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Nella prima metà dell’800 l’Italia conobbe un processo di graduale riscoperta e di rivendicazione della
propria identità nazionale. Questo processo che avrebbe portato in pochi decenni alla conquista
dell’indipendenza e dell’unità nazionale fu definito Risorgimento.
Il punto di partenza fu il nazionalismo italiano => Per la verità, uno Stato italiano non era mai esistito.
L’Italia era stata unita politicamente solo ai tempi dell’impero romano, ma all’interno di un’entità statale di
tipo sovranazionale. Se uno Stato italiano non era mai esistito, l’idea di nazione italiana era già presente nel
pensiero di molti grandi intellettuali italiani del passato: come Dante, Machiavelli e Alfieri.
Nei primi decenni dell’ottocento la lotta riguardava la liberazione dal dominio straniero e la concessione di
una costituzione
Una nuova organizzazione nacque a Marsiglia, nell’estate del 1831, e si chiamò giovine Italia. Convinti della
necessità di un legame strettissimo tra pensiero e azione, Mazzini e i suoi seguaci non aspettarono che vi
fossero le condizioni internazionali favorevoli, organizzarono una serie di tentativi insurrezionali in
Piemonte, in Savoia e nelle legazioni pontificie. L’esito negativo di questi tentativi, non tutti organizzati
direttamente da lui, rappresentò un duro colpo per Mazzini che, espulso prima della Francia, e poi dalla
Svizzera, si trasferì a Londra. Il ripetersi di episodi destinati all’insuccesso contribuì ad alimentare le critiche
nei confronti dei metodi mazziniani e fornì nuovi argomenti alle polemiche dei moderati contro le strategie
rivoluzionarie
Si sollevarono anche a Venezia e Milano delle rivolte. A Venezia una grande manifestazione popolare aveva
imposto al governatore austriaco la liberazione dei detenuti politici. Pochi giorni dopo un governo
provvisorio proclamava la costituzione della Repubblica veneta. A Milano con l’assalto al palazzo del
governo, borghesi e popolari combatterono. Anche gli esponenti dell’aristocrazia liberale finirono per
appoggiare la causa degli insorti e formarono un governo provvisorio. Preoccupato da un possibile intervento
del Piemonte furono ritirate le truppe
La prima guerra d’indipendenza => Il 20 marzo il Piemonte dichiarava guerra all’Austria. Diverse furono le
ragioni: la pressione dei liberali e dei democratici, che vedevano nella crisi dell’impero asburgico l’occasione
per liberare l’Italia dagli austriaci, la volontà della monarchia dei Savoia di ampliare i confini del regno.
Ferdinando II di Napoli, Leopoldo II di Toscana e Pio IX decisero di unirsi alla guerra antiaustriaca e
inviarono truppe regolari. Venne definita la prima guerra di dipendenza perché di fatto tutti i principali regni
si unirono per un unico scopo ossia la scacciata dello straniero dall’Italia. Il Papa però proclamò il ritiro delle
sue truppe e lo stesso fecero il granduca di Toscana e Ferdinando di Borbone. Il 23-25 luglio, nella prima
grande battaglia campale combattuta a Custoza, presso Verona, le truppe di Carlo Alberto furono nettamente
sconfitte e il 9 agosto fu firmato l’armistizio con gli austriaci
Anche in Piemonte i democratici ripresero l’iniziativa e nel 1849 Carlo Alberto decise di entrare di nuovo in
guerra contro gli austriaci. Fu duramente sconfitto nei pressi di Novara e abdicò in favore del figlio Vittorio
Emanuele II, il quale il giorno dopo firmò l’armistizio. Sconfitto il regno sabaudo, gli austriaci potevano ora
procedere alla restaurazione dell’ordine in tutta la penisola. Alla fine di marzo, un’insurrezione a Brescia fu
schiacciata. Ferdinando di Borbone riuscì a riconquistare la Sicilia, mentre gli austriaci occuparono il
territorio delle legazioni pontificie e posero fine all’esperienza della Repubblica toscana. Più lunga fu invece
la resistenza della Repubblica romana. I francesi entrarono a Roma e riuscirono ad avere la meglio. Le
insurrezioni, le lotte rivoluzionarie e la guerra contro l’Austria avevano visto la partecipazione di un gran
numero di patrioti e volontari. Erano in gran parte giovani, mentre i più anziani si erano formati nelle
organizzazioni segrete. Il pensiero patriottico si cominciò a formare nel corso degli eventi e venne esaltato il
sentimento di fratellanza: si pensi ai versi di marzo 1821 di Manzoni o fratelli d’Italia di Goffredo Mameli.
Ufficialmente gli esiti dei moti rivoluzionari furono negativi, tuttavia portarono col tempo a dei risultati.
Pensiamo che tutti nel 48 concessero una costituzione.
L’ITALIA UNITA
Maggiori personaggi: Mazzini, Cattaneo, Gioberti, Balbo e D’Azeglio
Mazzini => Italia repubblicana e unita
Perché? Un’Italia unita é un’Italia più forte, la repubblica garantisce l’uguaglianza, un federalismo farebbe
retrocedere l’Italia, la monarchia é una forma di governo instabile
Come? Prevede insurrezioni e non riforme
Cattaneo => Italia repubblicana ma confederazione, per garantire la vera libertà non è conveniente l’Italia
unita
Perché? Modello degli Stati Uniti, i singoli stati devono mantenere l’autonomia
Come? Tramite riforme
Gioberti => Italia indipendente ma non unita, confederazione di Stati sotto l’autorità del Papa
Perché? L’Italia non è pronta per L’Unità, accompagnare il Regno d’Italia verso un cammino di liberazione
dalla dominazione straniera tramite alcune riforme
Come? Tramite riforme
Balbo e D’Azeglio => Italia indipendente ma non unita, confederazione sotto la dominazione dei Savoia
Perché? L’Italia non è pronta per L’Unità, accompagnare il Regno d’Italia verso un cammino di liberazione
dalla dominazione straniera tramite alcune riforme
Come? Tramite riforme