Sei sulla pagina 1di 49

MARCO ZANUSO

27.

MARCO ZANUSO

Studia al Politecnico di Milano. Scoppia la


guerra e parte. Fa un’esperienza nell’accademia
navale. Il suo sogno è quello di fare il progettista con un’attenzione tecnico-
ingegneristica. Da Importanza alla tecnologia e alla società. Ha un ruolo importante
nell’Industrial Design italiano.

Nella IX TRIENNALE, 1951 si comincia a teorizzare sui compiti dell’Industrial Design.

POLTRONA LADY, Arflex, 1951

Pirelli produceva la gomma e il Nastricard.


La tradizione voleva il fusto in legno, le
molle e la lana.

Arflex nasce da Pirelli.

La struttura è in metallo fasciata in

Nastricard, gommapiuma e tessuto.

Questo pezzo non nasce su


commissione ma da solo. Non sa dove

171
andrà a finire la poltrona, non dipende dall’architettura, il prodotto in sé da carattere
agli interni.

POLTRONA MARTINGALA, Arflex, 1954

La struttura è in
tubolare
metallico (da
Bauhaus). Ha il
famoso
drappeggio.

SEGGIOLINA MOD. 4999, Kartell 1964, Zanuso, Sopper

Componibilà e modularità. Ha la caratteristica di essere impilabile. E’ in plastica,


colorato, leggero, disegnato apposta per i bambini. Prima erano miniature di quelle
per gli adulti le sedie per i bambini, queste sono pensate appositamente per loro.
Questa sedia è anche un gioco.

LOMBRICO, C&B (Cassina e Busnelli), 1967, (oggi B&B, 2003)

172
Modularità, standardizzazione. Pensato per gli spazi pubblici. Parte da un modulo di
20 cm. L’imbottitura è in poliestere o schiuma poliuretanica. Viene presentato il
prototipo ma ha un problema d i giunzione, quindi non risulta economico. Nel 2003
viene messo in produzione grazie al superamento dei limiti.

SERPENTONE, ARFLEX, Cini Boeri (mamma di Stefano Boeri), 1971

In plastica snodabile.

………………………………………..Il concetto di modularità di

Zanuso si sposta nell’architettura.

STABILIMENTO OLIVETTI, Buenos Aires, 1955-59

Gli viene chiesto un complesso


modulare ampliabile. Trave curva con
diametro di 9 0 cm all’interno del quale vengono
posti impianti, tubi e cavi…….

SEDIA LAMBDA, produzione Gavina, 1960

Seduta in lamiera stampata.

TELEVISORE ALGOL 11, Brionvega, 1964

La scocca è in materi
ale plastico, colorato

173
con anche la maniglia estraibile. Nasce il concetto
di PORTABILITA’. H a due antenn e, una si ripiega,
una si può mettere sotto.

TELEFONO GRILLO, Zanuso e Sapper, 1966, Siemens Italia

RADIORICEVITORE TS 50z, Brionvega, 1964, Zanuso e Sapper

Anticipano i cellulari, i portatili.

PROTOTIPO DI UNITA’ ABITATIVA

DI EMERGENZA, 1972

Nel 1972 si tiene al MoMa ”Italy the New Domestic Landscape”. Sociale,
modulazione, estetica, tecnologia ecc….

174
E’ una specie di container che si apre creando
un vero e proprio ambiente per 2/4 persone
dotata di tutto ciò di cui si aveva bisogno.
Sponsorizzata da Fiat per la mostra al MoMa
del 1972. Mondo dal quale attingere per gli spazi piccoli.

CASA ARZALE, Arzachena (SS),


Sardegna, 1962

Casa di vacanza privata. Cerca di entrare in relazione con la natura, anche il materiale
è locale. Lo spazio è vicino alla natura e alla tradizione.

DESIGN ITALIANO DEGLI ANNI ’60 – PLASTICA E RADICAL DESIGN


28.

OGGETTI PER KARTELL, 55-59,


Gino Colombini

SPREMIAGRUMI, Compasso
d’Oro, 1959

SCOLAPIATTI, Compasso d’Oro

175
SEDIA IMPILABILE STAMPADA A INIEZIONE, Kartel Joe Colombo, 1955

SELENE, Vico Magistretti, Artemide

………………………………Inizia il Pop Design: le


nuove generazioni escono dagli schemi.

POLTRONA SACCO, Gatti, Paolini,

Teodoro, Zanotta,
1968

176
E’ riempito con palline di polistirolo. E’ una protesta contro il salotto borghese a
favore della libertà di progettazione.

POLTRONA SAFARI,

Archizoom, Poltronova, 1968

Rivoluzione verso il vecchio stile.

SEDUTA PRATONE, Gruppo Strum, Gufram, 1971

Poliuretano espanso, si sgretola.

177
CACTUS

POLTRONA BOCCA

CAPITELLO

DIVANO SUPERONDA,
Poltronova, 1966, Archizoom
Associat

Sono due pezzi incastrabili,


utilizzabili in qualsiasi modo.

SEDIA MIES VAN DER ROHE, Knoll, 1929, Esposizione universale di Barcellona,

Struttura metallica con tessuto elastico che prendeva forma durante la seduta.

POLTRONA BLOW (’67), E POLTRONA JOE (’70) De Pas, D’urbino, Lomazzi, Carla
Scolari

I costi sono contenuti e ci sono molti pezzi venduti.

POLTRONA UP5, Gaetano Pesce, C&B (poi B&B), 1969 (anno dello sbarco sulla luna)

178
Viene venduta in busta. Come funzionava?
L’utente a casa apriva la busta e il poliuretano
con l’aria si espandeva. Dopo alcuni anni venne
sospesa la produzione perché rilasciava gas non
raccomandabili. Successivamente venne messa
in produzione già gonfiata. Il servi zio
fotografico che gli viene fatto è stile futuristico.

