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GENNAIO 1997 - N. 1- ANNO 26 - sped. abb. post. c. 26 art. 2 legge 549/95 - AL - LIRE 6.

500
7

L'ACCOPPIAMENTO
DEI CIRCUITI

@ illuminazione d'emergenza
@ cos'è il raggio laser
=
ELETTRONICA
PRATICA Trasforma il tuo CB
in una stazione
superaccessoriata
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i ll CB è un’apparecchio

UR
semplice e molto
È TECNICA economico che può essere
arricchito con tanti utili
ML dispositivi così da avere in
casa una completa stazione
|

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E
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d’ascolto. Il manuale
contiene 20 progetti
elettronici di sicuro
Tre manuali unici, concreti, ricchi funzionamento: audiorelè,
antifulmini, sonda RF,

di schemi pratici, di foto anche preamplificatore per il


microfono, batteria in
ecc.
a colori, di dettagliati disegni,
tampone,
Grande formato, decine
di foto anche a colori.

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di testi chiari scritti da veri esperti.

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ELETTRONICA
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PRATICA 20
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sicuri, collaudatissimi
Al giorno d’oggi è
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originali

indispensabile proteggere
con un antifurto tutto ciò
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EDIFAI

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che abbia un minimo
di valore. Perché non
|

realizzare da soli i circuiti



= N elettronici? Il risparmio è
assicurato e nessuno può
sapere come manomettere
un antifurto autocostruito.
ll manuale contiene 20
progetti per difendere casa,
auto, moto, roulotte, tenda,
soprammobili e altro
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Beile da collezionare e lai da le con successo

da ascoltare
EDIFAI
La storia della radio è VND)
affascinante e la si conosce
anche cercando,
collezionando, restaurando
vecchi apparecchi dimenticati
nelle soffitte o nei mÈx<atifii
dell'usato. Questo libro
insegna come e dove cercare,
quali apparecchi possiedono
un autentico valore, come
individuare e riparare ì guasti;
propone una vasta
panoramica
di radio civili e militari.
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CAP Città
ANNO 26° - Gennaio 1997

Il minilaboratorio tuttofare Lo scacciapiccioni è in Il laser oggi viene sfruttato In caso di black out può
è un utile circuito che può grado di produrre un segnale in mille campi diversi, dalla essere utile disporre di un
essere utilizzato come di frequenza ultrasonica che medicina all’edilizia, dallo sistema d’illuminazione
alimentatore stabilizzato alle nostre orecchie suona spettacolo alle comunicazioni. d’emergenza dotato di
o come generatore di onda come un leggero ticchettio Scopriamo esattamente cos’ è batterie, che si accenda
quadra per riparazioni mentre per i piccioni risulta e quali sono le sue applicazioni automaticamente se manca
su apparati audio. insopportabile. presenti e future. la tensione di rete.

ELETTRONICA PRATICA, 4 Electronic news


rivista mensile. Prezzi: 1 copia
L. 6.500. Arretrato L. 13.000.

Abbonamento Italia per un


6 Quando le auto si parlano
anno: 11 fascicoli più libro dono
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postale N° 11645157. Sede
legale: 20145 Milano - via
Abbondio Sangiorgio, 15 - 20 Scacciapiccioni ad ultrasuoni 3EP197
Sped. abb. post. comma 26, art.
2, legge 594/95 - Autorizzazione
Tribunale Civile di Milano N° 74
26 Cos’è il laser
del 29.12.1972. Stampa: Litogra-
fica, Via L. Da Vinci 9, 20012 31 Inserto: l’accoppiamento dei circuiti
Cuggiono (MI)
DISTRIBUZIONE A.&G. marco, 36 Illuminazione d’emergenza
Via Fortezza, 27 - 20126 Milano
tel. 02/25261.
Tutti i diritti di proprietà artistica
42 L’ABC della fotoincisione
8 letteraria riservati. | manoscrit-
ti
i
disegni e le fotografie, anche 44 Attenuatore a diodi PIN
se non pubblicati non si restitui-
scono. La rivista ELETTRONICA
PRATICA non assume alcuna
50 W l’elettronica
-2sponsabilità circa la contor-
mità alle vigenti leggi a norma di 54 Protezione da sovratensioni 4EP197

20EN)
sicurezza delle realizzazioni.
60 Il mercatino

Direttore editoriale Fotografia: REDAZIONE

SITI
Dino Ferretti tel. UFFICIO ABBONATI + Tel. 0143/642232
responsabile:
2ssjÌ
Massimo Casolaro dalle ore 8.30 alle 12. 30 e dalle 1 14.30 alle 1 18.30
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L'abbonamento a
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Redazione:
Massimo Casolaro jr. AMMINISTRAZIONE ELETTRONICA PRATICA
aoLe
Cal Benedetti
Dario Ferrari ' con decorrenza
Massimo Carbone PUBBLICITÀ da qualsiasi mese
Progetti
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Piergiorgio Magrassi MARCO CARLINI può essere richiesto


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e realizzazioni: Antonella Rossini tel. 0143/642492 anche per telefono PER TELEFONO
Corrado Eugenio Gianluigi Traverso 0336/237594
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1987 - Pag 3
ELECTRONIC NEWS
L'ORA SOSPESA
Oggi è forse questo il quadrante (ovvero, se si
preferisce, il display) più originale inventato per
un orologio. A prima vista il tutto appare come
un soprammobile fatto di un basamento e di un
pendolino. Se quest’ultimo viene spostato
delicatamente con un dito e quindi lasciato
andare, un ingegnosissimo sistema di
illuminazione fa sì che l’indicazione dell’ora
appaia fluttuante nell’aria, come qualcosa di
immateriale. Il segreto si nasconde nella
temporizzazione del display e nella persistenza
delle immagini nella retina dell’occhio. Al di 1à
Inquesto originalissimo soprammobile-orologio l’ora appare di capirne o meno il funzionamento, si tratta
sospesa nell’aria quando si fa oscillare la piccola asta verticale comunque di un oggetto capace di stupire
dotata di molla. chiunque. Lire 59.000. D-Mail (50136 Firenze
Via L. Landucci, 26 - tel. 055/8363040).

FOTOCAMERA DIGITALE PER TUTTI


La Kodak, che tanti anni fa aveva reso la fotografia a colori alla portata di tutti, conserva ancora oggi questa felice tradizione,
diffondendo la foto digitale e rendendo facili a chiunque le elaborazioni delle immagini col personal computer. Tutto questo
grazie alla fotocamera digitale Digital Science DC20, la più economica, la più luminosa e la più piccola del mondo in questo
settore sempre più competitivo con la fotografia tradizionale. L’apparecchio ha la stessa semplicità d’uso delle macchine
fotografiche tascabili compatte: l’obiettivo è a fuoco fisso, mentre la velocità e l’apertura del diaframma vanno impostati. Quando
viene premuto il bottone di scatto l’immagine, anziché sulla pellicola, rimane “impressa” in una memoria di 1 MB, che consente
di immagazzinare da 8 a 16 immagini, a seconda della risoluzione selezionata (massimo 24 bit). Terminata la serie degli scatti le
immagini vengono trasferite sul PC attraverso la linea seriale (il cavo è fornito con l’apparecchio) e a questo punto inizia la fase
creativa, utilizzando i pacchetti software di cui la fotocamera DC20 è corredata. Il primo, Picture Postcard, permette di inserire
l’immagine in cartoline postali da inviare via posta elettronica, mentre con PhotoEnhancer si possono personalizzare le immagini
con diversi tipi di cornice. InMedia Presentation In Slide & Sound è la via d’accesso alla multimedialità: le immagini possono
essere disposte in qualsiasi ordine con l’aggiunta di titoli, didascalie, commenti sonori. Infine Kai’s Power Goo permette di
modificare le immagini a piacimento. E se tutto questo non bastasse, le immagini elaborate sono compatibili anche con altri
pacchetti software multimediali fra i più diffusi. Lire 720.000.
Kodak distribuito da Softeam (20050 Sovico - MI - Via Fiume 48/A - tel. 039/2012366).
ELECIRON
Si chiama DAB (Digital Audio Broadcasting)
il sistema di radiodiffusione del futuro, che
consentirà l’accesso ai più svariati tipi di servizi
informativi. Grazie alla tecnologia
completamente digitale la ricezione dei segnali
è di qualità elevatissima, pari a quella dei CD,
ed è possibile anche in condizioni solitamente
difficili per un sistema tradizionale (ad esempio
in presenza di montagne). Da circa un anno la
Grundig, prima al mondo, offre ricevitori DAB
di alta qualità, inizialmente distribuiti
nell’ambito di un grandioso progetto pilota in
Baviera e successivamente anche in altri Paesi,
Italia compresa. Grundig (38100 Trento

MELE-
Via del Brennero, 364 - tel. 0461/893111).

1 LA RADIO VERSO
IL FUTURO
OSCILLOSCOPIO IN TASCA
Elevate prestazioni, grande flessibilità d’uso, piccole dimensioni e peso
ridotto: la Hitachi ha racchiuso tutto questo nel suo oscilloscopio digitale
VC-5430 alimentato da batteria ricaricabile e facilmente trasportabile in
una cartella. Ha una banda passante di 50 MHz, calcola automaticamente
17 parametri di un segnale e permette di memorizzare e poter richiamare
fino a 10 setup e fino a 100 forme d’onda. Sul display a cristalli liquidi,
retroilluminato, le tracce multiple sono visualizzate con diversi colori.
Le schermate possono essere stampate grazie ad un connettore per linea
seriale, che permette anche il collegamento ad un PC. Da quest’ultimo,
installando il software Himes (opzionale), lo strumento può essere
completamente pilotato, con l’aggiunta di numerose funzioni, fra le quali
il confronto fra diverse forme d’onda e la stampa delle schermate con
l’aggiunta di un testo. L’oscilloscopio è dotato di batteria tampone che
garantisce il mantenimento permanente in memoria delle informazioni
programmate, mentre l’alimentazione è fornita da una batteria con
un’autonomia di 2 ore e tempo di ricarica di 16 ore. Il peso
dell’apparecchio è di soli 2 kg. Lire 4.800.000.
Distrelec (20020 Lainate - MI - Via Canova, 40/42 - tel. 02/937551).

MINICIRCUITI PER TELECOMUNICAZIONI


Il progresso nei circuiti integrati ha finora interessato soprattutto i

componenti attivi, cioè destinati all’amplificazione dei segnali.


Ultimamente però anche quelli passivi (resistori, condensatori,
induttanze) cominciano a prendersi la rivincita, soprattutto nel settore
delle telecomunicazioni mobili dove ogni millimetro recuperato è
estremamente prezioso. Le alte frequenze in gioco, la
miniaturizzazione, le condizioni ambientali stressanti e l’elevata
autonomia che deve essere garantita dalle batterie ricaricabili, sono i
fattori che hanno spinto l’industria anche verso la miniaturizzazione
dei dispositivi passivi. Questi peraltro, oltre ad essere essenziali al
funzionamento di quelli attivi, sono anche presenti in percentuale
molto maggiore in qualunque circuito. In questo settore la National
Semiconductor ha scelto la tecnologia dei circuiti ceramici ed è nato il
progetto di un microsintetizzatore per telefonia dotato di ben 8 strati
conduttivi, nel quale sono integrate sia funzioni capacitive che
induttive. Ricerca DuPont - National Semiconductor.
GUIDARE CON L'ELETTRONICA

Una centralina dotata el settore della sicurezza automobi- e, a seconda dell’intensità e della dire-
listica sì distinguono sistemi passivi zione, è in grado di distinguere una vio-
di sensori consente e sistemi attivi. Mentre i primi hanno lo lenta frenata, un tamponamento, una col-
di segnalare agli scopo di limitare i danni di un incidente lisione o un’uscita di strada.
(vedi ad esempio l’airbag e le barre late-
automobilisti, in modo del rali), i secondi nascono da un concetto
tutto automatico, una più moderno e destinato a dominare lo LA CENTRALINA
situazione di emergenza scenario futuro: quello della prevenzione
dell’incidente. Queste informazioni, senza alcun inter-
che ha coinvolto l’auto su Fra i vari sistemi attivi l’InfoDrive vento da parte del conducente. sono tra-
cui è installata. System prodotto dalla Net Company Ita- smesse con una voce sintetizzata a tutte
liana nasce dalla considerazione che le le altre centraline dello stesso sistema
Ovviamente anche le altre conseguenze più gravi degli incidenti installate su autovetture situate in un
auto devono avere stradali non sono tanto causate dal primo raggio di circa due chilometri.
a bordo lo stesso sistema, impatto, quanto piuttosto da quelli suc- La centralina va installata sotto il sedile
cessivi, che coinvolgono i veicoli che del guidatore, cioè nella zona considera-
che può essere facilmente per varie ragioni non riescono ad evitare ta, in base a statistiche, come la più sicu-
attivato anche lo scontro (si pensi ad esempio alle tra- ra all’interno dell’abitacolo. Ad essa è
giche conseguenze di certi tamponamen-
manualmente per avvertire ti a catena avvenuti nella nebbia).
collegata una piccola tastiera di coman-
do dotata di altoparlante per gli avvisi
di potenziali pericoli. L'unità centrale del sistema, grazie a vocali, che va installata in modo da esse-
sensori simili a quelli che fanno azionare re sempre accessibile. All'esterno
l’airbag oppure il pretensionatore delle dell’auto va invece montata l'antenna,
cinture, rileva le decelerazioni violente che è utilizzabile anche per l’autoradio.

ad
poi Ve

Li TOLTO nfoDrive
System
&

AUDIO ON/OFF

ON/OFF PROSSIMITA'

Ie] P4I

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 6


Il sistema può anche essere azionato della Società Autostrade. cazioni di emergenza) e i messaggi pos-
manualmente (basta la semplice pressio- In caso di ribaltamento o di uscita fuori sono essere trasmessi in qualunque lin-
ne di un tasto) per inviare messaggi tra strada dell’auto, premendo l’apposito gua europea, che va selezionata in fase
automobilisti in prossimità di situazioni tasto la centralina lancia un segnale che di installazione. Questo significa che se
stradali potenzialmente pericolose come permette di essere localizzati. si viaggia all’estero il sistema può collo-
tornanti e dossi: anche in tal caso viene quiare col conducente nella sua lingua
inviato un messaggio vocale a tutte le mentre i messaggi che ritrasmetterà ver-
autovetture sulle quali è installato, situa- SICUREZZA ASSOLUTA ranno ascoltati da ciascuno nella propria
te in un raggio di circa due chilometri. lingua. InfoDrive è stato brevettato a
Il sistema può distinguere le autostrade La batteria tampone interna al sistema livello internazionale e risponde alla
dalle strade statali e anche il senso di può mantenere la trasmissione del vigente normativa europea. In Italia è
marcia. È infatti possibile “istruirlo” segnale per 10 ore. La frequenza di fun- omologato dal Ministero delle Poste €
variando il codice di trasmissione: è pre- zionamento di InfoDrive è la stessa in Telecomunicazioni. Costa lire 460.006.
vista in futuro l’attivazione automatica tutta Europa (43,350 MHz, cioè la banda Per informazioni possiamo chiamare il
di questa funzione con la cooperazione civile assegnata dalla Cee alle comuni- numero verde 1670/17604.

TG]
UAAR)

e Stia
segnale di pericolo

Pericolo!
Inodente in zona,
procedere conta
MmOssima
‘Xi
VT
NAPPI e
Pa
[NESS
AAeNET
ricevuto il segnale rallenta dolcemente

InfoDrive può ridurre le tragiche conseguenze di un tamponamento


a catena anche se installato solo su due autovetture. In questo
esempio l’auto verde coinvolta nell’incidente emette il segnale, che
prudenza.

viene ricevuto da quella rossa (l’unica su cui il sistema è installato):


questa rallenta e fa rallentare anche quelle che la seguono.

1: il sistema InfoDrive comprende una centralina Attenzione!


che va installata sotto il sedile del conducente, alla Frenata brusca,
pericolo di
quale vanno collegate la piccola tastiera e l’antenna tamponamenti

ricetrasmittente. La prima va fissata in un punto del


cruscotto facilmente accessibile; la seconda, che
ovviamente va montata all’esterno, può essere
utilizzata anche per l’autoradio.
2: l’uso della tastiera è estremamente facile grazie
ad un numero molto ridotto di pulsanti, evidenziati
da apposite scritte e contraddistinti da una chiara
indicazione della funzione. Il tasto “prossimità”
permette di inviare l’avviso “Attenzione! Veicolo
in avvicinamento”, mentre quello “S.0.$.” si usa
per l’emissione continua di un segnale în caso
di necessità di soccorso. La tastiera è corredata
{in alto a destra) di un lampeggiatore che si illumina
ad ogni ricezione di messaggio.
3: quando un’auto davanti a noi sta frenando
bruscamente, InfoDrive ci informa all’istante
con un breve messaggio vocale, lasciandoci tutto
il tempo di rallentare ed evitare il pericolo.

4: InfoDrive previene gli incidenti che possono


essere causati da un’auto in panne che ingombra
la carreggiata in un punto non visibile: dall’auto in
difficoltà riceviamo un messaggio che ci consente
di evitare l’ostacolo.
GIOCHI

TOTOPRONOSTICO
CASUALE
grosse vincite al
Le hi di noi, presto o tardi, raramente o nuta). Alla fine, capita spesso che le
Totocalcio si ottengono spesso, non ha ceduto alla tentazio- schedine giocate in modo casuale, se
ne di tentare la fortuna, giocando una escono, son quelle che danno, a chi ne è
quando i risultati sono qualche schedina al Totocalcio, anche se il fortunato compilatore, vincite colossa-
fortemente diversi dalle poco competente di calcio? li. Puntiamo su questo, quindi, anche se
Del resto, chi abbia un po’ di competen- l’idea di affidare il pronostico ad un con-
previsioni: questo za, quando compila la schedina si affida gegno che indichi, in modo del tutto
dispositivo produce tre un po’ al cuore (le squadre simpatiche casuale, i numeri da giocare è tutt’altro
uscite casuali, devono vincere) o al ragionamento: la che nuova.
squadra forte vince su quella debole. Se poi aggiungiamo alla sperànza recon-
contrassegnate da 1, 2e In realtà, che le scelte siano sentimentali dita, ma sempre presente, il divertimento
X, per fare la classica O tecniche, resta il fatto che azzeccarci è di realizzare un simpatico gadget tutto
molto difficile; inoltre è risaputo che, se elettronico, allora possiamo ben dire che
colonna matta, quella il pronostico è facile, cioè i risultati il gioco è fatto.
della giocata miliardaria. seguono un ragionamento logico, la vin- Come al solito, è opportuno iniziare col
cita è modesta (anche se sempre benve- capire come il nostro circuito funziona:

Non è così facile compilare


una schedina che risulti
veramente casuale
comunque con il nostro
dispositivo è certamente
e
più veloce e divertente.
Chissamai che il fatto
di averlo costruito con
le nostre mani non ci
porti
- -
fortuna...

“La Lie: i
Li
£
Lp"
Li
e.
=
#_.
pr]
Ecco il circuito per il totopronostico come
da noi montato e collaudato. Ill montaggio
dei pochi componenti è alla portata di tutti.

esaminiamone quindi lo schema elettrico Un piccolo contenitore |

e, prima di tutto, il suo comportamento. in plastica completa |

Una tensione continua che può essere e abbellisce il nostro


compresa fra 4,5 V e 9 V (la classica dispositivo. | tre led
piletta da transistor è la soluzione ideale, possono essere dello
il circuito consuma ben
|

anche perché stesso colore o, meglio,


poca corrente) va ad alimentare il dispo- di 3 colori diversi.
sitivo quando si commuta S1 per chiude-
re l’alimentazione. Per meglio dire, esso
provvede ad alimentare direttamente
solo una parte del circuito, e precisa-
mente quella relativa ad 1C2; quindi, se
tutto è in regola, la prima cosa che deve
succedere è l’accensione di DLG, cioè
del led giallo. pronostico, e cioè 1, 2 o X; ecco quindi anche a IC], la cui sezione “a” è il cl
che il led rimasto acceso indica puntual- sico oscillatore a trigger di Schmitt: la
mente il numero da trasferire sulla sche- frequenza è determinata dai valori
SCHEMA PER VINCERE dina. C2 (che sono, del resto. gli unici com
Una precisazione è qui opportuna: nenti aggiunti specificam anta
CIAO du it
ra
1 7 {

Se ora passiamo a premere il pulsante ovviamente, se contrassegnati, i led nel nostro caso, con tensio 10 A
na ui ai
®

Pi, vediamo tutti e tre i led accesi con- potrebbero essere tutti e tre del medesi- zione sui 9 V, si aggira sui 300 Hz
temporaneamente; rilasciando PI, sola- mo colore: ma sinceramente un display Il resistore che vediamo ìn p
mente uno dei tre led resta acceso, a tricolore è più bello e comunque fa più all’alimentazione {R1}, ha la
caso. scena. Ora che abbiamo dato un’occhiata zione di scaricare rapidamente C1 quan
Essendo i led di colore diverso, il nostro in anteprima a quel che succede, vedia- do P1 viene rilasciato.
lettore può affidare a piacere ad ogni
colore uno dei contrassegni tipici del
mo un po’ perché succede.
Premendo PI, si manda l’alimentazione
L’onda rettangolare disponibile all’ - <

i
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pa Cc
2 o ©

| 14
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RI
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cis 8,

EE
10 14 |

"1; R2
|
1C2

AE

Li
Schema elettrico del totopronostico; tutti i componenti
a schema sono montati sulla basetta di supporto.

COMPONENTI
R1 = vedi tabella
_A_|Per ordinare R2
R3
120 kQ
=
= vedi tabella
basetta e componenti |
C1 = 47 uF - 16 V (elettrolitico)
C2 = 47.000 pF (ceramico)
Codice 1EP197
|

C3 = 47 nuF - 16 V (elettrolitico)
IC1 = 4093
vedere a IC2 = 4017
DLV = led verde
DLG = led giallo
DLR = led rosso
P1 = pulsante N.A.
S1 = interruttore a slitta
Vcc = (vedi tabella)
1: piano di
montaggio del
totopronostico.
P1 ed $1
si montano
dal lato rame
della basetta.
2 il circuito
stampato è qui
visto dal lato
rame nelle sue
dimensioni
reali.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 10
Ss1 TOTOPRONOSTICO
CASUALE
è

aa
ta di IC1/a viene inviata alle restanti La realizzazione di questa scheda è piut-
sezioni (b-c-d) collegate in parallelo per tosto semplice, in quanto tutto il lavoro è
assicurare un segnale più robusto da concentrato nei due integrati; comunque
©

amm

applicare all’entrata di IC2. la soluzione a circuito stampato garanti-


è sce la miglior riproducibilità ed affidabi-
lità.
e—

L’INTEGRATO Si comincia col sistemare sulla basetta i


DLR pochi resistori, i due zoccoli per IC1 e
©
ci
e

Questo integrato, un 4017, fornisce pre- IC2 ed il ponticello in filo nudo presente
vÈC

i
uu

stazioni piuttosto complesse e dispone di fra gli stessi integrati; si passa al mon-
Lo) © © ben 10 uscite, ma nel nostro caso ne taggio dei condensatori, tenendo conto
vengono utilizzate solamente 4, e per la che C1 e C3, essendo di tipo elettroliti-
precisione: i pin 2-3-4 per accendere i co, devono essere inseriti in modo da
Co

> tre led già descritti ed il pin 7 che serve a rispettare le polarità indicate sia sulla
resettare, se collegato al pin 15, l’inte- copertura in plastica sia nel disegno.
amm

grato. Si posizionano poi P1 ed S1, saldandoli


>
In questo modo, i tre led si accendono direttamente sul lato rame in modo che
ciclicamente in sequenza, ma con caden- sporgano dal bordo previsto parallela-
ammo

za assolutamente non discernibile ad mente al piano della basetta; infine


occhio, data la persistenza dell’immagi- vanno sistemati i tre led, saldandoli in
e.

ne sulla retina; essi hanno una sola resi- modo da lasciare inalterata pressoché
stenza di limitazione, in comune quindi, tutta la lunghezza dei reofori, che poi
appunto perché si accendono uno per vanno delicatamente piegati e coricati
volta. Rilasciando PI, s’interrompe il sulla basetta. Da ricordare che, dei due
segnale proveniente dall’oscillatore, e reofori dei led, quello relativo al catodo
IC2 provvede a memorizzare l’ultimo esce in corrispondenza del leggero
impulso arrivato sul led corrispondente, smusso presente sul bordino in fondo al
che resta quindi acceso, indicando il corpo in plastica.
numero vincente. La successiva manipo- Ora non c’è che da aggiungere un paio
lazione di P1 fa partire un altro ciclo e di terminali ad occhiello per un comodo
così via. ancoraggio del cavetto di alimentazione,
ed infine vanno inseriti i due integrati,
Ri R3 ponendo la solita cura nell’inserimento
SEMPLICE MONTAGGIO dei piedini nelle relative mollette dello
Vec=9V 2700 820 zoccolo e nel rispettare la posizione del
Vec=4,5 V 1200 470 Come già accennato, il nostro circuito piccolo incavo semicircolare presente in
può essere alimentato con 4,5 0 9 V uno dei due bordi stretti ad indicare il
pressoché indifferentemente, salvo però pin 1.
La tabella ci mostra come scegliere adeguare un paio di valori di resistenza, Il montaggio è così completato e, dopo
il valore delle resistenze R1 ed R3
come indicato nella tabella qui a lato. un’opportuna verifica sul funzionamen-
in base alla tensione di I consumi sono compresi fra 6 e 10 mA, to, la basetta può essere inserita in un
alimentazione del circuito che può con alimentazione a 9 V e scendono alla scatolina di dimensioni adatte, come
essere di 4,5 o di 9 V. metà circa con 4,5 V. riportato nell’apposita figura.

I
tre led si inseriscono
lasciando i terminali più lunghi
possibile poiché, una volta
saldati, vanno piegati in modo
da sporgere di alcuni
millimetri dal bordo
della basetta.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1227 - Pag


TOTO
PRONOSTICO
CASUALE

Tra i due integrati va sistemato


un ponticello in filo nudo. Questo
consente di scavalcare una pista
presente sul lato rame del circuito
stampato (si vede in trasparenza)
senza inutili complicazioni del
tracciato. Lo spezzone di filo,
anche recuperato dal taglio
dei reofori dei componenti, deve
essere lungo 25-30 mm.

L'INTEGRATO 4093 B
Il 4093 B è un quadruplo trigger di andamento positivo o negativo (la mi di comando in ambienti ad alto
Schmitt in tecnologia C-MOS ad al- loro differenza è quella che si chia- rumore; multivibratori monostabili e
ta tensione (20 V). Ognuna delle 4 ma tensione d’isteresi). astabili; logiche NAND.
sezioni funziona come un gate di ti- Come puro e semplice trigger qua- Le prestazioni più salienti sono: ten-
po NAND a due ingressi, con funzio- druplo non richiede l’aggiunta di al- sione d’isteresi di 0,9 Va VDD = 5
ne di trigger su ambedue gli ingres- cun componente esterno. V, di 23 Va VDD = 10 V; immunità
si; il gate commuta in corrisponden- Le sue applicazioni tipiche sono: di rumore maggiore del 50%; nes-
za di punti differenti per segnali ad formatori d’onda e d’impulso; siste- sun limite ai tempi di salita e di ca-
duta d’ingresso; massima corrente
d’entrata di 1 uA a 18 V su tutta la
gamma di temperatura (100 nA a 25
°C); gamma di tensioni di alimenta-
zione da 3 a 18 V; corrente max su
ogni ingresso (c.c.) + 10 mA.
I
disegni ci mostrano Nella figura A è rappresentata ia co-
l’integrato 4093 B nei suoi stituzione a blocchi di ciascuna se-
vari aspetti: in A lo zione del 4093 B: un trigger di Sch-
schema a blocchi, in B la mitt a 2 entrate (T), cui seguono due
protezione delle entrate stadi amplificatori (A1 e A2) per una
realizzata con 3 diodi; maggiore corrente d'uscita (si tratta
nelle altre due figure infatti della versione B, cioè buffe-
la piedinatura e red). Nella figura B è indicato il fat-
l’ingrandimento del chip to che ogni entrata è protetta da un
dell’integrato che misura gruppo comprendente 3 diodi per
solo 1x2 mm. evitare (almeno, fino ad un certo li-
vello) che tensioni errate eventual-
mente applicate all’ingresso abbia-
no a danneggiare i relativi stadi
14 VDD dell’IC. Vediamo inoltre, negli altri
13
due disegni, la disposizione dei pie-
12 dini del dispositivo (esattamente
11 7+7) e, a sinistra, un ingrandimento
della struttura del chip dello stesso
10
integrato: da notare che esso è quo-
9 tato, sui lati, rispettivamente 1 e 2 in
8 quanto misura effettivamente solo
1x2 mm!

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 12


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richiesto (riportato a fianco del circuito), nella causale
del versamento.
STRUMENTI

Un unico circuito che può essere utilizzato


come alimentatore stabilizzato con tensione
regolabile da 1,5 a 30 Vo come generatore
i onde quadre simmetriche con frequenza
regolabile tra 50 Hz e 30 kHz.
Qui vediamo il circuito nella
versione definitiva da noi montata
e provata per il collaudo finale.
La realizzazione non comporta
grosse difficoltà.
Il circuito stampato è qui visto
dal lato rame nelle sue
dimensioni reali.

el nostro laboratorio non può mai


mancare un alimentatore stabilizza-
to di buone prestazioni e con tensione
d’uscita regolabile, per far funzionare i
nostri circuiti, autocestruiti o meno.
Servono poi altri strumenti di controllo e
rilevazione senza i quali è impossibile
riparare e tarare gli apparecchi sui quali
occorre intervenire. Uno di questi è sicu-
ramente il generatore di segnali, indi-
spensabile per qualsiasi operazione su
apparati audio. Visto che però i nostri
laboratori si riducono spesso a una pic-
cola scrivania e che quindi lo spazio a
disposizione non è mai molto, assume
una notevole importanza la possibilità di
disporre di un circuito in grado di svol-
gere la funzione di due apparecchi, ali-
mentatore e generatore di segnali.
Quello che proponiamo comprende
appunto i due strumenti citati. Il primo è
un ottimo alimentatore stabilizzato e
protetto contro i cortocircuiti con uscita
regolabile tramite il potenziometro Pl
tra 1,5 e 30 V. La tensione di uscita
viene prelevata tra i punti contrassegnati
+ e -. La corrente massima erogabile è di
1,5 A per tensioni di uscita comprese tra
27 e 30 V, mentre per tensioni di uscita
»»
1,5 — 30 V

Schema elettrico
complessivo
del minilaboratorio
tuttofare. La parte
superiore del circuito
è quella che ci offre
la tensione stabilizzata,
la parte in basso serve
per erogare
l’onda quadra.

L’integrato IC1 va dotato di


un dissipatore di grandi
dimensioni.

T Perordinare
basetta e componenti
codice 2EP197 |

|
|

vedere a pag: 35
|

NEIE= LS ESTE ZZZ == Rio


inferiori la corrente massima si calcola
COMPONENTI con la formula: 1 max = 20 (40-Vu),
:

dove Vu è la tensione di uscita.


R1 = 220 è D1 = D2 = D3 = D4 = BY 251 Facciamo alcuni esempi di applicazione
R2 = 5,6 Q D5 = D6 = 1N4007 della formula: con 20 V di uscita la cor-
R3=1kQ Z = zener 12 V rente massima è di 1 A poiché 20: (40-
R4=1kQ0-1W DV = deviatore a slitta 20) = Lt; con 16 V abbiamo 20: (40-16) =
C1 = C2 = 2200 mF-50 V TR = trasform. 220/28 V 0,83 A, con 12 V abbiamo 20: (40-12) =
(elettrolitici) P1 = potenziometro 4,7 kQ 0,71 A, con 1,5 V abbiamo 20: (40-1,5)
C3 = 100 nF - 50 V (elettrolitico) P2 = potenziometro 2,2 MQ = 0,51 A. Il secondo strumento è un
C4 = 100 nF - 16 V (elettrolitico) IC1 = LM 317 T generatore di onde quadre perfettamente
C5 = 10 nF - 50 V (elettrolitico) (con dissipatore) simmetriche (duty cycle 50%) la cui fre-
C6 = C7 = 100 kpF - 100 V IC2= 7805 quenza è regolabile tramite P2 tra 50 Hz
(policarbonato) IC3= 4047 B e 30 kHz. La minima frequenza si ha
C8 = 100 kpF (ceramico) Q1 = BDX 53 con potenziometro ruotato completa-
C9 = 1 kpF (ceramico) Q2 = 2N 1711 mente in senso antiorario. Il segnale di
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 16
MINILABORATORIO TUTTOFARE
cita ha un’ampiezza di 4 Vpp e si pre- contenitore in plastica, dal quale fuorie- resistenze, anche se la disposizione ario-
ava al punto G indicato nel piano di scano gli alberini dei due potenziometri sa dei componenti non crea alcun pro-
ntaggio. e all’interno del quale sia possibile bloc- blema di spazio per il montaggio. IC1 va
La realizzazione non è assolutamente care saldamente il grosso trasformatore. munito di una aletta di raffreddamento
critica anche se il montaggio va eseguito Nel circuito sono presenti numerosi piuttosto grossa (almeno 9x4 cm) poiché

o
su circuito stampato per ottenere la mas- componenti polarizzati, dei quali occorre l’integrato, se fatto Javorare con correnti
sima affidabilità di funzionamento. Tutti controllare attentamente il senso d’inse- elevate, tende a scaldare parecchio.
componenti si montano sulla basetta, rimento nel piano di montaggio. La rea- Tra la superficie metallica dell’integrato
salvo iltrasformatore 220/28 V. Per que- lizzazione si inizia, come sempre, dagli
elementi più piccoli, quindi i diodi e le
e il dissipatore non occorre prevedere il
kit d’isolamento a mica.
sto motivo conviene prevedere un adatto

è
Ecco
la piedinatura
di due dei tre
integrati (il
220 V- im MO)

terzo sì monta
nel suo
zoccolo a 14
piedini) e dei
due transistor

n”
presenti nel
circuito. IC1
va munito al 28

--
di dissipatore
di calore. =_= DI p2

{Tz}- D3 D4
. —-m)--

RmI
LO
ICI
Piano di
montaggio del
La sa
CI
minilaboratorio
tuttofare. Sulla 1C2 |
basetta
trovano posto
tutti
=] +b=>

=
i componenti

necessari e il c2
radiatore per È
IC1, ma non il

© | EZIO: ©:
trasformatore c8 Cc

Q2 + R
TR, che va
ca
fissato nella ca
scatola in cui = ò

inseriremo co C5
il circuito,
Q2 G

5] .
)

|
curandoci di p2 è pi ©

far fuoriuscire
2N171}ì
gli alberini dei
potenziometri Li o -0 ©+
i
ed il deviatore n 50 Hz +30 KHz
|

DV.
4 Vee
FREQUENZA TENSIONE
|
TERLPGEIZZITOGL
lia CICLICO ANTENICA TY AIUPLIFICATA
PEGGERANAMARILE &
soc. 36 are BANDA 4 E 5 220/120

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|

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*
*
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ATALOGO GENERALE 1996
COMFORT DOMESTICO

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Un semplice circuito in grado di emettere
un suono ultrasonico, percepibile alle nostre
orecchie come un ticchettio, ma fastidiosissimo
per i Fepiccioni, portatori di numerose malattie,
Cc
vengono messi in fuga all'istante.
Ecco il prototipo dello
scacciapiccioni ad
ultrasuoni come da noi
realizzato e collaudato
nelle prove
di funzionamento.

egli ultimi tempi vi sono state in


Italia, aspre battaglie legali senza
esclusione di colpi tra esponenti del
WWF e molti sindaci che, per ragioni di
igiene e sicurezza pubblica, hanno dovu-
to intervenire drasticamente consentendo
l’abbattimento della specie zoologica-
mente chiamata “colombo domestico”,
Il nostro circuito va collegato ad un alimentatore stabilizzato da 12 Vcec
anche conosciuto come piccione.
1 A. Tra i due dispositivi possiamo inserire un timer o un intervallatore che
La massiccia presenza di questi volatili, faccia accendere lo scacciapiccioni qualche secondo ogni minuto o due.
oltre a provocare il costante degrado dei
centri storici di molte città, è molto peri-
colosa per la diffusione di tre importanti
infezioni virali quali la febbre Q, la feb-
bre tifoide e i paratifi ovvero la salmo-
nellosi e le zecche. La febbre Q è una
malattia infettiva con un periodo di incu-
INTERVALLATORE
|

bazione non precisabile; il suo nome


deriva secondo alcuni dall’iniziale di CIRCUITO
Qeensland una regione dell’ Australia
|

STAMPATO
ove furono identificati i primi casi, men-
tre secondo altri dall’iniziale di queer |

aggettivo anglosassone che significa


strano. Essa manifesta i primi sintomi
con bruschi malesseri e brividi, febbre
elevata, mal di capo, spossatezza ed
ALIMENTATORE
STABILIZZATO
o—————,
ALLE TROMBE
arrossamento delle congiuntive oculari. 220/12V-1A
Talora ai sintomi descritti si aggiungono
dopo tre o quattro giorni dolori toracici.
Molti animali, tra i quali in particolare i
piccioni, sono affetti dalla malattia, per- |
tanto la diffusione della stessa nelle
|

campagne è molto elevata. Alcuni esper-


vv T A =
»»
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1987 - Pag. 21
b
USCITA
ALTOPARLANTE
(TRASD.PIEZO)

Schema elettrico del circuito dello scacciapiccioni. Tutto


circuito gravita intorno alle quattro sezioni NAND di IC1,
il
un quadruplo trigger di Schmitt.

1: piano di montaggio della


basetta a circuito COMPONENTI

SII
stampato; il trasduttore è
indicato provvisoriamente R1 = 8,2 kQ
montato sullo stesso ma R2 =R3 = 10 kQ
Per ordinare: RV1 = 47 kQ trimmer

basetta e componenti
per la massima efficacia
del dispositivo è necessario
posizionarlo nei punti
RV2 = 22
k trimmer
C1 = 220 pF 16 V elettrolitico
strategici come, per C2 = 110 nF ceramico
codice 3EP197 esempio, coperture, C3 = 4,7 uF 16 V elettrolitico
balconi, ecc. C4 = 10 nF poliestere
D1 = 1N4001
a pag. dò 2: il circuito stampato è qui TR1 = BDW 94 C
visto dal lato rame nelle IC1 = CD 4093BE
sue dimensioni reali. T1 = trasformatore 5W-9V/110 V

n
oppure 9V/220V
2

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 22


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oppure dal contatto diretto con la carne © creare inutili allarmismi (vedi il recente £ 260.000
la pelle. caso della mucca pazza), ma semplice- -
Caratteristiche:
La febbre tifoide è una malattia infettiva mente esaltare l’utilità del nostro proget- 10 m per divisione.
denominata anche tifo addominale con to, che permette l’allontanamento defini- Base dei tempi:
una incubazione media di quindici gior- tivo degli indesiderati volatili, salva- da 50 mS a 0,5 uS oper
ni, che si manifesta dapprima con mal di guardandone comunque l’integrità fisica divisione.
e permettendo alla nostra redazione di Schermo 3x5 con reticolo. 220 4,5 Kg.
capo e con macchie rossastre ed ingros-
Vv

Manuale in italiano.
samento della milza, poi. La febbre tifoi- correre ai ripari da sicure critiche. Esi-
de è dovuta al bacillo di Eberth, mentre i stono già in commercio dispositivi elet- TRAPANINO iunzionante con batterie stilo.

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paratifi sono dovuti al bacillo del para- tronici funzionanti sullo stesso principio Accessori: tre pinze, due punte, due mole. £ 34.000
tifo A o B; tutti questi microbi hanno che grazie al circuito elettronico ed al
forma e caratteristiche molto simili, per trasduttore impiegato emettono ultrasuo-
cui sono raggruppabili nella categoria ni elevati a frequenze utili per disinfesta- TRAPANINO sg - 18 DCV da 8000 a 18000 giri.
delle salmonelle. È anche in questo caso re locali frequentati da topi e zanzare. con tre pinze, due punte, mole. £ 31.000
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nell’organismo attraverso l’apparato cesso da alcuni nostri collaboratori, può MULTIMETRO DIGITALE
digerente secondo i già citati veicoli di dunque essere abbinato ai precedenti 87.000
trasmissione. creando quindi un integrale sistema con display pieghevole £
OLTRE ALLA MISURA DI TENSIONI
Le zecche sono acari appartenenti alla automatizzabile per la disinfestazione di E CORRENTI CONTINUE E ALTER-

famiglia degli Ixododi le cui uova, assai locali, NATE E' POSSIBILE MISURARE
CAPACITA", Hfe, CONDUTTANZA,
numerose, sono generalmente deposte Il cuore del circuito è un generatore da TEMPERATURA DA -40°C A 1000°C

|
sotto le pietre, le fessure dei muri, ecc. accendere non appena notiamo la pre- IL DISPLAY PUO' RUOTARE 0° DA
Le larve, spesso, si arrampicano sul- senza dei volatili, intervallandone a pia- A 70° MENTRE DIGITS SONO
ALTI 25mm.
l’erba attendendo il passaggio di qualche cere il funzionamento con un timer cicli- PER LA MISURA DELLA TEMPERA-
animale a cui potersi attaccare. Questo co esterno o abbinandolo ad altri circuiti TURA E' INCLUSA LA SONDA K
acaro può attraverso il contatto penetrare »» PROBE.

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ve oppure con il consueto metodo della


fotoincisione. Per la descrizione passo-
passo di questa importante fase, riman-
diamo i lettori all’articolo di pag. 42.
Forata la basetta, è consigliabile iniziare
il montaggio dai resistori, che non
richiedono alcun verso particolare di
inserimento; passiamo poi ai condensa-
tori ed al diodo DI] rispettando la pola-
rità sugli elettrolitici, quindi sistemiamo
in ordine lo zoccolo per l’integrato IC1, i
trimmer RV1 e RV2, il transistor Dar-
lington TRI (il collettore non deve asso-
Le trombe piezoelettriche da collegare al circuito devono essere stagne lutamente essere collegato al metallo del
poiché vanno sistemate all’esterno dell’edificio. Nel collegarle bisogna contenitore) ed infine il trasformatore
rispettare la polarità indicata. Con un trasformatore 9/110 V T1, avendo cura di realizzare collega-
possiamo collegare al circuito 4 trombe piezo, con uno 9/220

V
menti con piccoli spezzoni di filo.
possiamo alimentare fino a 8 trombe. Per queste operazioni utilizziamo un sal-
simili per un funzionamento di tipo La funzione del diodo DI] è molto datore di media potenza con punta fine e
sequenziale. L’emissione sonora non è importante visto che la mancanza di que- stagno multianima 40/60 da 0,8 mm.
assolutamente fastidiosa ma simile ad un sto componente non consentirebbe l’ini- Terminato il montaggio ricontrolliamo
leggero ticchettio. bizione ritmica dell’oscillatore audio. attentamente il circuito appena realizzato
Infine per quanto concerne i condensato- per essere sicuri di non aver tralasciato
ri, rispettivamente, C1 funge come capa- nulla, verificando eventuali errori di
SCHEMA ELETTRICO cità di bypass sull’alimentazione, mentre cablaggio e montaggio.
C2 manda a massa i disturbi in alta fre-
Al fine di permettere ai lettori meno quenza determinati dalla veloce commu-
esperti la realizzazione del circuito con
successo, abbiamo preferito utilizzare
tazione di TR1 sul primario del trasfor-
matore. Raccomandiamo fortemente,
COME
SI USA
componenti di facile e sicura reperibilità, vista la notevole energia dissipata, di Regoliamo RV1 e RV2 a metà corsa,
quale gli integrati della famiglia C-MOS dotare il transistor TR] di una adeguata quindi, dopo aver connesso all'uscita le
serie CD4000. Nel nostro caso tutta la aletta di raffreddamento. trombe piezoelettriche in serie tra loro,
circuitazione gravita sull’integrato I trasduttori vanno collegati in serie, per diamo tensione rispettando la polarità.
CD4093, già utilizzato in altri progetti, un massimo di quattro unità e rispettan- A questo punto udiamo un sommesso
ovvero una quadrupla porta Nand con do la polarità; ricordiamo che utilizzan- ticchettio provenire dai trasduttori, per-
trigger di Schmitt, impiegata come dop- do un trasformatore da 9/220 volt anzi- tanto regolando il trimmer RV2 diminui-
pio oscillatore controllato rispettivamen- ché 9/110 volt possiamo connettere ben sce la frequenza del ticchettio, mentre
te dal trimmer RV2 con il condensatore otto trombe piezo in serie. regolando RV1 varia il tono emesso fino
C3 e dal trimmer RV1 con il condensa- Sull’ingresso di alimentazione del gene- a renderlo perfettamente udibile.
tore C4. ratore conviene installare un timer inter- A questo punto iniziamo la fase più
Ogni porta oscilla ad una precisa fre- vallatore ciclico che rende attivo il gene- importante, cioè quella inerente alla spe-
quenza, in particolare la sezione apparte- ratore per alcuni secondi dopo un perio- rimentazione del dispositivo, verificando
nente alla più bassa, tramite la sua usci- do di stanby. Una possibile soluzione di con più tentativi quale sia l'emissione
ta, disabilita o abilita l’oscillatore a fre- posizionamento dei trasduttori potrebbe più fastidiosa per i volatili. Nel momen-
quenza ultrasonica iniettando il segnale essere ai 4 angoli di un edificio (gli stes- to in cui la presenza degli stessi progres-
alle restanti porte parallelate, Questo sta- sì per uso esterno devono essere imper- sivamente diminuisce, quindi determina-
dio buffer inverter alimenta il transistor meabilizzati racchiudendoli in un box in to il tono ultrasonico che provoca fasti-
Darlington tipo PNP BDW94C che pilo- plastica). dio al volatile, blocchiamo i trimmer con
ta un trasformatore in salita da 9/110 L’alimentazione del circuito è ottenibile una goccia di collante morbido non
volt fornendo una alta tensione in uscita con un alimentatore stabilizzato erogante acquoso.
sufficiente a pilotare quattro trombe 12 volt ampère.
1]
Terminiamo la realizzazione inserendo il
piezo di potenza collegate in serie. Il nostro dispositivo può essere realizza- circuito in una scatoletta in plastica, pra-
Neèn ci stanchiamo mai di ripetere che to, senza che si verifichi alcun problema ticando all’interno i relativi forì per il
un Darlington è composto da due transi- di criticità o di messa punto. Come sem- bloccaggio dello stesso. Non ci resta che
stor bipolari in serie contenuti in un pre è consigliabile iniziare con la ripro- augurare una buona azione di disturbo
unico involucro al fine di preservare il duzione del circuito stampato su una nel totale rispetto della natura, ricordan-
circuito da una possibile instabilità, otte- basetta di vetronite monofaccia, con il do di scrivere alla nostra redazione nel
nendo anche un maggior guadagno. metodo delle piste e piazzole autoadesi- caso di eventuali suggerimenti.
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40016 San Giorgio di Piano (BO) - Via dell’Artigiano, 8/6
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dC If
ITALIAN TECHNOLOGY
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Il vastissimo campo
di applicazioni di questa
tecnologia, nata nel 1960,
Fyn
por ZA
delle particolari
TT
TTT)
che può essere emesso
da vari tipi di dispositivi. Oggi
sono soprattutto usati

Tele (og
emettitori laser a
ETIoLAT
Pda 14) LL la

COS'È IL LASER
In questo schema è illustrato il principio dell’emissione laser da parte di arlare di laser significa affrontare un
un tubo a vuoto contenente una sostanza gassosa. Gli elettrodi forniscono argomento vastissimo, perché è
energia agli atomi attraverso scariche elettriche. Quando uno di questi forse la tecnologia che, da quando è nata
atomi (come il 2), già “eccitato” dall’esterno, viene investito da un fotone nel 1960, ha avuto il maggior numero di
(elemento di radiazione luminosa) proveniente dall’atomo 1, emette a sua applicazioni nei più svariati settori.
volta energia luminosa che si “somma” a quella emessa dal primo atomo. In campo elettronico è impiegato ad
ll processo si ripete a catena con gli altri atomi e viene mantenuto, oltre | esempio nella costruzione dei micropro-
che dagli elettrodi, dalla presenza di pareti a specchio che riflettono le .
cessori e nelle telecomunicazioni su
onde creando un sistema risonante analogo ad un circuito oscillatore. fibra ottica; sul laser si basa inoltre il
‘’
funzionamento di alcuni apparecchi di
consumo, come il lettore di Compact
Disc. Il termine laser fa pensare subito
ad un raggio luminoso e in effetti questa
FASCIO | tecnologia consiste proprio in un tipo
LUMINOSO
IN USCITA
particolare di emissione di luce. E’ lo
stesso termine che lo dice: infatti laser è

o
un acronimo, cioè una parola composta
da iniziali di altre parole, che sono Light

a
|

Amplification by Stimulated Emission


| SPECCHIO of Radiation, cioè amplificazione della
| SPECCHIO Ù

Fa ELETTRODI
A ) luce mediante emissione stimolata di
radiazione.
Dunque i dispositivi laser emettono luce
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag, 26
stimolata, a differenza di tutte le altre ne questa amplificazione, che è tale da laser è composto da tre elementi fond2-
fonti di luce, sia naturale (come il Sole) favorire l’emissione di luce lungo una mentali, chiamati rispettivamente mate-
che artificiale (lampade di vario tipo) sola direzione. All’amplificazione della riale attivo, risonatore ottico e sistema d
nelle quali l’emissione è detta spontanea. luce contribuisce in modo decisivo pompaggio.
Un esempio utile a comprendere la diffe- anche la presenza di una coppia di spec-
renza è quello delle lampade al sodio chi che, disposti all’estremità del dispo-
usate anche nell’illuminazione delle stra- sitivo, hanno la funzione di riflettere le IL RISONATORE OTTICO
de. Sono costituite da un tubo cilindrico onde da una parete all’altra: in questo
trasparente che contiene vapori di sodio, modo si crea una cavità risonante, in Il materiale attivo è quello che emette la
all’estremità dei quali si trovano due grado cioè di mantenere al suo interno, radiazione luminosa: da quando il prin-
elettrodi a cui viene applicata tensione. analogamente ai circuiti oscillatori, le cipio del laser è stato scoperto sui cri-
All’interno del tubo si ha di conseguenza oscillazioni delle onde luminose. stalli di rubino sono state utilizzate con
un movimento di elettroni, cioè una cor- In base a quanto detto finora un sistema »»
rente, dall’elettrodo detto catodo a quel-
lo detto anodo. Questi elettroni urtano
contro gli atomi di sodio e trasmettono
Chi frequenta le
discoteche avrà certo
energia agli elettroni, che passano così
da uno stato detto normale o anche fon- presente gli
damentale ad uno stato detto eccitato. spettacolari effetti
Gli atomi eccitati ritornano via via al
luminosi che si
livello normale, cioè perdono l’energia possono ottenere con
acquistata dal passaggio della corrente:
un raggio laser di
bassa potenza, specie
l’energia persa, che in questo caso
appartiene allo spettro visibile e ha una se l’ambiente è saturo
di fumo e dotato
frequenza corrispondente al giallo, con-
siste nell’emissione di fotoni, “pacchet- di specchietti riflettenti
ti” di radiazione luminosa. Questo pro- sapientemente disposti.
Il modello illustrato
cesso è detto emissione spontanea per-
ché ogni atomo emette energia indipen- di cannone laser
dentemente dagli altri ed in qualsiasi è prodotta dalla Space
direzione. Cannon di Fubine {AL}.

L’AMPLIFICAZIONE
DELLA LUCE

Per arrivare al principio del laser si può


partire dallo stesso fenomeno, cioè la Oggi i dispositivi
trasmissione di energia agli atomi di una laser più diffusi sono \

certa sostanza. Se la luce emessa da un quelli a semiconduttore


atomo eccitato viene assorbita da un (diodi laser}, costituiti
atomo non eccitato, si ha un semplice da una giunzione P-N
trasferimento. realizzata con sostanze
Se però l’eccitazione è prodotta su una quali l’arseniuro di gallio,
percentuale molto elevata di atomi, di indio e anche di fosforo.
avviene con buona probabilità che un In questo caso gli specchi
atomo trasmetta l’energia, sotto forma di sono costituiti da sottilissimi
onda luminosa (ovvero di fotoni), ad un strati di metallizzazione.
altro atomo eccitato. In questo caso si ha
un effetto di amplificazione della luce,
che viene trasmessa nella stessa direzio- {EF=I| SUPERFICIE SPECUI
II ==}

ne e con la stessa fase dell’onda emessa


dal primo atomo.
"

( METALLIZZAZIONE
)
Il concetto va visto in termini statistici
perché stiamo parlando di fenomeni che
FASCIO LUMINOSO
avvengono su scala atomica.
|

Se la percentuale di atomi eccitati è pari


a quella degli atomi nello stato energeti- A
co normale si ha uno stato di equilibrio.
Se invece il numero di atomi eccitati
rappresenta la percentuale maggiore
rispetto al numero totale, l’effetto è
quello di una reazione a catena. Il pro- SUPERFICIE SPECULARE
7
cesso viene ulteriormente accentuato |
(METALLIZZAZIONE )
dalla forma del dispositivo in cui avvie- |
COS'È IL LASER
Nei lettori CD il raggio successo varie sostanze liquide, solidi
laser passa attraverso cristallini e gas; negli ultimi anni i più
usati Sono i laser a semiconduttore, di
una piccola lente di
vetro posta accanto alla cui parleremo più avanti.
Il risonatore ottico è il “contenitore”
piastra che mette in delle onde luminose, costruito in modo
rotazione il dischetto.
tale da favorirne l’amplificazione; nel
caso di un laser a gas è un tubo a vuoto
In un lettore di Compact dotato di specchi alle sue estremità. Infi-
Disc un sistema di lenti ne il sistema di pompaggio è costituito
permette di focalizzare dai dispositivi, dai materiali e dai circuiti
il raggio laser in modo elettrici che determinano l’eccitazione
tale che giunga al disco degli atomi del materiale attivo, fornen-
con un diametro do cioè l’energia necessaria al processo
inferiore a 0,2 micron. di emissione della luce amplificata.
Un dispositivo ] sistemi di pompaggio più diffusi sono

polarizzatore permette quelli basati sull’emissione di impulsi


di dirigere sia il fascio luminosi oppure sulla generazione di
incidente sulla scariche elettriche.
Il successo della tecnologia laser è dovu-
superficie del disco che
la somma di quello to alle particolari proprietà del fascio
incidente e di quello luminoso emesso in base al principio
riflesso dal disco stesso descritto. La prima è la direzionalità,
verso il rivelatore cioè il fatto che il raggio luminoso si
a fotodiodo. propaga lungo una sola direzione.
Essa deriva semplicemente dalla presen-
za degli specchi all’interno del dispositi-
STRATO INCISO vo, montati in modo tale da costringere
STRATO PROTETTIVO STRATO TRASPARENTE le onde elettromagnetiche a riflettersi da
una parete all’altra sempre lungo lo stes-
so cammino. Come conseguenza della
CD Pa direzionalità un fascio laser ha anche
una piccolissima divergenza, cioè il rag-
gio mantiene praticamente lo stesso
CONTROLLO STABILITA'
spessore anche per alcune centinaia di
LENTE DI—— 1
I
I metri.
FOCALIZZAZIONE | t
t

4
1

' i LENTE DI
' 1
FOCALIZZAZIONE LA MONOCROMATICITÀ
'
)
maga re q_e

e
FOTODIODO La seconda caratteristica del fascio laser
è chiamata monocromaticità e significa

I
ri
* E

da E che la banda della radiazione comprende


una sola frequenza. Le ragioni di questo

Ea
fenomeno sono due: innanzitutto l’emis-
spa CIRCUITI DI sione di luce da parte di un atomo può
? DECODIFICA E avvenire solo in una determinata fre-
AMPLIFICAZIONE
quenza; inoltre la struttura del risonato-
re, analogamente ad un circuito oscilla-
tore, consente solo la “sopravvivenza” di
onde di una data frequenza. Questa è
chiamata frequenza di risonanza e dipen-
de dalle dimensioni del risonatore stesso.
LENTE DI COLLIMAZIONE La terza proprietà del laser, detta coeren-
za, è conseguenza dell’esistenza di una
sola frequenza nella banda e consiste nel
fatto che le oscillazioni elettromagneti-
che emesse sono tutte in fase fra loro.
DIODO LASER
Infine il laser è caratterizzato da un’ele-
vata brillanza, cioè un’elevata potenza
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 28
emessa per unità di superficie.
Grazie a queste quattro proprietà la luce
laser è stata impiegata nelle più svariate
applicazioni: fasci laser di elevata poten-
za sono usati anche per forare o tagliare
delle lamiere, mentre raggi di potenza e
diametro molto piccoli permettono di RAGGIO LASER
SOMMA DEI RAGGI
NEL POLARIZZATORE
effettuare con precisione delicatissimi INCIDENTE
interventi chirurgici, favorendo contem-
poraneamente la coagulazione del san-
eZa
===
gue. AL FOTODIODO

IL DIODO LASER SEGNALE SOMMA


NULLO
RAGGIO LASER
L’anello di congiunzione fra tecnologia
RIFLESSO DAL
laser e moderne tecnologie elettroniche è SOLCO DEL CD
costituito dai dispositivi laser a semicon-
duttore, chiamati anche diodi laser, le
cui dimensioni sono dell’ordine di alcu-
ne decine di micron (il micron è la mille-
sima parte del millimetro). Si tratta
infatti di giunzioni P-N in cui viene
‘sfruttato, attraverso una stimolazione
mediante impulsi di corrente, il fenome-
no della ricombinazione fra elettroni e
lacune. In condizioni normali la ricombi-
I solchi del CD
nazione consiste nel fatto che un elettro-
ne ritorna a “riempire” una lacuna, per- corrispondono ai bit 0 e
dendo quindi l’energia che aveva deter- hanno dimensioni tali da
minato la separazione di carica. Questa sfasare di mezza
perdita consiste nell’emissione di un lunghezza d’onda
fotone, cioè di un “pacchetto” di energia il raggio incidente.
luminosa, che è visibile se il semicon- In tal modo si crea
duttore è costituito da arseniuro di gallio urn’interferenza
o da altre sostanze impiegate per costrui- distruttiva fra il raggio
re i led. incidente e quello
Se si provoca una forte concentrazione riflesso, cioè un segnale
di coppie elettrone-lacuna, avviene che risultante di livello zero.
un fotone emesso in seguito ad una Viceversa l’assenza
ricombinazione stimola la ricombinazio- di solco (bit 1)
ne di un’altra coppia elettrone-lacuna, permette di leggere
dando quindi luogo ad un’ulteriore emis- un livello di segnale
sione di luce e quindi all’effetto laser. non nullo.
Anche nei dispositivi a semiconduttore il
processo viene rinforzato dalla presenza
di superfici speculari formate da strati
metallici. ll raggio laser,
I diodi laser realizzati con arseniuro di ultimamente, sta
gallio o con altre sostanze dette ternarie trovando vasta
(arseniuro di gallio e indio) o quaternarie applicazione negli
(in cui è presente anche il fosforo) sono strumenti di misura,
ormai quelli maggiormente impiegati, poiché consente di
anche se per certe applicazioni sono uti- avere un riferimento
lizzati anche laser a gas, soprattutto perfettamente rettilineo
all’elio-neon. e immediato anche a
Oggi molti di noi utilizzano il raggio notevole distanza. Sopra
laser dei riproduttori di CD, la cui tecno- una livella, sotto un
logia è nata proprio grazie alle proprietà metro. Documentazione
di questa radiazione luminosa. In un let- Metrica.
COS'È
IL LASER
| TUTTI | MESI
Un'opera completa e
tore di Compact Disc viene impiegato un
assolutamente gratuita che
guida, con testi chiari ed
laser a semiconduttore con una lunghez-
za d'onda di 0,780 micron. Il raggio
emesso viene focalizzato sulla superficie esaurienti, con grandi
del disco con delle lenti che ne riducono illustrazioni tutte a colori,
il diametro a meno di 0,2 micron, che è
lo stesso ordine di grandezza dei solchi
nell'affascinante mondo
corrispondenti ai bit 0.
dell'elettronica.
Le ricche dispense mensili
IL COMPACT DISC di 4 pagine sono dedicate
La profondità di questi solchi è pari a soprattutto a chi comincia ma
circa un quarto della lunghezza d’onda, contengono tanti approfondimenti
quindi un raggio laser riflesso da essi interessanti anche per i più
subisce uno sfasamento di due quarti
(cioè metà) della lunghezza d’onda.
esperti.
Questo raggio così sfasato, sommandosi
al raggio incidente, determina un’inter- Raccogliendo e conservando
ferenza distruttiva, cioè un livello zero gli inserti si colleziona, fascicolo
dopo fascicolo, un completo ed
inedito manuale sull'elettronica
Un puntatore di base.
laser tascabile Ma bisogna non perderne
costa oggi neanche un numero
intorno
alle 100.000 lire
e permette
di indicare
un punto
ben preciso
sul muro
o su un oggetto
ad una notevole
distanza. D-Mail

che corrisponde appunto al valore O del


bit. Se invece non è presente il solco e
quindi non si crea lo sfasamento, avvie-
ne la lettura di un livello di segnale cor-
rispondente al bit 1.
Concludiamo questa panoramica ricor-
dando che i dispositivi laser in quasi tutti
i casi sono pericolosi e che anche un
fascio luminoso di piccola potenza può
provocare serie lesioni all’occhio.
Maneggiare un dispositivo laser richiede LNCHZOPEDA
COLORI

pertanto l’osservanza di certe precauzio-


ni che sono raccomandate da precise
normative in materia, prime fra tutte le
norme CEI (Comitato Elettrotecnico Ita-
A
liano). In generale i dispositivi vengono
montati in zone del laboratorio dotate di ECNCA
ACHE

adeguate pareti assorbenti e l’operazione


richiede l’uso di occhiali forniti di spe-
ciali lenti protettive.
Un nuovo
grande

III
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]
I
ILLUMINAZIONE
D'EMERGENZA
E un semplice circuito, in grado di far
accendere un punto luce o addirittura una
piccola rete d'illuminazione, nel caso in cui
venga a mancare l'energia elettrica.
L'alimentazione è fornita da una batteria
stagna da antifurto.
Ecco il prototipo
per l’illuminazione
d'emergenza come
da noi realizzato
e collaudato.
Le lampadine possono
essere complessivamente
da 2 A al massimo.

Nella prima fase di funzionamento del nostro circuito la tensione di rete


apita spesso in casa, in ufficio, in
laboratorio, che la tensione di rete presente nel dispositivo consente di caricare la batteria.
(non a caso si indica ancora come rete-
luce) venga a mancare. Se ciò avviene di
sera O di notte, l’improvvisa caduta nel
buio, in qualche caso può creare un po’
di panico, ma certamente un po’ di disa-
gio lo provoca sempre, sino a che non si
raggiunge a tentoni (e con gli inconve-
nienti del caso) o una torcia elettrica di NI
emergenza o addirittura una candela. Ma
in genere, all’occorrenza, le torce elettri-
che hanno le pile scariche, se non addi-
rittura ossidate, e per le candele non si
trovano i fiammiferi. Luci di emergenza @
appositamente realizzate per alleviare
l’inconveniente esistono già da tempo in
commercio, il che appunto dimostra che
il problema esiste. Ma perché non realiz-
zare voi, con le nostre mani, un progetto Ww
del genere, magari che abbia anche una
marcia in più? Oltretutto, il circuito che
qui proponiamo è molto semplice e non
mchiede artifici o componenti particolari
faranne C], di cui parleremo più avanti).
»»
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 37
ILLUMINAZIONE D'’EMERG

1: ’S$SCRsi monta con il lato


interamente metallico rivolto verso
il bordo della basetta.

2: un fusibile con relativo


portafusibile funge
da indispensabile protezione
visto che il circuito rimane
sotto tensione di rete.
3: nella seconda fase
di funzionamento la tensione
5
A
N
4-5
è presente, il gate di SCR
è mantenuto più negativo
LALA

della tensione di batteria,


SCR non conduce.

manca la tensione di rete,


4: qui
il SCR diventa positivo,
gate di
SCR va in conduzione, la batteria
accende L2.

Ecco allora che conviene passare diretta-


mente all’esame del circuito che abbiamo
progettato apposta per queste evenienze.

UN CIRCUITO CHE
NON CI LASCIA AL BUIO
NI

Lo schema elettrico completo è rappre-


sentato nel disegno di pag. 40.
Per il suo esame partiamo dall’esterno,
ovvero dalla batteria che ce ne garanti-
Y- sce l’alimentazione e quindi il funziona-
mento; si tratta di un accumulatore da 12
A
V/6 Ah, del tipo stagno (per antifurti da
abitazioni, tanto per intenderci, e non per
moto o auto). L’interruttore S1 deve
stare sempre chiuso, salvo naturalmente
il caso in cui, per un intervento qualsiasi
di particolare necessità, ci si trovi a
dover staccare la batteria dal circuito.
Per affrontare il funzionamento del
nostro circuito nelle sue tre fasi principa-
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 38
Sia nella foto che nel disegno è
rappresentata la costituzione interna
ENZA di un condensatore elettrolitico, meglio
approfondita nel testo del box.

li, andiamo ora ad esaminare i 3 schemi

elettrici riportati alle pagine 37 e 38 che


| CONDENSATORI ELETTROLITICI
ci consentono una miglior comprensio- Il nome “elettrolitico” deriva dal fatto che l’isolamento fra le due arma-
ne. Quando il circuito è nella normale ture, sempre presenti in un condensatore, è in qualche modo legato al fe-
condizione di riposo (o di stand-by, che nomeno dell’elettrolisi. Esaminando, con la lente di ingrandimento, una
fa più fine) e quindi la tensione di rete è sezione del sandwich che costituisce il nostro componente, vediamo che
presente, dal secondario del trasformato- esso risulta ovviamente molto simile ad un classico condensatore piatto
re T], attraverso DI1-L1-S1, la corrente (e quindi anche a quelli di tipo avvolto con isolante normale): esso è
raggiunge la batteria (come mostra il composto da due fogli di alluminio (indicati come 1 e 4), separati da una
percorso delle frecce segnaletiche) per il striscia di carta impregnata di una speciale sostanza chimica (in genere
mantenimento della carica: non abbiamo gelatinosa), che prende il nome di elettrolita. La presenza dell’elettrolita
perciò il problema che, proprio sul più va a formare una sottile pellicola di dielettrico, in pratica ossido, sulla
bello, la batteria risulti scarica. L]1, una faccia interna del foglio 1, il cui alto potere isolante è garantito dalla
piccola lampada del tipo cosiddetto a giusta polarità della tensione applicata. 1 due terminali sono rispettiva-
pisello, ha unicamente la funzione di mente: quello indicato con 5, il positivo; quello indicato con 6, il negati-
introdurre una qualche forma di limita- vo. ] normali condensatori elettrolitici, a causa di questa polarizzazione
zione automatica della corrente di carica, ben precisa, possono quindi lavorare solamente se ai loro capi è presen-
e non fa normalmente alcuna luce; si te tensione continua. L'’elevato potere isolante del sottile strato di elet-
accende leggermente solo quando la bat- trolita consente di realizzare condensatori ad elevatissima capacità con
teria, per un intervento prolungato, sì sia dimensioni piuttosto contenute, cosa impossibile con gli altri tipi più
scaricata. Nello stesso tempo (riferiamo- normali di isolamento. Il tipo di condensatore cosiddetto non polarizzato
ci al primo schema di pag. 38), la tensio- è in grado di funzionare anche con tensioni alternate applicate e infatti
ne alternata di secondario, applicata a non porta esternamente alcun contrassegno di positivo o negativo.
D2 via R2, diventa una forte tensione La sua costruzione interna invece non si può dire che non preveda pola-
negativa che mantiene bloccato SCR, rizzazione; tant'è vero che la differenza sta nel fatto che gli elettrolitici
che non ha così alcuna possibilità (e normalmente polarizzati hanno (come abbiamo visto) un solo elettrodo
infatti non ce n’è bisogno) di innescare: ossidato, mentre in quelli cosiddetti non polarizzati sono addirittura am-
questo avviene in quanto C1 si mantiene bedue gli elettrodi ossidati (è un po’ come se ci fossero due condensatori
carico a questo valore di tensione col in serie fra loro, con polarizzazione opposta l’uno all’altro).
negativo (circa 16 V) presente sull’estre- Per quanto riguarda i vari disegni riportati nella seconda figura, essi in-
mo collegato al gate di SCR. A questo dicano le varie tipologie. C1-C2 indicano due diversi modi di rappresen-
punto, arriva la crisi: viene a mancare la tare condensatori elettrolitici normalmente polarizzati: è sempre presen-
tensione di rete, e noi andiamo subito a te il segno +. C3-C4 invece sono due diversi modi di rappresentare con-
riferirci al secondo schema di pag. 38. densatori elettrolitici non polarizzati.
La tensione negativa di gate sparisce e il C5-C7 mostrano due tipi costruttivi di condensatori elettrolitici (uno as-
gate diventa positivo in quanto non è più siale ed uno verticale) polarizzati, con polarizzazione riconoscibile dal
neutralizzata la tensione che, attraverso
contrassegno +, mentre C6-C8 sono polarizzati col contrassegno —.
RI, riceve dalla batteria; SCR allora
innesca la sua brava conduzione di cor-
rente chiudendo il circuito di alimenta-
zione batteria-lampada L2: quest’ultima,
n una frazione di secondo, si accende,
creando il desiderato punto-luce. A que-
io punto, la descrizione del funziona-
{] 2 Cc3 Cc4

mento del nostro dispositivo (piuttosto


»»
PD
©

Si

Schema elettrico completo del dispositivo per luci d'emergenza; il circuito


di comando vero e proprio è quello racchiuso nel riquadro tratteggiato, e quindi montato sull’apposita basetta.

COMPONENTI
1000 Q
R1 = SCR = C 106
R2100 Q
= L1 = lampadina a pisello
C1= 100 uF- 25 V 24 V-1W
(elettrolitico non polarizzato) L2 = lampada 12 V-1 A max.
T1 = trasformatore F1 = fusibile 1-2 A
12 V - 2A secondario B = batteria stagna
D1 = D2 = 1N4004 12 V -6 Ah

brillante, non vi pare?) sarebbe termina- può assorbire fino ad 1 A al massimo; se basetta che noi abbiamo realizzato rego-
ta, ma è importante far notare un partico- si vuole adottare una lampada di maggior larmente a circuito stampato.
lare costruttivo: in quest’ultima fase, il potenza, per esempio, a filamento da 2 A Si comincia col posizionare i pochi resi-
condensatore sul lato gate è ovviamente (non consigliamo oltre), la durata è un po’ stori presenti, poi i diodi, il cui catodo è
diventato positivo. Ecco allora spiegato meno della metà. Se invece venisse adot- contrassegnato dalla fascetta in colore ad
il motivo per cui C1, pur dovendo essere tata una lampada a minor consumo, la una delle estremità; si piazza quindi il
di capacità elevata, non può essere un durata di fornitura-luce sarebbe proporzio- portafusibile, col relativo fusibile, non-
normale elettrolitico: ovvero, si deve nalmente superiore. ché il condensatore elettrolitico che in
usare sempre un condensatore di tecno- A questo punto, nient’altro da dire: questo caso, essendo del tipo non pola-
logia elettrolitica, ma di tipo non pola- andiamo a lavorare. rizzato, non ha alcun verso preferenziale
rizzato. In circuito è presente anche il (in questo circuito, la tensione di lavoro
fusibile F1, per evidenti motivi di sicurez- MONTAGGIO DI SICUREZZA del condensatore sarebbe sufficiente a
za: può essere da 1 o 2 A, dipende dal tipo 20-25 V; noi però l’abbiamo reperito
di lampada usata per L2. A tal proposito, Il circuito elettrico vero e proprio, quello solamente da 100 V, che va meglio: que-
precisiamo che, se si vuole una garanzia che a schema è indicato entro un riqua- sto fra l’altro giustifica anche la dimen-
di erogazione di 4+6 ore, questa lampada dro tratteggiato, èx realizzato su una sione). Si fissano poi i tre doppi morsetti
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 40
ILLUMINAZIONE
D'EMERGENZA
per i collegamenti da e verso l’esterno una lametta o un cutter, eseguendo
ed il trasformatore, che abbiamo trovato l’operazione con una certa delicatezza.
bello e perfettamente adatto dalla ditta Ora si esegue il necessario cablaggio
RS in versione a due secondari da 6 V, verso la batteria e si provvede a control-
che sono così collegati in serie. Il mon- lare e collaudare il dispositivo.
taggio dell’SCR va eseguito col dorso Qui la lampada è indicata disposta a

IO.
(cioè la faccia quasi completamente pochi centimetri dalla basetta, ma può
metallica in vista) rivolto verso il bordo anche esser posta ben più lontana, nel
vicino del circuito stampato. A questo punto cioè in cui è più necessaria la luce.
punto, non resta che inserire la lampadi- Naturalmente è anche possibile collegare KIT
na a pisello; ricordiamo che questo tipo 3 o 4 lampade in parallelo, se si voglio-
di lampadina ha i reofori che, oltre ad
essere piuttosto fragili, sono quasi sem-
no creare dei punti luce di emergenza
distribuiti: questo però a patto che il
PER CIRCUITI
pre ossidati; per stagnarli regolarmente è gruppo di lampade non assorba in totale
quindi necessario raschiarli prima con più di 1 0 2 A.

circuito stampato è qui visto dal lato rame


STAMPATI
iso
Il Dotato di tutti gli elementi -

nelle sue dimensioni reali. necessari per la composizione


di circuiti stampati su vetronite
o bachelite, con risultati tali
da soddisfare anche i tecnici
>
5 b più esigenti, questo kit contiene
pure la speciale penna riempita
di inchiostro resistente
al percloruro.

oo ‘Caratteristiche

i
- Consente un controllo visivo conti-
nuo del proceso di asporto.
8
.

Evita ogni contatto delle mani con il


prodotto finito.
- E sempre pronto per l’uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
- Il
contenuto è sufficiente per trattare
più di un migliaio di centimetri qua-
Piano di montaggio del circuito di controllo su apposita drati di superfici ramate.
basetta: il trasformatore è del tipo per circuito
stampato, ed è un modello con doppio secondario

a_i
da 3 V con 6 A.

|
LI N SCR
O ‘0
ll kit per circuiti
220V% IO =
stampati è corre-
dato di un pie-
ghevole, ricca-
mente illustrato,

e
in cui sono elen-
@ cate tutte le ope-
© BATTERIA razioni pratiche per la preparazione
del circuito. ll suo prezzo, compren
© sivo delle spese di spedizione, è di
L. 18.000. Le richieste debbano es-
sere fatte inviando l'importo citato
a: STOCK RADIO - 20124 MILANO -
Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831) a
mezzo vaglia postale, assegno ban-
cario o conto corrente postala nm.

46013207.
FAR CIRCUITI STAMPATI

L'ABC DELLA FOTOINCISION


Il mese scorso avevamo illustrato come realizzare,
con poca spesa, un efficiente bromografo.
Qui vediamo, passo passo, come si esegue
il procedimento di fotoincisione.

l’introduzione dei circuiti inte- Le bombolette spray rappresentano il


CC”
grati, le piste di collegamento sono sistema più pratico, ma in commercio
diventate talmente sottili, da rendere dif- esistono anche confezioni di vernice da
ficoltosa la composizione manuale, pena stendere a pennello. Una seconda alter-
un risultato veramente deludente. nativa è quella di acquistare le piastre
Sono così apparse sul mercato le costose presensibilizzate positivamente, evitan-
macchine dette bromografi, indicate per do pertanto le operazioni precedente-
la realizzazione dei circuiti stampati con mente descritte; queste piastre sono
la tecnica della fotoincisione, ovvero un facilmente riconoscibili perché la parte
piano luminoso a luce ultravioletta parti- sensibilizzata è coperta da un sottile film
colarmente adatto a materiali fotosensi- adesivo nero.
bili.
Procediamo con ordine; per costruire un
La parte finale del processo circuito stampato l’operazione prioritaria L’ESPOSIZIONE
di realizzazione di un circuito è la fedele riproduzione della matrice
stampato, cioè la corrosione delle detta “master”, la quale ci permette, in Il master va appoggiato sul lato presensi-
parti non coperte con l'inchiostro, un secondo tempo, di riprodurre per bilizzato (ricordiamo di togliere il film
è uguale per la fotoincisione come incisione della lastra di fenolico ramato, adesivo sulle piastre già preparate) della
per il metodo tradizionale tutta la trama delle piste e delle piazzole basetta e fatto aderire sul vetro del bro-
di copiatura con il pennarello del circuito. Si consiglia la costruzione mografo. La piastra va ora esposta
resistente all’acido: si diluisce del master (che può essere indifferente- all’azione dei raggi ultravioletti, tramite
il percloruro (1) quindi si immerge mente ricalcato o fotocopiato) su sup- la lampada contenuta all’interno del bro-
la basetta fino a che la parte porti rigidi come ad esempio i fogli di mografo è chiaro, che il tempo di esposi-
di rame a vista non sia corrosa (2). acetato o film di poliestere; utilizzando zione della basetta debba essere determi-
infatti fogli di carta lucida si rischia di nato sperimentalmente in funzione della
ottenere delle sensibili alterazioni quantità di raggi UV emessi dalla lampa-
2
|
|
|

dimensionali del circuito a causa della da ed anche in relazione alla distanza di


temperatura elevata che raggiunge il esposizione. A titolo puramente indicati-
piano di contatto del bromografo, imme- vo, con il bromografo che abbiamo
diatamente dopo il riscaldamento della descritto lo scorso mese è sufficiente una
lampada UV. Per la preparazione della esposizione di circa 4 o 5 minuti.
piastra possiamo procedere attraverso La piastra dopo essere stata esposta
diverse soluzioni. Possiamo ad esempio all’azione dei raggi UV, deve essere
utilizzare una normale piastra di fenolico immersa in un’apposita soluzione di svi-
ramato che, previa accurata pulizia della luppo sino a veder comparire nettamente
superficie (eseguita con normali polveri il disegno del master. Normalmente que-
abrasive tipo Vim o Aiax), viene, poi, sto liquido viene venduto in soluzione
trattata con il fotorestist spray positivo. concentrata, da diluire con acqua in rap-
Tale operazione deve assolutamente porto 1:4 (una parte di sviluppo e quattro
avvenire in un luogo buio o debolmente di acqua). Versiamo poi la composizione
esposto alla luce ed a temperatura così ottenuta in un recipiente plastico
ambiente (20-25° C circa), spruzzando (non si devono usare contenitori metalli-
sulla parte ramata un sottile ed uniforme ci), immergendo in seguito la piastra con
strato di materiale. Una volta applicato la superficie sensibilizzata verso l’alto e
sulla scheda, si asciuga in breve tempo, avendo cura di agitare bene il bagno di
rendendola pronta per l’impiego. sviluppo in modo che il liquido, scivo-
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 42
lando sulla piastra, asporti il fotoresist. comanda l’uso di guanti e abiti protettivi mentale in quanto varia in funzione à
Per quanto concerne i tempi di sviluppo, poiché i prodotti descritti Sono corrosivi. temperatura del bagno e di quante volte È

in caso di un bagno a temperatura di 20° La piastra così sviluppata deve essere già stato usato il percloruro. Nel caso in

C l’esposizione non deve essere superio- lavata con acqua corrente prestando cui l’acido non riesca ad intaccare il rame
re ai 30 secondi, tenendo presente che in attenzione a non asportare il fotoresist significa che esistono tracce di fotoresist
caso di temperature superiori i tempi che protegge le piazzole e le piste. dovute ad una scarsa esposizione oppure
diminuiscono sensibilmente e che in ad un tempo ridotto di sviluppo. Terminza-
caso di temperature inferiori ai 18° C il te le operazioni riponiamo il percloruro
procedimento appena descritto è calda- L'INCISIONE nell’apposito recipiente al fine di preser-
mente sconsigliato pena l’insuccesso varne la conservazione. Ora osserviamo
dell’operazione. Ai più intraprendenti La fase successiva prevede l’incisione attentamente la piastra verificando la pre-
ricordiamo che la soluzione di sviluppo della piastra in un recipiente plastico o di senza di eventuali imperfezioni, che pos-
può anche essere preparata autonoma- vetro contenente una soluzione a base di siamo correggere con un pennellino
mente, facendo sciogliere circa 7-8 cloruro ferrico. Tale soluzione viene già cosparso di soluzioni liquide elettrocon-
grammi di soda caustica (idrossido di venduta in confezione a pronto uso. duttrici a base di rame, Procediamo a que-
sodio) in un litro d’acqua. Durante Il tempo necessario per la corrosione sto punto con l’ultima fase di lavorazione,
l'espletamento di tali operazioni si rac- anche qui va determinato per via speri- la foratura del circuito stampato.

Il bagno di sviluppo per Il fotoresist positivo consente di usare nel Il percloruro ferrico
il circuito stampato asporta bromografo le normali basette (non serve per la corrosione
il fotoresit positivo dalle zone non presensibilizzate). Lo spray si spruzza sulla del rame non coperto
mascherate dal master durante faccia ramata dandole un colore verdastro. dal fotoresist.
l'esposizione alla luce UV. Qui lo vediamo nella
versione liquida.

La vernice conduttiva Il percloruro esiste


consente di ritoccare brevi anche in polvere,
interruzioni delle piste da sciogliere in acqua
causate da una prima dell’uso.
permanenza prolungata
nel percloruro.

Il master per
il bromografo si
ottiene
fotocopiando
o ricalcando
su acetato
I pennarelli il disegno
resistenti all’acidoi
del circuito
permettono |
stampato.
di ritoccare le piste \

dopo lo sviluppo,
prima dell'incisione Le basette
vera e propria.
presensibilizzate
hanno la faccia ramata
rivestita da un sottile
film adesivo ner:

Le punte per
il minitrapano, adatte Le basette realizzate mediante fotoincisione
per forare la basetta, non creano alcun problema anche se le piste
hanno QD 1 e 2 mm. da riprodurre sono molto sottili.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 43


LABORATORIO

Un utile circuito che consente di


regolare
il livello di attenuazione da 1
a 35 dB
circa,
mediante un semplice potenziometro. E utile
a chiunque lavori con segnali a RE
dal radioamatore al tecnico TV.
Ecco il prototipo dell’attenuatore
a diodi PIN come da noi realizzato
e collaudato. ll contenitore
è la classica scatoletta stagnata della Teko.

U':za attenuatore resistivo ad impeden-


costante, pur se costruito sola-
mente con resistori e commutatori, è un
aggeggio piuttosto laborioso e costoso,
Tuttavia, anche se si tratta di un disposi-
tivo che serve a buttar via segnale, è uno
strumento che risulta utile nel laborato-
rio di chiunque, hobbista o tecnico, lavo-
ri con dei segnali specialmente a RF, e
cioè dal radioamatore al tecnico TV, dal
CB all’antennista, ecc. Natural-
mente, anche un principiante ai
primi passi sa che la forma più
comune e semplice, nonché più
conosciuta, di attenuatore è per
esempio il controllo di volume di
una radio o di un televisore: si
tratta di un semplice potenziome-
tro, ovvero di un resistore regola-
bile, che serve a variare il livello di
segnale audio, Se invece il dispositivo di
attenuazione deve essere adottato in un
laboratorio, la sua realizzazione non è
più così semplice: ci sono delle caratteri-
stiche rigorose e delicate da rispettare,
come la banda di frequenze su cui lavo-
rare ed il rispetto dei valori di impeden-
za su cui operare. Ecco allora che non è
possibile risolvere il problema con un
semplice potenziometro, ma si devono,
adottare delle reti più complesse, consi-
stenti in celle a T o a pi greca. cella resistiva a pi greca tipicamente usata
A:
come attenuatore.
B: la stessa struttura prevista per lPutilizzo di diodi PIN.
RESISTENZE VARIABILI
Nella stragrande maggioranza dei casi, D2
R2
specialmente per applicazioni da labora-
torio, queste reti sono di tipo resistivo,
più o meno complesse, ma non stiamo RI RI
0
qui a ricordare, elencare e spiegare tutti i
I

casi in cui un tale attenuatore può essere m Mm

di grande utilità.
In altre applicazioni invece si adottano =0 =0
degli attenuatori costruiti con dei diodi, i
quali si comportano come resistori varia-
bili secondo la corrente che li attraversa,
tali quindi da poterne regolare pressoché
»»
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 19287 - Pag 45
= CE

Schema elettrico
dell'attenuatore
a diodi PiN;
la regolazione
dell’attenuazione
è effettuata per
tutti e tre i diodi
insieme mediante
il potenziometro
R6.

SCATOLA

la

9
=
+

-Tie.
VCC

Cl COMPONENTI
R1 = 1800 Q
GIU R2
R3
=
=
470
1500 Q
R4 = 1800 Q
R5 = 1800 QQ

R2 R6 = 1000 Q

RL c2 R3
cr @
(potenziometro lineare)
C1 = 10.000 pF (ceramico)
C2 = 10.000 pF (ceramico)
C3 = 10.000 pF (ceramico)
m m C4 = 10.000 pF (ceramico)
Disposizione dei Il circuito stampato C5 = 1.000 pF (ceramico
componenti sulla è qui visto passante)
basetta a circuito dal lato rame C6 = 1.000 pF (ceramico
stampato che li nelle sue dimensioni reali. passante)
comprende tutti, fatta D1 = D2 = D3 = BA 379
eccezione per R6. Vcc = 12V
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 46
ATTENUATORE
A DIODI PIN
a piacere il valore resistivo. Una tipica appare certamente più complesso dei tre
applicazione è, per esempio, diffusa resistori con cui abbiamo visto si può
negli stadi d’ingresso a RF dei televisori, realizzare una singola cella; ma con que-
la cui amplificazione viene controllata sta soluzione si ottiene la possibilità di
da dispositivi di questo tipo: questa variare a piacere, entro una gamma piut- Ricordiamo che sono sempre disponibili
variazione si rende necessaria perché i tosto ampia di valori, l’attenuazione pro- tutti i kit relativi ai progetti pubblicati nei

circuiti della TV si trovano a dover dotta: gli artefici di questo comporta- primi 5 mesi di quest'anno. Chi volesse
ordinarli deve seguire le indicazioni
amplificare di più o di meno a seconda mento sono appunto i tre diodi contras-
che il segnale proveniente dall’antenna riportate a pagina 35. Nel coupon
segnati come D1, D2 e D3, montati nella
(presente sempre a pag. 35) bisogna
sia più o meno debole. Un tipico esem- solita rete a pi greca. Le varie resistenze
indicare nella voce “altri” il codice
pio di rete di attenuazione è riportato nel e condensatori che fanno da corredo ai :

del kit prescelto.


primo disegno di pagina 45 ed è indicato diodi servono appunto a realizzare il cir-
con A: si tratta di una classica cella del cuito di polarizzazione per gli stessi; il
tipo cosiddetto a pi greca ad impedenza valore di questa polarizzazione viene poi
costante, nella sua più normale versione regolato contemporaneamente agendo @ INTERFONO PER MOTO (1EP196),
resistiva. Disposti e cablati nello stesso sul potenziometro esterno Ré, che ese-
@ CUFFIA A RAGGI INFRAROSSI (2EP1 96)
modo di Ri, R2 ed R3 troviamo, nella gue l’opportuno dosaggio partendo @ ALIMENTATORE SWITCHING (3EP196)
versione B, i diodi D1, D2 e D3: non si dall’alimentazione a 12 V, che deve ero-
tratta di normali diodi raddrizzati, bensì gare una corrente piuttosto modesta ® OSCILLATORE BFO {4EP196)
di tipi speciali detti diodi PIN, che hanno (poche decine di mA).
la caratteristica di presentare una varia- Tanto per sapersi regolare, minore è la FEBBRAIO
zione di resistenza legata alla tensione tensione applicata in circuito da R6,
@ INDICATORE DI DECELERAZIONE (1EP296)
con cui sono polarizzati. Le loro partico- minore è l’attenuazione; il massimo di
larità di comportamento possono comun- attenuazione si ottiene quando la tensio- @ CUFFIA A RAGGI INFRAROSSI (2EP296)
que essere approfondite, da chi ne abbia ne di controllo Vc raggiunge e supera gli @ SIMULATORE DI LOCOMOTIVA (3EP296)
interesse, nell’apposita finestra. 8 V, in corrispondenza dei quali si arriva @ GENERATORE DI BARRE PER TV (4EP296)
a circa 35 dB. @ ESPANSORE STEREOFONICO (5EP296)
@ ALLARME AUDIO (6EP296)
L’ANTIAMPLIFICATORE
SCATOLINA PER ATTENUARE
Ora che sono state fornite le caratteristi-
che secondo le quali è stato impostato il Occupiamoci ora della costruzione di @ MINIRICEVITORE OL-OM-0C (1EP396)
nostro dispositivo attenuatore, passiamo questo nuovo dispositivo che deve esse-
@ LUCI AUTOMATICHE PER BICI (2EP396)
ad esaminarne la costituzione circuitale. re ben realizzato anche per fornire una
Lo schema elettrico dell’attenuatore »»
@ AVVISATORE DI LINEA OCCUPATA (3EP396)
@ MISURATORE DI CAMPI ELETTROSTATICI

(4EP396)
@ OSCILLATORE RF A QUARZO {5EP396)
La basetta da inserire
nella scatolina stagnata @ TRE TENSIONI DALLA BATTERIA (6EP396)

ha dimensioni estremamente
ridotte (35x24 mm) poiché
i componenti sono tutti
@ ROULETTE A 10 LED (1EP496)
molto piccoli.
@ CADE LA GOCCIA (2EP496)
© LAMPEGGIATORE SEQUENZIALE (3EP496)
@ MISURARE LA TENSIONE DEI DIGDI
(4EP496)
@ COMANDA LE LUCI A BASSA TENSIONE

(5EP496)
@ CONTROLLO DI TONO PER HI-FI (6EP496)

© MIXER MODULARE (1EP596)


©@ FOTOCOMANDO MILLEUSI (2EP596)
@ SALVALAMPADA E FARETTI (3EP596)
@ LUCI LAMPEGGIANTI (4EP596)
@ INIETTORE DI SEGNALI (5EP596)
ATTENUATORE
buona risposta come campo di frequenze.
A DI

La caratteristica saliente di questo cir-


cuito è anche la dimensione minima
della basetta a circuito stampato su cui
esso è realizzato, a sua volta conseguen-
za delle piccole dimensioni dei compo-
nenti adottati e delle caratteristiche di
risposta in frequenza che devono essere
rispettate; d’altra parte, ciò richiede sola-
mente una maggior cura nel montaggio e
nella saldatura dei componenti. cosa che
si può eseguire senza alcuna dote parti-
colare. Una volta preparata la basetta
secondo il disegno predisposto (senza
cioè cercar di modificare le posizioni
previste), si comincia col sistemare i vari
resistori, mantenendo (per questi come
per gli altri componenti) i reofori cortis-
I classici connettori, del tipo BNC, si montano sulla scatola in due fori di simi; si passa poi ai condensatori, tutti di
grosso diametro. Vengono trattenuti in posizione da un dado con rondelle. tipo ceramico. Gli unici componenti

IL DIODO PIN
Le prestazioni caratteristiche di un diodo PIN consento- realizzato diffondendo una regione P (+) ed una regione
no di impiegarlo specificatamente come attenuatore di N (-) all’esterno di uno strato di silicio intrinsecamente
segnali, specialmente nel settore delle microonde, in (quasi) puro. Le caratteristiche di questo diodo sono
quanto esso presenta una resistenza interna che può es- principalmente determinate da spessore, superficie e na-
ser fatta variare molto nettamente dall'apposita tensione tura del semiconduttore, specialmente per quanto ri-
di polarizzazione. guarda la regione I.
Nonostante che anche molti diodi di tipo normale possie- Quando al diodo PIN è applicata polarizzazione diretta,
dano in linea di massima queste caratteristiche, la loro lacune ed elettroni vengono iniettati dalle regioni P ed N
presenza in circuiti a RF può far nascere non linearità e in quella I, la cui resistenza è inversamente proporziona-
distorsioni per colpa della rettificazione che essi opera- le alle cariche e dipende dalla loro mobilità.
no; la struttura dei diodi PIN è invece ottimizzata pro- In figura B è semplicemente disegnato quello che è
prio per ottenere non solo bassa distorsione e buona li- l’aspetto esterno più normale dei contenitori di questo ti-
nearità, ma anche un’ampia gamma di variazione di re- po di diodi. La figura C riporta le conseguenze dirette
sistenza equivalente. della corrente che vien fatta passare attraverso il diodo
Nell’illustrazione qui riportata è schematizzato un po’ sul valore di resistenza che esso presenta ai segnali a ra-
tutto il complesso di caratteristiche di questo interessan- diofrequenza. Infine, in figura D, è rappresentato l’anda-
te dispositivo. In figura A è schematizzata la sua costru- mento dell’attenuazione che un tipico diodo PIN presenta
zione interna, da cui nasce la sua denominazione; esso è in funzione della tensione di polarizzazione applicatagli.

Nei disegni vediamo la costituzione interna di un diodo PIN (A), il suo aspetto
esterno (B), le conseguenze della corrente che vien fatta passare attraverso
il diodo sul valore che esso presenta ai segnali RF (C) e l’andamento
dell’attenuazione che il diodo PIN presenta in funzione della tensione
di polarizzazione applicatagli.
NL
10K de
O
1K
100 10

10 20

-
© 30
00)
î
B
I 10 100 DI 40
HA mA 0 2 4 6 8 10V

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 48


=
dotati di polarità sono inevitabilmente i
diodi PIN, in cui una barretta in colore
(in genere chiaro su corpo in plastica
nera) contrassegna il catodo. Alcuni ter-
minali ad occhiello completano la baset-
ta, che va poi fissata nel solito scatolino
metallico Teko a saldare; sui due fronta-
lini del contenitore sono stati applicati
due connettori del classico tipo BNC, SMD 5000
irrinunciabili quando le frequenze di
lavoro arrivano sino alle VHF, mentre su SMD 5000 - STAZIONE DI SALDATURA AD ARIA CALDA
una terza parete vanno saldati i due con-
densatori passanti per il collegamento Adesso potete lavorare con facilità sui circuiti SMD, utilizzando il nuovo
del potenziometro: infatti uno dei van- saldatore ad aria calda ELTO.
taggi di questa soluzione circuitale è che La SMD 5000 é una stazione termostatica di saldatura e dissaldatura ad aria calda, con

il potenziometro per comandare il livello controllo elettronico della temperatura e della portata d’aria, E’ destinata prevalentemente
alla saldatura e dissaldatura di componenti SMD, Può inoltre essere utilizzata per test d
di attenuazione può essere posto lontano
resistenza alla temperatura di circuiti e componenti per guaine termoretraibili, e per
a piacere dallo scatolino. dissaldature in genere. Dotata di pinza a vuoto per componenti SMD (consente di asportare
componenti guasti dal circuito stampato).
Caratteristiche: - Potenza max.: 50 W
Temperatura regolabile: da 50°G a 400°C
I CONNETTORI -

- Portata max aria regolabile: 9 }/min.


- Alimentazione: 220 Volt
Con le dimensioni da noi realizzate, i
due terminali E ed U sullo stampato
ECU 4000 DGT - STAZIONE DI SALDATURA A CONTROLLO DIGITALE
vanno a disporsi esattamente contro i
reofori sporgenti dai BNC, cosicché la La stazione di saldatura ELTO è precisa, robusta e maneggevole. cavo
saldatura sì esegue direttamente; gli altri del saldatore in gomma siliconata resiste al contatto accidentale della
due terminali indicati m, leggermente punta calda. E’ disponibile una vasta gamma di punte di ricambio.
ripiegati verso il bordo, vanno a toccare Stazione termostatica di saldatura con controllo elettronico della temperatura della punta
la fiancatina interna cui si possono sal- saldante.La stazione è dotata di un display digitale che permette la lettura continua in gradi C
dare per il ritorno di massa (una pagliet- della temperatura della punta. E' possibile impostare la temperatura voluta ({interrutore in

ta di massa sotto i BNC può portare un posizione SET) e leggere sul display la temperatura effetiva ottenuta sulla punta {interruttore in
posizione READ). Grande affidabilità e velocità di reazione agli sbalzi di temperatura.Precisione
altro punto di chiusura a massa per gli +/- 1%, Zero crossing. Fornita con saldatore modello TC24-50W, completo con punta Duratyp
stessi terminali). Due sottili cavetti isola- Caratteristiche: - Potenza max 50 Watt :

ti completano il cablaggio ai passanti per -Temperatura regolabile da 50°C a 400°C:

il potenziometro, dopo di che il disposi- - Alimentazione : 220 Volt


stazione di saldatura ECU 4000 DGT è disponibile anche nella versione FIX dotata
tivo può considerarsi completo. Le pre- La ,
di una
chiavetta per evitare ogni accidentale variazione della temperatura.
stazioni ottenibili dal nostro strumentino
sono qui di seguito riepilogate.
Impedenza tipica E ed U = 50 Q; atte-
nuazione minima di segnale = 1 dB,
attenuazione massima di segnale = 35
dB; tensione di alimentazione = 12 V;
tensione di comando = 0-12 V; banda
passante lineare fra 0,1 e 300 MHz,
banda passante usabile fra 0,03 e 600
MHz.
Qualora si desiderasse sfruttare al massi-
mo la separazione possibile fra entrata
ed uscita per migliorare ancora un po’
l’attenuazione, si può inserire una pia-
strina di latta, a mo’ di schermo, nella
mezzeria fra entrata ed uscita, fissata
con saldatura alle pareti dello scatolino:
basta fare attenzione a non andare a toc- ECU 4000 DGT
care alcun componente della basetta.
Ricordiamo infine che questo circuito
(come in genere tutti gli attenuatori) è e beve
idoneo a manipolare solamente segnali
di bassissima potenza. Lavora svelto chi usa ELTO
ELTO S.p.A. -Giaveno (TO) Tel. 011-936.45,52 Fax 011-236.45.83
GERMANIO
la forma più elementare di radio- Il diodo ed il condensatore fisso elimi-
ricevitore, rappresenta cioè la ver- nano l’onda portante e isolano il
sione di radio a galena costruibile segnale audio. Il diodo raddrizza la
oggi. corrente alternata del segnale, facendo
Si tratta di un montaggio poco più che passare solamente quella con carica
didattico, ma (con una buona antenna, positiva. Il condensatore fa da filtro |

una discreta terra e forti emittenti in per la corrente alternata a RF, ma non
Michele Amato di Viareggio Onde Medie) funziona pure. per il segnale audio, che arriva alla
(LU) è il vincitore Dall’antenna arrivano le varie onde cuffia. L’antenna può essere costituita
di questo mese. radio captate, fra cui la bobina ed il da un filo conduttore qualsiasi, lungo
La sua radio a germanio gli condensatore variabile selezionano però 5-10 m; per la terra si può sfrut-
è valsa il premio in palio. una frequenza. tare un rubinetto dell’acqua (fredda).

Una versione di radio a galena


da noi realizzata e collaudata
qualche tempo fa per alcuni
esperimenti: è molto simile
a quella costruita da Michele
Amato.

COMPONENTI
C1 = condensatore variabile
300-500 pF max.
C2 = 4700 pF
DG1 = diodo al germanio
(0A70
o simile)
L1 = 80 spire avvolte su tubo
DG1 @ 30 mm (usare filo 0,5 mm
smaltato).

] cuffia= 600- 2000 QQ

i,
ld
i
CUFFIA

‘I Î
A sinistra lo schema elettrico, a
destra il piano di montaggio della

mm a - |)
radio a galena. Il tutto è molto
7 Semplice: bastano 4 componenti. I
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 50
R1 = 100 Q
doppio deviatore a levetta 10/e:
FIe
S$1 =

LL P1 = pulsante N.C.
P2 = pulsante N.A. PSICHEDELICA

a
Vcecc = pila 9 V max
Lo schema che ci invia Christian Piro,
17 anni di Cernobbio (CO), è molto
semplice e si basa su due normali dispo-
sitivi come l’optoisolatore IC1 ed il triac
TESTER T1; il dispositivo è sostanzialmente pre-
visto per essere collegato direttamente
all’impianto stereo. Quando è presente
un segnale applicato ai terminali
d’ingresso di IC1, il led interno s’illumi-
na portando in conduzione il fototriac
esso pure interno, applicato ai terminali
d’uscita; praticamente l’uscita va in cor-
tocircuito, chiudendo così il collegamen-
to per il pilotaggio di gate di TI.
Anch’esso va in saturazione, cosicché il
carico applicato in uscita viene diretta-
mente alimentato dalla tensione alternata

=
di rete: in altre parole, le lampade si illu-
minano al ritmo del segnale audio.
La sensibilità del fotoaccoppiatore è
regolabile mediante il potenziometro R2.
di Siracusa ha realizzato un Le lampade collegate in uscita non devo-
Luigi Vinci, gate positivo che negativo, vuol dire che
semplice ma efficiente prova triac e SCR sottomano abbiamo un triac. no superare 700-800 W di assorbimen-
di grande utilità. Come si vede dallo Il pulsante P2 serve per diseccitare il to; bisogna però tener presente che, con
schema elettrico, l’identificazione del tiristore quando è in conduzione, in carico così elevato, T] deve essere mon-
tiristore sotto prova si basa sulla polariz- modo da poterlo provare con la polarità tato su un dissipatore di calore.
zazione positiva o negativa del gate, il invertita del gate. (Schema e componenti a pag. 52)
quale attraverso la resistenza di 100 ©,
limitatrice di corrente, è collegato ad una
batteria tramite l’invertitore di polarità
S]1. Con l’ausilio del tester, utilizzato
nella funzione di ohmmetro e nella por-
tatax 1
(nonché inserito con la polarità
opportuna) possiamo stabilire visiva-
mente se abbiamo a che fare con un SCR
o un triac, e se questi sono efficienti Per chi collabora
oppure no. Tutti i lettori sono invitati ad inviare un loro
Quando il pulsante P1 è aperto, inseren- progetto, semplice e inedito, che non
do il componente in prova, l’ohmmetro impieghi più di 15 componenti elettronici.
deve indicare resistenza infinita (condi- Le realizzazioni (una breve spiegazione,
zione questa che indica l’efficienza del qualche disegno, le generalità ed una foto
tiristore stesso). Chiudendo P1 polarizz- tessera dell'autore) devono essere inviate a
ELETTRONICA PRATICA - EDIFAI 15066 GAVI
ziamo il gate positivamente o negativa- (AL): a tutti i partecipanti sarà spedito
mente, secondo la posizione di “S1”. un utile omaggio. Ogni mese il progetto
Se dall’ohmmetro riscontriamo che il migliore verrà pubblicato e premiato con
tiristore sotto prova entra in conduzione una utilissima confezione di prodotti Elto contenente:

_
zz
solo con gate positivo, significa che il saldatore Biwatt (a doppia potenza - 20 e 40 W - per
abbiamo a che fare con un SCR. raggiungere la temperatura di 320° o 420°),
Se invece entra in conduzione sia con una bomboletta d’aria compressa per eliminare sporco ed umidità
da singoli componenti, circuiti od apparecchiature elettroniche
e infine una boccetta di liquido disossidante per saldatura a stagno.
Ri =120 Q
E
R2 =10 kQ
{potenziometro lineare)
R3 = 330 Q IC1
IC1 = MOC 3040
T1 = BT136 (o equivalente R2 2
da 800 V -6 A)

LU
timer di tipo commerciale hanno prezzi piuttosto elevati
I

(50-100.000 lire). Sicuramente offrono molte funzioni in più


ma, sostanzialmente, svolgono gli stessi servizi del semplice
PER TEMPI LUNGHI ed economico circuito presentato da Francesco Miglio.

Francesco Miglio di Verona ci invia lo per cui si riesce ad avere tempi d’inter-
schema di un temporizzatore per tempi vento così lunghi, è dovuto al fatto che i
lunghi, da poter utilizzare per esempio due transistor sono collegati in configu-
come timer per luci scale, per bromogra- razione Darlington a collettore comune;
fi, ecc. Questo progetto, come si vede, ciò crea una impedenza d’ingresso molto
non utilizza circuiti integrati ed è molto elevata, di conseguenza il condensatore
semplice; i tempi che si possono rag- C1 sì scarica praticamente solo attraver-
giungere vanno da O a 15-20 minuti. so RI ed R2; se si vuole avere un tempo
Ecco come funziona. maggiore, è sufficiente aumentare la
Premendo il pulsante Pl il condensatore capacità di C1.
C1 si carica subito ed il relè si eccita Una volta che il condensatore sia scari-
contemporaneamente; la durata di tale co, il relè si diseccita, i suoi contatti
fenomeno è determinata essenzialmente ritornano nella posizione iniziale e il
dalla capacità C1 e dal valore resistivo ciclo può esser fatto ripartire.
che può assumere il potenziometro R2; La realizzazione può essere eseguita su
pertanto questo tempo si può variare a un qualsiasi supporto isolante; ideale è la
seconda delle proprie esigenze. Il motivo basetta millefori.
MARCUCCI

VO

R1 = 1000 QQ

R2 = 1 MQ (potenziometro
lineare)
R3 10 kQ
=
C1 = 1000 unF «16 V
TR1 = BC237 C
RL TR2 = 2N1711
D1 = 1N4004
RL = relè 12 V - 300 Q
P41 = pulsante N.A.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 52


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ALIMENTAZIONE

Dispositivo che interviene pressoché


istantaneamente a togliere energia quando la
tensione in uscita da un alimentatore supera,
per un guasto, i valori previsti, rischiando
di danneggiare il circuito alimentato.

ro
'
CR

pos/ SCINTILLA
VE
]

TUF

1 2
1: indicazione grafica su come possono verificarsi dei picchi di sovratensione sui contatti del relè.
2: schema elementare di montaggio di un diodo zener per verificarne le modalità di comportamento,
cioè l’andamento della tensione in funzione della corrente.

pome
radioelettronica
i CB, gli hobbisti di
e comunque tutti
tecnici che lavorano con apparecchiature
i
cuito da noi messo a punto è il tipico
comportamento di un diodo zener, che
ora riepiloghiamo sinteticamente, rife-
del nostro dispositivo.
Esaminiamo lo schema elettrico com-
plessivo del circuito con cui è stata rea-
elettroniche, sanno bene (e spesso, pur- rendoci al semplice circuito di principio lizzata la funzione O.V.P., sigla che
troppo, a loro spese) che, se per un moti- col cui esame si inizia la trattazione teo- indica, con estrema sintesi, appunto la
vo qualsiasi salta l’alimentatore destina- rica. La tensione V applicata all’ingresso protezione contro le sovratensioni (come
to a far funzionare queste loro apparec- del circuito di prova sia di circa 20 V, e al solito, dall’inglese Over Voltage Pro-
chiature elettroniche, in genere capita collegata al potenziometro P (da 10 kQ) tection).
che ai morsetti di alimentazione si pre- per dosarne il valore più appropriato; il
senta una tensione di valore ben superio- diodo zener può essere da 12 V e lo stru-
re a quella nominale e normale. Ciò pro- mento M che serve per misurare la ten- IL CIRCUITO OVP
voca spesso danni all’apparato sotto ten- sione ai capi di R (resistenza di carico da
sione, e questi danni possono anche 1000 Q, per esempio) può essere un La nostra indagine parte da DZ1 ed R2,
essere estremamente costosi. Quando tester o DMM da 10 V f.s. Supponiamo sia perché abbiamo appena esaminato il
queste sovratensioni si verificano, è per- di partire con la nostra sperimentazione circuito attuatore, sia perché si tratta, a
ché è andato in corto qualcosa di impor- ponendo P tutto regolato verso il - (mini- prima vista, degli unici componenti
tante (in genere è il dispositivo in serie mo della tensione d’uscita), e poi di por- applicati all’uscita dell’alimentatore da
di potenza) nel circuito di stabilizzazio- tarlo lentamente verso il +; notiamo che, proteggere; in pratica, questi due compo-
ne. Un alimentatore in grado di fornire per un ampio tratto della regolazione, nenti costituiscono l’elemento palpatore
12 V stabilizzati parte da una tensione non succede niente, cioè non c’è alcuna della VM, cioè della tensione da monito-
alternata (secondario del trasformatore) indicazione da parte di M per il semplice rare. Se l’alimentatore è predisposto per
di 18 V come minimo; per effetto della motivo che il gradino di tensione oppo- avere in uscita lo stesso valore di DZ, e
rettificazione e del filtraggio questa ten- sto da DZ (12 V) non lascia passare cioè 12 V, in R2 non circola alcuna cor-
sione, una volta convertita in continua, alcuna corrente. Solo quando siamo in rente, cosicché il suo cursore, comunque
diventa di 25 V circa, sempre come prossimità appunto dei 12 V, M comin- sia posizionato, non ha localizzata alcu-
minimo. Quindi, alimentare un circuito
nato per funzionare a 12 V con 25 V non
cia ad indicare qualcosa perché è iniziato
il passaggio della corrente; l’andamento
na tensione:il circuito è a riposo. Se VM
sale, per quanto abbiamo precedentemente
è una cura molto raccomandabile: anche è comunque piuttosto brusco, come è esposto, ai capi di R2 si manifesta una
intuitivamente, il trattamento è facilmen- visualizzato dal grafico riportato nella tensione che, dal cursore ed attraverso R3,
te distruttivo. stessa figura. andrà a far innescare SCR.
Ecco il motivo per cui abbiamo pensato Riassumendo: questo semplice esperi- La corrente di conduzione del diodo
di proporre un dispositivo di protezione mento ha indicato che il diodo zener controllato al silicio eccita immediata-
obiettivamente un po’ complesso, ma lascia passare corrente solamente quan- mente il relè RL, il quale va ad apnre il
tale comunque da mettere ragionevol- do la tensione presente in circuito è contatto CR, posto direttamente in serie
mente al sicuro qualunque tipo di appa- superiore (anche se di poco) al suo valo- all’alimentazione a 220V dell’alimenta-
recchio da questo (tutto sommato) raro re di conduzione. Tenendo conto di que- tore da controllare: l’alimentatore non re
ma temibile evento. L’elemento base su sto, del resto noto, comportamento, pos- più alimentato e la VM cade a O V: 1

sw
cui fonda il suo ciclo di intervento il cir- siamo ora analizzare il funzionamento >»

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 55


Schema elettrico complessivo del
dispositivo di protezione contro l’alta i
tensione di uscita da alimentatori ALIMENTATORE

e
stabilizzati guasti; la parte relativa al o O
:
circuito vero e proprio è quella racchiusa
entro la linea tratteggiata, che corrisponde
li @
à
vm
6
| ===
RETE

alla basetta di montaggio.

DLR
CI
FF
el
K
Div :

I
'

D2
Ré |
DZI
I
VI |
DI
a

I
Ss
SCR
pi
«MW
R2
=
RI
9
È? Tk

| GND a
tum

è —— è m— +

ss è —— I m—— è
— è —— ©

e 0

— ©

— . ———
—— » —_—
— e 0
— — — è ‘
n è
— —«

COMPONENTI
R1 = 680 Q
R2 = 470 2 (trimmer)
R3 = 820 Q
R4 = 680 Q
R5=220-1W
C1 = 10.000 pF (ceramico)
C2 = 2200 uF - 16 V
(elettrolitico)
C3 = 10.000 pF (ceramico)
C4 0,1 pF - 250 V
= c.a.
SCR = C 106
D1 = D2 = 1N 4004
RETE

© DZ1 = (v. testo)


RL =
per
relè 12 V (contatti da 5 A
alimentatori
altrimenti 10 A)
sino a 200 W;
T1 = secondario 10-12 V
0,3-0,5 A
P1 = pulsante N.C.

Piano di montaggio della basetta a


circuito stampato su cui è
realizzato il dispositivo OVP.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 56
PROTEZIONE
DA SOVRATENSIONI

Ecco il prototipo
della protezione dalle sovratensioni
come da noi realizzato e collaudato.
ll montaggio è piuttosto semplice.

provvedere allo spegnimento dell’arco Ecco quindi l’importanza di C4-R5 per


(ovvero scintilla) che può facilmente sopprimere questa scintilla ed i suoi
effetti nocivi sui contatti.
asetta e componenti innescarsi, specialmente per correnti ele-
vate, all’atto della commutazione fra i Ancora a proposito di RL, ricordiamo
contatti, in presenza di induttanze. che il contatto CR è normalmente chiu-
codice 4EP197 so, per cui l’alimentatore da tenere sotto
controllo funziona sempre, anche se il
vedere a pag. 35 UN UTILE ESEMPIO trasformatore T1 del nostro dispositivo
non fosse alimentato; mancherebbe però
A questo proposito abbiamo riportato la protezione: l’accensione di DLV (che
nostre apparecchiature, quelle che erano nella prima figura di pagina 55 quella non si verifica) serve appunto a segnala-
collegate all’alimentatore, sono salve. che è la situazione riferita proprio ad un re questa situazione.
In concomitanza, si è acceso DLR (il led alimentatore, sempre dotato di trasfor-
rosso) per segnalare che VM era salito a matore che rappresenta un carico indutti-
livello pericoloso ed il dispositivo di vo genericamente indicato come L; se L’ALIMENT AZIONE
protezione è intervenuto. per combinazione il contatto CR si apre
Comportamento tipico di un SCR è nel momento in cui la corrente alternata Per completare l’esame del nostro dispo-
quello di memorizzare il proprio inne- è al massimo del suo ciclo, o comunque sitivo di protezione, resta solamente da
sco: in altre parole esso rimane in con- presenta un alto valore di tensione, ai dare un’occhiata al suo circuito di ali-
duzione, e l’unico modo per interrom- capi di CR quasi certamente scocca una mentazione, il quale è autonomamente
perlo è quello di togliergli la corrente di robusta scintilla. derivato dalla rete a 220 Vca, grazze
alimentazione; proprio per questo scopo È appunto il momento indicato con X appunto al già citato T]; è questo un pe
è previsto il pulsante Pl, che va premuto sul disegno: la scintilla non è altro che colo trasformatore da 5-6 W con sec
per un attimo e poi rilasciato. Tutto torna l’effetto visivo di una tensione molto dario a 10-12 V, in grado di er
a posto per un successivo intervento: elevata (sì può arrivare sino a qualche 0,3-0,5 A. La tensione di questo
resta solo da riparare l’alimentatore. migliaia di volt) conseguente all’energia dario viene rettificata da DI è &
A proposito del contatto CR del relè, immagazzinata da L (e quindi, nel C2; poi, passando attraverso PI
facciamo notare il gruppo R5-C4 che ad campo magnetico del trasformatore), che mente chiuso) va appunto al ci :

esso è posto in parallelo: la sua presenza viene ceduta istantaneamente quando controllo, provvedendo anche a [ar
ha la funzione, piuttosto importante, di CR si apre.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 -
Pag 57
PROTEZIONE DA S
segnalare la sua presenza dalla spia
DLV. Ora che dovremmo aver capito
tutto, possiamo finalmente costruircelo,
il nostro dispositivo di protezione.
Come spesso capita, del nostro circuito è
più lungo descriverne il funzionamento
che il montaggio il quale, seppure non
elementare, neanche presenta particolari
problemi di difficoltà.
È come al solito prevista una basetta a
circuito stampato, che contiribuisce a
rendere fattibile ed affidabile la realizza-
zione: ricordiamo fin d’ora che sulla
basetta sono presenti terminali e collega-
menti di rete a 220 Vcea; quindi, in fase
di controllo e messa a punto, si deve
usare particolare attenzione a dove si
mettono le dita.
Il montaggio si inizia dai pochi resistori
e dal ponticello in filo nudo di fronte ad
R2; si passa poi ai diodi, come al solito
rispettandone la polarità indicata dalla
striscia in colore sull’estremità da cui
esce il terminale di catodo.

1:nelle vicinanze di SCR occorre


prevedere un ponticello in filo
nudo dal lato componenti.

