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NUMERO 462.

MARZO 2020

P OW E R OF LIGHT
Te l . 0 2 3 8 5 9 5 9 5 9

E- B O U T I Q U E. D I O R .CO M
photo Giovanni Gastel

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ARCHITECTURAL DIGEST E D I TO R I A L E

LA LUCE VINCE SEMPRE


DI LUCA DINI

Facevo le Medie quando ho visto per la prima volta la Ma- a Ferrara dagli Este. Nello stesso periodo frequentava la cor-
donna di Senigallia. Assieme alla Flagellazione di Cristo, te Piero, che sicuramente si ispirò all’uso scultoreo della luce
altro capolavoro di Piero della Francesca, e alla Muta di nei fiamminghi, al loro gusto per il dettaglio, alle loro tec-
Raffaello Sanzio, era appena stata riportata al Palazzo Du- niche – la pittura a olio, allora poco usata dalle nostre parti.
cale di Urbino dopo un clamoroso furto, e all’improvviso E che si innestò quindi, parzialmente, in quella tradizione
tutti ne parlavano. O meglio, si parlava soprattutto della da cui sarebbe poi nata la magia di Vermeer.
Flagellazione e della Muta. Ma a me colpì enormemente È nelle Fiandre, ad Anversa, la casa che pubblichiamo
di più la Madonna. Quel fascio di luce che entra dalla fine- in copertina. E sembra un quadro fiammingo trasformato
stra a sinistra nella stanza in fondo, e illumina il pulviscolo in live action: le fughe di stanze, i tagli di luce che riempio-
nell’aria, e scolpisce gli arredi, gli oggetti, il panno di lino no lo spazio, disegnano le forme, rendono vivi e cangianti i
nella ciotola, il velo e le vesti di Maria. colori. Ma la luce naturale è un elemento di arredo in tutte
Un’emozione molto simile l’ho provata anni dopo, le case di questo numero e, aggiungo io, in ogni casa che
quando a New York ho ammirato, per la prima volta dal rifiuti di essere un bunker antiatomico privo di contesto,
vivo, un quadro di Jan Vermeer. Donna con brocca d’acqua. in ogni casa dove l’interno «parli» con l’esterno, in ogni
Altrettanto e sorprendentemente moderno per i suoi tempi, casa che sia una Casa.
però dipinto due secoli più tardi, quindi per forza diverso. C’è sempre bisogno di luce. Ce n’è ancora più bisogno
Eppure: lo stesso fascio di luce che irrompe da sinistra e in questi giorni di incertezza, ce n’è un bisogno partico-
«riempie» l’aria, e plasma i tessuti, il metallo, il legno. lare in Italia, a Milano e nei distretti del Made in Italy che
La similitudine non è una coincidenza. Nel Quattro- stanno coraggiosamente cercando di scrollarsi di dosso
cento, quando Toscana e Fiandre erano i centri mondiali del una brutta cappa di sfortuna e di pregiudizio. Ne saranno
commercio e quindi dell’arte, capitava che si facessero «ge- capaci, come ogni volta, e usciranno a una luce ancora
mellaggi». Rogier van Der Weyden, in vita il più influente dei più intensa. Questo numero lo dedichiamo, come augurio,
cosiddetti Primitivi fiamminghi, venne invitato a dipingere a loro, a voi, a noi.

Madonna di Senigallia (1474), olio su carta di Piero della Francesca.


Donna con brocca d’acqua (1664), olio su tela di Jan Vermeer.
Getty Images

SCRIVETEMI SEGUITEMI

carodirettore@ad-italia.it Luca Dini @sonolucadini @sonolucadini

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ARCHITECTURAL DIGEST SOMMARIO

MARZO 2020 «Durante la passeggiata, l’architetto ormai


settantenne si fermò, contemplò le montagne
SOMMARIO e capì di aver trovato il posto giusto»
Taliesin, pag. 176.

Storie
136 I L M O N D O
DI SOT TO
Ville, infinity pool, templi scavati
a mano. A beneficio di YouTube e
di milioni di visualizzazioni

154 Q U E S TA C A S A N O N
È U N O S H OW RO O M
A Los Angeles, il successo di un
esperimento: mostrare il meglio
del nuovo design in una vera casa

176 TA L I E S I N
La casa-scuola di architettura
e di vita fondata da Frank Lloyd
Wright nel deserto dell’Arizona

Nel tempo, pag. 162. Casa Perfect, pag. 154.

Case
98 U N P I E N O D I V U O T O 142 L A B O T T E G A
Inventario
Ad Anversa, la casa di un gran- DEI RICORDI
de collezionista d’arte. Dove Gli anni ’20, la campagna bel-
trovano spazio colori e luce ga, una pagoda e un’artista che
ha deciso di invecchiare qui
112 L’ I M P E R F E T TA
BELLEZZA 162 N E L T E M P O
Una villa storica a Lugano e un Un palazzo del Seicento a Ve-
progetto che non cancella ma nezia accoglie l’arte contempo-
193 S P E C I A L E L E T T I
evidenzia i segni del tempo ranea del suo proprietario
Minimali, geometrici, sontuosi,
industriali e sempre comodi: 14
124 L A C A S A P O N T E nuovi letti e una galleria di og-
A cavallo di un ruscello a Los getti e complementi che ruota-
Angeles, l’eco-rifugio di una no intorno al benessere e al ri-
giovane star dell’architettura poso, per 42 proposte di design

Matthieu Salvaing. Ye Rin Mok. Samuel Nyholm (SAny). Simon.


Galleria 52 M A D E I N I TA LY
Tradizione e rinnovamento
64 L I B R I
Le case dei criminali dei film

43 P R I M A PA G I N A 54 7 F O R T H E F U T U R E 66 N E L P I AT T O
Upcycling d’autore Sara Ricciardi Il mare e la campagna della Versilia

44 1 0 0 A N N I D I I N T E R N I 56 A U T O 69 O R O L O G I
Una mostra sul nostro abitare Il nuovo super SAV di BMW Novità dalla Dubai Watch Week

46 M O O D 1 / S O S T E N I B I L E 58 M O O D 3 / G E O M E T R I E 72 S E TA H I G H T E C H
Il design diventa eco Il rigore delle linee Antica tradizione e nuovi tessuti

48 I N C O N T R I 60 F R O N T I E R E 74 M O O D 4 /C I E LO
Nathalie e Virginie Droulers Creatività a Città del Messico L’infinito in una stanza (e più)

79 S P E C I A L E G I O VA N I 50 M O O D 2 / M A R M O 62 P R O J E C T S U R P R I S E 76 N U O V I S T I L I
D E S I G N E R I TA L I A N I Oggetti che evocano la storia Una lampada nata nella foresta Gli spazi del living & cooking

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ARCHITECTURAL DIGEST L E T TO R I

L A CASA DEI MIEI SO GNI

TUFFARSI DAL SALOTTO


di Aldo Cibic*

La casa che vorrei è in Africa, un posto enorme dove non Nella mia casa in Africa, attorno a questa stanza centrale,
sono mai stato. La vorrei vicinissimo al mare, per potermi con il tavolo per i pasti e il tappetino per gli esercizi per
tuffare in acqua dal salotto e per poter pescare, con un al- la schiena, vorrei una cucina, un letto/alcova con tutti i
bero di limoni vicino (per l’ombra e per cucinare il pesce) miei libri intorno, un guardaroba con oblò da cui entri la
e tante piante da frutto. luce, un bagno con la doccia, però esterna, una pergola
Io sono molto pigro, cerco di muovermi il meno possi- e una piscina attaccata alla casa, per quando il mare è in
bile, di fare tutto da seduto o da disteso, di avere ogni cosa tempesta.
a portata di mano. Potrei vivere in una stanza, con attac- Vorrei sfilarmi da questo mondo con tutti i suoi con-
cate le protesi architettoniche – funzionali e non – che mi dizionamenti, le logiche, gli smartphone. E vivere in un
permettano il massimo di qualità della vita. posto dove il denaro non sia un problema.

*Architetto, designer, accademico

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#lacasadeimieisogni carodirettore@ad-italia.it Ad Italia @ad_italia @ad_italia Ad Italia

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ARCHITECTURAL DIGEST A B I TA N T I

ALCUNI DEGLI UMANI CAROLINE


CHE POPOLANO QUESTO NUMERO VA N D E N E Y N D E N

Dopo gli studi in architettura e in-

ABITANTI terior design, oggi è artista con


casa-studio fuori Anversa, che con-
divide con l’ex marito Derek, i figli
Frances Lief di un anno e Lloyd di
dieci, e un bracco ungherese che si
chiama come uno scultore italiano.
Tra lavoro, insegnamento e famiglia
dice di non avere tempo per gli hob-
by. Però un tempo faceva canottag-
gio, e le piacerebbe ricominciare.

Pag. 142

CHARLES
ZANA

Oltre che per il design (è un rino-


mato architetto) vive per il rock,
da Bruce Springsteen a Tom Waits.
Cucina i migliori spaghetti al po-
modoro di tutta Parigi. I suoi amo-
Francesco Santoro ri più recenti sono la bicicletta e
il film Jojo Rabbit. Detesta il total
Forse è l’anno di nascita, il 1968, che ha reso l’architetto palermitano sen- look, nella moda come negli interni.
sibile alle utopie. Cosa che alla fine degli anni ’80 lo ha spinto a Taliesin, la Ma se sono mobili, che siano di For-
scuola di pensiero e di vita fondata da Frank Lloyd Wright. Ha vissuto poi in mafantasma.
Spagna (dove ha lavorato con Enric Miralles), a Rotterdam, a Rio de Janeiro.
Oggi è di nuovo in Sicilia, dove si occupa di edifici e di paesaggio. Pag. 162

Pag. 176

ROSELLA
Raffaele Panizza
POSTORINO
45 anni e due figli, scrive d’attuali-

Noel Manalili, Luc Roymans/Living Inside, Carlo Gianferro, Jean Pierre Gabriel
Da piccola voleva fare il muratore, tà, costume e avventura. Appassio-
poi ha cambiato idea. Si sente a ca- nato di neuroscienze, García Lorca,
sa ovunque ci sia un piano per scri- architectural salvage, chitarre e al-
vere davanti a una finestra e un ar- bum fotografici di famiglie altrui,
madio in cui ficcare la testa e canta- nuota e compone canzoni conside-
re. Con il suo ultimo romanzo, Le as- rate «ostiche». Nel décor d’una ca-
saggiatrici (Feltrinelli 2018), in corso sa nota soprattutto quello che non
di traduzione in più di 30 lingue, ha c’è: frequentemente, la disinvoltura.
vinto il Premio Campiello. Ha cam-
biato molte città e appartamenti, ma Pag. 136
da 19 anni vive a Roma.

Pag. 208

Axel Vervoordt
Antiquario, interior designer, gallerista, ama circondarsi di arte e
metterla nelle case che fa, per lui ogni pezzo è come un insegnan-
te o un amico: «Vuoi assomigliargli e passarci del tempo insieme».
Ma trova noioso chi colleziona solo cose rare: «L’ispirazione si
nutre anche di oggetti ordinari». Ha uno Springer Spaniel di 9 anni
di nome Inou, che in giapponese vuol dire «cane».
Pag. 98

38
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Quality is our business plan


Ci accontentiamo semplicemente del meglio e e della tradizione italiana, e Traveller, viaggi straor-
creiamo i migliori prodotti editoriali. Per questo dinari accompagnati da eccezionali reportage foto-
abbiamo AD, che da oltre 30 anni racconta le più grafici per viaggiare comodamente dalla poltrona di
belle case del mondo, La Cucina Italiana, da oltre casa. Tradotto in una parola, Qualità. In due parole,
90 anni la guida più autorevole nel mondo del gusto Condé Nast.

DIRET TORE
Luca Dini

CREATIVE & ART DIRECTION


Davies Costacurta Guido Tamino

Managing Editor Vicediret tore Digital Assistant Ar t Director


Elisabetta Barracchia Alessandra Pellegrino Daniela Sesenna

Caporedat tore Caposer vizio


Ruben Modigliani Elena Dallorso

Caposer vizio Grafica Photo Editor


Laura Fiengo Michela Buzzoni Federica Clari

Segreteria di redazione Project Consultant


Maria Grazia Cecconello Riccardo Bianchi

HANNO COLLABORATO: Aldo Cibic, Alessia Delisi, Fiammetta Fadda, Alice Stori Liechtenstein,
Giampiero Negretti, Raffaele Panizza, Laura Pezzino, Rosella Postorino, Francesca Santambrogio,
Philippe Seulliet, Simona Siri, Patricia Urquiola, Michele Weiss

TRADUZIONI: Stephen Piccolo, REVISIONE TESTI: Studio Diwa

FOTOGRAFIE DI: Cerruti & Draime, Fabrizio Cicconi, Laziz Hamani, Ye Rin Mok, Luc Roymans/Living
Inside, Matthieu Salvaing, Brandon Shigeta, Simon, ILLUSTRAZIONI DI: Samuel Nyholm, Andrea Schepisi

EDITORIAL ADVISOR Ettore Mocchetti


DIRETTORE EDITORIALE Luca Dini

Chief Marketing Officer FRANCESCA AIROLDI


Sales & Marketing Advisor ROMANO RUOSI

Brand Advertising Director CARLO CLERICI


Advertising Manager CRISTINA RONCAROLO

Content Experience Unit Director VALENTINA DI FRANCO


Digital Content Unit Director SILVIA CAVALLI. Advertising Marketing Director RAFFAELLA BUDA
Moda e Oggetti Personali MATTIA MONDANI Direttore. Beauty MARCO RAVASI Direttore
Centri Media Print ROMANO RUOSI ad interim. Arredo e Design CARLO CLERICI Direttore
Digital and Data Advertising Director MASSIMO MIELE. Digital Sales GIOVANNI SCIBETTA Responsabile
Centro Nord LORIS VARO Area Manager. Centro Sud ANTONELLA BASILE Area Manager
Mercati Esteri MATTIA MONDANI Direttore. Uffici Pubblicità Estero - Parigi/Londra ANGELA NEUMANN
New York ALESSANDRO CREMONA

EDIZIONI CONDÉ NAST S.P.A.


Presidente WOLFGANG BLAU
Amministratore Delegato FEDELE USAI
Direttore Generale DOMENICO NOCCO

Vice Presidente GIUSEPPE MONDANI, Chief Digital Officer MARCO FORMENTO


Direttore Circulation ALBERTO CAVARA, Direttore Produzione BRUNO MORONA

LOGGIa TIMELEss design davide diliberto


Direttore Risorse Umane CRISTINA LIPPI, Direttore Amministrazione e Controllo di Gestione LUCA ROLDI
Digital Marketing Manager GAËLLE TOUWAIDE, Social Media Director ROBERTA CIANETTI
Digital Product Director PIETRO TURI, Head of Digital Video RACHELE WILLIG
Digital CTO MARCO VIGANÒ, Enterprise CTO AURELIO FERRARI
Tutto assolutamente imprevedibile e nuovo. Digital Operations & Data Marketing Director ROBERTO ALBANI

Questo è davvero un bel modo di essere diversi.


Sede: 20123 Milano, piazzale Luigi Cadorna 5 — tel. 0285611 — fax 028055716. Padova, via degli Zabarella 113 —
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Redazione: 20123 MILANO — Piazzale Cadorna 5 — Tel. 0285611 — Fax 0285612698

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Cos’è la bellezza? Esiste la lampada della serenità? Un tappeto può contenere una galassia? Che
colore è il taupe white? Alcune delle domande a cui rispondono le pagine che state per sfogliare.
A partire da questa, dove una curatrice star racconta l’insospettabile destino di un ciuffo di lana

GALLERIA

P R I M A PA G I N A

Contaminazioni
Testo di Patricia Urquiola per AD

Al prossimo Salone del Mobile presenterò nuovi progetti. Uno Altre superfici saranno derivate da scarti di marmo e lana. I due
di questi sarà con Etel, un marchio brasiliano che ha collabora- mobili, una consolle e un tavolino, usciranno anche in varianti
to con maestri come Oscar Niemeyer e Lina Bo Bardi, e che per in cui la resina diventa la materia principale.
la prima volta invita un designer non brasiliano. L’idea è quella di creare un upcycling, un riuso creativo di sot-
Questi arredi saranno una contaminazione tra legno da fo- toprodotti e scarti di produzione, materiali riciclati in nuovi ma-
reste FSC (certificate e correttamente gestite) e piani rigidi deri- teriali di migliore qualità o valore ambientale. Creando prodotti
vati da composti di resina vegetale di ricino e zucchero di canna, che hanno un valore percepito uguale o addirittura maggiore ri-
in cui sono stati amalgamati trucioli della lavorazione del legno. spetto ai materiali tradizionali.

43
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Negli anni ’20 nascevano i primi appartamenti a pianta aper- INCONTRI

ta, e nessuno voleva più le porte. Nei ’50 l’entusiasmo collet- Africa al centro
tivo era tutto sugli elettrodomestici, simbolo del progresso, e
la casa ruotava intorno a loro. Nei ’70 tutti sognavano i loft.
La mostra Home Stories: 100 Years, 20 Visionary Interiors (Vi-
tra Design Museum, fino al 23/08) traccia una storia dell’evo-
luzione degli spazi privati nell’ultimo secolo. Ma non solo, per-
ché le case sono sempre espressione di uno stile di vita, di de-
sideri, di utopie. L’esposizione è organizzata intorno a venti
progetti memorabili ideati da architetti, artisti, interior desi-
gner. Case vere o di fantasia: come Visiona 2, allestimento di
Verner Panton del 1970, ricreato per intero e visitabile.
L’8 e il 9 febbraio più di 200 artisti e cre-
ativi si sono riuniti a Cape Town per il
Rolex Arts Weekend, una serie di even-
ti pubblici per presentare i risultati del
programma Rolex Mentor and Protégé.
Tra i protagonisti David Adjaye, architet-
to britannico-ghanese, che ha lavorato
a fianco della nigerina Mariam Kamara:
una collaborazione da cui è nato un cen-
tro culturale polifunzionale a Niamey, ca-
pitale della Repubblica del Niger.

a sinistra Antivilla (Brandlhuber+Emde,


Burlon). sopra Adjaye con Mariam Kamara.

Erica Overmeer/VG Bild-Kunst, Bonn 2020. © Rolex/Thomas Chéné

CENTO ANNI,
VENTI INTERNI
In Germania, una mostra racconta l’evoluzione dei desideri « L E M O D E VA N N O
legati all’abitare. Facendo vedere come sono stati tradotti E VENGONO. IL BUON
DE SIGN È UN LINGUAGGIO,
in ambienti concreti. Tra mode, innovazioni e utopie
NON UNO STILE»
Testo di Ruben Modigliani massimo vignelli

44
Ph BERNARd tOuiLLON

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«Il riuso è una


strada maestra
dell’evoluzione
biologica»
STEPHEN JAY GOULD

Lunga vita al sughero


L A FA M I G L I A
Disegnata da Jasper Morrison per Vitra, la collezione Cork Family
in sughero non trattato e biodegradabile si è arricchita di nuovi Folk di Pedrali è un’intera collezione
di sedute green: componenti disas-
modelli. A tavolini/sgabelli leggerissimi ma robusti si affiancano semblabili per il riciclo, certificate
grandi vassoi. Sempre con l’obiettivo della longevità del prodotto. FSC, e con vernici a base acqua.