GRANDE UP7 PIEDE, Gaetano Pesce

MILANO: COSE E CASE DA ABITARE


Ignazio Gardella, Vico Magistretti

29. (seconda)

IGNAZIO GARDELLA

Prima generazione architetti razionalisti


italiani.
Modalità di abitare rinnovate, ma non
con la carica ideologica diversiva e
giocosa che ha caratterizzato la
generazione precedente.
Gardella e Magistretti nascono entrambi da una famiglia di
progettisti, Gardella nasce ingegnere e poi diventa architetto. Tema progettazione
179
oggetti d'uso e realizzazione interni, egli si muove tra l'impegno con Azucena e un
tentativo di rinnovare il design del prodotto a partire dal basso, da oggetti d'uso
comune economici, rappresentati dalla partecipazione alla mostra della RIMA,
organizzata dalla Riunione Italiana che proponeva allestimenti che mettevano in
comunicazione artigiani e giovani progettisti (Riunione Italiana di Mostre
d'Arredamento), in modo tale che queste piccole ditte fossero in grado di rinnovare il
proprio prodotto in senso moderno.
Prima → si concepiva il mobile in funzione di una singola stanza, coordinando letto,
comodino, comò e poltrone per una singola stanza, l'idea era quella di un pacchetto
completo che andava ad inserirsi nelle stanze, non un mobile singolo riproducibile in
serie, ma poi c'è stata una rarefazione delle divisioni delle varie stanze.
Ora → aumenta la richiesta dell'arredo singolo, pezzi correlabili in un unico
ambiente, ma anche utilizzabili singolarmente e vendibili come pezzi unici.
Arredi in legno, modulari, pensati per una sorta di componibilità e polifunzionalità
degli arredi, poltrona con mensolina per bicchiere.
Gardella vuole educare il gusto però anche della classe dirigente

CASA AL PARCO, Casa Tognella (47-53)


Si trova dietro a Parco
Sempione, oggi è stata
alzata di un piano,
volume sviluppato più
orizzontalmente che
verticalmente.
Casa costituita da tre blocchi
longitudinali accostati: un blocco zona notte, il blocco centrale spina
di collegamento con vano scale, il blocco con telaio in cemento
armato quasi a vista è la zona giorno, copertura come ala sospesa,
come aureola, in realtà funzionale perché è una gronda.
Movimento circolare, quasi come Caccia Dominioni, ma più
regolare.
Enfilade → di stanze aperte che fluiscono le une nelle altre, perché le pareti non

sono interruzioni che chiudono la stanza, ma permettono


movimento.
Gioco con lo spazio che diventa movimento. Porte che si aprono ribaltandosi sulla
180
parete. Esterno: telaio a vista, colore rosato, sistema di terrazze
interrotto per formare dei balconi.
Atrio: non c'è una parete che chiude, ma una serra, sul muro una
carta da parati che riproduce paesaggi storici. Antoni a doppia
altezza, che sembrano armadi, muri o porte articolando gli
interni in modo vario.
Studio: separato dall'ambiente retrostante da una parete molto
leggera al quale è agganciata una libreria, la parete è una parete
ritagliata, quasi come se fosse una scenografia, ad essa
corrisponde un antone a doppia altezza in vetro, tanto che
quando è chiusa lo spazio è fisicamente chiuso, ma non
visivamente.
Antoni → permettono di recuperare la divisone dello spazio.
Pont: indice che questa casa è più un gioco di diaframmi, dato dai
muri, che un solido muro, e dice che la casa è frutto di galateo
progettuale, derivante dal gusto e dalle capacità del progettista e
di chi ci abita, egli sostiene che il compito di un progettista e di un futuro
committente che vuole una casa moderna, non è quello semplicemente di scegliere
arredi costosi, o vistosi, ma arredi che forniscano l'espressione della sensibilità, del
gusto, della cultura, della formazione del progettista e di che andrà ad abitarla.
Intenzione di rivelare attraverso la casa la storia, la cultura di chi ci abita. Ecco perché
in questa casa ci sono tutta una serie di arredi/quadri antichi.
Azucena va ad aggiungere in maniera garbata e delicata oggetti moderni ma capaci
di non contrastare con gli oggetti che provengono dal passato, oggetti che devono
supportare uno stile di vita moderno, tavolino di servizio che permette di servire con
un supporto sul quale son già pronte tazzine. Piedini regolabili.

CASA AI GIARDINI D’ERCOLE, Milano (1949-55) progettato con Anna Ferrieri e


Menghi

Ultimi tre piani

181
occupati uno a ciascuno dai progettisti.
Edificio che si apre su un giardino e cerca di visualizzare il
più possibile il verde. Appartamento di Gardella:
appartamento per alta borghesia, ma rispetto allo schema
rigido egli cambia in parte il suo progetto, si hanno ancora
in un certo senso le enfilades, ma sono più continue. Zona
pranzo ancora caratterizzata da un sistema di aperture ad anta a tutta altezza che la
può chiudere completamente rispetto al soggiorno.
Le terrazze occupano un area molto vasta e ricavano delle vere e proprie corti in
modo che il verde entri nella casa.
Pareti che si fanno attrezzatura a tutta altezza, busti di eredità familiare.
Zona da pranzo isolabile. Effetto di continuità della parete che in realtà non esiste.

POLTRONA DIAGRAMMA: progettata da Gardella con sistema di bracciolo


posizionato in modo da inclinare lo schienale, inclinabile in modo da rilassarsi
maggiormente, tipo mobili 800. Cucina attrezzata comunica con l'office per
passaggio bevande e completamento dei piatti che passano poi alla sala da pranzo.
Terrazza con bow window vetrato che dalla camera da letto affaccia verso l'esterno.

VICO MAGISTRETTI (1920-2006)


Ha lavorato tanto
anche come
architetto e negli
interni, a lui
interessa
conformare lo
spazio e rendere i
committenti
consapevoli di come lo vogliono articolare,
in quale area vogliono svolgere quali
funzioni.
Casa → deve essere lo specchio di chi la
abita per lui quindi non gli interessa troppo
quali oggetti vogliono metterci, ha un'idea
più libera nei confronti del futuro
occupante.
Ha lavorato con il geometra Montella che eseguiva i disegni di supporto dei suoi
progetti. Obbiettivo nel design: prevedeva un concetto alla base dell'oggetto d'uso
comunicabile attraverso il telefono, CONCEPT DESIGN senza il bisogno di un disegno,
ciò deriva da una adesione al Razionalismo, che lo porterà a progettare per il grande
numero, la massa.
182
Una serie di oggetti di gusto destinati a un pubblico più grande. Il concetto di base è
quello della riproducibilità, non unicità, così inizia dalla Rima.

SEDIA PICCI
sedia pieghevole che prende ispirazione da un oggetto di
uso comune, la sedia sdraio, la novità è il colore e la
ridefinizione delle dimensione.
Eredità degli anni '30: l'orgoglio della modestia, che deriva
da Giuseppe Pagano.
“Mostra dello Standard”, X Triennale, 1954.
Creazione di una serie di prodotti standardizzati,
economici e rivolti a tutti. All'interno della mostra
vengono esposti anche una serie di oggetti più particolari:

TAVOLINI SOVRAPPONIBILI
in compensato di betulla e mogano, Azucena di
Magistretti,
realizzati con un piano di ebano e le gambe in ottone
o rame. Prodotto di serie accostato a sedie storiche.
Vico vuole operare per il più grande numero di
persone possibile, quindi troverà il modo di
diffondere le idee attraverso i nuovi materiali pur
mantenendo eleganza nelle case di tutti, andando a
collaborare con le industrie emergenti del design.

