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NUMERO 500.

NOVEMBRE 2023

NUOVE TRADIZIONI
CASE- Sul lago di Como da Fedez e Ferragni - AT T U A L I TÀ Progettare
con l’intelligenza artificiale - D E S I G N Illuminazione e gioielli
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ARCHITECTURAL DIGEST INTRO

Sommario
72
69

83
3 7 Editoriale 85

Speciale
Foto: Stefano Galuzzi; Pietro Savorelli. Ritratto: courtesy Formafantasma

109
41 69
L’arte di vivere
Galleria Sotto al vulcano
Elogio dell’imperfezione: la la- Luci In un nuovo libro, Ralph Lau-
ren racconta la sua unica idea
43
Macchine come noi
va e le sue potenzialità nel de-
sign e nell’architettura & Madie di “casa”

Lampade e mobili contenitori, 1 1 5 Sulla stessa barca


Panoramica sulle possibilità 72
1 2 1 Il tempo è un romanzo
creative (e i limiti) dell’Intelli- Bellezza naturale ma anche storie di progetti
1 3 3 Ondulazione permanente
genza Artificiale In Olanda, una villa in cemen-
to è un tutt’uno con un giardi- 8 6 Illuminazioni creative 135
59 no selvatico, nato insieme a lei 9 4 Ogni cosa al suo posto Un magnifico destino
Fiori d’inverno 1 0 2 Mister fantasia
Una storia incredibile di coin-
Si arrampicano sui muri, si ri- 83 1 0 4 Dal legno in poi
1 0 6 Plasmare il mondo cidenze lega un’ex abbazia
fugiano in un erbario o tra le Nuove trame
a una maison di moda
pagine di un libro Il duo Formafantasma è il nuo-
vo direttore creativo del Grup- 1 3 9 La mia Africa (bespoke)
po Rubelli e rilancia Kieffer 1 4 1 L’ora e il posto

33
ARCHITECTURAL DIGEST INTRO

Sommario

170

160

148
1 47

Case
148 182 206

Cover: Tommaso Sartori. Foto: Philippe Garcia; Matthieu Salvaing; Tommaso Sartori
Unicum Senza filtri Colpo di teatro
In un palazzo monumento di Il restyling sussurrato di una Nella zona degli Invalides,
Parigi, la trasformazione di una villa pieds dans l’eau intima ed Marine Bonnefoy ha donato a
casa tra restauri e nuove pre- elegante. La comfort zone vista un interno Belle Époque un’at-
senze, tra cui Daniel Buren lago di Como dei “Ferragnez” mosfera allegra

160 196
L’armonia dei contrasti Giochi di luce
Hugo Toro ha ripensato un ap- L’interior designer Fabian
partamento parigino, rimasto
fermo agli anni ’60-’70, come
Freytag porta acciaio e pie-
tra in un attico di Libeskind
Backstage In copertina:
In una casa di Parigi
riprogettata da Wood
una suite d’hotel a Berlino Idee, oggetti, materiali ispira- Marsh, un’allegoria sei-
centesca sulla porta
ti alle case di questo numero e, sul fondo, divano di
170 Pierre Augustin Rose e
Rette oblique 1 9 5 High society tavolino di Eric Schmitt.
2 0 5 Filo narrativo
Calcestruzzo nel cuore di una
foresta, grandi vetrate e tre
tetti: la scultura abitabile di
Claude Parent in Normandia 2 1 6 Flashback

34
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NUOVE
TRADIZIONI
Francesca Santambrogio
Head of Editorial Content AD Italia

Ogni volta che scriviamo, pensiamo e forse sogniamo la parola pagine – in un appartamento anni ’60-’70, vicino al Parc des
tradizione, sentiamo un leggero brivido. E la ragione è semplice. Buttes-Chaumont, oggi maison di Hugo Toro. Ancora un indi-
Tradizione porta con sé il suono del verbo tradire, e pensare og- rizzo parigino e siamo in un interno Belle Époque, zona Inva-
gi alla meravigliosa ricchezza della tradizione vuol dire ‘tradire’ lides, là dove un tempo sorgeva il “convento degli uccelli”, ca-
la nevrosi a cui ci costringe il presente, avanti, sempre di corsa, sa di Henri Matisse.
e chi si ferma è perduto. Le tradizioni, sontuosamente nuove e al Anche le case create da Dimorestudio, nell’effervescenza di
plurale, che proponiamo in questo numero per noi specialissimo Emiliano Salci e Britt Moran, sono nuove forme di tradizione. E
– è il numero 500 – sono inviti a guardare al passato e a rileggere così anche la villa sul Lago di Como di Chiara Ferragni e Fedez,
le diverse esperienze della “classicità” in chiave contemporanea. tra garbo anni ’50, mogano, rattan e sguardo al fascino di na-
Come dire, del passato abbiamo bisogno, altrimenti che rivo- vi e piroscafi. Ripongo la domanda di prima: ci sorprende di più
luzionari siamo? Esempio concreto: se Daniel Buren non avesse questa sobrietà, o qualcosa di più iperconnesso e caleidoscopi-
ambientato il suo intervento site-specific nella cornice del seicen- co, pensando alla bruciante fatica social della coppia? Stessa ri-
tesco Hôtel de Sagonne, quarto arrondissement a Parigi, progetta- sposta, la tradizione è sempre in movimento.
Ritratto: Giampaolo Sgura

to da Jules Hardouin-Mansart, avrebbe ottenuto lo stesso effetto? Per apprezzarla abbiamo dedicato il nostro “speciale” agli ar-
Saremmo stati in grado di leggere con eguale chiarezza il redi più immaginativi delle nostre case, la luce e quel baule volan-
corso di cinque secoli di stile, arte, architettura ed eleganza fran- te che è la madia. Adesso sì, possiamo pensare agli scenari futu-
cese? Io credo di no. E la stessa ampiezza, che “tradisce” un mon- ri creati dall’Intelligenza Artificiale, come ci raccontano Fabian
do sempre più unidimensionale nella percezione del tempo, l’ab- Freytag e Sergei Tchoban. Così futuri che un giorno diventeran-
biamo sentita, rimanendo a Parigi – città protagonista di queste no tradizione. ○

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PUBLISHED BY CONDÉ NAST
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Chairman of the Board Jonathan Newhouse
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TRADUZIONI: Language Consulting Congressi S.r.l. REVISIONE TESTI: Studio Diwa Adria: Vogue Australia: GQ, Vogue
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FOTOGRAFIE DI: François Coquerel, Philippe Garcia, Giulio Ghirardi, Mattia Greghi, Robert Rieger, Matthieu Salvaing, GQ, Vogue Czech Republic and Slovakia: Vogue,
Tommaso Sartori, Pietro Savorelli, Piergiorgio Sorgetti Wired Greece: Vogue Hong Kong: Vogue,
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DIRITTI SIAE: Pag. 148 ©Brook Andrew by SIAE 2023; Pag. 211 ©Vincent Beaurin by SIAE 2023; Pag. 156 ©Daniel Buren by SIAE 2023;
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Pag. 211 ©Humberto Campana by SIAE 2023; Pag. 211 ©Fernando Campana by SIAE 2023; Pag. 72, 74 e 92 ©Piet Hein Eek by SIAE 2023; Pag. 208 Vogue Portugal: GQ, Vogue Romania: Glamour
©Juliette Minchin by SIAE 2023; Copertina e pag 151, 155 ©Eric Schmitt by SIAE 2023; Pag. 163 ©Sido & François Thevenin by SIAE 2023 Scandinavia: Vogue Singapore: Vogue
South Africa: Glamour, GQ, House & Garden
Thailand: GQ, Vogue The Netherlands: Vogue
Turkey: GQ, Vogue Ukraine: Vogue
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AD incontra un architetto e un artista che raccontano come l’AI amplificherà


la creatività umana. Dimorestudio celebra con noi 20 anni di attività e interpreta
i più bei gioielli delle maison. Un focus su madie e letti, e due giovani promettenti
nomi del progetto raccontano la nuova estetica della sostenibilità

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sofisticata eleganza.
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Panoramica sulle possibilità creative (e i limiti) dell’Intelligenza Artificiale


con l’architetto Fabian Freytag e l’artista Sergei Tchoban

MACCHINE

sopra Così l’AI visualizza i nostri interlocutori: a sinistra l’interior designer berlinese Fabian Freytag, a destra l’architetto e artista Sergei Tchoban,
la cui Fondazione custodisce una delle principali collezioni di disegni architettonici della Germania.

COME NOI testo Andreas Kühnlein immagini Fabian Freytag via Midjourney

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Il Portofino Pavillon. In quest’articolo gli interni non sono reali, ma sono stati creati da Fabian Freytag nella sua interazione con Midjourney.
sot to
Mondi onirici dal profondo della Uncanny Valley, che si fondano su collage (fatti dall’uomo) e su un ping-pong di prompt testuali.

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«OCCORRE ACCAREZZARE E CURARE


LA CREATIVITÀ UMANA. PERCHÉ IL TEMA SARÀ
UNO SOLO: L’UOMO SI SENTE TROPPO PICCOLO»
Fabian Frey tag

L’architetto Fabian Freytag e l’artista Sergei Tchoban racconta­ Ma senza scarti. Nel giro di qualche millesimo di secondo
no potenzialità e nuovi scenari della progettazione con l’Intelli­ succede qualcosa che prima avrebbe richiesto settimane.
genza Artificiale. Cosa avviene, dunque, se si accetta il dialogo con l’AI? Se de­
finisco un risultato con un paio di frasi? Nasce un linguaggio
ad: Freytag, lei sta facendo esperimenti con Midjourney, il program- di design che certamente ha una base umana, ma che non è
ma di AI con cui ha realizzato anche queste immagini. Come fun- di natura umana.
ziona? ad: Tchoban, che cosa ne pensa in merito ai suoi disegni d’arte?
ff: La causa scatenante è stata, in modo del tutto analogico, un st: Da tempo immemore vogliamo creare un tipo di arte che
libro che uscirà l’anno prossimo che avevamo l’esigenza di il­ non sembri fatta dall’uomo. Prendiamo il fenomeno del con-
lustrare, chiedendoci come farlo. Per generare idee, lavoria­ tre-épreuve – come tecnica di riproduzione è del tutto inadat­
mo tanto con i collage, in cui confluisce tutto ciò che scopro ta. Produce l’idea di un’immagine non creata dall’uomo, ma
alle fiere di design o nei miei viaggi. Il rapporto con l’AI si ba­ per mezzo di un procedimento tecnico. A me come artista in­
sa soprattutto sul testo. Avevamo due livelli: quello descritti­ teressa solo la traccia diretta della mano umana.
vo, ossia i prompt, e quello visivo, i nostri collage. Con Mid­ ad: Come considera lo stato attuale della creazione con l’AI?
journey è possibile riunire entrambi e l’AI genera una nuova st: Credo che ci troviamo al minimo relativo. Senza i vecchi ma­
realtà. Mi sono venute le farfalle nello stomaco come non mi estri, cosa sarebbero i quadri Lego di Ai Weiwei realizzati con
accadeva da anni. l’AI? Il problema è: nel passato la Grande Arte è stata ottenuta
ad: Perché? con condizioni di vita brutali. La qualità artigianale oggi mo­
ff: È una rivoluzione nel processo lavorativo, quasi come se ci desta è il prezzo della vita comoda. Con l’AI si cerca di tappare
fosse una persona in più nel team, che agisce nel modo in
cui ritiene giusto. Nascono così immagini altamente estetiz­ sot to , da sinistra
Specchio della realtà: più la sequenza spaziale non si
zate – in un modo che continuerà sicuramente a svilupparsi. apre nello scenario, più la sua estetica risulta convincente. «Un giorno,
questo verrà riconosciuto e datato 2023», afferma Freytag. «Ma fino ad
allora rimane qualcosa di indubbiamente bello».

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lo stato NEVERLAND / SOFA
design_Carlo Colombo

delle idee /
the state of
ideas
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sopraIl design di una scala? Midjourney impiega solo qualche millesimo di secondo a realizzarlo, in questo caso però
non ha dovuto vedersela con leggi della statica o forniture di materiali. Genera, invece, una sensazione di grandezza e
completezza, di cui l’architettura e l’interior design possono avere urgente bisogno.

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sot toStudio con vista e riflesso stravagante nel tappeto bagnato. Con l’AI nascono immagini altamente estetizzate senza scarti.
Nel giro di qualche millesimo di secondo viene generato qualcosa che prima avrebbe richiesto settimane.

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questo buco, creando una cultura materiale che si avvicini al- imparare a parlare. Bisogna essere estremamente chiari, an-
la perfezione, che un tempo era possibile solo con il lavoro de- che se il risultato dovesse prendere più strade. Le AI con
gli schiavi. Il tema spinoso è: come tutti i servi della gleba, l’AI forti modelli di riferimento funzionano in modo più pre-
tenterà di cambiare le carte in tavola. vedibile...
ad: Per rendere l’uomo superfluo? st: Appunto – cervelloni con una scrittura chiara!
st: Solo l’uomo può fare i veri progressi. L’AI può sostituire gli ad: La cosa più prevedibile è però anche la più noiosa. Come si svi-
imitatori – il che per il mondo creativo significa una svolta, luppa una scrittura propria?
perché tanti che finora hanno vissuto di imitazione diventa- ff: Si parte con la dottrina. Ci sono voluti secoli per trovare lin-
no superflui. Ma all’apice della creatività non cambia nulla. guaggi formali propri. Gli spiriti più affascinanti sono quelli
Un’AI non passerà mai dallo storicismo al Bauhaus. che mutavano continuamente. Per questo anche le AI hanno
ad: Quello che l’attuale discussione nasconde è la definizione di In- difficoltà a comprendere Le Corbusier. Gente che non ha mai
telligenza Artificiale in sé… dato modo di capire cosa avrebbe fatto in seguito.
st: Credo che ancora non conosciamo nemmeno l’uno per cen- E Picasso!
to dell’intelligenza umana, l’incredibile intensità delle riser- st: Lagerfeld o Picasso, il cui approccio progressista era di inclu-
ve fisiche o psichiche che cela. E già ci illudiamo di aver esco- dere nella propria opera quanto accadeva intorno a loro. Ec-
gitato qualcosa che ci sostituisca. L’AI mi sembra un mezzo co perché oggi anche un genio viene inesorabilmente influen-
reattivo: può tenere il passo finché la strada è diritta. Ma non zato da quello che viene generato dalle AI. Sì, ci saranno sem-
riesce a fare la curva stretta. Nel 1911 un’AI avrebbe prodotto pre persone di talento che cadono dal cielo e creano delle cose
quello che oggi vediamo dappertutto in Rete: Gaudí sempre a cui una macchina non arriverebbe mai. Ma, viceversa, non
più complicati e folli. Ma non le opere di Fagu. ci saranno anche sempre più cose generate dalle macchine a
ff: Dai Postmoderni non ci sono più stati grandi movimenti sti- cui nessun uomo sarebbe mai arrivato? L’interazione è estre-
listici, solo il piacere della tecnica in sé. Ci si stupiva dell’ef- mamente interessante. Per questo dobbiamo smettere di dire
ficienza del computer e dell’ottimizzazione tecnica con CAD. con arroganza: è solo AI. È come per il fast food. Non è un ci-
Ma mancavano i salti estetici. Oggi sono contento di ciò che bo corretto? No, ovviamente – ma non posso mangiare cuci-
arriva e spero che ci scuota. na stellata tutti i giorni.
ad: Si può continuare a progettare, visto che si tratta solo di inseri- ad: Cosa potrebbe venirne fuori?
re prompt, ossia elementi testuali o grafici, in una macchina? ff: Ogni volta vado alla Biennale Architettura di Venezia e resto
st: Penso di sì – un’idea vera sostituisce centinaia di ore di lavo-
ro grafico. È stato sempre così: non importa quanto disegni, sot toUn sogno di una stanza da bagno. Per gli interior designer del fu-
senza un’idea giusta non viene fuori nulla di nuovo. Al contra- turo scenari di questo genere potrebbero essere un fondamento pre-
zioso, creato a grandissima velocità e modificato in iterazioni perpetue.
rio, ho visto grandi architetti che sanno appena disegnare. Ciò
nonostante, hanno creato opere meravigliose. Sarà appassio-
nante capire dove il mondo non è più materiale e noi ci immer-
giamo completamente nella nostra visione, mentre la realtà
si fa sempre più congestionata, fino a non essere più vivibile.
Quello che vediamo oggi è l’ultimo singulto della materialità…
ff: Una domanda interessante: che aspetto avrà questo mondo
parallelo, quale sarà la sua estetica? Il metaverso di Zucker-
berg è un concetto inquietante. Al contempo entrambe le di-
rezioni diventano sempre più estreme: quando, al Tacheles,
Brandlhuber ha smontato gli edifici, tutti hanno pianto. Fi-
nestre perfette, nuove di zecca, nella spazzatura! Con lui che
correva per il cantiere e lo trovava meraviglioso.
st: Da un lato, celebriamo la complessità con l’AI, dall’altro, ele-
viamo l’incapacità a estetica. Così, l’uomo continua a sprofon-
dare in un mondo in cui non ha più bisogno del corpo.
ff: Al tempo stesso, è esattamente questo di cui abbiamo senti-
to tanto la mancanza durante la pandemia: andare a una fiera
e toccare le cose, annusare nelle sale, l’interazione e così via.
Ma forse abbiamo la pretesa di un super divano e di una buona
acustica solo perché ancora non possiamo fare diversamente.
Non appena saremo in grado di disegnare autonomamente le
emozioni, l’argomento sarà bell’e sepolto.
ad: Che cosa l’ha sorpresa, Freytag, lavorando con Midjourney?
ff: La cosa interessante è pensare dentro i confini dell’AI e trova-
re le parole giuste. Insegna moltissimo. Si ha in testa l’idea di
come dovrebbe essere lo spazio. Ma spiegarlo a parole è come

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sopra La sofisticata cucina-soggiorno del Portofino Pavillon. «Credo che in futuro sarà come accade tra gli abiti su misura e quelli
di largo consumo», afferma Freytag. «Pezzi unici realizzati in maniera artigianale là, prodotti di massa confezionati a basso prezzo qui.
Ma senza una separazione totale, da tempo anche l’abito su misura non viene più cucito interamente a mano».

