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LA PRIMA GUERRA MONDIALE (1914-1918)

La Prima Guerra Mondiale è conosciuta anche con il termine la Grande Guerra, perché è stata il più grande e
totale conflitto armato mai combattuto fino alla Seconda Guerra Mondiale. Coinvolse 28 paesi contrapposti
tra le forze dell’Intesa (Francia, Gran Bretagna, Russia e loro alleati) e gli Imperi dell’Europa Centrale
(Austria-Ungheria, Germania, Italia e loro alleati) che avevano mire imperialistiche. Si definisce mondiale
anche perché si combatte, oltre che in Europa, nell’Impero ottomano, nelle colonie tedesche in Asia e su tutti
i mari.

La Prima guerra mondiale segnò la fine di un’epoca, il definitivo cedimento dell’equilibrio costruito un
secolo prima dal Congresso di Vienna e il disintegrarsi degli imperi multinazionali in una moltitudine di stati
indipendenti.

La situazione prebellica e le cause del conflitto

Nel 1882 (governo Depretis) Germania, Austria e Italia strinsero un patto di carattere difensivo denominato
Triplice Alleanza. Incoraggiato da tale accordo il Kaiser tedesco Guglielmo II avviò una vasta campagna
coloniale, dalla quale si generarono situazioni precarie. Nel mondo, infatti, scarseggiavano i territori liberi
dall’egemonia europea, e spesso le mire di più potenze entravano in contrasto. Accadde in Marocco, ambito
da Francia e Germania: i tedeschi, sfiorato il conflitto, dovettero cedere alle decisioni di una conferenza
internazionale, ma le tensioni non si dissiparono. Francia e Gran Bretagna firmarono un accordo militare
(Entente cordiale) per fronteggiare la minaccia tedesca, che si perfezionò nel 1907 nella Triplice Intesa tra
francesi, inglesi e russi.

Le rivalità imperialistiche produssero contrasti tali da indurre le potenze europee alla corsa agli
armamenti. Le economie dei principali Paesi del Vecchio continente mutarono per sostentare l’industria
militare e la fabbricazione di quanto poteva servire agli eserciti.

CAUSE remote: culturali (nazionalismo, imperialismo), economiche (mercati e colonie), politiche (alleanze
contrapposte: Triplice Alleanza (GE-AU-IT) – Triplice Intesa (FR-GB-RU) e irredentismo (italiano…);
militari (corsa agli armamenti). In particolare:
* la Germania conduce una aggressiva politica commerciale in concorrenza con FR e GB
* l’Inghilterra teme la Germania per la sua potenza militare e commerciale
* la Francia vuole riprendere l’Alsazia e la Lorena, cedute alla Germania dopo la sconfitta del 1870
* l’Austria punta ad avere il controllo sulla Serbia e sui Balcani
* la Serbia mira ad unificare attorno a sé tutte le popolazioni slave dei Balcani
* la Russia intende rafforzare la sua influenza sui Balcani
* l’Italia vuole liberare il Trento e Trieste dal dominio austriaco per completare l’unità d’Italia
Causa prossima: assassinio a Sarajevo dell’erede al trono d’Austria Francesco Ferdinando e della moglie
da parte di un nazionalista serbo (giugno 1914).

Lo scoppio del conflitto (1914)

Il 28 Giugno 1914, a Sarajevo, l’estremista serbo Gavrilo Princip assassinò l’arciduca ereditario d’Austria
Francesco Ferdinando e la moglie. L’episodio fece crollare i fragili equilibri dell’Europa di quegli anni e
spinse molti Paesi a entrare in conflitto. L’Austria lanciò un deciso ultimatum al governo serbo, che
riteneva quantomeno informato dell’attentato. La Serbia respinse l’ultimatum e il 28 Luglio l’Austria le
dichiarò guerra.
Entrano in conflitto tutte le grandi Potenze europee: con la Serbia si schierano Russia, Francia, Inghilterra e
Giappone; con l’Austria si schierano Germania e Turchia.
L’Italia, per il momento, non partecipa: resta neutrale.

Immediatamente scattarono i sistemi di alleanze internazionali: Russia e Francia si schierarono al fianco del
paese slavo, mentre a loro dichiarò guerra la Germania. In breve anche la Gran Bretagna scese in campo a
fianco degli alleati dell’Intesa.
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Il conflitto iniziò come guerra di movimento, secondo piani da tempo preparati. I governi in gioco
pensavano si sarebbe trattato di uno scontro breve, ma tale previsione si rivelò presto illusoria. Le operazioni
militari furono condotte su due fronti:

- FRONTE ORIENTALE: l’impero austro-ungarico invase la Serbia, la Russia avanzò in Prussia e in


Galizia;

- FRONTE OCCIDENTALE: la Germania provò a sfondare il fronte francese attraverso l’occupazione del
Belgio neutrale.

