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FACOLT DI SCIENZE UMANI E SOCIALI

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA

LABORATORIO DI METODOLOGIA E TECNICA DEL GIOCO E DELLANIMAZIONE

Docente: Filippo Bruni

Candidata: Elena Pezzuca

Anno accademico: 2012/2013 INDICE

Introduzione .. p. 2

Premessa alla progettazione didattica . p. 4

Unit di apprendimento p. 8

Bibliografia . p. 10

INTRODUZIONE

La parola gioco evoca in qualsiasi persona, adulto o bambino, un mondo vivo e colorato, che suscita interesse e non annoia mai. Giocare non una cosa che si fa nella stanza apposita e in un orario definito: giocare unattitudine verso la vita intera. Perch se il gioco resta confinato

dentro un perimetro illusorio o consolatorio al riparo dal mondo, allora soltanto un gioco: ma se un modello mentale e comportamentale, allora la nostra stessa forma di relazione con il mondo ne sar rafforzata. La vita intera come un play ground[1].

Il mondo dei giochi non annoiava di certo il celebre scrittore per linfanzia Gianni Rodari, che in Grammatica della fantasia, nel capitolo n. 31 intitolato Il giocattolo come personaggio, permette di comprendere limportanza del gioco e dei giochi (intesi anche come giocattolo). Rodari afferma che per conquista infantile diventano giocattoli - in virt di opportune metamorfosi cose, animali e macchine. Diventano giochi le arti, i mestieri e le professioni. Il bambino usa il giocattolo come mezzo per esprimersi, quasi incaricandolo di rappresentare i suoi drammi. Il giocattolo il mondo che egli vuole conquistare e con il quale si misura; ma anche una proiezione, un prolungamento della sua persona. Spesso quando gioca, il bambino monologa con se stesso, raccontandosi il gioco, animando i giocattoli, o distaccandosi da loro per seguire gli echi di una parola, di un ricordo improvviso. Rodari spiega anche quanto sia importante il rapporto adulto bambino nel gioco. Infatti, ladulto deve mettersi al servizio del bambino. lui che comanda.

Si gioca con lui, per lui, per stimolare la sua capacit inventiva, per consegnarli nuovi strumenti che user quando gioca da solo, per insegnarli a giocare. E mentre si gioca, si parla. Si impara da lui a parlare ai pezzi del gioco, ad assegnare loro nomi e ruoli, a trasformare un errore in uninvenzione, un gesto in una storia; ma anche come fa il bambino ad affidare ai pezzi messaggi segreti, perch siano loro a dire al bambino che gli vogliamo bene, che egli pu contare su di noi, che la nostra forza sua.

Le parole di Gianni Rodari sono davvero interessanti, poich focalizzano lattenzione su aspetti davvero importanti del gioco, quali la dimensione narrativa e il rapporto adulto - bambino. necessario porre lattenzione su questo ultimo aspetto, poich si tratta anche del rapporto maestra alunno (adulto bambino). Infatti, sempre Bolelli in Giocate[2]!, un libro che invita gli adulti e in modo particolare i genitori a giocare con i propri figli, afferma che giocare con i bambini non significa intrattenerli, ma dare loro la sicurezza che noi siamo l con loro e per loro. Giocare con loro significa alimentare, reinventare, rilanciare la vitalit di una relazione, sentirne ed esplorarne il senso di responsabilit e il senso del gioco insieme, mano nella mano. Togliete la responsabilit e saranno senza carattere, togliete lattitudine giocosa e saranno rigidi. Infatti, importante che linsegnante sia il primo a pensare al gioco, fuori o dentro le attivit didattiche, come una vera e propria attitudine, un modo di concepire se stesso e gli altri. Solo in questo modo il gioco sar autentico ed efficace e permetter al bambino di acquisire gli strumenti giusti per affrontare la vita. Pu sembrare un paradosso, ma il gioco fa anche questo insegna a vivere e a ridere.

PREMESSA ALLA PROGETTAZIONE DIDATTICA

Qui di seguito presento ununit di apprendimento, che prevede la dimensione ludica. Infatti, ho scelto di intitolarla A scuola con i burattini e con le marionette, poich, ispirata da ci che dice Gianni Rodari in Grammatica della fantasia, incentro il fulcro della progettazione sul teatro dei burattini. Infatti, giocare con i burattini e le marionette[3] decisamente divertente e interessante per i bambini, poich permette a questi ultimi di raccontare e di raccontarsi con spontaneit ed autenticit. Afferma Gianni Rodari che marionette e burattini, sono arrivati ai bambini per una doppia caduta. I loro pi lontani antenati sono le maschere rituali dei popoli primitivi. Prima caduta, dal sacro al profano, dal rito al teatro. Seconda caduta, dal teatro al mondo dei giochi. Rodari sottolinea che i bambini parlano solo attraverso il burattino. Ci sono bambini che, mentre muovono il burattino coccodrillo, si scansano vivacemente, per non essere mangiati (). Il linguaggio proprio dei burattini il movimento. Essi non sono fatti n per i lunghi monologhi n per i lunghi dialoghi. Per un burattino solo, se ci sa fare, pu dialogare per ore con il suo pubblico di bambini, senza stancarsi e senza stancarli. Con i burattini si possono inventare storie basandosi sulle fiabe popolari, le quali offrono un repertorio inesauribile. Rodari afferma che lintroduzione di un personaggio comico quasi obbligatoria e si rivela sempre produttiva. Due burattini scelti a caso sono un binomio fantastico.

