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Le origini

La Scoperta
La scoperta della fotografia sconvolge tutte le teorie scientifiche della luce e
dellottica, e rivoluzioner larte del disegno. Daguerre ha trovato il modo di fissare le
immagini che si dipingono da sole entro una camera oscura, non sono pi riproduzioni
di oggetti, ma ne sono limpronta fissa. La dagherrotipia, dunque, il primo termine
ufficiale della nuova invenzione. Come ogni invenzione, anche la fotografia il
risultato di un lungo percorso precedente, fatto di esperimenti, di tentativi pi o meno
riusciti, di personaggi giunti contemporaneamente, alle medesime conclusioni. La
fotografia nasce ufficialmente nel 1839, ma le sue origini risalgono molto pi indietro
nel tempo, dal primo tentativo delluomo di fissare su di una superficie, senza
lintervento manuale, le immagini del mondo esterno. Gli antenati della macchina
fotografica sono tutti quei procedimenti che hanno aiutato luomo a tradurre la realt
su di una superficie bidimensionale. Tra questi vi la camera oscura. Nota gi nel XI
secolo, e perfezionata nel corso dei secoli, la camera oscura nasce come strumento
per losservazione dei fenomeni astronomici. Il meccanismo per cui un raggio che
passo attraverso un foro in una stanza oscurata proietta sulla parete limmagine
capovolta delloggetto, diviene dal rinascimento un metodo per ottenere una maggiore
verosimiglianza nella rappresentazione pittorica. Sono noti gli scritti di Leonardo Da
Vinci che parlano appunto della camera oscura. Dunque la camera oscura diviene un
espediente tecnico, che facilita il compito del pittore. Questo processo appartiene per
ancora allambito delle arti tradizionali, e in particolare allarte del disegno. Nel corso
del XX secolo, il mondo artistico si confronta con una serie di innovazioni tecniche,
destinate a modificare in maniera definitiva lidea stessa di arte. Per comprendere
questa rivoluzione necessario riferirsi a due elementi di straordinaria importanza, va
sottolineato lavvento di una nuova generazione di artisti, che faceva del realismo la
propria bandiera. Il secondo elemento dato da un sempre maggiore e diffuso spirito
di ricerca scientifica. A fianco degli scienziati, emergono numerosi dilettanti di genio,
che, sperimentano nei pi diversi campi del sapere, giungendo spesso a risultati
fondamentali nella storia della civilt. Proprio dallincrocio tra esigenze artistiche e
scoperte scientifiche nasce la fotografia. Dai principi della camera oscura sorgono una
serie di problemi che solo la scienza pu risolvere: come fissare limmagine creata
dalla luce su di una superficie, come fare in modo che poi la stessa luce non la
cancelli, come poterla poi riprodurre? Per rispondere a tali quesiti, era necessaria una
confidenza con la chimica che non apparteneva agli artisti, ma apparteneva a una
schiera di appassionati, che incarnano al meglio la figura dellinventore e, nel caso
specifico, quella degli inventore della fotografia. Prima di addentrarsi nelle vicende
concrete della storia della fotografia, bisogna ricordare che non esiste un inventore
della fotografia, ma esistono diversi personaggi che hanno cercato le risposte alle
domande fondamentali del primo periodo della fotografia. Ognuna di queste figure ha
inventato un proprio metodo; dallincrocio di questi metodi, e delle sempre pi
interessanti sperimentazioni, nato infine il processo pi efficace per fissare e
riprodurre meccanicamente limmagine, quello che oggi chiamiamo fotografia.

I primi passi
La prima immagine giunta sino ai giorni nostri risale al 1826, ed una veduta dei tetti
di Saint Loup de Varennes realizzata da Nipce. Lautore aveva da tempo intrapreso
esperimenti per fissare i risultati della camera oscura, e questa lastra rimane la
testimonianza della bont di questi tentativi. Limmagine di una piccola finestra della
biblioteca di Lacock Abbey fatta da William Henry Fox Talbot, datata 1835, entrata di
diretto in ogni ricostruzione della vicenda di questa tecnica: si tratta infatti del pi

antico negativo conosciuto, e dunque del primo esempio di una delle caratteristiche
principali della fotografia, vale a dire la sua riproducibilit. Come sappiamo
linvenzione della fotografia, attribuita a Daguerre, pittore noto per i suoi diorama.
Egli aveva avuto labilit e la fortuna di legarsi a Nipce e di appoggiarlo nelle sue
ricerche. Alla morte del socio, Daguerre aveva perfezionato le scoperte di Nipce,
giungendo infine ai risultati che gli daranno riconoscimenti immediati. Limportanza di
Daguerre, determinata soprattutto dalla sua capacit di diffondere e conferire
scientificit al procedimento. Al contrario, Bayard non trov adeguati riconoscimenti.
Per questo motivo, realizz nel 1840 una fotografia destinata a divenire famosa: si
trattava di un autoritratto in figura di annegato, sul retro della quale scrisse: Il
cadavere che qui vedete quello di Monsieur Bayard. Questi quattro personaggi
rappresentano in maniera esemplare il clima, i luoghi, i procedimenti, attraverso i quali
la fotografia ha iniziato la sua storia. Ci che va sottolineato analizzando gli anni
immediatamente successivi allinvenzione, lo straordinario impatto che la fotografia
ebbe sulla societ del tempo.

La diffusione
La notizia dellinvenzione della fotografia si diffuse in tutto il mondo. Si ebbe un
proliferare di fotografi, che si prefiggevano due scopi. Da un lato, vi era lentusiasmo
relativo alle nuove possibilit offerte dagli strumenti posti in commercio, dallaltro si
scaten una ulteriore rincorsa a migliorare le tecniche originarie, cercando di
abbreviare i tempi di posa, di migliorare la fedelt della riproduzione alla realt, di
rendere sempre pi pratiche le attrezzature e di giungere infine alla possibilit di
riprodurre limmagine originale in un numero indefinito di copie. Man mano che le
scoperte semplificavano lutilizzo della macchina, permettono labbassarsi dei costi di
produzione e laumento delle copie disponibili sul mercato, la fotografia entra sempre
pi in ogni ambito della societ e della vita quotidiana. La nascita della fotografia d
vita a una nuova professione, quella del fotografo. In tutto il mondo nascono degli
studi fotografici. Spesso il proprietario dello studio un miniaturista, o un artista
specializzato nel ritratto. In molti casi si trovano anche altri professionisti che
trasformano uniniziale passione in un vero e proprio lavoro. Sin dallinizio, dove non
c uno studio fotografico, ci sono i fotografi ambulanti, a testimonianza di un mercato
sempre pi in espansione. Gli studi pi famosi, come quelli di Nadar, di Mayer &
Pierson e soprattutto di Disdri, arrivarono ad avere oltre cinquanta dipendenti, e di
aprire filiali dapprima in Francia e poi nel resto del mondo. Nel giro di appena un
decennio, i l dagherrotipo viene sostituito con il procedimento al collodio umido, pi
rapido e tale da consentire la riproduzione di immagini su carta, e infine Disdri
brevetta nel 1854 la carte de visite, autentico punto di svolta nella
commercializzazione della fotografia. Essa permette di ottenere su una sola lastra pi
immagini di circa 6 X 9 cm, che vengono poi stampate, ritagliate e incollate su un
cartoncino che porta la firma dello studio. Questo sistema rende la fotografia
accessibile a un vasto pubblico, e spiega il grande impulso avuto nel corso di questo
decennio dagli studi fotografici e dalla pratica del ritratto. Nei primissimi anni
cinquanta si assiste ad altri eventi fondamentali per la storia della fotografia. Nel 1851
si apre a Londra la prima esposizione Universale. La presenza di una grande mostra
fotografica allinterno di questa prima esposizione universale, che si tiene a Crystal
Palace, rappresenta la conferma del ruolo che questo mezzo sta raggiungendo
allinterno della societ industriale. Quasi contemporaneamente, nascono negli Stati
Uniti prima e in Francia poi, le prime riviste specializzate di fotografia e nel 1852 a
Londra, si tiene la prima mostra composta solo di fotografie.

Larte della fotografia

La successione di questi eventi rende manifesto un ulteriore aspetto di questi anni: la


fotografia non pi considerata solo una grande invenzione scientifica, ma inizia a
diventare un linguaggio specifico, autonomo. Saranno necessari ancora molti anni, e
molte discussioni, perch questo principio venga affermato e riconosciuto
universalmente. Per quanto riguarda la tecnica, evidente che alcuni procedimenti,
come quello calotipico perfezionato nel tempo dal suo inventore, Talbot e da altri
personaggi come: Hill e Adamson, rispondendo al meglio ad alcune esigenze
espressive, come quelle dello sfumato. La maggiore distanza dalla imitazione fedele
della realt di questa tecnica, permette infatti di evitare il rimprovero che, da subito, il
modo dellarte tradizionale rivolge alla fotografia, vale a dire il suo essere semplice
copia, e non interpretazione soggettiva del reale. Nasce dunque un dibattito che
coinvolger non solo i fotografi ma anche studiosi e letterati, basti pensare alla
denuncia fatta dallo scrittore Baudelaire. La nascita del dibattito venne anche favorita
dallormai evidente spaccatura creatasi allinterno del mondo fotografico. Dallaltra si
trovano quegli amatori, spesso provenienti da famiglie agiate, che cercavano invece di
trasformare la fotografia in una nuova forma darte. Sul finire degli anni Cinquanta,
questa divisione si far molto netta, tanto che possibile isolare alcune figure come:
Cameron, Carroll, Rejlander, Robinson. I ritratti della Cameron e di Carroll, con gli
effetti di sfumato, conferiscono al soggetto quellalone di mistero, di indefinito, che
mira allespressione sentimentale di uno stato danimo, allespressione di una bellezza
fuori dal tempo. Ancora pi accentuato il pittoricismo di autori come Rejlander e
Robinson, che compongono la loro scena come se si trattasse di un quadro, ponendo i
personaggi in situazioni eroiche o patetiche, mirando sempre a conferire allopera un
significato morale. Questi fotografi si servono di tutti i trucchi consentiti dalla macchia,
componendo diversi negativi per realizzare ununica immagine. Solo imitando la
pittura, questi autori pensavano di poter raggiungere una dignit artistica, non
comprendendo appieno la portata rivoluzionaria dello strumento che avevano
adottato.