Nel Settembre del 1914, lungo il fiume Marna, le truppe francesi riuscirono a fermare l’avanzata tedesca. Sul
fronte occidentale, lungo quasi 800 km, iniziò così una guerra di posizione e di trincea che proseguì per ben
4 anni senza portare a risultati significativi. Sul fronte orientale la Russia riuscì inizialmente a guadagnare
terreno, ma presto fu arrestata e costretta alla medesima condizione.

Intanto il Giappone era entrato in guerra a fianco dell’Intesa, seguito dalla Turchia, che si schierò invece con
le forze dell’Alleanza. Lo scontro aveva assunto proporzioni mondiali.

L’Italia dalla neutralità all’intervento

L’Italia si tenne per il momento neutrale al conflitto, sostenendo che il trattato della Triplice Alleanza
riguardava esclusivamente interventi difensivi, mentre era stata l’Austria ad innescare la guerra. In realtà
l’alleanza con gli austriaci, ancora in possesso del Trentino e del Friuli, aveva oppositori in Parlamento ed
era malvista dall’opinione pubblica. Il Paese era spaccato dal dissenso tra interventisti e neutralisti.
In segreto il presidente del Consiglio Antonio Salandra aveva avviato consultazioni con le forze dell’Intesa,
dalle quali l’Italia poteva guadagnare vantaggi consistenti. Il 26 Aprile 1915, all’insaputa del Parlamento, i
vertici del governo italiano firmarono il patto di Londra, con il quale si impegnavano ad entrare in guerra
entro un mese a fianco della Triplice Intesa. L’accordo prevedeva aiuti economici per l’Italia e concessioni
territoriali alla fine del conflitto:

 il Trentino e il Tirolo meridionale, fino al Brennero;


 Trieste, l’Istria e la Dalmazia, eccetto Fiume;
 la base di Valona in Albania e il protettorato sul paese;
 vantaggi, da definirsi alla fine della guerra, dallo smembramento dell’impero coloniale tedesco.

Il Governo italiano dovette convincere il Parlamento ad avallare il patto con l’Intesa. Fu il cosiddetto periodo
delle “radiose giornate di Maggio”, nel quale i gruppi nazionalisti più accesi [il poeta Gabriele D’Annunzio
e l’ex socialista Benito Mussolini organizzarono manifestazioni popolari a favore dell’intervento bellico e
contro le idee dei pacifisti. Gli scontri di piazza si ripercossero in Parlamento, dove la maggioranza, liberale
e neutralista, chiese le dimissioni del governo Salandra. Ma il re Vittorio Emanuele III le respinse,
dimostrando una consonanza tra governo e corona che indusse la maggioranza a schierarsi a favore
dell’intervento.
Il 24 Maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria.

La guerra di logoramento (1915-1916)

L’esercito italiano fronteggiò gli austriaci lungo il confine nord-orientale del Paese. Il generale Luigi
Cadorna, comandante dell’esercito, scatenò diverse offensive sull’Isonzo e sul Carso ma non ottenne i
risultati sperati. L’Austria, dal canto suo, portò un poderoso “attacco punitivo” (Strafexpedition) contro le
linee italiane, ma ancora nulla si smosse. Anche sul fronte italo-austriaco iniziava un’estenuante guerra di
posizione nel fango e nella neve delle trincee (GUERRA DI LOGORAMENTO). Il 26 Agosto 1916, in
accordo con il patto di Londra, l’Italia dichiarò guerra anche alla Germania.

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Nel frattempo la Gran Bretagna aveva istituito un blocco navale contro i tedeschi, i quali per reazione
dichiararono la guerra sottomarina totale: avrebbero scatenato i loro moderni sommergibili contro
qualsiasi nave fosse in affari con i Paesi dell’Intesa. L’affondamento di molte imbarcazioni battenti bandiera
statunitense e, in particolare, del transatlantico inglese Lusitania (con molti passeggeri americani), indusse
gli Stati Uniti a considerare l’intervento bellico. I tedeschi lanciarono un imponente attacco anche a Verdun,
sul fronte occidentale, ma furono degnamente rivaleggiati dalle forze anglo-francesi, che per la prima volta
fecero uso dei carri armati.

Sul fronte orientale, invece, le forze dell’Alleanza stavano ottenendo qualche vantaggio. La Russia mostrava
evidenti disorganizzazioni interne, e l’Austria, fiancheggiata dalla Bulgaria, era riuscita ad invadere la
Serbia. L’entrata in guerra della Romania a fianco dell’Intesa non servì a risollevare le sorti dello scontro.

La guerra, comunque, stava facendo le sue vittime e presto sorsero le prime manifestazioni per la
cessazione del conflitto. Papa Benedetto XV inviò una nota ai Paesi belligeranti affinché fermassero
l’”inutile strage”, mentre cresceva, in molti stati, la preoccupazione per la condizione sociale interna, che
lentamente stava subendo gli effetti dello scontro.