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«AI PUNTI PIÙ ALTI DELLA SUA CREAZIONE L’UOMO


È SEMPRE MOLTO PIÙ COMPLESSO
DI QUALSIASI APPARECCHIO DA LUI INVENTATO»
S e r g e i Tc h o b a n

inorridito. L’arte ha capito come lavorare estendendosi nel- all’estremamente umano. Perché non voglio finire vittima del-
lo spazio. Ma l’architettura si perde in dettagli di scarso inte- le mie stesse regole, posso pensare più in grande.
resse anche per me che sono un professionista. Questa non è ad: L’AI allarga l’orizzonte. Ma dobbiamo guardare oltre?
la sua forza. st: Credo che le AI non riescano a sorprenderci, di sicuro non at-
st: Sì, si tratta solo di correttezza politica. Ma i dipinti di Anselm traverso lo sviluppo di quello che c’è già. Eventualmente, ri-
Kiefer a Palazzo Ducale erano meravigliosi. È lì che ho capito scoprendo strati culturali dimenticati.
che non c’è bisogno della maestria di Tintoretto per generare ff: Mi sottraggo a una visione della realtà con un’immagine gene-
una tale intensità in uno spazio come Palazzo Ducale. Qui Kie- rata dall’AI, perché mi suggerisce un’idea avulsa da qualsiasi
fer e nella sala accanto Tintoretto – lo stesso livello. Lo defini- presupposto. Forse questo fa parte del suo fascino: è una sor-
sco un salto, senza perdere in qualità. Ma per questo ci vuole ta di specchio, ma in un mondo inesistente, una sintesi idea-
l’uomo che dice: Tintoretto è bello, ma adesso facciamo qual- lizzata della realtà...
cosa di diverso. Da cento quadri di Tintoretto, le AI creereb- ad: Non c’è il rischio che si scambi l’idealizzazione per reale?
bero soltanto il centunesimo. ff: Oggi la maggior parte della gente arriva con le bacheche di
ad: Ma noi lavoriamo in prima linea con quello che è disponibile. Pinterest dicendo: «Voglio avere questo!». Ma così si elude il
st: Esatto! Ma il nuovo nasce solo se l’insieme di tre cose non problema: trovo poco interessante l’aspetto materiale; mi sem-
crea la quarta, ma qualcosa di completamente diverso. Natu- bra più importante definire la sensazione. Forse in questo l’AI
ralmente anche Kiefer si serve del passato. Facendone, però, ci può aiutare: rappresentare il sogno di qualcosa, non tanto il
cose totalmente inaspettate. risultato in sé. Una macchina che dice: «La tua idea può ave-
ff: La nostra formazione di designer presume che esistano del- re anche quest’aspetto. Immedesimati!». ○
le regole oggettive per creare lo spazio ottimale. Questo ci ha
portati in un vicolo cieco, perché ha tolto alla questione ogni sot to , da sinistra
Il corridoio in basso entra nel padiglione? «Non impor-
passione. Forse l’AI ci aiuta proprio in questo: contrapporsi ta. Ciò che conta è la sensazione che questo spazio evoca nell’osserva-
tore», dice Freytag. Nel metaverso non vi sono confini né limiti, cosa che
vale anche per la partita a biliardo immaginaria accanto.

56
TA N A R M C H A I R

PROVA SI .COM
Tisettanta

Showroom, Via Fatebenefratelli 3, Milano - Tribeca chair, Aspen dining table, carpet collection - Designed by Alessio Bernardini

TAILOR - MADE ATTITUDE


Foto: Tom Carter, courtesy Tristan Hoare Gallery ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Si arrampicano sui muri, si rifugiano tra le pagine


di un erbario o tra le immagini di un libro

FIORI DÕINVERNO
testi Elena Dallorso, Alessandra Laudati e Alessandra Pellegrino

59
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Still Life
Kaori Tatebayashi

Kaori Tatebayashi è nata ad Arita, la pa-


tria giapponese della porcellana Imari,
che lei ha studiato anche al Kyoto Ci-
ty University of Arts e al Royal College
of Art, e la sua famiglia è da sempre nel
commercio delle ceramiche. Era desti-
no che fosse proprio il fittile il suo mez-
zo espressivo d’elezione. «La cerami-
ca mi permette di catturare il momen-
to come in una fotografia in 3D», dice
l’artista. «Hai un senso più forte di ciò
che vedi, come se fosse “congelato” nel
tempo. Ho iniziato con abiti, cappelli,
scarpe, poi sono passata al mondo vege-
tale. Nella mia prima mostra, The Wal-
led Garden, ho ritratto le piante come in
una celebrazione della bellezza. Ora vo-
levo raccontare qualcos’altro».
Un racconto che Kaori porta avan-
ti modellando nell’argilla – che lascia
bianca, non smaltata – ogni foglia, ogni
petalo e installando il suo mondo verde
personalmente.
Con Still Life, la sua seconda mo-
stra alla galleria Tristan Hoare di Lon-
dra (dal 10 novembre al 15 dicembre),
Kaori continua la sua esplorazione del
mondo botanico, nella manifestazio-
ne più oscura della bellezza e del potere
della natura: varietà più selvagge si im-
padroniscono delle pareti della galleria
quasi come se la natura stessa si stesse
sopra L’artista Kaori Tatebayashi riappropriando di una struttura costru-
utilizza la ceramica come suo
mezzo espressivo da 30 anni.
ita dall’uomo. «L’illusione dell’immo-

Ritratto e foto: Sophie Davidson Studio, courtesy Tristan Hoare Gallery


a destra Kaori Tatebayashi mentre bilità vacilla perché la sensazione è che
modella a mano un fiore d’argilla. le piante invadano lo spazio, a ricordar-
pagina precedente Un’installazione
della mostra Still Life alla Tristan ci che la natura non è sempre gentile».
Hoare Gallery di Londra.

«La ceramica mi
permette di catturare
il momento come in
una fotografia in 3D»
K a o r i Ta t e b a y a s h i

60
STOCKHOLM COLLECTION,
MY SPACE SINK AND BATHTUB, STOCKHOLM_2 MIRROR
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«Vorrei disegnare un erbario in continua evoluzione, un catalogo


permanente fatto di colori, fiori, foglie e radici. Estetica delle radici»
Colomba Leddi

Casa Colomba
Colomba Leddi

Fiori raccolti in giardino, nei campi, verdu- Con i suoi lavori Colomba Leddi, textil e fa-
re, tessuti antichi, ricami o sassi, dettagli shion designer, docente di moda alla NA-
e composizioni, una collezione che si ar- BA, Nuova Accademia di Belle Arti, si è
ricchisce a ogni stagione, per creare stam- imposta ormai da tempo nel mondo della
pe nate intrecciando tecniche e strumenti, moda. Ora le sue collezioni sono declinate
dalla fotografia analogica a quella digitale, anche sui tessuti per la casa: fantasiosi ma
dalla fotocopiatrice allo scanner, passando sempre discreti, uno stile contraddistinto
per i collage materici e le campiture di co- da eleganza e da un’approfondita ricerca.
Foto: courtesy Colomba Leddi

lore. Manipolazioni di materiali e di forme Ora a Casa Colomba, l’atelier da po-


che si imprimono sul tessuto digitalmente co inaugurato nel cuore della vecchia Mi-
stampati e ingigantiti a creare effetti sor- lano, i tessuti, in un disordine armonioso,
prendenti. Su carta da parati, con propor- cotone, seta e lana, seersucker, canvas, po- sopra , da sinistraFarfalla su tela blu,
zioni e percezioni sfalsate, macrodettagli peline, tela di lino, sono proposti in grandi tessuto 140x200 cm. Su tela bianca,
Fiori di campo, 140x200 cm. I disegni
ingranditi che si trasformano in stampe, misure così che, come si augura Colomba: sono ottenuti dalla scansione dei fiori
decorazione, grafismi e illusione. «Ognuno possa farne quel che vuole». ai quali è stato sovrapposto il tessuto.

62
AD × RICHARD MILLE

Fuoriclasse in pista
e al polso
Spinti dall’amore per la perfezione, Richard con una leggerezza estrema e al contempo
Mille e Ferrari hanno unito le forze in una livelli di resistenza mai toccati prima. Da-
partnership imbattibile, con l’obiettivo di ta l’incredibile sottigliezza, i componenti
portare gli orologi nella prossima era e di dell’RM UP-01 sono stati tutti lavorati con
creare una nuova icona del lusso. Il risulta- pazienza certosina presso il reparto mo-
to? Un capolavoro di bellezza, artigianalità e vimenti Richard Mille. Il fondello e la lu-
innovazione. L’RM UP-01 Ferrari vanta uno netta sono robusti e di eleganza stupefa-
spessore mai visto, appena 1,75 millime- cente, satinati con angoli smussati e luci-
tri, e per crearlo c’è voluta una rottura degli di, mentre l’iconico cavallino rampante e
schemi orologieri che ha portato a un con- tutti i riferimenti presenti sulla cassa so-
cept rivoluzionario, con l’estetica a ridefini- no incisi al laser. Da record anche il movi-
re l’approccio alle componenti tecniche del mento, il nuovo Calibro RMUP-01 a carica
segnatempo e non viceversa. Nel progetto manuale vanta una riserva di carica di 45
c’è il meglio dei valori dei due brand, acco- ore ed è in grado di resistere ad accelera-
Sopra, il pilota Ferrari Car-
munati dalla passione per velocità, preci- zioni mozzafiato, come quelle della F1. Per los Sainz con al polso l’R-
sione e competizione senza compromes- finire, l’RM UP-01 è un esempio di tecnica e MUP-01. In alto, a sinistra, la-
si. L’RM UP-01 Ferrari è costato anni di col- design senza rivali che ridefinisce i segna- vorazione di precisione nei
laboratori della Marca elve-
laborazione del brand orologiero col team tempo di alta gamma: come vedete al pol- tica e, a destra, il design av-
della Rossa, con decine di prototipi e oltre so del pilota Ferrari Carlos Sainz, chi lo in- veniristico del segnatempo.
6.000 ore di sviluppo in laboratorio. La sfi- dossa non passa inosservato. A Milano, in Via della Spiga, 17.
da, contro ogni logica, è stata quella di crea-
re un orologio ultrapiatto con all’interno un
movimento tradizionale: per riuscirci, i ma- Richard Mille e Ferrari hanno creato
estri orologieri hanno spalmato i compo- un rivoluzionario orologio ultraslim,
nenti su una superficie più ampia, creando
una simbiosi perfetta tra il movimento e la l’RM UP-01, capolavoro di artigianalità
cassa. Questa, di forma tonneau e orienta-
ta in orizzontale in maniera sorprenden-
orologiera hi tech e anche nuova
te, è lavorata in titanio grado 5, materiale icona del lusso
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sot to , da sinistra Una composizione di canna da


Botanica essenziale zucchero e Anthurium. Il tappeto Oriente di Armani/Casa,
Giorgio Armani annodato a mano, con alberi e colline effetto acquerello.

È la più veloce delle industrie. Eppure gli dell’ikebana. «Armonia: è questo che mi
organismi vegetali, in tutta la loro cadu- suggerisce il mondo dei fiori. Di forme e
cità, sopravvivono alla moda. Anzi, trova- colori, ma anche di natura e cultura, di
no sempre più un posto d’onore nei mood- bellezza selvaggia e creatività», spiega
board degli stilisti. Giorgio Armani ai fiori Armani. «Un’unione assoluta di pensiero
ha dato un luogo fisico quando nel 2000 e spontaneità, risolta in forme e in colo-
aprì a Milano Armani/Fiori nello store Ar- ri che toccano gli occhi come il cuore. La-
mani/Manzoni 31, presente anche a Du- vorare con i fiori, o intorno ai fiori, è ap-
bai, Kuwait City e Hong Kong. passionante, perché la creatività e la vita-
Oggi dedica loro un libro. È Armani lità della natura vi splende in tutta la sua
Fiori (Rizzoli): 200 immagini a colori e te- gloria, ispirando a sua volta la creatività
Foto: courtesy Giorgio Armani

sti di Armani, Harriet Quick, Dan Rubin- umana. Mi piace l’idea di disciplinare l’e-
stein e Renato Bruni. L’elegante volume suberanza della botanica, lasciando però «Mi piace disciplinare
rivestito in seta è un viaggio in punta di che quella esuberanza mi contamini». l’esuberanza della
piedi nell’universo dello stilista. Protago- Una passione che si traduce nella do-
nazione dei proventi delle vendite del vo-
botanica, lasciando
nisti agave, bambù, tulipani, oxypetalum,
eliconia che danno vita a un giardino di lume al progetto Forestami, per una città però che mi contamini»
linee essenziali, ispirato alla raffinatezza sempre più verde. Giorgio Armani

64
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

I GIARDINI DEL FREDDO


testo Marc Jeanson*

Uno dei punti di forza del giardino, rispetto ad altre forme d’ar- e misteriose infiorescenze delle orchidee e le giovani palme che
te, è la sua estetica mutevole nel tempo. Lungi dall’essere un pe- squarciavano il firmamento di vetro si contrapponevano alla ri-
riodo uggioso dell’anno, l’inverno è il momento ideale per dare gidità del freddo mondo esterno.
uno sguardo nuovo alle piante. Sebbene sia vero che per la mag- Ancora oggi, in inverno, queste architetture incarnano la
gior parte delle piante che crescono in ambienti temperati, fo- possibilità di evadere, di sognare, come scrisse Heinrich Hesse
glie e fiori scompaiono in inverno, questa è comunque la stagio- nel suo Neue Garten-Lust nel 1706: «Perché quando, al culmine
ne ideale per osservare strutture che durante il resto dell’anno so- dell’inverno (...) si vedono in questo meraviglioso giardino del
no meno visibili. Le scaglie delle gemme, le trame e i colori delle paradiso, con la più grande meraviglia, gli arbusti più belli e più
cortecce straordinariamente diver- rari in varie forme, verdeggianti e
se e persino l’architettura e i model- fioriti (...) il tutto accompagnato
li di crescita di alberi e arbusti e del- dai profumi più meravigliosi e pe-
le loro chiome sono facilmente leg- netranti, è destinato a dare all’es-
gibili quando sono spogli. sere umano una nuova vita, come
Il mondo vegetale è così vario un’eterna primavera».
che alcune specie, come l’amameli- Ma esistono altri giardini
de, l’elleboro, la camelia, la maho- d’inverno, meno conosciuti e più
nia e molte altre, fioriscono in in- discreti: gli erbari. La tecnica di
verno. I loro fiori, spesso molto pro- collocare le piante negli erbari ri-
fumati, incantano l’aria cristallina. sale agli inizi del XVI secolo e fu
Questo approccio umile e contem- perfezionata dal medico e bota-
plativo alla vita delle piante, in gran nico italiano Luca Ghini (1490-
parte rallentata dal freddo, convi- 1556). Laddove nelle serre e nei
ve con un concetto radicalmente di- giardini d’inverno tutte le pian-
verso: il giardino d’inverno. Alla ri- te si esprimono, turgide, attraver-
cerca di una primavera perpetua e so una conquista tridimensiona-
di un rigoglio eterno, insieme alla le dello spazio, le piante dell’er-
sete di conoscenza delle piante del- bario vengono pressate ed essic-
la zona intertropicale, l’uomo ha cate. Preparate in questo modo e
creato delle bolle al riparo dal fred- montate su un supporto di carta,
do grazie al suo genio per i materia- le piante conservano le loro for-
li e l’architettura. me e strutture. Fiori, frutti e fo-
Dal XVI secolo in poi, in Eu- glie secche sono congelati nel
ropa, il sogno di poter mantenere tempo e possono essere osserva-
in vita piante sensibili al gelo è di- ti in tutte le stagioni. Prima di es-
ventato realtà con le prime arance- sopra Il Lino in uno degli erbari da cui Colomba sere chiamate erbari, queste colle-
re. Il loro nome ci ricorda che le pri- Leddi trae ispirazione per le sue creazioni tessili zioni erano chiamate Hortus hye-
sia per la moda sia per la casa.
me notevoli collezioni di questo ti- malis, in latino “giardino d’inver-
po erano costituite esclusivamente no”, appunto. Fissati al loro sup-
da agrumi. Si diffusero, tra l’altro, nei giardini medicei in Italia. porto di cellulosa, i fiori di questi erbari non sbiadiscono mai,
Nel XIX secolo, grazie alla maestria dell’architettura in vetro e permettendo di godere della loro bellezza anche nel profondo
Foto: courtesy Colomba Leddi

ferro, le serre raggiunsero dimensioni talvolta colossali, come il della stagione più fredda. ○
Crystal Palace di Londra. Stravaganti collezioni di piante rare e
curiose furono aggiunte a questi edifici dall’atmosfera control-
lata, mentre gli esploratori viaggiavano in lungo e in largo per il * Marc Jeanson è botanico e agronomo. Responsabile
pianeta. Calde e umide in tutte le stagioni, le serre attiravano gli dell’Erbario del Museo nazionale di Storia naturale di Parigi,
è direttore botanico del Jardin Majorelle a Marrakech. Con
esteti e i botanici più esperti, affascinati da specie spesso ancora la paesaggista Charlotte Fauve ha scritto Il botanista (Corbaccio)
sconosciute. Le perlacee fioriture notturne dei cactus, le scultoree sull’universo verde e la sua storia in relazione all’uomo.

66
W HE R E TH E HOLI DAY M AG I C BEG I NS
STYLING STUDIO SALARIS - PH. MATTEO IMBRIANI

C o l l e z i o n e 2 0 2 3 : Fr a m m e n t i Ve n e i z i a n i rubelli.com
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Elogio dell’imperfezione: una nuova direzione artistica valorizza


la matericità della lava e le sue potenzialità di utilizzo
nel design e nell’architettura. Sorprendenti, irregolari, poetiche

SOTTO AL VULCANO
testo Elena Dallorso

Una scala monumentale verso l’infi-


nito, collocata da una qualche divini-
tà tellurica nel mezzo della distesa di
un deserto. O un camminamento che
non porta da nessuna parte custodi-
to da una montagna aspra e altissima.
Questione di proporzioni e coordina-
te, e scala e camminamento sono gran-
di “soltanto” poche decine di centime-
tri, la montagna è una roccia e il deser-
to una superficie di granelli di sabbia.
Ma, intanto, l’occhio dell’osservatore
si è soffermato sull’oggetto.
È da questa perdita di dimensioni
che nasce lo shooting poetico con cui
Francesco Meda e David Lopez Quinco-
ces, insieme al fotografo Stefano Galuz-
zi, hanno inaugurato la loro direzione
creativa per Ranieri, per cui hanno im-
maginato un nuovo modo di presentare,
valorizzandolo, il materiale con cui l’a-
zienda lavora da oltre cent’anni: la lava.
«Abbiamo voluto eliminare ogni
riferimento spazio-temporale e acco-
gliere delle suggestioni che arrivano da
maestri come Ettore Sottsass, Richard
Serra, Donald Judd», spiega Francesco
Foto: Stefano Galuzzi

Meda. «La lava è preistorica, ancestrale,

a destra La scala verso l’infinito, uno degli scat-


ti poetici di Stefano Galuzzi per Ranieri Lava.

