sono avvicinati a noi, pur fissando il prezzo
del kit entro limiti favorevolissimi, certamente di molto
inferiori a quelli di ogni altro modello similare attualmen-
te in commercio, ha voluto ulteriormente gratificare tut-
ti coloro che aspirano ad esercitarsi, divertendosi, nella
pratica delle radiotrasmissioni. Perché ha messo in ven-
dita, con uno sconto sul prezzo complessivo, la coppia
RX-TX dei nostri due kit: quello del « Monogamma CB »,
presentato sul fascicolo del gennaio '74, e quello dell'at-
tuale « Trasmettitore CB ».
Ed anche questa e una particolarita di natura organiz-
zativa, che caratterizza il nostro trasmettitore CB il qua-
le, da apparato trasmittente, puó essere facilmente tra-
sformato in un apparato ricetrasmittente, cioe in una
vera e propria stazione CB a 27 MHz.
Un'altra importante tappa e stata quindi raggiunta da
Elettronica Pratica. Ed il premio e assegnato soprattutto
a Voi, Signori Lettori che, attraverso le vie piu dispara-
te ed invisibili, avete saputo unirvi a noi con il miglior
spirito di collaborazione, approntamento e costruzione.
L'ABBONAMENTO A
ELETTBONIA
PRATIGA
vi da la certezza di ricevere, puntualmente, ogni mese, in casa
vostra, una Rivista che e, prima di tutto, una scuola a domici-
lio, divertente, efficace e sicura. Una guida attenta e prodiga
di insegnamenti al vostro fianco, durante lo svolgimento del vo-
stro hobby preferito. Una fornitrice di materiali elettronici, di
apparecchiature e scatole di montaggio di alta qualita e sicuro
funzionamento.

VI REGALA
un formidabile modulo amplificatore di bassa frequenza per
cinque diverse applicazioni elettroniche. Oppure, a scelta, un
utensile di modernissima concezione tecnica, necessario per
la realizzazione di perfette saldature a stagno sui terminali dei
semiconduttori e particolarmente indicato peri circuiti stampa-
ti: il saldatore elettrico da 25 W.

CONSULTATE
le pagine in cui vi proponiamo le tre forme di abbonamento,
scegliendo quella preferita e da voi ritenuta la piü interessan-
te, tenendo conto che « abbonarsi » significa divenire membri
sostenitori di una grande famiglia. Creare un legame affettivo,
duraturo nel tempo. Testimoniare a se stessi e agli altri la pro-
pria passione per l'elettronica.
ELET'TRONICA
PRATIGA
Via Zureti, 52 Milano - Tel. 6891945

ANNO 3-N. 12- DICEMBRE '74


LA COPERTINA - Annuncia, ai lettori CB e a
tutti quelli che aspirano a divenire radianti, il lieto
ed auspicato evento: il kit del trasmettitore sulla
Banda Cittadina dei 27 MHz. Accoppiando questo
trasmettitore con il noto sintonizzatore « monogam-
ma •, presentato sul fascicolo di gennaio '74, si
p;;ió realizzare una completa stazione ricetra-
smittente.

editrice
ELETTRONICA PRATICA
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO
TRASMETTITORE CB
atempa PERLA BANDA DEI 27 MHz
LA VELTRQ IN SCATOLA DI MONTA'GGIO 884
COLOGNO MONZESE
MILANO
LE PAGINE DEL CB
Distributore escluslvo per I'I-
tafia: PREAMPLIFlCATORE MICROFONICO 898
A. & G. Marco - Vla Fortez-
za nº 27 • 20126 Milano
tel. 2528 - autorizzione
L'ANTENNA A QUADRO
Trbunale Civile di Milano - PER COLLEGAMENTI A LUNGA DISTANZA 906
N. 7 4 del 29-2-1972 - pubbll-
cita inferiore al 25%/.
RICEVITORE REFLEX
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Tutu i diritti di proprietá let-
teraria ed artlstlca sono rlser-
vati a termlnl di Legge per UN CONSULENTE TUTTO PER VOi 951
tutti i Paesi. 1 manoscrittl, i
disegni, le fotografie, anche
se non pubblicati, non si re- INDICE DELL'ANNATA 1974 958
stituiscono.
UNA
PRESTIGIOSA
SCATOLA DI
MONTAGGIO
IL KIT DEL SOLO
TRASMETTlTORE
CB COSTA
L. 19.500.

IL KIT COMPRENSIVO
DELLE DUE SCATOLE
DI MONTAGGIO
(TRASMETTITORE CB
+ RICEVITORE CB)
COSTA L. 25.000.
ACQUISTANDO
ANCHE
IL NOSTRO KIT
- MONOGAMMA CB >

E' POSSIBILE
REALIZZARE UN
COMPLETO RX-TX
A 27 MHz PEA LA
CITIZEN'S BAND.
SCHEDA TECNICA DEL TRASMETTITORE
minima 12 V - tipica 13,5 V - massima 14 V
uscita (senza mod.) 1 W (circa)
Potenza AF in uscita (con mod.) 2 W (circa)
a di emissione in modulazione d'ampiezza
Profondita di mod. 90% : 100%
Potenza totale dissipata 5 W
pedenza d'uscita per antenna 52 :- 75 ohm (regolabili)
Microono
f di tipo piezoelettrico
Mmero canali a piaceré
Portata superiore a 1 O + 15 Km (in condizioni ideali)

CON L'APPRONTAMENTO DI QUESTO NUOVO KIT VOGLIAMO RITENE-


IN BUONA PARTE, SODDISFATTE LE ASPIRAZIONI DEI NOSTRI LET-
1 CB. PERCHE' ACQUISTANDO QUESTA SCATOLA DI MONTAG-
• E QUELLA GIA' NOTA DEL MONOGAMMA CB, OGNUNO POTRA'
COSTRUIRE UN VALIDO APPARATO RICETRASMITTENTE A 27 MHz.

Siamo certi, fin da quando avemm o modo di li, hanno saputo unirsi a noi con il miglior spi-
llll.DUnC i.are !'evento, che questa nuova scatola rito di collaborazione, approntamento e costru-
di montaggio sia destinata a riscuotere un gran- z1one.
de successo, non solo nel mondo dei CB, ma an- Ma si e trattato anche di una necessita. Auspi-
cata ed imposta soprattutto dai CB che, non pa-
che era coloro che vogliono entrarci o, comun-
ghi di aver realizzato la nostra efficientissirna e-
que, aspirano ad esercitarsi, divertendosi, nella
mittente, servendosi del kit del « Monogamma
pratica delle radiotrasmissioni. CB », volevano realizzare, facilmente e con poca
Questa nostra convinzione scaturisce immediata spesa, una stazione ricetrasmittente completa per
dai molti e molti suggerimenti offertici dai letto- lavorare, cosi come essi sanno, sulla frequenza
ri che, attraverso le vie piü disparate ed invisibi- della Banda Cittadina: quella dei 27 MHz.

885
COMPONENTI
Condensatori
C1 = 100 F - 16 VI. (elettrolitico)
C2 = 10.000 pF
c3 = 10.000 pF
C4 = 1.000 pF
C5 = 33 F - 12,5 VI. (elettrolitico)
C6 = 100.000 pF
C7 = 100 F - 16 VI. (elettrolitico)
C8 = 100.000 pF
C9 = 470 F - 16 VI. (elettrolitico)
C10 = 1.000 pF
C11 = 100 F - 16 VI. (elettrolitico)
C12 = 100.000 pF
C13 = 10.000 pF
C14 = 10.000 pF
C15 = 10.000 pF
C16 = 68 pF
C17 = 10.000 pF
C18 = trimmer capacimetrico
C19 = trimmer capacímetrico
C20 = 10.000 pF

Resistenze
R1 = 2,2 megaohm
R2 = 4.700 ohm
R3 = 100 ohm
R4 = 330 ohm
R5 = 100.000 ohm
R6 = 100 ohm
R7 = 27.000 ohm
R8 = 4.700 ohm
R9 = 100 ohm
R10 = 33 ohm
R11 = 10 ohm
~
Varíe o
>

+
{
T1 = trasformatore di modulazione
J1 = imp. AF (nera)
J2 = imp. AF (nera)
L 1-L2 = bobina oscill.
L3 = bobina T
IC = circuito integrato
TR1 = BC209 (BC109)
TR2 = 2N918
TR3 = transistor finale non siglato


886
Fig. 1 - Gli elementi fondamentali che compongono il
circuito del trasmettitore sono i seguenti: il transistor
TR1 che funge da eleme nto preamplificatore del se-
gnale proveniente dal microfono piezoelettrico; il cir-
cuito integrato (IC), che funge da elemento amplifi-
catore dei segnali di bassa frequenza; l'autotrasforma-
tore Ti; il transistor TR2, che funge da elemento o-
scillatore a cristallo di quarzo; il transistor TR3 che
pilota lo stadio finale e il circuito d'uscita a «p greca »
composto dalla bobina L3 e daí due trimmer capaci-
metrici C18-C19. La numerazione riportata nei vari
punti di questo progetto trova precisa corrisponden-
za con le numerazíoni riportate nei successiví disegni
che compaiono in questo articolo.

4 Fig. 2 - Piano costruttivo del trasmettitore CB. La linea


tratteggiata, disegnata in posizione centrale, sta ad
indicare il punto in cui si potra ap.plicare un eventuale
schermo metallico, che diviene necessario in caso di
fischi od inneschi. Questo schermo e direttamente col-
legato, in piu punti, con il circuito di massa dello stam-
pato, che e rappresentato dalla maggior estensione
del rame. l condensatori elettrolitici possono essere di
tipo diverso. Nel caso in cui questi siano dotati di due
terminali entrambi uscenti da una stessa parte del
componente, il circuito stampato prevede i fori per
questo diverso tipo di inserímento degli elettrolitici.

PONT.

887
DUBBI E TIM ORI 11 kit del monogamma CB permette di realiz-
zare un sintonizzatore CB e non un completo ri-
11 programma tecnico-editoriale di approntamen- cevitore CB. Perché per raggiungere questo sco-
to del trasmettitore CB e stato sempre accompa- po occorre abbinare il sintonizzatore CB, cioé
gnato, fin dal suo nascere, da una grossa preoc- il monogamma CB, con un amplificatore di bas-
cupazione: quella di agevolare, il piu possibile, sa frequenza. Soltanto cosi il monogamma CB
l'opera costruttiva del lettore evitandogli, allo diviene un vero e proprio ricevitore CB.
stesso tempo, un eccessivo esborso di danaro. Ma coloro che acquisteranno il kit del trasmetti-
I nostri tecnici, quiridi, hanno dovuto eliminare tore CB e quello del monogamma CB, non do-
tutte, o qfasi, le parti critiche caratteristiche di vranno costruire alcun amplificatore di bassa fre-
ogni trasmettitore, quelle che . ric.hiedono l'uso quenza, perché questo apparato, giá compreso
di particolari strumenti di messa a punto e ta- nel progetto del trasmettitore, svolge un doppio
ratura, evitando anche di ricorrere a quegli ac- servizio, cioé funge da amplificatore di bassa fre-
corgimenti, che normalmente debbono essere a- quenza sía per il trasmettitore sia per il ricevitore.
dottati caso per caso, che soltanto i tecnici pro-
vetti conoscono.
L'elemento- critico, maggiormente ricorrente in LA PORTATA
un apparato trasmettitore, nel quale quasi sem-
pre si imbatte il principiante, e senza dubbio il In apertura di articolo abbiamo presentato la
gran numero di circuiti accordati che partecipano scheda tecnica del trasmettitore, riportando in
alla composizione del progetto. Questi circuiti essa i dati tecnici e le principalicaratteristiche
debbono essere regolati con la massima precisio- del trasmettitore.
ne e con adatta strumentazione, se si vuole rag- Alla voce « Portata » abbiamo riportato il dato
giungere quella finalitá che e comune a tutti gli di 10 + 15 Km, aggiungendo anche la precisa-
apparati trasmittenti: la massima potenza AF zione: « in condizioni ideali ». Che cosa signi-
in uscita. Ebbene, noi siamo riusciti a risolvere fica questa espressione?
brillantemente questo problema componendo il Chi ha giá fatto una certa pratica con gli appa-
progetto del trasmettitore con un solo circuito rati ricetrasmittenti, conosce bene il significato
accordato, quello dell'oscillatore; senza nulla to- di « portata ». Ma per un principiante questa.
gliere, con questa semplificazione, all'efficienza parola puó significare soltanto la distanza chilo-
dell' apparato. metrica, costante in ogni momento e in ogni luo-
Ma un'altra particolarita, questa volta di natura go, che congiunge tra loro la stazione trasmitten-
organizzativa, caratterizza il nostro trasmettitore: te con la stazione ricevente. E questa e un'inter-
la facile trasformazione del progetto da apparato pretazione assolutamente sbagliata del concetto di
trasmittente ad apparato ricetrasmittente. Basta portata di un trasmettitore. E vi diciamo subito
infatti procurarsi il kit del « Monogamma CB » il perché.
per ottenere una vera e propria stazione CB a Non e mai possibile definire esattamente la por-
27 MHz. tata di un certo tipo di trasmettitore.
II kit del « Monogamma CB », che fino ad oggi Perché essa dipende da molti fattori, dei quali
ha riscosso grande successo fra i nostri lettori e alcuni risultano assolutamente incontrollabili.
che e stato presentato sul fascicolo di gennaio '74 Prendiamo ad esempio il nostro trasmettitore.
della rivista, e tuttora in vendita e lo sara an- Con esso, in condizioni ideali, si possono raggiun-
cora per molto tempo. Il kit puó essere richiesto gere, ed anche superare, distanze comprese tra
alla nostra Organizzazione, in qualsiasi momen- i 10e i 15 chilometri. In mare tali distanze pos-
to, seguendo le norme gia note e riportate sul- sono risultare addirittura raddoppiate, dato che
l'apposita pagina pubblicitaria che fa seguito a l'acqua si comporta come uno specchio riflettente
questo articolo. rispetto alle onde radio.
L'abbinamento tra i due apparati, cioé fra il Quando si parla di « condizioni ideali» si fa
trasmettitore CB e il monogamma CB, e stato normalmente riferimento alla distanza ottica che
cosí ben congeniato che l'amplificatore di bassa collega due punti senza che fra essi esistano osta-
frequenza, presente nel circuito del trasmettito- coli naturali o artificiali (caseggiati, colline, bo-
re, funge anche da amplificatore del segnale pro- schi, ecc.). E si deve supporre anche che le an-
veniente dal sintonizzatore (monogamma CB), tenne, riceventi e trasmittenti, siano di ottima
rendendolo udibile in altoparlante con notevole qualitá ed installate in posizioni elevate ed e-
risparmio di spazio e danaro. senti da disturbi radioelettrici. Anche il tra-
Ma per maggiore chiarezza vogliamo ripetere smettitore, ovviamente, deve risultare perfetta-
ancora questo importante concetto. mente tarato e collegato con un'antenna la cuí

888
Fig. 3 - 11 cristallo di quarzo non risulta inserito nel kit
del trasmettitore CB, allo scopo di fare in modo che
ognuno possa scegliere il quarzo con frequenza di
oscillazione preferita. Volendo predisporre il trasmet-
[]n
titore per un funzionamento plurican·ale, occorreril rea-
lizzare il semplice circuito qui riportato, servendosi di
□I . COMMUTATORE
un commutatore ad una via e piu posizioni (tante
quanti sono i quarzi inseriti). Per questa realizzazione
occorreril tener presente che i conduttori dovranno ri-
□I . sultare molto corti.
I
--I t Y
<r
1-
0 □I .
r Al FORI DEL
0
Cl.UARZO NEL
}E • CIRCUITO STAMP
al t
y

impedenza sia adattata all'impedenza d'uscita


dell' apparecchio.
4
IL CIRCUITO ELETTRICO DEL TRASMETTI-
TORE
Ebbene, anche a parita di tali condizioni, puó
accadere che in una particolare giomata si rie- 11 circuito del trasmettitore, rappresentato in fi-
scano ad effettuare collegamenti radio fino a 20 gura 1, e pilotato da soli tre transistor al silicio,
chilometri, mentre nel giorno successivo puo ri- di tipo NPN, e da un circuito integrato che
sultare assai difficoltoso un collegamento radio esplica le funzioni di amplificatore di bassa fre-
di solí 5 chilometri. Perché questa differenza? quenza per pilotare il trasformatore di modula-
Perché la propagazione delle onde radio puó es- zione Tl.
sere diversamente influenzata dalle condizioni Analizzando il circuito del trasmettitore, da sini-
atmosferiche. stra a destra, cioé dall'entrata (MICRO) all'usci-
In ogni caso, nei grossi centri abitati, i collega- ta (ANT.), si incontra, per primo, uno stadio
menti radio di pochi chilometri debbono rite- preamplificatore di bassa frequenza pilotato dal
nersi un vero successo, soprattutto quando l'an- transistor TRl, questo stadio consente di evitare
tenna non e installata in una posizione elevata. l'uso di microfoni preamplificati, che sono sempre
Le riflessioni delle onde radio provocate dai caseg- molto costosi, e permette inoltre di ottenere un'al-
giati, infatti, creano delle zone d'ombra impe- ta percentuale di modulazione, anche parlando
netrabili anche da apparati trasmittenti di note- ad una certa distanza dal microfono.
voli potenze. Sul circuito di entrata del microfono, che dovra
I collegamenti ideali si possono ottenere fra col- essere di tipo piezoelettrico, e stato inserito un
lina e pianura, quando puó capitare di imbat- filtro in grado di arrestare eventuali interferenze
tersi nella piacevole sorpresa di stabilire collega- e di impedire possibili inneschi. Questo filtro e
menti radio con CB lontani anche una trentina composto dall'impedenza di alta frequenza Jl
di chilometri. Ma quest'ultimo concetto non de- e dal condensatore C4, che permette di arrestare
ve trarre in inganno il lettore, che neppure deve i residui di alta frequenza provenienti dal tra-
lasciarsi prendere da facili entusiasmi. Perché smettitore, i quali, infiltrandosi nello stadio di
le. lunghe distanze, in questo particolare settore bassa frequenza, attraverso il cavo del microfono,
delle ricetrasmissioni, rappresentano soltanto casi che puo fungere da antenna, potrebbero provo-
eccezionali. care un cattivo funzionamento dell'apparato.
Anche i brevi collegamenti, tuttavia, quando sia- 11 segnale di bassa frequenza si trasferisce dallo
no da considerarsi ottimi sotto ogni aspetto tecni- stadio preamplificatore al circuito integrato IC,
co, sono in grado di appagare le legittime aspi- nel quale viene amplificato per rendersi disponi-
razioni dei CB. Perché gli scambi sinceri di idee bile poi su! terminale 4.
o concetti, che possono sfociare nell'allacciamen- Prima di proseguire oltre facciamo notare la par-
to di nuove amicizie, cosi come e nello spirito ticolarita del collegamento in parallelo dei due
della Citizen's Band, non sono per nulla legati condensatori C11-C12. Qualche lettore infatti po-
alla distanza del collegamento. trebbe essere indotto a pensare ad un errore di

