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ANNO 13 - N. 1 - GENNAIO 1984


LA COPERTINA . Riproduce i due dispositlvl de-
scritti nel primi due articoli del presente fa-
sclcolo: quello del millivoltmetro per la misura
delle basse tensioni, In alto, e quello dell'antl-
furto, a contattl reed, per la protezione di porte,
finestre, autovetture e roulotte, in basso.

Sommario
editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS

ANTIFURTO CON RED 4


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di Milano - N. 74 del 29-2-1972 -
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Tutti I diritti di proprietà lette- 48 •


raria ed' artistica sono riservati
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La sua installazione
può essere realizzata
anche in auto o nella roulotte.

L'esplosione della malavita, verificatasi in questi l'antifurto è ridotto alla messa in funzione di un
ultimi anni, ha indotto tutti noi a prendere le segnalatore ottico od acustico, i risultati possono
opportune difese ed ha dato luogo ad un'in- essere soltanto due: o il lestofante si intimorisce
gente proliferazione di dispositivi di antifurto e si allontana immediatamente, oppure ricorre
di ogni genere e di tutti i prezzi, più o meno alla propria esperienza personale e provvede a
sofisticati e più o meno efficaci. Ma la no- tacitare l'allarme per continuare indisturbato la
stra opinione è che non convenga spendere sua opera delittuosa. In entrambi i casi, tuttavia,
somme elevate per un congegno che può offrire
il successo o l'insuccesso dell'antifurto non dipen-
gli stessi risultati di un antifurto autocostruito
con pochi quattrini, a meno che il circuito non dono in gran misura dalla sofisticazione del cir-
sia di quelli che rimangono costantemente colle- cuito. Ecco perché il nostro consiglio è quello di
gati con gli Istituti di Vigilanza, il cui intervento optare per una soluzione economica, la cui ese-
rapido e deciso può sicuramente sventare l'attua- cuzione venga peraltro attuata con furbizia e
zione di una rapina. Ma quando il compito del- bravura.

In tempi di malavita crescente, l'installazione di un valido ma


economico antifurto, costituisce un'intelligente assicurazione
contro furti e vandalismi, nella propria casa, in quella disabi-
tata delle vacanze, nel negozio, nel magazzino ed anche
nell'autovettura.

4
ANNULLAMENTO DEGLI ANTIFURTI Le due lamine magnetiche distano l'una dall'altra
di alcuni decimi di millimetro; quando esse ven-
L'inconveniente di ogni tipo di antifurto sta nella gono immerse in un campo magnetico, generato
possibilità di essere più o meno facilmente neu- da magneti permanenti od elettrocalamite, anche
tralizzato. Ma questo è necessario, se si vuol se il valore dell'intensità del campo magnetico è
permettere al proprietario di una casa, di un molto debole, le lamine si attraggono, stabilendo
appartamento, di un magazzino o di un'autovet- un contatto elettrico fra i terminali del reed.
tura, di poter usufruire liberamente dei propri Il dispositivo è molto piccolo e, per tale motivo,
beni con tutto il tempo necessario per disinserire molto sensibile, tanto che è possibile eccitarlo
l'antifurto prima che il dispositivo d'allarme con una normale piccola calamita anche attra-
scatti. li segreto sta invece nell'occultare intelli- verso un corpo solido, purché non di materiale
gentemente un comando di annullamento e di ferromagnetico.
messa in servizio dell'antifurto, la cui ubicazione
sia nota soltanto a poche persone. Ma di questo
parleremo più avanti, in sede di interpretazione CIRCUITO DELL'ANTIFURTO
del montaggio del nostro circuito.
Detto tutto sui contatti reed, passiamo ora al-
l'analisi del circuito elettronico dell'antifurto, il
CONTATTI REED cui progetto è riportato in figura 1.
Compito principale della sezione elettronica è
Diciamo subito, invece, che gli elementi fonda- quello di realizzare un temporizzatore, in grado
mentali dell'antifurto presentato in queste pagine, • di disinnescare l'antifurto dopo un certo tempo
sono costituiti da piccoli ed efficientissimi con- dalla sua entrata in funzione, in modo che, una
tatti magnetici, che sono conosciuti con il nome volta esaurita l'opera di segnalazione acustica,
di contatti o relé reed. Vediamo dunque di che le batterie di alimentazione, se questo è il tipo
cosa si tratta. di alimentazione prescelta, non debbano facil-
Il relé reed è composto da due lamine magnetiche mente scaricarsi.
sottili racchiuse in un'ampolla di vetro, nella La funzione di temporizzazione è affidata al
quale sono contenuti dei gas inerti che impedi- gruppo composto dalla resistenza R 1 e dal con-
scono l'ossidazione delle lamine e conferiscono densatore elettrolitico C 1. Quest'ultimo, in. condi-
al dispositivo una durata di funzionamento pres- zioni di riposo, deve rimanere completamente
soché illimitata. scarico,

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6
SCA TO LA DI PLASTICA

Fig. 2 - Piano costruttivo del dispositivo d'allarme. La numerazione riportata


sulla basetta del circuito stampato, è la stessa indicata sullo schema elet
trico. L'interruttore S1 è stato applicato, per chiarezza e semplicità di dise-
gno, sulla parte anteriore della scatola di plastica in cui si inserisce il mo-
dulo elettronico. Ma esso, assumendo una funzione molto importante, dovrà
essere sistemato in luogo inaccessibile ed ivi occultato.

Quando uno qualsiasi dei contatti reed o, equi- RL che, essendo ora attraversato da corrente,
valentemente, dei microinterruttori meccanici provoca la chiusura di tutti i suoi contatti, com-
adottati in sostituzione dei relé reed, viene chiuso, preso quello dell'alimentazione di cui avevamo
anche per un solo momento, il circuito elettronico parlato poc'anzi.
viene alimentato dalla tensione continua di 12 V. Trascorso un certo tempo, il condensatore elettro-
Abbiamo detto che l'alimentazione del circuito litico C1, che come abbiamo detto è attraversato
di figura 1 si ottiene anche se uno o più contatti da corrente, si carica completamente attraverso
reed vengono chiusi per un solo momento. Infatti, la resistenza R 1. Ma mentre si carica, esso pro-
in tal caso, anche i contatti di alimentazione del voca una riduzione sempre maggiore della ten-
relé RL, quelli del secondo scambio, si chiudono sione applicata alla base del transistor TR 1 e,
e la linea di alimentazione negativa rimane in conseguentemente, di quella applicata alla base
funzione, pure in caso di apertura successiva dei di TR2 e del relé RL.
contatti reed. Quando la tensione applicata alla bobina del relé
scende al. di sotto di un certo valore di soglia, il
componente si diseccita ed il circuito della sezio-
DISECCITAZIONE DEL RELE' ne elettronica dell'antifurto si riporta alle con-
dizioni originali. In tali condizioni, dunque, vie-
Poiché il condensatore elettrolitico C 1 è inizial- ne a cessare la funzione di allarme.
mente scarico, esso si comporta per un certo Se al condensatore elettrolitico C 1 viene attri-
tempo come un elemento conduttore di corrente. buito il valore di 470 F, come prescritto nel-
Ma essendo esso collegato con la base del tran- l'elenco componenti, il tempo in cui il relé RL
sistor TR1, mette quest'ultimo in conduzione e rimane eccitato dura un minuto primo. Se invece
questo, a sua volta, provoca la conduzione del al condensatore C 1 si attribuisce il valore di
transistor TR2. 220 F, allora la temporizzazione si riduce a
Sull'emittore del transistor TR2 è inserito il relé soli trenta secondi, cioè alla metà.

7
Fig. 3 - Disegno in grandezza
reale del circuito stam pato sul
quale si deve com porre la se-
zione elettronica del m illi volt-
m etro.

PREALLARME adottato in figura 1, ciè quello del pulsante P1


di reset.
Immediatamente dopo la diseccitazione del relé,
avvenuta come abbiamo visto in modo automati-
co, il circuito dell'antifurto non può considerarsi SEGNALATORE D'ALLARME
pronto per un successivo intervento. Perché oc-
corre attendere che il condensatore elettrolitico I contatti di scambio, sui quali è stata posta
Cl si scarichi completamente e lentamente. Tut- !'indicazione UTILIZZ. in figura 1, sono ovvia-
tavia, per riportare in stato di preallarme imme- mente destinati al collegamento con il sistema
diato il circuito, senza attendere che il condensa- d'allarme prescelto, che può essere di qualsiasi
tore C1 si scarichi naturalmente e lentamente a tipo. Per esempio, volendo collegare una sirena
causa delle sue perdite interne e di quelle della di potenza, si potrà alimentare questo avvisatore
giunzione base-collettore del transistor TR1, ba- acustico con una tensione diversa da quella di
sta premere brevemente il pulsante P1, che viene alimentazione del circuito elettronico. E ciè per
chiamato pulsante di reset. non consumare inutilmente la batteria o le pile
Il processo di accelerazione di scarica del con- di alimentazione del circuito a 12 V. Natural-
densatore elettrolitico può essere ottenuto, oltre mente, volendo far uso di una sirena di una certa
che premendo il pulsante di reset P1, in un modo potenza, è consigliabile servirsi di un relé abba-
diverso; ossia collegando una resistenza da 1 stanza robusto, cioè in grado di sopportare cor-
megaohm circa fra i punti contrassegnati con i renti relativamente elevate.
numeri 1-2 nello schema elettrico di figura 1. Anche se nello schema teorico di figura 1 e in
In pratica questa resistenza viene collegata in quello pratico di figura 2 è stato disegnato, per
parallelo con il condensatore elettrolitico Ci. Na- S1, un interruttore doppio, ciò non è assoluta-
turalmente, velocizzando in tal modo il processo mente necessario. Quel che importa è che, in
sede di installazione dell'antifurto, l'interruttore
di scarica, non serve più premere il pulsante
di reset. venga abilmente occultato in un punto esterno
ai locali che si vogliono proteggere dai furti, in
Un altro sistema per scaricare velocemente il modo che i proprietari, quando debbono entrare,
condensatore Cl può essere quello di adottare non facciano scattare inutilmente l'allarme. Per-
un relé con un terzo scambio, oltre ai due già ché il compito di questo interruttore è quello di
utilizzati nello schema di figura 1, per cortocir- inserire od escludere il sistema elettronico di
cuitare il condensatore dopo il cessato allarme antifurto.
ed esercitare quindi la funzione di reset appena
il relé RL si diseccita. Lasciamo quindi al lettore
la scelta di uno di questi tre sistemi per ripor- MONTAGGIO DEL CIRCUITO
tare il circuito elettronico nello stato di preallar-
me, anche se noi riteniamo più semplice quello Il lavoro di montaggio del circuito elettronico è

8
Flg. 4 • Esempio pratico di applicazione su porta o
finestra di un contatto reed. All'atto dell'apertura,
il piccolo magnete permanente passa sopra il vetro
del relé reed, provocando la chiusura del contatti e
mettendo In funzione l'allarme.

CONTATTO
molto semplice. Esso si esegue secondo quanto REE
illustrato in figura 2 e nella foto di testa del -. 3

presente articolo, naturalmente dopo aver realiz-


zato il circuito stampato, il cui schema in gran-
dezza reale è riportato in figura 3.
I componenti che partecipano alla composizione
del circuito elettronico non sono critici e ciò si-
gnifica che piccole variazioni ai valori prescritti
non interferiscono in alcun modo sulla precisio-
ne di funzionamento del dispositivo. E' impor- SENSO DI
tante tuttavia che il condensatore C1 venga inse- APERTURA
rito nel circuito con il terminale positivo rivolto
verso la linea della tensione positiva. Il diodo 'al
siiìcio D1, che protegge il transistor TR2 dalle
extracorrenti prodotte dall'avvolgimento del relé,
deve essere inserito con il catodo rivolto verso
l'emittore del transistor.
Per quanto riguarda il riconoscimento degli elet-
trodi dei due transistor, questo viene facilitato
dalla presenza di una piccola tacca-guida presen-
te sul corpo esterno di entrambi i componenti,
come si può notare in figura 2; in prossimità di
tale tacca è presente l'elettrodo di emittore.
Il modello di relé prescritto è a 12 V e a 2 scam-
bi, ma è consigliabile far uso di un componente
in grado di commutare correnti di 5 A almeno,
se si tiene conto dell'elevato assorbimento di ranno i contatti reed, come da noi consigliato,
corrente di certe sirene, ad esempio di tipo non perché questi sono veramente dei contatti che
elettronico. non si guastano mai e non soffrono l'umidità né
Una volta realizzato il montaggio sulla basetta gli altri agenti atmosferici, il loro montaggio va
del circuito stampato, questa dovrà essere inse- fatto in parallelo, come indicato nello schema
rita in un contenitore di materiale isolante, sul elettrico di figura 1.
cui pannello frontale saranno applicati il pulsan- I contatti reed, acquistabili presso i grossi riven-
te di reset P1 e la presa dei contatti reed. L'in- ditori dì materiali elettrici, vengono venduti as-
terruttore S 1, che nel disegno di figura 2 appare sieme ad un magnetino, il cui montaggio va fatto,
accanto alla presa dei contatti reed, dovrà essere su porte e finestre, nel modo indicato in figura 4.
sistemato altrove, in luogo occulto e in posizione l contatti reed sono normalmente aperti; quando
esterna agli ambienti che ci si prefigge di pro- si apre una porta o una finestra, il piccolo ma-
teggere dai malintenzionati. La batteria a 12 V gnete, passando sopra il contatto, lo chiude e
verrà invece posta accanto alla scatola di plastica questo, a sua volta, chiude il circuito elettronico
che contiene il circuito. d'allarme, che mette in funzione la sirena o altro
tipo dì avvisatore acustico.
Naturalmente, questo sistema di antifurto, potrà
CONTATTI D'ALLARME trovare una vasta gamma di pratiche applica-
zioni, che possono estendersi dalla casa all'auto-
Come abbiamo già detto, i contatti d'allarme po- vettura, dal negozio alla roulotte, dalla villa
tranno essere di qualsiasi tipa, Ma se si utilizze- isolata al magazzino.

9
MILLIVOLTMETRO BF
Portate: 100 mV e 1 V fondo-scala.

La possibilità di rivelare tensioni elettriche al- questi tester non offrono la possibilità di precise
ternate molto basse, dell'ordine dei millivolt, rap- misure nel settore dei decimi di volt. Anche
presenta un grande vantaggio nel laboratorio di- l'impedenza di tali strumenti, sulle portate ora
lettantistico, in cui l'operatore avverte assai spes- citate, è troppo bassa per poter definire il tester
so la necessità di conoscere i valori delle tensioni un~trumento di misura universale.
dei segnali audio degli stadi di un preamplifica-
tore, oppure quelli delle tensioni fornite da un
pick-up o da un microfono. SENSIBILITA'
Ma queste tensioni sono talmente basse da non
poter essere rilevate dal tester per uso hobbysti- La principale caratteristica che contraddistingue
co. Il quale dispone di portate voltmetriche che tra loro i voltmetri è la sensibilità. La quale indi-
ben raramente scendono al di sotto dei 10 m V ca l'attitudine del voltmetro alla misura di deboli
in continua e di 0,1:1 V in alternata. Pertanto correnti; essa non viene espressa in microampere,

Quando nel settore dilettantistico si debbono effettuare mi-


sure di tensioni alternate molto basse, il comune tester non
è più utilizzabile. Serve invece un sensibilissimo strumento
elettronico, In grado di lavorare nel settore delle frequenze
audio, come quello presentato e descritto in queste pagine.

10
Posslbllltà di misura
di segnali a basso livello.

,
~ r,
-' y-,
• 7 T

Utile agli appassionati


dell'amplificazione ad alta fedeltà.

ma in « ohm per volt ». E con tale espressione si ma si rischia di alterare notevolmente ogni altro
indica la resistenza interna complessiva del volt· tipo di misura. E' questo, ad esempio, il caso
metro commutato sulla portata normalizzata di della misura dell'amplificazione di un sistema
1 V. Questa resistenza, sulle portate superiori, fonografico, composto da testina magnetica e am-
aumenta proporzionalmente; così, ad esempio, plificatore di bassa frequenza. Perché la misura
un comune tester, da 20.000 ohm per volt, pre- della tensione d'uscita della testina magnetica,
senta una resistenza interna di 20.000 ohm se con uno strumento a bassa impedenza, non solo
commutato sulla portata di 1 V; il valore della appare imprecisa a causa delle cadute di tensione
resistenza sale a 40.000 ohm, se il tester è com- ché esso provoca addizionalmente, ma carica il
mutato sulla portata di 2 V. trasduttore con una impedenza di valore diverso
I tester più comunemente usati hanno una sen- da quello tipico, variandone il responso in fre-
sibilità che si aggira fra i 4.000 e i 40.000 ohm quenza. E l'insorgere di questo ulteriore incon-
per volt. I modelli più diffusi sono quelli con veniente presenta all'osservatore un andamento
sensibilità di 20.000 ohm per volt, perché questi dell'amplificazione, corrispondentemente alla
modelli presentano, oltre che una buona sensibi- frequenza, diverso da quello reale.
lità, anche un'eccellente robustezza meccanica.
La bassa resistenza d'entrata dei tester, soprattut-
to sulle portate inferiori, è dunque un difetto UN ESEMPIO PRATICO
dello strumento, perché assorbe corrente dai cir-
cuiti in esame e falsa le letture. Dopo queste brevi note introduttive sulle insuffi-
cienze tecniche del tester, possiamo concludere
dicendo che una misura voltmetrica, su segnali
MISURE COMPLESSE di bassa frequenza e a basso livello, per potersi
ritenere valida, implica la necessità di un elevato
Quando la misura, che si deve effettuare, implica valore dell'impedenza d'ingresso dello strumento.
una certa complessità di intervento tecnico, im- Tuttavia, per chiarire ancor di più questi concetti,
ponendo dei precisi adattamenti di impedenza, prima di passare all'esame del progetto del milli-
non solo divengono impossibili le misure precise, voltmetro presentato in questo articolo, riteniamo

11
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ENTR.
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PILA 9V

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I
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L
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Fig. 1 • Circuito elettrico del millivoltmetro per la misura delle basse tensioni
alternate. Le linee tratteggiate racchiudono tutti gli elementi che debbono
essere montati sulla basetta del circuito stampato. L'alimentazione avviene
tramite pila da 9 V. Il trimmer R4 serve per tarare il circuito a lavoro di mon-
tagglo ultimato.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R3 = 330.000 ohm
C1 = 5F (non elettrolitico) R4 1.000 ohm (trimmer)
C2 = 470pF Varie
C3 = 220 F - 16 VI (elettrolltlco)
C4 = 100.000 pF IC1 = Integrato A741
C5 = 220F - 16 VI(elettrolltlco) D1- D2- D3 - D4 = quattro diodi al
germanio
Resistenze .A = mlcroamperom. (100 A fondo-scala)
R1 = 1,5 megaohm S1 = Interruttore
R2 = 330.000 ohm s2 =
commutatore
PILA = 9 V

utile la formulazione di qualche esempio pratico. alimentate con la tensione di 1 O V.


Prendiamo in esame un tester con sensibilità di Un elementare calcolo teorico, cioè la semplice
20.000 ohm per volt, commutato sulla portata di divisione 10 : 2 = 5, dimostrerebbe che il valore
2 V fondo-scala, il quale oppone, in tali condi· della tensione intermedia è di 5 V. Ossia un
zioni, una resistenza interna di soli 40.000 ohm. valore superiore a quello di fondo-scala dello
Ebbene, con questo tester vogliamo misurare la strumento. Sulla scala del tester, invece, per ef-
tensione sul punto intermedio di due resistenze fetto della resistenza interna dello strumento, che
da 4 megaohm ciascuna, collegate in serie ed è di soli 40.000 ohm, e che si aggiunge in parai-

12
PILA
9V

MOLTIPL.
x1o'

Flg. 2 • Il circuito elettronlco def mllllvoltmetro, unitamente a tutte le altre


parti, deve essere Inserito In un contenitore metalllco collegato a massa tra-
mite Il connettore d'entrata. La linea di massa coincide con quella dell'all-
mentazlone negativa. L'Interruttore S1 chlude ed apre Il circuito di alimenta-
zlone, mentre S2 commuta lo strumento sulle due posslbill portate.

lelo ad una delle due resistenze da 4 megaohm, porsi a spese elevate, ogni lettore può risolvere
si leggerebbe il valore di 0,1 V circa. il problema della misura delle piccole tensioni,
Questo risultato negativo, purtroppo, si verifica realizzando il millivoltmetro per basse tensioni
assai spesso, mentre non dovrebbe mai apparire alternate di cui ora analizzeremo il circuito
quando si effettuano misure di tensioni sui cir- teorico.
cuiti interessati da segnali a basso livello e di
bassa frequenza.
Un altro esempio dell'insufficienza del tester può ANALISI DEL CIRCUITO
essere il seguente. Quando si misura la tensione
di base-collettore di un transistor, è possibile Il circuito teorico del millivoltmetro in alternata
far variare il punto di lavoro del componente è quello riportato in figura 1. L'elemento prin-
tanto da bloccare il funzionamento del circuito cipale del progetto è costituito dall'amplificatore
in cui questo è inserito. operazionale I C 1, per il quale si è fatto uso del
Dunque, quando il principiante supera la prima comunissimo integrato A741.
fase di dilettantismo, quella in cui sono suffi- L'uso di un integrato operazionale, oltre che con-
cienti le misure grossolane, esso si orienta deci- sentire una notevole costanza di prestazioni,
samente verso l'acquisto di uno strumento con evita il problema della selezione dei componenti
impedenza d'ingresso elevatissima, tale da non elettronici, sempre necessaria nella realizzazione
perturbare in alcun modo le condizioni elettriche di un apparato di misura.
dei circuiti sotto misura. Tuttavia, senza sotto· \ Il segnale, che si vuol misurare, viene applicato
:
13
7
I
6 e
e
r.
a +-,

r
Fig. 3 - Disegno in grandezza
reale del circuito stampato sul
quale si deve comporre la se-
zione elettronico del millivolt-
metro.

all'ingresso non invertente dell'amplificatore ope- di compensare la caduta di tensione provocata dal
razionale attraverso il condensatore Cl ed even- ponte di diodi al germanio D1 - D2 - D3 - D4,
tualmente attraverso anche la resistenza R1, qua- permettendo misure di tensione anche di pochi
lora la portata selezionata sia quella di 1 V fon- millivolt.
do-scala, dato che l'interruttore S2 consente di Il trimmer potenziometrico R4 regola il guadagno
commutare il dispositivo sulle due possibili por- del circuito, consentendo all'operatore di adat-
tate di fondo-scala: quella di 100 mV e quella tarlo al particolare strumento disponibile per A,
di 1 V. per il quale è prescritto uno strumento ad indice
E' evidente che la. presenza della capacità Cl da 100 A fondo-scala.
consente l'ingresso alle sole componenti alternate Facciamo notare, per ultimo, che l'amplificatore
dei segnali, bloccando invece qualsiasi livello in presenta un guadagno unitario in corrente conti-
continua. Per esempio, se si misura la tensione nua e che ciò ottimizza la stabilizzazione del pun-
su un circuito alimentatore, non si rileva il valo- to di lavoro. Il guadagno reale si manifesta sol-
re della tensione continua da questo fornita, tanto con segnali alternati in virtù della presenza
bensì quello del « ripple » alternato, sovrapposto del condensatore elettrolitico C3.
alla tensione continua.
L'ingresso non invertente dell'integrato IC1, rap-
presentato dal piedino 3, è polarizzato al valore ALIMENTAZIONE
metà di quello dell'alimentazione tramite le due
resistenze R2- R3. E ciò permette di stabilizzare Per evitare qualsiasi problema di ripple, è consi-
automaticamente l'uscita dell'integrato, ossia il gliabile un'alimentazione del circuito di figura 1
piedino 6, sul valore metà di quello dell'alimen- tramite normale pila da 9 V. La quale, tenuto
tazione, in modo da ottenere una buona linearità conto del ridottissimo consumo di corrente del
di misura. circuito, è in grado di consentire una lunga auto-
nomia di funzionamento. Non è quindi il caso
di ricorrere all'inserimento di pile di grossa ca-
LA RETROAZIONE NEGATIVA pacità.
Di notevole importanza risultano le funzioni dei
L'amplificatore funziona come un classico cir- due condensatori C4 - C5, che riducono il valore
cuito con retroazione negativa. La quale consente dell'impedenza interna della pila ed evitano la

14
manifestazione di oscillazioni spurie da parte
dell'amplificatore operazionale.

REALIZZAZIONE
IL PACCO
La realizzazione del progetto del millivoltmetro
inizia con l'approntamento del circuito stampato,
il cui disegno in grandezza reale è riportato in
DELL'HOBBYSTA
figura 3. Poi, sulla basetta del circuito stampato Per tutti coloro che si sono resi conto
si compone il circuito elettronico del millivoltme- dell'inesauribile fonte di progetti con-
tro, secondo quanto illustrato nella foto di aper- tenuti nei fascicoli arretrati di Elettro-
tura del presente articolo e nel disegno di figura 2. nica Pratica, abbiamo preparato que-
Come si può notare, sulla basetta dello stampato, sta Interessante raccolta di pubblica-
che ha le dimensioni di 9 ,5x7,5 cm, vengono zioni.
montati i due condensatori elettrolitici C3- C5,
i tre condensatori normali C1- C2- C4, i quat- Le nove copie della rivista sono state
tro diodi al germanio del ponte raddrizzatore scelte fra quelle, ancora disponibili,
(D1- D2- D3- D4), lo zoccolo dell'integrato ma in rapido esaurimento, in cui sono
I C 1, il trimmer potenziometrico R4 e 6 capicor- apparsi gli argomenti di maggior suc-
da, necessari per l'attuazione dei collegamenti del cesso della nostra produzione edito-
circuito stampato con gli elementi esterni. riale.
Ai lettori principianti rivolgiamo le consuete
raccomandazioni da tenere in massimo conto du-
rante il montaggio del circuito elettronico: esatto
inserimento dei condensatori elettrolitici, dei dio-
di e dell'integrato.
Una volta realizzato il circuito elettronico sulla
CB~
e.,'
-.,

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basetta dello stampato, questo dovrà essere inse- ELETTRONICA
rrzzr -FRITTA
"8' [LETTRONICA
E
PSICHEuCH .s-PRATICA
rito in un contenitore ·metallico, da collegare poi 7"" - O"", gg= a

direttamente ed elettricamente con la linea di :-.. :...r I •. ~


~- ~
massa del circuito elettronico che, nel nostro -#-
.e hg

".°
1

caso, coincide con la linea di alimentazione ne-


gativa. In figura 2, come si può facilmente notare, MDC IA
s./
ORE DI NUOVE
E
-
--

questo collegamento è realizzato tramite il con-
nettore coassiale d'ingresso.
Gli altri elementi, che completano la costruzione
del millivoltmetro e vengono montati sul conteni-
tore metallico, sono: il microamperometro uA,
E4:2
•tip
,32 e.E'
' ca
RIVELATORE DI GAS
l'III W
·o

UNA RAMPA LUMINOSA TR


ASMETTITORE P9 0A
la pila da 9 V, l'interruttore di alimentazione S 1,
quello di commutazione S2, la resistenza Rl ed
il connettore d'entrata che avevamo già menzio-
nato. Pertanto, come si può osservare in figura 4,
L. 7.500
sul pannello frontale dello strumento sono pre-
senti i due comandi degli interruttori S1 - S2 ed Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
il quadrante del microamperometro. Il trimmer, ciale della nostra Editrice, a tutti i
che consente di effettuare la taratura dello stru- nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
mento, non è accessibile dall'esterno; ma ciò non teresse del dilettante, che fa rispar-
è necessario, perché la sua regolazione si effettua miare denaro e conduce alla realizza-
una volta per tutte o, almeno, molto saltuaria- - zione di apparecchiature elettroniche
mente. di notevole originalità ed uso corrente.

COMMUTATORE S2
Sul pannello frontale, in corrispondenza della le-
vetta del commutatore S2, è stata posta l'indica-
zione « X 10 ». Questa sigla, chiaramente indi-

15
SO NDA

10o STAGNARE
A

Flg. 4 • Il connettore d'entrata è appllcato sul pannello frontale del millivolt-


metro. Su di esso sl Innesta lo spinotto collegato ad uno spezzone di cavo
coassiale, non necessariamente di tipo per alta frequenza. La sonda, disegnata
sulla destra, è composta da un tubetto di metallo, un tappo di sughero, un
puntala a un collegamento di massa.

cata in figura 4, sta ad indicare la portata più invece necessario che il cavo sia di tipo per alta
alta del millivoltmetro, quella di 1 V fondo-scala. frequenza, anche se questo garantisce una mag-
Ovviamente, con la levetta di S2 spostata nella giore affidabilità nelle misure di tensione con il
posizione opposta, la portata dello strumento è millivoltmetro.
quella di 100 mV fondo-scala, ossia di 0,1 V Per evitare che la mano dell'operatore possa in
fondo-scala (0,1 V = 100 mV). qualche modo influenzare negativamente le mi-
Il lettore, anziché la sigla ora menzionata, potrà sure di tensione, conviene costruire una semplice
apportare sul pannello le due sigle di 1 V e di sonda, come quella rappresentata sulla destra del
100 m V, ricordando che, con S2 aperto, la sensi- disegno di figura 4. In pratica si tratta di un tu-
bilità dello strumento è quella di 1 V fondo betto metallico che, con un tappo di sughero,
scala, con S2 chiuso la sensibilità è quella di funge da supporto del puntale e da elemento
100 m V fondo-scala. di schermo elettromagnetico. Il tubetto deve es-
sere collegato elettricamente con la calza metal-
lica del cavo schermato. Ai principianti ricordia-
LA SONDA mo che per realizzare le saldature a stagno, il tu-
betto deve essere di ferro o di ottone e non di
Data la notevole impedenza del circuito d'ingres- alluminio.
so, è indispensabile che il collegamento tra il Volendo si potranno inserire, direttamente nella
punto di misura ed il millivoltmetro venga effet- sonda, sia la resistenza R1 che il commutatore
tuato tramite cavo coassiale schermato. Non è s2.

16
TARATURA resistivi si ottiene, sui terminali della resistenza
da 1.000 ohm, una tensione pari ad 1 / 1 O del
Ultimato il lavoro costruttivo, il millivoltmetro valore totale, ossia di 1 V, che può essere appli-
necessita di un 'adeguata taratura. Che potrà es- cata all'entrata del millivoltmetro e che consente
sere effettuata utilizzando la tensione di rete, ma di tarare lo strumento sulla portata di 1 V fondo-
ridotta a 1 O V circa tramite un opportuno tra- scala agendo sul trimmer R4.
sformatore. Quindi, ci si potrà servire di un Il metodo di taratura ora descritto può essere
semplice partitore resistivo, composto da resistori adottato da ogni principiante. Ma disponendo
di precisione e di valore noto, ed eseguire la ta- dei due valori esatti di 1 V e di O, 1 V, le opera-
ratura dello strumento sulla portata di 1 V fondo- zioni di taratura divengono ancor più semplici.
scala oppure direttamente su quella di 100 mV
fondo-scala e regolando opportunamente il trim- E questi valori possono essere disponibili presso
mer R4. qualche laboratorio professionale ospitale.
Disponendo di un trasformatore con avvolgimen- Ricordiamo infine che, dopo le operazioni di ta-
to primario a 220 V e secondario a 1 O V (pre- ratura, in assenza di segnali all'ingresso, l'indice
cisi) dopo aver controllato questo valore con un del microamperometro potrà fermarsi sui valori
tester, si chiude l'avvolgimento secondario con di tensione di 2 0 3 m V. Ma queste piccole
due resistenze, collegate in serie, una da 9.000 indicazioni sono provocate dal rumore generato
ohm ed una da 1 .000 ohm. Con questi valori dall'integrato.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e Informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza dì un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per I nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
rlormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza - Le unità
di misura - I condensatori- I resistori- I diodi
L. 6.500 - I transistor - Pratica di laboratorio.
Vene inoltre esposta un'ampla anallsi dei prin-
cipali componentl elettronici, con l'arricchimento
Edito In formato tascabile, a cura della di moltissimi sugger,lmenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente Illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

17
Rubrica del principiante
elettronico

RIMI

I CIRCUITI
STAMPATI
Che cosa siano i circuiti stampati ormai lo sanno la isolante, in cui compaiono soltanto i fori per
tutti. Perché si tratta di componenti quasi sem- il loro inserimento.
pre presenti nei montaggi elettronici di piccole, E' inutile dire che l'avvento del circuito stampato
medie e grandi dimensioni. Il loro supporto è ha risolto una grande quantità di problemi tecni-
normalmente costituito da una basetta di bache- ci come, ad esempio, il guadagno di spazio, la
lite o vetronite recante, su una delle due facce, miniaturizzazione dei dispositivi, la compattezza
un disegno composto da tante striscioline di un e la stabilità circuitale, nonché la celerità di mon-
sottile velo di rame, denominate « piste », E taggio. Ed è inutile dire che ogni dilettante ha
questo disegno rappresenta l'insieme dei collega- recepito con grande entusiasmo il concetto di
menti dei vari terminali dei componenti che ven- circuito stampato come punto di partenza di ogni
gono sistemati sull'altra faccia del supporto. quel- programma realizzativo. Tanto è vero che. da

18
molti anni a questa parte, quasi tutti i progetti PREPARAZIONE DEI CIRCUITI
presentati su Elettronica Pratica, sono confortati
dalla presenza del disegno, riportato in grandezza Quei lettori che volessero evitare l'acquisto dei
reale, del necessario circuito stampato. kit ora menzionati, preferendo una realizzazione
personale, con materiale proprio, potranno ugual-
mente raggiungere lo scopo dopo aver conosciu-
DISPONIBILITA' DEI KIT to il procedimento costruttivo, che è quasi sem-
pre lo stesso e che consiste nel preparare dap-
Se è vero che tutti i nostri lettori sanno che cosa prima una basetta di bachelite neile dimensioni
sono i circuiti stampati, è altrettanto vero che necessarie, ne! ritagliarla dal laminato con un
non tutti sanno come si possono realizzar, op- seghetto da traforo (per laminato si intende una
pure ritengono l'impresa di approntamento di lastra di bachelite, o di vetronite, con una super-
un circuito stampato troppo ardua per un princi- ficie nuda e l'altra completamente ricoperta da
piante di elettronica. un sottile strato di rame), nel disegnare il circuito
Attualmente, i circuiti stampati, vengono costrui- vero e proprio, ricoprendolo poi con smalto o
ti dall'industria con procedimenti che non pos- vernice e nell'incidere, infine, il rame con il per-
sono essere adottati nel piccolo laboratorio del- cloruro di ferro o altro acido diluito in acqua
l'hobbysta. Anche se questa categoria di appas- nelle. giuste proporzioni. Ma vediamo ora molto
sionati non è stata dimenticata da alcune ditte, dettagliatamente come si realizza nel laboratorio
che hanno allestito e messo in vendita appositi dilettantistico il circuito stampato. •
kit contenenti tutti gli elementi necessari per
comporre un circuito stampato nelle dimensioni
e nella forma desiderate. Gli stessi elementi ven- PREPARAZIONE DEL DISEGNO
gono pure venduti separatamente, nel quantita-
tivo voluto, presso i migliori negozi di compo- Quando si decide di realizzare un circuito stam-
nenti elettronici. pato, la prima operazione da fare consiste nel-
,{

Il mercato della componentistica elettronica dispone attuai-


mente dl tutti gli elementi necessari per la realizzazione dei
circuiti stampati. Soprattutto con l'approntamento di appositi
kit, di cui quello mensilmente pubblicizzato nel nostro perio-
dico rappresenta un valido esempio. Tuttavia, per acconten-
tare quel lettori che vogliono lavorare spendendo ancora di
meno, abbiamo voluto esporre, In questa sede, Il metodo più
economico e poco Impegnativo che consente di raggiungere
ugualmente lo stesso scopo.

19
Fig. 1 - La prima operazione del procedimento
di realizzazione di un circuito stampato consiste,
dopo aver tagliato la piastrina nelle esatte di-
mensioni, in una energica pulizia della superficie
ramata, il cui risultato si propone di rivelare Il
rame in tutta la sua brillantezza.

l'eseguire una fotocopia della pagina della no- strina di laminato (figura 1) con il seguente pro-
stra rivista sulla quale è pubblicato, in dimen- cedimento.
sioni naturali, il disegno del circuito stampato Per mezzo di un seghetto da traforo, si taglia la
necessario per costruire un determinato progetto. piastrina nelle identiche dimensioni del disegno
E ciò perché ritagliando il disegno stesso dalla riprodotto sulla rivista. Poi, servendosi di una
rivista si distruggerebbe parte dell'articolo della comune polvere per pulizie di piastrellati, bagni
pagina seguente o l'eventuale schema in questa e maioliche o di un normale detergente per luci-
presentato. dare parti metalliche, si strofina ben bene la
Una volta fatta la fotocopia, la si ritaglia lungo i superficie ramata fino a renderla lucida. Infine si
lati del disegno e la si unisce ad un foglio di ripassa tutta la superficie con un batuffolo di co-
carta-carbone, per copie a macchina da scrivere, tone impregnato di acetone.
delle stesse dimensioni. Quindi si prepara la pia- Sulla faccia ramata della piastrina, ora completa-

Fig. 2 • Sulla parte ramata della piastrina (3) si pone un foglietto di carta-
carbone (2), con la faccia attiva rivolta verso la superficie di rame. Sopra la
carta si mette la fotocopia del disegno del circuito stampato (1). li tutto viene
bloccato mediante due pezzetti di nastro adesivo (4). Per riprodurre il dise-
gno basta percorrere le piste dello schema della fotocopia con la punta di
una matita.

20
Fig. 3 - Per agevolare le operazioni di fo-
ratura tutti I punti in cui si dovranno in-
filare I terminali dei componenti debbono
essere Incisi con un punteruolo, altrimenti
la punta del trapano può scivolare e rovi-
nare le piste di rame del circuito.

mente pulita, si sovrappone, con la sua parte agevolare il lavoro di foratura con il trapano,
attiva, la carta-carbone e sopra questa il disegno perché altrimenti la punta perforata (figura 4)
del circuito stampato, nel modo preciso indicato potrebbe scivolare e danneggiare il rame nella
in figura 2. Queste tre parti mobili si fissano poi zona circostante il foro. Ma coloro che hanno
con due pezzetti di nastro adesivo. avuto occasione di adoperare il trapano normale
Giunto a tal punto del procedimento, il lettore su parti metalliche sanno bene che, prima di
può adesso cominciare a ricalcare, con la punta forare una lamiera, occorre munirsi di martello
di una matita, tutte le tracce del disegno, in mo- e punteruolo e con questi incidere il metallo per
do che queste vengano riprodotte dalla carta- creare un piccolo incavo di alloggiamento della
carbone sulla superficie ramata della piastrina. punta perforante. Ovviamente, sui circuiti stam-
pati il martello non serve, perché la pressione
esercitata dalla mano sul punteruolo è più che
OPERAZIONE PUNTERUOLO sufficiente per raggiungere lo scopo. E non ser-
ve neppure il normale trapano, troppo pesante
Senza toccare con le dita la superficie ramata ed ingombrante per questo tipo di lavori, men-
della piastrina, allo scopo di non asportare le tre necessita il minitrapano, che ha formato l'ar-
tracce del disegno lasciate dalla carta-carbone, gomento di un articolo presentato nel fascicolo
servendosi di un punteruolo, nel modo indicato di maggio dello scorso anno.
in figura 3, si segnano, con una leggera pressione,
tutti quei punti del circuito in cui si dovranno
praticare i fori per l'introduzione dei terminali OPERAZIONE PENNELLO
dei componenti.
Questa operazione è assolutamente necessaria per Dopo questa serie di lavori si può dar inizio

21
6, ma agli effetti del risultato elettrico ciò non
assume alcuna importanza.
Per completare il lavoro di approntamento del
circuito stampato, si dovrà affrontare ora l'ultima
operazione, quella dell'asportazione dalla piastri-
na della parte di rame esuberante. Tuttavia, pri-
ma di iniziare quest'ultima operazione, si dovrà
lasciar trascorrere un po' di tempo, per dar modo
alla vernice o allo smalto di asciugarsi bene.
Normalmente è sufficiente un'oretta.

Flg. 4 • Per eseguire un ottimo lavoro di foratura, UN SISTEMA SOSTITUTIVO


sarebbe opportuno servirsi di un mlnitrapano o, co
munque, di un plccolo trapano a mano, la cui punta
lavora agevolmente soltanto se, In precedenza, sono Coloro che volessero evitare il procedimento ora
stati marcati energicamente I punti da forare. descritto, per il quale si fa uso di un pennello,
della vernice o dello smalto, che è il più econo-
mico di tutti, ma anche il più rudimentale, po-
tranno risolvere assai più razionalmente e mo-
dernamente il problema con l'uso di una di
quelle apposite penne per circuiti stampati che
sono in vendita presso i migliori rivenditori di
materiali elettronici.
all'operazione pennello, che consiste nel percor- Mediante l'uso della penna, la stesura del dise-
rere le tracce lasciate dalla carta-carbone con la gno si semplifica ed il lavoro riesce perfetto nei
punta di un pennello imbevuto di vernice al-
l'acetone.
In sostituzione della vernice all'acetone, si può
usare il comune smalto per unghie, che è molto
economico ed offre gli stessi risultati.
Il pennello deve essere dotato di punta molto
sottile, come indicato in figura 5. In pratica sono
da preferirsi i pennelli di misura più piccola
adatti per acquarelli. Il numero 1, ad esempio,
si presta bene allo scopo.
Durante questo lavoro di pittura a mano, occor-
rerà prestare molta attenzione per non commet-
tere errori, quali la dimenticanza della continuità
di una pista o, peggio, una grossa sbavatura in
grado di cortocircuitare fra loro due piste attigue.
Con il pennello, oltre che le piste, si dovranno
disegnare pure le eventuali scritte o i numeri
necessari per indicare importanti elementi circui-
tali. Per esempio, si potranno apporre le scritte
USC. ed ENTR., per indicare i punti di entrata
e di uscita del circuito. Oppure si apporrà il nu-
mero 1 in corrispondenza del piedino 1 di un
integrato, e così via.
Il circuito stampato vero e proprio è quello che
viene ricoperto dalla vernice o dallo smalto, men-
tre la parte di rame non occupata dal disegno
verrà asportata dalla sostanza corrosiva. In con-
siderazione di quanto ora detto occorre tener
conto che, nell'eseguire il disegno, lo smalto Flg. 5 • Il pennello, necessario per dipingere con lo
smalto per unghie tutte le piste del circuito stam-
deve essere distribuito in modo uniforme, altri- pato, deve essere di piccole dimensioni. E' consiglia-
menti il circuito stampato risulterà imperfetto. blle, ad esempio, Il pennello n. 1 per acquarelll.
In ogni caso esso non rifletterà mai la perfezione
del disegno originale, come illustrato in figura

22
minimi dettagli, pur con un modesto supple-
mento di spesa.
Queste speciali penne, il cui aspetto esteriore è o
simile a quello di una normale penna a sfera,
contengono un particolare tipo di inchiostro, che
garantisce una completa resistenza agli attacchi
di soluzione di cloruro ferrico ed altre soluzioni
X
corrosive normalmente usate. Il particolare in-
chiostro contenuto in queste penne aderisce per-
fettamente al rame. Ma anche in questo caso,
dopo aver composto il disegno, occorre lasciar
asciugare la lastra per una quindicina di minuti.
Quindi basta immergere la lastra asciutta nella
soluzione corrosiva, nel modo che diremo più
avanti, per realizzare un perfetto circuito stam-
pato.
o

OPERAZIONE FINALE

L'acido necessario per asportare dalla piastrina


le parti di rame che non interessano il circuito,
si compera presso i rivenditori di materiali elet-
tronici e prende il nome di percloruro ferrico;
ma questo può anche essere composto sciogliendo
l'apposito sale in acqua comune. Questo sale, o
venduto in blocchetti solidi, è normalmente di
color giallognolo. E la soluzione si prepara con
due parti uguali, in peso, di sale e di acqua. Di Flg. 6- Con Il metodo descritto In queste pagine, la
solito, 50 grammi di sale e 50 grammi d'acqua riproduzione del disegno originale di un circulto stam-
pato (in alto) non può risultare perfetta. Qualche
sono sufficienti per una quantità di acido neces- sbavatura lungo le piste e la approssimata roton
saria per lavorare una lastra ramata della misura dità dei cerchi (disegno in basso) non Influiscono
di un metro quadrato. tuttavia sulla validità elettrlca del circuito .
La soluzione deve essere preparata in una baci-
nella di plastica o di vetro, anche un comune
piatto fondo fuori uso può andar bene allo
scopo; mai e poi mai si deve far uso di conteni-
tori metallici, che verrebbero inevitabilmente in-
taccati e corrosi dall'acido.
Nella bacinella si introduce il sale, ridotto in
polvere, e si versa poi l'acqua nel quantitativo
stabilito. Per facilitare lo scioglimento del sale
occorrerà agitare leggermente la soluzione con
una bacchetta di legno o di plastica. Durante
«ai.i,

.
i. •.. oa .i.a

questa manovra occorre agire con una certa


cautela, in modo da evitare spruzzi di acido sul
vestito o sulle mani che, eventualmente, vanno
subito lavati energicamente con acqua e sapone.
Fig. 7 • Il contenitore, in cui si esegue l'operazione
di asporto del rame superfluo, può essere un vecchio
piatto, una bacinella di plastica o un contenitore di
vetro. In esso si introduce la soluzione acida nella
CORROSIONE DEL RAME quantità richiesta dal tipo di lavoro che si vuol ese-
guire. La piastrina del circuito stampato deve essere
immersa nella soluzlone con la superficie ramata ri-
Se si deve trattare una sola basetta di piccole di- volta all'Ingiù.
mensioni, come sono generalmente quelle neces-
sarie per la realizzazione dei progetti che mensil-

23
KIT PER CIRCUITI
STAMPATI 1o.ooo L.
Dotato di tutti gll elementi necessari per
la composizione di circuiti stampati su
vetronlte o bachelite, con risultati tali da
soddisfare anche I tecnici più esigenti, que-
sto kit contiene pure la speciale penna
riempita di inchiostro resistente al perclo-
ruro e munita di punta di riserva. Sul di-
spensatore d'inchiostro della penna è pre-
sente una valvola che garantisce una lunga
durata di esercizio ed impedisce l'evapo-
razione del liquido.

Fig. 8 - La piastrina, una volta comparso Il circuito


stampato, deve essere tolta dal bagno dl acido ser-
vendosi di pinze per stendere la biancheria. Subito
dopo deve essere posta sotto l'acqua corrente, In
modo che ogni rimanente traccla di acldo scompaia.

mente appaiono su questa rivista, consigliamo di


introdurre nell'apposita vaschetta, o nel piatto
fondo, un solo centimetro di soluzione acida e
di immergere, in questa, la piastrina recante il
disegno con vernice all'acetone o smalto per
Consente un controllo visivo conti- unghie.
nuo del processo di asporto. Ovviamente, prima di immergere la piastrina nel-
Evita ogni contatto delle mani con la soluzione, occorre accertarsi che la vernice o lo
il prodotto finito. smalto siano ben asciutti. Come abbiamo già
E' sempre pronto per l'uso, anche detto, normalmente sono necessari quindici mi-
dopo conservazione illimitata nel nuti circa perché lo smalto si asciughi completa-
tempo. mente. Si tenga presente che la piastrina deve
essere immersa nella soluzione, cioè nell'acido,
Il contenuto è sufficiente per tratta- con la parte recante lo strato di rame rivolto
re più di un migliaio di centimetri all'ingiù, onde facilitare l'azione corrosiva, così
quadrati di superfici ramate. come illustrato in figura 7.
L'acido attacca il rame scoperto e lo scioglie;
non attacca invece quello ricoperto dalla vernice,
dall'inchiostro o dallo smalto. Per quest'ultima
operazione occorre un tempo che varia fra i 30
e i 60 minuti circa. La soluzione deve essere di
tanto in tanto rimossa mediante la solita bac-
chetta di legno o di plastica, in modo da acce-
lerare il processo di scioglimento del rame.
Il tempo di corrosione varia col variare della
concentrazione dell'acido e con la sua tempera-
tura. Un acido fortemente corrosivo impiega po·
chi minuti ad eliminare il rame superfluo. L'acido
molto diluito richiede un'ora di tempo per elimi-
nare il rame. Inoltre, con soluzioni acide a tem-
perature più elevate il tempo di corrosione ri-

24
'OSCILLATORE
MORSE
Necessario a tutti i candidati alla patente di
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
la pratica di trasmissione di segnali radio in
codice Morse.

Flg. 9 • Dopo aver bene lavato la piastrina e dopo


averla fatta asciugare, occorre eliminare la ver5 ·ce
o lo smalto che ancora ricoprono le piste di ral ±.

Ciò si ottiene strofinando la superficie della piastr


con un batuffolo di cotone imbevuto di acetone.

suita più ridotto. A temperature più basse il IN SCATOLA DI MONTAGGIO y « +

tempo di corrosione si allunga.


La piastrina deve essere tolta dal bagno quando
ci si accorge che parti di rame non ricoperte
sono completamente scomparse. Se la piastrina è
L 15.500
di vetronite, la comparsa del circuito stampato è
ben visibile per trasparenza. Se si tratta di ba- 'Ilkit contiene: n. 5 condensatori ceramici -
chelite, occorre un'osservazione diretta dopo aver n. 4 resistenze - n. 2 transistor- n. 2 trimmer
rivoltato la piastrina con le pinze per biancheria. potenziometrici - n. 1 altoparlante - n. t cir-
cuito stampato- n. t presa polarizzata - n. t
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico - n. t matas-
sina filo flessibile per collegamenti - n. 1 ma-
PULIZIA DELLA PIASTRINA tassina filo-stagno.

Dopo aver tolto la piastrina dal bagno, questa


dovrà essere lavata con acqua corrente (figura CARATTERISTICHE
8) ed asciugata. Il lavaggio serve per eliminare
ogni traccia residua di acido. Controllo di tono
Giunti a questo punto ci si trova in possesso di Controllo di volume
una piastrina in cui il disegno del circuito è rico- Ascolto in altoparlante
perto dalla vernice o dallo smalto. Si debbono
quindi eliminare questi elementi per mettere in Alimentazione a pila da 9 V
luce il rame. E a tale scopo occorrono un po'
di cotone e una bottiglietta di acetone (figura 9).
Con un batuffolo di cotone, imbevuto di acetone,
si strofina bene la parte della piastrina in cui è
presente il circuito stampato e il gioco è fatto.
Non rimane ora che praticare i fori nei vari
punti delle piste in cui dovranno essere inseriti
i terminali dei componenti, ma questo è un lavoro
che viene affidato allo spirito di iniziativa e alle
capacità realizzative del lettore.

25
LE PAGINE DEL
CB
27

PREAMPLIFICATORE
CON FET
Non sempre il ricetrasmettitore CB, di cui si è tica con i montaggi elettronici di circuiti interes-
in possesso, è in grado di captare correttamente sati da segnali di alta frequenza.
le emittenti desiderate con una sensibilità sufi-
ciente. E ciò costringe l'appassionato della Banda
Cittadina ad acquistare un opportuno dispositivo CARATTERISTICHE
preamplificatore di alta frequenza, da inserire fra
l'antenna e l'apparato ricetrasmittente, in modo Il circuito, di cui proponiamo la realizzazione
da ampliare la rete di collegamenti ed intensifi- pratica a coloro che ne avessero necessità, è
care l'attività operativa. Ma questo problema quello di un preamplificatore di alta frequenza
della sensibilizzazione del ricevitore può essere di tipo accordato, ossia selettivo in frequenza.
ugualmente risolto, in forma molto economica, Per esso si fa uso di due transistor di tipo FET,
autocostruendo lo stadio preamplificatore, con montati in configurazione cascode, con lo scopo
l'ulteriore vantaggio di arricchire notevolmente il di ottenere un buon guadagno, un'elevata reie-
proprio bagaglio di esperienza nel settore delle zione dei segnali disturbati (intennodulazione)
radiofrequenze. Tale, dunque, è l'argomento trat- ed un basso rumore di fondo.
tato nel presente articolo che, come è facilmente Il guadagno tipico è quello di 25 dB il quale,
prevedibile, viene indirizzato a coloro che, nel con opportuni e successivi aggiustaggi, può arri-
tempo passato, hanno già acquisito una certa pra- vare sino ai 30 dB. E a tale proposito ricordiamo

26
Apporta un guadagno di 25 dB.

Previa taratura, può funzionare sulla banda amatoriale dei 10 metri.

che il decibel rappresenta un'unità di misura stazione CB è di tipo commerciale e non autoco-
relativa; più esattamente, il dB esprime il rap- struita.
porto tra due grandezze omogenee. Esso è defi- La necessaria esclusione del preamplificatore du-
nito così: rante le fasi di trasmissione (il preamplificatore
V2 serve soltanto per esaltare la sensibilità della se-
zione ricevente) è ottenuta tramite due relé ausi-
dB - 20 Logo
V1 liari, comtmdati dal pulsante PTT (push - to •
talk) del microfono, quello che effettua la com-
ovvero, il decibel è pari a venti volte il logaritmo mutazione dei circuiti interni delle sezioni rice-
decimale del rapporto tra il valore della tensio- venti e trasmittenti della stazione CB.
ne d'uscita V2 e quello della tensione d'entrata
V1. Si noti che il rapporto V2/V1 misura il gua-
dagno del circuito del preamplificatore. ANALISI DEL CIRCUITO
Dunque, quando si afferma che il guadagno del
nostro preamplificatore è di 25 dB, ciò equivale Veniamo ora all'esame del progetto del preampli-
a dire che il rapporto V2/V1 è pari a 17,78 ficatore di alta frequenza, il cui schema elettrico
volte. Ma quello di 25 dB è soltanto il valore ti- è riportato in figura 1.
pico del guadagno del preamplificatore, perché, Il segnale AF, captato dall'antenna, attraversa il
come abbiamo detto, apportando alcuni accorgi- contatto di scambio del relé RL 1 (posizionato
menti al circuito originale, esso può raggiungere come nel disegno) e raggiunge la presa intermedia
facilmente i 30 dB. E in tal caso il rapporto V2/ della bobina L 1, che costituisce il primo circuito
V 1 sale addirittura a 31,62 volte, cioè ad un accordato del preamplificatore.
valore veramente notevole. La bobina L 1 si comporta pure da trasforma-
Un'altra importante caratteristica del nostro cir- tore di impedenza, per consentire il massimo
cuito preamplificatore è quella di poter essere sfruttamento del segnale.
collegato direttamente sul bocchettone d'uscita li primo circuito accordato, così come il secondo,
del ricetrasmettitore, senza richiedere all'opera- rappresentato dalla bobina L2, debbono essere
tore alcuna manomissione all'apparato ricetra- regolati, in sede di taratura del circuito, su una
smittente. E ciò è molto importante quando la frequenza centrale della banda CB.

L'utilità di inserire, fra l'antenna e l'entrata della sezione ri-


cevente CB, un dispositivo preamplificatore, è ravvisata in
tutti quei casi in cui il ricevitore, sia esso di tipo commerciale
od autocostrulto, non è dotato di una sensibilità sufficiente a
captare con precisione e chiarezza le emittenti desiderate.

27
C IR CU IT O S TA M P A T O
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RLI

PTT

Fig. 1 - Circuito teorico del preamplificatore di alta frequenza. I due stadi


amplificatori sono separati da uno schermo metallico (linea tratteggiata). Le
bobine L 1 - L2 sono dotate di nucleo di ferrite, sul quale si interviene in sede
di taratura del circuito.

COMPONENTI
Condensatori Resistenze Varie
c1 27pF= R1 =
220.000 ohm TR1 = 2N3819 (Texas)
C2 =
1.000 pF R2 =
18ohm TR2 = 2N3819 (Texas)
C3 10.000 pF= R3 =
150ohm L1- L2 = bobine con ferrite (vedi testo)
C4 27pF= R4 =
10.000 ohm RL1 = relé (12 V - 1 scamblo)
es 10.000 pF= R5 =
18ohm RL2 = relé (12 V - 1 scambio)
c6 =
1.000 pF R6 =
33.000ohm D1 = diodo al slllclo (1N4004)
R7 =
100 ohm s1 = lnterrutt.
ALIM. = derivata dall'RX-TX

La funzione del primo circuito accordato L1 L'accoppiamento con il secondo transistor FET
d'ingresso è molto importante, perché questo fil- (TR2) viene effettuato attraverso la connessione
tro è in grado di selezionare i soli segnali a fre- Drain - Source (D - S). Questo secondo transistor,
quenza utile, scartando tutti gli altri anche quelli come si può notare, è montato nella configura-
di potenza elevata. zione con gate (G) comune. E ciò, in pratica,
Il segnale selezionato da L1 viene applicato al significa che il gate del transistor TR2 si com-
gate del primo transistor FET (TR 1), nel quale porta, rispetto al segnale, come se fosse collegato
subisce un primo processo di amplificazione. a massa.

28
RG58

PRESA
ENTR. PTT use

Fig. 2 - Piano costruttivo del preampliflcatore per alta frequenza. Il contenitore


è di lamiera stagnata e funge da schermo elettromagnetico e da conduttore
della linea di massa e di quella dell'alimentazione negativa. Si noti la siste.
mazlone ortogonale delle due bobine e la presenza delle schermo di separa.
zione sul circuito stampato.

Anche il carico di Drain (D) del secondo transi- CB. !l suo valore deve essere compreso fra i 12
stor FET è rappresentato da un circuito accor- ei!4 Vcc.
dato, composto dalla bobina L2 e dal condensa- Anche il comando di pilotaggio dei due relé
tore C4. Questo circuito deve essere regolato, in RLJ - RL2 dovrà giungere direttamente dal rice-
sede di taratura del preamplificatore, sullo stesso trasmettitore. Questi due elementi si eccitano
valore di frequenza su cui è stato tarato il primo collegando a massa il catodo del diodo D l , cor-
circuito accordato L1-C 1). rispondentemente alla chiusura del pulsante PTT
Il condensatore C6 preleva il segnale d'uscita da (parlo-ascolto).
una presa intermedia della bobina L2 e io invia,
attraverso il contatto del relé RL2, al connettore
d'uscita del circuito del preamplificatore. REALIZZAZIONE

La realizzazione pratica del preamplificatore di


ALIMENTAZIONE alta frequenza deve essere eseguita seguendo
fedelmente il piano costruttivo riportato in figura
L'alimentazione del circuito del preamplificatore, 2, naturalmente dopo aver preparato tutto il
il cui assorbimento di corrente raggiunge i pochi materiale necessario. Pertanto si comincerà con
milliampere, dovrà essere derivata direttamente l'approntamento del circuito stampato, il cui
dall'alimentatore della stazione ricetrasmittente disegno in grandezza reale è riportato in figura

29
Flg. 3 • Disegno in grandezza naturale del circuito stampato su cui va com•
posta la sezione elettronica del preamplificatore di alta frequenza.

3 e, successivamente, con la costruzione delle all'altra. Per intenderci meglio, una dovrà rima-
due bobine L1 - L2, che debbono essere compo nere in piedi, l'altra adagiata sulla basetta del
ste nel seguente modo. circuito stampato.
Considerando che le due bobine L 1- L2 sono Se si osserva attentamente il disegno di figura
perfettamente uguali, serviranno due supporti di 2, potrà sembrare che l'avvolgimento della bobi-
materiale isolante, di forma cilindrica e del dia- na L2 sia stato eseguito con spire spaziate. Ma
metro, esterno, di 8 mm. Su di essi si avvol- così non è, perché entrambi gli avvolgimenti
geranno 11 spire di filo di rame smaltato del vanno eseguiti con le spire compatte, ossia una
diametro di 0,6 mm, ricavando una presa inter- aderente all'altra.
media alla 3° spira contata a partire dal lato
freddo, che sarebbe poi quello che rimane più
vicino elettricamente alla linea di massa, cioè I COMPONENTI
alla linea di alimentazione negativa.
Una volta in possesso di tutti i componenti elet- I componenti, che partecipano alla formazione
tronici, si potrà cominciare il lavoro di montag- del circuito del preamplificatore, debbono essere
gio sulla basetta del circuito stampato, nella tutti di ottima qualità. In particolar modo, i con-
quale, come si può osservare in figura 2, è inserito densatori, che in questo caso assumono grande
un lamierino con funzioni di schermo elettrosta- importanza, debbono necessariamente essere di
tico ed elettromagnetico, che divide praticamente tipo ceramico, preferibilmente multistrato per
tra loro i due stadi amplificatori, quello che fa C3 e per C5, allo scopo di minimizzare l'indut-
capo al transistor TR 1 e quello pilotato dal tran- tanza di tali componenti.
sistor TR2. Facciamo notare che questo elemento Si tenga presente che un condensatore del tipo
di schermo è indicato, nello schema elettrico di di quelli avvolti potrebbe influenzare negativa-
figura 1, tramite una linea tratteggiata disegnata mente il corretto funzionamento del preamplifi-
fra i due transistor. catore.
Tutti i componenti debbono essere sistemati sul I connettori d'entrata e d'uscita, inseriti sulla
circuito stampato nell'identico modo con cui parte frontale del contenitore metallico, che deve
sono stati disegnati in figura 2. Non si dovranno essere preferibilmente di lamiera stagnata, vanno
apportare dunque delle varianti se non a ragione scelti fra i tipi più adatti per i circuiti di alta
veduta e soltanto da chi si ritiene esperto di mon- frequenza e i collegamenti debbono essere ese-
taggi di alta frequenza. Per esempio le due bo- guiti con cavetto schermato di tipo RG58. Al
bine L1 - L2 debbono essere assolutamente mon- contrario, la presa per il pulsante PTT potrà
tate in posizione perpendicolare l'una rispetto essere di qualsiasi tipo.

30
Al CIRCU ITI
DELL' RTX

Fig. 4 - Questa è la variante che con•


sigliamo di apportare al circuito inter- ALL' INGR. PTT -a J-< CONTATTO PTT
no del microfono per avere la certez
za che, qualunque sia il tipo di com-
mutazione previsto, da ricezione a tra
smissione, non venga compromesso
il funzionamento della ricetrasmitten-
te a causa dei collegamenti dei relé
ausiliari previsti dal preamplificatore.
Il diodo è di tipo 1 N4004 e deve essere
inserito nel circuito originale. MODIFICA SUL RIC./ TRASM

RICEVITORE PER ONDE CORTE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO L. 16.200

COMPLETO DI AURICOLARE A CRISTALLO


AD ALTA IMPEDENZA

ESTENSIONE DI GAMMA: 6 MHz ± 18 MHz


RICEZIONE IN MODULAZIONE D'AMPIEZZA
SENSIBILITA': 10 V: 15 V

31
E VE N T. AM P L.
LI N E AR E
RICE TRASM.

ALI M .

Fig. 5 • Disposizione completa dei vari elementi che compongono la stazione


ricetrasmittente CB con l'inserimento del dispositivo preampllficatore (AMPL.
RF) e di un eventuale amplificatore lineare.

MODIFICA SUl MICROFONO Quando tutto è pronto e l'insieme degli apparati


assume l'aspetto dei collegamenti illustrati in
Abbiamo detto che, all'entrata in funzione della figura 5, si dovrà sintonizzare il ricevitore su un
sezione trasmittente, il preamplificatore deve es- canale centrale ed osservare attentamente I'S-
sere commutato, cioè eliminato dal circuito di meter. In mancanza di tale strumento, si valuterà
antenna. E à questo scopo provvedono i due relé, ad orecchio l'intensità del segnale ricevuto. Quin-
quello di entrata RLl e quello d'uscita RL2, che di, agendo sul nucleo di ferrite della bobina LI,
vengono pilotati dal comando inviato loro dal si ricerca il massimo segnale sull'S-meter, ri-
PTT. In alcuni ricetrasmettitori CB è prevista cordando che, in assenza di un segnale utile, ci
un'apposita presa per questo particolare Uso, in si potrà riferire al solo rumore di fondo captato
altri no. Quindi, per evitare che la tensione dall'antenna.
di alimentazione dei" due relé possa in qualche Successivamente si passa alla seconda bobina L2
modo entrare nella stazione ricetrasmittente e e si agisce, allo stesso modo, sul nucleo di ferrite
comprometterne il funzionamento, sarà bene ef- di questa. Poi si ritorna sulla bobina L 1 e si ri-
fettuare all'interno del microfono la variante pete su questa'intervento
l iniziale, che va ripe-
circuitale riportata in figura 4. In pratica si tratta tuto anche per la bobina L2 in una serie di cicli
di raggiungere il bocchettone del microfono pre- operativi il cui scopo è quello di raggiungere il
sente sul ricetrasmettitore, staccare, dopo averlo miglior aggiustamento.
individuato, il filo del comando del PTT, colle- Soltanto ora il nostro preamplificatore può con-
gare in serie un diodo di tipo 1N4004 oppure siderarsi veramente pronto per funzionare, ma
1N4007 facendo bene attenzione alle sue polarità se qualche lettore volesse raggiungere dei vertici
ed uscire con un cavetto schermato, cui si affida di funzionamento ancora superiori, allora si do-
il compito di condurre il comando del PTT. vrà intervenire nuovamente sul circuito per
L'operazione, come si può intuire, è molto sem- apportarvi alcuni perfezionamenti.
plice e richiede soltanto un po' di pazienza.

ULTERIORI PERFEZIONAMENTI
MESSA A PUNTO
I lettori più esperti potranno elaborare ulterior-
Una volta ultimato il lavoro di montaggio del mente il progetto del preamplificatore con lo
preamplificatore, esso richiede qualche elemen- scopo di conquistare qualche decibel in più. A
tare intervento di messa a punto. costoro, dunque, consigliamo innanzitutto di sele-

32
zionare accuratamente i due transistor FET, le attraverso prove e grandezze successive, fino a
cui caratteristiche dovranno risultare il più possi- 4 7 .000 ohm, oppure diminuendolo, con la stessa
bile simili. Accade spesso, infatti, che la corrente progressione, fino a 15 .000 ohm.
nel tratto Drain-Source del transistor FET vari I transistor 2N3819 potranno essere sostituiti con
in misura sensibile tra un esemplare e l'altro, altro FET caratterizzati da un maggior guadagno
anche della stessa marca. Perciò, tenendo conto sulle alte frequenze (2N3823-2N4416-2N5484-
che il 2N3819 è un transistor che costa poco, 2N5485-2N5486).
occorrerà acquistare un certo numero di questi Un ulteriore perfezionamento del circuito origi-
componenti e conservare e montare sul circuito nale del preamplificatore consiste nel collegare
del preamplificatore quelli che, nel punto di unio- un condensatore ceramico da 10.000 pF in paral-
ne del Drain di TR1 con la Source di TR2, de- lelo con la resistenza R3 ed eliminando la resi-
terminano un valore di tensione pari alla metà di stenza RS. Inoltre si potrà provare a sostituire
quello dell'alimentazione. Ma questa condizione il condensatore C6 con altri di valore capacitivo
potrà essere raggiunta anche diversamente, ele- via via decrescente, fino ad individuare quello
vando ad esempio il valore della resistenza R6, che determina il massimo della resa.

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 14.500 il

Per agevolare il compito di chi inizia


la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva- •••••••••••••• ■ ••

riati componenti e materiali, non sem- %


pre reperibili in commercio, ad un
prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N° 1 saldatore (220 V- 25 W)_N" 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante- N" 1 poggia-saldatore_ N 2 boccole isolate
- N" 2 spinotti - N" 2 morsetti-coccodrillo • N" 1 ancoraggio - N 1 basetta per
montaggi sperimentali N" 1 contenitore pile-stilo _ N" 1 presa polarizzata per
pila 9 V.N" 1 cacciavite miniatura - N" 1 spezzone filo multiplo multicolore.

33
CORSO
DI AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI
INTEGRATI DIGITALI

La diffusione degli integrati digitali è stata tal- vuol dimostrare questo corso teorico-pratico, che
mente rapida da coinvolgere, in breve tempo, si propone di smentire decisamente troppe errate
anche il piccolo laboratorio dilettantistico. E il convinzioni, ed informare adeguatamente gli hob-
perché del successo di questi componenti è fa. bysti che gli integrati consentono di ottenere
cilmente intuibile: gli integrati digitali costano soluzioni molto semplici a problemi che, fino a
relativamente poco, mentre la loro versatilità nel qualche tempo fa, potevano ritenersi insolubili,
realizzare interessantissimi circuiti professionali che gli integrati non sono più fragili dei tran-
e dilettantistici è veramente grande. Pure la faci- sistor, che vanno trattati come tutti gli altri semi-
lità di impiego e di autoprogettazione di apparati conduttori, che il loro uso può essere lievemente
su misura è a tal punto alla portata di tutti da meno facile soltanto per la presenza di un mag-
proclamare l'integrato digitale un circuito a ca- gior numero di terminali e per la vicinanza
rattere universale. Eppure, a volte, gli aggettivi tra questi.
« logico », « digitale », « aritmetico », « epitas-
siale », rendono i nostri lettori refrattari all'im-
piego pratico degli integrati, perché ad essi si CHE COSA SONO GLI INTEGRATI
pensa come ad elementi riservati ad un numero
limitato e privilegiato di tecnici, a coloro che pos- Ogni circuito integrato si presenta sotto l'aspetto
seggono basi matematiche e svolgono attività di un componente di piccole dimensioni. Ed è
scientifiche ad alto livello. Ma così non è. E lo costituito principalmente da diodi, transistor,

Prende l'avvio, in questo primo fascicolo dell'anno del nostro


periodico, il richiestissimo corso sugli Integrati digitali, che
ha lo scopo di far acquisire al lettore la stessa confidenza
finora adottata verso I più comuni semiconduttori e di sfatare
tutti quegli errati pregiudizi, che molti hobbysti ancora con-
servano e non facilitano l'eserclzlo dell'elettronico dilettante.

34
PRIMA PUNTATA

resistori in un numero che può variare fra le po- LA SIGLA


che unità e le decine di migliaia. Tutti questi
elementi sono depositati su un sottile strato di Come avviene per tutti i componenti elettronici,
silicio, che funge da supporto, secondo la tecnica anche sugli integrati le varie case costruttrici
della diffusione epitassiale, e sono collegati fra usano stampigliare una sigla per distinguere un
loro in modo da formare un circuito in grado modello dall'altro. Ma la lettura di questa sigla,
di svolgere una funzione specifica od un'opera- in certi casi, può apparire difficoltosa, dato che
zione particolare. alla sigla principale assai spesso vengono ag
L'integrato, visto nella sua espressione esteriore, giunti alcuni numeri o lettere alfabetiche, a di-
si presenta di solito come quello riportato in screzione del costruttore, che possono trarre in
figura 1. Dai due lati maggiori del piccolo conte- inganno un principiante durante l'impiego degli
nitore nero fuoriescono i terminali, che vengono integrati, confondendogli le idee e creandogli
designati con il termine « pins », ma che noi dei dubbi sull'autenticità de! componente, Tut-
continueremo a chiamare terminali o piedini. tavia una regola generale e precisa di lettura delle
La disposizione dei terminali sull'integrato di sigle degli integrati potrebbe divenire troppo
figura 1 è di tipo « dual in line », ovvero i ter- azzardata, soprattutto in previsione di ulteriori
minali sono disposti su due file parallele, distan- e future varianti. Preferiamo quindi far riferi-
ziati tra di loro di 1 / 1 O di pollice, che è pari a mento ad un esempio pratico, che potrà in seguito
2,54 mm. Il numero totale dei terminali varia
generalmente da 14 a 64.
Gli integrati possono assumere forme e dimensio-
ni diverse da quelle del modello riportato in fi-
gura 1, come si può vedere in figura 2, in cui Che cosa sono
buona parte degli elementi rappresentati sono di
tipo professionale e quindi non facilmente repe- Varietà di slgle
ribili in commercio.
La differenza sostanziale, che intercorre fra un Numerazione piedini
integrato normale ed uno professionale, consiste
nella possibilità, per il secondo, di lavorare in Gli zoccoli
una gamma di temperature i cui limiti, superiore Suggerimenti pratici
ed inferiore, assumono valori di gran lunga mag-
giori di quelli dei comuni integrati. Le stesse Conservazione
caratteristiche elettriche sono controllate con
maggior severità ed il contenitore, ceramito o Notlzle utill
metallico, conferisce all'integrato professionale
una grande robustezza.

35
costituire una guida di orientamento nella lettura
di tutte le sigle impresse sugli involucri esterni
degli integrati.
L'esempio pratico prende in considerazione il
ben noto circuito integrato SN7404N riprodotto
in figura 3. Nel quale, come si può notare, sono
stampate due sigle, una superiore ed una infe-
riore. Ebbene, la vera sigla del componente è Fig. 1 - Aspetto esteriore di un modello molto co-
quella inferiore: SN7404N. mune di circuito integrato digitale. La disposizione
Il numero riportato al di sopra della sigla (7440) dei terminali, disposti su due file parallele, è del
tipo dual In line.
sta ad indicare, con le prime due cifre, l'anno di
fabbricazione, ossia il 1974, con le seconde due
cifre, la settimana di produzione, ossia la qua-
rantesima. Concludendo, il numero 7440 signi-
fica: 40 settimana del '74, ossia la data esatta tegrato e notiamo che essa ,termina con una let-
di fabbricazione dell'integrato. tera alfabetica, più esattamente con ìa lettera N.
Ma ritorniamo alia sigla vera e propria dell'in- La quale assume un significato preciso e può

CASE 607

CASE 606
F Sottx
CAS E 801 Carmic Pcoge
G Su ff x
MIUI Packege

CASE 626
P satfix

«%
Pienlc PacQIIS

CASE 620
L Suffoi:
Cararle Pc kage CASE 632
LSuffix
Ot ramic Packagl
PSuflix 1
Pfenlc Packagl

CASE 6A6
P sutt
Ptic Pckae
CASE 648
PSuffl:ii:
Pasti Pckage

CASE 693

%mir#tir
U Su ttix
Carnic Peka

c4Geco
L Suffo:
Ca rsi c Pckage

mm
Flg. 2- Esempi di Integrati digitali
con forme e dimensioni diverse. Le
espressioni di llngua Inglese CASE
601 - CASE 606, ecc., vogliono si-
gnificare CONTENITORE 601 - CON·
TENITORE 606, ecc.
mm%? CASE 701
P Sufflx
Planìc Packagl
CAS E 726

36
essere sostituita dalle altre tre seguenti lettere:
J-T- W. Ma, ecco il significato di queste let-
tere:

N = Integrato plastico • dual in Jine


J = Integrato ceramico • dual in Une
Fig. 3 - La vera sigla, quella che Individua esatta-
T = Integrato metallico . piatto mente l'integrato digitale, è quella riprodotta più in
W = Integrato ceramico • piatto basso. Quella più in alto indica l'anno e la setti-
mana di fabbricazione del componente.

L'integrato SN7404N, preso ad esempio, può pre-


sentarsi con sigle leggermente diverse, le se-
guenti:

SN 74H04N
SN 74L04N
SN 74S04N SN7404N, che possiamo chiamare 7404, comin-
SN 74LS04N ciando ad omettere nella pronuncia della sigla
le due lettere iniziali e quella finale (SN ed N)
Le quali, tutte, contengono una lettera interme- diventa, se costruito da altre case:
dia in più (l'ultima contiene due lettere in più).
Esse sono: H-L-S-LS ed assumono i seguenti DM 7404 NA TIONAL
significati: T 7404 SGS/ATES
9N 04 FAIRCHILD
H = Alta velocità di lavoro con elevato consu-
mo di corrente.
Come si vede, in queste nuove sigle, vengono ri-
L = Bassa velocità di lavoro con basso consumo prese le due ultime cifre, che contraddistinguono
di corrente.
S = Schohky: altissima velocità di lavoro con
elevato consumo di corrente.
LS= Low Sch. = alta velocità di lavoro con
basso consumo di corrente.

valori delle potenze di dissipazione e quelli


delle massime frequenze di lavoro dei modelli
ora citati sono riportati nell'apposita tabella.
1
Tabella dei valori caratteristici
I

modello
Pot. diss.
mW
Freq. max.
MHz
I
I
i=1 7

I 7404 10 35 I

74H04 22 50
74L04 1 3
74S04 19 125
74LS04 2 45
I

Fig. 4 - Gli elementi di riferimento, che consentono


di individuare il terminale 1 dell'Integrato, possono
La Texas Instrument è stata la prima casa co- essere diversi. In questi disegni sono chiaramente
struttrice di questi tipi di integrati. Tutte le altre Indicati dalle piccole frecce.
si sono uniformate al modello di figura 3, ma la
sigla è cambiata. Pertanto il nostro integrato

37
7404 diventa in tal caso FJH241, sebbene at-
tualmente si usi riportare, assieme alla sigla
europea, anche quella americana.
A parte la difficoltà di lettura di certe sigle, la
piedinatura, la costruzione e le caratteristiche
elettriche del componente sono sempre le stesse.

NUMERAZIONE DEI PIEDINI

Facciamo ancora riferimento all'esempio preso


in considerazione e vediamo di capire come si in-
terpreta la disposizione numerica dei piedini
dell'integrato.
Prima di tutto si deve individuare la posizione
del piedino 1, che è quello che stabilisce ]'ordine
Fig. 5 - Una lieve pressione, esercitata con il polpa- numerico progressivo e successivo dei rimanenti
strello dell'indice della mano destra sulla superficie piedini. E per far ciò si deve osservare l'integra-
superiore dell'integrato, costituisce la prima mano- to dalla sua parte superiore, come indicato in
vra meccanica per l'inserimento del componente su figura 4, nella quale ci si riferisce all'integrato
apposito zoccolo.
7404 (occorre imparare in pratica a non cita
re le lettere iniziali SN e quella finale N), che è
dotato di 14 piedini disposti su due file parallele
di sette piedini l'una.
Ogni integrato è fornito di un particolare con-
la funzione logica. E ciò deve indurre il princi- trassegno che consente di individuare immedia-
piante ad accordare la massima fiducia al riven- tamente il piedino 1. E questo contrassegno può
ditore, quando questi garantisce, ad esempio, essere rappresentato da una tacca, da un dischet-
che un integrato recante una delle tre sigle ora to o altro elemento, come indicato in figura 4.
citate è esattamente il corrispondente del- Una volta individuato il piedino 1, è facile nume-
l'SN7404N. rare a memora tutti gli altri piedini. Basta infatti
Le cose si complicano un po' quando si tratta supporre di posare l'integrato sopra un quadrante
di un integrato di produzione Philips. Infatti il di orologio, con la faccia superiore rivolta al-
l'insù: i piedini due - tre - quattro, ecc. si susse-
guono, nell'ordine, nel verso contrario a quello
del movimento normale delle lancette dell'oro-
logio. Naturalmente, nell'esempio citato, si dovrà
supporre che sul quadrante dell'orologio, anziché
le ore, siano impressi i numeri che vanno dall'uno
al quattordici.
L'ordine di successione dei piedini diviene « ora-
rio » se l'integrato è guardato dalla parte di sotto.

GLI ZOCCOLI

La tecnica applicativa degli integrati insegna


che, in alcuni casi, questi componenti debbono
essere montati direttamente sui circuiti stampa-
ti, cioè i piedini dell'integrato sono saldati a sta-
gno sulle relative piste di rame del circuito stam-
pato. In altri casi, invece, l'integrato deve essere
flg. 6 • Non possedendo l'apposito utensile, per e- montato su apposito zoccoletto, in modo da
strarre un integrato dallo zoccolo ci si può servire evitare la saldatura a stagno diretta sui piedini
di un piccolo cacciavite e far leva, con questo, prima
da una parte e pol dall'altra. e da agevolare la eventuale sostituzione del com-
ponente in caso di guasto.
La qualità dello zoccolo deve risultare tanto

38
I I
' I

" PIEGARE I
PIE DINI

\
Fig. 7 - Allo scopo di consentire l'esatto inserimento
degli Integrati sui relativi zoccoli, in sede di co-
struzioni elettroniche industriali, dove i componenti
In scatola di montaggio
vengono trattati per mezzo di macchine speciali, l'in-
clinazione dei terminali è quella Indicata a linee in-
tere nel disegno. Ma il itrinclplante, dovendo Inse-
L1. 62.000
rire manualmente l'integrato nello zoccolo, deve prl-
ma ripiegarne I terminali nel modo Indicato dalle·
linee tratteggiate.

mm7m779
,eowu o»
RADDRIZZARE

Flg. 8 - Quando uno o più piedini di un integrato SERVE PER COSTRUIRE:


hanno subìto una errata piegatura, il raddrizzamento
si ottiene usando appropriate pinzette. un moderno orologio numerico a di-
splay
un termometro di precisione
una radiosveglia
un interruttore elettrico temporizzato

Ma offre la possibilità di realizzare


POLISTEROLO innumerevoli e sofisticate ulteriori
ESPANSO
applicazioni tecniche.

Flg. 9 • Il metodo più semplice e più razionale di


conservazione dei circuiti integrati consiste, come
illustrato In questo disegno, nell'lnfllarli su una ba-
setta di polistirolo.

39
CIRCUITO
INTEGRATO

Fig. 10 - li vero circuito Integrato è racchiuso In


qualche millimetro quadrato di superficie, Tutta la
rimanente parte del contenitore serve per suppor-
tare I piedini.

maggiore quanto più elevato si presume possa contro una superficie piana, tutti assieme i pie-
essere il numero delle sostituzioni del com- dini dell'integrato prima da un lato e poi dal-
ponente, come avviene nei montaggi sperimenta- l'altro.
li, di prova e in quelli hobbystici. Qualche piedino, tuttavia, anche negli integrati
nuovi può apparire come indicato in figura 8,
ossia piegato non parallelamente agli altri. In
INSERIMENTO ED ESTRAZIONE tal caso, l'operazione di raddrizzamento si ottiene
tramite una pinzetta.
L'inserimento dell'integrato nell'apposito zocco-
lo si effettua nel seguente modo: dapprima si ap-
poggia il componente sopra lo zoccolo, control-
lando che i piedini si trovino tutti in corrispon- CONSERVAZIONE DEGLI INTEGRATI
denza delle relative imboccature; poi si esercita
una lieve pressione sulla parte superiore tramite Gli integrati, contrariamente a quanto avviene
l'indice della mano destra, come indicato in fi- per le resistenze, i condensatori e gli altri semi-
gura 5; successivamente si agisce con una pres- • conduttori, non possono essere conservati alla
sione maggiore in modo da incastrare fino in rinfusa in un cassetto o in una scatola, mescolati
fondo tutti i piedini. Ovviamente, durante que- più o meno assieme. Perché in questo modo si
sta operazione, occorre sempre controllare che corre il rischio di rovinare i piedini e far scom-
nessun piedino si sia piegato internamente od parire la sigla.
esternamente, scivolando fuori dal proprio foro. Quando si tratta di conservare pochi esemplari,
Per estrarre un integrato dallo zoccolo, ci si deve il metodo più razionale cui si deve ricorrere è
comportare nel modo illustrato in figura 6. Con quello illustrato in figura 9. In un piccolo ret-
un piccolo cacciavite si fa leva, prima su una tangolo di polistirolo espanso, che funge da rac-
estremità, poi sull'altra. I professionisti usano, coglitore, si possono infilare molti integrati, bene-
per questa operazione, delle apposite pinze. ficiando del vantaggio di una facile ed immedia-
ta identificazione della sigla del componente e
di una sicura protezione da accidentali piega-
PIEGATURA CORRETTA ture dei suoi piedini.

Prima di applicare un integrato sul proprio zoc-


colo, è necessario controllare che tutti i piedini NOTIZIE UTILI
siano ugualmente piegati, allineati e paralleli.
Infatti, quando si acquista un integrato nuovo, Prima di concludere questa prima puntata del
i piedini di questo sono sempre piegati con un'an- nostro corso teorico-pratico sugli integrati digi-
golatura diversa da quella di 90° necessaria tali, riteniamo doveroso, per demistificare ancor
per un immediato innesto del componente sullo più questo importante componente elettronico e
zoccolo. E ciò implica un piccolo intervento per invogliare il lettore a seguirci nelle prossime
meccanico sui piedini secondo quanto illustrato puntate, ricordare qualche dato curioso e citare
in figura 7. Il quale consiste nello schiacciare, alcune precisazioni teoriche.

40
Avevamo detto all'inizio che in un solo integrato dire « numerico », cioè che tratta i numeri e non
possono essere concentrate principalmente alcu- le grandezze variabili.
ne centinaia o migliaia di resistori, diodi e transi- Assai spesso, in sostituzione dell'aggettivo « di-
stor. Ebbene, tutti questi componenti non sono di- gitale », si suol dire « logico » e, talvolta, « arit-
metico » e ci si riferisce sempre allo stesso con-
stribuiti ordinatamente all'interno dell'integrato,
cetto.
come quello riprodotto in figura 1, ma occupano I circuiti integrati digitali, che sono quelli che
soltanto una superficie di 1+2 mm quadrati, sempre verranno trattati nel presente CORSO,
così come indicato in figura 10. Le dimensioni, si differenziano dai circuiti integrati lineari per-
relativamente grosse, del contenitore, sono rese ché questi vengono realizzati essenzialmente per
necessarie soltanto dal problema pratico di sup- amplificare tensioni variabili a larga: banda.
portare i piedini del componente. Ma esistono numerose famiglie di circuiti inte-
Al termine « integrato » abbiamo aggiunto spes- grati digitali. Le più note sono 1a DTL e la TTL
so l'aggettivo « digitale », che potrebbe far pen- (transistor - transistor - logic). La prima è di più
sare ad una certa relazione del componente con vecchia realizzazione, la seconda è la più dif-
le dita della mano. Ma ciò è assolutamente erra- fusa attualmente sul mercato, è quella che vanta
to. Perché « digitale » è una parola che, in que- il costo più accessibile ed è anche quella cui
sto caso, deriva dall'inglese « digit », che vuol sono rivolte le nostre attenzioni.

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


L.16.850
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, cosi da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

-
m g
Contenuto del kit:
I»o[% +
n. 3 condensatori- n. 6 resistenze- n. 1 po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF- n. 1 zoccolo
per circuito integrato - n. 1 circuito integrato -

eg- n. 1 diodo raddrizzatore - n. 1 SCR- n. 1 cor-


done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

41
Serve per rivelare
la presenza
o l'assenza di cariche
positive o negative.

ELETTROSCOPIO
L'elettroscopio è principalmente uno strumento trizzato allo stesso modo, esse si aprono maggior-
didattico, che viene presentato nelle aule scola- mente; al contrario, tendono a chiudersi, se alla
stiche durante le lezioni di fisica e che ha il sferetta si avvicina un corpo elettrizzato di segno
compito di interpretare, visivamente, la presenza opposto.
ed il comportamento delle cariche elettriche.
Quello più vecchio fra tutti, che appartiene ormai
alla storia dell'elettricità, è composto da due ATTUALITA' DELLO STRUMENTO
sottili striscioline d'oro, racchiuse in un conteni-
tore di vetro che le protegge dall'agitazione del- Se il celebre elettroscopio è rimasto per anni
l'aria. Le striscioline rimangono sospese all'estre- relegato negli armadi scolastici quale strumento
mità di un'asticella metallica, con la quale forma- di studio e di curiosità, senza trovare mai una
no un unico conduttore. Il tutto viene isolato per pratica applicazione nei laboratori professionali
mezzo di un tappo di ambra, di ebanite o di altra ed hobbystici, è giunto ora il momento di riesu-
sostanza isolante che chiude l'imboccatura del mare quell'apparecchio, conferendogli ovviamen-
contenitore. L'asticella termina esternamente con te un aspetto più attuale, per affidarlo alle molte-
una sferetta. - plici esigenze degli sperimentatori e dei dilettanti
Quando si comunica alla sferetta una debole ca- a causa dell'uso, sempre più crescente, della com-
rica elettrica, questa si diffonde alle striscioline ponentistica in tecnologia MOS. Come si sa, in-
d'oro le quali, elettrizzandosi, si respingono. fatti, oltre ai transistor MOSFET, esiste oggi una
Con l'elettroscopio si esplora, con tutta facilità, vastissima gamma di integrati, spesso complessi
il segno di un corpo elettrizzato. Infatti, se si e costosi, come i microprocessori o gli elaboratori
caricano le striscioline, per esempio positivamen- di segnali, che si rivelano estremamente sensibili
te, toccando la pallina con un bastoncino di vetro alle cariche elettrostatiche e che meritano, quin-
strofinato con la lana, si osserva che, avvicinando di, di essere adeguatamente protetti. Ed il primo
da lontano lo stesso vetro elettrizzato, le striscio- sistema di protezione è certamente quello del-
line si aprono di più; ma se si avvicina un baston- l'individuazione delle eventuali cariche elettriche,
cino di ceralacca, ugualmente strofinato con la per la cui rilevazione si rende appunto necessa-
lana, le striscioline tendono invece a chiudersi. rio l'uso di un elettroscopio.
Dunque, essendo le striscioline cariche positiva- Ma quello a striscioline d'oro non è certo un
mente, se si avvicina alla sferetta un corpo elet- elettroscopio realizzabile a livello dilettantistico,

42
anche se, come noi lo abbiamo descritto all'inizio
di questo articolo, esso è uno strumento sempli-
cissimo e di facile costruzione. Perché gli elemen-
ti irreperibili sono in questo caso, evidentemente, Rappresenta
le due striscioline d'oro. una versione moderna
ed elettronica
dello storico
ELETTROSCOPIO ELETTRONICO strumento didattico.
Meglio dunque approntare uno strumento affine,
che richieda una minima spesa e che sia ugual-
mente funzionale come quello il cui progetto è
riportato in figura 1.
Utilizzando particolari modelli di transistor MO-
SFET, è possibile realizzareun moderno elettro-
scopio « solid-state ». Ma un dispositivo così versa, quando il rubinetto è appena aperto o
concepito viene a costare molto e gli stessi tran- chiuso, il flusso idrico è minimo o interrotto.
sistor possono rivelarsi irreperibili oltre che estre-
Allo stesso modo, nella valvola, in certe condi-
mamente delicati, tanto che un accidentale so- zioni elettriche della griglia, il flusso di corrente,
vraccarico potrebbe divenire per loro fatale. Ecco che scorre tra il catodo e l'anodo, può essere
quindi il motivo per cui nel nostro progetto si è elevato; in altre condizioni, questo flusso di cor-
fatto ricorso ad una vecchia valvola elettronica, rente elettrica, più precisamente di elettroni, può
che molti lettori forse posseggono già e che altri essere debole o nullo. Ma perché la valvola possa
potranno ancora acquistare presso qualche riven- funzionare occorre, per prima cosa, che tra anodo
ditore di parti vecchie di ricambio per ricevitori e catodo esista una forte differenza di potenziale
radio. Sì, perché la valvola da noi adottata è (anodo positivo rispetto al catodo) in modo che
il classico pentodo, amplificatore RF, di tipo gli elettroni, emessi dal catodo riscaldato dal
6BA6, che è composto da un anodo, tre griglie, filamento (piedini 3 - 4), siano attratti con molta
un catodo e un filamento da accendersi con la forza dall'anodo.
tensione di 6,3V. Ma vediamo subito di inter- Se non si applica alcuna tensione alla griglia del-
pretare il comportamento del circuito elettrico la valvola, questa si comporta come un diodo.
del nostro elettroscopio riportato in figura 1. Se la tensione applicata alla griglia, rispetto al
catodo, è positiva, la griglia si comporta un po'
da anodo attirando parte degli elettroni che esco-
ANALISI DEL CIRCUITO no dal catodo. Se si applica alla griglia una ten-
sione lievemente negativa rispetto al catodo, si
Sulla griglia controllo della valvola V1, e preci- nota che questa debole tensione fa variare di
samente sul piedino 1 del suo zoccolo, si applica molto la corrente che fluisce internamente alla
un elemento captatore di piccole cariche elettri- valvola, in quanto la griglia negativa rimanda
che, che è stato indicato con la dicitura ASTA. verso il catodo parte degli elettroni emessi. Se
La griglia controllo può essere paragonata ad un poi la tensione di griglia diventa sempre più ne-
rubinetto dell'acqua. Quando il rubinetto è aper- gativa rispetto al catodo, la diminuzione della
to del tutto, il flusso d'acqua è massimo; vice- corrente nella valvola è sempre più sensibile;

Con esso cl si può divertire, ripetendo gll stessi esperimenti


eseguiti nelle aule scolastiche durante l'Insegnamento del
primi rudimenti dell'elettrologia. Ma In laboratorio diviene utlle
per difendere, dalle pericolose cariche elettrostatiche, I più co-
stosl e sofisticati clrcultl Integratl.

43
ASTA

. rl
DI

, ,,=-------'I 125V
~ +
LN Cl

63V

RE TE
Tl

Fig. 1 - Circuito teorico dell'elettroscopio in espressione moderna. L'accen-


sione o lo spegnimento della lampadina al neon informano l'operatore sulla
presenza di cariche in prossimità dell'asta. Il potenziometro H1 regola la soglia
di intervento della valvola in relazione ai diversi potenziali di griglia; prati•
camente predispone lo strumento per la rivelazione di cariche elettriche po-
sitive o negative.

-----COMPONENTI
C1 = 16F - 250 VI (elettrolitico) LN = lampada al neon (senza resist.)
R1 == 50.000 ohm (potenz. a varlaz. lln.) D1 = 1N4007 (diodo al silicio)
R2 = 220.000 ohm T+ = trasf. (220 V - 125 V : 20 mA - 6,3
V1 == 6BA6 V : 0,5 A)

ad un certo punto, per un determinato valore del- la quale i


innesca, approssimativamente, quan-
la differenza di potenziale tra griglia e catodo, do sui suoi terminali la tensione supera il valore
la corrente cessa: questo valore prende il nome di di 65 V circa, mentre si spegne quando il valore
« tensione di interdizione ». della tensione scende al di sotto dei 50 V circa.
Abbiamo così interpretato, a grandi linee, il fun- Il potenziometro a variazione lineare R 1 consente
zionamento della valvola pentodo, che è poi lo di regolare manualmente il punto di lavoro della
stesso per il triodo, il tetrodo e gli altri tipi di valvola permettendo, nello stato di riposo, di far
valvole in cui è presente la griglia controI1o. Ve- accendere o mantenere spenta la lampadina al
diamo ora come tale principio di funzionamento neon, a seconda che si voglia rivelare la presen-
è stato sfruttato per realizzare il nostro elettro- za di cariche negative o positive.
scopio elettronico. La captazione di cariche elettriche negative da
Diciamo subito che l'indicazione della presenza parte dell'asta, che a sua volta le applica alla
di cariche elettriche in prossimità dell'asta capta- griglia controllo della valvola V1, provoca una
trice è fornita dalla piccola lampada al neon LN, diminuzione del potenziale di griglia e, per quan-

44
RETE

basetta isol. m

Fig. 2- La realizzazione pratica dell'elettroscopio elettronico si effettua in un


contenitore metallico, che ha funzioni di schermo elettrostatico e conduttore
della linea di massa. La valvola, la boccola serrafilo e l'asta captatrice di ca•
riche, si trovano nella parte superiore del contenitore.

to si è detto poco fa, la corrispondente diminu- La lampada indicatrice al neon LN può essere
zione della corrente tra catodo e anodo. Ma ad sostituita, a piacere, con uno strumento ad indi-
una diminuzione della corrente, internamente al- ce, che dovrà essere di tipo molto sensibile, per
la valvola, corrisponde anche un aumento della esempio un voltmetro da 100 V fondo-scala,
differenza di potenziale tra anodo e catodo, cioè dotato di una sensibilità superiore ai 20.000 ohm
un aumento di tensione sui terminali della lam- per volt.
padina al neon che si accende.
Regolando opportunamente il potenziometro R1,
si può far in modo che, in condizioni di riposo, ALIMENTAZIONE
ossia in condizioni di assenza di cariche in pros-
simità dell'asta, la lampadina al neon rimanga Il circuito dell'elettroscopio, per poter funziona-
accesa. E' possibile così rilevare la presenza di re, necessita di un adatto alimentatore, come
cariche positive le quali, provocando un au- quello presente sulla destra dello schema elet-
mento della conduzione di elettroni fra catodo trico di figura 1. Il quale è composto dal tra-
e anodo della valvola Vl, determinano una di- sformatore di alimentazione T1, dal diodo rad-
minuzione della tensione presente fra catodo e drizzatore D 1, dal condensatore di filtro C 1 e
anodo e quindi fra i terminali della lampadina al dalla resistenza di protezione R2. L'avvolgimen-
neon che è costretta a spegnersi. to primario del trasformatore T1 è adatto ovvia-
Da questa semplice e breve analisi del funziona- mente a sopportare la tensione di rete di 220 V.
mento del circuito di figura 1 è facile ora com- Gli avvolgimenti secondari sono due: quello che
prendere come, per rivelare la presenza di cariche eroga la tensione di 6,3 V ed una corrente di
elettriche positive o negative, occorre intervenire 0,5 A necessaria a provocare e mantenere l'ac-
sul potenziometro R1, posizionandolo nell'uno o censione del filamento della valvola e quello a
nell'altro modo. 125 V - 20 mA in grado di erogare la tensione

45
u
0
o
v)
z
u
v)

BOCCOLA
SERRAFILO

Fig. 3 • Il sensore, ossia l'elemento destinato a


captare le cariche elettrostatiche, è rappresen-
tato da uno spezzone di filo di rame di un certo
spessore. l'anellino, praticato nell'estremità più
alta, provvede a scongiurare la possibilità di una
TELAIO dispersione delle cariche nell'aria.

di alimentazione anodica e della lampadina al costruttivo di figura 2 per avere la certezza del
neon. successo.
La tensione alternata di 125 V viene raddrizzata li contenitore dovrà essere di tipo metallico, allo
dal diodo al silicio D1; si tratta di un raddrizza- scopo di non influenzare con un eventuale accu-
mento di tipo a singola semionda. mulo di cariche, tipico delle materie plastiche
Il livellamento della tensione raddrizzata viene ed isolanti in genere, le operazioni di rilevazione
ottenuto tramite il condensatore elettrolitico Cl dello strumento.
che, tenuto conto della ridottissima corrente as- Si faccia bene attenzione ad isolare perfettamente
sorbita dal circuito, può avere un valore capaci- i due conduttori della tensione di rete di 220 V,
tivo relativamente piccolo, compreso fra 10 e i dal loro ingresso nel contenitore metallico, attra-
22 F, con tensione di lavoro di 250 V. Nell'elen- verso un gommino-passante, fino al raggiungi-
co componenti abbiamo prescritto il valore di mento dei terminali dell'avvolgimento primario
16 F. del trasformatore di alimentazione Tl.
I collegamenti ai vari piedini dello zoccolo della
valvola Vl debbono essere eseguiti tenendo con-
to della posizione dell'elemento guida, che con-
COSTRUZIONE sente di effettuare la numerazione indicata nello
schema elettrico di figura 1.
Dato il ridottissimo numero di componenti, il Si faccia ancora bene attenzione a non scambia-
progetto dell'elettroscopio è da considerarsi rea- re tra loro i terminali degli elementi polarizzati,
lizzabile da tutti, anche dai meno esperti. E' come il condensatore elettrolitico Cl ed il diodo
sufficiente infatti seguire attentamente il piano al silicio D I .

46
LA SONDA elettriche captate. Perché, se il filo terminasse
con una punta, questa svolgerebbe la sua natu-
La sonda, che abbiamo pure denominato asta e rale funzione di disperdere le cariche elettriche,
sensore, deve essere costruita nel modo indicato che è poi quella dei parafulmini e che va sotto
in figura 3. Si dovrà far uso di uno spezzone di il nome di « potere delle punte ». In sostituzione
filo di rame nudo e rigido, di un certo diametro, dell'anellino, si potrà infilare sull'asta una pic-
della lunghezza di 1 O+ 20 cm. Questo verrà fis- cola sfera.
sato sulla parte superiore del contenitore metal- A questo punto la realizzazione dell'elettroscopio
lico, in corrispondenza dell'apposita boccola- può considerarsi ultimata e al lettore non resta
sensore presente nello schema di figura 2,e stret- che constatarne l'efficienza, avvicinando all'asta
to mediante una boccola-serrafilo. un pettine, una bacchetta di vetro, una penna od
Con le dimensioni da noi attribuite al sensore, altri oggetti strofinati sulla lana. L'accensione o
la presenza delle cariche elettriche viene avver- lo spegnimento della lampadina al neon confer-
tita pure ad una certa distanza. merà il buon comportamento dell'elettroscopio
Osservando il disegno di figura 3, si nota che elettronico, che potrà poi essere conservato in
il filo di rame termina con un anellino. Ebbene, laboratorio, per constatare la presenza o meno
questo anellino svolge una funzione assai impor- di cariche elettrostatiche sui delicatissimi inte-
tante, quella di non lasciare sfuggire le cariche grati di cui si è parlato all'inizio dell'articolo.

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Di questa Rubrica potranno avvalersi tutti quei lettori che sentiranno la necessità di offrire
in vendita, ad altri lettori, com ponenti o apparati elettronici, oppure coloro che vorranno
rendere pubblica una richiesta di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contestazioni che po-
tessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità del testo pubblicato. In
ogni caso non verranno accettati e, ovviamente, pubblicati, annunci di carattere pubblici-
tario.
Coloro che vorranno servirsi di questa Rubrica, dovranno contenere il testo nei limiti di
40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stampatello}.

48
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500 ±-50.000 ohm • 2 Entrata BF: 100.000±1 me gaohm • Alimentazione: 9 Vcc • Impedenza d'u-
scita: 8 ohm - Potenza d'uscita: 1 W circa.

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corporato • 1 contenitore pile- 1 raccordatore collegamenti pile • 1 circuito stampato • 1 bobina
sintonia- 1 circuito integrato - 1 zoccolo porta integrato - 1 diodo al germanio • 1 commutatore
- 1 spezzone di filo flessibile- 10 pagliuzze capicorda- 3 condensatori elettrolitici • 3 resistenze
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Non occorrono fili di collegamento, per-


ché basta avvicinare il dispositivo a qual-
siasi sorgente sonora per provocare una
sequenza ininterrotta di suggestivi lam-
peggii psichedelici.

CARATTERISTICHE Circuiti a quattro canali separati indipendenti.


Corrente controllabile max per ogni canale: 4 A
Potenza teorica max per ogni canale: 880W
Potenza reale max per ogni canale: 100 : 400 W
Alimentazione: 220 V rete-luce

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PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

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Inserite il tagliando in una busta e spedite a:


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ELETTRONICA PRATICA I
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

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52
LA FUSTA DEL LETTURE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

VARICAP E CONDENSATORI perché, questi, potrebbero divenire motivo di


turbamento nell'attività dilettantistica di molti
Ho deciso di scrivervi per avere da voi una ri- altri lettori. Per quanto concerne i diodi varicap,
sposta chiarificatrice a due precise domande. dobbiamo ribadire le affermazioni riportate nel
La prima riguarda i diodi varicap, la seconda i fascicola da lei citato. Infatti, in un diodo vari-
valori capacitivi dei condensatori prescritti per cap, così come avviene in ogni altro tipo di diodo
la realizzazione dei progetti che mensilmente a semiconduttore, più precisamente nella zona
appaiono sul vostro periodico. Vengo, dunque, di giunzione, le cariche elettriche si distribuisco-
alla prima domanda, che è la seguente. Sul fa- no su due strati distinti, che simulano le due ar-
scicolo di novembre dello scorso anno, a pagina mature di un condensatore. Quando dall'esterno
654, si legge che, applicando una bassa tensione si applica al componente una tensione inversa,
ai diodi varicap, questi raggiungono un elevato la barriera naturale aumenta e le cariche si di-
valore capacitivo e, viceversa, in presenza di stanziano maggiormente; e il risultato è quello
alte tensioni la capacità diminuisce. Non è forse di una diminuzione del valore capacitivo equiva-
questo un concetto errato, un'affermazione con- lente del diodo, che è inversamente proporzionale
traria ad ogni ragionamento logico? La seconda alla distanza tra le «armature». Non si tratta
domanda, come ho già detto, si riferisce ai con- quindi di esporre un ragionamento logico, ma di
densatori. Eccola: perché assai spesso indicate richiamare le leggi fisiche cui obbediscono i se-
dei valori puramente teorici, che in commercio miconduttori. E veniamo alla sua seconda doman-
sono introvabili e, a detta di taluni rivenditori, da, quella relativa ai valori non commerciali dei
non esistono assolutamente, perché non sono mai condensatori. Ebbene, quando un valore capaci-
stati prodotti? tivo diviene irreperibile, è facile raggiungerlo
SALVADOR! REMO tramite collegamenti in parallelo, serie o misti
Bergamo di due o più condensatori. Ma quando si tratta
di valori elevati, nulla cambia, agli effetti dei
Siamo lieti di poterle chiarire i due rilevanti con- risultati pratici, se si adotta il valore commer-
cetti esposti nelle sue precise domande. Anche ciale immediatamente più alto o più basso.
'
53
VARIATORE AUTOMATICO
integrato L120 della SGS appositamente conce-
Come si fa a realizzare un effetto luminoso si- pito per il controllo proporzionale, a variazione
mile a quello delle sale cinematografiche? di fase, di TRIAC. Il dispositivo permette la re-
ASUNI GIANCARLO golazione indipendente del tempo di accensio-
Cagliari ne e di spegnimento attraverso i due potenziome-
tri R7 ed R8, nonché la variazione di lumino-
Le proponiamo questo interessante circuito con sità tramite R4.

lP

220v 24V

TRIAC

ICI

R8
51

RE TE

Condensatori R4
i = 4.700 ohm (trimmer)
= 390 ohm
C1 = 100.000 pF R5
C2 = 10.000 pF R6 = 1 megaohm
C3 = 220 F - 26 VI (elettrolitico) R7 = 1
1
megaohm (potenz. a var. Iin.)
megaohm (potenz. a var. lin.)
C4 = 220 F - 26 VI (elettrolitico) R8 =
es = 220 F - 26 VI (elettrolitico) Varie
Resistenze IC1 = L120I (SGS)
R1 = 100.000 ohm TRIA = 220 V - 3 A
R2 = 10.000 ohm
LP = lampada utilizz. (200 W max.)
R3 = 1 megohm Ti = trast. (0,5 A)
S1 = comm. (1 via - 2 poslz.)

54
VISUALIZZAZIONE FUSIBILI la quale segnala la rottura del fusi bile attraverso
una serie di lampeggìi. Quando invece viene a
Avrei bisogno di realizzare un dispositivo in gra- mancare la tensione di alimentazione, la lampada
do di segnalare l'eventuale rottura di un fusibile. rimane spenta. Se tutto va bene, invece, la lam-
PASSERINI ETTORE pada rimane normalmente accesa.
Como
C1 = 220.000 pF
R1 = 2 megaohm
Quello che pubblichiamo è un dispositivo che R2 = 150.000 ohm
provoca l'accensione della lampada al neon LN, D1-D2 = 2x1N4001

FUS
FASE
{}
qq

RE TE

LN

NEUTRO

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
AL. 19.500
CARATTERISTICHE
Circuito a tre canali
Controllo toni altl
Controllo toni medi
Controllo toni bassi
Carico medio per canale: 600 W
Carico max. per canale: 1.400 W
Alimentazlone: 220 V (rete-luce)
Isolamento a trasformatore.

55
INIETTORE E SIGNAL TRACER AUDIOSTOP

Senza ricorrere all'acquisto di uno strumento Vorrei applicare al mio televisore un dispositivo
commerciale, vorrei costruire io stesso un iniet- in grado di sopprimere l'audio a piacere tramite
tore di segnali e signal tracer con componenti un comando qualsiasi.
comuni. Disponete di uno schema di questo tipo? URSO FERDINANDO
SILlGATO SALVATORE Catania
Messina
Il temporizzatore 555 (I1) vien fatto scattare
Eccolo, ed è davvero elementare. Jl passaggio da attraverso un sensore a tocco, realizzato con una
una funzione strumentale ali'altra si effettua piastrina di materiale conduttore. Jl tempo in
tramite il commutatore S2. L'uscita è in grado cui l'altoparlante rimane interrotto è regolabile
di pilotare un auricolare piezoelettrico. tramite R 1. Il ripristino dell'audio avviene ov-
viamente in modo automatico.
Condensatori
C1 = 3.300 pF C1 = 100.000 pF
C2 = 3.300 pF C2 = 1 F - 16 VI (elettrolitico}
C3 = 3.300 pF - C3 = 10.000 pF
C4 = 100 µF -16 VI (elettrolitico) C4 = 33 F - 16 VI (elettrolitico)
Resistenze
R1 = 1 megaohm (trlmmer)
R2 = 8.200 ohm
R1
R2
R3
R4
Varie
=
=
=
1
2.700
1
2.700
megaohm
ohm
megaohm
ohm
R3
D1
IC1
TR1
RL
=
= 1N4001
= 555
== BC107
8,2 ohm (a filo)

= relé (12 V - 300 -+:- 800 ohm)


[;
TR1 = BC237 (BC107)
TR2 = BC237 (BC107)
D1 = 1N914
S1 = interrutt.
s2 = comm. t va - 2 ostz.) f L
ALIM = 9vcc

SI

use.
RI

+
e
9V
PUNTA

e
Cl
} + }<
e

TR! TR2
DI

MASSA

56
ras

SENSORE

INVBTER PER BATTERIE LA SCATOLA


12 Vcc - 220 Vca - 50 W
DI MONTAGGIO
COSTA

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Una scorta di energia


utile in casa
necessaria in barca,
in roulotte, in auto,
in tenda.

Trasforma la tensione continua della batteria d'auto in tensione alternata a 220 V.


Con esso tutti possono disporre di una scorta di energia elettrica, da utilizzare
in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.
ALIMENTATORE DUALE

Per l'alimentazione delle mie apparecchiature


con integrati mi serve un alimentatore in gra-
do di fornire contemporaneamente la tensione
positiva e quella negativa a 12 V.
DI SPIRITO ELIO C5 22 F -15 VI (elettrolitico)
Foggia C6 = 22 F -15 VI (elettrolitico)
Resistenze
Lo schema qui riportato è quello di un ali-
mentatore duale stabilizzato con diodi zener R1 390 ohm
R2 390 ohm
e transistor. Il circuito eroga correnti di 100
mA circa. consentendo l'alimentazione simul-
Varie
tanea di più amplificatori operazionali.
TR1 = 2N711
TR2 = 2N2905
Condensatori DZ1 - DZ2 = diodi zener (12V-1W)
C1 = 470 F - 25 VI (elettrolitico)
470 F - 25 VI (elettrolitico)
D1-D2-D3-D4 = diodi al silicio
(1N4004)
C2
C3 = 100.000 pF D5-D6 = diodi al silicio (1 N914)
C4 = 100.000 pF T1 = trasf. (220 V-154 15V- 0,5 A)

KIT - BOOSTER BF
Una fonte di energia complementare in scatola di montaggio

L. 15.500
PER ELEVARE
LA POTENZA DELLE
RADIOLINE TASCABILI
DA 40 mW A 10 W!

Con l'approntamento di questa scatola di montaggio si vuol offrire un valido aiu-


to tecnico a tutti quei lettori che, avendo rinunciato all'installazione dell'autora-
dio, hanno sempre auspicato un aumento di potenza di emissione del loro rice-
vitore tascabile nell'autovettura.

58
TRI

I
e,_
ci
CJ
n 05 T
~es 12V

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02 ~

ci -
C?
06

_c
5
l j
e
:

l / I ere 'i
RETE Il ' TR2

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 13.500

CARATTERISTICHE:
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Al i mentazione: 220 V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 100W
istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
Illuminazione del punto di saldatura mente adatto per lavori intermittenti
professionali e dilettantistici.
RIVELATORE DI TEMPORALI radio e sintonizzarla su un punto libero da emit-
tenti, nella gamma delle onde lunghe o in quella
Mi interesserebbe poter rilevare, con un certo delle onde medie. L'attività temporalesca viene
anticipo, l'approssimarsi di un temporale. Esiste avvertita in forma di crepiti attraverso l'alto-
un sistema semplice, che non richiede apparec- parlante. Ma per evitare di lasciare sempre in-
chiature da meteorologo, ma che ogni princi- serito quest'ultimo, conviene sostituirlo con il
piante di elettronica può realizzare? circuito qui riportato, che metterà in funzione il
BERGAMASCHI GIULIO rivelatore luminoso ( DLI - DL2) e quello so-
Monza noro ( buzzer) quando le onde elettromagneti-
che dell'attività temporalesca superano un certo
Il sistema più semplice è quello di accendere la valore di soglia regolabile con R2.

DI

+
e
ENTR BE
+ BUZZER
Cl PIE ZOEL
Q''

C1 50 F - 50 VI (elettrolitico) DL1 - DL2 = diodi led


D1 == 1N4001 T1 = trasf. d'use. (prim. 8 ohm)
R1 370 ohm UZZER = piezoelettrico
R2 50.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)

In scatola
ALIMENTATORE STABILIZZATO di montaggio

Caratteristiche
Tensione regolabile 5+ 13 V
Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
Rlpple 1mV con 0,1A d'usc.
5mV con 0,6A d'usc.
Stabilizz. a 5V d'use. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-


vrarlscaldamentl.
L. 18.800

60
IMPEDENZE VK200

Vorrei avere qualche notizia inerente la famiglia


delle impedenze RF di tipo VK 200.
VILLA SERGIO
Lecco
Si tratta di un componente di facile reperibilità L'espressione 2 x 1 sta a significare che nel
commerciale, di cui quello riprodotto nel dise- componente sono presenti due fili posti in paral-
gno è il modello VK 200. Queste impedenze sono lelo, ossia che l'impedenza è doppia. Questa vie-
prodotte dalla Philips con le caratteristiche elen- ne usata soltanto in occasioni particolari ed è
cate in tabella. poco comune.
~

Modello N spire Impedenza (ohm) Freq. Utilizz. Ferrite

VK200 09/3B 1 350 a 120 MHz 10- 300 MHz 3B


IVK200 19/4B 1 450 a 250 MHz 80 . 300 MHa 4B
NVK200 10/3B 21 750 a 50 MHz 10 - 220 MHz 3B
IVK200 20/4B 2 850 a 180 MHz 80 - 220 MHz 4B
I\IK200 tt / 3B 2x1 900 a 50 MHz 10- 220 MHz 3B
I
/VK200 21/4B 2x1 1000 a 110 MHz 80 - 220 MHz 4B

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con circuito integrato

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Amplificazione elevatissima
Un semplice sistema per elevare Ingresso inverting
notevolmente il segnale provenien- Elevate impedenze d'ingresso
te da un normale microfono Ampia banda passante

Utile ai dilettanti, agli hobbysti, ai CB e a tutti coloro che fanno uso di un mi-
crofono per amplificazione o trasmissione

61
INTERRUTT ORE CREPUSCOLA RE ficata da TRJ che, a sua volta, pilota il relé RL.
Il trimmer R2 regola la sensibilità, cioè la soglia
Per far credere ai malintenzionati che la mia del rivelatore.
casa al mare è costantemente abitata, vorrei che,
al calar della sera, si potesse accendere automati- C1 = 1.000 F - 25 VI (elettrolitico)
camente una lampadina. R1 = 3.900 ohm
CARRONE PIER ANTONIO R2 = 47.000 ohm (trimmer)
Bari D1-D2-D3 = 3x1N4004
TR1 = BC107 [)
Rl = relé (16 V)
A lei necessita un interruttore crepuscolare come T1 = trasf. (220 V - 12+12 V)
quello qui riportato. Il controllo viene efjettuato LP1-LP2 = lampade (220 V)
dalla fotoresistenza FR, la cui corrente è ampli- FR = fotoresistenza

PROTEZlONE DI TTL

Per evitare di distruggere gli integrati digitali con Il sistema più semplice consiste nell'uso di un
tensioni errate, vorrei costruire un dispositivo di relé, il quale interrompe, nel tempo di qualche
protezione contro gli eventuali errori manuali. millisecondo, l'alimentazione, quando questa su-
BERRUTI FURIO pera un valore prestabilito.
Brescia

5V T T T l_[

"'Ut
t-:
G
rS i5g

"'1
2-.J
t .....
j u
-.J
u
3 ;:::
5
1g
•• %-
u, DLI

~
3

MASSA
e

R1 820 ohm DL1 diodo led


R2 = 250 ohm (trimmer) TR1 = BC108
R3 = 330 ohm RL = relé (5 V)
D1 = OA81

62
RI

TRl

RETE

REGOLATORE DI POTENZA
IN SCATOLA
Con questo dispositivo è possibile
DI MONTAGGIO
controllare:

1- La luminosità delle lampade e dei 13.500


lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2- La velocità di piccoli motori elet-


trici.

3- La temperatura di un saldatore.

4 - La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
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o da un ferro da stiro.
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dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

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Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e


14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2A): regolabile fra
5,7 e 14,5 Vcc
5P Stabilizzazione: - 100 mV
LI«EeNTATOHE STABIZZA Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata.
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
n, 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
- n. 3 Condensatori elettrolitici
- n. 3 Condensatori normali

~·- t
- n. 3 Transistor
- n. 1 Diodo zener
n. 1 Raddrizzatore
n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta) 8 e
n. 1 Circuito stampato

n. 1 Bustina grasso di silicone
n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate)

- n. 1
il

',=
t'-
Cordone di alimentazione (gommino-passante}
- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
- n. 1 Interruttore di rete
- n. 1 Manopola per potenziometro
- n. 1 Potenziometro (rondella e dado)
n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 da
rondelle)
n. Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2
tofilettanti)
- n. 1 Pannello frontale serigrafato
- n. 7 Spezzoni di filo (colori diversi)
- n. 2 Spezzoni tubetto sterling

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ratterizzano il progetto del microtra-
smettitore tascabile, sono: la mas-
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circuito e l'immediato e sicuro fun-
zionamento. Due elementi, questi,
s E che sicuramente invoglieranno tut-
ti i principianti, anche quelli eh-e
sono privi di nozioni tecniche, a
costruirlo ed usarlo nelle occasio-
ni più propizie, per motivi profes-
sionali o sociali, per scopi protet-
tivi e preventivi, per divertimento.
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tutti i Paesi. I manoscritt-i, i
disegni, le fotografie, anche
se non pubblicati, non si re. LA POST A DEL LETTORE 117
stituiscono.
OPTOISOLAMENTO
lema che ci proponiamo di risolvere in il quale, rivelandosi utile nei sistemi di pilo-
ste pagine è quello del completo isolamento taggio a comando saltuario, non lo è più quan·
dispositivo elettronico di comando ed un do gli interventi di chiusura ed apertura richiesti
uelsiasi carico di potenza alimentato con la diventano frequentissimi. Perché l'eccessivo lo-
tensione di rete. Un problema, dunque, di pri- gorio dei contatti comprometterebbe certamen-
maria importanza nella tecnologia attuale, che te l'affidabilità del sistema di controllo, perché
mUera assolutamente la presenza dei con- la lentezza nella risposta ai comandi sarebbe
sueti disturbi che affollano le linee di distribu- inaccettabile e perché il rumore prodotto, in
dell'energia elettrica o, peggio, certe extra- particolar modo quando i relé in funzione sono
tensioni generate da organi elettromeccanici. So- molti, potrebbe divenire fastidioso.
rto quando le apparecchiature di control- Si potrebbe dunque pensare di far uso di un di-
ntengono circuiti digitali o microprocessori. spositivo più rispondente alle necessità della
j] si può quindi ricorrere al tradizionale relé tecnica moderna, quale ad esempio il TRIAC,

In modo semplice e con poca spesa, vi insegnamo a risolvere


l'importante problema dell'isolamento perfetto fra un dispo-
sitivo di comando, a circuiti digitali o microprocessori, ed un
carico alimentato con la tensione di rete e quindi soggetto a
pericolosi potenziali e fastidiosi disturbi.

68
che viene definito come un relé « solid-state ». mento e talvolta distruggendone alcuni compo-
Ma anche questo componente quasi sempre sol- nenti.
leva alcune difficoltà applicative. Perché il suo Uno dei sistemi migliori per risolvere questo
collegamento diretto introduce il potenziale di importante problema dell'isolamento del cir-
rete nell'apparato di controllo, con grave peri- cuito di controllo da quello di carico, in grado
colo per l'operatore e per certe delicate appa- di cautelare qualsiasi delicata apparecchiatura
recchiature, dato che tutti i disturbi generati contro ogni tipo di disturbo o di potenziale di
dal carico pilotato a TRIAC o comunque pre- rete, è certamente quello dell'uso di un fotoac-
senti nella rete, entrano direttamente nel cir- coppiatore, che è pure conosciuto col nome di
cuito di pilotaggio, bloccandone il funziona- optoisolatore e che è ormai disponibile in com-

Isolate otticamente, i vostri delicati dispositivi di comando dai


carichi di potenza.

Proteggete gli apparati di pilotaggio digitati dai disturbi e dai


potenziali di rete,
(

69
SG N. Or [
COMANDO

TRIAC

0z

RETE

Fig. 1 - Circuito teorico del dispositivo di isolamento optoelettronico fra un


segnale di comando e un carico di potenza, qui simboleggiato da una lam-
pada. Il fotoaccoppiatore F.A. è un componente del tutto simile, esteriormente,
ad un comune integrato a sei piedini. Le linee tratteggiate racchiudono la
parte vera e propria del fotoaccopplatore, quella che deve essere montata su
circuito stampato.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R4 = 100 ohm - 1 W
c1 = 100 F . 16 VI (elettrolltico) R5 = 2.200 ohm - 10 W
C2 = 100.000 pF - 600 VI
Varle
Resistori F.A. = fotoaccopplatore (4N33)
R1 = vedi testo D1 = diodo al slllclo (1N4007)
R2 = 1.000 ohm - /, W DZ = diodo zener (10 V- 1 W)
R3 = 47 ohm - /, W TRIAC SC14ID (TXAL 388B)

mercio in una vasta gamma di modelli, a basso è rappresentato da un fototransistor al silicio,


costo e a livello dilettantistico. sensibile alle radiazioni di luce, che apparten-
gono alla regione dell'infrarosso, emesse dal
diodo led. Il tutto è racchiuso in un contenitore
CHE COS'E' IL FOTOACCOPPIATORE di tipo dual in line, dotato di quattro, sei, otto
o più piedini, a seconda del modello.
Il fotoaccoppiatore altro non è che un compo- I tipi più comuni di fotoaccoppiatori, chiamati
nente in cui due principali elementi, l'emetti- anche optoisolatori, assumono la forma di un
tore ed il ricevitore, sono collegati fra loro sol- normale integrato a sei piedini. E tale è infatti il
tanto da raggi di luce e quindi, elettricamente modello da noi usato e ben visibile nella foto
isolati. di testa e nello schema pratico di figura 2. Lo
Nella versione più comune, l'emettitore è co schema interno e i collegamenti con i sei pie-
stituito da un diodo led, mentre il ricevitore dini, invece, sono riportati nello schema elet-

70
TRIAC

Flg. 2 • Piano costruttivo, eseguito su circuito stampato, del relé optoelettro-


nico descritto nel testo. Si noti la forma esteriore del fotoaccoppiatore F.A.,
che è simile a quella di un Integrato e di cui è facile Individuare il piedino
uno facendo riferimento al dischetto orientativo.

trico di figura I e in quello di figura 4. Le Per quanto riguarda il rapporto di trasferi-


corrispondenze fra i vari elettrodi del fotoac- mento occorre dire che questo parametro rap-
coppiatore F.A. e i piedini sono le seguenti: presenta il rapporto tra la corrente di collettore
del fototransistor e quella di eccitazione del
I) Anodo diodo led diodo led. Il valore di tale parametro varia e·
2) Catodo diodo led normemente, a seconda del modello, fra 0,1 e
500. Ma questi limiti possono anche essere su-
3) Non collegato
perati dai modelli a singolo transistor e da
4) Emittore fototransistor quelli con amplificatore interno.
5) Collettore fototransistor Anche la corrente di eccitazione del diodo led
6) Base fototransistor
varia in funzione dei modelli di fotoaccoppia-
tori fra i IO e i 20 mA per quelli semplici, fra
i 2 e i 5 mA per i tipi darlington e sino a 0,5
In commercio esistono attualmente fotoaccop- mA per gli optoisolatori più sofisticati.
piatori doppi, quadrupli, con integrato amplifi-
catore, con TRIAC interno, ecc.
RELE' OPTOELETTRONICO

CARATTERISTICHE Accoppiando un optoisolatore con un TRIAC


ed aggiungendo alcuni altri componenti, è pos-
Tra le caratteristiche principali dei fotoaccop· sibile realizzare un relé « solid-state », nel quale
piatori possiamo ricordare: il segnale di comando rimane elettricamente i-
solato dal circuito di potenza.
a) Elevata velocità di risposta (pochi uS) Lo schema che noi proponiamo al lettore, per
b) Alto isolamento ( 1.500 - 2.500 - 7 .500 V) questo tipo di applicazione, è quello riportato
in figura I, nel quale si fa uso di un optoisolatore
c) Bassa capacità di accoppiamento (2 pf) con fototransistor darlington, allo scopo di sem-
d) Rapporto di trasferimento (O, I + 500) plificare il circuito e raggiungere un'elevata sen·

e 7+
1 o o
2r
sé ,iP»
k
e 8 s
° ti]
Fig. 3 . Disegno in grandezza reale del
circuito stampato sul quale deve essere
-composto il progetto del relé optoelettro-
nico.

sibilità di pilotaggio. Bastano infatti pochi milli- necessità alcuna di ricorrere a costosi ed intro-
ampere (2: 5 mA) per far accendere il led e vabili modelli con SCR TRIAC incorporati ed
mettere in conduzione il TRIAC. idonei ad una connessione diretta con la tensione
di rete di 220 V.

ESAME DEL CIRCUITO


VALORE DI R1
Il circuito riportato in figura I è alquanto sem-
plice. li carico che ci si propone di controllare Il valore esatto della resistenza Rl dipende dal
è, in questo caso, simboleggiato da una lam- circuito elettronico di controllo, cioè da quel
pada, ma ovviamente esso può essere rappre- circuito che invia il comando di pilotaggio. Ecco
sentato da un qualsiasi apparato alimentato con perché nell'elenco ocmponenti non abbiamo
la tensione di rete. attribuito ad RL il suo valore esatto.
Il carico in alternata viene inserito nel circuito La resistenza R 1 dovrà essere dimensionata in
di alimentazione soltanto quando il TRIA modo da lasciarsi attraversare da una corrente
conduce. di 5 mA circa, se si fa uso del fotoaccoppiatore
In condizioni di riposo, il gate (G) del TRIA da noi indicato, ossia dal mod. 4N33.
è polarizzato al potenziale dell'anodo A1 tra- Utilizzando fotoaccoppiatori di tipo diverso,
mite la resistenza R2, in quanto attraverso la per esempio con transistor non collegati in dar-
resistenza R3 non scorre corrente. Esso quin- lington, la corrente richiesta potrebbe raggiun-
di rimane « aperto ». gere i 20 mA. Pertanto si può concludere di-
Al contrario, quando attraverso il diodo led del cendo che il valore della resistenza R 1 dipende
fotoaccoppiatore viene fatta scorrere una certa dalla tensione che il segnale di comando ap-
corrente, il fototransistor darlington interno si plica tra i terminali 1-2 del circuito di figura
porta in conduzione, provocando un flusso di I, cioè fra i punti contrassegnati con i simboli
corrente attraverso la resistenza R3 e consen- della tensione positiva e negativa ( + e -).
tendo di conseguenza l'innesco del TRIAC. Ora, se si tiene conto che la caduta interna di
Si noti che il collettore del fototransistor risulta tensione sul diodo led, nel suo valore tipico,
polarizzato ad un valore di tensione fisso di 1 O è di 2 V, il valore della resistenza R 1 va indi-
V circa (terminale 5), che si ottiene rettifi- viduato tramite la legge di Ohm nel seguente
cando direttamente la tensione di rete attraverso modo:
la resistenza R5 ed il diodo al silicio DI e sta-
bilizzando e filtrando la tensione pulsante, così V comando - 2 V
ottenuta, tramite il diodo zener DZ ed il con- Rl
densatore elettrolitico CI.
L'impiego di questa particolare tecnica consente
l'uso di fotoaccoppiatori di tipo normale, senza Per esempio, se il valore della tensione di co-

72
Fig. 4 - li modello di fotoaccoppiatore da noi
prescritto nell'elenco componenti è dotato di
sei piedini, la cui corrispondenza è citata nel
testo. Internamente il componente è formato da
un diodo led e da un fototransistor in collega-
mento darlington.

mando è di 5 V, come normalmente si usa sto nel modo indicato dal disegno riportato in
nei circuiti digitali, ponendo rispettivamente figura 3 in scala unitaria, cioè in grandezza
I = 5 mA e I = 20 mA, si ha: naturale.
Sulla basetta del circuito stampato, che è di
Rt = 600 ohm forma rettangolare e le cui dimensioni sono di
R1 == 150 ohm 4,5x7,9 cm, verranno applicati, nei rispettivi
fori e sulla parte opposta a quella in cui sono
Con una tensione di comando di 12 V, suppo- presenti le piste di rame del circuito, i termi-
nendo che le correnti richieste siano ancora di nali dei componenti elettronici, tenendo sott'oc-
5 mA e 20 mA, si ha: chio il piano costruttivo riportato in figura 2.
Naturalmente si • dovrà prestare attenzione al
R1 =
2.000 ohm verso di inserimento del diodo raddrizzatore DI,
RI = 500 ohm del diodo zener DZ, del condensatore elettroli-
tico Cl, del fotoaccoppiatore F.A. e del TRIAC:
Con la tensione di comando di 24 V ed attri- E a proposito di quest'ultimo componente, ricor-
buendo ancora ad I i valori di 5 mA e 20 mA, diamo che, per ottenere il controllo di correnti
si ha:
superiori ai 2 A, è necessario dotare il TRIAC
di un opportuno dissipatore di calore. Con l'uso
R 1 = 4.400 ohm di un buon radiatore, il TRIAC è in grado di
Rt =1.100 ohm sopportare correnti fino a 6 A con la tensione
di rete di 220 V, sia con carichi induttivi che
In pratica, ovviamente, si dovranno utilizzare i con carichi resistivi.
valori resistivi commerciali più vicini a quelli
Possiamo ora concludere questo argomento, ri-
teorici individuati mediante la legge di Ohm.
cordando ai nostri lettori che in commercio
esistono attualmente dei moduli elettronici che
esplicano funzioni analoghe a quelle del dispo-
COSTRUZIONE sitivo qui descritto. Ma questi hanno un prezzo
assai elevato e non sono quindi accessibili a
Prima di iniziare il montaggio del nostro fo. tutte le borse. Inoltre sono privi di ogni con-
toaccoppiatore, il lettore dovrà procurarsi tutti tenuto didattico e pertanto assai meno entusia-
gli elementi necessari alla costruzione, a partire smanti di questo pur semplice fotoaccoppia-
dal circuito stampato, che dovrà essere compo- tore.

73
LE PAGINE DEL
CE
27

MONITOR
DI MODULAZIONE
Assai spesso gli appassionati della banda cit- ranza di migliorare la qualità della modulazione
tadina o, come si dice più abbreviatamente, i delle emissioni. Mentre, il più delle volte, que-
CB, attratti da certi microfoni di prestigio, dotati sti elementi vengono male utilizzati o si rivelano
di amplificatore interno, montano questi mo- inadatti al tipo di ricetrasmettitore posseduto,
delli nelle proprie apparecchiature, con la spe- al punto da creare scompensi tali da annullare

Dotando il ricetrasmettitore di questo semplice indicatore ot-


tico è possibile tenere costantemente sotto controllo la qua-
lità della modulazione delle emissioni radiofoniche ed evitare
gli inconvenienti derivanti dai fenomeni di sovrammodulazione.
Il dispositivo, quindi, è molto utile ai CB e può servire anche
al radioamatori.

74
Consente di visualizzare tramite una barra luminosa, i diversi
livelli di modulazione.

E' uno strumento che funziona in accoppiamento con ogni


tipo di trasmettitore.

ogni possibile beneficio. E fra questi, il più


frequente di tutti, quello in cui maggiormente
si può incorrere, è senza dubbio la sovrammodu-
lazione della portante. Tuttavia, se la stazione ri-
ctrasmittente viene dotata di un monitor di
modulazione, anche di semplice espressione cir-
cuitale, come quello descritto in queste pagine,
che non è un misuratore della potenza d'uscita,
bensì un indicatore di livello di modulazione,
ogni preoccupazione in proposito può essere al-
lontanata, dato che si potrà sempre avere la
certezza di una modulazione perfetta.
Ma che cosa si intende per sovrammodulazione
della portante? Vediamolo subito in forma
breve e concisa.

SEGNALI IN AM

Le trasmissioni CB avvengono col sistema della


modulazione d'ampiezza o, come si suol dire in
gergo, in AM (ampiezza modulata).

75
Fig. 2 • Piano costruttivo com pleto del monitor
di sovram m odulazione. Il contenitore può essere
di m etallo o di plastica trasparente; in questo
secondo caso si evitano le operazioni di fo ratura
non sem pre gradite dal principianti.

"')
)

Fig. 1 • Progetto del monitor di sovrammodu-


lazlone. Le linee tratteggiate racchiudono la
parte che deve essere montata su circuito stam-
Cl: pato. Il bocchettone d'entrata, la barra luminosa,
l'interruttore e l'alimentatore rimangono in po-
sizlonl esterne, ma allogati poi In un unico
contenitore.
o
)

-J
COMPONENTI
Condensatori
C1 = vedi testo
C2 = 10.000 pF
C3 = 500.000 pF
Resistore
R1 = 33.000 ohm

Varie
L1 = bobina sintonia (vedi testo)
D1 = diodo al germanio (qual&. tipo)
si = lnterrutt.

76
BARRA FORO REG. SENS.
LUMINOSA BARRA LUMIN.

Ogni segnale radio modulato in ampiezza è com-


posto da una « portante » di alta frequenza, che
per la banda CB assume il valore tipico dei
27 MHz e da un segnale di bassa frequenza
che fa variare l'ampiezza della portante, ovvero
la modula conformemente al segnale che si vuol
trasmettere. Il segnale risultante è detto appunto
segnale a modulazione di ampiezza ed assume
uno degli andamenti riportati dai diagrammi
di figura 6, più precisamente dai primi tre a
partire dal basso, perché il primo in alto ri-
produce il segnale di alta frequenza della por-
tante, quello privo di messaggi e che funge sol-
tanto da veicolo, attraverso lo spazio, delle co-
e°3
municazioni CB.
In rapporto all'entità del segnale di bassa Ire-
quenza proveniente dal microfono, si raggiunge
una diversa percentuale di modulazione. Ma le
condizioni ottimali di trasmissione si verificano
Fig. 3 • Disegno in grandezza reale del circuito
quando l'energia del segnale di bassa frequenza stampato sul quale deve essere composta la se-
uguaglia quella della portante, ossia, quando si zione slntonluatrice e rivelatrice.
verifica una modulazione al I 00%. Quando in-
vece il segnale di bassa frequenza è scarso,
allora si dice che vi è « sottomodulazione ». E in

77
RG58
I I

dr
si
Fig. 4 • La piccola parte del segnale di alta
RACC. frequenza, necessaria per far funzionare
A4'7" il monitor di sovrammodulazione, viene
prelevata dall'antenna tramite un apposito
raccordo. Dentro il connettore è montata
una resistenza, il cui valore dipende dalla
potenza d'uscita del trasmettitore e che
provvede a dosare la giusta quantità di
~ ALL'ANTENNA segnale da inviare al monitor.

tal caso, il segnale, pur essendo ben rivelato diodi led, il quale, a differenza di quanto avviene
dai ricevitori radio di coloro che sono all'a- negli strumenti tradizionali, consente di elimi-
scolto, appare poco incisivo. Al contrario, nare totalmente l'inerzia meccanica dell'indice,
quando l'entità del segnale di bassa frequenza permettendo di rilevare pure i più veloci picchi
supera quella della portante, si verifica il fe- di sovrammodulazione.
nomeno di « sovrammodulazione », che dà luo- Quei lettori che avessero già acquistato la barra
go, in ricezione, ad un ascolto notevolmente luminosa pubblicizzata e venduta nel tempo
distorto e quindi incomprensibile. A volte, anzi, passato dalla nostra organizzazione, potranno
la sovrammodulazione è tale da invadere i ca- servirsi di quel componente per semplificare il
nali su cui stanno dialogando altri CB, creando programma costruttivo. Altrimenti, si dovrà prov-
un deprecabile sconfinamento di frequenza che vedere ad acquistare presso un grosso rivendito-
molti CB assai spesso lamentano. re di materiali elettronici tutti i componenti ne-
cessari per comporre quel modulo.

INDICATORE DI MODULAZIONE
ESAME DEL CIRCUITO
Lo strumento quasi sempre presente in ogni ri-
cetrasmettitore CB non indica la profondità di li progetto del· monitor di sovrammodulazione,
modulazione. Esso infatti si limita a segnalare, riportato in figura 1, è principalmente composto
durante le trasmissioni, la potenza d'uscita e, da un circuito risonante, accordato sulla fre-
durante le ricezioni, l'entità della sola portante. quenza di trasmissione, che si identifica nella
Se si vuol rilevare, dunque, la profondità di bobina L l e nel condensatore C 1.
modulazione, si deve costruire a parte un appo- Il circuito accordato seleziona il solo segnale
sito strumento, che abbiamo denominato monitor utile rispetto ad altri eventualmente presenti.
di modulazione. Il diodo al germanio D 1 rettifica il segnale men-
Quello presentato in queste pagine è uno stru- tre il condensatore C2, cortocircuitando a mas-
mento indicatore a barra luminosa, composta da sa l'alta frequenza, consente di applicare alla

78
@

Fig. 5 • Sul pannello frontale del dispositivo di controllo della modulazione


sono presenti: l'interruttore, il foro per la regolazione del trimmer presente
sul circuito della barra e, infine, la barra luminosa.

barra luminosa il solo segnale modulante tramite


il condensatore C3. La barra quindi visualizza
l'andamento della modulazione.
Per ottenere da tale indicatore la maggiore ve-
locità di risposta, è necessario eliminare il con-
densatore elettrolitico da 4,7 F originariamen-
te previsto per il filtraggio del segnale d'ingres-
so (questa notizia viene affidata ovviamente a
coloro che sono già in possesso di quel kit che
permette di effettuare diverse applicazioni pra-
tiche della barra luminosa).

PRELIEVO DEL SEGNALE

Giunti a questo punto, dobbiamo dire al lettore


in che modo sia possibile prelevare dal trasmet-
titore il segnale di cui si vuol controllare la mo-
dulazione.
Il concetto che in tal caso occorre tener ben
presente è che qualsiasi operazione di prelievo
del segnale non deve introdurre disadattamenti
nel processo di accoppiamento tra l'uscita e l'an-
tenna.
Il sistema, che noi consigliamo di adottare, con-
siste nel ricorrere ad un adattatore come quello
riprodotto in figura 4, che permette di accedere
al conduttore « caldo » senza introdurre nel cir-
+ del 100%,
cuito apprezzabili variazioni di impedenza, che
comporterebbero necessariamente dei disadatta-
menti provocatori di onde stazionarie. Tuttavia,
per rispettare tale condizione, è necessario che
Fig. 6- Il diagramma riportato più In alto si riferisce
l'impedenza del captatore sia elevata rispetto ai all'alta frequenza portante priva di modulazione. Poi,
50 ohm tipici della linea coassiale. E il miglior via via, la stessa portante modulata in misure diverse.
sistema per raggiungere tale innalzamento di
impedenza consiste nell'inserimento di una resi-

79
-- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -,
I
I
BARRA LUMINOSA
I
E M M @
01

lI H.'

1
RI R2
1<
...
2F==i=======1~===l==~I~
J

CIRC. STAMPATO
-- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --

Fig. 7 • Circuito teorico applicativo della barra luminosa. I punti, numerica-


mente contrassegnati lungo i lati minori del rettangolo del circuito stampato,
trovano precisa corrispondenza con quelli riportati negli schemi delle fig. 1 e 2.

-----COMPONENTI-----
R1 4.700 ohm (trimmer) D1 = diodo al germanlo (quals. tipo)
R2 = 100.000 ohm

DI
-
BARRA LUMINOSA

ALIM.

+
ENTR.

Fig. 8 • Montaggio su circuito stampato dello schema applicativo della barra


luminosa. L'alimentazione è la stessa per tutto Il sistema di monitoraggio della
modulazione ed è derivata dall'alimentatore della 11tazlon11 rlc11tra1mltt11nt11.

80
stenza, collegata in serie al cavo di prelievo del
segnale e sistemata direttamente dentro il con-
nettore coassiale di alta frequenza, come indicato
in figura 4.
IL PACCO
COSTRUZIONE DELL'HOBBYSTA
La realizzazione pratica del monitor e impresa Per tutti coloro che si sono resi conto
facile per tutti, anche per chi non dispone di dell'Inesauribile fonte di progetti con-
particolare esperienza nel settore dell'alta fre- tenuti nel faaclcoli arretrati di Elettro-
quenza. Il lavoro prende le mosse dalla compo- nica Pratica, abbiamo preparato que-
sizione del circuito stampato, il cui disegno in sta interessante raccolta di pubblica-
grandezza naturale è riportato in figura 3. zioni.
Quindi si passa alla realizzazione della bobina
L1 di sintonia, che si effettua avvolgendo 11 Le nove copie della rivista sono state
spire di filo di rame smaltato, del diametro di scelte fra quelle, ancora disponibili,
0,5 mm, su un supporto di materiale isolante, ma in rapido esaurimento, in cui sono
munito di nucleo di ferrite, di forma cilindrica, apparsi gli argomenti di maggior suc-
come visibile in figura 2, del diametro esterno cesso della nostra produzione edito-
di 8 mm. Una presa intermedia deve essere ri- riale.
cavata alla 3° spira a partire dal lato massa
(vedi schema elettrico di 'figura 1).
Sulla basetta del circuito stampato si applicano
EE
TTARI!
- ·--- -
A
. F
ETTA%RISA
- - ... EUTTMI±
---- .
gli altri pochi elementi necessari per completare
il progetto, ossia il diodo al germanio, i tre
condensatori C1- C2-C3 e la resistenza R l.
"e,"gr-
f,'
y
IP
----------
TIMER
coi
m~
u oo.s ro o
-
._
Jl valore esatto del condensatore CI dipende HFTA ee
... 'H
UTTM9A
dalla frequenza su cui si desidera far funzionare
CB- • -• POR1'ATIJ ca- •
il monitor. Per esempio:

28 MHz Cl 22 pF
onani
s@, io !@
27 MHz Cl 27 pF wi - •

........
STEREO LUCI PSICHEDELICHE LUCCIOLA ELETTRONIC A
B8LANCI OAMENT
21 MHz Cl 47 pF
14 MHz Cl 68 pF
~-.·
·-·-~
e.
ii4 s
,I" dg.
y
E' possibile, soltanto al radioamatore e non al RIVELA TORE D GAS UNA RAMPA LUMINOSA TRASMETTITORE PER O
CB che deve lavorare sulla frequenza dei 27
MHz, sostituire il condensatore fisso CI con un
condensatore variabile da 100 pF, che dovrà
essere regolato col cambio-gamma.
L. 7.500
Il valore della resistenza, da inserire dentro il
Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
connettore di alta frequenza, dipende essenzial-
ciale della nostra Editrice, a tutti i
mente dalla potenza d'uscita del trasmettitore
nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
nel seguente modo:
teresse del dilettante, che fa rispar-
miare denaro e conduce alla realizza-
sino a 20 W 1.200 ohm • W zione di apparecchiature elettroniche
sino a 80 W 2.200 ohm - W di notevole originalità ed uso corrente.
sino a 150 W 3.300 ohm w
Questa resistenza dovrà essere prodotta con un
tubetto di materiale isolante (plastica o sterling),
onde evitare contatti accidentali con il corpo
metallico del connettore,

81
VU·82

..,_3•
-I

Fig. 9 • Disegno in grandezza naturale del circuito stampato sul quale si rea-
lizza il semplice plano costruttivo della barra luminosa.

MONTAGGIO DEL MODULO I e quello di figura 7, questi dovranno essere in-


seriti in un unico contenitore metallico nel modo
La seconda parte della costruzione del monitor indicato nel piano costruttivo di figura 2. Il mo-
di sovrammodulazione prevede la composizione dulo della barra bicolore deve essere applicato al
del modulo di visualizzazione, che è già stata pannello frontale in modo che la barra stessa si
ampiamente descritta nel fascicolo di novembre affacci verso l'esterno in posizione facilmente
1982, a pagina 65 I, in occasione della presen- controllabile, come si vede in figura 5.
tazione della scatola di montaggio, con barra In corrispondenza del trimmer di regolazione
bicolore, venduta al prezzo di L. 19.800 e di della sensibilità della barra luminosa, occorre
cui rimangono ancora disponibili nel nostro ma- praticare un forellino sul contenitore metallico,
gazzino pochi esemplari. allo scopo di agevolare le operazioni di taratura.
Non disponendo del kit, occorrerà dapprima L'alimentazione di tutto il complesso può esse-
comporre il semplice circuito stampato di cui in re realizzata tramite tre pile piatte da 4,5 V
figura 9 è riportato il disegno in grandezza ciascuna, collegate in serie tra di loro in modo
naturale. Su di esso si comporrà il circuito se- da erogare la tensione di 13,5 V. Meglio però è
guendo il piano costruttivo di figura 8. Soltanto utilizzare la stessa tensione a 12 V che alimenta
a coloro che sono in possesso del kit ricordia- il ricetrasmettitore.
mo che il condensatore elettrolitico non deve
Se si usa questo dispositivo con la SSB, si di-
essere montato.
sporrà di un rivelatore di picco, in cui più fa.
cilmente si raggiunge la zona rossa della barra
luminosa. Ma ciò è del tutto normale. Infatti,
ASSIEMAGGIO
un apparato trasmettitore che in modulazione
di ampiezza eroga una potenza di 3 W, è in
Una volta realizzati i due moduli. quello di figura grado di emettere soltanto una decima parte
di questa in SSB. Pertanto, o si accetta tale con-
dizione, oppure si riduce un po' il guadagno
della barra luminosa intervenendo sul corri-
spondente trimmer.

abbonatevi a:
MESSA A PUNTO
ELETTRONICA Il sistema più corretto per la messa a punto
del monitor di sovrammodulazione imporrebbe
PRATICA l'uso dell'oscilloscopio, che consentirebbe di ri-
levare il diagramma del segnale d'uscita del tra-
smettitore. Ma non si può pretendere che un
lettore principiante si trovi in possesso di que-

82
sto importante strumento e quindi la taratura Giunti a tal punto delle operazioni di taratura,
dell'apparato deve essere raggiunta attraverso si provvederà a regolare il trimmer montato
altra via. nel circuito della barra luminosa. Ma per far
Per la regolazione del nucleo della bobina di ciò, occorre chiedere ad un collega CB o OM
sintonia LI si procede nel modo seguente. In se il livello di modulazione delle proprie tra-
parallelo alla resistenza R 1 si collega un tester smissioni è buono. Avutane conferma, oppure
commutato nella scala voltmetrica con fondo- dopo opportuno intervento sul MIKE GAIN, si
scala di IO V, ricordando che il puntale positivo regolerà il trimmer della barra luminosa fino ad
deve essere connesso dalla parte del diodo al ottenere, durante la modulazione, l'accensione
germanio. Quindi, premendo il pulsante PTT, si di tutti i diodi led verdi, che sono esattamente
regola il nucleo in modo da raggiungere la i primi sette, mentre i rimanenti tre sono rossi.
massima deviazione dell'indice del tester. Ovvia- E' ovvio che i diodi led verdi più vicini a quelli
mente questo intervento va fatto senza parlare rossi, che indicano un valore di tensione supe-
nel microfono. Nel caso in cui il trasmettitore riore, si accenderanno soltanto raramente duran-
fosse idoneo alle emissioni in SSB, questo verrà te i picchi di modulazione. Se si regola il
commutato in AM, perché la SSB è priva di MIKE GAIN in modo da raggiungere un va-
portante. Nel frattempo la barra luminosa ri- lore eccessivo di modulazione, si potrà osser-
marrà spenta, tranne che nell'attimo in cui si vare l'accensione dei diodi rossi, che denun-
preme il pulsante PTT. ciano i I fenomeno di sovrammodulazione.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e del collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e Informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
li volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zlonare:
Il simbolismo elettrico- L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità
di misura - I condensatori - I resistori - I diodl
L. 6.500 - I translstor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisl dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente Illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori
Rubrica del principiante
elettronico

(
RIMI
JASSI

TECNICA
DELLA SALDATURA
Il tema della saldatura a stagno è da conside- CHE COS'E' LA SALDATURA
rarsi di basilare importanza per tutte le tecniche
applicative dell'elettronica. Ed anche se esso è Con la parola « saldatura » si designa in generale
stato da noi altre volte trattato, è necessario ri- l'unione, attraverso un procedimento termico, di
prenderlo, svilupparlo ed aggiornarlo, soprattutto due metalli. Portando a temperatura di fusione
in considerazione del continuo progresso della lo stagno interposto fra due superfici metalliche,
componentistica, che ha portato tutti noi ad ef- si ottiene l'intima unione fisica delle parti. E la
fettuare saldature a stagno su elementi nuovi e temperatura di fusione dello stagno è rappresen-
delicati, come sono, ad esempio, molti di quelli tata da quel valore della scala centigrada per il
che appartengono al mondo dell'elettronica digi- quale lo stagno stesso passa dallo stato solido a
tale. Ma cèrchiamo di esporre la materia con or- quello liquido. Esso è di 23 l ,9°C. Ma quello
dine, cominciando col dire che cosa si intende usato per le saldature non è stagno puro, bensì
per saldatura. una lega di stagno e piombo. nella quale le

84
Esponiamo, In queste pagine gli elementi basilari, necessari
per realizzare quell'operazione meccanica, termica e chimica,
insieme, che è la saldatura a stagno e che i più ritengono
cosa facile, ma dalla quale dipende, quasi sempre, l'esito finale
di un qualsiasi montaggio elettronico.

quantità dei due metalli variano, facendo variare mente ottone, rame, ferro, e dove l'azione dell'a-
la temperatura di fusione della lega, fra i 190°C nima disossidante del filo di stagno sia chiara-
e i 280°C. mente insufficiente, è spesso opportuno ricorrere
La saldatura a stagno non offre grande resistenza, a disossidanti aggiuntivi, come ad esempio le
ed è quindi utilizzata per unire tra loro parti paste leggermente acide o i disossidanti liquidi
metalliche destinate ad essere sottoposte a de- più penetranti; questi ultimi non debbono asso·
boli sollecitazioni metalliche. ·Ecco perché essa lutamente essere usati durante il normale lavoro
trova largo impiego in quasi tutti i settori dell'e- di montaggio dei componenti elettronici, perché
lettronica, dove costituisce la soluzione migliore sono corrosivi.
per ottenere collegamenti elettrici affidabili. Il filo-stagno rappresenta il materiale di apporto
Non tutti i metalli possono essere sottoposti al d'elezione nel procedimento di saldatura a sta-
processo di saldatura a stagno. L'alluminio, ad gno in elettronica. Esso è composto da un filo
esempio, per la sua natura chimico fisica, non cavo in tutta la sua lunghezza. L'interno del
consente la saldatura a stagno, mentre si possono filo è riempito di una sostanza che, a caldo, cola
effettuare saldature perfette sul rame, ferro, ar- con lo stagno e reagisce chimicamente sulle su-
gento, che sono i metalli che maggiormente in- perfici da saldare, disossidandole. Questo speciale
teressano i nostri lettori. tipo di stagno, che nella migliore qualità appare

MATERIALI PER SALDARE

Per effettuare le saldature a stagno occorrono


tre elementi: il disossidante, lo stagno e il salda-
tore elettrico.
Quasi tutti i metalli a contatto dell'aria si rico-
prono di un velo di ossido, per cui lo stagno
non riuscirebbe a «legare » se l'ossido non ve-
nisse asportato, sia meccanicamente, tramite la-
mette, temperini, carta vetro, sia chimicamente,
tramite sostanze disossidanti.
Un accessorio molto utile, ma non proprio indi-
spensabile, è rappresentato dalla mattonella net-
Fig. 1 - Le mattonelle nettapunte sono dei blocchetti
tapunta, cioè un blocchetto di sale ammoniacale di sale ammoniaco; sono molto utili per disossidare
(figura 1), sul quale si passa la punta del salda- chimicamente le punte di rame del saldatori elettrici
tore quando questa, per un eccessivo riscalda- quando queste, per un eccessivo riscaldamento o
mento o per un prolungato uso, si sia tanto os- per un uso prolungato del saldatore si ossidano, ri-
coprendosi pure di scorie, al punto da rifiutare lo
sidata o ricoperta di scorie da rifiutare lo stagno stagno fuso, che dovrebbe Invece distendersi uni-
fuso, che dovrebbe invece distendersi uniforme- formemente su dl esse.
mente su di essa.
Dovendo saldare pezzi molto ossidati, generai-

85
una vasta gamma di modelli, a seconda delle ap-
plicazioni e che vien denominato saldatore elet-
trico. Questo deve essere proporzionato, in po-
tenza e dimensioni, al tipo di saldature che si
vuol eseguire. La potenza si misura in watt ed
- indica la quantità di energia elettrica assorbita
in un'ora dal saldatore. \
± -- L'energia elettrica viene trasformata in calore
dalla resistenza elettrica, che è rappresentata da
un filo di nichel-cromo, che ha la proprietà di
diventare incandescente al passaggio della cor-
rente elettrica. Viene prodotto quindi del calore,
una parte del quale si disperde nell'ambiente,
mentre la maggior quantità si condensa sulla
punta saldante.
Un buon saldatore è concepito in modo da conte-
nere al minimo tutte le dispersioni, cioè in modo
da trasformare in calore la maggior parte di ener-
gia elettrica assorbita.
Fig. 2 - II filo-stagno è il materiale di saldatura uni. Una punta saldante troppo piccola, non avendo
versalmente adottato nel mondo dell'elettronica. Esso una superficie di dissipazione proporzionata alla
viene venduto in blocchetti di varie dimensioni ed è
lucente e flessibile. In pratica si tratta di un tubicino, -potenza del saldatore, non può contenere né tra-
nella cui cavità interna è contenuto il disossidante smettere tutto il calore fornito dalla resistenza:
inerte, cioè non corrosivo. essa si surriscalda, si ossida facilmente per l'ec-
cessiva temperatura e mette la resistenza in fa.
ciii condizioni di bruciatura, ossia di interru-
zione elettrica.
Per la saldatura dei terminali dei semicondut-
tori, dei resistori e dei piccoli condensatori, sono
sufficienti saldatori da 15 : 30 W, con punta di
lucente e flessibile, viene venduto in rocchetti di rame del diametro di I ---;- 2 mm. I saldatori di
varie dimensioni. Naturalmente non si tratta di maggiore potenza, per esempio quelli da 100 W,
stagno puro, ma di una lega di stagno e piombo sono usati soltanto per saldature di parti mec-
(figura 2). caniche di grosse dimensioni, come ad esem-
pio i telai, i bocchettoni, le piastre metalli-
che, ecc. Infatti, per questi tipi di saldature,
IL SALDATORE occorrono utensili con punte saldanti più
grandi e più pesanti, dato che, quanto più
Per effettuare una saldatura a stagno si utilizza grandi sono i pezzi da saldare, tanto più gran-
normalmente un utensile, che viene prodotto in de è il calore da questi assorbito o dissipato.

Flg. 3 • Esempi molto comuni di saldatori elettrici per elettronici dilettanti.


Sono utensili di piccola e media potenza adatti per un lavoro continuativo.

86
Fig. 4 - I saldatori elettrici con punta sottile sono i più adatti per saldare i
terminali dei componenti elettronici miniaturizzati sulle piste di rame dei
circuiti stampati. La figura illustra il metodo tipico di saldatura a stagno: la mano
destra impugna il saldatore, la sinistra tiene il filo-stagno.

Deve quindi essere maggiore la quantità di ca-


!ore da portare ai pezzi nel punto di saldatura
perché vi si conservi la temperatura di fusione
e di legamento dello stagno che, come abbiamo
detto, si aggira intorno ai 190-280°C, a seconda
della lega utilizzata.
Saldatori con potenze elettriche superiori, per
esempio di 300 W, possono essere utilizzati per
chiudere, con saldature a stagno, piccoli fori nelle
carrozzerie delle autovetture.
Il modello di saldatore elettrico a resistenza deve
essere inserito in una presa di corrente cinque
minuti circa prima dell'uso, per dare tempo alla
punta saldante di portarsi alla temperatura di
esercizio. In commercio si possono oggi trovare
moltissimi modelli di questi tipi di saldatori,
perché sono i più usati e i più economici (figura
3). Fra essi, quelli dotati di punta sottile, sono i
più adatti per saldare i terminali dei componenti
elettronici miniaturizzati sulle piste di rame dei
circuiti stampati (figura 4).
Molto diffusi sono pure i saldatori istantanei a Fig. 5 . II saldatore istantaneo a pistola è un uten-
pistola (figura 5), che si rivelano degli utensili sile necessario in tutti quei casi in cui si debbano
necessari ovunque si debbano effettuare saldature effettuare saldature rapide e saltuarie, perché la sua
punta raggiunge quasi immediatamente la tempera-
rapide, dato che il tempo di riscaldamento della tura d'esercizio. Il modello qui raffigurato è dotato di
punta è di 3 : 5 secondi. In molti modelli è lampada di illuminazione del punto di lavoro.
applicata una lampadina che illumina il punto
di lavoro agevolando le operazioni di saldatura.

87
Fig. 6 • M odello di saldatore elet-
trico istantaneo leggerissim o, ma-
neggevole e quindi ideale per il di-
lettante e il professionista che la-
vorano con piccoli componenti e-
lettronicl.

Il modello illustrato in figura 6 è quello di un


saldatore istantaneo leggerissimo, maneggevole,
di modernissima concezione costruttiva e può es-
sere considerato lo strumento ideale per il ripa-
ratore di piccoli componenti elettronici.

FUNZIONE DEL SALDATORE


Flg. 7 • Quando si deve saldare Il terminale di un
componente elettronico, occorre provvedere alla pu- Come si è detto, la funzione del saldatore è quella
lizia perfetta del terminale stesso; a tale scopo cl
si può servire di una lametta da barba, con la quale
di mantenere sulla punta una temperatura su-
si raschia il conduttore sino a porre in evidenza la periore a quella di fusione dello stagno, anche
sua originale lucentezza metallica. quando esso deve trasmettere alle parti da saldare
una notevole quantità di calore. Ecco perché,
quando si debbono saldare due parti metalliche
di notevoli dimensioni, occorre servirsi di un
saldatore di grande potenza, perché con una ele-
vata quantità di calore a disposizione si è in
grado di elevare le parti da saldare ad una tem-
PUNTA DI
R AME peratura superiore a quella di fusione dello sta-
gno. E così è anche facile comprendere il motivo
per cui, quando si debbono saldare due fili con-
duttori sottili o il sottile terminale di un semi-
conduttore, è più che sufficiente l'uso di un sal-
datore di piccola potenza, con punta sottile. In-
fatti, in questo caso, basta una piccola quantità
di calore per elevare le parti da saldare alla tem-
peratura di fusione dello stagno.

DISOSSIDAZIONE
Flg. 8 • Quando per la prima volta si usa un saldatore
nuovo, è consigliabile ricoprire di stagno la punta
L'uso di un saldatore di potenza adeguata al tipo
lungo le sue superfici utili, In modo da evitare ogni di saldatura che si deve eseguire, non è suffi-
fenomeno di ossidazione, ciente se non si prendono alcune precauzioni
prima e durante l'operazione di saldatura. Per
esempio, se le due parti da saldare non sono

88
pulite, la saldatura sarà senz'altro fredda. La poggia la punta sul punto di saldatura, facendo
pulizia delle parti si esprime, nella terminolo- sciogliere contemporaneamente una adeguata
gia tecnica appropriata, con il termine « disossi- quantità di stagno impugnato con la mano sini-
dazione ». Occorre, dunque, prima di ogni salda- stra. Lo stagno si scioglie soltanto quando si
tura, provvedere all'eliminazione totale dell'ossi- trova in intimo contatto con la punta del salda-
do che ricopre le parti metalliche. E l'ossido può tore. Ma il passaggio dallo stato solido a quello
essere tolto con due sistemi diversi: meccanica- liquido dello stagno, non deve considerarsi come
mente o chimicamente. un segnale di saldatura avvenuta e, quindi, di
Nel primo caso ci si serve di una lametta da sollevamento della punta saldante dal punto di
barba o della lama di un temperino, con cui si saldatura, perché è necessario attendere che il
raschiano energicamente i conduttori elettrici o calore possa distribuirsi uniformemente e nella
le parti metalliche, fino ad evidenziarne l 'origi- maggiore quantità sulle parti metalliche; per que-
nale lucentezza metallica (figura 7). Per esempio, sto processo fisico sono richiesti alcuni secondi.
il filo di rame deve assumere il suo colore giallo- Ci si accorgerà, infatti, che lo stagno andrà a ri-
oro lucente, la lamiera deve anch'essa divenire lu- coprire, durante il suo stato liquido, tutta la zona
cente. Naturalmente, quando si tratta di pulire da saldare, diffondendosi con uniformità su di
fili conduttori molto sottili, non si deve esagerare essa. Soltanto allora si potrà togliere la punta
con la raschiatura, perché in questo caso si corre del saldatore e, senza sottoporre le parti saldate
il pericolo di indebolire eccessivamente il con- a sollecitazioni meccaniche o movimenti, si atten-
duttore o, peggio, di spezzarlo. derà ancora per qualche istante per concedere
Sul secondo caso ci siamo già intrattenuti all'i- allo stagno il tempo necessario per rapprendersi,
nizio. Si tratta infatti del processo di pulizia cioè per solidificare. La saldatura a stagno, a
chimica, per il quale si fa uso della speciale questo punto, deve considerarsi eseguita. Ma
pasta disossidante che, nel gergo, viene denomi- per constatarne la buona qualità, è sempre bene
nata pasta saldante. La pulizia delle parti si ot- esercitare una leggera trazione sui conduttori,
tiene applicando ad esse, una porzione di questa muovendoli un po' da una parte e un po' dall'al-
pasta e sovrapponendo poi a questa la punta tra, così da accertarsi del loro perfetto fissaggio.
ben calda del saldatore. Il calore scioglie la L'esercizio pratico diverrà in ogni caso il miglior
pasta, che elimina contemporaneamente gli os- maestro per tutti e col passare del tempo le ope-
sidi. Ad ogni modo, consigliamo al principiante razioni di saldatura appariranno sempre più
di eseguire, almeno nei primi tempi, tutti e due semplici ed istintive. Ma la regola fondamentale
i metodi di disossidazione, per avere la certezza rimane sempre la stessa: pulizia perfetta delle
di realizzare saldature perfette; consigliamo cioè parti da saldare, impiego di stagno di ottima
di raschiare in un primo tempo le parti con la qualità ed esecuzioni relativamente lente delle
operazioni di saldatura.
lametta o la lama del temperino. e di cospargere
su queste la pasta disossidante.

COME SI SALDA

Una volta assimilata la parte teorica della sal-


datura, il principiante può prendere in mano il
saldatore per effettuare la sua prima saldatura a
stagno, per esempio quella che unisce tra loro
i terminali di due fili conduttori elettrici di rame.
La prima cosa da fare è quelladi inserire la spina
abbonatevi a:
del saldatore elettrico, che deve essere di tipo a
punta sottile, in una presa di corrente. Quindi
si attende che la punta del saldatore raggiunga
ELETTRONICA
.
e superi la temperatura di fusione dello stagno.
E durante questo breve periodo di attesa si puli- PRATICA
scono, con l'uso di una lametta, i terminali dei
due fili in modo da renderli lucenti. Poi si attor-
cigliano un poco i terminali e su di essi si spalma
una piccola quantità di pasta disossidante. Con
la mano destra si impugna il saldatore e si ap-

89
Un accessorio originale
per la vostra autovettura.

PIÙ LUCE IN AUTO


Non sappiamo se esistono in commercio auto- un certo sistema di allarme per disinserirlo. E
vetture dotate di questo particolare conforto, ma se il tempo è piovoso o, peggio, burrascoso, non
a noi sembra proprio di no. Eppure i suoi bene- è proprio possibile tenere la portiera aperta per
fici pratici sono notevoli ed auspicati da molti conservare un po' più a lungo l'illuminazione
automobilisti. Ma vediamo subito di che cosa si interna. Né, al buio, è facile individuare imme-
tratta. diatamente l'interruttore che consente di accen-
Tutti noi sappiamo che, quando apriamo una dere manualmente la lampada della plafoniera.
portiera della macchina, la luce interna dell'abi-
tacolo si accende automaticamente e si spegne,
sempre automaticamente, appena la portiera vie- PIU' TEMPO DI LUCE
ne chiusa. Ma quante volte abbiamo avvertito
la necessità, di sera, di notte o durante la sta- Per risolvere il problema ora sollevato, abbiamo
gione invernale, di poter disporre ancora di un pensato di intervenire sul circuito automatico di
po' di luce dopo essere entrati in auto ed essersi accensione della luce interna dell'auto; più pre-
chiusi dentro! Per esempio quando si deve in- cisamente su quello degli interruttori montati
trodurre nella toppa la chiave di avviamento del nelle portiere, per inserirvi un dispositivo elet-
motore, oppure quando, prima di iniziare la tronico in grado di provocare un ritardo di tem-
marcia, si deve cercare il comando occultato di po nello spegnimento della luce. dopo che tutte

Con questo semplice dispositivo elettronico si riesce a man-


tenere accesa la lampada che Illumina l'Interno dell'autovettura
per alcuni secondi dopo la chiusura delle portiere. La luce si
spegne poi automaticamente, dopo un tempo regolabile tra-
mite un potenziometro, favorendo l'assetto dell'automobilista
ed agevolando le operazioni di avviamento del motore.

90
Mantiene accesa la luce
nell'abitacolo anche dopo
aver chiuso le portiere.

le portiere della macchina sono state chiuse. l'altro di tipo N PN, da un potenziometro, due
In pratica, con il nostro dispositivo, succede que- diodi, un relé e pochi altri componenti.
sto: quando si apre una portiera, la luce interna In condizioni di riposo, quando le portiere del-
dell'autovettura si accende normalmente ed auto- l'auto sono chiuse, ossia quando gli interruttori
maticamente come sempre; ma quando la si PI - P2, montati sulle due portiere (si suppone
chiude, la luce non si spegne subito, perché che le portiere siano due, ma il ragionamento
rimane accesa ancora per alcuni secondi prima si estende anche al caso di quattro portiere e
di spegnersi nuovamente e sempre in modo auto- quindi di quattro interruttori), sono aperti, come
matico. Pertanto, l'apparato descritto in queste indicato nello schema di figura I, il transistor
pagine può essere classificato come un prolunga- TRI non riceve corrente in base e quindi non con-
tore di segnale. duce. Supponendo poi che il condensatore elettro-
litico CI sia scarico, per essersi completamente
scaricato attraverso la resistenza R2 e il poten-
ESAME DEL CIRCUITO ziometro R5, si può dire che la tensione sulla
base del secondo transistor TR2 è pressoché
Prima di vedere come il dispositivo debba essere nulla. Non fluisce quindi corrente attraverso la
inserito in parallelo con gli interruttori auto- giunzione collettore-emittore e neppure attraver-
matici, montati sulle portiere dell'auto, cerchia· so la bobina di eccitazione del relé RL, che ri-
mo di interpretarne il funzionamento. Facciamo mane pertanto diseccitato. I suoi contatti utili ri-
quindi riferimento allo schema teorico riportato sultano dunque aperti e la lampada dell'auto ri-
in figura 1, nel quale le linee tratteggiate deli- mane spenta.
mitano la parte elettronica vera e propria dell'ap- Non appeno uno degli interruttori a pulsante (Pl-
parato che, come si può notare, è principalmente P2) viene chiuso e ciò accade quando si apre
composta da due transistor, uno di tipo PNP. una portiera dell'autovettura, il transistor TR I

91
+12V8A7I
,-------------------------------------7
I I
I I
I I
I
I
I
CO N TATTI PO RT IERE

p) 2 LAMP AUTO

TR2

'+

MASSA AUTO
I
I
I
I
I
I I
L
I s
_ -

Fig. 1 - Circuito elettrico del dispositivo che consente di ritardare lo spegni-


mento della luce all'interno dell'autovettura dopo la chiusura delle portiere.
Con il trimmer R3 si regola il tempo di ritardo, che può oscillare, con I
componenti prescritti, fra uno e sette secondi. Le linee tratteggiate racchiu-
dono la parte elettronica che va montata su circuito stampato.