69
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

a sinistra , dall ’ alto


David Lopez Quincoces e Francesco Meda
e le lastre di lava smaltate che presentano imperfezioni. La foto
in bianco e nero fa parte degli scatti realizzati da Stefano Galuzzi.

calda. La estrai dal magma sedimentato nelle colate, re-


cuperando i blocchi dal terreno senza deturpare la mon-
tagna. Una pratica che qui intorno al Vesuvio è appan-
naggio di operai/artigiani che hanno una sapienza an-
tica ma anche una dimestichezza alchemica con la ma-
teria». Una materia ruvida, viva, che ogni volta che la
si tratta coprendola con smaltature muta dando vita a
sorprendenti imperfezioni. «Per noi è stato importante
soprattutto questo: far vedere che la lava è naturale, non
standardizzata, e dare una svolta alla filosofia azienda-
le, trasformando quello che fino a ora era stato percepi-
to come un “difetto”, e coperto con smaltature che uni-
formavano la superficie fino a renderla completamente
liscia e irriconoscibile, in un plus. In questa direzione
va anche la scelta di colori più trasparenti che valorizza-
no gli effetti artistici che i metalli presenti in ogni lastra
le danno quando il calore li fa affiorare», spiega Meda.
Il trattamento di questa risorsa così preziosa è per
la maggior parte artigianale: si estrae in modo respon-
sabile e a basso impatto da concessioni autorizzate e
la si lavora sia a mano, con il cesello, sia a macchina,
unendo produzione industriale e maestria, per creare,
insieme a grandi architetti e artisti (tra i molti anche
Vincent Van Duysen e India Mahdavi), progetti con-
temporanei, che proiettano le potenzialità della lava
al di fuori del suo uso tradizionale, talvolta addirittu-
ra folkloristico: Olafur Eliasson, per esempio, sta rea-
lizzando una cupola di 30 metri in Corea.
A una scala inferiore si colloca invece Odissea, la
collezione di piastrelle in 2 e 3D e finiture complemen-
tari che possono essere accostate in pattern omoge-
nei o variegati, disegnata da Meda e Lopez Quincoces:
«Anche qui abbiamo voluto sottolineare le potenziali-
tà del materiale», prosegue Meda. «Gli elementi pos-
sono vivere singolarmente o insieme, come se fossero
un Lego, dando vita a un gioco di geometrie e di volu-
mi che evidenzia sempre la matericità e l’irregolarità
della lava». Incontrollabile, oggi in un modo, domani
Ritratto: Alessandro Oliva. Foto: Stefano Galuzzi

in un altro. ○

«Per noi è stato importante


soprattutto questo: trasformare
quello che fino a ora era stato
percepito come un “difetto”
in un plus» F r a n c e s c o M e d a
AD CHIARA TORELLI, NIC DESIGN

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

In Olanda, una villa in cemento è


tutt’uno con un giardino selvatico, che
è nato insieme a lei. Un’opera totale

BELLEZZA
NATURALE
testo Elena Dallorso foto Pietro Savorelli

72
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra Uno degli sketch di Piet Oudolf per le piante del giardino. pagina accanto Su uno dei rooftop garden,
poltrone Veronica di Jacopo Foggini (Edra). Sullo sfondo, la Westerlichttoren, un faro costruito nel 1837.

Ci vuole coraggio. Ci vuole per ogni nuovo progetto ar- nel progetto prima che l’edificio venga costruito. Per
chitettonico, ci vuole per accettare l’incarico dal proprio studiare la natura, per poter “vedere” quello che diven-
Disegni: courtesy Piet Oudolf

migliore amico, ci vuole, a maggior ragione, per met- terà. «Il cliente era da poco stato a New York, e dalla
tersi a telefonare una mattina al dio vivente dei giardi- High Line aveva chiamato l’architetto Vos. Lo entusia-
ni e chiedergli di pensarne uno in mezzo alla terra piat- smava il mio lavoro, voleva che fossi io a progettare il
ta e selvaggia orlata dalle dune dello Zeeland, per cir- giardino della sua casa di vacanza. Mi è piaciuto questo
condare una casa che non c’è ancora, anzi, per compe- approccio positivo, mi sono piaciute le opportunità che
netrarla. Ma Bart Vos non è uno che si scoraggia, nep- quel lavoro mi dava», ricorda Oudolf. Una passeggiata
pure quando Piet Oudolf pretende di essere coinvolto intorno all’area, tra arbusti e alberi che poi sono stati

73
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

abbattuti per far posto all’edificio e al nuovo giardino e, sopra Nel living, divano On the Rocks di Francesco Binfaré
(Edra). Tavolino con sei sgabelli di Piet Hein Eek, come la
subito, la visione di ciò che sarebbe stato. Non a cantie- lampada. Sedia Calvet di Antoni Gaudí per BD Barcelona Design.
re concluso, e neppure a un anno, ma stagione per sta- Poltrona Clay di Maarten Baas. Libreria girevole Albero di
Gianfranco Frattini (Poltrona Frau). Tappeto Grass di Jan Kath.
gione, osservando il comportamento delle piante con la
diversa intensità di luce e di calore, sotto le intemperie,
battute dal vento del Mare del Nord. Una visione totale. giardino è quello di risultare interessante tutto l’anno
«Piet lavora così, e io ho lavorato così con lui», e non solo in primavera», spiega Oudolf. «Una sorpre-
commenta Bart Vos. «La casa, che è nata da uno sketch sa ogni giorno, la giusta atmosfera, come si dice, che
buttato giù in cinque minuti, è un lungo volume rettan- nasca dal sapere mettere insieme le cose. Non si trat-
golare orientato in modo da poter seguire il corso del so- ta soltanto di scegliere le piante ma di immaginare co-
le durante tutta la giornata e da offrire, a ogni ora, un me cresceranno, come cambieranno, quali soccombe-
angolo per rilassarsi, uno per nascondersi, uno per sta- ranno, come si rapporteranno con l’ambiente che le cir-
re insieme proteggendosi dai capricci del tempo del- conda. Sono loro a disegnare il giardino, e non vicever-
la regione. Perfettamente integrata nel paesaggio, con sa». Magnolie e aceri giapponesi insieme alle gramina-
giardini sui tetti, come il committente aveva richie- cee, “firma” progettuale di Oudolf, per dare trasparenza
sto». La prospettiva dall’alto, grazie alla presenza dei alla composizione, creando un’elegante e sorprenden-
rooftop garden, fa risultare l’area verde molto più este- te transizione da una pianta all’altra, da una stagione
sa di quanto non sia già. «Il segreto della bellezza di un all’altra, coinvolgendo in questa sorta di opera totale

74
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra In cucina, il tavolo in legno di quercia e la sospensione con piccole luci in ceramica sono del designer olandese Piet Hein Eek.
Le sedie sono la Gilda B. e la Ella di Jacopo Foggini per Edra.

76
TESSUTI | CARTA DA PARATI | PASSAMANERIA

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anche l’edificio, che sembra galleggiare in mezzo a una


vegetazione spontanea, dove l’uomo non ha alcun ruo-
lo. «Invece non è così», commenta Bart Vos. «Piet ha
la capacità di pensare in diverse dimensioni, e non ha
paura di “metter a dimora” le sue idee. Sa che quella che
oggi è una pianta fiorita tra due mesi assumerà delle to-
a sinistra Nel
bagno, poltrona
nalità rame, tra un anno sarà più alta di 20 centimetri
Getsuen di e così via. Per questo la presenza costante di un giardi-
Masanori Umeda niere, in questo giardino “spontaneo”, è fondamentale.
(Edra). Lavabo
Lapis di di Boffi. È qui tutti i giorni, per ricordare alle piante che hanno
sot to Nella camera una relazione con lui, una storia d’amore che va colti-
degli ospiti, letto
Stand by Me di vata». Nel verde fluttuante, l’edificio in cemento grezzo
Francesco Binfaré, e legno è un volume coerente talmente perfetto da non
tavolino Cicladi
di Jacopo Foggini
(tutto Edra) e
ventilatore Air
di Boffi. Riflessi
nella vetrata
poltrona e tavolo
«La casa è un lungo volume
Veronica di Jacopo
Foggini (Edra)
rettangolare orientato
e doccia Pipe di in modo da poter seguire
Marcel Wanders
per Boffi. il corso del sole» B a r t V o s

78
D E S I G N E D I N C O L L A B O R AT I O N W I T H

devon-devon.com
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«Non si tratta soltanto di scegliere le piante ma di immaginare come cresceranno,


come cambieranno, come si rapporteranno con l’ambiente» P i e t O u d o l f

avere quasi bisogno d’altro. «Certamente non di deco-


razione, ma di pezzi scultorei che si armonizzino con
la natura e con l’architettura», commenta Vos. «In ag-
giunta a ciò che è stato disegnato custom, e che rappre-
senta circa l’80% del totale, ho voluto all’interno un po’
di morbidezza, oltre alle forme scolpite dei bagni e della
cucina Boffi. L’ho trovata nei pezzi che Piet Hein Eek ha
disegnato appositamente per questa villa, e negli arredi
di Edra, dal divano On the Rocks alla collezione outdo-
Disegni: courtesy Piet Oudolf

or Veronica: sono mobili con una versatilità incredibi-


le, eppure non ordinari. Perfetti per questa proprietà».
Dove tutto funziona, come in un corpo perfetto.
«Non sai spiegarti perché, ma le cose, e le piante, stan-
in alto L’esterno della casa progettata da Bart Vos con il giardino “totale”
di Piet Oudolf. sopra Uno degli schizzi che il paesaggista Piet Oudolf no bene insieme», dice Oudolf. «Il segreto? Saper os-
ha preparato per il giardino. Il rettangolo profilato di marrone è la casa. servare. E capire». ○

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Il duo Formafantasma è nuovo direttore creativo dello storico


Gruppo Rubelli e rilancia Kieffer, il brand di tessuti
sperimentale, tra creatività, innovazione e naturalità

NUOVE TRAME
testo Valentina Raggi

«C’è un detto reso popolare da Gustav


Mahler: tradizione non è culto delle ce-
neri, ma cura del fuoco», dice il Ceo Ni-
colò Favaretto Rubelli in occasione della
nomina di Formafantasma alla direzio-
ne creativa del Gruppo Rubelli. Paladini
di una nuova energia creativa, che fa del-
la sostenibilità e della ricerca il proprio
Dna, Andrea Trimarchi e Simone Farre-
sin, come primo passo, hanno avuto l’in-
carico di rilanciare Kieffer, il marchio
più sperimentale, che si presenta con
una collezione-manifesto: Untitled. Co-
me Pablo Picasso non amava dare nomi
alle proprie opere, perché fossero le stes-
se a parlare di sé, così, spiegano i Forma-
fantasma, i tessuti non sono fatti per es-
sere contemplati ma toccati, vissuti.
«Con Kieffer la sfida è capire cosa si
può arrivare a fare con un telaio, dal pun-
to di vista tecnico», dice il duo, che ha
scelto fibre naturali anche inedite come
lino, cotone, alpaca, carta, lana mohair
e canapa. E la palette acquista un twist
grazie a colorazioni – come giallo palli-
do, lilla e rosa – che vanno ad affiancarsi
alle tonalità neutre. «Untitled è un inno
alla semplicità, alla cura, alle meraviglio-
se imperfezioni del telaio, alle raffinate
composizioni tonali e al piacere del tat-
to», dicono i neo direttori creativi. Che
Foto: Claudia Zalla (1)

all’arte si sono ispirati anche per il cata-


logo, dove i tessuti “impacchettano” ele-
menti e arredi riecheggiando il wrapping
sopra Masavi, un unito in lana e cotone, realizzato con due trame e due orditi, ideale per imbottiti. di artisti come Man Ray, Christo e Man-
in alto a destra Andrea Trimarchi (a sinistra) e Simone Farresin, alias Formafantasma. zoni. Soft e potenti. ○

83
Valley bed and chest of drawers, Karina armchair, design by Maurizio Manzoni. Circe mirror, design by Luca Roccadadria cantori.it
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85
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Progetti che arrivano dal passato o appena lanciati, forme che nascono dalle più diverse
ispirazioni, dall’arte alla scienza, dalla vita quotidiana alla fantasia. Luce sul bel design
a cura di Giovanni D’Odorico Borsoni testi Valentina Raggi

Colore!
Adélie Ducasse

Muovendosi tra il de-


sign e l’arte astratta,
la creativa disegna, e
fa realizzare a mano in
Italia una serie di lam-
pade e specchi in ce-
ramica, dalle forme
scultoree e ancestrali.
Ogni pezzo è firmato
e numerato. Le ultime
collezioni sono visibili
alla Galerie Scène Ou-
verte di Parigi.

Una storia
Oluce

Ideale per scrivere, anche dal nome, la lampada Calamaio ha la testa rotante
montata su una struttura anch’essa mobile: due steli cilindrici in metallo lac-
cato colorato, una base rotonda e una luce Led. Perfetta e semplice.

Space Age
Stilnovo

Disegnata nel 1967 da Danilo e Corrado Aroldi, e oggi nella colle-


zione permanente del MoMA di New York, la lampada da tavolo
Periscopio ha uno snodo rivestito in gomma che ricorda i giunti
delle tute degli astronauti. In acciaio, metalli e con una luce Led
anti abbagliamento, esiste in nero, bianco o rosso.

86
La nuova
dimensione della
conservazione.
Un Monolith è molto più di un frigorifero, di
un congelatore o di una cantina vini. Grazie
ai materiali di pregio, alle funzioni innovative
e al design elegante e senza tempo, diventa
il protagonista di ogni cucina. Scopri la
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Raffreddare e Congelare

Flagship Store V. Galilei 1 - Milano


ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE LUCI

Fantasia
Catellani&Smith

La lampada Ale BIG,


da tavolo alta 75 cm
con la semisfera di 50
cm di diametro esiste
bianca o nera, con fi-
nitura interna in foglia
oro, o nelle versioni
fluo e “colourful” con
interno bianco. La lu-
ce è regolabile grazie a
un pulsante rosso sul-
la base. Disponibile in
altri 3 modelli.

Atmosfere
Elie Saab Maison

Ispirata ai magici effetti ottici degli eventi atmosferici, la lampa-


da Light Pillar è una presenza totemica e timeless. Esiste nelle ver-
sioni da terra (in foto) e da tavolo, è realizzata in metallo bron-
zato, liscio o spazzolato, oppure in nikel nero. La lampada Led è
dimmerabile e contenuta in un vetro fumé borosilicato.

Scultorea
Roche Bobois
Foto. courtesy Carpenters Workshop Gallery

Bella presenza anche


da spenta, la lampa-
Ad arte da da terra Island, fir-
Carpenters Workshop Gallery mata da Pierre Dubois
e Aimé Cécil, ha la ba-
se e la struttura in me-
Kostas Lambridis firma questo lampadario dal nome burst charge tallo nero, il disco e
placca in ottone lucido
ora nella mostra Reverse Fireworks in Slow Motion alla Carpenters e lo schermo in metal-
Workshop Gallery di New York (fino al 23/11). Ispirato a un fuo- lo canna di fucile mar-
tellato e patinato. Di-
co d’artificio imploso, che accoglie le sembianze di Medusa, è in sponibile in due altez-
alluminio, rame e neon blu. Tra decostruzione e ricomposizione. ze (160 o 180 cm).

88
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE LUCI

Ad personam
FontanaArte

Disegnata da Jacopo Roda, la lampada da tavolo


Oort – dal nome della nube che origina le milio-
ni di comete del firmamento – è una piccola ope-
ra d’arte. Un cilindro in vetro rigato internamen-
te contiene elementi tubolari combinabili a piaci-
mento per ottenere una lampada personalizzata.

Nel blu
Laurids Gallée

Frutto di anni di speri-


mentazioni del designer
Laurids Gallée, austria-
co di stanza a Rot ter-
dam, la lampada Pool è
in resina polimerica e luci
Led lavorate per giorni a
mano per ricreare le rifra-
zioni luminose che si os-
servano sul fondale di una
piscina.

Foto: Iacopo Barattieri per FontanaArte; Mathijs Labadie per Laurids Gallée; Maxime Tetard per Hermès

Meraviglia
Hermès

Parte della nuova collezione Souffle d’Her-


mès, la lampada da tavolo disegnata da
Harri Koskinen, esprime la magia dell’ar-
te del soffiatore di vetro. La base è in pelle
e metallo e la luce Led. Nei colori ribes ne-
ro, felce o arancione bruciato, queste lam-
pade sono oggetti da contemplare.

90
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE LUCI

Altri mondi
Diesel Living with Lodes

Ispirata all’immaginario degli oggetti volanti non


identificati e al minimalismo formale degli anni ’90
e 2000, la lampada a sospensione U.F.O. ha un diffu-
sore conico in metallo con un Led che emette un forte
riflesso, un’area fluttuante. Disponibile in due misure
e nelle finiture Black, Rust e Sand.

Poesia
Nassi

La lampada a sospensione Piramide, progetto di Francesca De Giorgi, è re-


alizzata con una struttura metallica rivestita in fettuccia di corda, lino plis-
settato e con rifiniture in corda. Esiste in due versioni, da 45 e 65 cm. Realiz-
zata in Puglia da Nassi, brand che lega tre generazioni di donne.

Unica
Leucos

Nata nel 2021 in vetro trasparente, oggi la lampada a sospensio-


ne Lightbody, di Jörg Hugo, è disponibile in nuove finiture: tra-
sparente con satinatura bianca, oppure borgogna, bianco o rosa
sfumati. Il diffusore è in vetro soffiato a bocca con la tecnica del
“soffio libero”: ciascuna è dunque unica.

Magia
Occhio

Luna sospeso vanta la


rivoluzionaria sorgen-
te luminosa “fireball”
Foto: Federico Floriani per Nassi

di Occhio, per cui flut-


tua alla stregua di un
corpo celeste all’in-
terno della sfera di ve-
tro parzialmente spec-
chiata, emettendo una
luce morbida e diretta,
allo stesso tempo po-
tente e priva di effet-
ti abbaglianti.

92
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Quando viaggio, scelgo Simmons. Come a casa.


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benessere che rigenera corpo e mente. Grazie all’esclusivo servizio “Dormire
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ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE MADIE

OGNI COSA AL SUO POSTO


Geometrici, minimali, preziosi, hi-tech o artigianali, i mobili contenitori
si adattano a ogni ambiente e a ogni funzione grazie alla loro versatilità
a cura di Giovanni D’Odorico Borsoni testi Elena Dallorso

Geometrie
Uguali e diverse Doimo Salotti
Poliform

Cassetti, vani a giorno, ante battenti o


a ribalta: la versatilità è la caratteristica
principale della collezione di madie Co-
de. Disponibili in diverse configurazioni e
finiture, possono integrare una luce Led. Forme rigorose e defi-
nite per la madia Alma
disegnata da Angelo
Armanno, in cui le an-
te sono riquadri con
l’interno totalmente
personalizzabile gra-
zie all’applicazione di
inserti in diversi ma-
teriali. Il basamento in
metallo segue tutto il
perimetro del mobile.

Nuova tradizione
Zanaboni

Noce canaletto opaco e una linea classica: la credenza Tribe-


ca, della collezione Zanaboni Edizioni, trasforma le citazioni
del passato in attualità grazie al gioco di incastri a scacchie-
ra che ne definiscono l’estetica. Della stessa linea fa parte an-
che il tavolo da pranzo coordinato.

Porte e finestre
Galleria Rossana Orlandi

Old doors window cabinet di


Piet Hein Eek è una serie di ar-
madi realizzati con vecchie por-
te e finestre. Un arredo creato in
serie, ma unico, perché la forma
e la misura di ciascun cabinet
dipendono dalle dimensioni de-
gli infissi storici utilizzati. Sem-
plice e d’effetto.

94
art. 2252SE91

www.nicolazzi.it
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE MADIE

Una zebra in salotto


Dolce & Gabbana

Shima Uma in giapponese significa “zebra”. Il suo creatore, Rio Kobayashi, l’ha chiamata così
perché ama l’ambiguità delle strisce bianche e nere, che la cassettiera interpreta combinan-
do diversi materiali, dal vetro placcato oro al legno intarsiato, oltre al tessuto di seta colorato
e ricamato che pende dai lati. Un mobile in cui moda e arredo si incontrano.

Futurismo
Cantori

Il nome deriva dalle incisioni laser che se-


gnano la lamiera delle ante come le gocce
di una pioggia battente: Melody Rain Cabi-
net è un mobile contenitore con la struttu-
ra in legno completamente rivestita di la-
miera. Essenziale, futurista, minimalista.