I S P I R A Z I O N I : S O S T E N I B I L I TÀ
Il futuro
nelle origini
LA NATURA
AL CENTRO
A cura di Francesca Santambrogio. Testi di Elena Dallorso

IL BOSCO RINASCE
A CHILOMETRO ZERO

Con il legno dei faggi della foresta


del Cansiglio abbattuti dalla tempe-
sta Vaia, Itlas ha realizzato un pavi-
mento in legno 100% italiano ed eco. Riscaldamento globale, materiali eco,
riciclo, riuso: il design diventa uno strumento
per declinare la discussione sul tema
del cambiamento attraverso gli oggetti

Dopo
In collaborazione con la Na-
la tempesta tional Geographic Society, la
campagna Perpetual Planet di
Rolex studia l’impatto dei cam-
biamenti climatici sulla vita del
Alessio Romeo

Si chiama proprio Vaia la start-up


che dà una seconda vita alle foreste pianeta. Dagli oceani alle fore-
delle Dolomiti attraverso il design,
coinvolgendo artigiani locali. Primo ste dell’Amazzonia, in cerca
prodotto: una cassa passiva in legno. delle chiavi dell’evoluzione.

46
ilfanale.com Ar-o Studio

LANTERNA lamp
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Le gemelle Nathalie e Virginie Droulers, nate a Como ma con


una formazione cosmopolita, firmano progetti di interior
design che esprimono una modernità elegante e senza tempo.

DUE DI DUE
I L M O D E R N O I N M O N TA G N A
Cortina d’Ampezzo, 2009

Questo living di uno chalet sviluppato su 615


mq evidenzia un uso contemporaneo del legno
che innova la tradizione decorativa ampezzana.

MINIMALISMO ROMANTICO
Sedia Trama in legno e corda intrecciata

Un archetipo del design popolare reinventa-


to in proporzioni sofisticate, dove l’intreccio su
schienale e seduta crea un pattern originale.

Infanzia passata all’hotel Villa d’Este, a una clientela colta e internazionale, sono
Cernobbio ( Jean-Marc Droulers, loro pa- il ben fatto artigianale italiano, la cura del
dre, ne è stato per 40 anni l’uomo simbo- dettaglio, il purismo elegante che si ritro-
lo), studi a New York. Nathalie e Virginie va nella recentissima linea di arredi Drou-
Guido Taroni, Pietro Savorelli

Droulers sono state rivelate al pubblico lers Lab. E l’abilità nel fare di spazi, luce,
dal libro Feeling Home - «un omaggio ai colori e materiali lo specchio della perso-
«I GEMELLI SONO
nostri artigiani» – nel 2017, ma loro ope- nalità del committente. «Il nostro obietti-
D U E E S S E R I S E P A R AT I
ravano già da anni con successo. A carat- vo», dicono, «è creare case che non siano
U N I T I A L L ’ A LT E Z Z A
terizzare i loro lavori, commissionati da mai datate. E da abitare ogni giorno».
DEL CUORE»
kamand koj o u r i Testo di Riccardo Bianchi

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R AGIONE
E SENTIMENTO
Il peso Neoclassico
I vasi nati dalla collaborazione tra
della luce 2.0
Bloc Studios, realtà fondata a Car-
rara nel 2014, e lo studio danese
di flower design Tableau uniscono
marmo e acciaio. Oggetti-totem do-
ve il fascino della natura incontra
l’estetica brutalista. Per celebrare i dieci anni della col-
lezione Muffins di Lucie Koldova &
Dan Yeffet, l’azienda Brokis la ri-
propone in nuovi materiali: qui in
marmo e vetro colorato.

ISPIRAZIONI: MARMO

PENSIERO
MINERALE Colonne greche e architetture
A cura di Francesca Santambrogio. Testi di Ruben Modigliani romane sono l’ispirazione per
i tavoli Epic (GamFratesi per
Gubi). Una celebrazione del
travertino, in versione opaca
con trattamento antimacchia.

La creatività di oggi interpreta un materiale


senza tempo, e nascono oggetti che evocano
la storia. Ma anche il fascino della natura

«Ho trovato
una città
di mattoni,
ve la restituisco
di marmo»
AUGUSTO

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nature che creano un movimento fluido, messo in risalto da punti Saisons, colorata e materica, scel-
ta dal designer Francesco Balzano
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la razionalità del metallo e la tradizione della pelle. Mentre
Vine, firmata da Frank Jiang, star del design cinese, armoniz-
za stilemi orientali e occidentali. Sono le nuove collezioni con
cui Turri sancisce la propria conversione a uno stile contem-
poraneo che però non rinnega il suo grande retaggio artigia-
nale. Frutto di collaborazioni con progettisti come Daniel
Libeskind, e di concetti forti quali cambiamento e «Italian
Way to Beauty»: parole chiave scelte dall’azienda come stra-
P O LT R O N A C O L L E Z I O N E V I N E
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Zero, del 2019, è una linea di arredi – qui lo sga-


bello-pouf – e complementi (tappeti, lampade,
specchi) ideati all’insegna del «Less is more».

a sinistraUn living arredato con i pezzi


della collezione Zero.

BELLEZZA
ALL’ITALIANA
«CAMBIAMENTO È UNA
Tre collezioni di arredi, tre designer di fama: così un’azienda
P A R O L A C H E S P AV E N TA ,
si rinnova con una versione contemporanea del Made in Italy. M A C H E A N O I H A D AT O
Courtesy Turri

Adatta a rispondere alle sfide globali del gusto di oggi ISPIRAZIONE ED ENERGIA»
andrea turri,
Testo di Riccardo Bianchi ceo dell’azienda

52
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Trentenne, temperamento vulcanico bilanciato da un grande


senso critico, Sara Ricciardi, una dei Seven for the Future
2019-2020, sta riscrivendo i confini del design e dell’art design

FUOCO CREATIVO

M AT E R I A D E S I G N F E S T I VA L
Catanzaro 2019

Un cuore in un panno di seta: è una creazione


di Sara Ricciardi per l’evento calabrese. «Ho
puntato su narrativa, folklore, sulla mia storia.
Ho un legame fortissimo con la Calabria».

QUAL È LA TUA IDEA DI DESIGN? Figlia


di una cultura umanistica, nel
tempo ho capito che il design, per me, è ciò che serve a dare
materia al pensiero. CHE COSA TI ISPIRA? LA QUOTIDIANITÀ, LA MODA,
Ritratto Chiara Cadeddu, foto di Cartacarbone

I LIBRI, LA STORIA... Tutto. Fondamentale è pormi delle domande.


NEI TUOI PROGETTI C’È UNA FORTE COMPONENTE TEATRALE... È vero. Credo
che questo fattore crei una sorta di affezione narrativa verso
i miei oggetti, li rende degli amici. Però, nel mio caso, teatrali-
VISIONNAIRE
tà non significa eccesso, barocchismo, anzi. MA CONFERISCE AL TUO
Metamorfosi, collezione di 5 vasi
LAVORO UNA RICONOSCIBILITÀ, UNA FIRMA... ...che non è uno stile. Ecco,
Pezzi unici giocati sulla contrapposizione dei
due volti del vetro: quello in cui è ancora grez-
non voglio avere uno stile perché poi ne diventi schiava.
zo, tagliente, e quello lavorato dal fuoco, morbi-
do e domato. Due aspetti della stessa materia. Testo di Riccardo Bianchi

54
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

FOCUS «L A MAGNIFICENZ A
D E L M O N D O S I È A R R I C C H I TA
Il potere del cristallo D I U N A B E L L E Z Z A N U O VA ;
LA BELLEZZA
Tetto panoramico Sky Lounge, elementi in D E L L A V E L O C I TÀ »
vetro combinati alla spaziosità degli inter- FILIPPO TOMMASO MARINETTI,
ni, strumentazione digitale di serie con in- MANIFESTO DEL FUTURISMO

fotainment di categoria superiore: elementi


che trasformano la X7 in un living a 4 ruote.
Ha il pomello rivestito di vetro
A SINISTRA
sfaccettato il cambio della nuova X7.

BMW rilancia e aggiorna il concetto di lus-


so oversize nel suo nuovo super SAV (Sport
Activity Vehicle), la X7, dimensioni maxi
e design raffinato. Con passo imponente
di 515 cm, il profilo anteriore dell’X7 è ag-
gressivo grazie alla calandra a doppio rene
(la più grande mai realizzata) e ai fari laser
Testo di Michele Weiss
adattivi blu, che la fanno sembrare un’a-
stronave. Cerchi in lega leggera di 22” e Air
Illustrazione ©Andrea Schepisi

Breather dietro i passaruota definiscono le


ASTRO-MACCHINA fiancate insieme alle grandi porte laterali.
La spaziosità degli interni top class, con
BMW lancia un super SAV ambizioso. La nuova X7 7 sedili in pelle Vernasca su tre file, è au-
mentata dal tettuccio panoramico in vetro.
è una all terrain hi-tech, con interni fino a sette posti Cockpit super tecnologico e ambient light
e un look fluido e oversize. Da navicella spaziale fanno del viaggio una vera esperienza.

56
LA CULTURA ITALIANA
DEL VIVERE ALL’APERTO.
Da valori condivisi nasce la collaborazione tra EMU e FAI, Fondo Ambiente Italiano,
per tutelare e valorizzare il nostro paesaggio e patrimonio d’arte.
Studiopiù International

OUTDOOR DESIGN COLLECTION


RIOR50 by Cristell - Gargano Villa e Collezione Panza, Varese

emu.it

Pad. 5 ÝfˎƺȈƃlČɥonɰoɨ KmʍÝʍɽǁooɨInɽljɨlʍǁlj


Stand C05 Internazionali di Tennis d’Italia Venezia 10-09 / 11-10
Milano 16-21 Giugno Roma 4-17 Maggio homofaberevent.com
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

F R E E S TA N D I N G
«La geometria
Disegnato da Matteo Thun & Anto-
nio Rodriguez per Antrax IT, T Tower fra le discipline
è il termosifone autoportante (evo-
luzione di Serie T) il cui unico profilo
di alluminio rende possibile la cre-
liberali esercita
azione di molteplici configurazioni. e acuisce
l’ingegno»
EVANGELISTA TORRICELLI

Giardino di pietra
Prismi, piramidi, volumi irregolari: è il paesaggio inanimato di Mine-
ralia, la carta da parati ideata dal designer Gio Tirotto per la Con-
temporary Wallpaper Collection 2020 di Wall & Decò.

ISPIRAZIONI: GEOMETRIE

LA FORMA
È SOSTANZA
A cura di Francesca Santambrogio. Testi di Elena Dallorso

The Bright Side


of the Moon
Ricorda la Luna sia nella forma, so-
spesa su un monolite in granito, sia
nelle variazioni di luce la Half Dome
Lamp di Naoto Fukasama per Kettal.

Minimale nell’aspetto ma non nel significato,


il rigore delle linee diventa il nuovo classico
di progetti, arredi e complementi

Buffet 4.0
Nato dalla forma del quadrato,
DALL A PIC C OL A Modern di Porro è un modulo
ALL A GRANDE SCAL A che si ripete, dando vita a og-
getti diversi per materiali, co-
Lavori, progetti e oggetti dello stu- lori e funzione, dalle madie Di-
dio Parisotto + Formenton Architet-
ti, che nel 2020 festeggia 30 anni,
ning (in foto Modern Dining 03)
narrati nel libro Works, di Electa. alle pareti-librerie Living.

58
Per chi ama il benessere e
la raffinatezza un materasso
Simmons è di casa.
Lo straordinario comfort e
l’incomparabile fascino assicurano
un riposo impareggiabile.
La cura meticolosa dei dettagli,
la scelta dei materiali più nobili
e la manifattura artigianale più
scrupolosa, esclusivamente
made in Italy, sono gli elementi
caratterizzanti dell’indiscussa
qualità Simmons.
Perchè i materassi non sono tutti
uguali e per dormire bene c’è
bisogno di Simmons. Simmons. Nient’altro.

I materassi Simmons li trovate presso i BetterSleepLAB di: Milano, via Aselli 9 - Como, via Mentana 12 ang. via XX
Settembre - Lissone (MB), via Bramante da Urbino 9 - Chieri (TO), Corso Torino 78 - Roma, Via Tuscolana 225
Roma, Via Gregorio VII 482 - Simmons Store Milano, Corso Italia 22 e presso i Rivenditori Autorizzati Simmons
800 250407 simmons.it
ARCHITECTURAL DIGEST

Collective/ A Città del Messico, un gruppo di esperti di arte e design organizza


Collectible mostre in luoghi spettacolari. Inventando una nuova idea di creatività

SPACE INVADERS
PER PASSIONE
Testo di Alice Stori Liechtenstein

PEDRO REYES
Silla Mitla, 2019

La prima mostra organizzata da Masa è stata Collecti- L’idea curatoriale: mettere in relazione lavori di artisti/
S AV V Y S T U D I O X M Á S ve/Collectible, a febbraio 2019, allestita in una villa an- designer contemporanei con un luogo ricco di storia.
Playhouse, 2018 ni ’50 non più abitata. Sgabelli Memoria di Ewe Studio. Sgabelli Pleat e Mushroom di Alma Allen for V.V. Sorry.

A Città del Messico sembra esserci una rinasci- galleria senza fissa dimora. Ogni nuova mostra,
ta nel campo del design. Il talento abbonda, e se almeno fino a oggi, è stata pensata e allestita in
fino a poco tempo fa mancava una galleria che un luogo diverso, scegliendo sempre ambienti
promuovesse seriamente il design da collezione, inaspettati e pieni di carattere. Il debutto è stato
ora non è più così. Spinti dal desiderio di opera- l’anno scorso con Collective/Collectible, in una
re al confine tra arte e design, la curatrice e di- villa anni ’50 nel quartiere-villaggio di Lomas
rettrice creativa Age Salajõe, i designer Héctor de Chapultepec. Disabitata da decenni, la pro-
Genevieve Lutkin. Courtesy Masa

Esrawe e Brian Thoreen, il gallerista Cristobal prietà veniva utilizzata occasionalmente per
Riestra e i collezionisti Roberto Diaz Sesma, feste e come magazzino. L’allestimento è sta-
Isaac Bissu e Constanza Garza si sono uniti per to spettacolare: uno dei piani, interamente di-
far nascere Masa, un progetto curatoriale che ha pinto di rosso, ha fatto da scenografia per og-
già fatto parlare di sé nel mondo. getti, arredi e lampade disegnate da quindici tra
BRIAN THOREEN Pensata come una piattaforma per pro- i più interessanti artisti e designer attivi nella
Black Rubber Collection, 2019 muovere il design da collezione, Masa è una metropoli: tra questi Alma Allen, Jose Dávila,

60
GALLERIA

Frida Escobedo, Pedro Reyes, presentati in con- residenziale vicino al Parque Chapultepec. L’e- Recover/
versazione con opere di artisti storici come On dificio in pietra, con chiare influenze germani-
Kawara e Leonora Carrington. che, è a pochi passi dalle migliori gallerie d’arte Uncover
Masa Smalls invece, durata solo sei giorni contemporanea della città (Kurimanzutto, La-
lo scorso novembre e dedicata a oggetti di pic- bor), e da due architetture-monumento proget-
cole dimensioni, ha avuto luogo nel quartiere di tate da Luis Barragán (Casa Barragán e Casa Gi-
Roma Norte. Il luogo ospite è stato una casa dei lardi). Nelle sale vuote da tempo, pezzi inediti,
primi del ’900, che tra i suoi abitanti ha avuto unici o in edizione limitata sfidano le categoriz-
anche lo scrittore William Burroughs. L’inizia- zazioni troppo rigorose: oggetti? Sculture? For-
tiva più recente del gruppo è Recover/Uncover, me di un nuovo pensiero. Come riassume Age
inaugurata a febbraio e co-curata da Su Wu, al- Salajõe: «Abbiamo fondato Masa per porre do-
lestita sui due piani di una villa in un quartiere mande, ispirare, provocare. E per divertirci».

A . D E M O N S E I G N AT
Seed Stack, 2020

«Qui si trovano tecniche artigianali antichissime e una gamma pres-


soché infinita di materiali naturali. Per un designer, il Messico è un
luogo affascinante dove trovare ispirazione e lavorare» AGE SALAJÕE

J O S E D ÁV I L A
Untitled Tables 03, 2020

MARIO GARCÍA TORRES


Recover/Uncover, la nuova mostra di Masa (inaugurata lo scorso febbraio), è allestita in una villa dei primi del ’900
vicino al Parque Chapultepec. In questa sala, da sinistra, lavori di Misha Kahn, Tezontle e Héctor Esrawe. Tallé la forma (...), 2020

61
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

A D AT TA B I L I TÀ
Un’idea, una ricerca scientifica, una composizione un po’
Comfort improbabile, un innamoramento inaspettato. Nascita
lamp di una famiglia di lampade con una missione: la serenità

DALLA CIOTOLA
ALLA LUCE

La luce dà conforto alle persone. È univer-


salmente vero, non solo in un posto come
la Danimarca, in cui il buio dura sei mesi.
È il risultato di una ricerca che il designer
Mads Odgård ha condotto con l’Universi-
tà di Aalborg e la Technical University of
Denmark. Le linee semplici di Mo Series
(una piantana, una sospensione, una lam-
pada a muro e una da tavolo, in bianco o
nero) che inaugurano la sua collaborazio-
ne con Carl Hansen & Søn, simboleggiano
proprio questo effetto-comfort.

in foto Il designer nel suo laboratorio.

Mads Odgård, designer danese, voleva fargli vedere una sedia.


Ma quando Knud Erik Hansen, Ceo dell’azienda Carl Hansen
& Søn, è arrivato nella sua casa di vacanza, in mezzo alla fore-
sta, la sua attenzione è stata catturata da un piccolo oggetto di
design «casereccio»:una lampada nera costituita da una ciotola
dell’Ikea, un rotolo esausto di carta igienica e un filo elettrico.
Tutto nero grazie alla vernice spray.Odgård,che crede davvero
nel less is more, è convinto che ad attrarre Hansen sia stata la
semplicità del progetto. Messo subito in produzione. «Ma spero
« P I Ù S E M P L I C E È L’A S P E T T O ,
che prima o poi i suoi occhi cadano su una delle mie sedie».
PIÙ DEVE ESSERE PRECISO»
mads odgård Testo di Elena Dallorso

62
Photo Andrea Ferrari

EDEN
DESIGN RODOLFO DORDONI
RODAONLINE.COM
IG: RODA.OFFICIAL
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

I cattivi dei film abitano molto spesso in case formidabili.


