n°157
novembre
MENSILE – Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna � 8 - MC, Côte d’Azur � 8,10 - Germania � 12,00 - Svizzera CHF 10,80 - Svizzera Canton Ticino CHF 10,40 - USA $ 11,50
L’AVVENTURA
DELL’UOMO
IN 20 OGGETTI
Il Codice di Hammurabi
e la Stele di Rosetta,
la ghigliottina e gli
Scacchi di Lewis,
la Corona ferrea
e la tazza di tè:
così raccontano
la loro epoca
157
In copertina:
la ghigliottina,
una nave da tè
Novembre 2019 focusstoria.it e il Codice di
Hammurabi.
SHUTTERSTOCK/ANDRONOS HARIS
C i sono tanti modi per
raccontare la grande avventura
dell’uomo. Attraverso la biografia
IN PIÙ...
di personaggi chiave, le conquiste
militari, la filosofia... Eppure sono 14 Scultore
UNA GIORNATA DA...
del ’500
gli oggetti, col loro silenzio, a In una bottega della
parlare di più. Che siano opere Roma rinascimentale.
d’arte o suppellettili di vita
quotidiana, possono dirci tanto
su chi li ha costruiti, sull’epoca a 16 GliCHI L’HA INVENTATO?
occhiali da vista
cui risalgono e sui messaggi, più o Ecco che cosa ci siamo
meno impliciti, che trasmettono. La porta dei Leoni inventati per vederci
La Coppa Warren, per esempio, di Micene, l’antica città di meglio.
nella sua bellezza ci illumina anche Agamennone.
sui costumi sessuali dei Romani
18 Parigi
MONDI PARALLELI
e dei Greci. La Stele di Rosetta ha
aperto il varco alla comprensione IL MONDO IN 20 OGGETTI vs Cahokia
Nel Duecento città
prosperose ai due capi
dei geroglifici. La ghigliottina,
messa a punto per alleviare il
supplizio dei condannati, svela
36 opposti del mondo.
Emanuela Cruciano
caporedattore
50
La copp(i)a dello scandalo
84 LeCOLDprescelte
CASE
dell’assassino
La Coppa Warren non fu solo un’opera d’arte. Chi erano le vittime
RUBRICHE 54
S’è cinta la testa
di Jack lo Squartatore?
4 FLASHBACK
La Corona ferrea che è stata indossata da (quasi) tutti i re d’Italia. 90 IlI GRANDI TEMI
crac di Wall Street
CREDITI DI COPERTINA: ART MEDIA/HERITAGE-IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO; FINE ART
Scacchiera mondiale
96 Nel
8 NOVITÀ & SCOPERTE A TAVOLA
Gli Scacchi di Lewis hanno quasi mille anni e raccontano il Medioevo.
nome del grana
10 TRAPASSATI
ALLA STORIA 65
La decapitazione francese
La nascita del
famoso formaggio.
12 MICROSTORIA
98 Futurismo
La ghigliottina, simbolo della Rivoluzione, fece una carneficina. ARTE
80 DOMANDE & RISPOSTE
68 Il primo ’900 nei
82 PITTORACCONTI Inghil...tè quadri degli artisti.
Il tè divenne bevanda nazionale e cambiò gli inglesi.
110 I GRANDI DISCORSI
112 AGENDA 74 104 IlCINQUECENTO
mago di corte
I più antichi di tutti John Dee non fu solo
113 PROSSIMAMENTE uno stregone...
I primi pantaloni, il primo flauto, il primo globo, la prima scultura umana...
3
FLASHBACK
4
S
1925
USA
Dove mi trovo?
L’attrice americana Dorothy Devore,
molto popolare dal 1918 alla fine degli anni
Venti, gira una sequenza sdraiata su un letto
piazzato su un camion, in California. Il regista
e la troupe sono in piedi vicino a lei, con la
macchina da presa sopra un treppiede.
Si trattava di una scena su un sogno
e il cinema era ancora muto... non
poteva certo contare sugli
effetti speciali.
0000
OCCHIELLO
5
S
LA PAGINA DEI LETTORI
Inviateci opinioni, idee, proposte, critiche. Pubblicheremo le più interessanti oltre a una selezione dei commenti alla nostra pagina Facebook
(www.facebook.com/FocusStoria). Scrivete a Focus Storia, via Mondadori 1, 20090 Segrate o all’e-mail redazione@focusstoria.it
6
S
Un viaggio nel chiaro-scuro
Ho una grande passione per la storia ABBONATI A FOCUS STORIA DIGITALE
dell’arte e desideravo da tempo vedere
i dipinti di Michelangelo Merisi da Caravaggio Vai su www.abbonamenti.it/Storiadigitale e scopri
tutte le offerte: puoi abbonarti alla versione
a Roma. E così, grazie ai romanzi di Alex
digitale a partire da 7,99 euro per tre numeri e
Connor sul tormentato pittore, ho seguito
leggere la rivista direttamente sul tuo tablet o
l’itinerario “caravaggesco”. smartphone.
A Villa Borghese ho visto Davide con la testa
di Golia (1609-1610). Credo sia davvero Scarica gratis l’applicazione da AppStore o
singolare il fatto che Caravaggio riesca a far Google Play e porta Focus Storia sempre con te! Potrai sfogliare le copie incluse
capire con due volti così diversi i sentimenti nel tuo abbonamento effettuando il login con le tue credenziali oppure
contrastanti che lui stesso provava in acquistare un abbonamento o le copie singole direttamente dall’app, dove trovi
quegli anni difficili (la testa è infatti un suo anche gli speciali di Focus Storia: Collection, Wars, D&R e Viaggi nel Tempo.
autoritratto senza il corpo).
Nella cappella Contarelli, all’interno della
chiesa di San Luigi dei Francesi ho trovato
stupendo il quadro Vocazione di San Matteo
(1599-1600).
Solo Caravaggio poteva realizzare un
LA VOCE DELLA STORIA
contrasto così bello fra “l’ambiente della
stanza” dai colori scuri e lo stupore delle
persone per il fascio di luce dalla finestra “vero
I NOSTRI PODCAST
Q
protagonista” del dipinto. uest’anno si sono resistette in quello che libro Leningrado.
A Palazzo Barberini, dinanzi al quadro celebrati i 75 anni fu l’assedio più lungo Memorie di un assedio
Giuditta e Oloferne (1597), è difficile spiegare dalla fine dell’Assedio di tutto il secondo (Guerini e Associati),
la forte emozione che ho provato. di Leningrado, uno conflitto mondiale una straordinaria
degli episodi più tragici (e tuttora il secondo testimonianza di
Infatti rendere reale l’espressione di
della Seconda guerra più lungo della storia Lidija Ginzburg,
consapevolezza di ciò che succede all’uomo mondiale: iniziò l’8 moderna, dopo quello critica e storica
a cui è recisa la testa è degna di uno settembre 1941 e di Sarajevo degli Anni letteraria sovietica
scenografo geniale qual era Caravaggio. durò 900 giorni, fino ’90). che a quell’assedio
Stessa cosa che ho potuto constatare al 27 gennaio 1944. La “Voce della Storia” sopravvisse.
Hitler aveva preparato ha conversato con Dentro la redazione.
anche nel dipinto Scudo con testa di Medusa
quella che doveva Francesca Gori, I podcast di Focus Storia
(1598) che si trova invece alla Galleria degli essere una “rapida membro del Memorial si possono ascoltare
Uffizi a Firenze. campagna contro Italia, traduttrice dal sito www.focus.
Marco Pozza, Recoaro Terme (Vi) l’Unione Sovietica”: e curatrice del it/storia/podcast ma
il Führer guardava anche su Spotify
all’Urss per conquistare (bit.ly/VoceDellaStoria).
L’eterna questione nuovi territori a Ogni mese la redazione
della Sindone vantaggio del popolo vi propone anche i
Vorrei condividere con gli altri tedesco, annientando “dietro le quinte” del
lettori qualche appunto sull’articolo contemporaneamente giornale in edicola
“Controversia infinita” pubblicato su Focus ogni futura minaccia raccontando aneddoti
proveniente da est e curiosità che non
Storia n° 155 (...). Gli studi sulla Sindone di
e il comunismo. Non hanno trovato spazio
Torino sono numerosi e toccano vari aspetti. fu così. Leningrado nella rivista.
Lascio da parte le analisi con il carbonio
14 (...) che secondo gli ultimi studi danno
risultati discutibili.
Mi soffermo invece su aspetti che non sono era dipinta, ma conservava l’impronta di un Medioevo, nemmeno il grande Leonardo
stati toccati nell’articolo. Gli studi dello corpo. Come si sia prodotta questa impronta nel Rinascimento, sarebbe stato in grado
svizzero Max Frey sui pollini fossili hanno è ancora motivo di discussione: il Sacro lino, di produrre una reliquia così straordinaria e
dimostrato che il lino è stato prodotto nella impregnato dei liquidi usati per il cadavere, che regge alle indagini scientifiche di oggi.
regione siro-palestinese. si sarebbe comportato come una lastra Poi accettare che l’uomo della Sindone sia
Le foto di Secondo Pia dei primi anni del fotografica, secondo alcuni. Per altri (credenti) Gesù di Nazaret o un altro essere umano
Novecento dimostrarono per la prima volta un lampo di energia durante la Resurrezione (sottoposto alle stesse sofferenze descritte
che il lenzuolo si comportava come un avrebbe prodotto l’impronta (è la tesi meno nei Vangeli) è materia di fede.
negativo fotografico. Quindi la Sindone non “scientifica” ). In ogni caso nessuno nel tardo Lorenzo Pesce, Torino
7
S
NOVITÀESCOPERTE
A cura di Anita Rubini
GETTY IMAGES
MEDIOEVO
FURTO CON
MALEDIZIONE
Rubata la campana da un’isola
CIVILTÀ ETRUSCA
Il leone di Vulci
L a città etrusca di Vulci (oggi in provincia
di Viterbo) continua a regalare il
ritrovamento di antichi tesori. In questo
Furto
L’isola di Eilean
Fhianain da cui
caso dagli scavi nella Necropoli dell’Osteria è stata rubata
è emersa una statua di nenfro (la grigia la campana
pietra vulcanica locale), raffigurante un medievale
leone alato. L’opera risale al VI secolo a.C., (nel riquadro): si
trova nel Loch
un periodo di grande splendore per una
Shiel (Scozia),
delle più importanti città etrusche, legata diventato uno
alla storia della Roma arcaica che proprio in dei set della saga
quegli anni era governata dai re della dinastia di Harry Potter.
dei Tarquini. Con la possibilità che alcuni
personaggi vulcensi di primo piano, come i
fratelli Vibenna (che forse diedero il nome a
due colli di Roma, il Celio e il Campidoglio) e
Mastarna (che forse divenne l’amato re Servio
Tullio), abbiano raggiunto i vertici del potere
dell’Urbe.
Tombe di lusso. In quel periodo nella città
etrusca si sviluppò una produzione artistica
pregiata e tipica per la quale botteghe
vulcenti scolpirono sfingi, leoni, pantere,
arieti, centauri e mostri marini, destinati a
vegliare sulle dimore eterne dei defunti. Gli
scavi continueranno ancora nella necropoli
che nel recente passato ha visto venire alla
luce la “Tomba delle mani d’argento”, accanto
a quella “della Sfinge”. Aldo Bacci
INEDITO
NOVECENTO
L
a Basilica di Sant’Antonio a Padova è finita sotto la lente case, un bagno, un serbatoio per
di ingrandimento grazie a recenti lavori di restauro che l’acqua, ma anche un migliaio di
hanno riservato delle sorprese. Innovative indagini oggetti di uso quotidiano (in basso)
diagnostiche nella Sala del Capitolo rendono infatti concreta l’ipotesi che sotto gli affreschi del documentano la vita di questa
’600 si trovi una crocifissione dei tempi e della scuola di Giotto, ma, forse, anche della mano minuscola comunità ai margini della
del maestro che a Padova è celebre soprattutto per la Cappella degli Scrovegni. Ci potrebbero società civile.
dunque essere porzioni dell’affresco giottesco ancora da recuperare sotto lo strato superficiale. Isolati. I primi giapponesi arrivarono
Punti fermi. Quel che è certo intanto è che nella Cappella della Madonna Mora sono stati in Canada a fine ’800, ma non furono
recuperati affreschi medievali dei quali, per la prima volta, gli studiosi hanno ipotizzato gli autori. ben accolti. Nel 1918, un uomo
Le figure dei santi Bartolomeo, Cosma e Damiano (metà del ’300) sono attribuibili alla mano d’affari giapponese acquistò i diritti
del maestro Stefano di Benedetto da Ferrara. Subito sopra, una grande composizione ormai di disboscamento di un’area vicino a
frammentaria che raffigura una Madonna con Bambino è datata invece da una scritta al 1410 Vancouver. Alcuni taglialegna, suoi
ed è stata attribuita al Maestro di Roncaiette. Aldo Bacci connazionali, vi si trasferirono con
le famiglie. Vissero quasi dimenticati
per un ventennio, fino allo scoppio
della Seconda guerra mondiale.
Quando il Giappone bombardò
Pearl Harbor (1941), la situazione
A sinistra, la precipitò. I giapponesi che vivevano
Basilica di in Canada furono portati in campi
Sant’Antonio a d’isolamento, compresi gli abitanti di
Padova. In alto, quell’angolo di mondo, evacuato per
la Madonna sempre. Simone Zimbardi
in trono con
SHUTTERSTOCK / SERGEI AFANASEV
il Bambino
(1410 ca.): uno
degli affreschi
interessati dal
restauro.
TRAPASSATI ALLA STORIA Personaggi sconosciuti che sono stati, in vita, protagonisti. A cura di
Giuliana Lomazzi
BRIDGEMAN IMAGES
Figlio dell’inventore svedese del Tetra Nipote di Ferdinand Porsche, lavorò Nel 1959 fu amante di Fidel Castro e nel 1960,
Pak (contenitore di carta e plastica per nell’industria automobilistica tedesca, coinvolta da anticastristi nel tentativo di
liquidi) entrò nell’azienda paterna con ruoli promuovendo marchi quali Porsche, Audi e avvelenarlo, si rifiutò. È morta a 80 anni.
dirigenziali, diventando ricchissimo. Volkswagen, che diventò un grande gruppo Mitomane? Fu anche amante del dittatore
Passione per l’industria. Nel 1991 la Tetra sotto la sua guida e grazie alle sue idee. venezuelano Marcos Pérez Jiménez, da cui
Pak acquistò l’Alfa Laval, gruppo alimentare Una vita per le auto. Fece rinnovare il ebbe una figlia. Terminò la “carriera” spiando
svedese, e nel ’95 Hans cedette l’azienda al maggiolino nel 1997 e, alla testa del gruppo diplomatici dell’Europa dell’Est. Molte sue
fratello Gad, ma nel 2001 tornò alla ribalta: Volkswagen dal 2002, inglobò marchi storie sono dubbie, come quella del figlio
produsse EcoLean, un contenitore a basso Porsche, Bentley, Lamborghini. È scomparso avuto da Castro o il suo coinvolgimento nel
impatto ambientale. Si è spento a 93 anni. a 82 anni. complotto per assassinare John Kennedy.
10
S
U Università San Raffaele
Roma
145°
1874-2019
MICROSTORIA
A cura di Marta Erba, Paola Panigas e Daniele Venturoli
IL MITO
Marsia
È un sileno (una divinità
dei boschi) abilissimo nel
suonare il flauto, al punto da
osare sfidare Apollo, suonatore
di lira, sulle capacità musicali.
Alla fine Apollo ha la meglio
nella gara (proponendo di
suonare capovolgendo lo
strumento oppure, secondo altre
versioni, di suonare e cantare
contemporaneamente, entrambe
sfide impossibili per Marsia).
L’episodio è un classico caso di
hybris, la tracotanza di chi osa
sfidare gli dèi, cui segue una
LA FOLLIA
Allegoria. Secondo alcuni
studiosi la sfida tra Marsia e
Apollo rappresenta il conflitto tra
le emozioni (simboleggiate dal
DI RE GIORGIO
suono “passionale” del flauto)
e la ragione (il suono più
“spirituale” della lira).
Q
uesta vignetta satirica francese, datata 26 termidoro dell’anno XI (ovvero 9 agosto 1803)
si riferisce a un frenetico reclutamento britannico dei mercenari di Hannover
(gli Assiani che nel XVIII secolo venivano impiegati per rafforzare le truppe del British Army)
in vista di un’invasione napoleonica. La rocambolesca fuga in carrozza di Giorgio di Hannover
(comandante in capo del British Army) viene seguita dal folle zio Giorgio III, che regnava sul trono
di Inghilterra, Scozia e Irlanda già dal 1760.
ERICH LESSING/ALBUM/MONDADORI PORTFOLIO
Reali follie. Il sovrano viene rappresentato con una doppia faccia perché dall’autunno 1788 fu
preda di attacchi di collera, ossessioni e un’inarrestabile logorrea, come viene sottolineato dal
fumetto. Delle sue cure si occuparono una dozzina di dottori. Da un lato cominciarono con salassi,
purghe e clisteri; dall’altro misero in pratica “moderni” trattamenti correttivi come isolamento,
bagni gelati, camicie di forza e letti di contenzione. Il recupero della ragione, grazie o più
probabilmente malgrado queste terapie, arrivò dopo sei mesi di torture e al medico Francis Willis
(1718-1807), rappresentato qui alla destra del re. Il miglioramento fu solo temporaneo. Giorgio III
morì nel 1820, ormai cieco e sordo da tempo, ma non muto: i bollettini medici parlavano infatti di
sproloqui che superavano le 48 ore consecutive.
PAROLE DIMENTICATE
IL NUMERO
P A P P A C E C E 5 MILIONI
di dollari
Sborsati dal comune di
Composto di “pappare” e “cece” New York nel 1853 per
indica figurativamente un fannullone, acquistare il terreno
in cui verrà costruito
un buono a nulla che è solo capace Central Park.
di “pappare” ceci.
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S
CHI L’HA DETTO?
10
TO P T E N
MONDADORI PORTFOLIO/ELECTA/SERGIO ANELLI
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S
UNA GIORNATA DA...