Lo scrittore per linfanzia spiega anche che le marionette si prestano a identificazioni, in qualche modo permanenti. Il re, qualunque cosa faccia, fondamentalmente il padre, lautorit, la forza, ladulto di cui ha bisogno ma di cui si pu avre paura, che opprime il piccolo ma insieme lo protegge da ogni pericolo. La regina la madre. Il principe lui, il bambino (la principessa, la bambina). La fata la cosa bella, la magia buona, la speranza, il soddisfacimento, il futuro. Il diavolo riassume tutte le paure, i mostri in agguato, ogni possibile nemico.

Ricordando queste equivalenze, possibile incaricare le marionette mentre recitano le loro avventure di trasmettere messaggi rassicuranti. Comunicare per simboli non meno importante che comunicare con il bambino.

Lanalisi che opera Rodari del teatro dei burattini e delle marionette molto interessante, poich permette di comprendere quanto un gioco possa essere utile anche per comprendere il bambino e il suo mondo interiore.

LUDA che ho progettato rivolta ai bambini di cinque anni di una scuola dellinfanzia di Isernia e permette ai bambini di divertirsi e sorridere con un gioco tanto bello ma anche poco utilizzato nelle scuole, forse per mancanza di strumenti o anche chiss, per mancanza di conoscenze a riguardo, perch credo che una buona maestra, soprattutto dopo aver letto le pagine di Rodari, tentata a provare (lei stessa) e a far provare (ai bambini) questo gioco.

La progettazione, naturalmente, fa riferimento ad una sezione in cui ci sia uno spazio speciale per il teatrino delle marionette e dei burattini. Spazio organizzato dalla maestra con la partecipazione dei bambini. Infatti, importante costruire la struttura del teatrino, che verr poi decorata dai bambini, con disegni vari (limportante che siano liberamente tratti dalla fantasia).

La prima parte della progettazione (della durata di un mese) sar impegnata nel far socializzare i bambini con il mondo dei burattini e delle marionette, tramite lesperienza di uno spettacolo vero di un teatrino dei burattini e poi di un teatrino delle marionette eseguito da professionisti.

In seguito la maestra, tramite il circle time, prepara i bambini alla loro esperienza unica e personale con il teatrino, portando esempi di pupazzi (marionette e burattini) che verranno utilizzati. importante che la maestra abbia laccortezza di spiegare la differenza tra burattini e marionette, facendo vedere ai bambini come si utilizzano.

La seconda parte (della durata di due mesi) verr dedicata alla costruzione del teatrino e dei pupazzi. Lunico criterio a cui ci si deve attenere seguire la fantasia. Ogni bambino pu costruire due pupazzi (con laiuto della maestra), che poi pu anche scambiare con i pupazzi degli altri bambini. Naturalmente, via libera alla fantasia nel momento della costruzione dei fantocci (possono avere somiglianze con il compagno, con la maestra, con i genitori, con i nonni ). Sar dobbligo costruire pupazzi buffi, pupazzi paurosi, pupazzi comici, pupazzi belli e anche pupazzi brutti.

Le marionette e i burattini indicano oggetti diversi, come indicato sopra nella nota. Io ho deciso di considerare entrambi i pupazzi, in modo tale da dare al bambino la possibilit di scegliere tra movimenti pi particolari e movimenti pi semplici e controllabili. Per, questa scelta evita anche di porre limiti al bambino nella conoscenza del mondo del teatrino.

La terza parte (della durata di un mese) riguarder una prova generale del teatrino, a cui i bambini daranno un nome (teatro zu zu, teatro limone, teatro blu, teatro gruffal ). La prova riguarder la rappresentazione di una fiaba popolare da parte della maestra, utilizzando sia le marionette che i burattini. Poi ogni bambino, scelta una fiaba, la rappresenter, scegliendo una delle due forme. Poi sar premura della maestra far provare ad ogni bambino, gradualmente, sia i burattini che le marionette.

La quarta e ultima parte (della durata di due mesi), che rappresenta il fulcro della progettazione, sar dedicata alla messa in atto di vere e proprie rappresentazioni con burattini e marionette.

