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NUMERO 488.

SETTEMBRE 2022

S T I L E L I B E R O

S P E C I A L E YA C H T 2 0 2 2
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RATIO— VINCENT VAN DUYSEN
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MILANO PIAZZA VELASCA 6 ROMA VIA PO 1H NAPOLI VIALE KENNEDY 415/419
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MADIA ONDA / SPECCHIO DIAMOND
POLTRONCINE SOFIA / TAVOLINO LUMIERE / OROLOGIO SANREMO riflessi.it
Marble objects © Salvatori
Photo © Gianluca Cisternino

The true nature of design.


Authentic and natural materials take shape in the purity of a timeless design.
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Product design: Enrico Corelli Photo: Alessandro Gaja

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devices with soul

Quello che per tutti sono placche di comando, interruttori, switches o tastiere,
per noi sono ‘devices with soul’, collezioni di prodotti ad alta tecnologia
con unʼanima artigianale, pensati e realizzati in Italia.

La collezione Skin, con un design dalla ‘pelle’ mutevole e personalizzabile


in differenti materiali e texture, è qui proposta in versione alluminio verniciato
ad un pulsante con inserto in damasco di seta della collezione San Polo di Rubelli.
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Spazi che parlano di te.


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ARCHITECTURAL DIGEST INTRO

Sommario

69
149

75
75 1 2 9 La Noto di Jacques Garcia 161
4 7 Editoriale Oliver Jahn
4 9 Editoriale Francesca Immersione nell’arte 1 3 5 Gohar World e Gucci Vault
Santambrogio Ólafur Elíasson arriva a Firen-
ze con una grande personale
139 La stanza
Futuri possibili
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a Palazzo Strozzi
Lo scenario extra pittorico dei
Galleria 8 3 Objet Nomades, un racconto di valori e visioni dell’artista
desideri
Foto Paola Pansini. Getty Images. Jens Ziehe © Ólafur Elíasson

8 9 Emilio Isgrò a Brescia britannica Emma Talbot


Le magiche cromie dei murales
9 3 Eames: curiosità infinita
animati di Rachel Hayes, rea- 1 4 3 Aline Asmar d’Amman Divani, poltrone, sedie e pouf
lizzati con tessuti dal mondo 101 1 4 7 Il party di AD alla MDW popolano un piccolo universo
Il castello dei destini 1 4 9 Il gioco delle forme
57 uscito dal pennello di un gran-
In Cornovaglia, la dimora da de illustratore
E tu scrivimi 153
fiaba dei fondatori di House
Grandi fotografi per un libro: Archetipo à porter
of Hackney, aperta al pubblico
i 160 anni delle Poste Italiane, Una folla di personaggi, il cine-
tra arte, architettura e design 1 0 7 La femme fatale di Starck ma e il profumo: Frédéric Malle
1 1 1 La nuova casa di Mutina e Konstantin Kakanias
69 1 1 7 Culuccia, i tesori di un’isola
Non la solita sedia 1 2 3 Calatrava in veste di scultore 1 5 6 Il mare dentro
Archetipica quanto inedita, la E R R ATA C O R R I G E
Su AD di luglio/agosto 2022, nel
seduta-progetto di StorageMi- servizio Il sole nel cuore, Linda Ma-
lano mixa pezzi storici roli è erroneamente chiamata Lisa.

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ARCHITECTURAL DIGEST INTRO

Sommario
194

204

183
216
Case NUMERO 488. SETTEMBRE 2022

184 216
Backstage

Cover di Matthieu Salvaing. Foto Carlo Piro. Ngoc Minh Ngo. Nicola Carignani
La scatola dell’arte Vita di campagna
S T I L E L I B E R O
In un palazzo Art Déco affac- Negli Hamptons, il retreat da Idee, oggetti, materiali ispira-
ciato sulla Rive Gauche, un du- sogno dello stilista Joseph ti alle case di questo numero
plex/galleria d’arte firmato da Altuzarra e della sua famiglia
1 9 3 Un drink da me?
Vincent Van Duysen
2 2 5 Alter ego
226
2 3 9 Evergreen
194 Lui & Lei
Alla fine va tutto bene La ristrutturazione di una S P E C I A L E YA C H T 2 0 2 2

Una tigre in legno, quadri, arte townhouse georgiana ne am- 249


e design. A Maiorca, il cottage morbidisce le linee maschili
del direttore creativo di Cam-
per è un inno all’eclettismo
con una quota rosa Speciale In copertina:
A Parigi, in un palazzo
Art Déco affacciato sul-

204
240
Spirito libero Yacht la Rive Gauche, un du-
plex che ospita una ma-
gnifica collezione d’ar-
Ritorno alle origini Alexandre de Betak: dal dise- Performance, hi-tech, sosteni- te ha la firma di Vincent
Van Duysen.
Un progetto costruito su det- gno dei più spettacolari set di bilità. Le novità della nautica
tatura del destino. Un villaggio sfilate nel mondo a quello del-
domestico la propria casa 2 9 6 Flashback

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www.baxter.it
ARCHITECTURAL DIGEST E D I TO R I A L E

Sicuri
che non c’è
niente
di nuovo?
Di tanto in tanto, nel mondo del design si levano vo- con un grande potenziale. E allora perché non concepi-
ci che dicono: «Non c’è niente di nuovo sotto il sole. re il tavolo da pranzo come un palcoscenico per rappre-
Il tema è stato raccontato fino all’esaurimento». Meri- sentazioni surreali? Personalmente, non ho mai visto
ta di certo una riflessione, ma occorre anche chiedersi: una cosa simile e sono molto curioso di capire che co-
da quando è così? Da 10, 50 o 100 anni? Tanto per fare sa si inventeranno prossimamente queste due pioniere.
un esempio, anche i geni del XX secolo, da Josef Frank Oppure, prendiamo l’eredità della più grande cop-
a Charlotte Perriand, da Verner Panton a Ettore Sott- pia della storia del design: Ray e Charles Eames. La figlia
sass, non hanno scoperto l’acqua calda – chi l’avrebbe Lucia aveva meticolosamente conservato tutto quello
mai detto? Eppure, quanto sarebbe più povera la nostra che i genitori avevano usato come materiale illustrati-
cultura dell’abitare se, perplesse e scoraggiate, queste vo per le loro ricerche. Tantissima roba! La figlia di Lu-
nature curiose avessero, a un certo punto, dato forfait? cia, Llisa Demetrios, dona nuova vita a questo grande,
Storicamente orientata e rivolta al futuro, originale ma anche piccolo, patrimonio – non tanto per accre-
e pronta a contribuire a dare nuova espressione al pre- scere ulteriormente la fama dei suoi nonni (cosa prati-
sente, questa rivista racconta come si può portare avanti camente impossibile), ma per consentire di impiegare
e come si porterà avanti il design. Pensate al lavoro an- il loro originale pensiero per attività inedite (da pag. 93).
cora acerbo delle sorelle Laila e Nadia Gohar (da pag. Attività del futuro. Chi è scettico sul domani del design,
135). Con Gohar World, le due newyorkesi nate in Egit- dovrebbe prendere in considerazione un viaggio a Peta-
to stanno mettendo in discussione la cultura della tavo- luma, California. Non a caso Demetrios ha chiamato la
la. Le camicie diventano tovaglie e le candele assumo- sua organizzazione no-profit Eames Institute of Infinite
no la forma di salami o ricotte. Un grande divertimento Curiosity. Letteralmente. ○
Ritratto: René Fietzek

Oliver Jahn

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Milano, Corso Venezia 14 - Tel. +39 02 76 26 02 30
ARCHITECTURAL DIGEST E D I TO R I A L E

STILE LIBERO
Mi è sempre piaciuto Charles Bukowski quando diceva: «Se hai
stile, hai il tuo metodo che continua mentre tutte le cose vacil-
lano». Cambiasse tutto, lo stile AD resta. Resta perché è uno
stile in ascolto, vibrante e sempre riconoscibile nella diversità.
E il nostro Style Issue è qui a provarlo.
Come faremmo altrimenti a trovare un filo che unisce il
castello da fiaba in Cornovaglia dei fondatori del marchio di
interior decoration House of Hackney, la villa a Noto di Jac-
ques Garcia e, accanto, il cottage dello stilista Joseph Altuzar-
ra negli Hamptons, e, perché no, una casa-galleria reinventa-
ta a Parigi da Vincent Van Duysen? La risposta è nel mare, nel-
lo “stile” del mare. Anzitutto perché lo abbiamo ancora davan-
ti agli occhi, evviva, e poi perché la fluidità, la freschezza, la
profondità del blu ispira il nostro sguardo aperto su ogni terra
del design: dallo speciale Living, con i nuovi divani e poltrone
in ambienti illustrati e creati apposta per noi, fino all’inserto
speciale Yacht. Mare, dunque, e nel numero abbiamo tre isole,
Irlanda, Maiorca, Ibiza.
Un tempo le nostre lettere viaggiavano per mare, per terra,
per aria, e visto che le Poste Italiane compiono quest’anno ben
160 anni raccontiamo la bellezza modernista dei più straordina-
ri uffici postali, da Trieste a Palermo. E poi dico ancora una vol-
ta mare, e penso al suo colore, e mi vengono in mente le parole
di Miles Davis «La musica e la vita sono solo questioni di stile».
Ecco, rimetto sul piatto Kind of Blue, vinile ovvio, e sono già persa Francesca Santambrogio
alle prime note di So what. Quindi cosa dovrei aggiungere? ○ Head of Editorial Content AD Italia

Il mio carnet
Ritratto: Beppe Brancato. ©Wearecontents_Arsham-MAMO

1 2 3 4

Per essere le uniche dovevano essere davvero speciali. Un’unica donna in mezzo a un gruppo di musicisti, chef, operai,
diplomatici, cow boy, come raccontano le fotografie anonime del libro The Only Woman, appena pubblicato da Phaidon (phaidon.
com, 4). Unica è anche Lola Montes che ha scoperto l’altra faccia degli angeli come raccontano i bassorilievi in ceramica, titolo
Faccia d’angelo. Every angel has another face, esposti nella galleria Nino Mier a Los Angeles (miergallery.org, 2). Ritrovo la stessa
energia a Marsiglia, naturalmente Unité d’Habitation di Le Corbusier, fondale per le sculture in bronzo di Daniel Arsham
(danielarsham.com, 1). Altra sponda del Mediterraneo e sono a Istanbul di fronte a Waving Towers, istallazione creata da Cristián
Mohaded per Between Humankind and Nature (instambul74.com, 3). Spiaggia, rocce, intrecci di rattan. Quando si dice una scultura
che il vento attraversa. Ed è esattamente quello che voglio, farmi attraversare dall’ultimo vento dell’estate.

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Redazione: 20123 MILANO — Piazzale Cadorna 5 — Tel. 0285611 — Fax 0285612698 DEL 06-04-2022
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Color Collection,
colours and surfaces
for contemporary living
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Come eravamo, come saremo. Dalla storia delle Poste Italiane al fascino di un castello
normanno in Inghilterra, passando per la creatività contagiosa delle grandi maison della
moda. E poi via, alla scoperta di Noto con Jacques Garcia e a Firenze con Ólafur Elíasson

GALLERIA

P R I M A PA G I N A

Quando magiche cromie trasformano il paesaggio


Foto courtesy Istanbul’74 e Rachel Hayes

testo Alessandra Pellegrino

C’è un grande pannello di tessuto patchwork in segmenti con- colorati, semitrasparenti, scintillanti, che possono essere attra-
centrici di 10 metri quadrati, posizionato orizzontalmente, ap- versati, sfiorati o aggirati. La voglia di farsi accarezzare da que-
pena sopra l’altezza degli occhi. È nel cortile del Chiostro Gran- ste morbidezze caleidoscopiche, quasi fossero le lenzuola fresche
de della Certosa di San Giacomo a Capri. Dodici lembi più pic- del bucato di mamma, è fortissima.
coli di stoffa leggerissima si allungano verticalmente dai cavi Siamo dentro un’installazione dell’americana Rachel Hayes
che sospendono l’arazzo principale, creando una rete di tessuti che, con i suoi murales animati per la mostra A Moment In Time

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

da sinistra , in senso orarioL’installazione per


la mostra A Moment In Time di Istanbul’74 a
Nomad, Capri; Mirage al White Sands National
Park per la campagna Missoni (2017); Sun Sails
(2016) in nylon, organza e cavi in acciaio, com-
missionata dalla città di Wichita, Kansas.

pagina precedente L’opera Checkers, del 2020,


realizzata a Greenwood, Missouri.

«Mi piace suscitare emozioni


attraverso i miei lavori: è questa
la grande magia dell’arte»
Rachel Hayes

della galleria Istanbul’74, ha attratto collezionisti, curiosi e gior-


nalisti durante l’ultima edizione di Nomad, fiera di arte e design.
Hayes, nata a Kansas City nel 1977, vanta un BFA in Arte Tes-
sile e un master in Pittura. Vive a Tulsa (Oklahoma) e si dedica a
una pratica artistica che ricorda gli interventi di Christo e Jean-
ne-Claude, la psichedelia su larga scala di Katharina Grosse, le ge-
ometrie di Gene Davis: suggestioni concettualmente giustappo-
ste a una visione craftman-centrica, dove l’arte tipicamente fem-
minile del “taglia e cuci” torna in auge, in chiave contemporanea.
«Colleziono tessuti dal mondo, i loro motivi sono l’input
per il processo di lavorazione, l’ispirazione arriva dai materia-
li», spiega Hayes. «Viaggio parecchio e mi piace scoprire nuo-
vi siti, dove sogno di poter realizzare le mie opere site-specific».
Il luogo. Una variabile fondamentale. Il paesaggio è architettu-
ra, l’elemento delle possibilità. Prendono vita così universi cuci-
Foto courtesy Istanbul’74 e Rachel Hayes

ti, dalla forte componente moda. Non a caso Missoni l’ha scel-
ta per una serie di progetti nel 2017-18, partendo da un’installa- umana voler sperimentare le cose attraverso il tatto, per questo
zione in passerella per la fashion week di Milano, seguita da una voglio che la mia arte venga vissuta». Arte di difficile classifica-
mostra nel negozio di Manhattan e dalla campagna pubblicita- zione. «Tratto linguaggi comuni a diversi campi: dalla pittura al-
ria con Kendall Jenner nel Parco Nazionale White Sands in New la trapuntatura, dalla scultura al design tessile, dall’architettura
Mexico. A fare da sfondo, i suoi tessuti in technicolor. alla pianificazione spaziale, fino al placemaking creativo. Ma c’è
Queste installazioni, fragili e potenti allo stesso tempo, ap- una costante: le persone sono attratte da materiali, colori, textu-
pagano la vista, ma sono anche interattive. «Nelle gallerie e nei re e movimento». Tutto vero. «Mi piace provocare una risposta
musei, ci viene sempre detto di non toccare. Ma è nella natura emotiva. È questa la magia dell’arte, no?». ○

54
STYLING STUDIO SALARIS - PH. MATTEO IMBRIANI

Magico Mexico: un paesaggio fantastico per uno stampato in puro cotone rubelli.com
MAXI PANNELLI SCORREVOLI, SELF BOLD CONTENITORE. DESIGN GIUSEPPE BAVUSO
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

E testo
Laura Leonelli

T
U

S
C
R
I
V
I
La facciata
delle Poste
di Grosseto,
realizzate
da Angiolo
Mazzoni nel
1932. Sopra il

M
monumentale
portale
d’ingresso
il gruppo
scultoreo
in marmo
La Maremma

I
domata, opera
di Napoleone
Foto Massimo Listri

Martinuzzi.

Un patrimonio di arte, architettura e design, la storia di un Paese, il nostro,


e grandi fotografi per un bellissimo libro che celebra i 160 anni delle Poste Italiane

57
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Prima che le email togliessero peso alla nostra corri- riscoprire uno straordinario patrimonio d’architettura,
spondenza, prima che le parole di qualunque tempera- arte e design, che di posta in posta, di tappa in tappa –
tura emotiva perdessero corpo, la posta era un tempio, questo significava il termine, una fermata per le carroz-
un castello, una cattedrale. Un luogo altro e alto, eleva- ze e i corrieri – attraversa l’Italia, da nord a sud.
to per efficienza e monumentalità al quale lo Stato, dal- E se gli uffici di Trieste, progettati dall’architetto
la fine dell’Ottocento al secondo dopoguerra, aveva affi- viennese Friedrich Setz nel 1894, sono ancora in stile
dato il compito di mettere in comunicazione l’intero Pa- neorinascimentale e celebrano la quarta città dell’Im-
ese e quindi “essere”, più di qualunque altro ufficio, l’in- pero austroungarico, le poste dell’Italia fascista appar-
tero Paese. Per questo, in occasione del 160° anniversa- tengono pienamente al Novecento e al Razionalismo
rio della nascita delle Poste Italiane, la riedizione del- più originale. Poste di regime, certo, e a lungo l’archi-
lo splendido volume Le belle Poste. Palazzi storici di Po- tetto che le ha disegnate con fedeltà politica e varietà
Foto Luciano Romano

ste Italiane, pubblicato da Franco Maria Ricci, invita a di soluzioni spettacolari, Angiolo Mazzoni, è stato

Razionalismo con forti richiami ai caratteri plastico-murari dell’edilizia partenopea. A questo connubio si ispirano le Poste di Napoli,
di Giuseppe Vaccaro e Gino Franzi. Nel cuore del rione Carità, il trionfo dell’“Età delle macchine”, tra vetri curvi, acciaio e ottone.

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NOOR COLLECTION 2022 - Design: Mass, finely handknotted in natural silk and natural silk relief, 400x300 cm

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DISCOVER OUR LATEST COLLECTIONS


ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Foto Luciano Romano

La Sala della Sportelleria del Palazzo delle Poste di Agrigento, progettato da Angiolo Mazzoni come un edificio circolare fra il 1932
e il 1936. Unico nel suo genere, è decorato con i mosaici di Matilde Festa Piacentini e sculture di Quirino Ruggeri.

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

volutamente dimenticato. Impossibile fare altrimenti. ingresso, cittadini e missive. Ovunque si legge la volon-
Ma oggi forse questi palazzi parlano una lingua propria tà di andare oltre la densità del marmo, materia regina
e non possiamo che stupirci della bellezza, per esempio, di ogni progetto. Così è la strabiliante quinta curvilinea
delle poste di Grosseto, di ascendenza medievale nel bu- in vetro e acciaio delle poste di Napoli, progetto di Giu-
gnato della facciata, e modernissime nel disegno, com- seppe Vaccaro, e così sono le poste di Palermo, altra idea
presi l’orologio a palette al vertice della torre e sull’in- di Mazzoni, nelle quali splende uno dei capolavori del-
gresso il gruppo scultoreo di Napoleone Martinuzzi, la pittura futurista. Per la precisione, aeropittura futuri-
l’uomo che doma il cavallo, omaggio alla Maremma. sta. E per la precisione è una donna a crearlo, Benedetta
Le poste sono internazionali e locali insieme, so- Cappa. Di nuovo è Angiolo Mazzoni a mettere tutto in
prattutto quando diventano il perno del nuovo sviluppo moto. Quando nel 1932 sulla Gazzetta del Popolo Filippo
urbano o devono inserirsi nel tessuto storico. Radicate e Tommaso Marinetti presenta l’edificio delle poste di La-
Foto Luciano Romano

fluide, tanto è in movimento tutto quello che varca il loro tina, definendolo «superamento futurista del semplice

La Sala del Consiglio delle Poste di Palermo, in marmo rosso e libeccio di Trapani, con porte in lacca rossa e nera e rame e marocchino
rosso per le sedie della ditta Ducrot. Alle pareti, le tele dell’aeropittura futurista, firmate da Benedetta Cappa Marinetti.

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Foto Giovanni Ricci

Uno dei progetti più belli di Friedrich Setz, architetto dell’Impero austroungarico. Inaugurate nel 1894, i 7.000 metri quadrati delle Poste
di Trieste rendono omaggio allo stile neorinascimentale. Attraverso la scalinata è come entrare in un palazzo italiano del Cinquecento.

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

razionalismo», l’architetto, lusingato, invita a collabo- del Novecento» da Edoardo Pepino, curatore delle edi-
rare non solo Depero, Fillia, Prampolini, Tato, ma arti- zioni Franco Maria Ricci e direttore del Labirinto della
ste come Benedetta Cappa, Bruna Pestagalli e Matilde Masone di Fontanellato (non si perda la mostra Dall’al-
Festa. Un cambio di passo ra- to. Aeropittura futurista, aperta fino al 18 settembre). A
dicale rispetto al culto dome- suggerire il paragone sono cinque tele gigantesche che
stico della donna del Venten- celebrano le comunicazioni telegrafiche, radiofoniche,
nio. Ed è proprio Beny, così si terrestri, marittime e aeree.
firmava, l’autrice di una delle Nel 1931 Antoine de Saint-Exupéry pubblicava uno
opere più eccezionali del pe- dei suoi romanzi più belli, Volo di notte, storia di un avia-
riodo, i pannelli della Sala del tore postale. «Nubi pesanti spengono le stelle», scrive-
Consiglio di Palermo, defini- va. Avesse visto la luce della pittura di Beny si sarebbe
ta «quasi una Cappella Sistina orientato in ogni cielo. ○
Foto Giovanni Ricci

in alto Le Poste di La Spezia, progetto di Angiolo Mazzoni, 1933, custodiscono enormi a mosaico di ceramica firmati da Fillia
ed Enrico Prampolini. sopra La copertina di Le belle Poste. Palazzi storici di Poste Italiane (Franco Maria Ricci Editore, 192 pagine).

66
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Un oggetto, insolito quanto archetipico, nasce dall’inedito mix&match


di pezzi d’archivio di uno storico marchio e acquista una patina
contemporanea grazie all’hi-tech. La seduta-progetto di StorageMilano

NON LA SOLITA SEDIA


testo Alessandra Laudati

Nell’affollata settimana del Salone del


Mobile si scoprono idee e progetti spes-
so molto interessanti. Uno dei più par-
ticolari ci è stato raccontato da Miche-
le Pasini, uno dei fondatori, con Bar-
bara Ghidoni e Marco Donati, di Stora-
geMilano, uno studio ormai affermato
da molto tempo nella creazione di un
dialogo inedito tra forme della contem-
poraneità e presenze vintage, spazian-
do da showroom a eventi, edifici, hea-
dquarters e abitazioni private.
L’evento è stato intitolato AntiMeta,
A•Typical Chair, non un prodotto fine a
se stesso, ma una piccola storia: «Una
storia di sinergia tra persone, aziende e
capacità produttive che hanno radici in
una tradizione di artigianato importan-
te: Gebrüder Thonet Vienna, marchio
che da quasi duecento anni crea mobi-
li in legno curvato a mano, Materica, un
atelier specializzato nella verniciatura
metallica di alta qualità, e il nostro stu-
dio. Per far nascere, sotto la nostra guida
creativa, una sedia, un prodotto che rac-
conta un approccio e una sensibilità co-
mune», spiega Michele Pasini. «Il titolo
specifica che in un’epoca in cui ciò che
si definisce “meta” sta cambiando radi-
calmente il nostro vivere e ci fa perdere
il contatto con la realtà, AntiMeta signi-
fica proprio dare importanza alle espe-
rienze fisiche, emotive e cognitive lega-
te alla materia, alla fisicità, all’interazio-
ne», continua il progettista.
Stiamo parlando di una sedia pen-
sata site-specific per lo spazio del risto-
rante Sogni, che aprirà a Milano in au-
tunno; un progetto creato e curato in col-
laborazione con l’imprenditore Claudio
Foto Paola Pansini

a sinistraLa A•Typical Chair nell’allestimento


AntiMeta, presso lo studio di StorageMilano
in occasione della Milano Design Week.

69
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Antonioli. Per questo luogo occorreva un


pezzo speciale, che interpretasse, in mo-
do contemporaneo, l’atmosfera di un po-
sto con profonde radici nel passato.
«La sedia è composta da parti diver-
se, tutti pezzi presi dalla produzione sto-
rica Gebrüder Thonet Vienna: le gam-
be davanti sono di un modello, le gam-
be dietro di un altro, gli archetti di un al-
tro ancora, arrotondando un po’ di più
lo schienale per dare una forma più “an-
tica” o forse più contemporanea. È una
sedia che sembra sia sempre esistita, una
Ritratto Helenio Barbetta

sedia italiana che in realtà è un insieme


di pezzi diversi quindi è nuova, ma la in alto Il render di una sala del
ristorante Sogni, con le sedute
sensazione è quella di una forma estre- A•Typical Chair. sopra StorageMilano,
mamente tradizionale». da sinistra Michele Pasini, Marco
Donati e Barbara Ghidoni. a destra
In questo modo StorageMilano non La porta del ristorante Sogni che
ha solo ricreato un oggetto con pezzi aprirà in via San Calocero 8 a Milano.

70
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«È UNA SEDIA CHE SEMBRA


S I A S E M P R E E S I S T I TA .
U N A S E D I A I TA L I A N A C H E
È UN INSIEME DI PEZZI
D I V E R S I . Q U I N D I N U O VA »
michele pa s i n i

della collezione storica dell’azienda, ma propria metallizzazione ottenuta grazie


è riuscito a “sporcare” il tradizionale le- alle tecnologie e a un sistema di applica-
gno curvato di Gebrüder Thonet Vienna zione perfezionati proprio da Materica.
con un elemento prezioso come l’ottone; Il loro metodo si basa sulla trasformazio-
l’applicazione del metallo, ideata da Ma- ne del metallo dallo stato solido al liqui-
terica, ha creato un effetto straordinario. do, per poi essere spruzzato in micro par-
Il gioco è apparso così interessante ticelle sulla superficie. Gli oggetti così otte-
che, oltre alla sedia per il ristorante, sono nuti hanno le stesse caratteristiche chimi-
state messe le basi per una piccola collezio- co-fisiche del metallo, ma avranno minor
ne che segua questo stesso pensiero pro- peso e non sarà necessario creare stampi.
gettuale, una capsule che Gebrüder Tho- Il processo si può applicare con tutti i me-
net Vienna presenterà in autunno. talli: rame, zinco, acciaio, peltro, ottone.
«La particolare “metallizzazione” del- Dobbiamo ancora sperimentare il ferro»,
lo schienale e delle lamelle collegate alla prosegue Pasini.
in alto Due disegni-schizzo di studio finale del-
seduta costituisce l’alterazione che dà un Che conferma il proprio talento per la sedia con matita e tempera oro su carta da
valore forte alla sedia. Non si tratta di una la sperimentazione materica inconsue- lucido. sopra La metallizzazione dello schiena-
le, ottenuta attraverso una particolare lavora-
laccatura composta da polveri metalli- ta, che lega passato e futuro, e non smette zione, mentre la superficie viene ricoperta dalle
che mescolate a resine, ma di una vera e di sorprendere. ○ particelle di ottone.

72
Photography: Beppe Brancato - AD: Studio MILO

I CHING
DESIGN ELISA OSSINO

Un oggetto di calore dalla radicale


semplificazione formale e perfezione in
ogni dettaglio. I CHING è uno scaldasalviette
in acciaio inox a funzionamento elettrico.
Ogni modulo può essere installato in verticale o
orizzontale offrendo la possibilità di creare a parete
diverse composizioni grafiche.
Leggero, minimale, essenziale.