A cura di Maria Leonarda Leone. Illustrazione di Claudio Prati
I
llustrissimo et Eccellentissimo signor mio, che è quasi ora di pranzo, usciamo: vi mostrerò
umilissimo e fidel servitor Suo, io Lazzaro di la bellezza dell’Urbe. Le magnifiche rovine, il DA ARTIGIANI
Giorgio Tommasi, avendo più volte in voce
raccomandatosi a Vostra Eccellenza Illustrissima,
Pantheon, il Foro: guardatevi in giro, basta fare
due passi e... “Beccato, finalmente!”. Qualcuno
AD ARTISTI
chiede un donativo di quanto piace a Quella. E mi afferra alle spalle. È Benozzo: ci facciamo
perché Ella sa, che già supplicante e già vecchio, concorrenza da sempre. “Tu...! Hai raccontato ■ Nel Medioevo i nomi degli
che ha di nipoti e nipote e parenti poveri. in giro che sono uno sfaticato, un ruffiano e un artisti erano considerati
Pregando Nostro Signore Iddio che La feliciti e bugiardo: ho perso almeno tre commissioni, per lo più irrilevanti. Pittori
conservi. a causa tua. Ma questo lo sai bene, perché e scultori erano visti al
Vediamo se adesso mi pagherà, questo te le sei accaparrate tu... Allora tieni, prenditi pari di muratori, calzolai o
spilorcio! No, non vi dirò il suo nome: sono un anche questo!”. E mi stampa un pugno sul falegnami: facevano infatti
artista serio. Ma una cosa è certa: basta ricchi naso, così forte da farmi finire col sedere per un lavoro manuale e, alla
mecenati. D’ora in poi accetterò ordini solo dai terra. Il sangue comincia a uscire copioso, stregua di un qualsiasi
mercanti, sono gli unici committenti affidabili. ma non posso lamentarmi: ha detto la verità. artigiano, non godevano
Oppure farò come ser Luca Signorelli, che Non mi sento in colpa: sparlare dei colleghi fa di alcun prestigio sociale o
mezzo secolo fa, per affrescare la cappella di parte del mestiere. Mi rialzo spolverandomi culturale. Le cose cambiarono
San Brizio, nel duomo di Orvieto, chiese come le brache, mentre il mio aggressore si solo nel XV secolo in Nord
pagamento tutto il vino bianco che fosse allontana soddisfatto. Pensate che al famoso Europa e nel XVI in Italia.
riuscito a bere. Michelangelo Buonarroti accadde più o meno
Un pugno sul naso. Mi raddrizzo sulla sedia: lo stesso, da ragazzo. Si trovava a Firenze, nella ■ Fino all’entrata in vigore,
il lavoro mi sta ingobbendo. Spero solo di non cappella Brancacci: si esercitava a ricopiare nell’Ottocento, delle prime
fare la fine del mio vecchio maestro, che a forza gli affreschi di Masaccio, quando cominciò a leggi sul lavoro minorile, gli
di scalpellare marmi, morì coperto di polvere, prendere in giro l’amico apprendista, Pietro artisti e gli artigiani venivano
con le dita contorte dall’artrite e una tosse Torrigiano. Quello, stufo e invidioso dei successi mandati a bottega come
che gli troncava il respiro. Di riflesso tossisco dell’altro, posò il carboncino e gli ruppe il apprendisti già a 8 anni.
anch’io: qui nella mia bottega non si respira naso con un cazzotto. Adesso potrò dire di Firmavano un contratto con
certo aria pulita. Per non parlare dell’odore di avere qualcosa in comune con il Maestro della il Maestro, che si dichiarava
olio di lino, sudore e segatura che mi accoglie, scultura... Ahahaha, se non fosse morto già da disposto a nutrirli, ospitarli e
oggi come ogni mattina, quando varco il 4 anni, sono sicuro che avrebbe da ridire: la formarli, in cambio del loro
portone. Al pari di molti colleghi, non solo nostra categoria è piena di palloni gonfiati dal lavoro.
scolpisco ma dipingo anche: mi aiutano gli 8 brutto carattere!
apprendisti che tengo con me a bottega. Solo Adesso è perfetto! Dolorante, rientro in ■ Tra i 16 e i 18 anni, gli
se la paga è alta lavoro personalmente alle bottega: Piero sta macinando il pigmento, apprendisti cominciavano
opere, altrimenti butto giù il progetto e lascio così posso dedicarmi agli ultimi ritocchi su a ricevere un salario. In
tutto ai miei allievi: devono pur imparare, no? una statua. Al tramonto arriva il committente: alternativa potevano
Mentre mi faccio largo tra le tele, inciampo si avvicina all’opera, osservandola con occhio preparare una propria
su una tavola di legno di pero: “Piero! Quante critico. Non capisce nulla d’arte, ma si atteggia singola opera da presentare
volte ti ho detto di fare attenzione a dove lasci a intenditore: “Quel naso è troppo grosso”, dice alla locale Compagnia dei
i supporti? Forza, molla quei pennelli e vai con aria di rimprovero. Salgo di nuovo sulla pittori: era la Compagnia a
dallo speziale a comprare dell’olio di lino e del scala: fingo di dare due colpi di scalpello e decidere se il giovane era
vermiglione: abbiamo finito il rosso”. Ah, questi lascio cadere una manciata di polvere che ho diventato abbastanza bravo
apprendisti non sono più quelli di una volta! afferrato prima di arrampicarmi. “Oh, adesso da mettersi in proprio.
Che razza di artisti potranno mai diventare? è perfetto!”, esclama lui dal basso. “Domani
Fortuna che qui a Roma hanno sotto gli occhi manderò qualcuno a ritirarla”. “Sì, ma non ■ Molti artisti andavano
ogni giorno la perfezione dell’arte classica, da dimentichi il pagamento!”, gli urlo mentre si a Roma per studiare ed
cui tutti noi prendiamo ispirazione. Anzi, visto allontana. Che di debitori ne ho già troppi! esercitarsi a ricopiare le opere
classiche: fra i più famosi,
fecero così l’architetto Filippo
Brunelleschi (1377-1446) e
Il committente si atteggia a lo scultore Donatello (1386-
intenditore. Si avvicina alla statua e 1466), il pittore e architetto
Raffaello Sanzio (1483-1520)
dice: “Quel naso è troppo grosso!”. e il suo collega Giorgio Vasari
Fingo di dare due colpi di scalpello, (1511-1574).
e lui se ne va soddisfatto.
14
S
CHI L’HA INVENTATO?
A cura di Matteo Liberti. Illustrazioni di Giampietro Costa
GLI OCCHIALI
DA VISTA
Nell’antichità si mettevano pietre
trasparenti davanti agli occhi, poi vetri.
E prima delle stanghette si utilizzarono
nastri e “occhiali a mano”. Dai monocoli
ai pince-nez, ecco che cosa ci siamo
inventati nei secoli per vederci meglio.
D
ue lenti fissate su una montatura con stanghette laterali, in em
Durante
es si deil aperit
Medioevo
everum
il frate
autfrancescano
ipsandeoritatiis
Roger etur
Bacon
aliquatem
fu il primo
is vel
grado di tenerle ferme davanti ai nostri occhi permettendoci haribus,
a studiare
quislade
capacità
aperit d’ingrandimento
everum aut ipsandeoritatiis
delle lenti convesse.
etur aliquatem is v
di vedere meglio. È questa la descrizione dei moderni occhiali
da vista, la cui attuale foggia risale al 1730, quando l’oculista inglese
Edward Scarlett ideò il primo modello “da tempia”, dotato appunto di
stanghette. Prima di allora, questi strumenti venivano tenuti in mano
o incastrati sul naso. Quanto alla loro origine, si sa che i primi modelli
nacquero nel XIII secolo a Venezia, mentre la loro evoluzione fu figlia di
graduali sperimentazioni, tra cui
anche quelle del celebre politico-
Salvino inventore statunitense Benjamin
degli Armati Franklin, che nel 1784 ideò le
prime lenti bifocali. A partire dal
16
realizzazione di occhiali degni di tal nome. Un apprezzabile contributo
venne dallo scienziato arabo Alhazen (965-1039), i cui studi di ottica
furono ripresi in Europa dalle comunità monastiche che ne tradussero
gli scritti. Abituati a leggere, scrivere e miniare libri a lume di candela,
ai monaci si deteriorava la vista più rapidamente rispetto alle altre
persone. Talvolta si aiutavano con pezzi di vetro che, appoggiati su
una pagina, la ingrandivano, pur deformandola un po’. Proprio un frate
inglese, filosofo e teologo, Roger Bacon (1214-1294), divenne celebre
anche per i suoi esperimenti di ottica, in particolare per lo studio sulle
capacità d’ingrandimento delle lenti convesse.
I roidi da ogli. Sul finire del XIII secolo iniziarono a prendere forma le
prime lenti paragonabili a quelle odierne, che unite da un ponticello
diedero vita a rudimentali occhiali. Secondo alcune fonti sarebbero
nati attorno al 1280 grazie al pisano Alessandro della Spina, un frate
domenicano, mentre altri ne attribuiscono la paternità a Salvino degli
Armati (vedi riquadro). In verità, è probabile che gli occhiali siano nati
dagli artigiani veneziani, concentrati nell’isola di Murano, specializzati
Neles1784
em si deBenjamin Franklin
aperit everum aut inventò le lenti bifocali
ipsandeoritatiis (ognunaiscomposta
etur aliquatemharibus,
aliquatem vel haribus,
quis nella lavorazione di vetri e cristalli. Furono infatti loro a creare le prime
daaperit
quis
de due mezze
de aperit
everumlenti)
everum per
autlaipsandeoritatiis
correzioneetur
aut ipsandeoritatiis simultanea
aliquatem di is
due
etur aliquatem v difetti
is v visivi. lenti realmente efficaci per la lettura. Nello specifico, i primissimi
occhiali, detti roidi da ogli (“dischi da occhi”), avevano lenti convesse,
risultando quindi utili per la presbiopia (la difficoltà a vedere da vicino).
In principio, queste erano poste su montature in legno o in ferro, poi si
passò all’avorio delle zanne d’elefante e a corna di altri animali. I modelli
base erano progettati per incastrarsi direttamente sopra al naso, come
nel paio che indossa il cardinale Ugo di Provenza in un famoso affresco
realizzato, nel 1352, dal pittore Tomaso da Modena nel convento di San
Nicolò a Treviso, tra le prime rappresentazioni pittoriche degli occhiali.
Arrivano le stanghette. Inizialmente apprezzati dalle classi sociali
più elevate (e realizzati talvolta in oro), gli occhiali conobbero la loro
prima grande diffusione in seguito dell’invenzione della stampa a
caratteri mobili, alla metà del XV secolo. Con l’aumento del numero
dei libri aumentò infatti quello dei lettori, e di conseguenza crebbe
la domanda di occhiali, dotati ora anche di lenti concave, utili per la
miopia. Al boom cinquecentesco seguirono importanti novità nel
Settecento, grazie alle lenti bifocali di Franklin (ognuna composta da
due mezze lenti), per correggere contemporaneamente miopia e
em
Neles1887
si del’oculista
aperit everum autFick
tedesco ipsandeoritatiis eturlenti
realizzò le prime aliquatem is vel haribus,
a contatto, presbiopia. Poco prima, tra il 1727 e il 1730, erano nate le stanghette
quis de aperit everum
perfezionate aut ipsandeoritatiis
nel XX secolo etur aliquatem
grazie all’introduzione is v
della plastica. laterali, ma ancora per tutto l’Ottocento spopolarono modelli che ne
erano privi. Come i lorgnette, occhialini dotati di manico e con lenti
ripiegabili, detti anche “fassamano”; oppure i pince-nez, o “stringinaso”,
con montature autoreggenti realizzate in metallo e dotate di piccole
molle e pinze; o ancora i monocoli, consistenti in una sola lente fissata
a un cinturino. Tra Ottocento e Novecento s’imposero nuovi materiali
per le montature, come la celluloide e la bachelite, e si registrarono
miglioramenti nella lavorazione delle lenti, rese sempre più efficaci.
17
PARIGI
MONDI PARALLELI
SOCIETÀ E STATO
L a Francia tra la fine del 1100 e
il 1200 era un regno in fase di
consolidamento. La società feudale era
ormai matura e una borghesia sempre
più intraprendente faceva concorrenza
ai “signori della guerra”: il potere del
denaro, dei mestieri, delle professioni
e del commercio rivaleggiava con
quello delle armi. Di questo fermento
Parigi fu il cuore politico e, dopo
l’apertura dell’università nel 1170,
anche culturale. La dinastia dei
Capetingi, salita al trono dopo l’ultimo
re carolingio nel X secolo, in tre secoli
trasformò la Francia in una monarchia
nazionale, contrastando il potere di
duchi e grandi signori.
Sotto Filippo II Augusto (re dal
1180 al 1223, a sinistra) e Luigi
IX, detto il “il Santo” (1226-1270),
i Capetingi si imposero grazie al
controllo sull’amministrazione e
sull’esercito, con il rafforzamento
del ruolo del re e un’efficace
propaganda. I possedimenti reali non
corrispondevano però alla Francia
di oggi: erano molto più piccoli
e non comprendevano territori
estesi, come il Ducato d’Aquitania o
quello di Borgogna, rimasti a lungo
indipendenti. Come in Italia, alcuni
centri urbani francesi ottennero, nel
RMN/ALINARI
M
entre a Parigi si lavorava nel cantiere della Crescita parallela. Dopo il Mille, in Europa l’economia e i
cattedrale di Notre-Dame, a Cahokia (oggi commerci ripartirono e la popolazione crebbe rapidamente.
nell’Illinois, Usa) prosperava una città con Innovazioni epocali come l’aratro pesante a versoio, il giogo per
misteriose piramidi di terra. Le due metropoli i buoi e la rotazione triennale, insieme a mutamenti climatici
ebbero destini opposti, eppure per un paio di secoli convissero, favorevoli che assicuravano raccolti abbondanti, furono le
una all’insaputa dell’altra: tra la fine del XII secolo e l’inizio cause di quel boom economico e demografico.
del Duecento erano rispettivamente la più grande città europea Si innescò un circolo virtuoso nell’economia e nella società:
e la più sviluppata del Nord America. Ma se della monarchia più prodotti significavano meno carestie, meno fame e meno
francese dei Capetingi, che regnò su parte della Francia dal 987 malattie, quindi un rapido aumento della popolazione e più
al 1328, sappiamo quasi tutto, gli americani che dominarono il merci da vendere in fiere e mercati. Parigi diventò il cuore
Mississippi sono avvolti dal mistero. politico e culturale di quell’età dell’oro.
18
S
CAHOKIA
Cahokia nel 1200
CAHOKIA
PARIGI
ABITANTI
20mila
DENSITÀ
1.250 abitanti/km2
SOCIETÀ E STATO
I Cahokiani erano agricoltori e quindi
tra i pochi popoli stanziali del Nord
America. Coltivavano mais, zucche,
fagioli e tabacco, che fumavano in
pipe cerimoniali, e cacciavano. Ma
soprattutto pescavano sul Mississippi
in canoe ricavate da tronchi scavati,
con cui trasportavano le merci lungo
il corso del fiume: avevano relazioni
commerciali dall’Atlantico alle
Montagne Rocciose e dai Grandi Laghi
al Golfo del Messico.
La presenza di un’area sacra a Cahokia
fa pensare che esistesse una classe
di sacerdoti che esercitava il potere
politico (a destra, una statuetta di
dea-madre cahokiana). La società era
divisa in caste, con al vertice i sacerdoti
o, in una seconda fase, i re-guerrieri.
Pare che anche i mercanti avessero un
certo ruolo. Attraverso l’accumulo e
NATIONAL GEOGRAPHIC IMAGE COLLECTION/ALAMY STOCK PHOTO/IPA
Spada medievale
PARIGI conservata al Musée de
Tra il 1100 e il 1200 si iniziò a l'Armée di Parigi.
OLRAT/ALAMY/IPA
RMN/ALINARI
lavorare al cantiere di Notre-
Dame (qui prima dell’incendio
dello scorso aprile).
3 km2
Estensione
di Parigi sotto
Filippo Augusto
987
Incoronazione di
Ugo Capeto, primo
PARIGI CAPETINGIA re dei Capetingi
A Cahokia
in una sepoltura d’altoc’era un florido mercato
Punte di lancia trovate
i cui
16 km2
Area di Cahokia, con
la sua zona sacra e i
quartieri residenziali
Q
uando ancora il Muro divideva della città, differenti erano gli stati
due mondi contrapposti, d’animo e opposte le traiettorie che la
concentrati nel perimetro di vita avrebbe seguito.
un’unica sfortunata città, Nell’agosto del 1961, in una manciata
un giovane studente universitario di di giorni, il sistema di fortificazioni
nome Peter Bieber ebbe l’occasione di era stato innalzato dividendo
trovarsi prima da una parte, poi dall’altra quartieri, amici e famigliari. Serviva a
della barriera. Diverso era osservare interrompere un esodo: in quegli anni
la frontiera più famosa del Novecento la Germania Orientale (Ddr, Repubblica
stando a Berlino Est o nella parte Ovest democratica tedesca) aveva già perduto
PICTURE ALLIANCE VIA GETTY IMAGES
ULLSTEIN ALINARI
La costruzione di un
secondo muro dietro
quello già esistente
in Bernauer Strasse, a
Berlino (aprile 1967).
A sinistra, la porta
di Brandeburgo nel
1961. Sul cartello c’è
scritto: “Attenzione!
In questo momento
state lasciando Berlino
Ovest”.
Peter Bieber è un testimone speciale. Ha vissuto nella
Germania comunista, è scappato, ha aiutato altre 11
persone a fuggire ed è finito per questo in prigione. Ma
il 29 novembre 1989 era a Berlino, davanti a un Muro
che cadeva, pezzo dopo pezzo... di Francesca Ghirardelli
Peter Bieber
ieri
Un trentenne Peter Bieber nel
1975, al momento dell’arresto.
Passò 5 anni in prigione per
aver aiutato a fuggire dal blocco
orientale 11 persone.