Un volume ne raccoglie 15 tra le più significative e conosciute.
L’architettura va al cinema, tra invenzione e realtà

ATTRAZIONE FATALE

LAIR. RADICAL HOMES AND


HIDEOUTS OF MOVIE VILLAINS
di Chad Oppenheim
con Andrea Gollin
Tra Publishing, novembre 2019
360 pagine, 75 $

Stampato con inchiostro argentato su


carta nera, Lair. Radical Homes and Hi-
deouts of Movie Villains è distribuito dal-
la casa editrice di Miami Tra Publishing.
L’autore, l’architetto Chad Oppenheim
con Andrea Gollin, analizza accurata-
mente quindici film, alternando alle im-
magini delle case i visionari rendering
di Carlos Fueyo.

www.trapublishing.com

La villa sul monte Rushmore in Intri- celebri nelle loro abitazioni. Dalle sceno-
go internazionale. La residenza dentro il grafie di Ken Adam per i film di James
vulcano di Si vive solo due volte. La sto- Bond e per Il dottor Stranamore fino alle
©Chad Oppenheim with Andrea Gollin

«QUESTI EDIFICI MI HANNO


ria del cinema è piena di criminali dalle residenze – reali – progettate da John Lau-
S E M P R E A F F A S C I N AT O .
case avanguardiste e ipertecnologiche, il tner in California (la sua Casa Malin è il
L A S C E LTA E R A T R A
cui linguaggio progettuale guarda ai gran- set di Omicidio a luci rosse), Lair compila
I L D I V E N TA R E U N G R A N D E
di dell’architettura. A dirlo è l’architetto un piccolo atlante di estetica noir. E nel ri-
C R I M I N A L E C AT T I V O
americano Chad Oppenheim, che nel li- annodare i fili di uno stereotipo rintraccia
O UN ARCHITET TO: PER
bro Lair. Radical Homes and Hideouts of nella memoria hollywoodiana la lezione
I L B E N E D E L L ’ U M A N I TÀ H O
Movie Villains va a trovare quindici cattivi di alcuni maestri del Novecento.
S C E LT O L A S E C O N D A »
Testo di Alessia Delisi CHAD OPPENHEIM

64
ANTRAX IT _ RESANA TV - ITALY _ TEL. +39 0423 7174 _ ANTRAX@ANTRAX.IT

WAFFLE
DESIGN PIERO LISSONI
Waffle è un radiatore che rievoca la matericità imperfetta delle superfici in ghisa pur utilizzando un materiale altamente
performante come l’alluminio. Disponibile in diverse grandezze, verticale e orizzontale, può essere corredato di un elegante
maniglione in legno per l’utilizzo nell’ambiente bagno.
I prodotti Antrax IT, creati in alluminio o acciaio al 100% riciclabile, vengono realizzati utilizzando fonti di energia rinnovabile
e verniciati con l’ausilio di nanotecnologie che non producono scarti tossici di lavorazione.
www.antrax.it
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

WHO’S WHO
«IL MIO STILE È UNA LIBERA

Genio tranquillo ESPRESSIONE DELLA CUCINA


I TA L I A N A , S V I N C O L AT O
DALLE MODE E FEDELE ALLE
Lux Lucis, ristorante gourmet dell’Hotel
NOSTRE RADICI»
Principe a Forte dei Marmi, è stato inaugu-
va l e n t i n o cassanelli
rato nel 2012 da Valentino Cassanelli. 36
anni, di cui venti passati prima a Londra da
Nobu e alla Locanda Locatelli, poi a Milano
tra Trussardi e Cracco. Tra i riconoscimenti:
la stella Michelin e il Best Dining Experien-
ce 2019 di Condé Nast Johansens.

Testo di Fiammetta Fadda A guardarlo non diresti che è uno dei mi-
gliori giovani cuochi italiani. Cassanelli

VERSILIA
non è tatuato, è modesto, parla sottovoce.
Unico tratto rivelatore la chioma ribelle. In
più viene da Modena, patria di lasagne e

POETICA
zamponi. Poi arriva in tavola questo Versi-
lia Campestre, dove i tortellini sono diven-
tati bottoni ornati di creste di gallo, ripieni
Il mare e la campagna di Forte di crema d’ortica e cicale di mare crude in
salsa di ortica. Assaggi. E pensi che da do-
dei Marmi convergono in un inaspettato ve sono nati la Ferrari e Massimo Bottura
paesaggio visivo. E gustativo provengono sempre belle sorprese.

66
HAUTE NATURE
®

© 2020 Antolini Luigi & C. S.p.a. - All Rights reserved.

Irish Green (Marmo) DESIGN CLAN MILANO

Antolini crede nel potere di ciò che è autentico. La maestosa forza di madre natura
UDFFKLXVDLQVRUSUHQGHQWLFUHD]LRQL/DSLHWUDQDWXUDOHqXQIUDPPHQWRGHOÁXVVRGHOOD
vita, il battito del cuore delle epoche, la pelle del nostro pianeta. È la purezza nella sua
forma più perfetta: design, colori e trame che ci ha consegnato la storia.
Creato dalla natura, perfezionato in Italia.
antolini.com
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

SOT TILISSIMO
Per la prima volta le creazioni di alta orologeria
sono presentate a Dubai: è nata la LVMH Watch Week Pianta ottagonale
TÈ NEL DESERTO
Testo di Giampiero Negretti

Linee diritte e arrotondate caratterizzano


il design dell’Octo Finissimo Automatic
di Bulgari, orologio molto elegante e su-
persottile (il suo spessore è di soli 5,25
mm) ma che grazie alla nuova corona
a vite è impermeabile fino a 100 metri.
Cassa (40 mm) e bracciale integrato in
acciaio satinato e lucido e quadrante
nero laccato. Ultrapiatto (2,3 mm) anche
il movimento automatico e di manifattura
dotato di microrotore in platino.

in foto Acciao per cassa e bracciale nell’Octo


Finissimo Automatic di Bulgari.

Bulgari ha presentato nuovi modelli dei continuamente il bilanciere su se stesso per


suoi Serpenti Seduttori, tra cui spicca quello compensare gli attriti e gli errori di marcia
con Tourbillon: un gioiello e, al contempo, dovuti alla forza di gravità. In oro bianco,
un raffinatissimo orologio. È dotato di un il Serpenti Seduttori Tourbillon ha la cassa «SVEGLIANDOMI,
movimento meccanico a carica manuale che misura 34 mm incastonata da diaman- D O L A C O R D A A L L’ O R O L O G I O
(40 ore di autonomia) che è il più piccolo ti taglio brillante; altri diamanti si trovano - I M P R E S S I O N E , N E L FA R L O,
della sua categoria misurando appena 22 poi sulla lunetta, sul quadrante e sulle ma- DI RICARICARMI
x 18 mm. Il tourbillon – ben visibile sul glie, a scaglie di serpente, del bracciale, per P E R L A N U O VA G I O R N ATA »
quadrante - è un dispositivo che fa ruotare un totale di 558 pietre (7,89 carati). camillo sbarbaro

69
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Tre novità (e un sogno) in arrivo dalla LVMH Watch Week

THE STATE OF THE WATCHES


1 . PA R T N E R S H I P 2. CONNESSIONE 3 . C A M P I O N AT O 4 . L E T ’ S PA R T Y
La prima Watch Week di Dubai è sta- Stéphane Bianchi, Ceo di Tag Heu- Hublot è stato il primo marchio Duecento fra giornalisti e top client
ta l’occasione per la Zenith di pre- er, ha annunciato in anteprima l’u- orologiero svizzero e di lusso a col- di LVMH hanno partecipato, du-
sentare un nuovo modello nato dalla scita del Connected Watch, terza laborare con il mondo del calcio rante la Dubai Watch Week, a una
partnership con la casa automobili- generazione dell’orologio connesso (sponsor della nazionale svizzera «serata al buio»: raggiunto il Sonara
stica Land Rover: Defy 21 Land Ro- della Maison, che verrà svelato il 12 nel 2006 e «Cronometrista ufficia- Camp nella Desert Conservation
ver Edition, cronografo in edizione marzo a New York: uno smartwatch le» di UEFA Euro 2008). Il prossi- Reserve con le jeep messe a di-
limitata di 250 esemplari con cassa di lusso creato su misura per le per- mo giugno farà il suo ritorno con il sposizione dal Bulgari Resort, agli
in ceramica grigia in grado di misu- formance di sport, fitness, e per il campionato UEFA Euro 2020, a cui ospiti sono stati offerti un cocktail
rare il centesimo di secondo. supporto alle attività quotidiane. dedicherà un orologio ad hoc. e una cena tra le dune.

I L M A R AT O N E TA

Red Passion
Procedimento complesso per realizzare
la ceramica hi-tech rossa che costituisce
la cassa (45 mm) del Big Bang MP-11 Red
Magic di Hublot, un modello dal partico-
lare movimento di manifattura e a carica
manuale. Quest’ultima, infatti, assicura
14 giorni di marcia e l’autonomia è indi-
cata da un piccolo rullo visibile sotto il
quadrante in vetro zaffiro. Scappamento
in silicio e corona e cinturino in caucciù.
Tiratura limitata a 100 esemplari.

in foto Ceramica hi-tech rossa per


il Big Bang MP-11 Red Magic di Hublot.

NOT TURNO E D I Z I O N E L I M I TATA

Cielo stellato Pietre miliari


Il cielo al polso con il nuovo Defy Mid- Il Carrera 160 Years Limited Edition della
night di Zenith, un orologio femminile Tag Heuer è la riedizione di una pietra
sportivo ed elegante. La cassa (36 mm) miliare nella storia della Maison fondata
in acciaio è impermeabile fino a 100 me- nel 1860. È un cronografo con cassa (39
tri e il quadrante blu sfumato rappresen- mm) in acciaio, quadrante argentato luci-
ta un cielo notturno costellato di stelle do a tre contatori e lancette sfaccettate
luminescenti, tra cui spicca la grande luminescenti. Il movimento è automatico
stella di Zenith. Gli indici sono costituiti e di manifattura con 80 ore di autonomia
da 11 diamanti taglio brillante, mentre il di marcia. Impermeabile fino a 100 me-
movimento è automatico e di manifattu- tri, è fornito in una confezione speciale.
ra. Bracciale e cinturino intercambiabili. Tiratura limitata a 1860 esemplari.

in foto Un firmamento in cui spicca la stella in fotoLa riedizione di un classico: il Carrera


di Zenith per il quadrante del Defy Midnight. 160 Years Limited Edition di Tag Heuer.

70
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Ikon Productions | outdoor furniture: Gervasoni | agency: Santacroceddc
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benessere dei tuoi momenti all’aperto

Una stanza protetta da sole, pioggia e neve.


Una stanza illuminata, per le serate più speciali.
La tecnologia la rende così comoda, il design essenziale così elegante,
i materiali affidabili così resistente, i tanti modelli unicamente tua.
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Citazioni colte, materiali high-tech, lampassi modernizzati,


pattern astratti. Una collezione dove la preziosità della seta
(ma non solo) incontra lo stile contemporaneo

TEMPO PRESENTE

CROCHET
Ignifugo

Una trama effetto uncinetto usata sulla pol-


trona Pecorelle di Cini Boeri (Arflex). Paraven-
to Diva (Arflex) con tessuti Intreccio e Velvety.

Unire la tradizione veneziana alle esigenze dei nuovi modi di


abitare e alle possibilità offerte dalla tecnologia: è anche da
questo concetto che nasce la collezione 2020 Rubelli. Ricer-
ca e sperimentazione definiscono una proposta che ai tessuti
più ricchi, realizzati in fibre naturali, affianca quelli tecnici,
destinati al contract e all’uso in esterni, con gli stessi stan-
dard di ricerca stilistica e di qualità al tatto. Jacquard, uniti e
«ERA UN FILO D’ORO
lampassi echeggiano atmosfere orientali, interpretano alberi,
fiori e marmi. Mentre la parte high performance della collezio-
Beppe Brancato

C H E C O R R E VA D I R I T T O
N E L L A T R A M A D I U N TA P P E T O
ne sperimenta intrecci complessi ed effetti tridimensionali.
TES SUTO DA UN FOLLE»
alessandro baricco, s e ta Testo di Alessia Delisi

72
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«Non mi
stanco mai
di un cielo
azzurro»
VINCENT VAN GOGH

Effetto galassia LUCE CANGIANTE

Con quelle macchie di colore blu e oro che sembrano fuori fuoco, Colette di Zanaboni è una poltrona
il tappeto Elite Charcoal Blue/Gold di Sitap sembra un’immagine dalla struttura lineare con piedini
in ebano. E un rivestimento in vellu-
catturata da un telescopio. Realizzato per l’80% in lana e per il re- to di un verde che, con i suoi rifles-
stante 20% in seta di bambù, è interamente tessuto a mano. si accesi, ricorda le aurore boreali.

I S P I R A Z I O N I : V O LTA C E L E S T E

L’INFINITO IN
UNA STANZA La Luna
A cura di Francesca Santambrogio. Testi di Ruben Modigliani
COSMOGONIA
D A TAV O L A
sul comò
Forme in porcellana morbide e mul-
tiuso (quelle della collezione Aria
di Richard Ginori) su cui la desi-
gner Constance Guisset ha voluto
un soffio di colore. È la linea Ether,
dal decoro lievissimo. Soffi, nuvo-
le primordiali: come in un Big Bang.

Pianeti, galassie, albe, nuvole: il design


(ri)scopre un’ispirazione magica. Per oggetti
che sono fatti della stessa materia dei sogni

Nuvola
di vetro
Per la lampada Victoria di
Bethan Gray, venature ispirate
Object no. 44 è una scultura lumi-
nosa istoriata con leggeri segni (ma- da un antico servizio da tè del
gici?) dalla serie Architectural Glass Victoria and Albert Museum e
Fantasies, dell’artista danese Stine
Bidstrup. In mostra da Gallery Fumi, marmo Arabescato provenien-
Londra, fino al 24/04. te da una cava toscana.

74
Il vostro tempo senza limiti di spazio

Tende da sole • Pergolati • Vele


R640 PERGOSPACE
Comune denominatore di R640, con la gamma Pergoklima, è il design legato all’abitabilità, che permette di godere piacevoli momenti di relax.

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S PA Z I C R E AT I V I
«SOLUZIONI SEMPLICI CHE

100% versatile A I U TA N O C H I A M A L A C U C I N A
A L AV O R A R E M E G L I O »
carlo cracco
L’integrazione tra la collezione DeLinea e
il sistema parete Fluida (le foto di questa
pagina sono realizzate con loro elementi)
offre grande libertà compositiva. Giocan-
do con volumi e materiali si possono crea-
re zone living o studio in armonia con il mo-
dulo cucina, ma indipendenti. Caratteriz-
zate da un ritmo dinamico di pieni e vuoti.

La cucina è oggi il vero cuore della casa,


Testo di Alessia Delisi
il luogo dove si sta insieme. È logico pen-

SENZA CONFINI
sarla non separata dallo spazio giorno, co-
me si faceva un tempo, ma sua parte inte-
grante. Va in questa direzione il progetto
di Scavolini di arricchire due sue cucine
Nell’abitare contemporaneo, il living sempre di successo (MIA by Carlo Cracco e DeLi-
più diventa un’estensione della cucina: nea) con pareti modulari ed elementi con-
spazio per la convivialità o anche solo per tenitori integrati o indipendenti, tutti al-
tamente personalizzabili, con cui realizza-
il relax. E il design, con intelligenza, dà forma re anche gli ambienti soggiorno. All’inse-
a questo nuovo modo di vivere la casa gna dell’unità di progetto e di stile.

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Configurate i mobili USM


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Il Salone slitta, e in questo momento di incertezza c’è ancora più bisogno dell’undicesima
parola chiave del suo Manifesto, la più importante, quella scelta per racchiudere le altre dieci:
Bellezza, intesa come valore etico. Cos’è oggi il Bello? Ha sempre senso la frase di Dostoevski
«la bellezza salverà il mondo»? Lo abbiamo chiesto a una selezione di giovani designer italiani

ESTETICA, PENSIERO, PROGETTO


Foto di Simon. A cura di Ruben Modigliani

Ilaria Bianchi
1989 - P OLITECNICO DI TORINO, CENTRAL SAINT MARTINS
Progetti per: Building Gallery, Chamber NYC, Dimore Gallery, Galeries Lafayette, Galleria Luisa Delle Piane, Triennale di Milano, V&A.

Quello di bellezza è un concetto molto relativo, non assoluto. Un’accezione di bellezza slegata da canoni meramente estetici
I suoi canoni sono mutevoli e continuano a cambiare in rela- ma che assume un carattere etico. La bellezza che suscita l’amo-
zione al tempo, ai contesti sociali e storici. Credo che sia più in- re. In ogni caso: se bellezza vuol dire appagamento e appaga-
teressante parlare di bellezza come una risposta psicofisica di mento vuol dire benessere, è chiaro che più sono le persone che
appagamento in relazione a un’idea, un oggetto, una persona. vi hanno accesso, più la bellezza può davvero salvare il mondo.

79
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE DESIGNER

Studio Klass (Alessio Roscini, Marco Maturo)


1983, 1985 - IED MILANO (INDUSTRIAL DESIGN)
Progetti per: cc-tapis, Fiam Italia, FontanaArte, Ichendorf, Lavazza, Ligne Roset, Living Divani, Normann Copenhagen, UniFor.

Gli uomini si sono interrogati per secoli su cosa è il Bello. A noi l’eterno e il divino, dandogli la dimensione dell’infinito. Il desi-
interessa il pensiero di François Cheng, filosofo contemporaneo derio di bellezza non si può limitare a un oggetto, esso aspira a
di origine cinese naturalizzato francese. Cheng rileva nella bel- ricongiungersi con il desiderio originale di bellezza, all’avven-
lezza – della natura, dell’uomo – un carattere etico e la intende tura della vita. È il mezzo supremo che l’uomo ha per sfidare la
come offerta e apertura al Bene, come se fosse uno slancio verso morte. E quello che lo avvicina alla pace.

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ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE DESIGNER

Chiara Andreatti
1981 - IED MIL ANO, D OMUS ACADEMY (PROD U CT DESIGN)
Progetti per: cc-tapis, Fendi, Gebrüder Thonet Vienna, Glas Italia, Ichendorf, Karpeta, Lema, Mingardo, Pretziada, Potocco, Starbucks.

La bellezza comprende un insieme di fattori. Certamente c’è l’ar- speciale, bello. Ma bellezza non significa solo forme perfette, non
monia: per me progettare è una ricerca costante di dettagli e pro- è un caso se il termine «estetica» ha in sé la parola «etica»: oggi
porzioni. Quando si riesce a trovare un giusto equilibrio fra una per noi progettisti è doveroso porre attenzione alle nuove esigen-
lavorazione artigianale (pura o modernizzata), un processo in- ze e improntare una ricerca a soluzioni il più possibile sostenibi-
dustriale e un buono studio di proporzioni si arriva a un progetto li/naturali. E impattanti il meno possibile nel contesto globale.

82
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La solidità è la nostra natura, il dettaglio la nostra passione.

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particolari. Design scandinavo puro, solido e funzionale. www.bsdspa.it
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Cristina Celestino
1 9 8 0 - I U AV V E N E Z I A ( A R C H I T E T T U R A )
Progetti per: Besana Carpet Lab, BottegaNove, Cedit, Fendi, Flexform, Gebrüder Thonet Vienna, Torremato, Rubelli, Seletti, Yoox.

Per me, oggi, il concetto del bello ha a che fare con il saper tra- concetto di tempo: tempo per pensare i progetti, per realizzar-
smettere il valore della bellezza. Attraverso il mio lavoro ho il li e poi tempo per apprezzarli. La bellezza è l’armonia delle for-
privilegio e la responsabilità di veicolare dei messaggi dal for- me e dei colori, il rispetto per il materiale; credo nel mio lavo-
te impatto visivo che mi permettono di parlare alle persone ro e – anche se non salvo vite umane – penso che sì, metafori-
e alla loro sensibilità. La bellezza è strettamente collegata al camente la bellezza salverà il mondo.