Tutto brilla
Reflex

Il contenitore Avantgarde ha la struttura


in legno laccato ricoperto di vetro lacca-
to a sua volta o fumé. Una presenza sce-
nica che inonda di bagliori lo spazio, pur
restando minimale nella forma. Le ante si
aprono con una lieve spinta, ma possono
avere maniglie in vetro di Murano.

96
I told the stars about you.

paolocastelli.com
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE MADIE

Ancestrale
Porada

La forma e il materiale (massello di noce canaletto) sono il massi-


mo del classicismo, ma la credenza Masai ha, nel decoro, un che
di antico e profondamente legato alla natura. La base è in metal-
lo, le ante sono laterali. A ribadirne la funzionalità, tre cassetti al
centro, per riporre ogni cosa.

Purismo
Moroso

Con la firma di Patricia Urquiola, la collezione Rows, di cui questa madia


fa parte, è un richiamo alle nature morte di Amédée Ozenfant (che insieme
a Le Corbusier diede vita al movimento del Purismo) grazie alla fresatura a
sezione curvilinea di ante, base dei tavoli e fianchi dei mobili.

3D
Riflessi

Le incisioni laterali su ante e fianchi della madia


Onda le regalano un effetto di tridimensionalità
grazie ai giochi di ombre e luci. Disponibile a tre
ante alta o bassa e a quattro ante bassa, è in le-
gno laccato o verniciato spazzolato. Nella foto, la
finitura ottone spazzolato a mano.

Tocco magico
Foto: © Alberto Strada per Acerbis

Acerbis

Ideata nel 1994 da Nanda Vigo e riproposta da Acerbis, la casset-


tiera Storet è giocosa e vivace. Ha una versione alta a otto cassetti
e una variante comodino che viene messa in produzione solo ora.
Realizzata in legno di frassino nero o noce tinto scuro, ha casset-
ti laccati lucidi disponibili in 12 diversi colori.

98
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE MADIE

Sfumature
Laurameroni

La struttura della lussuosa credenza ST 01 della


collezione di metalli lavorati a mano Stars è ri-
vestita in una sequenza di strisce di metallo. Gli
interni sono in noce, il top può essere in metal-
lo o anche in noce Colore.

Erosione
De Castelli

Le tracce del tempo ri-


mangono impresse sui
mobili contenitori di-
segnati da Zanellato/
Bortotto e realizzati
da artigiani che, ossi-
dazione dopo ossida-
zione, ottengono un
effetto pittorico che
somiglia all’erosione
dell’acqua. Proprio co-
me fa la Marea da cui
prendono il nome.

Ondulazioni
A&B Living

Disegnata da Alberto Vismara, la madia Undici unisce funzio-


nalità ed estetica raffinatissima. Laccata in una finitura velluta-
ta color mattone, ha il frontale con cannette in vetro di Murano
fatte a mano che le donano movimento e diventano protagoni-
ste dell’insieme.

Foto: @ Alberto Parise per De Castelli

Come tu mi vuoi
Novamobili

La collezione di madie Belt disegnata da Philippe Nigro è pensata


per essere modulare al massimo. Sospesa sul basamento in me-
tallo in colori laccati opachi, ossidati e metal, la madia può esse-
re configurata in modi diversi combinando ante e cassetti per ot-
tenere contenitori adatti a ogni ambiente.

100
DAST.AGENCY

Pura poesia.
Haiku.
K E Y C U C I N E .C O M
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE MADIE

sot to Il letto Nachtwacht (“visione notturna”) di Teun Zwets realizzato, come tutti i suoi pezzi,
con materiali di scarto. a destra , dall ’ alto Il nederlandese Teun Zwets. Una sua scultorea madia.

«La bellezza della spazzatura altrui mi


sembra incredibile». Semplice ma deci-
samente d’impatto il lavoro, e il pensie-
ro, di Teun Zwets, giovane designer dei
Paesi Bassi già pluripremiato per il suo
sguardo inedito e artistico sulla sosteni-
bilità. Da collaborazioni con Lensvelt a
collezioni per Adorno, i suoi pezzi cat-
turano per fantasia e tecnica.
«C’è così tanto potenziale uso del
materiale per strada che la gente non
vede. Inoltre, utilizzando materie li-

MISTER FANTASIA
bere e di scarto, il processo di creazio-
ne diventa più semplice, perché non si
ha paura di sprecare in quanto si trat-
Foto: courtesy Teun Zwets

ta di lavorare già con un rifiuto... Creare


Un immenso potenziale sotto gli occhi di tutti, mi rende felice e voglio rendere felici le
che lui, Teun Zwets, coglie, letteralmente, persone con le mie creazioni. In questo
dalle strade e trasforma in design utile e artistico modo, la gente può possedere oggetti a
lungo nel tempo, il che è il design più
testo Valentina Raggi sostenibile che ci sia». ○

102
create your space www.cerasarda.it
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE MADIE

sot to , dall ’ alto


Disegni a mano nell’Ufficio Stile Provasi. La lavorazione artigianale del legno.
a destra Cabinet 2022 in mogano e bubinga con dettagli in ottone e ante intarsiate.

Tremila fra hotel, ville, resort, perfino


palazzi presidenziali in tutto il mondo.
Partendo dal cuore della Brianza, e dal
cuore della sapienza artigianale, mobili
e complementi in materiali preziosi han-
no arredato, fin dagli anni Settanta, resi-
denze e yacht di lusso.
A Seregno c’era già tutto: quattro
fratelli (Enrico, Paolo, Giovanni e Ro-
berto Provasi) con la passione per l’alta
ebanisteria, i tessuti di pregio e gli arre-
di del XVIII e XIX secolo inglesi e france-
si, la solida tradizione mobiliera della zo-
na e, non ultima, una folta comunità di
artigiani esperti di lavorazioni a mano.
A quel punto si trattava di coniugare un
savoir-faire che ha fatto della conoscen-
za profonda del legno e l’utilizzo degli
strumenti per l’intaglio il suo punto di
forza con un’azienda contemporanea.
Una crescita necessaria che progres-
sivamente ha portato all’ampliamento e
all’evoluzione della gamma di prodotti
Provasi nella direzione di uno stile più
moderno, come accade nella linea di cu-
cine Kitchen Line e in quella More Prova-
si. Tutto disegnato e prodotto (compresa
la falegnameria e la lucidatura) nei 10mi-
la metri quadrati della sede di Seregno.
Da cui escono, da oltre cinquant’anni, ar-
L’approccio artigianale e l’avanguardia industriale redi unici che uniscono tecnologia all’a-
si fondono nei mobili preziosi di un’azienda vanguardia e lavorazione a mano. ○
Foto: courtesy Provasi

DAL LEGNO IN POI Andate su ad-italia.it/ad-loves/ e seguite


l’hashtag #ADMadeInItaly sui nostri
canali social per scoprire altri “dietro
testo Elena Dallorso le quinte” del savoir-faire italiano

104
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE MADIE

PLASMARE
sot to Ouattara nel suo studio in Burkina Faso.

IL MONDO
L’artista del Burkina Faso Hamed Ouattara
riutilizza un materiale inusuale per mettere
in luce le tradizioni vernacolari
testo Hannah Martin

a sinistra L’opera Jimena Sougri Nel Burkina Faso, privo di sbocco sul
(Forgiveness), 2022, realizzata da
fusti di olio per motore e lamiera. mare e di combustibili fossili, il petro-
lio arriva sui camion, lasciandosi dietro
una scia di barili di acciaio vuoti. Hamed
Ouattara li trasforma in fantastiche scul-
ture funzionali. «Questo materiale riflet-
te la dipendenza economica del Paese e
il suo rapporto con il resto del mondo»,
spiega l’artista burkinabé. Con l’aiuto del
suo team di 15 persone, Ouattara smonta
i barili colorati, raccogliendo la lamiera,
per poi intagliarla, piegarla, martellarla
o rivettarla, utilizzando le tecniche tradi-
zionali di forgiatura dei metalli. Le for-
me afro-futuriste che ne risultano fanno
riferimento all’architettura locale suda-
nese-saheliana, sia reale che immagina-
ria. «Prendo ispirazione dai grandi edifi-
sopra Dugu (Country), 2022, anche ci medievali in Africa, dalle storie di eroi
questo con fusti di olio e lamiere,
è un contenitore scultoreo.
legate a città mitiche e dalle grandi mo-
schee e palazzi», spiega.
Ouattara è ora in mostra alla galleria
Friedman Benda di Los Angeles con Bo-
libana, prima personale negli Stati Uniti
– il titolo si riferisce alla parola in lingua
bambara che indica la fine di un viaggio
o di una trasformazione. I pezzi sembra-
no al tempo stesso astronavi grezze e fol-
lie architettoniche, con riferimenti alle
tecniche di costruzione vernacolari con
il fango dell’Africa occidentale. «Voglio
dimostrare che le tradizioni indigene so-
Foto: courtesy Friedman Benda

no ancora rilevanti», afferma Ouattara,


che vorrebbe istituire un programma di
educazione al design in Burkina Faso,
dove le possibilità di accesso al settore
sopra Afrikya (Africia), 2022,
sono limitate. «Il mio scopo è contribu-
è uno degli arredi/opere in mostra ire allo sviluppo di questo settore creati-
da Friedman Benda a New York. vo nel mio Paese». ○

106
PAVIMENTI D’AUTORE

T EL.0 5 0 879 12 2 · W WW.C R I S T I A N I.I T


ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

In un nuovo libro, intimo e personale, Ralph Lauren racconta la sua unica idea di “casa”

L’ARTE DI VIVERE
testo Sam Cochran

Se si parla di interior design, è difficile per Ralph Lauren indivi- «Sono un romantico». Queste parole, insieme a molte altre ri-
duare una sola passione. «Non ho mai seguito regole architet- flessioni, riecheggiano con forza nel nuovo libro del designer
toniche, o scelto un unico tema decorativo», ammette. «Adoro americano, Ralph Lauren: A Way of Living (Rizzoli New York).
il contemporaneo. Adoro l’American Country, il Southwest, il Pubblicato in occasione del 40° anniversario di Ralph Lauren
Foto: Pieter Estersohn

Bauhaus». Nel corso della sua leggendaria carriera, questa sua Home, il volume passa in rassegna le case dello stilista e raccon-
sensibilità eterogenea ha plasmato ogni aspetto del suo lavoro ta l’evoluzione del suo brand di lifestyle, lanciato nel 1983 come
e della sua vita, dalle sfilate alle sue case, passando per le colle-
zioni. «Non mi interessa se una cosa è inglese, francese, antica in alto Un interno di Ralph Lauren diventa set per scattare la collezione
o moderna. Deve essere qualcosa che mi piace». In breve, dice: New Modernist, per l’autunno del 2000. Tra le opere, una di David Hockney.

109
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

estensione del suo impero fashion. «Le nostre case sono la te­ Sono case tutte diverse fra loro, ma c’è un tratto comune che
la della nostra vita», scrive. «Che sia in città, in campagna, in emerge nei racconti di Lauren, che ci regala un ritratto sfaccet­
una fattoria, sulla spiaggia, in un attico o in una baita, è la no­ tato dell’uomo e del brand. È palese il suo grande amore per la
stra casa, e racconta la nostra storia». natura, dal mare azzurro della Giamaica ai pini profumati di
La sua, di storia, è illustrata da cinque magnifiche dimo­ Montauk fino alle montagne di San Juan in Colorado. «Amo la
re, molte delle quali gli appassionati di design ricorderanno di terra in sé: l’aspetto, la bellezza della terra indisturbata», scrive
aver visto su AD. A Manhattan, Lauren e sua moglie Ricky si del Double RL Ranch. Ed è anche evidente la sua passione per il
rifugiano negli spazi scultorei di un appartamento prebellico collezionismo, che si tratti di arte, coperte o libri. Artigianalità,
Foto: François Halard. Cover: Richard Corman

sulla Fifth Avenue, ristrutturato con audacia nello stile di un


loft downtown. Più a nord, a Bedford, hanno trasformato una
storica tenuta in una vetrina per i loro amati oggetti antichi.
Il ranch della coppia in Colorado, il Double RL, dalle loro ini­
ziali, è una dichiarazione d’amore all’American West, con lod­
ge in legno e fienili in 6.800 ettari incontaminati. E poi ci so­ a sinistra La copertina del nuovo
libro Ralph Lauren: A Way of
no le case super glamour, High Rock e White Orchid, in Gia­ Living, edito da Rizzoli New York.
maica, entrambe nel leggendario resort di Round Hill. E sulla sopra Il divano della collezione
Indian Cove Lodge e altri prodotti
punta di Long Island, a Montauk, l’elegante rifugio di famiglia di Ralph Lauren Home,
strizza l’occhio al Giappone, a Frank Lloyd Wright e al mare. in una delle case dello stilista.

110
Milano dal 1945
ph. Miro Zagnoli

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra Uno scatto del catalogo di Ralph Lauren Home Autunno 1998 con
alcuni tessuti della collezione Southport. a sinistra La magione di Ricky e
Ralph Lauren a Bedford (New York), fotografata da Bruce Weber nel 2002.

integrità, tradizione, eccellenza: concetti che si intrecciano nel-


le sue dimore proprio come nelle campagne pubblicitarie di
Ralph Lauren Home, le cui immagini d’archivio sono ordinate
per tema nel libro. La monografia parla di design, ma anche di
vita domestica, e ci fa gettare uno sguardo su rituali e routine di
Lauren. Giocare a biliardo, accendere candele la sera e guarda-
re il tramonto, su una vecchia chaise longue a Montauk o dalla
veranda di High Rock. Anche i film sono un’attività serale con-
sueta per la coppia di cinefili.
Foto: Bruce Weber; François Halard

A Bedford, lui e Ricky si ritirano nel salotto rivestito di mo-


gano per guardare i classici degli anni ’30, mentre al Double RL
Ranch la famiglia allargata si sistema sulle tante poltrone di pel-
le nel Saloon, la sala cinema. «Quello che faccio ha a che fare
con la vita», dice Lauren. «Con la vita più bella che si può vivere,
in tutta la sua pienezza, in ogni cosa, da ciò che indossi al modo
in cui vivi, al modo in cui ami». E nessuno sa farlo bene come
Ralph Lauren. ○

112
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2023
Aquarelle 14724-404
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

La sostenibilità, il lusso, il design. L’urgenza di tracciare una nuova strada accomuna


la nautica, l’architettura e l’automotive. Che si sono confrontate nel talk di AD Culture Club

SULLA STESSA BARCA


testo Elena Dallorso foto Mattia Greghi

Il mare della Costa Smeralda si infrange dolcemente poco più


in basso, il cielo è di quelli tersi di fine estate, la cornice – firma-
ta Peter Marino – è un’elegante citazione architettonica ed emo-
zionale di tutti gli stilemi dei circoli nautici, reinterpretati con la sopra L’architetto Francesca Muzio, specializzata in yacht
sensibilità dell’architetto e arricchiti della spettacolare collezio- e superyacht, oltre che in hotel e residenze di lusso, e il designer
Francesco Meda (abbiamo parlato del suo ultimo progetto a
ne d’arte e di fossili del fondatore, il principe Agha Khan. 6.000 pagina 69), protagonisti del talk di AD Culture Club allo Yacht
metri quadri con terrazza panoramica e piscina, ristoranti, bar, Club Costa Smeralda insieme a Range Rover.

115
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra , da sinistra
Lo Yacht Club Costa Smeralda, fondato nel
1967 dal principe Aga Khan, insieme ad Andrè Ardoin, Giuseppe
Kerry Mentasti e Luigi Vietti, è concepito come una casa.
Un’immagine del mare alla Marina Nuova. a destra Alle pareti del
circolo nautico le riproduzioni degli scafi delle barche dei soci.

lounge, un centro benessere e 24 suite, compresa una Suite Presi-


denziale di 1.000 metri quadri. Ed è qui che è approdato l’AD Cul-
ture Club che, insieme a Range Rover, ha organizzato a Porto Cervo
un incontro sul concetto di lusso sostenibile e sul design. Protago-
nisti, l’architetto Francesca Muzio e il designer Francesco Meda,
che hanno affrontato, partendo dalle proprie esperienze proget-
tuali, i pilastri tematici su cui Range Rover fonda la propria stra-
tegia e i propri valori: sostenibilità (declinata, appunto, nel con-
cetto di lusso sostenibile) e design lineare. «Dal mio punto di vi-
sta la linearità parte dall’eliminazione dell’over-design, dalla ra-
zionalizzazione nell’uso dei materiali, dall’ascolto e dalla relazione
con tutti gli attori di una costruzione: artigiani, tecnici, creativi»,
ha detto Francesco Meda. E di ascolto ha parlato anche Francesca

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

da sinistraIl lucernario all’ingresso dello Yacht Club


Costa Smeralda. La nuova Range Rover Velar
alla marina di Porto Cervo. sot to La scalinata
che porta ai piani superiori dello Yacht Club.

Muzio, che ha definito il proprio ruolo di architetto come quello di


un “creative listener “ che si mette a disposizione della committen-
za interpretandone, o addirittura anticipandone i desideri. Un pro-
cesso che passa necessariamente, sia nell’ambito della nautica, sia
in quello dell’architettura residenziale, sia nell’automotive, attra-
verso la sostenibilità dei processi produttivi, dall’approvvigiona-
mento alla scelta responsabile dei materiali, dal design ai fornitori.
La filosofia riduzionista applicata da Range Rover alle sue
nuove vetture si muove in questa direzione: nessun over-design,
uso di materiali performanti soltanto se funzionali, predilezione
per quelli sostenibili (come i rivestimenti leather-free o in Kva-
drat™) e tecnologia frictionless, per poter immaginare l’abitaco-
lo di un’auto come l’estensione dell’ambiente abitativo. Ed è stata
Francesca Muzio a sintetizzare il concetto in una frase: «I am my
home». Sono la mia casa. Anche sull’acqua, o su una strada. ○

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Emiliano Salci e Britt Moran, alias Dimorestudio, rivelano


il segreto del loro stile inimitabile: inventare a partire dai ricordi

IL TEMPO È UN ROMANZO
testo Laura Leonelli produzione Felix Wagner styling Emiliano Salci foto Piergiorgio Sorgetti

Omaggio alla creatività di Elsa Peretti,


che ha disegnato per Tiffany il bracciale
in argento dalla linea sensuale e
asimmetrica, e la collana con pendente
a bottiglia, sempre in argento.

121
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra Il celebre orologio Serpenti Tubogas di Bulgari, con cassa in acciaio inossidabile, lunetta in oro rosa a 18 kt e diamanti, e bracciale
in acciaio inossidabile e oro rosa 18 kt. Quest’anno l’icona della maison romana festeggia 75 anni con una mostra inedita a Milano.

122
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra L’arte di Van Cleef & Arpels in tre magnifici anelli, il Perlée couleurs, in oro giallo 18 kt, diamanti e malachite, il Perlée, con fascia
composta da cinque file di perline in oro giallo 18 kt intervallate da smeraldi, e il Perlée diamonds, a cinque file di perline d’oro a 18 kt e
diamanti. Completano, la collana Clash di Cartier, in oro rosa 750 onice e diamanti, e la collana Clash, modello flessibile in oro rosa 750.