Ogni settimana vi sono due giorni dedicati al teatrino, che chiameremo giorni Pinocchio. La maestra chieder ad ogni bambino nel giorno Pinocchio, di raccontare una storia utilizzando i burattini e le marionette presenti in sezione (quelli della maestra, i suoi o quelli dei compagni). Ogni settimana ha due piccoli mangiastorie assegnati (due bambini per ogni settimana). La maestra accende la scintilla della fantasia proponendo al bambino di turno un binomio fantastico o solo una parola. Il bambino potr scegliere i suoi pupazzi e iniziare la storia, che verr ascoltata da maestra e bambini. La storia pu essere liberamente lunga o corta, limportante usare la fantasia a tutto spiano. La maestra potrebbe anche creare situazioni strane, nominando in un solo giorno due mangiastorie, che dovranno collaborare per la buona riuscita della storia.

Un altro spunto per la maestra potrebbe essere quello di proporre al bambino unimmagine, da cui lui deve trarre una storia.

Infine, i bambini diventeranno dei bravissimi burattinai e saranno pronti per intrattenere i loro genitori e la scuola durante uno spettacolo organizzato appositamente dalla maestra. In questo caso verr utilizzato un teatro grande, che verr messo a disposizione da un ente culturale disponibile.

Questa progettazione ha una fine, ma questa esperienza per i bambini linizio di una crescita interiore, che porta a un particolare sviluppo della fantasia e della creativit.

Inoltre, il teatrino permette a tutti i bambini di esprimere i loro pensieri, raccontandosi raccontando.

Un bambino timido imparer a parlare pur sapendo di essere ascoltato e un bambino troppo vivace imparer ad avere una particolare delicatezza e premura nelle movenze dei propri pupazzi, soprattutto marionette. Un bambino triste racconter la sua tristezza, superandola; un bambino felice racconter la sua felicit trasmettendola agli altri; un bambino pauroso racconter le sue paure impossessandosi di esse e superandole.

E la maestra? La maestra torner ad essere, in quello spazio circoscritto e in quei pochi minuti, una bambina in balia della fantasia, la quale non ha spazio e non ha tempo e soprattutto appartiene a tutti, anche ai grandi

Ma il bello di questa progettazione che i bambini potranno divertirsi tanto ascoltando se stessi e anche gli altri bambini. Si educa alla fantasia, ma anche allascolto, allequilibrio del movimento delle mani, al rispetto. unattivit che farei volentieri e con piacere in futuro

UDA NellUda qui di seguito indicher gli obiettivi relativi a questa progettazione, ma importante e necessario considerare che lobiettivo principale di un gioco quello di far divertire e sorridere il bambino.

CAMPO DI ESPERIENZA: Linguaggi, creativit, espressione.

TITOLO: A scuola con i burattini e con le marionette.

DESTINATARI: Bambini di 5 anni.

TRAGUARDO: Comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilit che il linguaggio del corpo consente. Inventa storie e si esprime attraverso diverse forme di rappresentazione e drammatizzazione. Esplora i materiali che ha a disposizione e li utilizza con creativit.

OBIETTIVO: Esprimere con immaginazione e creativit le loro emozioni e i loro pensieri. Migliorare la capacit di osservare, coltivare il piacere della fruizione e avvicinare alla cultura e al patrimonio artistico.

CONTENUTI: Storie e fiabe popolari.

METODOLOGIA: Ludica e laboratoriale.

ATTIVIT: Costruzione di un piccolo teatrino, dei burattini e delle marionette e ascolto e produzione di storie e racconti.

TEMPI: Sei mesi.

STRUMENTI: Cartone, stoffa, tessuti vari, colori, cancelleria varia, la propria fantasia.

VERIFICA: La verifica sar effettuata mediante osservazione e ascolto diretti, dialoghi e conversazioni.

VALUTAZIONE: La fantasia non pu essere valutata fantasia. Punto. La valutazione, riguarder lattenzione che il bambino metter nella preparazione del teatrino e nellascolto e produzione delle storie raccontate tramite i burattini e le marionette.

Bibliografia

GIANNI RODARI, Grammatica della fantasia, Einaudi Ragazzi, 2010. Articolo uscito su Gioia bambino, Mamma ma tu non hai mai voglia di giocare!, di Alessandra Di Pietro.

[1] FRANCO BOLELLI, Giocate!, Add Editore.

[2] Giocate! un sovversivo libretto che in 11 comandamenti incita i genitori a mettere il bambino al centro del mondo, farlo crescere tra le eccezioni e viziarlo con fermezza. un libro basato sulla certezza che solo il piacere insegna il dovere e il senso di responsabilit e ci fa eroi consapevoli e liberi.

[3] Burattino: pupazzo di legno o pezza, per spettacoli teatrali. Marionetta: fantoccio in legno o in cartapesta a figura intera, mosso da fili.

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