23
S
un sesto della sua popolazione,
fuoriuscita verso Ovest. La barriera
non bastò, come dimostra, tra
migliaia d’altre, la storia di Peter
Bieber, nato nel 1945 a Königsberg
(oggi Kaliningrad) e cresciuto nella
Germania Est. Oggi pensionato di 74
anni, nel trentesimo anniversario
dalla caduta di quel Muro ripercorre
la sua personale, rischiosissima
impresa, prima come fuggitivo,
poi come “agente” organizzatore
delle fughe altrui. Racconta: «Ho
visto il Muro a Berlino Est per
Peter Bieber
la prima volta nel 1969. Da quel
lato non era possibile avvicinarsi
oggi
troppo, non lo si poteva toccare, lo si
osservava da una distanza di 300 metri.
Nel 1972 sono tornato in città, questa
volta sul versante Ovest. Il contatto
con il Muro era più ravvicinato, in
alcuni punti distava 50 metri, e c’erano
posti di osservazione sopraelevati per
permettere di vedere di là. Guardare
il Muro da Est dava una sensazione Un camion
claustrofobica, di qualcosa che stesse corazzato pulisce
finendo, almeno così pareva a me. Visto la strada dai detriti
da Ovest era la libertà». dopo i lavori di
rafforzamento del
valico di frontiera
Trent’anni fa, il 9 novembre dell’89, lei a Heinrich-Heine-
si trovava a uno dei valichi di frontiera Strasse (Berlino,
di Berlino. Cos’è accaduto? dicembre 1961).
Già nei giorni precedenti si percepiva Sotto, saluti ai
che qualcosa sarebbe successo, che tutto propri cari dalla
Bernauer Strasse,
sarebbe finito presto. Il 9 novembre, con
strada di confine
un amico, abbiamo raggiunto Heinrich- che fu scenario di
Heine-Strasse, uno dei posti di frontiera una serie di fughe
nel quartiere di Kreuzberg. Il valico era (o tentativi di) verso
GETTY IMAGES
GETTY IMAGES
di fuggire dalla di scappare
Ddr nel 1968, U na volta sorto il Muro, numerosi
sull’onda della
furono i tentativi di oltrepassarlo.
Fogne. Uno dei primi metodi
adottati fu quello di sfruttare il
Primavera di sistema fognario, attraverso il quale
raggiungere l’Est per poi scortare i
BETTMANN ARCHIVE
quando la Ddr iniziò a registrare gli collegava le due
stranieri in entrata e in uscita dall’Est. parti della città e,
In macchina. Ci fu chi creò scomparti sotto, un uomo in
nascosti all’interno di automobili e ginocchio davanti
camion (come nel caso di Peter Bieber), all’ingresso della
dentro cui sistemare i rifugiati. galleria.
Tunnel. Oltre a scavare gallerie,
vennero utilizzati anche i tunnel della
metropolitana e della rete ferroviaria.
A partire dal 1963 vennero però dotati
di meccanismi di blocco.
Acqua. Vie di fuga furono anche i corsi
d’acqua e i canali del fiume Sprea che
attraversa Berlino. Sembrava una via
semplice da prendere, ma costò la vita
a molti. A Berlino, 12 dei 45 chilometri
di frontiera erano rappresentati
da canali. La Ddr installò ostacoli
all’attraversamento, soprattutto dopo
che nel 1962 un gruppo di berlinesi
dell’Est dirottò un battello a vapore ed
entrò nelle acque dell’Ovest.
ULLSTEIN ALINARI
25
S
I numeri delle fughe Berlino Ovest
Tra fughe riuscite e tentativi falliti, ecco in numeri un bilancio con le vittime, gli era un’enclave
nella Germania
arrestati e le persone che invece sono riuscite a scappare dalla Germania Orientale.
LE FUGHE RIUSCITE...
75 MILA mentre preparavano o realizzavano una fuga. Circa 30mila uno e otto anni. Ancora oggi sono in
persone furono rilasciate dalle carceri della Ddr dopo che contatto con alcuni di loro. Una delle
PERSONE
la Repubblica Federale pagò per la loro liberazione. Fra chi bambine è diventata poliziotta.
ARRESTATE venne liberato c’era anche Peter Bieber.
Perché dopo cinque viaggi vi siete
MORTI fermati?
140 MILA a causa del sistema di separazione e di repressione
della Germania Orientale, tra il 1961 e il 1989.
Siamo stati arrestati. Un ragazzo
raccontò di noi a Berlino Est e la notizia
PERSONE
MORTE arrivò alla polizia. Mi fermarono lungo
un’autostrada della Ddr (da cui era
I TUNNEL permesso il transito anche ai cittadini
dell’Ovest), mentre accompagnavo
75 furono scavati a Berlino, di cui 18 utilizzati per le fughe
di gruppo. Gli altri vennero scoperti dalla Stasi o dai i fuggitivi al camion. Sono stato
TUNNEL condannato a 10 anni di carcere. Dopo
funzionari di frontiera.
SOTTERRANEI 5 anni, però, il governo di Bonn pagò
per il mio rilascio. Il primo anno è stato
duro: in sei metri per quattro eravamo in
lì. Arrivati al confine con l’Ovest, le chiedevano aiuto per ricongiungersi quindici. Ci sono tornato in visita negli
guardie di frontiera hanno ordinato di con parenti o amici bloccati a Est. Così Anni ’90, ho ritrovato la mia cella, mi
aprire i portelloni. Ho visto le luci delle ricontattai l’autista del mio viaggio. sono seduto lì ma mi è sembrata diversa.
torce e mi sono detto “Ora arrivano i Si chiama Johannes. In quel periodo Per il resto della pena ho lavorato:
cani e sarà tutto finito”. Invece niente trasportava bitume per asfaltare strade cucivamo stoffa antiatomica per cappotti
cani! I portelloni sono stati richiusi e a Berlino Ovest e nella Germania destinati agli eserciti del blocco sovietico.
siamo arrivati di là. Eravamo al confine Occidentale. In quattro mesi e cinque A raccontarlo ora pare incredibile.
di Herleshausen. Prima della frontiera il
GAMMA-RAPHO VIA GETTY IMAGES
E il muro crollò
L a sera del 9 novembre 1989 i berlinesi iniziarono ad abbattere il Muro di
Berlino. Era l’ultimo passo di una rivoluzione già in atto: l’opposizione
interna della Ddr, per decenni repressa dalla Stasi, era diventata un
movimento di massa nella primavera del 1989. Inoltre sempre quell’estate
l’Ungheria annunciò l’apertura della frontiera con l’Austria e migliaia di
tedeschi orientali raggiunsero l’Ovest attraverso l’Ungheria. Per arginare
la fuga, il presidente Egon Krenz decise di concedere nuovi permessi per la
Germania Ovest, ma gli eventi precipitarono. Nel pomeriggio del 9 novembre
il ministro della Propaganda Günter Schabowski disse ai giornalisti: “È
stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. Se sono stato informato
correttamente, quest’ordine diventa efficace immediatamente”. Ma Schabowski
non era stato informato correttamente: la decisione non era ufficiale. La sua
frase suonò però come un “liberi tutti” per i berlinesi, che trovarono le guardie
di confine senza ordini chiari in merito, e aprì la strada alla riunificazione.
COLONIA GIOIELLO
Agorà inferiore
Comprendeva una zona
Teatro fitta di botteghe, la stoà
Il teatro greco di Akrágas è (porticato), il complesso del
stato scoperto recentemente Gymnasium e una zona sacra.
in questa zona. Risalirebbe
almeno al IV secolo a.C.
Colimbetra
Bacino artificiale usato
Tempio di Efesto per la piscicoltura e
All’estremità più occidentale rifornito dall’acquedotto.
della città, era imponente
e di stile dorico.
Fondata quasi 2.600 anni fa, Agrigento diventò
la “più bella città dei mortali”. Merito anche
di qualche tiranno e di un filosofo... di Aldo Bacci
A
nord due alture rocciose, a sud una
collina parallela al mare non distante,
a est e a ovest i letti di due profondi
Tempio di Hera
Il più alto della città, vicino torrenti, l’Akrágas (oggi torrente San
alla Rupe atenea. Fu edificato Biagio) e l’Hyspas. Al centro, una vasta piana
secondo i modelli della su cui i due capi spedizione Aristonoo e Pistilo,
madrepatria. originari di Rodi e Creta, misero subito gli occhi
e decisero di “metterci su casa” fondando una
nuova colonia, che prese il nome proprio da uno
Tempio della Concordia di quei torrenti: Akrágas, Agrigento (Agrigentum
“Gemello” del Tempio per i Romani). Era il 580 a.C. ed era nata la polis
di Hera, anche nelle di Sicilia che sarebbe diventata “la più bella città
dimensioni, è oggi il meglio abitata dai mortali”, come la definì il poeta greco
conservato.
Pindaro che vi visse alcuni anni.
Quei coloni venivano dalla vicina Gela, fondata
a sua volta da Rodii e Cretesi. Sul perché Gela
Tempio di Eracle decise di fondare questa subcolonia esistono due
Costruito su uno sperone
roccioso vicino alla Villa Aurea, interpretazioni, che non si escludono a vicenda:
ospitava una problemi sociali interni alla madrepatria, come
famosa statua dell’eroe. era comune in quell’epoca, oppure un disegno
strategico per guadagnare terreno rispetto alla
rivale Selinunte. Spieghiamo: Selinunte era la
Tempio di Zeus più occidentale delle città greche di Sicilia, e tra
Era il più grande edificio le più potenti. La nuova colonia di Agrigento, a
ALTAIR4
dorico della Sicilia greca: metà strada tra Gela e Selinunte, garantiva un
lungo 112 metri, largo 56, vantaggio tattico per il controllo del territorio. Di
con colonne alte 18 metri. fatto, quella spianata individuata da Aristonoo
Santuario ctonio
Dedicato alle divinità
sotterranee della fecondità,
Demetra e Persefone.
Vi si svolgevano le
Tesmoforie, feste rituali.
29
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Dispo
PRIMO PIANO
■
LA PIETRA
La Stele di
MILIARE Rosetta, il
Codice di
pag. 36
■
GIÙ LA
MASCHERA
Hammurabi,
pag. 40 la Coppa
■
LA LINGUA Warren... quei
SVELATA
pag. 44
manufatti che
■ dicono tutto.
LA COPP(I)A
DELLO SCANDALO
pag. 50
■
S’È CINTA Medioevo
LA TESTA La regina degli
pag. 54 Scacchi di
■ Lewis: statuette
preziosissime che
SCACCHIERA raccontano la civiltà
MONDIALE medievale.
pag. 60
BRIDGEMAN IMAGES
■
LA
DECAPITAZIONE
FRANCESE
pag. 64
■
INGHIL...TÈ
pag. 68
■
I PIÙ ANTICHI
DI TUTTI
pag. 74
LA STORIA IN
20 OGGETTI 35
S
PRIMO PIANO
S
e non sai che cos’è, potresti
perfino passargli accanto senza
farci caso. In fondo, per un
occhio inesperto, il Codice
di Hammurabi (XVIII secolo a.C.)
non è niente di più che una pietra
nera decorata con qualche figura
antropomorfica e delle incisioni
incomprensibili. Poi però vieni a scoprire
che su quella bizzarra roccia, oggi
conservata al Louvre di Parigi, furono
scolpite alcune tra le più antiche leggi
conosciute. Mica poco. L’archeologo
Jacques de Morgan, che la rinvenne
Consegna divina a Susa (Iran) nell’inverno tra il 1901
La stele in diorite su
cui sono scolpite le e il 1902, consegnò alla posterità non
282 leggi del Codice soltanto un prezioso documento sulla
di Hammurabi: sopra società, sul diritto e sull’economia
il re riceve le leggi babilonesi, ma letteralmente una pietra
dalla divintà solare miliare della civiltà umana.
seduta in trono.
UNA PICCOLA POTENZA. Ma
chi era questo Hammurabi (1810-1750
a.C.)? Per rispondere dobbiamo calarci
in un mondo lontano e a noi poco
familiare, il mondo del Vicino Oriente
ART MEDIA/HERITAGE-IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO
PIETRA
ruolo secondario.
36
S
Presto però il quadro cambiò.
Nel 1792 a.C., salì al trono di
questa città non proprio temibile
l’abilissimo Hammurabi, figlio di Sin-
muballit e sesto nella successione
dinastica. Il nuovo re rivelò l’indole
del conquistatore. «La sua prima
importante conquista», spiega Nicla De
Zorzi, esperta di Mesopotamia antica
e ricercatrice all’Università di Vienna,
«fu il regno di Larsa, guidato dall’ormai
anziano Rim-Sin». Ci vollero sei mesi
d’assedio, ma, alla fine, la città cadde
per fame (1763 a.C.). Per festeggiare
la vittoria, Hammurabi assunse
l’altisonante titolo di “re di Sumer e
Accad”. «La conquista di Larsa segnò
la fine dell’equilibrio di potere che con
sorti alterne aveva caratterizzato il
Vicino Oriente per alcuni anni», precisa
De Zorzi.
Uno dopo l’altro, caddero come birilli
i confinanti regni di Eshnunna, di
Mari e di Malgium, mentre gli eserciti
babilonesi riuscivano a respingere due
popolazioni seminomadi provenienti da
nord, i Gutei e i Turukkei. Alla morte di
LEGISLATORE. Hammurabi,
per quanto brillante come stratega,
non visse di sola guerra. Il sovrano
babilonese è ricordato già nelle fonti
dell’epoca come costruttore di canali,
accorto amministratore e, soprattutto,
legislatore senza eguali. E a ragione:
a lui dobbiamo il celebre Codice che
porta ancora oggi il suo nome, una
stele di diorite alta 2,25 m sulla quale
vennero incise 282 disposizioni e di
cui, probabilmente, esistevano copie in
tutti i templi del regno.
Intanto, bisogna domandarsi: perché Nei suoi panni
una raccolta legislativa? Hammurabi La cosiddetta Testa
lo spiegava ai sudditi nel prologo del di Hammurabi:
Codice: “Per far sì che la giustizia considerata una
rappresentazione del
prevalga sulla Terra, per distruggere i
sovrano di Babilonia
malvagi e il male, per impedire al forte (1810-1750 a.C.),
di opprimere il debole”. Il monarca autore dell’omonimo
di Babilonia voleva trasmettere Codice, è in realtà di
MILIARE
un’immagine idealizzata di sé come epoca precedente.
37
S
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Babilonia
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EGITTO Nippur Susa
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Lagash IRAN
SUMER
Mar Golfo
Rosso Persico
Scoperta epocale
L’archeologo Jacques de Morgan
(1857-1924) che scoprì il Codice
di Hammurabi: stava scavando nei
pressi di Susa (Iran) nell’inverno tra
il 1901 e il 1902.
ALAMY STOCK PHOTO/IPA
Re del mistero
La maschera funeraria
che l’archeologo Heinrich
XINHUA/SIPA USA/MONDADORI PORTFOLIO
Schliemann (nell’ovale
a destra, in una foto
del 1877) ritrovò a
Micene. Pensava fosse di
Agamennone, ma risale a
quattro secoli prima della
Guerra di Troia, collocabile
intorno al 1200 a.C.
40
S
La maschera di Agamennone trovata da Schliemann non
era di Agamennone, ma ci racconta quanti studiosi si
sono succeduti e si sono accapigliati intorno alla guerra
più mitologica di sempre: quella di Troia.
Giù la
di Matteo Liberti
maschera
“
I
l re supremo”, “il re de’ prodi”, più noti di tutta la Grecia, risalente alla dell’Iliade e dell’Odissea, poemi databili
“il glorioso”, “l’illustre”, “il re gloriosa civiltà micenea: un’abbagliante all’VIII secolo a.C. e attribuiti appunto
de’ regi”: sono questi alcuni maschera funebre in lamina d’oro al misterioso (e forse mai esistito) poeta
dei nobili appellativi che conosciuta appunto come “maschera greco Omero.
nell’Iliade accompagnano la figura di di Agamennone”, pezzo forte della più Accumulate risorse sufficienti,
Agamennone, sovrano della mitologia grande raccolta d’arte greca al mondo, al Schliemann iniziò a ricercare le tracce degli
greca protagonista di spicco dei poemi Museo Archeologico Nazionale di Atene. eroi della guerra che tra XIII e XII secolo
omerici. Fu infatti lui, secondo Omero, a.C. avrebbe visto opporsi le forze greche e
a condurre le forze greche nella Guerra SCOPERTA “MITICA”. A scovare quelle troiane, e dopo essersi prodigato per
di Troia, scoppiata dopo che i Troiani il prezioso reperto fu nell’Ottocento portare alla luce i resti di Troia (tra il 1870
ebbero rapito Elena, moglie di suo il tedesco Heinrich Schliemann e il 1873), presso le coste turche dell’Egeo,
fratello Menelao. E oggi, a distanza di (1822-1890), brillante imprenditore si spostò nel Peloponneso, nel cuore della
oltre tre millenni da quei mitici eventi, e archeologo tedesco, autodidatta Grecia, intenzionato a scavare l’antica città
il suo nome è legato a uno dei simboli appassionato fin da giovanissimo di Micene.
ALAMY/IPA (2)
Scoperta eclatante
A destra, ricostruzione del
momento in cui Schliemann e la
moglie greca Sophia, nel 1876,
scoprirono il corredo funerario di
una tomba aristocratica a Micene.
Qui, nel 1876, poco dopo l’imponente fortezze, progettate per incutere timore
“porta dei Leoni”, vicino a quello che al solo sguardo. All’incirca dal 1500
doveva essere il palazzo reale, individuò a.C., le forze micenee intrapresero
un complesso tombale – chiamato un’espansione così travolgente da
“circolo A” – contenente sei sepolcri e coinvolgere buona parte dei territori che
19 sepolture. Alcuni dei defunti avevano si trovavano attorno al Mediterraneo
i volti coperti da maschere d’oro, oltre Orientale, inclusa la storica isola di
a essere attorniati da preziosi corredi Creta, già sede della civiltà minoica.
funerari, tra armi, gioielli e utensili (per Quanto al racconto omerico, seppure
un totale di quasi 14 kg di oro, a cui si non vi sia certezza che il declino storico
sommavano lavorazioni in avorio e in della città di Troia sia avvenuto a causa
ceramica). A sbalordire Schliemann fu dei Micenei, è verosimile che, tra il 1200
in particolare una maschera rinvenuta e il 1100 a.C., un conflitto tra le due
SHUTTERSTOCK/BARBAR34
il 30 novembre all’interno della tomba parti vi sia stato realmente, rivelandosi
V. Realizzata con lavorazione a sbalzo, forse anche più lungo di quello descritto
raffigurava un austero volto maschile nell’Iliade e nell’Odissea (dove la
con baffi e barba. Il viso, contornato vittoriosa campagna micenea dura
da orecchie sporgenti, era peraltro “appena” una decina d’anni).
La maschera
leggermente stilizzato, con occhi quasi Peraltro, sappiamo che nello stesso
a mandorla. Nessuno poteva avere periodo anche la civiltà micenea iniziò
di Agamennone
certezze sull’identità del “proprietario” a decadere rapidamente, colpita da
di tale capolavoro di artigianato, ma ripetute carestie nonché dalla pressione
a.C., ma il re visse
re miceneo le cui gesta erano narrate che ne avevano fatto la storia rimasero
nell’Iliade. Il cerchio, almeno a suo in seguito misteriosi, ma è certo che
nel 1200
dire, era chiuso: dopo aver portato alcuni di essi furono sepolti a Micene
alla luce i luoghi della Guerra di Troia, (in imponenti strutture a thòlos, ossia
aveva rinvenuto le tracce del sovrano scavate in vani circolari sormontati
che l’aveva condotta, ritornando poi a da una cupola). È dunque in una di
Micene per morirvi e trovarvi sepoltura. queste che riposava Agamennone? Ed La tomba
Ma cosa c’era di reale in quelle era davvero sua la maschera ritrovata e il mito
La tomba a thòlos
ricostruzioni? E quale era stata la vera da Schliemann? La risposta a queste detta “di Atreo”, per la
storia di quei luoghi? domande giunse parecchi decenni dopo mitologia padre
la scoperta del manufatto, deludendo le di Agamennone
CIVILTÀ GUERRIERA. Fuori dal fantasie di molti. e Menelao.
mito, sappiamo che la civiltà micenea Sotto, ricostruzione
si affermò tra il 1700 e il 1200 a.C., a ATTRIBUZIONE SCONFESSATA. della città-fortezza
di Micene
MONDADORI PORTFOLIO/DE AGOSTINI PICTURE LIBRARY
partire dall’area del Peloponneso, dando Le datazioni elaborate nel corso del
(II millennio a.C.).
vita a piccoli regni consistenti in città Novecento hanno attestato che la
arroccate e cinte da mura ciclopiche. La preziosa maschera attribuita al mitico
più potente di tutte era Micene, da cui il sovrano miceneo risale all’incirca al
nome dell’intera civiltà. Abili agricoltori XVI secolo a.C., mentre Agamennone,
e intraprendenti mercanti, i Micenei
furono anche formidabili artigiani,
specializzati nell’arte orafa
come suggerisce
proprio la maschera
di Agamennone,
finemente incisa
con una tecnica
usata anche per altri
oggetti (tra cui coppe e
ornamenti per abiti).
È però in ambito bellico
che i Micenei diedero il
meglio di sé: la loro era
infatti una civiltà guerriera,
fortemente centralizzata e
militarmente ben strutturata,
come attestano i reperti
archeologi e i resti di imponenti
42
S
Un pozzo di tesori avendo partecipato al conflitto con i Tutto ciò non ha in ogni caso sminuito il
A sinistra, gli scavi di
Troiani, sarebbe vissuto attorno al 1200 valore storico della maschera. Anche se
Micene hanno riportato
alla luce palazzi, mura a.C., ossia almeno tre secoli dopo. nel 1999 due studiosi americani, William
e tombe del XVI secolo Le deduzioni di Schliemann erano M. Calder III e David Traill, hanno
a.C. Sotto, una maschera dunque errate: l’oggetto doveva sì tentato di dimostrare come l’oggetto
funebre d’oro (datata appartenere al corredo funebre di un non solo non abbia nulla a che fare con
sempre XVI secolo qualche sovrano miceneo, o comunque Agamennone, ma sia addirittura un
a.C.) ricorda quella di di un personaggio di altissimo rango, falso, ideato ad arte da Schliemann al
Agamennone, ma lo stile
del viso è diverso e molto ma questi non poteva essere il mitico fine di aumentare la propria gloria.
meno definito. re che aveva lanciato la Guerra di Troia.
BAFFI RIVELATORI? L’archeologo
tedesco, noto per il brillante intelletto e
il carattere caparbio, era senza dubbio
un avventuriero eccentrico, fanatico e
privo di scrupoli. Prima di intraprendere
gli scavi a Micene, si era impossessato
di una parte dei ritrovamenti troiani,
e si sapeva che i soldi investiti
nell’impresa micenea erano il frutto di
ambigui affari commerciali svolti tra il
Vecchio continente e l’America (dove fu
processato per frode dopo essersi dato
all’usura).
BRIDGEMAN IMAGES
Quanto basta, secondo Calder e
Traill, per concepire il piano di un finto
reperto da spacciare come ritrovamento
sensazionale, tirando in ballo il nome
di Agamennone. Il primo a sostenere
l’ipotesi è stato Calder, filologo classe
1932, teorizzando tra l’altro che i baffi
della maschera, vagamente arricciati
all’insù, risponderebbero alla moda
tedesca dell’Ottocento, epoca in cui
sarebbero stati realizzati. Oltre a ciò,
Calder e Traill sottolineano come il
reperto sia più raffinato rispetto alle
altre maschere ritrovate in loco, come
se fosse appunto più recente. Le prove?
Risulta che, nei giorni precedenti la
scoperta della maschera, Schliemann si
allontanò misteriosamente da Micene,
sfruttando forse l’occasione per recarsi
da un orefice a ritirare il manufatto falso,
interrandolo nottetempo. D’altro canto,
ci si chiede perché l’archeologo avrebbe
dovuto rischiare una figuraccia, quando
aveva già rinvenuto molti importanti
reperti, guadagnandosi notevoli onori.
La maggior parte degli studiosi tende
quindi a rigettare l’ipotesi del falso, non
dimostrabile. La maschera è autentica,
ma non appartenne ad Agamennone
(sempre che il re sia esistito). Il che non
le ha impedito di divenire un’icona della
mitologia e della storia greca.
Quanto a Schliemann, uscì di scena
nel 1890, ancora certo delle sue
SHUTTERSTOCK/GEORGIOS TSICHLIS
LA
44
S
SVE
Senza la Stele di Rosetta, i geroglifici
non sarebbero mai stati decifrati.
A trovarla e a risolverne il mistero
furono i francesi. Anche se la lastra
finì nelle mani degli inglesi.
di Maria Leonarda Leone
LINGUA
LATA
ALAMY/IPA (3)
45
S
Scalpellata in tre antiche grafie, risultava comprensibile
“
C
e l’ho fatta! Ecco la chiave...!”, LA SCOPERTA. Rinvenuta nel 1799,
esclamò Jean-François Champollion nell’antica città portuale egizia di Rosetta
balzando sulla sedia del suo studio. (l’odierna el-Rashid), la celebre lastra è grande
Poi svenne. Era il 14 settembre 1822: più o meno quanto la porta di un frigorifero e
la comprensione dei geroglifici finalmente era spessa quasi 28 centimetri. La sua particolarità?
diventata realtà. È vero, lo studioso francese era L’iscrizione, scalpellata nel 196 a.C. in tre
un genio e conosceva un’infinità di lingue, ma diverse grafie: quella greca classica (la lingua
come era riuscito là dove per decenni gli altri della dinastia regnante, che per un migliaio
avevano fallito? La risposta è semplice: grazie di anni diventò anche la lingua ufficiale della
alla Stele di Rosetta, il reperto archeologico che pubblica amministrazione), il demotico (la
più di ogni altro aprì agli storici la strada per scrittura quotidiana e popolare della lingua
svelare i misteri della millenaria civiltà egizia. Il egizia) e il geroglifico (i “segni sacri incisi” usati
suo aspetto è quello che è, eppure questa lastra dai sacerdoti).
mutila di granodiorite, con la sua iscrizione All’epoca, di queste tre scritture solo una, il Scoperta casuale
(incompleta) redatta in caratteri piccoli come greco, era comprensibile. Quanto ai misteriosi Il capitano Pierre-François
la lista degli ingredienti di un sugo pronto, ha segni egizi, ormai dal V secolo d.C. nessuno ne Bouchard, che il 15 luglio
1799 intuì l’importanza
un’importanza innegabile. capiva più il significato. Per secoli intellettuali e della stele trovata da un
La sua storia non è solo un’affascinante studiosi si erano spremuti le meningi, ma quei soldato tra il materiale di
avventura alla Indiana Jones. La sua disegni minuti sarebbero rimasti ancora a lungo scavo del Forte di Rosetta
realizzazione, la sua scoperta e la sua affascinanti scarabocchi se non fosse comparsa (l’odierna el-Rashid).
decifrazione raccontano infatti anche tre la nostra stele. A notarla, tra i materiali di A destra, Napoleone
momenti storici significativi, per l’Egitto riempimento portati dalle maestranze locali per conduce degli esperti
davanti alla Stele di
e il mondo: la storia dei re macedoni che il potenziamento di Fort Julien (come i francesi
Rosetta, perché tentino
governarono sulla Terra dei faraoni conquistata avevano ribattezzato la fortezza mamelucca di di decifrarla. Il Grande
da Alessandro Magno; la storia dell’antagonismo Rosetta), era stato un soldato napoleonico, il Corso era partito per la
tra francesi e britannici in Medio Oriente, 15 luglio 1799. Le truppe dell’imperatore dei spedizione militare in
durante la campagna d’Egitto di Napoleone; la francesi erano sbarcate nella Terra dei faraoni Egitto con più di 100
storia delle teorie e delle dispute accademiche l’anno prima, per la campagna d’Egitto (1798- studiosi, in vista dei
che portarono alla decrittazione dei geroglifici. 1801), progettata da Bonaparte per colpire il possibili ritrovamenti di
reperti storici da portare
dominio britannico nel mar Mediterraneo. in patria.
Champollion superstar
ALBUM/FINE ART IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO
G enio precocissimo e
fuori dal comune, Jean-
François Champollion (1790-
passione era così profonda
che, parlandogli delle
proprie ricerche, riuscì ad
1832, a lato) era dotato di affascinare persino il suo
una memoria eccezionale, idolo, Napoleone, durante
oltre che di una passione un incontro casuale a
incrollabile per l’Oriente. Grenoble.
Era solo un ragazzino Dopo aver tradotto la
quando cominciò a seguire Stele di Rosetta, enunciò
le sue inclinazioni al liceo di i principi generali della
Grenoble, studiando latino, scrittura geroglifica nel 1824
greco ed ebraico. Continuò e, due anni dopo, venne
poi con l’arabo, l’aramaico nominato direttore della
e la lingua copta, quella sezione egizia del museo
che tanto gli fu utile nella del Louvre. Profetico ciò
decifrazione dei geroglifici. che scrisse di sé, nel 1828:
Al Louvre. Tra costanti “Io sono tutto per l’Egitto e
problemi economici, l’Egitto è tutto per me”. Un
completò il suo bagaglio di anno prima di morire, il
lingue impossibili a Parigi, padre dell’egittologia fu
aggiungendo, tra le altre, infatti chiamato a coprire la
anche l’avestico, il sanscrito, cattedra di Antichità egizia
il persiano e il cinese. La sua a Parigi.
BRIDGEMAN IMAGES
in una sola: il greco classico
quella strana pietra incisa recuperata dai
suoi soldati e la mostrò al generale Jacques
François Menou, che decise di portarla con sé
ad Alessandria d’Egitto. A nulla valsero, due
anni dopo, i tentativi di nasconderla fra i propri
effetti personali: con la resa francese, i vincitori
inglesi requisirono la stele come bottino di
guerra. E, nel 1802, re Giorgio III la donò al
British Museum, dove si trova ancora oggi.
Nel frattempo, però, i francesi non erano
rimasti con le mani in mano: avevano fatto
alcune copie della particolare iscrizione e su
quelle cominciarono a scervellarsi. La parte in
greco rivelò presto che si trattava di un decreto,
emanato dai sacerdoti egizi riuniti a Menfi,
l’antica capitale dell’Egitto: il clero vi celebrava
il neo-incoronato tredicenne faraone Tolomeo
V Epifane, elencando le tasse da lui cancellate
e i benefici apportati al Paese, e attribuendogli
anche lo status di divinità (un accessorio
indispensabile per il sovrano degli Egizi).
47
S
Reso orfano da una congiura, Tolomeo V era NELLE MANI GIUSTE. Collocata nel tempio In bella mostra
stato costretto a salire sul trono a 6 anni: mentre della città reale di Sais (oggi Sa el-Hagar), Il pubblico esamina
veniva manovrato da vari reggenti, in tutto centro della resistenza tolemaica, la stele venne con grande interesse
la stele egizia esibita
il Paese erano scoppiate rivolte che avevano spostata a Rosetta alla fine del IV secolo e qui al British Museum, nel
ritardato la sua incoronazione. «Per cercare i francesi la ritrovarono circa 1.400 anni dopo. 1874. L’importantissimo
di ristabilire il dominio supremo e divino dei Champollion ne ebbe una copia fra le mani nel reperto archeologico era
re tolemaici sull’Egitto, il re dovette quindi 1808: ma come riuscì a risolvere il rompicapo stato donato al museo di
negoziare la propria autorità e proteggerla dei geroglifici? «Per gli studiosi non contava Londra da re Giorgio III
prendendo in prestito la forza invincibile degli tanto ciò che diceva la stele, quanto il fatto che nel 1802, e ancora oggi
è l’oggetto che richiama
dèi o, più precisamente, dei sacerdoti», spiega lo dicesse tre volte e in tre lingue diverse. E
più visitatori.
lo storico dell’arte Neil MacGregor, nel saggio La che una di queste fosse comprensibile», nota
Storia del mondo in 100 oggetti (Adelphi). MacGregor. Ma Champollion aveva un aiuto in
Otto anni dopo la sua ascesa al potere, più: l’assoluta padronanza della lingua copta,
il potentissimo clero egizio concesse al re che lui stesso, a 17 anni, aveva riconosciuto
adolescente un’incoronazione solenne a Menfi, come la discendente diretta dell’antico egizio,
la città sacra simbolo degli antichi faraoni, per benché scritta con caratteri basati sull’alfabeto
rafforzare agli occhi degli Egizi la sua posizione greco. In pratica, poteva dire di sapere come
di sovrano legittimo. parlavano i faraoni, anche se gli rimaneva da
Ma in cambio Tolomeo fu costretto a scoprire il significato di tutti quei disegnini
promettere ai sacerdoti ciò che venne riportato che usavano per scrivere la loro lingua. La
sulla stele nel 196 a.C.: sostanziose agevolazioni decifrazione fu il risultato di almeno due geniali
fiscali e il privilegio di non doversi più illuminazioni: una di Champollion, che intuì
presentare ad Alessandria, la nuova capitale che ogni geroglifico poteva avere un significato
scelta dai regnanti macedoni, mantenendo la simbolico, pittografico e fonetico (vedi
loro incontrastata autorità a Menfi. riquadro); una del brillante studioso inglese
48
S
Al sicuro
nel forte
Il Forte di Rosetta
dove i francesi
scoprirono la
famosa stele,
durante i lavori
di restauro, nel
1799. Il forte era
un’antica struttura
mamelucca
che l’esercito
napoleonico stava
ampliando e aveva
ribattezzato
Fort Julien.
ALAMY/IPA (3)
L’iscrizione riduceva le tasse ai sacerdoti e non li
obbligava più a recarsi ad Alessandria, nuova capitale
Thomas Young, che ipotizzò che i caratteri
contenuti nei “cartigli”, quella specie di ovali
che nelle iscrizioni egizie contengono gruppi di
geroglifici, sulla Stele di Rosetta indicassero il
nome del faraone Tolomeo.
LA COPP(I)A
S
esso, piacere, arte e un pizzico di un manufatto del XX secolo, ma la
di pedagogia: è questo l’universo maggior parte della comunità scientifica
DELLO
racchiuso nella Coppa Warren, lo ritiene un capolavoro di oreficeria
uno dei pezzi più curiosi della antica, nonché un oggetto unico nel
collezione permanente del British suo genere. «Le coppe d’argento così
Museum di Londra. Si tratta di un calice antiche sono oggi eccezionalmente rare»,
romano in argento datato al I secolo d.C., spiega Neil MacGregor, ex direttore del
su cui sono rappresentate in rilievo scene British Museum e curatore del volume
esplicite di sesso tra un uomo adulto e La storia del mondo in 100 oggetti
un adolescente. Un’iconografia per noi (Adelphi). «Molti esemplari sono infatti
sfrontata e quasi inconcepibile, ma che stati nel tempo rifusi, e tra i pezzi STATUS SYMBOL. Il misterioso
ci racconta molto sui costumi sociali e sopravvissuti pochi possono competere manufatto fu probabilmente prodotto
sessuali dell’epoca. con la raffinatezza della Coppa Warren». intorno al 10 d.C. in Palestina, dove si
Ad accrescere il valore del reperto è racconta – ma non vi sono certezze –
UNICA. Sulla coppa ci sono ancora la sua decorazione, perché, se è vero sia stata rinvenuta nei pressi di Battir
molte ombre, tanto che qualche che la riproduzione di scene erotiche (l’antica città di Bethther), vicino
studioso rimane scettico persino sulla nell’arte romana era molto diffusa, quelle a Gerusalemme. È probabile che
sua autenticità, suggerendo che si tratti omosessuali erano meno comuni. l’oggetto sia stato sepolto in quel luogo
50
S
Senza tabù
La Coppa Warren
(oggi al British
Museum di Londra)
raffigura un rapporto
omosessuale tra
un adulto e un
adolescente. Nell’altra
pagina, un ritratto di
Edward Perry Warren
(a sinistra) e John
Marshall, collezionisti
d’arte e compagni
di vita.
SCALA
Un’opera d’arte
che non ebbe vita
IPA/ALAMY
facile, emblema di
come può cambiare,
nelle varie epoche e
società, il giudizio sulle
relazioni sessuali.
SCANDALO
di Federica Campanelli
intenzionalmente durante la Prima e, di conseguenza, lo status sociale del Era dunque un calice da sfoggiare solo
guerra giudaica (66-70 d.C.), quando proprietario. «Per acquistare un oggetto nelle occasioni sociali più prestigiose,
la provincia di Giudea fu segnata da come questo servivano molti soldi, fino come i luculliani banchetti dell’élite
scorribande e saccheggi da parte delle a 250 denari», racconta MacGregor. «Una romana. Messa al riparo dalle grinfie
truppe romane impegnate a sedare somma con la quale si sarebbero potute dell’esercito dell’Urbe, della coppa si
la rivolta degli ebrei. Dalla premura comprare 25 anfore del miglior vino, perderanno le tracce per i successivi
nel nascondere la coppa si deduce due terzi di acro di terreno e perfino uno 2.000 anni. La prima notizia certa sul
quanto anche all’epoca fosse preziosa schiavo». suo ritrovamento risale al 1911, quando il
51
S
MONDADORI PORTFOLIO/AGE
Morto Warren,
nessuno voleva
ALBUM/MONDADORI PORTFOLIO
la coppa per il
suo contenuto
“immorale”
manufatto venne acquistato a Roma
da un collezionista americano con
uno spiccato interesse per il tema
dell’omosessualità: Edward Perry
Warren (1860-1928), da cui prende il
nome.
protagonisti indicano che la scena si sta e socialmente solo le relazioni all’educazione di un giovane. Se però
svolgendo nella Grecia di parecchi secoli “pederastiche”, una sorta di istituzione l’adulto prendeva moglie, la relazione
prima», racconta MacGregor. civica, grazie alla quale il cittadino pederastica doveva essere interrotta.
imparava a condividere i valori della polis
e a cui veniva quindi riconosciuta una VIZIO ROMANO. Diversa era
funzione educativa», spiega la storica la situazione nel mondo romano,
Eva Cantarella. Un uomo di una certa specie durante la Repubblica, dove
età, l’erastès, si faceva carico d’introdurre l’amore pederastico era considerato
alla conoscenza erotica (ma non solo) riprovevole. «I giovani maschi venivano
un giovane adolescente, l’eròmenos. educati al mestiere di cittadino dai
La coppia si scioglieva quando il genitori, in primo luogo dal padre,
fanciullo superava la pubertà: che li conduceva alle riunioni
una volta dotato di barba e politiche, così che ne apprendessero
muscolatura virile il ragazzo i meccanismi e le regole», riferisce
diventava un cittadino libero Cantarella. «Non vi era però alcuna
e l’operazione pedagogica demonizzazione dell’omosessualità: i
poteva dirsi conclusa. Romani, esattamente come i Greci, non
Ed è proprio questo che conoscevano neanche questo termine, né
rappresenta la Coppa il relativo concetto». Nell’Urbe un “vero
Warren: uno spaccato reale uomo” poteva fare sesso con chiunque
dell’universo erotico e sociale desiderasse, ma a una condizione:
degli antichi Greci. assumere un ruolo “attivo”, “dominante”.
In base alle regole del vivere Il contrario sarebbe stato sinonimo di
civile colui che assumeva debolezza e servilismo. Ecco perché, a
il ruolo “passivo”, il giovane differenza dei Greci, nei rapporti sessuali
Il calice che
nessuno voleva
I l “Santo Graal”: così Edward Warren
chiamava il suo prezioso calice
romano d’argento. Eppure, quando
nel 1928 il collezionista morì (venendo
sepolto nel cimitero di Bagni di Lucca
in Toscana), rimettere in circolo la
coppa nel mercato dell’arte fu quasi
impossibile. L’oggetto rimase stipato
per quasi 25 anni nella cantina
dell’ex segretario di Warren, Asa
Thomas, residente in Gran Bretagna.
Dopodiché, nel 1952, a New York, fu
trovato un potenziale acquirente,
ma la dogana statunitense bloccò
l’ingresso della coppa, poiché ritenuta
pornografica.
A caro prezzo. Tra gli anni Cinquanta
e Sessanta il calice passò nelle mani
di collezionisti privati, che tentarono
di rivenderlo a vari musei, tra cui
lo stesso British. Tutti declinarono
l’offerta: era un oggetto troppo
scandaloso. Finalmente, nel 1999,
i funzionari del British cedettero e
disposero l’acquisto dell’opera per
ALAMY/IPA
l’esorbitante somma di 1,8 milioni
di sterline, la più alta mai spesa dal
museo londinese fino ad allora.
con uomini più giovani, i Romani non
coinvolgevano concittadini, ma partner
di rango inferiore, come gli schiavi.
Persino la legge (su tutte la Lex Scatinia,
III secolo a.C.) condannava la pederastia
nei confronti dei ragazzi di nascita libera,
ma non prendeva in considerazione
quella verso gli schiavi, i quali avevano
anzi il dovere di soddisfare i capricci
sessuali del loro padrone.
SCALA
S’È CINTA
LA TESTA
D
i solito i tesori della corona sono I primi tentativi di creare un regno italiano
attrazioni da museo o vengono risalgono all’epoca longobarda e questo monile è
gelosamente custoditi nei palazzi stato protagonista fin da allora delle vicissitudini
reali. Non in Italia: la Corona ferrea, della Penisola, come ricordava san Tommaso
per un millennio simbolo del potere regale nella d’Aquino: “Gli imperatori eletti […] ricevono
nostra Penisola, ha una sistemazione nobile, ma una corona in una città presso Milano chiamata
piuttosto defilata. La si può osservare, infatti, Monza, dove sono sepolti i re longobardi. La
dietro una cancellata, esposta sull’altare della quale corona è detta ferrea”. In realtà questo
cappella di Teodolinda nel Duomo di Monza, piccolo gioiello (non più di 15 centimetri di
sullo sfondo degli affreschi del XV secolo che diametro), forse opera di artigiani ostrogoti, in
raccontano la vita della regina dei Longobardi. oro e pietre (in tutto 22: otto granati, quattro
Insomma, la “nostra” corona appare ancora ametiste, sette corindoni, mentre il resto è vetro
oggi lontana quasi a ricordarci quanto sia stato colorato), non ha un grande valore economico,
difficile per l’Italia diventare un regno unitario ma simbolico: è considerata, infatti, una delle
come Francia, Inghilterra e Spagna. reliquie più preziose al mondo.
54
S
Una potente
reliquia
O ltre che simbolo
del potere regio,
la Corona ferrea ha un
lungo trascorso religioso
per la tradizione che
la lega all’imperatore
Costantino e alla croce
di Gesù.
Verità o leggenda?
San Carlo Borromeo la
riteneva una reliquia
sacra ed era convinto
che la lamina di metallo
interna alla corona
fosse stata ricavata dal
Simbolo di potere Sacro Chiodo (recenti
Nell’altra pagina, la indagini hanno però
Corona ferrea usata dimostrato che si
per incoronare re e tratta di una lamella di
imperatori, da Carlo argento). Il Borromeo
Magno al Barbarossa, favorì quindi il culto
da Carlo V a Napoleone religioso della Corona
(qui a destra, in ferrea la cui protezione
una scultura che lo veniva invocata durante
raffigura come re le frequenti pestilenze
d’Italia) e Ferdinando del periodo. La Chiesa
I d’Austria. Portata a autorizzò ufficialmente
Vienna nel 1859, la venerazione
fu restituita all’Italia dell’oggetto nel 1717.
nel 1866.
ALINARI
ERICH LESSING/ALBUM/MONDADORI PORTFOLIO
SACRO POTERE. Questo prestigio nasce da
una storia in cui verità e leggenda si intrecciano.
ALINARI
La Corona
non poter cingere il capo di un uomo adulto. I SAVOIA NO. In mezzo a tante ipotesi, misteri
Secondo alcuni esperti fu ad Avignone che e leggende abbiamo un’unica certezza: la Corona
perse due delle otto placche che la costituivano
in origine, diventando minuscola. Da allora
ferrea non venne mai impiegata per incoronare
un Savoia, quando fu proclamato il Regno d’Italia ferrea è
poté essere solo appoggiata sulla testa dei vari
sovrani, tanto che vennero ideati particolari
nel 1861. Non che i sovrani sabaudi fossero
immuni dal suo fascino, anzi... composta
copricapi per trattenerla in modo che non
scivolasse durante l’incoronazione (evento
Vittorio Emanuele II (1820-1878) riuscì a
ottenerne la restituzione dall’Austria nel 1866, da sei
considerato infausto). A quest’escamotage
dovettero ricorrere, per esempio, Carlo V e
ma la sua era una monarchia parlamentare
e si preferì quindi non procedere con una
piastre
Ferdinando d’Asburgo.
Ci sono, però, anche altre ipotesi per spiegare
incoronazione solenne. Inoltre, in quel periodo la
Corona ferrea era ancora vista come un simbolo
d’oro con
come mai un oggetto così importante fosse
così piccolo. Potrebbe essere stato un diadema
dell’antico potere degli imperatori austriaci, ma
soprattutto restava un emblema dal grande valore
all’interno
destinato a una regina. O, come sostiene Bertelli, religioso. E i Savoia col papa non andavano per un cerchio
di metallo,
fu adattata per un re-bambino, cioè Pipino, figlio niente d’accordo in quegli anni. Umberto I però
di Carlo Magno, incoronato re d’Italia nel 781: «Se volle inserire la corona nello stemma del neonato
da cui
per l’incoronazione fosse stata usata la Corona Regno d’Italia e fece realizzare una grande copia
ferrea, si spiegherebbe il suo diametro che doveva in bronzo da posizionare nel Pantheon a Roma,
prende
cingere la testa di un bambino di soli quattro sopra la tomba sua e di suo padre, Vittorio
anni. E sono proprio le piccole dimensioni a Emanuele II. Anche per i Savoia, dunque, non
il nome
indurci a ritenere che la corona di Monza sia stata poteva esistere un Regno d’Italia senza la sua
quella del primo re carolingio d’Italia». corona, ma non la portarono mai in testa. •
57
S
IL PRESENTE,
LO SPECCHIO DEL PASSATO
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Data
Rilascio Nego il consenso per le attività di profilazione. P001
PRIMO PIANO
Lunga vita ai re
Sopra, gli Scacchi di
Lewis esposti al British
Museum: il museo di
Londra ne conserva 82.
Sotto, alcuni dei pezzi
di questo set del XII
secolo visti da vicino.
Da sinistra, quattro
pedoni, un guardiano
(l’odierna torre), due re,
un vescovo (l’alfiere) e
un cavaliere.
60
S
SCACCHIERA
MONDIALE Gli Scacchi di Lewis hanno
quasi mille anni. Trovati su
un’isola oggi scozzese e allora
vichinga, raccontano com’era
la bellicosa società
medievale scandinava.
di Simone Cosimelli
A
nche chi non ne ha mai sentito
parlare, forse, li ha già visti. Nel film
Harry Potter e la pietra filosofale
(2001) due dei protagonisti, Harry
e Ron, giocano a scacchi nella Sala Grande
della scuola di magia di Hogwarts: i pezzi,
perfettamente intagliati e più grandi di quelli
normalmente utilizzati, si animano e lottano tra
loro. “Sono gli scacchi dei maghi”, dice Ron. E
non va poi così lontano dalla realtà: i pezzi del
film, infatti, per forma e fattezze si ispirano agli
Scacchi di Lewis, i più importanti del passato.
Le figure del gioco cambiavano da Paese a
Paese e riflettevano i costumi e le gerarchie
sociali. Gli Scacchi di Lewis, vecchi di mille
anni, ne sono l’esempio perfetto.
61
S
Lo scorso giugno, per esempio, la casa d’aste
Sotheby’s ha annunciato la messa in vendita di
un 94° pezzo, un prezioso “guardiano” (l’odierna
torre) alto 8,8 centimetri. Era finito sul mercato
ed era stato acquistato nel 1964 da un antiquario,
per cinque sterline: l’uomo lo aveva lasciato
alla famiglia ed è stato suo nipote a intuire che
MONDADORI PORTFOLIO/AKG
fosse più di un semplice soprammobile. Quella
statuetta oggi vale oltre 500mila sterline.
ALBUM/PRISMA/MONDADORI PORTFOLIO
PRIMO PIANO
Simbolo della
Rivoluzione,
la ghigliottina
nacque
con intenti
ugualitari.
Ma diventò
strumento
di una
gigantesca
carneficina.
La ghigliottina usata
dall’Armata della di Massimo Manzo
Francia rivoluzionaria
contro i ribelli della
Vandea (1793-1796).
A destra, l’esecuzione
La
della regina Maria
Antonietta, il 16
ottobre 1793.
Nell’ovale, Joseph-
Ignace Guillotin.
DEC
“
T
MONDADORI PORTFOLIO/AKG
65
S
L’idea venne
al medico
e deputato
Guillotin, ma
a progettarla fu
un chirurgo
quale il 10 ottobre presentò un disegno
di legge in cui si prevedeva che “in tutti
i casi in cui la legge commina la pena
di morte, il supplizio sarà lo stesso [...]
il reo sarà decapitato [...] per mezzo
di un meccanismo semplice”. Il solerte
deputato non aveva ancora idea di quale
fosse il “meccanismo”, ma si premurò
di abbozzare una descrizione di come
avrebbe dovuto funzionare: “Con la mia
macchina, vi farò saltare la testa in un
batter d’occhio, e non soffrirete affatto!
La lama piomba come un fulmine [...] a
malapena si percepisce un soffio d’aria
fresca sulla nuca”.
MONDADORI PORTFOLIO/AKG
che scorreva tra due montanti
alti poco più di quattro metri,
sollevata con una fune. Il
condannato posizionava la
testa su un ceppo alla base della
macchina, azionata dal taglio
della corda. Il patibolo di Halifax
fu peraltro meno “vorace”
Trasportati in piazza a bordo di carrette, rispetto all’omologo francese,
Spettatori crudeli coperti di insulti dalla folla, i condannati e tra il 1286 e il 1650 (anno
A sinistra, Robespierre e salivano sul patibolo dove venivano dell’ultima esecuzione) fece
Saint-Just si avviano alla tagliati loro i capelli e il colletto della “solo” un centinaio di vittime.
ghigliottina, il 28 luglio1794, camicia. Dopo la decapitazione il
tra gli insulti della folla.
Sopra, l’esecuzione di Jane boia mostrava la testa al pubblico,
Grey (1537-1554), regina preparandosi a ripetere l’operazione in
d’Inghilterra per nove una sorta di “catena di montaggio”. «Il
giorni: i nobili non venivano sangue inondava ogni volta la scena,
impiccati, a loro si tagliava la tanto che gli abitanti della zona di piazza
testa con la spada.
ALAMY STOCK PHOTO
Ne vuole, madam?
POPPERFOTO VIA GETTY IMAGES
ING
(1819-1901) prende un tè a
Nizza con la figlia Beatrice
(di spalle) e la moglie di un
nipote.
lorem!
Spie tedesche
prima della
fucilazione in
Francia, durante
la Prima guerra
mondiale..
BRIDGEMAN IMAGES
68
S
CORBIS VIA GETTY IMAGES
HIL...TÈ
W
inston Churchill definì il
THE BRITISH MUSEUM / TRUSTEES OF THE BRITISH MUSEUM/ SCALA
MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE
L’ Earl Grey Tea, aromatizzato
con l’olio estratto dalla scorza
di bergamotto, è uno dei tipi di
in missione in Cina, che aveva
salvato la vita di suo figlio. Ma è
difficile crederci, considerando
tè più diffusi e apprezzati in Gran che all’epoca i rapporti tra Cina e
Bretagna e in tutto l’Occidente. Gran Bretagna erano tesi, a causa
Deve il suo nome al conte Charles delle Guerre dell’oppio. Altra
Grey (a destra), un importante ipotesi è che la ricetta sia nata
politico britannico che fu primo per caso, da un carico di tè e di
ministro dal 1830 al 1834. bergamotti che vennero spediti
Esistono varie spiegazioni, più nella stessa nave. Secondo alcuni
o meno plausibili, sul perché fu invece la famosa casa da tè
l’infuso sia stato associato londinese Jackson’s of Piccadilly
all’aristocratico inglese. a inventare la ricetta per il primo
Marketing. Si dice ad esempio ministro. L’uso del nome “Earl
BRIDGEMAN IMAGES
da inviare nelle a consumarne sempre meno: si è scesi tanto o poco, secondo l’antropologo
trincee dei ormai a livelli molto inferiori a quelli di Cambridge Alan Macfarlane, senza
soldati della della Seconda guerra mondiale, quando il tè non ci sarebbero stati né l’Impero
Grande guerra. le esigenze belliche ne imposero il britannico né la rivoluzione industriale.
Nell’altra pagina,
razionamento. Ancora oggi le foglie di In quella tazza galleggiano l’identità
un venditore
ambulante di tè a tè arrivano in Gran Bretagna dall’Africa di un popolo e secoli di imperialismo e
Londra, nel 1932. e dall’Asia, soprattutto da ex colonie dominio del mondo. •
I PIÙ ANTICHI
I primi pantaloni,
il primo flauto,
il primo globo, la
prima scultura
umana: ecco gli
oggetti che gli
archeologi hanno
scovato e che
hanno “scritto”
la storia del
mondo.
di Aldo Bacci
1
Il globo
“made in Italy”
I l mappamondo (o meglio globo) più antico
mai ritrovato è italiano (a destra) ed è stato
realizzato a Firenze utilizzando due metà di uova
di struzzo unite insieme (diametro totale: circa
11 centimetri). Risale all’inizio del XVI secolo (al
1504 secondo l’autore della scoperta Stefaan
Missinne) e per alcuni potrebbe persino essere
stato realizzato da Leonardo da Vinci, altrimenti
da uno dei suoi allievi o comunque da un
artigiano fiorentino, ipotesi derivata anche dal
fatto che la cura artistica del disegno va al di là
della semplice attenzione cartografica. Il globo
riporta anche la prima rappresentazione del
continente americano, raffigurato ancora come
DAVID GUAM/WIKIMEDIA COMMONS
2
veneri paleolitiche il seno e i fianchi
sono prosperosi, mentre le braccia
sono piccole ma le mani hanno
dita ben distinte. Linee tracciate
La pentola preistorica sul corpo sembrano suggerire la
presenza di un qualche abito. Si
75
S
4
Musica, maestro preistorico!