124
AD × FRÉDÉRIC MALLE

Profumo e design
oltre le mode
L’estro profumiero di Frédéric Malle è dav-
vero infinito. E non abbraccia solo la per-
sona ma anche gli ambienti e la casa. Pas-
sione che travalica ogni confine, anche
quelli disciplinari. Le abbiamo chiamate
“Affinità elettive e olfattive” perché legano
con un fil rouge il mondo della progettua-
lità e del design con quello dei profumieri
più raffinati, come il maestro parigino. Un
esempio? Il nuovo profumatore per am-
bienti “Fleur Mécanique 2”, in uscita que-
sto mese e disegnato dallo stesso patron
della Maison. Un masterpiece anche di de-
sign, racconta l’architetto e designer Han-
nes Peer, che ha collaborato al progetto di
AD con Flos e Frédéric Malle per racconta-
re con diversi format e linguaggi, il connu-
bio tra il design e la nota casa editrice pro-
fumiera parigina: “Vorrei vedere gli oggetti
che realizzo resistere ai tempi che cambia-
no. Perché questo accada, bisogna proget-
tare fuori moda. Nel mondo dei profumi lo
fa Frederic Malle, allontanandosi da ogni
moda olfattiva”. Evoluzione del primo pro-
fumatore per ambienti inventato da Fréd-
éric Malle 14 anni or sono, il Fleur Mécan-
ique 2 rappresenta un’esperienza olfattiva
e accogliente, grazie alla diffusione conti-
nua e delicata di fragranze esclusive. Guar-
Frédéric Malle
senza precedenti grazie alla sua tecnolo- datelo, è bellissimo e acceso di passione lancia
gia all’avanguardia e al design cutting ed- autentica ma raffinata che rende omaggio
ge. Questo diffusore di profumi è stato pro- alla grande tradizione del design: una sca-
Fleur Mécanique 2,
gettato per creare un ambiente armonioso tola minimalista che trae linfa dai proget- un sofisticato
ti di Matthieu Matego e Dieter Rams, men-
tre il colore, rosso, è una citazione di Jean profumatore con
Prouvé e Charlotte Perriand: Fleur Mécan-
ique 2 è dotato di un meccanismo sofistica-
estetica minimalista
to che permette di regolare l’intensità della e allure eterna
diffusione del profumo. Grazie alla sua tec-
nologia avanzata, il dispositivo è in grado
di diffondere il profumo in modo unifor-
me e costante, garantendo una lunga du-
rata della fragranza. Ma non è solo la tec-
nologia a rendere Fleur Mécanique 2 una
nuova icona di desiderio. La combinazio-
ne di materiali di alta qualità e linee raffi- In alto, l’architetto Hannes
nate lo rende un’espressione di stile ricer- Peer, ambassador del progetto
AD-Flos-Frédéric Malle. A sini-
cato, un distintivo complemento di arre- stra, il nuovo profumatore per
do per la casa. ambienti Fleur Mécanique 2.
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra Il classico orologio Tank Louis di Cartier, modello piccolo con movimento al quarzo e cassa in oro giallo 750;
accanto, il cronografo Reverso di Jaeger-LeCoultre, e il bracciale Clash di Cartier in oro rosa 750.

126
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra Tra antiche pagine di un libro cinese, l’intramontabile Rolex Oyster Perpetual 41 in acciaio inossidabile, con il bracciale a maglie larghe
e piatte, introdotto negli anni ’30. Accanto, l’orologio Santos di Cartier, in acciaio e oro giallo, con movimento meccanico e carica automatica.

128
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Compiono vent’anni. Vent’anni durante i quali il tempo, nelle sue


varianti e nella sua patina, è diventato il tema del loro stile. Ecletti-
co, elegantissimo, inimitabile. Nel 2003 Emiliano Salci e Britt Mo-
ran si sono incontrati a Milano e hanno creato Dimorestudio, ate-
lier di design e architettura. Nella cornice imponente di Dimore-
centrale, headquarter a un passo dalla Stazione Centrale di Mila-
no, e tra gli arredi dei maestri del ’900 e degli stessi “padroni di ca-
sa” dove è stato ambientato questo servizio, Emiliano e Britt han-
no raccontato il loro tempo. Partendo dall’origine della parola di-
mora. «Diciamo “dimora” e tutti pensiamo a una casa aristocrati-
ca, antica, sontuosa. Ma in latino dimora deriva dal verbo morari,
che vuol dire trattenersi, e quindi la dimora è un luogo che ci in-
vita a restare e a trascorrere il tempo. Ecco, noi creiamo dimore,
e scegliamo e disegniamo arredi e tessuti che abbiano la forza di
sopra Questo servizio è stato realizzato a Dimorecentrale,
“trattenerci”, e di trattenere la luce del tempo nel quale sono nati», headquarter milanese di Emiliano Salci e Britt Moran,
dice Emiliano Salci. e tra gli oggetti raccolti dai due designer nei loro viaggi.

ad: In questo vostro tempo fatto di epoche diverse, vi ricordate l’ora Nessuno aveva fatto niente di simile prima di lui. A tredi-
in cui vi siete incontrati nel 2003? ci anni scappavo da scuola per vedere le sue vetrine. Siamo
es: Sicuramente era tardi, prima di mezzanotte, ed era estate. diventati amici così.
bm Veramente era ottobre. E mi ricordo anche cosa indossavo, bm Poche settimane fa abbiamo acquistato un dipinto del XVI se-
pantalone kaki e camicia azzurra. Emiliano invece aveva dei colo, un ovale con la Madonna e un Bambino meraviglioso,
pantaloni militari, camicia batik e felpa rossa Adidas. Ci sia- ma in realtà quello che ci ha colpito è la trama della tela. Si ve-
mo dati appuntamento il giorno dopo ed Emiliano, lui dice per de la iuta, tanto è consumata. Bellissimo.
sorprendermi, era tutto in Alexander McQueen. es Questo per dire che il nostro stile mette a nudo le trame e le
ad: Nella Milano minimale di quegli anni, voi proponete il colore, e strutture del tempo, che poi significa fare un discorso sulla
invece del solito showroom aprite la casa in via Solferino. memoria e sulle radici. O sai da dove viene la cultura di Gio
es: La nostra era un’abitazione-studio e durante il Salone del Mo- Ponti, e quindi sei in grado di immaginare il suo mondo e sai
bile gli ospiti vivevano in prima persona l’atmosfera e il siste- fare del suo mondo una parte del tuo, o altrimenti Ponti è so-
ma del nostro stile, che nasce sempre da incontri di epoche di- lo un pezzo costoso messo in un salotto.
verse. Per noi è spontaneo mischiare un oggetto dell’Ottocen- bm Noi infatti non ricostruiamo un’epoca, non siamo dei citazio-
to con un pezzo di Magistretti, o uno di un autore anche me- nisti. Noi interpretiamo, e in questo inseriamo anche degli er-
no famoso. Anche perché all’origine di ogni progetto, ci sono rori, degli scarti temporali, che sono sempre voluti.
i nostri caratteri, diversi, io che amo la decadenza, e Britt che ad In questo momento qual è l’epoca che vi ispira di più?
è più “esatto”, più scientifico, più goethiano, infatti ha studia- es Gli anni ’60, quello snobismo sofisticato, appoggiare un qua-
to chimica e ama la letteratura e i viaggi. dro di Lucio Fontana a terra, un Andy Warhol. Erano an-
bm Mescolare epoche diverse è molto italiano. Anzi direi che il ni disinvolti anche nelle cose preziose, c’era un’aria ribelle e
gusto italiano è conoscere e valorizzare ogni strato del tem- sempre elegante, un po’ Yves Saint Laurent. Chi ha respirato
po. Quando sono arrivato la prima volta in Italia, a vent’anni quest’aria, magari in famiglia, la vive ancora oggi. Penso a una
per il mio Grand Tour, sono rimasto affascinato dalla foglia festa a Pantelleria, le donne con diamanti e abiti da sera, poi
d’oro delle pale del ’300. Ecco, questo strato d’oro è il simbolo a un certo punto arriva Charlotte Gainsbourg in jeans e ma-
di una manualità preziosa, di un’attenzione che diventa me- glioncino di cachemire color panna, ad agosto. Lei, la più chic
todo di lavoro e cultura. perché se ne è fregata di tutto.
es Britt ha scelto la parola fondamentale, cultura. E io met- bm Agli anni ’60 di Emiliano aggiungerei gli anni 2000 di Mila-
terei un aggettivo, la cultura deve essere sempre “persona- no. Questa città non è mai stata così bella come allora, quan-
le”, perché vuol dire trovare i propri maestri, di ogni epoca. do ci siamo incontrati. C’erano ancora i vecchi negozi, ne ri-
Britt è americano e ha studiato a Edimburgo. Io sono nato cordo uno di biancheria bellissimo in via Monte Napoleo-
ad Arezzo e se devo ricordare i miei due maestri dico Pie- ne, poi un baretto in zona Garibaldi dove andavamo a bere
ro della Francesca, con gli affreschi della Cappella Bacci, e un bicchiere di vino rosso, e vedo ancora le colonne con gli
Beppe Angiolini e la sua boutique Sugar. Alcuni rosa e az- specchietti. Adesso la città è stata asciugata dei suoi picco-
zurri dei nostri lavori vengono da Piero, e il senso del tem- li gioielli. Peccato.
po che passa e va amato, o temuto per questo, viene da Bep- es Le città non sono fatte solo dei monumenti dei vari Bernini
pe. Penso ai muri scrostati del suo negozio. Penso a una ca- e Borromini. Il tempo dell’arte e della vita, miei cari, è mol-
tasta di sedie sfasciate e sopra un vestito di Romeo Gigli. to di più. ○

130
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

ONDULAZIONE PERMANENTE
Un viaggio scintillante tra materiali d’archivio e tecnologie sensoriali. A Milano, una mostra
celebra l’evoluzione dell’icona Serpenti di Bulgari. Inarrestabile, ipnotica
testo Alessandra Pellegrino

Si insinua, si attorciglia, si avvolge sinuo- narrativo, la “Serpenti Factory” che sve-


so a collo, dita e polsi, facendoli scintillare. lerà i segreti dell’icona, anche attraverso
Con quell’allure ipnotica, l’iconico Serpen- stanze immersive multisensoriali, imma-
ti Bulgari ha ingioiellato le dive fin dalla fi- gini 3D che prendono vita e un Cinemi-
ne degli anni ’40. E senza mai avvelenarle. no per vedere il docufilm Inside The Dre-
Tutto ebbe inizio con l’orologio Tubo- am, che spiega la nascita di una creazione
gas, con le sue maglie d’oro senza salda- di Alta Gioielleria Serpenti, dal sourcing
ture. Oggi, mille metamorfosi dopo, fe- delle pietre al debutto sul red carpet. Per
steggia 75 anni e scattano le celebrazio- l’occasione, alcuni artisti reinterpreteran-
Foto: courtesy Bulgari

ni in tutto il mondo. L’unica tappa euro- no il segno Serpenti: Quayola, Sougwen


pea della mostra 75 Years of Infinite Tales Chung, Daniel Rozin, Cate M e i milanesi
sopra A Hug, l’acquerello di Fabrizio “Bixio” è a Milano, di scena dall’11 ottobre al 19 Fabrizio “Bixio” Braghieri e Filippo Saler-
Braghieri. in alto Sculpture Factory: Serpenti
di Quayola, che crea sculture incompiute
novembre presso il Dazio di Levante di ni. Un’opportunità unica per riempirsi gli
attraverso una performance robotica. Piazza Sempione. Si tratta di un percorso occhi di oro, arte e diamanti. ○

133
#il tuo spazio Wellness

ZEN COMBI
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

UN MAGNIFICO DESTINO
Una storia incredibile di coincidenze ed eccellenze lega un’ex abbazia in Francia
alla maison Louis Vuitton, che la restaura e la trasforma in atelier creativo
testo Valentina Raggi

C’è un filo che intreccia, in maniera mi- Sud: Vendôme. E subito la mente vola nel
steriosa e magica, storie lontane, e atten- cuore di Parigi, in una delle piazze più ico-
Foto: Oliviero Pilcher (1): Courtesy Louis Vuitton

de solo di essere preso tra le mani. Quan- niche del mondo, un nome ereditato dalla
do accade, si chiama destino. Questa è la dimora privata parigina del duca César de
splendida sensazione che si avverte nel Vendôme, nel luogo in cui Luigi XIV co-
leggere la storia dell’Atelier Abbaye Ven- struì in seguito Place Vendôme, quartiere
dôme, un’antica abbazia che Louis Vuit- in cui – destino vuole – Louis Vuitton aprì
ton ha restaurato per farne un nuovo la- la sua prima vetrina nel 1854, e, al nume-
boratorio specializzato in pelli preziose in ro 2 della piazza, la maison ha inaugurato
cui la maison realizza le sue borse. un negozio nel 2017.
sopra La lavorazione manuale della borsa Partiamo dal nome di questo luogo L’edificio, che compirà mille anni nel
Capucines di Louis Vuitton. in alto La facciata
dell’Atelier Abbaye Vendôme, con l’antico attraversato dal fiume Loira, tra la regio- 2032, si trova nel cuore antico della città,
Odobey Clock di nuovo in funzione. ne del Perche a Nord e la Petite Beauce a nel quartiere di Rochambeau, ed è stato

135
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«Per destino, il paese


Vendôme si lega
all’iconica piazza di
Parigi dove la maison
ha il negozio»

abbazia, tribunale rivoluzionario, roc-


caforte militare, centro fiscale, muni-
cipio e, oggi, centro produttivo. Nei tre
anni di lavori per il recupero e la trasfor-
mazione del palazzo, tutelato come be-
ne storico, sono venute alla luce parti
decorate dai monaci e anche graffiti in-
cisi sulla pietra dai soldati, uno dei qua-
li risale al 1854, anno di fondazione di
Louis Vuitton. Altro sussurro del fato.
L’ex navata sud dell’Abbazia della Trini-
tà è stata trasformata in uno straordina-
rio atelier di quattro piani. I rosoni goti-
ci richiamano una delle ispirazioni per
l’iconica tela Monogram, creata nel 1896
dal figlio di Louis, George-Louis Vuit-
ton, come omaggio al padre. E di nuovo
quel filo lega tutto.
In un andirivieni temporale tracce
del passato e del presente si incontra-
no, i resti dell’antica cucina, risalente
al XIII secolo, sono stati portati alla lu-
ce, le file di pietre visibili dall’ingresso
segnano le diverse epoche del comples-
so, e un segno nero su una parete ricor-
da addirittura il terribile incendio del
1908 che bruciò il tetto. Infine, il gran-
Foto: courtesy Assouline (1) e Louis Vuitton

de orologio in facciata, un capolavoro


con pendolo in bronzo del 1870 che ave-
va smesso di funzionare nel 1914, è sta-
to fatto restaurare; al tempo fu prodotto
nella zona del Giura, che è anche regio- sopra Uno dei laboratori
ne natale di Louis Vuitton... Ogni gior- nell’atelier di pelletteria in cui
si realizzano borse. a destra
no gli artigiani dell’atelier lo caricano a Il meccanismo, attivato a
mano. E il destino compie il suo giro. ○ mano, dell’Odobey Clock.

136
Corcoran Magri Properties
è arrivata a Verona.
Ora tocca a te.
Troviamo assieme la tua casa nella città dell’Amore.

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

a sinistra Il sofà Chester con motivo


Tribal, texturizzato e tridimensionale.
sot to Boateng, nato a Londra da ge-
nitori ghanesi, posa sulla Vanity Fair
di Poltrona Frau da lui reinterpretata.

La sobrietà inglese, i motivi ancestrali e l’eccellenza italiana. È la collezione Culture & Craft
che segna il debutto di Ozwald Boateng nel mondo dell’arredo insieme a Poltrona Frau

LA MIA AFRICA (BESPOKE)


testo Alessandra Pellegrino

In Ghana, le tonalità che una persona indossa durante una ceri-


monia svelano l’educazione ricevuta. Per questo i motivi tribali di
Ozwald Boateng si basano sul colore, raccontando, come fossero
un mantello fashion, il background del sarto di Savile Row.
Da Londra, il designer britannico di origine ghanese confezio-
na abiti su misura per gentlemen di tutto il mondo, e oggi disegna
l’abito bespoke dei prodotti iconici di Poltrona Frau, dal sofà Che-
Foto: courtesy Poltrona Frau

ster alla poltrona Vanity Fair, fino agli accessori Beautilities (cusci-
ni, tappeti, il gioco Mancala, omaggio alle radici Ashanti). La sua
cifra stilistica è evidente nell’uso di pelle goffrata, ispirata ai tradi-
zionali tessuti kente e ai colori vibranti tipici della cultura africa-
na. «L’opportunità di portare la mia competenza di moda maschile
nell’arredo è sempre stata la mia aspirazione», chiosa Boateng. ○

139
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

La prima bottega nel 1794 e adesso, tre secoli dopo, uno


spazio dove creare, restaurare e vendere alta orologeria

L’ORA E IL POSTO
testo Elena Dallorso

FA S C I N O C L A S S I C O
Tradition automatico

Cassa in acciaio 42 mm, corona a pressione in


acciaio, vetro minerale bombato. Movimento
ETA 2846 automatico con datario.

CON DISTINZIONE
Personalizzazione ad hoc

Al primo piano, nell’angolo dedicato ai cinturi-


ni, un artigiano specializzato nella lavorazione
della pelle è a disposizione dei clienti.