La fotografia come documento


Fotografia come industria, fotografia come arte, ma anche fotografia come
documento. Questo il terzo grande filone che si sviluppa alla met dellottocento. La
diffusione immediata della fotografia avviene, anche perch da subito il mondo
capisce i possibili utilizzi che si possono fare di questo mezzo. Gi nel 1851 partono le
prime spedizioni archeologiche accompagnate da un fotografo, nello stesso anno
diversi fotografi, battono a tappeto la Francia per documentarne il patrimonio
architettonico; gli italiani Caneva, Sommer, i fratelli Alinari raccontano per immagine
lItalia e i suoi monumenti, lasciando testimonianze ancora oggi preziose; Frenton e
OSullivan sono presenti sui campi di battaglia rispettivamente durante la guerra in
Crimea e durante la guerra di secessione statunitense. Sono solo alcuni esempi
dellutilizzo pratico della recente invenzione: ad essi si possono aggiungere quelli della
fotografia scientifica, che viene adottata nei campi dellastronomia, della biologia e
della medicina. La fotografia di viaggio diventer fondamentale per far conoscere agli
europei i luoghi conquistati durante le imprese coloniali, o quelli sino ad ora solamente
descritti dai viaggiatori con resoconti scritti o disegnati. Per diffondere queste
immagini, prende avvio una sempre pi ricca attivit editoriale: si tratta di libri
illustrati da fotografie incollate alla pagina, primi esempi di quella pratica del libro
fotografico, che diventer uno dei modi espressivi tipici del XX secolo. Intorno al 1870,
in soli trentanni di vita, la fotografia passata dal rango di semplice curiosit
scientifica a quello di elemento portante della conoscenza del mondo.

La prima maturit

Lultimo trentennio del XIX secolo segna, un periodo di nuovi progressi. Daltra parte,
ogni campo del sapere vive un momento analogo, trasformando il modo di vivere di
tutte le classi sociali. A questo proposito si possono ricordare due eventi, entrambi nel
1895, destinati a modificare il campo della medicina e quello della cultura:
linvenzione dei raggi X e linvenzione del cinematografo dei fratelli Lumire. La loro
contemporanea scoperta, e il loro diverso utilizzo, portano a riflettere sulle origini della
fotografia. Ambedue nascono dal perfezionamento delle ricerche sullazione della luce:
linvenzione dei raggi X port a un immediato utilizzo pratico, il cinema invece a un
utilizzo artistico. Gli sviluppi della storia della fotografia sono strettamente collegati,
alla scoperta dei negativi alla gelatina, la cosiddetta emulsione asciutta, che mette
definitivamente fuori gioco le tecniche precedenti e segna linizio dellera moderna
della fotografia. Lestrema praticit delle nuove tecniche ha come conseguenza
immediata lulteriore diffusione di questa attivit. Per quanto in costante espansione.
Dagli anni settanta in poi si assiste al progressivo aumento di fotografie scattate per il
semplice gusto del ricordo, senza fini economici o estetici. Questa tendenza avr il suo
picco nel 1888, quando Eastman immette sul mercato un nuovo prodotto, una
macchina fotografica portatile: la Kodak. Questo avvenimento segna la nascita della
vera e propria fotografia di massa. Si comprava per 25 dollari la macchina fotografica,
gi caricata, si scattava, si avvolgeva la pellicola e lapparecchio era pronto per la
prossima fotografia; si spediva la pellicola alla casa madre, dove veniva sviluppata,
montata su cartoncino e rinviata al cliente. Ancora una volta, il mondo delle immagini
rivoluzionato. Cos ognuno in grado di fotografare da s i propri parenti, gli amici, il
mondo intero e si dovr ricorrere al professionista solo per alcune occasioni ufficiali. La
qualit di queste prime immagini alla portata di tutti molto scadente, ma si tratta di
un fatto secondario, rispetto alla rivoluzione permessa da questo nuovo apparecchio.

Tra arte e scienza


La crisi del mestiere fotografico confermata, oltre che dalla chiusura di diversi studi,
anche dallassenza di evoluzione stilistica nellambito del ritratto. Lattenzione si
sposta dunque su altri settori della ricerca, primo tra tutti quello scientifico. Il tema
dominante durante il decennio degli anni Settanta senza dubbio quello del
movimento. Le prime fotografie non erano in grado di impressionare sulla lastra il
fenomeno del moto del corpo. Lentamente si giunse alle fondamentali prove di autori
come Muybridge e Marey. Attraverso una serie di esperimenti sempre pi complessi,
Muybridge e Marey riuscirono, a immortalare i successivi studi del movimento di un
corpo, realizzando queste immagini sia in serie sia su di un unico negativo. Celebri
sono i primi esperimenti di Muybridge sulla corsa di un cavallo, esperimenti che
rivelarono quanto fosse falsa la rappresentazione pittorica data fino a quel momento
storico del movimento delle gambe dellanimale. Queste sequenze possono essere
considerate tra i precursori della tecnica della cinematografia: lo stesso Muybridge
proiett su di uno schermo alcune immagini nel 1880, quindici anni prima della
proiezione del film dei fratelli Lumire.

La fotografia nella societ


La stampa diventa sempre pi popolare, sempre pi destinata a un pubblico vasto e
indifferenziato. Il crescente perfezionamento delle tecniche di riproduzioni delle
immagini, contribuisce a questo processo. Parallelamente allevolversi della tecnica
fotografica, si assiste al costante sviluppo delle tecniche di stampa fotomeccanica. Se
fino alla met dellottocento i giornali si avvalgono ancora esclusivamente delle
immagini dei disegnatori e illustratori specializzati per accompagnare gli articoli, dalla
met del secolo in avanti, questi vengono affiancati dai fotografi. Le immagini scattate
vengono trasformate con metodi incisori e infine stampate, a causa delleccessivo
costo della stampa in contemporanea, su uno stesso foglio, di caratteri tipografici e

immagini fotografiche. Intorno agli anni ottanta compaiono le prime fotografie sui
giornali, sebbene separate dai testi. I progressi tecnici permettono infine di stampare
parole e immagini su di uno stesso foglio; alla fine del secolo, in tutto il mondo i
giornali si arricchiscono di servizi fotografici che hanno lo stesso valore di quelli
letterari. Nasce una nuova era dellinformazione, e con essa una nuova figura di
fotografo, il fotoreporter. In realt questo termine si pu utilizzare solo a partire dalla
met degli anni dieci del novecento, dalla nascita di nuove macchine portatili come la
Leica. Gi sul finire del secolo si assiste allaffermazione di alcuni autori il cui scopo
principale quello di documentare i diversi aspetti della societ contemporanea. I
nomi pi noti di questi fotografi documentaristi sono quelli di Riis, Martin e Zille. Il
primo nelle sue fotografie ritrae Laltra met della citt. Vale a dire, i poveri, i
diseredati, gli abitanti dei quartieri pi derelitti e malfamati. Lintento di Riis
chiaramente moraleggiante e le sue immagini sono spesso caratterizzate dalla ricerca
di effetti patetici, secondo i modelli pittorici ottocenteschi. Per fotografare i suoi
soggetti, che vivevano in luoghi oscuri, senza luce, Riis si serv del lampo al magnesio.
La semplificazione della tecnica fotografica fa s che il numero di immagini scattate nel
mondo aumenti in maniera vertiginosa. Allinterno di questa categoria di fotografi, in
genere autodidatti, si trovano alcune figure come Primoli e Lartigue. Le fotografie del
bel mondo francese e italiano riprese da questi due fotografi completano il quadro
della societ a cavallo dei due secoli. Grazie alla sua facilit duso, la fotografia in
grado di documentare il mondo in tutti i suoi aspetti.

La fotografia artistica
In seguito allavvento delle nuove figure dei fotoreporter e dei fotografi dilettanti, il
dibattito sul valore artistico del mezzo ebbe un ulteriore impulso e giunse a conclusioni
radicali. I fotografi che consideravano la fotografia unarte, si trovarono in una
posizione fino ad allora sconosciuta. Il valore artistico della fotografia era
implicitamente negato dal fatto che ognuno poteva dirsi fotografo, e poteva usare il
mezzo senza alcuna conoscenza e coscienza del linguaggio specifico della fotografia.
Si formano circoli fotografici esclusivi, tra i quali si ricordano il Kamera Club di
Vienna e la Linked Ring Brotherhood di Londra. Si organizzano mostre dedicate
esclusivamente alla fotografia artistica, nelle quali la giuria composta da pittori,
scultori e critici darte; si cerca di creare un mercato della fotografia, cos da conferire
alla fotografia un valore economico che ne garantisca il prestigio. Fino agli anni
ottanta, la discussione si basava ancora sulla divisione tra fotografia accademica,
imitatrice della pittura e fotografia naturalistica, basata sullosservazione della natura
e sul rispetto della realt. Il principale esponente di questa seconda corrente Peter
Henry Emerson, che tentava di conciliare la riproduzione fedele del mondo con la
possibilit di idealizzazione del vero tipica della pittura. A partire dagli anni ottanta, la
polemica tra i due schieramenti si spegne, ed emerge un linguaggio comune,
destinato a dominare la scena della fotografia. I fotografi riuniti nelle diverse
associazioni sparse in tutto il mondo individuano come punto comune la necessit di
affermare lindipendenza dellarte fotografica da ogni altra arte, e dunque la sua
autonomia di linguaggio. Per raggiungere questo obiettivo, era necessario che lo
spettatore non fosse pi attirato dal soggetto della fotografia, ma dal modo in cui la
fotografia era stata realizzata. Si assiste dunque al sorgere di una serie di ricerche e di
procedimenti tecnici, che hanno come scopo finale quello di distanziare la fotografia
dalla realt, rinunciando per a quei trucchi che avrebbero negato lessenza
fotografica dellimmagine.