APPARTAMENTO GAVAZZI, Milano (1957-58)


Ricavato
all'interno di un
palazzo
settecentesco dai soffitti alti.
Commissione: ristrutturare la zona giorno
espandendosi in un palazzo recente per
realizzare l'area destinata ai bambini,
quindi egli decide di collocare un punto di
passaggio dove c'è l'espansione e di adattare
le altezze.

183
Studio-biblioteca: non abbassa il soffitto, ma crea una
scaffalatura fino ai due metri e nella parte
sovrastante appende quadri, una sorta di
pinacoteca personale che ridimensiona questo
spazio fuori misura, lo fa quindi con elementi
che non toccano la struttura.
Arredi: lampada a Imbuto di Caccia Dominioni, sedia
Thonet, un tavolo disegnato da lui. Normalmente le pareti di Vico sono bianche,
come una tela per i libri, fondamentali in una casa, e per i quadri, che risaltano
maggiormente, gioca con colori diversi nell'arredo e nella pavimentazione.
Appartamento per i ragazzi: è più basso e li collega con una scala, apertura ad
orecchio, con un arco di scarico da una parte e dall'altra una parte curva che si rifà
alla forma umana più ampia che inquadra perfettamente l'uomo, scaletta fatta da
cubi, elementi che fanno da gioco per i bambini.
In funzione del bambino si possono pensare soluzioni su misura infantile.

APPARTAMENTO BASSETTI, Milano (1955-56)


Sesto piano di una casa di nuova costruzione con
copertura inclinata a 45 gradi in
modo che la luce entri da
entrambe le parti, tagliando
l'edificio, si è potuto così ricavare
un mezzo piano in più, ottenendo
un effetto duplex.
Pareti fanno sempre da tela, sono tagliate e
sagomate per creare le quinte
nell'appartamento, conformando uno spazio
di benessere, per ricevere ospiti.
Schermature fate con veneziane in legno,
più pregiate di quelle in metallo.
Arredi: simbolo del movimento
moderno, come le poltrone
Barcellona di Mies, che convivono con
arredi d'epoca.
Sottotetto: utilizza tutto lo spazio per creare scaffalature che si
incastrano nella parete. Zona cucina ampia, con office.

CASA AROSIO, ad Arenzano (1956-59)

184
Uno dei
quattro
edifici,
insieme
alla Torre
Velasca,
presentati
al
congresso
internazionale di architettura moderna nel 1959, il CIAM,
uno di quelli dove è stato stabilito l'Existenzminimum, che
sanciranno la fine del CIAM per il reinserimento
dell'architettura nel solco della continuità della storia,
teorizzato da Rogers. (Ritorno alla qualità)
E' un'architettura formata da volumi aggregati gli uni agli
altri in maniera aggressiva, ci sono caratterizzazioni: le scossaline che riparano i
davanzali, le persiane, l'adattamento alla topografia del sito, queste cose sono state
lette come un allontanamento dall'ortodossia dei principi del razionalismo.
Ci stiamo aprendo agli anni 60-70 → la camera si affaccia sulla zona giorno, denuncia
LIBERTA' di formalità e di comportamenti.
Copertura a terrazze verde, camino di forma scultorea, piani curvilinei che si
ricorrono all'interno dell'appartamento, rincorrersi di prospettive curve.

GOLF CLUB, di Carimate (Como) (1959-60)

Si stacca dal piano della


185
campagna, Vico lavorerà tanto nel territorio a nord di Milano, nella zona comasca e
della Brianza, dove la nuova imprenditoria gli chiederà di realizzare le loro ville di
vacanza. Questo edifico si collega alla nascita di una serie di oggetti d'uso che lo
porteranno ad essere un design di fama mondiale.
Interno: gioco di dislivelli e pareti con tagli curvi, legati a una proporzione molto
elegante. Spazi della Golf Club arredati da mobili di Azucena e sedie rosse:

POLTRONCINE CARIMATE, (1960), prod. Cassina

Seduta basata su sedie da


osteria che risultavano
adatte ad alcuni spazi del golf club, riadattate e colorate
di rosso, le rivitalizza, le rinnova e le mette al passo con i tempi, sta nascendo la pop
art. Studia una variante in Nastrocord e studia un giunto particolarmente
assottigliato che si ingrossa nel punto di incastro che rende la sedia solida, resistente
e più leggera, la seduta ha tanto successo da diventare una collezione di pezzi
derivanti da lei.

TAVOLINI DEMETRIO, prod. Artemide


impilabili, in resina
rinforzata con fibra
di vetro.
Artemide nasce in
quegli anni con
Gismondi e la
curiosità di
Magistretti.
186
Gismondi torna dalla Germania con delle vaschette profonde in una plastica colorata
e resistente che affascina Vico, che capovolge la bacinella, ne ritaglia i lati e nasce il
tavolino, che replica la funzione del tavolino T9 di Azucena → Concept
estremamente semplice e spiegabile con due parole al telefono.
“Guardare con occhi diversi e curiosi la realtà esistente e sapere trarre spunto da
questa per nuovi utilizzi”.
Tavolini riproposti e ripresentati all'interno di un alloggio alla Mostra “La Casa
Abitata” del 65, mostra che voleva raccontare ai contemporanei la modalità e le
prospettive dell'abitare. La proposta è un alloggio economico con
spazio ridotto, pareti in modernfold a soffietto proposte da Ponti.

DALU’ (1965)
lampada nata dal materiale plastico con spessore sottile, ripiegato, la
resistenza e la solidità dell'oggetto è dato dalla forma e dalla piegatura

ECLISSE (1965)
costituita da
tre semisfere
agganciate le
une sulle altre
su un unico
asse, nata
perché il
proprietario di Artemide chiede di inventare
una lampada da comodino, diversa dalla abat-jour tradizionale.
Unica lampada in metallo, altre in materiale plastico.
Vico rivisita la lanterna cieca della Parigi ottocentesca di Victor
Hugo.

TELEGONO, (1966): lampada da tavolo

CHIMERA, (1966)
nasce dalla piegatura a soffietto di un foglio di policarbonato bianco
resistente.

CASA CERUTI, Milano (1968)

187
Chimera entra nel pavimento di Cerruti, lo stilista, con i cuscini a pavimento che
caratterizzano il modo di vivere libero. Gioco di dislivelli con soppalco e soffitto
tagliato a mezzaluna, come faceva con le pareti, ambiente dominato dal vuoto. Zona

giorno tutta a piano terra, zona notte a soppalco.


