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ALLA SCOPERTA DEL PIÙ BEL PAESE DEL MONDO MENSILE N.

445 · MAGGIO 2023 · EURO 4,50 IN ITALIA


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IL MONUMENTO • CAMPANIA

INQUADRA IL CODICE
E SCOPRI LE NOVITÀ
Reggia di Caserta
LA CHIESA • BERGAMO Il capolavoro di Luigi Vanvitelli,
ABBAZIA dall’Acquedotto Carolino alle fontane
DI SAN PAOLO del parco, al palazzo dei Borbone
D’ARGON
LA SCOPERTA • MOLISE
CASTELLO DI CAPUA
A GAMBATESA

L’ITINERARIO • CALABRIA
IL CAMMINO DI SAN
FRANCESCO DI PAOLA
>
30445

IL WEEKEND • TOSCANA
ISSN 0394 7203

IL BORGO DI CHIUSI E LA
720006

VAL DI CHIANA SENESE SULLE


TRACCE DEGLI ETRUSCHI
770394

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI


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I Ponti della Valle
dell’Acquedotto
Carolino (Caserta)

UTILITÀ E BELLEZZA,
LA LEZIONE DI VANVITELLI
Com’è bella e preziosa l’acqua. Ce ne siamo resi conto ancora di più in questi
RICORDANDO anni di siccità. L’acqua disegna paesaggi, naturali ma anche creati dall’uomo.
ETTORE MOCCHETTI Come la spettacolare sequenza di cascate e vasche ideata da Luigi Vanvitelli
Architetto e interior designer,
nel parco della Reggia di Caserta, una delle più vaste e sontuose residenze reali
Ettore Mocchetti, scomparso d’Europa che il grande architetto, di cui quest’anno ricorrono i 250 anni dalla
il 4 aprile scorso, è stato l’ideatore, morte, progettò per re Carlo di Borbone alla metà del ’700. Vanvitelli amava
insieme a Giorgio Mondadori,
di Bell’Italia, che ha diretto coniugare bellezza e funzione, come si può vedere nel nuovo allestimento
dal 1986 al 1995. Il giornalismo permanente a lui dedicato all’inizio dell’itinerario di visita della Reggia.
e l’architettura sono stati le
passioni della sua vita. Ricordiamo E come è testimoniato da un’altra opera commissionata dal re, l’Acquedotto
la direzione del settimanale Carolino realizzato per condurre alla residenza reale acque distanti quasi quaranta
Epoca (1970-77) e, per 33
anni, quella del mensile AD, di chilometri, necessarie per alimentare cascate e fontane del parco ma anche
cui creò l’edizione italiana. La molte attività produttive disposte lungo il percorso, come la manifattura di
© RIPRODUZIONE RISERVATA

riorganizzazione del centro storico


di Varese e la ripianificazione seta di San Leucio. Un’impresa di ingegneria idraulica allora all’avanguardia
urbana delle isole Eolie portano che vanta anche una meraviglia architettonica: i Ponti della Valle, imponente
la sua firma. Noi di Bell’Italia
continuiamo ad andare alla viadotto a triplice ordine di archi, lungo oltre 500 metri e alto 56, che si staglia
scoperta del Paese più bello del come una monumentale quinta teatrale presso Valle di Maddaloni. E che si può
mondo come ci ha insegnato lui,
con curiosità, gusto ed eleganza. visitare, grazie a itinerari guidati organizzati dal Museo della Reggia.

In alto: Ettore Mocchetti con


Emanuela Rosa-Clot in occasione del
trentesimo anniversario di Bell’Italia. Emanuela Rosa-Clot | Direttore di Bell’Italia
In copertina:
il cannocchiale
prospettico della via
d’acqua nel Parco

46
della Reggia di
Caserta. Foto di:
Luciano Romano

SAN PAOLO D’ARGON

MAGGIO 2023 CHIUSI

GAMBATESA
CASERTA

PAOLA

VIAGRANDE

|
CASERTA Acquedotto Carolino
LA GRANDE SFIDA DI VANVITELLI 32

|
GAMBATESA (Campobasso) Castello di Capua
MANIERISMO IN MOLISE 46

|
PAOLA (Cosenza) Cammino di San Francesco di Paola
SUI PASSI DEL SANTO CALABRESE 58

|
SAN PAOLO D’ARGON (Bergamo) Abbazia di San Paolo Apostolo
SPLENDORE A SORPRESA 68

|
VIAGRANDE (Catania) Villa Manganelli Biscari
STANZE PREZIOSE SOTTO L’ETNA 88

68
CHIUSI (Siena)
SUI COLLI DELLA CAPITALE ETRUSCA 102

32
DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
e.rosaclot@cairoeditore.it

RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE


Elisabetta Planca Caporedattore
LETTERE 10 e.planca@cairoeditore.it
UFFICIO CENTRALE
Pietro Cozzi Caposervizio
p.cozzi@cairoeditore.it

138
Giovanni Mariotti g.mariotti@cairoeditore.it
IN AGENDA Carlo Migliavacca c.migliavacca@cairoeditore.it
Raffaella Piovan r.piovan@cairoeditore.it
Barbara Roveda b.roveda@cairoeditore.it
LE MOSTRE D’ARTE 14 REDAZIONE
NOTIZIE 18 Terry Catturini t.catturini@cairoeditore.it
Margherita Geronimo m.geronimo@cairoeditore.it
Lara Leovino l.leovino@cairoeditore.it
Elena Magni e.magni@cairoeditore.it
IL PATRIMONIO SALVATO Sandra Minute s.minute@cairoeditore.it
I Lazzaretti Veneziani 24 PHOTO EDITOR
Milena Mentasti m.mentasti@cairoeditore.it
Susanna Scafuri s.scafuri@cairoeditore.it
LA LETTURA ART DIRECTOR
Luciano Bobba l.bobba@cairoeditore.it
di Vittorio Sgarbi Simona Restelli Coordinamento
s.restelli@cairoeditore.it
La Madonna del Parto
IMPAGINAZIONE
di Piero della Francesca 26 Franca Bombaci f.bombaci@cairoeditore.it
Francesca Cappellato f.cappellato@cairoeditore.it
Isabella di Lernia i.dilernia@cairoeditore.it
MUSICA 29 SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
Mara Carniti m.carniti@cairoeditore.it
CASERTA: LE NOVITÀ Paola Paterlini p.paterlini@cairoeditore.it
ALLA REGGIA 40 PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA

29
Silvia Garofoli
IN MOSTRA A BERGAMO 82 www.silviagarofoli.com
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Fabrizio Ardito, Maria Cristina Castellucci, Giuseppe De Biasi,
Sandra Fiore, Silvia Frau, Albano Marcarini, Paolo Massobrio,
I PIACERI Maria Pace Ottieri, Vannina Patanè, Manuela Piancastelli,
Vittorio Sgarbi, Angelo Surrusca

BUONA ITALIA
di Silvia Frau
Sapori del Chietino 114
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
La ricetta 120 divisione di

A TAVOLA
di Paolo Massobrio PRESIDENTE
Cantina Nicola in Monferrato 124 Urbano Cairo
CONSIGLIERE ESECUTIVO
Giuseppe Ferrauto
CIBO&PAESAGGIO CONSIGLIERI
a cura di Slow Food Andrea Biavardi, Alberto Braggio,
Roberto Cairo, Ugo Carenini, Giuliano Cesari,
La cozza nera di Taranto 126 Giuseppe Ferrauto, Uberto Fornara,

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di Giuseppe De Biasi via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano,


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di Albano Marcarini ARRETRATI A PAGAMENTO / UFFICIO DIFFUSIONE:

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I BORGHI DISEGNATI 148 via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI)
Accertamento diffusione: Certificato n. 2756
del 14.12.1994 Periodico associato alla FIEG
(Feder. Ital. Editori Giornali)
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La lettura di Vittorio Sgarbi: Massimo Sestini (p.26), Comune di Monterchi/Musei Civici-tutti i diritti riservati (p.27). Notizie: Palazzo Madama- gruppo Cairo Editore che comprende
Museo Civico d’Arte Antica, Archivio Centro Pecci (p.22). Patrimonio: Lazzaretti Veneziani (pgg.24-25). Musica: Gianfranco Rota (p.30). anche le seguenti testate:
Caserta: Luciano Romano (pgg.32-33; 34-35; 36-37; 38-39; 41); Luciano D’Inverno (pgg.34; 35; 36; 37), Antonio Gentile (p.38), Giancarlo SETTIMANALI
Vitolo (p. 43). Castello di Gambatesa: Su gentile concessione del Ministero della Cultura-Direzione Regionale Musei Molise (pgg.46-53), DiPiù TV, Diva e Donna, Enigmistica
Franco Cogoli, Ra Boe (p.55), Associazione Centro Storico Campobasso (p.56). Bergamo: Luca Bosco (p.82), Mauro Coen, Museo delle Storie MIA, Enigmistica più, Settimanale DiPiù,
di Bergamo Archivio fotografico Sestini, Musei Civici di Pavia (p.83), Getty (p.85). Chiusi: Andrea Pistolesi (pgg.110-111), pangea-ad.it TV MIA, Settimanale NUOVO, NUOVO TV,
(p.110). Aria Aperta: Pacific Press Media Production Corp./Alamy/IPA (p.136), Stefano Trovati, Archivio Rava (p.137). Libri: Federica F, Settimanale GIALLO.
Mosangini (p.144). Prossimamente: Alfio Garozzo, Marco Stucchi, Gabriele Croppi (p.146). Cartine: Davide Bassoli, Quaterd. QUINDICINALI
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MENSILI
Testi e fotografie non richiesti non vengono restituiti Airone, Antiquariato, Arte, Bell’Europa,
Bell’Italia. Alla scoperta del più bel paese del mondo. Copyright 2023. Cairo Editore S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e For Men Magazine, Gardenia,
disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione dell’Editore. Pubblicazione In Viaggio, Natural Style, Settimanale
mensile registrata presso il tribunale di Milano il 5/4/1986, n. 169. Una copia euro 4,50, arretrati euro 9. Dipiù e Dipiù Tv Stellare