2: il senso d’inserimento del relé


è obbligato in quanto i piedini
sono assimetrici.

i IL C 106 E LE SUE TENSIONI


Il C 106 è uno degli SCR più comunemente usati (e non solo nel-
lettera codice Far le nostre realizzazioni). Le sue caratteristiche elettriche più im-
portanti, comuni a tutti gli esemplari che portano questo numero
Q I5V come siglatura, sono riportate qui di seguito. Corrente diretta
g (in valore efficace e stato di conduzione): 4 A; fronte di salita
Y 30 V della corrente diretta: 50 A/usec; picco di corrente diretta (in
k conduzione): 75 A; potenza di picco sul gate: 0,5 W: potenza
F 50 V media sul gate: 0,1 W; tensione inversa di picco sul gate: 6 V. Il
2 a valore che evidentemente manca da questa tabella è la tensione
© i 100 V|
inversa di picco, ripetitiva o di lavoro, indicata semplicemente
@)
|
B
0 V| come VROM. Si tratta del valore massimo istantaneo della ten-
sione ripetitiva inversa (ovvero negativa) che può essere appii-
cata all ’anodo col gate aperto. Tale valore non rappresenta ne-
Cc 300 V
cessariamente una tensione di non ritorno, cioè di guasto, però
D 400 v| "on può mai essere superata se non da picchi transitori. Esiste
un’ampia selezione di valori massimi, che possono essere adot-
tati a seconda delle applicazioni. LI contraddistingue una lettera
E 500 V
aggiunta alla sigla numerica, ilcui significato viene riportato
kag kag M 600 V nella tabella qui a sinistra. L’illustrazione qui riportata indica
C 106 le due forme del contenitore, nonché il simbolo grafico.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 58


ei
OVRATENSIONI
Dei condensatori da inserire in circuito, che decimetro di piattina bifilare di colo- disattivare il dispositivo (si spegne per
solamente C2 (elettrolitico) è di tipo re rosso e nero). un attimo DLV e permanentemente
polarizzato e occorre quindi osservare il Dopo aver ricontrollato per benino il DLR) e, rilasciando PI, il tutto torna a
segno di polarità indicato sul corpo dello montaggio, si passa, con le dovute pre- riposo, in attesa di un nuovo, eventuale
stesso e sul disegno della basetta. cauzioni, al collaudo e alla messa a allarme.
I due led hanno il terminale di catodo punto. Il valore di DZ] deve comunque risulta-
individuabile dal leggero smusso del re leggermente inferiore al valore VM di
bordino sporgente dalla base del corpo COLLAUDO E MESSA tensione da monitorare; per altri alimen-
in plastica, mentre SCR va montato A PUNTO tatori da proteggere questi sono i valori
prendendo come riferimento la faccia in consigliati: DZ] = 22 V per VM = 24 Vi;
plastica con le stampigliature di marca e Immaginiamo per questo di voler appli- DZI = 12 V per VM = 13,5 V; DZ] =
tipo. care il dispositivo OVP ad un alimenta- 10 V per VM = 12 V; DZ1 = 7,5 V per
Il relè viene correttamente posizionato tore stabilizzato da 13,5 V (Gil classico VM=9V; DZ] =4V per VM =5V.
dal suo inserimento asimmetrico, mentre valore per OM, CB e tanti altri); DZI1 è Per ognuno di questi valori, occorre affi-
per T1 occorre (almeno nel caso nostro) confermato sul valore di 12 V, pertanto nare il punto di intervento regolando R2
verificare bene il lato primario e quello ai capi di R2 sono localizzati i restanti secondo quanto indicato in precedenza.
secondario. 1,5 V. Regolando R2 (che era preceden- A questo punto, il contatto CR può esse-
Ora restano da inserire alcuni terminali temente portato tutto dal lato GND), ad re definitivamente collegato in serie al
ad occhiello per l’ancoraggio dei cavetti un certo punto vediamo che il relè si cavo di rete dell’alimentatore, provve-
esterni e da saldare, dal lato rame, i con- eccita, DLR si accende e, quel che più dendo anche a piazzare la nostra basetta
tatti del pulsante P1 (ove questo pulsante importa, il contatto CR si apre: il tutto è o all’interno dell’alimentatore stesso
dovesse venir posizionato su un qualche entrato in protezione. Allora si ritocca la (ove ci sia sufficiente spazio libero) o in
pannello di controllo, magari assieme ai regolazione di R2 tornando leggermente un adatto contenitore (in plastica). Ora,
led, basta partire dalla basetta con qual- indietro, si preme il pulsante Pl per possiamo dormire sonni tranquilli.

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essere utilizzato come di frequenza ultrasonica che medicina all’edilizia, dallo sistema d’illuminazione
alimentatore stabilizzato alle nostre orecchie suona spettacolo alle comunicazioni. d’emergenza dotato di
o come generatore di onda come un leggero ticchettio Scopriamo esattamente cos’ è batterie, che si accenda
quadra per riparazioni mentre per i piccioni risulta e quali sono le sue applicazioni automaticamente se manca
su apparati audio. insopportabile. presenti e future. la tensione di rete.

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postale N° 11645157. Sede
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Abbondio Sangiorgio, 15 - 20 Scacciapiccioni ad ultrasuoni 3EP197
Sped. abb. post. comma 26, art.
2, legge 594/95 - Autorizzazione
Tribunale Civile di Milano N° 74
26 Cos’è il laser
del 29.12.1972. Stampa: Litogra-
fica, Via L. Da Vinci 9, 20012 31 Inserto: l’accoppiamento dei circuiti
Cuggiono (MI)
DISTRIBUZIONE A.&G. marco, 36 Illuminazione d’emergenza
Via Fortezza, 27 - 20126 Milano
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42 L’ABC della fotoincisione
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disegni e le fotografie, anche 44 Attenuatore a diodi PIN
se non pubblicati non si restitui-
scono. La rivista ELETTRONICA
PRATICA non assume alcuna
50 W l’elettronica
-2sponsabilità circa la contor-
mità alle vigenti leggi a norma di 54 Protezione da sovratensioni 4EP197

20EN)
sicurezza delle realizzazioni.
60 Il mercatino

Direttore editoriale Fotografia: REDAZIONE

SITI
Dino Ferretti tel. UFFICIO ABBONATI + Tel. 0143/642232
responsabile:
2ssjÌ
Massimo Casolaro dalle ore 8.30 alle 12. 30 e dalle 1 14.30 alle 1 18.30
fax 0143/643462
L'abbonamento a
Dire na
ie re csecuivo:
Redazione:
Massimo Casolaro jr. AMMINISTRAZIONE ELETTRONICA PRATICA
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Cal Benedetti
Dario Ferrari ' con decorrenza
Massimo Carbone PUBBLICITÀ da qualsiasi mese
Progetti
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Piergiorgio Magrassi MARCO CARLINI può essere richiesto


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e realizzazioni: Antonella Rossini tel. 0143/642492 anche per telefono PER TELEFONO
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ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1987 - Pag 3
ELECTRONIC NEWS
L'ORA SOSPESA
Oggi è forse questo il quadrante (ovvero, se si
preferisce, il display) più originale inventato per
un orologio. A prima vista il tutto appare come
un soprammobile fatto di un basamento e di un
pendolino. Se quest’ultimo viene spostato
delicatamente con un dito e quindi lasciato
andare, un ingegnosissimo sistema di
illuminazione fa sì che l’indicazione dell’ora
appaia fluttuante nell’aria, come qualcosa di
immateriale. Il segreto si nasconde nella
temporizzazione del display e nella persistenza
delle immagini nella retina dell’occhio. Al di 1à
Inquesto originalissimo soprammobile-orologio l’ora appare di capirne o meno il funzionamento, si tratta
sospesa nell’aria quando si fa oscillare la piccola asta verticale comunque di un oggetto capace di stupire
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Via L. Landucci, 26 - tel. 055/8363040).

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La Kodak, che tanti anni fa aveva reso la fotografia a colori alla portata di tutti, conserva ancora oggi questa felice tradizione,
diffondendo la foto digitale e rendendo facili a chiunque le elaborazioni delle immagini col personal computer. Tutto questo
grazie alla fotocamera digitale Digital Science DC20, la più economica, la più luminosa e la più piccola del mondo in questo
settore sempre più competitivo con la fotografia tradizionale. L’apparecchio ha la stessa semplicità d’uso delle macchine
fotografiche tascabili compatte: l’obiettivo è a fuoco fisso, mentre la velocità e l’apertura del diaframma vanno impostati. Quando
viene premuto il bottone di scatto l’immagine, anziché sulla pellicola, rimane “impressa” in una memoria di 1 MB, che consente
di immagazzinare da 8 a 16 immagini, a seconda della risoluzione selezionata (massimo 24 bit). Terminata la serie degli scatti le
immagini vengono trasferite sul PC attraverso la linea seriale (il cavo è fornito con l’apparecchio) e a questo punto inizia la fase
creativa, utilizzando i pacchetti software di cui la fotocamera DC20 è corredata. Il primo, Picture Postcard, permette di inserire
l’immagine in cartoline postali da inviare via posta elettronica, mentre con PhotoEnhancer si possono personalizzare le immagini
con diversi tipi di cornice. InMedia Presentation In Slide & Sound è la via d’accesso alla multimedialità: le immagini possono
essere disposte in qualsiasi ordine con l’aggiunta di titoli, didascalie, commenti sonori. Infine Kai’s Power Goo permette di
modificare le immagini a piacimento. E se tutto questo non bastasse, le immagini elaborate sono compatibili anche con altri
pacchetti software multimediali fra i più diffusi. Lire 720.000.
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ELECIRON
Si chiama DAB (Digital Audio Broadcasting)
il sistema di radiodiffusione del futuro, che
consentirà l’accesso ai più svariati tipi di servizi
informativi. Grazie alla tecnologia
completamente digitale la ricezione dei segnali
è di qualità elevatissima, pari a quella dei CD,
ed è possibile anche in condizioni solitamente
difficili per un sistema tradizionale (ad esempio
in presenza di montagne). Da circa un anno la
Grundig, prima al mondo, offre ricevitori DAB
di alta qualità, inizialmente distribuiti
nell’ambito di un grandioso progetto pilota in
Baviera e successivamente anche in altri Paesi,
Italia compresa. Grundig (38100 Trento

MELE-
Via del Brennero, 364 - tel. 0461/893111).

1 LA RADIO VERSO
IL FUTURO
OSCILLOSCOPIO IN TASCA
Elevate prestazioni, grande flessibilità d’uso, piccole dimensioni e peso
ridotto: la Hitachi ha racchiuso tutto questo nel suo oscilloscopio digitale
VC-5430 alimentato da batteria ricaricabile e facilmente trasportabile in
una cartella. Ha una banda passante di 50 MHz, calcola automaticamente
17 parametri di un segnale e permette di memorizzare e poter richiamare
fino a 10 setup e fino a 100 forme d’onda. Sul display a cristalli liquidi,
retroilluminato, le tracce multiple sono visualizzate con diversi colori.
Le schermate possono essere stampate grazie ad un connettore per linea
seriale, che permette anche il collegamento ad un PC. Da quest’ultimo,
installando il software Himes (opzionale), lo strumento può essere
completamente pilotato, con l’aggiunta di numerose funzioni, fra le quali
il confronto fra diverse forme d’onda e la stampa delle schermate con
l’aggiunta di un testo. L’oscilloscopio è dotato di batteria tampone che
garantisce il mantenimento permanente in memoria delle informazioni
programmate, mentre l’alimentazione è fornita da una batteria con
un’autonomia di 2 ore e tempo di ricarica di 16 ore. Il peso
dell’apparecchio è di soli 2 kg. Lire 4.800.000.
Distrelec (20020 Lainate - MI - Via Canova, 40/42 - tel. 02/937551).

MINICIRCUITI PER TELECOMUNICAZIONI


Il progresso nei circuiti integrati ha finora interessato soprattutto i

componenti attivi, cioè destinati all’amplificazione dei segnali.


Ultimamente però anche quelli passivi (resistori, condensatori,
induttanze) cominciano a prendersi la rivincita, soprattutto nel settore
delle telecomunicazioni mobili dove ogni millimetro recuperato è
estremamente prezioso. Le alte frequenze in gioco, la
miniaturizzazione, le condizioni ambientali stressanti e l’elevata
autonomia che deve essere garantita dalle batterie ricaricabili, sono i
fattori che hanno spinto l’industria anche verso la miniaturizzazione
dei dispositivi passivi. Questi peraltro, oltre ad essere essenziali al
funzionamento di quelli attivi, sono anche presenti in percentuale
molto maggiore in qualunque circuito. In questo settore la National
Semiconductor ha scelto la tecnologia dei circuiti ceramici ed è nato il
progetto di un microsintetizzatore per telefonia dotato di ben 8 strati
conduttivi, nel quale sono integrate sia funzioni capacitive che
induttive. Ricerca DuPont - National Semiconductor.
GUIDARE CON L'ELETTRONICA

Una centralina dotata el settore della sicurezza automobi- e, a seconda dell’intensità e della dire-
listica sì distinguono sistemi passivi zione, è in grado di distinguere una vio-
di sensori consente e sistemi attivi. Mentre i primi hanno lo lenta frenata, un tamponamento, una col-
di segnalare agli scopo di limitare i danni di un incidente lisione o un’uscita di strada.
(vedi ad esempio l’airbag e le barre late-
automobilisti, in modo del rali), i secondi nascono da un concetto
tutto automatico, una più moderno e destinato a dominare lo LA CENTRALINA
situazione di emergenza scenario futuro: quello della prevenzione
dell’incidente. Queste informazioni, senza alcun inter-
che ha coinvolto l’auto su Fra i vari sistemi attivi l’InfoDrive vento da parte del conducente. sono tra-
cui è installata. System prodotto dalla Net Company Ita- smesse con una voce sintetizzata a tutte
liana nasce dalla considerazione che le le altre centraline dello stesso sistema
Ovviamente anche le altre conseguenze più gravi degli incidenti installate su autovetture situate in un
auto devono avere stradali non sono tanto causate dal primo raggio di circa due chilometri.
a bordo lo stesso sistema, impatto, quanto piuttosto da quelli suc- La centralina va installata sotto il sedile
cessivi, che coinvolgono i veicoli che del guidatore, cioè nella zona considera-
che può essere facilmente per varie ragioni non riescono ad evitare ta, in base a statistiche, come la più sicu-
attivato anche lo scontro (si pensi ad esempio alle tra- ra all’interno dell’abitacolo. Ad essa è
giche conseguenze di certi tamponamen-
manualmente per avvertire ti a catena avvenuti nella nebbia).
collegata una piccola tastiera di coman-
do dotata di altoparlante per gli avvisi
di potenziali pericoli. L'unità centrale del sistema, grazie a vocali, che va installata in modo da esse-
sensori simili a quelli che fanno azionare re sempre accessibile. All'esterno
l’airbag oppure il pretensionatore delle dell’auto va invece montata l'antenna,
cinture, rileva le decelerazioni violente che è utilizzabile anche per l’autoradio.

ad
poi Ve

Li TOLTO nfoDrive
System
&

AUDIO ON/OFF

ON/OFF PROSSIMITA'

Ie] P4I

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 6


Il sistema può anche essere azionato della Società Autostrade. cazioni di emergenza) e i messaggi pos-
manualmente (basta la semplice pressio- In caso di ribaltamento o di uscita fuori sono essere trasmessi in qualunque lin-
ne di un tasto) per inviare messaggi tra strada dell’auto, premendo l’apposito gua europea, che va selezionata in fase
automobilisti in prossimità di situazioni tasto la centralina lancia un segnale che di installazione. Questo significa che se
stradali potenzialmente pericolose come permette di essere localizzati. si viaggia all’estero il sistema può collo-
tornanti e dossi: anche in tal caso viene quiare col conducente nella sua lingua
inviato un messaggio vocale a tutte le mentre i messaggi che ritrasmetterà ver-
autovetture sulle quali è installato, situa- SICUREZZA ASSOLUTA ranno ascoltati da ciascuno nella propria
te in un raggio di circa due chilometri. lingua. InfoDrive è stato brevettato a
Il sistema può distinguere le autostrade La batteria tampone interna al sistema livello internazionale e risponde alla
dalle strade statali e anche il senso di può mantenere la trasmissione del vigente normativa europea. In Italia è
marcia. È infatti possibile “istruirlo” segnale per 10 ore. La frequenza di fun- omologato dal Ministero delle Poste €
variando il codice di trasmissione: è pre- zionamento di InfoDrive è la stessa in Telecomunicazioni. Costa lire 460.006.
vista in futuro l’attivazione automatica tutta Europa (43,350 MHz, cioè la banda Per informazioni possiamo chiamare il
di questa funzione con la cooperazione civile assegnata dalla Cee alle comuni- numero verde 1670/17604.

TG]
UAAR)

e Stia
segnale di pericolo

Pericolo!
Inodente in zona,
procedere conta
MmOssima
‘Xi
VT
NAPPI e
Pa
[NESS
AAeNET
ricevuto il segnale rallenta dolcemente

InfoDrive può ridurre le tragiche conseguenze di un tamponamento


a catena anche se installato solo su due autovetture. In questo
esempio l’auto verde coinvolta nell’incidente emette il segnale, che
prudenza.

viene ricevuto da quella rossa (l’unica su cui il sistema è installato):


questa rallenta e fa rallentare anche quelle che la seguono.

1: il sistema InfoDrive comprende una centralina Attenzione!


che va installata sotto il sedile del conducente, alla Frenata brusca,
pericolo di
quale vanno collegate la piccola tastiera e l’antenna tamponamenti

ricetrasmittente. La prima va fissata in un punto del


cruscotto facilmente accessibile; la seconda, che
ovviamente va montata all’esterno, può essere
utilizzata anche per l’autoradio.
2: l’uso della tastiera è estremamente facile grazie
ad un numero molto ridotto di pulsanti, evidenziati
da apposite scritte e contraddistinti da una chiara
indicazione della funzione. Il tasto “prossimità”
permette di inviare l’avviso “Attenzione! Veicolo
in avvicinamento”, mentre quello “S.0.$.” si usa
per l’emissione continua di un segnale în caso
di necessità di soccorso. La tastiera è corredata
{in alto a destra) di un lampeggiatore che si illumina
ad ogni ricezione di messaggio.
3: quando un’auto davanti a noi sta frenando
bruscamente, InfoDrive ci informa all’istante
con un breve messaggio vocale, lasciandoci tutto
il tempo di rallentare ed evitare il pericolo.

4: InfoDrive previene gli incidenti che possono


essere causati da un’auto in panne che ingombra
la carreggiata in un punto non visibile: dall’auto in
difficoltà riceviamo un messaggio che ci consente
di evitare l’ostacolo.
GIOCHI

TOTOPRONOSTICO
CASUALE
grosse vincite al
Le hi di noi, presto o tardi, raramente o nuta). Alla fine, capita spesso che le
Totocalcio si ottengono spesso, non ha ceduto alla tentazio- schedine giocate in modo casuale, se
ne di tentare la fortuna, giocando una escono, son quelle che danno, a chi ne è
quando i risultati sono qualche schedina al Totocalcio, anche se il fortunato compilatore, vincite colossa-
fortemente diversi dalle poco competente di calcio? li. Puntiamo su questo, quindi, anche se
Del resto, chi abbia un po’ di competen- l’idea di affidare il pronostico ad un con-
previsioni: questo za, quando compila la schedina si affida gegno che indichi, in modo del tutto
dispositivo produce tre un po’ al cuore (le squadre simpatiche casuale, i numeri da giocare è tutt’altro
uscite casuali, devono vincere) o al ragionamento: la che nuova.
squadra forte vince su quella debole. Se poi aggiungiamo alla sperànza recon-
contrassegnate da 1, 2e In realtà, che le scelte siano sentimentali dita, ma sempre presente, il divertimento
X, per fare la classica O tecniche, resta il fatto che azzeccarci è di realizzare un simpatico gadget tutto
molto difficile; inoltre è risaputo che, se elettronico, allora possiamo ben dire che
colonna matta, quella il pronostico è facile, cioè i risultati il gioco è fatto.
della giocata miliardaria. seguono un ragionamento logico, la vin- Come al solito, è opportuno iniziare col
cita è modesta (anche se sempre benve- capire come il nostro circuito funziona:

Non è così facile compilare


una schedina che risulti
veramente casuale
comunque con il nostro
dispositivo è certamente
e
più veloce e divertente.
Chissamai che il fatto
di averlo costruito con
le nostre mani non ci
porti
- -
fortuna...

“La Lie: i
Li
£
Lp"
Li
e.
=
#_.
pr]
Ecco il circuito per il totopronostico come
da noi montato e collaudato. Ill montaggio
dei pochi componenti è alla portata di tutti.

esaminiamone quindi lo schema elettrico Un piccolo contenitore |

e, prima di tutto, il suo comportamento. in plastica completa |

Una tensione continua che può essere e abbellisce il nostro


compresa fra 4,5 V e 9 V (la classica dispositivo. | tre led
piletta da transistor è la soluzione ideale, possono essere dello
il circuito consuma ben
|

anche perché stesso colore o, meglio,


poca corrente) va ad alimentare il dispo- di 3 colori diversi.
sitivo quando si commuta S1 per chiude-
re l’alimentazione. Per meglio dire, esso
provvede ad alimentare direttamente
solo una parte del circuito, e precisa-
mente quella relativa ad 1C2; quindi, se
tutto è in regola, la prima cosa che deve
succedere è l’accensione di DLG, cioè
del led giallo. pronostico, e cioè 1, 2 o X; ecco quindi anche a IC], la cui sezione “a” è il cl
che il led rimasto acceso indica puntual- sico oscillatore a trigger di Schmitt: la
mente il numero da trasferire sulla sche- frequenza è determinata dai valori
SCHEMA PER VINCERE dina. C2 (che sono, del resto. gli unici com
Una precisazione è qui opportuna: nenti aggiunti specificam anta
CIAO du it
ra
1 7 {

Se ora passiamo a premere il pulsante ovviamente, se contrassegnati, i led nel nostro caso, con tensio 10 A
na ui ai
®

Pi, vediamo tutti e tre i led accesi con- potrebbero essere tutti e tre del medesi- zione sui 9 V, si aggira sui 300 Hz
temporaneamente; rilasciando PI, sola- mo colore: ma sinceramente un display Il resistore che vediamo ìn p
mente uno dei tre led resta acceso, a tricolore è più bello e comunque fa più all’alimentazione {R1}, ha la
caso. scena. Ora che abbiamo dato un’occhiata zione di scaricare rapidamente C1 quan
Essendo i led di colore diverso, il nostro in anteprima a quel che succede, vedia- do P1 viene rilasciato.
lettore può affidare a piacere ad ogni
colore uno dei contrassegni tipici del
mo un po’ perché succede.
Premendo PI, si manda l’alimentazione
L’onda rettangolare disponibile all’ - <

i
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pa Cc
2 o ©

| 14
16
5
i Imb i
za
|
RI
= I
5
cis 8,

EE
10 14 |

"1; R2
|
1C2

AE

Li
Schema elettrico del totopronostico; tutti i componenti
a schema sono montati sulla basetta di supporto.

COMPONENTI
R1 = vedi tabella
_A_|Per ordinare R2
R3
120 kQ
=
= vedi tabella
basetta e componenti |
C1 = 47 uF - 16 V (elettrolitico)
C2 = 47.000 pF (ceramico)
Codice 1EP197
|

C3 = 47 nuF - 16 V (elettrolitico)
IC1 = 4093
vedere a IC2 = 4017
DLV = led verde
DLG = led giallo
DLR = led rosso
P1 = pulsante N.A.
S1 = interruttore a slitta
Vcc = (vedi tabella)
1: piano di
montaggio del
totopronostico.
P1 ed $1
si montano
dal lato rame
della basetta.
2 il circuito
stampato è qui
visto dal lato
rame nelle sue
dimensioni
reali.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 10
Ss1 TOTOPRONOSTICO
CASUALE
è

aa
ta di IC1/a viene inviata alle restanti La realizzazione di questa scheda è piut-
sezioni (b-c-d) collegate in parallelo per tosto semplice, in quanto tutto il lavoro è
assicurare un segnale più robusto da concentrato nei due integrati; comunque
©

amm

applicare all’entrata di IC2. la soluzione a circuito stampato garanti-


è sce la miglior riproducibilità ed affidabi-
lità.
e—

L’INTEGRATO Si comincia col sistemare sulla basetta i


DLR pochi resistori, i due zoccoli per IC1 e
©
ci
e

Questo integrato, un 4017, fornisce pre- IC2 ed il ponticello in filo nudo presente
vÈC

i
uu

stazioni piuttosto complesse e dispone di fra gli stessi integrati; si passa al mon-
Lo) © © ben 10 uscite, ma nel nostro caso ne taggio dei condensatori, tenendo conto
vengono utilizzate solamente 4, e per la che C1 e C3, essendo di tipo elettroliti-
precisione: i pin 2-3-4 per accendere i co, devono essere inseriti in modo da
Co

> tre led già descritti ed il pin 7 che serve a rispettare le polarità indicate sia sulla
resettare, se collegato al pin 15, l’inte- copertura in plastica sia nel disegno.
amm

grato. Si posizionano poi P1 ed S1, saldandoli


>
In questo modo, i tre led si accendono direttamente sul lato rame in modo che
ciclicamente in sequenza, ma con caden- sporgano dal bordo previsto parallela-
ammo

za assolutamente non discernibile ad mente al piano della basetta; infine


occhio, data la persistenza dell’immagi- vanno sistemati i tre led, saldandoli in
e.

ne sulla retina; essi hanno una sola resi- modo da lasciare inalterata pressoché
stenza di limitazione, in comune quindi, tutta la lunghezza dei reofori, che poi
appunto perché si accendono uno per vanno delicatamente piegati e coricati
volta. Rilasciando PI, s’interrompe il sulla basetta. Da ricordare che, dei due
segnale proveniente dall’oscillatore, e reofori dei led, quello relativo al catodo
IC2 provvede a memorizzare l’ultimo esce in corrispondenza del leggero
impulso arrivato sul led corrispondente, smusso presente sul bordino in fondo al
che resta quindi acceso, indicando il corpo in plastica.
numero vincente. La successiva manipo- Ora non c’è che da aggiungere un paio
lazione di P1 fa partire un altro ciclo e di terminali ad occhiello per un comodo
così via. ancoraggio del cavetto di alimentazione,
ed infine vanno inseriti i due integrati,
Ri R3 ponendo la solita cura nell’inserimento
SEMPLICE MONTAGGIO dei piedini nelle relative mollette dello
Vec=9V 2700 820 zoccolo e nel rispettare la posizione del
Vec=4,5 V 1200 470 Come già accennato, il nostro circuito piccolo incavo semicircolare presente in
può essere alimentato con 4,5 0 9 V uno dei due bordi stretti ad indicare il
pressoché indifferentemente, salvo però pin 1.
La tabella ci mostra come scegliere adeguare un paio di valori di resistenza, Il montaggio è così completato e, dopo
il valore delle resistenze R1 ed R3
come indicato nella tabella qui a lato. un’opportuna verifica sul funzionamen-
in base alla tensione di I consumi sono compresi fra 6 e 10 mA, to, la basetta può essere inserita in un
alimentazione del circuito che può con alimentazione a 9 V e scendono alla scatolina di dimensioni adatte, come
essere di 4,5 o di 9 V. metà circa con 4,5 V. riportato nell’apposita figura.

I
tre led si inseriscono
lasciando i terminali più lunghi
possibile poiché, una volta
saldati, vanno piegati in modo
da sporgere di alcuni
millimetri dal bordo
della basetta.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1227 - Pag


TOTO
PRONOSTICO
CASUALE

Tra i due integrati va sistemato


un ponticello in filo nudo. Questo
consente di scavalcare una pista
presente sul lato rame del circuito
stampato (si vede in trasparenza)
senza inutili complicazioni del
tracciato. Lo spezzone di filo,
anche recuperato dal taglio
dei reofori dei componenti, deve
essere lungo 25-30 mm.

L'INTEGRATO 4093 B
Il 4093 B è un quadruplo trigger di andamento positivo o negativo (la mi di comando in ambienti ad alto
Schmitt in tecnologia C-MOS ad al- loro differenza è quella che si chia- rumore; multivibratori monostabili e
ta tensione (20 V). Ognuna delle 4 ma tensione d’isteresi). astabili; logiche NAND.
sezioni funziona come un gate di ti- Come puro e semplice trigger qua- Le prestazioni più salienti sono: ten-
po NAND a due ingressi, con funzio- druplo non richiede l’aggiunta di al- sione d’isteresi di 0,9 Va VDD = 5
ne di trigger su ambedue gli ingres- cun componente esterno. V, di 23 Va VDD = 10 V; immunità
si; il gate commuta in corrisponden- Le sue applicazioni tipiche sono: di rumore maggiore del 50%; nes-
za di punti differenti per segnali ad formatori d’onda e d’impulso; siste- sun limite ai tempi di salita e di ca-
duta d’ingresso; massima corrente
d’entrata di 1 uA a 18 V su tutta la
gamma di temperatura (100 nA a 25
°C); gamma di tensioni di alimenta-
zione da 3 a 18 V; corrente max su
ogni ingresso (c.c.) + 10 mA.
I
disegni ci mostrano Nella figura A è rappresentata ia co-
l’integrato 4093 B nei suoi stituzione a blocchi di ciascuna se-
vari aspetti: in A lo zione del 4093 B: un trigger di Sch-
schema a blocchi, in B la mitt a 2 entrate (T), cui seguono due
protezione delle entrate stadi amplificatori (A1 e A2) per una
realizzata con 3 diodi; maggiore corrente d'uscita (si tratta
nelle altre due figure infatti della versione B, cioè buffe-
la piedinatura e red). Nella figura B è indicato il fat-
l’ingrandimento del chip to che ogni entrata è protetta da un
dell’integrato che misura gruppo comprendente 3 diodi per
solo 1x2 mm. evitare (almeno, fino ad un certo li-
vello) che tensioni errate eventual-
mente applicate all’ingresso abbia-
no a danneggiare i relativi stadi
14 VDD dell’IC. Vediamo inoltre, negli altri
13
due disegni, la disposizione dei pie-
12 dini del dispositivo (esattamente
11 7+7) e, a sinistra, un ingrandimento
della struttura del chip dello stesso
10
integrato: da notare che esso è quo-
9 tato, sui lati, rispettivamente 1 e 2 in
8 quanto misura effettivamente solo
1x2 mm!

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 12


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a
%

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sorgente fra tante. chiamando il numero telefonico 02/2049831.
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richiesto (riportato a fianco del circuito), nella causale
del versamento.
STRUMENTI

Un unico circuito che può essere utilizzato


come alimentatore stabilizzato con tensione
regolabile da 1,5 a 30 Vo come generatore
i onde quadre simmetriche con frequenza
regolabile tra 50 Hz e 30 kHz.
Qui vediamo il circuito nella
versione definitiva da noi montata
e provata per il collaudo finale.
La realizzazione non comporta
grosse difficoltà.
Il circuito stampato è qui visto
dal lato rame nelle sue
dimensioni reali.

el nostro laboratorio non può mai


mancare un alimentatore stabilizza-
to di buone prestazioni e con tensione
d’uscita regolabile, per far funzionare i
nostri circuiti, autocestruiti o meno.
Servono poi altri strumenti di controllo e
rilevazione senza i quali è impossibile
riparare e tarare gli apparecchi sui quali
occorre intervenire. Uno di questi è sicu-
ramente il generatore di segnali, indi-
spensabile per qualsiasi operazione su
apparati audio. Visto che però i nostri
laboratori si riducono spesso a una pic-
cola scrivania e che quindi lo spazio a
disposizione non è mai molto, assume
una notevole importanza la possibilità di
disporre di un circuito in grado di svol-
gere la funzione di due apparecchi, ali-
mentatore e generatore di segnali.
Quello che proponiamo comprende
appunto i due strumenti citati. Il primo è
un ottimo alimentatore stabilizzato e
protetto contro i cortocircuiti con uscita
regolabile tramite il potenziometro Pl
tra 1,5 e 30 V. La tensione di uscita
viene prelevata tra i punti contrassegnati
+ e -. La corrente massima erogabile è di
1,5 A per tensioni di uscita comprese tra
27 e 30 V, mentre per tensioni di uscita
»»
1,5 — 30 V

Schema elettrico
complessivo
del minilaboratorio
tuttofare. La parte
superiore del circuito
è quella che ci offre
la tensione stabilizzata,
la parte in basso serve
per erogare
l’onda quadra.

L’integrato IC1 va dotato di


un dissipatore di grandi
dimensioni.

T Perordinare
basetta e componenti
codice 2EP197 |

|
|

vedere a pag: 35
|

NEIE= LS ESTE ZZZ == Rio


inferiori la corrente massima si calcola
COMPONENTI con la formula: 1 max = 20 (40-Vu),
:

dove Vu è la tensione di uscita.


R1 = 220 è D1 = D2 = D3 = D4 = BY 251 Facciamo alcuni esempi di applicazione
R2 = 5,6 Q D5 = D6 = 1N4007 della formula: con 20 V di uscita la cor-
R3=1kQ Z = zener 12 V rente massima è di 1 A poiché 20: (40-
R4=1kQ0-1W DV = deviatore a slitta 20) = Lt; con 16 V abbiamo 20: (40-16) =
C1 = C2 = 2200 mF-50 V TR = trasform. 220/28 V 0,83 A, con 12 V abbiamo 20: (40-12) =
(elettrolitici) P1 = potenziometro 4,7 kQ 0,71 A, con 1,5 V abbiamo 20: (40-1,5)
C3 = 100 nF - 50 V (elettrolitico) P2 = potenziometro 2,2 MQ = 0,51 A. Il secondo strumento è un
C4 = 100 nF - 16 V (elettrolitico) IC1 = LM 317 T generatore di onde quadre perfettamente
C5 = 10 nF - 50 V (elettrolitico) (con dissipatore) simmetriche (duty cycle 50%) la cui fre-
C6 = C7 = 100 kpF - 100 V IC2= 7805 quenza è regolabile tramite P2 tra 50 Hz
(policarbonato) IC3= 4047 B e 30 kHz. La minima frequenza si ha
C8 = 100 kpF (ceramico) Q1 = BDX 53 con potenziometro ruotato completa-
C9 = 1 kpF (ceramico) Q2 = 2N 1711 mente in senso antiorario. Il segnale di
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 16
MINILABORATORIO TUTTOFARE
cita ha un’ampiezza di 4 Vpp e si pre- contenitore in plastica, dal quale fuorie- resistenze, anche se la disposizione ario-
ava al punto G indicato nel piano di scano gli alberini dei due potenziometri sa dei componenti non crea alcun pro-
ntaggio. e all’interno del quale sia possibile bloc- blema di spazio per il montaggio. IC1 va
La realizzazione non è assolutamente care saldamente il grosso trasformatore. munito di una aletta di raffreddamento
critica anche se il montaggio va eseguito Nel circuito sono presenti numerosi piuttosto grossa (almeno 9x4 cm) poiché

o
su circuito stampato per ottenere la mas- componenti polarizzati, dei quali occorre l’integrato, se fatto Javorare con correnti
sima affidabilità di funzionamento. Tutti controllare attentamente il senso d’inse- elevate, tende a scaldare parecchio.
componenti si montano sulla basetta, rimento nel piano di montaggio. La rea- Tra la superficie metallica dell’integrato
salvo iltrasformatore 220/28 V. Per que- lizzazione si inizia, come sempre, dagli
elementi più piccoli, quindi i diodi e le
e il dissipatore non occorre prevedere il
kit d’isolamento a mica.
sto motivo conviene prevedere un adatto

è
Ecco
la piedinatura
di due dei tre
integrati (il
220 V- im MO)

terzo sì monta
nel suo
zoccolo a 14
piedini) e dei
due transistor

n”
presenti nel
circuito. IC1
va munito al 28

--
di dissipatore
di calore. =_= DI p2

{Tz}- D3 D4
. —-m)--

RmI
LO
ICI
Piano di
montaggio del
La sa
CI
minilaboratorio
tuttofare. Sulla 1C2 |
basetta
trovano posto
tutti
=] +b=>

=
i componenti

necessari e il c2
radiatore per È
IC1, ma non il

© | EZIO: ©:
trasformatore c8 Cc

Q2 + R
TR, che va
ca
fissato nella ca
scatola in cui = ò

inseriremo co C5
il circuito,
Q2 G

5] .
)

|
curandoci di p2 è pi ©

far fuoriuscire
2N171}ì
gli alberini dei
potenziometri Li o -0 ©+
i
ed il deviatore n 50 Hz +30 KHz
|

DV.
4 Vee
FREQUENZA TENSIONE
|
TERLPGEIZZITOGL
lia CICLICO ANTENICA TY AIUPLIFICATA
PEGGERANAMARILE &
soc. 36 are BANDA 4 E 5 220/120

KIT ELETTRONICI
|

re
*
*
*
tempi si regolano INDIPENDENTEMENTE
anche in modo NON ciclico.
ALIMENTAZIONE:
ASSORBIMENTO MAX: 120 mA
12 - 24 Vcc

MAX CORRENTE CONT. RELE: 1A


e
rele si eccita e diseccita in continuazione,
può funziona-
(7% È un'ottima antenna TV amplificata che può essere impiega-
ta anche in auto, camper, roulotte ecc.

*
*
ALIMENTAZIONE: 220 Vca 12 Vcc
RICEZIONE: BANDA IV V
* TEMPI ATT. / PASS. : 8 sec. / 36 ore * AMPLIFICAZIONE REGOLABILE MAX 20 dB

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à:

Con la chiusura della portiera. le luci di cortesia iniziano a Si accendecon il telecomando del TV (o con l'interruttore nei
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TORINO TELSTAR EL. Via Gioberti,37 Tel.011/545587
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GE-SESTRI P. EMME EL. Via Leoncavallo, 45 Tel.010/628789 LUCCA S.ANNA COMEL Via Pisana,405 Tel.0583/587452 CATANIA R.C.L. Via Novara, 13 a Tel.095/447170
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ATALOGO GENERALE 1996
COMFORT DOMESTICO

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Un semplice circuito in grado di emettere
un suono ultrasonico, percepibile alle nostre
orecchie come un ticchettio, ma fastidiosissimo
per i Fepiccioni, portatori di numerose malattie,
Cc
vengono messi in fuga all'istante.
Ecco il prototipo dello
scacciapiccioni ad
ultrasuoni come da noi
realizzato e collaudato
nelle prove
di funzionamento.

egli ultimi tempi vi sono state in


Italia, aspre battaglie legali senza
esclusione di colpi tra esponenti del
WWF e molti sindaci che, per ragioni di
igiene e sicurezza pubblica, hanno dovu-
to intervenire drasticamente consentendo
l’abbattimento della specie zoologica-
mente chiamata “colombo domestico”,
Il nostro circuito va collegato ad un alimentatore stabilizzato da 12 Vcec
anche conosciuto come piccione.
1 A. Tra i due dispositivi possiamo inserire un timer o un intervallatore che
La massiccia presenza di questi volatili, faccia accendere lo scacciapiccioni qualche secondo ogni minuto o due.
oltre a provocare il costante degrado dei
centri storici di molte città, è molto peri-
colosa per la diffusione di tre importanti
infezioni virali quali la febbre Q, la feb-
bre tifoide e i paratifi ovvero la salmo-
nellosi e le zecche. La febbre Q è una
malattia infettiva con un periodo di incu-
INTERVALLATORE
|

bazione non precisabile; il suo nome


deriva secondo alcuni dall’iniziale di CIRCUITO
Qeensland una regione dell’ Australia
|

STAMPATO
ove furono identificati i primi casi, men-
tre secondo altri dall’iniziale di queer |

aggettivo anglosassone che significa


strano. Essa manifesta i primi sintomi
con bruschi malesseri e brividi, febbre
elevata, mal di capo, spossatezza ed
ALIMENTATORE
STABILIZZATO
o—————,
ALLE TROMBE
arrossamento delle congiuntive oculari. 220/12V-1A
Talora ai sintomi descritti si aggiungono
dopo tre o quattro giorni dolori toracici.
Molti animali, tra i quali in particolare i
piccioni, sono affetti dalla malattia, per- |
tanto la diffusione della stessa nelle
|

campagne è molto elevata. Alcuni esper-


vv T A =
»»
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1987 - Pag. 21
b
USCITA
ALTOPARLANTE
(TRASD.PIEZO)

Schema elettrico del circuito dello scacciapiccioni. Tutto


circuito gravita intorno alle quattro sezioni NAND di IC1,
il
un quadruplo trigger di Schmitt.

1: piano di montaggio della


basetta a circuito COMPONENTI

SII
stampato; il trasduttore è
indicato provvisoriamente R1 = 8,2 kQ
montato sullo stesso ma R2 =R3 = 10 kQ
Per ordinare: RV1 = 47 kQ trimmer

basetta e componenti
per la massima efficacia
del dispositivo è necessario
posizionarlo nei punti
RV2 = 22
k trimmer
C1 = 220 pF 16 V elettrolitico
strategici come, per C2 = 110 nF ceramico
codice 3EP197 esempio, coperture, C3 = 4,7 uF 16 V elettrolitico
balconi, ecc. C4 = 10 nF poliestere
D1 = 1N4001
a pag. dò 2: il circuito stampato è qui TR1 = BDW 94 C
visto dal lato rame nelle IC1 = CD 4093BE
sue dimensioni reali. T1 = trasformatore 5W-9V/110 V

n
oppure 9V/220V
2

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 22


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bo dagli animali all’uomo avvenga il più mali domestici quali gatti e cani provo- RICHIESTA.
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delle volte attraverso l’inalazione di pol- cando gravi fenomeni anemici. scrivici o invia un fax al n. 039-9920107.

veri inquinate dalle urine e dalle feci, Questa lunga introduzione non deve . .
oscilloscopio
oppure dal contatto diretto con la carne © creare inutili allarmismi (vedi il recente £ 260.000
la pelle. caso della mucca pazza), ma semplice- -
Caratteristiche:
La febbre tifoide è una malattia infettiva mente esaltare l’utilità del nostro proget- 10 m per divisione.
denominata anche tifo addominale con to, che permette l’allontanamento defini- Base dei tempi:
una incubazione media di quindici gior- tivo degli indesiderati volatili, salva- da 50 mS a 0,5 uS oper
ni, che si manifesta dapprima con mal di guardandone comunque l’integrità fisica divisione.
e permettendo alla nostra redazione di Schermo 3x5 con reticolo. 220 4,5 Kg.
capo e con macchie rossastre ed ingros-
Vv

Manuale in italiano.
samento della milza, poi. La febbre tifoi- correre ai ripari da sicure critiche. Esi-
de è dovuta al bacillo di Eberth, mentre i stono già in commercio dispositivi elet- TRAPANINO iunzionante con batterie stilo.

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paratifi sono dovuti al bacillo del para- tronici funzionanti sullo stesso principio Accessori: tre pinze, due punte, due mole. £ 34.000
tifo A o B; tutti questi microbi hanno che grazie al circuito elettronico ed al
forma e caratteristiche molto simili, per trasduttore impiegato emettono ultrasuo-
cui sono raggruppabili nella categoria ni elevati a frequenze utili per disinfesta- TRAPANINO sg - 18 DCV da 8000 a 18000 giri.
delle salmonelle. È anche in questo caso re locali frequentati da topi e zanzare. con tre pinze, due punte, mole. £ 31.000
utile ricordare che i microbi penetrano Questo circuito, sperimentato con suc- TRAPANINO 9g
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nell’organismo attraverso l’apparato cesso da alcuni nostri collaboratori, può MULTIMETRO DIGITALE
digerente secondo i già citati veicoli di dunque essere abbinato ai precedenti 87.000
trasmissione. creando quindi un integrale sistema con display pieghevole £
OLTRE ALLA MISURA DI TENSIONI
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famiglia degli Ixododi le cui uova, assai locali, NATE E' POSSIBILE MISURARE
CAPACITA", Hfe, CONDUTTANZA,
numerose, sono generalmente deposte Il cuore del circuito è un generatore da TEMPERATURA DA -40°C A 1000°C

|
sotto le pietre, le fessure dei muri, ecc. accendere non appena notiamo la pre- IL DISPLAY PUO' RUOTARE 0° DA
Le larve, spesso, si arrampicano sul- senza dei volatili, intervallandone a pia- A 70° MENTRE DIGITS SONO
ALTI 25mm.
l’erba attendendo il passaggio di qualche cere il funzionamento con un timer cicli- PER LA MISURA DELLA TEMPERA-
animale a cui potersi attaccare. Questo co esterno o abbinandolo ad altri circuiti TURA E' INCLUSA LA SONDA K
acaro può attraverso il contatto penetrare »» PROBE.

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DCV, ACV, DCA, ohm, cicalino per
RV1 ed RV2 sono due trimmer con vite di regolazione disposta verso l’alto
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ve oppure con il consueto metodo della


fotoincisione. Per la descrizione passo-
passo di questa importante fase, riman-
diamo i lettori all’articolo di pag. 42.
Forata la basetta, è consigliabile iniziare
il montaggio dai resistori, che non
richiedono alcun verso particolare di
inserimento; passiamo poi ai condensa-
tori ed al diodo DI] rispettando la pola-
rità sugli elettrolitici, quindi sistemiamo
in ordine lo zoccolo per l’integrato IC1, i
trimmer RV1 e RV2, il transistor Dar-
lington TRI (il collettore non deve asso-
Le trombe piezoelettriche da collegare al circuito devono essere stagne lutamente essere collegato al metallo del
poiché vanno sistemate all’esterno dell’edificio. Nel collegarle bisogna contenitore) ed infine il trasformatore
rispettare la polarità indicata. Con un trasformatore 9/110 V T1, avendo cura di realizzare collega-
possiamo collegare al circuito 4 trombe piezo, con uno 9/220

V
menti con piccoli spezzoni di filo.
possiamo alimentare fino a 8 trombe. Per queste operazioni utilizziamo un sal-
simili per un funzionamento di tipo La funzione del diodo DI] è molto datore di media potenza con punta fine e
sequenziale. L’emissione sonora non è importante visto che la mancanza di que- stagno multianima 40/60 da 0,8 mm.
assolutamente fastidiosa ma simile ad un sto componente non consentirebbe l’ini- Terminato il montaggio ricontrolliamo
leggero ticchettio. bizione ritmica dell’oscillatore audio. attentamente il circuito appena realizzato
Infine per quanto concerne i condensato- per essere sicuri di non aver tralasciato
ri, rispettivamente, C1 funge come capa- nulla, verificando eventuali errori di
SCHEMA ELETTRICO cità di bypass sull’alimentazione, mentre cablaggio e montaggio.
C2 manda a massa i disturbi in alta fre-
Al fine di permettere ai lettori meno quenza determinati dalla veloce commu-
esperti la realizzazione del circuito con
successo, abbiamo preferito utilizzare
tazione di TR1 sul primario del trasfor-
matore. Raccomandiamo fortemente,
COME
SI USA
componenti di facile e sicura reperibilità, vista la notevole energia dissipata, di Regoliamo RV1 e RV2 a metà corsa,
quale gli integrati della famiglia C-MOS dotare il transistor TR] di una adeguata quindi, dopo aver connesso all'uscita le
serie CD4000. Nel nostro caso tutta la aletta di raffreddamento. trombe piezoelettriche in serie tra loro,
circuitazione gravita sull’integrato I trasduttori vanno collegati in serie, per diamo tensione rispettando la polarità.
CD4093, già utilizzato in altri progetti, un massimo di quattro unità e rispettan- A questo punto udiamo un sommesso
ovvero una quadrupla porta Nand con do la polarità; ricordiamo che utilizzan- ticchettio provenire dai trasduttori, per-
trigger di Schmitt, impiegata come dop- do un trasformatore da 9/220 volt anzi- tanto regolando il trimmer RV2 diminui-
pio oscillatore controllato rispettivamen- ché 9/110 volt possiamo connettere ben sce la frequenza del ticchettio, mentre
te dal trimmer RV2 con il condensatore otto trombe piezo in serie. regolando RV1 varia il tono emesso fino
C3 e dal trimmer RV1 con il condensa- Sull’ingresso di alimentazione del gene- a renderlo perfettamente udibile.
tore C4. ratore conviene installare un timer inter- A questo punto iniziamo la fase più
Ogni porta oscilla ad una precisa fre- vallatore ciclico che rende attivo il gene- importante, cioè quella inerente alla spe-
quenza, in particolare la sezione apparte- ratore per alcuni secondi dopo un perio- rimentazione del dispositivo, verificando
nente alla più bassa, tramite la sua usci- do di stanby. Una possibile soluzione di con più tentativi quale sia l'emissione
ta, disabilita o abilita l’oscillatore a fre- posizionamento dei trasduttori potrebbe più fastidiosa per i volatili. Nel momen-
quenza ultrasonica iniettando il segnale essere ai 4 angoli di un edificio (gli stes- to in cui la presenza degli stessi progres-
alle restanti porte parallelate, Questo sta- sì per uso esterno devono essere imper- sivamente diminuisce, quindi determina-
dio buffer inverter alimenta il transistor meabilizzati racchiudendoli in un box in to il tono ultrasonico che provoca fasti-
Darlington tipo PNP BDW94C che pilo- plastica). dio al volatile, blocchiamo i trimmer con
ta un trasformatore in salita da 9/110 L’alimentazione del circuito è ottenibile una goccia di collante morbido non
volt fornendo una alta tensione in uscita con un alimentatore stabilizzato erogante acquoso.
sufficiente a pilotare quattro trombe 12 volt ampère.
1]
Terminiamo la realizzazione inserendo il
piezo di potenza collegate in serie. Il nostro dispositivo può essere realizza- circuito in una scatoletta in plastica, pra-
Neèn ci stanchiamo mai di ripetere che to, senza che si verifichi alcun problema ticando all’interno i relativi forì per il
un Darlington è composto da due transi- di criticità o di messa punto. Come sem- bloccaggio dello stesso. Non ci resta che
stor bipolari in serie contenuti in un pre è consigliabile iniziare con la ripro- augurare una buona azione di disturbo
unico involucro al fine di preservare il duzione del circuito stampato su una nel totale rispetto della natura, ricordan-
circuito da una possibile instabilità, otte- basetta di vetronite monofaccia, con il do di scrivere alla nostra redazione nel
nendo anche un maggior guadagno. metodo delle piste e piazzole autoadesi- caso di eventuali suggerimenti.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 24
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di applicazioni di questa
tecnologia, nata nel 1960,
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delle particolari
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TTT)
che può essere emesso
da vari tipi di dispositivi. Oggi
sono soprattutto usati

Tele (og
emettitori laser a
ETIoLAT
Pda 14) LL la

COS'È IL LASER
In questo schema è illustrato il principio dell’emissione laser da parte di arlare di laser significa affrontare un
un tubo a vuoto contenente una sostanza gassosa. Gli elettrodi forniscono argomento vastissimo, perché è
energia agli atomi attraverso scariche elettriche. Quando uno di questi forse la tecnologia che, da quando è nata
atomi (come il 2), già “eccitato” dall’esterno, viene investito da un fotone nel 1960, ha avuto il maggior numero di
(elemento di radiazione luminosa) proveniente dall’atomo 1, emette a sua applicazioni nei più svariati settori.
volta energia luminosa che si “somma” a quella emessa dal primo atomo. In campo elettronico è impiegato ad
ll processo si ripete a catena con gli altri atomi e viene mantenuto, oltre | esempio nella costruzione dei micropro-
che dagli elettrodi, dalla presenza di pareti a specchio che riflettono le .
cessori e nelle telecomunicazioni su
onde creando un sistema risonante analogo ad un circuito oscillatore. fibra ottica; sul laser si basa inoltre il
‘’
funzionamento di alcuni apparecchi di
consumo, come il lettore di Compact
Disc. Il termine laser fa pensare subito
ad un raggio luminoso e in effetti questa
FASCIO | tecnologia consiste proprio in un tipo
LUMINOSO
IN USCITA
particolare di emissione di luce. E’ lo
stesso termine che lo dice: infatti laser è

o
un acronimo, cioè una parola composta
da iniziali di altre parole, che sono Light

a
|

Amplification by Stimulated Emission


| SPECCHIO of Radiation, cioè amplificazione della
| SPECCHIO Ù

Fa ELETTRODI
A ) luce mediante emissione stimolata di
radiazione.
Dunque i dispositivi laser emettono luce
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag, 26
stimolata, a differenza di tutte le altre ne questa amplificazione, che è tale da laser è composto da tre elementi fond2-
fonti di luce, sia naturale (come il Sole) favorire l’emissione di luce lungo una mentali, chiamati rispettivamente mate-
che artificiale (lampade di vario tipo) sola direzione. All’amplificazione della riale attivo, risonatore ottico e sistema d
nelle quali l’emissione è detta spontanea. luce contribuisce in modo decisivo pompaggio.
Un esempio utile a comprendere la diffe- anche la presenza di una coppia di spec-
renza è quello delle lampade al sodio chi che, disposti all’estremità del dispo-
usate anche nell’illuminazione delle stra- sitivo, hanno la funzione di riflettere le IL RISONATORE OTTICO
de. Sono costituite da un tubo cilindrico onde da una parete all’altra: in questo
trasparente che contiene vapori di sodio, modo si crea una cavità risonante, in Il materiale attivo è quello che emette la
all’estremità dei quali si trovano due grado cioè di mantenere al suo interno, radiazione luminosa: da quando il prin-
elettrodi a cui viene applicata tensione. analogamente ai circuiti oscillatori, le cipio del laser è stato scoperto sui cri-
All’interno del tubo si ha di conseguenza oscillazioni delle onde luminose. stalli di rubino sono state utilizzate con
un movimento di elettroni, cioè una cor- In base a quanto detto finora un sistema »»
rente, dall’elettrodo detto catodo a quel-
lo detto anodo. Questi elettroni urtano
contro gli atomi di sodio e trasmettono
Chi frequenta le
discoteche avrà certo
energia agli elettroni, che passano così
da uno stato detto normale o anche fon- presente gli
damentale ad uno stato detto eccitato. spettacolari effetti
Gli atomi eccitati ritornano via via al
luminosi che si
livello normale, cioè perdono l’energia possono ottenere con
acquistata dal passaggio della corrente:
un raggio laser di
bassa potenza, specie
l’energia persa, che in questo caso
appartiene allo spettro visibile e ha una se l’ambiente è saturo
di fumo e dotato
frequenza corrispondente al giallo, con-
siste nell’emissione di fotoni, “pacchet- di specchietti riflettenti
ti” di radiazione luminosa. Questo pro- sapientemente disposti.
Il modello illustrato
cesso è detto emissione spontanea per-
ché ogni atomo emette energia indipen- di cannone laser
dentemente dagli altri ed in qualsiasi è prodotta dalla Space
direzione. Cannon di Fubine {AL}.

L’AMPLIFICAZIONE
DELLA LUCE

Per arrivare al principio del laser si può


partire dallo stesso fenomeno, cioè la Oggi i dispositivi
trasmissione di energia agli atomi di una laser più diffusi sono \

certa sostanza. Se la luce emessa da un quelli a semiconduttore


atomo eccitato viene assorbita da un (diodi laser}, costituiti
atomo non eccitato, si ha un semplice da una giunzione P-N
trasferimento. realizzata con sostanze
Se però l’eccitazione è prodotta su una quali l’arseniuro di gallio,
percentuale molto elevata di atomi, di indio e anche di fosforo.
avviene con buona probabilità che un In questo caso gli specchi
atomo trasmetta l’energia, sotto forma di sono costituiti da sottilissimi
onda luminosa (ovvero di fotoni), ad un strati di metallizzazione.
altro atomo eccitato. In questo caso si ha
un effetto di amplificazione della luce,
che viene trasmessa nella stessa direzio- {EF=I| SUPERFICIE SPECUI
II ==}

ne e con la stessa fase dell’onda emessa


dal primo atomo.
"

( METALLIZZAZIONE
)
Il concetto va visto in termini statistici
perché stiamo parlando di fenomeni che
FASCIO LUMINOSO
avvengono su scala atomica.
|

Se la percentuale di atomi eccitati è pari


a quella degli atomi nello stato energeti- A
co normale si ha uno stato di equilibrio.
Se invece il numero di atomi eccitati
rappresenta la percentuale maggiore
rispetto al numero totale, l’effetto è
quello di una reazione a catena. Il pro- SUPERFICIE SPECULARE
7
cesso viene ulteriormente accentuato |
(METALLIZZAZIONE )
dalla forma del dispositivo in cui avvie- |
COS'È IL LASER
Nei lettori CD il raggio successo varie sostanze liquide, solidi
laser passa attraverso cristallini e gas; negli ultimi anni i più
usati Sono i laser a semiconduttore, di
una piccola lente di
vetro posta accanto alla cui parleremo più avanti.
Il risonatore ottico è il “contenitore”
piastra che mette in delle onde luminose, costruito in modo
rotazione il dischetto.
tale da favorirne l’amplificazione; nel
caso di un laser a gas è un tubo a vuoto
In un lettore di Compact dotato di specchi alle sue estremità. Infi-
Disc un sistema di lenti ne il sistema di pompaggio è costituito
permette di focalizzare dai dispositivi, dai materiali e dai circuiti
il raggio laser in modo elettrici che determinano l’eccitazione
tale che giunga al disco degli atomi del materiale attivo, fornen-
con un diametro do cioè l’energia necessaria al processo
inferiore a 0,2 micron. di emissione della luce amplificata.
Un dispositivo ] sistemi di pompaggio più diffusi sono

polarizzatore permette quelli basati sull’emissione di impulsi


di dirigere sia il fascio luminosi oppure sulla generazione di
incidente sulla scariche elettriche.
Il successo della tecnologia laser è dovu-
superficie del disco che
la somma di quello to alle particolari proprietà del fascio
incidente e di quello luminoso emesso in base al principio
riflesso dal disco stesso descritto. La prima è la direzionalità,
verso il rivelatore cioè il fatto che il raggio luminoso si
a fotodiodo. propaga lungo una sola direzione.
Essa deriva semplicemente dalla presen-
za degli specchi all’interno del dispositi-
STRATO INCISO vo, montati in modo tale da costringere
STRATO PROTETTIVO STRATO TRASPARENTE le onde elettromagnetiche a riflettersi da
una parete all’altra sempre lungo lo stes-
so cammino. Come conseguenza della
CD Pa direzionalità un fascio laser ha anche
una piccolissima divergenza, cioè il rag-
gio mantiene praticamente lo stesso
CONTROLLO STABILITA'
spessore anche per alcune centinaia di
LENTE DI—— 1
I
I metri.
FOCALIZZAZIONE | t
t

4
1

' i LENTE DI
' 1
FOCALIZZAZIONE LA MONOCROMATICITÀ
'
)
maga re q_e

e
FOTODIODO La seconda caratteristica del fascio laser
è chiamata monocromaticità e significa

I
ri
* E

da E che la banda della radiazione comprende


una sola frequenza. Le ragioni di questo

Ea
fenomeno sono due: innanzitutto l’emis-
spa CIRCUITI DI sione di luce da parte di un atomo può
? DECODIFICA E avvenire solo in una determinata fre-
AMPLIFICAZIONE
quenza; inoltre la struttura del risonato-
re, analogamente ad un circuito oscilla-
tore, consente solo la “sopravvivenza” di
onde di una data frequenza. Questa è
chiamata frequenza di risonanza e dipen-
de dalle dimensioni del risonatore stesso.
LENTE DI COLLIMAZIONE La terza proprietà del laser, detta coeren-
za, è conseguenza dell’esistenza di una
sola frequenza nella banda e consiste nel
fatto che le oscillazioni elettromagneti-
che emesse sono tutte in fase fra loro.
DIODO LASER
Infine il laser è caratterizzato da un’ele-
vata brillanza, cioè un’elevata potenza
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 28
emessa per unità di superficie.
Grazie a queste quattro proprietà la luce
laser è stata impiegata nelle più svariate
applicazioni: fasci laser di elevata poten-
za sono usati anche per forare o tagliare
delle lamiere, mentre raggi di potenza e
diametro molto piccoli permettono di RAGGIO LASER
SOMMA DEI RAGGI
NEL POLARIZZATORE
effettuare con precisione delicatissimi INCIDENTE
interventi chirurgici, favorendo contem-
poraneamente la coagulazione del san-
eZa
===
gue. AL FOTODIODO

IL DIODO LASER SEGNALE SOMMA


NULLO
RAGGIO LASER
L’anello di congiunzione fra tecnologia
RIFLESSO DAL
laser e moderne tecnologie elettroniche è SOLCO DEL CD
costituito dai dispositivi laser a semicon-
duttore, chiamati anche diodi laser, le
cui dimensioni sono dell’ordine di alcu-
ne decine di micron (il micron è la mille-
sima parte del millimetro). Si tratta
infatti di giunzioni P-N in cui viene
‘sfruttato, attraverso una stimolazione
mediante impulsi di corrente, il fenome-
no della ricombinazione fra elettroni e
lacune. In condizioni normali la ricombi-
I solchi del CD
nazione consiste nel fatto che un elettro-
ne ritorna a “riempire” una lacuna, per- corrispondono ai bit 0 e
dendo quindi l’energia che aveva deter- hanno dimensioni tali da
minato la separazione di carica. Questa sfasare di mezza
perdita consiste nell’emissione di un lunghezza d’onda
fotone, cioè di un “pacchetto” di energia il raggio incidente.
luminosa, che è visibile se il semicon- In tal modo si crea
duttore è costituito da arseniuro di gallio urn’interferenza
o da altre sostanze impiegate per costrui- distruttiva fra il raggio
re i led. incidente e quello
Se si provoca una forte concentrazione riflesso, cioè un segnale
di coppie elettrone-lacuna, avviene che risultante di livello zero.
un fotone emesso in seguito ad una Viceversa l’assenza
ricombinazione stimola la ricombinazio- di solco (bit 1)
ne di un’altra coppia elettrone-lacuna, permette di leggere
dando quindi luogo ad un’ulteriore emis- un livello di segnale
sione di luce e quindi all’effetto laser. non nullo.
Anche nei dispositivi a semiconduttore il
processo viene rinforzato dalla presenza
di superfici speculari formate da strati
metallici. ll raggio laser,
I diodi laser realizzati con arseniuro di ultimamente, sta
gallio o con altre sostanze dette ternarie trovando vasta
(arseniuro di gallio e indio) o quaternarie applicazione negli
(in cui è presente anche il fosforo) sono strumenti di misura,
ormai quelli maggiormente impiegati, poiché consente di
anche se per certe applicazioni sono uti- avere un riferimento
lizzati anche laser a gas, soprattutto perfettamente rettilineo
all’elio-neon. e immediato anche a
Oggi molti di noi utilizzano il raggio notevole distanza. Sopra
laser dei riproduttori di CD, la cui tecno- una livella, sotto un
logia è nata proprio grazie alle proprietà metro. Documentazione
di questa radiazione luminosa. In un let- Metrica.
COS'È
IL LASER
| TUTTI | MESI
Un'opera completa e
tore di Compact Disc viene impiegato un
assolutamente gratuita che
guida, con testi chiari ed
laser a semiconduttore con una lunghez-
za d'onda di 0,780 micron. Il raggio
emesso viene focalizzato sulla superficie esaurienti, con grandi
del disco con delle lenti che ne riducono illustrazioni tutte a colori,
il diametro a meno di 0,2 micron, che è
lo stesso ordine di grandezza dei solchi
nell'affascinante mondo
corrispondenti ai bit 0.
dell'elettronica.
Le ricche dispense mensili
IL COMPACT DISC di 4 pagine sono dedicate
La profondità di questi solchi è pari a soprattutto a chi comincia ma
circa un quarto della lunghezza d’onda, contengono tanti approfondimenti
quindi un raggio laser riflesso da essi interessanti anche per i più
subisce uno sfasamento di due quarti
(cioè metà) della lunghezza d’onda.
esperti.
Questo raggio così sfasato, sommandosi
al raggio incidente, determina un’inter- Raccogliendo e conservando
ferenza distruttiva, cioè un livello zero gli inserti si colleziona, fascicolo
dopo fascicolo, un completo ed
inedito manuale sull'elettronica
Un puntatore di base.
laser tascabile Ma bisogna non perderne
costa oggi neanche un numero
intorno
alle 100.000 lire
e permette
di indicare
un punto
ben preciso
sul muro
o su un oggetto
ad una notevole
distanza. D-Mail

che corrisponde appunto al valore O del


bit. Se invece non è presente il solco e
quindi non si crea lo sfasamento, avvie-
ne la lettura di un livello di segnale cor-
rispondente al bit 1.
Concludiamo questa panoramica ricor-
dando che i dispositivi laser in quasi tutti
i casi sono pericolosi e che anche un
fascio luminoso di piccola potenza può
provocare serie lesioni all’occhio.
Maneggiare un dispositivo laser richiede LNCHZOPEDA
COLORI

pertanto l’osservanza di certe precauzio-


ni che sono raccomandate da precise
normative in materia, prime fra tutte le
norme CEI (Comitato Elettrotecnico Ita-
A
liano). In generale i dispositivi vengono
montati in zone del laboratorio dotate di ECNCA
ACHE

adeguate pareti assorbenti e l’operazione


richiede l’uso di occhiali forniti di spe-
ciali lenti protettive.
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]
I
ILLUMINAZIONE
D'EMERGENZA
E un semplice circuito, in grado di far
accendere un punto luce o addirittura una
piccola rete d'illuminazione, nel caso in cui
venga a mancare l'energia elettrica.
L'alimentazione è fornita da una batteria
stagna da antifurto.
Ecco il prototipo
per l’illuminazione
d'emergenza come
da noi realizzato
e collaudato.
Le lampadine possono
essere complessivamente
da 2 A al massimo.

Nella prima fase di funzionamento del nostro circuito la tensione di rete


apita spesso in casa, in ufficio, in
laboratorio, che la tensione di rete presente nel dispositivo consente di caricare la batteria.
(non a caso si indica ancora come rete-
luce) venga a mancare. Se ciò avviene di
sera O di notte, l’improvvisa caduta nel
buio, in qualche caso può creare un po’
di panico, ma certamente un po’ di disa-
gio lo provoca sempre, sino a che non si
raggiunge a tentoni (e con gli inconve-
nienti del caso) o una torcia elettrica di NI
emergenza o addirittura una candela. Ma
in genere, all’occorrenza, le torce elettri-
che hanno le pile scariche, se non addi-
rittura ossidate, e per le candele non si
trovano i fiammiferi. Luci di emergenza @
appositamente realizzate per alleviare
l’inconveniente esistono già da tempo in
commercio, il che appunto dimostra che
il problema esiste. Ma perché non realiz-
zare voi, con le nostre mani, un progetto Ww
del genere, magari che abbia anche una
marcia in più? Oltretutto, il circuito che
qui proponiamo è molto semplice e non
mchiede artifici o componenti particolari
faranne C], di cui parleremo più avanti).
»»
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 37
ILLUMINAZIONE D'’EMERG

1: ’S$SCRsi monta con il lato


interamente metallico rivolto verso
il bordo della basetta.

2: un fusibile con relativo


portafusibile funge
da indispensabile protezione
visto che il circuito rimane
sotto tensione di rete.
3: nella seconda fase
di funzionamento la tensione
5
A
N
4-5
è presente, il gate di SCR
è mantenuto più negativo
LALA

della tensione di batteria,


SCR non conduce.

manca la tensione di rete,


4: qui
il SCR diventa positivo,
gate di
SCR va in conduzione, la batteria
accende L2.

Ecco allora che conviene passare diretta-


mente all’esame del circuito che abbiamo
progettato apposta per queste evenienze.

UN CIRCUITO CHE
NON CI LASCIA AL BUIO
NI

Lo schema elettrico completo è rappre-


sentato nel disegno di pag. 40.
Per il suo esame partiamo dall’esterno,
ovvero dalla batteria che ce ne garanti-
Y- sce l’alimentazione e quindi il funziona-
mento; si tratta di un accumulatore da 12
A
V/6 Ah, del tipo stagno (per antifurti da
abitazioni, tanto per intenderci, e non per
moto o auto). L’interruttore S1 deve
stare sempre chiuso, salvo naturalmente
il caso in cui, per un intervento qualsiasi
di particolare necessità, ci si trovi a
dover staccare la batteria dal circuito.
Per affrontare il funzionamento del
nostro circuito nelle sue tre fasi principa-
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 38
Sia nella foto che nel disegno è
rappresentata la costituzione interna
ENZA di un condensatore elettrolitico, meglio
approfondita nel testo del box.

li, andiamo ora ad esaminare i 3 schemi

elettrici riportati alle pagine 37 e 38 che


| CONDENSATORI ELETTROLITICI
ci consentono una miglior comprensio- Il nome “elettrolitico” deriva dal fatto che l’isolamento fra le due arma-
ne. Quando il circuito è nella normale ture, sempre presenti in un condensatore, è in qualche modo legato al fe-
condizione di riposo (o di stand-by, che nomeno dell’elettrolisi. Esaminando, con la lente di ingrandimento, una
fa più fine) e quindi la tensione di rete è sezione del sandwich che costituisce il nostro componente, vediamo che
presente, dal secondario del trasformato- esso risulta ovviamente molto simile ad un classico condensatore piatto
re T], attraverso DI1-L1-S1, la corrente (e quindi anche a quelli di tipo avvolto con isolante normale): esso è
raggiunge la batteria (come mostra il composto da due fogli di alluminio (indicati come 1 e 4), separati da una
percorso delle frecce segnaletiche) per il striscia di carta impregnata di una speciale sostanza chimica (in genere
mantenimento della carica: non abbiamo gelatinosa), che prende il nome di elettrolita. La presenza dell’elettrolita
perciò il problema che, proprio sul più va a formare una sottile pellicola di dielettrico, in pratica ossido, sulla
bello, la batteria risulti scarica. L]1, una faccia interna del foglio 1, il cui alto potere isolante è garantito dalla
piccola lampada del tipo cosiddetto a giusta polarità della tensione applicata. 1 due terminali sono rispettiva-
pisello, ha unicamente la funzione di mente: quello indicato con 5, il positivo; quello indicato con 6, il negati-
introdurre una qualche forma di limita- vo. ] normali condensatori elettrolitici, a causa di questa polarizzazione
zione automatica della corrente di carica, ben precisa, possono quindi lavorare solamente se ai loro capi è presen-
e non fa normalmente alcuna luce; si te tensione continua. L'’elevato potere isolante del sottile strato di elet-
accende leggermente solo quando la bat- trolita consente di realizzare condensatori ad elevatissima capacità con
teria, per un intervento prolungato, sì sia dimensioni piuttosto contenute, cosa impossibile con gli altri tipi più
scaricata. Nello stesso tempo (riferiamo- normali di isolamento. Il tipo di condensatore cosiddetto non polarizzato
ci al primo schema di pag. 38), la tensio- è in grado di funzionare anche con tensioni alternate applicate e infatti
ne alternata di secondario, applicata a non porta esternamente alcun contrassegno di positivo o negativo.
D2 via R2, diventa una forte tensione La sua costruzione interna invece non si può dire che non preveda pola-
negativa che mantiene bloccato SCR, rizzazione; tant'è vero che la differenza sta nel fatto che gli elettrolitici
che non ha così alcuna possibilità (e normalmente polarizzati hanno (come abbiamo visto) un solo elettrodo
infatti non ce n’è bisogno) di innescare: ossidato, mentre in quelli cosiddetti non polarizzati sono addirittura am-
questo avviene in quanto C1 si mantiene bedue gli elettrodi ossidati (è un po’ come se ci fossero due condensatori
carico a questo valore di tensione col in serie fra loro, con polarizzazione opposta l’uno all’altro).
negativo (circa 16 V) presente sull’estre- Per quanto riguarda i vari disegni riportati nella seconda figura, essi in-
mo collegato al gate di SCR. A questo dicano le varie tipologie. C1-C2 indicano due diversi modi di rappresen-
punto, arriva la crisi: viene a mancare la tare condensatori elettrolitici normalmente polarizzati: è sempre presen-
tensione di rete, e noi andiamo subito a te il segno +. C3-C4 invece sono due diversi modi di rappresentare con-
riferirci al secondo schema di pag. 38. densatori elettrolitici non polarizzati.
La tensione negativa di gate sparisce e il C5-C7 mostrano due tipi costruttivi di condensatori elettrolitici (uno as-
gate diventa positivo in quanto non è più siale ed uno verticale) polarizzati, con polarizzazione riconoscibile dal
neutralizzata la tensione che, attraverso
contrassegno +, mentre C6-C8 sono polarizzati col contrassegno —.
RI, riceve dalla batteria; SCR allora
innesca la sua brava conduzione di cor-
rente chiudendo il circuito di alimenta-
zione batteria-lampada L2: quest’ultima,
n una frazione di secondo, si accende,
creando il desiderato punto-luce. A que-
io punto, la descrizione del funziona-
{] 2 Cc3 Cc4

mento del nostro dispositivo (piuttosto


»»
PD
©

Si

Schema elettrico completo del dispositivo per luci d'emergenza; il circuito


di comando vero e proprio è quello racchiuso nel riquadro tratteggiato, e quindi montato sull’apposita basetta.

COMPONENTI
1000 Q
R1 = SCR = C 106
R2100 Q
= L1 = lampadina a pisello
C1= 100 uF- 25 V 24 V-1W
(elettrolitico non polarizzato) L2 = lampada 12 V-1 A max.
T1 = trasformatore F1 = fusibile 1-2 A
12 V - 2A secondario B = batteria stagna
D1 = D2 = 1N4004 12 V -6 Ah

brillante, non vi pare?) sarebbe termina- può assorbire fino ad 1 A al massimo; se basetta che noi abbiamo realizzato rego-
ta, ma è importante far notare un partico- si vuole adottare una lampada di maggior larmente a circuito stampato.
lare costruttivo: in quest’ultima fase, il potenza, per esempio, a filamento da 2 A Si comincia col posizionare i pochi resi-
condensatore sul lato gate è ovviamente (non consigliamo oltre), la durata è un po’ stori presenti, poi i diodi, il cui catodo è
diventato positivo. Ecco allora spiegato meno della metà. Se invece venisse adot- contrassegnato dalla fascetta in colore ad
il motivo per cui C1, pur dovendo essere tata una lampada a minor consumo, la una delle estremità; si piazza quindi il
di capacità elevata, non può essere un durata di fornitura-luce sarebbe proporzio- portafusibile, col relativo fusibile, non-
normale elettrolitico: ovvero, si deve nalmente superiore. ché il condensatore elettrolitico che in
usare sempre un condensatore di tecno- A questo punto, nient’altro da dire: questo caso, essendo del tipo non pola-
logia elettrolitica, ma di tipo non pola- andiamo a lavorare. rizzato, non ha alcun verso preferenziale
rizzato. In circuito è presente anche il (in questo circuito, la tensione di lavoro
fusibile F1, per evidenti motivi di sicurez- MONTAGGIO DI SICUREZZA del condensatore sarebbe sufficiente a
za: può essere da 1 o 2 A, dipende dal tipo 20-25 V; noi però l’abbiamo reperito
di lampada usata per L2. A tal proposito, Il circuito elettrico vero e proprio, quello solamente da 100 V, che va meglio: que-
precisiamo che, se si vuole una garanzia che a schema è indicato entro un riqua- sto fra l’altro giustifica anche la dimen-
di erogazione di 4+6 ore, questa lampada dro tratteggiato, èx realizzato su una sione). Si fissano poi i tre doppi morsetti
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 40
ILLUMINAZIONE
D'EMERGENZA
per i collegamenti da e verso l’esterno una lametta o un cutter, eseguendo
ed il trasformatore, che abbiamo trovato l’operazione con una certa delicatezza.
bello e perfettamente adatto dalla ditta Ora si esegue il necessario cablaggio
RS in versione a due secondari da 6 V, verso la batteria e si provvede a control-
che sono così collegati in serie. Il mon- lare e collaudare il dispositivo.
taggio dell’SCR va eseguito col dorso Qui la lampada è indicata disposta a

IO.
(cioè la faccia quasi completamente pochi centimetri dalla basetta, ma può
metallica in vista) rivolto verso il bordo anche esser posta ben più lontana, nel
vicino del circuito stampato. A questo punto cioè in cui è più necessaria la luce.
punto, non resta che inserire la lampadi- Naturalmente è anche possibile collegare KIT
na a pisello; ricordiamo che questo tipo 3 o 4 lampade in parallelo, se si voglio-
di lampadina ha i reofori che, oltre ad
essere piuttosto fragili, sono quasi sem-
no creare dei punti luce di emergenza
distribuiti: questo però a patto che il
PER CIRCUITI
pre ossidati; per stagnarli regolarmente è gruppo di lampade non assorba in totale
quindi necessario raschiarli prima con più di 1 0 2 A.

circuito stampato è qui visto dal lato rame


STAMPATI
iso
Il Dotato di tutti gli elementi -

nelle sue dimensioni reali. necessari per la composizione


di circuiti stampati su vetronite
o bachelite, con risultati tali
da soddisfare anche i tecnici
>
5 b più esigenti, questo kit contiene
pure la speciale penna riempita
di inchiostro resistente
al percloruro.

oo ‘Caratteristiche

i
- Consente un controllo visivo conti-
nuo del proceso di asporto.
8
.

Evita ogni contatto delle mani con il


prodotto finito.
- E sempre pronto per l’uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
- Il
contenuto è sufficiente per trattare
più di un migliaio di centimetri qua-
Piano di montaggio del circuito di controllo su apposita drati di superfici ramate.
basetta: il trasformatore è del tipo per circuito
stampato, ed è un modello con doppio secondario

a_i
da 3 V con 6 A.

|
LI N SCR
O ‘0
ll kit per circuiti
220V% IO =
stampati è corre-
dato di un pie-
ghevole, ricca-
mente illustrato,

e
in cui sono elen-
@ cate tutte le ope-
© BATTERIA razioni pratiche per la preparazione
del circuito. ll suo prezzo, compren
© sivo delle spese di spedizione, è di
L. 18.000. Le richieste debbano es-
sere fatte inviando l'importo citato
a: STOCK RADIO - 20124 MILANO -
Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831) a
mezzo vaglia postale, assegno ban-
cario o conto corrente postala nm.

46013207.
FAR CIRCUITI STAMPATI

L'ABC DELLA FOTOINCISION


Il mese scorso avevamo illustrato come realizzare,
con poca spesa, un efficiente bromografo.
Qui vediamo, passo passo, come si esegue
il procedimento di fotoincisione.

l’introduzione dei circuiti inte- Le bombolette spray rappresentano il


CC”
grati, le piste di collegamento sono sistema più pratico, ma in commercio
diventate talmente sottili, da rendere dif- esistono anche confezioni di vernice da
ficoltosa la composizione manuale, pena stendere a pennello. Una seconda alter-
un risultato veramente deludente. nativa è quella di acquistare le piastre
Sono così apparse sul mercato le costose presensibilizzate positivamente, evitan-
macchine dette bromografi, indicate per do pertanto le operazioni precedente-
la realizzazione dei circuiti stampati con mente descritte; queste piastre sono
la tecnica della fotoincisione, ovvero un facilmente riconoscibili perché la parte
piano luminoso a luce ultravioletta parti- sensibilizzata è coperta da un sottile film
colarmente adatto a materiali fotosensi- adesivo nero.
bili.
Procediamo con ordine; per costruire un
La parte finale del processo circuito stampato l’operazione prioritaria L’ESPOSIZIONE
di realizzazione di un circuito è la fedele riproduzione della matrice
stampato, cioè la corrosione delle detta “master”, la quale ci permette, in Il master va appoggiato sul lato presensi-
parti non coperte con l'inchiostro, un secondo tempo, di riprodurre per bilizzato (ricordiamo di togliere il film
è uguale per la fotoincisione come incisione della lastra di fenolico ramato, adesivo sulle piastre già preparate) della
per il metodo tradizionale tutta la trama delle piste e delle piazzole basetta e fatto aderire sul vetro del bro-
di copiatura con il pennarello del circuito. Si consiglia la costruzione mografo. La piastra va ora esposta
resistente all’acido: si diluisce del master (che può essere indifferente- all’azione dei raggi ultravioletti, tramite
il percloruro (1) quindi si immerge mente ricalcato o fotocopiato) su sup- la lampada contenuta all’interno del bro-
la basetta fino a che la parte porti rigidi come ad esempio i fogli di mografo è chiaro, che il tempo di esposi-
di rame a vista non sia corrosa (2). acetato o film di poliestere; utilizzando zione della basetta debba essere determi-
infatti fogli di carta lucida si rischia di nato sperimentalmente in funzione della
ottenere delle sensibili alterazioni quantità di raggi UV emessi dalla lampa-
2
|
|
|

dimensionali del circuito a causa della da ed anche in relazione alla distanza di


temperatura elevata che raggiunge il esposizione. A titolo puramente indicati-
piano di contatto del bromografo, imme- vo, con il bromografo che abbiamo
diatamente dopo il riscaldamento della descritto lo scorso mese è sufficiente una
lampada UV. Per la preparazione della esposizione di circa 4 o 5 minuti.
piastra possiamo procedere attraverso La piastra dopo essere stata esposta
diverse soluzioni. Possiamo ad esempio all’azione dei raggi UV, deve essere
utilizzare una normale piastra di fenolico immersa in un’apposita soluzione di svi-
ramato che, previa accurata pulizia della luppo sino a veder comparire nettamente
superficie (eseguita con normali polveri il disegno del master. Normalmente que-
abrasive tipo Vim o Aiax), viene, poi, sto liquido viene venduto in soluzione
trattata con il fotorestist spray positivo. concentrata, da diluire con acqua in rap-
Tale operazione deve assolutamente porto 1:4 (una parte di sviluppo e quattro
avvenire in un luogo buio o debolmente di acqua). Versiamo poi la composizione
esposto alla luce ed a temperatura così ottenuta in un recipiente plastico
ambiente (20-25° C circa), spruzzando (non si devono usare contenitori metalli-
sulla parte ramata un sottile ed uniforme ci), immergendo in seguito la piastra con
strato di materiale. Una volta applicato la superficie sensibilizzata verso l’alto e
sulla scheda, si asciuga in breve tempo, avendo cura di agitare bene il bagno di
rendendola pronta per l’impiego. sviluppo in modo che il liquido, scivo-
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 42
lando sulla piastra, asporti il fotoresist. comanda l’uso di guanti e abiti protettivi mentale in quanto varia in funzione à
Per quanto concerne i tempi di sviluppo, poiché i prodotti descritti Sono corrosivi. temperatura del bagno e di quante volte È

in caso di un bagno a temperatura di 20° La piastra così sviluppata deve essere già stato usato il percloruro. Nel caso in

C l’esposizione non deve essere superio- lavata con acqua corrente prestando cui l’acido non riesca ad intaccare il rame
re ai 30 secondi, tenendo presente che in attenzione a non asportare il fotoresist significa che esistono tracce di fotoresist
caso di temperature superiori i tempi che protegge le piazzole e le piste. dovute ad una scarsa esposizione oppure
diminuiscono sensibilmente e che in ad un tempo ridotto di sviluppo. Terminza-
caso di temperature inferiori ai 18° C il te le operazioni riponiamo il percloruro
procedimento appena descritto è calda- L'INCISIONE nell’apposito recipiente al fine di preser-
mente sconsigliato pena l’insuccesso varne la conservazione. Ora osserviamo
dell’operazione. Ai più intraprendenti La fase successiva prevede l’incisione attentamente la piastra verificando la pre-
ricordiamo che la soluzione di sviluppo della piastra in un recipiente plastico o di senza di eventuali imperfezioni, che pos-
può anche essere preparata autonoma- vetro contenente una soluzione a base di siamo correggere con un pennellino
mente, facendo sciogliere circa 7-8 cloruro ferrico. Tale soluzione viene già cosparso di soluzioni liquide elettrocon-
grammi di soda caustica (idrossido di venduta in confezione a pronto uso. duttrici a base di rame, Procediamo a que-
sodio) in un litro d’acqua. Durante Il tempo necessario per la corrosione sto punto con l’ultima fase di lavorazione,
l'espletamento di tali operazioni si rac- anche qui va determinato per via speri- la foratura del circuito stampato.

Il bagno di sviluppo per Il fotoresist positivo consente di usare nel Il percloruro ferrico
il circuito stampato asporta bromografo le normali basette (non serve per la corrosione
il fotoresit positivo dalle zone non presensibilizzate). Lo spray si spruzza sulla del rame non coperto
mascherate dal master durante faccia ramata dandole un colore verdastro. dal fotoresist.
l'esposizione alla luce UV. Qui lo vediamo nella
versione liquida.

La vernice conduttiva Il percloruro esiste


consente di ritoccare brevi anche in polvere,
interruzioni delle piste da sciogliere in acqua
causate da una prima dell’uso.
permanenza prolungata
nel percloruro.

Il master per
il bromografo si
ottiene
fotocopiando
o ricalcando
su acetato
I pennarelli il disegno
resistenti all’acidoi
del circuito
permettono |
stampato.
di ritoccare le piste \

dopo lo sviluppo,
prima dell'incisione Le basette
vera e propria.
presensibilizzate
hanno la faccia ramata
rivestita da un sottile
film adesivo ner:

Le punte per
il minitrapano, adatte Le basette realizzate mediante fotoincisione
per forare la basetta, non creano alcun problema anche se le piste
hanno QD 1 e 2 mm. da riprodurre sono molto sottili.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 43


LABORATORIO

Un utile circuito che consente di


regolare
il livello di attenuazione da 1
a 35 dB
circa,
mediante un semplice potenziometro. E utile
a chiunque lavori con segnali a RE
dal radioamatore al tecnico TV.
Ecco il prototipo dell’attenuatore
a diodi PIN come da noi realizzato
e collaudato. ll contenitore
è la classica scatoletta stagnata della Teko.

U':za attenuatore resistivo ad impeden-


costante, pur se costruito sola-
mente con resistori e commutatori, è un
aggeggio piuttosto laborioso e costoso,
Tuttavia, anche se si tratta di un disposi-
tivo che serve a buttar via segnale, è uno
strumento che risulta utile nel laborato-
rio di chiunque, hobbista o tecnico, lavo-
ri con dei segnali specialmente a RF, e
cioè dal radioamatore al tecnico TV, dal
CB all’antennista, ecc. Natural-
mente, anche un principiante ai
primi passi sa che la forma più
comune e semplice, nonché più
conosciuta, di attenuatore è per
esempio il controllo di volume di
una radio o di un televisore: si
tratta di un semplice potenziome-
tro, ovvero di un resistore regola-
bile, che serve a variare il livello di
segnale audio, Se invece il dispositivo di
attenuazione deve essere adottato in un
laboratorio, la sua realizzazione non è
più così semplice: ci sono delle caratteri-
stiche rigorose e delicate da rispettare,
come la banda di frequenze su cui lavo-
rare ed il rispetto dei valori di impeden-
za su cui operare. Ecco allora che non è
possibile risolvere il problema con un
semplice potenziometro, ma si devono,
adottare delle reti più complesse, consi-
stenti in celle a T o a pi greca. cella resistiva a pi greca tipicamente usata
A:
come attenuatore.
B: la stessa struttura prevista per lPutilizzo di diodi PIN.
RESISTENZE VARIABILI
Nella stragrande maggioranza dei casi, D2
R2
specialmente per applicazioni da labora-
torio, queste reti sono di tipo resistivo,
più o meno complesse, ma non stiamo RI RI
0
qui a ricordare, elencare e spiegare tutti i
I

casi in cui un tale attenuatore può essere m Mm

di grande utilità.
In altre applicazioni invece si adottano =0 =0
degli attenuatori costruiti con dei diodi, i
quali si comportano come resistori varia-
bili secondo la corrente che li attraversa,
tali quindi da poterne regolare pressoché
»»
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 19287 - Pag 45
= CE

Schema elettrico
dell'attenuatore
a diodi PiN;
la regolazione
dell’attenuazione
è effettuata per
tutti e tre i diodi
insieme mediante
il potenziometro
R6.

SCATOLA

la

9
=
+

-Tie.
VCC

Cl COMPONENTI
R1 = 1800 Q
GIU R2
R3
=
=
470
1500 Q
R4 = 1800 Q
R5 = 1800 QQ

R2 R6 = 1000 Q

RL c2 R3
cr @
(potenziometro lineare)
C1 = 10.000 pF (ceramico)
C2 = 10.000 pF (ceramico)
C3 = 10.000 pF (ceramico)
m m C4 = 10.000 pF (ceramico)
Disposizione dei Il circuito stampato C5 = 1.000 pF (ceramico
componenti sulla è qui visto passante)
basetta a circuito dal lato rame C6 = 1.000 pF (ceramico
stampato che li nelle sue dimensioni reali. passante)
comprende tutti, fatta D1 = D2 = D3 = BA 379
eccezione per R6. Vcc = 12V
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 46
ATTENUATORE
A DIODI PIN
a piacere il valore resistivo. Una tipica appare certamente più complesso dei tre
applicazione è, per esempio, diffusa resistori con cui abbiamo visto si può
negli stadi d’ingresso a RF dei televisori, realizzare una singola cella; ma con que-
la cui amplificazione viene controllata sta soluzione si ottiene la possibilità di
da dispositivi di questo tipo: questa variare a piacere, entro una gamma piut- Ricordiamo che sono sempre disponibili
variazione si rende necessaria perché i tosto ampia di valori, l’attenuazione pro- tutti i kit relativi ai progetti pubblicati nei

circuiti della TV si trovano a dover dotta: gli artefici di questo comporta- primi 5 mesi di quest'anno. Chi volesse
ordinarli deve seguire le indicazioni
amplificare di più o di meno a seconda mento sono appunto i tre diodi contras-
che il segnale proveniente dall’antenna riportate a pagina 35. Nel coupon
segnati come D1, D2 e D3, montati nella
(presente sempre a pag. 35) bisogna
sia più o meno debole. Un tipico esem- solita rete a pi greca. Le varie resistenze
indicare nella voce “altri” il codice
pio di rete di attenuazione è riportato nel e condensatori che fanno da corredo ai :

del kit prescelto.


primo disegno di pagina 45 ed è indicato diodi servono appunto a realizzare il cir-
con A: si tratta di una classica cella del cuito di polarizzazione per gli stessi; il
tipo cosiddetto a pi greca ad impedenza valore di questa polarizzazione viene poi
costante, nella sua più normale versione regolato contemporaneamente agendo @ INTERFONO PER MOTO (1EP196),
resistiva. Disposti e cablati nello stesso sul potenziometro esterno Ré, che ese-
@ CUFFIA A RAGGI INFRAROSSI (2EP1 96)
modo di Ri, R2 ed R3 troviamo, nella gue l’opportuno dosaggio partendo @ ALIMENTATORE SWITCHING (3EP196)
versione B, i diodi D1, D2 e D3: non si dall’alimentazione a 12 V, che deve ero-
tratta di normali diodi raddrizzati, bensì gare una corrente piuttosto modesta ® OSCILLATORE BFO {4EP196)
di tipi speciali detti diodi PIN, che hanno (poche decine di mA).
la caratteristica di presentare una varia- Tanto per sapersi regolare, minore è la FEBBRAIO
zione di resistenza legata alla tensione tensione applicata in circuito da R6,
@ INDICATORE DI DECELERAZIONE (1EP296)
con cui sono polarizzati. Le loro partico- minore è l’attenuazione; il massimo di
larità di comportamento possono comun- attenuazione si ottiene quando la tensio- @ CUFFIA A RAGGI INFRAROSSI (2EP296)
que essere approfondite, da chi ne abbia ne di controllo Vc raggiunge e supera gli @ SIMULATORE DI LOCOMOTIVA (3EP296)
interesse, nell’apposita finestra. 8 V, in corrispondenza dei quali si arriva @ GENERATORE DI BARRE PER TV (4EP296)
a circa 35 dB. @ ESPANSORE STEREOFONICO (5EP296)
@ ALLARME AUDIO (6EP296)
L’ANTIAMPLIFICATORE
SCATOLINA PER ATTENUARE
Ora che sono state fornite le caratteristi-
che secondo le quali è stato impostato il Occupiamoci ora della costruzione di @ MINIRICEVITORE OL-OM-0C (1EP396)
nostro dispositivo attenuatore, passiamo questo nuovo dispositivo che deve esse-
@ LUCI AUTOMATICHE PER BICI (2EP396)
ad esaminarne la costituzione circuitale. re ben realizzato anche per fornire una
Lo schema elettrico dell’attenuatore »»
@ AVVISATORE DI LINEA OCCUPATA (3EP396)
@ MISURATORE DI CAMPI ELETTROSTATICI

(4EP396)
@ OSCILLATORE RF A QUARZO {5EP396)
La basetta da inserire
nella scatolina stagnata @ TRE TENSIONI DALLA BATTERIA (6EP396)

ha dimensioni estremamente
ridotte (35x24 mm) poiché
i componenti sono tutti
@ ROULETTE A 10 LED (1EP496)
molto piccoli.
@ CADE LA GOCCIA (2EP496)
© LAMPEGGIATORE SEQUENZIALE (3EP496)
@ MISURARE LA TENSIONE DEI DIGDI
(4EP496)
@ COMANDA LE LUCI A BASSA TENSIONE

(5EP496)
@ CONTROLLO DI TONO PER HI-FI (6EP496)

© MIXER MODULARE (1EP596)


©@ FOTOCOMANDO MILLEUSI (2EP596)
@ SALVALAMPADA E FARETTI (3EP596)
@ LUCI LAMPEGGIANTI (4EP596)
@ INIETTORE DI SEGNALI (5EP596)
ATTENUATORE
buona risposta come campo di frequenze.
A DI

La caratteristica saliente di questo cir-


cuito è anche la dimensione minima
della basetta a circuito stampato su cui
esso è realizzato, a sua volta conseguen-
za delle piccole dimensioni dei compo-
nenti adottati e delle caratteristiche di
risposta in frequenza che devono essere
rispettate; d’altra parte, ciò richiede sola-
mente una maggior cura nel montaggio e
nella saldatura dei componenti. cosa che
si può eseguire senza alcuna dote parti-
colare. Una volta preparata la basetta
secondo il disegno predisposto (senza
cioè cercar di modificare le posizioni
previste), si comincia col sistemare i vari
resistori, mantenendo (per questi come
per gli altri componenti) i reofori cortis-
I classici connettori, del tipo BNC, si montano sulla scatola in due fori di simi; si passa poi ai condensatori, tutti di
grosso diametro. Vengono trattenuti in posizione da un dado con rondelle. tipo ceramico. Gli unici componenti

IL DIODO PIN
Le prestazioni caratteristiche di un diodo PIN consento- realizzato diffondendo una regione P (+) ed una regione
no di impiegarlo specificatamente come attenuatore di N (-) all’esterno di uno strato di silicio intrinsecamente
segnali, specialmente nel settore delle microonde, in (quasi) puro. Le caratteristiche di questo diodo sono
quanto esso presenta una resistenza interna che può es- principalmente determinate da spessore, superficie e na-
ser fatta variare molto nettamente dall'apposita tensione tura del semiconduttore, specialmente per quanto ri-
di polarizzazione. guarda la regione I.
Nonostante che anche molti diodi di tipo normale possie- Quando al diodo PIN è applicata polarizzazione diretta,
dano in linea di massima queste caratteristiche, la loro lacune ed elettroni vengono iniettati dalle regioni P ed N
presenza in circuiti a RF può far nascere non linearità e in quella I, la cui resistenza è inversamente proporziona-
distorsioni per colpa della rettificazione che essi opera- le alle cariche e dipende dalla loro mobilità.
no; la struttura dei diodi PIN è invece ottimizzata pro- In figura B è semplicemente disegnato quello che è
prio per ottenere non solo bassa distorsione e buona li- l’aspetto esterno più normale dei contenitori di questo ti-
nearità, ma anche un’ampia gamma di variazione di re- po di diodi. La figura C riporta le conseguenze dirette
sistenza equivalente. della corrente che vien fatta passare attraverso il diodo
Nell’illustrazione qui riportata è schematizzato un po’ sul valore di resistenza che esso presenta ai segnali a ra-
tutto il complesso di caratteristiche di questo interessan- diofrequenza. Infine, in figura D, è rappresentato l’anda-
te dispositivo. In figura A è schematizzata la sua costru- mento dell’attenuazione che un tipico diodo PIN presenta
zione interna, da cui nasce la sua denominazione; esso è in funzione della tensione di polarizzazione applicatagli.

Nei disegni vediamo la costituzione interna di un diodo PIN (A), il suo aspetto
esterno (B), le conseguenze della corrente che vien fatta passare attraverso
il diodo sul valore che esso presenta ai segnali RF (C) e l’andamento
dell’attenuazione che il diodo PIN presenta in funzione della tensione
di polarizzazione applicatagli.
NL
10K de
O
1K
100 10

10 20

-
© 30
00)
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B
I 10 100 DI 40
HA mA 0 2 4 6 8 10V

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 48


=
dotati di polarità sono inevitabilmente i
diodi PIN, in cui una barretta in colore
(in genere chiaro su corpo in plastica
nera) contrassegna il catodo. Alcuni ter-
minali ad occhiello completano la baset-
ta, che va poi fissata nel solito scatolino
metallico Teko a saldare; sui due fronta-
lini del contenitore sono stati applicati
due connettori del classico tipo BNC, SMD 5000
irrinunciabili quando le frequenze di
lavoro arrivano sino alle VHF, mentre su SMD 5000 - STAZIONE DI SALDATURA AD ARIA CALDA
una terza parete vanno saldati i due con-
densatori passanti per il collegamento Adesso potete lavorare con facilità sui circuiti SMD, utilizzando il nuovo
del potenziometro: infatti uno dei van- saldatore ad aria calda ELTO.
taggi di questa soluzione circuitale è che La SMD 5000 é una stazione termostatica di saldatura e dissaldatura ad aria calda, con

il potenziometro per comandare il livello controllo elettronico della temperatura e della portata d’aria, E’ destinata prevalentemente
alla saldatura e dissaldatura di componenti SMD, Può inoltre essere utilizzata per test d
di attenuazione può essere posto lontano
resistenza alla temperatura di circuiti e componenti per guaine termoretraibili, e per
a piacere dallo scatolino. dissaldature in genere. Dotata di pinza a vuoto per componenti SMD (consente di asportare
componenti guasti dal circuito stampato).
Caratteristiche: - Potenza max.: 50 W
Temperatura regolabile: da 50°G a 400°C
I CONNETTORI -

- Portata max aria regolabile: 9 }/min.


- Alimentazione: 220 Volt
Con le dimensioni da noi realizzate, i
due terminali E ed U sullo stampato
ECU 4000 DGT - STAZIONE DI SALDATURA A CONTROLLO DIGITALE
vanno a disporsi esattamente contro i
reofori sporgenti dai BNC, cosicché la La stazione di saldatura ELTO è precisa, robusta e maneggevole. cavo
saldatura sì esegue direttamente; gli altri del saldatore in gomma siliconata resiste al contatto accidentale della
due terminali indicati m, leggermente punta calda. E’ disponibile una vasta gamma di punte di ricambio.
ripiegati verso il bordo, vanno a toccare Stazione termostatica di saldatura con controllo elettronico della temperatura della punta
la fiancatina interna cui si possono sal- saldante.La stazione è dotata di un display digitale che permette la lettura continua in gradi C
dare per il ritorno di massa (una pagliet- della temperatura della punta. E' possibile impostare la temperatura voluta ({interrutore in

ta di massa sotto i BNC può portare un posizione SET) e leggere sul display la temperatura effetiva ottenuta sulla punta {interruttore in
posizione READ). Grande affidabilità e velocità di reazione agli sbalzi di temperatura.Precisione
altro punto di chiusura a massa per gli +/- 1%, Zero crossing. Fornita con saldatore modello TC24-50W, completo con punta Duratyp
stessi terminali). Due sottili cavetti isola- Caratteristiche: - Potenza max 50 Watt :

ti completano il cablaggio ai passanti per -Temperatura regolabile da 50°C a 400°C:

il potenziometro, dopo di che il disposi- - Alimentazione : 220 Volt


stazione di saldatura ECU 4000 DGT è disponibile anche nella versione FIX dotata
tivo può considerarsi completo. Le pre- La ,
di una
chiavetta per evitare ogni accidentale variazione della temperatura.
stazioni ottenibili dal nostro strumentino
sono qui di seguito riepilogate.
Impedenza tipica E ed U = 50 Q; atte-
nuazione minima di segnale = 1 dB,
attenuazione massima di segnale = 35
dB; tensione di alimentazione = 12 V;
tensione di comando = 0-12 V; banda
passante lineare fra 0,1 e 300 MHz,
banda passante usabile fra 0,03 e 600
MHz.
Qualora si desiderasse sfruttare al massi-
mo la separazione possibile fra entrata
ed uscita per migliorare ancora un po’
l’attenuazione, si può inserire una pia-
strina di latta, a mo’ di schermo, nella
mezzeria fra entrata ed uscita, fissata
con saldatura alle pareti dello scatolino:
basta fare attenzione a non andare a toc- ECU 4000 DGT
care alcun componente della basetta.
Ricordiamo infine che questo circuito
(come in genere tutti gli attenuatori) è e beve
idoneo a manipolare solamente segnali
di bassissima potenza. Lavora svelto chi usa ELTO
ELTO S.p.A. -Giaveno (TO) Tel. 011-936.45,52 Fax 011-236.45.83
GERMANIO
la forma più elementare di radio- Il diodo ed il condensatore fisso elimi-
ricevitore, rappresenta cioè la ver- nano l’onda portante e isolano il
sione di radio a galena costruibile segnale audio. Il diodo raddrizza la
oggi. corrente alternata del segnale, facendo
Si tratta di un montaggio poco più che passare solamente quella con carica
didattico, ma (con una buona antenna, positiva. Il condensatore fa da filtro |

una discreta terra e forti emittenti in per la corrente alternata a RF, ma non
Michele Amato di Viareggio Onde Medie) funziona pure. per il segnale audio, che arriva alla
(LU) è il vincitore Dall’antenna arrivano le varie onde cuffia. L’antenna può essere costituita
di questo mese. radio captate, fra cui la bobina ed il da un filo conduttore qualsiasi, lungo
La sua radio a germanio gli condensatore variabile selezionano però 5-10 m; per la terra si può sfrut-
è valsa il premio in palio. una frequenza. tare un rubinetto dell’acqua (fredda).

Una versione di radio a galena


da noi realizzata e collaudata
qualche tempo fa per alcuni
esperimenti: è molto simile
a quella costruita da Michele
Amato.

COMPONENTI
C1 = condensatore variabile
300-500 pF max.
C2 = 4700 pF
DG1 = diodo al germanio
(0A70
o simile)
L1 = 80 spire avvolte su tubo
DG1 @ 30 mm (usare filo 0,5 mm
smaltato).

] cuffia= 600- 2000 QQ

i,
ld
i
CUFFIA

‘I Î
A sinistra lo schema elettrico, a
destra il piano di montaggio della

mm a - |)
radio a galena. Il tutto è molto
7 Semplice: bastano 4 componenti. I
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 50
R1 = 100 Q
doppio deviatore a levetta 10/e:
FIe
S$1 =

LL P1 = pulsante N.C.
P2 = pulsante N.A. PSICHEDELICA

a
Vcecc = pila 9 V max
Lo schema che ci invia Christian Piro,
17 anni di Cernobbio (CO), è molto
semplice e si basa su due normali dispo-
sitivi come l’optoisolatore IC1 ed il triac
TESTER T1; il dispositivo è sostanzialmente pre-
visto per essere collegato direttamente
all’impianto stereo. Quando è presente
un segnale applicato ai terminali
d’ingresso di IC1, il led interno s’illumi-
na portando in conduzione il fototriac
esso pure interno, applicato ai terminali
d’uscita; praticamente l’uscita va in cor-
tocircuito, chiudendo così il collegamen-
to per il pilotaggio di gate di TI.
Anch’esso va in saturazione, cosicché il
carico applicato in uscita viene diretta-
mente alimentato dalla tensione alternata

=
di rete: in altre parole, le lampade si illu-
minano al ritmo del segnale audio.
La sensibilità del fotoaccoppiatore è
regolabile mediante il potenziometro R2.
di Siracusa ha realizzato un Le lampade collegate in uscita non devo-
Luigi Vinci, gate positivo che negativo, vuol dire che
semplice ma efficiente prova triac e SCR sottomano abbiamo un triac. no superare 700-800 W di assorbimen-
di grande utilità. Come si vede dallo Il pulsante P2 serve per diseccitare il to; bisogna però tener presente che, con
schema elettrico, l’identificazione del tiristore quando è in conduzione, in carico così elevato, T] deve essere mon-
tiristore sotto prova si basa sulla polariz- modo da poterlo provare con la polarità tato su un dissipatore di calore.
zazione positiva o negativa del gate, il invertita del gate. (Schema e componenti a pag. 52)
quale attraverso la resistenza di 100 ©,
limitatrice di corrente, è collegato ad una
batteria tramite l’invertitore di polarità
S]1. Con l’ausilio del tester, utilizzato
nella funzione di ohmmetro e nella por-
tatax 1
(nonché inserito con la polarità
opportuna) possiamo stabilire visiva-
mente se abbiamo a che fare con un SCR
o un triac, e se questi sono efficienti Per chi collabora
oppure no. Tutti i lettori sono invitati ad inviare un loro
Quando il pulsante P1 è aperto, inseren- progetto, semplice e inedito, che non
do il componente in prova, l’ohmmetro impieghi più di 15 componenti elettronici.
deve indicare resistenza infinita (condi- Le realizzazioni (una breve spiegazione,
zione questa che indica l’efficienza del qualche disegno, le generalità ed una foto
tiristore stesso). Chiudendo P1 polarizz- tessera dell'autore) devono essere inviate a
ELETTRONICA PRATICA - EDIFAI 15066 GAVI
ziamo il gate positivamente o negativa- (AL): a tutti i partecipanti sarà spedito
mente, secondo la posizione di “S1”. un utile omaggio. Ogni mese il progetto
Se dall’ohmmetro riscontriamo che il migliore verrà pubblicato e premiato con
tiristore sotto prova entra in conduzione una utilissima confezione di prodotti Elto contenente:

_
zz
solo con gate positivo, significa che il saldatore Biwatt (a doppia potenza - 20 e 40 W - per
abbiamo a che fare con un SCR. raggiungere la temperatura di 320° o 420°),
Se invece entra in conduzione sia con una bomboletta d’aria compressa per eliminare sporco ed umidità
da singoli componenti, circuiti od apparecchiature elettroniche
e infine una boccetta di liquido disossidante per saldatura a stagno.
Ri =120 Q
E
R2 =10 kQ
{potenziometro lineare)
R3 = 330 Q IC1
IC1 = MOC 3040
T1 = BT136 (o equivalente R2 2
da 800 V -6 A)

LU
timer di tipo commerciale hanno prezzi piuttosto elevati
I

(50-100.000 lire). Sicuramente offrono molte funzioni in più


ma, sostanzialmente, svolgono gli stessi servizi del semplice
PER TEMPI LUNGHI ed economico circuito presentato da Francesco Miglio.

Francesco Miglio di Verona ci invia lo per cui si riesce ad avere tempi d’inter-
schema di un temporizzatore per tempi vento così lunghi, è dovuto al fatto che i
lunghi, da poter utilizzare per esempio due transistor sono collegati in configu-
come timer per luci scale, per bromogra- razione Darlington a collettore comune;
fi, ecc. Questo progetto, come si vede, ciò crea una impedenza d’ingresso molto
non utilizza circuiti integrati ed è molto elevata, di conseguenza il condensatore
semplice; i tempi che si possono rag- C1 sì scarica praticamente solo attraver-
giungere vanno da O a 15-20 minuti. so RI ed R2; se si vuole avere un tempo
Ecco come funziona. maggiore, è sufficiente aumentare la
Premendo il pulsante Pl il condensatore capacità di C1.
C1 si carica subito ed il relè si eccita Una volta che il condensatore sia scari-
contemporaneamente; la durata di tale co, il relè si diseccita, i suoi contatti
fenomeno è determinata essenzialmente ritornano nella posizione iniziale e il
dalla capacità C1 e dal valore resistivo ciclo può esser fatto ripartire.
che può assumere il potenziometro R2; La realizzazione può essere eseguita su
pertanto questo tempo si può variare a un qualsiasi supporto isolante; ideale è la
seconda delle proprie esigenze. Il motivo basetta millefori.
MARCUCCI

VO

R1 = 1000 QQ

R2 = 1 MQ (potenziometro
lineare)
R3 10 kQ
=
C1 = 1000 unF «16 V
TR1 = BC237 C
RL TR2 = 2N1711
D1 = 1N4004
RL = relè 12 V - 300 Q
P41 = pulsante N.A.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 52


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Firma
ALIMENTAZIONE

Dispositivo che interviene pressoché


istantaneamente a togliere energia quando la
tensione in uscita da un alimentatore supera,
per un guasto, i valori previsti, rischiando
di danneggiare il circuito alimentato.

ro
'
CR

pos/ SCINTILLA
VE
]

TUF

1 2
1: indicazione grafica su come possono verificarsi dei picchi di sovratensione sui contatti del relè.
2: schema elementare di montaggio di un diodo zener per verificarne le modalità di comportamento,
cioè l’andamento della tensione in funzione della corrente.

pome
radioelettronica
i CB, gli hobbisti di
e comunque tutti
tecnici che lavorano con apparecchiature
i
cuito da noi messo a punto è il tipico
comportamento di un diodo zener, che
ora riepiloghiamo sinteticamente, rife-
del nostro dispositivo.
Esaminiamo lo schema elettrico com-
plessivo del circuito con cui è stata rea-
elettroniche, sanno bene (e spesso, pur- rendoci al semplice circuito di principio lizzata la funzione O.V.P., sigla che
troppo, a loro spese) che, se per un moti- col cui esame si inizia la trattazione teo- indica, con estrema sintesi, appunto la
vo qualsiasi salta l’alimentatore destina- rica. La tensione V applicata all’ingresso protezione contro le sovratensioni (come
to a far funzionare queste loro apparec- del circuito di prova sia di circa 20 V, e al solito, dall’inglese Over Voltage Pro-
chiature elettroniche, in genere capita collegata al potenziometro P (da 10 kQ) tection).
che ai morsetti di alimentazione si pre- per dosarne il valore più appropriato; il
senta una tensione di valore ben superio- diodo zener può essere da 12 V e lo stru-
re a quella nominale e normale. Ciò pro- mento M che serve per misurare la ten- IL CIRCUITO OVP
voca spesso danni all’apparato sotto ten- sione ai capi di R (resistenza di carico da
sione, e questi danni possono anche 1000 Q, per esempio) può essere un La nostra indagine parte da DZ1 ed R2,
essere estremamente costosi. Quando tester o DMM da 10 V f.s. Supponiamo sia perché abbiamo appena esaminato il
queste sovratensioni si verificano, è per- di partire con la nostra sperimentazione circuito attuatore, sia perché si tratta, a
ché è andato in corto qualcosa di impor- ponendo P tutto regolato verso il - (mini- prima vista, degli unici componenti
tante (in genere è il dispositivo in serie mo della tensione d’uscita), e poi di por- applicati all’uscita dell’alimentatore da
di potenza) nel circuito di stabilizzazio- tarlo lentamente verso il +; notiamo che, proteggere; in pratica, questi due compo-
ne. Un alimentatore in grado di fornire per un ampio tratto della regolazione, nenti costituiscono l’elemento palpatore
12 V stabilizzati parte da una tensione non succede niente, cioè non c’è alcuna della VM, cioè della tensione da monito-
alternata (secondario del trasformatore) indicazione da parte di M per il semplice rare. Se l’alimentatore è predisposto per
di 18 V come minimo; per effetto della motivo che il gradino di tensione oppo- avere in uscita lo stesso valore di DZ, e
rettificazione e del filtraggio questa ten- sto da DZ (12 V) non lascia passare cioè 12 V, in R2 non circola alcuna cor-
sione, una volta convertita in continua, alcuna corrente. Solo quando siamo in rente, cosicché il suo cursore, comunque
diventa di 25 V circa, sempre come prossimità appunto dei 12 V, M comin- sia posizionato, non ha localizzata alcu-
minimo. Quindi, alimentare un circuito
nato per funzionare a 12 V con 25 V non
cia ad indicare qualcosa perché è iniziato
il passaggio della corrente; l’andamento
na tensione:il circuito è a riposo. Se VM
sale, per quanto abbiamo precedentemente
è una cura molto raccomandabile: anche è comunque piuttosto brusco, come è esposto, ai capi di R2 si manifesta una
intuitivamente, il trattamento è facilmen- visualizzato dal grafico riportato nella tensione che, dal cursore ed attraverso R3,
te distruttivo. stessa figura. andrà a far innescare SCR.
Ecco il motivo per cui abbiamo pensato Riassumendo: questo semplice esperi- La corrente di conduzione del diodo
di proporre un dispositivo di protezione mento ha indicato che il diodo zener controllato al silicio eccita immediata-
obiettivamente un po’ complesso, ma lascia passare corrente solamente quan- mente il relè RL, il quale va ad apnre il
tale comunque da mettere ragionevol- do la tensione presente in circuito è contatto CR, posto direttamente in serie
mente al sicuro qualunque tipo di appa- superiore (anche se di poco) al suo valo- all’alimentazione a 220V dell’alimenta-
recchio da questo (tutto sommato) raro re di conduzione. Tenendo conto di que- tore da controllare: l’alimentatore non re
ma temibile evento. L’elemento base su sto, del resto noto, comportamento, pos- più alimentato e la VM cade a O V: 1

sw
cui fonda il suo ciclo di intervento il cir- siamo ora analizzare il funzionamento >»

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 55


Schema elettrico complessivo del
dispositivo di protezione contro l’alta i
tensione di uscita da alimentatori ALIMENTATORE

e
stabilizzati guasti; la parte relativa al o O
:
circuito vero e proprio è quella racchiusa
entro la linea tratteggiata, che corrisponde
li @
à
vm
6
| ===
RETE

alla basetta di montaggio.

DLR
CI
FF
el
K
Div :

I
'

D2
Ré |
DZI
I
VI |
DI
a

I
Ss
SCR
pi
«MW
R2
=
RI
9
È? Tk

| GND a
tum

è —— è m— +

ss è —— I m—— è
— è —— ©

e 0

— ©

— . ———
—— » —_—
— e 0
— — — è ‘
n è
— —«

COMPONENTI
R1 = 680 Q
R2 = 470 2 (trimmer)
R3 = 820 Q
R4 = 680 Q
R5=220-1W
C1 = 10.000 pF (ceramico)
C2 = 2200 uF - 16 V
(elettrolitico)
C3 = 10.000 pF (ceramico)
C4 0,1 pF - 250 V
= c.a.
SCR = C 106
D1 = D2 = 1N 4004
RETE

© DZ1 = (v. testo)


RL =
per
relè 12 V (contatti da 5 A
alimentatori
altrimenti 10 A)
sino a 200 W;
T1 = secondario 10-12 V
0,3-0,5 A
P1 = pulsante N.C.

Piano di montaggio della basetta a


circuito stampato su cui è
realizzato il dispositivo OVP.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 56
PROTEZIONE
DA SOVRATENSIONI

Ecco il prototipo
della protezione dalle sovratensioni
come da noi realizzato e collaudato.
ll montaggio è piuttosto semplice.

provvedere allo spegnimento dell’arco Ecco quindi l’importanza di C4-R5 per


(ovvero scintilla) che può facilmente sopprimere questa scintilla ed i suoi
effetti nocivi sui contatti.
asetta e componenti innescarsi, specialmente per correnti ele-
vate, all’atto della commutazione fra i Ancora a proposito di RL, ricordiamo
contatti, in presenza di induttanze. che il contatto CR è normalmente chiu-
codice 4EP197 so, per cui l’alimentatore da tenere sotto
controllo funziona sempre, anche se il
vedere a pag. 35 UN UTILE ESEMPIO trasformatore T1 del nostro dispositivo
non fosse alimentato; mancherebbe però
A questo proposito abbiamo riportato la protezione: l’accensione di DLV (che
nostre apparecchiature, quelle che erano nella prima figura di pagina 55 quella non si verifica) serve appunto a segnala-
collegate all’alimentatore, sono salve. che è la situazione riferita proprio ad un re questa situazione.
In concomitanza, si è acceso DLR (il led alimentatore, sempre dotato di trasfor-
rosso) per segnalare che VM era salito a matore che rappresenta un carico indutti-
livello pericoloso ed il dispositivo di vo genericamente indicato come L; se L’ALIMENT AZIONE
protezione è intervenuto. per combinazione il contatto CR si apre
Comportamento tipico di un SCR è nel momento in cui la corrente alternata Per completare l’esame del nostro dispo-
quello di memorizzare il proprio inne- è al massimo del suo ciclo, o comunque sitivo di protezione, resta solamente da
sco: in altre parole esso rimane in con- presenta un alto valore di tensione, ai dare un’occhiata al suo circuito di ali-
duzione, e l’unico modo per interrom- capi di CR quasi certamente scocca una mentazione, il quale è autonomamente
perlo è quello di togliergli la corrente di robusta scintilla. derivato dalla rete a 220 Vca, grazze
alimentazione; proprio per questo scopo È appunto il momento indicato con X appunto al già citato T]; è questo un pe
è previsto il pulsante Pl, che va premuto sul disegno: la scintilla non è altro che colo trasformatore da 5-6 W con sec
per un attimo e poi rilasciato. Tutto torna l’effetto visivo di una tensione molto dario a 10-12 V, in grado di er
a posto per un successivo intervento: elevata (sì può arrivare sino a qualche 0,3-0,5 A. La tensione di questo
resta solo da riparare l’alimentatore. migliaia di volt) conseguente all’energia dario viene rettificata da DI è &
A proposito del contatto CR del relè, immagazzinata da L (e quindi, nel C2; poi, passando attraverso PI
facciamo notare il gruppo R5-C4 che ad campo magnetico del trasformatore), che mente chiuso) va appunto al ci :

esso è posto in parallelo: la sua presenza viene ceduta istantaneamente quando controllo, provvedendo anche a [ar
ha la funzione, piuttosto importante, di CR si apre.
ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 -
Pag 57
PROTEZIONE DA S
segnalare la sua presenza dalla spia
DLV. Ora che dovremmo aver capito
tutto, possiamo finalmente costruircelo,
il nostro dispositivo di protezione.
Come spesso capita, del nostro circuito è
più lungo descriverne il funzionamento
che il montaggio il quale, seppure non
elementare, neanche presenta particolari
problemi di difficoltà.
È come al solito prevista una basetta a
circuito stampato, che contiribuisce a
rendere fattibile ed affidabile la realizza-
zione: ricordiamo fin d’ora che sulla
basetta sono presenti terminali e collega-
menti di rete a 220 Vcea; quindi, in fase
di controllo e messa a punto, si deve
usare particolare attenzione a dove si
mettono le dita.
Il montaggio si inizia dai pochi resistori
e dal ponticello in filo nudo di fronte ad
R2; si passa poi ai diodi, come al solito
rispettandone la polarità indicata dalla
striscia in colore sull’estremità da cui
esce il terminale di catodo.

1:nelle vicinanze di SCR occorre


prevedere un ponticello in filo
nudo dal lato componenti.