Tra pittura e fotografia


Questo il periodo delle stampe alla gomma bicromatata, che permetteva di
raggiungere effetti di sfumatura simili a quelli dellacquerello. Demachy e Steichen

portarono questa tecnica alla notoriet, raggiungendo risultati affascinanti, anche se


non riuscirono mai a svincolarsi del tutto dai debiti nei confronti dellimmagine
pittorica, che rimase sempre il loro modello di riferimento. Allinterno di questa
estetica operarono altri autori di grande talento come: White, Khn e Kirstein, le cui
immagini restituiscono unimmagine del mondo visto attraverso un velo, di cose e
persone dai contorni indefiniti, in cui tutto assume anche un valore simbolico. Questo
il periodo in cui si afferma la cultura simbolista; anche i fotografi contribuiscono alla
creazione di questo clima di fine secolo, dimostrando che la fotografia entrata a
pieno titolo nel dibattito artistico. Inoltre necessario ricordare lutilizzo sempre pi
frequente della fotografia da parte dei pittori. Se inizialmente personaggi come:
Delacroix e Courbet si servivano talvolta, in sostituzione dei modelli viventi, di
fotografie create appositamente da professionisti, ora personaggi come Degas e
Michetti utilizzano la fotografia come un linguaggio parallelo a quello pittorico. Questi
pittori avevano capito che la fotografia non era solo un supporto per la pittura, ma era
uno degli elementi che contribuivano in maniera decisiva a modificare la visione del
mondo e anche la visione della pittura.

La stagione doro
Nel 1902 Stiegliz fonda a New York la Photo-Secession, una societ che doveva
contribuire a diffondere la cultura fotografica negli Stati Uniti attraverso incontri,
mostre e riviste. Nel 1903 fonda la rivista Camera Work destinata a divenire un punto
di riferimento per la cultura fotografica mondiale sino al 1917, anno della fine delle
pubblicazioni. Nel 1905 si aprono le Little Galleries of the Photo-Secession, luogo
espositivo che diventer celebre con il nome di 291, dal numero civico dellarteria
stradale dove era situato ledificio. Nella galleria si terranno alcune piccole mostre sia
di giovani fotografia sia di artisti affermati come Picasso, Matisse e altri esponenti
della cultura davanguardia europea. Lavanguardia che nel 1913 sbarcher in forza
negli Stati Uniti in occasione del grande Armory Show. Stieglitz rappresenta in maniera
esemplare il momento di passaggio tra la fotografia dellottocento e quella del secolo
nuovo, una fotografia che vuole confrontarsi alla pari con le altre forme darte, intenta
a esaltare, le proprie caratteristiche tecniche ed espressive. Sono tre i punti principali
che si possono evidenziare in questa stagione della fotografia: 1) il graduale passaggio
dal pittorialismo alla fotografia diretta; 2) la presenza sempre pi massiccia della
fotografia come mezzo di comunicazione privilegiato, come autentico specchio della
societ, accompagnata dalla crescita della riflessione teorica intorno al suo linguaggio
specifico; 3) il confronto ravvicinato con le avanguardie artistiche che dominavano la
scena dai primi anni del Novecento sino agli anni Trenta.

Due diversi percorsi


Gli anni Dieci segnano il passaggio di consegne tra il pittorialismo e la cosiddetta
fotografia diretta. New York pu essere considerato il luogo in cui si attua prima questo
mutamento: le vicende personali di due tra i maggiori protagonisti di questi anni:
Stieglitz e Steichen. Gi nel 1907 Stieglitz, con una fotografia divenuta celeberrima,
The Steerage, pone le basi di una nuova estetica fotografica: limmagine non deve pi
evocare sensazioni di lontananza; non deve pi ricorrere allo sfumato e a tutto ci che
rende limmagine indefinita; non deve pi mascherare e interpretare la realt, ma
renderla cos come essa appare, senza nulla aggiungere e nulla togliere. La fotografia
deve cio essere diretta, chiara e precisa nella definizione delle forme; il pi possibile
oggettiva, in grado di farsi guidare dalla realt. Poco pi tardi di anche Steichen giunse
a una fotografia pura, ma luso che egli ne fece fu diverso. Steichen adott questa

tecnica nella fotografia pubblicitaria e di moda, di cui diede mirabili esempi nel
mensile Vogue nel corso degli anni Venti. Contemporaneamente, Stieglitz realizzava la
serie degli Equivalents, fotografie che avevano per soggetto esclusivo le nuvole,
interpretate come equivalenti del proprio stato danimo. In questa biforcazione delle
strade percorse dai due maestri si pu leggere, la natura ambigua della fotografia
diretta, il suo prestarsi ai pi diversi usi e alle pi diverse interpretazioni. Ed proprio
questa ambiguit ad avere favorito la sua diffusione e la sua lunga durata nel tempo. Il
fotografo che abbracciava questo linguaggio aveva davanti alla macchina fotografica
tutti gli aspetti della realt. Let doro vissuta dalla fotografia negli anni Venti e
Trenta, in cui ogni genere fotografico raggiunse vertici mai raggiunti prima, dalla
fotografia sociale e quella pubblicitaria, deriva proprio da queste premesse. La
fotografia diretta aveva liberato il fotografo dalla necessit di giustificarsi di fronte ai
tribunali dellarte: se la fotografia, senza trucchi, solo attraverso lo sfruttamento pieno
delle sue caratteristiche tecniche, poteva guardare e far guardare il mondo in tutti i
suoi aspetti, questo dimostrava che la fotografia era un linguaggio davvero autonomo,
e in grado di rispondere appieno alla domanda di immagini del mondo
contemporaneo.

I maestri della fotografia diretta


Nel 1916 Strand espone per la prima volta le sue fotografie alla galleria 291: figure e
paesaggi raccontati con uno stile asciutto, attento alla precisione dei dettagli ma
anche alla struttura complessiva dellimmagine, alla sua composizione. Ci che
maggiormente colp i contemporanei fu la chiarezza dellimmagine: Strand concepiva il
mondo come un infinito bagaglio di forme che non avevano bisogno di commento.
Strand si limitava a scoprire, attraverso locchio della macchina fotografica, la verit
limmagine e i suoi possibili valori formali, senza mai volerla giudicare. Nel corso degli
anni Venti, questa lezione viene elaborata da numerosi fotografi, tra cui Weston e
Sheeler. Ambedue accentuano il carattere formale dellesperienza di Strand, cercando
di evidenziare il fascino che ogni aspetto del mondo pu avere. Weston trasforma
particolari di nudi femminili, di paesaggi, di oggetti comuni, in forme quasi astratte;
Sheeler fotografa soprattutto complessi industriali, sfruttando lintreccio di linee e
volumi degli edifici per creare immagini che uniscono limponenza della nuova
architettura a una sapienza compositiva di origine pittorica. Negli stessi anni in
Germania Renger-Patzsch e Blossfeldt affrontano temi analoghi, con particolare
attenzione ai meccanismi di precisione dellottica e della meccanica. Il volume di
fotografie pi noto di Renger-Patzsch, si intitola, Il mondo bello. In questa
affermazione si trovano tutti i pregi e tutti le ambiguit di questo genere di fotografia:
da un lato, come se questi fotografi avessero insegnato agli spettatori a guardare
con occhi diversi la realt, dallaltro lato questa fotografia rischiava di trasformarsi in
un puro gioco formale. Forse fu proprio per questo motivo che durante il periodo
nazista, Renger-Patzsch non sub alcuna censura, al contrario di tutti gli altri fotografi
dellavanguardia tedesca. Per lo stesso motivo, questa fotografia ebbe un grande
sviluppo nellambito delle riviste di moda e nel campo pubblicitario. Queste immagini
si adattano senza difficolt a un universo che deve essere bello e credibile, anche se
falso. Dalla verit ricercata di Stieglitz allambiguit del messaggio pubblicitario, il
passo breve; si parte sempre dalla realt, la differenza sta nel punto di arrivo. La
fotografia diretta richiedeva un altro elemento fondamentale, il perfetto dominio della
tecnica. Favoriti dal continuo sviluppo degli apparecchi e delle tecniche di stampa,
questi autori realizzano fotografie esemplari per luso dei contrasti, la chiarezza dei
particolari, la perfetta leggibilit di ogni singolo elemento dellimmagine. In seguito
alla lezione di Weston, alcuni giovani statunitensi fondarono nel 1932 il gruppo f.64,
ben presto divenuto sinonimo di una fotografia attenta soprattutto al valore della
tecnica, che pone in risalto le qualit specifiche e uniche del linguaggio fotografico.
Adams senza dubbio lesponente migliore di questa tendenza. Le sue fotografie dei

grandi spazi americani rimangono ancora oggi ineguagliati esempi di come una
straordinaria sapienza artigianale riesca a rendere nuove ed emozionanti immagini
che avevano avuto illustri interpreti gi nel corso del XIX secolo.