@tubesradiatori
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Immersione nell’arte
Foto Jens Ziehe © Ólafur Elíasson

Ólafur Elíasson arriva a Firenze. La sua grande personale a Palazzo Strozzi


è un caleidoscopio di installazioni e opere site-specific
testo Marta Galli

75
ARCHITECTURAL DIGEST

76
dall ’ alto Red window semicircle (Berlino, 2008) e Beauty, 1993 (al Long Museum, Shanghai, nel 2016), entrambe le opere sono reinstallate a Palazzo Strozzi.
GALLERIA

pagina precedente Firefly double-polyhedron sphere experiment, 2020.

Foto Jens Ziehe. Anders Sune Berg. © Ólafur Elíasson


lo stato
delle idee /
the state of
ideas
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«Ho pensato a Palazzo Strozzi non tanto Quando nel 2003 Ólafur Elíasson ha porta-
come un ospite passivo, ma come un to un sole artificiale nella sala delle turbine
alla Tate Modern con The weather project ha
co-produttore della mostra» Ó l a f u r E l í a s s o n mostrato quel che un museo poteva essere nel

Ritratto Lars Borges. Foto Mathias Johansson. © Ólafur Elíasson


nuovo secolo – spazio sociale, luogo per l’e-
sperienza individuale e collettiva –, rimuoven-
do dall’arte la patina dell’elitarismo.
Dal 22 settembre, l’artista approda a Fi-
renze con una grande mostra negli ambienti
del quattrocentesco Palazzo Strozzi: un per-
corso site-specific pensato per dialogare con
gli elementi storici (come le bifore piomba-
te) dell’edificio, capolavoro voluto da Filip-
po Strozzi in un atto di rivalsa nei confron-
in alto L’opera Red double ti dei Medici. Oggi è divenuto «il prototipo
kaleidoscope, 2005, di Ólafur
Elíasson. a destra L’artista dell’architettura rinascimentale con deriva-
scandinavo, che sarà in Italia zioni sparse per il mondo», fa notare Arturo
questo autunno con due mostre:
una a Firenze, a Palazzo Strozzi, e
Galansino – Direttore generale di Fondazio-
una al Castello di Rivoli (TO). ne Palazzo Strozzi e curatore della mostra –,

78
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

L’installazione
Room for one colour
(1997) di Ólafur
Elíasson alla galleria
neugerriemschneider
di Berlino.

il quale racconta anche che Elíasson «si è in- Galansino. «Solidi platonici, ellissi e cerchi
namorato di questo posto a prima vista». Lo sfideranno l’ortogonalità dell’architettura».
stesso artista ribadisce la centralità del luogo Definito la moderna incarnazione dell’uo-
nella progettazione della personale: «Questo mo rinascimentale, Ólafur Elíasson – nato nel
meraviglioso palazzo ha compiuto un viag- 1967 in Danimarca da genitori islandesi – me-
gio nel tempo, dalle origini nel Rinascimen- scola nella sua pratica scienza, pensiero eco-
to al suo odierno ruolo di spazio per accoglie- logico e utopia sociale. Ha stabilito il proprio
re centri di ricerca e mostre. Mi sono propo- studio a Berlino negli anni Novanta, una co-
sto di concepirlo non tanto come ospite pas- munità di oltre cento persone di cui fanno par-
sivo, sfondo o semplice contenitore, ma piut- te designer, architetti, film maker e cuochi.
tosto come un co-produttore dell’esposizione Il 3 novembre inaugurerà anche, al Castello
e spero che le mie opere lo rendano evidente di Rivoli (TO), una sua installazione (a cura
ed esplicito al visitatore». di Marcella Beccaria) concepita per la secen-
In preparazione dal 2015, la mostra in- tesca Manica Lunga – una galleria di 147 me-
Foto Anders Sune Berg, © Ólafur Elíasson

clude diversi lavori nuovi e riadattamenti di tri, ex pinacoteca di Casa Savoia – che trasfor-
precedenti come Your uncertain shadow (co- ma lo spazio in una gigantesca macchina otti-
lour), che proietta le silhouette dei visitato- ca ed esalta l’importanza della presenza fisica
ri su un pattern cangiante, o Beauty, con gio- nell’era digitale. ○
chi di nebbia di diverse sfumature. Una piace-
vole smaterializzazione dell’arte, in un’epoca
in cui questa è sempre più commodity. «Sarà
una magia di luci e ombre che ingannano i La grande personale di Ólafur Elíasson è a Palazzo
sensi, di grande impatto emotivo», prosegue Strozzi di Firenze dal 22/09 al 23/1/2023.

80
ph: Thomas Pagani

ODEON, lampada da soffitto. Design by Lorenza Bozzoli NUOVO FLAGSHIPSTORE SLAMP MILANO DUOMO
via Larga 2 | Tel. 02 84930003 - milano@slamp.it
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Legare savoir-faire antichi e nuove tecnologie con


un’attitudine “esplorativa”. L’approccio ludico e raffinato degli
Objets Nomades raccontato dalla sua creative director

HOME TOUR
testo Marta Galli
Ritratto Matthieu Salvaing. Courtesy Louis Vuitton

Singolare personaggio dell’era coloniale, Objets Nomades è nato «con l’obiettivo di


l’esploratore Pierre Savorgnan de Brazza far evolvere quel savoir-faire», racconta in
fece confezionare nel 1874 dai laboratori esclusiva a AD Nathalie Fremont, Louis
Louis Vuitton di Asnières un bagaglio che Vuitton Architecture and Design Creative
consisteva in una brandina ripiegabile in Director, «e trasportarlo nel design con-
valigia. Oggetto di culto, il bed trunk rap- temporaneo».
presenta un eccellente esempio della tradi- Il debutto, a Miami, risale al 2012, e
zione degli Ordini Speciali con cui la mai- Fremon ricorda che sebbene le prime in- sopra , dall ’ alto
Il divano modulare Bomboca dei
fratelli Campana. Nathalie Fremont, sulla poltrona
son francese ha interpretato l’arte del viag- cursioni nell’arredo avessero carattere al centro, con alcuni designer della recente colle-
gio. Attingendo a tale eredità, il progetto «esplorativo», l’incontro tra l’ingegno dei zione degli Objets Nomades.

83
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«CHIEDIAMO AI DESIGNER
DI SPINGERSI IN TERRITORI
CHE NON CONOSCONO;
E CHE NON CONOSCIAMO
NEANCHE NOI»
n at h a l i e fremont

progettisti e l’abilità degli artigiani «ave-


va condotto da subito a risultati inediti».
In questi dieci anni diverse firme in-
ternazionali – tra cui Barber & Osgerby,
Marcel Wanders, Nendo, India Mahda-
vi e Patricia Urquiola – hanno contribu-
ito a costituire una variegata collezione.
«È importante l’intesa che si crea
con i designer perché possano scatu-
rire conversazioni fertili; siamo creati-
vi che fanno brief ad altri creativi» di-
ce Fremont, riferendosi alla sua squadra
come a una grande famiglia. La libertà è
un altro elemento fondamentale in que-
sto processo. «Anche se il rischio della li-
bertà è perdersi: un pezzo può richiede-
sopra Sedute Dolls di Raw Edges, vaso Diamond di Marcel Wanders Studio in pel-
re oltre tre anni per vedere la luce ma, a le rossa e fioriera Totem Floral di Damien Langlois-Meurinne, ispirata alla borsa
differenza della moda, non siamo legati Noé di Louis Vuitton. sotto Dondolo Cocoon in pelle dei fratelli Campana e lampa-
de Bell Lamp di Barber Osgerby, connubio tra hi-tech e craft.
a un calendario. Un prototipo viene pre-
sentato solo quando è perfetto».
Fremont individua nel 2015 un mo-
mento chiave nella storia degli Objets No-
mades: l’approdo al Fuorisalone di Mi-
lano. «Eravamo pronti a misurarci con
i più importanti player del settore». Ma
la strada intrapresa non era la più ovvia.
«Di certo si aspettavano da noi dei bei
mobili archetipici rivestiti in pelle», di-
ce. «Invece abbiamo oggetti che sono in-
novativi e sorprendenti».
Diversi designer coinvolti rivelano
di poter sperimentare, col supporto del
brand, percorsi ambiziosi che da soli non
sarebbero in grado di affrontare. «Chie-
diamo loro di spingersi in territori che
non conoscono; e che non conosciamo
neanche noi, beninteso».
La sfida rimane mantenere coe-
sa una collezione che cresce espanden-
dosi in nuovi ambiti (di recente è stato

84
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra Lounge Chair di Marcel Wanders Studio in


fibra di carbonio e rivestita in pelle. sot to Tavolo
Anemona di Atelier Biagetti e paravento Diamond
Screen di Marcel Wanders Studio.

introdotto l’outdoor) e far dialogare for- il dondolo Cocoon dei fratelli Campana,
ti personalità creative con il Dna della era stato dapprincipio studiato per essere
maison. «L’editing è cruciale: per quanto smontabile. «Ma il risultato non ci soddi-
interessanti, alcuni disegni semplicemen- sfaceva. E del resto, la promessa del viag-
te non vanno con lo spirito del progetto; gio è nell’oggetto stesso: accucciarsi lì den-
altre volte qualcosa nasce come una sedu- tro significa farsi trasportare in un mondo
Foto Tommaso Sartori, courtesy Louis Vuitton

ta e diventa un tavolo; facciamo attenzio- di sogni». Così, invece di portare questi og-
ne a che tutti i prodotti si possano combi- getti in viaggio si cominciava a pensare di
nare tra loro». portare il viaggio dentro casa.
Se in origine, sulla scia degli Ordi- Un’avventura nell’universo domesti-
ni Speciali, i prodotti erano pieghevoli e co che la fedele schiera di collezionisti rin-
trasportabili – «questa limitazione pote- nova a ogni occasione. «Gli Objets Noma-
va condurre a esiti interessanti anche da des, con la loro particolarità e il loro carat-
un punto di vista estetico», nota Fremont tere ludico, risvegliano anche gli interni
– col tempo il concept si è fatto meno let- più classici. E, come gli oggetti d’arte, so-
terale. Uno dei best seller della collezione, no collezionati per la loro unicità». ○

86
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra La pigrizia del discobolo di Emilio Isgrò, acrilico su tela. «Cancellare Brixia non significa cancel-
lare realmente una città ma esattamente
il contrario», dichiara Emilio Isgrò. «Si-
gnifica riportare all’attenzione degli ita-
liani e degli europei una comunità cul-
turale e civile che ha dato molto al Pae-
se e che continua a farlo in questi anni
veramente difficili. La Cancellatura non
è fatta per uccidere o censurare, ma so-
prattutto per preservare sotto l’inchio-
stro quelle parole di speranza e di fiducia
Emilio Isgrò a Brescia: una nuova, grande e originale che oggi mancano al mondo».
esposizione a 360° che coinvolge i più importanti luoghi Le cancellature di Isgrò non sono
una banale negazione ma l’affermazio-
storici della città, Capitale Italiana della Cultura nel 2023 ne di nuovi significati: trasformare un
segno negativo in un gesto positivo, un

CANCELLA BRIXIA modo per ricostruire la realtà. All’ini-


zio degli anni Sessanta le prime idee di
questa pratica mentre lavorava a un te-
testo Alessandra Laudati sto pieno di correzioni e ripensamenti.

89
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Correzioni che gli apparirono più for-


ti delle parole stesse. Iniziò così la sua
“cancellazione” secondo uno schema
pensato che gli permise di creare nuo-
vi modi di comunicare, intervenendo su
testi, in particolare le pagine dei libri,
coprendone manualmente una grande
parte sotto rigorose griglie pittoriche.
Intervenendo poi anche su carte geo-
grafiche, manifesti, enciclopedie. Non
sfuggirono al suo gesto artistico neppu-
re la Costituzione Italiana e l’Enciclope-
dia Treccani.
Isgrò cancella Brixia, al Museo di
Santa Giulia a Brescia (fino all’8/1/2023),

Ritratto Leonardo Cendamo/Getty Images. Foto Andrea Valentini, courtesy Archivio Emilio Isgrò
pone in dialogo l’archeologia e l’arte
contemporanea, la storia e il presente,
la cultura classica e la sua persistenza
nel nostro tempo. «Una mostra dove ri-
escono a convivere pittura e teatro, tec-
nologia digitale e melodramma» spie-
ga il curatore Marco Bazzini. Un im-
portante esempio di valorizzazione in-
tegrata, dove installazioni fisiche, digi-
tali e performative, permanenti o effi-
mere, di dimensioni monumentali, ide- sopra Emilio Isgrò,
ate e realizzate dall’artista per l’occasio- Le colonne
di Afrodite,
ne, sono in stretta relazione anche con acrilico su tela.
gli spazi non museali che le ospitano: a destra La luce

il Chiostro rinascimentale, il Capito- dell’agorà, acrilico su


tela sempre di Isgrò.
lium, i giardini del Viridarium, la sta- in alto a sinistra

zione FS della metropolitana, oltre alla Ritratto dell’artista,


poeta, drammaturgo
messa in scena di un dramma autografo e regista Emilio Isgrò.
nel Teatro Romano. Tutto in un periodo
disteso, destinato ad anticipare la gran-
de stagione della Capitale Italiana della
Cultura 2023. ○

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Curiosità infinita
Imparare a pensare per trovare soluzioni creative: è questa la lezione degli Eames,
alla base dell’istituto dedicato al futuro fondato dalla nipote
testo Bettina Krause

Ray e Charles Eames hanno eredi ricono- ad: Quando ha capito di avere degli ante-
scenti. Oltre allo Eames Office e alla Ea- nati decisamente straordinari?
Il fienile diventa un think-tank:
mes Foundation, presto aprirà i batten- ld: Relativamente tardi. Charles è mor- la farm a Petaluma fu fatta
Foto Nicholas Calcott

ti lo Eames Institute of Infinite Curiosity to nel 1978, quando avevo dodici an- costruire da Lucia Eames per
ospitare l’eredità dei genitori.
a Petaluma, California. Nel fondare que- ni, e Ray nel 1988, che di anni ne ave- Oggi diventa sede dello Eames
sto ente no profit, la curatrice Llisa De- vo 22 e andavo all’Università di Ya- Institute of Infinite Curiosity,
fondato dalla figlia
metrios si è ispirata totalmente ai suoi fa- le. A lei faceva piacere non tanto che Llisa Demetrios. Trenta pecore
mosi nonni. studiassi a Yale, quanto piuttosto che e un lama possono restare.

93
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«Charles e Ray erano


una coppia di designer
straordinari, e come
nonni erano ancora più
meravigliosi»
Llisa Demetrios

frequentassi un college progettato da


Eero Saarinen, grande amico di en-
trambi. Capii come stavano le cose
quando venne a New York per alcune
conferenze: c’erano tantissime perso-
ne ad ascoltarla! Fu allora che mi resi
conto di quanta fama godessero Ray e
Charles Eames.
ad: Ricorda spunti di riflessione concreti che
le sono stati forniti dagli Eames?
ld: Eccome! Dopo una cena a Venice, Ca-
lifornia – all’epoca avevo otto anni –,
il nonno mi chiese come avessi trovato
il borsch. Gli risposi che non mi piace-
va e lui chiese: «Tu come l’avresti fat-
to?». Quella volta imparai che se cri-
tichi qualcosa, devi trovare una strada
per farla meglio. Fu una lezione stra-
ordinaria per il resto della mia vita.
ad: È questo modo di pensare che rende i
due progettisti ancora oggi estrema-
mente attuali?
ld: Esatto. E per questo, in qualità di cu-
ratrice dello Eames Institute, non vo-
glio solo mostrare oggetti, ma anche
tematizzare le storie e le domande che
i due si posero.
in alto Durante la ad: Come le è venuta l’idea dell’Istituto?
Seconda guerra
ld: Mia madre fece costruire la casa qui
mondiale, gli Eames
condussero costosi al ranch per conservarvi la collezio-
esperimenti con il
ne dei suoi genitori. Voleva che fos-
legno lamellare per
creare deambulatori se possibile vedere e comprendere la
Foto Nicholas Calcott

ultraleggeri per i feriti complessità dell’intero processo di


di guerra e, dopo
poco, le iconiche progettazione. Negli anni sono venu-
serie di sedie. ti in visita molti designer e curatori,
a destra La nipote
Llisa Demetrios fonda per cui abbiamo iniziato a raccontare
lo Eames Institute. storie sugli oggetti.

94
Location by @francesca_semprini_location | Photo by Franco Chimenti

EXPERIENCE THE ITALIAN LUXURY


Lo stile senza tempo, l’ispirazione che diventa forma,
l’unicità di un tappeto realizzato a mano, l’innovazione di un filato ecosostenibile
luxurycarpet.it | @luxurycarpetstudio
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Foto Nicholas Calcott

sopra , dall ’ alto Il fienile progettato da William Turnbull. Oggi qui è esposta la collezione dello Eames Institute. Ancor prima dell’apertura
ufficiale, tre mostre con una selezione di migliaia di pezzi sono disponibili sul sito eamesinstitute . org

96
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

ad: Il nome completo è Eames Institute of


Infinite Curiosity: perché?
ld: Per tutta la vita, Ray e Charles sono
stati curiosi risolutori di problemi.
Cercavano di comprendere il noccio-
lo di una questione e trovavano le vie
più disparate per comunicare le loro
soluzioni, con grafiche, filmati, mobi-
li, architettura o anche giocattoli. Da
cui oggi possiamo imparare tanto. Per
loro la curiosità era sempre al centro
dell’attenzione.
ad: Quale visione persegue con il program-
ma dell’Istituto?
ld: La collezione deve essere un’ispirazio-
ne per le persone che vogliono creare
un futuro migliore con l’aiuto del de-
sign. Sul nostro sito web, nelle storie
del KAZAM! Magazine, intervistiamo
designer e artisti che oggi applicano
metodi simili a quelli dei miei nonni.
Per me si va ben oltre Ray e Charles:
vogliamo sostenere i risolutori di pro-
blemi del futuro.
ad: Secondo lei, cosa penserebbero i suoi
nonni della sua iniziativa?
ld: Credo che ne sarebbero affascinati. La
nostra collezione è resa molto partico-
lare dalle tante lettere personali, dagli
appunti, dai passi, dai piccoli giocat-
toli che loro hanno collezionato. An-
che chi crede di conoscere bene il la-
voro degli Eames, in questo contesto
trova una prospettiva del tutto nuova.
I miei nonni hanno vissuto la loro vita
pieni di entusiasmo e di gioia e io sono
molto grata a mia madre per aver con-
servato tutto questo.
ad: A chi è rivolta la collezione?
ld: Vogliamo rendere il tema accessibile a
tutti. Perché abbiamo bisogno dell’in-
gegno di tutti per trovare soluzioni di
successo ai problemi del nostro tem-
po. Non si inizia mai troppo presto a
entusiasmarsi per il design. ○
Foto Nicholas Calcott

a destra , dall ’ alto I pezzi in esposizione,


dal gioco di numeri ai provini, all’altoparlante,
attestano chiaramente che l’approccio
interdisciplinare degli Eames può produrre
risultati ancora oggi attuali. Il team di Llisa
Demetrios vuole infrangere i confini non solo
nel design, ma anche nel processo di pensiero.

98
AD × FRÉDÉRIC MALLE

Il profumo Questa volta Frédéric Malle ha scelto di torna-


re alle origini e di creare un’essenza “segreta”.
E si è rivolto a uno dei suoi maestri alchimisti

di Maurice
prediletti, Maurice Roucel: leggenda della pro-
fumeria artistica, amico fidato e creatore di al-
cune delle sue essenze più iconiche come Mu-
sc Ravageur. Per anni Malle è stato incuriosito
dal profumo che Roucel aveva creato in labora-
torio per se stesso, una miscela unica e senza
compromessi, proprio come lui: audace, bril-
lante e pieno di fascino. Uncut Gem nasce quin-
di come inno a un uomo diverso, più consapevo-
le della propria unicità: “Un profumo che gioca
con i codici obsoleti della mascolinità mentre at-
tinge dalla loro forza ancestrale per creare qual-
cosa di grandioso e irresistibile”. Presentato in
anteprima a Parigi, Uncut Gem è un’essenza al-
chemica che ha incuriosito il patron della casa
profumiera Editions de Parfums Frédéric Mal-
le. Uncut Gem è un autentico studio sui contra-
sti: robusto e sensibile, classico e moderno. Al-
lo stesso tempo diretto ed enigmatico con una
sensualità che cede il posto a una persistente de-
licatezza. “A prima vista sembra grezzo”, rivela
Malle, “ma è incredibilmente raffinato, ricco di
humour e amore. Racchiude qualcosa di irre-
sistibile. Non ero l’unico a pensare che Roucel
avesse un buon profumo, ma sono l’unico con
cui avrebbe lavorato per trasformare il suo pro-
fumo da semplice esquisse a qualcosa di più raf-
finato. E sono onorato perché è così autobiogra-
fico e personale”, continua, “con note naturali,
fresche e muschiate che rendono la fragranza
non solo ammaliante ma anche chic. Le note di
testa speziate conducono al cuore: un accordo
di cuoio, vetiver e generose quantità di ambra
che vibrano a contatto con la pelle”.

Il nuovo profumo Uncut Gem


editato da Editions de Parfums
Frédéric Malle e, in piccolo,
il fondatore Frédéric Malle
e Maurice Roucel.

Frédéric Malle lancia Uncut Gem,


nuova essenza ricca di contrasti
per una mascolinità audace e
magnetica, libera da ogni etichetta
Atenae sofa, Oasi cabinets, Valley coffee table - design Maurizio Manzoni cantori.it
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

IL CASTELLO DEI DESTINI


INCROCIATI
In Cornovaglia Frieda Gormley e Javvy M. Royle, fondatori
del brand House of Hackney, hanno trovato la propria dimora delle fiabe.
E adesso aprono le porte agli ospiti di tutto il mondo
testo Fiona Bornhöft

sopra Frieda Gormley e Javvy M. Royle hanno acquistato nel 2018 la tenuta. pagina seguente , dall ’ alto Plantasia è il nome della carta
da parati di House of Hackney nella cucina. Anche le Castle Chairs modulari nel living (sulla sinistra) sono un progetto della coppia.

101
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Con le coincidenze funziona così. Per de-


finizione possono presentarsi in modo del
tutto inaspettato, eppure a volte soprag-
giungono una dopo l’altra, in maniera tan-
to fluida e repentina, da sembrare frutto del
destino. Come in questo caso. Di ritorno da
una vacanza estiva in Cornovaglia, Frieda
Gormley e Javvy M. Royle fanno una pun-
tatina ai giardini del castello di Trematon.
La scoperta affascina molto la coppia, che
continua a parlarne per giorni, finché non
arriva la telefonata di un amico che ha sen-
tito dire che la proprietà è in vendita.
Gormley e Royle ne approfittano sen-
za indugi (e senza sapere come sia messo
l’interno del complesso). «La natura è da
sempre una delle nostre principali fonti di
ispirazione», racconta Royle. «È stato co-
me se Trematon ci chiamasse».
Nei secoli il castello ha avuto molti
proprietari, per lo più nobili, e ha subìto
altrettante modifiche. La fortezza in sé fu
costruita da Sir Robert, conte di Mortain,
nel 1068, in memoria di Guglielmo il Con-
quistatore, e nel 1270 fu venduta al duca di
Cornovaglia. Tuttavia, la tenuta è stata un
porto sicuro non soltanto per la nobiltà:
nel XVI secolo, Elisabetta I dispose di na-
scondere nel castello di Trematon i tesori
saccheggiati da Sir Francis Drake fin quan-
do non sarebbe stato possibile trasferirli al «Ci affascinava pensare a come
sicuro nella Torre di Londra. Dopo secoli la natura sarebbe penetrata
di degrado, la tenuta fu acquistata dall’uf-
ficiale di Marina Benjamin Tucker, il quale all’interno dell’edificio»
nel 1808 fece costruire una pensione geor- Frieda Gormley
giana nella corte interna, riportando così
le rovine a nuovo splendore.
Tuttavia, il complesso deve il suo
aspetto attuale a Gormley e Royle che,
dopo averlo acquistato quattro anni fa, lo
hanno sottoposto a un radicale restauro.
«Ci affascinava pensare a come la natu-
ra sarebbe penetrata all’interno dell’edifi-
cio», dice Gormley. Motivi floreali, stam-
pe jungle e mobili ornati, su tutto traspare
chiaramente la passione della coppia per
l’opulenza. A volte romantica e fiorita, al-
tre animalier e folle, oggi l’intera tenuta
è un tributo a House of Hackney, il loro

102
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra A bordo piscina, le palme incorniciano la vista sul paesaggio circostante. Il giardino è opera degli architetti paesaggisti Isabel e Julian Bannerman.
in basso In una delle camere da letto, Flora Fantasia di House of Hackney è su tutte le pareti, su diversi cuscini, sulle coperte e persino sul paralume.

luxury brand di interior decoration. Le ot- da letto in lino proviene dall’Inghilter- Comunque, a conquistare il cuore della
to camere da letto sono ciascuna dedica- ra, come pure le moquette o gli imponen- coppia è stato lo strepitoso giardino, cre-
ta a una diversa collezione: le rose si ar- ti letti a baldacchino. La cucina comple- ato dai coniugi Isabel e Julian Banner-
rampicano sulle pareti con Rainbow Rose; tamente rinnovata da deVOL adesso ri- man, architetti paesaggisti che avevano
le magiche stampe floreali di Flora Fanta- splende di bianco. Piastrelle lucide di Zel- preso in affitto il castello di Trematon. È
sia fanno a gara con il paradisiaco parco, e lige e paesaggi verde muschio dipinti a difficile credere che, quando fu venduta, la
Wild Card, nell’iconico motivo leopardato mano vestono le pareti. proprietà godeva di tale tripudio floreale
di House of Hackney, equivale a una gita da soli dieci anni. Famosi per i loro giar-
nella savana. La tenuta è una sorta di art dini rigogliosi e ricchi di fiori, i Banner-
showroom per i progetti dei nuovi abitan- man hanno piantato roseti da sogno, dan-
ti (quasi tutti i prodotti sono in vendita) e do però anche spazio alle erbe spontanee.
anche un manifesto dell’artigianato arti- Nel mezzo di quest’odorosa magnificen-
stico britannico. La raffinata biancheria za si trova la piscina che, con i suoi arabe-
schi floreali e le arcate sinuose, per un mo-
mento trasporta gli ospiti in Oriente. Co-
«Qui ci si deve me si dice: “La mia casa è il mio castello”.
Foto ©Unique Homestays

soltanto sdraiare, In questo caso si tratta di un vero e proprio


Hackney Castle. ○
con i piedi nell’erba,
e ascoltare gli uccelli» La costruzione di Trematon Castle,
in Cornovaglia, risale al 1068. Oggi si apre agli
Jav v y M. Royle ospiti e può accogliere fino a 18 persone.

104
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Un omaggio alla grazia, tra audacia e garbo. a sinistra L’architetto francese accanto
all’unità robotizzata di lucidatura di Miss Dior.
Philippe Starck ci racconta la sedia Miss Dior, che con la sua La sedia, realizzata in alluminio naturale,
è disponibile in diverse tonalità satinate o
silhouette appena tratteggiata fa del classico un’avanguardia lucide, tra cui nero cromato, rosa ramato e oro.