2: il senso d’inserimento del relé


è obbligato in quanto i piedini
sono assimetrici.

i IL C 106 E LE SUE TENSIONI


Il C 106 è uno degli SCR più comunemente usati (e non solo nel-
lettera codice Far le nostre realizzazioni). Le sue caratteristiche elettriche più im-
portanti, comuni a tutti gli esemplari che portano questo numero
Q I5V come siglatura, sono riportate qui di seguito. Corrente diretta
g (in valore efficace e stato di conduzione): 4 A; fronte di salita
Y 30 V della corrente diretta: 50 A/usec; picco di corrente diretta (in
k conduzione): 75 A; potenza di picco sul gate: 0,5 W: potenza
F 50 V media sul gate: 0,1 W; tensione inversa di picco sul gate: 6 V. Il
2 a valore che evidentemente manca da questa tabella è la tensione
© i 100 V|
inversa di picco, ripetitiva o di lavoro, indicata semplicemente
@)
|
B
0 V| come VROM. Si tratta del valore massimo istantaneo della ten-
sione ripetitiva inversa (ovvero negativa) che può essere appii-
cata all ’anodo col gate aperto. Tale valore non rappresenta ne-
Cc 300 V
cessariamente una tensione di non ritorno, cioè di guasto, però
D 400 v| "on può mai essere superata se non da picchi transitori. Esiste
un’ampia selezione di valori massimi, che possono essere adot-
tati a seconda delle applicazioni. LI contraddistingue una lettera
E 500 V
aggiunta alla sigla numerica, ilcui significato viene riportato
kag kag M 600 V nella tabella qui a sinistra. L’illustrazione qui riportata indica
C 106 le due forme del contenitore, nonché il simbolo grafico.

ELETTRONICA PRATICA - Gennaio 1997 - Pag. 58


ei
OVRATENSIONI
Dei condensatori da inserire in circuito, che decimetro di piattina bifilare di colo- disattivare il dispositivo (si spegne per
solamente C2 (elettrolitico) è di tipo re rosso e nero). un attimo DLV e permanentemente
polarizzato e occorre quindi osservare il Dopo aver ricontrollato per benino il DLR) e, rilasciando PI, il tutto torna a
segno di polarità indicato sul corpo dello montaggio, si passa, con le dovute pre- riposo, in attesa di un nuovo, eventuale
stesso e sul disegno della basetta. cauzioni, al collaudo e alla messa a allarme.
I due led hanno il terminale di catodo punto. Il valore di DZ] deve comunque risulta-
individuabile dal leggero smusso del re leggermente inferiore al valore VM di
bordino sporgente dalla base del corpo COLLAUDO E MESSA tensione da monitorare; per altri alimen-
in plastica, mentre SCR va montato A PUNTO tatori da proteggere questi sono i valori
prendendo come riferimento la faccia in consigliati: DZ] = 22 V per VM = 24 Vi;
plastica con le stampigliature di marca e Immaginiamo per questo di voler appli- DZI = 12 V per VM = 13,5 V; DZ] =
tipo. care il dispositivo OVP ad un alimenta- 10 V per VM = 12 V; DZ1 = 7,5 V per
Il relè viene correttamente posizionato tore stabilizzato da 13,5 V (Gil classico VM=9V; DZ] =4V per VM =5V.
dal suo inserimento asimmetrico, mentre valore per OM, CB e tanti altri); DZI1 è Per ognuno di questi valori, occorre affi-
per T1 occorre (almeno nel caso nostro) confermato sul valore di 12 V, pertanto nare il punto di intervento regolando R2
verificare bene il lato primario e quello ai capi di R2 sono localizzati i restanti secondo quanto indicato in precedenza.
secondario. 1,5 V. Regolando R2 (che era preceden- A questo punto, il contatto CR può esse-
Ora restano da inserire alcuni terminali temente portato tutto dal lato GND), ad re definitivamente collegato in serie al
ad occhiello per l’ancoraggio dei cavetti un certo punto vediamo che il relè si cavo di rete dell’alimentatore, provve-
esterni e da saldare, dal lato rame, i con- eccita, DLR si accende e, quel che più dendo anche a piazzare la nostra basetta
tatti del pulsante P1 (ove questo pulsante importa, il contatto CR si apre: il tutto è o all’interno dell’alimentatore stesso
dovesse venir posizionato su un qualche entrato in protezione. Allora si ritocca la (ove ci sia sufficiente spazio libero) o in
pannello di controllo, magari assieme ai regolazione di R2 tornando leggermente un adatto contenitore (in plastica). Ora,
led, basta partire dalla basetta con qual- indietro, si preme il pulsante Pl per possiamo dormire sonni tranquilli.

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di ogni tipo. I progetto é stato pubblicato I! progetto é stato pubblicato a febbraio é stato pubblicato a marzo a pag. 38.
a pag. 36. Lire 33.000. Lire 16.000 (escluso strumento).
a gennaio a pag. 20. Lire 78.000.

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stereo, facendo sembrare due altoparlanti
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pit distanti tra loro di quanto non siano in guasti in apparecchi radio di ogni tipo. scoppio di auto e moto. |I progetto é stato
realta. il progetto é stato pubblicato a
febbraio a pag. 46. Lire 29.000.
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consente di individuare guasti in svariate situazioni, dove permette di individuare se € capace di amplificare
o difetti di montaggio in bisogna attivare o bloccare il difetto di funzionamento i segnali pit’ deboli cosi da
apparecchi radio, segnalando dispositivi elettrici od va ricercato nel trasmettitore renderli nilevabili con tester
opportunamente la presenza elettronici di qualsiasi tipo. 0 nel ricevitore. od oscilloscopi. Lavora
della RF dove non dovrebbe La sicurezza del sistema é La segnalazione é fornita su una larga banda
essercl. molto elevata. da un led. di frequenze.

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scono. La rivista ELETTRONICA
PRATICA non assume alcuna 52 WHelettronica
responsabilita circa la confor-
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Direttore editoriale
responsabile:
Fotografia:
Dino Ferretti tel.
REDAZIONE
0143/642492 UFFICIO ABBONATI Tel, 0143/642232
Massimo Casolaro 0143/642493 dalle ore 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.20
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tentativo di scippo allontanando il PARLA!9 iL COM PUTER
malintenzionato con un urlo o con
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rumore, attiri |’attenzione di altre ro, in altri termini, ’interfaccia vocale
persone. Per una difesa di questo tipo fra uomo e macchina, da argomento di
& molto adatta una
sirena attivata dal ricerca quale era fino a pochi anni fa é
mancato contatto di un cavetto inserito diventato una realta commerciale.
in una piccola scatoletta (74x58x29 mm) In questo promettente settore non poteva
perfettamente nascondibile. Perché il mancare un nome come quello della
ALLARME tutto funzioni basta che l’ apparecchio IBM, con un prodotto che si pone in posi-
costituisca in qualche modo un zione di avanguardia. Da alcuni mesi esi-
ANTISCIPPO collegamento con l’oggetto da ste VoiceType Developers Toolkit nella
proteggere. Seil cavetto subisce un
brusco strappo suona una potentissima
sua versione 3.0, un potentissimo stru-
mento software per lo sviluppo di inter-
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sirena da 120 dB e il suono di
in grado
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LE NUOVE FRONTIERE DEI LED


Impiegati da anni come elementi luminosi dei circuiti elettronici, i led stanno vivendo
una nuova era di successo nei semafori stradali e la ragione principale é legata al loro
bassissimo consumo. La sostituzione delle tradizionali lampadine con i led
porterebbe, a parita di luminosita, ad un risparmio del 94 percento. II dato é ancor pit
impressionante se si pensa che nella sola Philadelfia le lampade dei semafor! sono
ventimila, per un consumo di in
2 milioni di W, e che tutti gli Stati Uniti ammontano
a 6 di
milioni, con un consumo pid di mezzo miliardo di watt. Questi confronti non
se
sarebbero pero costruttivi ai fini di un miglioramento i led, assieme al basso

consumo, non garantissero almeno una parita di durata. La verita é che, grazie al
progressi tecnologici, nei led sono notevolmente aumentate sia la
la vita media che
resistenza alle condizioni estreme di temperatura e di umidita. Va inoltre aggiunta
Velevata affidabilita di funzionamento: mentre infatti con le lampadine tradizionali la
luce di un semaforo é ottenuta con un solo elemento, con led viene installata una
matrice composta da ben 600 diodi. Questo significa che, mentre il guasto o I’atto
teppistico pu mettere fuori uso in un colpo solo il semaforo, é assai difficile che
molti led possano essere sabotati oppure si guastino simultaneamente
al punto da compromettere 1’efficacia della segnalazione. Dunque ci sono tutti gli
elementi per rendere
se per ora é
il led la tecnologia vincente per i semafori del futuro, anche
economicamente conveniente solo per la luce rossa, che peraltro é quella
mediamente pit accesa. Ricerca Hewlett Packard.

La Hewlett Packard ha
recentemente prodotto dei led
al fosturo di gallio, indio e alluminio
la cui efficienza Juminosa é
aumentata da 1 a 25 lumen/watt
in 25 anni.

A parita di luminosita, i moderni


diodi led consentono un risparmio
di potenza del 94 percento rispetto
alla lampade incandescenti
tradizionaili. Il risparmio é dunque
notevole e si fa sentire soprattutto
nel campo della segnaletica e della
pubblicita stradale.
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sotto dettatura. Molte software house
hanno gia aperto delle collaborazioni
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applicazioni del prodotto e nello stesso
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giuste dimensioni e la massima precisione nel taglio delle basette
circuiti stampati. La profondita di taglio arriva fino a 4 mm nelle materie
plastiche e fino a circa 1,5 mm nei metalli. Il motore, funzionante a 220 V e dotato
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qualunque tipo di dato, ormai alla portata di chiunque possieda un personal
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computer. II futuro forse la trasformera in un oggetto di consumo quotidiano come


oggi lo sono ]’automobile, la lavatrice e il televisore. Non si sa se questo portera ad
un maggior benessere o ad una maggiore felicita nell’umanita, ma certamente si sa
che a questo traguardosi potra arrivare se il progresso si muovera in diverse
direzioni. La pil! importante é l’aumento della velocita di trasmissione dei dati, in
mododa rendere minimi i tempi di attesa di accesso alle informazioni (chi utilizza
Internet da casa si sard reso perfettamente conto del problema): la soluzione non ¢
immediata, perché si tratta di installare sistemi di comunicazione ad alta velocita,
quali ad esempio le fibre ottiche, in tutto il mondo. II secondo elemento importante é
la facilita d’uso: il PC, nonostante tutti gli sforzi dei costruttori di macchine e dei
programmatori, resta ancora ostile a molte persone e soprattutto i] suo uso non € certo
facile come quello del televisore. Da questo punto di vista qualcosa € pero cambiato e
la trackball Cordless SurfMan della Logitech ne é un esempio concreto. Si tratta di
una via di mezzo fra telecomando e mouse che permette di navigare in Internet
stando comodamente seduti in poltrona, proprio come avviene quando si assiste ad
un programma televisivo. L’ accesso ai dati avviene in modo semplicissimo
azionando solo tre pulsanti, il tutto senza alcun filo, perché il dispositivo funziona ad
onde radio: questo significa anche che non ci sono problemi dovuti alla presenza
di ostacoli come nel caso dei telecomandi ad infrarossi.
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quindi di individuare
guasti o difetti
di montaggio.

Te coloro che hanno a che fare, in


senso attivo, con campi a RF piutto-
eomet a1 sto intensi, in poche parole, che trasmet-

i
comes

tono, sono perseguitati dal problema di


disturbare il prossimo ovvero vicini: e
questo succede in modo particolare per
CB e radioamatori. C’é da dire che le
apparecchiature ricetrasmittenti oggi
disponibili sul mercato sono in genere
ben fatte (specialmente quelle per
radioamatori); ma anche in questo caso,
nell’assemblaggio della stazione si pos-
sono commettere errori o anche solo leg-
gerezze, come per esempio un connetto-
re Jento, un’antenna fuori frequenza, un
ritorno di massa o di terra inefficiente,
oppure possono verificarsi, impreviste,
le ingiurie del tempo e dell’ ambiente,
come ossidazioni sull’impianto d’anten-
na o sotto qualche vite.
Tutti questi inconvenienti, e anche altri
che non abbiamo citato, possono fare a
gara nel provocare irradiazione di ener-
gia a RF attornoalle apparecchiature di
stazione o lungo il cavo coassiale: si,
proprio dove la RF non dovrebbe essere,
se non in quantita trascurabile. Questo,
per ovvio motivo che la RF emessa da
un impianto trasmittente dovrebbe essere
solo attorno all’antenna, che guarda caso,
esiste proprio per irradiare tale energia
sotto forma di onde elettromagnetiche,
almeno in teoria. In pratica pero, e per
tanti motivi, fra cui fondamentali quelli

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 6
Ecco
il
prototipo completo del nostro
strumento, come da
noi realizzato
e collaudato. La scatola utilizzata
é una Teko in alluminio 14x7x4 cm.

detti in precedenza, cid non avviene, o


per lo meno non avviene del tutto, in
quanto spifferi di RF possiamo trovarli
un po’ ovunque attorno alla stazione,
quanto meno nelle immediate adiacenze.
Ecco allora che un progetto in grado di
rivelare se questi Campi ci sono, nonché
quanto sono forti, pud risultare davvero Particolare
utile: gli anglosassoni lo chiamano, in
della basetta
gergo “RF sniffer”, cioé annusatore di
RF, e la definizione, oltre che simpatica,
ci sembra pertinente. Come spesso acca-
contenente il
circuito
elettronico vero e proprio,
de per nostri progetti, questo circuito,
1 composto da solo 15 componenti.
oltre allo scopo preciso cui l’abbiamo
destinato, puO Ovviamente servire per
altri fini, di cui diamo qui gli esempi pit
immediati: rivelatore di microspie in da Ji, impedenza a RF di basso valore, che é notevole dato l’alto valore di que-
azione ed indicatore di campo a RF. che serve ad evitare che campi intensi a sta resistenza. La polarizzazione del pin
Teniamo anche conto che
il dispositivo
da noi messo a punto é in grado di fun-
50 Hz possano disturbare le letture dello
strumento. [] valore di J1, pur basso, é
3 (entrata non invertente) é pari alla ten-
sione di alimentazione dimezzata dal
zionare fino 470 MHz circa. Ora che ne sufficiente a localizzare ai suoi capi 11 valore del partitore resistivo R3-R4:
abbiamo motivato lutilita, passiamo a suddetto segnale a RF, che quindi pren- sono questi due resistori che stabiliscono
descrivere lo schema del nostro circuito. de direttamente la strada di Cl, per poi i 4,5 V di polarizzazione,
appunto meta
raggiungere D1, diodo al germanio il
scopo é quello di rettificare il segnale
cui della tensione della pila.
Ne consegue che l’uscita di ICI (pin 6)
L’ANNUSATORE trasformandolo in una tensione continua assume automaticamente lo stesso valore
anche grazie all’azione di filtraggio de] pin 3, in modo che I’escursione della
Una sorta di antenna, che pit. modesta- compiuta dalla cella J2-C4. tensione d’uscita possa essere simmetri-
mente chiamiamo sensore (S), capta la Questa tensione, di entita molto bassa, ca rispetto a questo valore, sfruttande in 5

RF eventualmente proveniente da qual- viene applicata ad IC1 (per Ia necessaria pieno, e in modo simmetrico, tutt ..
ia
che punto del nostro impianto trasmit- amplificazione) e pit. precisamente fra il tensione di alimentazione. Questa '

tente e la applica al terminale d’ingresso piedino 2 (attraverso J2) ed il piedino 3 sione viene misurata dal microas o
del dispositivo (1); ’ingresso é forzato a (attraverso D1); il valore di R1 é quello metro collegato anch’esso in usecita: im

massa, per i segnali a bassa frequenza, che stabilisce l’amplificazione di IC],


ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag.
7
MISURA LE FUGHE

collegamento tra la sonda


e
Il
di rilevazione il circuito stampato
si esegue tramite un breve
spezzone difilo rigido (quello
dei reofori, per intenderci) isolato.
Le saldature, da fare con grande
cura, si effettuano sul pin 1 dello
stampato e sulla paglietta
del connettore per il sensore.

BOBINE PER LE ALTE FREQUENZE


Questi componenti hanno in genere tando che vada a perdersi in zone nere e le frequenze alle quali prefe-
un aspetto piuttosto umile, ma la lo- del circuito in cui essa non avrebbe ribilmente funzionare.
niente a che fare. La loro funzione Se per esempio vogliamo risalire al-
ro funzione ha invece una certa im-
precisa viene ricavata dal valore di la reattanza induttiva di J2 (= 330
portanza.
La sigla con cui sono chiamati, reattanza che compete alla loro in- mH) a 30 MHz di frequenza di lavo-
RFC, sta per Radio Frequency duttanza, cui va aggiunta la resi- ro, applicando la relativa formula
Choke, ovvero blocco o arresto per stenza (pil o meno modesta, ma ine- possiamo calcolare X, = 2" fL =
la RF; in altre parole, sono bobine vitabile) del filo che costituisce l'av- 6,28:30-10°-330-10° = 62:172 Q.
che hanno il compito di impedire il volgimento, il quale é variamente La figura qui riportata illustra un
passaggio alla corrente a RF, evi- realizzato secondo i valori da otte- gruppo di queste impedenze secondo
il loro vero e proprio disegno (A+E)
oppure secondo il simbolo teorico

i"
(F-G). A: tipo con avvolgimento a ni-
do d’ape; B: tipo con avvolgimento a
spire affiancate; C: tipo a scatoletta;
D: tipo V K200 su nucleo in ferrite;
E: tipo a goccia (codice valori a
punti in colore); F: simbolo grafico
per avvolgimento senza nucleo ma-
gnetico; G: simbolo grafico per av-
volgimento con nuclee magnetico.

Ecco alcuni tipi di


impedenze, con forme
e dimensioni diverse a
seconda dell’impiego
|

gspecifico.

ELETTRONICA PRATICA
- April e 1997 - Pag. 8
DI RADIOFREQUENZA a ny ED, ELETTRONICA DIDATTICA


vendita per corrispondenza casella postale 36
di componenti elettronici 22050 Verderio Inferiore
strumenti di misura (LC)
prodotti ottici Fax 039/ 9920107
‘Condizion

é
Spese di spi
altre parole, la RF d’ingresso trasformata concorrono alcuni componenti e moda- Pagamento in gno
a! fieev

in corrente continua da D] viene ampli- lita di montaggio che esulano dalla pura CATALOGO IN ON!
ficata da IC] e, attraverso la regolazione e semplice basetta a circuito stampato, Se nicerchi component o strumen? mon ores \
Questa Dagme scrivic
di R5, raggiunge lo strumento che forni- cosicché del montaggio complessivo fa 0 invia un fax al numerg 039992010

sce una certa indicazione. R5 ha eviden-


temente il compito di dosare la sensibi-
parte
meno
anche
il contenitore, o quanto
il coperchio dello stesso; ecco
NOVITA'
lita del circuito, per evitare che, in pre- quindi che la descrizione é.un po’ pil 2x
4x
senza di forti segnali a RF, l’ago dello ampia del solito.
6x
strumento abbia modo di sbattere a
8x
fondo scala pit! o meno violentemente.
Come microamperometro, qui é previsto STRUMENTO
uno strumento da 50 uA fondo scala; DA LABORATORIO
di
CLIP-ED si aggancia
avere una lente aggiuntiva con molti ingrans
a tutti i

tipi di oecn per

tuttavia é anche possibile adottare stru- CLIP-ED + lente £ 30.000


menti da 100 nA, 500 pA o | mA: natu- Cominciamo, ad ogni modo, dalla baset- CLIP-ED + 4 lenti intercambiabili (2x,4x,6x,8x) £ 45.000

ralmente con questi valori si perde pro-


gressivamente sensibilita. A proposito
ta, che come al solito, é consigliabile
eseguire in versione a circuito stampato ae
OSCILLOSCOPIO
Caratteristiche:
£ 260.000

10 mV per divisione.
della quale si pud ricordare che D1 deve sulla falsariga del nostro disegno.
i
ot
“= ~- Base dei tempi: da 50 mS
Si montano prima i resistori, le due
i
essere al germanio per via del suo basso a 0,5 uS per divisione.
Schermo 3x5 con retico!o.
valore di soglia di conduzione; tipi induttanze di blocco ed il ponticello in 220V 4,5 Kg.
filo nudo che é presso lo zoccolo da inte- Manuale italiano.
migliori dal punto di vista della sensibi-
in

[OFFERTA
lita che se ne puo ottenere sarebbero grato, esso pure da sistemare in questa MULTIMETRO DIGITALE con
quelli per mixer UHF. II circuito é ali- fase (€ un 8 pins); poi si passa ai vari display pieghevole £ 87.000
mentato da una piletta da 9 V, dato che
consumo é bassissimo e saltuario (perd
il condensatori, due dei quali sono elettro-
litici e vanno quindi montati rispettando
Oltre alla misura di tensioni e correnti con-
tinue e alternate é possibile misurare

non dimentichiamoci S1 acceso). il


la polarita indicata. Resta poi diodo,la
capacita,Hfe,conduttanza,temperatura da

i
40°C A 1000°C
Si pud ancora far notare la presenza di cui polarita é contrassegnata da una stri- Il
display pud ruotare da 0° a 70° mentre
digits sono alti 25mm.
C5 2 C6 allo scopo di rendere freddo (in scia in colore sul corpo, in genere di Per la misura della temperatura é inclusa
guanto rferito al comune) il riferimento vetro, nei pressi del terminale di catodo; Ja sonda K probe.

di segnale d’ingresso e d’uscita, mentre é consigliabile mantenere il corpo del MULTIMETRO DIGITALE con misure di: DCV, ACV, DCA
C7 assicura che in uscita da IC] non sia diodo un po’ sollevato rispetto al piano ohm, cicalino per prova continuita, temperatura. £ 45.000

rimasto alcun residuo di segnale a RF. della basetta in modo che i terminali MULTIMETRO DIGITALE con misure di: DCV - ACV DCA -

che sono stati chiariti un po’ tutti gli possano meglio dissipare il calore della resistenze - guadagno transistors. £ 30.000
tti circuitali, andiamo ad occuparci saldatura, che va eseguita rapidamente. OFFERTE COMPONENTI
s pratica realizzazione del nostro Cinque terminali ad occhiello per anco-
satore. rarvi il cablaggio esterno completano la
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25
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4
»
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al
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Oy

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< 160mm 110 25000
5 134mm 90 20000
110mm 75 18000
Q
Schema elettrico del
rivelatore di RF; la parte
racchiusa entro
riquadro tratteggiato e
il
quella montata sulla
basetta a circuito
stampato.

|
S 1 ols
"Tes
a
C6
whe

"Te7
=
<

|2} — ——#
i 4

2.
—— — =» ©
ame + «

R1 = 1 MOQ C3 = 0,1 pF (ceramico) IC1 = pA 741


R2 = 10 kQ C4 = 1000 pF (ceramico) D1 = diodo al germanio
R3 = 1200 2 C5 = 10.000 pF (ceramico) HA = microamperometro
R4 = 1200 2 C6 = 47 pF - 12 V (tantalio) 50 pA (vedi testo)
R5 = 10 kQ2 (pot. lin.) C7 = 10.000 pF (ceramico) $1 = interruttore ON-OFF
C1 = 1000 pF (ceramico) Ji = RFC 1 mH S = sensore (vedi testo)
C2 = 47 pF - 12 V (elettr.) J2 = RFC 330 mH Vec =9V

ll circuito stampato e qui visto dal lato Piano di montaggio delia basetta
rame, nelle sue dimensioni reali. contenente tutti
i componenti deilo
La realizzazione é piuttosto semplice. schema, vale a dire il circuito completo.

J]

oe
s
o, O
.

5
J2
> Gig- ~iip= RI R2
© |+ vcc

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R3 ©jaR5

ane
0.
D} C2

me
4 ()
o aie Ré Ola
: 840
ii

CD
cs IC) C7 ©}-vcc
ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 10
MISURA LE FUGHE
Di RADIOFREQUENZA
mite due colonnette filettate di altezza che pud provocare TVI (interferenze alle
opportuna (dovrebbero essere di 12+15 TV). Naturalmente, € comprensibile che
mm) si piazza la basetta con uno dei Ja distanza fra sensore ed element
bordi lunghi a contatto col] lato piccolo controllo rivesta la sua importanza: sta .

del coperchio su cui é la boccola; infine noi fare quel po’ di pratica che con-
di
ci

s1 possono montare lo strumento sentira di eseguire controlli regolar


misura e ]’interruttore a levetta; la piletta affidabili..
da 9 V puo essere comodamente e sicu-
ramente fissata con un pezzetto di biade-
sivo. Poi non resta che eseguire il
cablaggio, chiaramente indicato dalle
illustrazioni riportate. Montaggio complessivo dello
strumento indicatore di campi
a RF, con chiara visione
IL SENSORE del cablaggio dei vari elementi
allinterno della scatola in alluminio.
Ora si passa a realizzare 1] captatore-sen-
sore, per il quale bastano una spina a
banana ed uno spezzone di filo (robusta
trecciola sottoplastica, sui 3 mm com-
plessivi in modo che nmanga abbastanza
rigida) lungo una ventina di cm. Questo
filo da un lato va saldato alla banana e
dall’altro va ripiegato in modo da realiz-
zare una spira di circa 5 cm di diametro;
i] lembo sovrapposto si deve bloccare in
modo che
il cerchio resti chiuso (ma iso-
lato): per questo basta una fascetta in
plastica, o anche dello spago sottile.
Lo strumento, ricontrojlato sia nel mon-
componentistica prevista, salvo ricordare taggio che nel cablaggio per normali
di innestare IC1 nell’apposito zoccolo, motivi di sicurezza, € pronto per i] suo
facendo attenzione alla regolare inser- collaudo d’uso; per questo é fornito il
zione dei piedini nelle mollette ed al giu- disegno (a pag. 9) che illustra i} com-
sto orientamento, indicato dalla posizio- plesso di una tipica stazione CB, ma se
ne dell’incavo semicircolare presente su di altro’tipo non cambierebbe nulla,
uno dei lati corti del contenitore ad indi- almeno in linea di principio. I numeri
careipinle8. distribuiti qua e 14 sul disegno indicano
La basetta deve essere anche corredata pil’ o menoJe zone vicino alle quali deve
di un paio di fori per il fissaggio; ma per essere posto 1 nostro strumento.
il momento la possiamo mettere da parte Se il cablaggio dell’impianto é esente da
e dedicarci al contenitore. problemi, Je indicazioni del microampe-
Si usa il coperchio di una scatola Teko rometro, pur se variabili da punto a
in alluminio (nel nostro caso, le dimen- punto, sono pressoché costanti. Se inve-
sioni adottate sono 14x7x4 cm) sul quale ce (per esempio) in zona 4 si notasse, ad
vanno previsti: in testa, il foro per una un certo punto, un aumento notevole
piccola boccola in cui poi inserire il sen- della lettura, € probabile che vi sia un
sore; sul piano grande, oltre ai gia citati connettore stretto male, oppure ossidato,
due fori di fissaggio per la basetta, ne oppure con una saldatura mal fatta. Zona
serve uno per il potenziometro di regola- ancor pil’ importante da controllare é
zione della sensibilita, uno bello grosso certamente la |, dove é presente, dentro
per il fissaggio (mediante gli altri 4 al cavo, la potenza massima, che non
attorno) del microamperometro ed un deve assolutamente uscire,
iltimo per l’interruttorino S1 (a levetta,
¢ Anche i] cordone di rete riveste una
3ve] nostro caso) per accendere o spegne- certa importanza; se ]’indicazione in
re l'apparecchio. zona 6 é molto robusta, vuol dire che la
Gra si
pud iniziare il montaggio definiti- presa di terra incorporata non funziona
vo dei vari componenti, partendo da}
potenziometro R5 e dalla boccola 1; tra-
regolarmente e che energia a RF sta
entrando anche nella Jinea di rete, cosa " PILA
4
ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - P20
MERAVIGLIE DE!

Nel mondo
LE VIDEORIPRESE
dei
segnali on passi da gigante il trattamento
DiC
zione delle immagini, cioé la capacita di
dei segnali digitali sta invadendo
digitali é entrata da poco riprodurre i dettagli dei soggetti ripresi.
anche la ormai tutti settori dell’elettronica, sia
1
Applicando impulsi elettrici ai sensori le
cariche elettriche vengono fatte scorrere
tempo professionale che di consumo: mancava
videocamera. La resa delle ancora da “digitalizzare” la videoripresa. da un pixel all’altro: in questo modo

immagini ottima,
la duplicazione non
é Da meno di un anno anche questa tecno-
logia é diventata una realta: dopo
DAT, CD, DCC, MC del
le sigle
settore audio,
avviene la scansione per righe
dell’immagine, cioé con i diversi valori
di tensione viene composto il segnale
sui cataloghi si trova oggi anche DV, televisivo in uscita da ciascuna riga.
comporta alcun problema cioé Digital Video. L’immagine inqua-
i
e anche risultati del drata da qualunque moderna telecamera
viene focalizzata, mediante |’ obiettivo, IMMAGINI PERFETTE
montaggio post-produzione su un sensore costituito da una serie di
sono di elevatissimo componenti a semiconduttore montati su Nelle videocamere tradizionali questo
livello. un unico integrato e chiamati CCD, ini- segnale, anche se originato da elementi
ziali di Charge Coupled Device (disposi- “discreti”, & di tipo analogico, cioé ripro-
tivo ad accoppiamento di carica). duce con continuita ]’intensita luminosa
Ciascuno di questi elementi & sensibile di ogni riga dell’immagine. E proprio a
1: la Cassette Memory é un alla luce e si comporta anche come con- questo punto dell’elaborazione del
microchip da 4 kilobyte incorporato densatore, accumulando una quantita di segnale che interviene la differenza fon-
nelle videocassette digitali Sony, carica elettrica proporzionale all’inten- damentale fra segnale analogico e digita-
che memorizza tutte le informazioni sita della porzione dell’immagine che le, con tutti vantaggi del secondo ter-
1 in

relative ad una o piu riprese ricade su di esso. Per registrare il colore mini di qualita. Un segnale continuo é
effettuate: data, ora e posizione i dispositivi sono di tre tipi, clascuno infatti soggetto a vari tipi di disturbi
delPinizio della registrazione sensibile ad uno dei tre colori primari quali ramore e distorsioni, che non solo
rispetto al contatore del nastro. (rosso, verde, blu). si propagano nella duplicazione della
L’immagine viene cosi trasformata in un ripresa da un apparecchio all’altro, ma
2: questo apparecchio DV é molto mosaico, dove ciascun elemento é nella duplicazione aumentano anche e
piu di un videoregistratore, perché memorizzato nel valore di tensione elet- quindi provocano un degrado del segna-
permette di realizzare montaggi trica de] microcondensatore. Questo le. Nel caso digitale ciascuno degli
video di elevata precisione, grazie valore si chiama pixel e lo stesso termi- impulsi in uscita dal sensore a CCD &
alla lettura delle informazioni ne viene spesso usato nei cataloghi per rappresentato da un valore binario
registrate sui nastri digitali, e di indicare anche i]singolo elemento CCD.
I sensori hanno una superficie di circa
mediante un convertitore analogico/digi-
tale. Ciascun impulso diventa cioé una
effettuare elaborazioni di
montaggio su 10 quadri televisivi un centimetro quadrato e contengono sequenza di bit, cioé impulsi di tensione
mediamente mezzo milione di pixel. che possono assumere solo due livelli,
contemporaneamente. Oltre alle
funzioni video, permette Maggiore é il numero di CCD (ovvero corrispondenti alle cifre binarie 0 1.
Nel campo della videoregistrazione que-
linserimento preciso di colonne pixel) in un sensore, pill alta é la defini-
sonore stereofoniche ed é dotato
sia di ingresso che di uscita
digitali.

Snes
Peo
Ut ~:-" 1 eel

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 12
L’ ELETTRONICA

ITAL! Il mercato offre una scheda di


interfacciamento che permette
di trasferire le singole immagini
digitali da videocamera
sto concetto é fondamentale, perché o videoregistratore
duplicando un nastro registrato non a personal computer.
ayviene alcuna perdita di qualita. Infatti
il trasferimento dei dati da una telecame-
ra digitale ad un videoregistratore,
ovviamente anch’esso digitale, avviene
mediante un’apposita interfaccia, mentre
il trasferimento del segnale ad televi- un

sore tradizionale avviene attraverso un


3:nelle
circuito che genera il consueto segnale videocamere
televisivo di riga. Accanto all’enorme digitali gli impulsi di
vantaggio in termini di nitidezza tensione in uscita dal
dell'immagine e maggiore resa dei colo- sensore CCD sono convertiti
ri. la tecnologia digitale, unita al pro- in sequenze di bit che
eresso nei circuiti integrati, ha portato vengono ridotti in numero da
anche ad una maggiore risoluzione un circuito di compressione
dell’immagine. basato sullo standard MPEG2.
I dati cosi ottenuti
La videoregistrazione digitale avviene su sono
due formati di nastro chiamati rispettiva- memorizzati su nastro oppure sono
il le direttamente copiabili su un altro
i
mente MiniDV e DV: primo é per
videocamere, il secondo per videoregi- apparecchio grazie all’interfaccia
stratori. La durata del primo tipo di digitale.
videocassetta, che ha dimension pari
alla meta di quelle di una cassetta Hi-8, 4: la JVC ha prodotto la
é di 30 oppure 60 minuti e puo contenere videocamera digitale piu piccola
fino a 50 Gigabyte (50 miliardi di byte), del mondo, nella quale sono
che 1] massimo quantitativo di dati in
@
incorporate moltissime funzioni fra
forma digitale che oggi un supporto di cui lo stabilizzatore d’immagine,
emorizzazione é in grado di registrare.
La cassetta DV normale ha invece una
una vasta gamma
ed una mini-centralina
di
effetti speciali

durata di 270 minuti. di montaggio.

‘i CIRCUITI DI CIRCUITO DI

6)
-*
CONVERTITORE COMPOSIZIONE COMPRESSIONE

rg
_|

A/D SEGNALE DE! BIT


— i "
VIDEO DIGITALE (MPEG2)
A

'S. SENSORE CCD


OBIETTIVO

CIRCUITO
INTERPOLATORE

SEGNALE VIDEO |
ANALOGICO STANDARD ys NASTRO
/
INTERFACCIA DI
USCITA DIGITALE
USCITA ANALOGICA
ANTIFURTO

LA CHIAVE
INTELLIGENTE
E un circuito che fa scattare un microrelé quando
nell’‘apposita presa viene inserito lo spinotto in
dotazione, all’interno del quale c’é un particolare
componente che viene riconosciuto dal dispositivo.
Ecco
il
prototipo della chiave
intelligente come da noi realizzato
e collaudato. Il circuito contiene
numerosi componenti ma il
montaggio non é affatto critico.

L:sempre chiavi meccaniche rappresentano


la soluzione migliore per
attivare una serratura anch’essa di tipo QUARZO

meccanico. Se pero si tratta di accendere Allinterno dello


@
spegnere un circuito elettronico e si spinotto non
desidera che quel circuito possa essere troviamo, come
comandato solo da chi ne sia autorizza- spesso accade in
circuiti simili, una
to, allora tl discorso cambia: serve una
chiave elettronica. resistenza, bensi
Un dispositivo di questo tipo si rivela di un quarzo
grande utilita per antifurti, casalinghi o che garantisce
automobilistici, per bloccare la linea la massima sicurezza.
telefonica o un qualsiasi utilizzatore Il montaggio del
elettrico. consentendo solo a chi € in componente nello
possesso dell’apposito spinotto di accen- spinotto richiede
derio. solo un po’
fl cireuito funziona con alimentazione a di precisione
12 Vee (direttamente dalla batteria auto nelle saldature.
© tramite alimentatore di rete qualsiasi) e
assorbe, a riposo, 70 mA e 120 mA
quando si inserisce lo spinotto. I] micro-
relé pud comandare circuiti con assorbi-
mento massimo di 2 A (pit che suffi-
cienti per la maggior parte dei casi).
E interessante notare come il componen-
»»>
aa _

-
:

ELETTRONICA PRATICA Aprile 1997 - Pag. 15


=
Schema elettrico
del circuito.
i quarzo Q
che vediamo
alf estrema
sinistra del 16
. \
circuito é quello :
m
che sta all’interno 10
dello spinotto.
RE.
5

@)
Ow] IS
R1
=7 R2
IC1 x RB
C4

‘aiid
tds
11
—O IC2
C

=Cj
b
a 1
bk
5 6 2
8 12

i
2
R4
T R5

EE — =
i.
+13 +
fe
aes
C7 c8
C5
C

1D —_s =—

Per ordinare COMPONENTI


vasetta e componenti
~~
codice 1EPAQ7
| ll circuito stampato
qui visto dal lato
Ri
R2
R3
R4
=
=
=
=
100 kQ
8,2 MQ
12 kQ
1,5 kQ
vedere a pag, 35
@
R5 = 3,3 kQ
rame nelle sue R6 = 2,2 kQ
dimensioni reali. R7 = 100 ©
C1 = 100 pF - 16 V (elettr.)
C2 = 2,2 pF - 16 V (elettr.)
C3 =C4=1pF-16V
(elettrolitici)
C5 = 100 kpF (poliestere)
C6 = 100 kpF (ceramico)
C7 = C8 = 100 pF
(ceramico)
Di = 1N4001=1N4007
D2 = 1N4148
Z = zener 5,1 V
Piano di montaggio IC1 = 4060 B
della chiave con zoccolo a 16 pin
intelligente. Tutti i IC2 = NE 567
componenti trovano con zoccolo a 8 pin
posto sulla basetta. L = led rosso
RL = microrele 12 V
T = trimmer 2,2 kQ kHz
Q = quarzo 32,768
SPINOTTO
P presa stereo 9 3,5 mm
=
con spinotto

-ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1997 Pag. 16


LA CHIAVE
METAL


INTELLIGENTE
DETECTORS
ponticello in filo nudo tra i punti Xe A
- Cercametalli -

dello stampato, altrimenti, se 11 quarzo made in USA


ha valore da 50 a 100 kHz il ponticello Nuovi prezzi
si effettua tra i punti X e B. scontati (0 cv

Il montaggio non crea grossi problemi, IVA COMPRESA


anche se { componenti sono tanti e ser-
vono metodo e attenzione.
Mod.
FISHER
1212X Lit, 500,000
1225X Lit. 750.000
IL MONTAGGIO 1235X Lit. 850,000
1266X —_Lit.1.100.000

—<— Prima si montano gli elementi pil’ bassi


(resistenza, diodi e zoccoli degli integrati)
1266XB
1280X
_Lit.1.250,000
Lit. 1.380.000

Mod.
GEMINI 3 Lit.1.250.000
quindi tutti gli altri. Separiamo i compo-
FX3 Lit. 1.100.000
Z nenti polarizzati in modo da poterne con-
sul —_Lit.1.300.000
GOLD B.
trollare i] senso d’inserimento piano di CZ5 Lit, 1.730.000
montaggio. L’unica avvertenza é quella di
CZ6 Lit. 1.850.000
+]; Ci posizionare la presa P per il jack, diretta-
ee
IMPULSE —Lit.2.070.000
mente sulla basetta, in quanto la lunghez- (Z20 Li.2.400.000
za degli eventuali fili di collegamento
impedirebbeal circuito di oscillare.
Per la taratura occorre procedere nel
seguente modo: alimentiamo il circuito WHITES
con ]2 Vcc, inseriamo nella presa lo spi- CLASSIC 1 Lit. 450.000
te inserito nella chiavetta, che il circuito notto contenente il quarzo e agiamo sul CLASSIC 2 Lit. 600.000
deve riconoscere per far scattare il relé,
non @, come spesso in dispositivi simili,
trimmer T
illumina.
finché i] relé scatta ed il led si
4900
CLASSIC3
DI PRO
Lit.

Lit.
800.000
1.300.000
una resistenza, bensi un quarzo, molto Disinserendo lo spinotto il relé deve tor- 5900 DI PRO Lit. 1.700.000
pit efficace in termini di sicurezza. Que- nare a riposo ed il led spegnersi. 6000 DI PRO Lit. 1.800.000
sto componente deve avere valore com- In questo modo ognuno di noi pud adat- SPECTRUM Lit. 2.000.000
preso tra 30 e 100 kHz: se la frequenza € tare il proprio circuito al valore di fre- TM 808 Lit. 1.800.000
compresa tra 30 e 50 kHz (come nel quenza scelto per il quarzo, che costitui- Tutti i
modelli ed i
relativi accessor
caso del nostro prototipo in cui il quarzo sce l’elemento segreto del circuito, quel-
lo che solo noi dobbiamo sapere. sono disponibili pronta consegna.
é da 32,768 kHz) occorre realizzare un
Vendita diretta a domicilio in tutta

la
Italia tramite nostro corriere.
Lo zener Z si monta con fascetta indica
che il catodo rivolta verso
Spese di trasporto + assicurazione +
Pangolo della basetta.
contrassegno = Lit. 30.000 fisse

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catalogo gratuito
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rom facwlti di recesso da parte del cleat a2 wm ae 631.
at GE
MOVIE senile 197
SEGNALATORE DI DISPERSIONE
PER APPARECCHI 220 Vca it 376
Nell impianto elettrico di ogni casa dovrebbero essere presentila TERRA ed il SALVAVITA

evitare che eventuali dispersioni sugli elettrodomestici possano provocare pericolosissime


per

scosse elettricne con conseguenze


a volte irreparabili!! In realta la terra NON 6 sempre presente
il
edilsalvavita potrebbe anche guastarsie... teniamo presente che suo intervento avviene per
correnti di dispersione superiore a 20mA! Col dispositivo che presentiamo ogni elettrodomesti-
co oaltraapparecchiatura funzionante a 220Vca potra essere periodicamente controllata e cosi
essere certi che non presenti alcuna dispersione verso le parti metalliche dell’involucro.

sy
Collegando la spina dell’elettrodomestico al nostro dispositivo e premendo |’apposito pulsante
avvengono le seguenti segnalazioni: se
tutto VA BENE si accende un LED VER- CARATTERISTICHE TECNICHE:
DE,
se invece vi € una DISPERSIONE
superiorea 1mA! unLED ROSSO LAM- ALIMENTAZIONE: BATTERIA 9V
FE (5/A, segnalando la pericolosita ela
SENSIBILITA: imA
L. 24. 000 necessita di un controllo. Pud essere
inserito nel contenitore plastico LP452
insieme alla batteria ed eventuale presa.
SEGN. OK: LED VERDE
SEGN. PERICOLO: LED ROSSO LAMP.

RS 374 TIMER AUTOMATICO PER


DISATTIVAZIONE ANTIFURTO
Eun temporizzatore appositamente studiato per disattivare un impianto di antifurto dopo un
tempo prestabilito dal momento che l’allarme é entrato in funzione, evitando cosi che
l'eventuale sirena continui a suonare sei contatti di allarme sono stati inseriti. La temporizza-
zione puo essere impostata tra circa 1
minuto e 25 minuti. ll dispositivo 6 dotato di
segnalazione di INSERITO, e segnalazione di START TIMER. Per la sua attivazione é
sufficiente premere un pulsante. La sua instailazione é molto semplice ed agevolata da una
apposita morsettiera. Anche se studiato
per l’utilizzo con antifurti pud, natural- CARATTERISTICHE TECNICHE:
mente, essere impiegato per molti altri
scopi.
ALIMENTAZIONE: 12Vcc
ASSORBIMENTO MAX: 100mA
CARICO MAX: 10A
TEMPO REG.: a4 25min.

coh
A

Le—_
NY
\
\

iit

aot
=
=‘
Elenco Rivenditori


~~
ALBA (CN) FAZIO R. C.so Cortemilia, 22 Tel.0173/441252 BOLZANO RADIOMARKET V.Rosmini Str.8 Tel.0471/970333 CHIETI SCALO EL.TE.COMP. V.le B.Croce,254 Tel 0871/560386
ALESSANORIA C.E.P. EL. Via Pontida.64 Tel.0131/444023 ROVERETO (TN) C.E.A. EL. V.le Vittoria,11 Tel.0464/435714 VASTO (CH) EL.ATTURIO Via M.dell’Asilo,82 Tel 0873/367319
ALESSANORIA ODICINO G.B. Via C.Alberto,18 Tel.0131/345061 TRENTO F.E.T. Via G.Medici, 12/4 Tel.046 1/925662
ALPIGNANO (TO) ETA BETA Via Valdellatorre,99_Tel.011/9677067
ASTI DIGITEL Via M.Prandone,16-18 Tel.0141/532188 ISERNIA CAIAZZO Via 24 Maggio,151 Tel.0865/26285
ASTI M.EL.CO. C.so Matteotti,148 Tel.0141/355005 ISERNIA PLANAR Via S.Spirito,8/10 Tal.0865/3690
BIELLA A.B.R. EL. Via Candelo,52 Tel.015/8493905 ARZIGNAND
(VI) NICOLETTI EL. Via Zanella, 14 Tel.0444/676609
Tel.0322/82233 BASSANO (VI) TIMAR EL. V.le Diaz,21 Tel.0424/503864

—-
BORGOMAN,(NO) BINA G. Via Arona.11
Tel.0163/22657 LEGNAGO (VR) GIUSTI SEAV. Vile d.Caduti.25 Tel.0442/22020
BORGOSESIA (VC) MARGHERITA G. V.Agnona,14_
MESTRE (VE) SO.VE.CO. Via Ca Rossa,21/B Tel.041/5350699 ARIANO IRP. (AV) LA TEAMOT. V.S.Leonardo.16 Tei.0625/871005
CASALE M.(AL) DELTA EL. Via Lanza,107 Tel.0142/451561
MONTECCHIO(VI) BAKER EL. Via G.Meneguzzo,11 Tel.0444/699219 BENEVENTO FACCHIANO C.so Dante,29 Tel.0824/21369
CRIERI (TO) E.BORGARELLO V.V.Eman.113 Tel.011/9424263
SOVIZZO (VI) O.T.L.TEL. V. Risorgimento,55 Tel.0444/551031 CAPUA (CE) G.T. EL. Via Riv.Volturno,8/10 Tel.0823/963459
COLLEGNO (TO) CEART C.so Francia,18 Tel.011/4117965

—_
RoviGo RADIO F.ROO. V.le 3 Martiri,69 Tel.0425/33788 CAST.O.STA.(NA) C.B. Vie Europa.86 Tet.081/8718793
COSSATO (VC) R.T.R. Via Martiri Liberta.53 Tel.015/922648
VERONA G. BIANCHI Via A.Saffi,t Tel.045/590011 EBOLI (SA) FULGIONE C. Via J.Gagarin.34
CUNEO GABER Via 28 Aprile,19 Tel.0171/698829
VERONA RIC. TECNICA Via Paglia 22/24 Te!.045/950777 NAPOLI ER.ABBATE Via S.Cosmo,119/B Tel.081/284596
WWREA (TO) EL.VERGANO P.zza Pistone.18 Tel.0125/641076
VERONA TRIAC V.Cas.Dspital Vecchio,8a Tel.045/8031821 NAPOLI TEL.PIRO Via Monteoliveto,67 Tel.081/5524743
MONCALIERI (10) G.M.GARILLONE P.zza Failla.6/0 Tel.011/6406363
VICENZA A.0.E.S. C.so Padova,170 Tel.0444/505178 POMIGL.D'A.(NA) L'ELETTR. Via Mazzini,44 Tel.08 1/8036806
MONDOVI' (CN) —FIENO V. Via Gherbiana.6 Tel.0174/40316
SALERNO COMPUMARKET V. XX Sett.58 Tel.089/724525
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SALERNO GALV.BION.COMP. V. Mauri, 1311¢l.089/338568
NOVI L. (AL) EL.CA.MA. Via Gramsci,23 Tel.0143/743687
TORRE ANN.{NA) TUFANO P.zza Cesaro,49 Tel.081/8613971
ORBASSANO (TO) C.E.B. Via Nino Bixio,20 Tel.011/9011358 LATISANA M,(UD) CASA DELL'EL. V.Rinascita,60 Tel.0431/53291
OVADA (AL) ELETTAO HOUSE Via Buffa, 10 Tel.0143/86126 UDINE A. T.SISTEM UD. V.Da Vinci,76 Tel.0432/541549
PINEROLO (TO) C.EL.PINER. C.so Porporato,18 Tel.0121/374566
PINEROLO (TO) CAZZADORI P.zza Tegas, 4 Tel.0121/322444
RODD! O'A. (CN) EL.GIORDANO Via Morando.21 Tel.0173/615095
SALASSA (T0) MACRI' Via 4 Novembre, Tel.0124/36305 BARLETTA (BA) OLIVETO A. Via Barberini, 1/c Tei.0683/573575
BOLOGNA RADIORICAMBI Via Zago.i2 Te).051/250044
SANTRIA' (VC) —-T.B.M. Via Gramsci,38-40 Tel.0161/922138
BOLOGNA RADIORICAMBI Tel.051/307850
V.de} Piombo,4
CASARANO
(LE) O.S. ELETTA. C.so da Pigne Tel.0833/502230
TORINO C.A.R.T.E.R. Via Terni64/A Tel.011/4553200 CORATO (BA) C.E.CA.M. V.le Cadorna,32/A Tel.080/872 1452
CASALECCK.(BO) ARDUINI El. V.Porrettana,361/2 Tel.051/573283
TORINO C.E.P. EL, Via Monfalcone,71 Tel.011/323603 PRESICCE (LE) SCARCIA LUIGI Via Roma, 86 Tel.0833/726689
CASTELN.M.(RE) BELLOCCHI P.zza Gramsci.3G/F Tel.0522/812206
TORINO DIRI EL. C.so Casale,48 Bis F Te!.011/8195330
- RACALE (LE) EL.SUO Via F.Marina.63 Tel.0833/552051
CENTO (FE} EL.ZETABI V.Risorgimento.20A Tel.051/6835510
TORINO GAMMA EL. Via Pollenzo.21 Tal.011/3855103 TARANTO EL.CO.M.EL. Via U.Foscolo,97 Tel.099/4709322
FAENZA (RA) TECNOELETTR, Via Sella,9/a Tel.0546/622353
TORINO M.R.T. P.zza A.Graf, 120 Tel.011/6631346
FERRARA EDI ELET. Pte Petrarca,18/20 —Tel.0532/248173
TORINO PINTO Via $.Domenico, 40 Tel.011/5213188
MODENA CO.EL. Via Cesari, 7 Tel.059/335329
TORINO TELSTAR EL. Via Gioberti.37 Tel.011/545587
PARMA ELET,2000 Via Venezia,i23/C Tal.0521/785698 LATRONICO (PZ) ALAGIA OD. P.zza Limberto | Tel. N973/B858601
VERCELLI TANCREDI C.so Fiume,89 Tel.0161/210333 PARMA MARIE. Via Giolitti.9/A Tel.0521/293604
PIACENZA ELETT.M&M V.Raff.Sanzio,14 —Tel.0523/591212
PIACENZA SOVER Via IV Novembre.60 Tel.0523/334388 ACAI (CS) E.G, ELETTR. ¥.Amendola,170 Tel.0984/954228
RIMINI C.E.B. Via A.Costa.32-34 Tel.054 1/383630 CATANZARO LIOO EL.MESSINA Via Crotone.94/B Tel.0961/31512
AOSTA LANZINI-BARB. Via Avondo,18 Tel.0165/262564 COSENZA OE LUCA G.B. V.Caltaneo,92/F Tel.0984/74033
VIGNOLA (MO) GRIVAR EL.V. Traversagna,2/A Tel.059/775013
LOCRI (RC) PIZZINGA Via G.Marconi,196 Tel.0964/21152
REGGIO CAL. R.E.T.E. Via Marvasi.53 Tel.0965/29141
ROSSANO S.(CS) C.RIC.A.IONIO Via Torino,32 Tel.0983/23354

ALBENGA (S¥) NICOLOSI G. Via Mazzini,20 Tel.0182/540804 AREZZO DIMENS.EL. V.d.Chimera,63B Tel.0575/354765
GENOVA EL.CARIC.P.J.da Varagine,7 R. Tel.010/280447 AVENZA (MS) F.0.R. Via Turati, 43 Tel.0585/856 106 AGRIGENTO MONTANTE §. Via Dinologo,7? Tel.0922/29979
GENOVA GARDELLA C.Sardegna, 318 R. Tel.010/8392397 FIGLINE V.(FI) EL.MANNUCCI V.Petrarca,153/A Tel,055/951203 AGRIGENTO WATT Via Empedocle,123 Tal.0922/24590
GENOVA RAPPA.EL. Via Borgoratti.23iR. Tal.010/3778141 FIRENZE PAOLETTI FERR. V.Pratese, 24 Tal.055/319367 SARCELLONA(ME) RECUPERO Via Pugiiatti.8 Tel.090/976 1636
GENOVA A.OE BERNARD! Via Tollot.? Tel.010/587415 CIUCCI Via Maggi.136 Tel.0586/899721
LIVORNOD
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GE-SAMPIEAD. ORG.V.A.R.T. V.Buranello,24R. Tel.010/460975 LIVORNO TANELLO EL. Via E.Rossi,103 Tel.0586/898740 CATANIA LA NUOVA EL. Via A.Mario.24 Tel.095/538292
GE-SESTRI P. C.ELETTA.Via Chiaravagna,10r. Tel.010/6509148 LUCCA ARANCIO BIENNEBI Via Di Tiglio,74 Tel.0583/494 343 CATANIA PUGLIS! A. Via Gozzano,11 Tel,095/430433
GE-SESTRI P. EMME EL. Via Leoncavallo.45 Te!.010/628789 LUCCA S.ANNA COMEL Via Pisana,405 Tel.0583/587452 CATANIA R.C.L. Via Novara, 13 a Tel.095/447170
IMPERIA INTEL Via Doti.Armelio,51 Tet.0183/274266 MONTEVAR.(AR) MAARUBINI L. V.Moschetta,46 Tel.055/982294 MAZARA 0.V.(TP) MARINO M. C.so A.Diaz,82 Tel.0923/943709
IMPERIA S.B.1. EL. Via XXV Aprile,122 Tel.0183/24988 PISA EL.ETRUAIA Via S.Michele.37 Tel.050/571050 MESSINA CALABRO’ Viale Europa.83/G —Tel.090/2936105
LA SPEZIA VALR.T. Vile Wtalia,675 Tel.0187/509768 PISA ELEPOINT Via E.Fermi.10 a Tel.050/44365 PALERMO EL.AGRO' Via Agrigento,16/F Tel.091/6254300
LAVAGNA (GE) O.S.EL. Via Previati,a4 Tel.0485/312618 PISA ELECTR.JUNIOR V.C.Maffi, 32 Tel.050/560295 PALERMO EL.GANG! Via A.Poliziano, 39 Tei.091/6823686
RAPALLO (GE) NEWTRONIC Via Betti,17 Tel.0185/273551 PISTOIA ELCOS Via Moretti,89 Tel.0573/532272 PALERMO PAVAN L. Via Mataspina,213/A Tel.091/6817317
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PRATO C.E.M. PAPt V.Roncioni,$13/A Tel.0574/21361 SOLARINO ELET.HOBBY V.RuggeroVil, 30 Tel.0931/922307
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SAVONA BORZONE Via Scarpa,13 R. Tel.019/802761 VIAREGGIO (LU) C.0.E. Via A. Volta,79 Tel.0584/94 2244 TRAPANI TUTTOILMONDO Via Orti, 15/C T91.0923/23893
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SAVONA EL,SA. Via Trilussa,23 R. Tel.019/801161
SESTAI L. (GE) MECIDUE ‘ia Nazionale, 215/A Tel.0185/485770
CAGLIARI 2RTV Via de! Donoratico,63 Tei.G70/42828
CAGLIARI CARTA B. Via S.Mauro,40 Tel.070/666656
GUBBIO (PG} ZOPPIS C.so Garibaldi,18 Tel.075/9273795 CAGLIARI PESOLO M. V.S.Avendrace,200 Tel.070/284666
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ABBIATEGA.(MI) CARBONIA (CA) BILLA! P. Via Dalmazia,17/C —Te!.0781/62293
BRESCIA EL.CDOMPON. V.ie Piave,215 Tel.030/36 1606 LANUSEI (NU) BAZAR CUBONI V.Umberto,113 Tel.0782/42435
BUSTO ARS.(VA) NUOVA MISEL Via I.Nievo,10 Tel.0331/679045 SASSARI FUSARO V. Via |V Novembre, 14 Tel.079/271163
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COGLIATE (MI) EL.KOUSE Via Plave,76 Tel.02/9660679 FABRIANO (AN) EL.FITTINGS Via Serraloggia Tel.0732/629153 MASSAGHO
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FERMIGNANO(PS) R.T.E. Via B.Gigli,1
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(CR) de Gasperi,22/26
R.C.E. Vie Tel.0373/202866 MACERATA GEN.RIC.EL. Via Spalato.108 Tel.0733/31740°
GADESCO {CR} —IPER Bric Market S.S.10 Tel.0372/838357 $.BENED.TR.(AP) CAPRETTI Via L.Manara,86/90 Tel.0735/584995
GALLARATE (VA) G.B.C. ELETTR. Via Torino,8 —Tal.0331/781368
GARBAGNATE (MI)L.P.X.EL.CENT. Via Wtilano,67 Tel.02/9956077
LECCO (CO) INCOMIN Via Dell'lsola.3 Tel.0341/369232
EL.CENTER Via Confalonieri,9 Tel.0332/532059 ALBANO L.(RM) O'AMICD Via B.Garibaldi.68 Tel.06/9325015
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CASSINO (FR) EL.D) AOLLO V.le Bonomi,14 —Tet.0776/49073
MAGENTA (MI) N.CORAT Via F. Sanchioli,23/B Tel.02/97298467
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MILANO
MILANO EL.MIL. ang.V.Petr. Tel.02/29526680 RIETI FE.BA. Via Porta Romana,18 Tel.0746/483486
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ROMA CASCIOLI E. V. Appia N. 250/A Tel.06/7011906
MILANO MONEGO R. Via Mussi,15 Tel.02/3490052
MILANO RADIO FORNIT.L. Vile Lazio,5 Tel.02/55184356 ROMA 0.C.E. Via G.Pontano,6 Tel.06/86802513
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TATALOGO GENERALE 1996
~
SICUREZZA

LAMPADA D’‘EMERGENZA
AUTOMATICA
punto luce alfernativo, che si accende
Un
_automaticamente quando una lampada si
fulmina.
E utile dispositivo di sicurezza per situazioni in cui
un

é importante mantenere una zona sempre illuminata.

Eccoil prototipo della lampada


d’emergenza come da noi
realizzato e collaudato.

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 20
] fatto che una lampada elettrica, spe- li triac T1 fa accendere
cialmente se ad incandescenza, possa la lampada d’emergenza
guastarsi (bruciarsi, interrompersi 0 ful- quando entra
minarsi che dir si voglia) non @ poi un inconduzione. Le grosse
fatto cosi strano e, in generale, cosi resistenze R2-R3 devono
grave; ci sono pero dei casi in cui I’ inci- sopportare una potenza
dente pud provocare disagi anche note- di 2 W.
voli. I] dover affannarsi a cercare (maga-
ri al buio) una lampada di scorta che non
si trova mai puo essere irrilevante ma la
mancanza d’illuminazione in certi
ambienti, in cui per esempio si compio-
no determinate operazioni, puod anche
avere conseguenze indesiderabili.
Comundque sia il problema dell’ illumina-
zione ambientale, banale o meno, il
cuito che qui presentiamo, oltre ad inter-
cir-

venire automaticamente, lo fa anche in


modo istantaneo, cioé con velocita tale
che la sostituzione pud anche non essere
percepita.
Oltretutto, il circuito messo in atto per
questo tipo di intervento € piuttosto sem-
»

plice, consentendo di realizzarlo senza L’elettrolitico C2 aiuta


alcun problema dicriticita, né per quanto i diodi D1+D8 a rendere
riguarda la A
realizzazione né per il funzio- la tensione di comando
namento. questo punto giriamo la perfettamente continua.
nostra attenzione direttamente al circuito. Si monta conil
terminale negativo
IDIODI
rivolto il bordo
della basetta.
verso

E LE LAMPADINE

Per l’esame dello schema elettrico, par- 4, secondo due bracci collegati poi in 216,8 V producono la
stessa luce.
tiamo direttamente dalla lampada princi- parallelo ma con polarita invertita (si La debole caduta cosi provocata serve a
pale (quella cioé che si vuole, nel caso, dice in antiparallelo): quindi la serie pilotare il circuito che comanda |’accen-
sostituire), indicata con LP; essa viene D1+=D4 lascia passare le semionde nega- sione della lampada di emergenza (LE).
accesa quasi direttamente dalla tensione tive, la serie D5+D8 quelle positive. Qualcuno pud chiedersi perché, per otte-
di rete, con un estremo che va ad una Ma a cosa servono questi diodi? nere pochi volt di caduta, invece di 8
fase attraverso F1, fusibile di sicurezza, La loro presenza, in numero di 4 per diodi non é stato messo un semplice
ed SI, interruttore di accensione, e con ramo, provoca una caduta di tensione resistore; il motivo sta... nella legge di
l’altro estremo che si chiude sull’altra
fase passando attraverso 8 diodi al sili-
si
che si aggira sui 3,2 V che vengono a
mancare alla lampada, ma che costitui-
Ohm. Molto semplicemente, con la solu-
zione resistiva la tensione disponibile
cio. Questi diodi sono posti in serie a 4a scono una mancanza irrilevante: 220 V o >>>>

ll circuito stampato é qui visto dal lato rame


nelle sue dimensioni reali.

Aspetto e caratteristiche del segnale


disponibile ai capi de! gruppo di diodi D1-+D8,
quello che verra poi trasformato in corrente
continua grazie a D9 e C2.

»7

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 27
® 1p
ai | 5
G3
L

ad[
2

|
Schema elettrico complessivo del dispositivo per lampada di emergenza;
da segnalare che tutte le parti del circuito sono sottoposte a tensione
|
FI di rete, il che richiede una notevole prudenza in fase di manipolazione
del montaggio.
|
L
| R2

||
|

——
Per ordinare
RETE
basetta e componenti
codice 2EP49/

vedere a pag, 35
m) F-

Piano di montaggio del dispositivo


su basetta a circuito stampato;
da notare sulla sinistra la parata
di diodi.
_

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1997 - Pag. 22


=
LAMPADA
D’EMERGENZA
AUTOMATICA
non sarebbe stata fissa a 3,2 V, bensi
sarebbe risultata diversa caso per caso,
in base alla potenza di LP; con diodi 1

invece la caduta si aggira sempre sui 3,2


V pressoché indipendentemente dalla
corrente assorbita da LP.
Nel caso che si preveda l’accensione di
una 0 pill lampade sino ad un massimo KIT
di 200 W (cioé la versione prevista a
prototipo), diodi sono dei comuni
PER CIRCUITI
1

1N4004; invece, per lampade sino a 600


W, gli 8 diodi devono essere del tipo
1N5404 (0 equivalenti). Per quanto
riguarda LE, puo essere una lampadina
STAMPATI 13000
di potenza uguale a LP, o anche diversa,
comunque fino a 600 W. Dotato di tutti gli elementi
necessari per la composizione
di circuiti stampati su vetronite
SCHEMA
SICUREZZA
DI MASSIMA

Ripartiamo ora dai diodi, facendo notare


i
o bachelite, con risultati tali
da soddisfare anche tecnici
piu esigenti, questo kit contiene
pure la speciale penna riempita
che Cl é messo per impedire la genera- di inchiostro resistente
zione di disturbi a RF dalla commutazio- al percloruro.
ne dei diodi stessi. Viene poi la funzione
rettificatrice di D9, che lascia passare
solamente le semionde positive localiz- Caratteristiche
zate ai capi di D1+D8 e provvede, con la - Consente un controllo visivo conti-
collaborazione di C2, a rendere tensio-
ne di comando perfettamente continua.
la nuo del proceso di asporto.
Evita ogni contatto delle mani con |
Ai capi di C2 abbiamo cosi disponibile prodotto finito.
una tensione di circa 2,5 V (i 3,2 V sud- - E sempre pronto per |’uso, anche
detti diminuiti della caduta su D9) che, dopo conservazione illimitata ne
attraverso R1, mantiene acceso il led tempo.
- Il
contenuto é sufficiente per trattare
posto all’interno del fotoaccoppiatore.
piu. di un migliaio di centimetri qua-
A proposito di FA, precisiamo subito
drati di superfici ramate.
che consigliabile usare un K 3020
COMPONENTI
@

(Telefunken), in quanto il pit! comune M


3020, pur intercambiabile, a volte risulta
150 ©
piu duro nel trasferire il comando.
R2 R3 = 27kQ-2W Il fototriac illuminato da DL (sempre
R4 = 220-1W all’ interno di FA) viene mantenuto in
per circuiti
ll kit

-
Ci = 10.000 pF - 400 V (mylar) conduzione, quindi chiuso come fosse
C2 = 220 16 V (elettrolitico) stampati é corre-
pF
un interruttore, intanto che il led DL dato di un pie-
C3 = 22.000 pF - 1000 V (mylar) resta acceso; cid fa si che al pin 6 di FA ghevole, ricca-
C4 = 22.000 pF - 1000 V (mylar) ci sia una tensione talmente bassa da non mente illustrato,
C5 = 0,1 pF - 1000 V (mylar) consentire l’innesco del triac che é in in cui sono elen-
DC = diac uscita dal nostro circuito. In conclusio- cate tutte le ope-
razioni pratiche per la preparazione
T1 = triac BTA 08/700 B ne, LE resta spenta. Supponiamo che ora del circuito. Il suo prezzo, compren-
FA = fotoaccoppiatore K3020 P capiti l’incidente, cioé che LP bruci, sivo delle spese di spedizione, é di
(Telefunken) interrompendosi; nei diodi non circola L. 21.000. Le richieste debbono es-
D1=D8 = 1N4004 (fino 1A); pit corrente, quindi non si verifica pit la sere fatte inviando l'importo citato
1N5404 (fino a 3A) caduta di 3,2 V: D9 non pud pit fornire a: STOCK RADIO - 20124 MILANO -
Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831} a
DS = 1N4004 quella tensione che, entro i! fotoaccop- mezzo vaglia postale, assegno ban-
Fi=F2=3A piatore, manteneva acceso 11 led e in cario o conto corrente postale n.
LP/LE = vedi testo
$1 = interruttore accensione
conduzione
il fototriac che
si apre. >»>>»>
46013207.
| DIODI Senza tanti preamboli, per dimo-
LAMPADA
NON CONOSCONO
strare che quanto asserito nel tito-
lo é vero, riferiamoci al semplice
D’EMERGENZA
LA LEGGE
circuito qui riportato in figura.
Supponiamo, a titolo di esempio,
AUTOMATICA
che la tensione V applicata sia
di
DI OHM 100 V, e che il valore di R sia 200 Di conseguenza, attraverso R2-R3 ed il
Q; la legge di Ohm ci dice che diac, Tl pud ora venir pilotato in condu-
(trascurando la caduta di tensione zione, facendo cosi accendere la lampa-
sul diodo) la corrente che attra- da di emergenza. Questa commutazione
versa il circuito é di 0,5 A, essen- di stato ha richiesto qui un po’ di tempo
do questo il risultato di 1 = V/R =
per descriverla, ma in pratica si verifica
100/200. in un tempo impercettibile, senz’altro
Questo, inevitabilmente, é il valore inferiore all’inerzia termica della lampa-
indicatoci anche dall’amperometro da. La presenza di C3 e C4 fa appunto si
A. Contemporaneamente, il volt-
metro V misura, ai capi di D, una
che non si verifichi sfarfallio sull’ attacco
della luce emessa da LE.
tensione di 0,8 V (cioé leggermente
superiore alla soglia minima di
Invece C5-R4 servono a sopprimere
eventuali disturbi a RF che il triac pud
gli
conduzione di una giunzione PN). facilmente emettere in funzionamento
Allora, sempre rifacendoci alla su correnti elevate.
legge di Ohm: r = V/A = 0,8/0,5 = Nient’altro resta, se non passare a rea-
1,6 Q. Questa r é la resistenza in- lizzare il nostro dispositivo.
terna del nostro diodo e sin qui
tutto é regolare. Supponiamo ora
di sostituire a R un resistore da 20 LUCE DI SCORTA
Qa cui corrisponde una corrente
I = V/R = 100/20 = 5 A; e infatti Il montaggio su una comoda basetta a
l’amperometro ci da una lettura circuito stampato é sempre consigliabile
appena inferiore a 5. Andiamo poi in quanto, oltre a consentire un aspetto
a vedere cosa misura ora il volt- ben ordinato e quasi professionale, for-
metro: gli 0,8 V di prima sono ri- nisce le migliori garanzie di funziona-
masti quasi inalterati, ma al massi- mento al primo colpo. Possiamo comin-
mo possono esser diventati 0,9 V; ciare dai resistori, per poi montare lo
questo significa che ora la resi- zoccolo per IC] ed i due portafusibili,
stenza del diodo é diventata: r = tutti Componenti senza problemi di
VAI = 0,9/5 = 0,18 Q. Cid dimostra inserzione.
Gli 8 diodipresenti nel circuito e conferma che il diodo rappresen- Si passa poi a montare 9 diodi, rispet-
1

assicurano una caduta di ta una resistenza assolutamente tandone accuratamente le polarita indi-
tensione che rimane costante variabile con la corrente, mentre cate dalla fascetta in colore che contras-
al variare del carico. la tensione di soglia ha una varia- segna l’estremita-catodo. Fra conden- 1

bilita molto bassa. satori, ce n’é uno elettrolitico che va


Alcuni diodial silicio anch’esso inserito tenendo conto del

WW
R
A» presentano una len- riportato sulla custodia. I] triac va

segno
sione di soglia di piazzato in modo che la faccia su cui é
conduzione compre- stampigliata la siglatura sia rivolta verso
~
ls R
sa fra 0,3 0,4 V,
@

mentre altri (i rad-


C5. Vanno poi posizionate le tre doppie
morsettiere a vite, avendo cura che |
drizzatori) Phanno morsetti di entrata dei cavi risultino
sui 0,6-0,7 V; anche orientati verso i bordi estremi della
il passaggio di cor- basetta. Completa il circuito l’inserzio-
rente piit o meno ele- ne dei fusibili e quella di FA entro
<©-
vata incide per qual- lapposito zoccolo; si deve fare in modo
che centinaio di mV che il leggero incavo circolare che é
=O
su questi valori di presso uno degli angoli sul dorso del
tensione: tullavia es- corpo in plastica risulti orientato come
St presentano (in dalle illustrazioni riportate. Attenzione,
conduzione) un valo- é assolutamente necessario, in fase di
re di tensione costan- controllo e messa a punto, usare Ja mas-
te anche per alte va- sima precauzione in quanto sulla basetta
riazioni di corrente. sono presenti ovunque 220 V della 1

rete; poi una scatoletta in plastica rac-


chiude per sicurezza la basetta.
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1997 - Pag. 24
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oii
ta ELP
STRUMENTI

Di solito, se uno dei tanti telecomandi che normalmente


usiamofa in
cilecca, non siamo grado di capire se si
tratti di un guasto del trasmettitore o del ricevitore:
questo dispositivo permette di capire dove
occorre intervenire.
Il telecomando de!
garage, o
lapriporta
dell’auto, non
funziona?
Sistemiamolo
9 impiego dei telecomandi si fa sem-
davanti al nostro
pre pit! frequente, specialmente per
strumento,
i tipi che fanno uso di segnali a RF, dal
modellismo al congegno, tutto elettroni-
premiamo il
co, per aprire le portiere dell’ auto.
Quasi sempre, questi aggeggi impiegano
pulsante
e, se si
accende il led,
significa che
Mi
it
segnali opportunamente codificati, in
modo tale che solo il legittimo proprieta-
trasmettitore
rio sia in grado di attivarli.
funziona: CARUGATI

Il sistema nel suo complesso é composto bisognera


da un ricevitore a RF dotato di relativo intervenire sul
sistema di decodifica ed attuatore elet- ricevitore.
tromeccanico e da un trasmettitore che
irradia il codice stabilito per mezzo di spesso i telecomandi irradiano segnale stazione del prova telecomandi, andiamo
una serie di impulsi a RF. solamente per un brevissimo tempo, in ad esaminare costituzione e funziona-
Ebbene, il dispositivo che abbiamo rea-
lizzato serve appunto per controllare se
linea di massima un secondo circa, nel
qual caso il led dara un solo guizzo per
mento del circuito con cul esso é state
realizzato.
il trasmettitore genera e irradia il previ- poi spegnersi; con altri modelli invece Lo schema elettrico ci indica, applicata
(in caso di regolare funzionamento) il ai morsetti d’ingresso del circuito, uma
sto segnale.
E evidente che, qualora il sistema di led resta acceso fintanto che il pulsante induttanza L che costituisce normalmen-
telecomando non funzioni pil, i] primo di attivazione resta premuto. te il sensore di captazione; il segn
aspetto che istintivamente si controlla é RF cosi captato viene passato a T! ' t {

appunto I’efficienza del trasmettitore. esserne amplificato ad un livello sutti-


In genere (banalmente) é la pila scarica; IL MINIRICEVITORE ciente. Dal collettore di Tl la RF cispe-
puo pero capitare, specialmente a segui- nibile viene raddrizzata dal diodo DG e
to di cadute accidentali, che si venga a Questa é la funzione che il nostro dispo- trasformata cosi in tensione contiin@a
creare un qualche inconveniente livello sitivo & in grado di svolgere: data la sua (negativa). Da notare che molt: tele
radioelettronico che richiede un opportu- semplicita, non possiamo attenderci mandi operano a frequenze com;

|
no controllo. altro. In parole povere, il nostro circuito 300 e 400 MHz, quindi sia T!
Allora, ponendo il piccolo trasmettitore non é in grado di rilevare la regolare pre- devono essere di tipo adatto per
nelle immediate vicinanze della sonda senza dei codici personali (ci vorrebbe Lo stadio relativo a Tl é leggerment<
che fa parte del nostro dispositivo di una circuiteria ben pill complessa e labo-
prova e premendo il pulsante del teleco-
mando, se il trasmettitore irradia regolar-
riosa), bensi indica solamente |’emissio-
ne di energia a RF: ma questo é in gene-
sta a banda larga appunto sino alle
sul collettore il carico misto (Re
@

mente vediamo illuminarsi il led dello re quanto serve. un’impedenzina di tipo RFC) appent
strumento. Occorre qui precisare che Ora che é stato presentato 1] tipo di pre-
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1997 - Pag. 27
ee |
|

|
, 5:

==
C3
| JI

|
= |

| |
Rl : D6 6
ae
i
:
: = .
9V

: |
| R2 [. R6 l
Pe

a1
Te
|
coy myc

Schema elettrico del dispositivo prova telecomando; da notare che, per casi
particolari, ¢ anche previsto ’impiego di una piccola antenna
a
stilo (AS) a lunghezza regolabile.

COMPONENTI
Ri = 56 kQ C2 = 820 pF (ceramico) Ti = BFR91
R2 = 27 kQ C3 = 2200 pF (ceramico) T2 = BC177
R3 = 220 Q C4 = 100 pF-16 V DG = diodo al germanio
R4 = 18 Q (elettrolitico) per UHF
R5 = 120 kQ C5 = 10000 pF (ceramico) DL = LED
RG = 1000 Q J1 = 100 pH RFC PF = PP = pulsante
C1 = 82 pF (ceramico) L = (vedi testo) normalmente aperto

Piano di montaggio della basetta Il circuito stampato é qui visto dal

|
a circuito stampato, cui
realizzazione deve essere fatta
la lato rame nelle sue dimensioni reali.
La realizzazione é alla portata

td
i
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con molta cura. di tutti.

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2

0 & 3 Oo

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 28
CERCA IL GUASTO NEI RADIOCOMANDI
La scatola in plastica in cui
inseriamo
il circuito deve essere
rettangolare, di forma allungata per
una migliore praticita d’impiego.
due pulsanti ed il led devono
1

fuoriuscire dal coperchio.

per questo scopo, e la polarizzazione


(tramite R1) prelevata in modo da
&

inserire una leggera controreazione.


Anche R4 rende pit stabile il funziona-
mento di Tl, smorzando eventuali ten-
denze ad autooscillazioni.
C3 serve a filtrare il segnale raddrizzato
da DG, in modo da renderlo il pit possi-
bile pulito e quindi continuo.
La debole corrente in uscita da DG viene
poi amplificata da T2 (un PNP) in modo
da far accendere i] led, che costituisce
unico elemento di segnalazione del
dispositivo.

| PULSANTI

Notiamo in circuito la presenza di due


interruttori a pulsante; per mettere in
funzione il nostro controllore basta pre-
mere il pulsante vero e proprio di fun-
zionamento (PF) e naturalmente mante-
gamma di
frequenze in cui si sta lavo-
rando, aumentandone cosi I’efficienza.
opportuna qualche considerazione chia-
rificatrice. Nonostante la semplicita del
nerlo premuto per tutta la durata delle Per esempio, con f = 350+450 MHz, circuito e la pochezza della basetta, il
prove (che perd sono in genere molto sara | cm; con f = 100+250 MHz,
= 17 montaggio non é proprio facile come
veloci). Del resto, il pulsante stato
é@
sara = 40 cm. Ora il passo successivo &
1
potrebbe apparire; naturalmente questa
adottato, anche se un po’ scomodo da quello di montare per benino i} tutto su significa solamente che occorre avere un
usare, per limitare l’erogazione, e quindi una basetta a circuito stampato. po’ di esperienza di montaggi a frequenze
la scarica, della pila (una normale piletta Prima di descrivere la realizzazione, é >

a 9 V), ma se proprio qualcuno vuole,


PF puo essere sostituito da un pil’ como-
do interruttore a levetta.
Per unfacile montaggio di T2 occorre piegarne prima
(b) nel modo qui illustrato; cid scavalcare una pista,
ilsulterminale dibase
lato rame del
Il secondo pulsante é quello di prova circuito stampato.
(PP) dello stato della pila e naturalmente
va premuto contemporaneamente a PF:
se il led si accende regolarmente (e indi-
pendentemente da qualsiasi segnale di
telecomando
carica.
in prova), la pila é ancora

A Jed acceso, il consumo del circuito s1


aggira su 8+10 mA.
Si sara notata, sullo schema elettrico,
anche la presenza di un’antenna a stilo
in prossimita dei morsetti d’ingresso: lo
scopo é abbastanza ovvio.
Per aumentare la sensibilita di misura
del dispositivo (nel caso di prove un po’
particolari) é possibile collegare al mor-
setto 1 un piccolo stilo del tipo a cannoc-
chiale, regolando la sua lunghezza in
modo da avvicinarne la risonanza alla
CERCA IL GUASTO N
A seconda del tipo di
telecomando in
prova
va inserita una sonda
diversa. Con 3 sonde
si coprono tuttele
frequenze,
daill’apriporta
dell’auto ai sofisticati
telecomandi
modellistici.

molto elevate, per quanto riguarda sia i il circuito nella sua completezza; da occorre quindi un’accurata raschiatura
componenti da usare sia il modo di mon- quanto sopra indicato, la versione a cir- nei pressi del corpo vero e proprio, altri-
tarli. Quindi reofori cortissimi, condensa- cuito stampato secondo la nostra dispo- menti il reoforo entra nel foro del circui-
tori ceramici, cura particolare nel mon- sizione € quanto mai di rigore. to stampato. ma non si
salda.
taggio dei transistor ‘“‘a pasticca” e simili.
Per quanto rguarda (nel nostro caso spe-
Si comincia col piazzare tutti i resistori
ed vari condensatori ceramici; poi si
1
va
DG inserito a fondo, ma occorre sal-
darlo con molta rapidita, per evitarne
cifico) DG, un tipo al germanio per UHF, pud montare C4 che, essendo elettroliti- danneggiamenti termici (sarebbe consi-
non é pill di facile reperibilita: i modelli
pil comuni sono meno sensibili.
co, va infilato controllandone lapolarita
indicata. Per J] c’é solo da fare attenzio-
gliabile una pinza a molla con i becchi
appuntiti, con cui tener serrato il termi-
Dopo questi doverosi chiarimenti, pas- ne che certi tipi hanno Jo smalto che fini- nale vicino al corpo in vetro in fase di
siamoalla solita basetta su cui é montato sce spesso all’inizio del terminale; saldatura). Si montano poi i transistor;

IL TRANSISTOR BFR 91
Si tratta di un importante esponente della famiglia dei quenza alla quale il guadagno diventa pari ad I (rife-
transistor nati per funzionare a frequenze veramente rendosi al montaggio ad emettitore comune).
alte; esso infatti consente di arrivare ad operare sin L’impiego classico di questo dispositivo € negli stadi
nella banda SHF (cioé super high frequency) ed ha una preamplificatori d’ingresso degli apparecchi per radio-
Jrequenza di taglio di 5000 MHz, ovvero 5 GHz. comunicazioni, fino a 1,3+2 GHz almeno.
Precisiamo che s’intende per frequenza di taglio fr il La sua forma é quella di una pastiglietta nera con tre
prodotto tra guadagno e larghezza di banda di un tran- alette che costituiscono i terminali, come indicate nella
sistor; praticamente questo valore corrisponde alla fre- illustrazione riportata qui sotto.
Occorre fare attenzione, all’atto dell’acquisto, perché
la piedinatura puo avere due disposizioni diverse: ecco
perché, nella figura, sono disegnati sia il tipo A che il
tipo B. Nel nostro protolipo é stata impiegata una ver-
sione con piedinatura di tipo B.
E importante comunque informarsi prima, in quanto un
errato montaggio impedisce quanto meno
mento del dispositivo montata invertito.
il
funziona-
Le principali caratteristiche del BFR 91 sono breve-
mente riportate qui di seguito:
Vebo = 15 V; VecO = 12 V; potenza = 0,18 W; Hfe
(beta) = 25 min.; Ic max = 30 mA; guadagno = 16 dB;
fr = 5 GHz.

e € 5 c

ij e

ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1997 - Pag. 30


EI RADIOCOMAND!
per T1 & necessario effettuare una legge- Su una delle fiancatine si montano due (meglio se argentato) di | mm: il diame-
ra piegatura dei terminali preliminar- boccoline per l’innesto del sensore; se la tro delle spire, che devono essere spazia-
mente, in modo da non doverlo forzare scatoletta é dotata, al suo interno, delle te di qualche millimetro, é di circa | cm.
all’atto dell’inserimento nei fori (la fac- torrette per il fissaggio dello stampato, Le sonde sono montate intestanéo due
cia-su cui é stampigliata la sigla é quella se ne controlla (od eventualmente se ne piccole spine singole a banana. di tipo
che deve restare in vista) ed eseguire la ritocca) l’altezza in modoche pulsanti e adatto alle prese sulla scatola.
saldatura rapidamente (anche qui é con- led possano sporgere quanto basta dal
sigliabile la tecnica della pinzettina); T2 coperchio di chiusura.
ha come riferimento il dentino che spor- A questo punto si pud posizionare e fis- LE BOBINE
ge dal bordo del cappellotto metallico ed sare la basetta, in modo che i terminali |
il suo reoforo di base deve essere sago- e 2 siano nelle immediate vicinanze E necessario provare con le varie sonde
mato in anticipo (per esigenze di cablag- delle boccole per L; il breve collegamen- per trovare quella ottimale, in quanto
gio sulla basetta). to si fa con della calza di rame o con ben difficilmente si hanno indicazioni
bandella larga (di rame od ottone). sicure sulla frequenza di lavoro del
Un
attacco a doppio scrocco permette di radiocomando. Va anche precisato che
TERMINALI LUNGHI collegare la piletta da 9 V. alcuni telecomandi per le portiere
Occupiamoci ora della realizzazione del dell’auto emettono impulsi cosi veloci
Vanno poi infilati e saldati i due pulsanti sensore L; in realta, € opportuno realiz- che il led non riesce a stargli dietro, ne!
e infine va montato il led, lasciando 1
zarne 2 o 3 diversi: diciamo, uno con senso che non fa in tempo ad accendersi:
terminali lunghi quanto basta perché la una spira, uno con 2 spire ed uno con 4 in questi casi pud essere utile eseguire la
sua cupoletta sporga leggermente sopra 1
spire, che bastano sicuramente per tutti 1
prova al buio: basta un debole e breve
pulsanti, e ricordando che qui il rifert- casi. lucore del led indicatore per avere con-
mento é costituito dal piccolo smusso Le bobine sono realizzate con filo nudo ferma del regolare funzionamento,
sul bordino (che contrassegna il catodo).
Quattro terminali ad occhiello completa-
no la basetta per un buon cablaggio
esterno. Per i fortunati possessor di un
generatore da laboratorio in VHF/UHF,
é possibile un rapido controllo del rego-
lare funzionamento del ricevitore; appli-
cando un segnale all’ingresso (senza la
presenza di alcun sensore), l’accensione
de} led si ha con un segnale di circa 10
mV a 300 MHz: questa é la sensibilita
pit! o meno ottenibile dal nostro apparec-
chio, La basetta é quindi pronta per esse-
re messa da parte, perché ora occorre
preparare un’adatta scatoletta in plastica
che contenga tutto il dispositivo e che
deve essere marcatamente rettangolare
per la miglior comodita d’uso.

1:nella parte centrale della basetta


componenti sono piuttosto vicini
i

tra loro quindi per il montaggio puo


essere conveniente usare una
pinzetta.
2: la radio é il mezzo di
trasmissione senza fili piu antico,
quindi il
primo ad essere adoperato
per i telecomandi. Oggi questo
sistema viene usato per lo
piu nel
modellismo poiché é l’unico che
consente di trasmettere anche a
grande distanza, ma é soggetto a
severe norme per lutilizzo delle
bande di frequenza.
et
a
= LIRE 6 $00

ANNO 297 eC ¥
DICEMBRE 996 -N tye

RIM » iu un
ines
“ELETTRONICA
\ di esperienza ne
\ Velettronica. Cc
ottocento pagit
\

(pit di meta a
circa 60 proge
-

\ da realizzare
4 Ogni mese es

2 om presenta e p
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insegna
pit
il
comuni
re

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“Strumenti da labor
editoriale, riservata ac)
a colon ¢ in biancoen
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Tester, dip meter, frequenzimeti
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da laboratorio, sono gli argomenti trattati. “Strurn

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il
tester é facile, ma pochi sfruttano
fino in fondo le sue possibilita: ecco ogni
segreto di questo prezioso strumento.

Scopriamo le funzioni pits


sofisticate del multimetro digitale |.
Guarda l’oscilloscopio come
non l’avevi mai visto!
interfacciabile col computer Lo vedrai al lavoro
per ottenere nuove prestazioni. con tanti esempi pratici.
IN COMMERCIO
li invertitori o, se si preferisce
usare il termine inglese, inverter
sono dispositivi che svolgono Ja funzio-
ne opposta degli alimentatori, quella
cioé di convertire una tensione continua
in tensione alternata di frequenza qual-
siasi.
L’inverter non é utile solo ne] mondo
dell’industria o in quello dei trasporti
pubblici: l’automobile rappresenta la
tipica situazione in cui disponiamo di
tensione continua e magari vorremmo
utilizzare durante un viaggio un’utenza
funzionante in alternata. L’esigenza
potrebbe essere quella dell’uso di un
rasoio elettrico o di un apparecchio elet-
tronico dotato di alimentatore interno ma
fornito solo della presa per 220 V. 1

Per rendere in questi casi la vita facile


esiste un praticissimo inverter per auto-
vettura, in grado di fornire in uscita la

i
SeloO>
5) iAll ir1Uae
fi

Un dispositivo
estremamente facile da
: If nmviv
tensione alternata
potenza di 160 W e
a 220 V con una
predisposto per lo
spegnimento automatico nel caso in cui
installare permette di l’assorbimento raggiunga il valore di
utilizzare in automobile, picco di 350 W.
L’ apparecchio ha piccole dimensioni
sfruttando la tensione a 12 (40x142x100 mm), e quindi non crea
volt della batteria, piccole alcun problema di spazio, ed @ dotato di
una presa da accendisigari per la connes-
a 220 V
apparecchiaturealternata. sione alla tensione a 12 V della batteria.
unzionanti in Le uniche raccomandazioni per suo il
== — —
———S SSS —]
uso sono quella di accenderlo solo dopo
aver collegato all’apposita presa |’ appa-
recchio funzionante in alternata e quella
di farlo funzionare mediamente per circa
un quarto d’ora per ogni ora, in modo da
evitare un sOvraconsumo nella batteria
inverter é costituito da un dell’ auto.
1-2: Pinstallazione dell’apparecchio 3: un
circuito oscillatore alimentato dalla L’apparecchio & comunque dotato di un
é semplicissima perché prevede
soltanto la connessione alla presa tensione continua in
ingresso.
il
L’uscita dell’oscillatore, per
sistema di protezione automatica della
scarica della batteria, che ne interrompe
dell’'accendisigari mediante
Papposito spinotto. L’unica tramite di adeguati componenti, il funzionamento quando la
tensione di
raccomandazione é quella
di accenderlo solo dopo aver
innesca ilfunzionamento
di un raddrizzatore controllato
quest’ ultima raggiunge il livello di 10,5
volt, con una tolleranza massima che
al silicio (SCR). non supera mezzo volt.
connesso l'utilizzatore. Esistono inoltre una protezione per
inversioni accidentali di polarita, realiz-
© zata con fusibile, ed un’altra che inter-
rompe l’apparecchio se Ja temperatura
OSCILLATORE
> FILTRO => Zz supera i 70 gradi.
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ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1997 - Pag. 34


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LE CARATTERISTICHE di amplificare i segnali pit deboli cosi
da renderli rilevabili con tester od oscilloscopi.

Hee
@ Vin
aC
fe
ges = 0,25 Vpp
max
Lavora su una larga banda di frequenze.

@ Vout = 2.5 Vpp


|

@ Guadagno = %D (su50Q) |

@ Banda di frequenza =
da 50 Hz a 50 MHz
annem a

reraun UV CN
Ecco il prototipo
dell’amplificatore
lineare di segnale
come danoi realizzato
e collaudato.

N; laboratorio del)’ hobbista, sia esso


gia con una certa esperienza oppure
ai primi passi, uno degli strumenti che
di
Piano
montaggio
e cablaggio della
non dovrebbe assolutamente mancare é basetta allPinterno
un amplificatore a banda larga, un cir- della scatola Teko
cuito cioé in grado di amplificare segnali (notare i punti
pil © meno deboli su parecchie ottave di direttamente
frequenza. saldati
Oltretutto, un dispositivo de] genere é sul metalio).
realizzato anche in modo piuttosto sem-
plice ed economico, e non é quindi il
caso di rinunciarvi; quante volte capita
di dover misurare o visualizzare, per
esempio, un segnale in origine troppo
rh
LZ
debole e quindi non rilevabile: basta
introdurre questo modesto scatolino e la
situazione cambia di colpo.
Il termine larga banda, gia citato un paio Se lentita del segnale applicato Lo schema elettrico ci permette di notare
di volte, é certamente un po’ vago; allo- all’ingresso non é eccessiva (e certamen-
~

subito che il cuore del circuito. ovvero


ra diciamo subito che il dispositivo che te non lo é, altrimenti l’amplificatore l’elemento amplificatore, & costituito da
andiamo a presentare in grado di
é@
non servirebbe) la risposta é anche di una singola sezione di un quadruplo
amplificare, esattamente di 10 volte,
qualsiasi segnale di frequenza compresa
buona qualita, cioé senza sostanziale
distorsione.
NAND di tipo 74 SOO.
Si, proprio il primo della gloriosa ses

fra poche decine di Hz e 50 MHz alme- Dopo questa breve premessa, passiamo di integrati digitali, ma qui scelto in tec-
no, come indica il grafico che ne riporta ora a presentare il circuito, che possiede nologia Schottky: infatti questa sere
la curva di risposta. qualche caratteristica particolare.

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 37
CONTENITORE

- 5
oe:
r
oe
J

F s
DZ R?3 ]

Le XY
VEC
14
©
3
Ie 7 |

4-5-7-9
10-12-13
|
GND
| =m
Loe
a

ee ee. — ps
Schema elettrico dell’amplificatore;
ee eee RS. eae ee:
il primo riquadro (quello piu interno,
tratteggiato) sta ad indicare la basetta a circuito stampato su cui
|

é montato tutto il circuito, mentre il riquadro esterno vuole indicare


che
il circuito va inserito in un contenitore metallico (saldabile).

COMPONENTI
Ro

C3
C4
C5
: 2200 .
C1=10uF-sevitentaoy
=
=
10.000 pF (ceramico)
10 pF - 16 V (tantalio)
= 10 pF - 16 V (tantalio)
at _ordinare
basetta e componenti
|

die SEPA
vedere a pag, 35
Oe oSPisin, a

E>
Cle,
Ici

)a)
C6 = 10.000 pF (ceramico) 0 R2
C7 = 1.000 pF
(passante) Piano di montaggio della a‘Ge
_
IC1 = 74 $00 (con prestazioni basetta, progettata
inferior
= Ie
LSoo)
uamm
in modo
da adattarsi alle tipiche
condizioni di lavoro
D z <p

DZ = zener 5,1V-1W
Vcc = 12-14 V
ed al montaggio
nella scatola metallica. mic R]
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1997 - Pag. 38
AMPLIFICATORE LINEARE Di SEGNALE
offre la possibilita di lavorare fin verso i e 12-13 vengono collegati al comune condensatore passante da 1000 pF.
100 MHz, anche
forte consumo di
se a discapito di un
corrente.
(GND), come risulta indicato a schema:
questa precauzione serve per bloccare
Passiamo ora a montare
ce circuitino.
il
nostro sempli-

Il nostro esemplare non arriva a sfruttare del tutto gli ingressi inutilizzati ed anche La realizzazione dell’amplificatore a
tutta la larghezza di banda possibile per migliorare per quanto possibile la larga banda, proprio per andare d'accor-
(infatti abbiamo detto che la risposta dispersione del calore generato all’ inter- do con la sua semplicita circuitale. va
comincia a scendere dopo 50 MHz) per
1
no di ICI. eseguita su schedina a circuito stampato.
il semplice fatto che, oltre a voler adot- Per quanto riguarda i pochi altri partico- il quale é disegnato in modo da tener
tare componenti di comune reperibilita, lari circuitali, possiamo far notare le conto delle prestazioni che ci si aspetta-
anche
il circuito stampato é stato realiz-
zato in modo convenzionale per essere
coppie C1-C2, C3-C4 e C5-C6, che sono
fra loro parallelate con valori opportuni
no da lui; in tal modo, esecuzione e fun-
zionamento sono facilmente ripetibili ed
facilmente riproducibile dall’ hobbista di capacita per ottenere una buona attendibili.
medio. uniformita di risposta su un’ampia banda
di frequenze. DZ serve a portare ed a
stabilizzare la tensione di alimentazione SCATOLINO METALLICO
PERCHE DIGITALE? (prevedibile fra 12 e 14 V) a1 5 V richie-
sti da IC]; alimentato da questa tensio- I] montaggio lo iniziamo dai pochi resi-
Passiamo subito a a chi ha
rispondere ne, un led si accende ad indicare che stori, per poi passare ai condensatori,
certamente trovato da obiettare: come é l'amplificatore é inserito. L’alimentazio- alcuni dei quali sono polarizzati (C]-C4-
possibile utilizzare un integrato della ne a 12 V entra nello scatolino di prote- C5) e quindi devono essere inseriti
serie 74, nato per lavorare con circuiti zione e schermatura attraverso un tipico »»>
logici, e quindi con segnali digitali, in
modo lineare, 0 se vogliamo analogico?
Riferiamoci ora allo stralcio di schema
che riporta unicamente, per migliore evi-
1: la basetta a circuito
denza, lo stadio amplificatore nella sua
rappresentazione pill sintetica, cioé inte-
stampato é molto piccola
ma non presenta problemi
grato e rete di polarizzazione-retroazio- di montaggio.
ne; vediamo subito come fra entrata ed
uscita sia presente la resistenza R2 che
controreaziona fortemente |’ amplificato-
2: ilcircuito stampato é qui
re dato il suo valore molto basso.
visto dal lato rame nelle
Il valore di R1 (anch’esso forzatamente sue dimensioni reali.
basso) contribuisce a stabilire il valore
della tensione d’uscita sufficientemente 3: risposta in frequenza
preciso attorno a 2,5 V; con questa solu-
del nostro amplificatore;
zione circuitale, l’integrato é costretto a con A é indicato
lavorare in modo lineare. Questo perd if valore dell’'amplificazione,
avviene, come gia accennato, a scapito che possiamo
di un forte assorbimento di corrente; notare lineare
quindi, per evitare il surriscaldamento e costante fino a 50 MHz.
dell’ integrato, non é assolutamente con-
sigliabile sfruttarne pili di una sezione. 4: stralcio dello schema per
Non essendo utilizzate le altre tre sezio- meglio evidenziare
ni NAND,
i rispettivi ingressi 4-5, 9-10 Pintegrato e la sua
polarizzazione.

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 39
AMPLIFICATORE LINEARE
_ >

Su due lati opposti dello scatolino si montano i due Il positivo d’alimentazione del circuito fa capo
connettori BNC. Attenzione a non confondere quello ad un terminale che fuoriesce dal lato della scatola.
d’entrata con quello d’uscita. La massasi salda sulla faccia metallica esterna.

U’INTEGRATO PER ELEVATE FREQUENZE


La serie “00” della grande famiglia di integrati 74 na- siglatura originale del dispositivo. Questa struttura ba-
sce come classica tecnologia TTL per contenere un sa le sue caratteristiche su giunzioni strato-semicon-

;
quadruplo NAND a due ingressi di impiego estrema- duttore-rivestimento metallico; la presenza di un cam-
mente ampio e generale. Come molti altri dei dispositi- po elettrico, formatosi nella zona di transizione del se-
vi appartenenti a questa famiglia, lo “OO” é stato via miconduttore, abbassa la barriera di potenziale (cioé
via realizzato nella normale tecnologia TTL (74 e ba- la soglia di conduzione tipica di ogni giunzione), favo-
sta) e nelle tecnologie H, S ed LS. rendo il passaggio delle cariche che si muovono verso
Nella figura qui riportata, oltre ad essere illustrati lo lo strato metallico; poiché predominano le cariche
schema a blocchi costitutivo del nostro dispositivo e la maggioritarie, non viene limitata in alcun modo la ve-
sua piedinatura, é anche riportato lo schema elettrico locita di commutazione, il che rende questi dispositivi
di uno dei circuiti NAND, la
cui struttura logica é co- particolarmente adatti a manipolare frequenze anche
muneper tutti i prodotti TTL. molto elevate.
A questa realizzazione di base si é poi sovrapposta, nel Le caratteristiche elettriche principali sono: Vec = 5 V
tipo da noi adottato, la tecnologia Schottky, come sta + 5%; Icc = 16 mA (H) - 36 mA (L); ritardo di propa-
appunto ad indicare la S aggiunta a quella che era la gazione = 4,5-5 nano-secondi; TA = 0° + 70° C.

(14)

EI
14) VCC

oS
Gh ERE

ES

SD
> isi
GND ™

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 40
ha
=
=== = >

rispettandone accuratamente la polarita,


tai
con Succ“ess0
da

microscopicamente riportata sul corpo. fai da te te

Lo zener DZ ha il contrassegno di cato-


do consistente in una Striscetta in colore
sul corpo isolante dalla parte del relativo
terminale; i suoi reofori é consigliabile
tenerli lunghi alcuni millimetri in modo
da far leggermente sporgere
Il led hail
ildiodo.
terminale di catodo individua-
bile dal leggero smusso che é sul bordi-
no sporgente.
I] circuito integrato, volendo ottenere
una buona risposta anche a frequenze FRIONISMO

molto alte (ricordiamo che sono 50


MHz), non si pu pensare di montarlo
con il solito zoccolo; si deve invece COLL

inserirlo direttamente sullo stampato,


avendo cura di posizionare secondo le
il
BADIO

indicazioni riportate a disegno piccolo


incavo circolare che in prossimita di uno
spigolo sta a contrassegnare ilpin I.

SALDATURE ACCURATE

Occorre procedere alla saldatura dei pie-


dini con molta cura, per evitare di met-
terne in cortocircuito le piazzole sul cir- ~
cuito stampato, nonché di esagerarne il
i
Nel 1895 Gugliemo Marconi
riscaldamento. Alcuni terminali ad
occhiello completano il montaggio della
basetta, che ora si mette da parte per un
f

\ Wov Q cl Asve ORE


>
} trasmetteva € riceveva a distanza
primi
Quanta strada
radio codificat
segnali

compiuto la radio
in questi suoi primi cento anni di vita!
po’, dovendo nel frattempo preparare lo
scatolino metallico.
E stato adottato un piccolo Teko squa-
drato, nel quale si montano, sui lati
opposti, due connettori coassiali del tipo
BNC: attenzione comunque a non sba-
gliare l’entrata con l’uscita (basta con-
trassegnarli). In un angolo va piazzato il
condensatore passante per |’ alimentazio-
ne, dopo di che la basetta puo essere col-
locata all’interno e saldata innanzitutto
ai reofori dei connettori; con questa, e
qualche altra saldatura, essa risulta rigi-
damente fissata. I terminali indicati con
2 e 3 vanno saldati alla scatola per rea-
lizzare un buon contatto di massa.
~~ ILCONTENUTO
Il peduncolo interno di C7 va collegato
Storia della radio @ Come e dove cercare radio
il
®
al terminale positivo di alimentazione;
negativo dell’alimentazione va connesso
antiche Ricevitori a cristallo e a valvole Il surplus
@ @

in qualche modo alla scatola. militare (apparecchi italiani, americani, tedeschi, in-
Ad ogni buon conto, l’apposito disegno
illustra chiaramente quali sono il posi-
glesi e canadesi} Come individuare riparare i guasti
®@

e
zionamento ed i] cablaggio della basetta, “Radiocollezionismo” é un nuovissimo
Phe
f) Desidero ricevere volume il
in modo tale che non é praticamente manuale di 96 pogine, con decine (PI0F “Radiocollezionismo”.
possibile fare alcun errore. edecine displendide foto colori, Pagherd al postino lire 22.000 (comprese
Un foro sul coperchio del contenitore in testi srt da un vero esperto, spese di spedizione e contrassegno).

es
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ficarne |’ accensione. e spedendo il coupon Via


(anche in fotocopia) 0
EDIFAI - 15066 GAVI - AL
CAP cit Prov...
Firma
ee
RADIOASCOLTA

Concludiamo
il
discorso
relativo alla decodifica dei
CATTURIAMO
R iccendame radio e computer per
captare, questa volta, 1
messaggi
codificati RTTY provenienti dalle agen-
si
zie di stampa. Non tratta di una codifi-
ca molto complessa ma, in ogni caso,
occorre conoscere alcune convenzioni
usate e soprattutto bisogna sapere su
quali frequenze ed in quali ore ascoltare.
Ecco tutto cid che dobbiamo sapere.
Molto semplicemente, il segnale AF
viene modulato in Audiofrequency Shift
Keying con due frequenze, una detta
Mark (2100 Hz) ed una Space.
La trasmissione dei testi avviene a diver-
se velocité a seconda del tipo di dispac-
cio: pill precisamente le velocita espres-
se nella misura di 40,45 baud vengono
usate dai radioamatori; 50, 56, 75-88 nei
dispacci delle Agenzie di Stampa, men-
tre 110-300 baud nelle trasmissioni in
codice Ascii.
Il compito dell’interfaccia decodificatri-
ce RTTY @ quello di converttre le due
dificati non € comunque

|
ardua (a patto
di conoscere la lingua inglese o francese
in alcuni casi), unica nota di rilievo é il
classico messaggio di inizio trasmissione
“ZCZC” che accompagna appunto, 11

RTTY
a
frontespizio di un qualsiasi messaggio
cui segue il nome dell’ Agenzia,
la data e l’ora del dispaccio.
Al termine del testo il messaggio viene
chiuso da una riga contenente la stringa
di chiusura trasmissione “NNNN”.
In alcune ore della giornata é anche pos-
sibile imbattersi in prove tecniche di tra-
smissioni, facilmente riconoscibili dalla
stringa “RYRYRYRYRY”.

500 STAZIONI
Poiché le emittenti che trasmettono in
RTTY sono circa 500 non é€ possibile,
per ovvie ragioni di spazio, riportarle
tutte integralmente; a fine pagina si tro-
dati RTTY trasmessi via frequenze di Mark e Space in un livello -vano dunque solo le frequenze delle pit
logico 1 o O rispettando la velocita di importanti agenzie europee, facilmente
radio, con i dispacci trasmissione. ricevibili senza particolari problemi.
provenienti dalle agenzie
il
Ovviamente ad ogni lettera dell’alfabeto Ogni Agenzia comunque trasmette alla
di
di stampa tutto
mondo. II prossimo mese
e relativi numeri corrisponde un ben pre-
ciso codice binario; nel nostro caso per
fine del dispaccio un elenco delle fre-
quenze di trasmissione, seguite dall’ora
in
parleremo dt come captare
esempio il codice Baudot utilizza per GMT, cui é possibile riceverle; per-
ogni carattere trasmesso in maiuscolo 5 tanto dopo pochi bollettini possiamo
le trasmissioni dei satelliti. bit per lettera (ad esempio la lettera A autonomamente aggiornare |’elenco.
corrisponde alla stringa 00011). Ricordiamo ailettori che le trasmissioni
La comprensione dei bollettini gia deco- delle Agenzie in RTTY non sono conti-

Le agenzie di stampa internazionali


trasmettono dispacci codificati in
Baudot, che possiamo leggere con
un computer dotato del software
adatto per decodificare le
trasmissioni RTTY e collegato ad
un ricevitore. La comprensione dei
messaggi cosi come ci appaiono
sul video non é complessa: le
uniche sigle presenti sono ZCZC
(apertura dispaccio) e NNNN
(chiusura); il resto é scritto per
esteso.
DISPACC! DI AGENZIA
nue, in quanto tra un bollettino ed il suc- Il messaggio che riportiamo é lo stralcio di un bollettino trasmesso
CeSSivo $1 possono avere diverse ore di il5 Febbraio 1996 dall’Agenzia di stampa Tanjug di Belgrado operante
intervallo, inoltre a causa di fenomeni in RTTY a 7592 kHz in modalita USB e velocita di trasmissione di 50 baud,
naturali di propagazione molte frequen- riguardante alcuni dispacci riferiti alla recente guerra civile
ze giungono con un segnale pitt robusto nella ex-Jugoslavia.

i
a certe ore del giorno, piuttosto che della
notte o viceversa.

a
E anche facileincorrere frequentemente 21:34:01 UTC --

“a
1996
in evident insuccessi, poiché é possibile log opened
Men Feb 05
§, PRESIDENT
BILL OT TON'S
eae
ee
---
ZCZC
313801 UTC BANJA KTANJUG) BOS
ricevere spesso testi privi di significato o FEB ARRIVED IN THE
5

21:34:02 UTC
SPECIAL Ht
CB
TS ENV
AL AND
indecifrabili, a causa di interferenze 31.34:03 UTC NMENT, POLITIC REPUBLIKA
del p=34:14 UTC
i :

for talks SERB STATE)


(segnale sporco) o a causa ricevitore late on mo day
baka
ca
lal
OF
RELIGIOUS O FFICIALS WITH
mal sintonizzato; alcune Agenzie gior- 313424 UTC TO HAVE TALKS
IS EXP: ECTED
nalistiche trasmettono comunque in SRPSKA.
91:34:35 UT
_
iC “THE ENVOY,
ROBERT G: ALUCCI,
POLITICAL PARTIES
AN D

ae
LEADERS.OF
codice cifrato, cioé con numeri apparen- DRAG RADIC, COMMUNIT

temente privi di significato.


LUKA’S MAYOR VES
OF RELIGIOUS P
esPNT
REPRE! SENTATIV
34:57 UTC
E consigliabile, durante le prime prove UTC (END)
DD-MJ/NK

pratiche, sintonizzarsi su queste emitten- ure


21:35:08 PPPPF = a
ti che trasmettono numeri perché giun- 827 i
UTC ZZZZSENGYUINTE
29 LUKA
gono con un segnale molto forte. 31.3531 UTC POOL
-RS-AUST
OEP AEN RED CROSS OPENS FIRST SO UP
be
KITCHEN IN BANJA
Sempre in tale fase, é molto facile 2nae35 oe AUSTRIAN A THE FIRST SOUP KITCHEN wt
213541 UTC FEB. TKTANJUGPL ==

confondere la miriade di segnali presenti BANI ALUKA, OPENED IN


21:35:50 UTC CROSS WAS
THE AUSTRIAN RED
nell’etere (ad esempio confondere un BY

ee
A FINANCED
PROG RAM ON MONDAY.
21:36:02 UTC BANJA LUKA
segnale fax con uno RTTY), tuttavia il
eee
THE BOSNIAN T OWN OF col :
INTERNATIONAL
NOR THWESTERN O F THE
tempo e l’esperienza insegnano a sinto- 21:3 6:11 UTC
UTC THE BANS n
UKA OFFICE : LY GIVE OUT 1,100
21:36:20 DAT
nizzarsi ad orecchio sulla nota acustica THE RED THE SO UP
KITCHEN WOULD
(ICRC) SAID
di modulazione. 21:36:31 UTC
CRO! SS TOWN IN REPUBLIKA
CITIZENS OF THE BIGGEST qari

RATIONS NEEDY
THE; MO ST

POSSIBILI DIFFICOLTA
21:36:43 UTC TO
Lophtee
21:36:53
Y RB REPUBLIC
RED CROSS
RS).
ALSO PL ANS TO
OPEN souP K
- eo
21:37,00 UTC GouAIS IN SEVEN REPUBLIKA SRPSKA.
37.09 UTC THR! QUGHOUT
Per concludere vediamo sinteticamente Sant UTC OTHER
21:37:18 UTC (END)
MI- joint
alcune delle problematiche che possono 44-3777 1TC PPPPY
verificarsi in fase di acquisizione dei dati
e in particolare i caratteri strani che si
pongono disordinatamente sul monitor.
Le cause di palese insuccesso possono
essere le seguenti: non stiamo ricevendo Emittente Norm/Rev Frequenza (kHz)
un bollettino RTTY; non stiamo rice-
vendo alla velocita richiesta; il program-
ma di ricezione non é settato in condi-
zione normal reverse 0 viceversa;
o
TANJUG Belgrado Normal 5112-7808 (75Baud)-
lemittente che tentiamo di ricevere é
|
5240-7592-7996-
contrastata da altre stazioni o spurie; non 12213 (50 Baud)
siamo Sintonizzati perfettamente sulla
frequenza di trasmissione; in tale fase ANSA Roma Reverse 8030-8062-12108
proviamo a decrementare o incrementare
la scala del ricevitore di 1 kHz al fine di
PETRA Amman Reverse 6831
ottenere le onde del segnale perfetta-
mente quadre nella relativa finestra per |

la centratura (tuning scope). MENA Il Cairo |

Normal 7610-10610

ROMPRESS Bucarest 50 Normal


+t 6972
tabella ci mostra le agenzie di
La
stampa piu facili da ricevere IRNA Iran
|

Normal 7959-8049
dall'italia. La lista é, per ragioni
di spazio, molto sommaria: in realta
le emittenti, nel mondo, sono
ATA Tirana | Reverse ——-785()-9] 32-9430
oltre 500.
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1
SEGNALAZIONE
_
CAMPANELLO
LUMINOSO
Sia per semplice comodita, sia per problemi fisiologici
ben precisi, sia per altri motivi, puo rivelarsi utile
sostituire o integrare il normale campanello acustico
con un segnalatore ditipo ottico.

Ecco
il prototipo del campanello
luminoso come da noi realizzato
e collaudato. La basetta misura
9x6 cm.

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 44
s

i T
re

220 Va
E V

Sirsuona,
abituati al campanello che
trilla,
che che squilla, che
ronza, che fa “dlin-dlon”: tutti modi
Schema elettrico di un
semplice impianto per
normale campanello,
diversi per segnalarci acusticamente che nell’ipotesi di due
dietro alla porta di casa c’é qualcuno che pulsanti da azionare.
chiede di entrare.
Ma é ora di cambiare nettamente dire- Ilnostro circuito puo anche essere collegato conla_
zione: ora il campanello si accende, cioé suoneria del telefono. In questo caso mostra la sua utilita
diventa luminoso. quando squilla e ci troviamo in un ambiente rumoroso
Originalita punto e basta, utilitA per un
ambiente rumoroso, necessita in caso di
oppure stiamo ascoltando la musica con
E importante che la segnalazione
le cuffie.
ottica sia sistemata
non udenti, non importa: il circuito é in una zona ben visibile.
semplice ed efficace, le utilizzazioni le
possono scegliere o inventare i nostri let-
tori interessati.
Hl circuito che
presentiamo per chi non
gradisce il suono del solito campanello,
o non vuole svegliare altre persone che
dormono, fa accendere una lampada che
puo arrivare ad essere di potenza anche
elevata, diciamo almeno fino a 200 W: é
appunto questa luce ad avvertirci che
qualcuno sta suonando alla porta.
Prima di affrontare la soluzione elettro-
nica da noi messa a punto per questo
articolo, cominciamo col prendere confi-
denza con quello che é un vero e proprio
impianto elettrico da campanello, rife-
rendoci a una versione circuitale molto
tipica, riportata nello schema di questa
pagina che analizziamo.
Tipicamente si comincia col prelevare
alimentazione dalla rete a 220 V, attra-
verso un trasformatore, per ridurre (ovvi
i motivi: sicurezza di manutenzione e
d’uso) la tensione a 12 V (qualche volta
a 8 oppure a 24 V).
Due pulsanti simulano |’utenza: immagi-
niamo che P1 sia quello esterno alla casa
e P2 sia quello vicino alla porta
dell’appartamento: ognuno dei due chiu-
de il circuito alla corrente, che va ad
attraversare anche il campanello CP,
attivandolo di qualunque tipo esso sia.
Ora invece é giunto il momento di anda-
re ad esaminare il circuito che pud sosti-
tuirsi (od anche solamente aggiungersi)
al normale campanello.
I due fili di linea dell’impianto ora esa-

»»
Schema elettrico completo dell’impianto con la possibilita di scegliere
{tramite $1) l’'azionamento di una lampada anziché del normale
campanello.

COMPONENTI
Ri = 180
R2
R3
=
=
820
R4 = 330 ©
R5 = 68 ©
R6 = 1000 ©
R7 = 68 ©
‘RS =560-1W

-
Ci = C2 = 0,1 pF (ceramico)
C3 = 100 pF 16 V (elettrolitico)
C4 = 47000 pF (ceramico)
C5 = 0,1 pF - 250 V c.a.
J1 = RFC 100-330 pH (vedi
testo)
FA = MOC 3020
Di = 1N4004
DZ = 5,1 V - 1 W (zener)
@
T1 =triac 700 V-4-6A
$1 = deviatore
= led

. } EY
AL
IMPIANTO
LP = lampada incandescenza
220 V - 200 W
Ra
Bi

tbo.
SI
ani eae
R3 J 220V
llcircuito stampato é qui visto
dal lato rame nelle sue dimensioni
reali.

oll0"0
tet LP
Piano di montaggio del circuito
per la segnalazione ottica; fuori
dalla basetta é prevista solamente
la lampada.
ELETTRONICA
-
PRATICA Aprile 1997 - Pag. 46
CAMPANELLO LUMINOSO
presenti nell’impianto, sappiamo che ai fotoelettrica, cioé il collegamento eywie-
i
capi della coppia X appaiono classici
12 V c.a. del trasformatore per campa-
ne tramite un raggio luminoso entre
contenitore di FA (e sarebbe anche diffi-
nelli; attraverso S1 posizionato in L, cilmente visibile dal nostro occhio, trat-
questi 12 V (scavalcato il
filtro di disac-
coppiamento C1-R1-C2) raggiungono
tandosi prevalentemente di raggi infre-
rossi).
D1 che, anche grazie all’azione di C3, li Comunque, quello che importa é che la
trasforma in 12 Vc.c. chiusura del triac contenuto in FA fa si
Questa tensione, limitata da R2-R3, che tra i suo pin 6 e 4, ed attraverso R7-
viene portata al valore stabile e preciso R5, scorra la corrente di pilotaggio nel
di 5,1 V dallo zener DZ la corrente ben
precisa che ne viene erogata, per andare
gate di T1, il triac di potenza che viene
cosi posto in conduzione per accendere,
ad alimentare il pin 1 del fotoaccoppia- finalmente, la lampadina di segnalazione
tore FA che segue, attraversa i] led DL, ottica di scampanellata.
che ha Ja sola funzione di visualizzare il Anche C4 é un condensatore di disac-
comportamento elettrico di questa prima coppiamento, per eliminare disturbi ed
parte del nostro circuito. Cid dura per evitare false accensioni.
tutto il tempo in cui C3 resta carico, Cid avviene anche ad opera della cella
ovvero fino a quando il pulsante resta antidisturbi C5-R8: occorre ricordare
premuto. che qui siamo direttamente sulla rete
La stessa corrente che accende DL attiva luce e C5 deve essere adatto a lavorare
anche il led interno al fotoaccoppiatore, con 250 V c.a.
il quale a sua volta fa chiudere |’ interrut- Infine, la presenza di J1 impedisce la
tore autoelettronico costituito da un pic- propagazione di disturbi in direzione
colo fototriac che fa capo ai terminali 6 e opposta: impedisce cioé che i residui dei
4 di FA. Si tratta di un comando che fun- picchi di commutazione di Tl abbiano a
ziona in modo simile ad una cellula >>>

tta e componenti Aspetto e piedinatura del triac BTA 08/700


codice 4EP497 montato sul nostro prototipo. Attenzione
pero: secondo il
tipo adottato (ce ne sono
tanti equivalenti) Paletta metallica pud
essere, oppure non essere, collegata all’A2
del dispositivo.
minato li chiamiamo X e li lasciamo a —
far parte dell’impianto stesso, salvo
applicarli al nostro dispositivo ed inter-
romperne uno nel punto qui indicato con
Y: due estremi che se ne sono ottenuti
1

vanno collegati ai morsetti 1 e 2 del


nostro circuito.
L’altro filo della coppia d’impianto
viene semplicemente prelevato con
AIA2G
Opportuno collegamento elettrico (lo
abbiamo indicato con W) e portato al
morsetto 3.