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Federico Peri
1983 - IED MILANO (INTERIOR DESIGN)
Progetti per: Baxter, Collector Group, D3CO, Editions Milano, FontanaArte, Il Bisonte, Nilufar, Purho Murano, Salviati 1859.

Il Bello è una categoria soggettiva, difficilmente classificabile ad esserlo. Il Bello, per me, è un progetto intelligente; qualcosa
nell’oggettività. Ma quando si fatica a distinguere la differen- che va oltre all’estetica e che si focalizza su una lettura non con-
za tra queste due dimensioni la bellezza diventa un linguaggio venzionale del progetto. Ma anche una nuova interpretazione
universale. Che poi è quello espresso da un classico del design della realtà che permetta di sensibilizzarci su un determinato te-
o da un pezzo contemporaneo che, probabilmente, è destinato ma. O, meglio ancora, qualcosa che lo sappia risolvere.

86
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ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE DESIGNER

Giorgia Zanellato & Daniele Bortotto


1 9 8 7, 1 9 8 8 - I U AV V E N E Z I A ( D I S E G N O I N D U S T R I A L E ) , E C A L
Progetti per: B-Line, Benetton, Bolzan, Cappellini, Cedit, Coin Casa, De Castelli, Louis Vuitton, Moroso, Novamobili, Rubelli, Studioart.

Quella che ci colpisce non è tanto la bellezza che troviamo come quello in cui stiamo vivendo: può offrire nuovi stimoli
nell’aspetto superficiale di un prodotto, quanto quella che si può produttivi a un sistema in crisi, ridare vigore a un artigianato
vedere nella profondità di un pensiero e di un percorso proget- che si sta progressivamente perdendo, ridefinire la qualità del-
tuale in grado di sviluppare idee concrete e durature. La bellez- la vita delle persone. E sicuramente offrire una scelta più soste-
za del design può oggi dare delle risposte in un contesto delicato nibile e consapevole nei confronti dell’ambiente.

88
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ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE DESIGNER

Guglielmo Poletti
1987 - DE SIGN ACADEMY EINDHOVEN
Progetti per: Decoratori Bassanesi, Desalto, Giustini/Stagetti, Rossana Orlandi, SEEDS London.

Nel mio lavoro la forma non si pone il fine di perseguire il bel- inaspettato. Sperimentazione, proprietà dei materiali, e il ruo-
lo come qualità fine a se stessa. Cerco di interpretare il valo- lo fondamentale dell’intuizione – identifico il concetto di bel-
re estetico come la definizione di un linguaggio, risultante da lezza con il punto di incontro tra questi fattori, che intrinseca-
criteri specifici piuttosto che da scelte arbitrarie. Quando mol- mente legati tra loro pongono le fondamenta per una coerenza
teplici piani di lettura combaciano, il bello emerge in modo di segno e una profondità progettuale.

90
illustration Giacomo Bagnara

Clay — table design Marc desalto.it


Krusin
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE DESIGNER

Elena Salmistraro
1 9 8 3 - P O L I T E C N I C O D I M I L A N O ( FA S H I O N D E S I G N , P R O D U C T D E S I G N )
Progetti per: Alessi, Altreforme, Apple, Bosa, cc-tapis, De Castelli, Disney, Emmemobili, Lithea, LondonArt, My Home, Nike, Seletti, Torremato.

Assolutamente sì: sono in totale accordo con Dostoevski, so- risolvere il problema. Ma quando ho finito, se la soluzione non
no fermamente convinta del ruolo salvifico della bellezza nel- è bella, so che è sbagliata». Parlare del bello è cosa seriamente
le nostre vite. Mi viene in mente Buckminster Fuller, architet- complessa, di certo non è soltanto una questione estetica. È mol-
to, inventore e filosofo statunitense, che diceva: «Quando lavo- to di più. Infinitamente di più. La bellezza è una chimera che va
ro a un problema non penso mai alla bellezza. Penso solo a come inseguita, ricercata, compresa. La bellezza è verità.

92
AD PER ALFA ROMEO

Il viaggio di Alfa Romeo


e AD alla riscoperta del bello
nascosto approda in una chicca
del rinascimento. Le nuove
Giulia “Ti” e Stelvio “Veloce”
MY20 danzano insieme nei
cortili più esclusivi d’Italia

Il tempo è tiranno ma non per tutti. Alcune bellezze


sono in grado di resistergli e uscire arricchite dalla
sfida titanica con l’eternità. Come questa villa, una
delle più emblematiche del Rinascimento lombardo:
un concentrato di tesori stilistici lasciati in eredità dai
proprietari nel corso dei secoli. Decori leggiadri, stucchi
pregiati, soffitti a passasotto eccezionalmente conservati
e unici nel loro genere: in questa corte d’ineguagliabile
valore storico e artistico, edificata nel segno della più
armoniosa joye de vivre, come due gioielli del Terzo
Millennio dimorano oggi le nuove Alfa Romeo Giulia
e Stelvio MY20. Rivestite di due speciali livree della
linea heritage “Old Timer”, creata dai designer per
celebrare i 110 anni del Biscione con colorazioni che
richiamano i fasti del passato e i modelli sportivi e da
corsa della Casa: l’emozionante Ocra GT Junior e il
raffinato Rosso 6C Villa d’Este sono i colori ancora più
esclusivi messi a punto per esaltare l’anima più pura
dello stile Alfa Romeo. Stile che in oltre un secolo di
vita è diventato sinonimo di eleganza e performance
nel mondo, nel segno del design tricolore. Il Made
in Italy è un patrimonio da custodire gelosamente, e
sboccia nei luoghi più inconsueti. Come in questa villa
quattrocentesca, scelta da un grande fotografo che
AD PER ALFA ROMEO

La vera bellezza?
Sboccia là dove non l’aspetti
AD PER ALFA ROMEO
AD PER ALFA ROMEO

da anni immortala nei suoi scatti d’autore le più belle


case italiane per il magazine leader nell’interior, AD.
E oggi anche automobili dall’allure inconfondibile. Tutti
insieme abbiamo dato vita a un esaltante viaggio in più
tappe alla ricerca del bello nascosto in Italia, viaggio
che tra queste mura preziose trova un compimento nel
miglior modo possibile. Le nuove Alfa Romeo Giulia e
Stelvio MY20 esprimono il massimo in termini di comfort,
tecnologia, motorizzazioni, equipaggiamento e tolgono
il fiato per l’assoluta qualità degli interni. Nella versione
“Ti”, che per esteso significa “Turismo Internazionale”,
c’è il meglio dell’eleganza italiana: inserti in legno e pelle
pregiata su plancia e sedili riscaldati e a regolazione
elettrica; sedili posteriori frazionati, cornici cromate
e pedaliera in alluminio. Alfa Romeo Stelvio, invece,
nell’allestimento più sportivo “Veloce” (novità MY20)
presenta un nuovo body kit in tinta vettura e dettagli
bruniti; sedili sportivi in pelle con all’interno inserti in
alluminio, volante e pomello del cambio traforati per il
massimo della sportività. Bolidi emozionanti da guidare
e seducenti da ammirare, capolavori nati dalla passione
e dalla creatività italiane di un brand che vuole stupire gli
Alfisti, e tutti gli amanti delle auto di pregio nel mondo.
Foto di Laziz Hamani 98 Testo di Philippe Seulliet

Un pieno
di vuoto

Un grande mercante d’arte restaura, ad Anversa, la casa di un grande collezionista


di pittura antica fiamminga. E si ispira a un aggettivo, volledig, che vuol dire:
via l’inutile, spazio all’essenziale. Per circondarsi di luce, colori, proporzioni, materia
101

L’età d’oro di Anversa è durata quasi tutto il XVI


secolo, fino a quando la città cadde il 17 agosto 1585,
sotto l’assedio dell’esercito di Filippo II di Spagna.
Prima di questa data funesta era uno dei principali
centri commerciali e finanziari d’Europa, e una delle
poche metropoli che si avvicinasse ai centomila abi-
tanti. Di questa prosperità nel secolo successivo ri-
mase la sua importanza come centro artistico, grazie
a Rubens, van Dyck, Jordaens,Teniers.
Questa casa patrizia arriva da quell’epoca. Rima-
sta nelle mani della stessa famiglia dal 1619 al 1950,
poi lasciata in eredità a un ordine di missionari, è sta-
ta per trent’anni un albergo e alla fine, nel 2006, è sta-
ta acquistato da un uomo d’affari e collezionista che
ora ci vive in compagnia dei suoi capolavori. L’an-
no scorso il palazzo ha festeggiato sia i suoi quattro
secoli di esistenza sia il suo recente restauro, durato
dieci anni. Il progetto è stato curato da Axel Vervo-
ordt, esteta mago, e da Kristof Goossens, giovane ar-
chitetto direttore dello studio Anversa. «Con Axel c’è
stato un rapporto maestro/discepolo», racconta Go-
ossens. «Ha condiviso le sue conoscenze e idee senza
porre condizioni. Uno dei suoi riferimenti principali
è stata la pittura antica, e molti dipinti hanno ispira-
to la disposizione delle stanze».
Una parola chiave ha guidato la squadra: volledig,
che in fiammingo significa «completo», ma nel senso
di «pienezza del vuoto». Un concetto che Vervoordt
segue e che lo porta a eliminare tutto ciò che non è
essenziale. È un minimalismo mai gratuito, perché
implica l’unione di proporzioni perfette e materia-
li di eccellente qualità, come i pavimenti in quercia o

pagine precedenti Nel salone Luigi XV (così chiamato per gli stucchi rococò del 1740)
due divani Atelier Vervoordt permettono la vista dei quadri della collezione del proprietario.
a sinistra La facciata, metà Rinascimento metà Settecento a raccontare la storia della casa,
dà sul giardino (enorme per una residenza di città) progettato da Jacques e Martin Wirtz.
102

sopra Lungo la scala (originale, così come la decorazione a finto marmo restaurata da Eddy Dankers)
un ritratto di giovane pastore (XVII secolo) attribuito a Jan Baptist Weenix e Bartholomeus van der Elst.
In fondo, un ritratto del banchiere Everhard Jabach, opera di Antoon van Dyck. a destra Sempre
nel salone Luigi XV, un Ercole rinascimentale e, sul camino, ritratto di dama inglese, di van Dyck.
105

le pareti tinteggiate a calce e con pigmenti naturali.


La luce, elemento essenziale, ricorda quella di Verme-
er, Pieter de Hooch e molti pittori di questa zona. Le
aggiunte contemporanee, come la piscina coperta,
sono invisibili. «Adoro l’atemporalità di questo luo-
go. È una casa vera. Viviamo in un’epoca in cui tut-
ti gli stili si mescolano. Ma qui la nobiltà e l’austerità
dei pezzi li rendono più vicini allo spirito del passa-
to», spiega Vervoordt che, con la moglie May e il loro
team, ha fatto molte ricerche prima di trovare mobi-
li e oggetti antichi a cui si sono aggiunte comode se-
dute realizzate su suo disegno.
«Ammiro il modo in cui Axel Vervoordt affronta
gli spazi, tenendo conto delle abitudini dei proprie-
tari», dice Goossens. «Armonizza gli elementi del de-
coro con una tale delicatezza che raggiunge la perfe-
zione». Non solo all’interno: è raro che una casa di An-
versa abbia un giardino così ampio, uno spazio dove
la natura offre una pace sorprendente nel cuore della
città. I paesaggisti Jacques e Martin Wirtz non vole-
vano una banale ricostruzione nello spirito del Rina-
scimento: si è fatto di tutto per conservare un ginkgo
centenario. La squadra ha lavorato per creare un sen-
so di comfort e di benessere: un lavoro da esperti, che
c’è ma non si vede, perché la presenza più importante
è quella della famiglia – le loro conversazioni, gli ospi-
ti, i pasti, il vino, la musica, le opere d’arte.
Dopo quattro secoli,questa dimora riacquista così
la sua bellezza.Un rifugio dall’eccesso dove prende vi-
ta il verso del poeta Alexander Pope che Vervoordt ha
adottato come suo motto: «C’è nella semplicità un’ar-
te nascosta che dà grazia allo spirito e alla bellezza».

a sinistra La biblioteca al primo piano. L’uomo nel ritratto è Pierre Ryckmans,


scrittore, storico dell’arte e sinologo, che sotto lo pseudonimo di Simon Leys fu tra i primi
a svelare all’Occidente gli orrori del culto di Mao e della Rivoluzione culturale cinese.
106

sopra Nella Kunstkammer rivive l’età dell’oro di Anversa: mobili fiamminghi del XVI secolo e, appeso
alla parete, uno dei venti quadri di epoca barocca raccolti in questa stanza. a destra Nello studio
del proprietario, le librerie basse lasciano spazio alle boiserie d’epoca. Dietro il divano (Atelier Vervoordt,
come il tavolino in primo piano) una scrivania vittoriana in mogano e cuoio, di C.J. Freeman.
109

a sinistra La sala da pranzo dalla tenue palette verde-azzurro, realizzata da Eddy Dankers con
pigmenti naturali e texture artigianali, è ravvivata da una natura morta della pittrice seicentesca Clara
Peeters. sopra Nel soggiorno di famiglia, la tela nera sopra il camino, dell’artista belga Jef Verheyen
(Zero, 1962), è tra le pochissime opere del XX secolo raccolte nella casa.
110

sopra Poltrona bergère dell’ebanista settecentesco Philippe-Joseph Pluvinet, tela del pittore seicentesco
Jacob Ferdinand Voet. a destra Tolto l’intonaco dal soffitto della cucina, i restauratori hanno scoperto
una struttura di listelli di pino inchiodati alle travi, che hanno deciso di conservare a mo’ di installazione
contemporanea. Tavolo e sedie di betulla (Atelier Vervoordt), credenza italiana in pino e pioppo.
A Lugano un architetto d’interni evidenzia i segni del tempo nella sua residenza

« U N A CASA STO R I CA

H A A C C O LT O

LE NOSTRE VITE,

S I È R I E M P I TA

DELLE NOSTRE COSE.

È I M P E R F E T TA ,

E L A SUA BELLEZ ZA

S TA I N Q U E L L A

IMPERFEZIONE»

Testo di
Elena Dallorso

Foto di
Fabrizio Cicconi
114
CASE

pagina precedente L’ingresso di casa


Camuzzi. La vetrata con il balconcino
è quella dell’atelier di Hermann Hesse.

a sinistra Il salotto. Poltrone acqui-


state in un mercatino parigino (come
la cassettiera dipinta a mano) e rive-
stite in pelle da Draga&Aurel, tavolino
realizzato in travi di legno di recupero.

Da queste parti la chiamano «castello»,


perché del castello romantico ha la sem-
bianza esterna: facciate ornate di stucchi
e punteggiate di finestre con le gelosie
verdi, una torre, un orologio. Queste par-
ti sono la zona della Collina d’Oro, so-
pra il lago di Lugano, e il castello è casa
Camuzzi, costruita, su un terreno di sua
proprietà, dalla famiglia bergamasca Ca-
muzzi, che fece la sua fortuna (dentro e
fuori metafora) alla corte degli zar, ornan-
do di gessi e stucchi le regge e i palazzi di
San Pietroburgo.
Il Canton Ticino di metà Ottocento
era regione quasi al cento per cento di
contadini. Chissà come avranno preso gli
abitanti di Montagnola la profusione di
ghirigori e il grande parco esotico di quella
dimora da signori, gli stessi che, con alter-
ne fortune, l’hanno abitata fino alla fine
degli anni ʼ80. Liberi di creare una casa a
loro immagine e somiglianza, in mancan-
za di un archetipo architettonico locale, i
Camuzzi – a partire dal capostipite Ago-
stino – hanno investito le loro ricchezze
in un palazzo di rappresentanza, facendo
di ogni stanza un «prototipo», un luogo
di ricerca. Della professione, che era ciò

115
ARCHITECTURAL DIGEST

di cui andavano fieri e per cui erano famo- gesso con una cornice lussuosa e classi-
si: «Il castello era signorile negli esterni ca alla quale sono però stati aggiunti ele-
ma tutto sommato semplice negli interni, menti “bassi”, domestici, come un gatto e
e gli esperimenti dei Camuzzi si concen- una pentola». Un po’ artigiani eccellenti,
travano soprattutto nella decorazione», un po’ parvenu, i Camuzzi hanno anche
racconta Francesca Neri Antonello – una il merito di aver messo a dimora nel parco
laurea in Interior Architecture negli Usa affacciato sul lago ogni genere di pianta
e una vita nomade tra America ed Euro- rara, nell’apparente disordine voluto dal
pa: «In sala c’è un gigantesco camino di gusto dell’epoca per i giardini all’inglese.

116
CASE

pagina precedente Nel corridoio,


pavimento in rovere antico. I pannelli
in cartongesso hanno creato il nuovo
volume di un bagno padronale.

a sinistra In cucina mobili realizzati


su disegno in microcemento. La sedie
sono di DWC Designs. Lampadari arti-
gianali sardi in latta verniciata.

Palme cinesi, camelie, glicini, un enorme


faggio che, sradicato dalla tempesta Vaia,
ha liberato dalla sua ombra imponente la
limonaia, riportandola alla luce, anche se
parecchio danneggiata. «Il verde è protet-
to, così io dalle mie finestre vedo solo scorci
del lago, ma va bene così, i luoghi e la loro
eredità vanno rispettati. Non ho bisogno
della vista-cartolina che molti miei clienti
mi chiedono», dice Francesca Neri.
A mano a mano che i Camuzzi per-
devano la ricchezza delle origini, la casa
si trasformava: si aggiungevano camini
nelle stanze che venivano messe in aftto
(«Solo nel mio appartamento ne ho otto,
perfino in una camera armadio»), si im-
biancavano con la calce gli affreschi alla
maniera francese, poi riaforati grazie a
un attento restauro. Francesca Neri, inna-
morata del castello, non solo ne ha curato
la ristrutturazione: ne ha anche comprato
due piani, facendone la casa di famiglia.
Ma cinque persone e un cane hanno bi-
sogno di una distribuzione diversa degli
spazi rispetto a quella originaria. E allora,
senza buttare giù muri, anzi, aggiungen-
do separazioni con pareti di cartongesso,
Francesca ha ridisegnato il layout.
ARCHITECTURAL DIGEST

«IL PASSAVIVANDE È DIVENTATO


UNA LIBRERIA, COSÌ COME
UNA VECCHIA VASCA DA BAGNO.
NIENTE ARIA CONDIZIONATA,
NIENTE DOPPI VETRI. LA BREZZA
ENTRA. E ANCHE GLI SPIFFERI»

Con mano leggera, per non cancellare le


tracce del passato, ma visibile, per sotto-
lineare gli interventi attuali.
«Sono convinta che prima o poi, come
le balle, quello che hai tentato di nascon-
dere salti fuori. Così ho messo tutto in evi-
denza: le pareti posticce, i muri portanti,
gli archi, i caloriferi con i tubi a vista… E ho
fatto scelte emotive, non sempre funzio-
nali: le stanze dei figli, che allora erano an-
cora piccoli, vicine alla mia, un bagno per
ogni abitante, una cucina, come si dice, da
vivere, l’unica stanza per cui ho disegnato
gli arredi, gli armadietti in microcemen-
to. La magnifica ghiacciaia la utilizziamo
come cantina, il passavivande è diventato
una libreria, così come una vecchia vasca
da bagno inutilizzata. Più che un progetto,
è stato un adattamento: una casa storica
ha accolto il nostro stile di vita, riempien-
dosi dei nostri mobili e delle nostre cose.
Questa casa è imperfetta e l’imperfezione
è stata la chiave del successo del mio in-
tervento, se così si può chiamare: non ho
voluto impianti di domotica, non c’è aria
condizionata, non ci sono neppure i doppi
vetri. La brezza del lago così come gli spif-
feri, entrano dagli infissi originali, il fresco

118
CASE

arriva da una sorgente che sgorga in cima con la grande vetrata e un elegante bal-
alla collina e scorre per tutta la lunghezza concino in ferro battuto, è proprio sopra il
del terreno, e che credo sia l’origine dell’e- portale d’ingresso, sovrastato da una fine-
nergia che emana da questa casa». strella romboidale in cui si trovava lo stu-
Chissà, forse è per questo che Her- dio dello scrittore. La collezione dei suoi
mann Hesse l’ha scelta per viverci fino dipinti è ancora qui, nell’appartamento di
alla morte, affittando dai Camuzzi tre un’altra famiglia, che con la casa ha com-
stanze per scrivere e disegnare. Che non prato anche i quadri, legandoli per sempre
possono passare inosservate. L’atelier, al luogo in cui sono nati.

a sinistra In uno dei bagni, vasca free-


standing di Agape. Camino originale.

a destra Due busti in gesso, riprodu-


zioni moderne di originali romani.