---------COMPONENTI----
Condensatore Varie
C1 = 1.000 F - 16 IV (elettrolitico) TR1 = 2N29054
TR2 2N1711
Resistenze D1 1N4004 (diodo al silicio)
R1 = 2.700 ohm D2 = 1N4004 (diodo al silicio)
R2 = 820 ohm RL = relé (12 V - 200 i 1.000 ohm)
R3 = 10.000 ohm (trimmer)

riceve corrente sulla sua base attraverso la· resi- In queste nuove condizioni elettriche, il relé RL
stenza R I, la quale viene a trovarsi collegata si eccita e provoca la chiusura dei suoi contatti
con la massa dell'auto, cioè con la linea della utili, consentendo alla lampada di accendersi.
tensione negativa a 12V della batteria. Come si può notare, infatti, il relé rimane ali-
Sottoposto a corrente in base, il transistor TR I mentato con la tensione presente sulla base del
conduce e, attraverso il diodo O I, carica il con- transistor TR2, ma il cui valore risulta diminuito
densatore elettrolitico CI quasi istantaneamente. dei 0,6 V della giunzione base-emittore.
Una volta caricato, il condensatore elettrolitico
Cl presenta, sui suoi terminali, una differenza
di potenziale quasi pari a quella della batteria, INTERVENTO DI C1
cioè di 12 V. Non può essere infatti esattamente
di 12 V perché a ridurre questo valore concor- Ora, finché la portiera dell'auto rimane aperta,
rono le cadute di tensione tra emittore e col- la lampada dell'abitacolo continua ad essere
lettore nel transistor TR I e sul diodo al silicio accesa, come se il circuito elettronico di figura 1
DI. non ci fosse. Infatti, esso introduce i suoi appor-

92
Fig. 2 . Piano costruttivo dell'ap parecchio che consente di ritardare lo spe-
gnim ento della lam pada che illum ina l'abitacolo dell'autovettura. Il punto 1
deve essere colle gato con i contatti delle portiere, il punto 2 con la massa
della macchina, il punto 3 con la linea a 12 V e il punto 4 con la lampada
interna dell'auto.

ti benefici nel circuito elettrico di aecensione si spegne. Ma i risultati introdotti dal nostro
della lampada soltanto quando ]a portiera viene circuito elettronico si sono già fatti apprezzare,
chiusa. Consideriamo dunque questa seconda perché il condensatore Cl, prima di scaricarsi,
condizione elettrica del circuito di figura 1. impiega alcuni secondi, che possono essere più
Quando la portiera dell'auto viene chiusa, gli in- che sufficienti per l'automobilista per una sua
terruttori a pulsante P 1- P2 si riaprono ed in- ottima sistemazione a Il 'interno dell 'abitacolo
terrompono il flusso di corrente sulla base del della macchina.
transistor TR 1, il quale ritorna ovviamente allo
stato di interdizione, cioè di non conduzione.
In tal caso, il diodo al silicio D1, che rivolge il TEMPO DI RITARDO
suo catodo verso il morsetto positivo del conden- li tempo di ritardo, cioè il tempo in cui la luce
satore elettrolitico CI, si comporta da elemento nell'abitacolo della macchina rimane accesa dopo
isolatore fra il transistor TR1 e il condensatore che sono state chiuse le portiere, è regolabile
CI, che è il condensatore di temporizzazioné. Ma tramite il potenziometro R3. E questo tempo
questo componente è tuttora carico e sostituisce, varia fra I secondo e 7 secondi circa. Più precisa-
in un certo qual modo, il comportamento del mente, se R3 viene completamente escluso dal
transistor TR I, mantenendo eccitato il relé RL, circuito, ossia se il cursore è spostato tutto verso
il quale è costretto a tenere chiusi i suoi contatti la resistenza R2, il tempo di ritardo è di I se-
utili e a conservare accesa la lampada, anche conòo. Se invece il potenziometro R3 è tutto
dopo che le portiere dell'autovettura sono state inserito (cursore spostato verso massa), allora il
chiuse. tempo di ritardo è di 7 secondi circa.
Quando la scarica del condensatore elettrolitico l tempi di ritardo ora citati hanno in pratica un
Cl, avvenuta attraverso la resistenza R2 ed il valore essenzialmente indicativo, in quanto essi
potenziometro R3, provoca una caduta di ten- dipendono dalle forti tolleranze capacitive del
sione che va al di sotto del valore di mante- condensatore elettrolitico C1 e dalle tolleranze
nimento in eccitazione del relé RL, la lampada del relé RL.

93
larizzati secondo il loro senso esatto. Ma sarà
difficile commettere errori di questo tipo se

I
si eseguirà attentamente il piano costruttivo di
figura 2, nel quale il terminale positivo del con-
densatore elettrolitico Cl è indicato con una
crocetta, mentre i catodi dei due diodi al si-
3
licio D1-D2 sono contrassegnati con una fa-
scetta riportata sul corpo esterno del compo-
i o nente.
La distribuzione dei tre elettrodi, di collettore -
base - emittore, nei due transistor TR1-TR2.
L è facilmente individuabile, facendo riferimento
alla piccola tacca metallica, riportata sul corpo
Fig. 3 • Disegno in grandezza naturale del circuito esterno di questi componenti, in prossimità
stampato sul quale si deve comporre la sezione e· dell'elettrodo di emittore.
lettronica del dispositivo descritto nel testo. Ricordiamo che la numerazione citata lungo i
lati minori del rettangolo della basetta del cir·
cuito stampato è la stessa che si legge nello
schema elettrico del circuito di figura 1. Per
esempio, sui terminali 1-2, dove è riportata
la scritta Al CONT ., si dovranno effettuare i
collegamenti con la massa dell'auto (terminale
Coloro che volessero ottenere tempi di ritardo
superiori a quelli dichiarati, dovranno aumentare
il valore capacitivo di Cl. Tuttavia, essendo
tale valore già elevato, si può raggiungere lo
stesso risultato intervenendo su quello del po-
tenziometro R3, per esempio utilizzando, in so-
stituzione del modello da noi indicato da 10.000
ohm, un potenziometro da 100.000 ohm, che +12V
più che un potenziometro potrà essere un trim-
mer dotato di un piccolo perno di regolazione.
Eseguendo questa sostituzione, peraltro, ci si
dovrà ricordare di selezionare, per TR2, un
transistor ad elevato guadagno, montando, per
esempio, un transistor Darlington tipo TIP 121
o similare. LAMP AUTO

COSTRUZIONE

La realizzazione pratica del dispositivo ora de-


scritto si effettua su circuito stampato, seguen-
do il piano costruttivo riportato in figura 2.
Il circuito stampato è necessario perché, trat- CONT
PORTIERA
tandosi di un apparato destinato a funzionare SINISTRA
in automobile e quindi essendo soggetto a tutti
i tipi di sollecitazioni meccaniche possibili, oc·
corre costruire un circuito compatto, privo di
elementi volanti o comunque da sottoporre a
movimenti continui. Ad ogni buon conto, il
compito affidato al lettore è reso più agevole
dalla presentazione del disegno in grandezza na- PRIMA
turale, del circuito stampato, riportato in fi-
gura 3.
Ai principianti raccomandiamo di inserire nella
basetta del circuito stampato i componenti po:

94
2) e con i contatti dei pulsanti delle portiere mento che va alla lampadina e fissare i due
( term inale 1). terminali, che così vengono a formarsi, uno sul
punto contrassegnato col numero 4 nel cir-
cuito stampato e l'altro sul punto 1. Questa
INSTALLAZIONE è l'unica variante da apportare al circuito ori-
ginale. Ma per completare a !avoro si dovranno
L'installazione nell'auto del nostro dispositivo ancora collegare il punto 2 con la massa dell'au-
si effettua ovviamente dopo aver ultimato il to ed il punto 3 con la tensione positiva di
lavoro di montaggio illustrato in figura 2. E di- 12 V della batteria. E' ovvio che la lunghezza
ciamo subito che questo tipo di lavoro non ri- dei conduttori dipenderà dal punto in cui si
chiede l'apporto di grosse varianti al circuito vorrà applicare il dispositivo che potrà essere
elettrico originale di accensione, tramite gli in- racchiuso in un contenitore di plastica, in cui
terruttori posti nelle portiere, della lampada sia accessibile il perno del potenziometro di
che illumina l'abitacolo. regolazione di ritardo dei tempi di spegnimento
Il circuito originale in questione, prima dell'in- della lampada dell'abitacolo dell'autovettura.
serimento del nostro dispositivo, è quello di Concludiamo ricordando che l'assorbimento di
figura 4, nel quale abbiamo riportato la dicitura corrente da parte del nostro circuito, allo stato
PRIMA. Questo circuito si trasforma, dopo l'ap- di riposo, si aggira intorno a 1+ 2A. Si tratta
plicazione del dispositivo di ritardo, nel cir- quindi di un consumo di corrente assolutamente
cuito di figura 5, nel quale abbiamo posto la insignificante, che non interferisce in alcun
scritta DOPO. modo sulla efficienza e sulla normale durata
In pratica si tratta di interrompere il collega- della batteria.

9. ·
+12V

Cosi ol ... ,fflta Il cl•


culto elettrico di accensione
della luce interna dell'auto pri- ,----------7
ma dell'Inserimento del disposi- I I
I I LAME
tivo ritardatore del tempo di I
.L AUTO
spegnimento. 3
C/RC
TEME
2
r
I
I
L
I JI
CONTATTI PORTIERE

flg. 5 • Questo schema Interpre-


ta la variante da apportare al
circulto originale tramite l'inse-
rlmento del dispositivo ritarda- MASSA
tore del tempi di spegnimento
della lampada di Illuminazione
dell'abitacolo dell'autovettura.
DOPO

95
PROVAZENER
Non è raro il caso in cui la sigla impressa sul deve dimenticare che la tolleranza in questi com-
corpo esterno dei diodi diviene illeggibile, sia per ponenti si aggira normalmente intorno al 10
una eccessiva manipolazione del componente, sia + 20%.
per l'usura provocata dal tempo. E anche quan- Per tutti i motivi ora citati abbiamo ritenuto utile
do la sigla è perfettamente leggibile, capita per i nostri lettori la presentazione di uno stru-
spesso che questa non basti ad identificare il mento in grado di controllare l'efficienza e la
diodo, perché da essa non si possono dedurre tensione di lavoro dei diodi, in generale, e dei
le caratteristiche o la precisa destinazione del diodi zener in particolare. Non prima, tuttavia,
semiconduttore. di aver ricordato le principali caratteristiche di
Talvolta il buon senso può aiutare a distinguere questo importante semiconduttore, che prende
un diodo da un altro. Per esempio, se il compo- il nome di diodo zener e che sta alla base del
nente è racchiuso in un contenitore metallico, funzionamento di tutti gli alimentatori stabilizzati
si arguisce facilmente che questo può essere e di innumerevoli altri apparati.
interessato da correnti relativamente elevate,
mentre un diodo con involucro di vetro è a-
datto ai segnali più deboli. Ma il buon senso DIODO ZENER
non basta più quando si ha a che fare con i
diodi zener, nei quali il dato più interessante, Il diodo zener è un particolare tipo di diodo a
ossia il valore della tensione di zener, non è semiconduttore, dotato di anodo e di catodo,
comprensibile attraverso un'analisi esteriore del normalmente montato nei circuiti con polariz-
contenitore, mentre il sistema più sicuro di i- zazione inversa. Ciò significa che l'anodo rimane
dentificazione, almeno quando non si posseg- rivolto verso la tensione negativa del circuito in
gono specifici manuali, è quello della misura cui viene montato, mentre il catodo è collegato
diretta della tensione di zener. E tale necessità con la linea della tensione positiva. Dunque il
è risentita pure con i diodi zener di cui si diodo zener viene montato in senso contrario
conoscono tutte le caratteristiche, ma di cui si a quello dei normali diodi e vediamo ora di
vuol fare una precisa selezione. Perché non si capire il perché.
96
Consente di rilevare il valore esatto della tensione di zener.

Controlla l'efficienza e le tensioni di lavoro dei normali diodi.

Quando un qualsiasi diodo a semiconduttore stante al variare della corrente che attraversa
è polarizzato in senso diretto, esso favorisce il il diodo ed è questo il motivo per cui tali com-
flusso della corrente, perché aumenta la cosid- ponenti trovano la loro più naturale colloca-
detta tensione di barriera. Ma ciò vale fino a certi zione nei circuiti stabilizzatori di tensione.
valori della tensione di polarizzazione, perché In commercio si possono trovare diodi zener
da un preciso valore di tensione in poi si verifica con tensioni che variano fra i 2 V e i 100 V ed
la distruzione del diodo. Si suole anche dire oltre, con potenze comprese fra I/ 4 W ed oltre
che, una volta superata la massima tensione in- 10 W. Ma negli impieghi pratici, sia per motivi
versa, si incontra una zona di forte conduzione di reperibilità, sia per motivi di costi, si cerca di
che, generando una reazione a catena, porta ra- evitare lo zener di alta tensione e di elevata
pidamente il diodo alla distruzione. La tensione potenza, ricorrendo al collegamento di più ze-
di distruzione o di rottura è chiamata « tensione ner in serie tra loro oppure a transistor ampli-
di break-down ». ficatori.
Drogando opportunamente il cristallo di silicio,
cioè aggiungendo ad esso talune impurità, è
possibile controllare la reazione a catena in PRATICHE APPLICAZIONI
modo da evitare la distruzione del componente;
ma è ovvio che il drogaggio del silicio non basta, Per meglio capire quali siano gli impieghi pra-
perché occorre anche limitare la corrente che tici del diodo zener, riteniamo necessario un
scorte attraverso il diodo tramite adatte resi- rapido sguardo ai più elementari circuiti appli-
stenze. cativi del componente.
II componente così concepito prende il nome di Il circuito che interpreta l'impiego più classico
« diodo zener » e la tensione inversa massima del diodo zener è senza dubbio quello riportato
viene denominata « tensione di zener ». Dunque, in figura I, che costituisce Io schema del più
nei diodi zener non si manifesta alcun effetto semplice tipo di circuito stabilizzatore di ten-
distruttivo, a patto di mantenere la corrente en- sione. li valore della resistenza R dipende es-
tro i limiti di dissipazione di potenza del com- senzialmente dalla differenza del valore della
ponente. Ma una delle proprietà caratteristiche tensione di ingresso e di quella d'uscita, oltre
dei diodi zener è che la tensione di zener, che dalla corrente che scorre attraverso il cir-
entro limiti abbastanza ampi, si mantiehe co- cuito. Il valore della tensione d'uscita è pari a

Pur essendo destinato al controllo dei diodi zener, questo ap-


parato estende le sue possibilità di valutazione dello stato
elettrico di tutti i normali diodi a semiconduttore, analizzan-
done l'efficienza, l'integrità, i cortocircuiti o la completa dl-
struzione.

97
quello della tensione zener del diodo utilizzato.
I circuiti riportati nelle figure 2-3 interpretano
il modo con cui è possibile prelevare diversi va-
lori di tensioni stabilizzate quando la tensione
d'entrata è una sola. Ovviamente, per raggiun-
V. Usc. gere tale risultato, si debbono utilizzare due o
tre diodi zener. Anche in questi casi il valore
della resistenza R deve essere calcolato nel modo
precedentemente citato.
L'applicazione illustrata in figura 4 interpreta il
modo con cui è possibile ridurre il valore della
Fig. 1- Il collegamento, in parallelo con l'uscita, di un tensione d'entrata ad un valore costante, pari a
diodo zener, consente di ridurre Il valore della tensione
d'entrata a quello costante della tensione di zener. quello della tensione di zener del diodo DZ
collegato in serie.
Lo schema riportato in figura 5 è quello classico
di un alimentatore stabilizzato, nel quale l'ampli-
ficazione del transistor TR consente di control-
lare una corrente maggiore di quella che può
scorrere nel circuito riportato in figura 1.
Con il diodo zener è anche possibile regolare il
punto di lavoro dei transistor tramite il sem-
plice circuito riportato in figura 6. Ma si può
pure stabilizzare la corrente di accensione del
filamento di una valvola elettronica o di un ci·
nescopio, come indicato nello schema di figura
7, rendendo, ad esempio, un VFO valvolare,
stabile quasi quanto un oscillatore quarzato.
) COM
CIRCUITO PROVAZENER
Fig. 2 - L'inserimento di due diodi zener in serie, sul
circuito d'uscita, consente di prelevare due tensioni Dopo tutte queste doverose premesse, è giunto
stabilizzate di valore diverso. ora il momento di analizzare il circuito del pro-
vazener riportato in figura 8.
Per poter provare i diodi zener, si deve dispor-
re di un alimentatore in grado di fornire una
tensione continua di 70 + 80 V circa, con una
corrente di pochi milliampere, in modo da con·
sentire la determinazione corretta anche dei
diodi zener da 50 V ed oltre. Tuttavia, un norma-
le alimentatore da rete appare poco pratico per
questo scopo, essendo esso vincolato alla dispo-
G nibilità dell'alimentazione in tensione alternata.
V.Igr. Mentre una migliore soluzione del problema
e
N
consiste nella composizione di un apparato elet-
tronico che, usufruendo di una alimentazione
a pile, derivi da questa una tensione di valore
adeguato. E ciò è quanto si è ottenuto nel cir-
COM cuito di figura 8, il quale si presenta essenzial-
mente come un convertitore DC - DC, composto
da un oscillatore bloccato che, tramite un av-
Fig. 3 - Collegando tre diodi zener in serie tra loro, volgimento secondario, ricavato da un trasfor-
sul circuito d'uscita, è possibile disporre di tre
valori diversi di tensioni stabilizzate. Il conduttore matore di reazione, consente di trasformare la
della tensione negativa è comune per tutte le uscite. tensione continua di 9 V, dapprima in un se-
gnale variabile e in un secondo tempo in una
tensione di valore elevato nei punti contrasse·

98
TR

o
"/
V.Ingr V. Use.
e
Fig. 4 - Esempio di circuito di impiego di dio-
do zener molto comune. La tensione applica-
ta in entrata esce stabilizzata in uscita.

Fig. 5- Esempio di circuito di alimentatore stabi-


lizzato, nel quale l'amplificazione del transistor TR
permette di controllare una corrente superiore a
quella che può scorrere nel circuito riportato in fi.
gura 1. Il valore del condensatore elettrolitico C si
aggira intorno ai 100 :- 500 F.

e DZ Fig. 6- A volte il diodo zener vlene utilizzato, come


in questo circuito, per controllare il punto di lavoro
dei transistor. Il condensatore C, se percorso da se-
gnali di alta frequenza, assume il valore di 100.000
pF; con segnali di bassa frequenza il suo valore
sale a 10 F.

RI $
?
e?e
+
k

Fig. 7 • Con il diodo zener è possibile stabilizzare la corrente di accensione


del filamento delle valvole elettroniche. I due condensatori elettrolitici C1 - C2
hanno il valore capacitivo di 500 F.

99
T1 S2a

SI

~+
C2

t=ll==O
,=
E'
o
9V
R3' LN© +<&
"2g" :' so
e Il - (O

Il Il
-+c3

$2

Fig. 8 . Circuito teorico dell'apparato provadlodi, In generale, e provazener


in particolare. L'accensione della lampada-spia LN, che deve essere di tipo
senza resistenza Incorporata, sta a dimostrare che il circuito oscillatore fun-
ziona. Il doppio deviatore S2 consente di analizzare I diodi in entrambi I sensi,
quello della polarizzazione diretta e quello della polarizzazione indiretta, senza
mai disinserire il componente in prova dai morsetti d'uscita.

----COMPONENTI-----
Condensatori Varie
C1 = 150.000 pF TR1 = 2N1711
C2 = 10 F - 63 VI (elettrolitico) D1 = diodo al sillclo (1N4004)
C3 = 10 F - 63 VI (elettrolitico) D2 = diodo al silicio (1N4004)
LN = lampada-spia al neon
Resistenze s1 = interrutt.
R1 = 15.000 ohm S2 = doppio comm.
R2 = 1.500 ohm T1 = Vedi testo
R3 = 33.000 ohm
R4 = 6.800 ohm

gnati con le lettere E - F nel circuito di figura 8. senza resistenza interna, oltre che fungere da
I diodi al silicio D1- D2, unitamente ai con- elemento indicatore di presenza della tensione,
densatori elettrolitici C2 - C3, formano un cioè da lampada-spia, provvede pure a stabiliz-
sistema duplicatore e livellatore di tensione, che zare la tensione al valore tipico di innesco di
consente di ottenere, in uscita, una tensione 70-80 V.
continua del valore di 80 V circa. Il circuito Il circuito di misura dei diodi zener è comple-
di figura 8, dunque, è un convertitore DC - DC, tato con la resistenza limitatrice di corrente
ossia un circuito che converte la tensione con- R4, che risulta collegata in serie con il diodo
tinua a 9 V in una tensione ancora continua zener inserito fra i morsetti di prova (DIODO).
ma elevata al valore di 80 V. Naturalmente, le indicazioni utili vengono of-
La lampada al neon LN, che deve essere di tipo ferte da un normale tester, con sensibilità di

100
o

Fig. 9 - Piano costruttivo dell'apparato provadiodl interamente composto su


una lastra metallica, che può essere di lamiera o di alluminio e che funge
pure da conduttore della linea di massa, ossia della linea della tensione ne-
gativa. La lettura delle tensioni si effettua sul quadrante di un normale tester
i cui puntali vanno inseriti nelle apposite boccole.

20.000 ohm/volt, collegato sulle previste boc- mite l'ausilio di pochi ancoraggi. Questa la-
cole. Esso fornisce, con buona precisione, la stra, che potrà essere indifferentemente di la-
tensione di zener del diodo in prova. miera o di alluminio, fungerà poi da coperchio
Per agevolare le manovre di controllo dei diodi, di chiusura di un contenitore, anche dii plasti-
il circuito d'uscita è stato dotato di un doppio ca, per rappresentarne il pannello frontale.
commutatore S2a - S2b, che consente di effettua- Sulla parte anteriore della lastra metallica ret-
re l'inversione di polarità del diodo in prova, tangolare si dovranno praticare i fori per l'inse-
senza che sia necessario disinserirlo dai morsetti rimento delle due boccole in cui si innesteranno
per reinserirlo poi in senso inverso. Vedremo i puntali del tester, quelli per i morsetti di fissag-
comunque più avanti come si analizzano i diodi gio dei diodi in prova, quello della lampada-
zener e come si usa quindi il commutatore S2. spia LN e quelli per l'interruttore S1 e per il
Per ora preferiamo indicare al lettore gli ele- commutatore S2. Serviranno ancora quattro pic-
menti costruttivi del dispositivo provadiodi. coli fori per il fissaggio di viti e dadi in cor-
rispondenza dei terminali estremi angolari della
morsettiera e del trasformatore T 1.
REALIZZAZIONE PRATICA Allo scopo di semplificare il cablaggio, si sfrut-
ta la lastra metallica come conduttore della li-
Il piano costruttivo dell'apparato provazener è nea di massa del circuito, che coincide con la
quello riportato in figura 9. Esso viene comple- linea della tensione continua negativa, sia a 9
tamente realizzato su una lastra di metallo tra- V che a 80 V.

101
DIODO IN PROVA
e • DIODO IN PROVA

O DIODO IN PROVA
@ DIODO IN PROVA

G e

COSTRUZIONE DI T1 A questo punto la lampada-spia al neon LN do-


vrà accendersi, dopo aver ovviamente azionato
li trasformatore T1 non è un componente com- l'interruttore SI. E l'accensione della lampada
merciale. Esso dovrà quindi essere costruito dal LN sta ad indicare che l'oscillatore funziona.
lettore con gli elementi qui di seguito elencati. Ma se questo circuito non dovesse innescare,
Il supporto dei tre avvolgimenti è costituito da allora si dovrà intervenire sui collegamenti
un nucleo di ferrite di tipo ad OLLA, prodotto C-D dell'avvolgim'ento primario del trasforma-
dalla Siemens nel modello 671 N30 M8, di tore T 1, scambiandoli tra loro. L'intervento do-
diametro 25 mm. Altri tipi di nuclei potrebbero vrà essere fatto solamente su questo avvolgi
andar bene per la realizzazione del trasforma- mento, che è quello di reazione. Soltanto nel caso
tore TI, ma variando in questi la permeabilità in cui la tensione, presente sull'avvolgimento se-
magnetica potrà essere necessario aumentare condario E- F, non fosse sufficiente a far ac-
le spire dell'avvolgimento secondario, finché si cendere la lampada-spia, allora si dovrà rifare
noterà l'accensione della lampada-spia LN. In l'avvolgimento secondario E- F, aumentando il
ogni caso, con il tipo di nucleo da noi citato, numero di spire, ma ciò potrà accadere in quei
si dovranno avvolgere, per il tratto A- B, trenta casi in cui non si sia fatto uso del nucleo di
spire, per il tratto C - O dieci spire e per il tratto ferrite prescritto.
E- F 150 spire, servendosi sempre dello stesso
tipo di filo di rame smaltato del diametro di
0,35 mm. PROVA DEI DIODI

E vediamo finalmente come si adopera l'appa-


COLLAUDO rato, ossia come si debbono esaminare i diodi
che si inseriscono negli appositi morsetti d'u-
Una volta realizzato il circuito, secondo il piano scita del provadiodi.
costruttivo di figura 9, si provvederà ad ali- Facciamo dapprima riferimento ai diodi zener e
mentarlo con la tensione di 9 V, che può essere poi ai diodi normali, seguendo gli esempi ripor-
quella erogata da una comune pila: infatti l'as- tati in figura l O.
sorbimento di corrente dell'apparato è modesto Quando si collega un diodo zener sui morsetti
e si aggira intorno ai 30+ 40 mA. di prova, questo può essere inserito nel senso

102°
Fig. 10 - Quando i diodi zener in prova sono di tensione: quello della tensione di zener (fi-
efficienti, si debbono verificare le condizioni e- gura 1 O A) e quello di 0,7 V (figura 1 O B).
lettriche illustrate in A e in B, a seconda della
posizione del commutatore S2. Per i diodi nor-
Se invece il diodo zener in prova si trova in cor-
mali integri, invece, si debbono verificare le due tocircuito, allora in entrambe le posizioni del
condizioni elettriche illustrate in C e in D (ten- commutatore S2 si dovranno rilevare i valori
sione massima e tensione di 0,7 V). identici di tensione di 0,7 V.
Infine, nel caso in cui il diodo zener in prova
fosse interrotto, allora in entrambe le posizioni
del commutatore S2 si dovranno rilevare i mas-
simi valori di tensione.
Analogamente per. i diodi comuni, cioè per i
diodi non di tipo zener, si dovranno rilevare i
della polarizzazione diretta, oppure in quello valori di tensione massimi e di 0,7 V, a seconda
della polarizzazione indiretta. Ma ciò non ha della posizione del commutatore S2 e nel caso in
importanza, perché se il diodo zener è efficiente, cui il diodo in prova sia integro, come indicato
manovrando nei due sensi il commutatore S2, si nelle figure 1 O C e 1 O D. Per diodi guasti in·
dovranno leggere sul tester due diversi valori vece vale quanto detto per i diodi zener.

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


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la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
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103
CORSO
DI AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI
INTEGRATI DIGITALI
J

Tra le più vecchie famiglie di circuiti integrati La famiglia degli SSI comprende i modelli più
digitali, meritano di essere ricordate la RTL e semplici di circuiti integrati, quelli che, interna-
la DTL. La prima si basava essenzialmente su mente, contengono il minor numero di com-
logiche resistive (Resistor-Transistor-Logic), la ponenti. Un numero che, normalmente, si ag-
seconda su logiche a diodi (Diode-Transistor-Lo- gira intorno al centinaio,
gic). La famiglia TTL, invece, fu realizzata Alla famiglia degli MSI appartengono quegli
soltanto in tempi successivi, attraverso l'evolu- integrati che, internamente, contengono un nu-
zione delle tecnologie, e rimane ancor oggi la mero medio di componenti: press'a poco un
più utilizzata, quella cui è rivolto il nostro più migliaio. Ma quando l'integrazione è più spin-
completo interesse nel presente corso di avvia- ta, e i componenti contenuti nell'integrato rag-
mento all'uso degli integrati digitali, Tuttavia, giungono le decine di migliaia, allora si parla
prima di procedere con l'analisi degli integrati di famiglia LSI. Comunque, ciò che si trova
TTL (Transistor-Transistor-Logic), riteniamo ne- dentro l'integrato non deve riguardare il prin-
cessaria la citazione della famiglia ECL (Emit- cipiante di elettronica, che può invece limitarsi
ter-Coupled-Logic, ossia, logica ad accoppia- a sapere che il circuito integrato è un piccolo
mento di emittore) che, per la sua elevatissima componente elettronico, dotato di 14 o più
velocità, trova tuttora impiego in precise e spe- piedini e che svolge un certo lavoro quando
ciali applicazioni. ad esso vengono applicati appositi segnali e-
lettrici.

DENSITA' DI INTEGRAZIONE
TENSIONE DI ALIMENTAZIONE
Se si considerano gli integrati TTL sotto l'aspetto
costruttivo, vale a dire per la quantità di diodi, Il valore standard della tensione di alimenta-
transistor, resistenze, in essi contenuti, essi si zione dei circuiti integrati, appartenenti alla
possono suddividere in tre famiglie famiglia TTL, è di 5 V ± 5 % . Ciò significa
che il corretto funzionamento è garantito per
SSI = Small Scale Integration (integrazione a tutti i valori di tensione compresi fra i due li-
bassa scala) miti estremi di 4,75 V e 5,25 V, mentre l'in-
tensità di corrente assorbita dipende dal mo-
MSI = Medium Scale Integration (integrazio- dello di integrato di cui si fa uso.
ne a media scala) Al di sotto del limite inferiore di 4,75 V, le
LSI = Large Scale Integration (integrazione a funzioni logiche non esplicano esattamente le
larga scala) loro mansioni, mentre al di sopra del limite su-

104
SECONDA PUNTATA

periore dei 5,25 V si corre il rischio di danneg- cuito sotto tensione, può verificarsi un corto-
giare il componente. Si può anche dire che, in circuito verso terra, in particolar modo se la
pratica, ogni integrato TTL è in grado di sop linea di alimentazione negativa del circuito è
portare, per qualche secondo, tensioni di va- collegata a massa. Dunque, anche coloro che
lore superiore ai 5,25 V, fino ai 7 V. Ma, al posseggono un saldatore con il terzo condut-
di sopra di questo valore e del tempo citato, la tore dovranno collegare in serie a questo la resi-
distruzione dell'integrato è immediata. Quindi, stenza da I .000 ohm - I W.
per distruggere un integrato TTL, basta com-
portarsi così o lo si alimenta con tensioni su-
periori ai 5,25 V, oppure lo si alimenta con UNO SGUARDO ALL'INTERNO
tensioni invertite. Invece, quando si commettono
errori di montaggio, come ad esempio lo scam- Abbiamo detto che, per il principiante, l'inte-
bio di piedini o l'errata numerazione di questi, grato deve rimanere un componente con una sua
oppure un cortocircuito fra gli stessi, l'integrato precisa espressione esteriore, in grado di svol-
non si danneggia mai purché non vi sia inver- gere certe funzioni e null'altro. Tuttavia, un ra-
sione di polarità. pido sguardo allo schema elettrico interno di
qualche funzione TTL è necessario per capire
alcuni concetti.
UN PERICOLO COSTANTE

Un ulteriore pericolo di distruzione immediata


dell'integrato è rappresentato dalla punta déi
normali saldatori, quando questa è in perdita
con la rete. Ciò invece non si verifica con quei Densità d'integrazione
saldatori dotati del terzo conduttore, ossia del
filo di terra. Pertanto, quando si lavora con gli Tensioni d'alimentazione
integrati, o ci si procura un saldatore adatto,
oppure si effettua sul normale saldatore, la va- Soglie logiche
riante illustrata in figura 1. La quale consiste
nel collegare la carcassa metallica dell'utensile
con la terra, cioè con una tubatura dell'acqua, Fan in - Fan out
tramite una resistenza da 1.000 ohm - 1 W, il
cui compito è quello di limitare il flusso di Esempi grafici
corrente in un'occasione ben precisa: quando,
saldando un componente in un punto di un cir-

105
ALLA
SPINA

1000
IW
STRINGERE ÌI
STRETTO NASTRO
ADESIVO TERRA

_)
Fig. 1 - La punta del saldatore può rappresentare un pericolo di distruzione
degli integrati, se non rimane elettricamente collegata, tramite una resistenza
di contenimento della corrente, con una tubatura dell'acqua.

rerre e r-r r
orru ne al/e
seon

E 1; A

Fig. 2 - Schema elettrico di una se-


zione dell'integrato 7408, internamente
llne al quale sono presenti ben quattro di
« $e2Mn» questi circuiti perfettamente uguali.

Osserviamo lo schema elettrico di figura 2. Esso anche di più. Per esempio, nel modello 7430,
riproduce una sola delle quattro sezioni iden- il transistor d'ingresso è dotato di ben otto
tiche contenute nell'integrato 7408, il cui sche- emittori, come si può vedere nello schema di
ma a blocchi è riportato in figura 3. Come si figura 4.
può notare, ognuna delle quattro sezioni pre- Nel circuito d'entrata sono presenti pure due
senta due entrate: ENTR. A - ENTR. B. Le diodi, che garantiscono l'eliminazione di segnali
quali vengono quasi sempre menzionate col negativi eventualmente presenti.
termine anglosassone INPUT. Ciascuna delle L'uscita Y è collegata, internamente, alla ten-
quattro sezioni poi è dotata di una sola uscita: sione di alimentazione positiva, tramite una
USCITA Y, che viene normalmente denomi- resistenza RC, un transistor (TR6) e un diodo
nata con il termine OUTPUT. (figura 2). Ciò significa che la resistenza di ca-
Le due entrate fanno capo ad un transistor mu- rico è già inserita dentro l'integrato.
nito di due emittori. Ma questi possono essere Le lettere Vcc e GDN stanno a significare, ri-

106
4° SEZIONE 3° SEZIONE

7408

Flg. 3 • Schema a blocchi dell'integrato 7408. O-


gnuna delle quattro sezioni presenti nel com-
ponente fa capo e tre piedini. l" SEZIONE 2° SEZIONE

spettivamente: volt alimentazione in corrente Y) o, come si dovrebbe dire, OUTPUT Y, In


continua a terra (ground). questo caso si dice che l'integrato 7409 è do-
Nell'integrato 7409 (vedi figura 5) l'ultimo tato di uscita con collettore aperto: open col·
transistor TR5 ha il collettore libero (USC 1T A lector.

+ Vcc

TRJ
I CON 8 EMETTITORI)

A----===◄

e':,
a--------
[

De

~ E--==

:-LE,[]y
BEE
Flg. 4 • Nell'integrato 7430, il transi-
stor d'ingresso è dotato di otto emitto-
ri. Gli otto diodi provvedono all'eliml• GND
nazione di segnali negativi eventual-
DIODI DI PROTEZIONE
mente presenti all'entrate dell'integrato.