PER VEDER SUONARE


Sui collegamenti di linea c’é il deviatore
Sl che, quando é posizionato su C,
lascia attivato il campanello originale,
mentre su L va ad attivare la lampada
attraverso il vero e proprio circuito di
comando elettronico da noi aggiunto.
Quando viene premuto uno dei pulsanti
ELETTRONICA PRATICA
- Apri 1987 Pap 27
~ CAMPANELLO LUMINOSO
J1 puo essere di tipo
commerciale o puo
raggiungere la rete luce, propagandosi su
altri apparecchi ad essa connessi e
essere autocostruita disturbandone cosi (almeno potenzial-
avvolgendo due strati il
|

mente) funzionamento.
di filo smaltato su Il morsetto 5 che vediamo indicato a cir-
f un tondino
lungo 2 cm.
in
ferrite cuito non ha alcun collegamento interno
in quanto é solo un punto di ancoraggio
per i 220 V e la lampada.
Tl pud essere un qualsiasi triac adatto a
lavorare con 220 V c.a. ed idoneo
a
tol-
lerare 4+6 A; nel prototipo é stato adot-
tato un BTA 08/700.
Ora che abbiamo dedicato il giusto spa-
zio alla descrizione (e quindi alla com-

| FOTOACCOPPIATORI A TRIAC
Ricordiamo innanzitutto che un fotoaccoppiatore, definibile anche (e con
prensione) del funzionamento circuitale,
occupiamoci della realizzazione del cir-
cuito.
altrettanta precisione) come optoisolatore, é un dispositivo per accop-
piare segnali elettronici, nel quale un led, energizzato dal segnale d’in-
BASETTA CHE ILLUMINA
gresso, viene otticamente accoppiato ad un elemento fotosensibile (in ge-
nere, diodo o transistor) che trasferisce il segnale di comando restan- al La costruzione & come al solito su cir-
te circuito senza che vi sia, fra ingresso ed uscita, alcun collegamento
cuito stampato, che garantisce la miglior
elettrico.
riuscita de] montaggio sia sotto l’aspetto
Ne esistono anche delle versioni un po’ particolari nelle quali i raggt in-
estetico che funzionale.
frarossi, generati dal led interno, vanno ad
eccitare un piccolo triac.
Due
fra i tipi pitt comuni sono il MOC 3020 ed il MOC 3040: primo é il Si comincia col montare i resistori, e
poi i condensatori: ricordare che l'elet-
quello da noi adottato, l'altro é suo parente stretto. Esaminando illu-

il la
‘strazione che ne riporta le due costituzioni interne, vediamo che l'unica
trolitico va inserito rispettandone
polarita. Lo zoccolo per FA ed devia-
differenza sta nel fatto che il MOC 3040 é dotato di un circuito di zero
‘tore (del tipo coricato da circuito stam-
crossing (appunto indicato come ZC), cioé di incrocio allo zero della
tensione, per garantire una miglior immunita alla generazione dei di- pato) si piazzano automaticamente nel
modo giusto.
sturbi elettrici di commutazione: questo, grazie ad un dispositivo interno I diodi D1 e D2 vanno inseriti rispettan-
che consente di rivelare il passaggio attraverso lo zero che il segnale si-
do il riferimento costituito dalla fascetta
nusoidale compie ogni qualvolta é terminato il suo periodo, e che fa in colore riportata sul corpo in plastica
scattare in quel punto la commutazione. all’estremita da cui esce il terminale di
Ovviamente, questo tipo risulta pitt costoso del primo, cosicché per cir-
cuiti di tipo hobbistico si preferisce usare il 3020, del resto intercambia-
catodo; per quanto riguarda DL, ilcato-
do esce dalla parte in cui c’é un piccolo
bile. Diamo ora una breve occhiata alla costituzione interna appunto ri-
in
portata a
figura. Il diodo DL é un led infrarosso che richiede una cor-
smusso sul bordino sporgente.
Il triac Tl va montato con la faccia
rente compresa fra i valori limite di 5 e 40 mA. Il
triac T é in grado di
stampigliata orientata opportunamente

,|
lavorare a 220 V c.a. con una corrente di 50+60 mA.
secondo le indicazioni (e cioé verso
Questi dispositivi sono stati appositamente ideati per pilotare triac ester-
interno della basetta).
ni ben piu potenti, isolando elettricamente (sino a 7500 V)
comando da quello di attivazione. Ci sono, nei disegni riportati, due
il
circuito di
Jl, se non si trova in versione commer-
ciale, va autocostruito avvolgendo due
piedini apparentemente non collegati e sfruttati: il pin 3 é indicato con strati sovrapposti di filo smaltato da 0,5

|
“no”, il pin 5 invece é indicato con “nu”.
mm su tondino in ferrite di @ 3+4 mm

¢
lungo circa 2 cm. Un po’ di terminali ad
0 O°
occhiello consentono |’ ancoraggio otti-
LH
. - 4 male
per i fili di cablaggio.
Il circuito si completa inserendo PA nel
suo zoccolo, avendo cura che il piccolo

z nu [5] 23020 ro]


riferimento circolare sul dorso sia orien-
le

OB
tato secondo illustrazioni.
MOC zc Una volta completato e controllato il

E a montaggio, é opportuno chiudere la


basetta in un’adatta scatola di plastica.
Attenzione, comunque, a dove si metto-
no le dita: sulla basetta c’é la corrente di
rete a 220 V.
ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 48
Lo sapevate che...
1 trasformatore é quel componente che, sfruttando il fenomeno
dell’induzione elettromagnetica, permette di cambiare il valore di
una tensione alternata senza praticamente perdere potenza elettrica.
Due bobine isolate fra loro sono avvolte su uno stesso supporto detto
nucleo, realizzato in materiale metallico ferromagnetico, in grado di
mantenere al suo interno un campo magnetico intenso. Se una delle
bobine & percorsa da corrente alternata, nella seconda si genera una
tensione indotta. Le grandezze elettriche fondamentali che caratteriz-
zano un trasformatore e che occorre specificare al momento del suo
acquisto sono: tensione dell’avvolgimento primario, tensione
dell’avvolgimento secondario, potenza elettrica. La potenza é il pro-
dotto fra la tensione e la corrente al secondario, é praticamente eguale
a quella sul primario, e va scelta in base all’utilizzo previsto per i] tra-

La maggior parte
dei trasformatori serve
per alimentare
il circuito abbassando
tensione di rete
la
ad un valore adeguato.
Esistono pero altri
modelli che vengono
usati per adattare
i valori di tensione

a certi tipi particolari di


componenti impiegati in
circuiti ad alta frequenza.
Vediamo alcuni esempi
di trasformatore:
1: toroidale;
2: a lamierini;
3: a lamierini con
serrapacco; 4: a granuli
orientati e nucleo a C;
5: per uscita audio con
nucleo a C;
6: per uscita audio con
lamierini e serrapacco;
7: interstadio con calotta
antimagnetica.

sformatore. E bene sapere che, quando si parla di tensioni alternate,


valore indicato (ad esempio 220 V della nostra rete domestica) si
i:
il
chiama valore efficace ed ¢ dato dal valore di picco della sinusoide
diviso per 1,41. Si chiama efficace perché corrisponde al valore di ten-
sione continua che in un circuito produrrebbe gli stessi effetti.
Ad esempio, applicato ad una resistenza, farebbe passare la stessa cor-
rente. Essendo un componente piuttosto grosso le caratteristiche del
trasformatore vengono riportate per esteso sulla sua carcassa o sulla
pellicola isolante che protegge gli avvolgimenti.

100 pagine a colori per imparare l’ABC dell’elettronica,


conoscere i componenti e le foro funzioni. Tutto questo é
Primi passi, un manuale fondamentale per i meno esperti che
troveranno le risposte ai loro dubbi. Costa solo 20.000 lire:
ordinalo subito con il
coupon che trovi a pag. 25.
DIDATTICA

TUTTO Si TELECOMANDA
La moderna componentistica ha permesso
dispositivi molto piccoli ed grado
in di
realizzare
comandare
di
numerose funzioni diverse. A seconda del tipo
d‘impiego, si usano i telecomandi ad infrarossi,
ad ultrasuoni o a radiofrequenza.

uando si parla di telecomandi si gli apparecchi domestici venivano


intendono dei sistem: di controllo a comandati manovrando un semplice
distanza realizzati mediante la trasmis- interruttore, esistevano modellini di
sione di segnali fra due punti, senza l’uso automobili o di aerei radiocomandati.
di cavi di collegamento. In questi sistemi Oggi questa tecnica viene principalmen-
si distinguono trasmettitore, che
1! é te impiegata in applicazioni industriali
lPoggetto chiamato telecomando vero e ed é soggetta a norme piuttosto severe
proprio ed ricevitore, che é 11 dispositi-
il per l’utilizzazione delle varie bande di
vo incorporato all’interno dell’apparec- frequenza.
chio che viene comandato a distanza. Gli ultrasuoni sono onde sonore che
Ul sistema si pud realizzare con tre mezzi hanno una frequenza superiore a quella
trasmissivi differenti: onde a radiofre- massima udibile dall’uomo (circa 20000
quenza, ultrasuoni, raggi infrarossi. Hz). Nei telecomandi gli ultrasuoni ven-
La radio é il mezzo di trasmissione a gono prodotti sfruttando l’effetto piezoe-
distanza pit’ antico ed é stato anche il lettrico di certe sostanze allo stato cri-
primo ad essere utilizzato per la
realizza-
zione dei telecomandi. Quando ancora
stallino.
Il fenomeno consiste nella generazione

14: su un lato della basetta di un telecomando ad infrarosso troviamo i contatti


tutti
dei tasti, ognuno corrispondente a un frequenza (e quindi a un comando) diverso.

2: esempio di schema di
trasmettitore ad infrarossi: i piedini per la selezione del
canale possono essere collegati, a seconda dei casi, ai tasti del telecomando
oppure a microinterruttori con i quali viene impostato il
codice da trasmettere
(é il caso di certi sistemi di allarme per le abitazioni o per le automobili).

3: ecco Pintegrato che codifica il comando dato premendo


e che lo trasforma in un numero binario corrispondente.
tasto il
FOTODIOD! CIRCUITO INTEGRATO
EMETTITOR: CODIFICATORE
DLRAGGI E MOOULATORE PiLA PER
MIERARORSs ALIMENTAZIONE

PIN PER SEZIONE


DEL CANALE

a
GiRCUITO
OSCILLATONE
=

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 50
di oscillazioni meccaniche, che danno Il telecomando ad ultrasuoni é
quindi luogo all’emissione di onde sono- quello solitamente utilizzato per
re, in seguito all’applicazione di un apricancelli, antifurti e
campo elettromagnetico. automatismi di
vario genere.
Il cristallo viene controllato con un cir- Puo funzionare ad una distanza
cuito oscillatore in grado di produrre di circa 20 m dal ricevitore,
un’onda di frequenza pari a quella tipica
di oscillazione del cristallo, detta fre-
anche in presenza di ostacoli.
ap ><
quenza di nsonanza.
Oggi si possono realizzare sistemi di
comandi a distanza ad ultrasuoni con
una portata che arriva fino a circa 20
metri. In molti paesi pero la loro applica-
zione € limitata perché gli ultrasuoni,
mentre non sono uditi dall’uomo, distur-
bano molto gli animali domestici, primi
fra tutti cani e gatti.

GLi INFRAROSSI

Grazie alla notevole possibilita di minia-


turizzazione dei dispositivi emettitori, la
tecnologia oggi maggiormente usata
nella costruzione dei telecomandi é la
trasmissione agli infrarossi.
Il nome deriva dal fatto che questo tipo
di onde elettromagnetiche ha una fre-
quenza inferiore a quella delle onde cor- nuti all’interno della scatoletta che tenia- si di telecomandi é legato soprattutto
rispondenti all’emissione della luce di mo in mano, sono i dispositivi che per- all’esistenza di circuiti integrati in grado
colore rosso. Inoltre la radiazione infra- mettono di trasmettere, senza ]’uso di di pilotare molti canali, cioé di inviare
rossa € conosciuta anche come termica, cavi, linformazione. Dall’altra parte, tanti diversi “messaggi” distinti all’appa-
perché tutti corpi che in natura hanno
1
all’interno del sistema comandato a recchio controllato a distanza (si pensi a
una temperatura Superiore allo “zero
assoluto” (-273° C) emettono questo tipo
distanza, é situato i] ricevitore, che ha
come primo elemento circuitale un altro
quanti sono i tasti del telecomando un
televisore). Questi circuiti integrati con-
di
di onde.
I sistemi di comando a distanza ad
trasduttore che deve svolgere la funzione
opposta a quella del trasmettitore: con-
tengono anchei] circuito decodificatore,
quello cioé che da una propria identita al
infrarossi sono realizzati utilizzando nel vertire delle onde a radiofrequenza, degli canale selezionato.
dispositivo trasmettitore fotodiodi a ultrasuoni oppure dei raggi infrarossi in Scegliere un canale significa in pratica
semiconduttore all’arseniuro di gallio, un segnale elettrico. stabilire una forma d’onda oppure un
sostanza che, eccitata dalla corrente, é in Tornando all’interno della scatoletta del numero binario che rappresenti il segna-
grado di emettere radiazioni nello spet- telecomando, il primo componente che le da trasmettere. I] secondo caso, chia-
tro infrarosso. I] componente inserito nel elabora l’informazione da trasmettere é mato codifica digitale, & quello attual-
ricevitore é invece un semiconduttore il selettore di canale. I] grande diffonder- mente pill diffuso.
rivelatore (fotodiodo oppure fototransi-
stor), che compie l’operazione inversa.
Esso é cioé in grado di assorbire una
radiazione di tipo infrarosso e di conse-
guenza di emettere una corrente elettri- Iradiocomandi
ca. [ sistemi agli infrarossi sono oggi i sono i piu
pit diffusi perché sono altamente sicuri antichi ma
e affidabili e i] loro funzionamento non é rimangono
influenzato da disturbi di alcuna natura tuttora gli unici
(ad esempio onde elettromagnetiche). che funzionano
L’unica avvertenza é che essi devono anche a
operare in visibilita, cioé fra trasmettito- distanza di
re e ricevitore non devono esserci osta- parecchi km.
coli di nessun genere. Qui una
L’antenna radiotrasmittente, il cristallo versione da
generatore di ultrasuoni oppure il foto- -MN
modellismo
diodo emettitore, sono ]’ultimo anello con tutti gli
della catena dei componenti del trasmet- MODEL

“attuatori”
titore di un sistema di telecomando a comandati,
distanza. da montare
di
MANTUA

Prendono il nome trasduttori e, conte- sul modellino.


CREPUSCOLARE
UNIVERSALE
Questo circuito serve a realizzare un Se la resistenza di bobina del relé fosse
utilissimo dispositivo sensibile alla minore di 200 Q, bene adottare
@

luce, in quanto dotato di un fotoresi- un’aletta di raffreddamento per T1, cosi


store. E costituito da un semplice da dissiparne il calore: il diodo in
paral-
lelo a detta bobina serve per smorzarne
amplificatore di corrente, ]a cui usci-
ta @ rappresentata da un relé i cul le sovratensioni di commutazione.
contatti vanno ad attivare il dispositi- La tensione di alimentazione puo
vo segnalatore. variare da 12 a 35 V, con un assorbi-
e
mento di 2 mA a riposo di circa 70
a
Il circuito é dotato di un regolatore di
Alessandro Cossu di Carbonia
(CA) viene premiato con
premio in palio questo mese
il tensione per ottenere la massima Sta-
bilita di funzionamento, in particola-
mA relé eccitato.
Il punto di intervento del dispositivo
re per evitare accensioni accidentali (e quindi di attivazione del relé)
grazie al suo semplicissimo viene regolato all’optimum mediante
interruttore crepuscolare, della lampada causate da sbalzi di
tensione sull’alimentazione; 11 con- il trimmer R2. I] montaggio puod
utilizzabile in molte situazioni
densatore C3 posto all’ingresso di essere eseguito su un qualsiasi sup-
diverse.
questa serve
a filtrarne via l’eventua-
le presenza di disturbi, mentre pic-
1
porto isolante (ma il circuito stampa-
to é meglio) e montato in un qualsia-
coli C! e C2 assicurano la miglior si scatolino in plastica: sulla basetta
stabilita di funzionamento di IC1. circolano solo 12 V.

ici e

ITT
=

iy
// COMPONENTI
ae 2200
1000
=
=
©
© (trimmer)
FR = fotoresistenza
Il circuito é composto (qualsiasi tipo)
da un amplificatore Ci = C2 = 0,1 pF (ceramico)
della corrente C3 = 100 pF - 50 V (elettr.)
proveniente dalla © Ti = 2N1711
fotoresistenza e da un VCC
1C4 = 7809
relé che, attivato da tale Di = 1N4007
corrente, mette in RL = relé 6-12 V
funzione un dispositivo ({200+300 mA)
segnalatore. IC1 é un vcc = 12+35 V
regolatore di tensione.

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 52
eee
MINISTAZIONE LUCE DI CORTESIA
SOA LU

Per tutti quegli appassionati di elettroni-


ca che non vogliono spendere somme Riccardo Sterlicchio di Andria (BA) ha
elevate in stazioni saldanti
complete
pi
o meno
convenienti oppure esose,
e
R1 =
R2 = 1
1000 2
MOQ
(potenziometro)
avuto il problema di illuminare |’interno
della sua vettura anche con Ja portiera
Daniele Guidetti di Pieve di Cento R3=180-1W chiusa, in quanto nel garage non c’é illu-
(BO) propone la sua modesta versione C1 = 0,1 WF - 250
(mylar)
V minazione; cosi ha progettato e realizza-
che, nonostante la mancanza di un vero e C2 = 0,1 pF - 250
(c.a.}
V to un piccolo temporizzatore.
proprio indicatore di temperatura a TC = triac (almeno 300 V - 2 A} Date le dimensioni, esso pud essere col-
display, si presenta utile in tutti quei casi DC = diac (qualsiasi tipo) locato nello stesso posto della luce inter-

= PO
in cui é necessario variare la temperatura $1 = deviatore 3 posizioni na dell’auto, senza |’impiego di lunghi
cavi. Il principio consiste nel tempo di
A
carica/scarica del condensatore Cl che. a

=a
220V
$1 seconda del suo valore, determina i!
Rl} tempo
Nel
di eccitazione del relé.
realizzarlo ha usato esclusivame

,

R3 componenti di recupero e, avendone rea-


lizzati degli altri per due suoi amici, h
constatato che possono essere tranqu
a2 mente impiegati altri tipi di transistor
R2

;
TC
pc equivalenti, senza grossi problemi, in
quanto basta variare la capacita di C]
+— Gi il circuito. E essenzia-
=
per personalizzare
g le che il negativo della lampadina venga
ialicediamiar
7 =
=—
Cf
al C2 staccato dal terminale dell’ interruttore
della portiera e saldato sul terminale nor-
malmente aperto del relé (punto B
Invece nel punto staccato precedente-
»>>>

del nostro saldatore, per montare compo-

eS:
nenti delicati. La pratica soluzione del
problema prevede un potenziometro
Sai
284)
(R2) che fa variare la tensione presente
il kit per fotoincisione
ai capi del diac di pilotaggio del triac;
della ditta Else si compone
questi a sua volta determina la tempera- di un supporto formato
tura del nostro saldatore, facendone da una base in legno, un letto
variare l’alimentazione. La resistenza R1 di spugna dove alloggiare
consente di definire il desiderato valore Per chi collabora la piastra ed un vetro
di copertura, il tutto stretto
della soglia minima di alimentazione, Tutti i lettori sone invitati insieme da 4 fermagli.
sotto la quale non andare (dopo un po’ di ad inviare un loro progetto, C’é poi la lampada da tavolo
prove se ne trova il valore pil adatto al semplice e inedito, che non con la lampadina speciale.
nostro saldatore); il deviatore S1 lo si impleghi pia di 15 componenti
usa per: a) utilizzare la stazione saldante; elettronici. Le realizzazioni
b) interrompere il tutto; c) alimentare il (una breve spiegazione,
saldatore direttamente dalla rete. qualche disegno, le generalita
ed una foto tessera dell'autore)
La rete C2-R3 serve per attenuare i pos- devono essere inviate a
sibili disturbi generati dal triac tutte le ELETTRONICA PRATICA - EDIFAI
volte che esso commuta le sue condizio- 15066 GAVI (AL):
ni di conduzione. [1] circuito, una volta a tutti i partecipanti sara spedito
completato e collaudato, é meglio rac-
un utile omaggio. Ogni mese il
progetto migliore verra pubblicato
chiuderlo in una scatola di plastica:
é
e premiato con un utilissimo kit
ricordiamo che sotto tensione di rete. per fotoincisione deila ditta Else.
Riccardo Sterlicchio di Andria (BA)
ha realizzato questo semplice
i
FS
¥ eet

temporizzatore per le
luci di
cortesia dellPauto soli 7
ain
con
componenti.

pA
mente dall’interruttore va collegato uno
dei terminali dell’avvolgimento del relé
stesso (punto A).
Il tutto va isolato in un contenitore,
oppure semplicemente impacchettato tra
due piccoli fogli di polistirolo.

Ri = 10 KQ”
R2 = 1000 ©
Ci = 100 pF - 25 V (elettrolitico)
T1 = BC212 (PNP)
T2 = TIP 33 (NPN)
Di = 1N4004
RL = relé 12 V
GND
LP = lampada auto

TRI. I componenti con cui questo cir- momento della commutazione del transi-
cuito é realizzato sono solamente 6, o al stor a causa dell’induttanza del motore
massimo 7 se si vuol conteggiare anche applicato, salvando cosi il transistor.
la piastra dissipatrice. Naturalmente la regolazione dei giri del
Lo schema prende spunto dagli inserti motore oppure la luminosita della lam-
Approfittando dello spazio W I’ elettroni- Primi Passi di questa rivista: utilizzando pada si effettua agendo sul potenziome-
ca, Gabriele Bernett di Petriotoli (AP) un partitore di tensione resistivo, si va a troRI.
ci propone un circuito realizzato per variare tensione e corrente sulla base del Il circuito puO essere montato su
variare la velocita di un motore M
luminosita di lampade, il tutto funzio-
la transistor-Darlington BDX53C, varian-
done di conseguenza ilpunto di Javoro e
un’ opportuna piastra di alluminio, che
funziona anche da dissipatore di calore,
nante alla tensione di 12 V (circa) conti- la conducibilita. ma contemporaneamente serve da anco-
nui. Tale circuito é in grado di pilotare Il diodo presente sull’uscita, che é di raggio per i pochi componenti usati.
carichi fino a 7-8 A, abbisognando perd emettitore, evita gli effetti delle sovra- La foratura di tale piastra deve essere
di un radiatore di calore per montarci tensioni che si possono generare al eseguita con grande cura.

ll circuito puo essere


montato su una piastra
dalluminio che funziona
anche da dissipatore di
calore per il transistor T1.
vec Ee = +

"Nc: ey R2
Ty

RI
2
—O <
+
R1 = 2200 © (potenziometro)
@) vec U Fa R2 = 390 0
01 Ci = 100 pF - 16 V (elettrolitico)
T1 = BDX53C
FI D1 = 1N5404
i——O< LP = spia 12 V

-
~

ELETTRONICA PRATICA Aprile 1997 - Pag. 54


6 KIT UTIL
CIL if
EC MPLETI RA 94: registratore digitale che sfrutta
le moderne memorie a stato solido
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e puod fungere
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richiesto (riportato a fianco del circuito), nella causale
del versamento.
COMFORT DOMESTICO-

UMIDITA
SOTTO CONTROLLO
Ilnome esatto del circuito | termine poco abituale di ‘‘umidosta- fornite tutte le indicazioni utili a risolve-
é umidostato, to” non rappresenta altro che un
dispositivo destinato ad intervenire,
re ugualmente il problema, con po’ di
un

pazienza. E opportuno iniziare subito con


un dispositivo mediante un relé, al variare dell’umidita l’acquisire qualche conoscenza un po’ pill
appartenente alla famiglia rispetto a valori predeterminati. Prima di
entrare nel vivo della descrizione, c’é
profonda del solito sull’argomento umi-
dita, che non é cosi generico come spesso
egli igrometri, che serve perd da premettere una precisazione. siamo abituati a considerare.
a segnalare le variazioni
di umidita relativa
Abitualmente, sulle pagine di Elettronica
Pratica, vengono presentati progetti
facilmente realizzabili anche da un hob- CHE COS’E L’UMIDITA
in un ambiente, rispetto bista alle prime armi in modo da
garanti-
ad un valore re un successo sicuro: il progetto che
presentiamo stavolta é si abbastanza
Con il termine umidita si indica normal-
mente la quantita di acqua presente in un
opportunamenite stabilito. semplice, perd é piuttosto difficile la sua certo materiale o pil. genericamente in
tutto facendo uso
Il messa a punto; per meglio dire, pit: che un mezzo qualsiasi. In particolare l’umi-
dita presente nell’atmosfera in cui vivia-
di difficolta esatto parlare di laborio-
di un sensore elettronico.
@

sita, essendo anche richiesta una certa mo é una grandezza fisica di rilevante
conoscenza dell’elettronica particolare importanza, che puo capitare di dover
qui adottata. costantemente controllare in molti settori
Naturalmente, da parte nostra vengono della vita sia dal punto di vista sociale

Piedinatura e schema
ve dell’LM 358.
La piedinatura é la
|
seguente: pin 1 = uscita
|
sezione A; pin 2 = entrata
|

invertente sezione A; pin 3


= entrata non invertente
sezione A; pin 4 = GND; pin
5 = entrata non invertente
sezione B; pin 6 = entrata
invertente sezione B; pin 7
= uscita sezione B; pin 8 =
+ Vcc.

INPUTS
o
] +VCC ie]

LJ

lo}

[4] GND 5

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag.
Ecco
il prototipo del nostro
umidostato come da noi realizzato
e collaudato. II montaggio non
é difficile; piu complessa la taratura.

che da quello casalingo. Per tenere sotto cosa si tratta, cominciando col ncordare sponde un’atmosfera completamente
controllo problemi di climatizzazione o che la quantita massima di acqua accet- secca, mentre al 100% corrisponde
cicli di lavorazione non ci si pud quindi tata sotto forma di vapore da un certo un’atmosfera satura. Dopo questo neces-
affidare a sensazioni corporee personali,
bensi ad appositi strumenti fra cui quello
volume d’aria é appunto legata a tempe-
ratura € pressione; questo significa che
sario approfondimento, ritorniamo
problemi elettronici.
ai
di base & l’igrometro. L’umidita atmo- cercando di introdurre pil’ vapore
sferica definisce si 11 contenuto di vapore acqueo del massimo consentito, |’ecces-
acqueo presente nell’aria; ma cid pud so ritornerebbe allo stato liquido. L’>UMIDOSTATO ELETTRONICO
essere preso in considerazione in due
modi diversi, cioé attraverso la valuta-
Quando una massa d’aria contiene
massima quantita possibile di vapore
la Gli igrometri di tipo classico adottano
zione dell’umidita assoluta oppure acqueo, ovvero di umidita, si dice che & (ormai é meglio dire adottavano}, come
dell’umidita relativa. L’umidita assoluta stata raggiunta la saturazione: in altre elemento di trasduzione, il principio
é quella che valuta solamente la quantita parole, la massa d’aria & satura di umi- della dilatazione dei capelli umani. i
di vapore acqueo contenuto nell’ unita di dita. Ritornando allora alla dipendenza quali costituiscono quindi il sensore
volume di aria (in genere, grammi per fra le varie grandezze fisiche, si defini- classico per ottenere un opportuno allun-
metro cubo), senza tener conto delle sce come umidita relativa la percentuale gamento o accorciamento. Noi qui adot-
condizioni ambientali che condizionano di vapore acqueo contenuto in un deter- tiamo invece qualcosa di diverso, ¢€

lo stato fisico dell’ aria, cioé temperatura minato volume d’aria, rispetto alla quan- comungue un circuito di cui andiamo ad
e pressione. Quindi tale grandezza é tita di vapore che vi sarebbe contenuto esaminare ]o schema elettrico. Lo stadio
relativamente poco utile agli effetti pra- se, in quelle condizioni di pressione e d’ingresso, incentrato sul FET F1, é un
tici, mentre di utilita assai maggiore é temperatura, i] volume d’aria fosse satu- oscillatore la cui frequenza di lavoro é
Pumidita relativa, se non altro perché é ro di vapore. L’umidita relativa viene stabilita dal valore di induttanza del pn-
da questa che dipendono in buona parte quindi misurata in unita percentuali, rife- mario di LI e dalla capacita (che é
le sensazioni fisiche ed i fenomeni fisio- rendola alla quantita necessaria per rag- appunto la grandezza variabile in funzio-
logici connessi con lo stato igrometrico giungere la saturazione; in pratica quindi ne dej]’umidita) del sensore SU.
ambientale. Vediamo brevemente di al valore 0% di umidita relativa corri- >»

ELETTRONICA PRATICA
- Aprile 1997 - Pag. 57
os

VuVVY
a co

¥
AAAA

ga Qo

a
AAAAA
VVVVV Da

Schema elettrico dell’umidostato; all’uscita, ilrele


é in grado di attivare un qualsiasi sistema
di segnalazione o di vero e proprio intervento.

COMPONENTI
@vec R1 = 330 ©
R2 = 680 2)
R3 = 470 kQ
R4 = 27 kQ
Piano R5 = 27 kQ
di montaggio R6 = 1000 2
del dispositivo R7 = 100 k© (trimmer)
igrometrico R8 = 1 MQ
elettronico. R9 1000 2 =
R10 = 10 kQ
C1 = 0,1 pF (ceramico)
C2 = 47 pF (mica)
©vcc C3 = 0,1 pF (ceramico)
C4 = 0,1 pF (ceramico)
C5 = 100 pF - 16 V (elettrolitico)
C6 = 0,1 pF (ceramico)
J1 = RFC 10 mH
Li = M.F. 455 kHz (nera) senza
condensatore
Ilcircuito Fi = 2N3819
stampato TR1i = 2N1711
é qui visto IC1 = 78L05
dal lato rame 1C2 = LM358
nelle sue Di = 1N4148
dimensioni D2 = 1N4004
reali. DL = led
RC = risuonatore ceramico 455 kHz
SU = di umidita (Philips)
sensore
RL = relé 12 V (FEME MZP
Vec=12V
A)
ELETTRONICA PRATICA - Aprile 1997 - Pag. 58
|
2} l
UMIDITA SOTTO CONTROLLO
elevata, i] nsuonatore ceramico, venendo ponticello in filo nudo nei pressi dello
cosi rivelato da D1 ed andando pola- stesso IC2; si passa poi ai vari condensa-
rizzare il pin S di IC2. DL comincia ad tori, tenendo conto che c’é un elettroliti-
u| accendersi debolmente, aumentando via co di cui rispettare la polarita. RC e JI
via la sua Juminosita pil. cambia 1] valo- non hanno invece alcun senso di inser-
re di umidita, finché fa passare in com- zione di cui preoccuparsi. TR1 !

mutazione TRI, il quale provoca I’atti- riferimento, il dentino che sp


vazione del relé, che provvede a segna- corpo metallico a contrassegn¢
lare od a far intervenire quanto prestabi- ter, mentre Fl e IC] vanno
:
© lito. Da quanto sin qui descritto appare rispettando la posizione della f i
| evidente che l’oscillatore deve essere ad ta siglata; DL ha luscita di catod:
alta stabilita; é per questo motivo che F1 corrispondenza del leggero smuss
| € alimentato attraverso un regolatore che sente sul bordino. R7 ed LI en
ne stabilizza la tensione e Cl deve esse- automaticamente nella foratura prevista,
| re de] tipo a mica. E anche buona norma poi si possono montare SU (senza alcun
porre il circuito lontano da eventuali verso da rispettare) e RL, che si innesta
| fonti di calore, specie se di tipo intermit-
tente. R7 serve per regolare l’amplifica-
obbligatoriamente nel modo
Alcuni terminali ad occhiello ox
g
|
zione di IC2, doppio operazionale di cui no il montaggio, cui manca so
si utilizza una sola sezione; questo inte- Vintegrato IC2, da inserire con

atLy grato é stato qui adottato in quanto esso


ha la possibilita di funzionare con il -
Vec come comune, senza cioé la neces-
nel verso giusto, nello zoccolk
diamo che L] é un trasformat
kHz del tipo co] nucleo col
sita di dover creare in qualche modo una deve essere senza il condensz
tensione di polarizzazione negativa tato all’interno; se fosse inve
(come invece sarebbe con i tipi TL e (é un tubettino posto fra due

L1 é un normale trasformatore di media


yA). Infatti il nostro LM358A, coppia di
amplificatori operazionali indipendenti,
basta spezzarlo entrando con
un cacciavite. E comunque 0;
la ¢

frequenza a 455 kHz, e la frequenza di ad alto guadagno ed internamente com- fare attenzione alla piedinat
oscillazione deve essere portata allo pensati in frequenza, é specificamente che non sempre é disposta ¢
stesso valore di risonanza del compo- realizzato per funzionare da un singolo della marca da noi usata: questa comun
nente RC, consistente in un risuonatore
ceramico (una specie di cristallo, ma non
alimentatore e su un’ampia gamma
valori di tensione (da 3 a 30 V); oltretut-
di que € la pil comune. Per RC pud essere
montato qualsiasi tipo di risucnatere
di quarzo). Cosi com’é cablato
il
complessivo, questo componente, ovve-
circuito to il suo impiego é tipicamente previsto
in unione a trasduttori di segnale. II led
ceramico di frequenza compresa fra 400
e 500 kHz; la regolazione de! nucleo di
ro RC, lascia passare le frequenze che ha la funzione di visualizzare (in base L1 consente di adattare opportunamente
sono nelle immediate vicinanze di 455 alla sua luminosita) l’entita della corren- la frequenza di oscillazione: attenzi one
kHz (o meglio, della sua risonanza), te che passa dall’uscita di IC2 alla base comunque a non usare dei comuni filt
mentre proprio questo valore viene bloc- di TR1: questa indicazione é utilissima ceramici per M.F., perché non andrebbe-
cato e quindiil segnale non passa. Cio in per la taratura del dispositive. Alcuni ro bene per questa applicazione specifi-
quanto RC lavora in antirisonanza, ovve- particolari finali sullo schema: J1 costi- ca. Una volta completato il montaggio
ro in risonanza parallela, che presenta tuisce il carico su cui si localizza la RF
impedenza elevatissima in corrisponden- in uscita da RC, e contemporaneamente
za di tale valore. Quando, al valore di
umidita stabilito, la regolazione del
la chiusura in continua per ildiodo D1;
C6 é il filtro che porta il segnale raddriz- L’integrato IC1 si monta con la
nucleo di L1 e la capacita intrinseca del zato alla condizione di corrente continua faccia piatta rivolta verso il centro
sensore SU sono del giusto valore, lo quasi perfetta. della basetta.
stadio oscilla a 455 kHz, 0 comunque al
valore esatto di RC: il segnale é bloccato
da RC, dopo
il quale la tensione a RF é
zero. D1 quindi non riceve alcun segnale
LA BASETTA
da rettificare, IC2 a sua volta non riceve Non c’é alcun dubbio che un circuito di
corrente di pilotaggio all’ingresso (non questo tipo é assolutamente consigliabile
invertente), il led DL é spento, TR1 montarlo su circuito stampato, per poter-
interdetto e infine il relé non é attivato. ne avere la piu tranquilla affidabilita
Se la percentuale di umidita varia rispet-
to al valore predisposto, in pit! o in meno
quando lo si vada a far funzionare; e la
nostra versione é appunto studiata per la
che sia, la frequenza di oscillazione si miglior ripetibilita delle prestazioni.
sposta rispetto al valore nominale ed il Cid premesso, si comincia col posiziona-
segnale attraversa, con entita pill o meno re resistori, lo zoccolo per IC2 ed il
1
UMIDITA
SOTTO CONTROLLO
tura in radio: cid in quanto, molto banal-
mente, avvicinando una mano, o altro
corpo conduttore, alla zona dell’ oscilla-
Ji una RFC
é@ tore, si verifica un leggero, ma in questo
da 10 mH; caso determinante, spostamento della
nel montaggio frequenza generata. In cid consiste pro-
prio il problema principale per il buon
non occorre
funzionamento di questo circuito: una
rispettare volta collaudato e tarato va inserito den-
alcuna polarita
tro un’opportuna scatoletta di alluminio,
. d’inserimento.
nella quale si sono eseguiti alcuni fori
per consentire il necessario ricircolo
dell’ aria; la scatoletta evidentemente
protegge il circuito dalle capacita esterne
che abbiano ad avvicinarsi 0 ad allonta-
del circuito sull’apposita basetta, e dopo E opportuno sottolineare che SU non narsi. Naturalmente, una volta che la
averlo tarato in modo che DL sia spento, reagisce immediatamente alle variazioni basetta € messa dentro la scatola, occor-
passiamoal collaudo vero e proprio che
consiste nell’alimentare il sensore:
di umidita, ma richiede qualche secondo
per reagire e qualcosa in pill per ritorna-
re ripetere con cura la taratura agendo
sempre sul nucleo di L1.
Vumidita contenuta nel nostro alito fa re allo stato di partenza. Qualcosa da Cosicché, al di 1A delle utilizzazioni pre-
scattare quasi subito il relé, il quale resta sottolineare c’é anche a proposito della vedibili che un circuito del genere pud
chiuso fintanto che SU non abbia resti- regolazione del nucleo di L1, che va avere, il bello sta anche nella paziente
tuito all’ambiente tutta umidita che assolutamente eseguita con un cacciavite sperimentazione e messa a punto di un
aveva forzatamente assorbito. di plastica, di quelli appositi per la tara- circuito un po’ critico.

IL SENSORE ELETTRONICO
Si tratta di un componente di struttura abbastanza sem- do elettricamente simile ad un condensatore, non é ca-
plice, illustrata nel disegno qui riprodotto. La parte ratterizzato da alcuna polarita da rispettare. Le sue ca-
sensibile @
rappresentata da un dischetto di plastica, ratteristiche sono: gamma di umidita relativa misurabi-
metallizzato su ambedue le facce, che si comporta so- le: 10+90%; capacita a 25° C (43% umidita-100 kHz):
stanzialmente come un condensatore la cui capacita ]22 pF (+ 15%); gamma frequenze: 1 kHz+] MHz; ten-
varia, appunto, al variare dell’umidita presente stone max alternata o continua: 15 V.
nell’aria. La metallizzazione del disco é realizzata con La variazione di capacita con cut il sensore reagisce
due sottili pellicole in oro, e il disco stesso racchiuso
@
alle variazioni di umidita relativa sono le seguenti:
in un contenitore plastico dotato di piccole aperture 40% = 120 pF; 50% = 125 pF; 60% = 130 pF; 70% =
che consentono ilpassaggio dell aria e quindi il con-
tatto con Vumidita in essa contenuta. /l sensore, essen-
135 pF e cosi via: ogni 10% in piit di umidita relativa
aumenta di 5 pF la capacita.
_CONTEN. IN PLASTICA.

“ PIEDIN| ———~

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- Aprile 1997 - Pag. 60
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lire per le spese di spedizione) tramite vaglia postale, assegno bancario o conto corrente postale
n. 46013207 intestato a; STOCK RADIO - 20124 MILANO Via P. Castaldi, 20.
E possibile ordinare telefonicamente chiamando
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numero 0212049831.
E indispensabile specificare nella causale del versamento il nome ed il codice del prodotto
nel caso delle lastre fotovoltaiche (per esempio “Lastra fotovoltaica CG 0306" ) mentre
per inverter e la centralina scart basta il nome.
U
EL I
E TRONICA
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a disposizione dei
suoi lettori ben 59 kit,
relativi ai progetti pubblicati sulla rivista.
Tutti sono ancora disponibili e possono
essere ordinati tramite l’apposito tagliando
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di ogni tipo. I progetto é stato pubblicato I! progetto é stato pubblicato a febbraio é stato pubblicato a marzo a pag. 38.
a pag. 36. Lire 33.000. Lire 16.000 (escluso strumento).
a gennaio a pag. 20. Lire 78.000.

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pit distanti tra loro di quanto non siano in guasti in apparecchi radio di ogni tipo. scoppio di auto e moto. |I progetto é stato
realta. il progetto é stato pubblicato a
febbraio a pag. 46. Lire 29.000.
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REDAZIONE
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direttore responsabile Massimo Casolaro
direttore esecutivo Carlo
aro Benedetti
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teh 0143/642492 UFFICIO ABBONATI ¢ Tel. 0143/642232
De We

0143/642493 dalle ore 8.30 alle 12.30 e dalle 14,30 alle 18.30
coordinamento Massimo Casolaro jr. fax 0143/643462
L’abbonamento a
redazione Dario Ferrari AMMINISTRAZIONE ELETTRONICAPRATICA

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ELETTRONICA PRATICA - Meogio 1997 -


Pac 3
ELECTRONIC NEWS
IL TROVA GUASTI
Il cortocircuito € responsabile di pit: della meta dei malfunzionamenti delle
schede a circuito stampato e individuarne la posizione quasi sempre non é facile
compito. La serie di strumenti Toneohm da questo punto di vista rappresenta un
valido aiuto e ne é prova il fatto che, grazie ad essi, una socicta di riparazione di
schede ha ridotto del 75% i] tempo di identificazione dei componenti guasti.
Il principio di funzionamento é quello della “traccia voltamperometrica”: ogni
componente risponde ad un impulso di corrente applicato secondo una “firma”
caratteristica della configurazione circuitale a cui esso stesso appartiene.
Confrontando questa risposta con quella di una scheda perfettamente funzionante
é facile rilevare il guasto. Dal punto di vista operativo basta far scorrere una
coppia di sonde lungo la posti
pista sospetta della scheda; tutti i comandi sono
su un unico pannello e l’apparecchio é dotato di ampio display.
La facilita d’uso

(la diagnosi si e sia


la totale sicurezza |’
per operatore che per i componenti
effettua senza alimentazione) rendono Toneohm adatto sia agli
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MISURA LA CORRENTE SENZA CONTATTO


Il catalogo della Distrelec Italia presenta una vasta gamma di
apparecchiature elettriche, fra le quali trovano un ampio spazio gli
strumenti per vari tipi di misure di grandezze elettriche e non (ad esempio la temperatura), che possono funzionare sia
a contatto
con l’oggetto della misura o senza contatto. A quest’ ultimo gruppo appartiene rivelatore di tensione alternata, tascabile grazie
un

alle sue ridotte dimensioni (lunghezza 146 mm e diametro 19 mm) e al modesto peso (41 grammi comprese
le
due batterie AAA).
Si chiama VoltAlert LAC e consente di individuare la presenza di tensione senza alcun contatto metallico, quindi in condizioni
di
massima sicurezza. Ma non solo é Ja sicurezza
il
pregio di questo dispositivo: va infatti considerata la possibilita di sondare le
linee anche attraverso gli isolamenti, senza cioé dover rimuovere questi ultimi per accedere al conduttore. Per l’utilizzo
€ sufficiente toccare una
presa 0 un cordone con
la punta del misuratore e, quando viene emessa una luce
rossa, significa che
é presente tensione. Lire 39.000. Distrelec (20020 Lainate - MI - Via Canova, 40/42 - tel. 02/937551).

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la presenza di tensioni alternate
senza contatto metallico;
la sicurezza del funzionamento
é garantita dallinvolucro
completamente isolante.

MICROINTERRUTTORI SUPERVELOCI
Lo scorso settembre la DuPont Italiana ha annunciato
un’altra applicazione innovativa delle gia diffuse
tecnologie per circuiti integrati della casa madre.
Questa volta é la societa Nortel di Ottawa (Canada) che
si é rivolta alla DuPont Electronic Materials per
sperimentare ne] settore delle telecomunicazioni ad alta
capacita la tecnologia di foto-composizione
Fodel. La Nortel, specializzata nei sistemi di afilm spesso

commutazione, ha utilizzato la nuova tecnologia per


la produzione di un chip dotato di 24 porte di
ingresso/uscita, in grado di smistare segnali
a 10 Gigabit al secondo.
La realizzazione non sarebbe stata possibile con
le tecnologie gia impiegate nel passato per chip funzionanti
fino a 5 Gbit/s, le quali soprattutto non avrebbero
consentito il controllo delle dimensioni circuitali in modo
da garantire i minimi livelli di disturbo e di interferenze.
Ricerca Du Pont-Nortel.
ELETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997 - Pag. 4
ELECTRONIC
Chi alla Logitech si occupa di ergono-
NEWS
mia, cioé dello studio delle condizioni in
cui ’uomo lavora, ha riscontrato che la
“coda del topo”, cioé il cavo che collega
il mouse al computer, pud costituire un
intralcio, e nello stesso tempo ha trovato
per il dispositivo la forma ideale. Ne €
nato Cordless Mouse Man Pro, il mouse
senza fili funzionante ad onde radio, una
tecnologia introdotta gia dal 1991 come
soluzione ottimale per tutti problemi di
1

controllo. Rispetto agli infrarossi non é


richiesta l’assenza di ostacoli ed il rice-
vitore ha un ingombro minimo; inoltre la
presenza di pil portanti per lo stesso
segnale elimina ogni problema
ferenza. La forma del nuovo mouse é
di
inter-

stata inoltre studiata per permettere di


mantenere polso e mano in una posizio-
ne rilassata, simile a quella naturale, e di
poter utilizzare il pollice per accedere ad
uno dei tre tasti: si é infatti dimostrato
che molti utenti si trovano a proprio agio

IL MOUSE HA PERSO LA CODA


usando proprio questo dito. I] dispositi- HyperJump e SmartMove. Grazie alla selezionato un comando da meni, il
sore passa automaticamente al comando
cur-
vo @ corredato del pacchetto software prima i tasti del mouse possono essere
MouseWare che permette la gestione programmati per accedere istantanea- successivo. Lire 129.000.
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ottimale dell’ambiente Windows. Parti- mente a otto dei pit! usati comandi di
colarmente utili sono le due funzioni Windows 95; con la seconda, una volta Centro Colleoni - tel. 039/6057661).

Tl CRONOMETRO DALLE SCARPE


La tecnologia Tris della Texas Instruments consiste
in un metodo di identificazione basato su transponder,
un apparecchio rice-trasmittente che, attivato da un
opportuno segnale, trasmette un altro segnale costituito
da un particolare codice programmabile. JI sistema,
gia diffuso negli antifurto e nei controlli di accesso
dell’ultima generazione, ha trovato applicazione
durante le Olimpiadi di Atlanta dello scorso anno per
il cronometraggio delle gare di maratona.
.

E stato infatti impiegato


il sistema di temporizzazione
ChampionChip grazie al quale la gara di ciascun
-orridore non inizia pit col tradizionale colpo
oltella. peraltro sempre presente, ma nell’ istante
i cui i] micro-transponder inserito 1n una scarpa
moeve. al superamento della linea di partenza,
il segnale inviato da un’antenna.
© ramsponder invia un codice identificativo

emputer che. in tal modo, conosce l’esatto


(tame d) partenza e pud quindi effettuare
un cronometraggio esatto.
jici di gara di verificare
atleta attraverso
I
atrollo previsti.
Ricerca Texas Instruments.
MUSICA
| PERCHE DELI

GAZZI?
Cerchiamo di scoprire
perché, nonostante
siano fecnologicamente
superate, le valvole
rimangono i componenti
Amplificatore piv apprezzati
a valvola singola
(o monotriodo) per la riproduzione
capace di
una
potenza di 25+25 W.
hi-fi della musica.
E considerato forse
migliore amplificatore

[
il
quest’ultimo decennio si é manife-
a valvole in commercio
stato un crescente interesse per quello
per il suo suono quasi
pertetto ¢ jl suoprezzo
Ecco una mini collezione di valvole,
civili e militarhy in uso tra gli anni ’20
che, tra i componenti elettrici, é forseil
pit! popolare e ricco di storia: la valvola.
Inelce
Oo
laramente: e gli anni ’50; esteticamente hanno Tale interesse & motivato dal fatto che
costa circa 60 milioni di lire.
3

forme molto diverse. esso non solo é un indispensabile ogget-


to di ricambio per collezionisti di appa-
= i recchi radio riceventi o trasmittenti
“ d’epoca, ma € oggi nuovamente impie-
+ gato in ambito audio, poiché da molti
‘ P /
viene giudicato ineguagliabile
> i | nell’amplificare suoni € musica ai massi-
leas «

mi livelli di alta fedelta. La sopravviven-


* He ni
|

za e anzi il rinato sucesso degli amplifi-


_
catori valvolari dipendono, infatti, dalla
particolare qualita sonora che questi
sono in grado di esprimere, che li rende
apparecchi destinati ai veri appassionati
di musica, i quali non si lasciano scorag-
giare dalle difficolta che il loro utilizzo
presenta. Fu negli anni ‘60 che, contem-
poraneamente alla nascita delle apparec-
chiature transistorizzate, vennero adotta-
te dai costruttori di queste ultime una
serie di misurazioni strumentali, atte a
|

dimostrare che i nuovi prodotti erano


migliori dei vecchi. Alcune persone,
pero, che si fidavano solamente delle
proprie orecchie, in special modo i musi-
cisti, quali possedevano grande sensibi-
1

lita e allenamento all’ascolto, essendo


essi stessi creatori di musica, maturarono
diffidenza verso questa nuova tecnolo-
|
gia, ritenendola meno valida sotto
'ELETTRONICA
l'aspetto prettamente musicale. Molti di delle distorsioni. Nel caso di un amplifi-
essi continuarono
a
preferire gli amplifi-
catori a valvole, nonostante Ja loro mole
catore valvolare, le distorsioni emesse
durante il clipping hanno un contenuto
PLACCA

imponente in rapporto alla potenza resa di armoniche decrescente al crescere


e, qguindi, alla difficolta di usarli nelle della frequenza riprodotta, con regolare
loro performance. Cosi, mentre in presenza di prodotti di ordine pari. GRIGLIA
campo hi-fi si assistette a un rapido cam- Questo é molto importante per l’ascolto,
biamento a favore delle amplificazioni poiché le prime due armoniche sono
tramsistorizzate, con la quasi completa direttamente correlate al segnale trattato;
scomparsa, salvo rare eccezioni, dei cir- in special modo, la seconda tende a con- F K CATODO

ewiti a valvole, nel campo dell’ amplifi- ferire profondita al suono, senza modifi-
cazione strumentale, invece, questa tec- carne la struttura timbrica. La distorsio-
mologia non é mai stata abbandonata, ne introdotta dagli amplificatori valvola- ll simbolo grafico con cui viene
anzi, ha conservato, a dispetto degli anni
dell’evolversi delle circuitazioni e
ri al clipping viene definita “morbida”
perché questi, anche in presenza di tassi
rappresentato il triodo contiene,
schematizzati, tutti gli elementi
la
e
della componentistica, la fama di mag- elevati di distorsione, riescono a mante- che compongono valvola.
giore musicalitaé e fedelta nella riprodu- nere un suono ugualmente accettabile
zione del suono. all’ascolto, il che permette il loro utiliz-
zo in una pid vasta zona di amplificazio-
ne. Questo non avviene, invece, con gli
DISTORSIONE MORBIDA amplificatori a transistor, i quali sono, di
regola, fortemente controreazionati,
Questo perché i musicisti sono soliti cosicché introducono al clipping notevo-
li distorsioni di ordine dispari, che dap-
adoperare le apparecchiature al limite
delle loro possibilita, incorrendo fre- prima si concretizzano in un suono offu-
quentemente in sovraccarichi prolungati
durante i passaggi pit’ sostenuti delle
scato e confuso, il
sempre pil stridente
quale, poi, diventa
e metallico, fino
loro esecuzioni. Questa consuetudine alla completa saturazione. Questo com-
provoca
il
il“clipping” dell’amplificatore,
quale si viene a trovare con una tensio-
portamento degli amplificatori a transi-
stor sottoposti al clipping viene, percid,
ne all’ingresso superiore a quella da esso immediatamente evidenziato, il che ne
accettata e, quindi, saturandosi, produce . >>>

Una valvola di segnale


(triodo) priva del bulbo
in vetro consente di vedere
la costituzione interna FILAMENTO —

di questo componente.

ELETTROOD!
DI SOSTEGNO -
ELEMENTI

Abbiamo rotto il vetro


protettivo e poi smontato ZOCCOLO
PORTACONTATTI-
un triodo (lo stesso che
vediamo ancora integro qui

i
accanto) di segnale.
Le scritte evidenziano vari PIEDINI
elementi che li compongono.
el
limita la dinamica effettivamente utiliz-
zabile. Da questa sostanziale differenza
nasce l’impressione di maggior potenza
che danno gli amplificatori valvolari a
parita di dati di targa. La tecnologia val-
volare, inoltre, si presta particolarmente
bene all’autocostruzione, in quanto
richiede meno componenti, rispetto ai
pari disegni a stato solido. Per |’ autoco-
struttore non particolarmente esperto,
poi, una realizzazione con valvole é pit
sicura, in quanto, in caso di errori, il
dispositivo tutt’al pil funziona male o
non funziona affatto ed é abbastanza dif-
ficile riuscire a danneggiare seriamente
tali componenti: le valvole, infatti,
lasciano il tempo di accorgersi degli
eventuali errorl commessi.
Il pregiudizio relativo alla presunta fra-
gilita delle valvole nasce dal fatto che il
loro involucro, detto bulbo, é general-
mente costruito in vetro, il che é certa-
mente causa della loro scarsa resistenza
agli urti; invece, per quanto riguarda i
parametri elettrici, esse si possono consi-
derare piuttosto robuste.
Con un po’ di pratica é possibile realizzare apparecchi valvolari L’involucro vetroso é, comunque, c10
autocostruiti, anche con prestazioni interessanti. E questo un notevole che permette di osservare la loro costitu-
vantaggio rispetto alla moderna tecnologia integrata che, a causa zione interna e di intravedere la tenue
della miniaturizzazione spinta e della presenza di circuiti composti da luminosita emessa durante 11 funziona-
blocchi misteriosi che concentrano numerose funzioni, risulta proibitiva mento. Tale luminosita pil o meno
per 'hobbista, sia come progettazione sia come montaggio. accentuata viene emessa dal filamento di

=
|

1:composizione
interna
> z= ° QO oO del tetrodo:
a differenza
|

del triodo le
griglie sono due
———— anziché una.
GRIGLIA DI
SOPPRESSIONE

(a
a
GRIGLIA
SCHERMO
= GRIGLIA
SCHERMO

we
GRIGLIA
ae
{
CONTROLLO
GRIGLIA 2: schema
CONTROLLO
costruttivo
|

——————
interno del
pentodo; qui
|
|
le griglie sono
—— 3: una di
CATODO |
} !
CATODO

soppressione,
una di schermo
|

e una di controllo.
|

ELETTRONIGA PRATICA
- Maggio 1997
- Pag. 8
zi!
accensione, che é presente nella quasi che permette di amplificare l’ampiezza
totalita delle valvole. Esso é del tutto di un qualsiasi segnale senza variarne la
simile a quello di una comune lampadina forma primitiva, viene chiamato triodo,
a incandescenza ed é posto all’interno di in quanto si compone di tre soli elettro-
un tubetto metallico, chiamato catodo, di: il primo @ costituito, come abbiamo
ricoperto di uno strato di ossido, caratte- gia visto, dal catodo, il quale ha il com-
rizzato da una notevole attitudine a pito di emettere elettroni; il secondo,
emettere elettroni e isolato elettricamen- detto griglia, é una sottile spirale di filo
te dal filamento stesso. metallico, che viene posta attorno al
catodo, a una certa distanza; essa pud
assumere varie forme, ma, comunque,
EFFETTO TERMOIONICO deve presentare spazi vuoti tra una spira
e l’altra, per permettere il passaggio
Quando a quest’ultimo viene applicata degli elettroni ed essere elettricamente
l'opportuna tensione di alimentazione, la isolata dal catodo; il terzo elettrodo,
corrente in esso circolante porta tale trat- detto placca o anodo, @ posto anch’esso
to di conduttore all’incandescenza,
determinando cosi il successivo riscalda-
attornoal catodo e alla griglia.
Esso ha il compito di attrarre su di sé gli
mento del catodo; esso, a causa della elettroni e pud assumere varie forme; é
propria massa, impiega, perd, un certo generalmente costituito di materiale
periodo di tempo perraggiungere la tem- metallico o di rame, ricoperto da un sot-
peratura di funzionamento: questo é il tile strato di grafite o di nichel o di tung-
motivo per cui le apparecchiature steno, che ha il compito di evitarne
costruite con tale tecnologia tardano lusura, consentendo, al tempo stesso, un
alcuni secondi a entrare in funzione, rapido smaltimento del calore.
dopo essere state accese; questo é il caso Tutti e tre questi elettrodi vengono anco-
di dispositivi detti “a riscaldamento indi- ratl su opportuni sostegni, che hanno Una rara valvola di costruzione
retto”. I] principio su cui si basa il fun- anche il compito di consentire il loro col- russa ci mostra la bellezza, anche
zionamento della maggior parte delle legamento esterno mediante appositi zoc- estetica, di questi preziosi
valvole é chiamato effetto “termoioni- coli; essi vengono posti, poi, all’interno componenti.
co”, in quanto esso si manifesta quando di un contenitore a tenuta stagna, in cui
il conduttore viene portato all’incande- successivamente viene creato il vuoto.
scenza. In tale condizione, gli atomi che
compongono i] materiale, per effetto del
calore, subiscono un/’alterazione, poiché
eli elettroni, che ruotano intorno
nucleo, con l’aumentare della temperatu-
al Chissa, forse tra 20 0 30 anni lelettro-
nica sara completamente diversa, esiste-
ra acquistano energia.
Quando viene raggiunto un certo ranno componenti capaci di prestazioni
valore, essi acquistano una velocita strabilianti e i microchip, oggi moder-
tale da vincere, per effetto centrifugo, nissimi, saranno considerati reperti di
la forza di attrazione esercitata dal archeologia industriale.
Le valvole, perd, gid sopravvissute ad un
nucleo e da allontanarsi cosi dalla
secolo di frenetico progresso tecnologi-
superficie metallica di cui fanno parte,
ereando attorno ad essa, una nube di co, saranno ancora li, ad illuminare con
la loro tenue luce gli apparecchi audio
elettroni, che prende il nome di “carica
SD aziale”. Tale fenomeno dipende, quin- pitt preziosi. Per questo abbiamo deciso
di affrontare in un completo manuale la
wae daila quantita di calore a cui il mate-
43

riale viene sottoposto e dalla pressione tecnica valvolare, con particolare ri-
mosferica a cui € soggetto. Da qui guardo all’amplificazione audio.
ce lesigenza di creare il vuoto L’argomento é trattato alla luce delle
au “interno del contenitore, cioé di espel- conoscenze attuali dei segnali audio,
lerne tutta l’aria presente, per favorire il con una parte teorica che ci illustra co-
passaggio degli elettroni, che cosi non me sono fatte, come funzionano come &

incontrano alcun attrito; inoltre, dato che si impiegano le valvole nel campo della
il filamento viene sottoposto a un note-
vole calore, solo eliminandone il contat-
UNA BF, e€ una parte pratica con validi pro-
getti costruttivi (tra cui quelle di um inte-
ressantissino preamplificatore hi-fi) per
t@ con le impurita dell’ aria se ne impedi-

sce l’ossidazione, prolungandone la


TECNICA mettere alla prova le nostre capaci.
Per ordinarlo usa il coupon Hiportaio a
derata. II pit semplice tipo di valvola
SENZA TEMPO pagina 27.
ALIMENTAZIONE

CARICABATTERIE
TEMPORIZZATO
E particolarmente indicato per le batterie al nichel-
cadmio, che hanno bisogno di una corrente costante;
puo essere impiegato per fantissimi accumulatori
domestici ed é dotato ditimer fino a 15 ore.

Premendo il
(quello a destra)
pulsante PS
il
circuito
si attiva, mentre con
PR
il
{a viene azzerato.
sinistra)
il
tasto
dispositivo

ELETTRONICAPRATICA Maggio 1997 - Pag. 10


Ecco ;

ilprototipo %
del caricabatterie
al nichel-cadmio
temporizzato, come
da noi progettato
e realizzato.

P: la loro ricarica le batterie al


nichel-cadmio (cioé le pil comuni
per gli accumulatori domestici, dalle pile Il circuito stampato
ricaricabili alle batterie del telefonino) é qui visto dal lato
hanno bisogno di una corrente costante rame nelle sue
ben determinata, pari a un decimo della dimensioni reali.
loro capacita, per una durata di 14-16
Data la presenza di 2
ore. Tempi di ricarica piu: brevi, pero, si
integrati a 16 piedini
possono ottenere aumentando
di carica.
la
corrente
la realizzazione va
Cosi, per soddisfare le esigenze di tutti,
fatta preferibilmente
abbiamo voluto tagliare la testa al toro, per fotoincisione.
come si suol dire, progettando un appa-
recchio in cui fosse regolabile sia la cor-
rente di ricarica (che non deve superare i
400 mA) sia la durata della stessa.
Il dispositivo dotato di pulsanti per secondo le nostre esigenze. caricabatteria é di tipo galvanico).
il
&@

V’avviamento e per |l’azzeramento; tra- Premendo pulsante PS il dispositivo si Tramite il pulsante PR il dispositive pec
scorso il tempo impostato, e quindi ter- attiva, il led L lampeggia e il relé RL si essere azzerato in qualsiasi momentc
minata la carica, i contatti di un relé iso- eccita, collegando cosi la batteria da Per la taratura dei tempi bisogma azire
lano galvanicamente le batterie, ormai ricaricare. T.
sul trimmer
cariche, dal circuito. Trascorso il tempo precedentemente Disponendo di un frequenzimetro ocoor-
Per l’alimentazione occorre un trasfor- impostato tramite il ponticello in filo re regolare il trimmer in mode che &

matore che fornisca una tensione di circa nudo (1-2-3-4 o 5), il led smette di lam- punto X si legga una frequenza ¢
16-18 V e una corrente di almeno 500 peggiare e il relé si diseccita scollegando Hz.
mA. Vediamo ora come funziona cir- il
la batteria sotto carica (grazie al contatto Non disponendo di un frequenzimes
cuito e come é possibile impostarlo del relé, la separazione tra batteria e
ELETTRONICA PRATICA -
Magoe 7227 Sac
+
Schema elettrico IC1
del caricabatteria. | ponticelli Se
che regolano
di spegnimento
il
si
tempo
collegano
:

alle uscite dell’integrato IC4,


IC2
3

is a 18
et.

Wr
|
Et
°
13

°
"104 4 =¢

a
1 IC3
R2 ne
6

a
——s

VVVV 2 12
R3

cs
als 8 8

Ct
Pe
RA

c5 =
= RS

“7
it o—

1
4 diodi D1+D4 si montano tutti
con occorre regolare il trimmer il modo che negativo, occorre dividere 16777216 per
la fascetta argentata, che indica il led L faccia 73 pulsazioni luminose al 2, ottenendo cosi 8388608.
il catodo, rivolta allo stesso modo. minuto. Volendo sapere quale frequenza deve
Con
il dispositivo cosi tarato abbiamo
seguenti tempi di ricarica: con il ponti-
1 avere segnale generato dall’ oscillatore
i]
al punto X) a seconda del
(rilevabile
cello su 1, 15 ore e 2 minut; al 2, 7 ore e tempo che si vuole resti eccitato il relé
31 minuti; al 3, 3 ore e 45 minuti; 4, al (tempo di carica), si deve applicare la
| ora e 52 minuti; al 5, 56 minuti. Si noti seguente formula: F = 8388608/T dove
che il tempo si dimezza per ogni colle- F é Ja frequenza in Hz e T i] tempo in
gamento del ponticello su piedini vicini secondi. Se, con ponticello ai punti |, si
dell’ integrato. vuole ottenere un tempo di ore, fre- la
,

[5

quenza al punto X dovrebbe essere:


F = 8388608 (15 * 3600), quindi
:

| PONTICELLI F = 8388608 54000 = 155,34 Hz


:

(3600 sono i secondi che ci sono in un’ora).


Facciamo attenzione a collegare il ponti- IJ numero delle pulsazioni luminose al
cello solo in un punto alla volta, altri- minuto del led, invece, si ricava dalla
menti il circuito non funziona. seguente formula: P = (F 128) * 60 :

I]tempo in secondi con ponticello ai dove P sono le pulsazioni al minuto del


punti | si calcola con la seguente formu- led, F @ la frequenza al punto X in Hz,
la: T = (1:F) ¢ 8388608 dove F é la fre- 128 é la divisione della frequenza al pie-
quenza dell’oscillatore rilevabile al dino n° 6 di IC3 e 60 sono secondi che 1

punto X in Hz, mentre 8388608 rappre- ci sono in un minuto. Se ad esempio, per


senta la meta del numero di volte per cui
viene divisa la frequenza F, poiché viene
comodita, regoliamo
modo che al punto X la frequenza
il
trimmer T in
di sia
usato solo un semiperiodo. 155 Hz, il tempo di carica con ponticello
Infatti i] circuito integrato IC3, divide la ai punti | sara: (1 155) * 8388608 =
:

frequenza rilevabile al punto X per 54120,052 = 15 ore e 2 minuti e le pul-


16384 e il circuito integrato IC4 la divi- sazioni luminose al minuto del led sono:
de ulteriormente per 1024, per cui 16384 (155 128) ¢ 60 = 72,6.
:

¢ 1024 = 16777216, ma siccome il relé Per calcolare la frequenza al punto X in


resta eccitato soltanto per il periodo base alle pulsazioni Juminose al minuto
ELETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997 - Pag. 12
CARICABATTERIE
TEMPORIZZATO
del led occorre attenersi alla seguente La potenza dissipata é: W = 15,625 ¢
formula: F = (P * 128) 60. Se ad esem-
:
0,08 = 0,1 W.
pio, le pulsazioni luminose al minuto La resistenza da inserire deve poter dis-
contate sono 80, la frequenza al punto X sipare una potenza di almeno 0,2 W.
é: F = (80 « 128) 60 = 170,66 Hz.
: Nella scelta della corrente di carica non
si devono superare i 400 mA.
Nel nostro. prototipo (e quindi anche nel
LA RESISTENZA RX kit) é inserita una resistenza da 22 Ohm
1/4 W adatta per una corrente di carica
Il valore ohmmico ed il wattaggio (la di circa 57 mA.
dissipazione) della resistenza RX vanno Questa corrente é adatta a caricare, con
scelti in base alla corrente di carica che
si desidera ottenere.
un tempodi 15 ore, le batterie pid comu-
ni che hanno una capacita di 500 0 600
Il valore della resistenza si calcola nel mA/ora.
seguente modo: RX = 1,25 I, dove lé
: Valori diversi, precedentemente calcola-
la corrente di carica desiderata in A e ti, potranno essere inseriti tramite un
1,25 é la tensione interna di riferimento commutatore. Anche i ponticelli per la
del regolatore LM 317. La potenza dissi- scelta dei tempi potranno essere sostitui-
pata sara uguale a RX ° I’. ti da un commutatore a 5 posizioni.
In pratica, per evitare un riscaldamento
eccessivo, é bene che la resistenza possa
dissipare una potenza almeno doppia del
valore ottenuto. Se ad esempio si deside-
ra avere una corrente di carica di 80 mA,
la RX deve avere un valore di: RX =
1,25 0,08 = 15,625 Ohm
:

COMPONENTI Piano di montaggio del


caricabatterie, con relativi
C1 = LM 317 T
IC2 = 7812 collegamenti esterni.
IC3 = IC4 = 4060 B
Q@
= BC 304
Di = D2 = D3 = D4 = 1N 4002-7
D5 1N4148
=
L = led rosso
PS = PR = 2 pulsanti ON
RL = micro relé 12 V
T = trimmer 22 kQ
R1 =
R2 =
33022 kQ
RB =
R4 = 1kQ
R5 4,7 kQ
=
RG = 2,2 kQ
Rx = 22 2 (per corrente
di carica 50/60 mA)
C1 = 1000 pF-25 V ere

(elettrolitico)
C2 = 100 pF-16 V Cee

(elettrolitico)
C3 = 4,7 pF-16 V
(elettrolitico)
C4 = 100 kpF (poliest.)
C5 = 100 kpF (ceram.)

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1997 - Pag. 13


Ultime Novita
y
1DO7
Quando una batteria ricaricabile eroga una corrente per molto tempo (specialmente
per alimentare un
carico elevato), la sua tensione scende al di sotto del valore di “quardia’, divenendo cosi inservibile. Infatti,
in queste condizioni, la batteria stessa non pud piu essere ricaricata o, almeno, mantenere per un tempo

ragionevole eventuali ricariche. Questo fenomeno capita molto spesso in tutti gli impianti di antifurto quan-
do, per un qualsiasi motivo, entrano in allarine e non é possibile intervenire tempestivamente per disatti-
varli (seconde case, villette disabitate, ecc.) e, cosa molto probabile in certe zone e in determinate condi-
zioni di tempo, viene a mancare l'energia elettrica rendendo inutilizzabile i! sistemadi ricarica della batteria.
Il
dispositivo che presentiamo interrompe l'alimentazione al carico quando Ia tensione della batteria scen-
de
al di sotto di un certo valore. It carico torna ad essere alimentato quando la tensione sale ad un livello
accettabile (entrata in funzione del carica batteria), evitando cost la continua sostituzione della batteria il
cui costo non é certamente trascurabile! Naturalmente questo circuito puo essere impiegato in altri dispo-
Sitivi e per
altri scopi.

E di fondamentale importanza installare il PC lontano da interterenze elettriche che potrebbero agire sui
Chip di memoria alterandone il funzionamento. Queste interferenze possono essere presenti sulla linea
elettrica di alimentazione
e, molto spesso, sono create dall’'accensione e spegnimento di apparecchiature

e,
allacciate alla stessa linea in particolare modo, se sono vicine al PC (ad esempio dal monitor e stampan-
te). Proprio per evitare cheil PC riceva queste interferenze é bene accendere e spegnere tutto (PC eil
periferiche) secondo una particolare sequenza. Prima sida alimentazione al monitor e stampante e suc-
cessivamente al PC. Per spegnere il tutto occorre procedere in senso inverso: prima il
PC poile periferi-
che. II dispositivo che presentiamo rende automatiche queste operazioni evitando cosi, in caso di dimen-
il
ticanza, spiacevoli sorprese. All'atto dello spegnimento anche nostro dispositivo NON rimane piu alimen-
tato.

Nell'impianto elettrico di ogni casa dovrebbero essere presenti la TERRA ed il


SALVAVITA per evitare che
eventuali dispersioni sugli elettrodomestici possano provocare pericolosissime scosse elettriche con con-
seguenze a volte irreparabili!! In realta la terra NON é sempre presente ed il
salvavita potrebbe anche

!
il
guastarsi e... teniamo presente che suo intervento awiene per correnti di dispersione superiore a 20MA
Col dispositivo che presentiamo ogni elettrodomestico o altra apparecchiatura funzionante a 220Vca
potra essere periodicamente controllata e cosi essere certi che non presenti alcuna dispersione verso le
parti metalliche deltinvolucro. Collegando la spina dell’elettrodomestico al nostro dispositivo e premendo
l'apposito pulsante awwengono le seguenti segnalazioni: se tutto VABENE si accende un LED VERDE, se
invece vi é una DISPERSIONE superiore a 1mA !! un LED ROSSO LAMPEGGIA, segnalando la pericolo-
sita e la necessita di un controllo. Pud essere inserito nel contenitore plastico LP452 insieme alla batteria
ed eventuale presa.

E untemporizzatore appositamente studiato per disattivare un impianto di antifurto dopo un tempo presta-
bilito dal momento che lallarme é entrato in funzione evitando cosi che l’eventuale sirena continui a
suonare se contatti di allarme sono rimasti inseriti. La temporizzazione pud essere impostata tra circa 1
i

minuto e 25 minuti. Il dispositivo é dotato di segnalazione di INSERITO e di START TIMER. Perla sua
attivazione é sufficiente premere un pulsante. La sua installazione é molto semplice ed agevolata da una
apposita morsettiera. Anche se studiato per l'utilizzo con antifurti pud, naturalmente, essere impiegato per
molti altri scopi.
+
=
©
Elenco Rivenditori


ALBA (CN)
MS
FAZIO R. C.so Cortemilia, 22. Tel.0173/441252 BOLZANO
MESSE
RADIOMARKET
ORR tet
V.Rosmini Str.8 Tel.0471/970333 CHIETI SCALO
DAtra)
~—s-EL.TE.COMP. V.ie B.Croce 254 Te

a:
7
ALESSANORIA —C.E.P. EL. Via Pontida.64 Tel.0131/444023 ROVERETO (TN) C.E.A. EL. V.le Vittoria.1t Tel.0464/435714 VASTO (CH) EL.ATTURIO Via M.dell’Asie 82
ALESSANORIA OOICINO G.B. Via C.Alberto,18 Tel.0131/345061 TRENTO F.E.T. Via G.Medici. 12/4 Tel.0461/925662
ALPIGNANO (TO) ETA BETA Via Valdeliatorre.99 Tel.011/9677067
ASTI OIGITEL Via M.Prandone,16-18 Tel.0141/532188 VENETO ISERNIA CAIAZZO Via 24 Maggio,151 12!.0885/2
ASTI M.EL.CO. C.so Matteotti,148 Tel.0141/355005 ISERNIA PLANAR Via S.Spirito,8/10 Tel.0865/3
~ e
BIELLA A.B.R. EL. Via Candeio.52 Tal.015/8493905 ARZIGNANO (VI) NICOLETTI EL. Via Zanella, 14 Tel.0444/676609 ’

BINA G. Via Arona.11 Tel.0322/82233 BASSANO (VI) TIMAR EL. V.le Diaz.21 Tel.0424/503864
BORGOMAN.(NO) CAMPANIA
Tel.0442/22020
U

LEGNAGO (VR) GIUSTI SERV. V.le d.Caduti,25


BORGOSESIA (VC) MARGHERITA G. V.Agnona,14_ Tel.0163/22657 =
MESTRE (VE) SO.VE.CO. Via Ca Rossa.21/B f!.041/5350699 ARIANO IRP. (AV) LA TERMOT. V.S.Leonardo,16 Te.0825.87 1665
CASALE M.(AL) OELTA EL. Via Lanza,107 Tel.0142/451561
MONTECCHIO(VI) BAKER EL. Via G.Meneguzzo,11 Te!.0444/699219 BENEVENTO FACCHIANO C.so Dante,29 Tel.0824/21 389
CHIER! (TO) E.BORGARELLO V.V.Eman.113 Tel.011/9424263
COLLEGNO (TO) CEART C.so Francia,18 Tel.011/4117965 PAOOVA ELETTA. 3M Via M.Castello, 6 Tel.049/8685321 CAPUA
(CE) G.T. EL. Via Riy.Volturno,8/10 Tel.0823/963459
SOVIZZ0 (VI) O.T.L.TEL. V. Risorgimento,55 Tel.0444/551031 CAST.O.STA.(NA) .C.B. V.le Europa.86 Tel.081/8718793
COSSATO (VC) R.T.R. Via Martiri Libarta.53 —-Tel.015/922648
ROVIGO RAOIO F.ROO. V.le 3 Martiri,69 Tel.0425/33788 EBOLI (SA) FULGIONE C. Via J.Gagarin,34
CUNEO GABER Via 28 Aprile,19 Tel,0171/698829
VERONA G. BIANCHI Via A.Saffi,1 Tel.045/590011 NAPOLI ER.ABBATE Via S.Cosmo,119/B Tel.081/284596
IVREA (TO) EL.VERGANO P.zza Pistone,18 Tel.0125/641076
VERONA RIC.TECNICA Via Paglia 22/24 Tel.045/950777 NAPOLI TEL.PIRO Via Monteoliveto,67 Tel.081/5524743
MONCALIERI (TO) G.M.GRILLONE P.zza Failla,6/D Tel.011/6406363
VERONA TRIAC V.Cas.Ospital Vecchio,8a Tel.045/8031821 POMIGL.O’A.(NA) L’ELETTR. Via Mazzini 44 Tel.081/8036806
MONOOVI' (CN) FIENO V. Via Gherbiana,6 Tel.0174/40316

a Ae
VICENZA A.0.E.$. C.so Padova.170 T21.0444/505178 SALERNO GALV.BION.COMP. V. Mauri,131Tel.089/338568
NOVARA JO ELECTR, Via Orelii,3 Tel.0321/457621
TORRE ANN.(NA) TUFANO P.zza Cesaro.49 Tel.08 1/8613971
E.0.P. Cons.inf. V. Capurro,20 Tel.0143/321542
MU
NOVI LIGURE (AL)
ORBASSANO (TO) C.E.8. Via Nino Bixio,20 Tel.011/9011358
OVADA (AL) ELETTRO HOUSE Via Bulfa, 10 Tel.0143/86126 LATISANA M.(UD) CASA DELL’EL. V.Rinascita,60 Tel.0431/53291

TC
PINEROLO (TO) C.EL.PINER. C.so Porporato.18Tal.0121/374566 UOINE R.T.SISTEM UD. V.Da Vinci,76 Tel.0432/541549

aan eT. aA
PINEROLO (TO) CAZZAOORI P.zzaTegas,4 —Tel.0121/322444
RIVOLI (TO) 23 COMPUTER Francia,77__Tel.011/9597799
C.

ean?
TE reat
OLIVETO A. Via Barberini{/c Tel.0883/573575
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BARLETTA (8A)
ShAea Gar OAc Viet RAOIORICAMB! Via Zago,12 Tel.051/250044

roy
toe BOLOGNA
CASARAND (LE) 0.8. ELETTR. C.so da Pigne —Tei.0833/502230
BOLOGNA RADLORICAMB! Vdel Flombo.# (@hOp: 1307868
Cadorna,32/ATel.080/8721452
SANTHIA' (VC) T.B.M. Via Gramsoi,38-40 —Tel.0161/922138 CORATO (BA) —C.E.CA.M. Vile
AROUINI El. V.Porrettana,361/2 Tel.051/573283

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CASALECCH.(BO)
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GASTELNIRE) RELLOGH 90F Tel Grama. tszyelzate USAAE QL) EEN sMOLMLEL:
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TORINO OIM.ELETTR. C. Grappa,35.


MM. Tel.011/759902 CENTO
(FE) EL. ZETABI ,V.Risorgimento,20A Tel.051/6835510
TORINO DIRI EL. C.so Casale.48 Bis F 761.011/8195330 - FAENZA (RA) TECNOELETTR. Via Sella.9/a —Tel.0546/622353 :

Tel.0532/248173
ELSE
FERRARA EOI ELET. Ple Petrarca,18/20
TORINO GAMMA EL. Via Pollenzo.21—Tel.011/3855103
120. ‘Tel.011/6631346 MODENA GOEL: Va Cesati, 7 Tel059/335329
TORINO M.R.T. P.2zaA.Graf,
TORINO TELSTAR EL. Via Globerti37 Tel.011/545587 none HARE Mig vereemelao/0 Teo eoteae LATRONICO (PZ) ALAGIA 0. P.zza Umberto | —_Tel.0973/858601

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E un circuito che interviene aufomaticamente, tramite


l’accensione di una lampada, per indicare che il tasto
di trasmissione di un qualsiasi apparato ricetrasmittente
é rimasto inawvertitamente premuto.
Pereeects
Pretec me Mic tue
ks
iti
comeda noi realizzato
e collaudato.

Ax usa apparati ricetrasmittenti di abbastanza semplice anche se pud sem- ne. valore di questa resistenza é evi-
I]

qualsiasi tipo, pud capitare di posi- brare esuberante (non per 1 distratti). dentemente legato alla potenza del tra-
zionare malamente il microfono o di Subito all’ingresso dello schema elettri- smettitore; un’ apposita tabellina elenca 1

manipolarlo distrattamente, in modo che co troviamo, siglato RF, un bocchettone valori consigliati per le potenze pil
il pulsante del PTT resti in posizione di cablato in modo da captare una piccola regolamentari ed abituali. La modesta
trasmissione. parte del segnale a RF trasmesso (vedre- porzione di RF derivata dal resistore
Cosa succede se |’apparecchio resta mo pil avanti come cid si realizza). arriva, tramite un breve spezzone di
inserito in trasmissione? Semplicemente, Il resistore R1 é di valore abbastanza cavo coassiale (RG 58, quello normal-
non é la situazione prevista: perché si elevato, minimo 2200 Q, pertanto non fa mente sottile), al trimmer R2, che evi-
occupa un canale inutilmente, perché si risentire alcuna influenza del nostro dentemente serve a regolare la sensibi-
irradia l’eventuale conversazione dispositivo sulle prestazioni dell’ appara- lita di intervento del segnalatore. Subito
ambientale e infine perché (a lungo to: cid, Sia in trasmissione che in ricezio- »»>

andare) puo verificarsi un problema


serio per la temperatura dello stadio
finale.
ANTENNA
Certo, sappiamo bene che ogni apparato
ricetrasmittente @ dotato di una spia che
ci avverte se siamo in trasmissione: Oggi
pero capita che questi indicatori siano
llnostro
circuito BOCCHETTONE
sempre pill piccoli, e comunque meno
visibili. si collega al
trasmettitore,
di qualunque RTX
LAMPEGGIATORE A RF tipo esso sia,
attraverso il
bocchettone RACCORDO
Ecco allora che é consigliabile ricorrere ran
ad una qualche forma di segnalazione d’antenna, A T

automatica ben evidente, e per tale moti- prevedendo


vo abbiamo messo a punto un semplice un apposito
dispositivo che fa accendere una lampa- raccordo a T.
da di una certa potenza (fino a 10 W),
oltre tutto in modo lampeggiante, cosic-
ché risulti ben visibile.
Passiamo quindi ad illustrare il circuito
di cui consigliamo la realizzazione,
ELETTRONIGA PRATICA
- Maggio 1997-Fac 17
om

Schema elettrico del segnalatore di trasmissione. La lampada é prevista


del tipo ad incandescenza, R1 va scelta in funzione della potenza del TX.

dopo c’é D1, un diodo al germanio che


COMPONENTI rettifica il segnale RF, trasformandolo in
una tensione continua, anche col contri-
R1 = vedi tabella C3 = 470 pF (ceramico) buto del condensatore di filtro C1; que-
R2 = 4700 © (Trimmer) C4= 10 pF-16 V (elettrolitico) sta tensione viene poi amplificata al
R3 = 10 kQ C5 = 0,1 pF (ceramico) livello sufficiente da due stadi in conti-
R4 = 1000 © C6 = 100 pF-16 V (elettrolitico) nua TRI e TR2, opportunamente corre-
R5 = 10 kQ TR1 = TR2 = BC103 dati da C2 e C3 per Ja miglior stabilita di
R6 = 3300 TR3 = TIP 3055 funzionamento.
R7 = 220 kQ IC1 = 555 C’é perd da precisare meglio il compor-
R8 180 Q D1 = diodo al germanio tamento di TR1 e TR2 che, oltre ad
©

=
C1 = 10.000 pF (ceramico) D2 = 1N4148 amplificare il segnale di comando, agi-
C2 = 470 pF (ceramico) LP = lampadina 12 V-10 W scono anche in modo “logico”. Infatti, in
Vec=12V assenza di segnale a RF, TRI, essendo

a
Piano di montaggio della basetta a circuito stampato;
TR3 é disposto orizzontalmente per motivi d’ingombro. Potenza Tensione

|
RF _Valore
trasmettitore presente Ri

+ © VCC fob ran in ohm


al
R7 @

=i
Ro Cé
d h

RB D2 0,5 W 5V 2200

2
“ne oO 1W 7V 2700

(S|
IC) 2W 10V 3300

n= <i
3 3W 12V 4700
ae 5W 16V 5600
9 Byar®
—Ep FASRS
DI 10W
FX C3 22V 6800

ahi c b ile \\e


— i
.

yo () *§ b La tabella fornisce valori


. oye TR3 consigliati (ma non critici) per R1
el e
cs TR2 con vari valori della potenza
. .
©
R2 CI TRI ©] ©vcc d@'uscita dal trasmettitore.
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trova allo stato logico 1 (cioé alto); que- Se ricerchi componenti o strumenti non presenti in ques:
sto consente la polarizzazione (attraver- ainvia un fax al numero 039/9920107

so R3 ed R4) della base di TR2, che NOVITA‘'


quindi se ne sta in conduzione; pertanto
la tensione sul suo collettore € limitata a 2x
0,1+0,2 V. Questo valore, essendo 1] col- 4x
lettore collegato al pin 4 di IC1 (un 6x
8x
banale 555), é di gran Junga troppo
basso per far si che l’integrato oscilli;
|

quindi IC1 presenta uscita a livello 0


CLIP-ED
di
si aggancia
avere una lente aggiuntiva con molti ingrandimenti.
a tutti i
tipi di occhiale. permette

(basso), il che mantiene interdetto il CLIP-ED + lente £ 30.000


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Base dei tempi: da 50 mS
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Morale: LP rimane spenta, indicando 220V 4,5 Kg.


che l’apparato non é in trasmissione.
Qualora sia invece presente un segnale a MULTIMETRO DIGITALE con
Manuale italiano. in

il
|

RF, TR1 (conducendo) ha collettore a display pieghevole £ 87.000


0 (basso), TR2 invece va ad 1 (alto), ICI Oltre alla misura di tensioni e correnti con-
comincia a generare la sua regolamenta- tinue e alternate é possibile misurare
capacita,Hfe,conduttanza,temperatura da
re oscillazione, producendo un treno
i
40°C A 1000°C
d’onde (pit o meno rettangolari) con fre- tl
display pud ruotare da 0° a 70° mentre
digits sono alti 25mm.
quenza di circa 1 Hz: cid ¢ quanto serve Per la
misura della temperatura é inclusa
per pilotare TR3 che a sua volta, secon- la sonda K probe.

do 1a cadenza citata, provvede ad accen- MULTIMETRO DIGITALE con misure di: DCV, ACV, DCA
dere e spegnere LP. ohm, cicalino per prova continuita, temperatura. £ 45,000
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2:

(=a
ALTEZZA D4
CONTAFILI
SEGNALATORE

@
Di TRASMISSIONE
Il transistor potrebbero danneggiare lo stesso TR3.
TR3, un TIP Questa previsione é stata fatta in quanto
3055, non luso di un relé permetterebbe, per esempio,
_hecessita Yimpiego di una lampada a 220 V (magari
,
vot" 2
;
a
'

4
di radiatori,
essendo del
per realizzare la classica insegna “on air’)
0 qualsiasi altro tipo di segnalazione
7 Dm
Y tipo plastico Nel caso da noi previsto, |’ alimentazione
ig
~ ;
=, che, rispetto complessiva é a 12+14 V ed il consumo
¥ al 2N3055 di corrente é sostanzialmente quello
metallico, della lampadina accesa, cioé quasi 1 A,


g
/ richiede una
potenza
se LP é la prevista a 10 W. Di questo va
tenuto opportunamente conto, perché
.
te,
>

'
inferiore. l’alimentatore usato pud essere quello
| che gia alimenta i] trasmettitore, e quindi
occorre valutare se é in grado di erogare

|
= un surplus di corrente pari ad 1 A.
Per TR3 stato adottato un TIP 3055,
PL 259
ovvero un 2N 3055 in versione plastica,
. .

data la minor esigenza di potenza; esso é


cosi pill economico nonché di montag-
La resistenza gio pil! semplice, dato che non abbiso-
R1, il cui valore "a di essere installato su alcun radiato-
~non avendo praticamente calore rile-
va cambiato in _—‘Te.

funzione della vante da dissipare.


La descrizione circuitale é pil che suffi-
potenza del
trasmettitore, ciente, e quindi dedichiamoci alla
si monta costruzione del segnalatore.
I] circuito stampato é sempre la soluzio-

oe
all’interno del

a
ne pill pulita ed affidabile, quindi é que-
connettore
sta versione che viene qui descritta.
= PL 259.

Nonostante la segnalazione lampeggiante del tasto PTT premuto possa esse-


re realizzata in diversi modi, in funzione della fantasia e dell’attrezzatura LA SC RITTA
dei lettori, riteniamo opportuno dare un suggerimento su un sistema abba-
Stanza semplice e funzionale. LUMINOSA
La piastrina frontale é in plexiglas rosso e si puo far incidere a regola d’ar-
te da un qualsiasi artigiano specializzato (il negozietto che fa le targhe) a
poche migliaia di lire.
La basetta retrostante, dello stesso mate-
riale o di plastica qualsiasi, porta avvitati
i portalampada;
il
tutto viene assemblato
a sandwich mediante 4 tubetti spaziatori
lunghi 3x4 cm, filettati o con viti passanti,
che possono essere di alluminio o di pla-
Sica.
Questa soluzione ci sembra piuttosto puli-
ta ed elegante, ma certo i nostro lettori
sanno anche far di meglio.

il dispositivo di segnalazione
essere di qualsiasi tipo,
puo ROSSO
ma realizzando una scritta luminosa
otteniamo un doppio risultato: un
utile promemoria per noi, un avviso
di non disturbare per nostri cari.
i
ELETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997 - Pag. 20
Su]l’apposita basetta si comincia col
montare i pochi resistori, il ponticello in
filo nudo nei pressi di C6 e lo zoccolo a
4+4 pin per IC1; poi si piazzano i due
diodi, facendo attenzione al giusto inse-
rimento indicato dalla fascetta in colore
che, sul corpo degli stessi, contrassegna
il terminale di catodo.
Inserendo i condensatori, si deve tener
conto che un paio di essi sono di tipo
elettrolitico e ne va quindi rispettata la
polarita indicata. L’inserzione del trim-
mer potenziometrico deve avvenire in
EFIONISMO

modo da farne sporgere automaticamen-


te il perno verso l’esterno del bordo pit
vicino. TR1 e TR2, essendo del tipo a
COLL

cappellotto metallico (piccolo), presenta-


no, come contrassegno di montaggio, il
RADIO

dentino che ne sporge radialmente, e che


sta ad indicare il reoforo di emitter; TR3
invece va montato rispettando la posi-
zione della faccia (in plastica) su cui é€
stampigliata la siglatura (lasciarne i ter-
minali lunghi almeno 1 cm, per miglio-
rarne la dissipazione). Alcuni terminali
ad occhiello costituiscono un comodo
ancoraggio per il cablaggio esterno; infi-
ne, il circuito si completa inserendo, con
i
Nel 1895 Gugliemo Marconi
la dovuta cura, IC1 nel suo zoccolo, in trasmetieva e riceveva a distanza
modo da rispettare la posizione del pic- primi segnali radio codiificati.
Quanta strada ha compiuto la radio
colo incavo presente presso uno dei lati in questi suoi primi cento anni di vita!
corti o al centro dello stesso (e che sta ad
indicare il pin 1).

IL COLLAUDO

Per passare al collaudo del circuito,


occorre prima preparare il collegamento
al trasmettitore; il resistore Rl va accu-
ratamente inserito e saldato entro un
bocchettone coassiale di tipo PL 259,
secondo le indicazioni dettagliatamente
illustrate nell’apposita figura; nella suc-

an
cessiva é invece riportato il collegamen-
to complessivo: il
tutto, se fatto a regola
d’arte, non deve alterare minimamente il ILCONTENUIO
funzionamento
e la resa del nostro RTX.
Dopo aver controllato il regolare funzio-
@ Storia della radio @ Come e dove cercare radio
antiche @ Ricevitori a cristallo e a valvole @ II surplus
namento del dispositivo (con R2 ruotato
militare (apparecchi italiani, americani, tedeschi, in-
al massimo), la taratura si riduce a rego-
lare R2 per il giusto livello di sensibilita
(ma presumibilmente si puo arretrare
glesi e canadesi) @ Come individuare riparare i guasti
e
solo di poco). “Radiocollezionismo” é un nuovissimo
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CAP ___ —

Firma —
GADGET

Si tratta di un impianto di luci psichedeliche alimentato


batteria e pilotato da un piccolo
a fensione di

microfono, che quindi fa ballare le


luci sia al ritmo
della musica che della voce dei presenti.

L: possibilita
automobile
ritmo della musica
dotare
di la propria
di luci lampeggianti al
riprodotta

a
dall’impianto di bordo, ed anche delle
parole che ci scambiamo, costituisce un

oe
effetto che pud far veramente colpo su
we
ews
=
chi ci sta vicino. Dal circuito che abbia-

es al
“22.
aa
,
aste mo realizzato non dobbiamo certamente
, -
sil
;

:
aspettarci che sia adatto a pilotare
ae .
Ley —
J :
;
kilowatt di lampade, che del resto
un’ autovettura sarebbero sprecati e addi-
in
+

pet eer
. . - : s
. rittura pericolosi; ma l’effetto ottenuto é
piu che sufficiente, e comunque molto
ow ,

e
:

~~ «*
:

"a.
5
.
efficace, naturalmente montando
.
dislo-
:

*
cando bene le lampade.

LUCI A TEMPO DI MUSICA

Subito all’ingresso dello schema elettn-


cO possiamo notare la presenza di un
microfono, nella piccola versione a con-
densatore (amplificato); qualsiasi segna-
le audio captato viene convertito in un
segnale elettrico corrispondente, che é
applicato all’entrata invertente di ICL.
Si tratta di un classico operazionale ad
alto guadagno che, grazie alla bassa
impedenza di M ed al valore elevato di
R5, amplifica moltissimo il segnale tanto
da riproporlo in uscita quasi completa-
mente trasformato in onda rettangolare.
L’altro ingresso di ICL é€
collegato al

'
cursore di R3, un trimmer che ha la fun-
-zione di “‘settare” il valore della tensione
|
continua presente in uscita (cioé sul pin
6 di IC1) esattamente a 5,1 V, valore
|
pari alla tensione del diodo zener DZ2
|

posto in serie al segnale; cid fa si che in


assenza di suoni all’ingresso, DZ2 non
possa venir scavalcato da alcuna tensio-
Pere MM esc tis iC)
teme

luci psichedeliche per


auto come da noi
realizzato e collaudato.

ne: di conseguenza i transistor d’uscita re é la capacita, maggiore é la luminosita rumore del motore e del movimento
Tl e T2 non conducono corrente e le che le lampadine riescono a raggiungere. mantenga sempre accese le lampade;
lampadine restano spente. Invece, in pre- In circuito é presente anche un altro occorre allora diminuire (e anche sensi-
senza di suoni captati da M, l’uscita di diodo zener, che serve a stabilizzare la bilmente) il valore di RS. D’altra parte
IC1 varia arrivando ai valori di picco tensione che alimenta IC1, in modo che non é consigliabile tenere attivato il cir-
pari a 0 e +9 V; quando la
tensione supe-
ra i 5,1 V di DZ2, Tl e T2 entrano in
sia garantita la miglior costanza di fun-
zionamento. Lo stadio d’uscita é in
cuito quando I’auto é in movimento.
Per rendere possibile l’utilizzazione del
conduzione e le lampade si accendono grado di far funzionare fino a 4 lampade circuito pure in ambienti in cui sia
secondo |’andamento dei picchi sonori
d’ingresso. La presenza di C5 serve in
da 12 V, 5 W cadauna: ma non si
di poter usare una sola lampada da 20
pensi disponibile |’alimentazione a 220 V.
viene pubblicato anche lo schema di una
quanto esso si carica con gli impulsi che W, perché l’inerzia di questo singolo variante aggiuntiva, che va collegata al
riescono ad attraversare DZ2; 11 valore filamento non permetterebbe un funzio- posto delle lampade da 12 V; la soluzio-
della capacita di questo condensatore namento regolare del circuito. Pud infine ne consiste nell’aggiungere un relé che
pud essere scelto fra 1 e 10 uF: maggio- succedere che, con |’auto in funzione, il »»

Variante circuitale da adottare se,


in sostituzione delle 4 lampade a 12
V, si voglia attivare, in altro tipo di
installazione, un carico di lampade
a 220 V c.a.; per questo si fa uso —.[yj}-—-—-—-—fP]-

di un relé in grado di lavorare con DL


correnti e tensioni molto alte.
ll valore dei componenti é il
seguente: R1 = 1000 ©; RL = relé
12 V; DL = led; D = 1N4004,
UTILIZZAZIONE

ELETTRONICA PRATICA - Maggie 197 - Sag


Schema elettrico completo del dispositivo per luci psichedeliche da auto;
la parte racchiusa entro fa linea a tratteggio é quella montata sulla
basetta a circuito stampato.

COMPONENTI
R1 = 3300 © C1 = C2 = 1 pF (mylar) DZ1=9,1V-1W
R2 = 2200 © C3 = 100 pF - 16 V (elettr.) D21=5,1V-1W
R3 = 1000 (trimmer-pot.)
© C4 = 220 pF - 25 V (elettr.) M = microfono a condensatore
R4 = 1200 © C5 = 1+10 pF (elettrolitico) (amplificato)
R5 = 820 kO vedi testo L1+L4 = lampade 12 V-5 W
R6 = 220 2 Ici = TLOS1 F1 =fusibile 5A
R7 = 15 kQ Ti = 2N1711 $1 interruttore acceso/spento
=
R8 = 1000-1W T2 = TIP 3055 Vec = 12 V (dalla batteria)
Piano di montaggio su basetta a circuito stampato.
pud essere anche di notevole potenza e
@vcc puo comunque inserire lampade ad

Ot
C3_
—iii—+
R
alta
luminosita. Una basetta medio-piccola a

oe
+ circuito stampato contiene, con grande
c comodita di montaggio, tutto quanto il
Rl OZ
hana circuito, naturalmente esclusi microfoni

-—
e lampade. La sistemazione dei compo-
Cl nenti é consigliabile iniziarla, come al
b DZ2 solito, dai resistori, che non presentano
ICP giiib alcun problema di polarita; lo stesso
dicasi per lo zoccolo di IC1. Si passa poi
ai diodi, di cui va rispettata, come senso
di inserzione, la fascetta in colore pre-
sente sul corpo in plastica a contrasse-
R4 gnare l’estremita di catodo. Per quanto
©vcc riguarda il montaggio dei condensatori,
c’é da tener conto che alcuni di essi sono
R3
PSYCOLIGHT PER LA TUA AUTO
dei cavetti in entrata e in uscita, si prov-
vede con alcuni terminali ad occhiello
essere plazzato dove si mitiene strategica-
mente pil indicato. Per quanto riguarda
per circuito stampato. Non resta ora che le lampade, anziché le 4 previste da 5 W
inserire [C1 nel suo zoccolo, avendo se ne possono anche mettere di pit, a
eee cura che i piedini entrino ben allineati patto che siano di potenza proporzional-
nelle mollette di contatto e che il piccolo mente pil’ bassa: per esempio, 10 da 2
scasso circolare, che € vicino ad uno W.
Il microfono va posizionato in modo
da captare al meglio la musica o le voci,
degli spigoli a contrassegnare il piedino
1, sia disposto nella posizione indicata.
Per quanto riguarda 1] montaggio esterno
e possibilmente al minimo il rumore del
motore o della strada. In fase di collau-

a ‘dopo aver eventualmente inserito la


9asetta in un’adatta scatolina), come per
‘utte le installazioni elettriche eseguite a
do, del resto molto semplice, c’é solo da
effettuare la regolazione di R3; ad un
certo punto le lampade cominciano a
ey oordo di autovetture occorre prestare presentare il filamento leggermente
attenzione al percorso che si fa fare al arrossato: questo é, all’incirca, i] punto
SS 3S 3S
filo positivo che porta corrente. I fusibi- migliore per la regolazione. Comunque,
le Fl deve essere del tipo volante (ossia anche se il rosso fosse un po’ pil inten-
lungo filo), ben isolato e collegato diret- so, non é un inconveniente grave: si ha
i(i--—©
‘amente sul punto (del positivo) da cui fa
comodo prelevare la tensione di alimen-
solo un consumo di corrente leggermen-
te superiore ed un riscaldamento mag-
‘-azione. L’interruttore Sl pud invece »»>

Il circuito
stampato e qui 6
visto dal lato
rame nelle sue
dimensioni
reali.

—_Perordinare |
asetta e componenti
codice 2EP597

di tipo elettrolitico e quindi vanno inseri-


ti rispettando rigorosamente la polarita
indicata sul rivestimento in plastica.
Il trimmer-potenziometro entra automa-
ticamente nella foratura prevista, col ilcondensatore
perno girato verso l’esterno del circuito. elettrolitico C5
Qualche attenzione in pil va dedicata al va montato
montaggio di T2, il TIP 3055; esso va dopo averne
innanzitutto inserito nella sua foratura in controllato
modo che la faccia su cui sono stampi- la polarita
gliate le diciture sia rivolta verso T1; poi nel piano
gli si applica il radiatorino semipiatto, di montaggio.
infilando la sola vite di fissaggio, e il
tutto si corica in modo che la vite entri
nel previsto foro sulla basetta, poi si
stringe col relativo dado. Solo ora si sal-
dano i terminali di T2. Per l’ancoraggio
PSYCOLIGHT PER LA TUA AUTO
AT2va giore (e, tutto sommato, inutile) di T2.
applicato Da tener conto che la regolazione di R3
un radiatore influisce un po’ anche sulla sensibilita
piatto; si infila del circuito: piccoli ritocchi successivi
la vite di consentonodi risolvere col miglior com-
fissaggio si
corica il tutto
promessoil problema.
Un qualche intervento puo anche essere
in modo ia
che
vite entri nel
giustificato su C5; esso si carica con gli
impulsi che scavalcano DZ2 e l’entita di
foro previsto questa carica pud essere meglio dosata
sulla basetta. scegliendo un valore di capacita (speri-
mentalmente) compreso fra e 10 uF,
1

come del resto gia accennato. A questo


punto, non resta che esibire il proprio
impianto, oltretutto autocostruito.

LAMPADE
O RESISTENZE
Una dote incrollabile dei resistori é quella di presentare
sempre lo stesso valore di resistenza sia che la corrente
VARIABILI?
quindi pitt o meno fredda, troviamo un valore di resi-
stenza all'incirca sui 3+4 Q. Indipendentemente dalla
che li percorre sia bassissima sia che essa raggiunga ya- sorpresa (si, c’é una bella differenza), succede in pratica
lori molto elevati. Quindi, in tinea di massima e tanto che, nell’attimo dell’accensione, la nostra lampada as-
per fare un esempio, un resistore da 10 Q-5 W ha un va- sorbe una corrente elevatissima, che poi scaldandosi
lore di resistenza di 10 Q sia con zero watt di dissipazio- scende rapidissimamente ai valori previsti: ne consegue
ne sia coni 5 W massimi. Le lampade elettriche invece si che, in quell’attimo, questo picce di assorbimento si puod
comportano in modo notevolmente diverso, a causa del ripercuotere in modo anche dannoso, 0 comunque tale
materiale con cui é realizzato il filamento, il cui valore da cambiare le condizioni operative circuitali, sulla sor-
di resistenza ha la caratteristica di variare moltissimo al
variare della temperatura, e del fatto di lavorare all‘in-
gente di energia che accende la lampada. Ecco anche
motivo per cui, in genere, le lampade si bruciano (0 si
il
candescenza. Quando noi diciamo, per esempio: lampa- fulminano) all’atto dell ’accensione, specialmente poi se
da da 12 V-5 W, con un po’ di legge di Ohm e di Joule poste in ambiente molto freddo.
veniamo a sapere che la resistenza @ di 25 Q circa; que- In compenso é proprio per le qualita comportamentali
sto @ sacrosanto e dimostrabile se appunto siamo in con- sopra citate che le lampadine ad incandescenza vengono
dizione di 5 W di dissipazione. Se pero andiamo a misu- a volie utilizzate come elemento a resistenza automatica-
rare, con un qualsiasi tester o anche con uno strumento mente variabile, in pratica come NTC, per la stabilizza-
pit sofisticato, il valore resistivo della lampada spenta, e zione di determinati circuiti.

Per il nostro progetto vanno


bene lampade
automobilistiche di
qualsiasi tipo: teniamo in
considerazione il fatto che
alPinterno dell’abitacolo
bastano lampadine poco
potenti.

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oii
ta ELP
~ LABORATORIO

ELETTROLITICI
ALLA PROVA
Oltre alla verifica ed al controllo delle caratteristiche, enza dubbio, il condensatore elettro-
litico é un componente molto diffuso
questo dispositivo serve a rivitalizzare quegli importanti nel mondo dell’elettronica, in quanto é i]
componenti che sono i condensatori elettrolitici, tipo che permette di realizzare grossi

fra
valori di capacita in dimensioni piuttosto
purtroppo i pid soggetti a soffrire l’invecchiamento. ridotte. Lo scotto da pagare per questo
vantaggio non é pero trascurabile, ed é
legato a due inconvenienti ben precisi,
uno dei quali, 1]
meno conosciuto, é
anche
te é
il grave. primo inconvenien-
pitt I]
che praticamente tutti condensatori
1

di questo tipo sono polarizzati, per cul


vanno inseriti in circuito tenendone ben
d’occhio la polarita, di cui é previsto i
rispetto: una inversione pud portare alla
distruzione del componente, ma i] cor-
retto montaggio fa sparire |’ inconvenien-
te, O quanto meno le
sue conseguenze.
L’altro problema, meno noto ma che
spesso pud essere decisivo per 1] buon
funzionamento del condensatore nonché
del circuito in cui esso é montato, é
determinato dal fatto che questo tipo di
condensatore vede alterate le sue caratte-
ristiche col passare de] tempo, special-
mente poi se 1] componente non sta
sotto
tensione, se rimane cioé (esso 0 appa- l
recchio su cui é montato) a lungo in
magazzino. In altre parole, le caratteri-
stiche interne lentamente (ma non trop-
po) si alterano, specialmente se il con-
densatore non lavora, subentrando cosi
variazioni indesiderate nelle prestazioni.
Le alterazioni pil frequenti sono in
genere legate alle caratteristiche piu
importanti, la capacité e la tensione di
lavoro: tipicamente si manifestano
aumenti notevoli della corrente di perdi-
ta tra gli elettrodi e cid pud provocare
riscaldamento, con conseguente rigon-
fiamento sino alla possibile esplosione.
Se non si é arrivati a questo limite di
deterioramento, un condensatore elettro-
litico pur se stagionato e conservato a
lungo, pud riprendersi e ritornare in nor-
mali condizioni operative facendolo
opportunamente lavorare sotto tensione.
Quando un condensatore elettrolitico é
nuovo, intendendo che é di recente
Ecco
il prototipo
del circuito come
da noi realizzato e
collaudato. La scatola,
del tipo Teko P3, é dotata
di un pannello sul quale sono
montati alcuni componenti.

costruzione (non solo di recente acqui-


sto), e viene sottoposto ad una tensione Piano di montaggio del pannello
continua pari a quella propria di lavoro, 7 dicontrollo visto dall’interno; tutti i componenti
esso solitamente inizia Ja sua carica con
non presenti sulla basetta trovano qui posto
un forte passaggio di corrente, che perd
non si esaurisce immediatamente, ma
e ancoraggio, con un cablaggio semplice e comodo.
diminuisce man mano che i] tempo
passa, fino a raggiungere un residuo
minimo che resta anche dopo qualche CX
ora. Nel grafico riportato a pag. 33 a
documentazione del fenomeno, 1|’anda-
mento é ben evidente; per fare un esempio
pratico, cioé riferendoci ad un condensa-
tore da 10.000 uF (ricordiamo, nuovo) e
dopo 2 ore di trattamento sotto tensione,il
citato residuo puo essere di 0,5+1 WA
(attenzione, proprio microampere).
Se invece si trattasse di un condensatore
vecchio, la corrente di fuga resterebbe

[Te
ad un valore notevolmente maggiore,
+
addirittura sull’ordine dei mA (milliam-
pere); comunque, per fare un esempio, TESTER

Ls
gia un condensatore da 10 uF potrebbe mA-pA
avere una corrente residua di 10 uA che
sono tanti: se questo condensatore fosse
imserito in un oscillatore RC o come
aecoppiamento fra due stadi, i] funziona-
mento del circuito sarebbe molto dubbio.
A guesto punto, dobbiamo tener conto
fatto che di condensatori elettrolitici AL ALIMENT

vecchi. cioé con un’anzianita di 3-4 anni


CIRCUITO
Schema elettrico
|
del dispositivo
per il controllo
e la rigenerazione
|
:
dei condensatori
elettrolitici.
|

220 Vu

COMPONENTI sulla gobba, nei nostri cassetti, in certi


apparecchi, o anche nei cassetti dei
R1 = 8200-5W DZ3= DZ4=10V-3W negozi di elettronica, ce ne possono
R2 = 5600 © DZ5=5V-3W essere tanti; a seconda della qualita di
R3 = 820-1W DL = led rosso partenza, possono senz’altro essercene
Ci = C2 = 470 pF -63 V T1 = trasformatore 30 V dei pil o meno deteriorati. Ma non spa-
(elettrolitico) 0,5+0,8 A ventiamoci: fortunatamente essi non
C3 = 1 pF (mylar) LP = lampada 12V-5W sono da gettare.
Di = D2 = 1N4004 P1 = pulsante N.A. Occorre pero farli lavorare in modo
D3 = PGOO (o diodo (scarica CX) opportuno: un po’ di sforzo (e dopo un
veloce equivalente) P2 = pulsante N.C. (misura) certo allenamento, il tutto in senso elet-
DZ1=15V-3W $1 = commutatore tronico, naturalmente) é in genere suffi-
DZ2=10V-3W rotativo 1 V - 5 posizioni ciente per farli riprendere affidabilmen-
te. Per ottenere questo risultato, in prati-
ca per controllare e, soprattutto, rivitaliz-
zare questi condensatori, é
stato realizza-

° to il semplice circuito che presentiamo.

CIRCUITO PER RINGIOVANIRE

ll circuito Troviamo subito il trasformatore Tl, in


stampato é qui grado di fornire 30 V con circa 0,8 A;
visto dal lato questa tensione alternata viene trasfor-
rame nelle sue mata in continua dal circuito raddrizza-
dimensioni reali. tore-filtro D1-D2-C1-C2. Si tratta di un
duplicatore di tensione, per cui fra il
catodo di D1 e lanodo di D2, in pratica
al capi della serie C1/C2, abbiamo
disponibili circa 70 V. Questa tensione,
ELETTROLITIC! ALLA PROVA
to per evidenti motivi di protezione dai essa é fatta su misura del trasformatore
picchi di carica dei condensatori partico- da noi adottato, ma con semplici ritocchi
larmente grossi. lo stampato si pud adattare ad altri
A sua volta lo strumento risulta protetto modelli. Su questa semplice realizzazio-
in
dal diodo parallelo D3. Ii dispositivo é
infine dotato di una spia di accensione
ne c’é ben poco da dire, trattandosi oltre-
tutto di un dispositivo la cui utilita é
consistente nel led DL. Sullo schema compresa pienamente da chi con |’elet-
elettrico non c’é altro da dire, cosicché tronica ha gia una certa confidenza.
passiamo decisamente alla realizzazione Si montano i due diodi, ricordando 11
del dispositivo di controllo. rispetto della polarita e quindi della
TESTER Cominciamo intanto con |’ occuparci fascetta in colore; i due resistori, avendo
MA-pA della schedina che porta il circuito rad- presente di piazzare R1 sollevato di
drizzatore-filtro; da tener presente che »»

attraverso la resistenza di limitazione


Ri, giunge ad una serie di 5 zener che
consente di selezionare altrettanti valori
di tensioni stabilizzate, e cioé: 5-15-25-
35-50 V. Il commutatore rotativo S1
effettua questa selezione, andando
a pre-
levare il valore che pit si avvicina alla
tensione di lavoro dell’elettrolitico da
esaminare, restandone perd un po’ piu
basso. R3 é sostanzialmente una resi-
stenza di sicurezza, the evita picchi
eccessivi di assorbimento da parte di
condensatori particolarmente difettosi.
In questa zona d’uscita si nota la presen-
za di due pulsanti; Pl (N.A.) serve per
scaricare (su LP) il condensatore in
prova; azionando P2 (N.C.) si da il con-
senso per la misura di corrente nel tester,
che altrimenti resta sempre cortocircuita-

Piano di ©

*
g
montaggio (sopra)
e foto (sotto) della
basetta a circuito
stampato relativa
alla vera
e propria parte
di alimentazione.
ELETTROLITICI ALLA PROVA

Il trasformatore qualche millimetro sul piano della baset-


condiziona ta per Ja miglior dissipazione termica; i
le dimensioni condensatori, considerando la polarita
della basetta, indicata per C1 e C2; alcuni terminali ad
che deve essere occhiello per il cablaggio. Infine va
abbastanza posizionato, con le apposite viti di fis-
grande saggio, il piccolo trasformatore di ali-
da contenerlo mentazione. La basetta cosi completata
interamente. puo ora esser fissata al fondo di una cas-
In ogni caso setta di congrue dimensioni; noi abbia-
il collegamento mo usato una Teko P/3, il cui coperchio
elettrico in alluminio si presta particolarmente
si effettua tramite per realizzare il pannello di comando.
2 fili, quindi lo Messo da parte 11 fondello, si passa
stampato non va appunto a realizzare questo pannello, sul
modificato anche quale va montata la parte restante dei
per trasformatori componenti elettromeccanici. Il cablag-
diversi dal nostro. gio complessivo é ampiamente illustrato

/l condensatore elettrolitico un componente molto


GUARDIAMO
&

usato in elettronica, in quanto é unico tipo in grado


di poter essere costruito in alti valori di capacita con
TRA LE ARMATURE dimensioni accettabili.
Esso é costituito, elettricamente parlando, da due na-
stri di alluminio, uno dei quali ricoperto di ossido,
che ha la funzione di isolante a bassissimo spessore,
immersi in un liquido detio elettrolita.
Quest’ultimo non ha tanto la funzione di vero e pro-
prio isolante bensi quella di provocare e conservare
Uossidazione di una delle due armature, mantenendo
altresi un ottimo contatto superficiale con la stessa: é
appunto questo sistema che assicura elevata capacita
con ingombro contenuto,
Nella figura é illustrata quella che é la costituzione
interna di un condensatore elettrolitico. L’elettrodo 4
@
formato da una striscia di alluminio non ossidata,
5 @ un nastro di carta imbevuta di elettrolita, il 7 é
il
Velettrodo su cui si verifica l’ossidazione isolante
che presenta uno spessore di alcuni micron e che é
"ad
proporzionale alla tensione di lavoro.
dall’apposito disegno e dalle fotografie Sul retro del
d’assieme, che risultano senz’altro pil pannello di
chiare ed indicative di qualsiasi descri- comando bisogna
zione si possa fare. Un consiglio che val eseguire alcune
la pena di dare é quello di proteggere saldature
con un’opportuna fasciatura isolante la piuttosto delicate:
base della lampada LP che, in quanto occorre aiutarsi
metallica, potrebbe venire casualmente a con una pinzetta
contatto con qualche altro componente a becchi sottili.
(reoforo di collegamento). E anche
opportuno ricordare che Pl e P2, dati i
valori anche minimi di corrente che li
deve attraversare in alternativa a dei pic-
chi robusti, devono essere di ottima qua-
lita; occorre quindi evitare di usare pul-
santi da 1000 lire, bensi si deve ricorre a
tipi sicuramente professionali, o comun-
que di dimensioni notevoli (che ne assi-
curano una miglior prestazione dei con-
tatti). Effettuato anche il cablaggio fra
basetta e pannello (sono ben 3 collega-
menti), la scatola si pud chiudere, dopo
avere ricontrollato il tutto, e si comincia
ad usare l’apparecchio.

COME
SI USA
Passiamo ora ad attuare le funzioni per
Andamento della
corrente entro I
cui il nostro dispositivo é nato: control- un condensatore
lare e/o ripristinare il funzionamento di elettrolitico,
un condensatore elettrolitico. con indicata
Inserita ovviamente la spina nella rete a la presenza di un
220 V (col che DL si accende) e posizio- valore residuo piu
nato S1 sullo 0, si collega agli appositi o meno modesto
morsetti a boccola il condensatore sotto anche se
controllo (CX), avendo cura di rispettar- il condensatore
ne (eh si, é l’eterno ritornello degli elet- é buono. RES/DUO
trolitici) la polarita; si inseriscono anche
i puntali del tester (0 strumento analogo)

predisposto su scala 500 mA, anche se


boccole-morsetto sono contrassegnate
le
con WA. Ora si sposta S1 sulla tensione 5
V, lasciando passare 2+3 minuti di atte-
$a; poi, premendo P2, leggiamo il valore
di corrente che circola nello strumento:
che permette al condensatore elettroliti-
co di rigenerarsi; infatti, man mano che
sarebbe ancora minore, in quanto nella
nostra versione sull’alimentazione é pre-
minore é, migliore sara la qualita, o passa il tempo, possiamo notare che la sente un certo ronzio residuo di alterna-
quanto meno la situazione del condensa-
tore. Si rilasci ora P2 e si metta S1 sulla
corrente residua si riduce sempre di piu,
tanto che, per leggerne il valore, dobbia-
ta, tipico degli alimentatori realizzati con
circuiti molto semplici, che non permet-
tensione pili appropriata per CX; per mo progressivamente spostare la portata tono un filtraggio assoluto. Comunque.
esempio, 15 V se V = 16 V. Per 5+10 dello strumento di misura dai 500 mA valori di corrente particolarmente bassi
volte, ogni mezzo minuto Circa, si preme iniziali ai SO uA. Per fare un esempio, la (diciamo, inferiori ad | WA) sono ben
P1, forzando il condensatore a scaricarsi corrente residua di un condensatore difficilmente misurabili con strumenti
ogni volta su LP che, se in vista, emette recuperato ¢ rinvigorito di capacita sui normali. Da ricordare infine, dopo aver
un breve guizzo di luce; la lampada é 10.000 [LF pud essere di circa 5+10 LA; esaminato e recuperato un condensatore.
solo da 12 V (SW) ma, dato il breve in realta, se la tensione di alimentazione di scaricarlo come prevede |’ apposite
iempo di accensione, non corre il rischio fosse fornita da pile o batterie, oppure da pulsante sul pannello; un elettrolitico
di bruciarsi. Comunque, € proprio questa un alimentatore di caratteristiche estre- specialmente se buono. pud rimanere
sequenza di cariche e scariche ripetute mamente buone, il valore di corrente carico per giomi e giorni.
ELETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997 - Pag 33
IN COMMERCIO

II dispositivo permette di realizzare


con rapidita ed elevata precisione tutti
i lavori che richiedono tracciature,
riferimenti ad angoli retti, allineamenti
di piani verticali ed orizzontali.
II tutto si oftiene con un apparecchio
leggero e poco ingombrante.