119
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sopra Il salotto, con il camino in gesso dei Camuzzi. Di fianco, passavivande trasformato in libreria.
Poltrona Rimini di Paola Navone (Baxter). Lampada Luxo vintage gigante di Jac Jacobsen.
a destra La scala in pietra che porta alla grotta del giardino.

120
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

A cura di Geometrici, minimalisti o rétro, arredi e oggetti adattabili


Francesca Santambrogio
a ogni ambiente grazie al mix di due non-colori

BLACK,WHITE
E COMBINAZIONI

G L O - B A L L TA B L E 1 G U S TAV ADMIRAL
Flos, Jasper Morrison Gebrüder Thonet Vienna, G. Guillaumier Devon & Devon

Allo stelo tubolare d’acciaio (in grigio o nero) di Sedia in faggio massello impilabile. Lo schienale Design rétro e finiture di pregio (come i piedi Ea-
questa lampada da tavolo dalla luce morbida, si e i braccioli sono uniti alle gambe da un unico ele- gle, Decò e Shield) per la vasca freestanding in
appoggia un diffusore in vetro opalino incamicia- mento curvato. La seduta può essere imbottita e ghisa con interno smaltato. La superficie ester-
to, soffiato a bocca e con finitura esterna acidata. rivestita con i tessuti della collezione. na è in uno dei 500 colori matt della gamma NCS.

MOMENTT INOUT44 RUBIK


Gejst, Böttcher & Kayser Gervasoni, Paola Navone Sitap

Progetto del 2020 dello studio di design berline- È in ceramica smaltata, bianca, grigio antracite o Tappeto tessuto a mano con canapa (il 70%) e pel-
se, è un orologio da parete in acciaio, un imbuto bianca decorata con pois o strisce nere – due pat- le (il 30%), è ottenuto assemblando vecchi kilim
chiuso da un vetro acidato. Le lancette scompaio- tern studiati per essere utilizzati da soli o insieme turchi ricolorati. La tecnica garantisce l’unicità di
no nel centro, come se il tempo venisse inghiottito. – il tavolino/pouf anche da outdoor. ogni pezzo. E il motivo geometrico è ipnotico.

122
C’era una volta, a Los Angeles, un cottage
vicino a un ruscello. Oggi è un «ponte» che
lo attraversa, senza mancargli di rispetto

Testo di Simona Siri


Foto di Brandon Shigeta LA CASA CHE
I M PA R Ò A VOL ARE S U L L’A C Q U A
126

pagine precedentiL’ingresso della Bridge House: mobili EQ3, trittico dell’artista Tasya van Ree.
sopra La boiserie sottolinea la master suite; mobili EQ3. a destra Il patio separa zona giorno e zona notte.
129

A Los Angeles, subito sotto le ville lussuose di Hancock Park,


un ruscelletto sgorgato dalle montagne di Griffith Park attra-
versa i cortili di case senza pretese.Qui,due anni fa,Dan Brunn
Architecture avviò la costruzione di quella che ormai tutti
chiamano Bridge House, la casa ponte, perché ne collega le rive.
Un esempio di «architettura straordinaria fatta con mezzi or-
dinari»,racconta Dan Brunn stesso,giovane architetto già star,
che alla Bridge House è arrivato quasi per caso, come spesso
succede con le cose eccezionali. «Vivevo in zona e un giorno, nel
giardino della casa accanto, noto il ruscello. Nel frattempo di-
vento amico con la proprietaria e, quando lei per motivi di sa-
lute lascia Los Angeles e decide di venderla, la acquisto io, pen-
sando inizialmente di ristrutturare l’edificio esistente».
L’idea del ponte arriva dopo e grazie a due coinciden-
ze. Primo, Brunn viene contattato da una ditta canadese –
BONE Structure – che produce leggeri e resistentissimi modu-
li strutturali in acciaio riciclato al 90% («Li ho visti e ho pen-
sato: ecco il futuro»). Secondo, va nel Rhode Island a visitare
The Breakers, la casa neorinascimentale che i Vanderbilt si
fecero costruire nel 1895. Che cosa c’entra, direte, eppure è
qui che Brunn trova ispirazione: «La prima cosa di cui mi so-
no innamorato è l’idea del motor court, uno spazio antistante
di transizione tra la macchina – o la carrozza – e l’edificio», e
che ha usato per rendere ancora più privata l’entrata a Brid-
ge House; la seconda cosa è il rapporto tra l’edificio e la natu-
ra. «Invece di creare un secondo piano, ho deciso di sviluppa-
re la casa in lunghezza». Per l’esattezza 64 metri (per appena
6 di larghezza) ma di questi solo 45 poggiano sul terreno, gli
altri 19 sono sospesi. Invece di intombinare il ruscello come
molti vicini hanno fatto, grazie al ponte la casa in quel punto
si ritrae quasi per rispetto, occupa l’ambiente in punta di pie-
di, senza fare chiasso, senza lasciare impronte.
«Il ruscello», spiega Brunn, «forma una divisione naturale
tra gli spazi pubblici e quelli privati». Per lui l’acqua è un ele-
mento fondamentale: «A Tel Aviv, dove sono nato, ce n’è sem-
pre stata poca, sono cresciuto con l’idea che debba essere sal-
vaguardata, razionata, che sia un bene prezioso». Per questo
nella Bridge House – dove Brunn abita da qualche mese – c’è

La scelta degli arredi (qui mobili EQ3, illuminazione Stickbulb) si indirizza verso brand che
a sinistra
hanno a cuore la sostenibilità; l’esposizione a nord permette di ridurre al minimo la climatizzazione.
133

pagina precedente La piscina ha un sistema di filtraggio Pentair, lo stesso che gestisce acqua potabile e scarichi.
Il giardino è di Segal Shuart Landscape Architects. sopra Nel bagno della master suite la vasca è di Signature
Hardware. a sinistra Ancora l’ingresso, con i mobili EQ3 e le porte a bilico in vetro di Western Windows Systems.
135

un sistema di filtraggio (Pentair) che rende l’acqua potabile,


e che a livello globale ha già ridotto di oltre nove milioni di
pezzi all’anno il fabbisogno di bottiglie di plastica: «Sosteni-
bilità non è solo come costruisci una casa, ma anche che cosa
consumi quando ci abiti».
A causa della pianta a rettangolo sottile e delle grandi ve-
trate, la luce naturale è sfruttata al massimo e c’è meno bi-
sogno di energia elettrica. L’esposizione a nord (il lato meno
assolato), l’uso di tende frangisole e la ventilazione naturale
aiutata dai lucernari servono a mantenere fresco l’interno e
a minimizzare i consumi per la climatizzazione, che a Los An-
geles possono essere elevati; l’obiettivo delle zero emissioni è
comunque garantito grazie alle celle fotovoltaiche sul tetto.
Non solo: «I materiali e le finiture hanno proprietà ecologi-
che avanzate, ogni dettaglio – dal layout agli arredi – esprime
un approccio eco-consapevole».
Entrando nella parte pubblica, gli ospiti incontrano per
prima cosa la zona giorno con vetrate a doppia altezza, lu-
cernari aperti e un «muro vivente» di piante che nasconde al
centro un’apertura sulla dispensa, per il servizio cucina; una
grande parete con camino dà calore allo spazio. Nella parte
privata la master suite, scaldata dal legno che ricopre le pare-
ti e dall’enorme finestra sul verde, comprende cabina arma-
dio, bagno con vasca e doccia a vapore, e un giardino privato
progettato per sostituire la tipica area salotto interna, sem-
pre per sottolineare il rapporto con la natura.
Di sotto, oltre alla piscina, una pool house con area giochi,
cucina, grill all’aperto e una sala da musica arredata con una
decina di chitarre e un pianoforte Yamaha. Oltre che archi-
tetto, Brunn è musicista – ha una band, DLD – e nella musica
trova ispirazione per le sue case. «Ho imparato l’inglese ascol-
tando i Beatles, sono da sempre affascinato dal modo in cui
musica e architettura si parlano. La struttura è una scatola, e
io dentro ho voluto creare movimenti e ritmi. Le finestre so-
no come sinfonie, piene di stimoli. Il passaggio dal pubblico al
privato, invece, per me è come il segno di rallentamento in una
partitura. L’architettura deve catturare il ritmo interno di
chi la abita, spingendolo attraverso lo spazio con movimento».

a sinistra Il punto in cui la casa «sorvola il ruscello»; tutto l’esterno è rivestito di legno di cedro.
Video virali di YouTuber esotici che costruiscono con mezzi primitivi
effimeri castelli sotterranei. Una moda che ci racconta qualcosa di noi

I L

M O N D O

D I

S OT TO

Testo di
Raffaele Panizza
ARCHITECTURAL DIGEST

Con 180 milioni di copie distribuite nel mondo, Unique Wilderness, che vedete su queste pagine.
Minecraft è il videogioco più venduto della sto- Una collezione di micro documentari realizzati
ria, capace di forgiare una generazione d’imma- seguendo lo stesso schema: appisolati su un al-
ginari costruttori, decoratori, modificatori del bero o in mezzo agli arbusti, due giovani intor-
paesaggio. Su YouTube risulta la parola più ri- no ai trent’anni si destano come calamitati da
cercata. E i video tutorial che insegnano a eri- una chiamata e si mettono al lavoro. Per costru-
gere mondi partendo da blocchi di terra ed er- ire in circa due mesi le loro underground primiti-
ba hanno superato i cento miliardi di visualiz- ve villas – queste le parole da digitare nei motori
zazioni. La grafica è arcaica, gli effetti speciali di ricerca per trovare decine di progetti – hanno
preistorici. Il risultato finale: una nuova gene- a disposizione soltanto due strumenti: un basto-
si realizzata idealmente a mani nude. La prima ne per lisciare le superfici e un manico di legno
parola che ne compone il nome è mine, che vuol con un robusto cesello fissato in cima, in grado di
dire scavare ma anche cercare, dissodare, racco- scavare e intagliare allo stesso tempo, un po’ ma-
gliere materie prime. La seconda è craft: realiz- chete e un po’ strumento di finezza. E ovviamen-
zare, dare forma, creare. te le mani nude, per liberare il cantiere dalla terra
Senza mai scambiarsi una parola o battersi (secchi e carriole appaiono banditi) e strappare
il cinque per un complimento, concentrati nei con le mani la frutta raccolta dagli alberi nei po-
loro gesti necessari ed emettendo all’occorren- chi momenti di pausa. Martellano il terreno fria-
za suoni acuti o gutturali da homo sapiens, al- bile col piglio tamburellante del picchio, scavano
cuni gruppi di giovani asiatici hanno trasfor- fondamenta e pozzi da cui attingere l’acqua per
mato tutto questo in realtà. Coperti unicamen- le piscine da hotel a cinque stelle, si fanno «uh
te da un paio di pantaloncini, scalzi e con la pel- uh!» per richiamar l’uno l’attenzione dell’altro
le senza traccia di massa grassa tirata sopra mu- se c’è qualcosa di troppo pesante da sollevare.
scoletti tesi da pugile, girano per le foreste della
Thailandia, del Vietnam e della Cambogia cer-
cando piccole radure da scavare. E nel giro di TUBE UNIQUE
poche settimane di lavoro martellante e meti- WILDERNESS
coloso, condensate in videoclip da venti minu- € 50 mila - 760 mila
ti che stanno raccogliendo su YouTube milio- Stima fatturato annuo
ni di sottoscrittori, costruiscono ville sotterra-
580 milioni
nee, templi, mansion con piscine d’acqua sor- Visualizzazioni
giva dove giocano e si lavano la polvere di dos-
so, circondati da stanze e cunicoli a cui s’acce- È conosciuto per le piscine, sotterranee o su piattafor-
me di bambù. Ha anche creato, con materiali della fore-
de attraversando archi a sesto acuto, geometri- sta, un tavolo da biliardo e un set di attrezzi per palestra.
camente perfetti. Come se chi ha costruito Tim-
buctu secoli fa avesse avuto internet per trovare
ispirazione nelle soluzioni di decor. Come se i Man mano che la terra cede si vedono ra-
pastori di Matera non si fossero fermati a Eboli ne impolverate e scorpioni sorpresi uscire dai
bensì a Milano, durante la Design Week. nascondigli. I colpi secchi scardinano la crosta
croccante poi tracciano con la punta del cesello
forme geometriche che diventano finestre, tun-
S U R V I VA L
nel perfettamente modellati, tavoli squadrati,
BUILDER
letti ricoperti da sezioni semicircolari di bam-
€ 30 mila - 420 mila bù. E lentamente, in mezzo alla giungla, nasco-
Stima fatturato annuo
no delle Pompei risparmiate dalle ceneri del vul-
180 milioni cano. «Questi ragazzi potrebbero diventare ric-
Visualizzazioni chi progettando ville ecologiche per milionari»,
dice un follower in mezzo a centinaia di com-
I progetti di questi due giovani costruttori hanno una
spiccata vena decorativa: torrette, giardini pensili, co-
menti ammirati da tutto il mondo. «Potrei guar-
lore. E dimostrano un’attenzione al dettaglio notevole. dare questi video per ore», scrive Holly, un’ado-
lescente americana. «Sto provando a fare qual-
cosa di simile in giardino», racconta Arno da
I canali YouTube più seguiti sono quelli di Düsseldorf. «La prossima volta che i miei mi
Mr. Heang Update: 160 milioni. Survival Buil- cacciano di casa, so come costruirmi un tetto»,
der: 180 milioni di visualizzazioni. Jungle Survi- scherza Amanda. «Ma si possono anche affit-
val: 320 milioni. Addirittura 580 milioni per Tube tare su AirBnB?», chiede Patrick da Singapore.

138
ARCHITECTURAL DIGEST

Il livello di sofisticata decorazione raggiungibi- esempio, le Nazioni Unite studiano le potenzia-


le con un machete che taglia e un bastone che lità abitative e lavorative delle città galleggian-
liscia è impressionante. I colori ottenuti con ti. I Ma’dan nel sud dell’Iraq ci vivono da seimila
anni. Così come gli Uros del Titicaca, che costru-
iscono le loro isole, destinate a durare vent’anni,
MR. HEANG intrecciando canne di totora ancorate sul fondo
U P D AT E del lago». L’idea stessa di obsolescenza è messa
€ 20 mila - 315 mila in discussione: ciò che è naturale può avere du-
Stima fatturato annuo rata limitata, e progresso ed eternità non neces-
160 milioni
sariamente vanno di pari passo.
Visualizzazioni È dell’anno scorso il libro Primitive Technolo-
gy di John Plant, best seller scritto dal più famo-
Si fa vanto di usare solo strumenti primordiali per i suoi
rifugi sotterranei, spesso con piscina. Ma crea anche ca- so survivalist di YouTube con quasi 900 milioni
se all’aperto ispirate alle tane degli animali. di views. Ed è appena stato organizzato a New
York il primo global forum The World Around
(Theworldaround.com), dove ha presentato le sue
l’argilla rossa mischiata all’acqua vengono spal- ricerche la stessa Watson ed è stato lanciato il
mati sugli stipiti e poi fatti seccare, per dare pro- progetto Extinct in New York, sulle piante autoc-
fondità e bellezza all’ingresso delle stanze. Ridu- tone della Grande Mela ormai scomparse, con l’i-
cendo in polvere grigia le tane delle termiti, che dea di reintrodurle nei parchi cittadini.
probabilmente contengono una forma misterio- L’architetto e antropologo Franco La Ce-
sa di pozzolana o di cristalli di sale, si produce cla, autore per Einaudi di pamphlet come Con-
una malta con cui impermeabilizzano le pareti tro l’urbanistica e Contro l’architettura, negli You-
delle vasche, un po’ come facevano gli antichi Tube primitive builders vede: «Un fenomeno ca-
romani col cementum ottenuto dai detriti vulca- pace di unire l’attenzione crescente verso l’auto-
nici. Alla fine, per proteggere tutto dal sole e dal- costruzione, che rappresenta il settanta per cen-
la pioggia, si intrecciano pali per creare un tet- to di quanto viene eretto nel mondo, un curioso
to, si ricopre di frasche, si nasconde con la ter-
ra di scarto. Gesti sequenziali ripresi professio-
JUNGLE
nalmente e montati con perizia, con lo scopo di
S U R V I VA L
trasformare l’impresa in un fenomeno Internet
e procurarsi guadagni grazie alle visualizzazioni: € 40 mila - 630 mila
Stima fatturato annuo
«Ovviamente non vivo veramente nella foresta»,
spiega uno YouTuber cambogiano che gestisce il 320 milioni
canale The Survival Wild, «ci vado solo per rea- Visualizzazioni

lizzare i video e poi me ne torno a casa. Perché ho Il loro scopo è mostrare come vivere in armonia nella
una camera professionale? Perché vivo nel Ven- giungla. Divertendosi. Costruiscono piscine con scivo-
lo, capanne da hobbit. La natura diventa un parco giochi.
tunesimo secolo, mica nelle caverne».
In epoca di makers e di climate change, con
migliaia di giovani che sperimentano il fenome-
no patologico dell’«ecoansia» di fronte agli sce- esotismo neocoloniale e la globalizzazione del

Fotogrammi YouTube dal canale Tube Unique Wilderness


nari legati al cataclisma climatico e alla soprav- senso del lusso». Per lo studioso, l’idea dell’in-
vivenza del genere umano, l’idea che ci si pos- digeno bricoleur in grado di far tutto e modellare
sa costruire un rifugio in armonia con la natu- il mondo torna a esercitare su una società ansio-
ra e dotato persino di spa genera un’attrazione sa un forte senso di emulazione: «Il fatto che sia-
irresistibile. «Per la prima volta da decenni c’è no costruzioni palesemente fatte per non durare
una generazione di ragazzi letteralmente “in ar- rende il tutto molto vicino al gioco e ne allegge-
mi”, attratti dall’idea che nei saperi antichi ci sia risce il peso “politico”. Non si vendono soluzio-
la vera innovazione, e pronti a rivalutare il no- ni ma tools, strumenti per ingegnarsi, ed even-
stro approccio alla sostenibilità», dice Julia Wa- tualmente cercarsele da sé».
tson, docente di design urbano a Harvard e cu- E in fondo è il messaggio di Parasite, mi-
ratrice per l’editore Taschen del volume Lo-TEK: glior film ai recenti Oscar: non saranno i ricchi
Design by Radical Indigenism. Dove TEK sta per a salvarsi, bensì le creature del sottosuolo. Se
Traditional Ecological Knowledge, e propone mo- poi ci accoglieranno in rifugi sotterranei dotati
delli costruttivi riproducibili nel nostro vivere di infinity pool, avremo meno rimpianti per le
di domani: «Col programma UN-Habitat per occasioni sprecate.