889
LP2

R15
(9, Aiii J]
## #
13,5V
e MSS

Fig. 4 - Per effettuare la taratura del solo trasmettitore, tore di tip6 ceramico che, pur essendo di piccolo
il circuito dell'apparato dovra essere predisposto nel valore capacitivo, risulta assai piü eficiente. Ec-
modo indicato da questo disegno, collegando provviso-
riamente, in serie all'alimentazione, la resistenza R15, co spiegato l'enigma del « parallelo » dei due
che ha II valore di 4,7 ohm - 1 W e che ha lo acopo di condensatori C 11-C 12.
limitare il flusso di corrente In fase di taratura. 1 due Ma ritorniamo all'esame del circuito del trasmet-
ponticelli verranno inseriti nel circuito dopo aver ese- titore, passando ora agli stadi di alta frequenza.
guito alcune operazioni preliminari, cosi come chia-
ramente spiegato nel capitolo dedicato alla taratura. I1 transistor TR2 e montato in circuito di Pier-
ll potenziometro R12, che puó essere rappresentato ce; esso esplica le funzioni di oscillatore pilotato a
da un trimmer potenziometrico, ha il valore di 47.000 quarzo (XTAL).
ohm; esso serve a regolare il livello del segnale pro- L'entrata in oscillazióne del circuito avviene re-
veniente dal microfono.
golando il nucleo di ferrite della bobina Ll, in
modo da sintonizzare il circuito oscillante L1-C16
sulla frequenza di oscillazione del cristallo di
quarzo XTAL. L'alta frequenza viene quindi pre-
levata induttivamente dalla bobina L2 ed inviata
progettazione o di disegno, perché le capacita allo stadio amplificatore realizzato tramite il tran-
di due condensatori in parallelo si sommano, con- sistor TR3. Questo stadio, che rappresenta lo
venendo l'inserimento di un solo condensatore stadio di uscita del trasmettitore, e di tipo aperio-
anziché di due. I1 condensatore C 11 ha il valore dico, cioe non necessita di sintonizzazione, evitan-
di 100F mentre il condensatore C12 ha il valore do cosi una taratura laboriosa con conseguenti
di 100.000 pF. Ebbene, questi due valori capaciti- impossibili insuccessi.
vi determinano un valore capacitivo totale di L'alimentazione del transistor TR3 proviene dal
100,1 F e nulla cambierebbe se, in sostituzione trasformatore Tl o, meglio, dall'autotrasforma-
dei due condensatori, venisse inserito nel circuito tore di modulazione Tl.
un solo condensatore elettrolitico del valore di La presa intermedia di Tl, quella contrassegna-
100,1 F. Ma bisogna tener conto che un con- ta con la lettera B e che fa capo al terminale 5,
. <lensatore elettrolitico, quando si ha a che fare risulta praticamente collegata con il terminale 4,
con le alte frequenze, non si comporta piü come cosl che la tensione di alimentazione del transistor
tale. E ció significa che, per ottenere un effetto TR3 risulta di 13,5 V, sovrapposta al segnale di
filtrante, e necessario ricorrere ad un condensa- bassa frequenza. In questo modo si genera la

890
modulazione in ampiezza del segnale di alta fre- questo e in tutti gli altri trasmettitori. Anche
quenza amplificato dal transistor TR3. il circuito integrato, che e un componente dotato
Segue lo stadio adattatore di impedenza, che ri- di numerosi piedini, deve necessariamente venir
sulta molto importante ai fini dell'adattamento saldato senza fili conduttori svolazzanti che, a lun-
dell'antenna e dalla cui taratura dipende in gran go andare, potrebbero creare dannosissimi corto-
parte l'eficienza del trasm ettitore. circuiti.
Le dimensioni del circuito stampato sono di 8 x
x 13 cm circa; esso e riportato in figura 6 in un
CANALI DI TRASMISSIONE disegno visto dal lato rame.
Sullo schema elettrico di figura 1 e presente un
solo cristallo di quarzo, che permette di « lavo- MONTAGGIO DEL TRASMETTITORE
»
rare su un solo canale della CB. Ma chi vuol
realizzare un trasmettitore pluricanale, lo pu<'>
fare benissimo, perché basta comporre il circuito 11 cablaggio del trasmettitore e riportato in figu-
ra 2. Come si puó notare, nella parte centrale
riportato in figura ' per ottenere un qualsivoglia
numero di canali. Questo circuito consiste in un della basetta e riportata la dicitura « EVENTUA-
commutatore ad una via e tante posizioni quanti LE SCHERMO METALLICO ». Con ció si
sono i cristalli di quarzo. Di questo semplice cir- vuol offrire la possibilita di montare uno scher-
cuito teorico non abbiamo fornito lo schema di mo, rappresentato da un lamierino di ottone o
realizzazione pratica. Ma esso e talmente semplice di rame, allo scopo di isolare elettromagnetica-
che non richiede commenti; l'unico elemento da mente gli stadi, di bassa frequenza da quelli di
tenere ben presente e che i collegamenti dovran- alta frequenza. La presenza del lamierino e ne-
no risultare corti il piü possibile. cessaria nel caso in cui si riscontrassero sibili,
inneschi, ecc.
Il lamierino dovrá éssere fissato saldamente al
IL CIRCUITO STAMPATO circuito e collegato elettricamente in piü punti
con la massa del circuito, aiutandosi, per questo
Il circuito stampato e, in questo caso, assoluta- tipo di collegamento, con pezzetti di filo saldati,
mente necessario se si vuol raggiungere la stabi- da una parte, allo schermo e, dall'altra, al circui-
lita meccanica del trasmettitore e se si vogliono to di massa del circuito stampato. 11 circuito di
evitare errori di cablaggio. Ma il circuito stam- massa dello stampato e facilmente individuabile
pato e ancor piü necessario per imporre al prin- perché e rappresentato dall'area di rame piü di-
cipiante l'esatta disposizione dei componenti elet- stesa. Come tutti i lettori sanno, i condensatori e-
tronici sulla basetta, perché proprio questa dispo- lettrolitici possono essere costruiti in modo diverso.
sizione costituisce un elemento moho critico in E tenendo conto di tale fatto, abbiamo provvisto

Fig. 5 - Circuito del rivelatore d'uscita, che dovra es-


sere collegato ad un voltmetro elettronico, oppure ad
un tester, allo scopo di eseguire le operazioni di ta-
ratura. La resistenza H16, che rappresenta la resistenza
di carico fittizio, dovra essere di tipo non induttivo e
di valore ohmmico parí a quello dell'impedenza d'an- 9)--- (10)- -- ---
tenna, cioé 50 o 75 ohm - 2 W. Per comodita pra-
tica si potranno inseriro, in parallelo fra loro, due
resistenze da 1 W e da 100 o 150 ohm ciascuna. La
resistenza R17 ha il valore di 4.700 ohm. 11 diodo DG
e un qualsiasi diodo al germanio. 11 condensatore C21
ha il valore di 10.000 pF. 11 voltmetro deve essere sulla
scala 10 V ce.
AL
R16 c21 VOLT METRO

891
o

4 Fig. 6 - Circuito stampato


contenuto nel kit del tra-
smettitore CB e assoluta-
e·.L, o
mente necessario per la
costruzione dell'apparato.
Le sue dimensioni sono
8x13 cm circa.

il circuito stampato di alcuni fori supplementari, sta ad indicare 1.000, ma piü semplicemente
proprio per facilitare l'inserimento di questi com- « ceram1co ».
ponenti. I condensatori da 1.000 pF potranno essere in-
dicati con le seguenti sigle: 1.000 pF - 0.001 -
Per esempio, ne! piano di cablaggio di figura 2
.001; oppure possono essere indicati in codice
i condensatori elettrolitici C7-C9 sono dotati di
(primi tre colori a partire dall'alto: marrone -
terminali uscenti dalle due estremita opposte.
nero - rosso). In taluni casi speciali i condensa-
Nella foto di apertura dell'articolo, invece, il
tori da 100.000 pF possono essere indicati con
condensatore elettrolitico C9 e rappresentato da
la sigla 104, mentre i condensatori da 10.000 pF
un componente dotato di due terminali uscenti
possono essere indicati con la sigla 103.
da una stessa parte. Ma i fori disponibili sul
Raccomandiamo ai lettori principianti di inse-
circuito permettono l'uso di un elettrolitico di
rire i transistor ne! circuito con i terminali molto
questo tipo.
accorciati. E ricordiamo anche che il transistor
Tale precisazione si e resa necessaria per il fatto TR3 <leve essere munito di elemento dissipatore
che nei nostri kit, compatibilmente con le va- di calore. Questo elemento e contenuto ne! kit
rie dificolta di ordine commerciale, possono ri- fornito dalla nostra Organizzazione.
sultare inseriti entrambi i tipi di elettrolitici.


N ell'inserire il circuito integra to, raccomandia-
mo al lettore di far riferimento all'apposita tacca
presente ne! componente.
La bobina Ll-L2 e dotata di quattro terminali,
che sono facilmente riconoscibili perché contras-
segnati iascuno con uno spezzone di tubetto iso-
lante colorato. Sullo schema pratico di figura 2,
in corrispondenza di questa bobina, sono riporta-
te le lettere B-N-R-V; queste lettere vogliono
Fig. 7 - Schema elettrico relativo all'abbinamento dei
rappresentare le iniziali delle parole: bianco - due apparati: del trasmettitore CB e del monogamma
nero - rosso - verde. CB. Questo tipo di collegamento deve essere fatto
Per quanto riguarda i condensatori ceramici, fa- dopo aver collaudato il trasmettitore e il sintonizzato-
re. L'amplificatore di bassa frequenza del trasmettitore
ciamo presente, ai meno preparati, che il valore funge contemporaneamente anche da amplificatore BF
capacitivo di questi componenti puó essere di- del sintonizzatore (RX). Per accendere o spegnere
versamente indicato. Per esempio, in un conden- questo circuito si agisce sull'interruttore dell'alimenta-
satore da 100.000 pF, possono essere impresse le tore, oppure su un interruttore qualsiasi inserito in se-
rie al terminale positivo della tensione a 13,5 V, prima
seguenti sigle: 100.000 pF - 0.1 F oppure 1 F. dell'eventuale resistenza di limitazione R15. Il commu-
I! condensatore da 68 pF potra recare impressa tatore S1 commuta il ricetrasmettitore nelle due fonda-
la dicitura 68 K; la lettera K questa volta non mentali posizioni « parlo • e «ascolto ».

892
R12 = 47.000 ohm LP1 = lampada ad incandescenza da 12 V
R13 = 33 0 ohm (la sua accensione sta ad indicare che
R14 4.700 ohm (po tenziometro a variaz. l'apparato e in trasmisione)
=
log. per controllo volume del C21 = 50 F - 12 VI. (elettrolitico)
rice vitore) DZ = diodo zener (9 V - 1 W)
AP = altoparlante con impedenza di 8 ohm
R15 4, 7 ohm - 1 W (resistenza limitatri-
S1 = commutatore multiplo (4 vie - 2 posizioni)
ce di corrente in fase di tara-
tura)
CONTR. SUPERA. = potenziometro di controllo
della superreazione del rlcevitore (contenuto nel
kit del monogamma CB)

COMPONENTI
g e

r
ALLA ANT

o
S1
----------
RX TX

PI

893
~ TARATURA

Per effettuare la taratura del trasmettitore, il cir-


cuito dell'apparato dovrá essere predisposto nel
modo indicato in figura 4, collegando provviso-

il nostro riamente in serie alla alimentazione la resistenza


R15 da 4,7 ohm - 1 W, allo scopo di limitare il
flusso di corrente.
La prima operazione da farsi consiste in un accer-
indirizzo é tamento dell'efficienza dello stadio di bassa fre-
quenza. A questo scopo occorre collegare il mi-
crofono e il potenziometro di volume R12, che
puo essere anche un trimmer del valore di 4 7 .000
ohm, sui morsetti 1-2 (figura 4), collegando prov-
visoriamente un altoparlante da 8 ohm e di pie-
cola potenza ( 1 o 2 watt) tra i morsetti 4-7, sen-
za realizzare, per il momento, i due ponticelli
previsti dallo schema di figura 4.
Una volta alimentato il circuito, parlando da-
vanti al microfono, si dovrá udire distintamente
in altoparlante la voce amplificata. E dopo aver
verificato tale importante condizione elettrica
del trasmettitore, si toglie !'altoparlante e si ali-
menta la sola sezione ad alta frequenza del tra-
smettitore, senza realizzare ancora i due ponti-

ELETTRONICA
celli, e connettendo il tenninale positivo dell'a-
limentatore con il terminale 8, sempre attraverso
la resistenza di protezione R15. Contemporanea-
mente occorrerá collegare sui terminali 9-10 il

PRATICA carico fittizio d'antenna ed il rivelatore di mas-


sima uscita.
Il piu semplice sistema, che consente di condur-
re queste prove, consiste nel collegare sui termi-
nali 9-10 una lampadina da 6,3 V- 0,3 W. An-
che se potrebbe essere preferibile ricorrere all'in-
serimento del circuito riportato in figura 5, nel
quale la resistenza R16 rappresenta la resistenza
di carico, che dovra risultare di tipo non indut-
tivo e di valore ohmmico pari a quello dell'impe-
denza dellantenna (50 o 75 ohm - 2 W).
Per comodita si potranno ad esempio collegare
in parallelo due resistenze da 1 W e da 100 o 150
ohm, dato che questi valori sono assai piü facil-
mente reperibili in commercio perché standar-

Via Zuretti 52 dizzati.


Il circuito sonda di figura 5 dovra essere colle-
gato con un voltmetro o con un tester commuta-

20125 - Milano
to sulla portata 10 volt fondo-scala (sono da pre-
ferirsi i voltmetri elettronici).

Tel. 6891945 OPERAZIONI DI TARATURA

Dopo le operazioni preliminari, la taratura dovra


essere effettuata in modo da ottenere la massima
deviazione dell'indice dello strumento, oppure la

894
mass ima luminositá della lam padina, nel modo piü semplice di taratura del potenziometro R12.
seguente. Esso consiste nel provare « in aria » alcuni colle-
gamenti radio e regolare il potenziometro R12
1) Inserire il cristallo di quarzo (XT AL con fre- in modo da raggiungere il massimo di trasmis-
quenza di oscillazione CB a scelta. sione indistorta.
2) Regolare i due compensatori C18-C19 sul lo-
ro valore di capacita (lam elle sovrapposte).
3) Ali mentare il circuito con la tensione con- LA STAZIONE RICETRASMITTENTE
tinua di 13,5 V (non superiore a tale valore). E'
da preferirsi l'alimentazione con batteria (pile). Per trasformare il nostro trasmettitore in una vera
4) Regolare il nucleo di ferrite delle bobine L1- e propria stazione ricetrasmittente, il lettore deve
L2 in modo che l'indice dello strumento presentí acquistare presso la nostra Organizzazione i due
la massima deviazione, oppure in modo che la kit necessari: quello del trasmettitore CB e quel-
lampada LP2 raggiunga la massima luminosita. lo del monogamma CB. L'acquisto simultaneo
Una volta ottenuta questa condizione, si intervie- dei due kit da diritto ad un lieve sconto sul prez-
ne nuovam ente sulla ferrite riavvitandola in· sen- zo di costo.
so contrario per mezzo giro, anche se con tale Lo schema elettrico relativo all'abbinamento dei
operazione si diminuisce lievemente l'alta fre- due apparati, cioé del trasmettitore e del ricevi-
quenza. Ció consentirá di ottenere una modula- tore, e riportato in figura 7. E il collegamento
zione positiva e una stabilizzazione dell'oscilla- tra apparato trasmettitore e ricevitore deve esse-
tore. re fatto nel modo indicato in questo schema, ov-
viamente dopo aver collaudato il trasmettitore
5) Controllare ad intervalli di 10 secondi l'e- nel modo dianzi citato.
missione di alta frequenza, spegnendo e riaccen- Il kit del monogamma CB non permette di rea-
dendo il trasmettitore. Nel caso in cuí l'emissio- lizzare un ricevitore CB vero e proprio, perché
ne continui a sussistere, cioé nel caso in cui l'in- esso e in realtá soltanto un sintonizzatore. Man-
dice dello strumento presentí la massima devia- ca cioé l'amplificazione di bassa frequenza. Ma
zione, oppure la lampada LP2 si accenda regolar- a questo processo provvede l'amplificatore di bas-
mente, si potra essere certi che il quarzo oscilla sa frequenza del trasmettitore, attraverso oppor-
regolarménte. tuna commutazione ottenuta tramite il commu-
6) Tarare i trimmer C18-C19 per la massima tatore S 1 che e di tipo a 4 vie - 2 posizioni.
resa AF. Per accendere o spegnere il circuito di figura 7
A questo punto anche lo stadio di alta frequen- si agisce sull'interruttore dell'alimentatore, op-
za potra considerarsi completamente tarato. Non pure si inserisce un interruttore di qualsiasi tipo
resta ora che realizzare completamente il circui- sul terminale positivo della alimentazione a 13,5
to. c;li figura 4, compresi i due ponticelli (PONT.) v.
ed escludendo eventualmente la resistenza R15, Il commutatore S1 ha la funzione di commutare
che potra comunque rimanere inserita nel cir- la ricezione con la trasmissione. Volendo realiz-
cuito nel caso in cuí l'alimentazione non sía da zare un complesso portatile, S1 dovrá essere mon-
considerarsi stabile (alimentazione in autovet- tato con la posizione di riposo in « ricezione »,
tura). in modo di entrare in « trasmissione » premendo
il pulsante di Sl.
L'antenna dovrá essere collegata al posto del ca-
rico fittizio, cioé in sostituzione della lampada Il potenziometro R12, che rappresenta il poten-
LP2, facendo bene attenzione a collegare la cal- ziometro microfonico, puo essere di tipo semifuso
za metallica del cave schermato di discesa d'an- e regolato una volta per tutte.
tenna con il terminale 9. Non con il terminale II poteñziometro denominato CONTR. SUPERR.
10! rappresenta l'elemento di controllo della super-
L'ultimo elemento da regolare e rappresentato reazione del ricevitore; esso risulta inserito nel
dal potenziometro R12, che controlla il volume kit del monogamma CB.
e, conseguentemente, la percentuale di modula- Il diodo zener DZ, che,deve essere da 9 V - 1 W,
zione. Il sistema migliore per regolare questo serve a stabilizzare la tensione del ricevitore sul
elemento consisterebbe nel collegare un oscillo- valore di 9 V.
scopio a larga banda sui morsetti 9-10 del tra- Per realizzare la conversione « parlo - ascolto »
smettitore e regolare il potenziometro R12 per un in modo da conferire all'apparato una vera e pro-
100% di modulazione. Ma noi sappiamo che po- pria veste professionale, in sostituzione del com-
chi nostri lettori sono in possesso di questo stru- mutatore S1 si potra utilizzare un relé a quattro
mento e dobbiamo quindi interpretare il metodo scambi pilotati dal pulsante del. microfono.

895
IL KIT
Il kit del trasmettitore CB, venduto dalla nostra
Organizzazíone, contiene tutti gli elementi che ri-
sultano montati sulla basetta del circuito stam-
pato, secondo il montaggio di figura 2. Non so-
no inseriti invece tutti gli accessori esterni e nep-
pure il cristallo di quarzo. Abbiamo ritenuto as-
surdo, infatti, fornire ai lettori un cristallo di
quarzo adatto ad oscillare su una frequenza che
non interessa.

896
I due apparati, cioé le due basette montate del
trasmettitore e del ricevitore potranno essere in-
serite in un unico contenitore metallico, che il
lettore dovrá costruire da sé.
Nell'elenco componenti non abbiamo citato la
sigla del circuito integrato e neppure quella del
transistor TR3, perché questi componenti possono
essere sostituiti con altri, a seconda della dispo-
nibilitá commerciale del momento in cui le nostre
fornitrici approntano i kit.

LA SCATOLA DI MONTAGGIO DEL TRASMETTITORE CB CONTIENE:

N. 1 circuito stampato - n. 13 condensa-


tori ceramici - n. 5 condensatori elettroli-
tici - n. 2 trimmer capacimetrici.- n. 11 re-
TX-CB sistenze - n. 2 impedenze AF - n. 1 tra-
TX-RX-CB
L. 19.500 sformatore di modulazione - n. 1 circuito L. 25.000
integrato - n. 3 transistor - n. 2 bobine -.
n. 1 raffreddatore per transistor TR3.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione di questo trasmettitore sono contenuti in


una scatola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazione in due diverse versioni: a L.
19.500 il solo trasmettitore e a Lire 25.000 il trasmettitore CB unitamente al ricevitore CB
(MONOGAMMA CB). Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente l'importo
a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a:
ELETTRONICA PRATICA - Via Zuretti, 52 -20125 MILANO.

897
PR-
AMPLIFICATOR
MICROFONICO. I''

,·, f • .

·j
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•·:-:-
• (, : , ·::>

.. .

