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Giulio Castelli, Kartell 1949

PLASTICA
Dal 1935 autarchia in seguito alle sanzioni per aggressione dell’Etiopia
Nel 1924 a Castiglione Olona venne prodotta in Italia la prima materia plastica (Celluloide)
1935: Ricerca di materie prime nazionali: i prodotti chimici usati per fabbricare dei materiali
plastici erano per buona parte italiani.
1934: viene fondata la rivista “Materie Plastiche”
Vantaggi delle materie plastiche: facilità di lavorazione, economicità, leggerezza, resistenza

“L’autarchia spinse molti chimici all’indagine su nuove materie, ma molti lasciarono


questa ricerca quando alla ricerca mando alla ricerca mancarono le ragioni politiche.
A me non interessava la politica ma la ricerca, così anche quando finì la necessità
politica dell’autarchia continuai a cercare”
Giulio Natta, 1963. Premio Nobel inventore del polipropilene (Moplen)

ANNI CINQUANTA: SPERIMENTAZIONI, ORGANIZZAZIONE DELLE INDUSTRIE


ANNI SESSANTA: IMPIEGO INCONTROLLATO E ENTUSIASTICO DELLA PLASTICA,
VISTA COME FENOMENO NUOVO E POCO COSTOSO (COSTA POCO IL MATERIALE
E IL SISTEMA DI PRODUZIONE)
ANNI SETTANTA: CRISI DI RIGETTO: SATURAZIONE DEL MERCATO, QUALITA’
SCADENTE DI MOLTI PRODOTTI, AUMENTO DEL COSTO DEI PRODOTTI
PEROLIFERI E DELLE MATERIE PRIME DERIVATE
I pezzi più esemplifica.vi del Design Kartell degli anni cinquanta sono i casalinghi di Gino
Colombini (già allievo di Albini), responsabile in quegli anni (1954-65) dell’ufficio tecnico
Kartell, che trova la “giusta forma” per i nuovissimi materiali e crea ogge4 capaci di unire
l’u7le al bello e di contribuire al cambiamento del paesaggio domes.co in aIo.
Con l’intento di “portare la plas+ca in casa” Kartell inizia, nel 1953, la produzione di secchi e
bagne< in polie+lene per arrivare a prodo< di notevole spessore culturale, come
l’alzaimmondizie con manico in polis+rolo an+urto, ora esposto in mol+ musei del mondo,
che rimpiazza l’utensile con pale7a in metallo e manico in legno, o lo spremilimoni KS1481,
la cui forma viene presa a modello per gli spremiagrumi realizza9 negli anni successivi dai
produ7ori di ele7rodomes9ci.
Verso la metà degli anni seIanta, con il consolidamento della divisione dedicata all’
arredamento ed il diffondersi degli eleIrodomes.ci tuIofare, Kartell decide di abbandonare
poco a poco il SeIore Casalinghi e di svoltare verso l’oggePs.ca.
La linea Kartell in tavola, realizzata da Anna Castelli Ferrieri, Centrokappa e Franco Raggi, del
1976, composta da stoviglie e recipien7 alimentari, rappresenta l’ul.ma produzione della
divisione, che s’interrompe per trent’anni, fino al 2009, quando, con l’ingresso dei vassoi
Dune di Mario Bellini in polimero traslucido – i primi di una famiglia di piccoli ogge4 – Kartell
si riaffaccia al mondo dei casalinghi.

Interesse nel disegno industriale per facilitare l’ingresso della


plastica nella vita quotidiana
POLIETILENE – TECNOLOGIA DELLO
STAMPAGGIO A INIEZIONE
POLIETILENE: materiale plastico sintetico,
contiene solo carbonio e idrogeno
Materiale dall’aspetto opalino e ceroso,
flessibile, inodore, atossico
Negli anni Quaranta veniva utilizzato in UK
e in USA per l’isolamento dei cavi e di
attrezzature radar, poi per sacchetti e
imballaggi
Il coperchio, dalla forma
incavata, funge anche da
vassioio di contenimento per il
sapone, spazzola o straccio
Compasso d’Oro 1955
“Fra la vasta produzione della
Kartell, sempre eseguita con
cura e con rispetto per il
materiale, il secchio a cui viene
attribuito il Premio emerge per
l’originalità dei particolari,
quali il raccordo tra plastica e
ferro, la sensibilità funzionale
della presa del coperchio,
l’essenzialità e la robustezza
delle sezioni”

Gino Colombini, Secchio in polietilene e metallo, Kartell, 1954


Il coperchio, aggiunto nel 1957, può
essere alzato e abbassato grazie alla
particolare sagoma che ne consente
l’incastro a cerniera sul bordo del
secchio
Minore deformabilità sotto carico e
possibilità di versare il liquido dal lato
(si noti l’incavo negli spigoli)

Gino Colombini, Secchio quadro KS 1147, 1954


Gino Colombini, Tinozza, 1956
G. Colombini, Bicchieri e caraffa thermos, 1953
Invenzione di una nuova tipologia: l’idea è di lasciar fermo il limone, fissandolo sopra a un
perno zigrinato, e di spremerlo girandogli intorno con una calotta nervata.
“Nello spremilimoni Kartell sono stati ristudiati con grande attenzione i particolari della
funzione fino ad ottenere una forma assolutamente inedita che, attraverso un dosato gioco
delle singole parti, riesce a nobilitare e qualificare nella grande serie un materiale plastico di
recente introduzione”
SCARSISSIMO SUCCESSO COMMERCIALE

Gino Colombini, spremilimoni, 1959 (Compasso d’Oro 1959)


Earl Silas Tupperware, Tupperware, from 1946 (Ads. 1962)
Gino Colombini, Paletta, Kartell, 1959
Gino Colombini, paletta per spazzatura, 1956
Stoviglie e recipienti alimentari
stampati in materiali trasparenti
(metacrilato, policarbonato,
polistirolo termoresistente)

“Kartell in tavola”, 1976-77 (fino al 1979)


Divisione Labware

L’apertura del seIore dedicato agli ar.coli per laboratorio di Kartell avviene nel 1958,
quando l’azienda ha già raggiunto un’approfondita conoscenza delle materie plas.che,
riconosciuta anche dai numerosi premi oIenu. per la qualità dei suoi prodoP.
I materiali plas.ci, per le loro caraIeris.che di infrangibilità e resistenza si prestano bene
agli ar.coli per laboratorio e rappresentano un salto di qualità rispeIo ai materiali
tradizionali come il vetro, la ceramica e il legno.

Le prime esperienze consistono nel realizzare in materiale plas9co, in polis9rolo e in
polie9lene, note apparecchiature fino ad allora presen9 sul mercato in vetro, come
becker, cilindri e imbu9.

L’importante contributo che Kartell dà al seIore è legato sia all’u.lizzo dei nuovi materiali
plas.ci, sia al design dei prodoP che vengono propos. con modifiche molto significa.ve
anche a livello funzionale: già nel ‘59 Gino Colombini dà un importante contributo
progeIuale re-inventando uno degli oggeP più comuni: il portaprove7e.
Verso la fine degli anni seIanta, ormai affermata nel seIore degli ar.coli per laboratorio, la
Kartell si afferma nel campo delle apparecchiature per le analisi (di cui sono di notevole
interesse l’apparecchio asciugavetreria e l’ asciugatore eleIromagne.co) e nel
mercato dei prodoP monouso, dove forma e caraIeris.che sono streIamente legate ad
un uso molto specialis.co e necessitano di interven. progeIuali altamente sofis.ca..
Ancora oggi la Divisione Labware Kartell, basandosi sull’u.lizzo delle tecnologie più
sofis.cate, progeIa e realizza ar.coli con i più eleva. standard qualita.vi.
I supporti sono componibili e
gli elementi a pettine sono
intercambiabili a seconda
della misura delle provette

Gino Colombini, Portaprovette componibile, 1959


Centrokappa, bottiglie a spruzzetta integrale, 1980

Centrokappa, bottiglia lavaocchi, 1978

Centrokappa, tappi normalizzati, 1978


Centrokappa e Alberto Meda,
agitatori elettromagnetici e
vibratore a vortice, 1983
(Technokartell)
Nel 1958 nasce il Se7ore Illuminazione. Inizialmente con la produzione di
lampade che sfruIano il breveIo inglese Rotaflex ed in seguito con quelle della Linea KD
realizzate secondo i procedimen7 industriali di stampaggio ad iniezione in materia plas+ca,
Kartell sviluppa nuove brillan. soluzioni funzionali e ambientali per l’illuminazione
domes.ca.
La lampada 4006 di Achille e Piergiacomo Cas7glioni, esemplare per la sua semplicità
formale, è la prima sospensione realizzata; con le sue caraIeris.che di leggerezza ed
infrangibilità, la 4006 apre la strada ad una produzione che dura vent’anni, dal 1958 al 1981
e che vede il coinvolgimento di maestri come GioIo Stoppino, Marco Zanuso e Joe
Colombo.
A par.re dal 2002, con le nuove sospensioni Easy e FL/Y di Ferruccio Laviani e con le
successive lampade da tavolo Take e Bourgie che dimostrano la straordinaria capacità
dell’azienda di soddisfare le più ardite ambizioni este.che basandosi un patrimonio di
conoscenze tecnologiche acquisito in quasi sessant’anni di produzione, Kartell si impone
nuovamente nel seIore.

BASSO CONTENUTO ILLUMINOTECNICO MA ALTO LIVELLO CREATIVO


Globo diffusore costituito da due calotte
separate e da una calotta esterna a
parabola (DIAM. 60 CM). Stampata
sottovuoto in metacrilato opalino
PRODUCE 3 TONALITA’ DI LUCE
DIFFERENTI

Achille e Pier Giacomo Castiglioni, lampada a sospensione KD6, 1959


Semplice calotta che concentra la luce verso il basso. Movimento
a saliscendi che permette di variare la concentrazione di luce
(cilindro di ottone appeso a filo di nylon)

Achille e Pier Giacomo Castiglioni, lampada a sospensione KD7,


1959
Joe Colombo, Lampada in metacrilato, Kartell, 1967 Base in ABS e doppia calotta in metacrilato
opalino
Arredamento

Premiata da cinque Compassi d’Oro, dalle Medaglie della dodicesima e tredicesima Triennale e
dal Design Award Interplast di Londra, la Kartell avvia la produzione di prodoJ d’arredamento
in plas9ca nel 1963.
Nel corso degli anni sessanta, con l’affermazione internazionale del design italiano e milanese in
par.colare, Kartell consolida la propria iden.tà esplorando la versa.lità dei materiali ed
avvalendosi del contributo di designer esterni come Gio7o Stoppino, Marco Zanuso e Joe
Colombo.
Del 1964 è la no.ssima sedia per bambini 4999 disegnata da Marco Zanuso e Richard Sapper
combinabile, smontabile, facilmente pulibile e dalla forma morbida e semiavvolgente; essa
oPene un grandissimo successo.
Pur interpretando una .pologia tradizionale, la seduta sovrapponibile 4867- Universale di Joe
Colombo del 1968 trova una risposta formale all’uso di un materiale e di una tecnologia
nuovissimi: prodoIa da un unico stampo è la prima seduta al mondo interamente in ABS
stampata ad iniezione ed è ancora oggi uno dei prodoP più rappresenta.vi del design italiano.
Alla fine del decennio Kartell produce oggeP d’arredo sorprenden. come i mobili componibili
che, segui7 dalle fioriere, sono nuove .pologie d’arredo inventate da Anna Castelli Ferrieri per
rispondere ai diversi comportamen. che si stanno diffondendo nei modi di abitare.
Gli anni seIanta sono caraIerizza. da una nuova aIenzione all’ambiente di lavoro e a quello
dei servizi collePvi. Le tecnologie dei materiali espansi sono per la prima volta u.lizzate per la
realizzazione della serie sedia, tavolino e poltrona di Gae Aulen7, che esprime forme libere e
“plas.che” e del sistema Outline di Anna Castelli Ferrieri, che precorre l’esigenza di un modo do
vivere svelto e informale.
Nel 1979, con l’applicazione della sofis.cata tecnologia di stampaggio del poliuretano struIurale che consente
l’annegamento di inser. metallici nel materiale plas.co, la serie Sgabelli di Anna Castelli Ferrieri, risolve
brillantemente i problemi derivan7 dalle for7 sollecitazioni struIurali che fino ad allora avevano reso
impossibile la produzione di sgabelli al. in materiale plas.co. Ancora del 1979 è il Sistema Scuola disegnato da
Centrokappa, un sistema di elemen7 di arredo allo stesso tempo dida4ci e di gioco composto da
sedute, panche e tavoli correda. da una serie di accessori, da comporre e scomporre tramite grandi vi. e un
cacciavite-gioco. Negli anni oIanta, con la direzione ar.s.ca di Anna Castelli Ferrieri, i mobili Kartell conciliano
la logica industriale e l’approccio “high technology” con le sugges.oni del post modernismo; nascono prodoP
di come il tavolo 4300, il primo tavolo di dimensioni consisten7 interamente stampato ad iniezione, e la sedia
4870 impilabile all’infinito. Nel 1988, la sedia Dr. Glob di Philippe Starck è il primo prodoco al mondo ad avere
spessori importan7, angoli vivi e colorazioni inedite ed an.cipa i temi che saranno dominan. negli anni
successivi.
Negli anni novanta il materiale plas.co viene accostato ad altri materiali come l’alluminio, il ferro e il legno, le
superfici divengono opache, con touch par.colari e gamme croma.che molto estese, come nel caso della serie
Mauna-Kea di Vico Magistre4, proposta in 160 varian. croma.che con un’ operazione di produzione che
permeIe ordinare e ricevere la merce in una sePmana. Kartell arricchisce ulteriormente la collezione grazie al
contributo di diversi designer di provenienza internazionale e nascono prodoP
eccezionali, come la libreria Bookworm di Ron Arad e il carrello Ba4sta di Antonio Cicerio e Oliver Loew.
Negli anni 2000 è protagonista la trasparenza, a par.re dalla sedia in policarbonato trasparente La Marie di
Philippe Starck del 1999 che rivoluziona decisamente l’uso della superficie plas.ca adoIato fino ad allora;
Kartell diventa la prima azienda a realizzare superfici trasparen. verniciate e la prima ad u.lizzare la tecnologia
a stampaggio rotazionale che consente di oIenere, per la prima volta nel
seIore design, un divano interamente in plas.ca, il Bubble Club di Philippe Starck.
Marco Zanuso, Richard Sapper, Seggiolina per bambini, Kartell, 1964
Gunnar Aagaard
Andersen, Poltrona
“anti-oggetto”
realizzata con
secchiate di
poliuretano, 1964
Stampaggio a iniezione di materia plastica
Schienale-sedile in un pezzo solo + gambe infilate a pressione in quattro perni cilindrici sporgenti
dal corpo del sedile

Joe Colombo, Sedia Universale, Kartell, 1966


Come Zanuso e Colombo, sceglie corpo unico per sedile-schienale + 4 gambe
stampate a parte e infilate a pressione

Carlo Bartoli, Sedia 4875, 1974. Polipropilene


“Il cemento armato delle materie plastiche”
Stampaggio a iniezione con poliuretano
Vantaggi rispetto ad altri materiali termoplastici come ABS, polistirolo e polipropilene:
Basso costo delle attrezzature (lo stampaggio non richiede alte pressioni e quindi neanche stampi
in acciaio); facoltà di variare gli spessori del materiale nei diversi punti di uno stesso pezzo (e
quindi forme più libere); possibilità di inglobare nella stampata inserti di qualsiasi tipo
Svantaggi:
Alto costo della materia prima; maggior costo per lungo tempo di stampaggio; bassa resistenza;
necessità di stampaggio con inclinazioni particolari (per dare sfogo immediato al gas di
espansione in un unico vertice terminale del prodotto per non fare formare bolle o difetti); non può
essere facilmente colorato in pasta (deve essere verniciato; il che permette però di avere vasta
gamma di colori)

La sedia
aveva
molti
difetti e fu
presto
tolta dal
mercato

Carlo Bartoli, Sedia 4854, poltrona 4794, tavolino 4894


Per la prima volta nei suoi 60 anni di storia, Kartell decide di rendere omaggio a uno dei pezzi più
iconici del proprio museo, e riedita la poltrona 4801 progeIata nel 1965 dal maestro del design
italiano Joe Colombo. Auten.co simbolo del design degli anni ‘60, ricerca.ssima alle aste di
modernariato ed esposta presso i più importan. musei del mondo, tra i quali il MOMA di New
York, il Victoria & Albert Museum di Londra e il Centre Pompidou di Parigi, la poltrona 4801 è
celebre anche per essere l’unico pezzo prodoIo da Kartell interamente in legno.
L’u.lizzo di un materiale “insolito” per un brand nato con la missione di creare oggeP in
materiale plas.co, era dovuto alla mancanza di tecnologie che al tempo ne permeIessero la
produzione industriale nel suo materiale d’elezione. Kartell rischiò l’inves.mento degli stampi
per il progeIo e creò così una seduta composta da tre lastre di legno compensato, curvato,
pressato e laccato con vernici poliestere, incastrate tra loro senza nessuna parte metallica o
colla. L’unione delle tre par. formava il sedile, lo schienale e la stru7ura portante. I colori
disponibili in catalogo erano il bianco, l’arancio, il verde e il nero.
Esisteva inoltre una versione con cuscino bianco o nero, con fodera in foglia PVC nei colori
bianco, castoro, verde e nero. Nonostante i 46 anni d’età, la poltrona 4801 conserva il medesimo
allure di quando venne proposta e una strabiliante contemporaneità nelle forme, tanto da
renderne quasi inevitabile la riedizione. La tecnologia a stampaggio industriale contemporanea
permeIe oggi a Kartell di realizzare questo prodoIo u.lizzando il materiale plas.co (PMMA),
per riprenderne, nelle medesime proporzioni, la sagoma curva e sinuosa. La poltrona di Joe
Colombo versione 2011 viene editata in serie numerata, in tre colori che ne esaltano le forme:
cristallo, bianco e nero.
Materiali: PMMA
Dimensioni: L. 62 cm, P. 64 cm, H. 25/59
Colori: cristallo, bianco, nero
Prezzo: 1490 euro
Letto in resina ipoliestere
rinforzata con fibra di vetro,
per Residence della
Compagnia Grandi Alberghi
Struttura del letto divisa in due
parti identiche e
sovrapponibili, per dimezzare
dimensioni e costo dello
stampo
Stampaggio a iniezione in ABS
Formato da elementi uguali da
98x86 cm unibili attraverso
cerniere in nylon
Gino Colombini, Portaombrelli, Kartell, 1965
Comunicazione

Fin dagli esordi Kartell partecipa al dibaPto culturale sui temi dell’industrial design: nel 1956
nasce Qualità il primo house organ del seIore, che traIa i temi del design e dei materiali plas.ci
e la cui veste grafica è affidata a Michele Provinciali.
Negli anni seIanta viene intrapresa l’aPvità editoriale con la pubblicazione di Kartellnews e
della rivista Modo direca da Alessandro Mendini e nasce il Centrokappa, una società del gruppo
fondata da Valerio Castelli che, oltre a coordinare l’immagine Kartell, contribuisce, aIraverso
l’organizzazione nella sala d’esposizione, ora parte del Museo, di even. culturali sui temi del
design, a promuovere il design italiano nel mondo.
Ancora nel 1972, invitata dal MoMA di New York, Kartell partecipa alla mostra Italy: The New
Domes7c Landscape con la produzione di tre proto.pi di proposte abita.ve d’avanguardia
disegna. da Gae Aulen., EIore SoIsass, e Marco Zanuso e con più oggeP di
produzione che vengono inseri. nella collezione permanente del museo; aver posto tuIo
l’impegno nella ricerca in campo scien.fico e nella conquista sofis.ca. know-how per la
realizzazione di prodoP che privilegiano la qualità alla quan.tà si rivela una scelta vincente.
Negli anni ’80, allo scopo di raggiungere un pubblico con nuovi contenu. culturali, Kartell
incrementa il marke.ng e la comunicazione ed aIraverso la mostra Kartell 1949 – 1983. Proge4
per il presente, inizia un’approfondita ricerca sulla propria storia.
Nel 1999 viene is.tuito il Museo Kartell e le sue collezioni vengono richieste dai più importan.
musei del mondo, a par.re dal Centre Pompidou di Parigi che realizza, nel 2000, la mostra
monografica La Dona7on Kartell.
Nel 2007, si è deciso, per mantenere vivo lo spirito di contemporaneità del Museo, di ampliarlo,
aggiungendo alle sedici sale già presen. tre nuove sale dedicate alla produzione degli ul.mi
anni, dal 2000 ad oggi.

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