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I ROBOT INDUSTRIALI
1 DEFINIZIONE
Anche se ancora oggi non esiste una definizione universalmente accettata, con il
termine robot industriale in genere si intende un'apparecchiatura programmabile e
multiscopo, orientata alla manipolazione di parti o utensili portatili e dotata di una
memoria sufficiente ad immagazzinare un numero significativo di istruzioni che
servono a descrivere i voluti cicli di lavorazione.
2 STRUTTURA
La struttura generale di un robot costituita dai seguenti elementi interattivi:
- SISTEMA MECCANICO ARTICOLATO,
che comprende il braccio, il polso e gli attuatori terminali (pinze), azionati
insieme in un assetto interdipendente ed interconnesso.
- AZIONATORI,
che forniscono l'energia motrice (elettrica, oleodinamica o pneumatica) in
condizioni adeguatamente controllate.
- DISPOSITIVI DI TRASMISSIONE
(cinghie dentate, ingranaggi, ecc.), che trasmettono l'energia degli azionatori al
Sistema Meccanico Articolato, producendo cos i movimenti dei diversi giunti.
- SENSORI
(elettrici, ottici, ecc.). che costituiscono gli organi attraverso i quali il robot
ottiene informazioni relative alla posizione delle articolazioni e agli oggetti che
si trovano nell'ambiente operativo del sistema.
- ELABORATORE,
che l'unit che elabora i dati ricevuti dai sensori del robot e che consente di
realizzare e far eseguire gli specifici programmi di lavorazione.
In fig.1 riportata una rappresentazione schematica delle modalit di
funzionamento di un robot, che evidenzia i legami esistenti tra i diversi elementi
citati.
3 CRITERI DI CLASSIFICAZIONE
In base al modo di fornire le istruzioni al robot, la Japan Industrial Robot
Association (JIRA) ha proposto la seguente classificazione:
A)
MANIPOLATORE MANUALE, controllato direttamente dall'uomo, con
eventuale amplificazione di forza.
B)
ROBOT A SEQUENZA FISSA (dispositivo pick and place), per il quale
le informazioni, e quindi le sequenze operative, non possono essere facilmente
modificate in quanto ottenute con organi meccanici. La corsa di ciascun asse
ad esempio determinata regolando appositi arresti di fine corsa, non essendo
Modello di robot
Modello di ambiente
Task
Informazioni dai
sensori interni
Informazioni dai
sensori esterni
Algoritmo di controllo
ELABORATORE
AMBIENTE
trasmissione
SENSOR
I
ESTERNI
SENSORI
INTERNI
attuatori
Fig. 1
d)
e)
f)
g)
h)
i)
j) esplorazione marina;
k) esplorazione spaziale;
l) impiego in ambienti nucleari;
m) impiego per scopi militari.
FUNZIONE
Selezione del
pezzo da
lavorare
Prendere il
pezzo
OPERATORE UMANO
U1 Uso della vista e del tatto
ROBOT
R1 La vista ancora limitata. Ci si accontenter di metodi che
utilizzano la rilevazione del contatto fisico e di un comando
preprogrammato che muove il robot verso il luogo dove
depositato il pezzo da lavorare.
R2 Il robot ha bisogno solo di un braccio e di una mano.
Questa deve essere per articolata in modo da permetterle di
muoversi in 3 direzioni e di ruotare. Lutilizzo della potenza
idraulica fornir una capacit di sollevamento pi grande di
quella delluomo.
R3 identico a R2 ma la mancanza di vista rende lorientazione
difficile. Un robot richieder che i pezzi da lavorare gli siano
presentati in modo costante e definito precedentemente.
R4 Incapace di vedere, capire o seguire in ogni altro modo lo
svolgimento delle operazioni, un robot deve essere
precedentemente programmato per eseguire le operazioni
con una sequenza temporale. Un essere umano gli d le
istruzioni e il robot deve dunque possedere una memoria per
registrare le informazioni.