La fotografia sociale
La fotografia diretta ebbe una forte risonanza anche nellambito della fotografia
sociale. La verit e lonest dellimmagine sembravano, le condizioni imprescindibili di
esistenza di una fotografia che si poneva come documentazione della realt sociale
del periodo. Anche in questo caso, la fotografia diretta era importante perch non
voleva giudicare la realt, ma solo mostrarla per quello che effettivamente era,
lasciando allo spettatore il compito di trarre le conclusioni. Il fotografo si pone come un
testimone della societ in cui opera. Lesempio massimo di questo atteggiamento il
fotografo tedesco Sander: a partire dagli anni Dieci ha creato un archivio di oltre 40
000 ritratti dei suoi connazionali, dai contadini ai rappresentanti del potere economico
e politico. Il titolo del progetto era Uomini del XX secolo. Purtroppo solo il primo
volume vide la luce nel 1929: il regime nazista si rese conto che una tale
documentazione, cos crudamente oggettiva, contrastava con la retorica razziale e
celebrativa messa in atto dalla propaganda ufficiale, e confisc sia il libro sia larchivio
di Sander. Nel 1932 viene pubblicato negli Stati Uniti un altro libro destinato a
rimanere nella storia della fotografia del XX secolo. Uomini al lavoro, ampia raccolta di
immagini realizzate da Hine per documentare le condizioni dei lavoratori del periodo.
Laffermazione della fotografia diretta va di pari passo con levoluzione della figura del
fotoreporter. Sebbene questi due diversi aspetti non siano direttamente dipendenti
luno dallaltro, innegabile che vi siano state delle reciproche influenze: da un lato, la
fotografia diretta liberava definitivamente il linguaggio fotografico dalla dipendenza
nei confronti delle arti tradizionali; dallaltro lato, il successo popolare dei primi
reportage fotografici contribuiva a una diffusione sempre maggiore della fotografia,
anche al di fuori del ristretto ambito degli appassionati e degli specialisti.

Tra cronaca e storia


Linizio della grande stagione del reportage pu essere fatto risalire al 1925, quando
lindustria tedesca Leica immette sul mercato una nuova macchina fotografica, facile e
veloce da usare, di piccole dimensioni, in grado di offrire immagini di ottima qualit.
Pochi anni dopo, le fotografie rubate da Salomon, i servizi fotografici di Felix Man,
iniziano a fare il giro del mondo sulle riviste illustrate, sino ad arrivare a definire questi
personaggi come fotogiornalisti. Patria di questo nuovo modo di intendere sia la
fotografia sia il giornalismo la Germania. Questo momento storico, che in Francia
dar vita a una rivista come Vu, destinato per a una breve durata. Lavvento del
nazismo al potere, nel 1933, significher lavvio di un periodo ben diverso per la
stampa tedesca. Non a caso, nella seconda met degli anni Trenta il nuovo centro del
fotogiornalismo si trova negli Stati Uniti. Lanno cruciale per la storia della fotografia ,
a questo proposito, il 1936: questo infatti lanno di fondazione della rivista Life,
destinata a fare da modello per tutte le riviste illustrate nei due decenni successivi,
nonch da palestra per unintera generazione di fotoreporter. Ma il 1936 anche
lanno in cui prende avvio la campagna fotografica sul territorio rurale americano,
commissionata e finanziata dal governo statunitense. Lintenzione primaria del
governo era quella di evidenziare le drammatiche condizioni in cui vivevano gli
agricoltori in seguito alla grande crisi economica del 1929, e il progressivo abbandono
delle campagne. Tra i numerosi fotografi che parteciparono a questo progetto,
spiccano i nomi di: Evans, Lange, Rothstein e Shahn, questultimo forse pi noto come
pittore. Lo stile dei primi due sostanzialmente differente: Evans si propone pi come
un cantore dello stile di vita della grande pianura americana. Le sue fotografie
riescono a rendere significativi anche i luoghi pi desolati e anonimi. Le immagini di

Lange sono invece molto pi drammatiche, di una immediata tragicit; i personaggi da


lei ritratti sono altrettanto veri, ma sono ripresi nel momento di massima espressivit
e la terra appare soprattutto come il luogo della fatica. Gli ulteriori eventi che hanno
contribuito a trasformare questi anni nella stagione doro del fotoreportage e della
fotografia documentaria sono senza dubbio le drammatiche vicende belliche.
Dapprima la guerra civile spagnola, poi il conflitto mondiale, hanno portato alla luce
fotografi ormai divenuti leggendari: Capa, Bourke-White, Phillips, Bischof, Smith e
Cartier-Bresson. Le loro immagini, colte nellattimo cruciale della battaglia o nei
momenti altrettanto decisivi degli incontri tra i potenti della terra, valgono come un
lungo racconto di quegli anni tragici. A causa della sua apparente oggettivit e
contemporaneamente, a causa del suo essere facilmente manipolabile, la fotografia
ha avuto durante la guerra anche una funzione di propaganda. ormai accertato che
alcune celebri fotografie furono in realt accuratamente preparate e messe in scena,
cos come noto che la stessa fotografia poteva venire utilizzata da due parti in lotta
tra loro, semplicemente cambiando la didascalia, trasformando una sconfitta in una
vittoria e viceversa. Vinta la propria battaglia per entrare a pieno diritto tra le forme
darte e di comunicazione pi importanti del secolo, la fotografia cercher, nel
dopoguerra, di rispondere a queste diverse questioni. Con la guerra finiscono anche le
ultime illusioni giovanili e la fotografia costretta a confrontarsi con la propria,
ambigua natura.

La fotografia e le avanguardie
Allinizio del XX secolo, il panorama artistico dominato dalla nascita delle
avanguardie storiche. Questi sono movimenti che intendono liberare larte dalla
necessit di rappresentare fedelmente la realt, favorendo uninterpretazione sempre
pi soggettiva del mondo. Tra le grandi innovazioni di questo periodo, vi il nuovo
ruolo assunto dalla fotografia. Mentre in precedenza, la fotografia veniva considerata
come una sorella minore delle belle arti, nellambito delle avanguardie viene
considerata un importante strumento artistico, tanto quanto le arti tradizionali. Uno
dei capisaldi del pensiero di questi movimenti prevedeva il superamento delle
distinzioni tra le arti maggiori e le arti minori. Qualsiasi strumento espressivo ha una
sua importanza, e tutti devono contribuire a rinnovare larte e la societ. Da queste
premesse nasce, negli anni tra le due guerre mondiali, il periodo in cui la fotografia si
afferma come uno dei linguaggi che caratterizzano il XX secolo. Questa condizione
vale per lEuropa e per gli Stati Uniti, poich gli scambi culturali tra i due continenti
divengono sempre pi frequenti. I due maggiori esponenti di questo periodo vissuto
dalla fotografia sono, infatti, il tedesco Stieglitz e lo statunitense Man Ray. Essi
incarnano anche i due momenti pi importanti della storia della fotografia tra le due
guerre: laffermazione della fotografia diretta e quella della fotografia sperimentale.

Fotografia e dadaismo
Lintervento del caso e il rifiuto della tradizionale realt abilit tecnica sono gli aspetti
fondamentali del dadaismo, la corrente sorta in Svizzera e in Francia alla met degli
anni Dieci del Novecento. Per comprendere bene questo movimento, sufficiente
leggere il brano in cui Man Ray racconta la nascita dei rayographs, le fotografie off
camera che sono tra i risultati pi alti del dadaismo fotografico: << Un foglio di carta
sensibile intatto, che era finito inavvertitamente tra quelli gi esposti, era stato
sottoposto al bagno di sviluppo. Con un gesto meccanico poggiai un piccolo imbuto di
vetro, il bicchiere graduato e il termometro nella bacinella sopra la carta bagnata.
Accesi la luce e si cominci a formare unimmagine degli oggetti, deformata e rifratta
dal vetro, a seconda che fossero pi o meno a contatto con tal carta, mentre la parte
direttamente esposta alla luce spiccava come in rilievo su fondo nero.>> La tecnica
non originale, risale alle origini stesse della fotografia; ma completamente diverso

latteggiamento dellartista nei confronti del mezzo utilizzato. Si notano la casualit


delloperazione e la trasformazione dellerrore tecnico in un procedimento voluto e
ripetibile. Prima dellavvento del dadaismo, questi valori no sarebbero mai stati
accettati, ora, divengono due basi sulle quali fondare loperazione artistica. Un altro
elemento importante il fatto che la fotografia era unarte ancora giovane, e quindi
pi adatta a testimoniare i modi di vita e di pensiero dei giovani artisti che si
riconoscevano nel movimento Dada. Prima di Man Ray, il tedesco Schad aveva gi
realizzato opere analoghe, battezzandole schadografie: la differenza tra i due stava nei
diversi oggetti posti sulla carta fotosensibile. Quelli di Man Ray erano tridimensionali, e
questo riconoscibile dalla plasticit che assumono le immagini, mentre quelli di
Schad erano bidimensionali, cosicch leffetto ottenuto era pi vicino a quello del
collage. Proprio il collage fotografico sar unaltra tecnica particolarmente gradita ai
dadaisti. In questo caso due sono gli obbiettivi che gli artisti cercheranno di ottenere:
la nascita di immagini nuove attraverso accostamenti imprevisti, e il ribaltamento del
significato delle immagini attraverso la sostituzione di alcuni particolari. Nel primo
caso si avranno le composizioni di artisti come Max Ernst, che user la fotografia
insieme ad altri mezzi, come pittura e scultura, per dare vita a un mondo immaginario.
Nel secondo caso si avr invece un uso molto pi politico e sociale del mezzo
fotografico, obbiettivo interpretato al meglio da Heartfield, che attraverso i suoi
collage fotografici ha smascherato il vero volto della ferocia nazista.

