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Storia

SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

n°103

L’architetto
di Hitler
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Albert Speer,
il ministro del L’AVVENTURA
Reich che scampò DELL’AMISTAD
alla forca Gli schiavi
che si ribellarono
Confini e conquistarono
New York
impazziti
Isole condivise,
microstati e altre
stranezze

DA NORD A SUD I PRIMI RE D’ITALIA

LONGOBARDI VITA QUOTIDIANA, PROTAGONISTI


E CONQUISTE, DA PAVIA A BENEVENTO

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MEDICINA
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Non chiamateli
SCEMI
DI GUERRA
90
P
Pausa sigaretta rima guerra mondiale, fronte france-
se. Nel mezzo di un combattimen-
Soldati francesi in uno
to un soldato balza sul bordo della
dei rari momenti “sociali”
all’interno di una trincea, trincea e comincia a muovere le ma-
nell’ottobre del 1915. ni in gesti ampi, come a dirigere la traietto-
ria dei proiettili che tempestano la sua posta-
zione. “Tranquilli”, dice ai commilitoni che lo
guardano sconvolti, “non vedete che qui è tut-
to finto? Il sangue è solo un trucco di scena. I
morti li mettono di notte per spaventarci. Non
capite che non c’è nessuna guerra?”.
Scampato per miracolo ai tiratori nemici, l’uo-
mo viene ricoverato in un ospedale da campo.
Ad assisterlo c’è il giovane e sensibile infermie-
re militare André Breton, poeta. Sarà proprio il
ricordo di questo soldato, che per reagire all’e-
sperienza estrema della guerra aveva trasforma-
to la realtà in un sogno, a ispirarlo quando nel
1924 fonderà uno dei più importanti movimenti
culturali del Novecento: il Surrealismo.  
La guerra più folle. Oggi gli storici concor-
dano: la Prima guerra mondiale fu veramente
la più “surreale” di tutte. Spietata, disumana e
traumatica come non ce ne sono mai state, né
prima né dopo. «Fu la prima guerra industria-
le», spiega Andrea Scartabellati, storico triesti-
no autore di Dalle trincee al manicomio (Mar-
co Valerio editore). «Tecnologie belliche inedite
lasciarono disorientati non solo i soldati, per lo
più contadini costretti al fronte dalla coscrizio-
ne obbligatoria, ma anche gli alti ufficiali, le cui
tattiche si rivelavano puntualmente fallimenta-
ri, traducendosi in massacri di massa».

Trauma
da trincea
Un soldato inglese
trasporta un
camerata ferito fuori
dalla trincea durante
Ce n’era uno in quasi ogni la Battaglia della
Somme (luglio 1916).
famiglia. Erano l’eredità (a
lungo rimossa) della Prima
guerra mondiale: uomini
tornati dal fronte sotto shock,
con gravi disturbi mentali
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I soldati passavano settimane in trincee strette e umide,
accanto a cadaveri che non potevano essere seppelliti
Per questa ragione quella che non a caso sarà Sintomi mai visti. Il fatto che durante e dopo
poi chiamata la “Grande guerra” fu combattuta la Prima guerra mondiale migliaia di persone
per la maggior parte del tempo in trincee, cioè furono ricoverate per disturbi mentali oggi non
in fossati umidi, sporchi e stretti, dove i solda- stupisce affatto (v. riquadro sotto). Invece allora
ti restavano per settimane, continuamente sot- i medici non si raccapezzavano. Lo dimostrano
toposti al rumore sordo dei bombardamenti e al i rari filmati di ospedali militari (che mostrano
sibilo dei proiettili. Anche quando non facevano reduci estraniati e muti, che camminano come
nulla, vivevano in preda alla paura di quello che automi, con i muscoli irrigiditi) e le numerose
sarebbe potuto succedere da un momento all’al- cartelle cliniche, dalle cui fredde espressioni tec-
tro. E non c’era via di fuga: uscire dalle trincee niche trapela il dramma di quei giovani. Si leg-
significava morte certa nel giro di pochi secondi. ge di “tremori irrefrenabili”, di “ipersensibilità
Valori ribaltati. «È dimostrato che il mo- al rumore”, di “stati permanenti di terrore, con
mento più drammatico della guerra non è quel- estreme reazioni di difesa a stimoli di nessuna
lo dell’assalto, che pure è il più pericoloso, ma entità”, di “uomini inespressivi, che volgono in-
il logorio dell’immobilità, la tensione insoppor- torno a sé lo sguardo come uccelli chiusi in gab-
tabile dell’attesa», chiarisce Bruna Bianchi, stu- bia”, che “camminano con le mani penzoloni e
diosa della Grande guerra presso l’Universi- piangono in silenzio” o che “mangiano quello
tà Ca’ Foscari di Venezia e autrice di La follia e che capita, cenere, immondizia, terra”.
la fuga (Bulzoni editore). Inoltre si verificaro- In un manicomio delle retrovie fu accolto “un
no almeno due situazioni che rappresentavano bersagliere che fu incaricato di seppellire i resti
un rovesciamento dei valori bellici tradizionali di alcuni soldati austriaci, fatti saltare da una
e che contribuirono ad accentuare la mancanza nostra mina sul Carso. Di un tratto, terrorizzato
di senso del conflitto. «La prima fu l’impossibi- dal macabro spettacolo, rimase come in catalessi
lità di onorare i defunti: i soldati erano costan- con un arto nemico in mano. Da quel momento
temente a contatto con cadaveri che si decom- non parla più. Ha continue scosse e sussulti. Si
ponevano e che non potevano seppellire», spie- fissa nel vuoto come se vedesse qualcosa di pau-
ga la storica. «La seconda fu la sostituzione del roso, e facendo poi un salto si nasconde sotto le
mito del “buon soldato”, cioè dell’eroe pronto a coperte del letto”.
combattere e a dare la vita per la patria, con un “Shell shock”. Questi quadri clinici presso-
diverso modello di virilità: quello dell’uomo in- ché inediti suscitarono subito l’interesse degli
differente, insensibile, che non si fa impietosire psichiatri, specialisti allora emergenti (in Italia
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dalla sofferenza e dalla morte». Un modello in- erano stati riconosciuti ufficialmente nel 1872
naturale, come testimonia ciò che avveniva du- ed erano diventati molto influenti a partire dal
rante le tregue. 1904, grazie alla legge che istituiva i manicomi).  
Nei diari lasciati dai soldati di tutti i fronti ri- Su Lancet, tra le riviste mediche più autorevo-
corrono molti episodi di fraternizzazione con li, nel 1915 Charles Myers usò per la prima volta Metodi radicali
il nemico. La più nota è la tregua di Natale del l’espressione “shell shock”, “shock da bombar- Soldati Usa sbarbati prima
1914, quando sul fronte occidentale, da Ypres a damento”. Myers ipotizzava che le lesioni cere- di andare al fronte. Più a
Neuve Chapelle, truppe inglesi e tedesche si in- brali fossero provocate dal frastuono dei bom- destra, una macchina che
contrarono nella “terra di nessuno” per scam- bardamenti oppure dall’avvalenamento da mo- usava l’elettricità per curare
biarsi auguri, regali, sigarette e indirizzi, con la nossido di carbonio. Ma presto apparve chiaro le nevrosi di guerra, in un
promessa di reincontrarsi dopo il conflitto. che alla base di questi strani disturbi c’era qual- ospedale inglese (1917).