FEMME FATALE
testo Patrizia Piccinini

Classe e savoir faire, passione e tensio-


ne poetica, fantasia e ricerca, Philippe
Starck, da maestro del design si è trasfor-
mato in couturier, con la sua verve nar-
rativa, durante la Milano Design Week.
Per il nostro rendez-vous la scena
era preparata con cura all’interno del
meraviglioso Palazzo Citterio a due pas-
si dall’Accademia delle Belle Arti, dove
l’architetto francese, abile regista, ha or-
chestrato, con tanto di colonna sonora,
un balletto di luci per presentare quello
che è stato il frutto della sua collabora-
zione con la maison di moda. Mesdames
et messieurs, ecco a voi Miss Dior.
La Medallion Chair, la sedia con
ovale preferita di Christian Dior, ripen-
sata da Starck, è snella e slanciata co-
me si conviene a una gran dama. Abbi-
gliata con outfit diversi, satinati o luci-
di, disponibili in cromo nero, rame ro-
sa o oro, seduce al primo sguardo, ma
bisogna conoscerla per capire che die-
tro all’impeccabile look si cela una for-
te concretezza. Perché è progettata con
il cuore. Lo si percepisce ascoltando il
racconto del suo creatore: «Per tutta la
vita sono stato ossessionato dal detta-
glio. Cerco l’anima, l’essenza, la ragion
d’essere di ogni progetto». Inutile insi-
stere a chiedergli il perché di tutte que-
ste sedute, «ognuna di esse ha una sto-
ria da raccontare molto diversa», dice.
L’ultima creatura è un nuovo capitolo,
forse il più complesso da scrivere perché
con troppe varianti in ballo: l’esclusività
del brand, la storicità della seduta in sti-
le Luigi XVI, l’eredità culturale di mon-
sieur Dior, l’archetipo “sedia” (una del-
Ritratto Till Janz

le cose più difficili da progettare a detta


di Mies van der Rohe). Come si può cre-
are una nuova icona con tutti questi pre-
supposti? «Quando pensiamo a una

107
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Colpo di teatro a Palazzo


Citterio, Starck ha creato
un concerto di musica
e luci per le sue sedie.
in basso , da sinistra Uno
schizzo di Miss Dior e la
vasca con l’alluminio fuso.

« C O N L A N AT U R A L E Z Z A E L A S I N C E R I TÀ
seduta pensiamo a un simbolo della cul-
SPESSO SI C OMPIONO RIVOLUZIONI
tura occidentale. Se poi è quella scelta
S E N Z A AV E R N E AV U TA L ’ I N T E N Z I O N E »
da Christian Dior… Per questo nel ridise-
philippe s ta r c k
gnarla ho tolto tutto ciò che c’era in più
per giungere all’essenziale e cogliere l’e-
leganza del minimalismo. Alla fine del
processo sono arrivato allo scheletro, al-
la colonna vertebrale. E quando tocchi
la sostanza come in questo caso, regali
alla tua creatura un elisir di lunga vita».
Perché Miss Dior ha nel suo Dna la
longevità, una caratteristica ben studia-
ta dal suo progettista e una realizzazio-
ne che sceglie un materiale indistrut-
tibile come l’alluminio. «Magari verrà
trovata fra anni e le persone penseran-
no: che chic!», aggiunge Starck. E forse
Foto Adrien Dirand (1). Till Janz

rimarranno stupite dalla versione con


un solo bracciolo (esiste anche con due
e senza) liberamente ispirata a una fo-
to di Marlene Dietrich languidamente
adagiata su un lato. Ma quale stupore?
In fondo per due prime donne così
un po’ di trasgressione è d’obbligo. ○

108
AD × LA PRAIRIE

La Prairie
alla conquista
di armonia
e giovinezza
Il perfetto connubio tra forma e funzio-
ne è il faro che guida i creativi dagli albori,
un equilibrio estetico dinamico e difficile
da ricercare: La Prairie ci è riuscita grazie
al progetto “il Collettivo Donne Bauhaus”,
che ha portato cinque giovani talenti lau-
reate nelle maggiori scuole di arte e desi-
gn del mondo, a realizzare altrettanti pro-
getti artistici ispirati all’eredità femminile
del Bauhaus, da anni punto di riferimen-
to del brand elvetico (le 5 opere digitali del
Collettivo sono visibili sul sito de La Prai-
rie). La sua influenza è evidente nella ricer-
ca di La Prairie, consacrata a innovazioni
che diano risultati e siano allo stesso tem-
In basso, il Collettivo Donne po sublimi anche dal punto di vista este-
Bahuas di La Prairie. A destra, tico e del packaging. Ogni prodotto sfrut- codici del Bauhaus. Una visione simile ha
La confezione di Skin Caviar ta sia la singolare presenza di un oggetto guidato La Prairie a catturare la fugace ar-
Harmony L’Extrait rappresenta
una “dualità dinamica di forma d’arte che l’accurata lavorazione artigiana- monia della gioventù, una ricerca scienti-
e funzione”. le – un’interpretazione contemporanea dei fica culminata nella scoperta riguardan-
te i legamenti cutanei – i pilastri verticali
della pelle. I legamenti cutanei sono corre-
lati agli elementi essenziali che compon-
gono l’armonia del viso e sono ancora po-
co considerati nella skincare. Nel 2022 La
Prairie mette in atto un cambiamento radi-
cale, spostando l’attenzione dagli elementi
orizzontali della cute alla sua dimensione
verticale. Infuso con Caviar Infinite, Skin
Caviar Harmony L’Extrait rappresenta un
foto: Titia Hahn

nuovo approccio al lifting e al rassodamen-


to. Formulate con tecnologia micro-fluidi-
ca, le perle di Skin Caviar Harmony L’Ex-
trait si fondono nel gel che le contiene al
momento dell’applicazione. La texture si
Con Skin Caviar Harmony Extrait trasforma in un leggero estratto che in-
nasce un nuovo concept di skin fonde alla pelle un’immediata sensazione
di tensione e una finitura liscia e satinata.
care mentre un audace progetto Col tempo, i contorni appaiono rimodella-
al femminile insegue la bellezza ti, il volume recuperato e l’aspetto delle ru-
ghe ridotto: l’armonia della giovinezza è ri-
nel solco del Bauhaus conquistata.
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

La nuova sede di Mutina, un’ex fabbrica riconvertita da Patricia Urquiola in un museo


multidisciplinare. Che lega progetti industriali e artistici, nel verde

QUESTA NON È UN’AZIENDA


testo Valentina Raggi

111
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«Ci sono voluti dieci anni per trovare


questo spazio», esordisce ridendo Mas-
simo Orsini, alla guida di Mutina. Per-
ché se dieci forse non sono, il salto di sca-
la che l’azienda fa con i nuovi headquar-
ters – che inaugurano questo mese in oc-
casione della fiera Cersaie a Bologna – è
il miglior riverbero della sua carriera dal
2005. Siamo a Fiorano Modenese, a po-
chi passi dal complesso di Mangiarot-
ti che è stato sede di Mutina fino a ieri.
«Impossibile trovare un’architettura così
bella, dunque abbiamo puntato sulla di-
mensione. Nel tempo sono nate altre di-
visioni oltre alle piastrelle: gli oggetti in
ceramica Editions, le mostre e i premi di
Mutina for Art, i mattoni lavorati in 3D...
Questa ex fabbrica di circa 18 mila metri
quadrati permette di raccontarci appie-
no», prosegue Orsini.
Patricia Urquiola ha riprogettato lo
spazio. «Lei per forza, siamo nati con lei
e, come ha fatto con Casa Mutina a Mi-
lano, interpreta il nostro pensiero», di-
ce. “This is not an art prize” è il premio
di Mutina per i talenti nell’arte, “questa
non è un’azienda” potrebbe definirsi il
concept anche di questo progetto. È Ur-
quiola a raccontarcelo: «Una grande ser-
ra accoglie il visitatore nel cuore dell’edi-
ficio, che è immerso in un’area verde pro-
gettata dal paesaggista Flavio Polla (in
tutto 3.800 piante di 240 varietà diverse,
ndr). Mutina per vocazione abbraccia lo
spirito di ricerca lasciando grande liber-
tà alle suggestioni dei designer e non può
trascendere dalle contaminazioni detta-
te dall’arte contemporanea e dall’osser-
vazione del presente. Lo spazio interno

in alto Lampadario Le Sfere di


Sarfatti (Astep), tavolo PK 54 e
sedie PK 9 di Kjærholm (Fritz
Hansen). Sulla colonna Eier-
kopf voll di Thomas Schütte;
a parete Basic Research di Isa
Genzken. a destra Si chiama
Patricia Room la sala meeting.
a sinistra I mattoni Hives di Gr-
cic, Mutina. pagina precedente
Nella hall, dietro una parete si-
te-specific di Nathalie du Pa-
squier, le opere Ink on paper di
Ceal Floyer e, sotto, Untitled
#119 di Cindy Sherman.

112
Per chi ama il benessere e
la raffinatezza un materasso
Simmons è di casa.
Lo straordinario comfort e
l’incomparabile fascino assicurano
un riposo impareggiabile.
La cura meticolosa dei dettagli,
la scelta dei materiali più nobili
e la manifattura artigianale più
scrupolosa, esclusivamente
made in Italy, sono gli elementi
caratterizzanti dell’indiscussa
qualità Simmons.
Perchè i materassi non sono tutti
uguali e per dormire bene c’è
bisogno di Simmons. Simmons. Nient’altro.

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DI CIRCA DICIOT TOMIL A
M E T R I Q U A D R AT I P E R M E T T E
D I R A C C O N TA R C I A P P I E N O »
massimo orsini

è dunque fluido e museale. La parte espo- sipario oltre cui si presentano le quinte sce-
sitiva si apre con un’area dedicata agli al- niche fatte dagli archivi, un laboratorio di
lestimenti temporanei. Poi una tenda pre- materiali e suggestioni», prosegue Urquio-
para a immergersi nel racconto dell’azien- la. Non manca l’esposizione della collezio-
da e delle sue collaborazioni», spiega lei. ne d’arte, allestita con Sarah Cosulich (cu-
Per Cersaie, Mutina presenta qui la ratrice di Mut) e identificata con un mu-
nuova collezione con Tokujin Yoshioka. ro di Nathalie du Pasquier, che firma an-
«A quest’area si affianca la parte di inte- che due torri all’esterno. «E, in facciata,
Foto Gerhardt Kellermann

rior, progettata come una successione di c’è una scritta neon site-specific lunga 20 dall ’ alto
Nello spazio Mut dedicato all’arte, a
set di un teatro di posa, in cui i prodotti vi- metri dell’artista Shimabuku. Recita: “Sa- pavimento Noi e, a parete, Autoritratto su Men-
ta (con Camicia Bianca) di Francesco Gennari.
vono in storie di interni. L’ampio spazio in- rebbe meglio evitare qualsiasi contatto con Nell’area showroom, tenda di Kvadrat e tappeto
dustriale, con le sue navate e la sua luce na- forme extra terrestri”; in francese non so We all come from Venus di Urquiola (cc-tapis).
a sinistra Davanti a una parete di Nathalie du
turale dall’alto, termina il suo asse prospet- perché, ma è la parte che preferisco», chio- Pasquier, divano e tavolino Gogan e poltrone
tico con una grande parete tessile, quasi un sa Orsini. Non chiamatela azienda. ○ Ruff di Urquiola (Moroso), tappeto di Warli.

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A Culuccia, posto speciale della Gallura aperto verso il futuro,


biodiversità, storia e cultura si intrecciano in un progetto innovativo

I TESORI DI UN’ISOLA
testo Alessandra Laudati

Si dice che per vivere in Sardegna sia ne- terra e mare così prezioso che gli abitanti
cessario apprezzare il colore del caldo, del- dei paesi limitrofi da sempre ne pretesero
la polvere e dei percorsi sterrati. e ottennero la protezione. Oasi permanen-
Ci si deve avventurare lungo una stra- te di protezione faunistica e di cattura, zo-
Ritratto Lorenzo Rivella. Foto Marco Boglione

da bianca che costeggia un interminabile na speciale sancita dalla rete europea del-
golfo di sabbia per scoprire Culuccia, un le aree di notevole interesse. Con la tutela
tesoro di meraviglie: varietà di verde del- del Piano Paesaggistico Regionale il rispet-
la macchia mediterranea, profumo salma- to ambientale diventa totale.
stro del mare e di fronte le isole dell’arcipe- L’unico abitante era Angelo Sanna, da
lago della Maddalena. tutti conosciuto come zio Agnuleddu, ulti-
sopra Stella e Marco Boglione davanti a un mu- Si chiamava Isola delle Vacche al tem- mo della famiglia Sanna e da decenni pro-
retto a secco dello stazzo. Sullo sfondo, l’isola po del contrabbando di bestiame con la prietario di Culuccia. Con lui e col suo fu-
di Spargi. in alto Anche se una sottile striscia di
terra la unisce alla terraferma è nota ormai co- Corsica, in realtà una penisola sulla co- cile faceva i conti chi si avventurava lun-
me Isola di Culuccia. sta nordest della Sardegna, uno spazio tra go i sentieri intrecciati di cisto e lentischio

117
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«E riesco a capire perché la Sardegna è stata la


terra dove un qualunque patrizio poteva venire
e farsi un regno e chiamarsi re» M a r c o B o g l i o n e

che portavano ai due stazzi; la sua appro- con le vacche inselvatichite a guardare cu-
vazione concedeva a volte una chiacchie- riose i pochi bagnanti arrivati via mare.
rata in cucina, davanti a pane e pecorino. Fu proprio questo patrimonio natura-
Quando non riuscì più a occuparsi del ter- listico a catturare l’attenzione di Marco Bo-
reno, la natura trionfò su viti e coltivi, ma glione, un illuminato imprenditore che og-
zio Agnuleddu fu così determinato da ri- gi intende interpretarne la natura e il ve-
Foto Massimiliano Girone. Lorenzo Rivella

fiutare qualunque vendita che comportas- ro genius loci. Il suo progetto: creare l’A-
se tentativi di speculazione. Al tempo risul- zienda Agricola Culuccia per ricostruire la
tarono anche proposte di Stéphanie di Mo- singolarità economica caratteristica degli
naco e di Aga Khan. stazzi galluresi.
Culuccia, lasciata in eredità a un en- Fino a pochi anni fa, infatti, le fami-
sopra , dall ’ altoUna delle spiagge di Culuccia: te no profit, conobbe altri proprietari, ma glie galluresi vivevano dei prodotti della
la preziosa poseidonia si deposita naturalmen- continuò a vivere nell’abbandono, conser- terra intorno allo stazzo, la vigna, gli or-
te sull’arenile. Tra i vari animali che popolano la
macchia di Culuccia anche Burrasca, un affet- vando il suo enorme patrimonio naturali- ti, gli animali, una vita autonoma, autar-
tuoso asinello. stico, tra il profumo di mirto e di lavanda, chica. Gli stagni come allora lambiscono

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Solo acciaio di grande qualità e un’ingegneria unica per offrire risultati di lavaggio
eccellenti. Design scandinavo puro, solido e funzionale. www.bsdspa.it
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a destra La facciata di uno dei due stazzi. Per


entrambi è stato fatto un attento restauro
filologico che ne ha mantenuto le caratteristi-
che tipologiche. La cornice della porta è in pie-
tre di granito.

l’isola creando un’ulteriore ricchezza.


Nel nuovo assetto di Culuccia sono stati
creati allevamenti di ostriche all’interno
della vecchia peschiera, le api sono tor-
nate a dare un miele profumato dai fiori
del mirto, della lavanda e del corbezzolo.
Le vigne hanno ripreso vita e producono
ottimo vermentino.
Tesori, gelosamente preservati, che pos-
sono essere condivisi con visitatori at-
tenti e consapevoli. Le visite guidate or- «Non ho mai speculato su niente in vita mia,
ganizzate dall’Osservatorio Naturalisti- la valorizzazione si baserà sull’unicità
co di Culuccia sono un invito a scopri-
re e conoscere i segreti della flora e della
di quello che ho acquisito»
fauna dell’isola. Marco Boglione
Creare condivisione nei suoi proget-
ti imprenditoriali è una peculiarità di
Marco Boglione, già fondatore del grup-
po Basic Net che ha i marchi Robe di
Kappa, K-Way, Superga, Jesus Jeans e
Sebago, e che è ora protagonista, insie-
me alla moglie Stella, di un’impresa che
sembra sfidare i tradizionali investimen-
ti a breve termine: «Non ho mai specula-
to su niente in vita mia, la valorizzazio-
ne si baserà sull’unicità di quello che ho
acquisito, recupereremo funzionalmente Foto Sebastiano Pellion di Persano. Lorenzo Rivella

l’esistente con scrupolosa attenzione alle


tecniche di costruzione, ai materiali e al-
le lavorazioni dell’epoca. Produrremo vi-
no, mirto, gin, miele e ostriche in modo
non intensivo, completamente naturale
e sostenibile. Cercheremo col tempo di
selezionare la razza delle vacche autocto-
a sinistra Le arnie cu-
ne di Culuccia. Tra qualche anno saremo rate da Stella Boglio-
completamente indipendenti dai carbu- ne producono miele
da fiori della macchia
ranti fossili, sarà un lavoro lungo, fatico- mediterranea: corbez-
so, costoso, ma molto affascinante». ○ zolo, lavanda e mirto.

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L’arte accompagna Santiago Calatrava da tutta la vita, come parte


delle sue architetture ma anche come valore in sé. Oggi le sue sculture sono
in mostra a Monaco. È il momento di parlare di cosa resterà

UN PONTE SUL TEMPO


testo Andreas Kühnlein
Ritratto Markus Burke

123
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Alla Gliptoteca di Monaco la mostra Beyond Hellas: «Occorrono tenacia e umiltà


Santiago Calatrava in the Glyptothek svela l’attività di per lavorare per decenni
scultore del grande architetto. Che si racconta ad AD.
a qualcosa che forse non
ad: Signor Calatrava, 30 anni fa lei entrò alla Gliptote- si porterà nemmeno a termine»
ca come visitatore. Oggi la sua serie di sculture The Santiago Calatrava
Aegineten è tra gli originali antichi. Cosa si prova?
sc: Sono grato per l’occasione ma, a essere sincero,
avevo anche un po’ di paura: già Matisse eviden- Se si riduce il vocabolario dell’architettura alla sua
ziò quanto un’opera deve essere potente per reg- funzione, si perde una parte essenziale.
gere la presenza di un capolavoro autentico. Con ad: E qui parla l’ingegnere!
molta umiltà devo dire che la combinazione fun- sc: Non faccio alcuna distinzione tra architetto e in-
ziona. Non una copia del classico, ma un omaggio, gegnere, è solo una convenzione. Un ponte nel pa-
che attesta che la fonte è viva ancora oggi. L’arte è esaggio o una cattedrale possono avere lo stesso
immortale, anche se qua e là c’è qualcosa di rotto; effetto entrambi. Ci arricchiscono la vita, diven-
il che, anche 2500 anni dopo, non cambia nulla in tano parte del nostro ambiente. Ogni manufatto
termini di rilevanza. ha il potenziale di generare un’esperienza addirit-
ad: Cosa che vale anche per l’architettura: una volta dis- tura spirituale. E certamente non attraverso la sua
se che il suo compito è lasciare belle rovine. semplice funzione, ma attraverso la presenza nel
sc: Esatto. Esiste un messaggio che resta. Anche oltre suo ambiente.
l’aspetto emozionale. ad: Semplicemente perché è visibile?
ad: Secondo alcuni l’architettura non va mai confusa con sc: Sì, si tratta di una forma visibile che sopravvive a noi
l’arte. Lei è sempre stato di parere diverso … stessi e che ha qualcosa da raccontare su di noi; que-
sc: Per me questa è pura ideologia. La rigida separazio- sto è il lascito dell’architettura: occupa spazio ed è
ne di arte e architettura è una conseguenza delle tra- qui. E, nella maggior parte dei casi, resta anche. Ciò
sformazioni sociali intercorse nel XX secolo e del che è bello, resta bello; ciò che è brutto, resta brut-
funzionalismo incondizionato instauratosi dopo la to. Possiamo soltanto, tanto per citare Frank Lloyd
Seconda guerra mondiale, quando erano in tanti ad Wright, piantare vigne per nascondere i nostri erro-
aver bisogno di nuovi spazi abitativi, e in fretta. Da ri. L’armonia nel tono generale dell’universo, que-
qui nacque la dottrina secondo cui “la forma segue sta è l’essenza per me. Quello che mi affascina del-
la funzione”. Certo, l’appartamento più semplice è le sculture antiche è il loro senso del sublime. Vedia-
preferibile al vivere all’addiaccio. Ma l’architettura è mo questi volti e ne percepiamo la bellezza. E il loro
molto altro. Non soddisfa soltanto i bisogni prima- compito è esattamente questo: stupirci ancora oggi.
ri, deve anche avere qualcosa da dire, finanche dopo ad: Come i suoi ponti. Cosa potrebbe essere più simboli-
2500 anni. E naturalmente c’è un’affinità tra l’ope- co di un ponte...
ra scultorea e l’architettura. Alexander Calder, Hen- sc: Nel XX secolo è cambiata anche l’arte della costru-
ry Moore, Jean Dubuffet, hanno tutti fatto scultu- zione dei ponti. Prenda le balaustre artistiche dei
re sempre più grandi, fino a entrarci dentro letteral- ponti di Parigi. Dopo la guerra fu necessario rico-
mente. È un mettersi in relazione di opera e osserva- struire presto e in modo efficiente tanti ponti, ac-
tore. E l’architettura è esattamente questo! cantonando per la prima volta gli aspetti estetici.
ad: Un completamento dell’arte, quindi? Più economico era, meglio era. E questo diede vi-
sc: C’è l’impulso a superare la semplice espressio- ta a una scuola ad hoc. Che è giunta fino a noi: na-
ne plastica. Non a caso si può parlare di architet- scono innumerevoli strutture in cui semplicemen-
tura negli stessi termini: proporzione, ritmo, tra- te ci si dimentica che potrebbero arricchire un luo-
sparenza, armonia – del resto funziona così anche go anche con la bellezza.
con la musica. Nei loro punti più estremi, le arti ad: E l’uomo?
si toccano. Ritengo che sia immensamente impor- sc: Un architetto deve innanzitutto amare le perso-
tante scoprire la parte artistica nell’architettura. ne. La filantropia è la chiave per comprendere l’ar-
chitettura: il suo scopo non è la semplice bellez-
za astratta, ma una bellezza che sia utile all’uomo.
pagina precedente Per 30 anni l’architetto, ingegnere Che vada oltre la vita del singolo, nel suo messag-
e artista spagnolo ha lavorato a The Aegineten gio e anche, talvolta, nella genesi. Bisogna creare
quale risposta contemporanea alle sculture in gesso
del tempio di Afaia a Egina, Grecia. Fino al 23 ottobre qualcosa per i posteri, che resti. Il che reca in sé una
le sue opere saranno alla Gliptoteca di Monaco. grande responsabilità. ○

124
Forno OCS 8487 B Cassetto scaldavivande ODW 8127 B
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Gli scudi delle sue


The Aegineten (a
destra) riprendono
la forma tonda delle
sue Cicladi in marmo.
In Steel Leaves (in
basso a destra)
l’architetto gioca con
un fragile equilibrio.
Sempre al centro
del suo interesse:
il corpo umano (in

Foto Santiago Calatrava (2). Renate Kühling/© Collezioni statali di antichità classiche e Gliptoteca. Illustrazione: Santiago Calatrava.
basso uno schizzo).

126
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Un sogno fatto in Sicilia


Gli antichi romani, gli arabi, gli spagnoli, i gesuiti, le dimore patrizie e i giardini
mediterranei: da tutte queste suggestioni nasce la villa di Jacques Garcia a Noto
testo Fanny Guénon des Mesnards foto Bruno Ehrs

sopra Una grande piscina a gradoni, sorvegliata da una Venere Anadiomene e delimitata da palme.

129
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra In omaggio al passato romano,


Sicilia. La terra promessa di una generazione di
Jacques Garcia ha progettato la villa con
un patio che ricorda le antiche case patrizie. romantici, da Alexandre Dumas, che descrisse
sot to La biblioteca della Casa degli Ulivi, l’Etna come un luogo divino – «non avevo mai
dominata da uno specchio di Serge Roche.
visto Dio così vicino» –, a Guy de Maupassant,
per cui queste terre erano uno «strano e divino
museo di architettura» all’aperto. Jacques Gar-
cia ha da tempo la stessa passione per la Sicilia,
e ha costruito la sua Villa Elena sui resti di un
monastero gesuita vicino a Noto. «Ho passato
dieci anni della mia vita a ricomporre la terra»,
ci dice al telefono, riferendosi al terremoto che
colpì la zona nel 1693.
«Questo libro (Jacques Garcia - Villa Ele-
na - Un rêve sicilien di Alain Stella, in uscita da
Flammarion, il 19 ottobre 2022, ndr) è un’o-
de alla Sicilia che amo attraverso Villa Elena,
ma è soprattutto la storia delle radici dell’iso-
la: l’antica Roma, l’arte musulmana, cristiana
e spagnola», dice. Ispirandosi alle decorazio-
ni barocche dei palazzi Pallavicini Rospiglio-
si, Doria Pamphilj e Colonna a Roma, che tan-
to ama, ha ricreato da zero la fantasia di una
residenza di duemila anni. «Ho acquistato pa-
vimenti in pietra siciliani, i mobili sono del
XVII o XVIII secolo e provengono dall’isola».

130
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

L’interno è sontuoso, quasi principesco, con


tesori di marmo antico, arazzi e sedute italia-
ne, oltre a souvenir e oggetti collezionati da
Garcia negli anni. Come, sulla parete rivesti-
ta in broccato verde chiaro, una Maria Madda-
lena di Ingres; o intorno al letto a baldacchi-
no, sedie in mogano firmate François-Hon-
oré-Georges Jacob-Desmalter, appartenute
a Murat. Ma è nella cappella che si trovano
i veri tesori, dalla bassa pannellatura siciliana
acquistata a Londra al tabernacolo in bronzo
dorato scovato da un rigattiere a Noto. Il re-
gno di Garcia sembra essere sempre esistito.
Antiche sculture, vasche e specchi d’acqua,
colline punteggiate di olivi e pini marittimi,
un giardino di agrumi. «Il colpo di fulmine è
nato qui. Ho subito pensato a come reinventar-
lo. Ho una passione per gli esterni, quindi ho
creato terrazze e prospettive per ripensare que-
sto straordinario giardino fino alla Casa degli
Ulivi», continua.
Questo vecchio casale abbandonato, tre-
cento metri a nord di Villa Elena, l’architet-
to l’ha trasformato nel sogno dei collezionisti,
dove le sedie di Jean-Michel Frank si affianca-
no a due grandi gessi dello scultore Jean-Marie
Baumel, con una cinquantina di ulivi in vista.
«Il più giovane avrà 2.000 anni», dice riden-
do. A sud-est di Villa Elena, un piccolo padi-
glione ispirato all’Hameau de la Reine di Ver-
sailles è sepolto da una fitta vegetazione sotto
un frutteto terrazzato. «Non è solo una villa,
è l’incontro tra i monasteri e il mare, è un mo-
numento soprannaturale», conclude. Una co-
sa è certa: stimola l’immaginazione. ○
sopra Nel salone della Casa degli Ulivi sedie
e lampade di Jean-Michel Frank.
qui accanto La cover del libro Jacques Garcia -
Villa Elena - A Sicilian Dream di Alain Stella,
in uscita da Flammarion, il 19 ottobre 2022.
in basso , da sinistra Un particolare del cornicione
e degli affreschi del salone. L’ex monastero
gesuita, con vista su Noto, restaurato
da Jacques Garcia, è un’oasi di pace su
una collina punteggiata di alberi mediterranei.