Sistema a pavimento diventa un sistema di sedute.
Nello spazio a tutta altezza fa calare delle lampade in grosse sfere di murano.
Pareti a soffietto.

SELENE, (1969)
sedia coloratissima, stampata in un pezzo unico, gambe portanti sembrano derivate
da Chimera, ricerca per alleggerire sempre più la massa
di materiale utilizzato rendendo però la sedia

resistente. Questa si differenzia per sottigliezza e leggerezza dalla sedia della Kartell
per bambini da Zanuso e da quella di Joe Colombo

Atollo (1977), O'Luce


in alluminio laccato, basata sull'assemblaggio di forme geometriche pure,
nulla può essere tolto da essa, oggetto perfetto con queste strutture,
calotta sospesa e sostenuta da cilindro con un cono in metallo lucido che
riflette, la luce che colpisce la calotta torna sul cono e si riflette intorno.
Vico l'aveva pensata per la diffusione della luce.

Maralunga (1973), Cassina


poltrona e divano pensata per il fatto che
ormai nelle case degli italiani c'è la
188
televisione, per mettersi comodi in salotto a vederla.
Essa nasce dall'idea di rendere comoda la poltrona, lo schienale regolabile può
essere mosso e posizionato al bisogno, pensata con all'interno una catena di
bicicletta, per rendere mobile lo schienale.

Nathalie, (1978), Flou


azienda appena nata. Letto non con testiera
tradizionale che sapeva di di vecchio,
neanche con la testiera attrezzata di Ponti →
la sostitusce con un cuscino imbottito, inizia
l'era dei letti tessili, alleggerisce nella forma
la camera da letto, è un'oggetto più easy e free rispetto ai letti
tradizionali.

ITALY – THE NEW DOMESTIC LANDSCAPE E ETTORE SOTTSASS


32. M. T. Feraboli, La casa in mostra, in Fulvio Irace «Storie d'interni : l'architettura dello spazio domestico
moderno», Roma : Carocci, 2015

MoMa, New York 1972


Epoca in cui l'insegnamento universitario milanese è
profondamente legato al razionalismo e al
funzionalismo, tanto che si parla di scuola Milanese.
Zanuso, con l'unità di emergenza Fiat Anic, rappresenta
la prima generazione con i primi cambiamenti, a livello
di forma-funzione, tecnologia. Caratteristica del
progetto radicale legato al prodotto è sopratutto italiano, così a partire dagli anni '60
ci sono state una serie di avanguardie che hanno cominciato a mettere in discussione
l'architettura razionale e funzionale, dopo decenni di rigido dogmatismo, le giovani
generazioni si chiedono se è possibile progettare in modo diverso, e questo
comporta la visione dei prodotti visti quali, divano bocca ecc..
I personaggi della scuola razionalista ci sono ancora, Magistretti, Zanuso, e si creano
queste due linee parallele contrapposte, razionalista e radical, che sono l'anima del
design italiano, non abbiamo ancora contatti stranieri.
Dagli anni '60 il design italiano diventa così celebre nel mondo da scalzare il modello
di riferimento del design e dell'abitare di allora: il modello scandinavo con Alvar
Aalto, il quale ha fatto scuola, l'Italia guardava a questo modello ed era legata a
questo design in quanto c'era un sistema di produzione molto simile, legato
all'artigianato.
189
Con gli anni '60 e con i prodotti della messa in discussione del razionalismo, l'Italia
inizia a diventare sempre più famosa, con il suo gusto italiano. Queste due anime
parallele, quella razionalista-funzionalista, e quella di protesta radical, vengono
messe in mostra nel 1972 al MoMa di New York, dove viene allestita una mostra sul
design italiano, per celebrare in via definitiva il modello italiano. L'architetto Emilio
Ambasz ha l'intenzione di presentare il nuova panorama italiano, cos'ha da proporre
l'Italia nell'abitare. Tutti i designer italiani sono usciti dalla facoltà di architettura,
tranne Bruno Munari ed Enzo Mari, con il suo vaso Pago Pago, vaso doppio
utilizzabile in due modi, pochi fiori o tanti fiori, lo capovolgo in base all'esigenza,
oggetto che viene dal razionalismo. Ci sono 12 ambienti.

SEDIA PIA
MANGIADISCHI, Bellini

TOTAL FURNISHING UNIT, Joe Colomb, Ignazia Favata


Inizia a rompere le barriere. Questo è
un blocco abitabile completo di tutto:
bagno, cucina, salotto, letto…
Ma come si relazione con l’architettura?
Non si relaziona, vive di per sé e non ha
importanza dell’ambiente in cui si trova.
MOMENTO IN CUI NASCE IL DESIGN
DEGLI INTERNI, dimostrando di essere
indipendente dall’architettura.
Il designer deve immaginare anche
qualcosa di utopico che poi andrà pian
piano a realizzarsi, Joe infatti immagina
la casa del futuro, gli arredi dialogano con se stessi, non con lo spazio dove si trovano
→ il design dimostra di essere autonomo dall'architettura.

KAR-A-SUTRA, Bellini
Una macchina può essere vissuta come
un ambiente libero. un successo
incredibile, crea un concept di interno
auto, ispirato al mangiadischi di Bellini,
190
dimostrando come uno spazio come quello può essere vissuto in modo libero e
informale, come il sacco è un modo informale di concepire lo star seduti. Qui
funzionalità (abitabilità interna e comunicabilità fra gli utilizzatori) è accompagnata
da fantasia, eccentricità e anticonformismo.

ETTORE SOTTSASS (1917-2007)


E’ stato sposato per 20 anni con Fernanda
Pivano (traduttrice di Hemingway ecc….).
Insieme hanno compiuto viaggi
importantissimi che influiscono sul suo
lavoro.
Hanno fatto molti viaggi in India dove si
poteva osservare le grandi civiltà del
passato, che lo segneranno tantissimo.
La sua vera attività comincia nel dopoguerra, prima infatti fu deportato.

MOBILI IN FIBERGLASS, mostra Italy, The new domestc landscape, Kartell, MoMa,
New York, 1972

SISTEMA DI CONTAINERS, alla mostra “The new


domestc landscape, del ’72)
Unità: ciascuna delle quali doveva contenere una funzione all’interno della casa. Idea
di scardinare lo Status Quo, scardinare quindi l’idea di abitazione, come protesta. E’
191
un modello che doveva mettere in discussione ciò che era stato fatto fino ad allora.
Mettere in discussione in modo radicale.
…….(gli anni ’70 in generale sono gli anni della protesta)…………..
Sono collegati l’un l’altro elettricamente tramite cavi.
E’ una proposta di abitare senza nessun legame con l’architettura. Non hanno avuto
seguito ma sono nella storia.