La svolta del 1917

Nel 1917 si verificarono 3 eventi decisivi e carichi di conseguenze.

 In Russia si scatenò la Rivoluzione bolscevica in seguito al tracollo del regime zarista e la Russia
firmò la pace con la Germania.
 Il 6 Aprile 1917 gli Stati Uniti entrarono in guerra contro la Germania. Avevano concesso ingenti
favori alle forze dell’Intesa e, se queste avessero perso, l’economia americana avrebbe subito un
duro contraccolpo. Inoltre il presidente Thomas Woodrow Wilson attribuì all’intervento bellico un
significato ideologico, dichiarando che gli USA scendevano in campo in difesa dei principi di
libertà, democrazia e autodeterminazione dei popoli.
 Gli austriaci sfondarono le linee italiane a Caporetto (Disfatta di Caporetto), e sembrarono sul
punto di sbloccare la guerra. L’Italia reagì: Cadorna fu esonerato e sostituito dal generale Armando
Diaz, che seppe instaurare un rapporto diverso e migliore con le truppe. Le forze italiane riuscirono a
fermare gli austriaci sul monte Grappa e lungo il fiume Piave, dove l’avanzata nemica esaurì
finalmente il suo slancio.

Verso la fine dell’anno gli stati dell’Alleanza erano in vantaggio sul fronte orientale e in Italia, ma sapevano
di dover concludere l’azione militare prima dell’arrivo degli Stati Uniti, il cui dispiegamento di forze richiese
parecchio tempo.

La fine del conflitto e le condizioni di pace (1918-1919)

Nella Primavera del 1918 la Germania scatenò un’ultima serie di offensive sul fronte occidentale, ma la sua
azione fallì. Le forze dell’Intesa, supportate dagli Stati Uniti, costrinsero i tedeschi a indietreggiare. La
Germania avviò la progressiva cessazione delle attività militari e nel giro di pochi mesi arrivò a chiedere
l’armistizio agli Stati Uniti. Iniziava un Autunno che avrebbe visto i Paesi dell’Alleanza ritirarsi uno ad uno
dal conflitto.

Nel 1918 l’Italia contrattacca e sconfigge gli austriaci a VITTORIO VENETO (4 novembre). In Germania
si scatenarono poi rivolte interne che indussero il Kaiser ad abdicare. Nel mese di Novembre nacque la
Repubblica tedesca e fu firmato l’armistizio definitivo con l’Intesa.

All’alba del 1919 si organizzò a Parigi una conferenza di pace, alla quale parteciparono i Paesi vincitori
della guerra. In quell’occasione si firmarono diversi trattati di pace.

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 Il trattato di Versailles definì le condizioni di pace con la Germania, reputata la principale
responsabile del conflitto. I tedeschi dovevano restituire alla Francia le regioni dell’Alsazia e della
Lorena, alla ricostituita Polonia il “corridoio di Danzica”, alla neonata Repubblica cecoslovacca la
regione dei Monti Sudeti. Fu imposto lo smantellamento delle forze militari tedesche e la spartizione
dell’impero coloniale tra i Paesi vincitori. Infine la Germania fu condannata al pagamento di danni di
guerra ingentissimi.
 I trattati di Saint-Germain e di Trianon stabilirono le condizioni per l’ex Impero austro-ungarico.
Alle principali etnie che lo componevano fu riconosciuto l’autogoverno, così nacquero le
repubbliche d’Austria, Ungheria e Cecoslovacchia. Le popolazioni slave dei Balcani furono riunite
nel Regno di Jugoslavia.
 Il trattato di Neuilly ridefinì il territorio bulgaro a vantaggio di Grecia, Jugoslavia e Romania.
 Il trattato di Sèvres determinò infine lo smembramento dell’ex Impero ottomano. La Turchia
mantenne in Europa la sola Istanbul e fu confinata nella penisola anatolica. Il controllo dei territori
mediorientali fu affidato a Francia e Gran Bretagna, mentre nell’Europa dell’est sorsero nuovi Stati
baltici (Lituania, Estonia, Lettonia e Finlandia) dalla regressione della Russia zarista.

All’Italia fu riconosciuto meno di quanto promesso dal Patto di Londra. Il Trentino, l’Alto Adige, il Friuli
Venezia Giulia e l’Istria furono effettivamente annessi alla penisola, che tuttavia vide represse le proprie
ambizioni espansionistiche sulla Dalmazia a causa della formazione del Regno jugoslavo. I gruppi
nazionalisti parlarono perciò di “vittoria mutilata” e anche l’opinione pubblica fu profondamente delusa.

In generale i trattati di pace generarono una situazione squilibrata. Era prevalso il sentimento di vendetta di
Francia e Gran Bretagna nei confronti dei vinti; le minoranze etniche e l’identità delle nazioni extraeuropee
non furono rispettate, diversamente da quanto auspicato dai “Quattordici punti” del presidente americano
Wilson.

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