Foto Ambroise Tezenas (1)

132
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Foto courtesy Gucci (3). Gohar World (6) ARCHITECTURAL DIGEST

135
TAVOLA SURREALISTA

Sofisticato quanto ironico, glamour e dissacrante, arcaico e avanguardista, il brand


di tableware Gohar World ridisegna il galateo contemporaneo. E collabora con Gucci
testo Valentina Raggi
GALLERIA
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

«Per me e Nadia è importante


legare lusso e humor. Si possono
avere beni di alta gamma,
ma che conservano l’ironia»
Laila Gohar

i rispettivi talenti e, lo scorso maggio, hanno presentato


Gohar World. «Desideriamo creare oggetti per la tavo­
la che mescolino il lusso e lo humor. E incorporare un
twist stravagante in ciò che disegniamo», spiega Lai­
la. «Nostra nonna confezionava vestiti quindi conosce
bene il settore tessile in Egitto. Lei e mia sorella let­
teralmente prendono l’automobile e vanno in giro nei
quartieri dove c’è l’artigianato e bussano alle porte del­
la gente cercando di trovare le mani giuste. Purtroppo,
come nella maggior parte del mondo, il craft sta scom­
parendo. Il know­how non viene più trasmesso di ge­
nerazione in generazione. Per noi è fondamentale tro­
vare queste persone e creare un ambiente in cui possano
continuare a produrre queste belle cose e a mantener­
si. Lo stesso vale per gli altri atelier con cui lavoriamo.
Abbiamo diversi partner in Italia, Spagna e Vietnam.
E stiamo pensando a un prossimo progetto di upcycling
con i tessuti avanzati», prosegue.
Lo stile surrealista delle due sorelle non è passato
inosservato e, a giugno, Gohar World ha lanciato una
capsule collection per Gucci Vault, la piattaforma spe­
rimentale online dove trovare ottimo vintage e limited
edition realizzate con creativi diversi, ideata nel 2021
da Alessandro Michele per celebrare il centenario del­
sopra Uno scatto della campagna di lancio della
prima collezione Gohar World. pagina precedente la maison e il suo futuro. «La collezione è nata da una
Alcuni pezzi di Gohar World e, su sfondo giallo, conversazione tra noi e il team di Gucci Vault, ci hanno
della capsule collection realizzata per Gucci Vault.
contattate ancora prima che ufficializzassimo il lancio
di Gohar World, non so come lo sapessero, potere del
passaparola!», racconta Laila.
In un mondo dove la patina di perfezione sem­
bra il mantra collettivo, Gohar World rende glamour
C’è la pochette in satin con la tasca porta baguette e c’è il tradizionale centrino, spariglia le “cose” in tavola con
la candela a forma di caciotta, ci sono i cappellini rica­ una felice celebrazione della socialità più arcaica, quel­
mati con perline da porre sui bicchieri e le cuffiette per la che avviene attorno a un buffet. «Allestire una tavo­
le verdure, e c’è anche un generoso candelabro porta­ la dovrebbe essere come vestire se stessi, in libertà e nel
uova. Ovviamente, i materiali sono tra i più raffinati e modo che più ci si addice. E ci sono così tanti modi di
la produzione è del migliore artigianato. Parliamo del esprimere se stessi a questo mondo». ○
Foto Roe Ethridge

nuovo brand di tableware Gohar World.


Sorelle di origini egiziane oggi di stanza a New York,
Laila, food artist, e Nadia, scultrice e pittrice, entrambe
avvezze al fashion system, nel 2020 hanno deciso di unire

136
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

a sinistra Alcune opere di Emma Talbot per The


Le questioni di genere, la crisi climatica, la permacultura. Age/L’Età, mostra realizzata grazie al Max Mara
Uno scenario extra pittorico di valori e visioni che l’artista Art Prize for Women. Fino al 4 settembre alla Whi-
techapel di Londra; dal 23 ottobre al 19 febbra-
britannica Emma Talbot ci svela in Italia e in UK io 2023 in Collezione Maramotti a Reggio Emilia.

FUTURI POSSIBILI
testo Ilaria Ferraris

Classe 1969, è la vincitrice dell’otta-


va edizione del Max Mara Art Prize for
Women, che premia artiste emergen-
ti nate nel Regno Unito. Emma Talbot,
dopo una residency di sei mesi in Ita-
lia – slittata al 2021 a causa della pande-
mia – è ora protagonista di una mostra
in due sedi, alla Whitechapel Gallery di
Londra e alla Collezione Maramotti di
Reggio Emilia. È qui che presenta The
Age/L’Età, un’installazione immersiva
composta da due grandi pannelli dipin-
ti di seta riciclata, lunghi 11 metri, oltre
a un’opera tridimensionale, a una serie
di disegni e a un’animazione.
Talbot, da sempre vicina alle istan-
ze del femminismo e della salvaguar-
dia ambientale e particolarmente lega-
ta all’arte tessile, ha progettato un in-
sieme «incentrato sulle fatiche di Er-
cole, immaginate come esperimenti di
pensiero riprodotti e compiuti da una
donna anziana», spiega. La protago-
nista, dai capelli grigi, attraversa indo-
mita un mondo post-apocalittico, deva-
stato dalla crisi climatica. La sua è una
storia epica, ideata «per riflettere su te-
mi quali potere, controllo, sostenibili-
tà e futuri possibili». Il soggiorno italia-
no è stato determinante anche dal pun-
to di vista tecnico: a Reggio Emilia Tal-
bot ha avuto accesso al patrimonio sto-
rico e creativo dell’archivio Maramot-
ti e a Modateca Deanna – straordinario
centro di ricerca sulla produzione tes-
sile – e ha imparato a usare particola-
ri macchine da maglieria. «È stato en-
tusiasmante, sono stata in grado di re-
Foto Carlo Vannini

alizzare lavori che credevo impossibi-


li», spiega. Una superficie di maglia ri-
veste come un’armatura l’opera tridi-
mensionale che ritrae la protagonista

139
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

di The Age. L’anziana eroina si muove


in un paesaggio mutevole e inospitale
come quello vulcanico della Sicilia, do- Foto Tiwi. Ritratto Bruno Cattani - Fotosuperstudio

ve Emma ha trascorso la seconda parte


della residenza. Ma alle pendici dell’E-
tna è anche entrata in contatto con le
tecniche agricole della permacultura,
basata su un approccio sostenibile.
Selezionata da Cecilia Alemani,
Talbot partecipa anche alla Biennale a destra L’artista men-
tre dipinge su seta du-
d’Arte di Venezia (fino al 27/11/2022), rante la residenza di
con opere su supporto tessile prodotte sei mesi in Italia. in alto
È sull’Etna, per ricon-
in Italia, in collaborazione con Imax e nettersi con il territo-
con il sostegno di Max Mara. ○ rio e con la natura.

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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Poesia concreta
Foto Marco Zorzanello

Aline Asmar d’Amman svela il secondo atto della collezione La Mémoire des pierres,
in scarti di marmo, realizzata con il Laboratorio Morseletto di Vicenza
testo Marina Hemonet

143
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

a sinistra , dall ’ alto


Un dettaglio di Stone Cloud in onice
grigio e rosa su pietra di Vicenza. La progettista Aline
Asmar d’Amman. pagina precedente I tavoli Stone Cloud.
La collezione comprende anche la console Levitation
con gambe in marmo palladiano e pietra di Vicenza
su cui si incastrano pezzi in Arabescato Fantastico.

Nata a Beirut, Aline Asmar d’Amman vive e lavora a Pa-


rigi dove, nel 2011, ha trasferito la sua agenzia Culture
in Architecture. Il suo nome è noto per la direzione ar-
tistica della ristrutturazione degli interni dell’Hôtel de
Crillon e la riprogettazione del ristorante Jules Verne
della Torre Eiffel; quest’anno, firma il set up del Padi-
glione libanese alla Biennale di Venezia. Ora la designer
svela il secondo atto della sua collezione La Mémoire
des pierres, lanciata due anni fa. Estensione della linea
Architectures sviluppata con Karl Lagerfeld per la Car-
penters Workshop Gallery nel 2018, questa serie nasce
dal «desiderio di nobilitare gli scarti di pietra dimenti-
cati, di custodirli, di trasformarli trovando per loro un
uso al tempo stesso poetico e funzionale, un posto nel-
la vita quotidiana», spiega la progettista. «Nel corso dei
progetti realizzati con la mia agenzia, che spesso coin-
volgono materiali rari e lussuosi, ho cominciato a por-
mi delle domande su ciò che rimane, la famosa questio-
ne kunderiana della traccia delle cose, del loro impatto
e della loro impronta. La Mémoire des pierres nasce da
queste riflessioni e da una ricerca che motiva costante-
mente il mio lavoro: quelle della poetica del concreto.
Esercitiamo una professione che si arricchisce della ri-
cerca della bellezza in tutte le sue forme, ma che si con-
fronta con le pratiche materiali, costruttive e di consu-
mo, e con la realtà di un mondo che cambia ad altissi-
ma velocità», continua.
Ispirata da La scrittura delle pietre (1970), il libro del
saggista e accademico francese Roger Caillois, Asmar
d’Amman per questa collezione si è rivolta a Deborah
Morseletto del Laboratorio Morseletto, marmisti da non-
no a figlia, a Vicenza, incontrata nel cantiere del Crillon.
Dalla sua infanzia a Beirut, Asmar d’Amman conserva
«il fascino per la bellezza delle rovine, il mistero di ciò

Ritratto Marco Zorzanello. Foto Jean-Pierre Vaillancourt


che rimane dopo che tutto è diventato polvere». La Mém-
oire des pierres esplora una nuova semantica delle sensa-
zioni e delle sensualità del marmo e della pietra. La col-
lezione proseguirà, sempre in collaborazione con il La-
boratorio Morseletto: «Il desiderio di permanenza nasce
da un sentimento probabilmente legato alla mia infan-
zia, quando ho imparato ad avere un amore profondo per
la bellezza spezzata, le rovine e le cicatrici che portano
con sé messaggi più alti del loro aspetto originario». ○

La Mémoire des pierres è presentata


con The Invisible Collection presso
Féau Boiseries (su appuntamento) durante
la Paris Design Week (dall’8 al 17/9).

144
IDEAS NEVER STOP

Decorazione in bassorilievo realizzata con una tecnica


innovativa composta dall’unione di ceramica artistica
e tessuto, applicata sulla parte anteriore dei braccioli,
sulla base del pouf e sulla boiserie in ceramica perlata.
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Francesca Santambrogio,
Britt Moran

Daniela Morera, Caterina e Arthur Joseph Grima,


Fabio Bellotti Raffaele Fabrizio Arbesser Valentina Ciuffi

Champagne
Veuve Clicquot

Carla Sozzani

Douglas Friedman,
Martha Stewart,
Kevin Sharkey Thomas Costantin

Maite Sebastiá, Hannah Martin, Komal Sharma,


Felix Wagner, Francesca Santambrogio, Oliver Jahn,
Marina Hemonet, Shelly Johnson
Party people
Una gallery del grande evento delle edizioni
di AD per la Milano Design Week
testo Elisa Mencarelli

Metti una sera d’estate, in una delle settimane più calde per il design, il Sa-
lone del Mobile, un appuntamento capace di accendere di creatività non
solo Milano, ma il mondo. Le edizioni di AD Architectural Digest – Italia,
Germania, Spagna, Francia, India, Messico e Stati Uniti – hanno deciso
di festeggiare insieme per la prima volta in una cornice unica: la casa di
Elisa e Stefano Giovannoni, designer fondatore di Qeeboo. Un evento che
ha visto l’alternarsi di ospiti rinomati, tra ritmi scatenati e bollicine Veuve
Clicquot: ecco a voi una cartolina dalla Design Week firmata AD. ○

Le Rabbit
Chairs di
Qeeboo
Foto Marco Erba/SGP e Gabriele Basilico

Francesca Airoldi,
Vincent Frey, Delphine Royant,
Pierre Frey Marcel Wanders JJ Martin Andrea Latten

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Un edificio iconico, un artista visivo e una collezione di gioielli


preziosissimi. In comune, il senso dell’armonia. A tutto tondo

IL GIOCO
DELLE FORME
testo Alessandra Pellegrino

C’è un vento tiepido che soffia dalla co- Questa dimora sinuosa, voluta nel 1975
sta dell’Esterel, arriva fin sopra la collina dall’industriale francese Pierre Bernard,
di Théoule-sur-Mer. Da qui, la vista sulla ha un fascino magnetico. Negli anni, ha
baia di Cannes è di rara bellezza. Dalle fi- conquistato diversi stilisti: prima il suo se-
Foto Getty Images (1)

nestre a oblò, dalle suggestive vetrate ova- condo proprietario Pierre Cardin – che la
li e dalle centinaia di lucernari a calotta descrisse come «[…] mon coin de paradis»
sopra , dall ’ alto
Le forme arrotondate del Palais che punteggiano Palais Bulles, la casa-i- («il mio angolo di paradiso») –, e più recen-
Bulles ricordano quelle del motivo delle perle d’o-
ro della collezione Perlée di Van Cleef & Arpels. cona ideata dall’architetto ungherese Ant- temente Jacquemus, che qui ha trascorso
L’anello Perlée Couleurs in oro rosa e rubini. ti Lovag, tutto ha una prospettiva diversa. diverse estati. Ora è la volta della maison

149
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

sopra L’allestimento ideato da Arthur Hoffner: il


suo lavoro si colloca tra artigianato, scultura e
design. sot to L’anello Perlée Sweet Clovers e il
bracciale Perlée Clovers in oro bianco e diamanti.

di gioielleria Van Cleef & Arpels, che l’ha immortalato. Una sorta di itinerario mul-
scelta per raccontare – e svelare – la colla- tidimensionale che animerà le vetrine del-
borazione con il designer Arthur Hoffner le boutique della maison in tutto il mondo
e il fotografo Erik Madigan Heck, che in- dal 1° settembre al 15 ottobre.
sieme interpretano l’universo grafico del- «È un piacere proseguire quest’avven-
la collezione Perlée. «Un’ode alla perla d’o- tura con Van Cleef & Arpels (la prima col-
ro, alla sua lucentezza, sfericità e vivacità. laborazione è del 2019, ndr) e scoprire nuo-
È così che ho immaginato l’insieme di scul- ve affinità tra il mio lavoro e questa colle-
ture e decori che accompagnano la colle- zione», conclude l’artista francese, che già
Foto courtesy Van Cleef & Arpels

zione: un universo colorato, percorso da un all’età di 10 anni sperimentava la lavora-


nastro che con le sue curve anima lo spazio zione dei metalli nel giardino di famiglia.
e avvolge i volumi sui quali le perle metto- Oggi la sua visione – tonda, armonica e
no in scena un balletto di equilibri», spie- pop – si fonde perfettamente con l’edificio
ga Hoffner, che ha concepito ludiche in- in cui ci troviamo. Senza spigoli, né ango-
stallazioni che accostano sfere, tubi in al- li. Solo una fantastica bolla di creatività e
luminio e blocchi di marmo, e che Erik ha tanta immaginazione. ○

150
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ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Due amici, una folla di personaggi, il cinema e il profumo: in basso L’illustrazione Lipstick Rose di Kon-
stantin Kakanias per il libro De l’Art du Par-
Frédéric Malle e Konstantin Kakanias raccontano ad AD come fum di Frédéric Malle pubblicato da Angelika,
con la prefazione di Catherine Deneuve.
nascono le (loro) idee. Passando per un test psicologico

ARCHETIPO
À PORTER
testo Elena Dallorso

Questione di feeling. O di vibes. O, an-


che, di algoritmi. La scelta dell’essenza
perfetta, per Frédéric Malle, profumiere
– anzi éditeur de parfums, dal nome del
suo marchio – passa attraverso una com-
plessa ricerca psicologica, che è stato ca-
pace di concentrare in quello che sembra
un gioco, ma è una faccenda seria. Tro-
vare il profumo che racconti quello che
siamo, o che vogliamo essere. La visua-
lizzazione del meccanismo è una serie
di opere pop con cui l’illustratore Kon-
stantin Kakanias, con cui Malle condivi-
de anni di amicizia e collaborazione pro-
fessionale, ha dato corpo e volto ai desi-
deri, ai sogni, alle autopercezioni.

ad: Come si fa a dare un’immagine a una


cosa impalpabile come un profumo?
fm: Non si può, in effetti. Il sistema
che ho sviluppato con Konstantin
è basato sul credo: le persone scel-
gono un profumo secondo la pro-
pria personalità. Noi gli fornia-
mo una serie di passaggi che han-
no valenze diverse ai fini del cal-
colo e quello che alla fine emerge
è sì il nome di una fragranza, ma
anche un identikit reale o immagi-
nario di ognuno. I disegni di Kon-
stantin (esposti al Mudec duran-
te la Milano Design Week in par-
tnership con AD, ndr) sono per-
fetti archetipi cinematografici.
Parlano a tutti.

153
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

kk: Da tempo Frédéric lavorava all’i- un certo lessico di ricordi e codici.


dea di un quiz per consigliare il pro- Di fatto ci siamo influenzati a vicen-
fumo perfetto. E il cinema è il mo- da, anche se non so come.
do migliore per trovare i personag- ad: Avete creato un mondo di personaggi
gi, perché è uno specchio così accu- che fanno riferimento ai profumi ma
rato della vita. Il nostro è un lavoro le Editions de Parfums non hanno né
in corso, però, perché i personaggi etichette né campagne pubblicitarie di
vengono coinvolti via via. cui figure umane siano protagoniste...
ad: Come è nata l’idea di una galleria fm: Non ho mai voluto immagini sui
di archetipi? miei profumi, ma colori e segni gra-
fm: Conosco Konstantin da molti an- fici che rimandassero a un universo
ni, da prima ancora che diventasse letterario. I personaggi di Konstan-
una leggenda. Ricordo che eravamo tin hanno un’altra valenza: obbliga-
insieme sulla terrazza di casa sua a no chi partecipa al quiz,- a pensare
Los Angeles a abbiamo notato una a chi è, o a chi vuole essere sceglien-
coppia: lui aveva una giacca sinteti- do un look, un accessorio... Alla fine
ca gialla, e capelli gialli con un ciuf- l’algoritmo rivela una psicologia, che
fo rosa, lei vestiva con pantaloncini si esprime olfattivamente in un pro-
di pelle tirolesi e aveva disegnate sul fumo. È un gioco sottile, divertente
viso delle lentiggini. Abbiamo dato ma serissimo. Che si può fare di per-
inizio a una conversazione sul gen- sona in boutique, ma non necessa-
der, su cosa la gente vuole essere, riamente porta a risultati così precisi.
e su come, nella società in cui vivia- ad: Se dovesse definire con una fragranza
mo, si possa proporre una fragran- Konstantin Kakanias?
za adatta a ognuno. Quella conver- mk: Ha una personalità di grande impat-
sazione è ancora in corso. to, ti resta nella testa per giorni do-
kk: Parliamo entrambi la stessa lingua, po che sei stato con lui. È di certo un
che non è il francese o l’inglese, ma profumo persistente. ○

sot to Frédéric Malle e Konstantin Kakanias. a destra , dall ’ alto Le illustrazioni Musk Ravauger
e Portrait of a Lady Red di Konstantin Kakanias per il libro De l’Art du Parfum.

« I D I S E G N I D I K O N S TA N T I N
KAKANIAS SONO
PERFET TI ARCHETIPI
C I N E M AT O G R A F I C I .
PA R L A N O A T U T T I »
frédéric malle

154
ARCHITECTURAL DIGEST GALLERIA

Il tempo
IL MARE DENTRO del cambiamento
Nel porto di New York viene ricreato un incredibile ecosistema.
Che un orologio supporta, partendo dalla sua vocazione
testo Elena Dallorso

P A S S I O N E A C Q U AT I C A
Edizione numerata

Solo 2.000 esemplari, con cassa in acciaio, lu-


netta girevole unidirezionale in acciaio inossi-
dabile con scala dei minuti in rilievo.

U N D E R W AT E R
C’è stato un tempo, non molto lontano, in cui il porto di New
Impermeabile fino a 300 metri
York era un ecosistema in cui la presenza di moltissime ostri-
che garantiva la vita di centinaia di specie.In meno di cent’anni La finitura verde naturale riflette il colore
dell’acqua del porto e il quadrante in madre-
sono state spazzate tutte via. Ma oggi il Billion Oyster Project perla verde si ispira alle ostriche.

(BOP) si impegna,in collaborazione con le comunità locali,per


ripopolare i fondali e gettare le basi per un futuro in cui il New
York Harbor sarà nuovamente un ricco e diversificato ambien-
te marino. In questa ottica di miglioramento si inserisce Oris,
Foto courtesy Oris

che con il segnatempo New York Harbor Limited Edition rac-


coglie fondi e sensibilizza l’opinione pubblica a favore di BOP,
che punta a un miliardo di ostriche nel porto entro il 2035. ○

156
AD × PORADA

Twenty-two, bellezza
e funzionalità
Il ritorno in presenza del Salone del Mo- Twenty-one insieme alla novità, la Twen-
bile di Milano quest’anno nutriva un va- ty-two: l’ispirazione proviene ancora una
lore simbolico rilevante per Porada, feli- volta dal mobile italiano degli anni Cin-
ce di tornare a mostrare dal vivo le nuove quanta, la cui tradizione è rielaborata in
produzioni, frutto di una creatività che chiave contemporanea. Con citazioni di
Matics 2, madia in noce canaletta, a non si è fermata nel biennio della pande- grandi maestri del design di quegli anni:
giorno o con ante in vetro Stopsol su-
per silver chiaro, con telaio in metal- mia. Alla Design Week milanese si sono Franco Albini, Ico Parisi e Ignazio Gar-
lo in finitura grigio peltro. ammirate le ultime collezioni Twenty e della. La nuova collezione si presenta
secondo due linee: continuità – con svi- il cuoio. Il marmo si declina in nuove va-
luppo dei pezzi più apprezzati degli ul- rianti, come dimostra il tavolino Callisto
timi anni –, e innovazione – con linee e disegnato da Carlo Ballabio, che ne com-
prodotti inediti. Twenty-two rispecchia i bina tre diversi: Verde Lapponia, Dover
valori aziendali, la tradizione, l’eccellen- White e Roma Imperiale. I dettagli delle
za artigianale delle lavorazioni, ma ha lo lavorazioni ricordano poi le forme della
sguardo rivolto al futuro. Pensare a una natura: i sassi lungo un fiume o sulla bat-
collezione significa immaginare la casa e tigia, piuttosto che le rocce levigate dal
le persone che la vivranno, anticipando- vento, con rimandi anche ai giardini Zen.
ne le esigenze e offrendo soluzioni. Bel- I tessuti sono materici con trame grosse
lezza al servizio della funzionalità. L’a- e contrasti tra trama e ordito, mentre le
rea living si veste a nuovo con il divano essenze rimangono noce canaletta e fras-
Etienne disegnato da Emanuela Garbin. sino con particolare attenzione a finiture
Suggestiva l’etimologia del nome, che in “green”, che riducono l’impatto delle la-
aramaico significa ghirlanda. Etienne, vorazioni sull’ambiente.
come una ghirlanda si snoda e racchiu-
de gli spazi, li incornicia in aree dedica-
te al relax e al racconto. Sospeso da terra
con piedi in metallo e legno, segue con
leggerezza angoli e curve adattandosi
con carattere allo spazio. Per l’home of-
fice ecco invece Savio, disegnato da Da-
vid Dolcini: ispirato ai “secretaire” dane-
si, si presenta come un armonioso volu-
me chiuso con un delicato disegno grafi-
co di impiallacci scanditi da essenze di-
Dall’alto, altri pezzi della collezio-
verse (noce e acero) sul fronte. Da sotto- ne Twenty-two Porada: coiffeuse
lineare anche il lavoro di ricerca sui ma- Afrodite Bijoux in massello di no-
teriali della nuova collezione, il marmo e ce canaletta, seduta Abbey e siste-
ma sofà/divano Softbay.

La nuova
collezione
Porada esalta
i valori del
brand: tradizione
ed eccellenza
artigianale
ma con sguardo
rivolto al futuro
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L’utilizzo virtuoso del legno.
Ecos: economia circolare sostenibile.

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Pavimenti in legno: Boiserie in legno: Collezione I Massivi, By Matteo Bianchi
Rovere Online industriale Borgo Plus. Le Righe Fineline Ecos rovere Blond. Tavolo rotondo e pouf Mayfair.
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE

Divani, poltrone e pouf popolano un piccolo universo


uscito dal pennello di un grande illustratore.
Raccontando le novità di settore con un’allure magica

Living
a cura di
Francesca Santambrogio

illustrazioni
Filipe Jardim

Room
Ha collaborato Giovanni D’Odorico Borsoni

161
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE

ANGOLI
MORBIDI
Soft Corners,
Cassina
Inizia con Linde Freya
Tangelder il progetto Pa-
tronage di Cassina: la
designer olandese ha
ideato tre tipologie di
pouf architettonici mor-
bidi che si abbracciano
in un incastro di forme.
Da abbinare dinamica-
mente e liberamente.

Foto Luca Merli per Cassina

162
TAT T I L E E P O P
Blogger 3, Roche Bobois

Blogger 3 di Roche Bobois è un imbot-


tito tutto curve che invita al relax, per-
sonalizzabile al massimo grazie al rive-
stimento in tessuto Câlin. Disegnato da
Roberto Tapinassi e Maurizio Manzoni, è
un’interpretazione ironica del capitonné.
Foto courtesy Roche Bobois

163
ARCHITECTURAL DIGEST

M U LT I TA S K I N G
9000, Arflex

Figlia delle mutate esigenze abitative di fi-


ne anni Sessanta, 9000 di Tito Agnoli è una
Foto courtesy Arflex

serie di sedili compatti e diversamente com-


ponibili dalle dimensioni contenute, perfetta
per arredare ambienti di ogni grandezza, sia
domestici sia pubblici. I moduli sono compo-
sti da poltrona, elemento con un bracciolo,
senza braccioli, angolare, curvo e pouf.

164
SPECIALE

T R A S F O R M I S TA
Standalto, Edra

La struttura di Standal-
to di Edra ha il “cuscino
intelligente”: un sistema
di snodi inseriti all’in-
terno dello schienale e
dei braccioli che, grazie
a questo meccanismo,
possono essere model-
lati a piacere. Bassi, al-
ti, obliqui, avvolgenti o
da lettura, si adattano
all’uso e ai desideri.
Foto courtesy Edra

165
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE

GEOMETRIA PIENA
Domus, Turri

Disegnato da Matteo Nunziati, questo divano dall’imbottitura


importante è parte della collezione Domus. Seduta e schiena-
le sono caratterizzati da fenditure regolari che ne ritmano l’e-
stetica. Può essere rivestito interamente in tessuto o in pelle,
o differenziando solo la sezione della base. Foto courtesy Turri

166
tavolo Skorpio sedie Italia Couture lampade Magellano madia Metropol

cattelanitalia.com
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE

L A M AT E R I A , L A F O R M A
Curve, Poliform

Struttura in legno e imbottitura alleggerite tan-


to da diventare essenziali nella poltrona Cur-
ve di Poliform, disegnata da Emmanuel Gallina.
La maniglia curva dello schienale dà un twist al
lato posteriore della poltrona. Che rimane su-
percomoda grazie a forma e rivestimenti.

Foto courtesy Poliform

168
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE

V E R S AT I L E
AL 100%
Cleo, Molteni&C

I l n u o v o p r o ge t t o
dell’architetto e diret-
tore creativo Vincent
Van Duysen si chia-
ma Cleo ed è un si-
stema componibile in
cui si combinano, per
la massima versati-
lità, elementi rettili-
nei, ad angolo e a iso-
la, che permettono di
creare molte composi-
zioni per il living.