140
MARE

Mare seating collection


design by Serena Confalonieri

www.myyour.eu
Nella campagna belga, in una pagoda che
testimonia il capriccio di un secolo fa, un’artista
riproduce in scala i fantasmi del suo passato

LA BOTTEGA
DEI RICORDI

Testo di
Laura Pezzino

Foto di
Luc Roymans
ARCHITECTURAL DIGEST

pagina precedente Davanti alla casa


dell’artista Caroline Van den Eynden
a Edegem, Belgio, l’ex marito Derek,
il bracco ungherese Bugatti e una figu-
ra femminile giapponese in calcestruz-
zo contemporanea alla casa, del 1929.

a destra Al tavolo sedie di Friso Kra-


mer, a muro sedia Thonet. Le opere
d’arte sul tavolo e sulle mensole a sini-
stra e destra sono modellini realizza-
ti da Caroline in inox, bronzo, ottone,
legno, vetro, poliestere, lacca, acrilico.

Questa è una storia di straniamenti, attese


e stravaganze. Il tassista che mi accompa-
gna a Edegem, commuter town a una man-
ciata di chilometri da Anversa, è iraniano.
Si scusa per il brutto inglese, lancia un pa-
io di improperi agli autisti belgi e poi al-
za il volume della radio. «È mio fratello
quello che canta!», alza le mani per dan-
zare una canzone persiana e usa l’accen-
dino come a un concerto. «È morto cinque
anni fa, ma per me è sempre vivo», e mi in-
vita ad ascoltarlo su Spotify.
L’indirizzo che gli ho dato coincide
con un cancello di bambù che, tra le ca-
sette con le travi a vista uscite da un olio
di Brueghel il Vecchio, risulta esotico tan-
to quanto il mio taxi. L’abitazione è nasco-
sta da un boschetto dove giochi per bam-
bini attendono la bella stagione: una pa-
goda in stile giapponese rivestita di pia-
strelle blu, i tetti con gli angoli rialzati, le
finestre a bovindo, le colonne rosse. Tra il
muschio luccicante della campagna bel-
ga, pare atterrata da un pianeta lontano.
O infestata dai fantasmi.
Non c’è campanello, telefono alla mia
ospite: si scusa, non potrà essere qui pri-
ma di quattro ore. Nei dintorni, solo un
benzinaio gestito da due ragazzi che mi
cedono un sedile e una macchinetta del
caffè a gettoni per ripararmi dal freddo.
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

La casa pagoda di Edegem è stata costru- Le chiedo cosa sa di Theresia: «Non mol-
ita nel 1929 da un’anziana ebrea appar- to. Viveva con due domestiche, che dor-
tenente a una famiglia di commercianti mivano nelle stanze sul retro, e un auti-
di diamanti. Il fratello di Theresia Daver- sta, che stava al piano superiore del ga-
veldt-Coetermans si chiamava Louis ed rage. Per se stessa aveva scelto la gran-
era il console di Persia. All’inizio del No- de stanza al primo piano, quella col bal-
vecento, molti ricchi costruivano la casa cone». Infila le chiavi e siamo nel salone,
di vacanza in questo quartiere. Theresia, grande come tutta la facciata, uno spazio
un marito e nessun figlio, aveva acqui- che ora è studio, salotto, sala da pranzo e
stato un lotto di terreno anonimo e vo- stanza dei giochi tutto insieme.
leva renderlo memorabile. Erano gli an- «I soffitti sono la copia di quelli del
ni Venti: nell’Europa uscita dalla Grande padiglione giapponese dell’Expo di Parigi
guerra dilagava l’Orientalismo, un’attra- del 1925. È l’unica stanza con questo stile,
zione verso tutto ciò che aveva una par- al piano di sopra le camere sono norma-
venza di «Oriente», più un’idea partori- lissime. Dopo i ristoratori, è rimasta sen-
ta dalle menti di occidentali annoiati che za acquirenti per 13 anni. E per me e Derek
un sincero interesse verso culture diver- (Biront, oggi suo ex marito, ndr) è stato un
se. Le abitazioni andavano stipandosi di bene: alla fine i proprietari hanno dovuto
oggetti «in stile» asiatico, spesso copie o accettare l’offerta che avevamo fatto. Due
veri e propri falsi. Per non sbagliare, The- anni fa è diventata casa nostra».
resia aveva affidato la propria «extrava- Entrambi stavano cercando il posto
ganza» a un architetto esperto di art nou- perfetto per il proprio atelier. Per se stes-
veau e chinoiserie. sa, Caroline ha adibito il piccolo delizio-
L’attuale proprietaria attraversa la so padiglione in giardino. Derek, che fa il
strada sulla sua bici bianca. Caroline Van restauratore di sculture di metallo, sta co-
den Eynden ha 38 anni, i capelli argen- struendo sul retro. «Vede i cumuli di ter-
tati e fa l’artista. Si scusa, e mi fa entra- ra con quel buco sotto? Sarà il suo atelier
re nel giardino da un ingresso secondario sotterraneo. Alla fine verrà tutto ricoper-
dove ci accoglie una saetta marrone: «Si to dal prato». Provo a immaginarlo, un
chiama Bugatti, come lo scultore italia- ibrido tra una collina dei Teletubbies e un
no Rembrandt Bugatti, fratello di Ettore, bunker antiatomico.
il fondatore della casa automobilistica». In realtà, edificio principale e costru-
Bugatti è un bracco ungherese di due an- zioni del giardino sono un cantiere a cie-
ni, e ci salterà intorno per tutto il tempo. lo aperto. «Tutto ha bisogno di essere re-
«Sono nata ad Anversa, poi mi so- staurato, gli esterni come gli interni. Por-
no trasferita da queste parti, perciò que- te, finestre, salone e cucina sono ancora
sta casa la conoscevo bene. Dopo la mor- quelli originali, e perciò vanno sistema-
te della signora, nel 1940, ci sono stati al- ti, così come l’intero impianto elettrico»,
tri proprietari, fino a che è finita nelle ma- aggiunge Caroline, che prevede la chiusu-
ni di un ristoratore che la usava per i ma- ra dei lavori entro il 2029, «quando festeg-
trimoni. Avrebbe voluto ampliarla, ma qui geremo i cento anni della casa». E pensare
tutto è protetto da vincolo paesaggistico». che tra lei e il Giappone non c’era questo

a sinistra La terrazza della casa di Caroline Van den Eynden, ricoperta di piastrelle blu e realizzata
nel 1929 sul modello del padiglione giapponese dell’Expo di Parigi di quattro anni prima.

147
grande amore: «Ci sono stata per lavoro, palazzo di otto piani. Questo invece è ispi-
ma finiva lì. Penso che nemmeno Theresia rato alla mia scuola – femminile, cattolica,
avesse legami con quel Paese, era lo stile con le uniformi e le preghiere: c’erano per-
esotico ad attrarre le persone». corsi tracciati per terra che eravamo obbli-
È stata proprio l’architettura a farla gate a percorrere in fila indiana».
innamorare: «La mia arte consiste nel cre- Da dove nasce la sua arte? «Tutto è
are modellini che riproducono i miei ricor- iniziato con le scale, metafora della me-
di degli edifici in cui sono stata». Ne pren- moria. I ricordi per me non sono suoni o
de in mano uno: «Questo è l’appartamen- profumi, ma hanno sempre un contesto
to in cui sono cresciuta ad Anversa, in un architetturale. Una finestra, una porta:

150
CASE

pagine precedenti Su mensole e a destra: Doors and Secrets (vetro, inox,


console, opere di Caroline Van den legno). Sopra il piano: Plans for the
Eynden; paravento Screen 100 Artek North (legno, foglia d’oro). Sul comodi-
di Alvar Aalto; Peacock Chair. no: Photo Studio (vetro, ottone, legno).

a sinistra Appeso al muro a sinistra: sotto Sul tavolo: Control Room (accia-
Glass, Screen and Wall ( vetro, otto- io, quercia, lacca, perspex, acrilico).
ne, legno meranti, vernice). Al muro Tutto di Caroline Van den Eynden.

«LA MIA ARTE CONSISTE


NEL CREARE MODELLINI CHE
RIPRODUCONO I RICORDI DEGLI
EDIFICI IN CUI SONO STATA.
MEMORIA PER ME NON È SUONI
O PROFUMI. UNA FINESTRA,
UNA PORTA: DI QUESTO È FAT TA»
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sotto e a destra In questo vecchio


padiglione nel giardino, con i tetti a
pagoda e i vetri colorati, Caroline Van
den Eynden realizza le sue opere d’arte.

per me i ricordi sono fatti di questo, e ho


deciso di usare lo stesso linguaggio per
creare». Ha ricordi legati a questa casa?
Sorride enigmatica: «Stanno iniziando a
costruirsi», e racconta della prima volta
in cui è entrata da proprietaria: «Era il 13
aprile, due giorni prima del mio comple-
anno. Ho subito pensato che qui sarei in-
vecchiata». Poi mi saluta: l’ultima imma-
gine è lei che si infila dentro a una pesante
tuta da lavoro e si avvicina a quella che im-
magino possa essere una piallatrice.
Il sociologo McLuhan diceva che «la
casa è la nostra pelle», qualcosa nella qua-
le ci riconosciamo anche se può sembrare
distante o marziana. Fa riflettere che, cen-
to anni fa, un’anziana signora avesse de-
ciso di costruirsi un guscio così stranian-
te sebbene pieno di fascino. Fa ancora più
effetto, forse, che oggi una giovane don-
na l’abbia scelto come luogo in cui dare
forma tangibile ai propri ricordi. Una ca-
sa pagoda nella campagna belga è un mi-
stero degno di un racconto.
Il tassista che mi porta via è cileno. Vi-
ve qui da sempre, ma ricorda quando, da
bambino, i compagni lo chiamavano «te-
sta nera». Conclude: «So che per tutta la
Living Inside

vita sarò straniero ovunque: qui perché


non sono biondo, nel Paese dove sono na-
to perché ho deciso di andarmene».
ARCHITECTURAL DIGEST STO R I E

Q U E S TA

CA SA

N O N

U N O

S H OW RO O M

a sinistra Trousdale Estates, Be-


verly Hills: interno della nuo-
va Casa Perfect, terza edizio-
ne della galleria itinerante alle-
stita in una casa di Los Angeles.
Coffee table Magic Stone e side
table Invisible Mirror Sculpture,
entrambi di Rooms, lampada da
terra disegnata dall’artista Franz
West nel 1989, poltrone di Dimo-
re Milano e vasi di Cody Hoyt.

a destraIl padrone di casa e fon-


datore di The Future Perfect,
David Alhadeff, con una serie di
pezzi della collezione Wonky di
Matthew Day Jackson.

Arredare con il meglio del nuovo design, per un anno, a Los


Angeles, un edificio che ha una sua storia: ecco l’intuizione
dietro Casa Perfect, che vi presentiamo in anteprima nella
sua terza, splendida veste

Testo di Foto di
Francesca Santambrogio Ye Rin Mok

155
ARCHITECTURAL DIGEST

sopra Il corridoio circolare che


attraversa la casa e scandisce
gli ambienti. Sul piedistallo il va-
so Hirai di Akiko Hirai.

a sinistraL’esterno di Casa Per-


fect con il tennis da tavolo e le
poltrone over di Piet Hein Eek, la
sedia di Chris Wolston, totem di
Stan Bitters e Ryosuke Yazaki.

156
STO R I E

a destraLa seduta antropomorfa


in midollino intrecciato di Chris
Wolston e, a parete, gli specchi
di Bower Studios.

sot to Nel grande living domina


un divano Marechiaro, l’imbotti-
to modulare di Arflex disegnato
da Mario Marenco nel 1976. Ca-
binet di Peet Hein Eek e spec-
chi di Chen Chen & Kai Williams.

Magari partiamo dai vicini di casa, perché Trou-


sdale Estates, oltre alla vista mozzafiato su Los
Angeles, oltre a una collezione spettacolare di
ville moderniste, oltre a uno spirito ribelle nei
confronti della più celebre Beverly Hills, vanta lo
stesso carattere di chi l’ha scelta a dimora. Prima
che David Alhadeff, il ragazzo prodigio dei prodi-
gi del design americano, arredasse qui la sua ter-
za Casa Perfect, una casa autentica che accoglie
le idee di altre case, erano saliti lungo gli stessi
viali, avevano parcheggiato e si era tuffati diret-
tamente in piscina, una consorteria di personag-
gi eterogenea, tutti famosi, ma ognuno a modo
loro. C’erano Warren Beatty e Ray Charles, De-
an Martin e Michael Caine, e in tempi recenti El-
ton John, Hedi Slimane, Jennifer Aniston, e Ste-
ven Meisel, a cui la nuova generazione di inqui-
lini, Alhadeff compreso, deve tutto. Il quartiere,
dopo essere stato lanciato negli anni ’50 dall’im-
prenditore Paul Whitney Trousdale e aver rag-
giunto l’epoca d’oro negli anni ’70, era stato poi
dimenticato, fino a quando nel 2000 Meisel am-
bienta la campagna Versace in una di queste vil-
le, che acquisterà due anni dopo, e tutto riparte.

157
ARCHITECTURAL DIGEST STO R I E

Quando tre anni fa David Alhadeff giunge a Los


Angeles, ha già alle spalle almeno due traversate
degli Stati Uniti. La prima parte da Seattle, do-
ve è nato quarant’anni fa e da cui fugge nel 1996
alla volta di New York, studi di economia e co-
municazione in valigia. A sedurlo è il nuovo de-
s o p r a Tavolo Rough in rovere sign americano di Brooklyn, Manhattan e din-
massello disegnato da Sam Ac-
coceberry per Collection Parti- torni, una nuova frontiera, un Far West al con-
culière, sedie scultoree di Ro- trario, «che nessuno voleva sostenere e neppu-
oms, vasi di Cody Hoyt e lampa-
re sapeva che esistesse. Invece bastava fare un
da a sospensione Drop System
di Lindsey Adelman. salto a Williamsburg per capire quanto fosse vi-
tale la scena. E naturalmente mi hanno dato del
a sinistraTavolo e sedie di Mat-
thew Day Jackson per Made, pazzo quando nel 2003 ho fondato The Future
lampada a sospensione design Perfect» (letteralmente «futuro anteriore», per
Bec Brittain per Roll & Hill, car-
ta da parati di Calico Wallpaper sottolineare l’interazione tra l’innovatività del
e tappeto di Atelier Février. Sul design e la storia dei luoghi che occupa). Si sba-
piano del tavolo sculture in ve-
gliavano, visto che dopo aver aperto la prima se-
tro di Katherine Grey.
de a New York nel 2009 accanto al vecchio stu-
dio di Jean-Michel Basquiat, Alhadeff ripren-
de la via dei pionieri e torna sulla West Coast,
prima a San Francisco, poi a Los Angeles, «e
in questa città dove tutti vanno in macchina e

158
ARCHITECTURAL DIGEST STO R I E

a sinistraPoltroncina di Dimore
Studio, vasi in ceramica di Eric
Roinestad e carta da parati di
Calico Wallpaper.

sot toLa grande vasca circolare


in mosaico anni ’70, con vista sul
giardino, fa parte del progetto
originale firmato dall’architetto
Raul Garduño. Il vaso scultura è
di Kazunori Hamana.

nessuno si ferma davanti a niente, ho sentito la


necessità di creare non il solito showroom, ma
una casa-destinazione».
Il primo esperimento è subito un successo,
tanto che la seconda Casa Perfect nasce nella
villa di Elvis Presley, sempre a Trousdale, dise-
gnata nel 1958 da Rex Lotery, protagonista del
modernismo californiano. «Ora siamo al terzo
indirizzo, e dopo gli anni ’50 e i ’60 ho scelto
i ’70: questa nuova Casa Perfect, progettata da
Raul Garduño, allievo ideale di Richard Neu-
tra e Rudolf Schindler, è una scenografia stra-
ordinariamente sexy e perfettamente intatta».
Sull’onda di una moquette color ruggine, che
invade ogni ambiente e cede il passo solo alla
pietra del giardino, splendono un tavolo di Bari
Ziperstein, le sedie di Tbilissi Rooms Design, gli
sgabelli a forma di pallone di Seungjin Yang, un
altro sgabello di Reinaldo Sanguino, e i mobili
della collezione Wonky disegnati da Matthew
Day Jackson. Talenti molto eterogenei. Del re-
sto nella strada accanto ogni mattina Groucho
Marx salutava, o forse no, Richard Nixon.