Fotografia e futurismo
Lesaltazione della vita moderna in tutti i suoi aspetti stata una delle caratteristiche
principali del movimento futurista. Il futurismo stato un movimento che ha voluto
rinnovare la cultura italiana, ancora legata alle tradizioni dellOttocento, e porre in
risalto le nuove immagini della societ contemporanea. Per raggiungere questi
obbiettivi, il futurismo ha posto la rappresentazione della velocit, del movimento,
come elementi fondamentali della sua poetica. Celebri sono le immagini pittoriche di
Giacomo Balla, come in Cane al guinzaglio del 1913, nel quale il movimento delle
zampe del cane ricorda gli esperimenti fotografici di Muybridge. Ma un riferimento
molto pi diretto quello al fotodinamismo di Anton Giulio Bragaglia, lesponente
principale della fotografia futurista. Bragaglia non vuole scomporre scientificamente il
moto del corpo, ma intende evidenziare la continuit del movimento, dando vita a
ununica immagine. Il procedimento tecnico consisteva nel far muovere il soggetto e
nel riprenderlo con pose particolarmente lunghe, cos da ottenere quel carattere
dinamico che rispondeva appieno agli ideali futuristi. Unesperienza non distante da
quella del futurista il vorticismo. Tra i suoi esponenti vi era Coburn, che attraverso
unespediente ottico, il cui funzionamento era simile a quello del caleidoscopio, cio il
fissaggio di tre specchi in forma di prisma triangolare concavo davanti allobbiettivo,
facendo ci ottenne immagini astratte, in apparente movimento. Anche in questo caso
il problema principale era quello di rendere visibile attraverso lo strumento meccanico
ci che non lo era a occhio nudo.

Fotografia e costruttivismo
Anche la Russia ha vissuto la sua grande stagione delle avanguardie nei primi decenni
del Novecento una stagione che si intreccia con la rivoluzione sovietica del 1917. Le
avanguardie russe sono sorte in seguito alla diffusione e alla rielaborazione della
poetica del futurismo. Dal punto di vista stilistico si pu notare come le due tecniche
maggiormente utilizzate dai fotografi costruttivisti siano state: il fotomontaggio e la
ripresa non frontale. El Lissickij e Rodenko furono senza dubbio i maggiori
rappresentanti di questa stagione: ambedue furono impegnati in diversi linguaggi
artistici: fotografia, grafica, pittura e cinema; caratteristica comune a molti
protagonisti delle avanguardie. Spesso nei fotomontaggi di Lissickij possibile leggere

labilit compositiva del grande grafico, cos come nelle sorprendenti riprese dallalto
di Rodenko non difficile vedere un parallelo con la nuova cinematografia sovietica,
incarnata al suo massimo livello dal regista Ejzentein.

Fotografia e surrealismo
Nel 1924 il poeta Breton redigeva il manifesto del surrealismo, nel quale si esaltavano
linconscio e la casualit, due elementi in grado di potenziare le qualit poetiche
dellindividuo e di fornire un nuovo significato alla realt quotidiana. Saranno numerosi
gli artisti che confluiranno nel surrealismo provenendo dal dadaismo come Man Ray,
Max Ernst, Picabia, e numerosissimi saranno i fotografi che contribuiranno in maniera
determinante allaffermazione di questa tendenza. La fotografia era vista infatti dai
surrealisti come uno dei mezzi pi efficaci per far emergere gli aspetti della
quotidianit e, per evidenziare lambiguit delle immagini. Si pu affermare che la
fotografia surrealista non ha un carattere ben definito stilisticamente, lunico dato
comune ai fotografi surrealisti la trasformazione finale delloggetto fotografato, che
da banale presenza quotidiana diviene apparizione misteriosa, spesso inspiegabile
attraverso la sola ragione. Tra i maestri si trova Man Ray, il quale realizza una serie di
immagini solarizzate che sono oggi considerate tra gli emblemi del surrealismo. La
solarizzazione una tecnica fotografia che, sfruttando un apparente errore, disegna in
negativo il profilo delle forme, trasformandole in apparizioni, circondate da un alone di
luce. Tra le tecniche maggiormente usate dai surrealisti vi il collage. I pi noti artisti
che fecero uso di questa tecnica sono: Ubac e Hugnet. Della tecnica del collage si
servirono anche Breton e Dal, tanto da renderla un autentico simbolo del surrealismo.
Significativa fu anche lesperienza di Brassa, che rappresent nelle sue foto Parigi di
notte. Immagini dirette non rielaborate che davano della capitale francese
unimmagine completamente diversa da quella cui il pubblico era abituato. Parigi fu
anche il soggetto preferito da un altro grande fotografo: Eugne Atget, il quale fu
attivo nei primi anni del secolo: le sue fotografie riprendono una Parigi misteriosa,
fatta di vetrine di negozi in cui si riflettono i passanti. Diverso il caso di un altro
grande fotografo surrealista, Bellmer, di origini tedesche. Lui utilizz un procedimento
del tutto particolare: nel 1933 costru una bambola, e poi inizi a fotografarla nelle pi
svariate pose, realizzando cos un modello unico e inconfondibile. Le pose sempre pi
innaturali e linquietudine che queste fotografie suscitavano, resero Bellmer
amatissimo dai surrealisti francesi.

Fotografia e Bauhaus
Allinterno del Bauhaus la fotografia ebbe un ruolo particolare. Essa non fu materia
dinsegnamento primaria ma la presenza di Moholy-Nagy in qualit di direttore del
corso propedeutico e laccentuata attenzione per le nuove forme di comunicazione
visiva, permisero la nascita di diversi autori particolarmente significativi nel panorama
della fotografia tra le due guerre. Moholy-Nagy uno dei protagonisti della fotografia
europea degli anni Venti e Trenta: la sua produzione alterna collage, immagini tratte
dalla realt, immagini astratte e fotogrammi off-camera, questultimi realizzati
disegnando direttamente con la luce sulla carta sensibile. A fianco della sua attivit di
fotografo va segnalata anche quella da regista. Il clima di fertile incrocio delle arti
tipico del Bauhaus favor lo sviluppo di alcune personalit attive nel campo della
fotografia, come ad esempio Lucia Moholy. Molto significative sono le fotografie degli
edifici del Bauhaus a Dessau. Al Bauhaus studi anche Citron, fotografo divenuto
noto per i suoi collage composti di miriadi di immagini uguali ossessivamente ripetute
sino a coprire lintera superficie. Infine va ricordata Florence Henri, statunitense giunta
giovanissima in Europa e iscrittasi al Bauhaus. Le sue fotografie, segnano il punto
dincontro tra linvenzione di stampo dadaista, loggettivit della fotografia tedesca e
lartificiosit della fotografia di moda. In conclusione, si pu affermare che la stagione

delle avanguardie storiche stata una palestra fondamentale per la crescita di


unintera generazione di autori. Figure di primo piano nella storia della fotografia del
XX secolo come, Kertsz, Brandt, Blumenfeld e Horst, sono transitate attraverso
queste esperienze, anche se il loro linguaggio pi maturo emerso solo alcuni anni
dopo. Un linguaggio, che ha sempre tenuto conto di quelle prove giovanili. Del resto,
anche il linguaggio della fotografia professionale stato molto influenzato da queste
ricerche artistiche.

Nuove Visioni
Limmediato dopoguerra non vede cambiamenti sostanziali del linguaggio fotografico.
Avvengono per alcuni fenomeni, relativi alla diffusione dellimmagine fotografica. Si
assiste alla mitizzazione delle figure emerse nei decenni appena precedenti come:
Cartier-Bresson e Capa, i quali raggiungono in questi anni i vertici della fama, grazie
anche alla diffusione delle riviste illustrate. Nel 1947 Capa, Cartier-Bresson, Seymour e
Rodger creano a Parigi lagenzia fotografica Magnum, unautentica cooperativa di
fotogiornalisti, nata con lo scopo di fornire una maggiore contrattualit agli autori nei
confronti delle riviste, sia dal punto di vista della scelta delle immagini da pubblicare,
sia dal punto di vista economico. Tale situazione fa si che emergano diverse figure
come i due grandi cantori di due diverse comunit nere, Roy De Carava e Alf Kumalo,
che con i loro scatti hanno saputo portare alla luce la vita quotidiana e le battaglie
della gente di colore negli Stati Uniti e in Sudafrica. Altrettanto importante il nuovo
atteggiamento del mondo culturale nei confronti della fotografia. In questi anni
nascono musei dedicati alla fotografia come la George Eastman House negli Stati
Untiti, mentre il direttore del MOMA di New York, dedica ampi spazi alle mostre
fotografiche, chiamando come curatore del dipartimento di fotografia Steichen.
Compaiono anche i primi volumi di storia, come la celebre Storia della Fotografia di
Newhall. Lo stesso Newhall insieme alla moglie, ad Adams, Lange e a White, fonda nel
1952 la rivista Aperture, luogo di riflessione privilegiato della cultura fotografica
contemporanea. Infine, vanno segnalati i numerosi corsi di fotografia che si aprono
nelle universit, che contribuiranno alla formazione di una generazione nuova,
estremamente cosciente delle problematiche legate al linguaggio fotografico. La
fotografia entra a pieno titolo a far parte delle arti .