L a forma di BL 30 Bosch é compatta,


il peso é ridotto, le dimensioni sono
tali da farla stare comodamente in una
L’apparecchio viene fornito con un pri-
sma ottico a 90 gradi che, applicato
davanti all’emettitore laser mediante una
qualsiasi cassetta di attrezzi. Il principio placca magnetica, consente l’emissione
di funzionamento é quello di una livella di raggi laterali oppure verticali rispetto
tradizionale, con la differenza che in alla livella. La precisione angolare é
questo apparecchio la bolla d’aria forni- dello stesso ordine di quella ottenibile
sce una precisione 10 volte superiore a sull’orizzontalita del raggio, cioé 3 mm
quella degli attrezzi convenzionali. di scostamento su 10 metri.
La bolla é posizionata in prossimita di Prima di proiettare qualunque linea oriz-
1-2:Papparecchio ha innumerevoli un emettitore laser, costituito da un zontale o verticale o di creare un angolo
applicazioni e rappresenta ia diodo a 670 nm con potenza di mW e 1
retto di riferimento é necessario livellare
soluzione ideale per allineare con una portata del raggio che arriva lo strumento agendo sull’apposita vite di

le la
i
perfettamente piastrelle, fino a 30 metri di distanza. Quando regolazione e verificando che la bolla
proiettare altezze per il montaggio bolla si trova fra le due tacche centralt, d’aria si posizioni fra le due tacche cen-
di finestre e tracciare linee verticali. raggio laser emesso orizzontalmente ha trali. Si pud cosi ottenere immediata-
uno scostamento di soli 3 mm ad una mente un raggio orizzontale, necessario
distanza di 10 metri. ad esempio per la posa di piastrelle in
é un apparecchio
3: la livella BL 30 Questa é la precisione che viene garanti- perfetto allineamento. Con l’apposita
molto compatto dotato di pochi ta e che corrisponde ad un errore di posi- piastra millimetrata di riscontro é facile
ed essenziali componenti, che ne zionamento di | mm sulla centratura ottenere precisi punti di riferimento per
rendono estremamente facile l’uso. della bolla. il lavoro da eseguire.
Le possibili utilizzazioni dell’ apparec-
3 chio aumentano quando viene applicato
il prisma a 90 gradi, perché in tal caso,
una volta effettuata la centratura della
bolla e posta la livella in prossimita di
una parete, si possono ottenere raggi
perfettamente verticali oppure orizzonta-
li deviati di 90 gradi. Se poi viene acqui-
stato l’apposito prisma a doppio raggio,
Si
possono emettere contemporaneamen-
te due raggi a 90 gradi l’uno rispetto
all’altro. Per informazioni: Bosch
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UN PROGETTO PERIMPARARE

LED E SUPERLE
Un componente di fondamentale importanza, utilizzato
in tutti quei circuiti dove occorra una segnalazione
ottica. Vediamo come aumentarne resa luminosa
attraverso un semplice dispositivo elettronico.
la

PIU POTENZA
ALLA LUCE DELL’ELETTRONICA
SCC SOSH ESCHER OOH
Bee Hee eeeeoae

Ecco
ilprototipo del
superled come da noi Procriimente. cosa
sappiamo tutti, se
siano i led lo
non altro dal
almeno per un paio di motivi: queste
assorbono una potenza nettamente supe-
progettato e punto di vista funzionale: piccoli semi- riore ed hanno una vita, nonché un’affi-
realizzato. Il circuito, conduttori che, eccitati dal passaggio di dabilita, ben pit limitata (i filamenti si
molto semplice, puo un’opportuna quantita di corrente, emet- bruciano molto facilmente). Anche i led
essere utile anche a tono luce. E questa luce puo essere di perd hanno un difetto, o quanto meno un
livello didattico. colori diversi: rosso, verde, giallo, aran- limite: essi emettono una quantita di luce
cio e, volendo affrontare un costo piutto- pressoché irrisoria, a meno che non
ad
si
utilizzare tipi piuttosto spe-
sto elevato, anche blu. vadano
E anche ben noto che, in tutto il mondo
della segnaletica radio-elettronica, essi
ciali ad alta o ad altissima Juminosita,il
cui costo pero arriva ad alcune decine di
hanno soppiantato quasi completamente migliaia di lire (sono quasi dei laser).
le classiche lampadine a filamento, Ecco allora, ove serva un indicatore a

ELETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997 - Pag. 36
Si fa presto a definire cos’é un led: la sigla stessa infatti significa diodo
emettitore di luce; si potrebbe anche aggiungere che € comunemente
SILICIO CONTATTO
a
usato per realizzare indicatori alfanumerici o spie luminose stato soli-
do: per quanto riguarda le sue funzioni, é detto tutto quanto serve.

La
Ma
é
ziona?
opportuno anche dare un'oechiata dentro: com’é fatto e come fun-
costituzione Brevemente, si tratta di un diodo, 0 meglio di una gitunzione PN, realiz-
interna zata con arsenturo e fosfuro di gallio, che converte, con buona efficien-
di un led za, energia elettrica in radiazione elettromagnetica sia nello spettro del
evidenzia
collegamento
il visibile che in quello dell’infrarosso e questo avviene grazie al fenomeno
dell'elettroluminescenza che si verifica quando la giunzione stessa é po-
dei due larizzata in conduzione, cioé quando l'anodo é positivo rispetto al cato-
terminali. do. Riferiamoci ora allillustrazione qui riportata, esaminando una per
una le varie figure che fla compongono. Nel primo disegno vediamo il
simbolo grafico universalmente adottato negli schemi elettrici, con con-
trassegnati gli elettrodi di anodo e catodo. Nella normale versione di
diodo led sono presenti una tacca sul bordino ed il terminale pitt corto,
che servono a contraddistinguere il
catodo.
Le figure che seguono stanno ad indicare in particolare che i led, oltre
al colore, alla luminosita e, in certe misure, alla dimensione, si differen-
ziano anche per l'angolo entro il quale avviene la diffusione della luce
prodotia (luce a diffusione ampia, luce a diffusione stretia, luce a diffu-
sione strettissima). A proposito delle dimensioni, c’é ancora da sottoli-
neare che, per una realizzazione come quella che viene qui descritta, é
bene usare un led di tipo grande, il cosiddetto jumbo o big-led, in quanto
sicuramente piu robusto ed efficiente.

t ¢*
CATODO

led che emetta effettivamente molta


luce, che conviene piuttosto ricorrere ad
IL COMPONENTE
una soluzione elettronica del problema.
Sappiamo anche che un led deve essere CHE FA
montato in circuito con una resistenza
posta in serie, dalla parte dell’anodo, con
Jo scopo di limitare il passaggio di cor-
rente, anche perché la tensione disponi-
bile per l’alimentazione del led é in
genere ben superiore ai circa 1,5 V che “|
esso richiede.
L’intervallo di valori entro cui é compre-
sa questa corrente va da 5 a 30 mA
circa; oltre questo limite il led si guasta
in breve tempo, pit che altro per il surri-
scaldamento che subisce.
Esiste perd una scappatoia: un Jed che
normalmente (e ufficialmente) sopporta
30 mA di massima corrente applicatagli
Iled sono
in continua, é in grado di sopportare, ma disponibili
in numerose

t
per periodi brevissimi, anche 1 A.
versioni, diverse
Si tratta di microsecondi, ma la possibi-
per colore,
lita é ufficiale: si tratta allora di sfruttare
abilmente questa possibilita e per far Tl dimensioni,
questo non possiamo che ricorrere ad un potenza luminosa
opportuno circuito elettronico, ed é pro- e larghezza del
prio il progetto che proponiamo in que- fascio di luce.
ste pagine.
ELETTRONICAPRATICA
- Maogec1 io ret 1 0 ii
L*2samé dello schema elettrico inizia-
mo nella posizione indicata per S$], che é
eige aperto: ignoriamo quindi. almeno
per ora. la funzione di IC1-a, la prima
lo
|
ce eee
Kew
D1

sezione di un +093 che gestisce tutte le :
Ve
temponzzazioni del nostro dispositivo. |

e
[Ci-b inyece funziona, per la precisio- =

=)
=
=i
D2

=
.
ne oscilla. ad una frequenza stabilita, R5
oltre che da C4, anche da R4/R5/R6; il | —>}—ww—7%
: cr fice 8.
segnale generato é un’onda rettangolare 5
i f
di frequenza pari a 250 kHz circa, corri- | R3 gf ¢ WWie=

my,a
R?
spondenti ad un periodo, ovvero un
intervallo di tempo, pari a 4 usec. Grazie
pero all’azione di DI e D2 sulle due
;
.
d
]

semionde, pil la regolazione consentita 2] 2 13


da R6, € possibile regolare la durata
dell’impulso, anche se la cadenza cui
1c
7.
a2
Ce

esso viene generato € sempre di 4 psec.


E appunto questo fatto che viene chiara- = AAAAA——

mente rappresentato nell’ apposita figura:


=A
VETTE

gli impulsi rettangolari vengono generati Ge

sempre alla stessa distanza, ma se ne pud


eee

regolare la durata, per esempio da 0,5 a


0,02 psec.
Sono comunque questi impulsi che cor-
rispondono al
segnale rilevato all’uscita
dello stadio buffer, costituito dalle
restan sezioni c e d; in realta, sul pin 4 rente impulsiva che circola in TRI, e pisce cadenze di lampeggio superiori a
il segnale sarebbe esattamente rovescia-
to, mentre sui pin 10 e II si presenta
quindi in DL, é di ben A; ma
non deve spaventare, data la brevita
valore 1

il 25+30 volte al secondo, a causa della


persistenza dell'immagine sulla retina;
come illustrato per l'effetto invertente dell’ impulso. Quando l’impulso é rego- con valori cosi alti di frequenza non si
delle due sezioni citate.
Gli impulsi cosi elaborati vengono pas-
lato per la sua durata minima,
emette poca luce; quando invece é rego-
led il pone assolutamente alcun problema:
led appare regolarmente e continuamen-
il
satia TRI, un Darlington di potenza di lato per 0.5 usec, la luce emessa é ben te acceso.
tipo TIP 112, sul cui collettore é presen- pil potente. La luminosita ottenibile non Ora torniamo indietro, nell’esame del
te un resistore (R&) che serve a limitare dipende per6 dalla sola regolazione di nostro schema e andiamo a chiudere
al valore massimo con- R6, bensi anche dal tipo di linterruttore S1; questa operazione abi-
sentito la corrente desti- led che é stato adottato. lita IC1- a ad oscillare con cadenza di
nata ad eccitare il led. La frequenza del lampeg- circa | Hz e questa oscillazione applica-
Dato che R8 da 12 2 é@

gio, non ci deve preoccupa- ta ad IC1-b, ne controlla lo stato oscilla-


ed il circuito viene ali- re Minimamente in quanto torio, col risultato che ora il superled
mentato a 12 V, la cor- J’occhio umano non perce-
= = —_—<——— — “
S
Hapgia, in modo ben percepibile per

COMPONENTI
15 kQ
Ae== 2,2 MQ ba setta e componenti
R3 = 100 kQ
R4 = 680 kQ ~ codice 3EP597
R5 = 3.300 2
R6
R7
= 100 k© (trim-pot.)
= 10 kQ
vedere a pag, 35
R8 = 120-1 W
C1 = 100 pF-16 V (elettrolitico)
C2 = 0,1 pF (ceramico)
C3 = 1 pF (poliestere)
C4 = 680 pF (ceramico)
IC1 = 4093
TR1 = TIP 112 (o similare
Sequenza
di impulsi
100 V/2 A/50 W) la cui cadenza
D1=D2 = 1N 4148 é fissa, ma di cui
$1 = $2 = interruttore si puo variare
Vec=12V la durata.
ELETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997
- Pag.
LED E SUPERLED
sof

séOw Ii circuito stampato é


)
x
qui visto dal lato rame
nelle sue dimensioni
reali.

Piano di montaggio del


i] nostro occhio, al ritmo di | Hz. circuito. | Terminali
Tornando all uscita, possiamo notare posti sulla destra della
che vi é stata rappresentata anche (come basetta servono per il
possibile alternativa) una lampada ad collegamento del
led
incandescenza L al posto del led: questa (anodo al Terminale 2,
lampada puo essere di tipo da 3+4 V. e
comunque non ci sara pericolo che bruci
catodo al 3) e (il
Valimentazione a 12
per
per lo stesso motivo del led. positivo va al Terminale
Comunque, nel caso si decidesse di 1, il negativo al 3).
adottare una lampada ad incandescenza
(12 V, con potenza di 2 A massimo),
allora il resistore R8 puo venir omesso,
oppure cortocircuitato, non essendo piu
necessaria l’azione di limitazione che La basetta su cui é realizzato il dispositivo di accen-
serviva per DL. sione a lampeggio é nella classica versione a circui-
to stampato per garantire la massima affidabilita di
riproduzione. Si comincia con il montaggio dei resi-
stori e dello zoccolo (a 14 pin) per IC1; passando
condensatori, solamente Cl é di tipo elettrolitico, e
ai
va quindi inserito rispettandone la polarita indicata.
Si posizionano poi R6 ed S1, componenti per quali
il montaggio é automatico. Resta il Darlington TRI.
i
che deve essere posizionato in modo che lafaccia in
plastica del contenitore (quella su cui sono stampi-
gliate le diciture) risulti orientata come nelle illu-
strazioni qui riprodotte.
Alcuni terminali ad occhiello completano il montag-
gio, salvo ancora inserire, con le dovute cure, ICI
nell’apposito zoccolo: il riferimento € costituito dal
piccolo incavo circolare che, sul dorso del conteni-
tore, contrassegna il piedino n° 1. Ora non restz
passare al collaudo, collegando provvisoriamente i

reofori del led adottato sui terminali d’uscita. I n-


sultati saranno certamente buoni: un cosiddett
jumbo led, in una stanza buia, é in grado di proiets-
re la sua luce su una parete bianca fino a 5+7 ma
distanza: la macchia luminosa che se me offieme =

ben percepibile.
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1297 - Sag 22
STRUMENTI

UN HERTZ
A PORTATA DI MANO
Un apparecchio utile per riparazioni e soprattutto
tarature che rende disponibile I’unita di misura della
frequenza - I’hertz - o quella del tempo - secondo - il
con grande stabilita e precisione.

ll prototipo del generatore di hertz come


da noi realizzato e collaudato.
La costruzione é di media difficolta:
componenti sono piuttosto numerosi
ma montati in modo arioso.
ELETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997 - Pag. 40
Te sappiamo che l’hertz é |’unita
che costituisce riferimento per la
misura di tutte le frequenze; si tratta
complicazione é racchiuso entro ICI, e
allora lo schema é ben meno complesso
di quello che potrebbe sembrare.
R9) il segnale pud finalmente venire
letto da un buon frequenzimetro.
La qualita anche professionale di queste
quindi di una grandezza molto importan- Oltre all’M 8716, troviamo nello schema strumento € importante qualora si2

te, esattamente quanto lo é Ja sua contro- la presenza di IC2 e TR1, che sono stati richiesta una precisione veramente ¢ro-
parte nel settore dei tempi, ovvero il aggiunti ad IC1 per meglio adattare alle nometrica, che si pud ottenere solamen
minuto secondo, riferimento su cui si
misurano tutti i fenomeni elettrici (e non
nostre esigenze il segnale generato.
Lo schema elettrico complessivo parte
regolando C2 in modo da leggere esatta-
mente la frequenza di 32.768 Hz. per
solo); il legame fra le due unita é, come appunto da IC! che, pilotato dal quarzo esempio se si deve pilotare un orologio
noto, il fatto che | Hz é l’inverso di un Q1, oscilla alla frequenza standard di elettronico, Dal piedino 8 di IC1 risulta
secondo spaccato, e viceversa. 32.768 Hz; questo valore pu6d essere invece disponibile un segnale ausiliario
C’é chi, per motivi professionali o anche ritoccato tramite C2 in modo da poter a 128 Hz, che puo essere utilizzato come
solo hobbistici, si trova nella necessita di ottenere con la massima precisione la nota audio di precisione. II vero e pro-
avere questa misura di frequenza rego- frequenza finale di 1 Hz. prio hertz spaccato esce dal piedino S.
larmente a portata di mano; é perd com- I] segnale a 32.768 Hz viene passato, per prendere due diverse strade. Una va
prensibile che questa esigenza sia preva- tramite R4-C3, all’entrata di IC2/a, cioé direttamente al contatto S$ di S1, dove S
lentemente sentita in applicazioni un po’ al gate di uno dei 6 hex buffer che costi- sta per simmetrica, in quanto all’uscita
sofisticate e da parte di tecnici un po’ tuiscono il CMOS 4049, che ne amplifi- viene fornita un’onda di forma simmetri-
smaliziati; per tali motivi, anche se la ca il livello per poi applicarlo alle sezio- ca; l’altra via attraversa invece le altre
realizzazione é semplice, I’articolo non é ne “b” e “c” parallelate in modo da tre sezioni (d, e, f) in modo da proporre
probabilmente di interesse diretto per i aumentarne la potenza; attraverso un all’uscita (contatto I) un segnale di tipo
verl e propri principianti. Una volta, per partitore-disaccoppiatore resistivo (R8- »>»>

ottenere elettronicamente 1]
Hz esatto,
occorrevano parecchi integrati divisori Is
di frequenza collegati in cascata allo
scopo di dividere opportunamente il
segnale generato da un oscillatore tipica-
Visualizzazione
mente da 1 o addirittura 10 MHz; ne
conseguiva che i] circuito necessario era
piuttosto laborioso ed anche costoso.
grafica della forma
del segnale ad 1 Hz,
©
selezionabile di tipo
simmetrico (S)
UN OROLOGIO oppure ad impulsi (I).
CHE SPACCA IL SECONDO Is
Elaborazione della

|
|

Oggi invece l’elettronica consente, con forma d’onda


relativamente pochi componenti, oltre- simmetrica
tutto di costo modesto, di generare | Hz direttamente
con notevole precisione e buona sempli- in uscita da IC1
citaé; questo avviene, come facilmente attraverso le sezioni
immaginabile, perché in commercio esi- d, e, f di IC2. |

stono diversi tipi di integrati abbordabili


che, in unione ad un quarzo, sono in
grado di rendere disponibile (da soli) la
frequenza desiderata, e cioé |’hertz. In
questo circuito € stato adottato un inte-
grato SGS, siglato M 8716.
In effetti, questo dispositivo consente
funzioni ben pil’ ampie e complesse,
potendo essere pilotato da un micropro-
cessore 0 da una CPU; da solo invece
non é in grado di fare granché, ma 1 Hz
esatto é in grado di generarlo. E interes-
sante sapere, comunque, che, quando col
telecomando del televisore si visualizza
l’ora esatta, é probabile che venga
richiamato in funzione proprio questo
integrato; lo stesso per ora e data su un
comcorder 0 apparecchi analoghi.
Premesse queste generiche informazioni
di base, andiamo ad esaminare la vera e
propria costituzione circuitale.
Come gia indicato all’inizio, questo cir-
cuito non si puod certamente definire di
tipo elementare, anche se il grosso della
ELETTRONICA PRATICA -
C2 > R2
ain Rl =
T
“ay
6 7
3
Q!

cy Z
/C1

7}
8

R3

128 HZ

Loft
RS Gs
3\>S0=
il

Schema della generatore diad 1 che perd consente anche di avere


Hz,
disponibili frequenza potenza (32.768 Hz) ed una nota a 128 Hz.

COMPONENTI impulsivo. Le due forme d’onda sono


riportate nella figura di pag. 41, in modo
da illustrarne anche graficamente aspetto
R1i =R2 = 2200 0 C3 = 56 pF (ceramico)
€ comportamento. II vero e proprio fun-
R3 = 10 kQ C4 = Vedi tabella
zionamento circuitale di questo impulsa-
R4 = 33 kQ C5 = 220 pF
R5 = 10 kQ C6 = 100 pF-16 V (elettrolitico)
tore é rappresentato nella figura che
C7 = C8 = 0,1 pF (ceramico) segue; A é l’onda rettangolare ad 1 Hz,
RG = 15 kQ - con duty cycle perfettamente simmetri-
R7 = 10 MQ Q1 = quarzo 32.768 Hz
IC1 = M8716 co, che esce da IC1; la rete C4-R6 tra-
R8 =
R9 =
1000 ©
1000 © IC2 = 4049B
sforma i]
segnale in un impulso trapezoi-
dale indicato in B; la sezione d a sua
R10 = 10 kQ IC3 = 78L05 volta trasforma questo trapezio in onda
Rii = 330 0 TR1 = BC107 impulsiva rettangolare C e, trattandosi di
C1 = 0,1 pF (ceramico) DL = led un inverter, l’impulso sara negativo.
C2 =6-50 pF $1 = deviatore a slitta La durata di questo segnale é sempre
(trimmer cilindrico) Vec = 9-14
V dettata dalla costante di tempo C4-R6; il
lettore pud scegliere il valore di C4 che
pill si confa alle sue esigenze sulla base
della tabella di seguito riportata;

'Valore di C4 durata dell’impulso (T)

100 pF 1,2 us
'

Ilcircuito 1000 pF 12 us
stampato é 10000 pF 120 us
qui visto dal 0,1 pF 1,2 ms
lato rame 1
uF 12 ms
nelle sue
dimensioni essa é calcolata considerando di mante-
reali. nere fisso a 15 kQ il valore di R6.

ELETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997 - Pag. 42
il
c
IC3F a UN HERTZ
A PORTATA
DI MANO
ar Y a
Da notare che all’uscita del circuito, cioé
, |
sul?emitter di TR1, transistor finale di
(poca) potenza, é presente un led, il
© quale resta acceso per mezzo secondo
| SN CS

=—@
@ quando
siutilizza il segnale simmetrico,
ed un attimo pill o meno breve in posi-
zione impulsiva; in questo caso, esso rie-
! |
sce ad accendersi praticamente solo in KIT
corrispondenza della durata 12 ms
(gli
| altri valori sono a velocita di commuta-
PER CIRCUITI
7
{5 zione troppo elevata), quindi il processo
é visualizzabile usando un oscilloscopio.
T IHZ
Tutta Valimentazione del circuito passa
attraverso il regolatore [C3, che porta la
STAMPATI 1
i300
| U tensione ai 5 V, indispensabili per IC1,
aT Dotato di tutti gli elementi
partendo da una qualsiasi sorgente com-

.
| © presa fra 9 e 14 V, contando su un assor-
bimento in corrente di circa una decina
necessari per la composizione
di circuiti stampati su vetronite
ye
i
di mA. La descrizione del funzionamen- o bachelite, con risultati tali
“ | to generale pud considerarsi sufficiente, da soddisfare anche tecnici
passiamo quindi ai fatti. piu esigenti, questo kit contiene
Jl circuito stampato, di dimensioni pure la speciale penna riempita
di inchiostro resistente
medio-piccole ma con buona densita di al percloruro.
componenti, va affrontato con la norma-
le cura da mettere in questi montaggi,
ma non presenta particolari elementi di
difficolta e criticita. Si inizia la sistema-
Caratteristiche
- Consente un controllo visivo conti-
»»
Tri si monta nuo del proceso di asporto.

la linguetta
con
Evita ogni contatto delle mani con
prodotto finito.
il
che indica Pemitter
rivolta verso Ri
-E sempre pronto per |'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
- Il
contenuto é sufficiente per trattare
Piano di montaggio della piu di un migliaio di centimetri qua-
basetta su cui é drati di supertfici ramate.
completamente montato
ilcircuito elettrico;
da notare la forma
particolare del quarzo.
H kit per circuiti
\ IC3 stampati é corre-
dato di un pie-
\ ca(_) um: @vcc ghevole, ricca-
mente illustrato,
in cui sono elen-
USCITA cate tutte le ope-
1HZ razioni pratiche per la preparazio-
ne dei circuito. Il suo prezzo, é ai
L. 18.000, piu lire 3.000 per
spese
di spedizione. Lerichieste debbeno
essere fatte inviando l’importe cit=
to a: STOCK RADIO - 20124 MILANO
|
|
-Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049631) =

o\
Once mezzo vaglia postale, assegno bam
R cario o conto corrente posteale =.

<
cz ©| Ovcc
GND
46013207.

32°768 HZ
|

UN HERTZ
A PORTATA DI MANO
"
si inserisce
C2

automaticamente
zione dei componenti dai resistori, poi si
posizionano i due zoccoli per gli integra-
nei fori (che ti ed i due ponticelli in filo nudo indicati
devono essere pili dal lato componenti.
grossi del solito) Il quarzetto va montato coricato e man-
|
senza bisogno tenuto aderente alla basetta (data la deli-
|

di controilarne catezza di reofori) con un ponticello sal-


la polarita. dato alla stessa. Si passa poi ai conden-
satori, ricordando
il rispetto della pola-
rita per C6. Il transistor ha come riferi-
mento il dentino sporgente dal cappellot-
to metallico, mentre IC3 va montato
posizionando la faccia con la siglatura
verso I’interno della basetta.

L'OROLOGIO CALENDARIO M 8716A


Questo integrato, appositamente realizzato come base- do di fornire (come gia accennato): M il mese, G il gior-
tempi a quarzo sui 32 kHz in tecnologia C-MOS, contie- no, O Vora, M il minuto ed S il secondo.
ne un clock digitale ed un’interfaccia seriale, il tutto in La funzione di questi stadi é pero possibile solamente
grado di contare secondi, minuti, ore e giorni della setti- qualora alla sezione LC (ovvero, logica di comando)
mana, esso é fondamentalmente previsto per essere usa- giungano, attraverso i piedini 6 e 7, i segnali per oppor-
to in un Sistema a microprocessore. tunamente colloquiare con una CPU esterna. SI ed $2
Come risulta dallo schema a blocchi qui riportato,
quarzo Q oscilla grazie ad uno Stadio inverter che fa ca-
il sono naturalmente interruttori elettronici, CA é lo stadio
di controllo dell’alimentazione, R infine é la linea di re-
il
po (appunto per quanto riguarda cristallo) ai piedini 3
é 4; ad esso segue uno stadio divisore per 256, alla cui
set: questi stadi sono appunti attivati dalla eventuale
CPU esterna. Nel nostro caso invece
queste possibilita
uscita (pin 8) si trova disponibile un segnale a frequenza sono bloccate dalla presenza di un collegamento stabile
128 Hz per usi ausiliari. Un’ulteriore divisione per 128 di6e7al+5V (VDD).
fornisce infine l'esatto valore d’uscita, cioé 1 Hz.
Tutto cid, per quanto ci interessa direttamente; tuttavia
VDD
Le
e VSS indicano i terminali
caratteristiche elettriche
di alimentazione.
sono le seguenti: tensione di
(come risulta evidente dallo schema
a
blocchi) all’ inter-
no dell’integrato, ma non utilizzati in questo progetto,
alimentazione 5V; corrente di alimentazione I mA; dissi-
pazione di potenza complessiva 300 mW; capacita
sono presenti particolari circuiti di elaborazione in gra- d’uscita oscillatore 20 pF.
vOD vss Ul U2
7 |2 |é8
5
Al centro della basetta
di un orologio al quarzo
$04} 256
he una
3128 vediamo macchia nera:
é la resina che copre e
nasconde un integrato,
Sl molto pill piccolo, ma
del tutto simile al nostro.
Lad M él lM S

Lc

ELETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997
- Pag. 44
>
|
CUO
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VENERDI
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DOMENICA
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Quartiere Fieristico di
16-17-18 MAGGIO
aperta al pubblico e agli operatori economic
7d Me

iter dial meee:


1997

ei
is =eosORLI

16 MAGGIO
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18 MAGGIO
fiera di
Om
NEW Ai}
OU
15,00

importanza nazionale
CC CRCbol
$.N.C. CESENA (Fo) -
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A eC AY

Tel.
-
be

19,00

e Fax 0547/300845
|

- (0337} 612662 |
ISOLATORE

ISOLATORE
CENTRALE

ey
bey Aaby

L’ ANTENNA IDEALE
Non
ésufficiente possedere oftimi ricevifori per captare
le numerose stazioni meteo, agenzie, network, telefoto,
antenna, elemento essenziale
LV’ ogni impianto di trasmissione e
ricezione, deve essere scelta o realizzata
di
di

ecc., ma occorre avere anche una buona antenna, per


i
con la massima cura, allo scopo di rice-
vere anche segnali pit deboli.
oftenere il migliore rapporto segnale/rumore. Lo spazio non permette ampie trattazio-
ni, ma vogliamo fornire le nozioni basi-
lari ed i fondamenti per l’installazione o

i
‘lunghezza (in m) leventuale autocostruzione dei pill sem-
frequenza in kHz lunghezza (in m) 2 plici tipi di antenne per ricevere servizi,
con isolatori senza isolatori
gia esaminati nei mesi precedenti, com-
1850 T7120 presi in quella parte di frequenze deno-
3550 40.28 minate HF (high frequency).
_3750 38.13
7050 20.28 DIPOLO MULTIBANDA
10100 44.15
14100
10.14 In linea di massima si pud affermare che
14250 10.03 per le HF sono preferibili le antenne
meccanicamente semplici ma posiziona-
_

18100 07.90
te ad altezze ragguardevoli rispetto al
24100 06.77
piano di terra.
21300 06.71 Qui parliamo specificatamente del dipo-
24940 05.73 lo con le sue numerose varianti, quali il
28100 05.08 dipolo a V invertito ed i dipoli multiban-
da o trappolati.
_28500 95.01
Le sue origini risalgono al 1880 quando
29000 04.93
Heinrich Hertz sviluppd un radiatore di
29500 04.84 onde elettriche alimentato al centro, for-

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1997 - Pag. 46


mato da due placche metalliche rettan- generalmente treccia di rame o bronzo girano attorno all’isolatore. Infine pei
golari terminanti con delle punte sferi- fosforoso da 2-3 millimetri di diametro quanto concerne i sostegni possiamc
che separate da uno spazio in aria ed ricoperta di vinile. indifferentemente utilizzare pali in legnc
energizzate dalle scariche di un conden-
satore, arrivando poi sino a noi attraver-
Come gia detto dovendo lo stesso essere
installato in alto e ben teso, occorre pre-
o metallici di diametro compreso tra 25
e 32 millimetri.
so le esperienze e gli studi di Marconi e vedere anche |’acquisto di cavi di tesatu- Nonostante i moderni ricevitori presenti-
di altri importanti scienziati. ra in nylon. no canali di input a cui collegare antenne
Ii dipolo si presenta come
|’antenna clas-
sica per eccellenza, offrendo buone pre-
E opportuno tuttavia sottolineare che
nylon seppur economico, non é certa-
il filari con impedenze elevate, possiamc
dotare la nostra filare di un balun- tra-
stazioni rispetto alla semplicita costrutti- mente la soluzione ottimale per realizza- sformatore avente il compito di adattare
va e diventando il parametro comparati- re la parte meccanica in quanto tende ad una linea non bilanciata come il cava
Vo per ogni tipo di sistema. assorbire umidita ed a cristallizzare con coassiale ai terminali di una antenna
La lunghezza fisica é circa la meta della
lunghezza d’onda (lambda) e per quanto
relativo deterioramento; sicuramente pit
adatta é la corda in poliestere ad alta
il
bilanciata come dipolo.
Molto importanti per la scelta di questo
riguardale caratteristiche elettriche, pos-
siamo affermare che esso irradia poco
tenacita ma molto difficile da reperire.
Per assemblare il dipolo, che per essere
componente sono due fattori ovvero la
banda di frequenza coperta e il rapporto
nelle direzioni corrispondenti alle estre- brevi chiamiamo filare, occorrono poi di impedenza.
mita mentre il segnale ottimale si trova dei particolari meccanici e di separazio- ll primo fattore deve consentire, al fine
in una zona ampia perpendicolare
dipolo stesso.
al ne.
Gli elementi di separazione centrali e
di svolgere tutte le attivita illustrate nei
mesi precedenti (captare stazioni meteo,
A livello teorico, si pud calcolare la lun- laterali vengono detti isolatori, facilmen- agenzie di stampa, network militari,
ghezza di un dipolo riferendosi alla velo- te reperibili nelle fiere radioamatoriali; telefoto), l’escursione entro la banda di
cita della luce pari a 300000 km/sec preferibili alla plastica sono quelli in frequenza compresa tra 1,8 MHz. e 30
(identica alla velocita cui viaggia l’ener-
gia a radiofrequenza nello spazio) ed
porcellana del tipo a noce o a barra
molto robusti ed in grado di sopportare
MHz, mentre il rapporto di impedenza é
proporzionale alla reale impedenza della
applicando la formula approssimativa forti trazioni meccaniche. nostra filare.
lt=142,5:fo, ove It é la lunghezza teorica A titolo di esempio, utilizzando del nor-
del dipolo, fo la frequenza di taglio o di male cavo coassiale a 50 Ohm tipo
risonanza, 142,5 il dividendo che tiene COMPONENTI MECCANICI RG58 o RG213 e supponendo di avere

i di
conto della riduzione elettrica dovuta realizzato una antenna con impedenza
all’impiego di isolatori terminali. Per quanto riguarda particolari mecca- 200 Ohm il rapporto risulta di 1 a 4;
E possibile autocostruire agevolmente
un dipolo utilizzando filo metallico che
nici possiamo utilizzare semplici morset-
ti e tiranti commercializzati in tutti i
quando invece il rapporto scende sino ad
1 a 1 il balun prende il nome
di simme-
presenti caratteristiche di buona condut-
livita elettrica e resistenza meccanica,
negozi di ferramenta, laddove il filo di
rame della filare o i] cavo di tesatura
trizzatore, non integrando all’interno il
trasformatore di impedenza.

1: @ possibile autocostruire 2: la tabella, di semplice 3-4: un elemento da montare sul


un’antenna
a dipolo, utilizzando
del filo conduttore @ 2-3 mm messo
comprensione ed immediato
utilizzo, consente di individuare la
palo centrale del dipolo, consente
di bloccare i bracci conduttori
in tensione con tiranti in nylon.
La lunghezza dei bracci pué variare
lunghezza dei dipoli a mezz’onda;
ovviamente per le frequenze non
e provvede al collegamento con
il cavo di discesa. E un elemento
a seconda delle esigenze; l’altezza comprese nell’elenco sara di grande importanza dell’antenna.
da terra é fondamentale necessario provvedere attraverso ll tipo illustrato é venduto da
per la buona resa. interpolazioni. Marcucci (tel. 02/95360445).

|
3 4

ELETTRONICA PRATICA
- Magoie 7297
wo - Pac =7
AMPLIFICATORI

CIRCUIT! CHE CONTANO


S'catoregia visto
é che molto vantaggioso descrivere l’amplifi-
é
operazionale un circuito ideale, perché
come in tal
caso Si possono analizzare e progettare diversi schemi elettri-
ci considerando solamente i parametri dei componenti ad
esso collegati.
Di questi circuiti abbiamo gia esaminato |’amplificatore
invertente, cosi chiamato perché la tensione di uscita ha
segnO opposto rispetto a quella di ingresso. 1] guadagno di
questo amplificatore é semplicemente espresso dal rapporto,
col segno meno davanti, fra la resistenza R2, collegata fra
ingresso invertente e uscita, e la resistenza R1, collegata fra
morsetto invertente ed ingresso.
Analizziamo adesso i] comportamento dello stesso circuito

}«©60-
= =|} Vout R2 =
sotto altri due punti di vista, il primo dei quali richtama
concetto di retroazione. Per ottenere lo schema invertente
il
Vin RI Vamplificatore operazionale viene infatti retroazionato pro-
prio con le due resistenze R1 e R2. In particolare si ha un
guadagno ad anello aperto pari ad A, che é il fattore di
amplificazione tipico de] componente, ed un fattore di
Nell’amplificatore invertente i] guadagno, cioé il rapporto fra retroazione K pari al rapporto, col segno meno, fra R1 e R2.
tensione dj uscita e tensione d'ingresso, vale -R2/A1. In altri L’apposito schema riportato in queste pagine richiama la for-
termini, il circuito effettua un’operazione di moltiplicazione del mula de] guadagno in anello chiuso e da essa si pud notare
segnale d’ingresso per un numero e ne cambia i! segno. che, essendo A molto elevato, i] guadagno del circuito con
ll comportamento di questo e di altri circuiti spiega la ragione retroazione vale, con ottima approssimazione, proprio -R2/R1.
per Si € cosi ottenuto in un altro modo risultato che, al di 1a
cui l'integrato dij cui parliamo si chiama proprio “operazionale’.
un

della sua importanza pill teorica che pratica, dimostra che il


comportamento dei circuiti che utilizzano |’ operazionale
dipende praticamente solo dalla rete di retroazione ad esso
collegata. Il secondo concetto importante relativo ai circuiti
Vin
con operazionali é quello del particolare significato dell’ ela-
+ Ve
borazione che essi effettuano sui segnali. L’amplificatore
invertente moltiplica i] segnale d’ingresso per un numero
(cioé i] rapporto R2/R1) e ne cambia il segno, cioé effettua
un’ operazione matematica. Vedremo adesso che non é il
solo circuito che esegue un’operazione sull’ingresso applica-
RETE DI to ed é proprio questo il motivo per cui |’integrato di cui stia-
RETROAZIONE
mo parlando st chiama “operazionale”’.
K Il secondo schema circuitale fondamentale basato sull’ opera-
zionale prende il nome di amplificatore non invertente per-
ché, come dice il nome, non cambia il segno del segnale
applicato in ingresso ovvero, in altri termini, non lo sfasa di
Vout
Vin
_~
_A

14+KA
SEAEELEvaTO _YOut.
Vin
2
1
K
180 gradi.
In questo circuito, come nel caso dello schema invertente,
una resistenza che indichiamo ancora con R2 é collegata fra
morsetto invertente ed uscita. Un’altra resistenza, chiamata
R1, € questa volta collegata fra morsetto invertente e massa,
mentre i] segnale in ingresso viene applicato fra morsetto non
ii comportamento di
tutti i circuiti in cui viene inserito un invertente e massa.
Poiché fra i due morsetti d’ingresso dell’operazionale la ten-
operazionale dipende praticamente solo dalla rete di retroazione
2d esso collegata, indicata con K nello schema
guadagno
*

ad
blocchi.
anello chiuso vale infatti circa 1/K quando
a sione vale praticamente zero, la tensione del segnale da
amplificare é pari a quella ai capi della resistenza R1. Se poi
si applica la legge di Kirchhoff delle maglie, si ottiene che la
guadagno in anello aperto (A) é molto elevato. Ne! caso tensione in uscita é pari alla somma delle tensioni su R] ed
gel!'amplificatore invertente K pari a -R1/R2.
é@

R2. Esprimendo queste ultime due in funzione della corrente

_ETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997 - Pag. 48
1-2: questo mixer, di cui si propone ja
realizzazione, prevede la possibilita di
dosare i livelli dei singoli segnali in ingresse

Se

mediante potenziometri. Un altro
potenziometro puo essere collegato fra
morsetto invertente ed uscita per regolare

<<
il livello in uscita del segnale mescolato.

——
4 e > 270 kQ
ead 270 kQ

WWW
1 MQ
INGR 100k
WW

S<—-
3: nell’amplificatore non
invertente i! guadagno =
@
sempre maggiore di
1.

|
I calcolo si puo effettuare Spacey
considerando la corrente
col verso indicato in
figura
‘ides
gh 10k2 \\/\A—#
@ sviluppando
le
due
relazioni ottenute
applicando le
leggi di
Kirchhoff: la prima é Vin =
R1l; la seconda é Vout =

|
(R1+R2)I; sostituendo —
nella seconda il
valore di 270 ka
ricavato dalla prima si
ottiene l’espressione di
|
3
Seat
4100 kQ
\\A\\—
Vout/Vin.

che le attraversa, si arriva con un facile calcolo al guadagno


di questo amplificatore, che vale (R1+R2)/R1 e che si pud 3
anche scrivere come | + R2/R1. Anche in questo caso avvie-
ne cioé una moltiplicazione della tensione in ingresso per un
parametro che dipende da R1 e da R2. Se si esamina questa
espressione de] guadagno, si nota innanzitutto che é sempre
maggiore di 1, a differenza del guadagno dello schema inver-
tente, che pud anche essere minore di |. Si nota inoltre che
quando R1 é molto pit’ grande di R2 la tensione in uscita €
praticamente uguale a quella in ingresso. In quest’ ultimo caso
il circuito si comporta come lo schema
realizzato con un transistor bipolare o lo schema a
collettore comune
drain
a Ri
+ Vout

comune realizzato con un FET. Si tratta cioé di un circuito


nel quale ’uscita riproduce l’ingresso, fornendo al tempo
stesso una bassissima impedenza di uscita; pud anche essere Vi
visto come un generatore di tensione il cui valore é pilotato in
ingresso, in grado di fornire un’elevata corrente.

|
Se si considerano i casi estremi dei valori delle due resisten-
ze, cloé R1 infinita e R2 pari a zero, lo schema diventa sem- Vout
_ (R1+R2)
plicissimo: i] segnale d’ingresso é applicato fra morsetto non Vin R1
invertente e massa, mentre i] morsetto invertente viene corto-
circuitato con l’uscita, Questo circuito particolare si chiama

|
»»
ELETTRONICA PRATICA - Ma oe] oO
e ‘ é w
| by &
R
1: abbiamo realizzato il mixer in
laboratorio utilizzando una basetia
millefori. In ingresso abbiamo applicato
il segnale ottenendo in uscita la forma

d'onda visualizzata sullo schermo


dell’oscilloscopio.

|
TYPE GsoB}

2: se nell’amplificatore invertente R1
é molto maggiore di R2 si ottiene
Vout praticamente uguale a Vin. Il caso
estremo si ha quando R1 é un aperto
e R2 é un corto-circuito: la tensione in
uscita é uguale a quella d'ingresso e la
rete ottenuta si chiama buffer. La tipica
applicazione é l'adattamento di
impedenza, essendo in questo circuito
elevatissima in ingresso e bassissima
in uscita.

anche buffer, un termine molto usato in elettronica che ha


come significato principale quello di “adattatore”. Lo schema
infatti, fra le altre cose, consente |’adattamento di impedenza,
essendo in questo circuito molto elevata in ingresso e bassis-
sima in uscita. Tornando all’aritmetica, uno dei circuiti piu
utili che si possono realizzare con |’operazionale é il somma-
tore, detto anche mixer e largamente utilizzato sia in campo
audio che video. Lo schema di base deriva da quello
dell’amplificatore invertente e anche per la sua analisi con-
viene seguire lo stesso criterio, Fra morsetto invertente €
morsetto di uscita é collegata una resistenza R, mentre fra
quest’ ultimo e massa, al posto di una coppia costituita da una
Vout = Vin tensione in ingresso ed una resistenza, ve ne sono due o pit
(V1 in serie a R1, V2 in serie a R2, € cosi via), poste in paral-
lelo. Di conseguenza la corrente I che passa attraverso la
resi-
stenza R é la somma delle varie correnti che passano attraver-

ll circuito sommatore, chiamato


anche mixer, permette di
ottenere in uscita una tensione
che 6 la somma delle tensioni
applicate ai vari rami del circuito
R3
in ingresso, ciascuna delle quali
Vout
é moltiplicata per un termine pari
la
v1
a diviso per resistenza
V2
in serie all’ingresso e cambiata
di segno.
V3

Vout = -
R
( A V1o+ Ryo
R2 =.
R3
v3)+
R

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1997 - Pag. 50


so le resistenze R1, R2, ecc. dei vari rami in parallelo. potenziometro pud essere collegato fra morsetto invertent ed
Dunque viene scritta come somma di V1/R1,V2/R2, ecc.,
IJ
uscita per regolare il livello in uscita del segnale mescolat
mentre Ja tensione di uscita é data dal prodotto fra R ed I, Si ottiene inoltre un migliore rendimento
se
in serie

oh
Ciascu-@

cambiato di segno esattamente come nel caso dell’amplifica- na resistenza collegata al morsetto invertente é posto un con-
tore invertente. densatore e le prestazioni aumentano ulteriormente se | ali
Ii risultato che si ottiene alla fine é che la tensione in uscita é mentazione é stabilizzata. Nello schema sono illustrati a titolo
la somma, cambiata di segno, delle varie tensioni in ingresso, di esempio tre ingressi, ma il loro numero pud essere aumen-
ciascuna moltiplicata per un termine pari al rapporto fra R e tato. Sara poi una scelta de] lettore quali segnali “mixare”.
la resistenza collegata al segnale in ingresso stesso; si ha cioé ciascuno dei quali dovra essere applicato al circuito con gli
Vout = -(R/R1)V1-(R/R2)V2-... Questa somma, che si
ma pesata perché ciascun addendo é moltiplicato per un fat-
chia- adeguati connettori.
La proprieta fondamentale di questo circuito é che l’amplifi-
tore, diventa una somma ordinaria se le resistenze R, R1, R2, cazione o |’attenuazione di uno degli ingressi non ha alcun
ecc. sono tutte uguali. Se invece sono uguali fra loro le R1, effetto sull’amplificazione o sull’attenuazione degli altri
R2, ecc. e R ha valore maggiore, oltre alla somma avviene ingressi.
un’ amplificazione. Ancora una volta si tratta della conseguenza delle proprieta
Il circuito puo essere realizzato utilizzando un integrato tipo dell’amplificatore operazionale, in particolare della sua altis-
741 e pud costituire la base di partenza per realizzazioni hob- sima impedenza d’ingresso unita al concetto di massa virtua-
bistiche pit. evolute. Lo schema proposto prevede la possibi- le, che permette di ottenere il disaccoppiamento completo fra
lita di dosare i livelli dei singoli segnali in ingresso (tipica
funzione dei mixer audio) mediante potenziometri. Un altro
segnali in ingresso e segnalein uscita.

parametri di un amplificatore
Fra i vari parametri che descrivono un amplificatore ope- tempo. Numericamente é il rapporto fra la variazione di
razionale ne esistono due molto importanti per esprimer- tensione fra due determinati valori ed il tempo impiegato
ne la qualita. Il primo é il rapporto di reiezione di modo per ottenerla; si esprime in volt diviso microsecondi
comune, spesso indicato con la sigla CMRR e gia visto a (V/us) ed il suo valore tipico negli integrati in commercio
proposito dell’amplificatore differenziale. Esprime quan- é 1 V/us. Per misurarlo si puo utilizzare un amplificatore
to il guadagno differenziale riesce a prevalere su quello di nella configurazione non invertente, nel quale la resi-
modo comune e numericamente é il rapporto fra i due stenza R1 sia molto maggiore di R2: in questa condizione
suddetti guadagni espresso in decibel (viene ottenuto la tensione di uscita segue quella di ingresso. All’ingresso
facendo il logaritmo di base 10 del rapporto e moltipli- si applica dunque un’onda quadra e in uscita si conside-
candolo poi per 20). rano i fronti di salita e di discesa della tensione in usci-
Lo slew rate (velocita di variazione) indica invece la ta. E la pit “lenta” delle pendenze in uscita che viene di
velocita di risposta del circuito ai segnali che variano nel solito considerata per definire lo slew-rate.

* Vin
Con questo amplificatore non invertente si puo misurare lo slew-rate di un
}

operazionale applicando in ingresso un’onda quadra a frequenza elevata


e facendo un calcolo sulla forma d’onda in si
uscita. |l parametro
dividendo AV (volt) per At (microsecondi); per ottenere AV si pud
ottiene

considerare lintervallo compreso fra il 10% e il 90% della massima

variazione, che corrisponde alla definizione di tempo di salita (o di


discesa). In certi casi lo slew-rate 6 misurato anche considerando un
intervallo piu piccolo (ad esempio fra 20 e 80%).

Rt
eee Ri>>R2

ELETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997 - Pag
iH
AVVISATORE
D’INTRUSIONE
Questo piccolo sistema di allarme servirebbe a niente: l’allarme puc
basa il suo funzionamento sull’inter- essere disinserito solo premendo PI.
ruzione di un opportuno contatto.
Infatti quando accade cid, un led pre-
resettando il circuito e predisponen-
dolo per avvisare di una nuova intru-
sente sulla basetta si accende avvi- sione, La soluzione pit’ prevedibile
sando dell’avvenuta intrusione; con- per l’installazione del contatto di
temporaneamente, si attiva un picco- allarme é la sistemazione di due pia-
Giacomo Bartolacci
di Lucignano (AR)
ci ha inviato questo
lo buzzer. Premendo
il tasto P1
l’allarme viene inserito: cid blocca
strine metalliche, una delle quali pos-
sibilmente elastica, sugli stipiti di
T2, e Tl é pertanto fornito di corren- una porta; esse vanno collegate, con
semplice circuito che
é valso
gli
la il premio te di base attraverso il led, la resi-
stenza da 470 ohm, il contatto di
opportuno percorso dei fill condutto-
ri, ai terminali d’ingresso del circui-
per migliore
realizzazione allarme e ta resistenza da 33 kohm.
Tl diventa conduttivo, forzando T2 a
to. Quando la
porta é chiusa i contatti
situati sul telaio della porta e sulla
del mese.
rimanere bloccato. Se il collegamen-
to tra A e B (contatto di allarme)
porta stessa si trovano uniti e quindi
terminali A e B de] circuito sono col-
i
viene interrotto, la corrente di base legati. Quando la
porta si apre il con-
iatto si interrompe, denunciando cosi
per Tl viene bruscamente fermala.
Ora Tl si blocca e T2 diventa con- lapertura della porta stessa.
duttivo: il led si accende e il buzzer Oltre allo schema elettrico, viene
suona. E anche se lo scassinatore riu-
scisse precipitosamente a “ricongiun-
anche suggerita una possibile solu-
zione per il montaggio e cablaggio
gere” il contatto di allarme, non gli del dispositivo.

OL

) st
k
$F:
P] Rs BA

&
COMPONENTI
~~. .oe
aK
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R3 =
5,6 kQ ©
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= 4700
led @5 mm
et we »D
9V
-O)

TR1= TR2 = BC107 (BC548)


$1 = interruttore
o deviatore
Pi = pulsante N.A.
BA = buzzer attivo
ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1997 - Pag. 52
Carmelo la tensione presente sul piedino inverten-
Tagliente, te 2 risulta inferiore a quella presente sul
17 anni di piedino non invertente, sull’uscita di IC]
Palagianello troviamo una condizione logica 1, cicé
(TA), la presenza di una tensione positiva che.
ci presenta alimentando tramite R4 e C2 I’emettito-
un semplice re del transistor unigiunzione, lo fa
controllo oscillare, modificando il valore del con-
di carica densatore C2, e cosi possiamo far lam-
per batterie. peggiare il diodo led pit! o meno veloce-
mente.
a

Rl

< Pensando ad un modo originale di


=<— costruire un antifurto e mettendo insie-
me i componenti che al momento aveva
PR2
a disposizione, a Carlo Trigona di Sira-
VE cusa € venuto fuori un dispositivo che ha
chiamato antifurto a sbarramento lumi-
noso, che sfrutta il raggio di luce emesso
da una lampada ad incandescenza, fatto
concentrare sul sensore, posizionato a
qualche metro di distanza. Interrompen-
do il fascio di luce il relé (a cui é colle-
gata una sirena, una lampada, ecc.) rima-
ne eccitato; per disattivarlo basta preme-
re il pulsante (P1). Quando non arriva
luce al fototransistor, il transistor (T1)
i i entra in conduzione, ed a sua volta fa
R1 = 10kQ C2 = 47 pF - 25V (elettrolitico)
innescare |’SCR, che fa rimanere eccita-
R2 = 100 kQ (trimmer) DZ = zener 9,1 V-0,5 W to i] relé, finché non si preme il pulsante
R3 = 2,7 kQ DL = led (P1).
R4 = 4,7 kQ U1 = unigiunzione 2N2646 L’alimentazione prevista é di 12 V.
R5 = 470 © IC1 = pA 741 »»
C1 = 100 kpF VE=12V

Carmelo Tagliente,
nello (TA) ¢
17 anni di Palagia-
da molto tempo interessato
|
ime

a costruire strumenti di laboratorio; ci ll kit per fotoincisione


invia un circuito molto semplice che pud della ditta Else si compone
di un supporto formato
essere utilizzato per controllare la carica da una base in legno, un letto
di qualunque pila o batteria inserita in di spugna dove alloggiare
una radio portatile, un registratore, un la piastra ed un vetro
trasmettitore ecc. di copertura, il tutto stretto
Non appena latensione di alimentazione Tutti i lettori sono invitati
ad inviare un loro progetto,
insieme da 4 fermagli.
C’é poi la lampada da tavolo
scende sotto al limite da noi prefissato,
circuito fa lampeggiare un led per avver-
il semplice e inedito, che non con la lampadina speciale.
impieghi pia di 15 componenti
tirci che é giunto il momento di sostituir- elettronici. Le realizzazioni
la o di ricaricarla. L’operazionale IC1 (una breve spiegazione,
costituisce un semplice stadio compara- qualche disegno, le generalita
ed una foto tessera dell'autore)
tore di tensione: quando infatti la tensio- devono essere inviate a
ne ai capi dell’ingresso invertente (piedi- ELETTRONICA PRATICA - EDIFAI
no 2) risulta maggiore della tensione di 15066 GAVI (AL):
riferimento presente sul non invertente a tutti i partecipanti sara spedito
(piedino 3), luscita (piedino 6), si trova un utile omaggio. Ogni mese il
a livello logico zero e di conseguenza
diodo led rimane spento. Quando invece
il progetto migliore verra pubblicato
e premiato con un utilissimo kit
per fotoincisione della ditta Else.
Carlo Trigona di Siracusa ha realizzato un
dispositivo a sbarramento luminoso con
soli 10 componenti.

I] circuito pud essere montato in una


basetta millefori; il tutto poi puo essere
inscatolato in un contenitore in plastica
di adatte dimensioni, ricordando di far
fuoriuscire: i] sensore, il pulsante ed fili
per l'alimentazione.
& x
@8
R1 = 10 kQ
R2 R3 = R4= 1 kQ
=
T1 = BC177 o BC179
SCR = TIC 106
RL = relé 12 V
Di = 1N4004
FT = fototransistor TIL 78
Pi = pulsante N.C.

aN alas
7a
anche piuttosto economico. Esso monta di Tl e T2 ai previsti 220 V c.a.
un integrato di tipo 4047, un multivibra- lJ suddetto trasformatore é un normale
tore CMOS in grado di funzionare in
modo monostabile oppure astabile, come
tipo di alimentazione da 2x10+12 V di
primario; la tensione disponibile a vuoto
In commercio esistono varie versioni di appunto nel nostro caso. Il segnale sim- si aggira sui 240 V, ed applicando un
generatori di corrente alternata a SO Hz,
cosiddetti inverter, dai pit) svariati livelli
i metrico (ovvero in controfase) disponi-
bile sulle uscite 10 e 11, di forma squa-
carico da 10+20 W si aggira sui 220 V
(o poco meno). Il trimmer R2 serve per
di potenze e, soprattutto, di prezzo, che drata, viene applicato agli ingressi della regolare esattamente la frequenza di fun-
pero &
sempre elevato. Giuseppe coppia di darlington NPN che costituisce zionamento, che normalmente corrispon-
Pomella di Tivoli (RM) ha quindi pro- il vero e proprio stadio di potenza;il cir-
cuito in controfase é poi completato dal
de ai classici 50 Hz della rete-luce, ma
che pud anche essere portata a 400 Hz
gettato e realizzato questo circuito piut-
tosto semplice ed equipaggiato con com- classico trasformatore d’uscita che porta (se il trasformatore é di qualita sufficien-
ponenti comunissimi, cosi da risultare la tensione dai bassi valori dei collettori temente buona).

OF;
fy ‘\

12V
4-5 Ri = 1000 ©
TI

a
6-14
R2 = 220 kQ (trimmer)
R3 = 1000 2
R4 = 1000 2
C1 = 0,1 pF (mylar)
C2 = 220 pF-16V
© (elettrolitico)
1C1 gy C3 = 0,1 pF (ceramico)
TR1 = 2x10+12 V/3 A
© 1C1 = 4047
T1 = T2 = BD 699
DL = led
Fi = fusibile 3A
7-8-9 TRI
12

ELETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997 - Pag. 54
6 KIT UTIL
CIL if
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le moderne memorie a stato solido
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localizzare i guasti nelle
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TV ecc). E completo di
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e puod fungere
da radiomicrofono
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E indispensabile specificare il codice dell ‘articolo
richiesto (riportato a fianco del circuito), nella causale
del versamento.
REGOLAZIONE

ALIMENTAZIONE
DA SINGOLA A DUALE
E un dispositivo che divide
in due rami di uguale
Cee spesso, lavorando con I’elet-
tronica pit moderna ed in particola-
re con circuiti operazionali, di aver biso-
in serie alla prima: il meno della prima
va cosi connessoal piti della seconda.
Se usiamo questo collegamento centrale

fensione, ma di segno gno di un’alimentazione del tipo cosid-


detto duale.
come riferimento di massa, e quindi
come zero, i 24 V derivanti dal collega-
opposto rispetto ad un Tl nome
si riferisce a quegli alimentatori mento in serie restano ripartiti fra i +12
riferimento centrale, che forniscono contemporaneamente, del terminale alto della prima batteria ed
i -12 V del terminale basso della secon-
rispetto ad una massa centrale presa
l’energia elettrica fornita come riferimento zero, due tensioni da: disponiamo cosi di due tensioni
dai comuni uguali ma di polarita opposta. Prendia- uguali ma di polarita opposta, come
alimentatori casalinghi. mo per esempio il tipo pili antico e bana-
le di alimentatore, cioé una batteria:
indica la figura di questa pagina,
Se invece ci riferiamo a veri e propri ali-
abbiamo due morsetti, uno dei quali é mentatori da rete, la situazione sara
contrassegnato positivo e l’altro negati- quella de! secondo disegno; qui non é
vo; in genere quello negativo viene indispensabile realizzare un alimentatore
assunto come collegamento a comune, duale mettendone due singoli in serie,
ovvero come riferimento di massa a ten- ma lo si pud ottenere con particolari
sione zero: in circuito, quindi, abbiamo configurazioni circuitali, in cui alcuni

i
un +12 V riferito ad uno zero. Prendia- dei componenti sono comuni ad ambe-
mo una seconda batteria e colleghiamola due bracci di alimentazione.

UNO PIU UNO QUASI DUE


Ecco come é possibile ottenere
lo sdoppiamento dei rami di Qui perd non dobbiamo prendere in con-
pe +12) |

alimentazione partendo da siderazione questa seconda versione,


O+ semplici batterie: ne occorrono appositamente nata come duale, bensi i]
2y |B
|

almeno 2 collegate in
serie. caso assai pit! frequente in cui si dispon-
ga di un convenzionale alimentatore sin-
Per sdoppiare i rami golo, che non é certamente facile trasfor-
i
=
=
di alimentazione di un mare in duale. La trasformazione da sin-
alimentatore occorre disporre golo a duale pud essere possibile ed
del circuito elettronico che anche abbastanza facile, aggiungendo un
proponiamo. Nel disegno dispositivo esterno, realizzando cioé un
U1 = uscita unica; UP = uscita circuito analogo al nostro, nato appunto
> +12V positiva; UN = uscita negativa. per effettuare questa trasformazione.
=
O+

12V 8
|

. Pe


“ahh ALIMEN TATORE ALIMENTATORE
O+
= |
SINGOLO
ul
DUALE
bedsd

- = ov

ELETTRONICA PRATICA
- Maggio1997 - Pag. 56
Ecco
ilprototipo del
circuito come da noi
realizzato e collaudato.
Qui i transistor
e il radiatore sono
ancora da assemblare.

Vediamone |’impostazione circuitale.


Passiamo ad analizzare lo schema elet-
Nella sua versione definitiva
dispositivo va assemblato in questo
il
trico del nostro dispositivo convertitore
di tensione, il quale ha lo scopo di effet-
modo, con il dissipatore posto al di
sotto della basetta e distanziato
tuare la seguente operazione: applicando tramite due colonnette metalliche.
all’entrata una tensione continua VE,
diciamo (per esempio) di 12 V, all’uscita
del circuito ne otteniamo lo sdoppiamen-
to, cioé abbiamo due tensioni, rispettiva-
mente di +6 e -6 V rispetto al morsetto della tensione VE. Esaminiamo ora
quel-
lo che ¢ il funzionamento effettivo del
di erogare sino a5 A.
centrale, che viene considerato come T1 e T2 sono montati a mo’ di amplifi-
riferimento di massa, ovvero a potenzia- circuito. catori single ended in push-pull; i due
le zero. In realta, i due valori delle ten-
sioni ricavate in uscita sono inferiori di
L’esame dello
comprensibilmente
schema elettrico
dai
parte
morsetti
emitter, collegati fra loro, fanno
morsetto centrale d’uscita, che rappre-
capo al
qualche frazione di volt alla meta del d’ingresso, cui si applica la tensione VE, senta appunto il livello assunto come
valore di partenza, a causa delle inevita-
bili perdite del circuito sdopptatore, e
che supponiamo,
a titolo d’esempio, sia
pari ai classici 12 V; col trimmer R2
zero di riferimento, sostanzialmente
assestato anch’esso al valore VE/2.
questa caduta risente del valore di cor- regolato in posizione di perfetta simme- Ecco cosi realizzati i due bracci in grado
rente erogata,
Mediamente, nell’esempio ora fatto,
tria della polarizzazione, il piedino 3 di
IC si trova esattamente a VE/2.
di fornire i quasi 6 V cadauno dipolarita
ovviamente simmetriche rispetto allo
anziché ottenere +6 V, ne otteniamo Allora, nelle stesse condizioni elettriche zero, e quindi invertite. Nel caso in cui
+5,7 (se la corrente non é tanto alta). si trova il pin 6, cioé luscita di IC, che tra le due uscite venissero collegati cari-
Del resto, ’inconveniente é di entita risulta collegata alle basi della coppia chi diversi, che quindi assorbissero cor-
piuttosto modesta, e comunque lo si pud complementare di Darlington MJ3001- renti diverse, ne conseguirebbe un certo
compensare alzando un po’ il valore MJ2501, transistor di potenza in grado o>

ELETTRONICA PRATICA - Maggio 1997 - Pag. 57


V
+
|

|
!
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ee
|
|
Bt
R5

ii
2
-
|
"Ie3
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WW GF |
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2 7 es
4
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b

al
|
|

| Ter “Tee ce
‘Te
|
; RE
|
|

i] a
Schema

elettrico
‘tema 6
mms
yey emmy

del convertitore di alimentazione


in corrente continua da singola a duale; l’impostazione
dei circuito é tale che i due rami della tensione d’uscita
possiedono un valore di poco inferiore a VE/2.
9mm meme ey mmm erm
my) ee 24

— ordinare
[Per

-
stampato
in dimensioni
reali (a
=|
basetta e componenti
-—COCICe

vedere q pag. 35
4EPO9

sinistra)
e piano di
montaggio 4 lr. 2 ¢ Ti]

;
(sotto) del
dispositivo. bee Bc B

10 kQ
totoy
ae tO

a
R1 = O i +

R2 = 470 © (trimmer)
R3 10 kQ
Pe om

i
=
R4 = 680 0
© RI! res ©
a
J C ioie
i

‘Ge
I !

R5 0,470-10W
-
= R6 = C2 "he R5
kt

Ci = 10 16 V (elettrolitico) t =

0,
i

-
C2 0,1 pF (ceramico) \
C3
=
= C4 = 100 pF 16 (elettr.) ve CO Rae re a
ME =
IC = pA 744 +pat =
Ti
T2
=
=
MJ3001
MJ2501
Ci
= R6 ©
.
C4

VE =5-26V © rR ©
VU = VE/2
ELETTRONICA PRATICA
- Maggio 1997
- Pag. 58
ALIMENTAZIONE DA SINGOLA A DUALE
sbilanciamento anche nei valori delle alimentazione. coppia T1-T2; poi, avvicinando basetta e
tensioni d’uscita, se non si fosse preso I]nostro dual converter 6 montato su una dissipatore, si completa con attenzione
un Opportuno provvedimento; questo basetta a circuito stampato di modeste tutto il collegamento fra le due parti de!
consiste nel collegamento diretto de] dimensioni, la quale perd (per quanto circuito. Insistiamo sulla necessita di
morsetto zero con l’entrata invertitrice abbiamo visto alla fine del precedente controllare con cura la disposizione dei
(2) di IC. Si tratta di una vera e propria paragrafo) deve essere equipaggiata con cavetti che vanno verso |’uno o |’altro
controreazione (naturalmente, in conti- un dissipatore termico di dimensioni degli elettrodi, o verso l’uno o I’altro dei
nua) che porta automaticamente ad un adeguate. transistor (che é consigliabile contrasse-
buon bilanciamento dell’uscita di IC e Occupiamoci ora della realizzazione del gnare rispettivamente con P ed N): uno
quindi alla sostanziale parita nelle ten- circuito stampato vero e proprio. scambio in questa zona del circuito pud
sioni duali. Con questa pur semplice I due resistori di potenza R5-R6 vanno essere fatale per questi componenti non
soluzione, 6 come se T1 e T2 costituisse- inseriti sulla basetta facendo in modo di troppo economicl,
ro un prolungamento del circuito di IC, mantenerli sollevati 5+10 mm dal piano Occorre infine tener conto che i collega-
pero esterno ad esso; 1 tre dispositivi della stessa; in tal modo, essi sono aerati menti di collettore ed emettitore, se le cor-
vengono cioé a costituire, in pratica, un per un miglior scambio di calore, e non renti previste sono di diversi ampére,
operazionale di grossa potenza, con le si corre il rischio (dato i] notevole riscal- vanno effettuati usando cavetto di sezione
relative prestazioni. Trattandosi di ope- damento) di bruciacchiare il materiale adeguata. Una volta controllato il nostro
rare in corrente continua, tutti i conden- plastico del circuito stampato. Messa da circuito é consigliabile inserirlo in qualche
satori presenti in circuito non sono altro
che dei by-pass di stabilizzazione.
parte la basetta, si provvede al montag-
gio dei due transistor sul dissipatore che,
adatto contenitore, provvedendo
all’aria libera i] dissipatore. a lasciare

almeno nel nostro prototipo, ha sostan- Per quanto riguarda |’alimentatore che
zialmente Je stesse dimensioni (in pian- fornisce la tensione da dividere, @ asso-
| DARLINGTON ta); per questa operazione servono, oltre lutamente necessario che esso non abbia
alla normale viteria, anche 2 kit d’isola-
i ai
il negativo, o meglio lo zero (in questo
Le resistenze R5 ed R6 sono delle sem- mento per i]
transistor e le pagliette per caso) collegato internamente a massa; in
plici limitatrici di corrente e servono collegamento collettori. pratica, i] - di VE non deve essere con-
solamente per evitare che un cortocircui- Con 6 cavetti di 5+6 cm possibilmente nesso al telaio de] contenitore: se cid si
to fra le uscite possa danneggiare i Dar- di 3 colori diversi, si prepara il cablaggio verificasse, basta eliminare quel collega-
lington di potenza; il loro valore non é direttamente ancorato ai 3 elettrodi della mento.
critico e pud anche essere nettamente
inferiore. Tl e T2 costituiscono, come ll circuito si collega ad un normale alimentatore e fornisce in uscita una
gia detto, una coppia complementare di corrente duale; nei collegamenti facciamo attenzione alle polarita.
Darlington, le cui caratteristiche elettri-
che principali sono: Vmax = 80 V;
Icmax = 10 A; Pmax = 150 W (a 25%);
8 = 1000 (per Ic = 5A). Se i carichi col-
legati tra UP e 0 e tra UN e 0 sono pres-
soché uguali, allora la dissipazione di
calore da parte di Tl e T2 @ limitatissi-
ma; se invece ci fosse differenza di cor-
rente fra ]’assorbimento dei due carichi,
maggiore é questa differenza maggiore
sara la dissipazione del transistor che
pilota il carico inferiore. In altre parole,
la differenza di corrente esistente fra i
due carichi viene assorbita (e quindi dis-
sipata) da uno dei due transistor; non ci
$1
meravigli pertanto se si riscontra che
uno dei due transistor resta freddo men-
tre altro é caldo. Occorre comunque
prevedere un adatto dissipatore; con
quello montato nel nostro prototipo il
massimo sbilanciamento accettabile fra
gli assorbimenti dei due rami @ circa 1 A.
La tensione VE applicabile all’entrata
puo variare fra 5 e 26 V; con questo
range di possibile variabilita, in uscita
otteniamo sempre VE/2. Dopo tutti que-
Sti chiarimenti, possiamo accingerci alla
realizzazione del convertitore duale di
Compilate il modulo sotto riportato, indicando
chiaramente il
vostro indirizzo ed il numero

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di telefono. Ritagliatelo ed inviatelo, in busta
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ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 3


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“II'" I COMP
Trasferire il contenuto di diversi
volumi cartacei in un CD-ROM si-
gnifica innanzitutto risparmiare spa-
zio e peso. Trasformare infatti
l’ingombro ed il peso di uno scaffale
di libri in alcuni sottilissimi dischetti
del peso di pochi grammi ciascuno
non è cosa da poco in una qualunque
casa e neppure in un'azienda, dove di
OCCHIO carta spesso ce n’è addirittura troppa.
A questo indubbio vantaggio va
STANCO? aggiunto il fatto che la consultazione
di qualunque testo. trasferito dalla
USA carta al CD-ROM, offre nuove possi-
bilità rispetto al plurimillenario sup-
I.A LENTE porto ricavato dalla cellulosa.
Gli esempi più significativi sono le
Almeno una volta nella vita sarà capitato a ciascuno di noi di osservare un orologiaio diverse chiavi di ricerca automatica
o un orefice intenti a fare una riparazione o semplicemente ad osservare un particola- di argomenti e l’ipertesto. cioè
re servendosi del classico oculare. Clip-Ed può essere considerato un’evoluzione di l’accesso ad un’informazione conte-
questo semplice quanto utile accessorio e anch’esso a dir la verità è piuttosto sempli— nuta in una certa parte dello scritto
ce, sia nella struttura che nell’uso. Si tratta di un piccolo meccanismo che può essere attraverso una “parola chiave" conte-
montato su un qualunque occhiale, dotato di lenti che consentano di ottenere gli
ingrandimenti 3x, 4x, 6x, 8x. L’accessorio viene semplicemente incastrato sulla mon-
tatura dell’occhiale e l’apposito snodo permette di utilizzarlo o meno a seconda del
tipo di lavoro che si sta svolgendo. Indubbiamente un prodotto di questo tipo va
preso in considerazione dagli hobbisti elettronici, che lo possono trovare molto utile
per esaminare i dettagli delle schede autocostruite senza utilizzare lenti di ingrandi-
mento e quindi lasciando libere entrambe le mani. Il suo uso è particolarmente racco—
mandato per la lettura delle sigle dei vari componenti, spesso difficilmente individua-
bili ad occhio nudo, per esaminare l’integrità delle saldature oppure per rilevare
eventuali microinterruzioni nelle piste conduttrici. Lire 45.000 (con 4 lenti).
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Pointer SD si Oggi il progresso dell’informatica non sta tendendo solamente verso microprocessori
può utilizzare
sempre più veloci, memorie sempre più estese o pacchetti software sempre più
anche al di
potenti, ma anche verso dispositivi di interfaccia uomo-calcolatore sempre più
fuori del
confortevoli, pratici e semplici da usare. Il mouse per molte persone rappresenta da
diversi anni un’ottima soluzione per interagire col computer, per altri invece è uno
piano di
strumento scomodo se non addirittura un ostacolo alle potenzialità offerte dai
lavoro:
moderni prodotti sia hardware che software. Ecco allora che il mercato dei computer,
risponde ai
attentissimo ai bisogni dell’utente, sta cercando soluzioni alternative. Un esempio è il
movimenti
nuovo mouse della Philips che si può utilizzare sia in modo tradizionale, cioè sul
del polso.
piano di lavoro, con o senza tappetino, sia fuori dal suo “ambiente naturale”, cioè
semplicemente tenendolo in mano senza ulteriori appoggi. E il movimento del polso
che, tradotto nel movimento del meccanismo interno del dispositivo, permette il
puntamento del cursore sullo schermo.
Esiste anche un modello che, sempre comandato dai movimenti del polso, funziona
via radio fino ad una distanza di 23 metri dallo schermo ed è anche corredato di
software per realizzare in ambiente Windows degli effetti speciali. Entrambi i
prodotti non richiedono un software particolare per essere installati: bastano i driver
standard Microsoft 0 Logitech.
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ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 4


C NEWS ELECTRONIC
ONENTI IN UN CD HOME THEATRE SENZA FILO
nuta in un’altra parte. Chi ha già La rivoluzione nell’ascolto domestico e avve-
navigato in lntemet si sarà reso conto nuta da pochissimi anni con la tecnologia
della potenza di tale sistema. chiamata Dolby Surround oppure Home
Questi nuovi criteri di consultazione Theatre, a seconda che si voglia sottolineare
sono anche vantaggiosi nel settore dei di più l’effetto sonoro oppure quello dello
cataloghi di componenti elettronici spettacolo nella sua totalità. L’ascoltatore è
(Data-Sheet), e alcune delle maggiori completamente coinvolto, poiché il suono
case produttrici hanno già trasferito non proviene più da due altoparlanti ma
su supporto informatico i loro pesanti almeno da quattro, i quali possono creare la
volumi. La Temic Semiconductors ha stessa atmosfera di un concerto rock, di una
presentato un CD-ROM con le infor- sala d’ascolto di musica classica o di una
mazioni tecniche sui prodotti di discoteca. L’effetto è generato da apparati
costruttori quali Telefunken, Matra digitali basati su DSP (Digital Signal Proces-
MHS, Dialog, Siliconix. Altrettanto sor) che elaborano i suoni in modo tale da
hanno fatto la National Semiconduc- simulare il ritardo legato alle riflessioni e ai
tor, la Hewlett Packard e la Texas reverberi tipici di certi ambienti di ascolto.
Instruments: la documentazione è La Sony è all’avanguardia anche in questo
presentata nel formato standard campo e uno degli impianti più evoluti è
Adobe e tutti i testi e grafici sono quello contraddistinto dalla sigla SA—VASS,
stampabili. A partire da lire 30.000. dotato di ben otto amplificatori separati e
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Canova 40/42 - tel. 02/93 7551 ). attivo, destinate ad essere collocate alle spalle
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infrarossi, per eliminare qua-
lunque connessione con i dif-
fusori centrali e quindi rende-
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di aver sviluppato, in collaborazione con The Technology
Partnership, il dispositivo HD155101F, destinato a segnare
un significativo passo in avanti nel mondo della telefonia
cellulare. La tecnologia con cui è stato realizzato
l’integrato, unita alle scelte progettuali, e in grado di
soddisfare pienamente le esigenze degli standard GSM ed
EGSM. Nel secondo caso si tratta soprattutto di specifiche
di qualità del segnale, espresse in termini di bassi livelli di
rumore e di distorsioni. Il dispositivo, costruito con un
livello elevatissimo di integrazione, racchiude in un unico
blocco tutte le funzioni relative al trattamento del segnale a
radiofrequenza (RF), sia in ricezione che in trasmissione.
Il primo vantaggio offerto da questo prodotto è ovviamente
la maggiore semplicità nella realizzazione del blocco RF
nei terminali mobili di nuova generazione, al quale si
aggiunge come ovvia conseguenza il minor prezzo.
A tutto ciò va unita una riduzione dell’ingombro
dell’apparecchio. Ricerca Hitachi.
l FOTOACC

ISOLARE
CDN
|.A |.UCE
Schema elettrico
del circuito
interno di un
totoaccoppiatore, Esternamente sono identici a piccoli
con relativa
piedinatura,
integrati, ma all’interno troviamo
nonché aspetto un led ed un fototransistor; grazie
esteriore, identico ai quali possiamo isolare tra loro
in tutto ad un
blocchi circuitali, in cui scorrono
piccolo integrato
a 6 piedini.
Elc tensioni fino a 50.000 V.
Per impieghi particolari
nc3 Z]e il fototransistor può anche essere
in configurazione Darlington.

1 nome, optoaccoppiatore o fotoac- in un piccolo integrato, a sei piedini, Fra i due appare interposto il fotoaccop-
coppiatore, può sembrare altisonante contenente un led ed un fototransistor; le piatore, che esercita la sua funzione di
e per questo incutere una certa soggezio- dimensioni fisiche, in questo caso, sono isolamento elettrico e che è composto
ne, ma in realtà si riferisce ad un compo- di 20x10x6 mm, senza tener conto, da un diodo led DL e da un fototransi-
nente semplice, sia nella struttura che ovviamente, della presenza di quattro stor. I lampeggi del diodo led DL pilota-
nell’impiego. Si tratta di un modulo di elettrodi contrassegnati con le lettere a- no il fototransistor FTR che, a sua volta,
isolamento elettrico per mezzo della k-e—c. Per quanto riguarda le tensioni mette in funzione il circuito di potenza.
luce, la cui funzione primaria è quella di che possono rimanere isolate tramite Ma nello schema i due semiconduttori
isolare un circuito di controllo o pilota l’impiego degli optoaccoppiatori, queste appaiono separati, quasi fossero due ele-
da un altro di potenza, generalmente sono talvolta elevatissime, dell’ordine menti singoli mentre, in realtà, sono
interessato da tensioni di valore molto dei 10.000 - 15.000 - 50.000 V, anche se conglobati in un’unica struttura elettro-
elevato. L’argomento, dunque, è assai di norma l’isolamento più comune è da nica, chiusa in un contenitore, così
interessante, perché offre a tutti la possi- ritenersi intorno ai 5.000 V. Lo schema come accade per un comune circuito
bilità di sperimentare un dispositivo di pag. 7 in alto ribadisce il concetto di integrato. Il fotoaccoppiatore vero e
piuttosto moderno, che si è imposto, lad- isolamento elettrico fra due sistemi ope- proprio, che costituisce il cosiddetto
dove i tradizionali sistemi di isolamento rativi, ottenuto tramite l’interposizione chip dell’integrato, rimane posizionato
possono rivelarsi poco economici o irra- di un fotoaccoppiatore. Come si può in zona centrale ed i suoi conduttori
zionali e quando la tensione alternata di notare, infatti, sulla sinistra della stessa sono collegati con i terminali del com-
rete viene considerata pericolosa. figura è segnalata la presenza di un cir- ponente. I tre elettrodi si riferiscono al
[ modelli di optoaccoppiatori, attualmen- cuito di comando, o circuito pilota, ali- diodo led DL (anodo : a, catodo : R) e
te in commercio, sono molteplici, con mentato con tensioni di basso valore al terminale non collegato (nc), ma
forme esteriori e prezzi diversi, che (BT), mentre sulla destra è presente il applicato al substrato. Gli altri tre elet-
variano a seconda della destinazione dei dispositivo di potenza, alimentato con la trodi, invece, si riferiscono ai conduttori
componenti. Quelli cui vien fatto riferi- tensione di rete o, comunque, con tensio— di collettore (c), base (b) ed emettitore
mento in questo articolo sono composti ni elettriche elevate e quindi pericolose. (e) del fototransistor FTR. In alto, a

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 6


IOPPIATORI
Lo schema ci mostra
l’impiego tipico di un
fotoaccoppiatore.
DL
Il circuito di
comando, alimentato CIRCUITO CIRCUITO
con bassa tensione, DI DI
COMANDO POTENZA
mette in azione il led
che, con i suoi raggi
luminosi, pilota
il lototransistor,
il quale attiva \ ISOU\MENTO ELETTRICO /
il dispositivo
B.T.
di potenza.

sinistra del supporto, è presente la tacca dimensioni del chip sono minime, se distanze, nelle trasmissioni su fibra otti-
guida di orientamento della disposizione confrontate con quelle, già menzionate ca a bassa velocità, nelle comunicazioni
dei terminali del componente. in precedenza, di tutto l’integrato. audio tramite luce o in altre occasioni
Entriamo ora nella struttura intima del ancora, conviene collegare due fototran-
fotoaccoppiatore, ovvero avviciniamoci sistor in configurazione Darlington,
di più alla conoscenza del chip integra- DEBOLI SEGNALI LUMINOSI oppure utilizzare un dispositivo già inte-
to, nel quale si nota come il diodo led grato, che presenta il vantaggio di una
DL rimanga posizionato nella parte Quando si debbono amplificare segnali maggiore semplicità circuitale, un minor
superiore del chip, mentre il fototransi— luminosi alquanto deboli, come possono ingombro ed un’area da esporre alla luce
stor è sistemato in quella inferiore. Del essere quelli emessi da un piccolo diodo assai più vasta.
diodo led DL sono segnalati i due elet- led, oppure quando è necessario disporre Un tale elemento prende il nome di
trodi, di anodo (a) e di catodo (k), men- di forti segnali elettrici, provocati da “fotodarlington” ed è un componente
tre per il fototransistor FTR vengono variazioni di intensità luminose, come capace di risolvere tutti i problemi citati,
indicati i conduttori di emettitore-base- accade ad esempio nelle barriere a raggi conferendo al dispositivo optoisolatore
collettore (e—b—c). Naturalmente, le luminosi o infrarossi, sulle lunghe caratteristiche eccellenti.

Struttura fisica interna di un


fotoaccoppiatore, le cui parti di maggiori
dimensioni sono rappresentate dal
supporto e dai sei piedini.
Il fotoaccoppiatore vero e proprio,
identificabile nel chip, rimane fissato
in posizione centrale.
IS LANTE

Il vero e proprio chip del fotoaccoppiatore


è qui schematizzato: nella zona superiore
è presente il diodo led, in quella inferiore
rimane applicato il fototransistor.

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 7


BASSA FREQUENZA

AMPLIFICATORE
STEREO ESPANSO
Un semplice circuito che consente di aumentare
la se orazione fra i due canali degli im ianti
stereo onici, migliorando la sensazione i rilievo
acustico e l’effetto direzionale.
Ecco il prototipo dell’espansore
stereofonico come da noi realizzato
e collaudato. Da notare il
collegamento a massa delle
carcasse dei 3 potenziometri,
ottenuto con uno spezzone
di filo nudo.

Prima di addentrarci nella spiegazio- pre molto gradevole specialmente canali di qualsiasi programma stereofo—
ne di quelle che sono le funzioni nell’ascolto di impianti hi—fi. nico, qualunque sia la provenienza; ciò
dell’apparecchio che stiamo presentan— Può però capitare, per vari motivi quali significa, in altre parole, ottenere l’esal—
do, riteniamo che un breve riepilogo di la vicinanza delle casse acustiche per le tazione di quei segnali che si presentano,
cosa s’intenda per Stereofonia in questo modeste dimensioni dell’ambiente sui due canali, sfasati fra loro, ed invece
momento, caschi a pennello. d’ascolto, la scarsa separazione dei due l’attenuazione di quei segnali che sono
Col termine di Stereofonia s’intende canali per motivi sia di ripresa sonora in fase. Per ottenere ciò, lo schema elet-
quella tecnica di registrazione (e quindi che di impianto di riproduzione, che trico inizia con due stadi amplificatori
di riproduzione) sonora che permette la risulti necessario, o quanto meno gradi- equipaggiati coi FET Fl ed F2, uno per
localizzazione, nello spazio sonoro che to, aumentare un poco, o meglio espan- il canale destro ed uno per il sinistro.
abbiamo di fronte, delle singole sorgenti, dere, questo effetto, in modo che i canali
dando così all’ascoltatore la sensazione destro e sinistro appaiano più lontani di
di un certo rilievo acustico producendo quello che effettivamente risulterebbe RIDUTTORE DI DIAFONIA
cioè l’effetto direzionale: appunto, dal complesso: sorgente del segnale-
l’effetto stereofonico. riproduttore dello stesso. L’effetto desiderato è fondamentalmente
La possibilità di individuare la direzione Forse, a prima vista, sembrerebbe una ottenuto portando ad un punto comune le
di provenienza di un suono viene attri- cosa impossibile e invece l’inserimento due resistenze di source RS ed R6: così
buita al fatto che le due stimolazioni del circuito che andiamo a presentare facendo, il circuito (grazie alla chiusura
acustiche che raggiungono le nostre rende la cosa possibile. L’ascolto col verso massa di R3 ed R4, rispettivamen-
orecchie sono in genere diverse per dispositivo è previsto solamente in cuf- te) viene ad equivalere ad un amplifica-
l’intensità, per l’istante d’arrivo e, tal- fia, per il semplice fatto che se ne ha tore differenziale ed il segnale cosi
volta, anche per la fase. così una migliore percezione dell’effetto disponibile sui due drain è dato dal
Comunque, indipendentemente da un stereo. Andiamo ora a studiarne il fun— segnale d’ingresso meno quello, sfasato
maggiore o minore approfondimento di zionamento. di 180°, che proviene dall’altro canale.
quella che e l’effettiva dinamica del pro- Si tratta sostanzialmente di un circuito in E in questo modo che i segnali in fase
cesso, l’effetto stereofonico risulta sem- grado di aumentare la separazione dei »»

Il circuito stampato è qui visto


dal lato rame nelle sue
dimensioni reali.
La realizzazione non è difficile
ma richiede precisione.

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 9


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"
R9

Schema elettrico del circuito; tutta la componentistica necessaria trova posto sulla basetta salvo l’alimentazione
(consigliabile a pile) ed i connettori d’entrata/uscita.

Piano di montaggio su basetta a circuito stampato; da notare i due


potenziometri (effetto stereo e volume) allineati lungo il bordo della
basetta, per poter affiorare dal pannellino di un contenitore.

VCC

ED UD

ES US

VCC

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 10


AMPLIFICATORE
STEREO ESPANSO
presenti sui due canali vengono attenua- lanti da 8 Q cadauno, ottenendo così
ti, mentre vengono sommati, e quindi circa 1 W d’uscita per canale, potenza
esaltati, i segnali in opposizione di fase: sufficiente per un gradevole ascolto in
proprio questo effetto viene percepito ambiente tranquillo e con casse non
dal nostro orecchio come un’espansione troppo dure; in questo caso occorre però
della Stereofonia. portare CIO e C1] ad una capacità sui
Il trimmer-potenziometro R6, comune al 1.000 pF.
ritorno di source dei due stadi, serve Da tener presente che il TDA 2822 può
appunto per dosare a piacere l’entità di così sopportare fino a 15 V di alimenta—
questo effetto. zione, ma (almeno nel nostro caso) è
I due segnali BF, opportunamente elabo- bene non superare i 9 V, perché altri—
rati, giungono così al doppio potenzio- menti scalderebbe troppo: quindi la
metro RlO/Rl 1; esso è di tipo coassiale, gamma ideale di tensione sarebbe fra 6 e
e può essere o monocomando (permet— 9 V.
tendo la regolazione contemporanea del Se proprio si vuole adottare un’alimenta-
volume su ambedue i canali) oppure a zione suì 12 V, bisogna applicare, sul
comandi separati, consentendo le due dorso del contenitore dell’IC, un apposi-
regolazioni indipendentemente. to radiatorino.
Noi abbiamo scelto questa seconda solu- Le reti RC presenti in uscita sui due
zione: è un po’ più laboriosa, ma i risul- canali servono per la miglior sicurezza
tati sono più gradevoli, e comunque di stabilità del circuito, mentre C8/C9
rende il bilanciamento più perfetto. rappresentano un efficace filtro—disac-
Dopo questa ulteriore regolazione, il coppiamento sull’alimentazione.
segnale raggiunge lo stadio finale, cioè
un doppio amplificatore BF realizzato in
un solo integrato appunto per amplifica- BASETTA A DUE CANALI
zione stereo. Si tratta di un dispositivo di
debole potenza, le cui uscite sono Il circuito è stato realizzato su una
appunto previste per andare a pilotare comoda basetta a circuito stampato di
una cuffia: la potenza su carico da modeste dimensioni; andiamo quindi a
32+32 9 si aggira sui 300 mW con Vcc descriverne la realizzazione, che risulta
di 9 V. così assolutamente semplice e non criti-
Naturalmente, nulla vieta (anche con ca. Si comincia col sistemare i vari resi-
questo integrato) di pilotare due altopar- »»

COMPONENTI
R1=R2=1MQ
R3=R4=4700(2
R5=330Q II potenziometro
RG : 4700 Q (potenziometro) doppio si monta
R7 = R8 = 3300 9 senza problemi di
R9 = 330 9 polarità. Occorre
R10 - R11 = 47 kg (doppio però collegare a
potenziometro) massa le carcasse
mz = ma = 4,7 o metalliche.
01 = 02 = 0,1 pF (ceramico)
03 = 05 = 0,1 uF (ceramico)
04 = 100 "F - 16 V (elettrolitico)
06 = 07 = 100 [IF - 16 V (elettr.)
08 = 0,1 uF (ceramico)
09 = 220 “F - 16 V (elettrolitico)
010 = 011 = 220 uF - 16 V (elettr.)
012 = 013 = 0,1 |.|F (ceramico)
l01 = TDA 2822 M
F1 = F2 = tet 3819
Vcc = 9 V (vedi testo)

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 11


AMPLIFICATORE
STEREO ESPANSO
stori, preoccupandosi solo della rispon- tostante, con uno spezzone di filo nudo
denza del codice colori, lo zoccolo per saldato.
IC] ed il ponticello in filo nudo presente Infine, non resta che inserire ICI
vicino ad esso. nell’apposito zoccolo, avendo cura di
Si passa poi ai condensatori; molti di posizionare il piccolo incavo semicirco—
essi sono elettrolitici, quindi bisogna lare presente su uno dei lati corti come
controllarne con cura le polarità indicate. indicato nelle illustrazioni, nonché di far
Il montaggio di F1 ed F2 va eseguito entrare ben allineati i piedini nelle relati—
prendendo come riferimento per la loro ve mollette di contatto dello zoccolo.
inserzione la faccia piatta stampigliata. Verificatone il montaggio, e collaudato-
Si piazzano poi i diversi terminali per le ne il funzionamento (per questo, sul pro-
entrate ed uscite. totipo è applicata momentaneamente la
I numerosi I due potenziometri entrano automatica- presina stereo d’uscita), il circuito può
condensatori mente (naturalmente se scelti del tipo essere montato in un adatto contenitore
elettrolitici giusto) nella prevista foratura; è impor- metallico (collegato alla massa), entro
vanno montati con tante collegare la parte metallica delle cui possono posizionarsi anche le pile di
attenzione alla polarità. loro custodie alla massa del circuito sot- alimentazione.

L’INTEGRATO TDA 2822


Si tratta di un doppio amplificatore di potenza a bassa tensione di
impedenza tepsmne potenza alimentazione, realizzato come circuito integrato in minidip ad 8 pie-
ahmentaz. d usata dini, nato per applicazioni specifiche quali piccoli amplificatori di
per canale potenza in registratori portatili 0 radioricevitori. Le prestazioni tipi-
che sono: tensione di alimentazione minima 1,8 V, bassa distorsione
9V 300 mW di crossover, bassa corrente di riposo, configurazione a ponte oppure
6V 120 mW stereo. Le caratteristiche massime, invece, sono: tensione di alimen-
32 9 45V 60 mW tazione di 15 V; corrente di picco ] A; dissipazione di potenza 1,4 W.
’ Le caratteristiche elettriche, oltre a quelle riportate nella tabella qui
3V 20 mW a sinistra, sono: tensione d’alimentazione da 1,8 a 15 V; corrente di
2V 5 mW riposo da 6 a 9 mA; resistenza d'ingresso (a I kHz) di 100 kg; gua-
16 Q 6V 220 mW dagno in tensione 39 dB.
9V 1000 mW Nella figura riportata è illustrato lo schema a blocchi interni e la re-
lativa zoccolatura, di cui qui diamo le corrispondenze: ] = uscita 1 ;
8Q 6V 380 mW 2 : positivo di alimentazione; 3 = uscita 2; 4 : massa; 5 : ingresso
6V 650 mW 2 (-); 6 : ingresso 2 (+); 7 = ingresso 1 (+); 8 : ingresso 1 (—).
49 4,5 V 320 mW
3V 1 10 mW
V
I:ÎI2Î

La tabella sopra ci mostra la potenza Schema elettrico.


(per canale) che si può ottenere in uscita piedinatura ed aspetto
dall’integrato, al variare della tensione & esterno dell’integrato
d’alimentazione e dell’impedenza TDA 2822.
d’ingresso, con frequenza di 1 kHz. E +vcc
Sotto invece vediamo come
la distorsione rimane costante
per vari livelli di amplificazione.
rq

potenza
impedenza d’uscita distorsione b
per canale
32 Q 40 mw 0,2% E GND

16 9 75 mW 0,2 %
89 150 mW 0,2%

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 12


Lo saaevate che...
possibile, usando un integrato
C—MOS, realizzare anche degli
stadi lineari, in particolare degli
amplificatori BF.
La cosa si può fare controreazionan-
do opportunamente, in corrente con-
tinua, le entrate e le uscite dell’inte-
grato prescelto. Una versione del
genere è realizzabile secondo lo
schema qui fornito, che si basa tutto
sull’adozione di un triplo inverter
quale per esempio potrebbe essere un
4049, di cui si sfruttano tre sezioni;
ed infatti la piedinatura riportata a
schema è proprio riferita a questo
tipo di IC. Un dato circuitale, e cioè
il guadagno totale in tensione, si può
ricavare dalla semplice formula
R2/Rl. Nel nostro caso quindi, coi
valori a schema, abbiamo che il
segnale posto all’ingresso viene
amplificato di 100 volte.
La tensione di alimentazione per un
circuito del genere può essere com-
presa fra 5 e 14 V. La larghezza di
banda entro cui si possono ottenere Ecco una parata di integrati C-MOS tra i più comuni, scelti nelle
le caratteristiche citate va da 20 Hz versioni a 14 e 16 piedini.
ad 1,5 MHZ circa.
Lasciamo il montaggio del circuito,
estremamente semplice, alla fantasia
dei lettori, ricordando che per l’inte-
COMPONENTI
grato C-MOS è sempre bene preve- 01:03=0,1|1F R1=10k9
dere lo zoccolo. cz = 1 |.|F R2 = 1 MQ
C4=47uF-16V IC1=4049
(elettrolitico) Vcc = 5+14 V

Lo schema mostra 1 %
un possibile
impiego di un
integrato C-MOS
per realizzare un
amplificatore.

C1

ae
‘=0m

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 13


| MERAVIGLIE DELL’ELETTRONICA

l VIDEODISCHI
DIGITALI
La sigla DVD contraddistingue questa nuova tecnologia
' destinata a diventare lo standard del futuro '
multimediale. In un dischetto di forma e dimensioni
uguali a quelle dei normali CD potranno essere
memorizzate fino a quattro ore di immagini e suoni.
Non si sa ancora se e quando verrà diametro e 1,2 mm di spessore). Ciò che oppure inviata a pilotare il circuito di
risolto il dilemma riguardante il cambia e la capacità di memorizzazione generazione del segnale video.
prossimo futuro della tecnologia digitale dei dati, che può arrivare ad essere anche All’enorme estensione della capacità di
dell’immagine, cioè se nella disputa fra 14 volte maggiore, che significa fino a memorizzazione hanno contribuito note—
televisione e personal computer uno dei quattro ore di immagini, videogames voli progressi sia nella componentistica
due prevarrà sull'altro oppure si giun- spettacolari e applicazioni multimediali. che nell’elaborazione dei segnali digita-
gerà, come spesso è accaduto, ad un li. Grazie all’impiego di un nuovo laser
compromesso accettato da tutti. Nel frat- all’infrarosso è possibile inviare raggi su
tempo è stato ormai definito dai colossi COME 5 CD cavità di larghezza pari a 0,4 micron (un
mondiali dell’elettronica uno standard micron è la millesima parte del millime-
unificato per un nuovo supporto di Il sistema di memorizzazione e di lettura tro), meno della metà di quella dei CD
memorizzazione destinato a lasciare un dei dati è lo stesso di tutti gli altri tipi di tradizionali, che è pari a 0,83 micron,
segno profondo nella storia dell’elettro- CD: microscopiche cavità sulle quali disposte su tracce la cui distanza recipro-
nica: il videodisco digitale. incide un raggio laser la cui riflessione, ca è quasi dimezzata (da 1,6 a 0,74
La sigla che lo contraddistingue è DVD che varia a seconda che l’informazione micron).
(Digital Video Disc) e la forma e le memorizzata sia uno 0 oppure un 1, A queste caratteristiche strutturali, che
dimensioni sono identiche a quelle di viene registrata da un fotorivelatore permettono di aumentare di cinque volte
tutti i tipi di CD già esistenti (120 mm di quindi amplificata e convertita in suono, la capacità di memorizzazione di un

Rispetto ai GD tradizionali, la
struttura interna dei DVD consente
la memorizzazione dei bit su doppio
strato. Sono previste anche
versioni a due lati, come nei dischi
di vinile, ciascuno con uno o due
strati di memorizzazione.

1°STRATO Dl MEMORIZZAZIONE

STRATO SEMI-TRASMISSIVO

2°STRATO Dl MEMORIZZAZIONE

STRATO RIFLETTENTE

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 14


La lettura del doppio strato di un
DVD awiene per mezzo di uno
speciale sistema di lenti che
permette di focalizzare
Il… SISTEMA DI
contemporaneamente il raggio FOCALIZZAZIONE
laser a due diverse distanze.

| STRATO 1
DVD rispetto ad un CD, si aggiunge la LATO 1 0,6mm
possibilità di memorizzare i dati su due STRATO 2
strati sovrapposti. La lettura avviene in STRATO 2
questo caso grazie ad uno speciale meto- LATO 2 0.6mm
do di focalizzazione del raggio laser che | STRATO 1
permette di leggere le due serie di bit
senza capovolgere il dischetto. E anche
previsto un DVD a quattro strati, dove la
lettura dell’intero disco richiede l’acces-
so ai due strati, che ovviamente non
avviene capovolgendo il dischetto come
negli “antichi” dischi di vinile, bensi
grazie ad un doppio sistema di lettura
laser (una specie di “autoreverse otti-
co”).
Il risultato di queste soluzioni tecnologi-
che è una capacità di memorizzazione di
dati del DVD che va da 4,7 Gigabyte
(cioè 4,7 miliardi di byte) a 8,5 Gigabyte GD momeen
uva-nova our—«r:
nel caso di singolo lato (a seconda che si
abbiano uno o due strati di memorizzazio-
ne) e che può arrivare a 17 Gigabyte nel
doppio lato e doppio strato (cioè nel caso
di quattro livelli di memorizzazione).

IMMAGINI PER DIFFERENZA

Queste enormi capacità di immagazzina- I lettori di DVD, del tutto


mento di dati non sarebbero però ancora simili ai
sufficienti a offrire la possibilità di tra— videoregistratori o ai
sferire su DVD film di 4 ore con effetto lettori di CD interattivi,
Dolby—Surround, magari sottotitolati e sono dotati di un
doppiati in diverse lingue, se non venis- sistema di
se adottato anche un metodo di compres- decompressione dati
sione dei dati tale da “risparmiare” bit per trasformare i dati
nella memorizzazione delle immagini. memorizzati con lo
Nel caso del DVD la soluzione si chia- standard MPEG in dati
ma MPEG-II (la sigla sta per Motion riproducibili sul
pictures experts group) e si tratta di un televisore o sul monitor
sistema in base al quale, una volta del PC. Come in tutte le
memorizzato il primo quadro televisivo, nuove tecnologie, i
anziché memorizzare il secondo nella prezzi previsti all’inizio
sua interezza sono memorizzate solo le per queste
differenze fra secondo e primo quadro. apparecchiature sono
Lo stesso discorso vale a proposito del piuttosto elevati.
terzo quadro e cosi via, con il risultato di
una riduzione del numero di bit necessa-
ri di oltre 10 volte. L’impiego di questo
standard è indispensabile anche nel caso
di trasmissione di grosse moli di dati digi—
tali, quali saranno quelle del futuro multi-
mediale messo a disposizione su Internet, I DVD possono immagazzinare anche 14 volte la
perché trasmettere tutti gli interi quadri quantità di bit memorizzati in un CD tradizionale.
televisivi darebbe luogo a tempi di attesa Sono destinati a contenere film con sottotitoli in
PHILIPS

proibitivi anche con i sistemi di comuni- diverse lingue ed effetti speciali, videogiochi
cazione via cavo più veloci. sotisticatissimi e programmi multimediali.
COMFORT DOMESTICO

INTERRUTTORE
A SFIORAMENTO
Accensione, regolazione continua della luminosità,
memorizzazione del livello e spegnimento di una
lampada: tutto questo si può fare toccando in modo
opportuno il sensore del nostro circuito.
€;, ° Ecco il prototipo del
circuito di comando
% per l’interruttore a
» sfioramento come
? da noi realizzato
e collaudato.

ome premessa iniziale, supponiamo


di aver già disponibile il nostro
dispositivo, opportunamente collegato
@ vss
@
ad una qualsiasi lampada di casa, d’uffi—
cio o di qualsiasi altro luogo, e che tutto
sia inizialmente spento; cominciamo Nello schemino abbiamo
allora con l’elencare chiaramente quelle ripreso la parte dello
+ 220V'b

che sono le prestazioni complessive del C3CE DZ


schema elettrico
dispositivo che andiamo a presentare. generale, relativa R7
Toccando con dito l’apposito sensore, se ©VDD
il tocco è rapido (addirittura istantaneo),
all’alimentazione a I=lW=O
bassa tensione, così da
la lampada si accende. Ritoccandolo allo 01 C4
poterla meglio
stesso modo (cioè istantaneamente), la
analizzare.
lampada si spegne; se però tocchiamo il
sensore (sempre a lampada accesa)
lasciando il dito appoggiato, la luce
comincia a diminuire progressivamente.
Togliendo il dito, la luminosità raggiun- SENSORE
ta dalla lampada resta memorizzata; ora,
rimettendo il dito e lasciandolo, la luce 220V
comincia a crescere nuovamente. Rica— «> / “
pitolando, il tocco istantaneo corrispon— Soluzione finale del
de ad un comando ON/OFF; il tocco montaggio, suggerita
prolungato provoca invece una variazio- allo scopo di evidenziare
ne regolare di luminosità, che viene la presenza del sensore
memorizzata nell’integrato. A questo (che va posto
punto, il lettore attento si sarà probabil- nell’angolo più vicino al 3 LP
mente posto un ragionevole interrogati- sottostante morsetto
»» d’ingresso).

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 17


! R3 vss
| 1

! …
!
| 2 3
|
' [ 8

|
©NU. /C/

| 6 4

| ’
' cz
| J 7 1'
' RS b-=o

|| L—_—*:"
c3q_
. VOD
|
|._.
Schema elettrico dell’interruttore a tocco; il dispositivo indicato con S rappresenta il sensore,
realizzato come riportato nel testo ed in apposita illustrazione.

1
®®®®

220 V fu

L ,! Il circuito stampato
è visto dal lato
rame nelle sue
dimensioni reali.

Piano di montaggio

della basetta a
circuito stampato.

ELETTRONICA PRATICA — Settembre 1997 - Pag. 18


_'—'__l

! INTERRU'ITORE
| A SFIORAMEN'I'O
i , vo: ma quanti stadi e componenti ci
vogliono per fornire questo complesso di
prestazioni?
lime con la massima precisione il punto
d’innesco rispetto al passaggio per lo
zero della sinusoide corrispondente alla

i Fortunatamente, basta molto meno del


previsto: con un integrato factotum
(appositamente prodotto per applicazioni
tensione di rete. Tale dato deve inoltre
venir memorizzato secondo il tempo di
permanenza del nostro dito sul sensore;

! di questo tipo) ed un triac che serve da


attuatore di pilotaggio, il “miracolo
a questo provvedono i contatori interni a
flip—flop, che mantengono inalterato il

=@===o dell’elettronica” anche stavolta si com—


pie (ma ormai, a questi miracoli ci stia-
mo abituando). Infatti per realizzare le
funzioni sopra elencate, basta ricorrere
loro stato logico raggiunto sino ad un
evento esterno successivo, oltretutto
assicurando precisione e regolarità di
intervento che i normali light-dimmer a
all’impiego di un integrato Siemens in potenziometro non sono in grado di for-
tecnologia P-MOS, che fra l’altro pre- nire. Ora che abbiamo provveduto a
senta un’altissima impedenza d’ingresso prendere un po’ di confidenza con que-
(miliardi di ohm) per consentire il rego- sta tecnologia appositamente dedicata,
lare funzionamento di un sensore a sfio- passiamo all’esame specifico del circuito
ramento. da noi messo a punto.
Infatti il circuito funziona in quanto al
sensore si fornisce una tensione di
comando indotta sul nostro corpo, REGOLATORE
immerso com’è nei campi elettrici più o PER TUTTI I GUSTI
meno intensi che vengono irradiati dagli
impianti presenti un po’ dovunque: e Dalla prima occhiata allo schema elettri—
fortunatamente l’entità di segnale che il co, si può notare che l’alimentazione del
nostro dito può cedere al sensore presen— circuito è direttamente derivata dalla
ta un contenuto energetico molto basso. rete, dopo l’opportuna caduta di tensione
Oltre a questo aspetto, va tenuto conto tramite R7 e C4; la tensione è ricavata
del fatto che la resistenza del corpo raddrizzandone la semionda negativa e
umano, e quindi fra le nostre dita e la stabilizzandola a -15 V tramite l’apposi-
terra, è molto inferiore a quella d’ingres- to zener DZ. La linea negativa dell’ali-
so del dispositivo, e comunque finita, mentazione è collegata, attraverso il
per cui i livelli d’ingresso del dispositivo diodo di protezione DI, al piedino 7 di
stesso ne vengono influenzati, sovrappo- ICI, un 576 B (attenzione, la lettera B è
nendosi questo effetto alla già citata cap- molto importante); al piedino 7 è appli-
tazione. Il circuito poi, oltre a disporre di cato il positivo di riferimento provenien-
questa parte rivelatrice, deve anche te da DZ.
provvedere a comandare l’angolo di Per meglio chiarire il modo in cui è stato
conduzione di un triac, in modo da stabi- »»

Piedinatura del
COMPONENTI ”’ È @ ?
triac adottato.
Il triac deve
R1 : R2 : 4,7 MQ (0,5+1 W) toroide comunque
R3 = 5 MQ (trimmer) IC1 = S 576 B f essere di tipo
R4 = " MQ T1 : triac TIC 206 MITXD 10 S/GL A ad alta
R5 = 560 kg H60 (o equivalente da 600 V- sensibilità,
|RG = 2,2 MQ 4A) cioè in grado
R7 = 470 Q D1 = 1N4007 di commutare
01 = 47.000 pF (ceramico) 02 = 1N4007 con corrente
C2 : 470 pF - 400 V (ceramico) ',DZ : zener 15 V -1w di gate inferiore
03 = 100 uF - 16 V (elettrolitico) S : sensore (v. figura e testo) a 20+25 mA.
04 = 0,22 pF - 250 V c.a. (mylar) LP = lampada per alcune alaZg
65 : 0,1pF - 250 V c.a. (mylar) centinaia di W (max.)
J1 : RFC100 pH (per 1A) su F1 = fusibile rapido 3 A
ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 19
INTERRU'ITORE A SFIORAMENTO
risolto il problema dell’alimentazione di attivazione del sensore, va a pilotare
ICI, è riportata in disegno a parte (a alla conduzione o all’interdizione il
pag. 17) la sola composizione circuitale triac T1, e di conseguenza se ne ottiene
relativa; questo stralcio di schema non la regolazione desiderata per la lumino-
costituisce quindi una versione alternati- sità di LP.
va, bensì una maggiore evidenziazione L’induttanza Il presente in serie all’A2
dei componenti relativi alla sola funzio- del triac ha lo scopo di minimizzare i
ne di alimentazione. Il segnale di co- disturbi di commutazione; scopo analo-
mando, applicato al sensore tramite un go ha C5.
dito della mano dell’operatore e costi-
tuito dalla captazione dei 50 Hz della
rete da parte del corpo umano nonché GRANDI PRESTAZIONI
dalla sua bassa resistenza, raggiunge il
pin 5 attraverso i due resistori di alto Il dispositivo è stato realizzato su una
valore Rl-R2; essi provvedono ad assi- basetta a circuito stampato (di modeste
curare isolamento ed eventuale prote- dimensioni) così che funzionamento e
zione dalla tensione di rete altrimenti prestazioni risultino garantite. Il montag—
L’induttanza J1 è di tipo presenti in circuito: e infatti si sono gio si inizia dai resistori, passando poi
commerciale e si monta senza montati due resistori in serie, anziché allo zoccolo per IC] (molto raccoman-
bisogno di verificarne la polarità. uno solo di valore doppio, proprio per dabile) ed ai diodi; da tener presente che
È posta in serie all’A2 del triac con aumentare la sicurezza protettiva. questi ultimi vanno inseriti rispettando il
lo scopo di minimizzare i disturbi Per quanto riguarda l’integrato, va tenu— riferimento costituito dalla riga in colore
di commutazione. to presente che esso è già, per costruzio- presente presso una delle estremità del
ne, parzialmente protetto anche da scari— corpo ad indicare il terminale di catodo.
che elettrostatiche. Si procede poi con i condensatori, aven-
Alcune precisazioni a proposito dei vari do cura di rispettare, per C3, la polarità
(ma non poi così tanti) componenti che indicata; seguono ] l, i due morsetti mul-
circondano ICl: R3 controlla la sensibi- tipli a vite per entrate ed uscite (che
lità del sensore S, pertanto va regolato a vanno orientati con le finestrelle di
dovere; al piedino 4 fa capo il PLL, e vi inserzione cavo sempre verso l’estemo),
è quindi collegato il segnale a 50 Hz il portafusibile con relativo fusibile ed il
prelevato tramite R6 e C2 per la sincro- trimmer R3: nessuno di questi ultimi
nizzazione; i piedini 2 e 6 corrispondo- componenti ha problemi di polarità da
no a due ingressi qui non utilizzati. Il rispettare. Il triac va inserito in modo
vero e proprio segnale di comando, ela- che la faccia in plastica su cui sono
borato secondo il tipo e la sequenza di stampigliate le diciture sia orientata

IL REGOLATORE
LUMINOSO S 576 B
L’integrato S 576, realizzato in tecnologia P—MOS, per- da regolare. Nel nostro caso è stato scelto il tipo B, nel
mette la realizzazione di regolatori o commutatori di lu- quale, all ’atto dell 'interruzione della regolazione, la lu-
minosità. Sia la commutazione di stato che la regolazio- minosità prescelta viene immagazzinata, per poi essere
ne di luminosità sono ottenute tramite un sensore appli- ripresa quando il dispositivo viene reinserito; durante la
cato esternamente. Il criterio con cui vengono controlla- regolazione, l’operazione di controllo riparte da questo
te le modalità di funzionamento, e cioè on, 0,7 e variazio- valore memorizzato. Se l’operazione viene ripetuta, la
ne dell ’angolo di fase, dal sensore si basa unicamente direzione del controllo di regolazione s’inverte automa-
sul modo e sul tempo di contatto col sensore. ticamente. Le caratteristiche particolari del dispositivo
Il clock interno e la sincronizzazione con la frequenza e sono: assenza di elementi di commutazione meccanica;
la fase della rete-luce sono generati da un circuito PLL; operazioni di regolazione possibili anche a distanza;
per il suo funzionamento digitale, è possibile regolare ac- possibilità di sostituzione nelle installazioni elettroma-
curatamente e con continuità qualsiasi valore di angolo gnetiche convenzionali; controllo di luminosità secondo
di fase. Il triac è innescato ogni mezz ’onda da un impulso una caratteristica approssimativamente fisiologica; alta
di durata approssimativa di 30 ps applicati al pin 8. immunità da interferenze; la luminosità predisposta re-
La famiglia è composta da 4 versioni che si diflerenzia- sta memorizzata anche per brevi interruzioni (< 1 sec. );
no tra loro per come agiscono sulle lampade del carico bassa dissipazione di potenza.

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 20


\ .

verso l’interno della basetta (cioè verso


J 1). Ora non resta che inserire [Cl nello
zoccolo, rispettando il posizionamento
indicato per il leggero smusso semicir—
colare presente su uno dei bordi stretti.
La basetta è cosi completata; dopo
un’accurata revisione per sicurezza, si
può procedere ad un suo collaudo preli-
minare, ma attenzione: sulla basetta c’è
anche, in diversi punti, la tensione di
rete, quindi occorre maneggiarla con
molta cura, per evitare spiacevoli inci-

COL L EZI( INISIWO


denti (come indica il simbolo sullo sche—
ma). E così arrivato il momento di rea-
lizzare il sensore, che si costruisce utiliz—
zando un pezzetto di lastra in rame od
ottone di dimensioni 10x10 mm circa;
esso va collegato al morsetto 5 mediante

DIO
un breve tratto di filo da collegamento,

RA
comunque non più lungo di l+2 cm.
Pertanto la basetta va collocata in scato—
letta di plastica di forma e dimensioni
adatte affinché il morsetto d’ingresso sia
immediatamente sotto il sensore, appun-
to per consentire un cablaggio opportu—
namente ridotto. Occorre infine tener
presente che, come avviene spesso con
questi tipi di sensori, il funzionamento
può non essere subito regolare; se ciò
Nel 1895 Gugliemo Marconi
fosse, si provi ad invertire le fasi della trasmetteva e riceveva a distanza i
spina di alimentazione da rete. Natural- primi nali radio codificati
mente, influiscono anche il tipo di pavi- Quanta stradîîia compiuto la radio
in questi suoi primi cento anni di vita!
mento e le scarpe che si indossano
(suola di gomma oppure di cuoio fanno
la differenza): occorre quindi fare delle
prove.

PIASTRINA
DI RAME 1X1 CM

/ ,
FILO ISOLATO AL . Storia della radio . Come e dove cercare radio
”ORSETTO
5
antiche . Ricevitori a cristallo e a valvole . Il surplus
militare (apparecchi italiani, americani, tedeschi, in-
glesi e canadesi) .Come individuare e riparare i guasti
ll sensore si costruisce utilizzando ”Rodiotollezionismo” è un nuovissimo p;/Desifîlero ric?vfìre il volume
un pezzetto di lastra in rame od manuale di 96 pagine, con decine \ . ”.Rodiocollezmnismo”.
ottone con dimensioni di 10x10 mm e decine di splendide toto a colori, Paghero *" P°Shn0 "re 22000 (COmPFeSe
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(ill OPERAZIONI…

CIRCUITI NON |.lNEARI


In elettronica si parla spesso di componenti e circuiti linea-
Vo
ri oppure non lineari. Nei primi il segnale di uscita è pro-
SATURAZIONE porzionale al segnale di ingresso, ad una sua variazione,
(ZONA NON LINEARE) C= oppure ad una combinazione di più segnali in ingresso costi-
Vi Vo tuita da somme elo sottrazioni, amplificate oppure attenuate,
C=
degli stessi. I circuiti non lineari sono invece quelli nei quali
\ il segnale in uscita non è legato a quelli in ingresso secondo
ZONA le modalità precedentemente citate.
LINEARE Nel caso dell’operazionale la distinzione fra applicazioni
lineari e non lineari dipende dalla zona di funzionamento
Vi del componente risultante dal grafico della relazione fra
ingresso e uscita.
I circuiti finora esaminati sono tutti lineari in quanto l’opera-
zionale è sempre vincolato a lavorare nella zona centrale del
SATURAZIONE grafico suddetto, detta appunto lineare, costituita da un tratto
(ZONA NON LINEARE)
rettilineo ad elevata pendenza. Si è visto che in questi casi,
grazie al modello di componente ideale molto valido nella
maggior parte delle applicazioni, il comportamento circuitale
I circuiti basati sull’amplificatore operazionale si distinguono è praticamente determinato solo dai componenti connessi
in lineari e non lineari a seconda che la relazione ingresso-uscita all’operazionale.
sia espressa dalla zona rettilinea del grafico oppure da uno dei Quando invece l’uscita dell’operazionale corrisponde ad una
due tratti costanti. Nei circuiti lineari in pratica si utilizza il modello delle due zone del grafico ingresso—uscita dette di saturazio-
di componente ideale, nel quale non si considera l’effetto della ne, caratterizzate da tensione costante, il relativo circuito
pendenza del tratto rettilineo centrale (si assume cioè che diventa non lineare.
il guadagno del componente sia infinito). Il più semplice esempio di applicazione non lineare dell’ope-
razionale è rappresentato dal circuito comparatore.
Nella sua versione più semplice è costituito dal solo operazio-
Ecco il circuito comparatore nella sua versione più semplice.
nale alimentato da due tensioni di segno opposto, quasi sem-
Al morsetto dell’ingresso invertente è collegata una tensione di pre di uguale valore. Il morsetto dell’ingresso invertente è
riferimento Vr, mentre al morsetto non invertente è applicato collegato ad un’altra tensione continua che costituisce il rife-
l’ingresso vero e proprio Vi. Quando il valore di quest’ultimo è rimento, mentre al morsetto non invertente viene applicato il
inferiore a Vr, l’uscita assume il valore della tensione negativa segnale d’ingresso vero e proprio.
di alimentazione; quando invece l’ingresso supera il valore del Quando il valore di quest’ultimo è inferiore alla tensione di
riferimento l’uscita assume il valore della tensione positiva riferimento, l‘uscita assume il valore della tensione negativa
di alimentazione. di alimentazione; quando invece l’ingresso supera il valore

+Vcc
+Vcc _ _ ...................... __
Vr

= -
Vo

Vr
Vi
= + Vi

| -Vcc
-Vcc

_ _
_

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 22


Abbiamo realizzato praticamente il
circuito riportato nello schema qui
sotto per eseguire alcune prove
all’oscilloscopio. È un esperimento
che chiunque può eseguire (purché
ovviamente disponga dello strumento):
bastano una basetta millefori ed una
manciata di componenti.