…………….Ettore Sottsass lavora per Olivetti in una collaborazione lunga 30 anni.

LA PALLINA DI OTTONE, 1946

ODALISCA NERVOSA, 1946

PORTAFRUTTA IN FILO DI OTTONE INTRECCIATO E


ANNODATO, 1954

LAMPADA IN LAMIERA DI ALLUMINIO, 1954

VASO IN ALLUMINIO ANODIZZATO, Rinovel, 1954

INTERNO A MILANO, 1957


Studio per appartamento. Colpisce il colore e lo spazio
libero.

192
STANZA PER FARE ALL’AMORE, Mostra “La casa abitata”, Firenze, 1965

C’è il letto in mezzo (come succedeva


nelle grandi civiltà). Lo spazio è in funzione del le tto perché il tema è l’amore.
I mobili sono a lato del divano o del letto stranissimo: f a pensa re al giappone e alle
antiche civiltà (Totem, che ha sacralità e importanza nella storia).
Il colore che valore ha? Confort, dato sia dal colore che dalla luce.
Volto del funzionalismo orientato al sentimento psicologico dell’uomo.

MOBILI PER L’AZIEND ATOSCANA POLTRONOVA,


1965-66
Sacri. Possono essere lasciati soli. Vivono di per sé.

ROCCHETTI, Bitossi, Montelupo fiorentno, ed.


limitata), 1959
193
PORTAFRUTTA, Montelupo fiorentno, pezzi
unici, 1958-59
In ceramica. Il materiale
è importante perché la
ceramica è il primo materiale utilizzato dall’uomo.
Secondo lui è rivoluzionaria, è carica di simboli. Voleva
che questi pezzi diventassero in serie.

SUPERBOX, Poltronova, fiorentna, 1965


Sono anche questi dei Totem. Hanno un basamento che conferisce sacralità.

TRE VASI

CERAMICHE DELLE TENEBRE, Bitossi,


Montelupo, 1963

194
E’ il periodo in cui sta male, sta per morire. L’utilizzo del colore scuro e tenebroso è il
riflesso dei suoi sentimenti.

1° CALCOLATORE ELEA 9003, Olivetti, 1959


E’ una stanza di calcolatori. Deve
aiutare i tecnici per riordinare.
Lavora sulla tastiera ordinando
razionalmente i comandi, anche
grazie all’utilizzo del colore.
Organizza anche le macchine
nello spazio. Può essere
considerato un lavoro d’interni.

MACCHINA DA SCRIVERE PORTATILE VALENTINE, Olivetti, 1969, Sottsass, Crepas,


fumetto Valentna, vince il Compasso d’oro nel ‘70
E’ innovativa per il
colore e per il
materiale. La
campagna
pubblicitaria la vuole
fare lui: chiama 10
fotografi bra vissimi,
gli da 2 pezzi e gli dice
di andare in giro per il mondo a fare foto con la
macchina da scrivere, in modo da dare l’idea che quella macchina da scrivere si
potesse usare comunque. La testimonial fu Brigitte Bardot.

MACCHINA DA SCRIVERE PRAXIS 48, Olivetti, 1964

MOBILI GRIGI, Poltronova


195
SPECCHIO ULTRAFRAGOLA

LETTO EDULE, Poltronova, 1970


Lo accoppia a luci fredde e antipatiche. Il
letto a gradini ricorda una piramide.
Nasce “Alchimia”, di Mendini.

POLTRONA TAPPETO VOLANTE, 1974


Sembra un trono. Ha due braccioli
diversi.

MEMPHIS, 1981-1987
Emblema del
design radicale.
Da apparecchi

196
elettronici al design degli interni alle arti decorative (comprendendo anche il disegno
di gioielli particolari). Quando Sottsass capisce
che Mendini è interessato al design arte, al fare
tutto a mano, si stacca e costituisce il gruppo
Memphis nel 1981, con De Lucchi, Tuhn, Branzi,
Umeda (giapponese), Hollain (viennese del
postmoderno)... suoi allievi.
Lavorano e presentano un numero importante di
pezzi, all'inaugurazione del negozio c'erano 2000
persone, folgorate dalle novità e capiscono che è
successo qualcosa che travalica la storia del design italiano. Il design diventa
globalizzato, non si era mai visto un gruppo tale in Italia, grazie ai suoi contatti
internazionali è riuscito a coinvolgere un gruppo di persone da tutti i paesi. Una sera
loro erano assieme e il giradischi si era incantato su una canzone di Bob Dylan,
Memphis e decidono di chiamare così questo lavoro.
Sottsass era il mentore di questo gruppo

Libreria Carlton (1981), il colore, l'aspetto totemico, tutto


lascia intravedere un nuovo linguaggio, geometrie semplici,
texture appositamente disegnate

Lampada Ashoka: omaggio a una


divinità indiana, vetri particolare che
scioccarono a Murano, poiché i loro
vetri non possono essere incollati.
Ceramiche con equilibri instabili, che
rappresentano l'epoca con il
Decostruttivismo, senza avanguardie
assolutistiche.
Gli interni di Sottsass furono apprezzati di più in America o in Giappone, stile
pavimento seminato come quello di Malpensa, progettato dallo Studio Sottsass.
197
Casa Wolf, Colorado (1987-89) non è
un'architettura all'italiana, infatti fece
fatica in Italia

Maui House, Hawaii (1994)


assemblaggio di elementi che giocano sul colore.
Inerni: arredati con un mix di opere dell’architetto e pezzi tradizionali hawaiani in
legno di koa.

LA CASA DEL FUTURO – IL DESIGN PER LA CASA


ANNI CINQUANTA-SETTANTA

29. La casa in mostra, F. Irace, Storie di Interni, Carocci, Roma, 2015

La casa del futuro, F. Irace, Storie di interni, Carocci, Roma, 2015

JOE COLOMBO
Negli anni 60 considerato uomo del futuro, oggi uomo del presente.
Si chiama Cesare Colombo, nasce a Milano e le sue passioni sono disegno e pittura,
si iscrive all'accademia delle belle arti e frequenta il mondo dell'arte, insieme agli
amici Enrico Bai e Sergio D'angelo, comincia a frequentare ambienti collaterali, le
'cave'. Progettista diverso dalle altre generazioni, mondo di riferimenti e
comportamenti che si discostano molto. Incomincia a vivere una vita molto più
198
vicina alla nostra, cominciano ad affrescare gli ambienti e fondano il movimento
della Pittura Nucleare, fondata sull'energia, vista in senso negativo, come energia
distruttiva, ma vista anche in senso neutro in quanto è l'uso che se ne fa che ne
determina positività o negatività, vi vedono il lato di energia creativa, che può
produrre qualcosa di nuovo, macchie di colori, grumi che vanno a sollecitare a
seconda una sensazione drammatica, o una vitalistica, energetica.
In questo mondo fantasioso e creativo, lui rivolge le sue attenzioni anche al mondo
dell'architettura, frequentando la Milano al di fuori degli ambienti accademici, spinto
da Munari, legato al Mac, Movimento Arte Concreta, egli lo convince che il mondo
dell'arte non è più legato tanto alla pittura o scultura, quanto alla creazione di nuovi
oggetti innovativi, e lo spinge a dedicarsi al design, strettamente connesso
all'architettura a quel tempo.