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sistema di allarme (io stesso avrei potuto


toccare le opere), né metal detector
all’ingresso; le tavole erano in stanze
molto calde. Infine due parti della
predella della Pala di Fano erano
scambiate (la Presentazione al Tempio
al posto dello Sposalizio della Vergine).
Riconosco che è stato fatto un grande
lavoro per la mostra, ma anche
i particolari meritano attenzione e cura.
Giancarlo Pirroni, Rimini

Risponde la Galleria Nazionale


dell’Umbria, dove la mostra è allestita
fino all’11 giugno: «Nel ringraziare
il visitatore per l’attenzione, ci preme
segnalare che: l’esposizione è corredata
in ogni sala da pannelli in italiano
e inglese, i cui contenuti, approfonditi,
sono presenti nelle audioguide.
Nel bookshop sono esposti in bella
A tu per tu con i capolavori Tiepolo Il sacrificio di Melchisedec e La vista numerosi gadget (shopper, spille,
raccolta della manna appena restaurati,
restaurati di Tiepolo quaderni, specchi). Nel percorso sono
grazie a una struttura che conduce presenti distanziatori fisici e acustici,
i visitatori a 9 metri di altezza (sopra). tali da impedire il contatto tra visitatori
Il 1˚ aprile sono stato a Verolanuova
per vedere le tele di Tiepolo dai ponteggi, e opere. I valori termoigrometrici
La mostra di Perugino sono monitorati costantemente e mai,
come segnalato su Bell’Italia di marzo.
È una bellissima iniziativa! I dipinti
tra luci e ombre dall’apertura, è stata rilevata una
temperatura anomala. La disposizione
sono meravigliosi, vederli a distanza dei soggetti della predella della Pala
Il 30 marzo a Perugia ho visitato
ravvicinata è una vera emozione. di Fano, infine, è chiaro frutto di una
la mostra di Perugino alla Galleria
Giorgio Folli, Imola (Bologna) Nazionale dell’Umbria. Veramente manomissione sette-ottocentesca,
un bellissimo omaggio al pittore umbro. alla quale si potrebbe porre rimedio
Ricordiamo che fino al 4 giugno nella Vorrei però segnalare alcune carenze soltanto con un restauro (che non
basilica di San Lorenzo a Verolanuova organizzative: mancano depliant della potevamo certo disporre noi) essendo
(Brescia) è possibile ammirare da vicino mostra e articoli da bookshop, a parte le tavolette incollate tra loro».
i due grandi teleri di Giambattista qualche cartolina e catalogo; non c’è
Serra San Quirico nel cuore
La foto del mese è di @manuele_d
Il borgo disegnato di marzo è Serra San
Quirico, pittoresco borgo marchigiano
Raccontate anche su Instagram la vostra che ho scoperto anni fa grazie
Bell’Italia! Taggate @bellitalia_magazine a un puntuale servizio di Bell’Italia
e usate #bellitaliamagazine sulle vostre foto.
(numero 287 del marzo 2010),
Ogni settimana ne selezioniamo alcune da
condividere nelle nostre storie e ogni mese
a cui sono abbonato da tanti anni.
pubblichiamo la più bella in questo spazio. Giuseppe Vitale, Perugia
Nella foto di Manuele Damiani
(@manuele_d) «le nuvole a raggiera Bellissimo borgo marchigiano
nel cielo luminoso presentano in modo con la piccola chiesa barocca di Santa
teatrale la facciata della Certosa di Lucia: un tesoro nascosto nella nostra
Pavia, voluta da Gian Galeazzo Visconti stupefacente Italia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

nel 1396», commenta la photo editor Teresa Borromeo, email


Susanna Scafuri. «Un luogo di grande
fascino che testimonia il cambiamento Il borgo interpretato dalla matita di
del gusto dal Tardogotico al tardo Matteo Pericoli è il mio paese, Serra San
Rinascimento con echi manieristi». Quirico, ed è il più bel borgo d’Italia.
Seguici anche su @bellitalia_magazine
Miriam Adhiambo Oloo, email

10 BELL’ITALIA
in agenda
L’arte | le n o t i z ie | la lettura di Vittorio Sgarbi | la musica a maggio
Bellano (Lecco)

BATTIATO
PITTORE
IN MOSTRA
SUL LAGO
PAGINA 16

In questa foto:
ingresso dello
Spazio Circolo
a Bellano, sede
della mostra
dedicata a
Franco Battiato.

BELL’ITALIA 13
LA MOSTRA DEL MESE
TESTI L AR A LEOVINO

14 BELL’ITALIA
NAPOLI

IL SENSO
DI PICASSO
PER L’ANTICO
43 opere del maestro catalano dialogano
con i capolavori del Museo Archeologico

Cinquant’anni fa, l’8 aprile 1973, moriva Pablo Pi-


casso, rivoluzionario maestro dell’arte del ’900. Il
Mann-Museo Archeologico Nazionale di Napoli
celebra l’anniversario ritornando al 1917, anno in
cui Picasso giunge per la prima volta a Napoli e la
visita con l’amico Jean Cocteau. Proprio il dram-
maturgo francese lo convince a lasciare Roma alla
volta della città partenopea, scrivendogli: «A Roma
c’è il Papa ma a Napoli c’è Dio». Quella all’Arche-
ologico si rivela una delle tappe più coinvolgenti:
Picasso si ritrova a tu per tu con le colossali statue
della Collezione Farnese e con le pitture romane
provenienti da Pompei ed Ercolano. Sull’incontro
del maestro catalano con l’arte classica verte la
mostra al Mann, il cui allestimento prevede due
momenti. Il primo ripercorre il soggiorno a Napo-
li dell’artista, accompagnato da un focus su come
appariva il Museo Archeologico al tempo della sua
visita. Il secondo è un eccezionale confronto tra 43
opere, prestate dai grandi musei internazionali, e
i capolavori del Mann. Il percorso evidenzia l’eco
dell’antico sui lavori di Picasso che, dopo i viaggi
in Italia e a Napoli, risente profondamente dell’in-
fluenza dell’arte classica. Suggestioni che emergo-
no in modo esemplare nella tela Donna seduta, in PICASSO E L’ANTICO. di residenze per artisti
cui Picasso mutua diversi elementi dalla tradizio- Sede: Museo Archeologico e creativi che vogliano farsi
ne: il volto, in primis, che rimanda al dipinto Ercole Nazionale di Napoli, piazza ispirare da Napoli. Agli ospiti
e Telefo in Arcadia, da Ercolano, mentre il gigan- Museo 19. Date: fino al 27 propone un calendario
tismo di piedi e mani richiama la colossale statua di eventi culturali che si
agosto. INFO 081/442.21.49;
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sostiene il mento suggerisce un sentimento di no-
stalgia. Si tratta di una posa ereditata dal dipinto IL CONSIGLIO
LA BUONA SOSTA
di Pompei Il sacrificio di Ifigenia, universalmente PER DORMIRE Pasticceria Poppella
utilizzata nell’arte per raffigurare uno stato di pen- Superotium (piazza Cavour 76,
sosa malinconia. E qui Picasso non fa eccezione. (via Santa Maria degli 081/278.84.86).
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Scalzi 8, 081/544.20.71) Storico locale partenopeo


Affacciato proprio sul cortile con tre sedi. Insieme al caffè
del Mann, è un ottimo è da provare il celebre
Pagina precedente: Donna seduta, 1920, di Pablo Picasso, indirizzo per dormire in città, ”fiocco di neve”, soffice
dal Musée National Picasso di Parigi. Sopra, a destra:
Afrodite accovacciata; l’opera sviluppa il tema del bagno della dea che affianca all’attività brioche con ripieno di ricotta
e della raffigurazione della nudità integrale del corpo femminile. ricettiva un programma di pecora setacciata.
LE MOSTRE D’ARTE
TESTI L AR A LEOVINO

Diana e le ninfe sorprese


CALVAGESE DELLA RIVIERA (Brescia) da Atteone, 1740-43,
di Giacomo Ceruti. Il dipinto
GIACOMO CERUTI DAI PITOCCHI ALLA DEA del MarteS misura oltre
dodici metri quadrati
Focus della mostra sono tre opere di Giacomo Ceruti (1698-1767) dalla Collezione e testimonia l’adesione
Sorlini: La vecchia contadina, Il bravo e Diana e le ninfe sorprese da Atteone. Le tele, di Ceruti alla grande pittura
veneta, caratterizzata
affiancate dai prestiti di altri musei, raccontano l’evoluzione dello stile di Ceruti. da tematiche profane
Il pittore lombardo dopo la ”stagione dei pitocchi”, in cui ritrae soprattutto il popolino, e arcadiche, dopo la
si rapporta con la cultura figurativa veneta, qui rappresentata dalla tela con Diana. produzione pauperista
che gli valse il soprannome
PERDIANA! Giacomo Ceruti, capolavori tra Lombardia e Veneto. Al MarteS-Museo d’Arte di Pitocchetto.
Sorlini dal 7 maggio al 30 luglio. INFO www.museomartes.com

BELLANO (Lecco)
FRANCO BATTIATO E LA PASSIONE PER I RITRATTI
Nell’ambito delle iniziative dedicate al tema del ritratto nell’arte, il borgo di Bellano
presenta una bella mostra con al centro Franco Battiato (1945-2021), genio a tutto tondo
che realizzò interessanti ritratti agli amici più stretti. La mostra restituisce i volti dipinti
dal musicista catanese all’interno di un ironico allestimento dalle suggestioni orientali,
dominato dalla presenza di preziosi tappeti. In mostra quindici tra piccoli disegni e
ritratti, che sembrano sacre icone di affetti e amicizie. Foto: Ritratto di Bianca Pischetola.
FRANCO BATTIATO. La realtà non esiste. Allo Spazio Circolo di Bellano fino al 9 luglio. INFO archivivitali.org