107
== = =4 F = = = = = = = = = = = = = +Vcc

TR4

%
~~~
USCITA Y

Ge
@àe
Fig. 5 - Nell'integrato 7409 l'ultimo transistor
(TR5) ha il collettore libero. In tal caso si suole
dire che l'integrato è dotato di uscita con col-
l3,'/) lettore aperto (open collector). i

Il valore della resistenza RC, dianzi citata, as- Un altro elemento importante, da tenere in mas-
sume valori diversi a seconda del tipo di in- sima considerazione, è rappresentato dalla cor-
tegrato. Ecco alcuni esempi: rente che ogni ingresso assorbe e da quella che
ogni uscita può erogare. Pertanto, quanto più
I
elevata è la dissipazione energetica che un
Integrato Resistenza RC integrato può sopportare, tanto maggiori sono
--
le correnti d'entrata e d'uscita. Ma questi sono
7408 130 ohm dati che interessano il progettista e non il dilet·
74H08 58 ohm tante di elettronica.
74508 50 ohm
74LS08 100 ohm
I SOGLIE LOGICHE
Quando si tratta di circuito integrato con collet-
La principale differenza che intercorre fra i
tore aperto, allora la resistenza RC deve essere
circuiti analogici e quelli digitali sta nel fatto
inserita dall'operatore.
che nei primi i segnali sono caratterizzati, ad
Un altro elemento importante da segnalare ai
un certo istante, dal valore della tensione o
nostri lettori è la velocità con cui il segnale
della corrente, mentre nei secondi sono caratte-
applicato all'ingresso raggiunge l'uscita. E que-
rizzati soltanto da due livelli logici, detti « O »
sta velocità varia ovviamente da modello a mo-
e « 1 », i quali sono identificabili elettricamente
dello. Ricordando che la sigla « nS » significa
tramite due bande di valori di tensioni. Ed è
« nanosecondi » e che un nanosecondo vale un
importante notare che un segnale è classifi-
miliardesimo di secondo, riportiamo qui di se-
cabile come un « l », oppure uno «O» non
guito alcuni dati in proposito:
soltanto quando acquista un ben determinato
valore, ma soprattutto se rimane compreso in
una certa banda di valori.
Ora, considerando che la tensione di alimenta-
10 nS zione degli integrati TTL è di 5 V, è chiaro
13 nS che tra O V e 5 V si possono identificare varie
6 s bande alle quali corrispondono altrettante zone
larghe, come indicato in figura 6.
3 nS
9,5 nS In pratica, dunque, un segnale è riconosciuto
come uno «O» logico soltanto se è inferiore

108
V

5V

ZONA DI
VALORE AU O O/ I o allo ( HIGH)

2 ,4 V
ZONA INCERTA
2V
ZONA IN CUI
UN /C NON
DE VE LAVORARE

Fig. 6 - Con questo schema grafico 08 V


si interpretano le varie condizioni ZONA INCERTA
o stati in cui possono trovarsi gli 04V ZONA DI VALORE
integrati TTL. Nel disegno questi BASSO O (I
(I o basso ( LOW)
sono stati denominati zone e cor- ov
rispondono ai diversi valori della
tensione di alimentazione. 0- ZERO

@ Vcc

+5V

ZERO
• 51
ENTR
JC 5V ALIM.

Fig. 7 • Le due possibili posizioni del commu-


tatore S1 interpretano, in questo schema di va•
lore simbolico, i due stati ALTO e BASSO del-
MASSA
l'Ingresso di un Integrato TTL. e GND

51
e
5V

" 8LAMP
~

Flg. 8 - Esempio grafico chiarificatore dei con•


ceti di HIGH e LOW di stato dei segnali rife- MASSA
riti al punto A.

109
V SI IN POSIZ.
+5/cc

TEMPO DI ACCENS. DELLA LAMP

STATO I ( o alto)
5V lo
STATO 0 (o basso)

/ > TeMuro

l
SI IN POSIZ.
MASSA
l Fig. 9 • Andamento della tensione re-
latlvo al punto A dello schema di va-
lore simbolico riportato In figura 8.
Allo stato ALTO corrisponde Il valore
di 5 V, • quello BASSO corrisponde il
valore di 0 V.

a 0,4 V, mentre risulta un « 1» solo nei livelli questione, altrimenti questa non riesce a garan·
superiori a 2,4 V. I livelli al di fuori di tali tire un corretto livello logico sugli ingressi.
valori possono venir erroneamente riconosciuti o
condurre a cattivi funzionamenti, come ad e-
sempio alle oscillazioni. SEGNALI ALTI E BASSI

Molti dei concetti fin qui esposti potranno ri-


FAN IN E FAN OUT sultare difficili per alcuni lettori. Essi meritano
quindi di essere in parte ripresi, con una inter-
Un altro parametro, caratteristico della fami- pretazione fatta attraverso qualche esempio gra-
glia TTL, è la corrente d'ingresso e quella fico esplicativo.
d'uscita, cui abbiamo già accennato in prece- Nell'analizzare le soglie logiche, abbiamo par-
denza. lato di livelli di segnali in corrispondenza della
Normalmente un ingresso TTL assorbe una cor- tensione di alimentazione di 5 V degli integrati.
rente di 100 A in condizioni di logica « 1 » Ebbene, se questo è il valore della tensione
e di 1,6 mA quando si trova in condizione applicata, i segnali che entrano o escono deb-
« O ». E queste condizioni rappresentano il ca- bono avere un valore di 5 V -+- 2,4 V se sono
rico unitario standard della famiglia TTL. segnali alti, mentre il loro valore sarà compreso
Il numero di carichi standard d'ingresso di un fra O e 0,4 V se sono segnali bassi.
circuito viene definito con l'espressione FAN IN. Spieghiamoci meglio: quando si dice ALTO, ciò
Un FAN IN di 3, ad esempio, indica che un equivale a dire HIGH oppure 1. Quando si
segnale è applicato contemporaneamente a 3 dice BASSO, si dice pure LOW o O. Dunque,
ingressi TTL. Analogamente, per le uscite, si fa l'alimentazione a 5 V è ALT A in quanto è
uso del termine FAN OUT per indicare la ca- alto il valore di + 5 V rispetto alla linea di
pacità di pilotare ingressi standard TTL. Gene- massa. Concludiamo dicendo che, se un in-
ralmente un'uscita TTL ha un FAN OUT pari gresso è collegato al +5 V,esso è ALTO, HIGH
a 10. E ciò significa che quel! 'uscita è in grado o I. Se è collegato a massa, esso è BASSO,
di pilotare contemporaneamente IO ingressi di LOW o O. E questo concetto viene ancor
logiche TTL. meglio interpretato dallo schemino riportato in
Nella pratica è necessario verificare che ad ogni figura 7. Se il commutatore S 1 è spostato su
uscita non risulti connesso un numero di in- + 5 V, l'entrata è alta, cioè I. Se Sl è com-
gressi superiore al FAN OUT dell'uscita in mutato verso massa, cioè lo zero dell'alimen-

110
V
l~ LAMP ACCESA

STATO 7 I LAMP SPENTA

5V

f II .


rr TEMPO

l_I
+

Fig. 1 O - Se gli stati di ALTO e BASSO variano alla cadenza di 1 secondo, ossia
con la frequenza di 1 Hz, si crea un treno di impulsi che prende il nome di
orologio o, più comunemente, di clock.

tazione, l'entrata è bassa, ossia O. « A» può essere definito ALTO. Se il devia-


A questo punto non ci restano da fare che due tore viene commutato in posizione opposta, la
constatazioni: nei circuiti di logica il segnale lampada si spegne, perché il punto « A » diven-
elettrico può avere soltanto due condizioni, ta BASSO, cioè viene a trovarsi a O V.
quelle più volte citate di « 1» o «0». L'andamento della tensione sul punto « A» è
quello interpretato dal diagramma di figura 9.
Ora, se alla cadenza di un secondo, spostiamo
ESEMPIO GRAFICO S1 da una posizione all'altra, la tensione sul
punto « A» assume l'andamento proposto dal
Un ulteriore esempio grafico, chiarificatore dei grafico di figura 10. Il movimento di S1 pro-
concetti di stato dei segnali, è riportato in fi. voca un treno di impulsi 0-1, 0-1, 0-1, a lla fre-
gura 8. Nelle condizioni in cui è disegnato il quenza di 1 Hz. E questo treno di impulsi si
deviatore S1, la lampada si accende e il punto chiama orologio o, più comunemente, clock.

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Di questa Rubrica potranno avvalersi tutti quei lettori che sentiranno la necessità di offrire
in vendita, ad altri lettori, componenti o apparati elettronici, oppure coloro che vorranno
rendere pubblica una richiesta di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contestazioni che po-
tessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità del testo pubblicato. In
ogni caso non verranno accettati e, ovviamente, pubblicati, annunci di carattere pubblici-
tario.
Coloro che vorranno servirsi di questa Rubrica, dovranno contenere il testo nei limiti di
40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stampatello).

112
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sovraccoperta plastificata. ra - copertina plastificata
G I I argomenti trattati possono
Il volume tratta tutto quanto essere succintamente cosi In-
Tutta la pratica dei semicon- riguarda questa basilare realiz- dicati: fisica del semiconduttori
duttori è trattata in questo hi- zazione: dai principi di funzio- - teoria ed applicazione del
bro con molta chiarezza e sem- namento alle tecniche di produ- transistor- SCR TRIAC DIAC
pllcità, dagli amplificatori ai clr- zione, alle applicazioni e al me- UJT FET e MOS - norme di cal-
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sto novembre e dicembre; 1978 6 fascicoli; 1979 tran- più materiale elettronico vario. Preferibilmente zona
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pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, cosi da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori- n. 6 resistenze- n. 1 po-
tenziometro- n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato- n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore- n. 1 SCR- n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

115
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PER I VOSTRI INSERTI


l signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

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Inserite il tagliando in una busta e spedite a:


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ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

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116
LA FUSTA DEL LETTURE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
=
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
-
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

LE PAGINE DEL CB falsi funzionamenti. Eppure, dopo aver più volte


controllato il lavoro da me eseguito, mi sono
Ho notato con grande piacere la ripresa, fin dal convinto di non aver commesso alcun errore di
fascicolo di dicembre dello scorso anno, della cablaggio. A meno che la mia inesperienza sia
rubrica riservata a coloro che, come me, sono tale da impedirmi di scoprire la vera causa del-
degli appassionati della gamma dei 27 MHz. Se 1 'anomalo comportamento del dispositivo.
non vado errato, infatti, pur non avendo voi GIORDANO EMANUELE
tralasciato di interessare, con qualche progetto, Pescara
questa vasta schiera di lettori, l'ultimo ciclo delle
« Pagine del CB» lo avevate esaurito nel lontano Siamo concordi con lei nel ritenere correttamen-
febbraio del 1980. Ora mi auguro che la nuova te eseguito il suo montaggio. Possiamo invece
iniziativa editoriale possa durare a lungo e pre- azzardare, dopo aver attentamente analizzato la
sentare argomenti sempre originali ed interes- descrizione inviataci. una diagnosi, che a noi
santi, come il YOX, trattato fin dalla prima sembra la più verosimile e che è la seguente. A
puntata e che ho voluto subito realizzare, rag- nostro avviso, l'inconveniente risiede in un poco
giungendo dapprima il successo, ma subendo corretto disaccoppiamento dell'alimentazione, che
una piccola delusione poi. E qui mi voglio spie- provoca l'autoscillazione dell'integrato operazio-
gare meglio. Quel circuito tanto per abbreviare nale. I neon veniente che rimane evidenziato dal
i tempi, io l'ho composto su una basetta forata preciso funzionamemu del VO con batterie
e non su circuito stampato, come da voi pre- nuove. Probabilmente, il condensatore elettroli-
scritto. L'alimentazione. anziché derivarla dal tico C3 da lei impiegato non è efficiente, di ot-
ricetrasmettitore, l'ho fornita al VOX tramite un tima qualità, oppure non montato nelle imme-
collegamento in serie di pile, con il quale ho diate vicinanze dell'integrato. Provi quindi a
raggiunto il valore di 12 V. Con questo sistema sostituirlo con un componente nuovo, montan-.
tutto funziona alla perfezione. Ma ciò finché le dolo molto vicino ad ICI e collegando, eventual-
pile sono nuove, perché appena queste denun- mente, in parallelo allo stesso condensatore C3,
ciano un leggero esaurimento. si verificano dei un condensatore ceramico da O. I µF.

117
RICEVITORE PER ONDE MEDIE manovrando C2, inverta i collegamenti sulla bo-
bina L2.
Sono un principiante di elettronica e vorrei co-
minciare con la realizzazione di un semplice
ricevitore radio in onde medie con ascolto in Condensatori
cuffia. Potete pubblicare un circuito di questo C1 = 15: 150 pF
tipo? C2 = 350 pF (variabile) - contr. reaz.
C3 = 350 pF (variabile) - contr. sint.
GHIDONI RICCARDO C4 = 10.000 pF
Milano C5 = 470 pF
C6 = 50+330 pF
Realizzi questo circuito a reazione con amplifi- C7 = 10.000 pF
cazione a FET. La sintonia è regolata tramite il
Varie
condensatore variabile C3. Gli avvolgimenti L1-
L2 si effettuano, uno poco distante dall'altro, R1 2,2 megaohm
TR1 2N3819
su uno stesso supporto cilindrico di ferrite del J1 imp. AF (1 mH)
diametro di 8 mm. Per L1 occorrono 80 spire di L1-L2= bobina
filo di rame smaltato del diametro di 0,3 mm. Cuffia 2.000 ohm
Per L2 servono 10 spire dello stesso tipo di filo. S1 interrutt.
Se la reazione non dovesse innescare pur Pila = 9 V

KIT PER LAMPEGGII PSICHEDELICI


L. 22.500
Un nuovo sistema di funzionamento che
evita di mettere le mani sul riproduttore
audio.

Non occorrono fili di collegamento, per-


ché basta avvicinare il dispositivo a qual-
siasi sorgente sonora per provocare una
sequenza ininterrotta di suggestivi lam-
peggii psichedelici.

CARATTERISTICHE Circuiti a quattro canali separati indipendenti.


Corrente controllabile max per ogni canale: 4 A
Potenza teorica max per ogni canale: 880 W

Potenza reale max per ogni canale: 100 ---;- 400 W
Alimentazione: 220 V rete-luce

118
t ANTENNA
CUFFIA

l Cl ii I 1========~==9t==t

C7

TR1
C6
LI L2
9V
RI e
CJ

C2

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
AL. 19.500
CARATTERISTICHE
Circuito a tre canali
Controllo toni alti
Controllo toni medi
Controllo toni bassi
Carico medio per canale: 600 W
Carico max. per canale: 1.400 W
Alimentazione: 220 V (rete-luce)
Isolamento a trasformatore
PROVATENSIONE PER AUTO

L'OSCILLATORE Per evitare di far uso del tester nei semplici con-
trolli di tensione nel circuito elettrico dell'auto,
vorrei sostituire questo strumento con un sem-

MORSE plice indicatore di tensione a lampadina.


FALCONIERI
Roma
CARLO
Necessario a tutti i candidati alla patente di
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
la pratica di trasmissione di segnali radio in Quello qui riportato è un circuito in grado dì
codice Morse. segnalare le quattro diverse seguenti condizioni.
1"- Se ìl conduttore A è negativo rispetto al con-
duttore B, la lampada LP I si accende.
2°- Se la tensione tra i conduttori A e B è nulla,
nessuna lampada si accende.
5-Con tensioni di 12 V in A e di O V in B, en-
trambe le lampade vengono alimentate con
6 V.
4- Se la tensione in A è inferiore a 6; 7 V.
per esempio quando esiste un carico in serie
al conduttore, la lampada LP1 rimane quasi
spenta, mentre LP2 viene alimentata a 6 V.

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 15.500 FILO A

II kit contiene: n, 5 condensatori ceramici -


n. 4 resistenze- n. 2 transistor- n. 2 trimmer
potenziometrici- n. 1 altoparlante- n, 1 cir-
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata- n. 1 LPI
pila a 9 V- n. 1 tasto telegrafico- n. 1 matas-
sina filo flessibile per collegamenti - n. 1 ma-
tassina filo-stagno.

TRl
CARATTERISTICHE
Controllo di tono
Controllo di volume DZI
Ascolto in altoparlante
Alimentazione a pila da 9 V
9..
@/
Fl[) B ob
di

TR1 BC107
D1 1N4001 (diodo al silicio)
DZ1 diodo zener (6 V- 1 W)
LP1-LP2 =
lampade da 6 V a bassa corrente

120
PROVATRANSISTOR

Mi sono stati regalati molti tipi di transistor. Di


questi alcuni sono privi di sigla e non so nep-
pure se sono efficienti. Esiste un circuito prova-
transistor molto semplice per controllare rapi-
OROLOGIO
damente tali componenti?
LEONETTI GIUSEPPE
Taranto
TERMOMETRO
Eccolo. Si tratta di un oscillatore che fa asco/.
tare l'oscillazione attraverso un altoparlante. Per
provare i transistor NPN si agisce così: si inse- In scatola di montaggio
risce, nello zoccolo PNP, un transistor PN P si-
curamente funzionante, per esempio un BC507.
Quindi si inserisce, nello zoccolo NPN, il tran-
sistor che si vuol provare. Se regolando R 1 si
L. 62.000
riesce ad innescare l'oscillazione, si può dedurre
che il componente in prova è di tipo NPN e
sicuramente funzionante. In caso contrario il
transistor in prova è da ritenersi guasto oppure di
tipo PN P. Per esso quindi occorre un secondo
controllo, che consiste nell'inserire, nello zoc-
colo NPN, un transistor valido e poi riprovare
nello zoccolo PNP quello precedentemente scar.
lato.

SERVE PER COSTRUIRE:

RI un moderno orologio numerico a di-


splay

afa
K"t ;
un termometro di precisione

9, =» t
una radiosveglia
un interruttore elettrico temporizzato

H;I Ma offre la possibilità di realizzare


innumerevoli e sofisticate ulteriori
applicazioni tecniche.

AP

C1 = 50.000 pF
R1 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R2 = 10.000 ohm
AP == altoparlante (16 : 40 ohm)

121
TRASFORMATORE DI IMPEDENZA C2 = 50 F - 16 VI (elettrolitico)
c3 = 10 F - 24 VI (elettrolitico)
Ho cercato di realizzare un interfono per mezzo C4 = 50 F - 16 VI (elettrolitico)
di un amplificatore in mio possesso. Purtroppo, C5 = 4,7 F - 24 VI (elettrolitico)
con l'uso dell'altoparlante in funzione di mi- Resistenze
crofono, il segnale è risultato estremamente de- R1 1.200 ohm
=
bole. E' possibile ovviare a tale inconveniente? R2 = 12.000 ohm
FURASI TINO R3 = 12.000 ohm
Torino R4 = 120.000 ohm
R5 = 120.000 ohm
Lei deve adattare l'impedenza di pochi ohm R6 = 12.000 ohm
R7 = 1.000 ohm
dell'altoparlante a quella di alcune decine di mi- R8 = 10.000 ohm
gliaia di ohm dell'amplificatore. Realizzi quindi R9 = 1.000 ohm
questo circuito, che bene si adatta a qualsiasi R10 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
tipo di amplificatore. R11 = 22.000 ohm

Varie
Condensatori TR1 = BC109
C1 = 220 F- 24 VI (elettrolitico) TR2 = BC109

INVERTITORE DI FASE collettore ed emittore due segnali uguali tra loro,


ma in opposizione di fase.
Vorrei realizzare un amplificatore che, ricevendo
in entrata un solo segnale, ne fornisse due in Resistenze
uscita sdoppiati fra loro di 180°. R1 390 ohm
BARBIERI PAOLO R2 =
5.600 ohm
Lucca R3 = 10.000 ohm
a \ 140.000 ohm
Il circuito qui riportato realizza la funzione da R5 1.000' ohm
lei richiesta. Il primo transistor TR 1 si comporta R6 1.000 ohm
da trasformatore di impedenza, adattando la Transistor
bassa impedenza d'ingresso a quella del secondo TR1 = BC177
stadio che. con guadagno unitario, genera su TR2 = BC107

R5 ~
USC.1
RI
• d@
e
0,
R2 I.A! Il b Il 9V
R2
TR1 0
ENTR.
SEGN

l RG
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USC2
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122
R8

rI
5
R4

TRl TR2 I
Cl
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=1] 4%
%% b
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.....
e
e
12-18 V

e![; J
ENTR. Rl
-z imi"
R9
RIO

Il (è)se
R2

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 13.500

CARATTERISTICHE:

Tempo di riscaldamento: 3 secondi


Alimentazione: 220 V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 100W istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
mente adatto per lavori intermittenti
Illuminazione del punto di saldatura
professionali e dilettantistici.
MODULATORE APERIODICO Condensatori
C1 = 100.000 pF
Per certi esperimenti di laboratorio, mi servi- C2 = 22 F - 16 VI (elettrolitico)
rebbe un modulatore a larga banda, in grado di C3 = 1.000 pF
accettare, in entrata, l'intera gamma delle onde Resistenze
medie e parte di quella delle onde corte. R1 33.000 ohm
=
BONAGLIA RAFFAELE R2 = 22.000 ohm
Mantova R3 = 15.000 ohm
R4 = 330 ohm
Realizzi questo progetto di modulatore aperio- R5 = 1.800 ohm
R6 = 470 ohm (trimmer)
dico, privo di elementi di accordo. L'entrata RF
R7 = 1.800 ohm
va da 20 KHz a 30 MHz, mentre quella a bas- R8 = 27.000 ohm
sa frequenza assume i limiti di 50 Hz e 15 KHz. R9 = 10.000 ohm (trimrner)
Ovviamente l'uscita dovrà essere confortata dal- R10 = 15.000 ohm
la presenza di filtri negli stadi di potenza. onde R11 = 2.700 ohm
separare le armoniche indesiderate.
Varie
TR1-TR2 - TR3 = 2N2222
D1- D2 =
1N914

MODERNO RICEVITORE DEL PRINCIPIANTE


CON INTEGRATO
PER ONDE MEDIE
PER MICROFONO
PER PICK UP

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 14.750 (senza altoparlante}
L. 16.750 (con altoparlante}

CARATTERISTICHE:
Controllo sintonia: a condensatore variabile • Controllo volume: a potenziometro -t Entrata BF:
500±50.000 ohm - 2' Entrata BF; 100.000 ±1 megaohm - Alimentazione: 9 Vcc - Impedenza d'u-
sclta: 8 ohm - Potenza d'uscita: 1 W circa.

Il kit contiene: 1 condensatore variabile ad aria - 1 potenziometro di volume con Interruttore In-
corporato- 1 contenitore. pile - 1 raccordatore collegamenti pile - 1 circuito stampato- 1 bobina
sintonia- 1 circuito integrato - 1 zoccolo porta integrato- 1 diodo al germanio- 1 commutatore
- 1 spezzone di filo flessibile- 10 pagliuzze capicorda - 3 condensatori elettrolitici- 3 resistenze
- 2 viti fissaggio variabile.

+i

124
51

$
R/$ ;,:;RJ
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R9

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12V

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sto kit contiene pure la speciale penna
qui pubblichiamo fa uso di due SCR di cui il
riempita di inchiostro resistente al perclo-
ruro e munita di punta di riserva. Sul di- . primo controlla il carico di potenza, mentre il
spensatore d'inchiostro della penna è pre- secondo controlla il temporizzatore e la disec-
sente una valvola che garantisce una lunga citazione di SCR 1 attraverso il condensatore C 1.
durata di esercizio ed impedisce l'evapo-
razione del liquido. Condensatori
C1 = 6,8 uF - 100 Vi (non elettrolitico)
C2 = 47 4F 25 VI (elettrolitico)
Resistenze
R1 1.000 ohm
R2 10 ohm
R3 2.200 ohm
R4 47.000 ohm
R5 6.800 ohm
R6 = 2.200 ohm
Varie

=
SCR1 = C106A (100 V- 4 A)
SCR2 = C103A (100 V- 0,8 A)
D1 diodo al silicio (quals. tipo)
DZ1 diodo zener (6,8 V. 1 W)
Consente un controllo visivo conti- DZ2 = diodo zener (20 V- 1 W)
nuo del processo di asporto.
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su un trenino, vorrei installare una sirena elet-
tronica con emissione sonora variabile in fun-
zione della luce raccolta da un sensore.
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Costruisca il progetto qui riportato, nel quale il


transistor ausiliario T R2 controlla la corrente
di carica di C1, stabilendo così la costante di
tempo dell'oscillatore e, in pratica, la tonalità
della nota emessa. Controllando la conduzione
di TR2, tramite la fotoresistenza FR, è possibile
far variare automaticamente la nota generata dal-
l'oscillatore.

126
CARICO

Cl R3
À
N

R2 R

.7l4
SEGN
CONANDO RI
Triti s
+
2c?

51

R.2 R5

o
•. sv
~

RI
'--1
I.W?

Condensatori Varie
c1 = 100.000 pF TAi = BC108
C2 = 220.000 pF TR2 = BC108
TR3 = BC108
Resistenze TR4 = BC108
R1 = 10.000 ohm (trimmer) FA = fotoresistenza
R2 = 1.000 ohm AP = altoparlante (16 ohm)
R3 = 4.700 ohm S1 = interrutt.
R4 = 10.000 ohm
R5 = 1.000 ohm

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5P Stabilizzazione: - 100 mV
LI«EeNTATOHE STABIZZA Corrente di picco: 3 A
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2,2 A (entro - 100 mV)
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~·- t
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e 1 paglietta) 8 e
n. 1 Circuito stampato

n. 1 Bustina grasso di silicone
n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate)

- n. 1
il

',=
t'-
Cordone di alimentazione (gommino-passante}
- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
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- n. 1 Manopola per potenziometro
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n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 da
rondelle)
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tofilettanti)
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costruirlo ed usarlo nelle occasio-
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sionali o sociali, per scopi protet-
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Chi sospetta di possedere facoltà divinatorie, può divinatore che, senza l'intervento dei sensi, av-
autoesaminarsi con questo semplice apparato elet- verte delle precise percezioni su quanto avviene
tronico. Ma con questo dispositivo può anche di- o sta per avvenire nel mondo esterno.
mostrare, agli increduli e agli scettici, di essere Ovviamente, trovandoci in un campo che non è
veramente un extrasensibile, ossia un individuo quello delle scienze esatte, ognuno di noi può

Gli esperimenti di extrasensorialità, condotti con questo appa-


recchio, consistono nel dimostrare ai presenti di saper preve-
dere, un momento prima, l'accensione di un led e l'emissione
di un segnale acustico attraverso un altoparlante. Coloro che
posseggono tali doti sapranno certamente profetizzare altri
eventi, diversi da quelli elettronici, nei più disparati settori
della vita di oggi e di domani.

132
L'apparecchio potrà essere usato come strumento
per divertenti giochi di società.

credere e non credere alla validità di certi espe- collaboratore, in una stanza attigua, sfogliava
rimenti. Tuttavia, se per una volta abbiamo vo- delle carte, con la frequenza di una ogni venti
luto addentrarci in un settore per noi insolito, secondi, talune completamente bianche, altre re-
come è quello della divinazione, lo abbiamo canti nomi più o meno collegati con la vita so-
fatto per dimostrare l'universalità di questa me- ciale dell'individuo sottoposto alla prova. Ebbe-
ravigliosa disciplina che è l'elettronica che non ne, quell'esperimento ha rilevato una totale as-
conosce confini nel tempo e nello spazio. senza di emotività in concomitanza con la mani-
polazione dei fogli di carta bianchi ed una ac·
centuata reazione con quella dei fogli di carta
PARTECIPAZIONI SCIENTIFICHE scritti. E la reazione è apparsa tanto più sensi-
bile quanto più diretto risultava il legame fra
Il nostro è un progetto molto semplice che, nel il nome scritto sul foglio e la persona esaminata.
momento previsto e apertamente dichiarato da Successivamente l'esaminando si è trasferito in lo-
un veggente, determina l'accensione di un diodo alità anche lontane dalla macchina rivelatrice
led e l'emissione di un segnale attraverso un con risultati sperimentali sempre positivi.
altoparlante. Ma in quegli ambienti in cui si ap- Evidentemente, non può essere proprio questo
profondiscono tutti i fenomeni relativi ai poteri esperimento ad avvalorare, al di là di ogni dub-
extrasensoriali, sono stati appositamente costrui- bio e perplessità, le tesi della extrasensorialità.
ti degli apparati elettronici di grande comples- Ma esso rappresenta, comunque, un dato di fatto,
sità. Sappiamo, ad esempio, che E. Duglas Dean, che può far meditare coloro che si ritengono e-
eminente studioso del Newark College of En- stranei all'esercizio delle arti divinatorie e può
geneering, tramite sofisticate e sensibili appa- offrire un ulteriore contributo scientifico all'at-
recchiature, ha registrato interessanti reazioni di tività di chi crede nell'esistenza di certi feno-
soggetti in possesso di qualità extrasensoriali. In meni.
uno di quegli esperimenti, lo scienziato ha re- Lasciamo ora da parte altre possibili citazioni di
gistrato le reazioni di un veggente, mentre un fatti e avvenimenti realmente accaduti e veniamo

133
+
RIO
SI

i ll\ AP
o
9V

I e

Fig. 1 - Circuito teorico del dispositivo che consente di mettere alla prova le
facoltà divinatorie dell'operatore. Il trimmer R9 consente di regolare, entro
l'arco di tempo di cinque minuti, il periodo utile in cui possono verificarsi le
casuali segnalazioni ottiche ed acustiche.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R8 = 1 megaohm
C1 = 47.000 pF R9 = 1 megaohm (trlmmer)
c2 = 10 F (al tantallo) R10 = 220 ohm
c3 = 22 F (al tantalio)
Varie
C4 = 220 F - 16 VI (elettrollco)
TR1 = BC177
Resistenze TR2 = 2N2646
R1 = 220 ohm TR3 = 2N3819
R2 = 4.700 ohm TR4 = BC177
R3 = 4.700 ohm TR5 = 2N2646
R4 = 4.700 ohm D1 = 1N4148 (diodo al silicio)
R5 -a 1.200 ohm DL1 = diodo led
R6 = 220.000 ohm AP = altoparlante (8 ohm)
R7 == 100.000 ohm s1 = Interruttore
ALIM. = 9 Vcc

al nostro progetto che, al di fuori dei controlli tempo libero in allegria, ridendo e scherzando.
del possesso di facoltà, più o meno profonde, Se poi il dispositivo sarà in grado, per taluni,
dei poteri extrasensoriali, potrà servire come di- di assumere un rigore scientifico, questo lo giu-
vertente gioco di società, per trascorrere il dicheranno coloro che ci leggono.

134
Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo elettronico esegulto su una basetta rettan-
golare in cui è composto il circuito stampato, che deve intendersi visto in
trasparenza in questo disegno. La numerazione, riportata sul lato destro del
rettangolo, trova precisa corrispondenza con quella presente nello schema
elettrico del dispositivo.

FUNZIONAMENTO DEL CIRCUITO l'altoparlante. E questi impulsi si verificano


sempre entro un arco di tempo di cinque minuti,
Gli individui extrasensibili, nei casi più comuni, senza che nessuno sappia in quale preciso mo·
prevedono il verificarsi, a scadenza vicina o lon- mento questi possano essere segnalati. Natural-
tana, di un evento. 11 quale può essere un fe- mente, il tempo di cinque minuti è quello mas-
nomeno naturale, sociale, politico, eccetera. Con simo raggiungibile con i valori attribuiti ai compo-
l'apparecchio che stiamo per presentare, l'evento nenti nell'apposito elenco, ma con qualche fa.
è dato dall'accensione di un diodo led, accom- cile sostituzione si possono stabilire tempi assai
pagnata da un «tac» udibile attraverso un al- più lunghi, come avremo modo di dire più
toparlante. In pratica, il veggente comunica ufRi- avanti. Quel che importa è che l'evento possa
cialmente agli astanti che il diodo sta per ac- verificarsi in un momento del tutto casuale en-
cendersi ed il suono sta per essere ascoltato. E tro il tempo massimo prefissato, appena acceso
quasi subito ciò si verifica, a riprova delle sue Q!_ dispositivo, o dopo uno, due, tre, quattro o
facoltà divinatorie. cinque minuti, senza una regola fissa.
Apparentemente, il circuito riportato in figura 1
potrà sembrare assai complesso, a causa della
presenza di ben due transistor unigiunzione, un OSCILLATORE A RILASSAMENTO
transistor FET e due transistor PN P al silicio.
Ma in realtà il dispositivo non è critico sotto r due impulsi contemporanei, quello luminoso e
l'aspetto realizzativo e neppure sotto quello della quello acustico, si ottengono tramite un oscilla-
comprensibilità, come avremo presto modo di tore a rilassamento, pilotato dal transistor uni-
constatare. Jntanto diciamo che il funzionamento giunzione TRS. Normalmente, un simile oscilla-
del progetto è basato sulla presenza di un ge- tore produce un treno di impulsi a frequenza
neratore casuale di impulsi, che sono quelli costante, determinata dal valore capacitivo del
che vengono poi evidenziati dal diodo led e dal- condensatore al tantalio C e da quello della

135
Fig. 3 - Disegno del circuito stam pato riprodotto nelle sue m isure reali.

corrente di carica. Nel nostro circuito, però, per rilassamento, che viene pilotato dal transistor
ottenere la casualità temporale dell'impulso, si unigiunzione TR2 ed il cui segnale a dente di
è fatto in modo di far variare, nella maniera me- sega viene separato da] transistor FET TR3.
no uniforme possibile, la corrente di carica del Questo secondo oscillatore a rilassamento, dun-
condensatore C3. E questo risultato è stato rag· que, non soltanto influenza la carica del conden-
giunto ricorrendo all'inserimento, nel circuito o- satore C3, attraverso il diodo al silicio DI e la
scillatore primario, di un secondo oscillatore a resistenza R4, ma è influenzato, a sua volta,

II I I 111 I 1111 I 11 I I I 111 I

yw
LJ LJ
TEMPO

Fig. 4 - Con questi due diagrammi si vuole interpretare l'Irregolarità con cui
gli eventi elettronici si succedono nel dispositivo descritto nell'articolo, in
corrispondenza con altrettante regolazioni del trimmer di controllo dei tempi
di ricorrenza.

136
LED
ACCESO O
p
SPENTO

Fig. 5 • Esempio di composizione


del pannello frontale dell'apparato
descritto nel testo.

dalla stessa carica del condensatore C, in quan- inserito, consente manifestazioni di eventi con ca-
to il segnale, presente su tale condensatore, vie- denze medie entro l'arco di tempo di cinque
ne riportato indietro, attraverso la resistenza R5 minuti. Regolando R9, fra i suoi valori di minimo
ed il condensatore al tantalio C2, sul generatore e di massimo, le cadenze si manifestano nel
di corrente pilotato dal transistor TR I, che con- tempo compreso fra i trenta secondi e i cinque
trolla la corrente di carica di C 1 e, conseguente- minuti. Ma questo tempo può essere variato in
mente, la frequenza di oscillazione del relativo misura considerevole, purché si intervenga sul
stadio. valore capacitivo del condensatore C3. Infatti,
un maggior valore capacitivo è in grado di al-
lungare i tempi, mentre valori capacitivi minori
INFLUENZE RECIPROCHE accorciano i tempi.
Un altro sistema, altrettanto valido, di prolunga-
Si può ora concludere dicendo che nel progetto mento dei tempi, può essere quello di aumentare
di figura 1 si è creato un intreccio di influenze il valore resistivo del trimmer R9, elevandolo
reciproche fra i vari stadi in esso inseriti e che, da quello prescritto di I megaohm fino a quello
proprio da questo intreccio, scaturisce una im- di 2 megaohm.
possibile stabilità del sistema, che continua ad Per la precisione, dobbiamo dire che il tempo
autoinnescarsi in maniera del tutto imprevedibile, dipende pure dalle caratteristiche del transistor
ma che il veggente deve essere in grado di pre- TR4 e che viene influenzato dalla temperatura
vedere, se veramente vuol ritenersi un autentico che agisce sul guadagno di tale transistor. Non
veggente. Perché la sua abilità deve manifestarsi piteniamo, tuttavia, che quest'ultima variabile
in una precisa sensazione della carica del conden- possa interessare direttamente i costruttori del
satore C3 e nel prevedere, di conseguenza, l'i- progetto di figura 1. Ma se qualcuno volesse rea-
stante di scarica corrispondente al lampeggio del lizzare una stabilizzazione del circuito, dovrà in-
diodo led DLI e al «tac» emesso dall'altopar- serire, in serie con l'emittore di TR4, una resi-
lante. stenza di valore compreso fra i 1.000 ohm e i
10.000 ohm, diminuendo eventualmente il va-
lore resistivo di R8, con lo scopo di raggiungere
TEMPI DI RICORRENZA un più ampio campo di regolazione.
Coloro che volessero agire anche sull'altro cir-
Utilizzando i componenti prescritti nell'elenco cuito oscillatore, sempre allo scopo di poter ul-
riportato in corrispondenza dello schema elet- teriormente regolare i tempi in cui si verificano
trico di figura 1, il trimmer R9, quando è tutto gli eventi, potranno effettuare una sola variante,

137
BC177 LED 2N2646 2N3819 1N914 CON. TANI.

R
b2

$ b
«$ CD
bl
S
G
D
f ~ #%
4

Fig. 6 • Da questo disegno, in cui sono riprodotti I semiconduttori prescritti


nell'elenco componenti ed il condensatore al tantalio, Il lettore trarrà utili
Indicazioni relative alla precisa disposizione del terminali.

intervenendo sul valore capacitivo del conden- scelto; occorrerà star bene attenti a non scam-
satore e 1. biare, erroneamente, il morsetto positivo di ali-
In ogni caso ci si dovrà ricordare che la ripe- mentazione con quello negativo.
tizione degli eventi, con una cadenza minima
e media di uno ogni due secondi, diverrà neces-
saria in sede di controllo dell'esatto funziona- I SEMICONDUTTORI
mento del dispositivo.
1 diagrammi riportati in figura 4 interpretano il Prima di iniziare il lavoro costruttivo, occorre-
concetto della ricorrenza degli eventi in corri- rà procurarsi tutti i componenti necessari, com-
spondenza delle due regolazioni estreme, di mi- presi i semiconduttori, le cui piedinature sono
nimo e di massimo, del trimmer R9. deducibili dall'osservazione dei disegni ripor-
tati in figura 6. Nella quale, la piedinatura cor-
rispondente al transistor FET, modello 2N3819,
si riferisce al transistor prodotto dalla TEXAS.
ALIMENTAZIONE Altre case produttrici di semiconduttori realiz-
zano questo transistor con piedinature diffe-
li consumo di corrente del circuito di figura 1 renti. E ciò significa che, all'atto dell'acquisto
è alquanto esiguo e si aggira intorno ai 4 o 5 del componente, sarà bene consultare il riven-
mA. Pertanto, anche la sola pila a 9 V, del tipo ditore per accertarsi, con la massima precisione,
di quelle montate nelle radioline tascabili, po· sull'esatta distribuzione dei tre terminali.
trà essere utilizzata per il nostro dispositivo. Per quanto riguarda i due transistor unigiunzio-
Tuttavia, coloro che vorranno tenere acceso per ne TR2-TR5, per i quali è stato prescritto
lungo tempo l'apparato, potranno sostituire util- il modello 2N2646, la posizione dei tre termi-
mente la pila piccola a 9 V con due pile piatte nali di base 1- base 2 - emittore è rilevabile
da 4,5 V ciascuno, collegate in serie tra loro, nel disegno di figura 6 ma anche in quello
in modo da erogare la tensione di valore com- di figura 2, dove si può notare che la pic-
plessivo di 9 V. Coloro infine che sono in pos- cola tacca metallica, ricavata nel corpo del
sesso di un semplice alimentatore e non vogliono componente, funge da elemento guida per l'or-
sottoporsi al consumo di pile, prevedendo pure dine distributivo degli elettrodi.
un lungo esercizio di funzionamento del circui- Per i due transistor TR 1- TR4 non vi sono
to, potranno collegare lo stesso alimentatore sui particolari degni di rilievo, dato che si tratta
terminali 1-4 della basetta del circuito stam- di due elementi molto comuni e certamente
pato, interponendo, fra il morsetto positivo e ben noti ai nostri lettori.
il, terminale 4, l'interruttore S1. Ad ogni modo, Nel diodo al silicio DI, come si può notare in
qualunque sia il sistema di alimentazione pre- figura 6, in corrispondenza del modello 1N914,

138
è riportato un anellino di riferimento in pros- codice a colori, tenendo conto che la prima
simità dell'elettrodo di catodo: l'altro elettrodo striscia è quella presente sulla parte più alta
è ovviamente quello di anodo. del condensatore.

CONDENSATORI AL TANTALIO MONTAGGIO

I condensatori al tantalio, che non sono con- Il montaggio del modulo elettronico si esegue
densatori elettrolitici, ma che sono componenti tenendo sott'occhio il piano costruttivo ripor-
polarizzati, meritano qualche parola interpreta- tato in figura 2, dopo aver ovviamente realizzato
tiva. Soprattutto perché nel progetto ne vengono il circuito stampato, il cui disegno in misura
montati due (C2 - C3). naturale è riportato in figura 3.
In commercio si possono reperire principal- Per conferire all'apparecchio un aspetto profes-
mente due tipi di condensatori al tantalio: quelli sionale, converrà introdurre il modulo elettro-
in cui il valore capacitivo e la posizione dell'e- nico, l'altoparlante e la pila di alimentazione
lettrodo positivo sono deducibili dall'applicazio- dentro un contenitore, sulla cui parte anteriore
ne dell'apposito codice di lettura e quelli in si comporrà il pannello frontale, rappresentato
cui tali dati sono chiaramente impressi sul cor- da una lastra di alluminio e in cui si potranno
po del componente. I primi si presentano come apporre le opportune diciture in corrispondenza
il penultimo componente disegnato a destra di dei vari elementi, così come indicato nel disegno
figura 6, i secondi come l'ultimo a destra della di figura 5. •
stessa figura. E proprio su questi non v'è nulla In sostanza, sul pannello frontale, sono pre-
da dire, perché i numeri e i simboli riportati sul senti l'interruttore, che inserisce o disinserisce
corpo del condensatore non 'ammettono equi- la pila di alimentazione del circuito, la manopo-
voci. Per gli altri, invece, occorre dire che il Iina innestata sul piccolo perno del trimmer R9,
terminale positivo si trova sulla destra del com- che consente di regolare la velocità con cui si
ponente osservando il condensatore frontalmente susseguono casualmente gli eventi, il diodo led
dalla parte in cui è riportato un punto colorato, destinato a lampeggiare in occasione degli eventi
indicato dalla piccola freccia del disegno di fi- stessi e infine i fori attraverso i quali l'alto-
gura 6. Le varie strisce colorate, invece, deter- parlante può emettere le sue segnalazioni con-
minano il valore capacitivo, tramite l'apposito temporaneamente alle accensioni del diodo led.

s?
.- ,}JI
,
.
$

••

139
Particolarmente adatto
per chitarra elettrica.

WAA
WAA
AUTOMATICO
A differenza di molti altri progetti, già pubbli- tato in abbinamento con qualsiasi generatore di
cati in passato in questo periodico, il circuito segnali a bassa frequenza, come, ad esempio,
che stiamo per presentare è un poco più com- il giradischi, il mixer, il microfono e il regi-
plesso, ma gli effetti ottenibili sono di gran stratore. E tutto ciò senza imporre manomissione
lunga maggiori, certamente in grado di far fe- alcuna alle apparecchiature originali.
lici gli appassionati di musica moderna, costan- Una delle caratteristiche principali del nostro
temente protesi alla ricerca di colorazioni mu- waa-waa, che libera il musicista dalla costri-
sicali sempre nuove ed originali. zione di dover agire su un pedale di comando
Diciamo subito che il dispositivo è stato ori- per poter variare ritmicamente l'ampiezza del
ginariamente concepito per l'accoppiamento con suono, senza tuttavia variarne la tonalità, è
la chitarra elettrica, ma esso potrà essere adot- rappresentata dall'automatismo del circuito, il

Siamo certi che la presentazione di questo validissimo pro-


getto, attualmente sfruttato nella riproduzione di musica mo-
derna, accontenterà tutti gli appassionati della chitarra elet-
trica, dell'organo elettronico e di molti altri strumenti musicali,
soprattutto perché la sua utilizzazione non implica alcuna ma-
nomissione agli elementi di riproduzione sonora di una ca-
tena ampllficatrice di bassa frequenza.

140
Utile nelle piccole orchestre
e nelle discoteche.

Può servire ai CB
e nelle emittenti radiofoniche private.

quale è dotato di un semplice potenziometro, L'OSCILLATORE


con cui l'esecutore può cambiare la tonalità del
suono a piacere, in modo da raggiungere ·il L'oscillatore a bassissima frequenza è composto
vero effetto waa-waa e non quello di un tremo- da un circuito multivibratore astabile a due tran-
lo, come spesso capita di ascoltare. sistor, che sono due NPN indicati con le sigle
TR 1 e TR2. Questi due transistor attraverso un
gioco di diodi (D1-D2), consentono di regolare
TRE SEZIONI DISTINTE

L'effetto waa-waa è ottenuto per mezzo di un


filtro bassa-banda, con banda abbastanza ri-
stretta, la cui frequenza di filtraggio varia auto-
maticamente. Attraverso tale filtro vien fatto pas-
sare il segnale audio che si vuole riprodurre e che
subisce pertanto una trasformazione nella rispo-
sta spettrale.
Lo schema elettrico del dispositivo è riportato
in figura 1. In esso si possono distinguere tre
diverse sezioni:
Oscillatore a bassissima frequenza
Modulatore di frequenza
Filtro passa-banda
Analizziamo ora, una per una, ciascuna di que-
ste tre sezioni che compongono il progetto del
waa-waa, cominciando ovviamente dalla prima.

141
Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo
elettronico per effetto waa-waa. Il trim-
mer R11 deve essere regolato soltanto
in sede di messa a punto del circuito,
in modo da evitare l'autoosclllazlone
del transistor TR4. Sui terminali utili
del circuito si debbono inserire del
normali capicorda.

u
r

Fig. 1 • Circuito teorico del disposi-


tivo adatto alla produzione dell'ef-
fetto sonoro di waa-waa. Le linee trat-
I teggiate racchiudono la parte elettro-
I nica che deve essere composta inte-
I ramente su circuito stampato.
]---

142
TRI TR2 TR3 TRA

< COMPONENTI I
Condensatori R6 = 47.000 ohm
C1 = 5 F- 16 VI (elettrolitico) R7 = 1 megaohm
c2 = 5 F-16 V (elettrolitico) R8 = 5.600 ohm
c3 = 680.000 pF R9 = 47.000 ohm
C4 - 100 uF- 16 VI (elettrolitico) R10 = 47.000 ohm
es = 4.700 pF R11 = 220 ohm (trimmer)
C6 = 4.700 pF R12 = 1 megaohm
C7 == 100.000 pF R13 = 33.000 ohm
C8 = 10.000 pF R14 = 33.000 ohm
C9 = 100.000 pF
C10 = 100.000 pF Varie
- TR1 = BC237
Resistenze TR2 = BC237
R1 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) TR3 = BC237
R2 = 12.000 ohm TR4 = BC108
R3 = 10.000 ohm D1 = 1N4148 (diodo al slliclo)
R4 = 10.000 ohm D2 = 1N4148 (diodo al silicio)
R5 = 4.700 ohm S1a S1 b = doppio commutatore

la frequenza di oscillazione per mezzo di un uni- stivo-capacitiva, alla base del transistor TR3.
co potenziometro (R I), mantenendo la simmetria Al circuito di filtro, composto dalla resistenza R6
dell'onda quadra generata. e dal condensatore C3, è assegnato il compito di
Il potenziometro R l regola in pratica la fre- arrotondare l'onda quadra prodotta dal multivi-
quenza fra I Hz e 25 Hz. L'uscita del circuito bratore astabile, in modo da non produrre bru-
multivibratore è rappresentata dal collettore del sche variazioni nel waa-waa ma, al contrario, di
transistor TR2. Da essa viene prelevato il segnale ottenere un passaggio continuo dalla frequenza
ed applicato. attraverso una semplice rete resi- minima a quella massima del filtro passa-banda.

143
l

Fig. 3 • Disegno in grandezza naturale del circuito stampato sul quale deve
essere composto il modulo elettronico del waa-waa.

IL FILTRO dire, che, all'atto pratico, la funzionalità della


soluzione adottata si è rivelata ottima, giustifi-
II filtro passa-banda è realizzato in maniera at- cando l'inutilità di ulteriori complicazioni cir-
tiva, controreazionando lo stadio amplificatore, cuitali, che si sarebbero rese inevitabilmente
pilotato dal transistor TR4, per mezzo del cir- necessarie con l'impegno di un transistor FET,
cuito composto dai condensatori C5 -C6-C8 e come, ad esempio, il pilotaggio del semicon-
dalle resistenze R9 ed R1O, nonché dalla resi- duttore tramite tensioni negative.
stenza equivalente collettore-emittore del tran-
sistor TR3.
II trimmer R 11, inserito sul circuito di emittore COSTRUZIONE
del transistor TR4, regola l'amplificazione dello
stadio in modo da non trasformare il filtro in un La parte più importante del dispositivo waa-waa
circuito oscillatore. Esso dovrà quindi essere re- è certamente rappresentata dalla sezione elettro-
golato in sede di messa a punto del waa-waa. nica, che è quella racchiusa fra linee tratteggiate
Applicando al connettore d'entrata un segnale nello schema teorico di figura 1. La sua realiz-
audio, dopo aver commutato S 1 in posizione ON, zazione, quindi, impone l'uso di un circuito
si dispone, in uscita, di una amplificazione della stampato, il cui disegno in grandezza reale è ri-
sola porzione di banda di frequenze che il filtro portato in figura 3 e che deve essere composto su
lascia passare. una basetta di bachelite o vetronite, di forma
rettangolare, delle dimensioni di 4x13 cm circa.
Sulla basetta del circuito stampato debbono es-
IL MODULATORE sere applicati tutti i componenti elettronici ci-
tati nell'apposito elenco, ad eccezione del poten-
A questo punto, per consentire un effetto waa- ziometro R1, del commutatore S 1 e delle pile
waa automatico, entra in gioco il transistor TR3 di alimentazione.
che, come abbiamo già detto, viene controllato In figura 2 è riportato il piano costruttivo relati-
dall'oscillatore astabile. Al variare della resi- vo al modulo elettronico, mentre in figura 4 ab-
stenza equivalente collettore-emittore, varia auto- biamo presentato il montaggio completo dell'ap-
maticamente la frequenza del filtro e si genera, parato effettuato dentro un contenitore di me-
conseguentemente, il classico effetto waa-waa sul tallo.
segnale d'uscita. Pur impiegando ben cinque transistor, il mon-
Siamo certi che alcuni lettori, in sostituzione del taggio del modulo elettronico può essere effet-
transistor bipolare, avrebbero certamente prefe- tuato anche da coloro che non dispongono di
rito un transistor di tipo FET, in modo da simu· una particolare esperienza. Purché si faccia bene
lare una resistenza quasi perfetta. Ma dobbiamo attenzione a non invertire il verso di inserimento

144
scatola metallica

Fig. 4 - L'intero apparato deve essere composto dentro un contenitore di la-


miera o di alluminio, che funge da schermo elettromagnetico e da con-
duttore unico della linea di massa, coincidente con quella di alimentazione
negativa.

dei due diodi al silicio D1 - D2, dei condensa- que, collegate in serie tra di loro in modo da
tori elettrolitici e degli elettrodi dei transistor. erogare una tensione di valore complessivo di 9
Il contenitore metallico assume pure le funzioni V, è più che sufficiente per alimentare il no-
di schermo elettrostatico, con lo scopo di evi- stro waa-waa.
tare la captazione di ronzii. Esso verrà quindi Con le pile, poi, si evita ogni pericolo di insor-
elettricamente collegato a massa, la quale coin- genza di ronzii, ground-loop ed altri problemi
cide con la linea di alimentazione negativa. pratici derivanti dalla presenza della tensione
Per ultimo ricordiamo che in tutti e tre gli sche- di rete.
mi riportati nelle figure 1-2-4 è stata apposta
una numerazione di riferimento, che è sempre la
stessa in ogni disegno. Una tale numerazione, TARATURA
quindi, facilita il lavoro di montaggio del mo-
dulo e, in particolare, quelle dell'assiemaggio Prima di iniziare la messa a punto del circuito,
totale riportato in figura 4. il lettore dovrà accertarsi che esso funzioni per-
fett'amente. E a tale scopo, anzitutto, si dovrà
constatare che i due transistor TR 1- TR2 o-
ALIMENTAZIONE scillino regolarmente, con frequenza compresa
tra 1 Hz e 25 Hz. Pertanto si provvederà a di-
Il circuito del waa-waa deve essere alimentato sinserire, momentaneamente, dal circuito, il tran-
con la tensione continua di 9 V. Ma non occorre sistor TR3 ed inserire, fra i punti nei quali do-
un particolare alimentatore per questo circuito, vrebbero essere applicati i terminali di collettore
perché l'assorbimento di corrente è molto mode- ed emittore, un potenziometro da 100.000 ohm.
sto, dato che si aggira intorno ai 2+ 3mA. L'im- Poi, all'entrata del waa-waa, si introduce un se-
piego di due pile piatte da 4,5 V ciascuna, dun- gnale e si agisce manualmente sul perno del po·

145
ALTOP.

%
GENERAI. BF WAA WAA )
rr I,%
(qualsiasi tipo)
E u •E • o L/
ila
la

Fig. 5 - Esempio di interconnessioni fra il dispositivo waa-waa ed ogni altro


elemento appartenente ad una catena di riproduzione audio.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratorl di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e Informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazlone
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di reallzzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zlonare:
Il simbolismo elettrico- L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza. Le unità
di misura- I condensatori- I resistori- I diodi
L. 6.500 - I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere Il successo
posto di 128 pagine riccamente Illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

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146
tenziometro, ora montato in forma provvisoria, INTERCONNESSIONI
per constatare che l'effetto waa-waa viene ripro-
dotto regolarmente. Ovviamente questo effetto, Lo schema riportato in figura 5 interpreta il
che assume un valore di prova, apparirà al- modo con cui il dispositivo dovrà essere inter-
quanto rallentato. Tuttavia, questa semplice pro- connesso in una catena di riproduzione audio.
va potrà consentire la precisa localizzazione del- Ossia, tra apparato preamplificatore, se questo
lo stadio malamente funzionante qualora insor- esiste, ed amplificatore finale.
gesse un tale problema. Soltanto quando si è certi In assenza di apparato preamplificatore, il dispo-
che tutto funziona a dovere, si passerà all'unica sitivo waa-waa dovrà essere collocato direttamen-
operazione di taratura necessaria per il corretto te dopo il microfono. Ma in ogni caso tutte le in-
comportamento del waa-waa. Ed essa consiste in terconnessioni dovranno essere effettuate con ca-
una regolazione attenta del trimmer potenzio- vetti schermati per segnali di bassa frequenza,
metrico R 11. servendosi degli adatti connettori coassiali.
Questo trimmer andrà regolato in modo che il Concludiamo dunque questo argomento, ricor-
transistor TR4 non oscilli. La regolazione quindi dando ancora che il waa-waa è un dispositivo
va fatta immediatamente al di sotto del punto di che può divenire assai utile ai musicisti in
innesco dell'autooscillazione, che rimane chia- genere, nelle piccole orchestre per musica leg-
ramente evidenziata da un suono che potrem- gera, nelle emittenti radiofoniche private e nelle
mo definire come un « tuc-tuc-tuc » e che si discoteche. Ed anche quegli oratori che vorran-
presenta nitido in assenza di segnale all'ingres- no conferire alla propria voce una colorazione
so, quando il circuito del waa-waa rimane col- particolare potranno sfruttare questo originale
legato con un amplificatore di bassa frequenza. effetto sonoro.

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 13.500

CARATTERISTICHE:
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Alimentazione: 220V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 100W
istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
Illuminazione del punto di saldatura mente adatto per lavori intermittenti
professionali e dilettantistici.
r

147
CARICABATTERIE
AUTOMATICO
Per realizzare un caricabatterie elementare, ba- può danneggiare,' anche in misura grave, la
stano soltanto tre componenti: un trasformatore, batteria. Appare dunque evidente la notevole
un diodo raddrizzatore e una resistenza. Ma se differenza di prestazioni che si possono raggiun-
si va a ricaricare una batteria con un dispo- gere con un caricabatterie circuitalmente sem-
sitivo così concepito, tutta l'operazione di ri- plificato al massimo ed uno di tipo automatico,
carica deve essere seguita attentamente, senza in grado di interrompere, senza alcun inter-
mai distrarsi un momento. Perché un periodo vento da parte del! 'operatore, la corrente di ri-
di ricarica, prolungato oltre il tempo stretta- carica quando l'accumulatore raggiunge le sue
mente necessario, quando già l'accumulatore ha condizioni elettriche ottimali. E questo secondo
raggiunto i valori della tensione di esercizio, tipo di caricabatterie viene presentato e descrit-

Completamente elettronico, cioè privo di qualsiasi componente


elettromeccanico, questo circuito provvede alla ricarica degli
accumulatori al piombo, interrompendo automaticamente Il
flusso di corrente quando vengono raggiunte le condizioni elet-
triche ottimali, senza sollevare alcun problema di controllo o
di Intervento manuale.

148
Ricarica le batterie a 12V.
Utile in laboratorio, necessario all'automobilista.
Disinserimento automatico del circuito a batteria carica.

to nel corso dell'articolo, con la speranza che del circuito elettronico del caricabatterie, il cui
esso possa interessare una gran parte dei no- progetto è riportato in figura 1 .e la cui realiz-
stri lettori. zazione pratica può essere affrontata da tutti,
anche perché i componenti necessari al mon-
taggio sono di facile reperibilità commerciale
UTILITA' DEL CARACABATTERIE e di costo accessibile a tutte le borse.

Molti automobilisti credono, erroneamente, che


il caricabatterie sia utile soltanto una o due vol- ANALISI DEL PROGETTÒ
te l'anno quando, salendo in macchina, capita
L'alimentazione del circuito del caricabatterie è
di non riuscire ad avviare il ,motore. E invece,
ovviamente derivata dalla rete-luce, tramite il
proprio in questi casi, la ricarica della batteria
trasformatore riduttore di tensione Tl.
può rivelarsi un'operazione poco efficace che
Con il trasformatore T1, la tensione di rete si
tutt'al più, è in grado di prolungare di poco la
abbassa dal valore di 220 V a quello di 15 V
vita dell'accumulatore. Mentre, per una corretta
sull'avvolgimento secondario.
conservazione della batteria, affinché essa sia
Sui terminali dell'avvolgimento secondario di Tl
sempre efficiente e per allungarne la durata
è collegato il raddrizzatore a ponte P1, che è
nel tempo, ogni buon automobilista deve sapere
che la ricarica va effettuata ogni volta che ci di tipo a doppia semionda, ossia in grado di
raddrizzare entrambe le semionde della ten-
si accorge di una lieve diminuzione della ca-
pacità elettrica. E ciò si verifica, più frequen- sione alternata a 15 V. Ma a valle del ponte
raddrizzatore, contrariamente a quanto avviene
temente, nella stagione invernale, quando occorre
accendere le luci, i fendinebbia o avviare molti nella maggior parte dei circuiti di alimentazione,
altri accessori elettrici, con uno sfruttamento no- non è presente alcun condensatore di livellamen-
to della tensione raddrizzata. Infatti, la corrente
tevole della stessa batteria. Ecco dunque la ne-
cessità di poter sempre disporre, in casa propria, utile per l'alimentazione del circuito di figura I
non deve essere perfettamente continua, perché
di un caricabatterie che possa funzionare auto-
maticamente, al quale tutti, anche coloro che di in tal caso il caricabatterie non funzionerebbe,
elettronica non se ne intendono, siano in grado dato che in esso si fa uso di due diodi control-
lati SCR, i quali necessitano di una corrente va-
di collegare la batteria alla sera, prima di chiu-
riabile, proprio come è quella presente all'uscita
dere la giornata lavorativa, per ritrovarla in per-
fetta efficienza la mattina seguente. del ponte raddrizzatore, che viene definita come
una corrente unidirezionale pulsante.
L'affidamento del nostro caricabatterie non è ri-
servato solamente agli automobilisti, dato che
una grande quantità di lettori conserva nel pro- DIODI CONTROLLATI
prio laboratorio un accumulatore per alimentare
in corrente continua determinate apparecchia- Poiché nel progetto del caricabatterie si fa uso
ture elettroniche. Anche costoro, quindi, po- di due diodi controllati (SCR 1 - SCR2) è dove-
tranno apprezzare l'utilità di tale dispositivo nel roso, da parte nostra, soffermarci un poco sulla
servirsene in caso di necessità e soprattutto con teoria che regola il comportamento di tali com-
la certezza che, dimenticandolo collegato con la ponenti. Diciamo subito, quindi, che i diodi con-
batteria anche per alcuni giorni o settimane, trollati vengono chiamati anche, più comune-
questa non potrà subire alcun danno se non mente, diodi SCR.
una completa e perfetta ricarica elettrica. Fra il diodo SCR e il più comune diodo a se-
Analizziamo ora brevemente il comportamento miconduttore esistono delle affinità, che sono

149
RI

Tl

R2
SCR2G
RETE
3e
R5

Flg. 1 - Circuito elettrico, con funzionamento automatico, del caricabatterie


descritto nel testo. L'amperometro da 10 A fondo-scala è uno strumento di
cui è possibile fare a meno se si vuole risparmiare sul costo complessivo
dell'apparato.

COMPONENTI
Condensatori Varie
C1 = 100 F - 16 VI (elettrolltlco) SCR1 = C137
SCR2 = C103
Resistenze D1 = 1N4004 (diodo al silicio)
R1 = 27 ohm-5 W DZ1 = 12 V-1 W (diodo zener)
R2 = 47 ohm-1 W P1 = ponte raddrizz. (10 A)
R3 = 500 ohm (potenz. a fllo) T+ = trasf. (220 V-15 V- 150 wW)
R4 = 27 ohm-5 W
R5 == 1.000 ohm-1 W

ben giustificate dal comportamento dei due com- Applicando all'anodo una tensione negativa ri-
ponenti. spetto al catodo, non si ha conduzione di cor-
L'SCR e composto internamente da tre giunzioni, rente, cosl come avviene in un comune diodo;
che formano un semiconduttore di tipo P-N-P-N, in tal caso l'SCR è rappresentabile come un
simile a due diodi collegati in serie. interruttore aperto. Invertendo la polarità della
Il terminale relativo all'anodo fa capo al semi- tensione, I'SCR rimane ancora bloccato, con-
conduttore P più esterno, mentre il catodo ri- trariamente a quanto avviene in un normale dio-
sulta collegato con il semiconduttore N situato do, nel quale si avrebbe conduzione elettrica;
dalla parte opposta. Al secondo settore di ma- ma il blocco rimane fi-nché non arriva sul gaie
teriale P è collegato l'elettrodo rappresentativo un impulso positivo rispetto al catodo e di am-
del « gate » che, nello schema di figura I, è piezza tale da mettere il diodo controllato in
indicato con la lettera G. completa conduzione.

150
T1
%.e.I .7
SCR1

BATTERIA

Fig. 2 - Il montaggio cablato è certamente quello più conslgliabile per


questo tipo di realizzazione. Ma l'uso di un circuito stampato non è peraltro
vietato. Il contenitore metallico funge da conduttore della linea di massa.

La commutazione avviene in un tempo estrema- ottenuta riducendo a zero la tensione fra anodo
mente breve, dell'ordine del mezzo milionesimo e catodo.
di secondo. Anche un normale transistor può comportarsi
Una volta innescato, l'SCR rimane conduttore come un interruttore; ma con il transistor si
senza bisogno di alcuna tensione di comando possono commutare soltanto le piccole potenze,
sul gate e rimane conduttore anche quando mentre con il diodo SCR si possono facilmente
sul gaie vengono applicati nuovi impulsi di co- commutare potenze dell'ordine delle migliaia
mando, positivi o negativi. di watt. li transistor inoltre necessita di un co-
Per diseccitare un diodo SCR, ossia per ripor- mando continuativo, mentre l'SCR commuta
tare l'SCR allo stato di interdizione, esistono due per mezzo di impulsi.
sistemi: si può ridurre a zero la tensione fra
anodo e catodo, oppure si può far diventare
l'anodo negativo rispetto al catodo. CONTROLLO AUTOMATICO
Concludiamo dicendo che il diodo SCR si com-
porta come un interruttore elettronico, il cui Nel circuito di figura 1, il controllo auto-
comando di chiusura è rappresentato da un matico della corrente di ricarica della batteria
impulso positivo, mentre l'apertura può essere viene effettuato dal diodo SCR2. Infatti, il par-

151
AIK Fig. 3 • Questi sono i due tipi di diodi controllati
G prescritti per il montaggio del caricabatterie: a si-
nistra quello di pilotaggio, a destra quello di po-
Cc 103 Cc137 tenza.

titore di tensione, formato dalla resistenza R2 zione del diodo zener DZ 1 e fa scorrere quindi
e dal potenziometro a filo R3, collegato in pa- la corrente attraverso il gate del diodo control-
rallelo ai morsetti della batteria sottoposta al lato SCR2, il quale si innesca divenendo in tal
processo di ricarica, preleva una piccola por- modo conduttore. Conseguentemente, la tensio-
zione di tensione della stessa batteria e la ap- ne presente sull'anodo del diodo al silicio D1
plica, tramite il diodo zener DZ1, al gate del scende ad un livello inferiore a quello della
diodo controllato SCR2. Ma la tensione di zener tensione finora presente sul gate del diodo con-
del diodo DZ 1 è di 12 V. Pertanto, quando il trollato di potenza SCR1, il quale si diseccita,
valore della tensione presente sul cursore del ossia si comporta come un interruttore aperto
potenziometro R3 scende al di sotto di tale che non conduce più la corrente di ricarica sul-
valore, il diodo zener non conduce più e nep- la batteria.
pure sul gate del diodo SCR2 scorre più cor- L'abbassamento di tensione sull'anodo del diodo
rente. Ora, tenendo conto che la tensione fra al silicio D1 si verifica, oltre che in virtù della
anodo e catodo di SCR2 è di tipo pulsante, cioè conduzione del diodo controllato SCR2, anche
formata da sole semionde positive, che dal va- a causa della presenza del partitore di tensione
lore zero raggiungono quello massimo positivo composto dalle due resistenze R1 ed R4.
un 'infinità di volte, si può concludere afferman- Abbiamo così ultimata l'interpretazione del si-
do che, in tali condizioni, il diodo controllato stema automatico di attacco e stacco della cor-
SCR2 si disinnesca, ossia si trasforma in un in- rente di ricarica del caricabatterie. Ma dobbia-
terruttore aperto. Ed è questo lo stato elettrico mo ovviamente concludere l'argomento dicendo
in cui il circuito di figura 1 svolge il suo com- che, la ricarica, può riprendere automaticamen-
pito di ricarica della batteria. Perché la cor- te, non appena, per effetto di autoscarica, la
rente non potendo attraversare la resistenza R4, tensione della batteria dovesse scendere nuova-
passa dall'anodo al catodo del diodo al silicio mente al di sotto del livello ottimale.
DI e da questo al gate del diodo controllato
SCR 1 che si innesca, divenendo in tal modo
conduttore e provvedendo alla ricarica della REALIZZAZIONE
batteria.
La realizzazione del caricabatterie non richie-
de l'approntamento del circuito stampato, per-
BLOCCO DI CORRENTE ché la composizione cablata è certamente la più
idonea per questo tipo di apparati. Ciò non si-
La batteria, sottoposta al processo di ricarica, gnifica, tuttavia, che il circuito stampato rap
continua a caricarsi finché la tensione sui suoi presenti un elemento negativo agli effetti dei ri-
morsetti non supera il valore di 12,6 V circa sultati pratici del caricabatterie. Chi vorrà, dun-
(12 V = tensione di zener + 0,6 V = ten- que, potrà realizzarlo. Ma noi consigliamo di
sione della giunzione gate-catodo), il quale è costruire il dispositivo secondo quanto illustra-
presente pure sul cursore del potenziometro R3. to in figura 2, componendo il circuito dentro
Questo valore di tensione provoca la condu- un contenitore di metallo, al quale viene pure

152
affidato il compito di conduttore della linea di
massa.
Su uno dei lati maggiori del contenitore si com-
porrà il pannello frontale del caricabatterie, nel
quale verranno applicati l'amperometro, i mor-
setti per i collegamenti con la batteria da sot-
toporre al processo di ricarica e la manopola
innestata sul perno del potenziometro R3 di ta- VETRONITE ]
ratura del circuito.
Il trasformatore T 1, come abbiamo detto, deve
poter ridurre la tensione di rete dal valore di
db
220 V a quello di 15 V, ma deve essere in
grado di sopportare l'erogazione di correnti di SUPERE B RAMATA
notevole intensità. Sarà bene quindi che questo
componente venga sovraddimensionato; ecco
perché nell'elenco componenti abbiamo pre-
scritto un trasformatore con potenza di 150 W.
Soltanto coloro che costruiranno il caricabatte-
rie con lo scopo di assorbire una corrente di
carica limitata di 2+3 A potranno utilizzare
b
un trasformatore con potenza di 50 -+-- 60 W,
inserendo però, in serie con l'avvolgimento se-
condario, delle resistenza di limitazione per com-
plessivi 1,5 : 2 ohm circa, con potenza di dis-
sipazione di 20 W. Fig. 4- Poiché l'anodo del diodo controllato di potenza
è rappresentato da tutto l'Involucro metallico esterno
Il ponte raddrizzatore P 1 dovrà risultare pro- del componente, è necessario che questo venga oppor-
porzionato alla massima corrente che si vorrà tunamente isolato, dalla lamiera del contenitore, tra-
assorbire dal caricabatterie. Pertanto, consiglia- mite una piastrina di vetronlte. Le due piastrine di
mo di servirsi di un modello da IO -+-- 25 A in rame, superiore ed inferiore, agevolano la disper-
custodia metallica,. da fissare su un fianco del sione dell'energia termica erogata da diodo In fase
di attivazione.
contenitore, così come illustrato in figura 2.
Anche 1 'SCR 1 è un diodo controllato di po-
tenza, che deve poter disperdere agevolmente
il calore prodotto. Per esso occorrerà quindi co-
struire un apposito diffusore termico, per esem-
pio come quello disegnato in figura 4, nel quale
si fa uso di una lastra di vetronite per isolare
l'anodo del componente dalla superficie di la- ta in modo che la corrente di ricarica si inter-
miera del contenitore. Infatti, l'anodo del diodo rompa automaticamente quando la batteria rag-
giunge un certo valore di tensione.
controllato SCRI è rappresentato da tutto il
suo involucro metallico esterno. In pratica si dovrà regolare R3 in modo che,
quando la tensione misurata sui morsetti della
L'amperometro è uno strumento che indica co-
batteria raggiunge il valore di 16 V circa, il
stantemente l'entità del flusso di corrente che
caricabatterie rimanga disattivato. A questa con-
raggiunge la batteria sotto carica. Ma questo
dizione corrisponde una misura di tensione, fra
non è uno strumento necessario e coloro che
anodo e catodo del diodo controllato SCR2, di
vorranno risparmiare sul costo complessivo del
0,5 V -+-- 1 V. Invece, finché il circuito sta ca-
caricabatterie potranno tranquillamente farne
a meno. ricando la batteria, il valore di . tale tensione
sale a 12 + 14 V,
Se si dispone di una batteria perfettamente ca-
rica, la taratura di R3 diviene semplicissima.
TARATURA
Basterà infatti collegare questa batteria sugli
appositi morsetti di ricarica e ruotare lenta-
Una volta ultimato il lavoro costruttivo, occor- mente la manopola del potenziometro R fino
rerà regolare il potenziometro R3 per effettuare al punto in cui l'amperometro non segnala al-
l'unica manovra di taratura necessaria per un cun passaggio di corrente, oppure fino a che il
corretto funzionamento del dispositivo. valore della tensione rilevabile fra anodo e ca-
La regolazione di tale elemento deve essere fat- todo di SCR2 sale ai valori ora citati.

153
CORSO
DI AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI
INTEGRATI DIGITALI

Diamo inizio, in questa terza puntata del cor- FUNZIONE OR


so, alla trattazione delle funzioni fondamentali
dell'elettronica digitale, quelle, tanto per inten- Cominciamo col dire che la parola OR in lin-
derci, dalla cui combinazione derivano tutti i gua inglese significa «o », « oppure ». Ebbene,
circuiti dal più semplice al più complesso. una funzione logica OR è quella che attiva
Le funzioni logiche, che possono intendersi co- l'uscita quando risulta attivato almeno uno de-
me i comportamenti pratici degli integrati, non gli ingressi, ovvero quando «o» un ingresso,
sono necessariamente associate a grandezze e- « o » un altro, si t'rovano allo stato logico « 1 ».
lettriche, ma sono definite dalle più svariate Ora, se associamo allo stato logico « 1 » lo
grandezze fisiche. Tuttavia, per chiarezza di lin- stato di chiusura di un interruttore e l'accen-
guaggio e per semplicità di interpretazione, negli sione di una lampada, potremmo sicuramente
esempi riportati più avanti faremo sempre ri- affermare che lo schema elettrico, riportato in
ferimento a segnali elettrici. figura 1, esplica la funzione logica di OR. Ba-
Le più semplici funzioni logiche, ottenibili con sta infatti che l'interruttore S1, «o» l'inter-
gli integrati, prendono i nomi di OR, ANO, NOT, ruttore S2, siamo chiusi (stato « I » logico di
NOR, NANO. E su queste funzioni ci intratter- entrata), per far accendere la lampada LP 1 (sta-
remo nel corso della presente puntata, comin- to logico « 1 » d'uscita). Ma la lampada LPl si
ciando appunto con la funzione OR. accende pure se all'entrata del circuito di fi-

In questa terza puntata vengono introdotte le funzioni fonda-


mentali dell'elettronica digitale e si avvia il lettore alla lettura
delle tabelle della verità, che sono le prime interpreti dei vari
dispositivi, analizzati pure attraverso semplici schemi di va-
lore simbolico e pratico.

154
TERZA PUNTATA

gura 1 si verifica una terza condizione, cioè se aperto) e l'ingresso 2 allo stato logico « 1 » (in-
tutti e due gli interruttori 'sono chiusi, ossia terruttore S2 chiuso), l'uscita raggiunge lo sta-
quando entrambe le entrate del circuito si tro- to logico « 1» (lampada LP1 accesa).
vano allo stato logico «1 ». A questo punto sca-
turisce spontanea la composizione di una sem-
plice tabella, che va sotto il nome di « Ta- FUNZIONE AND
bella della verità ». In essa sono riportati tutti
i possibili stati del dispositivo, ovvero le com- Anche per questa seconda funzione, diciamo
plete relazioni tra i due ingressi e l'uscita. Ec- che in lingua inglese la parola AND corrisponde .
cola: alla nostra congiunzione «e ». E diciamo pure
che la funzione AND è quella in cui l'uscita
diviene «vera», ossia raggiunge lo stato logico
Ingr. 1 Ingr. 2 Use. « 1», quando tutti gli ingressi sono « veri»,
(S1) (S2) LPD) cioè quando tutti gli ingressi si trovano allo sta-
to logico «1 ».
o o o Lo schema riportato in figura 2 interpreta il
o I 1
I o 1
I I I

E' questa la tabella della verità di una fun- FUNZIONI LOGICHE


zione OR, il cui simbolo grafico è quello ripor-
tato in figura 5, in alto, a sinistra.
La «lettura » della tabella della verità è cosa
OR- AND - NOT - NOR - NAND
semplice e va fatta in senso orizzontale. Per
esempio, facendo riferimento alla prima riga, si BUFFER E XOR
può constatare che, trovandosi i due ingressi
allo stato logico «O», anche l'uscita rimane TABELLE DELLA VERITA'
allo stato logico « O ». Cioè, quando i due
interrutori S1 -S2 sono aperti, la lampada LPl
rimane spenta. Facendo riferimento alla secon- MODELLI DI INTEGRATI
da riga, si può affermare che, trovandosi l'in-
gresso I allo stato logico « O » (interruttore S1

155
LPT

mo. n (Th vcc @


Fig. 1 - Questo semplice circuito è In grado
di esplicare la funzione loglca di OR. Per pro-
vocare l'accensione della lampada LP1, Infatti,
52 è sufficiente chiudere l'interruttore S1 « o» l'in-
terruttore S2. Esiste tuttavia una terza condi-
zione elettrica di accensione della lampada: è
il caso in cui entrambi gll interruttori vengono
l=DC GND chiusi.

modo con cui è possibile realizzare una semplice Pure la « lettura » di questa tabella della verità
funzione ANO a due ingressi, per mezzo di due si effettua sempre allo stesso modo di quella
interruttori (S1 -S2) e una lampadina (LP 1). prima riprodotta, cioè in senso orizzontale. Per
In questo caso la lampada LPt si accende, cioè esempio, facendo riferimento alla quarta ri-
raggiunge lo stato logico «1 », quando l'inter- ga, si può osservare che, rimanendo chiusi en-
ruttore S 1 «e» l'interruttore S2 rimangono con- trambi gli interruttori S 1- S2, cioè trovandosi
temporaneamente chiusi, ossia quando entrambi le due entrate atlo stato logico « 1», la lam-
si trovano allo stato logico « 1 ». pada LPl si accende, ossia raggiunge lo stato
Anche in questo caso è facile comporre la ta- logico « 1 ».
bella della verità, dalla quale si deduce lo Graficamente, la funzione ANO viene rappre-
stato logico dell'uscita in relazione ai due stati sentata con il simbolo riportato in figura 5, al
logici delle due entrate. Eccola: centro della prima fila in alto.

Ingr. 1 Ingr. 2 Use. FUNZIONE NOT


(S1) (S2) . (LPD)
'
Un'altra funzione logica fondamentale è quella
o o o di NOT, la quale realizza la negazione del se-
o . 1 o gnale d'ingresso. Per essa, l'uscita si trova allo
1 o o stato logico « 1 » quando l'entrata è allo stato
. « O», e viceversa.
1 I I
Il comportamento di una logica NOT è dedu-

LPT
+,a
57 52
T) vcc @

Fig. 2 - Con lo schema teorico, qui riprodotto,


si Interpreta la funzione AND a due ingressi.
La lampada LP1 si accende soltanto quando l'in-
terruttore S1 « e» l'interruttore S2 sono en-

ll @GND allo stato logico « 1 ». =


trambi chiusi, ossia quando entrambi si trovano

156
r T (3VCc

Fig. 3 - Aggiungendo un transistor


allo schema elettrico di figura 1, si
compone un circuito che interpreta
la funzione NOR. Soltanto quando
entrambi gli interruttori S1 • S2 sono
aperti, la lampada LP1 si accende.
51 52
Ma se uno soltanto di questi in-
terruttori viene chiuso, allora la
lampada si spegne. u. il l «O GND

r #T (OVcc

LP1

TR1
Fig. 4 • Il comportamento di una logica
NAND è interpretabile per mezzo di questo
circuito. Come si può facilmente arguire, in-
fatti, per spegnere la lampada LP1, è ne-
cessario che entrambi gli interruttori S1 .
S2 rimangono chiusl. L i {(GGND

cibile della sua tabella della verità, che è la Il simbolo grafico di una funzione NOT è quello
seguente: contrassegnato con la scritta INVERTER alla
estrema destra della seconda fila dei grafici ri-
portati in figura 5.
Ingr. Use.

o 1 FUNZIONE NOR
I o
Molto spesso la logica NOT rimane associata ad

157
E [>
BUFFER

INVERTER Fig. 5 - Simboli grafici, uni-


versalmente adottati nella

D- composizione dei circuiti teo-


rici, delle diverse funzioni
logiche descritte nel testo.

altre funzioni elementari, delle quali inverte i di figura 1, con il quale avevamo interpretato la
segnali relativi. Così, ad esempio, una fun- funzione OR, si ottiene la funzione NOR, la
zione OR seguita da una funzione NOT deter- quale è rappresentata dallo schema elettrico di
mina una funzione NOR (NOT + OR = NOR). figura 3.
li comportamento di una logica NOR è inter- Come si può osservare, quando uno soltanto dei
pretabile con la seguente tabella della verità: due interruttori S1 - S2 è chiuso, la lampada
LPl rimane spenta. Infatti, finché i due inter-
ruttori dello schema di figura S sono aperti, la
base del transistor TR 1 rimane polarizzata tra-
mite la resistenza R 1; il transistor è quindi sa·
turo e conduce corrente attraverso il collettore
che, alimentando la lampada LP 1, la mantiene
accesa. Ma appena si chiude « o » S 1, « o »
S2, la lampada LP1 si spegne. In tal caso il
transistor TR 1 inverte l'effetto della funzione
logica di S1 - S2 su LP 1. E questa funzione
Aggiungendo un transistor allo schema elettrico di inversione, in lingua inglese. assume la de-
nominazione di NOR.
Il circuito di figura può anche essere realiz-
zato, attribuendo ai componenti i seguenti va-
lori: VCC = 6 Vcc; LPI = lamp. da 6 V - 50
mA; R1 = 1.000 ohm; TR1 = BC1O7. La si-
gla GND, riportata in corrispondenza della li·
nea di alimentazione negativa, nello schema
di figura 3, sta a significare « terra » (ground).
Il simbolo grafico della funzione logica NOR si
ottiene aggiungendo una pallina sul terminale di
uscita del simbolo rappresentativo della fun-
zione logica OR. Esso è riportato all'estrema si-
Fig. 6 - Simbolo grafico dell'OR esclusivo, denomi- nistra, nella seconda fila in basso del disegno
nato XOR. Una tale funzione logica è meno fre- di figura 5.
quente di quelle descritte nel testo, ma non meno In generale, quando si aggiunge una pallina sui
importante fra tutte. simboli grafici delle funzioni logiche, sia sugli
ingressi che nelle uscite, si vuol significare che
il relativo segnale va invertito. Ecco perché la

158
funzione logica NOT viene anche comunemente
denominata « INVERTER ».

FUNZIONE NANO IL PACCO


Quando la funzione ANO è seguita dalla fun-
zione logica NOT, si ottiene una funzione NANO
(NOT + ANO == NAND). Ed anche per que-
DEL'HOBBYSTA
Per tutti coloro che si sono resi conto
sta logica il comportamento è deducibile dalla
dell'inesauribile fonte di progetti con-
seguente tabella della verità:
tenuti nel fascicoli arretrati di Elettro-
n lca Pratica, abbiamo preparato que-
Ingr. 1 Ingr. 2 Use. ta interessante raccolta di pubblica-
zlonl.
o o 1
Le nove copie della rivista sono state
o 1 1
scelte fra quelle, ancora disponibili,
I o t ma in rapido esaurimento, In cui sono
1 1 o apparsi gli argomenti di maggior suc-
cesso della nostra produzione edito-
riale.
Il comportamento di una logica NANO è pure
interpretabile schematicamente per mezzo del
semplice circuito riportato in figura 4. Nel quale,
EE
TTM9RIMAHU
TT9MIMA METTA9RIA
come si vede, per spegnere la lampada LP1 è ne- CIC:~ CIF~ Cl~
cessario che tutti e due gli interruttori S 1 - S2 -" g @' -
rimangano chiusi, perché solo in tal caso il tran- ----·- FU~ fiE •
sistor TR 1 si trova nello stato di interdizione, ERETTA#I
SA 2..." HPTTROIA
ossia di non condurre corrente. - ro"" gg=

IL BUFFER
ao«re '
@
-5.i-..y
BANCIAMENTO STEREO LUI PSIC HEDELICHE LUCCIOLA ELETTRONICA
In elettronica digitale si fa uso di un elemento,
denominato BUFFER, che non effettua alcuna o-
perazione logica sul segnale d'ingresso, ma lo
rafforza.
Una tale funzione, anche se inutile sotto l'aspetto
logico, nella pratica rimane ampiamente utiliz-
zata quando il numero di componenti di un si-
stema diviene grande ed è necessario amplificare L. 7.500
certi segnali, onde consentire un corretto pilo-
taggio degli stadi interconnessi. Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
Il simbolo grafico del BUFFER è quello molto ciale della nostra Editrice, a tutti i
semplice di un piccolo triangolo. Esso è riporta- nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
to all'estrema destra della prima fila di simboli teresse del dilettante, che fa rispar-
di figura 5. miare denaro e conduce alla realizza-
zione di apparecchiature elettroniche
di notevole originalità ed uso corrente.
FUNZIONE XOR

Un'ultima funzione logica, meno frequente di


quelle finora descritte, ma non meno importante,
è la funzione XOR, detta pure « OR esclusivo».
Si tratta di una funzione descritta dalla se·
guente tabella della verità:
Fig. 7 . Quella a due ingressi costituisce la
funzione logica più sem plice descritta nel te-
sto, ma in pratica esistono dispositivi Inte-
grati con un numero di Ingressi anche su-
periore, come Indicato attraverso I simboli
grafici qui riportati.

I simboli grafici degli integrati con più ingressi


Ingr. 1 Ingr. 2 Use. sono in tutto e per tutto simili a quelli prece-
dentemente presentati. La differenza, come evi-
o o o denziato in figura 7, è stabilita soltanto dal di-
o I 1 verso numero delle entrate contrassegnate con le
I o 1 lettere alfabetiche.
I 1 o
MODELLI DI INTEGRATI

In relazione alle funzioni analizzate, possiamo


Come si può dedurre da un rapido controllo della ora ricordare le sigle degli integrati, ovviamen-
tabella della verità, tale funzione è simile alla fun- te senza citare la casa costruttrice e gli altri e-
zione OR, ma esclude la condizione in cui en- lementi generici dei componenti.
trambi gli ingressi si trovino allo stato logico Per quanto riguarda !'OR, possiamo dire che
« 1». esiste soltanto il tipo 7432, che racchiude quattro
Facendo riferimento al simbolo grafico dell'OR e- OR a due ingressi.
sclusivo, o XOR, riportato in figura 6, in cui
si evidenzia la somiglianza con il simbolo della
funzione OR, diciamo che i terminali contrasse-
gnati con le lettere A- B si identificano con le
entrate, mentre quello contrassegnato con la Y
è rappresentativo dell'uscita.
Questo circuito è fatto in modo che l'uscita Y (in
inglese si pronuncia « uai ») è bassa (stato lo·
gico « O») quando le entrate A e B sono alte
(stato logico « I »). Viceversa, l'uscita Y diventa
alta (stato logico« I ») quando una delle due en-
trate è diversa dall'altra: A = «O» e B = « 1»,
oppure A = « 1» e B = «O». Un integrato
di questo tipo è il 7486, che ha quattro porte e
due entrate.

GENERALITA' DELLE FUNZIONI

Nella descrizione delle funzioni logiche, ci sia-


mo limitati a proporre esempi di funzioni AND -
OR- NAND- NOR a due ingressi. Ma nella pra-
tica di ogni giorno si incontrano dispositivi in-
tegrati con un numero di ingressi anche supe-
rore, per esempio, tre, quattro, otto o anche di
più.

160
Per i'ANO esistono i seguenti modelli:

7408
7409
(4 AND
(4 AND
a 2 ingressi)
a 2 ingressi ma open
KIT PER CIRCUITI
7411
collector)
(3 AND a 3 ing ressi) STAMPATI L. 16.000
Dotato di tutti gli elementi necessari per
7415 (3 AND a 3 ingress i ma open
la composizione di circuiti stampati su
co llector)
vetronlte o bachelite, con rlsultatl tali da
7421 (2 AND a 4 ingressi) soddisfare anche I tecnici più esigenti, que-
sto kit contiene pure la speciale penna
riempita di inchiostro resistente al perclo-
ruro e munita di punta di riserva. Sul di-
spensatore d'Inchiostro della penna è pre-
Al NOR appartengono i segu enti modelli: sente una valvola che garantisce una lunga
durata di esercizio ed impedisce l'evapo-
7402 (4 NOR a 2 ingressi) razione del liquido.
7427 (3 NOR a 3 ingressi)
7433 (4 NOR a 2 ingressi ma open
collector)

Per la funzione NAND ricordiamo i modelli:

7400 (4 NAND a 2 ingre ssi


7401 (4 NAND a 2 ingres si ma open
collector)
7410 (3 NAND a 3 ingre ssi)
7412 (3 NAND a 3 ing ressi ma open
collector)
Consente un controllo visivo conti-
7420 (2 NAND a 4 ingressi)
nuo del processo di asporto.
7422 (2 NAND a 4 ingressi ma open
collector)
Evita ogni contatto delle mani con
il prodotto finito.
7430 ( 1 NAND a 8 ingre ssi)
E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
Ai BUFFER appartengono i segu enti integrati: - Il contenuto è sufficiente per tratta-
re più di un migliaio di centimetri
7407 (6 BUFFER con use. ad alta tens.) quadrati di superfici ramate.
7417 (co me il 7407 ma op en collector)

Per la funzione NOT esistono i modelli:

7404 (6 NOT)
7405 (6 NOT ma open collector)
7406 (6 NOT - alto voltaggio)
7416 (come il 7406 ma open coUector)

Naturalmente ogni famiglia può portare la va-


rietà LS- L- H - Schottky di cui si è fatta men-
zione nella prima puntata del corso.
161
LE PAGINE DEL
c
a7

MISURATORE
DI CAMPO
Quando si parla di radiocomando, vien quasi portante è certamente il trasmettitore, dato che
spontaneo abbinare questo termine con il mo- dalla precisione e dalla forza dei segnali da
dellino aereo, navale o automobilistico, perché questo emessi dipende l'esatto comportamento
in questi veicoli esso trova la sua più naturale del circuito ricevente. Il trasmettitore, dunque,
applicazione pratica. Eppure, oggi, il radioco- è un elemento che deve sempre essere tenuto
mando lo si trova un po' dappertutto, nei can- sotto controllo e non soltanto quando esso fa
tieri industriali, in edilizia, nel settore privato, parte di un radiocomando, ma anche quando
dove serve per avviare motori elettrici di mac- esso lavora singolarmente, come ad esempio in
chine operatrici, per aprire porte e cancelli, funzione di radiomicrofono, microspia o cerca-
per pilotare a distanza, senza fili, circuiti di persone. Ecco quindi emergere la necessità di
illuminazione, per far divertire i bambini con disporre di uno strumento di controllo rapido e
i più svariati tipi di giocattoli radiocomandati. sicuro, da usare in casa e all'aperto, che possa
In ogni dispositivo a radiocomando vi sono due indurre l'operatore, qualora ve ne sia bisogno,
apparati elettronici: un trasmettitore a radiofre- ad intervenire sugli elementi di taratura e messa
quenza e un ricevitore. Ma fra i due, il più im- a punto dei piccoli trasmettitori.

162
E' un semplicissimo ricevitore radio.

Visualizza la forza del segnale ricevuto.

Consente l'ascolto della modulazione dei segnali.

INDICATORE DI FORZA bilità allo strumento di misura ed una maggiore


garanzia di un corretto controllo di funziona-
Il controllo del perfetto funzionamento di un mento del radiocomando.
apparato trasmettitore può essere effettuato, A tutti coloro che fossero interessati alla co-
molto semplicemente, con il misuratore di cam- struzione di questo dispositivo, possiamo dire
po presentato e descritto in queste pagine. Il che il misuratore di campo è facilmente realiz-
quale, altro non è, se non un elementare ri- zabile anche da chi non dispone di una par-
cevitore radio, in grado di visualizzare la «for- ticolare esperienza in materia di montaggi di
za » del segnale ricevuto. Un tale strumento, circuiti ad alta frequenza, perché il monitor
pertanto, si rivelerà assai utile al radioamatore, che, come abbiamo detto, è in pratica un ele-
al CB e a tutti coloro che fanno uso di piccoli mentare ricevitore radio, non richiede alcuna
trasmettitori, come i radioteléfoni e tutti quegli dote di sensibilità o selettività.
apparati a radiofrequenza che lavorano entro
un raggio d'azione limitato. Ma diverrà sicura-
mente indispensabile per il modellista, che de- ANALISI DEL CIRCUITO
ve operare in luoghi aperti, in campagna, sulle
piazze o in qualche angolo di aeroporto e che
necessità sempre del massimo segnale in usci- Un rapido sguardo al circuito teorico del mi-
ta dalle proprie emittenti ad alta frequenza. suratore di campo, riportato in figura 1, eviden-
Diciamo subito che, oltre alla prerogativa tipica zia il fatto che il progetto è completamente
di qualsiasi misuratore di campo, ossia quella privo di circuiti accordati e ciò ne semplifica
di indicare l'intensità del segnale emesso dal la realizzazione. Il circuito, quindi, è di tipo
trasmettitore, il nostro strumento consente pure aperiodico, cioè in grado di rivelare indifferen-
l'ascolto, tramite cuffia, di ogni eventuale mo- temente segnali con frequenze anche notevol-
dulazione del segnale captato. Non si può di- mente diverse fra loro, senza che l'operatore
menticare, infatti, che quasi tutti i radioco- debba mai intervenire su alcun comando ma-
mandi fanno uso di segnali audio per codifi- nuale.
care i comandi. Dunque, la possibilità di ri- Il segnale a radiofrequenza viene captato da una
velare tali segnali aggiunge un'ulteriore affida- piccola antenna a stilo, del tipo di quelle che

Semplice e robusto, questo strumento, posto ad una certa di-


stanza da un trasmettitore, consente Il controllo preciso delle
operazioni di taratura degli stadi a radiofrequenza, dell'intensità
dei segnali emessi, compresi quelli modulanti, rivelandosi un
dispositlvo di grande utilità per tutti coloro che operano nel
campo delle alte frequenze.

163
Fig. 1 • Circuito elettrico del misuratore di campo. L'entità del
segnale captato dall'antenna viene indicata dal microampero-
metro. La cuffia consente invece di ascoltare ogni eventuale
modulazione del segnali di alta frequenza.

ANT

R4

C2 Il $

%-
TR1
e

R1 < cv Il' /lA Il Il


l 5a

-----COMPONENTI-----
Condensatori R3 = 10.000 ohm (potenz. a varlaz. Iin.)
C1 = 2.200 pF R4 -· 1 megaohm
C2 = 500.000 pF
C3 = 10.000 pF Varie
TR1 = BC107
Resistenze D1 = diodo al germanio (quals. tipo)
R1 = 3.300 ohm .A = mlcroamperom. (100 µA fondo-scala)
R2 == 3.300 ohm PILA = 4,5 V

vengono montate nelle radioline tascabili. Dal- stesso. Pertanto, in corrispondenza di segnali
l'antenna, il segnale passa alla resistenza R 1, sui forti, la differenza di potenziale sarà elevata, in
cui terminali viene a formarsi una differenza di corrispondenza di segnali deboli, la differenza
potenziale proporzionale alla forza del segnale di potenziale sarà bassa.

164
basetta
isolante
o
ANT.
4,5V

o o

Fig. 2 - Piano costruttivo del misuratore di campo realizzato su una lastra


metallica, che funge da coperchio di chiusura di un contenitore, dentro Il quale
rimane inserita la pila di alimentazione. Si osservi come la linea di massa
e quella di alimentazione negativa non siano tra loro coincidenti.

RIVELAZIONE ceramico ed ha il valore di 2.200 pF, si forma


una tensione, quasi continua, di ampiezza pro-
La tensione rappresentativa dei segnali di alta porzionale al segnale captato dall'antenna. E
frequenza, captati dall'antenna, misurabile sui questa tensione viene applicata al circuito volt-
terminali della resistenza R 1, viene successiva- metrico di misura, composto dalla resistenza
mente applicata all'anodo del diodo al germanio R2, dal potenziometro a variazione lineare R3
D1 che, come si sa, si lascia attraversare dalle e dal microamperometro A. Tale circuito prov-
semionde di uno stesso nome, cioè dalle se- vede a visualizzare, sulla scala dello strumento
mionde positive. In pratica, dunque, il diodo al ad indice, l'entità del segnale.
germanio D1 rettifica le onde radio o, come si Lo scopo del potenziometro R3 è quello di
suol dire, le rivela. Ovviamente, per completare consentire all'operatore di regolare, di volta in
il processo di rivelazione, occorre eliminare volta, il fondo-scala dello strumento ad indice,
dalle semionde positive quella parte di segnale in modo da adattarlo alla potenza del trasmet-
ad alta frequenza in esse contenuto. E a ciò titore posto sotto controllo e alla distanza del
provvede il condensatore C 1, che mette in misuratore di campo dall'antenna trasmittente.
fuga a massa tale quantità di segnale AF. Naturalmente, se il nostro monitor deve servire
sempre per uno stesso trasmettitore, per esem-
pio per un medesimo radiocomando, allora al
VISUALIZZAZIONE modellista basterà effettuare una regolazione
unica del potenziometro R3, mentre questa do-
Sui terminali del condensatore CI, che è di tipo vrà essere ripetuta, caso per caso quando cam-

165
bia il tipo di trasmettitore in esame o la distan-
za del misuratore di campo dall'antenna trasmit-
tente.

'OSCILLATORE
MORSE STADIO AMPLIFICATORE

Abbiamo avuto occasione di dire, in sede di a·


Necessario a tutti i candidati alla patente di nalisi del processo di rivelazione dei segnali
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e di alta frequenza, che la tensione presente sui
la pratica di trasmissione di segnali radio in
codice Morse.
terminali del condensatore Cl risulta «quasi»
continua. Tale condensatore, infatti, tenuto con-
to del suo basso valore capacitivo, che è di
2.200 pF, serve unicamente a livellare il segnale
di alta frequenza, mentre ogni eventuale segnale
di bassa frequenza, modulante, non subisce pra-
ticamente alcuna alterazione. E in ciò consiste
il vero processo di rivelazione, nel quale si eli-
minano i segnali a radiofrequenza mentre si
conservano quelli di bassa frequenza, che sono
poi i segnali rappresentativi di voci e suoni in
ogni sistema di comunicazioni via radio. Ma
questi segnali sono troppo deboli per poter
essere ascoltati direttamente, senza un sistema,
sia pure elementare, di amplificazione. Ecco
perché, sul catodo del diodo rivelatore al germa-
IN SCATOLA DI MONTAGGIO nio DI, è stato collegato il condensatore di
accoppiamento C2, che preleva i segnali di bassa

L. 5.500 frequenza dal circuito di rivelazione e li applica


alla base del transistor amplificatore TR 1, che
provvede ad amplificarli.
11 transistor TR I, che è di tipo N PN, è mon-
II kit contiene: n. 5 condensatori ceramici tato con l'emittorç a massa, in modo da con-
n. 4 resistenze - n. 2 transistor - n. 2 trimmer sentire una notevole amplificazione dei segnali
potenziometrici- n. 1 altoparlante- n. 1 cir- di bassa frequenza con il minimo inserimento di
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata- n. 1
componenti elettronici. La resistenza R4 prov-
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico - n. 1 matas-
sina filo flessibile per collegamenti- n. 1 ma- vede alla necessaria polarizzazione di base del
tassina filo-stagno. transistor, mentre il condensatore C3 scarica a
massa eventuali residui di segnali AF che pro-
vocherebbero disturbi in cuffia.
CARATTERISTICHE
Controllo di tono
ALIMENTAZIONE
Controllo di volume
Ascolto in altoparlante L'alimentazione del circuito del misuratore di
Alimentazione a pila da 9 V campo si ottiene con una normale pila piatta
da 4,5 V, che deve considerarsi sufficiente per
molte ore di esercizio dello strumento, dato
che il dispositivo assorbe corrente soltanto
quando si innesta la spina della cuffia nell'ap-
posita presa, perché è proprio la cuffia che
provvede a chiudere il circuito di alimenta-
zione.
A proposito della cuffia, ricordiamo che que-
sta dovrebbe avere un'impedenza di 100 -+- 600
ohm, ma si potranno ugualmente usare, con e-

166
sito sicuramente positivo, anche cuffie di tipo to, perché in ogni pila piatta, in corrispondenza
stereofonico, da 8 + 8 ohm. del morsetto positivo, viene sempre impressa
una crocetta. Ad ogni modo basta ricordare la
regola generale che alla lamina più corta corri-
REALIZZAZIONE sponde il morsetto positivo, a quella più lunga
il morsetto negativo.
La realizzazione pratica del monitor deve es-
sere effettuata nel modo indicato dal piano co-
struttivo riportato in figura 2, sfruttando pochi USO DEL MONITOR
ancoraggi isolati, fissati ad esempio sul pannel-
lo frontale di un contenitore metallico. La realizzazione del misuratore di campo si com-
A coloro che seguono fedelmente il nostro pe- pleta con l'inserimento, nell'apposita boccola, di
riodico e che sono abituati a vedere i progetti una piccola antenna a stilo, del tipo di quelle
con la linea di alimentazione negativa a massa, montate nelle radioline portatili a modulazione
ricordiamo che questa volta, contrariamente al di frequenza. Non è necessario, infatti, utilizza-
solito, la linea di alimentazione, negativa e re un'antenna appositamente calcolata per la
linea di massa non còincidono. Infatti, il mor- frequenza che si vuol ricevere, dato che non si
setto negativo della pila a 4,5 V è collegato con pretendono dal monitor particolari caratteristi-
uno dei terminali di cuffia; l'altro terminale di che di resa. Ma veniamo all'uso dello stru-
cuffia è collegato a massa. Pertanto, se non si mento che, come è facilmente intuibile, divie-
inserisce la cuffia, il consumo di corrente è nul- ne alquanto semplice. Basta infatti sistemare
lo. Ma il microamperometro funziona ugualmen- il monitor ad una certa distanza dal trasmet-
te, anche senza la pila di alimentazione, la titore, con l'antenna completamente estratta, e
quale serve soltanto ad alimentare il circuito regolare il potenziometro R3 in modo da otte-
amplificatore pilotato dal transistor TR 1. In- nere una discreta deviazione dell'indice del mi-
fatti, l'energia necessaria a far deviare l'indice croamperometro. Eventuali aggiustamenti del
dello strumento viene prelevata direttamente dal trasmettitore, come ad esempio un adattamento
segnale a radiofrequenza captato dall'antenna. di antenna, potranno ora essere immediatamen-
Ai principianti raccomandiamo di non commet- te controllati con lo strumento indicatore, che
tere errori in fase di inserimento nel circuito potrà valutarne l'opportunità.
del microamperometro A, del transistor TR1,
del diodo al germanio D 1 e della pila di alimen-
tazione.
Il microamperometro, come si può notare nel
piano costruttivo di figura 2, è dotato di due
morsetti, quello positivo e quello negativo, che
non debbono in alcun modo essere scambiati
fra loro, perché il morsetto negativo va colle-
gato a massa, quello positivo alla resistenza
R2 e al potenziometro R3.
Il transistor TRt è dotato di tre terminali,
che sono contrassegnati con le lettere alfabeti-
che minuscole c (collettore), b (base), e (emit-
tore). Questi tre terminali sono ben individua-
bili, se si fa riferimento alla piccola tacca me-
tallica riportata sul corpo esterno del compo-
nente e che si trova in corrispondenza dell'e-
mittore; dalla parte opposta si trova il terminale
di collettore e in mezzo quello di base.
Il diodo al germanio D1 è un semiconduttore
dotato di catodo e anodo. In corrispondenza
del terminale di catodo, sul corpo esterno del
diodo, è presente un anello che non dà luogo
ad equivoci di sorta. L'anodo del diodo deve
essere collegato con il morsetto di antenna.
Per quanto riguarda la pila possiamo dire che
è molto difficile commettere errori di inserimen-

167
CONDENSATORI

SURPLUS
La maggior parte degli apparati di provenienza tori, spesso di ottima qualità, taluni di costo
surplus è idonea soltanto alla demolizione. Ma lo elevato se acquistati separatamente in commer-
smantellamento di tali dispositivi è sicuramente cio, come quelli a carattere professionale o a
una miniera inesauribile di componenti, destinati mica, che stanno diventando sempre più rari sul
ad impinguare i cassetti del laboratorio del prin- nostro mercato. Eppure, fra la preziosità di que-
cipiante che, con poca spesa, deve disporre di
sti condensatori e il loro uso pratico, è presente
un vasto assortimento di materiali elettronici, se
vuole agevolate la propria attività sperimentale. un ostacolo che, il più delle volte, il dilettante
E tra gli elementi recuperabili da questo parti- non riesce a superare, ossia la conoscenza degli
colare tipo di raccolta, vi sono valvole elettro- esatti valori capacitivi, delle tensioni di lavoro,
niche, cristalli di quarzo, altoparlanti, cuffie, mi- delle tolleranze o di altri elementi generici, che
crofoni, bobine, trasformatori, medie frequenze, vengono sempre espressi tramite un particolare
zoccoli e resistenze. E vi sono pure i condensa- codice di lettura a colori.

168
Codici di letture capacitive particolari.
Varietà di tipi di condensatori.
Metodi di adattamento e conservazione.
Ripristino delle qualità originali.

PUNTI COLORATI codice si effettua da sinistra a destra, secondo il


movimento delle lancette dell'orologio o, come si
La maggior parte dei condensatori di provenienza suol dire, in senso orario, così come indicato nel
surplus, recano impressi dei punti colorati e delle disegno riportato in figura 2.
frecce che consentono di risalire, tramite un co-
dice di lettura, alla conoscenza dei valori carat-
teristici di tali componenti. E questo codice di PRIMO TIPO DI CODICE
lettura non si discosta di molto da quello uni-
versalmente noto, che consente di individuare il II primo tipo di codice di lettura si utilizza per
valore ohmmico dei comuni resistori. Quel che quei condensatori che recano impresse sul loro
cambia è la disposizione degli elementi di rico-
corpo esterno, due serie orizzontali di tre punti
noscimento, la loro forma e la chiave di lettura.
colorati ciascuna. Facciamo quindi riferimento al
Ma vediamo subito qualche esempio pratico e
facciamo riferimento alla figura 1, nella quale disegno riportato in figura , nel quale, come si
sono disegnati quattro dei più usuali tipi di può notare, i due terminali del componente sono
condensatori che si possono ricavare dagli appa- disposti in posizione verticale rispetto al senso di
rati surplus. Ebbene, in tutti questi modelli sono lettura in molti altri modelli, tuttavia, questi pos-
presenti dei punti colorati e delle frecce che, at- sono essere disposti orizzontalmente.
traverso tre codici diversi, permettono di cono- Sul condensatore riportato in figura 3, in corri-
scere le caratteristiche del condensatore. Una re- spondenza dei sei punti colorati, sono state dise-
gola generale, tuttavia, vale per tutti e quattro gnate sei lettere alfabetiche maiuscole, le quali
i modelli riportati in figura 1. Essi debbono es- ci consentono di interpretare esattamente il me-
sere impugnati in modo che la freccia rimanga todo di lettura delle grandezze elettriche, caratte-
sempre rivolta a destra ed il senso di lettura in ristiche del condensatore in esame, tramite il

Le apparecchiature elettroniche e radioelettriche, di prove-


nienza surplus, molto spesso si rivelano inservlblll. Ma i loro
circuiti rappresentano una ricca fonte di componenti di ottimo
valore commerciale e assolutamente efficienti, che ogni dilet-
tante può utilizzare per la realizzazione dei propri montaggi
sperimentali. Tra questi si distinguono i condensatori, le cui
caratteristiche sono espresse mediante i vari codici di lettura
citati nel presente articolo.

169
o sol
, -l FRECCIA

· ® ® ®

<;
Fig. 2-Le due frecce, riportate in alto e in basso,
fuori dal disegno del condensatore, stanno ad indi-
care che il senso di lettura in codice coincide con
quello orario.

B
@
)
@ e
> I==-
A Il e
® © @ ([/J)@

Fig. 3- I terminali del condensatore possono essere


Y@@@ disposti sia in posizione vertlcale che in posizione
orizzontale.

Fig. 1 - Per poter conoscere le caratteristiche elet-


triche di questi quattro modelli di condensatori A B C
americani, di provenienza surplus, si debbono ap-
plicare i particolari codici riportati nel testo. Ma
per tutti vale una stessa regola: debbono essere
impugnati In modo che la freccia rimanga sempre
rivolta a destra, mentre l'ordine di lettura va da
sinistra a destra, secondo li movimento delle lancette
dell'orologio.

o
.E" NON COLORATO
primo tipo di codice, che è conosciuto sotto il
nome di « Codice a sei punti colorati ».
Fig. 4 • Il codice di lettura dei valori capacitivi del
Ed ecco la precisa corrispondenza fra le lettere ccndensatori varia a seconda che li quinto punto
alfabetiche, riportate in figura 3, e i sei punti sia o no colorato.
del condensatore, che in pratica sono sei di-
schetti colorati:

170
A = 1 cifra significativa
B = 2 cifra significativa A 8 C
C = 3 cifra significativa
D = tensione di lavoro
E = tolleranza
F = moltiplicatore
Questo primo tipo di codice è valido se tutti i Fig. 5 - Per questo tipo di condensatore si deve
sei punti sono colorati. Se invece il punto cui usare il « Codice a tre punti colorati ». In esso è
corrisponde la lettera E (figura 4) non è colorato, presente una sola fila di tre punti colorati.
allora il codice subisce alcune variazioni e pren-
de il nome di « Codice a cinque punti colorati ».
In tal caso la corrispondenza fra i cinque punti
colorati e le lettere alfabetiche riportate in figura
4 è la seguente:
A 8 e
A
B
=
=
e =
1 cifra significativa
2 cifra significativa
moltiplicatore
•e
~
e
@)
Do
>
O
D = tolleranza F E D
E = non colorato
F = tensione di lavoro
Fig. 6 - Quando Il primo punto è nero, come nel caso
Praticamente si tratta di un sottocodice del pri- di questo condensatore, allora il componente è di tipo
mo tipo di codice che fa riferimento ad un con- a mica.
densatore con doppia fila di tre punti colorati
ciascuna.

A 8 C
SECONDO TIPO DI CODICE

li secondo tipo di codice fa riferimento ad un


'e@ @
condensatore con una sola fila di tre punti co-
lorati, come quello riportato in figura 5. Esso è
denominato pure « Codice a tre punti colorati». Fig. 7 - Se i punti sono tre ed il primo è nero,
Ed ecco la corrispondenza fra i tre punti colo- allora si tratta di un condensatore a mica, nel quale
rati e le tre lettere alfabetiche riportate in figu- la tensione di lavoro è di 500 VI e la tolleranza del
ra 5: 20%.

A = 1 cifra significativa
B = 2 cifra significativa
e = moltiplicatore
Poiché in questo secondo tipo di codice non
vengono espressamente indicate la tensione
di lavoro e la tolleranza, si deve tacitamente ri-
tenere che la prima sia di 500 VI e la seconda
del 20%. 680242-2
.5MFD ARovox [
TERZO TIPO DI CODICE 600VDC R

Il terzo tipo di codice interessa entrambi i


modelli di condensatori fin qui presentati: quelli Fig. 8- In questo tipo di condensatore, Il valore ca-
a sei punti colorati e quelli a tre punti colorati, pacitivo rimane impresso sulla fiancata metallica del
componente ed è di 500.000 pF • 600 VI. I due termi-
ma nei quali il primo punto colorato è nero e nali sono quelli che appaiono sulla parte superiore.
caratterizza i condensatori a mi-ca.
Facendo riferimento alla figura 6, che rappre-
senta un condensatore a mica con sei punti co-

171
I Fig. 9 - Il condensatore riportato in
figura 8 può essere di tipo singolo
L __ oppure doppio. Nel secondo caso esl-
ste un terminale comune, che è rap-
presentato dalla carcassa metallica del
componente e che rappresenta il termi-
nale negativo di entrambi i conden-
.5MFD 2x.5MFD satori.

Iorati, la corrispondenza fra le lettere alfabeti- Anche in questo caso, trattandosi di un conden-
che e gli stessi punti colorati è la seguente: satore a tre punti colorati, il valore della ten-
sione di lavoro è da ritenersi nella misura di 500
A = NERO (mica) VI; quello della tolleranza, nell'ordine del 20%.
B = 1 a cifra significativa Comunque avvertiamo i lettori che quest'ulti-
C = 2 cifra significativa mo tipo di codice, valido per i condensatori a
D = moltiplicatore mica con tre punti colorati e per quelli con sei
E = tolleranza punti odorati, è limitato ai soli condensatori
di piccola capacità, di valore inferiore ai 100 pF.
F = caratteristica elettrica

Facendo riferimento alla figura 7, che rappre- VALORE CAPACITIVO


senta un condensatore a mica con tre punti co-
lorati, la corrispondenza fra le lettere alfabeti- La prima cifra significativa, la seconda cifra si-
che e gli stessi punti colorati è la seguente: gnificativa e il moltiplicatore consentono di indi-
viduare il preciso valore capacitivo del conden-
A = NERO (mica) satore facendo uso dello stesso codice a colori
B = 1 a cifra significativa valido per la lettura dei valori ohmmici delle
C = 2 cifra significativa resistenze, ossia:

NERO NERO
I

Fig. 10 - Esempi di condensatori poco usati, ma molto interessanti per chi la-
vora con le alte frequenze. Quello a sinistra si fissa al telaio mediante vite,
quello a destra è un condensatore passante, che si applica al telaio tramite
due dadi. Entrambi i modelli sono a mlca e presentano Il valore capacitivo
espresso In codlce.

172
Moltiplicatore
Colore Primo punto Secondo punto (numero degli zeri
(prima cifra) (seconda cifra) da aggiungere)

Nero o o
Marrone l l o
Rosso 2 2 00
Arancio 3 3 000
Giallo 4 4 0.000
Verde 5 5 00.000
Blu 6 6 000.000
Viola 7 7 0.000.000
Grigio 8 8 00.000.000
Bianco 9 9 000.000.000

Naturalmente, nel nostro caso, il valore indivi- Per quanto riguarda il colore del punto che
duato rimane espresso in pF (picofarad). Faccia- stabilisce il valore della tensione di lavoro, val-
mo un esempio pratico. Supponiamo che i co- gono le seguenti corrispondenze:
lori delle due cifre significative siano il rosso e
il verde, mentre il colore del moltiplicatore sia
l'arancio. Ebbene, il valore capacitivo di quel
condensatore è di 25.000 pF. Colore Tensione di lavoro
Per quanto riguarda il colore del punto riferito
alla tolleranza, questo trova precisa corrisponden- Marrone 100 VI
za con i valori percentuali qui di seguito elen- Rosso 200 VI
cati: Arancio 300 VI
Giallo 400 VI
Verde 500 VI
Colore Percentuale Blu 600 VI
Viola 700 VI
Marron e 1%
Grigio 800 VI
Rosso 2% I

Arancio Bianco 900 VI


5% I
Oro 1.000 VI
Giallo 4%
Argento 2.000 VI
Verde 5%
Nessun colore 500 VI
Blu 6%
Viola 7%
Grigio 8%
I Nel presentare il terzo tipo di codice, in corri-
Bianco 9% spondenza della lettera F abbiamo riportato la
Oro 5% voce « caratteristica elettrica ». E questa assu-
Argento 10% me i seguenti valori in base al colore del punto:
Nessun colore 20%
Nero = ± 1.000
Marrone = ± 500
Facciamo notare che i primi nove colori vengono Rosso
usati molto raramente, mentre gli ultimi tre (oro -
= ± 200
argento - nessun colore) sono i più usati. Anche il Arancio = ± 100
rosso è un colore che viene spesso adottato per Giallo = - 20 +
100
il punto corrispondente alla tolleranza del 2%. Verde = 0 4 70

173
TUBETTO STERLING STAGNARE

Fig. 11 • Quando si estraggono dal


circuiti I condensatori, occorre far
bene attenzione a conservare I termi•
nali nella loro completa ed originale
lunghezza. Ma se questi fossero trop-
po corti, allora converrà allungarli me-
PROLUNGA diante la saldatura di due prolunghe.

Si tratta quindi delle escursioni termiche tolle- In fase di demolizione di apparecchiature sur-
rate dal condensatore ed espresse in PPM grado plus si possono reperire condensatori come quel-
centigrado. lo riportato in figura 8, nel quale il valore ca-
pacitivo rimane stampato sulla fiancata metal-
lica del componente. Ma occorrerà un po' di
INDICAZIONI VARIE pazienza per distinguere i dati elettrici fra quel-
li inutili per il principiante, sempre che questi
Esistono pure condensatori di fabbricazione a- ultimi ci siano. Ciò che importa è che nel caso
mericana e di provenienza surplus nei quali il in cui il condensatore riportasse, ad esempio,
valore capacitivo, anziché essere espresso in co- l'indicazione .SMFD - 600VDC, si consideri che
dice, rimane impresso in cifre sul corpo del questa corrisponde. a 500.000 pF - 600 VI e che i
componente. Per esempio si possono leggere le reofori del componente sono rappresentati dai
seguenti espressioni: uF33, .005, .2, le quali due bottoni in alto. Se invece il condensatore
vogliono significare, nell'ordine: 33 pF - 500 pF recasse la sigla 2x5 MFD, questa starà a signifi-
e 200.000 pF (si tenga conto che la sigla uF care che i condensatori sono due e che uno
corrisponde a pF). Le ultime due espressioni ora dei tre reofori è comune per entrambi i conden-
citate equivalgono a 0,005 F - 0.2 F. satori, ed è rappresentato dall'involucro metal-
In pratica manca il primo zero e la virgola è lico del componente, che deve essere collegato
sostituita da un punto. Su questi stessi conden- a massa (figura 9).
satori è pure chiaramente indicato il tipo a tutte Un tipo di condensatore poco usato, ma molto
lettere. Per esempio: interessante per chi lavora in VHF o UHF, è il-
lustrato in due modelli nella figura 10. Quello
MICA CAPACITOR = condensatore a mica riportato a sinistra si fissa al telaio tramite una
PAPER CAPACITOR = condensatore a carta vite. Quello a destra è di tipo passante e si fissa
CERAMIC CAPACITOR = condensatore al telaio mediante due dadi. Le frecce indicano
ceramico il senso (orario) di lettura. Entrambi questi con-
densatori sono di tipo a mica: il primo punto
Alcuni condensatori recano, oltre alle indicazioni colorato, infatti, è sempre nero. Il valore capa-
ora citate, quelle relative alla tensione di lavoro citivo si deduce, anche in questi casi, per mezzo
o di test. Per esempio: 3 A to 3,5 MHz, che si- del codice a colori. Se i colori sono quattro l'ul-
gnifica che il condensatore, alla frequenza di 3,5 timo individua il moltiplicatore. Facciamo un
MHz, sopporta una corrente di 3 A a radiofre- esempio: supponiamo di dover individuare il
quenza. Ma in questo caso si tratta di conden- valore capacitivo di uno di questi tipi di con-
satori idonei alla trasmissione di potenze elet- densatori in cui la successione dei colori è la
triche. seguente: nero - marrone - nero - rosso. La cor-

174
rispondenza in codice è: nero = mica, marrone varli in tutta la loro originale lunghezza. Se que-
= 1, nero = O, rosso = x 100. Pertanto, il va- sti, sfortunatamente, saranno troppo corti, al-
lore capacitivo è di 1.000 pF. lora si provvederà ad allungarli nel modo indi-
cato in figura 11.
Se i condensatori estratti appaiono molto spor-
SUGGERIMENTI UTILI chi, si provvederà a pulirli mediante alcool e
mai con acetone, che farebbe scomparire i co-
Chiudiamo questo interessante argomento citan- lori.
do alcuni accorgimenti pratici di grande utili- Molti tipi di condensatori risultano ricoperti con
tà per il principiante che viene a trovarsi in pos- un sottile strato di cera, che a lungo andare di-
sesso di una apparecchiatura di provenienza sur- viene un ricettacolo di sporcizia. Per eliminarlo,
plus inservibile. basta introdurre il condensatore in un forno alla
Quando si procede con la demolizione del circui- temperatura di 100C e non di più e quando è
to, allo scopo di ricavarne il maggior numero di ancora caldo togliere la cera mediante una pez-
componenti utilizzabili, ci si dovrà ricordare di zuola. Dopo questa semplice operazione, il con-
non accorciare mai i terminali, ma di conser· densatore ritornerà bello e lucente come nuovo.

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


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la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
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oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva-
riati componenti e materiali, non sem- -
e

pre reperibili in commercio, ad un


prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N" 1 saldatore (220 V- 25 W) N" 1 spiralina di filo-stagno -


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- N" 2spinotti _ N" 2 morsetti-coccodrillo N" 1 ancoraggio - N" 1 basetta per
montaggi sperimentali _ N 1 contenitore pile-stilo _ N" 1 presa polarizzala per
pila 9 V - N° 1 cacciavite miniatura - N° 1 spezzone filo multiplo multicolore.

175
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rendere pubblica una richiesta di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contestazioni che po-
tessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità del testo pubblicato. In
ogni caso non verranno accettati e, ovviamente, pubblicati, annunci di carattere pubblici-
tario.
Coloro che vorranno servirsi di questa Rubrica, dovranno contenere il testo nei limiti di
parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stampatello).

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PER I VOSTRI INSERTI


l signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

Inserite il tagliando in una busta e spedite a:


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ELETTRONICA PRATICA I
I
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180
LA POSTA DEL LETTORE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso ,di
un solo lettore. \I

I
I

MILLIVOLTMETRO B.F. / fatti, dopo aver rilevato il valore dell'impedenza


t d'ingresso, tramite un partitore resistivo, mi so-
Il progetto del millivoltmetro per basse tensioni, no accorto che questo non era affatto cambiato.
apparso sul primo fascicolo di quest'anno, è stato Ed era capitato pure che lo strumento dimo-
quello che, fra tutti, mi ha maggiormente inte- strasse un comportamento anomalo, fornendo
ressato. Perché nel mio laboratorio dilettantistico indicazioni a caso anche in assenza di segnale.
si avverte spesso la necessità di conoscere i va- Sapete spiegarmi il perché di tali inconvenienti?
lori voltmetrici dei segnali audio degli stadi FACHIN GINO
preamplificatori a bassa frequenza. Ho quindi Belluno
subito realizzato quel progetto, raggiungendo il
pieno successo. Poi, ricordando i vostri suggeri- L'integrato operazionale da lei adottato è un
menti, per i quali queste particolari misure, per amplificatore a JFET, dotato di un'impedenza
potersi ritenere valide, implicano la presenza di del valore di un milione di megaohm, Ma la
un elevato valore di impedenza dello strumento, sua caratteristica è quella di essere un amplifi-
ho voluto certamente strafare, dopo essermi fat- catore a larga banda (20 MHz) non compen-
to convincere dal rivenditore di materiali elet- sata. Ciò crea problemi di instabilità. che dan-
tronici ad interferire sulla originalità del pro- no luogo ad oscillazioni ad alta frequenza, evi-
getto. E vi dico subito in che misura. Sosti- denziate chiaramente dallo strumento ad indice.
tuendo il modello di integrato operazionale, da Per evitare ciò, può sostituire LF357 con LF356
voi prescritto nell'elenco componenti, con l'ope- o LF355, oppure collegare, fra i piedini 6-2,
razionale LF357 che, disponendo di un ingresso un condensatore ceramico, con valore identifi-
a FET, rimane caratterizzato da un elevatissimo cabile sperimentalmente a partire da 220 pF.
valore di impedenza. Naturalmente, prima di ef- Per quanto riguarda l'impedenza d'ingresso,
fettuare la variante, ero perfettamente convinto tenga presente che la sola sostituzione di /Cl
di migliorare le prestazioni dello strumento. Ma non può introdurre miglioramenti, perché si
poi ho dovuto subito ricredermi, avendo consta- debbono pure sostituire R2 ed R3, elevandole
tato il totale fallimento del mio intervento. In- a 10 megaohm.

181
GIOCO ELETTRONICO spegne, casualmente. a seconda della tensione
presente su C2.
In tutta fretta vorrei costruire un giochino e-
lettronico con cui, azionando un interruttore, C1 50 F - 12 VI (elettrolitico)
possa verificarsi l'accensione o lo spegnimento C2 10 F - 12 VI (elettrolitico)
casuale di una lampadina. R1 10.000 ohm
MISANO EMILIO R2 10.000 ohm
Bologna R3 10.000 ohm (trimmer)
R4 10.000 ohm
Ecco il progetto che la riguarda, nel quale, a- R5 = 270.000 ohm
DL1 diodo led
gendo su S2, si può inserire R3 e generare IC1 µA741
un segnale ad onda quadra che fa lampeggiare S1 interrutt.
il led DLI. Quando S2 è commutato verso R4, S2 comm. (1 via - 2 posiz.)
l'oscillazione si ferma e il led si accende o si 1-D2= diodi al silicio (1N914)

SI

RI
Il
3
+ ",Il
01
6

+
Cl Il Il 1 1 R4
/
--- I9V

a I
DLI
1
R3 Il 1
M ~ S2
R2 +

ANTIFURTO PER AUTO In scatola


di montaggio

Il funzionamento dell'antifurto si identifica con una


interruzione ciclica del circuito di alimentazione
della bobina di accensione che, pur consentendo
l'avviamento del motore, fa procedere lentamente
e a strappi l'autovettura.

- E' di facile applicazione.


-- Non è commercialmente noto e i malintenzio-
nati non lo conoscono.
- Serve pure per la realizzazione di molti altri
dispositivi.

182
ADATTATORE D'ANTENNA

Ho acquistato recentemente un sintonizzatore


radio in FM, che dispone di un ingresso d'an-
tenna bilanciato a 300 ohm. Poiché io dispongo
di un'antenna a 75 ohm, con discesa in cavo
devo compor-
coassiale tipo TV, vi chiedo come
'
I
I
z:75n
I
tarmi per realizzare la connessione. I
I
VOLPATO GIOVANNI I
Varese I
I
I
A lei occorre un « balun », ovvero un adatta- I
tore tra linee bilanciate e linee sbilanciate, re- I
I
peribile presso i negozi di materiali per radio- I
amatori. Una soluzione di compromesso può
essere quella di ricorrere ad un adattatore resi-
RI
stivo di cui pubblichiamo lo schema. La resi-
stenza R 1 ha il valore di 85 ohm; R2 ed R3
sono uguali e valgono ciascuna 120 ohm.

Z=J00.11
INTERRUTTORE ELETTRONICO

E, possibile
'b'I pilotare
·1 • ( un segnale au-
a distanza .: .:,:. .:
dio, in modo che questo venga \applicato ad un tato verso la tensione positiva, la resistenza tra
amplificatore piuttosto che ad un altro, senza drain e source scende a valori che si aggirano
introdurre rumore a causa della lunghezza attorno al centinaio di ohm, attenuando di mol-
dei cavi? "e"- to il segnale. Il circuito di comando potrà ri-
TESSARO ITALO manere anche molto distante. senza necessità
Venezia alcuna di schermare i cavi.

Il suo problema può essere risolto con questo C1 = 10 F (al tantalio)


interruttore elettronico, nel quale la tensione C2 = 10 F (al tantalio)
R1 22.000 ohm
di gaie comanda la conduzione del FET. In/alti, R2 22.000 ohm
TRI va all'interdizione quando il gate diviene R3 270.000 ohm
negativo, per esempio - 10 V, senza attenuare TR1 2N3819
il segnale. Al contrario, quando SI è commu- S1 comm. (1 via- 2 posiz.)

c2

EN,Rr•

TRl
R3 use.

TE NS.
COMANDO

183
II\IDICATORE DI PICCO Condensatori
C1 uF - 16 VI (elettrolitico)
Potreste pubblicare un semplice progetto in gra- c2 uF - 16 VI (elettrolitico)
do di rilevare, tramite indicazione ottica, even-
Resistenze
tuali picchi di modulazione in un vecchio regi-
stratore a bobine, ancora valido? R1 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R2 12.000 ohm
TORREGlANI ANDREA R3 100.000 ohm
Torino R4 8.200 ohm
R5 220 ohm
Il principio di funzionamento del circuito qui R6 47.000 ohm
riportato è semplice. Quando il segnale d'in- R7 1 megaohm
gresso supera un certo livello, interviene lo ze- R8 1.000 ohm
ner che fa condurre TR2. Il quale fa scaricare Varie
C2 portando all'interdizione TR3- TRA e fa- TR1- TR2 - TR3 - TRA4 = 4xBC107
cendo accendere DLI. Il potenziometro R I re- DZ1 = diodo zener (8,2 V- 1 W)
gola la soglia di intervento del feci. DL 1 =
diodo led

R7 R8

e
12:14

ENIR
e

I
ALIMENTATORE STABILIZZATO In scatola
di montaggio

Caratteristiche
Tensione regolabile 5+ 13 V
Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
Ripple 1mV con 0,1A d'use.
5mV con 0,6A d'usc.
Stabilizz. a 5V d'use. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-


vrariscaldamenti.
L. 18.800

184
FILTRO CROSS-OVER strati di 10 spire ciascuno di filo di rame smal-
tato da 1 mm, più uno strato di 6 spire per un
Allo scopo di ottenere una buona separazione totale di 96 spire. li potenziometro R 1 va rego-
fra suoni gravi ed acuti, vorrei dotare il mio lato in modo da ottenere 1 ohm in serie a Cl.
amplificatore di casse acustiche con filtri cross-
over. C1 7,5 F (non elettrolitico)
DE BLASIO FRANCESCO c2 7,5 F (non elettrolitico)
Roma R1 3 ohm - 6 W (potenziometro)
J1 0,374 mH
J2 0,374 mH
Ecco lo schema di un buon filtro cross-aver. Cia- AP1 = altoparlante da 5 ohm
scuna bobina I 1 si realizza avvolgendo, su un AP2 altoparlante da 8 ohm
supporto cilindrico del diametro di 3 cm, 9 AP3 = altoparlante da 8 ohm

JI

Lo..
o Il a 9 01
qo
.....
o..
xq

34 k
C2 !!!!!!! I Il IIIAPI

+
73
...J
q

--

lT 3 J2
I Il IIIAP2 I Il II\ AP3

TRANSISTOR GIAPPONESI vece è sempre la S e sta ad indicare che il tran-


sistor è di fabbricazione giapponese. La secon-
Mi è stato detto che dalla sigla impressa sul da lettera può essere una di quelle qui elencate
corpo esterno dei transistor di fabbricazione con le relative corrispondenze.
giapponese si possono dedurre molti elementi
utili per l'impiego di tali componenti. A = PNP per AF
FORMENTI FILIPPO B = PNP per BF
Brescia e = NPN per AF
D = NPN per BF
La notizia è vera e diviene comprensibile fa- E = SCR con innesco P
cendo riferimento ad un esempio pratico. Con- G = SCR con innesco N
sideriamo quindi il modello di transistor giap- H = UJT (unigiunzione)
ponese 2 SB 100 B. Ed osserviamo che in que- J = FET canale P
sta sigla compaiono cinque indicazioni, più pre- K = FET o MOSFET canale N
cisamente due numeri e tre lettere. li primo nu- M = TRIAC
mero indica i terminali del semiconduttore: se
è un 1, i terminali sono due e si tratta di un li secondo numero è un elemento progressivo
diodo, se è un 2, i terminali sono tre, se è un , che distingue i vari transistor. La terza lettera
i terminali sono quattro. La prima lettera in- indica la selezione.

185
RIVELATORE DI RUMORI C3 100 µF - 16 VI (elettrolitico)
C4 100 F - 16 VI (elettrolitico)
Avete a disposizione dei lettori uno schema di
Resistenze
rivelatore di rumori con segnalazione ottica?
R1 500 ohm (potenz. a variaz.
ZANA TT A BRUNO R2 2,2 megaohm
Vicenza R3 3.300 ohm
R4 27.000 ohm
Il circuito che pubblichiamo è composto da un R5 2.200 ohm
amplificatore a singolo stadio, seguito da un R6 220.000 ohm
flip-f [op a due transistor. Quando il livello del R7 1.500 ohm
R8 47 ohm
segnale d'ingresso, captato da un microfono, su-
pera un certo valore, si verifica la commutazione
R9 = 4.700 ohm
del flip-flop, che fa accendere la lampada LP. Varie
Per ripristinare le condizioni iniziali, basta chiu- BC177
TR1
dere momentaneamente l'interruttore SI. TR2 BC177
TR3 BC177
Condensatori D1 = diodo al germanio
C1 10 F 16 VI (elettrolitico) LP lampada segnalatrice (6 V- 50 mA)
C2 10 F 16 VI (elettrolitico) S1-S2= interrutt.

ALIMENTATORE A 1,5 V mentatore. Il circuito qui riportato consente di


regolare l'uscita, tramite R2, fra 0,7 V e 9 V
li mio alimentatore stabilizzato non è in con- circa. Dotando TR1 di aletta di raffreddamento.
dizioni di fornire tensioni inferiori ai 9 V, la corrente può raggiungere il centinaio di mA.
mentre a me servirebbe il valore di 1,5 V. Pos-
so collegare, all'uscita, un circuito riduttore?
POZZI FRANCO C1 = 10.000 pF
C2 10F - 12 VI (elettrolitico)
Piacenza 10.000 ohm
R1
10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
Certamente, se lei prevede di non assorbire cor- ~~ 2N1711
renti superiori a quelle di esercizio del suo ali- TR2 BC107

e
ENTR. 9V
e
Cl
+ ò
USC.1,5V
c2 6
TR2

186
$2

Cc 4
e
9V
+

CJ
+
R9

INVERTER PER BATTERIE LA SCATOLA


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in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.

lEGag.Eade±fGaE@zt e- "
TEMPORIZZATORE - 0,5 100 SEC. Condensatori
C1 = 100 F 16 VI (elettrolitico)
Mi servirebbe un temporizzatore a 12 Vcc in c2 1.000 F 16 VI (elettrolitico)
grado di diseccitare un relé dopo un certo
Resistenze
tempo regolabile fra 10 secondi e 1 minuto
primo.
R1 = 500.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
MARANO GABRIELE
R2 = 47.000 ohm
R3 = 3.300 ohm
Cosenza R4 = 1.500 ohm
R5 == 3.300 ohm
Il circuito qui riportato è quello di un frigger di R6 == 4.700 ohm
Schmitt, che controlla la carica di C 1 • C2. L'u- R7 = 3.900 ohm
scita del trigger è amplificata da TR3, che pilota
Varie
il relé RL. La gamma dei ritardi va da 0,5 sec.
a 100 sec. ed è suddivisa in due sottogamme tra- TR1 = BC177
mite SI. Lo start-stop è comandato da S2 che, in
TR2 = BC177
posizione « a » mantiene carico il condensatore,
TR3 = 2N2905A
D1 == 1N4004
mentre in posizione «b » provoca la scarica il D2 = 1N4004
cui tempo è controllato dal potenziometro R 1. S1 comm. (1 via - 3 posiz.)
S2 comm. (1 via -3 posiz.)
S3 = interrutt.
RL = relé (12 V- 300 ohm)

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R2
:---.
53

p9« , . DI

R3
R1 'd Ìi" i!A) 7R3

51 e


PILA 12V
e
J, .,I

I D t :
I
~
\
\
'\
7 a
o=
ec
b
R5

k
D2

1
RL

52
\

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Controllo sintonia: a condensatore variabile - Controllo volume: a potenziometro - 1' Entrata BF:
500+50.000 ohm - 2 Entrata BF: 100.000+ 1 megaohm - Alimentazione: 9 Vcc - Impedenza d'u-
scita: 8 ohm - Potenza d'uscita: 1 W circa.

Il kit contiene: 1 condensatore variabile ad aria - 1 potenziometro di volume con interruttore in-
corporato - 1 contenitore pile - 1 raccordatore collegamenti pile - 1 circuito stampato - 1 bobina
sintonia - 1 circuito integrato - 1 zoccolo porta Integrato - 1 diodo al germanio - 1 commutatore
- 1 spezzone di filo flessibile - 10 pagliuzze capicorda - 3 condensatori elettrolitici - 3 resistenze
- 2 viti fissaggio variabile.
ROSMETRO

Ho acquistato un rosmetro per la misura delle

OROLOGIO onde stazionarie in uscita dal mio trasmettitore.


Lo strumento indica i valori di ROS che vanno
da I : I a 1 : 5, ma non segnala quelli della

TERMOMETRO potenza riflessa che, a mio avviso, sono più si-


gnificativi. Perché?
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un interruttore elettrico temporizzato
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Ma offre la possibilità di realizzare 20


RAPPORTO
innumerevoli e sofisticate ulteriori ONDE STAZ.
applicazioni tecniche.

I rosmetri non indicano mai entrambi i valori


da lei citati. Le consigliamo quindi di servirsi
del presente abaco, nel quale basta congiun-
gere con un righello due valori noti per cono-
scere automaticamente quello incognito.

190
PROVA TRANSISTOR

E' mia intenzione realizzare un semplice prova- Il circuito qui riportato evidenzia il tipo di
transistor, in grado di rilevare pure il guadagno transistor (PNP o NPN) tramite l'accensione
dei componenti. Quale, fra i tanti progetti da di due distinti led, senza necessità alcuna di
voi pubblicati, mi consigliate di realizzare? regolazioni o commutazioni. ll guadagno viene
MORGANTINI ORESTE evidenziato dal microamperometro, il cui fondo-
Firenze scala si tara per mezzo del potenziometro R2.

TR! TR2

RI

2V

==---<~ TR IN PROVA

TR1 = 2N2905A R1 120.000 ohm


TR2 = 2N1711 R2 = 100 ohm (potenz. a variaz. lin.)
DL1- DL2 = diodi led (verde e rosso) T1 trasf. (220 V-2V-5W)
D1-D2 = diodi al silicio (1 N914) .A microamperom. (200 A fondo-scala)

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go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
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teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

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Stabilizzazione: - 100 mV
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contiene:
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n. 3 Condensatori elettrolitici
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n. 3 Transistor
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''

n. 1 Raddrizzatore -
n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta) e
n. 1 Circuito stampato
n. 1 Bustina grasso di silicone
n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate)

n.
n.
1
2
il

Boccole (rossa-nera)
',-

t -
Cordone di alimentazione (gommino-passante)

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n. 1 Porta-fusibile completo
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rondelle)
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ratterizzano il progetto del microtra-
smettitore tascabile, sono: la mas-
sima semplicità di montaggio del
circuito e l'immediato e sicuro fun-
zionamento. Due elementi, questi,
s E che sicuramente invoglieranno tut-
ti i principianti, anche quelli eh-e
sono privi di nozioni tecniche, a
costruirlo ed usarlo nelle occasio-
ni più propizie, per motivi profes-
sionali o sociali, per scopi protet-
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IN COPERTINA - Appaiono i due montaggi pre-
sentati e descritti nelle prime pagine del pre-
sente fascicolo. Con il primo, quello raffigurato
più in alto, si genera un gradevole suono, in
grado di favorire Il sonno; con l'altro, quello più
In basso, è possibile controllare, elettronica-
mente, lo stato di riposo.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
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teraria ed artistica sono rl-
servati a termine di Legge per VENDITE ACQUISTI PERMUTE 242
tutti I Paesi. I manoscritti, i
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stituiscono.
Per la distensione del
sistema nervoso.

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Per essere investiti


da un rumore ecologico.

RUMORE
RILASSANTE
Purtroppo, buona parte della vita di noi tutti ciliare il sonno o, quanto meno, la distensione
scorre attraverso una successione di stati di a- del sistema nervoso: E questo particolare ru-
gitazione che, assai spesso, sfociano in quella more è un prodotto dell'elettronica moderna;
affezione che va sotto il nome di nevrosi. E dalla per la verità un prodotto che il più delle volte
quale non è sempre facile liberarsi. Eppure, è ritenuto un nemico da combattere, soprattutto
senza voler entrare nel merito di una scienza dagli appassionati dell'alta fedeltà, dato che si
che ci è estranea, un suggerimento pratico a tratta del ben noto fruscìo di fondo generato
coloro che soffrono di questo malanno lo vo- dagli attuali semiconduttori.
gliamo dare pure noi. Con la certezza di non
recare danno a chicchessia, perché non si tratta
di assumere un farmaco o di sottoporsi a certe IL RUMORE
applicazioni di efficacia più o meno discuti-
bile, bensì di ascoltare un rumore rilassante, Il concetto di rumore è abbastanza intuitivo, in-
almeno così noi Io definiamo, in grado di con- tendendosi con esso definire tutto ciò che, nella

Sfruttando il fruscìo generato da una giunzione a semicondut-


tore ed amplificandolo poi tramite un circuito integrato, abbia-
mo concepito questo semplice riproduttore acustico, da uti-
lizzarsi quale strumento elettrorllassante da tutti coloro che
vogliono Isolarsi dal frastuono di ogni giorno per ascoltare un
rumore insolitamente placevole.

196
formazione di un segnale acustico od elettrico, tare il fruscìo generato da un normale amplifi-
non viene intenzionalmente generato, ma è il ri- catore di bassa frequenza, ma non tutti si sa-
sultato di una serie di interazioni, interne od ranno resi conto della causa vera di questo in-
esterne, quasi sempre sgradevole e indesiderato. conveniente, che si accompagna, disturbandole,
Noi tutti viviamo di continuo in un mondo alle riproduzioni audio. Ebbene, nella maggio-
pieno di rumori: quelli provenienti dal traffico ranza dei casi, il fruscìo trova la sua origine nel
stradale, aereo, navale, dalle industrie, dalla movimento disordinato degli elettroni durante il
convivenza sociale e dalle forze della natura. loro percorso attraverso i conduttori e i compo-
nenti elettronici che compongono un circuito.
Ma questi sono rumori che nessuno vorrebbe.
Ma entriamo maggiormente nel merito della
ascoltare, mentre ve ne sono altri, come ad e·
questione.
sempio quello dello stormire delle foglie mosse
Quando si fa riferimento ad una corrente con-
dal vento o quello della caduta lenta della piog-
tinua, generalmente si pensa che questa, nel
gia sulla superficie di uno specchio d'acqua, che
percorrere un qualsiasi circuito, rimanga rigoro-
per l'organismo umano possono rivelarsi davve-
samente continua e costante. E così è se il fe-
ro rilassanti o che, comunque, fanno piacere
nomeno della corrente continua viene analizzato
ascoltare.
sotto un aspetto macroscopico, quello che i no-
Non sempre, dunque, il rumore è da conside- stri sensi possono cogliere direttamente. Infatti,
rarsi inopportuno; anzi, da alcune parti del
se si pensa al comportamento di un amperome-
mondo della scienza, si è rilevato che il vivere
tro, si arguisce facilmente che questo non potrà
nel più completo silenzio può condurre l'uomo
mai segnalare le variazioni microscopiche della
alla follìa. Ma il rumore deve essere, come si corrente continua, che in realtà esistono e sono
suol dire oggi, di tipo ecologico o, perlomeno,
attribuibili al movimento disordinato degli elet-
di natura tale da essere piacevolmente accettato,
troni, che danno luogo ad una corrente statisti-
come lo è quello generato dal dispositivo de-
camente continua, ma microscopicamente di-
scritto in queste pagine.
scontinua.
Il movimento disordinato degli elettroni, che
provocano il flusso della corrente continua. è
RUMORE ELETTRICO da attribuirsi a svariati motivi, fra i quali ve
ne sono almeno tre degni di menzione.
A molti lettori sarà certamente capitato di ascol- Primo fra tutti è da considerarsi quello pro-

197
+
o
2

TR1 TR2 TR3 17 18

Flg. 1 - Circuito elettrico dell'integrato LM389 adottato nella realizzazlone del


dispositivo generatore di fruscio. Si nota, in esso, la presenza di tra transistor
(TR1- TR2 - TR3) liberamente utilizzabili, che esaltano l'originalità e la ver-
satilità d'uso del componente.

7 1e 3 B3 c3
,---
G C2 B2
77] [al [is n7a 13 al m7 fTo

o VISTO DA SOPRA o
o
1) 12 4 5
__, 6 7 8
'--
g
use. (±) G 1 Cl BI EI E2
Flg. 2 - Schema pratico dell'integrato LM389, nel quale, attraverso simboli, nu•
meri e lettere alfabetiche, sono indicate le precise corrispondenze tra i di-
ciotto piedini e le funzioni elettriche del componente.

dotto dai moti di agitazione termica degli atomi carsi, ad esempio, nelle giunzioni dei semicon-
che compongono i conduttori e che si deve at- duttori. Ma non vogliamo addentrarci ulterior-
tribuire alla temperatura. Poi c'è quello dovuto mente in questa parte della fisica teorica, che ci
alle impurità della materia ed infine quello de- condurrebbe inevitabilmente al1'analisi spettrale
terminato dal superamento delle barriere di po· e quantitativa del rumore, mentre vogliamo ri-
tenziale, le quali rappresentano per gli elettroni cordare che, generalmente, quello dovuto alle
dei veri e propri ostacoli, che possono identifi- giunzioni è di gran lunga il più significativo.

198
L'INTEGRATO LM389

Per produrre un rumore elettrico ad ampio spet-


tro, contenente cioè in misura uniforme tutte le
frequenze audio, abbiamo progettato un dispo-
sitivo in cui si sfrutta la giunzione a semicon-
duttore di un normale transistor NPN, orientan-
doci verso quella di base-emittore che, dopo una
serie di prolungati esperimenti, si è rivelata la
più rumorosa. Ma nel nostro circuito questo
transistor non è un componente isolato, perché TR1 1R2 TR3
esso appartiene alla struttura di un integrato che, Fig. 3 _ Circuito elettrico della prima sezione del-
oltre ad incorporare un completo amplificatore l'integrato LM389, quella relativa al tre transistor
di bassa frequenza, dispone di tre transistor sup- di tipo NPN, liberamente utillzzabili e del quali sol-
plementari, liberamente utilizzabili, che aumen- tanto i primi due vengono sfruttati nel dispositivo
generatore di fruscio.
tano enormemente le possibilità di impiego del-
l'integrato stesso. Il quale è noto sotto la sigla
LM389 e si presenta esteriormente, sotto forma
di un contenitore di tipo dual in line a diciotto
piedini.
Di questo integrato abbiamo riportato in figura
1 lo schema elettrico completo, mentre in figura
2 è possibile identificare la precisa corrispon-
denza tra i diciotto piedini e le varie funzioni
del componente. Ma per coloro 'che avessero dei
dubbi in proposito riteniamo doveroso, a questo
punto, l'inserimento di una piccola parentesi in-
terpretativa dei vari simboli e sigle citati in fi-
gura 2, ricordando ancora una volta che il ter-
minale 1 è quello che si trova posizionato in
prossimità di un piccolo dischetto di rif eri- Flg. 4 - Sezione elettrica del preampllficatore di bas-
sa frequenza contenuto nell'integrato LM389, al quale
mento. si applica Il segnale-fruscio proveniente da una giun
zione a semiconduttore.

SIMBOLISMO E PIEDINATURA

Come si può notare, sullo schema di figura 2


sono stati riportati dei simboli, dei numeri e
delle lettere alfabetiche. Cerchiamo dunque di
interpretarne il preciso significato. I, I
In corrispondenza degli ultimi due piedini,
quelli contrassegnati con i numeri 18 e 17, sono
riportati due triangolini, internamente tratteg-
giati con linee orizzontali. Ebbene, questi sim-
boli vogliono significare « massa » e avvertono
che i due piedini debbono essere collegati con
la linea di massa del circuito utilizzatore, os-
sia con la linea di alimentazione negativa.
I due piedini 4 e 12 sono contrassegnati con la
lettera G, che costituisce l'iniziale della parola
guadagno. Il quale può aumentare da 20 a 200
Flg. 5 . Schema elettrico della sezlone amplificatrice
collegando i due piedini tra di loro tramite un di bassa frequenza contenuta nell'integrato LM389, alla
condensatore; più precisamente, il guadagno di- quale è affidato il compito di amplificare il fruscio
viene tanto più elevato quanto maggiore è il generato dalla giunzione base-emittore del primo tran-
valore capacitivo del condensatore collegato in sistor,
serie tra i due piedini. Nella nostra applicazione
questo condensatore ha il valore di 50,000 pF.
199
R6

+
+ s1
c8 I
I
I
I
I
j

',
e
9y
6
m

.i
\'1111

TR1 TR2 JC

!Cl

Flg. 6. Schema teorico completo del generatore di fruscio. La prima parte del
circuito, quella riportata a sinistra e comprendente I simboli dei due transi-
stor e quello triangolare dell'amplificatore di bassa frequenza, rimane tutta con-
globata nel contenitore dell'integrato IC1. La graffa, riportata a piè di dise-
gno, interpreta esattamente tale concetto.

-----COMPONENTI----
Condensatori R2 = 15.000 ohm
c1 = 50 F - 16 VI (elettrolltlco) R3 = 1.000 ohm
c2 = 500.000 pF R4 = 150.000 ohm
C3 =
100.000 pF R5 = 10.000 ohm (trimmer)
C4 = 100.000 pF R6 = 560 ohm
es =
47.000 pF R7 = 2,2 ohm
C6 =
50.000 pF Varie·
C7 =
50.000 pF
=
Cc8 = 100 F - 16 VI (elettrolitico) IC1
=
LM389N
altoparlante (8 ohm)
c9 = 200 F - 16 VI (elettrolitico) AP
PILA = 9 V
Resistenze S1 = lnterrutt.
R1 == 470.000 ohm

I piedini 5 e 16, sui quali sono riportate le Abbiamo già detto che l'integrato LM389 in-
lettere I, rappresentano gli ingressi, in parti- corpora, oltre che un amplificatore di bassa
colare I - rappresenta ,i'ingresso inverting, frequenza, anche tre transistor liberamente uti-
mentre I + quello non inverting. 11 piedino lizzabili di cui, nel nostro progetto di genera-
2, sul quale è riportata una crocetta (+), co- tore di rumore, ne vengono impiegati soltanto
stituisce l'entrata della tensione positiva di ali- due.
mentazione. Quello 3, indicato con DIS, è il I tre transistor sono dotati di tre elettrodi cia-
piedino di disaccoppiamento. scuno, quello di collettore, di base e di emittore .

200
R5

Fig. 7 - Piano costruttivo, realizzato su circuito stampato, qui visto in traspa-


renza (piste colorate), del generatore di fruscio rilassante. I terminali con-
trassegnati con i numeri 1 • 2 • 3 trovano preciso riscontro con quelli dello
schema elettrico di figura 6, dove una linea tratteggiata verticale divide la se-
zione modulare dalle parti esterne (pila, altoparlante ed Interruttore).

E questi tre elettrodi, dato che i transistor sono denza con altrettanti piedini dell'integrato nel
tre. diventano nove e trovano precisa corrispon- modo seguente:

Transistor TR l Cl BI - El (piedini 6-.7-9)


Transistor TR2 C2 82 - E2 (piedini I 1- 10- 9)
Transistor TR3 c3 B3 - ES (piedini 13 - 14 - 15)

li1


2

Fig. 8 - Disegno in grandezza naturale del cir-


cuito stampato sul quale deve essere composto
il modulo elettronico del dispositivo generatore
di fruscio rilassante.

201
1C1
%o Fig. 9 - Al fine dl conferire un a-
spetto esteriore gradevole al ge
o CIRC. ELETTR. neratore di fruscio, è consigllabile
racchiudere tutte le parti circul-
tali in un unico contenitore, sulla
cui parte frontale compaiono gli
elementi di comando: la manopola
PILA che regola l'entità del rumore rl-
9V prodotto, l'interruttore di accen-
sione e il bocchettone per ll pre-
llevo del segnale da appllcare ad
un altoparlante o ad una cuffia.

Mentre lo schema elettrico di figura 1 interpreta che i tre transistor indipendenti di tipo NPN
il circuito interno dell'intero integrato LM389, presentano un guadagno di ben 250 volte. La
quelli riportati nelle figure 3 - 4 - 5 illustrano i loro corrente di collettore è di 25 mA max,
circuiti parziali inseriti nel componente. In parti- mentre la tensione fra collettore ed emittore
colare, quello di figura 3 rappresenta la sezione può assumere il valore massimo di 20 V.
relativa ai tre transistor indipendenti, quello di
figura 4 interpreta la sezione preamplificatrice
di bassa frequenza, mentre quello riportato in ESAME DEL GENERATORE DI RUMORE
figura 4 costituisce lo stadio amplificatore del-
l'integrato. Prima di interpretare il funzionamento del cir-
cuito del generatore di rumore riportato in fi-
gura 6, dobbiamo spiegare al lettore l'esatta di-
CARATTERISTICHE DELL'INTEGRATO stribuzione dei simboli elettrici che compongono
lo schema.
La sezione amplificatrice di bassa frequenza Contrariamente al solito, accanto ai simboli dei
dell'integrato LM389 è in grado di erogare una due transistor NPN, non sono state riportate
potenza di 0,5 W, con il 10% di distorsione. le consuete sigle TR. Queste infatti sono pre-
Inoltre essa offre un guadagno di 200 volte, senti a piè di schema (TR1 - TR2), sulla parte
una estesissima banda passante, che va da O a sinistra, assieme alla sigla IC e il tutto è rag-
250 KHz ed una impedenza di ingresso di 50.000 gruppato in una graffa, sul cui apice è ripor-
ohm. E questi dati dimostrano chiaramente che, tata l'indicazione IC 1. Dunque, con tale siste-
con un tale integrato, si possono realizzare ma grafico, abbiamo inteso presentare, nello
moltissimi progetti, nei tipi più svariati, soprat- schema di figura 6, l'integrato IC1, dentro il
tutto se si tiene conto della disponibilità di tran- quale sono presenti quelle parti che vengono
sistor NPN. Inoltre, ogni traguardo può essere sfruttate per il funzionamento del nostro dispo-
raggiunto con l'inserimento di pochi componenti sitivo, ossia i primi due transistor indipendenti
esterni, facilitando il lavoro costruttivo ed alleg- e l'amplificatore di bassa frequenza che, come
gerendo la spesa complessiva, almeno per quanto al solito, viene indicato con il simbolo del trian-
riguarda l'amplificatore di bassa frequenza. golo.
Per coloro che volessero conoscere altri dati E veniamo ora all'interpretazione del circuito
tecnici relativi all'integrato LM389, ricordiamo di figura 6, la cui uscita è rappresentata da un

202
altoparlante da 8 ohm, che può essere sosti- Per l'applicazione dell'integrato, consigliamo di
tuito da una cuffia. servirsi di un adatto zoccoletto a 18 piedini, ri-
Come si può notare, il collettore del primo cordando che il piedino 1 è quello che si trova
transistor, che fa capo al piedino 13 dell'inte- in corrispondenza del dischetto di riferimento
grato, rimane non collegato (NC), mentre si impresso sulla parte superiore del contenitore,
utilizza la sola giunzione base-emittore (piedini su una delle due estremità. Una volta realizzato
14- 15 dell'integrato) per ottenere il massimo il montaggio di figura 7, questo potrà essere in-
rumore. Il quale trova la sua ragione d'essere serito in un contenitore di qualsiasi tipo nel
anche nel fatto che tale giunzione rimane pola- modo indicato in figura 9, creando un pannello
rizzata inversamente; il piedino 14, infatti, è frontale del dispositivo, nel quale saranno pre-
collegato a massa tramite la resistenza di po- senti la manopola di regolazione dell'entità del
larizzazione R I, sui cui terminali è presente la fruscìo prodotto, la levetta dell'interruttore S1 e
tensione rappresentativa del segnale-rumore,
che viene applicato alla base del secondo tran-
sistor (piedino 7 dell'integrato).
Questo secondo transistor funge da elemento
preamplificatore del segnale-rumore. Sul suo col-
lettore è presente il trimmer potenziometrico R5,
con il quale si dosa manualmente l'entità del
fruscìo presente in uscita.
STEREO
Il segnale-rumore viene poi definitivamente am-
plificato dalla sezione amplificatrice di bassa
frequenza dell'integrato, la cui uscita è rappre-
sentata dal piedino 1. .
Il condensatore elettrolitico di accoppiamento MO NO
C9 collega l'uscita dell'integrato con l'altopar-
lante AP, che deve avere un'impedenza di 8
ohm.
Sullo schema di figura 6, all'estrema destra, è
i
presente una linea tratteggiata verticale, che se-
para la parte circuitale, che deve essere com- Fig. 10 - Gli spinotti, inseriti sul cavo proveniente
posta su una basetta di materiale isolante, in dalla cuffia, possono essere di due tipi, stereofonici
cui è realizzato il circuito stampato, dagli ele- o monofonici ed assumono l'aspetto esteriore ripor-
menti esterni, che sono: l'altoparlante, l'interrut- tato In questo disegno.
tore S1 e la pila di alimentazione a 9 V.
Per questo tipo di circuito è assolutamente vie-
tato l'uso di alimentatori da rete, perché questi
potrebbero introdurre, nella riproduzione del
fruscìo, fastidiosi ronzii e rumori vari. Del re-
sto, se si tiene conto che l'assorbimento di cor- il bocchettone d'uscita per l'innesto di uno spi-
rente dell'intero circuito di figura 6 è limitato notto che fa capo, dalla parte opposta, ad un al-
a soli 2 mA, con la tensione di 9 V e a 3 mA toparlante o ad una cuffia.
con quella di 13,5 V, si può comprendere come Coloro che vorranno riprodurre il fruscìo in cuf-
l'uso delle pile possa consentire una lunga au- fia dovranno far bene attenzione al tipo di spi-
tonomia di funzionamento. notto di cui è dotata la cufa stessa. Se questo
si presenta sotto l'aspetto dello spinotto dise-
gnato in alto di figura 10, allora si tratta di una
MONTAGGIO cuffia stereo e in questo caso i due terminali
del bocchettone, contrassegnati con le lettere A
Il montaggio del generatore di fruscio si effet- e B in figura 9, dovranno essere collegati assie-
tua secondo quanto illustrato nel piano costrut- me. Se invece lo spinotto è come quello dise-
tivo di figura 7, servendosi quindi di un cir- gnato in basso di figura 1 O, allora si tratta di
cuito stampato, il cui disegno è riportato in una cuffia monofonica e in questo caso occor-
grandezza reale in figura 8. Le dimensioni della rerà individuare sperimentalmente quale dei due
basetta di bachelite o vetronite di forma rettan- contatti A o B è quello da utilizzare, ricordando
golare, sulla quale si compone il circuito stam- che nessun danno può subire il circuito del
pato, sono le seguenti: 8 cmx 4 cm. dispositivo durante queste semplici prove.

203
Controllate
elettronicamente
lo stato di relax
del vostro organismo.

Munitevi di un monitor
rivelatore degli
stati climatici.

RIPOSO
CONTROLLATO
Le applicazioni pratiche, cui può essere desti- natura. Ma anche l'umidità dell'aria, della terra
nato il dispositivo presentato in queste pagine, contenuta nei vasi e nelle serre, dei suoi effetti
sono veramente molteplici. E si estendono dal nel mondo animale e vegetale potranno essere
controllo elettronico delle condizioni più o meno avvertiti con questo apparato che, in una certa
rilassate dell'organismo umano, a quello degli misura, può fungere pure da primordiale mac-
stati emozionali di piante e fiori, quando su di china della verità.
questi agisce, nel bene o nel male, l'uomo o la Visto sotto l'aspetto elettronico, il progetto che

Attraverso le variazioni di suono emesse da una capsula mi-


crofonica, tutti possono controllare, con questo originale oscil-
latore di bassa frequenza, se il proprio relax è sufficiente a far
scomparire ogni stato fisiologico emozionale. Tuttavia, se que-
sto è l'indirizzo primario del dispositivo, molteplici e diverse
sono le applicazioni pratiche cui esso si presta.

204
Divertitevi
con questa semplicissima
ma sufficientemente valida
macchina della verità.

stiamo per analizzare, deve catalogarsi come un di ricarica del condensatore C2 è determinata
rilevatore resistivo o, meglio, un sensore acu- univocamente dal valore della resistenza R7,
stico, che consente di ascoltare le variazioni di oltre che dal suo stesso valore, non altrettanto
resistenza fra due punti del nostro corpo, di accade per il condensatore CI, nel quale la cor-
un arbusto, di una manciata di terra o dell'atmo- rente di carica e scarica rimane influenzata sia
sfera. E da queste variazioni ci è concesso trarre dal valore della resistenza R che dalla maggiore
alcune conclusioni veritiere che avremo modo di o minore conduzione del transistor TR 1.
citare più avanti. In sostanza, dunque, il transistor TR 1 si com-
porta da elemento di controllo della frequenza
generata dall'oscillatore astabile.
UN CIRCUITO OSCILLATORE

Essendo in realtà un oscillatore, la cui frequenza POLARIZZAZIONE DI TR1


viene regolata da una tensione elettrica, questo
apparato può essere definito come VCO, ossia
11 comportamento del transistor TR 1 dipende, a
come Voltage Controlled Oscillator. E poiché la
sua volta, dalla polarizzazione di base, il cui va-
tensione di controllo dipende dalla resistenza ap-
lore è stabilito dalla posizione del cursore del po-
plicata tra due punti del circuito, si capisce
come il dispositivo sia in grado di segnalare acu- tenziometro R2 e, soprattutto, dal valore della
resistenza esterna applicata fra i punti 1-2 del
sticamente il valore della resistenza stessa, anzi,
delle sue variazioni. Perché, come è risaputo, l'o- circuito di figura 1, ossia sulla presa d'entrata.
recchio umano riesce ad apprezzare variazioni di Abbiamo detto che la resistenza variabile R2 è
frequenza anche di pochi hertz, senza ovvia- stabilita da un potenziometro, ma questa, co-
mente stabilire il valore di questa. Ma vediamo me avviene nel prototipo realizzato nei nostri la-
subito il comportamento preciso del circuito ri- boratori, può essere più semplicemente rappre-
portato in figura 1, che è stato realizzato con tre sentata da un comune trimmer dotato di perno
soli transistor, di cui due di tipo NPN ed uno di regolazione. In ogni caso, volendo servirsi di
di tipo PNP. un potenziometro, questo dovrà essere di tipo a
I due transistor di tipo NPN, ossia i transistor variazione lineare.
TR2 - TR3, formano un circuito oscillatore a- Il controllo della frequenza generata dall'oscil-
stabile che genera, su ciascuno dei collettori, un latore astabile, anziché essere effettuato con la
segnale ad onda quadra, la cui frequenza è de- resistenza esterna al circuito, potrebbe essere
terminata dai valori resistivo-capacitivi ad esso ugualmente ottenuto per mezzo di una tensione
associati. Tuttavia, mentre la costante di tempo continua applicata tra i punti 1-2 del circuito.

205
-1
R.2 L
5

R6 R7 R8

c2 Il Il e1 I
e Il
I

, TR1 Il
~
TR2 ~
'ITRJ
u, I
1o»
@ 9Jc

PRESA
ELE TIR
I
R5

E3Ed l

_ _,

Flg. 1 - Circuito elettrico dell'oscillatore di bassa frequenza in grado dl fun-


zionare da monitor delle variazioni di resistenza che si manifestano, In sede
di applicazioni pratiche, sul terminali d'entrata. Il trasduttore acustico è co-
stituito da una capsula microfonica. Le linee tratteggiate racchiudono la parte
che deve essere composta su circuito stampato.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R6 = 10.000 ohm
C1 == 4.700 pF R7 = 33.000 ohm
C2 = 4.700 pF R8 10.000 ohm
C3 = 50.000 pF
Varie
Resistori TR1 == BC177
R1 = 10.000 ohm TR2 = BC107
R2 = 5 megaohm (trlmmer) TR3 = BC107
R3 = 3.300 ohm TRASD.= microfono piezoelettrico
R4 = 2.200 ohm S1 = interrutt.
R5 = 2.200 ohm ALIM. = 9 Vcc

Si disporrebbe in tal modo di oscillazioni con- inserita fra i punti 1-2. E ciò è molto impor-
trollate tramite una tensione anziché per mezzo tante in fase di applicazione pratica del di-
di una resistenza. spositivo, perché è proprio applicando una re-
La resistenza R 1, collegata in serie fra l'entrata e sistenza sulla presa elettrica d'entrata del cir-
la base del transistor TR1, è stata inserita a cuito che si effettuano prove e controlli con
scopo protettivo, per evitare che un eventuale questo originale dispositivo.
cortocircuito fra i punti 1-2 possa danneggiare
il transistor stesso.
L'analisi del circuito elettrico di figura 1 si può IL TRASDUTTORE
ora ritenere conclusa, affermando ancora una
volta che la frequenza dell'oscillatore astabile Il segnale audio, generato dal circuito, viene
rimane controllata dal valore della resistenza applicato, tramite il condensatore C3, ad un tra-

206
a SI

.._
o TRASD.
o
r.....
.....
u
l
u
- ALIM.

Fig. 2 - Piano costruttivo, su circuito stampato, dell'oscillatore di bassa fre-.


quenza. Il trimmer R2 regola la frequenza del ronzìo udiblle attraverso il
microfono utilizzato In veste di altoparlante. L'alimentazione è ottenuta con
una pila da 9 V. Le piste del circuito, riportate In colore, debbono Intendersi
viste in trasparenza.

sduttore che rende udibile la nota prodotta. E perfettamente udibile. Tuttavia, coloro che vo-
nel nostro caso il trasduttore è rappresentato da lessero aumentare il livello del ronzìo, perché
un microfono piezoelettrico in veste di altopar- è questo il tipo di segnale che si ascolta attra-
lante. verso il microfono, potranno collegare l'uscita
Si è fatto ricorso ad un microfono, anziché ad con un piccolo amplificatore di bassa frequenza
un altoparlante, per poter inserire, in uscita, un e far uscire i segnali attraverso un altoparlante.
trasduttore ad alta impedenza, che evita di ca-
ricare il transistor TR3 e non falsa, quindi, la
frequenza di oscillazione. REALIZZAZIONE
Il suono emesso dal microfono o, più precisa-
mente, dalla capsula piezoelettrica, è leggero, ma Il progetto riportato in figura 1 è facilmente rea-

Fig. 3 • Disegno in grandezza reale del circui-


to stampato su cui dovrà essere composta la
sezione elettronica dell'oscillatore di bassa fre-
quenza.

207
SCATOLA IN PLASTICA

PILA 9V

CIRC. ELETTR.

Fig. 4 - Il dispositivo, una


volta realizzata la parte e-
lettronica, dovrà essere com-
pletato inserendo tutti gli e-
lementi In un contenitore di
materiale Isolante o di me•
tallo, sulla cui parte ante-
riore verrà composto Il pan-
REGOL. nello di comando .

CAVO SCHERM.

ELETTRODI

Fig. 5 - Il pannello frontale del dispositivo contiene quattro elementi: l'Inter-


ruttore, la capsula microfonica, la manopola graduata innestata sul perno del
trimmer regolatore della frequenza audio e la presa d'entrata. Nella parte
più bassa del disegno è riportata la sonda che consente il controllo del
relax. I due anellini di rame o di ottone (elettrodi) debbono essere infilati
sulle dita delle mani.

208
lizzabile. E qualsiasi soluzione circuitale può
ritenersi valida. Tuttavia, l'impiego del circuito
stampato è da preferirsi al sistema del montag-
gio cablato, perché consente di comporre un di-
spositivo assai compatto, di grande affidabilità,
senza possibilità di errori.
Sulla basetta del circuito stampato, il cui dise-
gno in grandezza reale è riportato in figura 3, il
progetto deve essere realizzato secondo il piano
costruttivo di figura 2, nel quale le piste di rame
debbono intendersi viste in trasparenza, cioè
dalla parte opposta a quella in cui vengono ap
plicati i componenti.
Una volta realizzato il montaggio sulla basetta
del circuito stampato, questa potrà essere in-
serita, come indicato in figura 4, in un conte- @
nitore di plastica o metallico, unitamente alla
pila da 9 V, che è da considerarsi una fonte
Fig. 6 - Sonda per analizzare le variazioni degli stati
di energia più che sufficiente per alimentare di umidità dell'atmosfera. E' composta da due pia-
l'intero circuito di figura 2, tenendo conto che strine di rame o di ottone (1), da qualche strato di
l'assorbimento di corrente si aggira intorno ai carta assorbente imbevuta di acqua salata (2) e
2± 4 mA. dal conduttori elettrlc'I (3).

PANNELLO FRONTALE

Sulla parte anteriore del contenitore, come chia-


ramente indicato nelle figure 4 e 5, si compone rato, verrà innestato lo spinotto, collegato con il
un vero e proprio pannello frontale del dispo- cavo proveniente dai diversi tipi di elettrodi.
sitivo, in cui sono presenti: l'interruttore ac-
ceso-spento S 1, la capsula microfonica (trasdut-
tore), la manopola inserita sul perno del trim- PROVA RELAX
mer di regolazione della frequenza del suono e-
messo e la presa d'entrata sulla quale, a seconda Se il dispositivo deve servire per il controllo
degli usi che si vorranno fare di questo appa- dello stato di rilassamento dell'organismo urna-

ISOLATORI

\
<l i
2
PUNTE
#\
CAVO

SCHERMATO

Flg. 7 - Sonda per analizzare le variazioni degli stati di umidità del ter-
reno. I due Isolatori debbono essere di bachelite o plexlglass, ma non di legno.

209
poltrona, si avvertirà un suono sempre più gra-
ve che cesserà del tutto quando il rilassamento
del corpo sarà totale. Se ciò non accadrà, si
dovrà arguire che lo stato d'ansia non si sarà
ancora esaurito.
Ovviamente, come indicato in figura 5, ognuno
potrà stabilire su quale valore della scala com-
posta sulla manopola del trimmer inizia lo stato
di rilassamento fisico.
Le indicazioni ottenute con questo metodo non
possono essere rigorosamente precise, perché
molto dipende dalla sistemazione degli elettrodi
sulle dita delle mani. Una cosa è comunque
certa: quando la frequenza diminuisce, inizia
lo stato di rilassamento, altrimenti permane un'e-
vidente eccitazione nervosa.
Questa stessa applicazione del dispositivo può
servire per controllare se una persona afferma
il vero o il falso. A chi è sdraiato sulla poltrona,
infatti, possono essere applicati gli elettrodi e
formulate delle domande. Se le risposte saranno
veritiere, nessun cambiamento di frequenza del
suono emesso dal microfono sarà avvertito. Al
contrario, in corrispondenza di risposte menda-
ci, si riconoscerà una precisa alterazione della
flg. 8 . Per condurre uno studio sugli stati emo- nota acustica.
zlonali delle piante, si debbono infilare due spilli In
due punti poco distanti fra loro ( 1) . I conduttori e-
lettrici (2) appartengono al cavo che ragglunge
l'entrata dell'oscillatore di bassa frequenza, Il quale RIVELATORE DI UMIDITA'
rlleva le variazioni resistive della pianta In rela-
zlone agli stimoli esterni. Due tipi di umidità potranno essere tenuti sotto
controllo con questo dispositivo: quello atmo-
sferico e quello del terreno.
Per controllare lo stato di umidità dell'aria, si
no, allora gli elettrodi saranno rappresentati da dovrà comporre la sonda riprodotta in figura 6,
due anelli, di rame o di ottone, di diametro pari la quale è formata da due piastrine di rame o
a quello delle dita delle due mani dell'operatore, di ottone, di forma quadrata e delle dimensioni
come indicato in basso di figura 5. di 20 mm x 20 mm, fra cui è interposto qualche
Per questo tipo di prova ci si deve avvicinare strato di carta assorbente imbevuta di acqua sa-
con l'apparecchio ad una poltrona. Poi, senza lata. Sulle due facce esterne delle due piastrine
sedersi, si infilano due dita nei due anellini (un quadrate, di materiale buon conduttore di elet-
dito della mano destra e un dito della mano si- tricità, sono saldati a stagno, i terminali di due
nistra e non due dita nella stessa mano) e si ac- conduttori, che debbono poi essere connessi con
cende l'apparecchio agendo sull'interruttore S 1. lo spinotto destinato ad essere inserito sulla
Quindi si regola il trimmer R2 in modo da a- presa d'entrata del dispositivo.
scoltare, attraverso la capsula microfonica, un In fase di controllo dello stato di umidità della
leggero ronzìo; ci si accorgerà che la nota varierà atmosfera, questa particolare sonda verrà espo-
col mutare di posizione della manopola inse- sta in luogo aperto, in modo che la sua resi-
rita sul perno del trimmer. Il quale, una volta stenza possa variare con le variazioni dello stato
bloccato in una precisa posizione, che deve as- dell'aria. Per esempio, quando essa rimarrà espo-
sumere valore individuale, non dovrà più es- sta al sole, l'acqua salata, assorbita dagli strati di
sere rimosso prima di sdraiarsi sulla poltrona. carta assorbente, si asciugherà e la resistenza fra
La conducibilità della pelle è legata alla sudora- le due piastrine aumenterà. Quando invece farà
zione che, a sua volta, dipende dallo stato brutto tempo, la resistenza fra le due piastrine
ansioso del soggetto. Pertanto, finché si rimane diminuirà. E queste variazioni verranno rivelate
in piedi, attraverso il trasduttore si ascolterà dal nostro monitor attraverso un cambiamento
una nota acuta, poi, dopo essersi sdraiati sulla della frequenza del ronzio emesso dalla capsula

210
microfonica. EMOTIVITA' DELLE PIANTE
Per rilevare i cambiamenti degli stati di umi-
dità del terreno, basta costruire un altro tipo Con il nostro progetto di monitor delle varia-
di sonda, perché il comportamento del monitor zioni resistive, è possibile pure condurre qualche
rimane sempre lo stesso. In figura 7 è riportato studio sugli stati emozionali delle piante. Per
questo diverso tipo di sonda, composto da due esempio, sarà possibile controllare come rea-
punte metalliche e da due isolatori. Le due pun- gisce una pianta quando questa viene spostata
te possono essere rappresentate da due aghi da dall'ombra al sole, oppure quando viene annaf-
calza e i due isolatori possono essere in bachelite fiata. E si potranno ancora ascoltare le reazioni
o in plexiglass, ma non di legno. La distanza di un alberello quando in esso si brucia una
tra le due punte metalliche sarà di 2 o 3 cm. In foglia o si distrugge una gemma.
sede di applicazione della sonda, questa dovrà Ovviamente, non tutto il mondo vegetale si ri-
essere infilzata ed affondata nel terreno che si vela sensibile agli stimoli esterni, ma una buona
vuol tenere sotto controllo, mentre il cavo scher- parte di questo, in misura più o meno marcata,
mato dovrà raggiungere lo spinotto da innestare certamente sì. E per riscontrare queste verità,
sulla presa d'entrata del circuito oscillatore. si deve operare nel modo indicato in figura 8,
È ovvio che questo tipo di controllo potrà inte- Ossia, si dovranno conficcare, fra due punti vi-
ressare i floricoltori e coloro che intendono con- cini di una stessa pianta, due spilli, collegati a
servare in maniera corretta le piante d'apparta- loro volta al cavo schermato che deve raggiun-
mento. gere l'entrata del circuito oscillatore.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


1

L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-


le della redazione e del collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e Informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per I nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zlonare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica- La
tensione e la corrente- La potenza - Le unità
di misura- I condensatori - I resistori - I diodi
L. 6.500 - I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi del prln-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente Illustrate tln dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

211
Servitevi del termostato
per le vostre serre,
per gli acquari,
per le incubatrici.

Conservate
a temperatura costante
i liquidi contenuti in piccoli
e grandi recipienti.

TERMOSTATO
ELETTRONICO
La funzione di ogni termostato è quella di ri- applicazione si addice il nostro termostato, la cui
velare il raggiungimento di un certo valore di uscita è rappresentata da un relé, con il quale
temperatura, in modo da controllare automati- è possibile pilotare la fonte di calore. Per esem-
camente il comportamento della sorgente ter- pio, con il dispositivo descritto in questo ar-
mica. ticolo, si potranno conservare a temperatura
Talvolta i termostati vengono utilizzati soltanto costante i recipienti contenenti bevande (tè, caffè,
per definire certe soglie di allarme, mentre as- bibite, ecc.), oppure i bagni fotografici nelle
sai spesso sono usati per mantenere costante camere oscure o, ancora, il liquido con cui si
la temperatura d'ambiente. E a quest'ultima realizzano i circuiti stampati, tenendo conto

Molti problemi di natura pratica possono essere risolti, nel set-


tore del controllo della temperatura, realizzando questo sem-
plice progetto che, in sostanza, è un rivelatore di variazioni
termiche e che fa uso di una sonda che si identifica in una
comune resistenza a coefficiente di temperatura negativo.

212
Tenete sotto controllo le più diverse sorgenti di calore.

Controllate la temperatura
dei bagni fotografici in camera oscura.

che la temperatura di questo liquido deve ag- valori di temperatura ora citati coincidessero, si
girarsi intorno ai 40 +: 50°C. L'apparato inol- verificherebbe un continuo intervento del relé
tre potrà controllare la temperatura interna delle che, al di là del logorlo subìto dalle sue parti
piccole serre, quella dell'acqua nelle piscine o mobili, creerebbe un fastidioso rumore e non
negli acquari oppure quella dell'aria negli alle- consentirebbe di fatto il controllo della sorgente
vamenti animali, nelle incubatrici e in moltis- termica. Si pensi, ad esempio, al caso tipico
sime al tre circostanze. di un impianto di regolazione della temperatura
di un ambiente in cui il relé controlla il funzio-
namento di un bruciatore!
DUE REGOLAZIONI Pertanto, se non si fissassero, soprattutto come
in quest'ultimo caso, dei precisi valori di iste-
Le regolazioni possibili con il nostro apparato resi, si verificherebbero degli interventi troppo
sono due: la prima consente la determinazione ravvicinati del relé, tali da mandare in « blocco »
della temperatura di intervento, la seconda per- il sistema di riscaldamento.
mette il controllo dell'isteresi, ovvero la regola-
zione della differenza tra il valore della tempe-
ratura di scatto e quella di disinserimento del relé ELEMENTI SENSORI
ossia, conseguentemente della sorgente termica.
La necessità di questa seconda regolazione sca- Alla base del funzionamento di ogni termostato
turisce dal fatto che, nel caso incui i due vi è un elemento sensibile alle variazioni della

Fig. 1 - Schema di valore esclu-


sivamente teorico con il quale
si agevola l'Interpretazione del o
0,7v
funzionamento del progetto de-
finitivo del termostato elettro- e 7
nico. ll trimmer R5 consente di
raggiungere Il bllanclamento del
R6
ponte, che si verifica quando la
differenza di potenziale, misura-
ta fra I punti A e B, assume Il
valore zero.

213
1r----------------
~ -- - -- ---- -- ------------,

h. • + , 4k« · [
I


RI I I

#
I
I
I
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R2
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R6

5
±
03

] 1?ve
I
I
I
L-----------------------fÌ1--------------J

Fig. 2 - Progetto completo del termostato elettronico. Le llnee tratteggiate


racchiudono la parte circuitale che deve essere composta su circuito stampato.
Il trimmer R5 consente di effettuare la taratura del ponte, che viene rag-
giunta quando la differenza di potenziale fra i piedini 2 e 3 dell'integrato IC1
è pari a O V, se R1 (termistore) ha il valore di 47.000 ohm alla temperatura di
2s•c e se la tensione di alimentazione è di 12 + 12 V. Ma che, diversamente,
si otterrà con un po' di pratica. Con il trimmer R7 si regolano gli intervalli di
intervento del relé, che non debbono apparire troppo ravvtclnati.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R6 = 2,2 megaohm
C1 =
50 µF - 12 VI (elettrolltlco) R7 = 4,7 megaohm (trlmmer)
C2 == 100.000 pF R8 = 33.000 ohm
C3 =
100.000 pF
Varie
Resistenze IC1 = A741
R1 =
47.000 ohm (N.T.C.) TR1 = 2N1711
R2 1.000 ohm D1 = 1N4004
=
a

R3 =
47.000 ohm D2
=
1N4004
R4 =
220 ohm D3 1N4004
R5 =
2.200 ohm (trlmmer) RL == relé (12 V)

temperatura. Il quale può essere costituito da Nel settore industriale, dove sono richiesti ter-
una semplice lamina bimetallica, come avviene mostati di notevole precisione e di grande affi-
in molti tipi di termostati elettromeccanici, op- dabilità, si fa largo uso delle termocoppie, chia-
pure da sensori assai più sofisticati, a seconda mate pure termoresistenze, che presentano tut-
delle pratiche applicazioni. tavia lo svantaggio di richiedere un circuito di

214
•v

Fig. 3 - Piano costruttivo della sezione elettronica, realizzato su circuito


stampato di forma rettangolare, le cui piste colorate debbono intendersi viste
in trasparenza, ossia dalla parte opposta a quella In cui sono presenti I com-
ponenti. La numerazione, riportata lungo I lati minori del rettangolo, trova
precisa corrispondenza con la stessa numerazione citata nel progetto orlglnale
di figura 2. L'alimentazione può essere indifferentemente derivata da un In-
sieme di pile oppure da apposito alimentatore stabilizzato.

O D
e
4

Fig. 4 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato sul quale si deve
comporre la sezione elettronica del termostato elettronico descritto nel testo.
DI
!Cl
m spyp, ] + @v
C3 M es
+
SI CI
24V

ov
24V +
C2

C6
l [ I T• 4 l
p T » l
RETE D2
Tl
IC2
Fig. 5 - Esempio di alimentatore a 12 V + 12 V, adatto per l'accoppiamento
con il circuito del termostato elettronico descritto nel testo. I due regolatorl
di tensione IC1 - IC2 sono di tipo moderno e a tte piedini.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Varie
C1 = 2.200 pF - 36 VI (elettrolltlco) IC1 = 7812
c2 = 2.200 pF - 36 VI (elettrolitico) IC2 = 7912
c3 =
100.000 pF D1 = 1N4004
C4 =
100.000 pF D2 = 1N4004,
C5 = 100.000 pF T = trast. (220 V - 24 + 24 V - 0,5 A)
C6 = 100.000 pF s1 = lnterrutt.

preamplificazione alquanto complesso e costo- componenti costituiti da una miscela di ossidi


so, ma che si rivelano comunque insostituibili metallici, trattati chimicamente in modo da pre-
quando si debbono valutare valori di tempera- sentare proprietà semiconduttrici, i quali ven-
tura molto elevati, per esempio al di sopra dei gono pressati insieme ad un collante plastico e
200%C. sinterizzati ad alta temperatura.
Nel settore commerciale si utilizzano altri tipi Queste resistenze presentano la caratteristica di
di sensori, che possono andare dal semplice dio- variare fortemente il loro valore resistivo in
do a semiconduttore fino al circuito integrato funzione della temperatura. Ma, al contrario
con circuito amplificatore incorporato. Per la delle resistenze a filo e delle tennoresistenze,
nostra pratica applicazione, la scelta del sensore posseggono un coefficiente di temperatura ne-
di temperatura è stata fatta fra le resistenze gativo. Ossia diminuiscono il loro valore re-
NTC, comunemente chiamate « termistori ». I sistivo all'aumentare della temperatura. E da tale
quali sono dotati di una elevata sensibilità e proprietà deriva la sigla NTC (Negative - Tem-
caratterizzati da un basso prezzo di costo e da perature - Coefficient) attribuita al componente.
una buona reperibilità commerciale. Ai fini dell'impiego delle resistenze NTC, è ne-
cessario conoscere la gamma di variazione della
LE RESISTENZE NTC resistenza al variare della temperatura, ricor-
dando che la dipendenza tra questi due parame-
Le resistenze NTC, cioè i termistori. sono dei tri è logaritmica.

216
Per le loro caratteristiche elettriche, le resi-
stenze NTC vengono utilizzate in numerose ap-
plicazioni: misura e regolazione della tempe-
ratura, misura del flusso di gas e liquidi, com-
pensazione del coefficiente di temperatura di bo-
bine e avvolgimenti, temporizzazione di relé,
IL PACCO
compensazione di circuiti transistorizzati.
DELL 'HOBBYSTA
SCHEMA DI PRINCIPIO Per tutti coloro che si sono resi conto
dell'inesauribile fonte di progetti con-
tenuti nei fascicoli arretrati di Elettro-
Il sensore NTC viene utilizzato nel nostro pro-
nica Pratica, abbiamo preparato que-
getto in un collegamento di tipo a ponte. come
sta Interessante raccolta di pubblica-
indicato nello schema di figura 1.
zioni.
Il ponte, composto da quattro bracci resistivi,
viene alimentato da una tensione stabilizzata e
rimane bilanciato quando si verifica la nota con- Le nove copie della rivista sono state
dizione: scelte fra quelle, ancora disponibili,
ma in rapido esaurimento, in cui sono
R 1 x (R4 + R5) = R2 x R3 apparsi gli argomenti di maggior suc-
cesso della nostra produzione edito-
riale.
Il bilanciamento del ponte si realizza agendo
sulla resistenza variabile R5, in modo che, tra i
punti A e B, la tensione sia pari a 0 V.
Quando, a causa di una variazione di tempe-
ratura, il termistore R 1 (resistenza NTC) dimi-
nuisce la propria resistenza, il punto A diviene
positivo rispetto al punto B. Viceversa, quando
il valore resistivo di R 1 aumenta, è il punto B
che diviene positivo rispetto al punto A. Queste
variazioni di tensione vengono amplificate in
misura notevolissima dal circuito integrato colle-
gato sulla diagonale del ponte. E l'integrato è un
amplificatore operazionale. All'integrato, fra l'u-
scita e il piedino 3, è applicata la rete di rea-
zione composta dalla resistenza fissa R6 e da
quella variabile R7. Questa rete di reazione
positiva consente di ottenere un sensibilissimo
trigger di Schmitt nel quale, variando la resi-
stenza di reazione R7, varia l'isteresi tra la
tensione di commutazione positiva e quella ne-
gativa. In pratica, dunque, manovrando oppor- L. 7.500
tunamente la resistenza variabile R7, che è un
trimmer, si evitano gli interventi troppo ravvi- Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
cinati del relé. ciale della nostra Editrice, a tutti i
nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
teresse del dilettante, che fa rispar-
ESAME DEL PROGETTO miare denaro e conduce alla realizza-
zione di apparecchiature elettroniche
Il progetto definitivo del termostato elettronico di notevole originalità ed uso corrente.
è una diretta derivazione dello schema di prin-
cipio riportato in figura I e che ora abbiamo
analizzato.
Anche nel progetto di figura 2, la tensione di
eccitazione del ponte è dello stesso valore di
0,7 V. Che si ottiene sfruttando la conduzione
del diodo al silicio D t.

217
TERMISTORE
Flg. 6 • Esistono in commercio diversi tipi di
/_ruerro_or_vero termistori. Quello a forma di pasticca, riprodotto
=a.e.oH-_ in A, è il più comune ed economico fra tutti.
Quello riportato in B è di tipo " corazzato ,. e
costituisce una vera e propria sonda, perché
A B il termistore rimane racchiuso ermeticamente
In un tubetto di vetro. Ovviamente, questo se-
condo tipo è più costoso del primo e di non
facile reperibilità commerciale.

Allo scopo di ottenere la massima sensibilità, la Coloro che vorranno alimentare il termostato con
resistenza R3 dovrà essere selezionata in un va- le pile dovranno far uso di sei pile piatte, da
lore quasi pari a quello della resistenza NTC 4,5 V ciascuna, collegate in serie tra di loro. Fra
utilizzata. Tuttavia, volendo aumentare ulterior- i morsetti liberi di questo collegamento si do-
mente la sensibilità, si potranno utilizzare due o vranno misurare 27 V (13,5 + 13,5). Pertanto
tre diodi al silicio, collegati in serie tra di loro, lo zero centrale sarà derivato dal punto di in-
in sostituzione del solo diodo D1, allo scopo di contro del primo gruppo di tre pile con l'altro
elevare il valore della tensione di alimentazione gruppo di tre pile ossia, in pratica, dal punto
del ponte. in cui si misura una differenza di potenziale di
L'uscita dell'amplificatore operazionale I Cl, che 13,5 V con le due estremità libere dell'insieme
è di tipo µA741, pilota, attraverso la resistenza di pile.
R8, la conduzione del transistor TRl che, a sua In sostituzione delle pile si potrà far uso di un
volta, controlla l'eccitazione del relé RL sui cui alimentatore stabilizzato, che molti lettori forse
contatti utili deve essere collegato il carico. già posseggono e che altri potranno facilmente
Il diodo al silicio D3, collegato fra base ed e- realizzare servendosi dello schema di figura 5,
mittore del transistor TRl, impedisce con la sua nel quale si fa uso di due regolatori di tensione
presenza che la tensione di base di TR 1 divenga (IC1 - 1C2) di tipo moderno a tre terminali.
eccessivamente negativa quando diviene nega-
tiva la tensione d'uscita dell'integrato operazio-
nale. Con l'uso del' diodo D3, la tensione ne- COSTRUZIONE DEL TERMOSTATO
gativa viene limitata al valore di soli 0,7 V in
modo da salvaguardare il transistor TRl. Per la realizzazione del termostato è necessario
Concludiamo la descrizione del progetto del ter- servirsi di un circuito stampato, di cui riportia-
mostato, riportato in figura 2, ricordando che le mo il disegno in grandezza naturale in figura 4.
linee tratteggiate racchiudono la parte circuitale Il circuito elettronico va composto sulla basetta
del dispositivo che deve essere composta intera- dello stampato tenendo sott'occhio lo schema di
mente su circuito stampato. figura 3, dal quale si deduce l'esatta posizione
del condensatore elettrolitico e dei terminali dei
semiconduttori.
ALIMENTAZIONE Allo scopo di facilitare eventuali operazioni di
sostituzione dell'integrato I Cl, con altri modelli
L'alimentazione del circuito del termostato elet- ritenuti più idonei, consigliamo di montare tale
tronico è di tipo duale, ossia positiva e nega- componente servendosi di un apposito zoccoletto,
tiva rispetto a massa, considerata al valore di anche se questo non è stato disegnato nello sche-
tensione di O V. Nello schema elettrico di figura ma costruttivo di figura 3.
2 ciò è indicato con + 12 Vcc e -12 Vcc. Facciamo notare che tra i due schemi, quello
La tensione di alimentazione potrà essere deri- teorico di figura 2 e quello costruttivo di figura
vata sia dalle pile come da un semplice alimen- 3, esiste una precisa corrispondenza di nume-
tatore da rete-luce. Quel che importa è che i va- razione dei terminali utili, quelli di alimenta-
lori delle tensioni di alimentazione rimangano en- zione, quelli per il collegamento del sensore (ter-
tro i limiti di ± 9 V e ± 15 V. mistore) e quelli di utilizzazione del relé RL.

218
COSTRUZIONE DEL SENSORE

La realizzazione dell'elemento sensore di tempe-


ratura, cioè la sonda, dovrà essere effettuata con-
formemente al tipo di applicazione pratica del
termostato.
Di solito, in commercio, le resistenze NTC, ossia
i termistori, vengono venduti sotto forma di pa-
sticche, come indicato in A di figura 6. Ed è
questa la versione più popolare e più economica
attualmente reperibile in commercio. Tuttavia,
data la mancanza di un involucro protettivo,
questi tipi di termistori non possono essere in-
trodotti direttamente negli elementi liquidi, men-
tre possono servire ottimamente per il controllo
delle temperature di sostanze gassose e solide.
Per l'immersione nei corpi liquidi, esistono in
commercio delle sonde come quella riprodotta
in B di figura 6, nelle quali il termistore è con-
tenuto in un tubetto di vetro a chiusura stagna
e dal quale fuoriescono due soli conduttori, col-
legati con gli elettrodi del componente. Ma que-
sti tipi di sonde sono assai più costosi e di non
facile reperibilità commerciale.
Tuttavia, quei lettori che avessero problemi di Fig. 7 • Per realizzare una sonda adatta ad essere
immersa negli elementi liquidi, il lettore potrà com-
controllo delle temperatura di sostanze liquide, porre il dispositivo qui illustrato, nel quale il termi-
potranno facilmente realizzare la versione ri- store viene introdotto in un tubetto di vetro, che deve
portata in B di figura 6, costruendo il disposi- essere poi richiuso con sostanze Impermeabili e
tivo riportato in figura 7. In cui la resistenza in grado di favorire il processo di conduzione termi-
ca, come ad esempio il grasso di silicone.
NTC è introdotta in un tubetto di vetro, che
deve essere riempito di ceralacca, paraffina o
grasso al silicone, in grado di favorire la con-
duzione termica e, allo stesso tempo, di isolare
il termistore. mento del ponte si ottiene intervenendo sul trim-
Come abbiamo detto, il valore della resistenza mer R5 ed eventualmente variando il valore
NTC, che nell'elenco componenti è stato indi- della resistenza R3. Quest'ultima osservazione è
cato nella misura di 4 7.000 ohm, non è molto stata riportata a favore di coloro che si tro-
importante ai fini del funzionamento del termo- vassero già in possesso di una resistenza NTC di
stato elettronico. Ciò che importa è che il valore valore diverso da quello da noi prescritto e vO-
di R 1 non sia inferiore ai 1.000 ohm e nemmeno lessero ugualmente utilizzarla senza ricorrere
superiore ai 100.000 ohm. Perché il bilancia- all'acquisto di una nuova.

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA
219
LE PAGINE DEL
CB
27

SUPERMICROFONO
li microfono è un dispositivo che serve a tra- voro, non lo è sempre anche per un altro. Nel
sformare le onde sonore in correnti elettriche settore delle radiotrasmissioni CB ed amatoriali,
e che viene utilizzato per la trasmissione te- ad esempio, il microfono, più che assicurare una
lefonica della voce, per le trasmissioni radio- riproduzione ad alta fedeltà, deve essere in
foniche, per le registrazioni sonore, per l'inci- condizioni di garantire la massima comprensi-
sione di dischi fonografici, ecc. Ma il tipo di bilità del parlato e la maggiore penetrazione
microfono che bene si adatta per un certo la- del segnale. In altre parole, in questi partico-

L'alta fedeltà non è un requisito richiesto dagli appassionati di


ricetrasmissioni in banda cittadina, che invece si sforzano di
perseguire la maggior comprensibilità del parlato e la massima
penetrazione del segnale. Ad essi offriamo, con la presenta-
zione di questo progetto di supermicrofono, l'opportunità di
migliorare la qualità dei collegamenti via radio.

220
lari campi della radiofonia, è assolutamente su- niente dal microfono viene effettuato all'interno
perfluo trasmettere segnali ad alta fedeltà, per- dell'apparato, tramite circuiti più o meno sofi-
ché questi comporterebbero soltanto una sot- sticati. Ma ciò non si verifica nella maggior parte
trazione di potenza reale al segnale utile, a tutto delle apparecchiature commerciali, in cui, tal-
scapito della penetrabilità. Infatti, durante un volta, l'assenza di tali accorgimenti viene ele-
collegamente radio, è preferibile filtrare le fre- vata, da una pubblicità alquanto discutibile, al
quenze al di sopra dei 3.000 Hz e al di sotto rango di virtuosismo, per identificarla con una
dei 300 Hz, per evitare di trasmettere delle ar- inesistente possibilità di trasmissioni radiofoni-
moniche vocali le quali, pur essendo le dirette che ad alta fedeltà. Mentre con simili trasmetti-
responsabili della caratterizzazione timbrica tori, se si vuole inviare un buon segnale il più
della voce umana, non offrono alcun contributo lontano possibile, si deve intervenire con un
positivo alla comprensibilità dell'espressione vo- trattamento esterno sul segnale stesso, prima che
cale. Trasmettendo, dunque, una sola porzione questo giunga al trasmettitore.
di frequenze, si ottiene certamente una voce al- Allo stato attuale, il progresso dell'elettronica ap-
quanto anonima, ma sicuramente mol'to com- plicata consentirebbe la realizzazione di ottimi
prensibile, soprattutto perché tutta la potenza ed efficacissimi filtri attivi, in grado di delimi-
disponibile viene concentrata sul segnale utile, tare, con sufficiente precisione, la gamma utile
mentre si evita di sprecare energia radioelettrica per le trasmissioni vocali. Ma tali filtri, proprio
per una effimera riproduzione audio ad alta per la loro complessità circuitale, non potreb-
fedeltà. bero essere realizzati dalla maggior parte dei
nostri lettori. Ecco perché abbiamo pensato di
ricorrere ad un comunissimo tipo di micro-
fono, dotato naturalmente di una risposta limi-
UTILITA' DELL'ALTOPARLANTE
tata in frequenza e quindi in grado di sempli-
ficare, il più possibile, quel trattamento elettro-
In molti modelli di trasmettitori professionali e nico esterno di cui si è parlato in precedenza. E
semiprofessionali, il filtraggio del segnale prove- questo microfono altro non è che ... l'altoparlante!

Libera le mani dell'operatore durante i collegamenti radio.

Consente di raggiungere la massima resa del trasmettitore,


soprattutto nei collegamenti a lunga distanza.

Conferisce all'espressione vocale una perfetta


comprensibilità anche in SSB.

221
cavo Ecco-- 9V
I

ie-! [gé
c5
s1
I
@[
I

I
I

I
J
,E./'1q- "l\ere
I

l PTT

BOCCHETTONE
ll
MASS A MICROFONO

Fig. 1 • Progetto del supermlcrofono con ampllflcazlone controllata, tramite Il


potenziometro R2, del segnale uscente dal collettore del transistor. Il doppio
interruttore S1 funge da comando PTT, oltre che da elemento di chlusura ed
apertura del circuito di alimentazione. Il bocchettone deve essere di tipo adatto
alla presa per microfono presente sul ricetrasmettitore.

COMPONENTI
Condensatori R2 = 4.700 ohm (potenz. a variaz. log.)
C1 = 10.000 pF Varie
C2 = 470.000 pF
C3 = 3.300 pF TR1 = BC109
== 470.000 pF s1 = doppio Interruttore
C4
= 3.300 pF AP = altoparlante (8 ohm)
C5
T1 = trasf. (vedi testo)
Resistenze PILA == 9V
R1 = 3,3 megaohm

DUALISMO ELETTRICO infatti a quanto ci spiega e dimostra l'elettrolo-


gia più elementare, per la quale una spira di filo
Non deve stupire che un altoparlante, concepito conduttore, percorsa da una corrente variabile
per la riproduzione di suoni, possa venir utiliz- e immersa in un campo magnetico, subisce de-
zato, al contrario, come elemento generatore gli spostamenti meccanici, mentre la stessa spira,
di segnali elettrici, perché tra il microfono e immersa in un campo magnetico e fatta muo-
l'altoparlante corre un preciso dualismo sotto vere in questo, genera sui suoi terminali una
differenza di potenziale che è in grado di pro- differenza di potenziale che è in grado di pro-
vocare una corrente elettrica. vocare una corrente elettrica.
In termini più corretti, si suole dire che il feno- Il principio elettrico secondo cui vengono co-
meno fisico dell'interazione, fra campo elettrico struiti gli altoparlanti e i microfoni magnetodi-
e campo magnetico, è reversibile. Basta pensare namici è dunque lo stesso. La differenza co-
SCATOLA IN FERRO

GOMMINI ANTIVIBR.

TRl NON
COLEG.

BASETTA
ISOLANTE

Fig 2 . Piano costruttivo del supermicrofono, realizzato per mezzo di un clr-


cuito cablato, interamente composto su una lastra metallica, che funge da co-
perchio di un contenitore con funzioni di schermo elettromagnetico. L'applica-
zione dell'altoparlante si effettua tramite gommini antivibrazione, che garan-
tiscono la sospensione elastica del componente.

struttiva deriva dal fatto che gli altoparlanti sono il cono (membrana mobile) a dei piccoli spo-
chiamati a trasformare elevate quantità di ener- stamenti, in avanti e all'indietro, colpendolo con
gia elettrica in energia acustica, i microfoni inve- un dito. Si potrà così notare che l'indice del
ce lavorano su livelli energetici di gran lunga tester, con i suoi movimenti, segnalerà il pas-
inferiori e vengono quindi realizzati con mate- saggio di corrente. In pratica è avvenuto que-
riali assai più delicati e sensibili. sto: la bobina mobile, composta da un certo
numero di spire, si è mossa nel campo ma-
gnetico permanente dell'altoparlante e sui suoi
MICROFONO MAGNETODINAMICO terminali si è creata una differenza di potenziale
che ha promosso il flusso di corrente.
Abbiamo detto che il principio di funziona- Il microfono magnetodinamico, a differenza dei
mento è lo stesso nell'altoparlante e nel mi- microfoni a carbone, piezoelettrici, a riluttanza
crofono magnetodinamico. Ma per capire me- variabile, è molto simile, costruttivamente,
glio tale concetto possiamo invitare il lettore all'altoparlante, la cui struttura interna è ripor-
ad un semplice esperimento, quello indicato tata in figura 4. L'unica differenza sta nella na-
in figura 3. Si tratta di applicare i puntali del tura del cono che, invece di essere rappresen-
tester, commutato nella misura di correnti e tato da una membrana di normali dimensioni,
nella scala più sensibile, sui terminali dell'al- è realizzato con una piccola e sottile membrana.
toparlante e di sottoporre contemporaneamente Ma la similitudine è tale che, spesso. i due

223
ALTOP TESTER

Flg. 3 • Commutando li tester nella


scala plù senslblle delle mlsure dl cor-
rente ed Imprimendo sul cono dell'al-
toparlante del lievi colpi con le dita
della mano, si sperimenta li concetto
di reversibilità, per cui le vibrazioni
meccaniche si trasformano In Impulsi
elettrici,

SERVIZIO BIBLIOTECA
IMPIEGO RAZIONALE I CIRCUITI INTEGRATI I SEMICONDUTTORI NEI
DEI TRANSISTORI Tecnologia e applicazioni CIRCUITI ELETTRONICI

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In tela con Incisioni In oro ra - copertina plastificata
sovraccoperta plastificata. Gli argomenti trattati possono
Il volume tratta tutto quanto essere succintamente cosi in-
Tutta la pratica del semicon- riguarda questa basilare realiz- dicati: fisica del semiconduttori
duttori è trattata In questo li- zazlone: dai principi di funzio- - teoria ed applicazione del
bro con molta chiarezza e Sem- namento alle tecniche di produ- transistor- SCR TRIAC DIAC
pllcità, dagli amplificatori al cir- zione, alle appllcazlonl e ai me- UJT FET e MOS - norme di cal-
cuitl logici, con i plù recenti todi di Impiego nel più svariati colo e di funzionamento - tecni-
aggiornamenti tecnici del settore. campi della tecnica. che di collaudo.

224
componenti divengono intercambiabili. Nei ra-
diotelefoni di tipo portatile, ad esempio, l'alto-
parlante con il quale si ricevono i messaggi,
funge anche da microfono, cioè da elemento di
trasmissione dei messaggi, con notevole ri-
sparmio di spazio.
Il microfono magnetodinamico è caratterizzato
da una risposta uniforme su una vasta gamma
delle frequenze audio. Offre inoltre il vantaggio
di non essere sensibile agli sbalzi di temperatura e
all'umidità. E' caratterizzato da una bassa impe-
denza, così come è basso il livello del segnale
d'uscita.

ADATTAMENTO DI IMPEDENZA

Per la particolare applicazione dell'altoparlante


descritta in queste pagine, la rigidità del com- Fig. 4 . Spaccato di un comune altoparlante di tipo
ponente rappresenta un elemento positivo per magnetodinamico. In esso si notano I seguenti ele-
la formazione di un ottimo filtro di frequenza, menti: cestello (1), bobina mobile (2), cono vi-
mentre l'unico elemento negativo è costituito brante (3), magnete permanente (4), sospensioni
della bobina mobile (5), sospensioni del cono (6).
dal debolissimo segnale che si riesce a prele-
vare. Ma ciò deriva direttamente dalla compo-
sizione della bobina mobile dell'altoparlante ma-
gnetodinamico, che è composta da poche spire
di filo di rame di diametro relativamente ele-
vato, che conferisce all'altoparlante stesso la
caratteristica del trasduttore a bassa impeden- quello che era l'avvolgimento secondario, nel no-
za, adatto al trattamento di deboli tensioni e stro caso diviene l'avvolgimento primario.
forti correnti. Nel progetto di figura I, dunque, l'avvolgimento
In un microfono, al contrario, si rende neces- (D - E) primario è quello a minor numero di
saria la produzione di segnali a tensioni ele- spire, realizzato con filo di maggior sezione.
vate e correnti molto deboli. E da tali propo- mentre l'avvolgimento secondario è quello a
sizioni scaturisce, immediata, l'opportunità di maggior numero di spire, realizzato con un filo
adattare la bassa impedenza dell'altoparlante a molto più sottile. Su questo avvolgimento è
quella medio-alta di un ingresso microfonico. possibile raccogliere un segnale ben più ampio
di quello applicato al primario.
Facciamo presente che, nello schema di figura I.
IL SUPERMICROFONO l'avvolgimento secondario è dotato di una presa
centrale (B), che è presente in tutti i trasforma-
Il circuito elettronico, riportato in figura I, prov- tori d'uscita adatti per amplificatori in push-pull.
vede a realizzare le condizioni elettriche ora Questa presa deve rimanere utilizzata, mentre i
ricordate, ossia ad effettuare il necessario adat- due terminali utili sono quelli contrassegnati con
tamento di impedenza, consentendo inoltre la le lettere A e C.
regolazione quantitativa del segnale uscente. E Il segnale uscente dall'avvolgimento secondario
tale controllo permette di raggiungere, in ogni di TI viene applicato, tramite ili condensatore
situazione di emissioni vocali, delle modulazioni C2, alla base del transistor TR I, che è montato
ottimali molto vicine al I 00%. in circuito con emittore a massa e che provvede
L'innalzamento di impedenza e quindi di ten- ad amplificare il segnale stesso.
sione del segnale generato dall'altoparlante, è un Il carico di collettore del transistor TR I è co-
problema che viene risolto mediante l'interpo- stituito dal potenziometro R2, che consente la
sizione del trasformatore TI, che è un comune regolazione manuale del segnale d'uscita.
trasformatore d'uscita per ricevitori radio fun- Il progetto di figura I prevede l'utilizzazione di
zionante in senso inverso. Cioè, quello che ori- un interruttore di accensione doppio. una se-
ginariamente era l'avvolgimento primario. ora zione del quale controlla l'alimentazione. men-
diventa l'avvolgimento secondario e, viceversa, tre l'altra pilota l'ingresso PTT per la commu-

225
@
@%. LIVELLO
O,
·,=5 I
O

Il
A,» o
L I @
o o o o Fig. 5 . Composizione di una normale
stazione ricetrasmittente, nella quale
si fa uso del supermicrofono descritto
RICETRASM. nel testo e che è rappresentato dal-
i l'apparecchio posizionato in alto a si-
PRESA MICRO nistra.

tazione del ricetrasmettitore nelle sue due fun- nali estremi, che nello schema elettrico di f6-
zioni di ricevitore e trasmettitore: push-to-talk gura 1 e in quello pratico di figura 2 abbiamo
(commutatore parlo-ascolto). contrassegnato con le lettere alfabetiche A e C.
Mentre il terminale contrassegnato con la lettera
B è quello centrale, che rimane inutilizzato e
COSTRUZIONE che nello schema pratico di figura 2 appare sal-
dato a stagno ad un ancoraggio libero ed isolato.
La realizzazione pratica del supermicrofono si Se qualche lettore' avesse dei dubbi nella di-
ottiene seguendo attentamente il piano costrut- stinzione fra avvolgimento primario e avvolgi-
tivo in figura 2. mento secondario del trasformatore T1, ricor-
Come si può notare, per questo tipo di realiz- diamo ancora che l'avvolgimento secondario,
zazione non è necessario l'approntamento del che nella nostra applicazione funge da avvol-
circuito stampato, dato che il cablaggio a fili gimento primario, quello collegato con i ter-
conduttori meglio si addice alla composizione minali dell'altoparlante, è composto da un mi-
del circuito. Per il quale conviene invece ser- nor numero di spire di filo di rame a sezione
virsi di una basetta isolante, munita di cinque più grossa, mentre l'altro avvolgimento appare
ancoraggi, che garantisce una distribuzione più realizzato con filo di rame molto più sottile.
razionale e compatta dei componenti elettro- Poiché non esistono problemi di fase, nella
nici ed irrigidisce il circuito. realizzazione del supermicrofono i conduttori del
Il trasformatore TI potrà essere recuperato da trasformatore d'uscita possono essere scambiati
un ricevitore radio portatile di vecchio tipo, di tra loro indifferentemente. Vale a dire che i
quelli cioè che ancora utilizzano il trasformatore conduttori contrassegnati con D e E possono
d'uscita. E nel caso in cui questo componente essere comunque saldati sui terminali della bo-
fosse dotato di un avvolgimento secondario a bina mobile dell'altoparlante, senza tener con-
tre terminali, occorrerà lasciar inutilizzato il to di alcun ordine di precedenza di un condut-
terminale centrale, che potrà essere facilmente tore sull'altro. E questa stessa osservazione si
individuato mediante un tester commutato nelle estende ai conduttori contrassegnati con le let-
misure ohmmetriche; quei terminali, fra i tre tere A e C.
presenti sull'avvolgimento secondario, che fan- L'altoparlante da utilizzare per questo particolare
no segnalare sulla scala dello strumento il mas- tipo di applicazione deve essere, come già detto,
simo valore resistivo, sono certamente i termi- di tipo magnetodinamico, con impedenza di 8

226
ohm. Non deve trattarsi di un componente a terruttore S 1 funge da comando PTT ed esclude
grande cono. Un altoparlante del tipo di quelli l'alimentazione quando la ricetrasmittente è
montati nelle radioline portatili, con diametro di commutata nella funzione di ricevente.
40 + 60 mm, consentirà di ottenere una rispo-
sta ottimale in bassa frequenza. Per quanto ri-
guarda il transistor TR 1, abbiamo consigliato COLLEGAMENTO CON L'RX-TX
di far uso del modello BC 109, in virtù del
suo basso rumore; ma ciò non significa che altri In figura 5 è riportata una veduta d'assieme di
transistor, di tipo NPN al silicio, non possano una normale stazione ricetrasmittente che fa uso
validamente sostituire il modello prescritto. del nostro supermicrofono, che è posizionato
Il circuito del supermicrofono, secondo quanto sopra il ricetrasmettitore, in alto a sinistra. Que-
indicato in figura 2, è composto su una lastra sto, come si può notare, è collegato con il ri-
metallica, che funge da coperchio di chiusura cetrasmettitore mediante un cavo, composto da
di un contenitore che può anche essere di pla- tre conduttori di cui, quello relativo al segnale
stica o di altro materiale isolante. Quel che im- di bassa frequenza è di tipo schermato. Il se-
porta è che tutti i punti del circuito contras- condo conduttore è quello di massa e il terzo
segnati con « m» (massa) vengano collegati corrisponde al comando PTT. Per realizzare il
tra loro mediante filo conduttore di rame di un collegamento fra il supermicrofono e il rice-
certo spessore, in modo da comporre una vera trasmettitore, occorre un opportuno connettore,
linea di massa. che si adatti alla presa per microfono presente
Il contenitore potrà essere di materiale isolante sul pannello frontale del ricetrasmettitore. Su
soltanto nel caso in cui l'altoparlante risultasse questo connettore si saldano le estremità dei
sufficientemente schermato, come accade nella tre conduttori prima menzionati. Ma per ese-
maggior parte di questi componenti. In caso guire correttamente tale operazione, ci si dovrà
contrario, il contenitore dovrà essere di lamiera e munire dello schema elettrico del ricetrasmet-
non di alluminio e collegato anch'esso con la li- titore, in modo da individuare esattamente, sul-
nea di massa del circuito. Il suo fissaggio, sul la presa per microfono i reofori MICRO -
pannello frontale, verrà fatto tramite viti e dadi, MASSA - PTT. Il contatto MICRO dovrà pre-
ma interponendo dei gommini antivibrazione. levare il segnale BF tramite cavetto schermato,
Per quanto riguarda l'alimentazione del dispo- quello di MASSA dovrà collegarsi con la massa
sitivo, la pila da 9 V si rivelerà più che suffi- del nostro dispositivo e quello PTT andrà a rag-
ciente, dato che il consumo di corrente si ag- giungere il doppio interruttore S1, come chia-
gira intorno ad l mA e poiché il doppio in- ramente illustrato in figura 2.

ANTIFURTO PER AUTO In scatola


di montaggio

Il funzionamento dell'antifurto si identifica con una


interruzione ciclica del circuito di alimentazione
della bobina di accensione che, pur consentendo
l'avviamento del motore, fa procedere lentamente
e a strappi l'autovettura.

- E' di facile applicazione.


- Non è commercialmente noto e i malintenzio-
nati non lo conoscono.
Serve pure per la realizzazione di molti altri
dispositivi.

227
CORSO
DI AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI
INTEGRATI DIGITALI

Ogni realizzazione di tipo digitale richiede gene- ponente e gli elementi esterni come, ad esempio,
ralmente una grande quantità di interconnes- le resistenze, i condensatori, i diodi led, ecc.,
sioni. E ciò a causa dell'impiego degli integrati, oppure i collegamenti tra un modulo ed un al-
nei quali il numero dei piedini varia normal- tro similare.
mente fra quattordici e quaranta. Si spiega così Questi comodissimi moduli per montaggi speri-
il motivo per cui, quando si lavora con questi mentali vengono venduti in kit di cinque ele-
componenti elettronici, è quasi sempre neces- menti ciascuno dalla nostra Organizzazione,
sario l'impiego di circuiti stampati. Tuttavia, in come ampiamente pubblicizzato in altra parte
sede sperimentale, non è sempre cosa agevole della presente puntata del corso.
il dover ricorrere, di volta in volta, alla com- ln figura 1 abbiamo riportato il disegno in gran-
posizione del circuito stampato di prova. dezza reale di un 'modulo, realizzato su una
Nei laboratori di progettazione e sperimenta- basetta di materiale isolante delle dimensioni di
zione, ad esempio, si applica assai spesso la 6 cm x 5,5 cm. In questo disegno, come si può
tecnica del « wire - wrap » (filo avvolto), che notare, ogni terminale dello zoccolo per inte-
consiste nell'uso di zoccoli particolari, dotati di grato fa capo ad una piazzola di più grosse di-
terminali di lunghezza relativamente notevole, mensioni, sulla quale è assai facile saldare e dis-
di uno o due centimetri, sui quali, per mezzo saldare fili conduttori o componenti elettronici.
di uno speciale attrezzo, di solito a comando Le rimanenti piazzole (cerchietti), contrassegna-
pneumatico od elettrico, viene avvolto un sottile te con lettere alfabetiche, servono per la realiz-
filo conduttore utilizzato poi per le intercon- zazione di ancoraggi ausiliari. Facciamo notare,
nessioni. Ma questa tecnica, pur molto comoda, è infine, che le alimentazioni, positive e negative,
assai costosa, sia per le necessarie attrezzature, sono distribuite su due grandi piste che ab-
sia per il materiale d'uso (zoccoli e filo). bracciano l'intero modulo.

IL CIRCUITO STAMPATO UTILITA' DEL CIRCUITO

Per consentire ai nostri lettori di seguire con Il modulo deve essere utilizzato sempre allo
profitto il presente corso e quindi per condurre stesso modo, al contrario cioè del modo con cui
i vari esperimenti suggeriti fin da questa quar- vengono sempre usati i circuiti stampati. Perché
ta puntata, abbiamo sviluppato dei semplicis- nel nostro caso i componenti vengono saldati
smmi moduli di circuito stampato, in grado d1 direttamente sulla parte del modulo in cui sono
ricevere uno zoccoletto per integrato e permet- presenti le piste di rame. E ciò offre almeno
tere i collegamenti tra i vari piedini del com- tre indiscutibili vantaggi.

228
QUARTA PUNTATA

1° - Consente una visione immediata dei PROVE CON L'INTEGRATO 7432


collegamenti.
Le prove pratiche, che in realtà consistono nella
2° - Permette di saldare e dissaldare gli verifica delle tabelle della verità esposte nella
elementi di interconnessione (fili e precedente puntata, iniziano con una applica-
componenti), senza necessità alcuna di zione dell'integrato 7432, che svolge la fun-
liberare i fori (inesistenti) del circuito zione logica di OR a due ingressi.
stampato. Dentro questo integrato sono disponibili quat-
tro distinte porte OR, la cui corrispondenza di
3° - Libera l'operatore dalla preoccupazio- connessione con i vari piedini del componente
ne di dover isolare il circuito stampato è deducibile dal disegno riportato in figura 4.
dal piano di appoggio, qualora questo Facciamo notare che il termine PORTA, tal-
sia conduttore di elettricità. volta sostituito da quello inglese di GATE, sta
ad indicare una singola funzione logica, come
ad esempio quella di un OR, di un ANO, ecc.
Ma questo termine non viene mai riferito ad
ZOCCOLO A BASSO PROFILO

Tra i vari tipi di zoccoli portaintegrati, reperi-


bili in commercio, vi sono quelli a basso profilo
e quelli ad alto profilo. Ebbene, per la realizza-
zione dei vari esperimenti che via via verranno
presentati, consigliamo di servirsi di zoccoletti Un kit di cinque moduli
portaintegrati a basso profilo, che permettono un
più agevole inserimento e disinserimento del Prove con l'integrato 7432
componente ogni volta che ve ne sia bisogno
(figura 2). Alimentazioni corrette
Lo zoccolo deve essere montato sul modulo con
i piedini ripiegati a 90° verso l'esterno, usando Pratica con un NOR
un saldatore adatto, possibilmente dotato di
punta saldante di rame abbastanza sottile. Tut- Utilità dei montaggi
to ciò è chiaramente illustrato in figura 5, nella
quale è suggerito pure l'uso di stagno in filo
di piccolo diametro.

229
Lo schema elettrico da reaiizzare in pratica è
quello riportato in figura 5. Con esso è possi-
bile portare ciascuno dei due ingressi A e B
dell'OR allo stato « O » oppure allo stato « 1 »
logico, collegandoli rispettivamente alla linea
positiva o a quella negativa dell'alimentazione.
Lo stato dell'uscita Y rimane evidenziato dal
comportamerito del diodo led DLl, dotato della
relativa resistenza di limitazione della corrente
R 1, che ha il valore di 150 ohm.
li diodo led DL1 si accende soltanto quando l'u-
scita Y si trova allo stato logico « 1 », in rispetto
con la seguente tabella della verità:

Ingressi Uscita

A B y
Fig. 1 - Questo è il disegno del modulo, In grandez-
za reale, consigliato per la realizzazione del circuiti o o o
di prova descritti nel testo. Esso viene venduto 1 o 1
dalla nostra organizzazione In un kit contenente o 1 1
cinque esemplari Identici. 1 1
1

COLO

PIEDINI
un integrato, se non ad una sua parte logica 'I
P EGAI
elementare.

VERIFICA PRATICA

Per verificare la tabella della verità, che è già


stata presentata a pagina 155 della precedente
puntata del corso, viene presa in considerazione
soltanto una delle quattro porte OR presenti
nell'integrato 7432.

PIEDINI STAGNO
G/A' STAGNATI SOTTILE

Fig. 3 - Lo zoccolo a basso profilo deve essere


saldato a stagno sulle corrispondenti piste dl ra-
Fig. 2 - Per agevolare le operazioni di Inserimento me con I piedini ripiegati a 90°. Il filo-stagno più
e disinserimento degli Integrati nell'apposito zoc- adatto per questo tipo di operazioni è quello a dia-
colo, consigliamo di evitare I modelli a grosso metro più sottile, che scongiura il pericolo di
profilo (disegno In_ basso), ma di preferire quelli provocare cortocircuiti fra due piedini attigui dello
a basso profilo (disegno In alto). zoccolo.

230
@ cc
r--
14

Flg. 4 - Schema di corrispondenza fra le 7


quattro funzioni OR dell'Integrato 7432 e i .....I
quattordici piedini del componente. 1A 1B 1Y 2A 28 ?Y GND

14
CONT. 7
Fig. 5 • Circuito teorico da
realizzare in pratica per la
constatazione dell'esattezza
della corrispondenza fra gll
stati logici d'entrata e d'u-
scita della funzione OR e la
relativa tabella della verità.
r CONT.2
A

B
O.
/
5V
e
Lo stato logico dell'uscita ri-
mane evidenziato dall'accen-
sione o dallo spegnimento
del diodo led.

Fig 6 • Realizzazione pratica del circuito


di prova descritto nel testo. Le due en-
trate sono rappresentate dai due spezzo-
ni di filo contrassegnati con A e B, che
debbono essere posti a contatto, In fase
sperimentale, con le linee di alimenta-
zione positiva e negativa. La resistenza
di limitazione della corrente R1 ha il va-
lore di 150 ohm; il diodo led DL1 può
essere di qualsiasi tipo.

231
Quando si applica l'alimentazione al circuito
di figura 6, il diodo led si accende spontanea-
D1 mente, senza che nessuno dei due terminali A e
B tocchi le piste di rame delle linee di alimen-
A K tazione. Infatti, quando gli ingressi degli in-
tegrati TTL vengono lasciati liberi, essi assu-
mono la condizione logica « 1 ».
ln sede di prove pratiche ci si accorgerà che.
toccando con i due fili A e B le linee di alimen-
PILA tazione, nelle quattro condizioni possibili det-
tate dalla tabella della verità, che corrispon-
6V
dono agli stati « O» e « I» dei due ingressi,
sì noterà che il diodo led DLI si accende ogni
spento quando entrambi gli ingressi sono allo
stato logico « 1 ». Il diodo led invece rimane
spento quando entrambi gli ingressi sono allo
stato logico « 0 ». Si può anche dire, in accordo
con quanto spiegato nella precedente puntata
Flg. 7 - Coloro che vorranno alimentare i circuiti di
prova con la tensione di 6 V derivata da uno o più
pile collegate in serie, dovranno preoccuparsi di far
cadere la tensione al valore di 5,3 V mediante l'in-
terposizione di un diodo al silicio di tipo 1N4004 o
simllare.
5V
=====a====

SCHEMA PRATICO

Il montaggio dello schema di prova è riportato


in figura 6. I due conduttori contrassegnati con
le lettere A e B, le cui estremità debbono essere TR1
ben ripulite dallo smalto, in modo da realizzare
un perfetto contatto elettrico quando vengono
appoggiate alle linee di conduzione della tensione D1
di alimentazione positiva e negativa, costituisco-
no gli elementi di manovra manuale per la ve- RI
rifica della tabella della verità. Questi stessi
y
spezzoni di filo potranno essere sostituiti, con A
una spesa lievemente superiore, con due devia-
tori, in grado di assicurare gli stessi risultati e di
conferire al montaggio un aspetto maggiormente
i TR2 LDI
didattico.
Nel realizzare il circuito di figura 6, raccoman-
diamo di non dimenticare l'applicazione dei due GND
ponticelli, costituiti da due piccoli spezzoni di -
filo conduttore. Uno di questi collega la pista di
alimentazione negativa con la piazzola di rame
corrispondente al piedino sette dello zoccolo, sul Fig. 8- Il collegamento proposto nel circuito di pro-
va di figura S non è concettualmente esatto, ma pre-
quale dovrà essere innestato l'integrato in posi- senta soltanto un valore didattico. Infatti, l'inseri-
zione esatta, tenendo conto della presenza dell'e- mento del diodo led DL 1 costituisce un carico ec-
lemento di guida riportato in prossimità del cessivo per la resistenza limitatrice di corrente RC,
piedino uno. L'altro spezzone deve collegare la per il transistor TR1 e per il diodo D1 presenti nel
pista di rame della linea di alimentazione posi- circuito d'uscita di una funzione OR. Un carico che po-
trebbe • provocare il surriscaldamento dell'Integrato e
tiva con il piedino quattordici dello zoccolo. la sua conseguente distruzione.
Anche il diodo led DLI deve essere montato
in senso esatto, ricordando che il terminale
di catodo (K) è quello più grosso.
Fig. 9 - Schema di corrispondenza fra le
quattro funzioni dell'integrato 7402 e I
quattordici piedini del componente.

CONI.1

Fig. 10 - Circuito elettrico di


prova della tabella della ve-
rità relativa all'Integrato
7402. Si noti la presenza di
un pallino sull'uscita V della
r CONT.2
A

B
e
5V
e
funzione NOR, che la diffe.
renzia da quella di una fun-
zione OR. Anche l'ordine nu-
merico dei piedini è in que-
sto caso cambiato.

del corso, che è sufficiente che uno o (OR) loro che, per questo esperimento, vorranno ser-
l'altro dei due ingressi si trovi allo stato logico versi delle pile, potranno collegare in serie tra
«1» perché l'uscita Y raggiunga lo stato lo- di loro due elementi da 3 V in modo da di-
gico « 1 », che nel nostro esperimento corri- sporre del valore di .tensione di 6 V, il quale
sponde all'accensione del diodo led. non può essere utilizzato direttamente, ma do-
vrà venir ridotto mediante l'interposizione di un
diodo al silicio, in grado di assicurare una ca-
ALIMENTAZIONE duta di tensione di 0,6 + 0,7 V, come indicato
nello schema di figura 7, nel quale la tensione è
Il circuito di prova di figura 6 deve essere ali- lievemente al di sopra del limite tollerabile ma
mentato con la tensione continua e stabiliz- che, tenuto conto delle ulteriori cadute di ten-
zata di 5 V. La quale potrà essere derivata da sione circuitali, bene si presta all'alimentazione
un alimentatore stabilizzato oppure da un op- del modulo di prova.
portuno collegamento di pile, ma ricordando Il diodo al silicio DI può essere di tipo I N4004
sempre che i valori della tensione di alimenta- o similare. Ovviamente questo dovrà essere in-
zione non debbono superare i limiti di 4,75 V serito nel circuito nel senso esatto, ossia con
e 5,25 V, pena la distruzione dell'integrato. Co- l'anodo rivolto verso il morsetto positivo della

233
POR TE

B A

Fig. 11 • Piano realizzativo della prova


pratica con l'Integrato 7402. Gli Ingres-
si della funzione NOR sono rappresen-
tati dal due spezzoni di filo conduttore
contrassegnati con le lettere A e B. La
resistenza R1 ha il valore di 150 ohm •
1/2 W. Il dlodo led DLI può essere di
qualslasl tipo.

pila. In pratica, l'anodo si trova da quella parte invertiti rispetto all'applicazione verso massa.
del componente in cui è presente un anello Infatti, soltanto con una simile applicazione è
impresso sul corpo esterno del diodo. possibile ottenere una buona luminosità del dio-
do led. Tuttavia, se così ci fossimo comportati
nel concepire il circuito di prova riportato in fi-
UN COLLEGAMENTO ERRATO gura 6, avremmo ottenuto l'accensione del diodo
led nella condizione logica di uscita « O », an-
Il collegamento del diodo led, così come è stato ziché in quella di « 1».
realizzato nel circuito di prova di figura 6 è er- Concludiamo dicendo che mai il tipo di colle-
rato, ma tollerabile ai fini didattici del montag- gamento del diodo led realizzato nel circuito di
gio. Infatti, la struttura dello stadio d'uscita dei prova dovrà essere usato in applicazioni reali
dispositivi logici, riportata in figura 8, è tale da più complesse. Nel nostro caso si tratta di gra-
non consentire l'erogazione di forti correnti su vare una sola funzione interna dell'integrato
carichi verso massa. E ciò a causa della pre- 7432. Ma se tutte e quattro fossero state così
senza della resistenza RC, che funge da ele- appesantite, il componente sarebbe rimasto dan-
mento limitatore di corrente. Il diodo led in- neggiato.
vece, per una uscita logica, costituisce un carico
pesante, che non solo provoca il surriscalda-
mento della resistenza di limitazione RC, del PRATICA CON UN NOR
transistor TR 1 e del diodo D1, ma soprattutto
riduce considerevolmente la tensione d'uscita Una prova del tutto analoga a quella già inter-
« Y », che impedisce il funzionamento di even- pretata, può essere condotta con l'integrato
tuali altri circuiti collegati con l'uscita stessa. 7402, che esplica le funzioni di NOR a doppio
Il modo corretto di impiego del diodo led è ingresso.
quello di un suo collegamento verso la linea di II circuito elettrico di prova è quello riportato
alimentazione positiva, ma con anodo e catodo in figura 10, mentre la sua espressione pratica

234
evidenzia come l'uscita risulti complementare
rispetto alla precedente prova con l'integrato
7432. Infatti, l'accensione del diodo led DLl
si raggiunge quando entrambi gli ingressi sono
collegati a massa, ossia quando gli ingressi si
trovano allo stato logico « O», mentre lo spe-
gnimento del diodo si ottiene quando tutti e
due o almeno uno dei due ingressi si trova allo
Fig. 12 • I simboli elettrici delle due funzioni OR e stato logico « 1 » (diodo spento = stato lo-
NOR si differenziano per la diversa corrispondenza
fra i piedini, gli ingressi e le uscite, ed anche per
gico d'uscita « 0 »).
la presenza di un pallino presente sull'uscita della Nel realizzare il circuito di prova di figura 11,
funzione NOR. si sarà notato come siano cambiati i collega-
menti sui terminali dell'integrato. E ciò è evi-
denziato in figura 12, nella quale si nota come
la funzione NOR si distingua dalla funzione OR
per la presenza di un pallino sull'uscita, che cor-
risponde con il piedino uno del componente.
Coloro che acquisteranno il nostro kit, conte-
è quella di figura 11 la quale, rispetto alla pre- nente ben cinque moduli, non avranno bisogno
cedente prova pratica, impone una rapida ma di smontare, di volta in volta, il circuito di prova
semplice rielaborazione, allo scopo di adattare precedente per realizzare quello successivo. An-
correttamente ingressi ed uscite. La verifica della zi, potranno conservare a lungo ogni funzione,
seguente tabella della verità con il vantaggio di trovarle già pronte quando,
in futuro, sarà necessario collegare fra loro due
Uscita o più moduli.
Ingressi Concludiamo affermando che, in questa quarta
y puntata del corso, le prove sono state eseguite
A B
con funzioni logiche dotate di due ingressi e
che questo stesso metodo verrà seguito in futu-
o o 1 ro, ma nella pratica di ogni giorno si opera con
1 o o un maggior numero di ingressi: il funzionamento
o 1 o rimane sempre lo stesso, aumentano invece le
1 1 o combinazioni in entrata.
I

5 CIRCUITI STAMPATI 5
Per consentire a tutti i lettori che vo-
gliono seguire con profitto il CORSO DI

:
AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI INTEGRA-
TI DIGITALI, la nostra Organizzazione ha
approntato questo kit di cinque moduli
identici, con i quali è possibile realizzare
la maggior parte degli esperimenti che
verranno via via presentati e descritti. L. 10.000

235
Aprite una grande finestra
sul mondo delle onde radio.

Interessa i CB, gli OM


e chi riceve le onde corte.

E' necessaria per tutte le stazioni


ricetrasmittenti dilettantistiche.
% 23}js
..%73°
$ 3%
.'5 i
A

ANTENNA
AMATORIALE
L'antenna non è un semplice accessorio della preferiscono realizzare da sé anche l'antenna,
stazione ricetrasmittente, di cui si può anche nella convinzione, peraltro giustificata. di aprire
fare a meno o che può essere rappresentato da una finestra più grande sul mondo delle onde
un comune spezzone di filo o, peggio, dell'an- elettromagnetiche e di esaltare maggiormente le
tenna collegata al televisore. Assolutamente no, caratteristiche tecniche dei propri apparati ri-
se si vuole operare in condizioni ottimali e, cetrasmetti tori.
soprattutto, se si vogliono realizzare i collega-
menti sulle lunghe distanze. Lo sanno bene i
nostri lettori e, in particolar modo, gli appas- DIMENSIONI FISICHE
sionati della banda cittadina, delle onde corte
e del radiantismo allo stato iniziale. I quali, ri- Le dimensioni fisiche dell'antenna, di cui offria-
nunciando in parte al pregio della sensibilità, mo in questa sede i dati costruttivi, sono rag-
si accontentano di installare sui tetti delle loro guardevoli. E ciò significa che non tutti po-
case di città, là dove lo spazio è alquanto ri- tranno beneficiare dei vantaggi presentati da tale
stretto, quei prodotti commerciali che sono in realizzazione. D'altra parte, le leggi della fisica
grado di risolvere molti problemi di ordine non possono tenere in considerazione tutte le
pratico e tecnico. Eppure, coloro che operano con esigenze degli appassionati alle ricetrasmissioni,
apparati autocostruiti ed hanno la fortuna di abi- che assai spesso si vedono costretti ad operare
tare in località in cui abbonda lo spazio aereo, fra le quattro pareti di un piccolo locale d'ap-

236
Soltanto l'antenna di grandi dimensioni è in grado di esaltare
le qualità intrinseche di un ricetrasmettitore, di qualunque tipo
esso sia. Perché con essa anche I segnali più deboli possono
essere captati e perché con essa si possono realizzare i mi-
gllorl collegamenti sulle lunghe distanze.

partamento di città. Ma questa non è una no- IL DIPOLO


vità, perché anche i meno preparati si saranno
certamente accorti della presenza, in aperta L'antenna di cui, in queste pagine, proponiamo
campagna, di molte antenne di notevoli dimen- la costruzione, deve considerarsi una parente
sioni, la cui sensibilità è di gran lunga supe- stretta del più classico dipolo. Rispetto al quale
riore a quella delle consorelle cittadine. Infatti, presenta un guadagno di 3 + 4 dB, ossia, in
la quantità di segnale catturato da un'antenna pratica, un raddoppio della sensibilità. E que-
è proporzionale alle sue dimensioni. Dunque, sto vantaggio è da attribuirsi al maggior svilup-
più grande è l'antenna e più sensibile essa si po dimensionale dell'antenna che, oltre ai bracci
rivela. orizzontali, tipici del dipolo, dispone di tre ele-

ISOLATORE

TIRANTE I nATTORCIGL.
]E STAGNARE

TIRANTE TIRANTE

B D e

CAVO 50 0 , ALL'RTX

Fig. 1 . Schema costruttivo dell'antenna amatoriale descritta nel testo. I ti-


ranti, che collegano i due bracci laterali B • è con il terreno e quello collegato
con il contenitore dell'adattatore di impedenza, debbono essere realizzati con
filo di ferro zincato di grosse dimensioni, da collegarsi con li circuito di terra.

237
menti radiali verticali, accordati su un quarto
di lunghezza d'onda, di cui uno centrale e
due laterali, come chiaramente visibile in f-
gura 1. / O) ANI.
L'antenna è completata dall'inserimento di un
trasformatore di impedenza, che permette di
adattare perfettamente l'antenna stessa al cavo
coassiale di discesa, evitando ogni sorta di di-
sadattamenti che, in trasmissione, potrebbero
generare un elevato ROS ed in ricezione limi-
tare la sensibilità.
Il progetto riportato in figura 1, dunque, va
suddiviso in due parti: quella relativa all'in-
stallazione dell'antenna vera e propria e quella
che si riferisce alla costruzione elettronica del-
l'adattatore di impedenza.

INSTALLAZIONE DELL'ANTENNA

La fase di impianto consiste nella stesura


dei cavi d'antenna, per i quali ci si deve servire
di trecciola di filo di rame, che elimina l'ef-
fetto pelle, del diametro di 1,5 mm circa. As-
sieme ai cavi occorreranno degli isolatori in Fig. 2 - Circuito teorico dell'adattore di impedenza,
porcellana o altro materiale ed alcuni tiranti. che si identifica con il più semplice dei circultl o-
Tutti questi materiali si possono acquistare pres- scillanti, perché composto da un condensatore va-
so i migliori negozi per radioamatori. riabile (C1) e da una bobina (L1).
Osservando lo schema di figura 1, si potrà no-
tare come i due bracci laterali siano stati con-
trassegnati con le lettere B e C, mentre su
quello centrale è stata posta la lettera D.
Quest'ultimo è collegato sul punto centrale del
tratto orizzontale A che, in pratica, costituisce
il tratto più lungo di tutta l'antenna, mentre limiti, superiore ed inferiore, a seconda delle
quelli verticali sono .assai più corti e non co- condizioni pratiche in cui può trovarsi l'instal-
stringono l'operatore a salire molto in alto du- latore all'atto della sistemazione del trasforma-
rante l'installazione dei vari elementi. tore di impedenza.
Il punto centrale del tratto A è da considerarsi Sulla quinta colonna viene elencato il numero
pure il punto di alimentazione dell'antenna. di spire con cui deve essere composta la bobina
In esso l'impedenza è molto elevata ed è L1 del trasformatore di impedenza, mentre sulla
questo il motivo per cui si rende necessario l'u- sesta sono citati i numeri delle spire intermedie
so di un adattatore di impedenza. sulle quali deve effettuarsi la presa dove va sal-
Le lunghezze dei quattro tratti A- B - C - D dato il conduttore caldo del cavo di discesa, la
dell'antenna, espresse in metri, in corrispon- cui impedenza deve essere di 50 ohm.
denza con le frequenze con cui si intende la- Sull'ultima colonna della tabella recante i dati
vorare, sono riportate nell'apposita tabella. costruttivi, più precisamente sulla settima co-
Nella quale, la prima colonna elenca i valori lonna, sono riportati i valori massimi (conden-
delle frequenze di lavoro del ricetrasmettitore satore variabile chiuso), espressi in picofarad, del
cui si intende collegare l'antenna, valori che condensatore Cl che compone il circuito accor-
sono citati in megahertz, nella seconda, nella dato del trasformatore di impedenza.
terza e nella quarta, invece, sono elencate le
misure, espresse in metri, dei vari tratti che
compongono l'antenna. COLLEGAMENTO DI TERRA
Facciamo notare come le misure dei due bracci
verticali e laterali siano uguali, mentre quella In fase di installazione dell'antenna, si deve te-
del braccio centrale D può variare entro due ner conto che il circuito di terra assume grande

238
SCATOLA METALLICA

Cl

l'.
u
<{

p.
ct
u
(..)

&
I
<{
:.3:
massa

PRESA DI TERRA

Flg. 3 - Piano costruttivo dell'adattatore di Impedenza realizzato In un con-


tenitore metallico a chiusura .stagna. Il tirante deve essere connesso con la vite
rappresentativa della presa di terra.

importanza. Per realizzarlo, occorrerà fissare sul A questo stesso circuito di terra dovrà essere
terreno, in prossimità dei tiranti, almeno tre di- collegato pure il contenitore metallico dell'adat-
spersori, che gli operatori in gergo chiamano tatore di impedenza sul quale, come si può no-
« puntazze ». Questi altro non sono che tre pa- tare in figura 3, è prevista una apposita presa
letti di ferro, che debbono essere poi elettrica- di terra, costituita da una vite con dadi.
mente collegati tra di loro tramite un filo di L'installazione dell'antenna, come si deduce dallo
rame di grosso diametro. schema di figura 1, necessita di un certo nume-

TABELLA DATI COSTRUTTIVI

Freq. A B =C D N. spire Presa Cl


(MHz) (metri) (metri) (metri) LI inter. (pF)

3,6 81,70 20,12 da 16,45 a 20,12 35 8 200


7,05 41,40 10,25 da 9,15 a Il 18 6 100
14,1 20,80 5,03 4s 42 ·21% IO 4 75
21 13,80 3,40 da 3,28 a 42 7 3 50
27 11,10 2,8 da 2,7 a 3 6 2 50
28,5 10,22 2,52 da. 2,38 a 2,52 5 2 50

239
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Dotato di tutti gll elementi necessari per Fig. 4 - Isolatore ceramico da uti-
la composizione di circuiti stampati su lizzarsi per il collegamento fra Il
vetronlte o bachelite, con risultati tali da radiale centrale D dell'antenna e
soddisfare anche I tecnici più esigentl, que- l'entrata dell'adattatore dl impe-
sto kit contiene pure la speciale penna denza.
riempita di Inchiostro resistente al perclo-
ruro e munita di punta_ di riserva, Sul di-
spensatore d'Inchiostro della penna è pre-
sente una valvola che garantisce una lunga
durata di eserclzlo ed Impedisce l'evapo-
razione del liquido.

ro di tiranti, che sono rappresentati da fili di


ferro robusto, ben ancorato sulle puntazze e,
quindi, in collegamento elettrico con queste. Ne-
cessitano inoltre otto isolatori ceramici dello stes-
so tipo, come quello disegnato in alto a sini-
stra di figura 1. E serve ancora un isolatore ce-
ramico come quello riportato in figura 4, che
deve collegare il braccio centrale D dell'antenna