Trecento anni di storia, cinque generazioni e futuro della maison. Dallo storico ban-
e due famiglie, gli Hausmann e i Frieling- co per la vendita restaurato allo chandelier
sdorf, Roma e il tempo, quello scandito da- all’ingresso, entrambi memoria del nego-
gli ingranaggi degli orologi, un progetto a zio in via del Corso, dove iniziò la storia di
« L’ I D E A È Q U E L L A D I
360°, immersivo ed evocativo insieme: Loft Hausmann & Co., alle due antiche casse-
GENERARE UNA COMMUNITY
è il nuovo hub dedicato alla cultura dell’al- forti con finitura effetto bronzo nella zona
ta orologeria aperto da Hausmann & Co. vendita concepita come un salone moder-
Foto: Stefano Pinci

D OVE I CLIENTI P OSSANO


V I V E R E A 3 6 0 ° L A PA S S I O N E
in via di San Giacomo, che i progettisti no (nella foto sopra): davanti al camino su
P E R L ’ A LTA O R O L O G E R I A »
Giorgio Grandi (GGAStudio) e Marco Co- disegno, poltrone Hug di Arflex e lampade
francesco hausmann
vini (Visual Project Studio) hanno ideato Balloons di Brokis, appoggiate su un tap-
e giulia mauro come l’anello di congiunzione tra passato peto custom di Besana Moquette. ○

141
AD × CINELLI PIUME E PIUMINI

Un sonno di charme e naturale


tracciabili. DOWNPASS e RDS (Responsible
Down Standard), ad esempio, sancisco-
no come le piume provengano da anima-
li sotto tutela e allevati in maniera respon-
sabile, in salute e nel loro ambiente natu-
rale. Inoltre, il brand da anni è membro di
EDFA (European Down and Feather Asso-
ciation), associazione internazionale che
raggruppa i principali produttori mon-
diali di articoli in piuma. E ancora, Cinel-
li Piume e Piumini ha l’ambita etichetta
NOMITE® che attesta come le diverse col-
lezioni siano indicate a persone allergi-
che alle polveri domestiche. Infine, l’a-
zienda è appena entrata nell’IDFB (Inter-
national Down and Feather Bureau), l’as-
sociazione worldwide dei produttori di
piuma. Tutta questa passione si rispec-
chia nelle collezioni che Cinelli Piume e
Piumini sforna ogni anno. Nella proposta
di trapunte per l’A/I 2023-24 trionfa l’amo-
re per la natura nelle stampe e nei colori,
l’eleganza senza tempo, il brio degli effet-
Sopra e in basso, due nuove tra- La piuma d’oca è sinonimo di un sapere ti optical e lo charme delle texture flore-
punte della collezione A/I 2023-24 antico e longevo, per un comfort natura-
Cinelli Piume e Piumini. ali con tonalità calde, sfumature di grigio
le pensato per durare nel tempo. Cinelli e di verde. Il design elegante e arioso, la
Piume e Piumini è una delle pochissime leggerezza e morbidezza senza pari, fan-
aziende che padroneggiano l’intero ciclo no sì che le nuove trapunte Cinelli Piume
della piuma d’oca, combinando al meglio i e Piumini – disponibili con due varianti di
saperi artigianali con l’innovazione tecno- imbottitura, invernale e light e nei forma-
logica del miglior made in Italy. Lo stabi- ti matrimoniale, piazza e mezzo, singo-
limento di Buggiano, Pistoia, è in grado di lo – siano una festa per gli occhi e un’oa-
svolgere e controllare tutte le fasi produtti- si di benessere per un relax rigenerante.
ve. Il risultato? Prodotti al 100% italiani e di www.cinellipiumini.com
qualità comprovata, con un design ricerca-
to e una spiccata sensibilità green, perse-
guita con tecnologie che contrastano l’im-
patto ambientale. Per centrare questi ri-
sultati straordinari, l’azienda opta innan-
zitutto per una piuma d’oca autentica, se-
lezionata rigorosamente. In tal senso, non
mancano le certificazioni autorevoli che
sottolineano gli sforzi per dare vita a pro-
dotti creati con materiali e procedimenti

Qualità certificata, eccellenza nella


lavorazione e attenzione per l’ambiente
sono al centro della nuova collezione
di trapunte di Cinelli Piume e Piumini
AD × ASKO

Benvenuti nella cucina


smart del futuro
Dedicato a chi vuole la perfezione degli di temperatura. Le stoviglie, infatti, rac-
chef stellati e non teme di rivoluzionare chiudono dei sensori che misurano la
il modo di cucinare, ASKO lancia la cu- temperatura dell’alimento cucinato e
cina del futuro. Il sistema intelligente la comunicano al piano cottura, il qua-
Celsius Cooking™ trasforma pentole e le regola la potenza erogata dispensan-
piani d’antan in un’avveniristica cuci- do il calore ideale al momento giusto in
Sopra, il sistema di cottura ASKO na smart connessa, grazie a un piano a ogni fase della cottura. In pratica, scor-
HIHD 854 della gamma Celsius
Cooking™, combinato con la cappa
induzione che comunica tramite Blue- datevi di dover continuare ad alzare o ab-
smart Elevate™. tooth con pentole, padelle e una sonda bassare la temperatura, nuocendo alle
proprietà organolettiche degli alimenti: il livello della potenza di cottura imposta-
da oggi, potete controllare tempi e tem- ta e della temperatura in gradi, anche nu-
perature con una precisione mai avu- mericamente. E poi, con Move Function
ta prima evitando sprechi alimentari. E si può spostare una padella da una zona
se non vi sentite già pronti per la nuo- all’altra senza interrompere la cottura,
va era, sul sito celsiuscooking.com/it mantenendo i settaggi precedenti visto
c’è un lungo elenco di ricette con le mo- che la nuova zona si attiva da sè. Infine, Il nuovo sistema smart si basa sul
dalità di cottura preimpostate: più faci- mai più interruzioni di corrente: con la collegamento Bluetooth tra piano
le e user friendly di così davvero non si funzione Power Limitation Management cottura, pentole e sonda di tempera-
tura. Sotto, il controllo Easy Dial2.0
può. Preoccupati per l’impatto estetico? è possibile limitare facilmente la potenza installato su tutta la gamma Celsius
Tranquilli, perché il sistema Celsius Co- massima dal menù impostazioni. Cooking™.
oking™ nasce per strappare l’applauso
agli amanti del design. Con linee pulite
ed eleganti, è realizzato in vetro cerami-
ca nero antigraffio (ma è possibile sceglie-
re tra finitura mat e lucida a seconda del-
lo stile della propria cucina) e può essere
installato a filo col piano di lavoro. Inol-
tre, gli speciali profili di montaggio fanno
sì che non occorra tagliare il piano per la
manutenzione del sistema. Il fiore all’oc-
chiello? Il modello HIHD 854 con cappa
d’aspirazione Elevate™. Efficiente e silen-
ziosa, automatica e ad elevazione, questa
cappa futuristica è perfettamente integra-
ta e programmata per agire in sincronia
col piano, attivandosi quando serve. È fa-
cilissima da pulire con i filtri in 7 strati
di acciaio inox che possono essere lavati
in lavastoviglie. Prestazioni superiori che
si sposano con quelle del sistema HIHD
854, presenti in tutta la gamma Celsius
Cooking™. Con la funzione Auto Bridge™,
è possibile espandere automaticamente
la zona di cottura su due induttori, inoltre,
grazie a Easy Dial2.0 avrete subito la per-
cezione visiva del calore con cui cucina-
te: merito del controllo touch che indica

Con il sistema di
cottura intelligente
Celsius Cooking™
e la cappa
automatica
ElevateTM ASKO
entra in una nuova
era. Funzionalità
hi tech e un design
senza compromessi
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

In questo numero AD svela la nuova villa di Fedez e Chiara Ferragni sul lago di Como;
scopre un attico futurista in un edificio di Daniel Libeskind a Berlino; e vola in Francia,
dalla “scultura abitabile” di Claude Parent in Normandia, a Parigi, in una casa firmata
Hugo Toro, in un’altra Belle Époque con twist e infine in una dimora dalla storia unica

147
Parigi

foto
testo
In un palazzo monumento storico, la trasformazione, sottile e totale, di una

Tommaso Sartori
Valentina Raggi
UNICUM
casa, tra restauri filologici e presenze attuali, come un certo Daniel Buren
ARCHITECTURAL DIGEST

sopra Nel salone, divani di Pierre Augustin Rose, pouf di B&B Italia e tavolini di Eric Schmitt, su tappeto in lana e seta di Halcyon Lake.
A sinistra, scultura appesa di Aaron Carter.
CASE

pagine precedentiSopra la porta della sala da pranzo una Allegoria delle arti: Poesia, tela montata su legno.
Nella stanza d’ingresso, un dipinto di Brook Andrew e una scultura di Eddie Peake.
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

152
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

Nella cosiddetta “sitting room”, console Eros in marmo di Angelo Mangiarotti (Agape), divani di Molteni&C, side table di Atelier STRAF
e tappeto di Halcyon Lake. Opere video a parete di Angelica Mesiti. pagina accanto La scala secentesca che porta all’appartamento.

153
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

154
In soggiorno, divano di Pierre Augustin Rose e side table di Eric Schmitt. Opera di Polly Borland.
pagina accanto Sempre nel living divano di Rose, piantana di Davide Groppi e tappeto Halcyon Lake. Opere di Tony Clark.

155
In sala da pranzo,
tavolo Hermès, sedie
Cab 412 di Mario
Bellini (B&B Italia),
lampadario custom
di Nathalie Ziegler
Pasqua (Galerie
Mougin). Antichi
dipinti alle pareti
e, sopra le porte,
allegorie di Pittura
e Scultura. Sulla
sinistra, intervento
site specific a righe
bianche e verdi di
Daniel Buren.
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

158
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

Fu uno dei suoi primi progetti, lo fece per celebrare il Abbiamo fatto rifare le maniglie a mano in Belgio, so-
suo matrimonio con Anne Bodin nel 1668, era il mo- no in ottone come gli interruttori, in stile e dello stes-
mento in cui la sua carriera stava decollando e deside- so colore delle pareti, e siamo riusciti a creare canaline
rava mostrare il proprio talento, oltre a crearsi una ca- nascoste per l’aria condizionata». Non si direbbe, ma la
sa e uno studio qui. Dopo Hôtel de Sagonne, Jules Har- casa cela avanguardistiche soluzioni hi-tech. Per com-
douin-Mansart divenne l’architetto favorito di re Lui- binare l’involuro antico con la collezione d’arte moder-
gi XIV e progettò capolavori come Les Invalides, Pla- na – dal video di Bill Viola a opere di artisti australiani
ce Vendôme e parte dell’ampliamento della Reggia di – gli architetti scelgono di definire gli ambienti con cro-
Versailles, tra cui la famosa Sala degli Specchi. Scopri- mie: bianca la zona giorno, carbone la zona studio/sa-
re questa storia è stata una folgorazione per il team del- lotto che conduce alla camera padronale, come un lim-
lo studio australiano Wood Marsh, che ha avuto l’onere, bo cromatico tra le stanze pubbliche e quelle private, e
ma soprattutto l’onore, di far tornare a splendere un ap- corallo la sala da pranzo, dove, a sorpresa, tra dipinti di
partamento di Hôtel de Sagonne – IV arrondissement, allegorie secentesche arriva un intervento site specific di
vicino a Place de la Bastille – in- Daniel Buren con le sue tipiche
chinandosi alla Storia, ma con righe, bianche e verdone stavol-
mano contemporanea. ta. «Buren era entusiasta. Ci ha
«Abbiamo scoperto che raccontato di essere già stato qui
al bisnonno del progettista, una quarantina di anni fa per un
François Mansart, si deve il ter- lavoro che poi non andò in por-
mine “mansarda” e questo edifi- to. Ama questo palazzo».
cio presenta infatti questa pecu- La cucina, in legno e marmo
liarità sui tetti», racconta Randal Nero Marquina, nasconde elet-
Marsh, cofondatore dello studio trodomestici integrati. Mentre il
con Roger Wood. «Nel tempo il bagno padronale è un altro gio-
palazzo è stato suddiviso in ap- iello, un total look di sottili lastre
partamenti e questo, di circa 200 in marmo posate con una tecni-
metri quadrati, è stato acquista- ca ingegneristica per non grava-
to da un mio amico, grande av- re sull’appartamento sottostan-
vocato e collezionista d’arte di te: «Quello l’ha progettato Jac-
Melbourne, per ritirarsi a Parigi ques Garcia e conserva ancora
una volta in pensione. Gli inter- tutti gli elementi originari d’e-
ni erano in condizioni disastro- poca», svela Marsh. Lo studio di
se e lui mi ha detto: “Desidero architettura ha scelto anche ogni
qualcosa di bello e mai visto pri- arredo: «Esclusivamente azien-
ma. Costi quel che costi”». de di design europee, e un paio di
Parte così un progetto di am- pezzi disegnati da noi. Ogni scel-
modernamento e recupero filologico che richiede quasi ta stilistica è stata fatta per rendere questo luogo sceno-
cinque anni. L’edificio è infatti un monumento storico grafico, ma delicatamente», continua Marsh. Che con-
sottoposto ai più stretti vincoli di tutela, occorre muover- fessa di aver seguito il progetto durante la pandemia:
si in punta di piedi, ma riuscire ugualmente a far compie- «L’ho visto all’inizio e poi dopo cinque anni, un lavoro
re alla casa un salto temporale di quattro secoli. E la sfi- difficile da gestire a distanza ma avevo le persone giuste
da diventa una meravigliosa avventura. «Eccetto la ca- sul posto e il risultato è andato oltre le mie aspettative.
mera degli ospiti non abbiamo toccato il layout interno. Dopo un’esperienza così positiva abbiamo deciso di la-
Abbiamo coinvolto esperti per catalogare ogni dipinto vorare di più in Europa, e abbiamo già una commissio-
e dettaglio, e restaurarli, e rimuovere elementi postumi. ne per una casa privata su un’isola greca. Anche se do-
Il lavoro è stato davvero meticoloso, oltre 350 gli schiz- po aver lavorato su un appartamento di tale splendore
zi, è stata analizzata e studiata ogni singola giunzione. sarà difficile trovare qualcosa di più entusiasmante». ○

sopra Close up su un dipinto dell’artista Brook Andrew in ingresso. pagina accanto Il bagno, con rubinetteria Fantini,
è customizzato con un total look marmo realizzato con un ingegneristico procedimento: è in sottili lastre applicate
su pannelli in alluminio alveolare per alleggerire la struttura e non gravare col peso sull’impianto d’epoca.

159
Parigi
L’armonia
testoMarina Hemonet
produzioneSarah de Beaumont
foto Matthieu Salvaing

dei

contrasti
Vicino al Parc des Buttes-
Chaumont, Hugo Toro ha
ripensato un appartamento
rimasto fermo agli anni ’60-’70
come una suite d’hotel. Con
una palette di colori potente

In sala da pranzo, il tavolo di


lacca rossa e la lampada sono stati
disegnati da Hugo Toro. Sedie vintage
anni ’70. Sul tavolo, vaso Les âges de
la vie di Jules-Aimé Grosjean (Galerie
Vauclair) e piatti vintage. La console
in liquidambar laccato nasconde
il televisore. Sopra, una coppia di
candelabri vintage belgi. In basso
a destra, Chaise F della collezione
Amanecer di Hugo Toro (Galerie
Kolkhoze e M édition).
Nel salone, il divano tutto curve
e velluto Pierre Frey disegnato da Hugo
Toro conferisce ritmo allo spazio a
doppia esposizione dell’appartamento.
In fondo, coppe da champagne
Masséna (Baccarat). Tavolino vintage
degli anni ’70. Sul tavolo, bicchieri
Masséna (Baccarat). Sul balcone ricco
di piante, scultura in ferro forgiato
design Sido & François Thevenin, 1968
(Galerie Patrick Fourtin).
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

Nel salone, davanti a un divano


in velluto Pierre Frey disegnato
su misura da Hugo Toro, un tavolino
vintage degli anni ’70. Sopra,
bicchieri Masséna (Baccarat).
A sinistra, coppe da champagne
Masséna (Baccarat). Lampada
vintage in cocco. Sopra, una lampada
da parete in vetro di Murano.
Alla parete, sella da cavallo
marocchina vintage circondata
da applique in rame vintage.
Tappeto su misura (édition 1.6.9).

164
165
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

Hugo Toro ha creato


una serie di interruzioni
visive, come il piano
di lavoro della cucina
in ziricote laccato, che
sporge volutamente oltre
la stanza. Sopra, un’aquila
in gesso originale del
1930-40. Il pavimento è in
travertino rosso e bianco.

166
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

Quando visita questo appartamento situato nella zona est di


Parigi, molto vicino al Parc des Buttes-Chaumont, Hugo To-
ro ne comprende subito il potenziale. Mentre cerca uno sta-
bile degli anni 1960-70, viene sedotto dai motivi floreali sul
pavimento e decide di utilizzarli come un fil rouge per il suo
progetto: «Ho ripreso il damier dell’entrata in versione geo-
metrica scegliendo travertino rosso e bianco per conservare
lo spirito del palazzo e l’ho applicato all-over». Fin dalla più
tenera infanzia, Hugo Toro è appassionato di giochi di colori
e di materiali, influenzato da una madre messicana ammira-
trice di Diego Rivera: «C’è un côté pittorico in questo appar-
tamento, adoro Luis Barragán e la sua Casa Pedregal a Cit-
tà del Messico, il verde della piscina, i muri rosa, è una delle
case che mi ha maggiormente colpito. Anche se non ho mai
abitato in Messico, l’ho vissuto in modo subliminale attraver-
so mia madre, le texture, i colori, i taccuini su cui disegno».
Ne ha ereditato una forte sensibilità per il viaggio e l’altrove,
con riferimenti che spaziano da Otto Wagner ad Adolf Loos
fino a John Lautner.
Come tutti i suoi appartamenti, questo è stato immagi-
nato come interno caloroso, una suite d’hotel: «Per me non
c’è niente di meglio di una camera d’albergo per sentirmi be-
ne». L’architetto ha quindi smantellato tutto per ricomincia-
re e ha ridistribuito lo spazio nello spirito di un loft aperto, lu-
minoso: «Non volevo uno stile haussmanniano con modana-
ture, volevo avere un appeal più cinematografico. È uno spa-
zio che non è necessariamente radicato nel linguaggio parigi-
no ma che mi tocca più direttamente, che mi permette di scol-
legarmi dagli altri miei progetti quando torno a casa la sera».
A capo del suo studio dal 2020, Toro moltiplica infatti le
realizzazioni di ampio respiro. Tra gli ultimi, il Booking Of-
sopra L’architetto e arredatore Hugo Toro vestito Dior Homme.
fice 1869, bar-ristorante della stazione londinese di St. Pan-
cras, immaginato come un giardino d’inverno vittoriano; il
nuovo arredamento dell’atelier di Helen Hay Whitney, all’ul- il grigio!». Con un’altezza di 2,75 metri, rara per un edificio di
timo piano della sede newyorchese della Villa Albertine; o quell’epoca, i giochi di riflessi della lacca hanno anche per-
ancora il primo hotel Orient Express La Minerva, nell’ex Pa- messo di sottolineare la verticalità.
lazzo Fonseca, che vedrà la luce alla fine del 2024 a Roma. Per Toro ama creare luoghi atemporali che confondono i
ognuno di questi progetti, Hugo Toro crea un universo glo- punti di riferimento. In questo appartamento il legno ha un
bale con una forte dimensione narrativa. Il suo lavoro è pen- posto importante, con tre essenze diverse che creano contra-
sato come una sceneggiatura con una partizione curata de- sto: il noce, il liquidambar e lo ziricote. Il progettista ha an-
gli spazi e un’estrema attenzione per i dettagli. Oltre al pavi- che disegnato su misura gran parte dei mobili e ha punteg-
mento geometrico, un altro elemento ha guidato il cantiere: giato alcune stanze di travertino rosso tratto dalla sua nuo-
la lacca sul soffitto – gialla perché i muri erano inizialmen- va collezione Amanecer edita da M éditions e dalla Galerie
te ricoperti di tessuto moiré giallo –, proprio come la tonali- Kolkhoze. Nella camera, la testiera del letto con i suoi angoli
tà verde acqua della carta da parati del bagno che ha rilavo- è abbastanza atipica: «Volevo ottenere quel mood un po’ ho-
rato a calce: «Mi piace molto comporre con le tracce del pas- tel e allo stesso tempo un po’ brutalista nell’approccio. Qui,
sato, è un modo di conservare l’anima del luogo». E aggiun- potrebbe essere un tempio, oppure il nascondiglio di Bat-
ge: «La lacca e il colore sono meno consueti per un apparta- man, ma in versione più esotica». Hugo Toro ha anche lavo-
mento ma è qualcosa che c’è regolarmente nei miei progetti rato con le linee arrotondate per controbilanciare sia la tran-
di alberghi e di ristoranti, nessuno viene da me per il beige o sizione degli spazi sia quella dei materiali e dei volumi: «Mi
piacciono molto gli incidenti. Non sono né massimalista né
minimalista, amo l’architettura viva. È importante trovare il
«Ho ereditato da mia madre giusto equilibrio nei colori. Io preferisco stancarmi di un co-
lore piuttosto che non correre rischi». E intanto pensa già al
messicana il gusto delle storie prossimo appartamento che avrà una stanza in più, uno stu-
e dei colori» H u g o T o r o dio per dedicarsi pienamente alla sua passione: la pittura. ○

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

«Questo appartamento è un po’ un diario


di viaggio, volevo permettermi qualcosa di più
scollegato da ciò che faccio solitamente»
H u g o To r o

sopra In camera, il letto e la Masséna (Baccarat). Copriletto


testiera in fibra di banano (CMO (Maison de Vacances). pagina
Paris) sono stati disegnati da Hugo accanto Nel bagno, spogliatoio in
Toro. Sopra il letto, una lampada noce. Davanti alla vasca in marmo,
di Murano. Coppia di lampade Stelle della collezione Amanecer
cromate regolabili firmate Josef di Hugo Toro (Galleria Kolkhoze
Hůrka per Napako risalente agli e M édition). Scultura di sirena,
anni 1930. A destra, bicchiere Henry Parayre (Galerie Fourtin).

