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relativamente stabile e pacifico, spezzato dallo scoppio della guerra del 1914 - 1919, che fu
un evento traumatico per la civiltà europea, rappresentando un punto di rottura, ma anche di
svolta della storia del 900.
Difatti, durante tale periodo, vi furono da una parte gli aspetti negativi, tra cui le numerose
vittime e il condizionamento dell'economia dei singoli paesi, piegata alle esigenze belliche, e
dall’altra anche il progresso tecnologico, che mise a disposizione degli eserciti armi
automatiche e chimiche dalle possibilità devastanti.
I reciproci rancori fra potenze erano sfociati nella costituzione di due alleanze contrapposte:
da una parte la Triplice Alleanza, che univa sin dal 1882 Germania, Austria-Ungheria e
Italia e dall'altra la Triplice Intesa, nata nel 1907 tra regno unito Francia e Russia.
L'Austria Ungheria procedette all’annessione della Bosnia e i suoi interessi si scontrarono
con quelli della Serbia, la quale era sostenuta dalla Russia
Nel 1915 anche l’Italia entra in guerra; in quel periodo l’opinione pubblica era divisa in due
fazioni: da una parte c’erano i “neutralisti”, dall’altra gli “interventisti”.
Il fronte degli interventisti, che incitava alla guerra, era invece composto da:
● i liberali conservatori, i quali volevano per l'Italia una politica di potenza, che la
eguagliasse per forza e prestigio ai maggiori paesi d'Europa;
● i nazionalisti, Che sostengono la guerra per completare l'unificazione nazionale
● gli irredentisti, che mirano ad annettere Trentino e Venezia Giulia
● ampie parti della sinistra rivoluzionaria, tra cui i sindacalisti rivoluzionari di Labriola e i
socialisti rivoluzionari di Mussolini, convinti che solo la guerra avrebbe permesso alle
masse lavoratrici di tutta Europa di scardinare il capitalismo e avviare il proprio
dominio sulla società.
Infine tra gli interventisti c’era chi privilegiava il rispetto della Triplice Alleanza con Germania
e Austria e chi, invece, come i liberali di Giolitti, i nazionalisti e gli irredentisti (che volevano
riprendersi le terre italiane dall’Austria. Irredente erano le terre ‘non liberate’) volevano
un’alleanza con la Triplice Intesa, che a differenza della Triplice Alleanza non era difensiva,
cioè impegnava gli Stati ad andare in soccorso di uno dei tre, solo nel caso fosse stato
aggredito. Nel caso specifico, era l’Austria ad aver dichiarato guerra, quindi l’Italia non era
tenuta ad intervenire al suo fianco.
Il 26 aprile del 1915, il governo italiano si alleò segretamente proprio con la Triplice Intesa
(Inghilterra, Francia, Russia), stipulando il Patto di Londra. Attraverso tale accordo, l’Italia si
impegnava nella guerra contro l’Austria e, in caso di vittoria, avrebbe dovuto ottenere le
terre irredente di Trentino, l’Alto Adige, Trieste, Istria e della città di Valona, in Albania. Il 23
maggio 1915 le truppe italiane entrarono in guerra.
Sul fronte italo-austriaco, il conflitto si presentò subito estremamente lento, combattuto nelle
trincee. Nel 1916 gli austriaci progettarono un attacco a sorpresa ma venne fermato
sull'Altopiano di Asiago. Successivamente l’esercito italiano subì la famosa sconfitta di
Caporetto, il 24 ottobre del 1917, con gravi ripercussioni anche sulla vita economica e
sociale del Paese. Il generale Cadorna fu ritenuto responsabile della disfatta e fu sostituito
con Diaz. L’esercito italiano si riprese e vinse la battaglia sul fiume Piave.
Nel 1917 la Russia si ritirò poiché aveva al suo interno una guerra civile (la Rivoluzione
d’ottobre).
Nel frattempo entrarono in guerra gli USA, preoccupati dell’instabilità politica ed economica
dell’Europa, sostenendo le forze della Triplice Intesa.
Il 1918 fu l’anno decisivo del conflitto, che ne segnò anche la conclusione della Prima
Guerra Mondiale con la vittoria della Francia.
Sul fronte italoaustriaco, l’esercito italiano, guidato dal nuovo generale Armando Diaz, riuscì
a conquistare Trento e Trieste, stipulando un armistizio con l’Austria e giungendo finalmente
alla pace.
La Conferenza di Pace di Parigi penalizzò duramente i paesi perdenti, in particolar modo la
Germania (perse Alsazia e Lorena, non avrebbe potuto avere un esercito proprio per un po’
di anni, doveva pagare enormi debiti di guerra), facendo prevalere gli interessi delle due
potenze europee: Francia ed Inghilterra. All’Italia furono concessi i territori di Trentino, Alto
Adige, Trieste ed Istria. Dallo smembramento dell’impero austro-ungarico nacquero nuove
realtà territoriali e politiche: l’Ungheria, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia.