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il libro Pop-up
Accademia di Belle Arti di Napoli
TESI IN
PROGETTAZIONE GRAFICA EDITORIALE
AL COMPUTER
Relatore Candidata
Prof.ssa Ivana Gaeta Maja Natasza Galezowska
Matricola n. 33412
Correlatore
Prof. Gennaro Vallifuoco
Introduzione - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 11
Capitolo 1: Le origini
Novecento - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 15
Bibliografia e sitografia - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 78
Ringraziamenti - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 79
Introduzione
INTRODUZIONE
Un giorno, chiudendo gli occhi, ho sentito un odore che mi ha riportato alla mia
infanzia. Lentamente un’immagine è comparsa nella mia mente e ho visto me stessa
bambina, stesa per terra sul tappeto, a pancia in giù, davanti ad un libro aperto.
Dal centro del libro spuntava una graziosa casetta, una piccola, vera casetta in tre
dimensioni. Non ricordo a chi appartenesse, né quale fiaba fosse; forse era la casa
della nonna di Cappuccetto Rosso intenta ad aspettare la nipote o forse apparteneva
alla Strega cattiva che l’aveva trasformata in una “dolce” trappola per Hansel e Gretel.
Il libro emanava una miscela di odori, di colla e cartone. Mi piaceva. Ho respirato
profondamente per sentire meglio quel profumo ed ho riaperto gli occhi. Al ricordo si
sono aggiunte tante domande: “ Dove sono finiti i libri fatti così? Come si chiamano?
Li faranno ancora?”. Quindi sono corsa al computer con la speranza di trovare tracce di
questi piccoli capolavori “perduti”.
Dopo una breve ricerca, ho trovato un video che presentava uwno dei libri
di Robert Sabuda e Matthew Reinhart. Ho provato un forte stupore nel vedere le
bellissime creazioni di questi due autori e una gran gioia per aver appreso che
non solo i libri animati, o pop-up1 - questa è la loro denominazione - non fossero
scomparsi, ma che addirittura si fossero moltiplicati ed evoluti, divenendo vere
e proprie opere di ingegneria di carta.
Quel giorno è stato come riappropriarmi della mia infanzia, rivivere il mondo
fiabesco di colla e di cartone, il mondo dei libri pop-up.
1
Con “libro pop-up” si intende un libro illustrato realizzato con antiche e particolari tecniche di
piegatura della carta che danno l’illusione del movimento o della tridimensionalità.
Introduzione 11
Capitolo 1
Le origini
CAPITOLO 1
Le origini
I libri pop-up sono sempre stati difficili da classificare, sia per gli editori, sia per
i bibliotecari. Spesso vengono considerati, in maniera riduttiva, come libri dedicati
esclusivamente ai bambini o addirittura come dei giocattoli; in realtà, esistono
anche prodotti editoriali di pregio che illustrano i classici della letteratura mondiale
e si rivolgono ad un pubblico adulto. Purtroppo, la scarsa considerazione che ha
accompagnato questa categoria ha fatto sì che si badasse poco a conservare i libri
eccellenti del passato, che ora sono difficilmente reperibili, anche se il genere,
al contrario di quel che si crede, ha una lunga e nobile tradizione.
Per molti secoli, scienziati, filosofi, artisti e progettisti hanno cercato di varcare
il confine della bidimensionalità, che di solito caratterizza la carta stampata, dapprima
aggiungendo maggiore prospettiva e effetti di illusione ottica alle pagine, in modo
da dare il senso del movimento, in seguito inserendo altri elementi, come i flaps (trad.
“lembi”, alette di carta che, sollevate, scoprono un’altra parte dell’immagine) le parti
rotanti e altri pezzi mobili; il tutto per rendere il testo più interessante.
Una delle prime realizzazioni pop-up fu un libro di astrologia del 1306, il cui autore
era Ramon Llull2 di Maiorca, un indovino e filosofo che voleva dimostrare, attraverso
dei dischi rotanti inseriti tra le pagine, la veridicità delle sue profezie. Llull utilizzò un
dispositivo meccanico costituito da una sequenza di dischi sovrapposti di diverso
2
L’arte di Llull fu molto apprezzata da alcuni grandi filosofi come Cartesio che si espresse a proposito
del lullismo, l’arte di lullo, con le seguenti parole: “L’arte di Lullo serve a parlare senza giudizio di ciò che
in realtà si ignora, anziché ad apprendere verità non conosciute o a trasmettere verità note”.