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Bois-le-Roi,
Normandia
Uno dei tre tetti della casa
si protende verso il cielo.
pagina accanto La panchina
di Florence Knoll (Knoll) si trova
direttamente sotto un dipinto
di Georges Borgeaud (1967).
RETTE
OBLIQUE
testo Oscar Duboÿ
foto Philippe Garcia

Calcestruzzo nel cuore di una foresta, grandi


vetrate e tre tetti che sembrano quelli di una pagoda:
la scultura abitabile di Claude Parent
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sopra Sulla scala rivestita in legno è appeso un dipinto a olio di Arthur Kampf. In primo piano, una scultura proveniente dall’Oceania
della fine del XIX secolo. pagina accanto Il mezzanino è arredato con un tavolo e una sedia di Hans Wegner (PP Møbler).

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

1 74
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

«Con l’obliquo, Claude Parent mette gli uomini


in posizione critica. Sostituisce all’architettura
del comfort una dell’effetto e dello sforzo»
Béatrice Simonot

sopra Di fronte al camino, due poltrone di Afra e Tobia Scarpa (B&B Italia).
pagina accanto In soggiorno, due divani Coronado di Afra e Tobia Scarpa (B&B Italia) e due tavolini
di Florence Knoll (Knoll). Il dipinto Gli emigranti è di Arthur Kampf (1900 circa).

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

«Parent invita il suo cliente


Una pagoda nel mezzo dell’Eure? Visti da lontano a filo della vege-
tazione, questi tre grandi volumi in calcestruzzo fanno pensare più
a un superamento di se stesso,
all’Asia che alla Normandia, ma in realtà segnano l’inizio di una a un’immersione nell’avventura
svolta completamente diversa… quella compiuta nel 1963 da Clau- architettonica» M i c h e l R a g o n
de Parent nei confronti dell’habitat tradizionale, in seguito all’in-
contro con il filosofo e urbanista Paul Virilio. La Maison Borde-
aux Le Pecq permette all’architetto di piegare la linea retta. Gliela
commissiona Andrée Bordeaux-Le Pecq, dopo averlo incontrato
tramite André Bloc. La proprietaria è artista, quindi niente di più Non stupirà quindi leggere queste poche righe scritte nel 1982
normale che immaginare tre volumi principali dalla circolazione da Michel Ragon nella sua Monographie critique d’un architecte,
fluida – uno studio, una zona per ricevere e una zona per le came- Claude Parent (Ed. Dunod): «Costruire una casa, dice Parent, è
re –, ognuno corrispondente a una volta e bordato da ampie vetra- vivere uno psicodramma, esaltante, a volte doloroso, ma sempre
te. L’attuale proprietario, Michael Post, apprezza la vista a perdi- appassionante». Si stabiliscono allora dei rapporti professionali
ta d’occhio sul giardino e i cambiamenti di luce durante la giorna- tra il cliente e l’architetto, quel cliente che un architetto come Pa-
ta, ma secondo lui i committenti non erano stati dello stesso avvi- rent si sforza di proiettare verso il suo futuro più lontano, fino al
so: «La cliente e suo marito non erano poi così entusiasti, e infat- punto di rottura, fino al momento in cui il cliente esplode e si ri-
ti hanno aggiunto dettagli e finiture che non andavano nel senso fiuta di avventurarsi oltre. Parent lo invita a un superamento di se
del progetto. Lui criticava le grandi aperture vetrate che gli davano stesso, a un’immersione nell’avventura architettonica. Non stu-
l’impressione di essere allo zoo. Il dibattito con l’architetto è sta- pirà che i committenti di case private siano stati per Parent tanto
to così intenso che Parent non ha mai rimesso piede nella casa». rari quanto eccezionalmente coraggiosi». Perché evidentemente

sopra La cucina presenta piastrelle d’epoca e stoviglie in porcellana Meissen Waldlaub. In lontananza si scorge il giardino naturale,
con il suo prato che ospita più di 40 specie di fiori selvatici. pagina accanto Aperta verso l’esterno, è stata creata una zona ufficio
con una scrivania da architetto, una sedia girevole e una Flag Halyard Chair, tutte disegnate da Hans Wegner (PP Møbler).

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sopra Nell’ingresso si trova una panca cinese di Hans Wegner (PP Møbler) sotto un dipinto a olio
di Arthur Kampf (1895 circa) intitolato Minatore. pagina accanto Aperta sul soggiorno, la sala da pranzo è arredata
con un tavolo Stayed e sedie Cow Horn di Hans Wegner (PP Møbler) e con porcellane di Meissen.

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

questa casa è un’opera a pieno titolo, immaginata per fondersi to-


talmente con il paesaggio e al contempo per stupire all’improv-
viso con la sua qualità scultorea.
Posta in cima alla proprietà, domina la foresta circostante sen-
za per questo imporre la sua presenza, conformemente alle teorie
enunciate all’epoca da Parent e Virilio. Nello stesso modo, la pian-
ta interna cerca di eliminare le pareti divisorie tra gli spazi, esaltan-
done al tempo stesso le fratture per ottenere una dinamica. Dentro
dall ’ alto Nella
camera da letto, come fuori, il progettista gioca sulla tensione tra i paradossi, co-
un letto Hästens me un architetto in equilibrio permanente tra due figure, il teorico
e una lampada da
lettura Erco. Lo
e il pratico, il che lo condurrà a precisare la sua posizione in quel-
sgabello è di Sergio lo stesso momento, riassunta da Béatrice Simonot nel libro Le fou
Rodrigues. Il bagno de la diagonale. Claude Parent, architecte (Ed. Actes sud): «Con l’o-
in mosaico Bisazza
ha il pavimento bliquo, Claude Parent vuole mettere gli uomini in posizione critica.
in terrazzo. Sostituisce all’architettura del comfort un’architettura dell’effetto
pagina accanto
Sulla terrazza una e dello sforzo». Nella Maison Bordeaux Le Pecq, tutto è questione
chaise longue di adattamento e Michael Post l’ha capito bene quando vi si è sta-
con ottomana
di Hannah &
bilito, adottando a poco a poco la casa con le sue particolarità fino
Morrison (Knoll). a farne, contro ogni aspettativa, la sua dimora principale. ○

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

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SENZA
Il restyling sussurrato di una villa pieds dans l’eau intima ed elegante.
La comfort zone vista lago dei “Ferragnez”, la coppia social
che qui si protegge dal bailamme, celebrando un amore che resta

FILTRI testo Alessandra Pellegrino foto Giulio Ghirardi

Como
a sinistraDivano
e poltrone su disegno
in tessuto Dedar.
Sgabello Luigi XIV
rivestito in stoffa
Pierre Frey. Applique
in vetro di Murano
(Galerie Glustin).
pagina accanto La
piscina a sfioro
e il motoscafo in
legno Raviolo, pezzo
unico di 8 metri.
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

Nel living, divani e


poltrone su disegno,
tendaggi in tessuto
Dedar, statua
equestre in bronzo
(Galerie Glustin),
lampadario di Soho
Home, tavolini di
Maison Jensen.

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pagina accanto Nella sala da


pranzo, che ospita fino a 12
persone, tavolo in noce anni ’60,
Robert Heritage per Archie Shine.
Sedie in bambù con cuscineria
Dedar. Lampadario su disegno.

C’è sempre un giorno zero nella vita. L’inizio del tutto,


l’attimo che costruirà, un tassello alla volta, il “dopo”. È
quello in cui la persona giusta fa la cosa giusta, nel mo-
mento giusto, più o meno inconsciamente.
È il 2016, il rapper Federico Leonardo Lucia (per
tutti Fedez) cita una strofa magica nella canzone Vor-
rei ma non posto: «Il cane di Chiara Ferragni ha il papil-
lon di Vuitton, e un collare con più glitter di una giacca
di Elton John». In tutta risposta lei ricanta quella can-
zone e pubblica il video sul suo profilo social. Così ha
inizio il corteggiamento della coppia, che insieme su-
pera i 40 milioni di follower. Il resto è storia. Un ma-
trimonio, due figli dalle chiome dorate, Leone e Vitto-
ria, e in mezzo c’è sempre Matilda (perfino sull’altare,
con tanto di coroncina e velo), il bulldog francese che
ha segnato il momento zero dell’amore. Un inconsape-
sopraNell’infinity pool, pavimentazione in pietra di Luserna,
vole cupido a quattro zampe che, dopo 13 anni, a fine sdraio in mogano di Unopiù della collezione C’est la vie,
luglio, è scomparso, e a cui i “Ferragnez” hanno reso ispirata al mondo della vela e della marina.

omaggio chiamando la dimora sul lago di Como recen-


temente acquistata, Villa Matilda. Si tratta di un buen
retiro a Pognana Lario, un borgo solitario dalle viette accede solo attraversando un sentiero ripido e scosce-
acciottolate, lungo la sponda orientale che va da Como so, ma non è possibile portare materiali. È un fortino
a Bellagio, proprio di fronte alla villa di Clooney, Ole- isolato e inaccessibile.
andra. Una location intima e solitaria che non rientra Quando Fiora e Sigali arrivano a Pognana Lario,
nei classici itinerari del lago.«Abbiamo scelto il lago di si trovano davanti un rifugio austero distribuito su una
Como perché è un luogo in cui siamo andati spesso nei superficie di circa 470 metri quadrati suddiviso in 15
fine settimana e dove abbiamo trascorso bellissimi mo- stanze. «Non c’era l’aria condizionata, nessuna con-
menti», spiegano i proprietari. «Il vantaggio di una ca- nessione a internet, pochissime prese elettriche. Era
sa sul lago è quello di potersi immergere in un’altra di- una casa essenziale in tutti i suoi aspetti. Ovviamen-
mensione a solo un’ora da Milano. La bellezza del pa- te l’abbiamo rivista totalmente, mantenendone intatto
norama, la tranquillità sono perfette per ritagliarci mo- lo spirito». All’interno non ci sono molti punti luce, in
menti di relax in famiglia e con gli amici», aggiungono. salotto spuntano soltanto due applique. Forse i vecchi
Il mandato ai progettisti, Filippo Fiora e Federico proprietari, una famiglia comasca originaria della zo-
Sigali dello studio di architettura e decor 13.1, è chiaro: na che qui ha trascorso le vacanze per decenni, prefe-
«Realizzare una casa non solo bella esteticamente, ma rivano sfruttare al massimo la luce naturale che inon-
anche funzionale alle nostre esigenze, sia per la suddi- da la dimora dal mattino alla sera. Sono stati loro a de-
visione degli spazi che per gli arredi». Si inizia così a molire la vecchia villa originale, ricostruendo un nuo-
progettare incorporando sensazioni, ricordi e dettagli vo volume molto semplice, razionale, volutamente pri-
in modo armonioso. E in tempi record: tre mesi e mez- vo di decori. Un edificio che è piaciuto subito alla nuova
zo. Un lavoro logisticamente non semplice, consideran- proprietà, non in cerca di fronzoli ma di una dimensio-
do che qualsiasi cosa deve arrivare via lago. A piedi si ne essenziale, sole a tutte le ore, spazi pieds dans l’eau.

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

«Siamo entrati in punta di piedi, senza stravolgere,


aggiungendo tocchi eleganti e confortevoli, caldi
come un abbraccio» F i l i p p o F i o r a e F e d e r i c o S i g a l i

sopra La facciata nord della villa. Ai lati della scalinata, due obelischi in terracotta di inizio ’900. pagina accanto
La cucina in marmo arabescato e legno laccato e il tavolo in rovere sono stati progettati dallo Studio 13.1. Le sedie
in paglia di Vienna e tessuto anni ’50 sono di Paolo Buffa. Alle pareti, stampe vintage con motivi faunistici.

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

pagina accanto Per la camera del


figlio Leone è stata scelta una
carta da parati a righe di Dedar.
La poltrona è anni ’50, mentre la
libreria in legno laccato e ottone
è stata disegnata dallo Studio 13.1.
Accanto allo scrittoio dal design
scandinavo, sedia vintage in
paglia e tessuto, Paolo Buffa.

«Siamo entrati in punta di piedi, non abbiamo nemme-


no toccato la facciata esterna, ma l’interno aveva biso-
gno di una dimensione più confortevole, adatta a un
nucleo di due adulti, due bambini e un cane (è appena
arrivata Paloma, una cucciola di Golden Retriever, ndr),
che qui trascorre i weekend».
Il corpo principale, che occupa circa 260 metri qua-
drati di superficie interna, è disposto su due livelli: al
piano terra troviamo una zona giorno con la sala da
pranzo, l’enorme living room, la cucina abitabile, una
camera e i servizi. Da qui si può accedere direttamente
al lago tramite una darsena sotterranea con zona di ser-
vizio. Al piano superiore, le camere da letto e i bagni. E
poi ci sono la limonaia, il giardino, l'infinity pool. La
dimora originale ha uno spirito ascetico. Va raziona-
lizzata, cambiando leggermente l’aspetto planimetrico
per assecondare l’esigenza dei clienti. «Il salotto inizial-
mente era diviso in due parti da un grande camino cen-
trale molto moderno. Era gradevole, ma toglieva spa-
zio». La scelta più radicale in termini di layout è quella
di eliminarlo, per disegnare una grande zona convivia-
le con otto porte finestre, dove una coppia di divani a C,
disegnati su misura, accoglie amici e familiari. «Abbia-
mo unito altre due camere per creare la master bedroom,
eliminato qualche porta e aggiornato l’impianto elettri-
co». Si passa a restaurare i parquet originali, vengono
mantenute le pareti in cocciopesto, volutamente grez-
ze e disomogenee. La maggior parte degli arredi viene
realizzata su disegno, dalla cucina agli imbottiti, dalle
armadiature alle credenze. I colori predominanti sono sopra Nella dressing room adiacente
alla camera padronale, armadiatura
tonalità delicate come beige, crema e avorio. su disegno dello Studio 13.1 in ottone
«Volevamo creare una casa accogliente, invitante, e lana vergine di Dedar, poltroncine
in vimini e cuscineria sempre in
adatta a una famiglia numerosa, votata al riposo e al re- tessuto Dedar, così come i tendaggi.
lax», spiegano gli architetti. Un rifugio dove staccare Sullo sfondo, antico sgabello cinese
in ceramica dipinto in bianco e blu.
da tutto e da tutti. Dove riporre il telefonino in un cas-
setto e godersi un bagno in una delle rare piscine a sfio-
ro sul lago di Como, con vista all’infinito. «È una delle
cose che amiamo di più di questa casa», sottolineano i
nuovi proprietari. Volgendo lo sguardo alla montagna,
si respira la bellezza del paesaggio verde che precipita
nel lago con una serie di terrazzamenti. Negli interni il
decor è ricercato, ma allo stesso tempo semplice e leg-
gero, con un inconfondibile tocco lacustre. L’ispirazio-
ne arriva da piroscafi e navi, con tanto mogano, ma an-
che incursioni di bambù, rattan, rafie intrecciate, che

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

pagina accanto Nella camera


padronale, letto disegnato dallo
Studio 13.1, lenzuola di Society
Limonta, cuscini e tendaggi
di Dedar. Specchiere e comodini
su disegno dello Studio 13.1.
Abat-jour in travertino
di Soho Home.

convivono con la freschezza dei lini e dei cotoni dalla


trama materica. Anche la boiserie e gli armadi a doghe
in sala da pranzo richiamano il mondo marino. Una gi-
ta in barca tra tavolini d’antan, oggetti antichi prove-
nienti da diverse gallerie d’arte, pouf d’epoca rivestiti
in tessuti Pierre Frey, applique monumentali in vetro
di Murano della Galerie Glustin di Parigi, un tavolo in
palissandro dal design anni ’50, e vecchie luci da tran-
satlantico nel bagno di servizio.
Nonostante i numerosi pezzi di prestigio, il lusso
non è ostentato. Ogni icona si mimetizza. Nessun com-
plemento predomina sull’altro. Il tocco vintage non è
mai polveroso. Tra gli arredi più significativi, l’enorme
libreria con due portali che divide a metà la zona gior-
no. «Ci ricordava molto il Piroscafo di Luca Meda e Aldo
Rossi, l’abbiamo tenuta integrandola e completandola.
I vetri sono stati sostituiti con degli specchi, in modo
da riflettere le finestre davanti da cui si vede il lago. En-
tri nel salotto e ti sembra di essere immerso nell’acqua.
E poi ci serve per nascondere la tv! Così, anche se i di-
vani danno le spalle allo specchio d’acqua, lo puoi ve-
dere lo stesso», dicono i progettisti.
Gli spazi sono fluidi, divisi da grandi porte traspa-
renti in legno e vetro. Un ascensore collega i tre pia-
ni. Salendo le scale si arriva alla zona notte, dove ogni
stanza ha colori diversi: giallo e grigio per Leone, rosso,
bordeaux e blu per Vittoria, toni neutri per quella pa-
dronale. L’accesso principale alla casa è dal lago, anche
se l’ingresso più scenografico è quello dalla montagna,
con una scalinata in granito, il portone razionalista e
due antichi obelischi circondati da ortensie. Il giardi- sopra Per la cameretta di
Vittoria è stata scelta una
no è contemporaneo, con incursione di elementi tipici carta da parati nei toni del
delle ville storiche del lago, come statue e piccoli bossi. bianco e del blu dal motivo
Nella darsena, pronto all’uso, c’è il motoscafo in fiabesco. Letto su misura con
testiera in lino e passamaneria
legno Raviolo, nomignolo affettuoso con cui Chiara a contrasto, lenzuola Frette,
lampada da lettura in ottone
Agenzia creativa e produzione: The Edition

chiamava Fedez durante i primi anni della loro relazio-


con paralume in rafia custom.
ne. Nelle giornate di sole, quando si pranza all’aper-
to, la quiete immobile dell’acqua pervade lo spirito, e
il tempo sembra essersi fermato. Alla piccola Matilda
sarebbe piaciuto scorrazzare in giardino, specchian-
dosi nel luccichio intermittente del Lario. «Il cane ha
un solo scopo nella vita: donare il suo cuore», scriveva
Joe Randolph Ackerley. E qui, su questa sponda idil-
liaca, c’è un cuore con un papillon di glitter che batte
ancora forte. ○

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

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PR O D OT TO E D I S TR I BU I TO D A C A L E FF I S. P. A . MA N TOVA I TA LI A
ARCHITECTURAL DIGEST B A C K S TA G E

a cura di Giovanni D’Odorico Borsoni


Dal marmo alle fibre della foresta amazzonica, dalla pietra
ai metalli antichi, mobili e accessori con una diversa
idea di lusso. Contemporanea, inclusiva, architettonica

HIGH SOCIETY
Foto: ©Jean-Pierre Vaillancourt per Charles Zana; ©Juliana Gómez Quijano per Side Gallery

CHIOS IBUJU FERSEN


Charles Zana Mobilier Side Gallery Longhi

Fa parte della prima collezione di mobili di alta Coffee table realizzato a mano da Francisco Jara- Portaborse richiudibile in acciaio formato da una
gamma autoprodotti da Zana la lampada da tavo- millo (Fango), in metallo e fibra di yaré, una radi- striscia di pelle Suede con o senza ricamo. Versa-
lo in pietra. Il paralume ruota orientando la luce. In ce spontanea che sostituisce il legno dell’Amazzo- tile, può essere collocato ovunque. Disponibile in
mostra a New York al Salon Art + Design. nia colombiana minacciato dalla deforestazione. molte eleganti finiture.