RIVOLI (Torino)
LA GUERRA VISTA E VISSUTA DAGLI ARTISTI
Il dolore della guerra viene raccontato al Castello di Rivoli attraverso opere realizzate
da 39 artisti che si sono trovati o si trovano a vivere la realtà di un conflitto. La mostra
prende spunto dall’opera di Goya Desastres de la guerra (1810-15) e ha tra i protagonisti
nomi celebri dell’arte come Salvador Dalí, Pablo Picasso, Alberto Burri e Fabio Mauri.
Sono 140 i lavori esposti, e tutti esprimono orrore ma anche empatia e grande umanità.
Foto: Gostomel. From artist’s visual diary, 2023, di Nikita Kadan.
ARTISTI IN GUERRA. Al Museo d’Arte Contemporanea fino al 19 novembre. INFO castellodirivoli.org

BARD (Valle d’Aosta)


AL FORTE TRA BALENE, API E STAMBECCHI
Le sale delle Cannoniere del Forte di Bard ospitano l’edizione numero 58 di Wildlife
Photographer of the Year, premio dedicato alla fotografia naturalistica promosso
© RIPRODUZIONE RISERVATA

dal Natural History Museum di Londra. In mostra, scatti straordinari da ammirare


nel nuovo allestimento luminoso che rende le immagini ancora più emozionanti.
La fotografa italiana Ekaterina Bee è presente con l’immagine di due stambecchi
che si sfidano in alta montagna. Foto: Battle stations, di Ekaterina Bee.
WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR. Al Forte di Bard fino al 16 luglio. INFO fortedibard.it

16 BELL’ITALIA
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L’età dei sogni


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SESTO SAN GIOVANNI (Milano) IL NUOVO ALLESTIMENTO DELLA GALLERIA CAMPARI

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come Dudovich, Depero, Crepax e Munari, caroselli e spot di grandi registi, da Fellini a Sorrentino,

© RIPRODUZIONE RISERVATA
oggettistica e merchandising: la comunicazione dello storico brand Campari è sempre stata legata
a filo doppio all’arte e al design. E oggi la Galleria Campari, il museo aziendale che ha sede nel
complesso ridisegnato da Mario Botta tra 2007 e 2009, ha rinnovato il suo allestimento: nel percorso
espositivo, 50 opere inedite dallo sterminato Archivio Campari, un settore dedicato alla grafica e alla
pubblicità e un allestimento immersivo dedicato a design e merchandising (foto: una sala).
Viale Gramsci 161. Orario: sabato e domenica, 1° maggio e 2 giugno 10,30-18; ingresso 12 €. INFO www.campari.com

BELL’ITALIA 19
A CURA DI SANDRA MINUTE

A sinistra: Ritratto ridisegnato nel


di Alessandro 2015 da Michele
Manzoni (dettaglio) De Lucchi.
di Carlo De A destra: vista
Notaris, 1874. dall’Ottagono
Sopra: lo studio verso la galleria.
dello scrittore nella In basso:
Casa del Manzoni. il tempio della
La dimora di Concordia di
Milano ospita Agrigento con
un interessante Icaro Caduto
percorso museale, di Igor Mitoraj.

|
MILANO I 150 ANNI DALLA MORTE DI MANZONI

LA CITTÀ CELEBRA
|
AGRIGENTO PROCLAMATA CAPITALE DELLA CULTURA 2025 DON LISANDER
NEL SEGNO DELL’ACCOGLIENZA L’apertura straordinaria della casa museo, una speciale
esecuzione del Requiem di Verdi, la lettura integrale in
Sarà Agrigento la Capitale Italiana della Cultura per pubblico dei Promessi sposi; e poi mostre nelle principali
il 2025. La città di Empedocle e Pirandello, di Sciascia istituzioni, da Brera al castello Sforzesco, convegni e
e Camilleri si è imposta sulle altre nove finaliste (Aosta, spettacoli per onorare “don Lisander”. Milano si mobilita
Assisi, Asti, Bagnoregio, Monte Sant’Angelo, Orvieto, per celebrare i 150 anni dalla morte di Alessandro
Pescina, Roccasecca e Spoleto) grazie a un dossier di Manzoni (1785-1873) con un ricco palinsesto di eventi.
candidatura incentrato sulla relazione fra l’individuo, Cuore delle celebrazioni è la Casa del Manzoni, il palazzo
il prossimo e la natura, che coinvolge anche l’isola in via Morone 1 dove lo scrittore abitò con la famiglia
di Lampedusa e i comuni della provincia e pone come dal 1813 alla morte, oggi allestita con un interessante
fulcro il tema dell’accoglienza e della mobilità. percorso museale. Il 22 maggio, anniversario della
INFO www.comune.agrigento.it scomparsa di Manzoni, la casa museo sarà aperta con
ingresso gratuito fino alle 22; inoltre in estate ospiterà
letture teatrali dell’opera e sulla figura dello scrittore.
Sempre il 22, l’Orchestra Sinfonica di Milano eseguirà
il Requiem di Verdi in duomo, uno dei luoghi clou delle
celebrazioni: dal 9 al 31 maggio sotto le volte della
cattedrale si terrà la lettura integrale dei Promessi sposi.
Il 26 l’evento si sposterà in piazza San Fedele, per una
© RIPRODUZIONE RISERVATA

lettura teatrale di attori affermati e talenti emergenti.


La chiesa di San Fedele, particolarmente cara a don
Lisander, per tutto il mese è al centro di eventi tra
cinema, incontri e visite guidate. E il 26 e 27 maggio
è in programma il festival diffuso “Notte Manzoniana”.
INFO casadelmanzoni.it; duomomilano.it; sanfedele.net

20 BELL’ITALIA
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È LUCE

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alberghiera del Gruppo Alpitour, dove la vera ospitalità italiana
incontra un servizio esclusivo. Scopri le nostre strutture, immergiti
nella bellezza della Puglia, ricca di colori, arte e cultura.
A CURA DI SANDRA MINUTE

|
TORINO VISITE GUIDATE AL CANTIERE DI RESTAURO DELLA FACCIATA
SULLA VETTA DI PALAZZO MADAMA
Uno sguardo privilegiato sulla facciata juvarriana di Palazzo
Madama, e su tutta Torino, da 28 metri di altezza. Al via le
visite guidate al cantiere di restauro della facciata: una volta
al mese, i visitatori potranno salire sui ponteggi, guidati dai |
BOLOGNA ALLA PINACOTECA NAZIONALE
restauratori, e ammirare da vicino le decorazioni in marmo, IL NUOVO RINASCIMENTO
i capitelli e i fregi juvarriani, oggetto dal marzo 2022 di un
Dopo Giulio II, la Pinacoteca Nazionale
complesso intervento finanziato da Fondazione Crt. Uno
si rinnova. Chiusa la mostra dedicata
sguardo inedito su un monumento millenario, trasformato da
al capolavoro di Raffaello, il museo
porta romana in castello medievale, capolavoro del Barocco,
ha inaugurato un nuovo allestimento
sede del Senato e infine Museo Civico di Arte Antica.
della sezione del Rinascimento.
Visite gratuite con prenotazione obbligatoria; prossime date 20 maggio,
Un percorso che si sviluppa secondo
17 giugno, 16 settembre. INFO 011/521.17.88; prenotazioniftm@artetorino.com
criteri cronologici e tematici, coprendo
un arco temporale dal 1450 alla metà
del ’500 e ponendo l’accento sulle opere
e personalità più significative dell’arte
a Bologna del periodo. Tra i temi
approfonditi, specifiche sezioni sono
dedicate al genio “bizzarro” di Amico
Aspertini, a Raffaello e al Parmigianino.
Orario: martedì e mercoledì 9-14, da giovedì
a domenica 10-19; 8 € INFO 051/420.94.05,
pinacotecabologna.beniculturali.it

In alto, da sinistra: le mensole in pietra del cornicione di


Palazzo Madama; San Petronio tra due Santi (1502), di Lorenzo
Costa, alla Pinacoteca Nazionale di Bologna. A sinistra: Here
and There (1987), di Anish Kapoor, al Centro Pecci di Prato.

|
PRATO IL CENTRO PECCI APRE UNA SEZIONE PERMANENTE L’ARTE CONTEMPORANEA SI FA ECCENTRICA
Un nuovo corso per il Centro Luigi Pecci. Per la prima volta il polo dedicato all’arte contemporanea e alla sperimentazione
© RIPRODUZIONE RISERVATA

inaugura un allestimento permanente delle sue collezioni. “Eccentrica”, la nuova sezione, apre il 6 maggio nell’Ala Grande
Nio (dall’architetto Maurice Nio, artefice dell’ampliamento del 2016): un percorso spiazzante tra 55 delle oltre 1.200 opere
acquisite o donate al Centro a partire dalla sua apertura, nel 1988. Tra gli artisti Sylvie Fleury, Chiara Fumai, Lucio Fontana,
Anish Kapoor, Jannis Kounellis, Julian Schnabel. Sempre il 6 maggio inaugura una personale della fotografa Lina Pallotta.
Orario: da giovedì a domenica 10-19; ingresso 10 € INFO 0574/53.19.15; centropecci.it

22 BELL’ITALIA
Take your time
feel the emotion of art

Affreschi di Piero della Francesca


La Leggenda della Vera Croce / Il sogno di Costantino
Basilica di San Francesco / Arezzo

MIC / Direzione regionale musei della Toscana

www.museiarezzo.it
IL PATRIMONIO SALVATO PRIVATI E FONDAZIONI AL SERVIZIO DEI BENI CULTURALI
A CURA DI CARLO MIGLIAVACCA

VENEZIA | LAZZARETTI VENEZIANI

IN LAGUNA SULL’ISOLA DELLA QUARANTENA


Un progetto di recupero iniziato nel 1977 ha salvato e rivitalizzato l’isola del Lazzaretto Nuovo, diventata
ecomuseo grazie all’impegno di due associazioni: Ekos Club e la sezione veneziana dell’Archeoclub d’Italia