La fotografia a colori
Sino a questo momento, il bianco e nero ha dominato la scena fotografica. Esistono
numerosi esempi di fotografia a colori realizzate gi nellOttocento, ma i diversi
procedimenti adottati sino agli anni Trenta del Novecento non permettevano una resa
credibile e duratura del colore. Il procedimento negativo-positivo che stato
determinante per la diffusione della fotografia, non era applicabile nemmeno alle
prime pellicole a colori come le Kodachrome. Questo problema sar risolto nel 1941,
con la nascita della Kodacolor, dando il via al primo utilizzo della fotografia a colori.
Quando nel 1947 la Kodak produrr la pellicola Ektacrome, grazie alla quale il
fotografo potr sviluppare da solo i negativi a colori, si assister a una nuova
rivoluzione nellambito dellutilizzo quotidiano della fotografia: la fotografia a colori alla
portata di tutti. Luso del colore sar determinante per levoluzione dei giornali e della
pubblicit, mentre nel campo della ricerca fotografica alcuni autori si esprimono solo
attraverso luso del colore, cercando di sfruttare appieno le potenzialit espressive.
Nei primi anni di diffusione della fotografia a colori, ci furono molte resistenze di quegli
autori che consideravano la fotografia una forma darte. Sembrava che attraverso il
colore la fotografia tornasse allimitazione della realt. Solo nel corso degli ultimi
decenni del Novecento si superato questo pregiudizio, quando si compreso che la
natura dellimmagine fotografica non cambia a seconda che essa sia in bianco e nero
o a colori, ma dipende dalle intenzioni e dalle scelte di ogni singolo fotografo.

Gli anni Cinquanta


Intorno alla met degli anni Cinquanta, il mondo della fotografia vive una stagione di
rinnovato fermento creativo. Nel 1955 il MOMA organizz la mostra fotografica The
Family Man, curata da Steichen, il quale decise di esporre 503 foto di 273 autori. Erano
rappresentati autori di 68 nazioni, la mostra ottenne un grande successo di pubblico,
accogliendo complessivamente be dieci milioni di visitatori. Lo scopo dichiarato era
quello di dimostrare che luomo faceva parte di ununica grande famiglia e che gli
aspetti positivi della vita prevalevano su quelli negativi. Alla base della mostra vi una
concezione della fotografia basata sul principio che la fotografia una pura
documentazione della realt. Nel 1954 il fotografo Steinert curava la seconda edizione
di una mostra il cui titolo Subjektive Fotografie. Anche in questo caso numerosi
erano i fotografi presenti, accomunati non da un generico universalismo, ma dal
desiderio di ribadire la specificit e lautonomia della creazione fotografica e, di
rivendicare la soggettivit dello sguardo fotografico, in gradi di trasformare e anche di
inventare la realt. Questi due casi evidenziano la continuit di un contrasto antico
come la storia della fotografia, ma ne segnano anche la fine. Il confronto sempre pi
serrato con le altre arti, e con gli altri campi della cultura, costringe i fotografi a
riflettere sul significato dei termini fotografia e realt. Nessuno dei due pu ormai
avere un senso univoco. Allora, se vero che la fotografia difficilmente pu fare a
meno della realt, nessuno potr pi dire che questa la realt e questa fotografia
la testimonianza della sua esistenza, ma dovr invece affermare questa una realt
tra le tante possibili e questa fotografia una delle interpretazioni che se ne possono
dare. Questo sar latteggiamento del pubblico nei confronti di qualsiasi immagine
fotografica. Nonostante il trionfo di The family of man, la storia della fotografia stava
prendendo la strada opposta. Testimoni di questa nuova concezione sono in particolare
alcuni autori americani come: White, Siskind, Frank e Klein; pietre miliari della
fotografia del dopoguerra.

Oltre le apparenze
Limportanza di White riscontrabile sia nella sua opera fotografica sia nel suo
impegno di insegnante della cultura fotografica. Fu lui a presentare ledizione
americana di Subjektive Fotografie, e fu lui a crescere una generazione di fotografi,
attraverso i corsi tenuti. Molti autori devono a White la capacit di trasformare
limmagine della natura in unapparizione fantasmatica, ricca di inquietudine ma
anche di misteriosa visionariet. Per White, labilit tecnica non fine a se stessa,
invece parte di una concezione pi vasta della fotografia. Si pu parlare di una mistica
della fotografia, attraverso la quale il fotografo in grado di vedere oltre le apparenze,
di cogliere gli aspetti del reale che sono nascosti sotto la superficie delle cose. Per
giungere a questo risultato White e i suoi allievi hanno fatto ampio uso di tutte le
tecniche di ripresa e di stampa che mettono in crisi lobbiettivit del mezzo
fotografico, per costruire limmagine attraverso delle messe in scena teatrali. Queste
fotografie assumono spesso un aspetto surreale, ma sarebbe sbagliato interpretare
questi autori come discendenti del surrealismo storico: non c, la volont di affidare la
creazione al caso. Ci che li accomuna al surrealismo , piuttosto, la volont di
conferire una importanza fondamentale alle libere associazioni costruite dal pensiero,
come ad esempio quelle che si verificano nei sogni. Siskind scopre negli anni Quaranta
la sua vena pi originale, fotografando particolari della realt quotidiana, come ad
esempio i muri, tappezzati di segni, scritte, manifesti, che incontra sul suo cammino. Il
risultato di questi scatti costituito da immagini astratte, nelle quali non si riconosce

pi il soggetto fotografato, ma si leggono forme, segni, colori. Queste fotografie


ricordano da vicino i dipinti che negli stessi anni realizzano i maestri del action
painting.

Diverse identit
La seconda met degli anni Cinquanta segnata dalla pubblicazione del libro di Robert
Frank, dal titolo Les americains. Si tratta di un volume rivoluzionario, che modifica
radicalmente il concetto della fotografia documentaria. Frank coglie momenti
allapparenza insignificanti della vita quotidiana, e usa una tecnica molto semplice,
quasi provocatoriamente elementare. una svolta decisiva: la fotografia non rivela pi
momenti esemplari dellesistenza ma, come lesistenza stessa, si compone di infiniti
momenti privi di senso. Non diversa lidea che guida lopera di un altro fotografo
come Klein, di cui si ricorda soprattutto il volume New York. Diversi sono per i mezzi
che Klein adotta per esprimere questa nuova visione del mondo: le fotografie di Klein
sono ricercate, volutamente ricche di effetti dovuti alluso di flash, grandangoli e
sfocature. Klein contribuisce a rinnovare, insieme a fotografi come Penn e Avedon, il
linguaggio di giornali storici come Vogue. significativo notare come Frank e Klain
abbiano avuto con il mezzo fotografico un rapporto contrastato, alternando momenti
di grande attivit a lunghe pause. Sulla scia di questi autori, unintera generazione di
fotografi matura la propria esperienza trasformandosi in un occhio fotografico che
scatta in continuazione, con ansia, come Winogrand e Davidson. Ed van der Elsken
propone invece una visione pi complessa del mondo, dove lindagine sociale si
intreccia con una riflessione sullidentit dellartista.

Gli anni Sessanta e Settanta


Il fenomeno culturale pi significativo dei primi anni Sessanta laffermazione della
Pop Art. laffermarsi di questa tendenza non riguarda solo il mondo dellarte pittorica,
ma coinvolge direttamente anche la fotografia. Gli autori per realizzare le loro opere si
servono di fotografie originali come nel caso degli inglesi Hamilton e Hockney. La
contaminazione tra arte e fotografia diviene da questo momento una pratica comune.
significativo il caso delle opere realizzate nel 1969 da un artista Po come Dine e da
un grande fotografo come Friedlander. Su di un unico piccolo foglio si trovano disegni
di Dine e fotografie di Friedlander, in uno stretto dialogo sui diversi modi di
rappresentare e di interpretare la realt. Ruscha sceglie come soggetto privilegiato
della sua ricerca artistica alcuni luoghi tipici del panorama americano contemporaneo,
le sue foto ripetono ossessivamente lo stesso tema, dimostrando lappiattimento e
luniformit del paesaggio che ci circonda. Le stesse immagini divengono poi grandi
quadri , nei quali si evidenzia invece il carattere quasi astratto di queste architetture.
Ai confini tra fotografia e cinema si pone invece Clark. Il suo libro Tulsa stato subito
materia di discussione: le immagini di Clark riprendono infatti la realt di una
generazione perduta in una cittadina americana. Droga, sesso, violenza, sono rivelati
da Clark senza alcun pudore, con un linguaggio crudo. Lo stesso linguaggio dei suoi
film. Su un altro piano si pone la ricerca di Diane Arbus, inquietante testimone di una
quotidianit vissuta come un incubo, del quale gli stessi protagonisti non sembrano
essere del tutto consapevoli. Nelle opere della Arbus, lo sguardo del fotografo rende
evidente laspetto assurdo nascosto negli aspetti pi normali dellesistenza, senza
alcuna forzatura di ordine tecnico o ideologico.