Foto courtesy Molteni&C

170
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE

D O P P I A I D E N T I TÀ
Lars, Minotti

Ammicca al Giappone per le forme e al nord Europa per


il nome il divano Lars, firmato dalla coppia nippo-scan-
dinava Inoda+Sveje. Le proporzioni sono gentili, i detta-
gli raffinati, e l’insieme è compatto e funzionale. Si ri-
veste in tessuto o in pelle, ed è totalmente sfoderabile.

Foto courtesy Rodolfo Dordoni Design per Minotti

172
ARBLU
per progettare il tuo bagno:
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termoarredo e carta da parati.
Tutto quello che serve.

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ARCHITECTURAL DIGEST

PIANI DIVERSI
Zenit, Rimadesio e Niki, Calligaris

Versatile e leggera, la libreria Zenit di Rima-


desio ha montanti su misura, per disporre li-
beramente le mensole. Il divano Niki di Calli-

Foto courtesy Giuseppe Bavuso per Rimadesio. Courtesy Calligaris


garis nasce da una sovrapposizione di livelli:
su un piano leggero sono disposti schienale,
braccioli e cuscini abbondanti.

1 74
DISCOVER
M O R E
ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE

NU OVO
CLASSICO
San Siro, Azucena

Disegnato da Luigi
Caccia Dominioni nel
1967, questo divano
non dimostra i suoi 55
anni grazie alle forme
sofisticate e ai volumi
compatti. Oggi Azuce-
na lo riedita, aggior-
nandolo. In versione
poltrona e divano da
2, 3 o 4 posti.

Foto courtesy Azucena

176
Bed / Fandango
Night Table / Inca
Lamp / Liberty Soft

MILANO Flagship Store Via della Moscova, 53 rugiano@rugiano.it rugiano.com


ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE

A TUT TO TONDO
Softbay, Porada

I quattro piedi in massello di noce canaletto sostengono un divano dal-


le forme morbide, femminili, tondeggianti, rese accoglienti dal rivestimen-
to in tessuto o pelle. L’imbottitura a quote differenziate aggiunge comfort.
Sono disponibili anche grandi cuscini in piuma.
Foto courtesy Porada

178
D O C C I A | S A U N A | H A M M A M
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PARIGI | FRANCIA
BARCELLONA | ESPAÑA
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ARCHITECTURAL DIGEST SPECIALE

MORBIDA PIETR A
Pebble Rubble,
Moroso

Il sistema Pebble Rub-


ble, delle designer svede-
si Sofia Lagerkvist e Anna
Lind gren di Front Design
per Moroso, illude e appa-
ga i sensi: i volumi imbot-
titi sembrano grandi sassi
levigati resi accoglienti dal
tessuto “naturalistico” rea-
lizzato con Kvadrat Febrik.

Foto Alessandro Paderni per Moroso

180
Sedia: Philippe Starck, Remix Gallery
Vaso: Claude Dumas, Remix Gallery

Tessuti | Mobili | Carta da Parati | Passamaneria


Tappeto: Diurne Gallery

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ARCHITECTURAL DIGEST CASE

CASE

In questo numero AD è a Parigi, in una casa/galleria progettata da Van Duysen


Foto Ngoc Minh Ngo

e nell’eclettico appartamento di Alexandre de Betak; è a Dublino, in una townhouse


georgiana rivisitata. E poi è al mare, a Maiorca, dal creative director di Camper,
e a Ibiza, in una villa da sogno. Infine, negli Hamptons, dallo stilista Altuzarra

183
Parigi

Nel living, coffee table Goutte d’Eau di


Ado Chale, tavolino di Pierre Jeanneret e
tabouret di Charlotte Perriand. Poltrone
Easy Armchair, rivestite in bianco e, sul
fondo, impagliata. Sotto un mobile di
Calder, Plug Table di Rick Owens con sedie
di Charlotte Perriand, Appese, un’opera di
Christopher Wool e, a destra, Elevational
Weights, Equivalents II di Richard Serra.
La scatola
dell’arte
In un palazzo Art Déco affacciato
sulla Rive Gauche un duplex/galleria d’arte
ha la firma di Vincent Van Duysen e il
mantra del proprietario: dare, per ricevere

Matthieu Salvaing
foto
Thomas Skroch
produzione
Nicolas Milon
testo
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

186
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

«L’architettura è rigorosa,
con toni caldi, concepita come
una scatola destinata a contenere
opere» V i n c e n t V a n D u y s e n

in alto Sulla terrazza panoramica fanno


capolino le opere Mouton et BŽlier di François-
Xavier Lalanne, 1995. a sinistra Dalla cucina,
ottimizzata come quelle nautiche, s’intravede
un dipinto dell’artista americano Glenn Ligon.

pagina accanto Nella zona d’ingresso


del duplex, con una scultorea scalinata,
una statua Maternità Dogon, del Mali
(Galerie Lucas Ratton), e una grande tela
dell’artista americano Rashid Johnson.

187
La grande terrazza panoramica sul tetto è come un salotto a cielo aperto, con
una grande panchina in muratura con cuscini e il camino, posti sotto al pergola.
Nel living con il camino sormontato da un’opera di Lucio Fontana, poltrona The Tired Man di Flemming Lassen, 1936, e, sul
piedistallo, una scultura di Antony Gormley. Sulle mensole a sinistra, vaso Kokushuto Ginsai Tsubo di Iguchi Daisuke, 2019.
ARCHITECTURAL DIGEST

sono occupato dell’arredamento e ho scelto gli


oggetti. Avevo già la collezione di mobili, li ho
dunque riposizionati nel nuovo ambiente». Da
quel momento in poi, intorno a un grande tavolo
di Rick Owens, a sedie e sgabelli di Charlotte Per-
riand, a un tavolino di Ado Chale e a poltrone di
Pierre Jeanneret, il padrone di casa ha seleziona-
to opere che potessero convivere in sintonia, con
la consapevolezza che avrebbero potuto evolver-
si o essere sostituiti nel tempo. Perché, sebbene
alcuni pezzi siano stati acquistati appositamente
per la nuova casa, Paul-Emmanuel Reiffers non
espone mai tutto ciò che colleziona.
Gli artisti internazionali sono appesi alle
pareti in modo da rispondere l’uno all’altro: Ri-
chard Serra, Christopher Wool, Glenn Ligon, Ra-
shid Johnson, Daniel Buren o Louise Bourgeois...
La disposizione può cambiare, si possono inven-
In passato era un triplex. Veniva chiamato “la vil- tare partiture diverse. Questo appartamento, che
la privata dell’edificio” e comprendeva un piano è tanto una galleria privata quanto uno spazio vi-
notte, una sala della musica e una terrazza pano- tale, ospita artisti con un approccio radicale che
ramica in cima a tutto. Da allora l’appartamento è piace particolarmente al suo inquilino, presiden-
stato trasformato in un duplex e la sala della mu- te di un gruppo di comunicazione della moda e
sica è diventata un salotto, conservando la grande del lusso, editore e anche patron di Reiffers Art
altezza del soffitto e l’immensa apertura con vista Initiatives, un fondo che supporta la giovane cre-
sulla Senna e sulla Rive Droite di fronte. Anche azione contemporanea e la diversità culturale.
la terrazza è stata conservata. L’immobile non ha Come in un grande cabinet de curiosités, le
perso nulla del suo prestigio Art Déco. «Questo opere in questo appartamento si svelano una do-
è sempre stato un luogo iconico nella scena cul- po l’altra. «Ho creato questo spazio abitativo che
turale parigina», afferma l’architetto Vincent mi assomiglia ma che è aperto, anche per invi-
Van Duysen. tare gli artisti affermati a incontrare i giovani
L’impressione è di galleggiare nel cielo, in francesi, perché quando si è all’inizio si ha biso-
un’atmosfera silenziosa da cui emana una gran- gno di sostegno, di spazio, di denaro, di tempo
de serenità. Conservare questo spirito anni ’30 al- e di un luogo. Cerco di creare dei ponti fornen-
la Jean-Michel Frank, rivisitato in maniera con- do strumenti o ciò che ho per aiutarli», continua
temporanea con un intervento minimalista, è ciò Paul-Emmanuel Reiffers.
che il noto progettista belga ha discusso con il Un appartamento progettato per dare signifi-
proprietario, l’imprenditore e collezionista d’ar- cato a una collezione che il suo proprietario non
te contemporanea Paul-Emmanuel Reiffers, che vuole tenere per sé. «Per essere aiutati, bisogna
si è anch’egli «innamorato dell’allure e dei volu- anche dare», sono parole che rinsuonano come
mi di questo appartamento», racconta. Il loro è mantra tra queste pareti. Così, di fronte alle dop-
stato un incontro che li ha visti parlare lo stesso pie porte d’ingresso, è esposta un’opera di Rashid
linguaggio architettonico. Johnson: colui che il collezionista considera «il
«Ho progettato questo spazio proprio come più grande artista americano della sua generazio-
omaggio a Jean-Michel Frank. Utilizzando pochi ne», e che ha accettato di venire in Francia a fa-
e selezionati materiali, come pietra naturale, le- re da mentore all’artista francese Kenny Dunkan.
gno scuro, intonaco alle pareti, bronzo e marmo Quest’anno, l’americano Kehinde Wiley è stato
nel bagno.», spiega Van Duysen. «Abbiamo vo- designato mentore 2022 e il giovane artista Pol
luto creare interni volutamente sobri per questo Taburet il suo protégé. ○
luogo di ricevimento, che ospita una grande col-
lezione di arte e di mobili contemporanei. L’ar-
chitettura è quindi rigorosa, con colori caldi, co-
me una “scatola” destinata a contenere le ope-
re», continua l’autore. Un pensiero confermato
da Paul-Emmanuel Reiffers. «Ho chiesto a Vin-
cent di creare l’involucro ideale per me, poi mi

190
CASE

a sinistra Nella camera da letto padronale,


la Alchemy desk chair di Rick Owens e, riflesso,
un quadro di Georg Baselitz. sot to Illuminato
da un soffitto in vetro, il bagno è interamente
rivestito in marmo bianco della Namibia.
La vasca è ricavata da un singolo blocco.

«Ho creato questo spazio


abitativo che mi assomiglia
ma che è aperto, per invitare
gli artisti affermati a
incontrare i giovani francesi»
Paul-Emmanuel Reiffers

191
Tappeto / Rug Figura.Due_D
ARCHITECTURAL DIGEST B A C K S TA G E

a cura di Giovanni D’Odorico Borsoni N E L L O S T I L E D E L L A C A S A A PA R I G I ( PA G . 1 8 4 )

UN DRINK DA ME?
Rivisitazione del mobile bar degli anni ’50, che torna,
con nuovi materiali, finiture e funzioni, ad aggiungere
un elemento conviviale al living. Ma anche alla zona notte

RIESLING URO MADIA SCRINIUM


Armani/Casa Reflex Ceccotti Collezioni

Lo spazio contenitore, dal design minimale, ap- Disegnata da Emanuele Missaglia e Luciano Luca- Un secretaire contemporaneo, da utilizzare come
poggia su una sottile struttura lineare. Il basamen- tello, ha struttura in legno e piedini in metallo. Le scrittoio con ribaltina o come mobile bar conteni-
to è in noce canaletto con giunti in brass satinato. ante e i casetti sono in Marmoreflex/Legnoreflex. tore. Le gambe sottili rendono slanciato l’insieme e
All’interno delle ante piccoli ripiani per i bicchieri. La teca superiore in vetro è illuminata con Led. l’anta a ribalta è rivestita in pelle. Elegante e rétro.

SUPERQ UADR A U N I T P R I V É B OX PERF


Minotti Ditre Italia Diesel with Moroso

Sembrano fluttuare nello spazio i contenitori di- Un mobile bar che può essere usato anche come Ideato dalla Diesel Creative Team, questo mobile
segnati, secondo un’estetica razionalista, da Mar- piccolo secretaire o nella zona notte. La sottile bar ha un’estetica anni ’50 e un’anima artigianale.
cio Kogan/studio mk27. In misure e altezze diver- struttura portante in metallo ne alleggerisce l’e- La finitura “stripe” delle ante in acciaio è ottenuta
se, dalla versione dining al living/TV al cabinet. stetica. Ante, pannelli e divisori sono in legno. con verniciatura digitale.

193
Maiorca

E alla fine
va tutto bene

Una tigre di legno enorme, una poltrona troppo bassa,


i quadri che dipinge per rilassarsi, pezzi d’antiquariato
da mercatino delle pulci e design d’autore: il cottage
del direttore creativo di Camper è un inno all’eclettismo
testo Marina P. Asins styling Ana Rojas foto Carlo Piro
Nel living,
accanto alla
finestra: vaso
realizzato con
materiali di
scarto industriali
da Sara Alonso.
Tappeti antichi e
seduta in resina.
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

196
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

Achilles Ion Gabriel ha tre cose in comune con


Babbo Natale: la passione per i colori (anche
se ammette di preferire il grigio al rosso), una
gioia traboccante che si diffonde dalla pun-
ta dei piedi a chiunque gli stia vicino e il fatto
di essere nato vicino al Circolo Polare Artico,
in Lapponia. Originario di Rovaniemi, la città
dell’eterno Natale, la sua vita sembra essere le-
gata al cambiamento. È stato a causa, o meglio
grazie, a un opuscolo pubblicitario incrociato
sul suo cammino che ha deciso di abbandona-
re la scuola di architettura per imparare a fare
scarpe. Il sogno di ogni madre, si direbbe con
ironia. Ma quella che sembrava una follia ha
funzionato bene e così Achilles ha lasciato la
Finlandia per lavorare per case di moda come
Marni, Sunnei, Courrèges e COS.
Da quel momento, Parigi è diventata la
sua seconda patria: «Mi sono trasferito a vi-
vere lì appena ho potuto e la verità è che con-
tinuo ancora ad andare avanti e indietro», di-
ce. Fino a oggi, ovviamente. Nominato diret-
tore creativo di Camper nel 2020, la pandemia sopra Nel living, scacchiera di Marion de
Raucourt e arazzo di Thomas Perroteau.
gli ha fatto cambiare idea. «Ho sempre vissuto pagina accanto Poltrona blu Extra Bold
in città, ma ho scoperto di essere comunque un di Moustache, lampada Snoopy di
ragazzo di campagna», dice ridendo, «quando Castiglioni (Flos), sgabello Wiggle di
Gehry (Vitra) e pouf Boa di Marcelis (Hem).
c’è stato il primo lockdown, ho chiamato Mi-
guel Fluxá, il nostro amministratore delegato,
e gli ho detto che forse aveva più senso che io
venissi a vivere qui, a Maiorca, dove l’azienda è
nata. Lui ha risposto che pensava che non avrei
mai voluto!». Detto fatto, Achilles ha prepara- poi trasferiti in una villa molto più gran-
to le valigie ed è sbarcato su un’isola che aveva de, contemporanea e con tanto di piscina.
già visitato in diverse occasioni, ma che non «Era troppo», ammette. «A volte avevo la
aveva mai conosciuto veramente. sensazione di essere da solo e all’improvviso
Dopo essersi sistemato in una vecchia ca- scoprivo che Romain era tornato e io non me
sa provvisoria e aver trascorso il primo inver- ne ero accorto. Avevamo bisogno di qualco-
no in un’altra, lui e il suo compagno si sono sa di più intimo».
Ancora una volta, il destino è intervenuto
nella vita di Achilles e un divorzio precoce ha
messo sul mercato la residenza in cui la cop-
pia vive adesso. «Sempre la solita vecchia sto-
ria». Con soffitti alti e al centro di un terreno
isolato da cui è impossibile vedere i vicini, il
«Pensavo che sarebbe cottage, come lo chiamano, sembra fatto ap-
stato divertente vivere posta per loro. «È molto più accogliente, no-
nostante l’altezza. Facile, semplice. Pensavo
in una villa, ma non faceva che sarebbe stato divertente vivere in una vil-
assolutamente per me» la, ma non faceva assolutamente per me. Ora
Achilles Ion Gabriel abbiamo quello che ci serve, né più né meno».

197
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sopra Nella camera da letto, scultura di Piia Hiltunen e sedia Groovy di Pierre Paulin. pagina accanto Achilles Ion Gabriel indossa
un lungo cappotto di Prada, t-shirt bianca di Camper e scarpe di CamperLab, modello Traktori. Sullo sfondo, la scacchiera di Marion
de Raucourt, con due pezzi mancanti: il re e la regina. «Erano un regalo di nozze», ci dice, «ma ha promesso di rifarli per me».

198
ARCHITECTURAL DIGEST

200
CASE

«Se ci si avvicina, si possono


notare i fossili nelle pareti»
Achilles Ion Gabriel

a sinistraIl soggiorno sopra In cucina, scultura


era una tela bianca che di Pep Canyelles e dipinto
Achilles ha riempito realizzato dallo stesso
di tappeti vintage, pezzi proprietario di casa.
d’arte e oggetti di design Anche in soggiorno ci
acquistati nei negozi sono alcune delle sue
di antiquariato e nei opere, testimoni di un
mercatini delle pulci. eclettico talento creativo.

201
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

202
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

La nuova casa è una costruzione moderna,


a pianta aperta, a cui non è stato necessario ag-
giungere o togliere nulla – tranne le porte di
entrambe le camere da letto –, e che è rifinita
con le pietre che provengono da quello stesso
terreno: «Se ci si avvicina, si possono notare
i fossili nelle pareti». Da ogni angolo si può ve-
dere la piscina, il vecchio pollaio dove, purtrop-
po, non ci sono più galline, e persino un sotto-
marino giallo semisepolto che l’ex proprieta-
rio, di professione scenografo, aveva costrui-
to in giardino.
«Non sappiamo a cosa serva, ma è bel-
lo». Molto più antica è la casita (Achilles la
chiama così), una vecchia capanna di pietra
che funge da lavanderia e che la coppia inten-
de trasformare in futuro in uno studio d’arti-
sta. «Mi piace dipingere per evadere, perché sopra In un angolo del salone poltrona
Wiggle Side di Frank Gehry per Vitra.
di solito penso sempre al lavoro, ed è Romain Quadri e oggetti sono stati acquistati
che deve tirarmi fuori dalle mie fantastiche- nei mercatini delle pulci. pagina accanto
rie perché le ore passano e io non me ne ac- Davanti alla piscina, un pezzo in ceramica
customizzato da Achilles e sedie vintage.
corgo», spiega Achilles con l’imbarazzo di chi
pensa di star solo imbrattando la tela per di-
vertimento. «Avevo molti quadri accatastati e
sono stati i miei amici a incoraggiarmi a tirar-
li fuori». Ora le sue opere condividono la sce-
na con una Extra Bold armchair di Moustache, «Il mio mobile preferito è la poltrona che ho in
uno sgabello e una sedia di Frank Gehry, di- camera da letto, ma è così bassa che è difficile
versi pezzi della scultrice galiziana (ma basa- da collocare, di solito non si adatta al resto del-
ta a Maiorca) Sara Regal e altri tesori raccol- le cose che ho». Collezionista nato e “impulsi-
ti negli anni tra mercatini delle pulci e negozi vo”, Achilles non pensa all’utilità (o alla conve-
di design e antiquariato. nienza) del pezzo finché non l’ha ormai porta-
to a casa. «Una volta ho comprato una bellissi-
ma tigre che è tipo, non so, due metri o qualco-
sa del genere, tutta di legno. Gigantesca. Nella
mia testa la immaginavo su un tavolo, ma poi
mi sono guardato intorno e mi sono reso conto
che non avevo un posto dove metterla».
Lo stesso è accaduto per l’arazzo che rico-
«Il mio pezzo preferito è pre completamente l’unica parete senza fine-
la poltrona che ho in camera stre della casa: «L’ho ricevuto per caso e ricor-
do che mentre ero in macchina pensavo “oops,
da letto, ma è così bassa potrò appenderlo da qualche parte?”. La veri-
che è difficile da collocare» tà è che alla fine uno spazio lo trovo sempre
Achilles Ion Gabriel e tutto finisce bene». ○

203
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

Ibiza
Il grande camino a centro stanza, vero cuore
della villa, è di Focus. Divano su disegno,
lampade e pouf marocchini sul pavimento
in microcemento con riscaldamento integrato.

Ritorno alle origini


ARCHITECTURAL DIGEST CASE

Un progetto costruito su dettatura del destino. testo Valentina Raggi


styling Nail Mani
Un villaggio domestico che parla al paesaggio foto Nicola Carignani
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

206
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sopraL’ingresso di casa con porta a vetri scorrevole di Vitrocsa e una vecchia sedia in legno.
pagina accanto Un corridoio collega i diversi cubi di cui si compone il complesso.
La sedia è in legno e pelle e, a parete, attrezzi agricoli locali d’epoca acquistati in asta.

207
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

La grande cucina a vista, dove si radunano


famiglia e amici, è realizzata su disegno con
elementi contenitori e blocco con isola
in quercia, il top è in acciaio satinato.
Sedie CH24 Wishbone di Hans J. Wegner
(Carl Hansen & Søn), lampade a sospensione
in paglia intrecciata. Stoviglie di Le Creuset.

208
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

210
La terrazza principale, che guarda il mare
e il tramonto. Sul pavimento in microcemento,
tavolo e panche custom in massello
di quercia e sedia sospesa in rattan.
Per vedere le stelle, il binocolo Carl Zeiss.
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

212
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

sopra Nel bagno degli ospiti, lavabo di antoniolupi su vecchie tavole in quercia, e specchio di Gubi.
A parete, fotografie di famiglia e di Ibiza degli ultimi cinquant’anni. pagina accanto La camera da letto
padronale, con porte finestre in corten traforato. Copriletti e pouf marocchini.

213
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

214
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

« P O C H I E S E L E Z I O N AT I
I PEZZI DI ARTE E DESIGN,
L E S TA N Z E D E V O N O
PA R L A R E D A S O L E »
annette

Annette e Maurice si incontrano e inna-


morano più di vent’anni fa. Ma solo qual-
che anno più tardi fanno una piccola sco-
perta che rivoluziona le loro vite. Sfoglian-
do vecchi album di famiglia si accorgono
che i genitori di entrambi negli anni ’70 an-
davano in vacanza a Ibiza in un piccolo e
incantevole villaggio di bungalow vicino
San Carlos. Ma non si erano mai incontra-
ti. La passione infantile di entrambi per l’i-
sola così si riaccende, e i due cominciano
a passare del tempo a Ibiza tanto da sposar-
si qui. Passano altri anni e, nel 2012, Mau-
rice trova un terreno montuoso, selvaggio
e silenzioso affacciato sul mare sulla costa
a ovest, e si innamora un’altra volta.
I due decidono di costruire qui la pro-
pria casa di famiglia, da vivere tutto l’an-
no. La prima idea è un simbolo: mettere
un grande camino al centro della villa,
proprio come in un tipico villaggio spa-
gnolo dove tutti si incontrano. Animo cre-
ativo, è Annette stessa a occuparsi del di-
segno della struttura e dei mobili, con l’a-
iuto di un architetto e di artigiani locali.
Per integrare il progetto nel paesaggio,
tra quelle pietre secolari vengono edifica-
te varie casette/stanze cubiche, collegate costante tra interno ed esterno». Agli arre-
da un lungo corridoio e disposte attorno di su disegno si affiancano rarefatti pezzi di
al nucleo centrale, con il camino e il diva- maestri e opere d’arte: «Pochi e seleziona-
no circolare incastonato nel pavimento. ti, perché la casa e le stanze devono parla-
«Abbiamo voluto combinare elemen- re da sole», continua Annette.
ti architettonici moderni e minimalisti con Invisibili pannelli fotovoltaici, im-
elementi tradizionali locali come compro- pianti geotermali e di desalinizzazione
messo per le nostre preferenze personali», dell’acqua contribuiscono al rispetto della
spiega lei. La camera da letto padronale ha natura circostante. Che si fa giardino gra-
un bagno incastonato in una piccola torre zie all’inserimento di piante di specie di-
con mura in pietra, le altre quattro camere verse, ma abili a resistere alla siccità, e di
da letto guardano, rispettivamente, due il una piscina. «Ci sono anche il vicolo d’in-
mare e due la montagna. L’accogliente cu- gresso in sabbia, invece che il classico in
cina è custom realizzata da maestri loca- erba, per sentirsi al mare restando tra le
li in legno di quercia. Per le grandi finestre montagne, e una capanna sull’albero con
Annette sceglie portali in corten traforato una vista spettacolare», aggiunge la padro- sopra La camera da letto affacciata sulla
che lasciano filtrare i raggi di sole, crean- na di casa. Infine, a concludere il progetto montagna ha pareti in pietra naturale, letto
in quercia custom e sedia CH24 Wishbone
do poetici giochi di luce. «Ho scelto mate- ci pensano Annette, Maurice, i due figli, i di Carl Hansen & Søn. pagina accanto
riali e palette naturali per creare un dialogo gatti, le galline, la vita. ○ Sotto il gazebo, lettini provenienti da Bali.

215
Water Mill, New York

Vita di campagna

Un tetto di tegole di legno,


un orto, i toni del rosa,
il silenzio: negli Hamptons,
il retreat da sogno dello
stilista Joseph Altuzarra
e della sua famiglia

testo Derek Blasberg styling Mieke ten Have foto Ngoc Minh Ngo
Nel living, una fotografia
di Candida Höfer è
appesa dietro a un
divano di Dmitriy & Co.
rivestito in un tessuto
di Schumacher.
Specchio Rogan
Gregory, pouf di Karl
Springer, tavolino di
Bjørn Wiinblad, poltrone
di Vladimir Kagan.  

217
Una fotografia di Simen
Johan in sala da pranzo.
Lampadario di Apsara,
tavolo di Josh Greene
Design e sedie di Gallotti
& Radice. Vasi di Sara
Paloma Pottery, la sedia
accanto alla foto è
di Faye Toogood.

pagina accanto , dall ’ alto


Altuzarra nel suo studio.
Divano di Lawson-
Fenning in un tessuto
di Scalamandré; tavolini
custom in travertino di
Il Granito. Sulla scrivania
di Room & Board,
lampada di Franco Albini.  
Emma nella nursery.
A parete, una fotografia
di Simen Johan, parati
di Rebecca Atwood,
daybed di Josh Greene
Design. La sedia di rattan
è di Maisonette,
il lampadario di macramè
e il lama a dondolo sono
di RH, il tappeto
è di Anthropologie.
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

«Adoro tutti i toni del rosa,


la rotondità dei mobili,
le diverse texture del living»
Joseph Altuzarra

All’inizio c’è stata la sfida a colpi di mood board. «Do-


po aver comprato il terreno, abbiamo creato ognuno
la propria bacheca su Pinterest, e poi le abbiamo con-
frontate», dice Joseph Altuzarra, stilista parigino di ba-
se a New York. Il progetto: costruire un retreat da so-
gno con il marito in un terreno agricolo protetto, in fon-
do a una strada tortuosa nel cuore del villaggio di Wa-
ter Mill, negli Hamptons. «La mia casa era molto Dia-
ne Keaton in Tutto può succedere. Tetto in stile gambrel,
cucina perfetta, ortensie». «La mia invece era un fieni-
le nero, sono un minimalista», dice ridendo il marito,
il promotore immobiliare e uomo d’affari Seth Weis-
sman. «Poveri architetti».
Quello che avrebbe potuto portare al dissidio coniu-
gale si è risolto in armonia architettonica. «È il frutto del-
la nostra unione», dice Weissman, indicando la casa con
otto camere da letto in cui la coppia e le loro figlie, Em-
ma, due anni, e Charlotte, appena nata, vengono nei fine
settimana e in estate. Con l’aiuto di Matthias Hollwich
di HWKN, Architecture Altuzarra ha avuto le tegole in
cedro che rivestono il tetto a falde, che, su richiesta di
Weissman, non presenta finiture, persiane o grondaie.
«Avevamo entrambi idee molto precise sulla casa, e
ora, quando la guardo, penso che alcune siano più simi-
li al mio gusto, altre al suo», dice lo stilista. Altuzarra e
Weissman si sono conosciuti in un locale di New York,
il Duvet (oggi chiuso), nel 2005. Quell’anno si sono en-
trambi diplomati al college, Altuzarra allo Swarthmore
e Weissman alla Pennsylvania University. Hanno passa-
to insieme le prime estati a Fire Island Pines, dove Weis-
sman era comproprietario del distretto commerciale. Nel
2014 hanno iniziato a frequentare gli Hamptons. Dopo
aver lavorato per Marc Jacobs e Riccardo Tisci per Gi-
venchy, Altuzarra ha lanciato il suo brand nel 2008, con
Julianne Moore e Rihanna fra le prime clienti celebri.
La griffe si è fatta subito notare per il mix di eleganza eu-
ropea e gusto classico americano, con un pizzico di allu-
re francese. Al Met Gala di quest’anno ha vestito Hillary
Clinton, la top model Precious Lee e Rachel Brosnahan,
la star di The Marvelous Mrs. Maisel.
La coppia si è trasferita in questa casa nel luglio
2019, ben prima che molti newyorkesi si riversassero
fuori città durante il lockdown. «La prima volta che ab-
biamo dormito qui è stato il weekend del 4 luglio.