C’è un luogo antico a Venezia che ci con fumigazioni. Chi risultava infetto tire un destino che sembrava segnato.
parla del difficile presente di questi era trasferito sull’isola del Lazzaretto Negli anni successivi centinaia di
ultimi anni. È l’isola del Lazzaretto Vecchio, nella laguna meridionale, volontari si sono fatti largo tra la fit-
Nuovo nell’area settentrionale della sede dell’ospedale. ta vegetazione per riportare alla luce
laguna, dove nel XV secolo è stata Pagine tanto importanti della storia ciò che restava del vasto complesso:
inventata la quarantena come sistema veneziana rischiavano l’oblio, oscu- le mura di cinta, il Tezon Grande, i
di prevenzione e contenimento delle rate dalla militarizzazione dell’isola caselli da polvere. A Ekos Club si è
epidemie da contagio. Il problema al- a opera di Francesi prima e Austriaci affiancata nel 1988 la sezione vene-
lora era la peste. Per non farla giunge- poi, proseguita nel ’900 e seguita da ziana dell’Archeoclub d’Italia, da al-
re in città il governo della Serenissi- un progressivo abbandono. Passa- lora impegnata nell’organizzazione
ma nel 1468 mise a punto un sistema ta dallo Stato al Comune di Vene- di campi di ricerca estivi in collabo-
di straordinaria efficacia: le navi in zia, l’isola è stata affidata nel 1977 a razione con la Soprintendenza.
arrivo da zone considerate a rischio un’associazione non profit costituita «Il sistema dei lazzaretti è una prima
dovevano sostare quaranta giorni proprio per la sua tutela e rivitalizza- politica di salute pubblica, la Repub-
presso l’isola prima di entrare in città. zione, Ekos Club, che in un periodo blica di Venezia ne fece cioè una ve-
Equipaggi e viaggiatori risiedevano in aurorale per la difesa dei beni culturali ra e propria questione di Stato e di
un quartiere di casette (oggi perduto), ha elaborato un pionieristico progetto diplomazia internazionale, a tutela
le merci venivano scaricate in un ma- di recupero ambientale “dal basso”, dei commerci, mentre fino a quel
gazzino, il Tezon Grande, e trattate Lazzaretti Veneziani, capace di inver- momento la salute del corpo era stata

24 BELL’ITALIA
demandata a chi curava l’anima, cioè razioni più giovani, nate e cresciute
agli istituti religiosi», ci dice Giorgia nella condizione di overtourism che PER LA VISITA
Fazzini, project manager dell’ecomu- opprime la città.
L’isola del Lazzaretto Nuovo
seo dei Lazzaretti Veneziani e presi- Il percorso, sempre guidato, ha co-
si trova nel settore
dente di Ekos Club. «L’invenzione me fulcro il cinquecentesco Tezon
nord-orientale della Laguna
della quarantena è un aspetto che ha Grande, secondo edificio storico più
di Venezia e si raggiunge
molto colpito chi ha visitato l’isola vasto della laguna dopo le Corderie
con i battelli del trasporto
durante le pause della pandemia, ad dell’Arsenale. I suoi muri custodisco-
pubblico, linea 13, in partenza
esempio nei soli quaranta giorni di no storie antiche, raccontate dalle
da Venezia-Fondamente
apertura che siamo riusciti a garantire scritture parietali del Cinque-Seicento
Nuove e da Treporti. È fruibile
nel 2020, perché ha dato profondità che rappresentano una finestra straor-
da aprile a ottobre soltanto
storica a ciò che tutti stavamo viven- dinaria sull’uso della lingua presso
partecipando alle visite guidate
do quotidianamente in prima perso- diverse classi sociali, dai mercanti ai
su prenotazione che si tengono
na, dimostrando la logica e l’efficacia facchini; il vasto magazzino offre an-
il sabato alle ore 16. Il percorso
di pratiche tramandatesi per secoli e che un percorso archeologico, grazie
di visita, della durata di un paio
offrendo così una potente e positiva all’esposizione degli oggetti rinvenuti
d’ore, comprende l’area interna
chiave interpretativa della realtà». dalla Soprintendenza in laguna che vi
alla cinta muraria (esposizione
Quarantacinque anni d’impegno sono custoditi in deposito. Dal 2019
museale nel Tezon Grande, scavi
hanno fatto dell’isola un ecomuseo è stato approntato il “Sentiero delle
archeologici) e la passeggiata
di straordinario interesse che apre per Barene”, passeggiata naturalistica tra
naturalistica “Sentiero delle
sei mesi all’anno, da aprile a ottobre; le ultime barene della laguna, ecosiste-
Barene”. Ai partecipanti è
nel 2022 sono stati cinquemila i visi- ma unico al mondo costituito da basse
richiesto un contributo di 10 €
tatori (mille stranieri). Grande atten- lingue di terra disegnate dai tortuosi
(5 € per ragazzi fino ai 14 anni).
zione è prestata al coinvolgimento canali formati dalle maree. È su super-
degli studenti, in particolare quelli fici irregolari come quelle che Venezia INFO
Prenotazioni: www.lazzarettiveneziani.it
veneziani che sull’isola incontrano è stata fondata ed è lì che grazie al
per la prima volta una dimensione progetto Lazzaretti Veneziani prova a
della laguna sconosciuta alle gene- immaginare un futuro diverso.

Pagina precedente: veduta aerea dell’isola Barene”. A destra, particolare di una delle scritture
del Lazzaretto Nuovo, il cui profilo si scorge parietali visibili nel Tezon Grande: frasi, disegni,
sullo sfondo. L’edificio al centro è il Tezon Grande, marchi mercantili, monogrammi lasciati dai facchini
magazzino edificato nel XVI secolo. In basso: e da chi lavorava o alloggiava temporaneamente
l’ambiente delle barene intorno all’isola, protagonista sull’isola. Sono scritture semicolte che testimoniano
della passeggiata naturalistica “Sentiero delle l’affiorare dell’italiano tra ’500 e ’600.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BELL’ITALIA 25
DI VITTORIO SGARBI
UN MUSEO UN CAPOLAVORO

MONTERCHI (Arezzo) | MUSEO DELLA MADONNA DEL PARTO

LA MADONNA DEL PARTO


DA TRENT’ANNI NELL’EX SCUOLA
Il capolavoro di Piero della Francesca è esposto dal 1992 in un edificio scolastico.
Sistemazione “provvisoria” che ne ha permesso la conservazione e la fruizione

Questioni di filosofia del patrimonio culturale: tempo a questa parte. Farlo prima era una mezza
dove è giusto vedere le opere d’arte antiche? Fin avventura, adesso invece possiamo soffermarci a
che si può, nei luoghi di origine, perché è da essi piacimento sui motivi che ne fanno un dipinto di
che deriva storicamente la loro ragione di essere. strepitoso coinvolgimento.
Quando però ciò non fosse possibile per motivi
di inadeguata conservazione, allora le opere van- UN SIPARIO SUL DISEGNO DIVINO
no trasferite nei musei, luoghi che si permettono Geniale è l’invenzione del padiglione a sipario in
di infrangere il rapporto filologico con la loro ori- damasco trapuntato che si apre su un sipario più
gine in cambio di altri vantaggi, innanzitutto la piccolo, quello che la mano di Maria, disposta in
tutela della loro integrità materiale. Facciamo un tre quarti, dischiude sul suo ventre mentre con
esempio pratico, un capolavoro visto da tutti, al- l’altra si appoggia sul fianco dolente: gesti che
meno attraverso le riproduzioni, la Madonna del umanizzano una regalità suprema. A concedere
Parto di Piero della Francesca: affresco realizzato questo spettacolo, come nelle visioni di una vol-
sopra uno trecentesco nella chiesa di Santa Maria ta delle immagini sacre, sono due angeli araldici
di Momentana nei pressi di Monterchi (Arezzo), che scostano le cortine e non temono di guardar-
luogo natale della madre di Piero, in una data ci in faccia, gemelli fatti a stampo in ragione del-
compresa fra il 1450 e il 1465 la loro geometrica perfezione, l’uno a invertire le
L’opera vive le traversie a cui è sottoposto l’edifi- forme dell’altro. I colori delle vesti che indossano
cio ospitante, ridotto a cappella quando alla fine si alternano simmetricamente, in dominante fred-
del ’700 il terreno in cui sorge viene reimpiegato da da una parte e calda dall’altra, per meglio fare
per farne un cimitero, continuando a essere vi- risaltare, al centro dell’opera come dell’universo,
sitata dalle partorienti in segno benaugurante, in l’azzurro di cielo della veste mariana che l’om-
condizioni che però favoriscono un forte ristagno bra nelle pieghe solca come se la stampasse nel
dell’umidità. In questo stato viene riscoperta ai metallo. Nei teoremi neoplatonici di Piero tutto
primi del ’900, inducendo le autorità a ricorrere risponde a disegno divino espresso in numerica
allo strappo (distacco della pittura dal muro) e al proporzione: come lo è per il frutto del ventre
deposito provvisorio in museo, quindi alla ricol- suo, Maria è generatrice e prima protettrice del
locazione nella cappella. Negli anni Cinquanta genere umano, è in lei che si fonda la funzione
questa subisce un drastico riadattamento che co- mediatrice fra cielo e terra svolta dalla Chiesa.
stringe la Madonna del Parto a un nuovo sposta- Nel suo potersi fare madre, riflettendosi in Maria
mento, ma anche in questo modo non si riesce a esattamente come gli angeli speculari fanno fra di
salvaguardarla dalle minacce dell’umido. Si giun- loro, ogni donna è santa.
ge così, negli anni Novanta, al trasloco in un luo- È il caso che si rinunci alle attuali condizioni di
go diverso dal cimitero, da cui un contenzioso fra godimento della Madonna per le vecchie, come
il Comune di Monterchi, che si ritiene proprietario qualcuno, trovando sponda nel Consiglio di Sta-
dell’opera, e la Diocesi di Arezzo. Il dipinto vie- to, preferirebbe? Non ce n’è motivo. Se proprio
ne sistemato in una ex scuola, ora musealizzata, si vuole, si può dotare la cappella cimiteriale di
nell’attesa che se ne disponga di un altro gradito una copia digitale in 3D dell’opera, magari in
a Comune, Diocesi e Soprintendenza. aspetto più vicino a come doveva essere in origi-
È lampante: mai la Madonna si era potuta vedere ne, giusto per differenziarla dall’originale. Di più
così bene e in sicurezza come capita da qualche l’intelligenza non ammette.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