N ella Preistoria si suonava già il flauto: lo dimostrerebbe una serie
di ritrovamenti archeologici in Europa, come quello avvenuto
in Slovenia, nella Grotta di Divje Babe I, nel 1995. Lo strumento
– il femore di un giovane Ursus spelaeus, orso delle caverne ora
estinto, lungo 11,36 centimetri e con due fori completi (a sinistra) –
risale a 55mila anni fa e sarebbe opera dell’Uomo di Neanderthal.
Si tratterebbe dunque del più antico strumento musicale mai
recuperato.
Dibattito. L’ipotesi che quelli fossero i resti di un flauto fu però
messa in discussione da diversi studiosi e, ancora oggi, alcuni
ipotizzano che i fori presenti fossero stati praticati dai denti di
ALAMY STOCK PHOTO
5 Il materasso ritrovato in
Disco dei naviganti d’antan Sudafrica ha 77mila anni:
R isale agli anni fra il 1496 e il 1501 e apparteneva a Vasco era grande abbastanza per
accogliere tutta la famiglia
da Gama o a un suo parente (probabilmente lo zio Vicente
Sodré, anch’egli navigatore): l’astrolabio navale ritrovato nel
2014 nel relitto della Esmeralda (una delle navi utilizzate per
il secondo viaggio in India dell’esploratore portoghese) ed
entrato nel Guinness dei primati come il più antico astrolabio
marino mai ritrovato. Si tratta di un disco di piombo con un
foro al centro e decorato con lo stemma del re del Portogallo.
All’inizio quel disco di 2 millimetri di spessore e 17,5
centimetri di diametro era un mistero.
Usi alternativi. Ulteriori indagini hanno confermato
che l’oggetto, nel quale sono state individuate 18 tacche
a raggiera disposte a distanza di 5 gradi (per determinare
l’altezza del Sole), era utilizzato proprio per la navigazione.
Esistono astrolabi più vecchi anche di un paio di secoli, ma
erano esemplari legati piuttosto all’astronomia.
6
Un aratro di 4mila anni fa
L’ aratro più antico mai rinvenuto si trova in Italia. Uno
strumento così semplice e così rivoluzionario per la storia
dell’umanità è conservato nel Museo civico archeologico
Rambotti (a destra) di Desenzano del Garda (Bs): risale al 2000
a.C. ca. e appartiene a quella che è chiamata cultura di Polada.
Scoperto nel 1978, è noto anche come aratro del Lavagnone
perché è stato ritrovato nell’omonima torbiera formatasi in
seguito al prosciugamento di un piccolo lago in cui sorgeva un
villaggio palafitticolo.
Tre pezzi. È in legno di quercia, ma si è conservato grazie alle
condizioni anaerobiche (cioè prive di ossigeno) della torbiera.
Lo compongono tre elementi: il ceppo-vomere, il tratto che
permetteva di connetterlo al giogo (bure), e la stegola, vale a dire
lo strumento che determinava direzione e profondità dei solchi.
76
S
8
Ma come ti vesti(vi)?
G li indumenti più antichi mai ritrovati
risalgono a migliaia di anni fa.
Come la gonna emersa nel 2010 nella
grotta Areni-1, nella regione armena
del Vayots Dzor: ha 5.900 anni e risulta
composta dai più remoti materiali tessili
7
rinvenuti finora.
Nella stessa zona gli archeologi hanno
trovato anche le prime scarpe in cuoio:
hanno 5.500 anni, due secoli più delle
I primi passi (artificiali)
© IRANIAN PUBLIC HEALTH ASSOCIATION & TEHRAN UNIVERSITY OF MEDICAL SCIENCES
CHRISTOPHER MILLER
9
Quando si dormiva sulle foglie
Dormire comodi non è una prerogativa moderna. I materassi
ritrovati nel sito sudafricano di Sibudu risalgono a ben 77mila
anni fa, anche se quello stesso giaciglio è stato usato per
un periodo di circa 40mila anni. L’uso infatti era di bruciarlo
periodicamente (forse per eliminare i parassiti) e rifarlo sui
precedenti resti compattati (sopra, una sua sezione ingrandita
al microscopio che mostra la stratificazione).
Contro gli insetti. Quest’antichissimo materasso era spesso
30 cm e aveva una superficie di 2 m2, su cui dormiva l’intera
famiglia. I giacigli erano realizzati prima con piante erbacee e
cespugliose come la Cryptocarya woodii, poi con fusti e foglie
di piante acquatiche come falasco e giunco. Queste piante, di
cui era fatto anche una specie di copriletto, avevano inoltre
proprietà insettifughe, capaci di agire come repellenti per
mosche e zanzare.
77
S
PRIMO PIANO
LA LIBRERIA
PER SAPERNE
sorprendente storia del tè, che con racconta le regole e i meccanismi
il suo rituale ha cambiato società e della bisessualità ad Atene e a
culture, influenzato l’arte, creato e Roma.
DI PIÙ
dissolto imperi.
Hammurabi di Babilonia.
Secondo natura. Dalla politica
Le storie attorno agli oggetti La bisessualità nel espansionistica
mondo antico alla riforma giuridica
“raccontati” in questo dossier non sono Eva Cantarella Hartmut Schmokel
(Feltrinelli) (Res Gestae)
finite. Ecco i libri per approfondire. Per i Greci ogni Quando
cittadino tra i 12 e Hammurabi salì
i 17 anni doveva al trono, Babilonia
La storia del mondo restare sotto la era ancora un
di scarso valore artistico ma protezione di un regno di poca
in 100 oggetti importantissimo: la Stele di
Neil MacGregor “maestro” che importanza
Rosetta. Una lastra di basalto nero oltre a istruirlo all’interno di un
(Adelphi) su cui è inciso un testo dell’epoca in filosofia e in matematica, complesso sistema di città-Stato.
L’ex direttore del di Tolomeo V in tre versioni: in alto intratteneva con lui una Creando una forte rete di
British Museum i geroglifici, al centro una scrittura relazione erotica. Non si trattava alleanze e approfittando
Neil MacGregor ha sconosciuta, il demotico, in basso di omosessualità come la dell’indebolimento degli
scelto 100 oggetti il greco antico. Jacq svela i segreti concepiamo oggi: era piuttosto un Stati vicini, il sovrano riuscì a
esposti nel museo di quella lingua che fu al tempo periodo di iniziazione. Per i Romani sconfiggere i suoi avversari e a
londinese per stesso disegno, suono e simbolo. virile era chi sapeva sedurre riunire la Mesopotamia in un’unica
raccontare la Storia giovani uomini. La relazione con potenza.
della civiltà umana sulla Terra: La Corona ferrea pueri e puellae (adolescenti maschi La notorietà del sovrano
partendo dal Chopper di Olduvai, Carlo Bertelli e femmine) era normale e non Hammurabi, però, va oltre la
utensile di 1,8 milioni di anni fa, (Skira) suscitava alcuna riprovazione, sua nota abilità militare: viene
fino ad arrivare a una lampada L’esperto di arte purché si trattasse di schiavi. Ma il ricordato, infatti, perché fu il primo
solare prodotta in Cina nel 2010. medievale Carlo maschio non andava con uomini a promulgare una legislazione
Questo libro, corredato dagli Bertelli si pone adulti. L’autrice, attraverso testi scritta rigorosa e indipendente
interventi di storici e artisti, è una nuove domande giuridici, medici, letterari e filosofici dalla sfera religiosa.
piccola enciclopedia, ma piacevole intorno alla
come un romanzo. preziosa reliquia
GETTY IMAGES
conservata nel Tripla esecuzione nella piazza
La Vedova Allegra. Duomo di Monza e considerata di Valence (Francia), il 22
Storia della ghigliottina la prima corona d’Italia. settembre 1909.
Antonio Castronuovo Siamo sicuri che il destinatario
(Stampa Alternativa) dell’oggetto fosse un uomo
La Vedova, e non una donna? Perché il
come i francesi gioiello è stato reso volutamente
chiamarono così piccolo? Come mai è stata
la ghigliottina tramandata per una decina di
durante il Terrore, secoli come corona dei re dei
più che “allegra” fu Longobardi, benché questi sovrani
infaticabile. non portassero corone?
Nel giro di pochi anni, la
Rivoluzione mandò sul patibolo Oro verde.
almeno ventimila persone. La straordinaria
E, caduta la testa di Robespierre, storia del tè
questa ingegnosa diavoleria Alan e Iris MacFarlane
continuò a funzionare, nella Francia (Laterza)
repubblicana, fino al 1977. Come ha potuto
un’innocua
Il segreto dei geroglifici fogliolina di una
Christian Jacq pianta cresciuta
(Piemme) sull’Himalaya,
Il significato dei geroglifici è stato in origine usata
uno dei più grandi misteri fino solo da qualche remota tribù,
al ritrovamento di un reperto conquistare il Pianeta? Ecco la
78
Storia
DOMANDE&RISPOSTE
Queste pagine sono aperte a soddisfare le curiosità dei lettori, purché i quesiti siano di interesse generale.
Non si forniscono risposte private. Scrivete a Focus Storia, via Arnoldo Mondadori 1, 20090 Segrate o all’e-mail redazione@focusstoria.it
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ARMI ED ESERCITI
F
ino al 1914, anche se era ormai chiaro che le armature classiche, progettate per bloccare
i colpi di lance e sciabole nei corpo a corpo, non riuscivano a proteggere i soldati contro
i proiettili di moschetti e mitragliatrici. L’ultimo scontro di cavallerie corazzate risale
infatti all’inizio della Prima guerra mondiale, quando migliaia di cuirassiers (corazzieri) francesi si
scontrarono con la cavalleria tedesca. Entrambi indossavano elmo e corazza, anche se gli elaborati
elmi di ottone francesi, di stile napoleonico, erano coperti da un panno mentre le scintillanti
placche di acciaio che riparavano il corpo, per evitare di fornire un bersaglio ai cecchini, erano Venti di guerra
In alto, corazzieri francesi
dipinte con colori cupi. La loro armatura offriva una protezione limitata, ma dal punto di vista sfilano per le strade di
psicologico aveva un valore positivo per chi la indossava. Solo poche settimane dopo l’inizio della Parigi diretti al fronte.
guerra divenne chiaro che mitragliatrici e filo spinato avevano decretato la fine della cavalleria Siamo nel 1914, la Prima
corazzata – che nell’Europa del XII sec. era considerata l’élite dell’esercito – e delle armature, che guerra mondiale è
all’inizio del XV sec. coprivano i cavalieri dalla testa ai piedi. Daniele Venturoli appena scoppiata.
80
S
Il quadro La
danza di contadini ALIMENTAZIONE
di Pieter Brueghel
il Giovane (1564-
1638).
Quando è nata
la farina?
ERICH LESSING/ALBUM/MONDADORI PORTFOLIO
Domanda posta da
Ginevra, Milano.
U na strana mania, conosciuta anche come “piaga del ballo” o “epidemia del
ballo”. Tutto iniziò a luglio del 1518, quando una donna a Strasburgo danzò
ininterrottamente per giorni in strada. Un’azione, all’apparenza innocua, emulata da
in Toscana conteneva a sua volta
tracce di farina di tifa, pianta
palustre molto comune.
molti, tanto che nel giro di una settimana i ballerini divennero un centinaio. Le autorità Gli studiosi hanno esaminato
inizialmente pensarono di lasciar sfogare i cittadini e assoldarono anche dei musicisti. i residui vegetali rimasti
Purtroppo, dopo un po’ di tempo i più deboli morirono a causa di attacchi cardiaci, stenti intrappolati dentro i solchi delle
e altro ancora. I giorni passarono e gli individui coinvolti arrivarono a circa 400, persi in macine di pietra e hanno scoperto
un’attività che non riuscivano a controllare, fin quando lo sfinimento collettivo portò che già nel Paleolitico Superiore
alla fine della vicenda. Sulle motivazioni di quanto avvenuto sono state avanzate diverse Homo sapiens conosceva le prime
ipotesi, ma la più probabile riferisce di un possibile caso di isteria di massa, forse dovuto tecniche per la preparazione
a un forte stress psicologico (era un periodo difficile a causa di epidemie e carestie). della farina da cereali e altre
Emilio Vitaliano piante. Di conseguenza i nostri
antenati (o più probabilmente le
nostre antenate) raccoglievano,
macinavano e cuocevano tali
CONQUISTE vegetali (i residui infatti fanno
pensare che i chicchi prima
Chi è stata la prima donna a Domanda posta da di essere macinati venissero
prendere la patente in Italia? Alberto, Cuneo. sottoposti a un trattamento col
calore). Stando a quanto scoperto
L a questione è dibattuta. Il primato è stato a lungo attribuito alla torinese Ernestina Prola, che
nel 1907 ottenne una licenza per la conduzione di veicoli, rilasciata dalla Prefettura dopo una
prova tecnica e una visita medica. Sembra che Ernestina abbia guidato a lungo, fino alla morte
nel sito di Bilancino, nel Mugello,
dove sono stati trovati una macina
e un pestello con tracce di amido,
nel 1954: aveva allora 78 anni. Tuttavia, la prima donna a cui fu rilasciata la patente (chiamata a i cereali dovevano essere avena in
inizio Novecento “certificato di idoneità a condurre automobili con motore a scoppio”), e non una Puglia e tifa in Toscana. Aldo Bacci
semplice licenza, fu la nobildonna siciliana Francesca Mirabile Mancusio, nel 1913 (foto). Nata nel
1893 a Caronia (Messina), a soli 16 anni ricevette in
regalo dal padre un’automobile Isotta Fraschini,
pagata ben 14.500 lire, una bella cifra per l’epoca.
Nel suo diario personale, l’aristocratica signora
raccontò lo stupore dei concittadini: era così strano
vedere una donna al volante che l’accusarono
ENZO PAZIENZA/REALYEASYSTAR
TONI SPAGONE/REALY EASY STAR
FREDDO
E GELO SU
LONDRA
Durante i lunghi periodi
invernali nella città inglese
si organizzavano Fiere sul 3
Tamigi ghiacciato.
5
D
ifficile immaginarlo, oggi, in tempi di
riscaldamento globale, ma in passato il Tamigi
4
ghiacciava proprio nel cuore di Londra. Tra
il 1400 e il 1814, il curioso evento è stato registrato
in almeno 24 occasioni. E non si trattava di gelate
2
superficiali, ma della creazione di uno spesso strato di
ghiaccio che in alcuni tratti poteva essere calpestato
senza pericolo di rottura. Erano gli inverni più rigidi del
periodo passato alla Storia come Piccola Era Glaciale,
un fenomeno che ha interessato l’Europa tra la metà
del XIV secolo e la metà del XIX, quando si registrarono
temperature medie sensibilmente inferiori a quelle
dei secoli precedenti e successivi. Le cause di un tale
raffreddamento sono state messe in relazione con la
diminuzione dell’attività solare, una fase di intensa
attività dei vulcani terrestri e le fluttuazioni di pressione
dell’area Nord Atlantica. Ma sul Tamigi la formazione
del ghiaccio era anche favorita dalla fitta successione di
piloni dell’antico London Bridge (completato nel 1209 e
smantellato nel 1831), che con i loro grandi frangiflutti
di legno rallentavano la corrente del fiume a monte.
In città. Le pessime condizioni di vita nelle campagne,
dovute a carestie e mancati raccolti a causa del
maltempo, portarono all’inurbamento nelle città, con 1
conseguenti crisi sociali. Per i londinesi c’era però la
consolazione degli intrattenimenti della Frost Fair, la fiera 6
sul fiume che fu allestita in più occasioni tra il 1608 e il
1814. Nel quadro di Abraham Hondius, quella del 1684.
Edoardo Monti
1 Nell’inverno tra il
1683 e il 1684 il
Tamigi ghiacciò per
farsi trascinare lungo un
percorso circolare su una
slitta trainata da diversi
4 Il settore
interessato dalla
fiera era quello oggi
navigazione. Alcuni di
loro aprirono bancarelle,
o si misero a trascinare
bordo delle loro carrozze,
alcune delle quali
trasformate in slitte.
formano e riuniscono gli
avvocati di livello più
alto del sistema inglese,
quasi tre mesi, tra uomini. compreso tra i ponti di imbarcazioni (alcune Sullo sfondo si riconosce i barrister.
novembre e l’inizio di Waterloo e dei Frati Neri. poste su ruote), su cui anche una portantina
febbraio. Il fiume gelato
fu popolarmente 3 Sebbene la
rappresentazione
Il pubblico accedeva al
fiume da vari punti,
prendeva posto il
pubblico. Le navi
retta da due valletti.
8 Tra gli svaghi più
praticati all’epoca
ribattezzato “Freezeland
Street” e divenne un
punto di riferimento per
urbana non sia molto
accurata, nel dipinto si
riconoscono alcuni
come Temple Stairs,
scalinata che conduceva
a un approdo.
bloccate vennero
talvolta impiegate come
palcoscenici per
7 Dai tetti emerge la
guglia della Middle
Temple Hall, sorta tra il
c’era il gioco dei ninepins,
un antenato del bowling
con nove birilli. Le
i londinesi. monumenti, come la spettacoli teatrali. 1562 e il 1573. Era, ed è cronache ci dicono che
2 Uno dei
divertimenti più
chiesa anglicana di San
Clemente dei Danesi,
allora da poco riedificata
5 Fu un inverno
difficile per i
marinai, perché il 6 Aristocratici e
facoltosi borghesi
ancora, sede di una delle
quattro antiche Inns of
Court, le associazioni
sul ghiaccio si giocava
anche a pallone e
addirittura si praticava la
amati consisteva nel (1680-82). ghiaccio impediva la visitavano la fiera a professionali che caccia alla volpe.
82
S
12
7
14
10
13
11 15
8
9 Abraham Hondius,
autore del quadro,
era di origine olandese
10 Questa zona
deriva dai
Templari e dalla loro
tabacco, erano allestite
sotto tendoni, costituiti
da intelaiature realizzate
13 Molto successo
ebbero alcuni
stampatori che
14 La Temple
Church fu
eretta nel XII secolo dai
15 La folla si
radunava in
grandi cerchi per
ma viveva a Londra. chiesa il nome di Temple. con remi rivestiti da vele portarono le macchine Cavalieri Templari, che assistere ai cruenti
Osservò la scena È storicamente uno dei e coperte. tipografiche sul fiume. in questa zona di spettacoli di Bull-baiting.
riprodotta nel quadro principali distretti Qui i visitatori facevano Londra avevano avuto I tori, legati a un palo
dalla sponda sud del
Tamigi, ma forse a
ispirarlo furono anche le
giuridici della città, sede
di uffici giudiziari e studi
di avvocati.