Città nucleare (1952)


Teorizzata perché l'energia nucleare avrebbe potuto far funzionare una città intera,
strettamente connessa alle utopie e ai progetti urbani precedenti, perché
sotto la crosta → una serie di trasporti, impianti, industrie
sopra al livello terreno → la vita, le abitazioni, teatri, chiese, scuole.
Aggiunge palloncini che guardano a un immaginario nuovo legato alle nuove ricerche
che porteranno alla conquista dello spazio. Immaginario legato a una tecnologia
innovativa e alla vita quotidiana si esprime in altre proposte.

Aree attrezzate (1954)


all'interno del Parco Sempione per la X Triennale, senza una segnaletica tradizionale,
ma le prime forme di televisioni che trasmettevano informazioni. Le
telecomuncazioni avevano appena raggiunto la possibilità di essere trasmesse su
territorio internazionale, ottica rivoluzionaria.
Spazio interno: ottica unitaria e complessiva, dove non deve emergere il singolo
oggetto di arredamento, ma dev'essere la sensazione di uno spazio unitario.

APPARTAMNETO AL PIANO RIALZATO IN VIA


SISMONDI, Milano, 1963

199
INTERNO: dall’ingresso ci sono una serie di pedate che sollevano, e una serie di ele
menti a soffitto che abbassano, creando anche una specie di scaffali. Abitare nuovo!!
COLORATISSIMO (toni lilla, giallo, azzurro…). Definisce spazi non separati da bariere
fisiche ma grazie a volumi. Il divano è ricavato grazie ad un sistema di pedane
(pedane che contengono impianti). Crea anche degli effetti di luce, come ad
esempio oggetti illuminanti incassati nei controsoffitti ecc…..

Non ci sono mobili delle generazioni precedenti. Lui


non è contrario al passato ma è proiettato verso il
futuro.

STANZA DA LETTO:
abbassa il soffitto
sopra il bagno. Le
tende sono in
tessuto, girabili, che
schermano la finestra. Il
letto non ha la testata tradizionele ma funge da
mobile d’appoggio. Soppalco sotto usato con mobili contenitori. SOLAIO:
controsoffitto luminosissimo. SPAZIO LETTO: i letti hanno dei cassetti sotto utilizzati
in sostituzione ai mcomò tradizionali.

APPARTAMENTO OPI FORCESI, Milano, 1968

Utilizzare meno spazio per gli


arredi ma offrendo comunque
tutte le funzioni utili.
E’ un ambiente
unico distribuito su
più livelli.

Il sistema delle scale


è fatto in modo da
fungere anche da parete per le sedute. La parete
delle scale diventa anche armadio. Anche la
camera da letto è a sbalzi.

200
Questo modo di concepire la casa è svincolato dalle regole
precedenti.

E’ presente il MOBILE COMBICENTER: composto da un modulo


che può essere impilato ed attrezzato in maniera diversa a
seconda del contesto. Ha anche le rotelle sotto.

UNITA’ DA CUCINA MINI-LITCHEN, Boffi, 1963 (medagli argento alla Triennale del
1964)

Tutte queste produzioni fanno parte


di un processo volto a sottolineare il
contenuto piuttosto che il
contenitore. Il tema principale infatti
è quello della mobilità e della
funzionalità.

Questa cucina è l’antenata dei


monoblocchi. E’ attrezzata di tutto e
ha le rotelle per poterla potare in
giro.

E’ necessaria però una condizione


per la quale può funzionare…..La presenza di energia elettrica.

CARRELLO BOBY, Bieffe 1970, B-line 2004, chiamato come un cagnolino

Realizzato in plastica: più economico e più


accessibile. La destinazione d’uso sarà
quella che noi decidiamo: flessibilità
d’uso, più combinazioni.

201
POLTRONA ELDA, Prod. Confort, Gruppo Fratelli
Longhi, 1963

Dedicata alla moglie.


Introduce il concetto di ergonomia e confort. Ha la forma di una
conchiglia avvolgente. Sembra anche lo scafo di una nave. Utilizza
il fiberglass. L’imbottitura è data da una serie di cuscini posizionati in modo tale da
accogliere meglio il corpo.

SEDIA E POLTRONCINA UNIVERSALE, Kartell, 1965

Il nome tende a supportare più usi. Il sedile è indipendente dalle gambe. Si possono
graduare le altezze dei piedi ni fino a pensarla per l’altezza di un bancone del bar. E’
impilabile.

TUBE CHAIR, Sormani, B-line, 1970

202
I cuscini sono collegati attraverso delle cinghie di
pelle. Sono montabili in più configurazioni. Poltrona
fatta da cilindri di gommapiuma rivestiti da tessuto
o pelle. Il cilindro da solo non funziona, va montato
agli altri per dare una forma alla poltrona, venduto
smontato come cilindro che contiene gli altri. Nasce
dall'idea di flessibilità all'interno dell'abitazione. La
si può comporre a proprio piacimento, è come una
chaise longue proiettata nel futuro.

MULTI CHAIR, Prod Sormani 1970, B-line 2004

Composta da
due cuscini imbottii con degli automatici
collegabili tra loro con cinghie di pelle e ganci. La
si può costruire in base alla configurazione che si
preferisce → evoluzione marcata nel modo di
sedere che dimostra il cambiare dei
comportamenti della società nel tempo, una
trasformazione che si lega a una lettura dinamica
della casa, perché questo senso di comporre e
ricomporre la casa è legato all'introduzione del quarto parametro temporale
nell'abitazione, contenitore unico, articolato in volumetrie, ma un solo spazio per
l'abitare, sovrapposizione degli spazi in base al loro tempo di utilizzo e quindi
riduzione della superficie abitativa necessaria. Concezione vicina a quella di Gio
Ponti, con La casa adatta, arriva alle sue stesse conclusioni in maniera più classica.
HABITAT FUTURIBILE VISIONA 1, 3 blocchi: central living + night cell + kitchen box,
1969

203
Lo spazio è unico e trasformabile
in base al tempo (come aveva
pensato anche Gio Ponti). Spazio
realizzato pensando all’idea dei
blocchi funzionali: attrezzature
che inglobano una serie di elementi caratteristici dell’abitare
italiano. Zona soggiorno, zona notte, zona bagno e blocco
cucina e salotto… tutto spostabile!