Vo

ll trigger di Schmitt è il circuito di cui


proponiamo la realizzazione, utilizzando il
solito operazionale 741 e i pochi componenti
indicati in questo schema. Se si ha difficoltà
ad ottenere la tensione di 1 V si può anche
utilizzare quella fornita da una pila da 1,2
oppure 1,5 V.
tV

del riferimento l’uscita assume il valore della tensione positi- tensione di 1 volt attraverso la serie di due resistenze: la
va di alimentazione. prima, collegata all’uscita, da 10 kg; la seconda da 100 9.
Questo semplice circuito non rappresenta una soluzione vali- Il secondo capo della resistenza da 10 k!) va collegato diret-
da dal punto di vista applicativo: se infatti il segnale in tamente all’ingresso non invertente dell’operazionale.
ingresso presenta un certo contenuto di rumore, in corrispon- Con questo schema si ottiene un valore di tensione di transi-
denza della tensione di riferimento si può verificare un’oscil- zione dell’uscita da +5 V a —5 V pari a circa 1,05 V; la soglia
lazione fra i due possibili livelli di uscita. Questo fenomeno, corrispondente alla transizione opposta è invece pari a circa
chiamato col termine inglese jitter (agitazione), oltre a non 0,95 V.
rendere stabile l’uscita del circuito, può in certi casi creare I dettagli su come calcolare le soglie sono riportati nell’appo-
danni al circuito stesso. Il comportamento elettrico dei corn- sita finestra, nella quale viene descritto un metodo di analisi
paratori viene dunque reso stabile introducendo una reazione circuitale utilissimo in molti altri casi. L’esperimento consi-
positiva che dà luogo ad un fenomeno chiamato isteresi gliato è quello di applicare al morsetto di ingresso invertente
(ritardo). In pratica si costringe l’uscita del circuito a commu- un segnale oscillante (va benissimo anche una normale sinu-
tare dal valore positivo a quello negativo in corrispondenza di soide) ed osservare in uscita un’onda rettangolare che, per
una tensione leggermente diversa da quella che fa commutare come è stato realizzato il circuito, dovrebbe essere piuttosto
la stessa uscita dal valore negativo a quello positivo. La diffe- stabile.
renza fra i due valori di tensioni si chiama soglia di isteresi e Il circuito comparatore appartiene alla classe dei circuiti detti
permette di ottenere un comportamento elettrico stabile. bistabili perché, a seconda del valore di tensione applicata
Lo schema circuitale di comparatore con isteresi, di cui si all’ingresso, l’uscita può assumere uno o l’altro di due stati
propone la realizzazione, si chiama trigger di Schmitt, dal stabili, cioè tali da non variare se non varia l’ingresso. Spesso
nome dell’inventore del circuito nella sua prima versione con questo circuito viene anche chiamato multivibratore hista-
tubi a vuoto. Il termine trigger è molto generale in elettronica bile.
e sta ad indicare tutti i circuiti nei quali il comportamento in Esistono altri circuiti non lineari basati sull’operazionale detti
uscita oppure l'azione su un altro circuito sono controllabili astabili nei quali, una volta applicata la tensione di alimenta-
attraverso un segnale applicato all’ingresso. zione, l’uscita passa continuamente da un livello all’altro,
Il trigger di Schmitt si può realizzare alimentando un opera- senza mai raggiungere uno stato stabile. Nello schema più
zionale (va sempre bene il 741) con due tensioni di +5 e -5 semplice di multivibratore astabile si ha una coppia di resi—
volt rispettivamente e collegando il morsetto di uscita ad una stenze Rl e RZ di retroazione fra uscita ed ingresso, una resi-

ELETI'RONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 23


1-2: abbiamo realizzato in
laboratorio iI trigger di Schmitt
secondo lo schema descritto. con una
tensione di riferimento di 1 V si ottiene
un valore di tensione di transizione
\ dell'uscita da +5 V a -5 V pari a circa
1,05 V; la soglia corrispondente alla
transizione opposta è invece pari a
circa 0, 95 V. Grazie alla doppia soglia
(isteresi) si ottiene una squadratura
molto stabile.

3: nel multivibratore astabile, una


volta fornita alimentazione, la tensione
in uscita oscilla continuamente tra i due
valori di saturazione +Vcc e -Vcc e
l'ampiezza degli impulsi in uscita è
legata alla costante di tempo RC.
Vo . , 2 Le commutazioni da uno stato all'altro
+5V ) , INGRESSO
avvengono negli istanti in cui la
tensione sul condensatore C raggiunge
un valore tale da far cambiare segno
i ‘ Vi
alla tensione differenziale Vd.
E 1.osv A }
4: lo schema più semplice di circuito
monostabile si può ottenere dal
-5v ; , ) > } multivibratore astabile ponendo un

va a e ; diodo in parallelo al condensatore C.


Per ottenere un circuito di utilità pratica
+5V —(—.' E E USCITA
: +5V ' viene anche collegato, in parallelo alla
resistenza RZ, un generatore di impulsi
A Vi negativi. In tal modo, in corrispondenza
dell’impulso, l’uscita commuta nello
0.95V E
., stato instabile costituito dalla tensione
positiva, per poi tornare nello stato
.5v .-_i—(—- .5v ,
stabile dopo un tempo che può essere
scelto facendo variare i valori
di R e di C.
stenza R collegata fra ingresso invertente ed uscita ed un con- Esiste anche una via di mezzo fra i circuiti privi di stati stabili
densatore C collegato fra lo stesso ingresso e la massa. in uscita e quelli che, come il trigger di Schmitt, possono pre-
La resistenza R2 e collegata in modo tale che la tensione ai sentare entrambe le uscite in uno stato stabile. Si tratta dei
suoi capi, sommata alla tensione Vd fra i due morsetti circuiti cosiddetti monostabili, nei quali, come dice il nome,
d’ingresso dell’operazionale, sia sempre pari alla tensione ai solamente uno dei livelli di uscita può mantenersi stabile.
capi del condensatore C. Analizziamo adesso, senza entrare Lo schema più semplice di circuito monostabile si può otte-
nei dettagli dei calcoli, il comportamento del circuito: suppo- nere dal circuito astabile appena considerato, nel quale in
niamo che, collegata l’alimentazione, il condensatore sia sca- parallelo al condensatore C viene posto un diodo, detto di
rico e che l’uscita assuma inizialmente il valore positivo. Il aggancio, il cui catodo è collegato a massa. La funzione del
condensatore inizia a caricarsi attraverso la resistenza R, cioè diodo è quella di impedire al condensatore di caricarsi positi-
secondo una costante di tempo RC (si trascura come al solito vamente, processo durante il quale l’uscita commuta dal valo-
la corrente che entra nell’operazionale) e quindi comincia a re positivo a quello negativo.
crescere la tensione ai suoi capi. Finché questa è tale da far La conseguenza è che, se il circuito appena alimentato parte
rimanere Vd negativa l’uscita si mantiene al livello positivo, da uno stato in cui l’uscita è positiva, non avvengono più
ma quando raggiunge un valore tale da superare la tensione ai variazioni; se invece parte da uno stato in cui l’uscita e nega-
capi di RZ, cioè tale da rendere Vd positiva, l’uscita del cir— tiva, dopo un certo tempo (legato alla costante di tempo RC)
cuito commuta al valore negativo. A questo punto il conden— l’uscita commuta al valore positivo e vi rimane indefinita-
satore comincia a scaricarsi in modo da raggiungere a regime mente. Per trasformare questo schema in un circuito di utilità
il valore della tensione di uscita, ma la situazione anche in pratica viene collegato, in parallelo alla resistenza R2, un
questo caso è destinata a cambiare nel momento in cui la ten- generatore di impulsi negativi. In tal modo, in corrispondenza
sione ai capi di C raggiunge un valore tale da rendere Vd dell’impulso, l’uscita commuta nello stato instabile costituito
nuovamente negativa. Il ciclo ricomincia dall’inizio e si ripe— dalla tensione positiva, per poi tornare nello stato stabile
te all’infinito, dando luogo in uscita ad un segnale ad onda dopo un tempo che può essere scelto facendo variare i valori
quadra. di R e di C.
ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 24
+Vcc

+Vcc

Vd

| | IMPULSO

Vo

+VCC

/'
-VCC _—
-Vcc -—
IMPULSO
@

lu sovrugposîzione degli effetti


Calcolare i due valori di tensione di commutazione del seguente: si elimina un “ingresso” e si calcola l’uscita
trigger di Schmitt significa trovare i valori che assume la conseguente; poi si elimina l’altro ingresso e si ricalcola
tensione V di soglia in funzione dei valori di tensione di l’uscita; quindi si sommano le due uscite ottenute.
uscita (+5 oppure -5 V) e di riferimento (sempre pari a 1 Nel caso in esame cominciamo ad “eliminare” la tensione
V). E facile ottenere i valori applicando il metodo di Vr di 1 V, mettendola a massa (a): V è in tal caso pari alla
sovrapposizione degli effetti, adatto in tutti i casi in cui frazione di Vo che cade sulla resistenza R2 (va ricordata
occorre trovare il valore di una grandezza elettrica in la formula del partitore di tensione). Per calcolare quindi
uscita in funzione di due o più altre grandezze elettriche l’effetto di Vr si “elimina” l’uscita Vo mettendo a massa
in ingresso. Lo stesso metodo si può applicare in questo il morsetto corrispondente (b): in tal caso V è data dalla
caso anche se fra le grandezze in ingresso ce n’è una che frazione di Vr che cade sulla resistenza Rl (nuovamente
in realtà è l’uscita Vo (+/-5 V). Il procedimento è il si ricorre alla formula del partitore di tensione).

Vi Vi
= - C= -
Vo

V v
+ FH + FH

Fl2 R2

Vr

V= ——52— VO=Ì0,0SV : … Vr: 0,99V


R1+R2 R1+R

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 25


| TRASFORMATORI

1 trasformatore è quel dispositivo che T


Il trasformatore è il trasferisce energia elettrica da un cir-
componente capace di cuito ad un altro, variando opportuna—
mente i rapporti fra i valori delle tensio-
trasferire l’energia ni (o delle correnti) presenti. LP
elettrica del suo Il suo funzionamento si basa sull’indu- 30v
awolgimento primario al zione elettromagnetica che, a seguito del
passaggio di una corrente alternata nel 220v P s
secondario per induzione circuito primario, provoca una corrente
elettromagnetica, alternata con la stessa frequenza
nell’avvolgimento secondario: il rappor-
cambiandone, se occorre, to fra le tensioni presenti ai capi dei due
il valore di tensione e di avvolgimenti è direttamente legato al
corrente. Esaminiamo i tre rapporto fra il numero delle loro spire,
mentre per le correnti che vi circolano il Il trasformatore d’alimentazione,
tipi per BF. rapporto è inverso. qui inserito in un semplicissimo
Il trasformatore al quale più comune- circuito, consente di trasferire la
mente si fa riferimento è quello per tensione (qui 220 V) applicata al
basse frequenze di lavoro (indicazione suo awolgimento primario, al
usata in antitesi alle radiofrequenze). secondario diminuendone il valore.

ELETTRONICA PRATICA — Settembre 1997 - Pag. 26


A questa famiglia appartengono, in linea
di massima, tre tipi di trasformatori: di SERRAPACCO
alimentazione (cioè per la rete luce), per
audiofrequenze (cioè per amplificatori
Un tipico
hi-fi) e per impulsi (e quindi per bande
trasformatore
più larghe di quella audio).
impiegato in un
apparato
elettronico:
L’ALIMENTAZIONE
i due
Nei trasformatori di alimentazione, gli awolgimentil
avvolgimenti sono sempre montati su isolati fra loro
nuclei magnetici, opportunamente lami- (con cartone
nati allo scopo di ridurre al minimo le se la potenza
perdite. Il trasformatore in genere com- in gioco è
prende due o più bobine a moltissime poca) sono
spire di filo isolate, posizionate in stret— avvolti nella
tissima vicinanza l’una con l’altra per far parte centrale
sì che il flusso magnetico del primario si del nucleo,
concateni completamente o quasi con composto da
quello del secondario. tante lamelle
La presenza del nucleo serve a realizzare di ferro isolate
un percorso ad elevata permeabilità per fra loro. TERMINALI
il flusso magnetico, così da dosare in La funzione del SECONDO
TERMINALI
opportuna percentuale il rapporto fra il serrapacco è AVVOLGIMENTO
PRIMO
rame degli avvolgimenti ed il ferro del quella di AVVOLGIMENTO
nucleo, la cui sezione centrale è comun- bloccare il
que proporzionale alla potenza che il tra- tutto in una
sformatore deve gestire. struttura
I lamierini che costituiscono il nucleo compatta
ferroso sono, nella loro forma più classi- e resistente.
ca, del tipo E—I, e vanno inseriti uno alla
volta alternativamente per chiudere al
meglio il circuito magnetico.
La tipica frequenza di rete cui sono
destinate le applicazioni dei trasformato-
ri di alimentazione e compresa, al giorno
d’oggi, fra 48 e 60 Hz.
Naturalmente, l’aspetto in certi casi può
anche essere notevolmente diverso.
SECONDO
AVVOLGIMENTO

TRASFORMATORI AUDIO
Tipico
Per trasferire i segnali complessi e ad trasformatore
alto livello di potenza dallo stadio d’uscita per
d’uscita di un ricevitore o, ancor più, di amplificazione
un amplificatore audio ai relativi alto- a frequenze
parlanti o altri carichi, e contestualmente audio: il
per adattarne opportunamente i valori circuito è un
d’impedenza, si impiegano sempre tra- classico
sformatori a nucleo di ferro. controfase o
Essi, appositamente previsti per operare push-pull,
nel campo delle frequenze audio tipica— realizzato con
mente comprese fra 20 e 20.000 Hz nel una coppia di
caso di riproduzione ad hi-fi, sono rea- valvole;
lizzati con tecniche analoghe a quelle naturalmente
dei trasformatori di alimentazione; pre- dallo schema
sentando pure lo stesso problema di tra- elettrico non
sferire completamente al secondario risultano le
l’energia presente sul primario, specifiche
anch’essi devono essere progettati e rea- modalità
lizzati in modo che tutto (o quasi) il costruttive di
flusso magnetico passi da un avvolgi- questi
»» trasformatori.
ELETTRONICA PRATICA — Settembre 1997 - Pag. 27
AWOLGIMEN
Gli awolgimenti di
un trasformatore sono
separati da un nucleo
ferromagnetico
composto da lamierini
(qui con forma ad E e
|, per questo detti
di tipo E-l) che rende
minime le perdite
di energia.

mento all’altro, tanto più che la risposta minati. Sostanzialmente si tratta di d’impulsi può lavorare a frequenze
in frequenza deve essere compresa entro dispositivi di piccole dimensioni ed a anche dell’ordine dei MHZ.
tre decadi (da 20 a 20.000 Hz, appunto)… nucleo ferroso, nati per la trasmissione È per tale motivo che il nucleo è in
In particolare per quest’ultimo motivo, di impulsi di piccola potenza e molto genere realizzato con materiali magneti-
il materiale magnetico adottato deve spesso usati semplicemente per isolare ci sinterizzati, tipo ferrite o polvere di
essere di alta qualità e l’alto coefficien— elettricamente il generatore impulsivo da ferro, unico modo per ottenerne le ele—
te di accoppiamento si ottiene mediante uno stadio pilota; in genere sono conte— vate caratteristiche necessarie per que—
la costruzione alternata degli avvolgi- nuti in un piccolo scatolino (spesso, di sto impiego.
menti. plastica) e, all’interno, il rapporto spire A titolo precauzionale, si fa presente
fra primario e secondario è molto spesso che, a differenza dei normali trasforma-
sull’ordine di l:]. tori di alimentazione e di uscita (grandi
TRASFORMATORI Questi trasformatori devono essere o piccoli che siano) tipicamente destina-
PER IMPU LSI caratterizzati da una risposta in frequen- ti ad operare in regime di segnali sinu-
za molto ampia; e così, se un normale soidali oppure ad audiofrequenza, i tra-
Modalità costruttive e dimensioni sono, trasformatore per audiofrequenze è ido- sformatori d’impulsi sono in grado di
per questo tipo di trasformatori, piuttosto neo a manipolare segnali sino a poche manipolare correttamente solo i segnali
diverse da quelli precedentemente esa- decine di kHz, un trasformatore di tipo impulsivo.

Ecco com’è fatto un trasformatore commerciale e che significato hanno le diciture riportate nel contenitore.

INDICAZIONE SE E TENSIONE FUSIBILE DI PROTEZ.


CORTOCIRCUITABILE PRIMARIA CONSIGLIATO
OPPURE NO
OMOLOGAZ.

TERMINALI AVVOLGIM.
' - '. PRIMARIO » STANDARD
' .; MARCA DI SICUREZZA
RESINA . E
EPOSSIDICA ? 1* fiffififif
FORMATO
. f PRODUTT.
\\;\AVVO LGIM FREQUENZA
TERMINALI”“
DI I .,];f .
CONNESSION » SECONDARIO
TEMPERATURA
CONTENITORE MAX DI TENSIONE POTENZA
PLASTICO NUCLEO UTILIZZO SECONDARIA NOMINALE
MAGNETICO

ELE'I'I’RONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 28


'" PER TRASFERIRE CORRENTE

I trasformatori per impulsi sono dispositivi di piccole dimensioni ed a nucleo ferroso, nati per la trasmissione di
impulsi di piccola potenza e molto spesso usati semplicemente per isolare elettricamente il generatore impulsivo
da uno stadio pilota; in genere sono contenuti in un piccolo scatolino (in genere di plastica) e, all'interno,
il rapporto spire fra primario e secondario è molto spesso sull’ordine di 1:1 .
Devono essere caratterizzati da una risposta in frequenza molto ampia; e così, se un normale trasformatore
per audiofrequenze è idoneo a manipolare segnali sino a poche decine di kHz, un trasformatore d’impulsi può
lavorare a frequenze anche dell’ordine dei MHz.

I tre grafici ci mostrano i segnali che si possono ottenere in uscita da un trasformatore. Il segnale sinusoidale
(il primo in alto) è tipico dei trasformatori di alimentazione e di uscita, il segnale al centro del disegno
è caratteristico dei trasformatori per audiofrequenza mentre quello in basso, dei trasformatori per impulsi.

DSCILLOSCOPE

f\f\f\ *“
VVV

V V V
ACCESSORI RADIO

PREAMPLIFICATORE
PER LA BANDA EM
Un dispositivo per rendere iù forte il segnale captato dall’antenna.
Funziona sulla banda FM 88+108 MHz), sulla banda aeronautica
( ] 10+ 138 MHz) e sulla banda dei radioamatori ”44.4 146 MHz).
La realizzazione richiede una certa esperienza.

Ecco il prototipo
del preamplificatore '
sintoniuabile perla banda FM,
come da noi realizzato e collaudato.
La basetta è qui inserita nella scatola
e collegata ai bocchettoni d’entrata
e uscita per il cavo d’antenna.

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 30


L a necessità di usare un preamplifica-
tore per la banda FM, ovvero da 88
a 108 MHZ, effettivamente si sente solo
se, nella zona in cui risiede chi ascolta,
II piccolo
non arrivano (per motivi qualsiasi)
trasformatore
segnali forti e nemmeno sufficienti per
T1 è costituito
un ascolto decente. Ecco quindi che, in
dai due
presenza di segnali più o meno deboli,
avvolgimenti
l’inserimento di un preamplificatore del
L2-L3, awolti
tipo che andiamo a presentare permette
su un nucleo
una ricezione decisamente migliore.
Quando infatti si sintonizza una stazione da balun TV,
di debole intensità l’ascolto, oltre che del tipo a 2
disturbato, è anche “soffiato” e distorto, fori. L2 è
in quanto il ricevitore che abbiamo in composta da 4
dotazione non riesce ad amplificare suf- spire di filo
ficientemente il segnale radio, con la smaltato
conseguenza che il rivelatore (o meglio, 0 0,3 mm
il discriminatore) non funziona più bene. (attenzione
In genere, si risolvono questi casi met- che a contatto
tendo un’antenna esterna, tipo una nor- con il nucleo in
male ground plane, da collegarsi alla ferrite lo
radio con altrettanto normale cavo coas- smalto non si
siale (quello TV, per intenderci). Tutta- scrosti). L3, NUCLEO L2 L3
via, l’adozione di un preamplificatore invece, è
opportunamente studiato, ed ancor più composta da
opportunamente posizionato, migliora una sola spira
notevolmente la possibilità, nonché la di trecciola
qualità, della ricezione. A questo punto, isolata.
anziché dilungarci ulteriormente su con-
siderazioni vaghe o generiche, andiamo
ad esaminare la costituzione circuitale
del nostro dispositivo.

AMPLIFIGARE
SINTONIZZANDO ne variabile di 3+24 V per il comando di 24 V, con cui è alimentato l’operazio-
della sintonia d’ingresso, effettuata dal nale ICI; inoltre, al centro del partitore
Dallo schema del preamplificatore vero varicap DV. Ecco allora che il cavo DZl-DZ2 disponiamo anche di una ten-
e proprio, vediamo che all’entrata del coassiale che collega il preamplificatore sione a 12 V, che va ad alimentare il
nostro circuito viene collegata l’antenna al ricevitore (anche se indirettamente) Mosfet, nonché a fissare la polarizzazio-
di ricezione mediante un tratto brevissi- dovrebbe trasportare tre tensioni diverse: ne dell’entrata non invertente di ICI.
mo (vedremo poi come e perché) di cavo il segnale vero e proprio a RF; la tensio- Infine, la tensione 28+30 V (almeno in
coassiale. I segnali captati, tramite ne continua fissa a 12 V; la tensione parte) giunge all’entrata invertente attra-
l’apposita presa di adattamento sulla variabile di sintonia. A questo punto, i verso il partitore RIO-RH, grazie al
bobina, raggiungono il gruppo di sinto- lettori avranno certamente capito che c’è quale gli effetti di questa tensione ven-
nia Ll—DV, dal quale viene effettuata in ballo una soluzione logistica un po’ gono opportunamente dosati. Tutto que-
un’operazione di preselezione prima di particolare: infatti, il montaggio del sto giro apparentemente vizioso serve
raggiungere il vero e proprio dispositivo preamplificatore FM è previsto a palo, perché, regolando dal basso Rl, una pur
amplificatore, consistente nel Mosfet BF cioè immediatamente sotto l’antenna (i piccola parte di questa variazione viene
966 S, che è particolarmente adatto per motivi li analizzeremo nell’apposita amplificata da ICl, la cui uscita è appun-
frequenze anche molto elevate e che pre- finestra). In realtà, nel cavo coassiale to quella dalla quale si possono ricavare
senta un bassissimo rumore di fondo. circola, fornita da un apposito alimenta- i 3+24 V ben stabili che vanno a polariz-
All’uscita di MPI (ovvero sul drain), un tore che vedremo più avanti, una tensio- zare DV e quindi a produrre l’azione di
trasformatore a banda larga adatta ne continua regolabile fra 28 e 30 V (la sintonia. Infatti, nelle condizioni di pro-
l’impedenza verso l’uscita, cui il segnale variazione è eseguita dal citato alimenta- getto e prototipizzazione del nostro
viene inviato per poi raggiungere, trami— tore). Andiamo quindi a studiare funzio- apparecchio, una variazione così ampia
te cavo coassiale lungo quanto basta, il ni e funzionamenti dell’altra parte dello produce una conseguente variazione di
ricevitore FM. Sin qui, è tutto estrema- schema elettrico, per intenderci quella sintonia sull’ingresso dell’amplificatore
mente classico e normale; ma le partico— dedicata alle alimentazioni, che è nella compresa fra 80 e 150 MHZ circa.
larità un po’ curiose devono ancora esse- zona più bassa dello schema. Partiamo Pertanto questo “pre” può venir usato
re affrontate.Fondamentalmente, dal fatto che in circuito, attraverso per migliorare l’ascolto della intera
all’amplificatore devono essere applicate l’uscita segnale, è entrata la suddetta banda FM (88-z-108 Mhz), per ascoltare
due tensioni continue: i +12 V per l’ali- tensione 28+30 V; essa viene stabilizza- la banda aeronautica (110+138 MHZ) e
mentazione vera e propria ed una tensio- ta dal gruppetto R9-DZl—DZ2 al valore »»

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 31


C1

aIl
RI

lllll
c70

TP
| # 28+30V
/3+24 v |
| . 24 V 9 |
| 5% R 7 \ 'AVA'A'AVA .
‘r

2\7 i.. . |
| _||_ /C7 6 :_—*i Z! DZ] :; mo |
C6 _ 3 ‘ ?C8 \12 V _3
:— == -
+ 4
| EÉ R3 -69 |
<. J_RH |
022 i;
‘.
.
|

Schema elettrico del preamplificatore FM con accessori; la parte


sottostante è il circuito che consente di eseguire a distanza la sintonia
dello stadio d’ingresso vero e proprio.

per la banda dei radioamatori da 144 a


146 MHz, oltre a qualcos’altro in zona,
eventualmente con piccoli ritocchi su
Ll. Da notare, nella parte alta del circui-
to, quella cioè che funziona veramente a
frequenze molto alte, l’abbondanza di
condensatori di by-pass per la RF.
Importante quanto il preamplificatore,
esaminiamo ora l’alimentatore. Lo sche—
ma inizia prevedibilmente con un (pic-
colo) trasformatore di rete con seconda—
rio da 30 V circa; basta una corrente ero—
gabile da 0,2 A. La tensione viene retti—
ficata (per una sola semionda, dato il
Il "circuito stampato è qui visto dal lato rame nelle sue basso assorbimento di corrente) e filtra—
dimensioni reali. ta, per poi essere stabilizzata da IC], un
LM317; RZ consente una regolazione fra

ELETI'RONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 32


PREAMPLIFICATORE PER lA BANDA FM
28 e 30 V. L’alimentatore presenta due quindi rispettare la polarità di montaggio antenna e uscita; sulla basetta saranno
connettori coassiali per le entrate ed (anche se a volte serve la lente per indi— stati inseriti due terminali ad occhiello
uscite. A quello contrassegnato Y va viduarla). per collegare la massa del circuito alla
collegato il cavo coassiale che porta su Per i due diodi zener, la polarità è indi- struttura metallica del contenitore,
la tensione continua di alimentazione e cata dalle fascette in colore stampigliate facendo capo ad una paghetta posta sotto
porta giù i segnali a RF amplificati. Que- in prossimità del terminale di catodo; i due connettori.
sti, bloccati da J 1 per non entrare nel cir- non pone invece problemi, essendo sim— Ora spetta all’alimentatore, anch’esso
cuito, via C7 vengono applicati all’uscita metrico, il doppio varicap DV. con parte del circuito realizzata su
X, cui va collegata l’entrata antenna Il montaggio di MF1, del tipo stellare, va opportuna basetta, ma con diversi altri
della nostra radio FM. eseguito con una certa cura, sia nel senso componenti piazzati su analogo scatoli-
Condensatori di disaccoppiamento ed un di rispettare lo spicchio bianco che, sulla no. Cominciamo quindi dalla basetta,
led spia completano il circuito. parte superiore del corpo, ne indica il che, pur se piccola e semplice, abbiamo
drain, sia dando (prima dell‘inserimento realizzato a circuito stampato. Montati i
a circuito) una leggera piegatura ai tenni— resistori, si passa ai condensatori: anche
LA CENTRALINA nali con pinzettine leggere. qui ce ne sono tre polarizzati, che vanno
Il trimmer entra automaticamente nella installati ricercandone con cura il segno
Il preamplificatore vero e proprio è la foratura prevista. Restano le due bobine, della polarità. Il diodo raddrizzatore
prima basetta che ci accingiamo a realiz— che devono essere preventivamente porta come riferimento la fascetta in
zare ed è quanto mai consigliabile (dati autocostruite secondo le indicazioni for— colore all’estremità del reoforo di cato—
gli alti valori di frequenza in gioco) nite in elenco componenti. do, mentre il regolatore IC] va montato
adottare la versione a circuito stampato Dopo un‘opportuna verifica finale del assumendo come riferimento la faccia in
come da nostro prototipo. Si comincia lavoro, si posiziona la basetta nell’appo— plastica su cui sono stampigliate le scrit-
dai resistori, dai due ponticelli indicati e sita scatoletta su misura (la solita Teko te. Infine, alcuni terminali ad occhiello
dallo zoccolo per IC]. Si passa poi ai in alluminio), sulla quale si è provveduto consentono il cablaggio esterno; in parti-
condensatori; attenzione, tre di essi sono a piazzare i due connettori coassiali (i colare, a quello contrassegnato col 7 si
al tantalio, quindi polarizzati: occorre normali phono cosiddetti RCA) per »))

COMPONENTI
R1 : 100k9 64 = CS : 4.700 pF (ceramico) la quale, la bobina resta
R2=1 MQ 06 = 1.000 pF (ceramico) esattamente di questo
R3=22kQ 07:08:09=10pF-25V diametro). Le spire vanno
R4=33 k£2 (tantalio) spaziate l’una dall’altra di circa
R5=R6=1509 010 = 4.700 pF (ceramico) 1 mm. La presa (1) va fatta sulla
EI7=1MQ MF1 = BF966 S prima spira dal lato massa.
RS: 10 kg DV : 88204 (doppio varicap) T1 = su nucleo da balun TV (a 2
R9=390£2 DZ1=DZZ=12V-1 W fori) si montano 4 spire di filo
R10= 10kQ IC1 = LM741 0,30 mm (LZ) facendo
R1 1 = 10 kg (trimmer) L1 : 5 spire filo argentato 0 1 attenzione che la ferrite non
01 = 36 pF (ceramico) mm awolto sul codolo di una gratti via lo smalto. L:! è una
02 = 03 = 1.000 pF (ceramico) punta da trapano da 7 mm (tolta spira di trecciola isolata.

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C8©

Piano di montaggio della basetta che deve


DZ2 O

essere eseguita rigorosamente secondo il nostro


circuito stampato.
«flzr'
PREAMPLIFICATORE PER

\:
Ecco il prototipo

'
dell’alimentatore

)
appositamente

..
progettato per il nostro
preamplificatore, come
da noi realizzato
e collaudato.

“g
…è
.;;9,
,
Una volta realizzata la basetta
dell’alimentatore, essa va inserita in
una scatola identica a quella usata
per il preamplificatore, nella quale
trova posto anche il trasformatore.

Schema elettrico dell’alimentatore


stabilizzato; la parte di circuito
contenuta entro la zona tratteggiata
è quella montata sulla basetta
appositamente realizzata.
\1.—._.

K.
—.

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i. ._.E…]._._. o,._._

DL

ELE'ITRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 34


|_.A BANDA FM
salda un estremo (tagliato corto) di 12, lino e completando il cablaggio con tra- FM all’uscita X; con uno spezzone di
mentre al 6 ed al 5 si collegano terminali sformatore e comandi. Finalmente ci cavo coassiale si colleghi Y con U; alla
(lasciati lunghi) del led. Ora la basetta è siamo: dopo un ricontrollo generale per presa d’antenna E si applichi provviso-
pronta per essere messa da parte, passan- sicurezza, possiamo eseguire il collaudo riamente un pezzetto di filo qualsiasi
do alla preparazione della scatoletta del sistema. lungo circa mezzo metro.
Teko in alluminio (uguale alla preceden- Si provveda poi all’accensione dell’ali-
te); sul fondo si fissa il piccolo trasfor— mentatore, controllando che all’uscita Y
matore di alimentazione, mentre sul pan- MESSA A PUNTO sia presente la prevista tensione conti-
nellino dalla parte opposta vanno fissati nua, variabile (tramite RZ) fra 28 e 30 V
il potenziometro di regolazione e i due Prima di procedere al montaggio defini- circa. Ora si colleghi un voltmetro col
connettori coassiali (solito tipo phono tivo di tutti i componenti del sistema, è puntale negativo al pin 2 e quello positi-
RCA) sempre equipaggiati con paghetta consigliabile eseguire un collaudo a vo al test point TP del preamplificatore.
di massa; fra i due connettori è applicato tavolino; la procedura è descritta qui di Lasciando RZ regolato in modo che
il condensatore C7. Ora si può montare, seguito: è un po’ laboriosa, ma basta all’uscita Y sia presente la tensione di 30
con due fori sul fondo, la basetta, infi- seguirla punto punto, e sarà tutto OK. V, si passi ora a regolare Rl] in modo
lando il led nel foro previsto sul pannel— Si comincia col collegare il ricevitore che su TP si leggano 3 V; portando R2 a
28 V, su TP si devono leggere 24 V.

COMPONENTI Quando cala la tensione fornita dall’ali-


mentatore, cresce quella su TP: non a
R1 = 56 9 04 = 10 pF - 35 V (tantalio) caso è stato usato, come ingresso, quello
R2 = 220 Q 05 = 47.000 pF (ceramico) invertente di IC]. Si può, ora, provvede-
(potenziometro lineare) 06 = 10 |.|F - 35 V (tantalio) re a sintonizzare il ricevitore su una sta-
R3 = 220 52 C7 = 1.000 pF (ceramico) zione debole, che quindi si ascolti con
R4 : 4.700 9 difficoltà; ruotando R2 si nota un
J1 = VK 200 (RFC)
RS : 2.200 9 miglioramento anche piuttosto netto del
TR1 : trasformatore 220/30 V
segnale. Se poi questo succedesse in
01 = 10.000 pF (ceramico) (7-5-8 W)
modo poco percettibile, ricordiamo che
02 = 1.000 uF - 50 V IC1 = LM 317
dobbiamo ancora collegare il sistema
(elettrolitico) 01 = 1N4004
all’antenna vera, dopo di che i risultati,
C3 = 47.000 pF (ceramico) DL : led se tutto è OK, si notano meglio.
E

5
— ®
TRI
L\.

Cz+

Piano di montaggio complessivo Il circuito stampato e qui


dell’alimentatore montato nel suo contenitore. visto dal lato rame nelle
RETE220V'U
| cablaggi esterni alla basetta richiedono sue dimensioni reali.
una certa esperienza nelle saldature. Il tracciato è lineare.

ELETTRONICA PRATICA - settembre 1997 - Pag. 35


PREAMPLIFICATORE
PER lA BANDA FM

Quando sl ha a che fare con

É…îìî'à’ilìîîîîféîàl'lm"
il montaggio dei connettori
L’INSTALLAZIONE FINALE
sul cavo coassiale: una Scopo di questa finestra è quello di chiarire le motivazioni principali per cui
saldatura mal fatta o l’impianto del nostro complesso ricevente è stato impostato come accennato nel
un taglio troppo deciso testo e illustrato nella figura qui riportata.
potrebbero compromettere Innanzitutto, il fatto che un’antenna più o meno appositamente realizzata possa
tutto il lavoro. rendere più di un qualsiasi pezzetto di filo lungo qualche spanna, sembra cosa
ovvia e logica: misure più o meno vicine a quelle di risonanza e impedenza di
alimentazione più o meno adattata, sono appunto le caratteristiche che ne de-
terminano il buon funzionamento. Poi, una cosa importantissima è che [ ’anten-
na sia esterna e ben sistemata come altezza: anche questo è un fatto piuttosto
ANTENNA comprensibile, non avendo ] 'antenna stessa corpi conduttori vicini (muri, albe-
ri, ecc.) che ne modifichino le caratteristiche funzionali e risultando oltretutto
libera da ostacoli che ne schermino la capacità di captazione rispetto alle dire-
zioni da cui provengono le onde che essa è destinata a ricevere.
Passiamo ora al montaggio del preamplificatore. Se esso venisse montato, in
“PREAMPLIFICATORE modo senz’altro più convenzionale, immediatamente prima del ricevitore, cioè
in casa, la situazione sarebbe la seguente: un segnale debole, captato dall’an-
tenna, prima di essere applicato all 'ingresso del preampli, sarebbe soggetto al-
le inevitabili perdite del cavo di discesa (perdite tanto più alte quanto più è lun-
go il cavo), presentandosi quindi al preampli stesso in condizioni veramente
scarse, tanto da essere verosimilmente sepolto nel rumore di fondo, cosi che
l’azione di preamplificazione darebbe un risultato ben poco sensibile.
Col montaggio su palo invece, il segnale debole viene immediatamente pream-
plificato, prima di subire l’azione attenuatrice del cavo, con un dispositivo ap-
positamente realizzato a basso rumore di fondo:
il cavo si trova quindi a gestire un segnale ben
RICEV/ TORE più robusto e nettamente emergente sul rumore,
. "].‘Ì / ] ° BBB ed il segnale che resta disponibile all’ingresso
" ° del preamp]: rzsulta forte e pulito. Quindi, tutto
@ o o @ sommato, qualche complicazione in più, ma ne
vale la pena.

ALIMENTATORE Schema complessivo di un impianto


uma x@ d’antenna potenziato con il nostro
o preamplificatore, da montarsi il più
Y© possibile vicino all’antenna stessa.
—\—|= RE TE
@
ELETI'RONICA PRATICA - Settembre î997 - Pag. 36
i mille "il del

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’i Nome .. Cognome *. .… 7777 ,
% Vio . n° ,r7.
CAP . C'Ifà
I . . ,.

Firmo
UN PROGETTO PIEIR IMPARARE

MICROFONO INDISCRETO Canti di uccelli altrimenti irraggiungibili, rumori tipici


dell’ambiente, captazioni varie er sonorizzazioni
ed effetti speciali: il tutto è alleni ile con un sem lice
dispositivo di amplificazione. Il progetto è una 9 iolfa
occasione per gpprofondire la conoscenza
e| microfoni.

Ecco il prototipo del circuito di


amplificazione per l’ascolto ambientale,
come da noi realizzato e collaudato.

ASCOLTO AMBIENTALE
, ascolto che qui proponiamo, e che molto più naturali e, diciamolo pure, inte— sarei, lo lasciamo volentieri a chi ha
intendiamo facilitare col dispositi- ressanti, come il canto di uccelli o rumori voglia di compiere un reato.
vo presentato, non ha niente a che fare di animali e similari: suoni e rumori che Per raggiungere i nostri scopi dichiarata-
con quello scandalistico o spionistico che possono servire per puro intrattenimento, mente hobbistici e rilassanti, abbiamo
spesso riempie giornali e TV con i sot— come sottofondo di videoregistrazioni o realizzato un sistema di captazione e
tofondi politici o finanziari che a noi, per ottenere effetti audio speciali, oppure, amplificazione appunto in due parti ben
almeno in questa sede, non devono inte- perché no, per veri e propri scopi di ricer— distinte: un vero e proprio circuito elet-
ressare. Non si tratta, in altre parole, di ca e studio. Male che vada, possiamo tronico come amplificatore audio, un
intercettazioni e spionaggio nei confronti pensare ad applicazioni di tipo parapsico— semplice sistema meccanico come capta—
di persone, bensì di ascolto di aspetti logico: lo spionaggio, oltre a non interes— tore orientabile a piacere.
ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 — Pag. 38
Il microfono funziona in modo opposto all 'altoparlan- ancora, e la loro resa sonora è ottima, i microfoni a
te, cioè trasforma le vibrazioni meccaniche provocate carbone, da sempre usati nella telefonia: sono costituiti
dalle onde sonore in un segnale elettrico variabile. da una capsula contenente della polvere di carbone, la
Ne esiste un tipo, detto dinamico, che ha una struttura quale ha la proprietà di avere una resistenza elettrica
del tutto analoga a quella dell 'altoparlante. Le onde variabile con la pressione meccanica. Come ovvia con-
sonore urtano una membrana montata su un supporto seguenza varia anche la tensione ai capi del circuito
sul quale è anche avvolta una bobina, che è libera di collegato al dispositivo.
muoversi all’interno di un magnete permanente. Quan- Un tipo di microfono piuttosto difiuso negli apparecchi
do la membrana oscilla a causa della pressione provo- portatili è quello a condensatore. Le vibrazioni sonore
cata dalle onde sonore, ai capi della bobina si ha una spostano le armature di un condensatore, facendo
tensione indotta. La legge fisica che governa il funzio- quindi variare la sua capacità e di conseguenza la ten-
namento di questo dispositivo è la stessa sfruttata per sione.
realizzare, con le induttanze, filtri e trasformatori: la Oggi sono anche molto difiusi i microfoni piezoelettri-
difierenza è che qui la bobina “vede ” un flusso di cam- ci, che funzionano grazie alla particolare proprietà di
po variabile perché si muove dentro un campo magne- certi cristalli nei quali si generano cariche elettriche
tico e non perche' il campo varia nel tempo. Esistono come conseguenza di vibrazioni meccaniche.

COMPONENTI CON L'ORECCHIO FINO


Nei moderni microfoni BOBINA
MOBILE
piezoelettrici le MAGNETE
MEMBRANA
CONO vibrazioni sonore
producono cariche
elettriche all’intento
CRISTALLO
PIEZOELETTRICO
di sostanze cristalline.
TERMINALI TERMINALI

CAPPUCCIO
FORATO

Nei microfoni di
tipo dinamlco al
capi della bobina
che si muove
dentro un
magnete sl crea
Nei microfoni a
una tensione
condensatore il
indotta.
movimento della
membrana fa variare
la capacità di un
condensatore e
quindi anche la
tensione ai suoi capi.

CONTENITORE
CAPPUCCIO METALLICO MEMBRANA
FORATO VIBRANTE

TERMINALE
TERMINALE D'USCITA

ISOLANTI
Nei telefoni si usano
microfoni in cui la
— pressione delle onde GRAN.
DI CARBONE
sonore fa variare la
MEMBRANA TERMINALE resistenza elettrica
ISOLATA
di grani di carbone.

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 39


.——-— ...—_.-

Schema elettrico dell’amplificatorelcaptatore di ascolto ambientale; la parte


racchiusa entro il riquadro tratteggiato è tutta quella montata sulla basetta.

LO SCHEMA ELE1TRICO
Come era prevedibile, tutto comincia da nevole dell’amplificazione possibile; si direttamente l’uscita, prevista per
un microfono, nel nostro caso una picco- tratta, in effetti, più di curiosità che di l’impiego di una cuffia ad alta impeden—
la capsula del tipo a condensatore, che fa praticità, in quanto ben difficilmente za; quelle da 600 Q di tipo ex-militare
regolarmente il suo dovere, captando i sarà necessario, nonché possibile, usare vanno benissimo, ma non si devono
suoni che cascano nel suo raggio d’azio- razionalmente il nostro circuito a questi usare quelle classiche da 8 Q (cosiddette
ne e trasformandoli in deboli segnali livelli di sensibilità. da hi-fi) in quanto il risultato sarebbe
elettrici ai suoi capi. Questi vengono Una soluzione più pratica sarebbe quindi scarsissimo. E prevista la possibilità di
applicati all’entrata di un circuito inte- quella di usare per R6 un valore sui sfruttare il segnale d’uscita per un even—
grato contenente un doppio amplificato- 2+2,2 MQ: a questo punto, scelga il let- tuale registratore: a questo scopo, il par-
re operazionale del tipo con stadio tore. La seconda sezione, “b”, è predi- titore di tensione RlO/Rll riduce ed
d’ingresso a FET e con basso rumore di sposta per un guadagno ben più ragione— adatta opportunamente il segnale.
fondo. La sezione “a” è predisposta vole, pari a “sole” 10 volte; questo però Lo schema non prevede particolari
come amplificatore ad altissimo guada- significa che l’amplificazione finale sarà disaccoppiamenti precauzionali sull’ali-
gno, il cui valore può essere regolato tra— comunque compresa fra 20.000 e 40.000 mentazione, per il semplice fatto che
mite il potenziometro R6; tanto per volte (s’intende, come valore massimo). s’intende risolverla esclusivamente con
avere qualche riferimento numerico, fac- Questo secondo stadio va a pilotare pile; si sconsigliano infatti alimentatori
ciamo presente che, con R6 a metà corsa da rete (specialmente quelli più comuni),
(e quindi con l’amplificatore a metà sen- per non introdurre ronzii indesiderati,
sibilità), il guadagno dello stadio si aggi- ma purtroppo inevitabili.
ra sulle 2000 volte, valore evidentemen- Il valore della tensione può essere com-
te di tutto rispetto. preso fra 9 e 13,5 V; sinceramente è
Questo è ottenibile in quanto si è adotta— consigliabile un valore elevato, col quale
to, per R6, un valore di 4,7 MQ; ci si è è più facile evitare possibilità di satura-
spinti a tale valore semplicemente per zione di ICI in presenza di forti segnali
mettere a disposizione il massimo ragio- audio.
Anche i microfoni in commercio (qui 2
sofisticati modelli Sennheiser) sfruttano
diverse tecnologie. Da sinistra a destra un
microfono dinamico, uno piezoelettrico
e uno a condensatore.

' IL MONTAGGIO
Il montaggio apparentemente così semplice del nostro dispositivo lo è effettivamente
se si rispetta la soluzione a circuito stampato nella disposizione da noi realizzata: essa

tft
risulta così nient’affatto critica ed affidabilmente riproducibile. Si inizia col sistemare
i vari resistori e lo zoccolo per IC ]; si passa poi ai condensatori, tenendo conto che ce
ne sono diversi polarizzati e che quindi occorre rispettarne rigorosamente la polarità
indicata. Restano ora da montare il potenziometro R6 ed alcuni terminali ad occhiello

_._“fJ %:
per i necessari collegamenti all’esterno; infine si provvede ad inserire ICl nello zoc-
colo, avendo cura di disporlo in modo che il piccolo incavo (in genere, semicircolare)
che è su uno dei bordi corti risulti orientato secondo le illustrazioni, ed anche con i
piedini ben allineati ed inseriti nelle mollette di contatto.
La basetta, una volta ricontrollata per benino e collaudata, va poi sistemata in
un’adatta scatola di metallo (l’effetto schermante è importante), nella quale trovino
magari spazio anche le pile. In ogni caso, il potenziometro R6 deve restare diretta—
mente inserito sul circuito stampato (e non esservi portato con dei cavetti perché lo si
COMPONE
R1 = 330 9
NTI è spostato su una delle pareti del contenitore). La scatola metallica deve essere colle-
gata alla massa del circuito solamente attraverso il terminale 3.
R2 = 3.300 9
R3 = R4 = 10 kt)
RS = 100 kg
RG = 4,7 MQ (potenziometro) Piano di @ + vcc
R7 = 1.000 9 montaggio
R8 : 33 k!) della basetta
R9 = 10 kt) a circuito R IO
R10 = 1.000 Q stampato. @ CUFFIA
R1 1 = 100 Q
01 =04=06= 10uF-16V(tantalio)
02 = 03 = 0,1 uF (ceramico @ REG/STR.
o mylar)
05 = 0,1 uF (ceramico o mylar)
07=08= 100pF-16V(eletholitico) @ GND
IC1 = TL072
M = microfono a condensatore
0 = cuffia (alta impedenza)
81 = interruttore ONIOFF Modalità
Vcc = 9+13,5 V (pile) di collegamento
R : ingresso registratore fra il microfono a
condensatore e l’entrata
Il test di verifica si esegue con un del circuito, eseguito
segnale di 5 mV pp a 1200 Hz (con in cavo schermato
R6 a metà corsa) e Vout = 10 Vpp. apposito.

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 41


MICROFONO INDISCRE'I'O
IL CAPTATORE A PARABOL
L’efficienza del sistema che stiamo rea— di dimensioni medio-piccole, che si sul manico si trasmettono rumorosamen-
lizzando è legata comprensibilmente avvicina molto alla forma ideale. te a tutto il sistema. Occorre quindi
anche al sistema attuato per captare le Il microfono, affinché il sistema funzio- imbottire l’eventuale impugnatura con
onde sonore, in genere di scarsa inten— ni, va posto nel fuoco della parabola: gommapiuma o materiale analogo. Altri-
sità, che ci interessa ascoltare e registra- quindi c’è un’altra cosa da trovare, menti c’è un’altra soluzione: montare la
re. Considerando che spesso la sorgente, appunto questo fuoco; con un opportuno parabola su un cavalletto tipo fotografi—
o l’autore, di questi segnali è in genere supporto provvisorio, esso viene indivi- co; è più laboriosa e ingombrante, ma è
lontano, è necessario ottenere una certa duato sperimentalmente, con pazienza. anche più affidabile e professionale.
selezione fra essi e tutti gli altri (che Una volta trovato il fuoco e risolto il Anche qui la scelta è lasciata al lettore,
spesso sono solo rumori) provenienti un problema del supporto non più provviso- in funzione del tipo di impiego. Resta
po’ da tutte le direzioni. L’unica soluzio- rio, si può sistemare stabilmente e defi- ancora da collegare il microfono
ne consiste nel realizzare un sistema nitivamente il microfono. Comunque, un all’amplificatore; serve un tratto di cavo
dotato di una discreta possibilità di po’ tutta la costruzione meccanica non schermato per bassa frequenza di buona
orientamento: ecco quindi la necessità di possiamo che lasciarla alla fantasia ed qualità. In genere, il tipo di microfono
attuare una pur semplice realizzazione all’ingegno del costruttore. Per esempio, adottato presenta due terminali, indicati
meccanica, che può tuttavia presentare alla parabola e necessario applicare un con A e B nell’illustrazione apposita—
qualche difficoltà. La prima cosa da fare manico, di qualsiasi forma e provenien- mente preparata: uno dei due è sempre
è quella di individuare un riflettore para- za; fatto questo, ci si accorge che nasce collegato al piccolo contenitore metalli—
bolico, anche se di forma un po’ rudi- un altro problema: tenendo in mano la co; se il fatto non è evidente, va indivi-
mentale; noi abbiamo risolto sfruttando parabola, i pur modesti rumori meccani- duato con un tester o un DMM commu-
quello di una vecchia stufetta elettrica, ci derivanti dal movimento della mano tato in ohm x 1 (naturalmente, come

Per realizzare il captatore abbiamo usato la parabola di


una vecchia stufa elettrica in disuso, opportunamente
adattata al nostro scopo.

RIFLETTORE

Illustrazione
schematica del
riflettore parabolico
IMPU GNA TURA
nel cui fuoco va
montato il microfono.

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 42

/
risulta in figura, ci si riferisce al tati), notiamo notevoli irregolarità nelle
microfono visto dal retro). sensazioni percettive; tutto ciò è
Il cavo schermato. di lunghezza idonea senz’altro dovuto alla non linearità del
(senza esagerare) va collegato all’entrata nostro orecchio ai diversi livelli sonori
dell’amplificatore, col conduttore centra— ottenuti in questa nuova situazione.
le al terminale l e la calza metallica al Diciamo pure che si ha l’impressione di
terminale 2. A questo punto non resta
che intraprendere l’attività programmata,
essere quasi in un altro mondo. Natural-
mente un miglior adeguamento si ottiene |…
m cmcum
quindi mettiamoci all’ascolto. Il risultato orientando il sistema captatore, che del
pratico lascia inizialmente sconcertati. resto abbiamo realizzato appositamente
I passi di una persona in una stanza per ottenere una sensibile direttività; nel
diventano quasi cannonate; portato il
complesso in un parco, il leggero stormi—
re delle foglie diventa quasi una bufera.
I rumori di fondo vengono amplificati
nostro caso si ottengono degli effettivi
miglioramenti nella separazione dei
segnali desiderati dai rumori presenti.
Ad ogni modo, nelle prime fasi di questa
STAMPATI ……
enormemente ed il nostro cervello reagi- esperienza, non sono giustificate dedu- Dotato di tutti gli elementi
sce in modo anomalo, non essendo abi- zioni allarrnate (o negative) riguardo alle necessari per la composizione
tuato a questi livelli audio. prestazioni del nostro sistema d’ascolto: di circuiti stampati su vetronite
Anche regolando R6 (ricordiamo che è proprio il nostro cervello che rimane o bachelite, con risultati tali
non è necessario tenere l’amplificazione perplesso per la nuova situazione che le da soddisfare anche i tecnici
al massimo per ottenere i migliori risul— orecchie gli passano. più esigenti, questo kit contiene
pure la speciale penna riempita
di inchiostro resistente
al percloruro.
L’integrato TL 072 è un doppio
operazionale a basso rumore con
ingresso a FET, dotato di
interessanti caratteristiche che
Curuilerisliche
-Consente un controllo visivo conti-
sono qui di seguito elencate:
nuo del processo di asporto.
elevata velocità; basso rumore;
- Evita ogni contatto delle mani con il
bassi valori di corrente d’ingresso e
l:]

7 +VCC prodotto finito.


di offset; altissima impedenza - E sempre pronto per l’uso, anche
d’ingresso; basso consumo in dopo conservazione illimitata nel
corrente; protezione interna; tempo.
E]

|:J

compensazione di frequenza. - Il contenuto è sufficiente per trattare


Nella figura riportata è indicata più di un migliaio di centimetri qua-
la zoccolatura, evidenziando drati di superfici ramate.
[C|

lil

le due sezioni componenti.

E —vcc
bl

Il kit per circuiti


stampati e corre-
dato di un pie-
ghevole, ricca-
mente illustrato,
in cui sono elen-
cate tutte le ope-
razioni pratiche per la preparazio-
ne del circuito. Il suo prezzo, è di
L. 18.000, più lire 5.000 per spese
di spedizione. Le richieste debbono
Il circuito stampato è essere fatte inviando l‘importo cita-
visto dal lato rame nelle to a: STOCK RADIO - 20124 MILANO
sue dimensioni reali. Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831) a
La realizzazione non mezzo vaglia postale, assegno ban-
cario o conto corrente postale n.
dovrebbe creare
46013207.
problemi.
SICUREZZA ì.

SENSORE
ANTINCENDIO
Un circuito in grado di rilevare la presenza di focolai
d’incendio e collegabile ad una qualsiasi centralina
antifurto che attui le necessarie misure di segnalazione
ottico 0 acustica.
Ecco
il prototipo
del sensore
antincendio
come da noi
realizzato
e collaudato.

@…

9-15v

] modulo elettronico che presentiamo Qui il circuito è : 1N4001


è in grado di rilevare la presenza di collegato ad un l—L
focolai di eventuali incendi e può essere relè che scatta CS
abbinato a qualsiasi centralina di antifur- quando il

r
to. La combinazione degli elementi di sensore rileva
una sostanza combustibile con l’ossige- un calore U—

no dell’aria determina una combustione sospetto,

t°Î°t
con forte sviluppo di luce e calore, in attivando NTC
altre parole un grande fenomeno di com— antifurti,
bustione fra sostanze infiammabili com- awisatori o
burenti il cui processo viene talvolta quant’altro.
RELE
RESET 12V1SC.
favorito da un complesso di circostanze
e cause, quali struttura dei fabbricati,
tiraggio, isolamento, natura dei materia-
li. Quasi tutti gli elementi in determinate sostanza, detta temperatura di accensio- fenomeno di combustione spontanea di
condizioni possono dare luogo a feno- ne. In ogni sostanza esistono limiti nel un corpo, che si verifica senza l’azione
meni di combustione, in particolare il rapporto sostanza-combustibile, detti diretta di una sorgente di calore.
carbonio. La combustione e l’incendio limiti di infiammabilità, particolarmente I moderni impianti di antifurto presenta-
sono in stretta sinergia, in particolare importanti per i combustibili liquidi e no una vasta gamma di sensori abbinabi-
quando l’ossigeno abbonda; tuttavia per— gassosi. Chiudiamo questa breve pre- li alla centrale, sia per la protezione da
ché le sostanze combustibili possano messa citando uno dei più frequenti intrusioni che da eventi calamitosi, caso
entrare in combinazione con l’ossigeno fenomeni che provocano spesso incendi tipico quelli relativi a tutti i tipi di gas
dell’aria devono assumere una determi— di grosse dimensioni, cioè l’autocombu- (metano, butano, gpl, vapori di benzina
nata temperatura, variabile da sostanza a stione o autoaccensione: un classico »»

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 45


… @LED1

+12V

D‘ R2 14
C= |Ct

+ + \ 11 4
… …
F R5 13 03
C1 02 .
GND 12 <

R7 R8
10

ne il9
7
NTC
RS Pt R4
SENSORE ì
CALORE

REGOLAZIONE 1
SOGLIA RESET" S
TEMPERATURA Î

Schema elettrico complessivo del sensore antincendio.

ecc.) e quelli per il rilevamento di fumo. senza grosse difficoltà, utilizza invece temperature, con un campo di applica-
Normalmente i primi si basano sul prin- quale dispositivo primario di rilevazione zione variabile tra -80°C e + 150°C (ter—
cipio di una piccola combustione gasso- un NTC, comunemente chiamato anche mistori a coefficiente positivo e negativo
sa che avviene all’interno della sonda termistore, un componente molto preci- di temperatura, ad asticelle, a goccia,
rilevatrice, mentre i secondi si basano su so, dalle ricercate caratteristiche di resi- miniaturizzati o per alte temperature,
principi di rilevazione ottica attraverso stenza-temperatura, normalmente inca- universali a disco e protezione dalla
l’ausilio dei raggi ultravioletti. psulato con resine epossidiche. sovracorrente).
Il nostro circuito. che può essere colle- In commercio si trovano vari tipi di ter-
gato ad impianti di allarme esistenti mistori compresi in una vasta gamma di
INTEGRATO A SCELTA

o-oo-o—o COMPONENTI
R1 = 1,8 kg
Il circuito, predisposto per il funziona-
mento a tensione stabilizzata di 12 V al
fine di garantire una globale compatibi-
R2 : 120 Q1/2 watt lità con l’alimentazione tipica dei siste-
R3 = R4 = 330 9

“};—\
mi di allarme, presenta inoltre un assor-
R5 : R7 : 12 kg bimento veramente trascurabile (il sen-
RG : 220 kg sore in standby consuma non oltre 5 mil-
R8 = 12 kg liampère), al punto di poter essere ali-
NTC = 4,7 kg (pasticca) mentabile addirittura con pile alcaline a
P1 : 4,7 kg (trimmer multigiri) 9 V. La tecnologia utilizzata ricade
C1 = 100 pF - 16 V (elettrolitico) ancora una volta su componenti della
62 = 22 "F - 16 (elettrolitico) famiglia C-MOS, facilmente reperibili e
IG1 : CD 4001/0D 401 1/GD molto economici; nel nostro caso un

E
Il circuito stampato e qui visto dal
4081/CD 4093
LED1 = led 5 mm
51 : pulsante NA reset
D1 = 04 = 1N4001
integrato contraddistinto dalla sigla
CD4001 è impiegato come interruttore a
soglia il cui intervento è controllato
dall’NTC e dal trimmer Pl, fungendo
lato rame nelle sue dimensioni D2 : D3 : 1N4150 altresì come cella di memoria d’allarme
reali. TR1 : BC 337 il cui reset è ottenuto con il pulsante nor-
ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 46
SENSORE ANTINCENDIO
malmente aperto Sl. Possiamo in questo Le saldature devono essere realizzate di soglia relativa al punto in cui voglia-
caso indifferentemente utilizzare inte- con un saldatore di media potenza e sta- mo che il circuito intervenga, avvalendo-
grati AND, NAND, NOR, OR paralle- gno multianima 40/60 da 0,8 mm, ricor— ci per esempio del forno elettrico dome-
landone gli ingressi e ottenendo buffer dando in particolare di prestare attenzio- stico per la taratura del dispositivo;
invertenti. La funzione della porta C— ne nel montaggio dell’NTC pena la rot- impostata per esempio una temperatura
MOS non invertente realizza una memo- tura dei piedini. Lo stesso deve essere di 60-70°C, che verificheremo attraverso
ria molto simile ad un SCR con set posi- posizionato in modo da permetterne la l’ausilio di un termometro, poniamo il
tivo all’ingresso impulso, uscita alta fuoriuscita dal contenitore in ABS in cui circuito all’interno del forno regolando
dopo il set e possibilità di reset tramite il il circuito viene collocato, tenendo ben allo stesso tempo Pl per la soglia di atti-
pulsante: configurazione molto utile in presente che, per una realizzazione alta- vazione del led. A questo punto il dispo-
altre occasioni anche in virtù del fattore mente professionale, è consigliabile sitivo è pronto per operare, tuttavia è
prezzo, differentemente dall’SCR utiliz- effettuare i collegamenti dal sensore alla consigliabile eseguire un controllo perio-
zato in circuiti a bassa corrente. basetta con un cavetto in rame argentato dico ogni sei mesi al fine di garantire la
Ponendo di aver regolato il trimmer Pl isolato PFTE. Regoliamo il trimmer Pl a massima efficienza dell’apparecchio.
per una soglia di allarme ad oltre 60°C, metà corsa, quindi diamo tensione al cir- Nel caso di più punti da monitorare, pos-
dando tensione al circuito, non appena il cuito; nel caso di mancato funzionamen- sono essere montati più sensori di allar-
termistore ha raggiunto la temperatura di to avviciniamo la punta del saldatore al me fuoco ponendo in parallelo tra loro
soglia, provoca una maggiore conduzio- termistore, sino ad ottenere l’accensione sia l’alimentazione che i morsetti A e B.
ne di corrente che pilota la prima porta del diodo led. Scegliamo la temperatura »»
logica a livello di uscita alto, analoga—
mente alla seconda, alla terza, alla quarta
tramite il circuito di memoria C-MOS.
Conseguentemente abbiamo il transistor
TRl in conduzione con la cortocircuita—
zione dei pin A e B. A questo punto con-
Piano di
montaggio del
sensore 02
Rm
+R2
NTC

p1
fGIIDfi
_—
AUM
nettendo un buzzer con oscillatore incor-
porato tra il pin A ed il positivo realiz-
antincendio
e schema dei
o-CIDD-w
… 5——+
ziamo un semplice detector sonoro cablaggi
antincendio; riferendoci invece alle illu- esterni da
strazioni possiamo pilotare una sirena eseguire.
piezo di potenza oppure un’interfaccia a
relé per carichi differenti, anche a 220 V. RESET
Ovviamente per il collegamento del cir-
cuito ad un impianto di allarme esisten—
te, è consigliabile la terza opzione, sce-
gliendo la connessione dello scambio del Sl
relè NC 0 NA a seconda della tipologia
di centralina (per allarmi con protezione
linea a 24 ore connettiamo il dispositivo
ad anello chiuso sulla stessa linea di
guardia). L’alimentazione può essere
indifferentemente prelevata dalla stessa
batteria della centralina di allarme o
dalla linea dei sensori attivi.

MONTAGGIO E COLLAUDO

Realizziamo il master del circuito predi—


sponendo la relativa basetta con il con—
sueto metodo delle piste e piazzole
autoadesive o serigrafando la stessa con
la fotoincisione. Forata la basetta con Il termistore
trapano a colonna, assembliamo i com— si monta senza
ponenti sulla stessa partendo in prima bisogno
fase da quelli passivi, quindi i polarizzati di controllarne
(condensatori elettrolitici e diodi) e poi, la polarità
rispettivamente, il trimmer di taratura, il d’inserimento.
circuito integrato sul relativo zoccolo, il
sensore NTC ed i cablaggi esterni.
ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 47
SENSORE ANTINCENDIO
li\ Dl"
vendita per corrispondenza casella P°$'flle 35
di componenti elenrorrici 22050 Verderio Inferiore Il circuito va
strumenti di misura (LC)
sistemato in
"°“… °"… Fax 039/9920107
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rischio, ma
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Se ricerchi componenti 0 strumenti non presenti in questa pagina seni/ici sensore non
o invia un tax al numero 039/9920107 troppo vicino a
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Kit orologio £. 10.000
giustificata dell’apparecchio è preferibi- malmente 10 Ohm), mentre al di sopra
le evitarne il posizionamento in prossi- della temperatura “Tr” di riferimento, la
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ze, diodi, integrati, codensatori, minuterie, potenziometri, sli- mità di fornelli, bruciatori o fonti di resistenza aumenta sensibilmente.
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VISIERA con 3 lenti e 4 combinazioni ni, la prima, ideale per piccoli spazi, e
d‘ingrandimenti ottima per lavori di pre- costituita da un piccolo disco ricoperto di
cisione con le mani libere £ 90.000
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CIRCUITO MILLEUSI resina artificiale e protetto da un rivesti-
18000 giri. Con set utensili £ 31.000
mento isolante, mentre nella seconda
Il circuito proposto può essere impiegato versione è sistemata in un contenitore di
NOVITA' per altri scopi, sostituendo semplicemen— alluminio anodizzato dalla forma cilin—
te il sensore con altri componenti. drica, che può essere agevolmente inte-
Sostituendo, ad esempio, l’NTC con una grato su dissipatori di calore e su telai
fotoresistenza trasformiamo il tutto in offrendo una elevata conduzione termica.
una interfaccia crepuscolare: infatti non Coloro che avessero difficoltà a raggiun-
appena il sensore viene investito dal gere con il circuito i punti da monitorare,
CLIP-ED si aggancia a tutti i tipi di occhiale, permette fascio luminoso, il dispositivo entra in possono utilizzare un rilevatore autoade-
di avere una lente aggiuntiva con molti ingrandimenti. allarme. Allo stesso modo, sostituendo il sivo con lamina di platino (range di tem-
CLIP-ED + lente £ 30.000
CLIP-ED + 4 lenti intercambiabili (2x,4x,6x,8x) £ 45.000
solito NTC con il modello a coefficiente peratura da -50°C a +500°C), formato da
negativo di temperatura, trasformiamo il una sottile striscia gommosa al silicone
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1000 reeslenze rn. £ 20.000 50 integrati rn. £ 10.000
80 moduli logici £ 10.000 7 cuscmetti a sfera £ 20.000
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150 trimmer rn. £. 20.000 1 motorino 9 Vcc 210.000
60 sliders rn. £ 15.000 50 potenziometri m. £ 15.000 ad esempio celle frigorifere, o come lamina può essere incollata direttamente
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1 breadboard con minuterie £ 20.000
25 fusibili misti E 3.000
1 ponte BY164 € 2.000
interfaccia di rilevamento ghiaccio da
1 relè12v 5A 250VA )( C.S. E 3.000 1 line corsa il 3.000 installare in auto. Il caso di un PTC, cioè altresì a disposizione un cavetto lungo
1 potenziometro Mil. 50 Ohm 2 3.000 1 cilalmo E 2.500
1 gomma per pulire C.S. E 2.500 1 dip swttch 7 vie € 2.000
un particolare termistore a coefficiente due metri.
1 interruttore a slitta £ 1.000 10 trimmer 2M2 Ohm E 3.000 di temperatura positiva, è invece ideale Per terminare citiamo i termistori di pro-
10 trimmer 100 Ohm E 3.000 10 trimmer 1M Ohm E 3.000
1 confezione scena minuterie meccaniche E 5.000 come allarme per il rilevamento di tem- tezione realizzati esclusivamente per
10 boccole filettate E 2.500 & portalusibili )( C.S. E 2.000 perature eccessive all’interno di apparec- operare con tensioni di 240 volt alterna-
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1 termistore E 2.500 1 display E 3.000 chiature industriali: infatti alle basse ti, atti a preservare vari dispositivi da
1 termostato apr(a“36C“e 64C° 2 2.500 30 micche £ 2.500
temperature il componente funge da sovracorrenti e surriscaldamenti.
RA 94: registratore digitale che sfrutta
le moderne memorie a stato solido
per registrare e riprodurre messaggi lunghi fino
a 20 secondi. Costa lire 58.500.

EP15: iniettore di segnali


indispensabile per
localizzare i guasti nelle
apparecchiature BF (radio,
TV ecc). E completo di
istruzioni per l’uso.
Costa lire 21.000.

EP200: microtrasmettitore
molto sensibile e stabile
in frequenza. La potenza
EPMB: ricevitore multibanda semplice è stata elevata ad 1 W
da realizzare e in grado di garantire e può fungere da
un buon ascolto di numerose bande. radiomicrofono o microspia.
E fornito con 3 bobine diverse. Costa lire 29.000.
Costa lire 74.000.

EP13: alimentatore adatto per


tutte le apparecchiature funzionanti
con tensione dai 5 ai 13 V e con
assorbimento massimo di 0,7 A.
Costa lire 24.500.

EP1: audiospia tascabile per


COME ORDINARLI
ascoltare le emissioni sonore Per richiedere una delle scatole di montaggio
provemenftr da una srngola \ illustrate occorre inviare ] ’importo (più 5.000 lire per le
sorgente ra tante. s ese dis edizione tramite va lia ostale asse no
Costa lire 46.000. p bancario
p o versamento
) g pcorrente
su conto ' postale
g
n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO — 20124 MILANO
Via P. Castaldi 20. È possibile ordinare telefonicamente
\ chiamando il numero telefonico 02/204983] .
E indispensabile specificare il codice dell’articolo
richiesto (riportato a fianco del circuito}, nella causale RA D I
del versamento.
RADIOASCOL'I'A
Il MONDO
Osservano dall’alto il
nostro Pianeta, seguendo
i movimenti delle
perturbazioni e Fuindi
permettendo di ore le
previsioni del tempo. Con {,è
un ’attrezzatura modesta .E” £."!
_:
' ‘.
è possibile captarne ,
‘A'
o
.

i.;-.
le trasmissioni. & ir
"Nl

I SATELLITI METEOR
Isatelliti meteorologici sono navicelle quale appariva come un cilindro coperto Per contro, i satelliti geostazionari, ven-
spaziali dotate di strumenti sofisticati di celle solari su tutte le superfici, eccet— gono normalmente utilizzati per comuni—
(radiometri), che rilevano vari dati circa to alla base ove erano situate le antenne cazioni telefoniche, per diffondere pro—
la superficie terrestre, in particolare dati e le telecamere. I satelliti si dividono grammi televisivi e per formulare previ-
di radianza; il tutto viene poi inviato a principalmente in due distinte categorie: sioni meteorologiche a grande scala.
Terra dal trasmettitore di bordo ed i dati polari e geostazionari; molti non sanno I polari vengono denominati anche satel—
possono essere ricevuti con apparecchia- che differenza esista fra i due tipi ed liti “a bassa quota”, definizione che è
ture relativamente semplici e di costo ancora oggi gli scettici si chiedono come legata al fatto che questi satelliti, ruota-
modesto. Le Nazioni che gestiscono possano rimanere sospesi nello spazio no attorno alla Terra con un’orbita circo—
satelliti meteorologici sono gli Stati senza ricadere sulla terra, sfidando la lare che passa sui poli Nord e Sud, viag-
Uniti, l’Unione Sovietica, l’ESA (Ente forza di gravità. Prima di parlare specifi- giando ad una velocità di circa 30.000
Spaziale Europeo), la Cina ed il Giappo— catamente delle singole caratteristiche, Km/orari circa, e mantenendosi ad una
ne. Come facilmente intuibile, gli Ame- possiamo affermare che i satelliti polari distanza dalla Terra di circa SOG-1000
ricani in campo satellitare non si sono vengono utilizzati principalmente per Km. Un’orbita polare ha una inclinazio-
mai fatti attendere, infatti il primo satel- scopi militari, infatti in alcuni fotogram- ne di 90° sul piano equatoriale ed è idea-
lite americano tipicamente meteorologi- mi è possibile addirittura vedere navi le per una copertura globale, infatti il
co fu lanciato il primo aprile 1960, inau— uscire da un porto oppure osservare le piano orbitale rimane fisso mentre la
gurando la fortunata serie Tires I, la auto che circolano sulle strade. Terra ruota sotto di esso.
ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 50
Abbiamo ottenuto
METEOSAT (ESA)
questa immagine LONGITUDINE 0°
cantando il INSAT (INDIA)
satellite americano 74°E
NOAA9. Si vede
chiaramente
l’Italia
settentrionale ed
è possibile notare .'
le Alpi innevate, il .
fiume Po e le città : GOES-E (USA).
più grandi. FENG YUN 75°W ‘
(CINA)

Ecco uno schema


del sistema
satellitare
meteorologico GMS GOES-W (USA)
mondiale. (GlAPPONE) 135°‘W
140°E

Per questo tipo di satelliti non si pongo— latitudine molto conosciuto, gestito orbita polare degli Stati Uniti, che ripor-
no problemi di stabilizzazione e di asset- dall’ESA (Ente Spaziale Europeo), e tano sulla stessa linea la medesima
to poiché viene accettata l’orbita risul- situato all’altezza di 35.900 Km; esso immagine ripresa in due diverse finestre
tante dal lancio, utilizzando a bordo una trasmette sulla Terra in due distinti cana- spettrali ovvero quella del visibile (VIS)
antenna di tipo omnidirezionale. li, alla frequenza di 1691 (canale Al) ed e quella dell’infrarosso (IR). La copertu—
I satelliti geostazionari televisivi e 1694,5 Mhz (canale A2). Esso ricava tre ra globale viene assicurata con due satel—
meteorologici, invece, sono collocati tipi di immagine: al visibile, all’infraros— liti, di cui uno acquisibile alla mattina ed
sulla linea dell’equatore ad una distanza so ed al vapore acqueo, identificate alla sera e l’altro nelle prime ore del
di 36.000 Km dalla Terra; essi, pur viag- rispettivamente con le sigle VIR, IR, pomeriggio e di notte. Essi trasmettono
giando ad una velocità di circa 11.000 WV. Le immagini vengono poi trasmes- da una altezza di circa 850 Km, su due
Km/orari, sembrano immobili perché se a Terra in due formati: analogico, canali distinti alla frequenza di 137,500
anche denominato WEFAX, destinato e 137,620 Mhz (in modulazione di fre—
alle SDUS (Secondary Data User Sta- quenza) per le immagini in analogico,

DGICI
tion) e digitale, anche denominato HRI nonche' alla frequenza di 1698 e 1707
(Hight Risolution Image), destinato alle Mhz per le immagini in digitale (HRPT).
PDUS (Primary Data User Station). Più I satelliti NOAA contengono al loro
precisamente, i dati dell’immagine ven- interno una lente ruotante che scansiona
gono trasmessi in alta risoluzione alla porzioni terrestri ad una velocità di 6
ruotano alla stessa velocità della Terra. stazione di terra (Darmstadt) ove avvie— linee al secondo; l’angolo di scansione è
Anche se questi satelliti sembrano punti ne l’elaborazione curata dalla società pari a 55° che corrisponde ad una
fissi nel cielo, le loro orbite subiscono Eumetsat, quindi ritrasmessa nel formato ampiezza totale di scansione della super-
continue e lente variazioni provocate analogico WEFAX con l’aggiunta di ficie terrestre pari a 2.800 chilometri.
dalla forza gravitazionale della Luna e ulteriori elementi quali per esempio i Meteor, Cosmos e Okean sono satelliti
del Sole, quindi per vincere questi con- contorni relativi ai continenti ed alle in orbita polare appartenenti alla Russia
trasti ogni satellite è dotato di apparati di isole. ed operano rispettivamente alle altezze
controllo automatico aventi il compito, Il satellite Meteosat è alto 3,2 rn con un di 650, 950, 1200 km da terra; la fre—
attraverso piccoli getti di gas propellen- diametro di 2,1 rn, e risulta composto da quenza di lavoro è compresa tra i 137 e
te, di correggere la velocità; infatti se 4 corpi cilindrici sovrapposti; il corpo 138 Mhz. Questa serie non è in orbita
quest’ultima dovesse per qualsiasi moti- principale è coperto da celle solari e elioasincrona, cioè l’ora di passaggio
vo diminuire, il satellite entrerebbe in contiene il radiometro, mentre il secondo slitta leggermente giorno dopo giorno,
breve tempo nell’atmosfera disintegran— cilindro contiene l’antenna a rotazione inoltre vi sono periodi in cui le sfavore-
dosi completamente. elettronica e le apparecchiature per tele— voli condizioni di illuminazione
In Italia possiamo attualmente ricevere i comunicazioni; infine alla sua sommità dell’area sottostante i satelliti rendono
satelliti meteorologici che analizziamo si trovano due piccoli cilindri contenenti necessaria la loro disattivazione; questa
qui di seguito. Il Meteosat è un satellite due antenne toroidali per le bande S ed limitazione comporta la presenza in orbi-
geostazionario a 0° di longitudine e 0° di UHF. I NOAA, invece, sono satelliti in ta di vari satelliti contemporaneamente.
ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 51
\6LÈTÎEDN

VERIFICATORE
DI TENSIONE
È un semplice strumento che serve a tensione alternata, si accendono
verificare, per mezzo di indicatori entrambi.
luminosi, se c’è una qualche tensione I due diodi Zener collegati in antise-
e se essa è positiva, negativa o alter- rie servono a limitare la tensione
nata. Più precisamente, se al morset- d’ingresso a 6,9 V, cosicché il valore
to 1 vi è una tensione positiva rispet- da verificare può essere anche supe-
to al 2, si accende il led verde riore; non pensiamo però minima-
(DLV); viceversa se è presente una mente a misurare la tensione di rete
tensione negativa, si accende il led 220 V ca. Se si applica una tensione
Carmelo Parisi di rosso (DLR); se invece è presente positiva il transistor T2 conduce e
S. Stefano Medio (ME) quindi il led verde DLV si accende,
ha costruito questo mentre il T] e interdetto e DLR
semplice circuito di rimane spento; viceversa se la tensio-
prova che gli vale il ne è negativa è il T1 a condurre e il
premio in palio per la T2 è interdetto, quindi solo il led
migliore realizzazione rosso DLR è acceso. Se, invece la
del mese. tensione applicata e alternata, il T2
conduce solo durante il semiperiodo
positivo e il T1 durante il semiperio-
do negativo, pertanto i led si accen—
dono alternativamente con una
sequenza talmente rapida che appaio-
no sempre accesi.
Per il montaggio si può usare una
basetta per circuiti stampati, oppure
una basetta millefori inseriti in una
piccola scatola; in figura è comunque
$
illustrata una soluzione consigliabile.
d

Rl 5% R3

29DZ]
"
COMPONEN'H
cr= R1 = 33 kg
R2 = R4 = 1000 9
R3 = 85 = 560 9
C1 = 0,1 |.IF (ceramico)
022 T1 = 80177
T2 = 50107
021 = 022 = 6,2 VI1 W
DLR = led rosso
#
DLV = led verde
\
ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 52
"ZA …. PROVA DIODI
ULTRASEMPLICE
Raffaele Calò, di
Maruggio (TA) ha
realizzato un
provadiodi con
soli 7 componenti.
R1 = 470 9
R2 : 1000 9 (potenziometro)
na : 220 Q
DL1 = led giallo
DL2 : led verde
DL3 : led rosso
TR1 = trasf. (second. 9+10 V)

MINILUCE
PER LA NOTTE
Il circuito che ci sottopone Pasquale
Lerro di S. Marco Evangelista (CE)
consiste in un led direttamente alimenta-
to dalla tensione di rete senza l'utilizzo
di alcun trasformatore. Il circuito, inol-
tre, utilizza soltanto un resistore, un C)
diodo al silicio ed un led. 220V… TR ]
Quando la sinusoide della tensione di
rete è positiva il led è polarizzato diretta- Questo semplice circuito che ci propone e di efficienza. Infatti, se l’inserzione del
mente e quindi acceso, mentre durante la Raffaele Calò di Maruggio (TA), il cui diodo in prova fa accendere il led verde
semionda negativa il led rimane spento. funzionamento si basa sulla polarizza- (DL2), la piedinatura di DX è quella
Praticamente il led si accende e si spe— zione alla quale vengono sottoposti i indicata sopra le boccole; se invece si
gne tanto rapidamente che il nostro diodi led, è molto utile in particolare a accende il led rosso (DL3), si deve tener
occhio non riesce a notare tale lam- chi usa componenti di recupero non per buona la piedinatura indicata sotto le
peggio. La presenza del condensatore Cl siglati o di dubbia efficienza. La tensio— boccole; nel caso i led si accendano
consente di limitare i disturbi che ne di rete, opportunamente abbassata a ambedue, il diodo in prova è in cortocir—
potrebbero essere immessi in rete. 9+10 V dal piccolo trasformatore TRI, cuito, mentre se non si accende in nessu—
Il led può essere di qualsiasi dimensione viene direttamente applicata al diodo na delle inserzioni, esso è interrotto.
e colore; si consiglia di utilizzare un led incognito DX; se esso non è completa- E proprio per verificare la regolare
gigante di color rosso per ottenere mag- mente interrotto, tale tensione, limitata accensione del provadiodi che è prevista
giore luminosità. da R3 e regolata da RZ, passa ai diodi in circuito la spia DL1, che conferma il
11 tutto va racchiuso nel contenitore stes- led che fungono da indicatori di polarità regolare funzionamento dello strumento.
so della spina, facendo fuoriuscire il led
dal foro da cui normalmente fuoriesce il
filo.

@@@élfl.©
Rl

Per chi collabora


220 V Tutti i lettori sono invitati
ad inviare un loro progetto,
C7 Di semplice e inedito, che
non impieghi più di 15
componenti elettronici.
Le realuazioni (una
breve spiegazione,
qualche disegno,
le generalità ed una foto
Ri = 22 kg - 3 w
tessera dell'autore) devono
c1 = 4.700 pF - 1.000 V (ceramico) essere inviate a ELETTRONICA PRATICA - EDIFAI
01 = 1N4007 15066 GAVI (AL): a tutti i partecipanti sarà spedito
DL = led qualsiasi (alta luminosità) un utile omaggio. Ogni mese il progetto migliore veni pubblicato
e preni'ato con uno stupendo kit per saldatura in valigetta che comprende:
saldatore istantaneo da 100 W, saldatore a stilo da 30 W, supporto per mini
montaggi, dissaidatore, raschietto, appoggio per uldaro e punte di ricambio.
we”… lf Domicella (AV),
si è costruito
questo circuito

; LAMPEGGIATORE per una festa


di capodanno.

RI
smoao
FM = 10 kg
7
3 ” L2 nz = 100 kg
L (potenziometro)
R2
ns = 220 k!)
@<")0 @

(trimmer)
01:47pF-16V
gl[i+

IC1
'<

220 V… (elettrolitico)
R3
02= 100uF-16V
(elettrolitico)
03 = 1000 pF
(ceramico)
|c1 : NE555N
01 = 1N4004
RL = relé 12 V
2 scambi
Voc = 12+15 V

" Il circuito, un po’ più complesso del solito, sfrutta


SUONER'A un integrato, l'NE 556 che contiene al suo interno

AD 'NTERMIUENZA ::.:3:33:*.::,ì52;32°.;22:…°"= …
‘un—"
AAAAA

lllll
""'
])
—<

b
t\

S]
\
C;

: R1=RZ=R4=R5=
AAAAA

l‘All

01
""'

Cb

: R5 1 20 m
\)
:D

' R3 : RG = 330 Q
@n0 @

6 [C] 72 c1 = 47 ur - 16 v
%

<

(elettrolitico)
Ln

_ cz:1oom=-1sv
fl" ”% ': (elettrolitico)
03:06:10uF-16
C4 V (elettrolitico)
04 = 05 = 10000 [:P
(mylar)
7 3' 5 70 m = NE556
01 = 1N4148 (Vedi
R6 testo)
R3 [1] AP DL1 = DL2 = led
AP = altoparlante 8 9
C3 DL7 DL2

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 54


Questo funzionale circuito stroboscopico
a 2 canali, che consente due effetti spe-
ciali da discoteca (lampeggio sequenzia-
le e stroboscopio). è stato realizzato da
Salvatore Gragnaniello, 16 anni di
Domicella (AV) per una festicciola di
Capodanno da organizzare in economia:
esso infatti comprende una decina di
componenti in tutto. con i quali il circui-
to è capace di imitare in modo eccellente
gli effetti stroboscopici gestiti dai vari
D.J.
Il cuore del circuito. anzi in questo caso
il vero e proprio factotum. è l’integrato
NE555. che si comporta secondo la sua
prestazione più tipica, appunto come
lampeggiatore i cui modi di funziona—
mento sono regolabili a piacere tramite i
potenziometri R2 ed R3.
L’uscita di IC1 va direttamente ad ecci-
tare un relé di buona sensibilità che,
attraverso i suoi due contatti operativi, WUADL …
permette di accendere e spegnere alme- PVQmA .
no un paio di lampade. Dl provvede a
‘°°°Vnc
smorzare i picchi di commutazione del 200… max
relé stesso. : 5m." COM
La realizzazione può essere eseguita su
una basetta millefori.

Il circuito che ha messo a punto Salva-


tore Magro. 20 anni di Piazza Armerina
(EN), risulta un po' più complesso di
quelli normalmente pubblicati in questa
rubrica, in quanto usa un integrato con-
tenente al suo interno due classici
NESSS, uno dei quali funziona come
oscillatore ad una frequenza di circa 600 Vuoi ricevere an-
Hz (grazie al valore di C2 = 10 nF). che tu quest'ac-
mentre l’altro funziona da timer che coppiata vincente
comanda il primo con un ciclo compreso (libro più tester)?
Compila il cou-
fra 8 e 16 secondi circa (Cl : 100 uF).
pon. ritaglialo.
A tal proposito, il diodo D] è un compo-
incollalo su carto-
nente opzionale e serve nel caso si lina postale e spe-
voglia effettuare questo comando secon- disci a
do un duty-cycle del 50%.
L‘interruzione (ON—OFF) viene realizza- EDIFAI
ta utilizzando l’uscita del primo timer 15066 GAVI (Al.)
(pin 5) come pilota per il reset del secon-
do timer (pin 10).
Desidero ricevere il
Il segnale audio così generato e cadenza—
tester elettronico Valex e
to viene direttamente applicato (salvo il
condensatore di accoppiamento) ad un SOlO 49.800 lire il libro "fai da te l'elettri-
cista". Pagherò al posti-
piccolo altoparlante, che rende udibile la
nota da campanello.
TESTER ELE'ITRONICO no lire 49.800 (comprese
Leggero, di dimensioni contenute, spese di spedizione).
ll gruppetto R6-DL2 è opzionale, in con ampio display digitale a 4
quanto il led è acceso quando la sirena è caratteri ben leggibili, comoda
nome
ON e si spegne assieme al led DL1. manopola per selezionare le
L’alimentazione è prevista da una sor- funzioni, dotato di provatransistor. cognome

gente di tensione compresa fra 5 e 12 V,


possibilmente stabilizzata (può andar
FAI DA TE L'ELE'ITRICISTA bvln
Libro di grande formato, centinaia
bene anche una semplice pila del tipo di illustrazioni, tutte le operazioni CAP
transistor a 9 V). passo - passo. testi scritti da
esperti per sapere in pratica come città
lavorare sull'impianto elettrico.
firma' ELP
STRUMENTI

RILEVATORE
DI CONDU'I'1'IIRE
Un circuito semplicissimo, realizzato usando un
apposito inte rato, in rada di svelarci la presenza,
a l’interno el muro ino a 8-10 cm di rofondità,
di tubature o altre strutture meta fiche.

apita abbastanza spesso che, facen—


do qualche foro nel muro, si vada
proprio ad intercettare, per esempio, un
tubo dell’acqua; la cosa non è gravissi-
ma ma è senz’altro antipatica e causa
una serie di inconvenienti e disagi. Ecco
perché andiamo a proporre questo sem-
plice circuito, in grado di rivelare la pre-
senza di tubi in ferro (eh si, purtroppo
non quelli in plastica) fino ad una
profondità di 8+10 cm… Il circuito è sba-
lorditivamente semplice, grazie all’ado-
Quando un… fdiareùn …;;gli. ‘—52 - zione di un particolare integrato (il TCA
sollte per mettere l_lÌ_l tà“_ssolîo, s_drge_r __““_ : ' 205) che è proprio nato come rivelatore
sehnpre' il legittimo dublilp=qu c'è, “' "_ ».… di prossimità e che quindi è facilmente
sotto un tubo? Siàòh9 sl.trattidi ‘ ' ' ’ adattabile alla nostra esigenza. Fonda-
condutture elett…. _sia' idrauliche, Il . mentalmente, si tratta innanzitutto di un
rischio è alto e quihfitomiiene prima‘ _ oscillatore che funziona su una frequen-
effettuare una ril’eîvnfiqne. di ‘contidlo.’ za stabilita dai valori di Ll e C1 (circa
320 kHz). Dallo schema elettrico si nota
la presenza del trimmer R4, che funge da
regolatore di sensibilità, agendo in que-
sto modo: regolando R4 e tenendo
d’occhio i due led verde e rosso (DLV e
DLR), si porta il punto di lavoro di ICI
in condizioni tali che l’oscillazione
generata sia appena percettibile.
Stante una certa delicatezza in questa
operazione (del resto, l’unica da fare) è
opportuno che ci spieghiamo un po’ più
approfonditamente. Se R4 è posizionato
su valore resistivo zero ohm, è cioè in
cortocircuito, l’oscillazione presente su
Ll-Cl ha un’ampiezza di parecchi volt;
man mano che viene aumentato il valore
resistivo di R4, l’ampiezza della tensio-
ne generata diminuisce, fino a scompari—
re addirittura. Comunque, quando
l’oscillazione è regolata su un’intensità
sufficientemente bassa, basta che un
Ecco il prototipo del rilevatore di
condutture metalliche come da noi
realizzato e collaudato.

Il circuito va inserito in una scatola


in plastica, all’interno della quale
trova posto anche la pila. Il lato da
accostare al muro per la prova è
quello dove c’è la bobina.

corpo ferroso vada ad interessare il circuitale è sostanzialmente quanto pote- cortocircuito presente dal lato compo-
campo elettromagnetico di Ll perché va esserci da dire. Ora non ci resta che nenti in prossimità dello stesso IC 1.
l’oscillazione a RF arrivi a spegnersi. passare alla vera e propria realizzazione Si montano poi i condensatori, dei quali
Gli elementi indicatori di stato consisto- dell’apparecchietto. C4 è di tipo al tantalio, quindi polarizza—
no qui in due led collegati alle uscite di to; bisogna quindi fare particolare atten-
[C]: quando l'oscillazione a RF è pre— zione ad inserirlo con la giusta polarità.
sente. DLV è acceso; viceversa, quando IL CERCATUBI tenendo cioè conto del posizionamento
l’oscillatore si è disinnescato, si accende indicato. Il condensatore di oscillazione
DLR. La regolazione di R4 incontra un Il nostro dispositivo è altrettanto sempli- (Cl) dev’essere di buona qualità, quindi
punto di incertezza in cui sono accesi sia ce da realizzare quanto lo è stato da non un comune tipo microscopico in
DLV che DLR: ma di questa regolazione descrivere, specialmente se si segue pari ceramica, bensì un tipo o a mica oppure
parleremo più avanti. pari il prototipo da noi messo a punto. ceramico NFO.
La messa in azione del nostro circuito si Circuito, bobina e pila stanno su I due led vanno montati tenendo presen-
effettua mediante un interruttore a pul— un’unica basetta a circuito stampato, la te che il terminale di catodo è quello che
sante (indicato con Pl), in quanto questo quale a sua volta è inserita in una tipica esce in corrispondenza del piccolo smus-
tipo permette un miglior controllo del (nonché abbastanza elegante) scatoletta so presente sul bordino in plastica, men-
tempo di inserimento, cui consegue un in plastica nera di facile reperibilità; tre R4 entra automaticamente nei fori
consumo nettamente più modesto; e dedichiamoci subito al montaggio della previsti. Inseriti un paio di terminali ad
quindi possibile, per l’alimentazione del basetta. Si comincia col piazzare i pochi occhiello utili per il successivo collega-
dispositivo, l’adozione di una semplice resistori presenti, lo zoccolo per [Cl mento dei fili di alimentazione, non resta
piletta da 9 V. Questa breve descrizione (che non guasta mai) ed il ponticello di >)»

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 57


Schema elettrlco del
dispositivo rivelatore di
tubazioni metalliche, che
vengono segnalate dal
passaggio dell’accensione
di DLV (situazione di
equilibrio) a quella di DLR
(allarme rosso).
._.—o—o—u—o

72

C7

L1

ora che dedicarci alla bobina Ll che va


COMPONENTI piazzata lungo il bordo libero della
basetta in modo da risultare poi diretta—
R1 : R2 = 1 k!) 04 = 10 (IP - 16 V (tantalio)
na = 1,5 MQ mente appoggiata all’interno della scato—
L1 = 250 spire filo 0,2 mm su
R4 : 1 MQ (trimmer) la (in plastica) per essere più vicina pos—
ferrite 0 9+10 mm (L = 3 ml!)
R5 : 4700 9 sibile a] muro da esplorare. Ll è costrui—
IC1 = TCA 205
ta avvolgendo, su un tondino di ferrite
01 = 50 pF (ceramico NPD DLV : led verde
(tipo le vecchie antenne da radioline) di
o mica) DLR : led rosso
9-:—10 mm di diametro e 80+90 mm di
02 = 1500 pF (ceramico) P1 : pulsante N.A. lunghezza, circa 250 spire di filo di rame
ca : 47.000 pF (ceramico) Vcc = 9-12 V (vedi testo) smaltato da 0,2 mm; le spire devono
essere ben allineate ed affiancate, con i
PRESA due estremi fissati mediante nastro ade-
PILA sivo in plastica o carta. Poi si collega
DLR DLV (provvisoriamente) la pila in modo da
‘s poter provare preventivamente il funzio-
namento del circuito.
Si è intanto provveduto ad eseguire sul
bordo lungo dello scatolino un paio di
fori utili, uno per il fissaggio di Pl e
l’altro per entrare col cacciavite a rego-
lare la taratura di R4, nonché i due fori
per i led. A questo punto, si può inserire
lo stampato entro il fondo della scatola,
sfruttando le apposite colonnette per il
PILA 9V
SPAZIO

Piano di montaggio della basetta


a circuito stampato; da notare che
su essa, oltre a tutti i componenti

li;??li ìttilt,iì!.rî’îììììtlìi"fiìììlìl ììììltìlì


in racchiusi nella zona dello schema
tin;
tratteggiata, trova posto anche
«na..»

uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu la pila da 9 V (mentre il pulsante


va posizionato sul fianco del
Ll contenitore in plastica).
ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 58
RILEVATORE DI CONDUTI'IIRE
fissaggio: sulla basetta sono infatti pre- sto è il punto di massima sensibilità. circuito originario un altro circuitino
senti 3 fori. due per queste viti ed uno Da tener presente che, tra il passaggio da realizzato come lo schemino accessorio
passante per il lungo tubetto in cui far DLR spento e DLV acceso, cioè fra la che segue. L’ingresso W va collegato ad
entrare la vite di chiusura del coperchio. commutazione luminosa dei due led, esi- una delle due uscite di ICI, cioè al piedi-
La bobina. adagiata sul bordo dello ste un piccolissimo intervallo di regola— no 5 o 7: la scelta dipende solo dalle
stampato e contro il fianco della scatola, zione entro il quale i due led sono accesi nostre esigenze specifiche.
va fissata con alcune gocce di collante contemporaneamente: è in realtà il punto Quello che succede è comunque quanto
siliconico. di maggiore sensibilità, però è anche una segue: quando il led relativo all’uscita
Ora si può montare il pulsante Pl ed ese- zona particolarmente poco stabile. prescelta si accende, il piedino (5 o 7
guire il cablaggio finale fra esso, il cir— Una volta terminata la messa a punto, che sia) va basso, il che vuol dire che la
cuito e la pila, che va posizionata sul avvicinando la bobina ad una qualsiasi sua tensione va quasi a zero.
lato corto della basetta. Con molta cura struttura metallica (anche un pezzo di Questo porta in saturazione (attraverso
vanno ripiegati a 90° (0 anche qualcosa ferro, oppure un tubo) DLV si spegne e Rl) il transistor TI (un PNP), facendo
in più) i terminali dei due led, in modo DLR si accende: il led è rosso appunto eccitare il relè di servizio, che va ad atti-
da consentirne l’entrata nei due fori rela— per segnalare il pericolo che nasce met— vare il carico applicato: può essere un
tivi del bordo-scatola, ove restano ben tendo la punta del trapano (per esempio) motorino, una sirena, un dispositivo di
inseriti. Il montaggio è terminato e quin— proprio in quella zona. conteggio, ecc.
di si può completare la scatola col relati— Il circuito sin qui descritto può essere Dato che relè da 9 V non sono facilmen-
vo coperchio. A questo punto non resta usato anche per altri scopi, come per te reperibili, conviene utilizzarne uno da
che perfezionare la taratura. esempio contare l’avvicinarsi o l’allonta- 12 V, portando alla stessa tensione tutta
Si comincia col regolare R4 in modo che narsi di corpi ferrosi; potrebbe allora l’alimentazione del circuito; non è il
DLV si accenda; poi si ruota lentamente trattarsi di un contapezzi, il quale ha caso di preoccuparsi di ICI in quanto,
R4 in modo che si accenda DLR; infine, bisogno di un dispositivo di segnalazio- per la presenza di stabilizzazione inter-
si torna indietro con la regolazione in ne o addirittura un numeratore: per que— na, essa non modifica il suo punto di
modo che DLV sia appena acceso: que— sto motivo è necessario aggiungere al lavoro.

1: il circuito stampato è qui visto


dal lato rame in dimensioni reali.
' 0
2: schema elettrico della variante
aggiuntiva per consentire
l’azionamento di un qualche
dispositivo di segnalazione o di
conteggio. R1 = 3,3 kn; RL = 9-12 v
EP
(vedi testo); T1 = 80 177;
D1 = 1N4004.

3: nel collegare i terminali di Lt,


ricordiamoci di grattare via lo
smalto isolante dai capi.

ELETTRONICA PRATICA - Settembre 1997 - Pag. 59


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I | I I I l | | | | | | | | | |
| | | | | | | | | | | | | | | | |
| | | | | | l | | | | | | | | | ||
| I | I | | | | | | | | | | | | il
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ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 3
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Il marchio Loctite contraddistingue una gamma sempre vasta di sostanze adesive sigillanti indicate per gli usi pid svariati,
sia in campo hobbistico sia in quello industriale. Nel settore elettronico é oggi disponibile una serie di kit che, oltre al prodotto
pit e
chimico, contengono il
corredo necessario per utilizzare lo stesso nel modo pit efficace. Loctite Tempflex é un adesivo
caratterizzato da elevata resistenza ed elasticita, adatto all’incollaggio dei circuiti stampati nelle loro sedi, che viene venduto in
una confezione contenente anche due aghi per applicazioni di precisione. Per incollare un componente oppure un intero circuito
stampato ad un dissipatore di calore la scelta giusta é Loctite Output, che viene fornito assieme un flacone attivatore. Se i
componenti sono di grosse dimensioni é preferibile l’adesivo istantaneo Blak Tak, adatto anche per rinforzare i terminali dei cavi.
ad di
Questi possono essere incollati velocemente con Loctite Tak Pak che, anch’esso grazie all’ attivatore fornito nel kit, polimerizza
in pochi secondi e garantisce un fissaggio resistente alle variazioni di temperatura. Infine Loctite Varnistop é il rivestimento
che protegge 1 componenti elettronici dalla manomissione. A partire da lire 43.000.
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Charge Coupled Device, cioé dispositivo
ad accoppiamento di carica, hanno ormai
“| \
-
90

sostituito da diversi anni i tubi a vuoto


vidicon delle telecamere, portando alla
miniaturizzazione del sensore e di tutta
la circuiteria di elaborazione del segnale
video. Questa mini-telecamera da 20
grammi sembra essere |’emblema del
progresso tecnologico del settore perché
il suo piccolo volume dimension1 (le
sono solo 32 x 32 x 27 mm)
é praticamente tutto occupato SE L’INTEGRATO
dall’ obiettivo da 43 mm di focale, Luigi Barone é un giornalista di Salerno
che é montato su una scheda dove vari
componenti sono disposti su doppio
1 appassionato, come molte altre persone
in Italia, del gioco del lotto.
strato. Il prodotto, cosi come viene E proprio su questo gioco ha fatto una
16SEER, venduto, presta ad essere utilizzato si scoperta che sembra garantire elevate
, te, in qualunque dispositivo professionale probabilita di vincita.
e hobbistico che preveda |’ acquisizione Lo stesso autore invita tutti gli interessa-
1

di immagini secondo standard CCIR.


La telecamera, che ha una sensibilita
lo ti a prendere conoscenza presso il suo
studio di quello che é stato da lui battez-
di 0,3 lux e una risoluzione di 380 linee, zato teorema dei codici.
é dotata di auto-iris, cioé di diaframma In pratica consiste nell’aver individuato
automatico. un collegamento matematico fra gli
L’uscita video é di 1 volt picco-picco estratti conosciuti e quelli non ancora
su una resistenza di 75 ohm ed
consumo é di 1,05 watt.
il sorteggiati. Dunque niente pil! cabala o
smorfia: applicando il teorema si riesce a
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ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 4
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L’esigenza umana di comunicare con gli altri con qualunque mezzo offerto dalla
tecnologia delle telecomunicazioni, sia essa dettata da ragioni professionali oppure
legata ad un’attivita hobbistica, viene spesso frenata dagli innumerevoli cavilli
legislativi (ne sanno qualcosa gli appassionati di CB) e, in mancanza di questi,
senz’ altro dal costo elevato delle bollette (pensiamoai diffusissimi cellulari) o di altre
forme di tassazione. Finalmente é arrivata una serie di ricetrasmettitori tascabili che, con
costi di esercizio quasi inesistenti e senza tante complicazioni di natura burocratica,
permettono a chiunque di comunicare. Gli apparecchi sono in grado di funzionare sui 433
MHz oppure in UHF e sono omologati PT secondo gli scopi previsti nei punti 1, 2, 3, 4
e 7 dell’ art. 334 del Codice PT, oltre ad essere conformi alla direttiva CE 89/336/CEE.
Per
il loro utilizzo non occorrono molte formalita: dopo aver acquistato l’apparecchio
basta presentare una “denuncia di inizio attivita” al proprio organo competente
il
periferico per territorio. I] pit piccolo di questi apparecchi, che si chiama Dolphin,
misura solo 80 x 60 x 25 mm e funziona su 69 canali, selezionabili con tasti up-down,
con una potenza RF di 10 mW. Dotato di clip per cintura e di presa per altoparlante o
microfono esterno, é alimentato da due batterie AA ricaricabili oppure a secco.
Alla stessa famiglia del Dolphin appartengono altri modelli che, anch’essi di dimensioni
assai ridotte, presentano una ricca dotazionedi funzioni aggiuntive, quali lo squelch
automatico o la memorizzazione delle selezioni. Lire 267.000.
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glio 1996 dedica all’argomento un arti- VALVOLE E RADICA


colo, nel quale si dice che lo scopritore
del magico teorema asserisce che esso
non é frutto del caso ma di un lungo e at- PER LA TUA MUSICA
tento studio, che ha richiesto anche Sulla maggiore limpidezza del suono prodotto dagli apparati a valvole rispetto a
l’esame dei numeri estratti dal 1939 ad quelli funzionanti con 1 dispositivi a semiconduttore non dovrebbero esistere pit
oggi ed una sperimentazione durata piu dubbi. Diodi e triodi a vuoto oggi non sono pezzi da museo dell’ elettronica, ma
di un anno. L’Agenzia Giornalistica Ita- rappresentano 11 segno della qualita della riproduzione audio, confermata anche
lia (AGI), in un suo comunicato di circa dalla maggiore attenzione che richiede la realizzazione di queste apparecchiature
un mese prima, aveva invece riportato e dai costi elevatissimi. Esiste un settore del mercato audio dedicato proprio a
delle note circa 1 giudizi sul “teorema’” quei “‘buongustai” del suono che sono in grado di captare l’assenza di distorsioni
da parte del CIRM, istituto specializzato armoniche garantita dai moderni tubi a vuoto. La Audio Gate, specializzata nella
di
i
produzione apparati valvolari, ha voluto enfatizzare ulteriormente il livello gia

..» DA | NUMERI
nelle ricerche di mercato, senza dubbio
elevato di questa tecnologia racchiudendo circuiti degli amplificatori finali in
contenitori di radica ed altre essenze quali
ciliegio, ulivo e legno di rosa, creati da un
positivi. Infatti si dice che il metodo, pur famoso ebanista italiano. I] pregiato
non essendo sorretto da una teoria com- involucro racchiude un circuito che,
pleta dal punto di vista matematico, é funzionandoin classe A, é in grado di
valido per il solo fatto di poter aumenta-
re le probabilita di vincita rispetto a
erogare 12 watt RMS per canale su
8 ohm. Gli apparecchi, privi di
quelle derivanti dal puro caso. controreazione, sono dotati di
I risultati lo confermano: 5 mila vincite una valvola finale costituita
in 3 mila estrazioni. da un triodo 211 in
Chi volesse saperne di pill puo rivolgersi configurazione single-
allo stesso inventore, oppure al Centro ended e di due valvole
Ricerche C.R.S. (tel. 0828/365544, fax pilota 12 AX 7.
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un piccolo apparecchio elettronico deno-
Per quanto riguarda
prezzo non bisogna
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minato G11 D2 che contiene al suo in- Ovviamente aspettarsi
terno un integrato capace di elaborare
combinazioni vincenti che derivano dal
le cifre modeste: costa
13.900.000 lire.
teorema dei codicil. Audio Gate
ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 5
COMPONE}!

ESISTENZ
Tutti i circuiti in grado di
comandare un
qualsiasi
dispositivo a seconda di
una temperaturarilevata
sfruttano i termistori.
Ne esistono di due tipi, NTC e
PTC: scopriamo come funzionano.

resistenza conosciamo almeno temperatura di +200° C, ha fatto segna-


DPD
tre importanti caratteristiche: il lare, sulla scala dell’ohmmetro, un
valore resistivo, la potenza di dissipazio- aumento resistivo di soli 3 ohm, salendo,

NTC
ne e la tolleranza. In genere non si attri-
buisce grande importanza al valore ohm-
da quello nominale di 100 ohm,
nuovo valore reale di 103 ohm.
al
mico del componente nelle sue diverse Se i resistori a valore ohmmico nominale
condizioni di funzionamento, mentre, costante sono quelli maggiormente uti-
come é risaputo, il resistore muta alcune lizzati nei montaggi elettronici, in certe
PTC sue caratteristiche soprattutto al variare occasioni, come ad esempio nella misura
della tensione applicata, della corrente e regolazione della temperatura, in quel-
che lo attraversa e della temperatura. la del flusso di gas e liquidi, nella com-
Tuttavia, se il componente
é
stato perfet-
tamente costruito, esso conserva il valo-
pensazione del coefficiente di tempera-
tura di bobine ed avvolgimenti in gene-
re nominale entro limiti di temperatura
1
re, nella temporizzazione dei relé e
di -10° C e +100° C. Soltanto al di fuori nell’equilibrio dei circuiti transistorizza-
della gamma di temperature ora citate si ti, servono dei componenti a resistenza
verificano alcune lievi variazioni: nei variabile col mutare della temperatura
nostri laboratori, ad esempio, un comune esterna. Tra questi, per primi, vanno
ae resistore da 100 ohm, sottoposto alla ricordati i termistori NTC (Negative
temperatura di -30° C, che nelle applica- Temperature Coefficient) ovvero le resi-
zioni elettroniche appare gia straordina- stenze caratterizzate da un elevato coef-
ria, ha subito una diminuzione di 4 ohm, ficiente di temperatura negativo, le
4° scendendo a 96 ohm. Quello stesso com- quali, all’aumentare della temperatura
snatd3
aust ponente, poi, introdotto in un forno a esterna, riducono notevolmente il loro
RIVESTIMENTO valore ohmmico. I termistori NTC sono
1: simboli elettrici di NTC e PTC,
internamente composti da una miscela di
ossidi metallici, trattati chimicamente in
utilizzati negli schemi. modo da presentare proprieta semicon-
in entrambi I casi c’eé il classico
duttrici. In fase costruttiva vengono
segno della resistenza e la freccia pressati unitamente ad un legante plasti-
che indica la variabilita del valore.
co e sinterizzati ad alta temperatura.
Il valore normale della resistenza NTC
viene di solito considerato nella gamma
2: il codice a colori di lettura delle di temperature comprese fra i 20° C ei
resistenze NTC si applica a partire 25° C. Ecco perché, ai fini dell’impiego
dal basso (prima cifra) e salendo pratico del componente, é necessario
poi verso alto. L’ultima fascia conoscere la variazione delle grandezze
colorata identifica il moltiplicatore ohmmiche in relazione con quelle di
(X). Nel’esempio, qui riportato,
il valore resistivo é di 47.000 ohm temperatura, variazioni che possono
verificarsi secondo leggi lineari ma, piu
TERMINALI (giallo = 4; viola = 7; arancio = 000). comunemente, logaritmiche. Nei termi-
ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 6
NTI TERMICI

E CHE SENTONO FREDDO


stori a forma di disco con fasce colorate tester nella funzione di ohmmetro, esat- re un elevato coefficiente di temperatura
si legge, tramite il ben noto codice vali- tamente sulla portata ohm x 100 e nel positivo. Ossia, quando in queste
do per i comuni resistori, il valore ohm- collegare sui due puntali gli elettrodi di aumenta la temperatura esterna, aumenta
mico del componente alla temperatura una resistenza NTC. Quindi si pone il pure il loro valore ohmmico. Infatti, la
normale di +20° C. Per esempio, se
tre fasce sono colorate in giallo, viola e
le termistore a contatto con il ghiaccio e,
successivamente, lo si avvicina alla
sigla PTC raccoglie le lettere iniziali dei
termini Positive Temperature Coeffi-
arancione, assume il valore resistivo di
47.000 ohm alla temperatura di 20° C,
punta di un saldatore elettrico. Quando
l’NTC é in contatto con il pezzetto di
cient. I termistori PTC sono costruiti con
materiale ceramico dotato di proprieta
perchéla lettura in codice si effettua, dal
basso verso l’alto, nel seguente modo:
ghiaccio, segnala un sensibile aumento
del valore ohmmico, mentre, trovandosi
semiconduttrici. Le loro applicazioni
avvengono principalmente nella misura

i le
giallo = 4, viola = 7, arancio = 000. investito dal calore emanato dalla punta delle temperature e nella temporizzazio-
Sempre nel nostro esempio le graduali del saldatore elettrico, diminuisce di ne di circuiti a relé. Riassumendo con-
diminuzioni o gli aumenti successivi molto la propria resistenza. cetti fin qui elencati, conviene ricordare
delle temperature, dimezzate o raddop- che i due tipi di termistori posseggono
piate, determinano 1 seguenti mutamenti due principali caratteristiche: NTC ha
di valori resistivi: -20° C = 200.000 TERMISTORI PTC una maggiore resistenza al freddo, PTC
ohm; 0° C = 100.000 ohm; +20° C = una maggiore resistenza al caldo.
47.000 ohm; +40° C = 25.000 ohm; Assieme alle resistenze variabili NTC, I due elementi, dunque, si comportano in
+80° C = 12.000 ohm; +160° C = 6.000 vanno menzionati 1 termistori PTC, modo del tutto opposto e le loro caratte-
ohm. Un esperimento pratico, che con- anche se questi raramente vengono uti- ristiche dipendono dalla natura del coef-
sente di analizzare il modo di reagire di lizzati nei montaggi hobbistici. Le resi- ficiente termico, che pud essere quindi
un termistore, consiste nel commutare 1] stenze PTC vantano la proprieta di esibi- negativo (N) 0 positivo (P).

Commutando il
tester nella funzione ohmmetrica e
spostando poi, nel modo qui segnalato, la resistenza NTC
verso un blocchetto di ghiaccio e la punta di un saldatore
acceso, si possono verificare i comportamenti di questo
particolare componente elettronico.

FREDDO

MAGGIORE
RESISTENZA

_~MINORE
_RESISTENZA

reser
MY
COMANDO

INTERRUTTORE
LUMINOSO
Un circuito che reagisce ad un raggio di luce per
attivarsi e ad un altro impulso luminoso per disattivarsi.
Attraverso un relé puo comandare qualsiasi
dispositivo elettrico.

Sie

Sais

=
ith
eaoRNE

oEy

een
é¢
Ecco
il prototipo del
circuito dell’interruttore
luminoso, come da noi
realizzato e collaudato.

| nome pill appropriato per questo cir- La soluzione


cuito sarebbe “interruttore fotonico”’ ottimale per
ma, oltre che apparire impegnativo e di comandare
il nostro circuito
comprensione un po’ difficile al neofita,
é senz’ altro piuttosto presuntuoso. e quella di
Per ambedue questi motivi, ¢ meglio predisporre un
spiegarsi subito in altre parole: si tratta emettitore a raggi
oo
OF
di un circuito che reagisce ad un raggio infrarossi (basta
di luce per attivarsi e ad un altro impulso usare gli appositi
luminoso per disattivarsi. Ora va un po’ led) e schermare
meglio, vero? Diverse sono le possibili la fotoresistenza
applicazioni di un circuito del genere. con plastica nera.
Ora ne descriviamo il funzionamento.
pin 3 di IC] scende a zero. Essendo que- tempo indefinito, fintanto che non inter-
sto un doppio flip-flop (per l’esattezza venga un altro impulso luminoso a ricom-
AGLI ORDINi DELLA LUCE un 4013), il cambiamento di stato é mutare livelli e relé. Da notare che, essen-
quanto serve perché anche |’uscita dello do IC1 un doppio bistabile di cui si usa
L’esame dello schema elettrico inizia stesso IC1 si modifichi: se l’uscita al pin 1 una sola sezione, |’altra se ne resta inuti-
proprio dal fotoresistore che, non a caso, era alta (quindi con DLV acceso) e quel- lizzata, a meno che il lettore intrapren-
troviamo all’ingresso; esso, quando se la ai pin 5-2 era bassa (con DLR spento), dente non inventi un qualche tipo di atti-
ne sta al buio, o comunque in condizioni
di scarsa illuminazione, presenta una
’illuminazione di FR fa si che la situa-
zione dei led s’inverta (DLV spento e
vazione aggiuntiva o alternativa. L’ali-
mentazione del circuito, prevista tipica-
resistenza piu 0 meno elevata, non DLR acceso). Infatti la funzione specifi- mente a 12 V, richiede circa 100+200 mA
lasciando passare corrente sufficiente
per la polarizzazione di base di T1.
ca di questi due led é proprio quella di
visualizzare lo stato delle uscite di IC1.
secondo
il tipo di relé adottato.

Quando pero FR viene colpito da un rag- Ma non tutto: il fatto che le uscite 5 e 2
gio di luce, per esempio proveniente da vadano alte provoca, attraverso R7, la BASETTA FOTONICA
una torcia elettrica, la sua resistenza polarizzazione della base di T2, il quale
diminuisce, e nettamente: cid fa si che la va in conduzione, attivando cosi il relé Stante la semplicita del circuito non
tensione sulla base di T1 aumenti. T1 va previsto in uscita. In tal modo il carico, resta altro da spiegare, cosicché possia-
cosi in conduzione e la sua tensione di qualunque esso sia, puo venire inserito mo dedicarci alla sua realizzazione.
collettore, che prima era pressappoco a ed eseguire le operazieni programmate. Il circuito € montato, come d’abitudine,
+Vcc attraverso R4, ora cade sostanzial- Lo stato logico che ha prodotto tale su una basetta stampata di modeste
mente a zero; di conseguenza, anche il commutazione resta memorizzato per un »»
ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 9
Schema elettrico del comando luminoso bistabile, il cui sensore e, come
prevedibile, costituito da un fotoresistore di tipo qualsiasi.

dimensioni, e non presenta comunque


COMPONENTI alcun elemento di criticita né nella sua
realizzazione né nella componentistica
Ri = 3.300 © ICi = 4013 (una sezione) da adottare. Si comincia col posizionare
R2 = 47 kQ (potenziometro) T1 = T2 = BC 107 i resistori, lo zoccolo per IC1 (assoluta-
R3 = 56 kQ Di = 1N 4004 mente raccomandabile) ed due ponti-
1

R4 = 8.200 © DLV = led verde celli nudi che sono nei pressi dello zoc-
R5 = R6 = 1.000 © DLR = led rosso colo stesso; il diodo D1 andra inserito
R7 = 2.200 2 FR = fotoresistore rispettandonela polarita indicata.
Si montano poi i condensatori, ricordan-
Ci = 100 nF - 16 V (elettrolitico) RL = relé 12 V - 1 scambio
C2 = 0,1 wF (ceramico) Vec=12V do di verificare l’esatto rispetto della
polarita dell’ elettrolitico. I due transistor
Piano di montaggio dell’interruttore su basetta vanno piazzati assumendo come riferi-
a circuito stampato, contenente tutto il dispositivo. mento il dentino che ne sporge dal fon-
dello di chiusura del cappellotto metalli-
co. La polarita dei led € contrassegnata
dal leggero smusso presente sulla spor-
genza di base (in corrispondenza del
catodo). Potenziometro e relé entrano
nella foratura prevista con sistemazione
obbligata dalla posizione dei rispettivi
piedini. Ora non resta che montare alcu-
ni terminali ad occhiello per i cavetti
esterni ed inserire IC1 nello zoccolo:
questa Operazione va eseguita con la
necessaria cura, sia per posizionare cor-
rettamente il piccolo incavo semicircola-
re presente su uno dei lati corti del
DLV DLR corpo, Sia per inserire con precisione e
ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 10
=
INTERRUTTORE


LUMINOSO METAL
DETECTORS
buon allineamento tutti 1 piedini nelle Cercametalli
-
mollette dello zoccolo (per intenderci, made in USA
senza che nessuno di essi si ripieghi Nuovi prezzi scontati ‘95:
sotto). Provvisoriamente, in fase di col-
laudo preliminare, il fotoresistore puo IVA COMPRESA

essere direttamente saldato ai due termi- Mod. FISHER

~—
nali d’ingresso; ma pol, per avere una
buona efficienza operativa, FR deve 1212X Lit. 500.000
essere posto in una posizione in cui sia 1225X Lit. 750.000
assicurata, se non oscurita completa, 1235X Lit. 850.000
1266X _—_—Lit.1.700.000
quanto meno semioscurita; esso even-
tualmente puo venir schermato da luci 1266XB Lit.1.250.000
1280X —_Lit.1.380.000
incidenti indesiderate inserendolo in un
GEMINI 3 Lit.71.250.000
tubo'di plastica nero opaco. E comunque
ovvio che il circuito non deve funzionare
FX 3 Lit. 1.100.000
GOLD B. _Lit.1.800.000
alla luce del sole, per non esserne com-
CZ5 Lit. 1.750.000
pletamente bloccato. Il fotoresistore puo CZ 6 it. 1.850.000
essere collegato al circuito con un tratto IMPULSE Lit.2.070.000
di piattina lungo anche 3+4 m; si puo CZ 20 Lit.2.400.000
anche usare cavo schermato con la calza
esterna collegata al pin F. Naturalmente,
una volta completato e collaudato il cir- Mod. WHITES
cuito, € sempre consigliabile inserire il
dispositivo in una scatoletta di opportu- CLASSIC 1 Lit.
ctf
~=450.000

ne dimensioni (meglio se in plastica), da CLASSIC 2 Lit. cr 600.000


sistemarsi nella posizione piu consona CLASSIC 3 Lit. cr 800.000
alla specifica applicazione. Nel momen- 4900 DI PRO Lit.
cr 1.300.000
to in cui si da corrente al circuito, esso si 9900 DI PRO Lit.
cr 1.700.000
»»> 6000 DI PRO Lit.
cr 1.800.000
SPECTRUM Lit.
cr 2.000.000
ll transistor T2 TM 808 Lit.
cr 1.900.000
si monta con Tutti modelli ed relativi accessori
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ee enennne ‘ wee eee: aie

ea eeRMR Marc

lorae -
Fi eo hee eee

faadren
ie eee eee vue

partedene est. 4
1 INTERRUTTORE LUN
assesta su una delle due condizioni elet-
triche consentite; basta un impulso lumi-
noso per portarlo nell’altra condizione.
E possibile azionare il dispositivo usan-
do raggi infrarossi; quindi, al posto della
torcia, occorre usare gli appositi led, e
schermare FR con l’apposita plastica
nera, che funge da filtro per la luce bian-
ca, lasciando invece passare raggl 1

ll relé entra automaticamente nei fori previsti sullo stampato, poiche infrarossi. E qui riprodotto anche lo
la disposizione dei suoi piedini e asimmetrica. schema di un semplice emettitore appun-

CAMBIA STATO IN UN FLIP FLOP


oe

Flip-flop é il termine, molto piit sintetico e americano, che sta ad indicare il multivi-
bratore bistabile, tipico circuito di commutazione elettronica che presenta due Stati,
ambedue stabili, di funzionamento; per passare dall’uno all’altro di essi occorre un
-

apposito impulso di scatto, applicato dall’esterno; il circuito rimane nel nuovo stato
finché non arriva un altro impulso che lo riporti allo stato di partenza. I due stati
d’uscita, opposti e corrispondenti ai livelli logici 0 e 1, sono indicati con Q e Q (ovve-
ro O negato).
Da un punto di vista squisitamente elettronico, la commutazione del flip-flop é chiara-
mente legata, secondo ilcircuito classico di un multivibratore, allo stato alternativo di
conduzione ed interdizione di due transistor, cioé al rispettivo stato ON e OFF, che ps
permane fino a che non giunga un nuovo impulso di comando, Infatti, la caratteristica
principale di un FF consiste nel fatto che si tratta di un dispositivo dotato di memoria,
che puo essere esplorata sulla base dei suoi livelli logici. Nelle illustrazioni di questa
pagina vediamo tutte le caratteristiche (piedinatura, tabella della verita, schema inter-
no e simbolo grafico) di uno dei pit comuni flip flop in commercio.