Capitolo 1 - Le origini 15
diametro che, fissati in maniera da girare in modo indipendente, creavano
diverse combinazioni3. Seguirono nei secoli altri esempi di dispositivi con rotelle,
inseriti in alcuni libri allo scopo di agevolare l’insegnamento dell’anatomia, per
fare previsioni astronomiche o anche per creare codici segreti. In tutti questi
casi è chiaro che il destinatario non era un pubblico infantile, ma al contrario un
pubblico colto ed indubbiamente adulto.
Nel 1543 fu stampato un altro famoso libro animato, De humani corporis fabrica,
in cui l’autore Andrea Vesalio 4, celebre anatomista fiammingo, confutava molte
teorie di Galeno, medico greco i cui principi dominarono la medicina europea
per più di mille anni.
Solo nel XVIII secolo i dispositivi mobili inseriti nelle opere furono usati per i libri
destinati ai bambini o per l’intrattenimento.
Nel panorama inglese, uno dei primi editori che si incaricò di promuovere un genere
adatto ai bambini fu il londinese Robert Sayer, che lanciò sul mercato alcuni libretti
dal nome Metamorfosi. Questi ultimi erano costituiti da due immagini stampate su
un unico foglio che, tagliato in quattro parti e ripiegato perpendicolarmente su se
stesso, sovrapponeva i due disegni nascondendone uno. Sollevando le parti del
foglio, le immagini si assemblavano in nuove combinazioni, che davano un risvolto
ironico o canzonatorio alla storia che si stava narrando. In seguito, fra il 1765 e il 1772,
Sayer pubblicò gli altrettanto famosi “Racconti di Arlecchino”, i quali divennero tanto
popolari da essere imitati anche da altri editori sino ad espandersi in tutta Europa.
Altri esempi di libri animati furono: Paper Doll, prodotto dalla casa editrice
3
Cfr. B. E. CULLINAM, The Continuum encyclopedia of children’s literature, Continuum International
Publishing Group, 2003, p. 562.
4
Forma italianizzata di Andreas Van Wesel.
5
http://www.library.unt.edu/rarebooks/exhibits/popup2/dean.htm
Capitolo 1 - Le origini 17
A seguito dell’esperienza della Dean & Son, anche altre case editrici si
specializzarono nel genere come la Read and Ward & Lock e Darton, ma fu Raphael
Tuck il primo editore a contendersi seriamente con la Dean & Son il ruolo di
leadership. Nel 1870, Tuck e i suoi figli fondarono un’attività editoriale a Londra che
produceva oggetti in carta di lusso, tra cui foto, album, puzzle, bambole di carta e
carte decorate. In seguito, si dedicarono anche alla produzione di libri animati, tra
cui la serie Father Tuck’s “Mechanical” Series. I libri di questa serie contenevano degli
oggetti che si alzavano, aprendo le pagine e creavano dei veri effetti tridimensionali.
Per produrre questi libri, Tuck, come Dean, creava la progettazione visiva dei libri
nella sede principale a Londra, mentre per la stampa i progetti venivano inviati
in Germania. Ciò perché in quel periodo la Germania aveva dimostrato di essere
leader nel settore della stampa a colori, grazie all’utilizzo di tecniche avanzate
e alla messa a punto di attrezzature altamente specializzate, che permettevano una
perfetta riproduzione anche di opere d’arte.
