UNITA
L'Italia centrale era invece dominata dalla mezzadria: la terra era divisa in poderi
e ogni podere produceva il necessario per il mantenimento della famiglia che vi
lavorava.
Tutte le regioni del mezzogiorno continentale furono interessate dal fenomeno del
brigantaggio dove bande irregolari di briganti si mescolavano ai contadini insorti
e assalivano i piccoli centri e li occupavano per giorni, distruggendo tutto.
I governi reagirono con una durissima repressione militare.
II fenomeno fu sconfitto nel giro di pochi anni.
9.4 La politica economica e i costi dell'unificazione
I governi della Destra Storica dovettero affrontare il problema dell'unificazione
economica del paese: bisognava
1. unificare sistema monetario-fiscale
2. eliminare le barriere doganali
3. costruire infrastrutture in modo da facilitare i collegamenti in tutto il paese.
La situazione si aggrava dopo il '66, a causa di una crisi internazionale e anche delle
spese sostenute per la guerra contro l'Austria.
Fu introdotto, nel '67, la circolazione obbligatoria della carta moneta emessa dalle
banche autorizzate (ciò significava che lo Stato poteva autorizzare la stampa in
maggiore quantità).
La situazione precipitò quando, nel '68, fu imposta la tassa sul macinato che colpiva
le classi più povere.
Quando Napoleone III fece capire di essere deciso a impedire con la forza un
attacco contro Roma, il re Vittorio Emanuele Il fu costretto a sconfessare
l'impresa garibaldina.
Quindi decretò lo stato d'assedio in Sicilia e in tutto il mezzogiorno, il 29 agosto
2000 volontari sbarcati in Calabria sotto il comando di Garibaldi furono intercettati e
Garibaldi fu arrestato.
I governanti italiani riannodarono le trattative con Napoleone III e conclusero un
accordo in base al quale si impegnavano a garantire il rispetto dei Confini dello
Stato pontificio, ottenendo in cambio il ritiro delle truppe francesi dal Lazio.
L'occasione per la conquista di Roma sarebbe stata offerta dalla guerra franco-
prussiana.
Nel 1870, il governo italiano decise di mandare un corpo di spedizione nel Lazio e
di avviare un negoziato col Papa. Pio IX rifiutò ogni accordo: le truppe italiane
entrarono nella città presso Porta Pia.
Qualche giorno dopo, un plebiscito proclamava l'annessione di Roma e del Lazio.
Con la legge approvata nel maggio del 71 il Regno d'Italia:
1. si impegnava a garantire al pontefice le condizioni per il libero svolgimento
del suo magistero spirituale
2. al papa venivano riconosciute caratteristiche simili a quelle di un capo di
stato
Pio IX invitò ad astenersi da ogni partecipazione alla vita politica dello stato, e si
trasformò in un divieto pronunciato dalla curia romana e riassunta nella formula del
non expedit.
9.6 La sinistra al governo
Nella prima metà degli anni '70 aumentò il numero dei deputati che non si
collocavano né a destra né a sinistra, ma si definivano indipendenti o di centro.
Si accentuarono le fratture interne alla destra e buona parte della sinistra
parlamentare si spostò su posizioni più moderate.
Veniva emergendo:
1. una sinistra giovane
2. poco sensibile alla tradizione democratico-risorgimentale
3. attenta alla tutela dei propri interessi.
Nel 1876, la Destra si presenta divisa alla discussione di un progetto per il passaggio
alla gestione statale delle ferrovie.
Il governo Minghetti, messo in minoranza, presentò le dimissioni.
Agostino Depretis fu incaricato di formare il nuovo governo e nelle elezioni del
novembre del '76, la sinistra riportò un nettissimo successo.
Giunge al potere un nuovo ceto dirigente diverso per formazione e per estrazione
sociale.
Il programma della sinistra si basava su pochi punti fondamentali:
• Allargamento del suffragio elettorale;
• Riforma dell'Istruzione elementare che ne assicurasse l'effettiva obbligatorietà
e gratuità;
• Sgravi fiscali soprattutto nel settore delle imposte indirette;
• Decentramento amministrativo. (Progetto che fu completamente accantonato).
9.7 Crisi agraria e sviluppo industriale Fra le cause della caduta della
Destra c'era il malcontento provocato dalla sua politica economica.
I governi della sinistra cercarono di andare incontro a queste esigenze:
1. la tassa sul macinato fu abolita.
2. Aumentò la spesa pubblica per coprire le spese militari e per avviare un
processo di industrializzazione.
A partire dal 1881, l'Italia cominciò a risentire degli effetti della crisi agraria che si
manifestò con un brusco abbassamento dei prezzi dei cereali e poi tutta la
produzione agricola, a eccezione delle colture da esportazione.
Al calo dei prezzi seguì un calo della produzione.
Ciò portò allo spostamento dalle campagne alle città e soprattutto verso l'estero.
I dazi furono allargati anche ai cereali. Nell'immediato, la tariffa dell'87 accentua gli
squilibri fra i vari settori dell'economia e fra le varie zone del paese perché non
proteggevano in modo uniforme i diversi comparti produttivi.
▪️l'industria meccanica non era abbastanza protetta
▪️mentre i progressi nei settori laniero e cotoniero si accompagnarono al declino
dell'industria della seta.
Per quanto riguarda l'agricoltura, il dazio sul grano provocò un immediato al rialzo
del prezzo dei cereali e contribuì a tenere in vita realtà produttive arretrate.
9.8 La politica estera: la triplice alleanza e l'espansione coloniale Nel
maggio 1882, il governo Depretis stipulò con la Germania e l'Austria Ungheria il
trattato della triplice alleanza, sgradita all'opinione pubblica italiana.
Durante il congresso di Berlino del 78, I'Italia era rimasta a mani vuote.
Un altro fatto importante riguardava l'affare tunisino: l'Italia considerava la Tunisia
come il naturale sbocco di un'eventuale azione coloniale.