219
ARCHITECTURAL DIGEST

«È importante avere una visione chiara


di ciò che si desidera, ed essere in grado
di esprimerla» J o s e p h A l t u z a r r a

sopra Le pareti della family room sono rivestite in lino belga. Divano a L in velluto di RH, tavolino e poltrone di Lawson-Fenning,
tappeto di Soufiane Zarib. A parete, fotografie di Charles Fréger. pagina accanto , dall ’ alto La camera principale è rivestita
in ultrasuede. Letto di Christophe Delcourt, panca di BDDW. Sui comodini, lampade di Eny Lee Parker. Nel bagno principale, vasca
di Lacava con rubinetti Kallista, applique di Apparatus, sgabello di Charlotte Perriand.

220
CASE

221
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

«La prima volta che abbiamo dormito qui


i mobili non erano arrivati, ricordo
di aver ordinato pizza e pasta e di aver fatto
un picnic nel living » J o s e p h A l t u z a r r a

I mobili non erano arrivati, ricordo di aver ordinato piz-


za e pasta e di aver fatto un picnic nel living», dice Al-
tuzarra.«Seth e io proprio non riuscivamo a credere che
questa fosse davvero casa nostra».
Con l’aiuto dell’interior designer Josh Greene, i car-
toni della pizza sono spariti e i mobili arrivati, e questa è
la stanza preferita di Altuzarra. «Volevo un living nei toni
del rosa fin dall’inizio», dice lo stilista, riferendosi al di-
vano modernista di Dmitriy & Co. in un tessuto di Schu-
macher color cipria, che sembra un bijou. «Adoro tutti
i toni del rosa, la rotondità dei mobili, le diverse textu-
re. E adoro il camino. Mi distendo lì davanti tutte le sere
con un libro, estate e inverno».
L’home office al secondo piano diventa il quartier
generale quando crea le nuove collezioni, spesso con
il suo team di designer, tutto al femminile. Lo studio di
Weissman è un piano sotto. «Mi piace sedermi al tavolo
della cucina», spiega. «Stare dove c’è il cibo».
Karen Altuzarra, la madre di Joseph, presidente del
consiglio di amministrazione del suo marchio, è ospite
abituale: le piace stare vicino alle nipoti. Il suo più gran-
de contributo alla casa è stato un orto, con more, lampo-
ni, fragole, peperoni e cavolo riccio. Il resto del giardino
è stato progettato da Summerhill Landscapes con la con-
sulenza dello Studio Lily Kwong (Kwong è la cugina di
Altuzarra, e a volte musa del brand).
La famiglia trascorre molto tempo in un soggiorno
con le pareti in lino belga dai toni neutri, che, ammetto-
no, non è l’ideale per una bambina di due anni. «Gli ami-

Pag. 217: foto © 2022 Candida Höfer/Artists Rights Society (ARS), New York
ci ci dicono: “Siete pazzi?”», racconta Weissman, indi-
cando il lungo divano a L color crema di RH e il morbi-
do tappeto marocchino bianco. Altuzarra indica due pol-
trone rivestite in uno shearling acquistato da un’azien-
da tessile con cui collabora spesso. «Quando si progetta
è importante avere una visione chiara di ciò che si desi-
sopraJoseph Altuzarra e Seth pagina accanto La casa con il tetto dera, ed essere in grado di esprimerla», afferma. «Che si
Weissman (a sinistra) con la figlia di tegole in legno di cedro è un
tratti di disegnare un abito che faccia sentire “powerful”,
Emma e Ben, il loro Schnauzer nano. progetto di HWKN Architecture.
o di progettare una stanza che ci renda sereni, è sempre
l’espressione di uno stato d’animo o di un sentimento».
Anche se la famiglia cresce, la coppia non chiederà
più a nessuno di creare mood board su Pinterest. Come,
infatti, racconta sorridendo Weissman: «Per convincere
Emma a trasferirsi in una camera più grande, le abbiamo
detto che poteva scegliere la carta da parati. Poi Joseph le
ha fatto vedere tre opzioni, ma le aveva ovviamente già
decise lui». ○

222
ARCHITECTURAL DIGEST B A C K S TA G E

a cura di Giovanni D’Odorico Borsoni N E L L O S T I L E D E L L A C A S A A W AT E R M I L L , N E W Y O R K ( P A G . 2 1 6 )

ALTER EGO
Progetti utili quanto decorativi, in cui i designer esprimono
la più vasta creatività. Dal minimalismo intramontabile a
forme sempre più sperimentali. A ciascuno il proprio specchio

VERDI LICHEN MIRROR H A R VAT PA L M E A


The New Craftsmen JCP Universe Nilufar Gallery

Disegnato dall’artista inglese Charlotte Kingsnor- Concepito come un drappo che orienta e trasfor- Parte di una collezione di Khaled El Mays, questo
th su ispirazione dei licheni, è realizzato in bron- ma l’identità dello spettatore, grazie alla sua for- complemento ornamentale di art design è realiz-
zo patinato lavorato con pigmenti e agenti chimi- ma irregolare e tridimensionale, questo specchio, zato in maniera artigianale in Libano utilizzando
ci per ottenere effetti cangianti iper naturalistici. in vetro fuso stampato, è firmato Damien Gernay. legno, vimini, filo e specchio.

D1-FE-M 01 OMEGA FLUXUS


Vero Riflessi Sicis

Frutto di una ricerca di Federica Elmo sull’ibrida- Semplice e d’effetto, ha cristallo specchiante o Classico contemporaneo. Ha finitura laccata pa-
zione e il riuso dei materiali, ha una cornice creata bronzato e cornice in metallo verniciato grafite, tinata e cornice con mosaico artistico minuto, re-
riunendo in una forma fluida sei pezzi di legno, con oro rosa, champagne perlato, oppure in metallo alizzato a mano secondo tradizione, che integra
finitura laccata lucida color rosso ossido. spazzolato con finitura ottone, titanio o cobalto. un’illuminazione Led. Design Massimiliano Raggi.

225
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

226
LUI & LEI
Una townhouse georgiana rinasce grazie a una ristrutturazione che ne valorizza l’eredità
storica e ne ammorbidisce le linee maschili con una quota rosa di dettagli e arredi soft

Dublino

pagina accanto Nella sala da pranzo tavolo


Barry di Miniforms e sedie Paloma
di Fortigiorgio. Sospensione Ball and Shade
di Square in Circle. Armadietti in lacca rosso
testo Elena Dallorso scuro. Sulla mensola del camino vasi Cerere,
foto Ruth Maria Murphy Vesta e Bacco di Laesse per Artemest.
La cucina disegnata
da KLD è stata
realizzata su misura
da O’Gorman Joinery.
I dettagli dei mobili
riprendono i fregi
antichi in stile
contemporaneo.
Sgabelli in legno ML42
di Byflou. Lampade
a sospensione Nuura
di Hicken Lighting.
«Abbiamo riconfigurato lo spazio
nel rispetto delle proporzioni
originali, ma secondo l’uso meno
formale di oggi» R ó i s í n L a f f e r t y
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

230
In uno dei bagni carta
da parati di Rockett
St. George, lampade di
Soho Home, lavabo e
rubinetto di
Sonas Bathrooms.

pagina accanto
Nella camera degli
ospiti il pavimento è in
terrazzo. Poltrona
e pouf Bubble Chair di
Roche Bobois, come
la lampada Nomade.
Sospensione Nelson
Saucer Bubble di Hay.
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

Nel living,
lampadario
Sputnik in ottone
anni ’50, divano
Rico di Ferm Living
e divano Ploum
di Ronan & Erwan
Bouroullec per
Ligne Roset, come
lo sgabello in legno
Monolog. Coffee
table in marmo
nero di Pols Potten.
Glenn Cabinet
di Woo design.

232
«Nella scelta dei mobili
ha prevalso una linea morbida,
femminile, in contrasto
con la mascolinità dell’intera
struttura della casa»
Róisín Laffer ty
ARCHITECTURAL DIGEST CASE

234
Sulla scala principale
finestra originale
a doppia altezza con
vetri colorati. Sedia in
legno antico e velluto,
acquistata da Joy
Thorpe. Alle pareti
colore Purbeck Stone
di Farrow & Ball.

pagina accanto
La camera padronale.
Lampadario italiano
vintage (Vinterior).
Letto in noce con
piedini in ottone (Etsy)
e sospensioni laterali
Fulcrum (nest . co . uk ).
Panca Bailey di DFS.
Il tappeto è di Rug Art.
ARCHITECTURAL DIGEST

236
Foto Ruth Maria Murphy/Living Inside
CASE

Le case non sono entità neutre. Gusci, sì, ma non vuoti. Pare- In quest’ottica abbiamo creato una connessione tra il grande li-
ti, sì, ma che parlano. Hanno un carattere. E un sesso. Questa ving e la cucina, che occupano entrambi la parte frontale dell’e-
townhouse in una delle zone a più alta presenza di architetture dificio, affacciata su un meraviglioso parco a uso dei residenti e
georgiane di Dublino, il sobborgo di Kenilworth Square – cresciu- su altre bellissime case della stessa epoca». A fungere da trait d’u-
to a circa cinque chilometri dal centro intorno al 1858 –, è certa- nion le sfumature black del parquet originale a grandi listoni di
mente portatrice di cromosomi XY. «È squadrata, con angoli ret- pispagno, con tutti i segni del tempo e le imperfezioni del legno.
ti, simmetrica», dice Róisín Lafferty, fondatrice e Creative Direc- «I pavimenti originali, che negli anni erano stati coperti da una
tor di Kingston Lafferty Design (KLD), lo studio che l’ha restitu- pesante moquette, una volta liberati hanno rivelato un carattere
ita, in tutta la sua gloria, ai nuovi proprietari, che se ne erano in- incredibile, così abbiamo deciso di tenerli e di tingerli di un in-
namorati nonostante nei decenni avesse subito parecchi rima- tenso color ebano», racconta Lafferty.
neggiamenti e partizioni che avevano trasformato i grandi spazi Per enfatizzare i dettagli d’epoca la designer si è rivolta ad ar-
originali in un alveare di stanzette adibite a uffici. tigiani di fiducia, come la falegnameria O’Gorman Joinery, che
Triste sorte di bistrattamenti architettonici capitata a questo ha integrato in ciò che era preesistente elementi contemporanei
edificio a tre piani come a molti altri durante gli anni in cui i “li- dando alla casa linearità e rigore. «Questo tipo di intervento è ri-
sted buildings” non si sapeva neppure che cosa fossero, né che uscito a collegare tutti gli spazi attraverso pannelli, armadiatu-
con un vincolo del Dublin Civic Trust si potesse preservare l’e- re e pareti a specchio in bronzo che riflettono i vari ambienti. Se
redità del passato. Nella caratterizzazione cromatica Lafferty ha devo pensare a una parola chiave per questa casa è rispetto», ag-
seguito la mascolinità della casa: una palette di grigi, blu e tona- giunge l’interior designer. «Rispetto per la sua storia, per il con-
lità di verde richiama la vocazione marinara e migratoria della testo in cui è stata costruita, per ciò che è sopravvissuto o che sia-
città e dell’isola e sottolinea che sì, lo stile georgiano è uno sti- mo riusciti a far rivivere».
le per gentlemen. Ingentilito da stucchi, architravi, soffitti altis- Come i camini in sala e in cucina, abbracciati da cornici con-
simi e finestre luminosissime, ma pur sempre maschile. Per tro- temporanee di marmo disegnate dallo studio di interior in modo
vare una sorta di equilibrio, Lafferty ha introdotto forme morbi- da riprendere lo stile dei fregi antichi, o le enormi finestre, valo-
de negli arredi e lampadari Mid-Century (originali e in stile) che rizzate da un layout che le rende sempre protagoniste, e arredi che
aggiungono un tocco soft, femminile, al tutto. non riempiono mai troppo e volutamente informali. «Non vole-
«Nella ristrutturazione abbiamo pensato prima di tutto a ri- vamo niente di pesante, né in termini di colore né di forma. Nel-
configurare lo spazio nel rispetto delle proporzioni originali, ma la scelta dei mobili e delle lampade ha prevalso una linea morbi-
secondo l’uso meno formale che una famiglia come quella che da, femminile, in contrasto con la mascolinità dell’intera strut-
è venuta ad abitare qui – due genitori molto impegnati profes- tura della casa», dice Lafferty. Il divano blu navy di Ligne Roset
sionalmente e tre figli, di cui uno appena nato – fa delle diverse e quello in lana bouclé panna di Ferm Living nel soggiorno ne
stanze», spiega Lafferty. «I proprietari volevano dare risalto al- sono la testimonianza, così come le lampade italiane Mid-Cen-
la zona al piano terra collocando qui anche la cucina e la sala da tury. Al primo piano si trova la zona notte, con una grande sui-
pranzo anziché nel basement più buio dove si trovavano prima. te padronale affacciata sulla piazza. Uno spazio guardaroba che
contenesse la grandissima quantità di abiti e oggetti della fami-
glia è stato ideato da O’Gorman Joinery, quasi fosse una boise-
rie, per questo spazio, e scorre dalla camera da letto principale
fino al bagno, pannellando le pareti. L’altissima testata del letto
pagina accanto , rubinetteria di Sonas.
dall ’ alto in senso Nel living al piano
copre la parete che ospitava in passato un camino, trasforman-
orario Nell’ingresso, interrato, divano dola in una quinta teatrale.
dettaglio di un Nuela in pelle di DFS «I proprietari ci hanno chiesto di trovare sempre un equili-
architrave originale e lampade scultoree
con specchio fumé Up di Marcel brio tra formale e informale in modo giocoso e contemporaneo,
e panca custom e Wanders per Roche accentuando i dettagli antichi ma contrastandoli con forme più
lampadario italiano Bobois. Mensole a
vintage (Vinterior). incasso. Uno scorcio moderne. Volevano un progetto che si basasse sugli elementi ori-
Dettaglio di un del corridoio con ginali: la loro casa doveva raccontare una storia, incorniciare il
bagno con armadietti boiserie su misura
custom di O’Gorman di O’Gorman Joinery
modo in cui vivono oggi e fornire loro un rifugio per affrontare
Joinery, vasca e e gli scuri originali. la vita frenetica di tutti i giorni». ○

237
ARCHITECTURAL DIGEST B A C K S TA G E

a cura di Giovanni D’Odorico Borsoni NELLO STILE DELL A CASA A DUBLINO ( PA G . 2 2 6 )

EVERGREEN
Una composizione di arredi e complementi, modulata
sulle sfumature di un unico colore dominante, crea
una ritmica domestica che fluisce tra armonie e contrappunti

PA R S I FA L O R I E N TA L M O O N P AT C H A
Fendi Casa Hyejeong Kim cc-tapis

Disegnata da Thierry Lemaire, la poltrona ha base La giovane e pluripremiata ceramista mixa influen- Utilizzando un patchwork di trame, altezze di tes-
rotonda girevole con finitura oro spazzolato. Strut- ze orientali e occidentali in creazioni dalle forme suti e colori misti, con materiali riciclati e tintu-
tura in legno rivestita in poliuretano e Fiberfill. La organiche ispirate a fiori e frutti. Come questo va- re sostenibili, Patricia Urquiola crea un tappeto
seduta è in tessuto. Esiste in varie altre versioni. so in gres, parte della serie Carpel. di stratificazioni che è un inno alla spontaneità.

ARAD YO ! BISOU
Sahrai Milano Connubia Christian Fischbacher

Parte della Parsa Collection, rivisita i tradiziona- Disponibile con o senza braccioli, con seduta in- Avvolgente e soft, il plaid in 100% cachemire ha
li tappeti persiani con un design made in Italy. In trecciata o in polipropilene su telaio in alluminio, un’armatura panama che conferisce una mano ul-
versione Grey, ma disponibile anche Beige, è in se- in vari colori, questa sedia è studiata per l’outdoor. tramorbida. È disponibile in cinque colori. Un ac-
ta finemente annodata a mano. Impilabile, ha anche la versione sgabello. cessorio passe partout, senza tempo.

239
Parigi

SPIRITO
LIBERO
Dal disegno dei più spettacolari set di sfilate nel mondo a quello
della propria casa. L’elegante iper creatività di Alexandre de Betak
testo Marina Hemonet styling Sarah de Beaumont foto Matthieu Salvaing
In sala da pranzo,
tavolo e sedie
di Joseph
Pheromones
(Paul Bert Serpette)
e due sedie
Nobody’s perfect
di Gaetano Pesce.
Wallcovering di
Reese Studio.

pagina accanto
La scalinata
su disegno
di Alexandre
e, sul fondo,
un accumulo
di Rock Lamp
di André Cazenave.
ARCHITECTURAL DIGEST

a sinistra , dall ’ alto


Elementi in marmo disegnati
da Alexandre, vasca di Bernard Tinivella
(Paul Bert Serpette). Alexandre e Sofia de Betak
nel living, con poltrone Amanta di Mario Bellini
(B&B Italia vintage) e, sul fondo, opera luminosa Voyage
n° III, 1958, di Frank Malina (RCM Galerie).

242
CASE

«Non sono un collezionista nel vero senso del termine,


ma sono un accumulatore delle mie ossessioni.
Mi piace svilupparle e dissotterrarle» A l e x a n d r e d e B e t a k

Nella camera
padronale, una
boiserie italiana
del XVIII secolo
(Paul Bert Serpette).
Lampade disegnate
da de Betak (Treca)
e biancheria di
Yves Delorme.

243
ARCHITECTURAL DIGEST

244
CASE

sot to Nello studio Mario Bellini (B&B


di Sofia, un traliccio Italia vintage), e
per rose rampicanti Bois et Daim di
indoor disegnato Joseph Pheromones
da Alexandre de (Paul Bert Serpette)
Betak (realizzato attorno al tavolino di
da Tricotel) e LaVerne. Sedia rossa
arredi di Art Déco Steltman di Rietveld.
giapponese (da Sulla consolle,
Paul Bert Serpette). speaker di Elipson
pagina accanto Un anni ’60 e quadro
angolo del living con luminoso Voyage
poltrone Amanta di n° III, 1958, di Frank

245
ARCHITECTURAL DIGEST

«Quando abbiamo comprato


questo posto c’erano
solo macerie e cemento»
Alexandre de Betak

Dior, Yves Saint Laurent, Jacquemus... Con oltre 1.500 sfilate


all’attivo, Alexandre de Betak è una figura chiave del mondo del-
la moda che, con la creazione del Bureau Betak, all’inizio degli
anni ’90, ha saputo reinventare completamente il concetto di fa-
shion. Oggi, dopo aver fondato la sua agenzia di design digitale
Bureau Future nel 2016, sta lanciando Takbe Studio, una nuova
struttura dedicata all’architettura e all’interior design: «A diffe-
renza di Bureau Betak, dove tutto va molto velocemente, l’idea
di Takbe Studio è quella di realizzare qualcosa di duraturo. Ho
passato la mia vita a fare sfilate di moda che durano dieci minuti
o anche meno, ma è estremamente interessante e creativamente
stimolante passare il tempo a (ri)visitare concetti che dureranno
più a lungo». Un modo di affrontare le cose controcorrente che
lo ha guidato anche nella ristrutturazione di questa villa tipica-
mente parigina dove vive dall’inizio del 2020 con la moglie ar-
gentina Sofia Sanchez, creatrice del marchio Chufy e consulen-
te di moda, e Sakura, la loro figlia di 4 anni.
Situato a pochi passi da Notre-Dame, di fronte alla Senna,
questo edificio del XVII secolo, che ha ospitato il Museo dell’As-
sistance Publique-Hôpitaux de Paris dal 1934 al 2012, ha attira-
to Alexandre per la prima volta nel 2013, quando lo ha visitato in
occasione della mostra AD Intérieurs. Quando la proprietà è stata
messa sul mercato qualche anno dopo, si è affrettato ad acquistarla
nonostante l’entità del compito. Sono stati, infatti, necessari due
anni di lavoro per collegare i diversi lotti che compongono la villa
e trasformarla in un’accogliente casa di 350 metri quadrati su tre
livelli. La coppia non ha esitato a trasferirsi mentre i lavori erano
ancora in corso: «Quando abbiamo comprato questo posto, tutto
era stato demolito. C’erano solo muri, niente elettricità, niente ri-
scaldamento, niente scale, niente pavimento, solo macerie e ce-
mento. Sofia e io abbiamo deciso di accamparci lì mentre lo dise-
gnavo. I miei figli (nati da un primo matrimonio, ndr) ci andavano
con lo skateboard e facevano le “tag” sui muri. C’era una libertà di
vita totale. Abbiamo amato questo periodo un po’ distruttivo, che
però ha creato un legame con il luogo, una memoria».
Alexandre ha scelto di mantenere questo spirito con le pareti,
alcune delle quali sono rimaste com’erano, per lasciar trasparire
gli strati del tempo. Un modo per rivisitare la classicità architetto-
nica del luogo, con i cui codici de Betak gioca – dalle travi del sof- pezzi di Sottsass, Perriand, Bellini, Pesce o Matégot... «Non sono
fitto alle infilate prospettiche, dalla pietra di Borgogna al parquet un collezionista nel senso tradizionale del termine, ma sono un
di Versailles fino alle maniglie del XVIII secolo trovate al merca- accumulatore delle mie ossessioni, mi piace svilupparle e dissot-
to delle pulci di Saint-Ouen: «Mi piacciono gli esercizi di stile ap- terrarle. Per esempio, ho sempre amato le Vespe da quando ave-
profonditi e molto diversi tra loro, che si tratti di un loft newyor- vo 14 anni, l’hi-fi in generale e i diffusori Elipson in particolare, li
kese, di una casa balearica degli anni Settanta o di questa villa ho ovunque», spiega.
privata del XVII secolo». E ciò che gli piace di più è mescolare sti- La cucina è stata progettata da Alexandre in stile industriale
li e influenze con grande spontaneità, in base ai suoi desideri, ai con vetro fuso a mano e pietra dello Zimbabwe. È completamente
viaggi della coppia giramondo o alle peregrinazioni virtuali. Ete- aperta, in modo da poter cucinare e intrattenere allo stesso tem-
roclita, la mise en scène riunisce oggetti anni Settanta, arte africa- po. Ha progettato anche la scala dalle linee scultoree. Realizzata in
na, mobili anni Quaranta, arte cinetica e greco-romana, cineserie, calce e ricca di curve, ricorda la casa che la coppia possiede a Deià,

246
CASE

a sinistra Nel living,


poltrone Amanta
di Bellini e Bois
et Daim di Joseph
Pheromones (Paul
Bert Serpette).
Tavolino di Philip
e Kelvin LaVerne,
console Demistella
di Ettore Sottsass
e, a parete, opera
fotografica
La Cupola di
François Halard con
cornice disegnata da
Alexandre de Betak
(realizzata da G2V).
A sinistra, due sedie
di Gaetano Pesce.

sull’isola di Maiorca. Oltre agli effetti della calce, anche il bian- della camera della figlia Sakura, con i volti dei membri della fa-
co delle pareti è una costante: «È piuttosto rilassante avere i muri miglia inseriti in modo un po’ sfacciato. Una dose di follia si trova
candidi. Passando il tempo a creare, in qualche modo mi dà più li- nel Betak Clandestino, un rifugio al piano rialzato della casa na-
bertà il fatto di non avere alcuna influenza artistica intorno a me. scosto dietro uno specchio in stile Lewis Carroll: «A me e a Sofia
E spesso non appendo nulla, appoggio soltanto. C’è un lato più ef- sono sempre piaciute le stanze nascoste, e ci piace fare festa, così
fimero, preferisco che le cose non vengano fissate». ho deciso di creare un intero bar. Questo bar può essere utilizzato
Solo la camera da letto principale ha una parte di parete in- anche come discoteca, cinema, sala di meditazione, camera degli
teramente rivestita con una boiserie italiana del XVIII secolo, ospiti, in un ambiente fantasmagorico dove il soffitto è decorato
mentre lo spogliatoio è ornato da un antico pannello giappone- con un cielo stellato ispirato a una mappa del XVII secolo, disse-
se. La passione per il Giappone ha portato Alexandre a immagi- minato delle costellazioni zodiacali di ogni membro della famiglia.
nare un decoro dipinto – ora edito da Pierre Frey – per le pareti È bello mettere un po’ di follia nella nostra vita!». ○

247
YACHT
La performance, le innovazioni hi-tech, le soluzioni sempre più green. E poi l’eleganza,
i materiali, i layout e il décor firmati da grandi nomi. Ecco il presente (e il futuro) della nautica

Elena Dallorso Marco Morello


Ha collaborato Antonella Cotta Ramusino

a cura di testi

P. 2 5 0 Codecasa, P. 2 5 2 Luca Dini, P. 2 5 4 The Italian Sea Group, P. 2 5 6 Mangusta,


P. 2 5 9 Team for Design-Enrico Gobbi, P. 2 6 2 CRN, P. 2 6 5 Riva, P. 2 6 8 Next Yacht Group,

P. 2 7 1 Benetti, P. 2 7 4 Baglietto, P. 2 7 6 Sanlorenzo Arts, P. 2 7 9 Azimut, P. 2 8 2 Zuccon International

Project, P. 2 8 4 Ferretti Yachts 860, P. 2 8 6 Luxury Carpet Studio,


P. 2 8 8 Bellini Nautica, P. 2 9 0 Cannes Yachting Festival, P. 2 9 2 Monaco Yacht Show,

P. 2 9 4 Salone Nautico Internazionale di Genova


ARCHITECTURAL DIGEST

Potenza (quella delle navi militari), comfort ed eleganza sot toUn render del C127 in naviga-
zione: 58 metri costruiti su misura.
nel nuovo 58 metri di Codecasa, il C127 in basso Bridge Deck di Codecasa
58 – Costruzione C127.