Un altro editore del XIX secolo che si specializzò in libri animati fu Ernest
Nister, il quale iniziò a dedicarsi a questo genere di pubblicazioni a partire dal
1890. Le storie raccontate nei libri erano sostanzialmente identiche a quelle delle
altre case editrici, ma le illustrazioni di Nister erano particolarmente singolari
in quanto, sfogliando le pagine, si alzavano automaticamente senza il bisogno
di alcun intervento manuale. I libri contenevano delle figure, ritagliate e montate
in un quadro tridimensionale di tipo peep-show, che poi venivano collegate alle
guide di carta fissate alla pagina opposta, in modo che gli elementi si alzassero
con la semplice apertura del libro. Il successo di questi libri portò la Nister a varcare
il mercato europeo, lanciandosi alla conquista di quello statunitense, anche grazie
alla collaborazione di ditte americane come la E.P. Dutton di New York. Un evento
Il Novecento
Dopo la prima guerra mondiale il mercato dei libri pop-up subì una forte contrazione
e, solo a partire dal 1929, iniziò una lenta ripresa con delle nuove case editrici. Di
fatto, tutti i più grandi esponenti dell’editoria che avevano caratterizzato l’ascesa
Capitolo 1 - Le origini 19
di questo genere nell’Ottocento erano pressoché scomparsi. Si salvarono solo
i Fratelli McLoughlin che, dopo un periodo di silenzio, ritornarono sul mercato del
libro animato, nel 1939, con la pubblicazione di Jolly Jump-up, che ebbe un discreto
successo commerciale grazie alle belle illustrazioni curate da Geraldine Clyne.
A guidare la ripresa fu l’editore S. Louis Giraud, che attuò una strategia
di marketing ben definita, abbassando i costi dei libri. Sino a quel momento,
infatti, i libri animati avevano avuto un costo elevato e non adatto a tutte le tasche,
mentre con questa politica economica Giraud puntava ad aumentare le quote
di mercato rendendo il prodotto accessibile anche alle classi meno abbienti. Certo,
la qualità era più scadente, in quanto i libri erano prodotti in maniera grossolana
e rifiniti con copertine e rilegature economiche, ma ebbero ugualmente
un notevole successo di pubblico. Tra il 1929 e il 1949 Giraud pubblicò decine
di titoli, prima per il “Daily Express” e poi come editore indipendente, con il nome
commerciale “Strand Publications” e “Bookano Stories”.
Nello stesso periodo, un discreto successo sul mercato americano fu
ottenuto dalla Blue Ribbon Publishing di New York, che utilizzò per la prima
volta il termine pop-up per riferirsi a questo genere di libri. Per uscire dalla crisi,
la Blue Ribbon non puntò, come aveva fatto Giraud, su prodotti a basso costo,
ma pensò di sfruttare per le sue illustrazioni dei personaggi noti, come quelli della
Walt Disney, che in quegli anni, attraverso i cartoni animati, si erano conquistati la
simpatia dei bambini dell’intero Occidente.
In anni più recenti, protagonista del settore fu l’americano Waldo Hunt,
presidente della Graphics International di Los Angeles, il quale, nella metà degli
anni Sessanta, avviò la pubblicazione di una lunga serie di libri realizzati sul genere
pop-up. Di fatto, Hunt rilanciò i libri animati in seguito ad una nuova contrazione
Capitolo 1 - Le origini 21
Capitolo 2
Dal progetto alla stampa finale
CAPITOLO 2
Dal progetto alla stampa finale
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Questo tipo di stampa è basata principalmente sullo stesso principio della stampa litografica. Anziché
stampare il foglio a contatto diretto con la pietra o la lastra di alluminio microgranito, la stampa avviene
attraverso l’impiego di tre cilindri a contatto tra loro.
Figura n. 1. Assemblagio del libro di Robert Sabuda, Alice’s Adventures in Wonderland, 2003.
Pop-up
Nei libri pop-up alcuni elementi dell’immagine si sollevano dalla pagina quando il libro
viene aperto e creano strutture volumetriche, che si ripiegano su loro stesse quando
il libro si richiude. Le costruzioni più semplici si ottengono tagliando e piegando
Figura n. 3. Pop-up.
Peep-show
Nel peep-show i fogli su cui sono disegnati i vari piani, normalmente in un numero
da 6 a 10; hanno tutti la medesima dimensione esterna, ossia lo stesso perimetro di
cornice. In ogni foglio è asportata una parte interna in modo che, guardando attraverso
il foro centrale praticato nel primo cartoncino, si possano vedere gli elementi di tutti
i piani sottostanti. Durante la visione, i fogli vengono mantenuti equidistanti e paralleli
fra loro da linguette di carta che, ripiegandosi, consentono di sovrapporre i piani
Figura n. 4. Peep-show.