Dissociazione e alienazione: quando il trauma è permanente


O gni specie animale, uomo
compreso, possiede un
sistema di difesa che si attiva
tificano con le cosiddette “4 F”:
fight (lotta), flight (fuga), free-
zing (“congelamento”, cioè im-
quando la minaccia viene per-
petrata da esseri della stessa
specie e soprattutto quando i
Una conseguenza frequente è
il fenomeno della “dissociazio-
ne”, cioè il distacco dalla ­realtà,
per gradi di fronte a una mi- mobilità rigida) e faint (perdita traumi sono “cumulativi”, cioè con la sospensione delle
naccia: è quanto emerge dalla del tono muscolare)», spiega continui, ripetuti, senza pos- normali capacità di riflessione
ricerca scientifica sui traumi. lo psichiatra Giovanni Liotti, sibilità di sottrarsi. In questo e ragionamento allo scopo di
«In Homo sapiens, come in autore di Sviluppi traumatici caso non solo si attivano le limitare la sofferenza. L’aliena-
molti mammiferi, questo siste- (Raffaello Cortina editore). misure più estreme (le ultime zione tipica di molti reduci del-
ma si esprime con quattro tipi Cumulativi. Le risposte pa- due “F”) ma l’attivazione può la Grande guerra fa pensare a
di risposte che gli inglesi iden- tologiche sono più probabili diventare permanente. questo tipo di processo.

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Merry
Christmas
Soldati tedeschi e
inglesi si ritrovano
nella “terra di
nessuno” per
festeggiare insieme
durante la tregua di
Natale del 1914.

Il tempo

MONDADORI PORTFOLIO
non passa
Soldati francesi
in una trincea del
fronte franco-tedesco
durante l’inverno
del 1915.
PAUL THOMPSON/NATIONAL GEOGRAPHIC CREATIVE