26 BELL’ITALIA
altezza 260 cm

Tra tenda e mantello Sguardo distaccato Museo della Madonna


Il baldacchino ricorda il manto a ombrello della Soda come un uovo nei volumi definiti del Parto, Monterchi (Arezzo),
via della Reglia 1, 0575/707.13.
Madonna nel Polittico della Misericordia di dalla luce laterale, la Madonna è immersa
Orario: tutti i giorni 9-13 e 14-19;
Piero (Sansepolcro, Museo Civico), così come nei propri alti pensieri. L’atteggiamento
ingresso 6,50 € (gratuito
la tenda del Sogno di Costantino nelle Storie del suo volto sembra voler ripudiare
per le donne in gravidanza).
della Vera Croce (Arezzo, San Francesco). l’impudenza dello sguardo negli occhi altrui.
INFO www.madonnadelparto.it

BELL’ITALIA 27
1-1
1

2-1
3-1
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AGG 23
IO 20

MILANO
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MUSICA
TESTI SANDR A MINUTE

IL CONSIGLIO

DA VEDERE
Pinacoteca di Voltaggio-Convento
e quadreria dei frati Cappuccini
(Voltaggio, via Provinciale
1, 347/460.86.72). La chiesa
e il convento cappuccino
custodiscono una preziosa
collezione di oltre 200 dipinti
di arte sacra dal ’400 all’800,
opera di Luca Cambiaso e di altri
importanti pittori liguri. La chiesa
ospita il 2 giugno il recital del Duo
Gröndahl-Ponten, soprano
e pianoforte, dalla Svezia.

PER DORMIRE
Hotel Alli Due Buoi Rossi
(Alessandria, via Cavour 32,
0131/51.71.71). Storico quattro
stelle, punto di riferimento per
l’ospitalità fin dal ’700, offre 48
camere modernamente arredate.
Doppia con colazione da 100 €.

PROVINCIA DI ALESSANDRIA | FINO AL 29 GIUGNO LA BUONA SOSTA


Accademia Ristorante

ECHI DAL MONFERRATO (Casale Monferrato, via Mameli 29,


0142/45.22.69). Le splendide sale
del settecentesco palazzo Gozzani
Festeggia 25 anni Echos, la rassegna che valorizza i luoghi d’arte di Treville, sede dell’Accademia
meno noti del territorio con un calendario ricco di concerti Filarmonica, ospitano un ristorante
di cucina del territorio. Menu
degustazione piemontese a 40 €.
Un viaggio in musica in compagnia con la formula “1+1+1=Trio!”: i tre so-
di artisti d’eccezione alla scoperta del listi (violino, violoncello e pianoforte)
Monferrato “segreto” tra pievi, castelli, si esibiscono prima da soli in tre punti
palazzi storici, abbazie e giardini. Taglia diversi del castello e infine insieme. Il 20
il traguardo dei 25 anni Echos. I Luoghi maggio la chiesa dei Santi Maria e Siro a
e la Musica, il festival itinerante che Sale (sopra) ospita il recital dedicato ai
propone concerti di musica classica di Capricci di Paganini del violinista turco
qualità negli spazi d’arte meno cono- Cihat Askin. La musica di Franz Schu-
sciuti del territorio, da palazzo Pane di bert è il fil rouge dell’edizione 2023,
Fubine Monferrato alla sala del Broletto con l’integrale delle opere per violino
di Palatium Vetus ad Alessandria, dalla e pianoforte del duo Francesco Manara
chiesa di Santa Croce a Cassinelle al e Claudio Voghera (10-11 giugno) nella
belvedere di Gavazzana, solo per citare pieve di Volpedo e nell’abbazia di Ri-
le nuove “scoperte” di quest’edizione. valta Scrivia e il concerto del pianista
La rassegna, organizzata dall’Associa- Alexander Lonquich al teatro Sociale di
zione Musicale Ondasonora Aps con Valenza (17 giugno). Gran finale il 29
la direzione artistica di Sergio Marche- giugno con Michele Placido, di scena ECHOS. I LUOGHI E LA MUSICA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

giani, propone venti concerti. Dopo nel cortile di palazzo Langosco a Casale INFO 348/716.15.57; festivalechos.it
l’inaugurazione di fine aprile, giovani Monferrato con Il Sosia. Vita pubblica Tutti gli eventi sono a ingresso libero,
talenti si alternano ad artisti di fama e privata di Franz Schubert, musicista, tranne il recital di Alexander Lonquich
internazionale, come lo Smetana Trio spettacolo scritto da Stefano Valanzuolo e lo spettacolo Il Sosia (5 €); ad alcuni
di Praga, di scena il 7 maggio nel tre- per l’attore e per il duo pianistico con concerti è abbinata una visita guidata.
centesco castello di Piovera (a destra) Marco Schiavo e Sergio Marchegiani.

BELL’ITALIA 29
MUSICA
A CURA DI VANNINA PATANÈ

BERGAMO | 3 GIUGNO Sopra: un momento


della Donizetti Night
SU STRADE E PIAZZE CON DONIZETTI a Bergamo Bassa, sotto
la torre dei Caduti,
Dal pomeriggio fino a notte fonda, i cortili dei palazzi, i sagrati delle chiese, le piazze nella zona del Sentierone.
e i viali di Bergamo si trasformano in un grande palcoscenico all’aperto dedicato a La città lombarda omaggia
il grande compositore
Gaetano Donizetti, nato nel 1797 nella città lombarda. Con un centinaio di eventi fra con una lunga notte
concerti, spettacoli, proiezioni e momenti teatrali, la Donizetti Night (3 giugno) è il volto di spettacoli e concerti
estivo, festoso e popolare del Festival Internazionale Donizetti Opera. Un’occasione per in strade, piazze e cortili.
far conoscere al grande pubblico la vita e le opere del compositore bergamasco in modi
e forme diverse. L’edizione 2023 dell’evento, che fa parte del cartellone di Bergamo
Brescia 2023 Capitale della Cultura, sarà animata da più di 500 artisti e performer.
DONIZETTI NIGHT INFO www.donizetti.org/it/festival-donizetti/donizetti-night

FIRENZE | DAL 15 MAGGIO


ANTICHI STRUMENTI AL MUSEO
Documenti inediti dell’Archivio Storico dell’Istituto degli Innocenti di Firenze hanno
rivelato che fra il ‘500 e il ‘600 i bambini accolti nella storica istituzione studiavano
musica. Da questa scoperta è nata l’idea di organizzare un ciclo di concerti alla Galleria
dell’Accademia, che custodisce una collezione di strumenti antichi (nella foto).
Il 15 maggio è in programma un approfondimento sul cembalaro Bartolomeo Cristofori;
il 22 maggio il focus si sposta sul clavicembalo inglese Longman & Broderip del 1785;
il 25 maggio nel cortile delle Donne dell’Istituto degli Innocenti cantano gli allievi
del Conservatorio “Luigi Cherubini”, accompagnati da strumenti del primo Barocco.
CONCERTI ALLA GALLERIA DELL’ACCADEMIA INFO www.galleriaaccademiafirenze.it

GENOVA | DAL 27 MAGGIO AL 4 GIUGNO


LA CITTÀ FESTEGGIA IL SUO PAGANINI
Il Paganini Genova Festival omaggia il genovese Niccolò Paganini, il più celebre violinista
di tutti i tempi, valorizzando la sua figura come compositore. Fra le sedi dei concerti
spiccano il chiostro del Museo Diocesano, la chiesa di San Donato e palazzo Ducale.
Qui, nella sala del Maggior Consiglio, il 27 maggio si esibiscono il violinista In Mo Yang
© RIPRODUZIONE RISERVATA

e il pianista Yannick Rafalimanana. Il concerto del 28 maggio per violino solo sarà
invece “itinerante”, con inizio nel teatrino di palazzo Ducale e conclusione nelle carceri
dell’edificio, che nel 1814 per qualche giorno ospitarono Paganini. Il 31 maggio
il palazzo della Meridiana ospita invece la violinista svedese Ava Bahari (nella foto).
PAGANINI GENOVA FESTIVAL INFO www.paganinigenovafestival.it

30 BELL’ITALIA
E se fossi qui?
A Merano in Primavera

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CASERTA | Acquedotto Carolino

LA GRANDE SFIDA DI
VANVITELLI
Lungo 38 chilometri, l’acquedotto è stato una delle maggiori opere di ingegneria idraulica
del suo tempo, creato per alimentare cascate e fontane della Reggia di Caserta, ma
anche territori e siti produttivi. Voluto da re Carlo di Borbone alla metà del ’700, è opera
dell’architetto Luigi Vanvitelli, di cui quest’anno ricorrono i 250 anni dalla morte
TESTI MANUELA PIANCASTELLI
Scorcio della fontana
di Diana e Atteone e della
via d’acqua che corre
verso la Reggia di Caserta.
Realizzata tra il 1786 e il
1789, la fontana raccoglie
l’acqua della cascata del
monte Briano, alimentata
dall’Acquedotto Carolino.