INFINITY H O L LY W O O D PIROSCAFO
Rugiano Home Interiors DV Home Molteni&C

La struttura della poltrona, in oro lucido o cromo Tavolino tondo con base in acciaio inox con fini- 30 anni fa Aldo Rossi e Luca Meda disegnavano,
nero, è costituita da una serie di tubolari metallici tura bronzo antico e top in marmo (nella foto), ma ispirati dalla facciata della Regione Umbria a Pe-
accostati e curvati. Il comfort è garantito dai ge- disponibile anche con piano in legno o in diversi rugia, questa versatile architettura domestica, og-
nerosi cuscini di seduta e schienale. tipi di marmo. Anche su misura. gi laccata in colore Spice e interni in eucalipto.

195
Giochi Berlino

L’interior designer Fabian Freytag porta acciaio


e pietra in un attico di Daniel Libeskind.
Dove essere se stessi, come in un bozzolo
testo Hannah Starauschek produzione Thomas Skroch foto Robert Rieger

di luce
La futuristica
facciata in ceramica
con finestrature
asimmetriche e
inclinate dello Sapphire
di Daniel Libeskind.
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sopra In camera da letto la sedia Zefir di Baxter e la lampada da tavolo Atollo 237 di Vico Magistretti per Oluce trasformano
la console in spazio per la lettura. pagina accanto Nella zona giorno, Freytag ha combinato il divano Octave di Vincent Van Duysen
per Molteni&C con coffee table neri disegnati da lui.

198
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

199
200
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sopra Sulla loggia, davanti alla zona giorno, ci sono i mobili per esterni Ringer di Michael Anastassiades per Kettal.
pagina accanto Gioco di contrasti: gli oggetti luminosi trasparenti di Stefan Diez per Vibia galleggiano sopra il massiccio tavolo
da pranzo disegnato dall’architetto. Le sedie Romby di Gamfratesi con piede conico sono di Porro.

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

a sinistra , dall ’ alto Un bagno per gli ospiti con lavabo in quarzite
Gabana davanti a un rivestimento in marmo Nero Picasso. Rubinetteria
di Vola. L’interior è caratterizzato dal legno di noce,
come in camera da letto, acciaio e otto tipi di pietra.

Si potrebbe definire una relazione on-off: è il 2017 quando Fabian


Freytag cede per la prima volta al fascino dello Sapphire. All’epo-
ca, l’architetto e interior designer arreda con effetti a specchio e
interni estroversi un attico straordinario, sito in un edificio ardi-
to e con spigoli asimmetrici realizzato da Daniel Libeskind nella
Chausseestraße di Berlino. Entusiasmato dalle sfide e dalle possi-
bilità dell’architettura frastagliata, caratterizzata da piante com-
plesse piene di linee oblique, Freytag vorrebbe arredare anche
l’attico vuoto – ma riceverà l’incarico soltanto l’anno successivo.
O, per la precisione: l’opportunità di candidarsi. Perché i nuovi
proprietari indicono un concorso per la configurazione degli spa-
zi a cui partecipano quattro studi di architettura di interni. Forse
a convincere è la sua esperienza con questo progetto grandioso e
capriccioso di Libeskind, forse la sua passione per lo Sapphire – in
ogni caso, alla fine anche quest’incarico va allo studio di Fabian
Freytag. L’architetto berlinese originario del Nord della Germa-
nia può dunque confrontarsi nuovamente con il linguaggio di Li-
beskind e sviluppare un ambiente che valorizzi al meglio quel gio-
co straordinario creato dalla luce che entra nell’attico attraverso le
finestre a punta frastagliate. I committenti gli danno ampio spazio
di manovra per quanto attiene alla realizzazione creativa e proget-
tuale. La sfida più grande è chiara: «Rendere accessibile e abitabi-
le l’energia sublime che emana dalle stanze gigantesche, con i sof-
fitti alti fino a sette metri», come rileva l’architetto. Nonostante i
suoi 224 metri quadrati e l’altezza, l’appartamento è suddiviso in
volumi relativamente piccoli. Quindi, un concept eccessivamen-
te teatrale è fuori discussione. Da lunghi colloqui con i proprieta-
ri, emerge che a entusiasmarli è soprattutto la pietra naturale, per
cui dall’idea iniziale del bianco e nero si passa a un mix di legno e
pietra con un tocco di acciaio cromato.
Per configurare gli spazi e alludere con discrezione alla strut-
tura polimorfa dello Sapphire, nascono elementi centrali come la
cucina scultorea in granito tormalina o un possente tavolo da pran-
zo firmato Freytag. Lo spazio preferito dell’architetto è l’angolo
studio triangolare, a sinistra della zona pranzo. «Per me questa
nicchia ha qualcosa di speciale, si sta magnificamente e si ha ac-
cesso diretto al balcone», racconta entusiasta. «Come in un’alco-
va in cui si lavora». Tuttavia, il punto focale dell’appartamento è e
resta il gioco di luci. Visto dalle ampie finestrature, il cielo appare
molto vicino, e ogni nuvola, ogni mutare del giorno e delle stagio-
ni si riflette direttamente sull’atmosfera luminosa nelle stanze. Per
dare ulteriore impulso allo spettacolo naturale, Freytag ha adot-
tato un espediente efficace: dietro la scala una parete di acciaio lu-
cido imita una superficie d’acqua mossa. La superficie è costituita
da singoli pannelli dapprima frantumati e poi ricomposti e rifiniti
con uno strato di cromo. Tra i pannelli, gli stretti binari luminosi
Running Magnet di Flos articolano la parete. Un progetto cresciuto
nel tempo, che ha messo in discussione gli stilemi di Freytag. «È
come una relazione di vecchia data», dice l’architetto. «A volte ci
si deve ricordare come si stava all’inizio. Ma è un luogo per essere
se stessi: io in questo spazio. Io e lo spazio. Io nel mio bozzolo». ○

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Il posto preferito
dell’architetto: l’angolo
studio con la Zuma
Chair di Kelly Wearstler
che dà sul balcone.
Lampada Atollo 237
di Vico Magistretti
per Oluce.
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e dell’arredamento italiano. Con i contributi di Alessandro Baricco, Enzo Biagi,
Andrea Camilleri,Vittorio Gassman, Dacia Maraini e Primo Levi.
ARCHITECTURAL DIGEST B A C K S TA G E

a cura di Giovanni D’Odorico Borsoni


Tavoli, scrivanie e console le cui forme minimali ed essenziali
incontrano materiali inediti e lavorazioni preziose. Arredi
pensati per dare personalità e originalità all’home office

FILO NARRATIVO

SIMOON HOME DESK U N I T S E C R E TA I R E


Glas Italia Vitra Ditre Italia

Patricia Urquiola firma una serie di tavoli, conso- Progettato nel 1958 da George Nelson, l’Home Scrittoio agile con struttura portante in metallo e
le e scrittoi realizzati incollando a UV lastre di cri- Desk era stato pensato in origine per una fruizio- piano e cassetto in pannelli di particelle di legno
stallo extralight molato, sulla cui superficie c’è un ne femminile. Oggi risulta perfetto per gli spazi do- in classe E1 impiallacciato. Lo schienale in metal-
rivestimento di graniglia in vetro di Murano. mestici. Con vani multicolor. lo è rivestito con rigenerato di cuoio.

HUDSON SIGN ARKI-DESK


Jumbo Collection Zalf Pedrali

Console dal design leggero ed elegante che dialo- Scrittoio essenziale con struttura metallica e pia- Un tavolo tanto semplice quanto versatile, perfet-
ga con materiali e lavorazioni preziose. In ottone no in melaminico disponibile in vari colori oppu- to interprete della flessibilità che si chiede agli ho-
lucidato con la cornice incisa, il top è in noce con re in vetro temperato lucido o opaco. Il piedino in me office. Le gambe a cavalletto sono in acciaio, il
inserti in acero e intarsi in ottone. acciaio è regolabile. piano è in stratificato di legno.

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Nell’ingresso, dove le pareti sono state rivestite di velluto (Pierre Frey), il lampadario a soffitto
è Celestia di Afra e Tobia Scarpa. Sul seggiolino in marmo realizzato su misura, un vaso Medici
in ceramica firmato Bella Hunt & DDC Southway Studio. pagina accanto Nella sala da musica,
davanti a un arazzo belga del Cinquecento, l’opera in porcellana Le Souffle di Daphné Corregan.
Colpo
di teatro

Parigi

Nella zona degli Invalides, l’architetto Marine Bonnefoy


ha donato a un interno Belle Époque un’atmosfera allegra
e leggera come la sua proprietaria
testo Marina Hemonet styling Sarah de Beaumont foto François Coquerel
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

«Per questo appartamento, volevo qualcosa di molto te- mobili e quello che non ti va lo vendiamo», ha dichiara-
atrale, molto vivo, che facesse effetto fin dall’ingresso. to fin dall’inizio. Ossia, totale carta bianca all’architet-
Ho quindi optato per un velluto marron glacé alle pare- to. Alla fine, il 99% dei mobili sono stati venduti, ad ec-
ti, la creazione di un arco per sottolineare lo spazio, e di cezione di qualche perla vintage e di qualche arazzo an-
una vetrata per confondere la vista sul cortiletto, il tut- tico, per acquistare pezzi nuovi in case d’asta o online.
to associato a un lampadario a soffitto in tela di Tobia Risalenti al Cinquecento e Seicento, i molteplici arazzi
Scarpa di dimensioni imponenti. Analogamente, per punteggiano l’appartamento di tocchi storici.
il piccolo corridoio vetrato che permette la transizione Se l’architetto era inizialmente un po’ scettica all’i-
verso le camere, ho cercato di renderlo più atipico, con dea di riutilizzarli, ha finito per abbinarli a pezzi più
tende fru fru in uno spirito veneziano», spiega subito contemporanei, come la scultura di Daphné Corregan
l’architetto Marine Bonnefoy, incaricata di rinnovare intitolata Le Souffle, che assume tutto il suo significato
questo interno familiare di 360 metri quadrati. nella sala da musica, o l’opera in cera di Juliette Min-
Un arredamento più in linea con la personalità an- chin che decora una delle pareti del salone. Famosa per
ticonformista della proprietaria, che vi si era inizial- l’organizzazione di ricevimenti che accolgono tutta la
mente stabilita portando soltanto i suoi mobili, senza
riflettere più di tanto sull’architettura d’interni. Un ar- sot to Nel salone, davanti al tavolino Kyoto di
redamento che mescola anche le culture, dato che la Gianfranco Frattini, una poltrona Giorgetti e una
coppia di divani Eko di Christophe Delcourt.
signora è di nazionalità inglese, ma ha vissuto sia in Sul camino, la lampada Athena di Georgia Jacob e
Kuwait che in Italia. «Tu scegli quello che vuoi tra i l’opera in cera Oculus di Juliette Minchin.

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Nella galleria principale,


panca L’écoucheur Fluffy Bench
di Pauline Esparon. Alla parete,
una applique di Flavio Poli
degli anni ’50 per l’Hotel Bristol.

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ARCHITECTURAL DIGEST

in alto Sullo sfondo, sul tavolo realizzato da Marine Bonnefoy,


di Chi Wing Lo per Giorgetti sedie di Peter Zumthor
(anni ’80), un vaso in barbotine con per Lucas Schnaidt, 1890.
fiori in rilievo del 1880 Sul clavicembalo in fondo, l’opera
(Galerie Vauclair). Sedie di Roberto Oiseau 2 in ghisa di Vincent
Lazzeroni per Ceccotti. Tende Beaurin (Strouk Gallery). Alla
velate con ajour (Elitis). a destra parete, l’opera Drosera Wall Object
In sala da pranzo, intorno al tavolo di Humberto e Fernando Campana,
in ferro battuto con piano in resina in maglia di rame e velluto.

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CASE

«Questo appartamento è un luogo teatrale,


una scena che evolve con il passare dei giorni,
dei mesi ma anche delle stagioni»
Marine Bonnefoy

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

«Mi piace l’idea di mettere in scena


i gesti della quotidianità, come salire un gradino
per raggiungere la vasca da bagno»
Marine Bonnefoy

sopra , da sinistra La cucina su pagina accanto In una camera,


disegno è in liquidambar. Lavandino accanto alla poltrona Back-Wing
in rame. Alla parete due opere di di Patricia Urquiola (Cassina),
Florence Denou (Amelie Maison un tavolino di Gaetano Pesce.
d’Art). Nel salone, sedie Hat Trick Sul camino, con ai lati una coppia
di Frank Gehry (Knoll) circondano il di applique in vetro Scavo
tavolo sormontato da una applique di Giovanni Patrini, una fotografia
in vetro Scavo di Giovanni Patrini. di Frank Horvat.

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

pagina accanto Nella camera


padronale, le pareti sono state
rivestite in sisal (Nobilis) per dare
calore alla stanza. La testiera del
letto è rivestita in tessuto Fortuny.

Parigi che conta – ha organizzato in particolare a ca-


sa sua l’inaugurazione della mostra dedicata a Frank
Horvat al Jeu de Paume – la proprietaria desiderava un
appartamento disinibito e polivalente per ricevere e al
contempo vivere con la sua famiglia, e dove si potesse
circolare agevolmente.
«Questo appartamento della Belle Époque riman-
da ai concetti di piacere, di edonismo e di allegria. C’è
anche un riferimento all’Art Nouveau. La sala da pran-
zo ha un che di giardino pensile, o di giardino d’inver-
no, dove il tavolo è stato lavorato in ferro battuto come
se fosse un arredo da esterno. Abbiamo cercato di met-
tere insieme tutti questi universi e di mescolarli perché
il risultato fosse festoso», riassume Marine Bonnefoy.
Senza contare che il terreno su cui sorge questo stabile
del 1910, all’inizio del XX secolo ospitava il «conven-
to degli uccelli», dove il pittore Henri Matisse abitava
con la sua famiglia e dove creò la sua scuola di pittura.
Un giusto ritorno alle origini per la proprietaria, vici-
na al mondo delle arti e traboccante di immaginazione.
Così, svincolandosi dai codici dell’arredamento, l’ar-
chitetto non esita a usare i tessuti a rovescio per cusci-
sopra Nel bagno padronale, la vasca ni e tende, o a posare carta da parati soltanto sulle por-
è appoggiata su una pedana in marmo te delle camere. Nel salone, sono state privilegiate sem-
Calacatta Viola. La sedia Family in resina
metallica è di Junya Ishigami. Maioliche plici tende velate per lasciar entrare la luce. Una luce
murali di Céramiques du Beaujolais. che cambia a seconda delle stagioni e delle stanze, e
che offre anche un’atmosfera diversa a seconda dei co-
lori delle pitture delle pareti – che spaziano dal giallo
al malva –, permettendo di accentuare le prospettive o
i materiali utilizzati, come il sisal nelle camere, per ag-
giungere ancor più calore.
Il bagno della suite padronale era in precedenza
una camera, ne ha quindi conservato i volumi e offre
uno spazio abbastanza grande per accogliere una va-
sca appoggiata su una pedana: «Mi piace l’idea di met-
tere in scena i gesti della quotidianità, come salire un
gradino per raggiungere la vasca da bagno», spiega l’ar-
«Ho cercato di inventare chitetto. Anche la cucina è stata completamente rifatta
con una parte nobile in legno rosso e un lavello in ra-
un luogo tra parentesi, che me che dà sulla sala da pranzo, e una parte più tecnica
facesse appello all’immaginario, in legno di liquidambar. «Ho cercato di inventare un
luogo tra parentesi, che facesse appello all’immagina-
ai sogni, alla poesia, all’altrove» rio, ai sogni, alla poesia, all’altrove». Scommessa vinta,
Marine Bonnefoy eccoci trasportati. ○

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

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ARCHITECTURAL DIGEST F L A S TH B
PA C
GKE

10 N
A DE
DOM

1. Qual è la tua idea di felicità?


Per me la felicità è saper apprezzare il momento
in tutta la sua bellezza e bontà.
2. Qual è la tua più grande eccentricità?
La mia più grande eccentricità è qualcosa di inge-
nuo, a suo modo: ovvero credere che l’amore sia
sufficiente a se stesso.
3. Qual è la tua qualità più sopravvalutata?
La prudenza.
4. Quali sono le frasi che continui a ripetere?
Ce n’è una, in particolar modo, che mi rendo con-
to di dire di frequente, ed è: «Il meglio non è mai
abbastanza».
5. Qual è il talento che vorresti avere?
Quello di saper scrivere molto bene.
6. Se potessi cambiare qualcosa di te, quale
sarebbe?
La qualità del mio sonno, dormo male. E forse
anche qualcosa del mio carattere. Rimango tut-
tora intransigente, come lo sono sempre stato
e probabilmente sarò sempre. E poi, come di-
ceva Jean Cocteau: «Sono una bugia che dice
la verità».
7. Se dovessi reincarnarti in una persona o in
una cosa dopo la tua morte, cosa sceglieresti?
La vita, così com’è, è anche troppo breve. Vorrei
poter vivere di nuovo, quindi vorrei avere la pos-
sibilità di poter esistere una seconda volta.
8. Qual è il tuo passatempo preferito?
PIERRE YOVANOVITCH, noto per la sua Amo vivere in mezzo alla natura. Mi piace fare
sofisticata purezza, è un nome di spicco giardinaggio sotto la pioggia e sporcarmi le mani.
dell’interior design, sia in Francia sia a livello
Illustrazione: Cecilia Carlstedt

9. Chi è il tuo eroe?


internazionale. Quest’anno, in occasione Elzéard Bouffier nel libro L’uomo che piantava
del centenario di Villa Noailles, ha reinterpretato gli alberi di Jean Giono. Un visionario e un so-
la residenza estiva sulla baia di Hyères, gnatore.
ancorandola al presente. Dopo aver lanciato 10. Qual è il tuo motto?
la sua linea di mobili nel 2021, ha appena Realizzare i propri sogni, fare del proprio meglio.
inaugurato la sua galleria nel cuore del Marais - marina hemonet

Il prossimo numero di AD sarà in edicola il 28 novembre

216
Parquet in Olmo Antico oliato naturale

cadoringroup.it

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