160
NEL TEMPO
Un architetto parigino recupera lo spirito originario di un aristocratico palazzo seicentesco
nel cuore di Venezia. E lo combina con i segni dell’arte contemporanea e del design

Testo di Riccardo Bianchi


Foto di Matthieu Salvaing
165

In questa casa, mi dice l’architetto parigino Charles Zana,


«ho finalmente potuto realizzare il mio sogno di studente: la-
vorare a Venezia, città magica, la più pazza del mondo. In cui
antico e moderno si fondono in una sorta di perennità».
L’abitazione si trova in Campo Santo Stefano, nel cuore
della Serenissima, al piano nobile di un palazzo del XVII se-
colo. Un luogo straordinario a cui tuttavia superfetazioni e
ristrutturazioni assai poco scrupolose avevano rubato quasi
del tutto il fascino originario. L’ultimo inquilino, una banca,
aveva molto contribuito a questo sfacelo decorativo creando
due anonimi spazi per uffici, nascondendo con un plafone gli
affreschi barocchi, le travi e i bellissimi lacunari dei soffitti,
ricoprendo i pavimenti a terrazzo veneziano con il parquet.
«Il nuovo proprietario dell’appartamento», spiega il proget-
tista, «aveva fortunatamente obiettivi molto chiari: esporre
e godersi la propria collezione di opere d’arte contempora-
nea in un ambiente accogliente, caldo, facile da vivere, con
un’impronta veneziana. Questo ci ha lasciato molta libertà
d’azione. In accordo con la Soprintendenza alle Belle Arti e
in collaborazione con alcuni architetti locali, abbiamo cer-
cato di riportare alla luce i segni architettonici e decorativi
del XVII secolo, gli affreschi, gli stucchi, il pavimento a ter-
razzo. Nella zona affacciata sulla piazza siamo ritornati al-
le origini restituendo al luogo un incantesimo antico fatto di
un misto di programmazione e follia. Nella parte retrostan-
te invece abbiamo sviluppato un piano più classico amplian-
do i vecchi volumi». Infine, per creare un sentimento di inti-
mità, la grande sala di ricevimento è stata ripartita in tre zo-
ne più raccolte: un bar all’ingresso («l’angolo che più mi pia-
ce»), un salone circolare al centro e uno spazio quasi museale
che guarda sul Campo.
Ciò che stupisce percorrendo l’appartamento è l’ariosa at-
mosfera veneziana che vi circola, una specie di allusione con-
tinua, ma sottotraccia, al contesto. Come ci si è riusciti, sen-
za risultare didascalici? «Liberati i soffitti», racconta Zana,
«abbiamo lavorato sul colore ispirandoci alla tavolozza delle

pagine precedenti Il portone d’ingresso del palazzo su Campo Santo Stefano. a sinistra Soffitto affrescato,
lampadario vintage in vetro di Murano di OCD. Scultura di Elsa Saha, tavolo-installazione di Erik Dietman.
168

pagina precedente Nel living, la zona bar è delimitata da un bancone in ottone ossidato. A parete Le Sophiste, trittico di
Bruno Perramant. Sofà e side table disegnati da Charles Zana, tavolo di Guglielmo Ulrich, Hand chair di Pedro Friedeberg.
Tappeto di S2G Design. sopra Le finestre illuminate dell’appartamento. a destra Sala da pranzo. Tavolo Guanabara di Jorge
Zalszupin, sedie di Claudio Salocchi, scultura di Enzo Mari, lampada di Luigi Caccia Dominioni (Azucena).
171

Sopra il camino, un’opera di Jorge Queiroz. Sofà in velluto mohair disegnato in forme vintage da
a sinistra
Zana, tavolo di Roger Capron, poltrone di Pierre Paulin. sopra Stemma dogale e porta originale in noce.
172

muse che vi sono dipinte, il grigio-blu nel grande soggiorno,


il giallo zafferano e il verde mandorla nella sala da pranzo.
Al mood contribuiscono anche i quadri, i mobili, come il tavo-
lo-installazione di Erik Dietman nell’ambiente che dà sulla
piazza, i tappeti di Sabine de Gunzburg che insieme ai tessu-
ti echeggiano il mondo di Fortuny». Nell’appartamento sem-
bra però presente anche una marcata vena di gusto francese.
«Sono pur sempre un architetto parigino, ho voluto mettere
in scena una contaminazione tra Ville Lumière e Serenissi-
ma. La sala da pranzo, per esempio, è in stile napoleonico, uno
stile per quasi un secolo sottoposto a una vera damnatio me-
moriae, e oggi riscoperto proprio dai veneziani».
Anche la luce ha un ruolo fondamentale nell’intervento di
Zana, nel quale – come è nelle sue corde – l’impostazione clas-
sica si sposa all’emozione. «La luce di Venezia è unica! Abbia-
mo lavorato con un lighting designer per dissimulare le sor-
genti luminose, a eccezione dei sontuosi lampadari venezia-
ni. In particolare, adoro la luce che attraversa l’appartamen-
to la sera fluendo dalle finestre del palazzo».
Sul lato dell’arredamento Zana, che pure è un appassiona-
to cultore e collezionista di design italiano, ha preferito com-
binare un mix di stili, con mobili brasiliani, sedute di Pier-
re Paulin, pezzi vintage (il tavolino nel living è di Guglielmo
Ulrich, per esempio) e arredi di sua ideazione. «Limitarmi ai
maestri italiani mi pareva un po’scontato. Io amo mettere in-
sieme, giustapporre e non affidarmi a un total look. Nei miei
progetti mi piace mescolare elementi stilisticamente diffe-
renti, e anche portare una nozione di comfort che si espri-
me, in particolare, nei letti e nei divani che disegno». Del re-
sto la collezione d’arte del proprietario, coniugando autori
noti come Gérard Garouste a giovani come Claire Tabouret,
è, nella sua eterogeneità, sorprendente: anche l’arredamento,
nel concept dell’architetto, doveva suscitare curiosità, comu-
nicare un senso di vitalità, mostrarsi come un organismo in
grado di evolvere. Missione riuscita. Come dice Zana: «Qui ho
realizzato un sogno. E ho adorato ogni attimo».

a destra Poltrone Djo progettate da Charles Zana e rivestite in velluto di Dedar. Trittico Untitled
di Frédérique Loutz. Soffitto ligneo a lacunari del ’700 e antico pavimento in terrazzo veneziano.
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

A cura di Morbide, accoglienti, ma con strutture solide e rivestimenti


Francesca Santambrogio
insoliti. Poltrone-totem attorno a cui costruire una stanza

IN CONVERSAZIONE

L AGOA M A N TA PUKKA
Tacchini, Zanini de Zanine Roche Bobois, A. Fritsch e V. Durisotti Ligne Roset, Yabu e Pushelberg

Forme soffici e arrotondate per una poltrona in cui Vellutata, morbida, rivestita, in questa versione, in Poltroncina costituita da strati di schiuma di po-
lo spesso schienale abbraccia la seduta, che ap- tessuto caldo effetto montone, la poltrona Manta liuretano di diversa densità, per risultare estrema-
pare quasi sospesa. Un pezzo di creatività carioca ha braccioli leggermente svasati che la rendono mente confortevole e flessibile. Il rivestimento è ul-
pensato dal designer Zanini de Zanine. accogliente e avvolgente allo stesso tempo. tra-stretch, adatto alla struttura morbida.

LEITH ASYMÉTRIE ANTROPUS


Gianfranco Ferré Home The Invisible Collection, P. Yovanovitch Cassina, Marco Zanuso

Poltrona sofisticata e dalle proporzioni compatte, Scultorea e geometrica, ha una forma che evoca la Fa parte della collezione I maestri di Cassina que-
impeccabile come un abito su misura. Il rivesti- pietra appena sbozzata. È realizzata a mano dagli sta poltrona disegnata nel 1949 come arredo di
mento in tessuto della collezione GFHome aggiun- Ateliers Jouffre di Lione. Struttura in legno e rive- scena per La famiglia Antropus di Thornton Wil-
ge una nota di stile assolutamente riconoscibile. stimento in tessuto Cambon di Rogers & Goffigon. der al Piccolo Teatro di Milano. In tessuto o pelle.

1 74
AD PER ECLISSE

Un nuovo
archetipo
per la casa
ECLISSE 40 Collection,
reinterpreta la porta
regalandole un design
innovativo. Per la prima volta
il telaio non è più nascosto
nel muro ma emerge
come un quadro di pregio

Un tuffo nel passato per aprire nuove strade. Dopo


aver studiato la “strombatura”, pregevole soluzione
architettonica del medioevo, la coppia creativa
Francesco Valentini e Lorenzo Ponzelli per la prima
volta ha visto nel telaio un elemento di design e
bellezza: un nuovo archetipo per innovare la porta
da una prospettiva radicalmente diversa. ECLISSE
40 Collection è il primo telaio in alluminio anodizzato
(processo che protegge la struttura e impedisce il
logoramento del metallo) progettato per creare un
senso di profondità ed esaltare l’interior con un aspetto
rigoroso e minimale, come fosse un quadro. Così i
due creativi spiegano l’innovazione: “Volevamo fare
qualcosa che evolvesse il concetto di porta filo muro o Alcune soluzioni
porta minimale: qualcosa che lasciasse un segno della ECLISSE 40
Collection con in
sua presenza, con un tocco di design. evidenza la tecnica
Il tutto senza trascurare l’aspetto funzionale e pratico, della “strombatura”
inserendo anche un elemento di protezione per gli del nuovo telaio in
alluminio anodizzato:
spigoli vivi tra parete e porta”. ECLISSE 40 Collection l’innovazione
è prodotta nei modelli a una o due ante, sia nella lo caratterizza non
più come esclusivo
versione a spingere che a tirare, a destra o a sinistra. elemento tecnico
Il telaio è disponibile nei colori: bronzo chiaro, e strutturale ma
come alfiere di
bronzo scuro, bronzo grafite e nella versione grezza eleganza e sobrietà
con rivestimento in primer. nella porta filo muro.
ARCHITECTURAL DIGEST STO R I E

Nel deserto dell’Arizona,nel 1937,Frank Lloyd Wright fondava la sua Utopia,che oggi muore.
Una casa/scuola di architettura e di vita. Rivoluzionaria, ma con un nome antichissimo

T
A
L
I
E
S
I
N
Testo di Foto di
Ruben Modigliani 177 Cerruti & Draime
ARCHITECTURAL DIGEST

D’un tratto, durante la passeggiata, l’anziano architetto si fermò


e capì di aver trovato il posto giusto.Acquistò per pochi dollari
l’altopiano con vista sulla splendida ma aridissima Paradise Valley.
Sotto fu poi trovata una falda d’acqua: il maestro l’aveva «sentita»

pagine precedenti La terrazza tra la


sala da pranzo e l’originaria sala da
disegno. a destra Vista della pergo-
la e dello studio. Sullo sfondo si in-
travede la torre campanaria.

178
STO R I E

I lavori iniziarono subito. L’architetto e i discepo-


li vivevano in tende, come in un accampamento,
mentre i primi edifici prendevano forma. Le li-
nee architettoniche erano ispirate dal paesaggio
e pensate come una sua continuazione, un com-
pletamento in armonia. La luce era un elemento
chiave: come tetto la sala da disegno aveva una
copertura in tela traslucida, la sala da pranzo si
affacciava a sud per poter godere del maggior ir-
raggiamento possibile. Si lavorava a mano, tut-
ti insieme, senza macchinari e utilizzando il più
possibile i materiali che il luogo offriva in abbon-
danza: rocce, pietra e sabbia.
Gli spazi all’aria aperta erano fondamenta-
li. Rispetto a Taliesin nel Wisconsin, più simi-
le a una fattoria, la struttura nel deserto dell’A- Agli studenti
rizona abbracciava completamente lo spazio
esterno, che ne diventava parte. Era una del- di Taliesin veniva
le prime opere di paesaggismo architettonico. chiesto di portare
I giardini, le terrazze, le piscine – non solo de- con sé poche cose.
corative ma con la funzione di rinfrescare l’a-
ria – erano spazi nei quali si viveva alla stes- Tra queste, una
sa maniera che all’interno, costituivano un tes- cassetta di attrezzi
suto connettivo per i vari elementi costruiti. e uno smoking
Si lavorava senza un vero progetto, a parte quel-
In un pomeriggio assolato nell’inverno del 1937 lo che era nella mente di Wright: erano frequen-
un gruppo di uomini camminava alle pendici dei ti i cambi d’idea sul posto, talvolta soluzioni a
monti McDowell, in Arizona. Uno era anziano, problemi inattesi. Il maestro girava, ispezionava
gli altri lo seguivano come un maestro. Lui era
Frank Lloyd Wright, architetto, urbanista e pen-
satore di fama mondiale. E in quel deserto era al-
la ricerca di un luogo dove stabilire la sede inver-
nale di Taliesin, la scuola che aveva fondato cin-
que anni prima nel Wisconsin.
Taliesin, nome di un bardo del VI secolo, in
gallese arcaico significa «fronte radiosa»; fron-
te di un essere umano, ma anche di una mon-
tagna, come il balcone naturale sulla valle del
Mississippi che Wright aveva scelto come posi-
zione panoramica della prima scuola. Ora cer-
cava una location altrettanto speciale nella ter-
ra remota e selvaggia di cui si era innamora-
to quando era stato chiamato a progettare un
albergo per la capitale dell’Arizona, Phoenix. sopra a sinistraIl giardino interno vi-
sto dal soggiorno. Come tutto l’edi-
E quel pomeriggio, durante la passeggiata, a ficio, anche il muro è costruito con
un certo punto l’architetto ormai settantenne materiali reperiti sul posto.
si fermò, contemplò le montagne e capì di aver
in altoFrancesco Santoro negli an-
trovato il posto giusto. Acquistò il terreno a 8,65 ni del suo apprendistato a Taliesin
dollari l’ettaro. La posizione, un altopiano af- West (1989-90): qui è al suo tavolo
nella sala da disegno.
facciato sulla Paradise Valley, era magnifica. Lì
sotto fu poi trovata una falda d’acqua, elemento a s i n i st r a Il soggiorno, chiamato
Garden Room, con il giardino in-
indispensabile per vivere in un luogo tanto ari- terno sullo sfondo. Le poltrone so-
do: si dice che Wright l’avesse «sentita». no ancora oggi prodotte da Cassina.

179
ARCHITECTURAL DIGEST STO R I E

in continuazione, molto spesso con qualche at-


trezzo in mano, seguito dagli apprendisti che
mettevano immediatamente in pratica le sue
idee. Nasceva un approccio all’architettura ra-
dicale. E un modo nuovo di insegnare, che poi
è quello che ha dato a Taliesin – e in particolar
modo Taliesin West – un posto speciale nella
storia dell’architettura.
Primato e fama che il campus avrebbe man-
Per gli studenti, tenuto per decenni. «Appena arrivato mi sono ri-
vivere qui era trovato sui tetti a fare lavori di carpenteria: il pri-
fare parte di una mo mese bisogna lavorare con le mani», ricorda
l’architetto Francesco Santoro, che a Taliesin ha
comunità dove passato un anno e mezzo, dal 1989 al 1990, quan-
ogni compito era do il maestro e anche la molto più giovane ter-
condiviso. Dalla za moglie Olgivanna erano morti da un pezzo.
«Arrivavo dalla Facoltà di Architettura di Paler-
cucina alla musica mo, a quell’epoca non c’erano ancora i compu-
ter, l’insegnamento era teorico. E poi disegna-
vamo. A Taliesin, invece, ti mettevano subito in
mano martello, sega, cemento. Bisognava capire
come usare i materiali. È uno degli insegnamenti
che mi ha lasciato un segno più profondo». Era il
learning by doing teorizzato da Wright. Ed era la
scuola stessa, con la sua struttura (architettonica
ma anche sociale), a insegnare. «Nella lista del- prosegue Santoro. «Mi portai tutto dall’Italia,
le cose necessarie per la vita al campus c’erano attrezzi compresi. Lo smoking era richiesto per
anche una cassetta di attrezzi. E uno smoking», tutte le occasioni formali, comprese le serate di
apertura al pubblico che avevano luogo ogni due
settimane e durante le quali tutti noi apprendi-
sti facevamo musica. Era un tipo di interazione
che la scuola incoraggiava noi ragazzi a creare e
a portare avanti. E la musica era importantissi-
ma: per Wright, capirla era fondamentale. Per
lui, che aveva studiato pianoforte, anche l’archi-
tettura era fatta di partiture».
A Taliesin tutti facevano tutto: oltre allo stu-
dio (musica compresa: «Ci alzavamo alle 6.30 e
alle 7:30 cantavamo») si preparava il cibo, si ap-
parecchiavano i tavoli, si puliva, si effettuavano
le riparazioni necessarie, si faceva da guida ai tu-
risti in visita. La cucina era al cuore dell’edificio.
Non c’era distinzione tra ambienti privati e scuo-
in altoUn’altra fotografia dall’archi- la: perché Taliesin era una fellowship, una comu-
vio di Francesco Santoro: qui è da-
vanti al desert shelter che è stato la nità. Frank e Olgivanna avevano uno spazio per
sua abitazione. loro ma era poca cosa, ai margini di un piccolo
giardino. Tutto era in comune. Tra l’altro l’idea
a destra Il padiglione della musica,
edificio a pianta esagonale che van- di una scuola/comunità era anche di lei, perso-
ta un’acustica impeccabile. Qui si naggio importante nell’evoluzione del pensiero
tenevano i concerti di Taliesin West.
filosofico del marito; fu Olgivanna a presentargli
La Dining Room. Ori-
a destra in alto il mistico George Gurdjieff, di cui era stata allie-
ginariamente una loggia, venne tra-
sformata in sala chiusa nel 1952 e va. Come spiega Santoro: «Era un momento par-
ancora ingrandita sei anni dopo. ticolare, le stesse cose le faceva anche Johannes

180
PAVIMENTI D’AUTORE

T E L.0 5 0 8 79 1 2 2 · W W W.C R I S T I A N I.I T

Le Quadrotte di Quercia Toscana sono realizzate con il legno delle querce coltivate nei boschi delle colline toscane. Q.O.T. (Quercia di Origine Toscana) è il simbolo del rispetto e dell’amore per i
boschi e il risultato della valorizzazione dei prodotti e dell’ artigianato della Toscana. L’ eccellenza del Made in Italy si manifesta in tutta la sua bellezza con questo prodotto naturale creato nel rispetto dell’ambiente.
ARCHITECTURAL DIGEST STO R I E

a destra Vista in direzione sud del ad aprirsi al pubblico con mostre curate dal lo-
soggiorno. Il pannello in legno di-
pinto, del 1955, raffigura la pianta di ro capo, Bruce Brooks Pfeiffer. Proprio da lui so-
Taliesin West. no stati donati, qualche anno fa, alla Columbia
in bassoFrank Lloyd Wright con al- University e al MoMA, e hanno così lasciato l’A-
cuni apprendisti nella sala da dise- rizona per New York, da cui Wright si sentiva
gno di Taliesin a Spring Green, nel
Wisconsin.
lontano: la scelta di costruirci il Guggenheim a
forma di spirale era una critica a una città tutta
in basso a destra Contrasti di mate- basata sull’angolo retto. L’opposto di quella so-
riali: un pannello decorativo orien-
tale è posato su una parete costrui- cietà organica e sapiente che era al centro del suo
ta con pietre del deserto e cemento. pensiero: perché Wright temeva che l’opinione
pubblica americana, da lui spesso definita mobo-
cracy (il potere delle masse), non avesse gli stru-
menti culturali e neppure la voglia di dare forma
alla propria cultura, al proprio governo.
Mentre il gruppo dei fellows originali diven-
tava sempre più esiguo, Taliesin cambiava. Forse
troppo, rinnegando alcuni insegnamenti del suo
fondatore. È di poche settimane fa l’annuncio
che la Frank Lloyd Wright Foundation ha deci-
so di chiudere le due sedi della scuola, una riso-
luzione sofferta che ha suscitato scalpore e pro-
teste. Forse era rimasta troppo a lungo chiusa in
sé stessa, forse la società è andata troppo avanti.
Viene in mente il motto dei Lloyd-Jones, la fami-
Itten alla Bauhaus. Era il periodo storico in cui glia della madre di Wright: Truth against the wor-
si scopriva il corpo, in cui nascevano il pensiero ld, la verità contro il mondo. Il coraggio di crede-
di Steiner e della Montessori». re, a dispetto di tutto. Il saper sentire l’acqua nel
Col passare degli anni la fellowship si accre- deserto. Il saper costruire un’utopia bellissima.
sce, da Taliesin passano nomi destinati a diven-
tare famosi. Tra gli italiani (pochi) ci sono an-
che Paolo Soleri, che sempre in Arizona fonderà
la città-utopia di Arcosanti, e Bruno Morassut-
ti. Cresce anche la fama di struttura un po’ set-
taria, volutamente staccata dal mondo. «Talvol-
ta sentivo che mi mancava la realtà: pensavo di
essere in America ma in realtà c’ero soltanto le
poche volte che andavamo in città a fare acqui-
sti», ammette Santoro. «Raccontavamo che vi-
vevamo in casette rudimentali nel deserto e al-
la gente pareva incredibile che ci fossero perso-
ne disposte a fare quella vita. Ma a noi piaceva:
il deserto, il rifugio col camino, le stelle. Per me
è stato un battesimo, l’inizio di un percorso no-
La filosofia made che mi ha portato in Spagna, in Olanda,
didattica di Wright a San Francisco, in Brasile dove ho passato set-
era in tre parole: te anni. Il principio di una storia d’amore con
l’architettura che dura ancora».
learning by doing, La scuola però sentiva il bisogno di aprir-
imparare facendo. si. Già alla morte di Olgivanna, nel 1985, l’uffi-
Getty Images