BELL’ITALIA 33
L
’acqua scorre invisibile, scivola silente, ma è lì sotto le pie-
tre, sotto il terreno, in condotte ancora perfettamente fun-
zionanti che sfidano il tempo. Arriva da molto lontano, dal-
le sorgenti del Fizzo di Airola sul monte Taburno, in
provincia di Benevento, un tempo Terra di Lavoro. È lì che sgorga
«l’acqua più bella e più copiosa», scriveva al fratello l’architetto
Luigi Vanvitelli, «nel cavare il terreno si son scoperte varie sorgenti
che tutte insieme formano un corpo fluente». Percorre in quattro
ore ben 38 chilometri con una pendenza minima (solo mezzo mil-
limetro per metro) in tubature da 750 litri al secondo, e ha portato
con sé, oltre a vita, fertilità e ricchezza, un grande sogno, quello di
Vanvitelli, di cui quest’anno ricorrono i 250 anni dalla morte. L’ar-
chitetto sfidò una natura spesso selvaggia (ci furono frane e molte
difficoltà nei trafori) per condurre l’acqua, che così ardentemente
Sopra: i Ponti della Valle,
desideravano il re Carlo di Borbone e la regina Maria Amalia, alla monumentale viadotto a tre
grande Reggia che stava costruendo a Caserta. ordini di arcate sovrapposte
che porta l’acqua dal monte
L’Acquedotto Carolino, iniziato nel 1753 con ben tre cantieri in Longano al monte Garzano,
contemporanea, è una delle più ardite e geniali opere di ingegneria nel territorio di Valle
di Maddaloni. È l’opera
idraulica dell’epoca moderna – dal 1997 Patrimonio Unesco con la più imponente progettata
Reggia e il Parco di Caserta –, capace di coniugare la visionaria ca- da Vanvitelli per l’Acquedotto,
lunga 529 metri e alta 56.
pacità progettuale di Vanvitelli con la sua costante ricerca della bel- Pagina seguente, in basso
lezza scenografica. Un’impresa lunga da realizzare (17 anni), colos- da sinistra: i Ponti della Valle
visti dal versante del monte
sale e costosissima in termini di denaro (oltre 622 mila ducati) e Garzano; un passaggio del
fatica. Attraverso le condotte le acque arrivano a Sant’Agata de’ Goti sentiero che segue l’Acquedotto
sul monte Longano. In alto,
e a Durazzano scavalcando un territorio difficile con due ponti a sinistra: la sommità dei Ponti
(ponte Nuovo sull’Isclero e ponte Tagliola sulla gola di Durazzano), della Valle, percorribile solo
in occasione di visite guidate.
quindi proseguono per Valle di Maddaloni per giungere, in maniera
ardita tramite i Ponti della Valle che collegano due rilievi (monte

34 BELL’ITALIA
BELL’ITALIA 35
Longano e monte Garzano, il cui traforo durò ben tre anni), sino alla
collina di fronte al Parco Reale di Caserta. Siamo sulla cima del
monte Briano, dove l’acqua alimenta la monumentale cascata con
82 metri di dislivello che si versa nella fontana di Diana e Atteone,
realizzata fra il 1786 e il 1789. Sette rampe per lato permettevano di
raggiungere un belvedere, confinante con il bosco di San Silvestro.
Qui Vanvitelli aveva previsto una coffee house (mai realizzata) che
lasciò il posto a un suggestivo padiglione a grotta, il Torrione. La via
d’acqua continua sinuosa e magnifica nelle fontane di Venere e
Adone, di Cerere, in quella di Eolo, nella fontana dei Delfini, nella
fontana Margherita e finisce nella Peschiera.

La maestosa quinta dei Ponti della Valle


Dei vari ponti e trafori necessari all’impresa, l’intervento più colossa-
le è quello dei Ponti della Valle: 529 metri di lunghezza, 56 d’altez-
za, ben 44 enormi piloni con tre livelli di archi praticabili (a 19, 27 e
43 metri) nel territorio di Valle di Maddaloni, a pochi chilometri da
Caserta. All’epoca era il ponte più lungo d’Europa, ispirato agli ac-
quedotti romani, e in particolare al Pont du Gard presso Nîmes, in
Francia, di epoca augustea. Lo percorriamo con Leonardo Ancona,
appassionato responsabile dell’Acquedotto Carolino per la Reggia di
Caserta, che conosce ogni pietra di questo gigante in tufo completa-
to nel 1759, sotto le cui arcate passa la strada provinciale. Fino a
qualche decennio fa era carrozzabile da una parte all’altra con pe-
daggio, ora il ponte è chiuso per motivi di sicurezza e viene aperto
solo in occasione di visite guidate. Tra gli archi si svela tutta la bel-
lezza di un paesaggio straordinario, dove come gemme su un fonda-
le teatrale azzurro spiccano il golfo di Napoli, il Vesuvio e Capri.

36 BELL’ITALIA
In questa foto: la grande cascata
che porta l’acqua del Carolino
dal monte Briano alla sommità
del Parco Reale. Pagina
precedente: uno dei 67 torrini di
ispezione e sfiato che punteggiano
il percorso dell’Acquedotto.
In basso: i Ponti della Valle visti
dalla base del grande viadotto.

LA MOSTRA
Alla Reggia da ottobre: omaggio al lascito architettonico di Vanvitelli
Alcune foto di queste pagine, Le immagini mettono in rilievo di tutto lo spartito della Reggia,
realizzate da Luciano Romano il contributo di Vanvitelli fulcro centripeto da cui muove
e Luciano D’Inverno, saranno all’evoluzione della cultura l’intera progettazione architettonica
protagoniste, a ottobre, in architettonica e paesaggistica e paesaggistica. Luciano D’Inverno,
occasione delle celebrazioni contemporanea ed entreranno a far con il suo lavoro “Il corpo
del 250° anniversario della morte parte del patrimonio del Museo dell’acqua” (a sinistra, una delle
di Luigi Vanvitelli, della mostra della Reggia. Luciano Romano nel foto), racconta il viaggio di Vanvitelli
“I luoghi di Vanvitelli in Italia. Eredità, suo progetto “Genius loci” (sopra, alla ricerca delle fonti che
fotografia e paesaggio”, curata da una delle foto) coglie la successione alimentano il percorso d’acqua
Gabriella Ibello nel nuovo spazio e la proiezione geometrica degli partendo dal monte Taburno fino
espositivo nella Grande Galleria spazi, come accade nel caso del alla Reggia, dove vasche e fontane
della Reggia di Caserta. cannocchiale prospettico, cardine vengono alimentate dalla cascata.

BELL’ITALIA 37
In questa foto:
lo straordinario
cannocchiale prospettico
della via d’acqua
nel Parco della Reggia.
In primo piano, la fontana
di Venere e Adone; sullo
sfondo, oltre la Reggia,
Partendo dal torrino 50 all’estremità sud-orientale dei Ponti della la vista si spinge
fino all’isola di Capri
Valle – uno dei 67 torrini di ispezione e sfiato che scandiscono il (a destra) e alla penisola
percorso dell’Acquedotto – e procedendo in direzione di Beneven- Sorrentina (a sinistra).
A sinistra: il particolare
to, il sentiero dell’acqua tra i boschi è facile da percorrere fino alla di due tritoni della
frazione Bagnoli di Sant’Agata de’ Goti, per circa cinque chilome- fontana di Cerere
introduce a un’altra
tri, poi le difficoltà aumentano per i successivi dieci verso Moiano veduta prospettica
prima che il sentiero si interrompa. Muovendo invece verso Caser- della via d’acqua, lunga
circa tre chilometri.
ta è possibile arrivare, con un percorso accidentato che scavalca i
colli Tifatini, fino al bosco di San Silvestro, dove c’è l’ultimo torri-
no, mentre il tratto verso le cascate è chiuso.
L’Acquedotto Carolino era una grande opera anche sociale e d’im-
magine. L’acqua era infatti destinata all’intera città di Caserta, in pie-
no sviluppo intorno alla Reggia, e finanche a Napoli, tramite il tronco
di San Benedetto che si collegava con l’acquedotto del Carmignano. L’INTERVISTA
Prima di arrivare al Parco Reale, un ramo raggiungeva il polo indu-
striale di San Leucio, un altro procedeva verso il Real Sito di Carditel-
lo, fattoria agricola modello, servendo anche i comuni attraversati
lungo il tragitto. In un ecosistema virtuoso, le acque delle vasche di
accumulo venivano pulite da anguille, carpe e trote che poi attraverso
i condotti finivano nella peschiera della Reggia. Simbolo della sovra-
nità di re Carlo, l’acquedotto rendeva possibili una serie di attività
produttive, servendo ben 47 opifici e 120 aziende agricole in una lo-
gica di economia ecocompatibile e circolare, a partire dai numerosi
mulini che furono creati lungo il suo percorso. Il più grande di essi,
proprio ai Ponti della Valle, diventò nell’800 una ferriera e poi nel
1903 una centrale elettrica per illuminare Caserta. Oggi tutti i mulini
sono in disuso e abbandonati tra le sterpaglie, ma alcune abitazioni
intorno all’Acquedotto ancora si riforniscono dal Carolino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

38 BELL’ITALIA
«Un paesaggio culturale tra ingegneria, natura, arte e storia»

Architetto e docente presso diversi Una visione che Vanvitelli condivideva è chiuso. Come si può fare per accedere
atenei italiani, Tiziana Maffei (nella foto) con Carlo di Borbone. a queste meraviglie?
dirige la Reggia di Caserta dal 2019. Dietro ogni luogo di piacere i Borbone La passeggiata dai Ponti della Valle,
avevano un progetto produttivo, una che presto torneranno a essere illuminati
Lei ha più volte parlato della Reggia comunità che lavorava: basti pensare di sera, alla Reggia si ferma a San Silvestro,
come di un paesaggio culturale. Come a San Leucio. Sapevano di poter creare perché il bosco è recintato. Tuttavia in
vi si inserisce l’Acquedotto Carolino? armonia sociale solo attraverso il lavoro e occasioni speciali la strada viene aperta
Vanvitelli dà risposte funzionali e ridisegna la ricchezza. Anche Vanvitelli pensava in anche se non è di facile percorribilità
i territori in chiave paesaggistica e produttiva. chiave produttiva, era attento a problemi e andrebbe tenuta pulita. Il Torrione è
Trova acqua interrata e per portarla alla di inquinamento e di movimentazione oggetto di restauro nell’ambito del Pnrr,
Reggia trasforma il paesaggio da naturale delle merci. Aveva a cuore la sostenibilità, così come le rampe a zig-zag ai lati della
in artificiale in maniera armonica, quindi la bellezza era una naturale conseguenza. cascata, ma per ovvi motivi di sicurezza
bella. È un paesaggio culturale, e si La passeggiata dai Ponti della Valle alla non potranno restare sempre aperti
dispiega tra ingegneria, natura, arte e storia. Reggia è molto ardua, il percorso a tratti per i circa 770 mila visitatori del Parco.