/#$°
l
/9##ft
e
La maggior preoccupazione di quasi tutti i CB,
e sempre quella di... « uscire » nel migliore dei
modi.
Il termine « uscire », in gergo, significa trasmet-
tere.
Purtroppo, per rimanere nell'ambito della legali-
ta, occorre fare in modo che la limitata potenza
rnassima di uscita venga spremuta sino all'ulti-
ma ... goccia! Pardon! Volevamo dire: sino all'ul-
timo milliwatt!
Ma per raggiungere tale condizione, occorre fare
in modo che tutte le partí della piccola stazione
trasmittente vengano sfruttate al massimo. Fig. 1 - Questi diagrammi interpretano i vari tipi di
Anche se l'emittente e in perfetta regola, cioé segnali presenti e uscenti dal trasmettitore. In A e di-
dotata di un'ottima antenna perfettamente accor- segnato il diagramma relativo al segnale di alta fre-
data e il trasmettitore e alimentato con valori di quenza non modulato, cioé il diagramma che interpreta
il fenomeno dell'onda portante. In B e rappresentato il
tensioni esatti e tutti i suoi circuiti sono ottima- diagramma del segnale modulante, cioé del segnale di
mente tarati, non si puo ancora dire di sfruttare bassa frequenza che si produce nel microfono a causa
al 100% le prestazioni della stazione CB. della trasformazione della voce umana in tensione elet-
trica. l diagrammi riportati in C-D-E interpretano il con-
Non basta, infatti, limitarsi al controlo del;r- cetto di profondita di modulazione nelle diverse percen-
radiamento dell'alta frequenza, ma occorre accer- tuali citate nel disegno.
tarsi anche che la bassa frequenza venga intera-
mente sfruttata. E la bassa frequenza e rappre-
sentata da! segnale amplificato proveniente dal
microfono e destinato a modulare in ampiezza
la portante radio a 27 MHz.
Fatta eccezione per i trasmettitori di classe ele-
vata, accade spesso che gli stadi di bassa fre-
quenza siano ridotti al mínimo indispensabile. E w
per motivi di ordine economico, e per rendere piu @ AF NON MODULATA
t
compatto e meglio dimensionato l'apparato ri-
cetrasrnittente. Ma con gli stadi di bassa fre-
quenza ridotti, pur essendo ancora possibile tra-
smettere secondo le regole tecniche piu comuni,
@ / SEGN. 8F MODULANTE
occorre parlare a voce alta e a breve distanza
dal rnicrofono. E cío crea ovviamente degli in-
convenienti che si possono facilmente intuire, sol
che si pensi alla teoría dei segnali modulati in
arnpiezza, che vogliamo qui riassumere breve-
mente. ©
__l_ 30'1/.
T
rVRF

\
LA MODULAZIONE · D'AMPIEZZA

La modulazione d'ampiezza consiste nel far va- j_ 80% }


riare l'ampiezza di un'onda mediante un altro T VRF

segnale di diversa frequenza. Questi due segnali


prendono anche il nome di « frequenza portan-
te» e « frequenza modulante ». Questi due se-
gnali sono riportati sui primi due diagrammi di
figura 1 (A-B). La frequenza portante, cioé il se-
gnale di alta frequenza non modulato, e ripor-
4
_1_120% }

tato in A di figura 1. Il segnale di bassa fre- T VRF

quenza modulante, chiamato anche segnale au-


dio, e riportato in B di figura 1.
La modulazione d'ampiezza puó essere piü o me-
no profonda rispetto ai valori di tensione dell'on-

899
TR1 R6

c2

R2 e

e
7
22,5V
o
use
4Fig. 2 - Progetto originale del
40 ctB S1 SPENTO preamplificatore microfonico. La
boccola di entrata deve essere
collegata con il microfono, quella
di uscita con l'entrata del tra-
smettitore. 11 commutatore S 1 re-
gola la tensione di controreazio-
ne, cioé il guadagno del circuito
amplificato pilotato da TR1.

tare una modulazione poco profonda, nella mi-


sura del 30%. In figura 1D e riportato il dia-
gramma di un'onda modulata piu profondamen-
te, cioé all'80%. In figura 1E e riportato il dia-
COMPONENTI gramma di un'onda modulata molto in profon-
ditá, nella misura del 120%. E' possibile dimo-
strare matematicamente che la massima potenza
irradiata da un trasmettitore viene ottenuta con
C1 = 1F- 150 VI. (a carta} una modulazione del 100%. E' facilmente in-
C2 = 1 uF - 150 VI. (a carta} tuibile, infatti, che un'onda radio modulata al
R1 = 68.000 ohm 30% genera ne! ricevitore, che la capta, un se-
R2 = 150.000 ohm gnale assai piu debole di quello generato da
R3 = 680 ohm
un'onda modulata all80 o al 100%.
R4 = 4.700 ohm
R5 = 10.000 ohm Questa semplice osservazione potrebbe far sem-
R6 = 100.000 ohm brare che una sovrammodulazione della portante
TR1 = AC126 fosse in grado di aumentare ulteriormente la po-
S1 =comm. multiplo (1 via - 5 posizioni} tenza irradiata dal trasmettitore. E questa stessa
ALIMENTAZ. = 22,5 Vcc. segnalazione potrebbe derivare dagli eventuali
strumenti collegati all'antenna trasmittente, cioé
i wattmetri o gli indicatori di campo.
Ma in realta questo aumento di potenza e sol-
tanto apparente, perché essa verrebbe sprecata
da portante (AF) e dell'onda modulante (BF). attraverso frequenze diverse da quelle dell'onda
Il terzo diagramma riportato in figura 1C rap- principale, provocando gli indesiderati « Splat-
presenta l'onda modulata, cioé il segnale radio ter », che piu comunemente sono conosciuti con
vero e proprio che, viaggiando attraverso lo spa- il termine italianizzato di « Sblatteri», che rap-
zio, unisce tra loro le stazioni emittenti con quel- presentano la causa principale dei fenomeni di
le riceventi. Questo diagramma vuol rappresen- interferenza con i programmi televisivi (TVI).

900
Ma la sovrammodulazione da origine ad un altro ad una certa distanza da questo mantenendo la
inconveniente : quello della distorsione del segnale tonalitá della voce entro limiti del tutto naturali.
originale, con notevole peggioramento della com- Con il processo di preamplificazione del micro-
prensibilita dei segnali ricevuti. fono, inoltre, si eliminano tutti i difetti introdot-
ti nel processo di ricetrasmissione dai lievi spo-
stamenti del volto di chi trasmette. II tono della
NECESSITA' DEL PREAMPLIFICATORE voce puo rimanere quindi naturale per tutto il
tempo di una lunga conversazione, perché il li-
Abbiamo giá detto che in molti tipi di trasmet- vello del segnale non denuncia alcun cambia-
titori, soprattutto nei tipi economici, gli stadi am- mento. E non occorre neppure preoccuparsi di
plificatori sono ridotti al minimo indispensabile. intervenire sui diversi controlli manuali del tra-
Ma anche con questi, almeno teoricamente, e smettitore CB. Con il circuito microfonico pream-
possibile ottenere la desiderata modulazione dei plificato, una volta effettuata la regolazione ma-
segnali al 100%. In pratica, invece, ció non e nuale del trasmettitore, quella che consente il
molto semplice, occorrerebbe parlare con voce miglior rendimento dell'apparato, non sono piü
sufficientemente alta e a breve distanza dal mi- necessari ulteriori e continui aggiustamenti di
crofono, sottoponendo colui che trasmette a far volume, con il conseguente vantaggio di una
bene attenzione ad un solo elemento tecnico : continua ed alta percentuale di modulazione,
quello di raggiungere la modulazione dei segnali cioé di una emissione sempre penetrante e alla
del 100%. massima potenza.
Ma occorre ricordare che, se si tiene conto della
piccola distanza che intercorre fra la bocea di
chi trasmette e il microfono, i piccoli spostamenti, CIRCUITO DEL PREAMPLIFICATORE
dell'uno e dell'altro elemento, sono sempre possi-
bili, e sono possibili anche le alterazioni della to- II circuito del preamplificatore microfonico e ri-
nalita della voce. Questi elementi sono in grado portato in figura 2. La sua realizzazione e molto
di introdurre notevoli variazioni del livello elet- semplice e si adatta ad ogni CB, anche se pri-
trico del segnale, con effetti conseguenti di sotto- vo di esperienza pratica. D'altra parte sarebbe
modulazione e sovramodulazione. inutile ricorrere a complicazioni circuitali, con
L'uso di un preamplificatore, in grado di ridurre lo scopo di migliorare il responso di frequenza del
completamente, o almeno parzialmente, questi circuito, dato che la banda di trasmissione e li-
inconvenienti, e quindi necessario. mitata a soli 3.000 Hz.
Preamplificando il microfono, e possibile parlare Come e noto, nelle trasmissioni di piccola poten-

4 fig. 3- E' molt.o importante che


il cablaggio del preamplificatore
use. ENTR
microfonico venga realizzato in
un contenitore metallico, che ha
funzioni di schermo elettromagne-
tico, cioé... difende il circuito
preamplificatore da un eventuale...
attacco di segnali estemi che ren-
derebbero incomprensibile l'ascol-
to presso le stazioni riceventi.

901
za, di tipo amatoriale, una eventuale modulazio-
ne ad alta fedelta risulterebbe del tutto contro-
producente, perché si disperderebbe gran parte
della potenza in segnale assolutamente· inutile ai
fini della comprensibilita del parlato. .
Il progetto di figura 2 e pilotato con un solo tran-
sistor di tipo PNP, montato in una configurazio-
ne amplificatrice classica, con resistenza d'emit-
R2 tore che da origine ad una certa tensione di con-
troreazione.
La resistenza R1, collegata in serie con il circuito
di entrata, ha lo scopo di ridurre il segnale mi-
crofonico, onde eliminare eventuali distorsíoni.
L'unico inconveniente presentato dal circuito del,
preamplificatore microfonico e dovuto al valore
1
elevato della tensione di alimentazione neces-
1 saria per raggiungere un elevato guadagno con
1 un singolo stadio.
I__ -
VARIANTE AL CIRCUITO ORIGINALE

Una variante al circuito originale di figura 2 e


riportata nel circuito di figura 4. In questo cir-
cuito, infatti, e montato un potenziometro da


Fig. 4- Questo circuito di preamplificatore microfonico,
analogo a quello riportato in figura 2, propone una va-
10.000 ohm e l'interruttore S2; questi elementi

riante nel sistema di regolazione del guadagno. Infatti,


il commutatore originale S1 e
stato sostituito con il potenzio-
metro a variazione logaritmica
del valore di 10.000 ohm; l'inter-
ruttore S2, incorporato con il po- SSA FREO.
tenziometro, provvede ad inserire
o ad escludere il circuito del
preamplificatore. Tutti gli altri MICR O

componenti sono gli stessi di fi-


gura 2 ed II valore e quello cita-


to nel corrispondente elenco com-
ponenti. aua. l o
PUSH TO TALK

Fig. 5- I microfoni sono muniti


di tre fili conduttori che, in alcu-
ni casi, possono 'essere anche
quattro, di questi soltanto due
hanno interesse per il segnale,
mentre l'altro serve alla commu-
tazione - POSH TO TALK >. Que- BASSA FREQ
sto conduttore non deve essere
in alcun modo interrotto. 11 dise-
gno riprodotto piu in basso in-
terpreta II sistema di interruzione
del conduttore attraverso il quale
fluisce il segnale di bassa fre-
quenza; su questa interruzione
viene inserito il circuito del pre-
amplificatore microfonico, che de-
guaso -'J o
PUSH TO TALK
ve tener conto anche del colle-
gamento di massa, normalmente
rappresentato dalla calza metal-
lica del cavo.

902
sostitmscono il commutatore multiplo S1 e le I valori dei componenti elettronici di figura 4
tre resistenze R3-R4-R5 del progetto originale. sono evidentemente gli stessi di quelli del circuito
Con il sistema della regolazione potenziometrica originale di figura 2.
e possibile controllare con continuita il guada- L'interruttore S2, abbinato al potenziometro, per-
gno del preamplificatore. mette di inserire o disinserire completamente i1
II guadagno, come abbiamo detto, viene con- circuito del preamplificatore.
trollato tramite la variazione della tensione di
controreazione stabilita dalla resistenza di emit-
tore. Nello schema originale di figura 2 il valore R E A LI Z Z A Z IO N E P R A T IC A

della resistenza di emittore vien fatto variare tra-


mite il commutatore multiplo ad 1 via - 5 po- La realizzazione pratica del preamplificatore mi-
sizioni. Con questo dispositivo il valore della re- crofonico si presenta particolarmente semplice e
sistenza di emittore passa dalla condizione di re- adatta ad ogni CB, anche a coloro che sono privi
sistenza infinita (circuito spento) a quella di re- di esperienza pratica in materia di montaggi ra-
sistenza zero (massima amplificazione). dioelettrici.

Le prime
esperienze
del dilettante

RICEVITORE PER ONDE MEDIE A 2 VALVOLE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 6.300 senza altoparlante
L. 7.000 con altoparlante
E' un kit necessario ad ogni princip iante per ll kit e corredato del fascicolo n. 2- 1973 della
muovere i priml passl nello studio della radio- riviata, in cui e pubblicato l'aricolo relativo
tecnica elementare. E' la sola guida sicura per al montaggio dell'apparato. Le richieste debbono
sysrs e "2""gz"""; "..
dover risolvere
±e9o «
. di reperibilita di ma-
essere fatte inviando anticipa tamente l'importo
a mezo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a:
terlall o di arrangiamenti talvolta imposslblli. Eletronica Pratica - 20125 (MI) - Va Zureti, 52.

903
11 piano di cablaggio, riportato in figura 3, pro-
pone con sufficiente chiarezza la realizzazione
pratica del progetto rappresentato in figura 2.
Riteniamo invece superfluo proporre al lettore
lo schema pratico del progetto di figura 4, essendo
sufficiente, in questo caso, sostituire soltanto il
commutatore multiplo a 1 via - 5 posizioni con il
potenziometro, a variazione logaritmica, ne! qua-
le e incorporato l'interruttore S2.
L'apparecchio deve essere racchiuso in un con-
tenitore metallico, che <leve assumere le fun-
LIRE 3.500 zioni di schermo elettromagnetico, cioé di ele-
CASSETTIERA « MINOR » mento che impedisce di captare eventuali segua-
li esterni in grado di provocare disturbi e ronzii,
Contenitore a 12 cassetti, componi-
tenendo conto che questi eventuali segnali ver-
bile ad incastro; dimensioni di un cas-
rebbero amplificati da tutti gli stadi di bassa fre-
setto: 115 x 55 x 34. Ogni cassetto e
quenza e risulterebbero particolarmente fastidiosi.
provvisto di divisori interni.
Ne! caso in cui si facesse uso di un contenitore
metallico di piccole dimensioni, la pila a 22,5 V,
oppure il gruppo di pile collegate in serie fra lo-
ro in modo da determinare il valore complessivo
di 22,5 V, potranno essere sistemate anche alle-
sterno del contenitore, nella posizione ritenuta
piü adatta.

COLLEGAMENTO FRA MICROFONO E RI-


CETRASM ETTITORE

11 collegamento del circuito preamplificatore con


il microfono e con il ricetrasmettitore dovrá es-
sere effettuato esclusivamente con cavo scherma-
LIRE 3.800 to.
CASSETTIERA MAJOR
Non e assolutamente importante il fatto che il
«

Contenitore a 6 cassetti, componibile circuito del ricetrasmettitore, cui viene accoppia-


ad incastro; dimensioni di un casset- to il nostro preamplificatore microfonico, faccia
to: 114 x 114 x 46. Ogni cassetto e uso di transistor di tipo NPN o PNP, perché l'ac-
provvisto di divisori interni. coppiamento con il preamplificatore viene ef-
fettuato tramite condensatore di separazione.


Organizzate il vostro lavoro! Conser-
vate sempre in ordine i componenti
elettronici! Trasformate, a poco a po-
A coloro che non hanno suficiente dimestichezza
con i collegamenti microfonici, ricordiamo che
il microfono e normalmente provvisto di tre fili
conduttori che, a volte, possono essere anche quat-
tro. Di questi tre fili soltanto due hanno interesse
per il segnale, mentre l'altro, o gli altri, servono al-
la commutazione « ricezione-trasmissione ». Que-
co, il vostro angolo di lavoro in un st'ultimo filo non dovrá essere in alcun modo in-
vero e proprio laboratorio! terrotto!
Da un semplice esame del circuito del ricetra-
smettitore si potranno identificare i conduttori
che portano il segnale, collegandoli cosí come
indicato nello schema di figura 5, tenendo conto
che uno dei due conduttori che portano il se-
gnale e senz'altro quello rappresentato dalla cal-
za metallica.

904
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CB Una scatola
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TRETE INOL TRE ASCOL TARE LE EMISSIONI DEI RADIOAMA-
TORI SULLA GAMMA DEI 10 METRI (28-30 MHz).
A OUADRO PER
I! 1

A LUNEGA DUSTANZA
L'ANTENNA A QUADRO, ADATTA PER COLLEGAMENTI RADIO SULLE
LUNGHE DISTANZE E ALLE FREQUENZE ELEVATE, PRESENTA LA CA-
RATTERISTICA DELLA GRANDE SELETTIVITA', CHE SCATURISCE DALLA
POSSIBILITA' DI ROTAZIONE DEL QUADRO SECONDO L'ORIENTAMEN-
TO DESIDERATO.
L'invio di un messaggio nello spazio, oppure l'a- due « antenne verticali », cioé sui due lati verti-
scolto di un segnale proveniente da una localita cali del quadrato, sono presenti due tensioni in-
lontana, possono rappresentare, soprattutto per dotte, che abbiamo denominato rispettivamente
un principiante. una grossa emozione. Ma per rag- Vl e V2.
giungere questo scopo, cioé per poter effettuare Poiché il piano dell'antenna e perpendicolare alla
collegamenti via radio, non sono suficienti il po- direzione di propagazione dell'onda, ne consegue
tente trasmettitore e la ricevente ultrasensibile, che le due tensioni, ora citate, risultano uguali in
oltre che la regolare patente di radioamatore. Una ampiezza e con la stessa fase. Le correnti I1 e I2,
vera stazione radio, infatti, deve possedere anche che le tensioni indotte fanno circolare lungo il
un adeguato sistema di antenna ricevente e tra- conduttore, sono anch'esse uguali ma, contraria-
smittente. L'antenna, soprattutto nei grossi centri mente a quanto avviene per le due tensioni, ri-
abitati, costituisce un problema diffcilmente ri- sultano in opposizione di fase. Avviene cosi che
solvibile, a causa delle proibizioni ambientali. le due correnti si cancellano reciprocamente, cioé
L'antenna di piccole dimensioni, d'altro canto, si annullano e l'antenna non rivela alcun segnale
non puó offrire un rendimento accettabile. Ep- radio.
pure, per realizzare i cosiddetti DX, occorre as- Ma se l'antenna vien fatta ruotare lungo il suo
solutamente far uso di una buona antenna, di ti- asse verticale, facendo in modo che il piano del-
po direttivo, che permetta di aumentare consi- l'antenna stessa si aflacci sulla direzione della sta-
derevolmente la potenza virtuale del trasmettito- zione emittente, sui due lati verticali dell'antenna
re o del ricevitore, in modo da poter irradiare o si manifestano ancora le stesse tensioni indotte
ricevere in una sola direzione.
Le antenne direttive vengono usate in tutti quei
casi in cui si ha a che fare con frequenze eleva te;
esse invece si rivelano sempre pi inadatte con
l'abbassarsi della frequenza di lavoro. Perché con
le (frequenze piu basse le dimensioni costruttive
delle antenne direttive sono sempre piü alte. Nella
gamma delle onde medie, poi, sarebbe assoluta- 01 ~

¡
mente impossibile servirsi di un'antenna direttiva,
perché questa assumerebbe le dimensioni di qual-
che centinaio di metri. jv,
Eppure esiste una soluzione a questo problema.
Essa consiste nell'utilizzare una semplice antenna,
di dimensioni molto ridotte, ugualmente dotata
di buona sensibilitá e di selettivitá, oltre che di
una notevole direttivita. Si tratta dell'antenna a L'
quadro, chiamata anche antenna a loop (anello),
il cui principio di funzionamento e stato a lungo
sfruttato negli apparecchi radio riceventi prima
0003

-
dell'avvento dell'antenna di ferrite.
L'antenna a quadro e costituita principalmente
da alcune spire di filo conduttore, disposte lungo
AL RICEVITORE
i latí di un quadrato ed accoppiate, tramite un'al-
tra spira, al ricevitore radio. L'accoppiamento e
di tipo induttivo.