1: la tabella consente di identificare la funzione dei piedini dell’integrato 4013 B


indicando cosi le Il
possibilita di comando relative alle varie entrate. testo, tradotto in italiano,
é di immediata comprensione. 2: la struttura funzionale interna e la zoccolatura,
sono relative uno dei piu diffusi tipi di FF cioe il 4013 B.

SIGLA SIGNIFICATO 1
VDD + Terminale da collegare con la linea
di alimentazione positiva.
VSS - Terminale da collegare con la linea
di alimentazione negativa.
CLOCK Terminale d'ingresso del segnale di commutazione.
RESET Se questo terminale viene collegato al VSS,
'integrato funziona in continuita. Se invece, tramite
un qualsiasi comando, lo si collega al VDD, II FF
si ferma per ritornare allo stato originale del ciclo.
SET Va normalmente collegato al VSS, ma
soltanto in casi particolari.
si utilizza

Q Uscita con stato logico uguale a quello


d entrata.
_Q Si legge: Q NEGATO. Rappresenta un‘uscita allo
Stato logico sempre opposto a quello Q oppure
a quello dentrata.
DATA Va collegato in modo da decidere quale delle due
uscite Q o Q deve iniziare il
ciclo.

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 12


ee
na a i oo a = ,
*
df q=

LNOSO
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——— = =

:
9
fem YEA
‘all
4

\

il
to equipaggiato con led all’infrarosso;
circuito puO essere montato dentro la

torcia elettrica, mettendo i led emettitori
al posto della normale lampadina.
La procedura di messa a punto parte
regolando inizialmente R2 in modo che
il cursore sia tutto verso il negativo; poi

inet
eSsO Si sposta sino a che si verifichi la
commutazione dei led, avendo posto di
fronte ad FR il raggio eccitatore ad una
distanza di 2+4 m. 6
$
G

Ecco
la
foto del 4013
B prodotto dalla 3
Toshiba: lincavo Q
Q
semicircolare ci Q

indica qual é il
<
rt

piedino numero 1.

i
Nel 1895 Gugliemo Marconi
; trasmetteva e riceveva a distanza
es
‘ff Quania
primi segnali radio codificati.

rade
te compiuto la radio
y in questi suoi primi cento anni di vita!

Simbolo grafico del FF


adottato in questo articolo,
con relativa tabella della

RS
verita (nella quale la lettera X
sta ad indicare una condizione

aa
irrilevante).

J
CONTENUTO IL

at ® Storia della radio ® Come e dove


cercare radio
hae

antiche @ Ricevitori a cristallo e a valvole @II surplus


[~}1]ojo|1|o
+ | | |
|NESSUN CAMB. DEI Q
militare (apparecchi italiani, americani, tedeschi, in-
glesi e canadesi) @ Come individuare e riparare guasti i

X
x|/1]010 |
—+>—_}—_}—
] “Radiocollezionismo” é un nuovissimo
manuale di 96 pagine, con decine
=
IMPff Desidero ricevere il volume
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Firma SHREK EESHEHHSESSHSSESSSESHEHHESSSESEHSESSSESOSHSSSESSSOHSSHESSHSSSSSSSSSENSOSHSOSSEETHSSEOSESE


serie "RS ° serie "RS"

Quando una batteria ricaricabile eroga una corrente per molto tempo (specialmente per alimentare un carico
elevato), la sua tensione scende al di sotto del valore di “guardia”, divenendo cosi inservibile. Infatti, in queste E un temporizzatore appositamente studiato per disattivare un impianto di antifur-
condizioni, la batteria stessa non pud pill essere ricaricata 0, almeno, mantenere per un tempo ragionevole to dopo un tempo prestabilito dal momento che l’allarme é entrato in funzione
eventuali ricariche. Questo fenomeno capita molto spesso in tutti gli impianti di antifurto quando, per un evitando cosi che l’eventuale sirena continui a suonare se contatti di allarme
i

qualsiasi motivo, entrano in allarme e non é possibile intervenire tempestivamente per disattivarli (seconde
case, villette disabitate, ecc.) e, cosa molto probabile in certe zone e in determinate condizioni di tempo, viene
sono rimasti inseriti. La temporizzazione pud essere impostata tra circa 1 minuto
a mancare l’energia elettrica rendendo inutilizzabile il sistema di ricarica della batteria. || dispositivo che e 25 minuti. Il dispositivo 6 dotato di segnalazione di INSERITO e di START
presentiamo interrompe |’alimentazione al la
carico quando tensione della batteria scende al di sotto di un certo TIMER. Perla sua attivazione é sufficiente premere un pulsante. La sua installa-
valore. || carico torna ad essere alimentato quando la tensione sale ad livello accettabile (entrata in funzione
un
zione @ molto semplice ed agevolata da una apposita morsettiera. Anche se
del carica batteria), evitando cosi la continua sostituzione della batteria il cui costo non é certamente studiato per |’utilizzo con antifurti pud, naturalmente, essere impiegato per molti
trascurabile! Naturalmente questo circuito pud essere impiegato in altri dispositivi e per altri scopi. altri Scopi.
ALIMENTAZIONE: 12V (9,5-16) ALIMENTAZIONE: 12Vcc
,

ASSORB.: 80mA/ARIPOSO: 10mA ASSORBIMENTO MAX: 100mA


TENS. STACCO REG.: 9,5-12V/ TENS. RIPRISTINO REG.: 10-14V CARICO MAX: 10A
}

CORRENTE MAX. AL CARICO: 10A J TEMPO REG.: 1/25 min.

wh ui

Questo kit genera |'effetto ALBA-TRAMONTO facendo accendere lentamente una lampa-
da (massimo 30W) e contemporaneamente facendo spegnere lentamente |’altra (massimo
E un dispositivo che permette di regolare la velocita di piccoli motori (con 30W). Ovviamente una rappresenta il SOLE, mentre I’'altra é la VOLTA CELESTE.
corrente nominale massima di 300mA) e mantenerla costante anche in Uscite: 1) per pilotare una serie di LED (sei) che si accendono ad un certo momento del
tramonto (luci case). 2) lampeggio di LED che simula il fuoco dei pastori, si accende al
presenza di
eventuali attriti. Grazie al circuito che riconosce eventuali
sforzi del motore é possibile ottenere velocita di rotazione molto basse,
tramonto e si spegne all’alba. 3) lampeggio che inizia al tramonto e termina all’alba, puo
rappresentare la COMETA oppure illuminare la capanna della NATIVITA. 4) motorinoo
inoltre, la tensione di alimentazione non influenza in alcun modo
numero di giri del motore.
il altro dispositivo (max 1,5A).

ALIMENTAZ.: 12Vcc * ASSORBIM. MAX: 3A


USCITE PER:
ALIMENTAZIONE: 12-24Vcc LAMPADA SOLE (MAX 30W) ¢ LAMP.VOLTA CELESTE (MAX 30W) »
CARICO MAX: MOTORI CON I NOM. 300mA SERIE LED FUOCHI « SERIE LED CAPANNA ¢ ALIMENTAZ. PER
EVENTUALE MOTORE O
ALTRO (MAX 1,5A)
=
Elenco Rivenditori


Le
ALBA (CN)
ALESSANDRIA
mS
FAZIO R. C.so Cortemilia, 22
C.E.P. EL. Via Pontida,64
Tel.0173/441252
Tel.0131/444023
BOLZANO
ROVERETO (TN)
TRENTINO ALTO ADIGE
RADIOMARKET V.Rosmini Str.8 Tel.0471/970333
C.E.A. EL. V.le Vittoria,11 Te1.0464/435714
CHIETI SCALO
VASTO (CH)
ABRUZZI
EL.TE.COMP. V.le B.Croce,254
EL.ATTURIO Via M.dell’Asilo,82
Tel.0871/560386
Tel.0873/367319
ALESSANDRIA ODICINO G.B. Via C.Alberto,18 Tel.0131/345061 TRENTO F.E.T. Via G.Medici,12/4 Tel.0461/925662
ALPIGNANO (TO) ETA BETA Via Valdellatorre,99
DIGITEL Via M.Prandone,16-18
Tel.011/9677067
Tel.0141/532188
WSS
VENETO ISERNIA CAIAZZO Via 24 Maggio,151 Tel.0865/26285
M.EL.CO. C.so Matteotti,148 Tel.0141/355005
ARZIGNANO (VI) NICOLETTI EL. Via Zanella, 14 Tel.0444/676609 ISERNIA PLANAR Via S.Spirito,8/10 Tel.0865/3690
BIELLA A.B.R. EL. Via Candelo,52 Tel.015/8493905
Tel.0424/503864
PALE
BORGOMAN.(NO) BINA G. Via Arona,11 Tel.0322/82233 BASSANO (VI) TIMAR EL. V.le Diaz,21
BORGOSESIA (VC) MARGHERITA G. V.Agnona,14 Tel.0163/22657 LEGNAGO (VR) GIUSTI SERV. V.le d.Caduti,25 Tel.0442/22020
CASALE M.(AL) DELTA EL. Via Lanza,107 Tel.0142/451561 MESTRE (VE) $0.VE.CO. Via Ca Rossa,21/B Tel.041/5350699 ARIANO IRP. (AV) LA TERMOT. V.S.Leonardo,16 Tel.0825/871665
CHIERI (TO) E.BORGARELLO V.V.Eman.113 Tel.011/9424263 MONTECCHIO(VI) BAKER EL. Via G.Meneguzzo,11 Tel.0444/699219 BENEVENTO FACCHIANO C.so Dante,29 Tel.0824/21369
COLLEGNO (TO) CEART C.so Francia,18 Tel.011/4117965 PADOVA ELETTR. 3M Via M.Castello, 6 Tel.049/8685321 CAPUA (CE) G.T. EL. Via Riv.Volturno,8/10 Tel.0823/963459
COSSATO (VC) ~—sR..T.R. Via Martiri Liberta,53 Tel.015/922648 SOVIZZO (V1) D.T.L.TEL. V. Risorgimento,55 Tel.0444/551031 CAST.D.STA.(NA) C.B. V.le Europa,86 Tel.081/8718793
CUNEO GABER Via 28 Aprile,19 Tel.0171/698829 ROVIGO RADIO F.ROD. V.le 3 Martiri,69 Tel.0425/33788 EBOLI (SA) FULGIONE C. Via J.Gagarin,34
IVREA (TO) EL.VERGANO P.zza Pistone,18 Tel.0125/641076 VERONA G. BIANCHI Via A.Saffi,1 Tel.045/590011 NAPOLI ER.ABBATE Via S.Cosmo,119/B Tel.081/284596
MONCALIERI (TO) G.M.GRILLONE P.zza Failla,6/D Tel.011/6406363 VERONA RIC.TECNICA Via Paglia 22/24 Tel.045/950777 NAPOLI TEL.PIRO Via Monteoliveto,67 Tel.081/5524743
MONDOVI' (CN) FIENO V. Via Gherbiana,6 Tel.0174/40316 VERONA TRIAC V.Cas.Ospital Vecchio,8a Tel.045/8031821 SALERNO GALV.BION.COMP. V. Mauri,131Tel.089/338568

NOVARA JD ELECTR. Via Orelli,3 Tel.0321/457621 VICENZA A.D.E.S. C.so Padova,i70 Tel.0444/505178 TORRE ANN.(NA) TUFANO P.zza Cesaro,49 Tel.081/8613971
NOVI L. (AL) E.D.P. Cons.iInf. V.Capurro,20 Tel.0143/321542

ee)
ORBASSANO (TO) C.E.B. Via Nino Bixio,20 Tel.011/9011358 FRIULI VENEZIA GIULIA
PINEROLO (TO) CAZZADORI P.zza Tegas, 4 Tel.0121/322444
mea
UDINE R.T.SISTEM UD. V.Da Vinci,76 Tel.0432/541549
RODD! D'A. (CN) EL.GIORDANO Via Morando,21 Tel.0173/615095 LIGNANO S. (UD) VHF Radio TV Via Italia, 9 Tel.0431/70628
SALASSA (TO) MACRI’ Via 4 Novembre,9 Tel.0124/36305 BARLETTA (BA) OLIVETO A. Via Barberini.1/c Tel.0883/573575
SANTHIA’ (VC) ~—*T.B.M. Via Gramsci,38-40 Tel.0161/922138 CASARANO (LE) D.S. ELETTR. C.so da Pigne Tel.0833/502230
TORINO C.A.R.T.E.R. Via Terni,64/A Tel,011/4553200 EMILIA ROMAGNA CORATO (BA) C.E.CA.M. V.le Cadorna,32/A Tel,080/8721452

~=—-
TORINO C.E.P. EL. Via Monfalcone,71 Tel.011/323603 RACALE (LE) EL.SUD Via F.Marina,63 Tel.0833/552051
BOLOGNA RADIORICAMBI Via Zago,12 ~—Tel.051/250044
TORINO DIM.ELETTR. C. M. Grappa,35 Tel.011/759902 TARANTO EL.CO.M.EL. Via U.Foscolo,97 Tel.099/4709322
CASALECCH.(BO) ARDUINI El. V.Porrettana,361/2 Tel.051/573283
TORINO DIRI EL. C.so Casale,48 Bis - F Tel.011/8195330
TORINO GAMMA EL. Via Pollenzo,21 Tel.011/3855103 CASTELN.M.(RE) BELLOCCHI P.zza Gramsci,3G/F Tel.0522/812206
TORINO M.R.T. P.zza A.Graf, 120 Tel.011/6631346
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ALIMENTAZIONE

STABILIZZATORI
DI TENSIONE
Come
é noto tutti 1 circuiti elettronici devono essere alimenta-
ti con una tensione continua e spesso il loro funzionamento
Il problema della stabilizzazione della tensione é essenziale
nel caso dell’ alimentatore, i cui elementi fondamentali sono
richiede che fra una o piu coppie di punti del circuito stesso si un trasformatore ed un ponte di diodi. Questi due componenti
mantenga una tensione costante. forniscono in uscita una sequenza di semionde di tensione
In entrambi i casi ¢ importante che il valore della tensione in che, oltre a non essere stabili perché possono risentire di qua-
questione, oltre che costante, sia anche il pit: possibile stabile, lunque fluttuazione della tensione a 220 V della rete, sono
cioé non sia soggetto a variazioni dovute al comportamento ancora lontane dalla tensione continua.
elettrico di altri componenti oppure a fattori casuali, primo Il primo passo per raggiungere |’ obiettivo é quello di inserire,
fra tutti la temperatura. fra i terminali di uscita del ponte di diodi ed in parallelo al
carico, un condensatore detto di spianamento o di
filtraggio. Quando la tensione in uscita dal ponte di diodi
cresce dal valore zero al valore di picco il condensatore si
carica; nell’intervallo in cui la stessa semionda di tensione
TENSIONE DI passa dal valore di picco a zero, avviene la scarica del con-
BREAKDOWN
densatore, che da luogo ad una corrente che passa nel carico.
Supponendo quest’ultimo di tipo resistivo, ipotesi valida con
buona approssimazione nella maggior parte dei casi pratici, il
fenomeno consiste in una scarica RC.

oe fs
.
La tensione in uscita cosi ottenuta presenta una forma ondula-

"GINOCCHIO"
DELLA CURVA

. --+ Izmin
ta ed il fenomeno, che in inglese si chiama ripple, é tanto
meno accentuato quanto pit sono elevati C ed R. Dagli stessi
parametri dipende di conseguenza anche
tensione in uscita, dunque in il
valor medio della
altre parole |’ alimentatore dotato
di condensatore di spianamento non stabilizzato, perché la
tensione in uscita dipende dal
carico.
Il primo passo verso la stabilizzazione di un alimentatore
consiste nel ricorrere ad un diodo Zener inserito in parallelo
al carico, il cui impiego richiede, in fase di progetto, alcuni

1: se si utilizza un diodo Zener


come stabilizzatore, occorre
progettare il circuito in modotale
che la corrente (inversa) che
attraversa il componente sia
superiore a Iz min. In caso
contrario, non é possibile
220V ottenere una tensione costante.

2: nell’alimentatore illustrato,
il valore della tensione in uscita
-

CARICO
(R)
non é stabilizzato, perche
dipende, oltre che dalle
fluttuazioni della tensione di rete

4 :

2
e da quelle dovute alla
temperatura, dal valore
della resistenza di carico.

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 16


ALIMENTATORE
NON STABILIZZATO CARICO V.

semplici calcoli di dimensionamento. Occorre infatti conside- La resistenza di limitazione R consente di far funzionare
rare l’intensita di corrente che attraversa lo Zener in due correttamente il diodo Zener come stabilizzatore. Va calcolata
situazioni limite: la prima é quella in cui il carico assorbe la
corrente massima; la seconda invece quella in cui, in assenza
tenendo conto che la corrente | che la attraversa é data dalla
somma della minima corrente che permette al diodo di funzionare
di carico, tutta la corrente passa nel diodo. nella zona di Zener e della massima corrente prevista per II
Nel primo caso c’é il rischio che, essendo la corrente del carico. Inoltre il prodotto VI deve essere inferiore alla massima
diodo molto bassa, il componente non riesca a mantenersi potenza tollerata dal diodo Zener.
nello stato di funzionamento corrispondente alla tensione
inversa (detta di breakdown). [| fenomeno si puo compren- Questo semplice circuito consente di ottenere
dere esaminando la curva corrente-tensione del dispositivo:
contemporaneamente una tensione stabile in uscita
se la corrente inversa scende al di sotto di un certo valore
viene superato il cosiddetto ginocchio della curva e si esce ed un discreto valore di potenza.
dalla zona dell’ effetto Zener.
Nel secondo caso invece, se il diodo assorbe una corrente ele- 2N3055
vata, la potenza da esso dissipata potrebbe superare il massi-
mo valore consentito e quindi il componente potrebbe subire
danni. La soluzione a questo problema consiste nell’ inserire,
fra l’uscita dell’ alimentatore non stabilizzato e lo Zener, una
resistenza di limitazione R. Questa resistenza viene attraver-
sata da una corrente I data dalla somma di due correnti: Iz || 2700 7.5V
che passa nel diodo e Ic che passa nel carico. D’altra parte la 12V BATTERIA

a
tensione V che esce dall’alimentatore non stabilizzato é data
dalla somma di RI e della tensione di Zener Vz. Il problema
del progettista ¢ quello di determinare il valore di R, che 7\
innanzitutto deve considerare la massima potenza sopportabi-
le dal diodo, data dal prodotto di Vz per I. Nota questa poten- ‘fd

za, si stabilisce il valore di I, che deve comunque essere infe-


»»

Abbiamo realizzato su
basetta sperimentale lo
stabilizzatore da collegare
alla batteria dell’automobile.

in modo
il
Occorre montare transistor
tale da garantire
la dissipazione del calore.
Con i componenti di questo
schema si puo realizzare uno
stabilizzatore da applicare
alla batteria dell’'automobile
per alimentare un
apparecchio che consuma
alcuni watt ai potenza.
riore al massimo consentito (almeno meta), e quindi R é data requisiti di un alimentatore, e cioé una tensione di uscita che
dalla differenza fra V e Vz divisa per I. Occorre quindi sta- sia contemporaneamente indipendente dal carico, dalle flut-
bilire un valore massimo per la
corrente di carico Ic, che deve
essere pari a I - Izmin, dove Izmin é il valore minimo di cor-
tuazioni della tensione di rete e dalle variazioni di temperatu-
ra dei component.
rente che consente al diodo di funzionare effettivamente Un primo esempio di stabilizzatore con retroazione compren-
come Zener. de un transistor, alla cui base é riportata una frazione della
La stabilizzazione con il solo diodo Zener non é indicata tensione di uscita, ed un diodo Zener, collegato fra emettito-
quando
il carico deve assorbire correnti elevate, perché in tal
caso occorrerebbe impiegare un diodo di
alta potenza, quindi
re e massa, che garantisce una tensione di riferimento costan-
te. In tal modo la base del transistor deve stabilizzarsi su una
costoso, e prevedere anche una forte dissipazione di potenza tensione pari alla somma della tensione di Zener e degli 0,6
sulla resistenza di limitazione. Quando la corrente supera le volt (fra base ed emettitore del transistor stesso) necessari a
poche centinaia di milliampere una soluzione decisamente portarlo in conduzione.
valida é l’impiego di un transistor inserito nel circuito nella Uno schema alternativo prevede |’ utilizzo di un amplificato-
configurazione detta inseguitore di emettitore, che é quella re operazionale: poiché questo componente é dotato di
gia vista nell’amplificatore a collettore comune. Si tratta di ingresso differenziale, il circuito consente di ridurre notevol-
collegare il collettore del transistor all’ uscita dell’ alimentato- mente le variazioni di tensione di origine termica, in quanto
re non stabilizzato e l’emettitore al carico. Il diodo Zener
viene invece collegato fra base del transistor e massa, mentre
le stesse si traducono in
segnali elettrici di modo comune, che
quindi in pratica non vengono amplificati.
una resistenza collegata fra collettore e catodo dello Zener I due circuiti a cui si ¢ appena fatto cenno, pur presentando
determina il valore di corrente compatibile con la massima un certo interesse dal punto di vista didattico (alcuni dettagli
potenza dissipabile da quest’ultimo. Con questo circuito si di tipo quantitativo sono forniti nell’ apposita finestra al ter-
ottiene in uscita una tensione stabilizzata pari alla tensione di mine del capitolo), non vanno considerati come soluzioni
Zener diminuita di 0,6 volt, corrispondenti alla caduta di ten- definitive per ottenere un alimentatore ottimale.
sione fra la base e l’emettitore del transistor. Nell’ apposita La tendenza attuale, diffusa anche nella pratica hobbistica, é
figura sono suggeriti i valori per applicare questo schema quella di evitare circuiti con molti componenti discreti e di
nella realizzazione di uno stabilizzatore per la batteria utilizzare invece circuiti integrati nei quali é incorporata tutta
dell’auto da 12 V. la circuiteria di regolazione.
La soluzione completa al problema della stabilizzazione non
€ pero raggiunta con pochi componenti e con circuiti semplici
Uno
fra 1
pit utilizzati anche dagli hobbisti é il 7805. Esso
garantisce, fra i morsetti di uscita 2 e 3, una tensione stabiliz-
come quelli finora esaminati. zata pari a 5 V e al suo ingresso puo essere applicata una ten-
E’ infatti grazie alla retroazione che si possono ottenere tutti i sione massima di 25 V.

Al

a
|a
|
| [
~ O1

| | >
100 KQ
S
1 ALIMENTATORE : 5-10V

. ,
NON
STABILIZZATO
; ,

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470nF
al |
|

| | F100kKQ

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Plt AT
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Petes

Per ottenere un’alimentazione stabilizzata in modo ottimale


la soluzione piu diffusa é quella di impiegare circuiti integrati nei Cans
nye

quali sono incorporate tutte le funzioni di regolazione. Uno fra i


piu utilizzati anche dagli hobbisti é i! 7805, qui illustrato. Esso
garantisce, fra i morsetti di uscita 2 e 3, una tensione stabilizzata
pari a 5 V e al suo ingresso puo essere applicata una tensione
il
massima di 25 V. In questo schema componente, collegato
opportunamente ad un potenziometro, permette di ottenere
in uscita una tensione variabile fra 5 e 10 V.

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 18


tensione costante con la retroazione
Il concetto di retroazione, di cui si é gia parlato a proposito degli amplificatori,
viene applicato anche nella stabilizzazione di un alimentatore. In entrambi
schemi riportati a titolo di esempio una frazione della tensione di alimentazio-
gli
ne Vo pari a BVo viene confrontata con una tensione di riferimento VR,

a.
determinata da un diodo Zener, e la differenza fra le due costituisce il segnale
errore utilizzato nella regolazione. La frazione B é pari al rapporto
R2/(R1+R2), che puo essere reso variabile utilizzando un potenziometro.
I dispositivi che elaborano questo segnale possono essere un transistor (T2
nello schema A) oppure un operazionale (nello schema B). II transistor T1,
i
presente in entrambi circuiti, permette di ottenere |’amplificazione della cor-
rente destinata al carico. Facendo alcuni semplici calcoli si dimostra che in

ini
entrambi casi la tensione di uscita Vo dell’alimentatore é molto stabile perché
dipende pratica solo dalla frazione B.
Nello schema A, applicando la legge di Kirchhoff delle tensioni alla maglia
evidenziata con il tratteggio, si ha la relazione BVo = VR + 0,6 (caduta di ten-
sione fra base ed emettitore di T2), dalla quale si ottiene Vo = (VR + 0,6)/8.
Nello schema B invece la tensione Vo é circa uguale a V1, che a sua volta é
pari alla differenza fra VR e BVo moltiplicata per il guadagno G dell’ operazio-
nale. La relazione é dunque Vo = G(VR - BVo), che espressa in funzione di Vo
da luogo a Vo = VR G/(1 + BG), cioé ad un risultato gia trovato nel caso degli
amplificatori retroazionati. Essendo G elevato Vo é in pratica pari a VR/B.
Avendo reso B variabile con il potenziometro si ottiene un alimentatore con
tensione di uscita variabile.

CARICO} Vo
ALIMENTATORE
A! NON
, STABILIZZATO

= ee ee ee Se ee ee
a
|

B
|

|
|
ALIMENTATORE
NON
STABILIZZATO
VR
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x"
V1 ee oe Vo

BVo
Ro
lA Vo = ——————_-
me
B


— —----- Stoatienmatenteeate ———__—_—___—_——_—-

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 19


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90
25000
20000
© 110mm 75 18000
=
O CIRCUITO
1: schema elettrico del circuito; | circuitino che suggeriamo é estrema-
la parte racchiusa dalla linea mente semplice, dato che esso é costi-
tratteggiata é quella montata sulla tuito da ben 5 componenti, ivi compresa
basetta. la lampadina di tipo auto. Naturalmente,
c’é anche una basetta di supporto, che
2-3: piano di montaggio e circuito noi (magari un po’ esageratamente)
stampato visti nelle loro dimensioni abbiamo realizzato a circuito stampato,
reali. Noi abbiamo adottato, forse ma che puo anche essere ottenuta in
esagerando un po’ con le modo ben pitt semplificato ed approssi-
precauzioni, il
circuito stampato; mativo, per esempio, con una piccola
striscia di ancoraggi.
KIT
qualsiasi altro supporto, dalla
basetta millefori alla striscia di Veniamo ora al circuito vero e proprio e
ancoraggi, puo andare bene. analizziamo brevemente lo schema elet-
trico. L’origine dell’intermittenza sta nel
PER CIRCUIT
4: prototipo del circuito luce led con multivibratore incorporato DLT,
pulsante come da noi realizzato che invia alternativamente una tensione STAMPAT! 15.00
e collaudato. di comando alla base di Tl con una
cadenza di circa 2 volte al secondo: esso
Dotato di tutti gli elementi
necessari per la composizione
di circuiti stampati su vetronite

i
o bachelite, con risultati tali
a soddisfare anche tecnici
piu esigenti, questo kit contiene
pure la speciale penna riempita
di inchiostro resistente
al percloruro.

-Consente un controllo visivo conti-


nuo del processo di asporto.
- Evita ogni contatto delle mani con
prodotto finito.
il
-E sempre pronto per l’uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
- || contenuto é sufficiente per trattare
piu di un migliaio di centimetri qua-
drati di superfici ramate.

OMPONENTI infatti oscilla a circa 2 Hz di frequenza


propria.
La luce pulsante di cui si parla non e
R1 470 2-1/2W certo quella di DLT, bensi viene dalla
R2=6kQ- 1/2 W lampada LP (12 V - 5 W), comandata da
DLT =led temporizzato T1, il quale amplifica la corrente di pilo-
T1 = TIP 3055 taggio dal led-timer. Data la frequenza
LP = lampadina auto 12 V-5 W di 2 Hz, LP emette una luce pulsante, e
(max) non gia una vera e propria intermittenza,
in quanto la frequenza é troppo alta per-
Vec = da 12a 14 Vcc ché il suo filamento riesca a spegnersi
completamente ad ogni impulso.
Nelle illustrazioni allegate sono rispetti-
vamente riportati lo schema elettrico, 11
piano di montaggio consigliato ed 1]
disegno dell’eventuale circuito stampato.
Si

12-15V

Schema elettrico complessivo del


circuito: tutta la componentistica
ruota attorno all’integrato C-MOS.
ea

terminate le operazioni di foratura avva-


lendosi di un minitrapano, procediamo
COMPONENTI con il montaggio, che puo essere portato
Ri = 56 kQ Ci = 220 uF - 16 V (elettrolitico) a termine in poche decine di minuti,
R2 = 3,9 kQ C2 inserendo dapprima i resistori, quindi i
= 4,7 uF 16 V (tantalio)
R3 = 330 0) Di = 1N4001 componenti polarizzati (condensatori
R4 = 1,5 kQ D2 D3 = 1N914
=
elettrolitici, diodi), poi il transistor, lo
R5 = 220 k© ICi = CD 4093B zoccolo del tipo dual-in-line a 14 pin
Pi = 1 MQ (potenziometro TR1 = BDX 53 C - BDW93 con il relativo integrato; il tutto utiliz-
lineare) zando un saldatore di media potenza e
LED = led rosso 5 mm
P2 = 4,7 kQ (potenziometro T1 = trasformatore 220/9 V-1VA stagno multianima 60/40 da 0,8 mm.
Infine colleghiamo i potenziometri con
lineare) miniatura un corto spezzone di filo ed il trasforma-
tore di uscita, ricordando che |’avvolgi-
mento primario é quello che presenta
- + l’impedenza pit bassa. L’alimentazione
Piano di montaggio del circuito, che deve essere compresa in
—_— del circuito su un range da 12 a 15 volt, é garantita da
4 Ri RO D2 D3
basetta stampata e una batteria di pile alcaline o al nickel-
D1 Py (IC schema dei cablaggi cadmio in serie, oppure, facendo riferi-
esterni. mento alle illustrazioni, possiamo realiz-

a
zare un alimentatore da rete affidabile,
ricordando comunque che un Cattivo
funzionamento dello stadio di alimenta-
zione potrebbe creare una situazione di

==
P1 potenziale pericolo per |’ utilizzatore.
our
FRONTALI
&
Tei, "7 Inseriamo, infine, il tutto all’interno di
un piccolo contenitore plastico munito di
B VOOOWW R4 alloggiamento per le pile. Nonostante la
costruzione del circuito non presenti
P2 grosse difficolta, ricontrolliamo il lavoro
svolto al fine di preservare il risultato da
aa

LED 1
facili insuccessi, alimentiamo quindi
circuito prestando attenzione al led LD1
il
che segnala l’entrata in funzione del
dispositivo e consente di controllare
ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 24
STIMOLATORE
ANTICELLULITE

Ecco
il prototipo
dello stimolatore
anticellulite
come da noi
realizzato
e collaudato.

visivamente la frequenza di lavoro, tamente utilizzate per le pulizie di casa. ri acuti sia la frequenza che |’intensita
modificabile regolando P1. Connessi gli elementi conduttivi nei dell’impulso devono essere moderati; al
Confortati dal funzionamento del circui- punti A e B del circuito, iniziamo la contrario nel trattamento di affezioni
to, acquistiamo le due placchette in terapia; per quanto concerne invece i croniche |’intensita deve essere progres-
gli
i
gomma conduttiva che possono essere tempi di applicazione, le frequenze sivamente aumentata cosi come la fre-
reperite presso i negozi che trattano eventuali farmaci da applicare sulla cute quenza. Per quanto riguarda invece
materiale sanitario ed elettromedicali. dobbiamo riferirci a testi medici specifi- trattamenti di riabilitazione e pill in
c1 0 al medico di fiducia. generale in tutti casi di utilizzo come
1

L’impiego del generatore, il cui uso é coadiuvante nella prevenzione della cel-
COME
Si USA vivamente sconsigliato a soggetti iperte-
Si, portatori di pace maker, donne in
lulite, quindi sotto forma di “ginnastica
passiva’, gli impulsi debbono essere
Esistono vari tipi di placchette, le pit stato interessante, persone anziane o molto intensi ma la frequenza deve esse-
diffuse sono comunque quelle monouso molto debilitate, é relativamente sempli- re la piu bassa possibile. In ogni caso il
o riutilizzabili (leggermente pil costo- ce. Nella terapia per il dolore, le plac- controllo relativo alla sensibilita del
se); essendo autoadesive é sufficiente chette debbono essere posizionate sulla dispositivo deve essere tarato in modo
inumidirne la superficie per ottenere una zona di tessuto interessata (cercando tut- da non accusare dolore, ma solo un certo
buona aderenza sulla pelle. tavia di non applicare gli elettrodi in formicolio della zona trattata. La stimo-
Per coloro che non riuscissero a reperir- prossimita del cuore ed in zone simme- lazione di ogni singola zona, che puo
le, ricordiamo che é possibile autoco- triche del corpo come, ad esempio, mano essere ripetuta due o tre volte nell’arco
struire gli elettrodi utilizzando a tale destra e sinistra o spalla destra e sini- della giornata, non deve superare quin-
1

scopo le spugnette di panno spugna soli- stra); in particolar modo in caso di dolo- dici minuti di trattamento continuo.
ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 25
STRUMENT!

Un semplice circuito capace di indicarci la qualita,


il tipo e la funzionalita un transistor, senza bisogno
di

di dissaldarlo dalla basetta su cui é montato.


Ecco
il
prototipo del nostro
provatransistor come da noi realizzato e
collaudato. | tre cavetti, alla cul
estremita troviamo i morsetti a
coccodrillo, devono essere di colori
diversi.

he si tratti di un circuito da poco


realizzato e che si sta testando per- I simboli usati per
ché presenta qualche difetto di funziona-
mento, oppure che si abbia a che fare
rappresentare il
transistor bipolare lE= IB+Ic
con una scheda di recupero ex-militare o negli schemi
professionale piena zeppa di componenti elettrici
(probabilmente buoni e di ottima qua- contengono anche NPN
lita), tutti robustamente ancorati e salda- Vrindicazione
ti, 11 fatto di localizzare se c’é un transi- convenzionale
stor difettoso da cambiare o se vale la del senso di |

pena smontarne per riutilizzarli, € sem- scorrimento della |

pre un problema difficoltoso. Invece, corrente che esce |


disponendo di un prova transistor adatto dall’emitter nei
a lavorare direttamente sul circuito, é tipi NPNedentra |

possibile determinare la qualita generale nell’emitter in lE = IB+Ic


del componente, evitando anche di dan- quelli PNP.
neggiare lo stesso o le piste dello stam-
pato a causa dell’eccessivo calore del allora ad esaminare |’impostazione del terminali di collettore ed emettitore del
saldatore tenuto a lungo sul circuito. nostro circuito ed il comportamento che transistor in prova, sono anche collegate
ne consegue. al partitore resistivo R6-R7, il cui punto
La base di partenza del nostro schema comune va alla base dello stesso transi-
LED LAMPEGGIANTI elettrico é il C-MOS 4047, un multivi- stor. In queste condizioni di alimentazio-
bratore dalle molteplici possibilita ne e polarizzazione, con un transistor
Il semplice, nonché economico, tester d’impiego. In questo caso, esso é cablato efficiente collegato ai terminali C, B ed
che andiamo a presentare é in grado di in modo da oscillare con una cadenza di E, e se la polarita é quella giusta, il tran-
indicare se il transistor sospetto, o quello 3+5 Hz ed 1 segnali disponibili sulle sistor in prova passa a condurre, cosa
su cui abbiamo posato l’occhio, é buono uscite complementari Q e Q vengono che va a cortocircuitare la coppia di led
oppure guasto, e inoltre consente di opportunamente potenziati dai due buf- (una delle due coppie di diodi D1-D4
determinare di quale tipo esso sia, cioé fer Tl e T2, in modo che la corrente da Sara anch’essa in conduzione).
se PNP o NPN. loro erogata possa far accendere i led Per esempio, se stiamo provando un
Tutte le indicazioni sono affidate ad una indicatori di stato; infatti [C1 é il tipico buon PNP, durante l’intervallo in cul
coppia di normali led, le cui combina- dispositivo di bassa potenza, da solo l’uscita Q é bassa e quella Q alta, il
zioni di comportamento ci danno appun- insufficiente per questo scopo. dispositivo va in conduzione; in questo
to le segnalazioni cercate. Dopo questa Le uscite dai collettori di Tl e T2, oltre caso, DLR é cortocircuitato, DLV é
premessa di carattere generale, andiamo ad andare pil 0 meno direttamente ai »»
ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 27
PROVA TRANSISTOR
IN CIRCUITO
polarizzato inverso talché, per questo appunto per evitare questa errata misura
mezzo ciclo, nessuno dei due led lam- sono aggiunti in serie al collettore 1 diodi
peggia. Nel mezzo ciclo successivo, citati. Quando o D1-D2 oppure D3-D4
invece, le condizioni di Q e Q sono rove- sono in stato di conduzione, essi danno
sciate; allora, poiché il transistor PNP é luogo ad una caduta di 1+1,2 V, qualun-
ora in interdizione, esso non costringe que sia la coppia interessata; questa ten-
DLV a non accendersi. Concludendo, in sione si aggiunge alla caduta ai capi del
fase di prova di un PNP efficiente, é transistor in prova che, seil dispositivo ée
DLV a lampeggiare, segnalando cosi le efficiente, si limita al valore di 0,1=+0,2
buone condizioni del componente; per V: in tal caso, la caduta totale ai capi dei
motivi analoghi, provando un NPN,
sua efficienza é indicata dal lampeggiare
la led si aggira su 1,2+1,3 V nel mezzo
ciclo in cui il transistor stesso é in con-
di DLR. duzione. Questo valore non basta per far
Se capita che il transistor sia guasto e,
per la precisione, aperto, ambedue 1 led
accendereil led relativo.
Se invece il transistor presenta un corto-
lampeggiano (cosa che avviene anche se circuito collettore-base o base-emettito-
nessun transistor é collegato ai cocco- re, la caduta ai capi dello stesso sale a
drilli); se invece il transistor ha un corti- 1,6+1,8 V, e quella totale risulta sugli
circuito interno fra collettore ed emetti- 1,8+1,9 V, valore sufficiente per mettere
tore, nessuno dei led lampeggia. in conduzione, e quindi far accendere, 1] UN VI
Il partitore R6-R7 ha il valore di R6 piu led. In tal modo, comunque, eventuali
basso appositamente per compensare cortocircuiti interni fanno si che ambe- Nei transistor, nelle tre zone di
eventuali resistori di basso valore che due i led lampeggino alternativamente. diversa polarita, sono ricavate
possono essere presenti nel circuito in le connessioni per gli elettrodi,
prova: in tal modo puo essere fornito un indicati come collettore (c),
valore pil intenso di corrente di base al COMPONENTE O.K. O K.O.? base (b), emettitore (e). Sopra

i
transistor che si desidera provare. un transistor di tipo PNP, sotto
La presenza dei diodi D1+D4 diventa Dovrebbe cosi essere sufficientemente uno di tipo NPN, con
importante nel caso che il transistor che
si sta testando abbia un cortocircuito
chiarita la dinamica di funzionamento
del nostro circuito, di impegno piuttosto
rispettivi simboli utilizzati
negli schemi elettrici.
interno fra le giunzioni collettore-base o modesto ma di prestazioni complete e La polarita dell’alimentazione
base-emettitore; in questo caso, meta del molto utili. Precisato ancora che, dato il e i valori delle resistenze
transistor si comporta come un diodo,
cosicché potrebbe passare in conduzione
basso consumo di corrente, per |’ alimen-
tazione basta una piletta da 9 V, passia-
determinano nelle due giunzioni
P-N dei valori di tensione
e dare indicazione di transistor buono: »> »>
che permettono al componente
di condurre corrente.

Ti e T2 sono
due transistor
usati per
amplificare
ilsegnale
in uscita
dallintegrato.
Si montano
con la faccia
piatta rivolta
verso IC1.
"
CHIP "

PIEDINI

Dal chip di materiale


semiconduttore escono
terminali, collegati ai tre
tre
strati, chiamati base (b),
collettore (c) ed emettitore (e).

AGGIO ALL'INTERNO DEI SEMICONDUTTORI


Mettendo opportunamente a contatto fra loro due piastri- mile a quella esistente fra le armature di un condensatore
ne, o blocchetti, di cristallo (in genere di silicio) opportu- carico: le cariche, rispettivamente positive e negative,
namente drogato in modo darisultare rispettivamente di non possono migrare da una all’altra armatura in quanto
tipo P (cioé contenente cariche libere positive) e di tipo N fra esse é interposto un opportuno isolante (o dielettrico),
(cioé contenente cariche libere negative, ovvero elettro- corrispondente alla barriera di isolamento spontanea-
ni), si realizza quella che viene indicata come giunzione mente formatasi all’atto della giunzione.
PN. E questa semplice struttura che corrisponde a quello Questo isolamento puo essere rotto solamente applicando
che chiamiamo diodo semiconduttore, che riveste parti- una tensione di polarita opportuna ai capi della giunzio-
colare importanza in quanto costituisce la base di parten- ne e provocandone cosi la conduzione. Passando ora a
za per la costituzione del transistor. Ma vediamo breve- realizzare una giunzione tripla, in sequenza PNP oppure
mente cos’é che avviene appunto quando si realizza la NPN, si arriva al transistor (a giunzione), il dispositivo
giunzione, cioé quando si mettono (anche se
solo ipoteti-
camente) a contatto i due blocchetti di materiali P ed N:
semiconduttore che da quasi quarant’anni condiziona
tutta l’elettronica nel senso piu ampio della parola.
il fenomeno che si verifica consiste in un passaggio di ca- L’importanza del dispositivo sta nella sua capacita di
riche libere, pero limitato alla sola superficie di contatto, amplificare segnali, cioé di restituire, all’elettrodo usato
in quanto attratte dalle cariche opposte dell’altro bloc- come uscita, il segnale applicato all’elettrodo usato come
chetto; si tratta rispettivamente di elettroni, dall’N al P, e
di cariche positive (buchi) dal P all’N. Questa migrazio-
ingresso, dotato di una potenza nettamente superiore
nome deriva infatti dal compattamento dei termini TRAN-
(il
ne produce la neutralizzazione delle sole cariche che si Sfer e resiSTOR). Sulle tre zone di diversa polarita, come
trovano affacciate sulle superfici di contatto dei due cri- indica la figura riportata, sono ricavate le necessarie
stalli; infatti, appena private delle cariche libere origina- connessioni, ovvero gli elettrodi, che sono rispettivamen-
li, queste microscopiche zone superficiali diventano iso- te indicati come collettore (c), base (b), emettitore (e).
lanti, bloccando qualsiasi ulteriore movimento di cariche Nella stessa figura, in basso, sono anche rappresentati i
da N a P e viceversa. La situazione é quindi diventata Si- rispettivi simboli grafici per gli schemi elettrici.
-——— — —_—_—_———

Esistono moltissimi modelli


di transistor bipolare. Quelli
di dimensione maggiore sono
usati per applicazioni con alti
valori di potenza elettrica e
certi tipi sono anche dotati di
alette per il raffreddamento.

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 29


Schema elettrico del prova transistor in circuito; @ evidente come
i collegamenti ai terminali di questi siano eseguiti con cavetti cui
sono applicate in testa delle normali pinzette a coccodrillo.

Per il nostro prototipo abbiamo


usato tre pinzette a coccodrillo
di colore diverso: facilitano
Videntificazione dei terminaii.

Sopra il circuito stampato, visto nelle sue dimensioni


reali; sotto piano di montaggio complessivo
della basetta.
PROVA
TRANSISTOR
IN CIRCUITO
con cavetti o coccodrilli).
Iniziamo col montare i vari resistor,
controllandone l’esattezza del codice
colori, poi si passa ai diodi, di cui va ben
controllata la polarita di inserzione, con-
trassegnata dalla fascetta (0 macchia) in
colore dal lato del catodo. Vanno poi
sistemati lo zoccolo per ICI e lo spezzo-
ne di filo nudo per realizzare il previsto
ponticello nei pressi di DLR.

CONTROLLARE LE POLARITA
Dei due condensatori, uno é elettrolitico
e quindi ne va controllata la corretta
polarita indicata a disegno; i transistor
hanno, come riferimento di montaggio,
la faccia piatta su cui é riportata la sigla-
tura (e che va orientata verso IC1).
Per i due led, il riferimento di catodo
corrisponde al piccolo smusso presente
sul bordo sporgente in basso. Infine,
dopo aver montato alcuni terminali ad
occhiello per i vari cavetti, non resta
che inserire IC1 nell’apposito zoccolo:
questo va fatto con cura per assicurars1
che 1 vari piedini entrino regolarmente
nelle mollette (e non si pieghino invece
ora alla realizzazione pratica. sotto il corpo), ma ancor pill occorre pre-
COMPONENTI
mo
La basetta a circuito stampato su cui é disporre l’inserimento con il piccolo
montato il dispositivo prova-transistor é incavo presente su uno dei lati corti
Ri = 220 kO predisposta in modo da poter essere orientato come risulta dalle nostre illu-
R2 = 1.200 © usata anche senza prevederne |’ inseri- strazioni. Dopo un accurato controllo
R3 = 1.200 © mento in apposito contenitore; la siste- finale, e la verifica del funzionamento
R4 = 560 © mazione, oltre ad essere comoda ed ordi- con alcuni transistor di cui ben si cono-
R5= 560 © nata, 6 anche effettuata in modo ben evi- scano tipo e qualita, si puO cominciare a
R6 = 220 0) dente per il collegamento ai terminali dei dedicare il dispositivo all’uso per il
R7 = 330 © vari transistor (risolto semplicemente quale é stato costruito.
R&S = 270 ©
Ci = 47 uF 16 V (elettrolitico)
C2 = 0,1 pF (ceramico)
T1 = T2 = BC237
ICi = 4047
Di = D2 = D3 = D4 = 1N 4148
DLV = led verde
DLR = led rosso
Si = interruttore ON-OFF
Vcc = pila9S V

| led forniscono Pindicazione


sul tipo di transistor in esame:
il il rosso e
se lampeggia led verde e PNP,
se lampeggia NPN.
ju un
in esc
“ELETTRONICA, P
d
|
di esperienza nel d
lelettronica. Con

ottocento pagine |

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MERAVIGLIE DELL’'ELETTRONICA

In cam subacqueo il A nalogamente a tanti altri termini Hunt dell’ Universita di Harvard, é simile

é
oO
tecnici anche sonar é un acronimo, a quello del radar perché si basa sulla
sonar I’equivalente del cioé un nome ottenuto dalle lettere ini- riflessione di onde. La differenza sostan-
radar: permette di Ziali di altre parole, che in questo caso Ziale € che invece delle onde elettroma-
individuare gli oggetti sono SOund NAvigation and Ranging, gnetiche sono impiegate le onde sonore
che significa navigazione e localizzazio- in quanto le prime, propagandosi
grazie alla WiGeiers di ne con mezZZi acustici. sott’acqua, non avrebbero alcuna effica-
onde che in questo caso Sinonimi di sonar sono ecoscandaglio e, cia. Infatti le onde elettromagnetiche si
pil raramente, ecogoniometro: in ogni propagano alla massima velocita nel
sono sonore. Viene caso indicano un’apparecchiatura larga- vuoto, mentre sono tanto pil attenuate
utilizzato nello scandaglio mente impiegata in campo nautico, e piu quanto é maggiore la densita del mezzo
specificatamente subacqueo, per |’indi- trasmissivo. Viceversa le onde sonore
dei fondali marini, nel viduazione di oggetti sommersi. trovano un cammino agevole nei mezzi
recupero dei relitti I sistemi pit evoluti permettono anche di densi, qual appunto l’acqua marina, e

e
é€

rilevare sia la forma sia le dimensioni non si propagano affatto nel vuoto.
sommersi nella pesca degli oggetti stessi. Nei moderni sonar |’emissione delle
d’altura. Il principio di funzionamento del sonar, onde acustiche avviene grazie al feno-
il cui primo esemplare risale al 1942 per meno della piezoelettricita, caratteristico
opera del fisico americano Frederick di certi cristalli quali quarzo e tormalina,
eee...eae
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oFSeer ae :
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:
che entrano in vibrazione se ad essi
viene applicata una tensione elettrica
alternata. Tale principio, chiamato elet-
trostrizione o effetto Lippmann, viene
sfruttato per realizzare il trasduttore elet-
— tro-acustico che costituisce il cuore del
sonar. Il cristallo infatti, a contatto con
l’acqua, trasmette le vibrazioni
all’ambiente circostante dando luogo
alla propagazione acustica.
Lo stesso cristallo costituisce anche il
trasduttore acustico-elettrico perché al
suo interno si verifica anche il comporta-
mento opposto dell’elettrostrizione, cioé
la generazione di un campo elettrico a
seguito di una deformazione meccanica.
La deformazione é creata appunto
dall’onda sonora riflessa dagli oggetti o
dal fondale marino e in questo caso 11
fenomeno, scoperto da P. Curie nel
1880, prende il nome di effetto piezoe-
lettrico diretto.

e
L’apparecchio sonar installato
sulla parte inferiore della chiglia
dell’imbarcazione e consente
di scandagliare il settore di mare
che gli si trova sotto.
ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 34
ll sonar, o ecoscandaglio, trova
applicazione in particolar modo
sulle barche da pesca e su quelle
militari, anche se, gia da una
decina d’anni, il basso costo degli
li
apparecchi ha messi alla portata
delle imbarcazioni da diporto.
MARCUCCI

La coppia dei trasduttori in trasmissione


GENERATORE
ed in ricezione é incorporata nella cosid- DI IMPULSI TRASDUTTORE
detta testa del sonar, dotata di un motore ELETTRICI PIEZOELETTRICO
di tipo passo-passo che consente una
rotazione a scatti e a pochi gradi per
volta, con una velocita tale da permette-
re di ricevere lo stesso impulso sonoro
emesso.
La tensione elettrica in uscita dal tra-
sduttore di ricezione, dopo essere stata TRASDUTTORE
|
|
PIEZOELETTRICO
opportunamente amplificata, viene con-
vertita in forma digitale. I dati ottenuti
consistono principalmente nella distanza
fra sonar e ciascun punto dell’oggetto e
vengono elaborati dal computer in modo
da determinare tutte le possibili relazioni
fra 1 dati stessi. In tal modo viene rico-
struito il cosiddetto campo acustico,
generato dalla riflessione delle onde
sonore, dal quale é possibile ottenere
anche le informazioni sulla forma e la
densita degli oggetti che hanno determi- il
Come evidenziato in questo schema di principio del sonar, trasduttore
piezoelettrico é presente sia nell’apparato di ricezione sia in quello di
nato le riflessioni. trasmissione. Esso infatti consente di trasmettere le onde sonore in
Associando tutti 1 dati ottenuti dall’ela- seguito all’applicazione di un segnale elettrico alternato e di rilevare le
borazione ad un codice di colori si otten- stesse onde riflesse dagli oggetti attraverso il campo elettrico che si
gono le “immagini acustiche” che ven- genera a seguito della sollecitazione meccanica.
gono visualizzate su monitor.
Il sonar ha trovato le sue prime applica-
Questa apparecchiatura sonar, molto compatta, é destinata alla pesca
zioni in campo militare, soprattutto per d’altura e puo essere installata a bordo di un peschereccio o di uno yacht.
l’individuazione dei sottomarini e per la
guida automatica dei siluri. Oggi accanto
Le immagini a “falsi colori” visualizzate sul display contengono
le
informazioni sul tipo di fondale e sulla presenza di banchi di pesci.
alle applicazioni militari il suo impiego é
largamente diffuso nello scandaglio dei
fondali per attivita di ricerca scientifica
o di recupero di relitti sommersi.
Appartiene agli ultimi anni l’impiego del
sonar come efficace ausilio nella pesca RAYTHEON

d’altura, sia professionale che hobbisti-


ca. Esistono delle apparecchiature molto
compatte installabili a bordo dei pesche-
recci oppure delle imbarcazioni da
diporto, appositamente create per la rile-
vazione dei dati sulla natura dei fondali
e per l’individuazione dei banchi di
pesci. I modelli pid evoluti sono inter-
facciati col sistema GPS (la bussola
satellitare) e forniscono contemporanea-
mente anche l’esatta posizione
dell’ oggetto analizzato.

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 35


LA CORRENT!

ENERGI
Attraverso due semplici
esperimenti,
approfondiamo
conoscenza della forma
la
piv usata di corrente
elettrica e della particolare
onda che descrive.

a fonte di energia elettrica piu


comunemente usata é la presa di
rete-luce a 220 V presente in tutte le
case. Questa energia, prodotta in centrali
elettriche spesso lontanissime da noi,
raggiunge gli ambienti di abitazione, di
lavoro o di svago, attraverso linee elet-
La corrente alternata descrive un’onda che parte da 0 V, triche ad alta tensione costituite da un
raggiunge un nuovissimo positivo, poi precipita ad un minimo lungo cavo conduttore. I macchinari che
negativo, quindi torna a O V. Questo andamento é detto producono questo tipo di elettricita (in
sinusoidale e, nella corrente di rete domestica (220 V) genere di tipo meccanico rotante) sono
il ciclo si ripete ben 50 volte al secondo. molto simili alla cosiddetta dinamo delle
biciclette; essi perO producono una

RUOTINO

MAGNETE
MULTIPOLO
LAMIERINI

tors

La dinamo
di una bicicletta
riassume,
nella sua forma
piu semplice,
il principio
di funzionamento
degli enormi
macchinari usati
nelle centrali
elettriche per TURB
BOBINA produrre corrente
alternata.
ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 36
E ALTERNATA

\ CON ALT! E BASSI


quantita di energia enorme e sono di scossa é importante interporre, fra rete e alla corrente continua della pila é sosti-
dimensioni altrettanto maggiori. circuito, un trasformatore, in quanto esso tuita la corrente alternata erogata dal tra-
C’é pero da tener presente che |’energia provvede a trasformare una tensione sformatore, in cuffia é udibile un ronzio
elettrica prodotta da queste macchine non alternata di un certo valore (specie se netto e continuo, che corrisponde alle
ha un andamento (sia della tensione che elevato) in una tensione di valore diver- variazioni dell’ampiezza dell’ onda:
della corrente) costante e regolare come so (in genere, piu basso). Questo dispo- appunto, le alternanze della tensione di
invece avviene per le
pile. Al contrario,
la tensione elettrica generata consiste in
Sitivo ci consente anche, qualunque sia
la tensione disponibile alla sua uscita, di
rete (Opportunamente ridotte) che si
svolgono con cadenza rigorosa di 50
un’onda che, partendo da 0 V, raggiunge operare isolati dalla pericolosa tensione volte al secondo. A questo punto, é
un massimo positivo, per tornarsene poi di rete luce. Ecco allora la necessita di necessaria una precisazione importante:
allo zero e continuare a scendere di valo- procurarci, ed utilizzare, un trasformato- quando diciamo che una tensione alter-
re, pero con lo stesso andamento, sino al re da 220 V a 9+10 V, con possibilita di nata é di 9 V, in realta diciamo una
massimo negativo, e riportarsi infine al erogazione pari ad | A circa; in cosa bugia, o quantomeno facciamo un’ affer-
valore zero. Questo susseguirsi di alti e consista esattamente un trasformatore, lo mazione incompleta. Infatti, variando
bassi € appunto la forma pil comune di abbiamo visto nello scorso numero della costantemente nel tempo, la tensione
quella che chiamiamo corrente alternata, rivista, ma ora tenliamo presente che alternata azzecca effettivamente il valore
caratterizzata dal fatto di invertire perio- questo trasformatore ci serve concreta- di 9 V solo due volte ogni ciclo (e per un
dicamente la sua direzione di percorren- mente per molte sperimentazioni. tempo infinitesimale).
Za, un numero anche elevatissimo di Per avere un valore di riferimento trami-
volte al secondo; |’andamento dell’ onda te 11 quale definire con esattezza e perti-
é di tipo cosiddetto sinusoidale. IL RONZIO DELLA RETE nenza l’ampiezza di una tensione alter-
Nel caso della sorgente di energia elettri- nata di 9 V, o di qualsiasi altro valore, si
ca che stiamo considerando, ovvero la Partiamo col realizzare un semplice cir- ricorre al paragone con gli effetti prodot-
rete-luce, questo ciclo che la contraddi- cuito: una cuffia collegata ad una pila ti da una sorgente di corrente continua.
stingue si ripete con cadenza pari a 50 attraverso una resistenza di protezione Un sistema approssimato, ma corrispon-
volte ogni secondo. Ora, essendo questa (la quale ha il solo scopo di limitare la dente ai metodi ufficiali, che possiamo
fonte di tensione elettrica facilmente corrente entro la cuffia per non danneg- realizzare noi stessi, quello di un cir-
é¢

disponibile (basta inserire la spina nella giarla). Quello che riusciamoad ascolta- cuito che contenga una comune lampadi-
presa), e volendo eseguire alcuni esperi- re € un solo click al momento del contat- na (supponiamo sia da 12 V - 1 W) che
menti, dobbiamo tener conto che essa é to di chiusura del circuito e al massimo puo venir accesa, tramite un semplice
di 220 V, valore pericolosamente elevato un leggero soffio: il circuito é quindi deviatore, in corrente continua o alterna-
per maneggiare 1 circuiti che vi sono sot- sostanzialmente inutile. ta. Partiamo col considerare la posizione
toposti. Quindi, per non prendere la Se invece realizziamo un circuito ove »»

L’elettricita compie gran parte del suo viaggio ad una tensione elevatissima poiche in questo modo se ne puo
trasportare in grandi quantita con dispersioni irrisorie. Lungo la sua strada la corrente, che quando parte ha circa
400.000 voit, viene progressivamente ridotta di tensione fino ad arrivare nelle nostre case a 220/380 volt.

ALTA

rx
380KV /\ TENSIONE
d\ Jt

i iL §230/380V Hf
l

a
X

TRASFORMATORE
-

STAZIONE
TERMINALE
7
\/

cL ~CABINA
DISTRIBUZIONE . uf
ca (maea
DISTRIBUZIONE
pee

ELEVATORE PRIMARIA SECONDARIA CONTATORI

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 37


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ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 38
1 del deviatore (ci riferiamo al circuito vuoti di energia.
di pag. 39): la lampada é€ accesa con 9 V Si é detto che la tensione alternata di rete RETE
di tensione continua (la cui misura risul- varia con una cadenza di 50 volte al
ta quindi ben definita) e supponiamo di secondo; bene, questa variazione della
poterne misurare, con la necessaria pre- grandezza (tensione o corrente che sia)
cisione, la luminosita, ovvero la quantita Sl indica con un termine molto comune,
di luce emessa. ma che qui assume un significato speci-
fico: frequenza. La frequenza corrispon-
de quindi al numero di cicli completi
VALORI EFFICACI con cui una grandezza si ripete periodi-
camente nell’ unita di tempo; la sua unita
Commutiamo ora la lampada sulla sor- di misura é l’hertz. Ecco allora che
gente di corrente alternata, e provvedia- l’esempio fatto a proposito della rete
mo ad effettuare la stessa misura di luce si perfeziona dicendo che fre- la

luminosita: se la quantita di luce emessa quenza di rete € 50 Hz. Sono di uso


é la stessa, diciamo che latensione alter-
nata ha un valore di 9 V, che pero sono
comune anche i multipl, secondo lo
specchietto che segue: kHz = Hz x 1.000
definiti efficaci. Il termine efficace sta = kilohertz; MHz = Hz x 1.000.000 =
appunto ad indicare che si tratta del megahertz; GHz = Hz x 1.000.000.000 =
valore di tensione che produce le
conseguenze pratiche, ovvero lo stesso
stesse gigahertz.

lavoro, della tensione continua corri-


spondente. Riferiamoci quindi alle
forme d’onda della corrente alternata
sinusoidale, per la quale valgono le con-
siderazioni che stiamo facendo. Per definire il valore efficace di una
L’evoluzione di una semionda percorre corrente alternata in via
(e
tutti 1 valori istantanei di tensione
rente), da zero al massimo, ovvero al
cor- sperimentale, bisogna approntare
un circuito che contenga una
valore di picco, raggiunto dalla sinusoi- lampadina, che puo essere accesa,
de: la relazione che esiste fra la tensione tramite un deviatore, in corrente
di picco e quella efficace é, numerica-
mente, la seguente: Vp = 1,41 ¢ Veff,
continua o alternata: quando
luminosita ottenuta con 9 V
la
oppure Veff = 0,707 Vp. continui e uguale a quella ottenuta
il
©

Nella figura di pag. 38 é riportato con la Vca si puo dire che valore
l’andamento di una tensione alternata di efficace di quest’ultima é di 9 V.
9 Veff (A); in B é indicato |’ effetto com-
plessivo sul carico (la lampadina non
sente la direzione della corrente); in C é
rappresentato il modo in cui la differen-
za fra Vp e Veff va a riempire 1 buchi

in A vediamo Pandamento di
una corrente alternata di 9 V;
in B é indicato leffetto sul
carico (la lampadina non sente
la direzione della corrente);
in C vediamo la tensione
definita efficace Veff, rispetto
a quella di picco Vp.
SEGNALAT*
SUPPLEMENTAR!
Gildo Zandomeneghi, di Preganziol
(TV), si diletta a progettare ed eseguire
qualche modesto circuito, quindi ha pen-
sato di proporcene uno abbastanza vali-
do, anche perché é facile da costruire e
di basso costo, nonché molto efficace.
Non essendoci molte autovetture dotate
di un segnalatore di stop supplementare,
ha ideato e realizzato questo semplice
circuito con led ad alta luminosita (di
notte, é visibile fino a 2 km). Eccone
funzionamento e la costruzione. Quando
il
DLT (il led lampeggiante) é acceso, la
base di T1 si trova positiva, pertanto
essendo Tl un NPN, va in conduzione;
quando DLT si spegne, la base di TR1
collegata al meno tramite R2 va a zero,
quindi Tl é interdetto. Pertanto diciamo
che ogni lampeggio di DLT trasmette un
Gildo Zandomeneghi vince il premio in palio per la miglior realizzazione di questo mese.
R4
DEG DL DL8 DLO DLIO

DLE OL2 OL Dis DL5

¢
COMPONENTI
BD 139 = 470 Q
R2 = 220 2)
DLT R3 = R4 = 150 ©
Ti= BD 439
DLT = led lampeggiante
DL1+DL10 = led grossi ad alta
ec D luminosita
(LPS = una delle lampade
dello stop).

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 40


.|
lire11
suo grado di efficienza.
L’uso di questo provapile, ideato da

DRE Carra Marino di Rottofreno (PC),


molto semplice: basta infatti scegliere,
La verifica della tensione fornita da una mediante il commutatore S, il carico

EDISTOP pila deve essere eseguita quando essa


eroga corrente, perché la pila esaurita ha
una resistenza interna maggiore, quindi
adatto al tipo di pila che si deve control-
lare e collegarla al voltmetro: seil valore
rilevato é inferiore ai limiti riportati qui
in fase di erogazione si ha una maggiore di seguito sara da scartare.
lampeggio alle file di led (ad alta lumi- caduta di tensione tra 1 suoi due poli. R1-R2 = torcia 1,5 V; R3 = mezza torcia
nosita). In base al valore di tensione misurato 1,5 V; R4 = piatta 4,5 V; R5 = stilo 1,5
Il nostro lettoreha voluto lampeggian- sotto carico, si puo di conseguenza stabi- V; R6 = torcetta 3 V; R7 = compact 9 V.
te, perché pensa sia molto pill efficace
per evitare qualche tamponamento, e
anche in caso di una emergenza non c’é |

pit la preoccupazione di dover accende-


re subito le 4 frecce. Il disegno suggeri-
sce la possibile costruzione. La serie dei
led puo essere di 5 in 5 allungata, pero eee
oltre 1 20 6 bene applicare a TRI un pic-
S17
colo dissipatore di calore. I led vanno
fissati al vetro del lunotto con distanzia- R1=100-1W
tori adesivi. I] dispositivo puo essere R2=100-1W
adoperato anche per altri usi, tipo frecce R3=4,70-1W
O intermittenze varie. Si puo farlo fun- R4=120-1W
zionare anche a 6 V, avendo cura pero di R5=150-1W
sostituire le resistenze con altre 4 di R6=3,90-1W
Je
meta valore (circa). R7 = 220-1W
© Si = commutatore 1 V
6 posizioni
| V = voltmetro
PILA IN PROVA 10 V c.c. f.s.

u
- Per chi collabora
of : tii lettori sono invitati
adinviareunloroprogetto,
_

e
semplice inedito, che
Glistop supplementari posteriori non im pieghi piadi 15
componentielettronici.
sono molto utili, tanto da essere

ens
diventati obbligatori sulle auto _ Lerealizzazioni(una
di nuova fabbricazione. Per coloro breve
che hannouna macchina con
di un anno puo essere
pit :
th generallta edtuna foto
_
tesseradell'autore) devono
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© 4

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Pee ae

Il circuitogenera un rumore casuale oppure modulato che, assomigliando


delle foglie o alla risacca del mare, da un senso di rilassamento e favorisce
fruscio
sonno.
alil
L’ascolto pud awenire attraverso un auricolare, una cuffia o un altoparlante.

hi soffre d’insonnia puo trovare


giovamento in certi suoni quali il
RS
Xe
2? 46 Il kit comprende tutti i componenti elettronici del circuito
(illustrati nella foto qui sotto), inclusa la basetta stampata
fruscio delle foglie, il soffiare del vento
oO la risacca del mare che, per le loro
é serigrafata con la posizione e la polarita dei componen- caratteristiche di frequenza e per |’anda-
tl, per rendere piu agevole il montaggio. Come contenitore
mento periodico, hanno un effetto quasi
possiamo usare il modello LP 224, in ABS nero, con fron- ipnotico e favoriscono il sonno: un toc-
tale in alluminio: lo possiamo acquistare per corrispon-
casana per coloro quali hanno difficolta
al a
1

denza insieme kit a lire 24.000 (vedi pag. 63).


a rilassarsi dopo essersi messi letto.
Il rumore bianco puo essere ascoltato in cuffia, con un au- Chi non ha la fortuna di abitare vicino ad
ricolare o un comune altoparlante (con impedenza di 8
una zona alberata oppure ad una spiag-
ohm), non compresi nel kit.
gia sabbiosa puo ottenere ottimi risultati
da questo dispositivo, in grado di gene-
rare un rumore casuale oppure modulato,
dall’effetto decisamente anti-stress.
Esaminiamo ora il circuito, andando ad
individuare la funzione dei tre integrati:
ICI, un classico 555, stabilisce i tempi
di aumento e diminuzione del rumore,
con una tensione ad andamento triango-
lare, mentre [C2 miscela quest'ultimo
segnale con quello prodotto da Q1, vero
e proprio generatore del rumore. L'am-
plificatore IC3 costituisce il finale del
dispositivo in quanto alza il livello del
segnale sulla base della regolazione
effettuata con l’apposito potenziometro
P3. La basetta non é difficile da realizza-
re, tuttavia essendo presente un certo
numero di componenti occorre che gli
stessi vengano montati nella sequenza
corretta, cioé partendo da quelli di
dimensione pit piccola, che non ostaco-
leranno il successivo montaggio di quelli
piu grandi. E’ necessario inoltre prestare
attenzione per inserire correttamente i
due transistor, 1 condensatori elettrolitici
»»
ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 44
ee
Ecco
il prototipo del generatore
di rumore bianco, come da noi
realizzato e collaudato. Nonostante
i molti componenti il montaggio
é alla portata di tutti.

ee Teslie Leeelle
1: | potenziometri si inseriscono automaticamente
nella corretta posizione: basta orientare l’alberino
verso l’esterno.
2: il piccolo diodo D2 riporta una fascetta nera sul corpo
trasparente che identifica il catodo: va disposta come
da piano di montaggio.
3: il transistor Q@2, come Qi, ha, come riferimento peril
montaggio, la faccia piatta del cappellotto, che va rivolta
verso l’esterno della basetta.

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 45


C4

R11

Schema elettrico del circuito. Il timer 555 (IC1) genera il segnale,


che viene poi amplificato dall’operazionale TDA 8196.

e i diodi, per i quali dobbiamo controlla- deviatore (DV), tre potenziometri (P1,
1

re il senso d’inserimento nel piano di P2 e P3) e la presa jack mono-stereo


montaggio. Per i tre integrati (il timer e i (PS). Quando il deviatore DV é spostato
due operazionali) € come al solito previ- verso destra il circuito genera in uscita
sto il montaggio sugli appositi zoccoli a una tensione costituita da un rumore
piano di montaggio del
ll 8 pin, senza 1
quali é facile rendere detto “bianco”. Questo termine, che in
circuito riporta anche
i
inservibile l’integrato durante la saldatu- elettronica indica un segnale dall’anda-
Vindicazione per cablaggi ra alla basetta. mento casuale la cui banda comprende
esterni di altoparlante e Dal punto di vista dell’ utilizzo del dispo- tutte le frequenze, é stato introdotto in
deviatore. Sitivo 1 componenti fondamentali sono
il analogia con lo spettro della luce bianca,

ALTOPARLANTE

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 46


che per definizione é costituita dalla
somma di tutti i colori. Se il deviatore
DV é spostato verso sinistra il rumore
IL KIT
bianco viene modulato agendo sui
potenziometri Pl e P2. Il primo serve a
determinare il tempo che occorre al IN PILLOLE
rumore per passare dal livello zero alla
massima intensita, fase durante la quale ® Alimentazione: 12 Vcc,
si illumina il led rosso (L1). P2 é invece con alimentatore stabilizzato
predisposto per impostare il tempo di
®@ Assorbimento max: 100 mA
transizione dello stesso rumore dalla ® Potenza max: W|
massima intensita al livello zero, durante ®
®
Controlli modulazione: 2
Difficolta montaggio: media
il quale si accende il led verde (L2). E
C10 proprio dalla sequenza periodica di ® Taratura: agevole
aumenti di intensita seguiti da diminu- ® Completezza kit: mancano
zioni della stessa che si ottiene la simu- contenitore, altoparlante
lazione della risacca del mare. (o cuffia) e alimentatore
c9 stabilizzato
Contenitore consigliato:
® |
IL MARE O IL VENTO modello LP 224 (lire 24.000) :

R12 Ovviamente, in seguito ad un po’ di pra-


tica iniziale, dosando opportunamente lo
spostamento dei due potenziometri si
Per le sue caratteristiche il
circuito
é adatto all'ascolto in cuffia, anche
puo ottenere qualunque altro effetto se e possibile collegare un
sonoro ritenuto gradevole ed efficace per
il rilassamento. Inoltre grazie al poten- altopariante. Se poi prevediamo
ziometro P3 viene effettuata la regola- una cuffia ad infrarossi (senza filo),
zione del volume. L’ascolto pud avveni- come quella illustrata, avremo
re in diversi modi, perché la basetta é
totale liberta di movimento.
COMPONENTI dotata di una coppia di terminali ai quali
puo essere collegato un altoparlante da 8
Ri = R2=R3 = 1 kQ Ohm, e di una presa jack adatta sia ad un
R4 = R5 = 1 MQ auricolare sia ad una cuffia mono ste-
RG = 47 kQ reo. La basetta, assieme alla batteria o
R7 = R8 = 22 kQ all’alimentatore e all’eventuale altopar-
RS = 6,8 kQ lante, puo essere racchiusa in un conte-
R10 = 10 kQ nitore il quale dovra essere predisposto
332
R11 = per il montaggio del deviatore, dell’ usci-
R12=10 ta dell’altoparlante e della presa jack,
P1 = P2=1MOQ (potenz.)
P3 = 100 kQ. (potenz.)
il
oltre che per fissaggio delle manopole
dei tre potenziometri e per la visualizza-
Ci = C2=C3 = C4 = C5 = 100 ul F zione delle segnalazioni luminose gene-
16V (elettrolitici) rate dai led. Il circuito, che é in grado di
C6 = 10 LiF - 16V (elettrolitico) fornire in uscita una potenza massima di
1 W, richiede un’alimentazione di 12 V
C7 = C8 = C9 = 220 kpF - 100V
(poliestere) Stabilizzati e assorbe una corrente massi-
C10 = 220 pF (ceramico) ma di 1OO mA.
Di = D2 = 1N 4148
Qi = Q2 = BC 237 ll circuito stampato é qui visto dal lato rame nelle sue dimensioni reali.
Li = led rosso
L2 = led verde
La
il
sua realizzazione (necessaria se non acquistiamo kit) richiede una certa
esperienza, per la presenza di 3 integrati con relative piste sottili e ravvicinate.
ICi = NE 555
IC2 = TDA 8196

a
IC3 = TBA 820 M
DV = deviatore slitta
PS = presa stereo
3 zoccoli a 8 piedini

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 47


ryt)deae
i.
abAAL.
oe Aad
ib <add finde RAMA, dade
} \
PAdd
ah

.5
te
\
Seay
b

I
—— opportunamente tarato, previene
di alimentazione, che puo essere causato dall’eccessivo assorbimento del carico il deterioramento di una batteria
e dalla contemporanea assenza corrente ricarica. di di
uando una batteria ricaricabile
eroga per molto tempo una corrente
Il kit comprendetutti gli elementi elettronici del circuito
374
41 Valore elevato, pud
RS accadere che la
|
:

(elencati nella lista dei componenti), inclusa la basetta


stampata e forata. Il montaggio é alla portata di tutti,
sua tensione scenda
al di sotto di un
valore critico di soghia e che la batteria
mentre la tarature é un po' laboriosa ma non particolar- |

iventi inservibile. Il fenomeno puo


mente difficile. avvenire con maggiore probabilita negli
Come contenitore possiamo usare il modello LP 002, color impianti antifurto; quando per un qua-
blu petrolio, con coperchio in plastica grigia: lo possiamo ‘\unque motivo si attiva l’allarme, lo stes-
al
|

acquistare insieme kit a lire 6.200 (vedi a pag. 62). SO non puo essere tempestivamente
|

disinserito e nello stesso tempo viene


anche sfortunatamente a mancare |’ ener-
gia elettrica necessaria alla ricarica della
batteria di alimentazione dell’impianto
(magari é stato il ladro stesso a mano-
mettere la tensione di rete).
Questo circuito permette di prevenire la
suddetta serie di circostanze sfavorevoli,
che fra l’altro ha un impatto di costi non
trascurabile, sia per i valori rubati, sia
per i danni causati all’ appartamento.
Mediante un relé il nostro dispositivo
interrompe |’alimentazione al carico
quando la tensione della batteria scende
al di sotto di un certo valore, per poi
ripristinarla quando la tensione stessa
raggiunge nuovamente un livello accet-
tabile.
Sulla basetta del circuito previsto il
é@

montaggio di una morsettiera a quattro


terminali, due dei quali sono utilizzati
per l’ingresso e gli altri due per |’ uscita.
I terminali di ingresso vanno collegati in
parallelo, come illustrato nell’ apposito
BUONO D’ORDINE A PAG, 63
a

By,

schema, alla batteria da tenere sotto con-


trollo, la quale a sua volta é collegata al
»»
ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 48
Ecco
il prototipo del salva
batteria a 12V per antifurto,
come da noi realizzato e
collaudato. Il montaggio, dati i
pochi componenti, é alla
portata di tutti.

1: i trimmer
i
per la taratura hanno
piedini gia predisposti per
il montaggio coricato sulla basetta;
il senso d’inserimento ée obbligato.

che provvede allo stacco


2: il rele
e al ripristino della corrente
di carica per la batteria e del tipo
a 12 V, uno scambio. Il senso
di montaggio, anche qui, e obbligato.

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 49


D1

Schema elettrico del circuito. Il transistor Q pilota il rele


funzionando da interruttore elettronico.

COMPONENTI
Ri = 680 0) D2 = D3 = 1N 4007
R2 = 47 kQ IC = MC 1458
R3 = 22 kQ) Q@ = 2N 1711
R4 = 1 kQ L = led rosso
T1 = 220 kQ (trimmer) Z= zener 5,1 V
T2 = 100 kQ (trimmer) RL = rele 12 V
CARICA C = 22 uF - 16V (elettrolitico) 1 zoccolo a 8 piedini
BATTERIE Di = iN 4148 1 morsettiera a 4 piedini

CARICO
(circ. antifurto)

4
BATTERIA
12V

llpiano di montaggio del


circuito riporta anche
Vindicazione per
collegamenti esterni con la i
batteria, il caricabatteria e la
centralina antifurto. __.

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 50


ad
dispositivo di carica. L’uscita della Per effettuare la taratura occorre dispor-
basetta, che € connessa all’uscita del re di un alimentatore a tensione variabi-
relé, va invece collegata direttamente le. La prima operazione consiste nel ruo-
all’impianto dell’ antifurto. tare 1 due trimmer completamente in
Il montaggio del circuito non é affatto senso antiorario e nell'applicare in
problematico e necessita di un po’ di ingresso, stando attenti a rispettare la
attenzione solo per quanto riguarda 1 polarita, una tensione compresafra circa
Alimentazione: 12 Vcc,
pochi componenti polarizzati (i quattro 12,5 e 14 V: il led rosso L a questo
diodi, il condensatore elettrolitico ed il punto si deve accendere. In seguito la con alimentatore stabilizzato f
transistor). tensione dell’alimentatore va diminuita a tensione variabile(da 9,5
Il circuito operazionale integrato va fino al valore minimo previsto (i 10,6 a 16 V); lo stesso ricarica
inserito nell’apposito zoccolo a 8 pin,
facendo attenzione che tutti i piedini
volt di cui si é gia parlato), quindi il |
anche labatteria
Assorbimento max: 80 mA,
trimmer T2 va ruotato lentamente in
entrino a dovere nelle relative mollette. senso orario fino ad ottenere lo spegni- a riposo 10 mA
mento del led. Corrente max al carico: 10 A
Per impostare la soglia di ripristino Tensione stacco: regolabile da
DUE TRIMMER PER TARARE dell’alimentazione occorre invece per SSa@12V -

prima cosa impostare la tensione Tensione ripristino: regolabile


Particolare attenzione va dedicata alla dal0al4V

dell’alimentatore a 12,6 volt, quindi ruo-


fase successiva di taratura del dispositi- tare lentamente in senso orario il trim- Difficolta montaggio: bassa
vo, per la quale sono previsti due trim- mer Tl fino ad ottenere l’accensione del Taratura: unpo’ laboriosa, ma
mer a diversa scala. Quello indicato con led. Il circuito viene alimentato con la non occorrono strumenti
T2 serve a stabilire il valore di tensione stessa tensione fornita dalla batteria a particolari (salvo l’alimentatore)
al di sotto del quale viene scollegato il 12 V dell’impianto a cui viene collega- Completezza kit: mancano
carico, quello indicato con T1 invece va to (pero € necessario un caricabatterie il contenitore, la batteria
il la
_

utilizzato per determinare livello di sufficientemente potente per ricarica e un alimentatore stabilizzato
tensione di ripristino dell’ alimentazione. della batteria stessa), non dip, é in con tensione regolabile
Per le normali batterie al piombo i valori grado di erogare sul carico una corren- Contenitore consigliato:
consigliati per le due soglie di tensione te di 10 mA e di assorbire una corrente modello LP 002 (lire 6.200)
sono 10,6 e 12,6 volt, rispettivamente. massima di 80 mA.

Le batterie ricaricabili per antifurto hanno dimensione e costo


contenuti. Di solito sono al piombo perché questa tecnologia non
richiede manutenzione, ha una bassa autoscarica e si puo
ricaricare anche dopo scariche molto profonde.

ll circuito é qui visto dal lato


rame nelle sue dimensioni reali. O17),(Te
La sua realizzazione é alla
portata di tutti, anche se, come
PT es |
yt ses EAE aL
eclheneeanald
sAaaL

sempre, occorre una notevole


Pet
a

precisione nelle forature per #


ry Uh see coed

integrato e rele.

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 517


ML
et SE

Il dispositivo é facile da costruire ed é molto piv sensibile dei salvavita domestici.


E in grado dicontrollare il funzionamento di un apparecchio collegando
semplicemente la spina ai tre terminali.
si ha a che fare tutti giorni
Ttconcasa
1

elettrodomestici o altri apparecchi


RS 37 Il kit comprendetutti gli elementi elettronici del circui-
to, inclusa la clip per la batteria da 9 V (quest'ultima in-
alimentati dalla tensione di rete e la pru-
denza da osservare nel loro utilizzo non
. vece é esclusa) e, naturalmente, la basetta stampata e é mai troppa. Per fortuna la legge 46/90

si
(EL SE) forata. Come contenitore possiamo usare il modello LP
452, in ABS nero, con misure 56x90x23 mm:lo possia-
mo acquistare insieme al kit a lire 3.000 (vedi a pag
62). Questo va forato per far fuoriuscire i led e per la
rende obbligatoria sia la presa di terra
che il salvavita, indispensabili precau-
zioni contro i cosiddetti contatti elettrici
indiretti, cioé quelli provocati dalla pre-
presa di corrente. senza di tensione sulle parti metalliche
dell’ apparecchio.
Ammettendo di disporre di entrambi,
situazione che purtroppo é ancora
tutt’altro che vera in molte abitazioni,
resta sempre il rischio di un guasto nel
salvavita, oppure la probabilita di avere
una terra non efficace, perché difettosa
oppure collegata in modo scorretto: se si
creano tali condizioni, siamo soggetti al
potenziale pericolo di un elettrodomesti-
we
co che, per la perdita d’isolamento di un
filo o un morsetto interno, possa farci
iy

prendere la scossa solo toccandolo.


Ecco allora che puo essere utile un ulte-
riore elemento di sicurezza offerto da
questo circuito, piuttosto semplice da
costruire e molto pit sensibile dei dispo-
sitivi salvavita a normadi legge. Il con-
cetto su cui si basa il suo funzionamento
hig,

Tae 35
é€
completamente diverso da quello del
salvavita o dell’impianto di terra: infatti
esso consente di verificare l’eventuale
presenza di dispersioni in un apparec-
BUONO D’ORDINE A PAG, 63 chio attraverso la spina. A questo scopo
la basetta é dotata di tre terminali di
»»>

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 52


Ecco
ilsegnalatore
prototipo del
di
dispersione per
apparecchi a 220Vca
come da noi
realizzato e
collaudato.

led non mentono mai


1: i due led che ci dicono
se Pelettrodomestico in prova e sicuro
© meno, sono uno verde ed uno rosso;
quest’ultimo ée di tipo lampeggiante.
Entrambi si montano prendendo come
riferimento lo smusso sul bordino in plastica
posto in corrispondenza del catodo.
2: il transistor e quello che pilota
Q@

Paccensione dei due led. Per il montaggio


si fa riferimento alla faccia piatta del
cappellotto nero in plastica.

iA
i

Hy
ety
Gg

auy
(

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 53


Schema elettrico del segnalatore di dispersione.
II cuore del circuito _
é IC1, un integrato operazionale 741.

PULSANTE
TEST

COMPONENTI
R1 = 220 kQ
R2 = 18 kQ
R3 = 10 kQ
R4 = 560 ©
SPINA
DELL’APPARECCHIO
R5 = 10
C = 10 uF 16 V (elettrolitico)
DA CONTROLLARE Li = led verde
L2 = led rosso intermittente
Z = zener 3,3 V
IC = 741
Q = BC 237 - 547
P = pulsante ON
ll piano di montaggio del circuito 1 zoccolo a 8 piedini
i
riporta anche l’indicazione per
collegamenti esterni. In particolare
consigliamo di prevedere una clip
1 clip per batteria 9 V

per pila da 9 V (compresa nel kit)


e una presa per spine a 220V da
connettere ai terminali U, X e U. BATTERIA
9 VCC

ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 54


ie
as
ea
ingresso due dei quali, indicati con la te, collegata ai tre contatti di ingresso.
lettera U nello schema, sono relativi ai Quando si vuole verificare se un elettro-
poli della spina sotto tensione ed

indicato con X, al polo di terra.


il
terzo, domestico funziona correttamente basta
semplicemente connettere tre poli della
1

sua spina ai tre rispettivi ingressi, ovvero


inserire la stessa nella presa apposita-
OPERAZIONALE mente predisposta. Quindi va tenuto pre- Alimentazione: 9 Vcc, con pila
Di SICUREZZA muto il pulsante e, se si accende il led piatta tipo transistor

rac
Sensibilita: 1 mA

|
verde, significa che non vi sono disper-

mo
L’elemento principale del circuito é un sioni di corrente nell’ apparecchio. Segnalazione OK: ledverde

TA
operazionale 741 la cui uscita, nel caso In caso contrario si verifica 11 lampeggio Segnalazione pericolo: led
in cui il circuito venga chiuso dalla pre- del led rosso e allora é bene evitare di rosso lampeggiante
senza di un contatto accidentale interno usare l’apparecchio e provvedere imme- _Difficolta montaggio: bassa
all’apparecchio sotto controllo, attiva un diatamente ad un accurato controllo. Taratura: nessuna
led rosso lampeggiante. Se invece Se la spina non é provvista di contatto di
il
-Completezza kit: mancano il

EAs
l’apparecchiatura funziona correttamente terra, per effettuare correttamente test _ contenitore e la presa elettrica
si accende un led di colore verde. occorre collegare il corrispondente per la connessione con

ACh
_

Il montaggio della basetta non presenta ingresso del circuito (indicato con X la spina dell’utilizzatore

THA
particolari problemi e |’integrato previ- nello schema) alle parti metalliche della da testare (la troviamo in

NAA
_

sto dallo schema va montato sull’ apposi- carcassa dell’ apparecchiatura, ovvia- _qualsiasi negozio di materiale
to zoccolo a 8 pin. [1 kit comprende mente se ve ne sono. elettrico a poco costo); —

l’apposita clip per la pila di alimentazio-


ne a 9 V ed il pulsante di attivazione.
Prima di usare il dispositivo realizzato
ne va verificato il funzionamento inse-
c’é, invece, la clip per
Contenitore consigliato:
pila la
Non viene invece fornito alcun partico- rendo una resistenza da 220 kW fra il modello LP 452(lire 3.000)

EMAIL
lare connettore per tre contatti relativi
1
terminale a cui va collegata la massa e A aT aaLt
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pecge
reenchceas
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ai poli della spina dell’apparecchio sotto uno dei due contatti “caldi”: tenendo
test. Per ottenere una realizzazione che premuto il pulsante il led rosso dovra
unisca alla praticita d’uso anche un lampeggiare.
La sensibilita del dispositivo, intendendo
ilcircuito é qui visto
aspetto professionale si consiglia di rac- dal lato rame nelle
chiudere la basetta e la pila all’interno di con questo termine la minima corrente di
un contenitore di plastica, dal quale fare dispersione che é in grado di rilevare, é sue dimensioni reali.

p
sporgere sia il pulsante di test che una di 10 mA.
presa tripolare, da incasso oppure volan-

Se il nostro impianto elettrico é a norma di legge, quindi la messa a terra


é eseguita correttamente, tutte le prese di casa vi sono collegate ed
[98
é presente ilsalvavita, allora anche se c’é una dispersione di corrente
in un elettrodomestico non corriamo alcun pericolo perche viene
automaticamente tolta tensione (1). Purtroppo ée raro che Il'impianto
'
sia fatto a regola d'arte, allora puo succedere che la
corrente, anziche
scaricarsi a terra, usi il corpo del primo malcapitato che tocca 7 8
l'‘elettrodomestico come via di fuga, provocando la scossa (2). In questi

|
il
casi nostro dispositivo rileva il guasto, prevenendo incidenti.

Ht 4) {2
DALLA RETE-—*

PERCORSO
DI DISPERSIONE
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FASE
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ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 55


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I nostri kit

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Questo circuito offre la possibilita di ottenerecicli di apertura e chiusura di unrelé


| cui rispettivi tempi, del tutto indipendenti I’uno dall’altro, hanno un ampio campo
di variazione: da 8 secondi circa 36 ore.

uo capitare la necessita di disporre


della chiusura di un relé secondo
una cadenza prefissata e magari con
RS 370 Il kit comprende tutti gli elementi elettronici del circuito
elencati nella lista dei componenti, inclusa la basetta una durata anch’essa programmabile,
ad esempio nel caso in cui si voglia
stampata e forata. controllare l’accensione di una lampa-
Come contenitore possiamo usare il modello LP 003, in
da o l’azionamento di un piccolo moto-
plastica, blu petrolio con cpoerchio grigio; misura
90x155x50 mm. Lo possiamo acquistare insieme
lire 10.500.
kit a al re. Questo circuito risolve contempora-
neamente entrambi 1 problemi e pre-
senta due pregi fondamentali: poter
impostare indipendentemente sia la
durata del ciclo (cioé l’intervallo tra
un’ attivazione e l’altra), sia quella
dello stato di attivazione del relé (per
quanto tempo rimane eccitato) e
disporre di un intervallo di tempi molto
vasto: da 8 secondi a circa 36 ore.

DUE SEZIONI, 5 INTEGRATI


I] circuito é suddiviso in due sezioni,
indicate nello schema con A B, cia-
scuna delle quali occupa circa la meta
della basetta stampata, che corrispon-
dono rispettivamente al controllo del
tempo di eccitazione e a quello di
diseccitazione del relé.
L’alimentazione viene stabilizzata da
Tas
ee SSsi
eeas un integrato 7809, il primo dei cinque
previsti dallo schema. Gli altri quattro,
identici, sono contatori binari 4060, a
BUONO D’ORDINE A PAG. 63 due a due connessi in modo tale da
controllare le due temporizzazioni.
Quelli identificati con le sigle IC2 e
»»
ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1997 - Pag. 56
ee
Ecco
il
prototipo del
temporizzatore ciclico
programmabile, come da noi
realizzato e collaudato.
Nonostanie i molti componenti
il montaggio é alla portata di tutti.

Un temporizzatore con una gamma cosi


ampia di tempi, consente numerosissimi
impieghi, dal comfort domestico ad
applicazioni tecniche specifiche.
Nel fotomontaggio un'idea d'uso: la
programmazione

=
di
e€ spegnimento

condizionatore)
vari cicli di accensione

ci
per una stufetta (o un
fa risparmiare sulla
bolletta e aumentail comfort.
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ELETTRONICA PRATICA
ll circuito
stampato e qui
visto dal lato
rame nelle sue
dimensioni reali.
La sua
realizzazione
(necessaria se
non acquistiamo
il kit), richiede
una certa
esperienza, per
la presenza
di piste sottili
e ravvicinate.

Ottobre 1997 - Pag. 57


C9


a4 ¢€
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ss

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foes

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SEZIONE A oe SEZIONE B
Schema elettrico del temporizzatore ciclico programmabile.
L’alimentazione viene stabilizzata da IC1. Gli altri quattro integrati,
identici, sono contatori binari 4060, a due a due connessi in modo tale
da controllare le due temporizzazioni.

Piano di montaggio del circuito. Dal


contenitore in cui inseriremo labasetta,
devono fuoriuscire gli alberini dei due
potenziometri, i contatti per
Putilizzatore da comandare e le prese
per l’alimentatore.
a “+
42-24 Vcc


4:8?
=
HE
0:0
0:0
cH

=
was
=
er 0:0

670

|
tl
SEZIONE

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1997 - Pag. 58


A SEZIONE B
IC3 permettono di scandire il tempo di zione nel modo di seguito descritto.
_ict_ D1
Frit-o+
eccitazione del relé, mentre IC4 e IC5
controllano la durata degli intervalli di
Nel caso in cui il primo ponticello sia
collegato fra 1 punti A e X ed il secon-
o riposo. do fra i contatti della coppia numero 1,
> La circuiteria collegata alle due coppie il tempo che
si ottiene é pari a 1024/f,

i
di contatori ha una struttura del tutto

dove f é la frequenza in Hz dell’ oscil-
simmetrica, che consente di impostare lazione in uscita dal pin 9 dell’ integra-
due intervalli di tempo secondo stes- to IC2 oppure IC4. A sua volta f pud
N
lo

ee so concetto. variare fra 65 e 130 Hz a seconda della


posizione del potenziometro P1 oppure
P2 (ricordiamo sempre che tuttii
INTERVALLI DI TEMPO discorsi valgono per entrambe le
sezio-
ni del circuito). Se il primo ponticello é
Alluscita di IC2 e di IC4 é infatti pre- collegato invece fra i punti B e X il
disposta una prima serie di tre contatti tempo e dato da 131072/f. La durata
(A, B, X) che offrono la possibilita di degli intervalli di tempo cosi ottenuti
collegare un ponticello fra 1 punti A e diventa il doppio se il secondo ponti-
C2 C1 X oppure fra i punti B e X. All’uscita cello é collegato fra la coppia di con-
degli integrati [C3 e IC5 vi sono altre tatti numero 2, il quadruplo se la cop-
sette coppie di contatti, corrispondenti pia é la 3 e cosi via.
rispettivamente alle uscite dell’integra- Riepilogando, il ponticello fra A e X
to e all’ingresso del transistor (Q1 oppure B e X stabilisce la scala dei
oppure Q2) che costituisce lo stadio tempi, quello fra una delle coppie di
finale di attivazione del relé RL. Fra contatti numerate da 1 a 7 serve ad
ciascuna delle coppie di contatti,
numerate da | a 7 in entrambe le sezio-
impostare la gamma di variazione e
infine il potenziometro Pl oppure P2
ni del circuito, va collegato un altro permette di effettuare una regolazione
ponticello per stabilire la temporizza- »»>

Scala 1: ponticello fra A e X

Ponticello in Tempo Tempo


COMPONENTI uscita da
IC3 0odaIC5
minimo massimo

Ri = R2=8 kO ] 8 sec 15 sec


R3 = R4 = 47 kQ
2 15 sec 30 sec
R5 = R6 = 2,2 kQ
R7 = 1kQ ; stesso Bisse
P1 = P2 = 22 kQ (potenziometri) Le due tabelle si
Ci = 100 uF - 50 V (elettrolitico) riferiscono 4 1 min 2 min
C2 = 100 uF - 16 V (elettrolitico)
C3 = 22 uF - 16 V (elettrolitico)
indifferentemente
controllo del tempo di
al 5 3
is
oni

ae
Aa
C4 = 1 uF - 16 V (elettrolitico) eccitazione del rele (IC3)
e al periodo in cui lo
6 A min 8 min
C5 = 1 uF - 16 V (elettrolitico) 7 8 min 16 min
C6 = 0,15 uF (poliestere) stesso rimane diseccitato
C7 = 0,15 uF (poliestere) (integrato IC5). A seconda
C8 = 33 kpF (poliestere) che un ponticello sia :
Scala 2:: ponticello fra B e X
C9 = 33 kpF (poliestere) inserito fra i punti A e X
C10 = 100 kpF (ceramico) si
oppure B X;, ottengono
due diverse scale
Ponticelloin
uscita da
Tempo
minimo
Tempo
Di = 1N 4001 (oppure massimo
4002,4003...4007) temporali. La gamma di
valori allinterno di
1C3 odaICs

D2 = 1N 4148
ciascuna scala puo essere ] 17 min 34 min
Qi = BC 304 impostata grazie ai
Q2 = 2N 1711 2 ie
34 min I h 8 min
RL = micro relé 6 V
ponticelli identificati con
i numeri da 1 a 7. Infine la 3 1h min 2h 16 min
2
8&

PS = pulsante ON regolazione fine all’interno


IC1 = 7809 di ciascuna gamma va 4 2h 16 min 4h 32 min
:

IC2 = 4060 B effettuata mediante


IC3 = 4060 B i potenziometri. Le sigle


5 4h 32 min 9h4 min
IC4 = 4060 B hanno i seguenti 6 9h 4 min 18 h 8 min
IC5 = 4060 B significati: sec = second;
4 zoccoli a 16 piedini 7 18h8 min 36h 16 min
min = minuti; h = ore. wees
ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 59
1 1: i transistor Qi e Q2 sono entrambi
in contenitore metallico: il senso
d’inserimento pud essere dedotto dal
dentino che sporge dal corpo. Questi
due componenti pilotano
’eccitazione del rele.

2: nel circuito troviamo tre


brevi ponticelli in filo nudo,
eventualmente
recuperabile dal taglio dei
reofori. Si inseriscono
e
saldano come fossero
si

normali componenti.

fine e continua all’interno di ciascuna E inoltre possibile far funzionare il Ovviamente i ponticelli possono essere
dispositivo come temporizzatore non sostituiti con contatti mobili e |’intera
gamma. L’apposita tabella riassume
tutte le possibilita di regolazione dei ciclico: basta semplicemente evitare di basetta pud essere racchiusa in un con-
tempi offerte dal circuito. inserire i due ponticelli nella sezione B tenitore dal quale dovranno sporgere le
Quando viene fornita |’ alimentazione, (cioé fra i contatti X, A, B all’uscita di manopole dei due potenziometri Pl e
il ciclo pud iniziare con l’intervallo di IC4 e fra le coppie di contatti 1-7 P2 e il pulsante PS.
riposo del relé oppure con |’intervallo all’uscita di ICS). Il circuito richiede un’alimentazione
di eccitazione. Nel secondo caso occor-
re premere l’apposito pulsante PS
In tal caso, premendo ilpulsante PS, il
relé rimane eccitato per tutto il tempo
compresa fra 12 e 24 V, ha un assorbi-
mento massimo di 120 mA e i contatti
immediatamente dopo aver collegato impostato tamite i ponticelli della del relé sopportano una corrente massi-
l’alimentatore o la batteria. sezione A. ma dil A.

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ELETTRONICA PRATICA Ottobre 1997 - Pag. 60


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SERIE LG"
Le cassette serie LC, sono eseguite con lamiera in acciaio 10/10 vemiciata polvere
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180 . | pannelli anteriore e posteriore, sono eseguiti in alluminio 10/10 protetto da pellicola
trasparente in PVC che permette di eseguire lavorazioni meccaniche sul pannello senza
segni o striature. | fianchi laterali costituiscono con i pannelli una struttura portante,
permettendo Tispezionabilita intema dei circuiti senza smontare completamente la
scatola.

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ANNO 26° - Novembre 1997

Un esposimetro e II prova buzzer, consente Ecco un caricabatteria per Effetto alba-tramonto,


indispensabile per chi di testare in modo attivo, il auto che potremmo defmire fuochi di pastori che si
stampa le foto in proprio, per funzionamento dei buzzer “intelligente”: la carica viene accendono, cometa che
stabilire con precisione il ceramici, ossia dei cicalini automaticamente interrotta appare di notte e mulino che
tempo di esposizione della che usiamo spesso come quando la batteria ha va di giomo. Tutto questo ĕ
carta fotografica. segnalatori. raggiunto la giusta tensione. il presepe elettronico.

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PRATICA non assume alcuna 48 Luce a tem po sulle scale
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direttore responsabile Massimo Casolaro REDAZIONE


tel. 0143/642492 UFFICIO ABBONATI * Tel. 0143/642232
direttore esecutivo Carlo De Benedetti
0143/642493 dalle ore 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30
coordinamento Massimo Casolaro jr. fax 0143/643462
L’abbonamento a
redazione Dario Ferrari AMMINISTRAZIONE ELETTRONICA PRATICA
Antonella Rossini tel. 0143/642398 con decorrenza
disegni e schemi Piergiorgio Magrassi da qualsiasi mese
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ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 3
ASSISTENZA SATELUTARE IN AUTO
Cellway rivoluziona i concetti tradizio- di questo prodotto consiste in un piccolo
nali di antifurto e di assistenza all’auto- dispositivo di facile installazione nel
mobilista e rappresenta un’ottima inte- quale sono concentrati il computer, il
grazione fra le due tecnologie vincenti ricevitore dei segnali GPS ed un potente
del momento: la telefonia cellulare ed il telefono cellulare E-tacs. L’apparato,
sistema GPS, che grazie ad una costella- che va collocato in un punto della vettu-
zione di satelliti artificial orbitanti per- ra sicuro e difficilmente accessibile,
mette una precisissima localizzazione comprende anche una batteria tampone
sulla Terra (lo scarto ĕ di appena 20 che ne assicura sempre il funzionamento
metri). Un’apposita centrale di assisten­ ed ĕ collegato ad un microtelefono da
za riceve dall’autoveicolo le coordinate L’automobilista pud contattare installare sul cruscotto. Ovviamente il
della posizione, rilevate dal ricevitore telefonicamente la Centrale conducente puo chiamare in qualunque
GPS di bordo e, in caso di emergenza, ĕ Operativa Cellway oppure inviare momento la centrale operativa Cellway
in grado di intervenire rapidamente e nel segnali di allarme mediante per qualsiasi necessity, ma cio che rende
modo piu opportuno. II sistema di bordo gli appositi tasti. veramente sicura la guida ĕ la possibility

DOPPIA MEMORIA IN META SPAZIO


Le memorie flash rappresentano il compromesso ottimo fra le
caratteristiche di velocita, tipiche delle memorie volatili (RAM), e
quelle di permanenza dei dati tipiche di quelle non volatili (ROM,
EPROM, EEPROM). A queste si aggiunge una tendenza crescente
verso la miniaturizzazione, che le rende perfettamente idonee a
soddisfare i requisiti di leggerezza e maneggevolezza dei modemi
PC portatili. E’ del gennaio di quest’anno l’annuncio da parte di
Sharp Electronics Corporation della produzione, nell’ambito di un
accordo con Intel, di nuove memorie flash da 4 e da 8 Mbit, le cui
dimensioni sono il 33% di quelle della precedente generazione.
Sulla stessa tecnologia si basano anche le nuove memory card,
sempre prodotte da Sharp, che sul mercato non hanno eguali in
fatto di miniaturizzazione. Le loro dimensioni sono infatti un
quarto rispetto a quelle dei componenti analoghi finora prodotti
e pertanto rappresentano la soluzione piu promettente per telefoni
cellulari e microregistratori. Ricerca Sharp.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 4


di contattare la stessa centrale
mediante tre pulsanti di emergenza PRODUTTORI DI CHIP
situati sul supporto del microtelefo-
no. II pulsante giallo ĕ la segnalazio- CONTRO LA NEMICA POLVERE
ne di allarme sanitario, utile nel caso
sfortunato di un incidente o di un
malore. La centrale, ricevuto 1'allar­
me, interviene tempestivamente su
due fronti: un immediato contatto
telefonico con rautom obilista da
parte di un medico che fornisce con
grande efficienza le indicazioni di
primo soccorso e, contemporanea-
mente, l’invio di un mezzo sul luogo
dell’incidente, localizzato grazie al
sistema GPS. Col pulsante verde
viene invece richiesta alia centrale
l’assistenza meccanica in caso di gua-
sto: sempre grazie al sistema GPS
viene individuata la posizione del vei-
colo ed in tempi brevissimi viene
inviato il carro attrezzi; se necessario
puo anche essere fomita un’auto sosti-
tutiva. Infine il pulsante rosso, situato
in una posizione nascosta, ĕ predispo- I wafer di silicio da cui sono ricavati i chip sono trasferiti da una postazione alfaltra
sto come segnale anti-aggressione: in di lavorazione mediante sistemi di trasporto detti carrier. Questi sono identificati con
questo caso le informazioni del siste­ il codice relativo al lotto di fabbricazione, la cui lettura puo avvenire anche 800 volte
ma GPS e la comunicazione mediante nel corso del processo produttivo. Di conseguenza ĕ importante che tale lettura non
telefonia cellulare permettono alia solo sia priva di errori ma che avvenga in ambienti controllati in modo tale da evitare
centrale di attivare le forze delPordine. il contatto dei componenti con polvere o altre fonti di impurita, tutti elementi che
A queste funzioni fondamentali si uni- comportano notevoli perdite economiche. La soluzione vincente per questi problemi
sce la possibility da parte della centra­ ĕ rappresentata dalla tecnologia di identificazione a radiofrequenza RFID della Texas
le di conoscere istante per istante la Instruments unita al controllo automatico di processo della Fluoroware Inc. Il sistema
posizione dell’autovettura, e quindi di prevede 1’identificazione automatica senza alcun contatto o intervento diretto da
poteme seguire gli spostamenti in caso parte degli operatori. Sui contenitori dei wafer e al polso degli operatori ĕ infatti
di furto. Il sistema di bordo costa lire posizionato un transponder che, in ogni fase del processo, viene interrogato dal
2.500.000, l’abbonamento annuo com- computer centrale che verifica la congruenza fra il codice rilevato e la fase stessa.
pleto costa 790.000 lire Ricerca Texas Instruments.
Cell way. (tel. 167/580580)

IL VOLT DETECTOR
Ĕ decisamente vantaggioso, sia dal punto di vista della sicurezza
che della praticita d’uso, poter verificare la presenza della tensione
di rete nei cavi elettrici dell’impianto di casa oppure in certe
basette direttamente alimentate dai 220 V, senza dover accedere ad
elementi conduttori. L’operazione ĕ resa ancor piu facile da questo
piccolo strumento che addirittura puo funzionare senza contatto.
Il volt detector ELD 9250 infatti, che si impugna come una penna,
puo essere avvicinato a prese, interruttori, cavi elettrici ed ĕ dotato
di un indicatore a led rosso che si accende in presenza di tensione.
Il dispositivo ha una sensibilita tale da essere efficace fino ad una
distanza di circa 4 mm da un conduttore di sezione pari a 2,5 mmq
sottoposto ad una tensione di 230 V. Anche se indicato per la
tensione standard di rete a 220 V, ĕ in grado di rilevare la presenza
di tensioni rispetto a terra comprese fra 180 e 300 V. Viene
alimentato con 2 batterie mini stilo (AAA) da 1,5 V. Lire 40.000.
Dessy Elettronica. (20128 Milano - Via Teocnto, 46/48 - Tel 02/2550447).

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 5


DENTRO LA RADIO

Hanno ildelicatissimo compito di selezionare, insieme


ad un condensatore, le frequenze provenienti dall'etere
o prodotte da un generatore/ lasciando passare solo
quella che ci serve.

sistono svariati tipi di bobine, che si chi si occupa di radio. Quando passa una lega la forza elettromotrice indotta con
E differenziano fra loro per la lun-
ghezza del conduttore, la qualita di que-
corrente altemata attraverso il filo con­
duttore che compone una bobina, questa
la variazione di corrente nel tempo,
viene detto induttanza. Questa grandezza
sto, il numero delle spire, le dimensioni, si avvolge spontaneamente di un campo fisica si esprime, simbolicamente, trami-
la forma e la presenza o meno dell’ele- elettromagnetico variabile. Contempora- te la lettera L, di cui 1’henry ĕ l’unita di
mento di supporto. Anche la destinazio- neamente, le linee di forza del campo mi sura.
ne delle bobine ĕ diversa a seconda del elettromagnetico concatenate con la Negli apparecchi radio si possono trova-
modo in cui esse vengono costruite. bobina stessa, autoinducono nel compo- re bobine di induttanza, avvolte su
Abbiamo infatti bobine per bassa fre- nente una forza elettromotrice che, piu nucleo di ferro, di valore elevato, ad
quenza, per radiofrequenza e per alta comunemente, viene denominata tensio- esempio di 10 henry ; se ne trovano altre
frequenza. In questo articolo ci occupia- ne autoindotta. Ecco perchĕ le bobine di piccolo valore e sono quelle usate nei
mo esclusivamente di quelle per alta fre­ assumono anche la denominazione di circuiti di alta frequenza: 1’induttanza di
quenza, che maggiormente interessano induttori ed il parametro elettrico, che queste bobine puo essere di un centinaio

Le bobine per alta


frequenza che
troviamo in
commercio hanno
forme molto diverse.
In molti casi e anche
possibile
autocostruirle,
utilizzando o meno
il nucleo in materiale
ferromagnetico.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 6


di microhenry, per le bobine per onde
medie, e di uno o due microhenry per le ITE
bobine per onde corte. IN FERRITE

Quando si accoppiano le induttanze con PRIMO


i condensatori, si ottengono dei circuiti AVVOLGIMENTO
SUPPORTO ISOLANTE
in grado di selezionare le frequenze pro- FILETTATO
INTERNAMENTE
dotte da una qualsiasi sorgente esterna,
lasciandone passare solo una, detta fre-
quenza di risonanza. Nella realta circui-
tale non si possono concepire circuiti
risonanti perfetti, perchĕ i coinponenti
elettronici che concorrono alia loro for-
mazione accusano sempre delle perdite SECONDO Quando per ragioni di regolazione
di energia. Ad esempio, una perdita di AVVOLGIMENTO
si deve ricorrere all’uso di nuclei
energia ĕ provocata dalla resistenza del ferromagnetici, e sempre bene
filo conduttore che compone la bobina; accertarsi che questi elementi
un’altra perdita si verifica nel dielettrico siano i piu idonei a far lavorare la
dei condensatori. E queste perdite posso­ bobina al suo valore massimo di
no essere idealmente conglobate nel PIEDINI frequenza. Per esempio, con valori
valore di una resistenza equivalente R: il
di frequenza molto elevati sono da
valore della resistenza R determina il
evitarsi i nuclei muniti di vite di
cosiddetto fattore di merito (Q) del cir-
regolazione come quello qui
cuito. Quanto piu basso risulta il valore
riportato a sinistra.
della resistenza R, tanto piu il circuito
oscillante presenta caratteristiche simili
al circuito teorico puro. A1 contrario, con
Taumentare del valore della resistenza i%^ n
R, si verifica un allargamento della f KHz Q L m RS
curva di risposta del circuito risonante o, 5000 -r 100.0 1
come si suol dire, un allargamento della m

3000 70.0
banda passante. Per calcolare in misura
Uj a Uj
approssimativa, graficamente, il fattore 2 00 0 r :

50.0
di merito Q di un circuito risonante u. $Uj
$ <3
(quindi la sua selettivita) si puo far ricor- to
1000 - ł Uj
so all’abaco ripoitato qui a franco. Qr 30.0
o to
700
2 20.0
to
500 Uj
CON E S EN ZA N U CLEO 2 10 U:
300
Quando la bobina di induttanza per alta 10 20
200 10.0
frequenza deve essere costruita, occorre S'

sempre ricordare che, prescindendo dai 30


7.0
dati di progettazione, occorre evitare 100 - ř 10 / 50
ogni eventuale deforaiazione meccanica / 5.0
del componente, che potrebbe influenza- 70 70
re, anche in misura rilevante, il valore 50 100
10 3.0
dell’induttanza stessa. Per tal motivo, -

dunque, consigliamo di ricorrere sempre 30 V'


2.0
alPuso di supporti che consentano un 200
20
solido fissaggio delPavvolgimento. Questo abaco consente 300
Se l’avvolgimento ĕ composto di spire di individuare il fattore xs
spaziate fra loro, ĕ consigliabile servirsi 10
di merito Q di un circuito 1.0
500
di filo di rame argentato che migliora il risonante. Si collega, tramite
fattore di merito Q. Se per ragioni di .7 700
un righello, il valore della frequenza
regolazione ć necessario ricorrere agli WOO
di lavoro previsto con quello .5
avvolgimenti muniti di nucleo ferroma-
dell’induttanza L misurata in
gnetico, ĕ sempre bene accertarsi che
millihenry (mH) della bobina, 2000
questo elemento risulti idoneo a far lavo- .3
intercettando un preciso punto
rare la bobina con la massima frequenza 3000
sulla linea di riferimento.
del circuito. .2
Successivamente si unisce tale
Quando si opera con valori molto elevati 5000
punto con quello relativo al valore
di frequenza, sono da preferirsi i nuclei
sprovvisti di viti di regolazione, indiriz- della resistenza-equivalente-serie 7000
RS. II valore e ottenuto sulla scala Q. .1
zando sempre la scelta verso quelli a 10 000
regolazione diretta.
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 7
FOTOGRAFIA

Indispensabile a chi stampa le foto in proprio, questo


dispositivo consente di stabilire con precisione il tempo
urante il quale la carta fotografica deve rimanere
esposta alia proiezione aell'ingranditore.
Ecco il prototipo dell’esposimetro
per ingranditore come da noi
realizzato e collaudato.
II montaggio della basetta e molto
semplice; piu complessa
e I’installazione del sistema
nell’ingranditore.

* **
+4

utti coloro che si dilettano di foto-


T grafia, e in particolare che si stam-
pano in proprio le loro copie, sanno bene Soluzione
come non sia facile azzeccare il tempo suggerita per il
di esposizione sotto 1'ingranditore. Ecco posizionamento
spiegato il motivo per cui ĕ stato messo del fotoresistore
a punto questo circuito, che permette di in zona
valutare la luminosita dell’immagine ingranditore,
proiettata sul piano dell’ingranditore nonche per il
stesso e che facilita cosi la regolazione suo miglior
del diaframma in modo da aveme Taper- sfruttamento,
tura necessaria. Passiam o allora tramite
all'esame dello schema elettrico. opportuna
lente da
acquistare in
PESA R E LA LU C E un negozio
specializzato,
Avendo a che fare con la luce, il nostro facendosi
circuito parte da un fotore si store (FR), consigliare sul
che ha appunto la mansione di rilevare la tipo piu adatto
quantita di luce; il cuore del circuito ĕ alle nostre
pero l’integrato IC1, un classico opera- esigenze.
zionale che ha lo scopo di esaltare le
variazioni di tensione prodotte dalla mag-
giore o minore illuminazione di FR. In
condizioni di riposo, grazie al valore del
partitore R2-R3, IC1 presenta in ingresso
una tensione pari a 4,5 V, cioĕ la
»»

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 9


Schema elettrico
dell’esposimetro i
per ingranditore; |
le funzioni .
elettroniche sono i
svolte da IC1, |
mentre la .
segnaletica di «
funzionamento e |
affidata a DLV .