La riflessione sul linguaggio


Bill Owens elabora la lezione sulla normalit di Diane Arbus in chiave di ironica
riflessione sul quotidiano, sui riti e sui miti della societ del consumo americano. In

questa linea si situano anche personaggi come Krims, Tress, Michals. Due sono in
particolare gli elementi che caratterizzano le ricerche di questi autori: lutilizzo di tutto
quel bagaglio di trucchi fotografici che permettono di rendere credibile un mondo
totalmente inventato; il ricorso frequente alla sequenza, allidea che lopera
fotografica non si esaurisca in una sola immagine, ma che possa invece avere uno
sviluppo narrativo. Michals indubbiamente un maestro di questa tendenza. I suoi
racconti surreali pongono la fotografia a diretto contatto con la letteratura e il cinema.
Un procedimento assai diverso quello adottato dai tedeschi Bernd e Hilla Becher. I
Becher iniziano negli anni Sessanta un lavoro di documentazione degli insediamenti
abitativi e industriali presenti nel mondo, limitandosi a impaginare su una stessa
superficie tutte le forme simili. Il risultato uno schedario, che riporta la fotografia ad
una delle vocazioni originarie e contemporaneamente trasforma le pure architetture
funzionali in vere e proprie sculture. Lidea di sequenza o di composizione di diverse
fotografie diviene fondamentale nella storia della fotografia. Esemplari sono le opere
di autori come Graham e Beckley, Le Gac e Gerz, esponenti di primo piano della
cosiddetta narrative art. Lopera di Douglas Huebler e Vito Acconci analizza invece i
meccanismi della visione, fornendo attraverso didascalie esplicative i criteri secondo i
quali stata costruita limmagine. Urs Lthi agisce in particolare sulla tematica del
corpo, sulle trasformazioni dellaspetto fisico. Attorno al corpo operano autori come
Rainer, che trasforma le fotografie del proprio corpo intervenendo pittoricamente
sullimmagine, e Appelt, autore di immagini crude relative ai diversi organi del corpo.
Fulton concepisce larte come testimonianza del proprio viaggiare: le fotografie che
scatta sono dunque brevi appunti di un taccuino personale. Molto spesso questi artisti
operano non fotografando direttamente, ma utilizzando fotografie di altri, fotografie
trovate e riutilizzate in un nuovo contesto. Esemplare il lavoro di Boltanski, che
concentra la propria attenzione sulla fotografia come memoria, come testimonianza di
un passato anche tragico come quello della guerra. Richter trasferisce limmagine
fotografica nei suoi quadri, mettendo in discussione la natura di entrambi i linguaggi.
Ma soprattutto con la sua monumentale opera Atlas, sorta di diario fotografico di
unintera esistenza, composto da migliaia di fotografie di ogni genere, scattate da
Richter o ritagliate dai giornali lungo un ventennio, che lartista si rivela un lucido
indagatore delle particolarit del mezzo e della sua costanze presenza nel nostro
immaginario, e nel nostro rapporto quotidiano con le immagini.

Il rinnovamento dei generi


Non bisogna dimenticare che in questi anni sono attivi autori che proseguono il
linguaggio ereditato dalla tradizione, aggiungendovi una nuova sensibilit. Sono i casi
di Eggleston, Haas e Fontana, tra i primi a concepire il colore come tramite per
interpretare la realt. Mapplethorpe, Leibovitz e Newton si inseriscono nel grande
filone della natura morta, del ritratto e della fotografia di moda. Koudelka, Salgado,
Schwartz e Mary Ellen Mark raccolgono leredit dei grandi fotoreporter del passato,
testimoni dei drammi e delle vicende quotidiane di luoghi e popolazioni. Cos come
non da dimenticare lopera dei cosiddetti Nuovi fotografi, che propongono una
visione analitica del paesaggio.

Il contesto odierno
Gli elementi che per primi emergono a una lettura di questi sono due: da un lato il
successo della fotografia nellambito del panorama artistico contemporaneo, dallaltro
il progresso della tecnica che incide profondamente sul linguaggio fotografico. Attorno
alla fotografia, si ormai costituito un solido contesto economico. Le opere degli autori

classici vengono valutate a cifre paragonabili a quelle delle grandi opere della pittura.
Il mercato delle aste e quello delle gallerie dedicate alla fotografia, ha fatto s che gli
autori ponessero maggiore attenzione al numero di copie dellopera in circolazione. Per
salvaguardare questi valori, sono aumentate le pubblicazioni monografiche dedicate ai
fotografi, favorendo in molti casi una migliore conoscenza e diffusione di queste
ricerche. Contemporaneamente, cresciuta lattenzione delle istituzioni nei confronti
del linguaggio fotografico. Questo nuovo interesse ha favorito la nascita di musei
specializzati. Non solo le manifestazioni e le mostre dedicate alla fotografia, sia storica
sia contemporanea, sono aumentate esponenzialmente in tutto il mondo, ma sono
aumentate le mostre e le manifestazioni artistiche, come la Biennale di Venezia o
Documenta a Kassel, nelle quali la fotografia ha un rilievo prioritario, quando non
maggiore rispetto alle altre forme di espressione artistica, dalla pittura alla
videoinstallazione. Se oggi le fotografie campeggiano sulle pareti dei musei di tutto il
mondo, dipende anche dal fatto che esse possono competere anche sul piano del
formato, e quindi della spettacolarit, con le dimensioni dei dipinti. Accanto a ci va
tenuto conto della grande diffusione e dello sviluppo delle nuove strumentazioni
tecnologiche che permettono di manipolare allinfinito limmagine, e del conseguente,
ampliarsi del concetto stesso di fotografia.

I nuovi protagonisti
Dal punto di vista del linguaggio fotografico, si pu affermare che gli ultimi due
decenni sono stati caratterizzati dalla compresenza di diverse tendenze. Si sta
assistendo a una rielaborazione dei diversi linguaggi emersi nel corso del secolo,
filtrati dalla grande riflessione sullo strumento e sul significato. A questo vanno
aggiunti un ricercato rifiuto delle antiche divisioni tra fotografia artistica e fotografia
documentaria o professionale. La fotografia di carattere pi visionario, tesa a
evidenziare la natura ambigua dellimmagine riprodotta, ha trovato esponenti
significativi come Cindy Sherman, Ontani e Morimura, che hanno fatto del
travestimento, della perdita di identit, il nucleo della loro ricerca. Witkin e Coplans si
sono concentrati sullesplorazione delle tematiche relative al corpo. Pi violenta la
fotografia del primo, che crea autentici mostri, mentre Coplans fotografa in maniera
estremamente dettagliata particolari del proprio corpo, sino a renderli forme quasi
astratte. Una particolare visione della ricerca di identit attraverso la fotografia stata
data da Francesca Woodman, e da Ana Mendieta, ambedue accomunate da una morte
precoce e da una vasta fortuna postuma, e pi di recente da Tracey Moffatt. Allinterno
di un linguaggio visionario privo di tensioni affettive, si possono inserire anche gli
esponenti della stage photography (fotografia costruita), come Skoglund, che
costruisce scene immaginarie attraverso lutilizzo di tecniche di manipolazione sia
tradizionali sia recentissime. Fortemente ambigua, lopera di Fontcuberta, che
giunge a costruire intere documentazioni fotografiche e cartacee di avvenimenti mai
accaduti. Singolari i casi di Casebere, Demand e Rousse. Che riscostruiscono la realt
allinterno dello studio, ottenendo effetti di straordinaria suggestione visiva. Calle
opera invece al confine tra linvenzione e la documentazione. Tra gli autori che invece
continuano a privilegiare una fotografia legata al dato di realt tra cui: Struth, Ruff e
Gursky, che alla capacit dei maestri di guardare senza filtri la realt, hanno aggiunto
lutilizzo accattivante delle fotografie a colori e di grande formato. In bilico tra
invenzione di immagine, racconto e presa diretta sul reale, troviamo numerosi autori,
tra i quali Wall, Lorca e Lockart, narratori di una normalit che grazie alla fotografia
assume un aspetto inedito, misterioso e talvolta inquietante. A una fotografia di
paesaggio e dambiente pi classica si rivolgono invece autori come Sugimoto, che
analizza quasi ossessivamente alcuni temi come il passaggio marino o gli interni dei
teatri e delle sale cinematografiche, realizzando immagini che svelano sempre
significative differenze tra i soggetti; Shibata, concentrato soprattutto sul rapporto tra
paesaggio naturale e paesaggio costruito dalluomo; Izu autore di raffinatissime

immagini di paesaggio e di natura morta. Cos come vicini alla tradizione del reportage
sono autori come Araki, attento a documentare quotidianit e anomalie della societ;
Serrano, attento ai valori formali dellimmagini e Goldin, che fa della macchina
fotografica un registratore visivo di ogni momento della propria vita. Ma al di l dei
singoli nomi, ci che importa ribadire il fatto che la fotografia continua ad essere uno
dei mezzi privilegiati per confrontarsi con il mondo nel quale viviamo, per riflettere su
di esso e per imparare a guardarlo da angolazioni sempre diverse.

Le premesse storiche
Anche in Italia la Seconda guerra mondiale segna una separazione ideale, tra le due
met del secolo. La volont di ricostruire materialmente e culturalmente la nazione, d
vita a un periodo di grande attivit e di grandi dibattiti. LItalia si trova ad affrontare
una situazione in cui la cultura si deve confrontare direttamente con la politica. Per
inquadrare complessivamente il panorama di questi anni, infine necessario ricordare
che alcuni dei protagonisti della fotografia italiana del dopoguerra erano attivi gi
negli anni precedenti. In particolare vanno citate figure come quelle di Veronesi
nell'ambito dell'arte astratta, di un grande grafico come Steiner, di Luxardo,
dominatore della fotografia celebrativa e di moda durante il ventennio fascista, o di un
personaggio come Mollino - architetto, designer, fotografo che gi negli anni
Quaranta aveva scritto un testo fondamentale. Ma la figura che meglio di ogni altra
sintetizza questo passaggio quella di Carrese, il titolare dell'Agenzia Publifoto.

Testimoni del tempo


L'Agenzia Publifoto realizza nel 1945 un servizio sulla Liberazione di Milano,
ricostruendo, a poche ore di distanza dai fatti, alcune delle operazioni militari pi
significative dell'avvenimento. Nel 1947 Publifoto viene incaricata dei servizi
fotografici del settimanale L'Europeo : anche in Italia si afferma definitivamente il
giornalismo fotografico, che avr i suoi momenti di punta nel corso degli anni
Cinquanta, con settimanali come Epoca, Il Mondo. All'interno di questi periodici
cresceranno intere generazioni di fotoreporter, da De Biasi a Lotti. Carrese e i fotografi
di Publifoto, da Petrelli a Toscani, hanno indicato la strada al moderno fotogiornalismo.
Documentando anche i simboli della rinascita e della modernizzazione del paese, dalla
riapertura del teatro alla Scala di Milano, alla costruzione del grattacielo Pirelli, sempre
a Milano, o dell'elettrodotto che attraversa lo stretto di Messina. Alcune delle fotografie
pi significative del nostro tempo non sono necessariamente legate a un intento
artistico ma dalle immagini pubblicitarie. Il fotoreportage raggiunse i suoi esiti pi alti
nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta: i servizi di De Biasi dall'Ungheria invasa
dalle truppe sovietiche nel 1956, di Lucas dalle fabbriche italiane, di Cagnoni
dall'Africa, i ritratti di citt come la Milano di Dondero, rimangono ancora oggi
esemplari di un modo di intendere la fotografia come testimonianza del presente. Le
opere di il Ferdinando Scianna colgono invece la persistenza di alcuni aspetti tipici del
territorio siciliano, quali la profonda religiosit e corrispondono all'evoluzione della
fotografia documentaria, concentrata su alcuni specifici temi che vengono approfonditi
nel corso di una lunga ricerca.