Fig. 1 - 11 concetto di selettivita dell'antenna direttiva


COME FUNZIONA a quadro e facilmente intuibile. Quando il piano della
spira si trova in posizione perpendicolare rispetto al-
Per comprendere, almeno intuitivamente, il fun- l'onda radio, vengono a formarsi le due tensioni in-
zionamento di un'antena a quadro, supponia- dotte V1-V2, uguali in ampiezza e della stessa fase.
mo, per semplicita, che essa sia costituita da una Le due correnti indotte l1 e l2 risultano invece in op-
posizione di fase e si annullano reciprocamente. Facen-
sola spira quadrata in cortocircuito, cosi come do ruotare l'antenna lungo il suo asse verticale, le ten-
indicato in figura l. sioni indotte V1-V2 non sono piü in fase tra loro e le
Supponiamo che il piano della spira risulti esat- due correnti I1-12 si sommano, provocando un flusso di
corrente che, circolando ungo la spira quadrata, ge-
tamente in posizione perpendicolare rispetto ad nera un segnale radio che, per induzione, si trasferi-
un'onda radio. Ebbene, in tali condizioni, nelle sce da L1 ad L2, raggiungendo il ricevitore radio.

907
i - ~~

¡ 20Cm
'-

CAVO
COASSIALE
wocm ◄
PIATTINA
Fg. 2 - Piano costruttivo dell'an-
tenna a quadro. 11 supporto e rap-

..,
% l
presentato da un quadrato di le-
gno o di plastica, sul quale viene
- '
effettuato l'avvolgimento. Una se-
rie di chiodini o piccole viti, ven-
' gono inseriti lungo le diagonali
'
''' del quadro, cosi da far rimanere
' in tensione meccanica i fili con-
' ~ duttori. Nella parte in basso ri-
1 /) :'
• ¡--•------¡ 1 sultano sistemati il condensatore
1 / 4• variabile ad aria e il perno me-
tallico destinato a ruotare dentro

SUPPORTO
10,

CV
$/
/
I•
JPRNo
·0

-I..
AL RICEV
un tubo metallico fissato ad una
pesante base di sostegno.

~
1
TUBO-¡..
BASE
1
PESANTE
mE

V 1 - V2; ma questa volta le tensioni non sono Fig. 3 - Allo scopo di ottenere effetti di spiccata dire-
piu in fase e le corren ti I 1 - I2 non si annullano zionalita, conviene effettuare, fra la spira dell'avvolgi-
mento secondario dell'antenna a quadro e il ricevitore,
reciprocamente, ma danno luogo ad un flusso un collegamento in cavo coassiale come quello qui
di corrente che, circolando lungo la spira qua- illustrato, facendo bene attenzione a non confondere
drata, genera un segnale che raggiunge il rice- il terminale di massa con quello caldo.
vitore radio.
Facendo ancora riferimento alla figura 1, si puo
notare che il segnale radio raggiunge il ricevitore PIATTINA
induttivamente, cioé dopo essersi trasferito dalla 300 n
induttanza simbolica Ll alla spira accoppiata L2. AL
RICE V
~

CARATTERISTICHE E ACCORGIMENTI TERRA

Facciamo notare che, servendosi delle caratteri- "'


stiche di questa antenna, cioé dei principi di di-
rettivita dell'antenna a quadro, e possibile « can- ---
'· .:. ----
-- . -
----
~

cellare » facilmente una emittente radio indesi-


derata. Cio significa anche che l'antenna a qua- CHI00I CALZA
dro assume le caratteristiche tipiche di un circui-
to selettivo. Ma con l'antenna a quadro puo capi-

908
tare anche di ascoltare contemporaneamente due suficientemente tesi, converra applicare sul sup-
emittenti che lavorano sulla stessa frequenza e porto un certo numero di chiodini o piccole viti
che disturbano ovviamente l'ascolto. Per elimina- sistemate lungo le diagonali del quadro, cosl co-
re una di queste due emittenti bastera sistemare me indicato in figura 2.
il piano d'antenna in posizione perpendicolare
all'emittente indesiderata, neutralizzandone in
questo modo il segnale. IL CONDENSATORE VARIABILE
L'analisi precedentemente esposta sul funziona-
e
mento dell'antenna a quadro, si riferita al caso L'inizio e la fine dell'avvolgimento vengono col-
teorico di un'antenna con una sola spira, quel- legati ai due terminali di. un condensatore varia-
la riportata in figura l. Ma se l'antenna a qua- bile con isolamento in aria, della capacita di
dro fosse composta da una sola spira, il segnale 500 pF circa.
ricevuto sarebbe troppo debole. Ecco perché ogni Nello schema di figura 2 i terminali utili del con-
antenna a quadro e fornita di un certo numero densatore variabile sono rappresentati dalla pia-
di spire parallele fra loro. Le spire compongono stra di massa e dal terminale collegato con le
cosl una bobina vera e propria. lamine fisse del condensatore; le lamine mobili
La conformazione reale dell'antenna a quadro sono collegate direttamente a massa, cioé con la
consente di rinforzare il segnale radio ricevuto. gabbia metallica del componente.
La sensibilitá e la selettivita dell'antenna a qua- Il condensatore variabile dovrá essere regolato
dro possono risultare ulteriormente migliorate ogni volta che ci si sintonizza su una emittente,
inserendo un condensatore variabile fra l'inizio con lo scopo di ricevere il segnale con la mas-
e la fine dell'avvolgimento, realizzando in tal mo- sima intensitá possibile.
do un circuito risonante in grado di oscillare sul- Per facilitare l'accordo, si potra utilizzare un con-
lo stesso valore di frequenza dell'onda captata e densatore variabile da 350 pF, con isolamento in
aumentando il segnale in virtu del fenomeno del- aria e collegato in parallelo ad un condensatore
la risonanza. fi.sso da 150 pF. 11 condensatore fisso dovra es-
sere inserito in modo da partecipare o essere esclu-
so dal oollegamento a piacere, tramite un inter-
REALIZZAZIONE DELL'ANTENNA ruttore, in modo da permettere al circuito oscil-
lante di raggiungere valori capacitivi inferiori ai
Il piano costruttivo dell'antenna a quadro e n- 150 pF, utilizzando il solo condensatore variabile.
portato in figura 2.
In pratica si tratta di realizzare un telaio di for-
ma quadrata, provvisto di un supporto sul quale ACCOPPIAMENTO
viene sistemato il condensatore variabile. Il sup-
porto e provvisto inoltre di un perno che per- L'accoppiamento dell'antenna a quadr, con l'ap-
mette la rotazigne dell'antenna. La misura di o- parato ricevente e ottenuto tramite una spira si-
gni lato dell'antenna a quadro e di un metro. stemata fra l'antenna vera e propria e lo stesso
Il telaio potra essere realizzato con legno com- piano di questa. La spira potra essere realizzata
pensato, oppure con cartone robusto o uno dei con lo stesso tipo di filo con cuí si realizza l'avvol-
tanti laminati plastici. gimento.
Il perno di rotazione dovra essere infilato in un Tuttavia, desiderando raggiungere effetti di piu
tubo fissato ad una base suficientemente pesante, spiccata direzionalita, sará necessario servirsi di
tanto da mantenere stabile l'antenna. un cavo coassiale, del tipo di quelli usati per i
La realizzazione elettrica vera e propria dell'an- collegamenti televisivi, realizzando il collegamen-
tenna a quadro consiste nell'avvolgere 9-10 spire to illustrat'in figura 3.
di filo conduttore. Le spire dovranno risultare Il collegamento con la presa di antenna del ri-
concentriche e distanziate fra loro di 1,5 cm cevitore dovra essere effettuato con piattina per
curca. discese TV da 300 ohm, facendo bene attenzione
11 filo per realizzare l'avvolgimento dovra avere a non invertire tra loro il lato massa con quello
un diametro di 0,5 mm circa; esso dovra risultare di antenna. Questi due elementi sono indicati
isolato in plastica. Qualsiasi altro tipo di filo, tut- con le lettere A (terra) e B (antenna) nel piano
tavia, purché ben isolato eventualmente anche costruttivo di figura 2.
solo smaltato, potra offrire risultati tecnici pres- Su questo argomento e stato detto tutto e non
socché simili. ci resta che augura.,, ai nostri lettori tan ti e tan-
Per fare in modo che i fili conduttori risultino ti buoni DX.

909
RICEVITORE
REFLEX
PER
ONDE
MEDIE

• 1

LA REALIZZAZIONE DI UN RICEVITORE RADIO CON CIRCUITO CLASSI-


CO NON E' SOLTANTO UN SEMPLI CE DIVERTIMENTO. PERCHE' RAP-
PRESENTA SICURAMENTE UN'ESPERIENZA ED UN'ASSIMILAZIONE DI
NOZIONI NUOVE E FONDAMENTALI NELLA DIDATTICA DELLA RADIO-
TECNICA.

910
Nella didattica della radiotecnica il circuito re- vengono riportati, o riflessi, su questo stesso sta-
fex si trova a meta strada fra il circuito a rea- dio, sottoponendolo a due lavori diversi. Nel caso
zione e quello supereterodina. Esso, dunque, me- specifico questo stadio e pilotato da un transistor
rita una particolare attenzione da parte di colo- amplificatore di alta e bassa frequenza, che am-
ro che desiderano specializzarsi nella tecnica del- plifica contemporaneamente queste due frequen-
le riparazioni e delle costruzioni di ricevitori ze stabilendo una separazione netta fra le due
radio. categorie in modo da evitare ogni possibilita
E' ovvio, tuttavia, che questo circuito, cosi co- di inneschi od oscillazioni parassite.
me avviene per i circuiti a reazione e superrea- Questo semplice ricevitore reflex per onde me-
zione, chiamati anche circuiti rigenerativi, non die puo essere costruito da tutti i principianti,
appartiene alla gamma dei ricevitori commerciali, dato che per il corretto funzionamento dell'appa-
ma soltanto a quella dello studio dell'elettroni-
rato non vengono richieste particolari operazioni
ca, in generale, e della radiotecnica, in partico-
di messa a punto e taratura. Perché il numero di
lare. Oggi, infati, il solo circuito appartenente
all'industria e commercio e quello supereterodina, componenti necessari per la costruzione e assai
cioé il circuito del ricevitore radio a conversione limitato. Perché la reperibilita commerciale degli
di frequenza. elementi di assiemaggio e facile ed il costo com-
Che cosa si intende per circuito reflex? E' pre- plessivo del ricevitore puo essere considerato ac-
sto detto. I segnali radio uscenti da uno stadio cessibile a tutte le borse.

911

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1
Fig. 2 - Cablaggio del ricevitore reflex realizzato su IL CIRCUITO DI SINTONIA
circuito stampato. L'altopartante e di piccole dimen-
sioni (7-8 cm.) ed il trasformatore d'uscita T1 e del 1
tipo di quelli montati nei ricevitori radio transistoriz-
Per Pascdlto delle emittenti locali, non occorre
zati di tipo portatile. collegare /il circuito di entrata del ricevitore con
la discesa di un'antenna estema. Coloro che, in-
vece, vorranno sintonizzare il ricevitore anche su
emittenti deboli o lontane, dovranno servirsi di
un'antenna esterna, che verra collegata ad un
piccolo avvolgimento posto in parallelo allavvol-
gimento del circuito di sintonía; ma su questo
particolare avremo modo di intrattenerci piu
avanti.
Per l'ascolto delle emittenti locali, dunque, e
sufficiente l'uso di un'antenna di ferrite, rappre-

4
sentata da un nucleo di ferrite di forma cilin-
drica e da due avvolgimenti. II circuito di sin-
tonía, cioe il circuito di entrata del ricevitore,
e rappresentato dai condensatori C1-C2 e dalla
bobina Ll.
Fig. 1 - Progetto del ricevitore reflex transistorizzato. Il condensatore C 1 e un condensatore variabile
L'antenna di ferrite concede la ricezione delle sole e-
mittenti locali. L'ascolto e in altoparlante e l'alimenta- con isolamento a mica o ad aria del valore di
zione e ottenuta con una sola pila da 9 V. 350 pF.

913
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Azionando il perno del condensatore variabile C1, to reflex consiste proprio nell'imporre allo stesso
variano le caratteristiche radioelettriche del cir- transistor TRI due processi di amplificazione,
cuito di sintonía e, in particolar modo, la fre- quello dei segnali ad alta frequenza e quello dei
quenza di risonanza del circuito stesso. Ció si- segnali a bassa frequenza. La separazione fra
gnifica che, ogni posizione delle lamine fisse ri- questi due tipi di segnali e notevole, perché i
spetto a quelle mobili del condensatore variabile primi sono dell'ordine dei 500 KHz, mentre i se-
C1, una sola emittente puó essere captata dal ri- condi sono dell'ordine di 15 KHz. Questa sepa-
cevitore ed ascoltata attraverso il suo altoparlan- razione costituisce un sufficiente margine di si-
te. curezza.
11 segnale radio di alta frequenza, presente nel Le resistenze R1-R2 fungono da resistenze di la-
circuito di sintonía, si trasferisce, per induzione voro per il diodo rivelatore D 1 ed assieme al
elettromagnetica, nell'avvolgimento L2 e da que- condensatore C4 compongono una cellula di fil-
sto, attraverso il condensatore elettrolitico di ac- tro per le tensioni di alta frequenza residue. In
coppiamento C3, alla base del transistor TRl, che tal modo sulla resistenza Rl e presente una ten-
e un NPN di tipo BF198. sione di bassa frequenza che raggiunge la base
Ne! transistor TRl vengono amplificati, contem- del transistor TRl attraverso l'avvolgimento L2
poraneamente, i segnali di alta frequenza pro- e il condensatore elettrolitico C3. Quest'ultimo
venienti dal condensatore elettrolitico C3 e quel- condensatore impedisce anche alla base di TRl
li di bassa frequenza uscenti dall'emittore di di essere influenzata dalla tensione continua ne-
TRl e raddrizzati da! diodo D 1. Dunque l'effet- gativa che si produce ne! diodo D1 durante il

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915
raddrizzamento del segnale di alta frequenza u- realizzazione di questo ricevitore radio 'sono di
scente dall'emittore. facile reperibilitá commerciale. Soltanto l'anten-
na di ferrite dovrá essere realizzata direttamente
dal lettore, perché diffcilmente essa potra essere
AMPLIFICAZIONE BF trovata in commercio; essa dovra essere costrui-
ta nel seguente modo: su una delle due estremi-
Le tensioni di bassa frequenza vengono ampli- ta di un bastoncino di ferrite, di forma cilindrica,
ficate, come abbiamo detto, soltanto parzialmen- del diametro di 8 mm e della laghezza di 140
te dal transistor TRI, mentre vengono amplifi- mm circa, si avvolgeranno 80 spire di filo di rame
cate in misura maggiore dai transistor TR2 e smaltato,. ricordando che la misura del diametro
TR3, che sono due NPN dello stesso tipo: BC108. del filo non costituisce un elemento critico, poten-
L'impedenza di alta frequenza Jl non rappresen- dosi assumere, per l'avvolgimento, qualsiasi día-
ta alcun ostacolo per le tensioni alternate di bas- metro o, meglio, qualsiasi tipo di filo di rame
sa frequenza, che possono agevolmente raggiun- smaltato, purché di diametro inferiore a 0,8 mm.
gere il potenziometro di volume R4. Dunque, la Per lavvolgimento L2 occorrono soltanto 8 spire
funzione dell'impedenza di alta frequenza JI e dello stesso tipo di filo, o anche di tipo diverso.
duplice: blocca le tensioni di alta frequenza e Per questo tipo di lavoro occorrerá ricordarsi di
lascia via libera a quelle di bassa frequenza. fissare i terminali degli avvolgimenti con col-
Il condensatore C5, in virtu del suo valore ca- lanti cellulosici o nastro adesivo anticapacitivo;
pacitivo, che e di 1000 pF, rappresenta una gran- non bisogna mai, invece, ricorrere a fascette o
de resistenza capacitiva allc oscillazioni di bassa anelli metallici, perché questi costituirebbero del-
frequenza, trattenendole sulla base del transistor le spire in cortocircuito, a tutto danno delle
TRI, mentre le tensioni residue risultano convo- caratteristiche radioelettriche dell'antenna di fer-
gliate a massa tramite il condensatore C4. rite.
Ma ritorniamo ai vari processi di amplificazio- Per il transistor TRI non abbiamo citato di pro-
ni dei segnali di bassa frequenza, che sono pre- posito un particolare tipo di componente; perché
sentí sul cursore del potenziometro di volume R4.
Il condensatore C7 preleva questi segnali e li
invia alla base del transistor TR2 per sottoporli
ad un secondo processo di amplificazione. Ma
questo solo transistor non e sufficiente per pilo- Fig. 3 - Circuito stampato a grandezza naturale neces-
sario per la realizzazione del ricevitore reflex.
tare un altoparlante, mentre esso potrebbe esse-
re sufficiente per l'ascolto dei segnali radio in
cuffia. Occorre dunque inserire anche il tran-
sistor TR3, che e collegato in serie con il tran-
sistor TR2. 11 montaggio e di tipo ad emittore
comune semplificato; la resistenza R8, collegata
fra base e collettore di TR2, provvede all'ap-
porto della tensione di polarizzazione .I segna-
Ii amplificati, presentí sulla resistenza di carico di
collettore R7, vengono inviati tramite il con-
densatore elettrolitico C9, alla base del tran-
sistor TR3. In quest'ultimo stadio amplificatore
BF la tensione di polarizzazione e ottenuta tra-
mite la resistenza R9.
Mentre i! carico del transistor TR2 e rappre-
sentato dalla resistenza R7, ne! caso del transi-
stor TR3 il carico e rappresentato dall'avvolgi-
mento primario del trasformatore d'uscita TI,
su! quale la tensione e in grado di provocare,
nell'avvolgimento secondario, una corrente di
suficiente intensitá per pilotare l'altoparlante AP.

COMPONENTI ELETTRONICI

Come abbiamo detto all'inizio di questo articolo,


tutti i componenti elettronici necessari per la

916
CARA OL
RADIORICEVITORE IN SCATOLA DI MONTAGGIO
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8 TRANSISTOR

2 GAMME D'ONDA

Riceve tutte le principali emittenti ad onde medie LA SCATOLA DI MONTAGGIO COSTA


e quelle ad onde lunghe di maggior prestigio.
FRANCE 1- EUROPE 1- BBC - M. CARLO - L. 9.400 (senza auricolare)
LUXEMBOURG. L. 9.900 ( con auricolare)

11 ricevitore « Caracol • viene fornito anche mon- Antenna interna: in ferrite


tato e perfettamente funzionante, allo stesso prez- Semiconduttori: 8 transistor + 1 diodo
zo della scatola di montaggio: L. 9.400 (senza Alimentazione: 6 Vcc (4 elementi da 1,5 V)
auricolare) - L. 9.900 (con auricolare). Presa estema: per ascolto in auricolare
Media frequenza: 465 KHz
CARATTERISTICHE Banda di risposta: 80 Hz - 12.000 Hz
Potenza d'uscita: 0,5 W Dimensioni: 15,5 x 7,5 x 3,5 cm.
Ricezione in AM: 150 265 KHz (onde lunghe) Comandi esterni: sintonia - volume - interruttore
Ricezione in AM: 525 - 1700 KHz (onde medie) - cambio d'onda

LA SCATOLA DI MONTAGGIO DEVE ESSERE RICHIESTA A:


ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52, inviando anticipatamente
l'importo di L. 9.400 (senza auricolare) o di L. 9.900 (con auricolare) a mezzo vaglia
postale o c.c.p. n. 3/26482 (spese di spedizione comprese).
F i g. 4- Coloro che vorranno servirsi del ricevitore re-
flex per l'ascolto di emittenti estere o, comunque, di
debole potenza, dovranno realizzare il circuito di en-
trata secondo lo schema qui riportato, aggiungendo O) ANT.
cioé al circuito originale di sintonía l'avvolgimento L3,
composto da 5 spire di filo flessibile isolato in plastica.
La posizione migliore della bobina l3 dovra essere ri-
cercata sperimentalmente, durante rascolto, spostando
l'avvolgimento stesso lungo l'asse della ferrite, a de-
stra e a sinistra.

vogliamo lasciare libera scelta di questo ad ogni


lettore. lnfatti, nel cassetto del piccolo laborato-
rio dilettantistico difficilmente puo mancare un
trasformatore di questo tipo, cioé un trasformato-
re di tipo miniatura di quelli montati nei picco-
li ricevitori radio tascabili transistorizzati. Nello
schema elettrico di figura 1 questo trasformatore
e dotato di tre terminali sull'avvolgimento pri-
mario, perché normalmente il trasformatore di
uscita dei piccoli ricevitori transistorizzati e di
tipo push-pull. Nel nostro caso l'avvolgimento
centrale rimane inutilizzato, mentre vengono u-
tilizzati i due terminali estremi.
Coloro che fossero sprovvisti di questo tipo di
trasformatore, potranno acquistarlo presso qual-

Chi comincia soltanto ora a


muovere i primi passi nel mon-
PREZZO E ALLA
RTATA DI TUTTI! ■
L 1 750 ■
do dell'elettronica pratica, non
puó sottoporsi a spese eccessi-
ve per attrezzare il proprio banco di lavoro, anche se questc deve assumere un carattere essenzialmente dilet-
tantistico. II saldatore del principiante, dunque, deve essere economico, robusto e versatile, cosí come lo é
quello qui raffigurato. La sua potenza e di 50 W e l'alimentazione e quella normale di rete-luce di 220 V.