IL GIOCO DEI MONDI


testo Marco Morello

Se si volesse raccogliere in una filosofia la sto-


ria di Codecasa, bisognerebbe raccontare co-
me il cantiere abbia sempre voluto mettere le
esigenze del cliente al primo posto. Creare con
lui, prima ancora di uno yacht, un dialogo mi-
rato a realizzarne i desideri.
Teoria che è pratica nella Costruzione C127,
nato dalla stretta collaborazione tra il team tec-
nico dei Cantieri Codecasa in sinergia con lo
studio di architettura M2 Atelier di Milano.
Un progetto «on spec», su misura, la cui con-
segna è prevista per la prossima estate.

250
YA C H T

Si tratta di una barca di 58 metri che unisce va-


ri mondi, gioca con le suggestioni, sposando
grinta ed eleganza: ha una carena dislocante
veloce tipica delle navi militari, senza soffri-
re di pesantezza, né mancare di fluidità. An-
zi, è ottimizzata con lo stato dell’arte della tec-
nologia disponibile per raggiungere i 21 nodi.
Un passo ragguardevole per la sua taglia, che
la farà entrare di diritto tra gli yacht più velo-
ci nella categoria. E i più longevi in acqua: a
12 nodi, l’autonomia supera le 6 mila miglia.
La rapidità non impone alcun sacrificio
dal punto di vista del comfort, anch’esso por-
tato a un livello superiore in termini di spa-
zi e servizi. Accanto alla suite dell’armatore
e a 5 cabine per gli ospiti, alla zona equipag-
gio con una stanza per il comandante e 6 per
il personale, ci sono un ascensore che serve
tutti i ponti, una beach area a poppa trasfor-
mabile in spiaggetta, una palestra e una pisci-
na. In questo yacht l’innovazione sposa il de-
sign: come svela Gianluca Imeri, che in colla-
borazione con Pierluigi Ausonio ha guidato i
lavori, per la Costruzione C127 sono state ese-
guite una serie di simulazioni hi-tech «nella
versione più raffinata», che hanno dato «ri-
sultati incoraggianti». Poi si è passati a pro-
ve su un modello in scala ridotta lungo circa
6 metri, per verificare che la struttura potesse
raggiungere l’alta velocità desiderata. Quan-
do si dice l’ossessione per il dettaglio.

dall ’ alto
La cabina armatoriale, con
l’ampia vetrata. Lo yacht ha altre 5
cabine per gli ospiti e 6 per l’equi-
paggio. Il sundeck, con la piscina
e i lettini. a destra Il grande salo-
ne principale.
Foto Courtesy Cantieri Navali Codecasa (1). M2 Atelier (2)

COSTRUZIONE C127
Codecasa

Lunghezza: 57,80 m
Larghezza: 10,50 m
Motori: 2 Caterpillar 3516E
(2525 kW / 3386 hp @ 1800 rpm)
Velocità massima: 20 nodi
Velocità di crociera: 16 nodi

251
ARCHITECTURAL DIGEST

SILENZIO, SI NAVIGA

Fino a 12 ore di autonomia in rada, 170 mq di pannelli solari, zero emissioni: il nuovo
catamarano Widercat 92 di LUCA DINI Design & Architecture pensa e viaggia eco

Oltre che nell’immensità, nelle tinte cangian-


ti di blu, il fascino del mare sta nella sua quie-
te. Una pace restituita nella sua pienezza dal
catamarano Widercat 92, firmato da Luca Di-
ni e sviluppato in collaborazione con il Centro
Stile Wider: nella modalità a zero emissioni, è W I D E R C AT 9 2
in grado di percorrere circa 27 miglia nautiche LUCA DINI Design & Architecture
a 6 nodi in un silenzio quasi assoluto. O di ga-
Lunghezza: 28 m
rantire fino a 12 ore di autonomia in caso di so- Larghezza: 12 m
sta in rada senza ricarica, mantenendo i moto- Motori: 2 x 420 kW Permanent
Magnet Motor.
ri spenti, rendendo udibile il fischio del vento Velocità massima: 15 nodi
e lo sciabordio dell’acqua. Velocità di crociera: 13 nodi

252
YA C H T

Questo yacht è un campione di sostenibilità: sotto , in senso orario


La zona dining.
La Skylounge a poppa, con le grandi
sulla sua superficie sono stati distesi 170 metri vetrate. La cabina dell’armatore, con
quadri di pannelli solari che gli garantiscono accesso diretto al beach club. pagina
accanto Il Widercat 92 in navigazio-
l’autosufficienza energetica da fermo, perché
ne. Il catamarano a propulsione ibri-
la forza dei raggi alimenta le utenze di bordo e da ha 170 mq di pannelli solari.
intanto ricarica le batterie per le necessità not-
turne. Per il movimento, alle eliche sono colle-
gati solo motori elettrici: portano fino a 15 no-
di la velocità, che altrimenti arriverebbe a 12.
Lungo 28 metri e largo 12, Widercat 92 non
brilla solo per le sue prestazioni a propulsione
ibrida. Ha un look che fa il pieno di luce gra-
zie alla superficie vetrata che corre da prua a
poppa, sormontata da una sovrastruttura ad
angolo armoniosa, di carattere, che fa da cor-
nice all’upper deck. Come tocco di stile, ecco
una linea semicurva nella tonalità dell’aran-
cio. I colori degli spazi sono chiari e luminosi,
arredi e layout possono essere personalizzati a
piacere. All’eleganza provvedono i particolari
in teak e i dettagli in ebano lucido. All’interno
c’è posto per due grandi cabine vip, entrambe
con accesso diretto al beach club, più una terza
per due ospiti con bagno privato. Su richiesta
dell’armatore, è possibile avere una configura-
zione che preveda una quarta stanza. Il main
deck supera i 100 metri quadrati e grazie ai suoi
spazi generosi offre la possibilità di collocare
a prua la cabina armatoriale garantendo così
uno spazio esterno a uso privato. Tramite una
comoda scala si raggiunge il piano superiore
ed è qui, a poppa, che s’incontra uno dei punti
più suggestivi dello yacht: le vetrate continue e
le porte spalancate sulle onde consentono una
vista a 360 gradi sulla meraviglia del mare.

253
ARCHITECTURAL DIGEST

Coniuga il meglio del design residenziale Il suo nome, Kenshō, viene dal giapponese e, a
spanne, si può tradurre come vedere l’essenza.
e nautico Kenshō di The Italian Sea Group, Un traguardo frutto di un lavoro di cesello, non
il mega-yacht che rivoluziona la vita in mare certo di una scoperta casuale e subitanea: «In-
tegra le migliori idee del design residenziale e

VEDERE del design della nautica per creare una nuova


qualità della vita in mare» afferma l’armatore,
che ha curato il progetto in prima persona. E

L’ESSENZA Giovanni Costantino, fondatore e Ceo di The


Italian Sea Group, dichiara: «Grazie al Kenshō
confermiamo il nostro know-how e le compe-
tenze nella costruzione di mega-yacht di tan-
ta innovazione e bellezza.

KENSHŌ
The Italian Sea Group

sot to Kenshō, M/Y da 75 metri del- Lunghezza: 75 m


la flotta Admiral, flagship brand di Larghezza: 12,8 m
The Italian Sea Group, che ridefini- Velocità massima: 15,4 nodi
sce i confini di spazio e lusso e di- @ trial load
venta emblema di qualcosa di nuo- Velocità di crociera: 13,6 nodi
vo, personale, rivoluzionario. @ trial load

254
YA C H T

sopra La zona pranzo con il gran-


de tavolo nel main deck. a destra ,
dall ’ alto La scala esterna che col-
lega i vari ponti. Una delle cabi-
ne degli ospiti. pagina accanto Il me-
ga-yacht Kenshō in navigazione.
destra , in alto e in basso )
Jouin Manku (a

Un capolavoro ricco di dettagli e ricerca».


È stato pensato per sposare arte e artigianalità,
accanto e a de stra , al centro ).

accostare morbidezze e solidità: il marmo ac-


canto alla seta, la lana con il bronzo e il vetro.
Con la natura a fare da motivo ispiratore e trac-
ciare, tra sinuose rotondità, una precisa identi-
tà. Non solo estetica: il sistema di propulsione
è diesel-elettrico, studiato per ridurre le emis-
sioni nell’atmosfera. I tanti luoghi di Kenshō
Foto Azure Yacht Design (pagina

favoriscono la convivialità: nell’ampio ma inti-


mo main deck, che ha il comfort lussuoso di un
ambiente familiare; nella piscina panoramica
a livello dell’acqua; nel ponte superiore con la
sua zona living o sul sun deck. Vedere l’essen-
za è anche valorizzare l’incontro, il piacere di
stare insieme galleggiando sul mare.

255
ARCHITECTURAL DIGEST

Il profilo è aggressivo e dinamico, gli interni lussuosi


e confortevoli: il Mangusta 104 Rev unisce gli opposti

IL DOMINATORE
DELLE ONDE

Ha un profilo che contiene il dinamismo, il


senso del movimento. Taglia l’acqua deciso,
veloce, mentre all’interno rallenta, frena, si go-
de il lusso della bellezza e della privacy. Sen-
za creare cesure, anzi restituendo la pienezza
dell’intero, di un disegno coerente.
Il Mangusta 104 Rev, nato dalla collabo-
razione tra il dipartimento ingegneristico del
gruppo Overmarine e lo studio Lobanov De-
sign, reinterpreta in chiave moderna la serie sopra Il Mangusta 104 Rev in naviga-
zione. Due motori MTU 16V2000M96L
Maxi Open, portando su un nuovo livello una e due idrogetti lo spingono alla velo-
tradizione che prosegue da 35 anni e conta cità massima di 35 nodi, senza rumo-
re né vibrazioni. Alla velocità di cro-
più di 300 barche all’attivo. Le linee riman- ciera (25 nodi), ha un’autonomia di
gono snelle e sportive, lo stile evolve, diventa 370 miglia nautiche.

256
YA C H T

M A N G U S TA 1 0 4 R E V
Mangusta

Lunghezza: 31,80 m
Larghezza: 7,1 m
Motori: 2 x MTU 16V 2000 M96L
2600 HP @ 2450 RPM (1939 kW). 2
X WATERJETS KAMEWA S63-4
Velocità massima: 35 nodi
Velocità di crociera: 25 nodi

sopr a Nel salone, divano Lawson


(Minotti), poltrona Marilyn (Baxter),
Fat Sofa Pouf (B&B Italia) e coffee
table Joaquim (Tacchini). a sinistra ,
dall ’ alto Tavolo da pranzo Oscar di
Opera Contemporary e panca 629 di
Rolf Benz. Lampade Urban e Urban
mini di Axolight. Nella cabina arma-
toriale lampada sul comodino Pep-
pone Black di Formagenda.

contemporaneo. Elementi distintivi sono le


ampie superfici in vetro inserite nello scafo,
che fanno un tutt’uno dell’insieme, rafforzan-
do il graffio dell’aggressività. Una personali-
tà che non è scomodità, anzi: si usi a parame-
tro la zona dove prendere il sole ricavata nella
parte frontale, che concede un generoso spa-
zio agli ospiti. O la porta del pozzetto pron-
ta a spalancarsi completamente, collegando
il dentro con il fuori per raddoppiare le occa-
sioni di convivialità.
C’è posto per 10 ospiti in quattro spaziose
cabine, che godono di quella stessa luminosità
esasperata nel main deck, nel salone con le sue
finestre che corrono dal pavimento al soffitto.
La luce è il pennello, il direttore d’orchestra
Foto Maurizio Paradisi

dell’atmosfera del Mangusta 104 Rev, che vo-


lentieri indugia nella circolarità, nella roton-
dità. Non un metodo per stemperare gli spigo-
li dell’esterno, quanto una profonda, convin-
ta, dichiarazione d’accoglienza.

257
1 O SA LON E N AU TI CO I N ACQUA D ’ E UR O PA

O6 11
S ETT.
2O22
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ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

ISA CLASSIC 65 M/Y Lo studio Team for Design-Enrico Gobbi, con


RESILIENCE l’acqua ha un feeling naturale e di lungo corso:
ISA, brand di Palumbo Superyachts
fondato a Venezia nel 2005, porta lo stile italia-
no a bordo di barche capaci di comunicare per-
Lunghezza: 65,50 m
Larghezza: 12 m sonalità mantenendo una forte impronta di ar-
Motori: 2 x MTU 12V4000M63 2 x 1500 kW tigianalità e mantiene uno stretto rapporto con
@ 1800 rpm
Velocità massima: 17,5 nodi i cantieri navali, per i quali firma esterni e in-
Velocità di crociera: 14 nodi terni. Come succede con Rossinavi (13 gli yacht
realizzati insieme), con il design di ispirazione
automobilistica di Utopia IV o quello più classi-
co di Isa. O con Palumbo Superyachts di Anco-
na, nel cui cantiere è appena stato completato
Resilience, un 65 metri su sei ponti re. «Nulla è
lasciato al caso. Anche la verniciatura esterna
in bicolore blu e bianco è stata studiata secon-
do lo stesso concetto delle finestrature nere,
per conferire allo yacht un profilo filante e di-
namico da prua a poppa per tutta la lunghezza

Lo studio Team for Design-Enrico Gobbi firma gli interni


e gli esterni di tre megayacht dalle grandi performance.
Mixando vivibilità, eleganza e dinamismo acquatico

ITALIAN STYLE
259
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

sopra Il salone Maindeck di Isa Resilience, in cui è protagonista l’onice mie-


le retroilluminata. È uno spazio molto luminoso, come una veranda sul mare,
grazie alle parti vetrate su tre lati. Arredi Minotti. a destra dall ’ alto Il salone
Upperdeck di Rossinavi Utopia IV, ha dettagli minimali con arredi tono su to-
no con un tocco di azzurro Tiffany. Arredi Minotti. La panoramica cabina Ar-
matore del Polaris Rossinavi 70 m. Mobile letto, comodino e lampada custom
made. in apertura Isa Resilience in navigazione.

QUESTIONE DI SILHOUETTE:
D U E M E G AYA C H T
CHE CORRONO NEL BLU

Nelle immagini a sinistra, altre due creazioni di


Team for Design-Enrico Gobbi, entrambe per
Rossinavi.In alto, Polaris II, un 70 metri per un
cliente privato. Nonostante i volumi importanti,
la silhouette dell’imbarcazione resta molto di-
namica. Sotto, Utopia IV, un 63 metri che nelle
linee si ispira alle auto sportive italiane.

dello scafo. Un’altra caratteristica distintiva,


che ne alleggerisce la forma facendola appa-
rire più elegante, è il disegno dell’albero che,
con due grandi ali di sostegno delle cupole dei
satelliti, contribuisce all’effetto filante del pro-
filo», spiega Enrico Gobbi, il demiurgo di Te-

Foto Michele Chiroli (1) e Giovanni Malgarini (1) per Rossinavi


am for Design-Enrico Gobbi, che ha studiato
il progetto in collaborazione con il suo co-di-
rector interiors Carlo Lionetti. «Abbiamo volu-
to esprimere», aggiunge Gobbi, «uno stile mo-
derno e ricercato a dimostrazione di un’altret-
tanto meticolosa attenzione all’uso dell’accia-
io e ai dettagli in generale». Lo yacht conta sei
cabine con una settima convertibile.
Quella di punta è la suite armatoriale, che
si estende sul ponte principale di prua. Nel
lower deck, oltre all’area lounge e a un bar, c’è
una spa: una palestra e una sauna con docce,
più una sala massaggi. Un’oasi di benesse-
re sul mare.

260
ARCHITECTURAL DIGEST

Linee tese e filanti per un carattere sportivo e interni dalle grandi ampiezze
per la convivialità insieme a un concept dal sapore tropicale
per un’atmosfera gioiosa: le due anime del mega-yacht RIO di CRN

PER SPORT E PER PIACERE


testo Elena Dallorso

sopraCRN M/Y RIO in navigazione. È l’ultimo superyacht true custom in acciaio e alluminio del cantiere navale CRN realizzato in collaborazione con lo studio di design
e architettura Omega Architects, per il concept degli esterni, e con lo studio di design Pulina Exclusive Interiors, a cui sono stati affidati gli interni.

Il suo debutto in società è imminente: il nuo-


vo mega-yacht RIO uscito dal cantiere nava-
le CRN (brand di Ferretti Group) di Ancona
CRN M/Y RIO verrà presentato al Monaco Yacht Show a fi-
CRN ne mese. Progettato – in collaborazione con
Omega Architects – in acciaio e alluminio con
Lunghezza: 62 m
Larghezza: 11,20 m linee tese e filanti, unisce nei suoi 62 metri
Motori: 2 Caterpillar 3512C ACERT di lunghezza almeno due anime: una sporti-
1230 kW @ 1800 rpm
Velocità massima: 15 nodi
va, che traduce in dinamismo le linee esterne
Velocità di crociera: 12 nodi slanciate e la fluidità del layout interno, e una

262
YA C H T

votata al relax e alla convivialità, fortemente


voluta dall’armatore, che ha affidato allo stu-
dio Pulina Exclusive Interiors e a CRN la cre-
azione di spazi “domestici” multifunzionali in
cui il flow design degli interior ha unito senza
soluzione di continuità le ampie zone living
interne ed esterne distribuite su quattro ponti.
Illuminata da grandi finestrature a tutta
altezza, la palette dominante sposa i bianchi
e i crema di pelle, marmi e rovere decappato
degli arredi con le tonalità di verdi e azzurri
marini in quasi tutti gli ambienti, dalle cinque
cabine ospiti, alla suite armatoriale, ai saloni,
al beach club. Ma c’è un’altra palette, sorpren-
dente, divertente, che con pennellate di colo-
ri solari e citazioni tropicali – come le opere
d’arte custom di ispirazione jungle diffuse su
tutta la nave – pervade l’intero yacht di un’at-
mosfera gioiosa e rilassante che raggiunge il
suo apice nell’ampia area polifunzionale all’a-
perto a prua dell’upper deck che può essere
vissuta come lounge con jacuzzi e area sola-
rium e come zona party dove trova spazio an-
che una console DJ.
L’armatore ha riservato a suo uso esclu-
sivo l’Owner Deck, uno spazio indoor e out-
door impreziosito da materiali e finiture pre-
giati. Per 323 metri quadrati di privacy totale.

a destra Il beach club, con arredi nei toni del verde e


del blu del mare. Quattro ampi lucernai sul pavimento
del ponte sovrastante donano allo spazio ulteriore lu-
minosità. sot to Nella sky lounge del ponte armatoria-
le dominano le tonalità chiare e marine. Divano Piaf e
tavolini Juno di Baxter.

263
F OR S OM E ON E
IT ’ S A SH A PE .

Custom Line 120’

F O R U S IT ’ S
A N A MA Z IN G S C U L PT U RE .

Manolo Valdés - Mariposas, 2017


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ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

R I VA 1 0 2 ’ C O R S A R O Ha un nome rivelatore, la bandiera di un’indo-


SUPER le assertiva: il Riva 102’ Corsaro Super è nato per
Riva
dominare il mare, per imporsi sui flutti con la
sua presenza non aggressiva però magnetica.
Lunghezza: 30,26 m
Larghezza: 6,70 m Irresistibile sia per chi lo abita, sia per chi gli
Motori: versione standard una cop- gravita attorno o lo scorge seppure da lontano.
pia di motori MTU 16V 2000 M96,
dalla potenza di 2435 mhp ciascuno All’aperto è prateria, offre circa 100 me-
Velocità massima: 26 nodi tri quadrati di spazi, che proseguono negli in-
terni con più di 140 metri quadrati di vetra-
te: un’apoteosi di trasparenze, un invito a un
perenne rimirare il paesaggio da dovunque.
Un gioco e un intrigo esasperati nella suite
armatoriale (le cabine sono cinque in tutto,
per 10 ospiti): qui, le finestre sono state ridi-
segnate e portate a due metri, esponendo il

Gli spazi, generosi, amplificati da vetrate che lo rendono un’apoteosi


di trasparenza. L’ultimo nato dagli storici Cantieri Riva unisce assertività
sportiva, comodità lussuosa e amore per il paesaggio

UN TIPO IRRESISTIBILE
265
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

sot to , dall ’ alto Il Main Salon, con- CELEBRAZIONI


panorama su due lati. Si parla di un redesign
figurabile secondo due differen-
perché il nome è anche un dovuto riferimento
al passato: questo flybridge raccoglie l’eredità
ti layout a scelta dell’armatore. In
questa configurazione, il focus è
180 di questi anni
sulla zona da pranzo, attrezzata a
del 100’ Corsaro, tra le proposte più apprezzate poppa con tavolo da 8 persone; il
del cantiere negli ultimi anni. Che per rivedere salotto è nell’area centrale, dove
le sue linee, in segno di continuità, ha mante- non si perde il contatto con l’ester-
no grazie alle importanti finestratu-
nuto il tratto di Mauro Micheli e Sergio Beret- re apribili sui camminamenti latera-
ta dello studio Officina Italiana Design in col- li. La Master Cabin, dove le finestra-
ture, ridisegnate e allungate fino a
laborazione con il Comitato Strategico di Pro- 2 metri, amplificano la spaziosità e
dotto presieduto dall’ingegnere Piero Ferrari e offrono una vista panoramica su en-
trambi i lati. pagina accanto Riva 102’
la Direzione Engineering di Ferretti Group. Il Corsaro Super nel giorno del varo a
linguaggio della barca parla ora una sportività La Spezia.
accentuata, reiterata per oltre 30 metri di lun-
ghezza. La sua silhouette tende in avanti co-
me la punta di una freccia; le potenze laterali
in cristallo, altro innesto inedito, ne esaltano
la tensione aerodinamica.
Anche la zona di poppa è stata rivista, per
dare il benvenuto a un beach club allargato di
più di 35 mq. Un pieno di convivialità, che si
ritrova nel salone principale, modificabile nel
layout secondo due configurazioni in base al-
le preferenze dell’armatore. Così come gli ar-
redi, dove il noce canaletto è l’essenza domi-
nante, da contrastare con sfumature assorti-
te di palette. Dettagli di stile, per un corsaro
dall’animo gentile. Un film ambientato sulle onde, con protago-
nisti l’attore Pierfrancesco Favino, i campio-
ni dello sport David Beckham e Charles Le-
clerc. Un concentrato d’azione ed eleganza,
come nella tradizione di Riva. Per celebrare i
suoi 180 anni che cadono quest’anno (il can-
tiere è stato fondato nel 1842 da Pietro Riva),
il marchio ha scelto di aggiungere un tocco
originale alla consueta celebrazione di un
passato mitico e globale, partito da Sarnico
sul Lago d’Iseo. Ha pensato a un cortome-
traggio, girato sulle coste al confine tra Ita-
lia, Montecarlo e Costa Azzurra. Lo ha sve-
lato a giugno, durante un evento esclusivo al
Gran Teatro La Fenice di Venezia. E c’è anco-
ra molto mare da fare, come assicura Alber-
to Galassi, Ceo di Ferretti Group: «I miglio-
ri auguri a Riva, che si prepara a scrivere la
storia della nautica nei prossimi 180 anni».

sopra , dall ’ alto


Un’immagine di ar-
chivio dei Cantieri Riva nel 1939.
Pierfrancesco Favino, Alberto Ga-
Foto LaPresse

lassi, CEO di Ferretti Group, e Da-


vid Beckham davanti al Riva Anni-
versario che sarà presente al Can-
nes Yachting Festival 2022 con le al-
tre novità.

266
7($0IRU'(6,*1
(15,&2*2%%,

(,9

:::7($0)25'(6,*1&20
YHQLFHLWDO\
Superfici e volumi extra, luce, artigianalità (e la sensazione
di camminare sull’acqua) nel 30 metri di Next Yacht Group

UNA TERRAZZA
SULLE ONDE È come camminare su una promenade in con-
tinuo movimento, quasi come volare rima-
nendo sospesi sull’acqua. Già, nella versione
«Walkaround» del Maiora 30, il fly corre da
prua a poppa senza interruzioni, impedimen-
ti, scalini, altri ostacoli. Diventa un unicum di
un’area all’aperto che misura circa 120 metri
quadri: uno spazio generoso per socializzare o
trovare un angolo tutto per sé. Dove riposare
all’ombra accarezzati dalla brezza, organizzare
sopr aIl Maiora 30 di Next Yacht
Group in navigazione. un cocktail o imbandire una tavola per la cena.

268
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

a sinistr a , dall ’ alto


Il salone con
vetrate a tutta altezza per la mas-
sima luminosità e un continuo eye
contact con il mare. L’ampia cabi-
na armatore, con spazi per ospitare
quanto necessario per lunghe cro-
ciere. sot to Ancora il salone, dove
partner come Samsung e Poltrona
Frau hanno collaborato con il can-
tiere per sviluppare soluzioni che
rendano unica l’esperienza a bordo.

La grande versatilità, un’anima mediterranea


viva, inclusiva, sono le caratteristiche di que-
sta nuova creazione del marchio di Next Yacht
Group, che nelle sue specificità mantiene in-
tatti gli altri capisaldi del brand: l’artigianali-
tà made in Italy, la luminosità degli ambienti,
sempre arricchiti da qualche twist in più.
Nel caso di questa barca da 30,5 metri,
il vanto sono le superfici e i volumi più al-
ti della categoria. Una generosità in grado
di amplificare il respiro degli interni, in co-
erenza con l’ariosità dell’esterno, a comin-
ciare dall’area prendisole attrezzata che ac-
coglie l’ospite a bordo.
Una terrazza sulle onde. Lo spettacolo
dell’azzurro e della luce prosegue nel salone
principale, con le sue vaste vetrate. Un ritrovo
che in qualunque momento può trasformarsi
in una sorpresa: un cinema dedicato all’arte di
vivere un viaggio dentro il viaggio.
Foto Maurizio Paradisi per Next Yacht Group

MAIORA 30
Next Yacht Group

Lunghezza: 30,5 m
Larghezza: 7,50 m
Motori: 2 X MTU 12V2000M96X
2000 hp/each (1472 kW @ 2450 rpm)
Velocità massima: 23 nodi
Velocità di crociera: 20 nodi

269
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

Cinque ponti, identità plurime, suggestioni esotiche per la nuova creazione


dei cantieri Benetti. Costruita per evocare orizzonti lontani. E anche per raggiungerli

TUTTE LE VITE POSSIBILI

sopra Triumph 65M, le cui linee esterne, filanti e scolpite, sono Delle molte definizioni possibili, una più di
opera di Cassetta Yacht Designers. sot to L’interno del beach
club progettato dallo studio Green & Mingarelli Design che ha
tutte sembra stare a pennello a Triumph 65M,
disegnato gli interni combinando lusso e stile etnico. il nuovo arrivato della famiglia Custom di Be-
netti: cosmopolita. Una sovrapposizione d’i-
dentità plurime coerenti tra loro, che conflu-
iscono su un 65 metri carico di suggestioni.
Ecco l’american bar all’aperto, nella
grande area dining di poppa; la palestra con
la sua vetrata scorrevole e l’area condizionata
di serie, per allenarsi pure quando il sole batte
feroce. Potrebbe appartenere a un qualunque
hotel a cinque stelle intorno al mondo, così
come la suite armatoriale che, di fatto, è un
appartamento: misura più di 130 metri qua-
dri, comprende uno studio e una zona lounge,
prosegue ancora con un’ampia terrazza ester-
na da cui spiare i soprassalti delle onde.
Il viaggio prosegue nelle decorazioni, a
cura dello studio Green & Mingarelli Design,

271
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

sot to , dall ’ alto


Una delle cinque ca- a destra L’owner bathroom situato
bine per gli ospiti situata sul main all’interno della suite armatoriale sul
deck. Il salottino panoramico a prua main deck, caratterizzato da pregia-
dell’upper deck. ti marmi Marfil, Statuario e Amani.