Le ricerche formali
A fianco di queste esperienze, correva un filone parallelo, quello della fotografia di
ricerca, attenta pi ai valori formali che a quelli esplicitamente documentari.
Esemplare a questo proposito la dichiarazione di poetica di Cavalli in occasione della
nascita del Gruppo fotografi co La Bussola, formatosi a Venezia nel 1947, che si
concludeva con queste parole: in arte il soggetto non ha nessuna importanza. Se

tale affermazione non poteva certo essere gradita ai teorici dell'impegno sociale
dell'artista, non di meno essa attrasse numerosi autori, da Finazzi a Vender a Leiss,
sino ai giovanissimi Roiter e Giacomelli. Questi autori in realt non rinunciarono mai al
soggetto e alla sua riconoscibilit, ma lo usarono come un puro pretesto per dare vita
a composizioni di grande suggestione formale. Cavalli pu essere considerato il padre
di questa tendenza, ma la figura destinata ad avere maggiore successo senza
dubbio quella di Giacomelli. Giacomelli ha incentrato gran parte della sua ricerca sugli
aspetti umani e paesaggistici della propria terra natale. Le sue immagini trasformano
persone e luoghi in apparizioni astratte, in esercizi compositivi nei quali un molo
fondamentale tenuto dalla perfetta padronanza della tecnica del bianco e nero,
portata da Giacomelli ad una espressivit estrema. Ci che contraddistingue la
fotografia italiana dei primi decenni del dopoguerra la grande lotta sostenuta per
affermare la dignit culturale della fotografia, in un paese fortemente legato alle forme
artistiche tradizionali. Solo alla fine degli anni Sessanta il linguaggio fotografico verr
definitivamente accettato e assorbito come uno dei linguaggi fondamentali della
modernit: da quel momento inizia una nuova storia, che ancora oggi in pieno
svolgimento.

Gli anni Sessanta


La figura emblematica di questo passaggio epocale senza dubbio quella di Mulas.
Attivo sin dagli anni Cinquanta nell'ambito della fotografia documentaria, nei primi
anni Sessanta inizia un approfondito lavoro a fianco dei maggiori artisti del tempo, da
Fontana ad Burri agli emergenti artisti Pop statunitensi. Nelle sequenze realizzate da
Mulas, l'artista non pi ripreso secondo i canoni classici del ritratto, ma viene colto
nel momento dell'azione: la fotografia diviene documentazione non dell'opera o
dell'autore, ma interpretazione delle intenzioni dell'artista. Esemplare a questo
proposito la straordinaria e famosissima sequenza che vede l'artista Lucio Fontana
nell'atto di realizzare uno dei tagli che lo hanno reso celebre. Dopo questa esperienza,
Mulas si volge a un ambito pi sperimentale, realizzando la serie delle Verifiche. Si
tratta di una riflessione della fotografia su se stessa, a partire dall'immagine di Nipce
ripresa dalla finestra di Gras. Anche in Italia alcuni artisti seguiranno un percorso
analogo; i pi significativi sono senza dubbio Schifano e Pistoletto. Il primo realizza
molti dipinti a partire dalle fotografie e sin dagli anni Settanta utilizza la polaroid come
una sorta di taccuino visivo, scattando migliaia di immagini, riprendendo in particolare
il mezzo di comunicazione privilegiato del tempo, lo schermo televisivo. Il secondo,
incolla su specchi riproduzioni fotografiche o serigrafiche a grandezza naturale di
diversi soggetti, in genere estratti dalla quotidianit, creando un senso di ambiguit
tra lo spettatore e l'opera d'arte.

Gli anni Settanta


Tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, si ha la prima, autentica
affermazione della fotografia all'interno del mondo artistico italiano. Va rilevato che
molti degli autori emersi nel corso del decennio precedente, da Giacomelli a Scianna,
da De Biasi a Gardin, vengono riconosciuti come maestri indiscussi anche a livello
internazionale. Sul loro esempio iniziano a operare alcuni dei protagonisti delle
vicende degli anni Settanta e Ottanta, da Ghirri a Mimmo Jodice a Gabriele Basilico. I
quali, terranno anche conto della contemporanea ricerca di alcuni giovani autori pi
attenti alla riflessione sull'atto stesso del fotografare. Tra questi ricordiamo Vaccari,
Tagliaferro, Cresci, pi vicini all'ambito artistico che a quello specificamente
fotografico. Nello stesso periodo, emergono figure isolate ma assai rilevanti, anch'esse
in grado di portare ulteriori elementi a una discussione vivace, quanto mai in
precedenza, sul ruolo e sulla natura della fotografia come Fontana, che per primo in
Italia concentra tutta la sua attenzione sul colore e sul suo rapporto con la forma,

creando uno stile inconfondibile. Ancora al tempo legata l'esperienza di Vimercati,


che fotografa il medesimo soggetto, in genere scelto tra quelli pi banali che
compongono il contesto quotidiano. Tra le opere realizzate in questi anni, forse la pi
esemplare e significativa l'installazione realizzata da Franco Vaccari per la Biennale
di Venezia del 1972, dal titolo Lasciate una traccia fotografica del vostro passaggio.
L'artista, si limita ad essere la miccia che innesca l'azione e poi lascia che il lavoro
cresca spontaneamente, senza alcun intervento da parte sua. Vaccari pone all'interno
di una stanza un apparecchio photomatic - quelli utilizzati per realizzare le
fototessere - e invita gli spettatori a entrare e a farsi un ritratto; le foto vengono poi
disposte su di una parete, senza alcun ordine logico o predeterminato. Quella che era,
il primo giorno, una grande parete vuota, al termine della mostra diventa un immenso
collage di volti, smorfie, atteggiamenti, visi noti e anonimi, insomma un grande ritratto
del pubblico della manifestazione.

Il nuovo paesaggio
Mentre la tendenza concettuale si diffonde nei primi anni altri fotografi emergono con
grande autorit, dando la propria impronta agli anni immediatamente successivi,
impegnati in una rielaborazione in chiave contemporanea della fotografia
documentaria. Si tratta di Ghirri, Basilico, Jodice. Il soggetto centrale delle loro ricerche
il paesaggio, la sua lettura fotografica sempre in bilico tra espressione delle proprie
emozioni
e analisi antropologica. Questi autori rilevano i mutamenti intervenuti nel territorio
italiano a partire dagli anni Sessanta, dai fenomeni di urbanizzazione nascita di un
terziario avanzato, sino al rischio totale della perdita d'identit dei luoghi e dei loro
abitanti. Sulla scia di questi tre maestri si possono ricordare Guidi, Radino, Castella e
Chiaramonte.
A completare la visione complessiva di questo decennio va ricordato un ulteriore,
importante fenomeno, quello della fotografia dedicata alla documentazione delle
opere d'arte. La predominanza di poetiche incentrate sulla deperibilit dell'opera, sul
suo essere evento limitato nel tempo e nello spazio, sino a sconfinare ai limiti del
teatro in quelle che si definiscono performances, ha fatto s che l'opera dei fotografi
diventasse documento fondamentale e memoria necessaria di questi avvenimenti. I
nomi di Amendola, legato anche alle straordinarie campagne fotografiche su alcuni dei
pi celebri monumenti dell'arte italiana, dalle Cappelle Medicee a Firenze alla Basilica
di San Pietro a Roma; di Abate e Capone, attivi soprattutto in occasione delle
manifestazioni artistiche che si svolgono a Roma; Colombo e Mussat Sartor, autentici
compagni di viaggio degli artisti che si riconoscono nella cosi detta arte povera, sono
ormai inscindibilmente legati alle vicende dell'arte italiana dell'ultimo trentennio. La
fotografia non pi solo la documentazione dell'opera ma, a questo punto, diventa
l'opera stessa, lo strumento privilegiato di espressione dell'artista.

Gli anni Novanta


La lettura dell'ultimo ventennio della fotografia italiana si rivela piuttosto semplice e
lineare: le lezioni di questi maestri vengono assimilate dalle generazioni nuove in un
tentativo di sintesi delle diverse poetiche. Dall'area concettuale si cogli laspetto
legato alla riflessione sulla natura del mezzo, sulle sue implicazioni anche extraartistiche, mentre viene rifiutata l'approssimazione tecnica, il voluto disinteresse
mostrato da molti autori del periodo nei confronti delle qualit anche formali
dell'immagine. Delle poetiche del nuovo paesaggio si privilegia l'aspetto relativo alla

riflessione sui luoghi, sulla loro identit o sulla definitiva perdita di quest'ultima.
Spranzi inventa un mondo parallelo a quello reale ma altrettanto credibile; Biasiucci e
Nicosia, rinnovano la visione di un Sud ricco di suggestioni visive; Musi, Bernabini e
Campigotto, analizzano il paesaggio, sia esso urbano, naturale o industriale, con uno
sguardo privo di orpelli visivi; Lambri e Tesi sono coinvolte in una riflessione di natura
concettuale sulle forme della quotidianit, in modo pi oggettivo
la prima, pi soggettivo la seconda.

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