12 Le cronache di
quei mesi
parlano di una fitta
la fila per far stampare,
come souvenir, il loro
nome su un biglietto. Al
la loro sede. La struttura
cilindrica (Round
Church) è la parte più
centrale, sostenevano
combattimenti con cani
appartenenti a una razza
stampe dedicate coltre di fuliggine sulla Museo di Londra si antica, costruita a selezionata proprio per
all’evento, che
circolavano per
l’occasione.
11 Le bancarelle
che vendevano
cibo e ogni genere di
città. I fumi delle stufe a
carbone non riuscivano
a disperdersi a causa
conserva un foglio con i
nomi del re Carlo II e dei
membri della famiglia
imitazione della basilica
del Santo Sepolcro di
Gerusalemme.
questo genere di
incontri, gli antenati
degli attuali bulldog.
oggetti, dai piatti ai della bassissima reale, in visita alla fiera il
mantelli, dal brandy al temperatura dell’aria. 31 gennaio 1684.
83
S
Le prescelte
COLD CASE
dell’assassino
SHUTTERSTOCK/GUIDOPIANO
84
S
GEORGIE GILLARD/ANL/SHUTTERSTOCK
Chi erano le
vittime di Jack
lo Squartatore?
Che cosa avevano
in comune?
Ecco quello che
sappiamo sulle
donne trucidate dal
più celebre serial
killer di sempre.
di Fabio Dalmasso
M
Nelle tenebre ary Ann Nichols, Annie Eliza questo bastava per essere bollate come poco
Un disegno che Smith Chapman, Elizabeth di buono. Ma se Elizabeth Stride e Mary Jane
rappresenta il Gustafsdotter Stride, Catherine Kelly furono costrette dagli eventi a prostituirsi,
misterioso assassino: Eddowes e Mary Jane Kelly: i per Mary Ann Nichols, Annie Chapman e
commise i suoi
omicidi sempre di
nomi delle cinque vittime di Jack lo Squartatore Catherine Eddowes non esistono evidenze
notte, tra l’agosto e sono entrati nella Storia sempre accompagnati storiche che facessero “la vita”. Vediamo allora
il novembre 1888. da una parola: prostitute. «Ma non ci sono chi erano queste donne e come sono finite fra le
In alto, una richiesta prove per convalidare questa tesi per tre delle mani del serial killer più famoso di tutti i tempi.
al pubblico di vittime», scrive la storica Hallie Rubenhold in
fornire informazioni The Five: The Untold Lives of the Women Killed MARY ANN NICHOLS
sui delitti di by Jack the Ripper (Doubleday). «Poiché i corpi LA PRIMA VITTIMA
Whitechapel,
quartiere di Londra. furono ritrovati in cortili bui o nelle strade, Nata a Londra il 26 agosto 1845, Polly –
la polizia diede per scontato che le donne così era soprannominata – visse un’infanzia
esercitassero il mestiere e che fossero state normale e, cosa assolutamente inusuale per
uccise da un maniaco che le aveva adescate in l’epoca, riuscì anche a studiare, nonostante le
quei luoghi per fare sesso. Ma non c’è e non c’è difficoltà economiche della famiglia. Rimasta
mai stata alcuna prova nemmeno di questo». orfana di madre a 17 anni, nel 1864 convolò a
L’unica certezza è che le vittime di Jack lo nozze con William Nichols, giovane tipografo
Squartatore erano povere e in difficoltà, spesso con il quale mise al mondo cinque figli. Una
prigioniere di un alcolismo che le “aiutava” ad vita in apparenza tranquilla e dignitosa, che
affrontare le asprezze di un’esistenza durissima. però celava tensioni e gelosie: lui la accusava
«Sin dall’inizio la loro vita è stata difficile: non di bere troppo, mentre lei era sicura che il
solo perché erano nate in famiglie della classe marito la tradisse. Litigi e accuse reciproche
lavoratrice, ma perché erano nate femmine», durarono fino al 1880, quando Mary Ann
spiega la storica. Abbandonare il marito, i decise di andarsene. Come scrive Rubenhold,
figli, avere problemi con l’alcol, convivere con per la società vittoriana una donna sola faceva
uomini senza essere sposate o avere avuto scandalo e ottenere la separazione era un lusso
figli al di fuori del matrimonio: all’epoca tutto che solo le classi più abbienti
85
S
Tutti i
possibili nomi
dell’omicida
HISTORIA/SHUTTERSTOCK
HISTORIA/SHUTTERSTOCK
S cotland Yard incaricò
delle indagini
uno dei suoi migliori
detective, Frederick
Abberline. Eppure la AARON KOSMINSKI ALBERTO VITTORIO SIR WILLIAM WITHEY GULL
polizia non riuscì mai PROFESSIONE BARBIERE PROFESSIONE DUCA DI CLARENCE PROFESSIONE MEDICO
a identificare Jack lo
Squartatore. In seguito Ebreo di origine polacca, la sua Membro della famiglia reale, Personaggio chiave della
investigatori, scrittori e bottega a Whitechapel era fornita addirittura secondo in linea di cosiddetta “cospirazione reale”,
semplici appassionati di svariati coltelli e rasoi con i successione al trono. Perché Sir William Gull sarebbe stato
si sono cimentati quali avrebbe potuto uccidere è finito nella lista dei possibili coinvolto nei cinque omicidi
nell’analisi delle prove e mutilare le vittime. E infatti colpevoli? Secondo alcune teorie, dopo che il duca di Clarence ebbe
avanzando congetture e all’epoca fu uno dei maggiori Alberto Vittorio avrebbe contratto una figlia con una prostituta, per
dichiarando, più volte, di sospettati. Affetto da disturbi la sifilide a 17 anni durante un di più cattolica. Per nascondere il
aver scoperto il nome del mentali, nel 1894 fu internato in rapporto con una prostituta. successivo matrimonio, la stessa
serial killer. Ma ancora manicomio dove morì nel 1919. Impazzito a causa della malattia, regina Vittoria (nonna di Alberto
oggi, a oltre 130 anni Secondo alcuni potrebbe aver avrebbe quindi iniziato a odiare Vittorio) avrebbe dato l’incarico
da quei terribili delitti, scritto lettere firmate Jack the chiunque svolgesse il mestiere e a Gull di mettere a tacere le
la mano assassina di Ripper, mentre altri sostengono si sarebbe vendicato uccidendo cinque amiche della sposa,
Whitechapel rimane un che fu indagato soprattutto le cinque presunte prostitute di uniche testimoni della relazione
mistero. Ecco alcuni dei perché ebreo e straniero. Whitechapel. scandalosa.
principali sospettati.
BRIDGEMAN IMAGES
delle stradine
malfamate di
Whitechapel
WALTER SICKERT CHARLES ALLEN LECHMERE
PROFESSIONE PITTORE PROFESSIONE COCCHIERE
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S
Tutte le donne straziate dal misterioso serial killer
erano povere, disperate e schiave dell’alcol
incarichi come donna delle pulizie alternati, di furto e fu costretta ad andarsene. Nel suo
probabilmente, a incontri di sesso a pagamento girovagare conobbe Thomas Conway, irlandese
che le permisero solo di poter placare la sete di giramondo, che si manteneva vendendo libri
alcolici: il poco che guadagnava lo spendeva in come ambulante. Dopo aver viaggiato a lungo
bottiglie e il suo nome divenne noto alla polizia per l’Inghilterra e aver avuto una figlia, nel 1864
per ubriachezza in pubblico. Le notizie sulle sue si stabilirono a Londra. Ma gli affari iniziarono ad
ultime ore sono molto scarne: Jack la uccise il 30 andare male, Thomas fu costretto a lunghi viaggi
settembre 1888, senza infierire sul suo cadavere, alla ricerca di un lavoro, mentre Kate, da sola,
forse perché venne disturbato. dovette assistere alla morte per malnutrizione del
secondo figlio. Una situazione che portò anche
CATHERINE EDDOWES lei all’alcolismo.
VERSO L’ABISSO Nella lenta discesa verso l’inferno, Kate
Il serial killer si rifece un’ora più tardi con iniziò a passare da una workhouse all’altra,
Catherine Eddowes: sul suo corpo Jack si sfogò alternando arresti per ubriachezza a piccoli
facendone scempio. Nata a Wolverhampton lavori per sopravvivere. E la fine del matrimonio
il 14 aprile 1842, Chick o Kate, come veniva la sprofondò nell’abisso. L’incontro con un
chiamata, arrivò giovanissima a Londra con la nuovo compagno, John Kelly, non fu altro che
famiglia, che sognava per lei e per gli altri figli l’ennesimo schiaffo del destino: ubriacone e
un futuro migliore. Per questo padre e madre violento, Kelly girava l’Inghilterra per lavorare
decisero di mandarli a scuola, ma il sogno non nei campi, ma quel che guadagnava bastava a
aveva fatto i conti con il destino: nel giro di malapena a pagare le amate bottiglie. Senza soldi
pochi anni il padre perse il lavoro e la madre, e senza un tetto, i due si divisero: Kate passò
malata, morì. A Elizabeth non restò che tornare gli ultimi giorni della sua esistenza a vagare per
a Wolverhampton, dove visse a casa degli zii Londra e a dormire in strada, prima di incrociare
e trovò alcuni lavori, ma venne sospettata la furia assassina di Jack.
88
S
MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE
La scena
del crimine
di quattro
omicidi,
il disegno con
HISTORIA/SHUTTERSTOCK
le ferite sulla
Eddowes,
MARY ANN
NICHOLS 1
le foto
post mortem e
i ritratti delle
vittime, nelle
ANNIE ELIZA
SMITH CHAPMAN 2
Massacrate
La scoperta di una
vittima a Whitechapel
(dalla rivista Le Petit
Parisien del 1891).
MUSEUM OF LONDON/SHUTTERSTOCK
MARY JANE KELLY,
3
L’ULTIMA VITTIMA
La vita di Mary Jane Kelly, l’ultima vittima, è ELIZABETH
GUSTAFSDOTTER
un mistero: di lei si conosce poco o nulla, e
anche le scarse notizie che si hanno non sempre
sono così attendibili. Sembra che fosse nata
a Limerick, in Irlanda, nel 1863, e che poi si
fosse trasferita con i genitori e gli 8 fratelli e
sorelle in Galles. A 16 anni sposò un minatore
che però morì in un’esplosione due anni dopo.
Vedova ad appena 18 anni, Mary Jane andò a
Cardiff dove, sembra, iniziò a fare la prostituta.
Nel 1884 arrivò a Londra e, secondo alcuni, finì
a lavorare in una casa di appuntamenti. A chi
HISTORIA/SHUTTERSTOCK
4
sempre diverse della propria vita, ma tutti coloro CATHERINE
GETTY IMAGES
L’ultima. •
MARY JANE
KELLY 5
I GRANDI TEMI LA CRISI DEL 1929
ALINARI
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S
Il CRAC
di Wall Street La più grave recessione degli Stati
Uniti ebbe effetti disastrosi in
tutto il mondo. Ecco come iniziò.
di Simone Cosimelli
UNDERWOOD ARCHIVES/UIG/SHUTTERSTOCK
P
assata alla Storia come il “crac di illusioni. Tra 1922 e 1928 il Pil crebbe
Wall Street”, la crisi dell’ottobre del 40%, il tasso di disoccupazione si
1929 sconvolse tutti. Esplose ridusse e gli indici della produzione
negli Stati Uniti e fece impallidire industriale si impennarono. Le autorità
le crisi precedenti, provocando la Grande monetarie, per favorire una maggiore
depressione degli Anni ’30. Come ha circolazione di denaro, abbassarono i
scritto l’economista John K. Galbraith, tassi di interesse sui prestiti. Si diffusero
Giovedì nero in quei giorni, che poi divennero anni, gli acquisti a rate. Elettrodomestici,
La calca di azionisti “il peggio continuava a peggiorare”. Che frigoriferi, lavatrici, radio, telefoni
davanti alla sede della cosa accadde? E perché? invasero la società americana. Alla fine
Borsa di New York, del decennio si contavano 27 milioni di
a Wall Street: è il 24
LA GRANDE ILLUSIONE. Negli automobili, una ogni cinque abitanti:
ottobre 1929, il giovedì
nero. In alto, la prima anni Venti, meglio noti come i “ruggenti” numeri che l’Europa avrebbe conosciuto
pagina del quotidiano anni Venti, gli Stati Uniti vissero un solo 30, 40 anni più tardi. E la crescita,
Brooklyn Daily Eagle. periodo di grandi speranze e pericolose nonostante si conservassero ampie
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K TOC
HISTORIA/SHUTTERS
sacche di povertà (soprattutto fuori dalle Oltre ai grandi investitori, molti comuni
grandi città), sembrava inarrestabile. cittadini (dagli impiegati ai piccoli
Il mercato interno, certo, non era in imprenditori) acquistavano pacchetti
grado di assorbire tutta la produzione, azionari delle società quotate in Borsa,
e fu quindi necessario esportare. Dopo spesso prendendo in prestito denaro
la Prima guerra mondiale, gli Stati Uniti per farlo. Fino a quel momento si
prestarono ingenti somme agli Stati erano comprate azioni per incassare
europei bisognosi di ricostruire sulle un “dividendo”, ossia una quota
macerie del conflitto. Non fu un aiuto annuale di denaro con la quale,
disinteressato. In realtà, più che per via via, si sarebbe accumulato un
la ricostruzione, quei prestiti vennero capitale superiore a quello investito.
utilizzati quasi interamente per l’acquisto Per ottenere il dividendo, e alla lunga
massiccio di prodotti americani. In guadagnare, bisognava mantenere il
sostanza, gli Stati Uniti, che da parte possesso del pacchetto azionario e
loro non volevano merci straniere, aspettare.
investivano in altri Paesi affinché questi Quegli anni, però, furono segnati
potessero acquistare merci americane. dall’euforia: si desideravano soldi facili
Era un circolo vizioso, non virtuoso. in poco tempo. E poiché le azioni erano
Eppure necessario per alimentare il molto richieste, il loro valore saliva
benessere nazionale. Tutti, del resto, a rapidamente. Così si acquistavano
partire dai presidenti in carica in quegli azioni, aspettandosi che il loro valore
anni (Warren Harding, Calvin Coolidge e aumentasse, per poi rivenderle subito
Herbert Hoover), credevano nel business e guadagnare sulla differenza tra il
e in un mercato senza vincoli che prezzo di acquisto (inferiore) e quello
giudicavano capace di autoregolarsi. di vendita (superiore). In questo modo
I numeri della LUPI A WALL STREET. L’ottimismo
molti riuscirono ad arricchirsi in fretta,
ma il valore delle azioni smise di
crisi negli Usa sfrenato fece della speculazione riflettere l’effettiva salute economica e
finanziaria una prospettiva allettante. finanziaria delle aziende. In altre parole,
– 50% Riduzione
del Pil Usa tra il 1929
e il 1932. Rovinati
Uno sfortunato
5.000
Banche fallite.
360mila
Aziende con il
bilancio
in passivo.
GRANGER/SHUTTERSTOCK
fa fotografare con un
cartello scritto a mano
da lui stesso in cui
non chiede carità, ma
lavoro.
Stati Uniti. La Borsa di New York, a Wall della domanda e dell’offerta che aveva
Street, era il simbolo di questa spirale alimentato la bolla stava affossando Wall
che faceva aumentare il valore delle Street.
azioni, ma anche l’indebitamento di A metà novembre l’indice di Borsa
piccoli investitori e grandi speculatori. era diminuito del 50%. Ed era solo il
L’economia della Borsa, insomma, non principio. Chi aveva investito i propri
coincideva con l’economia reale. risparmi o peggio ancora chi aveva
Dal gennaio 1922 al settembre 1929 preso denaro a prestito per investire era
(a un mese dal crollo) l’indice di rovinato. Banche e società finanziarie,
Borsa, che misurava quel valore, era che possedevano azioni o erano creditrici
aumentato del 500%: una percentuale degli speculatori falliti, subirono a loro
irreale. Questo meccanismo, oggi ben volta gravi perdite o furono costrette a
noto agli economisti, si chiama “bolla chiudere. Tuttavia, il dramma di Wall
speculativa”. E quando la bolla si gonfia Street sarebbe potuto essere superato se
troppo scoppia, proprio come una bolla la struttura economica del Paese fosse
di sapone. I primi segnali di cedimento stata solida. Così non era. L’incessante
vennero ignorati e, quando il crollo produzione di beni, infatti, aveva
arrivò, il fragore dello schianto atterrì il inceppato una macchina imperfetta.
mondo intero. Già prima dell’ottobre del ’29 la
produzione era aumentata più del potere
GIORNI NERI. Il 24 ottobre 1929, di acquisto dei cittadini comuni. Si era
un giovedì, il valore delle azioni arrivati, così, a una sovrapproduzione
cominciò a scendere e ne furono messe cronica: gli americani non avevano
in vendita, all’improvviso, quasi 13 abbastanza denaro per comprare tutti i
milioni. Si scatenò il panico. Dopo prodotti in vendita e non comprandoli
giorni disperati, il 29 ottobre, il martedì causavano una contrazione dei profitti
successivo, furono venduti altri 33 di imprese e aziende, le quali, non
milioni di azioni. Carta straccia: si potendo più permettersi di pagare i
cercava di venderle perché perdevano dipendenti, dovevano licenziare e, nella
valore ma, per la stessa ragione, peggiore delle ipotesi, chiudere. Non
nessuno le comprava e così il loro a caso i suicidi furono più numerosi
93
S
Povertà
Il fotografo Walker
Evans ritrae una
delle numerose
famiglie americane
ridotte in povertà
(1936). In basso,
un’illustrazione
satirica sulla crisi
GRANGER/SHUTTERSTOCK
alla Borsa di Wall
Street: sono tutti in
coda per buttarsi
dalla finestra.
97
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ARTE
FUTUR
esaltarono guerra, scienza, modernità.
di Irene Merli
98
S
GIACOMO
BALLA
Forme Grido Viva
l’Italia,1915.