Panorama picture
All’interno del libro, il peep-show perde la copertina frontale in cui era praticato il foro
per la visione e mostra direttamente la successione dei disegni. Libri con le immagini
“panorama” furono creati per la prima volta da Ernest Nister.
Multiple layers
Lo stesso effetto multi-livello che si osserva negli scenic book, dove i piani sono
incollati in successione, si può ottenere tagliando, piegando e portando in rilievo parti
di un’immagine disegnata su un unico foglio. Le linguette che distanziano i piani e i vari
elementi diventano parte integrante del disegno e devono essere progettati già in fase
di illustrazione. E’ la tecnica usata con eccellente maestria da Voitec Kubasta.
Figura n. 8. Carousel.
Floating layers
Nel floating layers tutti i piani dell’immagine sono disegnati su cartoncini separati,
piegati in due parti, sollevati e distanziati l’uno dall’altro da piccole linguette, che
conferiscono al disegno la profondità prospettica di un panorama o di una scena
reale. Tutta la costruzione è parallela alle pagine su cui poggia.
Stand up
Negli stand up la figura di carta poggia, in modo simmetrico, sulle due facciate, che
funzionano come leve. Quando il libro viene aperto a 180 gradi, la figura si solleva
e si posiziona perpendicolarmente al piano in posizione centrale. Di facile realizzazione;
alcune costruzioni stand up si trovano all’interno di libri più complessi come sostegno
per altre figure.
V fold
Nella V fold l’elemento dell’immagine che deve staccarsi dal piano di base è piegato in
due parti, non necessariamente uguali, incollate sui due lati opposti rispetto alla piega
Mechanical picture
I libri movibili, o animati, sono quelli al cui interno si trovano linguette di cartone,
tirando le quali il lettore modifica l’immagine o l’azione. Le linguette possono essere
utilizzate come stecche per muovere personaggi snodati, per far scorrere le figure nello
spazio della pagina, oppure, facendo leva sul retro del foglio, possono sollevare piani
e dare dimensioni alle figure. Oggi questi meccanismi sono realizzati prevalentemente
con il solo cartoncino, mentre molto più raramente si utilizzano elastici, cordoncini
o fili di cotone.
Revolving picture
Le revolving picture, o dissolvenze circolari, mostrano, in un primo momento, un’immagine
rotonda, tagliata lungo un raggio in uno o più punti in modo da formare cinque o sei
spicchi uguali. Ad un’estremità dell’immagine è attaccato un piccolo nastro. Facendolo
scorrere lungo la circonferenza, si scopre che è agganciato ad un altra immagine, prima
nascosta, che va a coprire quella precedente.
Uno degli autori moderni di libri pop-up più conosciuto è l’americano Robert James
Sabuda. Nato nel 1965 nel Michigan, Sabuda si trasferì a New York per seguire gli
studi al Pratt Institute, nel corso dei quali ebbe modo di partecipare nel 1987 ad uno
stage presso la “Bulty Board Book”, che lo mise in contatto per la prima volta con
il mondo dei libri animati. Da qui nacque l’interesse per questo settore, supportato
fortemente anche dalla madre, che nutriva la sua stessa passione. Già all’inizio degli
anni ‘90 Sabuda realizzò i suoi primi volumi. Da subito le storie e lo stile tradizionalista
di Sabuda, che si ispirò all’artista e architetto ceco Vojtěch Kubašta7 , appassionarono,
oltre che i bambini di tutto il mondo, anche la critica. Ne derivarono numerosi
riconoscimenti, tra cui i premi Meggendorfer Prize, istituito dalla “Movable Book Society
of Americane” in onore di Lothar Meggendorfer; nel 1998 per The Christmas Alphabet (
figura n. 15), nel 2000 per Cookie Count: A Tasty Pop-up (figura n. 16) e nel 2002 per The
Wonderful Wizard of Oz (figura n. 17).
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Kubasta oltre a portare avanti la sua attività artistica, lavorò anche in altri ambiti come quello
pubblicitario e dei libri animati riscuotendo un enorme successo. I suoi libri, infatti, sono stati tradotti
in ventiquattro lingue per un totale di trentacinque milioni di copie vendute. La qualità delle sue
opere fanno sì che queste siano ricercate ancor oggi dai collezionisti di tutto il mondo.