Per richiederlo occorre inviare vaglia o servirsi del modulo di c.c.p. n 3/26482
intestato a ELETTRONICA PRATICA - Via Zuretti 52 - 20125 Milano

918
siasi rivenditore di materiali radioelettrici chie- zione o alcun ingrandimento. Seguendo il piano
dendo un trasformatore di uscita tipo miniatura di cablaggio di figura 2 nessun errore potra es-
per ricevitori radio transistorizzati con uscita sere commesso, purché i transistor vengano inse-
in push-pull. Di questo trasformatore occorrera riti esattamente negli appositi fori, tenendo con-
invece conoscere, e questa e una notizia che il to della distribuzione dei tre elettrodi di collet-
rivenditore e sempre in grado di fornire, l'im- tore-emittore-base, cosi come indicato nel dise-
pedenza dell'avvolgimento secondario, perché gno di figura 5. Per quanto riguarda il diodo ri-
questo valore <leve essere anche quello della bo- velatore D1, ricordiamo, per i principianti, che
bina mobile dell'altoparlante. Per concludere dob- anche questo componente e di tipo polarizzato,
biamo quindi dire che l'altoparlante necessario trattandosi di un semiconduttore; i diodi rivela-
per questo tipo di ricevitore dovra essere di pie- tori, comunque, presentano una fascetta colorata
cole dimensioni e con impedenza di valore parí da una parte, cosi come indicato nello schema
a quello dell'avvolgimento secondario del tra- pratico di figura 2 che non concede possibilita
sformatore d'uscita. di errore neppure in questo caso.
La linea di massa del circuito e quella rappresen-
tata dalla linea di alimentazione negativa, pro-
REALIZZAZIONE PRATICA prio perché i transistor sono di tipo NPN.
La realizzazione pratica del ricevitore e riportata L'interruttore S1, che apre e chiude il circuito
in figura 2. Come si puó notare, ancora una di alimentazione, e incorporato con il potenzío-
volta le nostre preferenze sono state accordate metro R4.
alla tecnica del circuito stampato, che permette Un contenitore di plastica potra fungere ottima-
di ottenere una composizione compatta e razio- mente da soprammobile; in esso si provvedera ad
nale. inserire la basetta del circuito e la pila di ali-
Il circuito stampato dovrá essere costruito se- mentazione, mentre l'altoparlante dovrá essere
condo il disegno riportato in figura 3; questo fissato direttamente sul pannello frontale del con-
disegno e stato eseguito _e riprodotto a grandezza tenitore.
naturale; esso non richiede quindi alcuna ridu-
I comandi manuali del ricevitore sono soltanto
due: quello di sintonía, in corrispondenza del
quale si potra comporre una piccola scala gra-
duata e quello di volume, applicato sul perno del
potenziometro R4.
Flg. 5 - Riportiamo in questo disegno l'ordine esatto
di distribuzione degli elettrodi di collettore-emittore-
base dei due tipi di transistor montati nel ricevitore
reflex. L'ANTENNA RICEVENTE

Abbiamo giá detto che con la sola antenna di


ferrite e possibile ricevere le emittenti locali, men-
BF198 BC108 tre per ricevere le emittenti estere e necessario
l'uso di un'antenna esterna. Questa dovra essere
preferibilmente di tipo Marconi (per questo ar-
gomento rinviamo il lettore alla rubrica «I pri-
mi passi » a pagina 94 del fascicolo di febbraio
1973); la sua discesa verrá collegata con uno
dei due terminali di un piccolo avvolgimento, rea-
lizzato sulla stessa ferrite del ricevitore con sole
cinque spire di filo flessibile isolato in plastica;
l'altro terminale dell'avvolgimento che, come in-
dicato in figura 4 assume la sigla di L3, verrá
collegato con il circuito di massa, ossia con la
linea della tensione di alimentazione negativa.
B ci } IE La posizione esatta dell'avvolgimento R3 sulla fer-
rite verra individuata sperimentalmente, in fase
E B di ricezione di emittenti straniere o, comunque,
lontane.

919
CHI RISOLVE BRILLANTEMENTE IL PRO-
BLEMA DELLA STABILIZZAZIONE DELLA
TENSIONE DI ALIMENTAZIONE, PROTEG-
GE I PROPRI APPARATI DALLE INSIDIE DEI
SOVRACCARICHI ED ESAL TA LE PREST A-
ZIONI DEGLI APPARATI RADIOELETTRICI.

ALIIENTAZIONI
STABILIZZATE
A THYRISTOR
Le variazioni di tensione di rete, oggi piü che spesso all'uso di diodi controllati, meglio cono-
mai, sono troppo frequenti. E sono dannose per sciuti sotto il nome di thyristor o SCR (silicon -
la maggior parte delle apparecchiature elettro- controlled - rectified) che, lavorando a commu-
niche. tazione dissipano soltanto una piccola quantita
E' pur vero che lo stabilizzatore di tensione e di potenza elettrica.
un circuito inserito su gran parte degli apparati Il rendimento di questi alimentatori, rispetto a
radioelettrici e sugli strumenti di misura. Ma esso quelli di tipo serie, e tanto piu elevato quanto
non e sempre presente dovunque e non esiste del maggiore e la differenza fra il valore della ten-
tutto in taluni elettrodomestici in cui gli effetti sione di entrata e quello della tensione di uscita
delle variazioni di tensione sono assai piü vistosi, del circuito stabilizzatore.
facendo sembrare difettoso un televisore o un am- Facciamo un esempio. Un alimentatore di tipo
plificatore di bassa frequenza e fácendo sembrare serie, con tensioni di 60 V all'entrata e 10 V al-
assai modeste le prestazioni di questi stessi appa- l'uscita, dissipa, con un assorbimento di corrente
rati. di 5 A, ben 250 W (60 - 10) x 5 = 250. Al con-
Normalmente, quando si- debbono stabili:uare le trario, nell'alimentatore pilotato con diodi con-
tensioni sui piccoli carichi, si ricorre all'uso di trollati, cioé con SCR, la dissipazione di potenza
diodi zener, seguiti eventualmente da un transi- elettrica non supera la decina di watt.
stor regolatore di tipo serie. Anche in questo caso, tuttavia, la medaglia ha il
Ma ció, in linea di massima, e anche possibile suo rovescio. E il rovescio questa volta consiste
con i grossi carichi, anche se in tal caso si crea- in una minore stabilita degli alimentatori con
no notevoli sprechi di energía e l'alimentatore SCR rispetto a quelli a transistor. Gli á.limentatori
assume un aspetto... mastodontico, a causa dei ad SCR, inoltre, in presenza di carichi che variano
grossi dissipatori di energía termica con cui de- rapidamente, sono meno veloci nella risposta.
ve essere realizzato il circuito. Ma in tutte le applicazioni dilettantistiche ed in
Quando si vuol realizzare un alimentatore sta- talune applicazioni pratíche anche a carattere
bilizzato, dotato di elevato rendimento, si ricorre industriale, gli alimentatori ad SCR possono ri-

921
sultare utilissimi, se non proprio preziosi. Ecco di gate (G) dei due diodi SCR sono polarizzati
perché. in questo articolo, abbiamo ritenuto va- con una tensione stabilizzata di riferimento, la
lido il programma di una rassegna di alcuni cir- tensione sui terminali del condensatore elettro-
cuiti di stabilizzatori di tensioni che, pur appa- litico si mantiene leggermente al di sopra del va-
rendo semplici nella loro concezione circuitale, lore della tensione di riferimento (O, 7 V o poco
sono in grado di suggerire moltissime idee e piü).
concetti costruttivi con i diodi controllati. Se la tensione tende a scendere, per effetto del
carico, i diodi si innescano ( ciascuno relativa-
mente alla propria alternanza), facendo aumen-
LO SCHEMA FONDAMENT ALE tare la tensione sui terminali del condensatore.
Quando tale valore risulta parí a quello della
In figura l rappresentiamo il piü semplice cir- tensione di uscita del trasformatore, durante la
cuito in grado di ottenere la stabilizzazione della fase discendente della curva, si ottiene il disin-
tensione alternata di rete per mezzo di due diodi nesco del diodo SCR, risultando nulla la tensione
controllati (SCR1 - SCR2).Quando gli elettrodi anodo-catodo.

AMPLIFICATORE TUTTOFARE
AS 21
in scatola di montaggio a L. 3. 750

11 kit permette di realizza-


re un modulo elettronico u-
tilissimo, da adattarsi alle
seguenti funzioni:

Amplificatore BF Caratteristiche elettriche del modulo


Sirena elettronica
Tensione típica di lavoro: 9 V
Aliarme elettronico
Oscillatore BF Consumo di corrente: 80 + 100 mA
(emissione in codice mor- Potenza d'uscita: 0,3 W indistorti
se) Impedenza d'uscita: 8 ohm

Tutti i componenti necessari per la realizzaz ione di questo apparato sono


contenuti in una scatola di montaggio venduta dalla nostra Organizzazio-
ne al prezzo di L. 3.750. Le richieste debbono esse re fatte inviando an-
ticipatamente l'importo a mezzo vaglia o c.c.p. n. 3/26482 intestato a:
Elettronlca Pratlca - 20125 MILANO - Via Zureti, 52.
A

SCR1
RETE

SCR2

4
G
A

T1
+

C1 Fig. 1 • Esempio di circui-


TENS. DI to in grado di stabilizzare
la tensione altemata di re-
RIFERIM.
te. 1 diodi controllati SCR
presentano il vantaggio di
agire da elementi rettifica-
tori, senza dover ricorrere
all'inserimento nel circuito
di ulteriori diodi.

Fig. 2 - In questo sempli-


ce progetto di alimentato-
re stabilizzato si fa impie-
go, oltre che dei due dio-
di controUati SCR, anche
di due diodi supplementa-
ri, che rimpiazzano il tra-
sformatore di alimentazio-
ne con presa centrale sul-
l'avvolgimento secondario.
RETE


+

c1
T1

TENS. DI RIFERIM.

923
Lo schema rappresentato in figura 2 e simile a
quello di figura 1; esiste tuttavia una variante:
l'impiego di due diodi supplementari (D1-D2) in
DISINN. SCR sostituzione del trasformatore di alimentazione
dotato di presa centrale sull'avvolgimento se-
condario.
SUL COND.
FILTRO Il diagramma di figura '3 propone al lettore le
LIVELLO DI
forme d'onda delle tensioni di maggior interes-
RIFERIMEN TO se ed i vari punti critici di innesco del diodo.
-~-- - - _ j Se la corrente di carico e bassa, puo verificarsi
un fenomeno di sovratensione all'atto dell'in-
nesco, in grado di provocare disturbi sulla li-
nea, a causa della generazione di armoniche, e
NNESCO sullo stesso carico, nel caso in cuí questo non
SCR
sopporti le sovratensioni.
II punto di innesco del diodo, indicato nel dia-
gramma di figura 3, e casuale e per tale motivo
puo accadere che essso si verifichi all'inizio di
una alternanza. In tal caso si avrebbe condu-
Fig. 3 - Diagramma relativo alle varie forme d'onda
delle tensioni di maggior interesse e dei vari punti
critici di innesco del diodo SCR.
Fig. 4 - La tensione in quadratura, che deve essere
fomita al diodo SCR per fare in modo che il diodo
stesso si inneschi verso la fine del periodo, puo es-
sere ottenuta mediante accoppiamento capacitivo, cosi
come indicato in questo progetto.

... +

7 .±
RETE >ll •

la "> e&~.....
T
(/)

c1
92
■ ---===¡¡ 11 il

T1
11 11 11
A

TENS DI
RIFE RIM.

924
zione elettrica per un intero semiperiodo, con II progetto di un limitatore di corrente, assai
conseguenti notevoli sovratensioni. semplice e di provata eflicacia, e rappresentato
A tale inconveniente si puo ovviare facendo in in figura 6. Questo circuito funziona sul principio
modo che il diodo si inneschi verso la fine del della limitazione di corrente. In pratica si tratta
periodo, quando la tensione assume pressocché di cortocircuitare il diodo zener DZ, che fornisce
lo stesso valore di quello della tensione da sta- la tensione di riferimento, tramite· il transistor
bilizzare. TRl e facendolo divenire coriduttore quando il
Per raggiungere questo scopo si puo fornire al fluso di corrente supera un certo valore di so-
diodo SCR una tensione alternata in quadra- glia. Nel circuito principale di corrente, infatti,
tura con quella di alimentazione, applicandola viene inserita la resistenza R7.
ad esempio sul gate. Quando la corrente provoca una caduta di ten-
Tale sistema riduce lievemente la stabilizzazione, sione superiore a 0,6 - 0,7 V sulla resistenza R7,
che si mantiene comunque entro una piccola il transistor TRl diviene conduttore, bloccando
percentuale: nel 2% per un alimentatore a 60 V. praticamente l'alimentazione allo zener di rife-
La tensione in quadratura puo essere ottenuta rimento e riducendo quasi a zero la corrente di
in due modi diversi: tramite accoppiamento ca- uscita.
pacitivo, se si dispone di un trasformatore munito Un circuito di protezione lievemente migliorato
di presa centrale, oppure per mezzo di un circuito e quello rappresentato in figura 7. In questo pro-
integratore. getto, infatti, si nota I'inserimento di un secondo
transistor (TR2), che funziona da elemento am-
plificatore in continua e conferisce al limitatore
PROTEZIONE CONTRO I SOVRACCARICHI un effetto di soglia piu marcato.
Se nel circuito di figura 7 vengono inserite le
E' assai utile corredare certi alimentatori, so- resistenze R9 - RlO, si genera un ciclo di reazione
prattutto quelli destinati agli esperimenti di la- che trasforma i due transistor TRI - TR2 in un
boratorio, di un limitatore di corrente, in grado diodo controllato SCR, realizzando una protezio-
di eludere i rischi derivanti da cortocircuiti ac- ne di tipo a scatto. In pratica si verifica questo
cidentali. fenomeno : quando si raggiunge un valore di

C2

SCR1

11
R3
- C3
+
±
@,

11
1-
0

-O
> 4
• Fig. 5 - Esistono due mo-
di per ottenere la tensio-


ne In quadratura: median-
te accopplamento capaciti-
e
TENS. DI RIFE RIM.
vo, cosi come lndicato In
figura 4, e per mezzo di
circuito integratore come
quello qui riportato.

925
sovraccarico, si verifica lo scatto del diodo SCR,
che rimane eccitato anche quando scompare il AL 'G"DELLO
fenomeno di sovraccarico, mantenendo costan- SCR
temente a zero il valore della tensione di uscita.
Per ripristinare il funzionamento dell'alimenta-
tore occorre interrompere l'alimentazione sul cir- ENTR.CC R5
cuito di protezione.
R8

ALIMENTATORE AD INSERIMENTO PRO-


GRESSIVO

Quando si ha a che fare con gli amplificatori di


bassa frequenza, e spesso utile applicare al cir- R9
cuito l'alimentazione in misura progressiva, anzi-
r M-
ché bruscamente, in modo da eliminare il fasti- 11
0z
dioso « botto » negli altoparlanti e, contempora-
neamente, tutti quei rischi che possono derivare
TR1 11
11
dalle forti correnti di carica dei condensatori R6
elettroli tici.
In figura 8 e rappresentato un circuito relativa-
mente semplice che permette di ottenere un ef- 4ll+
fetto di inserimento rítardato di tensione.
All'atto del collegamento, infatti, la tensione di
R7
riferímento, fornita dal diodo zener, rísulta nulla,
perché íl condensatore elettrolítíco C3 e scarico.
Per carícarsi, íl condensatore C3 impíega un

Fig. 7 - Questo circuito di limitatore di corrente, ne-


cessario per proteggere gli apparati radioelettrici dai
sovraccarichi, rappresenta una versione tecnicamente
superiore al progetto di figura 6. Perché in questo caso
e presente un secondo transistor (TR2), che funziona
o da elemento amplificatore, conferendo al limitatore di
SCR corrente un effetto di soglia piu marcato.

R4

R5
I 11 +

%
~ 11 C3

%"r R7
Fig. 6- Progetto di. limitatore di corrente assai sempli-
ce e di provata efficacia. Questo circuito e in grado
di eliminare i rischi derivanti da cortocircuiti acclder
tali.

926
certo tempo durante il quale aumenta progressi- Fig. 8 - Semplice circuito in grado di ottenere l'effetto
vamente la tensione di riferimento sino al valoré di inserimento ritardato della tensione. Tale effetto e
massimo stabilito dallo zener. assai utile negli amplificatori di bassa frequenza.

REGOLAZIONE DELLA TENSIONE DI USCI-


TA

Uno dei maggiori pregi degli alimentatori stabi-


lizzati, funzionanti nei laboratori, e quello di di-
sporre di una tensione di uscita regolabile entro
certi limiti. Ció e ottenibile anche con gli alimen-
tatori ad SCR, cosi come indicato nel progetto di
figura 9.
Il transistor TRl e necessario per rendere del
tutto trascurabile la corrente prelevata dal cur-
sore del potenziometro R5, lasciando cosi inal-
terata la stabilizzazione típica del circuito. Que-
sto stesso circuito con regolazione della tensione
+
di uscita e munito del sistema, giá analizzato in
precedenza, di protezione dai sovraccarichi. c5

AUMENTATORE COMPLETO

Volendo realizzare praticamente un alimentatore


stabilizzato con diodo controllato SCR, si deve

TR1
R3

11

11

11

11
Fig. 9 - Esempio di circui-

n.. TR2
11
DZ to di regolazione della ten-
+I sione di uscita munito di
= elemento di protezione dai
T,
11
E R5
g e
sovraccarichi. I principali
componenti assumono i se-
11 guenti valori: R3 = 4.700
11 R6 ohm; R4 = 2.200 ohm;
11 R5 = 50.000 ohm (lin.);
11
R7 = 0,6 ohm per corren-
RB ti max di 1 A e 1,2 ohm
11
per correnti max di 0,5 A;
R8 = 1.000 ohm; TRI =
= 2N4410; TR2 = 2N4410;
DZ = 60 V - 500 mW;
D6 = 0A202; C5 = 100
F - 3 V.