Lingue cromatiche
sventolano
sinuose: alludono
ai colori della
bandiera italiana.
E probabilmente
rappresentano la
sensazione emotiva
provocata nell’artista
dalla dimostrazione a
favore dell’intervento
bellico del 21 maggio
1915, in cui il re
gridò dal balcone
del Quirinale: “Viva
l’Italia!”.
URISMO
BENEDETTA
CAPPA
MARINETTI
Cime arse di
solitudine,1936.
Moglie di Marinetti
e madre delle
loro tre figlie
(Vittoria, Ala, Luce),
l’autrice dipinge un
paesaggio cosmico,
colorato, gioioso,
tra il visionario e
l’allegorico. E così
facendo crea un
mondo che unisce
terrestre e celeste.
GERARDO
DOTTORI
In corsa,1926.
Dottori divenne famoso per il Trittico della
Velocità, composto da Il via, In corsa e l’Arrivo.
Il tutto per celebrare il tema, che qui è
espresso con un paesaggio dove l’occhio si
perde nelle volute colorate e segue la luce
che sfreccia rapida tra le nubi.
Nei quadri di
questi pittori
tutto si muove,
tutto corre.
Nessuna figura
è mai stabile:
appare e scompare
di continuo.
Gli oggetti in
movimento si
moltiplicano e
si deformano,
susseguendosi
nello spazio
UMBERTO
BOCCIONI
Stati d’animo.
Quelli che vanno,
1911. Nel dipinto
l’idea della velocità
è resa grazie alle
linee diagonali
che tagliano la
tela e sembrano
muoversi. Quelli
che vanno, infatti,
non si fermano, non
tornano indietro.
E si intravvede un
paesaggio con
abitazioni, osservato
da un treno in corsa.
101
S
ENRICO
PRAMPOLINI
L’automa
quotidiano,1930.
L’opera, ispirata a
Charlot, simboleggia
lo straniamento
dell’uomo comune di
fronte alle conquiste
della scienza, che
si susseguivano in
maniera esaltante per
gli artisti della nuova
corrente culturale.
GINO SEVERINI
Danseuse
articulée,1915.
Questo grande autore
non dipinse macchine
ma soprattutto figure
umane, come le
ballerine che vedeva
nei cabaret. Questa
sembra “disarticolarsi”
per mostrarci tutte
le fasi dei suoi
movimenti.
LA MOSTRA
A 110 anni dalla
pubblicazione su Le Figaro
del Manifesto del Futurismo
spettatori troveranno infatti in
esposizione più di 100 opere,
tra dipinti, disegni, progetti
in toto l’avventura futurista:
dalle sperimentazioni più
precoci alle elaborazioni degli
articolato in sezioni dedicate
ai manifesti teorici del
movimento, che furono
di Tommaso Marinetti, Pisa e oggetti d’arte di maestri anni Trenta, dai temi come la puntualmente tradotti in opere
celebra l’energia prorompente come Balla, Boccioni, Severini, guerra, le macchine, le città mirabili e rivoluzionarie.
del movimento italiano Depero, Carrà, Russolo, sino alla nuova concezione Dove, come, quando. Pisa,
più innovativo di inizio Sant’Elia. Ma questi sono dell’universo, muovendosi tra Palazzo Blu. Info: 0292897755,
Novecento con la grande solo alcuni dei protagonisti pittura, scultura, architettura www.futurismopisa.it
mostra Futurismo. Gli di un viaggio che ripercorre e design. L’itinerario è poi Catalogo: Skira.
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CINQUECENTO
John Dee è stato lo studioso più eclettico del
Rinascimento inglese. Ma è diventato famoso
come stregone, perché cercava la pietra filosofale
IL MAGO
e parlava coi morti. di Adriano Monti Buzzetti Colella
DI CORTE
E
nrico VIII Tudor si proclamava teorie il personaggio di Prospero, l’aristocratico Sapere occulto
discendente del mitico Artù ma fu mago de La Tempesta di Shakespeare, potrebbe A destra, un ritratto di
sua figlia Elisabetta I, la leggendaria essere stato modellato su Dee; e lo stesso si John Dee (1527-1608) a
“Regina vergine”, ad avere accanto può dire per la sulfurea figura del Faust di 66 anni. Sotto al quadro,
l’equivalente storico di Merlino. Il suo Christopher Marlowe». uno degli strumenti usati
nome era John Dee ed era astrologo della L’enigma vivente dell’era elisabettiana nacque da Dee per la ricerca
occulta: un disco d’oro
sovrana, consigliere di Stato e molto a Londra nel 1527, figlio di un cortigiano con le “Visioni dei quattro
altro ancora. Erudito tra i più eclettici del gallese trasferitosi nella capitale con la famiglia castelli” usato durante un
Rinascimento, scienziato ma anche studioso seguendo l’ascesa regale dei conterranei Tudor. esperimento a Cracovia,
del sovrannaturale, in un’epoca dove i due Mandato al St. John’s College di Cambridge, il in Polonia. Qui sotto, dalla
campi d’indagine convivevano ancora con quindicenne John ottenne il baccalaureato in tavola degli incantesimi,
disinvoltura. Celebrato tra i contemporanei tre anni passati a studiare – per diciotto ore al 12 simboli dell’alfabeto
enochiano, che Dee
e poi caduto in un lungo oblio, fu riscoperto giorno – di tutto: dalla geografia alle scienze
considerava la lingua di
in età moderna come figura-simbolo del degli astri, dal diritto alla medicina, dall’ottica Adamo.
mago. In campo letterario da scrittori quali alla matematica. I suoi talenti lo portarono
Gustav Meyrink (che gli dedicò il romanzo quindi all’appena inaugurato Trinity College
L’Angelo della finestra d’Occidente, del 1927) di Cambridge, dove il giovane iniziò a crearsi
e Howard Phillips Lovecraft (1890-1937), ma
anche “operativamente” da celebri occultisti
dell’Ottocento come Aleister Crowley, che si
ispirarono ai suoi rituali. Eppure è la stessa
persona che divulgò conoscenze matematiche
e geometriche dimenticate da secoli, prefigurò
con le sue intuizioni concetti come l’energia
solare e la velocità della luce, e sostenne con le
proprie competenze nautiche e cartografiche la
trasformazione della Gran Bretagna in potenza
navale e coloniale.
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Maria la Cattolica lo perseguitò,
Elisabetta invece aveva un debole per
lui: lo consultava su tutto e gli affidò
incarichi di intelligence
BRIDGEMAN IMAGES
per i sigilli magici e la cristallomanzia, ma
soprattutto la Monas Hyeroglyphica, oscuro testo
esoterico scritto nel 1564 che nelle intenzioni
dell’autore andava decrittato con perdute
informazioni date a voce. Un percorso che
Agente segreto
tuttavia non si può liquidare come superstizione conversazioni che alimentavano le speranze Sopra, frontespizio del
fine a se stessa: «Profondamente cristiano, di Dee mediante un misterioso idioma dettato volume di John Dee L’arte
Dee importò in patria i concetti della filosofia dagli “angeli”, attraverso un’antenata delle della navigazione (1577).
naturale e dei grandi pensatori neoplatonici moderne tavole Ouija usate dagli spiritisti. Era Sotto, la sigla con cui Dee
rinascimentali – da Marsilio Ficino a Pico nato l’Enochiano, che Dee credette essere la firmava le sue missive
della Mirandola – che nella loro indagine sui lingua primordiale parlata da Adamo nel paradiso segrete alla regina
Elisabetta: oggi, dopo il
segreti dell’universo mescolavano matematica terrestre e che moderni crittografi come Donald
successo di James Bond,
e cabala, geometria e alchimia, il pensiero Laycock ritengono invece inventata di sana pianta agente 007, il codice è
cristiano con quello greco, ebraico, egizio. La da Kelley. Forse perché le quotazioni di Dee erano diventato sinomino di
loro era una proto-scienza che per quanto intrisa in calo nei volubili favori di Elisabetta, i due spia e servizi segreti.
di ermetismo si basava su concetti filosofici iniziarono a viaggiare con le famiglie in cerca
assolutamente seri. L’obiettivo era quello di dare di fortuna nell’Est europeo. Il vagabondaggio fu
ordine a un mondo caotico, l’archetipo ideale sostanzialmente infruttuoso e alla fine distrusse
e perfetto di ciò che le forme imperfette del il sodalizio (vedi riquadro nella pagina accanto).
mondo fenomenico nascondevano. L’oro degli Rientrato in Inghilterra, Dee riuscì a tornare
alchimisti, insomma. Il problema, semmai, era almeno in parte nelle grazie di Elisabetta. Ma
passare dalla teoria alla pratica». con la morte della regina e l’ascesa al trono
del religiosissimo Giacomo I, torturatore di
CONFERENZE SPIRITUALI. È a questo streghe e fiero avversario di maghi, Dee cadde
punto che nella vita di Dee irruppe Edward Kelley definitivamente in rovina. Morì ultraottantenne,
(1555-1597): giovane, carismatico, forte bevitore. in sostanziale miseria.
La sua ambigua reputazione comprendeva anche Anni dopo la sua dipartita uno studioso, Méric
quella di medium, alla quale Dee volle credere Casaubon, recuperò i diari delle “conferenze
ciecamente. Dietro lauto compenso Kelley fu spirituali” scritti da Dee stesso, con la descrizione
assoldato per scrutare negli specchi e nei globi delle bizzarre sedute. Il prestigio scientifico
di cristallo che Dee aveva già scandagliato dell’erudito fu definitivamente screditato e
a lungo senza frutto: nei racconti dell’abile all’immagine del geniale inventore si sovrappose
manipolatore le ombre nel vetro diventavano quella folcloristica di un Dee evocatore con
figure di messaggeri celesti. Tra il maturo cappello a punta e sfera di cristallo: il cliché del
erudito e il giovane avventuriero iniziarono così mago disneyano, dal quale solo in epoche recenti
le “conferenze spirituali”, cerimonie magiche la statura di una delle più brillanti personalità del
che presto si arricchirono anche di mistiche XVI secolo ha iniziato a riemergere. •
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S
I GRANDI DISCORSI
A cura di Giuliana Rotondi
431OTTOBRE
16 A.C. 1953
CONDANNATEMI.
LA STORIA MI ASSOLVERÀ
Q uattro ore di monologo. Un’arringa
interminabile giunta a noi grazie alla
trascrizione di un giornalista presente in
aula e diventata famosa per le sue battute Cuba potrebbe albergare splendidamente
finali: “Condannatemi. Non importa. La Storia
mi assolverà”.
una popolazione tre volte maggiore; non ci
Fidel Castro (1926-2016), futuro líder
máximo di Cuba, in quell’autunno del 1953
sono dunque ragioni perché esista la miseria
si trovava sul banco degli imputati del
tribunale di Santiago con l’accusa di aver
fra i suoi attuali abitanti […].
attentato ai poteri costituzionali dello Stato,
dando vita a un’insurrezione. Le accuse A quelli che mi chiamano per questa
non erano peregrine: Fidel aveva da poco convinzione sognatore, io rispondo
organizzato l’assalto armato alla caserma con le parole di Martí 1 : “Il vero
della Moncada (26 luglio 1953) in risposta uomo non guarda da che lato si vive
alle politiche del dittatore cubano Fulgencio meglio, ma da che lato sta il dovere;
Batista, salito per la seconda volta al potere e questo è l’unico uomo pratico il
un anno prima con un colpo di Stato. cui sogno di oggi sarà la legge del
Precedenti. Il piano di Fidel Castro domani, perché colui che ha posto
era stato tenuto nella più assoluta gli occhi agli organi vitali universali
segretezza. Secondo alcune ricostruzioni e visto ribollire i popoli, tra lamenti
coinvolgeva circa un centinaio di
e sangue, nella conca dei secoli, egli
guerriglieri – i cosiddetti barbudos – che
all’alba del 26 luglio in un corteo di 16 sa che il divenire, senza nessuna
automobili si avvicinarono alla caserma. eccezione, sta dal lato del dovere”.
Erano mal addestrati e mal equipaggiati Unicamente ispirati a tali elevati
(principalmente con fucili da caccia e armi a propositi è possibile concepire
corto raggio) e il risultato fu impietoso: una l’eroismo di quelli che caddero a
ALAMY/IPA
L’assalto
e il processo
Il presidente
cubano
Fulgencio
Batista (1901-
1973) mentre
consola
le vedove
dell’assalto
alla caserma di
Moncada del
26 luglio 1953.
In risposta
all’attacco il
presidente
proclamò la
legge marziale.
A sinistra,
Fidel Castro
immortalato
subito dopo il
suo arresto nel
1953.
Santiago di Cuba 2 . Gli scarsi mezzi concepibile che gli uomini che hanno tutto il peso della legge, per codardia
materiali, sui quali dovemmo contare, onore siano morti o prigionieri in o perché ve lo impediscono, e non
impedirono il sicuro successo […]. una repubblica dove è presidente un rinunciano in pieno tutti i giudici,
Nascemmo in un Paese libero criminale e un ladro. io ho pietà della vostra dignità e
che ci lasciarono i nostri padri, e Ai Signori Giudici, la mia sincera compassione per la macchia senza
sprofonderà l’Isola nel mare prima gratitudine per avermi permesso precedenti che cadrà sopra il Potere
che acconsentiremo ad essere schiavi di esprimermi liberamente senza Giuridico.
di qualcuno. […] meschine coazioni […]. Resta In quanto a me so che il carcere sarà
Termino la mia difesa, però non lo tuttavia all’Udienza un problema più duro come non lo è mai stato per
farò, come fanno sempre tutti gli grave: qui stanno le cause iniziate nessuno, pieno di minacce, di vile e
avvocati, chiedendo la libertà del per i settanta omicidi, cioè per il codardo rancore, però non lo temo,
difeso; non posso chiederla quando più grande massacro che abbiamo così come non temo la furia del
i miei compagni stanno soffrendo conosciuto, e i colpevoli restano tiranno miserabile che ha preso la
nell’Isola dei Pini una prigionia liberi con l’arma in mano che è una vita a settanta fratelli miei.
ignobile. Inviatemi insieme a loro minaccia perenne per la vita dei Condannatemi. Non importa. La
3 a condividere la loro sorte, è cittadini; se non cade sopra di essi Storia mi assolverà 4 .
José Martí (1853-1895) fu un poeta, parlare. Altri prigionieri furono frustati, L’espressione “la Storia mi assolverà”
1 intellettuale, scrittore e patriota picchiati, bruciati con sigarette e fucilati. 4 può ritenersi un’eredità della cultura
cubano della Guerra di indipendenza giacobina francese e uno slogan di tutti i
contro la Spagna. Morto in I detenuti si trovavano sull’Isola dei movimenti socialisti e comunisti
combattimento, divenne un eroe 3 Pini, scoperta da Cristoforo Colombo impegnati nella lotta politico-sociale.
nazionale e uno dei padri spirituali della durante il suo secondo viaggio in America In seguito diventerà anche il titolo di un
stessa Rivoluzione cubana. (13 giugno del 1494). Castro venne libro, che riporta l’intero discorso,
imprigionato nell’ala ospedaliera della pubblicato dallo stesso Fidel Castro
Uno dei ribelli caduti a Santiago fu Presidio Model Prison, relativamente mentre era in carcere.
2 Abel Santamaría (1927-1953), ucciso confortevole: qui fondò una “scuola” per i Distribuito inizialmente con una tiratura
lo stesso giorno dell’assalto alla Moncada prigionieri, l’Accademia Ideologica di Abel di 27.500 copie, diventò nel giro di poco
dopo essere stato torturato dalla polizia Santamaría, dove venivano impartite per tempo uno dei testi fondamentali della
per estorcergli informazioni sugli altri cinque ore al giorno lezioni di storia antica rivoluzione cubana: un atto di denuncia
ribelli in fuga. Si dice che gli fu addirittura e moderna, filosofia e inglese. Nel 1978 delle barbarie perpetrate dal secondo
cavato un occhio e che fu mostrato alla Fidel ribattezzò l’isola, chiamandola “isola regime di Batista e un appello contro
sorella, che si rifiutò ugualmente di della gioventù”. tutte le ingiustizie.
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S
AGENDA
A cura di Irene Merli
MOSTRA ROMA
EVENTO TRIESTE
Disobbedisco!
Prima celebrazione del centenario
dell’impresa di Fiume (12/9/1919), questa
mostra fa rivivere agli spettatori il colpo di
mano di D’Annunzio. Il percorso scorre in un
enorme dirigibile in pelle metallica e molti
LA MOSTRA MILANO oggetti del Vate, portati dal Vittoriale, sono
DAL GUGGENHEIM
commentati dalle parole dei protagonisti.
I GRANDI MAESTRI
0403226862, www.dannunzioatrieste.it
LIBRO
Per la prima volta in Italia la collezione
Thannhauser, donata al museo di New York.
I
n mostra a Milano 50 capolavori dei grandi maestri dell’Impressionismo, Post-impressionismo
e delle Avanguardie del primo Novecento, per raccontare la storia di una celebre collezione
con una serie di opere mai esposte prima fuori dagli Stati Uniti. Heinrich e Justin Thannhauser
furono infatti tra i maggiori galleristi tedeschi del Novecento, e a Monaco e a Berlino presentarono
tutte le principali innovazioni artistiche del loro tempo. Ma poi il nazismo costrinse Justin a fuggire
a New York e nel 1965 il grande mercante d’arte, senza eredi, donò al Guggenheim Museum la
collezione di famiglia, che ricopre un arco temporale di circa 100 anni e annovera artisti come
Cézanne, Degas, Manet, Toulouse-Lautrec, Van Gogh, Braque e un nutrito corpus di opere di Pablo
Picasso, amico di Justin e della moglie.
In alto, Paul Gauguin, Haere Mai (1891). Solo capolavori. Nella grande mostra
Sotto, Pierre-Auguste Renoir, La femme à la Guggenheim. La collezione Thannhauser.
perruche (1871). Da Van Gogh a Picasso gli spettatori
possono quindi ammirare, tra gli altri, un
meraviglioso paesaggio di Gauguin, Haere
Mai; Davanti allo specchio e Donna con il
vestito a righe di Manet; Palazzo Ducale,
Il domenicano
che non si piegò
Il d
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