Attualmente Sabuda vanta, nonostante la sua giovane età, più di venti titoli
di libri pop-up, tra cui diversi successi mondiali che hanno venduto milioni
di copie come, appunto The wonderful Wizard of Oz realizzato nel 2000,
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http://www.robertsabuda.com/
9
www.matthewreinhart.com
Figura n. 20. Matthew Reinhart & Robert Sabuda, Gods & Heroes, 2010.
10
Http://paperpops.com/presentations
11
Www.popupbooks.com/authors.html
Figura n. 22. Neiman Marcus, Neiman Marcus Pop up Book 100thF Anniversary, 2007.
12
www.designboom.com
13
http://www.philippe-ug.fr
14
www.livresanimes.com/actualites/livresanimesUG.html
15
www.janpienkowski.com
Munari ideò questi libri/album animati per i bambini utilizzando grandi immagini, pagine ed inserti
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di diverse dimensioni, fori e fustelle, per creare curiosità ed attesa in chi guarda. L’album racconta tre
delicate e eleganti storie di tre uccellini che finiscono in gabbia.
Robert Sabuda dedicata una parte del suo sito internet, “www.robertsabuda.com”, alla
17
Massimo Missiroli, nativo di Forlì, si avvicinò tardi al mondo dei pop-up, dedicandosi
per molti anni ai libri animati solo come hobby da coltivare nel tempo libero concesso
dal suo lavoro in banca. Nel 1978, Missiroli iniziò a collezionare libri pop-up per pura
passione personale, ma quella che sarebbe dovuta rimanere una piccola collezione
privata si trasformò nel giro di pochi anni in una delle collezioni più ampie e complete
al mondo. Fu solo il preludio di un interesse crescente che lo portò negli anni ‘90
a dedicarsi interamente a questo settore. Nel 1992, infatti, Missiroli fondò un centro
per la promozione dell’editoria pop-up in Italia, e iniziò a realizzare le prime opere18.
Nel 1998, seguì il primo lavoro internazionale, Das Struwwelpeter realizzato per la casa
editrice tedesca Esslinger Verlag Schreiber, ma fu nei primi anni del XXI secolo che
il suo nome divenne popolare tra gli amanti del settore: ricevette nel 2001 a Sestri
Levante il Premio Andersen19, promosso dall’omonima rivista mensile, e realizzò, in
collaborazione con Lucia Salemi, un libro di successo in cui veniva rivisitata la fiaba
collodiana di Pinocchio. Nel libro, intitolato Pinocchio Pop-Up (figura n. 25), prendevano
corpo in giochi tridimensionali un bel Pinocchio dal lungo naso appuntito, un teatrino
multicolore con tanto di banda e burattini, il lettino di Pinocchio, il fantastico Paese dei
balocchi, il circo dai mille colori e il terribile pescecane.
Seguirono poi le numerose collaborazioni con l’illustratore Agostino Traini
e la casa editrice Emme edizioni, con la quale pubblicò numerosi titoli tra cui
Fred Lingualunga nel 2002 e La mucca Moka nel 2003.
18
http://www.andersen.it/premio.php?ID=1&IDs=13
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Il Premio Andersen è il maggior riconoscimento italiano riservato ai libri per ragazzi. Ogni anno
evidenzia la migliore produzione editoriale e le sue ultime tendenze, premiando scrittori, illustratori,
libri, collane e case editricie valorizzando il lavoro di chi promuove attivamente la lettura.
Bruno Munari
Il pop-up si può definire una vera e propria scultura di carta che può essere
ripiegata su sé stessa. E’ stato da sempre considerato un mezzo d’espressione di
notevole interesse, tant’è che molti artisti, tra cui Andy Warhol, come vedremo nel
20
http://www.italianidea.it/cgi-bin/notizie.asp?id=86&col=EEEEEE
21
http://www.munart.org/doc/bruno-munari-domus-sculture-da-viaggio-n-359-anno-1959.pdf
22
http://www.postmastersart.com/archive/tinkin08/tinkin08.html
23
http://www.rit.edu/news/story.php?id=45822
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Stephen Van Dyk cura le mostre per il Cooper-Hewitt National Design di New York.