927
far riferim ento al circuito di figura 10, in cuí pro-
Condensatori
poniam o il progetto di un alimentatore completo
delle seguenti sezioni: sezione alimentatrice, se-
C1 = 1 uF
zione stabilizzatrice di tensione, sezione regola-
C2 = 250.000 pF
C3 = 8uF- 150 VI. (elettrolitico)
trice di potenza. A questo progetto si potra abbi- C4 = 500 F- 100 VI. (elettrolltico)
nare il circuito riportato in figura 9, allo scopo C5 = 2,5 F- 65 VI. (elettrolltico)
di aumentare le prestazioni dell'alimentatore stes-
so. Resistenze
R1 = 10.000 ohm
Nel citare i valori dei componenti del progetto
R2 = 4.700 ohm
di figura 9, abbiam o indicato due diversi valori R3 = 4.700 ohm
relativi alla resistenza R 7, in ordine a due diversi R4 = 2.200 ohm
valori di correnti. Ma per tutti i valori delle cor- R5 = 4.700 ohm
renti la resistenza R 7 assume il valore dedotto dal- R6 = 1.000 ohm
la seguente form ula:
Varie
R 7 = 0,6 : I lim. T1 = trasf. d'alimentaz. (sec. 80 V)
in cui I lim. rappresenta la corrente di limita- P1 = ponte raddrizzatore (100 V. 2 A)
zione espressa in ampere. DI = 0A202
Allo scopo di sopprimere i disturbi di rete, il DZ = diodo- zener (60 V - 500 mW)
progetto di figura 10 preverle l'inserimento del- z1 = vedi testo
l'induttanza di blocco Zl. Questa induttanza,
chiamata anche impedenza di bassa frequenza,
<leve essere direttamente realizzata dal lettore ne!
seguente modo.
COMPONENTI
Su un bastoncino di ferrite, di qualsiasi forma
(piatta o cilindrica), si avvolgeranno 50-200 spire
di filo di rame smaltato del diametro di 0,5 mm.
La ferrite sara del tipo di quelle funzionanti da

R5

R6
21

RETE

~
II

..
80V

j -T
R2 R3

+ +
11
@
60V
@

S1
T1 11 lc3 Il ca 11 DZ Ic5

928
SCATOLA METALLICA

Ag. 11 - Plano di cablagglo dell'alimentatore stabiliz- antenne nei ricevitori radio di tipo tascabile.
zato. L'induttanza di blocco Z1 deve essere costruita
secondo i dati riportati nel testo. Fra II diodo SCR In figura 11 rappresentiamo la realizzazione pra-
e il telalo metallico dovrá essere inserito un foglletto tica dell'alimentatore stabilizzato completo.
di mica, nel caso in cui la piastrina risulti In contatto Il diodo controllato SCR dovra. essere raffredda-
con l'anodo. to interponendo, fra la piastrina di fissaggio ed
il telaio metallico, un apposito foglietto di mica.
Anche la vite, ovviamente, dovrá essere isolata
rispetto al telaio perché, altrimenti, ogni precau-
zione di isolamento risulterebbe vana.
Il terminale centrale del diodo SCR dovra risul-
tare in intimo contatto con la piastrina di fissag-
gio. In caso contrario occorrera. effettuare la sal-
datura relativa all'anodo su tale terminale, dato

4
Fig. 10 - Progetto di allmentatore completo abblnablle
che la piastrina funge soltanto da dissipatrice del
calore e da elemento di fissaggio meccanico. Se
le cose si presentano cosí, non e necessario effet-
tuare alcun isolamento fra il componente e il
telaio.
Per concludere, raccomandiamo di scegliere un
al progetto di figura 9, Il circuito prevede le tre prin- diodo SCR con caratteristiche adatte al valore
cipali sezioni: alimentatrice, stabllizzatrice di tensione
e regolatrice dl potenza. Il diodo SCH deve essere massimo di correnfe che si intende prelevare da!
aceito con caratteristiche adatte al valore massimo di circuito. Il diodo zener DZ fisserá il massimo va-
corrente che si intende prelevare dal circuito. lore di tensione.

929
LE VARIAZIONI DI RUMOROSITA' AMBIENTALE,
OGGI PIU' CHE MAi, SONO FREQUENTI.
ESSE METTONO A DISAGIO L'ASCOLTATORE
IN CASA E IN AUTO, COSTRINGENDOLO AD UN
CONTINUO RITOCCO DEL COMANDO DI
VOLUME SONORO.
CON QUESTO STABILIZZATORE DI
RAPPORTO SEGNALE-RUMORE NON OCCORRE PIU'
INTERVENIRE SUL POTENZIOMETRO DI VOLUME,
PERCHE' LA REGOLAZIONE DELL'AUDIO VIEN
FATTA AUTOMATICAMENTE, IN CORRISPONDENZA
DEGLI AUMENTI O DELLE DIMINUZIONI
DEI RUMORI ESTERNI.

NTROLLO
AUTOMATICO
DELL'AUDIO
II titolo con cui e annunciato questo articolo non to del fenomeno di evanescenza dei segnali ra-
<leve trarre in inganno il lettore. dio, ai quali provvede esclusivamente il CA V.
Perché non si tratta dell'ormai famoso CA V, cioé Tiene conto invece della rumorosita ambientale.
del controllo automatico di volume che agisce Spieghiamoci meglio. Quando si ascolta la radio,
sui segnali di alta frequenza. in auto o in casa, quando si ascolta !'audio del
Con questo dispositivo si interviene, invece, su! televisore, quando si ascolta la musica riprodotta
segnale di bassa frequenza. Ma cerchiamo di ana- da un amplificatore o da un registratore, il livello
lizzare un po' piü dettagliatamente questi due sonoro di tutti questi apparati viene regolato
fondamentali concetti. tramite il potenziometro di volume a seconda
Il controllo automatico di volume, chiamato an- delle esigenze dell'ascoltatore e della maggiore o
che controllo automatico di guadagno, agisce sui minore silenziositá dell'ambiente. Queste condi-
segnali radio che raggiungono gli stadi di entrata zioni, tuttavia, non sempre rimangono costanti.
di ogni ricevitore radio a circuito supereterodina. Anzi, il piü delle volte, esse mutano con il pas-
Quando questi segnali sono deboli, il CA V prov- sare del tempo, costringendo l'ascoltatore ad in-
vede a rinforzarli; quando sono troppo forti, il tervenire di continuo su! controllo manuale di
CA V provvede ad abbassarli. Il risultato che ne volume. Gli elementi che intervengono durante
consegue e il seguente: attraverso !'altoparlante, l'ascolto, cioé gli elementi che fanno mutare le
a meno che non si intervenga su! comando ma- condizioni ambientali, possono essere diversi.
nuale di volume, l'intensitá sonora e sempre L'automobile, ad esempio, puó passare da una
la stessa, cioé varia entro due limiti costanti. strada silenziosa ad un'altra a grande traffico,
II nostro dispositivo non tiene assolutamente con- in aperta campagna o in un centro abitato. In

931
RICEVITORE AMBIENTE AUTO
~

E
VOLUME

-.1!$-
w
e
o
:
..7 '
RIFE RIM.
:::,
o::

ELIMINATORE DI OISTURBI

Fig. 1 - Questo semplice schema a blocchi permette casa possono arrivare improvvisamente degli o-
di interpretare, almeno in forma generica, il funziona- spiti, oppure puo prendere inizio una conversa-
mento dello stabilizzatore di rapporto segnale/rumore.
11 gruppo compreso nel rettangolo tratteggiato simbo-
zione, creando in ogni caso degli elementi nuovi
leggia il dispositivo, mentre il gruppo disegnato in alto, che disturbano l'ascoltatore.
a sinistra, simboleggia un comune ricevitore radio con Il nostro apparato elimina tutti questi inconve-
uscita in altoparlante. 11 .pick-up, rap.presentato da un nienti perché, automaticamente, provvede ad ele-
altoparlante, riceve il segnale audio puro e le rumoro-
sita ambientali. L'amplificatore di comando somma que-
vare il livello sonoro quando !'ambiente diviene
sto segnale con quello proveniente dall'altoparlante del piu rumoroso, menfre provvede ad abbassarlo
ricevitore radio (segnale di riferimento). L'amplificatore quando l'ambiente ritorna silenzioso. Si puo con-
di comando amplifica il solo rumore, che e rappresen- cludere dicendo che, anche in questo caso, si
tato da una tensione e che provvede a pilotare il vo-
tratta di un controllo automatico di volume che,
lume sonoro del ricevitore radio o di qualsiasi altro
riproduttore audio. per quanto concerne il principio di funzionamen-
to, e ben diverso dal vecchio e classico CAV.
L'uiilita di questo dispositivo appare evidente
dopo le brevi note fin qui accennate e sara bene
accetto dalla maggior parte dei nostri lettori, so-
prattutto da quelli che non tollerano l'interru-
zione di un brano musicale, della cronaca di un
avvenimento sportivo, di un notiziario politico
soltanto per cause indipendenti dalla loro vo-
lonta e alle quali e possibile ovviare con la co-
struzione dell'apparato qui presentato e descritto.

932
LO SCHEMA A BLOCCHI per qualsiasi riproduttore audio (amplificao,
registratore, televisore, ecc.).
11 nostro apparato basa il suo funzionamento su Ne! ricevitore radio sono presenti tre stadi fon-
un sistema elettronico e automatico di contro- damentali: lo stadio di alta frequenza, quello ri-
reazione, che permette di agire su! volume sonoro velatore e lo stadio amplificatore di bassa fre-
di un amplificatore audio in rapporto alla rumo- quenza. E si puó anche dire che la separazione
rosita dell'ambiente. Per tale motivo, quindi, pos- tra gli stadi di alta frequenza, quello rivelatore
siamo chiamare questo dispositivo con la seguen- e gli stadi di bassa frequenza sia determinata
te epressione « stabilizzatore di rapporto segnale dalla presenza del potenziometro di volume, cosi
rumore». come indicato in figura l. Gli stadi di alta frequen-
Per meglio comprendere il funzionamento del za, come si sa, comprendono la conversione dei
progetto e prima di addentrarci nell'analisi del segnali radio e la loro amplificazione. Gli stadi
circuito elettronico vero e proprio, invitiamo il di bassa frequenza, invece, amplificano il segnale
lettore ad esaminare lo schema a blocchi di f- in modo da poter pilotare l'altoparlante. Attra-
gura l. verso questo elemento si ascoltano le emissioni
Supponiamo di aver a che fare con un r1cev1- radiofoniche. Ma in realta l'ascoltatore viene sot-
tore radio, anche se il nostro discorso e valido toposto a due diversi tipi di suoni: quelli pro-

PER LA COSTRUZIONE DEI NOSTRI 1

PROGETTI SERVITEVI DEL

KIT PER I CIRCUITI STAMPATI


r¡~ ....,, .
·"";;: ._

facilita d'uso ~""


rapidita di esecuzione si
completezza di elementi
$
11 kit e corredato di fogli illustra-
tivi nei quali, in una ordinata,
% /

f i
chiara e precisa sequenza di fo-
tografíe, vengono presentate le
successive operazioni che con-
ducono alla composizione del
circuito stampato.

L. 3.900

fatte inviando anticipatamente l'importo a mezzo vaglia o


ICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zureti, 52

933
Condensatori Varie
C1 = 50 F - 25 VI. (elettrolitico) TR1-TR2-TR3-TR4-TR5 = BC108
C2 = 5,6 F- 25 VI. (elettrolitico) T1 = trasf. d'uscita (vedi testo)
C3 = 5,6 F- 25 VI. (elettrolitico) D1 = OA91
C4 = 100.000 pF D2 = OA91
es = 5,6 F- 25 VI. (elettrolitico) D3 = OA91
C6 = 50 F- 25 VI. (elettrolitico) D4 = 10D4
C7 = 50 F - 25 VI. (elettrolitico) LP1 = lampada-spia (12 V - 0,5 W)
Resistenze
LP2 = lampada (6,3 V - 50 mA)
FR = fotoresistenza (vedi testo)
R1 = 330 ohm
S1 = interruttore
R2 = 10.000 ohm
R3 = 4.700 ohm
R4 = 560.000 ohm
R5 = 560.000 ohm
R6 = 20.000 ohm (trimmer potenz a varia,
lin.)
R7
R8
= 100.000
= 22.000
ohm
ohm
COMPONENTI
R9 = 2 megaohm (trimmer potenz. a
variaz. lin.)
R1O = 100.000 ohm
R11 -;100.000 ohm
R12 = 19.000 ohm
R13 = 10.000 ohm
R14 = 100.000 ohm (potenz a variaz. log.)
R15 = 150 ohm

R1 R2 R3

TR3 /

R13

A o
R

TR5
,-- -
1
1
2,
±l 1
1
,FR
1
1
--

B P
TR

934
MASSA
AUTO

Fig. 3 - II circuito stampato e assolutamente necessario


per la realizzazione pratica del dispositivo, che dovra
essere costruito secondo questo piano di cablaggio. 1

4
tre punti contrassegnati con le lettere A-B e C trova-
no precisa corrispondenza con gli stessi punti, contras-
segnati con le medesime lettere, degli schemi delle
figure 2 e 5.

Fig. 2 - Circuito elettrico completo dello stabilizzatore


di rapporto segnale/rumore. All'entrata contrassegnata
con la lettera A viene applicato il segnale proveniente
dall'altoparlante pick-up, cioe dall'altoparlante che capta
il segnale uscente dall'altoparlante della radio o del-
l'amplificatore BF e dei rumori presenti nell'ambiente.
All'entrata B viene applicato il segnale audio puro,
prelevato a valle del circuito amplificatore di bassa fre-
quenza del ricevitore radio. L'uscita C viene collegata
con il circuito regolatore di volume del ricevitore radio
o, comunque, dell'amplificatore di bassa frequenza. Gli
elementi LP2 ed FR, racchiusi in un rettangolo trat-
teggiato, costituiscono l'unita optoelettronica.

935
venienti dall'altoparlante e quelli che rappresen-
LE NOSTRE tano la rumorosita dell'ambiente. In pratica dun-
que si ascolta una somma di segnali che, ripetia-
mo, e determinata dal segnale audio della radio
CUFFIE STERED
per l'ascolto personale dei suoni ad alta
e dal rumore dell'ambiente; quest'ultimo non e
controllato dal CAV, come avviene per il ri-
cevitore radio, ma e soggetto a variazioni conti-
fedelta e per un nuovo ed emozionante nue di livello, che vietano l'ascolto normale dei
incontro con il mondo della musica ste- .suoni uscenti dall'altoparlante. L'automobilista,
reofonica. .ad esempio, conosce assai bene questo inconve-
Nuove ed eleganti linee, scaturite dalla niente e sache esso, col perdurare a lungo, finisce
fusione di una musicalitá elevata con un per innervosire e complicare la guida. E' dunque
perfetto adattamento anatomico. necessario ·che il volume del ricevitore radio o
dell'amplificatore risulti pilotato automaticamente
dal livello dei disturbi d'ambiente.
Per raggiungere questo scopo e necessario ri-
CUFFIA STEREO correre ad un doppio sistema di controreazione,
MOD. LC25 che « estragga » il solo rumore da ció che si e
L. 5.500 costretti ascoltare, cioé il segnale piü il rumore.
Esaminando ancora lo schema di figura l, si puó
CARATTERISTICHE: notare la presenza di un pick-up, costituito pra-
ticamente da un altoparlante, che capta il segnale
lmpedenza: 8 ohm
Gamma di freq.: 18- composto dal segnale vero e proprio sommato ai
15.000 Hz disturbi ambientali. Un circuito rettificatore e un
Peso: 320 grammi circuito di filtro provvedono a generare una ten-
sione continua proporzionale all'intensitá del suo-
no captato. Questa tensione continua viene invia-
ta ad un circuito sommatore, al quale perviene
anche una tensione continua generata dalla ret-
CUFFIA STEREO tificazione e dal filtraggio del segnale di riferi-
MOD. DH08 mento, prelevato direttamente sui terminali del-
L. 18.500 l'altoparlante del ricevitore.
CARATTERISTICHE: Poiché in realta il circuito sommatore, contenuto
Impedenza: 8 ohm nel blocco « amplifcatore di comando », realiz-
Sensibilit: 110 dB za una differenza tra i segnali, si ottiene una am-
a 1.000 Hz plificazione del solo rumore. Infatti, indicando
Gamma' di freq.:
20 - 20.000 Hz
con N (noise) il rumore e con S il segnale, si ha:
Peso: 450 grammi (S + N)- S = N
La cuffia e provvista L'amplificatore di comando, ben indicato nello
di regolatore di
liveiio a manopoia schema a blocchi di figura 1, amplifica questa
del tweeter. tensione, che e proporzionale esclusivamente al
rumore ambientale; tramite un opportuno siste-
ma di optoseparazione, cioé un sistema di sepa-
Ad atta to re
razione galvanica, realizzata con componenti sen-
per cuffie stereo
sibili alla luce, questa tensione pilota il volume
Mod. JB-11 D
sonoro del ricevitore radio o di qualsiasi altro ap-
L. 3.500 parato riproduttore di suoni.
Questo piccolo ap-
parecchlo co_nsente
11 collegamento di
una o due cuffle ste- IL CIRCUITO ELETTRICO
reo con tutti l com-
plessl stereofonlci. Anche se lo schema a blocchi di figura l puó
La commutazione al-
toparlante - cuffia e
far pensare ad un dispositivo assai complicato, il
immediata, senza al- circuito elettrico dello stabilizzatore di rapporto
cun lntervento sui segnale/rumore deve ritenersi abbastanza sempli-
coiiegamentl. ce ed economico. I transistor, infatti, sono soltan-
to cinque e sono tutti al silicio, di tipo BC108 od

936
IN SCATOLA
DI MONTABGGIO
L. 21500
CARA TTERISTICHE
Potenza musicale 50W
Potenza continua 45 W
lmpedenza d'uscita 4 ohm
Impedenza entrata Et superiore a 100.00 ohm
lmpedenza entrata E2 superiore a 1 megaohm
Sensibllitá entrata E1 100 mV per 45 W
Sensibilitá entrata E2 1 V per 45 W
Controllo toni atten. 6 dB; esaltaz.
+ 23 dB a 20 KHz
Distorsione inf. al 2% a 40 W
Semiconduttori 8 transistor al silicio
+ 4 diodi al silicio
+ 1 diodo zener
Alimentazione 220 V
Consumo a pieno carico 60 VA
Consumo in assenza di segnale 2 W
Rapporto segnale/disturbo 55 dB \ 10 W

-~
11 kite comprensivo di tutti gli
Questa scatola di montaggio, veramente pre- elementi necessari per la realiz-
stigiosa, si aggiunge alla callana dei kit ap-
prontati dalla nostra organizzazione. L'ampli- zazione dell'amplificatore ripro-
ficatore di potenza, appositamente concepito dotto nella foto. Per il suo com-
per l'accoppiamento con la chitarra elettrica,
e dotato di due entrate ed e quindi adattabile pletamento il lettore dovra pro-
a molte altre sorgenti di segnali BF, cosi da curarsi, per proprio conto, gli al-
rendere l'apparato utilissimo per gli usi piü
svariati. toparlanti e il contenitore.
ll kit e comprensivo di tutti gli elementi necessari per la realiz-
zazione dell'amplificatore riprodotto nella foto. Per il suo com-
pletamento il lettore dovra procurarsi, per proprio conto, gli
altoparlanti e il contenitore.
equivalenti; si tratta quindi di transistor facil- confronti del ricevitore radio. Il segnale quindi,
mente reperibili in commercio e di basso costo. senza dover tener in alcuna considerazione il cir-
Osservando lo schema elettrico di figura 2, si cuito del ricevitore radio, raggiunge il diodo D1,
puó notare che il segnale S + N, proveniente dal che ne effettua la rettificazione; il condensatore
pick-up, e applicato all'entrata A. Esso viene elettrolitico C2 provvede a livellare il segnale
amplificato dai due transistor TR1-TR2, il pri- stesso. Sui terminali di C2 si stabilisce cosí una
mo dei quali svolge la funzione di adattare l'im- tensione negativa, rispetto alla linea comune, che
pedenza di entra ta e di uscita; l'impedenza del- e proporzionale al solo segnale effettivo, cioé al
l'altoparlante, infatti, e bassa, mentre quella dei segnale S.
circuiti amplificatori transistorizzati presenta un La tensione negativa, presente sui terminali del
valore medio. condensatore elettrolitico C2, viene prelevata tra-
Le resistenze R4 ed R5, collegate fra base e mite il potenziometro R6, allo scopo di ottenere
collettore di TRl e TR2 servono a polarizzare il bilanciamento; essa viene quindi applicata ad
correttamente i due transistor. Il valore ohmmico un ulteriore filtro, composto dalla resistenza R7
di queste resistenze <leve essere leggermente va- e dal condensatore elettrolitico C6.
riato, rispetto a quello da noi prescritto nell'elen- Le due tensioni continue di retroazione S + N,
co componenti, nel caso in cui si faccia uso di presente sui terminali del condensatore C7, e la
transistor al silicio diversi dai BC108. In ogni tensione S, presente sui terminal, del condensa-
caso la tensione presente sui collettori dei due tore C6, vengono sommate dalle resistenze Rl 1 -
transistor dovra risultare compresa fra i 4 e i 7 R12 ed inviate alla base del transistor TR4.
volt. Si noti che il carico di collettore del transistor
I diodi D2-D3 provvedono a rettificare il segnale TR4, anziché essere rappresentato dalla solita
giá amplifcato da TRI e TR2, mentre il filtro resistenza, e costituito da un elemento attivo,
composto dal condensatore elettrolitico C5, dalla cioé dal transistor TR3; con questo particolare
resistenza RlO e dal condensatore C7 provvede a tipo di carico si riesce a migliorare la stabilita
livellare questa tensione. termica del circuito.
Sui terminali dell'elettrolitico C7 e presente una Sul collettore del transistor TRA risulta collegata
tensione proporzionale ad S + N (segnale piü la base del transistor TR5, tramite la resistenza
rumore). R13. 11 transistor TR5 pilota l'accensione della
Se ora consideriamo l'altra rete di controreazione, lampada LP2, che risulta accoppiata otticamen-
si puo notare che il segnale (soltanto il segnale te con la fotoresistenza FR; quest'ultima e col-
S), prelevato sui terminali dell'altoparlante del legata, tramite il potenziometro R14, al potenzio-
ricevitore, viene applicato all'entrata B, a valle metro di volume del ricevitore radio.
della quale e presente il trasformatore Tl, ne- Che cosa avviene, dunque, in pratica? Se il di-
cessario per ottenere un perfetto isolamento nei sturbo e elevato, la tensione presente sui terminali

Fig. 4 - Circuito stam-


pato, a grandezza na-
turale, necessario per
la costruzione dello sta-
bilizzatore di rapporto
segnale/rumore.