BELL’ITALIA 39
LA REGGIA DI CASERTA

IL ’700 GUARDA AL FUTURO


Restauri e novità arricchiscono la residenza, dalle sale dedicate a Vanvitelli al riallestimento della
collezione Terrae Motus, fino al progetto di trasformare il Parco in un laboratorio del contemporaneo

TESTI MANUELA PIANCASTELI

L
a Reggia di Caserta, uno tra i più bei palazzi d’Eu- frio Buccini nel 1825. Su un player multimediale si mate-
ropa, rappresenta al meglio l’idea di Luigi Vanvitel- rializzano i ricordi dell’architetto mentre un ritratto a olio
li di unire il bello al funzionale. Il cosiddetto Can- di Giacinto Diano ci accompagna nell’ascolto. Nella se-
nocchiale, cioè la lunga galleria che attraversando conda sala, “La dichiarazione dei disegni”, si prosegue
tutti i cortili interni indirizza lo sguardo direttamente sul con il progetto della Reggia di Caserta, dalla presentazio-
parco e sulle cascate, resta tra le sue più suggestive rea- ne dell’opera nel 1751 fino alla posa della prima pietra;
lizzazioni architettoniche. Il monumentale scalone d’o- particolarmente affascinanti i modelli lignei di Antonio
nore conduce invece al piano nobile e agli Appartamenti Rosz, realizzati fra 1756 e 1759. Nella terza sala il can-
Reali, di recente arricchiti da restauri e molte novità. tiere vanvitelliano prende vita: al centro della narrazione
A marzo sono state inaugurate le Sale Vanvitelli, un alle- la scelta delle maestranze, dei macchinari e delle materie
stimento permanente dedicato al grande architetto prime. L’ultima tappa è “L’eredità del Maestro Luigi Van-
(1700-73) che si snoda nelle retrostanze della sala delle vitelli: la Reggia di Caserta”: in uno spazio interamente
Guardie del Corpo, proprio all’inizio del percorso di visi- videoproiettato, il visitatore assiste alla nascita del com-
ta, e che introduce alla costruzione della Reggia, del Par- plesso costituito da piazza, palazzo, Parco e Acquedotto.
co e dell’Acquedotto Carolino. Le vicende vengono nar- Il percorso continua nelle sale dove il direttore Tiziana
rate da Vanvitelli “in prima persona” grazie a una voce Maffei ha voluto inserire, tra mobili e tele del ’700, le
fuori campo, tra oggetti e documenti d’epoca. Si va dagli opere di Terrae Motus, la collezione ideata dal gallerista
anni della formazione all’incontro con il re, passando per napoletano Lucio Amelio, che all’indomani del terremo-
le esperienze professionali e umane più significative: tut- to in Irpinia (23 novembre 1980) chiamò a raccolta i più
to grazie a un’opera di digitalizzazione coinvolgente e grandi artisti dell’epoca per trasformare la catastrofe in
ricca di informazioni. Nella prima sala, “La chiamata del forza creativa. Dopo il recente riallestimento, quasi tutti i
re”, si è accolti da una statua di Vanvitelli, modello di 72 lavori “dialogano” con l’arredamento degli Apparta-
quella nell’omonima piazza casertana, firmata da Ono- menti Reali. «All’epoca di Carlo di Borbone la Reggia era

40 BELL’ITALIA
Pagina precedente: ritratto di Luigi Vanvitelli di Giacinto Diano. Sopra: la sala del Trono. In primo piano Vesuvius Circle (1984) di Richard Long, una delle
opere della collezione Terrae Motus. Sotto: modelli di Antonio Rosz della cappella Palatina e del vestibolo superiore della Reggia; lo scalone d’Onore.

il luogo dell’arte contemporanea, qui hanno lavorato ar-


chitetti e artisti che guardavano al futuro», spiega Maffei.
«Crediamo perciò che nell’essenza di questo palazzo ci
sia l’accogliere i linguaggi dell’arte contemporanea».
Anche il Parco diventerà un laboratorio del contempora-
neo: si prevede infatti di affidare a scultori e artisti gli
alberi caduti perché li trasformino in opere d’arte. I lavo-
ri arricchiranno gli oltre 100 ettari aperti al pubblico, che
in un percorso di tre chilometri lineari, dal palazzo alla
cascata, ospitano sei fontane monumentali e sessanta sta-
tue. Tra le parti più belle del parco, il Giardino Inglese
con duecento diverse specie botaniche, voluto dalla regi-
na Maria Carolina e realizzato su disegno di Vanvitelli da
John Andrew Graefer. Ma imperdibile è anche la Castel-
luccia, luogo di giochi e svago di Ferdinando IV da bam-
bino, e la Peschiera, entrambi circondati dal Bosco Vec-
chio, cioè la parte più antica del parco.

Reggia di Caserta, piazza Carlo di Borbone, 0823/44.80.84; reggiadicaserta.


cultura.gov.it Orario: il complesso è aperto tutti i giorni, tranne martedì:
Appartamenti Reali 8,30-19,30; Cappella Palatina 8,30-18,15; Bosco Vecchio
e Via d’Acqua 8,30-19; Giardino Inglese 8,30-18; Teatro di Corte sabato-domenica
10-13. Ingresso: 14 € più 1 € per l’acquisto online.

BELL’ITALIA 41
Dove Come Quando
CASERTA

FACILE!
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Reggia di Carditello
TESTI MANUELA PIANCASTELLI

stesso complesso impiantò una manifattura


di seta all’avanguardia, cuore di una colonia
dotata di uno statuto modernissimo.
Nel Museo della Seta si conservano
gli antichi torcitoi e i telai, tuttora funzionanti.
Negli Appartamenti Reali si ammira
il bagno della regina Maria Carolina,
impreziosito da decorazioni a encausto.

REGGIA DI CARDITELLO
(San Tammaro, via Carditello,
379/298.12.23).
Un altro sito borbonico monumentale,
ex fattoria specializzata nell’allevamento
di cavalli di razza Persano. Comprende una
Sant’Angelo in Formis
palazzina reale dalle linee neoclassiche, i cui
interni sono visitabili in occasioni particolari,
ambienti destinati ad azienda agricola L’OASI WWF
Come arrivare e un’area per le corse dei cavalli. Passeggiate nella natura
In auto: i Ponti della Valle dell’Acquedotto CASERTAVECCHIA nel Bosco di San Silvestro
Carolino, a Valle di Maddaloni, A 10 km da Caserta, il pittoresco borgo Il Bosco di San Silvestro (0823/36.13.00)
si raggiungono con l’A1, uscita Caserta medievale alle pendici del monte Virgo è un grande polmone verde alle spalle
sud, e poi provinciale 335. si stringe intorno alla bellissima cattedrale della Reggia di Caserta, di cui un tempo
In treno: stazione di Caserta, sulle linee di San Michele Arcangelo, della prima metà faceva parte come riserva di caccia del
Roma-Napoli e Napoli-Foggia, a 14 km. del XII secolo, con la cupola ottagonale re. Oggi è un’Oasi Wwf e si sviluppa per
In aereo: aeroporto di Napoli a 33 km. arabeggiante. Notevoli i ruderi del castello, 76 ettari sulle colline di monte Maiuolo e
In camper: area sosta Oasi San Silvestro, con il mastio cilindrico alto 30 metri. monte Briano, dove nasce la cascata che
via Giardini Reali 78, 329/100.38.08. alimenta le fontane del parco Reale, in
ABBAZIA DI SANT’ANGELO IN FORMIS una fitta vegetazione ad alto fusto. È un
Per la visita (Capua, località Sant’Angelo in Formis, habitat di grande importanza soprattutto
via Luigi Baia 120). per gli uccelli migratori ed è possibile
ACQUEDOTTO CAROLINO-PONTI DELLA VALLE Sorta sui resti del tempio di Diana Tifatina, incontrare una grande varietà di specie:
(Valle di Maddaloni, strada provinciale 335). è una delle più belle basiliche romaniche sparvieri, allocchi, barbagianni, volpi,
L’Acquedotto fa parte del Museo Reggia dell’Italia meridionale. L’interno a tre navate, ghiri, ricci e donnole. Offre numerosi
di Caserta, che organizza visite guidate sul cui si accede da un portico a cinque percorsi guidati e laboratori, accessibili
camminamento superiore, di solito chiuso arcate, conserva il pavimento originale su prenotazione. Interessante l’itinerario
(info: 0823/149.12.11 e 0823/27.74.23); del tempio. Spettacolare il ciclo di affreschi storico e panoramico, una tranquilla
l’esterno è liberamente visibile. datato fra il 1072 e il 1087, con storie passeggiata di circa due ore e mezza
del Vecchio e del Nuovo Testamento. che consente di ripercorrere la storia
Da vedere del luogo e le attività agricole e ludico-
PALAZZO MONDO venatorie attraverso i manufatti e le
COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN LEUCIO (Capodrise, via Domenico Mondo, opere realizzate dai Borbone. Nell’oasi
(località San Leucio, piazza della Seta, 333/404.01.98). si conserva anche un edificio utilizzato
0823/30.18.17). Un palazzo settecentesco, esempio di in epoca borbonica come cantina
Imperdibile la visita alle antiche seterie transizione tra barocco e neoclassico, ospita per la produzione di vini. A partire
borboniche, sul colle di San Leucio. Nella la casa museo del pittore Domenico Mondo da maggio si svolgono anche attività
seconda metà del ’700 Ferdinando IV (1723-1806), attivo anche alla Reggia notturne, come i percorsi alla
di Borbone trasformò il palazzo dei principi di Caserta. Tra gli ambienti spicca il salotto scoperta delle lucciole o dei pipistrelli
di Acquaviva in una residenza reale e nello rococò affrescato sulle pareti e sulla volta. o per l’osservazione delle stelle.

