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Alessi, Tea and Coffee Plaza, 1983

ALESSANDRO MENDINI PER


ALESSI

CONCETTI DI MULTIPLO,
EDIZIONE LIMITATA, SERIE
DIVERSIFICATA PE SUPERARE
IL DISSIDIO TRA ARTE E
INDUSTRIA

Tea and Coffee Plaza, 1983:


servizio in soli 99 esemplari in
argento 925/1000
Michael Graves

Robert Venturi
Hans Hollein

Paolo Portoghesi
Aldo Rossi, Caffettiera, Alessi, 1984
Aldo Rossi, Caffettiera, Alessi, 1983 (argento, smalto, quarzo)
Aldo Rossi, Teatro del Mondo, Venezia, 1979
Aldo Rossi, Bollitore, Alessi, 1988
Alessandro Mendini, Mobili per uomo, Bisazza, dal 1997
Stefano Giovannoni, Girotondo, Alessi, 1989 (acciaio)
Stefano Giovannoni, Merdolino, Alessi, 1993 (resina termoplastica)
Stefano Giovannoni, Mary Biscuit, Alessi 1995
Stefano Giovannoni, Magic Bunny, porta stuzzicadenti, Alessi, 1998
Stefano Giovannoni, Piripicchio, leva pelucchi, Alessi, 2005
Stefano Giovannoni con Miriam Mirri, Pino,
imbuto, Alessi, 1998
Stefano Giovannoni, Cico, portauovo, Alessi, 2000
Internazionalizzazione
del design italiano
Philippe Starck viene chiamato per la prima volta in Italia nel 1984 da Enrico Baleri (Baleri
Italia). Egli anni successivi: Driade, Flos, Kartell, ecc.
Philippe Starck, Président M, Baleri, 1984
“La %pologia più consumata
dell'arredamento borghese, l'effe:o
d'elite maschera, un gioco tecnologico a
sorpresa.
Sono gli ingredien% di questo cocktail
esplosivo, che Starck crea, commosso
dalle vecchie poltrone di casa che i
borghesi abbandonano per strada.
Philippe le resuscita facendone omaggio
al presidente Mi:errand per la sala di
le:ura del sin appartamento all'Elysée.
L'ogge:o più radicale di Starck.
Stru:ura interamente stampata in
poliuretano rigido stru:urale, verniciato
con smal% poliuretanici. Cuscino in
poliuretano espanso e dacron, rives%to
in tessuto o pelle.2

Materiali: stru:ura: poliuretano rigido
- cuscino: poliuretano morbido
finiture: stru:ura: nero, argento -
cuscino: tessuto tecnico nero, pelle
bianca o nera

Philippe Starck, Richard III, Baleri, 1981


Philippe Starck, Louis Ghost, Kartell, 2002
“I parametri sentimentali sono essenziali tanto quanto i
parametri funzionali. Ho sostituito l’approccio estetico con
la semantica, i miei oggetti sono riferimenti un po’
emblematici, non sono i più belli, ma sono
immediatamente compresi dal pubblico”
Philippe Starck

DESIGN COME PRODUZIONE DI SEGNI


Philippe Starck, Juicy Salif, Alessi, 1990-91
Philippe Starck, Gnomi, Kartell, 2000 (tecnopolimero temoplastico)
Raymond Loewy, PRR S1, 1939

https://www.ted.com/talks/
philippe_starck_thinks_deep_on_des
ign?language=it#t-8027

http://www.raiscuola.rai.it/articoli/
philippe-starck-lezioni-di-design/
7119/default.aspx

Philippe Starck, Miss Sissi, Flos, 1990


ECLETTISMO
RICERCA DI LINGUAGGI
DIVERSI, ANCHE
ANTITETICI:
Borek Sipek, Ron Arad,
Toyo Ito, Starck, Sejima, etc.
Shiro Kuramata, Bookshelf, Cappellini, 1970

Shiro Kuramata, Side, Cappellini, 1970


A metà degli anni '80 chiudono Memphis e poi Alchimia. Almeno per quanto
riguarda il linguaggio degli oggeO, inizia a emergere la tendenza a rifle:ere
sul disagio provocato dalla riduzione dell'"este%co" a frivolezza, secondo una
definizione del filosofo italiano Gianni VaOmo, e dal proliferare di forme,
causa di un eccesso di “rumore”, di “inquinamento semio%co”. Lo stesso
scarso successo di mercato di Memphis e Alchimia, che hanno trionfato sulle
pagine delle riviste ma sono restate confinate nell'ambito dell'ar%gianato di
lusso, spegne l'interesse delle industrie per il design postmodern. Sull'onda
della riflessione in corso, acquista nuova visibilità la tradizione del design
italiano cos%tuita dagli architeO razionalis% operan% dagli anni '50 e dai più
giovani che operano nello sviluppo di quella tradizione. C’è da aggiungere
che questa, sul terreno produOvo e di mercato, oltre che della qualità
proge:uale, è sempre proseguita con tranquillo successo: per fare solo
qualche esempio, Mari (sedia Tonie:a, 1985); MagistreO (sedia Silver,
1989); nuovi designer come Antonio Ci:erio (si veda il grande successo del
divano Sity, 1986). Il filone razionalista o neo-razionalista si riafferma,
all'interno dell’emergere di un generale paradigma di 'nuova semplicità'.
Emergono anche nuove aziende e nuovi designer: così Paolo Rizza:o e
Alberto Meda disegnano per Luceplan una strepitosa serie di lampade
(Berenice, 1985; Costanza, 1986; Titania, 1989).
Antonio Citterio, Sity, B&B Italia, 1986. Compasso d’Oro 1987
Vico Magistretti, Silver, De Padova, 1989
Paolo Rizzatto, Costanza, Luceplan, 1986
Kazuo Shinohara per Sawaya & Moroni, Straw Chair, 1987

“…se c’è qualcosa per


cui valga la pena di
combattere per quanto
riguarda i valori
architettonici, è il senso
estetico giapponese,
privo di quella
sentimentalità che non è
mai stata di nessuna
utilità né per la società
né per l’individuo”
K. Shinohara, 1994.
A.G. Fronzoni, Serie 64, 1964, produzione Cappellini
Vico Magistretti, Atollo, Oluce, 1977

Ettore Sottsass, Carlton, Memphis 1981 (Laminato Print HPL)


Marco Zanuso, TS 502, Brionvega, 1964
Jasper Morrison, Universal System, Cappellini, 1990
(legno)

Ettore Sottsass, Beverly, Laminto Print, metallo e legno laccato, Memphis 1981
Grace Jones in a maternity dress designed by
Jean-Paul Goude and Antonio Lopez, 1979 ©
Jean-Paul Goude

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