TRIUMPH 65M
Benetti

Lunghezza: 65,40 m
Larghezza: 11,20 m
Motori: MTU 12V 4000 M53
Velocità massima: 16,5 nodi
Velocità di crociera: 12 nodi

scelto direttamente dall’armatore, mentre


l’ufficio stile Benetti si è occupato di mate-
riali, arredo, mobilio, secondo le indicazio-
ni del cliente.
Lo stile mira alla sontuosità con conta-
minazioni etniche su piani e registri plurimi:
ci sono marmi, pellicce, assieme a pezzi eco-
sostenibili. Persino le moquette contengono
orizzonti ed echi di distanze: in seta e in la-
na, sono il frutto di una lavorazione a telaio
con un disegno che s’ispira a tessuti orienta-
li. Hanno dentro le geometrie della sabbia tra
le dune del deserto e le forme dei fondali ma-
rini. Una sintesi di qui e altrove, che ritorna
lungo tutti i 5 ponti dello yacht.
Se il giro del mondo lo fa in modo figu-
rato, Triumph65 M è un viandante anche in
senso letterale: a 12 nodi, l’autonomia supera
le 4.700 miglia, per esplorazioni prolungate.
Esperienze nel silenzio: è stato progettato per
Foto Breed Media

coprire un lungo raggio promettendo vibra-


zioni ridotte. Un sottofondo di quiete, ideale
per godersi l’attimo e, tra tanti esotismi, per-
dersi nell’immaginazione.

272
A Z I M U T YA C H T S . C O M

THE GRANDE SERIES

26M | 27M | 32M | 36M | TRIDECK

EMOTIONAL INTELLIGENCE
Inspired by an affinity for grandeur, the Azimut Grande Series is a spectacular collection of
works of art that combines advanced technology with engineering mastery. Visionary design
reimagines the function of space with surprising innovation, revolutionizing the onboard
lifestyle through the creative touch and aesthetic of authentic Made in Italy.

A Z I M U T. DA R E T O A M A Z E .

Find your local dealer on azimutyachts.com


ARCHITECTURAL DIGEST

Esterni di ispirazione automotive e interni domestici Una logica degli opposti, realizzata con co-
erenza e capacità di andare oltre l’ordinario.
per il cruiser Baglietto. Contemporaneo e accogliente Un viaggio tra vicino e lontanissimo: nono-
stante sia pensato per crociere transoceani-

DOMUS MARINA che, nei suoi 41 metri Attitude trasporta ras-


sicuranti attitudini domestiche.
Fa parte della linea Dom, abbreviazione
della parola latina Domus: «È proprio l’idea
di una casa lontano da casa alla base di questa
serie di cruiser in alluminio di medie dimen-
sioni, modellati sulle esigenze e gli stili di vita
di un armatore contemporaneo», osserva Ste-
fano Vafiadis, che ne ha disegnato gli esterni.
«La Dom Line», aggiunge, «si caratterizza per
linee esterne ispirate al design automobilisti-
co e da generosi volumi interni, oltre ad ampi
spazi all’aperto».
sopra Le linee moderne e accattivan- Attitude corre fino a 17 nodi e ha un pe-
ti del Baglietto DOM 133, cruiser in
alluminio di 41 m firmato Stefano Va-
scaggio ridotto (2,15 metri), che gli consen-
fiadis per gli esterni. te di avventurarsi in acque poco profonde.

2 74
YA C H T

a sinistra Vista di un dettaglio del


bagno padronale di Attitude.
sot to La cabina armatoriale a tut-
ta larghezza progettata dal desi-
gner Ezequiel Farca.

A bordo, tutto è portato su un livello supe-


riore di spaziosità e comfort, rispetto ad al-
tri yacht della stessa taglia: dal beach club su
due livelli con piscina a sfioro con fondo sol-
levabile al salone principale, le cui finestre
panoramiche sono completamente apribili,
aumentando il raccordo tra il fuori e il dentro.
«In qualità di architetti d’interni dell’ar-
matore, abbiamo sempre cercato di interpre-
tare e rappresentare le sue necessità e deside-
ri sin dal debutto di ogni progetto», conferma
Ezequiel Farca. «È questo che rende il can-
tiere Baglietto così diverso dagli altri», com-
menta Fabio Ermetto, Chief Commercial Of-
ficer di Baglietto: «Questa capacità di riuscire
a essere davvero vicini ai nostri clienti in ogni
momento e condividere con loro ogni tappa
importante nella costruzione del loro sogno».
Il sogno di una casa nomade e navigante.

M / Y AT T I T U D E
Baglietto

Lunghezza: 41 m
Larghezza: 8,70 m
Motori: 2 x CAT C32
(1193 kW ciascuno)
Velocità massima: 17,5 nodi
Velocità di crociera: 15 nodi

275
ARCHITECTURAL DIGEST

La nautica come motore di cultura: è il concetto alla base


di Sanlorenzo Arts, contenitore di progetti creativi

UN NUOVO
RINASCIMENTO

Da lungo tempo Sanlorenzo testimonia che


nautica, arte e design sono un incontro riu-
scito di armonie. Il passato vive nella collabo-
razione con un carnet di talenti che vanno da
Rodolfo Dordoni ad Antonio Citterio e Patri-
cia Viel, firme di barche divenute riferimento
«STIAMO VIVEND O UN NU OVO di forma e di stile.
RINASCIMENTO CHE VEDE LA L’evoluzione, il presente, è Sanlorenzo
C U LT U R A C O N T E M P O R A N E A Arts, un contenitore di progetti che coinvol-
A L C E N T R O D E L L A S O C I E TÀ ge creativi di ogni tipo, una lente malleabi-
E D E L L’ I N D U S T R I A » le per leggere con originalità la tecnologia, il
massimo perotti, ceo sanlorenzo mare, la natura, il loro rapporto con l’uomo.

276
YA C H T

Un fermento d’idee e iniziative. «Stiamo vi-


vendo un nuovo Rinascimento che vede la cul-
tura contemporanea al centro della società co-
me dell’industria, con l’arte che sempre più
tende a riflettere efficacemente le contraddi-
zioni della nostra civiltà», commenta Massi-
mo Perotti, presidente e Ceo di Sanlorenzo.
Da qui, il ruolo di main sponsor del Padiglio-
ne Italia alla Biennale Arte 2022, che tiene al
centro la tensione dell’equilibrio tra sostenibi-
lità e territorio, valori centrali per il cantiere.
O, sempre a Venezia, l’installazione Are-
na ideata da Piero Lissoni per il giardino di
Acp – Palazzo Franchetti: uno spazio d’in-
contro e scambio intellettuale, gli sproni su-
premi dell’arte. «Questa piattaforma è come
un anfiteatro che dialoga con il giardino, il
palazzo, il Canal Grande e tutto quello che
passerà di lì», spiega proprio Lissoni, art di-
rector di Sanlorenzo.
Sono fili che si allungano: tra le parteci-
pazioni ripetute ad Art Basel a Miami, Basi-
lea e Hong Kong, installazioni al FuoriSalo-
ne di Milano e durante varie manifestazioni
di riferimento della creatività, Sanlorenzo di-
mostra che la nautica è un motore di cultura.
Foto Simone Bossi (3). Thomas Pagani (1)

in apertura Fabbrica, l’installazio- dall ’ altoArena, l’installazione di


ne progettata da Piero Lissoni e re- Piero Lissoni realizzata da Sanloren-
alizzata da Sanlorenzo per Design zo nel cortile di Palazzo Franchetti a
Re-Generation all’Università degli Venezia. Tempo Piegato di Arcangelo
Studi di Milano durante il FuoriSa- Sassolino per Sanlorenzo, Collectors
lone 2022. Lounge di Art Basel in Basel 2022.

27 7
Beyond marine furniture.

POLTRONA FRAU
custominteriors@poltronafrau.com

ZUCCON INTERNATIONAL PROJECT


info@zucconinternationalproject.com
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

Una vocazione innata per il mare, come il navigatore da cui prende


il nome, il nuovo 30 metri di Azimut nasce da grandi collaborazioni:
Ken Freivokh per gli esterni e Vincenzo De Cotiis per gli interni

IMPATTO MORBIDO

Tra i talenti naturali di un esploratore c’è la


versatilità, l’adattabilità agli umori dell’ac-
qua, l’imperturbabilità di fronte ai suoi capric-
ci: Magellano 30M, l’ultimo membro della col-
lezione di Azimut creata per sposare comfort
e impeto della scoperta, ne fa una vocazione.
In ossequio al personaggio che evoca, si
sopra Magellano 30M in navigazio- adatta a ogni condizione all’insegna del no
ne. Gli esterni dell’imbarcazione so-
no potenti e armoniosi. Protagonisti matter what: che sia corto o lungo raggio, me-
la prua verticale, i tre ponti dalle li- teo clemente o burrascoso, comunque va. Lo
nee eleganti e senza tempo, le am-
pie superfici vetrate e i flabelli in le- fa per indole e per la cura ingegneristica che lo
gno naturale. veste: la propulsione spinge pure in condizioni

279
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

di mare parzialmente formato, la carena ren-


de morbido l’impatto sull’onda, la sicurezza a
bordo rimane una priorità e una garanzia.
Questo suo temperamento non impone sacri-
fici stilistici, compromessi sulla forma data
l’enfasi sulla sostanza: Magellano 30M è una
barca per intenditori abbonati all’eleganza, al
gusto del particolare, allergici all’ovvio del-
le stereotipie.
Ecco allora le collaborazioni con grandi
designer di fama globale: Ken Freivokh per gli
esterni, Vincenzo De Cotiis per la cura degli
interni, con i loro volumi superiori alla media
della categoria, le superfici panoramiche con
vista a 270 gradi per godersi il frutto di questo
continuo, inesausto andare. Un concetto che
torna sull’infinity terrace nel pozzetto, con il
suo tris di divani dalla forma irregolare, pen-
sati per spiare i flutti. Onde che poi sono l’ispi-
razione principale, il motivo ricorrente scelto
da De Cotiis per rappresentare quella dolce in-
quietudine del moto di Magellano. Ora e sem-
pre, nonostante tutto.

a sinistra , dall ’ alto


L’Infinity Terra-
ce con 3 divani dalle geometrie irre-
golari. La owner suite sul main deck
con vetrate a tutta altezza su en-
trambi i lati. sot to Il salone, carat-
terizzato da grande fluidità spaziale.
Gli arredi non si sviluppano eccessi-
vamente in altezza per non ostaco-
lare la vista.

MAGELL ANO 30M


Azimut

Lunghezza: 29,63 m
Larghezza: 7 m
Motori: 2 x 1550 Hp MAN
Velocità massima: 20 nodi
Velocità di crociera: 16 nodi

280
M O T O P A N F I L O

Inspired by the iconic Benetti navettes of the Sixties,


the Motopanfilo returns to captivate a new generation of discerning yacht owners. With 37
elegant metres of Italian design that embodies the glamour and carefree spirit of those
years, this is no ordinary yacht.
This is the Motopanfilo of the 21st century.
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

sot toIl sistema modulare di sedu-


Poltrona Frau e lo studio Zuccon International Project te Jacques-Ives, ideato da Poltro-
na Frau e studio Zuccon per i su-
danno vita a un sistema modulare di sedute per la nautica peryacht. in basso Bernardo e Mar-
tina Zuccon, alla guida dello studio

LUSSO MINIMAL
Zuccon International Project.

Si adattano all’interno come all’esterno, han- specificatamente per il segmento nautico dei
no un design senza tempo che funziona in superyacht», spiega Nicola Coropulis, Ceo di
ogni contesto, tanto sfarzoso quanto mini- Poltrona Frau.
mal. Hanno volumi generosi ma in dimensio- Non si tratta certo di un debutto: già a
ni contenute, per limitare l’ingombro a bor- partire dagli Anni ’30 il brand creava arredi
do delle imbarcazioni. Una soluzione pensa- per i lussuosi transatlantici dell’epoca. «Ho
ta per sposare estetica e praticità. Sono alcune affrontato il progetto secondo un principio
delle caratteristiche che definiscono il sistema di illusione», racconta Bernardo Zuccon, che
di sedute modulare Jacques-Yves, il primo frut- guida lo studio assieme alla sorella Martina:
to della collaborazione tra Poltrona Frau e lo «Ci ha permesso di arrivare a un oggetto che
studio Zuccon International Project. a prima vista appare destinato a un uso dome-
«Vogliamo stabilire un legame ancora stico, ma che in realtà presenta tutte le fun-
più solido con il cliente e presentarci al mer- zionalità più tipiche legate alla tradizione dei
cato con un prodotto innovativo e pensato mobilieri per imbarcazioni».

282
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

Sentirsi a casa, ma immersi nel lusso, ispirazione Art Déco, ma contemporanea,


comfort e avventura: a bordo del nuovo Ferretti Yachts 860 la sintesi va in scena

PICCHI EMOTIVI

sopra Il varo del Ferretti Yachts 860 presso il cantiere di Cattolica. La barca, di profilo, è immortalata nell’attimo in cui ha toccato l’acqua per la prima volta.
sot to Un rendering del salone del main deck con la zona living e la zona pranzo.

Un po’ come a casa: quel piacere di sentir- studio IdeaeItalia per gli interni. Due le
si a proprio agio, circondati da oggetti che traiettorie: quella classica, con colori scu-
hanno un valore, in ambienti densi di si- ri e caldi definiti da contrasti importan-
gnificato. Con questo motivo sullo sfondo, ti; quella contemporanea, dalle tonalità
Ferretti Yachts 860 ostenta versatilità e fa- chiare, fresche, che digradano fino a un
miliarità, comfort e design. Valori accen- bianco totale.
tuati da alcuni picchi e motivi dominan- Ferretti Yachts 860 è una scoperta, un
ti: le tante curve, le geometrie d’ispirazio- affastellamento di ritrovi qui intimi, lì co-
ne art déco; la scala sinusoidale, raccordo rali. Le cabine sono quattro: la armatoriale
tra il ponte principale e l’inferiore; le am- a centro barca, la vip a prua, più due dop-
F E R R E T T I YA C H T S 8 6 0 pie vetrate, che invitano la luce. Una pro- pie. Il pozzetto sfoggia un parapetto in cri-
Ferretti Group va di ricercatezza e sobrietà, di lusso sen- stallo, una coppia di divani, un vasto tavo-
za esasperazioni. lo centrale. Poi, ecco la beach area con ac-
Lunghezza: 26,95 m Questo flybridge, emblema dello stile cesso al garage, dove riposano un tender e
Larghezza: 6,22 m
Motori: 2 x MAN V12 made in Italy, sintesi di capacità costrutti- una moto d’acqua a due posti: un plus non
1800 mhp / 1324 kW a 2300 g/min; 2 MAN va e tecnologica del cantiere di Cattolica, da poco per la categoria dell’imbarcazio-
V12 2000 mhp / 1471 kW a 2300 g/min
Velocità massima: 28 e 32 nodi
ha la firma dell’architetto Filippo Salvet- ne. Così gli ospiti possono lanciarsi in av-
Velocità di crociera: 24 e 27 nodi ti per la progettazione degli esterni e dello venture tra le onde, prima di risalire a casa.

284
Iseo · A q u a r i va Super · R i va m a re · D o l c e r i va · 5 6’ R i va l e · 6 6’ Ribelle · 68’ Diable
76’ Perseo Super · 76’ Bahamas · 88’ Folgore · 88’ Florida · 90’ Argo · 102’ Corsaro Super · 110’ Dolcevita · 130’ Bellissima

www.riva-yacht.com
A FERRETTI GROUP BRAND
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

Eleganza, morbidezza, durevolezza, sostenibilità le qualità


che hanno reso Luxury Carpet Studio leader del settore

A PIEDI NUDI

sopra Alcune delle moquette realiz-


zate da Luxury Carpet Studio per la
nautica di lusso.
a sinistra e sotto Gli interni e l’ester-
no dello yacht Sanlorenzo SL86 per
il quale l’azienda ha prodotto tap-
peti e moquette.

«Perseguire l’eccellenza, senza se e senza ma. prodotto si possa pulire facilmente, non si usuri».
Puntare tutto o quasi sul concetto del fare su Quanto al linguaggio espressivo, ci sono ele-
misura. Una scelta azzeccata, che ci ha consen- menti ricorrenti, un lessico universale da decli-
tito di superare le severissime barriere d’ingres- nare a piacere: «Abbiamo un’eccezionale desi-
so del mondo della nautica di lusso e posizio- gn library costruita in tutti questi anni. C’è la
narci tra i primi attori del settore». Così Vin- scelta dei colori e dei toni, in generale chiari, ri-
cenzo Solenne, fondatore e Ceo di Luxury Car- lassanti, per lasciar parlare il mare e il cielo che
pet Studio, racconta il continuo percorso di cre- circondano lo yacht».
scita della sua azienda, che l’ha portata a dise-
gnare e realizzare moquette e tappeti per i prin-
cipali cantieri navali italiani e stranieri.
L’handmade, accanto a un profondo
know-how tecnico ed estetico, sono i pila-
stri della società con sede a Seregno e attivi-
tà in ogni parte del mondo. Altro valore, la
sostenibilità: «Ricerchiamo materiali recu-
perabili o riciclabili, studiamo le dimensioni
del manufatto per ridurre al minimo gli spre-
chi». E la qualità è assoluta, che si tratti di la-
na, seta, loro incroci. È durabilità: «Chi vive
in barca vuole camminare a piedi nudi, dun-
que calpestare una superficie morbida è una
necessità primaria. Come è essenziale che il

286
ESCAPE
FROM
PORTOFINO

WATCH THE NEW VIDEO


SUMMER 2022
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

Un cantiere storico, una galleria di opere contemporanee, un’idea dirompente,


un sodalizio inedito: Bellini Nautica vara una nuova collaborazione con la Street Art

IL MOTOSCAFO FELICE
testo Elena Dallorso

a sinistra Il Riva Aqua-


rama di Romero Brit-
to per Bellini Nautica.
sot to da sinistra Il Mr.
Brainwash Riva Aqua-
rama Super nato dal-
la collaborazione tra
Bellini Nautica e l’ar-
tista Mr. Brainwash.
L’ar tista brasiliano
Romero Britto.

Lui è Romero Britto,brasiliano cresciuto – reinterpretato nel look attraverso il lin-


anche professionalmente – a Miami, fon- guaggio espressivo dell’artista. Il progetto
datore dell’Happy Art Movement e inno- è ambizioso e sorprendente perché mette
vatore della pop-cultura che esprime con le in dialogo la contemporaneità dello stile e
immagini e i colori vibranti il suo linguag- della pop-cultura di Britto con il fascino e il
gio di amore, speranza e felicità. La tavo- glamour di Riva Aquarama, simbolo dell’e-
lozza della sua visione ottimistica della vita leganza italiana e icona di design.
e del mondo, in questo caso, è un motosca- «Quando ci si incontra e si riescono
fo Riva Aquarama, uscito dai cantieri Belli- a creare collaborazioni con questa natu-

Foto Emanuele Scilleri (1). Francesco Rivetti (1). Filippo Rolfi (1)
ni Nautica sul Lago d’Iseo, i maghi del re- ralezza e semplicità spesso si parla di “af-
stauro di questi gioielli d’epoca. finità elettive”. A noi piace definirle “af-
Dopo l’esordio del- finità selettive”, perché
lo scorso anno con Mr. catturano e poi estrapo-
Brainwash, che ha “ve- lano il prodotto espres-
stito” gli interni di un Ri- sivo della pittura e del
va Aquarama Super, Belli- design da un lato, della
ni continua il suo percor- passione e della tradizio-
so inedito nel campo della ne dall’altro, per rimesco-
Street Art: in collaborazio- larle in una nuova e unica
ne con la Galleria Deoda- espressione d’arte», dice
to Arte, ha selezionato Ro- Battista Bellini, ammini-
mero Britto per realizzare stratore delegato di Belli-
un Riva Aquarama unico, ni Nautica.

288
PARIS NORD
VILLEPINTE 08-12 SEPT. 2022 #MAISON
ETOBJET
WWW.MAISON-OBJET.COM
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

Il calendario nautico ha il suo Capodanno: dal 6 all’11 settembre torna a Cannes la


kermesse che porta lungo la Croisette il meglio dell’offerta mondiale della creatività

BLUE CARPET
È un rito con dentro un record: apre ufficial-
mente la stagione nautica ed è il più grande sa-
lone in acqua d’Europa. Senz’altro è anche uno
dei più consolidati, eleganti, ricchi di simboli-
smi: va avanti da 45 anni e si snoda lungo l’in-
tera, celebre Croisette.
Il Cannes Yachting Festival, in programma
dal 6 all’11 settembre, ritorna con la sua liturgia,
presentando il meglio dell’offerta mondiale del-
la creatività sull’acqua.
Per raccontare l’identità della nuova edizio-
ne, ha raccolto nel suo manifesto un superyacht,
un catamarano a vela e un dayboat, tre delle bar-
che più rappresentative della kermesse, che
nell’edizione precedente ha riunito 620 imbar-
cazioni e circa 600 espositori, brillando per i nu-
meri e per l’eclettismo della sua proposta.
«Il nostro obiettivo per il 2022», spiega
la direttrice Sylvie Ernoult, «è quello di arric-
chire l’offerta della manifestazione e di dare
al contempo sempre più visibilità agli approc-
ci eco-responsabili, alle nuove tecnologie e al
sopra Vista aerea sul Vieux Port, sede del Cannes Yachting Festival insieme a Port Canto, che lusso nella sua forma più nobile». Senza mai
riunisce le imbarcazioni a vela. sot to , da sinistra Un momento del Concours d’Élégance, spet-
voler stringere su un target specifico: il salone è
tacolo di barche a motore sotto i 12 metri. La Luxury Gallery, spazio dedicato al lusso, all’arti-
gianato e al lifestyle all’interno del Palais des Festivals au Vieux Port. aperto ai veterani del settore, agli addetti ai la-
vori, ma anche ai curiosi che vogliono scoprire
da vicino il design che abita nel blu.

290
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

Dal 28 settembre al 1° ottobre al Monaco Yacht Show si incontrano sostenibilità,


innovazione e passione per l’avventura. Che sia a bordo di una barca o di un’auto

PER MARE E PER TERRA

sopra , da sinistra
Due momenti del Monaco Yacht Show: The yacht «Seducation», un gioco lessicale, una fusione
design & innovation hub, spazio dedicato ai progetti di stile e la visita
ai superyacht presenti nel porto. sot to Il porto di Fontvieille a Monaco.
di educazione e seduzione: non uno scontro,
piuttosto un incontro. Il risultato è il nome e il
cappello di un ricco programma diviso per aree
tematiche, per far crescere nel pubblico la cu-
riosità e la passione verso la nautica. È una del-
le tante anime del Monaco Yacht Show, in pro-
gramma dal 28 settembre all’1 ottobre. Un inca-
stro, anche, di luoghi e di racconti: ecco lo spa-
zio «The yacht design & innovation hub» che
evolve, diventa un ponte fra stile e innovazio-
ne, tra le soluzioni estetiche più ricercate, raffi-
nate, d’avanguardia, in mostra accanto ai trend
futuri del mondo dei superyacht.
La manifestazione intercetta le urgenze
della contemporaneità, abbinandogli un lato
meno serioso, quasi ludico, senza essere mai
fuori fuoco. Tra le novità della prossima edi-
zione, il «Sustainability hub», sezione dedica-
ta alle aziende specializzate nelle tecnologie in
grado di ridurre l’impronta ambientale delle
barche. E poi, un’altra primizia stretta in un’e-
tichetta che è già un programma: l’«Adventure
Foto ©Monaco Yacht Show

area», la preferita degli appassionati di adre-


nalina ed esplorazioni frenetiche. Un trionfo
di water toy, tender, gadget hi-tech, veicoli lus-
suosi e fuoristrada, elicotteri, tutto ciò che ser-
ve per esplorare le zone remote del pianeta. Per-
ché il mare è un punto d’arrivo e di partenza.

292
baglietto.com
ARCHITECTURAL DIGEST YA C H T

a sinistra La Piazza del


Mare nel waterfront
di Levante del Salone
Nautico di Genova.
sot to Vista aerea del-
la superficie esposi-
tiva in acqua. La fiera
ospiterà oltre 1000 im-
barcazioni.

Dal 22 al 27 settembre va di scena il 62° Salone Nautico Tra i suoi appuntamenti principali c’è la terza
edizione del «Design Innovation Award»: i pre-
Internazionale, con oltre 1000 barche in esposizione
mi assegnati alle novità in mostra, a quelle capa-

GENOVA AL CENTRO
ci di eccellere per ricerca, sostenibilità, qualità.
Ad assegnarli, una giuria di esperti composta da
rappresentanti di vari Paesi. Il Salone Nautico
Internazionale di Genova, organizzato da Con-
findustria Nautica, ha un feeling naturale con il
design, con un giusto accento d’orgoglio tricolo-
re: è il punto d’incontro dell’eccellenza italiana
nel settore e un riferimento per il mercato globa-
le. Una piattaforma di confronto attiva 365 gior-
ni l’anno, non solo durante la manifestazione.
L’edizione di quest’anno, la numero 62, in
calendario dal 22 al 27 settembre, si presenta
con i migliori auspici: già a giugno aveva fatto
registrare il tutto esaurito da parte degli esposi-
tori, sia locali sia provenienti dall’estero. Oltre
ad ammirare le loro creazioni, si potrà parteci-
pare a eventi e workshop, affiancati da conve-
gni e seminari tecnici sulle ultime innovazioni.
In attesa del prossimo anno, quando sarà pron-
to il nuovo waterfront di Levante, che aumen-
terà l’impatto funzionale e spettacolare del sa-
lone, enfatizzandone ancora di più la centrali-
tà nel Mediterraneo.

294
CERSAIE
OPEN TO EVOLUTION
Bologna, 26 - 30 settembre 2022

Seguici anche su Salone Internazionale della Ceramica


per l’Architettura e dell’Arredobagno
Nuove proposte per la progettazione
evoluta degli spazi architettonici.
dal 19 settembre
al 7 ottobre 2022 www.cersaie.it

Promosso da In collaborazione con Organizzato da Con il supporto di

CONFINDUSTRIA CERAMICA
ARCHITECTURAL DIGEST FL ASHBACK

Lo stile fa 90

Foto Archivio Mondadori/Mondadori Portfolio

Mentre la maison Valentino celebra il 90° compleanno del suo fondatore,


tornano alla mente le immagini sfarzose delle sue case. Da Roma a Capri, le ville
del designer sono sempre state espressione di uno stile stravagante
«Se non fossi diventato uno stilista, avrei fatto l’interior designer», ha dichiarato Valentino Garavani ad Architectural Digest nel 2016,
durante un servizio nella sua tenuta romana. «Sono sempre stato ossessionato dalla bellezza in tutte le sue forme.
Se hai gusto, puoi mescolare tutto», dice l’uomo che ha trasformato la sua villa nel quartiere Appio-Pignatelli, una delle zone più chic
della Città Eterna, in un Eden mix-and-match dove la decorazione d’interni di Renzo Mongiardino si sposa con importanti opere d’arte.
Emergendo tra i cipressi, la casa di Valentino Garavani è un esempio di stile senza inibizioni. - fanny guénon des mesnards

Il prossimo numero di AD sarà in edicola dal 20 settembre

296

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