....
A.
--------·
938
CAV

POT. VOL.
RICEVIT. ALTO P.
RICE V.

ALTOP
,~ PKK-UP

H
+I_l
---
f
Ic
B POT.
8
@1
S1
@
1 +12V

del condensatore elettrolitico C7 supera il valore Fig. 5 - Questo disegno interpreta il sistema pratico
della tensione presente sui terminali dell'elettroli- con cui l'unita di controllo automatico dell'audio deve
essere collegata con il ricevitore radio o l'amplificatore
tico C6 e il transistor TR4 diviene conduttore,
di bassa frequenza, nell'auto o in casa.
portando il collettore verso massa, cioe accenden-
do poco o non accendendo affatto la lampada
LP2. In tali condizioni la fotoresistenza, che ri-
mane in oscurita, presenta il suo massimo valo-
re e non determina alcuna attenuazione del volu- Abbiamo sentito la necessita di esporre quest'ulti-
me sonoro del ricevitore (avremo modo fra poco mo concetto teorico tenendo presente che il no-
di interpretare questo tipo di collegamento). stro dispositivo e destinato a funzionare soprat-
Al contrario, se il rumore ambientale e molto tutto a bordo delle autovetture.
basso o inesistente, il transistor TR4 risulta qua-
si interdetto e costringe TR5 a condurre, per-
mettendo una notevole accensione della lampada REALIZZAZIONE DEL DISPOSITIVO OPTO-
LP2. In tal caso la fotoresistenza FR diviene ELETTRONICO
molto conduttrice e provvede ad attenuare no-
tevolmente il volume del ricevitore radio cui Gli elementi optoelettronici si possono reperire in
viene collegato il nostro apparecchio. commercio gia pronti. Ma noi riteniamo che la
A conclusione di questa analisi teorica del cir- via piü semplice e piü economica sia ancora una
cuito facciamo notare che, durante l'elaborazione volta quella di autocostruirsi questo elemento.
del progetto, ci siamo particolarmente preoccupa- Perché in pratica si tratta di inserire, internamen-
ti di far funzionare l'apparato entro ampi limiti te ad un tubetto opaco, una lampada da 6,3 V -
di temperatura, assicurando al circuito stesso una 50 mA ed una fotoresistenza al solfuro di cadmio,
notevole stabilita anche durante le escursioni ter- di piccole dimensioni, che presentí una resistenza
miche. Questo risultato e stato ottenuto, ad esem- all'oscurita di almeno un megaohm, come avvie-
pio, polarizzando il transistor TR4 attraverso la ne per la quasi totalitá delle fotoresistenze repe-
resistenza R1 e il diodo D4. ribili in commercio.

939
GLI ATTREZZI
DEL
PRINCIPIANTE

Fig. 6 - 11 pick-up, che e rappresentato da un piccolo


altoparlante, con impedenza compresa tra 16 e 100 ohm,
dovrá essere costituito nel modo qui indicato. Gli ele-
menti contrassegnati numericamente sono: reticella di
protezione (1); anello di gomma (2); altoparlante (3);
contenitore di plastica (4); basamento di sostegno (5).

IN UN UNICO KIT Per non creare problemi di isolamento, converrá


servirsi di un tubetto di plastica opaco, di quelli
PER SOLE contenenti prodotti farmaceutici.
La distanza tra la lampadina e la fotoresistenza
LIRE 7.500 non e critica. Non bisogna tuttavia eccedere con
questa misura, tenendo conto che la distanza dí
0,5 cm, tra un elemento e l'altro, potrebbe rap-
presentare l'optimum.
CONTIENE:
1 saldatore istantaneo (220 V - 90 W) COSTRUZIONE DEL PICK-UP
1 punta rame di ricambio
1 scatola pasta saldante I! pick-up verra realizzato servendosi di un pi-
90 cm. di stagno preparato in tubetto colo altoparlante, con impedenza di valore com-
1 chiave per operazioni ricambio punta saldatore
preso tra 16 e 100 ohm, tenendo conto che, in
paio forbici isolate caso di necessita, anche gli altoparlanti con im-
pinzetta a molle in acciaio inossidabile con
punte internamente zigrinate
pedenza di 8 ohm possono fornire buoni risul-
1 cacciavite isolato alla tensione di 15000 V tati.
4 lame intercambiabili per cacciavite con innesto L'altoparlante, ovviamente, dovra essere siste-
a croce mato in un punto facilmente raggiungibile da!
suono dell'altoparlante del riproduttore sonoro
e dai rumori ambientali. Nell'auto, per esempio,
uno dei posti migliori potrebbe essere rappresen-
Le richieste del kit degli « ATTREZZI DEL PRIN- tato dal tunnel fra i due sedili anteriori.
CIPIANTE • debbono essere fatte a: Elettronica
Pratica - 20125 MILANO - Via Zuretti n. 52, in- L'altoparlante dovra essere munito di una custo-
viando anticipatamente l'importo di L. • 7.500 a dia che, all'occasione, potra essere rappresentata
mezzo vaglia postale o c.c.p. n. 3/26482 (spese da una scatolina da incassc per elettricisti e da
di spedizione comprese).
una reticella, anche di stoffa, in funzione di ele-
mento protettore dell'altoparlante dalla polvere.
REALIZZAZIONE DEL CIRCUITO MONTAGGIO DEL DISPOSITIVO

E' senza dubbio consigliabile il circuito stampato, Una volta realizzato il circuito di figura 3, que-
che potra essere realizzato secondo il disegno di sto potra essere inserito in un contenitore di pla-
figura 4. stica.
Con il circuito stampato si evitano errori di ca- Per quanto riguarda i collegamenti con le en-
blaggio e si ottiene una composizione compatta trate A e B, ricordiamo che non sono necessari i
e meccanicamente resistente alle vibrazioni ester- cavi schermati e non occorre neppure preoccu-
ne. parsi delle polarita di collegamento.
Per quanto riguarda i cinque transistor, sara pos- L'uscita C dovra essere invece collegata, con il
sibile utilizzare tipi di transistor equivalenti al potenziometro di volume del ricevitore radio o
BC108, purché al silicio e ad alto guadagno. dell'amplificatore di bassa frequenza, tramite cavo
schermato, ponendo a massa la calza metallica
II trasformatore Tl e un trasformatore d'uscita dalla parte del potenziometro di volume del rice-
per amplificatori transistorizzati di piccola po- vitore o dell'amplificatore.
tenza. Esso dovra essere montato ne! circuito con II potenziometro R14, cui e affidato il compito
il rapporto in salita, cioé al contrario di quanto di regalare il volume sonoro del riproduttore
avviene per i trasformatori di uscita montati nor- audio, dovra essere sistemato in modo facilmente
malmente nei ricevitori radio e negli amplifica- accessibile.
tori di bassa frequenza. L'impedenza dell'avvol- Una volta installato tutto il complesso (ricevitore
gimento primario, quello collegato con l'entrata radio o amplificatore, altoparlante, pick-up e cir-
B del circuito di figura 2, sar di 8 ohm; l'impe- cuito elettronico), occorrera provvedere alla
denza dell'avvolgimento secondario potra variare
regolazione dei vari potenziometri. Inizialmente
fra i 500 e i 2.000 ohm. I punti del circuito
il potenziometro R9, che e un trimmer potenzio-
contrassegnati con le lettere A-B-C, riportati nel-
metrico, dovra essere regolato a meta corsa circa,
lo schema pratico di figura 3, trovano diretta
mentre il potenziometro di volume del ricevitore
corrispondenza con le stesse sigle riportate nello
o dell'amplificatore dovra essere regolato quasi
schema elettrico di figura 2 e in quello di figura 5. al massimo.
Successivamente si regola il trimmer potenzio-
metrico R6 in modo che la tensione di base del
transistor TR4, rispetto a quella dell'emittore
del transistor TR2 o, equivalentemente, rispetto
al terminale positivo del condensatore elettroliti-
Fig. l - L'unita optoelettronica verra costruita nel mo- co C6 o a quello negativo del condensatore C7,
do qui indicato, inserendo in un tubetto opaco una risulti di O y. In tali condizioni, pur diminuendo
lampadina e una fotoresistenza e facendo in modo che
la distanza fra i due elementi non superi i 0,5 cm.; il
sensibilmente il volume, del ricevitore o dell'am-
tubetto dovra essere chiuso ermeticamente sulle due plificatore, senza peraltro portarlo a zero, il vo-
estremitá. lume sonoro non dovrebbe subire una grande
variazione. Eventualmente conviene ritoccare R6
sino ad ottenere la miglior stabilizzazione.
La regolazione del dispositivo non e ancora ter-
minata, perché le prove precedenti si sono svolte
mantenendo il rumore di fondo ad un livello co-
TUBETTO
OPACO stante. Occorrerá quindi far variare il rumore di
¡ fondo, per esempio facendo funzionare un altro
ricevitore radio sintonizzato sulla gamma a mo-
dulazione di frequenza, fra due emittenti radio-
foniche, in modo da produrre artificialmente dei
disturbi. In tali condizioni si regola il trimmer
R9 in modo che, pur variando il volume dei di-
sturbi, si ottenga sempre una chiara riproduzione
del segnale principale che si vuol ascoltare.
6,3V 50 m FR Dopo quest'ultima regolazione il dispositivo potra
considerarsi perfettamente messo a punto e non
necessitera di ulteriori regolazioni, cosí che si
potra giungere alla condizione di dimenticare la
sua installazione in casa o sull'autovettura.

941
1
'

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942
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te, tramite lettera. Per rimborso spese postali e di segreteria si
prega aggiungere alla domanda !'importo di L. 800 (abbonati L.
600) in francobolli.

La temperatura corporea
Ho realizzato il progetto presentato a pagina 164 Anche se nei nostri laboratori non sono state ef-
del fascicolo di marzo 74, intitolato « misura f ettuate pro ve per ladattamento del termo metro
elettronica della temperatura». Faccio presente elettronico alla misura delle temperature corpo-
di essere uno studente di medicina e come tale ree, riteniamo che il progetto possa adattarsi a
vorrei usare questo termometro per la misura questo scopo. In sostituzione dell'elemento sen-
della temperatura corporea. io strumento, adat- sore da noi prescritto, cioé del diodo al germanio,
tato a questo scopo, interesserebbe anche altri le consigliamo di far uso di una sonda termome'-
miei compagni di studio. Essendo io un princi- trica di precisione, reperibile presso la GBC o la
piante in materia di elettronica, desidererei sa- Philips. Il valore della resistenza R2 dovra risul-
pere quali valori di resistenze debbono essere mo- tare uguale a quello della sonda termometrica.
dificati, oppure quali varianti debbono essere ap- Il diodo DI verra eliminato, mentre per R1 ed
portate al circuito per raggiungere lo scopo prefis- R3 verranno assunti valori ohmmici_ parí a quel-
sato. I valori della temperatura, che il termome- lo della resistenza R2, conservando, per R1, un
tro dovrebbe misurare, sono compresi fra i + 36 valore leggermente superiore. L'alimentazione a
ei + 42 C. 9 V del circuito dovrá risultare perfettamente sta-
CORTI CARLO bilizzata. Il trimmer potenziometrico RA dovrá
Milano avere un valore di 100.000 ohm.

951
Tensione media, efficace e di picco aver commesso errori, di non aver creato corto-
Quando si parla di tensioni alternate, queste circuiti e di aver rispettato le polaritá dei com-
vengono valutate solitamente con diverse espres- ponenti. Ma il circuito non funziona. Mi spiego
sioni. Ho sentito parlare infatti di valore di ten- meglio: il relé, collegato sulle boccole di uscita,
sione media, di valore di tensione efficace e di rimane sempre eccitato, anche quando elimino
valore di tensione di picco. Sapete dirmi cosa momentaneamente il microfono oppure riduco
significano queste espressioni? al mínimo o elevo al massimo il valore della re-
FAZIO FRANCESCO sistenza R3, cioé del potenziometro a variazione
Terni lineare. L'eccitazione del relé permane anche
quando intervengo sul valore della resistenza R1.
Tutti i termini da lei sentiti menzionare si riferi- Con il mio tester ho misurato le tensioni di col-
scono alle tensioni alternate, di forme diverse. lettore di TR3 e di base di TR5 e mi sembra tut-
Supponiamo di far riferimento alla tensione to a posto. Ho notato anche che, cortocircuitando
alternata di forma sinusoidale, che e la piü la resistenza RlO, del valore di 120.000 ohm, il
nota e la piu comune fra tutte. Il termine " ten- relé si diseccita. Ho inserito i puntali del tester
sione efficace " deriva da considerazioni di carat- in parallelo al condensatore elettrolitico C5, da
tere energetico. Piü precisamente, il valore effica- 20 F - 15 VI, notando che l'indice dello stru-
e
ce di una tensione alternata quello che dovrebbe mento oscillava e questa stessa oscillazione si ve-
avere una tensione continua per produrre gli stes- rificava anche su! relé. Ora non so cosa pensare
si effetti termici dell'onda alternata. A questo o fare. Aiutatemi voi, se ció e possibile.
valore sano legate le altre due grandezze relative MARASCALCHI CLAUDIO
alla tensione alternata: il valore medio Um ed Venezia
il valore massimo o di picea U. Le tre grandezze,
nel caso della tensione sinusoidale, sano legate tra Leggendo le sue chiare spiegazioni, ci e possibile
loro quantitativamente dalle seguenti due rela- arguire che l'apparato da leí realizzato deve con-
zon : siderarsi funzionante, almeno in linea di massi-
Ueff = 0,707 U Um = 0,636 U ma. Lo attesta il /atto che, collegando il tester in
Nella valutazione de lle tensioni alternate si usa parallelo al condensatore elettrolitico C5, il relé
spesso citare il valore picco-picco (Upp), parí a oscilla. Ma per ottenere il perfetto funzionamen-
2 volt il valore di picea. to del circuito occorre ricontrollare, ed eventual-
mente sostituire, i componenti dello stadio mono-
stabile, quello pilotato dai transistor TR4-TR5.
1,000----- e
Con tutta probabilitá in questo stadio stato mon-
0,707_--- tato uno o pi componenti in non perfetta effi-
0,636 cienza. Provi quindi a sostituire il condensatore
elettrolitico C5 e a diminuire, eventualmente, il
valore della resistenza RlO. Controlli inoltre le
polarita dei diodi D1-D2, che debbono essere in-
seriti nel circuito tenendo canto delle loro pala-
rita perché, in caso contrario, formerebbero un
cortocircuito. Regoli eventualmente anche il va-
lore della resistenza R1, f acendo in modo che il
valore della tensione di collettore del transistor
TR3 sia, in assenza di segnale, pi bassa di quel-
la misurata sulla base del transistor TR5 .

•••
11 relé pilotato dal suono •••
Ho realizzato il progetto denominato « Un relé Luci psichedeliche
pilotato da! suono », presentato su! fascicolo di
marzo '74 a pagina 202. Non essendo io attrez- Sono un vostro assiduo lettore, che <leve proporvi
zato per la realizzazione di circuiti stampati, ho un piccolo problema tecnico. Ho realizzato il pro-
montato l'apparecchio su una basetta di bache- getto intitolato « Un semplice gioco di luci psi-
lite opportunamente forata, ottenendo un cablag- chedeliche », pubblicato sul fascicolo di maggio
gio abbastanza complicato. Sono convinto di non '74. Lo scopo di questa realizzazione era quello

952
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di abbinare l'apparato con il mio amplificatore Dispositivo optosonoro
stereofonico, ma all'ultimo momento mi sono
accorto che l'impedenza degli altoparlanti del- Presso una fiera di paese mi e capitato di vedere
l'amplificatore 'stereo e di 4 ohm, mentre il tra- un apparato che emetteva suoni diversi orientan-
sformatore d'accoppiamento T1 deve avere una do diversamente una fotoresistenza ad esso col-
impedenza di 8 ohm, cosi come indicato nell'e- legata. Avete l'idea di come possa funzionare un
lenco componenti. Come posso risolvere questo tale apparato? Desidererei tanto costruirlo per
sistema di adattamento di impedenze? far divertire i miei bambini, cioé per usarlo come
PISCICELLI MAURIZIO giocattolo.
Napoli GIOVANNETTI ALFONSO
Pinerolo
Il suo problema e gid risolto. Perché non occorre
realizzare alcun adattatore di impedenza, dato E' assai difficile entrare nella mentalita dei bam-
che i valori delle impedenze da Lei citate non so- bini. Perché spesso quello che noi riteniamo di-
no critici. Colleghi dunque l'apparecchio da lei vertente, i bambini non degnano neppure di uno
realizzato con uno dei due altoparlanti dell'am- sguardo. Vogliamo sperare che ció non accada
plificatore stereofonico. con l'apparato di cui lei vuol conoscere il fun-
zionamento e, successivamente costruire. A nostro
avviso quello che lei ha visto e un circuito oscil-
latore controllato dalla luce di cui qui rappresen-

••• tiamo un modello. L'oscillatore e costituito dal


transistor unigiunzione TR2, la cuí frequenza dí
oscillazione e controllata dalla fotoresistenza FR.
Il transistor TRl aumenta la sensibilita della fo-
toresistenza, soprattutto in condizioni ambientali
Uso degli strumenti di penombra. Durante l'uso dellapparato il tran-
sistor TRl puo essere esclusa tramite il commu-
Seguo con molto interesse la vostra nv1sta e ho tatore S1. Sulle boccole verra inserito un auri-
trovato particolarmente utile il fascicolo di ago- colare in grado di rivelare una nota variabile a
sto, interamente dedicato ai principianti. Ora, seconda dell'orientamento dato alfa fotoresistenza.
pensando di interpretare il desiderio di molti al-
tri lettori, vi chiedo di dar seguito a quel fasci- Cl - 10.000 pF
colo con altra pubblicazione, sempre indirizzata Rl = 10.000 ohm
ai principianti, nella quale vengano interpretati R2 = 180.000 ohm
i vari modi di funzionamento e uso degli stru- R3 = 6.000 ohm
menti (tester, oscillatore, capacimetro, frequen- R4 = 27 ohm
zimetro, ecc.), soprattutto quelli di fabbricazione TRl = BC177
giapponese. TR2 2N2646
BRAIDO E.
Elner - Svizzera