con l'entrata del trasformatore di impedenza.
Per ultimo ricordiamo che, come accade per il
dipolo, anche questo tipo di antenna amatoriale
è direttivo, ossia presenta la massima sensibilità
sui tre bracci verticali. Anzi, in fase di trasmis-
sione, sono proprio questi tre bracci che irra-
Consente un controllo visivo conti- diano praticamente tutta l'energia proveniente
nuo del processo di asporto. dal trasmettitore, ,mentre la parte orizzontale
Evita ogni contatto delle mani con rimane pressoché neutra.
il prodotto finito.
E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel TRASFORMATORE D'IMPEDENZA
tempo.
Il circuito elettrico del trasformatore di impe-
Il contenuto è sufficiente per tratta- denza, che rappresenta la parte più propriamente
re più di un migliaio di centimetri elettronica di tutta la costruzione, è riportato in
quadrati di superfici ramate. figura 2.
Esso si presenta come il più semplice dei circuiti
accordati, perché è composto da un condensa-
tore variabile (Cl) e da una bobina (L1). La
quale in pratica altro non è che un piccolo auto-
trasformatore, dato che è dotata di presa inter-
media per il collegamento con il cavo di disce-
sa a 50 ohm che congiunge il trasformatore di
impedenza con l'entrata del ricetrasmettitore.
Ruotando il perno del condensatore variabile C 1,
si realizza il perfetto adattamento tra l'antenna e
il cavo coassiale, ovviamente osservando il ro-
smetro, che è quello strumento di misura in gra-
do di rilevare l'adattamento di impedenza fra i
vari elementi che compongono una stazione ri-
cetrasmittente.

240
Per i lettori principianti, che ancora non lo sa- costruisce secondo i dati elencati nella quinta e
pessero, ricordiamo che rosmetro significa esat- sesta colonna dell'apposita tabella, servendosi di
tamente misuratore del rapporto di onde sta- filo di rame nudo o, meglio, argentato, del dia-
zionarie e che questo strumento è anche cono- metro di 1,5 mm circa ed avvolgendolo su un
sciuto con il termine equivalente inglese di supporto cilindrico del diametro di 5 cm circa,
SWR-meter (Standing - Wave - Ratio). con spire spaziate tra di loro di 1,5 mm. Il
Le onde stazionarie rappresentano un particolare numero delle spire, a partire dal lato massa, sul
fenomeno caratteristico dei trasmetti tori. Esso quale si deve effettuare la presa intermedia, per
si origina in tutti quei casi in cui non esiste un il collegamento della bobina con il cavo coas-
perfetto adattamento di impedenza tra la linea siale di discesa, è rilevabile dalla sesta colonna
di trasmissione, che è rappresentata dal cavo della tabella. Facciamo un esempio pratico e
coassiale e il carico, cioè l'antenna. In pratica, supponiamo di dover realizzare la bobina cor-
quando un segnale elettrico attraversa una linea rispondente alla frequenza di lavoro di 3,6 MHz.
di trasmissione e raggiunge un carico, viene da Ebbene, dalla quinta colonna della tabella si
questo completamente assorbito soltanto se il rileva che si dovranno avvolgere complessiva-
valore di impedenza del carico è pari a quello mente 35 spire. Quindi, a partire dal lato mas-
della linea di trasmissione. In caso contrario, sa, si contano otto spire e in quel punto si rea-
parte del segnale ritorna indietro, generando un lizza la saldatura per la connessione con il boc-
segnale riflesso, che è causa di notevoli incon- chettone d'uscita.
venienti come, ad esempio, la distorsione del E passiamo infine al condensatore variabile C 1, i
segnale o, peggio, il sovraccarico del generatore cui valori capacitivi massimi, in relazione a
che, nel nostro caso, è rappresentato dal tra- quelli delle frequenze di lavoro, sono elencati
smettitore. E questo fenomeno è tanto più evi- nella settima colonna della tabella ed espressi
dente quanto maggiore risulta, la discordanza di in picofarad. Facciamo tuttavia presente che il
impedenza tra la linea di trasmissione ed il modello di condensatore dovrà essere scelto fra
carico. quelli con lamine tanto più spaziate quanto mag-
giore sarà la potenza del trasmettitore. Per esem-
pio, con potenze superiori ai 100 W, la spa-
COSTRUZIONE DELL'ADATTATORE ziatura tra una lamina e 1 'altra dovrà essere su-
periore ad un millimetro. Con potenze fino a 10
La realizzazione pratica dell'adattatore di impe- W, la spaziatura potrà ridursi a meno di un
denza è riportata in figura 3. La bobina Ll si millimetro.

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rendere pubblica una richiesta di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contestazioni che po-
tessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità del testo pubblicato. In
ogni caso non verranno accettati e. ovviamente, pubblicati, annunci di carattere pubblici-
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Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La re-gola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

I COMPACT DISCS tuisce un passo avanti gigantesco tanto da poter


essere considerato un sistema di registrazione
Nella mia qualità di audiofilo,cerco di tenermi ideale. La risposta di frequenza presenta una
costantemente informato sui progressi dell'elet- curva perfettamente lineare da 20 Hz a 20 KHz.
troacustica e, in particolare, su quelli della mu- La gamma dinamica supera i 90 dB e la distor-
sica riprodotta. Quindi sono al corrente del sione armonica è inferiore allo 0,05%. Non si
fatto che, oggi, con l'avvento della tecnologia logora con l'uso e mantiene immutate nel tempo
digitale, è in atto una rivoluzione nel campo le sue caratteristiche peculiari. Il tempo di ripro-
della riproduzione audio, con la realizzazione duzione è di 60 minuti circa con incisione su
dei compact discs, in cui trovano applicazione, due canali. E teoricamente la durata può essere
in fase di registrazione, il sistema di codifica- prolungata fino ad 80 minuti, equivalenti all'ese-
zione binario e, in lettura, quello ottico a rag- cuzione di un'intera sinfonia, come la nona di
gio laser. Ora, ritenendomi un assiduo ed en- Beethoven. Col sistema di registrazione a quattro
tusiasta lettore del vostro periodico, vorrei chie- canali, la cui velocità di incisione è doppia ri-
dervi la pubblicazione di un progetto di ripro- spetto a quella a due, il tempo di ascolto si ri-
duttore di questi particolari dischi, ovviamente duce a 30 minuti. Queste, in breve, sono le più
adatto alle possibilità tecniche ed economiche importanti notizie che possiamo elencare per una
di un hobbysta quale io sono. conoscenza generica dei dischi da lei citati. l
PALAZZI DIEGO quali, per essere riprodotti, necessitano di un
Padova particolare dispositivo, attualmente in vendita
presso i rivenditori di elettrodomestici, che nes-
La differenza principale, tra il nuovo compact sun lettore può essere in grado di costruire; per-
disc ed il vecchio, ma tuttora di grande attua- ché la riproduzione digitale viene ottenuta, tra-
lità, LP, sta nel sistema di registrazione che, nel mite lo spot di un raggio laser di un millimetro di
primo, utilizza la tecnica numerica, nel secondo diametro, attraverso una sofisticata tecnologia
quella analogica. Il compact disc, dunque, costi- elettronica.

247
PIEDINATURE DI COMPONENTI nale, simile al più famoso A741. Richiede però
un condensatore di compensazione tra i piedini 1
Entrato in possesso di alcune schede elettroni- e 8 (es. 30 : 200 pF). L'integrato LM349 è
che, ho ricavato da queste degli integrati di invece un operazionale quadruplo, nel quale cia-
tipo LM3O1 ed LM349, nonché i transistor scun amplificatore è del tutto simile al A741.
2N381 9 di cui non conosco dati di impiego e Gli amplificatori vanno utilizzati con guadagno
piedinature. maggiore di 5, essendo a larga banda (4 MHz),
CORTESI SILVANO onde evitare autooscillazioni. li transistor 2N
Brescia 819 è un FET a canale N. Come vede, di tutti
e tre i componenti abbiamo riportato le piedi-
L'integrato LM01 è un amplificatore operazio- nature.

e
VISTO LATO
PIEDINI

6.
0 G S

2N3819
TEXAS

REGOLATORE DI POTENZA
IN SCATOLA
Con questo dispositivo è possibile
DI MONTAGGIO
controllare:

1- La luminosità delle lampade e dei


L. 13.500
lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2 - La velocità di piccoli motori elet-


trici.

3 - La temperatura di un saldatore.

4 - La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Potenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)

248
FILTRO PER TV1 tro controlli l'adattamento dell'impianto. Ritari
poi il filtro d'uscita e nel caso in cui i disturbi
Dopo aver acquistato e messo in funzione un dovessero perdurare, inserisca, sull'uscita del TX,
ricetrasmettitore CB d'occasione, mi sono accorto il filtro qui presentato, che garantisce un'atte-
che dall'apparecchio esce una grande quantità nuazione di 42 dB/ ottava con una frequenza di
di segnali spuri, che disturbano le ricezioni te- taglio di 40 MHz. Dati costruttivi: L1- L3 =
levisive del vicinato. Come debbo comportarmi 8: 9 spire di filo da 0,8 mm su supporto (sen-
per eliminare tale guaio? za nucleo) da 6 mm. Per L2 occorrono 8-+- 9
MALIPIERO DONATO spire dello stesso filo su supporto da 8 mm.
Venezia Tutte le bobine dovranno essere costruite con
spire spaziate, su una lunghezza di 10 mm. Il
filtro dovrà essere racchiuso in un contenitore
Analizzi accuratamente l'intero impianto d'an- di lamiera stagnata e realizzato con collegamenti
tenna ( connettori, cavi coassiali, ecc.). Installi cortissimi. I sei condensatori sono tutti dello
l'antenna lontano da quelle TV e con un rosme- stesso valore di 47 pF e di tipo a mica.

L7 L2 L3

.III
@ , Ti, /
Tn, ,, r..
T, T,<
-±=

I
KIT PER LUCI PSICHEDELICHE
IN SCATOLA DI MONTAGGIO
\
AL. 19.500
CARATTERISTICHE
Circuito a tre canali
Controllo toni altl
Controllo toni medi
Controllo toni bassi
Carico medio per canale: 600 W
Carico max. per canale: 1.400 W
Alimentazione: 220 V (rete-luce)
Isolamento a trasformatore

249
ELEVATORE DI IMPEDENZA Condensatori
C1 = 100.000 pF
Disponendo di un amplificatore BF e di una te- C2 = 2.200 pF
stina piezoelettrica, mi servirebbe il progetto di C3 = 100 pF
un preamplificatore, da interporre fra i due e- C4 = 1.000 pF
lementi e da alimentare con la tensione di 15 V. C5 = 1 F (non elettrolitico)
C6 = 25 F - 25 VI (elettrolitico)
CREMASCHI EDMONDO
Piacenza Resistenze
R1 = 1 megaohm (pot. a var. log.)
Con le testine piezoelettriche non è necesaria, R2 470.000 ohm
in genere, una amplificazione di tensione, dato R3 - 270.000 ohm
che questi trasduttori generano segnali che si R4 270.000 ohm
aggirano attorno al volt. E' invece indispensabile R5 1 megaohm (pot. a var. lin.)
R6 1,5 megaohm
aumentare notevolmente l'impedenza d'ingresso.
R7 1.000 ohm
Realizzi quindi il circuito qui riportato, il quale
è pure in grado di effettuare una equalizzazione Varie
della curva di risposta della testina e consen- TR1 = BC108
tire una regolazione di tonalità tramite R5. TR2 = BC108
S1 = interrutt.

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 16.500

CARATTERISTICHE:
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Alimentazione: 220 V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 100W istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
Illuminazione del punto di saldatura mente adatto per lavori Intermittenti
professionali e dilettantistici.

Le richieste del SALDATOREISTANTANEO A PISTOLA debbono ·aero fatte a: STOCK - RA-


a meno
DIO - 20124

L. 16.500
comprese
MILANO - Va CASTALDI 20 (Telet.
P. anticip atamente l'Importo di
6891945), Inviando

vaglia postale, assegno bancario o cé.p. n, 46013207 (spese dl spedizione

250
R6

TR7 e
R2 CJ

C6Il+

ENTR.
12%18V
R5 R7
e
l=-
Cc4

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 14.500 .
Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva- .................
riati componenti e materiali, non sem-
%
pre reperibili in commercio, ad un
prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N" 1 saldatore (220 V - 25 W) - N° 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante -N" 1 poggia-saldatore_ N 2 boccole isolate
- N" 2 spinotti - N° 2 morsetti-coccodrillo - N° 1 ancoraggio - N° 1 basetta per
montàggi sperimentali - N° 1 contenitore pile-stilo _ N" 1 presa polarizza1'a per
pila 9 V - N° 1 cacciavite miniatura - N° 1 spezzone filo multiplo multicolore.

Le richieste del CORREDO DEL PRINCIPIANTE debbono sssere fatte a: STOCK RADIO - 20124
MILANO • Via P. Castaldi, 20 (telef. 6891945), inviando anticipatamente l'importo di L. 14.500 a
mezzo vaglia postale, assegno clrcolare, assegno bancar lo o c.c.p. N. 46013207 {le spese di spe
dizione sono comprese nel prezzo).
BOOSTER A 24 V Condensatori
C1 47 F- 35 VI (elettrolitico)
F-
A bordo del mio autocarro faccio uso di un
mangianastri portatile a pile, la cui potenza d'u-
C2
-- 1.000 35 VI (elettrolitico)
Resistenze
scita assai spesso diviene insufficiente per il fra- 47 ohm
R1
stuono della strada. Potreste voi fornirmi lo R2 820 ohm
schema di un booster alimentabile a 24 V, in R3 270 ohm
grado di risolvere questo mio problema? R4 = 10 ohm
BAGGIO PIETRO R5 130 ohm (resist. NTC)
Milano R6 68 ohm
R7 0,5 ohm
R8 0,5 ohm
Lo schema dell'amplificatore, qui riportato, for- 47.000 ohm (trimmer di reg. poi. TR1)
R9
nisce una potenza d'uscita di 8 W. Si tratta di
un circuito a simmetria complementare, che uti- Varie
lizza una resistenza NTC (R5) per ottenere TR1 = 2N1711
automaticamente la stabilità termica e la regola- TR2 = MUE520 (Motorola)
zione della corrente di riposo nei due transistor TR3 =- MJE370 (Motorola)
finali. La NTC dovrà essere fissata direttamente D1 -- 1N914
sul radiatore di calore di TR2. TR3. D2 = 1N914
AP = altoparlante (8 ohm)
S1 = interrut.

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


L. 16.850 -·
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, così da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.
I
Contenuto del kit:
n. 3condensatori- n. 6 resistenze- n. 1 po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato- n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore- n. 1 SCR- n. 1 cor-
done alimentazione con spina- n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

252
s7

\
<r + l 4{@) 1Rs

KIT •BOOSTER BF
Una fonte di energia complementare in scatola di montaggio

L. 15.500
PER ELEVARE
LA POTENZA DELLE
RADIOLINE TASCABILI
DA 40 mW A 10 W!

Con l'approntamento di questa scatola di montaggio si vuol offrire un valido aiu-


to tecnico a tutti quei lettori che, avendo rinunciato all'installazione dell'autora-
dio, hanno sempre auspicato un aumento di potenza di emissione del loro rice-
vitore tascabile nell'autovettura.
CAMPANELLO OTTICO

Mi occorrerebbe un progettino col quale poter


comandare un campanello d'allarme in corri-
spondenza delle variazioni di luminosità am-
bientali.
SORIANO DANIELE
Varese

Eccolo! la fotoresistenza FR funge da elemento


sensibile alla luce. Il transistor TR1 amplifica la
corrente d'innesco dell'SCR. Il carico potrà es-
In scatola di montaggio sere rappresentato da un avvisatore ottico od
acustico alimentato dalla stessa tensione utiliz-
zata per il circuito. Premendo il pulsante PI.
L. 62.000 si interrompe il funzionamento del campanello.

Resistenze
R1 = 500.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R2 = 1.000 ohm
R3 = 1.000 ohm
R4 = 470 ohm
Varie
FR -= fotoresistenza (quals. tipo)
TR1 = BC108
< SCR
D1
=
C106 (General Electric)
= 1 N4004
CAMP. = campanello per corrente continua
p1 =
pulsante normalmente chiuso

SERVE PER COSTRUIRE:

un moderno orologio numerico a di-


splay
un termometro di precisione TERMOMETRO A PONTE
una radiosveglia
Dovrei realizzare un termometro elettronico che,
un interruttore elettrico temporizzato sfruttando uno strumento ad indice e a zero
centrale, sia in grado di segnalare le variazioni
di temperatura di un liquido che, invece. do-
Ma offre la possibilità di realizzare vrebbe rimanere a temperatura costante.
innumerevoli e sofisticate ulteriori • FERRANTE MARCO
applicazioni tecniche. I Tori ne
I .
e ostruisca u·1 termometro a ponte d"'i cui•• ripor-
tiamo lo schema. Chiuda l'interruttore S2 e im-
merga la resistenza NTC (R6) nel liquido di cui
vuol tenere sollo controllo la temperatura.
Quindi, tenendo commutato SI in A, tari il
ponte tramite R1, in modo che l'indice dello
strumento coincida con lo zero centrale; poi com-
muti SI in B e regoli R5 in modo che L'indice
si trovi ancora sullo zero centrale. Ritari il ponte
fino a che tutto collima nuovamente, dopo aver
riportato SI in A.

254
PI
DI R4

FR

e
L 4%a• G
12 V
e
Rl

NTC R6

8 SI

Resistenze R6 = res. NTC (100+ 2.000 ohm a 20°)


R1 = 2.200 ohm (trimmer)
R2 = valore pari alla NTC Varie
R3 = 1.000 ohm mA = milliamperometro (1 mA fondo-scala)
R4 = 6.800 ohm S1 = deviatore
R5 = 1.000 ohm (potenz. a filo) S2 = interrutt.

255
offerta speciale!

NUOVO PACCO DEL PRINCIPIANTE


Una collezione di dodici fascicoli arretrati accuratamente selezionati fra quelli che hanno
riscosso il maggior successo nel tempo passato .

ELETTRONICA
PRATICA

ELETTRONICA
- E7 PRATICA
G
E
t
E
A
A
T
o
D

CE=

L. 12.000
Per agevolare l'opera di chi, per la prima volta, è impegnato nella ricerca degli elementi
didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è l'elettronica del tempo libero,
abbiamo approntato un insieme di riviste che, acquistate separatamente, verrebbero a
costare L. 3.000 ciascuna, ma che in un blocco unico, anziché L. 36.000, si possono avere
per sole L. 12.000.
IN SCATOLA
ALIMENTATORE DI MONTAGGIO
PROFESSIONALE L. 34.000
e STABILIZZAZIONE PERFETTA FRA 5,7 e 14,5 Vcc e CORRENTE DI LAVORO: 2,2 A

Di facilissima costruzione e di grande utilità nel la-


boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato e
dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e


14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2A): regolabile fra
5,7 e 14,5 Vcc
5P Stabilizzazione: - 100 mV
LI«EeNTATOHE STABIZZA Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata.
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
n, 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
- n. 3 Condensatori elettrolitici
- n. 3 Condensatori normali

~·- t
- n. 3 Transistor
- n. 1 Diodo zener
n. 1 Raddrizzatore
n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta) 8 e
n. 1 Circuito stampato

n. 1 Bustina grasso di silicone
n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate)

- n. 1
il

',=
t'-
Cordone di alimentazione (gommino-passante}
- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
- n. 1 Interruttore di rete
- n. 1 Manopola per potenziometro
- n. 1 Potenziometro (rondella e dado)
n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 da
rondelle)
n. Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2
tofilettanti)
- n. 1 Pannello frontale serigrafato
- n. 7 Spezzoni di filo (colori diversi)
- n. 2 Spezzoni tubetto sterling

La scatola di montaggio dell'ALIMENTATORE PROFESSIONALE costa L. 34.000. Per richie-


derla occorre inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o
c.c.p. numero 46013207, citando chiaramente l'indicazione • Kit dell'Alimentatore Professio-
nale • ed Intestando a • STOCK RADIO - 20124 MILANO . Via P. Castaldi, 20 (Tel. 6891945).
Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione.
MICR0TRASMETTIT0RE
FM CON CIRCUITO
INTEGRATO
CARATTERISTICHE
Tipo di emissione in modulazione di frequenza
Gamma di lavoro 88 +- 108 MHz
Potenza d'uscita 10 + 40 mW
Alimentazione con pila a 9 V
Assorbimento 2,5 + 5 mA
Dimensioni 5,5 x 5,3 cm (esci. pila)

Funzionamento garantito anche per i principianti - Assoluta semplicità di montaggio -


Portata superiore al migliaio di metri con uso di antenna.

in scatola di montaggio
L 12.700
Gli elementi fondamentali, che ca-
ratterizzano il progetto del microtra-
smettitore tascabile, sono: la mas-
sima semplicità di montaggio del
circuito e l'immediato e sicuro fun-
zionamento. Due elementi, questi,
s E che sicuramente invoglieranno tut-
ti i principianti, anche quelli eh-e
sono privi di nozioni tecniche, a
costruirlo ed usarlo nelle occasio-
ni più propizie, per motivi profes-
sionali o sociali, per scopi protet-
tivi e preventivi, per divertimento.
vieta.eess re.guerce
Di ELETTRONICA - RADIO - cB • 27 MHz
PRATICA
nll
PERIODICO MENSILE - SPED. IN ABB. POST. GR. 3°/70 L. 2.000
ANNO Xlii - N. 5 - MAGGIO 1984

L'ASCOLTO MIXER
DELLA A DUE VIE
SSB PER PICCOLI TX

IMPEDENZIMETRO
Tutti gli strumenti
di misura e di
controllo pubblicizzati
in ques ta pagina
po ssono essere
richiesti a:

20124 Milano - Via P. Castaldi, 20 (Telef. 6891945), inviando anticipatamente il rela-


STOCK RADIO tivo importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o c.c.p. n. 46013207. Nel
prezzo sono comprese le spese di spedizione.
OSCILLATORE MODULATO
mod. AM/FM/30 L. 154.400 CARATTERISTICHE TECNICHE
GAMME A B e D
RANGES 100± 400Kc 400 ±- 1200Kc 1,1 +3,8Mc 3,5:12Mc
GAMME E F G
RANGES 12+40Mc 40+ 130Mc 80+ 260M

TESTER ANALIZZATORE - mod. ALFA


(sensibilità 20.000 ohm/volt)

NO VITA'
ASSOLUTA!
Questo generatore, data la sua larga banda di frequen-
za consente con molta facilità l'allineamento di tutte
le apparecchiature operanti in onde medie, onde lun-
ghe, onde corte, ed in tutta la gamma di VHF. Il qua- interamente protetto
drante delle frequenze è di grandi dimensioni che con-
sente una facile lettura. da qualsiasi
Dimensioni: 250x170x90 mm errore di manovra

CARATTERISTICHE TECNICHE
Tensioni continue 100 mV- 2 V - 5 V- 50 V - 200 V - 1.000 V
Tensioni alternate 10 V - 25 V - 250 V - 1.000 V
Correnti continue 50 A - 0,5 mA - 10mA - 50 mA - 1A
Correnti alternate 1,5 mA - 30 mA - 150 mA - 3 A
m 2x1-2x100 - 2x1.000 Ottimo ed originale strumento di misure appositamente stu-
Volt output 1 O Vca - 25Vca - 250 Vca - 1.000 Vca diato e realizzato per i principianti.
ecibel 22 d- 30 dB - 50 dB - 62 dB La protezione totale dalle errate ins·eni-oni e ottenuta me-
2cita da O a 50 F - da O a 500 F diante uno scaricatore a gas e due fusibili.

CARATTERISTICHE GENERALI
ssoluta protezione dalle errate manovre dell'operatore. - Scala a specchio, sviluppo scala mm. 95. - Garanzia di fun-
vento elettrico anche in condizioni ambientali non favorevoli. - Galvanometro a nucleo magnetico schermato con-
ampi magnetici esterni. - Sospensioni antiurto. - Robustezza e insensibilità del galvanometro agli urti e al tra-
isura balistica con alimentazione a mezzo batteria interna.

(Generatore di segnali)
e versioni per Radio e Televisione. Particolarmente adatto per localizzare velocemente i guasti nei ra-
ificatori, fonovaligie, autoradio, televisori.

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Armoniche fino a 50 Mc Armoniche fino a
Uscita 10,5 V e Uscita
30 V pr
Dimensioni 12x160 mm Dimensioni
Peso 40 grs. Peso
Tensione massima
applicabile al ·puntale 500 V
Corrente della batteria 2 mA
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Per l'Italia L. 20.000
Per l'estero L. 30.000
L'abbonamento a Elettronica Pratica dà a tutti il diritto
di ricevere dodici fascicoli della rivista.

MODALITA' D'ABBONAMENTO
Per sottoscrivere un nuovo abbonamento, o per rinnovare quello scaduto, oc-
corre inviare il canone tramite vaglia postale, assegno bancario, assegno
circolare o a mezzo c.c.p. n. 916205 intestati e indirizzati a: ELETTRONICA
PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52. Si prega di scrivere con la mas-
sima chiarezza, possibilmente in stampatello, citando con grande precisione:
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trova in questo libro una raccolta ed un intelligen-
te compendio.
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stenti fra le principali grandezze elettriche ed elet-
troniche consente di risolvere la maggior parte dei
calcoli col solo ausilio di un righello fornito a cor-
redo del volume.
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lazione di valori di induttanze, impedenze, filtri
« crossover », dimensionamento di casse acustiche,
ecc., senza dover applicare per Intero le formule e
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ANNO 13 - N. 5 MAGGIO 1984


LA COPERTINA - Interpreta il concetto teorico-
pratico dell'impedenzimetro, ossia dello strumen-
to che consente di effettuare misure di impedenze
fino a mille ohm, sui più comuni componenti utiliz-
zati dai principianti, quali i trasformatori, gli alto-
parlanti e le bobine.

mmario
editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS

disegno tecnico IMPEDENZIMETRO 260


CORRADO EUGENIO
PER MISURE DI BOBINE
stampa TRASFORMATORI E AP
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27 - 20126 Milano tel. 2526 -
autorizzazione Tribunale Civile MISCELATORE A DUE VIE 276
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raria ed artistica sono riservati
a termine di Legge per tutti i VENDITE - ACQUISTI - PERMUTE 306
Paesi. I manoscritti, i disegni,
e fotografie, anche se non
pubblicati, non si restituisco- LA POST A DEL LETTORE 311
no.
IMPEDENZIMETRO
Consente la misura di valori di impedenza fino a 1.000 ohm.

Serve a far conoscere al dilettante


uno dei più rilevanti parametri elettronici.

È necessario a coloro che intendono apportare delle varianti ai


progetti originali.

Che cos'è e come si misura l'impedenza di un PROBLEMI DI MISURE


particolare componente elettronico? Ecco due
domande che, assai spesso, i nostri lettori ci Molti lettori che, mensilmente, realizzano i
rivolgono e alle quali non possiamo esimerci progetti presentati su Elettronica Pratica, non si
dal rispondere. Soprattutto perché la misura accontentano di adibirli all'uso cui essi sono
dell'impedenza è rimasta finora soltanto un destinati, ma pretendono di farli funzionare in
grosso problema insoluto per molti appassiona- condizioni e ambienti diversi da quelli stabiliti
ti di elettronica. dal progettista. E ciò implica l'apporto di alcu-
È giunto cosi il momento di porgere la nostra ne varianti tecniche al circuito originale, che
mano amica a tutti coloro che sentono questa richiedono spesso prove sperimentali e misure
necessità e desiderano sviluppare il proprio elettriche più o meno difficili.
bagaglio di nozioni tecniche, assieme all'orga- Facciamo un esempio. Quando si vuol interve-
nizzazione del laboratorio, inserendo in esso un nire sugli stadi finali di un riproduttore audio
altro strumento di grande utilità e interesse: ad alta fedeltà, occorre conoscere esattamente i
l'impedenzimetro. valori delle impedenze d'uscita, allo scopo di

Il comune tester, in grado di misurare valori resistivi e capaciti-


vi, non può valutare quelli di impedenza di molti componenti e
circuiti elettronici, quali le bobine, i trasformatori o gli altopar-
lanti. Ecco perché abbiamo deciso di progettare e presentare
al lettore questo strumento che, pur non appartenendo alla
gamma degli apparati strumentali, può offrire indicazioni vali-
de nell'attività dilettantistica.

260
,.

I
.!,

-~
e\e
·,
,e
7
?

inserire trasduttori acustici con identici valori La resistenza R, secondo la legge di Ohm,
di impedenza. Non si può infatti montare un esprime il rapporto tra la tensione continua e la
altoparlante ad alta impedenza se l'uscita è di corrente continua:
tipo a bassa impedenza, perché così facendo la
riproduzione audio verrebbe alterata. Ecco per- R = V:I
ché quando viene prescritto un tipo di altopar-
lante, oltre alla sua potenza, viene pure citato il L'impedenza Z esprime lo stesso rapporto, ma
valore dell'impedenza, che è espresso in ohm, riferito alla tensione e alla corrente variabile:
ma che nulla ha a che vedere con la ben nota
resistenza ohmmica, almeno sotto un aspetto Z= V:I
rigorosamente scientifico.
A complicare un poco le cose, subentra peral-
tro il fatto che questa seconda formula è di tipo
CHE COS'È L'IMPEDENZA vettoriale, in quanto, a causa della natura dei
componenti elettronici, non sempre tensione e
Quello di impedenza è un termine assai ricor- corrente sono tra loro in fase.
rente in elettronica e rappresenta una delle Un altro importante elemento da tenere in
grandezze che caratterizzano il comportamento considerazione è che, mentre la resistenza, per
i molti componenti quando vengono interes- un dato componente, risulta una grandezza
sati da correnti variabili. Si potrebbe anche dire costante, non così avviene per l'impedenza Z,
che l'impedenza costituisce l'equivalente della che è una grandezza legata al valore della
resistenza, quando si ha a che fare con tensioni frequenza del segnale considerato, quando il
e correnti variabili anziché continue. E come componente è del tutto o in parte di natura
avviene per la resistenza, che viene indicata induttiva o capacitiva. Dunque, finché i com-
con la lettera R, l'impedenza viene segnalata ponenti elettronici o i circuiti da essi formati
n la lettera Z. sono interessati da tensioni e correnti continue,

261
Fig. 1- Il progetto del circuito di
misura dei valori di impedenza

=
può essere validamente sintetiz-
pa) ZK zato con questo schema, che

F F
B
= 4=
Q
consente di interpretare facil-
mente Il principio di funziona-
mento.

è facile conoscere i valori resistiva tramite la


legge di Ohm, ma quando questi sono coinvolti
da tensioni e correnti variabili, come ad esem-
pio quelle alternate, la legge di Ohm, nella sua
forma più elementare, non serve più e non
R serve più nemmeno l'ohmmetro, mentre occor-
re uno strumento in grado di valutare l'impe-
denza di componenti e circuiti, cioè l'impeden-
zimetro.

REATTANZE
Fig. 2 - Il generatore di tensione alternata consente un
flusso di corrente, attraverso la resistenza R, il cui Quando si tratta di rilevare il valore di una
valore è determinato dalla legge di Ohm. induttanza pura o di una capacità pura, l'impe-
denza prende il nome di reattanza. E per indut-
tanza e capacità pure si intende un componente
o un circuito nei quali sono presenti soltanto
grandezze induttive o capacitive. Ma questi
nella realtà non esistono, mentre possono esse-
re considerati soltanto in teoria. Infatti, quando
si prende in esame una bobina o un condensa-
tore, in questi predominano i valori induttivi e
z capacitivi, ma ad essi, si accompagnano sempre
altri valori. Facciamo un esempio: la grandezza
che caratterizza principalmente una bobina è
l'induttanza, ma questa non è la sola, perché il
filo conduttore della bobina presenta pure un
certo valore di resistenza ohm mica ed anche un
certo valore capacitivo. In ogni caso, sotto
Fig. 3- Quando nel circuito alimentato da un generato-
re di tensione alternata è presente una impedenza Z, il l'aspetto puramente teorico, l'impedenza di
valore della corrente dipende, oltre che dalla resistenza una induttanza pura, che come abbiamo detto
ohmmica del circuito, anche dall'induttanza dell'avvol- prende il nome di reattanza induttiva, rimane
gimento. espresso dalla seguente relazione:
X1 = 2f L

262
----------------------------------------,
1
--·· 1 +
a/

I
r ·lò,,,
M-

Fig. 4 - Il circuito interno dell'inte-


grato LM380 è principalmente
composto da dodici transistor di
entrambi i tipi (PNP - NPN), di cui
alcuni esplicano funzioni amplifi-
catrici, altri quelle ausiliarie di
generatori di corrente e di tensio-
ne per le polarizzazioni interne.
- --
35104112
--------------__J_. - -- --- _t'-,. __ _J

nella quale «f» misura il valore della frequenza definitivo dell'impedenzimetro, che è un po'
della corrente che percorre l'induttanza pura, più complicato ed appare riprodotto in figura
mentre «L» valuta appunto quello dell'indut- 4. Comunque, lo schema di figura I consente di
tanza indicato nell'unità di misura «henry». sintetizzare il funzionamento dello strumento a
Analogamente, quando si tratta di considerare grandi linee.
la reattanza capacitiva pura, vale la seguente
relazione:

Xc = 27f C

Nella pratica di ogni giorno, i I lettore si sarà


accorto che, mentre la resistenza e la capacità VISTO DA
sono grandezze facilmente rilevabili con qual- SOPRA
siasi tester, non altrettanto accade per l'impe- 14 +ALIM.
DISACC. 1
denza o, in particolare, per la reattanza indutti-
ENTR.@ 2 13 NC
va. Per le quali occorre uno strumento come

?
quello presentato e descritto in questo articolo,
che pur non consentendo valutazioni rigorosa- 12}
11 MASSA
mente precise, come avviene negli strumenti 10
altamente professionali, può offrire indicazioni
ENTR. 6 9 NC
attendibili sui valori del le impedenze di com-
ponenti e circuiti, costituendo un utilissimo MASSA 7 8 USCITA
dispositivo nel laboratorio del dilettante elet-
tronico. LM 380

TE-ORIA Dli FUNZIONAMENTO Fig. 5 - L'integrato LM380 viene industrialmente incap-


sulato in un contenitore di tipo «dual in line». In questo
disegno sono riportati tutti gli elementi in corrispon-
li circuito di misura dell'impedenza può essere denza con i quattordici piedini del componente.
schematizzato nel modo indicato in figura I.
Ma questo, si badi bene, non è il progetto

263
" - - -- -- "no r ---- - ---]
I I
I

R2 R3 R4 5

R8

A
B $2

c1

I _ zx
• @ +

Fig. 6 - Circuito teorico dell'impedenzimetro. Le linee tratteggiate racchiudono la


parte che deve essere montata su circuito stampato. Il commutatore 52 consente di
effettuare misure su tre scale diverse. L'impedenza incognita, di cui si vuol conosce-
re il valore, va inserita sulle boccole contrassegnate con la sigla ZX.

----COMPONENTI----
Condensatori R5 1.000 ohm
R6 10 ohm
C1 = 100 F - 16 VI (elettrolitico) R7 10 ohm
C2 = 100 F - 16 VI (elettrolitico) 1O ohm (potenz. a variaz. lin.)
= 100.000 pF R8
C3 100 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R9
C4 200.000 pF 1.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R10
C5 = 200.000 pF
C6 = 200.000 pF
C7 = 200.000 pF Varie
ca = 100.000 pF IC1 = LM380
T1 = trasf. d'uscita (0,5 1 W)
Resistenze D1 = 1N4004
R1 2,2 ohm DG = diodo al germ. (quals. tipo)
R2
--
= 1.000 ohm S1 = interrutt. alim.
R3 = 1.000 ohm S2 = commutatore (1 via - 3 posiz.)
R4 = 1.000 ohm A = microamperometro (100 ± 500 A)

Diciamo subito che il circuito ora citato ricorda inserito il potenziometro RN. Altri due rami
molto da vicino quello di un «ponte resistivo», sono costituiti dai due avvolgimenti secondari
nel quale tuttavia un solo ramo è rappresentato del trasformatore TI. Il quarto ramo è rappre-
da una resistenza ohmmica, quello nel quale è sentato dall'impedenza incognita, di cui si vuol

264
2 PILE
4,5 V

Fig. 7 - Plano costruttivo dell'impedenzimetro realizzato in un contenitore che può


essere indifferentemente di materiale isolante o di metallo. Il microamperometro
può essere sostituito con un tester, ovviamente commutato sulla funzione di
strumento di misura di correnti.

conoscere il valore, indicata con la sigla ZX. generatore di tensione alternata è collegato con
Nei punti contrassegnati con le lettere «a» e una impedenza Z. In questo caso il valore della
«b» sono presenti due tensioni uguali in am- corrente che fluisce attraverso il circuito non è
piezza ma in opposizione di fase. Ora, misuran- determinato soltanto dal valore resistivo del
do il valore della tensione alternata presente fra carico ma anche dalla particolare resistenza che
il terminale centrale dell'avvolgimento secon- l'avvolgimento oppone al passaggio della cor-
dario del trasformatore TI e il punto «C» del rente alterata. E questa particolare resistenza
ponte di figura I, è possibile ottenere una aumenta coll'aumentare del valore della fre-
valida indicazione sull'impedenza incognita quenza della tensione del generatore.
ZX. Infatti, il perfetto annullamento del ponte
avviene quando l'impedenza del ramo RN
uguaglia quella del ramo ZX. E poiché l'impe- ANALISI DEL CIRCUITO
denza nota è costituita in realtà da una resisten-
za (RN), il voltmetro, inserito sulla diagonale Anche se da un punto di vista teorico, la
del ponte, indica uno zero reale, quando pure sezione principale dell'impedenzimetro è certa-
ZX risulta essere una resistenza di pari valore. mente quella del circuito di misura, sotto
Negli altri casi non è possibile ottenere un l'aspetto pratico la parte più importante è quel-
perfetto azzeramento del voltmetro, pur mano- la del generatore di tensione alternata. Il quale
vrando il potenziometro RN, ma ci si deve è stato da noi ottenuto sfruttando quel versatile
accontentare della minima deviazione dell'in- amplificatore audio che è l'LM380 e di cui
dice dello strumento. presentiamo in figura 4 il circuito interno,
Gli schemini riportati nelle figure 2 e 3 inter- mentre in figura 5 riportiamo tutti gli elementi
pretano i concetti di resistenza ed impedenza corrispondenti ai quattordici piedini del com-
prima analizzati. ponente.
Nello schema di figura 2, il generatore di ten- L'integrato LM380 vien fatto funzionare, nel
sione alternata è collegato con una resistenza nostro progetto di figura 6, come oscillatore
R. che viene attraversata da una corrente di sinusoidale di potenza.
valore I V: R. Nello schema di figura 3, il Il circuito dell'integrato ICI è reazionato attra-

265
che una rielaborazione più completa del circui-
to schematizzato in figura I.
La resistenza nota RN, costituita da una por-


zione di potenziometro nello schema di figura
1, è ora rappresentata da tre potenziometri (R8
o - R9 - R I 0), che consentono la suddivisione
4 della misura di impedenza in tre gamme, per
mezzo di un commutatore ad una via e tre
posizioni (S2).
e-El
3
Potenz. Posiz. S2 Max.Z
R8 = IO ohm A IO ohm
R9 = 100 ohm B 100 ohm
R 10 = 1.000 ohm e 1.000 ohm

Lo strumento in alternata è ottenuto tramite un


semplice raddrizzatore a singola semionda, che
sfrutta un diodo aJ germanio (DG) in virtù della
sua bassa caduta di tensione: 0,2 V contro gli
Fig. 8 - Disegno in grandezza reale del circuito stampa- 0,6 V± 0,7 V dei diodi al silicio.
to che il lettore dovrà realizzare prima di iniziare il Lo strumentino ad indice può anche essere
lavoro di costruzione dello strumento. rappresentato da un tester, ovviamente com-
mutato nella scala delle misure di correnti.
I tre potenziometri R8- R9- RIO si sarebbero
potuti eliminare, sostituendoli con un solo po-
tenziometro da 1.000 ohm, a variazione linea-
re, a grafite o a filo, indifferentemente. Ma cosi
facendo, le misure di impedenza molto basse,
come ad esempio quelle di 3-4- 8 ohm,
verso una rete di sfasamento composta da quat- sarebbero state difficilmente rilevabili.
tro filtri resistivo-capacitivi in cascata: R5-C7, Le linee tratteggiate, presenti nello schema di
R4-C6, R3-C5, R2-C4. figura 6, racchiudono quella parte del progetto
La frequenza di oscillazione, con i valori attri- che deve essere montata su circuito stampato.
buiti ai componenti nell'apposito elenco, si L'alimentazione del circuito dell'impedenzime-
aggira intorno agli 800 Hz. Ma questo dato può tro si ottiene con la tensione continua di 9 V,
essere variato a piacere attribuendo ai compo- derivabile da due pile piatte, da 4,5 V ciascuna,
nenti il filtro valori in proporzione. collegate in serie tra di loro.
Sull'uscita dell'integrato ICI, più precisamente
sul piedino 8, è presente un segnale sinusoidale
di buone caratteristiche e di una certa potenza, REALIZZAZIONE PRATICA
in grado di pilotare agevolmente il circuito di
misura associato al trasformatore T 1. Per la realizzazione del lo strumento è consi-
Facciamo presente che il valore di frequenza di gliabile seguire il piano costruttivo riportato in
800 Hz non è casuale. Esso è stato scelto figura 7, che fa uso di un circuito stampato, il
tenendo conto che su questo valore si misura cui disegno in grandezza reale è visibile in
solitamente un'impedenza di bassa frequenza. figura 8.
La basetta del circuito stampato è destinata a
contenere l'oscillatore, compreso pure il tra-
CIRCUITO DI MISURA sformatore TI. Il quale altro non è che un
normale trasformatore d'uscita per ricevitori
Il circuito di misura, visibile sull'estrema destra radio, con potenza di valore compreso fra 0,5
del progetto riportato in figura 6, altro non è W e I W. L'avvolgimento secondario di questo

266
(Jlllllill lii

Fig. 9- Pannello frontale dell'im-


pedenzimetro. In esso si notano
le manopole innestate sui tre po-
9
10O-

tenziometri, quella del commuta-


tore di scala, l'interruttore, lo
strumento ad indice e le boccole
zx
per l'inserimento dell'impedenza @ @
in esame.

trasformatore, che nel nostro progetto viene con ZX (vedi figura 9), alcune resistenze di
utilizzato come avvolgimento primario, deve valore noto e ruotare le manopole dei potenzio-
avere un'impedenza di 8 ohm. L'avvolgimento metri in modo da azzerare, di volta in volta, lo
primario, che in questo caso diviene avvolgi- strumento ad indice, segnando sulla scala il
mento secondario, deve essere di tipo a presa valore ohmmico inserito. Ovviamente, queste
centrale, adatto quindi per uscite in push-pull. operazioni vanno fatte per tutte tre le posizioni
La basetta del circuito stampato, assieme ai del commutatore S2 e su tutti tre i potenziome-
restanti elementi, deve essere inserita in un tri, ossia sulle tre possibili portate dell'impe-
contenitore di materiale isolante o metallico, denzimetro, che sono quelle di I O ohm - I 00
indifferentemente. ohm - 1.000 ohm.
Poiché 1 'integrato ICI non necessita di alcun Le resistenze da utilizzare per la taratura delle
dissipatore di energia termica, conviene evitare scale saranno tutte da 0,5 W. E, in pratica, si
la sua diretta applicazione sulla basetta del comincerà con una resistenza da I O ohm, poi
circuito stampato, interponendo un adatto zoc- con una da 8 ohm e così via, ovviamente con
coletto. Ma in ogni caso si dovrà far bene S2 posizionato in A.
attenzione ad inserire esattamente questo com-
ponente sul circuito, tenendo conto che il pie-
dino I è quello che si trova in prossimità di un IMPIEGO DELL'APPARECCHIO
puntino di riferimento impresso sul corpo
esterno dell'integrato. Il collaudo dell'impedenzimetro può essere fat-
Trattandosi di uno strumento che deve lavorare to con una bobina, per esempio con la bobina
con segnali variabili, consigliamo di realizzare mobile di un altoparlante, che costituisce il
un cablaggio con conduttori molto corti o, caso più comune di misura di impedenza di
comunque, di non esagerare con la lunghezza laboratorio.
di questi. Sui terminali dell'altoparlante si collegheranno
due conduttori, terminanti con due spinotti, da
inserire sulle boccole ZX dell'impedenzimetro.
TARATURA SCALE Quindi si cercherà di individuare, per successi-
vi tentativi, con quale dei tre potenziometri si
Una volta montato l'impedenzimetro, occorre- raggiunge la minima indicazione dello stru-
rà procedere alla taratura delle scale in corri- mento ad indice. Individuato così, sulla corri-
spondenza delle tre manopole innestate sui tre spondente scala del potenziometro, il valore
potenziometri R8 - R9 - RIO. E per far ciò, si ohmmico, si potrà concludere che questo è il
debbono inserire, sulle boccole contrassegnate valore dell'impedenza di quell'altoparlante.

267
=:

E Antifurti
a
sbarramento
2A
o

CIRCUITI
FOTOSENSIBILI
Con la fotoresistenza si possono realizzare mol- Il primo di questi è costituito da una normale
te pratiche applicazioni, che si estendono dagli fotoresistenza al solfuro di cadmio, il secondo
interruttori crepuscolari agli antifurto a sbarra- da un diodo controllato SCR. Dunque, si tratta
mento, dai relé fotosensibili ai rivelatori di di due elementi molto noti ai nostri lettori, in
livello luminoso. Ma in questo articolo ci limi- particolar modo a quelli che ci seguono da un
teremo a presentare due circuiti elettronici che certo tempo, ma che coloro che, proprio in
hanno in comune due elementi fondamentali: il questi tempi, hanno cominciato ad occuparsi di
sensore e l'elemento di-controllo. elettronica sotto il profilo dilettantistico, anco-

I due progetti, presentati ed analizzati, in queste pagine,


rivestono un carattere principalmente didattico, perché con-
sentono di realizzare due facili, pratiche applicazioni, con la
fotoresistenza ed il diodo controllato. Ma offrono pure al
lettore l'opportunità di realizzare qualche dispositivo di grande
utilità personale.
I

268
ra non conoscono e necessitano quindi di alcu- delle fotocellule con la realizzazione delle foto-
ne elementari nozioni. resistenze.
Questi componenti, visti sotto l'aspetto elettri-
co, possono considerarsi come delle resistenze
LA FOTORESISTENZA il cui valore ohmmico varia in rapporto con la
luce incidente. In pratica, al buio, le fotoresi-
Non si può dire che la fotoresistenza sia un stenze si comportano quasi come un isolante,
componente dell'ultima generazione; infatti, assumendo valori resistivi che superano spesso
fin dai tempi delle valvole elettroniche, si pote- il milione di ohm, raggiungendo talvolta anche
va disporre di un elemento fotosensibile che i dieci megaohm. Man mano che la luce inci-
poteva considerarsi l'antenato della fotoresi- dente aumenta, la fotoresistenza diviene sem-
stenza: la fotocellula, i cui principi di funziona- pre più conduttrice, sino a raggiungere, sotto
mento furono studiati e analizzati dal celebre una luce intensa, valori di poche centinaia di
fisico Einstein. ohm o, addirittura, di qualche decina di ohm.
Le fotocellule erano allora composte da due Dunque, si può concludere dicendo che il cam-
elettrodi metallici, racchiusi in un tubo a vuoto po di variazione della resistenza è veramente
spinto, fra i quali veniva applicata una certa notevole e ciò fa della fotoresistenza un compo-
differenza di potenziale elettrico. E quando uno nente ricco di grandi possibilità di impiego
dei due elettrodi, più precisamente il catodo, pratico.
veniva colpito da una variazione luminosa, si
poteva notare un passaggio di corrente nel
circuito.
Su questo fenomeno, per vario tempo, si tenta- STRUTTURA DELLE FOTORESISTENZE
rono molte formulazioni teoriche, ma alla fine
proprio il fisico Einstein dette una chiara inter- Sotto il punto di vista costruttivo, la fotoresi-
pretazione, asserendo che la luce, anzi i fotoni, stenza si presenta con la seguente struttura: su
che sono particelle di energia luminosa, col- un supporto isolante, che può essere di cerami-
pendo il catodo metallico, mettevano in libertà ca, mica o altro materiale isolante, appare de-
degli elettroni che, attratti dall'anodo positivo, positato un sottile strato di solfuro di cadmio,
generavano una corrente rilevabile con gli stru- che costituisce l'elemento sensibile alla luce.
menti inseriti nel circuito. Sopra questo strato viene poi depositato, gene-
Il progresso dell'elettronica, così come ha potu- ralmente a forma di doppio pettine, uno strato
to soppiantare i tubi elettronici, sostituendoli di materiale altamente conduttivo che, quasi
con i transistor, ha portato alla sostituzione sempre, è l'argento, ma talvolta è l'oro, proprio

Interruttori crepuscolari

Fotocomandi a distanza
E
Relé fotopilotati .i
's.,«'
3in
•"2
i
269
72
evcc
e Fig. 1- Circuito elettrico del pri-
mo tipo di progetto impiegante
una fotoresistenza (FR) e un dio-
do controllato (SCR). Quando la
fotoresistenza viene colpita dalla
luce, il diodo si innesca ed il relé
scatta. Il potenziometro R1 serve
a controllare la soglla di innesco
dell'SCR. Il pulsante P1, di tipo
normalmente chiuso, consente di
disinnescare manualmente Il dio-
do.

----COMPONENTI----
c1 = 100.000 pF SCR = C103 (BRX47)
FR = fotoresistenza (quals. tipo) RL 1 = relé (12 Vcc)
R1 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) P1 = interrutt. a pulsante (normalm. chiuso)

per le sue caratteristiche di inerzia chimica. Fra questa sede è il diodo controllato SCR, di cui i
le due bande conduttrici, che costituiscono gli nuovi lettori vorranno certamente avere noti-
elettrodi della fotoresistenza, si viene così a zia. Diciamo subito, quindi, che fra il diodo
generare una serpentina di materiale fotosensi- SCR e il più comune diodo esistono delle
bile. affinità, che sono ben giustificate dal comporta-
La fotoresistenza non è un componente pola- mento dei due componenti.
rizzato e ciò significa che non è necessario L'SCR è composto internamente da tre giun-
rispettare alcuna polarità in sede di applicazio- zioni P-N, che formano un semiconduttore di
ne del componente stesso nel circuito utilizza- tipo P-N-P-N, simile a due diodi collegati in
tore; ma ciò è perfettamente intuibile in virtù serie.
della perfetta simmetria di costruzione del Il terminale relativo all'anodo fa capo, interna-
componente. mente, al semiconduttore P più esterno, mentre
il catodo rimane collegato con il semicondutto-
re N situato dalla parte opposta. Al secondo
IL DIODO SCR settore di materiale P è collegato l'elettrodo
rappresentativo della «porta» o «gate».
Il secondo elemento di fondamentale importan- Applicando all'anodo una tensione negativa
za nelle applicazioni pratiche presentate in rispetto al catodo, non si ha conduzione di

270
corrente in nessun caso, così come avviene in RA
un comune diodo e l'SCR si comporta come un
interruttore aperto.
Invertendo la polarità della tensione, TSCR
rimane ancora bloccato, contrariamente a
quanto avviene in un normale diodo, nel quale
si avrebbe conduzione elettrica; ma il blocco
rimane finché non arriva sul «gate» un impul-
so, positivo rispetto al catodo, di ampiezza tale
da mettere il diodo controllato in completa
conduzione.
La commutazione avviene in un tempo estre-
mamente breve, dell'ordine di 0,5 microsecon-
di, cioè in un mezzo milionesimo di secondo. E
questo tempo è ovviamente molto più breve di
quello richiesto dagli analoghi sistemi meccani- k p
ci.
Una volta innescato, l'SCR rimane conduttore
senza bisogno di alcuna tensione di comando
sul «gate» e rimane conduttore anche quando
sul «gate» vengono applicati nuovi impulsi di FR
comando, positivi o negativi. Ma come è possi-
bile diseccitare un diodo controllato SCR? Con
due diversi sistemi: riducendo a zero la tensio- C
ne fra anodo e catodo, oppure facendo divenire
negativo l'anodo rispetto al catodo. E qui la Fig. 2 - Apportando ai circuiti delle figure 1 e 4 questa
tensione alternata si rivela molto utile, perché semplice variante circuitale, che consiste nell'inversio-
passa attraverso lo zero ed inverte la propria ne di posto dei due elementi FR e R1 e nell'aggiunta
della resistenza R2 da 1.000 ohm, Il comportamento
polarità ad ogni semiperiodo: la commutazione dei circuiti stessi cambia: i diodi si innescano ed i relé
avviene in un tempo molto breve, dell'ordine scattano quando la fotoresistenza rimane al buio.
dei dodici microsecondi.
Dunque, il diodo SCR si comporta come un
interruttore elettronico, il cui comando di chiu-
sura è rappresentato da un impulso positivo,
mentre l'apertura può essere ottenuta riducen-
do a zero la tensione fra anodo e catodo.
Anche un normale transistor può comportarsi commutare potenze dell'ordine del kilowatt. Il
come un interruttore; ma nel transistor si pos- transistor inoltre necessita di un comando ap-
sono commutare soltanto le piccole potenze, plicato in modo continuativo. mentre l'SCR
mentre con il diodo SCR si possono facilmente commuta per mezzo di impulsi

Fig. 3 - Nel caso in cui si dovessero


collegare, sui terminali utili del relé, dei
carichi induttivi, come ad esempio i mo-
tori, allora conviene collegare fra i con- = i RETE
tatti in chiusura un condensatore da
100.000 pF - 1.000 VI e una resistenza
da 100 ohm -1W.
a»o..Tld @
li

271
A
07

t :v
sa I~ r5 e::i

i
+
RL7 O
2 c1l o 72VAC
9 Fig. 4 - Schema elettrico del se-
condo tipo di progetto descritto
nel testo. Il quale è alimentato in
corrente alternata e che, a diffe-
SCR Il renza del primo progetto, è privo
di memorizzazione. Infatti, appe-
na viene a mancare la luce inci-
p7 8 Il g
n Il dente sulla fotoresistenza, il dio-
do ed Il relé si disinnescano auto-
maticamente, senza alcun inter-
vento esterno.
e

-----COMPONENTI-----
C1 100.000 pF FR = fotoresistenza (quals. tipo)
c2 100 µ F - 24 VI (elettrolitico) RL1 = relé (12 Vca)
R1 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) SCR = C103 (BRX47)
D1 = 1N4004 (diodo al silicio)

PRIMO PROGETTO possono essere utilizzati a piacere per pilotare


elettricamente qualsiasi apparato di potenza
I due progetti, che ci accingiamo a presentare e ovviamente compatibile con la conduttività dei
che utilizzano i componenti ora descritti, si contatti del relé stesso.
differenziano tra loro per la possibilità di me- Nello schema di figura 1, per diseccitare il
morizzare o meno le variazioni di luminosità. diodo controllato e quindi il relé RLI, si fa
Cominciamo quindi con l'esame del comporta- ricorso al sistema dell'interruzione circuitale,
mento del progetto riportato in figura 1. In ossia a quel sistema, già ricordato durante la
questo, quando la fotoresistenza FR non è coin- presentazione del diodo SCR, che riduce a zero
volta dalla luce, si ha il maggiore valore di la tensione fra anodo e catodo. E ciò si ottiene
resistenza, che non consente il passaggio di una premendo per un attimo il pulsante P 1, che
corrente, attraverso il gate dell'SCR, di intensi- costituisce un interruttore normalmente chiu-
tà sufficiente per provocare l'innesco del com- so.
ponente. Viceversa, quando la luce colpisce la In questo progetto, l'eccitazione del relé avvie-
fotoresistenza FR, si verifica una maggiore con- ne quando la fotoresistenza rimane colpita dal-
duzione della corrente, che è in grado di inne- la luce. Ma è possibile realizzare pure la fun-
scare il diodo controllato SCR il quale, a sua zione inversa, purché si effettui la variante
volta, eccita il relé RLI. i cui contatti utili circuitale illustrata in figura 2, che consiste

272
basetta isol.

12VAC

RL1

Fig. 5 - Piano costruttivo, realizzato dentro un contenitore con funzioni di supporto


dei vari componenti, del secondo progetto descritto nel testo. La fotoresistenza FA
può essere derivata, tramite cavetto bipolare di tipo per elettricisti, anche ad una
certa distanza dal contenitore.

nello scambio di posizione tra il potenziometro La resistenza R3 dovrà avere il valore di 100
R I di regolazione della sensibilità del dispositi- ohm e la potenza di dissipazione di I W. Il
vo e la fotoresistenza FR. condensatore C3 avrà il valore capacitivo di
Il valore della resistenza R2, collegata in serie I 00.000 pF, con una tensione di lavoro di
con la linea di alimentazione positiva è di 1.000 V.
1.000 ohm.

CARICHI INDUTTIVI SECONDO PROGETTO

Coloro che volessero utilizzare il circuito di Il secondo tipo di progetto, che fa uso di una
figura I per il controllo di carichi fortemente fotoresistenza e di un diodo controllato SCR, è
induttivi, come ad esempio i motori elettrici o i quello riportato in figura 4. Esso non differisce
trasformatori, faranno bene ad apportare al di molto da quello riportato in figura I, dato
circuito originale di figura I la variante illustra- che la diversità sostanziale che intercorre fra i
ta in figura 3, che consiste nell'inserimento, in due consiste nel tipo di alimentazione. Infatti,
parallelo con i contatti del relé, di un gruppo mentre nel progetto di figura 1 l'alimentazione
resistivo-capacitivo in grado di attenuare lo avviene in corrente continua a 12 V, in quello
scintillìo che inevitabilmente si verifica fra i di figura 4, di cui proponiamo pure il piano
contatti stessi. In-pratica si tratta di un'opera- costruttivo in figura 5, l'alimentazione è otte-
zione che garantisce l'integrità nel tempo del nuta con la corrente alternata a 12 Vca, la
relé RLI. quale deve essere sottoposta ovviamente ad un

273
processo di rettificazione tramite la cellula di
raddrizzamento composta dal condensatore
elettrolitico C2 e dal diodo raddrizzatore DI.
SCR La trasformazione della corrente alternata in
corrente continua è necessaria per il funziona-
mento del circuito di controllo.
Vediamo ora il comportamento del circuito di
figura 4 quando la luce colpisce la fotoresisten-
za FR. Ebbene, in presenza di luce, la resisten-
za interna della fotoresistenza FR raggiunge i
suoi valori minimi, consentendo il flusso di
k a corrente nel circuito composto dal diodo rad-
drizzatore al silicio D 1, dalla stessa fotoresi-
g stenza e dal potenziometro R 1, dal cui cursore
viene prelevato l'impulso di tensione da appli-
care al gate del diodo SCR. Questo diodo dun-
Fig. 6 - Tramite questo disegno, il lettore potrà agevol- que si innesca ed inizia a condurre la corrente,
mente individuare l'esatta posizione degli elettrodi di
catodo (k), gate (g) e anodo (a) uscenti dal diodo che attraversa pure il relé RLl provocando la
controllato SCR citato nell'elenco componenti. chiusura dei contatti utili.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e del collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico- L'energia elettrica- La
tensione e la corrente- La potenza- Le unltà
di misura- I condensatori - I resistori- I diodi
L. 6.500 - I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi del prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito In formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere Il successo
posto di 128 pagine riccamente Illustrate fin dalle prime fasl sperimentali.
a due colori.

Richiedeteci oggl stesso Il MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO Inviando anticipata-


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274
Dunque, il funzionamento del circuito di figura
4 dipende dalla quantità di luce incidente sulla
superficie sensibile della fotoresistenza e dalla
posizione del cursore del potenziometro R I o,
se si vuole, dalla taratura di questo.
L'innesco del diodo controllato SCR e del relé
RLI rimane finché la fotoresistenza rimane
esposta alla luce. Tuttavia, non appena viene a
mancare lo stimolo luminoso nella misura suf-
ficiente a mantenere funzionante il circuito, al
primo passaggio attraverso lo zero della tensio-
ne alternata di alimentazione, il diodo SCR ed
il relé si disinnescano automaticamente e con-
trariamente a quanto avviene nel progetto di progetto, che appare leggermente più comples-
figura 1, nel quale il disinnesco di questi ele- so del primo. E questo è riportato in figura 5.
menti è ottenuto tramite l'interruzione circui- La versione cablata, in questo caso, è stata
tale effettuata per mezzo di un interruttore a preferita a quella con circuito stampato e i
pulsante. li circuito di figura 4, dunque, non componenti elettronici fanno capo ad una pia-
memorizza lo stato di conduzione, ma si com- strina munita di cinque ancoraggi. Il tutto viene
porta esclusivamente da interruttore crepusco- inserito in un contenitore, che può essere indif-
lare, che fa accendere e spegnere le luci al ferentemente di metallo o di materiale isolante,
crepuscolo e al levar del sole. dato che ad esso è conferita la sola funzione di
Le varianti circuitali, suggerite negli schemi supporto meccanico del circuito.
delle figure 2-3, debbono essere adottate pure Per quanto riguarda l'SCR raccomandiamo di
nel progetto di figura 4 qualora ve ne sia la scegliere questo componente fra quei modelli
necessità. I terminali contrassegnati con le let- dotati di spiccata sensibilità nel gate: i due
tere A-B-C nello schema di figura 2, infatti, consigliati nell'elenco componenti sono molto
trovano precisa corrispondenza con quelli con- comuni e particolarmente adatti per questo
trassegnati con le stesse lettere negli schemi tipo di costruzione. In figura 6 sono chiaramen-
delle figure 1 e 4. te indicate le connessioni di tale componente.
Per la fotoresistenza possiamo dire invece che
tutti i modelli, attualmente in commercio, bene
REALIZZAZIONE PRATICA si adattano alla composizione dei due progetti.
Tuttavia, se questa verrà sistemata ad una certa
Del primo progetto, quello riportato in figura distanza dal contenitore, è consigliabile colle-
1, non abbiamo approntato lo schema pratico, gare, in parallelo con la presa d'uscita, un
tenendo conto che l'esiguo numero di compo- condensatore di valore capacitivo compreso fra
nenti non poteva creare alcuna difficoltà in fase i 10.000 pF e i 100.000 pF, con lo scopo di
di realizzazione del dispositivo. Abbiamo inve- filtrare eventuali disturbi captati dai collega-
ce illustrato il piano costruttivo del secondo menti.

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

275
MIXER A DUE VIE
Con il termine mixer, di estrazione anglosasso- registrazione, che utilizza decine di circuiti in-
ne, si designa un dispositivo elettronico, noto tegrati e di controlli.
anche come miscelatore, in grado di mescolare Tra gli elementi che dovrebbero caratterizzare
tra loro i segnali acustici provenienti da sorgen- un buon mixer possiamo ricordare, per primo,
ti diverse, che nel nostro caso sono due, in la possibilità di agire indipendentemente sui
modo da ottenere, in uscita, un unico segnale. canali d'ingresso, poi quello della regolazione
In commercio si possono trovare innumerevoli del livello d'uscita e, quindi, la non interazione
tipi di mixer, più o meno efficienti, più o meno tra i canali, ossia la mancanza di interferenze
complessi, che vanno da quello più semplice a tra i canali d'ingresso. Nessun mixer, inoltre,
due vie all'apparato presente negli studi di come avviene negli apparati audio ad alta fe-

Se questo semplice mixer a due entrate viene collegato, in


uscita, con un microtrasmettitore a modulazione di frequenza,
esso sarà in grado di miscelare, nella giusta misura, peraltro
controllata tramite due potenziometri a slitta, la voce di uno
speaker con della musica. Ottimi risultati si ottengono pure,
nelle piccole discoteche, collegando l'uscita con l'amplificato-
re di potenza.

276
Accoppiatelo
con i vostri
microtrasmettitori in FM.

Può essere utile nelle


piccole discoteche

deità, dovrebbe introdurre apprezzabili distor- Poiché la resistenza di drain è regolabile, essen-
sioni del segnale o limitazioni della banda pas- do rappresentata dal trimmer R5, è possibile
sante o, ancora, peggiorare il rapporto segnale- con essa controllare il valore massimo del gua-
rumore della catena di riproduzione sonora. dagno dello stadio. E ciò contribuisce pure al
Ai requisiti ora elencati, pur rivelandosi note- raggiungimento di un valore corretto di tensio-
volmente semplice, è in grado di soddisfare ne sul drain, che deve aggirarsi intorno ai 5 + 6
pienamente il circuito presentato in questa se- V.
de. Il segnale presente sul drain viene prelevato dal
condensatore C4, che lo applica al trimmer
d'uscita R7, il quale consente di regolare il
segnale uscente dal mixer fra un valore zero e
ANALISI DEL CIRCUITO
quello massimo possibile.
li circuito del mixer a due vie, riportato in
figura I, è pilotato da un transistor FET che, ALIMENTAZIONE
grazie alla sua elevatissima impedenza d'ingres-
so, e al buon guadagno raggiungibile, consente L'alimentazione prevista per il circuito del mi-
di ottenere delle ottime prestazioni. xer è a 9 Vcc. Ed è derivata dall'impiego di due
Con le sigle EI - E2 vengono indicate le due pile piatte da 4,5 V ciascuna, collegate in serie
entrate del mixer. Le quali possono essere au- tra di loro, le quali sono certamente in grado di
mentate fino a raggiungere il numero di canali garantire una lunga autonomia di funziona-
desiderato. Infatti, il circuito d'ingresso è costi- mento del dispositivo.
tuito, molto semplicemente, da un condensato- L'alimentazione a pile rimane disaccoppiata
re di accoppiamento, un potenziometro per la tramite il condensatore elettrolitico C5 e la
regolazione manuale del livello del segnale en- resistenza R8, che evitano ogni possibilità di
trante e una resistenza di miscelazione, che formazione di oscillazioni parassite.
applica al gate di TR I il segnale opportuna- Non sono consigliati, per questo tipo di realiz-
mente e preventivamente dosato. zazione, le alimentazioni da rete-luce, perché
li transistor FET funge da stadio sommatore e queste potrebbero introdurre, nella riproduzio-
amplificatore dei segnali applicati alle entrate. ne del segnale, il ronzio caratteristico delle
Infatti, il transistor TR I opera la somma dei tensioni alternate ed imporrebbero, in ogni ca-
segnali provenienti dalle due resistenze R3-R4 so, delle accurate schermature dei conduttori.
e, contemporaneamente, amplifica i segnali L'interruttore SI consente di inserire e disinse-
stessi, rendendoli poi disponibili sul drain (d) rire, a piacere, la tensione di alimentazione nel
sotto forma di un unico segnale composito, circuito; questo componente è di tipo a levetta,
risultante, pari alla somma dei due segnali. come chiaramente indicato in figura 2.

277
■el

4 r ±mww. e± es+
~
R8

TR1
l C6
T
°
o d
(g

I
s 9V
e
I l' use.
E2r~ ......
~ .
R6
I,

Fig. 1- Circuito elettrico del miscelatore di due segnali provenienti da due sorgenti
audio diverse. Il trimmer R5 va regolato in modo da raggiungere il valore di 6 V sul
drain di TR1. Il trimmer R7 regola il livello del segnale miscelato uscente. I due
potenziometri R1-R2 a slitta servono per controllare i livelli dei segnali d'ingresso.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R3 = 100.000 ohm
R4 = 100.000 ohm
C1 = 200.000 pF R5 4. 700 ohm (trimmer)
C2 = 200.000 pF 560 ohm
C3 = 10 F-16VI (elettrolitico) R6
R7 = 10.000 ohm (trimmer)
C4 = 500.000 pF = 390 ohm
es = 50 F - 32 VI (elettrolitico) R8
Varie
Resistenze TR1 = 2N3819
R1 = 1 megaohm (potenz. a variaz. log.) s1 = interrutt.
R2 = 1 megaohm (potenz. a variaz. log.) ALIM. = 9 Vcc

NOZIONI SUL FET FET che coloro i quali, soltanto da poco tem-
po, si sono avvicinati all'hobby dell'elettronica,
Prima di procedere con la descrizione del mon- ancora non conoscono.
taggio e della successiva messa a punto del La sigla FET trova origine nel linguaggio an-
mixer, riteniamo utile, per i lettori principianti, glosassone e significa «Field - Effect - Transi-
una breve esposizione teorica sulla natura e stor», cioè «Transistor ad Effetto di Campo».
sulle caratteristiche peculiari del transistor Il transistor FET è costituito, nella sua forma

278
ET ET use.

Fig. 2 - Piano costruttivo del mixer realizzato interamente dentro un contenitore


metallico, che funge da supporto, da schermo elettromagnetico e da conduttore
della linea di massa. Le due morsettiere contribuiscono ad irrigidire il circuito e a far
uso di conduttori relativamente corti.

più semplice, da una sbarretta di materiale puramente teorico e faticoso che, alla fine,
semiconduttore di tipo P o di tipo N. Il suo risulterebbe inutile per la semplice applicazio-
simbolo elettrico è quello riportato per TR 1 in ne del componente nel mixer a due canali.
figura I. Se la freccia del gain (g) è rivolta verso Occorre invece sapere che, polarizzando inver-
l'interno, come nel caso dello schema del mi- samente la giunzione del FET, si ottiene una
xer, allora si tratta di un FET a canale N, zona di svuotamento delle cariche elettriche, in
viceversa, quando la freccia è rivolta verso grado di trasportare la corrente e ciò corrispon-
l'esterno, il FET è di tipo a canale P. de ad un assottigliamento del canale e ad una
Nella sbarretta di materiale semiconduttore corrispondente riduzione del flusso di corrente.
viene ricavata una giunzione tramite una por- I FET a canale N, come quello da noi utilizzato
zione di materiale di polarità opposta, che nel progetto del mixer, debbono essere polariz-
forma una fascetta la quale circonda la sbarret- zati negativamente, cioè il gate deve risultare
ta del semiconduttore. negativo rispetto alla source; nei transistor FET
Polarizzando inversamente la giunzione, si crea a canale P, il gate deve risultare positivo rispet-
una strozzatura del canale, con il risultato di far to alla source.
diminuire la corrente che viene fatta scorrere L'impedenza d'entrata dei transistor FET rag-
attraverso la strozzatura stessa che, più comu- giunge valori molto elevati, che si· aggirano
nemente, viene chiamata «canale». intorno alle decine di megaohm, se questa vie-
Per comprendere il meccanismo intimo della ne misurata in corrente continua. Essa varia
strozzatura occorrerebbero precise nozioni di invece al variare della frequenza applicata al-
fisica dei cristalli impuri; ma non è questa la i 'ingresso, a causa della presenza di capacità
sede per sollecitare il lettore ad uno studio parassite non del tutto eliminabili.

279
INT.

'rj ELETTRONICA
PRATICA
e MIXER 2 VIE
I Fig. 3 - I due potenziometri a slitta, che

'
controllano i livelli dei segnali d'ingres-
so, possono essere contrassegnati con i
1 2 numeri 1-2, in modo da agevolare il
compito dell'operatore durante la ripro-
duzione audio, soprattutto quando si
utilizza un'entrata per la voce e l'altra
E1 E2 USC. per la musica.

MONTAGGIO DEL MIXER le squadrette metalliche, rappresentative dei


contatti di massa, sono soggette ad ossidazione
Dato il numero alquanto ridotto di componenti e quindi a cattivi contatti. Meglio dunque ricor-
necessari per la realizzazione del mixer, non rere ad un sistema di interconnessioni, tramite
abbiamo ritenuto necessario sottoporre il letto- filo di rame rigido, di un certo spessore, rico-
re alla realizzazione di un apposito circuito perto in plastica, fra tutti i punti del circuito
stampato, per semplificare il montaggio con un segnalati in figura 2 con «m», cosi come chiara-
circuito cablato, come quello riportato in figura mente indicato nel piano costruttivo. Con tale
2. Ciò non esclude, tuttavia, che coloro che ulteriore accorgimento, si può essere certi di
volessero ricorrere al circuito stampato, posso- scongiurare, anche nel tempo avvenire, ogni
no scegliere questa seconda soluzione. forma anomala di funzionamento del mixer.
Il piano costruttivo di figura 2 fa uso di due Nel realizzare il circuito del mixer si consiglia
basette munite di ancoraggi, che agevolano il di evitare l'uso di collegamenti lunghi più dello
lavoro di saldatura dei terminali dei compo- stretto necessario.
nenti e consentono di effettuare un circuito
razionale e compatto. Per quanto riguarda l'individuazione dei tre
L'intero circuito del mixer deve essere compo- terminali di source (S), gain (G) e drain (D) del
sto internamente ad un contenitore metallico, transistor FET, facciamo notare che questa vie-
che svolge le mansioni di supporto meccanico, ne facilitata dalla presenza della smussatura di
di schermo elettromagnetico e di conduttore una parte cilindrica di TR 1, come visibile in
della linea di massa del circuito, la quale coin- figura 2.
cide con quella di alimentazione negativa delle Ai principianti raccomandiamo di collegare i
due pile da 4,5 V, collegate in serie ed allogate due condensator1' elettrolitici C3 - C5 nel loro
all'interno dello stesso contenitore metallico. giusto verso, tenendo conto della posizione del
Con il contenitore metallico in veste di condut- terminale positivo e di quello negativo. Per
tore unico della linea di massa, tutti i punti quanto riguarda le prese d'uscita, queste do-
contrassegnati con «m», nello schema pratico vranno essere adatte al collegamento di cavetti
di figura 2, vengono a trovarsi automaticamen- coassiali audio. Dovranno quindi essere utiliz-
te collegati tra loro. Ma ciò col passare del zate prese tipo RCA, oppure jack o, infine,
tempo potrebbe non essere sufficiente, perché DIN.

280
COLLEGAMENTI ste nel regolare i due trimmer R5 - R7. Più
precisamente, con il trimmer R5 si deve far in
Dato il basso rumore di fondo del FET, il mixer modo che la tensione, misurata sul drain di
può essere utilizzato in collegamento diretto TRI, oscilli intorno ai 5 + 6 V. Ciò si rende
con segnali a basso livello, come ad esempio necessario per il fatto che le caratteristiche del
quelli provenienti da microfoni, giradischi, re- FET modello 2N38 l 9, da noi utilizzato e pre-
gistratori, ecc. E di qui proviene il vantaggio di scritto ai lettori, variano notevolmente tra com-
evitare particolari interventi sugli apparati au- ponenti apparentemente identici. Occorre dun-
dio, in quanto le interconnessioni andranno que, allo scopo di raggiungere il massimo gua-
effettuate attraverso le già presenti prese di dagno, tarare la resistenza di drain, che è rap-
entrata e di uscita. presentata appunto dal trimmer R5.
Tutti i collegamenti, fra le uscite dei generatori li trimmer R 7 deve essere anch'esso regolato
audio e le entrate del mixer e fra l'uscita di una volta per tutte, in modo che il livello del
questo e l'entrata dell'amplificatore di bassa segnale uscente sia quello adatto all'apparato
frequenza o il trasmettitore in modulazione di cui il mixer verrà collegato. Questa regolazione
frequenza, dovranno essere realizzati con del deve essere fatta dopo aver collegato le entrate
buon cavetto schermato, allo scopo di evitare il del mixer con le due sorgenti audio. In partico-
pericolo di captazione di ronzìi. lare, se il mixer viene abbinato ad un microtra-
smettitore in modulazione di frequenza, que-
st'ultima regolazione deve essere effettuata con i
due potenziometri a slitta R I- R2 posizionati
MESSA A PUNTO sul punto di massimo livello del segnale entran-
te e in modo da ottenere, nel trasmettitore, una
La messa a punto del circuito del mixer consi- modulazione perfetta.

REGOLATORE DI POTENZA
IN SCATOLA
Con questo dispositivo è possibile
DI MONTAGGIO
controllare:

t- La luminosità delle lampade e dei


L. 13.500
lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2- La velocità di piccoli motori elet-


trici.

3- La temperatura di un saldatore.

4- La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Potenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)

La scatola di montaggio del REGOLATORE DI POTENZA costa L. 13.500. Per rtchlederla occorre
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Via P. Castaldi, 20 (Telef. 6891945). Nel prezzo sono comprese le spese di spedlzione.

281
LE PAGINE DEL
CB
27

ADATTATORE
PER SSB
Per raggiungere il maggior rendimento della una banda fonica di 300 : 3.000 Hz, sono
propria stazione ricetrasmittente, molti radio- necessari almeno 6.000 Hz di banda passante,
amatori preferiscono il sistema di collegamenti mentre in SSB sono sufficienti soltanto 2.700
in SSB. Il quale offre innegabili vantaggi rispet- Hz. Dunque, in virtù di questi ed altri vantaggi,
to ad ogni altro tipo di emissione. Infatti, se TSSB si è notevolissimamente diffusa, tanto da
confrontata con la modulazione d'ampiezza, interessare ormai su vasta scala anche i CB.
l'SSB vanta il pregio di sollecitare il trasmetti- Eppure ci sono almeno due ostacoli che si
tore a rendere il doppio, con una sostanziale oppongono allo sviluppo della SSB nel settore
riduzione della banda occupata. E quest'ultimo della CB: il costo abbastanza elevato delle ap-
elemento assume notevolissima importanza nel parecchiature e il divieto della SSB per usi e
settore amatoriale, dove si deve sfruttare al trasmissioni non autorizzate. Ma l'apparato,
massimo la piccola porzione di banda di fre- presentato e descritto in queste pagine, non
quenza concessa per la trasmissione, per far contiene alcun elemento illegale, perché si trat-
entrare in essa il maggior numero di canali ta di un semplice dispositivo ausiliario, che
possibili. Facciamo un esempio pratico e ricor- ognuno potrà accoppiare al proprio ricevitore
diamo che, per trasmettere una informazione radio con lo scopo di demodulare i segnali SSB
col sistema della modulazione di ampiezza, con trasmessi da altri, anche su bande diverse da

282
Un progetto per ricevitori
privi di B.F.O. e con F.I. a 455 KHz.

È un dispositivo che interessa,


oltre che i CB, anche gli SWL e gli OM.

quella della CB, ove questo tipo di emissione SEGNALI DIVERSI


sia permesso.
Supponiamo di voler trasmettere un segnale
acustico a 1.000 Hz per mezzo di un segnale
CHE COS'È L'SSB? radio a I O MHz, servendoci di un trasmettitore
in modulazione d'ampiezza e con una modula-
L'SSB costituisce un sistema di emissione che zione al 100%. Ossia con una ripartizione al
evita di sfruttare la portante ad alta frequenza 50% della potenza tra segnale audio e portante
quale mezzo di trasporto dell'informazione fo- ad alta frequenza. Ebbene, durante il processo
nica. Infatti, sfrutta una delle due bande later!O di modulazione, vengono a formarsi ben tre
generate dal battimento tra la portante e la segnali con tre diversi valori di frequenza:
frequenza audio, sopprimendo in tal modo tut-
ta quel la parte di energia non strettamente 17) 10 MHz
necessaria a trasportare l'informazione. In pra- 2) 10 MHz + 1.000 Hz
tica la SSB (Single - Side - Band = banda 3) 10 MHz - 1.000 Hz
laterale unica) caratterizza un tipo di trasmis-
sione in fonìa che, a parità di energia emessa, La vera informazione acustica è in realtà conte-
consente un notevole incremento della portata nuta interamente nel secondo e terzo segnale,
utile rispetto ad una analoga trasmissione in anche se, con la tecnica della modulazione
modulazione d'ampiezza (AM). Ma per com- d'ampiezza, tutti tre i segnali vengono trasmessi
prendere meglio da che cosa derivi un simile dal sistema radiante. Pertanto, con la modula-
incremento di penetrazione, occorre analizzare zione d'ampiezza, quando si vuol trasmettere
il principio teorico su cui si basa questo tipo di un'informazione utile, con una potenza di I W,
trasmissione. è necessario trasmettere un segnale di ben 4 W

Il sistema di collegamento radio nella Single Side Band è


attualmente quello preferito da una gran parte di radioamatori,
perché offre innegabili vantaggi rispetto ad ogni altro. Ma per
non escludere da esso tutti i ricevitori ad ampiezza modulata,
si deve ricorrere ad un semplice accorgimento, quello dell'ac-
coppiamento con un dispositivo generatore di frequenze di
battimento.

283
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==Il

4 R8
R7
Il Il

Fig. 1 - Circuito elettrico del B.F.O. Il potenziometro R7 regola la tensione di


polarizzazione del diodo varicap D1 e quindi sposta la frequenza di oscillazione
dalla USB a quella LSB in.modo da ottenere la precisa demodulazione del segnale
ricevuto.

COMPONENTI ]
Condensatori R5 = 100.000 ohm
C1 = 100.000 pF (ceramico) R6 = 1.000 ohm
C2 = 100.000 pF (ceramico) R7 = 5.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
C3 = 68 pF (a mica) R8 = 1.000 ohm
C4 = 60 pF (capacimetro) R9 = 1.000 ohm
C5 = 68 pF (a mica)
C6 = 100.000 pF (ceramico) Varie
TR1 = 2N2222
Resistenze D1 = BA 102 (diodo varicap)
R1 = 100 ohm D21 = 6 V - 1W (diodo zener)
R2 = 100.000 ohm s1 = interrutt.
R3 = 47.000 ohm MF1 = trasf. MF (vedi testo)
R4 = 120 ohm ALIM. = 13.5 V (tre pile da 4,5 V)

284
c3

Fig. 2 - Piano costruttivo della sezione elettronica del B.F.O. eseguito su circuito
stampato. L'alimentatore, che deve essere collegato sui terminali 1-3, è formato da
tre pile piatte da 4,5 V ciascuna, collegate in serie tra di loro. Il bocchettone d'uscita
va collegato sui terminali 1-2. Il terminale 1 fa capo alla linea di massa del
dispositivo.

( I W secondo segnale + I W terzo segnale + 2 W quello di un considerevole aumento della com-


primo segnale). plessità circuitale sia del trasmettitore che del
Con la modulazione in SSB, tramite opportuni ricevitore. Tuttavia, mentre per il trasmettitore,
filtri, si riescono a separare i tre segnali, ampli- quando questo non è appositamente concepito
ficando e trasmettendo uno soltanto dei due per trasmissioni in SSB, l'adattamento è diffici-
segnali utili, il secondo o il terzo fra quelli le, non altrettanto accade per il ricevitore, che
prima elencati. E i vantaggi che ne derivano può essere abilitato alla ricezione delle trasmis-
sono contemporaneamente due: sioni in SSB senza alcuna manomissione all'ap-
parato originale, cosa questa assai gradita a tutti
1°- Si quadruplica, almeno teoricamente, la coloro che dispongono di nuovi ricevitori di
potenza emessa, la quale va tutta a far tipo commerciale ancora sotto garanzia.
parte del segnale.
2° - Si dimezza lo spazio della banda, dato che
da un'unica frequenza portante si possono RIVELATORE A PRODOTTO
ricavare due segnali, tra loro distinti e
comunemente indicati con: Nonnalmente la rivelazione di un segnale in
LSB = Lower Side Band SSB viene ottenuta tramite un rivelatore a pro-
USB = Upper Side Band dotto. Nel quale, il segnale in arrivo viene
miscelato con un segnale a frequenza pari a
I vantaggi, dunque, sono veramente notevoli, quella della portante, che risulta tuttavia assen-
ma ad essi sì aggiunge pure uno svantaggio ed è te nel segnale stesso. Tale segnale viene dunque

285
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del
circuito stampato sul quale si deve com-
porre la sezione elettronica del B.F.O.

generato localmente all'interno del ricevitore e lare sia la LSB (Lower Side Band = banda
durante la miscelazione vengono prodotti se- laterale inferiore), sia la USB (Upper Side Band
gnali «somma» e segnali «differenza». E questi = banda laterale superiore), con un processo del
ultimi, in definitiva, altro non sono che i segna- tutto analogo a quanto avviene nel trasmettito-
li audio puri. Infatti, rifacendoci all'esempio re.
numerico prima citato, nel quale si è presa in Negli apparati appositamente progettati per la
considerazione una portante di IO MHz, con rivelazione della SSB, esistono circuiti che fan-
una nota audio a 1.000 Hz, il segnale in USB è no uso di FET, MOSFET, circuiti integrati o
di I O MHz + 1.000 Hz. Ma, durante il processo demodulatori bilanciati del tutto analoghi a
di demodulazione, al segnale USB viene sot- quelli del trasmettitore.
tratta la frequenza portante, in modo che il Come abbiamo detto, è comunque possibile
risultato sia il seguente: rivelare, sia pure in modo non perfetto, l'SSB,
anche nei normali ricevitori previsti per lascol-
(10 MHz + 1.000 Hz)- 10 MHz = 1.000 Hz to dei soli segnali a modulazione di ampiezza.
E ciò si ottiene iniettando, in prossimità degli
stadi di rivelazione, un segnale proveniente da
L'OSCILLATORE EST
ERNO un oscillatore (B.F.O.) di frequenza pari a quel-
la della media frequenza del ricevitore, in mo-
Nei ricevitori radio ad ampiezza modulata, il do da ottenere dei battimenti risultanti dalla
rivelatore a prodotto non esiste. Ma se ad essi somma e dalla differenza dei valori di frequen-
viene accoppiato un oscillatore estero, in gra- za dei segnali.
do di generare un segnale a radiofrequenza, si Poiché il valore risultante dalla frequenza som-
possono ottenere dei battimenti con il segnale ma è molto elevato, non si effettua amplifica-
in arrivo, che consentono la demodulazione del zione alcuna della frequenza stessa da parte
segnale in SSB, anche se questa non può defi- degli stadi di bassa frequenza; mentre la fre-
nirsi ottimale. In altre parole, poiché la portan- quenza risultante dalla differenza dei valori dei
te, nella SSB, non viene trasmessa assieme al segnali costituisce il segnale utile, che viene
segnale, occorre costruire una portante artifi- amplificato e rivelato normalmente così come
ciale servendosi di un oscillatore di notevole si fa per i segnali ad ampiezza modulata.
stabilità, dal quale viene ricavato un battimen-
to con il segnale uscente dall'ultimo stadio di
media frequenza del ricevitore. E proprio que- CIRCUITO DEL B.F.O.
sto battimento rappresenta il segnale di bassa
frequenza. li circuito elettrico dell'oscillatore, da accop-
Spostando il valore della frequenza dell'oscilla- piare al ricevitore ad ampiezza modulata (AM),
tore, che prende il nome di B.F.O., attorno al è riportato in figura I. Esso consente la demo-
valore di media frequenza, è possibile demodu- dulazione dei segnali in SSB.

286
L'oscillatore vien fatto funzionare ad una fre-
quenza regolabile attorno al valore di media
frequenza del ricevitore, che normalmente è di CONO. DA
455 KHz. La variazione di frequenza è ottenuta TOGLIERE
tramite un diodo DI a capacità variabile, ossia
per mezzo di un diodo varicap, che consente A e
una comoda regolazione, anche a distanza, con
l'ausilio di un comune potenziometro a varia-
zione lineare (R 7).
Il circuito di figura I è di tipo classico. La
frequenza di oscillazione è stabilita sia dalla
capacità del diodo varicap (DI), sia dall'indut-
tanza dell'avvolgimento del trasformatore di
media frequenza MFI.
Facciamo notare che la tensione di polarizza-
zione del diodo varicap rimane stabilizzata in
virtù della presenza del diodo zener DZ I e che
questa stabilizzazione garantisce l'assenza di
slittamenti di frequenza durante il funziona-
mento.
La regolazione della tensione di polarizzazione,
effettuabile attraverso il potenziometro R 7,
consente di spostare la frequenza di oscillazio-
ne dalla banda USB a quella LSB, sino ad
ottenere una demodulazione ottimale del se- Fig. 4 - Se il trasformatore di media frequenza è provvi-
sto di condensatore, è necessario provvedere alla sua
gnale ricevuto. eliminazione frantumandone il supporto mediante un
L'alimentazione del circuito si effettua con la cacciavite.
tensione continua di 13,5 V, derivabile dal
collegamento in serie di tre pile pi 3 da 4,5 V
ciascuna.

REALIZZAZIONE PRATICA

La realizzazione dell'oscillatore di battimento, Per il transistor TR I sono state riportate, sem-


ossia del B.F.O., può essere affrontata anche da pre sullo schema di figura 2, le lettere «c -b-
chi non è dotato di particolare esperienza in e» in corrispondenza degli elettrodi di colletto-
materia di montaggi di apparati a radiofrequen- re - base - emittore. In particolare si nota come
za. Basta infatti servirsi del circuito stampato, il il terminale di emittore si trovi in prossimità di
cui disegno in grandezza reale è riportato in una piccola tacca metallica di riferimento rica-
figura 3, per essere certi di non commettere vata sul corpo esterno del transistor.
errori di cablaggio e di non creare interferenze Il trasformatore di media frequenza MFl deve
dannose tra i vari elementi. essere simile ad uno di quelli montati nel rice-
Sulla basetta del circuito stampato, che è di vitore radio. Pertanto, se nel ricevitore le medie
forma rettangolare, delle dimensioni di 8 cm x frequenze hanno il valore di frequenza di 455
4,5 cm, debbono essere inseriti tutti i compo- KHz, anche quella da impiegare nel nostro
nenti che, nello schema di figura I, sono deli- oscillatore dovrà avere lo stesso valore di 455
mitati da linee tratteggiate. Pertanto, rimango- KHz. Se il valore di MF è di 470 KHz, anche il
no fuori dalla basetta del circuito stampato: nostro trasformatore dovrà avere questo valore
l'alimentatore, l'interruttore SI e la boccola (470 KHz). Non si potranno invece adattare
d'uscita. In ogni caso il montaggio del B.F.O. si ricevitori radio con valori di media frequenza
effettua tenendo sott'occhio il piano costruttivo molto diversi da quelli citati, per esempio di 9
riportato in figura 2. Nel quale i principianti MHz, se non riprogettando parzialmente il
possono notare come, sui componenti polariz- B.F.O.
zati DI e DZ 1, siano state riportate le fascette Si tenga presente che qualsiasi trasformatore di
indicatrici della posizione esatta del catodo di media frequenza, purché del valore prima cita-
questi elementi. to, può essere utilmente impiegato nel circuito

287
TESTER
2V 1s.

I
2l -ii DG
I
. I
I

I
I
fuse: I-nero
Fig. 5 - Coloro che non dispongono di un
7 frequenzimetro per le operazioni di taratura
I del B.F.O., dovranno realizzare questa sonda
per alta frequenza, da collegare all'uscita del-
I l'oscillatore, sui terminali 1-2 del circuito.

di figura I. Quindi vanno bene i trasformatori trà aumentare leggermente il valore delle resi-
con nucleo color giallo, bianco o nero, purché stenze R6 ed R8, oppure sostituire il potenzio-
sprovvisti di condensatore di accordo. Se invece metro R7 con un modello multigiri.
questo fosse presente, come indicato in figura 4,
aUora si dovrà procedere alla sua eliminazione.
E poiché si tratta di un condensatore di tipo TARATURA
ceramico, basterà frantumarne il supporto con
l'aiuto di un cacciavite, senza neppure tentare Una volta montato il B.F.O., occorrerà provve-
l'operazione di dissaldatura dei reofori, che può dere alla sua taratura, prima di poterlo utilizza-
essere assai poco agevole e, talvolta, pericolosa re correttamente. Che non è affatto difficoltosa
per l'integrità dei sottili fili conduttori con cui per chi possiede un frequenzimetro o per chi
sono avvolte le bobine. riesce a farsi prestare da un amico questo stru-
Il potenziometro R7, che nello schema pratico mento. Mentre richiede un po' di pazienza a
di figura 2 rimane inserito direttamente sulla coloro che vorranno tarare l'oscillatore serven-
basetta del circuito stampato, potrà essere mon- dosi soltanto del ricevitore o, eventualmente, di
tato o posizionato dove si vuole, anche a di- una sonda per alta frequenza.
stanza dall'oscillatore, tramite collegamenti Per chi può servirsi del frequenzimetro;il pro-
con fili conduttori abbastanza lunghi, perché cedimento di taratura è il seguente. Si collega lo
questi non vengono interessati da segnali ad strumento sull'uscita del B.F.O., cioè sui termi-
alta frequenza. nali contrassegnati con i numeri 1- 2. Si
Soltanto nel caso in cui si presentasse una certa posiziona a metà corsa il potenziometro R 7 e si
difficoltà nella «centratura» del segnale, si po- regola dapprima il compensatore C4, poi il

288
nucleo della media frequenza MFI, in modo da un condensatore da IO0 pF e ripetere le opera-
ottenere un segnale con valore di frequenza zioni fin qui elencate.
pari a quello della media frequenza del ricevi-
tore cui si vuole accoppiare il B.F.O. A questo
punto, se tutto funziona regolarmente, spostan-
do il cursore del potenziometro R7 da entram- IMPIEGO DEL B.F.O.
be le parti, ci si accorgerà che la frequenza
aumenta o diminuisce. Ultimate le operazioni di taratura, si ricollega
A coloro che non riusciranno in alcun modo a l'antenna all'entrata del ricetrasmettitore o del
procurarsi un frequenzimetro, consigliamo di ricevitore e si collega pure la linea di massa di
adottare il seguente metodo di taratura. Si rea- questi apparati con la linea di massa del B.F.O.
lizzi e si applichi sui terminali 1-2 del circuito Sul terminale 2 dell'oscillatore si applica uno
del B.F.O. la sonda per alta frequenza il cui spezzone di filo conduttore della lunghezza di
schema elettrico è riportato in figura 5. Se un metro, l'altra estremità del quale va posta
l'oscillatore funziona, si dovrà subito notare nelle vicinanze del ricevitore o addirittura av-
una certa deflessione dell'indice del tester com- volta, con due o tre spire, attorno all'apparec-
mutato nella scala delle misure di tensioni più chio stesso. Ciò evita di manomettere il ricetra-
basse. Quindi si disinserisce l'antenna del rice- smettitore o il ricevitore radio di tipo commer-
trasmettitore, o dal ricevitore, e con del cavo ciale.
coassiale si collega l'uscita dell'oscillatore con Con quest'ultima operazione, il segnale genera-
l'entrata del ricevitore. Poi si regolano il com- to dall'oscillatore entra nel ricevitore e crea il
pensatore C4 ed il nucleo del trasformatore battimento. Ora, trovato un canale con emis-
MFl sino ad ottenere la massima deviazione sione in SSB, occorre ruotare lentamente il
dell'indice dell'SMETER, se si tratta di un potenziometro R 7 fino a demodulare chiara-
ricetrasmettitore in cui è presente questo stru- mente il segnale.
mento, oppure facendo in modo di raggiungere Nel caso in cui la regolazione del segnale fosse
la massima deviazione dell'indice del tester giudicata un po' difficile o, come si dice in
della sonda collegata all'uscita del B.F.O. gergo, «stretta», si potranno sostituire le due
Se tale condizione non dovesse verificarsi, si- resistenze R6 - R8, collegate in serie con il
gnifica che, per qualche motivo, si è fuori potenziometro R 7, con altre di valore più ele-
frequenza. E in questo caso si può provare a vato, per esempio: 2.200 ohm - 3.300 ohm -
collegare, in parallelo con il compensatore C4, 4,700 ohm.

ANTIFURTO PER AUTO In scatola


di montaggio

Il funzionamento dell'antifurto si identifica con una


interruzione ciclica del circuito di alimentazione
della bobina di accensione che, pur consentendo
l'avviamento del motore, fa procedere lentamente
e a strappi l'autovettura.

- E' di facile applicazione.


- Non è commercialmente noto e i malintenzio-
nati non lo conoscono.
Serve pure per la realizzazione di molti altri
dispositivi. L. 11.800

289
CORSO
DI AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI
INTEGRATI DIGITALI

Con l'esame di un'altra funzione logica fonda- modello 7408, internamente al quale, simil-
mentale, riprende il nostro impegno mensile mente agli integrati già analizzati nella prece-
con quei lettori che, fin dal mese di- gennaio, dente puntata del corso, sono racchiuse quattro
seguono con passione lo svolgimento del corso funzioni logiche elementari ANO a doppio
sugli integrati digitali. ingresso.
Occupiamoci dunque dell'AND e del suo corri- Lo schema riportato in figura I interpreta la
spondente NANO con uscita invertita. corrispondenza tra i piedini dell'integrato 7408
Dalla tabella della verità, è facile dedurre come e le sue funzioni logiche, tenendo conto che il
un circuito ANO esplichi le funzioni associate disegno riproduce il componente visto dall'alto.
alla congiunzione grammaticale «e». Infatti, in In particolare, con le lettere maiuscole A e B
un ANO a doppio ingresso, si ha l'uscita ad« I» vengono indicati i due ingressi di ogni funzione
(vera), soltanto quando l'uno «e» l'altro dei due logica elementare ANO. Con la lettera Y sono
ingressi si trovano contemporaneamente ad indicate le uscite. Con GND (ground = terra)
«I». Negli altri casi, l'uscita rimane sempre allo viene indicato il piedino che nei nostri esperi-
«O» logico. menti deve essere collegato con la linea della
tensione negativa di alimentazione, mentre con
+ Vcc si indica il terminale da collegarsi con la
tensione positiva continua di alimentazione.
I
Tabella della verità AND Il circuito elettrico di prova dell'AND è quello
riportato in figura 2, il quale va composto su
l ingr.
O 2 ingr. Usc. circuito stampato e di cui, nella precedente
puntata del corso, abbiamo pubblicato il dise-
o o o gno in grandezza reale ed abbiamo pure pubbli-
o I o cizzato un kit di cinque circuiti, che possono
I o o essere richiesti alla nostra organizzazione com-
I I I merciale e che agevolano il compito di chi
segue attentamente e con interesse la descrizio-
ne delle prove pratiche con i diversi integrati
digitali. Ovviamente, per il completamento dei
vari esperimenti, il lettore deve provvedere au-
PRATICA CON L'ANO tonomamente all'acquisto degli altri elementi
necessari che, ad esempio, per le due prove
Il circuito integrato della famiglia TTL che descritte in queste pagine, sono: uno zoccolo,
svolge le funzioni di AND a due ingressi è il due integrati, una resistenza e un diodo led.

290
UIN PUNTATI

CIRCUITO DI PROVA (7408) quindi essere inserito nel circuito soltanto in un


preciso senso, cioè con l'anodo rivolto verso la
Per realizzare il circuito di prova riportato in resistenza Rl. Il terminale di catodo è ricono-
figura 6, occorre inserire, per prima cosa, sullo scibile per il fatto di apparire leggermente più
stampato, lo zoccolo a basso profilo i cui piedi- grosso di quello di anodo.
ni, contrariamente a quanto avviene nei nor- Nell'inserire sullo zoccolo l'integrato 7408, rac-
mali montaggi, non entrano nei corrispondenti comandiamo di tener presente che il piedino 1
fori (in questo caso del tutto assenti), ma debbo- del componente si trova da quella parte in cui è
no essere ripiegati a 90 e saldati a stagno, presente un contrassegno di riconoscimento;
tramite saldatore dotato di punta sottile, sulle sul circuito stampato è riportato invece il nu-
apposite piste. Dunque, lo zoccolo e gli altri mero 1.
componenti, in questo tipo di prove pratiche,
vengono inseriti direttamente sulle piste di ra-
me del circuito stampato e non dalla parte ALIMENTAZIONE
opposta, giacché la basetta è completamente
priva di fori. Sui terminali nero-rosso, contrassegnati con i
Il filo-stagno più adatto per eseguire leé saldatu- simboli della tensione continua, occorre ora
re dei piedini dello zoccolo è quello a diametro
più sottile, che scongiura il pericolo di provo-
care cortocircuiti fra due piedini attigui.
Dopo aver fissato sulla basetta del circuito
stampato lo zoccolo a basso profilo, si provve- Pratica con l'AND
derà a realizzare i due ponticelli (PONT.), che
consentono di raggiungere le continuità circui-
tali e che debbono essere rappresentati da pic-
Esperimenti con IC 7 408
coli spezzoni di filo di rame rigido. Il circuito di
prova deve poi essere completato con l'inseri- Pratica con il NANO
mento dei conduttori (nero e rosso) di alimen-
tazione, quelli relativi agli ingressi A- B e, Esperimenti con IC 7 400
infine, la resistenza R l da 150 ohm e il diodo
led DLI.
Per quanto riguarda quest'ultimo elemento, ri- Funzione INVERTER
cordiamo che si tratta di un componente pola-
rizzato, dotato di catodo e anodo, che deve

291
4A 4B 4Y 3A 3B 3Y

Fig. 1 - Schema di corrispondenza fra le


7 quattro funzioni AND dell'integrato 7408 e i
quattordici piedini del componente. La si-
7A 78 7Y 2A 28 2Y GND gla GND significa «terra».

applicare la tensione continua e stabilizzata a 5 ma dovrà venir ridotto mediante l'interposizio-


V, facendo bene attenzione a non scambiare tra ne di un diodo al silicio, in grado di operare
loro le due polarità. Questa tensione potrà una caduta di tensione di 0,6 --;- 0,7 V.
essere derivata da un alimentatore stabilizzato, Come diodo al silicio, si potrà utilizzare il
oppure da un opportuno collegamento di pile, modello I N4004.
ricordando però che non si debbono superare i
limiti di 4,75 V e 5,25 V, pena la distruzione
dell'integrato.
I lettori che per questo esperimento vorranno ESPERIMENTI CON IL 7408
far uso delle pile, potranno collegare, in serie
tra loro, due elementi da 3 V ciascuno, in modo Lasciando liberi gli ingressi A e B ed alimen-
da disporre del valore di tensione di 6 V, il tando il circuito di figura 6, si noterà l'imme-
quale non può essere utilizzato direttamente, diata accensione del diodo led DLI. Ciò perché

14
CONT.7

R1 O
/
5V
y
~
A e Fig. 2 - Circuito teorico da realiz-
zare in pratica per constatare
l'esattezza della corrispondenza
fra gli stati logici d'entrata e
d'uscita della funzione AND e la
relativa tabella della verità.

292
@cc 4A 4B 4Y 34A 3 3Y

Flg. 3 - Schema di corrispondenza fra le


quattro funzioni NANO dell'integrato 7400
e i quattordici piedini del componente. Con
le lettere A e B vengono segnalati i piedini
di entrata delle funzioni, con la lettera Y
quelli di uscita.

negli integrati della famiglia TTL, per le carat- cambia di stato e provoca lo spegnimento del
teristiche circuitali interne, un ingresso lasciato diodo led.
libero si polarizza automaticamente ad un «l» In definitiva si può constatare che l'uscita di
logico. E la riprova di tale affermazione può una porta AND risulta ad «I», quando contem-
essere facilmente verificata collegando entram- poraneamente tutti i suoi ingressi sono ad« I».
bi gli ingressi A e B al morsetto positivo del- 'Nella prova pratica di figura 6, l'esperimento è
l'alimentatore, perché in tal caso non si ottiene stato condotto su una sola funzione AND del-
alcun cambiamento dello stato d'uscita, che l'integrato 7408, più precisamente su quella
rimane costantemente ad «I», mantenendo' ac- che fa capo ai piedini 1-2 - 3, di cui i primi
ceso il diodo led DLI. due corrispondono alle due entrate 1 A - 1 B,
Viceversa, portando a «O», ossia collegando mentre il terzo rappresenta l'uscita 1 Y. Tutta-
con il morsetto negativo dell'alimentatore an- via, spostando semplicemente le connessioni di
che uno soltanto dei due ingressi A e B, l'uscita entrata e di uscita, nello schema di figura 6, in

Fig. 4 - Circuito teorico da realiz-


zare in pratica per constatare, at-
r CONT.2
o
/
5V
~

traverso Il comportamento del


diodo led DL1, la corrispondenza 7
fra gli stati logici d'entrata e
d'uscita della funzione NANO e la
relativa tabella della verità.

293
Ar..
I"rr ÉE»B
Fig. 5 - Per realizzare una funzione NOT o INVERTER,
le due entrate delle funzioni NANO e NOR debbono
essere collegate assieme.

accordo con lo schema logico interno del com- Lo schema riportato in figura 3 interpreta la
ponente (figura 1 ), l'esperimento può essere corrispondenza fra i piedini dell'integrato 7400
esteso alle rimanenti tre funzioni logiche AND e le sue funzioni logiche, ricordando che il
dell'integrato. disegno riproduce il componente visto dall'alto.
Ed anche in questo caso, con le lettere maiu-
scole A e B vengono indicati i due ingressi di
PRATICA CON IL NAND ogni funzione elementare NAND, mentre con
la lettera Y sono indicate le uscite.
Una prova del tutto analoga a quella già inter- Con la sigla GND, al solito, si indica il piedino
pretata può essere condotta con l'integrato di terra (ground), quello che negli esperimenti
7400, che esplica le funzioni di NAND a due consigliati in queste pagine del corso va colle-
ingressi e dentro al quale, similmente agli inte- gato con la linea della tensione negativa di
grati fin qui analizzati, sono racchiuse quattro alimentazione, che deve essere una tensione
funzioni logiche elementari NAND a doppio continua e stabilizzata a-5 V.
ingresso. Il circuito elettrico di prova del NAND è quel-

B A

Fig. 6 - Realizzazione pratica del circuito di


prova descritto nel testo e valido per en-
trambi gll integrati citati nel testo. La resi-
stenza R1 ha il valore di 150 ohm. Il diodo
led DL1 può essere di qualsiasi tipo. Le due
entrate A e B sono rappresentate da due
spezzoni di filo conduttore rigido. Durante
le prove, queste dovranno essere collegate
con i morsetti dell'alimentatore nei modi
descritti nella presente puntata del corso.

294
lo riportato in figura 4. Esso deve essere com- CIRCUITO DI PROVA (7400)
posto sul circuito stampato in modo da poter
agevolmente verificare la corrispondenza delle La realizzazione del circuito di prova è riporta-
varie prove pratiche con la tabella della verità. ta in figura 6 ed è la stessa valida per le prove
con l'integrato 7408. Pertanto, quella composi-
zione circuitale, precedentemente approntata,
Tabella della verità NANO non deve subire alcuna variazione. Mentre oc-
corre soltanto sostituire l'integrato con il nuovo
l' ingr. 2° ingr. Usc. 7400, che deve essere inserito nello zoccolo a
basso profilo nel verso esatto, tenendo conto
o o 1 che il piedino 1 si trova da quella parte del
o 1 I componente in cui è presente un contrassegno
1 o 1 di riconoscimento. Nel circuito stampato, in
I o prossimità di questo piedino, è riportato il
1 I numero I.

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 14.500
Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva- e

riati componenti e materiali, non sem-


pre reperibili in commercio, ad un ~
prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N" 1 saldatore (220 V- 25 W)_N" 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante - N" 1 poggia-saldatore N 2 boccole isolate
- N" 2 spinotti - N 2 morsetti-coccodrillo • N 1 ancoraggio - N 1 basetta per
montaggi sperimentali_ N 1 contenitore pile-stilo_ N" 1 presa polarizzata per
pila 9 V - N° 1 cacciavite miniatura -N" 1 spezzone filo multiplo multicolore.

Le richieste del CORREDO DEL PRINCIPIANTE debbono essere fatte a: STOCK RADIO - 20124
MILANO • Via P. Castaldi, 20 (telef. 6891945), inviando anticipatamente l'importo d L. 14.500 a
mezzo vaglia postale, assegno circolare, assegno bancario o cc.p. N. 46013207 (le spese di spe.
dizione sono comprese nel prezzo).

295
ESPERIMENTI CON IL 7400 FUNZIONE DI INVERTER

Gli esperimenti con questo tipo di integrato Le funzioni NANO e NOR (queste ultime sono
consentono di verificare come lo stato dell'usci- state prese in considerazione nella precedente
ta divenga esattamente l'opposto di quanto ap- puntata del corso) possono essere utilizzate per
purato in precedenza con l'altro integrato. E svolgere, assieme, una terza funzione, quella di
ciò in accordo con la tabella della verità del INVER TER. Infatti, collegando assieme i due
NANO. Si potrà constatare infatti che l'uscita ingressi dei due dispositivi logici NAND e
di una porta NAND risulta a «» quando uno NOR, si ottiene in uscita un segnale logico
soltanto dei suoi ingressi si trova a «I». Mentre invertito rispetto a quello applicato all'ingres-
raggiunge lo stato «O» quando tutti e due gli so. Ciò del resto viene confermato tecnicamen-
ingressi si trovano allo stato logico «I». te da un esame attento delle tabelle della verità,
Facendo riferimento all'accensione o allo spe- oppure, praticamente, collegando assieme gli
gnimento del diodo led DLI, si può concludere ingressi A e B come indicato negli schemi di
dicendo che, con una funzione ANO, il diodo figura 5 e servendosi, ancora una volta, della
si accende soltanto quando entrambi gli ingressi solita basetta con circuito stampato.
vengono collegati con il morsetto positivo del- Le prove pratiche consentono, pure in questo
l'alimentatore, ossia quando vengono portati caso, di verificare l'esattezza della tabella della
allo stato logico «I». verità della funzione NOT e INVERTER.
Al contrario, con una funzione NANO, il dio-
do led si accende sempre quando i due ingressi,
o almeno uno di essi, viene collegato con il
morsetto negativo dell'alimentatore, cioè viene I
portato allo stato logico «O». Mentre rimane Funzione INVERTER
spento quando entrambi gli ingressi vengono
lngr. A e B Use. Y
collegati con il morsetto positivo dell'alimenta-
tore, ossia quando entrambi vengono portati o I
allo stato logico «I». E tutto ciò in perfetta
corrispondenza con le due tabelle della verità.
I o

5 CIRCUffl STAMPATI 5
Per consenti re a tutti i lettorl che vo-
g I iono seguire con profitto il. CORSO DI
AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI INTEGRA-
TI DIGITALI, la nostra Organizzazione ha
approntato questo kit di cinque moduli
identici, con i quali è possibile realizzare
la maggior parte degli esperimenti che
verranno via via presentati e descritti. L. 1a.
II KIT DI CINOUE MODULI deve
staldl, 20
essere richiesto a: STOCK RADIO - 20124 MILANO - VIa P. Ca-
(Telef. 6891945), Inviandoanticipatamente l'importo dl L. 10.000 (nel prezzo sono
pure compresele spese di spedizione ) a mezzo vaglia postale, assegno circolare, assegno ban-
cario o c.c.p. N. 4613207.

296
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la composizione di circuiti stampati su
vetronlte o bachelite, con risultati tali da
DELL'HOBBYSTA
soddisfare anche I tecnici più esigenti, que- Per tutti coloro che si sono resi conto
sto kit contiene pure la speciale penna dell'lnesaurlblle fonte di progetti con-
riempita di Inchiostro resistente al perclo- tenuti nel fascicoli arretrati di Elettro-
ruro e munita di punta di riserva. Sul di- nica Pratica, abbiamo preparato que-
spensatore d'Inchiostro della penna è pre- ta Interessante raccolta di pubbllca-
sente una valvola che garantisce una lunga zloni.
durata di esercizio ed Impedisce l'evapo-
razione del liquido.
Le nove copie della rivista sono state
scelte fra quelle, ancora disponibili,
ma in rapido esaurimento, in cui sono
apparsi gli argomenti di maggior suc-
cesso della nostra produzione edito-
riale. •

E
IET
TO9RIAETTI±EIETTA9
IMA
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Non è raro il caso in cui un circuito elettronico, causa del mancato funzionamento di una appa-
in fase di sperimentazione, presenti delle ano- recchiatura.
malìe impreviste e certamente provocate da Ma un dispositivo elettronico, perfettamente
componenti dal funzionamento insospettabile. funzionante, può guastarsi per molti motivi
Eppure è risaputo che molti transistor, anche tecnici ed è quindi necessario che ogni hobby-
dello stesso tipo, a causa delle tolleranze e, sta impari, un po' alla volta, a cercare i guasti,
soprattutto, della dispersione delle caratteristi- servendosi del la poca strumentazione a sua
che, possono assumere comportamenti diversi. disposizione che, il più delle volte, si identifica
Le case costruttrici, in genere, fatta eccezione nel solo tester. Pertanto, nel corso del presente
per pochi componenti di tipo professionale, articolo, analizzeremo i metodi con cui vanno
garantiscono le diverse caratteristiche, ufficial- condotte le misure in alcuni stadi tipici di
mente dichiarate, soltanto nei loro valori mini- amplificatori di bassa e di alta frequenza, a
mi. Cosi, per esempio, può accadere che un transistor comuni e a transistor FET, cercando
transistor, con un guadagno affermato nella di individuare quei valori che debbono essere
misura di cento, presenti in realtà un valore di ritenuti corretti, per distinguerli da altri sicura-
quattrocento. Il quale può essere certamente la mente anomali.

298
Con questo articolo, di carattere principalmente teorico, ma
parzialmente pratico, si vuol avviare il lettore alla conoscenza e
al controllo dei valori di tensioni più comuni, sugli elettrodi dei
transistor bipolare e di quelli ad effetto di campo, nei più
semplici tipi di stadi amplificatori di bassa, media ed alta
frequenza.

AMPLIFICATORE CON non venisse tenuto sotto conrollo, aumentereb-


EMITTORE A MASSA be la corrente di collettore ed emittore, con un
aumento della tensione sul punto «e» (figura 1 ).
Cominciamo con l'analisi del circuito più tipi- Dunque, se aumenta la tensione sul punto «e»,
co di uno stadio amplificatore a transistor, poiché rìmane costante quella sul punto «b»,
quello in configurazione con emittore a massa, che è fissata dal partitore resistivo R 1 - R2,
chiamato pure stadio amplificatore a transistor diminuisce, di conseguenza, la tensione base-
con emittore comune. emittore, tendendo a riportare i valori della
Lo schema elettrico corrispondente è quello corrente di emittore su quelli di riposo. E tutto
riportato in figura 1. Ma, a questo punto, ogni ciò avviene in presenza di segnali statici, men-
principiante potrebbe dubitare sull'esattezza tre con i segnali variabili si fa sentire l'azione
dell'espressione di «configurazione con emitto- cortocircuitante del condensatore CI.
re comune o a massa», perché osservando lo
schema di figura I avrà certamente notato che
l'emittore del transistor è collegato a massa VALORI ESATTI DELLE TENSIONI
tramite la resistenza R4 ed il condensatore
elettrolitico Cl. E ciò è vero, ma è altrettanto Vediamo ora di stabilire quali debbono essere i
vero che l'impedenza di un condensatore dimi- valori delle tensioni rilevabili nel circuito di
nuisce coll'aumentare della frequenza del se- figura 1, quando questo stadio amplificatore
gnale che lo attraversa. Per cui, se la capacità di funziona correttamente.
CI è sufficientemente elevata, come in pratica Innanzitutto ricordiamo che la tensione sulla
lo è quella dei condensatori elettrolitici, esso base del transistor rimane esclusivamente fissa-
costituisce un elemento in cortocircuito nei ta dal partitore resistivo composto dalle due
confronti di un segnale alternato, ad esempio a resistenze R I - R2, in quanto la corrente di
frequenza audio. Dunque, come si dice in ger- base è da considerarsi in genere trascurabile.
go, l'emittore, in questo caso, rappresenta un Comunque, il valore teorico della tensione di
punto «freddo» ovvero un punto in cui la base può essere calcolato tramite la seguente
tensione non varia neppure in presenza di un formula:
segnale applicato all'ingresso dello stadio am-
pi ificatore.
Il vero motivo tecnico per cui, fra il terminale R2
del transistor e il circuito di massa, negli stadi Vb = Valim. Rl + R2
amplificatori transistorizzati con emittore co-
mune, vengono inseriti i due elementi resistivo Nel caso del circuito di figura I, con i valori
capacitivi, costituiti nel nostro caso dal con- attribuiti ai componenti nell'apposito elenco, il
densatore elettrolitico Cl e dalla resistenza R4, valore della tensione di base, ricavato con l'ap-
è quello di stabilizzare il punto di lavoro del plicazione della formula ora presentata, è di 1,4
transistor, onde evitare notevoli slittamenti do- V circa.
vuti principalmente a cause termiche. Infatti, In pratica, senza sottoporsi a troppi calcoli, si
come si sa, quando la temperatura nei corpi può ritenere accettabile, come valore standard
conduttori aumenta, aumenta in essi il flusso di della tensione di base in un circuito come
corrente. E a questa regola non si sottraggono quello riprodotto in figura I, il valore pari a
certamente i transistor nei quali, se il fenomeno 1/5 ± 1/7di quello dell'alimentatore.

299
? R5

RJ
SI
R/ @--}--ll-

.+i
cond use.

condentr.
i~
o
+
c2
e
9V
=-
e

massay

@ = +8,SV

@ = +l,4V

@ =+sv
@ = +0,8V

Fig. 1- Tipico circuito di stadio amplificatore a transistor, montato in configurazione


con emittore comune. I valori delle tensioni, riportati in basso a sinistra, sono quelli
rilevati in corrispondenza degli elettrodi del transistor e sulla linea di alimentazione
positiva, attribuendo ai componenti i valori sotto elencati.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R3 = 4.700 ohm
C1 = 10 F - 16 VI (elettrolitico) R4 = 1.000 hm
C2 = 100 F - 25 VI (elettrolitico) R5 = 560 ohm

Resistenze Varie
R1 = 47.000 ohm S1 = interruttore
R2 = 10.000 ohm ALIM. = 9 Vcc

300
Fig. 2 - Piano costruttivo del circuito dello stadio amplificatore a transistor con
emittore a massa. In sede di verifica della teoria esposta nell'articolo, il transistor
TR1 potrà essere sostituito con vari modelli di tipo NPN, ad esempio BC107 o
2N1711. Volendo analizzare i transistor PNP, si dovranno invertire le polarità
dell'alimentatore e quelle dei due condensatori elettrolitici.

In sede di controlli, se si rilevano valori troppo quindi costante la caduta di tensione, indipen-
bassi rispetto a quelli teorici ora indicati, si può dentemente dalla corrente circolante.
ritenere che la giunzione base-emittore si trovi La corrente di emittore quindi può essere facil-
in cortocircuito, oppure che si siano alterate le mente calcolata tramite la legge di Ohm:
resistenze R I - R2. Analogamente, un rilievo di
valori troppo elevati, rispetto a quelli teorici, le = Ve : R4
starà ad indicare un guasto nelle resistenze di
polarizzazione oppure un cortocircuito nel la E poiché nel caso dello schema di figura I il
giunzione base-collettore del transistor. valore della resistenza R4 è di 1.000 ohm
Una volta individuato il valore della tensione mentre quello della tensione di emittore Ve è di
di base, è possibile calcolare immediatamente 0,8 V (1,4 V - 0,6 V = 0,8 V), applicando la
quello di emittore, che deve necessariamente precedente formula si ha:
risultare di 0,6 V inferiore rispetto a quello di
base, nei transistor al silicio e di 0,2 V inferiore le = 0,8 V : 1.000 ohm = 0,8 mA
a quello di base nei transistor al germanio.
Ciò dipende dal fatto che la giunzione base- Per quanto riguarda la tensione di collettore
emittore è polarizzata direttamente e mantiene Ve, se si trascura la debolissima corrente che

30'
R5

SI
R3

+
c2
e
9V
~

R2

@ = +8,5V
@) =+a
@ = +1,6V
@ = zero V

Fig. 3 - Circuito di semplice stadio amplificatore a transistor ad effetto di campo. I


valori da attribuire ai componenti sono gli stessi elencati In corrispondenza dello
schema dell'amplificatore a transistor bipolare riportato in figura 1. I valori tipici
delle tensioni rilevabili sugli elettrodi del FET e sulla linea di alimentazione sono
quelli riportati in basso a sinistra dello schema. Per il controllo dei FET a canale P,
si dovranno invertire le polarità dell'alimentatore e dei due condensatori elettrolitici.

circola nelle due resistenze R 1 - R2 e si tiene Ve = 9 v- 0,8 mA (4.700 + 560) = 4,5 V


presente che la corrente di collettore è presso-
ché uguale a quella di emittore, per cui le = le, ' di collettore, dunque, assume un
La tensione
essa potrà essere facilmente calcolata tramite la valore pari a circa la metà di quello di alimen-
seguente formula: tazione. E questo valore può considerarsi otti-
male in uno stadio di amplificazione.
Ve = Valim. - le (R3 + R5) È ovvio che nel caso in cui i valori rilevati in
pratica, di volta in volta, dovessero discostarsi
Con i valori attribuiti ai componenti nello considerevolmente da quelli teorici, ciò starà a
schema di figura 1, si ha: significare inequivocabilmente la presenza di

302
anomalìe nel funzionamento del circuito. Per stenza R l. Al contrario, un valore della tensio-
esempio, se la tensione di emittore dovesse ne di collettore troppo bassa starà ad indicare
essere di O V, questo dato starà ad indicare un cortocircuito tra collettore ed emittore, op-
certamente la rottura dello stesso emittore. Vi- pure una eccessiva corrente di base, imputabi-
ceversa, nel caso in cui la tensione di emittore le, ad esempio, ad una interruzione della resi-
dovesse risultare pari o superiore a quella di stenza R2 o, diversamente, ad un cortocircuito
base, ciò starà a significare la rottura della della resistenza R4 o del condensatore Cl.
giunzione di base. Ma qui occorre star bene
attenti, perché in taluni circuiti digitali è possi-
bile che la base sia negativa rispetto all'emitto-
re, ovviamente facendo sempre riferimento a STADIO CON FET
transistor di tipo NPN. In tale circostanza, il
transistor, anziché lavorare in regime lineare, Lo stadio amplificatore a FET non differisce di
lavora in quello di interdizione-saturazione. molto, strutturalmente, dal circuito ora analiz-
Infine, rilevando un valore della tensione di zato. Esiste tuttavia una differenza tra questi
collettore Ve pari a quello dell'alimentazione, due circuiti di rilevante importanza. Infatti,
si dovrà arguire che il collettore è interrotto, mentre il transistor bipoJare lavora in corrente,
oppure che manca la corrente in base, per il FET lavora in tensione. Ossia, nel transistor
esempio a causa di un'interruzione della resi- bipolare la conduzione è controllata dalla cor-

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303
0 = 8,5V
R4

@
®
= +l,4V
&
e.
= +l4V

@- ss

-
@- sv

i&"
+

ri 9V
e
# Tentr. z2
e
ic zo
2
i
%
Fig. 4 - Esempio di stadio amplificatore a frequenza medio-alta. Con i valori attribuiti
ai componenti nell'apposito elenco, si possono rilevare le tensioni elencate in alto a
sinistra dello schema, che sono poi quelle tipiche di un circuito di questo genere e
che conviene tenere bene a mente in sede di sperimentazione con i montaggi
elettronici transistorizzati.

COMPONENTI
Condensatori R2 = 10.000 ohm
C1 = 10 F- 16 VI (elettrolitico) R3 = 1.000 ohm
C2 = 100 F - 25 VI (elettrolitico) R4 = 470 ohm
C3 = 10F - 16 VI (elettrolitico)
Varie
Resistenze S1 = interruttore
R1 = 47.000 ohm ALIM. = 9 Vcc

rente di base, in quello ad effetto di campo lo Poiché il gate rimane generalmente collegato a
stesso controllo è affidato alla tensione applica- massa (0 V), il componente che influenza esclu-
ta al gate. Inoltre, nel FET, non esiste un sivamente il punto di lavoro del FET è la
vincolo fisso tra tensione di gate e tensione di resistenza R4 (vedi figura 3). Dunque è su
source, a differenza del transistor bipolare in questo componente che si deve intervenire in
cui questo vincolo esiste fra tensione di base e caso di sostituzione del FET, se si vogliono
tensione di emittore. Nel transistor FET a ca- riportare i valori delle tensioni degli elettrodi
nale N, il gate è negativo rispettoalla source e del componente entro i limiti di normale lavo-
la tensione Vgs (tensione fra gate e source) ro.
dipende dalle caratteristiche del FET utilizzato
e dai valori delle resistenze del circuito, ricor- La tensione di drain, similmente a quella di
dando che possono considerarsi accettabili collettore nel caso di transistor bipolare, deve
quelle misure di Vgs che si aggirano intorno a di norma risultare compresa tra 1/3 e 2/3 del
0,5 + 3 V. valore di quella di alimentazione.

304
STADI AD ALTA FREQUENZA

Un altro tipo di stadio transistorizzato, general-


mente impiegato negli amplificatori a frequen-
za medio-alta, è quello riportato in figura 4. In
esso, come si può notare, gli accoppiamenti fra
stadi a monte e stadi a valle, sono di tipo
induttivo, anziché capacitivo. E questo sistema
comporta una rete di polarizzazione legger-
mente diversa.
La tensione sul punto «B», che regola il punto PROVE PRATICHE
di lavoro del transistor, è determinata dal parti-
tore resistivo R 1 - R2. E questa stessa tensione Per ben verificare la trattazione teorica sin qui
viene riportata sul punto «b» (base del transi- esposta, è possibile realizzare il piano costrutti-
stor) a causa della resistenza quasi nulla del- vo riportato in figura 2, che consente di sosti-
l'avvolgimento secondario del trasformatore tuire i vari componenti prescritti nei circuiti
d'entrata. Si noti invece la presenza del con- teorici con altri di valori diversi. Lasciamo
densatore elettrolitico C3, che cortocircuita a comunque al lettore il facile compito di trasfor-
massa i segnali di alta frequenza, permettendo mare il circuito di figura 2 in uno analogo per
di sfruttare totalmente il segnale d'ingresso co- il controllo delle tensioni sui terminali di un
me segnale utile da amplificare, senza che que- transistor FET.
sto venga attenuato dalla rete di polarizzazione. In ogni caso, per mezzo dei circuiti descritti in
Anche in questo caso vale la regola fissa per cui questa sede, il lettore potrà controllare l'efli-
la tensione base-emittore deve risultare di 0,6 cienza dei transistor bipolari e di quelli FET.
V, per i transistor al silicio e di 0,2 V per quelli Inoltre, con questi stessi circuiti ci si potrà
al germanio. rendere conto dal vivo di quanto necessaria
La tensione di collettore sarà invece pari a possa essere talvolta una selezione di tali com-
quella di alimentazione del punto «a», per ponenti, quando si miri al corretto funziona-
l'effetto trascurabile della resistenza dell'avvol- mento anche di un semplice stadio amplificato-
gimento del trasformatore d'uscita. re.

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in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.

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Controllo sintonia: a condensatore variabile - Controllo volume: a potenziometro - 1' Entrata BF:
500+50.000 ohm - 2 Entrata BF: 100.000+-1 megaohm - Alimentazione: 9 Vcc - Impedenza d'u-
scita: 8 ohm - Potenza d'uscita: 1 W circa.

Il kit contiene: 1 conde..-.satore variabile ad 'aria - 1 potenziometro di volume con interruttore in-
corporato - 1 contenitore pile - 1 raccordatore collegamenti pile - 1 circuito stampato - 1 bobina
sintonia - 1 circuito integr.:to - 1 zoccolo porta integrato - 1 diodo al germanio - 1 commutatore
. 1 spezzone di filo flessibile - 1 O pagliuzze capicorda - 3 condensatori elettrolitici - 3 resistenze
- 2 viti fissaggio variabile.

Tutti i componenti necessari per la realizzazion e del moderno ricevitore del principiante sono con-
tenuti in uria scatoledi montsg99 PP97ate in due diverseversioni: a L 14.750 senza altoparia n-
te, aL 16.750 con altoparlante. Le ieste debbono essere fatte inviando anticipatam ente gli im-
porti a mezzo vaglia postale, assegno bancario,assegno circolare o c.c.p. n. 46013207 intestato a:
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PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando .

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TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

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Inserite il tagliando in una busta e spedite a:

ELETTRONICA PRATICA
I
I

- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »


:
Via Zuretti, 52 - MILANO. I

310
LA PISTA BEL LETTORE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

OPTOISOLAMENTO Con gli elementi da lei fornitici è assai facile


risalire alle cause del mancato funzionamento
Non posso dire che il progetto del dispositivo di del suo dispositivo. Le quali sono in numero di
isolamento optoelettronico, da voi presentato due e ben distinte fra loro. La prima risiede
nelle prime pagine del fascicolo di febbraio di nell'impiego di un modello di optoisolatore, il
quest'anno, abbia risolto i miei problemi prati- 4N26, non adatto al progetto da noi presentato.
ci. Infatti, nel pilotare, tramite un segnale digi- Infatti, il modello 4N26 non è assolutamente
tale a 5 V, un motore elettrico da 150 W, tutto equivalente al 4N33 da noi prescritto, il quale è
quello che sono riuscito ad ottenere è stato un dotato, internamente, di un fototransistor dar-
valore di tensione talmente basso da non riusci- lington, mentre il 4N26 possiede un singolo
re ad avviare il carico. Debbo aggiungere che, transistor. La seconda causa va ravvisata nel-
non avendo trovato in commercio l'optoisola- l'uso di un integrato di tipo 7404, che appartie-
tore da voi prescritto, ho sostituito quel model- ne alla famiglia degli integrati digitali TTL.
lo con un 4N26, che il rivenditore mi ha Perché questo componente non è in grado di
assicurato essere un perfetto equivalente. E fornire, nella condizione di «I» logico, la suffi-
questo, nella mia applicazione, viene controlla- ciente corrente per l'accensione del diodo led
to da un integrato di tipo 7404, la cui uscita è incorporato nell'optoisolatore. Dunque. per far
stata da me collegata con il terminale I del funzionare correttamente il suo modulo dovrà
modulo optoisolato, mentre il terminale 2 è servirsi dei componenti da noi elencati nella
stato connesso con la massa del circuito di stessa sede in cui è stato presentato il progetto
comando. Alla resistenza R I, poi, ho dato il del relé optoelettronico. Tuttavia, se proprio
valore di 560 ohm. Ebbene, escludendo even- volesse usare il suo 4N26, riduca RI a 120 -;-
tuali errori di montaggio da me commessi, 150 ohm ed aggiunga, esternamente all'optoi-
potete dirmi da cosa può dipendere il mancato solatore, un transistor BC317, collegando poi il
funzionamento del circuito? terminale I con l'alimentazione positiva del-
GlARRlZZO MAURO l'apparato digitale di controllo e il terminale 2
Palermo con l'uscita di questo.

311
DENTI DI SEGA

L'OSCILLATORE Mi servirebbe un semplice generatore di segnali


a dente di sega con frequenza regolabile.
SEMINARA CARMELO

MORSE Napoli

Non avendo lei specificato i valori delle fre-


Necessario a tutti i candidati alla patente di quenze e i livelli della tensione d'uscita, ritenia-
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e'
la pratica di trasmissione di segnali radio in
mo trattarsi di segnali in gamma audio. Abbia-
codice Morse. mo quindi utilizzato l'integrato 555 il cui con-
densatore di temporizzazione è controllato da
un generatore di corrente ottenuto con un tran-
sistor al germanio. La forma d'onda uscente è
quella riportata in B, che si differenzia da
quella rappresentata in A, ottenibile con circuiti
di tipo R - C. L'uscita supplementare (USC. 1)
fornisce impulsi ad onda quadra. L'USC. 2 è ad
alta impedenza.

C1 = 100.000 pF
R1 = 2.200 ohm
R2 = 10.000 ohm (trimmer)

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
R3
R4
D1
DL1
-
=

= 1N914
52 ohm
860 ohm

= diodo led

L. 15.500
TR1 = AC128
1C1 = 555
S1 = interrutt.
= 12 Vcc
\
I
ALIM.
I
Hl kit contiene: n. 5 condensatori ceramici <
n. 4 resistenze - n. 2 transistor - n. 2 trimmer
potenziometrici - n. 1 altoparlante - n, 1 cir-
cuito stampato - n. 1 presa polarizzata - n. 1
pila a 9 V-n. 1 tasto telegrafico- n. 1 matas-
sina filo flessibile per collegamenti - n. 1 ma-
tassina filo-stagno.

GIOCO Al PULSANTI
CARATTERISTICHE
Da alcuni. amici mi è stata richiesta la realizza-
Controllo di tono zione di un semplicissimo gioco ai pulsanti, del
Controllo di volume tipo di quelli adottati in molte trasmissioni
Ascolto in altoparlante televisive.
BENVEGNÙ ETTORE
Alimentazione a pila da 9 V
Udine

Come può vedere, il progettino qui riportato fa


uso di pochi elementi e di quattro pulsanti. Il
La scatola dl montagglo dell'OSCILLATORE giocatore che preme per primo il proprio pul-
MORSE deve essere richlesta a: STOCK RA- sante, provoca l'accensione della corrisponden-
DIO • 20124 MILANO • Via P. Castaldi, 20 te lampadina la quale, innescandosi, stabilisce
(Telef. 6891945) inviando anticipatamente l'im-
porto di L. 15.500 a mezzo vaglia postale, as-
una caduta di tensione su R2 di valore tale da
·oe sono • ce. • «i+%""," ,È; non consentire l'innesco delle altre lampade.
zosono comprese le spese di spet , Ovviamente, per mantenere attiva la segnala-
zione, occorre tener premuto il pulsante.

312
R22

e>
Il

Il
Il $.

a 57

07 I
8
l
e
Il e

e
2
IC1
3
e
12V
e

Rl Cl n
USC.2

770V

T1 LN7 LN2 LNJ LN4

RETE

C1 = 1 µF - 300 VI (non elettrolitico) p1-P2-P3 - P4 = pulsanti (normalmente aperti)


R1 = 2,2 megaohm D1-D2-D3-D4 = diodi al silicio (4x4007)
R2 = 220.000 ohm T1 = trasf. (220 V - 11 O V-5± 10 W)
LN1 - LN2 - LN3 - LN4 = lampade al neon (senza
resist. incorp.)

313
STABILIZZATORE PER AUTO 12V n
@)} + #,
Il mio problema consiste nell'alimentare un
registratore a 9 V con la batteria dell'auto a 12
V. Quale resistenza di caduta potrei inserire per b" TR7
ridurre la tensione al valore prescritto?
GAGGINI ENZO 9V
e
Pavia e
Nessuna resistenza di caduta, ma un alimenta-
tore stabilizzato in grado di conservare il valore
di 9 V in ogni condizione di carico, anche
durante l'avviamento del motore.
massa autom.

C1 = 100 F - 16 VI (al tantalio) TR1 = 2N3055 (tipo plastico)


R1 = 100 ohm -1W Tens. entr.= 12 V (batteria)
DZ1 = diodo zener (10 V- 1 W) Tens. use. = 9 V - 0,5 A
F1 = fusibile (1 A)

KIT - BOOSTER BF \

Una fonte di energia complementare in scatola di montaggio

L. 15.500
PER ELEVARE
LA POTENZA DELLE
RADIOLINE TASCABILI
DA 40 mW A 10 W!

Con l'approntamento di questa scatola di montaggio si vuol offrire un valido aiu-


to tecnico a tutti quei lettori che, avendo rinunciato all'installazione dell'autora-
dio, hanno sempre auspicato un aumento di potenza di emissione del loro rice-
vitore tascabile nell'autovettura.

La scatola dl montagglo costa L. 15.500. Per rchlederla occorre Inviare anticipatamente l'importo a
mezzo vaglla _postale, assegno bancario o cc.p. n. 46013207 citando chiaramente i'indicazione « BO0.
STER BF» ed intestando a: STOCK RADIO • 20124 MILANO • Va P. Castaldi, 2o (Telel. 6891945), nel
prezzo sono comprese le spese dl spedizione,

314
METRONOMO LUMINOSO Realizzi questo circuito oscillatore, che fa uso
di una lampadina al neon quale elemento indi-
Per impiego in camera oscura, mi servirebbe un catore di frequenza. E per non influenzare il
metronomo, alimentato a pila, in condizioni di materiale fotografico sensibile alla luce bianca,
fornire brevi lampi di luce con la frequenza di si serva di una lampada al neon color arancio-
un secondo circa. ne. Con Rl potrà regolare a piacere la frequen-
BOARETTO VITTORIO za.
Rovigo

T1

LN

\
C1 = 22 µF - 16Vl (elettrolitico) S1 = interrutt.
R1 = 1megaohm (potenz. a variaz. lin.) PILA=4,5V
R2 = 100.000 ohm T1 = trasf. (6 + 6 V- 220 V -1+3W)
TR1 = 2N1711 LN = lampada al neon (senza res. incor.)

In scatola
ALIMENTATORE STABILIZZATO di montaggio

Caratteristiche
Tensione regolabile 5 ± 13 V
Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
Ripple 1mV con 0,1A d'usc.
5mV con 0,6A d'usc.
Stabillzz. a 5V d'usc. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-


vrarlscaldamentl,
L. 18.800
La scatola di montaggio dell'alimentatore stabilizzato costa L. 18.800 (nel prezzo sono com-
prese le spese di spedizione). Per richiederla occorre inviare anticipatamente l'importo a
mezzo vaglia postale, assegno bancario o c.cp. n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO •
20124 MILANO • Via P. Castaldi 20 • Telef. 6891945.

315
TEMPORIZZATORE CON CA3018 Condensatore

Trovandomi in possesso di alcuni integrati CA C1 100 F - 16 VI (elettrolitico)


3018, vorrei sapere a che cosa servono e quale Resistenze
eventuale circuito potrei realizzare. 3.900 ohm
R1 =
LIACI PIETRO R2 = 120.000 ohm
Bari R3 = 12.000 ohm
R4 = 12.000 ohm
Si tratta di integrati composti da due transistor
ed una coppia Darlington, in grado di funzio- Varie
nare con qualsiasi tipo di corrente e quindi
1 = 1N4004
estremamente versatili. Come possibile impiego D2 = 1N4004
le proponiamo la realizzazione di un temporiz- IC1 = CA3018
zatore sino a due minuti, nel quale /Cl svolge RL1 = rele (12 V - 600 ohm)
anche la funzione di pilotare direttamente il S1 = pulsante
relé RLJ. P1 = interruttore

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


L.16.850
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma; cosi da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori- n. 6 resistenze - n. 1 po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato- n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore - n. 1 SCR - n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

II kit per luci stroboscopiche, nel quale sono contenuti tutti gll elementi riprodotti nella foto,
costa L. 16.850. Per richiederlo occorre inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia po-
stale, assegno bancario o cc.p. n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO • 20124 MILAN •
Via P. Castaldl, 20 (Telefono 6891945).

316
.l..
PI

+
::,

Cl
I
Il Il I

e::~
1.s""~
/
R2

R3
I Il,/ s> • ~

-
.. Il
RLI 7
12V
e

SALDATORE PROTETTO Uno dei si mi più semplici per ridurre la


potenza del s atore, consislj! nell'eliminare
Quando rimane per lungo tempo sotto tensio- metà semionde de ensio_n/di alimentazione
ne, il mio saldatore tende a surriscaldarsi. Co- tramite un diodo al silÌcio (Di). L'interruttore
me posso fare per proteggerlo da eventuali Si, che può essere di tipo a pedale, consente di
danni? ripristinare la massima potenza durante le sal-
FORTINI LORIS dature e la lampada al neon LN aiuta a ricono-
Torino scere la condizione di potenza ridotta.

LN

07

RETE STAGN.

R1 = 100.000 ohm 1 = interrutt.


D1 = 1N4007 LN = lampada al neon (senza resist.)

317
LO SCACCIAZANZARE

A vendo notato in commercio la presenza di COMPONENTI


piccoli dispositivi elettronici in grado di tener
lontano le zanzare, vorrei che pure voi pubbli-
caste un progetto del genere.
M O R O T TI G R A Z IA N O
Condensatori
Roma C1 = 5.000 pF
C2 = 100 F - 16 VI (elettrolitico)
Purtroppo non siamo in grado di fornirle validi C3 = 100.000 pF
chiarimenti sull'efficacia o meno di emissioni
sonore ultrasoniche, perché di ciò si tratta, che Resistenze
possono respingere le zanzare. Comunque il R1 = 1 megaohm (trimmer)
progetto che svolge o dovrebbe svolgere tale fun- R2 = 220 ohm
R3 = 1.000 ohm (trimmer)
zione è quello qui pubblicato, che in pratica è
un oscillatore regolabile in frequenza, tra 200 Varie
Hz e 62 KHz, tramite Rl e in ampiezza per IC1 = 555
mezzo di R3. L'altoparlante deve essere di pic- AP = altoparlante (8 ohm)
cole dimensioni, per poter emettere suoni a ele- S1 = i nterrutt.
vata frequenza. PILA = 9 V

.,----...._

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 16.500

CARATTERISTICHE:
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Alimentazione: 220 V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 100 W
istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
Illuminazione del punto di saldatura mente adatto per lavori intermittenti
professionali e dilettantistici.

Le richieste del SALDATORE ISTANTANEO A PISTOLA debbono essere fatte a: STOCK - RA-
DIO - 20124 MILANO - Via P. CASTALDI 2O (Tele4. 6891945), Inviando anticipatamente l'importo dl
L. 16.500a mezzo vaglia postale, bancario
a ss e gno o n, 48013207 (spese dl spedizione
c c.p.

comprese).

318
R2

51

4 8 I Il IIIAP
7 I ...L CJ
Il

6
!Cl .. I Il J__J è
9V
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C2

Cl
2 l

I ·H

KIT PER LAMPEGGII PSICHEDELICI


L. 22.500
--
Un nuovo sistema di funzionamento che
evita di mettere Ile mani sul riprodutte>re
audio.

Non occorrono fili di collegamento, per-


ché basta avvicinare il dispositivo a qual-
siasi sorgente sonora per provocare una
sequenza in·interrotta di suggestivi lam-
peggii psichedelici.

CARATTERISTICHE Circuiti a quattro canali separati indipendenti.


Corrente controllabile max per ogni canale: 4 A
Potenza teorica max per ogni canale: 880 W
Potenza reale max per ogni canale: 100 --,- 400 W
Alimentazione: 220 V rete-luce

Tutti I componenti necessari per la realizzazione del sistema dl « LAMPEGGI PSICHEDELICI so-
no contenuti in una IClltola dl lltlhl laggk, ~ al.p,eao cl a.. auao. Le rchleste deb-
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RICEVITORE OC-OM
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Per agevolare l'opera di chi, per la prima volta, è impegnato nella ricerca degli elementi
didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è l'elettronica del tempo libero,
abbiamo approntato un insieme di riviste che, acquistate separatamente, verrebbero a
costare L. 3.000 ciascuna, ma che in un blocco unico, anziché L. 36.000, si possono avere
per sole L. 12.000.

Richiedeteci oggi stesso IL PACCO DEL PRINCIPIANTE Inviando anticipatamente l'Importo di L.


12.000 a mezzo vaglia postale, assegno o c.c.p. n. 916205, indirizzando a: Elettronica Pratica -
20125 MILANO • Via Zuretti, 52.
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ALIMENTATORE DI MONTAGGIO
PROFESSIONALE L. 34.000
e STABILIZZAZIONE PERFETTA FRA 5,7 e 14,5 Vcc e CORRENTE DI LAVORO: 2,2 A

Di facilissima costruzione e di grande utilità nel la-


boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato e
dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e


14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2A): regolabile fra
5,7 e 14,5 Vcc
5P Stabilizzazione: - 100 mV
LI«EeNTATOHE STABIZZA Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata.
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
n, 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
- n. 3 Condensatori elettrolitici
- n. 3 Condensatori normali

~·- t
- n. 3 Transistor
- n. 1 Diodo zener
n. 1 Raddrizzatore
n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta) 8 e
n. 1 Circuito stampato

n. 1 Bustina grasso di silicone
n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate)

- n. 1
il

',=
t'-
Cordone di alimentazione (gommino-passante}
- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
- n. 1 Interruttore di rete
- n. 1 Manopola per potenziometro
- n. 1 Potenziometro (rondella e dado)
n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 da
rondelle)
n. Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2
tofilettanti)
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del presente fascicolo: l'insettifuga ultrasonico, in
basso e Il trasmettitore In modulazione di frequen-
za, con potenza d'uscita di un watt, con cui è
possibile comporre una radio emittente libera, più
in alto.

editrice
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direttore responsabile
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La potenza di un watt, che questo trasmettitore caratterizzate da potenze elevatissime, è più


in modulazione di frequenza è in grado di ridotta. In ogni caso, il piacere che può derivare
erogare, qualifica il dispositivo elettronico, che dall'uso di questo trasmettitore, è notevole,
ci accingiamo a descrivere, ad un livello supe- soprattutto perché una tale realizzazione può
riore a quello dei comuni microtrasmettitori fin rappresentare l'avviamento verso attività assai
qui presentati nel nostro periodico. Perché con più impegnative, con stazioni trasmittenti mag-
esso il lettore potrà svolgere molte attività dilet- giormente complesse e costose.
tevoli, tra le quali, alcune, anche professionali,
come ad esempio l'installazione di una radio,
libera di quartiere. Infatti, collegando l'uscita MODULAZIONE DI FREQUENZA
del trasmettitore con una antenna di tipo
ground-plane, montata nella parte più alta del- La scelta della modulazione di frequenza, quale
l'edificio in cui si risiede, sarà possibile coprire, sistema di trasmissione di un segnale fonico, da
con un perfetto raggio d'azione, un'intera zona parte delle emittenti private, non è un fatto
residenziale che, in teoria, potrebbe estendersi casuale. Perché questo tipo di tecnica, adottato
per alcuni chilometri quadrati, ma che, in pra- per la modulazione dei segnali da inviare nel-
tica, a causa dei troppi segnali condensati nello l'etere, consente di raggiungere ottimi rendi-
spazio ed irradiati dalle molte emittenti private menti con circuiti elettronici relativamente

324
semplici. Ed anche perché il segnale a modula- zione di ampiezza, mentre non riesce certa-
zione di frequenza si presta ottimamente al mente a far variare la frequenza del segnale
conseguimento di trasmissioni ad alta fedeltà, originale. E se il ricevitore è di buona qualità,
proprio in virtù dell'ampiezza di banda asse- non può ovviamente rimanere influenzato da
gnata ad ogni canale di emissione. Inoltre, per eventuali variazioni di ampiezza del segnale,
sua natura, un segnale modulato in frequenza, perché estrarrà completamente l'informazione
molto difficilmente viene disturbato da agenti audio dalle sole variazioni di frequenza.
esterni, quali ad esempio i campi elettromagne-
tici, le scariche elettriche, gli impianti di accen-
sione di motori a scoppio, ecc., che interferisco- DESCRIZIONE CIRCUITALE
no invece molto negativamente sui segnali a
modulazione di ampiezza. Infatti, come è facile Il progetto del trasmettitore, il cui schema elet-
intuire, ogni disturbo di origine esterna, sovrap- trico è riportato in figura I, fa uso di due
ponendosi al segnale radio, provoca una varia- transistor bipolari (TR2 - TR3) di tipo NPN e

Il circuito, realizzabile anche dai lettori principianti, non fa uso


di costosi cristalli di quarzo, che assicurerebbero un elevato
grado di stabilità, ma che imporrebbero l'impiego di moltiplica-
tori di frequenza con evidenti complicazioni circuitali. In ogni
caso, se si utilizza un buon alimentatore stabilizzato e non si
avvicinano le mani al trasmettitore, l'instabilità, valutabile in
misura molto lieve, è rilevabile soltanto durante i primi venti o
trenta minuti di funzionamento.

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326
USc,
RF

MASSA
TR3 TR2
- ALIM.

Fig. 1- Circuito elettrico del trasmettitore FM con potenza d'uscita di 1 W.I valori
delle tensioni riportati nello schema sono quelli rilevati con una tensione di
alimentazione stabilizzata di 15 V. Le linee tratteggiate racchiudono la parté
elettrica che deve essere interamente montata sulla basetta del circuito stampato.

di un transistor FET (TR l ). Ciascuno di questi te di segnali BF. Ma, a coloro che vorranno
componenti attivi svolge un ruolo ben preciso, costruire questo trasmettitore per comporre
che ora analizzeremo dettagliatamente pren- una emittente di quartiere, consigliamo di ac-
dendo le mosse proprio dal primo, cioè dal coppiare l'entrata con un miscelatore, più pre-
transistor FET. cisamente quello presentato a pagina 276 del
Al transistor TRl è affidato il compito di precedente fascicolo di maggio, appositamente
amplificare il segnale di bassa frequenza prove- concepito per questo scopo, e quindi in grado
niente dalla boccola d'entrata. di miscelare, nella giusta misura, peraltro con-
Il segnale di bassa frequenza che, attraverso il trollata tramite due potenziometri, la voce del-
condensatore di accoppiamento Cl e l'impe- lo speaker con della musica.
denza di alta frequenza J1, viene applicato al L'impedenza di alta frequenza J l e il condensa-
gate (g) del transistor TR l, può essere quello tore C2 hanno lo scopo di bloccare eventuali
proveniente da un microfono o da altra sorgen- segnali spuri a radiofrequenza che, uscendo

Fig. 2 - Piano costruttivo della sezione elettronica del trasmettitore in modulazione


di frequenza completamente realizzato su circuito stampato. Questo modulo, a
lavoro ultimato, dovrà essere racchiuso in un contenitore di lamiera stagnata, che
assume funzioni di schermo e di conduttore di massa, ossia della linea di alimenta-
zione negativa del circuito.

327
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato sul quale deve essere
composto il modulo elettronico del trasmettitore.

dall'antenna, potrebbero rientrare nel circuito varicap DV I fa parte del circuito accordato di
attraverso la presa d'entrata. Ma questa azione uno stadio oscillatore, è possibile affermare che
di impedimento si esercita pure su occasionali ad ogni variazione di capacità corrisponde una
altri tipi di segnali, diversi da quelli di bassa variazione della frequenza generata. Inoltre,
frequenza provenienti da microfoni, registrato- dato che la tensione di controllo del diodo
ri, giradischi o mixer. In ogni caso, la presenza varicap DV I si identifica con il segnale audio
di questi due componenti non provoca alcuna da trasmettere, si intuisce come la frequenza
alterazione dei segnali applicati all'ingresso del generata dal transistor TR2 possa variare in
trasmettitore, che conservano intatta la loro sincronismo con lo stesso segnale audio.
tonalità e l'eventuale caratteristica hi-fi.

DIODO VARICAP FREQUENZA DI OSCILLAZIONE

Il segnale amplificato dal transistor TR I è pre- Abbiamo visto ora in che modo si sia ottenuto
sente sul suo elettrodo di drain (d); da questo il segnale AF modulato in frequenza. Ma oc-
viene prelevato tramite la resistenza R5 di corre aggiungere che la frequenza centrale di
elevato valore ohmmico ed applicato al diodo oscillazione è determinata principalmente dalla
varicap DV 1. Il quale può essere considerato bobina LI, dal valore capacitivo del compensa-
come un vero e proprio condensatore variabile tore C6 e da quello del diodo varicap DVI.
a controllo elettronico. Infatti, variando la ten- Facciamo notare che, a riposo, cioè in assenza
sione di polarizzazione inversa del componen- di segnali di bassa frequenza applicato all'in-
te, varia la capacità tra gli strati P ed N di gresso, il valore dell'alta frequenza generata
semiconduttori che compongono il diodo, in dall'oscillatore rimane influenzato pure dalla
quanto viene a crearsi una zona di svuotamento regolazione del trimmer R4. Il quale dovrà
di cariche elettriche, in corrispondenza della essere tarato in modo che sul drain del transi-
giunzione, del tutto analoga a quella del dielet- stor TR I il valore della tensione sia pari a metà
trico di un condensatore. E poiché il diodo circa di quello della tensione di alimentazione.

328
TESTER
10V 4s.

Fig. 4 - In fase di taratura del


trasmettitore, occorre inserire sul
circuito d'uscita un carico fittizio, c15
costituito dalla resistenza da 68
ohm. La sonda AF, composta dal
\ diodo al germanio e dal conden-
1 satore, consente di valutare, tra-
mite il tester, l'entità del segnale COLLEG. CORT/55.
___ I
I uscente dal trasmettitore.

AMPLIFICAZIONE AF È molto importante che la tensione alimenta-


trice sia perfettamente stabilizzata.
L'oscillazione prodotta dal transistor TR2 vie- La scelta del valore della tensione di alimenta-
ne applicata, tramite il condensatore di accop- zione, pur rimanendo entro i limiti prescritti,
piamento CIO, alla base del transistor TR3, che condiziona ovviamente la potenza in uscita del
funge esclusivamente da elemento amplificato- trasmettitore, la quale si mantiene comunque
re dei segnali di alta frequenza. intorno al valore già citato di l W.
L'impedenza di alta frequenza J 1, collegata sul Facciamo presente, per ultimo, che i valori
collettore del transistor TR3, funge da elemen- delle tensioni riportati nei vari punti di maggio-
to di carico e non richiede alcun intervento da re importanza elettrica dello schema di figura
parte dell'operatore per la taratura del circuito, l, sono stati da noi rilevati alimentando il
facilitando notevolmente il procedimento di trasmettitore con la tensione continua e stabi-
realizzazione del trasmettitore. lizzata di 1 5 V.
Il segnale di alta frequenza, uscente dal collet-
tore del transistor TR3, viene condotto verso
l'uscita del circuito, ossia verso la presa di REALIZZAZIONE
antenna, tramite un filtro passa basso di adatta-
mento al carico, cioè all'antenna. E questo II circuito stampato è d'obbligo per questo tipo
filtro è composto dalla bobina L2 e dai due di costruzione. Esso dovrà quindi essere esegui-
compensatori Cl4 e Cl 5, che debbono essere to riportando il disegno di figura 3 su una
tarati nel modo che diremo più avanti. basetta di bachelite o vetronite, di forma rettan-
golare, delle dimensioni di 6,5x 1 0,5 cm.
Tutti i componenti elettronici, elencati in cor-
ALIMENTAZIONE rispondenza dello schema teorico di figura 1,
dovranno essere di una certa qualità, ossia
La tensione di alimentazione del circuito del nuovi e sicuramente efficienti. Essi verranno
trasmettitore deve assumere un valore.compre- inseriti nella basetta dello stampato tenendo
so fra i 12e i 18 V cc, come indicato nello sott'occhio il piano costruttivo di figura 2. Tut-
schema teorico di figura 1. te le saldature dovranno essere eseguite a regola

329
f,c f.c fc f,c

--------f ' ''.

de.TX deTX deTX


1 2 3 4

Fig. 5 - Ad ogni emittente commerciale, che lavora In modulazione di frequenza,


viene attribuito un preciso valore di frequenza centrale (fc), intorno al quale la
deviazione (dev.) deve essere di ± 75 KHz.

d'arte, su terminali molto corti dei componenti, re, quello riportato in figura 2, occorrerà rac-
con stagno di qualità. Ovviamente, durante il chiuderlo in un contenitore metallico, possibil-
lavoro di montaggio del circuito, occorrerà pre- mente in lamiera stagnata, da collegarsi elettri-
stare la massima attenzione nell'applicare i camente con la massa del circuito che, come si
componenti polarizzati, onde non commettere vede nello schema di figura l, coincide con la
errori di inserimento. E questa raccomandazio- linea di alimentazione negativa, che fa capo ai
ne si estende ai condensatori elettrolitici, al terminali contrassegnati con i numeri 2 - 3 in
diodo varicap, al fet e ai transistor bipolari TR2 entrambi gli schemi elettrico e pratico del tra-
- TR3. In particolare, il transistor amplificatore smettitore.
di alta frequenza TR3, che è un transistor di Dal contenitore metallico dovranno fuoriuscire
potenza ed è quindi soggetto a riscaldarsi du- esclusivamente i conduttori destinati a colle-
rante il funzionamento del trasmettitore, dovrà garsi con l'alimentatore stabilizzato.
essere dotato di radiatore di tipo a raggiera, per Per i collegamenti con la sorgente di segnali di
poter disperdere nell'aria il calore prodotto. bassa frequenza e con l'antenna, si dovranno
applicare, su una delle facce del contenitore
metallico, due adatti connettori, in grado di
COSTRUZIONE DELLE BOBINE accettare cavi coassiali; il primo deve essere di
tipo per bassa frequenza, il secondo per alta
Le due bobine LI - L2 non sono componenti frequenza. Ma senza ricorrere ai costosi,connet-
che si possono acquistare già pronti presso i tori coassiali, di tipo professionale, converrà far
rivenditori di materiali radioelettrici, ma deb- uso di quelli per televisione, facilmente reperi-
bono essere realizzati autonomamente da ogni bili un po' dovunque e a basso costo.
lettore. Comunque si tratta di un lavoro assai
semplice, perché le due bobine sono perfetta-
mente uguali e richiedono una modesta quanti- MESSA A PLINTO
tà di filo conduttore, che deve essere di rame
smaltato o, meglio, argentato, del diametro di Il trasmettitore, come è ovvio pensarlo, dopo
0,6 mm. essere stato costruito, richiede da parte del-
Gli avvolgimenti debbono essere del tipo «in l'operatore un intervento di messa a punto,
aria», ossia privi di supporto, con diametro prima di potersi ritenere pronto per l'uso. Rite-
interno di 6 mm. nendo che i nostri lettori, o almeno una buona
Per ogni avvolgimento occorrono 7 spire leg- parte di essi, siano sprovvisti di una strumenta-
germente spaziate tra di loro.- zione adatta alla taratura di apparati funzio-
nanti con tensioni e correnti ad alta frequenza,
indicheremo, qui di seguito, le varie operazioni
IL CONTEN'ITORE di messa a punto necessarie per le quali ci si
dovrà servire esclusivamente di un tester e di
Una volta composto il modulo del trasmettito- un comune ricevitore commerciale a modula-

330
zione di frequenza, meglio se dotato di stru- continue, sul fondo-scala di IO V, sarà in grado
mento indicatore della forza del segnale ricevu- di valutare l'entità del segnale d'uscita di alta
to. frequenza.

OPERAZIONI PRELIMINARI CENTRATURA DELLA FREQUENZA

Prima di alimentare il circuito del trasmettito- Ora occorre alimentare il circuito del trasmetti-
re, si dovrà approntare il carico fittizio, da tore, collegandolo con un adatto alimentatore
collegare sul bocchettone di antenna, in sostitu- stabilizzato e regolare il trimmer R4 in modo
zione dell'antenna vera e propria. E questo che la tensione di drain di TR I assuma il
carico deve essere realizzato nel modo indicato valore di 7 V circa, come indicato nello schema
in figura 4. La resistenza, che ha il valore di 68 elettrico di figura I. Questo trimmer, una volta
ohm, non deve assolutamente essere di tipo a regolato, non dovrà essere più toccato.
filo, ma deve essere una normale resistenza A questo punto si accende il ricevitore a modu-
chimica di I W. Il diodo DG, che è un qualsiasi lazione di frequenza e lo si sintonizza in una
diodo al germanio, compone, assieme al con- zona della gamma libera da emittenti o, co-
densatore da 1.000 pF, una semplicissima son- munque, poco disturbata. Quindi si regola il
da di alta frequenza. compensatore C6 molto lentamente, sino ad
Il tester, commutato nella misura di tensioni udire, sul ricevitore FM, il segnale di alta fre-

5
•2 3

4

Flg. 6 - Cosi si compone In pratica una radio libera di quartiere. Gli elementi illustrati
in figura sono: sorgenti di segnali a bassa frequenza (1-1), miscelatore (2), trasmet-
titore (3), alimentatore stabilizzato (4), cavo coassiale (5), antenna (6), che può
essere rappresentata da una qualsiasi antenna di tipo commerciale adatta per la
ricezione delle emissioni a modulazione di frequenza (a stilo, dipolo o ground-
plane).

331
quenza emesso dal trasmettitore. Soltanto nel 5. Ora, se la deviazione FM è bassa rispetto alla
caso in cui, pur ruotando completamente la frequenza centrale (fc), come nel particolare 2
vite di regolazione del compensatore, non si di figura 5, si verifica una perdita di segnale
riuscisse ad ascoltare chiaramente il segnale di utile e nel ricevitore si ascolterà un segnale
alta frequenza, allora si proverà ad aumentare o debole. Se invece la deviazione è eccessiva,
a diminuire di poco la spaziatura delle spire come nel particolare 4 di figura 5, allora si
della bobina Ll. disturbano le emittenti vicine e si ricevono
Le operazioni descritte presuppongono che segnali fortemente distorti. La deviazione idea-
l'oscillatore funzioni correttamente, ma ciò può le di ± 75 KHz è quella diagrammata nel
essere controllato tramite le segnalazioni offerte particolare 3 di figura 5. La quale, non dispo-
dal tester collegato alla sonda di alta frequenza. nendo di opportuna strumentazione, dovrà es-
In caso contrario si dovrà ricontrollare accura- sere raggiunta ad orecchio, regolando il segnale
tamente l'esattezza del montaggio. d'ingresso in modo che la ricezione sia forte e
chiara, cioè priva di distorsioni.
PROFONDITÀ DI MODULAZIONE È chiaro che per regolare il livello del segnale
di bassa frequenza, occorre collegare con l'en-
Dopo la centratura della frequenza di oscilla- trata del trasmettitore un apparato dotato di
zione, si dovrà passare alla regolazione del regolatore di volume, come lo è, ad esempio, il
filtro d'uscita, che consiste in un intervento di mixer da noi consigliato all'inizio del presente
taratura alternativo sui due compensatori CI4 - articolo.
CI5, fino a che in uscita si ottiene il massimo Per quanto riguarda l'antenna, ricordiamo che
segnale indicato dal tester. questa può essere acquistata presso un rivendi-
Il trasmettitore, a questo punto, può conside- tore di materiali radioelettrici, tenendo conto
rarsi tarato. Tuttavia, prima di poter considera- che tutte le antenne adatte a ricevere i segnali a
re pienamente realizzata la stazione trasmitten- modulazione di frequenza possono essere colle-
te, si rende necessaria un'ulteriore operazione: gate con l'uscita del trasmettitore.
occorre sostituire il carico fittizio con l'antenna Andranno bene, dunque, le piccole antenne a
trasmittente e, ovviamente, applicare all'ingres- stilo, quelle montate nei ricevitori portatili, le
so il segnale da trasmettere. Il quale dovrà antenne bipala e le ground-plane.
risultare regolabile nel livello, in modo da evi- Tutte le operazioni di messa a punto e taratura
tare emissioni di segnali audio troppo deboli o sono sempre perfezionabili con il passare del
distorti. E a questo proposito ricordiamo che, ai tempo e con l'esperienza pratica. Quel che
segnali in FM su banda commerciale, è conces- importa è cominciare a muovere i primi passi
sa una larghezza di banda di ± 7 5 KHz ( 150 in questo meraviglioso mondo delle emissioni
KHz), come indicato nel particolare 1 di figura radiofoniche.

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA
332
INSETTIFUGA
ULTRASONICO
Tra poco, con l'arrivo della stagione estiva, settore della chimica, si sono rivolti a quello
tutti noi saremo chiamati a difenderci dagli dell'elettronica, per chiedere una risposta reale,
insetti molesti. Alcuni lo faranno coi sistemi valida e, soprattutto, igienica. E l'elettronica ha
più tradizionali, altri vorranno provare nuovi offerto a costoro un'arma che, fin dalle prime
metodi, ritenuti più efficaci e meno pericolosi prove sperimentali, si è rivelata efficientissima,
per la salute o, comunque, facilmente sopporta- pur mantenendo pulita l'aria che respiriamo.
bili. Ma è difficile, ancor oggi, poter disporre di Un'arma che prende il nome di «ultrasuoni»,
un insetticida che non inquini l'aria o che non che non è micidiale, ma agisce inesorabilmente
provochi qualche reazione di intolleranza. Ec- su quasi tutti gli insetti che cercano di insediar-
co perché i cultori dell'ecologia, abbandonato il si nelle nostre case, facendoli allontanare.

Difendetevi elettronicamente dalle punture d'insetti.

Con il moderno sistema degli ultrasuoni non si inquina l'aria.

È un metodo che tiene lontano, dalle nostre case, ogni tipo di


insetto dannoso all'uomo, alle cose e agli animali.

333
RS

+
C/2T

9H5V
TRT
·R1 R2+

I
7

Fig. 1 - Circuito del generatore di ultrasuoni, composto da due oscillatori, uno a


frequenza subsonica, pilotato dal transistor TR1 e uno a frequenza ultrasonica, che
IC1, al quale sono pure affidate le mansioni di amplificatore dei
fa capo all'integrato
segnali provenléntl dal traiìlllstor.

334
Ai cultori dell'ecologia, che si rifiutano di inquinare chimica-
mente gli ambienti o di sterminare gli insetti domestici, offria-
mo l'occasione di realizzare un semplice generatore di fre-
quenze ultrasoniche, quale strumento di riprova delle più at-
tuali teorie insettifughe.

TRI R1 R2 R

Fig. 2 - Piano costruttivo, realizzato su circuito stampato, del dispositivo generatore


di ultrasuoni. I due condensatori C4 - C5 compongono un unico condensatore di
valore doppio non facilmente reperibile in commercio. •

<
Condensatori
COMPONENTI
R2 = 10.000 ohm (trimmer)
C1 = 5 F - 16 VI (elettrolitico) R3 = 10.000 ohm
5 F - 16 VI (elettrolitico) R4 = 1 megaohm
C2 =
C3 = 5 F - 16 VI (elettrolitico) R5 = 5.000 ohm (trimmer)
C4 =500.000 pF R6 = 10.000 ohm
C5 =500.000 pF R7 = 1.200 ohm
C6 = 10.000 pF R8 = 1.200 ohm
C7 = 10.000 pF R9 = 1.200 ohm
C8 = 10.000 pF R10 = 390 ohm
C9 = 10.000 pF R11 = 5.000 ohm (trimmer)
C10 =100.000 pF R12 = 2,2 ohm
C11 = 50 F - 16 VI (elettrolitico)
C12 = 470 F - 16 VI (elettrolitico) Varie
IC1 = LM380
s1 = interrutt.
Resistenze ALIM. = 9±15V
R1 = 10.000 ohm AP = 8ohm

335
Fig. 3 - Disegno in grandezza naturale del circuito stampato che il lettore dovrà
comporre prima di iniziare il lavoro costruttivo del generatore di ultrasuoni.

GLI ULTRASUONI DESCRIZIONE DEL CIRCUITO

Gli ultrasuoni sono rappresentati da comuni Dopo questa breve introduzione di carattere
vibrazioni meccaniche, la cui frequenza non teorico, peraltro necessaria per ben assimilare il
consente all'uomo alcuna sensazione uditiva. concetto di ultrasuoni, passiamo ora all'esame
La loro gamma si estende fra i 20.000 Hz e i del circuito del generatore riportato in figura I.
limiti delle frequenze radio ad onda lunghissi- li quale, come si può subito notare, consta di
ma. Per generarli si può ricorrere ad un gran due oscillatori, di cui quello a frequenza più
numero di sistemi che tengono conto del parti- elevata, di valore compreso fra i 12.000 Hz e i
colare tipo di applicazione che se ne vuol fare e 22.000 Hz, rappresenta l'oscillatore principale
della potenza che si vuol raggiungere. Ma in di potenza, mentre l'altro modula, con un se-
ogni caso il sistema più semplice di produzione gnale a bassissima frequenza, di valore compre-
di ultrasuoni fa ricorso ad un oscillatore audio, so fra I Hz e 5 Hz, il segnale ultrasonico
seguito da un amplificatore e da un altoparlan- principale.
te tweeter in grado di riprodurre frequenze sino Si può ora concludere dicendo che i due oscil-
ed oltre i 20.000 Hz. Al di sopra di questo latori generano entrambi frequenze che l'orec-
valore limite non si può salire troppo con il chio umano non è in grado di percepire: uno a
sistema ora citato, a meno che non si voglia frequenza ultrasonica e l'altro a frequenza sub-
ricorrere all'impiego di altoparlanti tweeter di sonica.
tipo particolare e di costo elevatissimo, che
finiscono col rendere antieconomico ogni di-
spositivo. OSCILLATORE SUBSONICO
Per generare ultrasuoni molto potenti, con fre-
quenza dell'ordine dei 30.000 50.000 Hz, in L'oscillatore subsonico è realizzato mediante
sostituzione degli altoparlanti tweeter, vengono un circuito a sfasamento, pilotato da un singolo
impiegate le ceramiche piezoelettriche, oppure transistor amplificatore di tipo NPN (TR I).
dei materiali denominati «magnetorestrittivi», Questo tipo di oscillatore è alquanto semplice
che sono in grado di contrarsi quando vengono ed affidabile e genera un segnale sinusoidale
interessati da un campo magnetico. Ma si può con buone caratteristiche di ampiezza e bassa
ricorrere anche all'uso più generale di quei distorsione.
sistemi il cui funzionamento si basa sulla messa La frequenza deli'oscillatore subsonico è rego-
in risonanza di parti meccaniche. labile, entro una certa gamma di valori, tramite

336
il trimmer R2. Ma essa dipende, per il resto, dal ultrasonica. Ma questa volta, l'amplificatore,
valore dei componenti che formano la rete di anziché essere rappresentato da un solo transi-
reazione e che sono i condensatori elettrolitici stor, si identifica in un unico circuito integrato,
Cl - C2 - C3 e le resistenze Rl - R3 - R4. in grado di fornire in uscita un segnale capace
Naturalmente, della rete di reazione fa parte di pilotare direttamente un piccolo altoparlante
anche il trimmer R2, ma di questo abbiamo già a bassa impedenza.
detto. Nel circuito dell'oscillatore principale, le reti di
Il principio di funzionamento degli oscillatori a sfasamento sono in totale quattro, invece che le
sfasamento si può brevemente interpretare. In tre usuali.
pratica, infatti, si tratta di realizzare una rete Il trimmer R l l consente di regolare, in una
resistivo-capacitiva che, ad una ben determina- certa misura, la frequenza di oscillazione. Fac-
ta frequenza, produca sul segnale uno sfasa- ciamo notare che, oltre a produrre l'oscillazio-
mento di 180' in modo che, collegando questa ne ultrasonica, l'integrato ICI amplifica il se-
rete tra ingresso ed uscita di un amplificatore gnale a bassissima frequenza proveniente dal-
invertente, si generi, per quella ben determina- l'oscillatore subsonico in modo da erogare, in
ta frequenza, una reazione positiva anziché una uscita, un segnale modulato il cui diagramma è
controreazione. Ma una sola rete capacitivo- presentato in basso di figura 4.
resistiva non è sufficiente a produrre uno sfasa-
mento di 180' e si deve quindi ricorrere all'uso
di tre gruppi R - C collegati in cascata, affidan- ALIMENTAZIONE
do a ciascuno di essi uno sfasamento di 60°.
Per alimentare il circuito di figura l, conviene
ricorrere ad un alimentatore da rete-luce, in
OSCILLATORE PRINCIPALE grado di fornire una tensione continua di valore
compreso fra i 9 V e i15V, tenendo conto che
Questo stesso principio di funzionamento è il circuito assorbe una corrente che si aggira
applicato all'oscillatore principale a frequenza intorno ai l 00 + 150 mA.

1:5Hz

SEGN. GEN.
DA TRI

12:22KHz 1•111<1•1•

lllIl lit SEGN. GEN.


NI» DA ICI

11111111111111111111 [Il SEGN.


SULL'AP

Fig. 4 - Questi tre diagrammi interpretano le tre diverse forme del segnali presenti
nel circuito del dispositivo descritto nel testo: quello subsonico, In alto, quello
ultrasonico, al centro e quello mod ulato uscente dal generatore, In basso.

337
Non è necessario che l'alimentazione sia di tipo
stabilizzato, poiché il dispositivo non è destina-

Il PACCO to ad una riproduzione audio ad alta fedeltà.

DEL'HOBBYSTA REALIZZAZIONE

Il montaggio dell'insettifuga elettronico si effet-


Per tutti coloro che si sono resi conto tua su circuito stampato, il cui disegno in
dell'lnesaurlblle fonte di progetti con- grandezza reale è riportato in figura 3. Questo
tenuti nel fascicoli arretrati di Elettro- va composto su una basetta di forma rettango-
nica Pratica, abbiamo preparato que- lare, delle dimensioni di 9,5 x 4 cm e di
sta Interessante raccolta di pubblica- materiale isolante, di bachelite o vetronite.
zioni. Sulla basetta dello stampato debbono essere
inseriti tutti i componenti elettronici che, nello
schema elettrico di figura 1, si trovano a sinistra
Le nove copie della rivista sono state
della linea tratteggiata verticale. Alla destra di
scelte fra quelle, ancora disponibili,
tale linea sono riportati i componenti esterni:
ma in rapido esaurimento, in cui sono
l'altoparlante, l'interruttore e l'alimentatore.
apparsi gli argomenti di maggior suc-
Ai principianti raccomandiamo di non com-
cesso della nostra produzione edito-
mettere errori nell'inserire il transistor, l'inte-
riale.
grato, i condensatori elettrolitici e l'alimentato-
re.
L'integrato ICI dovrà essere montato diretta-
mente sulla basetta dello stampato, senza l'in-
terposizione di zoccolo, perché i terminali di
massa del componente, oltre che svolgere la
loro naturale funzione elettrica di collegamen-
to, provvedono a trasferire il calore emesso
dall'integrato, durante il suo funzionamento,
all'area più estesa di rame del circuito stampato
che funge, ovviamente, da dissipatore termico
supplementare.
Prima di inserire l'integrato nel circuito, ci si
dovrà accertare della sua esatta posizione, ri-
cordando che il piedino l si trova da quella
parte del componente dove è riportata una
piccola tacca di riferimento.
Facciamo osservare che i due condensatori C4 -
es, collegati in parallelo, sono tra loro identici,
ossia entrambi hanno il valore capacitivo di
L. 9.000 500.000 pF. Essi svolgono quindi le funzioni di
un unico condensatore da l F che, essendo di
Il pacco deH'hobbysta è un'offerta spe- valore troppo elevato, non è di facile reperibili-
ciale della nostra Editrice, a tutti i tà commerciale. Tuttavia, coloro che dovessero
nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in- essere in possesso di un condensatore da 1 µF o
teresse del dilettante, che fa rispar- fossero così fortunati da reperirlo in commer-
miare denaro e conduce alla realizza- cio, potranno eliminare l'accoppiamento del
zione di apparecchiature elettroniche parallelo C4 - C5 ed utilizzare un solo conden-
di notevole originalità ed uso corrente. satore. Il quale va collegato sul terminale cen-
trale del trimmer R5, che serve per regolare
l'ampiezza del segnale modulante a bassissima
frequenza.
L'altoparlante AP dovrà avere un diametro
molto piccolo e in ogni caso non superiore ai 3
...;- 4 cm. La sua impedenza dovrà essere di 8
ohm. Ma nella scelta di questo componente, se

338
non si bada troppo alla spesa, conviene dare la trimmer R 11 in modo che l'oscillazione sia la
preferenza ai tweeter che, per questo particola- più bassa possibile, ossia udibile, e ciò si ottiene
re tipo di applicazione degli ultrasuoni, sono inserendo nel circuito tutta la resistenza del
certamente i più efficaci fra tutti. trimmer. Poi si regola il trimmer R5 in modo
che il suo cursore rimanga spostato tutto verso
il collettore del transistor TR I. E in questa
MESSA A PUNTO nuova condizione si dovrà avvertire chiara-
mente una variazione dell'intensità del suono
Una volta montato, il dispositivo richiede qual- emesso dall'altoparlante, però ancora alla fre-
che semplice intervento di messa a punto che quenza udibile di 12.000 Hz, con un effetto
ora descriveremo. acustico un pò simile a quello del tremolo. La
Dopo aver collegato l'altoparlante sui terminali variazione della frequenza del tremolo potrà
contrassegnati con i numeri 2 - 3 nello schema essere constatata variando la posizione del cur-
elettrico di figura I e in quello pratico di figura sore del trimmer R2 e ciò starà a significare che
2, occorrerà inserire l'alimentatore, facendo in l'oscillatore subsonico esplica correttamente le
modo che il morsetto positivo rimanga connes- sue funzioni. Soltanto ora si potrà intervenire
so con il terminale I del circuito e il morsetto nuovamente sul trimmer RII riducendo al mi-
negativo con il terminale 3. nimo la sua resistenza, per far uscire dall'alto-
Ora, poiché è impossibile udire il suono emesso parlante un suono non udibile dall'orecchio
dal dispositivo, conviene dapprima regolare il umano, ossia un ultrasuono.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e del collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizle e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuov,i
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra I molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
li simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza Le unità
di misura - I condensatori - I resistori - I diodi
L. 7.500 - I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampla anallsl del prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito In formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione dl Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere Il successo
posto di 128 pagine riccamente Illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

339
La frequenza acustica slitta dolcemente
e gradualmente dalle note
gravi a quelle acute.

Sostituisce vantaggiosamente,
con un suono piacevole, il tradizionale
campanello elettromeccanico.

CAMPANELLO
ELETTRONICO
Il modello di campanello elettronico, presenta- brevemente il suo schema, che è riprodotto in
. to e descritto in questo articolo, si differenzia figura 1.
da ogni altro, in precedenza pubblicato, per La parte principale del campanello elettronico
l'originalità dell'emissione sonora attraverso a slittamento di frequenza è rappresentata da
l'altoparlante. Il suono, infatti, in questo caso, un oscillatore di bassa frequenza, realizzato
iniziando con una nota grave, slitta gradual- mediante due transistor complementari (TR 1 -
mente e gradevolmente verso le note acute, TR2) di cui uno è di tipo NPN, l'altro è di tipo
evitando il fastidioso impatto con il violento ed PNP.
improvviso squillo del campanello elettrico tra- L'oscillazione viene prodotta dalla reazione po-
dizionale. Ovviamente, questo richiamo acusti- sitiva ottenuta con l'inserimento del condensa-
co, che può essere installato in prossimità della tore C3, collegato fra il collettore del transistor
porta d'ingresso di un appartamento, oppure TR2 e la base del TR 1. Ma la frequenza delle
dovunque si voglia inserire un segnale di avver- oscillazioni non dipende soltanto dalla presen-
timento o di allarme, viene a costare qualcosa za di questo condensatore, bensì anche dalla
di più dei normali campanelli, ma i risultati «resistenza equivalente» che interessa la base
sono di gran lunga superiori, per qualità, per del transistor TRl. Pertanto, il valore della
originalità e per rispetto dei timpani altrui. frequenza dipende pure da quello della «resi-
stenza equivalente» relativa al condensatore
elettrolitico C2.
CIRCUITO ELETTRICO In ogni caso, il valore della «resistenza equiva-
lente» non rimane costante in tutte le condizio-
Per comprendere il funzionamento del circuito ni elettriche circuitali, ma varia, per effetto dei
del campanello elettronico, occorre analizzare diodi Dl - D2-D3, in funzione del valore della

340
tensione di carica del condensatore elettrolitico in parallelo con la resistenza R4, provocando
Cl. una diminuzione della «resistenza equivalente»
globale. Ma, giunti a questo punto della nostra
analisi circuitale, riteniamo che alcuni lettori
RESISTENZA EQUIVALENTE non riusciranno a concordare con noi sul fatto
che la resistenza R I venga a trovarsi, dopo un
Vediamo ora di interpretare meglio questi con- certo tempo dall'inizio di carica del condensa-
cetti di «resistenza equivalente» e di variabilità tore Cl, in parallelo con la resistenza R4.
della frequenza di oscillazione. E supponiamo Eppure, per convincersene, basta pensare che,
di considerare il condensatore elettrolitico agli effetti dei segnali audio considerati, il con-
completamente scarico. Orbene, in tali condi- densatore elettrolitico CI può ritenersi come
zioni, la sola resistenza che interessa il conden- un elemento in cortocircuito e ciò è sufficiente
satore elettrolitico C2 è la R4, giacché i tre a spiegare l'affermazione che poteva anche es-
diodi D 1-D2- D3, essendo polarizzati con sere ritenuta un po' azzardata.
una tensione di valore inferiore a quello di
soglia di conduzione di 0,6 V, isolano le resi-
stenze Rl ed R3 dalla resistenza R4. AUMENTO DI FREQUENZA
Dopo un certo tempo dall'inizio dell'alimenta-
zione del circuito, il condensatore elettrolitico Quando la «resistenza equivalente» diminuisce,
CI si carica attraverso la resistenza R2 e rag- si ottiene un aumento della frequenza di oscil-
giunge il valore di tensione di 0,6 V. Conse- lazione del circuito. Ma una nuova variazione
guentemente, la resistenza R l viene a trovarsi della frequenza di oscillazione si manifesta

La novità assoluta, di questo moderno campanello elettronico,


consiste in un passaggio gradevole del suono dalle note gravi
a quelle più acute, in assenza completa di squilli improvvisi
che, assai spesso, divengono insopportabili per chi non è
dotato di un sistema nervoso particolarmente sano.

341
R7

.
+
1

C4

al
I
+ I
Cl I

Fig. 1 - Circuito del modulo elettronico generatore di suono con frequenza variabile
gradualmente fra le note gravi e quelle acute. Sui terminali contrassegnati con i
numeri 3 - 4, si applica la tensione alternata a12Vca prelevata da un trasformatore
riduttore della tensione di rete di 220 Vca.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R5 = 33.000 ohm - 0,5 W
C1 = 220 F - 16 VI (elettrolitico) R6 = 100.000 ohm (trimmer)
C2 = 220 F - 16 VI (elettrolitico) R7 = 330 ohm - 1W
C3 =500.000 pF
C4 = 470 F - 24 VI (elettrolitico)
Varie
Resistenze TR1 = 2N1711
R1 = 47.000 ohm (trimmer) TR2 = 2N2905
R2 = 3.300 ohm - 0,5 W P1 = ponte raddrizz. (60 V - 800 mA)
R3 = 47.000 ohm (trimmer) D1- D2 - D3 = 3 x 1N4004
R4 =100.000 ohm - 0,5 W AP = 8 ohm - 1W

quando la tensione, presente sui terminali del tra di loro (0,6 V + 0,6 V = 1,2 V).
condensatore elettrolitico C 1, sempre per effet- In queste condizioni, anche la resistenza R3
to del progredire della carica attraverso la resi- viene a trovarsi in parallelo con la resistenza
stenza R2, supera il valore di 1,2 V circa, che R4 e ciò provoca una diminuzione ulteriore
corrisponde al valore di soglia totale di condu- della «resistenza equivalente», con un conse-
zione dei due diodi D2 - D3 collegati in serie guente aumento della frequenza di oscillazione.

342
$
12 V
r

Fig. 2 - Piano realizzativo del modulo elettronico del campanello. Regolando i


trimmer R1 - R3 - R6, si controlla la tonalità dei suoni emessi dall'altoparlante a
bassa impedenza e della potenza di 1 W.

Fig. 3 - Disegno in gran-


dezza reale del circuito
stampato sul quale deve
essere composto il modu-
lo elettronico del campa-
nello.

Ecco quindi spiegato il motivo per cui, dal ALIMENTATORE


momento dell'avviamento del circuito in poi, il
suono emesso dall'altoparlante diventa sempre Poiché il circuito di figura l è principalmente
più acuto, ma partento dalle note più gravi e destinato a sostituire il tradizionale campanello
peraltro regolabili a piacere attraverso i trim- elettrico di casa, abbiamo ritenuto necessario
mer R 1-R3- R6. a li mentar\o con la stessa tensione al ternata a 12

343
1Us

Fig. 4 - Schema elettrico del circuito


12V di alimentazione di un campanello di
CAMP tipo elettromeccanico. Per la sostitu-
zione con il campanello elettronico,
basta eliminare la sola suoneria e sui
terminali 1-2 collegare il modulo
nel modo indicato nello schema di
T figura 5.

V, che di solito viene prelevata a valle di un particolare effetto, dovranno evitare di inserire
piccolo trasformatore di tensione da 220 V a 12 nel circuito la resistenza R 7.
V e che è presente in quasi tutti i campanelli
elettrici. Naturalmente, poiché il nostro elettro-
nico necessita di una tensione di alimentazione REALIZZAZIONE DEL MODULO
continua, si è dovuto provvedere al raddrizza-
mento della tensione alternata a 12 V e al Il campanello elettronico si realizza in due
conseguente suo livellamento. tempi; dapprima si montano i vari componenti
Il raddrizzamento della tensione alternata di 12 sul circuito stampato e in un secondo tempo si
V viene effettuato dal ponte raddrizzatore P l, inserisce il modulo elettronico nel circuito del
per il quale abbiamo prescritto un modello da campanello elettrico, in sostituzione di que-
60 V- 800 mA, cioè un componente con valori st'ultimo.
al di sopra di quelli richiesti dal circuito, sia per La composizione del modulo elettronico va
rimanere abbondantemente entro i margini del- effettuata su circuito stampato, il cui disegno in
la maggior sicurezza, sia perché il modello è grandezza reale è riportato in figura 3, seguen-
più facilmente reperibile in commercio. Co- do attentamente lo schema di figura 2 nel
munque, se fosse più semplice l'acquisto di un quale, la numerazione riportata sul lato destro,
raddrizzatore a ponte per tensioni superiori ai è la stessa citata nello schema elettrico di figura
60 V, questo potrà essere ugualmente utilizza- I.
to, perché la cosa più importante è non avvici- Il solo altoparlante rimane fuori dal circuito
narsi al valore limite dei 12 V o, peggio, scen- stampato. Infatti, nello schema elettrico di fi.
dere al di sotto di tale valore. gura I, esso è disegnato al di là della linea
Il livellamento della tensione raddrizzata da PI tratteggiata che delimita la sezione modulare.
viene effettuato dal condensatore elettrolitico
C4, che ha un valore molto elevato. L'altoparlante dovrà avere una bassa impeden-
La resistenza R7, che è l'unica fra tutte ad za, di valore compreso fra gli 8 e i 16 ohm. La
imporre il valore di dissipazione di I W, colle- potenza potrà essere di I W.
gata in parallelo al condensatore elettrolitico A lavoro ultimato, il modulo elettronico potrà
C4, provoca una veloce scarica di questo com- essere inserito in un contenitore di materiale
ponente nel momento in cui viene interrotta isolante a scopo protettivo. Da esso usciranno
l'alimentazione in alternata: in pratica, quando ovviamente i conduttori che debbono raggiun-
si abbandona il pulsante del campanello. gere l'alimentatore e l'altoparlante.
Se non ci fosse questa resistenza, si otterrehbe L'alimentatore, come abbiamo detto, potrà es-
un prolungamento del suono, anche dopo aver sere l'avvolgimento secondario a 12 Vca di un
cessato di premere il pulsante del campanello. trasformatore per campanelli, ma potrà, anche
Dunque, coloro che volessero introdurre nel consistere in un dispositivo in grado di erogare
sistema di segnalazione audio anche questo la tensione continua di 12 V.

344
I.PUs.

12 V

VI
T I ## I
I
I CIRC. ELETIR I
FIg. 5 -Schema di sostituzione di un campanel- I
lo elettrico di tipo elettromeccanico con quello
elettronico descritto nel testo. I

INSTALLAZIONE REGOLAZIONI

Gli schemi riportati nelle figure 4-5 interpreta- Il dispositivo ora presentato non richiede alcu-
no le varie operazioni di installazione del cam- na operazione di taratura per il suo funziona-
panello elettronico, in sostituzione di quello mento, ma impone tre semplici regolazioni
elettrico già preesistente. delle tonalità dei suoni emessi dall'altoparlante.
La figura 4 illustra, in pratica, l'impianto elet- E queste regolazioni, che si effettuano girando
trico del campanello di casa. In esso abbiamo le viti dei tre trimmer RI - R3 - R6, sono
inserito due pulsanti, collegati in parallelo, intuitive per chi ha seguito attentamente la
supponendo che uno di questi si trovi in prossi- descrizione del funzionamento del circuito elet-
mità della porta d'ingresso, Faltro al di fuori del trico di figura 1. Ma per coloro che avessero
portone o del cancello. evitato la lettura di quella parte dell'articolo,
La suoneria rimane collegata fra i punti che diciamo che, ruotando la vite di regolazione del
abbiamo contrassegnato con i numeri l - 2 e trimmer R6, si controlla la nota di inizio. Per
che da questi punti dovrà essere rimossa. effettuare questa regolazione, si dovrà cortocir-
Facciamo ora riferimento allo schema di figura cuitare il condensatore elettrolitico Cl, serven-
5, nel quale sono ancora citati i numeri l - 2 dosi di una pinzetta o di uno spezzone di filo
della figura 4 e che ora, dopo aver eliminato il conduttore.
campanello, dovranno essere collegati con i Agendo poi sul trimmer R3, si regola l'emissio-
terminali contrassegnati con i numeri 3 - 4 del ne delle note acute, mentre intervenendo sul
modulo elettronico. trimmer Rl si interferisce sul valore della fre-
Sui terminali l - 2 dello stesso modulo, invece, quenza intermedia.
si provvederà a collegare l'altoparlante, che Ripetiamo il significato delle regolazioni secon-
potrà essere installato, dopo averlo montato in do il presente schema:
una cassettina di protezione, nello stesso punto
in cui si trovava la suoneria.
Come si può facilmente arguire, le operazioni
Trimmer Reg. note I
di installazione del campanello elettronico so-
no abbastanza semplici e possono essere esegui- Rl medie
te da chiunque, perché non implicano modifi- R3 acute
che di rilievo all'impianto originale. R6 gravi
Soltanto nel caso in cui l'alimentazione origi-
nale della memoria fosse di tipo a 220 V ca, Per ottenere a piacere una diversa velocità di
allora si dovrà interporre, fra i conduttori origi- variazione della frequenza dei suoni emessi, si
nali dell'alimentazione e i terminali 3 - 4 del dovrà intervenire sulla resistenza R2 o sul con-
circuito stampato, un piccolo trasformatore da densatore elettrolitico Cl, variandone i valori
3 W (220 V - 12 V). prescritti con altri scelti dal lettore.

345
LE PAGINE DEL
CE
27

PROVAOUARZI
ECONOMICO
Il provaquarzi è uno strumento di controllo quarzo non è poi tanto proibitivo, ma è altret-
dello stato elettrico dei cristalli di quarzo che tanto vero che per un dilettante questo può
normalmente vengono montati nei circuiti elet- rappresentare un onere non indifferente, so-
tronici. In commercio ne esistono di molti tipi prattutto quando si fa un largo uso di tali
e in questa stessa rivista, nel tempo passato, componenti. È infatti molto diffusa, fra i radio-
abbiamo avuto occasione di presentare svariati amatori e i CB, la tendenza ad utilizzare i
progetti di tali dispositivi. Ma quello riportato quarzi di seconda mano, quelli reperibili a
in queste pagine si differenzia da ogni altro per basso costo presso molti attuali commercianti.
la semplicità e per il basso costo che, con il Purtroppo, essendo i quarzi dei componenti
ricorso a qualche componente di recupero, non solidi di provenienza mineralogica, essi si com-
supera le tremila lire. Vale dunque la pena, per portano come elementi soggetti a rotture, e la
ogni appassionato della banda cittadina, entra- loro convenienza economica può tradursi facil-
re in possesso di questo apparato, che è di tipo mente in un danno. E per premunirsi contro
portatile e che consente quindi di effettuare una questa frequente eventualità, basta controllare,
prova sicura di ogni tipo di quarzo acquistabile direttamente all'atto dell'acquisto, l'integrità
presso un mercato surplus o in altro punto di del cristallo di quarzo, verificando se questo
rivendita di materiali elettronici d'occasione. oscilla o si rivela del tutto insensibile ad ogni
Perché è vero che il prezzo dei cristalli di stimolo elettronico.

346
È uno strumento di controllo portatile.

È dotato di alimentazione autonoma.

Non richiede alcuna operazione di taratura.

CHE COSA SONO I QUARZI ne dei quarzi. Quelli montati negli orologi
digitali da polso, ad esempio, non sono più
Esteriormente, il cristallo di quarzo si presenta grossi della capocchia di un fiammifero. Quelli
come un contenitore metallico di varie dimen- inseriti nei contenitori metallici e normalmente
sioni, dal quale fuoriescono due terminali che usati dagli OM e dai CB si presentano sotto
rappresentano gli elettrodi del componente. forma di scatoline delle dimensioni di 3 x 3 x l
Questo è l'aspetto più comune dei quarzi, ma cm (quarzi surplus americani).
esistono altri modelli di foggia diversa per ap- Internamente, ogni quarzo è costituito da una
plicazioni particolari. Si conoscono, ad esem- piastrina di cristallo, metallizzato su entrambe
pio, quarzi di precisione inseriti in contenitori le facce, sulle quali sono saldati i terminali del
di vetro, con atmosfera inerte o sotto vuoto, che componente, come chiaramente illustrato in
assomigliano alle vecchie valvole termoioniche figura 3. I terminali a loro volta sono saldati sui
e il cui impiego esclusivamente professionale piedini, che rimangono affogati nella base iso-
non desta alcun interesse hobbystico. Anche le lante di chiusura della capsula metallica conte-
dimensioni variano, a seconda della destinazio- nitrice.

Quasi tutti i cristalli di quarzo, anche quelli ritenuti particolar-


mente "duri" possono essere facilmente e rapidamente con-
trollati con questo apparato di facile realizzazione e di basso
costo.

347
R2 R4

RJ

C3
e
DG1

c1
c5

e
h;°

ZOCC.
XTAL R3
C2 0G2

Fig. 1 - Circuito elettrico del dispositivo provaquarzi. Premendo il pulsante P1, il


diodo Led DL1 si accende soltanto quando il cristallo di quarzo sotto esame è
perfettamente efficiente. Se Il diodo rimane spento, allora il quarzo è da ritenersi
guasto. Ovviamente, prima di emettere questo secondo giudizio, occorre regolare
più volte il trimmer R2, soprattutto quando il quarzo stenta ad entrare in oscillazio-
ne.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R4 = 120 ohm
C1 = 150 pF (ceramico) R5 = 470 ohm
C2 = 22 pF (ceramico)
C3 = 100.000 pF (ceramico) Varie
C4 = 1.000 pF (ceramico) TR1 = BC109 (BC239)
C5 = 100.000 pF (ceramico) TR2 = BC109 (BC239)
DG1 = diodo al germanio (quals. tipo)
Resistenze DG2 = diodo al germanio (quals. tipo)
R1 = 47.000 ohm DL1 = diodo led
R2 = 100.000 ohm (trimmer) P1 = pulsante (normai. aperto)
R3 = 1.000 ohm ALIM. = 9 Vcc

348
SCATOLA METALLICA

PILA 9V

BASETTE ISOLANTI

Fig. 2 - Piano costruttivo del dispositivo provaquarzi realizzato in un contenitore


metallico che assume pure le funzioni di schermo e di conduttore della linea di
massa del circuito. Sulla parte superiore del contenitore compaiono: il pulsante P1,
il diodo led DL1, il foro praticato in corrispondenza della vite di regolazione del
trimmer R2 e gli zoccoli portaquarzi di due dimensioni diverse.

FUNZIONAMENTO DEI QUARZI ture si manifesta una tensione elettrica.


In elettronica vengono sfruttati entrambi i com-
Il principio di funzionamento del quarzo si portamenti dei materiali che danno luogo a
basa sul fenomeno fisico della piezoelettricità, fenomeni di piezoelettricità, facendoli funzio-
che si manifesta in alcuni cristalli quando que- nare come trasduttori di vibrazioni o come
sti vengono sottoposti a sollecitazioni meccani- generatori di vibrazioni meccaniche. Tra i pri-
che od elettriche. Per esempio, il cristallo inse- mi possiamo ricordare i microfoni piezoelettri-
rito nei microfoni piezoelettrici, quando viene ci, le testine dei giradischi o i trasduttori per
sottoposto alle pressioni o depressioni meccani- bilance elettroniche; tra i secondi ricordiamo i
che dell'aria, mossa dalla voce umana, genera generatori di ultrasuoni, gli altoparlanti piezoe-
delle corrispondenti variazioni di tensione elet- lettrici, i ronzatori e gli stabilizzatori di oscilla-
trica. E, viceversa, quando si sottopone il cri- zioni, che sono poi quelli che ci riguardano nel
stallo a delle variazioni di tensione elettrica, caso specifico.
questo si deforma mettendo in movimento
masse d'aria. Anche il cristallo di quarzo,
quando viene sottoposto ad un campo elettrico, FREQUENZA DI RISONANZA
subisce una deformazione meccanica. Ma, co-
me abbiamo detto, il fenomeno della piezoelet- Gli stabilizzatori di oscillazioni al quarzo sfrut-
tricità è reversibile, ossia, quando il quarzo, tano, oltre che il fenomeno della piezoelettrici-
opportunamente tagliato, viene sottoposto ad tà, anche quello della risonanza meccanica.
una deformazione meccanica, tra le sue arma- Il cristallo di quarzo, a seconda delle sue di-

349
mensioni, acquista una ben determinata fre-
quenza di risonanza meccanica, così come av-
viene per tutti i corpi solidi. Per esempio,
quando si colpisce un bicchiere con una posata,
si produce un suono che possiede un preciso
valore di frequenza, che è determinato dalle
caratteristiche fisiche e dalle dimensioni del
bicchiere. Allo stesso modo, percuotendo un
cristallo di quarzo o, meglio, sottoponendolo a 1
delle sollecitazioni meccaniche, si manifestano
delle vibrazioni la cui frequenza è pari a quella
di risonanza del quarzo stesso e che dipende
dalla sua conformazione fisica, dalle dimensio-
ni e dal modo con cui è stato tagliato. E mentre 2
il quarzo vibra, sui suoi terminali, in virtù del
fenomeno della piezoelettricità, si forma un
segnale elettrico alternato, che ha lo stesso
valore di frequenza di quello meccanico.
In pratica, il segnale ora menzionato, si esauri-
sce dopo breve tempo, a causa delle dispersioni.
Ma se con un circuito elettronico si provvede 5
ad amplificarlo e, attraverso una reazione posi-
tiva, lo si rinvia al quarzo, in modo da produrre
una nuova deformazione meccanica, allora si
ottiene un perfetto dispositivo oscillatore, con
frequenza di oscillazione estremamente stabile,
garantita da quella meccanica del cristallo.
Il quarzo si comporta dunque come un vero e
proprio circuito accordato L - C ad elevatissi-
mo fattore di merito «Q». Esso rappresenta il Fig. 3 - Vista in "esploso" di un comune crlstallo di
quarzo per operatori CB e OM. Gli elementi che lo
sistema più comodo e, assai spesso, più econo- compongono sono: contenitore metallico (1), cristallo
mico per realizzare i circuiti oscillatori di alta di quarzo (2), armatura argentata (3), collegamenti e
frequenza estremamente stabilii. supporti flessibili (4), piedini dello zoccolo (5), base
Qualcuno a questo punto potrà obiettare che il isolante di chiusura (6).
quarzo consente di generare una sola frequen-
Za, anche Se molto stabile. E cj è vero. [la è -
anche vero che, tramite i dispositivi sintetizza-
tori è possibile raggiungere, con un ridotto
numero di quarzi, sia per somma, sia per sottra- avariato. Ma il tester, che tutti i nostri lettori
zione di frequenze, un elevato numero di fre- posseggono, non serve a questo scopo, mentre
quenze che presentano le stesse caratteristiche occorre un dispositivo provaquarzi come quel-
di stabilità di quella di un singolo cristallo, e lo che ora stiamo per descrivere.
tutto ciò con un costo inferiore a quello neces-
sario per disporre dello stesso numero di canali
con un solo quarzo ciascuno. Tale differenza ESAME DEL PROGETTO
poi è tanto più sensibile quanto maggiore risul-
ta il numero dei canali. Il circuito del provaquarzi, di cui riportiamo lo
Purtroppo, come accade per tutti i componenti schema elettrico in figura 1, altro non è che un
elettronici, anche i quarzi vanno soggetti a oscillatore seguito da un rivelatore di alta fre-
rotture. Anzi, i quarzi, assai più degli altri quenza in grado di segnalare la presenza delle
componenti, si rivelano molto sensibili agli urti oscillazioni.
meccanici, che possono essere la causa di incri- Il circuito dell'oscillatore, che fa capo al transi-
nature o fratture della sottile lamina di cristal- stor TR 1, è di tipo aperiodico, ossia privo di
lo, oppure di distacco dei conduttori di connes- circuiti accordati.
sione con le parti metallizzate. È quindi assai Il vantaggio di tale soluzione consiste nell'eli-
importante poter controllare accuratamente se minazione di qualsiasi operazione di taratura e
un quarzo è da ritenersi perfettamente integro o messa a punto, soprattutto di regolazione di

350
frequenza che, altrimenti, diverrebbe partico- Il transistor TR 1, che è di tipo NPN, funge da
larmente fastidiosa, dovendo sottoporre a prova elemento oscillatore. Esso è di tipo BC109, e
cristalli di quarzo con frequenze di oscillazione può essere sostituito con il più economico, ma
che possono variare fra le poche decine di anche più delicato modello BC239.
chilohertz, come quelli montati negli orologi, Il trimmer R2, collegato fra il collettore di TRl
fino ai trenta e più megahertz. e la linea di alimentazione positiva, consente di
Il progetto di figura 1 evidenzia la notevole regolare la tensione di polarizzazione di base,
semplicità circuitale, che si identifica con una in modo da facilitare l'innesco de!Je oscillazioni
spesa di realizzazione alquanto modesta e che con qualsiasi modello di cristallo di quarzo
fa di questo dispositivo uno strumento partico- sottoposto a prova, qualunque sia la sua fre-
larmente adatto ai principianti. quenza di oscillazione.

. - --

TABELLA DELLE CORRISPONDENZE


FRA CANALI E FREQUENZE
DEI CAMBI PER RIC. E TRASM. ce ,
I

Frequenze di ricezione Frequenze di trasmis-


Canale 1 MHz 26510
alone I
,. 2 ,. 26520 Canale 1 MHz 26965 I
,. 3 ,. 26530 r ,. 2 ,. 26975
,. 4 • 26550 ,. 3 ,. 26985
• 5 Il 26570
. 26560 • 4 • 27005
6 • • 5 9 27015
• 7 ,. 26580 9 6 • 27025
• 8 •,. 26600 . • 7 • 27035
• 9 26610 9 8 9 27055
• 10 ,. 26620 • ·9 • 27085
• 11 26830
9)
'"'' ~ 10 !' 27075
• 12 •,. 26650 • 1.1 9 27085
9 13 26660 9 12 $ 27105
•., 14 9,. 26670 • 13 9 27115
15 26680 • 14
15
• 27125
9 16 " 26700 9 9 27135
,. 17 • 28710 ., 16 •. 27155
•,. 18 26720 • 17 27165
.
9)

19 26730
,. 18
,.• 27175
9

• 20 •,. 26750 19 27185


9 21 26760 ,. 20 ,.
27205
9 22 • 26770 0 21 • 27215
• 23 ,.,. 26800
26810
• 22 • ·,. 27225
23 .
27255
• 24 9

• 25 • 28830
26820 • 24 9 27285
.26 •
,.• 25 • 27275
• 27 28850 28 90 27285
.
)

• 28 26860 • 27 • 27305
•• 30
29 • 28870
• 28880


28 lt 27315
29 • 27325
• 31 9 26900 9 30 • 27335
• 32 • 26920
28910
. • 31 • 27355
• 34
33 • 32 • 27385
• • 26930 • 33 • 27375
• 35 9 26950 • 34 • 27385
• 35 • 27405
a
- - - - - - .. ,

351
viene a determinarsi una tensione continua
che, applicata alla base del transistor TR2,
provoca la conduzione di questo secondo tran-
sistor e la conseguente accensione del diodo led
DLI collegato sul circuito di collettore.
li diodo led, dunque, viene utilizzato, in questo
progetto di provaquarzi, quale elemento indica-
tore dello stato di salute del quarzo. Se si
accende, il cristallo di quarzo in prova è da
ritenersi buono, se rimane spento, il quarzo
deve essere considerato difettoso o rotto. L'ali-
mentazione del circuito del provaquarzi si ot-
tiene con la tensione continua di 9 V, che può
essere quella generata da due pile da 4,5 V
ciascuna, collegate in serie tra di loro, in modo
da attribuire allo strumento la caratteristica
della portatilità, non disgiunta da quella di una
lunga autonomia di funzionamento. Ma il con-
sumo di corrente del dispositivo è insignificante
se si considera che esso avviene soltanto quan-
do si preme il pulsante PI, che deve ovviamen-
te essere di tipo normalmente aperto.

Le oscillazioni, generate da TRI, vengono pre-


levate dall'emittore di questo transistor e, tra- REALIZZAZIONE
mite il condensatore C4, inviate al circuito
rettificatore composto dai due diodi al germa- Per non impegnare il lettore in un lavoro che, a
nio DG 1 - DG2. Pertanto, in presenza di oscil- volte, può risultare gravoso, abbiamo evitato il
lazioni ad alta frequenza, sul condensatore C5 montaggio del provaquarzi su circuito stampa-

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Circuito a tre canall
Controllo toni alti
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352
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la composizione di circuiti stampati su
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soddisfare anche tecnlcl plù eslgentl, que-
sto klt contlene pure la speclale penna
riemplta dl Inchiostro resistente al perclo-
ruro e munlta dl punta dl riserva. Sul di-
to, preferendo la soluzione cablata riportata spensatore d'inchiostro della penna è pre-
nello schema pratico di figura 2. sente una valvola che garantisce una lunga
Il circuito viene interamente composto dentro durata di eserclzlo ed impedlsce l'evapo-
un contenitore, che può essere di lam iera sta- razlone del llquldo.
gnata o di plastica. Nel primo caso, il conteni-
tore, oltre che da schermo elettromagnetico,
fungerà pure da conduttore unico della linea di
massa che, nel nostro cas o, coincide con la
linea di alimentazione negativa. Nel secondo
caso occorrerà comporre una linea di massa,
tramite un conduttore di rame nudo di sezione
non troppo piccola.
Il disegno riportato in figura 2 mostra come,
servendosi di due morsettiere, dotate ciascuna
di otto ancoraggi, si possa real izzare, pur rinun-
ciando al circuito stampato, una composizione
circuitale abbastanza compatta e razionale che,
essendo interessata da segnali di alta freq uenza,
deve essere priva di conduttori lungh i. E ciò
significa che i terminali dei componenti do- Consente un controllo visivo conti-
vranno essere tagliati nella misura più corta nuo del processo di asporto.
possibile. - Evita ogni contatto delle mani con
Affinché il circuito del provaquarzi sia in grado il prodotto finito.
di controllare lo stato elettrico di quasi tutti i - E' sempre pronto per l'uso, anche
cristalli di quarzo, sia quelli adottati dai CB che dopo conservazione illimitata nel
quelli dei radioamatori, occorre dotare il dispo- tempo.
sitivo di almeno due tipi di zoccoli portainte-
grati, di due dimensioni diverse, come quelli - Il contenuto è sufficiente per tratta-
disegnati nello schema di figura 2. Anche se di re più di un mlglìaio di centJmetrl
essi, per motivi di economia costruttiva, si quadrati di superfici ramate.
potrebbe far benissimo a meno, facendo fuoriu-
scire dal contenitore due conduttori di breve
lunghezza, muniti, alle loro estremità, di pin-
zette a bocca di coccodrillo.
In fase di realizzaz ione pratica del provaquarz i,
sare bbe opportuno montare il trimmer poten-
ziometrico in modo che la sua vite di regolazio-
ne fosse acce ssibile dalla parte esterna superio-
re del contenitore metallico, così da agevolare
le operazioni di controllo dell'oscillatore. Può
capitare, infatti, di dover esaminare dei cristalli
di quarzo particolarmente «duri», come si suol
dire in gergo, che difficilmente provocano l'in-
nesco delle oscillazioni e per i quali si deve
necess ariamente intervenire sul trimmer R2.

353
CORSO
DI AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI
INTEGRATI DIGITALI

Prima di dar inizio a questa sesta puntata del approntare un kit di cinque circuiti stampati,
corso di avviamento all'uso degli integrati digi- identici, con i quali è possibile sperimentare i
tali, vogliamo ricordare a tutti coloro che, in vari progetti descritti nelle passate, in quella
questi ultimi tempi, ci hanno scritto e conti- presente e nelle future puntate e che viene
nuano a scriverci per chiederci informazioni in mensilmente pubblicizzato alla fine di ogni
merito, che il corso stesso ha avuto inizio il trattazione dell'argomento preso in esame.
mese di gennaio di quest'anno e che i relativi Fatte queste precisazioni, che ci consentono di
fascicoli arretrati, nei quali sono state pubblica- rispondere pubblicamente alle domande di mi-
te le prime cinque puntate, possono essere gliaia di lettori, iniziamo lo svolgimento del
richiesti a Elettronica Pratica, Via Zuretti, 52, tema-del mese di giugno, con il quale si conclu-
20125 Milano, inviando anticipatamente l'im- de l'analisi dei circuiti logici fondamentali di
porto di lire 3.000 per ogni fascicolo che si vuol tipo «combinatorio», vale a dire di quei circuiti
ricevere a domicilio attraverso i consueti servizi in cui le condizioni in uscita dipendono esclusi-
postali. E vogliamo ancora ricordare che la vamente da quelle in entrata. E cominciamo
nostra Organizzazione, per consentire a tutti di con la funzione logica di INVERTER, di cui
seguire con profitto il presente corso, ha voluto pubblichiamo la tabella della verità.

354
SESTA PUNTATA

FUNZIONE LOGICA DI INVERTER Una tale funzione logica può, ad esempio,


essere realizzata collegando assieme i due in-
La funzione logica di INVERTER è quella che gressi di un circuito NAND oppure quelli di un
associa all'uscita uno stato opposto a quello di circuito NOR, come indicato in figura 1. Infat-
ingresso. Infatti, la sua tabella della verità, che ti, se si considerano le tabelle della verità di
già abbiamo avuto occasione di pubblicare, è la questi due circuiti e si eliminano le condizioni
seguente: in cui i due ingressi sono tra loro diversi, si
ottiene la funzione INVER TER la cui tabella
INVERTER della verità è stata ora citata. Ma vediamo le
due tabelle della verità del NAND e del NOR,
Ingr. Usc. che sono le seguenti:

o 1 NAND
1 o
Ingr. Use.
A B
o o 1
t l o
INVERTER - BUFFER - XOR
o t 1
1 o 1
PROVE CON L'INTEGRATO 7404
NOR
OSCILLATORI AD ONDA QUADRA Ingr. Usc.
LE FREQUENZE DI CLOCK A B
o o 1
DIAGRAMMI CARATTERISTICI 1 t o
o 1 o
1 o o
355
c- E>»
Fig. 1 - Collegando assieme le due entrate A - B di
A una funzione logica NANO, oppure quelle di una fun-
zione logica NOR, si ottiene la funzione logica di
inverter, la quale associa all'uscita uno stato opposto
8 8 a quello d'ingresso.

Come si può notare, le condizioni in cui i due 7416, che sono dotati di un'uscita di tipo «open
ingressi sono tra loro diversi, sono quelle ripor- collector», come quella riportata in figura 4.
tate nella terza e quarta riga di entrambe le Tutti gli integrati ora citati presentano la stessa
tabelle. E se si eliminano queste due righe e si piedinatura del modello 7404.
accomunano le prime due, si ottiene la tabella Il simbolo elettrico dell'inverter è costituito
della verità della funzione logica INVER TER molto semplicemente da un piccolo triangolo,
precedentemente riportata. dotato di un cerchietto al vertice rappresentati-
In pratica, ai collegamenti dei due ingressi di vo dell'uscita (pallino), che simboleggia l'inver-
un circuito NANO o NOR si ricorre quando in sione del segnale (figura 5).
un integrato rimangono delle parti non utiliz- Le espressioni di lingua anglosassone, che ca-
zate. Ma nella famiglia digitale TTL esistono ratterizzano le uscite dei due modelli di integra-
comunque dei componenti integrati apposita- ti ora menzionati sono le seguenti: per il 7404,
mente concepiti per svolgere le funzioni di che ha il collettore collegato internamente, si
INVERTER. E il più popolare fra questi è il dice TOTEM POLE OUTPUT, per il 7405, il
ben noto 7404, la cui piedinatura è quella cui collettore non è collegato internamente, si
riportata in figura 2. In esso sono contenute sei dice OPEN COLLECTOR OUTPUT.
funzioni inverter identiche, il cui stadio d'usci- Osservando gli schemi delle figure 3 - 4, si può
ta tipico è quello riportato in figura 3. osservare che, nel primo, la resistenza RC (resi-
Oltre al popolare 7404, esistono altri circuiti stenza di collettore) rimane internamente al-
inverter, quali ad esempio il 7414, che possiede l'integrato, nel secondo, la resistenza RC è
gli ingressi con caratteristica del trigger di esterna e in questo caso si ha la possibilità di
Schmitt, oppure il 7405 o, ancora il 7406 e il realizzare carichi di diversa entità.

6A 6Y 5A 5Y 4A

Fig. 2 - Alla famiglia digitale TTL appartengono


degli integrati appositamente concepiti per
svolgere le funzioni logiche di inverter. A que-
sti appartiene ad esempio il modello 7404 di
cui, in questo schema, è riportata l'esatta pie-
1A 1y 2A 2Y 34A dinatura.

356
=

RC

Fig. 3 - Schema elettrico dello stadio d'uscita di una


funzione logica inverter dell'integrato modello 7404.
La resistenza di collettore RC è interna al componen-
te (totem pole out-put).

I
I
I RC
I
I
I
1
ny}ii
use.

Fig. 4 - Schema elettrico dello stadio d'uscita di una


funzione logica inverter dell'integrato 7405, nel quale
la resistenza di collettore RC è esterna (open collec-
tor) e consente di realizzare carichi di entità relativa-
mente notevole.

357
me ad esempio i diodi led, i piccoli relé, ecc. Si
tratta dunque di un componente amplificatore
di corrente.
II simbolo logico del BUFFER assomiglia mol-
to a quello dell'inverter, ma è privo del pallino
riportato sul vertice, come chiaramente indica-
to in figura 6.
Fig. 5 - Simbolo elettrico della funzione logica inverter. Anche per il buffer esistono vari modelli di
Si noti la presenza di una pallina sul vertice del triango- integrati che svolgono tale funzione. I più po-
lo rappresentativo dell'uscita. polari sono il 7407 ed il 7417, la cui piedinatu-
ra, analoga a quella dell'inverter, è riportata in
figura 7.
Entrambi i modelli ora citati presentano
un'uscita di tipo «open collector».
y
FUNZIONE LOGICA DI OR ESCLUSIVO

Fig. 6 - Il simbolo elettrico della funzione logica buffer Quella dell'OR ESCLUSIVO, detta pure XOR,
assomiglia a quello dell'inverter, ma si differenzia per è una delle funzioni meno utilizzate, ma non
l'assenza della pallina posta sul vertice del triangolo. meno importante delle altre fin qui interpreta-
te. L'OR ESCLUSIVO, infatti, è alla base della
maggior parte dei circuiti «aritmetici», come i
sommatori e i moltiplicatori, con i quali vengo-
no realizzate le unità aritmetiche dei microcal-
colatori.
FUNZIONE LOGICA DI BUFFER Un'altra applicazione degli OR ESCLUSIVI o
XOR è quella della realizzazione di circuiti
La funzione BUFFER non è una vera e propria comparatori digitali.
funzione logica, in quanto non effettua alcuna L'OR ESCLUSIVO presenta una tabella della
elaborazione del segnale d'ingresso. verità simile a quella dell'OR, con la particola-
Il BUFFER ha la sola funzione di rafforzare il rità, come dice lo stesso nome, di «escludere» le
segnale al fine di consentire il pilotaggio di più condizioni di uguaglianza tra i due ingressi.
circuiti o di carichi relativamente notevoli, co- Essa è comunque la seguente:

6A 6Y 5A 5Y 4Y

7 Fig. 7 - Schema di corrispondenza fra le sei


funzioni logiche di buffer dell'integrato 7407 e
1A 1Y 2A 2Y 3A 3Y GND i quattordici piedini del componente.

358
Il simbolo logico dell'OR ESCLUSIVO o XOR
è quello riportato in figura 8; in esso si può
notare l'analogia con il simbolo della funzione
logica OR.
L'integrato che svolge le funzioni di OR
ESCLUSIVO è il 7486, di cui riportiamo in
figura 9 la piedinatura. Come si può notare, si
Fig. 8- Simbolo elettrico della funzione logica di OR tratta di un integrato contenente quattro distin-
ESCLUSIVO o XOR, nel quale si intravede il rapporto di te funzioni XOR elementari. Esso viene usato
somiglianza con il simbolo della funzione logica OR.
assai raramente.

PRATICA CON L'INVERTER

XOR La prova pratica con l'integrato 7404, che è un


I sestuplo inverter, consiste nel verificare la ta-
Ingr. Use. bella della verità, che è la prima riportata in
questa puntata del Corso.
A B Il circuito elettrico, che occorre realizzare in
pratica su uno dei soliti moduli di circuito
o o 0 stampato, è quello di figura 1 O. In esso la
o 1 1 resistenza R 1 ha il valore di 150 ohm e il diodo
1 o 1 led DLI può essere di qualsiasi tipo. Ovvia-
1 1 o mente, per una visione chiara del circuito,
conviene tenere sott'occhio lo schema relativo
Dall'osservazione di questa tabella della verità alla piedinatura dell'integrato, che è quello ri-
appare evidente che, ad esempio, una uscita a portato in figura 2.
livello «O» sta a significare che lo stato dei due Consideriamo una sola sezione dell'integrato e
segnali d'ingresso è uguale (comparatore). Men- precisamente la sezione 2 (figura 2). Colleghia-
tre mantenendo polarizzato uno soltanto dei mo il piedino 3 (ingresso) con il piedino 7
due ingressi a livello «I», si ottiene un circuito (GND), che rappresenta lo stato logico «O».
inverter. Viceversa, polarizzando a «O» uno Ebbene, in accordo con la tabella della verità,
dei due ingressi, è possibile ottenere la funzione poiché l'ingresso 3 viene portato a «O», l'uscita
di buffer. 4 dovrà trovarsi allo stato logico «I » e infatti il

Fig. 9 - Schema di corrispondenza fra le quat-


tro funzioni logiche di OR ESCLUSIVO dell'inte-
grato 7486 e i quattordici piedini dell'integra-
to. 1A 1B 1Y 24 2B 2Y GND

359
---
14

e
D- INV. 1
A
5V
r
e Fig. 10 - Realizzando questo cir-
cuito, il lettore può verificare
l'esattezza della tabella della ve-
rità di una funzione logica inver-
7 ter dell'integrato 7404. La resi-
stenza R1 assume il valore di 150
ohm ed il diodo led può essere di
qualsiasi tipo.

tz:

14

e
5V
e Flg. 11- Con la realizzazlone di
questo circuito si vuol ripetere la
prova condotta con Il circuito ri-
portato In figura 10, ma questa
volta Il controllo della tabella del-
la verità si effettua coinvolgendo
le prime due sezioni dell'integra-
to 7404.

diodo led DLI si accende. Ora proviamo a cui uscita dovrà trovarsi allo stato «O». E
portare l'ingresso 3 allo stato logico «I», colle- infatti così avviene, perché il diodo led DLI
gandolo con il piedino 14 (+ VCC). Questa rimane spento. Viceversa, collegando il piedino
volta, in accordo con la tabella della verità, I (entrata della prima sezione I) con il piedino
l'uscita 4 deve assumere lo stato «O» e il diodo 14 (+ VCC), ossia portandolo al livello logico
led spegnersi, come in realtà avviene. «I», tutti gli stati si invertono e il diodo led
Ripetiamo ora l'esperimento con due sezioni questa volta si accende, comprovando lo stato
dell'integrato, collegando l'uscita della sezione logico «I» in uscita della seconda sezione del-
1 con l'entrata della sezione 2, come indicato l'integrato.
nello schema elettrico di figura 11. Colleghia-
mo con un ponticello il piedino I dell'integrato
con il piedino 7 (GND), in modo da portare OSCILLATORI AD ONDA QUADRA
l'ingresso della sezione I allo stato logico «O».
In pieno accordo con la tabella della verità, Un'applicazione interessante degli inverter, co-
l'uscita 2 viene a trovarsi allo stato logico «I» e munemente adottata nella pratica dell'elettro-
così pure l'entrata 3 della seconda sezione, la nica, consiste nella realizzazione di circuiti

360
---

R2
14

O
/

Fig. 12 - Circuito di CLOCK rea- 5V


lizzato con integrato 7404. Sosti-
tuendo il condensatore elettroliti-
e
co C1 con modelli di diverso valo- c1
re capacitivo, varia la cadenza
delle accensioni del diodo led +
DL1. I lampeggii, infatti, possono
variare fra i pochi hertz e i parec-
chi megahertz. --

COMPONENTI
C1 100 µF - 16 VI (elettrolitico) IC = 7404
R1 = 150 ohm DL1 = diodo led (quals. tipo)
R2 = 1.000 ohm

Fig. 13 - Schema realizzativo del circui-


to CLOCK ottenuto con l'integrato
7 404, con due resistenze, un condensa-
tore elettrolitico e un diodo led. Si noti
la presenza dei due ponticelli (PONT.)
che completano la composizione del cir-
cuito di prova.

361
P/N 1

PI N23

Fig. 14 - Queste sono le curve caratteristiche, presen-


ti sui vari piedini dell'integrato 7404 montato nella
funzione di CLOCK nell'esperimento pratico riportato
in figura 13. Si tratta, prevalentemente, di forme
d'onda quadra. LJ LJ PINI,

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362
oscillatori ad onda quadra, i quali, nelle logi- pratico di figura 13, dove sono indicati con la
che, assumono la denominazione di CLOCK, dicitura PONT.
ossia di «orologio». Raccomandiamo di inserire esattamente nel
Un circuito di clock può essere quello riportato circuito di prova il diodo led DLI e il conden-
in figura 12, che utilizza l'integrato modello satore elettrolitico CI, che sono elementi pola-
7404. Di esso abbiamo pure composto il dise- rizzati e che debbono essere montati tenendo
gno realizzativo riportato in figura 13. Nel conto delle loro esatte polarità.
quale si notano i due conduttori, nero e rosso, Una volta realizzato questo circuito, si vedrà il
che debbono essere collegati con il generatore diodo led lampeggiare alla cadenza di quattro
di tensione continua stabilizzata a 5 V, facendo volte al secondo, ossia di 4 Hz circa. Ma questa
bene attenzione a non scambiare tra loro le due cadenza può essere diminuita aumentando il
polarità. Questa tensione potrà essere derivata valore capacitivo del condensatore Cl, mentre
da un alimentatore stabilizzato, oppure da un diminuendo tale valore si possono ottenere fre-
opportuno collegamento di pile, ricordando pe- quenze di CLOCK dell'ordine di parecchi me-
rò che non si debbono mai superare i limiti di gahertz.
4,75 V e 5,25 V, pena la distruzione dell'inte- Le forme d'onda ottenute assumono gli aspetti
grato. riportati nei diagrammi di figura 14. Esse sono
Sulla basetta del circuito stampato si dovrà presenti sui piedini dell'integrato i cui numeri
fissare uno zoccolo a basso profilo e realizzare sono riportati in corrispondenza di ogni curva.
poi i due ponticelli identificabili nello schema

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Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
Rlpple 1mV con 0,1A d'usc.
5mV con 0,6A d'usc.
Stablllzz. a 5V d'use. 100mV

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ANTIFURTO PER AUTO In scatola


di montaggio

Il funzionamento dell'antifurto si identifica con una


Interruzione ciclica del circuito di alimentazione
della bobina di accensione che, pur consentendo
l'avviamento del motore, fa procedere lentamente
e a strappi l'autovettura.

- E' di faclle applicazione.


>
- Non è commercialmente noto e i malintenzio-
nati non lo conoscono.
Serve pure per la realizzazione di molti altrl
dispositivi. L. 11.800

369
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PER I VOSTRI INSERTI


l signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

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Inserite il tagliando in una busta e spedite a:


. I
ELETTRONICA PRATICA I

I
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

Via Zuretti, 52 - MILANO. I

370
LA PSIA DEl LETTIERE
Tutti possono scriverci, abbonati
E
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
=
=-:;::-

rubrica, senza accordare prefe-


renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

TEMPORIZZATORE SOLID-STATE scopo di avviare l'inizio del ciclo di temporiz-


zazione. Ma vi assicuro che nessun'altra va-
Nella rubrica «La Posta del Lettore» apparsa riante è.stata da me apportata al progetto origi-
sul fascicolo di febbraio di quest'anno, a pagina nale e che l'esattezza del montaggio, dopo ripe-
126, è stato presentato, su richiesta di un lettore
tuti controlli. è stata più volte constatata.
di Modena, un semplice progetto di temporiz- FA V A MARCELLO
zatore solid-state, alla cui realizzazione io stes-
so ero interessato. Ma all'atto dell'acquisto dei Roma
vari componenti, il rivenditore di materiali
elettronici, cui mi sono rivolto, mi ha assicura- Il circuito da noi pubblicato è corretto in ogni
to che il valore di 6,8 µF, attribuito al conden- sua parte. Gli errori, purtroppo, sia pure su
satore Cl, deve considerarsi unerrore di stam- consiglio di un commerciante, sono stati com-
pa, mentre quello esatto dovrebbe essere di messi da lei. Il valore del condensatore Cl deve
0,68 F - 250 VI, che poi .ho regolarmènte essere quello da noi citato. Se non è reperibile
montato nel circuito del temporizzatore. Anche in commercio, colleghi più condensatori, di va-
perché, sempre a detta del commerciante, il lore inferiore, in parallelo, fino a raggiungere i
condensatore da voi prescritto avrebbe raggiun- 6,8 F. La tensione di alimentazione di 24 V
to dimensioni eccessive e quindi incompatibili non può sollevare problemi di funzionamento
con un tale tipo di montaggio. Faccio presente, anomalo del temporizzatore, mentre è impor-
inoltre, di aver alimentato il circuito con la tante non superare il previsto valore di corrente
tensione continua di 24 V, anziché con quella di 2 A. Per quanto riguarda il pilotaggio del
di 28 V, con un risultato assolutamente negati- dispositivo, tenga presente che non è esaito ciò
vo, dato che il temporizzatore non ha mai che lei ha fatto, perché il gate necessita di un
funzionato. Forse non ho ben interpretato la segnale in corrente. Potrà invece comandare il
scritta «segnale comando», posta fra gli elettro- gate tramite il pulsante e una resistenza in serie
di di gate e di catodo del primo diodo controlla- da 8.000 + 15.000 ohm, prelevando corrente
to, sui quali ho collegato un pulsante con lo dall'alimentazione positiva del circuito.

371
INTERFONO C3 = 100 F - 25 VI (elettrolitico)
C4 = 220.000 pF
Possedendo un integrato di tipo PA234, vorrei C5 = 100.000 pF
con questo realizzare un interfono. C6 = 47.000 pF
C7 = 220 F - 25 VI (elettrolitico)
SUSA T EZIO
Trento
Resistenze
Questo è il circuito amplificatore che lei potrà pi = 10.000 ohm
realizzare con li suo integrato. In esso non R2 = 1 megaohm
abbiamo inserito il sistema di commutazione R3 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
parlo/ascolto, che le sarà facile comporre, te- p4 = 100.000 ohm
nendo conto che nel circuito, così come esso R5 = 3.300 ohm
appare, API funge da microfono e AP2 da R6 = 680.000 ohm
altoparlante. Il transistor TRJ funge da adatta- R7 ) = 100.000 ohm
tore di impedenza. La potenza d'uscita è di 2
W. / •
Varie
Condensatori TR1 = BC107
C1 = 4.700 pF IC1 = PA234
C2 = 10 F - 16Vl (elettrolitico) AP1}- AP2 = altoparlanti da 8 ohm (50 mm)

ALLARME PER FRIGORIFERO

Vorrei inserire in un congelatore, da me riatti- Realizzi questo circuito nel quale la resistenza
vato, un sistema di allarme, alimentato a pile, Rl (termistore o NTC) funge da sensore della
che possa entrare in funzione non appena la temperatura. Con R2 si controlla la soglia d'in-
temperatura, in seguito ad un eventuale guasto nesco del diodo controllato SCR che, a sua
o interruzione della corrente, scende al di sotto volta, pilota il buzzer. Premendo Pi (normal-
di un preciso valore prestabilito. mente chiuso) si disattiva l'allarme.
MONTALBERTICARLO
Firenze

BUZZER

SCR
e9V
e

C1 = 500.000 pF Buzzer = elettromagnetico


R1 = 47.000 ohm (NTC) P1 = pulsante (normai. chiuso)
R2 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R3 = 1.000 ohm
SCR = C103

372
s1
+ 5

R1

TR1 Ie e
12V
e

Cl
AP2

REGOLATORE DI POTENZA
IN SCATOLA
Con questo dispositivo è possibile
DI MONTAGGIO
controllare:

1 - La luminosità delle lampade e dei


lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2 - La velocità di piccoli motori elet-


trici.

3 - La temperatura di un saldatore.

4 - La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Potenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)

373
INTEGRATO TAA263

L'OSCILLATORE Vorrei conoscere le caratteristiche ed un even-


tuale schema applicativo dell'integrato
TAA263.

MORSE CHERUBINI DIEGO


Brescia
Necessario a tutti i candidati alla patente di Si tratta di un amplificatore di bassa frequenza
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e a tre stadi, connessi in continua, che fornisce
la pratica di trasmissione di segnali radio in una potenza d'uscita di 20 m W su 150 ohm
codice Morse.
d'uscita con alimentazione di 6 V. Lo schema
applicativo qui riportato amplifica 400 volte;
l'impedenza d'ingresso è di 12.000 ohm; la
banda passante va da 65 a 120 KHz. Con R5 si
regola la retroazione, facendo variare il guada-
gno dell'amplificatore.

r---- ------- --11-- -- - ------1

r O3

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L.15.500
Il kit contiene: n. 5 condensatori ceramici -
n., 4 resistenze - n. 2 transistor- n. 2 trimmer
potenziometrici- n. 1 altoparlante- n, 1 cir-
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata - n. 1
TR2
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico - n, f matas-
slna filo flessibile per collegamenti - n. 1 ma-
tassina filo-stagno.

CARATTERISTICHE
Controllo di tono '------- •' --- - -11- ----------'
Controllo di volume
Ascolto in altoparl'ante 6

Alimentazione a pila da 9 V
C1 = 16 F- 16Vl (elettrolitico)
C2 = 25 F- 16VI (elettrolitico)
R1 = 12.000 ohm
R2 = 22.000 ohm
R3 = 15.000 ohm
R4 = 8.200 ohm
R5 = 500 ohm (trimmer)
IC1 = TAA263

374
RICEVITORE PER ONDE CORTE
IN SCATOLA DI MONTAGGIO L.16.200

COMPLETO DI AURICOLA·RE A CRISTALLO


-AD.ALTA IMPEDENZA

ESTENSIONE DI GAMMA: 6 MHz 18 MHz


RICEZIONE IN MODULAZIONE D'AMPIEZZA
SENSIBILITA': 10 µV + 15 µV

375
ALIMENTA TOR E - 5 Vcc

Per seguire le vostre lezioni teorico-pratiche del


Corso sugli Integrati Digitali, mi occorre un
E u
alimentatore stabilizzato a 5 Vcc. Potete pro-
porre ai vostri allievi un progettino di facile
realizzazione ed economico?
CASA TI ADELIO
Milano

Componga pure questo circuito di alimentato-


re, che utilizza un regolatore integrato a tre
terminali, in contenitore metallico T03, di cui
riportiamo a parte l'esatta distribuzione dei
terminali, in grado di erogare una corrente di
1,5 A se convenientemente raffreddato.
/
C1 = 4.700 µF - 16Vl (elettrolitico) D1-D2- D3- D4 = ponte raddrizz. (80 V- 3 A)
C2 = 100.000 pF F1 = fusibile (0,5 A)
C3 = 100.000 pF IC1
T1
=
=
LM309K (7805K)
trasf. 220 V-9V- 1,5 A

KIT -BOOSTER BF
Una fonte di energia complementare in· scatola di montaggio

L. 15.500
PER ELEVARE
LA POTENZA DELLE
RADIOLINE TASCABILI
DA 40 mW A 10 WI

Con l'approntamento di questa scatola di montaggio si vuol offrire un valido aiu-


to tecnico a tutti quei lettori che, avendo rinunciato all'installazione dell'autora-
dio, hanno sempre auspicato un aumento di potenza di emissione del loro rice-
vitore tascabile nell'autovettura.

376
Sia FI

E u
ICI

RETE Slb
T1
+
C2 c3

-
,+
USCITA

SERVIZIO BIBLIOTECA
IMPIEGO RAZIONALE I CIRCUITI INTEGRATI I SEMICONDUTTORI NEI
DEI TRANSISTORI Tecnologia e applicazioni CIRCUITI ELETTRONICI
L. 12.000 L. 9.000 L. 13.000

J.P. 0EHMICHEN P. F. SACCHI RENATO COPPI


176 pagine - 195 Illustrazioni 488 pagine - 367 Illustrazioni
222 paglne- 262 illustrazioni formato cm 15x21 - stampe formato cm 14,8 x 21 - copertina
formato cm. 21 x 29,7 - legatura a 2 colori - legatura In brossu- plastificata a due colori
In tela con Incisioni in oro - ra - copertina plastificata
sovraccoperta plastificata. Gli argomenti trattati possono
Il volume tratta tutto quanto essere succintamente cosi In-
Tutta la pratica dei semlcon- riguarda questa basilare realiz- dicati: fisica del semiconduttori
duttori è trattata in questo li- zazione: dai principi di funzlo- - teoria ed applicazione dei
bro con molta chiarezza e sem. namento alle tecniche di produ- transistor- SCR TRIAC DIAC
plicità, dagll amplificatori ai cir- zione, alle applicazioni e al me- UJT FET e MOS - norme di cal-
culti loglcl, con i più recenti todi di Impiego nel più svariati colo e di funzionamento - tecni-
aggiornamenti tecnici del settore. campi della tecnica. che di collaudo.

377
REGOLA TORE DI LUMINOSITÀ MISURA DEGLI ELETTROLITICI

Senza ricorrere all'acquisto di un dispositivo A parte il tester, con quale altro sistema è
commerciale, vorrei costruirmi un regolatore di possibile valutare la capacità dei condensatori
luminosità di due faretti, collegati in parallelo. elettrolitici con sufficiente approssimazione?
ciascuno da 200 W. SOLDARINI FEDERICO
PASINETTI GILDO Novara
Bologna
Per esempio tramite la misura di un tempo,
Circuiti di questo tipo sono stati più volte pub- quello di temporizzazione dell'impulso genera-
blicati sulla nostra rivista. Comunque la accon- to da un integrato 555, come in questo circuito,
tentiamo e ne presentiamo ancora uno. Tenga nel quale il diodo led fornisce il tempo di durata
presente che il TRIAC deve essere dotato di un dell'impulso. Le misure si effettuano per para-
piccolo radiatore. gone, con un condensatore (C4) di valore capa-
citivo noto.

Condensatori C1 = 10 F - 16Vl (elettrolitico)


C1 =100.000 pF C2 = 1 F-16VI (elettrolitico)
C2 =150.000 pF C3 = 2,2 F - 16VI (elettrolitico)
C3 = 10.000 pF C4 = condensatore in prova
R1 = 2.200 ohm
Resistenze R2 = 10.000 ohm
R1 = 5.600 ohm R3 =100.000 ohm
R2 = 250.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) R4 = 100 ohm
R3 = 18.000 ohm
R4 = 47 ohm
IC1
TR1
=555
- BC108
DL1 = diodo led
Varie
DIAC = quals. tipo
TRIAC = 220 V-5 A
J1 = impedenza (100 H)
LP1 = lamp. utilizz. (500 W max)

LPI

Cl

RETE

378
p3e I SI

RI .é i
•J
I
e
8
Il

,
b TRl

+ Il
!Cl 7 c6
4.5V
Il I
T
Cl

6
+ +
4' .±i I 5 C4

T

INVERTER PER- BATTERIE LA SCATOLA


12 Vcc - 220 Vca-50 W DI MONTAGGIO
I COSTA

L. 36.500

Una scorta di energia


utile in casa
necessaria in barca,
in roulotte, in auto,
in tenda.

'
Trasforma la tensione continua della batteria d'auto in tensione alternata a 220 V.
Con esso tutti possono disporre di una scorta di energia elettrica, da utilizzare
in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.

379
SIRENA PER AUTO Condensatori
C1 = 47 F - 16 VI (elettrolitico)
Perché non pubblicate il progetto di una sirena C2 = 47 F - 16 VI (elettrolitico)
per auto con emissioni sonore simili a quelle C3 = 100.000 pF
della polizia americana? C4 = 100.000 pF
MARCHESI GIOVANNI es = 47 µF - 16 VI (elettrolitico)
• Torino C6 = 100.000 pF

La accontentiamo ricordandole che, azionando Resistenze


a piacere i cinque trimmer, otterrà i suoni
R1 -R2 -R3- R4 - R5= trimmer da 1 megahom
desiderati. Ovviamente l'uscita di questo circui- R6 - R7 - R8- R9 - R1O= resistori da 1.000 ohm
to dovrà essere collegata con l'entrata di un IC1 = CD4001
amplificatore di potenza con uscita in altopar- S1 = interrutt.
lante a tromba. ALIM. = 12 Vcc

CONTROLLO ALTOPARLANTI nelle misure Vca, si rileva il valore della tensio-


ne sui terminali dell'altoparlante, con il genera-
Vorrei applicare, in prossimità delle casse acu- tore si inietta, all'entrata dell'amplificatore, il
stiche del mio amplificatore sovradimensiona- segnale costante a 1.000 Hz. Si applica quindi
to, un indicatore di potenza, in modo da evitare la formula W = J/2: R, nella quale R rappresen-
ogni eventuale danneggiamento degli altopar- ta il valore dell'impedenza dell'altoparlante.
lanti.
DE ROSA LUIGI
Siracusa C1 = 5 F (non elettrolitico)
C2 = 10 F - 24VI(elettrolitico)
Il suo problema si risolve con uno strumentoad R1 = 100 ohm
indice preceduto da un circuito di raddrizza- R2 = 10.000 ohm (trimmer)
mento a dw .d.I come que lio qui· riportato.
· per la D1-D2=2x1N4148
taratura del microamperometro, che può essere
fatta in watt, serve un tester e un generatore di A = microamperometro (100 A fondo-sca-
segnali a 1.000 Hz. Con il tester, commutato la)

DALL'AMPLIF BF ALTOP

Cl

01 R25- i

380
- [C1--

MODERNO RICEVITORE DEL PRINCIPIANTE


CON INTEGRATO
PER ONDE MEDIE
PER MICROFONO
PER PICK UP

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 14.750 (senza altoparlante)
L. 16.750 (con altoparlante)
CARATTERISTICHE:
Controllo sintonia: a condensatore variabile • Controllo volume: a potenziometro - 1 • Entrata BF:
500+50.000 ohm. 2 Entrata BF: 100.000+1 megaohm - Alimentazione: 9 Vcc - Impedenza d'u-
scita: 8 ohm - Potenza d'uscita: 1 W clrca.

Il kit contiene: 1 condensatore variabile ad aria - 1 potenziometro di volume con interruttore in-
corporato - 1 contenitore. pile - 1 raccordatore collegamenti pile- 1 circuito stampato - 1 bobina
sintonia- 1 circuito integrato - 1 zoccolo porta integrato- 1 diodo al germanio- 1 commutatore
- 1 spezzone di filo flessibile - 10 pagliuzze capicorda- 3 condensatori elettrolitici- 3 resistenze
- 2 viti fissaggio variabile.

381
AMPLIFICATORE A LA RGA BANDA Condensatori
c1 = 100.000 pF
Per il mio laboratorio vorrei realizzare un am- C2 = 10 F (non elettrolitico)
plificatore a guadagno limitato, ma in grado di C3 = 47 pF
lavorare indifferentemente sia con segnali di C4 = 10.000 pF
bassa frequenza, sia con quelli di alta frequen- C5 = 22 F (al tantalio)
za. C6 = 22 F (al tantalio)
GRUBER AMBROGIO Resistenze
Bolzano R1 • = 910.000 ohm
R2 = 110.000 ohm
R3 = 250.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
R4 = 910.000 ohm
L'integrato ICI è un amplificatore operaziona- R5 = 36.000 ohm
le (4702) particolarmente veloce, che garanti- R6 = 18.000 ohm
sce una banda passante da 2 Hz a 4 MHz Varie
circa, con un guadagno pari a 20 dB. Realizzi IC1 = A702
un montaggio compatto con collegamenti molto S1 = interrutt.
corti. ALIM. = 12Vcc

KIT PER LUECI STROBOSCOPICHE •


L.16.850
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un- movimento· per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, cosi da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possonoertire avvstrane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori- n. 6 resistenze - n. 1 po-