Cucina: c’è l’idea di una cucina razionale. Si è


seduti, e da lì si hanno a portata di mano tutte le
funzioni svolgibili in cucina.

MONOBLOCCO: viene scardinato il rapporto tra


contenitore e contenuto. Si è liberi di portare la
casa ovunque.

APPARTAMENTO JOE COLOMBO, Via Argelat,


Milano, Sormani

Cabriolet bed, Mini

armadio,
toilette, t v, radio ecc.. E si
può chiudere per privacy.
Solo il pranzo e salotto sono insieme. Il tavolo si trasforma in un
mobile bar. Le sedie sono multi-funzionali, possono passare da
sedie per sedersi a mangia a se die per rilassarsi.

TOTAL FURNISHING UNIT,1971-72, Mostra “Italy, the new domestc landscape”

204
Contiene tutto per la casa, è una parete tutta apribile e composta. Non avrà seguito
perché troppo lanciata verso il futuro e perché poi lui muore.

JONHATAN DE PAS, DONATO D’URBINO, PAOLO LOMAZZI


Premesse culturali e età comuni. Desiderano creare oggetti
per tutti. Sviluppano idea di mobilità e flessibilità di interni.
Prima erano due gruppi distinti: De Pas e D’urbino, e invece
Lomazzi da solo.

COMUNITA’ ISRAELITA, Milano, De Pas, Lomazzi

Attrezzano con
pareti a
scomparsa il
salotto, c he di
sabato viene
usato come
sinagoga, mentre
il resto del tempo
della settimana
come soggiorno. La zona notte non
deve essere necessariamente separata
dalla zona giorno, ma può essere
un’estensione, tramite porte scorrevoli
si può decidere cosa farne. La sedia del Politecnico
nell’atrio è disegnata da loro, ma in accordo con
uno del Politecnico hanno deciso di metterla in
produzione nel laboratorio di interni e di utilizzarla
in università.

VILLA PRESAZZI, Lomazzi, Marchirolo, 1964

205
E’ la casa di ca mpagna di un calciatore. Lo spazio è flessibile. La zona giorn o
occupa l’ingresso della casa.

SELETTIVA DEL MOBILE DI CANTU’, De Pas, D’Urbino, Lomazzi, 1966

Partecipano insieme. In giuria c’era anche Marco


Zanuso. Progetto per la realizzazione dell’arred amento
di una camera da letto. Partecipano fuori concorso
apposta. Rendono il letto polifunzionale tramite un
cuscino che può fare da seduta ecc…. Ma non ottengo
l’attenzione desiderata.

Blow (1967), prod. Zanotta

Idea di poltrona quasi impalpabile e permette di


sedere sull'aria, ma verrà vista come un oggetto
giocattolo, da usare al mare, in piscina.
Idea: di una seduta sgonfiabile, gonfiabile, leggerissima,
adatta a una casa giovane che si
potesse trasformare
continuamente. Poltrona mostrata
al pubblico al secondo Eurodomus
a Torino nel 1969, in una cupola
gonfiabile pneumatica fatta per ospitare la Blow, c'è
comunanza con l'immaginario dello sbarco sulla luna.
Guardano anche al gruppo inglese
ARCHIGRAM (architecture+telegram) i più
rivoluzionari, legati a un'idea futuribile dell'abitare, l'idea nomade, che si
trova nelle abitazioni di Colombo, De Pas, D'Urbino e Lomazzi.
Cushicle and Suitaloon: una specie di abitare vestito, una struttura che si
gonfia, nella quale vivere, con vestiti, tv, architettura solo disegnata.
Alla triennale del '68 la mostrano nella mostra Milanogram. David Green fa
206
vedere come dovrebbe funzionare. Mito dell'architettura gonfiabile, lo portano
avanti e si ferma nel 1973 proponendo “Sgonfiamo l'architettura” vuol dire togliere
monumentalità e aggiungere flessibilità.

Galeotta (1968), di De Pas, D'Urbino e Lomazzi


poltrona fatta da cuscini imbottiti, trasformabile
Alibabà (1972)
traduzione del progetto della
selettiva del mobile di Cantù.
La Rassegna: modi di abitare di
oggi, idea di abitare flessibile,
basata sul razionalismo ma svincolata da regole fisse, e può tradursi in vari oggetti
come la
Joe, poltrona
guantone con rotelle e dettata da una serie di nuovi comportamenti, legata a
un'altra fonte di ispirazione, quella della pop art, idea di trasformare oggetti d'uso
comune in un altro utilizzo.

Sciangai, appendiabiti scritto così apposta per


ribadire la loro ironia giovanile e milanesità. Nasce
dalla rielaborazione di un gioco quotidiano e che
diventa uno degli appendiabiti più famosi al mondo e
Compasso d'oro.
Loro sintetizzano queste idee in questo disegno in cui
dicono che è il CONTENUTO che va a fare la casa, il
contenitore è
secondario. Idea che
non ha un seguito.

207
ACHILLE E PIER
GIACOMO
CASTIGLIONI

La casa in mostra, in F. Irace (a cura di), Storie di Interni, Carocci, Roma 2015

208
TUBUNO,
Arreduce
1949, poi
Flos 1974

Economia e
razionalità di
produzione

Tubino arriva
dagli USA.

LUMINATOR, Flos, 1955, Compasso d’oro

Rapporto tra forma e funzione (e razionalità). La Triennale di Milano (5?????? La


forma dell’utile) aveva cominciato a promuoverla. Dall’utile la forma ottiene
l’estetica. Esemplificazione di forma e utilità. Nel ’54 c’è un’altra mostra a La
209
Rinascente e Luminator è pensata quasi per questa occasione. Viene premiata dal
Compasso d’oro.

E’ un tubo con un treppiedi, è una lampada che si può spostare con facilità, leggera.

BRAMANTE, 1950 Zanotta dal 1969 ????

Nasce dall’idea di riutilizzare i cavalletti


impiegati dagli scultori (il padre
Giannino era uno scultore).

LEONARDO, 1950, Zanotta dal 1969

.......................Rapporto duraturo con alcuni


industriali, in particolare con le RADIO.

MOSTRA RADIO, 1947

Promuovendo la radio attraverso uno stand a Fiera Milano.