La sua idca non e da scartare a priori. Ma non e


possibile nemmeno attuarla con l'approntamento
di un fascicolo della rivista interamente dedicato
a questo tema. Anche perché, casi facendo, non
si risolverebbe nulla. Gli strumenti di misura sono
.1
R3

tanti e tanti che non basterebbe un intero volume : 11 11


per descriverli tutti. Lei addirittura vorrebbe la
presentazione degli strumenti di controllo e mi-
sura di fabbricazione estera. In tal caso ocrnrre-
3.«
fin
~ ". t se

rebbe approntare una vera enciclopedia. TR1


1
1
1 II
nl
•••
954
• • cuito puó essere nella maggior parte dellc sor-
genti di energia AF, ma non in tutti i casi.
Infatti, in taluni trasmettitori abbastanza critici,
l'avvicinarsi del nostro circuito puó produrre lef-
Rivelatore di radiofrequenza
f etto indesiderato di bloccare il funzionamento
Sono un giovane lettore della vostra dinamica del trasmettitore, a causa del nuovo carico elet-
rivista, che seguo mensilmente con grande pas- trico, che, her il trasmettitore diviene un sovrac-
sione. Anch'io, come altri molti principianti mi e
carico. Ció facilmente intuibile se si pensa che,
vedo costretto a ricorrere al vostro aiuto per ri- per accendersi, la lampada LP deve consumare
solvere un problema che molti riterranno banale. energía elettrica e questa energia deve essere sot-
Vorrei realizzare un semplice indicatore di segna- tratta al trasmettitore. Ma se ci si limita ad un
li a radiofrequenza, in grado di controllare l'effi- modesto assorbimento di energía, cioé se ci si ac-
cienza dei circuiti oscillatori, senza ricorrere al contenta di una bassa luminositá della lampada
tester che, il piü delle volte, rimane impegnato LP, non si creano inconvenienti.
per altri scopi. La bobina Ll dovra essere costruita avvolgendo
MARIO CONTI in aria alcune spire di filo di rame smaltato di
Catanzaro diametro fra 0,5 e 1 mm. Per i trasmettitori che
lavorano sulla gamma degli 80 metri, si dovran-
N essuna do manda puo essere considerata banale no avvolgere 10 spire; per i 40 e i 20 metri, si
e, quindi, nemmeno la sua. Chi comincia ad in- dovranno avvolgere 5 spire; per la gamma dei 10
teressarsi soltanto adesso di elettronica e ovvio metri basteranno 3 spire soltanto. Qualunque sia
ci rivolga domande elementari, perché le doman- il numero delle spire il diametro dell'avvolgimen-
de difficili ci possono essere proposte soltanto dai to dovrd essere compreso tra l e 3 centimetri. La
pi preparati. Comunque riteniamo assai interes- lampada dovra essere da 6 V - 0,5 W.
sante l'argomento da lei sollevato e, quel che piu

•••
importa, di notevole interesse anche per molti
altri lettor.
Il piü semplice circuito in grado di segnalare la
presenza di energía ad alta frequenza e quello qui
raffigurato; esso e composto da una bobina (Ll)
Gli elettrodi del BD132
e da una piccola lampada ad incandescenza (LP).
e
Il funzionamento basato sul principio dell'indu-
Nella mia modesta collezione di transistor, che
zione elettromagnetica, che consiste in ció: quan-
mi servono per realizzare esperimenti e apparati
do si avvicina il circuito qui presentato ad una
elettronici vari, vi sono alcuni BD132, che mi
sargente di segnali ad alta frequenza, esso viene
hanno procurato molti grattacapi. Dopo aver uti-
investito dall'energia AF, che induce sulla bo-
lizzato piu voite questi transistor, ancor oggi non
bina L 1 una tensione elettrica che, a sua volta,
sono riuscito, oppure non sono convinto, di aver
da origine ad una corrente elettrica, denominata
identificato esattamente gli elettrodi, cioé la loro
corrente indotta, che attraversa anche il filamen-
esatta successione su! componente. Nessun ele-
to della lampada LP, accendendola. Questo cir-
mento di riferimento e infatti presente in corri-
spondenza del collettore o dell'emittore. Siete in
grado di chiarire questo mio dubbio, che sono
convinto, potra interessare molti altri vostri let-
tori?
DE BIAS! MARIO
Portogru aro

L1 LP Il transistor BD132, cosí come avviene per altri


transistor di concezione moderna e di media po-
tenza, e incapsulato in un contenitore plastico di
tipo SOT-32, nel quale e
pure" affogata" una
piastrina metallica con funzioni di elemento dis-
sipatore termico. Questa piastrina risulta elettri-
camente collegata con il collettóre. Come lei po-
trd notar osservando le figure qui riportate, la
e
base del transistor, che di tipo PNP, non col-e
955
conductor. Il condensatore C3 dd luogo ad una re-
troazione, con particolare fase del segnale alter-
8 nato, aumentando notevolmente l'impedenza. Si
ottengono infatti i seguenti valori: 12 megaohm

J,,
1
a 100 Hz e 100 megaohm a 1.000 Hz. Questo
0 risultato gode inoltre di una notevole stabilita,
dato che la resistenza di polarizzazione dell' en-
trata 3 dell'integrato e di solí 200.000 ohm. Il di-
80 132 spositivo dovra essere alimentato con la tensione
doppia + 12, O,- 12 V, oppure con valori ab-
J bastanza prossimi, tenendo conto che lo 0 V .il
valore della tensione di massa.

B U LI E E
·l
B=
C1
C2
-
-
10.000 pF
33 pF
e
F;A C3
Rl
R2
= 2F
= 100.000 ohm
= 100.000 ohm
IC - LM30I
legata come normalmente avviene, in posi
centrale, perché il terminale centrale cos1 e
sempre lelettrodo di collettore. Gl ele' a di
base e emittore, invece, sono rappresentati dai
due terminali estremi. Tenga presente che, quan-
do si vuol montare il transistor su un dissipatore
termico, occorrera far in modo che la piastrina
metallica del BD132 risulti in intimo contatto
elettrico con il metalla del dissipatore. Soltanto 2
cosí si ottiene la continuitd elettrica del collettore. 6
Ma se il collettore deve risultare isolato dal dis-
3
sipatore, occorrera interporre, fra il transistor e il
dissipatore stesso, le apposite rondelle di mica e
la boccola passante per stringere il bullone di fis-

'
O
saggio. N ei disegni qui riportati sono state citate E NTR. C3
anche le principali dimensioni del componente 6
(le misure sono espresse in millimetri).

• • •
Amplificatore ad alta impedenza d'entrata

Vorrei realizzare uno stadio adattatore ad alta


ímpedenza, in grado di effettuare misure di ten-
• • •
Cellula fotoelettrica

sione foniche. Ho gia provato con il classico sche- Con una cellula fotoelettrica al silicio, di tipo
ma ad uscita di emittore (emitter follower), ma B3M della I.R., cioé della International Rectifier,
i risultati sono stati insufficienti. A vostro avviso, vorrei realizzare un fotocomando, in grado di pi-
esiste qualche cosa di meglio? lotare una lampadina che dovrebbe accendersi,
TURATI GIAMPAOLO automaticamente, al sopraggiungere dell'oscuri-
Seregno ta e spegnersi quando ricompare la luce. Ovvia-
mente, il circuito dovrebbe essere molto semplice,
Un miglioramento notevole puo essere ottenuto senza complicazioni circuitali e realizzabile con
utilizzando, in sostituzione del singolo transistor, componenti di facile reperibilita commerciale.
un'intero amplificatore operazionale a guadagno Potete pubblicarlo sulle pagine di questa ubrica?
unitario. Nello schema qui riportato si fa uso di LANFRANCHIGOFFREDO
un integrato di tipo LM301 della National Semi- Foggia

956
radio portatili a 12 V ce, ma non stabilizzati. Il
mio scopo sarebbe quello di abbassare la tensione
continua d'uscita, riducendola ai valori attual-
LP
mente piü usati, cioé quelli di 6 V-5,7 V-9 V.
R1 In pratica, quindi, vorrei eliminare la resistenza
di limitazione presente nei miei alimentatori so-
stituendola con un circuito a transistor, molto
b semplice, pilotato a transistor e tale da essere in-
TR1 serito direttamente ne! contenitore dell'alimen-
tatore originale. Potete aiutarmi?

iéi TR2 ROSSI PRIMO

J e Il suo problema e
Rovigo

f acilmente risolvibile realiz-


zando e applicando ai suoi alimentatori il sem-
plice circuito qui presentato. V aríando i valori
+ della resistenza R1 e del diodo zener DZ, e pos-
sibile ottenere i tre :alori di tensione da leí de-
siderati.
Il circuito che le proponiamo e tra i pi sempli-
Essi sono:
ci fra quelli del settore de lle cellule fotoelettriche.
Perché utilizza due soli transistor ed una re-
Tensione d'uscita: 6V 7,5 V 9 V
sistenza. I due transistor, entrambi di tipo PNP,
amplificano sufficientemente la debole tensione
V alori di Rl : 330 ohm 270 ohm 180 ohm
prodotta dalla cellula FC, in modo da pilotare
agevolmente la lampada LP. In condizioni di luce
Diodo zener DZ : 6,6 V 8,1 V 10 V
la tensione fornita dalla f otocellula e sufficiente-
mente elevata, tanto da permettere la conduzione
del transistor TRI e costríngere TR2 all'interdi-
Il transistor TR non e un componente critico,
zione, con il conseguente spegnimento della lam-
perché per esso si potranno utilizzare tutti i mo-
pada LP. Al di sotto di un certo valore di lumi-
delli di tipo NPN al silicio, di discreta potenza.
nosita, la cellula FC non mantiene pi in condu-
Ciascun modello, ovviamente, deve essere prefe-
zwne ü transistor TRI, mentre entra in condu-
rito ad un'altro in considerazione della massima
zione il transistor TR2, che provoca l'accensione
corrente che si vuol assorbire dal circuito. Per
della lampada LP. Coloro che volessero control-
esempio, per correnti non superiori ai 100 mA,
lare con questo semplice progetto un carico piu
si potra usare il ben noto transistor 2N1711. Per
forte, potranno sostituire la lampada LP con un
valori di corrente superiori, per esempio comprese
piccolo relé per controllare con questo il carico
fra i 300 e i 400 mA, si potranno utilizzare il
dcsiderato.
2N3054, il 2N3055, ecc.
Rl 4.700 ohm
TRI AC125 (AC126)
TR2 AC128 (AC132)
$1 interrutt.
FC B3M

Alimentatore stabilizzato
•• >
u
r
1-
z
w

Sono un commerciante di apparati elettronici,


cioé vendo e acquisto apparati d'occasione, com-
presi i residuati bellici. Tra il materiale in mio
possesso vi sono degli alimentatori per ricevitori

957
IN ICE DELL'ANNATA pagina
AMPLIFICATORI fascicolo
mese
Amplificatore operazionale febbraio 98
Amplificatore a simmetria complem. - 1 W febbraio 122
Amplificatore BF: 200 mW aprile 284
Pre amplificatore VHF-UHF maggio 378
Amplificatore tuttofare giugno 404
Amplificazione BF a transistor agosto 625
Amplificatore- 2 W settembre 644

APPARATI VARI fascicolo pagina


mese
11 trasformatore di Tesla gennaio 40
Alimentatore stabilizzato gennaio 50
Distorsore per chitarra elettrica gennaio 56
Misura elettronica della temperatura marzo 164
WAA-WAA marzo 182
Esposimetro a memoria marzo 186
Filtri cross-over marzo 194
Un relé pilotato dal sueno marzo 202
11 bilanciamento negli amplificatori stereo marzo 210
Multioscillatore aprile 254
Guida elettr. per l'automobilista aprile 268
Controllo e rigenerazione tubi RC aprile 294
Rivelatori di campi elettrostatici maggio 324
Microfono selettivo maggio 352
Lucí psichedeliche maggio' 360
Radiostereofonia in FM maggio 368
Alimentatore per laboratorio giugno 412
Telecomando a ultrasuoni giugno 428
lntegrati operazionali giugno 457
Tiro al bersaglio luglio 484
Control box luglio 494
Richiamo per l'automobilista disattento luglio 510
Applicazioni dei TRIAC luglio 518
Misura delle resistenze luglio 536
Alimentatori di piccola potenza settembre 674
Rompicapo elettronico setiembre 692
Convertitore digitale settembre 698
Sonorizzate le lampade-spia ottobre 724
Inquinamento acustico ottobre 740
Carillon psichedelico ottobre 748
Filtri musicali ottobre 756
Cubica! quad (antenna) ottobre 778
Lampeggii- luci - colori novembre 804
Playback ed eco novembre 818
Protezione degli altoparlanti novembre 834
Circuiti pilotati a relé novembre 842
Alimentazioni stabilizzate a thyristor dicembre 920
Controllo automatico dell'audio dicembre 930
fascicolo pagina
DIDATTICA
mese
Misura del guadagno degli amplificatori BF febbraio 114
Radiostereofonia in FM maggio 368
lntegrati operazionali giugno 457
Caratteristiche ed applicazioni dei TRIAC luglio 518
Misura delle resistenze luglio 536
11 simbolismo elettronico agosto 564
Le resistenze elettriche agosto 573
1 condensatori elettrici agosto 584
Teoría e pratica della saldatura agosto 592
Teoria e pratica con i diodi agosto 602
Teoría e pratica con i transistor agosto 618

958
1974
Amplificazione BF a transistor
Circuiti antenna-terra
Teoria degli alimentatori
agosto
agosto
625
633
settembre 674
11 ricevitore della nonna ottobre 768
Circuiti di pilotaggio a relé novembre 842

ELEMENTI DI RICETRASMISSIONE fascicolo pagina


mese
Antenne ricetrasmittenti febbraio 134
Generatore a 10,7 MHz marzo 216
Antenna direttiva per i 144 MHz ottobre 778
L'antenna a quadro dicembre 906

I PRIMI PASSI fascicolo pagina


mese
Pratica con le lampade al neon gennaio 24
La bilancia di Schmitt febbraio 92
Circuiti risonanti LC marzo 172
lnterruttori a mercurio aprile 260
Commutatore d'antenna maggio 340
Gli altoparlanti giugno 420
11 microfono luglio 502

LA CITIZEN'S BAND fascicolo pagina


mese
Sintonizzatore CB gennaio 4
Un misuratore di campo settembre 658
Come eliminare il T/l ottobre 732
lndicatore automatice di trasmissione novembre 812
S- meter per CB novembre 826
Preamplificatore microfonico dicembre 898

RICEVITORI fascicolo pagina


mese
Ricevitore del principiante febbraio 84
Radioricevitore OM-OC maggio 332
Ricevitore portatile luglio 530
Ricevitore della nonna ottobre 768
icevitore reflex per OM dicembre 910

STRUMENTI fascicolo pagina


mese
Generatore sinusoidale gennaio 32
Calibratore a cristallo di quarzo febbraio 108
Misura-del guadagno febbraio 114
Bilanciamento stereo marzo 210
Generatore di alta frequenza marzo 216
Voltmetro elettronico aprile 244
Prestazioni di uno strumento giugno 438
Tester per circuiti logici giugno 446
Semplice capacimetro settembre 650
Wobbulatore settembre 684
Convertitore digitale analogico settembre 698
Misura dell'inquinamento acustico ottobre 740
S - meter per CB novembre 826

TRASMETTITORI fascicolo pagina


mese
Microtrasmettitore ultrasensibile gennaio 14
Radiocomando per usi drversi aprile 274
Telecomando a ultrasuoni giugno 428
Trasmettitore per onde medie settembre 666
Trasmettitore CB dicembre 884

959
E' PRONTO IC. PACCO CONTENENTE L'ANNATA
1973 DI ELETTRONICA PRATICA!

ABBIAMO APPRONTATO, per


tutti i lettori che vorranno farne OSTA SOLO L. 6.000
richiesta, un pacco contenente i
12 fascicoli dell' annata 1973, al
prezzo d'occasione di L. 6.000. RICHIEDETECELO SUBITO

11 fascicolo arretrato non iñvecchia mai! Perché i progetti in esso contenuti, le molte no-
zioni teorico-pratiche chiaramehte esposte, le illustrazioni e gli schemi presentati, rimango-
no sempre attuali. E concorrono certamente al perfezionamento dell'attrezzatura di base di
chi desidera ottenere risultati sicuri nella pratica dell'elettronica.

LA RICHIESTA DEL PACCO DEVE ESSERE EFFETTUATA INVIANDO L IMPORTO DI L.


6.000 (NEL PREZZO SONO COMPRESE ANCHE LE SPESE DI SPEDIZIONE) A MEZZO
VAGLIA O CCP N 3/26482 INTESTATO A. ELETTRONICA PRAT!CA - VIA ZURETTI, 52
- 20125 MILANO.

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Dimensioni 180x160x80 mm.
2>,4 e-
V= O 1 1 5 10 50 100 200 500 1000
mA= 50A 500A 5 50 500 2500
Vn 0,5 5 25 50 250 500 1000 •-·-1
mAn 2,5 25 250 2500 ,•✓ - ..., ·_ • -

Ohm= x0,1/0-;.-1 kj x1/0-;.-10~x10/0.;.100kjxl00/0.;.1Mjxlk/0-;.-10M


dB -'IO +22 "'.:.=~.
e . ""º""" _@_-
Output 0,5 · 5 25 50 250 500 1000 s8

'

OSC.ILLATORE MODULAi _
mod. AM.'FM 30

L. 44.000
Questo genera:o;e. i:~ ·; .. .:..
sua larga banca
za consem-e ce
cilitá l'allinea!T'•

·e·o»zpi;y_
ji@isi.
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_i@eser@ •rices@gi,
ééseP7,$%,"",%..'
iris.
le apparecch,a;
in onde mad,e
onde corte. ,
gamma di VH
del le ·frequer; e
dimenslonl c'>e .:-:i·:;,s-·s- _-:a_
faci le fetturn.
Dimensioni: 252x172;--

ANALIZZATORE
mod. R.P. 20 KN
(sensibilita 20.000
ohm/volt)
,//r;;
,·,:,,- -~ •• '

L. 18.200 ? ole]
e
.gc. »,\
_\'g E

------J--- - •

CARATTERISTICHE TECNICHE CARATTERISTICHE TECNICHE

Y= 0,1 1 5 10 50 100 200 500 1000 GAMME A I


RANGES 10 +400x¿ /40+@xz_11
B C I
mA= 50 _11_A S00µA 5 50 500 5000 12 - J,B y:
0,5 5
2,5
25
25
50
250
250 500 1000
2500
GAMME
',
RANGES 12 .;- 40Mc L.4.t.;-130Mc. 8Q.;-26Dlilé

Ohm= xl /0=101 110/0-100~ 1100/0-1M I xlk / 0+10M


0hm xlk/ 0-;-10Mlx10kl0+100M
1lk/Ol-;-50k lxlük/0+500k Grande strnmeríto dallé pie-
cole dimensioni, realizzato
Ballistic JJ.F completamente su circuito
Hz xl/0-;-5í stampato. Assenza totale di
commut.atori rotanti e qulnd!
dB -10+2" di falsi contatti dovuti alla
usura e a guasti meccanici.
Output 0,5 500 Jack di contatto di conce•
zione completamente nuo11e..
Munito di disposifr,o di pro-
tezione.
Dimensioni: 140x90x35 mm
ICROTRASMETTITDRE
TASCABILE
CON CIRCUITO INTEGRATO
Tutti lo possono costruire, anche coloro che so-
no'privi di nozioni tecniche. Funziona immedia-
tamente, perché non richiede alcuna operazione
di ressa a punto. Se occultato in un cassetto,
sotto un mobile o dentro un lampadario, captera ...
indiscretamente suoni, rumori e voci, trasmetten-
doli a distanza notevole e rendendoli udibili at-
traverso un ricevitore a modulazione di frequen-
za, anche di tipo portatile.

. 6.80
L'emissione e in modulazione di frequenza, sulla
gamma degli 80-110 MHz. La portata, con an-
tenna, supera il migliaio di metri. Le dimensioni
sono talmente ridotte che il circuito, completo
"
di pila e microfono, occupa lo spazio di un pac-
chetto di sigarette. L'elevato rendimento del cir-
cuito consente un'autonomia di 200 ore circa. La
potenza imput e di 0,5 mW. La sensibilitá e re-
golabile per le due diverse condizioni d'uso del-
l'apparato: per captare suoni deboli e lontani dal
mlcrofono, oppure suoni forti in prossimita del
II microfono. Alimentazione con pila a 9 V.

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