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MONDADORI PORTFOLIO

Ritorno
alla norma
Sopra, la spilla
di un centro di
riabilitazione inglese
per la cura di soldati
affetti da “shell
shock”. A destra,
reduci in un analogo
centro in Georgia
(Usa) si dedicano al
giardinaggio.
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I medici, ritenendo che le nevrosi fossero simulate,
usavano metodi crudeli come la “terapia elettrica”
cos’altro, dal momento che i sintomi si manife- ria e di cattiva volontà, e si cominciò a trattare
stavano anche in persone che non si trovavano i malati alla stregua di codardi che sfuggivano
in prossimità di bombardamenti. ai loro doveri di soldati. Dagli archivi spuntano
Tra i primi a esprimersi in merito ci fu il neu- descrizioni trionfali dell’efficacia dei trattamen-
rologo francese Joseph Babinski. Nel 1917 attri- ti più drastici: in una cartella clinica si legge di
buì i sintomi a fenomeni di isteria, disturbo che un soldato in stato catalettico che, sottoposto al-
si riteneva diffuso solo tra le donne (isteros si- la terapia elettrica, cominciò a piangere copiosa-
gnifica utero in greco). Suggerì quindi di curar- mente gridando “mamma mia! mamma mia!” e
lo come allora si trattava l’isteria femminile: con fu in grado di rispondere alle domande dei me-
l’ipnosi. E in effetti i trattamenti talvolta funzio- dici dimostrandosi orientato. Ritenuto guarito,
navano, nel senso che i sintomi scomparivano o fu prontamente rispedito al fronte.
si riducevano. Si diffuse perciò l’idea che questi Dubbi. «Va detto», precisa la storica, «che nei
quadri clinici fossero frutto di simulazioni, mes- documenti del primo dopoguerra trapela come
se in atto per non combattere ed essere conge- gli psichiatri cominciassero a sospettare che la
dati. Il che diede il via libera all’accusa di “fem- guerra fosse la vera causa di quei disturbi. Co-
minilizzazione” o di “omosessualità latente”, e sì come appare chiaro che la sospensione finale
a una serie di trattamenti di tipo decisamente del loro giudizio fu la conseguenza di pressio-
punitivo, come le aggressioni verbali e le “fara- ni del governo, preoccupato che i bilanci statali
dizzazioni”, forti scosse di corrente elettrica al- non fossero in grado di farsi carico di eventuali
la laringe (in caso di mutismo) o alle gambe (in indennizzi economici. Al contrario, in Gran Bre-
caso di immobilità).   tagna il 75 per cento degli 80.000 soldati accol-
Degeneri. «Questa disciplina feroce fu messa ti nei reparti psichiatrici ottenne una pensione
in atto soprattutto in Italia, dove persistevano di invalidità, così come molti dei 114mila uomi-
atteggiamenti ispirati alle idee di Cesare Lom- ni che crollarono dopo il conflitto».
broso, che classificavano il malato come un es- In Italia, invece, quella dei traumi psichici
sere inferiore, un soggetto debole e primitivo», conseguenti alla Grande guerra fu una pagina
sottolinea Bruna Bianchi. «Inoltre, in un Paese presto chiusa e rimossa. E se circa 40.000 uo-
in cui la leva era obbligatoria, non si voleva at- mini con disturbi mentali finirono rinchiusi nei
tribuire alla guerra la causa del disagio psichico: manicomi statali, una quantità ben più nume-
meglio sostenere che il conflitto contribuiva a ri- rosa fece ritorno a casa e in quelle condizioni fu
velare devianze o degenerazioni in individui già accolta dalle loro famiglie. Fu anche per prende-
Cara mamma... predisposti. Un atteggiamento che non c’è sta- re le distanze dal carico emotivo di quegli sguar-
Soldati italiani in prima linea to, per esempio, in Gran Bretagna, dove c’era un di assenti e per poter ricominciare a vivere do-
a Doberdò (Gorizia). Tenere maggior rispetto per i soldati, sia da parte delle po il trauma collettivo dell’esperienza bellica
un diario o scrivere lettere istituzioni sia da parte dell’opinione pubblica». che la gente prese a chiamare quei giovani uo-
ai familiari fu per Nel nostro Paese invece, soprattutto dopo la mini, chiusi per sempre in un silenzio inacces-
molti un’importante disfatta di Caporetto del 1917, passò la te- sibile, “scemi di guerra”.  •
strategia di
si che le nevrosi fossero il frutto di iste-  Marta Erba
sopravvivenza.
AP/ANSAFOTO

Lo stress dell’american sniper


L o chiamavano “Leg-
genda”. Dopo avere uc-
ciso almeno 160 nemici,
American Sniper di Clint
Eastwood, sono quelli del
“disturbo post-traumati-
in Vietnam. Tre i sintomi
principali: i flashback
(continui ricordi intrusivi
il cecchino Chris Kyle (a co da stress”, riscontrato degli episodi traumatici),
sinistra) rientra dall’Iraq, in almeno il 17 per cento l’evitamento (la tendenza
ma non è più lui: si dei soldati impegnati in a evitare tutto ciò che
isola, si sente in col- Afghanistan e in Iraq. ricordi il trauma) e l’hype-
pa, non dorme più. I sintomi. Il disturbo è rarousal (“iperattivazione
I suoi sintomi, ben sempre esistito. Il primo permanente”): il reduce è
descritti nel film caso lo riporta Erodoto: in uno stato di ansia pe-
descrivendo l’ateniese renne, che gli impedisce
Epizelo, reduce della Bat- di dormire, lo rende ag-
taglia di Maratona. Ma è gressivo e paranoico e più
stato riconosciuto solo a vulnerabile all’abuso di
partire dalla guerra alcol, droghe e farmaci.

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