La mostra più recente in assoluto è del 2011. Infatti agli inizi di gennaio presso il
Museo d’Arte di Cedar Rapids26 (CRMA), una città degli Stati Uniti dell’Iowa, è stata
inaugurata una mostra completamente dedicata ai due maggiori autori contemporanei
http://smithsonianlibraries.si.edu/smithsonianlibraries/2010/09/page-turners-in-paper-
25
engineering-fold-pull-pop-turn.html
26
Cedar Rapids è il paese di origine di Matthew Reinhart.
27
«207.12.117.137/News/20110105/146/New-Exhibition-of-Pop-Up-Book-Art-Opening-at-the-CRMA.aspx».
Questo libro, con oltre ventimila copie vendute nel primo anno, rimane il maggior successo
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dell’’artista ceca.
La scelta
Valdrada
Valdrada è la prima città che ho realizzato. Una scelta importante, poiché sapevo che
lo stile che avrei scelto per realizzarla doveva rimanere dominante in tutto il libro.
Ho deciso di usare dei colori caldi e non troppo saturi: il clima doveva essere tranquillo
e statico a prima vista, ma un po’ inquietante se lo sguardo si soffermava più a lungo sulla città.
Ho realizzato le case come se fossero tanti pezzi ritagliati da diversi cartoncini e poi
assemblati con cura (come si fa nella tecnica dello scrapbooking), facendo attenzione
a ogni piccolo dettaglio per renderle più realistiche. Tutte le tegole, le finestre, le porte
e altri parti di legno sono state realizzate usando la texture. Le verande ed i balconi
sono sporgenti, particolare che dona alle case una profondità reale e permette alle
ombre di diffondersi in modo naturale. Ogni casa ha i propri interni, che si intravedono
dalle finestre senza tende.
Il lago, elemento fondamentale per l’esistenza della città di Valdrada, è uno specchio.
L’ho realizzato usando la pellicola adesiva a specchio, in modo che il riflesso fosse reale,
che cambiasse con l’apertura del libro e con l’angolazione dello sguardo del lettore.
Figura n. 33 . Valdrada
Figura n. 34 . Procopia
Figura n. 35 . Fedora
Figura n. 36 . Ersilia
La scatola
Libri di questo tipo, soprattutto se fatti a mano, sono molto delicati. Ho pensato che
l’ideale sarebbe stato creare un contenitore adatto per conservare il libro, per trasportarlo,
ma anche per conferirgli la giusta importanza.
Sulla scatola ho riflettuto a lungo. Non tanto sulla sua forma (che fin dall’inizio
m’immaginavo semplice, lineare, con la chiusura magnetica nascosta all’interno e due
bottoni esterni, a uno dei quali fosse collegato un filo che si avvolgeva intorno all’altro,
come nelle buste americane per i documenti), quanto sul colore e sul materiale.
Indecisa tra legno, metallo e stoffa, alla fine ho scelto semplicemente la PVC per
legatoria, anch’essa bianca e pulita.
La prima volta che ho realizzato un libro pop-up, durante il corso di Grafica Editoriale
del Prof. Andrea Lelario, ho pensato che fosse stata una bella esperienza, ma che non
avrei più ripetuto. Certamente non perché non mi fosse piaciuto, bensì per la notevole
- e inaspettata - quantità di lavoro che c’è dietro, di cui, oggettivamente, è difficile
rendersi conto solo guardando il prodotto finale.
Ad ogni modo, dopo aver realizzato “Le città invisibili” in versione pop-up, ho cambiato
idea. La soddisfazione che mi ha dato questo progetto, il sorriso e la meraviglia delle
persone che lo guardano, ripagano tutti gli sforzi fatti e, soprattutto, stimolano la mia
creatività e la mia voglia di creare altri pop-up. Mi auguro di riuscire a realizzare almeno
una parte delle mie idee per nuovi libri: il mio piccolissimo contributo per rendere
questo nostro mondo infernale un pochino migliore.
SITOGRAFIA
www.designboom.com
www.italianidea.it
www.janpienkowski.com
www.library.unt.edu
www.livresanimes.com
www.matthewreinhart.com
www.munart.org
www.paperpops.com
www.philippe-ug.fr
www.popupbooks.com
www.postmastersart.com
www.rit.edu
www.robertsabuda.com
www. smithsonianlibraries.si.edu
www.tinkin.com