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SCENARIO
Precedentemente al 1861 l’Italia era più che altro definita un’area geografica in quanto era divisa tra
diversi stati, spesso in lotta tra di loro, che avevano ognuno di essi una propria storia e una propria identità.
A questi si andavano ad aggiungere le varie città e province fuori penisola come la Sardegna, la Corsica e
Nizza.
Tra le regioni promotrici dell’unità d’Italia vi fù il Piemonte, unica area italiana non dipendente da altri
Stati, che aveva come capitale Torino e che gia possedeva Genova, importante area portuale, la Sardegna e
estendeva la sua autorità fino alla Lombardia, programmando per la città di Milano un futuro nel nuovo
Regno che sarebbe nato di capitale finanziaria ed economica.
Il resto d’Italia era diviso tra lo Stato Pontificio al centro Italia la Toscana era dipendete dall’Austria e il
Sud e la Sicilia erano governati dai Borbone.
Le varie regioni avevano quindi condizioni economiche, politiche e sociali completamente differenti ed
erano accomunati per lo più dalla religione, e dalla lingua italiana che era diffusa dai tempi di Dante
considerando comunque i dialetti che erano ampiamente utilizzati nelle varie aree.
Negli anni precedenti all’unificazione si erano già tentati accordi tra i vari stati o e in alcuni di essi si
formarono gia movimenti d’insurrezione e di rivolta. In questo periodo esistevano varie idee di unità e vari
metodi per raggiungerlo, alcuni prevedevano la forza altri la diplomazia. Da queste idee di unità possiamo
identificare il periodo storico chiamato Risorgimento 1815-1870.
In questo periodo di disordini e forte cambiamento trovò presto terreno fertile l’aria ribelle di studenti
universitari e giovani in generale che trovarono come fonte d’ispirazione Giuseppe Mazzini, nato a Genova
il 22 giugno 1805 fu per tutta la vita un rivoluzionario sacrificando i suoi affetti per i suoi ideali, fu
allontanato dal Piemonte e successivamente dalla Francia e dalla Svizzera, portando avanti i suoi progetti
rivoluzionari a Londra.
Mazzini viveva il suo dovere di diffondere nelle persone la consapevolezza di unità e forza come un dovere
religioso.
La sua influenza fu ben accolta nel centro e sud Italia e diede il suo sostegno morale all’amico Garibaldi
nella sua Spedizione dei mille, con l’appoggio del governo piemontese, nel maggio 1860 approdarono 1000
volontari a Marsala per dar manforte ai rivoltosi del regime anti-borbonico e formare un esercito capace di
capovolgere le sorti del Sud Italia marciando verso Napoli. Il successo di questa operazione spaventò
Cavour ,rivale di Mazzini, che era dapprima molto scettico sulla riuscita dell’operazione che vide come
unica speranza di evitare una rivoluzione democratica anzichè invadere il Sud e lo Stato Pontificio
promettendo di nominare Roma come capitale del nuovo Stato. Infatti negli stessi giorni della marcia di
Garibaldi verso Napoli, Cavour tento di corrompere i generali borbonici ma arrivando troppo tardi in
quanto la spedizione aveva gia in pugno la città partenopea.
Cosi Cavour penso di trovare un pretesto per invadere l’Umbria e le Marche e procedere con l’annessione di
vaste aree dello Stato Pontificio, ad esclusione di Roma, così da mettere in condizione i suoi soldati di
avanzare verso Napoli e costringere Garibaldi a cedere il Sud e la Sicilia con l’ordine, in caso di rifiuto, di
sterminare i volontari. Tutti i cattolici si indignarono con Cavour per l’aver invaso lo Stato Pontificio e lui
giocando d’astuzia motivò l’operazione come un modo per impedire all’anticlericale Garibaldi di
raggiungere Roma. Infatti Garibaldi arrivato a Caserta fu costretto a cedere e consegnare le armi. Così si
ebbe già una prima idea di Italia unita ad eccezione di Roma e di Venezia Trieste e del trentino che
restavano sotto il dominio Austriaco.
Garibaldi fu visto come un nuovo idolo dati i suoi modi semplici a differenza di Cavour che destava sempre
un po di sospetto. Allo stesso tempo Garibaldi era visto dai membri del nuovo stato del governo che si
sarebbe formato come un rozzo e un violento appartenente al vecchio modo di pensare ed agire.
GIUSEPPE GARIBALDI
Nacque a Nizza il 4 luglio 1807 marinaio fin da giovane all’età di circa 25 anni si ritrova nelle idee
rivoluzionarie e di unità d’Italia, come quella mazziniana.
Fu impegnato inizialmente in diverse operazioni militari in Sud America fino al 48’ per partecipare a
numerose operazioni militari contro i francesi.
E’ il promotore della spedizione dei Mille che lo vide conquistare il Sud Italia e successivamente nel 62’
preparò un’operazione simile per conquistare Roma ma questa volta non fu appoggiato dal governo centrale
tanto da vedersi costretto a rinunciare.
Nuovamente impegnato in operazioni similari, come riportato in seguito dapprima di nuovo su Roma e
successivamente nel Trentino morirà a Caprera il 2 giugno 1882.
GIUSEPPE MAZZINI
Nacque a Genova il 22 giugno 1805 e morì il 10 marzo 1872. E’ stato un patriota, politico e filosofo
italiano. Segui degli studi in legge dedicandosi allo stesso tempo al giornalismo e seguì una corrente di idee
nazionaliste e patriottiche così essere allontanato dall’Italia. Fondò svariati movimenti politici liberali in
altri paesi europei e fu da esempio per tantissimi giovani che come lui sognavano l’unità nazionale.
Dopo l’unità d’Italia nel 1861 Mazzini continuo ad essere costretto all’esilio e pendevano su di lui 2
condanne a morte, decise però lo stesso di candidarsi nel 1866 alle elezioni di Messina per la scelta dei
nuovi deputati al Parlamento di Firenze. Vinse le elezioni ma furono annullate per le sue condanne così alle
successive elezioni fu nuovamente vincitore ma fu annullato tutto nuovamente così una terza volta di nuovo
vincitore ma la Camera non potè annullare così Mazzini vincitore delle elezioni fu lui stesso a rinunciare
all’incarico in quanto non volle giurare sullo Statuto Albertino.
Nel 1868 si trasferisce a Lugano dopo aver ottenuto l’amnistia e nell’agosto dello stesso anno viene
arrestato a Palermo e successivamente di nuovo esiliato. Sotto falso nome nel 72’ riesce a raggiungere Pisa
dove vi morì lo stesso anno. Mazzini seguiva molto una corrente liberale, democratica e religiosa ed era a
favore della Repubblica.
GIOVANNI GIOLITTI
Nato il 27 ottobre del 1842 e morto il 17 ottobre del 1928 è stato un politico italiano più volte presidente del
Consiglio dei ministri (1892-1893;1903-1905;1906-1909;1911-1914;1920-1921). La presidenza a cavallo
del 1903 al 1914 viene denominata Età Giolittiana. Come visto di corrente liberale riscosse simpatie da
varie fazioni e fu coinvolta nello scandalo della Banca Romana. Tra le sue riforme degne di nota c’è la
questione della guerra in Libia, la riforma elettorale e in fine il Trattato di Rapallo. La sua disfatta politica
è da collegarsi al diffondersi del Fascismo e del Partito Popolare.