TAB. 1
5 PARAMETRI DI VALUTAZIONE
Non essendoci ancora una specifica normazione internazionale che individui
univocamente i parametri prestazionali dei robot industriali, in quanto segue si
presentano quelli che, a nostro avviso, sono i peculiari elementi di valutazione per
siffatti mezzi produttivi.
L'analisi dei suddetti elementi risulta di fondamentale importanza per operare una
scelta oculata tra soluzioni alternative proposte da differenti case produttrici, che
non sempre dichiarano nei propri depliant tutte le prestazioni dei sistemi che
offrono all'utente.
Appare opportuno evidenziare che talvolta alcuni robot presi in esame sono
caratterizzati da prestazioni e/o applicazioni che vanno al di l delle necessit
dellutilizzatore.
In tal senso le suddette prestazioni, se ottenute con costi aggiuntivi, non risultano
economicamente convenienti.
Ci spiega pertanto la ormai consolidata tendenza a realizzare differenti soluzioni
robotizzate in funzione dei requisiti invocati da specifici settori tecnologici
(verniciatura, saldatura, montaggio, ecc.), risultando non conveniente mettere a
punto un robot effettivamente universale. ossia in grado di eseguire qualsiasi
lavorazione.
Sulla base di tali considerazioni, passiamo ora ad esaminare i fondamentali
parametri di valutazione dei robot industriali. Essi sono:
I) INGOMBRO
La superficie ed il volume occupati risultano di indubbio interesse sia per il
progetto di nuovi impianti sia per la verifica di installabilit del sistema in linee o
reparti gi funzionanti.
II) ANCORAGGIO
L'installazione a pavimento, che peraltro quasi mai richiede fondazioni di tipo
speciale, rappresenta generalmente la soluzione pi adottata.
Vanno comunque diffondendosi particolari configurazioni di sistemi che consentono
anche un ancoraggio a travi e/o a pilastri, ci che conferisce una notevole
adattabilit a linee di produzione gi esistenti ovvero elasticit al progetto di primo
impianto.
III) CONFIGURAZIONE
E' individuata dall'architettura cinematica e dal numero di assi controllati.
A seconda del numero di traslazioni e rotazioni del robot, si hanno le seguenti
architetture:
- cartesiana (tre traslazioni - fig.2),
- cilindrica (due traslazioni ed una rotazione - fig.3),
- polare (una traslazione e due rotazioni - fig.4),
- antropomorfa (tre rotazioni - fig.5),
- miste (ad es.: robot ad architettura cilindrica. montato su una slitta lineare).
L'unit di governo del robot pu inoltre gestire un numero di assi controllati
superiore a quello dei motori presenti per il braccio, ci che risulta di notevole
interesse per valutare l'espandibilit del sistema, al fine ad esempio di utilizzare un
polso programmabile (fig.6).
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5
Fig. 6
Fig. 9
Fig. 10
PARAMETRI
SALDATURA
RIVESTIMENTI A SPRUZZO
MONTAGGI
Ingombro
Ancoraggio
Cinematica
n. assi controllati
Geometria
Corse assi
O
O
O
O
CONTROLLO:
continuo
punto a punto
a loop aperto
a loop chiuso
Carico utile
Velocit max.
Accelerazione max.
Risoluzione
Ripetibilit
Precisione
Periferiche
INTERFACCE:
strumenti di misura
altri calcolatori
O
O
Software di base
TAB. 2
[gruppi/ora uomo]
Ed un carico uomo CU
CU = AO / PO = 4,06.
Le previsioni di mercato stimano in cinque anni la vita residua del prodotto, ci che
delinea un orizzonte temporale sufficientemente ampio da poter prendere in
considerazione lesecuzione automatizzata.
A tal fine si ipotizza di ricorrere a due bracci robotizzati, che si avvarranno delle
seguenti attrezzature specifiche:
- Sistema di trasporto carter,
- Stazione di riferimento e bloccaggio carter,
- Mandrino multiplo di foratura e svasatura,
- Mandrino multiplo di avvitatura prigionieri,
- Rastrelliera porta mandrini a tre posizioni,
- Alimentatori a vibrazione per boccole, perni e lamierini,
- Dispositivo di cambio mano (per un robot),
- Mano multipla, con sistemi di presa del lamierino, dei perni a pressione e delle
boccole.