tenziometro- n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato- n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore - n. 1 SCR - n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

382
R3
I

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Rs
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Cl
Il I 1/ Il Il i

.k. 6Il! l
II
"3 cs
2 Il+

KIT PER LAMPEGGI PSICHEDELICI


L. 22.500
Un nuovo sistema di funzionamento che
evita di mettere le mani sul riproduttore
audio.

Non occorrono fili di collegamento, per-


ché basta avvicinare il dispositivo a qual-
siasi sorgente sonora per provocare una
sequenza Ininterrotta di suggestivi lam-
peggii psichedelici.

CARATTERISTICHE Circuiti a quattro canali separati indipendenti.


Corrente controllabile max per ogni canale: 4 A
Potenza teorica max per ogni canale: 880W

Alimentazione:
I
Potenza reale max per ogni canale: 100 : 400 W
220 V rete-luce

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n. 1 Raddrizzatore
n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta) 8 e
n. 1 Circuito stampato

n. 1 Bustina grasso di silicone
n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate)

- n. 1
il

',=
t'-
Cordone di alimentazione (gommino-passante}
- n. 2 Boccole (rossa-nera)
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- n. 1 Porta-fusibile completo
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n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 da
rondelle)
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tofilettanti)
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to a formare un arricchimento della canna da
pesca, che consente di avvertire un suono di ri-
chiamo, tramite auricolare, quando il pesce inizia
ad abboccare l'esca.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario 388
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Tutti i diritti di proprietà lette- SETTIMA PUNTATA
raria ed artistica sono riservati
a termine dì Legge per tutti i
Paesi. I manoscritti, i disegni, VENDITE - ACQUISTI - PERMUTE 462
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vuol pescare dormendo.

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in acque
tranquille o mosse.

Un arricchimento tecnico
della canna da pesca .

CHI DORME...
..PIGLIA PESCI
Chi è appassionato di pesca, non conosce limiti re il vecchio adagio «chi dorme non piglia
dli tempo o di stagione per praticare questa pesci». Perché questa volta è vero il contrario,
attività ricreativa e sportiva insieme. Ma in cioè «chi dorme piglia pesci»!
estate, i pescatori che affollano le rive dei laghi '
o le sponde dei fiumi, sono certamente in
numero maggiore. E tra essi vi sono pure molti PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
nostri lettori, i quali non possono nascondere le
loro ambizioni elettroniche nemmeno in questo L'hobby della pesca, in mare o in acqua dolce,
settore, con lo scopo di primeggiare con qual- è uno dei più diffusi e piacevoli. Lo si esercita
che semplice arricchimento tecnico dei metodi muovendosi, ossia spostandosi spesso da un
tradizionali. Ovviamente senza alcuna viola- punto ad un altro, alla ricerca delle zone mag-
zione delle regole che vigono in questo campo, giormente pescose, oppure rimanendo fermi
bensì nell'ambito della lealtà sportiva e del per ore ed ore, seduti o sdraiati all'ombra di un
rispetto di tutte le norme di legge. Abbiamo cespuglio, una siepe o un albero, in un comple-
così interpretato il motivo per cui si è aspettato to rilassamento dei muscoli e della psiche,
questo fascicolo del periodico, un fascicolo che talvolta in uno stato di sonnolenza. Ma se si
possiamo definire estivo, per pubblicare il pro- vogliono prendere i pesci, occorre prestare at-
getto di un piccolo dispositivo da collegare alla tenzione sollecita ed assidua, altrimenti si deve
canna da pesca e in grado, come vedremo in rendere vigile la lenza utilizzando l'apparec-
de descrittiva del circuito teorico, di sovverti- chio presentato e descritto in queste pagine. li

388
quale consiste in un segnalatore acustico a parte dell'operatore, ma siamo certi che ai
mezzo di auricolare magnetico. In pratica, pescatori una tale dote non può mancare, giac-
quando il pesce abbocca, provoca una leggera ché è insita nello spirito stesso di questa attivi-
tensione della lenza che, in prossimità dell'im- tà.
pugnatura della canna, determina la chiusura In pratica si tratta di applicare alla canna da
di un contatto elettrico e, quindi, la messa in pesca il circuito dell'oscillatore, sulla cui uscita
funzione di un oscillatore, che genera una nota si inserisce lo spinotto di un auricolare e di
nell'auricolare ed avverte in questo modo il comporre, in prossimità del circuito stesso, una
pescatore della presenza della preda. semplice leva, che avverte il movimento della
lenza tesa tra il mulinello ed il primo anello.
Quando il pesce sta per abboccare, si verifica
una leggera variazione della tensione del filo,
DUE PARTI COSTRUTTIVE che fa muovere il braccio della leva e chiudere,
conseguentemente, l'interruttore di alimenta-
li progetto di cui ci stiamo occupando si artico- zione del circuito elettronico dell'oscillatore. A
la in due parti distinte, una propriamente elet- questo punto, attraverso l'auricolare, il pesca-
tronica e l'altra essenzialmente rrieccanica. tore avverte il segnale d'allarme ed inizia le
Quest'ultima,per essere realizzata in modo per- manovre di cattura del pesce.
fetto, richiede una buona dose di pazienza da Come si può fin d'ora intuire, in tutto ciò non

Quando il pesce abbocca e il pescatore dorme, un segnale di


sveglia viene emesso da un comune auricolare, rendendo
assai più proficua l'attività sportiva e ricreativa che molti nostri
lettori amano praticare durante i mesi estivi.

389
L.F-,J !
1
CM I

I!
I
R1 I /51
I


I
ii I2

II e

R2
b

e
TR2
b
9V
e
I

I
I
'
uu
"" Cl
I=
L
I

R3
- C2
±
4
I
I
I %
Fig. 1 - Circuito teorico dell'oscillatore di bassa frequenza in grado di produrre, in
auricolare magnetico, un suono di richiamo per il pescatore. Le tre forme d'onda,
presenti in altrettanti punti del circuito, sono chiaramente riportate nello schema.
L'interruttore interno reed è indicato con la sigla CM. Gli elementi esterni, interrutto-
re S1 ed auricolare, sono disegnati alla destra della linea tratteggiata.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Varie
C1 = 1 F- 12 VI (elettrolitico) TR1 = BC237
C2 = 1 F-12 VI (elettrolitico) TR2 = BC237
CM = interrutt. magnetico
Resistenze s1 = interrutt.
R1 = 2.200 ohm PILA = 9 V
R2 = 1.000 ohm AURIC. = magnetico
R3 = 2.200 ohm

vi è alcunché di nuovo o di originale, almeno interruttore di alimentazione del circuito del-


rispetto ad altri sistemi variamente proposti. La l'oscillatore. Un interruttore che, in pratica, si è
novità invece consiste nell'uso di un magnete, rivelato alquanto sensibile e che ci ha suggerito
associato ad un contatto reed, in funzione di l'inserimento, nel sistema meccanico. di una

390
fascetta
nylon

PILA
9V

Fig. 2 - Piano costruttivo, realizzato su circuito stampato, della sezione elettronica


dell'accessorio per canna da pesca. L'interruttore CM (contatto magnetico) si
chiude soltanto quando ad esso si avvicina un piccolo magnete esterno azionato
dalla lenza in occasione di abboccamenti di pesci. Chiudendosi, l'interruttore CM
alimenta il circuito, il quale genera una nota di bassa frequenza attraverso l'aurico-
lare.

frizione, regolabile conformemente al tipo di L'elemento principalmente responsabile della


pesca praticato ed alle condizioni ambientali, oscillazione è il condensatore elettrolitico Cl,
come ad esempio la presenza di vento, di movi- giacché la reazione è di emittore. Pertanto, dal
mento ondoso o di correnti forti. valore attribuito al condensatore CI dipende
essenzialmente quello della frequenza di oscil-
lazione del circuito. Ma anche la resistenza R2
CIRCUITO DELL'OSCILLATORE e il condensatore elettrolitico C2, sia pure in
misura minore, concorrono alla determinazio-
Analizziamo ora il circuito dell'oscillatore ri- ne del valore della frequenza di oscillazione.
portato in figura I, che è in condizione di
emettere una nota con frequenza che si aggira
intorno ai 200 + 300 Hz, cioè una nota udibile
attraverso un comunissimo auricolare magneti- ALIMENTAZIONE
co.
Il circuito dell'oscillatore monta due transistor L'alimentazione del circuito è fornita da una
al silicio NPN dello stesso tipo, ossia di tipo piccola pila da 9 V, che viene inserita soltanto
BC237. quando viene chiuso l'interruttore esterno SI e

391
7

o Fig. 3 - Disegno in grandezza natura-


le del circuito stampato che il lettore
dovrà comporre su una basetta di
materiale Isolante (bachelite o vetro-
nite) di forma rettangolare e delle
I dimensioni di 9 cm x 3,5 cm.

quello interno al circuito CM (contatto magne- tore aperto}, non vi è alcun assorbimento di
tico), noto anche sotto la denominazione cli relé corrente. In pratica, l'assorbimento di corrente
reed. Quest'ultimo si chiude quando il magnete dalla pila avviene soltanto quando la lenza
collegato con la leva meccanica, di cui parlere- entra in tensione a causa dell'abboccamento del
mo più avanti, viene avvicinato all'ampolla di pesce. Ecco perché l'impiego di una piccola
vetro del relé reed. In tal caso l'assorbimento di pila da 9 V è stato ritenuto più che sufficiente'
corrente è di 5 -,- 6 mA, mentre quando i per l'alimentazione del circuito dell'oscillatore.
contatti reed sono distanziati tra loro (interrut-

RELÉ REED

Nel descrivere il circuito di alimentazione del-


BULBO DI VETRO l'oscillatore, abbiamo pure interpretato, alme-
&_ coNT APERTI no a grandi linee, il comportamento dei relé
reed. Comunque, possiamo ora allargare il con-
----c
-<f ~ 'j)-
r:,..=====-- cetto di contatti reed, ricordando che ogni relé
reed è composto da due sottili lamine magneti-
o.cose che racchiuse in un tubello di vetro, nel quale
sono contenuti gas inerti che impediscono los-
sidazione delle lamine stesse e conferiscono al
dispositivo una durata di funzionamento pres-
soché illimitata.
Le due lamine magnetiche, così come si può
osservare nel particolare CM dello schema elet-
CONT. CHIUSI trico di figura 1 e nel disegno di figura 4, sono
posizionate in modo che tra loro intercorre una
f@ distanza di alcuni decimi di millimetro. Quan-

.@ do esse vengono immerse in un campo magne-


tico generato da magneti permanenti o elettro-
calamite, anche se il valore dell'intensità di
campo è molto debole, le lamine si attraggono,
MAGNETE
stabilendo un contatto elettrico fra i terminali
esterni del componente.
Fig. 4 - Le due lamine rappresentative dei contatti reed Il dispositivo è molto piccolo e, per tale moti-
sono racchiuse in bulbo di vetro, dentro il quale è
contenuto un gas inerte. Esse rimangono distanziate vo, molto sensibile, .tanto che è possibile ecci-
(disegno in alto) in assenza di campi magnetici esterni, tarlo con una normale piccola calamita anche
mentre si uniscono sotto l'azione di un magnete (dise- attraverso un corpo solido, purché non di mate-
gno in basso). riale ferromagnetico, L'eccitazione, ad esem-
pio. attraverso il parabrezza dell'autovettura,

392
CANNA

s
scat. circ. elettr.

Fig. 5 - Con questo disegno viene interpretato l'intero piano di montaggio dell'ac-
cessorio da pesca descritto nel testo. Si tenga presente che la leva, contrariamente
a quanto illustrato nel disegno, deve trovarsi in posizione quasi parallela alla lenza,
ossia a quel filo di nylon che i pescatori, in gergo, chiamano "bava".

dove i contatti reed vengono spesso ontatimper stampato, una resistenza del valore di un centi-
comporre dei validi circuiti di antifurti, è im- naio di ohm.
mediata. Coloro che volessero fare a meno dell'interrut-
tore ausiliario SI, dovranno star bene attenti,
quando la canna da pesca rimane inutilizzata, a
MONTAGGIO ELETTRONICO non mantenere alimentato il circuito dell'oscil-
latore a causa di un accidentale avvicinamento
È assai importante che la sezione elettronica del magnete permanente al relé reed. Tuttavia,
del dispositivo venga realizzata in un supporto eliminando questo interruttore, ci si dovrà ri-
rigido, dato che, ai fini del funzionamento, è cordare di cortocircuitare, tramite un pezzetto
fondamentale la stabilità di posizionamento del di filo conduttore, i punti 1 - 2 del circuito
contatto magnetico. A tale scopo, infatti, abbia- stampato.
mo suggerito Fuso di un circuito stampato, di Ai principianti raccomandiamo di inserire esat-
cui in figura 3 riportiamo il disegno in grandez- tamente nel circuito i due condensatori elettro-
za reale. litici Cl - C2, tenendo conto delle loro polarità,
Sulla basetta rettangolare del circuito stampato. così come indicato nel piano costruttivo di
le cui dimensioni sono di 9 x 3,5 cm, vengono figura 2.
montati i vari componenti nel modo indicato in Per quanto riguarda i due transistor TR 1 -
figura 2, che rappresenta il piano costruttivo TR2, avvertiamo che i terminali di base-emit-
della sezione elettronica. tore-collettore sono facilmente individuabili fa-
La presa per auricolare serve per l'innesto dello cendo riferimento alla smussatura, peraltro ben
spinotto che fa capo ai conduttori di un aurico- evidenziata nello schema pratico di figura 2, di
lare di tipo magnetico. Tuttavia, volendo utiliz- cui questi componenti sono dotati.
zare un auricolare di tipo piezoelettrico, occor- La presa polarizzata, da applicare ai morsetti
rerà collegare, fra i terminali 3 - 4 del circuito della pila da 9 V, è dotata di due conduttori,

393
uno di color rosso, l'altro di color nero. Il scorre la lenza (filo di nylon). Quando la lenza
conduttore rosso deve essere collegato con la subisce una lieve tensione, la leva si sposta
pista di rame del circuito stampato che raggiun- verso l'alto ed il magnete M si sposta verso il
ge il terminale contrassegnato con il numero 1 basso provocando la chiusura dei contatti del
(linea della tensione positiva di alimentazione). relé reed.
Il conduttore nero deve essere collegato con la
pista di rame del circuito che raggiunge il
terminale contrassegnato con il numero 4. REALIZZAZIONE DELLA FRIZIONE

La frizione va realizzata secondo quanto indi-


REALIZZAZIONE MECCANICA cato nel particolare riportato in alto di figura 5.
Gli elementi che la compongono sono:
La realizzazione della parte meccanica del di-
spositivo e l'applicazione di questa, assieme al 1 - fascia elastica
circuito elettronico, sono chiaramente interpre- 2 - vite
tate nel piano costruttivo di figura 5. Il tutto 3 - molla
viene fissato alla canna da pesca mediante tre 4 - piastrina ottone
fascette elastiche (particolare l), acquistabili 5 - rondelle
presso qualsiasi negozio di ferramenta. Ma co- 6 - galletto
minciamo con l'applicazione del dispositivo 7 - saldatura
elettronico. 8 - profilato ottone
Una volta montato e dopo averne constatato il
preciso funzionamento, il circuito dell'oscilla- Il profilato di ottone (8) deve essere realizzato a
tore, realizzato su circuito stampato, deve esse- forma di U. Sopra di esso è saldata la fascia
re inserito in un contenitore metallico, senza elastica (I). Ma questa saldatura non può essere
tuttavia provocare contatti elettrici. Pertanto, il fatta a stagno; bisogna quindi ricorrere all'aiuto
circuito elettronico dovrà rimanere ben distan- di un saldatore di professione, a meno che non
ziato dal contenitore metallico. si sia fomiti di una piccola saldatrice elettrica.
Su· una delle due facce maggiori della scatola La vite (2) attraversa tutto il profilato di ottone
metallica si dovranno praticare quattro apertu- ad U (8) e su di essa rimane inserita la molla
re di forma rettangolare, attraverso le quali (3).
vengono fatte passare le due fascette elastiche La piastrina di ottone (4) dovrà avere le dimen-
di fissaggio (part. I). Ovviamente, il punto sioni di 10 x 15 mm, con uno spessore di 2 mm.
preciso di fissaggio del contenitore del circuito Questa viene attraversata dalla vite (2) e si
elettronico verrà stabilito dal lettore, ma dovrà trova a contatto con una delle due rondelle (5).
comunque trovarsi a breve distanza dal muli- Nella parte inferiore della piastrina si salda il
nello. filo rigido di ottone rappresentativo della leva.
E veniamo ora alla costruzione della «frizio- Ruotando il galletto (6)si irrigidisce a piacere
ne», che rappresenta la parte più difficile di la molla (3) e, conseguentemente, si friziona
tutto il dispositivo, per la quale occorrono doti più o meno la piastrina di ottone, rendendo la
di pazienza ed attenzione. leva più o meno sensibile agli spostamenti della
La necessità della frizione, il cui particolare lenza.
costruttivo è riportato in alto di figura 5, è
imposta dalle diverse condizioni ambientali di
pesca e dal tipo stesso di pesca che si vuol COSTRUZIONE DELLA LEVA
praticare. Ma non vogliamo indugiare oltre su
questi elementi, che costituiscono il patrimonio La leva che, come abbiamo detto, è composta
culturale di ogni pescatore e che esulano dal da un filo di ottone rigido del diametro di un
nostro programma di intepretazione costruttiva millimetro opportunamente ripiegato, non de-
della sezione meccanica. ve essere realizzata nella stessa forma indicata
La leva, della cui costruzione parleremo più nel disegno di figura 5, perché in tal caso
avanti, è costituita da un filo di ottone rigido, occorrerebbe una grande forza o potenza per
del diametro di I millimetro, opportunamente vincere la resistenza del sistema meccanico.
ripiegato. Questa, in ogni caso, entra da una Spieghiamoci meglio. Nel disegno di figura 5, il
parte nel contenitore metallico dell'oscillatore, tratto di leva, che va dal gruppo frizione F
attraverso un foro del diametro di 1 centimetro, all'anellino attraversato dalla lenza, si trova in
dall'altra termina con un anellino sul quale posizione quasi perpendicolare alla lenza stes-

394
NO

Fig. 6- Per rendere oltremodo sensibile il sistema di


richiamo del pescatore, la lenza (filo di nylon) non
deve rimanere in posizione perpendicolare, o quasi, F
rispetto alla leva, perché in tal caso la forza agente si
ridurrebbe di intensità. Occorre invece che la lenza,
come appare nel disegno in basso, rimanga quasi
parallela alla leva per disporre di una maggiore forza
agente nella frizione F. SI

sa. Mentre per ridurre al minimo lo sforzo zionare perfettamente il magnete permanente
necessario al movimento della leva, questo trat- M davanti all'interruttore reed, facendo in mo-
to deve essere quasi parallelo alla lenza. E ciò è do di ridurre al minimo la distanza fra questi
chiaramente indicato nel disegno riportato in due elementi, in relazione alle due condizioni
figura 6. Dunque, il tratto di leva ora menzio- elettriche di interruttore aperto e interruttore
nato deve essere abbastanza lungo (20 -i- 30 cm chiuso.
circa) e quasi parallelo al filo di nylon. Il galletto si regola per ultimo, dopo aver getta-
Prima di chiudere il coperchio del contenitore ta l'esca in acqua e in modo da ottenere il
meta\lico del circuito elettronico, si dovrà posi- giusto livello di frizione.

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA
395
RICEVITORE
SPERIMENTALE
Il progetto del ricevitore radio, che stiamo per circondati o, meglio, investiti da un grandissi-
presentare, è certamente un traguardo ambito mo numero di onde radio, invisibili e assoluta-
da molti lettori principianti, ma è pure una mente innocue. Nessuno di noi le vede o le
elementare lezione di radiotecnica per chi vuol sente, ma queste sono sempre presenti. E la
imparare. Perché ci offre l'opportunità di inter- loro presenza può essere controllata accenden-
pretare, attraverso il percorso di vari segnali, i do un apparecchio radio, che è il solo strumen-
processi di sintonia, rivelazione, amplificazione to in grado di avvertirne l'esistenza.
e alimentazione che stanno alla base del funzio- Quasi sempre le onde radio contengono un
namento di ogni dispositivo radioricevente. messaggio e questo si identifica nella musica o
Contemporaneamente, offriremo al lettore l'oc- nella parola. Un messaggio, che viene estratto
casione di sperimentare tutta una serie di prove tramite un processo denominato «rivelazione»,
e combinazioni divertenti ed istruttive, il cui dopo aver selezionato il segnale radio preferito
risultato non sarà certo quello di entrare in per mezzo di un altro processo, chiamato «sin-
possesso di un apparato di grandi prestazioni, tonizzazione».
adatto all'ascolto della gamma delle onde me- Entrambi i processi ora menzionati, assieme ad
die in cuffia, bensì quello più importante del- altri di pari importanza, verranno esaminati nel
l'assimilazione di molte nozioni, che diverran- corso del presente articolo. con lo scopo di
no utili in successive prove, durante la costru- formare notevole bagaglio didattico da conser-
zione di progetti più interessanti e maggior- vare nella piccola biblioteca dell'appassionato
mente impegnativi. di elettronica dilettantistica.

LE ONDE RADIO SINTONIA

Tutti noi, in ogni momento del giorno e della Quando si parla di sintonia, ci si riferisce in
notte. in qualunque posto ci troviamo. siamo pratica a quell'operazione manuale che ognuno

396
Consente l'ascolto in cuffia della gamma delle onde medie.

Può costituire il ricevitore portatile del principiante,


essendo alimentato con una sola pila.

È un banco di prova delle capacità realizzative e dello spirito di


ricerca dell'appassionato di elettronica.

di noi esercita sul proprio ricevitore radio, caso, invece, possono essere variate leggermen-
facendo ruotare una manopola e con l'intento te utilizzando alcune prese intermedie dell'av-
di ascoltare questa o quella emittente radiofoni- volgimento.
ca. Ma quando si ruota quella manopola, si fa Abbiamo detto che le grandezze elettriche del
ruotare pure il perno di un componente che circuito di sintonia mutano col mutare della
prende il nome di condensatore variabile. Il posizione delle lamine mobili. Ma è meglio
quale, a differenza di quello fisso, è composto dire che, per ogni posizione delle lamine mobi-
da più lamine metalliche affacciate fra di loro; li, il circuito di sintonia assume un diverso
una parte di queste lamine rimane ferma e valore della frequenza di risonanza. Ciò signifi-
compone lo «statore», l'altro gruppo di lamine ca che i segnali radio, captati dall'antenna,
è invece mobile e forma il «rotore». Quando ,si possono circolare nel circuito di sintonia sol-
agisce sulla manopola di sintonia, si mette in tanto quando il valore della loro frequenza è
movimento il rotore del variabile, cioè si fa in pari a quello della frequenza di risonanza del
modo che le lamine mobili si affaccino, più o circuito di sintonia.
meno, sulle lamine fisse. Con tale sistema varia, Taluni chiamano il circuito di sintonia con
in continuità, il valore capacitivo del condensa- l'espressione «circuito trappola», perché esso è
tore, che prende appunto il nome di condensa- in grado di «intrappolare» un solo segnale radio
tore variabile, proprio perché è variabile la sua fra i molti che investono l'antenna o il circuito
capacità al ruotare del perno di comando. d'entrata del ricevitore.
Il circuito di sintonia, nella sua espressione più Facendo riferimento al progetto di figura l, il
elementare, è composto da un avvolgimento, circuito di sintonia è rappresentato dal conden-
che prende il nome di «bobina» e dal condensa- satore variabile Cl e dalla bobina L2. In questo
tore variabile. La bobina è un componente le circuito scorre la debolissima corrente rappre-
cui caratteristiche elettriche rimangono costan- sentativa di un segnale proveniente da una
ti nella maggior totalità dei casi. Nel nostro emittente radiofonica.

Coloro che si cimenteranno nella realizzazione di questo sem-


plice ricevitore radio, avranno l'opportunità di seguire una
breve ma completa lezione di radioricezione elementare. Al
lettore, inoltre, viene affidata la possibilità di condurre una
serie di prove pratiche supplementari, con lo scopo di raggiun-
gere i maggiori rendimenti circuitali.

397
O) ANT

80
Ll

c1
A

K..
DI

O) TERRA

Fig. 1 - Circuito elettrico del ricevitore radio di tipo sperimentale. Il diodo al


germanio DG, il condensatore C4 e quello elettrolitico C5, sono tutti elementi che il
'lettore potrà collegare in un secondo tempo, a montaggio ultimato, con lo scopo di
individuare la conformazione circuitale in grado di offrire il miglior rendimento.

C OMPONENTI-
Condensatori R4 = 2.200 ohm (potenz. a variaz. log.)
C1 = 300 pF (variabile) R5 = 120 ohm
C2 = 10.000 pF Varie
C3 = 50 F - 16 VI (elettrolitico)
C4 = 10.000 pF TR1 = BC107
C5 = 10 F- 16VI (elettrolitico TR2 = BC177
TR3 = BC107
Resistenze L1-L2 = bobine (vedi testo)
R1 = 470 ohm (trimmer) CUFFIA= 600 : 4.000 ohm
R2 = 33.000 ohm S1 = interrutt.
R3 = 3.300 ohm DG = diodo al germanio (quals. tipo)

TRASFORMATORE DI TENSIONE amplificati, anche per la presenza del nucleo d:


ferrite, che funge da elemento captatore di onde
La bobina L2 rappresenta l'avvolgimento se- radio. In pratica, trattandosi di un trasformato-
condario di un trasformatore di tensione, di cui re in salita, questo trasforma le deboli tension
LI costituisce l'avvolgimento primario. presenti su LI in tensioni di valore più elevate
I segnali radio, captati dall'antenna e presenti su L2. Dunque, nel circuito d'entrata del ricevi-
sull'avvolgimento LI, si trasferiscono, in virtù tare, quello riportato sulla sinistra dello schem,
del fenomeno dell'induzione magnetica, sul- di figura I, si verificano due importanti proces
l'avvolgimento L2. Nel quale, dato il maggior si, quello di sintonia e quello di una parzial
numero di spire, vengono in una certa misura preamplificazione dei segnali di alta frequenza

398
SCATOLA DI PLAS TICA

PILA 4,5

Fig. 2 - Piano costruttivo del ricevitore sperimentale. Il cablaggio è tutto composto


dentro un contenitore di materiale isolante, che favorisce l'entrata delle onde radio
nel circuito di ingresso dell'apparato, rappresentato dalle bobine L1- L2 e dalla
ferrite cilindrica. Le due morsettiere favoriscono, con i loro terminali rigidi, la
compattezza costruttiva e l'ordine distributivo dei vari componenti elettronici.

RIVELAZIONE to le semionde positive, mentre sono sparite


quelle negative. Se poi, sul circuito di colletto-
Per funzionare regolarmente, il transistor TR I re, si collega il condensatore C4, allora si dice
deve essere polarizzato. Ciò significa che la sua che lo stadio TR I costituisce lo stadio rivelato-
base deve essere collegata all'alimentatore at- re del ricevitore radio. Infatti, il diagramma
traverso opportune resistenze. Le quali, nello riportato subito dopo quello ora citato, che
schema di figura 1, sono indicate con R I - R2 - interpreta il segnale presente sul collettore di
R3. Ma di queste, la R 1 non è una resistenza di TR 1, contiene una buona parte di alta frequen-
valore fisso, perché viene rappresentata, in sede za (tratteggio interno al diagramma), la quale
costruttiva, da un trimmer. Dunque R I è una viene convogliata a massa tramite il condensa-
resistenza variabile che può applicare alla base tore C4.
di TR! diversi valori di tensione di polarizza- Se il condensatore C4 viene collegato sul cir-
zione. a seconda della posizione del cursore del cuito di collettore del transistor TR2, allora il
trimmer. Questo sistema di polarizzazione è transistor TR I si comporta esclusivamente da
olutamente inserito nel circuito del rice- elemento amplificatore dei soli segnali di alta
- re, per offrire al lettore la possibilità di frequenza, mentre TR2 provvede a rivelare i
ntare il circuito con diversi valori di ten- segnali amplificati. Lasciamo quindi al lettore
tinua, compresi fra 1,5 e 4,5 V. Infat- la possibilità di scegliere la soluzione circuitale
lazione al valore della tensione di ali- preferita, che sarà senz'altro quella che offre la
menta zione, si dovrà regolare opportunamente migliore ricezione radiofonica.
trimm er R I, fino al raggiungimento del valo- Un'altra prova circuitale consiste nel sostituire
o della tensione di polarizzazione, che è il condensatore C2 con un diodo al germanio di
che determina la migliore ricezione. qualsiasi tipo, provando ad invertire le polarità
transistor TRI amplifica i segnali di alta di questo componente scegliendo quella per la
il cui diagramma caratteristico è quale la ricezione viene ritenuta migliore.
iportato in alto di figura 4. Ma sulla sua Con questa ulteriore variante, il processo di
ossia sul collettore. sono presenti soltan- rivelazione viene svolto dal diodo. mentre i tre

399
!!
.,
d
% Fig. 3 - Per la realizzazione degli avvol-
,!!!
gimenti delle bobine del ricevitore, si
consiglia di far uso di fascette di nylon
autobloccanti, che debbono essere tira-
te con le pinze e ridotte di misura nelle
parti eccedenti.

transistor si comportano da elementi amplifica- trasduttore acustico. Per esempio, la cuffia e


tori di bassa frequenza. La cui resa verrà ancor l'a!ltoparlante sono due comunissimi esemplari
più esaltata mediante l'inserimento del conden- di trasduttori acustici e sono proprio quelli che
satore elettrolitico C5 fra l'emittore di TR3 e la il lettore potrà adottare per l'ascolto di questo
linea di massa. Tuttavia, facendo funzionare ricevitore radio.
tutti e tre i transistor come amplificatori di U compito del trasduttore acustico non è sol-
bassa frequenza, ci si accorgerà che la ricezio- tanto quello di convertire i segnali radio in
ne, a causa della eccessiva amplificazione sarà suoni e voci, ma, nel caso del progetto di figura
alquanto distorta e per renderla intellegibile 1, anche quello di fungere da elemento di
occorrerà abbassare il volume tramite il poten- carico di collettore del transistor TR2. Ciò
ziometro R4. significa, in pratica, che non tutte le cuffie
possono essere collegate sulle relative boccole.
AMPLIFICAZIONE FINALE
Occorre invece che l'impedenza caratteristica
del trasduttore abbia un valore compreso fra i
Il segnale rivelato, il cui diagramma caratteri- 600 ohm e i 4.000 ohm. Tuttavia è anche
stico è il terzo a partire dall'alto di figura 4, non possibile far uso di una cuffia da 8 ohm serven-
è in grado di pilotare da solo una cuffia, a meno dosi di un trasformatore d'uscita nel modo
che non ci si accontenti di ascoltare suoni e indicato in figura 5. Al quale si potrà pure
voci molto deboli. collegare un piccolo altoparlante da 8 ohm.
Per elevare i segnali nel modo analiticamente
indicato dal diagramma riportato in basso di
figura 4, occorre servirsi di un transistor ampli- COSTRUZIONE DELLA BOBINA
ficatore di bassa frequenza, quello che nello
schema di figura I è indicato con TR3. Tutti i componenti necessari per la costruzione
La tensione rappresentativa del segnale rivela- di questo ricevitore sperimentale sono di facile
to, uscente dal collettore di TR2, è presente sui reperibilità commerciale. Soltanto le bobine LI
terminali del potenziometro R4, che rappresen- - L2 debbono essere costruite direttamente dal
ta il controllo manuale di volume sonoro del lettore, che deve quindi fornirsi del filo condut-
ricevitore ed applica, nella dose voluta, la ten- tore, adatto per comporre i due avvolgimenti, e
sione alla base di TR3. del supporto di ferrite.
La ferrite deve essere di tipo cilindrico, delle
dimensioni di 8 mm x 150 mm. La lunghezza
TRASDUTTORE ACUSTICO non costituisce un dato preciso; infatti essa
potrà oscillare fra i 100 mm e i 150 mm,
Ogni elemento in grado di trasformare un se- mentre è importante che il diametro sia quello
gnale elettrico in un suono prende il nome di ora prescritto di 8 mm.

400
Per la bobina LI occorrono IO spire, mentre
per la bobina L2 servono ben 80 spire. Il filo
onduttore è dello stesso tipo per entrambi gli
avvolgimenti, di rame smaltato del diametro di
0,3 mm.
Le prese intermedie debbono essere ricavate
alla quinta, decima, ventesima spira, dopo aver
ben ripulito il conduttore dallo smalto che lo
ricopre e lo isola.
Gli avvolgimenti debbono essere eseguiti nel
modo indicato in figura 3, servendosi di fascette
di nylon autobloccanti. Le quali, per chi non le
.ud.a.li.a,
conoscesse, si presentano come dei legacci zi-
grinati che, una volta stretti, non si allentano
mai più. E per stringerle, debbono essere tirate
con le pinze; successivamente si eliminano con
le forbici gli eccessi ingombranti.
//
L'avvolgimento LI si realizza su una delle due
estremità della ferrite; sull'altra estremità si
realizza la bobina L2, come si può notare
osservando lo schema pratico di figura 2. Fa-
cendo riferimento allo schema di figura 1, le
corrispondenze fra i numeri di spire e i termi-
nali contrassegnati con lettere alfabetiche sono
le seguenti:

e = 5 spire
/
b = 10 spire
a = 20 spire
Fig. 4 - Queste sono le curve caratteristiche che inter-
Ciò significa che fra la linea di massa e la presa pretano la natura dei vari segnali presenti nei diversi
intermedia «c» vi sono 5 spire; fra la presa punti del circuito dell'apparecchio radio. Esse si riferi-
intermedia «c» e la presa «b» vi sono 5 spire; scono, dall'alto in basso, ai segnali radio di alta fre-
fra «b» e «a» vi sono IO spire. Mentre global- quenza, a quelli raddrizzati tramite diodo o transistor, a
quelli rilevati di bassa frequenza e, infine, a quelli
mente le spire sono in numero di 80. amplificati di bassa frequenza.

MONTAGGIO DEL RICEVITORE

Una volta realizzata la bobina di sintonia, si parte del componente in cui è presente una
potrà iniziare la costruzione del ricevitore spe- linguetta metallica sporgente; l'elettrodo di ba-
rimentale tenendo sott'occhio il piano costrut- se si trova al centro, quello di collettore al-
tivo riportato in figura 2. 1 'estremità opposta.
O contenitore deve essere di plastica od altro Anche la pila da 4,5 V, qualora il contenitore
materiale isolante, in modo da favorire l'ingres- sia dotato di una certa profondità, potrà essere
so delle onde radio nei circuiti di entrata. inserita nel modo indicato nel piano costruttivo
Due piccole morsettiere agevolano il cablaggio di figura 2, ricordando che la lamina più lunga
del circuito, rendendolo più rigido e compatto. è quella del morsetto negativo, mentre quella
I primi elementi che si dovranno fissare sul più corta corrisponde al morsetto positivo.
contenitore sono: la ferrite con i suoi avvolgi- La parte frontale del contenitore funge da pan-
menti, il condensatore variabile CI, il poten- nello di comando, perché in essa sono presenti
ziometro di volume R4 e le due morsettiere tutti gli elementi regolabili del circuito: il perno
rmalmente, vengono vendute in strisce del variabile, che costituisce il comando di
ghe e dovranno quindi essere ritaglia-
» 4,
sintonia, quello del potenziometro R4, che rap-
usta misura. presenta la regolazione manuale di volume del
principianti facciamo notare che l'elettrodo ricevitore, l'interruttore SI, che consente di
eminore dei tre transistor si trova da quella accendere e spegnere l'apparecchio radiorice-

401
TU.
PPIM.

Fig. 5 - Coloro che disponessero di una cuffia da 8 ohm e volessero evitare la spesa
di una nuova cuffia nel valore prescritto dall'elenco componenti, dovranno eseguire
questo montaggio, utilizzando un trasformatore d'uscita per ricevitori radio e
lasciando inutilizzato il terminale centrale dell'avvolgimento primario, quello che nel
disegno è contrassegnato con la sigla NC. Se la cuffia è di tipo stereo il collegamen-
to deve essere fatto come indicato nel particolare in basso. Con cuffie da 16 ohm,
il collegamento va fatto tra C e A + B(coll. in parallelo). Con cuffie stereo da 8 ohm,
il collegamento si esegue fra A e B, lasciando libero C. Nel dubbio, si consiglia di
provare entrambe le soluzioni.

vente, le prese di antenna e di terra e le boccole condensatore variabile. Appena si ode qualco-
per l'innesto degli spinotti di cuffia. Rimane sa, entrambi gli elementi CI - R I vanno regola-
invece all'interno del circuito il trimmer Rl, ti in modo da raggiungere il miglior rendimen-
che deve essere regolato una volta per tutte in to. Fatto ciò si proverà a spostare il collega-
sede di messa a punto del ricevitore. mento di C2 sulle varie prese intermedie della
bobina L2, con lo scopo di individuare quella
presa che determina i migliori risultati.
MESSA IN FUNZIONE Subito dopo si potranno iniziare le varie prove
citate nel corso del presente articolo, inserendo
Prima di collaudare il ricevitore, si dovrà effet- il diodo al germanio DG, oppure collegando il
tuare un accurato controllo per accertarsi del- condensatore C4 nel modo già descritto, ed
l'esattezza dei collegamenti. Quindi si provve- anche dotando l'emittore del transistor TR3 di
derà a collegare la cuffia, l'antenna e la terra. condensatore elettrolitico (CS).
Poi, facendo ruotare il perno del condensatore Ricordiamo per ultimo che i migliori risultati si
variabile CI, si tenterà di ricevere qualche ottengono utilizzando antenne molto lunghe,
segnale, anche debolissimo, ovviamente mante- installate nella parte più alta dell'edificio in cui
nendo al massimo il volume tramite R4. Se non ci si pone all'ascolto del ricevitore radio. Per
si ode nulla, si agisce sul trimmer R I, facendo- quanto riguarda invece la terra, questa potrà
ne ruotare la vite di comando, fino a sentire essere rappresentata da un conduttore di rame
qualche segnale in cuffia. Questa operazione va di sezione molto grossa, collegato ad una con-
ovviamente abbinata a quella ora citata sul duttura dell'acqua o del termosifone.

402
INTERRUTTORE
DI POTENZA
L 'accensione di una lampada normale non co- minare ambienti domestici, uffici, mostre, ne-
stituisce certamente un problema elettronico. gozi e magazzini, si deve necessariamente ricor-
Dato che un modesto e poco costoso interrotto- rere all'uso di interruttori di grosse dimensioni,
e può rappresentare, nella quasi totalità dei a meno che non ci si sottoponga ad un frequen-
casi, la miglior soluzione. Tuttavia, quando si te ricambio, a causa di usura, del piccolo e ben
vogliono controllare con sicurezza lampade di noto interruttore domestico.
tipo moderno, come ad esempio le alogene, che Dunque, affinché un impianto elettrico di illu-
oggi vengono abbondantemente usate per illu- minazione venga correttamente realizzato,

Quando si installano lampade per illuminazione, che richiedo-


no forti correnti al momento dell'accensione, non si possono
utilizzare i comuni interruttori per uso domestico. Né si può
ricorrere ai grossi sistemi elettromeccanici, ingombranti ed
antiestetici, mentre è più corretto servirsi dei moderni disposi-
tivi elettronici di interruttori allo stato solido.

403
È necessario quando gli impianti di illuminazione
richiedono forti correnti di spunto o di esercizio.

Inizialmente viene a costare di più, ma a lungo andare, con la


sua grande longevità, si rivela molto economico.

quando in esso sono in gioco elevate potenze sicurezza dell'impianto di illuminazione elet-
elettriche, occorre dimensionare opportuna- trica. Consideriamo, ad esempio, il comporta-
mente, oltre che i conduttori, anche gli inter- mento di una lampada alogena all'atto della
ruttori. sua accensione. Non prima, tuttavia, di averne
ricordato le maggiori caratteristiche, che sono
le seguenti:
UNA SOLUZIONE PIÙ COSTOSA
1 - Elevata potenza d'esercizio.
Sono diversi i motivi che talvolta indirizzano 2 - Elevato rendimento luminoso.
l'installatore verso una soluzione elettronica 3 - Elevata temperatura del filamento.
dell'interruttore. Anche se questa si rivela più 4 - Fragilità del filamento.
costosa nel conteggio della spesa complessiva
iniziale. Ma in determinate circostanze, ad un Da questo breve elenco di elementi fisico-elet-
maggior esborso di denaro corrisponde un eser- trici, è facile arguire che il divario di tempera-
cizio più duraturo, più efficiente e di maggior tura del filamento, nel passaggio dallo stato
I

s1

, TRACL

Fig. 1 - Circuito di intérruttore elet-


tronico allo stato solido di tipo sem-
RETE al plificato, ma perfettamente funzio-
nante. La resistenza di gate Rg ha il
valore di 100 ohm - 1/4 W. Il TRIAC
può essere di qualsiasi tipo, purché
dimensionato per il tipo di corrente
che deve attraversare il carico.

404
freddo a quello caldo, è enorme e che il fila-
mento stesso può essere danneggiato sia da
sollecitazioni meccaniche che da quelle elettri-
che. Dunque, il piccolo interruttore domestico
non è assolutamente in grado di pilotar-e questi
ed altri tipi di lampade, che mettono in gioco
notevoli potenze elettriche. Ad esso quindi è da
preferirsi un più moderno interruttore elettro-
nico allo stato solido, privo di contatti mecca-
nici, realizzabile in un contenitore di piccole
dimensioni e nel qual'e l'usura dell'interruttore
di comando non costituisce un elemento da
prendere in considerazione, proprio in virtù
della debole corrente di controllo.
Per offrire ai nostri lettori l'opportunità di
risolvere nel migliore dei modi i loro problemi
di accensione di lampade elettriche di ogni
tipo, abbiamo voluto presentare, qui di seguito,
due circuiti di interruttori elettronici allo stato
solido, uno di concezione assai elementare,
l'altro con aspetto circuitale più complesso.

PRIMO TIPO DI INTERRUTTORE

Quello riportato in figura I costituisce il più


semplice circuito elettronico di interruttore allo
stato solido. In esso si fa uso di un TRIAC
modello SCI4ID, di cui in figura 2 è riprodotto
. lo spaccato. Si tratta di un componente in
grado di controllare una potenza di 800 W. Fig. 2 - Visto in "spaccato", cosi è composto, interna-
Tuttavia esso potrà essere sostituito con altri mente ed esternamente, il TRIAC modello SC 141 D il
modelli che possono sopportare il passaggio di cui uso viene consigliato per la realizzazione degli
interruttori elettronici allo stato solido descritti nel
correnti superiori agli 8 A, che è il valore di testo.
corrente massima tollerabile dall'SCI 41 D. Il
principio di funzionamento del circuito di fi-
gura I è facilmente intuibile. Quando l'inter-
ruttore SI è aperto, il TRIAC non conduce ramento delle prestazioni. Con questo circuito,
corrente. Viceversa, quando si chiude SI, si infatti, è possibile far scorrere costantemente
verifica un debole passaggio di corrente attra- attraverso la lampada alogena una debole cor-
verso il gate (g). Questa corrente provoca la rente di preriscaldamento, che eleva considere-
conduzione del TRIAC e il conseguente pas- volmente la resistenza elettrica della lampada
saggio di una corrente di forte intensità attra- rispetto al valore iniziale, conseguendo due
verso il carico. Alla resistenza di gate Rg va precisi e importanti risultati:
attribuito il valore di 100 ohm - 1/4 W.
Il circuito di figura I è da considerarsi perfetta- I - Passaggio di una debole corrente attraverso
mente funzionante e del tutto paragonabile ad l'interruttore all'atto dell'accensione.
un grosso interruttore meccanico. Ma non può
essere ritenuto ottimale per l'accensione di 2- Riduzione dello sbalzo termico fra le due
lampade alogene. condizioni di lampada spenta e lampada
accesa.

SECONDO TIPO DI INTERRUTTORE Il secondo risultato riveste una grande impor-


tanza, se si considera che la maggior parte delle
Aggiungendo pochi altri componenti elettroni- rotture delle lampade si verificano durante la
ci allo schema di figura I, si ottiene il progetto fase di accensione, quando il filamento subisce
di figura 3, che può vantare un notevole miglio- notevoli sollecitazioni termiche e meccaniche.

405
CARICO

R1 R2 $ R3
u

02 Il 03 Il , % ±
5;
a2

al

RETE Il 77»7 -
p
Cl
:¼ 0/AC
D4

Fig. 3 - Circuito di interruttore elettronico allo stato solido nel quale gli elementi a
monte dell'elettrodo di gate consentono il preriscaldamento della lampada rappre-
sentativa del carico. Aumentando il valore della resistenza R2, si ritarda il tempo di
innesco del TRIAC, ma questo valore non può scendere al di sotto dei 10.000 ohm.
Eventualmente la resistenza R3 potrà essere sostituita con un trimmer da 220.000
ohm, collegato con una resistenza da 10.000 in -serie. Il trimmer potrà essere
regolato a piacere in rapporto al preriscaldamento desiderato.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Varie
C1 =100.000 pF TRIAC = SC141D
DIAC = qualsiasi tipo
Resistori D1-D2-D3-D4 = 4 x 1 N4007
R1 = 33.000 ohm- 1 W S1 = interruttore normale
R2 = 33.000 ohm - 1/4 W
R3 = 33.000 ohm- 1 W
R4 = 100 ohm - 1/4 W

Si pensi per un momento alla violenta dilata- ESAME DEL CIRCUITO


zione termica del filamento e ci si convincerà
della fondatezza dell'asserto. Quando l'interruttore SI è aperto, ossia quando
Ma vediamo ora di interpretare il comporta- il carico non è alimentato, vale a dire quando la
mento elettrico di questo secondo circuito di lampada è spenta, il TRIAC risulta debolmente
interruttore allo stato solido, del quale offriamo conduttore, contrariamente a quanto avviene
pure al lettore, in figura 4, il piano costruttivo. nel circuito di figura I, nel quale il TRIAC. in

406
TRIAC vite in nylon

I
s1

basetta isolante

Fig. 4 - Piano costruttivo dell'interruttore elettronico con preriscaldamento del


carico. Il montaggio, per motivi di sicurezza, deve essere effettuato in un contenito-
re di materiale isolante, utilizzando viti di nylon e una piastrina di alluminio in veste
di radiatore dell'energia termica erogata durante il funzionamento del TRIAC.

queste stesse condizioni, è perfettamente non danno luogo a poco piacevoli sbalzi di lumino-
conduttore. Infatti, il circuito a monte garanti- sità.
sce un passaggio di corrente di piccola intensi- Chiudendo l'interruttore S 1, il circuito che ga-
tà. E questa corrente rimane essenzialmente rantisce lo stato di preriscaldamento del fila-
determinata dal valore della resistenza R2 e da mento della lampada o, comunque, il passaggio
quello del condensatore C 1. Perché, quando la di una debole corrente attraverso il TRIAC,
tensione sui terminali del condensatore CI su- viene automaticamente escluso dalla resistenza
pera un certo valore, il DIAC si innesca la- R4, la quale pilota la completa conduzione del
sciando via libera alla corrente che, raggiungen- TRIAC e, conseguentemente, la piena accen-
do il gate (g) del TRIAC, innesca a sua volta sione della lampada (CARICO).
questo componente.
Le resistenze R 1 - R3, assieme ai diodi O 1-D2
- D3- D4, hanno lo scopo di scaricare comple- REALIZZAZIONE
tamente il condensatore C 1 ad ogni passaggio
attraverso lo zero della tensione alternata di Come abbiamo già detto, in considerazione
alimentazione. E ciò garantisce la presenza di della grande semplicità circuitale dello schema
una corrente costante di preriscaldamento, evi- del primo tipo di interruttore elettronico, ripor-
tando allo stesso tempo quelle continue varia- tato in figura 1, non abbiamo pubblicato il
zioni riscontrabili con analoghi ma incompleti piano costruttivo di questo progetto, mentre
circuiti di interruttori allo stato solido, che abbiamo ritenuto doveroso pubblicare quello

407
Fig. 5- Esatta distribuzione degli elettrodi di primo anodo (A1), di
secondo anodo (A2) e di gate (G) nel TRIAC modello SC141 D
consigliato nel testo per la realizzazione degli interruttori elettroni-
ci descritti.

del progetto di figura 3, che è riprodotto in Trattandosi di un circuito interessato dalla ten-
figura 4. sione di rete, occorrerà far bene attenzione a
Qualsiasi tecnica realizzativa può essere adotta- realizzare un isolamento circuitale perfetto, on-
ta per questo tipo di montaggio, compresa quel- de evitare pericolose scosse elettriche. Ecco
la del circuito stampato. Noi tuttavia abbiamo perché è consigliabile far uso di un contenitore
preferito suggerire il sistema del circuito cabla- di materiale isolante, che tuttavia impone un
to, che è il più semplice ed evita, ai meno intervento realizzativo particolare, come ora
esperti, la composizione dello stampato. diremo. per assicurare al TRIAC il necessario

-
2

Fig. 6 - Particolare realizzativo del sistema di raffreddamento adottato nella


composizione circuital'e del secondo tipo di interruttore elettronico descritto nel
testo. Gli elementi qui disegnati sono: viti di nylon (1), piastra di alluminio (2),
linguetta di contatto con Il secondo anodo A2 (3), spezzoni di tubetto sterlingato (4),
contenitore di plastica (5), aletta metallica del TRIAC (6).

408
sistema di raffreddamento durante il suo fun- Lo schema riportato in figura 6 interpreta il
zionamento. I più esperti, peraltro, potranno sistema di montaggio, nel contenitore di mate-
montare il circuito in un contenitore metallico, riale isolante, della piastrina di alluminio dissi-
che verrà sfruttato per dissipare in via diretta il patrice dell'energia termica prodotta dal TRI-
calore prodotto dal TRIAC. AC. Tutte le viti (particolare I) debbono essere
Il piano costruttivo, riportato in figura 4, sugge- di nylon. Il doppio capocorda, applicato al-
risce l'uso di un contenitore di tipo isolante, di l'aletta di raffreddamento del componente, con-
plastica. In esso si compone l'intero circuito di sente di prelevare la conduzione del secondo
figura 3, servendosi di una basetta (morsettiera) anodo. Ma in ogni caso, i terminali del capo-
munita di sei ancoraggi, che consentono di corda e quelli degli altri elettrodi, una volta
irrigidire e razionalizzare il cablaggio. effettuate le saldature a stagno, dovranno essere
Il problema del raffreddamento del TRIAC, protetti con spezzoni di tubetti isolanti (sterlin-
con l'uso di un contenitore di materiale isolan- gati), come dimostrato nel particolare 4 di fi-
te, si risolve mediante il montaggio di una gura 6.
lastra di alluminio e con un TRIAC dotato di La distribuzione esatta degli elettrodi, sulla
aletta di raffreddamento in intimo contatto base del TRIAC modello SCI 41 D è quella
elettrico con il terminale centrale, rappresenta- indicata nei disegni riportati nelle figure 4 e 5.
tivo del secondo anodo (a2). E a questo propo- Ai principianti ricordiamo che i quattro diodi
sito ricordiamo che i TRIAC possono essere al silicio DI-D2-D3- D4, che sono tutti di
diversamente costruiti; in alcuni l'aletta di raf- tipo I N4007, debbono essere inseriti nel circui-
freddamento è perfettamente isolata elettrica- to tenendo conto delle loro esatte polarità di
mente dai tre elettrodi di cui è dotato il compo- catodo e di anodo. Tuttavia, per non commet-
nente, in altri questa aletta è in contatto elettri- tere errori, basta affidarsi allo schema pratico di
co con il terminale centrale. Quello disegnato figura 4, nel quale il catodo di questi compo-
nello schema di figura 4, ad esempio, è un nenti è segnalato tramite un anellino, che in
TRIAC con l'aletta di raffreddamento in con- pratica rimane pure impresso, in prossimità
tatto elettrico con il terminale centrale, ossia dell'elettrodo ora citato, in ogni diodo polariz-
con il secondo anodo (a2). zato. Questo problema non sussiste invece nel
L'uso dei TRIAC con aletta isolata rispetto ai DIAC, che è un componente privo di polariz-
tre elettrodi è da preferirsi nel caso in cui si zazione e che può quindi essere comunque
utilizzi un contenitore metallico. inserito nel circuito.

ANTIFURTO PER AUTO In scatola


di montaggio

Il funzionamento dell'antifurto si identifica con una


interruzione ciclica del circuito di alimentazione
della bobina di accensione che, pur consentendo
l'avviamento del motore, fa procedere lentamente
e a strappi l'autovettura.

- E' di facile applicazione.


- Non è commercialmente noto e i malintenzio-
nati non lo conoscono.
Serve pure per la realizzazione di molti altri
dispositivi. L. 15.800

409
MONITOR
CERCAGUASTI
ppena qualche anno fa, la presentazione di un alle complessità circuitali dei persona} compu-
,pparato come quello che stiamo per descrivere ter, nei quali le piste di rame conduttrici dei
non avrebbe avuto molto senso. Ma oggi, con la vari moduli sono sottili quasi come capelli,
grande diffusione di circuiti elettronici com- dove abbondano centinaia di elementi, ai quali
plessi e sofisticati, nei quali abbondano gli sono affidate mansioni elettriche di fondamen-
integrati ed altri componenti in dimensioni tale importanza e che, molto spesso, si sottrag-
,uasi microscopiche per ogni operatore, mon- gono alla vista del tecnico per la loro eccessiva
tatore o riparatore che sia, il problema della miniaturizzazione. Ebbene, nella maggior parte
precisa individuazione dei guasti si è fatto assai di queste apparecchiature moderne, le tecniche
difficile un po' per tutti. Si pensi, ad esempio. tradizionali difficilmente riescono ad indivi-

Realizzando questo progetto, il lettore viene a trovarsi in


possesso di uno strumento di misura e di controllo indispensa-
bile nel moderno laboratorio, là dove la ricerca di anomalie e
guasti circuitali è resa sempre più difficile dal continuo progre-
dire delle tecnologie della miniaturizzazione.

410
Rileva
le microcadute di tensione
lungo le piste di rame
dei circuiti stampati.

Funziona pure da sonda logica


per la valutazione degli stati
negli integrati TT L.

duare, con sicurezza, la causa che determina un tanto a vista, se non proprio quando la saldatu-
difetto di funzionamento. È certo che l'oscillo- ra è stata effettuata da un principiante alle
scopio è in grado di localizzare il punto in cui prime armi con l'elettronica; il che è impossibi-
un segnale rimane bloccato, ma questo stesso le nelle apparecchiature di tipo commerciale e
trumento non può individuare la causa del moderno.
locco, che a volte dipende dalla rottura di un La saldatura a stagno non perfetta viene rileva-
componente, a volte è provocata da un difetto ta, con il nostro dispositivo, attraverso il rico-
della piastra di supporto, altre volte ancora noscimento di una elevata resistenza ohmmica
trova la sua origine in una saldatura a stagno tra la pista di rame del circuito e il componente
fredda o in un cattivo contatto fra un piedino di in essa inserito.
un integrato ed il corrispondente zoccoletto. Ovviamente, le prestazioni di un tale strumen-
to non si riducono alle sole misure delle micro-
tensioni e alle conclusioni elettriche che da esse
CADUTE DI TENSIONE se ne possono trarre. Perché un difetto circuita-
le può anche essere individuato, dopo un'atten-
Lo strumento, di cui in queste pagine propo- ta valutazione delle indicazioni fomite, con
niamo la costruzione a tutti coloro che hanno a l'ausilio di altre informazioni acquisite attra-
che fare con i circuiti elettronici miniaturizzati, verso l'impiego del tester e dell'oscilloscopio.
si presta ottimamente alla misura di cadute di Ma in ogni caso, l'intervento dell'apparato di
tensione estremamente ridotte, di pochi micro- misura, che ci accingiamo a descrivere, assume
volt. Ciò che non è assolutamente possibile precisa e fondamentale importanza.
rilevare con un comune tester.
Dalla misura delle piccolissime cadute di ten-
sione si può facilmente rilevare se, in una pista ESAME DEL CIRCUITO
di rame di un circuito stampato, scorre corrente
e in quale direzione questa è diretta. Inoltre Il progetto dello strumento di misura delle
sarà possibile riconoscere una saldatura fredda, microtensioni è quello riportato in figura l. La
cosa questa assai difficilmente giudicabile sol- sezione principale di esso è costituita dall'inte-

411
R6 R7

Rl R2

-: o2me
O -
u
u
c
D
VERDE

02

Fig. 1 - Circuito teorico del monitor cercaguasti in grado di rilevare, tramite


l'accensione dei diodi led di colore diverso, le piccole differenze di potenziale e gli
stati logici degli integrati della famiglia TTL.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R7 = 100.000 ohm
C1 = 100.000 pF R8 220 ohm
C2 = 100.000 pF R9 = 220 ohm
Varie
Resistenze ---
IC1 = A741
R1 = 10.000 ohm 1c2 = 74LS04
R2 = 10.000 ohm DLR = diodo led (rosso)
R3 = 50.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) DLV = diodo led (verde)
R4 = 10.000 ohm D1 = diodo al silicio (1 N4004)
R5 = 10.000 ohm D2 = diodo al silicio (1 N4004)
R6 = 100.000 ohm S1a - S1b = doppio interrutt.

grato operazionale IC l che, come ogni altro Sovente si impiegano circuiti di retroazione per
operazionale, è dotato di un elevatissimo gua- ottenere particolari doti di stabilità o speciali
dagno. Il quale, in teoria, può essere considera- caratteristiche di ingresso ed uscita. Nel nostro
to infinito, ma in pratica si può dire che rag- caso, l'amplificatore operazionale viene utiliz-
giunge le 200.000 volte circa. Un simile, enor- zato ad «anello aperto», in modo da sfruttare
me guadagno, offre notevoli possibilità circui- l'intera amplificazione dell'integrato. E in tale
tali. applicazione l'amplificatore si trasforma in un

412
PILA
6V
CIRC, STAMP

PILA
6V

Fig. 2 - Piano costruttivo del dispositivo di misura delle microtensioni. Il contenitore


può essere di materiale isolante o di metallo, indifferentemente. Si noti, sulla
basetta del circuito stampato, la presenza di due ponticelli che assicurano la
continuità elettrica.

vero e proprio comparatore di tensione, dato quella di comandare i due led di visualizzazio-
che basta una piccolissima differenza di poten- ne DLR e DLV (diodo led rosso e diodo led
ziale elettrico, applicata sui due ingressi del verde), che sono protetti dalle due resistenze
componente, per raggiungere un elevato valore R8 - R9.
di tensione in uscita. In particolare, quando La diversa colorazione con cui sono stati scelti i
l'ingresso «non invertente», corrispondente al due diodi led consente di evidenziare, con im-
piedino 3 dell'integrato ICI, viene portato ad mediatezza e senza dar adito ad equivoci, lo
un valore di tensione leggermente superiore a stato logico dell'uscita. In particolare, l'accen-
quello al quale si trova l'ingresso «invertente», sione del diodo led verde DLV starà ad indicare
corrispondente al piedino 2 di ICI, l'uscita del che l'uscita dell'integrato operazionale ICI si
componente, ossia il piedino 6, diviene positi- trova a livello logico basso. Al contrario, l'ac-
va. Al contrario, quando il piedino 2 viene a censione del diodo led rosso DLR indicherà che
trovarsi ad un potenziale superiore a quello l'uscita dell'operazionale ICI si trova a livello
presente sul piedino 3, allora l'uscita 6 diviene alto. La prima condizione si verifica quando il
negativa. piedino 3 di ICI si trova a potenziale elettrico
inferiore a quello presente sul piedino 2 dello
stesso integrato. Nella condizione opposta, in-
vece (diodo rosso acceso), sarà il potenziale
L'INTEGRATO IC2 presente sul piedino 2 ad apparire inferiore a
quello presente sul piedino 3.
L'uscita dell'operazionale ICI è collegata con Allo stato di riposo del circuito di figura I,
l'entrata dell'integrato IC2, che appartiene alla ossia quando i puntali dello strumento non
famiglia dei TTL ed è rappresentato dal model- prelevano alcuna tensione dai circuiti in esame,
lo 74LS04 (INVERTER). Dunque l'uscita di gli ingressi dell'amplificatore operazionale sono
ICI pilota l'entrata di IC2, la cui funzione è polarizzati sul valore di tensione di 1,4 V circa.

413
r 7

3y
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato sul quale deve essere
composta la sezione elettronica dello strumento descritto nel testo.

BILANCIAMENTO DEGLI INGRESSI re la soglia di accensione del led DLV.


Si può dire che, dopo questa operazione di
Come avviene per ogni tipo di strumento di bilanciamento degli ingressi, il circuito rag-
misura, anche il nostro monitor per microten- giunge la sua massima sensibilità ed è in grado
sioni, prima dell'uso, deve essere correttamente di rilevare cadute di potenziale di valore infe-
bilanciato negli ingressi. E a ciò provvede il riore al millivolt.
potenziometro di tipo a variazione lineare R3.
Le tre boccole d'entrata devono essere scelte in
tre colori diversi, ai quali debbono corrisponde- ALIMENTAZIONE
re identici colori dei tre puntali con cui si dovrà
corredare lo strumento. Ciò per evitare errori di Osservando lo schema elettrico di figura I, si
connessione od errati impieghi dell'apparec- può notare come l'alimentatore del circuito sia
chio. di tipo duale, ottenuto con due gruppi di ten-
Per effettuare il bilanciamento degli ingressi, si sioni di 6 V ciascuna. Le quali si realizzano
debbono cortocircuitare i puntali inseriti sulle collegando, in serie tra di loro, due pile da 3 V
due boccole di color rosso e nero, lasciando oppure quattro pile da 1,5 V ciascuna.
invece disinserito dalla corrispondente boccola Meglio comunque servirsi di due pile da 6 V e,
di color verde il relativo puntale. Si tratta soltanto nel caso in cui queste fossero commer-
quindi di un'operazione analoga a quella ese- cialmente irreperibili, ricorrere ai collegamenti
guita di volta in volta sul tester, quando, accin- in serie di gruppi di pile: due gruppi composti
gendosi ad effettuare misure di resistenza,· si da due pile da 3 V oppure due gruppi composti
provvede ad azzerare l'indice dello strumento. da quattro pile da 1,5 V ciascuna e, in ogni
Nel nostro monitor per microtensioni, dopo caso, collegate in serie tra di loro.
aver cortocircuitato i due puntali di color rosso Ai principianti ricordiamo che il collegamento
e nero, si interviene sul perno del potenziome- in serie consiste nell'unire il morsetto positivo
tro R3 allo scopo di raggiungere l'accensione di una pila con quello negativo dell'altra ed
limite del diodo led di color verde DLV. Spie- utilizzare i due morsetti rimasti liberi, quando
ghiamoci meglio, intervenendo sul potenzio- si tratta del collegamento in serie di due pile. Se
metro R3, dapprima si dovrà provocare l'ac- invece le pile sono in numero di quattro, come
censione del diodo led rosso DLR, poi, ruotan- può capitare in questa occasione, allora il mor-
do assai lentamente il perno di R3, si dovrà far setto positivo della prima pila deve essere colle-
accendere il diodo led di color verde DLV e gato con quello negativo della seconda, quello
fermarsi immediatamente appena questo diodo positivo della seconda con il morsetto negativo
si accende. Soltanto così si riesce ad individua- della terza e il positivo di questa con il negativo

414
della quarta. I due morsetti che rimangono Ai principianti raccomandiamo di non com-
liberi rappresentano i terminali utili della bat- mettere errori all'atto dei collegamenti dei due
teria di pile. diodi al silicio DI - D2, tenendo conto che il
Facciamo ora notare che, sui quattro terminali diodo DI rivolge l'anodo verso l'interruttore,
del doppio interruttore S 1; sono collegati i mor- ossia verso il morsetto positivo dell'alimentato-
setti liberi dalle pile di alimentazione, da una re, mentre il diodo D2 rivolge il catodo (termi-
parte, e i terminali di due diodi al silicio, di nale in prossimità dell'anello di riferimento)
tipo 1 N4004, dall'altra. verso l'interruttore S l; ossia verso il morsetto
La presenza di questi due diodi si è resa neces- negativo dell'alimentatore.
saria per proteggere il circuito dello strumento Anche i due diodi led DLR e DLV sono com-
da eventuali errori di inversione dell'alimenta- ponenti polarizzati, che non possono essere
zione. Essi infatti provocano una caduta di inseriti a caso nel circuito, bensì tenendo conto
tensione di 0,7 V circa, facendo cadere la ten- della esatta posizione del terminale di catodo e
sione di alimentazione dal valore originale di 6 di quella del terminale di anodo. In particolare,
V a quello di 5,3 V, idoneo ad essere applicato l'elettrodo di catodo, cioè il terminale che va a
agli integrati della famiglia TTL, come lo è collegarsi con le resistenze R8 ed R9, è ricono-
l'integrato operazionale ICI. scibile per il fatto di presentare una maggiore
superficie all'uscita dal componente.
Per ultimo ricordiamo a tutti di non dimentica-
MONTAGGIO DELLO STRUMENTO re l'inserimento dei due ponticelli, ben eviden-
ziati nello schema di figura 2, che sono costitui-
La realizzazione del circuito del monitor di ti da due spezzoni di filo rigido di rame e che
microguasti va fatta su un basetta di forma assicurano la continuità elettrica fra quattro
rettangolare, di materiale isolante e delle di- punti dello stampato. Uno di questi unisce la
mensioni di IO cm x 6,5 cm. Su questa si dovrà pista in cui sono collegati gli anodi dei due
comporre il circuito stampato, il cui disegno in diodi led con quella che fa capo al terminale 6.
grandezza naturale è riportato in figura 3. L'altro collega la pista che fa capo al terminale
La composizione del dispositivo si esegue te- 4 con il piedino 4 dell'integrato ICI.
nendo sott'occhio il piano costruttivo di figura
2, che può essere realizzato, indifferentemente,
su un contenitore di materiale isolante o metal- USO DEL DISPOSITIVO
lico.
Sulla parte frontale del contenitore verranno Da quanto finora detto, l'uso del monitor di
applicati tutti gli elementi di comando, i quali, microtensioni è abbastanza intuitivo. Possiamo
in figura 2, visti nell'ordine, da sinistra a destra, tuttavia ricordare che, per gli usi normali, i
sono: le tre boccole rossa, nera e verde per puntali rosso e nero dovranno essere collegati
l'inserimento dei puntali, la manopola del co- con le boccole dello stesso colore, lasciando
mando di bilanciamento degli ingressi, i due inutilizzata la boccola verde di riferimento alla
diodi led rosso e verde e l'interruttore S1. Tutti massa elettrica del circuito di misura.
gli altri elementi, fatta eccezione per i due diodi In pratica, i due puntali rosso e nero dovranno
al silicio D 1-D2, le resistenze R I- R5- R4- essere posizionati su due diversi punti di una
R2 e le pile di alimentazione, sono montati stessa pista di rame di un circuito stampato in
sulla basetta del circuito stampato. esame, per accertarsi se questa è percorsa o
Facciamo presente che, trattandosi di un appa- meno da corrente. Ma questo è soltanto un
recchio destinato ad essere frequentemente spo- esempio pratico di applicazione dello strumen-
stato e trasportato, tutti i collegamenti dovran- to, che il lettore, dopo aver assimilato la descri-
no essere eseguiti in forma razionale e compat- zione teorica del progetto, saprà adattare ai più
ta con saldature a stagno perfette. svariati tipi di misura e controllo.
Per quanto riguarda i due integrati ICI - IC2, Per trasformare il nostro circuito in quello di
questi potranno essere collegati direttamente una sonda logica, con una soglia di commuta-
sulle corrispondenti piste di rame del circuito zione intorno a 1,4 V, in grado di rilevare livelli
stampato, senza ricorrere all'uso degli zoccolet- «O» e « 1 » su circuiti integrati TTL, si dovrà
ti. E questo tipo di inserimento è suggerito pure collegare la boccola verde, tramite apposito
nello schema pratico di figura 2. Naturalmente, puntale o in altro modo più comodo, con la
in tal caso, occorrerà servirsi di adatto saldatore massa del circuito in prova, utilizzando uno
ed eseguire saldature rapide e precise senza solo dei due puntali principali, quello rosso o
troppo riscaldare i componenti. quello nero.

415
Può essere usato
come variatore di veloc ità
dei motorini elettrici
in corrente continua.

Utilissimo ai camperisti
che dispo ngono
di piccoli elettrodomestici,
sia In veste di alimentatore
che di filtro. •

Si realizza
con pochissimi elementi
e può costituir
un prezioso dispo sitivo
nel piccolo laboratorio

REOASTATO
ELETTRONICO
Un tempo, per dosare la tensione continua di valido esempio, dato che le prestazioni pratiche
alimentazione di piccoli motori elettrici o di alle quali si presta sono veramente molteplici,
altri tipi di carichi, ci si serviva di quei vecchi estendendosi dal controllo della velocità dei
avvolgimenti a filo che ormai appartengono motorini elettrici in corrente continua, di pic-
alla storia della fisica e che erano denominati cola e media potenza, fino al settore del ferro-
«reostati». modellismo e, ancora, dal campo dei giocattoli
Oggi invece, per risolvere lo stesso problema, si a quello degli elettrodomestici. Ma siamo certi
ricorre all'uso di dispositivi elettronici, allo che, nella stagione in corso, le maggiori appli-
stato solido, che possono essere realizzati, mol- cazioni del reostato elettronico interesseranno
to semplicemente e con grande economia, tra- la roulotte, il camper e l'imbarcazione da di-
mitè due soli transistor. E quello presentato e porto. Perché proprio su tali mezzi di trasporto
descritto nel corso del presente articolo ne è un si fa uso di batterie alle quali è necessario, assai

416
spesso, collegare dei piccoli elettrodomestici, trollati è sconsigliabile, se non proprio impossi-
degli apparati di riproduzione audio ed altri bile. E qui possiamo ricordare che i diodi con-
tipi di apparecchiature elettroniche da alimen- trollati, per la loro caratteristica di funziona-
tare in corrente continua. mento, che interrompe periodicamente e molto
bruscamente la corrente, provocano certi di-
PREFERENZA AI TRANSISTOR sturbi di alta frequenza che non sempre posso-
no essere tollerati. Questi disturbi interessano il
Il controllo della velocità dei piccoli motori sistema di ricezione dei programmi radiotelevi-
elettrici è ottenuto, attualmente, quasi sempre sivi e possono falsare il funzionamento dì molti
per mezzo di diodi controllati. Con questi com- dispositivi elettronici che non sono insensibili
ponenti, infatti, molto semplici e abbastanza al rumore elettrico.
economici, si può raggiungere un elevato rendi- Ma esistono altri motivi per cui è sconsigliabile
mento, sottoponendo gli organi di regolazione l'uso dei diodi controllati. Per esempio, nel
ad una minima dissipazione della potenza elet- processo di regolazione dell'avviamento o del-
trica posta sotto controllo. Eppure esistono l'arresto progressivo di piccoli motori elettrici,
degli apparati per i quali l'uso dei diodi con- per i quali il circuito di controllo a transistor si

H regolatore di tensione, nonché filtro di correnti pulsanti


unidirezionali, descritto in queste pagine, rappresenta uno
strumento adattabile agli usi più svariati nei settori dell'elettro-
nica applicata, sperimentale, di laboratorio, hobbystica e pro-
fessionale.

417
b

LP1
e I+ + d
ENTR.
@
1

c1 c3
a
+
c2

Fig. 1 - Circuito teorico del regolatore di tensione. Il fusibile F1 è necessario


soltanto quando il dispositivo viene utilizzato in accoppiamento con una batterla
d'auto. La lampada LP1, la cui tensione di lavoro deve essere quella di alimentazio-
ne, serve ad indicare, con la sua maggiore o minore luminosità, il punto di lavoro del
circuito.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Varie
C1 = 500 F - 36 VI (elettrolitico) TR1 = 2N1711
C2 = 220 F - 36 VI (elettrolitico) TR2 = 2N3055
C3 = 500 F - 36 VI (elettrolitico) LP1 = lampada monitor (vedi testo)
F1 = fusibile (10 A)
Resistenze s1 = interrutt.
R1 = 1.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)

rivela più economico, perché evita l'impiego AVVIAMENTO GRADUALE


del diodo controllato e del relativo circuito
d'innesco. Quando poi si tratta di controllare Una delle caratteristiche fondamentali dei mo-
l'avviamento di motorini elettrici alimentati in tori elettrici, alimentati in corrente continua, è
corrente continua, eventualmente tramite accu- quella di richiedere per lo spunto, cioè all'av-
mulatori o batterie d'auto, l'uso dei diodi con- viamento, una corrente di notevole intensità,
trollati è assolutamente impossibile, perché molto superiore a quella di regime normale. E
questi componenti richiedono, per il loro fun- il valore di questa corrente è limitato soltanto
zionamento, una corrente variabile. E poiché il dalla resistenza interna degli avvolgimenti del
nostro progetto si rivolge principalmente ai motore.
campeggisti, per i quali l'unica fonte di energia La caratteristica ora citata è giustificata dall'as-
elettrica autonoma e disponibile è rappresenta- senza di una forza controelettromotrice indotta,
ta dalla batteria a I 2 V, ecco spiegato il motivo che è proporzionale al numero di giri del moto-
che ci ha indotti a rivolgere ogni preferenza re stesso.
all'uso dei comuni transistor. Questa forza controbilancia, quasi totalmente,

418
----- J

TR1

Fig. 2 - Realizzazione pratica su contenitore metallico del circuito del regolatore di


tensione. Il transistor di potenza TR2, non visibile nello schema, è montato, tramite
elemento radiatore di energia termica, sulla parte superiore del contenitore. Sulla
parte frontale sono presenti l'interruttore, la manopola che regola la tensione in
uscita, la lampada informatrice e le boccole per il prelievo della tensione uscente.

la tensione di alimentazione del motore elettri- le quali le brusche potenze rischiano di inter-
co a tutto regime, mentre all'avviamento, cioè rompere o rovinare il lavoro. In questi casi,
ad un basso numero di giri del motore, essa dunque, è necessario ricorrere all'uso di un
assume un piccolo valore e non riesce a limita- dispositivo elettronico, in grado di produrre un
re sufficientemente il flusso di corrente. avviamento progressivo del motore, limitando
Ma la caratteristica di cui stiamo parlando contemporaneamente l'intensità della corrente
diviene un pregio per i motori elettrici, perché di spunto a tutto vantaggio del sistema di ali-
essa si esprime attraverso un apporto notevole mentazione.
di potenza che permette un avvio quasi violen-
to del motore. È una qualità questa che, pur CARATTERISTICHE DEL PROGETTO
apprezzata in talune applicazioni, come ad
esempio nel settore dell'attrazione elettrica, è Prima di iniziare la descrizione del funziona-
mal tollerata in certi tipi di apparecchiature, mento del regolatore di tensione continua, il
come ad esempio le macchine avvolgitrici, nel- cui circuito teorico è quello riportato in figura

419
B
sa oc.o.

RADIAT.
2N3055
CARICABATT. t

~ REG, I FILTRO

RETE

use.
Fig. 3 - Servendosi del caricabatterie e del regolatore di tensione descritto nel testo,
è possibile trasformare. la tensione alternata in una tensione perfettamente continua
e regolabile fra i valori di O V e 11 Vcc.

l, vogliamo ricordare brevemente quali sono le entrata viene applicata la tensione continua
principali caratteristiche elettriche che questo erogata da una batteria d'auto, che ha il valore
può vantare. di 12 V cc, in uscita è possibile disporre di tutti i
Innanzitutto diciamo che il dispositivo può valori di tensione continua compresi fra O V e
assolvere due compiti contemporaneamente. Il 11 Vcc.
primo è ovviamente quello di regolare, in usci- La corrente che si può assorbire dal circuito
ta, il valore della tensione continua mediante può raggiungere svariati ampère e rimane limi-
un potenziometro, il secondo consiste nello tata soltanto dalla dissipazione di potenza che
svolgimento di una efficace azione di filtraggio si verifica sul transistor TR2. L'entità della
delle correnti unidirezionali ma variabili. E con corrente erogabile dal circuito, dunque, dipen-
questa seconda caratteristica il dispositivo può de dalla differenza fra la tensione applicata
essere utilizzato per trasformare un qualsiasi all'ingresso e quella presente in uscita. Se vo-
caricabatterie in un alimentatore per apparec- gliamo citare un esempio applicativo, possiamo
chiature elettroniche. Infatti, occorre ricordare ricordare che con il nostro dispositivo si posso-
che ogni caricabatterie rettifica le due semionde no alimentare piccoli motori elettrici con po-
della tensione a'iternata, ma non interviene su tenze comprese fra i pochi watt e i trenta-
queste con alcuna azione filtrante. Dunque, quaranta watt. Ma su questo concetto saremo
oltre che regolare a piacere le tensioni continue più espliciti in sede di analisi del circuito teori-
in uscita, il circuito di figura I trasforma le co del regolatore di tensione.
correnti variabili, purché unidirezionali, in cor-
renti continue. Per quanto riguarda la funzione
di regolatore della tensione continua, ricordia- ESAME DEL CIRCUITO
mo che, all'entrata del circuito di figura I, si
possono applicare tutte le tensioni continue di Il circuito del regolatore dì tensione, riportato
valore compreso fra i 3 V cc e i 16 V cc circa. in figura I, si compone di due transistor NPN
La tensione in uscita è regolabile, tramite il collegati in configurazione Darlington, i quali
potenziometro R I, fra il valore di O V e quello formano un dispositivo inseguitore d'emittore
massimo della tensione applicata all'entrata ma (emitter follower), in cui il carico costituisce la
diminuito di 1 V. Facciamo un esempio: se in resistenza di emittore.

420
La connessione Darlington, che consiste nel
collegamento diretto tra base ed emittore dei
due transistor TR 1- TR2, in circuito a collet-
tore comune, è stata utilizzata allo scopo di
elevare il guadagno dello stadio. Infatti, poiché
IL PACCO
il collegamento diretto della base di TR2 con
l'emittore di TRl consente di comporre un solo
transistor virtuale, il guadagno di questo unico
DEL'HOBBYSTA
transistor è pari al prodotto dei guadagni dei Per tutti coloro che si sono resi conto
due singoli transistor. dell'lnesaurlbile fonte di progetti con-
Per meglio capire quanto ora asserito, facciamo tenuti nei fascicoli arretrati di Elettro-
un esempio pratico. Supponiamo che il guada- nica Pratica, abbiamo preparato que-
gno del transistor TR I sia fissato nella misura sta Interessante raccolta di pubblica-
di 100, mentre quello di TR2 sia di 30. Ebbene, zioni.
la connessione Darlington diviene nel nostro
caso equivalente ad un unico transistor con
guadagno uguale a 3 .000 (I 00 x 30 = 3 .000). E Le nove copie della rivista sono state
tutto ciò si verifica pur conservando le caratte- scelte fra quelle, ancora disponibili,
ristiche di dissipazione del transistor di poten- ma in rapido esaurimento, in cui sono
za. apparsi gli argomenti di maggior suc-
cesso della nostra produzione edito-
Utilizzando il transistor virtuale ora descritto
riale.
in una configurazione «emitter followeD», si
ottiene una buona regolazione della tensione
d'uscita in funzione del valore di tensione cui
viene portata la base del transistor TR 1.
Tenuto conto dell'elevato guadagno raggiunto
dal transistor virtuale, la corrente di base risulta
estremamente ridotta, tanto che un semplice
potenziometro (RI) a bassa dissipazione con-
sente di far variare, fra il valore di zero volt e
quello massimo di alimentazione, la tensione di
base, imponendo all'uscita di assumere valori,
che vanno da zero volt a quello massimo della
tensione d'entrata ma, come abbiamo già detto,
diminuito di un volt.

AZIONE FILTRANTE

La presenza del condensatore elettrolitico C2,


collegato fra la base del transistor TRl e la L. 9.000
linea di alimentazione negativa, conferisce al
circuito del regolatore di tensione una notevole Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
funzione filtrante nei confronti del ripple della ciale della nostra Editrice, a tutti i
tensione d'ingresso, quando questa non è per- nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
fettamente continua, come lo è in pratica quel- teresse del dilettante, che fa rispar-
la uscente da un comune caricabatterie. miare denaro e conduce alla realizza-
Il valore capacitivo del condensatore C2 equi- zione di apparecchiature elettroniche
vale infatti a quello di un condensatore collega- di notevole originalità ed uso corrente.
to sul circuito d'uscita, ma il cui valore è pari a
quello del condensatore collegato sulla base di
TR 1 (nel nostro caso C2) moltiplicato per il
guadagno del transistor Darlington. Dunque, in
riferimento al circuito di figura 1, tutto avviene .:r
a'mezzo
°:"
.....~= -,
vaglia, assegno_0cc .__:.-·=
9. N. 916205
come se si collegasse, in parallelo al carico, un e indirizzando a: ELETTRONICA PRATICA -
20125 MLANO - Via zuretti, 52.
condensatore da 660.000 F (220 F x 3.000 =

421
una corrente d'uscita di 3 ..,.. 5 A, con una
dissipazione di potenza sul carico di 36 + 60
W. Al contrario, se si desidera una tensione in
uscita di soli 3 V, non si può assorbire dal
circuito una corrente superiore a I A, con una
conseguente dissipazione sul carico di soli 3 W.
In ogni caso, per raggiungere le migliori presta-
zioni possibili con il circuito di figura I, è
importante limitare a pochi volt la caduta di
tensione sul transistor di potenza.

REALIZZAZIONE

Oltre che rivelarsi semplice concettualmente, il


circuito del regolatore di tensione è pure di
facile realizzazione pratica. E ciò grazie al ri-
dotto numero di componenti necessari alla co-
struzione e alla necessità dell'applicazione di
alcuni di questi sul pannello frontale del conte-
nitore e sul radiatore, di cui in figura 4 sono
riportati due comuni modelli.
In figura 2 abbiamo riportato il piano realizza-
Fig. 4 - Il transistor di potenza 2N3055 deve essere tivo del regolatore di tensione che, come si può
raffreddato, durante il suo funzionamento, tramite subito notare, non utilizza alcun circuito stam-
adatto elemento radiatore, di cui in figura sono riportati
due comuni modelli. pato, ma si serve soltanto di una piccola mor-
settiera a sei terminali.
Si tenga presente che il transistor TR2 deve
essere montato, sulla parte superiore del conte-
nitore metallico, tramite il radiatore, che non è
visibile nello schema pratica di figura 2. Questa
operazione richiede una buona dose di preci-
660.000 F). Di un tale condensatore si può sione, perché il collettore, rappresentato da
ben immaginare l'effetto filtrante. tutta la massa metallica del componente, non
deve formare contatto elettrico con il conteni-
tore. Anche i terminali di base e di emittore,
DISSIPAZIONE che attraversano il contenitore su due appositi
fori, non debbono creare falsi contatti. Ci si
Le prestazioni che si possono raggiungere con il dovrà quindi servire di passanti isolanti, di un
progetto di figura I sono stabilite, in larga foglietto di mica e di grasso al silicone, che isola
misura, dalla dissipazione del transistor TR2 di e favorisce allo stesso tempo la dispersione
tipo 2N3055. dell'energia termica.
Questo comune transistor è dotato di ottime Come abbiamo già avuto occasione di dire, il
caratteristiche, tra le quali ricordiamo la cor- processo di dispersione del calore è assai im-
rente massima di ben 15 A e la potenza dissipa- portante, perché quanto più elevato esso sarà,
bile di 115 W. Ma occorre far bene attenzione tanto maggiore sarà la potenza ottenibile dal
che questi dati si riferiscono ad una temperatu- regolatore di tensione.
ra della giunzione a 25 'C.
In pratica, pur equipaggiando il transistor con
un adeguato radiatore dell'energia termica, non COMPONENTI CIRCUITALI
è possibile, per un uso continuativo del compo-
nente, dissipare una potenza superiore ai I O ..,.. Alcuni dei componenti presenti nell'apposito
l 5 W max. La quale, si tenga ben presente, non elenco hanno un valore generico. In particola-
costituisce la potenza dissipabile sul carico! re, il fusibile F I da 1 O A, si rende necessario
Facciamo un esempio. Se si alimenta il circuito soltanto se il circuito del regolatore di tensione
con la tensione continua di 15 V e si regola viene utilizzato in accoppiamento con batterie
l'uscita sul valore di 12 V, è possibile ottenere d'auto. In altre occasioni non serve.

422
La lampada LP I dovrà avere una tensione di raddrizzata, ossia ancora pulsante, quale è ad
lavoro pari a quella della tensione di alimenta- esempio quella erogata da un caricabatterie,
zione. Essa servirà ad indicare, con la sua allora si dovrà utilizzare un condensatore elet-
maggiore o minore luminosità, il punto di lavo- trolitico di elevata capacità, onde ridurre il più
ro del circuito. possibile il ripple, cioè l'ondulazione residua in
Per quanto riguarda il valore capacitivo del uscita.
condensatore elettrolitico C 1, questo potrà va- In figura 3 abbiamo interpretato proprio questo
riare fra i 500 F e i 5.000 F in relazione alle particolare tipo di applicazione del regolatore
caratteristiche della tensione d'ingresso. Infatti, di tensione, che consente di alimentare un'au-
se la tensione d'ingresso è già perfettamente toradio, un televisore per auto od altra apparec-
livellata, è sufficiente per Cl un condensatore chiatura elettronica alimentabile con la tensio-
elettrolitico di basso valore capacitivo. Vicever- ne continua, tramite la tensione alternata di
sa, se la tensione applicata all'entrata è soltanto rete.

L. 14.500
Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva- ■ • • • • • • • • • • • • • • • •

riati componenti e materiali, non sem-


pre reperibili in commercio, ad un ' '
prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N° 1 saldatore (220 V- 25 W) • N" 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante- N" 1 poggia-saldatore N" 2 boccole isolate
- N 2 spinotti - N 2 morsetti-coccodrillo _ N" 1 ancoraggio - N" 1 basetta per
montaggi sperimentali - N° 1 contenitore pile-stilo _ N" 1 presa polarizzala per
pila 9 V-N" 1 cacciavite miniatura - N° 1 spezzone filo multiplo multicolore.

423
Elementi teorici
e pratici sul
transistor unigiunzione
programmabile.

Un componente
poco conosciuto,
che può essere utilizza
in molte occasioni.

TRANSISTOR P.U.T.
Per la prima volta, su questa rivista, ci occupia- unigiunzione UJT e che i nostri lettori già
mo del transistor unigiunzione programmabile, conoscono per essere stato più volte utilizzato
ossia di un componente poco diffuso a livello in molti progetti e per aver formato l'argomen-
hobbystico, ma del quale riteniamo necessaria to di qualche trattazione teorica.
la conoscenza. Il transistor PUT, che nello studio e nelle
Cominciamo col dire che il PUT (programma- applicazioni dilettantistiche occupa a torto un
ble - unijunction - transistor) è un componente posto di secondo piano, può essere utilizzato da
elettronico allo stato solido, strutturalmente solo o in abbinamento con altri semiconduttori,
più simile ad un diodo controllato SCR che al ma le sue applicazioni si estendono un po' a
transistor unigiunzione. Ed anche il simbolo tutti i settori dell'elettronica. Ed è questo il
elettrico, riportato al centro di figura 1, rispec- motivo per cui abbiamo ritenuto necessario
chia questa somiglianza. introdurre/i lettori anche in tale argomento, in
La denominazione di «unigiunzione program- modo da fornire loro tutte quelle notizie neces-
mabile» deriva dalle possibilità di impiego di sarie e sufficienti a comprendere il funziona-
questo elemento, che sono quelle tipiche degli mento del semiconduttore, con la possibilità di

Questo tipo di transistor, quasi sconosciuto nel mondo dei


dilettanti di elettronica, è in grado di risolvere, da solo o in
accoppiamento con altri semiconduttori, alcuni problemi prati-
ci per i quali, normalmente, si debbono comporre circuiti più
complessi e certamente meno economici.

424
progettare o rielaborare circuiti che lo conten-
gono.
Sulla destra di figura 1 abbiamo riportato la
struttura fisica dell'unigiunzione programmabi-
le che, come si vede, è composto da elementi di
tipo P ed N e dai quali vengono ricavati i tre
elettrodi di anodo (a), gate (g) e catodo (k).
L'innesco della conduzione, nei PUT, viene
controllato tramite il gate, così come accade nei
diodi controllati.
Fatte queste premesse, cominciamo subito con
la presentazione di una serie di circuiti applica-
tivi, per i quali vien sempre fatto uso di uno
stesso PUT, il più popolare ed economico fra
tutti, cioè il modello 2N6027, che viene attual-
mente prodotto da molte industrie ed è quindi
il più reperibile commercialmente.

OSCILLATORE A RILASSAMENTO

Cominciamo con la più tipica delle applicazio-


ni dei transistor unigiunzione programmabili,
che è quella dell'oscillatore a rilassamento.
A differenza dei normali UJT, con i PUT si
possono ottenere temporizzazioni estremamen-
te lunghe senza dover ricorrere all'impiego di
condensatori di valore capacitivo elevatissimo.
E ciò è confermato dallo schema applicativo di La frequenza di oscillazione, oltre che dipende-
figura 2, che è appunto quello di un oscillatore re dai valori attribuiti al condensatore Cl e alla
a rilassamento e nel quale sono pure riportate resistenza R 1, può subire delle variazioni anche
le tre forme d'onda rilevabili sui tre elettrodi agendo sul partitore di tensione composto dalla
del PUT. resistenza R2 e dalla resistenza R4, che polariz-
L'unico segnale utile è comunque quello prele- zano il gate (g) del PUT.
vabile sul catodo (k) del PUT, essendo questo Una variante al circuito ora presentato è quella
un segnale a bassa impedenza e quindi in grado riportata in figura 3, che realizza un generatore
di pilotare egregiamente stadi successivamente di «gradini». In esso, ogni impulso utile di
collegati. catodo va a caricare il condensatore C2, provo-

Fig. 1 - Il disegno a sinistra propone


k il transistor unlgiunzione programmabi-
le di tipo 2N6027 cosi come appare
nella sua veste esteriore. Al centro è
invece riportato Il simbolo elettrico nor-
malmente adottato per indicare questo
particolare modello di transistor; sulla
a g k destra è interpretata la composizione
2 N 6027 fisica del semiconduttore.

425
R2
RI

e
12V Fig. 2 - Circuito di oscillatore a
e rilassamento, con il quale il letto-
re potrà facilmente sperimentare
il funzionamento del PUT. La fre-
quenza di oscillazione varia attri-
buendo valori diversi al conden-
satore C1. Lo stesso risultato si
ottiene intervenendo sul valore
ohmmico di R1 che, in ogni caso,
R3 non deve mai scendere al di sotto
Cl u dei 500.000 ohm.

c1 = 10.000 pF R3 47 ohm
R1 = 0,5+3,3 megaohm R4 100.000 ohm
R2 100.000 ohm PUT 2N6027


RI

Il
@
12V



Cl
PUT

%
e ~

Fig. 3 - Circuito generatore di


segnali a gradini, nel quale ogni
o» 5 impulso di catodo carica il con-
R4
densatore ad esso applicato e
provoca l'aumento della tensione
nella misura di un "gradino".

C1 10.000 pF R3 = 100.000 ohm


c2 1 uF (non elettrolitico) R4 = 100.000 ohm
R1 1,2 megaohm PUT = 2N6027
R2 2,2 megaohm P1 = pulsante

426
Valore di soglia

PUT
±
R3

e,
I\.
ENTR. /"\

I I
I

.
I I I I
na Il
I I I I I I
I
I I I I I I I
E 5>
R2 7 Il %- ILI ti l USCITA
...

Fig. 4 - In questo semplice circuito, il transistor uni-


giunzione programmabile viene utilizzato in veste di
discriminatore di soglia. Con il potenziometro R3 si R1 = 22.000 ohm
regola il valore della tensione anodo-catodo sulla R2 = 100 ohm
quale si verifica l'innesco del PUT. R3 22.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
PUT = 2N6027

Hr c1 a
R3

D1

Fig. 5 - Esempio di progetto di


temporizzatore pilotato con tran- R2
sistor unigiunzione programma-
bile. L'avviamento del circuito si
ottiene premendo il pulsante P1,
che deve essere di tipo normal-
mente aperto.

c1 25 F (non elettrolitico) D1 = diodo al silicio (1N4148)


R1 1 megaohm RL = relé (12 V)
R2 3,3 megaohm p1 = pulsante
R3 2.200 ohm PUT = 2N6027

427
1 o0

R3
~ LLLe
Cl RJ IIR2

e
72V
ee c
a
Il
e b
TR1

4. NC
k [.9 Il Ilu1 U2

T T I R4

Fig. 6 - Generatore di segnali di bassa frequenza particolarmente adatti per prove


acustiche su altoparlanti o, più in generale, su amplificatori audio.

C1 = 10 F - 16 VI (elettrolitico) R3 = 220.000 ohm


c2 = 820 pF R4 = 220.000 ohm
R1 = 100.000 ohm P1 = pulsante
R2 = 2 megaohm TR1 = BC107
PUT = 2N6027

cando l'aumento progressivo della tensione di PUT si innesca divenendo un completo con-
catodo nella misura di un «gradino». La veloci- duttore.
tà di questo aumento è determinata dal valore Nello stesso schema di figura 4 sono pure
di C2. Infatti, più elevata è la capacità di C2, riportate le curve caratteristiche relative ai se-
minare risulta l'aumento di tensione di ciascun gnali d'entrata e d'uscita. In particolare si nota
gradino. come il segnale uscente sia di tipo ad onda
quadra.
RIVELATORE DI SOGLIA
TEMPORIZZATORE
Il transistor PUT può essere utilizzato in fun-
zione di discriminatore di soglia programmabi- Con il transistor unigiunzione programmabile
le. Quella di figura 4, infatti, costituisce una si possono comporre dei semplici circuiti tem-
tipica applicazione pratica in tal senso. porizzatori sul tipo di quello riportato in figura
li potenziometro R3 permette di regolare il 5. Vediamone subito il comportamento.
valore della tensione anodo-catodo alla quale si Quando si preme il pulsante P 1, che deve
verifica l'innesco del componente. Dunque, al essere di tipo normalmente aperto, il condensa-
di sotto del valore di soglia stabilito, il PUT si tore, che è già caricato dal diodo al silicio D 1,
comporta come un interruttore aperto, fornen- si carica ulteriormente con una tensione di
do conseguentemente una tensione d'uscita pa- valore pari al doppio di quella di alimentazione
ri a O V. Quando si supera il valore di soglia, il ed inizia contemporaneamente a scaricarsi at-

428
Fig. 7 - Applicazione circuitale di
+5V
un transistor unigiunzione pro-
grammabile in funzione di ele- R1
mento soppressore dei rimbalzi
generati dall'interruttore S 1, con R4
scopo protettivo di un circuito di- 57
gitale TTL.

= u
C1
R1 =
100.000
10.000
pF
ohm
k TT[
R2 = 47 ohm
R3 = 1 megaohm R3
R4 = 330.000 ohm
PUT = 2N6027
s1 = interrutt.

traverso la resistenza Rl e la resistenza R2. frequenza, ma limitati nel tempo. Questi segna-
Durante il tempo di scarica, la giunzione di li, ad esempio, sono utili durante le prove degli
gate rimane polarizzata inversamente ed il altoparlanti o per analizzare la risposta di am-
PUT si comporta come un interruttore aperto, bienti acustici. Dunque, il poter disporre di un
facendo diseccitare il relé RL. apparato generatore di tal tipo, denominato
Quando il condensatore CI si riporta alle con- pure «oscillatore interrotto», può essere molto
dizioni originali, il transistor PUT ritorna ad utile nel laboratorio dilettantistico e in quello
innescarsi, interessando nuovamente il relé RL, semiprofessionale. E con il PUT un simile
cioè facendolo eccitare. apparato si può facilmente realizzare.
A coloro che vorranno realizzare questo circui- Quello riportato in figura 6 è un semplice
to, ricordiamo che il condensatore Cl, pur progetto di oscillatore interrotto in grado di
avendo un valore capacitivo abbastanza eleva- produrre un segnale a 1.000 Hz per la durata di
to, di 25 F, non è di tipo elettrolitico, ossia un secondo. In esso il PUT funge da oscillatore
non polarizzato. Dunque, nel caso in cui que- a 1.000 Hz, mentre il transistor TR I viene
sto componente non fosse facilmente reperibi- utilizzato in funzione di diodo zener. Si noti,
le, si dovrà ricorrere al collegamento in paralle- infatti, come la base di TR I sia rimasta non
lo di più condensatori in modo da raggiungere collegata (NC), mentre vengono utilizzati sol-
il valore capacitivo prescritto. Con questo siste- tanto gli elettrodi di collettore ed emittore.
ma, inoltre, si potrà risparmiare sulla spesa Premendo il pulsante PI, che deve essere di
complessiva necessaria per la realizzazione del tipo normalmente aperto, si carica il condensa-
dispositivo. tore elettrolitico Cl, il quale blocca la condu-
zione attraverso il transistor TR I e consente
all'unigiunzione programmabile PUT di oscil-
OSCILLATORE INTERROTTO lare liberamente.
Dopo un secondo circa, il condensatore elettro-
Molto spesso, quando si debbono collaudare litico Cl si scarica attraverso la resistenza Rl e
amplificatori audio nuovi od usati, che hanno il transistor TRI diviene nuovamente condut-
subìto un particolare intervento tecnico, ci si tore, provocando il blocco dell'unigiunzione
serve dei cosiddetti «burst oscillator», ovvero di programmabile a causa dell'eccessivo carico
segnali caratterizzati da particolari valori di presente sull'anodo.

429
Rl R2 R5 R6

a g e
e
12V

e .fi
i
u
e
3 k
s
e
u
R3

Fig. 8 - Progetto di oscillatore ad onda quadra nel quale vengono utilizzati un PUT e
un transistor di tipo NPN. La simmetria dell'onda può essere controllata tramite le
due resistente R1 ed R5.

c1 = 2 uF (non elettrolitico) R5 1 megaohm


R1 = 500.000 ohm R6 15.000 ohm
R2 = 1 megaohm D1 diodo al silicio (1N4148)
R3 = 1 megaohm TR1 = 2N2222
R4 = 150.000 ohm PUT = 2N6027

ALIMENTATORE STABILIZZATO In scatola


di montaggio

Caratteristiche
Tensione regolabile 5 + 13 V
Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
Ripple 1mV con 0,1A d'usc.
5mV con 0,6A d'usc.
Stabilizz. a 5V d'use. 100mV

Protezione totale da cortocirçultl, sovraccarichi e so-


vrariscaldamenti,
L. 18.800

430
Le due uscite U I e U2 mettono a disposizione onda quadra o multivibratore ad una sola capa-
dell'operatore due segnali di forma diversa che, cità.
nello schema di figura 6, sono disegnati in alto Come si vede, osservando lo schema di figura 8,
a destra. concorrono alla formazione del circuito due
elementi attivi: un transistor PUT e un transi-
stor di tipo NPN, che formano un oscillatore ad
UN'APPLICAZIONE DIGITALE onda quadra nel quale è possibile controllare la
simmetria dell'onda tramite le resistenze Rl ed
L'unigiunzione programmabile può anche esse- R5.
re utilizzata per eliminare i rimbalzi di un La frequenza di oscillazione può venir variata
normale interruttore, quando con esso si vuole modificando il valore del condensatore C 1, che
pilotare, ad esempio, un circuito digitale. Il dovrà essere scelto fra modelli a bassa perdita,
circuito riportato in figura 7 costituisce un per esempio fra i condensatori «mylar».
esempio di come sia possibile ottenere un se- Quando il circuito di figura 8 viene posto sotto
gnale «pulito» che rispecchi lo stato dell'inter- tensione, il transistor PUT è bloccato, mentre il
ruttore S 1. In pratica questo circuito ripropone transistor TRI, che è di tipo 2N2222, conduce
quello del rivelatore di soglia, al quale si è ed il condensatore Cl si carica attraverso la
aggiunto il condensatore Cl, che filtra i rimbal- resistenza R I fino ad un valore di tensione
zi meccanici dell'interruttore, preservando da tale da avviare alla conduzione il PUT, mentre
essi il circuito digitale TTL collegato sul catodo si blocca TR 1. Il diodo DI e la resistenza R4
(k) dell'unigiunzione PUT. forniscono la corrente di mantenimento della
conduzione del PUT fino a quando la scarica di
CI non rende la base di TR I positiva portando
OSCILLATORE AD ONDA QUADRA in conduzione il transistor. A questo punto la
corrente nel PUT diviene insufficiente e il
Completa la breve rassegna di circuiti, che transistor programmabile si blocca. Successiva-
utilizzano il transistor unigiunzione program- mente il ciclo riprende il suo andamento nel
mabile, un semplice progetto di oscillatore ad modo ora descritto.

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


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Controllo toni medi
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431
Un dispositivo valido
per stabilire
lo stato elettrico delle pile,
di qualsiasi
tipo esse siano.

IL CONTROLLO
DELLE PILE
Molti modelli di radioapparati, amplificatori e rirsi. Perché la sua tensione nominale tende a
registratori, di produzione moderna, sono dota- diminuire sensibilmente soltanto quando la
ti di uno strumento ad indice il quale, su scarica sta per completarsi, senza aver mai
comando dell'operatore, segnala in qualsiasi prima manifestato, in qualche modo, il suo
momento lo stato di carica delle pile di alimen- stato di vecchiaia. Per esempio, facendo riferi-
tazione. È un accessorio di grande utilità prati- mento ad un registratore a cassette, sprovvisto
ca, ovviamente presente in quei dispositivi che di strumento indicatore dello stato delle pile, ci
traggono la loro energia di funzionamento dalle si può accorgere del deterioramento di queste
comuni pile, o che prevedono il sistema misto appena quando il motorino stenta a girare.
di alimentazione, in alternata e in continua. Ossia quando può essere troppo tardi per salva-
Senza questo strumento, purtroppo, è assai dif- guardare l'integrità del circuito di alimentazio-
ficile accorgersi quando una pila sta per esau- ne. Eppure, se dopo qualche ora di riposo, si

La segnalazione tempestiva della diminuzione della tensione


nominale di una pila o di un accumulatore, può evitare lo stato
di polarizzazione totale del componente e la conseguente,
dannosa fuoriuscita di sostanze corrosive nei circuiti di ali-
mentazione di molti apparati elettronici.

432
TG
osanna
waa o,,
o raa +

=
o1 asv

Il metodo di misura è quello per confronto fra i due valori di


tensione, a circuito aperto e a circuito chiuso.

misurasse con un tester la tensione di quelle carico, ossia, come si dice in gergo, a circuito
pile, ci si accorgerebbe che le misure effettuate aperto. Questo tipo di misura è chiaramente
rivelerebbero dei valori non molto lontani da illustrato ne Ilo schema a sinistra di figura 3.
quelli nominali, sorprendendo l'operatore e su- Qualcuno potrebbe obiettare, a questo punto,
scitando in questo dei legittimi dubbi. Quelle che l'inserimento del voltmetro può costituire
pile, dunque, sono buone o sono da gettare? Per di per sé, un carico elettrico. E ciò in parte è
rispondere a una tale domanda, è necessario vero, ma il carico è di valore talmente insignifi-
richiamare alla memoria alcune nozioni ele- cante da poter essere trascurato nella valutazio-
mentari di elettrologia. ne della tensione nominale. La resistenza inter-
na dei generatori di tensioni elettriche è eviden-
te, ad esempio, nelle dinamo e negli alternatori,
CARATTERISTICHE ELETTRICHE che sono costruiti con avvolgimenti di filo di
rame il quale, come si sa, assume un suo
La pila, così come tutti i generatori di tensioni preciso valore resistivo. Meno evidente appare
reali, è caratterizzata da due importanti ele- invece nelle pile, nelle quali non esiste alcun
menti elettrici: avvolgimento e dove la resistenza interna è
rappresentata dall'elettrolita impiegato e da al-
1° - Forza elettromotrice tri fenomeni chimico-fisici che interferiscono
2°- Resistenza interna sulla conducibilità della pila.
Purtroppo, mentre nelle dinamo e negli alter-
La forza elettromotrice è rappresentata da quel natori la resistenza interna costituisce un dato
valore di tensione che si misura sui morsetti costante, che dipende dalle caratteristiche co-
della pila quando ad essa non è collegato alcun struttive delle macchine, nelle pile la resistenza

433
pila sotto carico, assume il seguente valore:

V= E- RI
Da questa formula è facile dedurre che, con
una R molto bassa, la tensione V non differisce
di molto dalla tensione a vuoto E. Ma quando
R assume valori elevati, in particolar modo con
carichi che richiedono forti correnti di eserci-
zio, quali i motorini elettrici, il prodotto RI
diventa rilevante e la reale tensione utile dimi-
nuisce sensibilmente.

MISURE SOTTO CARICO

Da quanto finora detto appare evidente che,


per conoscere lo stato di carica di una pila, è
necessario effettuare un controllo «a carico» e
non «a vuoto» della tensione da essa fornita. E
ciò vale sia per le pile nuove che per le pile
usate. Perché una lunga o cattiva conservazione
delle pile possono essere la causa di un inizio di
scarica anche delle pile nuove.
Sullo schema a destra di figura 3 è interpretato
Fig. 1 - Spaccato di una comune pila di tipo a torcia da
il concetto di misura delle pile sotto carico. la
1,5 V. Gli elementi che la compongono sono: coperchio lampadina accesa, infatti, rappresenta il carico
superiore (1), rivestimento esterno (2), contenitore di elettrico della pila. Come si può notare, facen-
zinco (3), gelatine acide (4), cilindretto di carbone (5). do un confronto fra lo schema a sinistra e
Quest'ultimo elemento costituisce Il polo positivo della
pila, mentre quello negativo è rappresentato dal conte-
quello a destra, cioè fra il circuito in cui la pila
nitore di zinco. In taluni tipi di pile, il rivestimento viene controllata a vuoto e quello in cui il
esterno è inattacccabile dagli acidi (pile corazzate). controllo è fatto sotto carico, il voltmetro se-
gnala, nel primo caso un maggior valore di
tensione (indice dello strumento maggiormente
spostato verso destra), nel secondo caso un
valore di tensione inferiore (indice del voltme-
tro meno spostato verso destra). Ovviamente,
fra le due, la misura che assume reale validità, è
quella interpretata nello schema di destra.
interna rappresenta una variabile dipendente Non sempre è possibile o agevole misurare la
dallo stato di carica dell'elemento. E ciò in vera tensione sotto carico delle pile, soprattutto
pratica significa che, man mano che la pila si quando sono collegate con il loro carico natura-
esaurisce, i suoi elettrodi si polarizzano, facen- le. Ed è questo il motivo per cui abbiamo
do progressivamente aumentare il valore della concepito un semplice circuito di prova, che il
resistenza interna. Pertanto, pur essendo anco- lettore potrà conservare sul banco di lavoro e
ra molto elevata la forza elettromotrice, la pila che potrà rivelarsi utile in molte occasioni.
non è più in grado di erogare sul carico la
necessaria corrente, proprio a causa della resi-
stenza interna troppo elevata. CIRCUITO ELETTRICO
Questa interpretazione a parole del fenomeno
può essere ora indicata analiticamente tramite Il circuito elettrico del semplice progetto del
una semplice formula. Se· infatti indichiamo dispositivo di prova dello stato delle pile, di
con I la corrente circolante, con R la resistenza qualunque tipo esse siano, è quello riportato in
interna e con E la forza elettromotrice (tensione figura 4.
misurata sui morsetti della pila a circuito aper- La tensione che si vuol valutare viene prelevata
to), la tensione utile rilevabile sui terminali del dalla pila in esame tramite due pinze a bocca di
carico o, il che è lo stesso, sui morsetti della coccodrillo. Essa viene esattamente misurata

434
dal tester, commutato nella opportuna scala
delle tensioni continue, collegato in parallelo
con le due pinze.
Sulla linea di prelievo della tensione positiva
della pila vi sono due commutatori. II primo di
questi, SI, sul quale sono state poste le scritte
«senza» e «con», consente di misurare la ten-
sione della pila senza carico e sotto carico. Il
secondo, S2, che è di tipo ad una via e cinque
posizioni, permette di selezionare il tipo di
carico più adatto per la pila in esame.
Per i carichi più robusti, quelli che di solito
vengono collegati sulle pile da 1,5 V-3V-4,5
V-6 V, è previsto l'inserimento, in qualità di
carico elettrico della pila, di una lampadina.
Per i carichi più deboli, che normalmente son
quelli applicati alle pile da 9 V, viene inserito
nel circuito di carico un diodo led munito di
resistenza di limitazione di corrente.
Ogni pila, conformemente alle proprie caratte- Fig. 2 - Tutte le pile con valore superiore a 1,5 V sono
composte da più elementi da 1,5 V ciascuno. Per
ristiche, deve essere caricata opportunamente. esempio, le pile da 4,5 V, di cui la foto mostra la parte
Ma in genere le dimensioni stesse della pila interna, costituiscono un collegamento in serie di tre
indicano la possibilità di questa di erogare cor- elementi da 1,5 V.

voltmetro voltmetro

@ @
PILA PILA

Fig. 3- II metodo di controllo dello stato elettrico delle pile consiste nella misura
della tensione a circuito aperto (a sinistra) e a circuito chiuso (a destra). Se la
differenza fra le due segnalazioni è minima, lo stato della pila è da considerarsi
buono.

435
AL TESTER


9V
6V
senza
con 4,5y
AL POS. S7 $2 3v

AL NEG.
Fig. 4 - Circuito teorico del dispositivo con il quale è possibile effettuare un rapido e
sicuro controllo della carica delle pile, di qualunque tipo esse siano. Il commutatore
S1 consente di posizionare il circuito nelle due condizioni di circuito aperto e circuito
chiuso. Con 52 si seleziona Il carico più adatto per il tipo di pila sotto esame.

-----COMPONENTI-----
R1 = 470 ohm LP4 = lampadina (6 V - 50 mA)
LP1 = lampadina (1,5 V - 200 mA) DL1 = diodo led (quals. tipo)
LP2 = lampadina (3 V - 100 mA) S1 = comm. (1 via- 2 posiz.)
LP3 = lampadina (4,5 V - 100 mA) S2 = comm. (1 via - 5 posiz.)

renti di maggiore o minore intensità. Questi valori di tensione e di corrente sono


A titolo indicativo, pur tenendo conto che ciò pure gli stessi che si dovranno attribuire alle
non assume preciso valore tecnico, possiamo lampadine di test LP I-LP2 - LP3 - LP4.
offrire, qui di seguito, un breve elenco di corri- In ogni caso i valori ora citati vogliono pure
spondenze fra le tensioni nominali delle pile di significare che non bisogna, in pratica, scostarsi
tipo più comune e le intensità di correnti assor- troppo da essi, se non si vuole provocare un
bibili da esse. rapido esaurimento della pila. Per esempio, con
le normali pile a torcia da 3 V, si possono
-
Pila Corrente impunemente assorbire fino ad 80 mA, al di
sopra di questo valore la durata della pila
1,5 V 200 mA diventa assai limitata. Ma per attribuire un
3 V 100 mA senso rigorosamente tecnico a quanto ora detto,
occorre far riferimento alla tensione nominale
4,5 V 100 mA della pila e alla sua capacità. Che è una gran-
6 v 50 mA dezza elettrica che non deve essere confusa con
TESTER

Fig. 5 - Piano costruttivo, da realizzarsi su contenitore di materiale isolante, del


progetto presentato nel testo. Le quattro lampadine ed il diodo led potranno essere
sostituiti con altrettante resistenze di valore opportunamente calcolato.

quella che definisce una delle grandezze elettri- MONTAGGIO DEL DISPOSITIVO
che fondamentali dei condensatori. La capacità
di una pila, infatti, sta ad indicare la possibilità La costruzione del dispositivo che consente un
di erogare una certa corrente continua per un preciso controllo delle pile è talmente semplice
certo numero di ore. Quando si dice, ad esem- da non richiedere particolari interpretazioni da
pio, che la capacità di una pila è di un ampère- parte nostra. Il lettore potrà comunque attener-
ora, si intende dire che quella pila è in grado di si allo schema costruttivo di figura 5, per il
erogare una corrente continua, dell'intensità di quale si utilizza un contenitore di materiale
1 A, per la durata di 1 ora, prima di esaurirsi isolante il cui coperchio, che è quello riportato
completamente. Ma come abbiamo già fatto in figura 5, ma visto dalla parte interna, fungerà
capire, la capacità di una pila, a parità di da pannello frontale del dispositivo. Infatti,
modello, pile a secco, al mercurio, al nichel- sulla faccia anteriore del contenitore sono pre-
cadmio, al manganese, ecc. è in stretta relazio- senti: il deviatore S 1, il commutatore multiplo
ne con le dimensioni dell'elemento. Una pila di S2, le due boccole per l'inserimento dei puntali
grosse dimensioni, quindi, avrà una capacità del tester ed il foro da cui escono i due condut-
notevolmente superiore a quella di una pila di tori diversamente colorati, sui cui terminali
piccole dimensioni, pur erogando entrambe sono applicate le pinzette a bocca di coccodril-
una tensione continua dello stesso valore. Con lo da fissare sui morsetti delle pile di prova.
una pila di maggiori dimensioni, ad esempio, Sulla parte superiore del contenitore sono mon-
una lampadina rimarrà accesa per una durata tate le quattro lampadine, che rappresentano i
di tempo più lunga; con una pila di piccole carichi per quattro tipi diversi di pile sottoposte
dimensioni, la lampadina rimarrà accesa per un a controllo. Anche il diodo led DLI trova posto
tempo più breve. sulla parte superiore del contenitore, sulla stes-

437
sa linea delle lampadine ed allineato con que- effettuati con altri valori di tensioni e di corren-
ste. ti.
Coloro che volessero evitare le indicazioni lu-
minose tramite lampadine a diodo led, potran-
no costituire questi elementi con delle resisten- USO DELL'APPARATO
ze, il cui valore verrà individuato applicando la
legge di Ohm: L'uso dell'apparato di controllo delle pile, in
base alla descrizione fatta, è facilmente intuibi-
R=V:I le. Una volta scelto il tipo di carico, tramite il
attribuendo a V il valore della tensione nomi- commutatore S2, si effettua la misura della
tensione della pila sia a vuoto che a circuito
nale della pila, ad I il valore della corrente che
chiuso, ossia nelle due possibili posizioni di SI.
si desidera far scorrere attraverso la resistenza
Si tratta dunque di effettuare due prove, dalle
di carico. Per esempio, se da una pila da 3 V si
quali ci si potrà accorgere immediatamente se
vuol assorbire la corrente di 150 mA, il valore
una pila è ancora in ottimo stato o sta per
della resistenza di carico R sarà:
esaurirsi o è completamente esaurita. Nel pri-
mo caso la differenza di valori di tensione, a
3 V : 0,150 A = 6 ohm
vuoto e con carico, sarà insignificante, nel se-
condo caso assumerà un certo rilievo, nel terzo
La potenza dissipabile da questa resistenza do-
caso apparirà senz'altro considerevole. Tutto
vrà risultare dedotta dalla formula P = VI. Per-
dipende quindi dall'entità degli spostamenti
tanto si avrà:
dell'indice del tester fra una condizione di mi-
3 V x 0,15 A = 0,45 W sura e l'altra, come indicato nei due schemi di
figura 3, ossia, a circuito aperto e a circuito
Ovviamente, calcoli analoghi dovranno essere chiuso.

REGOLATORE DI POTENZA
Con questo dispositivo è possibile
IN SCATOLA
controllare:
DI MONTAGGIO

1 - La luminosità delle lampade e dei


L. 13.500
lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2 - La velocità di piccoli motori elet-


trici.

3 - La temperatura di un saldatore.

4 - La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Potenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)

438
ANNAFFIATURA
DELLE PIANTE
Sono pochi coloro che sanno rinunciare al vole. Ma se il problema può ridursi alla sola
piacere di conservare in casa propria qualche umidità incontrollata della terra contenuta nel
pianta ornamentale. Anche se tutti sanno che, vaso, allora si può ricorrere all'aiuto che, pure
prima o poi, la pianta muore, sia per mancanza in questo settore, l'elettronica può offrire. E il
di acqua o per siccità, comunque per non circuito presentato e descritto in queste pagine
condurre la sua vita nell'ambiente più favore- ne è un valido esempio. Ma cominciamo col

Un dispositivo elettronico per la massaia, il giardiniere e il


fioraio.

Controllate, tramite indicatore ottico, se un vaso debba o no


essere annaffiato.

439
• J [
SONDA

l•
~I

9V
~

DZ1

Fig. 1- Circuito elettrico del dispositivo rlvelatore dello stato di umidità del terreno
in cui vegetano piante e fiori. I due trimmer R1-R2 debbono essere tarati saltuaria-
mente con riferimento alla natura della terra posta sotto controllo.

COMPONENTI
Condensatori R5 = 390.000 ohm
c1 = 2 uF (non elettrolitico) R6 = 1.000 ohm
C2 = 10.000 pF R7 = 3.900 ohm
Varie
Resistenze
IC1 = A741
R1 = 10.000 ohm (trimmer) DZ1 = diodo zener (5,1V-1W)
R2 = 4 7 .000 ohm (trimmer) DL1 = diodo led (quals. tipo)

=
R3 = 470 ohm P1 = pulsante normalmente aperto
R4 = 10.000 ohm PILA 9V

Inserendo due puntali-sonda nella terra di un vaso, di una


vasca o in un'aiuola del giardino ed osservando il comporta-
mento ottico di un diodo led, è facile capire se è giunto il
momento dell'annaffiatura o se il terreno, al di sotto dello
strato superficiale, è abbastanza umido per garantire la massi-
ma vitalità a piante e fiori.

440
• i I
SONDA

Fig. 2 - Realizzazione del circuito elettronico su una basetta di materiale isolante, di


forma rettangolare, sulla cui faccia opposta sono presenti le piste di rame dello
stampato. I due puntali-sonda possono essere rappresentati da altrettanti spilloni
d'acciaio o da spezzoni di filo di ottone rigido.

premettere che l'esame approssimativo del ter- gono offerte da un diodo led, possiamo dire che
reno, condotto dalla massaia sui vasi con piante il nostro dispositivo indica tre diverse condizio-
e fiori o sulle aiuole del giardino, non porta a ni, le seguenti:
risultati attendibili, soprattutto quando i conte-
nitori sono di grandi dimensioni o quando si Led acceso = eccesso di umidità
tratta di un appezzamento di terreno vero e Led lampeggiante = umidità normale
proprio. Può infatti accadere che la parte su-
perficiale della terra si riveli abbastanza secca, Led spento = siccità
ad esempio a causa del vento, mentre in pro-
fondità il terreno può essere molto umido. E Nella prima condizione, dunque, la pianta non
può accadere pure il contrario. Ossia, un terre- deve essere annaffiata per nessun motivo. Nel
no da poco tempo bagnato dalla pioggia o da secondo caso, essendo normale l'umidità del
una parziale annaffiatura, può risultare abba- terreno, l'annaffiatura potrebbe essere nociva.
stanza secco in profondità, là dove albergano le Nel terzo caso bisogna provvedere subito al-
radici e lo stato di salute dell'organismo vivente 1 'annaffiatura.
vegetale deve essere maggiormente curato. Né, Queste sono quindi le segnalazioni ottenute
d'altra parte, è pensabile di poter sondare il con un semplice circuito elettronico che, peral-
terreno con uno scavo ad ogni annaffiatura! tro, è caratterizzato da una grande precisione,
tanto grande da poter essere utilizzato con
sicurezza anche dai coltivatori professionisti,
TRE INFORMAZIONI UTILI dai giardinieri e dai rivenditori di piante.

Vediamo, dunque, in quale misura l'elettronica


può gratificare tutti gli amanti delle piante. E L'ELEMENTO SENSIBILE
diciamo subito che l'apparato, qui presentato e
descritto, consente di controllare quando una L'elemento sensibile dell'apparecchio è costi-
pianta deve o no essere annaffiata. Più precisa- tuito, molto semplicemente, da due puntali
mente, poiché le segnalazioni in tal senso ven- metallici che, immersi nel terreno, ne misurano

441
} I o +

-I- -+
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato consigliato per la
realizzazione del dispositivo descritto nel testo.

la resistività elettrica. La quale, come si sa, è può notare che tutte le funzioni fondamentali
una grandezza dipendente dalla umidità del sono affidate all'integrato ICI, che è il ben
terreno stesso, che può rivelare lo stato di noto operazionale A741 il quale, a seconda
annaffiamento. delle condizioni, funge da comparatore o da
In pratica, l'apparecchio può essere utilizzato oscillatore. Ma vediamo subito nei suoi dettagli
in modi diversi. Per esempio, si possono affon- il comportamento del circuito di figura I, pren-
dare i puntali metallici in un vaso in perma- dendo l'avvio dagli ingressi dell'integrato ope-
nenza, per controllare lo stato di umidità in razionale.
continuazione, giorno e notte. Ma si può son- I puntali-sonda. collegati sui punti 1-2 del
dare il terreno contenuto in tutta una serie di circuito, formano. assieme al trimmer R I, un
vasi in breve tempo, per rendersi conto se è partitore resistivo nel quale il rapporto di parti-
giunto il momento di procedere con le opera- zione, ovvero la tensione sul punto comune,
zioni di annaffiatura. varia in funzione della resistenza della sonda.
È certo che l'adattamento ai diversi metodi di Quèsta tensione di controllo viene prelevata
controllo va fatto a seconda delle esigenze di attraverso il trimmer R2 e la resistenza R3 ed
chi costruirà questo apparato e che le piccole, inviata all'ingresso non invertente (piedino 2)
conseguenti varianti tecniche, da apportare al dell'operazionale ICI, che rimane a sua volta
progetto originale, non potranno costituire un controreazionato per mezzo della resistenza
problema insolubile per nessuno, anche perché. R5; questa resistenza, infatti, collega l'uscita
nel corso dell'articolo, avremo modo di comu- (piedino 6) con l'entrata non invertente (piedi-
nicare al lettore ogni particolare suggerimento no 2) dell'integrato.
in proposito. La regolazione del trimmer R2 determina delle
variazioni del guadagno e serve, in pratica, a
stabilire entro quali valori resistivi del terreno
ESAME DEL CIRCUITO sondato si dovrà ottenere il lampeggio del dio-
do led DLI.
Osservando lo schema elettrico del dispositivo L'ingresso non invertente del led è polarizzato
rivelatore di umidità, riportato in figura I s ad una tensione di riferimento, tramite il diodo

442
zener OZI, il cui valore è di 5,1 V circa. Questa
stessa tensione viene applicata al piedino 3 di
ICI, che rimane reazionato tramite il conden-
satore CI. Si possono così verificare tre di verse
KIT PER CIRCUITI
condizioni di funzionamento del circuito, che
corrispondono ai tre comportamenti del diodo STAMPATI L. 16.000
led inizialmente citati. Dotato di tutti gli elementi necessari per
Sotto l'aspetto elettrico, queste tre condizioni la composizione di circuiti stampati su
sono: vetronite o bachelite, con risultati tali da
soddisfare anche I tecnici più esigenti, que-
sto kit contiene pure la speciale penna
1° - Tensione sul puntale 2 superiore a 5.1 V
riempita di inchiostro resistente al perclo-
2"° - Tensione sul puntale 2 pari a circa 5.1 V ruro e munita di punta di riserva. Sul di-
spensatore d'Inchiostro della penna è pre-
3° - Tensione sul puntale 2 inferiore a 5,1 V sente una valvola che garantisce una lunga
durata di esercizio ed Impedisce l'evapo-
Naturalmente, nella prima e nella terza condi- razione del liquido.
zione, la tensione presente sul puntale collegato
col punto 2 del circuito di figura I deve essere
molto maggiore e nettamente inferiore a 5, I V.
Comunque, nel primo caso, l'amplificazione
rimane tale da mantenere in saturazione 'am-
plificatore, facendo assumere all'uscita un valo-
re prossimo allo zero ed il diodo led DLI
rimane costantemente acceso. In pratica questa
condizione corrisponde ad una bassa resistenza
della sonda, ovvero ad un terreno eccessiva-
mente umido.
Nel secondo caso, l'integrato operazionale ICI
rimane libero di funzionare entro la zona linea-
re. La presenza del condensatore CI, però pro-
voca l'innesco di oscillazioni di bassa frequen-
za, che portano alternativamente l'uscita (pie- Consente un controllo visivo conti-
dino 6) da O V circa sino al valore della tensio- nuo del processo di asporto.
ne di alimentazione o quasi, facendo lampeg- Evita ogni contatto delle mani con
giare il diodo led. il prodotto finito.
Nell'ultimo caso, infine, corrispondente ad una E' sempre pronto per l'uso, anche
elevata resistenza della sonda, in pratica a ter- dopo conservazione illimitata nel
reno secco, si verifica ancora la saturazione tempo.
dell'amplificatore, ma con polarità inversa ri-
Il contenuto è sufficiente per tratta-
spetto al primo caso. L'uscita dell'operazionale
re più di un migliaio di centimetri
(piedino 6) pertanto, rimane sempre alta ed il
quadrati di superfici ramate.
diodo led è spento.

FUNZIONE DEL TRIMMER R2

Da quanto finora detto appare abbastanza evi-


dente la funzione del trimmer R2, che è quella
di regolare i limiti resistivi della sonda entro i
quali il circuito deve comportarsi da oscillato-
re. In pratica, quando il valore del trimmer R2
è minimo, ossia quando il suo cursore è com-
pletamente spostato verso il terminale 2 del
circuito di figura I, l'amplificazione dell'opera-
zionale è massima. Ciò significa che, in presen-
za di piccole variazioni resistive della sonda e
quindi con piccole variazioni di tensione, ri-

3
umpugn.

Fig. 4 - Esempio costruttivo, in un unico blocco, dell'apparato rivelatore dello stato


di umidità del terreno in cui si coltivano piante e fiori. L'uso di un pulsante, in
funzione di interruttore del circuito di alimentazione, garantisce una lunga autono-
mia di funzionamento della pila.

spetto alla tensione di riferimento, l'operazio- mensioni di 11 cm x 5,5 cm.


nale tende a saturarsi. Di conseguenza, le indi- Sulla basetta del circuito stampato i componen-
cazioni di terreno umido nella giusta misura ti dovranno essere inseriti secondo quanto illu-
(diodo led lampeggiante) rimangono localizzate strato nel disegno del piano costruttivo riporta-
soltanto in una zona ben ristretta. Al contrario, to in figura 2, nel quale le piste di rame del
quando si aumenta il valore resistivo del trim- circuito stampato debbono intendersi viste in
mer R2, spostando il suo cursore verso la resi- trasparenza.
stenza R3, la zona ritenuta umida ai valori Ai principianti raccomandiamo di inserire cor-
esatti si allargherà notevolmente. rettamente nel circuito il diodo zener e il diodo
led, perché questi sono componenti polarizzati,
dotati di anodo e di catodo. Per quanto riguar-
REALIZZAZIONE da invece l'integrato operazionale ICI ci si
dovrà ricordare che il piedino I di questo
La realizzazione pratica del circuito non pre- elemento si trova da quella parte in cui è
senta aspetti critici degni di nota, per cui cia- presente un preciso contrassegno.
scun lettore potrà regolarsi a modo suo nella Anche i due puntali-sonda, nella versione da
composizione reale del progetto di figura I. noi proposta in figura 2, rimangono saldati
Il nostro prototipo è stato realizzato utilizzando direttamente sulle piste di rame del circuito
un circuito stampato, di cui in figura 3 riportia- stampato. Ma ciò non costituisce un elemento
mo il disegno in grandezza naturale. Questo d'obbligo, perché questi elementi possono ri-
dovrà essere composto su una basetta di mate- manere separati dal circuito ed essere conficcati
riale isolante, di forma rettangolare, delle di- stabilmente nel terreno, oppure formare un

444
tutt'uno col dispositivo, come indicato in figura
4.
Facciamo presente ai lettori che il condensato-
re Cl presenta un valore capacitivo assai eleva-
to, che sarà alquanto difficile reperire in com-
L'OSCILLATORE
mercio. Perché non si tratta di un condensatore
elettrolitico, bensì di un componente non pola-
rizzato. Ad ogni modo, se tale elemento fosse
MORSE
veramente irreperibile, lo si potrà agevolmente Necessario a tutti i candidati alla patente di
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
comporre, collegando in parallelo fra di loro la pratica di trasmissione di segnali radio in
più condensatori ceramici, di valore elevato il codice Morse.
più possibile, in modo da raggiungere quello
prescritto nell'elenco componenti di 1 µF.
I due puntali potranno essere rappresentati da
due spilloni d'acciaio, del tipo di quelli adottati
in cucina per le vivande allo spiedo. Oppure si
potranno utilizzare due spezzoni di filo rigido
di ottone del diametro di 2 mm.
L'adozione di un interruttore a pulsante (PI),
come quello da noi suggerito nei nostri schemi,
rappresenta una soluzione molto comoda, che
evita di dimenticare chiuso il circuito di ali-
mentazione. Con questo sistema, la piccola e
comune pila da 9 V è in grado di assicurare
una lunga autonomia di funzionamento del
dispositivo. Ma il professionista, vale a dire il
giardiniere o il negoziante, potranno sostituire IN SCATOLA DI MONTAGGIO
il pulsante PI con un normale interruttore e
derivare l'alimentazione del circuito di figura 1 L. 18.500
dalla rete-luce tramite adatto alimentatore.

TARATURA I] kit contiene: n. 5 condensatori ceramici -


n. 4 resistenze - n. 2 transistor- n, 2 trimmer
Una volta montato il circuito, si dovrà procede- potenziometrici- n. 1 altoparlante- n, 1 cir-
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata - n, 1
re con la taratura di questo, ovviamente dopo pila a 9 V-n. 1 tasto telegrafico - n. 1 matas-
aver controllato l'esattezza del lavoro compiuto sina filo flessibile per collegamenti- n. 1 ma-
e dopo aver conficcati i puntali-sonda nella tassina filo-stagno.
terra di un vaso. Quindi, intervenendo sul trim-
mer R2, si regolerà questo componente sul suo
valore minimo, spostando il cursore verso il CARATTERISTICHE
terminale 2 del circuito. Poi si interverrà sul
trimmer Rl e si regolerà questo elemento sul Controllo di tono
suo valore massimo, spostando ovviamente il Controllo di volume
cursore verso la linea di alimentazione negati- Ascolto in altoparlante
va. Quindi si provvederà ad inumidire lenta-
mente il terreno, sino a raggiungere la misura di Alimentazione a pila da 9 V
umidità desiderata o, comunque, ritenuta più
idonea per quel tipo di vegetale. A questo
punto si agirà sul trimmer R l fino ad ottenere
il lampeggìo del diodo led DLI che, in questa
condizione, come abbiamo già detto, interpreta
lo stato regolare di umidità del terreno. Soltan-
to dopo queste operazioni si potrà intervenire
sul trimmer R2 per «allargare» la zona di
terreno umida, come abbiamo già avuto occa-
sione di dire.

445
LE PAGINE DEL
CE
27

RICEZIONI
DISTURBATE
Sin dagli albori delle comunicazioni via radio, radiofonìa, ma molto resta ancora da fare. Per-
il problema dell'eliminazione dei disturbi di ché talune mete raggiunte sono state poi nuova-
varia origine, che hanno sempre accompagnato mente allontanate dall'incremento continuo di
la ricezione dei segnali, ha coinvolto in ogni fonti di disturbi proliferate, soprattutto in que-
epoca e in ogni dove tecnici e scienziati. E per sti ultimi tempi, con il progresso tecnologico.
la verità molto si è fatto in questo campo della Nuove macchine elettriche, moderni apparati

L'eliminazione dei radiodisturbi rappresenta, oggi come ieri,


un problema di non facile soluzione. Tuttavia, allo stato attuale
della tecnica, in alcuni tipi di ricevitori sono stati inseriti
sofisticati e complessi circuiti, che attenuano i fenomeni e che
sono sommariamente ricordati in queste pagine.

446
elettromedicali, sofisticati dispositivi elettronici
ed anche utilissimi ed originali elettrodomestici
sono stati di recente prodotti dall'industria e
disseminati un po' dovunque, sollevando grossi Clipper e Noise Blanker
problemi fra i radioamatori, gli S.W.L. o i CB.
Fortunatamente, anche la tecnologia della
componentistica si è notevolmente evoluta, Restringimento di banda
consentendo la realizzazione di alcuni disposi-
tivi in grado di ridurre a livelli accettabili taluni
e circuito tosatore
fastidiosi o forti disturbi associati alle radiorice-
zioni. Ed è questo il tema che vorrà avere un
suo breve svolgimento nel presente articolo, Difese antidisturbo in autovettura
per informare il lettore sulle più comuni tecni-
che di riduzione dei disturbi, senza tuttavia
entrare nel merito delle diverse concezioni cir-
cuitali che, ovviamente, variano da un appara-
to all'altro. Le ultime pagine invece toccheran-
cammino delle onde radio. In pratica, la forma
caratteristica del segnale puro originale viene
alterata da una serie di fenomeni di natura
elettromagnetica quasi sempre presenti nello
spazio e nei conduttori. E i più noti sono quelli
che si manifestano durante i temporali o nelle
vicinanze di apparecchiature interessate da cir-
cuiti elettrici. In sostanza, il segnale puro si
trasforma in altro segnale il cui diagramma è
quello riportato in B di figura 1. Nella quale
sono evidenziati i picchi di tensione che rispec-
chiano i tipi di disturbi più fastidiosi, percetti-
bili sotto forma di ticchettìi.
Analizzando la curva riportata in B di figura 1,
si può desumere che i picchi di disturbo non
hanno relazione di tempo o di fase, né tra di
loro, né con il segnale trasmesso. Ciò a causa
della totale casualità del fenomeno di disturbo,
no un argomento di grande interesse per i CB:
quello dell'intervento pratico sui vari elementi
del circuito elettrico dell'autovettura allo scopo
di soffocare, alla fonte, ogni tipo di radiodistur-
bo.

IL RUMORE ELETTRICO

Per semplificare il più possibile la nostra espo-


sizione, supporremo che il segnale irradiato
dalle emittenti radiofoniche sia di tipo a modu-
lazione di ampiezza (AM) e che sia rappresen-
tato da una comune curva sinusoidale, anche se
i lettori sanno che, in realtà, il segnale emesso
da un trasmettitore è costituito da una compo-
sizione di segnali di alta e di bassa frequenza.
Il segnale puro, il cui diagramma è riportato in
A di figura 1, subisce, durante il suo viaggio fra
trasmettitore e ricevitore, alcuni deterioramenti
dovuti al rumore elettrico presente lungo il

447
la cui eliminazione appare certamente difficile.
Pur tuttavia, esistono alcuni metodi di inter-
vento sugli apparati radioriceventi che sono in
grado di attenuare questi fenomeni e che ora
analizzeremo.

RESTRINGIMENTO DI BANDA

Uno dei sistemi più noti e più comuni, adottati


nei ricevitori amatoriali e professionali per ri-
durre i disturbi che accompagnano l'ascolto
radiofonico, consiste nel ridurre la banda pas-
sante dell'apparato ricevente, limitandola a
quei pochi chilohertz necessari a rendere intel-
legibili le trasmissioni in fonìa.
Negli apparecchi radioriceventi di buona quali-
tà, la banda passante viene limitata fra i 300 Hz
e i 3.000 Hz circa. Si tratta dunque di una
banda passante alquanto ristretta, non certa-
mente in grado di consentire un ascolto di tipo
ad alta fedeltà. Ma non è questo un elemento di
demerito del ricevitore, perché una banda di
tali dimensioni è sufficiente a rendere com-
prensibile il parlato. Purtroppo, moltissimi di-
sturbi radiofonici assumono valori di frequenza
Fig. 1- I circuiti tosatori intervengono sui segnali-
superiori ai 3.000 Hz e questi, con il sistema
disturbo riducendo i picchi di tensione che non appar- ora ricordato, non possono essere completa-
tengono al segnale originale. mente annullati, ma soltanto attenuati.

[3> I •I 4

[>I
Fig. 2 - Con questo schema a blocchi si interpreta Il comportamento dei ricevitori
radio muniti di dispositivo noise blanker.

448
fs '
UT!LIZZ.

Fig. 4 - Per eliminare i disturbi provocati dalla dinamo si


collega un condensatore (C1) da 500.000 pF - 1.000 VI
sulla presa di corrente. Il condensatore deve essere di
tipo per auto, avvolto da una carcassa metallica che
deve rimanere in intimo contatto elettrico con la massa.

Fig. 3 - In taluni circuiti di noise blanker i segnali


disturbo (A) subiscono un processo di inversione di
fase (B), in modo che il loro successivo accoppiamento
produca un segnale puro (C).
PRESA
CORR.

UTILIZZ.
CIRCUITO TOSATORE

Nei ricevitori per radioamatori e in quelli per Fig. 5- Anche i rimedi ai disturbi provocati dall'alterna-
l'ascolto della banda cittadina vengono inseriti tore ricalcano le orme di quelli adottati per i disturbi
dei circuiti speciali con lo scopo di ridurre il generati dalle dinamo. Normalmente si applica un con-
rumore. E il più semplice tra questi prende il densatore (C1), da 500.000 pF -1.000 VI, sulla presa di
corrente.
nome di «circuito tosatore».
Il tosatore è un circuito molto semplice; per
realizzarlo infatti sono sufficienti talvolta pochi
diodi, che impediscono al segnale in ingresso di
superare un prefissato valore di soglia. Tutti i
picchi eccedenti tale valore, dunque, vengono
1° - Quando il segnale è molto basso rispetto al
inevitabilmente tosati dal circuito, che riduce
in tal modo l'entità dei disturbi stessi. livello di taglio, i disturbi rimangono co-
All'uscita del circuito tosatore, chiamato anche munque nella loro totale ampiezza.
«clipper» con denominazione anglosassone, il 2°- Al contrario, quando il segnale è molto
segnale assume la forma proposta in C di figura forte, questo può superare il livello di clip-
I. Nella quale la lettera T vuole indicare l'enti- ping e subire un taglio con conseguenti,
tà della tosatura dei picchi dei segnali-disturbo. notevoli effetti di distorsione.
I circuiti di clipper eccessivamente semplici
nella loro concezione circuitale denunciano al- Un notevole miglioramento si ottiene nei cir-
meno due gravi inconvenienti: cuiti tosatori a livello variabile, sia manual-

449
NOISE BLANKER

Un notevole contributo alla battaglia contro i


disturbi radiofonici è stato offerto dai cosiddetti
NOISE BLANKER, ovvero «eliminatori di di-
sturbi». La cui azione è completamente diversa
da quella dei clipper, anche se gli scopi sono gli
stessi.
I noise blanker sono circuiti alquanto comples-
si, molto più complessi di quelli tosatori, per-
ché talvolta comportano l'inserimento, nel si-
stema di ascolto, di un secondo, vero e proprio
ricevitore ausiliario.
Il concetto che regola il comportamento di
questo particolare sistema di riduzione dei di-
sturbi è schematizzato in figura 2. Gli elementi
Fig. 6 - L'eliminazione dei disturbi causati dal regolato- che compongono lo schema a blocchi sono:
re si effettua nel modo indicato in questo disegno,
collegando due condensatori (C1 - C2) sulle linee «bat- 1 - Amplificatori RF
teria» e «utilizzatore». I due condensatori debbono es-
sere di tipo per auto, da 500.000 pF 600 VI, avvolti da 2-1MF(2,7 : 4MHz)
carcasse metalliche, che dovranno essere connesse
con la massa dell'autovettura. 3 - Elaboratore segnali-disturbo
4 - Mixer (sego. radio+ sego. disturbo invert.)
5- 2'MF(455 MHz) + rivel. (AM o SSB)
6 - Amplificatore BF
mente che automaticamente. Infatti, con questi
dispositivi, il livello di limitazione viene rego- Vediamo ora di descrivere singolarmente i di-
lato leggermente a} di sopra del valore di picco versi blocchi che compongono il sistema antidi-
del segnale utile ricevuto, in modo da raggiun- sturbo noise blanker.
gere sempre il massimo effetto di soppressione Il blocco contrassegnato con il numero I in
dei disturbi, senza peraltro deteriorare il segna- figura 2 indica il circuito amplificatore a radio-
le originale. frequenza del ricevitore, dal quale il segnale

Fig. 7 - Per minimizzare le perturbazioni elettriche


sollevate dalla bobina verso l'impianto elettrico, si con-
siglia di realizzare l'accorgimento elettrico qui illustra-
to, che consiste nel collegamento di un condensatore
ceramico (C1) da 5.000 pF- 1.000 VI tra il morsetto del
MASSA ruttore e la massa. Ma quello che maggiormente pro-
AUT0M. tegge l'impianto elettrico dai disturbi della bobina è
senza dubbio il condensatore C2, del valore di 100.000
ALLA MESSA pF - 1.000 VI, collegato sulla linea positiva di alimenta-
IN MOTO zione della bobina stessa.

450
viene prelevato attraverso due strade, quella del di fase. La curva C è la risultante della sovrap-
blocco 2 e quella del blocco 3. posizione delle due curve A e B.
li blocco 2 rappresenta il tradizionale stadio Con questo sistema, dunque, il blocco 3 prov-
amplificatore a media frequenza. Il blocco 3 vede ad invertire nella fase i segnali-disturbo e
interpreta la presenza di un circuito elaboratore ad inviarli al blocco 4, dove vengono miscelati
di segnali, in grado di riconoscere i picchi con il segnale originale allo scopo di ottenerne
provocati dai segnali-disturbo. l'eliminazione.
L'elaboratore di segnali (blocco 3) produce in
uscita una tensione di controllo in grado di
comandare l'interruttore elettronico del blocco DISTURBI NELLE AUTOVETTURE
4.
In presenza di un disturbo, il circuito elabora- Per uscire dal campo teorico ed entrare in una
tore di segnali (3) blocca l'interruttore elettroni- certa misura in quello pratico, vogliamo ora
co (4), impedendo il passaggio del segnale pro- ricordare al lettore alcuni accorgimenti da
veniente dal blocco 2 e quindi del disturbo che adottare sulle autovetture per scongiurare il
si sta verificando in quell'istante. All'uscita dal fenomeno dei segnali-disturbo, perché proprio
blocco 4 il segnale subisce poi il normale pro- in auto questo fenomeno è più frequente e
cesso di amplificazione tipico di tutti i radiori- maggiormente risentito dagli utenti delle radio-
cevitori. trasmissioni.
Facciamo notare, a questo punto, che assai Da alcuni anni a questa parte, l'uso di apparec-
spesso il blocco 3 è costituito da un vero e chiature elettroniche in auto ha conosciuto
proprio ricevitore accordato su di una frequen- un 'espansione spettacolare, sia nel settore pub-
za libera, non molto dissimile da quella che si blico che in quello privato. Ma l'efficacia del
riceve. li ricevitore ausiliario capta praticamen- loro funzionamento rimane tuttora condiziona-
te gli stessi disturbi che accompagnano il segna- ta dalla qualità degli interventi tecnici su quelle
le principale, pur non ricevendo il segnale utile parti dell'autovettura che sono fonti di campi
e bloccando l'interruttore elettronico in sincro- elettromagnetici parassiti e, conseguentemente,
nismo coi disturbi stessi. di rumorosità parassite. Per esempio, per sop-
Un diverso comportamento del blocco 3 è quel- primere i disturbi provocati dalla dinamo, si
lo interpretato dai diagrammi riportati in figura deve realizzare l'intervento chiaramente illu-
3. Nella quale il diagramma A interpreta il strato in figura 4. Sulla presa di corrente del
segnale radio arricchito con i picchi di segnali- generatore, molto vicino al morsetto, è consi-
disturbo, mentre il diagramma B rappresenta lo gliabile l'inserimento di un condensatore pas-
stesso concetto con i segnali-disturbo invertiti sante da 500.000 pF - 1.000 Vl. li corpo metal-

451
lico esterno del componente deve rimanere ben
stretto a massa, facendo attenzione a non inse-
rire mai il condensatore sul morsetto di eccita-
zione.
I rimedi contro i disturbi sull'alternatore sono
in linea di massima quelli adottati per la dina-
mo.
Soltanto se si dovesse verificare una ondulazio-
ne residua nell'alimentazione dell'autoradio o
del ricetrasmettitore, è consigliabile inserire in
serie alla linea stessa di alimentazione, un filtro
induttivo-capacitivo, per esempio di 50 mH e
di una capacità elevatissima, ovviamente dopo
aver verificato il comportamento della batteria.
In ogni caso l'uso del condensatore da 500.000
pF, collegato sulla presa di corrente, così come
appare in figura 5, può considerarsi sufficiente
per l'eliminazione dei disturbi provenienti dal-
l'alternatore.
Per l'eliminazione dei disturbi causati dal rego-
Fig. 8 - I moderni cavi resistivi, adottati per la riduzione latore si inseriscono, in prossimità dei morsetti,
degli effetti radianti dei campi elettromagnetici nelle due condensatori passanti da 500.000 pF - 600
autovetture, sono composti come illustrato in questo VI, come indicato nello schema di figura 6. Il
disegno: filo tessile impregnato di grafite, ossia filo
resistivo (1); trecciola in rajon (2) conduttore in neopre-
collegamento si effettua sulle linee «batteria» e
ne (3); isolante in caucciù (4); trecciola in rajon (5); «utilizzatore».
guaina In neoprene (6). Anche in questo intervento le carcasse metalli-

Fig. 9 - In sostituzione dei moderni cavi resistivi, si


possono adottare i normali cavi per alta tensione,
aggiungendo in serie ad essi delle resistenze: in
prossimità delle candele e degli elettrodi del di-
stributore (disegno in basso). Ma i cavi resistivi e
le candele con resistenza incorporata sono ovvia-
mente da preferirsi (disegno In alto).

452
Fig. 10 - Esempi di comporta-
mento dei campi elettromagneti-
ci generati dalle candele nei vari
sistemi di impianti elettrici delle
autovetture. La candela normale
(1), priva di alcuna protezione, .-RESISI
genera un intenso campo elettro-
magnetico ad alta frequenza. La
candela con resistenza incorpo- @
rata (2) riduce di molto l'intensità
del campo elettromagnetico.
Questa stessa riduzione si ottie-
ne anche collegando, in serie al
cavo, una resistenza aggiuntiva CAND. CAND CAND.
(3). NORM. CON NORM.
RESISI.

che dei condensatori dovranno risultare salda- inserire nel circuito alcune resistenze di smor-
mente connesse al telaio dell'autovettura. zamento, inserendole, più precisamente, lungo
Nei casi più critici si potrà inserire un filtro i cavi di distribuzione. La soluzione più moder-
sulla linea di «eccitazione», utilizzando una na ed efficace consiste nell'uso di appositi cavi
resistenza da 4,7 ohm -0,5 W, collegata in serie «resistivi», come quello illustrato in figura 8.
ad un condensatore da 2.200 pF - 1.000 VI. In alternativa, si potranno aggiungere, in serie
Questi elementi verranno collegati fra morsetto ai normali cavi in dotazione alle autovetture,
di «eccitazione» e massa (telaio dell'autovettu- alcune resistenze, sia in prossimità del distribu-
ra). tore, sia sulle candele (figura 9). In particolare,
Per minimizzare le perturbazioni prodotte dal- si potrà inserire una resistenza da I 0.000 ohm
la bobina verso l'impianto elettrico è consiglia- su I cavo centrale del distributore ed altre da
bile realizzare l'accorgimento illustrato in fi- 5.000 ohm nei punti prescelti.
gura 7. Esso consiste nell'inserimento di un Una soluzione ancora più moderna, in grado di
condensatore passante da I 00.000 pF - 1.000 offrire risultati migliori, consiste nell'uso di
VI sulla linea positiva di alimentazione della candele con elemento resistivo interno (figura
bobina. Attenzione però a non inserire tale 10).
condensatore sul morsetto negativo che si colle- Possiamo così concludere dicendo che lim-
ga con il ruttore! pianto ad alta tensione dell'auto richiede la
A tale morsetto si potrà invece collegare un maggior schermatura possibile e che i rimedi al
condensatore ceramico (Cl) da 5.000 pF - contenimento dei campi elettromagnetici ra-
1.000 Vl, con lo scopo di sopprimere i disturbi dianti possono essere molteplici. Essi vanno
rapidi. dall'uso di componenti specifici, come quello
Per eliminare i disturbi provenienti dalle punti- di cavi e candele resistive, all'impiego dei nor-
ne platinate basterà sottoporre queste a soventi mali materiali in dotazione ma integrati con
controlli. I quali garantiscono un corretto fun- elementi resistivi, facilmente reperibili nei ne-
zionamento meccanico del motore dell'auto- gozi di rivendita di autoaccessori.
vettura unitamente ad un minor numero di Attualmente esistono in commercio, per la so-
scintillìi e, conseguentemente di disturbi. luzione di casi particolarmente critici, delle
calotte schermate da adattarsi al distributore e
dei cappucci schermati per le candele, nonché
L'IMPIANTO AT IN AUTO degli elementi schermanti per i cavi di distribu-
zione dell'alta tensione. Questi elementi non
L'impianto ad alta tensione dell'autovettura si sono di norma necessari e, salvo casi particola-
comporta come un vero e proprio trasmettito- ri, sono troppo costosi se rapportati ai modesti
re. Per ridurre gli effetti radianti, è necessario miglioramenti raggiunti.

453
CORSO
DI AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI
INTEGRATI DIGITALI

Ricorrendo ancora al «modulo universale» che, si riferiva ad un solo NANO, mentre in questa
to ripetiamo, è sempre disponibile presso la sede avremo occasione di utilizzare addirittura
nostra organizzazione in kit di cinque unità, tre dei quattro NANO che compongono il ben
come da pubblicità riportata a fine di ogni noto circuito integrato 7400.
puntata del «Corso di avviamento all'uso degli
integrati digitali», realizzeremo, questa volta,
un semplice montaggio con l'integrato modello ALCUNI RICHIAMI TEORICI
7400, ovviamente ricordando sempre alcuni
elementi teorici che non possono essere assimi- Per agevolare il compito didattico del lettore e
lati dopo una sola rapida e mensile lettura di per comodità nostra di trattazione, riportiamo
queste elementari esposizioni. In particolare, ancora una volta lo schema logico interno del-
faremo riferimento al concetto di NANO. l'integrato 7400 nel quale, come si vede nel
In altra occasione si è consigliato di utilizzare disegno di figura 1, è indicata pure la zoccola-
l'integrato 7400, che è un quadruplo NANO a tura del componente con la numerazione pro-
due ingressi, per verificarne praticamente la gressiva dei piedini. Con le lettere A e B si
funzione di inverter, in accordo con la tabella indicano al solito le due entrate del NANO,
della verità, sia collegando assieme due ingres- con la lettera Y si indica invece l'uscita. Con+
si, sia mantenendone soltanto uno allo stato VCC si designa il piedino sul quale deve essere
logico «I». Ma in ogni caso l'esercizio pratico applicata la tensione di alimentazione positiva,
con GDN si indica il piedino di terra (ground),
quello che nell'esperimento descritto più avanti
va collegato con la linea della tensione negativa
di alimentazione, che deve essere una tensione
Richiami teorici negativa continua e stabilizzata a-5 V.
I quattro NANO, schematizzati in figura 1,
sono perfettamente identici tra loro. Pertanto,
Circuito oscillatore ai fini applicativi, non riveste alcuna importan-
za il fatto di scegliere, fra le quattro, tre funzio-
Ingressi diversamente ni NANO a caso, anche se nel nostro circuito
polarizzati sperimentale si sono utilizzate le prime tre
funzioni, lasciando inutilizzata la quarta (all'in-
terno del rettangolo del disegno di figura I i
Esperimenti quattro NANO sono indicati con i numeri 1-2
con l'integrato 7400 -3-4).
li primo NANO, quello contrassegnato con il

454
SETTIMA PUNTATA

numero I, è dotato dei due ingressi I A e I B e le uscite sia delle funzioni NAND negli schemi
dell'uscita I Y, che fanno capo ai piedini I - 2 - relativi all'integrato 7400 sia di quelle citate in
3. E questa precisazione si estende chiaramen- sede applicativa.
te, nell'ordine, ai rimanenti tre NAND.
Giunti a questo punto ricordiamo che, per
valutare il funzionamento di un circuito logico, Tabella della verità NAND
è necessario aver ben presente la tabella della
verità degli elementi in esso contenuti, nella Ingr. A Ingr. B Use. Y
quale vengono elencate le precise corrispon- I

denze tra gli stati logici di ingresso e quello


o o 1
d'uscita. Ma per non creare confusioni nella
o 1 1
mente del lettore, manterremo le stesse lettere
1 o 1
maiuscole A-B- Y per indicare gli ingressi e 1 1 o

4A 48 4Y 3A 3 3Y

Fig. 1 - Schema di corrispondenza fra le quat- 7


tro funzioni NAND dell'integrato 7400 e i quat- l
tordici piedini del componente. La sigla GDN
significa «terra». 1A 18 1Y 24 2B 2Y GND

455
C1

I [}
R1
14
1
2
/C1 3 Ic2e
<;
9

IO
Ic3

CONI 1
~
CONT. 2
z r
'1'p'99" 'T'f o

Fig. 2 - Circuito teorico, da realizzare in pratica per constatare, tramite l'accensione


e lo spegnimento dei due diodi led diversamente colorati, il comportamento
dell'oscillatore e dell'inverter realizzati con l'integrato 7400.

--------COMPONENTI-----
Condensatore R3 = 150 ohm
c1 = 470 F - 12 V (elettrolitico) Varie
Resistenze DL1 = diodo led (rosso)
R1 = 1.000 ohm DL2 = diodo led (verde)
R2 = 150 ohm IC = integrato mod. 7400

CIRCUITO OSCILLATORE

Prima di iniziare l'esame del circuito sperimen- Analizzeremo ora il circuito di figura 2 in due
tale di figura 2 vogliamo menzionare un con- diverse condizioni logiche, ossia con polarizza-
cetto fondamentale cui abbiamo già accennato zione degli ingressi dei due NANO ICI e IC2
all'inizio di questa settima puntata del corso. allo stato logico «I» e con polarizzazione allo
Un concetto che assume grande importanza stato logico «O».
perché consente di interpretare il comporta- Le due diverse condizioni circuitali si raggiun-
mento dello schema applicativo di figura 2. Il gono spostando i contatti elettrici CONT. I e
quale è lo schema di un circuito oscillatore con CONT. 2 fra lo stato logico «I» e lo stato logico
cadenza che si aggira intorno all'hertz ( I Hz). «O». In pratica, come vedremo più avanti, non
In particolare, le sezioni ICI e IC2 controllano occorre utilizzare alcun elemento deviatore, ma
propriamente l'oscillatore, mentre la sezione basterà spostare a mano due comuni condutto-
IC3 funge esclusivamente da elemento pilota ri, come del resto si è suggerito di fare in altre
del diodo led DL2. occasioni.

456
CONT.2 CONT.1

Fig. 3 - Realizzazione pratica del circuito di


prova descritto nel testo. I diodi led possono
essere di qualsiasi tipo purché diversamente
colorati per interpretare il comportamento del-
l'integrato nelle diverse condizioni logiche.

INGRESSI POLARIZZATI A «1» la tensione sul terminale 1 della sezione ICI


non raggiunge il livello logico « 1 », dando luogo
Supponiamo che i due ingressi, che fanno capo ad una commutazione dell'inverter ICI, il qua-
ai due piedini 2 - 5 dello zoccolo dell'integrato le porta la sua uscita allo stato logico «O» e fa
7400 e che appartengono alle due sezioni commutare, conseguentemente, l'uscita della
NANO siglate con ICI e IC2 nello schema di sezione IC2 allo stato logico «I».
figura 2, risultino entrambi polarizzati allo sta- Da qui riparte un ciclo di temporizzazione
to logico «I». In pratica, facendo riferimento inverso al precedente che, dopo un certo tem-
allo stesso schema, i due conduttori collegati po, fa scaricare il condensatore C 1, provocando
con gli ingressi di «controllo» debbono essere la ricommutazione allo stato logico «O» dell'in-
spostati verso sinistra. Ebbene, in tali condizio- gresso 1 della sezione IC 1 e, in definitiva,
ni, per il concetto poco fa ricordato, per cui quella della sezione IC2, dando luogo ad un
mantenendo uno dei due ingressi di un NANO nuovo e completo ciclo di oscillazioni.
a livello fisso logico di « 1 » il NANO stesso Il comportamento circuitale ora descritto è ben
viene trasformato in INVER TER, le due sezio- evidenziato dai due diodi led DLI e DL2,
ni ICI e IC2 si comportano da inverter ed inseriti all'ingresso e all'uscita di uno stadio
innescano una oscillazione la cui frequenza è inverter. Pertanto, l'indicazione fornita dai due
determinata dal valore della resistenza R 1 e da diodi led sarà sempre complementare, ovvero,
quello del condensatore elettrolitico CI. ad un diodo led acceso dovrà sempre corrispon-
Il meccanismo dell'oscillazione è il seguente. dere un diodo led spento, e viceversa, come si
Quando l'uscita 6 della sezione IC2 passa dallo può dedurre dalla tabella della verità.
stato logico «I» allo stato logico «O», anche
!'ingresso 1 della sezione ICI, per effetto della
presenza del condensatore elettrolitico Cl, pas- INGRESSI POLARIZZATI A «O»
sa allo stato logico «O», mentre l'uscita 3 della
sezione ICI, risultando invertita rispetto all'in- Vediamo che cosa succede quando i terminali
gresso, si porta al livello logico «I». Ma ora il di controllo vengono polarizzati allo stato logi-
condensatore elettrolitico CI inizia a scaricarsi co «O».
attraverso la resistenza RI e ciò avviene finché Ciò si ottiene ovviamente muovendo con le

457
DL7 DL2
ROSSO

-
VERDE
\

-O
i- Fig. 4 - Il lettore potrà constatare, durante le prove, come
allo stato elettrico di acceso di un diodo led corrisponda
SPENTO ACCESO quello di spento dell'altro diodo.

mani i terminali contrassegnati con CONT. I e l'uscita di ICl si porta ad «l», mentre l'uscita
CONT. 2 nello schema teorico di figura 2. di IC2, funzionando da inverter, si porta allo
Mantenendo l'ingresso 5 al livello logico «I» e stato logico «O», facendo accendere il diodo led
portando al livello logico «O» l'ingresso 2, co- DL2 e mantenendo spento il diodo led DLl.
me si può dedurre dalla tabella della verità. Viceversa. portando al livello logico «O» l'in-

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e del collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità
di misura- I condensatori - I resistori- I diodi
L. 7.500 - I translstor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia anallsl dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere Il successo
posto di 128 pagine riccamente Illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

458
gresso 2 della sezione ICI, l'uscita di questa, MONTAGGIO SPERIMENTALE
indipendentemente dalle condizioni dell'entra-
ta I, passa al livello logico «I», facendo accen- Il montaggio sperimentale, il cui piano costrut-
dere il diodo led DLI e mantenendo spento il tivo è riportato in figura 3, si realizza come al
diodo led DL2. solito inserendo, per prima cosa, sullo stampa-
Più che la teoria, quanto ora detto potrà essere to, lo zoccolo a basso profilo i cui piedini,
sperimentato in pratica utilizzando il solito contrariamente a quanto avviene nei normali
circuito stampato, che abbiamo voluto chiama- montaggi, non entrano nei corrispondenti fori
re «modulo universale». Ma ancora una volta (in questo caso del tutto assenti), ma debbono
ricordiamo che l'impiego di diodi led, collegati essere ripiegati a 90 e saldati a stagno, tramite
verso massa, cioè sulla linea negativa dell'ali- saldatore dotato di punta sottile, sulle apposite
mentazione, non è molto corretto, in quanto piste. Dunque, lo zoccolo, i due diodi led, le tre
tende a sovraccaricare l'integrato. Dunque, nel- resistenze, il condensatore elettrolitico e i vari
la pratica di ogni giorno, questo tipo di inseri- conduttori vanno inseriti, come nei precedenti
mento non deve mai essere realizzato, anche se. circuiti sperimentali, direttamente sulle piste di
nel nostro caso, appare molto comodo per rame del circuito stampato e non dalla parte
visualizzare direttamente lo stato logico del- opposta, giacché la basetta è completamente
'uscita (0 = spento; l = acceso). priva di fori.

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sovraccoperta plastificata. Gli argomenti trattati possono
Il volume tratta tutto quanto essere succintamente cosi In-
Tutta la pratica dei semicon- riguarda questa basilare realiz- dicati: fisica del semiconduttori
duttori è trattata in questo li- zazione: dal principi di funzio- - teoria ed applicazione dei
bro con molta chiarezza e sem· namento alle tecniche di produ- translstor- SCR TRIAC DIAC
plicità, dagli amplificatori ai cir- zione, alle applicazioni e al me- UJT FET e MOS - norme di cal-
cuiti logici, con i più recenti todi di impiego nei più svariati colo e di funzionamento - tecni-
aggiornamenti tecnici del settore. campi della tecnica. che di collaudo.

459
ROSSO VERDE

DL1 DL2

\L
-O-
/
;I \
' @
ACCESO SPENTO

\ I /

@ O'
/
I
Fig. 5 - Com m utando variam ente i contatti relativi agli SPENTO ACCESO
ingress i delle funzioni NANO, si verificano le condizio-
ni elettriche riportate in questo schema.

Dopo aver fissato sulla basetta del circuito Nell'inserire l'integrato 7400 sullo zoccolo, rac-
stampato Io zoccolo a basso profilo, si provve- comandiamo di tener presente che il piedino I
derà a realizzare i due ponticelli (PONT.), che del componente si trova da quella parte in cui è
consentono di raggiungere la continuità circui- presente un contrassegno di riconoscimento:
tale e che sono rappresentati da due piccoli sul circuito stampato è riportato invece il nu-
spezzoni di filo di rame rigido. Per gli altri tipi mero I.
di collegamenti si userà del filo rigido ricoperto
di plastica.
Per quanto riguarda i due diodi led DLI e DL2. ALIMENTAZIONE
ricordiamo che questi sono componenti pola-
rizzati, dotati di anodo e catodo, che debbono Sui terminali «nero-rosso», contrassegnati con i
quindi essere inseriti nel circuito soltanto in un simboli della tensione continua, occorre ora
preciso senso, cioè con gli anodi rivolti verso le applicare la tensione continua e stabilizzata a 5
resistenze R2 ed R3 e con i catodi collegati con V, facendo bene attenzione a non scambiare tra
la linea di alimentazione negativa (GDN). Il loro le due polarità. Questa tensione potrà
terminale di catodo in un diodo led è riconosci- essere derivata da un alimentatore stabilizzato.
bile per il fatto di apparire leggermente più oppure da un opportuno collegamento di pile.
grosso di quello di anodo. ricordando però che non si debbono superare i
limiti di 4,75 e 5.25 V, pena la distruzione
dell'integrato.
Quei lettori che per questo esperimento vorran-
no far uso delle pile, potranno collegare, in
serie tra loro, due elementi da tre volt ciascuno,
abbonatevi a: in modo da disporre del valore di tensione
complessivo di 6 V, il quale, per quanto ora
detto, non potrà essere utilizzato direttamente.
ELETTRONICA ma dovrà venir ridotto mediante l'interposizio-
ne di un diodo al silicio, in grado di operare
PRATICA una caduta dì tensione di 0,6 -;- 0,7 V. Come
diodo al silicio si potrà montare un modello
1 N4004.

460
PROVE PRATICHE do led rosso DLI rimane spento, mentre si
accende il diodo led verde DL2, come indicato
Se tutti i collegamenti sono stati eseguiti corret- in figura 4.
tamente, alimentando il circuito di figura 3, si Colleghiamo ora CONT. 1 con la linea «D» e
potrà ora realizzare un lampeggio, alla cadenza CONT. 2 con la linea «l». Ebbene, in tal caso
di 1 Hz circa, dei due diodi led DLI - DL2. il diodo led DLI rosso rimane spento, ma si
Oppure si potrà far in modo che, mentre uno accende se CONT. 2 viene collegato con la
rimane spento, l'altro si accenda. Ma vediamo linea «O». Ovviamente il diodo led DL2 verde
come debbono essere collegati i due contatti darà sempre indicazione opposta. Quindi, si
liberi CONT. 1 e CONT. 2 per realizzare le può concludere dicendo che, mentre l'ingresso
diverse condizioni descritte in sede di analisi 2 di IC 1 pilota la partenza dell'oscillatore,
teorica del circuito di figura 2. l'ingresso 5 di IC2 da un risultato di blocco sia
Per far in modo che i risultati siano più appari- sulla condizione di acceso che in quella di
scenti consigliamo di servirsi di due diodi led di spento del diodo.
colore diverso, per esempio uno di color rosso e Se si desidera che l'oscillatore continui a fun-
l'altro di color verde. zionare nel tempo, i piedini 5 e 4 di IC2
Cominciamo con il collegare CONT. I con la debbono essere collegati assieme. In ogni caso il
linea «O» e CONT. 2 con la linea «I». Ebbene, lettore potrà provare a realizzare tutte le condi-
si potrà notare che in queste condizioni circui- zioni possibili per constatare i vari comporta-
tali l'oscillatore rimane bloccato. Infatti, il dio- menti del circuito.

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rendere pubblica una richiesta di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contestazioni che po
tessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità del testo pubblicato. In
ogni caso non verranno accettati e, ovviamente, pubblicati, annunci di carattere pub blici-
tario.
Coloro che vorranno servirsi di questa Rubrica, dovranno contenere il testo nei limiti di
40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stampatello).

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-~--------------

PER I VOSTRI INSERTI


l signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

Inserite il tagliar.do in una busta e spedite a:

ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »
I
Via Zuretti, 52 - MILANO. I

468
LA PISTA DEL LETTURE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

PIÙ GUADAGNO NEL MIXER Il guadagno del mixer, da noi progettato, di-
pende principalmente da due componenti: dal
Volendo allestire una piccola discoteca, assie- modello di transistor ad effetto di campo e dalla
me ad alcuni amici che, come me, non possono resistenza di carico di questo, per la quale
sopportare grosse spese, ho pensato di servirmi abbiamo prescritto l'uso di un trimmer, con cui
di un mio vecchio amplificatore, in accoppia- è possibile regolare e controllare il guadagno
mento con il miscelatore a due vie da voi dello stadio attraverso la messa a punto della
presentato sul fascicolo di maggio di quest'an- tensione sull'elettrodo di drain. Certamente, in-
no. Mi sono quindi messo all'opera ed ho tervenendo su questi elementi, lei potrà incre-
presto realizzato, ad onor del vero con esito mentare, anche se non di molto, il guadagno
positivo, il progetto del mixer. Tuttavia, non già ottenuto. E se di tale incremento dovesse
sono rimasto soddisfatto del guadagno raggiun- accontentarsi, le conviene sostituire il transistor
to con i due dispositivi. Credevo infatti che il con altri tipi di FET, conservando quello che, a
circuito del mixer, con la sua possibilità di suo avviso, provoca il maggior guadagno. Co-
regolazione annuale della tensione di lavoro sul me lei saprà, infatti, oltre che da elemento
drain del transistor, contribuisse ad un sensibile sommatore dei segnali applicati alle entrate, il
aumento del guadagno, purtroppo assai scarso, transistor TRl funge pure da elemento amplifi-
prodotto dall'amplificatore da me utilizzato. catore. Successivamente, sostituisce anche il
Nel quale, l'insufficienza ora citata si rivela trimmer R5 con una resistenza fissa di valore
anche regolando al massimo i controlli di livel- compreso fra i 10.000 e i 15.000 ohm ed elevi il
lo. La domanda che vi pongo è dunque la valore della tensione di alimentazione del cir-
seguente: è possibile, apportando qualche va- cuito dai 9 V previsti ai 12 15 V. Per ultimo,
riante, da voi suggerita, pretendere dal circuito le consigliamo di sostituire pure la resistenza si
del miscelatore un maggior guadagno? source R6 con un trimmer da 2.000 ohm, col
quale potrà agevolmente regolare, sul valore di
BONALUMI ROBERTO 6 V, la tensione di drain, senza interferire sul
Como guadagno dello stadio.

469
DUPLICATORE DI IMPULSI

Ho realizzato un contatore di impulsi collegato


con una fotoresistenza. Ma ora vorrei raddop-
piare la produzionie di impulsi in modo da
contare sia i passaggi luce-buio, sia quelli buio-
luce. Come posso fare?
FRASSONI ALFONSO
Brescia C1-C2 = 100.000 pF (1 + 400 Hz)
C1-C2 = 10.000 pF (400 Hz -;- 1 O Hz)
Servendosi di un circuito duplicatore come C1-C2 1.000 pF (10 KHz 200 KHz)
quello qui riportato, che utilizza un trigger di C1-c2 27 pF (200 KHz 1 MHz)
Schmitt in grado di generare impulsi di breve R1 8.200 ohm
durata sia sulle transizioni positive che su quel- R2 10.000 ohm
le negative del segnale d'ingresso, raddoppian- R3 8.200 ohm
do così il numero di impulsi contali. I valori di R4 = 10.000 ohm
CI e C2, che debbono essere uguali, dipendono D1-D2 = diodi al silicio (1N4148)
dalla frequenza del segnale d'ingresso. IC1 = 7400

INVERTER PER BATTERIE LA SCATOLA


12 Vcc - 220 Vca - 50 W
DI MONTAGGIO
COSTA

L. 36.500

Una scorta di energia


utile in casa
necessaria in barca,
in roulotte, in auto,
in tenda.

Trasforma la tensione continua della batteria d'auto in tensione alternata a 220 V.


Con esso tutti possono disporre di una scorta di energia elettrica, da utilizzare
in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.

La scatola di montagglo dell'INVERTER costa L. 36.500. Per richiederla occorre invlare anticl-
patamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o c.c.p. n. 46013207 intestato a:
STOCK RADIO - 20124 MILANO • Via P. Castaldi, 20 (Telef. 6891945).

470
R2 «
Cl rr' 02

I
Il Il II e
sv
e
~ • • Il • ~ ~ I l 5
I T
~
ENTR
iS) 3 <R3

MODERNO RICEVITORE DEL PRINCIPIANTE


CON INTEGRATO
PER ONDE MEDIE
PER MICROFONO
PER PICK UP

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 14.750 (senza altoparlante) {
L. 16.750 (con altoparlante)

CARATTERISTJCHE:
Controllo sintonia: a condensatore variabile - Controllo volume: a potenziometro - 1' Entrata BF:
S00+50.000 ohm -2 Entrata BF: 100.000+1 megaohm - Alimentazione: 9 Vcc - Impedenza d'u-
scita: 8 ohm - Potenza d'uscita: 1 W circa.

Il kit contiene: 1 condensatore variabile ad aria - 1 potenziometro di volume con interruttore In-
corporato - 1 contenitore pile - 1 raccordatore collegamenti pile - 1 circuito stampato - 1 bobina
sintonia - 1 circuito lntegr.:to - 1 zoccolo porta Integrato - 1 diodo al germanio - 1 commutatore
- 1 spezzone di filo flessibile - 10 paglluzze capicorda - 3 condensatori elettrolitici - 3 resistenze
• 2 viti fissaggio variabile.

Tutti I componenti necessari per la realizzazione del moderno ricevitore del principiante sono con-
tenuti in una scatola di montaggio approntata In due diverse versioni : a L. 14.750 senza altoparlan-
te, aL. 16.750 con altoparlante. Le richieste debbono essere tette inviando anticipatamente gli im-
portl a mezzo vaglia postale, assegno bancario, asseg no circolare o c.c.p. n. 46013207 intestato a:
STOCK RADIO • 20124 MILANO • Via P. Castaldi, 20 (Telet. 6891945).

471
OSCILLATORE CON UJT Ecco lo schema di un circuito oscillatore a
rilassamento di tipo classico, nel quale la fre-
Con un transistor unigiunzione, modello quenza di oscillazione è regolabile, tramite il
2N2646, vorrei realizzare un oscillatore in gra- potenziometro R2, fra i valori di 250 e 4.000
do di pilotare un altoparlante da 8 ohm. Gradi- Hz. Variazioni diverse si ottengono cambiando
rei inoltre poter regolare la frequenza di oscilla- il valore di C 1. L'uscita va collegata diretta-
zione mediante un potenziometro. mente con l'altoparlante. Con frequenze basse
FILIPPINI FELICE conviene aumentare il valore di C2, sostituen-
Ancona dolo, all'occorrenza, con un elettrolitico con il
terminale positivo rivolto verso R4.

S7

e
9V
=
e
c2
Cl
R4
use.

C1 100.000 pF R2 50.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)


c2 100.000 pF R3 = 100 ohm
R1 4.700 ohm R4 33 ohm
UJT = 2N2646

ALIMENTATORE PER AUTORADIO = uscita, gnd (ground) = massa. Il modello


citato nell'elenco componenti fornisce, con una
Volendo destinare la mia autoradio al servizio tensione di 12 V, la corrente di 1,5 A. Tenga
di riproduttore hi-fi di casa, mi servirebbe un presente che IC 1 va montato su adatto radiato-
semplice progetto di alimentatore in grado di re.
simulare la batteria dell'auto.
CATANESE LUCIANO
Roma C1 = 2.200 F- 36 VI (elettrolitico)
C2 = 100.000 pF (ceramico)
Il suo problema è presto risolto con l'uso di un C3 = 100.000 pF (ceramico)
integrato stabilizzatore di tensione (ICI i cui D1-D2 = diodi al silicio 80 V - 3A
terminali sono: in (input) = entrata, out (output) IC1 = LM340K (7812K)

472
ALIMENTATORE BILANCIATO Certamente sì. servendosi di un 474I in veste
di controllore della conduzione di una coppia di
É possibile derivare dal mio alimentatore stabi- transistor complementari, con lo scopo di man-
lizzato, con uscita O - 30 Vcc, un certo numero tenere sugli emittori lo stesso valore di tensione
di tensioni duali per alimentare correttamente presente nel cursore del potenziometro di bilan-
gli amplificatori operazionali? ciamento. La linea nera, riportata nello sche-
FARA EDOARDO ma, indica la massa fittizia alla quale si riferi-
Savona sce la tensione intermedia.

+
TR1

@ le
ENTR. VCC
@ Tcr

c1 = 50 F - 35 VI (elettrolitico) R1 = 18.000 ohm


C2 = 100.000 pF R2 = 4.700 ohm (trimmer)
C3 = 100.000 pF R3 = 18.000 ohm
C4 = 50 µF - 16 VI (elettrolitico) "O}, - A7+1
C5 = 50 µF - 16 VI (elettrolitico) -TR = BC107
TR2 = BC177

gndO
--
@

o j
out

+
Cl

473
AMPLIFICATORE A PONTE Uno dei pochi sistemi per disporre di una
elevata potenza d'uscita in un amplificatore per
Nella mia autovettura, vorrei aumentare la po- auto consiste nel ricorrere ad un circuito a
tenza sonora di una radiolina, accoppiandola ponte come quello qui presentato, che fornisce
con un amplificatore ed utilizzando una coppia ben 30 W su un carico di 4 ohm. Per realizza-
di altoparlanti da 4 ohm - 30 W già in mio zioni stereo, si dovranno comporre due amplifi-
possesso. catori indipendenti. Il trimmer RIO deve essere
AMATI BRUNO regolato in modo che le due tensioni sui piedini
Caserta 4 siano uguali.

4•. 1 = 7 i e
12V
e
R2 R8 3] 2 l T
E
ul- -{
c2 C7
Il
R3 R7

Condensatori R3 = 22 ohm
C1 = 1O µF - 16 VI (elettrolitico) R4 = 1 ohm
C2 = 220 F - 12 VI (elettrolitico) R5 = 2.200 ohm
c3 = 100.000 pF R6 = 1 ohm
C4 = 100.000 pF R7 = 22 ohm
C5 = 100.000 pF R8 = 2.200 ohm
C6 = 100.000 pF R9 = 47.000 ohm
C7 = 220 F - 16 VI (elettrolitico) R10 = 10.000 ohm (trimmer)
C8 = 1O F - 16 VI (elettrolitico) R11 = 47.000 ohm
C9 = 500 F - 24 VI (elettrolitico) ~
Varie
Resistenze IC1 = TDA2003
R1 = 22.000 ohm (potenz. a variaz. log.) IC2 = TDA2003
R2 = 2.200 ohm AP = altoparlante (4 ohm - 50 W)

474
ESPOSIMETRO SONORO

Nella camera oscura, dove per la scarsa lumi- Il circuito qui riportato soddisferà certamente le
nosità la visione di uno strumento diviene pre- sue esigenze. Si tratta infatti di un oscillatore
caria, avverto la mancanza di un esposimetro astabile, la cui frequenza di oscillazione è con-
sonoro, possibilmente in grado di variare la trollata da una fotoresistenza.
frequenza della nota emessa e consentire quindi
una valutazione ad orecchio della luminosità.
PAGANO ARRIGO
Taranto

51
FR R3 R5
AP

R2 Cl Il
l I
Condensatore Varie
C1 = 10.000 pF FR = fotoresistenza (quals. tipo)
TR1 = BC177
Resistenze TR2 = BC177
TR3 = BC177
R1 = 22.000 ohm (trimmer taratura sensibi- AP = altoparlante (16 o più ohm)
lità)
S1 = interrutt.
R2 = 4.700 ohm
PILA = 1,5 V
R3 = 2.200 ohm
R4 = 100 ohm
5 = 10.000 ohm

475
CONTROLLO DI LUCI dalle luci del corridoio mette in conduzione il
TRIAC e viceversa. Faccia attenzione però che
Mi capita spesso di lasciar accese le luci della le lampadine della cantina non illuminino la
cantina per semplice dimenticanza. Come pos- FR e monti il TRIAC su un radiatore.
so fare per pilotare automaticamente queste
lampadine tramite le luci del corridoio?
SQUILLANTE DA VIDE
Napoli R1 = 100 ohm - 1 /2 W
FR fotoresistenza (quals. tipo)
Realizzi questo circuito, in cui la FR colpita TRIAC quals. tipo (I=3 : 5A)

R7 CARICO
r MM- # {O O)

A2
FR

RETE

RICEVITORE PER ONDE CORTE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO L. 16.200

COMPLETO DI AURICOLARE A CRISTALLO


AD ALTA IMPEDENZA

ESTENSIONE DI GAMMA: 6 MHz + 18 MHz


RICEZIONE IN MODULAZIONE D'AMPIEZZA
SENSIBILITA': 10 V ± 15 V

476
AMPLIFICATORE PER NOTE GRAVI

Con una coppia di transistor tipo B0266 e Con la coppia di transistor complementari dar-
B036 7, vorrei realizzare un amplificatore par- lington in suo possesso e un operazionale, il
ticolarmente adatto alla riproduzione dei bassi. programma è realizzabile. E la costruzione del
È possibile ciò? circuito qui riportato glielo testimonierà. Tenga
CA TT ANEA EMILIO presente che la potenza d'uscita è di 20 W circa
Milano e che, eliminando il condensatore C2, la rispo-
sta in frequenza si estende pure alle note acute.

R
MM
mi ]. Il Il+

I_ la
R22..10.-l Il
»e. Il

l
@@
I/C6

r
312V

COM Q

+
::i
R7 Jl
+ c3
e
e

! 5
Il Il @12v

I l
(6)E
-r2
T
e

T I±
7
Il Il Il

Condensatori Resistenze
c1 = 10 µF - 16 VI (elettrolitico) R1 = 1.000 ohm -,
C2 = 22 F - 16 VI (elettrolitico) R2 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
C3 = 100.000 pF R3 = 4.700 ohm
C4 = 100.000 pF R4 = 10.000 ohm
es = 100.000 pF
Varie
C6 = 2.200 F - 16 VI (elettrolitico)
C7 = 2.200 F - 16 V (elettrolitico) IC1 = A741
TR1 = BD266
TR2 = 80367
AP = altoparlante (8 ohm - 20 W)

477
TRANSISTOR BD137

Da una scheda elettronica ho recuperato alcuni


transistor di tipo BO 137 di cui non conosco la
disposizione degli elettrodi e neppure le carat-
teristiche. Sapete elencarmele?
QUADRIO ADRIANO
Bologna

li BD137 è un transistor di iipo NPN al silicio


di media potenza, adatto per usi generali, sia
audio che di commutazione. Le sue caratteristi-
che principali sono:

Tensione collettore-emittore: 60 V
Tensione inversa base-emittore: 5 V
Corrente di collettore: 1,5 A
Corrente di base: 0,2 A )
E C B
I valori citati sono ovviamente quelli-massimi

KIT PER LUECI STROBOSCOPICHE


L.16.850
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, così da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori - n. 6 resistenze - n. 1 po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato - n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore- n. 1 SCR - n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

478
EQUALIZZ ATORE RIAA

Volendo sostituire la testina ceramica del gira- Un circuito a due transistor, come quello qui
dischi con una più fedele di tipo magnetico, ma pubblicato, potrà risolvere il suo problema.
non prevedendo il mio amplificatore un'entrata L'alimentazione potrà essere derivata dallo
per questo nuovo tipo di segnali, mi servirebbe stesso amplificatore, purché stabilizzata e di
un circuito equalizzatore RIAA. valore compreso fra i 12 Ve i 24 V.
PERSIANO PASQUALE
Bari

RIO

R11

rii-+ r 7 Tfyy
} l Ti-
C7

c2 c3 Cc4 R9
USCITA

R3 R6 R12

Condensatori R4 = 100.000 ohm


22 F- 35 VI (elettrolitico) R5 = 1 megaohm
c1 =
1.000 pF R6 = 470 ohm
C2 =
10.000 pF R7 = 27.000 ohm
C3 =
3.300 pF R8 = 2,2 megaohm
C4 =
22 F-35 VI (elettrolitico) R9 = 2.200 ohm
C5 =
100 F - 36 VI (elettrolitico) R10 = 220 ohm
C6 =
180 pF R11 = 100 ohm
C7 =
R12 = 4.700 ohm
Resistenze
Varie
R1 = 1.000 ohm
R2 = 560.000 ohm TR11

= BC109
R3 = 56.000 ohm TR2 = BC179

479
offerta speciale!

NUOVO PACCO DEL PRINCIPIANTE


Una collezione di dodici fascicoli arretrati accuratamente selezionati fra quelli che hanno
riscosso il maggior successo nel tempo passato .

ELETTRONICA
PRATICA

ELETTRONICA
- E7 PRATICA
G
E
t
E
A
A
T
o
D

CE=

L. 12.000
Per agevolare l'opera di chi, per la prima volta, è impegnato nella ricerca degli elementi
didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è l'elettronica del tempo libero,
abbiamo approntato un insieme di riviste che, acquistate separatamente, verrebbero a
costare L. 3.000 ciascuna, ma che in un blocco unico, anziché L. 36.000, si possono avere
per sole L. 12.000.
IN SCATOLA
ALIMENTATORE DI MONTAGGIO
PROFESSIONALE L. 34.000
e STABILIZZAZIONE PERFETTA FRA 5,7 e 14,5 Vcc e CORRENTE DI LAVORO: 2,2 A

Di facilissima costruzione e di grande utilità nel la-


boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato e
dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e


14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2A): regolabile fra
5,7 e 14,5 Vcc
5P Stabilizzazione: - 100 mV
LI«EeNTATOHE STABIZZA Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata.
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
n, 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
- n. 3 Condensatori elettrolitici
- n. 3 Condensatori normali

~·- t
- n. 3 Transistor
- n. 1 Diodo zener
n. 1 Raddrizzatore
n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta) 8 e
n. 1 Circuito stampato

n. 1 Bustina grasso di silicone
n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate)

- n. 1
il

',=
t'-
Cordone di alimentazione (gommino-passante}
- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
- n. 1 Interruttore di rete
- n. 1 Manopola per potenziometro
- n. 1 Potenziometro (rondella e dado)
n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 da
rondelle)
n. Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2
tofilettanti)
- n. 1 Pannello frontale serigrafato
- n. 7 Spezzoni di filo (colori diversi)
- n. 2 Spezzoni tubetto sterling

La scatola di montaggio dell'ALIMENTATORE PROFESSIONALE costa L. 34.000. Per richie-


derla occorre inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o
c.c.p. numero 46013207, citando chiaramente l'indicazione • Kit dell'Alimentatore Professio-
nale • ed Intestando a • STOCK RADIO - 20124 MILANO . Via P. Castaldi, 20 (Tel. 6891945).
Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione.
MICR0TRASMETTIT0RE
FM CON CIRCUITO
INTEGRATO
CARATTERISTICHE
Tipo di emissione in modulazione di frequenza
Gamma di lavoro 88 +- 108 MHz
Potenza d'uscita 10 + 40 mW
Alimentazione con pila a 9 V
Assorbimento 2,5 + 5 mA
Dimensioni 5,5 x 5,3 cm (esci. pila)

Funzionamento garantito anche per i principianti - Assoluta semplicità di montaggio -


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L 12.700
Gli elementi fondamentali, che ca-
ratterizzano il progetto del microtra-
smettitore tascabile, sono: la mas-
sima semplicità di montaggio del
circuito e l'immediato e sicuro fun-
zionamento. Due elementi, questi,
s E che sicuramente invoglieranno tut-
ti i principianti, anche quelli eh-e
sono privi di nozioni tecniche, a
costruirlo ed usarlo nelle occasio-
ni più propizie, per motivi profes-
sionali o sociali, per scopi protet-
tivi e preventivi, per divertimento.
vieta.eess re.guerce
DI ELETTRONICA - RADIO - CB • 27 MHz
PRATICA
A&
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GAMME A B c D
RANGES 100+400Kc 400+-1200Kc 1,1+3,8Mc 35:12Mc

GAMME E F G
RANGES 12+40Mc 40+130Mc 80+260Mc

I
\ TiESTiER ANALIZZATORE - ed. ALFA
~.... I
. èi
(sensibilità 20.000 oh )

e
'
Questo generatore, data la sua larga banda di frequen-
0VITA'
ASSOLUTA!

za consente con molta facilità l'allineamento di tutte


le apparecchiature operanti in onde medie, onde lun- anazzatore è
ghe, onde corte, ed in tutta la gamma di VHF. Il qua- interamente protetto
drante delle frequenze è di grandi dimensioni che con-
sente una facile lettura. da qualsiasi
Dimensioni: 250x170x90 mm errore di manovra

provoca

CARATTERISTICHE TECNICHE
Tensioni continue 100 mV-2V-5V-50 V - 200 V- 1.000 V
Tensioni alternate
Correnti continue
1 O V- 25V- 250 V- 1 .000 V
50 A- 0,5mA - 1 O mA - 50 mA - 1 A
L 39.500
Correnti alternate 1,5 mA - 30 mA - 150 mA - 3 A
2x1-2x 1 00- 2x1.000 Ottimo ed originale strumento di misurs. appositamente stu-
diato e realizzato per i principianti.
1 O Vca - 25Vca - 250 Vca - 1.000 Vca
22 dB- 30 dB - 50 d- 62 dB La protezione totale dalle errate insertioni è ottenuta me-
da O a 50 uF - da O a 500 µF diante uno scaricatore a gas e due fusibili,

CARATTERISTICHE GENERALI
= Iuta protezione dalle errate manovre dell'operatore. - Scala a specchio, sviluppo scala mm. 95.- Garanzia di fun-
zxx-.a."rnénlo eJE,ttrico anche in condizioni ambientali non favorevoli, - Galvanometro a nucleo magnetico schermato con-
camp i magnetici esterni. - Sospensioni antiurto. - Robustezza e insensibilità del galvanometro agli urti e al tra-
o.- Misura balistica con alimentazione a mezzo batteria interna.

(Generatore di segnali)
o nelle due versioni per Radio e Televisione. Particolarmente adatto per localizzare velocemente i guasti nei ra-
ioricevitori, amplificatori, fonovaligie, autoradio, televisori.

CARATTERISTICHE TECNICHE,
MOD. RADIO L. 14.500 e»rase,,
MOD. TELEVISIONE
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frequenza 1 Frequenza
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ANNO 13- N. 9 • SETTEMBRE 1984


LA COPERTINA - Propone, questo mese, la costru-
zione di un oscillatore audio adatto per lo studio in
coppia del codice Morse. Il dispositivo, la cui
collocazione editoriale non poteva avvenire in un
periodo diverso dell'anno, nell'approssimarsi degli
esami di radioamatori, è di moderna concezione e
facile realizzazione.

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
LO STUDIO IN COPPIA 484
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO DELL'ALFABETO MORSE
CON L'AUDIO IN CUFFIA
stampa
TIMEC
ALBAIRATE - MILANO L'ASCOLTO DELLE OC 493
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di Milano- N. 74 del TRAMITE IL CONTEGGIO
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UNA COPIA t.20O


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DIREZIONE - AMMINISTRA- CORSO SUGLI INTEGRATI 524


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Tutti i diritti di proprietà lette-


raria ed artistica sono riservat, VENDITE - ACQUISTI - PERMUTE 532
a termine di Legge per tutti
Paesi. I manoscritti, i disegni,
le fotografie, anche se non 535
pubblicati, non si restituisco-
LA POST A DEL LETTORE
o
PRATICA MORSE
Per ottenere la patente di radioamatore, occor- curarsi uno strumento didattico, con il quale gli
re sostenere, oltre che un esame teorico, anche sia possibile esercitarsi durante la giornata, in
una prova pratica, con la quale il candidato periodi non superiori ad un'ora, attraverso due
deve dimostrare di saper trasmettere e ricevere, o tre sedute di studio. E lo strumento didattico
con sufficiente rapidità, i segnali radio in codi- più funzionale e maggiormente economico ri-
ce Morse. Più precisamente, la velocità richie- mane ancor oggi il classico oscillatore, che un
sta è di quaranta caratteri al minuto, esclusa la tempo poteva essere rappresentato da un cir-
punteggiatura, mentre i numeri vengono con- cuito a transistor, ma che attualmente viene
teggiati come due caratteri. Ma per raggiungere concepito mediante l'uso di un moderno inte-
una tale preparazione, ogni aspirante deve pro- grato digitale.

La presentazione di un oscillatore Morse non poteva collocarsi


in un altro periodo dell'anno diverso dall'attuale, quando molti
giovani, e spesso i meno giovani, sono maggiormente presi
dallo, studio di preparazione per Il superamento dell'esame di
radioamatore. Nel quale occorre dar prova di abilità nel tra-
smettere e ricevere segnali in codice.

484
ATTUALITÀ DEL CODICE Va ricordata, infatti, l'universalità del codice
Morse, noto in ogni parte del mondo, ed utiliz-
Prima di entrare nel vivo dell'argomento, che zabile, tra l'altro, oltre che con i segnali radio,
consiste nella presentazione del progetto del- anche in altri tipi di trasmissioni, come ad
l'oscillatore, vogliamo rispondere a quei lettori esempio nelle segnalazioni ottiche. Per quel
che, giustamente, si domanderanno come mai che riguarda la tecnica, invece, va considerata
alle soglie del duemila, nell'era dei calcolatori, l'estrema semplicità circuitale dei trasmettitori
sopravviva ancora l'uso di un codice le cui e dei ricevitori in codice Morse, con i quali si
origini risalgono agli albori della radiotelegra- raggiunge il massimo rendimento di trasmissio-
fia. ne, dato che tutto il segnale di alta frequenza
I motivi sono fondamentalmente due: il primo costituisce l'informazione utile da trasmettere.
di ordine sociale, il secondo di natura tecnica. Un altro elemento a favore delle trasmissioni in

Oscillatore audio per aspiranti radioamatori.

Particolarmente adatto per lo studio in coppia di due allievi.

L'ascolto è in cuffia e l'alimentazione a pile.

485
codice Morse è rappresentato dalla comprensi-
bilità del segnale ricevuto, che rimane integro
A = di daa pure in presenza di fenomeni atmosferici. Per
B = daa di di di tutte queste sue caratteristiche, il codice Morse
e daa di daa di
diviene molto utile in occasioni di emergenza.
D daa di di
E di quando è necessario contenere al massimo il
F di di daa di consumo di energia, pur conservando una ele-
G daa daa di vata penetrazione del segnale.
H di di di di
I di di
J di daa daa daa
daa di daa
QUALITÀ DEL CODICE
K
L di daa di di
M daa daa A grandi linee abbiamo ora citato le maggiori
N daa di caratteristiche del codice Morse, ma per chi
o daa daa daa volesse rendersi maggiormente conto della so-
p di daa daa di pravvivenza di un tale sistema di collegamenti.
Q daa daa di daa
R di daa di universalmente noto con la sigla CW (continu-
s di di di ous waves = onde continue) e che rimane am-
T daa piamente utilizzato nel settore amatoriale. in
u di di daa quello commerciale e militare, vogliamo anco-
V di di di daa ra elencare qualcuno dei moltissimi motivi che
-- ·-- di daa daa
daa di di daa
concorrono a mantenere vivo il codice Morse.
X
y daa di daa daa Abbiamo già detto che gli apparati per radioco-
z daa daa di di municazioni in codice sono di gran lunga più
1 di daa daa daa daa semplici di quelli per le comunicazioni in fo-
2 di di daa daa daa nia. Il loro prezzo, dunque, è assai più basso, gli
3 di di di daa daa apparati sono più leggeri e facilmente traspor-
4 di di di di daa
5 di di di di di
tabili.
6 daa di di di di Le trasmissioni in codice, a parità di potenza
7 daa daa di di di con quelle in fonia, sono molto più penetranti e
8 daa daa daa di di risentono assai meno dei disturbi atmosferici.
9 daa daa daa daa di Possono inoltre venir totalmente filtrate, ren-
o daa daa daa daa daa
dendo l'ascolto assai più pulito ed esente da
disturbi. Niente scariche, dunque, niente di-
Fig. 1 - Metodo didattico consigliato per un rapido e storsioni e niente inflessioni dialettali degli
preciso apprendimento del codice Morse. operatori.

4A 4B 4Y 3A 3 3Y

Fig. 2 - Schema di corrispondenza fra le


quattro funzioni NANO dell'integrato 7400
e i quattordici piedini del componente, che
costituisce l'elemento fondamentale del
progetto dell'oscillatore audio descritto nel
testo. Con le lettere A e B sono indicati i
piedini di entrata delle funzioni, con la lette-
1A 1B 1Y 24 2B 2Y GND ra Y quelli d'uscita.

486
y
Fig. 3 - Schema elettrico di una delle
quattro funzioni NAND dell'integrato
7400. Come si può notare, in essa sono
contenuti quattro transistor, tre diodi e
quattro resistenze di cui, a titolo di cu- R3
riosità, riportiamo i valori ohmmici: R1 =
4.000 ohm - R2 = 1.600 ohm - R3 = GND
1.000 ohm - R4 = 130 ohm.

La maggior penetrazione delle ricetrasmissioni all'antenna del trasmettitore per un tempo più
in Morse permette di servirsi di apparati di o meno lungo.
potenza modesta, ma in grado di coprire distan- Attualmente, a tutti i candidati alla patente di
ze considerevoli, facendo degli apparati Morse radioamatore viene consigliato un particolare
dei dispositivi imbattibili in casi di emergenza e metodo didattico, chiamato metodo fonico, che
quando si desideri una lunga autonomia di consiste nell'associare ad ogni lettera un suono.
esercizio affidata all'alimentazione di batterie Cioè interpretando la linea con il suono «daa»
anche di modesta capacità. (la doppia «a» serve ad allungare il suono).
Le trasmissioni in Morse richiedono una lar- Con il metodo fonico il normale alfabeto Morse
ghezza di banda praticamente trascurabile. E viene interpretato come indicato in figura 1.
questo ulteriore requisito appare estremamente Durante l'esercizio pratico occorre tener pre-
importante nelle gamme amatoriali e in quelle sente che il suono corrispondente ad una linea
commerciali, dove il progressivo affollamento deve durare tanto quanto quello relativo a tre
dei giorni nostri sta creando problemi sempre punti; l'intervallo di tempo tra i punti e le linee
più grossi. di una stessa lettera deve durare quanto un
Per ultimo ricordiamo che la codificazione dei punto, mentre l'intervallo tra le varie lettere
segnali inviati nello spazio in una particolare deve superare quello di una linea.
maniera garantisce la segretezza delle comuni- Nell'iniziare lo studio del codice Morse, consi-
cazioni. gliamo di mandare a memoria, in un primo
tempo, le lettere più semplici, in un secondo
tempo quelle più complicate e, per ultimi i
DIDATTICA MORSE numeri. Durante la prima fase di studio, co-
munque, si riusciranno a ricevere dieci-quindi-
Il codice Morse consiste in una corrispondenza ci caratteri al minuto.
tra le lettere dell'alfabeto e la successione di Un ottimo esercizio può essere quello di leggere
note, cioè di segnali radiofonici più o meno un libro, un giornale o una rivista, scandendo
prolungati, chiamati «punti» e «linee». Questa mentalmente le parole in codice Morse. Ad
stessa corrispondenza vale anche per i numeri. esempio la parola «ROMA» dovrà essere così
L'invio nello spazio di punti e linee si ottiene interpretata: di daa di, daa daa daa, daa daa, di
per mezzo della sola portante di alta frequenza daa. Con questo sistema si riuscirà in breve
di un trasmettitore, inviando la portante stessa tempo ad assimilare il codice e ci si potrà

487
c1

D1

I
I
I

R5

1 !

OPERAI. 1 OPERAI 2

Fig. 4 - Circuito teorico dell'oscillatore audio, in grado di abilitare una delle due
stazioni di ascolto (cuffia) indicate con le lettere "C". L'eventuale ponticello,
collegabile fra i punti 4 e 7, consente all'allievo, durante le prime fasi di studio, di
ascoltare direttamente le proprie emissioni. I testi telegrafici vanno inseriti sulle
boccole contrassegnate con le lettere "T".

ENTI-----
Condensatori R5 820 ohm
R6 150 ohm
C1 = 200.000 pF
C2 = 200.000 pF
Varie
IC1 integr. 7400
Resistenze D1 1N4004 (diodo al silicio)
R1 = 1.500 ohm S1 interrutt.
R2 = 1.500 ohm e cuffia (bassa imp.)
R3 = 820 ohm T tasto telegr.
R4 = 150 ohm ALIM. 6 Vcc

ritenere pronti per passare alla fase successiva abituarsi a riconoscere e decodificare. Ovvia-
dello studio. Le difficoltà inizieranno verso la mente l'allievo non dovrà scoraggiarsi al sorge-
barriera delle venti lettere al minuto, perché a re delle prime delusioni; dato che agli inizi le
questa velocità il cervello umano non è più in confusioni sono inevitabili. Con il passare del
grado di contare i punti e le linee, sconfinando tempo e con l'esercizio continuato ci si accor-
in una tremenda confusione. Ecco il motivo per gerà poi di comprendere bene tutto. E soltanto
cui, oggi, si tende ad abbinare ad ogni sequenza quando si riusciranno a distinguere i vari suoni
di linee e di punti un determinato suono, per- del Morse, si potrà aumentare gradualmente la
ché è proprio questo suono che il cervello deve velocità di ricezione. portandola sino a quaran-

488
+
COLLEGATE IN SERIE

C\j
sa
5
di\l o
T z
H.
<t
a::Lu I
i~--~ H'
<
a::
Q
o e e :li --
~a. •9R2 A
Lu
Q
o

Fig. 5 - Piano costruttivo dell'oscillatore audio da utilizzare quale strumento didatti-


co per lo studio del codice Morse. Si consiglia di montare l'integrato IC1 su apposito
zoccoletto, onde evitare le saldature a stagno direttamente sui piedini del compo-
nente. Il contenitore può essere indifferentemente di metallo o di materiale Isolante.

ta-cinquanta caratteri al minuto, perché questa due cuffie a bassa impedenza, consente a due
è la velocità media richiesta, in ricezione, ai allievi di esercitarsi, contemporaneamente, in
candidati all'esame di radioamatore. Per la tra- coppia, nella ricezione e nella trasmissione in
smissione, invece, sono sufficienti venti caratte- codice Morse. Naturalmente, il circuito del-
ri al minuto. l'oscillatore audio, da noi progettato, è di tipo
Attualmente esistono vari sistemi per lo studio modernissimo, perché fa uso di un integrato
del codice Morse. Ma noi riteniamo che il digitale modello 7400, che abbiamo avuto mo-
migliore sia sempre quello di comunicare diret- do di trattare ampiamente nel corso che attual-
tamente con un amico radioamatore che, me- mente viene presentato in varie puntate in
glio di ogni altro, potrà dare precisi giudizi, questo periodico. Ma del quale conviene ricor-
offrendo consigli e correggendo eventuali erro- dare alcune caratteristiche basilari assieme ai
n. due schemi pratico e teorico riportati nelle
figure 2 e 3. Più precisamente, Io schema di
figura 2 è quello applicativo dell'integrato, per-
OSCILLATORE AUDIO ché in esso sono riportate le corrispondenze fra
le quattro funzioni NANO e i quattordici pie-
Se :10n si dispone di uno strumento a carattere dini di cui è dotato il componente, mentre
d:dattico. non è possibile seguire un corso di quello di figura 3 può costituire soltanto una
studio dei codice Morse. Pertanto, dopo aver curiosità per il lettore, dato che si tratta del
consigliato ed avviato il lettore vèrso l'appren- circuito teorico interno dell'integrato, anzi di
dimento di questa materia scolastica, passiamo una sola delle sue quattro sezioni. Osservando
ora a presentare un semplice progetto di oscil- lo schema di figura 2,si intuisce come l'integra-
latore audio che, tramite due tasti telegrafici e to 7400, ma coloro che seguono il nostro corso

489
Fig. 6- Disegno in grandezza naturale del circuito
stampato adatto alla realizzazione del piano co-
struttivo dell'oscillatore audio.

lo sanno già, sia composto da quattro NANO a In entrambi i NANO, uno dei due ingressi
due ingressi. Con le lettere A e B si indicano le rimane polarizzato al livello logico basso «O»
due entrate del NANO, con la lettera Y si tramite una resistenza che, per la sezione «c», è
indica invece l'uscita. Con + VCC si designa il rappresentata da R3, mentre per la sezione «d»
piedino sul quale deve essere applicata la ten- si identifica con la R5.
sione di alimentazione positiva. Con GDN si All'altro ingresso (piedini 13e9) viene applica-
indica il piedino di terra (ground). to il segnale audio ad onda quadra, generato
I quattro NANO, schematizzati in figura 2, dalle prime due sezioni NANO.
sono perfettamente identici tra loro. In queste condizioni, le uscite 11 e 8 rimango-
no entrambe ferme al livello logico «b», come
si può facilmente dedurre dalla apposita tabella
CIRCUITO TEORICO della verità di una porta NANO.

Vediamo ora in qual modo questo integrato è


stato da noi utilizzato nello schema del circuito
di figura 4, che è quello di un oscillatore audio Tabella della verità NAND
e, contemporaneamente, di abilitatore di una Ingr. 13-9 Ingr. 12-10 Usc. 11-8
delle due stazioni di ascolto, che nello schema
sono indicate con la lettera «C» (cuffia). o
Le sezioni «a» e «b» del quadruplo NANO
sono connesse in modo da formare un oscillato-
o
o , 1
1
re astabile. I due condensatori Cl - C2 realizza- 1 o 1
no la necessaria reazione, allo scopo di mante- 1 1 o
-
nere innescata l'oscillazione, la cui frequenza è
determinata, oltre che dai due condensatori ora
citati, pure dalle due resistenze R 1- R2. E il Nessun segnale giunge dunque alle cuffie colle-
risultato di un tale collegamento è in grado di gate al le uscite e identificate dalle lettere «C».
offrire, sulle uscite dei due NANO (piedini 3 - Se ora agli ingressi «T» (tasto telegrafico) viene
6), un segnale audio ad onda quadra, che viene collegato il tasto che, agli effetti del risukato
inviato alle altre due sezioni NAND «c» e «d» elettrico deve essere considerato come un inter-
dell'integrato. ruttore che apre e chiude il circuito, ad ogni
Queste due ultime sezioni, a differenza delle chiusura del contatto, il relativo ingresso della
prime due, che sono utilizzate nelle funzioni di porta NANO raggiunge il livello logico «I»,
INVERTER, dato che le due entrate sono col- consentendo il passaggio del segnale audio dal-
legate assieme (piedini 1-2 e 4-5), vengono l'ingresso all'uscita. E tale segnale è udibile
effettivamente utilizzate nella loro originale nella cuffia dell'operatore cui è diretto il mes-
funzione di NANO. sag1o.

490
Fig. 7 - Il tasto va premuto con i polpastrelli del dito indice e del dito medio, ai quali
il movimento viene impresso dal polso con mano e avambraccio molto sciolti.

Fra i punti 4 e 7 del circuito di figura 4 appare tensione costante, pressoché indipendente dalla
una linea di congiunzione tratteggiata, sulla corrente assorbita e tale da garantire all'integra-
quale è riportata la scritta EVENT. PONT. e to un normale funzionamento. È noto infatti
che vuole indicare la possibilità di inserire fra che gli integrati digitali debbono essere alimen-
questi stessi punti un ponticello, ossia un filo tati con il valore di tensione standard di 5 V ±
conduttore. Con questa correzione l'operatore, 5%. II che significa che il corretto funziona-
durante la prima fase di studio, potrà ascoltare mento è garantito per tutti i valori di tensione
le proprie emissioni per rendersi conto dei compresi fra i due limiti estremi di 4,75 V e
progressi raggiunti, mentre, senza l'inserimento 5,25 v. Al di sotto del limite inferiore di 4,75
del ponticello, chi trasmette non ascolta quanto V, gli integrati TTL non esplicano esattamente
sta comunicando in codice e ciò è molto impor- le loro mansioni, mentre al di sopra del limite
tante verso la fine dello studio. superiore di 5,25 V si corre il rischio di danneg-
giare il componente. Si potrebbe anche dire
che, in pratica, ogni integrato TTL è in grado
ALIMENTAZIONE di sopportare, per qualche secondo, tensioni di
valore superiore ai 5,25 V, fino ai 7 V. Ma, al
L'alimentazione del circuito di figura 4 si ottie- di sopra di questo valore e del tempo citato, la
ne con la tensione continua di 6 V, che può distruzione dell'integrato è immediata.
essere quella erogata da un insieme di pile
collegate in serie tra di loro, oppure da un
opportuno alimentatore. Si potranno quindi REALIZZAZIONE
inserire nel circuito quattro pile da 1,5 V cia-
scuna, collegate in serie in modo da erogare la La realizzazione dell'oscillatore audio si ottiene
tensione di 6 V; oppure si potranno utilizzare seguendo attentamente il piano costruttivo ri-
due pile da 3 V. Ovviamente, con un maggior portato in figura 5, dopo aver composto il
numero di pile, l'autonomia di funzionamento circuito stampato il cui disegno in grandezza
del circuito diviene maggiore. reale appare in figura 6.
In serie alla linea positiva dell'alimentazione è Coloro che volessero evitare la composizione
collegato il diodo al silicio DI, che è chiamato del circuito stampato, potranno utilizzare una
a svolgere due precise funzioni: quella di pro- di quelle piastrine che vengono vendute in kit
teggere il circuito contro errate ed involontarie di cinque elementi ciascuna dalla nostra orga-
inversioni della polarità di alimentazione e nizzazione e che sono pubblicizzate mensil-
quella di provocare la necessaria caduta di mente alla fine di ogni puntata del corso sugli

491
Fig. 8 - Ogni tasto telegrafico e dotato di viti di
regolazione della corsa del tasto stesso e della durez-
za nei movimenti di pressione.

integrati digitali. Ovviamente, servendosi d ca, quindi, si abbassa 1l polso. Ma in ogni caso
una di quelle piastrine. si etTettuerà un cablag- la mano, il polso e l'avambraccio debbono
gio volante dei pochi componenti passivi che rimanere sempre sciolti e mai irrigiditi come se
partecipano alla formazione dell'oscillatore. dovessero compiere un'azione di forza.
Per evitare di danneggiare l'integrato ICI in Con la figura 8 dimostriamo come ogni tasto
fase di saldatura dei suoi piedini. consigliamo telegrafico sia dotato di opportune viti di rego-
di utilizzare un adatto zoccoletto. lazione, con le quali è possibile far variare a
Il contenitore del circuito dell'oscillatore potrà piacere la corsa del tasto e controllare la durez-
essere inditTerentemente di materiale isolante o za dei movimenti di pressione.
di metallo, dato che nessuna misura di scher- Per uno studio corretto e ordinato delle tra-
matura viene imposta dalle caratteristiche cir- smissioni in codice Morse, consigliamo di fissa-
cuitali del progetto. re rigidamente il tasto telegrafico su una tavo-
letta di legno pesante, la quale, aumentando la
distanza fra il pulsante e la superficie di appog-
USO DEL TASTO gio, facilita Ml movimento del polso della mano
che trasmette la sequenza di pressioni sul tasto
La figura 7 interpreta la posizione esatta del- tramite il dito indice e il dito medio.
l'impugnatura del tasto telegrafico. Come si
vede, il polso deve rimanere sollevato dal piano
di lavoro. li tasto va premuto con i polpastrelli CUFFIA A BASSA IMPEDENZA
del dito indice e del dito medio, ai quali il
movimento viene impresso dal polso. In prati- Concludiamo questo articolo ricordando che
sulle prese contrassegnate con le lettere «C»
debbono essere inseriti gli spinotti che fanno
capo a due cuffie a bassa impedenza. ossia di
valore compreso fra gli 8 ohm e i 16 ohm. Ciò
non significa. tuttavia, che non si possano uti-
lizzare anche cuffie con valori di impedenza
più elevati, giacché questi non rappresentano
un elemento circuitale critico. Quel che impor-
ta è che. la cuffia deve essere di tipo monofoni-
abbonatevi a: co, altrimenti l'ascolto avviene in un solo padi-
glione. Ma le cuffie stereofoniche potranno
ELETTRONICA essere utilmente montate nel circuito se verran-
no equipaggiate con uno dei tanti dispositivi.
attualmente in vendita presso i negozi di com-
PRATICA ponenti elettronici, che consente la trasforma-
zione della cuffia dalla funzione stereo a quella
mono. Chi invece è pratico nella realizzazione
di collegamenti, potrà effettuare agevolmente la
trasformazione senza ricorrere all'uso di alcun
dispositivo, ma intervenendo direttamente sui
conduttori e sui loro collegamenti.

492
ONDE
CORTE
Le onde corte hanno il potere di diffondersi particolareggiata di tutte le bande, perché
nello spazio su distanze enormi, perché la fre- l'estensione di gamma è alquanto ristretta. E
quenza della corrente che percorre le antenne tale considerazione diviene immediata anche
trasmittenti è molto elevata, intorno alle decine dopo aver gettato uno sguardo rapido alle fre-
di milioni di cicli al secondo. L'ascolto, quindi, quenze radiantistiche, che sono quelle che inte-
di messaggi provenienti da Paesi lontani è ressano maggiormente. Il primo passo, pertan-
un'attività che affascina una parte di nostri to, che il lettore deve compiere, consiste nella
lettori e che altri vorrebbero iniziare. Ed è scelta del radioricevitore col quale poter svolge-
proprio a coloro che vogliono, a partire da re l'attività preliminare di ascoltatore delle on-
questo momento, aprire una finestra sul parti- de corte o, come si suol dire con la sigla
colare mondo delle onde corte, che dedichiamo internazionale, di SWL (Short - Wave - Liste-
il presente articolo, per esporre tutta una serie ner). E questo ricevitore radio deve essere in
di notizie utili, di consigli vari e suggerimenti, grado di coprire una gamma di frequenze abba-
anche a carattere didattico. stanza vasta, anche se non proprio tutta l'intera
Cominciamo dunque col dire che, assai spesso, gamma delle onde corte.
un normale ricevitore radio, dotato della gam- In molti casi, l'interesse dell'SWL si orienta
ma delle onde corte, permette questo tipo di verso ricevitori di provenienza surplus che,
ascolto. Ma non consente invece la ricezione seppure tecnologicamente superati, offrono.

L'ascolto delle onde corte rappresenta una delle maggiori


aspirazioni di tutti i principianti. Ma per svolgere questa parti-
colare attività del mondo delle radiocomunicazioni, il lettore
deve prima prepararsi teoricamente, attraverso l'acquisizione
di nuove conoscenze, relative ai fenomeni di propagazione
delle onde elettromagnetiche nello spazio, del loro comporta-
mento diurno e notturno, negli strati più o meno alti dell'atmo-
sfera.

493
Frequenze, lunghezze d'onda, consigli e segreti per ottenere
i migliori risultati.

Notizie utili sulle apparecchiature professionali e


dilettantistiche

Le migliori bande nella suddivisione dell'intera gamma e


la loro destinazione

con una spesa relativamente modesta, un siste- scientifici, che recano a bordo gli strumenti
ma di ricezione molto ampio. In ogni caso, adatti al rilevamento delle radiazioni.
facendo riferimento alle varie illustrazioni ri- In base ai dati di previsione sulla ionosfera, i
portate in questa stessa sede, il lettore potrà vari centri ad onde corte predispongono il pia-
formarsi un'idea abbastanza valida sul tipo di no delle frequenze da utilizzare per le varie
radioricevitore che desidera acquistare. destinazioni.
Per tener conto delle variazioni ionosferiche
stagionali, questo piano viene modificato più
LE MIGLIORI BANDE volte nel corso dell'anno. E i cambiamenti
vengono annunciati e ripetuti nel corso delle
Per poter stabilire quali siano le migliori bande trasmissioni.
da utilizzare nelle diverse ore del giorno e della Dato che la migliore frequenza utilizzabile può
notte, si debbono conoscere le condizioni della essere soggetta ad affievolimenti, le trasmissioni
ionosfera. E a tale scopo, in varie parti del ad onde corte sono in genere di breve durata,
mondo, sono stati aperti dei centri che effettua- soprattutto quando il destinatario è molto lon-
no indagini sullo stato e l'altezza degli strati tano, e sono costituite prevalentemente da noti-
ionizzati. A questi poi si aggiungono i satelliti z1ar1.

Fig. 1 - Questo ricevitore, modello R.


1.000 della TRIO, è un modernissimo
apparato elettronico, concepito e pro-
dotto principalmente per l'attività degli
SWL.

494
FREQUENZE E LUNGHEZZE D'ONDA

Le onde corte, come abbiamo detto, rappresen-


tano la gamma maggiormente utilizzata per i
collegamenti radio, sia di tipo broadcasting
(commerciali) che amatoriali sulle lunghe di-
stanze.
Per onde corte si intendono tutte quelle onde
radio la cui frequenza assume un valore com-
preso fra i 2 MHz e i 30 MHz, come indicato
nella scala riportata in figura 5.
Questa gamma, peraltro molto ampia, viene Fig. 2 - Ecco un modello di radioricevitore di moderna
suddivisa in varie sottogamme, di cui alcune concezione tecnologica e molto sofisticata. Si tratta
dell'apparecchio DRAKE per radioamatori.
vengono assegnate esclusivamente ai collega-
menti amatoriali, cioè ai collegamenti dei ra-
dioamatori che, in gergo, vengono pure deno-
minati OM, perché nel loro codice tale sigla
significa Old Man (vecchio uomo).
Per convenzione internazionale, le frequenze
assegnate ai radioamatori sulle onde corte sono
quelle riportate nell'apposita tabella.

BANDE E FREQUENZE OM
Fig. 3 - I vecchi ricevitori, di provenienza surplus, come
ad esempio il modello BC 348 qui raffigurato, sono in
l Banda (metri) Frequenza (MHz)
I
grado di offrire ottime prestazioni con un costo iniziale
assai contenuto.
80 metri 3,5 ± 3,8 I
40 metri 7 7,1
20 metri 14 + 14,35
15 metri 21 + 21,45
10 metri 28 + 29,7

BANDE E FREQUENZE OC

Banda (metri) Frequenza (MHz)


120 2.3 + 2,495
90 3,2 + 3,4
75 3,9 ± 4
60 4,75 ± 5,06
49 5,9S + 6,2
41 7,1 7.3
31 9,S + 9,775
25 11,7 + 11,975 Fig. 4 - L'ascolto della gamma CB avviene sulla fre-
quenza dei 27 MHz, con ricezione in modulazione di
19 15.1 + 15,45 frequenza. Questo è uno dei tanti modelli attualmente
16 17,7 + 17.9 in commercio e di costo alquanto modesto.
13 21,45 + 21,75

495
2 IO ~ OMHZ

Uw 8o
L!_,L_ L
40 20 15 Il IO mt

Fig. 5 - La gamma delle onde corte si estende fra le due frequenze limite di 2 MHz e
30 MHz. Sulla scala qui riportata sono indicate pure, tramite rettangollni punteggia-
ti, le bande riservate ai radioamatori. Quella dei CB è fissata sulla lunghezza d'onda
degli 11 metri.

Nella scala riportata in figura 5, le bande ama- metro, mentre l'unità di misura della frequenza
toriali sono indicate con dei piccoli rettangoli è il "ciclo al secondo", che viene anche deno-
punteggiati. Quella riservata ai CB è situata minato "hertz", abbrev. Hz.
sulla lunghezza d'onda degli undici metri. Tra il metro e l'hertz vi è una stretta relazione,
Al di là delle frequenze amatoriali esistono che permette di conoscere la lunghezza delle
pure delle bande di frequenze preferenziali, onde radio quando sia riota la frequenza e,
delle quali elenchiamo a parte le corrisponden- viceversa, consente di determinare la frequenza
ze fra lunghezze d'onda in metri e frequenza in delle onde radio quando di essa sia nota la
megahertz. lunghezza d'onda. Questa relazione si esprime
L'unità di misura della lunghezza d'onda è il dicendo che la lunghezza d'onda è pari alla

Fig. 6 - Le onde radio sono di natura elettromagnetica e rappresentano la risultante


della combinazione di un'onda elettrica (E) e di un'onda magnetica (H), che vibrano
su due piani perpendicolari tra loro, la prima sul piano XZ, la seconda su quello XV.

496
NUCLEO

Fig. 7 - Per poter disporre, sui terminali


di una bobina, di un segnale a radiofre-
quenza, valutabile in microvolt, di una
certa intensità, occorre orientare il nu-
cleo di ferrite in posizione parallela con RF IN LV
le linee di forza del campo magnetico.

velocità della luce divisa per la frequenza del- Per ottenere il massimo risultato, l'asse della
l'onda radio. In ogni caso, la relazione matema- ferrite dovrebbe rimanere posizionato sul piano
tica più nota è la seguente: Z - Y, perpendicolarmente a Il 'asse Z.

2=300:f
ANTENNE DIRETTIVE
in cui «f» misura la frequenza espressa in mega-
ertz del segnale radio, mentre la lunghezza Purtroppo, il segnale emesso dall'origine O nel
onda rimane determinata in metri. diagramma di figura 6 non si propaga in una
La formula ora citata sta anche a dimostrare sola direzione ma, a seconda del tipo di anten-
che la lunghezza d'onda è inversamente pro- na adottata, in tutte le direzioni o in una fascia
porzionale alla frequenza e ciò significa che. più o meno allargata, provocando una rapida
più lunga è l'onda, più bassa è la frequenza e. dispersione dell'energia irradiata dall'emitten-
viceversa, più elevata è la frequenza, più corta te. E ciò obbliga il ricorso a segnali di una certa
è la lunghezza d'onda. potenza, se si vuole che questi siano ancora
individuabili ad una certa distanza. Tuttavia,
per ottimizzare la portata del segnale in rappor-
ONDE ELETTROMAGNETICHE to alla potenza emessa, S1 puo ricorrere alluso
di antenne direttive, che possono concentrare
Le onde radio, tutte, siano esse lunghe, medie. la maggior parte del segnale verso una ben
corte o cortissime, altro non sono che radiazio- precisa direzione.
ni di natura elettromagnetica, ossia una combi- L'antenna direttiva per eccellenza, dalla quale
nazione di onda elettrica e onda magnetica, che derivano poi tutte le altre, è rappresentata dal
vibrano su piani tra loro perpendicolari, come classico dipolo che, come indicato in figura 8, è
indicato nel grafico riportato in figura 6. Nel caratterizzato da una direzionalità di tipo ad
quale con O viene indicato il punto in cui uovo, che assicura nei diversi punti A-B-C
prende origine l'emissione dell'onda radio, con uno stesso valore del campo elettromagnetico.
Z l'asse di propagazione dell'onda elettroma- Ovviamente, il punto A, essendo in posizione
gnetica e con X quello dell'onda elettrica. In perpendicolare rispetto al dipolo D, costituisce
sostanza, il campo elettrico E oscilla sul piano il punto più lontano raggiungibile a parità di
Z - X, mentre il campo magnetico H oscilla sul campo elettromagnetico.
piano Z - Y. Pertanto, in qualsiasi punto del-
l'asse X è possibile captare a distanza il segnale
emesso dal trasmettitore posto nell'origine O, PORTATA OTTICA
sfruttando il campo elettrico e magnetico. Per
esempio, posizionando una ferrite, munita di Quanto finora affermato, in relazione alla por-
avvolgimento, lungo le linee di forza H, in tata di un trasmettitore, è da ritenersi valido
modo che queste vengano convogliate all'inter- finché le due antenne, quella trasmittente e
no del nucleo stesso, sui terminali dell'avvolgi- quella ricevente, rimangono incluse entro uno
mento, a causa del fenomeno dell'induzione stesso raggio ottico, ossia finché si «vedono».
magnetica, è possibile raccogliere un segnale Le cose cambiano, invece, quando fra le due
elettrico e radiofrequenza valutabile in micro- stazioni di emissione e di ricezione si infrap-
volt, come indicato in figura 7. pongono ostacoli naturali od artificiali, oppure

497
radio, quando attraversano gli strati di atmosfe-
ra più o meno densi, subiscono taluni fenomeni
Tx che ne alterano notevolmente il cammino.
4 Inoltre, nell'incontrare gli ostacoli, possono es-
sere da questi riflessi o assorbiti, assumendo
direzioni diverse o, addirittura, scomparendo.
Uno degli aspetti di maggior importanza, con
-.:ui si interpreta la possibilità dei collegamenti
sulle lunghe distanze, spesso con potenze assai
modeste, è quel lo relativo alla riflessione iono-
I ' sferica.
i : I Negli strati alti e rarefatti dell'atmosfera, in una
I fascia compresa tra i 90 e i 400 Km di altezza,
per effetto delle radiazioni solari, si creano dei
veri e propri banchi di gas ionizzati, che hanno
la proprietà di comportarsi da buoni conduttori
elettrici e di formare, nei confronti delle radia-
zioni elettromagnetiche, degli specchi che ri-
flettono, verso terra, i segnali radio che li colpi-
$cono.
Purtroppo, questi banchi non sono stabili e si
rivelano selettivi in frequenza. Ciò significa che
non tutte le frequenze subiscono lo stesso trat-
tamento. Vi sono quindi segnali radio che ven-
gono maggiormente riflessi, altri meno ed altri
ancora che vengono assorbiti. E poiché la for-
mazione di tali strati riflettenti è legata allatti-
vità solare e, più in generale, a quella atmosfe-
rica, soprattutto alle quote più basse, il loro
comportamento è abbastanza bizzarro ed im-
prevedibile. Può accadere infatti che, sfruttan-
do le riflessioni della ionosfera, un segnale
radio trovi una facile via per coprire distanze di
Fig. 8 - Il dipolo costituisce l'antenna direttiva per eccel- migliaia di chilometri.
lenza. Il campo elettromagnetico, che da esso (D) si
diparte. assume una conformazione ovoidale. sulla cui
I fenomeni di riflessione sono tipici delle onde
superficie periferica i valori di intensità sono uguali sia corte, ossia di quei segnali la cui frequenza è
in A, come in B e in C. compresa fra i 2 e i 30 MHz. Ma è ovvio che.
variando di molto la frequenza dei segnali.
questi non si comportano tutti allo stesso mo-
do.

SCELTA DELLE BANDE


quando Interviene la curvatura terrestre ad in-
terrompere la visuale fra le antenne. Perché in Anche se i fenomeni di propagazione delle
queste altre condizioni fisiche entrano in gioco onde corte possono apparire talvolta impreve-
dei fenomeni, legati alla propagazione dei se- dibili, l'esperienza e la statistica aiutano a pre-
gnali radio, che spiegano come sia ancora pos- sumere quale può essere la sorte di un segnale
sibile il processo della ricezione, anche quando radio trasmesso con determinate frequenze e in
la distanza potrebbe far ritenere esaurita l'ener- precisi periodi del giorno o dell'anno. Per
gia del segnale elettromagnetico. esempio, è stato previsto e deciso che la banda
compresa tra i 40 e i I 00 metri si presti ottima-
mente ai collegamenti sulle medie distanze, con
PROPAGAZIONE DELLE ONDE RADIO aumenti della portata soprattutto di notte e nei
primi mesi dell'anno. Nelle gamme comprese
Così come avviene per la luce. anche le onde tra i 60 e i 100 metri. in particolare. raramente

498
Fig. 9 - Buona parte dei rice vitor i radio di tipo co m -
m erciale e portatile è priva della presa d'antenna
(l'antenna a stil o serve per la ricezione dei segnali
in FM}. Pertanto, allo scopo di esaltare le presta-
zioni dell'apparecchio, si può sempre ricorrere
all'accorgimento illustrato in figura, avvolgendo
3 --;- 10 spire di filo conduttore di qualsiasi qualità
e collegando un terminale all'antenna, l'altro ad un
condensatore variabile da 500 pF, con la carcassa
connessa ad una tubazione dell'acqua.

si ottengono collegamenti superiori agli 800 radio caratterizzati da questi valori di frequen-
chilometri. Nella gamma dei 40 metri, poi, in za ( 14 e 21 MHz) subiscono spesso delle rifles-
presenza di buone condizioni atmosferiche, si sioni multiple all'interno degli strati della iono-
raggiungono, di giorno, distanze fino a 1.500 sfera, viaggiando quasi incanalati per centinaia
chilometri che, di notte, possono estendersi di chilometri, per poi ritornare a terra. E la
lino ai 6.000 chilometri. propagazione è generalmente favorevole in tut-
Le bande più usate per i collegamenti sulle te le ore del giorno, divenendo ottima verso le
lunghe distanze sono quelle dei 31 e dei 25 prime ore del mattino.
metri. Con queste, infatti, anche di giorno si Ricordiamo infine la banda dei I O e degli 11
raggiungono distanze di 1.000 ---;- 4.000 chilo- metri, che è destinata ai collegamenti sulle
metri. Ma in Europa i migliori risultati si han- brevi distanze, perché è la più bizzarra, sfrut-
no durante le notti invernali, quando è più tando il fenomeno di riflessione degli strati più
ridotta l'attività delle macchie solari. bassi della ionosfera che, come abbiamo avuto
Le bande dei 20 e 15 metri consentono collega- occasione di dire, sono assai sporadici. Per
menti sulle lunghissime distanze, con potenze queste lunghezze d'onda le ore più favorevoli
di trasmissione relativamente basse. I segnali sono quelle attorno al mezzogiorno.

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICI
499
LA MISURA

DEI MEGAOHM
Un nostro affezionato lettore ci suggerisce la nica e del! 'elettrotecnica, a livello hobbystico e
pubblicazione di questo semplicissimo disposi- professionale, per individuare eventuali perdite
tivo, con il quale è possibile effettuare una nei condensatori, per controllare l'isolamento
rapida valutazione delle grandezze resistive ele- di un trasformatore, di un elettrodomestico, di
vate ed elevatissime, quelle che si aggirano un dielettrico o per constatare la non condutti-
intorno alle decine, centinaia e migliaia di vità di un corpo isolante, ma anche per cono-
megaohm e che nessun tester di tipo normale è scere, sia pure approssimativamente, il valore
in grado di misurare. ohmmico dei resistori di tipo a carbone che i
L'utilità di questo strumento, dunque, può es- principianti utilizzano per i loro montaggi elet-
sere avvertita in moltissimi settori dell'elettro- tronici sperimentali.

Per gli interventi di tutti I giorni, questo semplice ed economi-


co dispositivo sostituisce vantaggiosa mente il tester quando,
commutato nelle misure ohmmetriche, la valutazione delle alte
ed altissime resistenze diviene problematica, se non impossi-
bile.

500
Gli alti valori resistivi vengono rilevati attraverso il conteggio
dei lampeggìi di una lampada al neon.

Serve anche per individuare eventuali perdite nei condensatori


e per controllare l'isolamento degli elettrodomestici.

INSUFFICIENZA DEL TESTER ESAME DEL CIRCUITO


Quando il tester viene commutato nella funzio- Lo schema teorico del dispositivo in grado di
ne di ohmmetro, sulla corrispondente scala valutare gli elevatissimi valori resistivi è quello
sono indicati tutti i valori compresi fra zero riportato in figura I.
ohm e l'infinito. Ma la gran parte di questi sono Come si può subito notare, il progetto è caratte-
valori che assumono soltanto un significato rizzato da una semplicità circuitale estrema, è
teorico. Perché è del tutto inutile pretendere, formato da pochi elementi assai comuni ed è di
da un normale tester, la misura di resistenze di facile realizzazione pratica.
alcuni decimi di ohm, oppure quella di resi- E diciamo per prima cosa che il circuito ricava
stenze di alcune decine di megaohm. E ciò a la tensione necessaria alle misure di isolamento
causa della scarsa sensibilità dello strumento in direttamente dall'energia di rete a 220 V- 50
questi settori di misure, della sua poca precisio- Hz, ma che ciò non comporta alcun pericolo
ne, degli inevitabili attriti meccanici, degli per l'operatore, perché il consumo del misura-
eventuali errori commessi dall'operatore, quali tore è talmente basso da garantire il funziona-
ad esempio quelli di parallasse. Il problema, mento del dispositivo per alcuni minuti dopo
tuttavia, non ammette soluzione alcuna quan- aver interrotta 1 'alimentazione di rete. E questo
do si ha a che fare con valori resistivi dell'ordi- perché il condensatore elettrolitico CI funge da
ne delle centinaia o, addirittura, delle migliaia "batteria" ad alta tensione, la cui carica giunge
di megaohm. Dato che, di fronte a tali grandez- attraverso la resistenza R I ed il diodo al silicio
ze, il tester, per quanto sensibile e di ottima DI.
qualità possa essere, indica sempre un valore di
resistenza infinito. E se nella maggior parte dei
casi, questo responso può ritenersi sufficiente, LE LAMPADE AL NEON
in altri non lo è più, per esempio quando
occorre controllare se un dielettrico denuncia Prima di proseguire con l'esame del circuito del
delle perdite. oppure quando si deve stabilire nostro originale ohmmetro, vogliamo aprire
che Frsolamento tra gl avvolgmmentu dr un tra una parentesi sulle lampadine al neon e sul loro
sformatore e la sua carcassa è perfetto. Occorre. comportamento, perché è proprio dalle segna-
dunque, in tali circostanze, munirsi di uno lazioni emesse da tali componenti che l'opera-
strumento maggiormente adatto a questo tipo tore può trarre le sue conclusioni sulle misure
di misure. resistive.
Per la verità, esistono attualmente in commer- Quando si parla di lampade al neon, si è spesso
cio degli ottimi strumenti di valutazione del- portati a pensare ai tubi delle insegne pubblici-
I 'isolamento, anche di tipo elettronico, ma il arie o a quelli per l'illuminazione domestica.
loro costo non giustifica l'uso che un dilettante dimenticando che esistono innumerevoli altri
potrebbe farne. Mentre, per gli interventi di tipi di lampade, tra le quali possiamo ricordare
tutti i giorni, è più che sufficiente il dispositivo quelle di piccole dimensioni, conosciute, in
che ora presenteremo, il quale consente di elettronica, sotto il nome di lampade-spia o.
distinguere, ad esempio, un legno fresco da un più generalmente, di lampade indicatrici.
altro secco e stagionato, un terreno più isolante In ogni caso, il principio di funzionamento
da uno meno, un circuito elettrico di autovettu- delle lampade al neon si basa sulla conduzione
ra in perdita da uno perfettamente isolato. elettrica dei gas. Tra i quali, il più noto di tutti

501
Il
A

°a
Il R2
A1
ne
LN Il -<
l

~
RETE Il +l a

C1
R3

Fig. 1 - Circuito teorico del dispositivo che consente di valutare le più elevate
grandezze resistive. Il commutatore S1 offre l'opportunità di scegliere la portata più
adatta, quella che permette di contare agevolmente il numero dei lampeggii emessi
dalla lampada al neon LN e tramite i quali si risale al valore resistivo sotto misura.

ENTI-----
Condensatori R2 1 megaohm - 1 /2 W
C1 = 100 F - 350 VI (elettrolitico) R3 1 megaohm - 1 /2 W
C2 4.700 pF - 600 VI
C3 47.000 pF - 600 VI
C4 470.000 pF - 600 VI Varie
D1 1 N4007 (diodo al silicio)
Resistenze LN = lampada al neon (senza resist.)
R1 1.000 ohm - 1 W s1 comm. mult. (1 via - 3 posiz.)

è l'aria, che in condizioni normali può essere di una candela, oppure colpendo la spazio
considerata come un elemento isolante. Infatti. interelettrodico con raggi ultravioletti o con
applicando una tensione elettrica fra due elet- altri simili sistemi.
trodi distanziati tra loro, ben difficilmente si Aumentando fortemente la tensione elettrica
verifica il passaggio della corrente elettrica. applicata ai due elettrodi, coe aumentando
Mentre un debole flusso di corrente potrebbe fortemente il campo elettrico, si giunge ad un
essere ottenuto ionizzando l'aria con la fiamma punto in cui gli eventuali ioni presenti vengono

502
-- /

scatola in plastica

Fig. 2 - Poiché il dispositivo di misura delle alte resistenze funziona con la tensione
di rete, è consigliabile montare il circuito in un contenitore di materiale isolante,
irrigidendo il cablaggio tramite alcune basette munite di capicorda.

notevolmente accelerati; questi urtano contro viene creata una depressione estraendo parte
gli atomi dell'aria producendo nuovi ioni e dell'aria contenuta.
generando una reazione a catena che provoca il li valore della tensione, necessario per provoca-
passaggio di corrente sotto forma di una scarica re la scarica, assume la denominazione di "ten-
luminosa che, con valori di pressione normale, sione d'innesco" e costituisce forse la caratteri-
si manifesta soltanto se l'intensità di campo stica fondamentale delle lampadine al neon.
elettrico raggiunge i 24.000 V /cm, cioè quando Una seconda caratteristica è invece determinata
fra i due elettrodi, distanziati di un centimetro, dalla presenza o meno della resistenza interna
si applica una differenza di potenziale di limitatrice di corrente. La lampadina utilizzata
24.000 V. nel progetto qui presentato è del tipo senza
L'elevatissimo valore di tensione, che deve es- resistenza.
sere applicato fra i due elettrodi per provocare Possiamo ora riassumere questa breve esposi-
la scarica, può essere notevolmente ridotto sino zione teorica sulle lampade al neon dicendo
a valori prossimi al centinaio di volt se il gas, che, alle basse tensioni, questi componenti ap-
che circonda gli elettrodi, anziché trovarsi ad paiono come degli isolanti, mentre quando vie-
un valore di pressione normale, viene ridotto ne raggiunto il valore della tensione d'innesco.
sino a pochi decimi di millimetri di mercurio. si verifica una ionizzazione del gas con conse-
E per raggiungere tale condizione, è necessario guente passaggio di corrente e illuminazione
racchiudere ermeticamente gli elettrodi dentro della lampadina.
un'ampolla di vetro o di plastica. nella quale Una volta ionizzati. i gas tendono a condurre

503
h

1O RES. DA 10M

CIRCUITO

Fig. 3 - La taratura del dispositivo di misura dei megaohm consiste nell'approntare


una tabella di corrispondenza fra i valori resistivi e il numero di lampeggìi emesso
da una lampada al neon. Tale operazione è chiaramente descritta nel testo e si
effettua attraverso il fissaggio dei puntali su una catena di resistenze di valore noto.

corrente anche se viene ridotta la tensione ap- Dopo aver innestato la spina in una presa-luce
plicata sugli elettrodi della lampada. Per spe- a 220 V, il condensatore elettrolitico CI si
gnerla, invece, è necessario ridurre notevol- carica attraverso la resistenza Rl ed il diodo al
mente la tensione. silicio DI. Mentre i tre condensatori C2 - C3 -
C4, inseriti nel sistema di commutazione a una
via e tre posizioni pilotato da SI; rimangono
COMPORTAMENTO DEL CIRCUITO scarichi. Tuttavia, quando i puntuali dello
strumento vengono applicati ad una resistenza
Fatte queste premesse di carattere informativo, incognita R, il condensatore selezionato da SI
riteniamo certamente più agevole l'interpreta- comincia a caricarsi; in particolare, facendo
zione del funzionamento del circuito riportato riferimento al disegno di figura l, è il condensa-
in figura I. tore C2 che comincia a caricarsi. Quindi, la

Fig. 4 - Una prova interessante, condotta con l'apparec-


chio presentato in queste pagine, consiste nel valutare la
resistenza di uno stuzzicadenti. Naturalmente, per que-
sto tipo di misura, i tradizionali puntali debbono essere
sostituiti con due pinzette a bocca di coccodrillo.

504
tensione sui terminali di C2 e della lampada al
neon LN, che inizialmente presentava il valore
zero, comincia ora a salire. Anzi, più basso è il
valore della resistenza incognita R sulla quale
sono fissati i puntali, più breve sarà il tempo di
Il PACCO
carica del condensatore C2, che tenderà ad
assumere lo stesso valore di tensione acquisito
in precedenza dal condensatore elettrolitico CI.
DEL'HOBBYSTA
Quando il condensatore C2 raggiunge il valore Per tutti coloro che si sono resi conto
tipico della tensione d'innesco della lampada al ell'inesauribile fonte di progetti con-
neon LN, che dipende dal tipo di lampada tenuti nei fascicoli arretrati di Elettro-
usata, ma che normalmente si aggira intorno ai nica Pratica, abbiamo preparato que-
90 V, la lampada LN si accende, provocando la ta Interessante raccolta di pubblica-
conseguente scarica del condensatore C2 e il zioni.
raggiungimento della tensione di disinnesco
della lampada che, ovviamente, si spegne. Le nove copie della rivista sono state
A questo punto il sistema è pronto per iniziare scelte fra quelle, ancora disponibili,
un nuovo ciclo di carica e scarica del condensa- ma in rapido esaurimento, in cui sono
tore C2 e di accensione e spegnimento della apparsi gli argomenti di maggior suc-
lampada LN. E tali cicli si ripetono finché il cesso della nostra produzione edito-
condensatore elettrolitico CI non è più in gra-
riale.
do di fornire l'energia necessaria alla ripetizio-
ne ciclica ora descritta. Ciò corrisponde ad un
abbassamento della tensione di carica di CI al EET9IEA METTA9MIA'EETTO9AI
I. -·-- - ~ ·-
A - ... - ... ,.

di sotto del valore d'innesco della lampada a


gas.
ca:::~ e•=-~ Cl=-
-' gg9 @ --
i'e. él --