COMPONENTI
R1 = 220 kn (trimmer R6 = 2.700 Q DLV = led verde
vedi testo) R7 = 1.000 Q DVR = led rosso
R2 = 10 kQ C1 = 0,1 (iF (ceramico) DTG = led lampeggiante
R3 = 10 ki > C2 = 47 |iF -16 V FR = fotoresistore
R4 = 1 M l ■ (elettrolitico) PT = interruttore
R5 = 2.700 Q IC 1 =TL071 a pulsante

Piano di montaggio della basetta p j A II circuito stampato ĕ qui visto dal lato
a circuito stampato. A \ jf' rame nelle sue dimensioni reali.

vcc

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 10


ESPOSIMETRO
H IN G R A N D IIO R E
meta esatta di quella di alimentazione. con garanzia di buon risultato. II diodo
Questo pero avviene solamente se anche DTG ĕ invece un tipo ad intermittenza,
il pin 2 (cioĕ l’ingresso invertente) ha per differenziarlo nettamente dagli altri
esattamente lo stesso valore di tensione: due: esso pero ha solamente la funzione
basterebbe qualche centinaio di millivolt di spia, di indicare cioĕ che il circuito ĕ
in meno di 4,5 V per portare Fuscita a sotto tensione e quindi pronto al lavoro.
+9 V, oppure qualche centinaio in piu Il secondo schema parziale viene ripor-
per portare Fuscita a zero volt. L 'esatta tato in questa pagina per meglio chiarire
centratura della tensione sul pin 2 viene la funzione di IC1, che viene qui simbo-
fatta dal trimmer Rl; poi il fotoresistore lizzata in base al suo comportamento,
posto alFingresso, variando il proprio ovvero come un deviatore a tre posizio-
valore resistivo in base alia luce che lo ni. In A, quando Fuscita di IC1 ĕ alta (9
colpisce, fa variare in piu o in meno la V), ĕ DLR che si accende, mentre Faltro
tensione presente sul pin 2, e di conse- led rimane spento; in B, quando Fuscita
guenza quella in uscita (pin 6). L’ampli- di IC1 va bassa (circa zero), ĕ DLV che
ficazione dell’integrate ĕ stabilita dal si accende, e resta spento Faltro led; in
valore di R4, che quindi controlla prati- C, che ĕ il caso in cui il circuito rimane
camente la sensibilita di risposta del bilanciato, i due led segnaletici sono
dispositivo alia luminosita della superfi- accesi entrambi. Per quanto riguarda
cie esplorata. L’indicazione ĕ tutta forni- F alimentazione, il circuito funziona otti-
ta dal comportamento dei due led DLV e mamente a 9 V, ottenuti con due pile da
DLR. Quando FR ĕ colpito da luce 4,5 V collegate in serie; essa viene appli-
eccessiva la tensione al pin 2 si abbassa, cata solo quanto PI ĕ mantenuto premu-
e di conseguenza si alza sin verso i 9 V to, in quanto ĕ stato appositamente scel-
Fuscita di IC1, provocando Faccensione to un inteiTuttore a pulsante.
di DRL. Se invece FR ĕ colpita da luce Se il lettore trovasse il sistema un po’
scarsa, Fuscita di IC1 va a zero e si scomodo in quanto tiene una mano
accende stavolta DLV. impegnata, puo sostituirlo con un inter-
Nel caso in cui FR riceva il giusto valore ruttore a levetta o similare. Naturalmen-
di luminosita, ecco allora che ambedue i te, chi non volesse usare pile bensi Fali­
led si accendono contemporaneamente mentazione da rete, puo adottare un pic­
(anche se emettono poca luce): ĕ questa colo alimentatore a 9 V con 150/200 mA
la condizione, e Findicazione, che ci di erogazione.
segnala che possiamo stampare la foto »»

Stralcio di schema
semplificato, per indicare
visivamente le 3
condizioni di
funzionamento. In A,
quando Fuscita di IC1
e alta (9 V), ĕ DLR che si
accende, mentre Faltro
led rimane spento: c ’e
troppa luce. In B, quando
l’uscita di IC1 va bassa
(circa zero), e DLV che si
accende, e resta spento
I’altro led: cosi la luce
e poca. In C, che ĕ il caso
in cui il circuito rimane
bilanciato, i due led
segnaletici sono accesi
entrambi: cosi la luce
e giusta.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 11


ESPOSIMETRO
La pratica realizzazione del nostro cir-
cuito se ne sta comodamente su una pic-
cola basetta il cui montaggio andiamo
subito a descrivere, riferendoci come
sempre alia nostra versione a circuito
stampato.
E consigliabile iniziare col posiziona-
mento dei resistori. verificandone la cor-
rispondenza fra codice colori e valore
desiderata, poi si montano lo zoccolo (a
8 piedini) per IC1 ed i necessari termina-
I led si montano dopo li ad occhiello per il cablaggio estemo.
averne individuato il Dei due condensatori. uno ĕ elettrolitico
senso d’inserimento e va quindi inserito rispettandone la
nel piano di polarita indicata; altrettanto dicasi per i
montaggio. tre led, il cui riferimento ĕ dato dal leg-
gero smusso, presente sul bordino spor-
gente, in comspondenza del terminale di
catodo.
Si sistemano poi il trimmer-potenziome-
tro R1 ed il pulsante PI, inserendo infine
IC1 nello zoccolo, avendo cura di orien-
Oltre ai led e
tare il piccolo incavo presente su uno dei
all’integrato, I’unico
lati corti del suo corpo secondo le indi-
cazioni del disegno.
altro componente
Il sensore, ovvero FR, puo essere
polarizzato e
momentaneamente saldato agli appositi
l’elet’ rolitico C2.

Iniziamo col ricordare che un led (da light emitting diode) e un diodo ci se-
miconduttore (per la precis ione, arseniuro e fosfuro di gallio) che converte,
con buona efficienza, Venergia elettrica della sua alimentazione in radia-
zione elettromagnetica visibile (ovvero luce) oppure infrarossa; cid avviene
grazie al fenomeno dell'elettroluminescenza che si verifica quando la giun-
zione PN e polarizzata in conduzione. Se ne ottiene quindi un semplice, pic­
colo ed economico dispositivo fotoeminente usato per realizzare gli indica-
tori numerici o le spie luminose a stato solido. A seconda del materiale im-
piegato per la realizzazione del diodo, Vemissione luminosa pud cade re in
zone diverse dello spettro di radiazione; piu norrnalmente si ha a che fare
con led rossi, verdi od a luce infrarossa. Facendo ricorso a materiali diver-
si, anche il valore della tensione cui corrisponde la soglia di conduzione, e
quindi Vemissione, e leggermente diverso; per esempio, questo valore e di
circa 1,6 V per i rossi e 2,3 per i verdi.
Oltre ai tipi normali di led (Vaggettivo si riferisce alia tipologia del suo
funzionamento), esistono anche quelli cosiddetti temporizzati, ovvero lam-
peggianti, all'interno dei quali e cioe inserito, oltre alia prevista giunzione
PN, anche un vero e proprio multivibratore astabile (praticamente, il chip
di un 555) che pilota il diodo in modo intermittente, cosi da fargli produrre
un lampeggio continuativo, cosa utile nel caso si vogliano ottenere segnala-
zioni particolari.
Nell'illustrazione qui riportata, in A e illustrato un led di tipo piu comune,
dove a e k sono rispettivamente anodo e catodo, mentre con t e indicata la
tacca che sta a contrassegnare il catodo (in genere, esso coincide anche col
terminale piu corto): cid vale sia per il simbolo grafico che per il disegno
vero e proprio del dispositivo. In B e e invece Vanaloga rappresentazione
del tipo lampeggiante, quello cioe contenente un piccolo chip multivibratore.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 12


•—

terminali d'ingresso, per il controllo pre-


liminare di funzionamento. ma poi e
consisliabile inserirlo dentro un tubetto
(o una scatolina) di plastica in qualche
modo fissato all'ingranditore; l’apposita
figura da un’idea di come va applicato il
dispositivo.
Ĕ prevista anche una semplice lente
(anche un fotografo dilettante sapra
come sceglierla e montarla), utile per
concentrare la luce del piano di lavoro
dell*ingranditore su FR: poi un comune
cavetto bipolare serve a collegare FR al
dispositivo elettronico, ovvero alia PER CIRCUIT!
basetta.
La taratura di R1 richiede un po' di
attenzione; si tratta di regolarlo, una
STAMPATI L 18.000
volta per tutte, su una quantita di luce
che va trovata sperimentalmente realiz- Dotato di tutti gli elementi
zando vari provini: a questo punto. per la necessari per la composizione
stampa delle nostre foto non abbiamo di circuiti stampati su vetronite
piii bisogno di fare prove. o bachelite, con risultati tali
Per concludere. si puo solo aggiungere da soddisfare anche i tecnici
che, sostituendo, per Rl, al normale tipo piu esigenti, questo kit contiene
di trimmer-potenziometro, uno del tipo L’ingranditore proietta I’immagine pure la speciale penna riempita
multigiri, si puo eseguire una regolazio- del negativo sulla carta fotografica, di inchiostro resistente
ne piii facile (ed anche piu precisa). imprcssionandola. al percloruro.

Caratteristiche
UN DIODO CHE SI ACCENDE - Consente un controllo visivo conti-
nuo del processo di asporto.

DI TU ni ICOLORI - Evita ogni contatto delle mani con il


prodotto finito.
- Ĕ sem pre pronto per I’uso, anche
dopo co n se rv a zio n e illim itata nel
tempo.
- II contenuto ĕ sufficiente per trattare
piu di un migliaio di centimetri qua-
drati di superfici ramate.

'j* V
\
A\ V

II kit per circuiti


stampati ĕ corre-
dato di un pie-
ghevole, ricca-
mente illustrato,
in cui sono elen-
cate tutte le ope-
razioni pratiche per la preparazio-
ne del circuito. II suo prezzo, e di
L. 18.000, piu lire 5.000 per spese
di spedizione. Le richieste debbono
In A e illustrato un led di tipo piu comune, dove a e k sono essere fatte inviando I’importo cita­
rispettivamente anodo e catodo, mentre con t ĕ indicata la tacca to a: STOCK RADIO - 20124 MILANO
Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831) a
che sta a contrassegnare il catodo. In B c ’e invece I’analoga mezzo vaglia postale, assegno ban-
rappresentazione del tipo lampeggiante, quello cioe contenente cario o conto corrente postale n.
un piccolo chip multivibratore (IC1). 46013207.
PIEMONTE TRENTINO ALTO ADIGE ABRUZZI
ALBA(CN) FAZIO R. C.so Cortemilia, 22 Tel.0173/441252 BOLZANO R A D I O M A R K E T V.Rosmini Str.8 Tel.0471/970333 CHIETI S C A L O E L . T E . C O M P . V.le B.Croce,254 Tel.0871/560386
ALESSANDRIA C.E.P. EL. Via Pontida,G4 Tel.0131/444023 R O V E R E T O (TN) C . E . A . EL. V.le Vittoria.11 Tel.0464/435714 VASTO(CH) EL.A TTUR IO Via M.dell’Asilo,82 Tel.0873/367319
ALESSANDRIA ODICINO G.B. Via C.Alberto,18 Tel.0131/3450C1 TR E N T O F.E.T. Via G.Medici,12/4 Tel.0461/925662
A L P I G N A N O (TO) ETA BETA Via Valdellatorre,99 Tel.011/9677067 MOLISE
ASTI DIGITEL Via M.Prandone,16-18 Tel.0141/532188 ISERNIA
VENETO CAIAZZO Via 24 Maggio.151 Tel.0865/26285
ASTI M . E L . C O . C.so Matteotti.148 Tel.0141/355005 ISERNIA P L A N A R Via S.Spirito,8/10 Tel.0865/3690
BIELLA A . B . R . EL. Via Candelo,52 Tel.015/8493905 A RZIGN A N O (VI) NICOLETTI EL. Via Zanella, 14 Tel.0444/676609
BORGOMAN.(NO) BINA G. Via Arona.11 Tel.0322/82233 B A S S A N O (VI) TIM A R EL. V.le Diaz,21 Tel.0424/503864
B O R G O S E S I A (VC) M A R G H E R I T A G. V.Agnona.14 Tel.0163/22657 L E G N A G O (VR) GIUSTI SERV. V.le d.Caduti,25 Tel.0442/22020 CAMPANIA
CASALE M.(AL) DELTA EL. Via Lanza,107 Tel.0142/451561 M E S T R E (VE) S O . V E . C O . Via Ca Rossa.21/B Tel.041/5350699 ARIANO IRP. (AV) L A T E R M O T . V.S.LeonardO.16 Tel.0825/871665
CHIERI (TO) E . B O R G A R E L L O V.V.Eman.113 Tel.011/9424263 MONTECCHIO(VI) B A K E R EL. Via G.Meneguzzo,11 Tel.0444/699219 BENEVENTO FACCHIANO C.so Dante.29 Tel.0824/21369
C O L L E G N O (TO) C E A R T C.so Francia.18 Tel.011/4117965 PA D O VA E L E T T R . 3M Via M.Castello, 6 Tel.049/8685321 C A P U A (CE) G.T. EL. Via Riv.VoIturno.8/10 Tel.0823/963459
COSSATO(VC) R .T .R . Via Martiri Liberta,53 Tel.015/922648 SOVIZZO (VI) D . T . L . T E L . V. Risorgimento.55 Tel.0444/551031 CAST.D.STA.(NA) C .B . V.le Europa,86 Tel.081/8718793
CUNEO G A B E R Via 28 Aprile,19 Tel.0171/698829 ROVIGO RADIO F.ROD. V.le 3 Martiri.69 Tel.0425/33788 EBOLI (SA) FULG IO N E C. Via J.Gagarin.34
IVREA (TO) E L . V E R G A N O P.zza Pistone,18 Tel.0125/641076 VERONA G. BIANCHI Via A.Saffi.1 Tel.045/590011 NAPOLI E R .A B B A T E Via S.Cosmo,119/B Tel.081/284596
MO NCALIERI (TO) G . M . G R I L L O N E P.zza Failla,6/D Tel.011/6406363 VERONA RIC.TECNICA Via Paglia 22/24 Tel.045/950777 NAPOLI T E L .P I R O Via Monteoliveto.67 Tel.081/5524743
M O N D O V I ’ (CN) FIENO V. Via Gherbiana,6 Tel.0174/40316 VERONA TRIAC V.Cas.Ospital Vecchio.8a Tel.045/8031821 SALERNO G AL V.B IO N .C O M P . V. Mauri,131 Tel.089/338568
NOVARA JD E L E C T R . Via Orelii.3 Tel.0321/457621 VICENZA A . D . E . S . C.so Padova.170 Tel.0444/505178 T O R R E ANN.(NA) T U F A N O P.zza Cesaro,49 Tel.081/8613971
NOVI L. (AL) E.D.P. Con*.Inf. V.Capurro,20 Tel.0143/321542
O R B A S S A N O (TO) C . E . B . Via Nino Bixio,20 Tel.011/9011358 FRIULI VENEZIA GIULIA
P IN ER O L O (TO) C A ZZA DO RI P.zza Tegas, 4 Tel.0121/322444 UDINE R . T . S I S T E M UO. V.Da Vinci,76 Tel.0432/541549
RODOI D ’A. (CN) E L .G I O R D A N O Via Morando.21 Tel.0173/615095 LIGNANO S. (UD) V H F Radio TV Via Italia, 9 Tel.0431/70628 PUGLIA
SALASSA(TO) M A C R I ’ Via 4 Novembre,9 Tel.0124/36305 BARLETTA(BA) OLIVETO A. Via Barberini,1/c Tel.0883/573575
S A N T H I A ’ (VC) T . B . M . Via Gramsci,38-40 Tel.0161/922138 C A S A R A N O (LE) D . S . E L E T T R . C.so da Pigne Tel.0833/502230
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TORINO D I R I E L . C.so Casale.48 Bis - F CASALECCH.(BO) ARDUINI El. V.Porrettana,361/2 Tel.051/573283
Tel.011/8195330
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TORINO G A M M A EL. Via Pollenzo,21 Tel.011/3855103
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LA SPEZIA V.A.R.T. V.le Italia,675 Tel.0187/509768 L U C C A ARANCIO BIENNEBI Via Di Tiglio.74 Tel.0583/494343 PALERMO E L . A G R O ' Via Agrigento,16/F Tel.091/6254300
L A V A G N A (GE) D. S.EL. Via Previati,34 Tel.0185/312618 LUCCA S.ANNA C O M E L Via Pisana.405 Tel.0583/587452 PALERMO EL.GANGI Via A.Poliziano, 39 Tel.091/6823686
RAPALLO(GE) NEWTRONIC Via Betti.17 Tel.0185/273551 MONTEVAR.(AR) M ARRUBINI L. V.Moschetta,46 Tel.055/982294 PALERMO MEDIT.IMP. V.Spedalieri,28/C Tel.091/546724
S . R E M O (IM) PERSICI Via M.della Liberta,85 Tel.0184/572370 PISA E L . E T R U R I A Via S.Michele,37 Tel.050/571050 PALERMO PAVAN L. Via Malaspina,213/A Tel.091/6817317
S . R E M O (IM) TUTTA EL. Via d.Repubblica.2 Tel.0184/509408 PISA ELEPOINT Via E.Fermi,10 a Tel.050/44365 RAGUSA H O B B Y EL. V.le Europa,89 Tel.0932/252185
S A R Z A N A (SP) VINCENZI L.&M. Via Lucri,39 Tel.0187/620495 PISTOIA E L C O S Via Moretti,89 Tel.0573/532272 TRAPANI T U T T O I L M O N D O Via Orti, 15/C Tel.0923/23893
SAVONA 2002 ELETTROM. V.Monti.15/r Tel.019/825967 POGGIBONSI (SI) BINDI G. Via Borgaccio,80/86 Tel.0577/939998
SAVONA BORZONE Via Scarpa,13 R. Tel.019/802761 PRATO C . E . M . PAPI V.Roncioni.113/A Tel.0574/21361 SARDEGNA
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SAVONA EL.SA. Via Trilussa,23 R. Tel.019/801161 VIAREGGIO (LU) C . D . E . Via A. Volta.79 Tel.0584/942244 CAGLIARI Tel.070/666656
C A R T A B. Via S.Mauro,40
SESTRI L. (GE) MECIDUE Via Nazionale, 215/A Tel.0185/485770 CAGLIARI P E S O L O M. V.S.Avendrace.200 Tel.070/284666
CARBO NIA (CA) BILLAI P. Via Dalmazia,17/C Tel.0781/62293
LOMBARDIA LANUSEI (NU) B A Z A R CUBONI V.Umberto,113 Tel.0782/42435
ABBIATEGR.(MI) R . A . R . E . Via Omboni,11 Tel.02/94969056 UMBRIA SASSARI F U S A R O V. Via IV Novembre,14 Tel.079/271163
BRESCIA E L . C O M P O N . V.le Piave,215 Tel.030/361606 GUBBIO (PG) ZOPPIS C.so Garibaldi,18 Tel.075/9273795
B U S T O A R S .(V A ) NUOVA M IS E L Via I.NievoJO Tel. 0331/679045 P ER UG IA M . T . E . Via XX Settembre.76 Tel.075/5734149 SVIZZERA <*E>
C A S T E L L . Z A (VA) CRES PI G. V.le Lombardia,59 Tel.0331/503023 MASSAGNO
COCQUIO T.(VA) A M B R O S I O Via P.Maletti,8 Tel.0332/700184 MARCHE (LUGANO) T E R B A W A T C H Via Folletti.6 Tel.0041919660302
COGLIATE (Ml) E L . H O U S E Via Piave,76 Tel.02/9660679 ANCONA EL.FITTINGS Via I Maggio,20 Tel.071/804018
COMO C A R T Via Napoleona, 6/8 Tel.031/270777 CIVITANOVA (MC) G E N . R I C . E L . V. De Amicis.53/G Tel.0733/814254
COMO R.T.V. EL. Via Ceruti,2/4 Tel.031/507489 FABRIANO (AN) EL.FITTIN G S Via Serraloggia Tel.0732/629153
C R E M A (CR) R . C . E . V.le de Gasperi,22/26 Tel.0373/202866 F E R M I G N A N O (P S ) R.T.E. Via B.Gigli,1 Tel.0722/331730
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MODULO 6 VIE PER ACCENSIONE AUTOMATISMO DI SEQUENZA INTERFACCIA CON RS380 PER
LUCI IN SEQUENZA PER RS 380 LAMPADE 220Vca
Ĕ un modulo con il quale si possono fare accendere Collegato all'RS380 rende automatiche le sequenze Ogm interfaces RS382 pub essere applicata ad un
6 LED in sequenza. Dando alimentazione si accende aggiungendo inoltre una nuova funzione e cioĕ. quella modulo RS380 per tar si che anzichĕ i LED si
il primo LED, poi il secondo e cosi fino al sesto di spegnimento dei LED in successione partendo dal accendano lampade ad incandescenza 220Vca max
formando una barra luminosa. I tempi di accensione primo. Uno solo di questi moduli e sufficiente fino a 200W cad.
tra un LED e I'altro sono regolabili in modo indipen- 6 RS380 collegati insieme. In questo modo I'utilizzo si estende ad impieghi
dente tra circa 0 e 5 sec. Una pratica morsettiera facilita i collegamenti. professional!, richiami pubblicitari. insegne ecc.
Togliendo alimentazione. naturalmente. la barra di Grazie all’utilizzo di OPTOISOLATORI le altre schede
ALIMENTAZIONE: 12Vcc stab. non vengono in alcun modo a contatto con I’impianto
LED si spegne e ridandola nuovamente il ciclo
ASSORBIMENTO MAX: 20mA
ricomincia. Si possono collegare tra loro piii moduli in elettrico a 220Vca.
FUNZIONI: N.2
modo da poter formare una barra con quanti LED si Due pratiche morsettiere facilitano i collegamenti.
desiderano. Con due moduli la barra sara di 12 LED.
ALIMENTAZIONE: 220Vca
con tre di 18 e cosi via. A questi moduli puo essere
N. CANALI: 6
applicato il KIT RS381. che rende automatiche le MAX CARICO/CANALE: 200W
funziom di accensione e spegnimento barra in modo
continuativo e rende anche possibile lo spegnimento RS 381_________________L. 19.000 RS 382________________ L. 70.500
dei LED in modo sequenziale.
L’RS380 pub essere interfacciato con TRS382 con il
quale ĕ possibile fare accendere lampade ad incan-
descenza a 220Vca (max 200W cad.) utilizzandolo
cosi non soltanto in campo hobbistico o modellistico,
ma anche per msegne luminose e richiami pubblicitan
molto particolari. Una comoda morsettiera facilita tutti
i collegamenti.
Nel KIT non sono compresi i LED.

ALIMENTAZIONE: 12Vcc stab.


ASSORBIMENTO MAX: 70mA
USCITE: N.6
TEMPI REGOLABILI: 0*5 sec.
RS *»nn L. 33.500
CIRCUITI DIGITAL!

componenti elettronici digitali, detti anche logici, sono


I quelli che presentano, sia in ingresso sia in uscita, due soli
valori possibili di tensione, chiamati livelli logici o stati logi­
ci. Questi assumono vari nomi, tutti equivalenti: basso/alto,
falso/vero, off/on, chiuso/aperto e altri ancora. Inoltre proprio
a questi due diversi stati ĕ legato il concetto di bit o cifra
binaria. che puo avere solo i valori 1 oppure 0. Alla cifra 1
viene associato il valore “alto” o “vero”, corrispondente al
valore di tensione piii elevato fra i due utilizzati. oppure quel-
lo positivo (ad esempio +5 V), mentre alia cifra 0 ĕ associato
il valore “basso” o “falso'\ in altri termini la tensione piii
bassa oppure quella negativa.
I componenti
I elettronici digitali
v— al loro interno contengono
c
A B U gli stessi componenti dei circuiti analogici, principalmente
0 0 0 diodi e transistor, il cui funzionamento puo effettivamente
presentare due stati distinti, comspondenti alia conduzione o
0 1 1 all’interdizione.
1 0 1 Chi progetta o realizza circuiti con componenti logici non si
1 1 1 deve pero preoccupare della struttura interna del singolo
componente, ma solamente del suo comportamento in uscita
come conseguenza dell'ingresso, dove 1'ingresso e T uscita
possono sempre assumere due soli possibili stati.
Questo non significa che nelhutilizzare componenti digitali si
A B U debba ragionare solo in termini di 0 oppure 1, dimenticando
quindi che esistono tensioni e correnti, per due ragioni fonda-
0 0 0 mentali. La prima ĕ che i componenti digitali, in molti circui­
0 1 0 ■
ti, devono convivere con i componenti analogici; la seconda ĕ
1 che esistono diverse “famiglie” e diversi tipi di componenti
0 0 logici, di cui occorre verificare la compatibility.
1 1 1 Per questi motivi il progettista di un circuito completamente
digitale o comunque contenente componenti digitali deve
conoscerne le caratteristiche elettriche ai morsetti. Le princi-
pali sono le tensioni comspondenti ai due diversi livelli, la
massima potenza assorbita. il massimo numero di uscite digi­
A B u tali collegabili a ciascun ingresso (fan-in) e il massimo
0 0 1 %. j
numero di ingressi digitali collegabili a ciascuna uscita (fan­
0 1 0 out).
Tutti i circuiti elettronici digitali sono realizzati combinando
1 0 0 in diversi modi un insieme di circuiti elementari chiamati
1 1 0 porte logiche. Questi sono in grado di eseguire, sugli stati
logici o, se si preferisce, sui numeri binari, delle operazioni
logiche fondamentali.
La porta logica piu semplice ĕ quella chiamata N O T (nega-
zione) e come tutte le altre prende lo stesso nome della fun-
NAND A B u zione logica che realizza. E dotata di un unico ingresso: se
0 0 1 n questo ĕ a livello alto. Tuscita sara bassa, e vice versa. Tutte
le altre porte logiche hanno due o piu ingressi e una sola usci-
0 1 1
1 0 1
1 1 0
F* *» , w

Questi sono i simboli delle principali porte logiche


con le relative tabelle di verita. che rappresentano il valore
logico dell’uscita in funzione dei valori in ingresso.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 16


ta. La porta OR ha in uscita 1 quando almeno uno degli
ingressi ĕ 1, mentre quella AND ha 1 in uscita solo quando
tutti gli ingressi sono 1, altrimenti Vuscita ĕ 0.
Con due ingressi, ciascuno dei quali puo assumere due valori,
si possono ottenere 4 diverse combinazioni. Le funzioni logi-
che sono rappresentate da tabelle o tavole di verita che, per
ciascuna combinazione in ingresso, riportano 1' uscita corri-
spondente.
Oltre alle porte NOT, OR e AND ne esistono altre due fon-
damentali, chiamate NOR (il contrario dell'OR, cioĕ uscita 1
solo quando tutti gli ingressi sono 0) e NAND (il contrario
dell’AND, cioĕ uscita 1 in tutti i casi meno quando tutti gli
ingressi sono 1).
I simboli di due porte logiche che eseguono rispettivamente
una certa operazione e la sua opposta sono gli stessi e si dif-
ferenziano solo per la presenza di un pallino in prossimita
dell’uscita della porta che esegue Voperazione complemen-
tare (come si puo notare nei simboli di NAND e NOR). I
Esistono anche porte logiche con piu di due ingressi e a que- I

sto proposito va ricordato che con n ingressi si possono otte­


nere 2" combinazioni (8 con 3 ingressi, 16 con 4, ecc.).
In certi componenti si trovano anche due uscite, delle quali
una ĕ Topposta (ovvero il complement) dell'altra: anche nei
simboli di tali componenti le due uscite si distinguono per la
presenza di un pallino sul terminale corrispondente a quella
negata.
» »

1: le porte logiche si trovano integrate


in componenti che ne racchiudono piu di
una: possono essere porte dello stesso
tipo oppure di tipo diverso. In ogni caso i
A
pin relativi all’alimentazione e alia massa
sono comuni a tutte le porte.

BIT SOMMA
2: la funzione NOT pud essere ottenuta
anche con una porta NAND con gli
ingressi “parallelizzati”; ecco ad esempio
r ►
la funzione AND realizzata con il NOT
RIPORTO
dell’uscita della funzione NAND, in B
pratica con due porte NAND.

3: il circuito semiaddizionatore, indicato i. _ _ — — — — — — — — — — — — — — _ _ _ _ — — — — — — — — — — —

spesso con la sigla HA (dall’inglese half­ 3 HA


adder) ,e dotato di due ingressi che
possono assumere i valori 0 oppure 1 e
realizza le seguenti operazioni binarie: 0
+ 0 = 0; 0+1 = 1;1 + 0=1; 1 + 1 = 0
con riporto di 1, doe 10 che, in aritmetica A —
BIT SOMMA

binaria, ĕ il 2 decimate. Comprende due


porte NOR ed una porta AND ed ĕ SEMI­ SEMI­
ADDIZIONATORE ADDIZIONATORE
dotato di due ingressi (i due addendi) e
di due uscite: la prima ĕ la somma senza B
riporto, la seconda ĕ il riporto.

4: Taddizionatore completo, indicato


spesso con la sigla FA (dal’inglese full- RIPORTO
RIPORTO
adder), ĕ formato da due
semiaddizionatori e da una porta OR. Ha
tre ingressi, costituiti da due addendi ed
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
un riporto, e due uscite, costituite dal bit j

di somma e dal bit di riporto.


4 FA
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 17
Per ottenere un addizionatore di
numeri a N bit si devono collegare
assieme un semi-addizionatore e N-1
addizionatori completi. Qui ĕ illustrato il
caso della somma di due numeri a 4 bit,
costituiti dalla sequenze A4A3A2A 1 e
B4B3B2B v II riporto di ciascuna somma
parziale (indicato con i simboli C1f C2,
C3, C4) si propaga da una “cella” alTaltra
e la somma dei numeri si
ottiene come nell’addizione in colonna
fatta a mano.

Chi fra i lettori approfondira, per studio o per hobby, il pro- mato semiaddizionatore, ĕ dotato di due ingressi che posso-
getto delle reti logiche nel caso piu generale, si imbattera no assumere i valori 0 oppure 1 e realizza le seguenti opera­
prima o poi nei formalismi della sintesi di funzioni logiche zioni binarie: 0 + 0 = 0; 0 + 1 = 1; 1 + 0 = 1; 1 4- 1 = 0 con
sulla base delle porte logiche elementari. Uno dei concetti riporto di 1, cioe 10 (che, in aritmetica binaria, e il 2 decima-
fondamentali di tale disciplina ĕ che qualunque funzione puo le). L’apposita figura illustra lo schema di questo circuito,
essere creata combinando solamente porte di tipo AND e OR, realizzato con due porte NOR ed una porta AND e dotato di
oppure solamente porte NOR, oppure solamente porte due ingressi (i due addendi) e di due uscite: la prima ĕ la
NAND. Questa ĕ la ragione per la quale esistono sul mercato somma senza riporto, la seconda ĕ il riporto. Per eseguire la
dei circuiti integrati che ad esempio realizzano esclusiva- somma di due numeri formati da piu cifre binarie non basta
mente, su scala miniaturizzata, la sola funzione NOR oppure avere dei semiaddizionatori, ma occorre un altro circuito fon-
NAND. damentale chiamato addizionatore completo, che ĕ formato
Questi circuiti contengono al loro intemo diverse porte logi­ da due semiaddizionatori e da una porta OR. Esso ha tre
che dello stesso tipo; in essi 1’alimentazione e la massa sono ingressi, costituiti da due addendi ed un riporto, e due uscite,
comuni a tutte le porte. A seconda dell’impiego delle porte costituite dal bit di somma e dal bit di riporto. Per ottenere
all’intemo di un circuito i diversi pin potranno essere collega- finalmente un addizionatore di numeri a N bit si devono
ti fra loro oppure ad altri componenti, o anche non collegati collegare assieme un semi-addizionatore e N-1 addizionatori
se la porta corrispondente non viene utilizzata. completi, come illustrato nell’apposita figura. In questo tipo di
Vediamo adesso come, mettendo assieme alcune porte logi­ circuito il riporto delle addizioni parziali ad un bit si propaga
che, si ottiene il circuito che realizza la piu semplice delle da un elemento all’altro, con un meccanismo analogo a quello
operazioni che un calcolatore puo eseguire, doe l’addizione della addizione di due numeri incolonnati fatta a mano.
di due numeri, ovviamente binari. Il circuito di base ĕ chia- Chi vuole cimentarsi nella costruzione di un addizionatore
(parziale o completo) puo combinare fra loro vari integrati,
anche contenenti lo stesso tipo di porte, esercitandosi cosi a
Vcc=+5V
sfruttare diverse propriety interessanti delle funzioni logiche,
due delle quali sono descritte nell’apposita finestra, oppure
certi accorgimenti circuitali. Uno di questi consiste nel realiz-
zare una porta NOT “parallelizzando” i due ingressi di una
porta NAND.
A chi invece desidera dotarsi di un semplicissimo indicatore
di livello logico, utile per collaudare le basette contenenti
componenti digitali, si suggerisce un circuito costituito da
una coppia di transistor in connessione Darlington. Alla base
dei transistor ĕ applicata la tensione sotto esame attraverso
una resistenza e ai collettori ĕ collegato un led. Questo si illu-
minera se la tensione in ingresso sara superiore a 2 V (che
corrisponde al livello alto di qualunque tipo di circuito logico
commerciale), viceversa rimarra spento.

Questo e un semplicissimo indicatore di livello logico, utile


per collaudare le basette contenenti componenti digitali.
Ai collettori dei transistor ĕ collegato un led. Questo si illuminera
se la tensione in ingresso sara superiore a 2 V, che corrisponde
al livello alto di qualunque tipo di circuito logico commerciale,
viceversa rimarra spento.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 18


II circuito sperimentale
di cui proponiamo la
realizzazione pratica, per
quanto sia estremamente
semplice, si presta anche
ad un utilizzo pratico: pud
essere usato come
indicatore di livello logico.

Fare i <onti con entrate e uscife


Gli ingressi e le uscite di un circuito digitale sono chiamati
anche variabili logiche oppure variabili booleane e su di
esse vengono effettuate delle vere e proprie operazioni secon-
do le regole dell'Algebra di Boole. Ciascuna variabile viene
solitamente rappresentata con una lettera maiuscola, mentre La negazione (chiamata anche complemento) di
il suo opposto (o “negato") si rappresenta con la stessa lettera una variabile logica si indica con la stessa lettera
contrassegnata in alto da un segno orizzontale. Ad esempio
con cui si ĕ indicata la variabile, contrassegnata in
se X e un livello logico, la sua negazione, cioe_Tuscita della
alto da un segno orizzontale.
porta NOT al cui ingresso ĕ applicato X, sara: X.
E ovvio che il negato del negato di una variabile ĕ proprio la
variabile stessa: non ĕ un gioco di parole, ma un'utile pro­
priety da applicare in molti casi pratici.
Sul concetto di negazione si basano due importanti leggi
dell'algebra di Boole, chiamate teoremi di De Morgan e uti-
lissime per realizzare uno stesso circuito con diverse combi-
nazioni di componenti.
Secondo il primo teorema la negazione dell'OR di due
ingressi A e B (che corrisponde al NOR) ĕ uguale all'AND
degli stessi ingressi negati; in simboli: A OR B = A AND B.
Nel secondo teorema lo stesso concetto ĕ espresso per l'AND di
due ingressi A e B: la sua negazione (che corrisponde al NAND^e
uguale all'OR degli stessi ingressi negati, cioe: A AND B = A OR B.
In termini circuitali, significa che il gruppo di due NOT e di
un OR ĕ sostituito da un NAND.
L’applicazione di questi due teoremi puo semplificare molto Con le regole delTalgebra di Boole si possono
lo schema di un circuito oppure consentire di realizzarlo con semplificare molti circuiti: ecco un esempio di due
porte logiche di un solo tipo. circuiti che realizzano la stessa operazione logica.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 19


STRUMENTI

Consente di controllare in modo attivo, il funzionamento


dei buzzer ceramici, vale a dire dei cicalini che usiamo
spesso nelle nostre realizzazioni. Pud anche servire
come oscillatore di pilotaggio.
Ecco il prototipo del
prova buzzer come da
noi realizzato
e collaudato.
Owiamente il buzzer
montato sulla basetta
e il componente
in prova.

CIRCU/TO
rima di affrontare la presentazione Versione circuitale per
P del circuito che ci siamo prefissi di
descrivere, ĕ opportuno accennare bre-
utilizzare il circuito per il
pilotaggio diretto di un
o o
VCC
vemente ai tipi di cosiddetti buzzer che buzzer, che in questo caso nu
conosciamo, e che potremmo anche pud essere montato sulla
chiamare cicalini (in fondo, il termine basetta, come mostra la
inglese significa ronzatori). Il tipo elet- foto qui sopra.
tromagnetico, quello il cui suono puo
effettivamente giustificare il nome di
ronzatore, oltre ad essere piuttosto sor-
passato, non interessa per le nostre
applicazioni e quindi lo trascuriamo.
Il tipo attivo, cioĕ in grado di emettere
un suono autonomamente (basta alimen-
tarlo) in quanto contiene un dispositivo
elettronico idoneo a farlo oscillare, sara
eventualmente oggetto di una futura
descrizione.
Il tipo passivo, il piu comune, ĕ di quelli
che richiedono un apposito circuito
oscillatore per farli funzionare (ovvero II circuito stampato e qui
fischiare) ed ĕ appunto quello per il cui visto dal lato rame nelle
controllo ĕ previsto il nostro circuito. sue dimensioni reali.
Allora, tenendo presente che un buzzer Realizzarlo e piuttosto
emette il suo massimo livello acustico semplice, anche se
(fischia piu forte, per intenderci) in cor- bisogna essere molto
rispondenza della propria frequenza di precisi nella foratura per
» » i piedini dell’integrato.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 21


R1
Cd
R4

+ VCC

C9
R5

+ *+•
R2
R6 UF
a C2 C4 C5 C6 C7

R3
C3

Schema elettrico del dispositivo prova


BX buzzer; per tale versione il buzzer e previsto
da montarsi all’esterno o semplicemente
da collegare con due cavetti a coccodrilli
in testa.

I componenti polarizzati contenuti nel circuito sono tutti condensatori risonanza (a sua volta legata alle dimen­
elettrolitici (ne abbiamo 4) che vanno montati solo dopo averne controllato sion! e costruzione), puo essere impor-
il senso d’inserimento nel piano di montaggio. Nella foto C7. tante, oltre che testarne il regolare fun-
zionam ento, scoprire la frequenza
migliore per il suo utilizzo: questo,
anche perchĕ le caratteristiche costrutti-
ve ed i dati di funzionamento sono diffi-
cilmente reperibili.
Passiamo quindi alia descrizione del cir­
cuito da noi appositamente messo a
punto, che consiste in un oscillatore ido-
neo ad eccitare il buzzer applicato ai
suoi terminali.

CIRCUITO FISCHIATORE

Lo schema elettrico ĕ evidentemente


concentrato attorno ad un integrato ope-
razionale molto comune, ma anche
modemo, qual ĕ il TL071; tuttavia altri
tipi, quale il classico, pA 741, possono
funzionare ugualmente bene.
Il circuito vero e proprio di IC1 corri-
sponde piu o meno ad un tipico amplifi-
catore integrato; si da pero il caso che, in
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 22
»

E.D. ELETTRONICA DDATT1CA


retroazione fra uscita (pin 6) ed ingresso ne, maggiore ĕ il livello sonoro ottenibi-
non invertente (pin 3) sia applicato le in uscita.
v e n d ita p e r co rrispondenza casella postale 36
(naturalmente, in fase di prova) il buzzer C’e pero da prendere in considerazione di cem penenti elettronici 22050 Verderio Inferiore
incognito di cui vogliamo scoprire la fre- un altro aspetto, di tipo costruttivo: ogni strum enti di ntisura (LC)
_____ p ro d o tti ottici Fax 039/9920107
quenza di risonanza. buzzer presenta un foro (a volte anche di
Gli opportuni valori del partitore resisti- piu, ma piccoli), da cui ovviamente ĕ Condizioni di vendita: I prezzi sono IVA compresa.
Spese di spedizione L. 5.500
vo R2-R3 fanno si che l’ampiezza del destinato ad uscire il suono; bene, se si Pagamento in contrassegno al ricevimento della merce.
segnale portato in reazione sia quella verifica la coincidenza per cui il buzzer | CATALOGQ IN OMAGGIQ SU RICHIESTA]
giusta per far innescare l’oscillazione lavori a tensioni piuttosto alte (12-r24 V) Se rićerchi component o strumenti non presenti in questa pagina scrivici
audio, ovviamente corrispondente alia e se il foro, per un qualsiasi motivo o invia un fax al numero 039/9920107

frequenza di risonanza del buzzer, il risultasse chiuso, il suono ovviamente


tutto confermato dal forte fischio che non sfogherebbe piu e oltretutto la piut­ Caratteristiche: 10 mV per divisione.
Base dei tempi: da 50 mS a 0,5 uS per divisione.
possiamo ascoltare (non a caso, in corri- tosto fragile ceramica del dischetto Schermo 3x5 con reticolo. 220 V 4,5 Kg.
Manuale in italiano. o s c il l o s c o p io £ 260.000
spondenza del suo massimo rendimento vibrante potrebbe rompersi.
Ottimo per modellismo, hobbistica, forare vetro-
acustico). Si puo anche concludere questa parte nite. Fornito di alimentatore 12DCV, tre pinze,
Naturalmente, Torecchio non ci basta descrittiva con una riflessione quasi due punte, due mole, k it t r a p a n in o £ 42.000
per conoscere esattamente il valore di banale: se il nostro circuito di prova Trapanino a batterie con accessori. £ 34.000
INCISORE Funziona con alimentatore 12DCV
questa frequenza, ed ĕ cost necessario serve a misurare la frequenza del buzzer k it
(compreso), accessori £ 30.000
applicare ai due morsetti d’uscita (3 e 4) in quanto lo fa oscillare sulla propria
Utensili diqm antoti
un opportuno frequenzimetro: in tal risonanza, lo stesso circuito puo anche Diametro gambo 2,4 mm
modo, possiamo risalire con precisione venire utile non solo per questa funzione Forma testa
A/B/C/D /E/F/G /H /l/L/M
alia frequenza cui il nostro oscillatore, di controllo, ma anche per il vero e pro-
£. 7.000 cad.
che dobbiamo appositamente realizzare prio pilotaggio nel caso specifico • fl •
ABC D E F G H I L M
di qualita
per il pilotaggio del buzzer, deve opera- dell’applicazione prevista. Pinza a becchi larghi. £ 16 .5 0 0
re. Ĕ per questo utilizzo diretto che nella Pinza a becchi appuntiti £ 16.500
La tensione di alimentazione del disposi- figura-schema a blocchi ĕ indicato il suo Tronchesina a taglio raso £ 15.000
Cesoia utile per taaliare foqli sottili di metallo, plastica,
tivo non ĕ molto critica, ĕ comunque sfruttamento complessivo. carta. £ 16.000
consigliabile sia compresa fra 9 e 14 V Quando il comando C viene chiuso, il Lcnte giqqnte con supporto diam. 110mm £.25.000
circa. Naturalmente, piu alta ĕ la tensio­ » »
^ Lentc giqqnte con luce diam.90mm £.25.000
^ Terza mano multiuso con lente in vetro e
due pinze £ 20.000
► Lampada di wood tubo da 4 W funziona

COMPONENTI con 4 batterie stilo £ 25.000

O F F E R T A SP EC IA LE S C O R T A DI COMPONENTI: resisten-
R1 = 15 kQ C4 = 10 mF - 16 V ze, diodi, integrati, codensatori, minuterie, potenziometri, sli­
R2 = 15 kQ (elettrolitico) ders, trimmer, transistors. £ 100.000
R 3 =180Q C5 =C6 =0,1 |iF (ceramico)
CLIP-EP
R4 = 15 kQ C7 = 47 |iF ■ 16 V Si aggancia a tutti gli occhiali e lascia le mani libere.
R5 = 10 kQ (elettrolitico) Set 4 lenti intercambiabili 3x-4x-6x-8x
Multimetro digitate: misure di DCV - ACV - DCA -
45.000

R 6 = 1000Q C8 = 0,1 |iF (ceramico) resistenze - guadagno transistors. £ 30.000


C1 = 10 | iF -16 V C9 = 10 jiF - 16 V RICHIDETE IL NUOVO CATALOGO
(elettrolitico) (elettrolitico) Multimetro digitale: misure di DCV - ACV - DCA - cicalino per prova
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C2 = 0,1 |iF (ceramico) IC1 =TL071
Kit orologio: per realizzare un orologio da parete o da
C3 = 0,1 |iF (ceramico) V cc = 9+14V tavolo oppure ripararne uno vecchio.
Meccanismo al quarzo funzionante con una batteria stilo
da 1,5 V £ 10.000

Piano di montaggio su basetta a circuito


VISIERA con 3 lenti e 4 combinazioni d'ingran-
stampato del dispositivo; il buzzer e dimenti ottima per lavori di precisione con le
prowisoriamente saldato ai terminali di prova. mani libere £ 90.000

O F F E R T E COMPONENTI
VCC
1000 resistenze m. £ 20.000 50 integrati m. £ 10.000
80 moduli logici £ 10.000 7 cuscinetti a sfera £ 20.000
1 triac 6A £ 2.000 50 potenziometri m. £ 15.000
150 trimmer m. £. 20.000 1 motorino 9 Vcc £ 10.000
60 sliders m. £ 15.000 100 condensatori al tantalio £ 15.000
1 finecorsa 5A 250V £ 2.500 25 fusibili misti £ 3.000
1 breadboard con minuterie £ 20.000 1 ponte BY164£ 2.000
1 relĕ 12v 5A 250VA x C.S. £ 3.000 1 fine corsa £ 3.000
1 potenziometro Mil. 50 Ohm £ 3.000 1 cilalino £ 2.500
USCITA PER 1 gomma per pulire C.S. £ 2.500 1 dip switch 7 vie £ 2.000
FREQUENZIMETRO 1 interruttore a slitta £ 1.000 10 trimmer 2M2 Ohm £ 3.000
10 trimmer 100 Ohm £ 3.000 10 trimmer 1M Ohm £3.000
1 confezione scorta minuterie meccaniche £ 5.000
10 boccole filettate £ 2.500 6 portafusibili x C.S. £2.000
VCC 1 sensore radiazione luce £ 5.000 10 led piatti £ 3.000
1 termistore £ 2.500 1 display £ 3.000
1 termostato apre a 36C°e 640° £ 2.500 30 micche £ 2.500
B U ZZE R IN PROVA 100 condensatori misti £ 15.000 10 buzzer piezo £ 5.000
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CLASSIC 1 Lit. 450.000
CLASSIC 2 Lit. 600.000
Se il circuito viene usato come prova buzzer va previsto un
CLASSIC 3 Lit. 800.000
sistema per collegare temporaneamente i component! in prova:
4900 Dl PRO Lit. 1.300.000
ideali i morsetti a coccodrillo. Se invece lo usiamo come
5900 Dl PRO Lit. 1.700.000
oscillatore di pilotaggio il buzzer pud essere saldato.
6000 Dl PRO Lit. 1.800.000
All’alimentazione, in ogni caso, prowede una pila da 9 V.
SPECTRUM Lit. 2.000.000
TM 808 Lit. 1.900.000
buzzer suona al meglio, eseguendo pro-
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Italia tramite nostro corriere. un altro circuito elettronico.
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contrassegno = Lit. 30.00 0 fisse
zazione del nostro circuitino.
La basetta puo servire indifferentemente
sia per il dispositivo di prova che per un
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vero e proprio oscillatore da utilizzare
il catalogo gratuito
direttamente. Il montaggio inizia siste-
telefonare il pomeriggio mando i vari resistori previsti, ben con-
al n. 0 2 /6 0 6 3 9 9 trollandone il codice colori; si passa poi
- fax 0 2 /6 8 0 2 4 4 ai condensatori, avendo cura di rispettare
oppure inviare il seguente coupon la polarita indicata per quelli elettrolitici.
(anche in fotocopia) a: Il ponticello fra C6 e C7, lo zoccolo per
METALDET, P.le Maciachini 11 IC1 ed i terminali ad occhiello per i col-
20159 Milano legamenti esterni completano il nostro
semplice circuito. Ora non resta che
Vogliate spedirmi: inserire IC1 nello zoccolo, rispettando la
□ I’apparecchio mod...................... • posizione delLincavo-chiave, e con la
□ il catalogo gratuito cura necessaria affinchĕ i vari piedini
cognome.......................................... entrino tutti regolarmente nelle mollette Sulla basetta troviamo numerosi
nome............................................... di contatto, e Voscillatore per buzzer ĕ condensatori ceramici (nella foto
via......................................... n...... pronto a funzionare, applicando la previ­ C8) che possono essere montati
CAP.................... citta ...................
sta tensione di alimentazione. Il collega- senza bisogno di controllare la
cod. fisc./P. IVA..............................
tel..................................... i«4i|wr$3"|ui*tii mento del buzzer ai terminali 1 e 2 va polarita nel piano di montaggio.
risolto a seconda della destinazione spe- Dietro a C8 vediamo un ponticello
• runfjrcilti din*>Tv><ida|grt<-dfMkntr *i «-rwjit -i1) I .ill Jfl
cifica data al circuito. in filo nudo dal lato componenti.
la fl e s te r o

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ii espenenza nc
relettronica. C<
ottocento Dari]

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MERAVIGLIE DE

Sul piccolo robot mobile


statunitense che nel luglio
di quest'annoha esplorato
il suolo di Marte sono state
impiegate tecnologie gia
sperimentate da anni in
diverse applicazioni: la
scelta e stata decisamente
vincente.

I 4 luglio di quest’anno, poco dopo le tecnologie piu che consolidate: l'ente di pianificare la loro traiettoria.
I 19 ora italiana, una navicella frenata
da un paracadute ha raggiunto il suolo
spaziale americano (NASA) ha infatti
evitato di rischiare di investire enormi
Gli statunitensi hanno rinviato l’uso di
apparati cosi evoluti, preferendo utiliz-
del pianeta Marte. Un involucro fatto di cifre per sperimentare apparati troppo zare, anzichĕ l’intelligenza artificial
palloni, subito chiamato “airbag” per innovativi e pertanto ad alto rischio di (quella vera), il telecontrol^.
analogia con quelli automobilistici, ha insuccesso.
protetto il tutto dall’impatto col terreno, Innanzitutto non ĕ stata im piegata
avvenuto a circa 200 chilometri orari. l’intelligenza artificial, a meno che per “C E R C A IL SENTIERO”
Poi l’airbag si ĕ aperto, dentro Pinvolu- intelligenza artificial non s’intenda la C O L TELECO M AN D O
cro ĕ rimasta una navicella statica e ha presenza di un microchip, ma allora
cominciato a fare piccoli passi sul “pia­ anche la calcolatrice solare da 5000 lire Il robot che ha esplorato Marte, il cui
neta rosso” un robot mobile, chiamato che fa le quattro operazioni ĕ intelligen­ nome ĕ Sojourner, ha infatti ricevuto dal
anche rover, lungo poco piu di mezzo za artificial. A questo proposito molta centro di controllo di Pasadena i teleco-
metro e dotato di sei ruote. ricerca ĕ stata fatta e continua a progre- mandi necessari al suo movimento,
Per questa impresa spaziale, che ha dire nel settore dei robot mobili autono- avvenuto alia velocita di 40 centimetri al
segnato la ripresa dell'esplorazione di mi, che in seguito all’elaborazione di minuto, e alle sue operazioni di ricerca.
Marte a piu di vent’anni di distanza dalle dati su distanze. immagini e ricostruzio- Questi sono passati per il sistema rice-
missioni Viking, sono state utilizzate ni della terza dimensione, sono in grado vente della navicella statica chiamata
Pathfinder (che significa “cercasentiero”
1: ecco il piccolo robot attorniato e che ha coinciso con il nome dato alia
dai tecnici della NASA. A prima missione) e quindi sono stati ritrasmessi
vista potrebbe sembrare quasi un al robot.
giocattolo, ma i suoi contenuti Il telecontrols ĕ gia stato impiegato
tecnologici sono invece quanto di sulla Terra per Tesplorazione dei fondali
meglio offra la moderna ricerca in marini oppure degli ambienti a rischio
numerosi campi. quali un deposito di materiale radioatti-
vo oppure esplosivo. Impiegando la stes-
sa tecnologia su Marte la trasmissione
degli impulsi di comando richiede un
tempo di circa 10 minuti, data la distan­
za fra la Terra ed il pianeta. Ĕ evidente
che nell’arco di una giomata un robot su
Marte fa quel che puo, compatibilmente
2: il disegno ci mostra in modo con questo ritardo di trasmissione.
realistico come doveva apparire la E a proposito di giomata, che su Marte
zona di atterraggio della sonda. ha una durata quasi uguale a quella ter-
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 28
LL'ELETTRONICA

1: la tecnica impiegata sul robot


restre, va anche sottolineato che lo stes- mato View Master. spaziale per ottenere un’immagine
so robot, essendo dotato di pannelli sola- Anche in questo campo la ricerca ĕ tridimensionale dell’ambiente
ri, funziona solo con la luce del Sole e di molto piu avanti delhapplicazione: esi- esaminato consiste nell’acquisire
notte si riposa. Lo stesso ritardo di tra- stono sistemi informatici in grado di ela- una coppia di immagini dello stesso
smissione ovviamente vale anche per i borare coppie o sequenze di piu immagi­ campo visivo con due telecamere
dati trasmessi a terra, anch’essi ottenuti ni alio scopo di ricavare automaticamen- disposte in posizioni diffe rent i.
da strumenti piu che collaudati. Uno te una ricostruzione tridimensionale, che I due segnali video giungono
spettrometro a raggi X ha permesso a forse saranno a bordo dei futuri rover
separatamente ai due occhi del
Sojourner di fornire dati sulla natura spaziali.
tecnico a terra, che indossa
delle rocce incontrate sul suo cammino, Per stimare le distanze si ĕ utilizzata una
appositi occhiali stereoscopici.
mentre le immagini inviate a terra sono tecnica introdotta da diversi anni in certe
In questo modo si ottiene la
usate per il telecontrollo. industrie ad elevato ©grado di automazio-
percezione tridimensionale.
ne, soprattutto automobilistiche. Un rag-
gio laser colpisce un oggetto e ne viene
VISIONE riflesso: dal tempo impiegato a compiere 2: per ottenere la stima delle
IN TR E DIMENSIONI la traiettoria viene ricavata la di stanza distanze, sul rover spaziale ĕ stata
fra sorgente
O laser e oggetto.
©©
utilizzata la tecnica della
In particolare con una coppia di teleca- L'impiego di queste tecnologie ha deter­ stereometria laser, gia usata
mere i tecnici della NASA hanno potuto minate il successo della missione fin dai da diversi anni nell’industria,
ottenere la percezione della terza dimen- primi passi del robot e ha permesso di soprattutto automobilistica.
sione. A tale scopo hanno indossato continuare la raccolta di immagini del Un raggio laser colpisce un oggetto
degli speciali occhiali stereoscopici, col- suolo marziano gia iniziata piu di e ne viene riflesso: dal tempo
legati al ricevitore delle immagini in vent’anni fa. Ha inoltre consentito di impiegato a compiere la traiettoria
modo tale da poter vedere, attraverso i sperimentare, in un ambiente del tutto viene ricavata la distanza fra
due occhi, due immagini dello stesso sconosciuto e ostile dal punto di vista sorgente laser e oggetto.
oggetto inquadrate da angolazioni diver­ climatico (alte temperature di giorno, Utilizzando tutti i dati di distanza
se. Questa tecnica, chiamata stereosco- bassissime di notte), mezzi e strumenti ottenuti da una scansione,
pia, rappresenta uno dei fondamenti che potranno essere molto utili anche in il computer costruisce una mappa
della “realta virtuale’’ ed ĕ stata applicata ambienti particolarmente “difficili” del digitale tridimensionale
tanti anni fa anche in un giocattolo chia- nostro pianeta. dell’oggetto.

2 T E LE C A M E R E INQUADRANO 1
LO S T E S S O CA M PO

, C A LC O LO TEM PO C A LC O LO CO STRUZIO NE
DI RIFLESSIONE DISTANZA "IMMAGINE" IN BASE
ALLA SCAN SIO N E

\ RAGGIO
\ INCIDENTE

DISTANZA DEL PUNTO \


RISPETTO AL
TRASM ETTITORE TRASM ETTITORE
LASER
CO PPIA DI MONITOR MONTATI IMMAGINE DIGITALE
SUGLI OCCHIALI STER EO SCO PICI A CIASCUN PIXEL E ’
ASSOCIATA LA DISTANZA

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 29


PER AUTO E MOTO

Ĕ caratterizzato da una semplice ma affidabile


soluzione circuitale, grazie alia quale la carica viene
automaticamente interrotta quando la batteria ha
raggiunto la giusta tensione. Il dispositivo e adatto per
qualsiasi auto o moto, anche con impianto a 6 V.

ia il titolo ĕ sufficiente per spiegare


G in modo chiaro che cosa questo
progetto ĕ in grado di fare; ma diversi
sono i circuiti con cui puo essere risolto
il compito di ricaricare una batteria.
Cominciamo col precisare che il nostro
dispositivo ĕ stato principalmente conce-
pito per essere collegato alle batterie da

DLV

Disegno complessivo del


posizionamento e del V
cablaggio di tutto il circuito in
un telaietto ad U in alluminio
appositamente realizzato. I
cavetti in uscita dal ponte di
diodi vanno ad un
trasformatore 220/12 V capace
di erogare 5-6 A.

Ecco il prototipo del caricabatterie


come da noi realizzato e
collaudato. II circuito stampato in
se stesso ĕ estremamente
semplice, nonostante le buone
prestazioni offerte.
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 30
auto, tuttavia puo funzionare egregia-
mente anche in altri casi, come piu avan-
ti avremo occasione di vedere.
Comunque, quello che piu importa ĕ che
la sera si puo collegare questo circuito
alia batteria della propria auto in modo
che, quando ce ne sara nuovamente biso-
gno, il motore parta sicuramente, cosa
particolarmente importante per chi l’auto
la usa piuttosto poco e con soste prolun-
gate.
Per quanto riguarda l’entita della ricari-
ca, non occorre assolutamente preoccu-
parsene: quando la batteria ĕ carica, il
nostro congegno smette automaticamen-
te di pompare elettroni, come andiamo
ora a vedere analizzando la costituzione
circuitale.

DIODO CO N TR O LLA TO

Nell’esame dello schema elettrico tro-


viamo subito il trasformatore TR1, che
fornisce al circuito una tensione di 12 V
circa (la corrente di cui si richiede l’ero-
gazione ĕ sui 5+6 A); questa tensione
viene rettificata dal ponte di diodi PI,
alia cui uscita abbiamo disponibile una
tensione pulsante con valore di picco sui
15 V.
Essa viene applicata ad un SCR, diretta-
mente all’anodo, e attraverso Rl-D l al
gate; ĕ quest’ultimo collegamento che ne

consente la conduzione, talchĕ la corren­


te esce dal catodo di SCR e, attraversan-
do R3 ed FI, raggiunge il morsetto posi-
tivo della batteria, che inizia cosi a cari-
carsi. In queste condizioni (cioe ad inizio
carica) la tensione in uscita ĕ un po’ piu
bassa dei 15 V rettificati citati in prece-
denza: cio in quanto la batteria assorbe
»»
m
6
220 V
o WW\A
R3
DI

/ U -------- »AAAAA
TR1
DLV
Schema elettrico del
caricabatterie automatico;
la parte di circuito 4 k

A A A A A ------ 2U-J
racchiusa entro la linea
tratteggiata e montata su
basetta a circuito
stampato, mentre i restanti
componenti sono posti
4 +

(assieme alia basetta) su


un apposito telaietto.
I

un robusto valore di corrente.


COMPONENTI Attraverso un partitore di tensione consi-
R1 =470 Q stente in R4, DLR ed R5, una frazione
R2 = 1.000 Q. opportuna di questa tensione (regolata al
R3 = 0,1 Q - 5 W punto giusto tramite R5) viene inviata al
R4 = 100 Q diodo Zener DZ.
R5 = 1.000 Q (trimmer) Appunto perchĕ la batteria ĕ ancora sca-
C1 = 10 pF - 16V (elettrolitico)
rica, questo valore di tensione ĕ basso,
quindi DZ non ĕ attraversato da alcuna
T1 = 2N1711
corrente; il transistor T1 non puo avere
SCR = 200 V/10-15 A
la base polarizzata e resta quindi in
P1 = ponte 200 V/10-15 A
interdizione: DLV ĕ spento.
D1 = 1N 4004 Quando invece la batteria si ĕ ricaricata,
DZ = zener 5,1 V - 0,5 W la tensione ai capi del partitore sale al
DLV = led verde suo valore massimo, DZ puo entrare in
Piedinatura dell’SCR (A) e di T1 (B). DLR = led rosso conduzione fornendo alia base di T1 la
F1 = fusibile 10 A (rapido) modesta coiTente, che fa passare in con­
TR1 = 220/12 V - 5/6 A duzione anche Tl e contemporaneamen-
te DLV che passa cosi ad indicare lo
stato di batteria carica. La corrente che
ora attraversa R1 toglie la necessaria
II circuito tensione di polarizzazione al gate di
stampato ĕ SCR, il quale si spegne: la carica cosi
qui visto dal cessa, in quanto la batteria ĕ OK.
lato rame, Mentre DLV indica lo stato della batte­
in dimensioni ria, DLR ha solo la funzione di segnalare
7 W

reali. che il caricatore ĕ in funzione; tuttavia la


sua luminosity varia leggermente tra lo
stato di riposo e quello di lavoro del cir-
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 32
CARICABATTERIE
AUTOMATICO
te riferiti ad alcuni esempi di impiego. Ora che sono stati esaminati i vari aspet-
Ad una tensione letta sul tester di 1 V. ti circuitali, occupiamoci della pratica
corrisponde una corrente erogata di 10 realizzazione del nostro dispositivo.
A; a 0,8 V corrispondono 8 A, a 0,4 V, 4
A, a 0,1 V, 1 A e cosi via.
Qualora il dispositivo si dovesse usare UNA S C A T O LA DI ENERGIA
permanentemente per batterie di tipo
meno potente, ovvero di capacita piu Trattandosi di un circuito che deve
modesta (fino a 10h-20 Ah), pud essere manipolare correnti piuttosto elevate, il
ancor piu prudente usare un fusibile di montaggio comporta la necessity non
valore piu basso, per esempio 5-ř6 A. solo della classica basetta a circuito
Nel caso in cui si dovesse caricare una stampato, ma anche di un contenitore-
batteria da 6 V, occorre adottare un tra- suppoito sul quale piazzare i componenti
sformatore da 7-r8 V c.a. e DZ deve di potenza. Sulla basetta si piazzano i
essere da 3.3 V; infine R5 andra regolato resistori, avendo cura di montare R3 leg-
in modo che il circuito reagisca ora ad germente sollevata (2-3 mm) sul piano
una tensione di 7,5-ř8 V. »»

Piano di montaggio della basetta a circuito stampato


(R3 va tenuta un po’ sollevata).

cuito. Se capitasse che la batteria appli-


cata fosse molto scarica, avesse cioe una
tensione inferiore a 10 V, occorre mette-
re una lampada da 6-rl2 V (e 40-^50 W)
in serie ad uno dei morsetti, alio scopo
di limitare a valori di sicurezza la cor-
rente assorbita nei picchi della ricarica: ĕ
comunque opportuno che un caso del
genere capiti raramente, perchĕ in questo Una volta montato e inscatolato, il nostro circuito si
stato la batteria sarebbe al limite della presenta elegante, compatto, funzionale e robusto,
sopravvivenza. meglio di tanti apparecchi in commercio.
Comunque, a titolo di protezione contro
sovraccarichi di corrente, il circuito pre-
vede la presenza di R3 ed FI. II fusibile,
da 10 A, non dovrebbe mai bruciarsi.
Se cio avviene o ĕ segno che la protezio­
ne ha funzionato o che la batteria ĕ trop-
po scarica o addirittura che c’e un ele-
mento in cortocircuito.
La presenza di R3 (da 0,1 Q) ha due
scopi diversi: quello di limitare i picchi
di corrente e, collegando un voltmetro ai
suoi capi, di leggere molto semplice-
mente il valore della corrente erogata
dalla batteria ricorrendo ad un normale
tester su portata l-ř-3 V f.s. c.c.
Per la maggior semplicita (anche se
basterebbe la legge di Ohm) i valori
sono riportati qui di seguito, naturalmen-
CARICABATTERIE AUTOMATIC«)
della stessa per la miglior dissipazione mente forato per accogliere boccole e
termica, e poi i due diodi, rispettandone led sulla piega che agisce da frontalina,
la polarita di inserzione indicata dalla l’SCR sull’altra, il ponte di diodi e la
fascetta in colore sul corpo degli stessi. basetta sul fondo.
Anche C l, essendo elettrolitico, deve Il tipo di SCR da noi adottato ĕ quello a
essere posizionato secondo l’indicazione fissaggio con vitone, in quanto idoneo a
della polarita; T1 ha come riferimento di manipolare elevate correnti e quindi a
inserzione il dentino che sporge dalla dissipare bene il calore; occorre quindi
base del cappellotto metallico. curarne l’isolamento rispetto al telaio,
Si sistemano poi il trimmer R5 (che si cosa alia quale provvede il kit di miche
posiziona automaticamente), il portafusi- da acquistare appositamente.
bile ed alcuni terminali ad occhiello cui Nel caso di impiego per batterie piu
ancorare il cablaggio estemo alia baset- modeste, si puo anche usare un SCR del
ta; infine, si inseriscono due diodi, tipo C 106, cioe in contenitore TO220,
lasciando per intero la lunghezza dei che va ugualmente isolato.
reofori e badando alia polarita: il catodo Piazzati questi vari componenti, si inseri­
ĕ il terminale che esce dove c’e un leg- scono, con opportuna piegatura, i led della
gero smusso sul bordino sporgente dal basetta, che ora si fissa al fondo, interpo-
corpo in plastica; ĕ consigliabile (doven- nendo due tubetti distanziali per mante-
do questi terminali venir piegati), infilar- nerla sollevata di 4+5 mm dall’alluminio.
vi prima un tubetto isolante nel caso Una volta eseguita la regolazione, l’indi­
abbiano a toccarsi. cazione da parte di DLV ĕ la seguente:
I led devono fuoriuscire dal frontale Ora la basetta si mette da parte, dovendo spento quando la ricarica ĕ in atto; inizia
del contenitore, dunque i terminali dedicarci al supporto-contenitore; ĕ stato ad illuminarsi quando la ricarica ĕ a
vanno lasciati lunghi e isolati in adottato un telaietto ad U in robusta buon punto; ben acceso quando la carica
modo che non si possano toccare lamiera di alluminio, le cui dimensioni ĕ completa. Questo ĕ tutto: ora, anche il
tra loro andando in cortocircuito. in pianta sono 15x8 cm, e preventiva- problema batteria ĕ risolto.

La tensione aJternata della rete-luce ĕ, con ot-


tima approssimazione, di forma sinusoidale;
nella figura A ĕ appunto rappresentato I'anda-
mento di questa tensione sinusoidale, che ĕ ca-
ratterizzato dalVavere rapporti ben precisi fra
i modi di misurare la sua ampiezza. Se cliciamo
che questa tensione ha un valore di 12 V, in-
tendiamo dire (ed e sottinteso) che si tratta del
suo valore efficace (Veff), quello cioe che cor-
risponde agli effetti sul carico da parte
dell'energia elettrica. Poiche esso corrisponde
anche a 0,707 volte il valore di picco (Vp) del­
la sinusoide, cio significa che i picchi di quella
alternanza arrivano rispettivamente ai valori
di +16,9 e -16,9 V. Dopo che la corrente alter-
nata ĕ passata cittraverso Vazione del ponte, ne
sono cioe state rettificate ambedue le semionde
In A vediamo I’andamento della tensione sinusoidale: ha (vedi nella figura B), abbiamo disponibile un
picchi positivi e negativi e un valore efficace che vale treno costituito esclusivamente di semionde po­
0,707 volte il picco. In B la tensione ĕ stata rettificata sitive; la forma ĕ tale che non possiamo anco-
diventando unidirezionale pulsante. ra pariare di corrente contin ua, bens) di cor­
rente unidirezionale pulsante.
Il valore di questa tensione risulta diminuito,
rispetto al caso A, di 1,4 V alVincirca, corri-
spondenti alia tensione di caduta sui 2 diodi
che ogni singola semionda va ad attraversare.
L ’effetto di carica della batteria si verifica in
corrispondenza degli impulsi di corrente che
passano fra il valore Vp positivo e quella che e
la tensione della batteria scarica.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 34


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dall'altro, per / 0 0 0 0 volte al
dei cicalini che spesso u
nelle nostre i

Nella fase A la membrana


del buzzer non ĕ
alimentata: ĕ in posizione
di riposo. Applicando una
tensione negativa la
membrana viene attratta
dal polo negativo (B);
esattamente I’opposto
accade applicando
tensione positiva (C). Vien
da se che quando la
tensione e alternata (come
nel caso reale) si produce
una vibrazione (D).

Ecco la membrana (quella


trasparente), il suo
supporto metallico e
ranello di tenuta, smontati
da un buzzer passivo.

Gli elementi che


compongono un
buzzer passivo sono
1: il coperchio;
2: il dischetto in
materiale ceramico
metallizzato (cioe la
membrana che
vibra);
3: le connessioni;
4: la base isolante;
5: i terminali.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 36


I BUZZER PASSIVI

rvandosi prima da un la to, poi B ĕ presente una tensione continua, tal- la pressione sonora in funzione della fre­
chĕ il disco si deforma da un lato; in C la quenza. L’orecchio umano risulta piu
icondo, produce il classico suono tensione applicata risulta invertita, quin­ sensibile a valori di frequenze comprese
5 iamo come segnalatore di il disco si deforma dal lato opposto. fra 2000 e 5000 Hz circa; guarda caso,
ealizzazioni. Infine, se il disco fosse alimentato in proprio questa ĕ la ragione per cui la fre­
tensione altemata (come effettivamente quenza di lavoro dei piezo-cicalini ĕ
' ftjl— —-— " “ 5 • • ~ “V; - ~ ~ .~~ . ,
avviene), esso cambierebbe continua- mediamente compresa in questa zona di
mente la sua deformazione al ritmo del frequenze. Oltretutto, con buzzer che per
segnale elettrico applicato (D), in altre qualsiasi motivo fossero realizzati in
parole si porrebbe in vibrazione. modo da lavorare, per esempio, a 7-^8
1 giorno d'oggi, non si indica piu Un buzzer di questo tipo puo infatti kHz (e quindi ancora con buona resa
A con questo nome il classico cicalino
di tipo elettromagnetico. Grazie alle
lavorare sino a 11 kHz circa, cioĕ la pia­
strina cambia la sua flessione sino a
\
acustica), occorre tener conto del fatto
che non tutte le orecchie reagiscono alio
moderne tecnologie, si tratta invece di 10.000 volte in un secondo. E appunto stesso modo; si presentano difference
un materiale piezoelettrico che, nella questa vibrazione persistente che viene anche elevate di percezione a seconda
costruzione e nel comportamento, ĕ ceduta all’aria circostante. permettendo- dell'eta delle persone. Ecco allora che
molto simile ad un quarzo per circuiti ci di ascoltame il suono che ne risulta. questo suono puo risultare percepibilissi-
oscillatori (e non quindi ronzatori). mo ed addirittura forte per una persona
Questo elemento piezoelettrico dalla giovane e sana, ma puo risultare debole
tipica azione di trasduttore elettroacusti- LA FR EQ U EN ZA e scarsamente percepibile a persone
co ĕ una piastrina di materiale ceramico PIU AD A T T A anziane il cui orecchio, per ragioni squi-
(in genere un dischetto), metallizzata sitamente fisiologiche, ĕ diventato sordo
sulle due superfici per realizzarvi gli Ogni tipo di buzzer oscilla secondo una alle frequenze alte. Parlando di livelli
elettrodi conduttori. Il comportamento propria frequenza di risonanza, legata sonori, ĕ opportuno chiarire alcuni aspet-
elettromeccanico di questo dischetto ĕ alle dimensioni ed al modo con cui ĕ ti anche su questo argomento. Il nostro
illustrato nella figura di pag. 36, secondo realizzato; poichĕ l'intensita di suono orecchio presenta, alia pressione sonora,
le 4 possibili situazioni: in A c’e la pia­ emessa da una semplice piastrina cera­ una risposta di tipo logaritmico, il che
strina ceramica vista di profilo (cioĕ mica non ĕ normalmente troppo intensa, significa, un po' semplicisticamente, che
nello spessore) alio stato di riposo, vale occorre (nella costruzione di questi la sensazione che esso trasmette al cer-
a dire senza alcuna differenza di poten- dispositivi) tener conto della relazione vello ha un andamento via via piu com-
ziale applicata fra i suoi due elettrodi; in esistente fra la sensazione di intensita e »»

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 37


LA VIBRAZIONE DIVENTA SUONO
presso al crescere della pressione stessa
(cio, per comprensibili motivi di salva-
guardia del nostro piuttosto sofisticato
organo dell’udito).
Ecco allora che il modo piu conveniente
per esprimere i livelli, o meglio le varia-
zioni, dei livelli sonori ĕ quello di
usare i dB (ovvero decibel), misura
riferita ad un livello standard assun-
to per rappresentare il suono piu
debole che un normale orecchio
umano possa percepire, e al quale
corrisponde 0 dB.

LIVELLO ACUSTICO

Possiamo ora tomare ai nostri buzzer, il


cui livello acustico viene indicato dal
costruttore appunto con questa unita di
misura. Questi livelli sono generalmente
compresi fra 40 e 90 dB e, mentre il
II particolare tipo di buzzer, che qui vediamo primo corrisponde ad un’intensita di
in fase di montaggio, non suona, o meglio suono medio ed accettabilissim o, il
suona ma noi non possiamo sentirlo. Si tratta secondo ĕ gia un rumore intensissimo ed
infatti di una cialda piezoelettrica ad a livello della soglia di fastidio (basti
ultrasuoni, in grado di vibrare ad una dire che un martello pneumatico produ­
frequenza vicina ad 1 MHz. Le portentose ce, a pochi metri, un livello di circa 100
vibrazioni meccaniche, espresse dalla cialda, dB).
possono essere sfruttate in mille modi: per Il secondo disegno (a pag. 37) qui ripor-
realizzare ricetrasmettitori, sistemi di tato serve a riepilogare graficamente le
sicurezza, sonar ed ecoscandagli ma caratteristiche costruttive di quello che ĕ
soprattutto in campo sanitario e medicale. un tipico buzzer (dove il particolare 2 ĕ
appunto il dischetto in materiale cerami-
Simboli elettrici dei buzzer, di cui il piu usato co metallizzato).
e il primo, in quanto quello in basso
assomiglia un po’ troppo (anche se del tutto
giustificatamente) a quello di un tipico
cristallo di quarzo.

Dimensioni
diverse e
prestazioni
altrettanto
diverse
caratterizzano i
vari tipi di buzzer
in commercio.
Quelli piu usati
nelle nostre
realizzazioni
hanno un
diametro di poco
superiore alle
vecchie 100 lire.
11 buzzer attivo si distingue dai piii nor-
mali tipi non amplificati, in quanto que-
sti ultirni hanno bisogno eke venga loro
applicato un segnale in BF affinche
possano emettere un suono; viceversa,
quelli attivi emettono una nota (piu o
meno acuta) semplieemente ricevendo
alimentazione. II motivo e molto sempli-
ce: entro il bussolotto c 'e un vero e pro-
prio oscillatore a cristalio: basta infat ti,
a conferma di cid, esaminarne lo sche­
ma elettrico; il disco ceramico che co-
stituisce Velemento risuonatore piezoe-
lettrico e collegato fra collettore ed
ernettitore, ma ha anche una presa col-
legata alia base: si presenta quindi co­
me un classico circuito risonante LC
IL BUZZER AMPUFICATO
con tan to di presa per la reazione. Il di-
schetto ceramico cosi eccitato e di di-
FA TUTTO DA SOLO
Ecco la piccola
basetta che
contiene
i componenti
del circuito: il
transistor e le tre
resistenze sono
collegati tramite
due ffili al
dischetto
ceramico.

mensioni e materiale tale da presentare


una sua ben precisa frequenza di riso-
nanza meccanica in gamma audio, in 150KF1 560 n
genere compresa fra 2000 e 4000 Hz.
con la quale evidentemente coincide la
frequenza di oscillazione elettrica del
circuito: lo stesso dischetto quindi, All’interno del buzzer
oscillando elettricamente vibra anche amplificato
meccanicamente, funziona cioe da tra-
e contenuto un vero
sduttore elettroacustico, consentendo
e proprio circuito • /
vcc
Vascolto della nota emessa. • • •

risonante LC con
• •
• •

In queste condizioni (e se la qualitd del • •


©
tanto di presa per la
dispositivo e buona) il rendimento acu- 39 Kn
reazione.
stico e elevatissimo, specie se propor- t •

zionato al inodes to consumo di correli­


te. II buzzer attivo (per esempio, di tipo
Murata) pud essere alimentato con ten­
sion i comp res e fra 7,5 e 20 V: varia DISCO
Vampiezza del segnale emesso, ma non CERAMICO
la frequenza.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 39


Questo piccolo e semplice detector non bene ovviamente tipi equivalents
ha bisogno di alimentazione e puo essere Il circuito puo trovare alloggio in una
impiegato quale rivelatore di onde elet- scatolina in plastica di dim ensioni
tromagnetiche o di ogni altra fonte di 10x5x5 cm: lo strumento ĕ un microam-
enersia RF. Non ci dilunghiamo sulla perometro da 50 pA/f.s.: Cl ĕ un cera-
Contento Vito, 14 anni di descrizione del circuito elettrico in quan­ mico da 4,7 nF; la J 1 e un'impedenza di
Castellana Grotte (BA) ĕ to trattasi di un banale rivelatore RF, ma blocco RF da 22-řl00 piH che possiamo
il giovane appassionato ĕ bene puntualizzare che il diodo DI autocostruire avvolgendo 30 spire di
vincitore del premio in deve essere idoneo per le frequenze di rame smaltato da 0,1 mm su una resi-
palio questo mese per cui parlavamo prima. Qui si ĕ utilizzato stenza da 1 MQ-1 W.
la realizzazione piu un diodo 1N82A ricavato dai gruppi Una precauzione importante nelTassem-
interessante. UHF dei vecchi televisori b/n; vanno blaggio: il diodo DI ĕ particolarmente
delicato ed onde evitare di danneggiarlo
deve essere saldato con la massima rapi-
SCATOLA
fN PLAST/CA dita usando un saldatore da 30 W max e
va posizionato nella parte alta della sca-
SENS/BILITA tola per agevolare la misura. Regoliamo
lo strumento alia minima sensibilita (R1
in posizione di massima resistenza)
orientando la parte alta della scatolina
presso la fonte RF ed avvicinandovela di
misura: Fago del microamperometro
dovrebbe indicare la presenza di RF:
allontanandosi l‘ago toma a zero.
La sensibilita puo poi essere regolata a
piacere.
Nonostante la sua semplicita questo
dispositivo puo tornare utile, oltre che
nelle mi sure di emissione di generatori e
trasmettitori. nel prevenire lenti ma dele­
ted danni alia nostra salute provenienti
da questo tipo di radiazioni mediante un
semplice circuito «fatto in casa».

COMPONENTI
R1 = 10 kQ (pot. lineare
sensibilita)
C l = 4700 pF (ceramico)
J1 = RFC 22 pH
DG = diodo al germanio per UHF
(1N82)
pA = strumento da 50 pA.

ELETTRONICA PRATICA - Ottobre 1997 - Pag. 40


»

FD D1
R1

R1 = 100 ft - 1 W
FS D2
SEGNALATORE C1 = 100 |iF- 16 V
(elettrolitico) +
Dl FRECCIA D1 = D2 = 1N 4004
-l
BA = buzzer attivo C7
Per non dimenticare accesi gli indicatori
di direzione del suo motorino, nonchĕ MASSA
per verificarne ad orecchio il regolare
azionamento, Leopoldo Ciarlariello di
Campobasso ha realizzato questo sem- mentare: una volta azionato il pulsante da C l, andare ad alimentare il buzzer
m

plice circuito che... piu semplice non si situato sul manubrio, la tensione che piezoelettrico (del tipo attivo) il quale
puo: esso infatti utilizza “ben’' 5 compo- proviene dal generatore (o alternatore) di emette il suo suono regolamentare con
nenti. bordo viene raddrizzata d a ll’uno o intermittenza sincrona col lampeggio
II suo funzionamento ĕ veramente ele- dall’altro dei due diodi per poi, livellata degli indicatori.

incorporare l'oscillatore). I valori nella


RIPETITORE parte bassa del circuito possono essere
ritoccati per ottimizzarne il funziona­
DI SUONERIA mento in rapporto alia frequenza tipica
del buzzer.
R1 = 3900 ft
Il circuito puo essere montato su un
R2 = 1,5 Mft
qualsiasi supporto isolante ma, data la
C1 = 1 p F - 160V
presenza di un integrato ad 8 piedini, ĕ
C2 = 4,7 pF - 25 V
consigliabile approntare una basetta
pF - 25 V
stampata. Il contenitore ĕ sufficiente sia
B = buzzer
di plastica.
IC1 = MC 34217

Grazie ad un integrato del tipo cosiddet-


to dedicato. ed ai 6 modesti componenti P e r th i c o lla b o r a
che lo circondano, Maurizio Raffaele Tirtti i lettori sono invitati
De Sanctis, 14 anni di Casalinstrada ad inviare un loro progetto,
(CH), ha potuto realizzare questo sem­ semplice e inedito , che
plice segnalatore di chiamata telefonica, non impieghi piu di 15
adatto a ripeterne il trillo in ambienti componenti elettronici.
diversi. L’integrato ĕ un tipo MC 34217, Le realizzazioni (una
che fra l'altro puo essere alimentato breve spiegazione,
direttamente dalla tensione presente qualche disegno,
nella linea telefonica cui va collegato. le generality ed una toto
Il buzzer che funge da vero e proprio tessera dell'autore) devono
segnalatore acustico ĕ del tipo piu comu- essere inviate a ELET TRONICA PRATICA - EDIFAI
ne, quello cioĕ costituito dalPelemento 15066 GAVI (AL): a tutti i partecipanti sara spedito
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mA. La lettura aw iene su un display composto da Ire elementi a sette segmenti.

I kit qui proposto permette di costrui-

RS 356 Vista la complessitd clei circuiti stampati lacquisto del kit I re un amperometro digitale alimentato
a 5 Vcc, in grado di assorbire una cor-
e vivamente consigliato, soprattutto ai meno esperti.
II montaggio invece non crea grossi problemi. come la ta- rente massima di 150 mA e che fornisce
l'indicazione della corrente misurata su
ratura che richiede solo un buon tester e una grossa resi-
ELSE KH stenza da 10 Q-I5W (non compresa net kit).
un display basato su elementi a 7 seg­
menti. II massimo valore di corrente
Per I'alimentazione un piccolo alimentatore stabilizzato da
misurabile ĕ pari a 9,99 A, con una riso­
5 Vcc} 150 mA, pud bastare.
luzione di 10 mA. L’elemento fonda-
mentale del circuito ĕ Eintegrato
CA3162E, indicato nello schema elettri-
co con IC1, che ĕ un convertitore analo-
gico/digitale di tensione a 10 bit, cioĕ
dotato di una risoluzione basata su 1024
livelli. Stiamo parlando di misura di ten­
sione anche se il dispositivo ĕ un ampe­
rometro, poichĕ la corrente applicata,
per essere adatta all’ingresso dell’inte­
grate, da luogo ad una caduta di tensione
fomita dal partitore costituito dalle quat-
tro resistenze Rl, R2, R3, R4.
L'integrato IC1 analizza continuamente
il segnale di tensione convertito in forma
digitale, lo confronta con i 1024 livelli di
riferimento e, trovato il livello a cui il
segnale ĕ piu vicino, fornisce ai pin di
uscita 1,2, 15, 16 il valore digitale corri-
spondente nel formato binario (codice
BCD a 4 bit). Le uscite 3, 4, 5 dello stes-
so integrato provvedono invece, attra-
verso i tre transistor Ql, Q2, Q3, al pilo-
taggio in multiplexing dei tre display a 7
segmenti. I quattro bit del numero in
codice BCD entrano nell’integrato IC2
(attraverso i suoi pin 1, 2, 6, 7), che ĕ un
B U O N O D 'O R D fe lE A P A G . 6 3 CA3161E avente la funzione di decodi-
ficare le cifre dal codice BCD ai 7 seg­
menti con i quali le stesse sono rappre-
mmmmm wmmm »»
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 44
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It Ecco il prototipo dell’amperometro


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digitale come da noi realizzato
C - e collaudato.

I c e r v e lfo n e ll'in to g ra to
1: il cuore del circuito e l’integrato IC1, che
analizza il segnale e, attraverso i 3 transistor che
vediamo nella foto, fa comparire i numeri sul
display corrispondenti alia corrente in esame.

2: R1, R2, R3, R4 sono 4


resistenze capaci di dissipare
5 W; formano un part itore
resistivo che presenta ai capi
una tensione di 999 m V
quando viene attraversato da
una corrente di 9,99 A.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 45


Lo schema elettrico
dell’amperometro digitale si
basa essenzialmente su una
coppia di integrati che hanno
rispettivamente la funzione
di convertitore A/D
e comparatore (IC1) e di
decodificatore (IC2). II display
e costituito da tre elementi
a 7 segmenti.

sentate sul display. L'uscita di IC2 ĕ Con questo sistema inoltre si ĕ ottenuto
infatti rappresentata dai 7 bit di pilotag- il vantaggio di una maggiore precisione.
gio dei display, al primo dei quali (DL1) Ĕ noto infatti che il valore nominale di
ĕ anche collegata in ingresso la resisten- ogni resistenza, stampigliato sul compo-
za R6, che ha la funzione di pilotare la nente, puo discostarsi del 5, 10 e talvolta
II circuito stampato piu grande
e quello relativo al circuito di visualizzazione della virgola nel display. anche del 20% dal valore reale. Se dun­
Lo schema del circuito merita ancora que lo stesso valore teorico di resistenza
controllo: qui lo vediamo dal lato
qualche considerazione sulla soluzione ĕ ottenuto con piu component, la tolle-
rame nelle sue dimensioni reali.
circuitale adottata all’ingresso dell’inte­ ranza reale si riduce, in quanto resisten­
gral) IC1. Essa tiene conto del fatto che ze con valori di tolleranza positiva pos-
la massima indicazione dei display ĕ 999 sono compensarsi con altre il cui valore
e la minima 001, che corrispondono di tolleranza ĕ negativo.
rispettivamente alle tensioni in ingresso La minima corrente misurata dallo stru­
a IC1 di 999 mV e 1 mV rispettivamen­ mento ĕ quella che, ovviamente, da
te. Ne consegue che affinchĕ sul display luogo ad una caduta di tensione sulle
appaia 999 occorre che sul gruppo delle resistenze in ingresso pari a 1 mV, e cioĕ
resistenze in ingresso (term inali di I = V : R = 0,001 : 0,1 = 0,01 A = 10
ingresso dello strumento) cada una ten- mA.
sione di 999 mV.
Siccome la portata massima dello stru­
mento ĕ di 9,99 A, il partitore formato DUE B A S E T T E
da Rl, R2, R3, R4 ĕ stato scelto in modo
tale da presentare ai capi una tensione Il circuito viene montato su due basette:
pari a 999 mV quando viene attraversato sulla prima si trovano tutti i circuiti di
da una corrente di 9,99 A. II valore risul- misura e di pilotaggio del display, com-
tante di queste resistenze ĕ dunque pari a presi i trimmer T1 e T2 per la taratura.
0,999 V: 9,99 A = 0,1 12, ed ĕ in grado Sulla seconda, che alia fine va posizio-
di dissipare una potenza (RP) almeno nata ortogonalmente alia prima, vanno
pari a 0,1x9,992 = 9,98 W. Per ottenere montati i tre display e la resistenza R6
lo stesso risultato sarebbe evidentemente relativa alia visualizzazione della virgo­
bastata una sola resistenza da 0,1 12, ma la.
nel progetto ĕ stato preferito l'impiego La realizzazione non ĕ difficile e richie-
di un gruppo di quattro resistenze da 0,1 de la consueta attenzione nel corretto
12 poste tra loro in serie-parallelo, in inserimento del condensatore elettroliti-
modo da ottenere lo stesso valore ripar- co Cl, dei tre transistor, dei tre display e
tendo pero la stessa potenza dissipata dei due integrati IC1 e IC2, per i quali
egualmente fra le varie resistenze. sono previsti gli appositi zoccoli.
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 46
Per la taratura del dispositivo occorre
disporre di un alimentatore stabilizzato,
di un amperometro digitale o di un tester
di cui sia noto lo stato di buon funziona- IL KIT
mento e di una resistenza da 10 Q in
grado di dissipare 15 W. II dispositivo IN PILLOLE
va alimentato con una tensione di 5 V,
fomita da una sorgente diversa dall’ali­ • A lim en ta zio n e: 5 Vcc,
mentatore stabilizzato, quindi si agisce eon alimentatore stabilizzato
sul trimmer T 1 in modo tale da far com- • A sso rb im en to m ax: 150 mA
m In d ica zio n e m ax: 9,99 A
parire zero su tutti e tre i display.
II secondo passo della taratura consiste • R iso lu zio n e: 10 mA
nel chiudere, ai due ingressi del disposi­ • Difficolta m ontaggio : medio-alta
tivo, un circuito serie composto dalP ali­ • Taratura: setrono un buon tester,
mentatore stabilizzato con uscita 12 V, una resistenza da 10 Q. -15 W
dalla resistenza da 10 Q e dall’ampero­ e un alimentatore stabilizzato.
metro che funge da campione di riferi- • C om pletezza kit: mancano il
mento. contenitore e I'alimentatore
A questo punto si agisce sul trimmer T2 e C o n ten ito re co n sig lia to :
finchĕ i tre display segnino la stessa cor- da inserire direttamente
4 rente dell’amperometro campione (con i nelTdppareechio da monitorare.
valori suggeriti per l’alimentazione e per
la resistenza questa sara di circa 1,2 A).

in serie ai
carico per
IN misurare ia
corrente
(max 9,99 A)

Allmentazione
5V cc stablllzz.
(RS 325)
Cl

&
T2

Sopra il circuito stampato lato rame I


della basetta display, di cui qui sotto 2
vediamo il piano di montaggio.
2 Q3
A destra il piano di montaggio della
basetta di controllo mostra anche COMPONENTI
come eseguire le connessioni R1 = R2 = R3 = R4 = 0,1 Q
con la basetta display. 5W
R5 = 4,7 kQ
R6 = 220 Q.
C1 =4,7 mF-16 V
(elettrolitico)
DL2 C2 = 220 kpf (poliestere)
C3 = 220 kpf (poliestere)
T1 = 47 k£i (trimmer)
T2 = 10 kQ (trimmer)
DL1 = DL2 = DL3 =
display AC (TIL 729 - TIL 701
TDS R 515 - LTS 546 AR)
Q1 = Q2 = Q3 = BC 307
(BC 557)
o o o o o o o o o o o IC1 = CA 3162 E
IC2 = CA 3161 E
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 47
Ĕ adatto in tutti gli ambienti dove ĕ sufficiente un 'iliuminazione per un breve periodo
di tempo. Pud essere collegato fino ad un carico massimo di 350 W e si inserisce
premendo semplicemente un pulsante.

ono diverse le situazioni nelle quali ĕ


Questo kit pud essere un utile esercizio per un hobbista al- S sufficiente che Fambiente rimanga
illuminato solamente per il periodo nel
le prime arrni o un ’oretta di svago per un esperto che ne- quale avviene il passaggio di una perso­
cessiti di un dispositivo del genere. na o viene fatto un brevissimo lavoro.
Indispensabile Vinserimento in un contenitore. poiche il Il caso tipico ĕ quello dei caseggiati, nei
eircuito, quando il carico e attivo, e sotto tensione di rete. quali situazioni di questo genere si veri-
Consigliatno il modello LP001 (lire 4.300) che possiamo ficano nell’atrio d’ingresso, nelle scale,
acquistare insieme al kit (vedi pag. 64). Durante il collau- nei corridoi di accesso agli appartamenti
do, utilizziamo un trasforrnatore separatore 220/220 V. o nelle canti lie.
Il dispositivo che andiamo a descrivere
risponde proprio a questa esigenza, che
si traduce in un note vole risparmio ener-
getico. Va inserito fra la sorgente della
tensione di rete e la lampada che illumi-
na l’ambiente; quest’ultima, che viene
accesa pigiando semplicemente un pul­
sante, rimane tale per un periodo di
tempo che puo essere programmato
agendo su un potenziometro.
Lo schema di funzionamento del eircuito
ĕ abbastanza semplice e puo essere sud-
diviso in tre sezioni principali: alimenta-
zione, temporizzatore ed elemento di
potenza.

TENSIONE DI R ETE

L'alimentazione viene direttamente pre-


levata dalla tensione di rete a 220 V, per
la quale sono predisposti due appositi
contatti sulla basetta. Un'altra coppia di
contatti ĕ predisposta per il carico,
anch'esso a tensione di rete, costituito
dalle lampade dell’utenza, mentre alia
terza coppia di contatti ĕ collegato il pul­
sante di accensione del tipo normalmen-
»»
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 48
Ecco il prototipo del
temporizzatore per luci, come
da noi realizzato e collaudato.

II tria c com anda


1: il diodo D2, nella foto in fase di montaggio, insieme
a D1 raddrizza la corrente in entrata. II catodo e
riconoscibile per la fascetta d’argento su corpo nero.

2: il triac, che necessita di un dissipatore di


calore, comanda accensione e spegnimento
delle luci collegate alia basetta, su ordine
dell’integrato 555.

i
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 49
Tutti i component! previsti dallo schema elettrico vanno installati sulla
basetta; il pulsante di accensione, qui riportato per completezza,
non ĕ compreso nel kit.

te aperto, che non ĕ compreso nel kit di Nell’istante in cui viene premuto il pul­
montaggio. sante, il temporizzatore del circuito,
Il circuito ĕ sempre sottoposto alia ten­ costituito dall’integrato IC, riceve la ten­
sione di rete a 220 V e quindi occorre sione di alimentazione al pin 6 d'ingres-
massima cautela nel maneggiarlo; ĕ pero so. Il componente IC ĕ un 555 funzio-
alimentato solo nel momento in cui il nante nella configurazione monostabile:
pulsante viene pigiato. quando doe riceve 1’alimentazione, la
A seguito del contatto stabilito dal pul­ stessa si mantiene all’uscita (pin 3) per
Lo schema di montaggio qui sante, la tensione di rete destinata alia un tempo determinate da Cl, R1 e dal
riportato illustra anihe le modalita basetta viene innanzitutto ridotta dalla potenziometro P.
di collegamento del circuito con la caduta sulla reattanza costituita dal con- L'uscita dell’integrato ĕ collegata, attra-
tensione di rete a 220 V, con il densatore C3, quindi viene raddrizzata verso la resistenza R2, al gate del triac
pulsante di accensione e con le dalla coppia di diodi DI e D2 e filtrata T, che ovviamente rimane in conduzione
lampade, la cui potenza dal condensatore C 1. per tutto il tempo in cui si mantiene la
complessiva non deve superare 350 La resistenza R3, collegata in parallelo a tensione all’iiscita di IC.
W. La realizzazione del circuito e C3, ha lo scopo di scaricare quest’ultimo Il triac T, a sua volta, quando ĕ in con­
piuttosto semplice, soprattutto quando il dispositivo viene scollegato duzione, determina la chiusura del cir­
perche i componenti sono in dalla rete e quindi di evitare di maneg- cuito sul carico e fornisce la corrente
numero relativamente basso. giare una basetta sotto tensione. adeguata alio stesso.

LAMPADE PER UN
TOTALS MASSIMO
DI 350 W
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 50
Trascorso il tempo in cui il triac rimane attenzione durante il collaudo del circui­
in conduzione, il temporizzatore si azze- to, per evitare il contatto elettrico diretto.
ra, la tensione al piedino 3 viene a man-
care e non giunge piu alimentazione al
Questo significa che bisogna anche
accertarsi, nella fase di cablaggio del
IL KIT
carico e neppure al nostro dispositivo.
Premendo nuovamente il pulsante 1’inte­
dispositivo, che lo stesso rimanga com-
pletamente isolato dai 220 V.
IN PILLOLE
grate IC viene nuovamente alimentato, il Per la stessa ragione si raccomanda di
triac ritorna in conduzione ed il ciclo si inserire il circuito in una scatoletta di • A lim en ta zio n e: 220 Vca,
ripete. materiale plastico, sulla quale va pratica- direttamente dalla rete
to un foro per il pemo del potenziome- • A sso rb im en to : solo a carico
tro. Il tutto andra installato in una posi- inserito
POCHI COMPONENTI zione protetta sia dalle manomissioni • C arico m ax: 3 5 0 W
che dall'uso da parte di persone non • R eg o la zio n e tem po: da 5 a 90
Il montaggio di questo circuito non consapevoli del rischio di contatto con la secondi.
dovrebbe comportare particolari proble­ tensione. • D iffico ltd m o n ta g g io : bassa
m s perchĕ la basetta comprende un Il pulsante di accensione che ovviamen- • T aratura: nessuna, basta rego
numero piuttosto ridotto di components te sara situato alia di stanza dal circuito lore il tempo desiderato
Lo schema elettrico e lo schema di mon­ ritenuta piu opportuna, va collegato • C o m pletezza kit: mancano
taggio fomiscono indicazioni sufficienti all’apposita coppia di terminali. E anche il contenitore e il pulsante
ad assicurare il corretto inserimento dei possibile collegare in parallelo piu pul- d'accensione
componenti polarizzati e dell’integrate santi in modo da permettere Vaccensione • C o n ten ito re co n sig lia to :
555. Quest’ultimo va montato sull’appo- temporizzata da piii punti. Agendo sul modello LP001 (lire 4.300)
sito zoccolo a 8 piedini, mentre per il potenziometro la durata dell’accensione
triac ĕ previsto l'impiego di un dissipa- puo essere resa variabile fra 5 e 90
tore che va fissato alia basetta con secondi.
l’apposita vite. Il circuito, cosi come ĕ stato progettato,
Particolare cura va dedicata alia connes- ĕ in grado di erogare sul carico una II nostro temporizzatore non ĕ utile,
sione delle tre coppie di terminali rispet- potenza massima di 350 W. Puo ovvia- com’ĕ ovvio, solo per la luce delle
tivamente alia tensione di rete in ingres- mente alimentare anche piu lampadine scale. Di solito i dispositivi di
so, all’interruttore e al carico, essendo da 220 V collegate in parallelo, purchĕ questo tipo vengono molto usati
sottoposti ad una tensione di 220 V. la potenza totale non superi quella mas­ anche per le luci del giardino o del
Occorre prestare inoltre la massima sima erogabile. garage.

ftV S1!
?’ V
*

' V VI 5
II circuito stampato ĕ qui visto dal lato
rame nelle sue dimensioni reali.

COMPONENTI
R1 = 100 kQ
R2 = 270 Q
R3 = 680 kQ
C l = 470 | iF-1 6 V (elettrolitico)*'
C2 = 47 |iF -16 V (elettrolitico)
C3 = 1 |jF - 400 V (poliestere)
P = 1 MQ (potenziometro)
DI = D2 = IN 4007
D 3 = 1N4148
Z = ze n e r10 V
T = triac 4 A - 400 V (TIC 216 D
TAG 233) con dissipatore e vite
IC = NE 555 con zoccolo

I
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 51
Grazie a questo circuitola velocitadi rotazione di un
mantenuta costante anche in presenza di attriti. La stessa velocita non dipende
dalla tensione di

a regolazione della velocita dei

II montaggio del dispositive) non presents alcuna diffi-


L motori in corrente continua costitui-
sce uno dei capisaldi delLelettronica
RS 378 coltd ed e cptindi adatto anche ai rneno esperti. in d ustrial, e in particolare di quella
II kit comprende tutto cib che serve per poter, cid esem- branca nota come regolazione automati-
pio, regolare la velocita di rotazione del nostro minitra- ca o controlli automatici. Alcuni dei
ELSE KIT pano. Volendo, si possono prevedere un contenitore (il concetti fondamentali di questa discipli-
model lo LP002, che costa lire 6.200. e mol to adatto) e un na, che ha origini ormai lontane nel
sistema di connessione tra il circuito e i terminali che ri- tempo, sono stati introdotti nella proget-
sulti piii coniodo della saldatura a stagno. tazione di questo circuito hobbistico,
tanto semplice quanto completo nelle
sue funzionalita, che permette di regola­
re con elevata precisione la velocita di
piccoli motori caratterizzati da un assor-
bimento massimo di corrente pari a 300
mA.
Il dispositivo senz'altro interessera molti
appassionati del fai da te o del modelli-
smo, che potranno utilizzarlo in diverse
applicazioni in cui siano impiegati moto-
rini funzionanti con pochi volt di tensio­
ne ai morsetti. La circuiteria di controllo
fornita nel kit permette di ottenere una
velocita anche molto bassa, indipendente
dalla tensione di alim entazione del
dispositivo e da quella nominale del
motore, oltrechĕ costante anche in pre­
senza di attrito meccanico.
La tensione di alimentazione della baset-
ta, che puo variare fra 12 e 24 V, in
parallelo alia quale ĕ posto il condensa-
tore di filtraggio C 1, ĕ applicata diretta-
mente ai due morsetti del positivo e
della massa di quello che rappresenta il
cuore del circuito, cioĕ Lintegrato LM
723, indicato nello schema elettrico con
8 U O N O D fQ ftD IN E A 6 3 IC.
L'apposita figura illustra la struttura
»»
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 52
Ecco il prototipo
del regolatore
di velocita per
motori CC come da noi
realizzato e collaudato.

Q e u n transistor Darlington, al quale va applicato C1 e il condensatore elettronico che provvede


un piccolo dissipatore di calore. II componente filtrare la tensione di alimentazione. Facciamo
prowede a fomire al motore la corrente necessaria. attenzione alia polarita di montaggio.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 53


Schema elettrico del regolatore di velocita per motori CC, che pud essere
alimentato con una tensione compresa fra 12 e 24 volt.

1: lo schema interna di questo componente a 14 pin, All’ingresso invertente ĕ invece applica-


di montaggio del quale sono utilizzate entrambe le ta, a meno della caduta su R2, la tensio­
evidenzia il funzioni che lo caratterizzano: lo stabi- ne che si stabilisce fra i morsetti del
collegamento della lizzatore di tensione compensato in tem- motore. Se il motore ĕ soggetto ad attrito
basetta peratura, con uscita prelevata al pin 6, e e quindi il suo sforzo meccanico aumen-
all’alimentazione e il comparatore con uscita al pin 10. ta. anche la corrente assorbita aumenta e
al carico, costituito L'integrato, nella sua funzione di com­ di conseguenza si alza la tensione su R1
da un motore in paratore, ĕ dotato di due ingressi: quello e diminuisce quella ai capi del motore.
continua con un non invertente al pin 5 e quello inverten- Ne risulta che all’ingresso invertente ĕ
assorbimento te al pin 4. applicata una tensione inferiore e quindi
massimo di 300 mA. All'ingresso non invertente viene appli- la tensione in uscita dal comparatore
cata. mediante il potenziometro P, parte viene incrementata, con conseguente
2: il circuito della tensione di riferimento stabilizzata, tenuta del numero di giri del motore, che
stampato e qui visto ottenuta dal pin 6 dello stesso integrato. si mantiene ad un livello costante.
dal lato rame nelle Poichĕ questa ĕ la stessa tensione che Il trimmer T ha la funzione di tarare il
sue dimensioni pilota il motore, ĕ da essa che dipende il circuito, proprio alio scopo di ottenere la
reali. numero di giri ottenuto. migliore stabilita della velocita di rota-

alim entaz. m otore


M AX 300m A
12/24 V c c

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 54


zione del motore in presenza di attriti. dispositivo, per la quale si consigliano
L’uscita al pin 10 dell’integrato IC ĕ col- le fasi di seguito descritte.
legata alia base del transistor Q, che ĕ un
Darlington del tipo BDX 53 avente la
Innanzitutto il potenziom etro P va
ruotato completamente in senso antio-
IL KIT
funzione di garantire al motore il neces-
sario assorbimento di corrente.
rario, mentre il trimmer T va ruotato
completamente in senso orario. A que-
IN PILLOLE
sto punto si collega il motore agli • A lim e n ta z io n e : 12 o 24 Vcc,
MONTAGGIO PER TUTTI appositi contatti e molto probabilmen- con alimentatore stcibilizzcito
11 montaggio del dispositivo non pre- te la sua rotazione avverra a scatti e ad m C a ric o m a x : mo tori con cor­
senta alcuna difficolta, soprattutto una velocita elevata. Ruotando delica- rente nominale max di 300 mA
perchĕ il numero dei componenti ĕ tamente il trimmer T in senso antiora- • D iffico lta m o n ta g g io : bass a
molto ridotto. Va solamente prestata rio, il motore verra fatto girare in • T aratu ra: nessuna
attenzione aH’inserim ento dei due modo regolare, anche se piu lentamen- • C o m p le te z z a k it: mane an o il
condensatori elettrolitici nel verso te. Agendo successivamente sul poten­ contenitore, Valimentatore e i
corretto e alia giusta collocazione dei ziometro P potra infine essere regolata connettori (morsetti o altro)
morsetti dell’integrato, per il quale ĕ la velocita, che si manterra costante al per il coliegamento del motore
previsto Pimpiego di uno zoccolo a 14 valore desiderato. • C o n ten ito re co n sig lia to :
pin. Sul Darlington va montato, utiliz- Si potra constatare. nelPutilizzo del modello LP002 (lire 6.200)
zando vite e dado, l’apposito dissipa- circuito, che la velocita del motore
tore fornito nel kit. Si raccomanda, non viene affatto influenzata dalla ten­
durante le operazioni di saldatura, di sione di alim entazione del circuito
non utilizzare alcun tipo di pasta sal- regolatore e neppure dal rapporto fra
dante. quest’ultima e la tensione nominale
Una volta terminata la realizzazione, del motore. Questo significa ad esem-
la basetta va collegata ad un alimenta- pio che si potra far funzionare alia
tore o ad un pacco di batterie in grado velocita costante prescelta un motore
di fornire una tensione compresa fra da 3 V con il dispositivo alimentato da
12 e 24 volt. Quindi si puo procedere un qualunque valore di tensione, pur-
con la taratura e la regolazione del chĕ compresa fra 12 e 24 V.

Un regolatore di velocita che


diminuisca il regime di rotazione
del nostro minitrapano senza
significative perdite di potenza, e di
grande utilita, consentendoci di
lavorare su materiali diversi
sempre con la medesima
precisione.

COMPONENTI
R1 = 3,9 Q - 4 o 6 W
R2 = 2,2 kQ
C1 = 100 |iF - 25 V (elettrolitico)
C2 = 4,7 |iF -16 V (elettrolitico)
C3 = 10.000 pF (ceramico)
P = 10 kft - A (potenziometro)
T = 100 kCl (trimmer)
Q = BDX 53 (con dissipatore
e viti di fissaggio)
IC = LM 723 con zoccolo
Effetto alba-tramonto, fuochi di pastori che si accendono all'imbrunire, cometa
che appare di notte e mulino che funziona di giorno: tutto questo si pud
simulate col dispositivo di questo k it

l presepio ĕ una vera e propria espres-

Non ĕ certo unci realizzctzione delle pin semplici men cic-


I sione artistica, dove anche Felettroni-
ca puo essere il degno complemento di
RS 379 quistando il kit, il Icivoro risulta molto facilitato (la ba- manufatti realizzati con i piu svariati
settci ĕ gid incisa eforata). materiali. Il dispositivo di questo kit per-
Non serve il contenitore (la basetta si pub fissure sotto o mette di ottenere quanto di piu completo
ELSE KIT dietro il presepio) ma, chiaramente, bisogna prevedere si possa desiderare nel campo degli
una struttura (in land era, come abbiamo fatto noi, in le- effetti luminosi. Funziona grazie ad
gno o in plastica) che contenga tutto Vapparato lumino- un’alimentazione a 12 V, quindi in piena
to o so. Comunque a questo dovra provvedere Vabilita ma­ sicurezza, e Y effetto fondamentale che
nuale e la creativita di tutti noi. Serve invece un alimen- genera ĕ quello alba-tramonto: una lam-
1 8
tatore stabilizzato 220/12 V - 3 A. pada che Simula il sole si accende lenta-
mente mentre un’altra, che crea 1'effetto
della volta celeste, si spegne con pari
lentezza; il viceversa avviene dopo circa
l un minuto, simulando cost il soprag-
i
giungere dell’oscurita notturna.
4*
A questo effetto, ottenuto con due lam-
pade di potenza massima 30 W, se ne
possono aggiungere altri tre grazie ad
SS SR altrettante uscite previste sulla basetta.
Il primo ĕ il lampeggio veloce di led per
n
simulare il fuoco dei pastori, che si
accende lentamente al tramonto e si spe­
■■ D gne altrettanto lentamente all'alba.
Il secondo ĕ nuovamente un lampeggio
ittttr*
-
di led, pero lento, che anch’esso inizia al
tramonto e termina all’alba, che puo rap-
! 1 rH r I s ř presentare la cometa oppure puo illumi-
nare la capanna della Nativita. Infine ĕ
*"*2 X
•S'.* £ |i - f /U-

previsto un contatto per un altro disposi­
m
wngjf.
tivo, ad esempio un motorino, che si atti-
va solo durante il di e consente Fintro-
duzione nel presepe di una movimenta-
zione (mulino ad acqua, macina, sposta-
mento di statuine o altro).
WQfr Q IOTM3MNB: A\ IWi®.. &3) Tutte le temporizzazioni delle varie fun-
zioni sono gestite dal circuito integrato
»»
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 56
Ecco il prototipo del circuito
per gli effetti luminosi del presepio,
come da noi realizzato e collaudato.

II presepe cui applicare


il nostro circuito pud essere
------- ------------ ----------
fatto con qualsiasi materiale e adottando
le soluzioni piu disparate. Noi abbiamo usato
lamiera e fil di ferro montando la basetta sul
retro del doppio pannello che forma il cielo.

ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 57


Schema elettrico del circuito, piuttosto complesso, che contiene
ben 4 integrati.

durata di circa 30 secondi. collegata tra il suo emettitore ed il posi-


AlTuscita 1 delTintegrato la tensione tivo delTalimentazione (volta celeste
sara zero poichĕ Tingresso ĕ invertente, accesa).
quindi anche Tuscita 7 della seconda Quando la tensione al piedino 7 inizia a
IC1, che ĕ un 4060. I componenti appli- sezione delTintegrato sara zero; questa salire (tensione zero al piedino 2 della
cati al suo ingresso (Rl, R2, T l, C9) sezione in effetti funge solo da separato- prima sezione e led L spento) Q1 ini-
determinano la frequenza di oscillazione re, con u n ’uscita sempre uguale ziera a condurre e Q3 condurra meno,
e quindi i tempi, che sono regolabili con alTingresso. La tensione di quest’uscita fino a che Q 1 si trovera completamente
Tl. ĕ applicata contemporaneamente alle in conduzione e Q3 in interdizione: la
II segnale di riferimento temporale cosi basi di due transistor di potenza, uno lampada corrispondente al Sole sar&
generato, dopo aver attraversato diversi NPN e Taltro PNP, in configurazione di completamente accesa e quella della
stadi divisori, si ritrova sottoforma di inseguitore di emettitore. I carichi costi- volta celeste spenta.
onda quadra al piedino 3. Con T 1 oppor- tuiti dalle lampade, applicati ai due Anche i transistor Q4 e Q5 alimentano i
tunamente regolato il periodo diurno e emettitori, ricevono quindi la stessa ten­ relativi led collegati agli emettitori e
quello nottumo sono di circa un minuto sione applicata alia base dei transistor. quindi la luminosita di questi dipende
ciascuno. Durante il primo, corrispon- Quando la tensione applicata alle basi ĕ dalla tensione, applicata ai rispettivi col-
dente ad una tensione positiva, il led L si zero Temettitore di Q1 ĕ zero e siccome lettori, che alimenta la lampada della
illumina e questa tensione attraverso il il carico ĕ tra emettitore e massa, la ten­ volta celeste. Di conseguenza la tensione
diodo D2 e la resistenza R5 ĕ applicata sione ai suoi capi ĕ zero (lampada Sole massima si avra quando tale lampada ĕ
all’ingresso invertente della prima sezio- spenta). completamente illuminata.
ne di IC2, che ha la funzione di trasfor- Il transistor Q3, invece, essendo PNP Questi due transistor vengono pero atti-
mare Tonda quadra in triangolare. Dati i con base a potenziale zero, entra in con- vati quando le loro basi si trovano a
valori di C8 e di R5 la rampa avra una duzione facendo accendere la lampada potenziale zero. Essendo il segnale
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 58
COMPONENTI
R1 = 10 kQ R12 = 470 kQ IC4 = 40106 B con zoccolo
R2 = 22 kQ R13 = 680kii Q1 = Q2 = BDX 53 con
R3 = 1 ko C l = 1000 |iF -16 V (elettrol.) dissipatore e viti
R4 = 2.2 MQ C2-rC7 = 10 - |iF 16 V (elettrol.) Q3 = BDX 54
R5 = 8.2 MQ C8 = 3,3 |iF (ceramico P 10) Q4 = Q5 = BC 304
R6 = R7 = 4,7 kQ C9 = 220.000 pF (poliest.) D1+4 = 1N4148
R8 = R9 = 100 kQ C10 = 2200 pF (ceramico) L = led rosso
R10 = 220 kft IC1 = 4060 B con zoccolo T1 t T3 = 22 kll (trimmer)
R11 = 390 kQ IC2 = IC3 = M CI458 con zoccoli morsettiera 20 posti

LUCI CASE

LAMP.LENTO

LAMP.VELOCE

VOLTA

max 30W

SOLE
max 30W

Sopra il piano di montaggio; sotto la tabella riporta la funzione


di ciascuno dei 20 morsetti della basetta.
all’uscita 7 di IC1 diviso poche volte
rispetto all’uscita 3, la sua frequenza ĕ M ORSETTI FUNZIONE
piuttosto elevata (5-10 hertz) e quindi i
led collegati a Q4, che devono simulare i 1 Alimentazione positiva
fuochi, lampeggiano velocemente. 2 Alimentazione negativa
All’uscita 14, invece, il segnale ĕ diviso
per un numero maggiore di volte e per- 3 /4 Lam pada 12 V max 30 W che rappresenta il Sole
tanto i led collegati a Q5 lampeggiano 5 M orsetto collegato al negativo disponibile
piu lentamente. 6 /7 Lampada 12V max 30 W che rappresenta
La prima sezione di IC3, essendo un
comparatore, stabilisce a quale livello di la volta celeste
tensione (e quindi di illuminazione) deb- 8 (+) / 9 (-) Led con lampeggio veloce che simulano
bano accendersi i led delle luci delle il fuoco dei pastori
case. Il primo ad accendersi sara quello
collegato all’uscita 2 di IC4, poichĕ al 10 (-)/1 1 (+) Led con lampeggio lento che simulano la cometa
relativo ingresso non ĕ applicato alcun o illuminano la capanna della Nativita
condensatore per il ritardo. Seguiranno 12 (+) /1 3 (-) Tensione disponibile dall’alba al tramonto per pilotare
ad uno ad uno quelli al cui ingresso pre-
eventuale motorino o altro dispositivo max 1,5 A
senteranno una resistenza piu elevata.
La seconda sezione di IC3 ĕ collegata in 14 (+), 15 (+), 16 Led che si accendono in successione (fra tra­
modo identico alia prima e stabilisce a (+)> 17 (+), 18 monto e alba) e possono rappresentare le luci
quale livello di tensione, cioĕ di luce, (+)> 19 (-+-), 20 (-) delle case
attivare Q2. La tensione di pilotaggio del

< ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 59


motorino o di altro dispositivo, applicata cadenza che effettivamente simuli la
agli ingressi non invertenti di entrambe fiamma. Alla regolazione di T1 ĕ anche
IL KIT le sezioni di questo integrato, ĕ prelevata
all’uscita 7 di IC2 e segue percio le
vincolato il lampeggio dei led che simu-
lano la cometa o che illum inano la
1 variazioni di luminosita delle lampade.
IN PILLOLE 8

Durante il montaggio del circuito occor-


capanna.
La durata del di e della notte si stabilisce
A lim e n ta z io n e : 12 Vcc, con re fare attenzione al corretto inserimento automaticamente su circa un minuto,
alimentatore stabilizzato dei componenti polarizzati e dei cinque mentre con gli altri due trimmer (T2 e
C arico m ax: 2 lampade 30 W, ponticelli previsti dallo schema. Si rac- T3) si puo regolare il funzionamento
D iffico lta m o n ta g g io : alta comanda, durante la saldatura, di non degli altri effetti luminosi o meccanici
T aratura: agevole usare alcun tipo di pasta saldante. del presepio.
C o m p le te z z a k it: mane a solo Appena il circuito viene alimentato, la Si consiglia, al momento dell’accensio-
Valimentatore situazione ĕ quella della notte, con la ne, di posizionare T2 e T3 completa-
C on ten itore co n sig lia to : volta celeste illuminata ed il Sole spento. mente in senso orario e poi di procedere
il circuito pud essere montato In questo stato circuitale, nel quale il alle regolazioni nei momenti opportuni.
direttamente sotto o dietro il led-spia L ĕ acceso (si accende in corri- Con T2 si stabilisce in quale momento
presepe, senza contenitore. spondenza dell'accensione della lampa- (dal tramonto in poi) i led che rappresen-
da che Simula il Sole), si consiglia di tano le luci delle case cominciano ad
regolare il trimmer T1 affinchĕ i led che accendersi, mentre con T3 si stabilisce
-yI-• I«- *lit-' 11Ti y—
'i ~ . **i lam peggiano veloci assumano una in quale momento dell’alba debba appa-
rire la tensione ai morsetti di alimenta­
zione di un eventuale motorino od altro
dispositivo.
Tutte le operazioni di collegamento alia
basetta sono facilitate da una comoda e
pratica morsettiera a 20 posti. L’apposita
tabella illustra la funzione dei vari termi-
nali di tale morsettiera, mentre il piano
di montaggio illustra i possibili collega-
menti dei led per mezzo dei morsetti
predisposti per la loro connessione.
L’alimentazione da 12 V deve essere
fomita da una batteria o da un alimenta­
tore in grado di erogare una corrente di
almeno 3 A.

1 : al buio il presepe
illuminato con il
nostro circuito presenta
luci molto suggestive.

II circuito stampato e qui visto


dal lato rame nelle sue
dimensioni reali.
La realizzazione e piuttosto
complessa: ai meno esperti
consigliamo i’acquisto
del kit con la basetta
gia incisa
e forata.
ELETTRONICA PRATICA - Novembre 1997 - Pag. 60
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