Per il sistema cos attrezzato le fasi di lavoro ed i corrispondenti tempi stimati sono:
BRACCIO A
-1
(10 sec):
si sposta in QA e deposita il mandrino A di avvitatura
prigionieri. Si sposta in QF e preleva il mandrino F di foratura e
svasatura;
-2
(12 sec): raggiunge la stazione di lavoro S ed esegue le operazioni con F;
-3
(10 sec): ritorna in QF e deposita F. Si sposta in QM e preleva il mandrino M
di maschiatura;
-4
(9 sec):
raggiunge S ed esegue le operazioni con M;
-5
(10 sec): ritorna in QM e deposita M. Si sposta in QA e preleva il mandrino
A.
-6
(9 sec):
raggiunge S ed esegue le operazioni con A.
BRACCIO B
-1
(8 sec):
-2
(4 sec):
-3
-4
(6 sec):
(4 sec):
-5
(6 sec):
Fig. 11
CM=CU*Co* 1 1i
k
k=1
CR=Io CUM*CoMo 1 1i
k
k=1
Io
AO
R
m
a
i
n
-70
45
0.80
0.04
0.14
0.25
7
NPV
18.1
36.9
25.6
d(Io)%
-12.5
0.0
12.
d(NPV)%
30.4
0.0
AO
41
43
45
NPV
3l.0
36.9
42.7
d(AO)%
-4.6
0.0
4.6
d(NPV)%
-16.0
0.0
16.0
R
0.70
0.75
0.80
NPV
34.1
36.9
39.3
d(R)%
-6.7
0.0
6.7
d(NPV)%
-7.6
0.0
7.6
m
0.02
0.03
0.04
NPV
40.1
36.9
33.6
d(m)%
-33.3
0.0
33.3
d(NPV)%
8.9
0.0
-8.9
0.10
0.12
0.14
NPV
31.0
36.9
43.0
d( )%
-16.7
0.0
16.7
d(NPV)%
-15.8
0.0
16.6
n
3
5
7
NPV
-5.1
36.9
73.4
d(n)%
-40.0
0.0
40.0
d(NPV) %
-113.9
0.0
99.2
-30.4
Dai valori numerici qui sopra riportati emerge una generale sensibilit di NPV
rispetto a tutte le variabili prese in esame, che risultano pertanto essere tutte
critiche. L'analisi del rischio - orientata a valutare la probabilit che la funzione NPV
raggiunga almeno un prefissato valore di soglia - stata condotta assegnando alle
43
45
0.05 0.80 0.15
R
0.70 0.75 0.80
p(R) 0.15 0.70 0.15
m
0.02 0.03 0.04
p(m) 0.20 0.60 0.20
a
0.10 0.12 0.15
p(a) 0.25 0.70 0.05
i
p(i)
n
3
5
7
p(n) 0.05 0.80 0.15
Tale analisi a tre valori porta a considerare le 37 = 2.187 possibili combinazioni
delle sette variabili critiche. Ad ogni combinazione corrisponde quindi uno specifico
valore di NPV, cui si associa una probabilit composta, calcolata come prodotto di
probabilit (avendo considerato le variabili indipendenti tra loro).
E' stata cos costruita la funzione di probabilit cumulata, la cui rappresentazione
grafica mostrata in fig.12, dalla quale si deduce che nel 95 % dei casi circa
l'investimento analizzato promette un NPV positivo.
Fig. 12
Dita
autoallineanti:
i
cuscinetti
autoallineanti sulle dita assicurano una
presa sicura su pezzi piatti. Con questi
cuscinetti molto improbabile che i pezzi
ruotino.
limitata
dallattrito
sviluppato dalle dita. ma se il pezzo ha
delle frange o dei bordi si possono sollevare
anche pezzi pi pesanti.