COSTANTE DI TEMPORIZZAZIONE
immise "e'sirmen
CE
. E.. ""cE,_ SE

Appare ora evidente che, misurando il numero


di cicli di carica e scarica del condensatore C2.
osnT
%. %'g , v
i6
-
ovvero la frequenza dei lampeggìi della lampa- ANCAMENTO STEREO LUCI PSICHEDE LUECHE
LUCCIOLA ELETTRONICA
da al neon LN, è possibile conoscere, con una
certa precisione, il valore della resistenza inco-
gnita R sulla quale sono stati fissati i puntali di
questo originale ohmmetro. Tale valore, infatti.
dipende sia dal condensatore C2 selezionato
come dalla costante di temporizzazione del
circuito.
L'inserimento del selezionatore di portata SI si L. 9.000
è reso necessario per far cadere i possibili lam-
peggii della lampada al neon entro limiti rileva- Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
bili facilmente dall'occhio umano. Per esem- ciale della nostra Editrice, a tutti i
pio, sulla portata di elevate resistenze, cui cor- nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
risponde un basso valore capacitivo del con- teresse del dilettante, che fa rispar-
densatore selezionato (C2), si ottengono circa miare denaro e conduce alla realizza-
dodici lampi nello spazio di tempo di dieci zione di apparecchiature elettroniche
secondi. Ed un'identica frequenza si avverte di notevole originalità ed uso corrente.
commutando SI su C3, dopo aver inserito fra i
puntali una resistenza da I 00 megaohm.
Nell'apposita tabella abbiamo elencato le corri-
spondenze fra i valori delle resistenze in esame,
i condensatori selezionati ed i lampeggìi che si
possono contare durante le misure.
È ovvio che. con questo strumento. per stabilire

505
M POLLA
CON NEO N

ELETTRODI

' /
z0cc0O

RESISTENZA
Fig. 5 - Le lampade al neon si differenziano tra loro per la
forma e la grandezza, ma la maggior differenziazione
consiste nella presenza, o meno, di una resistenza colle-
gata in serie con un elettrodo e contenuta internamente
alla lampada stessa. A questa resistenza è affidato il
compito di limitare la corrente di accensione.

TABELLA CORRISPONDENZE re del contenitore potranno comparire le due


boccole per l'innesto dei puntuali dell'ohmme-
tro e il comando di commutazione di S1. Su un
fianco, invece, potrà essere applicata la lampa-
10"
ft
12
10"
10"
da al neon LN, che dovrà essere di tipo a
"pisello" e priva di resistenza di limitazione
interna.
I tre condensatori C2 - C3 - C4 dovranno essere
di ottima qualità, con tensioni di lavoro non
inferiori ai 600 VI. Infatti, se uno soltanto di
il valore di una resistenza con una certa esattez- questi condensatori presenta anche una leggera
za, occorrerà acquisire un po' di pratica, dopo perdita, il circuito dell'ohmmetro, quando que-
una serie di attenti e continui esercizi. Comun- sto condensatore viene selezionato, non funzio-
que, come abbiamo già avuto occasione di dire, na.
questo dispositivo potrà servire per diversi sco- Per quanto riguarda il condensatore elettroliti-
pi, tra i quali primeggiano quelli delle misure co Cl, questo dovrà avere un valore capacitivo
dell'isolamento, del contenuto di umidità in di I 00 µF ed una tensione di lavoro non infe-
corpi solidi, delle conduttività dei terreni e riore ai 3 50 VI.
della sicurezza d'uso degli elettrodomestici. Facciamo presente che, durante le misure di
Il dispositivo non potrà invece essere utilizzato resistenze, la spina del dispositivo potrà anche
nei circuiti elettronici, nei quali sono presenti i rimanere inserita nella presa-luce, senza solle-
moderni semiconduttori, come i transistor, i vare alcun grave pericolo per l'operatore; e ciò
fet, gli integrati ecc. grazie alla presenza delle due resistenze di pro-
tezione R2- R3. Ma se le misure vengono
effettuate su di un apparato, anche spento, con
MONTAGGIO la spina inserita nel circuito di rete, si possono
ottenere indicazioni del tutto errate. La stessa
In figura 2 abbiamo presentato lo schema co- cosa vale se l'apparato sotto controllo è in
struttivo dell'ohmmetro descritto in questa se- qualche modo collegato a terra.
de.
Come si vede, il circuito viene composto dentro
un contenitore di materiale isolante, per esem- TARATURA
pio una scatola di plastica.
Alcune piccole morsettiere possono aiutare Dopo aver montato il dispositivo secondo il
l'esecutore a raggiungere un cablaggio sufficien- piano realizzativo riportato in figura 2, questo
temente rigido e compatto. Sulla parte superio- necessita di una semplice operazione di taratu-

506
ra prima di poter essere considerato pronto per corrispondenti numeri di lampeggìi osservati.
l'uso. E a tale scopo occorre collegare, in serie La tabella così ottenuta potrà essere applicata
tra di loro, ben dieci resistenze da dieci megao- sulla parte superiore del contenitore del dispo-
hm ciascuna, come indicato nello schemino di sitivo.
figura 3. Quindi si commuta SI sul condensato- È evidente che, spezzettando in più valori resi-
re C3, ossia sulla portata delle medie resistenze stivi il collegamento di figura 3, la tabella potrà
e si fissano i puntali dello strumento sulle due essere composta in modo più dettagliato.
estremità del collegamento, in modo da misura- Commutando SI su C2, il numero dei lampeg-
re il valore resistivo complessivo di I 00 megao- gii sarà uguale a quello ora contato soltanto se
hm. Contemporaneamente si osserva la lampa- la resistenza totale avrà un valore dieci volte
da al neon LN e si contano i lampeggìi. Poi si superiore a quello di 10 megaohm. Viceversa,
sposta gradualmente uno dei due puntali in commutando SI su C4, il numero dei lampeggìi
modo da ridurre il valore della resistenza totale della lampada LN sarà ancora uguale se la
a 90-80- 70 ... megaohm e nello stesso tempo si resistenza totale avrà un valore dieci volte infe-
appronta una tabella nella quale, su due colon- riore a quello del collegamento di taratura
ne, si riportano i valori resistivi ora citati e iniziale.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità
di misura- I condensatori - I resistori- I diodi
L. 7.500 - I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere Il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentai!.
a due colori.

507
OSCILLATORI TTL
Per coloro che si occupano di integrati TTL e mento di un oscillatore realizzato con integrati
per quelli che seguono il nostro corso a puntate TTL, anche se le applicazioni possono apparire
sugli integrati digitali, presentiamo in queste diverse. In essi si fa uso di un 7404, che è un
pagine alcuni progetti, di facile realizzazione integrato appositamente concepito per svolgere
pratica, che vogliono mettere alla prova la le funzioni di inverter. Ma in una parte dei
preparazione teorica, fin qui acquisita dal letto- circuiti si utilizza pure l'integrato 7400, che è
re, ma che possono divenire utili, nel laborato- ancora un componente appartenente alla fami-
rio dell'hobbysta, in moltissime occasioni. glia TTL e le cui sezioni vengono trasformate
In realtà, i vari circuiti pubblicati in questo in inverter tramite il collegamento fra di loro
articolo non si differenziano di molto l'uno dei due ingressi. In ogni caso, dei due integrati
dall'altro. perché tutti si basano sul funziona- ora citati vengono sempre e soltanto collegate

Apportando alcune semplici e rapide varianti ad un circuito


oscillatore di base, il lettore avrà la possibilità di realizzare una
interessante serie di pratiche applicazioni con due comunis-
simi integrati digitali, con lo scopo di arricchire la propria
preparazione e disporre, all'occasione, di qualche dispositivo
utile nel laboratorio dilettantistico.

508
Circuito base Rivelatore di continuità

Oscillatore quarzato Capacimetro sonoro

Oscillatore con trasduttore Piccola sirena

Oscillatore bloccato

due sole sezioni, che il lettore potrà scegliere


fra quelle disponibili.

CIRCUITO DI BASE

Lo schema di base è quello riportato in figura 1.


In esso vengono utilizzate due funzioni in verter
deJl'integrato ICI, che è il noto modello 7404.
ossia un sestuplo inverter. Il circuito di questo
oscillatore utilizza, oltre che l'integrato IC 1,
anche due elementi passivi, il condensatore C 1
e la resistenza R I .
Facciamo presente che, in sostituzione delle
due prime funzioni in verter «a» e «b», si posso-
no utilizzare altre due coppie di funzioni inver-
ter, come ad esempio quelle che corrispondono
ai terminali 5-6,8-9,10-11, 12-13. Non si
possono invece sostituire, con altri, i terminali
7 e 14, perché il primo corrisponde al piedino
GDN, il secondo a quello deJl'alimentazione
positiva dell'integrato. Ma passiamo ora all'esa-
me del funzionamento del circuito di figura I.
E supponiamo che l'uscita 4 di ICI b abbia
subìto una transizione dallo stato logico «I» a
queJio «O». In tali condizioni, a causa della
presenza del condensatore CI, una analoga
variazione di livello viene riportata pure sul-
l'ingresso I di IC fa, facendo assumere a questo
ingresso lo stato logico «O», che mantiene a
livello «O» l'uscita di ICIb. E ciò in virtù della
doppia inversione di livello dei due inverter.
La presenza della resistenza R 1, di cui un
terminale è polarizzato al livello logico «I»,
più precisamente il terminale collegato con
l'uscita 2 di ICI a, determina fa carica lenta del
condensatore CI, fino a costringere l'ingresso I
di ICI a al superamento della soglia logica alta
«I», facendo commutare, conseguentemente, a

509
Cl

R1

Fig. 1 - Circuito di base dell'oscillatore


nel quale vengono utilizzate due sole

2
IC1
3 -t sezioni dell'integrato digitale. Il segnale
uscente è di tipo a bassa frequenza e ad
onda quadra.

use. BF C1
R1
10.000 pF - 1
220 ohm
F
1C1 7404

«O» I'uscita di ICla e a «I» quella di ICIb. A Sull'elenco componenti abbiamo attribuito ad
questo punto si innesca il processo opposto R 1 il valore fisso di 220 ohm, mentre per CI
che, dopo un certo periodo di tempo, sempre abbiamo lasciato al lettore l'opportunità di
legato alle costanti di temporizzazione R-C, fa scelta fra i valori limite di 10.000 pF e 1 µF.
ritornare i livelli alla condizione di partenza. Il
ciclo poi si ripete allo stesso modo.
In pratica, sui terminali d'uscita del circuito di OSCILLATORE OUARZATO
figura I, è disponibile un treno di onde quadre,
il cui valore di frequenza dipende da quello Se nello schema di figura l, in sostituzione del
attribuito al condensatore CI e alla resistenza condensatore di reazione CI, si applica un
Rl. cristalllo di quarzo. l'oscillazione viene auto-

m p[VA ]

Rl

IC1
3
.I 5V
e
Fig. 2 - Schema teorico di oscillatore
quarzato m grado di generare frequenze
di riferimento o di clock, utilissime in
tutte le applicazioni digitali.

JUUUUUUL
use. RF XTAL quarzo (100-:- 10 MHz)
R1 = 220 ohm
IC1 = 7404

510
j'
Fig. 3 - Oscillatore con trasduttore acu-
stico (altoparlante) ed ottico (diodo led). IC1 1
Può servire come ronzatore oppure co-
me lampeggiatore. a b
7

c1 = 10.000 pF : 10 F
R1 = 220 ohm
R2 = 150 ohm Il R1
DL = diodo led (quals. tipo)
Ic1 = 7400
AP = 8ohm- 1/2 W

maticamente agganciata a quella tipica del nello schema di figura 3.


quarzo (XT AL); il circuito dell'oscillatore si La frequenza di oscillazione può essere regolata
trasforma così, come indicato nello schema di agendo, ancora una volta, sui valori del con-
figura 2, in un generatore di frequenza di riferi- densatore CI e della resistenza R I, conforme-
mento o di clock, utilissimo in tutte le applica- mente ai risultati che si vogliono ottenere. In
zioni digitali. ogni caso il valore di Rl dovrà oscillare fra i
Per non danneggiare l'integrato, che anche in 200 ohm e i 2.000 ohm, che costituiscono i
questo tipo di oscillatore è il modello 7404,il limiti entro i quali può essere effettuata la
valore della resistenza Rl deve essere scelto in scelta. Per-quanto riguarda invece il condensa-
misura tale da non risultare inferiore ai I 00 tore CI, il valore capacitivo di questo potrà
ohm e superiore ai 1.000 ohm. Nell'elenco essere assunto fra tutti quelli compresi entro i
componenti, alla resistenza Rl abbiamo attri- limiti di I 0.000 pF e I 0 F circa.
buito il valore di 220 ohm. I simboli attribuiti alle funzioni ICI a e ICI b
Concludiamo dicendo che, anche per il circuito dello schema di figura 3 non sono quelli carat-
di figura 2, si è trattato di apportare una varian- teristici degli inverter riportati negli schemi
te tecnica al circuito di base di figura I, che precedenti, ma si riferiscono a due funzioni
rimane sempre il punto di partenza per i suc- NANO. Infatti, l'integrato ICI, utilizzato per la
cessivi schemi applicativi. realizzazione di questo circuito di oscillatore
con trasduttore, è di.tipo 7400, cioè un quadru-
plo NANO, nel quale le due prime funzioni,
OSCILLATORE CON TRASDUTTORE essendo state collegate assieme, si comportano
da inverter.
Il circuito oscillatore di figura I può servire Anche questo integrato è dotato di quattordici
ottimamente per pilotare un amplificatore au- piedini e fra essi si possono scegliere, oltre
dio di potenza. Ma non sempre vi è la necessità quelli indicati nello schema di figura 3, anche i
di disporre di segnali acustici molto potenti. piedini 8-9-10 e 11-12-13, fermo restando
Perché talvolta è assai più utile un suono lieve l'obbligo di servirsi dei soli piedini 7 e 14 per
e allora, all'uscita dell'oscillatore conviene ap- l'applicazione della linea negativa e di quella
plicare direttamente un piccolo altoparlante. positiva dell'alimentazione.
oppure un diodo led, se si desidera disporre di li circuito di figura 3 avrebbe funzionato ugual-
una segnalazione ottica. Ecco, quindi, che il mente se si fosse fatto uso dell'integrato 7404
nostro oscillatore si può trasformare in un ron- già adottato per le precedenti applicazioni. Ma
zatore o in un lampeggiatore, come indicato con questa sostituzione si è voluto attribuire un

511
Fig. 4 - Rivelatore logico audio. Con il
controllo del livello logico del punto X è
possibile bloccare od avviare le oscilla-
zioni generate dal circuito.

X e
5V
e C1 = 500.000 pF
3o
0)
R1 R1
R2
=
=
4.700 ohm
220 ohm
y IC1 = 7400
AP = 8 o'hm - 1/2W

valore didattico ai vari circuiti proposti nel modello 7404, dato che, pur essendo adattata
corso del presente articolo. alla funzione di inverter la seconda sezione, la
prima si comporta da NAND.
L'ingresso 2 del primo NAND appare collegato
OSCILLATORE BLOCCATO ad un'ipotetica sonda esterna, in modo che, con
il controllo del livello logico del punto X, sia
Una variante al circuito ora presentato è quella possibile bloccare od avviare l'oscillatore. Più
riportata nello schema di figura 4. In esso precisamente, quando il punto X viene portato
l'integrato ICI è ancora di tipo 7400, ma questa al livello logico «O», il primo NAND commuta
volta senza possibilità di sostituzione con il la sua uscita 3 al livello logico « 1 », Il secondo

Fig. 5 - Ohmmetro acustico. Al variare


del valore della resistenza RX, varia la
frequenza del suono emesso dall'alto-
parlante.
AP

X y
C1 = 500.000 pF
--- - -
RX
-- R1
IC1
AP
=
=
100 ohm
7400
8 ohm -1/2W

512
NAND inverte questo livello in quello di «O»
fisso. Ma trovandosi l'uscita di ICI b al livello
«O», l'oscillatore rimane bloccato. Al contrario,
quando il punto X si porta al livello logico «I»,
KIT PER CIRCUITI
l'uscita di IClb raggiunge lo stato logico «I»,
dando luogo all'oscillazione come nel caso dei STAMPATI L. 16.000
circuiti precedentemente esaminati. Dotato di tutti gli elementi necessari per
la composizione di circuiti stampati su
vetronlte o bachelite, con risultati tali da
RIVELATORE DI CONTINUITÀ soddisfare anche i tecnici più esigenti, que-
sto kit contiene pure la speciale penna
riempita di Inchiostro resistente al perclo-
Il circuito di base dell'oscillatore, riportato in ruro e munita di punta di riserva. Sul di-
figura 1, può trasformarsi, all'occorrenza, in un spensatore d'Inchiostro della penna è pre-
validissimo ed utile rivelatore di continuità sente una valvola che garantisce una lunga
circuitale da impiegare, ad esempio, in sostitu- durata di esercizio ed Impedisce l'evapo-
zione dell'ohmmetro, in tutti quei casi in cui razione del liquido.
appare più comoda e pratica una segnalazione
acustica, rispetto a quella tradizionale offerta
dall'indice del tester commutato nelle misure
ohmmetriche.
Il circuito dell'ohmmetro acustico è quello ri-
portato in figura 5 e, come si può notare, deriva
direttamente dal circuito oscillatore di base, del
quale rappresenta una interessante applicazio-
ne. Perché applicando i puntali X-Yai termi-
nali di una resistenza, se questa non è interrot-
ta, si dovrà ascoltare un suono attraverso l'alto-
parlante. In pratica, mettendo i puntali del-
l'ohmmetro in cortocircuito, ossia unendoli fra
loro come si fa con il tester quando si deve
azzerare l'indice, attraverso l'altoparlante esce
un suono con il più alto valore di frequenza, il Consente un controllo visivo conti-
quale diminuisce poi progressivamente man nuo del processo di asporto.
mano che per RX si inseriscono resistenze di - Evita ogni contatto delle mani con
valore ohmmico sempre più elevato, a patto il prodotto finito.
tuttavia di non superare il valore di 1.000 ohm, - E' sempre pronto per l'uso, anche
per non provocare il blocco dell'oscillatore. dopo conservazione illimitata nel
Questo circuito, dunque, oltre che segnalare la tempo.
continuità elettrica di una resistenza, ne fa pure
intuire il valore attraverso la tonalità del suono - Il contenuto è sufficiente per tratta-
emesso dall'altoparlante, la quale diminuisce re più di un migliaio di centimetri
quando la resistenza aumenta. quadrati di superfici ramate.
Anche per il circuito di figura 5 si è fatto uso di
un integrato modello 7400, nel quale le due --.·+-_,gl o
sezioni NAND svolgono le funzioni di inverter, ·" I

dato che le loro entrate 1-2 e 4- 5 sono state


collegate assieme. Pertanto, in sostituzione di
questo integrato, si sarebbe potuto utilizzare il
%.2.
modello 7404. l.,,.::;-_.~.,-·-..

to '
\':· ·----· j

a. ... -li
CAPACIMETRO SONORO

Dalla realizzazione dell'ohmmetro sonoro di


figura 5 a quella del capacimetro sonoro, ripor-
tato in figura 6, il passo è breve. Il circuito
1.7; "29!yge.es.EE me. :
dell'oscillatore rimane sempre lo stesso, ma

513
cx

"z X
C1
y

1
e
Fig. 6 - Capacimetro sonoro. Le varia-
zioni di frequenza del suono sono diret-
tamente proporzionali ai valori della ca-
pacità dei condensatori CX.

a b 5V

7
e
C1 = 100.000 pF
R1 = 220 ohm
R1 IC1 = 7400
AP 8 ohm- 1/2 W

questa volta il valore della frequenza dei suoni se il condensatore CX è interrotto, nessuna
emessi dall'altoparlante varia al variare del va- variazione del suono si potrà avvertire attraver-
lore capacitivo del condensatore C 1. In paralle- so l'altoparlante. Se è sano, esso produrrà una
lo al quale si possono collegare quei condensa- variazione della frequenza acustica in relazione
tori di cui si vuol constatare l'efficienza e quali- con il suo valore capacitivo. Più precisamente,
ficare. in linea di massima, la capacità. Infatti. le variazioni di frequenza acustica saranno di-

AP
e
a %
±
e

R1 Fig. 7 - Piccola sirena in grado di simu-


R2 lare, tramite regolazione manuale pro-
gressiva del potenziometro, le emissioni
sonore caratteristiche delle vetture de-
gli organi di polizia.

c1 = 500.000 pF IC1 7400


R1 = 100 ohm AP 8 ohm - 1/2wW
R2 2.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)

514
rettamente proporzionali ai valori delle capaci- dell'oscillatore, il cui principio di funziona-
tà dei condensatori CX. In pratica, le possibili- mento rimane sempre lo stesso, quello già espo-
tà di giudizio offerte da questo circuito sono sto per tutti gli altri progetti.
limitate dalle qualità acustiche dell'altoparlan- Ancora una volta l'integrato 7400, del quale
te e da quelle dell'orecchio dell'operatore. vengono utilizzate le prime due sezioni ICI a e
Anche per il circuito del capacimetro sonoro si ICI b, svolge con queste le funzioni di in verter,
è fatto uso di un integrato tipo 7400, del quale perché gli ingressi sono collegati fra di loro.
vengono utilizzate le prime due sezioni ICI a e
ICI b in veste di in verter, dato che gli ingressi
sono collegati fra loro.
INTERVENTI COSTRUTTIVI

PICCOLA SIRENA Tenuto conto della semplicità circuitale dei


progetti ora presentati, abbiamo evitato di pro-
Con il circuito di base dell'oscillatore è possibi- posito la pubblicazione dei corrispondenti
le realizzare una piccola sirena manuale. Con schemi pratici. Tuttavia, coloro che seguono il
la quale si potranno riprodurre le caratteristi- corso sugli integrati digitali e che sono in pos-
che emissioni sonore delle sirene montate sulle sesso del circuito stampato venduto in kit di
vetture della polizia americana. cinque elementi dalla nostra Organizzazione,
La trasformazione del circuito di base in quello come si deduce dalla pubblicità presentata alla
della sirena manuale è riportata nello schema fine di ogni puntata, potranno servirsi di quel
di figura 7, nel quale il potenziometro R2, circuito per montare rapidamente, in una veste
collegato in serie alla resistenza R I di tempo- razionale, ciascuno dei sette schemi fin qui
rizzazione, consente di regolare manualmente analizzati. Qualcuno di questi, se ritenuto utile
la frequenza della nota emessa dall'altoparlante per le proprie attività dilettantistiche, potrà
AP. Anche in questo particolare tipo di appli- essere conservato sul banco di lavoro, altrimen-
cazione pratica del circuito, si provvede, trami- ti il montaggio dei sette circuiti sarà servito per
te il potenziometro a variazione lineare, a far impratichirsi ulteriormente con il trattamento e
variare uno degli elementi di temporizzazione l'applicazione degli integrati TTL.

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
A L. 19.500
CARATTERISTICHE
Circuito a tre canali
Controllo toni altl
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Carico max. per canale: 1.400 W
Alimentazlone: 220V (rete-luce)
Isolamento a trasformatore

515
LE PAGINE DEL
CB
27

FUGHE RF E TVI
Descriveremo in queste pagine un apparato frequenza, che riducono la potenza di emissio-
cercafughe di energia a radiofrequenza, meglio ne di un trasmettitore e disturbano gli apparati
conosciuto con il nome di rivelatore di segnali elettronici posti nelle vicinanze, quali i televi-
di alta frequenza dispersi e dannosi. Prima. sori, i ricevitori radio, gli apparati stereofonici.
tuttavia, vogliamo destinare un certo spazio ad i registratori, i computer e molti altri ancora.
un grosso problema, che investe l'attività dei
CB e che è quello che deve indurre l'operatore
a far uso dello strumento ora preannunciato: il ONDE STAZIONARIE
problema del TVI (Tele-Vision-Interference).
ossia di quell'insieme di falsi segnali di alta Siamo certi che non tutti i principianti sanno in

Per raggiungere il massimo rendimento di un trasmettitore, è


necessario che sussista, in ogni punto, un perfetto adattamen-
to di impedenza, che non vi siano perdite di energia e che
risultino del tutto assenti le onde stazionarie, in modo che
l'intero segnale generato venga inviato nello spazio dall'anten-
na.

516
che modo si formano le onde stazionarie e da
dove traggono la loro origine. Per chiarire que-
sti concetti, quindi, supponiamo di applicare.
sui terminali di un cavo coassiale della lughez- Con un semplice rivelatore
za di 300 metri, una tensione di 10 V. Orbene. di alta frequenza si possono
a causa della velocità di propagazione degli individuare fughe di energia
elettroni, che non è infinita, questa tensione e onde stazionarie.
non può essere rilevabile immediatamente al-
l'estremità opposta del cavo, ma soltanto dopo
un microsecondo. Che non rappresenta un
tempo del tutto trascurabile, se si pensa che ad
esso corrispondono ben I O periodi di un segna- L'eliminazione del TVI è un preciso
le alla frequenza di I O MHz. obbligo civile e morale che
Consideriamo ora un altro elemento, dipenden-
te dalla natura fisica e costruttiva del cavo investe ogni operatore
coassiale: la sua impedenza caratteristica. della gamma cittadina.
Nei confronti del segnale che lo percorre, il
cavo coassiale si comporta come se fosse com-
posto da tutta una serie di piccole induttanze e
capacità, che oppongono al segnale stesso una
particolare resistenza denominata "impedenza Il ROSmetro è forse il più classico
caratteristica", che rimane definita dalla se- degli strumenti di misura
guente formula:
finora adottati, ma di esso
Zo = L/C non sempre ci si può fidare.

ANT.
50 .Il..

TX
50 n CAVO 50n

Fig. 1- Il diagramma riportato in A interpreta, tramite un esempio numerico, il caso


in cui lungo la linea di trasmissione dei segnali di alta frequenza non vi sono onde
stazionarie. Nel grafico riportato in B, invece, pur essendo presenti dei punti in cui
si misura ancora lo stesso valore di tensione, si nota la presenza di molti valori
diversi di tensione e quindi di una infinità di onde stazionarie, provocate dalla
interruzione del collegamento fra cavo coassiale e antenna.

517
O) SENS.

DLI
DI
,i4
a "j
le l l z. TRI

L15 il llc2 Il •
9V
@

Fig. 2 - Circuito teorico del rilevatore di energia ad alta frequenza dispersa da una
stazione ricetrasmittente. L'accensione del diodo led DL1 denuncia la presenza di
segnali a radiofrequenza captati da un sensore.

----CO ENTI-----
C1 33 pF DL1 diodo led (quals. tipo)
C2 100.000 pF p1 pulsante
R1 470 ohm L1 bobina
D1 = diodo al germanio {quals. tipo) PILA 9V
TR1 BC109

nel quale L e C rappresentano rispettivamente prolungamento all'infinito del cavo. Ma se il


l'induttanza e la capacità del cavo per ogni valore del la resistenza di carico non risulta
metro di lunghezza. uguale a quello tipico della impedenza del
Dimensionalmente, il valore di Zo è quello di cavo, allora parte del segnale subisce una rifles-
una resistenza pura, ed è questo il motivo per sione ali 'indietro, verso la sorgente che l'ha
cui si parla generalmente di cavi a 50 ohm, 75 generato, dando luogo alla formazione di falsi
ohm, ecc. segnali, denominati appunto "onde staziona-
Se sui terminali del cavo coassiale viene inseri- rie".
ta una resistenza di valore ohmmico pari a Dunque, ogni volta che il segnale a radiofre-
quello dell'impedenza caratteristica del cavo quenza, durante il suo percorso, dal generatore
stesso, tutta l'energia in arrivo dalla sorgente all'antenna, incontra una variazione di impe-
viene dissipata su questa resistenza, perché l'in- denza, insorgono delle onde stazionarie che, in
serimento della resistenza corrisponde ad un primo luogo. diminuiscono il rendimento della

518
FORO
TARAI. )
TR1

u PILA
z 9V
uu

BASETTA
ISOLANTE

Fig. 3 - Piano costruttivo, realizzato dentro un contenitore metallico, del dispositivo


di ricerca di fughe di segnali ad alta frequenza. La taratura del circuito consiste
nella regolazione del nucleo di ferrite contenuto dentro il supporto della bobina.

stazione trasmittente e, secondariamente, pro- in cui '"E" rappresenta l'energia diretta, mentre
vocano fenomeni di interferenza e disturbi agli "e" misura l'energia riflessa dal carico. Dalla
apparati elettronici posti nelle vicinanze. È semplice osservazione della formula ora citata.
quindi motivo di interesse di ogni CB, oltre che risulta evidente che l'energia riflessa è nulla (e=
un preciso obbligo civico e legale, eliminare O) quando il ROS è pari all'unità (ROS = I).
tutte le dispersioni, o fughe di alta frequenza, mentre aumenta coll'aumentare del disadatta-
che sono causa di quel TVI di cui abbiamo mento.
parlato ali 'inizio. Per avere una visione grafica di quanto ora
asserito, facciamo riferimento al disegno ripor-
tato in A di figura I. Nel quale l'impedenza
ROSmetro d'uscita del trasmettitore è di 50 ohm e quella
del cavo coassiale e dell'antenna presenta lo
Fortunatamente esistono vari mezzi per indivi- stesso valore. Ebbene, in questo caso, il perfetto
duare la presenza di onde stazionarie, ma tra e costante adattamento in ogni punto del siste-
questi il più classico rimane tuttora quello ma consente di misurare un uguale valore di
dell'impiego di un ROSmetro, ossia di un misu- tensione in tutti i punti, che abbiamo supposto
ratore del Rapporto Onde Stazionarie. Il quale nella misura di IO V. E ciò significa che l'ener-
consente di valutare l'entità dell'onda riflessa e
gia riflessa è nulla, che il ROS è pari all'unità e
rimane generalmente conglobato nella stessa che di onde stazionarie non si può proprio
stazione trasmittente. parlare.
II ROS esprime l'entità del disadattamento, tra Al contrario, lo schema riportato in B di figura
l'impedenza della linea di trasmissione ed il 1, nel quale il collegamento fra l'antenna e il
carico, secondo la relazione: cavo coassiale appare interrotto, interpreta il
ROS +e caso di una infinita presenza di onde staziona-
E-e rie. E dimostra pure il fatto che. se si andasse a

519
misurare la tensione a radiofrequenza lungo il
cavo, in diversi punti, questa assumerebbe va-
BC107 lori variabili tra un massimo ed un minimo
attraverso un valore pari a quello citato nel-
l'esempio grafico precedente di IO V, relativo
cioè ad un perfetto adattamento del sistema.
traendo così in inganno l'operatore. Del RO-
Smetro, dunque, bisogna fidarsi, ma non trop-
po. Perché può facilmente capitare che questo
segnali una condizione apparentemente norma-
le, mentre in realtà esistono delle notevoli onde
stazionarie. E ciò dipende dal fatto, ora dimo-
strato graficamente, che la distribuzione di ten-
sione e corrente dei segnali a radiofrequenza
può non essere costante su tutta la linea. Le
E e variazioni che si possono presentare lungo il
cavo coassiale dipendono dalla lunghezza d'on-
da del segnale trasmesso. Nella banda CB si
ottengono dei minimi di corrente o tensione
RIF. ogni quarto di lunghezza d'onda, cioè, tenuto
conto del fattore 0,67 di correzione della velo-
Fig. 4 - Questa è la disposizione dei tre elettrodi di cità di propagazione del segnale lungo il cavo
emittore - base - collettore nel transistor adottato nel
circuito del rivelatore di segnali ad alta frequenza. La coassiale, ogni:
piccola tacca metallica funge da elemento di riferimen-
to per il riconoscimento dei terminali del componente. 11 : 4 x0.67 = 1.8 metri

Fig. 5 - L'uso del rivelatore di energia ad alta frequenza si


effettua avvicinando la piastrina di rame ai vari elementi che
compongono la stazione ricetrasmittente, dopo aver premu-
to il pulsante. Si noti, accanto a questo componente, la
presenza del diodo led segnalatore.

520
Analogamente, tale osservazione si estende ai
valori massimi di corrente o tensione.
PIASTR. CIRC. STAMP
30x30 mm
Rivelatore RF

Da quanto finora detto, si arguisce che le onde


stazionarie possono venir individuate misuran-
do l'andamento della tensione o della corrente
lungo il cavo di trasmissione. E ciò in pratica RAME RIGIDO
può essere abbastanza semplicemente ottenuto 2 mm
tramite un rivelatore di segnali di alta frequen-
za, come quello da noi progettato, che deve
godere della principale caratteristica della por-
tatilità. Poiché sarebbe oltremodo difficile con- BANANA
cepire un tale apparato come uno strumento di
laboratorio, alimentato con la tensione di rete,
ingombrante e pesante.
li circuito teorico del rivelatore di segnali a
radiofrequenza è quello riportato in figura 2. Fig. 6 - L'elemento che funge da sensore, nel dispositi-
vo rivelatore a radiofrequenza, può essere rappresen-
Esso si presenta sotto l'aspetto immediato di un tato da una piastrina ricavata da una piastra di maggio-
circuito accordato sulla frequenza di lavoro del ri dimensioni per circuiti stampati, oppure da una lastra
trasmettitore di cui è destinato a formare un di rame di un certo spessore.
accessorio indispensabile.
In pratica, il rivelatore di alta frequenza cattu-
ra, tramite un sensore, eventuali segnali disper-
si dal trasmettitore. I quali, dapprima vengono
intrappolati nel circuito accordato, composto
dalla bobina LI e dal condensatore C 1, poi
subiscono un processo di raddrizzamento attra- agli operatori di radio e televisioni private e a
verso il diodo al germanio DI. Il condensatore coloro che lavorano con apparati SSB.
C2 provvede a filtrare i segnali rettificati da DI,
in modo da generare una tensione continua
proporzionale alla forza del segnale captato. Realizzazione pratica
La tensione continua, presente sui terminali del
condensatore C2, polarizza la base del transi- La realizzazione pratica del rivelatore di segna-
stor TR I, che è di tipo NPN e che funge da li ad alta frequenza può essere ottenuta seguen-
elemento amplificatore dei segnali radio dal do il piano costruttivo riportato in figura 3,
circuito accordato. servendosi di un piccolo contenitore metallico
Sul collettore di TR I è presente il diodo led in unione a pochi ancoraggi per la saldatura a
DLI, che sostituisce il molto più costoso mi- stagno dei terminali dei componenti.
croamperometro e che funge da segnalatore Su un fianco del contenitore, in corrispondenza
ottico. del nucleo di ferrite, necessario per la taratura
L'alimentazione avviene per mezzo di una pila del circuito di sintonia, si dovrà praticare un
da 9 V, che è più che sufficiente a garantire una foro, onde agevolare l'ingresso della lama del
lunga autonomia di funzionamento del disposi- cacciavite.
tivo. La boccola, sulla quale verrà innestato lo spi-
Naturalmente, durante l'uso, occorre avvicina- notto saldato a stagno con la piastrina-sonda,
re il sensore a quelle parti in cui si presume la deve essere di tipo isolante, onde non formare
presenza di onde stazionarie o, comunque, fu- contatto elettrico con il contenitore metalllico.
ghe di segnali ad alta frequenza, dopo aver Sulla parte superiore del contenitore, come
premuto il pulsante PI, ma di ciò avremo evidenziato in figura 5, rimangono visibili il
occasione di parlare più avanti. pulsante PI e il diodo led DLI che fornisce le
Per ora possiamo dire che, adattando opportu- necessarie indicazioni ottiche.
namente il circuito di sintonia LI - CI, il Tutti gli elementi necessari alla realizzazione
dispositivo può rendersi utile ai radioamatori. del rivelatore AF sono di facile reperibilità

521
Fig. 7 - In questo schem a sono indicati i vari punti
della stazione ricetrasm itt ente ai quali si deve
avv icinare il rivelatore a radiofreq uenza per cons ta-
tare la presenza di eventuali fughe di segnali o di
onde stazionarie.

ALIM. LIN.

3
o o o

commerciale. Fa eccezione la sola bobina LI, provvedere ad un diverso dimensionamento


che dovrà essere costruita nel modo seguente. della bobmna LI ed eventualmente del conden-
Su un supporto cilindrico, di materiale isolan- satore CI.
te, del diametro di 7 mm, si avvolgeranno 12
spire compatte di filo di rame smaltato del
diametro di 0.4 mm. Dentro il supporto, il cui Costruzione della sonda
diametro di 7 mm è quello interno, si dovrà
inserire un nucleo di ferrite dello stesso diame- La sonda-antenna è rappresentata, molto sem-
tro, da poter avvitare e svitare in sede di taratu- plicemente, da una piastrina di circuito stam-
ra del dispositivo. pato, di forma quadrata e delle dimensioni di
Come abbiamo già detto, volendo adattare il 30 x 30 mm, come chiaramente indicato nel
circuito ad altre frequenze di lavoro. occorrerà disegno riportato in figura 6. II collegamento

522
fra la piastrina e lo spinotto (banana) si ottiene
mediante uno spezzone di filo di rame rigido
del diametro di 2 mm almeno.
Quando si fa uso del rivelatore di alta frequen-
za, lo spinotto deve essere innestato nella boc-
cola collegata con il circuito accordato del
abbonatevi a:
dispositivo, nel modo indicato in figura 5.
EILETTRONICA
Taratura del circuito

Per poter funzionare correttamente, il circuito


PRATICA
del rivelatore AF necessita di un semplice in-
tervento di taratura. Che può essere effettuato
regolando il nucleo di LI in modo che, con il
sensore (piastrina) posto in prossimità dell'an-
tenna trasmittente, si ottenga la condizione di
accensione del diodo led DLI, pur rimanendo
il più possibile lontani dall'antenna stessa e, 4 - Insufficienti schermature e collegamenti a
ovviamente, con la ricetrasmittente commutata massa nel circuito del trasmettitore.
nella posizione "trasmissione". 5- Alimentatore privo di condensatori di fil-
In pratica, si preme il pulsante PI, si avvicina il tro verso rete e senza induttanze di blocco
sensore all'antenna e si regola il nucleo di per la radiofrequenza sull'alimentazione in
ferrite in modo da provocare l'accensione del continua.
diodo led DLI. Quindi ci si allontana gradual- 6- Antenna non tarata sulla frequenza di
mente dall'antenna e si continua a regolare il emissione del trasmettitore.
nucleo di ferrite in modo da mantenere acceso 7- Cavo coassiale avariato (interrotto o m
il più possibile il diodo led. cortocircuito).
Tra le cause più rare possiamo ricordare l'ossi-
dazione di un giunto di grondaia, che funge da
Impiego del dispositivo diodo mescolatore ed altera il segnale prodotto
dall'antenna, dando luogo alla formazione di
Una volta pronto, il dispositivo potrà essere armoniche e frequenze spurie di vario genere,
utilizzato per individuare la presenza di onde che disturbano le ricezioni televisive. Ad ogni
stazionarie o, comunque, di fughe di energia ad modo, per scoprire questi ed altri elementi, che
alta frequenza. sono la causa del TVI, è sufficiente adoperare il
L'esame potrà iniziare dal cavo di alimentazio- dispositivo descritto secondo il piano di indagi-
ne, come indicato dal particolare I di figura 7, ne riportato in figura 7, che evidenzia i punti
per proseguire poi, via via, sino all'ultima più critici della stazione ricetrasmittente per
estremità de li 'antenna (parti c. 11 ). quel che riguarda la fuga di energia AF o la
Se l'intero impianto è stato eseguito a regola presenza di onde stazionarie.
d'arte, il diodo led dovrà accendersi soltanto in
prossimità dei punti IO - 11 di figura 7. In caso
contrario si dovranno controllare tutti quei
settori della stazione ricetrasmittente in cui si
manifestano delle perdite. Tenendo presente
che le cause di perdite o fughe possono essere le
più comuni, ma anche le più strane. Tra quelle
più comuni possiamo elencare le seguenti: abbonatevi a:
I- Bocchettoni lenti od ossidati.
2-. Disadattamento di impedenze fra circuito
d'uscita del trasmettitore e il cavo, oppure
ELETTRONICA
fra quest'ultimo e l'antenna.
3 - Inefficienza dei filtri passa-basso, con con- PRATICA
seguenti produzioni di frequenze armoni-
che o spurie, soprattutto nell'amplificatore
lineare. se questo è presente.

523
CORSO
DI AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI
INTEGRATI DIGITALI

Nelle precedenti puntate del «Corso di avvia- Diciamo subito che la denominazione ora cita-
mento all'uso degli integrati digitali", abbiamo ta trova la sua esatta giustificazione negli stati
conosciuto alcuni componenti, denominati delle uscite, che sono sequenzialmente subordi-
combinatori, nei quali l'uscita rappresentava in nati alla presenza di un segnale di clock (orolo-
ogni istante, una diretta conseguenza degli stati gio). Il quale funge da elemento di sincronizza-
d'ingresso, secondo una relazione tipica del zione del circuito.
componente stesso, che poteva essere un ANO.
un OR, uno XOR, ecc.
Ora inizieremo ad analizzare dei componenti FLIP - FLOP
digitali un po' più complessi appartenenti ad
una categoria diversa da quella fin qui trattata e L'elemento base di tutti i dispositivi sequenziali
comunemente conosciuti come circuiti sequen- è il bistabile, cioè quel circuito meglio cono-
ziali. sciuto sotto il nome di «flip - flop».
La caratteristica fondamentale di questo com-
ponente consiste nel mantenere l'uscita, indefi-
nitamente, in uno stato stabile di «O» o di «I».
finché non interviene una opportuna confi-
gurazione degli ingressi, in concomitanza con
una transizione del clock, a modificarne lo
Circuiti sequenziali stato. In altre parole si può dire che il flip- flop
è un elemento di memorizzazione unitario.
ossia un bit, la cui uscita rimane stabile in
FIip - Flop R-S assenza di impulsi di clock, anche quando si
verificano delle variazioni di stato logico degli
Flip - Flop J-K ingressi. Dunque, a differenza dei circuiti com-
binatori, il flip - flop, per garantire un determi-
L'integrato 7473 nato stato logico delle uscite, non richiede la
permanenza dei segnali d'ingresso. Esso si com-
porta quindi come una MEMORIA.
Circuito sperimentale Nella realtà pratica, esistono diversi tipi di flip
- flop, che si differenziano tra loro per le
modalità con cui avvengono i cambiamenti di
stato del le uscite.

524
OTTAVA PUNTATA

FLIP - FLOP R-S (stato logico opposto). In ogni caso, le uscite di


un flip - flop vengono indicate con la lettera
Passeremo ora in rassegna i vari tipi di flip - «Q». Nello schema di figura 2 è riportato un
flop e ne analizzeremo il comportamento in flip - flop ad un ingresso (clock) e ad una uscita
relazione ai segnali applicati alle loro entrate. Q. In quello di figura 3 è disegnato un flip - flop
Ma prima ricordiamo che, graficamente, il flip ad una entrata (clock) e a due uscite comple-
- flop si rappresenta come un rettangolo, sul cui mentari. L'uscita indicata con la lettera Q sem-
perimetro compaiono i terminali, come si può plice si riferisce allo stato logico «I», mentre
notare nello schema di figura I e in quelli quella contrassegnata con la lettera Q con trat-
SucceSS1V1. tino sovrapposto indica lo stato logico «O».
Assai spesso le uscite sono in numero di due, Ma veniamo al flip - flop R-S che, come si vede
delle quali una risulta il complemento dell'altra in figura 4. è caratterizzato da due entrate.

Fig. 1 - Il flip - flop, simbolicamente indicato


tramite un rettangolo, è una funzione logica che
mantiene nel tempo il comando ricevuto, anche
quando si tratta di un impulso di brevissima dura- R1
ta. Premendo il pulsante P1, infatti, il diodo led DL
si accende e rimane acceso, oppure si spegne e
rimane spento.

k F] FF use. e
sv
~

I g
R1
R2
=
=
470 ohm
220 ohm
I Do

DL = diodo led
P1 = pulsante
FF = flip - flop

525
Q

CLOCK Q CLOCK
FF FF
Q

Fig. 2 - Simbolo elettrico di un flip - flop con un solo Fig. 3 - Cosi si rappresenta graficamente il simbolo che
ingresso di clock ed una uscita. definisce un flip - flop ad un ingresso (clock) e a due
uscite.

CLOCK
s - Q FF
- Q
FF Q
R 4

- I
CLEAR
Fig. 4 - Questo è il simbolo elettrico del flip - flop R - S, Fig. 5 - Simbolo teorico di un flip - flop con ingresso di
che è caratterizzato dalla presenza di due entrate, condizionamento di clear.
quella di Set e quella di Reset.

PRESET
quella di Set e quella di Reset, le quali, quando
sono attivate, portano l'uscita Q allo stato logi- ,,
co «I» (il Set) o allo stato logico «O» (il Reset).
J Q
L'uscita Q rimane stabile nell'ultimo stato logi-
co assunto, anche dopo la cessazione dell'im-
-
pulso di commutazione, finché non interviene e L0CK
un impulso, applicato all'altro ingresso (R), che
fa commutare l'uscita.
FF
Attualmente esistono dispositivi flip - flop R-S Q
i cui ingressi sono sensibili ai livelli alti; altri
invece sono sensibili ai livelli bassi. Ciò signifi- K
ca, in pratica, che per ogni applicazione occor- 4#
re sempre accertarsi, consultando gli appositi
manuali, sul livello logico «attivo» di tali flip -
flop. CLEAR

Fig. 6 - il flip - flop J-K, di cui è qui riportato il simbolo


FLIP - FLOP D elettrico, è caratterizzato essenzialmente dalla presen-
za di tre ingressi principali: l'ingresso J, l'ingresso K e
Questo tipo di flip --flop, caratterizzato da un l'ingresso di clock.
ingresso D. che significa «delav» ossia «ritar-

526
IMPULSO e:::,

I
DI G
COMANDO o
~
Fig. 7 - La commutazione di un flip - flop N
J - K avviene in due tempi: durante il
fronte di salita dell'impulso commuta il
master, durante il fronte di discesa la ~
condizione del master viene trasferita
allo slave. T

do», è un bistabile nel quale l'uscita viene ogni transizione attiva dell'ingresso, per esem-
commutata, in concomitanza con ogni impulso pio al passaggio dallo stato logico «O» a quello
di clock, ad un livello logico uguale a quello di «I», si verifica una commutazione delle
dell'ingresso D. uscite su un livello complementare a quello
Eventuali variazioni dell'ingresso, non accom- precedente. Il flip - flop T funge in tal modo da
pagnate da un impulso di clock, non provocano divisore per due della frequenza del segnale
alcuna variazione delle uscite. d'ingresso.
Questo tipo di flip - flop è molto impiegato In pratica, un flip - flop T può venir realizzato
nella realizzazione di «registri», con lo scopo di collegando l'uscita Q (con trattino sovrapposto)
ottenere ritardi del segnale (delay = ritardo), all'ingresso D di un flip - flop D.
oppure nella sincronizzazione tra due segnali.

INGRESSI DI CONDIZIONAMENTO
FLIP - FLOP T
Molti flip - flop, oltre ai normali ingressi sin-
È un dispositivo flip - flop dotato del solo croni, cioè gli ingressi legati al sincronismo di
ingresso di clock. denominato TRIGGER. Ad clock, possiedono altri ingressi asincroni, che

Fig. 8 - Schema di corrispondenza fra i


due flip - flop contenuti nell'integrato
7473 e i quattordici piedini di cui è
dotato il componente. Gli Ingressi sono
indicati con le sigle J -K-CLK- (clock)
+Vcc - CLR (clear).

527
R1 Il
r
o
jl O
::::,,..

J r,/ 4

CLOCK

}
I EF 73~
USCITE

l
"
r @
5V
@


P1 Il 11

Cl
z
DO

Fig. 9 - La realizzazione pratica di questo circuito teorico, nel quale si utilizza


soltanto mezzo integrato 7473, consente di controllare la veridicità dei concetti
teorici esposti nel testo.

-----COMPONENTI-----
R1 470 ohm DL diodi led
R2 220 ohm P1 = pulsante
R3 220 ohm FF 1 /2 sez. 7473

condizionano l'uscita indipendentemente da FLIP - FLOP J-K


tutte le condiz10ni di ingresso.
Gli ingressi asincroni sono quelli di «cleap» e di Ed eccoci giunti al modello di flip - flop più
«preset», che possono ritenersi del tutto simili a completo e più usato nei circuiti digitali per la
quelli di Set e di Reset di un flip - flop R-S. realizzazione di registri, contatori, ecc.
Infatti, quando viene applicato un impulso al Il flip - flop J-K è caratterizzato essenzialmente
clear, l'uscita Q viene immediatamente portata da tre ingressi principali: l'ingresso J, l'ingresso
allo stato logico «O»; viceversa, un impulso di K e l'ingresso di clock, che sono chiaramente
preset porta tale uscita allo stato logico «I». indicati in figura 6.
Facciamo notare che, generalmente, gli ingressi Come avviene nei flip - flop di tipo D e T,
di clear e di preset sono sensibili ai livelli logici anche in questo dispositivo l'uscita può com-
e non ai fronti del segnale, per cui, mantenendo mutare esclusivamente durante la transizione
attivo uno dei due segnali, si blocca in pratica il attiva di clock. La nuova condizione d'uscita
funzionamento del flip - flop. dipende però dallo stato logico degli ingressi J e
Nello schema di figura 5 è riportato il simbolo K al momento della transizione di clock. In
di un flip - flop con ingresso di condizionamen- pratica, se J = O e K = O, non si ha alcun
to di clear. cambiamento rispetto allo stato logico prece-

528
Fig. 10 - Piano costruttivo del modulo
con cui, per mezzo dell'accensione dei
due diodi led verde e rosso o del loro
spegnimento, si constata praticamente
il comportamento delle uscite di una
delle due sezioni flip - flop dell'integrato
7473.

dente, mentre se J = I e K = O, l'uscita Q si In figura 7 interpretiamo graficamente i concet-


porta al livello logico «I». Inoltre, se J = O e K ti di fronte di salita e di discesa dell'impulso di
= I, l'uscita Q raggiunge il livello logico «O». comando.
mentre se J = I e K = I, l'uscita commuta e
diviene complementare rispetto allo stato pre-
cedentemente assunto. L'INTEGRATO 7473
Oltre agli ingressi J- K, questo tipo di flip -
flop possiede generalmente anche uno o più Per poter verificare in pratica una buona pane
ingressi asincroni di condizionamento (clear o degli elementi teorici fin qui esposti, consiglia-
preset), che aumentano le disponibilità del di- mo di utilizzare, quale reale dispositivo, un flip
spositivo. - flop J-K MASTER SLAVE tipo 7473, che
possiede due flip - flop indipendenti, ciascuno
dotato di ingressi di clock, J, K e clear e due
FLIP - FLOP J-K MASTER-SLAVE uscite Q.
Con questo dispositivo, di cui in figura 8 ripro-
Questo tipo di flip-flop è il risultato del collega- duciamo lo schema di corrispondenza fra i due
mento di due flip - flop J-K, opportunamente flip - fop dell'integrato e i quattordici piedini
connessi in modo da evitare, durante le com- del componente, sarà possibile verificare il fun-
mutazioni, qualsiasi condizione critica, nei zionamento del flip - flop secondo quando
confronti del clock e qualsiasi interazione tra analizzato in precedenza.
ingressi ed uscite. Nello schema di figura 8 sono chiaramente
La commutazione avviene in pratica in due indicati i piedini 4 - 11 che sono quelli relativi
tempi: durante il fronte di salita dell'impulso all'alimentazione comune dei due flip - flop
commuta il primo flip - flop J-K, denominato contenuti nell'integrato 7473. Gli ingressi di
MASTER = padrone, mentre durante il fronte clock sono contrassegnati con le scritte CLK,
di discesa la condizione del flip - flop master quelli di clear con CLR. Le uscite sono contras-
viene trasferita nello SLAVE= servo, condizio- segnate con le lettere Q semplice e Q con
nando soltanto a questo punto le uscite. Per le trattino sovrapposto. Le lettere J e K individua-
regole di commutazione valgono quelle stabili- no gli altri ingressi del dispositivo.
te per il flip - flop J-K. Naturalmente. anche questo integrato. cosi co-

529
portamento di memoria del flip - flop. Comun-
que, coloro che volessero ugualmente realizza-
re il circuito di figura 1, avranno modo di
convincersi che, premendo il pulsante P l, si
provoca l'accensione o lo spegnimento del dio-
do led DL e che in tale stato il diodo rimane
anche dopo aver abbandonato il pulsante. Rea-
lizzando il circuito di figura 9, di cui riportia-
mo in figura IO il piano costruttivo, le possibi-
lità di controllo del comportamento di un flip -
flop aumentano. Perché con esso si analizzano
visivamente, tramite l'accensione o lo spegni-
mento di due diodi led diversamente colorati, le
uscite del flip - flop.
Le prove consistono nel premere i I pulsante PI.
ovviamente dopo aver dato corrente al circuito.
Con questa operazione ci si aspetterebbe la
Fig. 11 - Abbiamo fotografato e riprodotto il modulo commutazione immediata delle uscite nel loro
sperimentale, costruito nei nostri laboratori, per offrire stato complementare, in quanto le entrate J e K
al lettore un ulteriore ausilio alla sua opera realizzativa. sono entrambe collegate alla linea della tensio-
ne positiva di alimentazione e quindi si trovano
allo stato logico «I». Ma ciò in realtà può
accadere e può non accadere, facendo sorgere
dei dubbi nella mente dello sperimentatore per
me il suo circuito di prova, deve essere alimen- quel che riguarda il rigore delle teorie esposte
tato con la tensione continua e stabilizzata a 5 in precedenza. Ebbene, occorre dire subito che
V. La quale potrà essere derivata da un alimen- la teoria non sbaglia, mentre può sbagliare la
tatore stabilizzato, oppure da un opportuno pratica. Perché i dispositivi integrati sono tal-
collegamento di pile, ma ricordando sempre mente veloci da rispondere ad impulsi di co-
che i valori della tensione di alimentazione non mando della durata di poche decine di nanose-
debbono superare i limiti di 4,75 V e 5,25 V. condi. E un pulsante meccanico, come quello
pena la distruzione dell'integrato. montato nello schema di figura I O, non invia al
Servendosi di pile, si potranno collegare in serie circuito un solo impulso, quando lo si preme
tra loro due elementi da 3 V, in modo da anche per un attimo, come sarebbe logico pen-
disporre del valore di tensione di 6 V, il quale sare. Ma, a seconda dei casi, gli impulsi posso-
non potrà essere utilizzato direttamente, ma no essere in un numero ridotto o in un numero
dovrà venir ridotto mediante l'interposizione di estremamente grande, rarissimamente in nume-
un diodo al silicio, in grado di assicurare una ro di uno. Quindi, in pratica, quando si preme
caduta di tensione di 0,6 -:- 0,7 V la quale, pur il pulsante P 1, la commutazione del dispositivo
determinando un valore di tensione di alimen- sembrerà del tutto casuale, mentre in realtà non
tazione complessivo lievemente superiore al lo è. Infatti, se il numero di «rimbalzi», provo-
limite tollerabile, bene si presta alla realizza- cati da P 1, è di ordine dispari ( 1-3-5-7, ecc.)
zione del modulo di prova. si ottiene una reale commutazione, mentre se il
numero dei «rimbalzi» è di ordine pari (2-4-6
- 8, ecc.) pur verificandosi le commutazioni in
CIRCUITI DI PROVA un tempo brevissimo, alla fine queste si esauri-
scono, determinando una condizione uguale a
L'uscita o le uscite di un flip - flop si possono quella iniziale, senza alcun apparente cambia-
facilmente controllare realizzando i circuiti mento dello stato logico delle uscite e quindi
teorici riportati nelle ligure l e 9. delle condizioni dei led. Ma collegando a mas-
Quello di ligura I serve per dimostrare pratica- sa, ossia con la linea di alimentazione negativa,
mente che un flip - flop mantiene nel tempo il ora l'ingresso J, ora quello contrassegnato con
comando ricevuto, anche se questo è stato di K, ci si potrà rendere conto del corretto funzio-
brevissima durata. Ma di tale circuito non ab- namento del componente.
biamo approntato il piano costruttivo, ritenen- Portando a massa, sia pure momentaneamente,
dolo complementare a quello di fiura IO, con il l'ingresso di clear, si ottiene l'accensione incon-
quale si riesce ugualmente a dimostrare il com- dizionata del diodo led rosso.

530
MONTAGGIO DEL MODULO sono componenti polarizzati, dotati di anodo e
catodo, i quali debbono essere inseriti nel cir-
Il montaggio sperimentale, di cui riportiamo il cuito soltanto in un preciso senso, cioè con gli
piano costruttivo in figura IO e l'immagine anodi rivolti verso le resistenze R2 - R3.
fotografica del prototipo montato nei nostri Il terminale di catodo in un diodo led è ricono-
laboratori in figura 11, si realizza inserendo, scibile per il fatto di apparire leggermente più
come primo elemento, sullo stampato, lo zoc- grosso di quello di anodo.
colo a basso profilo i cui piedini, diversamente Nell'inserire l'integrato 7473, di cui nel nostro
da quanto avviene nei normali montaggi, non circuito sperimentale viene utilizzata una sola
entrano nei corrispondenti fori, che in questo sezione, raccomandiamo di tener presente che
modulo sono del tutto assenti, ma debbono il piedino I del componente si trova da quella
essere ripiegati ad angolo retto e saldati a sta- parte in cui è presente un contrassegno di
gno, tramite saldatore dotato di punta sottile, riconoscimento (dischetto).
sulle apposite piste. Dunque, lo zoccolo, i due A conclusione dell'argomento fin qui trattato,
diodi led verde e rosso, le tre resistenze, il vogliamo appena ricordare, se ancora ce ne
pulsante e i diversi ponticelli (PONT.) vanno fosse bisogno, che le applicazioni pratiche de-
inseriti, come nei precedenti circuiti sperimen- scritte debbono essere condotte servendosi del
tali, direttamente sulle piste di rame del circui- modulo disponibile presso la nostra organizza-
to stampato e non dalla parte opposta, giacché zione in kit di cinque unità, come si legge nello
la basetta è completamente priva di fori. spazio pubblicitario riportato in chiusura della
Informiamo i principianti che i diodi led DL presente puntata del corso.

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no seguire con profitto il CORSO DI AV- identici, con i quali è possibile realizzare
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533
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da 10 a 80 MHz L. 25.000. Corso elettronica 1ST con cm. 38 nuovissimo a L. 50.000 (con elegante cassa
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PER I VOSTRI INSERTI


l signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

--

Inserite il tagliando in una busta e spedite a:


I
ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

Via Zuretti, 52 - MILANO.

534
LA FUSTA DEL LETTORE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

FUSIBILE NEL CARICABATTERIE Ci piace immaginare che anche lei, come la


maggior parte dei nostri lettori, voglia risolvere
Sul fascicolo di marzo di quest'anno avete pre- un tale problema tecnico in forma semplice ed
sentato il progetto di un caricabatterie automa- economica, anche se nella sua richiesta ciò non
tico, che io aspettavo da tempo e che ho subito viene esplicitamente invocato. Pertanto, tenuto
realizzato con successo. Anche i miei familiari, conto di tutte le resistenze parassite del circuito
che sono numerosi e in gran parte usano lauto da lei realizzato,della presenza di cavi, di con-
per motivi di lavoro, hanno avuto modo di tatti, di strumento ad indice, di trasformatore di
constatare l'efficacia del dispositivo, così che alimentazione e di altri elementi ancora. co-
ora non possono più rinunciare ai suoi servigi. minciamo con l'affermare che è quasi impossi-
Eppure, adesso, il caricabatterie non funziona bile, in ogni caso, promuovere correnti di inten-
più, perché un mio congiunto, nel farne uso, ha sità tale da fondere istantaneamente i semicon-
creato, per distrazione, un cortocircuito fra i duttori. E in base a tale considerazione decidia-
cavi uscenti dall'apparecchio. Ovviamente, mo di ricorrere all'uso di normali.fusibili. prefe-
l'eccessivo assorbimento di corrente, richiesto ribilmente di tipo extrarapido, a salvaguardia
dal cortocircuito, ha provocato la distruzione del caricabatterie. Tuttavia, a questo valido
dei diodo controllato di potenza SCR 1. Che io accorgimento, le consigliamo di aggiungerne
provvederò a sostituire, assai presto, con altro uno ancora, ossia di abbondare nelle dimensio-
nuovo. Tuttavia, prima di iniziare il lavoro di ni del dissipatore termico del diodo controllato
riparazione, ho voluto consultarvi per sapere se di potenza, onde consentire lo smaltimento del
è possibile dotare l'apparecchio di un dispositi- calore anche in condizioni di carico gravoso.
vo di protezione contro i guasti provocati da un Naturalmente, per consentire una buona aera-
impiego errato, frettoloso e malaccorto come zione, il contenitore del caricabatterie dovrà
quello da me menzionato. essere dotato di grate o fori, praticati in corri-
CANALI VALERIO spondenza degli elementi soggetti a riscalda-
Rovigo mento.

535
AMPLIFICATORE MICROFONICO

'OSCILLATORE Ad un vecchio amplificatore stereo vorrei col-


legare un microfono magnetodinamico, utiliz-
zando l'unico ingresso disponibile, che è quello

MORSE per sintonizzatore e con il quale il livello di


riproduzione rimane molto basso. Potreste
pubblicare lo schema di un adatto preamplifi-
Necessario a tutti i candidati alla patente di
catore?
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e GASPAROTTO GERARDO
la pratica di trasmissione di segnali radio in Venezia
codice Morse.
Purtroppo lei non indica né la tensione uscente
dal microfono, né la sensibilità d'ingresso del-
l'amplificatore. Abbiamo quindi dovuto inseri-
re, nel circuito qui pubblicato, un potenziome-
tro nella rete di controreazione,onde adattare il
guadagno del preamplificatore ai livelli del se-
gnale disponibile. Il transistor TR], oltre che
amplificare il segnale, minimizza il fruscio di
fondo.

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
Condensatori
L. 18.500
c1 = 4, 7 F-12Vl (elettrolitico)
C2 = 560 pF
C3 = 100 µF - 12 VI (elettrolitico)
C4 = 22 F- 16VI (al tantalio)
II kit contiene: n. 5 condensatori ceramici
n. 4 resistenze - n. 2 transistor - n. 2 trimmer
C5 = 22 F- 16 VI(al tantalio)
potenziometrici - n. 1 altoparlante - n. 1 cir-
cuito stampato - n. 1 presa polarizzata - n. 1
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico - n. 1 matas- Resistenze
sina filo flessibile per collegamenti - n. 1 ma-
tassina filo-stagno. R1 = 100.000 ohm
R2 = 220.000 ohm
R3 = 100 ohm
CARATTERISTICHE R4 = 220.000 ohm
R5 = 1.000 ohm
Controllo di tono R6 = 10.000 ohm
Controllo di volume R7 = 150 ohm
Ascolto in altoparlante R8 = 1.000 ohm
R9 = 10.000 ohm
Alimentazione a pila da 9 V
R10 = 10.000 ohm [potenz. a variaz. in.)
R11 = 47.000 ohm

Varie
TR1 = BC109
IC1 = 741
DZ1 = zener (10 V- 1 W)

536
Sia

6 7r
C5

Il 'j
9-12V

S1b

ENIR.

R7

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


L.16.850
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le 'lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, cosi da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

l I . • .- • Contenuto del kit:


IIl1
l,l1· · , n. 3 condensatori- n. 6 resistenze - n. 1 po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato- n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore - n. 1 SCR- n. 1 cor-

et- done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -


n. 1 circuito stampato.
ALIMENTATORE PER OME CB Condensatori

Dovendo potenziare la mia stazione trasmitten- ', 10.000 F- 36 VI (elettrolitico)


te con l'inserimento di un lineare da 100 W, mi C 10.000 F- 36 VI (elettrolitico)
trovo in difficoltà con l'alimentatore a 13 V. C3 10.000 F- 36 VI (elettrolitico)
che è sufficiente al solo funzionamento del 4 220 F- 16 VI (elettrolitico)
trasmettitore.
MINCUZZI DANIELE
Bari Resistenze
R1 = 100.000 ohm
Quello che pubblichiamo è il circuito di un R2 = 100 ohm
alimentatore in grado di erogare la tensione R3 = 220 ohm
stabilizzata di 13 V e la corrente di 20 A circa. R4- R5 ... R9 = 6 x 0,12 ohm
È composto da sei transistor di potenza darlin-
gton, collegati in parallelo e ciascuno dotato di
resistenza di compensazione. Tutti i transistor Varie
dovranno essere fissati su radiatore di grosse DZ1 - DZ2 - DZ3 = 3 x 4, 7 V-1W
dimensioni. Per i condensatori di filtraggio, da p1 = 80 V - 40 A
10.000 µF, potrà montare più condensatori F1.= 1,6A
elettrolitici in parallelo, preferendo i modelli "a LN = lampada al neon
barilotto". Anche il ponte P 1 dovrà essere op- T1 = trasf. (220 V - 16 V - 20 A)
portunamente raffreddato. TR1-TR2 ... TR6 = 6 x TIP 122

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 16.500

CARATTERISTICHE:
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Al i mentazione: 220 V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 100W istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
mente adatto per lavori intermittenti
Illuminazione del punto di saldatura professionali e dilettantistici.

538
RS R6-7-8

TR1 ~ TR2 ' TRJ-1,-5


a< ,Sé
aO) »
b b

eIJV
e
+I

C7 CJ

KIT PER LAMPEGGII PSICHEDELICI


L. 22.500
Un nuovo sistema di funzionamento che
evita di mettere le mani sul riproduttore
audio.

Non occorrono fili di collegamento, per-


ché basta avvicinare il dispositivo a qual-
siasi sorgente sonora per provocare una
sequenza ininterrotta di suggestivi lam-
peggii psichedelici.

CARATTERISTICHE Circuiti a quattro canali separati indipendenti.


Corrente controllabile max per ogni canale: 4 A
Potenza teorica max per ogni canale: 880 W

Potenza reale max per ogni canale:
Alimentazione:
100 + 400 W
220 V rete-luce

"%7%ig;;
·
-=-- .,. .,. ._.
Tutti I componenti necessari per la realizzazione del slstems di • LAMPEGGI! PSICHEDELICI » so-
,2??_"!·ut by una scatola di monte99loon ' vendita al pwreneo l L. 22.500. Le rlchl1111. .._
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RADIO • 201-. MILANO • Via P. c..
AMPLIFICATORE CON TBA800

Trovandomi in possesso dì alcuni integrati mo- L'integrato da lei citato è stato più vole da noi
dello TBA800, vorrei con questi realizzare dei adottato nella progettazione di semplici ampli-
semplici amplificatori di bassa frequenza. ficatori. Trattandosi comunque di un compo-
APREA ARRIGO nente di grande interesse, ripubblichiamo vo-
Napoli lentieri uno schema applicativo.

Condensatori Resistenze
c1 47 pF R1 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
C2 100 µF - 16 VI (elettrolitico) R2 = 3.900 ohm
C3 2.700 pF R3 = 56 ohm
C4 330 pF R4 = 1 ohm
C5 220 F - 16 VI (elettrolitico)
C6 100.000 pF ~\

C7 1.000 F - 16VI (elettrolitico) Varie


IC1 TBA800
AP = altoparlante (16 ohm)

In scatola
ALIMENTATORE STABILIZZATO di montaggio

Caratteristiche
Tensione regolabile 5± 13 V
Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
Ripple 1mV con 0,1A d'usc.
5mV con 0,6A d'usc.
Stabilizz. a 5V d'usc. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-


vrarlscaldamentl.
L. 18.800

OMISSIS
Sul fascicolo di giugno dell'anno in corso, a scusiamo quindi con i lettori per questa involon-
pagina 335, non compare, nell'elenco compo- taria omissione, ricordando a tutti che si tratta
nenti relativo al progetto dell'insettifuga ultra- del BC237.
sonico, il modello di transistor adottato. Ci LA REDAZIONE

540
R2 Cl
"T
12

ENTR.

C7 9'cl2V
~

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE·


L. 14.500
Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e- I
sigenze dell'elettronico dilettante, sva-
riati componenti e materiali, non sem-
.................
pre reperibili in commercio, ad un f

prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N" 1 saldatore (220 V - 25 W) - N° 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante - N° 1 poggia-saldatore _ N° 2 boccole isolate
- N° 2 spinotti - N° 2 morsetti-coccodrillo -N" 1 ancoraggio - N° 1 basetta per
montaggi sperimentali - N° 1 contenitore pile-stilo _ N 1 presa polarizzata per
pila 9 V - N° 1 cacciavite miniatura - N° 1 spezzone filo multiplo multicolore.
OSCILLATORE VHF avvolgimenti sono del tipo in aria, con diametro
interno di i cm, posizionati sullo stesso asse,
Mi capita spesso di dover effettuare tarature uno dopo l'altro.
sulla gamma FM o su quella dei 144 MHz. Per
evitare quindi di lavorare ad "orecchio", ricor-
rendo alla presenza di emittenti campione, vor-
rei costruirmi un piccolo oscillatore in grado di Condensatori
coprire l'intera gamma tra gli 80 e i 144 MHz. C1 = 1.000 pF
MAR TINELLI PASQUALE C2 = 500.000 pF
Pistoia C3 = 1.000 pF
C4 = 4.700 pF
Le proponiamo il circuito di un oscillatore C5 = 25 pF (variabile ad aria)
veramente semplice, per il quale occorre far uso C6 = 10.000 pF
di un variabile demoltiplicato. Tuttavia, volen-
do limitare il servizio dell'apparato alla parte Resistenze
alta della gamma, lei potrà ridurre il valore
capacitivo del variabile C5 sino a 5: 10pF. Le R1 10.000 ohm
raccomandiamo infine di stabilizzare opportu- R2 = .10.000 ohm
namente l'alimentazione, onde evitare slitta- R3 = 10.000 ohm
menti di frequenza. Gli avvolgimenti Li - L2 si R4 = 1.000 ohm
realizzano con filo di rame argentalo del dia-
metro di 0,8 mm. Per Li occorrono 5 spire Varie
distribuite su una lunghezza di 2 cm. Per L2 TR1 = 2N708
servono 2 spire spaziate di 1.2 cm. Entrambi gli L1-L2 = bobine

REGOLATORE DI POTENZA
IN SCATOLA
Con questo dispositivo è possibile
DI MONTAGGIO
controllare:

- La luminosità delle lampade e dei


L. 13.500
lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2- La velocità di piccoli motori elet-


trici.

3 - La temperatura di un saldatore.

4 - La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Potenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)

La scatola dl montagglo del REGOLATORE DI POTENZA costa L. 13.500. Per rchlederl a occorre
invlare anticipatame nte l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o c.c.p. n, 46013207
citando chiaramente Il tipo dl kit desiderato e Intestando a: STOCK RADIO - 20124 MILANO -
Via P. Castaldi, 20 (Telef. 6891945). Nel prezzo sono comprese le spese dl spedlzione.

542
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9V

KIT - BOOSTER BF
Una fonte di energia complementare in scatola di montaggio

L. 15.500
PER ELEVARE
LA POTENZA DELLE
RADIOLINE TASCABILI
DA 40 mW A 10 W!

Con l'approntamento di questa scatola di montaggio si vuol offrire un valido aiu-


to tecnico a tutti quei lettori che, avendo rinunciato all'installazione dell'autora-
dio, hanno sempre auspicato un aumento di potenza di emissione del loro rice-
vitore tascabile nell'autovettura.

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didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è l'elettronica del tempo libero,
abbiamo approntato un insieme di riviste che, acquistate separatamente, verrebbero a
costare L. 3.000 ciascuna, ma che in un blocco unico, anziché L. 36.000, si possono avere
per sole L. 12.000.

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e STABILIZZAZIONE PERFETTA FRA 5,7 e 14,5 Vcc e CORRENTE DI LAVORO: 2,2 A

Di facilissima costruzione e di grande utilità nel la-


boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato è
dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e
14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2A): regolabile fra
5,7 e 14,5 Vcc
Stabilizzazione: - 100 mV
Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizza
~ 2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
n., 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
- n. 3 Condensatori elettrolitici
- n. 3 Condensatori normali
- n. 3 Transistor
>
t
- n. 1 Diodo zener
- n. 1 Raddrizzatore -
- n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta) 8 e
- n. 1 Circuito stampato
- n. 1 Bustina grasso di silicone
= y •
- n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
__,,. __ n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate)

- n. 1
t'
Cordone di alimentazione (gommino-passante
- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
- n. 1 Interruttore di rete
- n. 1 Manopola per potenziometro
- n. 1 Potenziometro (rondella e dado)
- n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 dadi
rondelle)
- n. Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2
tofilettanti)
- n. 1 Pannello frontale serigrafato
- n. 7 Spezzoni di filo (colori diversi)
- n. 2 Spezzoni tubetto sterling

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I persona! computers, i videogames ed altri hobbystiche il primo tipo di disturbi riveste
apparati similari, sono entrati nella vita di una scarsa importanza, giacché è facile difen-
ognuno di noi con tale rapidità e facilità che dersi da essi racchiudendo i circuiti digitali
nessuno più si stupisce di tanta meraviglia. E entro contenitori metallici, collegati con una
chi ancora non li possiede, sogna certamente di buona presa di terra. Invece, le cose cambiano
averli presto, magari ricorrendo al mercato del- quando ci si trova in presenza di disturbi da
1 'usato, oppure sperando in un prossimo regalo. rete, che sono poi i più comuni fra tutti, sempre
Tuttavia, quando ci si avvicina praticamente a presenti, sia negli ambienti industriali come in
questi dispositivi, ci si accorge che per farli quelli domestici. Perchè dalla rete si preleva
funzionare egregiamente, si debbono prendere normalmente l'alimentazione del computer,
alcune precauzioni, che in sostanza sono quelle con la speranza che questa rimanga costante-
tipiche di tutti gli apparati digitali. Per esem- mente "pulita", ovvero composta esclusiva-
pio, si deve tener conto che i circuiti digitali, a mente da un'onda sinusoidale pura di ampiezza
causa dell'elevata velocità di risposta, sono uguale.
estremamente sensibili ai disturbi esterni, i
quali possono raggiungere le apparecchiature
in vari modi: attraverso l'aria, se irradiati sotto L'ALIMENTATORE STABILIZZATO
forma di onde elettromagnetiche; dalla rete di
alimentazione; da altri dispositivi collegati con È vero che tra la presa di rete e il circuito
l'unità principale. Ma nelle apparecchiature digitale è presente un alimentatore stabilizzato,

Se non volete far entrare in crisi il vostro computer, o altri


dispositivi digitali, sensibili ai segnali-disturbo presenti lungo
le linee di distribuzione dell'energia elettrica, dovete interpor-
re, fra la presa di tensione di rete e le varie apparecchiature,
questo ottimo filtro a larga banda, economico e facilmente
realizzabile.

548
Proteggete dai disturbi di rete le vostre apparecchiature digitali.

Non create inconvenienti di funzionamento sulle vicine radioriceventi CB ed OM.

che mantiene costante la tensione anche quan- ORIGINE DEI DISTURBI


do questa subisce delle variazioni positive verso
i 240 V o negative sino ai 200 V, garantendo Per combattere i disturbi di rete che, come
una erogazione di tensione continua e stabile ai abbiamo detto, sono i più comuni fra tutti, è
circuiti elettronici.Ma è anche vero che dell'ali- necessario indagare sulla loro origine. Ma, sfor-
mentatore stabilizzato a volte ci si fida fin tunatamente, questa non è una sola. Un distur-
troppo, giacché esso non è in grado di risponde- bo, infatti, può avere origine collegando molto
re tanto velocemente alle rapide variazioni pro- semplicemente un carico sulla linea di rete. In
vocate dai disturbi, i quali trovano pure altre tal caso, se i conduttori sono sottodimensionati,
strade per propagarsi e raggiungere il cuore del si può verificare una caduta di tensione che
sistema digitale il cui funzionamento entra in l'alimentatore stabilizzato è in grado di com-
crisi. E a tale proposito occorre ricordare che, pensare soltanto dopo qualche millisecondo,
pur rivolgendo la massima attenzione nella ossia dopo un tempo enormemente lungo per la
composizione di un cablaggio, con lo scopo di gran parte dei circuiti digitali.
ridurre il più possibile le capacità parassite, Altri disturbi, di natura assai temibile, sono
queste non possono mai essere eliminate del quelli provocati dal distacco dei carichi indut-
tutto nella realtà. Esse, anche se di piccola tivi, che danno origine alla formazione di note-
entità, offrono un basso valore di impedenza ai volissime extratensioni di apertura e a successi-
rapidi fronti dei disturbi, rappresentando per ve oscillazioni smorzate, con frequenze che
questi una comoda via di propagazione. vanno dai pochi hertz ad alcuni megahertz.

549
' .
I I

I I

DISTI. IMPULS.

Fig. 1 - Al momento dell'avviamento di un elettrodomestico, lungo la linea di


alimentazione si avvia un treno di impulsi a frequenza variabile, che si identificano
con altrettanti segnali-disturbo in grado di alterare il corretto funzionamento di un
computer.

Anche i motori elettrici, in particolar modo te. Perché la percorrenza di tali, dannosi segna-
quelli con collettore, possono costituire una li, all'interno delle varie apparecchiature, assu-
fonte di disturbi per le apparecchiature digitali. me aspetti diversi, che generano differenze di
Tutti noi, del resto, constatiamo ogni giorno potenziale tra le varie alimentazioni dei bloc-
come i nostri apparati radioriceventi e televisi- chi, con conseguenti passaggi di correnti indesi-
vi vengano disturbati dagli elettrodomestici ad derate.
elevato consumo di energia, come le lavatrici, Talvolta, per eliminare i cattivi funzionamenti
le lavastoviglie, i ferri da stiro, gli scaldabagno e dovuti alle interconnessioni ora menzionate, si
i frigoriferi. provvede, oltre che ad una perfetta schermatu-
Dunque, sulla rete di alimentazione, sono pre- ra dei dispositivi con relativi collegamenti di
senti, in gran numero, segnali spuri, talvolta di terra, anche ad una separazione ottica dei se-
grande ampiezza, le cui frequenze si estendono gnali di interscambio, isolando galvanicamente
sino ai limiti delle radiofrequenze. Ma i più tra loro le apparecchiature.
pericolosi, come abbiamo detto, sono quelli a Alcuni tipi di computers, inoltre, sono di per sé
frequenza elevata ed è appunto verso tali di- fonti di segnali-disturbo anche di notevole enti-
sturbi che si rivolgono gli appositi filtri attual- tà. E per constatarlo basta avvicinare ad essi un
mente reperibili in commercio, oppure quelli ricevitore radio in funzione, commutato sulle
costruiti dai dilettanti di cui, in questa sede, onde medie o, meglio, su quelle corte, per
riteniamo di offrire al lettore un valido esempio sentire subito un crescente friggìo in altoparlan-
circuitale. te. Occorre quindi evitare ogni tipo di disturbo
agli utenti radiotelevisivi che possono trovarsi
nelle vicinanze in cui è sistemato il computer
GLI APPARATI INTERCONNESSI colpevole. Ed occorre pure rispettare l'attività
di ogni CB o radioamatore che opera nelle
Un ultimo cenno, prima di iniziare la presenta- adiacenze immediate.
zione del filtro, merita il terzo tipo di disturbi, Disturbi ed interferenze, quindi, debbono esse-
quelli generati dalla interconnessione di più re combattuti, sia quando questi provengono
apparati. I quali si dimostrano ben più sensibili dall'esterno, sia quando sono generati dal com-
ai disturbi di quando funzionano singolarmen- puter.

550
o
a2 D a 0 a o
DODO0a
aao□□□□
aaaa
o
c1

COMPUTER

[6 5]2
LIIIIIIJ
FILTRO

Fig. 2-Con questo schema si interpreta il preciso collocamento del filtro antidistur-
bo fra la presa di corrente e le varie apparecchiature digitali.

FILTRO ANTIDISTURBI monitor, plotter, ecc. Ma vediamo subito di


analizzare il comportamento del filtro.
Il filtro che ci accingiamo a descrivere, il cui Come si può notare, l'espressione circuitale del
schema elettrico è quello riportato in figura 3, filtro è quella di un doppio filtro a "p greca",
rappresenta un dispositivo idoneo alla elimina- che riduce considerevolmente i disturbi presen-
zione totale dei disturbi presenti nella rete di ti su ciascuno dei due conduttori di rete, quello
distribuzione dell'energia elettrica. Ma non è neutro e quello rappresentativo della fase atti-
soltanto questo il compito che il filtro svolge, va.
perché esso impedisce pure che gli eventuali In pratica, il filtro di figura 3 è principalmente
disturbi generati dal computer possano entrare un circuito passa-basso, in grado di bloccare i
nella rete di alimentazione. Dunque, a questo segnali ad alta frequenza, senza introdurre al-
fil tra, verranno collegati tutti gli elementi che cuna caduta di tensione sul valore originale
fanno parte di un intero sistema di apparati: della tensione di rete. Perché, anche in presen-
computer, stampanti, registratori, floppy disk, za di correnti di forte intensità, la caduta di

551
I
--JI JJ

I
i LN
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I
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--
12

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J
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PRESE

LERRA
7

Fig. 3 - Circuito teorico del filtro a larga banda descritto nel testo. La sezione
elettronica è quella racchiusa fra linee tratteggiate. Essa va composta su circuito
stampato.

1--=-----
Condensatori Varie

c1 = 10.000 pF (vedi testo) J1-J2 = imp. RF (300: 500 H)


C2 = 10.000 pF (vedi testo) J3- J4 = imp. RF (Philips VK 200 a tre spire)
C3 = 10.000 pF (vedi testo) LN = lampada al neon (220 V)
C4 = 10.000 pF (vedi testo) S1 = interrutt.
C5 = 10.000 pF (vedi testo) F1 = fusibile (2 A) .
C6 = 10.000 pF (vedi testo) VT = varistore (V250 LA40A)
C7 = 5.000 pF (ceramico)
ca = 5.000 pF (ceramico)

tensione rimane limitata a pochi millivolt, os- relativi a questo componente che molti lettori
sia a valori sicuramente trascurabili rispetto a ancora non conoscono.
quello di 220 V di rete. I varistori, denominati anche resistenze V.D.R.
Il circuito d'entrata del filtro è composto dal- (voltage dependent resistor), sono componenti
1 'interruttore S1; dal fusibile Fl e dal varistore elettronici rappresentativi di una vasta gamma
VT, che è un elemento soppressore dei picchi di elementi non lineari e realizzati con tecniche
di tensioni, comunemente detti "transitori". svariate. Normalmente ci si riferisce a quel
componente il cui valore intrinseco resistivo
diminuisce quando aumenta il valore della ten-
IL VARISTORE sione applicata ai suoi terminali. La maggior
parte delle tecniche applicative dei varistori si
Prima di procedere con l'analisi del circuito di estendono dalla soppressione dei picchi di so-
figura 3, vogliamo ricordare alcuni elementi vratensione, su linee disturbate, a quella degli

552
FASCETTE
IN NYLON

13

•J>° <._
0
V)

o C8
::::,

J1 TERRA

Fig. 4- Composizione circuitale del filtro a larga banda. Le due induttanze J1- J2
sono autocostruite, le altre due, J3 - J4, sono di tipo commerciale.

archi voltaici che vengono spontaneamente a Nelle tecniche applicate si incontrano oggi di-
formarsi fra i contatti dei relé, degli interruttori versi tipi di varistori, ma i più comuni sono
e, più in generale, degli apparati con parti soltanto tre: i varistori al carburo di silicio, i
soggette a movimento. varistori al selenio e quelli all'ossido di zinco.

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-4
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Fig. 5 - Disegno in grandezza reale del
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circuito stampato sul quale si deve com-
porre il filtro antidisturbi. ,O
• _J

553
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S1

/ SCATOLA METALLICA

Fig. 6 - Esecuzione completa del box di protezione di ogni tipo di dispositivo digitale
dai disturbi presenti lungo le linee di alimentazione.

Ciascuno di questi tre tipi di varistori risulta la dei diodi zener, tanto da poter essere ritenuti
caratterizzato da un indice di non linearità . quasi degli elementi stabilizzatori in alternata.
Quanto più elevato è l'indice di non linearità, Un ulteriore notevole vantaggio, derivante dal-
tanto maggiore risulta la variazione di resisten- l'uso dei varistori all'ossido di zinco, è costitui-
za intrinseca del componente al variare della to dalla possibilità di sopprimere le sovraten-
tensione applicata ai suoi terminali. I varistori sioni e di assorbire correnti di intensità sino a
al carburo di silicio attualmente non sono più 4.000 A, nei modelli più piccoli, e sino a
utilizzati; la loro presenza sul mercato tecnolo- 25.000 A, ed oltre, nei modelli più grossi.
gico, infatti, è cessata almeno da una decina Questo vantaggio è ancor più appariscente se si
d'anni. ricorda che in un diodo zener, di grosse dimen-
I varistori al selenio si ritrovano tuttora in sioni, si possono tollerare, al massimo, picchi
molti circuiti. Essi presentano un indice di non di corrente di 50 A.
linearità praticamente doppio di quello dei va- I varistori all'ossido di zinco possono lavorare
ristori al carburo di silicio. Ma presentano lo con tensioni nominali che si estendono entro la
svantaggio di essere ingombranti e di richiedere gamma che va dai 22 V sino ai 1.800 V. I diodi
il collegamento di due elementi contrapposti se zener, al contrario, possono tollerare tensioni
si vuole raggiungere l'effetto bidirezionale. massime di poche centinaia di volt.
Le migliori caratteristiche tecnologiche sono
presenti, allo stato attuale della tecnica, nei
varistori all'ossido di zinco. L'indice di non AZIONE DEL VARISTORE
linearità di questi componenti è superiore a 30
e la loro caratteristica si avvicina molto a quel- Il modello di varistore da noi prescritto nel-

554
SELEZIONE
TENSIONE
NOMINALE

ENERGIA
Fig. 7 - Sul corpo esterno dei varistori è generalmente
impressa una particolare sigla, che permette di cono-
scere immediatamente le principali caratteristiche
del componente. TIPO

l'elenco componenti è il GEMOV - U250 LA idoneo a spegnere scintille, ossia condensatori


40A. La sua azione si manifesta nell'annulla- antiarco con tensione di lavoro di 220 Vca.
mento delle creste di tensione che superano il Pertanto, tale caratteristica dovrà essere dichia-
valore di 250 V, mentre gli effetti non si esten- rata al rivenditore all'atto dell'acquisto di que-
dono sui valori di tensioni inferiori ai 250 V. sti componenti, perché non tutti i condensatori
Ciò non deve tuttavia trarre in inganno il letto- possono essere utilizzati per lo scopo citato.
re, il quale potrebbe pensare di risolvere il Il filtro a doppia «p greca» è inserito tra ciascu-
problema della stabilizzazione di una tensione na delle due fasi della linea di rete e la terra.
alternata per mezzo di un varistore. Perché Alla sua composizione partecipano quattro in-
qualsiasi varistore, così impiegato, verrebbe su- duttanze, di cui Jl e J2 sono di tipo autoco-
bito distrutto, non essendo in grado di dissipare struito, mentre J3 e J4 sono componenti com-
la potenza in gioco in un simile ipotetico siste- merciali di facile reperibilità. Le prime due
ma di stabilizzazione. svolgono la maggior parte dell'azione filtrante,
Il varistore, dunque, assorbe i picchi di tensione attenuando principalmente la banda di fre-
superiori ad un certo valore di cresta, dimi- quenze medio-bassa dei disturbi, le seconde
nuendo fortemente la propria resistenza, per due, che sono adatte per lavorare sino alle
lasciarsi attraversare da correnti di grande in- frequenze UHF, esplicano la loro azione fil-
tensità. Ovviamente, la durata dei picchi è trante nei confronti dei disturbi molto rapidi e
generalmente brevissima, dell'ordine dei micro- che interessano le alte frequenze.
secondi, per cui l'energia in gioco è in realtà Concludiamo dicendo che il circuito di figura 3
abbastanza contenuta. Ma in presenza di tali rappresenta un ottimo filtro a banda molto
tensioni, il varistore fa sentire la propria azione larga, che garantisce una sicura protezione de-
di elemento «tosatore», essendo la durata della gli apparati elettronici contro i comuni disturbi
perturbazione talmente breve da non consenti- elettrici. Esso quindi trova un largo campo
re il superamento dei limiti di dissipazione del d'impiego negli apparati digitali, in quelli per
componente. telecomunicazioni, nei settori della radiorice-
zione e videoricezione, in quello degli elettro-
domestici e dovunque vi sia un dispositivo
CONDENSATORI E INDUTTANZE sensibile ai disturbi o fonte di disturbi dannosi
per sé e per gli altri.
Riprendiamo ora l'esame del circuito del filtro
di figura 3 osservando che, in parallelo con il
varistore, sono presenti alcuni condensatori, REALIZZAZIONE
che debbono essere particolarmente adatti alla
soppressione dei disturbi. In pratica, i conden- Il filtro antidisturbi potrà essere realizzato in
satori da 10.000 pF debbono essere di tipo veste di vero e proprio box di distribuzione

555
spire) di filo di rame smaltato del diametro di
0,3 mm su uno spezzone di ferrite cilindrica
della lunghezza di 6,5 cm circa e del diametro
di 8 --;- 10 mm. Le estremità degli avvolgimenti
dovranno essere fissate mediante fascette di
nylon.
I valori citati, relativi alla costruzione delle
bobine, non sono critici e potranno scostarsi,
sia pure di poco, da quelli elencati. Per esem-
pio, il diametro del filo da avvolgere potrà
oscillare fra 0,3 e 0,4 mm.
Coloro che pensassero di reperire in commer-
cio le due induttanze J 1 - J2, dovranno chiede-
re ai rivenditori due induttanze per radiofre-
quenze da 300 ± 500 H.
Per quanto riguarda le altre due induttanze J3 -
J4, queste sono di tipo commerciale, mod. VK
200 della Philips.
Il soppressore di transitori VT potrà essere di
qualsiasi marca. Noi abbiamo utilizzato il GE-
MOV tipo V250 LA40A. Ma ciò che importa è
che il componente sia adatto a funzionare con
tensione di rete di 220 V.
Il circuito del filtro, una volta realizzato secon-
do lo schema pratico di figura 4, dovrà essere
inserito in un contenitore metallico elettrica-
dell'energia elettrica ai vari dispositivi presenti mente collegato con la terra.
nel laboratorio e che si vuol proteggere. Lo schema di figura 6 interpreta la rappresenta-
Il circuito del filtro, che è quello racchiuso fra zione del piano costruttivo completo, al quale
linee tratteggiate in figura 3, verrà montato su ogni lettore potrà apportare le varianti che
circuito stampato, di cui presentiamo il disegno crederà più opportune. Per esempio, sulle tre
in grandezza reale in figura 5. prese d'uscita della tensione di alimentazione,
Dopo aver approntato il circuito stampato, il si potranno inserire degli interruttori o delle
lettore dovrà costruire le due induttanze J 1 - J2 lampade-spia, così da esaltare le prestazioni
avvolgendo un centinaio di spire (100 --;- 110 tecniche del filtro antidisturbo.

Un'idea vantaggiosa:

556
Per un apparecchio telefonico,
due campanelli di chiamata,
anche molto lontani fra loro.

L'installazione rispetta
tutte le norme emesse
dalla società telefonica.

RIPETITORE
TELEFONICO
Un solo apparecchio telefonico con due cam- Ebbene, a costoro possiamo dire che è possibile
panelli di chiamata, anche assai distanti fra disporre di un secondo campanello di chiamata
loro, rappresenta una comodità richiesta da in due modi diversi: chiedendone l'installazio-
molti lettori. E in particolar modo da coloro ne direttamente alla società che gestisce l'uten-
che sono soliti trascorrere alcune ore della za, oppure provvedendo da sé, ma in maniera
giornata fuori dal proprio appartamento, nel del tutto legale.
giardino, nel magazzino, nello scantinato, do- La prima soluzione del problema è alquanto
vunque la suoneria telefonica non è più udibile. limitativa, perché la società telefonica applica

I vantaggi di un ripetitore di chiamata sono apprezzati da tutti


quegli utenti che, assai spesso, debbono allontanarsi dall'ap-
parecchio telefonico per svolgere altrove le proprie attività. A
costoro suggeriamo la realizzazione di questo semplice ampli-
ficatore, che capta i segnali di avviamento del circuito attra-
verso una capsula microfonica applicata nella parte poste-
riore del telefono, esternamente, in prossimità del campanello.

557
DI
Il

#
+
c2
R2' ••

--
c3
Il
Il
Il
73
Il
-
'
7p use.

-u
e

ENTR~
MICRO
: R3
TR1

+
C4
L_#», k SCR1

1
Fig. 1 - Circuito elettrico del ripetitore di chiamata telefonica. La presa d'entrata va
collegata con la capsula microfonica applicata sul telefono, quella d'uscita con il
campanello ausiliario. In sostituzione della resistenza R7 si può inserire una
lampadina da 4 V - 300 mA, allo scopo di disporre di un'indicazione ottica.

COMPONENTI
Condensatori R6 = 2.200 ohm
c1 = 1 F (non elettrolitico) R7 = 4,7 ohm - 1W
C2 = 470 F - 16 VI (elettrolitico)
C3 = 1 F (non elettrolitico) Varie
C4 = 10 F - 16VI (elettrolitico) TR1 = BC107
TR2 = BC177
Resistenze SCR1 = C103
R1 = 4,7 megaohm (vedi testo) D1 = 1N4004
R2 = 68.000 ohm D2 = 1N4004
R3 = 27.000 ohm Micro = piezoelettrico
R4 = 2.200 ohm s1 = interutt.
R5 = 100 ohm ALIM. = 9 Vcc

la seconda suoneria nell'ambito dello stesso RESTRIZIONI LEGALI


appartamento in cui si trova l'apparecchio.
Mentre la seconda soluzione, che è poi quella Se non esistessero certe norme limitative, peral-
proposta nel presente articolo, non conosce tro corrette e necessarie, l'applicazione dì un
limiti restrittivi, dato che si articola nell'ambito secondo campanello potrebbe essere effettuata,
della legalità e perché consente l'applicazione molto semplicemente, col sistema elettrico an-
di qualsiasi tipo di avvisatore: acustico, ottico, ziché con quello elettronico da noi suggerito.
meccan1€o. Ma il sistema elettrico non è consentito al

558
SCATOLA DI PLASTICA

Fig. 2 - Il contenitore di plastica è il più consigliabile fra tutti, perché evita ogni
possibilità di falsi contatti e cortocircuiti. Le due pile da 4,5 V ciacuna, collegate in
serie tra di loro, in modo da erogare la tensione di 9 V, rappresentano un
alimentatore in. grado di garantire una lunga autonomia di funzionamento del
circuito.

privato il quale, per realizzarlo, dovrebbe inter- originale del telefono.


venire nei circuiti interni dell'apparecchio tele- Ogni lettore, dopo aver attentamente seguito la
fonico, mentre esiste il divieto assoluto di ma- parte interpretativa del circuito elettronico del
nomissione. E ciò è chiaramente comprensibi- ripetitore telefonico, potrà sostituire, a piacere,
le, soprattutto da chi possiede una certa espe- il campanello elettromeccanico, con altro tipo
rienza in tale materia. Perché le modifiche, gli di segnalatore acustico, ottico o meccanico.
accoppiamenti con altri apparati, lasciati al Oppure potrà accoppiare, al campanello stesso,
libero arbitrio, creerebbero una notevole quan- un secondo avvisatore di chiamata, con lo sco-
tità di squilibri elettrici e meccanici, in grado di po di rendere il più efficiente possibile il siste-
bloccare le linee e senza possibilità di indivi- ma del ripetitore.
duare il guasto e, quindi, di intervenire diretta-
mente e sollecitamente. Come si può facilmente arguire, questo tipo
Ma se è vero che viene proibita ogni manomis- d'installazione è facile e alla portata di tutti,
sione al circuito telefonico, non esiste alcun anche di coloro che sono alle prime armi con
divieto di prelevare il segnale telefonico con l'elettronica, perché un eventuale insuccesso
mezzi esterni, non direttamente collegati alla non può assolutamente compromettere il preci-
linea. E questo segnale può essere benissimo so funzionamento del telefono e neppure viola-
quello provocato dallo squillo del campanello re le regole che ogni utente è tenuto a rispetta-
elettrico inserito nell'apparecchio telefonico. In re.
prossimità del quale si applica un piccolo mi- Un solo accorgimento occorrerà tener ben pre-
crofono, collegato ad un circuito amplificatore sente: quello di evitare di captare suoni e rumo-
audio, il quale pilota un interruttore elettronico ri ambientali diversi dallo squillo del campa-
connesso con un campanello per correnti conti- nello telefonico, che potrebbero avviare erro-
nue. E questo secondo campanello squilla per neamente il ripetitore, ma di ciò avremo modo
tutto il tempo in cui squilla il campanello di parlare più avanti.

559
ne accesa finchè non si interviene sull'interrut-
tore di alimentazione SI. In sostanza, con l'uso
della lampadina, per provocare la diseccitazio-
ne del carico, occorre agire, anche per un solo
istante, sull'interruttore di alimentazione, in
modo da interrompere l'alimentazione sul cir-
cuito anodico dell'SCRl.
Questo stesso comportamento del circuito lo si
ottiene sostituendo l'eventuale lampadina con
un relé, un ronzatore elettronico o altro carico
di tipo analogo che, per intenderci, potremmo
chiamare "costante".
Coloro che vorranno collegare in uscita un relé,
Fig. 3 - Piedinatura relativa al diodo controllato C103 potranno sfruttare i terminali utili di tale com-
prescritto nell'elenco componenti. Si tenga presente
che, cambiando modello di SCR, può cambiare la di- ponente per montare un circuito elettrico con
sposizione degli elettrodi di catodo (K), gate (G) e tensione di rete e campanello in corrente alter-
anodo (A). nata. Ma questo non è lo scopo principale per
cui abbiamo progettato il circuito di figura l. Il
quale è invece in grado di pilotare un campa-
nello in corrente continua e far sì che questo
squilli assieme al campanello del telefono e si
ESAME DEL CIRCUITO fermi, senza alcun intervento manuale del-
l'operatore, quando il campanello del telefono
Vediamo ora di conoscere il comportamento cessa di squillare.
del circuito teorico del ripetitore telefonico, il
cui schema elettrico è riportato in figura l. E
diciamo subito che questo si compone di un IL CAMPANELLO ELETTRICO
amplificatore di bassa frequenza, che prevede
un ingresso per microfono piezoelettrico, e di Il campanello elettrico di tipo classico sostitui-
un interruttore elettronico con diodo controlla- sce automaticamente l'interruttore Sl quando
to SCR, il quale pilota la suoneria ausiliaria. il campanello del telefono finisce di squillare.
Il segnale proveniente dalla capsula microfoni- In pratica, ad ogni battuta del martelletto la
ca viene applicato, tramite il condensatore di corrente anodica sull'SCRl si interrompe e la
accoppiamento C 1, alla base del primo transi- diseccitazione del circuito del diodo controllato
stor amplificatore TRl, che è di tipo NPN. avviene in modo automatico. Il successivo o,
La polarizzazione del primo stadio amplificato- meglit1, i successivi inneschi del diodo avvengo-
re è ottenuta con la sola resistenza R l, allo no finché TR2 continua ad essere conduttore,
scopo di mantenere elevata l'impedenza d'en- ovvero finché è presente in entrata il segnale
trata, perché questa è la richiesta di ogni micro- uscente del microfono.
fono di tipo piezoelettrico. Per capire bene questo comportamento del cir-
Il segnale amplificato, uscente. dal collettore di cuito utilizzatore, occorre analizzare, anche
TRI, viene applicato per mezzo del condensa- brevemente, lo schema di principio di un cam-
tore di accoppiamento C3, alla base del transi- panello elettromagnetico di tipo tradizionale,
stor amplificatore TR2, che è di tipo PNP. come quello schematizzato in figura 4.
La corrente di collettore del transistor TR2, in In condizioni normali, il martelletto rimane
presenza del segnale d'ingresso, ossia quando il posizionato, a causa della presenza di una mol-
campanello del telefono squilla, assume un'in- la M, sulla campana C, in modo da chiudere il
tensità tale da far scorrere attraverso la resisten- circuito elettrico composto dalla pila di ali-
za R5 e, quindi, attraverso il gate del diodo mentazione a 6 V, dal pulsante P l, dalla molla
controllato SCR, una corrente in grado di pro- M, dalla campana C e dalla bobina B la quale,
vocare l'innesco di SCRl. In tali condizioni, se essendo avvolta su un nucleo ferromagnetico
sulla presa d'uscita è applicato un carico, per N, costituisce una elettrocalamita.
esempio una lampadina, questa si accende e Quando si preme il pulsante P l, attraverso la
rimane accesa anche quando viene a cessare il bobina B scorre corrente, che magnetizza il
segnale d'ingresso. Ciò significa che, appena il nucleo N il quale, a sua volta, attrae la molla M
campanello del telefono si mette a suonare, interrompendo il circuito elettrico ora descrit-
questa eventuale lampadina si accende e rima- to. Ma l'interruzione del circuito elettrico, cor-

560
risponde ad una sospensione dell'alimentazio-
ne, ossia ad una interruzione della corrente. Di
conseguenza, il nucleo N si magnetizza e la
molla M riporta il martelletto nella sua posizio-
ne originale, cioè in contatto elettrico con la
campana C. E quando il martelletto ritorna
sulla campana, questa emette uno squillo.
Se si tiene premuto il pulsante PI, il ciclo ora
descritto si ripete in continuazione e il campa-
nello elettrico continua a squillare.
Riportiamoci ora sullo schema elettrico di fi-
gura I per concludere che, se all'uscita viene
inserito il campanello elettrico del tipo ora
descritto, l'apertura del circuito di alimentazio-
ne avviene automaticamente ad ogni ciclo, pro-
vocando la diseccitazione del diodo controllato
SCR, che si rieccita subito se la corrente di gate
è di intensità sufficiente per l'innesco.
Facciamo notare per ultimo che il circuito di
figura I è stato concepito in modo da consuma-
re pochissima corrente, così da vantare una
lunghissima autonomia di funzionamento, an-
che con pile di bassa capacità. Per esempio, il
diodo al silicio DI isola, durante l'innesco Fig. 4 - Circuito interpretativo del comportamento di un
campanello elettromeccanico di tipo tradizionale, ali-
dell'SCRl, il circuito dell'amplificatore di bas- mentato in corrente continua.
sa frequenza, senza che questo assorba corrente
dalla batteria.

IL DIODO CONTROLLATO

Per coloro che seguono già da tempo questa


pubblicazione non c'è bisogno di spiegare che ottenute. Ma esiste un altro elemento, che spie-
cosa sia il diodo controllato SCRI. Ma per i ga il perché del successo del diodo controllato;
nuovi lettori, più precisamente per coloro che le sue dimensioni, che sono pari a quelle di un
da poco tempo si sono avvicinati al mondo transistor o di un diodo di media potenza e,
dell'elettronica dilettantistica, qualche parola ancora, la possibilità di realizzare con il diodo
in merito è doverosa spenderla. SCR dei comandi di regolazione di notevole
I diodi controllati, chiamati anche, più comu- potenza, che un tempo si potevano costruire
nemente diodi SCR o thyristor, non possono solamente con l'impiego di voluminosissimi
considerarsi dei componenti elettronici di trasformatori a rapporto variabile e di notevole
estrema avanguardia, dato che essi trovano lar- costo.
go impiego, già da diverso tempo, nell'indu- Il diodo SCR (Silicon-Controlled-Rectifier) è
stria, soprattutto per usi professionali. Eppure dotato di tre terminali: l'anodo, il catodo e la
gli SCR possono ugualmente ritenersi compo- porta (GATE). La sua rappresentazione simbo-
nenti elettronici di una certa attualità, perché lica, visibile sullo schema di figura I, dimostra
soltanto da poco tempo sono disponibili anche una certa somiglianza con il comune diodo al
nel commercio al dettaglio e, quindi, possono germanio. In pratica, fra l'SCR, e il più comune
essere acquistati dal pubblico dei dilettanti. diodo esistono delle affinità, che sono ben giu-
Tale fenomeno si è verificato soltanto quando stificate dal comportamento dei due compo-
il prezzo degli SCR, prima accessibile ai grossi nenti.
complessi industriali, ha perduto il suo caratte- L'SCR è composto internamente da tre giun-
re vertiginoso ed è sceso a valori normali. La zioni PN, che formano un semiconduttore di
grande diffusione e il favorevole sviluppo del tipo PNPN, simile a due diodi collegati in serie.
diodo SCR si spiega facilmente se si pensa alle Il terminale relativo all'anodo fa capo, interna-
numerose realizzazioni che con esso si sono mente, al semiconduttore P più esterno, mentre

561
Fig. 5 - Con questa foto interpretiamo il sistema più
idoneo per applicare la capsula microfonica nella parte
inferiore dell'apparecchio telefonico, in prossimità dei
fori dai quali fuoriescono gli squilli del campanello. Una
porzione di nastro adesivo è sufficiente per fissaggio
stabile del componente. Il collegamento deve essere
effettuato tramite cavetto schermato.

il catodo risulta collegato con il semiconduttore in completa conduzione.


N situato dalla parte opposta. Particolare importante: la commutazione av-
Al secondo settore di materiale P è collegato viene in un tempo estremamente breve, dell'or-
l'elettrodo rappresentativo della "porta" o "ga- dine di 0,5 microsecondi (cioè in un mezzo
te". milionesimo di secondo). Questo tempo è mol-
Applicando all'anodo una tensione negativa to più breve di quello richiesto dagli analoghi
rispetto al catodo, non si avrà conduzione di sistemi meccanici.
corrente in nessun caso, così come avviene in
un comune diodo; in queste condizioni l'SCR è
MONTAGGIO
rappresentabile come un interruttore aperto.
Invertendo la polarità della tensione, l'SCR La realizzazione pratica del circuito teorico di
rimane ancora bloccato, contrariamente a figura 1, potrà rappresentare un valido banco di
quanto avviene in un normale diodo, nel quale prova per i principianti alle prese con le prime
si verificherebbe il passaggio della corrente composizioni circuitali di una certa importan-
elettrica. ' za. Esso infatti potrà essere costruito sia col
Ma il blocco rimane finché non arriva sul' sistema cablato, come indicato nel piano co-
"gate" un impulso positivo rispetto al catodo e struttivo di figura 2, sia col sistema del circuito
di ampiezza tale da mettere il diodo controllato stampato. In nessun caso comunque sussistono

562
difficoltà di ordine tecnico. L'unico elemento COLLEGAMENTO DEL MICROFONO
ritico potrà essere costituito dalla resistenza di
olarizzazione del transistor TR I, cioè dalla Il microfono piezoelettrico dovrà essere fissato
resistenza R I , che dipende in una certa misura sotto l'apparecchio telefonico, in modo da cap-
al guadagno del transistor stesso. Questa infat- tare il suono emesso dal campanello interno
ti potrà richiedere al montatore di essere sele- all'apparecchio. Naturalmente ci si dovrà servi-
zionata in modo che la tensione presente sul re di una capsula piezoelettrica di dimensioni
collettore del transistor TR I si aggiri intorno ai ridotte, onde non creare problemi alle opera-
3,5±6,5 V. zioni di fissaggio meccanico. La figura 5 inter-
In figura 3 abbiamo riportato le connessioni preta chiaramente questo particolare. Si tenga
dell 'SCR prescritto nell'elenco componenti nel presente che il collegamento, fra la capsula
modello CI 03. Coloro che non riuscissero a microfonica e l'entrata del circuito di figura 2,
reperire in commercio tale componente, sap- dovrà essere realizzato tramite cavetto scher-
piano che potranno sostituirlo con qualsiasi mato, mentre per il collegamento con la suone-
altro diodo controllato da 200 V - 0,8 A e con ria ausiliaria si potranno utilizzare fili condut-
una corrente di gate di 200 A. tori di qualsiasi tipo e lunghezza.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e Informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
rlormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza - Le unità
di misura- I condensatori- I resistori • I dlodl
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563
Analisi di uno stadio
di impiego comune.

Punto di lavoro
e polarizzazione
del transistor.

Impedenza d'ingresso
e guadagno di uno stadio
amplificatore.

NOZIONI
DI PROGETTAZIONE
La progettazione di un circuito costituisce cer- Ovviamente, la validità di tali affermazioni si
tamente una delle mète più ambite per un estende ai circuiti più semplici, come ad esem-
tecnico elettronico. Che si raggiunge soltanto pio gli stadi amplificatori di bassa frequenza ad
dopo anni di studio e di esperienza, ma che in un solo transistor, che formeranno l'oggetto di
molti casi richiede soltanto un certo spirito questo articolo. E per i quali cercheremo di
inventivo ed una buona acquisizione di pratica analizzare i vari elementi che li compongono,
costruttiva. Giacché le leggi da applicare si sia per capire il loro funzionamento e quello di
riducono alle poche formule di Ohm o a qual- circuiti più complessi, sia per farli funzionare
che altra espressione matematica di basilare correttamente, quando vengono realizzati per
importanza e notorietà. la prima volta, oppure quando sono in ripara-
zione o in fase di modifiche.

Attraverso una breve esposizione teorica, confortata da poche


e semplici operazioni matematiche, riveliamo, in queste pagi-
ne, alcuni aspetti progettistici relativi ad un tipico stadio
amplificatore di bassa frequenza, con particolare richiamo ai
più importanti parametri del transistor e al comportamento dei
componenti ad esso associati.

564
STADI AMPLIFICATORI

Il più classico tra i circuiti transistorizzati è


sicuramente quello dell'amplificatore di bassa
frequenza con ingresso in base ed uscita di
collettore. Per la cui progettazione sono da
tener presenti pochi elementi.
Occorre innanzitutto ricordare che il guadagno
in corrente di un transistor, definito con la
lettera greca /3 (beta), quando non si considera-
no le correnti di perdita, può essere espresso
tramite la seguente relazione:

B=Ic:Ib
in cui le rappresenta il valore della corrente di
collettore, mentre lb riporta il valore della
corrente di base.
Un'altra grandezza da tener in considerazione è
costituita dalla tensione base-emittore che, per
i transistor al silicio, è di 0,6 V, mentre per i
transistor al germanio è di 0,2 V, indipendente-
mente dalla corrente di funzionamento.

schema di figura 1, è ottenuta mediante im-


IL PUNTO DI LAVORO piego delle tre resistenze RI-R2- R3, mentre
nello schema di figura 2 è raggiunta tramite la
Nelle figure 1-2 sono riportati due tipici stadi sola resistenza R 1.
amplificatori di bassa frequenza transistorizza- La polarizzazione di base serve a fissare il
ti. I quali si differenziano tra loro per il diverso punto di lavoro del transistor TR, vale a dire la
sistema di polarizzazione di base che, nello precisa regione delle curve caratteristiche in cui

Fig. 1 - In questo esempio di sta-


+ 12V
dio amplificatore di bassa fre-
quenza, la polarizzazione di base R4
del transistor TR, che fissa il pun-
to di lavoro di questo componen- RI C2
te, è ottenuta mediante l'inseri-
mento delle resistenze R1 - R2 -
R3. e
CI
.4%i
C1
C2
R1
R2
R3
=
=
=
=
=
500.000
500.000
100.000
10.000
330
pF
pF
ohm
ohm
ohm
r R.2
R3
O
USCITA
@

R4 = 4.700 ohm
TR = BC237

565
Fig. 2- Com unissim o circuito am -
plificatore di bass a frequenza,
nel quale la polarizzazione del
transist or TR è raggiunta, m olto
sem plicem ente, tram ite la sola
resistenza R2.

c2

ri T
é
"
O
USCITA
6 c1 = 500.000 pF
C2 = 500.000 pF
R1 = 1 megaohm
R2 = 4.700 ohm
TR BC237

il componente è chiamato a lavorare. La deter- VALORI RESISTIVI


minazione del punto di lavoro va fatta dunque
considerando le caratteristiche del transistor Decidiamo a questo punto, arbitrariamente, di
utilizzato. Per esempio, supponendo di voler ottenere, su entrambe le resistenze R3 ed R4,
realizzare uno stadio amplificatore di bassa una caduta di tensione di 3 V circa, in modo da
frequenza, adatto a ricevere in entrata segnali raggiungere, fra collettore ed emittore, il valore
di ampiezza massima di alcune centinaia di di tensione di 6 V. Infatti si ha:
millivolt, con un guadagno pari a circa dieci
volte, una impedenza d'ingresso superiore ai Vce = Valim. - VR4- VR3
50.000 ohm ed una impedenza d'uscita inferio-
re ai 5.000 ohm, disponendo di una alimenta- 6V=12V-3V-3V
zione in tensione continua di 12 V, sussistono
le possibilità di utilizzare dei comunissimi tran- Poiché in precedenza il valore della corrente di
sistor, quali i modelli BC237, BC547, BC109, collettore-emittore è stato fissato nella misura
ecc. Ma supponiamo ancora che il transistor di 1 mA, per la legge di Ohm il valore di R4 è
impiegato presenti un guadagno tipico di 200, pari a 3.000 ohm. Infatti si ha:
oss1a.
t
R4 VR4: Ie
/3 = 200
con una corrente di funzionamento pari a 2
3 V : 1 mA = 3.000 ohm
mA. Ebbene, cominciamo con la scelta della
corrente di funzionamento di collettore, che In pratica si sceglie il valore commerciale resi-
fissiamo nel valore di 1 mA, e della tensione stivo di 2.700 ohm, che produce una caduta
collettore-emittore di 6 V circa, in grado di reale di tensione di 2,7 V.
garantire la presenza di segnali in uscita intor- Analogo valore di caduta di tensione si ottiene
no al valore di 1 V senza grosse distorsioni. pure su R3, attribuendo a questo componente il
Fissati ora i valori di massima del punto di valore resistivo commerciale di 2.700 ohm.
lavoro del transistor TR, facendo riferimento Possiamo ora concludere questa breve rassegna
allo schema riportato in figura 3, iniziamo a di facili calcoli, asserendo che sul collettore del
dimensionare il circuito cominciando dalla re- transistor TR è presente una tensione che,
sistenza di emittore R4. riferita alla linea negativa di alimentazione a 12

566
Fig. 3 - Circuito di base sul quale
il lettore potrà esercitarsi a di- + 12V
mensionare i vari elementi pren-
dendo lo spunto dall'esempio ci- 93V
tato nel testo. Facciamo notare
che la presenza della resistenza RI 2
R4 garantisce la stabilità dello
stadio rispetto alle variazioni di T
temperatura e di guadagno.
Cl

.'
A
O
use.
c1 = 500.000 pF @
C2 = 500.000 pF R2
R1 = 270.000 ohm
R2 = 100.000 ohm
R3 = 2.700 ohm
R4 = 2.700 ohm
TR = BC237

V, è di 9,3 V, come lo dimostra la seguente richiesta dalla base. Si può scegliere, ad esem-
operazione di sottrazione: pio, il valore di 30 A, che consente di attribui-
re al la resistenza R2 il valore ohmmico di:
Valim. - VR3 =12 V-2,7 V=9,3 V
R2 = Vb : Ipolarizz. = 3,3 V: 30 A = 110.000
ohm
POLARIZZAZIONE DI BASE
e per il quale, in pratica, conviene assumere il
I calcoli fin qui eseguiti si sono basati sulla valore commerciale di 100.000 ohm. Corri-
assunzione di una corrente di collettore e di spondentemente, sulla resistenza R l si dovrà
emittore pari ad I mA. Ma per ottenere questo verificare una caduta di tensione pari a:
valore di corrente, si deve polarizzare la base
del transistor TR in modo che in essa scorra 12V-3,3 V=8,7 V
una corrente di intensità pari a:
che consente di attribuire alla resistenza Rl il
1 mA: /3 valore ohmmico di

ossia: R1 =8,7 V:30 A = 290.000 ohm


1 mA : 200 = 5 A Anche in questo caso conviene scegliere il valo-
re standard di 270.000 ohm.
In un circuito come quello da noi prescelto e Termina così il dimensionamento del circuito
riportato in figura 3, non sono necessarie labo- di figura 3 per quanto concerne il punto di
riose considerazioni per realizzare una simile lavoro del transistor TR. La cui stabilità, ri-
polarizzazione. Basta infatti comporre un parti- spetto alle variazioni di temperatura e di gua-
tore resistivo R 1-R2 in grado di produrre sulla dagno, rimane garantita dalla presenza della
base del transistor TR la tensione di valore: resistenza R4. Infatti, se il transistor dimostras-
se una tendenza ad aumentare il proprio guada-
Vb= Ve+0,6 V=2,7V+0,6V=3,3 V gno, anche la corrente di emittore aumentereb-
be, provocando un aumento della caduta di
La corrente nel partitore resistivo va scelta in tensione sulla resistenza R4 e, conseguente-
modo da risultare pari a 5 + IO volte quella mente, un aumento della tensione sull'emittore

567
m--+l2/

RI

-,
Cl
D+=u b

r l R2
r2,
O
use.
(Q
Fig. 4 - L'aumento di guadagno di
uno stadio amplificatore di bassa
frequenza, come quello preso in
considerazione in queste pagine,
può essere facilmente raggiunto
collegando, in parallelo con la re-
sistenza di emittore R4, un grup-
po RC.

c1 10 F- 16 VI (elettrolitico) R3 = 2.700 ohm


C2 10 F- 16 VI (elettrolitico) R4 2.700 ohm
C3 220 µF - 16 VI (elettrolitico) R5 = 270 ohm
R1 = 270.000 ohm TR BC237
R2 = 100.000 ohm

p-+12/ )

.± $
111' +n1
CJ
CI

r
ENTR.
6
R2
~·m

R4
o
use.
(Q
Fig. 5 - Il massimo guadagno rag-
giungibile nello stadio amplifica-
tore preso in esame nel testo si
ottiene cortocircuitando la resi-
stenza di emittore con un con-
densatore.

C1 10 F- 16 VI (elettrolitico) R2 = 100.000 ohm


C2 = 10 F-16Vl (elettrolitico) R3 = 2.700 ohm
C3 = 220 F - 16 VI (elettrolitico) R4 = 2.700 ohm
R1 = 270.000 ohm TR = BC237

di TR. Ma ciò condurrebbe ad una diminuzio- IMPEDENZA D'INGRESSO


ne della corrente di base, che riporterebbe il
punto di lavoro ai valori progettati. L'impedenza d'ingresso di un circuito come

568
quello finora preso in esame è determinata, appare chiaro che, per aumentare il guadagno
oltre che dalla reale resistenza d'ingresso dello dello stadio, basta aumentare il valore della
stadio transistorizzato, anche dalle resistenze di resistenza R3 oppure diminuire quello della
polarizzazione. resistenza R4. Tuttavia, intervenendo sui valori
La resistenza d'entrata può considerarsi pari al reali di queste resistenze, si provoca una varia-
seguente prodotto. • zione del punto di lavoro del transistor TR,
cosa questa che intendiamo evitare assoluta-
R4x~ mente. Anche perché l'aumento di guadagno
dello stadio può essere raggiunto ugualmente
che nel nostro caso è superiore ai 500.000 ohm. ricorrendo ad un semplice accorgimento, che
Infatti si ha: consiste nel far diminuire il valore della resi-
stenza R4 soltanto nei confronti dei segnali
2.700 ohm x 200 = 0,54 megaohm variabili, collegando, in parallelo a tale resi-
stenza, un gruppo RC (resistivo capacitivo),
Il valore complessivo della resistenza d'ingresso composto da un condensatore che blocca la
ammonta pertanto a: tensione continua e da una resistenza che deter-
1 1 1 1 mina il guadagno. Tutto ciò è rappresentato
----=---+---+---- nello schema di figura 4, in cui il condensatore
Rtot. RI R2 Ripgr. in oggetto è indicato con C3, mentre la resisten-
za porta la sigla R5.
Il valore della resistenza R5 deve essere calco-
lato in modo che il collegamento in parallelo
1 1 delle due resistenze R4 - R5 dia un valore
-------+-------+
270.000 ohm 100.000 ohm ohmmico pari a:
1 1 R3:G
+------=------
540.000 ohm 64.000 ohm
in cui G misura il guadagno che si desidera
dalla quale si deduce che il valore della resi- raggiungere nello stadio considerato. Nel nostro
stenza totale, che coincide con quello dell'im- esempio (figura 4), se si pone G = IO, si dovrà
pedenza d'entrata dello stadio, è di: avere:
Rtot. = 64.000 ohm 1
R5 = x R4= 300 ohm
9
Per quanto riguarda invece il valore dell'impe-
denza d'uscita del circuito, si può affermare che In pratica, poiché il valore della resistenza R5
questo è pari al valore della resistenza di collet- potrebbe rimanere influenzato sia dall'impe-
tore del transistor TR, cioè: denza del condensatore elettrolitico C3 che
dalla resistenza interna di emittore del transi-
R3 = 2.700 ohm stor TR, per raggiungere realmente il guadagno
di IO, occorre diminuire leggermente il valore
ora calcolato di 300 ohm, portandolo ad esem-
GUADAGNO DELLO STADIO pio a 270 ohm, come riportato nell'elenco
componenti.
Il guadagno dello stadio, che indichiamo con la Il più alto guadagno raggiungibile nello stadio
lettera G, può essere definito mediante la se- preso in esame è ottenibile cortocircuitando
guente relazione: direttamente la resistenza R4 tramite un con-
densatore, senza l'inserimento di alcuna resi-
G = R3: R4 stenza addizionale, come chiaramente indicato
nello schema di figura 5.
oss1a: Con quest'ultimo intervento, il guadagno dello
stadio dipende tuttavia in larga misura dal tipo
G = 2.700 ohm: 2.700 ohm= 1 di transistor utilizzato e dalla temperatura in
cui il circuito lavora. Può accadere quindi che
Lo stadio in questione, dunque, presenta un una sostituzione del transistor TR, con altro
guadagno unitario, che non è adeguato ai nostri modello, determini differenti comportamenti
usi. Ma osservando la relazione ora presentata, circuita] i.

569
LE PAGINE DEL
CE
27

INDICATORE
DI TRASMISSIONE
I nostri lettori non appartengono a quella schie- un apparato che permette di controllare in
ra di appassionati che si limitano ad acquistare modo semplice, ed anche suggestivo, l'emissio-
l'apparato ricetrasmittente per conversare su ne dei segnali radio.
argomenti futili con amici e conoscenti. Essi, In pratica si tratta di comporre un pannello
infatti, avvertono la necessità di accoppiare, al luminoso, visibile in ogni momento e recante la
piacere di trasmettere via radio, un particolare scritta "ON AIR", che vuol dire "in aria" e che
interesse tecnico per i radioapparati e i loro. avverte, costantemente, che il trasmettitore si
accessori, con lo scopo preciso di raggiungere trova sicuramente in trasmissione e che l'alta
una buona padronanza dei fenomeni radioelet- frequenza viene correttamente irradiata.
trici, talvolta presi dall'ambizione di poter di-
venire, in futuro, dei validi radioamatori. E un
tale interesse tecnico si esprime spesso attraver- COMMUTAZIONE PARLO-ASCOLTO
so la costruzione di molti dispositivi marginali
di una emittente vera e propria, con il fine di La quasi totalità degli apparati ricetrasmittenti
migliorare la qualità dei collegamenti e comu- sfrutta il sistema P.T.T., push to talk, ovvero,
nicare ad altri i risultati raggiunti. A coloro, "premere per parlare". Ma la commutazione
dunque, vogliano consigliare la costruzione di parlo-ascolto,
.. in pratica,
. - .
viene attuata tramite

570
Un utile accessorio per l'emittente CB.

Evitate di credere di «essere in aria» quando invece l'AF


non viene irradiata.

uno o pu relé, pilotati da un pulsante che, particolari dispositivi, tra i quali, il più comune
nella maggior parte dei casi, èt montato sul fra tutti è il wattmetro per alta frequenza, ma
microfono. Eppure succede spesso che, pur che, in un certo senso, non può godere le
premendo questo pulsante, nessun segnale preferenze rispetto all'apparato qui presentato
radio si liberi nello spazio attraverso l'antenna. e descritto, la cui principale caratteristica sta
E i motivi di tale inconveniente possono essere nella sua accensione, che non viene pilotata dal
molteplici; per esempio, può trattarsi di un pulsante P.T.T., bensì direttamente e automati-
cattivo inserimento dello spinotto nel microfo- camente dal segnale di alta frequenza. Dunque,
no, di una rottura del cavo interno, di saldature con questo accessorio della stazione trasmitten-
male eseguite sullo spinotto o di altri inconve- te, qualsiasi tipo di guasto che impedisce un
nienti. Comunque, l'ultimo inconveniente cita- corretto funzionamento del trasmettitore viene
to, quello della saldatura dello spinotto, è forse immancabilmente segnalato.
il più comune, perché si verifica spesso in tutti
quei casi in cui si è abituati ad inserire e
disinserire il microfono all'inizio e alla fine LO SCHEMA ELETTRICO
della trasmissione. Tuttavia, i motivi della
mancata trasmissione possono essere anche al- Lo schema circuitale dell'indicatore di trasmis-
tri. Può verificarsi, infatti, il mancato funziona- sione è quello riportato in figura I. Come si
mento di un relé a causa dell'ossidazione di può notare, esso si presenta sotto le vesti di un
uno dei contatti, oppure, e questa è una delle rivelatore aperiodico di alta frequenza. Non è
cause più gravi, può avvenire la rottura di uno presente, infatti, alcun circuito accordato, per
degli stadi amplificatori del trasmettitore. In- cui il progetto è in grado di funzionare senza
somma, per una causa o per l'altra, si può alcuna regolazione entro una vasta gamma di
essere convinti di trasmettere senza che alcun frequenze.
segnale di alta frequenza venga irradiato nello La resistenza R 1, collegata in serie con la linea
spazio. di entrata del segnale, rimane inserita diretta-
L'inconveniente della mancata emissione di se- mente nel connettore d'ingresso. E un tale ac-
gnali radio può essere evitata servendosi di corgimento si rivela necessario per impedire

Il circuito descritto in questa sede va inserito all'uscita del


ricetrasmettitore, prima di un eventuale amplificatore lineare.
La sua utilità si estende, oltre che all'attuale vasta schiera di
CB, anche ai radioamatori e alle emittenti private, dove è in
grado di introdurre una piacevole nota di colore.

571
- - --1
I
# 4L
R3

I e

RI
I TR1 TR2 TR3
I
zar;
aaaaa I
l-,I l l l i l à- À
I
______ j
I --------

Fig. 1- Lo schema elettrico dell'indlcatore di trasmissione si può dividere In due


parti principali: quella rivelatrice dei segnali di alta frequenza e quella ampliflcatrice
dei segnali di bassa frequenza composta dai tre transistor collegati in continua. Le
linee tratteggiate racchiudono la parte elettronica che deve essere montata su
circuito stampato.

Condensatore R6 = 1.000 ohm


C1 = 500.000 pF
Varie
Resistenze D1 = diodo al germanio (quals. tipo)
R1 = 3.300 ohm TR1 = BC237
R2 = 22.000 ohm (trimmer} TR2 = BC237
R3 = 33.000 ohm TR3 = 2N1711
R4 = 1.000 ohm LP1-LP2 = lampade siluro (6 V - O, 15 A}
R5 = 1.000 ohm

ogni possibile disadattamento di impedenza al germanio rettifica il segnale AF, eliminando


con il circuito d'antenna. Questo particolare è le semionde di uno stesso nome, mentre il
chiaramente illustrato in figura 6. condensatore Cl provvede a livellare il segnale
Sui terminali del trimmer potenziometrico R2 stesso, convogliando a massa, ossia sulla linea
è presente la tensione caratteristica del segnale della tensione negati va di alimentazione, la
captato dall'antenna e che ha superato la resi- parte di segnale di alta frequenza ancora pre-
stenza Rl. Con questo trimmer è possibile sente dopo il processo· di rettificazione. E il
dosare la tensione ad alta frequenza nella misu- risultato è quello di applicare alla base del
ra desiderata ed applicarla al circuito di rivela- transistor TRl una tensione di bassa frequenza
zione, che è composto dal diodo al germanio perfettamente continua.
D 1 e dal condensatore C 1. In pratica, il diodo

572
TR3 TR2 TR1 R2

Fig. 2 - La realizzazione del circuito elettronico si effettua su una basetta di


materiale isolante, di forma rettangolare, sulla quale è composto il circuito stampa-
to. Le due lampade, di tipo a siluro, da 6V - 0,15 A ciascuna, sono collegate in serie
tra di loro. Queste, come viene ampiamente spiegato nel testo, possono essere
sostituite con altri tipi di lampade, ritenute più adatte ad illuminare il pannello
frontale recante la scritta "ON AIR" ed eventualmente il nominativo della emittente.

AMPLIFICATORE BF termica generata dai componenti, che sono


transistor di potenza.
A valle del circuito di rivelazione è presente un Quelle prescritte nell'elenco componenti, sono
amplificatore di tipo tradizionale, a tre stadi due lampadine, di tipo a siluro, con tensione di
transistorizzati, con accoppiamento in conti- 6 V e assorbimento di O, 15 A. Ma il lettore,
nua. qualora ne avvertisse la necessità, potrà sosti-
tuire le lampadine con un relé a 12 V, in modo
Ciascuno dei tre transistor amplifica il segnale da pilotare, con i contatti disponibili di tale
di bassa frequenza, la cui tensione rappresenta- componente, lampade di qualsiasi potenza, an-
tiva è rilevabile sui terminali del condensatore che alimentate con la tensione di rete-luce.
Cl, sino a consentire il pilotaggio di due lam-
padine ad incandescenza, collegate in serie sul
collettore del transistor TR3 e del quale costi- REALIZZAZIONE PRATICA
tuiscono il carico.
Così come è strutturato, il circuito di figura I si La realizzazione pratica dell'indicatore di tra-
presta pure al pilotaggio di lampadine di una smissione lascia ampie possibilità di persona-
certa potenza. Basterà, infatti, sostituire il tran- lizzare l'apparato secondo il proprio gusto. Il
sistor TR3, per il quale è stato prescritto il piano costruttivo generale, dunque, quello ri-
modello 2N 1711, con il transistor di tipo portato in figura 4, può ritenersi indicativo per
B0121 o B0122, per poter pilotare carichi di i lettori più preparati e obbligatorio per i prin-
I -;- 2 A senza sollevare alcun problema prati- cipianti. In ogni caso il circuito elettronico
co, tranne quello di equipaggiare i nuovi transi- deve essere eseguito secondo quanto illustrato
stor ora citati con un efficiente radiatore, con lo in figura 2, servendosi di un circuito stampato
scopo di agevolare la dispersione dell'energia composto su una basetta di materiale isolante,

573
•• o

_J
Fig. 3 - Disegno del circuito stampato, riprodotto in grandezza naturale, che il
lettore dovrà comporre su una piastrina di bachelite, di forma rettangolare, delle
dimensioni di 13 cmx5 cm.

di forma rettangolare e delle dimensioni di 13 MONTAGGIO COMPLETO


cm x 5 cm. In figura 3 è riprodotto, in gran-
dezza reale, il disegno del circuito stampato. II montaggio definitivo dell'indicatore di tra-
Indirizziamo ai principianti le solite raccoman- smissione può essere eseguito secondo quanto
dazioni da tener ben presenti durante il mon- indicato nel disegno di figura 4, servendosi di
taggio dello schema di figura 2. Esse riguardano un contenitore, che può essere indifferentemen-
le saldature a stagno e l'esattezza di inserimento te di plastica, di legno o metallo. Quello dise-
dei transistor nel circuito. Per esempio, i due gnato in figura 4 è di legno e non richiede
primi transistor TRl - TR2 sono dello stesso alcuna precauzione di isolamento delle varie
tipo e la distribuzione dei tre elettrodi di base- parti. Al contrario, utilizzando un contenitore
emittore-collettore è la stessa; la evidente smus- di metallo, si dovranno effettuare i necessari
satura, riportata sul corpo di questi componen- isolamenti delle parti.
ti, funge da elemento guida per il riconosci- Dietro il pannello frontale, quello recante la
mento dei terminali e ciò appare chiaramente scritta "ON AIR" e che potrà essere di plexi-
nel disegno di figura 2. glass, vetro traslucido o altro materiale traspa-
II transistor TR3 si differenzia dai primi due rente o semitrasparente, si potranno collocare
per il diverso contenitore, nel quale una lin- le lampade sostitutive di quelle a siluro indicate
guetta sporgente funge da guida per l'individua- nello schema, come suggerito in precedenza.
zione dei terminali; questa rimane dislocata fra La scritta "ON AIR", che potrà anche essere
il terminale di emittore e quello di collettore. sostituita con la parola trasmissione, apparirà
Per quanto riguarda il diodo al germanio O 1, in negativo o in positivo, a piacere dell'opera-
facciamo presente che questo elemento è carat- tore. In pratica, su una piastrina di plexiglass
terizzato dalla presenza di un catodo e di un chiara, bianca o gialla, si apporranno dei carat-
anodo. Il catodo si trova dalla parte in cui sul teri trasferibili, in modo da ottenere una scritta
corpo esterno del semiconduttore è impresso opaca su fondo illuminato, oppure si potrà
un anello. ritagliare la dicitura in un cartoncino opaco,
Un'ultima raccomandazione: si faccia bene at- che verrà sistemato sulla parte posteriore della
tenzione a non scambiare fra loro le linee di lastrina di plexiglass, meglio colorata in rosso,
alimentazione, quella positiva con quella nega- verde o blu, ottenendo in tal modo una scritta
tiva. illuminata su fondo opaco.

574
crRcuro [[7>,o /1,/
PxrGLAss [ [[j [7/

-
9
l han'hf' f

BOCCH.

Fig. 4 - Piano costruttivo completo dell'indicatore di trasmissione realizzato in un


contenitore di legno, sulla cui faccia superiore è presente il foro di accesso al perno
di taratura del trimmer potenziometrico.

Sulla faccia superiore del contenitore si dovrà COLLEGAMENTO CON IL TX


praticare un foro di diametro tale da ospitare il
perno del trimmer potenziometrico R2. L'indicatore di trasmissione deve essere colle-
Il cavo necessario per il collegamento con il gato in parallelo con l'antenna del ricetrasmet-
connettore deve essere schermato e adatto a titore, facendo uso di un raccordo a T, che
condurre correnti di alta frequenza, per esem- consente di evitare perdite di alta frequenza e,
pio il tipo RG58. Non si possono quindi usare quindi, la conseguente diminuzione della resa
cavetti schermati per segnali di bassa frequen- del trasmettitore.
za. Il raccordo a T va collegato direttamente con
L'alimentazione dell'indicatore di trasmissione l'uscita del trasmettitore. Le altre due connes-
può essere derivata dallo stesso ricetrasmettito- sioni vanno fatte, da una parte, con l'antenna,
re cui verrà accoppiato il dispositivo, oppure dall'altra, con l'apparato di segnalazione, così
potrà essere assorbita dalla linea proveniente da come indicato nello schema di figura 5.
un alimentatore separato con tensione continua Nello stesso schema di figura 5 è presente un
compresa fra i 12 e i 14 Vcc. alimentatore a parte, in grado di erogare una
tensione continua di J 2 -,- 13 V cc, che non

575
ALL'ANT.
O LINEARE
t RACCORDO 4"7°

RG58
8

• ONAIR

RTX o
o V)
$ D
?]RsA a: V)
o ' ANT. Lu o
z a: ALIMENT.
ON

ROSSO ~
0F7

NERO

Fig. 5 - Con questo disegno interpretiamo il piano realizzativo completo dell'indica-


tore di trasmissione inserito nella stazione trasmittente. I cavi schermati debbono
essere assolutamente di tipo per segnali ad alta frequenza.

costitmsce un valore critico, giacché qualche TARATURA


volt in più o in meno non pregiudica il funzio-
namento dell'indicatore. A conclusione di questo argomento rimane ora
L'alimentatore esterno può essere rappresenta- la citazione dei pochi dati inerenti la taratura
to da una batteria di pile o da un accumulatore. del circuito che, come si può facilmente intui-
Un'ultima particolarità costruttiva degna di no- re, consiste nel regolare sul giusto valore resisti-
ta è quella relativa al collegamento del cavo vo il trimmer potenziometrico R2.
coassiale con il bocchettone.Quest'ultimo, in- Ancor prima di alimentare il circuito, occorre
fatti, dovrà contenere la resistenza Rl, così ruotare il perno del trimmer R2 in modo che il
come si può vedere nel disegno del particolare cursore rimanga spostato tutto verso la linea di
riportato in figura 6. alimentazione negativa, ossia, facendo riferi-
L'inserimento della resistenza Rl dentro il boc- mento allo schema elettrico di figura 1 , verso il
chettone potrebbe creare un cortocircuito; ecco punto 2. Quindi si alimenta il circuito e si
perché bisogna star bene attenti ad effettuare preme il pulsante P.T.T. situato sul microfono;
una buona saldatura, ricorrendo, possibilmen- poi si comincia a far ruotare lentamente il
te, ad uno spezzone di tubetto sterling isolante, perno del trimmer fino a che le due lampadine
anche se questo non è stato disegnato nello LPI -LP2 raggiungono la loro massima lumi-
schema di figura 6. nosità. Una volta individuato questo punto del

576
RESISTENZA
SALDARE
R1
CAVO
COASSIALE

Fig. 6 - Particolare del collegamento del cavo coassia-


le, proveniente dall'indicatore di trasmissione, con il
bocchettone destinato ad essere inserito nel raccordo
a T. Si noti la presenza della resistenza R1 dentro il
bocchettone stesso e il collegamento di massa fra la
calza metallica del cavo e il bocchettone.
t
SALDARE 80CCHE T TCE

trimmer, conviene spostare ancora un poco il V o I endo evitare tale effetto, pera! tra piacevole,
perno per assicurarsi che le lampade rimangano basterà. collegare, in parallelo con il condensa-
accese. Ciò vuol anche significare che occorre tore CI un condensatore elettrolitico da
far in modo che le due lampade siano sicura- 100 µF - 16 VI, con il terminale positivo rivol-
mente al massimo della loro luminosità, per to verso la base del transistor TR I e con il
evitare che il transistor TR3 si surriscaldi. terminale negativo connesso con la linea di
Nelle emissioni in SSB le lampade seguono, massa.
con la loro luminosità, la modulazione audio.

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577
CORSO
DI AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI
INTEGRATI DIGITALI

Nella precedente puntata del corso sugli inte- dell'ormai noto flip-flop, ovvero del multivi-
grati digitali abbiamo analizzato il più impor- bratore bistabile, che può assumere stabilmente
tante dei circuiti sequenziali: il flip - flop. Ma le due configurazioni binarie di «O» e di «I» in
questo, pur assumendo configurazioni e aspetti uscita, il multivibratore monostabile, come si
diversi, quali il set-reset, il trigger, il J-K, ecc., può facilmente arguire dalla sua denominazio-
non è il solo che il lettore deve conoscere. ne, può assumere una sola configurazione in
Infatti, in ordine di importanza, subito dopo il condizioni stabili; mentre la configurazione op-
flip-flop, merita una particolare attenzione il posta appare instabile. Infatti, lo stato di insta-
multivibratore monostabile, che formerà ap- bilità dura soltanto per un certo tempo che
punto l'oggetto di studio della presente puntata dipende dalle caratteristiche costruttive del cir-
del corso. cuito e dai componenti di temporizzazione.
Cominciamo quindi col dire che, a differenza Trascorso questo tempo, il circuito ritorna
spontaneamente, senza che sia necessario alcun
comando esterno, nello stato originario «stabi-
le».

A CHE COSA SERVE IL MONOSTABILE


Multivibratore monostabile
Il principale scopo del multi vibratore monosta-
bile è quello di produrre, ad ogni variazione
Integrato 74121 «attiva» del segnale d'ingresso, un impulso
d'uscita di durata ben definita. E per chiarire
Temporizzazioni ancor meglio questo concetto, diciamo che per
variazione attiva del segnale d'ingresso si inten-
Retriggerabile e non retriggerabile de il passaggio dallo stato «O» allo stato «I», o
viceversa, a seconda delle caratteristiche co-
struttive del componente. Ma una tale spiega-
Integrato 74122 zione non è sufficiente se non si fa un preciso
riferimento ad un esempio pratico. Per il quale
Circuito sperimentale prenderemo in considerazione l'integrato di ti-
po 7 4 121, che è un monostabile non retriggera-
bile (vedremo più avanti il significato di tale
espressione), in grado di produrre impulsi
d'uscita che vanno da 40 nanosecondi sino ad
alcuni secondi.

578
PU TATA

Le temporizzazioni richieste dai normali cir- L'INTEGRATO 74121


cuiti elettronici digitali sono dell'ordine dei
microsecondi e, talvolta, dei millisecondi, per Questo modello di integrato possiede tre ingres-
cui il componente preso ad esempio è in grado si, dei quali due risultano attivi sul fronte
di coprire abbondantemente l'intero arco appli- discendente, da « 1 » a «O», dell'impulso d'in-
cativo. Ovviamente, non si debbono pretendere gresso, mentre il terzo è attivo sul fronte di
temporizzazioni estremamente lunghe, come salita, ossia durante il passaggio da «O» a « 1 ».
quelle di un'ora, facilmente raggiungibili con Quest'ultimo, che corrisponde al terminale 5
un integrato modello 555, in quanto, anche se dell'integrato, è pure caratterizzato dalla pre-
ciò è teoricamente possibile, non lo sarebbe più senza di un trigger di Schrnitt, che gli consente
in pratica, a causa di un dimensionamento di funzionare correttamente anche con segnali
assurdo del circuito di temporizzazione. a lenta variazione e non ben squadrati.

C--R.EST C.EST R.INTI.


@VCC NC
171 7

Fig. 1- Schema logico interno e piedinatura


dell'integrato 74121. I blocco A svolge le fun-
zioni di OR, quello B è un AND, mentre il
monostabile vero e proprio è rappresentato dal
1J2
blocco C. G· NC A2 8 0 GND

579
IMP ENTR. IMP USC.
- -7

7
7- - MONOSTABILE

T- (07.R·C)

Fig. 2 - L'impulso applicato all'entrata del monostabile attiva l'uscita per un tempo
• stabilito dai valori resistivo-capacitivi del circuito di applicazione.

L'integrato 74121 dispone di due uscite tra loro tutto esatto, in quanto gli OR - AND d'ingresso
complementari Q e Q le quali, in condizioni di condizionano il segnale in misura tale che la
riposo si trovano allo stato logico di «O» e «I», funzione del monostabile venga svolta soltanto
rispettivamente. E tali stati vengono invertiti in alcune condizioni. Le quali possono essere
durante l'impulso di temporizzazione. desunte molto facilmente dalla apposita tabella
In figura 1 abbiamo riportato lo schema logico della verità, in cui la lettera H indica uno stato
interno dell'integrato 74121, nel quale è pure logico alto («!»), mentre la lettera L designa
indicata la zoccolatura del componente con la uno stato logico basso («0»). Con la lettera X si
numerazione progressiva dei piedini. Il blocco indica l'indifferenza rispetto a qualunque stato;
A svolge le funzioni di OR, con gli ingressi con la freccia rivolta all'insù si definisce una
negati (si noti la presenza dei due pallini che transizione dallo stato logico «O» a quello «I»;
interpretano tale condizione). Il blocco B è un con la freccia rivolta all'ingiù, invece, si inter-
AND, mentre il monostabile vero e proprio è preta la transizione contraria, dallo stato logico
rappresentato dal blocco C. «I» a quello_«0».
Per poter svolgere le funzioni di temporizzato- Sull'uscita Q, in corrispondenza degli impulsi
re, l'integrato necessita di alcuni collegamenti su Q, si ottengono dei corrispettivi impulsi
esterni. Più precisamente, si deve inserire un complementari, da «I» a «O» e da «O» a «I».
condensatore tra i piedini I O e 11 ed unire
assieme il terminale + 5 V (+ VCC) con il
piedino 9, sfruttando la resistenza interna da Tabella della verità (74121)
1.700 ohm. In alternativa, è anche possibile
collegare, in serie con il piedino 9, una resisten- Ingr. A1 Ingr. A2 Ingr. B Uscita Q
za esterna tra il piedino 11 e la linea dell'ali-
mentazione positiva. H H 1 Impulso J""L
X L t Impulso
L L X Nessuna use.
TABELLA DELLA VERITÀ
L X L Nessuna use.
Giunto a questo punto, il lettore potrà pensare L H H Impulso __n_
che, per ottenere un impulso temporizzato in L L X Nessuna usc.
uscita, sia sufficiente alimentare il monostabile X L L Nessuna use.
ed applicare un impulso in ingresso, così come H L H Impulso _n_
schematizzato in figura 2. Ma ciò non è del

580
READY.

10 PR I NT "QUANTI KOHM ..
20 INPUT R
3 PRINt" QUANTI MICROFARAD"
4 INPUT C
50 LET T=0.0007xRxC
6 PRINT "TEMPO IN SECONDI"
70 PRINT T
80 GOT010
Fig. 3 - Coloro che possiedono un persona! REDY
computer potranno calcolare rapidamente e RUN-RE TURN
automatlca,nente i tempi di durata degli impul-
si con il semplice programma di cui riportiamo
la precisa traccia. REDY.

LA TEMPORIZZAZIONE Facendo uso invece di questa seconda formula:

La durata dell'impulso, nell'integrato 74121, T = 0,0007 x R x e


può venir calcolata tramite la seguente formu-
la: il tempo T rimane espresso in secondi.
Nella tabella a parte riportiamo, a titolo orien-
T = 0,7 xR xC tativo, i tempi che si possono ottenere attri-
buendo ad R valori che non debbono essere
nella quale il tempo T viene espresso in mS superiori a 40.000 ohm e inferiori a 1.500 ohm,
(millisecondi) misurando Rin Kohm e C in F. con una capacità di temporizzazione di I 00 µF.

C-R.EST. C.EST._
@Vcc
.----
14

Fig. 4 - Schema logico interno e piedinatura 1


dell'integrato 74122, che rappresenta un
esempio di monostabile retriggerabile. Al GND

581
(._)

Il e[
J3 l
14
Cl:)

5
Cl
@
e I 70 I. 5V
JC1 Il ~
7 Q
A2 L,
7 I
g
Clii l'.)
z
l'.)

I.e

Fig. 5 - Circuito sperimentale con il quale è possibile visualizzare, tramite due diodi
led diversamente colorati, le funzioni del monostabile citate nel testo.

-----0
C1 100 F - 16 VI (elettrolitico} IC1 = 7 4121 (monostabile}
R1 33.000 ohm P1 = pulsante
R2 220 ohm DLV - DLR = diodi led (quals. tipo}
R3 220 ohm

Coloro che possiedono un persona! computer cendo a risultati alquanto diversi da quelli
potranno divertirsi a calcolare automaticamen- calcolati.
te i tempi con il semplice programma di cui in
figura 3 forniamo una precisa traccia.
Tutti i tempi citati e calcolati hanno un preciso RETRIGGERABILE -
valore teorico, mentre in pratica le cose cam- NON RETRIGGERABILE
biano a causa delle tolleranze dei componenti, i
cui valori nominali non corrispondono mai Con il termine retriggerabile, che si deve legge-
esattamente a quelli reali. E tale osservazione si re «retriggherabile», si designa la possibilità, da
estende in modo particolare ai condensatori parte di certi monostabili, di far ripartire da
elettrolitici, i cui valori nominali possono va- zero il tempo ad ogni impulso valido d'ingres-
riare fino al 40% rispetto ai valori reali, condu- so, anche quando è già in corso un impulso di

582
~r
DLV

"r%,2 0

k Pl
«t
I

1C1'0i

Fig. 6 - Realizzazione pratica del circuito di


prova descritto nel testo, per il quale si fa uso
della basetta di circuito stampato reclamizzata Cl
ad ogni fine puntata del corso.

Tabella dei tempi quando occorre discriminare alcuni segnali con


diversi valori di frequenza.
R (K2) T (sec.) L'integrato 74 I 21 appartiene alla categoria dei
«non retriggerabili», ossia di quei dispositivi
33 2,31 I
nei quali, una volta inviato l'impulso, questo
I
22 1,54 non rimane influenzato da eventuali altri im-
18 1,26 pulsi applicati all'entrata.
15 1,05
12 0,84
10 I 0,70 L'INTEGRATO 74122
8,6 0,60
4,7 0,32 L'integrato 74 I 22 costituisce un esempio di
3,3 0,23 monostabile retriggerabile; un altro esempio è
rappresentato dal modello doppio 74123.
2,2 0,15 In figura 4 è riportato lo schema strutturale
1,8 0,12 interno dell'integrato 74122, unitamente alla
1,5 0,10 piedinatura del componente.
Le modalità di impiego, per quanto riguarda la
connessione della rete R-C di temporizzazione,
temporizzazione. In questo modo si può allun- sono uguali a quelle già citate per l'integrato
gare a piacere l'uscita, fornendo al monostabile 74121. Fa eccezione soltanto una diversa corri-
spondenza dei terminali.
un nuovo impulso di ingresso, prima che esso
abbia concluso il proprio ciclo naturale. La formula per calcolare il tempo dell'impulso
è invece diversa. Eccola:
Questa particolarità dei monostabili retriggera-
bili si rivela utile, ad esempio, quando si debba- 07
no scoprire dei «vuoti» di segnale, oppure T= 0,32xRxcxd+)

583
Tabella della verità (74122)

lngr. CLR lngr. Al lngr. A2 Ingr. BI Ingr. Bz Uscita Q

L X X X X Nessuna uscita
X I L X X Nessuna uscita
X l X L X Nessuna uscita
H l H H H Impulso n
X X X 1 L Nessuna uscita
X H H 1 X Nessuna uscita
H L X 1 H Impulso _5_
1 L X H H Impulso _5L I
I

in cui T viene valutato in mS (millisecondi), R occorre realizzare il circuito elettrico riportato


in Kohm e C in F. in figura 5 nel quale, come si può notare, sono
Anche la tabella della verità, data la differente presenti due diodi led (DLV - DLR), uno di
configurazione degli ingressi, appare diversa. color verde e uno di color rosso.
Utilizzando le stesse convenzioni della prece- I due_diodi led visualizzano gli stati delle uscite
dente tabella essa assume l'espressione riporta- Q e Q. Gli impulsi d'ingresso potranno derivare
ta a parte. sia da un pulsante come da un generatore di
segnali ad onda quadra. Nello schema di figura
5, questi vengono inviati dal pulsante PI.
L'ingresso A2, contrariamente a quanto indica-
CIRCUITO SPERIMENTALE to nello schema elettrico per motivi di sempli-
cità, deve essere polarizzato verso la linea di
Per sperimentare le funzioni del monostabile, alimentazione positiva tramite una resistenza

Fig. 7 - Questa foto riproduce il montaggio


sperimentale realizzato e collaudato nei nostri
laboratori e con il quale il lettore potrà verifica-
re le funzioni del monostabile.

584
da 1.000 -;- 4.000 ohm. In ogni caso, anche ripiegati a 90' e saldati a stagno, tramite salda-
senza questa resistenza il circuito di figura 5 tore dotato di punta sottile, sulle apposite piste.
funziona ugualmente, ma non in maniera cor- Dunque, lo zoccolo, i due diodi led diversa-
retta. mente colorati, il condensatore elettrolitico CI,
La necessità di questa resistenza di polarizza- le resistenze Rl - R2 - R3, il pulsante PI e i
zione è risentita in tutte quelle circostanze in quattro ponticelli (spezzoni di filo di rame),
cui il dispositivo potrebbe rimanere esposto ai vanno inseriti direttamente sulle piste dello
disturbi esterni e prendere l'avvio senza che stampato nel modo indicato nello schema di
l'operatore abbia trasmesso alcun impulso. figura 6.
Per realizzare il circuito di figura 5, secondo il Quando si alimenta il circuito, il diodo led
piano costruttivo riportato in figura 6 e nella rosso DLR si accende. Quindi, premendo in
foto di figura 7, il lettore dovrà servirsi della modo veloce e per un attimo il pulsante PI, il
solita basetta di circuito stampato reclamizzata diodo led rosso DLR si spegne e si accende
a fine puntata. Su di essa si applica, per primo, quello verde DLV, che rimane acceso per un
lo zoccolo a basso profilo i cui piedini, contra- tempo stabilito dalla formula prima citata. Con
riamente a quanto avviene nei normali montag- i valori attribuiti ai componenti esso è di 2,31
gi, non entrano nei corrispondenti fori, nel secondi circa.
nostro caso del tutto assenti, ma debbono essere

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no seguire con profitto il CORSO DI AV- identici, con i quali è possibile realizzare
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Via Zuretti, 52 - MILANO.

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LA PISTA DEL LETTURE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

UNA MODIFICA IMPOSSIBILE Abbiamo vivamente apprezzato i suoi entusia-


smi per l'elettronica e, in particolare, il deside-
Sono un assiduo lettore del vostro periodico, rio di riuscire, un giorno, a conseguire la paten-
dal quale ho appreso i primi rudimenti di te di radioamatore. Ciò nonostante, siamo co-
elettrologia ed elettronica, e con il quale, come stretti a vanificare le sue aspettative, assicuran-
si suol dire, mi son fatto le ossa in materia di dole che il programma prospettatoci non è fatti-
ricetrasmissioni. Ho sempre realizzato, quindi, bile. Infatti, il circuito del trasmettitore, da noi
tutti i progetti relativi a questo particolare set- pubblicato sulla rivista di giugno, non si presta
tore dei collegamenti via radio, compreso quel- all'uso che lei intende fare, soprattutto per due
lo presentato sul fascicolo di giugno di que- motivi fondamentali: la scarsa stabilità e l'ec-
st'anno, con cui sono riuscito a montare una cessiva larghezza di banda. In pratica, il rag-
modesta radio libera di quartiere, tuttora in giungimento della frequenza di emissione nel
pieno esercizio. Adesso ho pensato di ricostrui- valore da lei auspicato non rappresenterebbe
re quello stesso trasmettitore, che mi è parso un grosso problema tecnico, in quanto sarebbe
assai efficiente, modificando tuttavia l'attuale sufficiente ridurre del 40%, circa, il numero
gamma di emissione in quella radiantistica dei delle spire delle bobine LI-L2 per far lavorare
144 MHz. Ovviamente, non essendo io un il trasmettitore su questo nuovo valore di fre-
patentato, mi riserverei di utilizzare il trasmet- quenza. Ma nel mondo amatoriale vigono delle
titore soltanto dopo aver conseguito la regolare precise regole, che impongono una rigorosa
licenza, ma intanto vorrei cominciare a prepa- stabilità della frequenza di trasmissione, otteni-
rarmi a svolgere quell'affascinante attività. Vi bile esclusivamente con l'uso di un cristallo di
chiedo, dunque, di aiutarmi, segnalandomi, quarzo. Inoltre, le trasmissioni amatoriali av-
dettagliatamente, tutte le varianti da apportare vengono con una tecnica di modulazione di
al circuito originale per raggiungere lo scopo frequenza a banda stretta che impegna una
prefissatomi. banda ben più ridotta dei 150 KHz occupati
CREMONESI CLAUDIO dalle normali emittenti in FM e, quindi, dal
Piacenza nostro TY.

591
PREAMPLIFICATORE PER I 144 MHz

Il mio ricevitore, acquistato presso un mercato


surplus, accusa una scarsa sensibilità sulla gam-
ma dei 144 MHz. Vorrei quindi inserire, sulla
linea d'antenna, un semplice ma adatto pream-
plificatore. C1 = 22 pF (variabile ad aria)
FERRAR! GIORGIO C2 = 4.700 pF
Roma C3 = 22 pF (variabile ad aria)
C4 = 4.700 pF
Questo circuito le consentirà di raggiungere C5 = 1.000 pF
C6 = 1.000 pF (by - pass)
una buona sensibilità, pur mantenendo bassa
l'intermodulazione. I due circuiti accordati do-
vranno essere tarati sulla massima uscita a
Resistenze
centro banda (145 MHz). Le due bobine sono
uguali e si realizzano avvolgendo 5 spire di filo R1 = 10.000 ohm
argentato del diametro di 1 mm in aria (diame- R2 = 22.000 ohm
tro interno dell'avvolgimento = 6 mm). È im- R3 = 220 ohm
portante schermare le bobine interponendo un
lamierino e inserendolo nel circuito in posizio-
ne perpendicolare fra loro. Le prese intermedie Varie
sono ricavate ad una spira e mezza contata dal
lato massa. TR1 = BF981 (mosfet a doppio gate)

RICEVITORE PER ONDE CORTE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO . 16.20

COMPLETO DI AURICOLARE A CRISTALLO


AD ALTA IMPEDENZA

ESTENSIONE DI GAMMA: 6 MHz 18 MHz


RICEZIONE IN MODULAZIONE D'AMPIEZZA
SENSIBILITA': 10 V± 15 V

La scatola di montaggio del ricevitore per onde corte, contenente gli elementi sopra elencati,
può essere richiesta inviando anticipatamente l'importo di L, 16.200 tramite vaglia postale,_ asse-
gno bancario, circolare o c.c.p. 46013207 a: STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20
(Telefono 6891945).

592
I


R2
I
o
&l
. D
]I
GI s
TR1 Il Il dil2 Il e12V
c7 11 C5 e
"
RI =c2 Il Il
tz
:r
( )e»

MODERNO RICEVITORE DEL PRINCIPIANTE


CON INTEGRATO
PER ONDE MEDIE
PER MICROFON.O
PER PICK UP

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 14.750 (senza altoparlante)
L. 16.750 (con altoparlante)

CARATTERISTICHE:
Controllo sintonia: a condensatore variabile - Controllo volume: a potenziometro - 1 • Entrata BF:
500+50.000 ohm - 2 Entrata BF: 100.000+1 megaohm - Alimentazione: 9 Vcc - Impedenza d'u-
scita: 8 ohm - Potenza d'uscita: 1 W circa.

Il kit contiene: 1 condensatore variabile ad aria - 1 potenziometro di volume con Interruttore, In-
corporato- 1 contenitore pile - 1 raccordatore collegamenti pile- 1 circuito stampato- 1 bobina
sintonia - 1 circuito Integrato - 1 zoccolo porta mte,grato - 1 diodo al germanio - 1 commutatore
- 1 spezzone di filo flessibile- 10 pagliuzze capicorda- 3 condensatori elettrolitici- 3 resistenze
- 2 viti fissaggio variabile.

Tutti i componenti necessari per la realizzazione del moderno ricevitore del principiante sono con-
tenuti in una scatola di montaggio approntata in due diverse versioni: a L. 14.750 senza altoparlan-
te, a L. 16.750 con altoparlante. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente gli Im-
porti a mezzo vaglia postale, assegno bancario, assegno circolare o c.c.p. n. 46013207 Intestato a:
STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20 (Telef. 6891945).

593
CIRCUITO ANTIRIMBALZO corso. Comunque possiamo ricordarle che gli
integrati TTL, in virtù della loro estrema velo-
Sto seguendo con grande interesse il corso sugli cità di risposta, riescono a contare tutti gli
integrati digitali presentato mensilmente a pun- impulsi provocati dai rimbalzi meccanici dei
tate sul vostro periodico. Ed ho voluto pure normali pulsanti di comando, che sono in nu-
precorrere i tempi, impegnandomi in realizza- mero imprecisato, come imprecisata diviene la
zioni più complesse, quali i circuiti di conteg- risposta del contatore elettronico. Ma se lei vuol
gio e di comando di display a led. Ma debbo ottenere una corretta attivazione del circuito di
dire che i risultati pratici non rispecchiano i conteggio, realizzi questo circuito antirimbalzo
principi teorici, perché gli impulsi inviati, tra- con il quale, ad ogni commutazione di SI,
mite pulsanti, evidenziano uno qualsiasi dei corrisponderà uno ed uno solo impulso di con-
numeri tra O e 9, in modo del tutto casuale. teggio.
MIZZAU VITTORIO
Siracusa
R1 = 4.700 ohm
La pseudo casualità da lei riscontrata è stata R2 4.700 ohm
da noi già interpretata in una delle puntate del IC1 = SN7400

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 14.500
Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva-
riati componenti e materiali, non sem-
.................
pre reperibili in commercio, ad un
prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N" 1 saldatore (220 V- 25 W)_N" 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante - N" 1 poggia-saldatore_ N" 2 boccole isolate
- N" 2 spinotti - N" 2 morsetti-coccodrillo _ N" 1 ancoraggio - N 1 basetta per
montaggi sperimentali_ N 1 contenitore pile-stilo _ N" 1 presa polarizzata per
pila 9 V - N° 1 cacciavite miniatura - N° 1 spezzone filo multiplo multicolore.

Le richieste del CORREDO DEL PRINCIPIANTE debbono essere fatta a: STOCK RADIO - 20124
MILANO • Via P. Castaldi, 20 (telef. 6891945), inviando anticipatamente l'Importo di L, 14.500 a
mezzo vaglia postale, assegno circolare, assegno bancario o c.c.p. N. 46013207 (le spese di spe
dizione sono comprese nel prezzo).

594
14
RI

ICI a

) O
51 use. 5V
a ~

R2 /Clb
s- n,<

L'INTEGRATO NE 565 A
gnetic (Philips), che svolge le funzioni di demo-
Dovendo riparare un ricevitore in cui è monta- dulatore FM con la tecnica PLL (Phase - Lo-
to l'integrato NE 565 A, di cui non conosco cked - Loop). Ossia, loop ad aggancio di fase.
piedinatura e dati tecnici, chiedo a voi notizie Esso consente di lavorare con frequenze sino a
in merito. 500 KHz. L'alimentazione è a 12 Vmax, con
NERI STEFANO un assorbimento di 12,5 m4. Il segnale d'uscita
Ancona arriva a 300 m V. L'impedenza d'ingresso è di
5.000 ohm e la reiezione dei segnali modulati
Si tratta di un componente costruito dalla Si- in ampiezza raggiunge i 40 dB.

-V 1
13
14]
ore[, NON UTILIZZ.
12
use. 4 11
5 10 + V
6 9
7 8

595
NOTIZIE SU TRANSISTOR Valori massimi assoluti

Trovandomi in possesso di alcuni transistor di Transi- BC109C


CP4091 C450 V435 Unità di
tipo BCI09 - CP409 - C450 - V435, vorrei stor musura
conoscere alcuni dati tecnici di tali componen-
ti. V 30 60 I 40 -20 V
NATALI ANDREA V ceo 20 60 40 -20 V
Milano I
V 5 5 5 - 5 V

Fatta eccezione per il BCI09, gli altri sono I 100 - - - mA


transistor di vecchio tipo, in uso una decina di
anni fa, circa. La piedinatura del BCJ09 è
quella del primo disegno a sinistra, il disegno al silicio adatto ad impieghi generali di commuta-
centro si riferisce al modello CP409, quello a zione e come regolatore di tensione. Il C450 è
destra ai due transistor V435 e C450. Il BCJ09 un NPN al silicio da utilizzarsi come amplifi-
è un transistor NPN al silicio, a basso rumore, catore a basso rumore ed elevato guadagno. Il
adatto per impieghi hi-f. Il CP409 è un NPN al V435 è un PNP al silicio di impiego generale.

OSCILLATORE DI RIFERIMENTO segnali. Il compensatore Cl consente di regola-


re con precisione la .frequenza di oscillazione
Disponendo di un quarzo da l O MHz, vorrei del circuito.
sapere come debbo collegarlo per generare un
segnale ad onda quadra utilizzabile nei circuiti
digitali. c1 = 5/60 pF (compens.)
ONOFRI VITTORIO C2 = 100.000 pF
Bergamo R1 = 470 Ohm
R2 = 470 ohm
Lo schema qui pubblicato utilizza l'integrato R3 = 180 ohm
7400, di cui le sezioni N 1 - N2 compongono R4 = 3.300 ohm
l'oscillatore vero e proprio, mentre le sezioni N3 IC1 = 7400
- N4 compongono uno stadio squadratore di XTAL = 10MHz

- e
R1 R2

e
5V
e

] ( J

596
ADATTATORE PER TESTINE PIEZO funzione dell'alimentazione disponibile, in mo-
do che su C4 si possano misurare tensioni di 12
Mi servirebbe un adattatore di impedenza da + 18 V.
interporre tra l'uscita del giradischi con testina 47 pF
c1 =
piezo e un mio vecchio amplificatore con po- 10 F - 36 VI (elettrolitico)
C2 =
tenza d'uscita di 12 + 12 W e sensibilità d'in- 10 F - 36 VI (elettrolitico)
C3 =
gresso di 600 mV, con impedenza di 22.000 47 F - 36 VI (elettrolitico)
C4 =
ohm. R1 1 megaohm
CARDILLO RAFFAELE =
R2 = 470.000 ohm
Palermo
R3 = 68.000 ohm
R4 = 270 ohm
Inserisca questo stadio transistorizzato, adatta- R5 = 15.000 ohm
tore di impedenza e preamplificatore. La resi- R6 = 15.000 ohm
stenza R6 potrà essere cambiata nel valore in TR1 = BC109

TR1
RI

e
5
. )
c>
R4
T4
e
2430V
e

ANTIFURTO PER AUTO In scatola


di montaggio

Il funzionamento dell'antifurto si identifica con una


interruzione ciclica del circuito di alimentazione
della bobina di accensione che, pur consentendo
l'avviamento del motore, fa procedere lentamente
e a strappi l'autovettura.

- E' di facile applicazione.


- Non è commercialmente noto e i malintenzio-
nati non lo conoscono.
- Serve pure per la realizzazione di molti altri
dispositivi.

Il kit deil'antlfurto costa L. 15.800 (nel prezzo sono comprese le spese di spedizione). Per richiederlo
occorre inviare anticipatamente l'Importo a mezzo vaglia posta le, assegno bancario, circolare o
c.c.p. N. 46013207 intestato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20 - Telef.
6891945.

597
ALLARME ANTIGHIACCIO Condensatore
C1 20.000 pF
Sull'autovettura di un mio conoscente, ho no-
tato la presenza di un sistema d'allarme anti-
ghiaccio di tipo commerciale. Il quale avverte il
conducente appena la temperatura esterna Resistenze
scende al punto di gelare la strada. Perché non R1 = 10.000 ohm (trimmer)
pubblicate un progetto di questo tipo? R2 = termistore (5.000 ohm a 25 °C)
MARCHI VITTORINO R3 = 2.200 ohm
Viterbo R4 470 ohm (trimmer)
R5 2.200 ohm
Non si fidi troppo di questi dispositivi, perché le R6 12.000 ohm
strade possono rimanere ghiacciate anche R7 10.000 ohm
R8 = 30.000 ohm
quando la temperatura sale al di sopra dello R9 = 220 ohm
0"C. Comunque, ecco il circuito che lei potrà R10 = 25.000 ohm (trimmer)
facilmente realizzare. Con Rl ed R4 si regola la R11 15.000 ohm
sensibilità, mentre con RIO si regola il punto R12 = 4.700 ohm
d'intervento dell'allarme. R13 = 100.000 ohm

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


L. 16.850
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, così da somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori- n. 6 resistenze - n. 1 po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato- n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore - n. 1 SCR- n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

II kit per luci stroboscopiche, nel quale sono contenuti tutti gli elementi riprodotti nella foto,
costa L. 16.850. Per richiederlo occorre inviare anticipatamente l'importo s mezzo vaglia po-
stale, assegno bancario o c.c.p. n. 46013207 intestato a: STOCK RADIO • 20124 MLANO .
Via P. Castaldi, 2O (Telefono 6891945).

598
$1

o
PILA 9V

3
°
Transistor TR3 = BC177 Varie
TR4 = 2N1711
TR1 = BC107 TR5 = 2N2905 A DL1 = diodo led (quals. tipo)
TR2 = BC107 AP = 8 ohm

REGOLATORE DI POTENZA
IN SCATOLA
Con questo dispositivo è possibile
DI MONTAGGIO
controllare:

1- La luminosità delle lampade e dei


lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2- La velocità di piccoli motori elet-


trici.

3- La temperatura di un saldatore.

4- La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Potenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)

La scatola di montaggio del REGOLATORE DI POTENZA costa L. 13.500. Per richiederla occorre
Inviare anticipatamente l'Importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o c.c.p. n. 46013207
citando chiaramente Il tipo di kit desiderato e Intestando a: STOCK RADIO - 20124 MILANO -
Via P. Castaldi, 20 (Telef. 6891945). Nel prezzo sono comprese le spese di spedizione.

599
FOTORELÈ CON SOGLIE REGOLABILI

L'OSCILLATORE Vorrei realizzare un fotorelé di controllo dei


due livelli luminosi, quello di eccitazione e
quello di diseccitazione del relé.

MORSE SAR TORI FRANCO


Vicenza

Necessario a tutti i candidati alla patente di Questo è il progetto che soddisfa i suoi desideri.
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e Con R4 si controlla la soglia di intervento, con
la pratica di trasmissione di segnali radio in R8 l'isteresi del circuito, ossia la differenza tra
codice Morse.
il punto di eccitazione e quello di diseccitazione
del relé.

COMPONENTI

Condensatori
C1 = 470 F- 16 VI (al tantalio)
C2 = 1.000 pF
C3 = 100.000 pF
C4 = 22 F- 25 VI (elettrolitico)

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 18.500
LAMPEGGIATORE
II kit contiene: n. 5 condensatori ceramici - Vorrei far lampeggiare una lampadina inserita
n. 4 resistenze - n. 2 transistor - n. 2 trimmer
potenziometrici - n. 1 altoparlante - n. 1 cir- in un giocattolo, ovviamente tramite una pila.
cuito stampato - n. 1 presa polarizzata - n. 1 VAGHI ELVIO
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico - n. 1 matas- Parma
sina filo flessibile per collegamenti - n. 1 ma-
tassina filo-stagno.
Costruisca questo semplice oscillatore astabile
e, nel caso sorgessero problemi di assorbimento
di corrente, sostituisca la lampadina LP 1 con
CARATTERISTICHE un diodo led dotato di resistenza in serie da 100
Controllo di tono
ohm ed aumentando il valore di R3 a 560 ohm
circa.
Controllo di volume
Ascolto in altoparlante
Alimentazione a pila da 9 V

C1 250 µF - 16VI (elettrolitico)


C2 25 µF - 16VI (elettrolitico)
R1 4.700 ohm
La scatola di montaggio dell'OSCILLATORE R2 4.700 ohm
MORSE deve essere richiesta a: STOCK RADIO
- 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20 (Telef. R3 120 ohm
6891945) inviando anticipatamente l'importo LP1 = 3 V - 0,2 A
di L. 18.500 a mezzo vaglia posta le, asseg no TR1-TR2 = 2xAC128
bancario o c.c.p. n. 46013207. Nel prezzo so-
no comprese le spese di spedizione. S1 = interrutt.
PILA = 3 V

600
RIO

d. !RJ UL l i D e~
L__.§
57
vvvv IVVVV
R1 ~ Il R6 1 Il :;s:: ~11 RLI

±
R2
Cl 12V
e
6
R12

Resistenze R12 = 560 ohm


R1 = 7.500 ohm
R2 = 2.000 ohm
R3 390 ohm Varie
=
R4 = 1.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R5 = 1.000 ohm FR = fotoresistenza (quals. tipo)
R6 = 5.600 ohm IC1 = µA741
R7 = 8.200 ohm TR1 = 2N2222
RB = 47.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) DZ1 = diodo zener (9 V - 1 W)
R9 = 22.000 ohm D1 = diodo al silicio (1N4148)
R10 = 100 ohm - 1 W RL1 = relè (12 V - 300 + 600 ohm}
R11 = 2.200 ohm

Rl lH)LPl
C2
3 3° 57

IL

a 'a
+

3V
e
• ~a T .,@,
+
.=

T Il

601
MIXER A TRE VIE

Mi servirebbe un semplice progetto di miscela-


IL PACCO tore con tre entrate, sulle quali poter applicare i
segnali provenienti da tre diversi audioapparati
per poi registrare il tutto su cassette. Faccio
DELL'HOBBYSTA presente che i segnali sono già preamplificati e
che la tensione disponibile è di 9 V.
SALVADOR! ROMEO
Per che sl sono resi conto Parma
dell'ln fonte di progetti con-
nutl coli arretrati di Elettro- Il circuito qui riportato consente di controllare
nlc bblamo preparato qu separatamente le tre entrate. L'amplificazione
In raccolta di pubblica- finale è necessaria per compensare le perdite
zioni. introdotte dai potenziometri e dalle tre resisten-
ze collegate in serie ad essi.
Le nove copie della rivista sono state
scelte fra quelle, ancora disponibili,
ma in rapido esaurimento, in cui sono
apparsi gli argomenti di maggior suc-
cesso della nostra produzione edito-
riale.

REGOLATORE DI VELOCITÀ

Non essendo riuscito a riparare il regolatore di


velocità del mio registratore a cassette, vi prego
di pubblicare un progetto di questo tipo, ali-
mentabile a 6 V e di buone prestazioni.
FERRAR! FRANCESCO
Verona

Utilizzando un regolatore integrato il progetto


assume una semplicità estrema. E lo si può far
funzionare con tensioni d'entrata sino a 20 V,
ricavando una corrente d'uscita di 0,5 A, con
dissipazione massima di 5 W. La resistenza RI
varia, in funzione del tipo di motore M, fra 47
ohm e 270 ohm. Per R2 conviene servirsi di un
. 9.000 trimmer multigiri, che consente una regolazio-
ne dolce e precisa. Le consigliamo inoltre di
Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe- controllare accuratamente la meccanica del re-
ciale della nostra Editrice, a tutti i gistratore, pulendo con alcool cinghie e pulegge
nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in- di frizione. Spesso, infatti, la mancanza di re-
teresse del dilettante, che fa rispar- golazione della velocità dipende esclusivamente
miare denaro e conduce alla realizza- dallo slittamento di tali organi, a causa della
zione di apparecchiature elettroniche dura patina che, con il tempo, si forma su
di notevole originalità ed uso corrente. questi.

Richiedeteci subito IL PACCO DELL'HOBBY-


STA Inviando l'importo anticipato di L. 9.000 C1 100.000 pF
a mezzo vaglia, assegno o c.c.p. N. 916205 R1 47± 270 ohm
e Indirizzando a: ELETTRONICA PRATICA - R2 1.000 ohm (trimmer)
20125 MILANO • Via Zurettl, 52. TCA910
IC1

602
+
CJ

RI R5 R7 e
9V

R6
e

Condensatori R3 = 22.000 ohm


R4 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
R5 = 22.000 ohm
C1 = 5 F- 16 VI (elettrolitico) R6 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. log.)
C2 = 5F- 16 VI (elettrolitico) R7 = 22.000 ohm
C3 = 100 F - 16 VI (elettrolitico) R8 = 1 megaohm
R9 = 2.200 ohm

Resistenze
Transistor
R1 68.000 ohm
R2 10.000 ohm (potenz. a variaz. log.) TR1 = BC109

2
I ii

R2.« u 1
o
TCA9/0
Il

'
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Il
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' 7 7 7

u U LI
2 3

603
FOTORELÈ SENZA ISTERESI Condensatori
Non soddisfatto dei circuiti fin qui realizzati, C1 = 47.000 pF
vorrei finalmente costruire un fotorelè molto C2 = 220 F - 16 VI(elettrolitico)
sensibile e in grado di commutare, con un ben c3 = 220 F - 16 VI (elettrolitico)
preciso valore di illuminazione, sia in un senso C4 = 470 F - 50 VI (elettrolitico)
che nell'altro. C5 = 1 µF - 600 VI (non elettroliti-
AMORUSO ANTONIO co)
Avellino

Il circuito qui presentato entra in oscillazione Resistenze


non appena il valore della fotoresistenza FR R1 = 6.800 ohm (trimmer)
scende al di sotto di una soglia limite da stabi- R2 = 10.000 ohm
lirsi tramite RI. L'oscillazione viene poi ampli- R3 = 470 ohm
ficata e rivelata da uno stadio raddrizzatore,
che comanda un ulteriore stadio amplificatore e
pilota del relè RL. Il quale non risulta per nulla
critico, essendo eliminato totalmente il proble-
R4
R5
R6
R7
-=
=
=
10.000
68.000
4.700
470
ohm
ohm
ohm
ohm
ma dell'isteresi. R8 - 1.200 ohm

INVERTER PER BATTERIE LA SCATOLA


12 Vcc - 220 Vca - 50 W DI MONTAGGIO
COSTA

Una scorta di energia


utile in casa
necessaria in barca,
in roulotte, in auto,
in tenda.

Trasforma la tensione continua della batteria d'auto in tensione alternata a 220 V.


Con esso tutti possono disporre di una scorta di energia elettrica, da utilizzare
in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.

La scatola di montaggio dell'INVERTER costa L. 36.500. Per richiederla occorre inviare antici-
patamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o c.cp. n. 46013207 intestato a:
STOCK RADIO • 20124 MILANO - VIa P. Castaldi, 20 (Telef. 6891945).

604
R I2

SI

2201/

R9 = 4.700 ohm TR4 = BC178


R10 = 33 ohm FR = fotoresistenza (quals. tipo)
R11 = 220 ohm DZ1 = diodo zener (8,2 V -1W)
R12 = 470.000 ohm DZ2 = diodo zener (8,2 V -1W)
DZ3 = diodo zener (8,2 V -1W)
DZ4 = diodo zener (8,2 V -1W)
Varie D1 = diodo al silicio (1N4004)
DG1 = diodo al germanio (quals. tipo)
TR1 = BC177 Ponte raddrizz. = 80 V - 0,5 A
TR2 BC177 RL = relé (24 V)
TR3 = BC177 T+ = trasf. pilota (di recupero)

ALIMENTATORE STABILIZZATO In scatola


di montaggio

Caratteristiche
Tensione regolabile 5+ 13 V
Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
Rlpple 1mV con 0,1A d'usc.
5mV con 0,6A d'usc.
Stabilizz. a 5V d'usc. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-


vrariscaldamentl,
L. 18.800
La scatola di montaggio dell'alimentatore stabilizzato costa L. 18.800 (nel prezzo sono com-
prese le spese di spedizione). Per richiederla occorre inviare anticipatamente l'Importo a
mezzo vaglia postale, assegno bancario o c.c.p. n. 46013207 Intestato a: STOCK RADIO •
20124 MILANO • Via P. Castaldi 20 -. Telef. 6891945.

605
OROLOGIO DIGITALE

KIT PER CIRCUITI Ho realizzato un orologio digitale il cui unico


difetto è quello di fermarsi quando viene inter-

STAMPATI L. 16.000 rotta l'erogazione dell'energia elettrica. Ricor-


dandovi che l'alimentazione avviene a 6 V
circa, come posso fare per garantire la continui-
Dotato di tutti gll elementi necessari per
la composizione di circuiti stampati su tà di funzionamento del circuito?
vetronlte o bachelite, con risultati tali da PET ACCO ACHILLE
soddisfare anche i tecnici più esigenti, que- Massa
sto kit contiene pure la speciale penna
riempita di inchiostro resistente al perclo-
ruro e munita di punta di riserva. Sul di-
Per risolvere in maniera conveniente il suo
spensatore d'Inchiostro della penna è pre-
sente una valvola che garantisce una lunga
problema, lei avrebbe dovuto indicarci il tipo di
durata di esercizio ed impedisce l'evapo- integrato montato nel circuito. Le proponiamo
razione del liquido. comunque un dispositivo di uso generale, che
garantisce l'alimentazione anche in assenza
della tensione di rete. Questo circuito, oltre che
fornire la tensione richiesta, provvede alla gene-
razione di un segnale a 50 Hz, che simula
quello di rete e che è prelevabile in uscita.

Condensatori

Consente un controllo visivo conti- c1 = 220.000 pF


nuo del processo di asporto. C2 = 1 F-12 VI (elettrolitico)
C3 = 220.000 pF
Evita ogni contatto delle mani con C4 = 470.000 pF
il prodotto finito.
E' sempre pronto per l'uso, anche Resistenze
dopo conservazione illimitata nel
tempo. R1 = 10.000 ohm
- Il contenuto è sufficiente per tratta- R2 = 100 ohm (trimmer)
re più di un migliaio di centimetri R3 = 100 ohm
quadrati di superfici ramate. R4 = 1.000 ohm
R5 = 15.000 ohm
R6 = 1.000 ohm
MODAUTA' DI RICHIESTE R7 = 4.700 ohm (trimmer)
II kit per circultl stampati è corredato di R8 = 15.000 ohm
un pieghevole, riccamente illustrato, in cui R9 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
sono elencate e abbondantemente Inter-
pretate tutte le operazioni pratiche attra- Varie
verso le quali, si perviene all'approntamen-
to del circuito. Il suo prezzo, comprensivo
delle spese di spedizione, è di L. 16.000. TR1 = BC109
Le richieste debbono essere fatte inviando TR2 = BC109
l'importo iato a: STOCK RADIO - 20124 D1 = 1N4004
MILANO - Via P. Castaldi, 2O (Tel. 6891945) PILA = 6V
a mezzo vaglia postale, assegno bancario,
asseg no circolare o c.c.p. n. 46013207.

606
0
(±)
Al CIRCUITI

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RI
i TR2
DELL'OROLOGIO

C2
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6V

TR1

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R8
R9

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use.

KIT - BOOSTER BF
Una fonte di energia complementare in scatola di montaggio

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to tecnico a tutti quei lettori che, avendo rinunciato all'installazione dell'autora-
dio, hanno sempre auspicato un aumento di potenza di emissione del loro rice-
vitore tascabile nell'autovettura.

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riscosso il maggior successo nel tempo passato.

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=7±
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didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è l'elettronica del tempo libero,
abbiamo approntato un insieme di riviste che, acquistate separatamente, verrebbero a
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PROFESSIONALE L. 49.200
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Di facilissima costruzione e di grande utilità nel la-


boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato è
dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e
14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2A): regolabile fra
5,7 e 14,5 Vcc
Stabilizzazione: - 100 mV
Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata,
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
n. 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
-
-
n. 3 Condensatori elettrolitici
n. 3 Condensatori normali I I 3 ~ '' ' '
o00

- n. 3 Transistor
a t
- n. 1 Diodo zener
n. 1 Raddrizzato
-~
- t ttt
•· Jiiiiiii
- n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta) 8 •#
_ "
- n. 1 Circuito stampato -
• "r I•
- n. 1 Bustina grasso di silicone
- n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
I y
- n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate)
e
- n. 1 Cordone di alimentazione (gommino-passante)
- n. 2 Boccole (rossa-nera)
f}, 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. 1 Porta-fusibile completo
- n. 1 Interruttore di rete
- n. 1 Manopola per potenziometro
- rÌ. 1 Potenziometro (rondella e dado)
- n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 dadi, 2
rondelle)
Il, Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2 viti au-
tofilettanti)
- n. 1 Pannello frontale serigrafato
- n. 7 Spezzoni di filo (colori diversi)
- n. 2 Spezz.oni tubetto sterling

La scatola di montaggio dell'AUMENTATORE PROFESSIONALE costa L. 49.200. Per richie-


derla occorre inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancario o
c.c.p. numero 46013207, citando chiaramente l'indicazione « Kit dell'Alimentatore Professio-
nale » ed intestando a «STOCK RADIO» - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20 (lei. 6891945).
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FM CON CIRCUITO
INTEGRATO
CARATTERISTICHE
Tipo di emissione in modulazione di frequenza
Gamma di lavoro 88 +- 108 MHz
Potenza d'uscita 10 + 40 mW
Alimentazione con pila a 9 V
Assorbimento 2,5 + 5 mA
Dimensioni 5,5 x 5,3 cm (esci. pila)

Funzionamento garantito anche per i principianti - Assoluta semplicità di montaggio -


Portata superiore al migliaio di metri con uso di antenna.

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Gli elementi fondamentali, che ca-
ratterizzano il progetto del microtra-
smettitore tascabile, sono: la mas-
sima semplicità di montaggio del
circuito e l'immediato e sicuro fun-
zionamento. Due elementi, questi,
s E che sicuramente invoglieranno tut-
ti i principianti, anche quelli eh-e
sono privi di nozioni tecniche, a
costruirlo ed usarlo nelle occasio-
ni più propizie, per motivi profes-
sionali o sociali, per scopi protet-
tivi e preventivi, per divertimento.
vetu.naes±r .sa re sns.a
DI ELETTRONICA - RADIO - CB • 27 MHz
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PERIODICO MENSILE - SPED. IN ABB. POST. GR. 3/70 L. 2.500
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RANGES 100 +400Kc 400 + 1200Kc 1,1+ 3,8Mc 3,5+12Mc

GAMME E F G
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(sensibilità 20.000 ohm/volt)

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za consente con molta facilità l'allineamento di tutte Questo tester
le apparecchiature operanti in onde medie, onde lun- analizzatore è
ghe, onde corte, ed in tutta la gamma di VHF. Il qua- interamente protetto
drante delle frequenze è di grandi dimensioni che con-
da qualsiasi
sente una facile lettura.
Dimensioni:. 250x1 70x90 mm errore di manovra
o di misura,
che non provoca
alcun danno al
CARATTERISTICHE TECNICHE
circuito interno.
Tensioni continue 100 mV-2V-5V-50V-200 V - 1.000 V
Tensioni alternate
Correnti continue
1 O V-25V- 250 V- 1 .000 V
50 A - 0,5mA - 10mA - 50 mA - 1 A
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Correnti alternate 1 ,5 mA - 30 mA - 150 mA - 3 A
Ohm 2x1-Ox100- Ox1.000 Ottimo ed originale strumento di misure appositamente stu-
diato e realizzato per i principianti.
Volt output 1 O Vca - 25Vca- 250 Vca - 1.000 Vca
Decibel 22 dB- 30dB - 50 dB - 62 dB La protezione totale dalle errate inserzioni è ottenuta me-
Capacità da 0 a 50 F - da 0 a 500 F diante uno scaricatore a gas e due fusibili.

CARATTERISTICHE GENERALI
Assoluta protezione dalle errate manovre dell'operatore. - Scala a specchio, sviluppo scala mm. 95.- Garanzia di fun-
zionamento elettrico anche in condizioni ambientali non favorevoli. - Galvanometro a nucleo magnetico schermato con-
tro i campi magnetici esterni. - Sospensioni antiurto. - Robustezza e insensibilità del galvanometro agli urti e al tra-
sporto. - Misura balistica con alimentazione a mezzo batteria interna.

SIGNAL LAUNCHER (Generatore di segnali)


Costruito nelle due versioni per Radio e Televisione. Particolarmente adatto per localizzare velocemente i guasti nei ra-
dioricevitori, amplificatori, fonovaligie, autoradio, televisori.

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L. 17.150 CARATTERISTICHE TECNICHE, L
MOD. RADIO
Frequenza 1 Kc
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Frequenza 250 Kc
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Armoniche fino a 50 Mc Armoniche fino a 500 Mc
Uscita 10,5 V eff. Uscita 5 V eff.
30 V pp. 15 V eff.
Dimensioni 12 x 160 mm Dimensioni 12x160 mm
Peso 40 grs. Peso 40 grs.
Tensione massima Tensione massima
applicabile al puntale 500 V applicabile al puntale 500 V
Corrente della batteria 2 mA Corrente della batteria 50 mA
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a mezzo conto corrente postale N. 916205 intestati e indirizzati a: ELETTRO-
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Impedenza: 50 ohm a 1 KHz Spinotto tipo stereo 3,5 mm.
Risposta in freq.: 20 Hz + 20.000 Hz Lunghezza cavo: 1,5 m.
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Sensibilità: 94 dB/mW Padiglioni in gomma-spugna

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costituisce l'elemento ideale per chi fa dello jogging, per i CB, per gli OM, per gli SWL, perché la sua
ultraleggerezza non stanca neppure durante gli ascolti prolungati.

Con essa è possibile trasformare le modeste riproduzioni audio, ottenute con i piccoli altoparlanti, in
ascolti ad alta fedeltà, collegandola con le uscite di radioline, piccoli registratori o impianti di bassa
frequenza.

Consente un notevole risparmio delle pile di alimentazione, perché la cuffia, con il suo basso livello
sonoro, assorbe una minore quantità di corrente.
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ANNO 13 - N. 11 - NOVEMBRE 1984


IN COPERTINA - Compaiono i due montaggi pre-
sentatie descritti nelle prime pagine del presente
fascicolo: il ricevitore multigamma, con bobina di
sintonia intercambiabile, e il metronomo audiovi-
slvo destinato agli studenti di musica, ai maestri di
danza e a molti sperimentatori. I

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico RICEVITORE MULTIGAMMA 612
CORRADO EUGENIO
ONDE LUNGHE MEDIE CORTE
stampa E PER SEGNALI CW RTTY CB
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ALBAIRATE- MILANO
METRONOMO AUDIOVISIVO 622
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autorizzazione Tribunale Civile
di Milano - N. 74 del CONDENSATORI ELETTROLITICI 628
29-2-1972 - pubblicità inferio-
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DIREZIONE - AMMINISTRA- CORSO SUGLI INTEGRATI 644


ZIONE - PUBBLICITÀ - VIA DECIMA PUNTATA
ZURETTI 52 - 20125 MILANO.

Tutti i diritti di proprietà lette-


raria ed artistica sono riservati VENDITE - ACQUISTI - PERMUTE 654
a termine di Legge per tutti i
Paesi. I manoscritti, i disegni,
le fotografie, anche se non
pubblicati, non si restituisco- LA POSTA DEL LETTORE 659
no.
Un circuito a reazione
per le frequenze
da 100 KHz a 40 MHz

Dalle onde lunghe


alle ultracorte
con la sola sostituzione
di una bobina

RICEVITORE
MULTIGAMMA
Dopo un breve periodo di studio, progettazione cevitore «multigamma», anche se esso possiede
e collaudo, abbiamo concepito il circuito di un tutte le più importanti caratteristiche di un
ricevitore che, inizialmente, doveva essere radioricevitore ad onde corte, particolarmente
adatto per l'ascolto delle sole onde corte, ma adatto a coprire la gamma che si estende fra i
che, in un secondo tempo, si è rivelato ottimo 3,5 MHz e i 15 MHz, ossia fra gli 85 metri e i
anche per la ricezione delle onde lunghe, me- 20 metri, comprendendo quindi le frequenze
die, mediocorte, corte, cortissime e ultracorte, sulle quali lavorano i radioamatori. Ma il cir-
con la sola sostituzione della bobina originale cuito, lo ripetiamo, può essere facilmente e
di sintonia e del condensatore variabile. Ecco rapidamente adattato alla ricezione di tutte le
perché abbiamo voluto denominare questo ri- frequenze comprese fra i 100 KHz e i 40 MHz,

Il ricevitore a reazione equivale ad un ricevitore radio compo-


sto da numerosissimi stadi amplificatori, tutti accordati sullo
stesso valore di frequenza, in modo da esaltare il più possibile
la sensibilità e la selettività di un singolo stadio, senza impor-
re, peraltro, alcun intervento di taratura a chi vorrà costruirlo.

612
Possibilità di ricezione dei segnali CW, RTTY
e di quelli dei radioamatori

Semplicità circuitale con impiego dii un MOSFET e di un IC

cioè fra le lunghezze d'onda dei 3.000 metri e assumere un preciso orientamento verso una
7 ,5 metri che, iniziando dalle lunghe, giungono determinata banda, per la quale può bastare un
a toccare la gamma delle ultracorte. ricevitore monogamma di tipo autocostruito,
come quello qui presentato e descritto e in
grado di soddisfare le esigenze di tutti i dilettan-
L'ASCOLTO DELLE o.e. ti. Anche se da esso sarebbe illogico pretendere
quelle prestazioni che normalmente offrono i
Ci sono vari sistemi per ascoltare le emittenti corrispondenti ricevitori amatoriali, estrema-
ad onda corta. E il primo fra tutti è quello di mente più complessi e assai più costosi. Ciò
ricorrere all'acquisto di un apparato di classe, nonostante, con il nostro apparecchio, si po-
professionale o semiprofessionale. Tuttavia noi tranno captare parecchie emittenti di grande
abbiamo sempre sconsigliato tale soluzione. interesse, comprese quelle non troppo potenti e
Perché chi si avvicina per la prima volta al lontane, con una chiarezza davvero invidiabile.
mondo delle onde corte non può sapere a priori E questo piccolo miracolo è stato raggiunto
quale sviluppo futuro potrà assumere il suo ricorrendo a due elementi fondamentali: l'im-
interesse in questo settore di ascolto delle emis- piego di un transistor MOSFET a doppio gate,
sioni radiofoniche. Col passare del tempo, in- quale elemento attivo di amplificazione, e l'uso
fatti, la passione per le onde corte finisce per della tecnica circuitale a reazione.

613
nu
u

-,
I
I
I
I
I
1

614
RIO R2 Cl

SEZ. NON
UTILIZZ.

Fig. 2 - Piano costruttivo del ricevitore a reazione realizzato su circuito stampato. I


due trimmer R2 ed R10, che regolano rispettivamente la reazione e il volume sonoro
in cuffia, possono essere sostituiti con due potenziometri, da applicare sul pannello
frontale di un contenitore metallico. Raccomandiamo vivamente di inserire per
ultimo, nel circuito, il transistor TR1 che, essendo un MOSFET, è molto sensibile alle
cariche elettrostatiche.

COMPONENTI
Condensatori R4 = 4.700 ohm
C1 = 300 pF (variabile ad aria) R5 = 470 ohm
C2 = 330 pF R6 = 1.000 ohm
C3 = 100.000 pF R7 = 220 ohm
C4 = 330 pF RB = 10.000 ohm
C5 = 100 F - 16 VI (elettrolitico) R9 = 10.000 ohm
C6 = 10.000 pF R10 = 220.000 ohm (trimmer - volume)
C7 = 100 F - 16 VI(elettrolitico) R11 = 4.700 ohm
C8 = 100.000 pF 6

C9 = 500.000 pF Varie
C10 = 100.000 pF TR1 = 40673 (MOSFET)
Cc11 = 100 µF - 16 VI (elettrolitico) 1c1 = A741 (integrato)
J1 = imp. AF - 470 H
Resistenze L1 = bobina (vedi testo)
R1 = 3,3 megaohm s1 = interruttore
R2 = 100.000 ohm (trimmer - reazione) ALIM. = 9V
R3 = 150.000 ohm CA == trimmer aereo (vedi testo)

615
r• "

r] 9-

+-
r I
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato sul quale deve essere
composta la sezione elettronica del ricevitore a reazione.

TRANSISTOR MOSFET indipendenti fra loro, che consentono una rego-


lazione assai ampia della conduzione.
L'uso di un transistor MOSFET a doppio gate, Nel progetto di figura I, uno dei due elettrodi
indicato con TR I nello schema elettrico di di gate viene utilizzato per controllare l'ampli-
figura 1, consente di raggiungere risultati su pe- ficazione del componente e ciò è molto impor-
ri ori a quelli ottenibili con i normali transistor. tante per raggiungere i risultati prefissati. In
In esso non esistono le due giunzioni tipiche virtù della sua elevatissima impedenza d'entra-
del transistor bipolare e la conduzione del ca- ta, il transistor MOSFET consente di realizzare
nale semiconduttore, che fa capo agli elettrodi un circuito d'ingresso a grande fattore di meri-
esterni di DRAIN (D) e SOURCE (S), è con- to, in modo da raggiungere, oltre che l'altissimo
trollata dalla tensione applicata ad un elettrodo grado di sensibilità tipico dei ricevitori a rea-
chiamato GATE (G). II quale risulta totalmen- zione, anche una buona selettività.
te isolato dal canale semiconduttore, per confe- L'impedenza d'entrata di un MOSFET, ricor-
rire al componente una elevatissima impedenza diamolo, è di circa 1.000 volte superiore a
d'ingresso ed un funzionamento del tutto ana- quella di un FET, che, come è noto, è già di per
logo a quello delle vecchie valvole termoioni- sé molto elevata. Ma un'altra importante carat-
che. Più precisamente, il MOSFET a doppio teristica del transistor MOSFET consiste nella
gate può essere paragonato ad una valvola pen- costanza della capacità di ingresso, dovuta al-
todo. ma la diversità, che lo distingue netta- l'assenza di giunzione tra gate e canale. Ed è
mente da un normale transistor, consiste in un proprio per questa seconda caratteristica che il
nuovo modo di controllo della conduzione: nel nostro ricevitore appare anche molto selettivo.
transistor occorre fornire alla base una certa Per i lettori principianti ricordiamo che la
corrente, nel MOSFET basta regolare la tensio- selettività altro non è che la possibilità di un
ne di gate. ricevitore radio di separare due emittenti vicine
II transistor TR 1, presente nello schema di tra loro. Facciamo un esempio. Quando si dice
figura I, è un MOSFET di tipo 40673 a doppio che un ricevitore radio possiede una selettività
gate, ossia dotato di due elettrodi di controllo, di IO KHz a - 6 dB, si intende dire che

616
A

11
R2
L
T=]-Z -E, E,
Il BF

v' - Il
TR1
] ...
ti -

L. l]-l- - - -=

o)r

Fig. 4 - Questo semplice schema, di valore puramente teorico, che rappresenta un


estratto del circuito di entrata dello schema completo del ricevitore, consente di
interpretare agevolmente il principio della reazione, ossia il percorso del segnale
(frecce) dall'antenna all'amplificatore e del ritorno, attraverso una sezione della
bobina L1, di esso all'amplificatore.

spostando la sintonia di IO K.Hz, l'emittente, tare teoricamente infinita, si riduce spesso a


prima ricevuta «al massimo», viene ora ricevu- valori tanto bassi che, per divenire rilevabili,
ta a-6 dB rispetto al segnale precedente. necessitano di forti amplificazioni.
Ma nel ricevitore a reazione non serve una
notevole amplificazione, perché è sufficiente
un solo stadio per rendere l'apparecchio radio
LA REAZIONE altamente sensibile e selettivo. E in questo
stadio consiste il principio della reazione. Per-
Come si sa, la ricezione delle onde radio avvie- ché il segnale, amplificato per la prima volta,
ne attraverso un circuito accordato, composto viene riportato ancora all'entrata dello stesso
da un'induttanza e una capacità, meglio cono- stadio per essere sottoposto ad un secondo
sciuto con il termine di circuito accordato LC; processo di amplificazione. E questo meccani-
il quale è sintonizzato sullo stesso valore di smo si ripete per un gran numero di volte, con
frequenza dell'emittente radiofonica. una continua entrata ed uscita del segnale sem-
La sensibilità e la selettività, anche di un singo- pre più amplificato dal medesimo stadio, in
lo circuito accordato, risulterebbero infinite se modo da poter raggiungere un livello tale da
nel ricevitore radio non si verificassero delle essere successivamente amplificato da un co-
perdite dovute al carico resistivo introdotto mune amplificatore di bassa frequenza che lo
dagli stadi amplificatori e da una serie di effetti rende udibile in cuffia.
secondari. Per esempio, anche la sola resistenza È ovvio che non tutto il segnale amplificato
del filo, con cui è costruita l'induttanza AF deve ritornare nel circuito d'entrata del ricevi-
(bobina d'antenna), crea una certa quantità di tore, perché se ciò avvenisse si otterrebbe sicu-
perdite, per cui la tensione, misurata sui termi- ramente una reazione che trasformerebbe lap-
nali del circuito accordato, che dovrebbe risul- parecchio radio in un oscillatore.

617
La massima sensibilità, almeno teoricamente, l'esame dello schema completo del ricevitore
verrebbe raggiunta se il segnale di ritorno fosse riportato in figura I. Nel quale si può subito
in grado di compensare esattamente le perdite riconoscere la struttura circuitale, or ora analiz-
di segnale. Ma tale condizione è praticamente zata nello schema di figura 4. Le sole varianti
irraggiungibile, a causa della sua estrema insta- riguardano le reti di polarizzazione R I - C2 e
bilità; variazioni di temperatura, anche mini- R5 - C4. Inoltre, sull'elettrodo C2, è presente il
me, ad esempio, trasformerebbero il circuito condensatore C3, che provvede a filtrare la
del ricevitore in quello di un oscillatore, inter- tensione di controllo dell'elettrodo da eventuali
rompendo in tal modo il processo di ricezione falsi segnali di alta frequenza.
dei segnali radiofonici. Ecco perché il comando Il segnale utile, presente sul drain (D) di TR I,
di reazione, in questi tipi di apparati, deve viene separato da quello di alta frequenza per
essere regolato al limite dell'innesco, così da mezzo dell'impedenza J I, che blocca la porzio-
raggiungere una sensibilità ugualmente ecce- ne di alta frequenza contenuta nel segnale,
zionale, ma senza incorrere nel pericolo di mentre lascia via libera al passaggio di quella a
instabilità del circuito. bassa frequenza.
Dobbiamo ancora segnalare che, in un ricevito- Sull'entrata 2 dell'integrato operazionale ICI
re a reazione, l'effetto introdotto dalle moltepli- giunge quindi il solo segnale di bassa frequenza,
ci amplificazioni del segnale non è solo quello che viene sottoposto, da questo componente, ad
di aumentare grandemente la sensibilità, ma un notevole processo di amplificazione prima
anche di elevare notevolmente la selettività del di essere inviato all'uscita, ossia al terminale 4
circuito. Un ricevitore a reazione, infatti, equi- e, attraverso il condensatore elettrolitico C 11,
vale a un ricevitore radio composto da numero- all'uscita.
sissimi stadi amplificatori, ciascuno dei quali è La regolazione del volume sonoro in cuffia è
dotato di un circuito accordato esattamente affidata al trimmer potenziometrico RIO, che
sullo stesso valore di frequenza, in modo da controlla l'amplificazione , dell'operazionale
esaltare il più possibile la selettività di un ICI montato in configurazione controreaziona-
singolo stadio. ta.
Un ulteriore vantaggio del circuito a reazione L'alimentazione del circuito può essere fatta
consiste nella mancanza di particolari interven- con una semplice pila da 9 V, del tipo di quelle
ti di taratura, perché in esso non sono presenti che vengono normalmente inserite nelle radio-
stadi convertitori, trasformatori di media fre- line tascabili. ma questa, se si vuol ottenere una
quenza o vari stadi amplificatori di alta fre- lunga autonomia di funzionamento, potrà esse-
quenza, con grande soddisfazione di tutti quei re sostituita con due pile piatte da 4,5 V ciascu-
principianti che non posseggono una strumen- na, collegate in serie tra di loro. L'assorbimento
tazione adatta e neppure la necessaria pratica di corrente del circuito del ricevitore è, infatti,
di intervento. assai ridotto e si aggira intorno ai 2 ---;-- 5 mA in
L'esposizione teorica, fin qui esposta, è stata relazione con la posizione del cursore del trim-
sintetizzata nello schema teorico di figura 4, mer di reazione R2.
che costituisce una estrazione circuitale del
progetto completo del ricevitore riportato in
figura 1. Le frecce indicano il percorso del COLLEGAMENTO ALLA CUFFIA
segnale dall'antenna al transistor TR I e da
questo al circuito accordato LI -_ CI attraverso L'uscita dell'amplificatore operazionale non è
la presa intermedia presente sulla bobina LI in grado di pilotare direttamente un altoparlan-
(circuito di reazione). Il processo delle successi- te, mentre può essere vantaggiosamente colle-
ve amplificazioni viene «frenato», quel tanto gata con una cuffia avente un'impedenza di
che basta per evitare l'insorgere di inneschi, per valore compreso fra gli 80 e i 600 ohm. Pertan-
mezzo dell'elettrodo di controllo G2 di TRl, la to, potranno essere utilizzate le moderne cuffie
cui polarizzazione è regolata dal trimmer R2. stereofoniche, quelle di tipo ultraleggero, che
Ma in pratica si suol dire che il contraile della vantano un'impedenza di 40 ohm per ciascun
reazione è rappresentato da R2. auricolare, purché si effettui il particolare col-
legamento suggerito nello schema di figura 5.
Nel quale, facendo riferimento alla presa oppu-
ESAME DEL CIRCUITO re, per meglio intenderci, alla «femmina», cioè
alla parte disegnata più in basso nel disegno,
Dopo queste doverose premesse di natura teori- occorre lasciare libero (non collegato) il termi-
ca, non ci resta che passare direttamente al- nale A, che di solito fa capo alla massa, serven-

618
dosi soltanto dei contatti B e C. Questa stessa
presa, qualora si voglia montare il ricevitore in
un contenitore metallico, dovrà rimanere isola-
II
ta dal contenitore, onde evitare contatti elettrici
fra il terminale A e la massa del circuito.
Coloro che volessero evitare l'uso dello spinot-
to e della presa, non incontreranno certo diffi-
coltà nel collegare in serie tra di loro i due
padiglioni della cuffia.

COSTRUZIONE DELLE BOBINE

La bobina LI è un componente che il lettore


dovrà costruire da sé, servendosi di un supporto COM.
di materiale isolante, del diametro esterno di 8
mm, e di una certa quantità di filo di rame
smaltato del diametro di 0,3 mm per le bobine DESTRA
con molte spire e di l mm per quelle a minor
SINISTRA
numero di spire. Quest'ultimo dato, tuttavia,
non è critico e non può influenzare in alcun
modo il buon funzionamento del ricevitore.
Il numero di spire delle bobine dipende esclusi-
vamente dalla gamma che si vuol ricevere,
perché, come abbiamo detto all'inizio, il ricevi-
tore è in grado di funzionare fra I 00 KHz e 40
MHz. Quel che importa, tuttavia, è il rispetto
dei rapporti tra le varie sezioni delle bobine.
Così, ad esempio, la bobina LI, i.Jlustrata negli
schemi e nella foto di testa, con la quale si
possono sintonizzare emittenti con frequenza
di valore compreso tra i 3,5 MHz e i 15 MHz,
pari alle lunghezze d'onda di 85 20 metri,
deve essere realizzata con complessive 50 spire, Fig. 5 - Tutte le cuffie moderne, di tipo ultraleggero,
ricavando due prese intermedie alla sesta e alla stereofoniche, possono essere adottate per l'ascolto
del ricevitore a reazione, purché i loro padiglioni venga-
ventesima spira a partire dal lato massa, esatta- no collegati in serie in modo da aumentare l'impedenza
mente come indicato nello schema elettrico di complessiva. A tale scopo occorre lasciare inutilizzato
figura l. il terminale A della presa disegnata in basso, facendo
Altri tipi di bobine, relative a diverse gamme di bene attenzione che questo non formi contatto con
frequenze, dovranno essere costruite servendosi l'eventuale contenitore metallico del ricevitore.
sempre dello stesso tipo di supporto ma con un
numero di spire e valori di prese intermedie
dedotte dall'apposita tabella.

Dati costruttivi delle bobine REALIZZAZIONE DEL RICEVITORE

La composizione del circuito del ricevitore si


N. spire Prese
Onde Freq. MHz complessive intermedie effettua su una basetta di materiale isolante, di
forma rettangolare, sulla quale si dovrà prima
medie 0,1 + 3,5 100 12-40 realizzare il circuito stampato, il cui disegno in
mediocorte 3,5 + 15 50 6°- 20 grandezza naturale è riportato in figura 3. E
corte 15 + 20 25 3.- 10 poiché le dimensioni di questo sono di 11 cm x
cortissime 25 ± 40 12 1,5 - 5
6 cm, è ovvio che le dimensioni della basetta

619
+9V

I I p Gn

100Ka

0,1F

Fig. 6 - Coloro che volessero realizzare una sintonia fine, allo scopo di facilitare la
manovra di ricerca delle emittenti radiofoniche, potranno comporre questa variante
circuitale, che fa uso di un diodo varicap e nella quale la sintonia fine si esercita
tramite il potenziometro da 10.000 ohm.

potranno essere superiori di qualche millimetro (D} e di source (S), per individuare agevolmente
a quelle ora citate. i rimanenti due elettrodi, ossia i due gate G 1 -
Sulla basetta del circuito stampato, il progetto G2.
va realizzato secondo il piano costruttivo ripor- I due trimmer potenziometrici R2- R 1 O po-
tato in figura 2, facendo bene attenzione ad tranno essere sostituiti con due potenziometri,
inserire i condensatori elettrolitici secondo le di tipo a variazione lineare per R2 (reazione) e
loro esatte polarità. In ogni caso consigliamo di logaritmica per R 1 O (volume sonoro). I loro
inserire dapprima tutte le resistenze e i conden- collegamenti con il circuito stampato possono
satori e poi gli altri componenti. essere effettuati con cavetti normali, non scher-
Si tenga presente che il piedino l dell'integrato mati, purché di lunghezza non eccessiva.
IC 1 si trova in corrispondenza del dischetto di Il condensatore variabile ad aria Cl, del valore
riferimento riportato sulla parte superiore del di 300 pF, potrà essere ricavato da un ricevitore
componente e ben visibile sullo schema di supereterodina fuori uso, lasciando inutilizzata
figura 2. Per quanto riguarda invece il transi- la sezione oscillatrice e servendosi soltanto di
stor TR 1, occorre far riferimento alla piccola quella d'aereo, cioè di quella formata da un
tacca metallica, situata fra gli elettrodi di drain maggior numero di lamelle. Ma in linea di

620
massima qualsiasi condensatore variabile ad perno del condensatore variabile. Per questo
aria potrà essere montato nel circuito del rice- motivo abbiamo già consigliato l'uso di un
vitore, ricordando che le capacità più elevate condensatore dotato di demoltiplica. Tuttavia,
vanno usate nel caso di adattamento del ricevi- per facilitare la centratura delle emittenti radio-
tore all'ascolto delle gamme d'onda più lunghe, foniche, si può anche ricorrere all'impiegò di
mentre le piccole capacità servono per l'ascolto un secondo condensatore variabile, per esem-
delle gamme d'onda più corte (alte frequenze). pio da 30 pF, collegato in parallelo a quello
Per esempio, volendo effettuare l'ascolto delle principale. Ma si può anche realizzare questo
onde lunghe, si dovrà sostituire la bobina L1 piccolo condensatore mediante l'inserimento,
con quella più adatta e i cui dati costruttivi nel circuito di figura 1, di un diodo varicap, che
sono riportati nell'apposita tabella, mentre per dovrà essere collegato secondo la variante cir-
Cl si dovranno collegare in parallelo le due cuitale riportata in figura 6. In tal caso, la
sezioni visibili in figura 2. sintonia fine è ottenuta per mezzo del potenzio-
Per facilitare la ricerca delle emittenti, il mi- metro da 10.000 ohm indicato in figura 6.
glior condensatore variabile è certamente quel-
lo dotato di demoltiplica.
L'impedenza Jl, da 470 H, può essere sosti-
tuita con altre impedenze di valore più alto, per COLLAUDO
esempio da 1 mH ed oltre, fino ad un massimo
di IO mH, soprattutto quando si intende utiliz- Ultimato il lavoro costruttivo, occorrerà proce-
zare il circuito per l'ascolto delle onde medie- dere al collaudo del ricevitore a reazione. Si
lunghe. provvederà quindi ad alimentare il circuito
Per quanto riguarda l'antenna, ricordiamo che, chiudendo l'interruttore SI(figura l) e control-
in serie ad essa è possibile inserire un trimmer lando subito il valore della tensione presente
capacitivo (compensatore) del valore di 100 + sul drain di TR 1, che deve aggirarsi intorno agli
200 pF, allo scopo di ottimizzare la resa del 8 + 5 V, come riportato sullo schema di figura
ricevitore. Tale componente, indicato con CA 1. Questa misura di tensione deve essere con-
nello schema di figura 1, va regolato, durante le dotta dopo aver ruotato completamente il cur-
ricezioni, in modo da rendere più forte e meglio sore del trimmer R2 verso massa. Se· i valori
comprensibile l'ascolto. L'antenna dovrà essere rilevati dovessero essere più bassi di quelli ora
realizzata con trecciola di rame, tesa in posizio- citati, ciò starà a significare che il MOSFET,
ne esterna nella lunghezza maggiore possibile. pur essendo integro, presenta caratteristiche
La terra invece sarà rappresentata da un filo di anomale. In tal caso occorrerà diminuire il
rame collegato ad un tubo dell'acqua o del valore della resistenza di drain R6, abbassando-
termosifone. lo da 1.000 ohm a 800 600 ohm.
Ricordiamo che, in virtù della presenza della Ruotando il cursore di R2 verso il massimo
resistenza R 11, collegata in serie al cursore del valore resistivo, la tensione rilevata sul drain
potenziometro di volume RIO, il livello audio dovrà scendere a5V circa.
non potrà mai scendere a zero. E se ciò non A questo punto si potranno controllare tutti gli
fosse gradito, allora si dovrà sostituire la resi- altri valori di tensione riportati sullo schema di
stenza R 11 con un ponticello, ossia cortocircui- figura 1, allo scopo di constatare l'esattezza del
tare in pratica la stessa resistenza R 11. lavoro costruttivo e la buona qualità delle sal-
Concludiamo questa parte relativa al montag- dature a stagno.
gio del ricevitore con una viva raccomandazio- Coloro che vorranno tarare un'eventuale scala
ne. Il transistor MOSFET, essendo un compo- parlante o numerica, potranno servirsi di un
nente molto sensibile alle cariche elettrostati- oscillatore modulato, da accoppiarsi terra con
che, deve essere saldato per ultimo sul circuito terra e con la presa d'antenna attraverso un
stampato, con l'avvertenza di utilizzare un sal- condensatore da 5 pF.
datore dotato di punta collegata a massa. Durante la ricerca delle emittenti, tramite la
rotazione del perno del condensatore variabile
Cl, il trimmer R2 va regolato su una posizione
SINTONIA FINE più bassa di quella in cui si manifesta il caratte-
ristico fischio della reazione. Poi, una volta
Pur essendo notevole la selettività di cm e centrata l'emittente, si ruota ancora il perno di
dotato il ricevitore a reazione, occorre avere R2 fino a riprodurre in cuffia il fischio, quindi
una mano molto ferma per sintonizzare perfet- lo si riporta lentamente all'indietro fermandolo
tamente le emittenti con la manopola fissata sul proprio quando il fischio scompare.

621
PRATICO
ECONOMICO
DI SICURO AFFIDAMENTO

METRONOMO
AUDIOVISIVO
Il metronomo audiovisivo, con circuito integra- si sono votati allo studio di uno strumento
to, rappresenta il risultato delle più avanzate musicale e che, fino ad alcuni anni or sono, si
tecnologie dell'elettronica. Il suo avvento, servivano del metronomo di tipo meccanico,
quindi, supera, per funzionalità e caratteristi- costituito principalmente da un pendolo azio-
che, ogni altro analogo modello del tempo nato da una molla. Ossia di quel dispositivo, in
passato, soprattutto nello studio della musica e grado di emettere un battito ben accentuato e
della danza. Lo testimonia l'interesse di quanti perfettamente ritmato, con il quale era possibi-

Data l'estrema semplicità circuitale, tutti lo possono costruire.


E gli studenti di musica, i maestri di danza, gli sperimentatori,
potranno utilmente servirsene, con la certezza di disporre di un
dispositivo con prestazioni perfettamente costanti nel tempo.

622
le valutare acusticamente il tempo, ma che Corrispondenze fra tempi musicali e
presentava due grossi svantaggi, di cui il primo battute al minuto del metronomo
era quello di richiedere periodicamente la rica-
rica della molla, con l'evidente rischio che
questa rimanesse scarica nel momento in cui il
metronomo diveniva più necessario. li secondo Tempi Battute al minuto
vantaggio era rappresentato dalla scomoda re-
golazione del periodo del battito, per il quale
era necessario cambiare la posizione della mas-
sa del pendolo lungo l'asse di sostegno.
Bastano dunque questi due soli elementi nega- Largo 40 ± 69
tivi del metronomo classico per indirizzare tutti
i nuovi studenti di musica verso il metronomo Larghetto 72± 96
audiovisivo, che consente di ottenere le stesse
prestazioni, ma ad un costo decisamente infe-
riore e senza gli inconvenienti ora ricordati. Adagio 100 ± 120

QUALITÀ E USI DELLO STRUMENTO Andante 126 ± 152


I
Il metronomo elettronico, se confrontato con Allegro
quello meccanico tradizionale, vanta una mag-
160 ± 176
giore maneggevolezza e può funzionare in qua-
lunque posizione. Inoltre, può essere costruito Presto 184 ± 208
in un contenitore di piccole dimensioni, senza
turbare l'ordine distributivo degli elementi ne-
cessari per lo studio della musica.

623
R3

R. 2 ,= . . 6
I

7 l sl «d Il I SI

T TR2
RI sl

TTT'
IC1
3

I
R5

R4 ,
e

__ .,
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#
" "
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9V
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~ Cl Il Il Il Il
/'
4
I I
AP

Fig. 1 - Circuito teorico del metronomo audiovisivo descritto nel testo. Con il
trimmer R1 si regola la frequenza delle battute, mentre con R4 si controlla il volume
sonoro in altoparlante. La linea tratteggiata sta ad indicare che tutti gli elementi
riportati a sinistra debbono essere applicati sul circuito stampato, mentre quelli
disegnati sulla destra rimangono fuori e possono trovare naturale alloggiamento in
un apposito contenitore.

-----COMPONENTI-----
Condensatori
C1 = 50 F - 25 VI (elettrolitico) R7 = 8.200 ohm
c2 = 220.000 pF
Varie
Resistenze IC1 = 555 (integrato)
R1 = 4. 700 ohm (trimmer) TR1 = BC1O7 (transistor)
R2 = 390 ohm TR2 = 2N 1711 (transistor)
R3 = 1.000 ohm DL1 = diodo led
R4 = 2.200 ohm (trimmer) DL2 = diodo led
R5 = 1.500 ohm 51 == interruttore
R6 = 220 ohm AP = altoparlante (8 - 16 - 22 - 40 ohm)

624
Fig. 2 - Piano costruttivo della sezione elettronica del metronomo eseguito su
circuito stampato. Si noti, a fianco dell'integrato IC1, la presenza di un ponticello
che garantisce la continuità del circuito fra il piedino 5 del componente e la linea di
massa, che coincide con quella dell'alimentazione negativa a 9 Vcc. I due trimmer
R1- R4 possono essere vantaggiosamente sostituiti con due potenziometri, di tipo a
variazione lineare.

L'uso del metronomo è principalmente riserva- delle lamine bimetalliche. Soltanto in un tem-
to a chi si interessa di musica o di danza, ma in po successivo l'elettronica permise il funziona-
pratica il suo impiego si estende ben oltre mento di questi rudimentali temporizzatori;
questi confini, dato che in molte occasioni può dapprima con l'impiego delle valvole termoio-
servire da strumento temporizzatore. Infatti, niche e poi con i più pratici e meno ingom-
una tipica utilizzazione del metronomo elettro- branti transistor. Oggi, invece, si ricorre al-
nico vien fatta nei laboratori fotografici, per l'avanzata tecnologia dei circuiti integrati i
stabilire il tempo di esposizione dei materiali quali, con una modesta spesa, permettono la
sensibili. Ma esso può servire pure per control- realizzazione di apparati con prestazioni eleva-
lare alcuni processi chimici, quando non è tissime e caratteristiche decisamente professio-
possibile tenere sott'occhio un orologio, se non nali.
si vuole perdere di vista una precisa reazione Nel settore specifico dei circuiti integrati tem-
chimica, oppure, più generalmente, quando si porizzatori esistono vari dispositivi, ma il più
desidera avere costantemente la nozione del diffuso fra tutti, ed anche il più reperibile ed
tempo in forma acustica od ottica. economico, è certamente l'integrato 555, che è
Ciò detto, vogliamo ritenere che la presentazio- stato progettato e realizzato, per la prima volta,
ne di questo progetto possa interessare una dalla Signetics. Successivamente esso è stato
grande quantità di lettori, ai quali, prima o poi, costruito da tutte le altre principali case pro-
può capitare di dover effettuare un conteggio duttrici di componenti integrati.
del tempo. Tale dispositivo, che è stato da noi adottato per
la realizzazione del metronomo audiovisivo,
incorpora due tipi di circuiti: uno lineare e uno
UN INTEGRATO TEMPORIZZATORE digitale.
In pratica si tratta di un timer di precisione,
Dopo i metronomi a pendolo, completamente regolabile per temporizzazioni che si estendono
meccanici, apparvero sul mercato quelli elettri- dal microsecondo fino ad un 'ora. Ma il limite
ci che, per il loro funzionamento, sfruttavano massimo può essere facilmente superato con
differenti principì, come ad esempio quello particolari accorgimenti.
dell'innesco delle lampade al neon o della cari- A seconda del collegamento dei suoi terminali,
ca e scarica dei condensatori, oppure quello l'integrato 555 può trasformarsi in oscillatore

625
a T T -+
= - €

}
Fig. 3 - Disegno del circuito stampato, qui riportato in grandezza reale, onde
facilitare il compito costruttivo riservato al lettore. La basetta, di materiale isolante
e di forma rettangolare, deve avere le dimensioni di 12,5 cm x 4 cm.

astabile o monostabile. Nel nostro caso, il Per concludere, possiamo ora dire che, in usci-
collegamento viene effettuato in modo da otte- ta, si genera un'oscillazione ad onda quadra,
nere un oscillatore astabile, che genera segnali alla quale corrispondono dei continui cicli di
ad onda quadra con frequenze comprese tra i carica e scarica, del condensatore elettrolitico
40 e i 208 battiti al minuto. di temporizzazione C 1, tra i valori di 1/3 e 2/3
della tensione di alimentazione.

ANALISI DEL CIRCUITO


L'INFORMAZIONE AUDIOVISIVA
Entriamo ora nel vivo dell'argomento, comin-
ciando con l'esame del circuito teorico riporta- L'uscita del temporizzatore, corrisponde al pie-
to in figura 1. dino 3 di IC 1, è collegata con due sistemi di
Diciamo subito che la rete di temporizzazione rivelazione: uno ottico e l'altro acustico.
di IC 1 è costituita dal trimmer R 1, dalle due La sezione relativa all'informazione ottica è
resistenze R2 - R3e dal condensatore elettroli- composta dal transistor NPN mod. BC107
tico Cl. Quest'ultimo, inizialmente scarico, co- (TR 1 ), dalle resistenze R5 - R6 e dai due diodi
mincia a caricarsi attraverso le resistenze di led DLI- DL2.
temporizzazione, sino a raggiungere un valore Il transistor TR 1 è montato in circuito «emitter
di tensione che si aggira intorno ai 2/3 di quello follower», ovvero nella configurazione con
dell'alimentatore, che è di 9 Vcc. uscita di catodo, sul quale risultano applicati i
A questo punto, uno dei due comparatori, due diodi led collegati in serie che, qualora
presenti all'intero dell'integrato 555, fa com- vengano scelti in due colori diversi, per esem-
mutare l'uscita e, contemporaneamente, avvia pio rosso e verde, offrono un effetto ottico assai
il circuito di scarica del condensatore Cl, cor- gradevole.
tocircuitando a massa il terminale 7 di ICI. Quando l'uscita dell'integrato 555 è «alta» (co-
La scarica del condensatore Cl procede pro- loro che seguono diligentemente il nostro Corso
gressivamente e soltanto quando la tensione sugli Integrati Digitali, pubblicato a puntate
presente sui suoi terminali si abbassa ad un successive nel presente periodico fin dal gen-
valore pari ad 1/3 di quello della tensione di naio del corrente anno, sanno che cosa si inten-
alimentazione, allora il secondo comparatore de per «uscita alta»), il transistor TR 1 diviene
di IC 1 provoca una nuova commutazione del- conduttore e provoca la conseguente accensio-
l'uscita e l'arresto del circuito di scarica del ne dei due diodi led. Attraverso i quali la
condensatore Cl. Il quale riprende ora a ricari-' corrente rimane limitata, dalla presenza della
carsi, per dar vita ad un nuovo ciclo perfetta- resistenza R6, collegata sul circuito di colletto-
mente uguale al precedente. re, ad un valore che si aggira intorno ai 20 mA

626
e che consente di raggiungere una buona lumi- prossimità del quale, sul corpo superiore del-
nosità nei dispositivi ottici. l'elemento, è impresso un piccolo segno (cer-
E veniamo ora alla seconda sezione di rivela- chietto), che funge da guida per la lettura nu-
zione dei segnali uscenti da ICI, quella acusti- merica degli otto piedini nella loro ordinata
ca. La quale è controllata dal trimmer R4, con successione.
cui è possibile regolare a piacere la quantità di Per quanto riguarda i due transistor TR 1 -
segnale inviata all'amplificatore TR2. Per cui si TR2, ricordiamo che il riconoscimento degli
può dire che il trimmer R4 si comporta come elettrodi di collettore - base - emittore si effet-
un vero e proprio elemento di regolazione del tua facendo riferimento alla piccola tacca spor-
volume sonoro in altoparlante. gente dal corpo del componente e posizionata
Il segnale, opportunamente dosato in R4, viene fra l'emittore e il collettore, come indicato
prelevato dal cursore ed inviato alla base del nello schema di figura 2.
transistor NPN, di tipo 2Nl711, attraverso il Anche i due diodi led sono elementi polarizza-
gruppo resistivo-capacitivo C2-R 7. ti, che non possono essere inseriti casualmente
Il transistor TR2, poi, amplifica il segnale al nel circuito, ma in rispetto dell'esatta posizione
punto di costringere l'altoparlante AP ad emet- del catodo e dell'anodo, così come indicato in
tere un chiaro e distinto TOC, senza peraltro figura 2, in cui si può notare che l'elettrodo di
accusare lo svantaggio di un forte assorbimento catodo presenta una superficie maggiore in
di corrente, certamente non tollerato dalle pile prossimità dell'uscita dal diodo.
di alimentazione. Infatti, il valore della corren-Il condensatore CI, da noi indicato nell'elenco
te assorbita dai sistemi di rivelazione ottico e componenti come un elettrolitico da 50 uF- 25
acustico si aggira fra i 15 mA, a diodi led V 1, deve essere di ottima qualità, onde garanti-
spenti, e i 40 mA, con entrambi i diodi led re prestazioni sempre costanti nel tempo. Vo-
accesi ed in presenza del suono (TOC). E tale lendo, questo condensatore potrà essere sosti-
vantaggio deriva, ovviamente, dalla presenza tuito con analogo componente al tantalio, che
del gruppo R-C inserito sul circuito di base del assicura maggiori benefici di precisione.
transistor TR2. Il componente, che maggiormente incide sul
buon funzionamento del metronomo, è certa-
mente il trimmer R I, che dovrà essere di otti-
REALIZZAZIONE DEL METRONOMO
ma qualità, al fine di consentire un progressivo
La costruzione del metronomo audiovisivo non e regolare controllo delle battute fra le 40 e le
comporta alcuna difficoltà pratica e per tale 208 al minuto. Ma coloro che volessero ottene-
motivo essa si addice pure ai meno esperti. re una gamma di oscillazioni più ampia, po-
Tutti i componenti, infatti, sono di facile repe- tranno sostituire questo trimmer con un poten-
ribilità commerciale e l'ausilio del circuito ziometro, di tipo a variazione lineare, con valo-
stampato, di cui in figura 3 presentiamo il re resistivo di 10.000 ohm o 22.000 ohm.
disegno in grandezza reale, evita qualsiasi erro- Per raggiungere un sistema di regolazioni preci-
re di cablaggio. so, occorrerebbe sostituire il trimmer R I con
Sulla basetta del circuito stampato i componen- un potenziometro multigiro di tipo professio-
ti debbono essere applicati seguendo attenta- nale, ma ciò è sconsigliabile, perché il costo di
mente il piano costruttivo riportato in figura 2. questo componente supererebbe di gran lunga
Da essa rimangono esclusi l'altoparlante AP, quello di tutti gli altri componenti messi assie-
l'interruttore SI e le pile di alimentazione, che me. Meglio dunque ricorrere al semplice accor-
possono essere in numero di due, da 4,5 V gimento di dotare il potenziometro di una adat-
ciascuna, collegate in serie tra di loro, in modo ta demoltiplica, con lo scopo di raggiungere gli
da erogare la tensione di 9 V. stessi risultati.
L'integrato ICI può essere applicato, indiffe- L'altoparlante AP può essere di tipo comune,
rentemente, tramite uno zoccolo oppure me- con impedenza di 8 ohm, ma funzioneranno
diante saldature a stagno dei suoi piedini sulle meglio quegli altoparlanti con impedenze di
corrispondenti piste del circuito stampato. Ai valore superiore, di 16 ohm, 22 ohm o 40 ohm.
principianti, tuttavia, consigliamo l'uso dello Il diametro ottimale di questo componente sarà
zoccoletto, con il quale si evita di apporre la di 10 cm, ma questo non rappresenta comun-
punta del saldatore sui piedini del componente, que un elemento critico. È certo che, volendo
con il pericolo di danneggiarlo. In ogni caso, inserire il tutto in un contenitore, con funzioni
però l'integrato dovrà essere inserito nel verso di cassa acustica, il diametro dell'altoparlante
esatto, tenendo conto della posizione del piedi- rimarrà condizionato dalle dimensioni dello
no I, chiaramente indicato in figura 2 e in stesso contenitore.

627
Per la sicurezza

9

dei vostri apparati

Un facile e rapido esame

Valutazione
della corrente di fuga

ELETTROLITICI
AL COLLAUDO
Fra i componenti elettronici, quelli che più di più condensatori possono denunciare il caratte-
tutti vanno soggetti a deterioramento, sono si- ristico fenomeno della perdita.
curamente i condensatori elettrolitici. Soprat- Normalmente i condensatori elettrolitici più
tutto quando vengono lasciati inoperosi per esposti ai rischi di danneggiamento sono quelli
lungo tempo. di filtraggio della tensione di rete-luce. Ma
È risaputo, infatti, che la miglior medicina, per anche altri condensatori possono subire danni,
conservare in perfetto stato di salute questi tipi più o meno gravi, provocando il mancato fun-
di condensatori, consiste nel tenerli costante- zionamento di un apparato elettronico od un
mente, o almeno saltuariamente, sotto tensio- suo comportamento anomalo.
ne, per impedire che l'elettrolita, in essi conte- È necessario, quindi, che ogni dilettante sia in
nuto, si deteriori. Ma questa condizione, pur- grado di collaudare, attraverso un semplice
troppo, non viene rispettata negli apparati ri- circuito di prova e controllo, lo stato elettrico
masti inutilizzati per mesi ed anni, in cui uno o dei condensatori elettrolitici, nuovi od usati che

628
I condensatori elettrolitici, quando rimangono inutilizzati per
lungo tempo, possono subire dei danni, che si riflettono nega-
tivamente sul buon funzionamento degli apparati in cui vengo-
no utilizzati. Conviene quindi sottoporli sempre ad un semplice
ma attento esame, prima dell'uso, seguendo i metodi descritti
in questa sede.

siano, ogni volta che ci si accinge ad utilizzarli tali componenti, unitamente alle loro principa-
ed anche durante il loro funzionamento nelle li proprietà.
diverse apparecchiature elettroniche. Facendo riferimento al disegno riportato in
figura 1, nella quale il condensatore elettroliti-
co è visto, in parte, attraverso una lente di
PROCESSO DI DETERIORAMENTO ingrandimento, possiamo assimilare questo
componente ad un condensatore piatto, com-
Prima di descrivere il semplice sistema di prova posto da due fogli di alluminio, fra i quali è
dei condensatori elettrolitici, vogliamo qui ri- interposto un foglio di carta impregnato di una
cordare il meccanismo di invecchiamento di sostanza chimica, che prende il nome di «elet-

Fig. 1 - Il condensatore elettrolitico può essere assimilato ad un condensatore


piatto, composto da due fogli di alluminio (part. 1 e 4) di cui uno, nella sua faccia
interna, è ossidato (part. 2); fra i due fogli di alluminio è interposta una striscia di
carta impregnata di una sostanza chimica, che prende il nome di «elettrolita». Gli
elementi che compongono il condensatore sono: striscia di alluminio Internamente
ossidata (1), faccia ossidata del foglio di alluminio (2), carta impregnata di elettroli-
ta (3), seconda striscia di alluminio (4), terminale positivo (5), terminale negativo (6).

629
tare, impunemente, precisi valori massimi di
tensione applicata agli elettrodi. Purtroppo, lo
strato di ossido non è sempre uniforme e perfet-
to e ciò determina in particolari condizioni,
quali un'elevata temperatura od una eccessiva
tensione applicata fra le armature, la cosiddetta
«corrente di fuga» del condensatore.
Attualmente esistono molto tipi di condensato-
ri elettrolitici, ma tutti sono componenti pola-
rizzati, cioè muniti di un terminale positivo e
di uno negativo. Invertendo l'ordine di applica-
zione delle due tensioni sui terminali, si corre il
rischio di distruggere in breve tempo il compo-
nente.

CORRENTE DI FUGA

Per definire la buona qualità di un condensato-


re elettrolitico, si suole indicare la sua corrente
di fuga che, peraltro, costituisce un parametro
difficilmente valutabile, ma che dipende essen-
zialmente dal valore capacitivo e da quello
della tensione.
Un valore di confronto accettabile e attribuibile
alla corrente di fuga di un condensatore elettro-
litico, può essere quello espresso dalla seguente
Fig. 2 - Vista in «esploso» di un condensatore elettroliti- formula:
co. Gli elementi che lo compongono sono: terminali
positivo e negativo (1), tappo di gomma (2), contenitore If=0,1xCxV+10
di alluminio (3), condensatore vero e proprio ottenuto
dall'avvolgimento delle due striscia di alluminio (4), nella quale If misura la corrente di fuga espres-
rivestimento in plastica recante i dati elettrici e le sa in microampere, C indica la capacità di
polarità del componente (5). microfarad e V la tensione in volt, quando il
prodotto CV è inferiore a 1.000. Per valori
superiori, la precedente formula assume questa
nuova espressione:
If = 0,06 x e x v + 50
trolita conduttore».
Per esempio, per un condensatore elettrolitico
Una delle due facce interne di uno dei due fogli
da 25 µF - 12 VI, un valore ammissibile della
di alluminio è ossidata e, come è noto, l'ossido
corrente di fuga è il seguente:
di alluminio rappresenta un buon isolante e
realizza, quindi, nel condensatore elettrolitico, If = 0,1 x 25 x 12 + 10 = 40 A
un dielettrico molto sottile, che permette di
raggiungere elevate capacità con ridotte dimen- Ricordiamo che le formule ora presentate do-
sioni del componente. vranno essere adottate dal lettore in sede prati-
Si può ora comprendere perché gli elettrolitici ca di analisi dei condensatori elettrolitici e, in
vengono così chiamati. Infatti, pur essendo pre- particolare, quando si debba valutare la corren-
senti in essi due fogli di alluminio, la seconda te di fuga del componente. La loro applicazio-
vera armatura è l'elettrolita e non il foglio di ne, del resto, è talmente semplice che può
alluminio non ossidato. essere rapidamente condotta anche da chi ha
Nella realtà costruttiva, i due fogli di alluminio, poca dimistichezza con la matematica.
fra i quali è interposto l'elettrolita, sono avvolti L'andamento tipico della corrente di fuga, in
e inseriti in un cilindretto contenitore (figura un condensatore elettrolitico, è quello rappre-
2). sentato dal diagramma riportato in figura 3. In
In corrispondenza con lo spessore di strato di esso si nota come, una volta superato il valore
ossido isolante, i condensatori possono soppor- della tensione di picco Vp, la corrente di fuga

630
V

70
60
V -- - - -~ e_
p 50
-
-5 • l
30 I
Fig. 3 - Con questo diagramma si interpreta l'andamen- 20
I
to tipico della corrente di fuga di un condensatore
elettrolitico. Una volta superato il valore della tensione 10
di picco Vp, la corrente di fuga aumenta considerevol- o
mente fino a raggiungere valori elevatissimi. 5 10 50 100 200µA I fuga

aumenti considerevolmente. Ciò vuol anche è di norma superiore del 10% + 15% a quello
significare che la tensione applicata sui termi- di Vl.
nali di un condensatore elettrolitico non deve Un altro elemento in grado di influenzare la
mai superare il valore della tensione di lavoro corrente di fuga è costituito dalla temperatura.
Vl. Ciò è interpretato dal diagramma di figura 4, in
Le nuove grandezze ora citate, quella della cui si ravvisa come, oltre un certo valore di
tensione di lavoro VI e quella della tensione di temperatura, la corrente di fuga aumenti note-
picco Vp, sono quasi sempre riportate sul cor- volmente. È quindi prudente far sempre lavora-
po esterno di ogni condensatore elettrolitico. re i condensatori elettrolitici lontano da fonti di
La prima sta ad indicare il massimo valore di calore.
tensione al quale si può far lavorare in conti- La corrente di fuga viene valutata pure nei
nuità il condensatore, senza che questo subisca condensatori al tantalio, che rappresentano una
danni. La seconda stabilisce il valore tempora- variante dei condensatori elettrolitici. In questi,
neo di tensione al quale può ancora funzionare uno dei due elettrodi è costituito da un materia-
il condensatore senza danneggiarsi. Tale valore le spugnoso con superficie di contatto apparen-

. \I

I tuga (uA]

400 I
I/

-
300
Fig. 4 - Anche la temperatura costituisce una grandez-
za fisica che può influenzare il comportamento del 200
/
condensatore elettrolitico. Il presente diagramma di-
mostra come, da un certo valore della· temperatura
(asse delle ascisse) in poi, la corrente di fuga aumenti
notevolmente.
100

o
20
-40
e
60 80 100
"c

631
uA

I <±-
vcc 1 <I GIUSTA
POLAR.
50
40

t T -- , R5

Fig. 5 - Lo schema riportato a sinistra interpreta il modo corretto di inserimento del


T

condensatore elettrolitlco in un circuito alimentato in corrente continua. Il terminale

-- positivo del componente è rivolto verso il morsetto positivo dell'alimentatore. Se il


condensatore è in ottimo stato, l'Indice dello strumento (microamperometro) segna-
la una notevole intensità di corrente iniziale, che scende poi repentinamente al
valore normale della corrente di fuga.

temente piccola, ma in realtà molto elevata. Il tantalio è soltanto un contatto elettrico per
materiale poroso (figura 8), che fa capo ad uno l'elettrolita il quale, essendo un conduttore, si
dei due elettrodi, è immerso nell'elettrolita e inserisce in tutti i pori del nucleo.
racchiuso in un contenitore di alluminio a Il criterio per valutare la corrente di fuga in
forma di goccia e ricoperto con resina colorata. questi tipi di condensatori è contenuto nella
L'armatura non ossidata del condensatore al seguente formula:

mA
+~mA 500

vcc
4 ERRATA 1 400
300

r
POLAR. 200

t 100
o T

Fig. 6 - Nello schema riportato a sinistra il condensatore èlettrolitico è inserito in


modo errato. Il milliamperometro, in tal caso, continua a segnalare un progressivo
aumento di corrente, che dura fino alla distruzione (esplosione) del componente.

632
If= 0,02 x exv+2
nella quale, essendo C valutato in microfarad e
V in volt, la corrente di fuga If rimane espressa
in microampere. IL PACCO
LA POLARIZZAZIONE
Abbiamo definito il condensatore elettolitico
DELL'HOBBYSTA
come un componente polarizzato. Ciò significa Per tutti coloro che si sono resi conto
che la tensione applicata ai suoi terminali deve dell'inesauribile fonte di progetti con-
tener conto delle precise polarità del compo- tenuti nei fascicoli arretrati di Elettro-
nente. In caso contrario, il condensatore, anzi- nlca Pratica, abbiamo preparato que-
ché comportarsi come un serbatoio di cariche ta Interessante raccolta di pubblica-
elettriche, diverrebbe un conduttore, con il zioni.
conseguente riscaldamento dell'elettrolita, con
la inevitabile dilatazione dei gas prodotti e Le nove copie della rivista sono state
l'esplosione del componente. A tale proposito scelte fra quelle, ancora disponibili,
va ricordato che tutti i condensatori elettrolitici ma in rapido esaurimento, in cui sono
dispongono di una valvola di sicurezza, rappre- apparsi gli argomenti di maggior suc-
sentata da «un punto debole» dell'elemento cesso della nostra produzione edito-
che, in caso di surriscaldamento, consente la riale.
fuoriuscita dell'elettrolita con uno scoppio al-
quanto modesto. Se questo «punto debole» non
ci fosse, il condensatore elettrolitico potrebbe E A METTA9RE
IETTA9MI MA ME
TTA9IMA
trasformarsi in una piccola bomba, come spes-
so è accaduto ai primordi dell'elettronica. Ma "e,gs"-
in.
,_j TIM ER .ooroo

ciò è chiaramente indicato negli schemi delle


figure 5 e 6.
La figura 5, in particolare, interpreta il concet-
srs, ""
I
gg"°
e
~~~P!U.Tllll
-
PSK: HEOEl.lCHf:

o"",pg=
t
l'T:": ~ ~ ~ IIfiA

±
-
to di corretto inserimento, in un circuito, di un Uth.
-±-
E., wr z

te %-%
0ry.
condensatore elettrolitico. Il terminale positivo
di C è rivolto verso il morsetto positivo dell'ali-
mentatore in corrente continua, quello negati-
owosT wwi ·_ 'è
- •
vo verso il morsetto negativo dell'alimentatore. LANCIANE TO
N STEREO LUCI PSICHE DOELICHE LUCCIOLA ELETTRONIC A
All'atto dell'inserimento nel circuito, a conden- E
satore scarico, il microamperometro A segna-
la per un attimo un notevole passaggio di =-=T,-
ca
■- ,.
+jidi- a ...
corrente, ma poi l'indice dello strumento scen- t'uAu 0
RIV ELATORE DI GAS UNA RAMPA LUMINOSA TLSE PER
TTTOE
OA
de al valore naturale ed accettabile della cor-
rente di fuga e rimane stabile su tale nuovo
valore.
Nello schema di figura 6 il condensatore elet-
L. 9.000
trolitico C appare inserito in modo errato, per-
ché il terminale positivo è rivolto verso il Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe-
morsetto negativo dell'alimentatore in corrente ciale della nostra Editrice, a tutti i
continua; ovviamente, il terminale negativo ri- nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in-
mane erroneamente rivolto verso il morsetto teresse del dilettante, che fa rispar-
positivo dell'alimentatore. In tal caso la corren- miare denaro e conduce alla realizza-
te, già inizialmente intensa (si noti che il suo zione di apparecchiature elettroniche
valore è compreso fra O mA e 100 mA e quindi di notevole originalità ed uso corrente.
si aggira intorno ai 50 mA), aumenta progressi-
vamente col passare del tempo T (asse delle
ascisse). Infatti, a causa del riscaldamento del- Richiedeteci subito IL PACCO DELL'HOBBY-
l'elettrolita e per la concomitanza con altri STA inviando l'importo anticipato di L. 9.000
effetti elettrochimici, la temperatura del con- a mezzo vaglia, assegno o c.c.p. N. 916205
densatore aumenta fino al punto in cui si verifi- e indirizzando a: ELETTRONICA PRATICA -
ca l'esplosione del componente. 20125 MILANO - Via zuretti, 52.

633
TESTER

ALIM. TENS. VAR.

rosso

D1

D2
COND. IN
ESAME nero
R1

Fig. 7 -Lo stato elettrico di un condensatore elettroliti- R1 = 1.000 ohm - 1W


co può essere facilmente e rapidamente controllato
con questo circuito di prova secondo il metodo ampia-
D1
p2
= 1N4004 (diodo al silicio)
mente descritto nel testo.
= 1N4004 (diodo al silicio)

VALUTAZIONE Le modalità d'impiego del circuito di prova di


DELLE CARATTERISTICHE figura 7 sono assai semplici. Il condensatore
elettrolitico da esaminare deve essere inserito
Da quanto finora detto appare evidente che, nel modo indicato nello schema, ossia con il
prima di montare un condensatore elettrolitico, terminale negativo rivolto verso il morsetto
nuovo, ma lasciato inutilizzato per lungo tem- negativo dell'alimentatore a tensione continua
po in un cassetto assieme ad altri componenti regolabile. Ovviamente, prima di accendere
elettronici, conviene sempre procedere ad una l'alimentatore, questo dovrà essere regolato su
verifica delle sue qualità. un basso valore di tensione, inferiore a quello
Senza ricorrere a costose apparecchiature, è di lavoro VI del condensatore. Contemporanea-
possibile esaminare lo stato di un condensatore mente si osserverà la scala del microampero-
elettrolitico servendosi del circuito di prova metro e si noterà, inizialmente, un'indicazione
riprodotto in figura 7, che è composto da un di corrente elevata; quindi, nello spazio di tem-
alimentatore in grado di erogare tensioni conti- po che può raggiungere il minuto, l'indice del
nue regolabili, da una resistenza di protezione microamperometro si sposterà verso l'inizio-
Rl del valore di 1.000 ohm - I W, da due diodi scala raggiungendo una posizione stabile. Ora il
al silicio (D1 - D2) e da un tester commutato condensatore elettrolitico è carico, ma l'indica-
nella misura delle correnti continue. zione offerta dal microamperometro non deve

634
CONDENS, TANTALIO

O5S1DO
~
Fig. 8 - Il condensatore al tantalio costituisce una
variante del condensatore elettrolitico. Esso è compo- ANTALIO
sto da un nucleo di materiale spugnoso con superficie
di contatto apparentemente piccola, ma in realtà molto
elevata. Il materiale poroso, che fa capo ad uno dei due CONTENI
elettrodi, è immerso nell'elettrolita e racchiuso in un METALLICO
contenitore di alluminio, a forma di goccia, ricoperto NUCLEO
con resina colorata. Anche per esso, come detto nel POROSO 0
testo, occorre valutare l'intensità della corrente di fuga.

ritenersi definitiva. Perché occorre effettuare vi della tensione positiva e di quella negativa,
un'altra prova. È necessario infatti regolare l'individuazione dei terminali è cosa fatta, per-
nuovamente l'alimentatore su un valore di ten- ché è quella segnalata in figura 7. Al contrario,
sione pari a quello della tensione di lavoro del se il collegamento del condensatore viene fatto
condensatore in esame o, comunque, su quello in modo errato, l'indice del microamperome-
in cui il condensatore sarà chiamato a lavorare tro, anziché scendere fino a raggiungere il valo-
(valore della tensione di effettivo impiego del re della corrente di fuga, salirà costantemente,
condensatore). Ed ora, con la nuova indicazio- ma non in misura paurosa, in virtù della pre-
ne offerta dal microamperometro e servendosi senza della resistenza di limitazione di corrente
delle formule di calcolo relative alla valutazio- R 1 e dei due diodi al silicio O I- D2, che
ne della corrente di fuga prima citate, si valute- proteggono in ogni caso il tester dagli eccessi di
ranno le caratteristiche del componente, con- corrente.
cludendo se questo è da ritenersi ottimo, discre- Consigliamo di condurre questa prova pren-
to o da scartare. dendo le mosse da un valore della tensione di
alimentazione molto basso, ossia di pochi volt,
dopo aver opportunamente regolato l'alimenta-
PROVA DELLE POLARITÀ tore in corrente continua.

Con il circuito di prova riportato in figura 7 è


anche possibile identificare le polarità di un
condensatore elettrolitico quando possono sor-
gere dei dubbi sull'esatta posizione del termina-
le positivo e di quello negativo. Infatti, se il
condensatore viene collegato al circuito di pro- abbonatevi a:
va in modo corretto, allora il comportamento
del circuito è quello precedentemente descritto.
Ossia, dapprima il microamperometro segnala
ELETTRONICA
una forte corrente, poi, nello spazio di un
minuto, il valore della corrente si abbassa a
quello normale della corrente di fuga. In tal
PRATICA
caso, anche se in corrispondenza dei terminali
del condensatore non appaiono i segni indicati-

635
LE PAGINE DEL

TENSIONI COSTANTI
IN AUTO
Tutti coloro che montano ed utilizzano appa- in un alternatore, entrambi provvisti dei neces-
recchiature elettroniche in auto, derivando la sari elementi elettronici o meccanici di regola-
tensione di alimentazione dalla batteria, sono zione della carica della batteria. Infatti, come si
convinti che, trattandosi di una tensione conti- sa, all'atto dell'avviamento del motore, l'ener-
nua, questa rimanga perfettamente costante in gia elettrica necessaria per mettere in movi-
ogni momento. Ma poi, a lungo andare, ci si mento gli organi meccanici viene fornita dalla
convince che, nel circuito elettrico dell'auto- batteria, poi, una volta avviato il motore, inter-
vettura, vi sono tali e tanti problemi i quali, vengono la dinamo o l'alternatore a mantenere
rimanendo irrisolti, possono compromettere il attivo tutto il circuito elettrico, erogando pure
funzionamento di radiotelefoni, radioricevitori, una certa quantità di energia alla stessa batteria
mangianastri ed altri dispositivi fino ad intac- se questa necessita di ricarica. Ma tutti gli
carne seriamente l'integrità. elementi attivi del circuito elettrico dell'auto
L'impianto di alimentazione negli automezzi è sono in qualche modo dipendenti dalla velocità
costituito, oltre che nell'accumulatore, anche di rotazione dell'albero motore; ne consegue,
dal suo circuito di ricarica che, a seconda dei quindi, che la stessa tensione rimane influenza-
modelli d'auto, può consistere in una dinamo o ta da tale velocità, sia essa quella continua

636
Proteggete le vostre
apparecchiature elettroniche
in auto

Difendetevi dagli sbalzi


di tensione e dai disturbi
elettromagnetici

generata dalla dinamo o quella alternata pro- quella superiore ai 14 V e sempre con la mede-
dotta dall'alternatore. La stessa batteria, dun- sima affidabilità.
que, a seconda del numero di giri del motore,
riceve più o meno corrente dal sistema di
ricarica. E il risultato finale è il seguente: sui
morsetti della batteria la tensione continua va- PERTURBAZIONI ELETTRICHE
ria fra i valori di 12 V e 14,5 V circa, in
funzione della velocità di rotazione del motore. A complicare ulteriormente la situazione, en-
Ciò significa, quindi, che gli apparati elettrici trano in gioco i molti apparati elettrici dell'au-
ed elettronici, che derivano la loro alimentazio- tovettura, collegati con l'impianto di alimenta-
ne dal circuito elettrico dell'autovettura, deb- zione, di cui, il primo fra tutti, è certamente
bono essere in grado di funzionare, non solo quello di accensione. Infatti, in questo circuito,
con la tensione continua di 12 V, ma anche con ad ogni scoccare di scintilla, si generano delle

Gli apparati elettronici in auto non sono dispositivi superflui,


ma accessori spesso indispensabili nella vita degli utenti della
strada. Ma questi non possono essere installati senza aver
prima risolto tutti i problemi di filtraggio dell'alimentatore, la
cui tensione di esercizio assai difficilmente si mantiene co-
stante, raggiungendo talvolta dei picchi assai pericolosi per
radiotelefoni, trasmettitori, ricevitori e riproduttori acustici.

637
,--

LI
Fl ROSSO I
d {O}
AL MORS.
POSITIVO
BATTERIA +
-
<
I

(J
V)
Cl DZ1 c2 c3 I :::,

I
NERO I

I
e
I
MASSA
AUTO

Fig. 1- Circuito teorico del dispositivo stabilizzatore di tensione e filtro passa-basso


in grado di proteggere gli apparati elettronici, installati a bordo degli automezzi, da
tensioni superiori a quelle nominali e da disturbi provocati da campi elettromagneti-
ci.

COMPONENTI
c1 = 100.000 pF - 200 VI (ceramico) DZ1 = diodo zener (15 V- 10 W)
C2 = 100.000 pF - 200 VI (ceramico) F1 = fusibile (3 A)
C3 = 100 F - 36 VI (elettrolitico) L1 = induttanza (vedi testo)

onde elettromagnetiche, che investono lo spa- scintilla del ruttore. Inoltre ci si preoccupa di
zio circostante, provocando quelle moleste per- eliminare i disturbi di commutazione della di-
turbazioni ben note ai radioamatori e ai CB, in namo o dell'alternatore, mentre non si dà ec-
particolar modo a coloro che per la prima volta cessiva importanza agli eventuali disturbi pro-
montano, sull'auto, un ricetrasmettitore. Per- venienti dalle parti elettriche minori, come ad
ché proprio costoro si accorgono che, pur aven- esempio il tergicristallo e le luci direzionali.
do schermato il sistema di accensione con gli Nei quali sono presenti un piccolo motorino e
appositi filtri soppressori, reperibili ormai do- un relé che, sovente, si rivelano fonti di distur-
vunque, i disturbi causati dal motore riescono bi.
ad entrare ugualmente. Quasi sempre invece si dimentica che la gene-
In pratica, quando si vuol montare un'apparec- razione della scintilla non produce soltanto un
chiatura elettronica in auto, ci si preoccupa campo elettromagnetico, che deve essere accu-
sempre di realizzare un'accurata schermatura ratamente smorzato e schermato, ma che dà
della sezione ad alta tensione. E ciò si ottiene luogo innanzitutto alla formazione di un note-
inserendo le opportune resistenze di smorza- vole picco di corrente nell'avvolgimento pri-
mento ed aggiungendo eventualmente, qua e là, mario della bobina e, quindi, nel circuito di
qualche condensatore, allo scopo di limitare la bassa tensione dell'auto.

638
AL MORS.
POSITIVO

SCATOLA METALLICA
Fl

r lli» jefw
3
n)
::i

A MASSA

Fig. 2 - Piano costruttivo del filtro antidisturbo per autovetture. Il fusibile deve
essere inserito in serie al conduttore della tensione positiva proveniente dalla
batteria e in prossimità del morsetto. La scatola metallica funge pure da elemento
dispersore del calore prodotto dal diodo zener.

Data la notevole ampiezza dei picchi di tensio- ci. Raccomandiamo quindi di prendere sempre
ne, lungo i cavi di alimentazione, che dalla la fondamentale precauzione di collegarsi diret-
batteria giungono alla bobina, si manifestano tàmente, almeno con il terminale positivo (per
delle cadute di tensione anche intense, dovute le autovetture con il morsetto negativo della
sia alla resistenza propria del filo, sia alla sua batteria a massa), al morsetto positivo della
induttanza. Ecco perché l'allacciamento del- batteria.
l'apparecchiatura elettronica con l'alimentato-
re deve essere effettuata esclusivamente in pa-
rallelo alla batteria, che funge da ottimo filtro, NECESSITA DELLA STABILIZZAZIONE
e mai in prossimità della bobina di accensione.
Anche se è facile soggiacere alla tentazione di Come è noto, la batteria è un generatore di
un collegamento diretto con il terminale a+ 12 tensione continua composto normalmente da
V della bobina per comodità di utilizzo. sei elementi, collegati in serie fra di loro e in
Sfortunatamente, anche se è vero che il termi- grado di erogare ciascuno la tensione di 2 Vcc
nale positivo della bobina risulta collegato con nominali, in modo da raggiungere il valore
il morsetto positivo della batteria, è altrettanto complessivo nominale della batteria di 12 Vcc.
vero che l'induttanza e la resistenza del filo di Ma questo valore di tensione, contrariamente a
collegamento sono tali da introdurre nei ricevi- quanto di solito si crede, non rimane rigorosa-
tori radio, nei trasmettitori e negli apparati mente costante, anche se la tensione generata è
audio in genere, disturbi di tale entità da non continua. Il valore di 12 V cc varia a seconda
essere facilmente eliminabili, pur ricorrendo delle condizioni di carica della batteria. Ma c'è
all'inserimento di circuiti di filtro molto effica- di più. Se si considera che, durante la marcia

639
V

;:._-+Ml,
l2 ['
11 !
I Fig. 3 - Con questo diagramma, di
I
I
I facile lettura, si interpreta l'anda-
I I mento della tensione rilevata sul
MOT. 1 {VELOCITÀ IN ' ACCENS. morsetto positivo della batteria du-
ERMO! AVVIAM. ' AUMENTO MOTORINI rante le varie fasi del motore e in
I I relazione all'avviamento degli acces-
0l 1 ! 4
sori elettrici di bordo.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e del collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza • Le unità
di misura- I condensatori - I resistori- I diodi
L. 7.500 - I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dilet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere Il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

640
dell'autovettura, il generatore elettrico proprio
dell'auto provvede a ricaricare in continuità la
batteria, è facile comprendere come sui termi-
nali di questa la tensione possa variare fra i 12
V cc nominali e i 17 V cc. E ciò si verifica in
modo particolare durante le accelerazioni del
motore. Ora, se si tiene conto che, al valore
della tensione della batteria si aggiunge quello
dei disturbi elettrici sempre presenti, si può
comprendere come la zona di sicurezza di fun-
zionamento dei componenti elettronici dei vari
apparati di bordo possa essere notevolmente
superata, con conseguenze anche disastrose per
radiotelefoni, ricevitori radio, amplificatori ste-
reo, ecc.
Ma per salvaguardare l'integrità delle apparec-
chiature elettroniche e per renderle meglio uti-
lizzabili in auto, proponiamo al lettore la rea-
lizzazione del dispositivo che illustreremo tra Fig. 4 - L'involucro metallico di tutto il diodo zener è
poco, il quale svolge la duplice funzione di rappresentativo dell'elettrodo di anodo, ma il suo vero
terminale è costituito dalla linguetta sporgente. La
assorbire i picchi di tensione eccedenti i15 V e rondella zigrinata serve a stabilire un perfetto contatto
di ridurre considerevolmente i disturbi presenti elettrico fra il componente e là lamiera del contenitore
nell'impianto originale elettrico dell'automez- del dispositivo.

z0, sia nel circuito di accensione come in quelli


di tutti gli accessori. Non si tratta quindi di un
normale stabilizzatore di tensione, peraltro as-
solutamente necessario, ma di un circuito parti-
colarmente concepito per l'auto che, siamo
certi, riscuoterà il consenso di molti lettori
decisi a proteggere con poca fatica e modica
spesa le loro apparecchiature elettroniche, di
4 DIODI qualunque tipo esse siano.
IN SERIE

ESAME DEL PROGETTO

Il progetto del dispositivo che ci accingiamo a


descrivere e il cui schema elettrico è riportato
DZ in figura l, è quello di un limitatore di tensione
12V seguito da un filtro antidisturbo induttivo-capa-
citivo. Esso prevede, quale elemento principa-
le, l'impiego di un diodo zener di potenza da 15
V.
Il diodo zener, in condizioni normali, rimane
del tutto inattivo, mentre assume le caratteristi-
Fig. 5 - Il diodo zener di potenza, qualora non fosse che di un conduttore non appena la tensione
reperibile in commercio, potrà essere «costruito», col- della batteria, ad esempio per effetto della pre-
legando dei diodi al silicio in serie con uno zener di
minor potenza, come spiegato nel testo. senza di un picco, supera il valore tipico della
tensione dello zener che, nel nostro caso am-
monta a 15 V.

641
~ - OCCH !ELLO

€g3-o»oeA
Fig. 6 - Il conduttore di massa del dispositivo deve
TELAIO formare un perfetto contatto elettrico con il telaio
metallico dell'autovettura. Servendosi del sistema qui
AUTO illustrato si potrà essere certi di non commettere errori
di cablaggio.

Facciamo notare che, pur essendo talvolta tura, in misura tale da far aumentare la tensio-
l'ampiezza dei picchi notevolmente elevata, la ne oltre il limite dei 15 V, e non soltanto per
loro durata è estremamente breve ed anche brevi periodi, il diodo zener provoca la fusione
l'energia in gioco è alquanto ridotta. Il diodo del fusibile Fl in modo da proteggere le appa-
zener, pertanto, è in grado di ridurre a 15 V il recchiature collegate all'uscita. Al diodo zener,
disturbo, evitando che il fusibile Fl possa inter- dunque, è affidato il compito primario di pro-
rompersi a causa dell'improvviso sovraccarico. teggere gli apparati elettronici da tensioni e
Quando invece si verifica una anomalia al picchi pericolosi. Esso non svolge invece alcu-
sistema di alimentazione elettrica dellautovet- na funzione limitatrice dei disturbi durante il

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA
642
normale funzionamento, quando la tensione ri anodici, come chiaramente indicato nello
rimane comunque al di sotto dei 15 V. Perché a schema pratico di figura 2.
tale incombenza provvedono gli altri compo- Raccomandiamo vivamente di fissare molto
nenti de I circuito, ossia i tre condensatori CI - saldamente il dado sulla faccia interna del con-
C2-C3 e l'induttanza LI. I quali compongono tenitore, il quale si comporta pure da elemento
un filtro passa-basso, di tipo a «p greca», che radiante del calore prodotto dal diodo zener.
riduce in misura considerevole i disturbi provo- Coloro che non riuscissero a reperire in com-
cati dal sistema di accensione e dagli accessori mercio un diodo zener con le caratteristiche
elettrici dell'autovettura, migliorando la quan- prescritte, potranno «costruire» il diodo secon-
tità di ricezione dei ricevitori e quella di ripro- do lo schema di figura 5, cioè collegando in
duzione sonora degli apparati audio. serie tra di loro dei comuni diodi al silicio con
un diodo zener, dopo aver eseguito un facile
calcolo. Ossia tenendo conto che ogni diodo al
ANDAMENTO DELLA TENSIONE silicio da 3 A apporta un aumento della tensio-
ne di zener di 0,7 V circa.
Per meglio assimilare i concetti teorici fin qui L'esempio riportato in figura 5 dimostra come,
esposti, conviene analizzare brevemente l'an- utilizzando un diodo zener da 12 V e collegan-
damento della tensione, sui morsetti della bat- do in serie ad esso quattro diodi al silicio,
teria, in relazione ad alcune fasi tipiche del inseriti nel senso della conduzione, si possono
motore. Facciamo quindi riferimento al dia- realizzare un virtuale diodo zener da 14,8 V.
gramma riportato in figura 3, nel quale, in Infatti si ha:
forma sintetica, sono interpretate le fasi di com-
portamento del motore. 12+(0,7x 4)=14,8 V
A motore fermo, la tensione rimane costante- Naturalmente il diodo zener deve essere sempre
mente sul valore di 12 V, mentre al momento da IO W, mentre i quattro diodi al silicio
della messa in moto questo valore scende preci- debbono essere adatti a sopportare una corrente
pitosamente verso gli 11 V circa a causa del di 3 A.
grande assorbimento di corrente richiesto dal L'induttanza LI dovrà essere costruita utiliz-
motorino di avviamento. Poi la tensione sale zando un nucleo di ferrite cilindrica, del diame-
progressivamente con le accelerazioni del mo- tro di 8 mm e della lunghezza di I O mm, di
tore fino a raggiungere anche i 14 V. Ma se a quelle montate nei circuiti d'entrata dei ricevi-
questo punto si fanno entrare in funzione anche tori radio ad onde medie e facilmente reperibili
alcuni relé o motorini che pilotano i vari acces- presso i rivenditori di materiali radioelettrici.
sori dell'auto, allora la tensione, attraverso pic- Su questo nucleo si dovranno avvolgere 50
chi istantanei, raggiunge valori insopportabili spire di filo di rame smaltato del diametro di
per le apparecchiature elettroniche di bordo. 1,5 mm. Le due estremità della bobina verran-
Infatti, come si nota nel diagramma, si possono no fissate mediante fascette di nylon.
agevolmente raggiungere i 15 V circa. Come abbiamo detto, il prelievo della tensione
positiva dal morsetto della batteria va fatto in
prossimità di questa, avendo cura di inserire il
REALIZZAZIONE PRATICA fusibile F I nelle vicinanze dello stesso morsetto
positivo, onde evitare che eventuali ed acciden-
li piano costruttivo del circuito teorico di figura tali contatti del filo conduttore con la massa
I è quello riportato nello schema di figura 2 e, dell'autovettura possano provocare gravi corto-
come si vede, esso si addice anche ai princi- circuiti, con conseguente danneggiamento della
pianti, sia per il numero limitato di componen- batteria e possibilità di incendi nel vano motore
ti richiesti, sia per la semplicità del cablaggio. della vettura.
li circuito deve essere realizzato internamente li conduttore di massa dovrà essere connesso
ad un piccolo contenitore metallico. Sulla sua molto bene con il telaio dell'auto, realizzando
parte superiore va applicato il diodo zener da il sistema di collegamento suggerito in figura 6,
15 V - 10 W, del tipo a vitone, come quello per il quale si fa uso di una robusta vite, di un
riportato nel disegno di figura 4, nel quale buon capocorda terminante con occhiello o
l'anodo è rappresentato da tutta la parte metal- forcella e di una rondella zigrinata, la cui fun-
Jica del componente, mentre il catodo (K) ri- zione è quella di stabilire un perfetto contatto
mane isolato dal corpo metallico e fuoriesce elettrico con il telaio della macchina. Il tutto
dalla parte superiore. La linguetta sporgente potrà essere poi protetto da possibili ossidazio-
consente di effettuare la saldatura dei condotto- ni con una copertura di vaselina.

