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Franco Icardi

Cengio
le sue fabbriche
e la biblioteca
chimica

c Edizioni Biblioteca di Cengio

1 Acna ex tempio della chimica fine: volume fotografico a cura di Giuseppe Vaglica, Cengio, A. L. A.
(Associazione Lavoratori Acna), 2008, pag. 74-75: “ACNA anni ‘30 Biblioteca chimica”.

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1. La fabbrica di dinamite di Cengio
Nell’archivio del Comune di Cengio esiste un verbale del 26 marzo 1882 relativo
alla domanda del Signor Pessano Giuseppe per essere autorizzato ad impiantare
nel tenimento Ponzano, territorio di questo Comune, una fabbrica di dinamite.
Visto il parere positivo del Prefetto di Savona al riguardo, il sindaco Antonio
Garello con la Giunta cengese concedeva questa autorizzazione sempre in data 26
marzo 1882.
"Secondo Andrea Zanini, nel suo recente "Le radici del futuro2", lo stabilimento
risulta attivato nel 1884 [?] dalla Società Continentale Glycerines et Dynamites di
Lione"3 (Francia). Ma secondo la prof.ssa Irma Dematteis “la piccola fabbrica di
dinamite inizia a funzionare in quello stesso mese di ottobre [1882 a Cengio]”4

Fig. 1 Eugène-Jean Barbier nel 1883: Création de la Société Anonyme d’Explosifs et de Produits
Chimiques par Eugène-Jean Barbier, 1er Président d’EPC.

“L’atto costitutivo della Società denominata Societé Continentale Glycerines et


Dynamites con sede a Lione e con stabilimento secondario nel comune di Cengio,
è del 14 ottobre 1882, i fondatori sono Francesco Armandy e l’esperto in
esplosivi Eugenio Barbier – quest’ultimo ne sarà anche l’amministratore delegato
– i consiglieri sono due francesi, il dottor Crollas, chimico di Lione, Giulio Garnier
di Parigi e due savonesi, Giuseppe Tardy di origine savoiarda e il banchiere
Angelo Ponzone5”.

2 Zanini Andrea, Le radici del futuro: un secolo di industria chimica a Savona, Savona, Ferraris,
2000.
3 Acna: storia di una fabbrica e del suo territorio, Savona, Provincia di Savona, c 2001, pag. 9: "che
vi aveva investito 550.000 lire; ne è amministratore dal 1885 E. F. Barbieri [Eugène-Jean
Barbier]. Siedono nel Consiglio d'amministrazione, accanto a quattro consiglieri francesi, i savonesi
Giuseppe Tardy, industriale siderurgico di origine savoiarda, e Angelo Ponzone, banchiere. Nel
1889 viene nominato amministratore Carlo Bastogi, mentre la sede della società si trasferisce da
Lione a Parigi"… Il 26 marzo 1892…autorizzazione ad impiantare lo stabilimento è data, con
delibera di Giunta dal sindaco di Cengio Antonio Garello".
4 Dematteis Irma, Cengio. Dai campi alla fabbrica: storia di un paese tra Ottocento e Novecento,
Cengio, Comine di Cengio, 2009, pag. 83 e nota 157: “ACC. Impianto di una fabbrica di Dinamite
nel tenimento Ponzano 1882-1887”.
5 Dematteis Irma, Cengio… op. cit., pag. 83: “Tardy nativo di Annecy, insieme al fratello e al
maestro esperto di officina Benech, era stato il fondatore nel 1861 del primo stabilimento
siderurgico di Savona e Ponzone fu in quegli anni sindaco della città [di Savona]”.

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La fabbrica di dinamite sorgeva a pochi metri dal confine con il comune
piemontese di Saliceto (della Provincia di Cuneo).
Diversi fattori favorirono tale insediamento industriale:
❑ la vicinanza alla sede stradale ed alla linea ferroviaria da poco inaugurata
(1874),
❑ la presenza di un corso d'acqua (il fiume Bormida),
❑ ed un terreno pianeggiante6 (acquistato a basso costo),
❑ attorniato da vaste aree boschive (che potevano assorbire l'anidride carbonica
ed altri fumi di scarico).
❑ La scarsa popolazione ed il modesto valore delle culture agricole della zona
avrebbero limitato i danni inevitabili determinati da rifiuti ed esalazioni.
❑ Si sarebbe potuto reclutare facilmente manodopera dalle famiglie contadine di
tutta la Val Bormida7: gente già abituata ad un duro lavoro, e soprattutto non
ancora inquadrata in movimenti operai o sindacali.
❑ Aggiungiamo la forte richiesta di dinamite e la sicurezza del sito, lontano dalla
eventuali cannonate dei mezzi navali nemici (che transitavano nel Mar Ligure),
e ben difeso da fortificazioni, in particolare da quelle del colle del Melogno ed
dai forti di Altare.
Questi fattori favorevoli diedero inizio ad una delle prime fabbriche italiane
destinate a sfruttare il brevetto dello scienziato svedese Alfred Bernhard Nobel
scopritore della dinamite.

Fig. 2 Stabilimento SIPE di Cengio nel 1887

6 La tenuta di Ponzano, già proprietà dei marchesi Del Carretto di Cengio, ha una superficie di
circa 500.000 metri quadri.
7 Se nel 1891 Cengio contava 831 abitanti, questi nel 1907 salivano a 1009, ed a 1309 nel 1911

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Fig. 3 Il 9 marzo 1899 lettera indirizzata a mio nonno Francesco Icardi dalla Glicerine &
Dinamiti Fabbrica in Cengio circondario di Savona

Nel 1906 lo stabilimento di Cengio diventò di proprietà della S. I. P. E. (Società


Italiana Prodotti Esplodenti) con sede a Milano. Questa fabbrica segnò lo
sviluppo della zona e di tutta la vallata, sia ligure che piemontese. Era, in pratica,
l'unica fabbrica8 italiana di tritolo, a cui si aggiunsero altri prodotti chimici e
polveri da sparo.
Con questa espansione ebbe inizio purtroppo anche un conflitto tra fabbrica e
territorio: nel 1909 il pretore di Mondovì (CN), su denuncia dei contadini
piemontesi della vallata dichiarò inquinati i pozzi di Saliceto, Camerana e
Monesiglio.
2. Le guerre avevano bisogno di esplosivi.
La guerra di Libia (1911-1912) prima e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale,
poi, portarono ad una fortissima crescita della domanda di prodotti esplodenti.
Mentre nel 1915 9 gli operai della fabbrica erano 286, nel 1916 10 passarono a
2.000, a 6.000 nel 1918, compresi anche gli impiegati, ingegneri e chimici.

8 A partire dal 1908 furono istallati a Cengio speciali impianti per la produzione giornaliera di
14.000 kg. di acido nitrico e 13.000 kg. di acido solforico e furono creati reparti per la
produzione del tritolo.
La SIPE partecipava allora per il 90% alla produzione nazionale di acido nitrico con una
produzione annua pari a 5.562 tonnellate.
9 Nel 1915 la SIPE sotto la guida dell'ing. Ferdinando Quartieri, esperto nel ramo esplosivi,
realizzò un altro stabilimento (per la produzione della polvere B per il cannone campale Déport da
75 mm. Destinati alla Russia zarista sino alla Rivoluzione d'Ottobre del 1917), a Ferrania, in
località Pian Cereseto, sul terreno di proprietà dei marchesi De Mari. In meno di due anni si
verificò una trasformazione del territorio, come già precedentemente a Cengio, da agricolo a
grande centro industriale, con l'insediamento di fabbricati, ferrovie interne, e strade.
Un terzo stabilimento SIPE o meglio un deposito dei prodotti di Pian Cereseto, sempre a Ferrania
in località Pra Sottano, non venne ultimato a causa della fine della Prima Guerra Mondiale.

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Intanto mio padre Alberto era partito come alpino (artiglieria alpina) nella guerra
di Libia (1911 - 1912),

Fig. 4 A destra nella foto - con in mano un bastone – Alberto Icardi (padre dell’autore) a 18 anni
prendeva la tradotta militare per il fronte libico nella guerra vittoriosa contro la Turchia

Ed anche nella Prima Guerra Mondiale (maggio 1915 - 1918) Alberto Icardi
trovava in dotazione alle truppe italiane le bombe a mano SIPE e tutti gli altri
prodotti esplodenti prodotti nel suo paese di nascita. Molti contadini della Val
Bormida preferirono, per evitare di partire in guerra, diventare operai della SIPE
di Cengio: avevano così l’esenzione dal servizio militare.

Fig. 5 Stabilimento SIPE di Cengio nel 1912

La sede comunale di Cengio si trovava a Cengio Alto, ma a Cengio Genepro e


precisamente nel piazzale della Stazione vi era un enorme traffico di merci e

10 Presso l’entrata della fabbrica (sul lato destro) si costruì nel 1916 il Palazzo Rosso come sede
della mensa e dopolavoro per gli operai ed impiegati (con sala bigliardo, di lettura e teatro.

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passeggeri. L’Albergo della Stazione (costruito da mio nonno Francesco
bersagliere del 17° Battaglione nel 1870 andato in congedo dopo la Presa di Porta
Pia a Roma) ebbe la particolare concessione di restare aperto un’ora in più la sera
per dare ristoro ai viaggiatori che arrivavano con l’ultimo treno della giornata.

Fig. 6 Teresina Bagnasco vedova Icardi Francesco (deceduto nel 1903) è seduta al centro con 4
sue discendenti, attorniata dagli avventori dell’Albergo-Ristorante della Stazione di Cengio

Fig. 7 L’Albergo-Ristorante della Stazione di Cengio è stato edificato da Francesco Icardi dopo la
Presa di Porta Pia a Roma del 20 settembre 1870. Era stato congedato dai Bersaglieri ed
aveva acquistato uno terreno presso la futura Stazione Ferroviaria di Cengio e un altro nel
luogo della futura Stazione Ferroviaria di Saliceto. Prevedeva di poter ospitare gli operai
della ferrovia11. In quel tempo Cengio apparteneva ancora alla Provincia di Genova12

11 Il 26 giugno 1861 il Ministro dei Lavori Pubblici presentava un altro progetto di legge per
autorizzare la costruzione della ferrovia Savona–Torino. Questo fu approvato e convertito in
legge il 21 luglio 1861. La galleria Saliceto-Sale Langhe lunga 4 km. e 285 m. richiese 7 anni
di lavoro dal 1864 al 1870. Il percorso Savona-Bra costò la somma di 36.787.000 lire, ed

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La sede comunale si trasferì da Cengio Alto a Cengio Genepro nei locali
dell’Albergo della Stazione di mio nonno Francesco consigliere comunale
(deceduto nel 1903 e che ebbe un funerale a spese del Comune di Cengio).

La fine del Primo conflitto mondiale (1918) fece crollare la produzione dello
stabilimento di Cengio (foto sotto), che scese a soli 800 operai.

Fig. 8 Stabilimento di Cengio

Gli abitanti di Cengio erano 3470 nel 1920 13 e scesero a 2566 nel 1922. La
fabbrica continuava la produzione con 800 operai circa e 60 impiegati nel biennio
1924-1925.
Fu l'inizio di una particolare riconversione produttiva: dall’unica produzione di
esplodenti a quella di intermedi per coloranti, con l'entrata nell'azienda cengese
del gruppo Italgas.
3. Dai prodotti esplodenti ai coloranti.
La SIPE si fuse con la Società di Coloranti Italica di Rho (1925) e di Cesano
Maderno (1927), che diedero vita all A. C. N. A.14 (Aziende Chimiche Nazionali
Associate) sotto il controllo dell'Italgas.

avrebbe dovuto essere terminato per il 31 dicembre 1872, ma in realtà iniziò il servizio solo il
lunedì 28 settembre 1874.
12 Nel 1859–1860 il decreto legge del ministro Urbano Rattazzi divise la Liguria in due grandi
province, quella di Genova e la Provincia di Porto Maurizio (comune che successivamente si
unirà ad Oneglia nel 1923 con il nome attuale di Imperia). Savona e tutti i comuni del suo
entroterra rientrarono nell'area genovese che fu ulteriormente divisa in cinque circondari: a
ovest Albenga, Savona e Genova mentre Chiavari e Levante ad est. La scelta voluta dal
ministro Rattazzi scatenò, oltre alle proteste dei comuni genovesi passati alla neo provincia di
Alessandria, ripercussioni politiche e vivaci proteste locali degli abitanti savonesi. L'insistente
susseguirsi di reclami e polemiche porterà, negli anni successivi, alla decisione del 2 gennaio
1927 di istituire la provincia di Savona, sottraendo alla provincia di Genova 87 comuni, già
inseriti nei circondari di Savona e Albenga, con il solo passaggio di Cogoleto
nell'amministrazione genovese. Successivamente l'unione di alcuni comuni montani fece sì
che il numero di amministrazioni scese agli attuali 69, con una superficie territoriale di
1.545 km²
13 Vedi il censimento del 1921: cartelle dell’archivio comunale riferite a Cengio Genepro dove si
vede la provenienza delle famiglie degli operai della fabbrica di Cengio provenienti da Marsala,
Macerata, Pistoia, Lucca, Cremona, Venezia, Pordenone, Aosta, Boves, senza contare i comuni
vicini della Val Bormida: Saliceto, Camerana, Millesimo, Cairo Montenotte ecc.
14 L'Italgas controllava le maggiori officine del gas dell'Italia Settentrionasle, le due uniche cokerie
(Vado Ligure e Mestre), la società Azeno, che produceva ammoniaca e acido nitrico sintetici, a
Bussi (Pescara) ed a Vado Ligure.

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Ricordo che nel 1929 il territorio comunale di Cengio si ingrandì con l’annessione
del comune di Rocchetta Cengio (raggiungendo l’area odierna di 18,79 kmq.).
Il 25 ottobre 1929 si trasferiva anche la sede della parrocchia dalla Natività di
Maria di Cengio Alto a S. Barbara a Cengio Genepro. Qui i locali provvisori si
trovavano nell’ex gasometro, adattato secondo il progettto dell’ingenier Downie, in
attesa della costruzione della nuova Chiesa di S. Barbara con annessa canonica
ed asilo infantile.

Nel 1931 l'ACNA passò alla Montecatini, Società Generale per l'Industria
Mineraria e Chimica.
E la Montecatini riorganizzò con la tedesca Farben-Industrie 15 la nuova ACNA
(Società Anonima Colori Nazionali e Affini).
La mano d'opera riprese a crescere: si passò dai 717 operai del 1931 sino alle
2.000 unità occupate nel 1935 16, e 2.500 dell'anno 1940.
Questo incremento dell'occupazione17 fu causato dall'aumento di domanda di
tritolo, conseguente all'entrata in guerra dell'Italia nel Secondo Conflitto Mondiale
(1940).

Bibliografia

- Acna ex tempio della chimica fine: volume fotografico a cura di Giuseppe


Vaglica, Cengio, A. L. A. (Associazione Lavoratori Acna), 2008.

- Acna: storia di una fabbrica e del suo territorio, Savona, Provincia di


Savona, c 2001.

- Dematteis Irma, Cengio. Dai campi alla fabbrica: storia di un paese tra
Ottocento e Novecento, Cengio, Comine di Cengio, 2009.

- Zanini Andrea, Le radici del futuro: un secolo di industria chimica a Savona,


Savona, Ferraris, 2000.

15 La Montecatini possedeva il 51%, mentre il gruppo I. G. Farben il 49%.


16 Nel 1936 a Cengio si contavano 7 locali pubblici (bar, osterie, affittacamere e ristoranti) segno
di una forte richiesta di avventori. La forte richiesta di abitazioni aveva fatto costruire una serie
di case popolari con 27 appartamenti a Cengio Bormida dove vi era terreni disponibili. Qui si
trasferì pure la sede comunale da Genepro.
Allo scoppio della 2a guerra mondiale, nel 1940, vi fu un incremento della produzione bellica
che portò a 3242 il numero degli abitanti di Cengio.
17 Mentre nel 1942 l'ACNA di Cengio aveva 2.431 operai, questi scesero a 1.351 nell'anno 1945, e
superò di nuovo le 2.000 unità nel 1946.

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