Una lezione che ha cio della direzione, cuore operativo della scuo-
la, era stato spostato nella stanza dei due fonda-
formato generazioni tori: un primo gesto simbolico. Poi, con gli an-
di progettisti ni, gli archivi – il cuore della comunità – iniziano

182
INNOVAZIONE PER LA VITA
una giornata di conferenze, exhibit, startup e networking

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AD PER MORETTI COMPACT

L’arte del bel sonno


Moretti Compact porta nella camera matrimoniale nuove collezioni
hi tech all’insegna di ricercatezza e qualità, sicurezza e sostenibilità.
Per il benessere di tutta la famiglia

Nella casa non c’è complemento più essenziale Eclettica


La testata Cross gioca
del letto: alcune ricerche svolte da accreditate uni- con materiali e forme differenti:
versità inglesi confermano che la qualità del son- al pannello posteriore sono
no è un aspetto fondamentale della vita familiare. agganciati i tasselli frontali,
imbottiti e rivestiti (sfoderabili)
Moretti Compact, leader da oltre 50 anni nella pro- in tessuto o ecopelle.
duzione di camerette per bambini e ragazzi, ha deci- Si abbina ai comodini Layer
so di ampliare la sua offerta aprendosi anche all’ar- con cassetti a vassoio combinati
e sovrapposti a piacere.
redo della zona notte e delle camere matrimoniali.
«Si può dire che da sempre, e in anticipo sui tem-
pi, Moretti Compact si è posta il problema della si-
curezza e della salubrità dell’arredamento», spiega
Gabriele Moretti, product manager dell’azienda mar-
chigiana.«Attraversostudiericercheabbiamoraggiun-
to il top nelle camerette e adesso vogliamo trasferire
AD PER MORETTI COMPACT

questa stessa filosofia nella camera matrimoniale». Contemporanea


Alla testata Plane Race
I prodotti Moretti sono infatti «realizzati rigorosamen- in pannello laccato grafite
te secondo i canoni dell’eco-sostenibilità e nell’otti- si agganciano cinque tasselli
ca della sicurezza meccanica e chimica, con livel- rivestiti in tessuto o ecopelle,
posizionabili su tre livelli diversi:
li bassissimi di sostanze nocive». Il tutto pensando eleganza infinita per un nuovo
anche al design e alla bellezza delle nuove collezio- classico contemporaneo.
ni notte matrimoniali, oasi di benessere in cui oltre a
un perfetto riposo si possa godere di soluzioni este-
tiche esclusive, funzionali e personalizzabili. Tecno-
logia green e made in Italy certificata che ha fatto la
fortuna dell’azienda – come i pannelli ecologici LEB
con emissioni di sostanze nocive e formaldeide bas-
sissime e vernici ad acqua monocomponente – per il
sonno dei ragazzi, e che adesso renderà più sano e
migliore anche quello degli adulti.
Nelle nuove collezioni matrimoniali Moretti Com-
pact è protagonista una doppia tipologia di letto, a
pannello e imbottito. «Entrambe danno vita a solu-
zioni infinite», racconta Moretti, «anche ibride, adat-
te a chi cerca soluzioni uniche e di grande impatto
estetico». Forme morbide e armoniose unite a ma-
teriali e lavorazioni di alta gamma donano alle testa-
te Moretti Compact comfort e bellezza. Rivestite con
tessuti pregiati o ecopelli rigorosamente seleziona-
te per arredamento, rendono il letto il cuore pulsante
della zona notte: per notti belle e serene.

Versatile
I longheroni in pannello del
giroletto del letto Plane Race
sono raccordati da un sottile
profilo metallico in finitura
cromata. I tessuti dei pannelli
in tessuto sono disponibili
in cinque colori: duna, foresta,
ebano, cocco e fango.
ARCHITECTURAL DIGEST EnGLISH TExTS

ENGLISH
TEXTS
P. 1 1 2

«A historic house has


welcomed our lives, our
things. It is imperfect,
P. 9 8 and its beauty lies
Full of Emptiness in that imperfection»
Axel Vervoordt, most eclectic of the great art dealers, In Lugano, an interior designer highlights the signs
cares little for fashion and appreciates timelessness of time to enhance her own home experience
Words Philippe Seulliet — Photos Laziz Hamani Words Elena Dallorso — Photos Fabrizio Cicconi

The golden age of Antwerp lasted for nearly the whole It is known to locals as the “castle”, thanks to its deco-
16th century, until the Spanish conquest on 17 August rated facade, its tower and clock. The location is the
1585. In the century to follow, the city’s importance li- Collina d’Oro above Lake Lugano, where the house was
ved on in terms of art, thanks to Rubens, Van Dyck, Jor- built by the Camuzzi family from Bergamo, who made
daens, Teniers. This house comes from that era. After their fortune creating decorations for the palaces of St.
remaining in the hands of a single family from 1619 to Petersburg. Though in the mid-1800s, the time of con-
1950, it was donated to an order of missionaries, and struction, Canton Ticino was inhabited by farmers, the
was then a hotel for 30 years. In 2006 it was purcha- Camuzzi family invested in image, making every room
sed by a businessman and collector who now lives the- into a sort of “prototype”. «The castle was lordly on the The Louis xV Hall,
re with his masterpieces. The ten-year restoration was outside, but quite simple inside. The experiments were thus dubbed because
of the rocaille stucco,
completed last year. above all in the area of decoration: a giant plaster fire- and the Kunstkammer
The project was overseen by Axel Vervoordt, ae- place with a luxurious frame, for instance», says Fran- after Axel Vervoordt’s
restoration of this
sthete-wizard, and Kristof Goossens, a young archi- cesca neri Antonello, with a degree in Interior Archi- historic Anwerp
tect at the helm of the studio Anversa. A concept of tecture from the USA. The Camuzzi filled the park with mansion.
“fullness of emptiness” dictated an effort to eliminate all kinds of rare plants. «The greenery is protected, so
everything that was not essential. A minimalism that I only have partial views of the lake from my windows.
is never gratuitous, but a matter of perfect proportions But I do not insist on having a postcard panorama, like
and quality materials, like the oak floors and lime-co- so many of my clients», the architect says.
ated walls using natural pigments. The light suggests In love with the castle, she has overseen the re-
the images of Vermeer and other paintings from this storation, and also purchased two floors for her family
part of the globe. The new elements, like the indoor home. The layout has been altered to adapt to new ne-
pool, are practically invisible. Vervoordt, with his wi- eds, without removing walls but by adding plasterbo-
fe May and their team, conducted extensive research ard partitions. With a light touch, never concealing tra-
to find furniture and antiques, joined by comfortable ces of the past.
custom seating. It is rare for a home in Antwerp to ha- «Every new element is clearly distinguishable…
ve such a large garden. The landscape designers Jac- and I have made emotional, not always functional choi-
ques and Martin Wirtz did not want a banal Renaissan- ces: a bathroom for each inhabitant, a larger kitchen
ce reconstruction, while carefully conserving an age- for which I have designed the furnishings. More than
old ginkgo tree. The natural setting offers exceptional a design, this is an adaptation: a historic dwelling that
peace in the heart of the city. now welcomes our lifestyle, full of our furniture and
In the end, the most important presence is that things. It is imperfect, and imperfection is the key of
of the family: their conversations, guests, meals, wine, success for my project: no home automation, no air
music and works of art. After four centuries, this dwel- conditioning. Cool air wafts up from the lake, and down
ling has restored to all its beauty. from a spring at the top of the hill».

187
ARCHITECTURAL DIGEST EnGLISH TExTS

P. 1 2 4 P. 1 4 2

The House The Little Shop


that Learned to Fly of Memories
Once upon a time in Los Angeles there was a cottage In the Belgian countryside, a pagoda bears witness to
by a stream. Today it is a «bridge» that crosses it a whim from one century ago
Words Simona Siri — Photos Brandon Shigeta Words Laura Pezzino — Photos Luc Roymans

Two years ago, Dan Brunn Architecture began con- I took a taxi to Edegem, a commuter town near Antwerp.
struction of what is now known as the Bridge House, The driver dropped me in front of an impressive bam-
spanning a stream. An example of “extraordinary archi- boo gate, an exotic presence in the midst of small poin-
tecture made with ordinary means”, says Brunn, alrea- ty-roofed houses that resemble those of a painting by
dy a rising star in 2005 when he founded his firm. The Brueghel the Elder. no doorbell, just the sound of near-
idea for the bridge came from two developments. First by traffic and birds. I look for a way in. The house is hid-
Brunn was contacted by a Canadian firm called BO- den by woods: a pagoda in Japanese style, clad in blue
nE Structure makes modular construction systems in tile, roofs with raised corners, bow windows, red colu-
89% recycled steel. Second, on a trip to Rhode Island mns. Like something from a distant planet in the Belgian
he saw The Breakers, the vacation home of the Vander- countryside. I phone my hostess, who informs me she’ll
bilt family built in 1895, referencing Italian Renaissan- be very late for our appointment. With nowhere to pass
ce style. The modern profile of the Bridge House may the time, I end up in a filling station with a coin-op cof-
seem quite different, but it was here that Brunn got so- fee machine. The pagoda of Edegem was built in 1929
me of the basic ideas for his project. by an elderly Jewish woman, part of a family of diamond
Above all, he was intrigued by the idea of the mo- merchants. The brother of Theresia Coetermans-Daver-
tor court, but also by the general architectural appro- veldt was named Louis, the Persian consul. At the start
ach, in relation to the surrounding natural setting. In- of the 1900s many wealthy people built vacations ho-
stead of occupying the space over the stream, the mes in this area. In the 1920s Theresia, married, without
Bridge House tapers to minimize its impact. With a children, bought the land and built this “oriental” dwel-
length of 64 meters and an area of 450 m2, the hou- ling with the help of an architect who was an expert on
se actually stands on just 45 linear meters of land: Art nouveau and chinoiserie.
the other 19 are raised over the stream. “It is like a The present owner finally arrives on a white bicycle.
natural divider between public and private portions”, Caroline Van den Eynden is 38 years old, an artist with
Brunn goes on. silvery hair. She grew up in Antwerp, then moved to this
The house features a filtering system, supplying suburb, so she was already familiar with the heritage-li-
potable water. The ample northern exposure and nar- sted house. She ushers me into a large living area, now
row design bring natural light, cutting down on ener- used as a studio, salon, dining room and playroom. «The
gy bills, contributing to achieve the goal of zero emis- ceilings are an exact copy of those of the Japanese pavi-
sions. natural ventilation is boosted by a series of lion at the Paris Exposition of 1925. This is the only room
skylight vents. The layout: dining room, kitchen, living in that style, though. Upstairs, the bedrooms are totally
area, master suite with closet, two bedrooms with sha- normal», Caroline says. Together with her ex-husband,
red bath, one bedroom with private bath. As well as a she purchased the house two years ago, after it had be-
terrace, a laundry room, a garage, a pool house on the en on the market for 13 years without a buyer.
lower level. The private garden, just outside the ma- The perfect place for an art studio, where the main
ster bedroom, has been designed as a living area in tu- building and the constructions in the garden are still a
ne with nature. worksite, still in a state of becoming.

north-facing floor
«A window, a door: all my memories
to ceiling windows,
cedar paneling and
are architectural. My art consists in
sustainable technology
all contribute to Dan
creating miniatures of buildings that
Brunn’s goal to make have been a part of my life.This house
his L.A. Bridge House
a net-zero home. is the perfect place for them»

188
Più piccolo. Più semplice. Più intelligente.

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ed elabora un calendario di taglio in completa autonomia. Con “Taglio a griglia”
mantiene costante l’altezza dell’erba, ma può concentrare manualmente il lavoro
anche solo in zone specifiche con la funzione “Posiziona & Taglia”. La versione
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il calendario di taglio in base alle condizioni meteo e alla ricrescita del prato. Con
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ARCHITECTURAL DIGEST EnGLISH TExTS

P. 1 6 2

In Time PUBLISHED BY COnDÉ nAST


Chief Executive Officer Roger Lynch

In Venice, a Parisian architect captures the original Chief Operating Officer & President, International Wolfgang Blau
Global Chief Revenue Officer & President, U.S. Revenue Pamela Drucker Mann
spirit of an aristocratic 17th-century building U.S. Artistic Director and Global Content Advisor Anna Wintour
Chief of Staff Samantha Morgan
Words Riccardo Bianchi — Photos Matthieu Salvaing Chief Data Officer Karthic Bala
Chief Client Officer Jamie Jouning

In Venice, a Parisian architect recovers the original spirit COnDÉ nAST EnTERTAInMEnT
President Oren Katzeff
of an aristocratic 18th-century building With this hou- Executive Vice President–Alternative Programming Joe LaBracio
se, the famous Parisian architect Charles Zana has fi- Executive Vice President–CnÉ Studios Al Edgington
Executive Vice President–General Manager of Operations Kathryn Friedrich
nally made a dream come true: to work in the extraordi-
CHAIRMAn OF THE BOARD
nary city of Venice. The location is Campo Santo Stefa- Jonathan Newhouse
no, on the piano nobile of a 17th-century building. The
WORLDWIDE EDITIOnS
place had nearly been ruined by inappropriate altera- France: AD, AD Collector, Glamour, GQ , Vanity Fair, Vogue, Vogue Collections,
Vogue Hommes
tions over the years. The last tenant, a bank, had made
Germany: AD, Glamour, GQ , GQ Style, Vogue
anonymous offices, hiding Baroque frescos under ugly India: AD, Condé Nast Traveller, GQ , Vogue
Italy: AD, Condé Nast Traveller, Experienceis, GQ , La Cucina Italiana,
suspended ceilings, covering Venetian terrazzo floors.
Vanity Fair, Vogue, Wired, Frame Condé Nast Experience Store
«The new owner had very precise ideas», the designer Japan: GQ , Rumor Me, Vogue, Vogue Girl, Vogue Wedding, Wired
Mexico and Latin America: AD Mexico, Glamour Mexico, GQ Mexico
says. «A contemporary art collection had to find room
and Latin America, Vogue Mexico and Latin America
in a welcoming, warm environment. In tune with the he- Spain: AD, Condé Nast College Spain, Condé Nast Traveler, Glamour, GQ ,
Vanity Fair, Vogue, Vogue Niños, Vogue Novias
ritage authorities and several local architects, we have
Taiwan: GQ , Interculture, Vogue
attempted to rediscover the architectural and decorati- United Kingdom: London: HQ , Condé Nast College of Fashion and Design,
Vogue Business; Britain: Condé Nast Johansens, Condé Nast Traveller,
ve features of the 17th century». For a sense of intimacy,
Glamour, GQ , GQ Style, House & Garden, LOVE, Tatler, The World of Interiors,
the large ballroom has been separated into three smal- Vanity Fair, Vogue,Wired
United States: Allure, Architectural Digest, Ars Technica, basically,
ler zones: a bar at the entrance, a circular living area at
Bon Appétit, Clever, Condé Nast Traveler, epicurious, Glamour, GQ , GQ Style,
the center, and a museum-like space facing the Campo.  healthy ish , HIVE, Pitchfork, Self, Teen Vogue, them., The New Yorker,
The Scene, Vanity Fair, Vogue, Wired
The house now has an airy, very Venetian atmo-
sphere. «After freeing the ceilings», Zana says, «we PUBLISHED UnDER JOInT VEnTURE
Brazil: Casa Vogue, Glamour, GQ , Vogue
worked on color, from the gray-blue of the large living Russia: AD, Glamour, Glamour Style Book, GQ , GQ Style, Tatler, Vogue
room to the saffron yellow and green of the dining ro- PUBLISHED UnDER LICEnSE OR COPYRIGHT COOPERATIOn
om. The mood is also set by the paintings, the furni- Australia: GQ , Vogue, Vogue Living
Bulgaria: Glamour
shings like the table- installation by Erik Dietman, the China: AD, Condé Nast Center of Fashion & Design, Condé Nast Traveler,
carpets of Sabine de Gunzburg». Light has a funda- GQ , GQ Style, Vogue, Vogue Film, Vogue Me
Czech Republic and Slovakia: La Cucina Italiana, Vogue
mental role in Zana’s project, which disguises its sour- Germany: GQ Bar Berlin
ces, with the exception of the sumptuous Venetian Greece: Vogue
Hong Kong: Vogue
chandeliers. For the furnishings, Zana has opted for a Hungary: Glamour
mixture of styles, with Brazilian pieces, seats by Pierre Iceland: Glamour
Korea: Allure, GQ , Vogue
Paulin, vintage pieces (Guglielmo Ulrich, for example) Middle East: AD, Condé Nast Traveller, GQ , Vogue, Vogue Café Riyadh, Wired
and custom creations. The art collection does the rest, Poland: Glamour, Vogue
Portugal: GQ , Vogue, Vogue Café Porto
combining works by well-known artists like Gérard Ga- Romania: Glamour
rouste with younger talents like Claire Tabouret. Russia: Tatler Club, Vogue Café Moscow
Serbia: La Cucina Italiana
South Africa: Glamour, Glamour Hair, GQ , GQ Style, House & Garden,
House & Garden Gourmet
Thailand: GQ , Vogue
Traduzione per AD Italia a cura di Transiting sas The Netherlands: Glamour, Vogue, Vogue Living, Vogue Man, Vogue The Book
Turkey: GQ , La Cucina Italiana, Vogue
Ukraine: Vogue, Vogue Café Kiev

Condé nast is a global media company producing premium content with


a footprint of more than 1 billion consumers in 31 markets. condenast.com
E R R ATA C O R R I G E

nel numero di febbraio di AD, nella se-


zione Inventario, la poltrona Elettra di Direttore Responsabile: Luca Dini. Copyright © 2020 per le Edizioni Condé Nast. Registrazione del
Arflex è stata erroneamente attribuita Tribunale di Milano n. 98 del 7.3.1981. La Edizioni Condé Nast S.p.A. è iscritta nel Registro degli
Operatori di Comunicazione con il numero 6571. Tutti i diritti riservati. Spedizione in abbonamento postale
a un’azienda diversa. Ce ne scusiamo. - D.L. 353/03 Art. 1, Cm. 1, DCB - MI. Distribuzione per l’Italia: SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A. via Bettola
Specifichiamo anche che la poltrona 18, 20092 Cinisello Balsamo (Mi), tel. 02660301, fax 0266030320. Distribuzione Estero Sole Agent for
Distribution Abroad A.I.E. - Agenzia Italiana di Esportazione SpA, via Manzoni 12, 20089 Rozzano (Milano)
Botolo, sempre di Arflex, non è dispo- tel. 025753911. fax 02 57512606. www.aie-mag.com. Stampa: Elcograf S.p.A. Verona - Printed in Italy. Numeri arretrati € 10,00.
nibile in versione sgabello. Inviare importo a IeO Informatica e Organizzazione Srl Ufficio Arretrati, a mezzo c/c postale n. 56427453, tel. 039.5983886 - fax
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