643
CORSO
DI AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI
INTEGRATI DIGITALI

Il dispositivo logico analizzato in questa deci- derivate S - LS - ALS, ecc. Ne costituisce un


ma puntata del corso è il celebre TRIGGER DI classico esempio il ben noto integrato 74LS14.
SCHMITT. Il quale è ovviamente disponibile Se si prendono in esame le disposizioni circui-
sotto forma integrata, associato ad altre funzio- tali degli elementi logici ora menzionati, è
ni logiche, quali l'inverter e l'and. possibile notare la compatibilità di questi con i
Nella famiglia TTL, le sigle che caratterizzano più conosciuti modelli 7400 - 7404 - 7420, i
tali componenti sono le seguenti: quali non sono dotati di caratteristica d'ingres-
so a Trigger di Schmitt. Per esempio, osservan-
7414 - lnverter sestuplo do lo schema a blocchi, con relativa piedinatu-
7413 - Doppio NANO a quattro ingressi ra, riportato nella sesta puntata e relativo all'in-
tegrato 7404, si possono facilmente riscontrare
74132 - Quadruplo NANO a due ingressi tutte le analogie apparenti con il modello 7414,
A titolo informativo ricordiamo che gli integra- il cui schema è riportato in figura I e di cui in
ti con caratteristica d'ingresso a Trigger di figura 2 è riportato lo schema elettrico di una
Schmitt, oltre che nella normale tecnologia sola funzione logica. Il simbolo del piccolo
TTL, sono disponibili pure nelle tecnologie triangolo, come si sa, indica la funzione logica
inverter, mentre il pallino definisce l'uscita.
La differenza grafica, che intercorre fra i due
modelli di integrati ora menzionati, consiste
nella presenza di un particolare simbolo, inseri-
to in quello di ogni funzione logica e che, come
vedremo più avanti, denota la caratteristica
d'isteresi di soglia del trigger.
Caratteristica di Schmitt Nelle figure 3-4-5-6 abbiamo riportato gli
schemi a blocchi degli altri due integrati a
caratteristica di Trigger di Schmitt con i relativi
Isteresi di soglia schemi elettrici di una delle loro funzioni logi-
che. Con essi il lettore potrà effettuare il facile
Oscillatori ad onda quadra confronto con gli analoghi modelli 7400 e 7420
presentati e descritti in precedenti puntate del
corso.
Circuiti sperimentali

CARATTERISTICA DI SCHMITT

Vediamo ora di spiegare bene ai lettori in che

644
ICI p NTAT

cosa consiste esattamente questa già citata ca- riportati in figura 7 interpretano chiaramente
ratteristica di Schmitt. un tale comportamento, che si rivela come una
È noto che i dispositivi logici, per funzionare funzione squadratrice della tensione. In sostan-
correttamente, necessitano di livelli logici ben za, il dispositivo trasforma segnali «sporchi», o
definiti. Fin dalla seconda puntata del corso, addirittura di forma non quadra, in segnali
infatti, abbiamo parlato di livelli di segnali in «puliti» e ben squadrati, atti a pilotare qualsiasi
corrispondenza della tensione di alimentazione circuito logico collegato a valle.
degli integrati di 5 V. Ebbene, se questo è il Tutto ciò lo si può ottenere utilizzando, ad
valore della tensione applicata, i segnali che esempio, l'integrato 7414, il quale associa alla
entrano od escono debbono avere, più o meno, caratteristica di Schmitt la ben nota funzione
i valori di 5V, se sono segnali «alti», e di O V, invertente del segnale. Infatti, se si osserva il
se sono segnali «bassi». Ma quando si dice grafico in basso di figura 7, si può notare come i
segnale ALTO, è lo stesso dire HIGH o I. segnali in uscita presentino livelli logici opposti
Analogamente, quando si dice segnale BASSO, a quelli d'entrata (grafico in alto di figura 7). In
ciò equivale a dire LOW o O. Dunque, nei pratica, il segnale in uscita risulta «alto» quan-
circuiti di logica, il segnale elettrico può avere do quello d'entrata rimane al di sotto del valore
soltanto due condizioni, quelle di « l » o «O». E della tensione di soglia di 1,5 V. E viceversa, il
fra queste due condizioni esiste una zona inter- segnale in uscita diviene «basso» quando quello
media, corrispondente ad un livello non ben d'entrata supera il livello della soglia di 1,5 V.
definito, che non è in grado di stabilire alcun
riconoscimento sicuro del segnale. Ma in prati-
ca, quando all'ingresso di una funzione logica ISTERESI DI SOGLIA
TTL si applica un segnale, il cui fronte di salita
non è netto o ben definito, si possono verificare La caratteristica, che maggiormente distingue il
alcuni fenomeni di oscillazione, durante il pas- trigger di Schmitt, è senza dubbio l'isteresi della
saggio attraverso la zona intermedia, che falsa- soglia, che consente al circuito di «ripulire»
no totalmente il corretto funzionamento del segnali particolarmente «sporchi», quali, ad
circuito digitale. esempio, quelli provenienti dalle linee di tra-
smissione dati, da circuiti analogici o da quei
complicati circuiti che generano parecchio ru-
COMPARATORE DI TENSIONE more elettrico. Possiamo quindi dire che l'iste-
resi consiste in un diverso valore della soglia di
In un primo tentativo di definizione, il trigger intervento, a seconda della sequenza di passag-
di Schmitt potrebbe essere considerato come un gio, attraverso la soglia stessa, del segnale d'in-
comparatore di tensione, dotato di una soglia il gresso. Ma per chiarire meglio questo particola-
cui valore si aggira intorno ad 1,5 V. E i grafici re concetto occorre scendere sul terreno della

645
@vcc
,--
1

7 Fig. 1 - Schema a blocchi, con relativi piedini,


± l l L ±L
L) -
l dell'integrato 7414 descritto nel testo nella
1A 1Y 2A 2Y 3A 3Y GND funzione di trigger di Schmitt.

Fig. 2 - Circuito elettrico di una sola funzione inverter


delle sei. complessivamente contenute nell'integrato
7414.

pratica, per rendersi conto dal vero di quanto PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO


già affermato. Per ora, dopo quanto finora det-
to, possiamo tentare di offrire al lettore una Per chiarire meglio il concetto di isteresi occor-
definizione più completa del trigger di Schmitt, re far riferimento al grafico riportato in figura 9
affermando che questo è un dispositivo ove lo e realizzare il circuito di figura I O il cui piano
stato d'uscita dipende dalle variazioni ascen- costruttivo appare in figura 11.
denti o discendenti della tensione d'ingresso e L'esperimento va così condotto: dapprima si
che questi passaggi determinano delle soglie ruota il perno del trimmer potenziometrico R I
nelle quali i valori differiscono di uno scarto completamente verso massa, in modo che al-
chiamato «isteresi del trigger». l'entrata della funzione logica nand del trigger
Nel disegno di figura 8 abbiamo presentato il T.S. sia presente lo stato logico «O». In corri-
simbolo elettrico di una funzione logica spondenza di questo stato dell'entrata T.S., e in
NANO, dentro il quale è visibile il «marchiet- virtù dell'intervento invertente del nand, nel
to» indicante l'isteresi. Le lettere maiuscole quale sono collegati tra loro i quattro ingressi,
T.S. indicano, abbreviatamente l'espressione si ottiene in uscita un inequivocabile «I», al
«Trigger di Schmitt». Questo simbolo sarà ri- quale fa riscontro l'accensione del diodo led
portato negli schemi che si succederanno nel DLI.
corso della presente puntata. Il voltmetro, collegato fra il cursore del trim-

646
24 2Y

Fig. 3 - Schema a blocchi, con indicazione


numerica e denominazione dei terminali,
dell'integrato 7413 che, come si può notare, è
un doppio nand a quattro ingressi

Fig. 4 - Circuito teorico di una funzione nand contenu-


ta nell'integrato 7413.

mer R I e la linea di massa, consente di verifica- nuando a ruotare il perno di R 1, fino al suo
re i valori delle tensioni in relazione agli spo- arresto, nella direzione opposta a quella di
stamenti del cursore stesso in sede sperimenta- partenza.
le. La seconda parte dell'esperimento consiste nel
A questo punto si comincia a ruotare lenta- ritornare indietro con la stessa manovra ora
men te il cursore del trimmer R 1, osservando effettuata, ossia nel far ruotare il perno di R I in
contemporaneamente l'indice del voltmetro, fi- senso inverso.
no a che questo segnala il valore di tensione di Con questa seconda operazione si può notare
soglia alta, di 1,8 V circa, che si usa definire un fenomeno a prima vista curioso, ossia si può
con la sigla VH. Quindi si continua a ruotare il constatare come il diodo led di segnalazione
perno del trimmer e si nota come, appena rimanga spento, non solo fino al raggiungimen-
abbandonato il valore VH, si verifichi una to del valore di tensione VH di 1,8 V, ma anche
repentina commutazione dello stato logico al di sotto di tale valore, più precisamente fino
d'uscita, il quale passa dallo «O» a «I», con il al punto denominato VL, al quale corrisponde
conseguente spegnimento del diodo led DLI. E il valore di tensione di 1,5 V circa. Soltanto al
tale stato, come indicato nel diagramma di di sotto di tale valore di soglia, il circuito
figura 9, viene conservato pur aumentando il commuta nuovamente in uscita dallo stato «O»
valore della tensione fino a 5 V, cioè conti- allo stato «I», provocando la riaccensione del

647
vcc
il

Fig. 5 - Configurazione a blocchi, con relativa


piedinatura, dell'integrato 74132, che è un quadruplo
1A 1B 1Y 24 28 2Y GN nand a due ingressi.

Fig. 6 - Circuito elettrico di una sola delle quattro


funzioni nand contenute nell'integrato 74132.

Fig. 7 - L'integrato 7414, descritto nel testo,


associa alla caratteristica di Schmitt, la nota
funzione invertente del segnale. I segnali in
uscita (grafico in basso) presentano livelli
logici opposti a quelli d'entrata (grafico in
alto).

648
T. 5. SIMBOLO ISTERESI

Al

:1 s
D-
ENTR. \ INVERSIONE
Fig. 8 - Simbolo elettrico di una funzione logica nand
recante il «marchietto» indicativo dell'isteresi di
Schmitt. SIMBOLO NANO

3 ISTERESI

1,8
1,5

TEMPO
I
O DU acceso ' DU spento DL1 acceso

Fig. 9 - L'analisi di questo grafico, ampiamente riportato nel testo, consente di


assimilare il concetto di isteresi di Schmitt.

diodo led indicatore di stato. Ebbene, la diffe- attorno ad una sola soglia, non provocano alcu-
renza dei due valori di tensione di soglia: na variazione d'uscita del segnale, a differenza
di quanto avverrebbe in un circuito comparato-
VH - VL = 1,8 - 1,5 =0,3 V re.
viene definita come «Isteresi del circuito di
Schmitt». REALIZZAZIONE DEL CIRCUITO
Alla luce di quanto ora descritto e interpretato
attraverso i vari schemi e, soprattutto, attraver- Il circuito di figura l O si realizza tenendo sot-
so il diagramma di figura 9, si può finalmente t'occhio gli schemi costruttivi riportati nelle
ben capire come il trigger di Schmitt possa figure Il e 12.
«ripulire» perfettamente segnali particolarmen- Come al solito, si utilizza uno di quei circuiti
te «sporchi». La transizione in uscita, infatti, si stampati, reclamizzati alla fine di ogni puntata
ottiene soltanto se il segnale oltrepassa entram- del corso, che vengono venduti in confezioni di
be le soglie, mentre le eventuali oscillazioni, cinque pezzi dalla nostra organizzazione. Su di

649
5VCc

rT
7
T. 5.

Fig. 10 - Con questo circuito, più precisamente facen- R1 = 2.200 ohm (trimmer)
do opportunamente ruotare il perno del trimmer po- R2 = 100 ohm
tenziometrico, si possono evidenziare quei valori di R3 = 220 ohm
soglia delle tensioni che definiscono l'isteresi di
Schmitt.
T.S. 7413
DL1 = diodo led

Fig. 11 - Piano costruttivo del circuito che,


attraverso il comportamento del diodo led,
consente di interpretare il concetto di isteresi
di'Schmitt.

650
essere inserito nel circuito soltanto in un preci-
so senso, cioè con l'anodo rivolto verso la
resistenza R3. In pratica, il terminale di catodo
si distingue da quello di anodo per essere rap-
presentato da un conduttore con superficie
maggiore.
A proposito dell'alimentazione, ricordiamo an-
cora una volta che questa potrà essere derivata
da un alimentatore stabilizzato, oppure da un
opportuno collegamento di pile, purché non si
superino i limiti di 4,75 V e 5,25 V, pena la
distruzione dell'integrato.

OSCILLATORI AD ONDA QUADRA

Sfruttando l'isteresi del circuito di Schmitt, si


possono realizzare, con pochi componenti e
rapidamente, degli oscillatori ad onda quadra
in una gamma di frequenze di funzionamento
molto vasta.
Il circuito riportato in figura 3 utilizza il trigger
Fig. 12 - Il circuito con il quale si interpreta di Schmitt in veste di oscillatore ad onda qua-
praticamente l'isteresi di Schmitt è stato da noi dra ed il funzionamento è il seguente.
fotografato e qui riprodotto. Inizialmente, il condensatore elettrolitico C 1 è
scarico e ciò significa che agli ingressi, collegati
assieme, della funzione nand, vi è lo stato
logico «O». Pertanto, all'uscita, in virtù del-
l'azione invertende dell'integrato, è presente lo
stato logico «I».
esso si applica, come primo elemento, lo zocco- Alimentando il circuito con l'esatta tensione
lo a basso profilo, i cui piedini, contrariamente richiesta dagli integrati TTL, il condensatore
a quanto avviene nei normali montaggi, non CI comincia a caricarsi attraverso la resistenza
entrano nei corrispondenti fori, in questo caso R I, fino a raggiungere il valore di soglia VH
del tutto assenti, ma debbono essere ripiegati ad precedentemente descritto e citato nel diagram-
angolo retto e saldati a stagno, tramite saldatore ma di figura 9.
dotato di punta sottile, sulle apposite piste. Una volta raggiunto il valore di tensione VH,
Dunque lo zoccolo, il diodo led DLI, le resi- l'uscita 6 commuta nello stato logico «O» facen-
stenze R2 - R3 ed il trimmer R I, così come i do spegnere il diodo led DLI.
vari ponticelli, che assicurano la precisa conti- A questo punto la resistenza R I si comporta
nuità circuitale, vanno inseriti direttamente come un elemento di scarica, che riduce la
sulle piste di rame del circuito stampato e non tensione sui terminali del condensatore Cl fino
dalla parte opposta, giacché la basetta è com- al raggiungimento del valore di soglia VL. Su-
pletamente priva di fori. bito dopo si rinnova il ciclo ora descritto di
L'integrato 7413, che è un doppio nand a carica e scarica, che si ripeterà in continuazio-
quattro ingressi, deve essere inserito nello zoc- ne, finché si continua ad alimentare il dispositi-
colo tenendo presente che il piedino I, chiara- vo.
mente indicato sulla zona in colore dello sche- I valori attribuiti alla resistenza Rl e al conden-
ma di figura 11, si trova da quella parte in cui è satore elettrolitico CI determinano la cadenza
impresso un contrassegno di riconoscimento. delle accensioni e degli spegnimenti del diodo
Se si fa riferimento allo schema a blocchi di led DLI. Più precisamente, diminuendo il va-
figura 3, si può notare come dell'integrato in lore di CI, i lampeggìi aumentano fino a far
questione si sia fatto uso della sola funzione sembrare il diodo costantemente acceso, ma ciò
nand contrassegnata con il numero I. è soltanto un'impressione ottica. Al còntrario.
Per quanto riguarda il diodo led DLI, ricordia- aumentando il valore capacitivo di CI, la fre-
mo che questo è un componente polarizzato, quenza dei lampeggii diminuisce sempre più.
dotato di anodo e di catodo, che deve quindi Se fra i punti contrassegnati con le lettere X -

651
Rl
==IW


1
-' TS

~ _rr
i
5 Il, ~ ox ro
5V
6
+ Il la gY
Cl

Fig. 13- Circuito teorico di un generatore di oscillazioni C1 = 470 F - 16 VI (elettrolitico)


ad onda quadra, che possono essere evidenziate R1 = 470-;- 680 ohm
attraverso il diodo led, oppure ascoltate con una cuffia R2 220 ohm
collegata sui punti X - Y. DL1 = diodo led
T.S. = 7413

Fig. 14 - Schema costruttivo del generatore di oscilla-


zioni ad onda quadra utilizzante un trigger di Schmitt di
tipo 7413.

652
Y, nello schema elettrico di figura 13, si collega Per questo tipo di montaggio valgono le osser-
una cuffia con una resistenza in serie da 330 vazioni e le raccomandazioni fatte in occasione
ohm, si udirà un fischio più o meno acuto, a della presentazione del circuito di figura 11.
seconda dei valori attribuiti alla resistenza R l e Possiamo solo aggiungere che il condensatore
al condensatore Cl. elettrolitico Cl deve essere inserito nel circuito
Le oscillazioni ad onda quadra, generate dal in rispetto delle sue polarità, ossia con il termi-
circuito di figura 13, possono raggiungere l'ele- nale negativo rivolto a massa e quello positivo
vatissimo valore di frequenza di alcuni mega- verso le entrate dell'integrato.
hertz. Le due frecce, riportate sul disegno, indicano i
punti contrassegnati con lettere X-Y sui quali
il lettore potrà eventualmente collegare la cuf-
fia per l'ascolto delle oscillazioni.
MONTAGGIO DELL'OSCILLATORE A conclusione della presente puntata del corso
facciamo notare che, ai fini didattici, sarebbe
Riportiamo in figura 14 il piano costruttivo opportuno che l'allievo eseguisse i montaggi
dell'oscillatore ad onda quadra, che deve essere descritti sostituendo l'integrato 74 I 3 con gli
montato, come al solito, sulla ormai nota pia- altri diversi tipi di trigger di Schmitt già citati,
strina, con circuito stampato, recante la sigla ovviamente cambiando nel modo corretto le
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iabile - Con.trollo volume: a potenziometro i_ 1' Entrata BF:
500 ±50.000 ohm - 2 Entrata BF: 100. +1 megaohm - Alimentazione: 9 Vcc - Impedenza d'u-
scita: 8 ohm - Potenza d'uscita: 1 W lrca.

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corporato . 1 contenitore pile - 1 raccordatore collegamenti pile - 1 circuito stampato - 1 bobina
sintonia - 1 circuito lntegrnto - 1 zoccolo porta integrato - 1 diodo al germanio - 1 commutatore
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- 2 viti fissaggio variabile.

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te, a L. 16.750 con altoparlnte. Le richieste debbono essere fatte inviando anticipatamente gli im-
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PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

Inserite il tagliando in una busta e spedite a:

ELETTRONICA PRATICA I
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

Via Zuretti, 52 - MILANO.

658
LA FUSTA DEL LETTURE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

FOTOTRANSISTOR ULTRASENSIBILE Il componente in suo possesso è un fototransi-


stor di tipo darlington e, quindi, estremamente
Sul fascicolo di maggio di quest'anno è apparso sensibile. E questa è la prima caratteristica di
un articolo, per me molto interessante, riguar- cui occorre tener conto nella realizzazione dei
dante le fotoresistenze e le loro pratiche appli- circuiti fotosensibili. Inoltre, nei confronti della
cazioni, che in pratica si identificano con gli comune fotoresistenza, l'LI4FI vanta delle ca-
interruttori crepuscolari, i fotocomandi a di- ratteristiche certamente superiori. Per esempio,
stanza e i relé fotopilotati. Ora, volendo realiz- è in grado di sopportare tensioni fino al valore
zare i due progetti da voi presentati in quell'oc- massimo di 25 V e correnti di intensità anche di
casione, e non disponendo della necessaria fo- 200 mA, dissipando una potenza di 0,3 W.La
toresistenza, mi sono deciso di interpellarvi, sostituzione da lei auspicata è dunque possibi-
prima di decidermi ad acquistare quel compo- le, in particolar modo perché i progetti, cui fa
nente. Infatti, avendo a disposizione alcuni fo- riferimento, lavorano tutti in corrente continua.
totransistor, di tipo Ll4FI, prodotti dalla Ge- L'unica precauzione da prendere consiste nel
nerai Electric, vorrei chiedervi se è possibile rispettare scrupolosamente le polarità di ali-
utilizzare questi elementi nella realizzazione mentazione, che debbono essere positiva per il
dei progetti citati e, in caso affermativo, quali collettore, negativa per l'emittore. Nel caso in
eventuali varianti si debbono apportare ai cir- cui l'estrema sensibilità del fototransistor do-
cuiti originali per il loro corretto funzionamen- vesse rivelarsi un inconveniente, anziché un
to. L'inserimento del fototransistor nei vari pregio, per una particolare applicazione, si do-
dispositivi apporterebbe il vantaggio delle sue vrà collegare, tra base ed emittore, una resi-
ridotte dimensioni. stenza di valore compreso fra alcuni megaohm
GIOVETTI WALTER (alta sensibilità) e qualche migliaio di ohm
Parma (sensibilità molto ridotta).

659
OSCILLA TORE PER QUARZI
R3
Potendo disporre di un frequenzimetro digitale, 2 c5
X TAL
vorrei con questo individuare la frequenza di
r"
SI
oscillazione di alcuni quarzi, dai quali è scom-
parsa ogni indicazione. Quale circuito mi con-
sigliate di adottare per questo tipo di controlli?
OSSOLA ALESSANDRO
Macerata
",4 TR/
e

:
12

Si serva di questo oscillatore aperiodico, nel


quale è il quarzo stesso che determina l'oscilla-
l. use.

zione. Intervenendo su Cl potrà agevolmente " r' ±


far oscillare il circuito con ogni tipo di quarzo.

Condensatori
C1 = 50 pF (capacimetro)
C2 = 75 pF
c3 = 10.000 pF
C4 = 51 pF
c5 = 100 pF R3 1.000 ohm
R4 680 ohm

Resistenze
Transistor
R1 15.000 ohm
R2 8.200 ohm TR1 = 2N 706

UNA FOTORESISTENZA QUALUNQUE Le consigliamo la realizzazione di un circuite


molto semplice, quello qui pubblicato, per i,
Mi è stata regalata una fotoresistenza sprovvista quale il componente in suo possesso è da consi-
di sigla, della grandezza di una piccola moneta, derarsi idoneo, data la piccola potenza in gioco.
che vorrei utilizzare per la composizione di un
circuito misuratore di luce. R1 = 100 ohm (trimmer)
FR = fotoresistenza (di quals. tipo)
VALENZA GIORGIO TR1 = BC177
Mantova mA = microamperom. (1 m
fondo-scala)
s1 = interrutt.
ALIM. = 3 Vcc

mA

s1
t
660
CAPACIMETRO ACUSTICO condensatore campione che, nello schema qui
riportato, è stato indicato con la lettera C,
Senza far uso del tester o di strumenti specifici, mentre con la sigla CX viene indicato il con-
è possibile individuare approssimativamente il densatore sottoposto ad esame. Lei dovrà rego-
valore capacitivo dei piccoli condensatori? lare il potenziometro R4 in modo da 'tacitare, di
ABBA TE CLAUDIO volta in volta, l'auricolare. In quelle condizioni
Foggia il valore del condensatore campione C sarà
uguale a quello incognito CX.
Possiamo proporle la costruzione di questo
semplicissimo ponte di misura, nel quale l'ele- C1 = 3.300 pF
mento indicatore è rappresentato da un aurico- C2 = 3.300 pF
lare piezoelettrico. Con esso sarà possibile va- R1 = 10.000 ohm
lutare la capacità dei condensatori in una gam-
R2 .- 1 megaohm
R3 = 1 megaohm
ma compresa fra i pochi picofarad e le migliaia R4 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
di picofarad. E ciò si ottiene servendosi di un s1 = interrutt.

e
8

3 ?23

Cl

l
t t"©
;
UR/C{:
o, e

CX

i-! I
c2
D

TR1

In scatola
ALIMENTATORE STABILIZZATO di montaggio

Caratteristiche
Tensione regolabile 5± 13 V
Corr, max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
RIpple 1mV con 0,1A d'usc.
5mV con 0,6A d'usc.
Stabillzz. a 5V d'use. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e ao-


vrariscaldamenti.
PREAMPLIFICATORE MICROFONICO Condensatore

Dentro la base-supporto di un microfono a C1 = 330.000 pF


cristallo vorrei insenre un amplificatore, adat-
tatore di impedenza, onde poter effettuare il
collegamento con l'entrata di un impianto hi-fi. Resistenze
Ovviamente, dato il poco spazio a disposizione,
il circuito dovrebbe essere di tipo miniatura. R1 = 2,2 megaohm (1/8 W)
MESSINEO LUCA R2 470 ohm(1/8W)
Palermo R3 = 2.700 ohm (1/8 W)
R4 = 15.000 ohm (1/8 W)
Realizzi questo circuito che utilizza un mosfet a
singolo gate, seguito da un transistor a basso
rumore. Il primo funge da adattatore di impe- Transistor
denza, il secondo amplifica i segnali. Per Cl TR1 = 40559
consigliamo un condensatore multistrato da (40673)
TR2 = BC109
0.33 F - 50 VI che, pur essendo costoso, è di
dimensioni ridotte.

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 14.500 •
.=,e
."+
4

{A!r
Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
l} lo

hobby, è stato approntato questo uti-


lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva- ................. I

riati componenti e materiali, non sem-


pre reperibili in commercio, ad un '
prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N° 1 saldatore (220 V - 25 W) - N° 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante - N° 1 poggia-saldatore N" 2 boccole isolate
- N" 2 spinotti - N" 2 morsetti-coccodrillo -N" 1 ancoraggio - N° 1 basetta per
montaggi sperimentali - N° 1 contenitore pile-stilo .N" 1 presa polarizzala per
pila 9 V - N° 1 cacciavite miniatura - N" 1 spezzone filo multiplo multicolore.

662
R3

TR1
Il 3

·1
Il 51
·ex-l

.e
E

w,(@) T e
MICRO so .<5 ~
1,5 V
e

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


L.16.850
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, cosi da somiglia-re a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

Contenuto del kit:


n. 3 condensatori - n. 6 resistenze - n. 1 • po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito inte-grato - n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore- n. 1 SCR - n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato ..

Il kit per lucl stroboscopiche, nel quale sono cantenutl tutti gU elementi riprodotti nelle foto,
costa L. 16.850. Per richiederlo occorre Inviare anticipatamente l'importo a mezzo vaglia po,
stale, assegno bancario o cc.p. n. 46013207 intestato a: · STOCK RADIO - 20124 MANO •
Via P. Castaldl, 20 (Telefono 6891945).
ALIMENTATORE A 5 V è in grado di fornire una buona stabilizzazione
con una corrente di 1 A circa, con protezione
Avendo deciso di iniziare lo studio sugli inte- contro i cortocircuiti. L'integrato ICI dovrà
grati digitali attraverso il vostro corso a punta- essere montato su apposito radiatore se lei
te, desidererei costruire un semplice alimenta- vorrà sfruttare completamente la potenzialità
tore stabilizzato a 5 V per poter effettuare gli del componente.
esperimenti da voi presentati.
BAR TOLINI DARIO C1 = 100.000 pF
Bologna C2 = 1.000 F- 16 VI (elettrolitico)
C3 = 220.000 pF (ceramico)
La soluzione più conveniente consiste, senza C4 = 100.000 pF (ceramico)
dubbio, nell'uso di uno stabilizzatore a tre IC1 = 7805
terminali (!Cl), da utilizzare secondo lo sche- P1 = ponte raddrizz. (80 V-1A)
ma qui riportato. Tenga presente che il circuito T1 = trasf. d'alim. (9 V-1A-10W)

7805

T7 E i U

•-
M

4. IU

+
T
1

c2 IICJ Il Ic4

ANTIFURTO PER AUTO In scatola


di montaggio

Il funzionamento dell'antifurto si identifica con una


interruzione ciclica del circuito di alimentazione
della bobina di accensione che, pur consentendo
l'avviamento del motore, fa procedere lentamente
e a strappi l'autovettura.

- E' di facile applicazione.


- Non è commercialmente noto e i malintenzio-
nati non lo conoscono.
Serve pure per la realizzazione di molti altri
dispositivi. L. 15.800

kit aera!f""g,ç2,ç3,,,z;%2
occorre inviare an """ e,e ero sono somerese eeseassegno
l'importo a mezzo vaglia
@ sese@zoe.Per gcne@erte
bancario, circolare o
posta
le,

c.c.p. N. 460
1 3207intestato a: STOCK RAD
IO - 20i24 MILANO - Vi P. Castaldi, 20 - Telet
.

6891945.

664
AMPLIFICATORE LOGARITMICO

M i consta che in taluni amplificatori audio


vengono montati degli strumenti indicatori del- KIT PER CIRCUITI
la tensione d'uscita di tipo logaritmico. Perché?
VISTARCHI ARMANDO
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STAMPATI L. 16.000
Dotato di tutti gli elementi necessari per
la composizione di circuiti stampati su
L'orecchio umano può percepire livelli sonori vetronlte o bachelite, con risultati tali da
entro una gamma molto ampia, ma le sensa- soddisfare anche I tecnici più esigenti, que-
zioni fisiologiche non sono di tipo lineare, bensì sto kit contiene pure la speciale penna
logaritmico. Per esempio, se si vuole avvertire riempita di inchiostro resistente al perclo-
ruro e munita di punta di riserva. Sul di-
una sensazione sonora doppia di quella prodot- spensatore d'Inchiostro della penna è pre-
ta da un qualsiasi amplificatore, occorre quasi sente una valvola che garantisce una lunga
decuplicare il segnale audio. Ed è questa la durata di esercizio ed impedisce l'evapo-
ragione per cui i potenziometri regolatori di razione del liquido.
volume sonoro sono tutti di tipo a variazione
logaritmica. Gli strumenti indicatori, quindi, se
collegati direttamente alle uscite degli amplifi-
catori, si comportano in modo lineare, così da
non fornire alcuna indicazione ai bassi livelli.
Per tale motivo essi debbono essere pilotati da
amplificatori logaritmici come quello qui ripor-
tato.

Consente un controllo visivo conti-


nuo del processo di asporto.
Evita ogni contatto delle mani con
il prodotto finito.
-- E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
- Il contenuto è sufficiente per tratta-
re più di un migliaio di centimetri
quadrati di superfici ramate.
R1

MODALITA' DI RICHIESTE
II kit per circuiti stampatl è corredato di
un pleghevole, riccamente illustrato, in cul
sono elencate e abbondantemente inter-
pretate tutte le operazioni pratlche attra-
verso le quall, sl perviene all'approntamen-
to del circuito. Il suo prezzo, comprensivo
delle spese di spedizione, è di L. 16.000.
c1 = 100.000 pF Le richieste debbono essere fatte Inviando
R1 = 10.000 ohm l'importo iato a: STOCK RADIO • 20124
R2 = 100.000 ohm (trimmer) MILANO - Vla P. Cesteldl, 2O (Tel. 6891945)
D1 = 1N914 a mezzo vaglia postale, assegno bancario,
IC1 = A741 assegno circolare o c.c.p. n. 46013207.
TR1 = 2N2222

665
TENSIONI NEGATIVE nue comprese fra i 9 e i 12 V e dal quale si
possono assorbire ben 50 mA di corrente. La
Dovendo spesso alimentare integrati MOS ed tensione d'uscita negativa dipende da quella
operazionali con tensioni positive e negative e primaria positiva. La stabilizzazione si ottiene
disponendo di un solo alimentatore stabilizza- con il diodo zener DZ, la cui tensione deve
to, mi trovo talvolta in difficoltà, soprattutto corrispondere con quella d'uscita. Per esempio,
per le tensioni negative, con le quali l'assorbi- occorrerà uno zener da 5 V per uscita a 5 V,
mento di corrente si aggira generalmente intor- uno da 6 V per uscita a 6 V
no a pochi milliampere. Perché non presentate
un semplice progetto che, prelevando lalimen-
tazione da quella continua e positiva dell'ali- C1 = 470 pF
mentatore stabilizzato, la trasformi in tensione C2 = 22 µ F- 16 VI (elettrolitico)
negativa? C3 = 22 µF - 16 VI (elettrolitico)
CORSI MICHELE
Pesaro R1 = 4.700 ohm
R2 = 47.000 ohm
A lei occorre un convertitore DC - DC (Direct R3 = 4.700 ohm
Current) da continua a continua, di cui esistono
L1 = imp. AF (1 mH)
in commercio modelli appositamente concepiti. TR1 = 2N2905
Ma se preferisce l'autocostruzione del dispositi- TR2 = 2N1711
vo, allora prenda in considerazione il circuito D1 = 1N914
qui pubblicato, alimentabile con tensioni conti- D2 = 1N914

INVERTER PER BATTERIE LA SCATOLA


12 Vcc-220 Vca- 50 W
DI MONTAGGIO
COSTA

L. 36.500
Una scorta di energia
utile in casa
necessaria in barca,
in roulotte, in auto,
in tenda.

Trasforma la tensione continua della batteria d'auto in tensione alternata a 220 V.


Con esso tutti possono disporre di una scorta di energia elettrica, da utilizzare
in caso di interruzioni di corrente nella rete-luce.

La scatola dl montagglo dell'INVERTER costa L. 36.500. Per richiederla occorre inviare antic!-
patamente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno bancarlo o c.cp. n. 46013207 intestato a:
STOCK RADIO - 20124 MILANO - VI» P. Castaldi, 20 (Telef. 6891945).

666
R3

TR1
a
m e
b

[ Cl
Il Il
D2 (Q
9+12V
TR2 e 11 [ l'-J I I Il ~

4$
u è k
9+
# ~
v. neg.
@
R7 zR2

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 16.500

CARATTERISTICHE:
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Alimentazione: 220 V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 100W istruzioni per l'uso. Ed è partico'lar-
mente adatto per lavori intermi,ttenti
Illuminazione del punto di saldatura
professionali e dilettantistici.

Le richieste del IALDATORE IITANTANIO A PISTOLA ............... falle a: STOCK - RA-


DIO • 20124 MILANO • Via P. CASTALDI 20 (Tele4. 6891945), Inviando anticipa tamente l'Importo di
L 18.SGO■ .................. assegno bancarlo o c.c.p. n, 48013207 (@pese di spedizione
comprese).
RIGENERATORE DI PILE Ni-Cd a SI RI

b
Mi sono accorto che le pile al nichel-cadmio
nuove, lasciate a riposo per parecchio tempo,
perdono la loro carica originale. Esiste un siste- SCR
ma di recupero di tali elementi che, come è
noto, costano assai? o Cl Il+
CALVINO ENRICO

LU
Napoli


Un sistema perfetto rigeneratore delle pile al
nichel-cadmio non esiste. Ma lei potrà servirsi
del dispositivo di cui pubblichiamo uno schema
e che è in grado di rinvigorire le pile difettose,
soltanto quelle al nichel-cadmio e non le pile di
altro tipo, attraverso un apporto violento di
energia, che potremmo definire come uno «sho-
ck». In questo modo si riesce a fondere even-
tuali microscopici cortocircuiti all'interno del- C1 10.000 F - 60 VI (elettrolitico)
l'elettrolita. Ripetendo lo «shock» per due o tre R1 250 ohm - 10W
volte si ottiene generalmente il ripristino della SCR 2,5 A - 400 V
funzionalità della pila. s1 deviatore

REGOLATORE DI POTENZA
IN SCATOLA
Con questo dispositivo è possibile
DI MONTAGGIO
controllare:

1 - La luminosità delle lampade e dei


L. 13.500
lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2 - La velocità di piccoli motori elet-


trici.

3 - La temperatura di un saldatore.

4 - La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Potenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)

La scatola di montaggio del REGOLATORE DI POTENZA costa L. 13.500. Per richlederla occorre
lnvlare anticipatamente l'importo a mezzo vaglla postale, assegno bancario o c.c.p. n, 46013207
citando chiaramente Il tipo di kit desiderato e Intestando a: STOCK RADIO - 20124 MILANO •
Via P. Castaldi, 20 (Telef. 6891945). Nel prezzo sono comprese le spese di spedlzlone.

668
RX PER PRINCIPIANTI

Essendo un principiante di elettronica, vorrei


costruirmi un semplicissimo ricevitore per on-
de medie con ascolto in cuffia. Quale circuito
'OSCILLATORE
potete consigliarmi?
MONTAGNOLI LUIGI
Brescia
MORSE
Necessario a tutti i candidati alla patente di
Il più semplice fra tutti i ricevitori è certamente radioamatore. Utile per agevolare lo studio e
quello privo di alimentazione, per il cui ascolto la pratica di trasmissione di segnali radio in
codice Morse.
occorrono una efficientissima antenna e un
buon collegamento di terra. La bobina Li è di
tipo per onde medie, avvolta su nucleo di ferrite,
di facile reperibilità commerciale. Volendo in-
serire nel circuito di sintonia un comando ma-
nuale, occorrerà sostituire il condensatore fisso
Cl con uno variabile ad aria da 350 pF circa.

IN SCATOLA DI MONTAGGIO
L. 18.500

II kit contiene: n. 5 condensatori ceramici


n. 4 resistenze - n. 2 transistor - n. 2 trimmer

# fGs
potenziometrici - n. 1 altoparlante - n. 1 cir-
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata- n. 1

3
pila a 9 V - n. 1 tasto telegrafico- n. 1 matas-
sina filo flessibile per collegamenti - n. 1 ma-
tassina filo-stagno.
e

CARATTERISTICHE
Controllo di tono
Controllo di volume
Ascolto in altoparlante
T Alimentazione a pila da 9 V

La scatola di montaggio dell'OSCILLATORE


C1 = 220 pF MORSE deve essere richiesta a: STOCK RADIO
- 20124 MILANO - Via P. Casta ldi, 2O (Telet.
TR1 = AC126 6891945) inviando anticipatamen te l'importo
L1 = bobina di L. 18.500 a mezzo vaglia postale, assegno
CUFFIA= 600 ohm bancario o c.c.p. n. 46013207. Nel prezzo so-
no comprese le spese di spedizione.

669
SIRENA POLIVALENTE Condensatori

Attraverso una semplice realizzazione, di basso c1 = 3,3 F- 12 VI (elettrolitico)


costo, vorrei realizzare una piccola sirena elet- C2 = 5.000 pF
tronica in grado di generare, a piacere, una nota
C3 = 5.000 pF
continua o intermittente e, se possibile, anche
C4 = 100.000 pF

una bitonale.
PRADERIO PAOLO Resistenze
Varese
R1 = 2.200 ohm
Servendosi di un integrato operazionale, tipo
R2 = 100.000 ohm
556, che è un doppio timer, lei potrà ottenere i
R3 = 5.000 ohm
R4 = 5.000 ohm
tre diversi funzionamenti desiderati. Una delle R5 = 100.000 ohm
due sezioni di ICI, infatti, opera attorno ai R6 = 220 ohm
2.500 Hz, l'altra è invece regolata per oscillare
a 2 Hz circa. Commutando l'uscita di quest'ul-
tima si ottengono le tre differenti emissioni. In Varie
particolare, con SI in posizione 2, si ottiene un IC1 = 556 (integrato)
suono continuo, con SI su 3 il funzionamento AP = altoparlante (16 ohm - 0,5 W)
dell'oscillatore diviene intermittente, mentre in s1 = comm. mult. (1 via - 3 posiz.)
posizione I si ha un 'oscillazione bitonale da s2 = interrutt.
2.000 a 2.500 Hz. ALIM. = 6 Vcc

RICEVITORE PER ONDE CORTE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO L.16.200

COMPLETO DI AURICOLARE A CRlSTALlO


AD ALTA IMPEDENZA

ESTENSIONE DI GAMMA: 6 MHz 18 MHz


RICEZIONE IN MODULAZIONE D'AMPIEZZA '
SENSIBILITA': 10 uV + 15 V

670
RI
Il 52
2 (ne)

3
----, Il
4 14 13 5 10
U
e
R2 I

2 6 3
IC1
7 11
#5
9
R6
aut
6V
@

+ AP
C2 C3 c4
Cl

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
AL. 19.500
CARATTERISTICHE
Circuito a tre canali
Controllo toni altl
Controllo toni medi
Controllo toni bassi
Carico medio per canale: 600 W
Carico max. per canale: 1.400 W
Allmentazlone: 220 V {rete-luce)
Isolamento a trasformatore

Il Idi per lucl plloll ....... Ml quale IOIIO ...,.._. tutti gli elementi riprodotti nelle foto,
collil L. 19.500. Per richlederlo occorre
Imvlare anticipata mente l'importo a mezzo vaglia po-
stale, assegno bancario o c.c.p. n. 46013207 Intestato a: STOCK RADIO - 2O124 MILANO •
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NUOVO PACCO DEL PRINCIPIANTE


Una collezione di dodici fascicoli arretrati accuratamente selezionati fra quelli che hanno
riscosso il maggior successo nel tempo passato.

ELETTROIIC.&
.;;=•":'.:,-,;,-::PRATJCA
ELETTROIICA
E= 7: PRATICA a poso t vqtpnan
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«+ MT#AI!
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~·-e··
RIVWHO~
E ~

t
E.U:.'.TTRO
STATICI

@

L. 12.000
Per agevolare l'opera di chi, per la prima volta, è impegnato nella ricerca degli elementi
didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è l'elettronica del tempo libero,
abbiamo approntato un insieme di riviste che, acquistate separatamente, verrebbero a
costare L. 3.000 ciascuna, ma che in un blocco unico, anziché L. 36.000, si possono avere
per sole L. 12.000.
ALIMENTATORE IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
PROFESSIONALE L. 49.200
e STABILIZZAZIONE PERFETTA FRA 5,7 e 14,5 Vcc e CORRENTE DI LAVORO: 2,2 A

Di facilissima costruzione e di grande utilità nel la-


boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato è
dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e
14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2 A): regolabile fra
5,7 e 14,5 Vcc
Stabilizzazione: - 100 mV
Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata,
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
- n. 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
- n. 3 Condensatori elettrolitici
- n. 3 Condensatori normali
- n. 3 Transistor
- n. Diodo zener
- n. Raddrizzatore
- n. Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta)
- n. Circuito stampato
- n. Bustlna grasso di silicone
- n. Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
- n. Voltmetro (con due resistenze presaldate)

- n. 1 Cordone di alimentazione (gommino-passante)


- n. 2 Boccole (rossa-nera)
n. 1 Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. t Porta-fusibile completo
- n. 1 Interruttore .di rete
n. 1 Manopola per potenziometro
n. t Potenziometro (rondella e dado)
n. 1 Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 dadi, 2
rondelle)
- n. 1 Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2 viti au-
to filettanti)
- n. 1 Pannello frontale serigrafato
n. 7 Spezzoni di filo (colori diversi)
- n. 2 Spezzoni tubetto sterling
MICR0TRASMETTIT0RE
FM CON CIRCUITO
INTEGRATO
CARATTERISTICHE
Tipo di emissione in modulazione di frequenza
Gamma di lavoro 88 +- 108 MHz
Potenza d'uscita 10 + 40 mW
Alimentazione con pila a 9 V
Assorbimento 2,5 + 5 mA
Dimensioni 5,5 x 5,3 cm (esci. pila)

Funzionamento garantito anche per i principianti - Assoluta semplicità di montaggio -


Portata superiore al migliaio di metri con uso di antenna.

in scatola di montaggio
L 12.700
Gli elementi fondamentali, che ca-
ratterizzano il progetto del microtra-
smettitore tascabile, sono: la mas-
sima semplicità di montaggio del
circuito e l'immediato e sicuro fun-
zionamento. Due elementi, questi,
s E che sicuramente invoglieranno tut-
ti i principianti, anche quelli eh-e
sono privi di nozioni tecniche, a
costruirlo ed usarlo nelle occasio-
ni più propizie, per motivi profes-
sionali o sociali, per scopi protet-
tivi e preventivi, per divertimento.
vieta.eess re.guerce
DI ELETTRONICA - RADIO - CB • 27 MHz
PRATICA
A&
PERIODICO MENSILE - SPED. IN ABB. POST. GR. 3°/70
ANNO XIII- N. 12- DICEMBRE 1984
L. 2.500

GENERALITÀ RIVELATORE
SULLE DI
ANTENNE PROSSIMITÀ

ELETTRO
STIMOLATORE
Tutti gli strumenti
di misura e di STRUMENTI DI MISURA
controllo pubblicizzati
in questa pagina
possono essere
E DI CONTROLLO
richiesti a:
ELETTRONICI
STOCK RADIO

OSCILLATORE MODULATO
mod. AM/FM/30 L. 169.600 CARATTERISTICHE TECNICHE
GAMME A B D
RANGES 100 +400Kc 400 + 1200Kc 1,1+3,8Mc 3,5+ 12Mc

GAMME E F G
RANGES 12+40Mc 40+130Mc 80+ 260Mc

TESTER ANALIZZATORE - mod. ALFA


(sensibilità 20.000 ohm/volt)

NOVITA'
ASSOLUTA!
Questo generatore, data la sua larga banda di frequen-
za consente con molta facilità l'allineamento di tutte Questo tester
le apparecchiature operanti in onde medie, onde lun- analizzatore è
ghe, onde corte, ed in tutta la gamma di VHF. Il qua- interamente protetto
drante delle frequenze è di grandi dimensioni che con-
da qualsiasi
sente una facile lettura.
Dimensioni: 250x170x90 mm errore di manovra
o dì misura,
che non provoca
alcun danno al
CARATTERISTICHE TECNICHE
circuito interno.
Tensioni continue 100 mV-2V-5V-50V- 200 V- 1.000 V
Tensioni alternate
Correnti continue
1 O V-25V- 250V- 1 .000 V
50 (A- 0,5 mA - 10mA - 50 mA - 1 A
L 46.50
Correnti alternate 1,5 mA - 30 mA - 150 mA - 3 A
Ohm 2x1-Ox100 - Ox1.000 Ottimo ed originale strumento di misure appositamente stu-
diato e realizzato per i principianti.
Volt output 1 O Vca - 25 Vca - 250 Vca - 1.000 Vca
Decibel 22 dB - 30 dB - 50 dB - 62 dB La protezione totale dalle errate inserzioni è ottenuta me-
Capacità da O a 50 F - da O a 500 F diante uno scaricatore a gas e due fusibili.

CARATTERISTICHE GENERALI
Assoluta protezione dalle errate manovre dell'operatore. - Scala a specchio, sviluppo scala mm. 95.- Garanzia di fun-
zionamento elettrico anche in condizioni ambientali non favorevoli. - Galvanometro a nucleo magnetico schermato con-
tro i campi magnetici esterni. - Sospensioni antiurto. - Robustezza e insensibilità del galvanometro agli urti e al tra-
sporto. - Misura balistica con alimentazione a mezzo batteria interna.

SIGNAL LAUNCHER (Generatore di segnali)


Costruito nelle due versioni per Radio e Televisione. Particolarmente adatto per localizzare velocemente i guasti nei ra-
dioricevitori, amplificatori, fonovaligie, autoradio, televisori.

CARATTERISTICHE TECNICHE,
L. 17.150 CARATTERISTICHE TECNICHE, L
MOD. RADIO
Frequenza 1 Kc
MOD. TELEVISIONE
Frequenza 250 Kc
20.600
Armoniche fino a 50 Mc Armoniche fino a 500 Mc
Uscita 10,5 V eff. Uscita 5 V eff.
30 V pp. 15 V eff.
Dimensioni 12x160mm Dimensioni 12x 160 mm
Peso 40 grs. Peso 40 grs.
Tensione massima Tensione massima
applicabile al puntale 500 V applicabile al puntale 500 V
Corrente della batteria 2 mA Corrente della batteria 50 mA
ELETTRONICA
PRATICA
È una rivista che in edicola si esaurisce presto
PER NON RIMANERNE SPROVVISTI
PER RICEVERLA PUNTUALMENTE A CASA VOSTRA

ABBONATEVI
±$ a

CANONI D'ABBONAMENTO
PER L'ITALIA L. 25.000 (senza dono)

L. 30.000 ( con dono)

PER L'ESTERO L. 35.000 (senza dono)

MODALITÀ D'ABBONAMENTO
Per effettuare un nuovo abbonamento, o per rinnovare quello scaduto, occorre
inviare il canone tramite vaglia postale, assegno bancario o circolare, oppure
a mezzo conto corrente postale N. 916205 intestati e indirizzati a: ELETTRO-
NICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52. I versamenti possono
effettuarsi anche presso la nostra sede.
Questa modernissima

CUFFIA
STEREOFONICA
viene inviata

IN REGALO
ai vecchi e nuovi abbonati
che invieranno il canone di
L. 30.000
CARATTERISTICHE
Trasduttore acustico tipo OPEN-AIR Peso: 50 gr.
Impedenza: 50 ohm a 1 KHz Spinotto tipo stereo 3,5 mm.
Risposta in freq.: 20 Hz ---;.- 20.000 Hz Lunghezza cavo: 1,5 m.
Hi-Fi fino a 150 mW di eccitazione Archetto regolabile
Sensibilità: 94 dB/mW Padiglioni in gomma-spugna

È necessaria per la realizzazione di gran parte dei progetti presentati su questo periodico. Ma
costituisce l'elemento ideale per chi fa dello jogging, per i CB, per gli OM, per gli SWL, perché la sua
ultraleggerezza non stanca neppure durante gli ascolti prolungati.

Con essa è possibile trasformare le modeste riproduzioni audio, ottenute con i piccoli altoparlanti, in
ascolti ad alta fedeltà, collegandola con le uscite di radioline, piccoli registratori o impianti di bassa
frequenza.

Consente un notevole risparmio delle pile di alimentazione, perché la cuffia, con il suo basso livello
sonoro, assorbe una minore quantità di corrente.
ELETTRONICA
PRATICA
Via Zuretti, 52 Milano - Tel. 6891945

ANNO 13 - N. 12 - DICEMBRE 1984


.)

LA COPERTINA - Presenta i due dispositivi de-


scritti nelle prime pagine di questo fascicolo: il
rivelatore di vicinanza, più in alto, e l'elettrostimo-
latore per agopuntura, in basso. Quest'ultimo è
proposto ai lettori in scatola di montaggio ad un
prezzo assolutamente vantaggioso.
I

editrice
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
Sommario
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO
ELETTROSTIMOLATORE 676
PER AGOPUNTURA
stampa IN SCATOLA DI MONTAGGIO
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ALBAIRATE- MILANO
RIVELATORE DI VICINANZA 684
Distributore esclusivo per l'lta- ( DI PERSONE - ANIMALI - AUTO
lia: CON USCITA IN RELÉ
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27 - 20126 Milano tel. 2526 -
autorizzazione Tribunale Civile
di Milano- N. 74 del STRUMENTI DI MISURA 692
29-2-1972 - pubblicità interio- GALVANOMETRI - VOLTMETRI
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numeri) PER L'ITALIA L.
25.000 - ABBONAMENTO AN-
NUO (12 numeri) PER L'ESTE- LE PAGINE DEL CB 708
RO L. 35.000.
TEORIA SULLE ANTENNE
DIREZIONE - AMMINISTRA-
ZIONE - PUBBLICITÀ - VIA
ZURETTI 52 - 20125 MILANO. VENDITE - ACQUISTI - PERMUTE 716
Tutti i diritti di proprietà lette-
raria ed artistica sono riservati
a termine di Legge per tutti i LA POST A DEL LETTORE 721
Paesi. I manoscritti, i disegni,
le fotografie, anche se non
pubblicati, non si restituisco- INDICE DELL'ANNATA 1984 734
no.
ELETTRO

La stimolazione elettrica dei tessuti nervosi e veste circuitale alquanto semplice, esente da
muscolari, esercitata attraverso la cute, non è qualsiasi pericolo, perché alimentato a pila, e
certo una novità per nessuno. Nè per quei ad un prezzo accessibile a tutte le borse.
lettori che, in precedenti fascicoli di questa Diciamo subito a tutti che il campo dell'elettro-
stessa rivista, hanno già colto l'occasione per terapia si presenta, ancora oggi, vasto e confu-
realizzare alcuni apparati elettromedicali per so, soprattutto per l'enorme varietà di tipi di
usi eccitomotori, nè per coloro che seguono correnti introdotte nel settore sanitario negli
fedelmente i programmi televisivi delle emit- ultimi anni. Mentre rimane indiscusso l'effetto
tenti private che, proprio in questi tempi, stan- curativo di questo moderno metodo di inter-
no pubblicizzando una miriade di questi stru- vento sull'organismo umano. Perché, quale che
menti, variamente denominati, ma tutti con sia l'indicazione dell'elettrostimolazione tera-
finalità terapeutiche attraverso l'elettricità. peutica, l'obiettivo dell'applicazione è la con-
È invece una grossa novità l'approntamento in trazione del muscolo o di un gruppo di fibre sui
scatola di montaggio di un apparecchio del quali l'elettroterapia continua a rivelarsi un
genere, che viene proposto al pubblico in una mezzo terapeutico insostituibile.

GII apparecchi elettrostimolatori dei muscoli stanno riscuoten-


do, in questi tempi, un indubbio successo. Medici e terapisti
generici ne fanno uso con cognizione di causa od empirica-
mente, ma ora anche I dllettantl se ne servono per uso perso-
nale o familiare, con notevole risparmio di tempo e denaro.

676
IN SCATOLA
DI MONTAGGIO

L. 21.000

SCELTA DELLA CORRENTE come insegna la medicina, egli si prefigge di


raggiungere i seguenti obiettivi:
Il problema pratico della stimolazione dei mu-
scoli si risolve in una prescrizione di estrema 1 • - Migliorare lo stato di nutrizione dei tessuti.
semplicità: è terapeuticamente efficace qualun-
que stimolo che permetta di ottenere una con- 2°- Provocare, mediante una necrosi localizza-
trazione valida del muscolo o delle fibre mu- ta, la distruzione di formazioni patologiche.
scolari, purché il soggetto trattato sia in grado 3° - Introdurre nell'organismo sostanze medica-
di tollerarlo. E ciò significa cheoccorre sceglie- mentose.
re lo stimolo più efficace, fra tutti quelli dispo-
nibili, con il minimo disturbo del paziente. ma 4" - Determinare la contrazione di muscoli stria-
qui il terapista non ha che l'imbarazzo della ti e lisci.
scelta, dato che gli attuali apparati presenti in 5° - Provocare modifiche dell'eccitabilità del si-
commercio si differenziano, attraverso un'am- stema nervosi.
pia varietà di modelli, per la qualità degli
impulsi' generati, che assumono forme, intensi- Ma per raggiungere risultati precisi, occorre
tà e durate diverse. In ogni caso con essi, così servirsi di una delle tante correnti variabili, che

Sostituisce validamente gli analoghi e costosi modelli professionali.

È alimentato a pile per non creare motivi di' pericoli elettrici.

Appartiene alla categoria degli apparati elettromedicali dell'agopuntura.

677
R1

Il Il Il Il
7 8 I Il R,~TR1

IC1 3l l J ??
e

r
6 2 use.
5
D1
I
LN
Cl

--·---1- 1
.-. ...
I

PILA
~ 13,5v G

Fig. 1 - Circuito elettrico dello stimolatore muscolare elettronico. Per usi diversi da
quelll terapeutici, la tensione di 13,5 V può essere ridotta a 9 V. La resistenza R6,
non contenuta nel kit, è incorporata con la lampada al neon LN. Con il trimmer R1 ai
regola la frequenza degli Impulsi, con quello siglato R4 si controlla l'ampiezza degli
impulsi in uscita.

--------COMPONENTI-----
Condensatore Varie
c1 = 500.000 pF IC1 = integrato mod. 555
TR1 = transistor mod. 2N2905
Resistenze D1 = diodo al silicio 1 N4004
R1 = 2,2 megaohm (trimmer) T1 = trasf. (6 v- 220 V - 80 mA)
R2 = 6.800 ohm (blu - grigio - rosso) LN = lampada al neon con R6 incorpor.
R3 = 47.000 ohm (giallo - viola - arancio) ALIM. = 13,5 V
R4 = 4.700 ohm (trimmer)
R5 = 2.700 ohm (rosso - viola - rosso)
R6 = resist, incorpor. con LN

la tecnologia attuale mette a disposizione degli degli impulsi, alla presenza e alla durata degli
operatori che esercitano attività terapeutiche, intervalli, alla direzione del flusso.
la cui intensità varia nel tempo secondo formu- Naturalmente, non potendo proporre un cir-
le diverse, in rapporto alla forma e alla durata cuito per ogni tipo di corrente, abbiamo voluto

678
~

)
v)
:::,

Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo elettronico dello stimolatore muscolare. Tutti i
componenti necessari per la realizzazione del circuito, qui raffigurato, sono conte-
nuti nel kit. I cavi di conduzione della tensione di alimentazione debbono essere
saldati a stagno sui terminali 1-2, senza errori di scambio di polarità.

presentare un progetto di elettrostimolatore per l'operatore che l'apparecchio è in funzione.


usi più comuni, in grado di trasformare la bassa Coloro che volessero adibire l'elettrostimolato-
tensione di una pila e la sua corrente continua re muscolare ad usi sperimentali o diversi da
in una sequenza di impulsi a frequenza e ad quelli terapeutici, potranno alimentare il cir-
ampiezza regolabili, ossia in una corrente pul- cuito con una normale pila di piccole dimen-
sante con picchi di tensioni elevati. Ma vedia- sioni da 9 V, servendosi dell'apposita presa
mo subito in qual modo ciò è stato possibile. polarizzata.

CONVERTITORE DI TENSIONE OSCILLATORE ASTABILE

li circuito del convertitore di tensione, presen- L'elemento principale del circuito di figura 1 è
tato in figura 1, viene alimentato con la tensio- costituito da un oscillatore, realizzato per mez-
ne continua di 13,5 V, erogata da tre pile piatte, zo del noto integrato 555 il quale, come i nostri
da 4,5 V ciascuna, collegate in serie tra di loro. lettori sanno, è stato progettato principalmente
Questa tensione, tramite l'integrato IC l, il tran- per la realizzazione di apparati temporizzatori
sistor TR 1 e il trasformatore T 1, viene conver- di precisione, ma che può anche adattarsi a
tita in una tensione variabile, la cui forma moltissime altre applicazioni pratiche, in virtù
d'onda non è quella di una sinusoide e neppure della sua particolare architettura costruttiva. In
quella di, un'onda quadra, ma assume questo caso, infatti, il componente viene colle-
un'espressione di tipo impulsivo. gato in circuito multivibratore astabile. Nel
Questi impulsi possono essere visti ed analizza- quale, il condensatore Cl rappresenta l'elemen-
ti attraverso un oscilloscopio, ma la loro pre- to primario di temporizzazione, mentre la fre-
senza viene segnalata dalla lampada al neon quenza di ripetizione degli impulsi dipende,
LN la quale, con il suo lampeggiare, segue il oltre che da Cl, dalla resistenza R3 e dal
ritmo degli impulsi stessi, facendo capire al- trimmer R 1, la cui regolazione con i valori
679
Fig. 3- Disegno in grandezza naturale, ossia in scala unitaria, del circuito stampato
sul quale deve essere composto il modulo elettronico dello stimolatore muscolare.

attribuiti ai componenti nell'apposito elenco, Con Rl tutto inserito: 0,5 Hz


consente di disporre di una gamma di frequen- Con Rl tutto escluso: 20 Hz
ze che si estendono da 0,5 Hz a 20 Hz. In
pratica si ha: La durata dell'impulso dipende essenzialmente
da CI e dalla resistenza R2. Ma nel progetto di
figura I non si è ritenuto necessario introdurre
un controllo di variabilità di tale parametro,
anche se nulla vieta di sostituire la resistenza
+180 y R2 con un trimmer. In tal caso, il circuito si
arricchirebbe di un terzo comando, che si ag-
8y giungerebbe ai due già previsti, ossia:

Rl = controllo frequenza degli impulsi


R4 = controllo ampiezza degli impulsi

L'eventuale trimmer R2 rappresenterebbe il


controllo manuale di durata degli impulsi.
- 270 V Continuiamo ora con l'esame dell'integrato ICI
e, più precisamente, con quello dei suoi piedi-
ni, sui quali il lettore dovrà effettuare i collega-
menti con cognizione di causa.
Il terminale I dell'integrato 555 corrisponde
alla massa del dispositivo, cioè alla massa gene-
rale del circuito. Su di esso non c'è motivo di
soffermarsi, data l'elementarità del concetto,
anche se il terminale assume notevole impor-
tanza perché ad esso fa capo la linea della
Fig. 4 - Il diagramma riportato in alto si riferisce all'in-
terpretazione grafica degli impulsi presenti sulle boc- tensione negativa di alimentazione.
cole d'uscita. Quello in basso interpreta l'andamento Il terminale 2, cui corrisponde il circuito d'en-
della tensione uscente sul collettore del transistor TR1. trata di trigger, viene collegato direttamente
I valori riportati in figura e le forme d'onda disegnate con il terminale 6, che rappresenta l'ingresso
dipendono dalla regolazione della frequenza degli im-
pulsi effettuata tramite il trimmer R1. attivo del comparatore di reset e viene connesso
con il condensatore esterno CI di temporizza-
zione, allo scopo di ottenere lo scatto dell'usci-

680
2

5 •
Re
(o
y
o
ty
USCITA

MANOPOLE

Fig. 5 - Per conferire al dispositivo stimolatore muscolare un aspetto semiprofessio-


nale, conviene inserire Il modulo elettronico in un contenitore, unitamente alle pile di
alimentazione, secondo quanto indicato in questo disegno.

ta quando la tensione, presente su Cl, supera il AMPLIFICAZIONE DEI SEGNALI


valore della soglia di controllo.
Il terminale 7 dell'integrato rappresenta l'uscita Il pilotaggio del transistor TR I, che è un PNP
di collettore del transistor di scarica interno, il modello 2N2905, avviene per mezzo del trim-
quale rimane all'interdizione quando l'uscita è mer R4 che, come abbiamo detto, consente di
alta, mentre raggiunge la saturazione quando dosare la quantità di segnale da applicare alla
l'uscita si approssima al valore di zero volt. base del componente, fungendo di conseguenza
Esso viene quindi collegato con il condensatore da elemento regolatore dell'ampiezza dei se-
CI, allo scopo di provocare la scarica automati- gnali uscenti dal circuito.
ca nella condizione di reset. Il collettore di TR I pilota un piccolo trasfor-
Al terminale 8 si applica la tensione di alimen- matore elevatore di tensione, sul cui avvolgi-
tazione positiva dell'intero circuito dell'inte- mento secondario è disponibile un segnale la
grato 555. Questo valore può variare fra i 5 V e cui forma d'onda è riportata in A di figura 4.
i 18 Vmax. Mentre in B della stessa figura è disegnato il
Il terminale 3 costituisce l'uscita dell'integrato diagramma relativo al segnale uscente dal ter-
ICI. In esso è disponibile un segnale ad onda minale 3 dell'integrato ICI. Ma a questo punto
quadra non simmetrico, in grado di pilotare il ci preme ricordare che le forme d'onda di figura
successivo stadio amplificatore. 4, e così pure i valori in esse citati, sono

681
trimmer Rl regolato al massimo, la lampada
LN non sembra più lampeggiare, ma offre la
sensazione di rimanere sempre accesa.

MONTAGGIO DEL CIRCUITO

Dato il numero ridotto di componenti, il cir-


cuito dell'elettrostimolatore muscolare è di fa-
cile realizzazione pratica. Tenendo sott'occhio
5mm I/ il piano costruttivo di figura 2, si applicano,
sulla basetta del circuito stampato, ovviamente
T cSt dalla parte opposta a quella in cui sono presen-
ti le piste di rame, i componenti più piccoli: le
tre resistenze, l'integrato IC l, il transistor TR 1,
il condensatore Cl, il diodo al silicio D 1 e i
quattro capicorda, che vanno inseriti nei fori
Fig. 6 - Gli elettrodi, necessari per praticare l'agopuntu- contrassegnati con i numeri 1 - 2-3-4. Per
ra sulla cute, non sono contenuti nel kit. La realizzazio-
ne di questi deve essere effettuata con mezzi di fortuna ultimi, invece, si applicheranno i componenti
secondo quanto Illustrato nel disegno, i cui elementi di di maggior volume, cioè il trasformatore T l e i
composizione sono: chiodi ottonati (1) - cilindretto di due trimmer Rl - R4.
plastica (2) - tubetto di plastica (3) - cavetti flessibili (4) Naturalmente, prima di montare gli elementi
- spinotti (5).
TR l - D l e IC 1 ci si dovrà accertare perfetta-
mente sull'esatta posizione degli elettrodi. Per
esempio, per l'integrato ICI, il terminale l,
chiaramente siglato sul circuito stampato, si
trova da quella parte del componente in cui è
puramente indicativi, in quanto variabili in visibile, sulla faccia- superiore, un piccolo con-
seguito ad eventuali regolazioni dei trimmer R I trassegno (dischetto). Per il transistor TR l, in-
ed R4. vece, fa da guida la piccola tacca metallica
Per quanto riguarda il trasformatore T 1, faccia- ricavata fra l'elettrodo di emittore e quello di
mo notare che non si tratta di un componente collettore. Il diodo al silicio D l, al contrario
speciale, ma di un trasformatore di piccola delle resistenze e del condensatore Cl, che
potenza, del tipo di quelli normalmente usati possono essere inseriti nel circuito senza preoc-
per ridurre la tensione di rete di 220 V al valore cupazione alcuna per il loro orientamento, è un
di 6 V+ 6 V. In questo caso, però il trasforma- componente dotato di anodo e di catodo; deve
tore viene utilizzato con rapporto invertito, quindi essere applicato al circuito in un senso
ossia con l'avvolgimento secondario in veste di preciso, ossia con l'anodo rivolto verso l'ester-
avvolgimento primario. Mentre ci si serve di no. Ma ciò è chiaramente illustrato nello sche-
una sola sezione delle due a 6 V + 6 V. ma costruttivo di figura 2, dove si vede che
La lampada al neon LN, con resistenza di l'elettrodo, in prossimità del quale è presente
protezione incorporata, sostituisce un eventua- un anello di riferimento, ossia il catodo, è
le oscilloscopio per la visualizzazione degli rivolto verso il collettore del transistor TR I.
impulsi d'uscita. Dunque la resistenza R6 è Sui terminali 1 - 2 si collegano i conduttori
incorporata con la stessa lampada LN. della tensione positiva e negativa, la quale può
L'uscita del circuito deve essere collegata con essere quella derivata da un insieme di tre pile
gli elettrodi stimolatori descritti più avanti. Per piatte da 4,5 V ciascuna, collegate in serie tra di
ora, a conclusione dell'analisi del circuito teori- loro, oppure, in caso di impieghi di poco inte-
co di figura l, facciamo notare che le linee resse, quella proveniente da una piccola pila da
tratteggiate, riportate in questa stessa figura, 9 V.
racchiudono la parte elettrica del progetto che La lampada al neon LN, dotata di resistenza di
va montata su circuito stampato. Ricordiamo limitazione di corrente, deve essere collegata
inoltre che, diminuendo l'ampiezza del segnale sui terminali 3-4.
tramite il trimmer R4, si raggiunge un punto in Nello schema elettrico di figura l si può notare,
cui, nonostante il corretto funzionamento del accanto ad una estremità dell'avvolgimento a 6
circuito, la lampada al neon LN non riesce ad V + 6 V, la sigla NC, che sta ad indicare che
innescarsi, ossia rimane spenta. Mentre con il questo terminale del trasformatore T l non vie-

682
ne utilizzato (Non Collegato). In corrisponden- Tenendo conto dell'uso specifico cui è destuna
za di questo, sul circuito stampato, è presente to lo stimolatore muscolare elettronico,
un dischetto di rame isolato dalle altre piste del dovrà servire di cavetti conduttori di tipo molt
circuito. flessibile. Sulle loro estremità si applicherann
Coloro che, a lavoro ultimato, volessero con- due spinotti, per agevolare l'innesto con le
trollare alcuni valori di tensione e di corrente, apposite boccole disegnate in figura 5,
sappiano che l'assorbimento di corrente del costituiscono l'uscita del circuito.
circuito, regolato sul valore massimo di fre- Durante l'uso, i due chiodi andranno soltanto
quenza si aggira intorno ai 25 mA. Questo appoggiati sulla pelle la quale, se di natura
valore scende a circa 3 mA quando il dispositi- molto secca, potrà all'occorrenza essere legger-
vo è regolato sui valori delle frequenze più mente inumidita con un po' d'acqua, ma non
basse. bagnata.
Qualora si volessero rilevare l'entità della ten-
sione in uscita, servendosi di un tester da
20.000 ohm x volt, si potranno ottenere segna-
lazioni di 30 Vca, con il dispositivo regolato sul
massimo valore di frequenza degli impulsi. Ciò
contrasta apparentemente con quanto afferma-
to in sede di esposizione teorica, dove sono stati
IL KIT DELL'
segnalati picchi di tensione molto elevati, an-
che attraverso la presentazione delle forme ELETTROSTIMOLATORE
d'onda diagrammate in figura 4. Ma una tale
indicazione del tester è del tutto normale, in COSTA L. 21.000
quanto l'inerzia dell'indice dello strumento
non è assolutamente in grado di seguire l'anda-
mento dei rapidi impulsi di tensione positivi e
negativi.
Coloro che volessero conferire all'apparato un
aspetto esteriore semiprofessionale, potranno
inserire il modulo elettronico, le pile di alimen-
tazione, la lampada al neon LN, le due boccole
e l'interruttore SI in un adatto contenitore. In
figura 5 è riportato un esempio di tale soluzio-
ne costruttiva.

REALIZZAZIONE DEGLI ELETTRODI

Gli elettrodi o puntali, sono gli elementi che


applicano gli impulsi elettrici direttamente sul-
la cute sovrastante la parte dell'organismo ma-
lato. Questi, che non sono contenuti nella sca-
tola di montaggio approntata dalla nostra orga- CONTENUTO:
nizzazione, dovranno essere costruiti dal lettore N. 3 resistenze - N. 2 trimmer - N. 1 circuito stampato -
secondo quanto illustrato in figura 6. N. 1 transistor - N. 1 trasformatore - N. 1 diodo al silicio
I due puntali veri e propri sono rappresentati - N. 1 integrato - N. 1 condensatore - N. 4 capicorda
(pagliuzze) - N. 1 lampada al neon con resist. incorpor.
da due chiodi, scelti fra quelli di medie dimen-
sioni e con aspetto dorato (ottonati). Questi
verranno infilati in un cilindretto di materiale
isolante, come ad esempio la plastica o il te-
Il kit dell'ELETTROSTIMOLATORE, nel quale sono con-
flon, mentre è vietato l'uso di sostanze idroas- tenuti gli elementi riprodotti nella foto, con l'aggiunta di
sorbenti, quali il legno o il sughero. 4 capicorda e di una presa polarizzata per pila a 9 V,
Cilindretto-supporto e chiodi (part. 1 - 2 di costa L. 21.000 (nel prezzo sono comprese le spese di
figura 6) andranno inseriti io un tubetto di spedizione). Per richiederlo occorre Inviare anticipata-
mente l'importo a mezzo vaglia postale, assegno ban-
plastica (part. 3), dalla cui estremità opposta cario, circolare o conto corrente postale N. 46013207
usciranno i conduttori (part. 4) della lunghezza intestato a: STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P.
massima di 2 metri. Castaldi, 20.

683
RIVELATORE
DI VICINANZA
II funzionamento del rilevatore di vicinanza, Bastano dunque queste poche parole per intui-
descritto in questo articolo, può essere breve- re quali e quante possibili applicazioni possa
mente così interpretato: quando si avvicina una trovare un tale rivelatore nell'ambito dei siste-
mano ad una piastra metallica di alcuni deci- mi di antifurto, in quello degli avvisatori di
metri quadrati, scatta un relé, i cui terminali presenza o di prossimità, per arrivare, infine,
possono fungere da interruttore del circuito di all'accensione automatica di luci in ambienti
alimentazione o, comunque, di avviamento, di oscuri, dove gli interruttori sono difficilmente
un qualsiasi apparato elettrico od elettronico. raggiungibili.

L'approssimarsi di una persona, di un veicolo o di un animale,


ad una piastra metallica opportunamente sistemata, provoca
l'attivazione di un relé, sui cui terminali di servizio è possibile
collegare una qualsiasi utenza elettrica alimentabile a pile, con
accumulatori o corrente alternata di rete-luce.
.l <

E:;
s! 1

-~
\ j

e» \-

Può fungere da perfetto antifurto.

Si comporta come un invisibile interruttore.

Illumina gli ambienti bui quando ci si avvicina a questi.

Apre e mantiene aperti portoni e cancelli all'arrivo di un veicolo, purché sui


terminali del relé venga applicato un temporizzatore.

Per brevità di commento, abbiamo detto che lo quelle interne, appena ci si avvicina con l'auto
scatto del relé del rivelatore viene attivato dal- al ritorno a casa. Ma lasciamo al lettore la
ravvicinarsi di una mano ad una piastra. Ma lo scelta più appropriata dell'applicazione di un
stesso risultato si verifica pure quando una tale sensitivo relé, ricordando che, una volta
persona, un animale o un automezzo si appros- che sia stata allontanata la mano dalla piastra,
simano all'elemento sensore. Ecco perché un oppure quando una persona o un veicolo sono
tale dispositivo viene spesso installato in musei, transitati, il dispositivo ritorna allo stato elettri-
in gallerie d'arte, nelle vetrine di oreficerie o co iniziale. Dunque, mentre per le applicazioni
accanto a quegli oggetti che si vuol proteggere di antifurto il rivelatore può essere utilizzato
da eventuali furti o danneggiamenti inferti da nella sua veste originale, collegando al relé un
malintenzionati. Ed ecco perché il rivelatore qualsiasi avvisatore ottico od acustico, per
iene applicato all'ingresso del garage, per far mantenere accese le luci o aperto un cancello
accendere automaticamente le luci di accesso, e d'accesso ad un garage, si dovrà collegare al relé

685
- I
I

a7- 'I [
I
I 12+14V
~
I
c5

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ___J

rg. 1- Schema elettrico del rivelatore di vicinanza, nel quale sono riportati i valori
esatti delle tensioni rilevate con il relé diseccitato. Le linee tratteggiate racchiudono
la parte del progetto che deve essere composta su circuito stampato. La tensione di
alimentazione è di tipo stabilizzato.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R5 = 10.000 ohm
C1 = 100.000 pF R6 = 27.000 ohm
c2 = 100.000 pF R7 = 330 ohm
C3 = 10 pF R8 = 10.000 ohm
C4 = 6/60 pF (capacimetro) R9 = 10.000 ohm
C5 = 470 pF
C6 = 1.000 pF Varie
C7 = 100 pF TR1 = BC237
ca = 1.000 pF TR2 = 2N1711
9 = 1.000 pF TR3 = BC237
TR4 = 2N1711
Resistenze D1 = 1N914
R1 = 1.000 ohm D2 = 1N914
R2 = 470 ohm D3 = 1N4007
R3 = 27.000 ohm RL = relé (12 V - 300 + 800 ohm)
R4 = 10.000 ohm L1 = bobina (vedi testo)

686
TRI

vi UTIL/ZZ.
zu
V)

TR2 TR3 TR4


Fig. 2 - Piano costruttivo, realizzato su circuito stampato, del rivelatore di vicinanza.
Si raccomanda di non dimenticare l'inserimento dei due ponticelli (piccoli spezzoni
di filo conduttore) In prossimità della resistenza R3 e del terminali di alimentazione.
Questi elementi consentono di attuare la continuità circuitale in due precisi punti del
dispositivo.

687
_J
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato che il lettore dovrà
realizzare prima di iniziare il lavoro di costruzione del rivelatore di vicinanza.

un timer, in grado di mantenere, per un certo principio di funzionamento del circuito di fi-
tempo lo stato di chiusura del circuito utilizza- gura I, per meglio comprenderne i dettagli
tore. circuitali e i loro comportamenti elettrici nel-
l'ambito dell'intero progetto che, possiamo dir-
lo fin d'ora, appare relativamente complesso,
VARIAZIONI CAPACITIVE soprattutto agli occhi di un principiante, in
particolar modo per il gran numero di compo-
Il comportamento del circuito riportato in fi- nenti che concorrono alla formazione del rive-
gura 1 si basa sul principio delle variazioni latore. Ma ciò non deve comunque spaventare i
capacitive di una piastra metallica, che funge meno esperti, dato che con un po' di attenzione
da elemento sensore, quando una persona, un sarà possibile a chiunque raggiungere dei risul-
oggetto o un animale si avvicinano ad essa. tati pratici del tutto positivi.
li sensore, che deve essere collegato con il
terminale 1, provoca delle variazioni nelle ca-
ratteristiche di funzionamento del punto di
lavoro di un circuito oscillatore, fino a farlo OSCILLATORE RF
bloccare. Successivamente, alcuni stadi ampli-
ficatori e rilevatori di alta frequenza, possono Lo stadio più importante fra tutti quelli che
facilmente discriminare la condizione di oscil- compongono il rivelatore di vicinanza è certa-
lazione normale da quella di oscillazione bloc- mente il primo, ossia lo stadio pilotato dal
cata. transistùr TR 1, di tipo NPN, modello BC23 7.
Abbiamo così spiegato in sintesi il funziona- Questo stadio è un completo oscillatore a ra-
mento del progetto riportato in figura 1 nel diofrequenza.
quale, lo ripetiamo, non appare l'elemento sen- Il circuito accordato, formato dalla bobina LI e
sore da collegarsi al terminale l. E ciò, ovvia- dal condensatore C3, nonché dalla capacità
mente, per motivi di semplicità di disegno, ma introdotta, tramite il collegamento 1, dalla son-
su questo argomento avremo modo di soffer- da metallica esterna, stabilisce, con le sue carat-
marci più avanti, in sede di interpretazione del teristiche, il valore della radiofrequenza.
procedimento costruttivo del rivelatore di vici- La reazione, necessaria per innescare l'oscilla-
nanza e della sua installazione più appropriata. zione, è ottenuta tramite il condensatore varia-
Per ora dobbiamo cercare di approfondire il bile semifisso C4, il quale applica parte del-

688
l'oscillazione, presente sul collettore di TRI,
all'emittore dello stesso transistor.
L'alimentazione dello stadio oscillatore rimane GIALLO
accuratamente disaccoppiata, dalla rimanente
parte del circuito di alimentazione del rivelato-
re, tramite il filtro passa-basso composto dalla
VIOLA I VIOLA
\ I
resistenza R2 e dal condensatore C2. Tale di- GIALLO
saccoppiamento impedisce alle oscillazioni di
propagarsi, attraverso la linea di alimentazione, A tir f K
agli stadi successivi e, allo stesso tempo, co-
stringe gli altri stadi a non influenzare in alcun
modo lo stadio oscillatore, evitando così ogni
forma di comportamento anomalo ed annul-
lando qualsiasi possibile sorgente di disturbi. IN ==A;;;:;i..J~K==-
IL CONDENSATORE-SONDA
914
Neo"" BIANCO
La piastra metallica, che costituisce la sonda e
che va collegata al terminale I del circuito, si
comporta come l'armatura di un condensatore,
di cui l'altra armatura è rappresentata dalla S/MB.
terra. In condizioni normali, il dielettrico di
TEOR.
questo condensatore si identifica prevalente-
mente con l'aria o, meglio, con la massa d'aria
presente fra la piastra e la terra. Quando un
'
corpo estraneo qualsivoglia si avvicina alla son- Fig. 4 - Riportiamo in questo disegno, a partire dal
da, la costituzione del dielettrico cambia e basso verso l'alto, il simbolo teorico del diodo a semi-
conduttore, l'espressione reale del diodo al siliclo
cambia di conseguenza il valore capacitivo del 1N914 e quella del corrispondente 1N4148. I diversi
condensatore sonda-terra. anelli colorati permettono di individuare esattamente le
Si capisce ora in che modo possa essere attivato posizioni degli elettrodi di catodo (K) e di anodo (A).
il funzionamento del circuito di figura I. Per-
ché è sufficiente regolare il compensatore C4
nella misura in cui, in condizioni normali, cioè
con il solo dielettrico aria, l'oscillatore si trovi
al limite dell'innesco, per ritenere il circuito
pronto per il funzionamento. Soltanto in queste to amplificatore delle oscillazioni di alta fre-
condizioni, infatti, le variazioni del dielettrico quenza applicate alla sua base. Alla quale i
e, conseguentemente, quelle capacitive del con- segnali, prelevati dall'emittore di TRI, perven-
densatore aria-terra, sono in grado di creare gono tramite il condensatore di accoppiamento
quello squilibrio circuitale che può bloccare C7.
l'oscillatore. Sul collettore di TR2 è quindi presente un
Concludendo, possiamo affermare che, in con- segnale notevolmente potenziato, capace di pi-
dizioni normali, sull'emittore del transistor lotare con sicurezza gli stadi successivi, il cui
TRl è disponibile un segnale a radiofrequenza, compito è quello di rivelare, in maniera chiara
il quale rimane del tutto assente in condizioni ed inequivocabile, lo stato del circuito oscilla-
di blocco dell'oscillatore. tore.
Per stabilire con precisione l'inserimento o me- Allo stadio amplificatore AF fa seguito un
no di elementi estranei fra le armature del circuito rivelatore a diodi (DI - D2), che rettifi-
condensatore piastra-terra, oppure soltanto in ca il segnale di alta frequenza e genera, sui
prossimità di esse, basta ora rivelare la presenza terminali del condensatore C9, ovviamente in
delle oscillazioni e tale funzione è affidata agli presenza delle oscillazioni AF, una tensione
stadi seguenti. continua che provoca la conduzione del transi-
stor TR3, pur esso di tipo NPN, modello
AMPLIFICAZIONE-RIVELAZIONE BC237.
Il transistor TR3 amplifica, a sua volta, la
Il transistor TR2, anch'esso di tipo NPN, mo- tensione continua rivelata dai diodi D 1- D2 e
dello 2Nl 711, funge essenzialmente da elemen- provvede a pilotare l'ultimo stadio amplificato-

689
I
I
\
Fig. 5 - Esempio di collegamento, sui
terminali 5-6 del relé, di una lampa-
dina alimentata con la tensione di
rete-luce. In tal caso il rivelatore di

3
vicinanza si comporta come un inter-
ruttore, la cui chiusura viene pilotata
dall'approssimarsi di una mano ad
una piastra metallica, che può esse-
RELÈ re sistemata in prossimità dell'ac-
cesso ad un locale buio, ma che può
RETE anche identificarsi con la maniglia di
220 V una porta.

re di potenza del circuito TR4, che è un NPN 4 - 5 formano un interruttore chiuso. Vicever-
modello 2Nl 711. sa, quando il relé si eccita, sono i contatti 5 - 6
Sul collettore del transistor di potenza TR4 è a rappresentare un interruttore chiuso. Orbene,
inserito un relé, del quale si sfruttano i contatti entrambi questi interruttori possono essere uti-
liberi per attivare qualsiasi utenza elettrica lizzati per le più svariate applicazioni pratiche.
esterna. E questi contatti del relé RL sono Si potrà ad esempio collegare una sirena ali-
indicati, nello schema elettrico di figura I, con i mentata a batteria, oppure una qualsivoglia
numeri 4 - 5 - 6. utenza elettrica alimentata con la tensione al-
In definitiva, quando sono presenti le oscilla- ternata di rete-luce di 220 V. La figura 5
zioni, che corrispondono alla condizione di interpreta il più semplice tipo di carico elettri-
riposo dell'intero sistema del rivelatore di vici- co, rappresentato dal circuito di accensione di
nanza, sui terminali del condensatore C9 è una comune lampadina da 220 V, che può
presente una tensione che provoca la conduzio- essere installata in un locale in cui è poco
ne del transistor TR3 e mantiene invece inter- agevole reperire un interruttore, mentre è più
detto il transistor TR4 a causa dell'azione in- comodo avvicinare una mano alla piastra-son-
vertente del transistor. Il relé RL, dunque, ri- da del rivelatore di vicinanza per illuminare
mane diseccitato. all'istante l'ambiente al buio.
Al contrario, quando l'oscillatore si blocca, a
causa della presenza di un corpo estraneo fra le
armature del condensatore piastra-terra, la ten- APPRONTAMENTO DEI MATERIALI
sione rivelata dai diodi e presente sui terminali
del condensatore C9, è di zero volt. Questa Prima di iniziare il montaggio del rivelatore di
tensione costringe il transistor TR3 all'interdi- vicinanza, il lettore dovrà interessarsi all'ap-
zione, mentre favorisce la conduzione del tran- prontamento di tutti gli elementi necessari alla
sistor amplificatore TR4 che fa eccitare il relé realizzazione del progetto e alla sua installazio-
RL rivelando in tal modo uno stato di allarme ne, tenendo conto che una parte dei componen-
del sistema. ti non è reperibile in commercio, ma deve
essere costruita direttamente dall'operatore. E
questi sono: il circuito stampato, la bobina
COMPORTAMENTO DEL RELÉ oscillatrice L l e la piastra sensore.
Per la realizzazione del circuito stampato, il
Quando il relé RL rimane diseccitato, i contatti lettore dovrà servirsi del disegno riportato in

690
figura 3, che viene pubblicato in grandezza che è di tipo 1 N4007, le polarità sono quelle
reale, al vero, ossia in scala unitaria. Esso dovrà normali: l'elettrodo di catodo si trova da quella
essere composto su una piastrina di bachelite o parte del componente in cui è presente un
di vetronite, di forma rettangolare, delle dimen- anello indicatore, così come accade nel diodo
sioni di 11 cm x 6 cm. 1N914.
La bobina oscillatrice LI è formata da 17 spire
di filo di rame smaltato, del diametro di 0,5
mm, avvolte in forma compatta su un supporto ISTALLAZIONE
di materiale isolante, di forma cilindrica, di
diametro (esterno) di 8 mm. Il supporto dovrà Una volta realizzato il circuito, secondo quanto
essere dotato di nucleo di ferrite regolabile, illustrato in figura 2, occorrerà, dopo aver con-
ossia avvitabile e svitabile dentro il supporto statato l'esattezza dei collegamenti e dell'inseri-
stesso, in modo da consentire una agevole tara- mento dei componenti, provvedere alla sua
tura del circuito dell'oscillatore. installazione, sistemando il circuito in luogo
Se la bobina LI verrà realizzata con i dati protetto dagli agenti atmosferici e ben occultato
costruttivi ora citati, la sua frequenza di oscilla- se questo è destinato a fungere da antifurto.
zione si aggirerà intorno ai 27 MHz. In sostituzione della piastra metallica, prece-
La piastra-sensore, che dovrà essere collegata dentemente descritta quale elemento sensore
con il terminale I del circuito, sarà rappresen- del circuito, si potranno utilizzare la maniglia
tata da una lastra conduttiva di 80 cm circa: di una porta, lo sportello metallico della casset-
per esempio una lastra rettangolare delle di- ta della posta, un lampione, una piccola tettoia
mensioni di 8 x 1 O cm. Ma la forma potrà od altri corpi metallici. Questi dovranno essere
essere di qualunque tipo, così come si potrà collegati con il circuito tramite un filo condut-
utilizzare, indifferentemente, il ferro, l'allumi- tore molto corto.
nio, il rame od altro metallo, anche un foglio di Soltanto ora il sistema di rivelazione di vici-
stagnola od una piastrina ramata, di quelle nanza potrà considerarsi pronto per un sempli-
adottate per la preparazione dei circuiti stam- ce intervento di taratura.
pati.
Soltanto dopo aver approntato i tre elementi
ora citati e dopo aver acquistato tutti i compo- MESSA A PLINTO
nenti elettronici riportati nell'elenco compo-
nenti, si potrà iniziare il montaggio del rivela- La messa a punto del rivelatore si ottiene ali-
tore di vicinanza seguendo fedelmente il piano mentando il circuito ed intervenendo sul com-
costruttivo di figura 2. pensatore C4 e sul nucleo di ferrite inserito nel
Ovviamente, nell'inserire sul circuito stampato supporto della bobina LI.
i diodi e i transistor, occorrerà far bene atten- L'alimentazione deve essere fatta con una ten-
zione alla piedinatura e alla polarità di tali sione stabilizzata di valore compreso tra i 12 e i
elementi. Per esempio, per i transistor TR 1 - 14 V.
TR3, che sono entrambi di tipo BC237, l'ele- In pratica, dapprima si chiude l'interruttore SI,
mento guida, che permette di individuare esat- poi si regola, con un piccolo cacciavite, il
tamente la disposizione degli elettrodi di emit- rotore del compensatore C4, in modo che il relé
tore-base-collettore, è rappresentato da una rimanga diseccitato in condizioni di riposo e si
smussatura laterale sul corpo del transistor stes- ecciti invece avvicinando una mano alla distan-
so. Mentre per i transistor TR2 - TR4, entram- za di 20 30 cm circa dal sensore. Il punto di
bi di tipo 2Nl 711, l'elemento guida è costituito maggior sensibilità dovrà essere cercato agendo
da una piccola tacca metallica presente sulla sul nucleo di ferrite della bobina LI. È ovvio
parte più bassa del componente. In prossimità che queste operazioni di messa a punto dovran-
di questa fuoriesce l'elettrodo di emittore. Ma no essere ripetute nel caso di spostamenti del
tutti questi elementi sono chiaramente indicati sensore o del circuito del rivelatore.
nel piano costruttivo di figura 2. Coloro che, a montaggio ultimato, non riuscis-
I due diodi al silicio DI - D2, di tipo 1N914, sero a riscuotere un immediato successo, do-
possono essere sostituiti con i corrispondenti vranno ovviamente rivedere la composizione
1N4148. Ciò che importa è il saper distinguere circuitale, misurando le tensioni nei vari punti
l'elettrodo di catodo da quello di anodo. E a del progetto e ricordando che i valori di queste,
tale scopo abbiamo pubblicato in figura 4 le riportati nello schema di figura 1, sono stati
due diverse espressioni esteriori di questi semi- rilevati con il transistor TRI in oscillazione e,
conduttori. Per il diodo al silicio D3, invece, quindi, con il relé RL diseccitato.

691
STRUMENTI
DI

MISURA
Tutti i nostri lettori, quando realizzano un molto tempo, sono stati ritenuti senza soluzio-
progetto o conducono un esperimento, si servo- ne.
no di alcuni strumenti di misura e controllo, Vogliamo quindi trattare, in queste pagine, un
più o meno frequentemente. Anche se non argomento di importanza fondamentale, che
sempre ne conoscono il principio di funziona- molti ci hanno richiesto e che ci obbligherà a
mento, la reale composizione circuitale, i limiti richiamare alla memoria alcuni concetti di elet-
di impiego; ossia, quegli elementi teorici che trologia, prima di arrivare alla descrizione più
non possono essere ignorati quando si vogliono intima e precisa di quel componente che, a
allargare i propri orizzonti conoscitivi e si è giusta ragione, è ritenuto il cuore di tanti stru-
decisi ad affrontare quei problemi che, per menti di misura: il galvanometro.

Attraverso una ricca esposizione teorica, offriamo ai lettori l'op-


portunità di conoscere il principio di funzionamento degli stru-
menti di misura, che rappresenta la condizione necessaria per
risolvere molti problemi e dissipare quei dubbi che possono
insorgere durante l'attività dilettantistica.

692
NOZIONI DI ELETTROMAGNETISMO

Per comprendere il principio di funzionamento Galvanometri


di un galvanometro e, più in generale, quello di
uno strumento di misura, occorre muovere
qualche passo all'indietro, per richiamare alla Milliamperometri
mente quei concetti di elettromagnetismo che
regolano i fenomeni di mutua induzione. Voltmetri
Quando si avvicina un ago magnetico, libera-
mente sospeso, ad un filo conduttore percorso
da corrente, l'ago si dispone sempre nella dire- Resistenza interna
zione perpendicolare al conduttore. E ciò di-
mostra che un conduttore rettilineo, percorso Sensibilità
da corrente, genera nello spazio un campo
magnetico. Il quale potrebbe essere chiaramen- Protezioni
te rilevato cospargendo un po' di limatura di
ferro su un cartoncino infilato nel conduttore di
corrente e sistemato in posizione perpendicola-
re ad esso. In particolare, si potrebbe osservare
che il campo magnetico è formato da tante
linee di forza circolari e concentriche con il
conduttore.
Tali osservazioni conducono alla conclusione
che ogni conduttore elettrico percorso da cor-
rente si contorna di un campo magnetico, il
quale compare appena inizia il flusso di corren-
te e scompare appena la corrente si estingue.

AZIONI ELETTROMAGNETICHE

Sono note a tutti le azioni magnetiche esercita-


te da una calamita su un pezzetto di ferro dolce
o su altra calamita. Queste azioni, che sono
provocate dalle forze magnetiche, danno luogo
a spostamenti diversi fra elementi ferromagne-
tici posti a contatto. Ebbene, questo stesso tipo
di spostamenti si può ottenere anche quando,
in sostituzione di due magneti permanenti, si
utilizzano un magnete permanente e un filo
conduttore percorso da corrente. E ciò sta a
dimostrare che tra la corrente elettrica e il
magnetismo esiste uno stretto legame.
Ma per ottenere un movimento meccanico ab-
bastanza apprezzabile, è necessario moltiplica-
re l'entità del campo magnetico generato dal
filo percorso da corrente, servendosi di un av-
volgimento composto da diverse spire. E questo
avvolgimento, che deve essere effettuato su un
telaietto di materiale leggerissimo, rappresenta Fig. 1- Il disegno qui riprodotto interpreta chiaramente
quella che negli strumenti ad indice viene chia- l'aspetto interno delle parti essenziali di un galvanome-
mata la «bobina mobile». tro a bobina mobile. Esse sono: magnete permanente
Nei galvanometri, la bobina mobile viene ap- (1); espansioni polari (2); supporto mobile della bobina
(3); bobina mobile (4); quadrante del galvanometro (5);
pesa a due punti fissi verticali con un solo filo indice dello strumento (6); scala graduata (7).
sopra ed uno sotto. In questo modo, la resisten-
za al movimento della bobina mobile dipende

693
soltanto dalla tensione del filo sottile di sospen-
s1one.
Nella maggior parte degli strumenti di tipo
commerciale, di uso comune, la bobina mobile,
anziché essere sospesa tramite fili, è imperniata
su due pietre dure, che possono essere zaffiri,
rubini o diamanti industriali. La coppia resi-
stente, invece, viene realizzata tramite una
molla elicoidale, denominata "molla antagoni-
sta", alla quale spetta pure il compito di inviare
la corrente elettrica dalla sorgente alla bobina
mobile.
R

GALVANOMETRO

L'aspetto finale della parte essenziale di un


galvanometro a bobina mobile è quello riporta-
to in figura 1.
Fig. 2 - Quando con il galvanometro si deve realizzare Il galvanometro, che può essere considerato lo
uno strumento destinato a sopportare correnti di inten- strumento di primaria importanza nel campo
sità non tollerabili dalla bobina mobile, allora, in paral- delle misure elettriche ed elettroniche, è in
lelo con il galvanometro, occorre inserire una resisten-
za di protezione, detta resistenza di shunt.
grado di rilevare, in un circuito elettrico, il
passaggio di deboli correnti o la presenza di
piccole differenze di potenziale.
Quando la bobinetta (particolare 4 di figura I) è
percorsa da corrente, si produce una forza che
tende a far ruotare il supporto, generalmente di
+ alluminio, in misura proporzionale alla intensi-
tà della corrente, al numero di spire che com-
pongono la bobina mobile e alla induzione
TR1 magnetica presente nel traferro.
L'azione di spostamento della bobina mobile,
che ruoterebbe come un vero e proprio motore
R1 elettrico, viene contrastata da due sottilissime
b molle di bronzo fosforoso vincolate ai perni di
supporto della bobina. Le molle fungono pure
da conduttori elettrici della corrente.
L'azione delle molle antagoniste è tale da deter-
minare, per ogni valore della corrente, una
condizione di equilibrio corrispondente ad una
certa rotazione del cilindretto di alluminio.
Su una estremità del perno di rotazione del
supporto della bobina è fissato un indice, legge-
rissimo, che consente di visualizzare, su una
scala graduata, l'entità della deviazione. Taran-
do direttamente la scala in valori di corrente,
anziché di angolazione, si ottiene la funzione di
Fig. 3 - Con questo semplice circuito e con l'inserimen- microamperometro dello strumento.
to di un potenziometro, in parallelo al galvanometro in
prova, è possibile valutare, tramite un qualsiasi Nella pratica usuale, le misure non sono ristret-
ohmmetro, la resistenza interna dello strumento di te soltanto a quelle delle deboli correnti. Perché
misura. Il Transistor TR1 è un BC108, la resistenza R1 spesso è necessario valutare correnti la cui
ha il valore di 100.000 ohm, mentre il trimmer R2 è da intensità supera di molto la deviazione massi-
5.000 ohm. L'uso di questo circuito è ampiamente
descritto nel testo. ma possibile dell'indice dello strumento e non
sono tollerate dal sottile filo che compone la
bobina mobile.

694
RESISTENZA DI SHUNT

Quando si ha a che fare con correnti elettriche


di intensità non tollerabile dalla bobina del
galvanometro, si fa ricorso ad una resistenza di
shunt, ossia di una resistenza protettiva collega-
ta in parallelo con lo strumento di misura
(figura 2).
La funzione della resistenza di shunt è quella di
convogliare attraverso se stessa buona parte
della corrente principale, in modo che la bobi-
na mobile dello strumento rimanga interessata RS
soltanto dalla minima corrente sopportabile.
Il calcolo della resistenza di shunt si effettua in
funzione della resistenza ohmmica interna del-
la bobina del microamperometro, che chiamia-
mo Ri, e del fattore di moltiplicazione "n" che
si vuol ottenere.
Facciamo un esempio. Se uno strumento è in
grado di misurare l'intensità di corrente di 1 O O- "
mA e presenta una resistenza interna di 100
ohm, per raggiungere l'espansione della portata Fig. 4 - La resistenza RS, collegata in serie con il
sino a 100 mA e tenendo conto che il fattore di galvanometro, trasforma lo strumento In un voltmetro.
In questo caso le indicazioni offerte dall'indice sono
moltiplicazione vale: proporzionali alle tensioni applicate ai morsetti.

n = 100:1 = 100
si dovrà calcolare la resistenza di shunt tramite
la seguente relazione:
RS = Ri:(n-1) = 100: 99 = 1,01 ohm
Con la sigla RS abbiamo inteso definire la
resistenza di shunt, che altri definiscono invece
con RP, col significato di resistenza in paralle-
lo.

100V
<s"
RESISTENZA INTERNA 9 A"
200 V
Gli strumenti di misura di maggior pregio reca-
no, stampigliato sulla scala di lettura, il valore 0
della resistenza interna. Questo invece non è in 7 >
alcun modo rilevabile negli strumenti di tipo
più economico. Perché non è concepibile ricor-
rere ad un ohmmetro per conoscere tale dato,
soprattutto quando si ha a che fare con stru- B
p
menti sensibili, nei quali la corrente erogata
dall'ohmmetro potrebbe provocare danni irre-
parabili. Tuttavia, facendo ricorso ad un circui-
to transistorizzato, come quello riportato in Fig. 5 - Questo circuito consente di constatare, in
figura 3, che si presenta sotto l'aspetto di un pratica, come le indicazioni offerte da voltmetri con
generatore di corrente, anche il valore della sensibilità diversa differiscano tra loro, mentre nessuna
si può identificare con quella di 100 V reali presente fra
resistenza interna, di qualsiasi tipo di strumen- i punti A e B. Questa, infatti, potrebbe essere rilevata
to, diviene una grandezza acquisita. soltanto da un voltmetro ideale, cioè irreale.
Le misure si effettuano nel modo seguente.
Dopo aver inserita la pila piatta da 4,5 V con le
695
Fig. 6 - Simboli elettrici, normalmente adottati nella
composizione degli schemi teorici, di galvanometri,
denominatl anche milliamperometri (mA).

sue esatte polarità, si regola il trimmer R2 in re quello esatto, corrispondente, della resisten-
modo da introdurre nel circuito di misura tutta za interna dello strumento.
la sua resistenza, che provvede a limitare al
massimo il flusso di corrente. Successivamente
si regola il trimmer in modo da costringere VOLTMETRO
l'indice dello strumento in esame a raggiungere
il fondo-scala. Ciò fatto, si inserisce, in paralle- Oltre che nella funzione di milliamperometro,
lo allo strumento in esame, un potenziometro a il galvanometro può essere utilizzato pure in
variazione lineare, che deve essere da 5.000 quella di voltmetro, ossia di strumento misura-
ohm per strumenti molto sensibili, e da tore delle tensioni elettriche. E questo adatta-
500 + 1.000 ohm per quelli meno sensibili. Ora mento del galvanometro è interpretato nello
si regola questo potenziometro in modo che schema di figura 4, nel quale, come si vede, è
l'indice dello strumento si sposti esattamente al stata inserita, in serie con il galvanometro, la
centro-scala. A questo punto basta misurare, resistenza RS (resistenza in serie).
con un qualsiasi ohmmetro, il valore della Con la configurazione circuitale citata, le indi-
resistenza utile del potenziometro per conosce- cazioni offerte dal galvanometro risultano pro-

D2 C7

Fig. 7 - Per proteggere I galvanometri da eventuali


sovraccarichi, si inseriscono spesso, In parallelo con gli
strumenti, ma in antiparallelo fra di loro, due diodi al
silicio (D1 - D2). Il condensatore C1 è un by pass da
1.000 pF.

696
porzionali alla tensione applicata ai morsetti
dello strumento. E ciò rimane stabilito in base
alla legge di Ohm:
I
V = RI
in cui R rappresenta la somma delle resistenze
RS (resistenza in serie) e RI (resistenza interna).
Se vogliamo citare un esempio, possiamo dire
che uno strumento da I mA fondo-scala, dotato
di una resistenza addizionale RS di 100.000
ohm (si trascuri la resistenza interna), diventa
un voltmetro in grado di misurare, a fondo-
scala, il valore di:
100.000 10-3 100 volt
Come si vede, dunque, la conversione di un
galvanometro in uno strumento di misura delle V
tensioni elettriche, cioè in un voltmetro, è mol- 0,4 0,7
to semplice.
Fig. 8 - Nel sistema di protezione a diodi al silicio dei
galvanometri, si sfrutta la caratteristica di questi com-
SENSIBILITÀ ponenti, per cui la corrente rimane nulla fino alla soglia
di 0,4 V, mentre assume forti intensità al di sopra di
Per sensibilità di uno strumento si intende la tale valore, risparmiando in tal modo lo strumento.
corrente necessaria, che si deve far passare
attraverso lo strumento, per far deviare il suo
indice a fondo-scala. Ne consegue che, più alta
è la sensibilità, più piccola è la corrente neces-
saria a far deviare il suo indice a fondo-scala e
quindi maggiore è l'attitudine dello strumento a
rilevare piccole misure. E poiché nei circuiti
elettronici si ha spesso a che fare con grandezze
elettriche piccolissime, è necessario che gli
strumenti utilizzati rispondano alla qualità di DZ1
essere molto sensibili, ossia di possedere una
elevata sensibilità.
Se si fa riferimento ad un tester, possiamo dire
che la sensibilità di questo è modesta quando si
aggira intorno ai I O mA. Mentre è da conside-
rarsi elevatissima quando la corrente richiesta
per far deviare l'indice del tester a fondo-scala è DZ2
di 10 A.
Nel linguaggio tecnico corrente, la sensibilità di
uno strumento non si esprime in microampere
o in milliampere, ma in ohm per volt
(ohm/volt). Con questa espressione si vuol indi-
care il valore della resistenza posta in serie al
galvanometro, di cui è dotato lo strumento dli
misura, per far deviare l'indice a fondo-scala
con la tensione di un solo volt.
Conoscendo questa espressione è facile, me- Flg. 9 - l galvanometri sl possono proteggere pure con
diante la legge di Ohm, dedurre il valore della l'inserimento in parallelo agli strumenti, di due diodi
sensibilità espresso in milliampere, così come è zener contrapposti (DZ1 • DZ2).
facile risalire dalla sensibilità dichiarata in mil-
liampere, a quella in ohm/volt.

697
Fig. 10 - Negli strumenti di misura a ferro mobile, la
bobina è un componente fisso, che provoca un campo
elettromagnetico in grado di far ruotare, per induzione,
un cilindro di ferro mobile al quale è connesso l'indice.
Gli elementi principali sono: bobina fissa (1) terminali
della bobina (2); nucleo di ferro fisso (3); ferro mobile
con indice (4); quadrante (5); indice dello strumento (6);
scala di lettura (7).

Facciamo un esempio. Supponiamo che la sen- le sensibile per avvicinarsi allo strumento idea-
sibilità di un tester abbia il valore, peraltro le, quello che, soltanto teoricamente, non as-
molto comune, di 20.000 ohm/volt. Ebbene, sorbe alcuna corrente. In pratica, quindi, uno
dalla legge di Ohm si ottiene: strumento da 50 A, come quello citato prima
ad esempio, cui corrisponde la sensibilità di
I= V:R 20.000 ohm/volt, è da ritenersi sicuramente
migliore di uno strumento voltmetrico da I
ossia: mA, cui corrisponde la sensibilità di 1.000
ohm/volt.
1 : 20.000 = 0,00005 A = 50 A Quanto ora affermato è facilmente intuibile
osservando lo schema di figura 5, nel quale un
Ciò significa, dunque, che quel tester ha una voltmetro è chiamato a misurare la tensione di
sensibilità di 50 A; cioè è necessaria una 100 V teorici, ottenuta tramite un partitore
corrente di 50 A per far deviare il suo indice a resistivo ad alta impedenza.
fondo-scala. Un voltmetro ideale, inserito fra i punti A e B,
In linea di massima si può dire che uno stru- caratterizzato da resistenza interna infinita, do-
mento voltmetrico deve risultare il più possibi- vrebbe indicare effettivamente il valore di ten-

698
sione di 100 V, ma un voltmetro ideale, da Un altro tipo di protezione, adottato nei circui-
20.000 ohm/volt, dotato di una resistenza in- ti voltmetrici, è costituito dall'inserimento di
terna di 2 megaohm su una portata di 100 ohm due dioder zener contrapposti, come indicato
fondo-scala, indicherà soltanto il valore di 97 nello schema di figura 9. Questi diodi limitano
V. Un voltmetro da 1.000 ohm/volt, invece, al valore della tensione di zener quella presente
caratterizzato da una resistenza interna di soli sui terminali dello strumento.
100.000 ohm, offrirà un 'indicazione di 67 V,
ossia ben lontana dal valore effettivo.
STRUMENTI A FERRO MOBILE

PROTEZIONE IDEGLI STRUMENTI Gli strumenti a ferro mobile rappresentano


un'altra categoria di apparati utili per misure
I galvanometri, i cui simboli elettrici adottati voltmetriche e amperometriche, che sfruttano,
nella composizione degli schemi teorici sono parimenti a quelli fin qui descritti, i fenomeni
quelli riprodotti in figura 6 e che sono più elettromagnetici (figura 10).
comunemente conosciuti con il nome di mil- Quelli a ferro mobile sono strumenti molto
liamperometri (mA), essendo molto delicati, sia meno sensibili, ma assai più robusti di quelli a
meccanicamente che elettricamente, debbono bobina mobile. Per tale motivo essi vengono
essere convenientemente protetti dai guasti largamente impiegati nei settori industriali. La
provocati da sovraccarichi. A tale scopo, quin- loro struttura interna è semplice. La bobina,
di, assai spesso, in parallelo allo strumento, che produce il campo elettromagnetico, è av-
vengono collegati due diodi al silicio, inseriti in volta su un cilindro di ferro fisso, il quale
antiparallelo, cosi come indicato nel circuito di trasmette, per induzione, il magnetismo al ferro
figura 7. Si strutta in tal modo la particolare mobile contenuto internamente a quello fisso.
caratteristica dei diodi a semiconduttore (figura Il ferro mobile si muove in modo da bilanciare
8), che li mantiene pressoché isolati al di sotto le forze magnetiche tra i due ferri. Una molla
del valore di soglia di 0,4 V circa, per portarli antagonista fa assumere al ferro mobile e, quin-
poi in rapida conduzione quando si supera tale di, all'indice, una posizione di equilibrio in
valore. Inoltre, con questo sistema protettivo, funzione della corrente che attraversa la bobi-
anche in presenza di correnti di forte intensità, na.
la tensione sui terminali del diodo non si scosta In questi tipi di strumenti, la scala di lettura
di molto dal valore tipico di 0,7 V. Ed anche non è più lineare, perché dipende dal modo con
questa è una grossa garanzia per l'immunità cui vengono realizzati il ferro mobile e quello
strumentale. fisso.

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA
699
CORSO
DI AVVIAMENTO ALL'USO DEGLI
INTEGRATI DIGITALI

Nelle precedenti puntate del presente corso con lo scopo di produrre dei piccolissimi ma
sugli integrati digitali, abbiamo avuto modo di complessi elaboratori elettronici.
analizzare ed esporre gli elementi teorici e In questa sede, dunque, nel proseguimento del
pratici delle funzioni elementari, ossia degli nostro programma didattico, che ci impone di
AND, degli OR, dei NOT, degli OR esclusivi percorrere sensatamente, a tappe ragionevoli,
(XOR), e di alcune associazioni di queste, per l'evoluzione degli integrati digitali, abbiamo
arrivare ai circuiti sequenziali, il cui elemento voluto presentare ai lettori uno di questi inte-
base è il bistabile, meglio conosciuto col nome grati, che viene attualmente considerato come
di flip-flop. Ma gli integrati, finora presi in un componente basilare per il calcolo e la
considerazione, sono stati i più semplici, i pri- visualizzazione: il contatore BCD 7490.
mi ad essere apparsi sul mercato e portati alla
conoscenza del grosso pubblico. Perché, in se-
guito, il continuo progresso tecnologico ha con- NUMERI BINARI E DECIMALI
sentito di integrare, in un unico chip, innume-
revoli funzioni elementari, tra loro associate, Prima di iniziare la presentazione dell'unità
logica di conteggio ora citata, riteniamo neces-
sario intrattenerci su alcuni importanti elemen-
ti che riguardano i numeri decimali e quelli
binari, soffermandoci brevemente sui concetti
fondamentali dell'algebra cosiddetta binaria. E
Numeri binari cominciamo con l'interpretazione della parola
"bit", che sta ad indicare l'unità elementare di
formazione binaria. Ossia, per dirla con parole
Contatore BCD 7 490 più semplici, l'equivalente del numero decima-
le.
Binary Coded Decimai Con l'aritmetica tradizionale il numero, così
come tutti lo intendiamo, rimane espresso da
Pratica di conteggio un insieme di cifre che possono variare tra O e
9. Nell'algebra binaria, invece, il numero è
composto da un insieme di bit, i quali sono
Conteggio visualizzato soltanto elementi rappresentativi di due precisi
valori, lo zero (O) e l'uno (I). Spieghiamoci
Divisori di frequenza meglio. Nel sistema decimale si può dire che un
numero costituisce il risultato di una somma di
potenze di I O.

700
UNDICESIMA PUNTATA

A coloro che avessero dimenticato il significato l'esponente. E il risultato di quella potenza è


di potenza ricordiamo che questa altro non è J0 X 10 = 100.
che il prodotto di tanti fattori uguali alla base Riprendiamo ora il nostro discorso, momenta-
quanti ne indica l'esponente. Facciamo un neamente interrotto, e facciamo un esempio.
esempio: quando si dice 102 (dieci elevato a Consideriamo il numero 4092 e cerchiamo di
due), si cita una potenza che si risolve nel modo far capire al lettore come questo possa espri-
seguente: si moltiplica per sè stesso (base) e per mersi nel sistema decimale, attraverso la som-
due volte di seguito (esponente) il numero 10. ma di quattro potenze di 10, ossia quattro
Dunque, nella potenza· citata ad esempio, il potenze con base I O ed esponenti 0-1-2-3.
numero 10 rappresenta la base, il numero 2 Allora, per quanto detto, si ha:

INGR,
A NC k' '' GND '' "c"
1 13 12 11 10

Fig. 1 - Disposizione e denominazione In sigle dei


quattordici piedini di cui è dotato l'integrato SN
7490. Il componente è organizzato sotto torma di
due contatori separati. Oltre agli ingressi di clock
ed alle uscite di flip-flop, sono presenti due in-
gressi di reset RO e due Ingressi di reset R9.
LU
INGR RO
B
• 1
-RO
3

2
)18
NC +VCC R9
1
R9
2

701
Fig. 5 - Abbiamo fotografato e
riprodotto qui sopra il montaggio
sperimentale di conteggio sem-
pllficato realizzato nei nostri la-
boratori. Il modulo a sinistra è
quello dell'oscillatore ad onda
quadra, a destra è Invece ripro-
dotto Il modulo di conteggio. Da
questa foto il lettore potrà dedur-
re l'esatto sistema di collega-
mento tra i due moduli.

TABELLA BCD ingressi KU, oppure R9, dato che questi sono
internamente connessi con una porta logica di
tipo AND.
Numero binario Concludiamo dicendo che nel 7490 le commu-
tazioni dei flip-flop avvengono sempre sul fron-
Numero decimale D e B A te discendente del clock d'ingresso.
o o o o o
l o o o I CODICE BINARIO DECIMALE
2 o o I o
3 o o I l Abbiamo citato più volte la sigla BCD, ma non
4 o I o o abbiamo ancora detto che cosa essa significhi.
5 o I o I Ebbene, con questa sigla si vuol dire: Binary
6 o 1 I o Coded Decimal, cioè si vuole stabilire una
1 o 1 1 I corrispondenza tra la numerazione binaria e
8 I o o o quella decimale tramite un codice. E di codici
1 o o 1
ve ne sono molti, ma il più diffuso è certamente
9 quello ora menzionato, per il quale si utilizza
IO 1 o I o l'apposita tabella. Dalla quale si deduce pure
Il I o 1 1 che con quattro bit si possono rappresentare
12 I I o o tutti i numeri decimali compresi fra O e 15, cioè
13 I I o 1 ben 16 numeri.
14 I I I o
15 I I I 1
PRATICA DI CONTEGGIO

Abbandoniamo ora la teoria relativa ai conta-


no il compito di portare il contatore allo stato tori e passiamo ad analizzare alcuni tipici cir-
"O" (0000) oppure a 9 ( 1001) quando vengono cuiti pratici che, in seguito, potranno formare
resi attivi. In pratica, per ottenere la funzione la base di partenza per ben più complesse
di reset, è necessario portare ad 1 entrambi gli applicazioni. E cominciamo con il contatore

704
della durata di poche decine di nanosecondi. E
un comune pulsante meccanico, quale è J>l,
non invia al circuito un solo impulso, quando
6 8 9 1o lo si preme anche per un attimo, come sarebbe
logico pensare. Ma, a seconda dei casi, gli
E impulsi possono essere in un numero ridotto o
in un numero estremamente grande, rarissima-
u L....-------------'
mente in numero di uno.
La soluzione di questo problema si otterrebbe
interponendo, tra il pulsante PI e l'ingresso 14
dell'integrato 7490, un circuito elettronico sop-
Fig. 6- Nell'esperimento di conteggio semplificato, il pressore di rimbalzi. Ad ogni modo, il corretto
diodo led visualizza lo stato logico dell'ultlma uscita, funzionamento del contatore potrà essere rag-
che rimane a O (diodo led spento) per otto cicli di clock giunto inviando all'ingresso un segnale ad onda
di ingresso (diagramma U in basso) mentre si porta ad
1 per i rimanenti due cicli (diodo led acceso). li dia- quadra, ad esempio quello ottenuto dal circuito
gramma E interpreta i segnali d'entrata ad onda qua- dell'oscillatore presentato in figura 13 a pagina
dra. 652 della decima puntata del corso. Questo
segnale infatti viene diviso correttamente dal
contatore decadico per fornire in successione
tutti gli stati logici della tabella. Ma per non
impegnare troppo il lettore con montaggi prati-
ci abbastanza complicati, non abbiamo ritenuto
opportuno presentare questo particolare piano
decadico, in grado di fornire in ordinata succes- costruttivo, dando invece le nostre preferenze
sione tutti gli stati logici elencati nella tabella. ad una composizione circuitale più semplice,
Il circuito elettrico del contatore è quello ripor- che ora descriveremo.
tato in figura 2. Come si può notare, le quattro
uscite, piedini 11-8-9-12, sono coHegate con
altrettanti diodi led, che con la loro condizione CIRCUITO SEMPLIFICATO
di acceso e spento indicano lo stato logico di
"I" oppure "O". Più precisamente: led spento= Il circuito semplificato di verifica di conteggio è
O, led acceso = 1. quello riportato in figura 3. ln esso il solo diodo
Supponiamo che l'integrato ICI si trovi inizial- led DLI visualizza lo stato logico dell'ultima
mente nello stato 0000 che, secondo la tabella uscita "D", la quale, come si potrà facilmente
corrisponde al numero decimale O. Ora, pre- verificare in pratica e come appare evidente
mendo il pulsante P 1, si dovrebbe verificare la nella tabella degli stati, rimane a 0 (diodo led
transizione allo stato 0001, alla quale corri- DLI spento) per otto cicli di clock di ingresso,
sponde l'accensione del diodo led DLI, mentre mentre si porta ad 1 per i rimanenti due cicli
gli altri tre diodi rimangono spenti. Successiva- (diodo led DL1 acceso). In figura 6 sono dia-
mente una seconda pressione del pulsante PI grammati i rispettivi livelli. Quelli nella parte
dovrebbe provocare la transizione allo stato superiore sono i livelli del segnale applicato
0010, corrispondente, secondo la tabella, al all'ingresso dell'integrato (piedino 14), quello
numero decimale 2 e per il quale il diodo led più in basso è il livello del segnale uscente
DL2 si accende, mentre gli altri rimangono attraverso il piedino 11 dell'integrato.
spenti. Ulteriori pressioni del pulsante P 1 do- Di questo circuito riportiamo in figura 4 lo
vrebbero far funzionare il contatore progressi- schema pratico, in modo che il lettore possa
vamente allo stesso modo. sperimentare dal vero quanto affermato in teo-
Attenzione, però! Perché abbiamo detto "do- ria. Naturalmente, essendo necessario il segnale
vrebbe" e non "deve funzionare" nel modo di clock, in sostituzione del pulsante meccani-
descritto. E ciò è stato sottolineato nel corso co, il cui imp-iego non può essere fatto a causa
dell'ottava puntata; infatti, se il circuito venisse dei rimbalzi, occorrerà, come indicato nello
realizzato così come appare nello schema di schema elettrico di figura 3, servirsi di un
figura 2, esso rivelerebbe certamente un'appa- segnale ad onda quadra, che sarà quello genera-
rente anomalia di funzionamento. Perché la to dall'oscillatore con funzionamento basato
teoria non può sbagliare, ma la pratica sì. sull'isteresi di Schmitt e che è stato presentato
Come si sa, i dispositivi integrati sono talmente nella nona puntata del corso alla pagina 652
veloci da rispondere ad impulsi di comando attraverso le figure 13 e 14.

705
5

14
2

6 !C1 LI A"
5V

ENTR dl7
3 %a
10
use.

Fig. 7 - Esempio di divisore di frequenza. In esso, con i collegamenti indicati nello


schema, l'Integrato 7490 si comporta da divisore della frequenza per tre.

MONTAGGIO DEL DISPOSITIVO componente polarizzato, dotato di anodo e ca-


todo, il quale deve essere inserito nel circuito
Il montaggio del dispositivo ora descritto è soltanto in un preciso senso, cioè con l'anodo
stato da noi fotografato e riprodotto in figura 5. rivolto verso la resistenza Rl.
Nella quale si nota, sulla sinistra, l'oscillatore Il terminale di catodo in un diodo led è facil-
ad onda quadra, che molti lettori hanno già mente riconoscibile per il fatto di apparire
realizzato e che ora possono utilizzare per que- leggermente più grosso di quello di anodo.
sto nuovo esperimento, sulla destra, il nuovo Nell'inserire l'integrato ICl, che è il 7490,
circuito di verifica del conteggio. raccomandiamo di tener presente che il piedino
Ovviamente, anche in questo caso, il montag- I del componente si trova da quella parte in cui
gio sperimentale si realizza inserendo, come è impresso un contrassegno di riconoscimento,
primo elemento, sulla consueta basetta del cir- che non deve essere scambiato con il dischetto
cuito stampato, lo zoccolo a basso profilo, i cui che si trova nella parte opposta.
piedini, diversamente da quanto avviene nei Ancora una volta ricordiamo che l'applicazio-
normali montaggi, non entrano nei corrispon- ne pratica ora descritta si effettua servendosi
denti fori, che nel modulo sono del tutto assen- dei moduli disponibili presso la nostra organiz-
ti, ma debbono essere ripiegati ad angolo retto e zazione in kit di cinque pezzi, come si legge
saldati a stagno, tramite saldatore dotato di nello spazio pubblicitario riportato in questa
punta sottile, sulle apposi tè piste. Dunque, lo stessa sede.
zoccolo, il diodo led DLl, la resistenza Rl da. Per quanto riguarda i collegamenti fra i due
390 ohm e i diversi ponticelli che assicurano le circuiti, quello dell'oscillatore ad onda quadra e
continuità circuitali vanno inseriti, come nei quello del contatore, non vogliamo aggiungere
precedenti circuiti sperimentali, direttamente altre parole, dato che questi sono chiaramente
sulle piste di rame del circuito stampato e non indicati dalle figure 3-4-5. Dobbiamo invece
dalla parte opposta, giacché la basetta, lo ripe- informare il lettore che, collegando ad "I"
tiamo, è completamente priva di fori. Si tenga (+5V) entrambi gli ingressi di reset R0, corri-
comunque presente che il diodo led DLI è un spandenti ai piedini 2 e 3 dell'integrato ICI, si

706
blocca il conteggio, facendo assumere a tutte le sione di frequenza è una forma di conteggio il
uscite la condizione "O". Analogamente, colle- cui scopo è quello di ottenere in uscita un
gando ad "l" entrambi i piedini 6 e 7, corri- impulso per un certo numero di impulsi appli-
spondenti al reset R9 (vedi figura D), il conteg- cati all'entrata. In pratica, impiegando più inte-
gio si blocca ugualmente e le uscite si portano grati, collegati in serie tra di loro, è possibile
nella configurazione 9; quindi: A "1", BeC= ottenere qualsiasi combinazione. Facciamo un
"O",D=1, esempio e supponiamo che, partendo dalla fre-
quenza di 50 Hz, si voglia ottenere una fre-
quenza di 1 Hz. Ebbene, in tal caso, si dovrà
utilizzare un divisore per 5, al quale dovrà
APPLICAZIONI PARTICOLARI seguire un divisore per 1 O.
Negli orologi elettronici, è necessario un diviso-
Sfruttando opportunamente gli ingressi di reset, re per 60 per ottenere un'ora partendo da 60
con l'integrato 7490 si possono ottenere alcune minuti. E ciò si ottiene con l'impiego di un
funzioni di conteggio particolari. Per esempio, divisore per IO seguito da un divisore per 6, o
collegando il componente nel modo indicato in viceversa.
figura 7, si ottengono delle divisioni della fre- Gli esempi ora citati sono sufficienti a far
quenza d'ingresso per 3. comprendere al lettore l'importanza dei diviso-
Possiamo dire, più generalmente, che la divi- ri di frequenza.

PER CHI SEIUE IL CORSO IC


Per consentire a tutti i lettori che voglio- approntato questo kit di cinque moduli
no seguire con profitto il CORSO DI AV- identici, con i quali è possibile realizzare
VIAMENTO ALL'USO DEGLI INTEGRATI la maggior parte degli esperimenti che
DIGITALI, la nostra Organizzazione ha verranno via via presentati e descritti.

5
CIRCUITI
STAMPATI

L 10.000

707
LE PAGINE DEL
CE
27
a

GENERALITA
SULLE ANTENNE
Soltanto nei primi tempi di attività, il princi- conversazioni fra CB. Ma non tutti sanno esat-
piante può considerare l'antenna come un sem- tamente che cosa ciò significhi e quale relazio-
plice accessorio della stazione ricetrasmittente. ne tenga legata la lunghezza d'onda con le altre
Ma poi, con l'accrescimento delle informazioni grandezze fisiche.
tecniche, ogni CB conosce e sa valutare l'im- Quando si parla di onde elettromagnetiche o,
portanza assunta dall'antenna nella propria più particolarmente, di onde radio, non si può
emittente, non solo per il pieno sfruttamento di fare a meno di citare la frequenza, che rappre-
questa, ma anche per la diminuzione del QRM, senta la grandezza fisica di maggiore importan-
ossia dei disturbi in ricezione e per l'aumento za. La quale viene misurata in Hz (hertz), cioè
di sensibilità del ricevitore. L'antenna CB è in cicli al secondo.
dunque necessaria e deve essere realizzata se- Quando si parla di onde radio, è abbastanza
ndo precise regole, che molti conoscono ed spontaneo pensare ad una loro estensione nello
altri ancora ignorano. spazio. Ebbene, la lunghezza d'onda è la misura
in metri di un periodo d'onda.
Per meglio assimilare questo concetto conviene
pensare, per un momento, alle onde acustiche,
per le quali la lunghezza d'onda viene definita
lunghezza d'onda ricorre spesso nelle come la distanza tra due punti aventi la stessa
Onde radio
lunghezze d'onda e frequenze

Dipolo orizzontale e verticale


fase, per esempio tra due massimi di compres-
sione.
Alimentazione d'antenna
La legge matematica che lega la misura della
lunghezza d'onda con quella della frequenza Eliminazione delle cariche statiche
viene espressa tramite la seguente formula:
1 = c:f

nella quale «f» indica la frequenza misurata in


Hz, mentre «c» rappresenta la velocità dell'on-
da. Nel caso di onde radio, poiché la velocità
dell'onda è quasi analoga a quella della luce, la
formula precedentemente citata assume la se- avere una lunghezza pari a multipli interi di
guente espressione: mezza lunghezza d'onda. Tuttavia per motivi
di semplicità costruttiva, quasi sempre, ci si
2= 300:f serve di antenne a mezza lunghezza d'onda,
anche in considerazione del fatto che le caratte-
nella quale la frequenza f è misurata in mega- ristiche dell'antenna non aumentano sensibil-
hertz e la lunghezza d'onda è espressa in metri. mente con multipli di mezza lunghezza d'onda
li valore della lunghezza d'onda CB è di 11 superiori all'unità.
metri.
La teoria, che investe le varie relazioni che
intercorrono tra le onde elettromagnetiche e la NATURA DELL'ANTENNA
lunghezza d'onda, assume una precisa finalità.
È infatti dimostrabile che l'antenna ideale deve L'antenna può essere considerata un circuito

Ciascun operatore, prima ancora di saper pilotare li proprio


ricetrasmettitore, deve conoscere e valutare l'importanza del-
l'antenna, attraverso le caratteristiche radioelettriche, i dati
costruttivi, il comportamento di tensioni e correnti, sia per
raggiungere un completo sfruttamento del ricetrasmettitore
sia per ridurre al minimo ogni eventuale disturbo nei collega-
menti radio.

709
un 'induttanza propria, mentre la capacità è
quella di un condensatore di cui un'annatura è
rappresentata dall'antenna vera e propria e l'al-
tra annatura dal piano di terra (figura 1). Ma la
prerogativa più importante di ogni antenna sta
nel fatto che essa è in grado di trasfonnare
l'energia, fomitale sotto fonna di oscillazioni
elettromagnetiche, in onde elettromagnetiche
in grado di viaggiare attraverso lo spazio.

VELOCITÀ DI PROPAGAZIONE

Immaginiamo di collegare un generatore di


segnali ad alta frequenza, in pratica un trasmet-
titore, con un filo conduttore di lunghezza
infinita e di inviare su questo un segnale di un
PIANO TERRA certo valore di frequenza f. Ebbene, dato che la
velocità di propagazione della corrente attra-
verso il filo conduttore non è infinita, pur
Fig. 1- L'antenna appare come un circuito accordato di essendo estremamente elevata, di 300.000
tipo induttivo-capacitivo, a costanti distribuite. Il con-
duttore, che possiede un'Induttanza propria, costituisce Km/sec. circa, durante un periodo del segnale,
l'armatura dl un condensatore di cui l'altra armatura è lo spazio percorso dalla corrente è pari al
rappresentata dal plano di terra. prodotto del tempo per la velocità, ossia:

A vendo assunto come tempo di misura quello


risonante induttivo-capacitivo a costanti distri- di un periodo intero del segnale ed essendo il
buite. Infatti, come avviene per ogni filo con- periodo uguale all'inverso della frequenza,
duttore, anche il conduttore d'antenna possiede cioè:

min.
Fig. 2 - La ripetizione di un clclo per
TEMPO un certo numero di volte al secondo
(tratto B) offre la misura della fre-
quenza dl un segnale radio, mentre
B la distanza tra due zeri, di lnlzlo e
fine ciclo, valutata in metri, dà la
lunghezza d'onda.

710
t = 1: f

la lunghezza à, denominata lunghezza d'onda,


corrispondente al tratto A di figura 2, potrà
essere così calcolata:

À = V : f = 300.000.000
(m/s): f(Hz) = 300 : f(MHz)

Supponiamo ora di disporre di un filo condut-


tore di lunghezza L e di alimentarlo al centro
con un generatore di segnali alternati, misuran-
do, contemporaneamente, l'entità della corren-
te erogata. Variando la frequenza dei segnali, ci
si accorgerebbe che, come indicato in figura 3,
il valore massimo della corrente. verrebbe ri-
scontrato al verificarsi della relazione:

L = mezza lunghezza d'onda FREO

La curva riportata in figura 3 esprime l'anda- F


mento tipico di un circuito accordato, per cui si
può ora ritenere valido quanto affermato teori-
camente in precedenza, ossia che il comporta-
Fig. 3 - Andamento tipico (in basso) della corrente
mento di un conduttore di mezza lunghezza lungo un'antenna alimentata al centro della misura di
d'onda si comporta come un circuito accordato mezza lunghezza d'onda.
L-C, nel quale L e C sono dei parametri che,
contrariamente al solito, anziché essere con-
centrati in pochi punti, sono distribuiti lungo
tutto il conduttore (figura 4).

L
L
e

Fig. 4 • In un comune circuito accordato, le costanti LC sono concentrate, mentre


nelle antenne sono distribuite lungo il conduttore. Il disegno riportato In posizione
centrale riflette il caso di L concentrata e C distribuita.

711
Allungando l'antenna di multipli di mezza lun-
ghezza d'onda, si può constatare come l'anda-
+ mento periodico si ripeta ad ogni lunghezza
d'onda (figura 6).

ANTENNA DIPOLO

L'antenna più comune, più nota e più diffusa è


senza dubbio il dipolo. Non tanto per le sue
prestazioni, ormai superate da altri tipi di an-
tenne ad alto guadagno, quanto per la sua
semplicità costruttiva ed il perfetto adattamen-
o.5 \ to elettrico.
Il dipolo è composto da due bracci orizzontali o
verticali di un quarto d'onda ciascuno, alimen-
tati al centro (figura 3) per mezzo di una linea
Fig. 5 - Andamento della tensione e della corrente bilanciata, o cavo schermato.
lungo l'antenna. La distribuzione è di tipo sinusoidale
con sfasamento di 90°. Il dipolo nella misura ora citata presenta una
bassa impedenza, di 75 ohm circa, perfetta-
mente adattabile all'uscita dei trasmettitori sen-
za dover ricorrere a particolari accorgimenti.
Talvolta, anziché utilizzare i due bracci, si fa
uso di un solo braccio sistemato in posizione
verticale, in modo da ottenere un 'antenna ad
TENSIONI E CORRENTI un quarto d'onda verticale. Questa antenna non
ha lo stesso rendimento del dipolo, a meno che
Se si analizza, tramite un diagramma, l'anda- non venga realizzato un piano di terra, di tipo
mento della tensione e della corrente lungo artificiale che, fungendo da specchio per le
l'antenna di mezza lunghezza d'onda, si può radiazioni elettromagnetiche, simula le pro-
notare come queste grandezze elettriche riman- prietà intrinseche del dipolo.
gano distribuite secondo un'espressione sinu- Da questo concetto scaturiscono le ben note
soidale. In particolare, le due sinusoidi, della antenne ground-plane che vengono utilizzate
corrente e della tensione, sono tra loro sfasate con ottimi risultati dalla maggior parte dei CB,
di 90. II valore della tensione poi risulta massi- anche in considerazione del loro basso costo.
mo alle estremità, mentre è nullo al centro. Al La lunghezza dell'antenna può essere ulterior-
contrario, il valore della corrente è nullo alle mente ridotta inserendo, in serie ad essa, una
estremità ed è massimo al centro, come si può bobina in grado di introdurre nel circuito una
osservare nelle figure 5 e 5B. induttanza concentrata (figura 7). Con tale si-

Fig. 5B- Quando l'antenna viene allmentata in una delle sue estremità, il valore della
corrente è massimo In prossimità del ricetrasmettitore ed è minimo al centro.

712
0,5 \ 0.5 X 0,5 A

Fig. 6 - Allungando l'antenna nella


misura di multipli di mezza lunghez-
za d'onda, è possibile constatare co-
me l'andamento periodico si ripete
ad ogni lunghezza d'onda.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e Informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglla confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità
di misura - I condensatori - I resistori - I diodi
L. 7.500 - I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampla analisi dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente Illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

713
LUGH. MIN. Dr 'h )
Fi. 7 - La lunghezza reale di un'an-
tenna può essere ridotta fino ad un
ottavo di lunghezza d'onda inseren-
do una bobina. Ma in tal caso dimi-
nuisce il potere radiante e, contem-
poraneamente, l'efficienza in ricezio-
BOBINA ne.

sterna le dimensioni costruttive dell'antenna gono di una uscita sbilanciata, eventualmente


possono essere ridotte ad un ottavo d'onda o regolabile fra 50 e 7 5 ohm, adatta per un
anche meno. collegamento diretto con cavo schermato. Ecco
Le prestazioni di questo particolare tipo di perché si suole alimentare il dipolo con cavo
antenna, denominata "antenna caricata", non schermato, con l'accorgimento di mantenere in
sono paragonabili a quelle delle antenne a mez- posizione perpendicolare, rispetto allo stesso
za lunghezza d'onda, e per tale motivo esse dipolo, l'ultimo tratto dehavo, almeno per un
vengono utilizzate soltanto là dove la lunghez- quarto d'onda, cioè per tre metri circa nel caso
za assume un'importanza fondamentale come, della CB. Con tale precauzione si riesce a
ad esempio, sulle autovetture. neutralizzare lo sbilanciamento con un adatta-
mento di impedenza fra trasmettitore, cavo e
antenna, che può essere ritenuto complessiva-
ALIMENTAZIONE D'ANTENNA mente buono.
Anche nel caso del dipolo l'andamento delle
L'alimentazione del dipolo dovrebbe avvenire, tensioni e delle correnti rispecchiano il com-
almeno teoricamente, con linea bilanciata; un portamento tipico sinusoidale. Per esempio, nel
esempio di linea bilanciata è rappresentato dal- dipolo alimentato al centro, le correnti nei due
la piattina con impedenza di 300 ohm. Tutta- rami assumono i massimi valori di intensità
via, in pratica, quasi tutti i trasmettitori dispon- nelle vicinanze del trasmettitore (figura 8).

17 /2

E=lo
o o o
TX

Fig. 8 - Quando il dipolo è alimentato al centro, la corrente assume in quei punti il


suo valore di massima intensità.

714
PRESA DI TERRA maggiore, possono dar luogo a campi elettrosta-
tici, cioè a differenze di potenziali elettrici
L'utilità di una buona presa di terra è ormai talmente elevate da danneggiare seriamente i
universalmente nota ai fini antinfortunistici. La semiconduttori.
maggior parte dei nostri elettrodomestici, infat- Per evitare questa nefasta ma possibile conse-
ti, sono dotati del collegamento di terra, in guenza, si può ricorrere ad un accorgimento:
ossequio a quelle particolari leggi che regolano cioè si deve collegare fra i due terminali del
questi tipi di impianti. cavo schermato, un'impedenza di alta frequen-
Ma questo stesso accorgimento deve essere za, connettendo inoltre a terra la calza metalli-
esteso anche agli apparati ricetrasmittenti. E ca del cavo schermato.
non deve trarre in inganno il fatto che un Poiché la calza metallica del cavo schermato
ricetrasmettitore sia alimentato con la tensione risulta generalmente collegata con il telaio del
di 12-15 V soltanto, perché il ricetrasmettitore trasmettitore, il collegamento ora citato si ottie-
è normalmente alimentato con un alimentatore ne mettendo a massa il trasmettitore. Con tale
stabilizzato tramite la tensione di rete-luce. sistema tutti i punti dell'antenna risultano elet-
tricamente a massa, perché l'impedenza di alta
Può quindi accadere che, per una qualsiasi
frequenza non presenta alcuna resistenza alla
perdita di isolamento, la tensione di 12 V
corrente continua, mentre le cariche statiche,
raggiunga i 220 V, con grave pericolo per
accumulate sull'antenna, vengono disperse al
l'incolumità dell'operatore e per quella del tra-
smettitore. suolo senza interessare minimamente il tra-
smettitore. Ed occorre notare anche che l'impe-
È buona norma di sicurezza, quindi, collegare a denza di alta frequenza non altera in alcun
terra il telaio metallico del trasmettitore che, modo il funzionamento dell'antenna, perché
oltre all'incolumità dell'operatore, garantisce essa rappresenta un elemento di blocco per
una perfetta schermatura elettromagnetica del- l'alta frequenza.
le parti elettroniche. La piccola bobina, che rappresenta l'impeden-
La presa di terra serve anche per preservare il za di alta frequenza, dovrà essere realizzata a
trasmettitore da cariche statiche che, inevitabil- nido d'ape, servendosi di un filo conduttore di
mente, danneggerebbero i transistor. È noto, tipo litz, con sezione abbastanza elevata. Questi
infatti, che durante i temporali o, più general- tipi di bobine sono facilmente reperibili tra i
mente, quando l'atmosfera è carica di elettrici- materiali surplus, ma il lettore potrà reperirli
tà, l'antenna diviene un ... collettore di cariche pure presso i rivenditori di materiali per radio-
statiche che, accumulandosi in quantità sempre amatori.

ANTIFURTO PER AUTO In scatola


di montaggio

Il funzionamento dell'antifurto si identifica con una


interruzione ciclica del circuito di alimentazione
della bobina di accensione che, pur consentendo
l'avviamento del motore, fa procedere lentamente
e a strappi l'autovettura.

- E' di facile applicazione.


- Non è commercialmente noto e i malintenzio-
nati. non lo conoscono.
- Serve pure per la realizzazione di molti altri
dispositivi. L. 15.800

715
LUGH. MIN. DI M1
Fig. 7 - La lunghezza reale di un'an-
tenna può essere ridotta fino ad un
ottavo di lunghezza d'onda Inseren-
do una bobina. Ma in tal caso dimi-
nuisce il potere radiante e, contem-
poraneamente, l'efficienza in ricezio-
BOBINA ne.

sterna le dimensioni costruttive dell'antenna gono di una uscita sbilanciata, eventualmente


possono essere ridotte ad un ottavo d'onda o regolabile fra 50 e 7 5 ohm, adatta per un
anche meno. collegamento diretto con cavo schermato. Ecco
Le prestazioni di questo particolare tipo di perché si suole alimentare il dipolo con cavo
antenna, denominata "antenna caricata", non schermato, con l'accorgimento di mantenere in
sono paragonabili a quelle delle antenne a mez- posizione perpendicolare, rispetto allo stesso
za lunghezza d'onda, e per tale motivo esse dipolo, l'ultimo tratto delcavo, almeno per un
vengono utilizzate soltanto là dove la lunghez- quarto d'onda, cioè per tre metri circa nel caso
za assume un'importanza fondamentale come, della CB. Con tale precauzione si riesce a
ad esempio, sulle autovetture. neutralizzare lo sbilanciamento con un adatta-
mento di impedenza fra trasmettitore, cavo e
antenna, che può essere ritenuto complessiva-
ALIMENTAZIONE D'ANTENNA mente buono.
Anche nel caso del dipolo l'andamento delle
L'alimentazione del dipolo dovrebbe avvenire, tensioni e delle correnti rispecchiano il com-
almeno teoricamente, con linea bilanciata; un portamento tipico sinusoidale. Per esempio, nel
esempio di linea bilanciata è rappresentato dal- dipolo alimentato al centro, le correnti nei due
la piattina con impedenza di 300 ohm. Tutta- rami assumono i massimi valori di intensità
via, in pratica, quasi tutti i trasmettitori dispon- nelle vicinanze del trasmettitore (figura 8).

17 12

Ele
o0 O

TX

Flg. 8 - Quando il dipolo è alimentato al centro, la corrente assume in quei punti il


suo valore di massima intensità.

714
PRESA DI TERRA maggiore, possono dar luogo a campi elettrosta-
tici, cioè a differenze di potenziali elettrici
L'utilità di una buona presa di terra è ormai talmente elevate da danneggiare seriamente i
universalmente nota ai fini antinfortunistici. La semiconduttori.
maggior parte dei nostri elettrodomestici, infat- Per evitare questa nefasta ma possibile conse-
ti, sono dotati del collegamento di terra, in guenza, si può ricorrere ad un accorgimento:
ossequio a quelle particolari leggi che regolano cioè si deve collegare fra i due terminali del
questi tipi di impianti. cavo schermato, un'impedenza di alta frequen-
Ma questo stesso accorgimento deve essere za, connettendo inoltre a terra la calza metalli-
esteso anche agli apparati ricetrasmittenti. E ca del cavo schermato.
non deve trarre in inganno il fatto che un Poiché la calza metallica del cavo schermato
ricetrasmettitore sia alimentato con la tensione risulta generalmente collegata con il telaio del
di 12-15 V soltanto, perché il ricetrasmettitore trasmettitore, il collegamento ora citato si ottie-
è normalmente alimentato con un alimentatore ne mettendo a massa il trasmettitore. Con tale
stabilizzato tramite la tensione di rete-luce. sistema tutti i punti dell'antenna risultano elet-
tricamente a massa, perché l'impedenza di alta
Può quindi accadere che, per una qualsiasi frequenza non presenta alcuna resistenza alla
perdita di isolamento, la tensione di 12 V corrente continua, mentre le cariche statiche,
raggiunga i 220 V, con grave pericolo per accumulate sull'antenna, vengono disperse al
l'incolumità dell'operatore e per quella del tra- suolo senza interessare minimamente il tra-
smettitore. smettitore. Ed occorre notare anche che l'impe-
È buona norma di sicurezza, quindi, collegare a denza di alta frequenza non altera in alcun
terra il telaio metallico del trasmettitore che, modo il funzionamento dell'antenna, perché
oltre all'incolumità dell'operatore, garantisce essa rappresenta un elemento di blocco per
una perfetta schermatura elettromagnetica del- l'alta frequenza.
le parti elettroniche. La piccola bobina, che rappresenta l'impeden-
La presa di terra serve anche per preservare il za di alta frequenza, dovrà essere realizzata a
trasmettitore da cariche statiche che, inevitabil- nido d'ape, servendosi di un filo conduttore di
mente, danneggerebbero i transistor. È noto, tipo litz, con sezione abbastanza elevata. Questi
infatti, che durante i temporali o, più general- tipi di bobine sono facilmente reperibili tra i
mente, quando l'atmosfera è carica di elettrici- materiali surplus, ma il lettore potrà reperirli
tà, l'antenna diviene un ... collettore di cariche pure presso i rivenditori di materiali per radio-
statiche che, accumulandosi in quantità sempre amatori.

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Il funzionamento dell'antifurto si identifica con una


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Di questa Rubrica potranno avvalersi tutti quei lettori che sentiranno la necessità di offrire
in vendita, ad altri lettori, componenti o apparati elettronici, oppure coloro che vorranno
rendere pubblica una richiesta di acquisto od un'offerta di permuta.
Elettronica Pratica non assume alcuna responsabilità su eventuali contestazioni che po-
tessero insorgere fra i signori lettori e sulla natura o veridicità del testo pubblicato. In
ogni caso non verranno accettati e, ovviamente, pubblicati, annunci di carattere pubblici-
tario.
Coloro che vorranno servirsi di questa Rubrica, dovranno contenere il testo nei limiti di
40 parole, scrivendo molto chiaramente (possibilmente in stampatello).

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Telefonare dalle 18 alle 20 allo (02) 9085575 e chiede- SPEZIA MARIO- Via del Camminello, 2/1 - 16033 LA-
re di RICCARDO VAGNA (Genova)

-~-- - - - - - -- - - - - - - - -- - ·-- - - -

PER I VOSTRI INSERTI


I signori lettori che intendono avvalersi della Rubrica « Vendite - Acquisti - Permu-
te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

Inserite il tagliando in una busta e spedite a:


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ELETTRONICA PRATICA /
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

Via Zuretti, 52 - MILANO. I


720
LA PUSIA DEl LETTE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

SENSIBILITÀ LOGARITMICA riare in progressione, si concentrano o all'inizio


della scala o alla fine di questa. Potete dirmi da
Molto tempo fa acquistai, presso la vostra orga- che cosa può dipendere questo anomalo com-
nizzazione, un kit per la realizzazione di un portamento della barra?
modulo con barra luminosa, che ora non ho BAGNOLI GUIDO
più visto pubblicizzato sulla rivista, perché le Savona
scorte di magazzino, evidentemente, si saranno
esaurite. Ma io conservo in ottimo stato quel
materiale che, fino a ieri, mi è servito per il La risposta al suo quesito è molto semplice. La
controllo della tensione a bordo della mia auto- nostra sensibilità uditiva non varia in misura
vettura e che ora ho voluto destinare ad altra lineare ma secondo una precisa legge acustica.
pratica applicazione; per la precisione, mi sono per la quale l'entità della sensazione uditiva
servito di quel modulo per analizzare un indi- non cresce in proporzione dell'aumento dell'in-
catore luminoso d'uscita, che ho montato sul- tensità sonora, bensì con il logaritmo a base
l'amplificatore di bassa frequenza, autocostrui- dieci che tale intensità sonora rappresenta. Ciò
to, montato sull'auto. Naturalmente, come da significa che, per raddoppiare, triplicare, qua-
voi suggerito, ho provveduto a raddrizzare e druplicare un dato livello sonoro, è necessario
livellare leggermente la tensione d'uscita prima aumentare l'intensità sonora di cento, mille e
di applicarla alla barra luminosa. Malgrado tali diecimila volte. Per tale motivo il controllo di
accorgimenti, purtroppo, debbo dire che il fun- volume, negli amplificatori audio, è affidato ad
zionamento del segnalatore ottico non è appar- un potenziometro a variazione logaritmica.
so soddisfacente. Infatti, pur ottenendo delle Proprio per "linearizzare" gli effetti acustici
ampie e spettacolari variazioni luminose, quan- conseguenti alle regolazioni. La barra lumino-
do intervengo sul controllo manuale di volume sa, invece, è un indicatore lineare. Di qui l'in-
dell'amplificatore, le indicazioni, anziché va- conveniente da lei notato.

721
CELLULE SOLA RI 0,3 mm. La presa intermedia B è ricavata alla
trentesima spira contata a partire dal lato mas-
Essendo vissuto a lungo in Italia e conoscendo sa. L'avvolgimento deve essere effettuato su una
bene la vostra pubblicazione, vi scrivo per ferrite cilindrica di 8 mm di diametro. Ovvia-
chiedervi uno schema. Precisamente quello di mente, il funzionamento del ricevitore dipende
un semplicissimo ricevitore radio portatile ali- dalla qualità del circuito antenna-terra.
mentato con sei cellule solari, che ho ricavato Le posizioni di SI sono: P = eventuale alim. a
da una calcolatrice fuori uso. pile - SP = spento - CS = alim. a cellule solari.
HOFF FRANZ
Austria
COMPONENTI
Con sei cellule solari lei può disporre di una
tensione di 3 V circa ed assorbire una corrente C1 = 300 + 500 pF (variabile ad aria)
di pochi milliampere. Che sono sufficienti per C2 = 5.000 pF
alimentare il circuito qui riportato, il quale R1 = 100.000 + 220.000 ohm
consente l'ascolto di qualche emittente locale di TR1 = AC126
potenza ad onda media in auricolare magneti- DG = diodo al germanio (qualunque tipo)
co o in cuffia. La bobina LI è composta da 80 S1 /= comm. 3 posiz. - 1 via
spire di filo di rame smaltato del diametro di CUFFIA 1.000 ± 4.000 ohm

MODERNO RICEVITORE DR PRINCIPIANTE


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L. 16.750 (con altoparlante}
CARATTERISTICHE:
Controllo sintonia: a condensatore variabile- Controllo volume: a potenziometro - 1' Entrata BF:
500 ±-50.000 ohm - 2 Entrata BF; 100.000±1 megaohm - Alimentazione: 9 Vcc Impedenza d'u-
scita: 8 ohm - Potenza d'uscita: f W circa.

Il kit contiene: 1 condensatore variabile ad aria • 1 potenziometro di volume con interruttore, In-
corporato- 1 contenitore pile- 1 raccordatore collegamenti pile- 1 circuito stampato - 1 bobina
sintonia - 1 circuito integri:to - 1 zoccolo porta integrato- 1 diodo al germanio- 1 commutatore
- 1 spezzone di filo flessibile- 10 pagliuzze capicorda- 3 condensatori elettrolitici - 3 resistenze
- 2 viti fissaggio variabile.

722
Q
ANT

L1 R1

CUFFIA

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6 3
O
z- cd0
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Caratteristiche
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Tensione regolabile 5 -;- 13 V
Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
Rlpple 1mV con 0,1A d'use.
5mV con 0,6A d'use.
Stabillzz. a 5V d'use. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-


vrarlscaldamentl,
L. 18.800

723
SQUELCH

IL PACCO Ho realizzato un sistema di controllo di un


bambino nella culla tramite un microtrasmetti-
tore e un ricevitore a modulazione di frequen-

DELL 'HOBBYSTA za. Purtroppo sono costretto a mantenere sem-


pre acceso il ricevitore, con notevole fastidio
per coloro che debbono vigilare. Esiste un siste-
Per tutti coloro che si sono resi conto ma per interrompere automaticamente l'audio
dell'inesauribile fonte di progetti con- quando non è presente alcun segnale valido?
tenuti nei fascicoli arretrati di Elettro- GASPERONI EDOARDO
nica Pratica, abbiamo preparato que- Roma
sta interessante raccolta di pubblica-
zioni.
Il circuito che lei ci chiede è quello di uno
squelch, che riportiamo in questa stessa sede.
Le nove copie della rivista sono state Se l'ampiezza del segnale in entrata supera un
scelte fra quelle, ancora disponibili, certo valore di soglia prestabilito, il circuito si
ma in rapido esaurimento, in cui sono omporta come un interruttore chiuso, facendo
apparsi gli argomenti di maggior suc- /ascoltare il segnale originale. In caso contrario
cesso della nostra produzione edito- il circuito si blocca.
riale.

COMPONENTI

Condensatori
C1 = 2,2 F - 16 VI (elettrolitico)
C2 = 100.000 F
c3 = 100.000 F
C4 = 1 O F- 16 VI (elettrolitico)
C5 = 1 O µF - 16 VI (elettrolitico)
C6 = 2,2 F- 16 VI(elettrolitico)
C7 = 100 F - 16 VI (elettrolitico)

Resistenze
L. 9.000 R1
R2
= 500.000
= 390.000
ohm (trimmer)
ohm
R3 = 220.000 ohm
Il pacco dell'hobbysta è un'offerta spe- R4 = 560.000 ohm
ciale della nostra Editrice, a tutti i R5 = 10.000 ohm
nuovi e vecchi lettori, che ravviva l'in- R6 = 4.700 ohm
teresse del dilettante, che fa rispar- R7 = 4.700 ohm
miare denaro e conduce alla realizza-
zione di apparecchiature elettroniche Varie
di notevole originalità ed uso corrente. IC1 = CA3046
D1 = 0A91
D2 = OA91
ALIM. = 9± 12V

724
Il Il Il

Eh
R3

eI Il Il Il 7 6 5 4 3 2

IC1

I,Il[iII. r'I'
RI II Il R4
I
-
= i·

.. • • • U4
#fr-
22

c4
ENIR. 2R2 Il l=l J [ I]osc.(b) za7

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 16.500
-------(
CARATTERISTICHE:
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Alimentazione: 220 V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 100W istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
mente adatto per lavori intermittenti
Illuminazione del punto di saldatura
professionali e dilettantistici.

725
CURVA DEL DIODO

KIT PER CIRCUITI Ho recentemente acquistato un oscilloscopio


d'occasione di cui sto imparando l'uso. Come
STAMPATI L. 16.000 posso fare per visualizzare le curve caratteristi-
che di un diodo a semiconduttore?
Dotato di tutti gli elementi necessari per CA VINATO ATTILIO
la composizione di circuiti stampati su Padova
vetronhte o bachelite, con risultati tali da
soddisfare anche i tecnici più esigentl, que-
sto kit contiene pure la speciale penna
Uno dei sistemi più semplici ed economici
riempita di Inchiostro resistente al perclo- consiste nel prelevare il segnale sinusoidale dal
ruro e munlta di punta di riserva. Sul di- secondario a 6,3 V di un comune trasformatore
spensatore d'inchiostro della penna è pre- per rete-luce. Realizzi quindi il circuito qui
sente una valvola che garantisce una lunga riportato e si accorgerà che, mentre il canale
durata di esercizio ed impedisce l'evapo- orizzontale misura la tensione sui terminali del
razione del liquido. diodo, quello verticale, attraverso una misura
indiretta di tensione su una resistenza di limi-
tazione, ne valuta la corrente. Commutando SI,
potrà controllare le diverse correnti che attra-
ersano il diodo.

COMPONENTI

R1 = 100 ohm
R2 = 1.000 ohm
S1 = deviatore
T1 = trasf. (220 V-6 V)

Consente un controllo visivo conti-


nuo del processo di asporto.
Evita ogni contatto delle mani con
il prodotto finito.
E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel INDICATORE DI POLARITÀ
tempo.
Il contenuto è sufficiente per tratta- In che modo è possibile, senza l'aiuto del tester,
re più di un migliaio di centimetri stabilire le polarità esatte di una tensione? Esi-
quadrati di superfici ramate. ste qualche sistema pratico e poco costoso per
disporre di tali indicazioni?
BALSAMO MAURIZIO
Palermo
Uno dei sistemi più semplice consiste nell'uso
di un diodo led, il quale emette luce soltanto
quando viene percorso da corrente, ossia se è
collegato al circuito con una ben, precisa pola-
rità. Sfruttando questa proprietà, si possono
realizzare delle sonde indicatrici di polarità
come quella qui riportata, nella quale i valori
delle resistenze RI- R2 dipendono da quelli
delle tensioni in esame. Per esempio, con una
pila da 4,5 V, la resistenza RJ è da 220 ohm,
mentre la R2 è da 120 ohm.

726
01

T1 +
m

~ -- -
ORIZZ.

6,3V lOSCILL

Rl I i
• 1
2
R2 I
~VERT

S1

727
MONITOR PER AUTO quale entra in funzione all'atto dell'accensione
del motore, soltanto per comprovare la propria
In molte autovetture moderne è presente un efficienza. L'ingresso A va collegato con le luci
monitor di controllo dei principali elementi di posizione, il B alla bobina, il C al pressore
meccanici, elettrici e liquidi. Perché non pre- dell'olio, il D al sensore di temperatura l'E alla
sentate, a beneficio dei lettori automobilisti, un chiave di accensione, l'F al morsetto positivo
progetto di questo tipo? della batteria (12 V) e G a massa.
SERRA FULVIO
Brescia

Le applicazioni elettroniche sulle autovetture COMPONENTI


interessano in misura relativa i nostri lettori,
perché sono pochi coloro che osano mettere le C1 = 100.000 pF
mani sull'impianto elettrico o sui vari organi R1- R2 ... R8 = 18.000 ohm
del motore. Comunque abbiamo voluto accon- R9 = 1.500 ohm
tentarla, presentando un semplice progetto di D1-D2...D12=1N914
controllo luci, pressione olio, temperatura. DZ = diodo zener (5 V -1W)
L'integrato è un 74L86 e il monitoraggio avvie- IC1 = 74L86
ne attraverso un buzzer (RONZATORE), il RONZ. = buzzer piezoelettrico

KIT PER LUCI STROBOSCOPICHE


L.16.850
Si possono far lampeggiare normali lam-
pade a filamento, diversamente colorate,
per una potenza complessiva di 800 W.
Gli effetti luminosi raggiunti sono vera-
mente fantastici.
E' dotato di soppressore di disturbi a
radiofrequenza.

Pur non potendosi definire un vero e proprio stroboscopio, questo apparato consente di trasfor-
mare il normale procedere delle persone in un movimento per scatti. Le lampade per illuminazione
domestica sembrano emettere bagliori di fiamma, così da. somigliare a candele accese. E non
sono rari gli effetti ipnotizzanti dei presenti, che, possono avvertire strane ma rapide sensazioni.

-g Contenuto del kit:


I, I I
m

I""I '
r • n. 3 condensatori- n. 6 resistenze- n. 1 po-
tenziometro - n. 1 impedenza BF - n. 1 zoccolo
per circuito integrato - n. 1 circuito integrato -
n. 1 diodo raddrizzatore- n. 1 SCR n. 1 cor-
done alimentazione con spina - n. 4 capicorda -
n. 1 circuito stampato.

728
R9 F

f' r2 IIR3 IIR4 IIR5 IIR6 IIR7 IIR8


Il cT~
A k1=m 111111111111 Il 14
• • Il Il Il Il Il Il
1

2
a - .02
I l . Il I l Il
« 03
~ Il Il
l 5

Il ~
Il Il Il Il 6
D
e Il
v

A Il Il Il 8

D
l
05

D6
t i Il Il 9

E
Kte
kt

REGOLATORE DI POTENZA
IN SCATOLA
Con questo dispositivo è possibile
DI MONTAGGIO
controllare:

1 - La luminosità delle lampade e dei


L. 13.500
lampadari, abbassando o aumen-
tando, a piacere, la luce artificiale.

2- La velocità di piccoli motori elet-


trici.

3 - La temperatura di un saldatore.

4- La quantità di calore erogata da


un forno, da un fornello elettrico
Potenza elettrica controllabile:
o da un ferro da stiro.
700 W (circa)

729
DOPPIA POLARIT A STRUMENTALE nello schema qui riportato. Soltanto in tal modo
lo strumento potrà rilevare valori di tensione di
Ho tentato di inserire un microamperometro da pochi millivolt. Il trimmer R2 regola il fondo-
50 A sulla diagonale di un ponte di diodi, con scala.
lo scopo di realizzare uno strumento di misura
di tensioni debolissime ma insensibile alle va-
riazioni di polarità. Purtroppo i risultati non COMPONENTI
sono stati soddisfacenti.
LOSITO LA VINI O C1 = 10 F- I6 VI (elettrolitico)
Bari C2 = 100 µF - 16 VI (elettrolitico)
R1 = 5.000 ohm
Per compensare la caduta di tensione di ben 1,2 R2 = 1.000 ohm (trimmer)
V di un ponte di diodi, è necessario inserire IC1 = 741
questo in una rete di controreazione di un A = microamperometro (50 A fondo-scala)
amplificatore operazionale, così come avviene D1... 04 = 4 x 1N4001

Il CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 14.500
Per agevolare il compito di chi inizia
la pratica dell'elettronica, intesa come
hobby, è stato approntato questo uti-
lissimo kit, nel quale sono contenuti,
oltre ad un moderno saldatore, legge-
ro e maneggevole, adatto a tutte le e-
sigenze dell'elettronico dilettante, sva- ...................
riati componenti e materiali, non sem- s $
I

pre reperibili in commercio, ad un


prezzo assolutamente eccezionale.

Il kit contiene: N" 1 saldatore (220 V- 25 W)_N 1 spiralina di filo-stagno -


N° 1 scatolina di pasta saldante - N" 1 poggia-saldatore_ N" 2 boccole isolate
- N 2 spinotti - N" 2 morsetti-coccodrillo • N" 1 ancoraggio - N" 1 basetta per
montaggi sperimentali N" 1 contenitore pile-stilo _ N" 1 presa polarizzata per
pila 9 V_N" 1 cacciavite miniatura - N" 1.spezzone filo multiplo multicolore.

730
c2
+

ENTR. R1

R2

KIT PER LUCI PSICHEDELICHE


IN SCATOLA DI MONTAGGIO
A L. 18.500
CARATTERISTICHE
Circuito a tre canall
Controllo toni altl
Controllo toni medi
Controllo toni bassi
Carico medio per canale: 600 W
Carico max. per canale: 1.400 W
Alimentazione: 220 V (rete-luce)
Isolamento a trasformatore.

731
L'AUDIO NEL PROIETTORE

L'OSCILLATORE Ho voluto rimettere in funzione un proiettore


semiprofessionale fuori uso, nel quale, tuttavia,
la fotocellula per la rivelazione ottica della

MORSE colonna sonora appare danneggiata. Mi servi-


rebbe quindi lo schema di un semplice amplifi-
catore per elemento fotosensibile da abbinare
Necessario a tutti i candidati alla patente di all'apparecchio.
radioamatore. Utile per agevolare lo studio e FAIT GIUSEPPE
la pratica di trasmissione di segnali radio in Trento
codice Morse.

Realizzi il circuito qui riportato, che dovrà


essere alimentato a pila per evitare la captazio-
ne di ronzii. Anche la lampada di illuminazio-
ne della colonna sonora dovrà essere alimenta-
ta in corrente continua.

COMPONENTI

ct = 100.000 pF
R1/ = 1.000 ohm
R2 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
IC1 = 741
FD = fotodiodo
IN SCATOLA DI MONTAGGIO CUFFIA = 100 600 ohm

L. 18.500

Il kit contiene: n. 5 condensatori ceramici -


n. 4 resistenze - n. 2 transistor- n. 2 trimmer
potenziometrici- n. 1 altoparlante- n. 1 cir-
cuito stampato- n. 1 presa polarizzata - n. 1
pila a 9 V-n. 1 tasto telegrafico - n. 1 matas- AMPLIFICATORE PER AUTORADIO
sina filo flessibile per collegamenti- n. 1 ma-
tassina filo-stagno.
A vendo a disposizione un integrato TDA 1004,
vorrei con questo rifare la sezione a bassa
frequenza della mia autoradio. Avete a disposi-
CARATTERISTICHE zione dei lettori uno schema applicativo di tale
Controllo di tono componente?
MANCA LUIGI
Controllo di volume
Cagliari
Ascolto in altoparlante
Alimentazione a pila da 9 V La tensione di lavoro tipica del TDAJ004 è
quella di 14 V, ma l'integrato può funzionare
con tensioni di valore compreso fra i 9 V e i 20
V. La potenza d'uscita è ragguardevole. Con
l'alimentazione a 14 V, è di 3 W se l'altopar-
lante è da 8 ohm, mentre sale a 6 W con
altoparlanti da 4 ohm e a 8 W con diffusori da
2 ohm. Se l'acdoppiamento con gli stadi prece-
denti dovesseprovocare oscillazioni, lei dovrà
inserire un condensatore da 100 F molto vici-
no ai terminali di alimentazione dell'integrato.

732
R2
/MM

R1

FD

+
1 use.
BF

I t

Cc8
I

\
13

e
14V
e

Condensatori C6 = 100.000 pF R2 = 36 ohm


C1 = 100.000 pF C7 = 1.000 pF R3 = 3,3 ohm
C2 = 100.000 pF ca = 47 F
C3 = 330 pF Varie
C4 = 100.000 pF Resistenze IC1 = TDA1004
C5 = 2.200 pF R1 = 220 ohm AP = 4 ohm - 10 W

733
INDICE DELL'ANNATA
AMPLIFICAZIONE mese pagina

Preamplificatore con FET gennaio 26


Stadi di bassa frequenza ottobre 564

APPARATI VARI mese pagina

Antifurto con reed gennaio 4


Elettroscopio moderno gennaio 42
Optolsolamento con FA4N33 febbraio 68
Più luce in auto febbraio 90
Extrasensorialità marzo 132
Waa-Waa automatico marzo 140
Caricabatterie marzo 148
Elettrorelax ecologico aprile 196
Riposo controllato aprile 204
Termostato elettronico aprile 212
Antenna amatoriale aprile 236
Circuiti fotosensibili maggio 268
Miscelatore a due vie maggio 276
Insettifuga ultrasonico giugno 333
Campanello elettronico giugno 340
Accessorio per pescatori luglio/agosto 388
Interruttori di potenza luglio/agosto 403
Reostato elettronico luglio/agosto 416
Controllo delle pile luglio/agosto 432
Annaffiatura piante luglio/agosto 439
Alfabeto Morse settembre 484
Oscillatori TTL settembre 508
Filtro per computer ottobre 548
Ripetitore telefonico ottobre 557
Metronomo audiovisivo novembre 622
Elettrostimolatore dicembre 676
Rivelatore di vicinanza dicembre 684

DIDATTICA mese pagina

I circuiti stampati gennaio 18


Tecnica della saldatura febbraio 84
Condensatori surplus marzo 168
Antenna per RX-TX aprile 236
Misure nei transistor maggio 298
Transistor programmabile luglio/agosto 424
Ascolto delle OC settembre 493
Misura dei megaohm settembre 500
Stadi di bassa frequenza ottobre 564
Condensatori elettrolitici novembre 628

734
1984
RADIORICEZIONE

Antenna amatoriale
mese
aprile
pagina

236
Ricevitore sperimentale luglio/agosto 396
Ricezioni disturbate luglio/agosto 446
Ascolto delle OC settembre 493
Ricevitore multigamma novembre 612

STRUMENTAZIONE mese pagina

Millivoltmetro BF gennaio 10
Elettroscopio mod erno gennaio 42
Monitor di modulazione febbraio 74
Provadiodi Ge-Si-Zener febbraio 96
Misuratore di campo marzo 162
lmpedenzimetro per bobine maggio 260
Provaquarzi giugno 346
Elementi di misura dicembre 692

LA CITIZEN'S BAND mese pagina

Misuratore di campo marzo 162


Super microfono aprile 220
Adattatore per SSB maggio 282
Provaquarzi giugno 346
Clipper noise blanker luglio/agosto 446
Fughe RF e TVI settembre 516
Indicatore di trasmissione \ ottobre 570
Stabilizzatore di tensioni novembre 636
Generalità sulle antenne dicembre 708

CORSO SUGLI INTEGRATI DIGITALI mese pagina

1• punt. - Generalità gennaio 34


2 punt. - Tensioni d'alimentaz. febbraio 104
3 punt. - Funzioni logiche marzo 154
4• punt. - Integrato 7432 aprile 228
5 punt. - Pratica AND - NAND maggio 290
e· punt. - lnverter 7404 giugno 354
7 punt. - Integrato 7400 luglio/agosto 454
8 punt. - Integrato 7473 settembre 524
9• punt. - Integrato 74121 ottobre 578
10 punt. - Trigger di Schmitt novembre 644
11 punt. - Numeri binari dicembre 700

PRIMI PASSI mese pagina

Circui1i stampati gennaio 18


Saldature febbraio 84

735
offerta speciale!

NUOVO PACCO DEL PRINCIPIANTE


Una collezione di dodici fascicoli arretrati accuratamente selezionati fra quelli che hanno
riscosso il maggior successo nel tempo passato.

ELETTRONICA
·PllATICA

G
E
N
E
A
A
T
Q

"
GENERATORTRACE
'ELETTRONICA
CBE
::z -· -
: ±zz-PRATICA
_,_

RIVllATOl!f
o cne [s

E.l.E:TTRO
STATICI • •
~

L. 12.000
Per agevolare l'opera di chi, per la prima volta, è impegnato nella ricerca degli elementi
didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è l'elettronica del tempo libero,
abbiamo approntato un insieme di riviste che, acquistate separatamente, verrebbero a
costare L. 3.000 ciascuna, ma che in un blocco unico, anziché L. 36.000, si possono avere
per sole L. 12.000.
ALIMENTATORE IN SCATOLA
DI MONTAGGIO
PROFESSIONALE L. 49.200
e STABILIZZAZIONE PERFETTA FRA 5,7 e 14,5 Vcc e CORRENTE DI LAVORO: 2,2 A

Di facilissima costruzione e di grande utilità nel la-


boratorio dilettantistico, l'alimentatore stabilizzato è
dotato di una moderna protezione elettronica, che
permette di tollerare ogni eventuale errore d'impie-
go del dispositivo, perché la massima corrente d'u-
scita viene limitata automaticamente in modo da pro-
teggere l'alimentatore da eventuali cortocircuiti.

CARATTERISTICHE
Tensione d'entrata: 220 Vca
Tensione d'uscita (a vuoto): regolabile fra 5,8 e
14,6 Vcc
Tensione d'uscita (con carico 2A): regolabile fra
5,7 e 14,5 Vcc
Stabilizzazione: 100 mV
Corrente di picco: 3 A
Corrente con tensione perfettamente stabilizzata,
2,2 A (entro - 100 mV)
Corrente di cortocircuito: 150 mA

il kit dell'alimentatore professionale


contiene:
n. 10 Resistenze + n. 2 presaldate sul voltmetro
- n. 3 Condensatori elettrolitici
- n. 3 Condensatori normali
- n. 3 Transistor
- n. 1 Diodo zener a
n. I Raddrizzatore

•# ..
- n. 1 Dissipatore termico (con 4 viti, 4 dadi, 3 rondelle
e 1 paglietta)
- n. 1 Circuito stampato
- n. 1 Bustina grasso di silicone
- n. 1 Squadretta metallica (4 viti e 4 dadi)
- n. 1 Voltmetro (con due resistenze presaldate) hz tt
- n. 1 Cordone di alimentazione (gommino-passante)
- n. 2 Boccole (rossa-nera)
- n. Lampada-spia (graffetta fissaggio)
- n. Porta-fusibile completo
n. Interruttore di rete
- n. Manopola per potenziometro
- n. Potenziometro (rondella e dado)
- n. Trasformatore di alimentazione (2 viti, 2 dadi, 2
rondelle)
f, Contenitore in ferro verniciato a fuoco (2 viti au-
to filettanti)
- n. 1 Pannello frontale serigrafato
n. 7 Spezzoni di filo (colori diversi)
- n. 2 Spezzoni tubetto sterling
MICR0TRASMETTIT0RE
FM CON CIRCUITO
INTEGRATO
CARATTERISTICHE
Tipo di emissione in modulazione di frequenza
Gamma di lavoro 88 +- 108 MHz
Potenza d'uscita 10 + 40 mW
Alimentazione con pila a 9 V
Assorbimento 2,5 + 5 mA
Dimensioni 5,5 x 5,3 cm (esci. pila)

Funzionamento garantito anche per i principianti - Assoluta semplicità di montaggio -


Portata superiore al migliaio di metri con uso di antenna.

in scatola di montaggio
L 12.700
Gli elementi fondamentali, che ca-
ratterizzano il progetto del microtra-
smettitore tascabile, sono: la mas-
sima semplicità di montaggio del
circuito e l'immediato e sicuro fun-
zionamento. Due elementi, questi,
s E che sicuramente invoglieranno tut-
ti i principianti, anche quelli eh-e
sono privi di nozioni tecniche, a
costruirlo ed usarlo nelle occasio-
ni più propizie, per motivi profes-
sionali o sociali, per scopi protet-
tivi e preventivi, per divertimento.

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