MOSTRA RAI, 1948, XXVI Fiera di Milano

Radiotelevisione italiana. La RAI inizia a fare i suoi primi


passi. Era ancora molto legata alla radio. L’allestimento è
dato da dei pannelli che mostrano dei programmi
radiofonici, e c’era una macchina che faceva sentire una
voce regisrata che li promuoveva.

210
XV MOSTRA DELLA RADIO, Triennale di Milano, 1948

Promozione dell’apparecchio telefonico, lo strumento. Criterio


dall’allestimento: suscitare curiosità, interesse e stupore. Montano u
n enorme apparecchio con dei manichini che sembra lo vogliano
portare sul tetto della Triennale.

PADIGLIONE RAI, 29° fiera di Milano, 1951, grafica Ernesto Carboni


e Max Huber

Programmazione
settimanale. Spirale che si avvolge al
soffitto.

Risultati dell’abitare domestico


questo apparecchio.

PADIGLIONE RAI, 30° fiera di Milano, 1952, grafica Bruno Munari, pittore E. Taiut

Ci sono una serie di pedane circ olari: su una pedana c’è cosa
c’era pri ma dell’avvento della tel evi sione, sull’altra pedana
c’è dopo l’avvento della televisione. Iniziano a veders i pezzi
di design, come pareti arredate ecc…..

SEZIONE INDUSTRIAL DESIGN, X Triennale di Milano, 1954

211
Vengono mostrati una serie di prodotti di design (dagli
elementi illuminanti al motore di un
motoscafo, a dei secchi di plastica…)
che vengono accostati per utilità e
funzione, per tipo di materiale o per f
orma.

Sono accompagnati da didascalie, disegni tecnici e


fotografie che mostrano la produzione. Ma allora dove sta la sorpresa?

Lo spazio è ricoperto da degli shed che fanno passare la luce, ma dato che vogliono
che l’attenzione sia attirata dagli oggetti, coprono le finestre laterali di nero, la luce
allora entra solo dall’alto e riflette su questi coni giganti appesi a soffitto che
sottendono gli oggetti sottostanti. Le piattaforme sottostanti sono bianche e
poggiano su pezzi neri, in modo tale che sembra che galleggino.

Come oggetti si trovavano macchine da scrivere, recipienti in materiale plastico,


trapani e molto altro…..

FORME E COLORI NELLA CASA D’OGGI, Villa Olmo, Como, 1957

212
Il soggiorno è informale con
delle caratteristiche che
alterano le regole delle
etichette passate. Il soggiorno
contiene il lavandino, con il rit
ratto del padre e il mosaico di
un amico. C’è un tavol o sul
quale si può fare quals iasi

cosa ma non è un ambiente di


rappresentanza. C’è la sedia Thonet e lo SGABELLO
MEZZADRO (Ready made). POLTRONA CUBO, Arflex, 1957. La
SELLA è leg ata all’idea del rispondere al telefono. In modo
tale da poter stare abbastanza comodi ma non troppo, e quindi
da potersi anche sgattaiolare via facilmente.

La tv è appesa a un saliscendi, in modo tale che non disturbasse la conversazione


familiare. C’ è Luminator. Appesa alla parete c’è una libreria pensile.

213
POLTRONA SANLUCA, Gavna 1960, poi Knoll dal 1990, Bernini

Per ringiovanire l’idea di poltrona tradizionale. Fu pensata riguardando una Poltron


a Frau e convertita, i pezzi potevano però ess ere perfettamente assemblati e
prodotti industrialmente.

La critica associa queste linee al Neo Liberty, quindi legata all’artigianato, in realtà è
la forza dell’industria.

BIRRERIA RISTORANTE SPLUGHEN BRAU, Corso Europa, Milano 1960

“I
milanesi
sono dei
bauscia
quindi li
abbiamo
messi in

214
vetrina”. Rimandano all’idea del vagone del pri mo secolo. Presente la L MPADA
SPLU GEN BRAU studiata appositamente per il locale, com e an che i bicchieri e le
la spillatrice. La lampada è in alluminio bombato, ed è scavata all’interno per evitare
che si surriscaldi. E’ una lampada saliscendi.

Hanno lasciato il sistema di impianti a vista rinnovando completamente l’interno e


rendendolo molto particolare. SEDIE S GABELLO che sono state pensate per arrivare
al bancone in altezza ma anche per poter appendere i cappotti.

SERVOFUMO e SERVOPLUVIO, Flos, Zanotta, 1970

Possono essere spostati. Servo.

ARCO, Flos, 1962

Nasce per svincolare il


tavolo da pranzo dal
punto fisso dell’ill
uminazione a soffitto.
E’ regolabile,
orientabile. Ed è
ottimale perché si
raffredda
gr azie ai
buchi. Nel
blocco in

215
marmo c’è un buco, in modo che sia comoda da spostare an che con un bastone di
scopa.

TACCIA, Flos, 1962

Sembra una
colonna. La calotta
è in vetro, coperta
da una lastra in
alluminio che
riflette.

TOIO, 1962

E’ il faro di un’automobile montato in


cima ad un’asta, montati con degli
elementi della canna da pesca.

ALLESTIMENTO MOSTRA “LE VIE D’ACQUA DA MILANO AL MARE”, Palazzo Reale,


1963

216
Sovverte

l’involucro del Palazzo Reale. Si servono di tutti i mezzi di


comunicazione possibili: video, registrazioni e cc…. Creano un
involucro (allestimento) in legno nel quale e spongono tutto
creando un percorso.

PADIGLIONE RAI, Milano-Genova, 1967

La struttura
metallica è
ricoperta
da teli e la
calotta è
gonfiabile.
INTERN O:
è una sorta di caleidoscopio. Il pavimento è riflettente. Si moltiplicano le immagini.
C’è un’interattività (per luce ecc….)

LA CASA ABITATA, Firenze, 1965

217
Ambiente arredato per il pranzo. E’ più un’idea dei singoli architetti che l’insieme
della casa arredata: è più la casa dei Castiglioni che la casa in generale per chiunque.

SEDIA TRICK

OROLOGIO

CARRELLO DOUBLE FAX

LAMPADA BLACK AND WHITE, un bulbo centrale esce dalla calotta (black), se accesa
ci sono altre 3 lampadine nella calotta (white).

PARENTESI, Flos, con Pio Manzi (scultore), 1971

C’è

un’attenzione al packaging.

TARAXACUM e VISCONTEA,
1960,1962, riedizione del
2005 Heisenkell, Flos

In cocum, sostanza
spruzzabile.

GATTO, 1962

TARAXACUM, ‘88

Tantissime lampadine.

GIBIGIANA, Flos, 1980

Gioco di specchi
218
219

Potrebbero piacerti anche