BELL’ITALIA 43
Dove Come Quando CASERTA

I SAPORI
Mozzarella di bufala
e un vino degno di un re
L’antica vigna borbonica
Hotel dei Cavalieri Ristorante Marotta di San Silvestro è stata reimpiantata
nel cuore dell’Oasi da Tenuta
Fontana (Carinaro, strada
Consortile Zona Asi, 0824/
99.18.79 e 331/478.20.99), che
quest’anno ha festeggiato la prima
Le buone soste PEPEINGRANI produzione del vino Vigna del Re,
(Caiazzo, vico San Giovanni Battista 3, da uve Pallagrello, il vitigno del
RISTORANTE MAROTTA 0823/86.27.18). territorio più famoso nel ’700. Caserta
(Squille, via Marrochelle 52, 349/541.92.74). Il maestro pizzaiolo Franco Pepe è la patria della Mozzarella di Bufala
Il giovane chef Domenico Marotta coniuga propone una pizza unica, dall’impasto Campana Dop: tra i migliori caseifici
prodotti antichi (baccalà, animelle, trippa, equilibrato e digeribile, oltre a fritti Il Casolare (Alvignano, via Olivella
maiale) con verdure, erbe selvatiche, fiori, leggerissimi. Tra le pizze più amate 12, 0823/61.09.06), che produce
in un’esplosione di sapori nuovi. Menu la Margherita sbagliata, il calzone con la un’eccezionale “treccia” di bufala
degustazione da 5 o 7 portate a 60-75 €. scarola, la pinsa conciata. A partire da 10 €. ma anche il formaggio Fabula,
GLI SCACCHI A CASERTA in crosta fiorita. Ottima anche la
(Caserta, via Maielli 3, 0823/145.50.46). Per dormire mozzarella di bufala del Caseificio
Nel nuovo locale del centro storico La Baronia (Castel di Sasso, località
i proprietari accolgono con calore ed eleganza. HOTEL ROYAL Truli, statale 264, 0823/65.90.14)
Nel menu paste fresche con verdurine (Caserta, viale Vittorio Veneto 13,
di stagione, polpette di lenticchie, deliziose 0823/32.52.22).
zuppe e piatti poveri ingentiliti. Conto 50 €. Da poco rimodernato, è un albergo
IL FRANTOIO DUCALE di antica tradizione, proprio di fronte
(Castel Morrone, via Altieri 50, alla Reggia. Camere confortevoli in stile
0823/39.91.67). minimal, con vista sul palazzo Reale.
Un antico palazzo che ospitava un frantoio HOTEL EUROPA ART
è la culla della ristorazione tradizionale di alta (Caserta, via Roma 19, 0823/32.54.00).
qualità. Strepitose zuppe di legumi e funghi, Completamente rinnovato con un
paste fresche con i prodotti dell’orto. Poi le occhio all’arte contemporanea, si trova
carni: un agnello speciale, maiale, coniglio nel cuore della città. Offre camere
e, in alcuni mesi, la pecora. Conto 40-45 €. e suite ampie e luminose e una palestra.
LOCANDA BATTISTI HOTEL DEI CAVALIERI Il Casolare
(Caserta, via Fratelli Pagano 10-12, (Caserta, piazza Vanvitelli 12,
0823/44.71.52). 0823/35.55.20). e la cremosa di ricotta. Uno dei
Storico avamposto della cucina di mare: In pieno centro, è adiacente a via formaggi più antichi, autentico must
antipasti sfiziosi con pesce freschissimo, Mazzini, la via dello shopping. del gusto, è il Conciato Romano
fritturine di seppie, gamberi, paranza, Le camere sono arredate con semplicità, e la sua culla è Le Campestre
pescato del giorno. Conto 40-45 €. a pochi passi dal Parco della Reggia. (Castel di Sasso, via Strangolagalli 3,
0823/87.82.77), azienda familiare
(anche agriturismo) che ha salvato
Tenuta Fontana dall’oblio questo pecorino affinato
in orci di terracotta dal sapore intenso
e unico. Una gran parte di questi
prodotti si possono anche trovare
nell’Enoteca La Botte (Casagiove,
via Appia 168, 0823/46.81.30),
uno dei templi campani del vino con
© RIPRODUZIONE RISERVATA

una selezione di formaggi e salumi


straordinari e una ricca proposta di
dolci, spezie e prodotti del territorio.

INFO Ept Caserta, presso Palazzo Reale,


Hotel Europa Art
0823/32.11.37 e 0823/55.00.11.

44 BELL’ITALIA
© Dmitry Kokh
GAMBATESA (Campobasso) | Castello di Capua

Manierismo
46 BELL’ITALIA
in Molise
Allegorie e personaggi mitologici, paesaggi e sorprendenti trompe-l’oeil splendono nel raffinato
ciclo di affreschi cinquecentesco che orna il piano nobile del palazzo rinascimentale
TESTI SANDRA FIORE FOTOGRAFIE FRANCO COGOLI

Il salone delle Virtù del Castello di Capua, con gli affreschi a trompe-l’oeil di Donato Decumbertino, della metà del ’500. Le allegorie della
Fortezza e della Carità racchiudono una veduta dei Fori Imperiali. Le gru in primo piano simboleggiano la vigilanza del conte Di Capua.

BELL’ITALIA 47
GAMBATESA (Campobasso) | Castello di Capua

L
a fama di Gambatesa, borgo molisano adagiato di case basse, angiporti e vicoli, circondata da scorci
in un verdeggiante paesaggio collinare, è legata sulla campagna fiorita. L’edificio con la sua mole squa-
a un artista le cui vicende sono ancora poco drata si eleva sul centro storico raccolto sul colle Serro-
note, che si firmava «Donato pintore Decumber- ne, da cui si dominava il tratturo che conduceva le
tino». Siamo al confine con la Puglia e la Campania, in greggi verso il Tavoliere delle Puglie.
un territorio di grande bellezza naturalistica, dove lo
sguardo spazia tra le alture del Matese ammantate di Da fortilizio a dimora di rappresentanza
boschi, la valle del Tappino e il lago di Occhito, nato Dalle fonti storiografiche sappiamo che nel XII secolo in
dallo sbarramento del fiume Fortore. Probabilmente ori- questa zona esisteva già un nucleo fortificato, poi am-
ginario di Copertino, in provincia di Lecce, come sembra pliato e trasformato nel XIII secolo dal nobile Riccardo
suggerire il cognome, il misterioso Donato realizza, alla da Pietravalle: forse proprio da un suo difetto fisico prese
metà del XVI secolo, uno straordinario ciclo affrescato nome il feudo. Nel 1484 la proprietà passò alla famiglia
nel castello appartenuto alla famiglia Di Capua, che de- Di Capua, che tra la fine del XV secolo e la prima metà
teneva il feudo all’epoca. L’opera, pregevole sia per del XVI secolo si impose per prestigio oltre i confini re-
qualità pittorica che per raffinatezza iconografica, è gionali, grazie ai rapporti con gli Aragonesi, con alcune
ispirata al gusto manierista e alle novità stilistiche ma- delle principali famiglie del Regno di Napoli e con i
turate nelle maggiori corti italiane del Cinquecento. Il Gonzaga di Mantova. Fu Vincenzo di Capua a volere la
castello, svettante sul paese di Gambatesa, si raggiunge trasformazione dell’antico fortilizio in un palazzo di rap-
percorrendo la via Eustachio, che si apre tra due schiere presentanza, commissionandone l’abbellimento al pit-

48 BELL’ITALIA
Pagina precedente: l’ingresso al salone delle Virtù. Sopra: l’affaccio panoramico sul paesaggio collinare dal largo del Castello. Sotto,
a sinistra: nel salone delle Virtù, l’iscrizione celebrativa di Vincenzo di Capua, il feudatario di Gambatesa che a metà del XVI secolo trasformò
l’originale maniero medievale in una elegante dimora rinascimentale, commissionandone la decorazione al pittore Donato Decumbertino.
Sotto, a destra: il basamento del castello in via Eustachio. Sullo sfondo il campanile della chiesa di San Bartolomeo Apostolo.
GAMBATESA (Campobasso) | Castello di Capua
tore Donato Decumbertino. Il progetto decorativo che dove le raffigurazioni sono tese a celebrare la casata. Gli
oggi ammiriamo, seppur lacunoso, mostra una profonda affreschi meglio conservati si trovano al piano nobile:
conoscenza della cultura manierista dell’epoca, e in par- nella sala del Camino ci imbattiamo subito in un espo-
ticolare dell’opera di Giorgio Vasari tra Roma e Napoli. nente della famiglia, forse lo stesso Vincenzo di Capua,
Dalla piazza una scalinata conduce davanti a un portale ritratto di profilo, come un guerriero.
bugnato che immette nell’atrio del castello, uno spazio
chiuso, scandito da volte a crociera. Questo luogo di Tra quadri e paesaggi la firma del pittore
raccordo tra esterno e interno era originariamente de- Una tenda dipinta, illusionisticamente annodata accan-
corato con un motivo “a loggia” per creare un effetto di to alla porta, ci invita nella successiva sala dei Paesaggi.
simbiosi con il paesaggio circostante. Sono ancora leg- Qui l’impressione è quella di trovarsi in una pinacoteca,
gibili tre affreschi dipinti nelle vele, dove cornici e ghir- data la presenza di quadri: tra questi colpisce la scena di
lande racchiudono le figure di Europa, Io e Danae, eroi- una città incendiata, forse la Sodoma descritta nella Ge-
ne degli amori di Zeus narrati nel poema Le metamorfosi nesi, in un paesaggio di rovine romane. Nella sala delle
di Ovidio. Il tema della fecondità della natura informava Maschere, volti raffiguranti divinità spuntano tra serti
l’intera decorazione, che mostra chiari rimandi alla Log- legati, con nastri rossi, a finte cornici dorate. Allegorie di
gia di Psiche della romana villa Chigi, la Farnesina, di- miti, grottesche e sfingi rivelano la passione del proprie-
pinta da Raffaello e dalla sua bottega. Da questo disim- tario per l’antico. Tra le pareti che sfondano su vedute
pegno si entra nel cuore dell’appartamento, lungo un fluviali appare una rara rappresentazione della basilica
percorso articolato complessivamente in sei stanze, di San Pietro come appariva alla metà del Cinquecen-

50 BELL’ITALIA
Pagina precedente: scorcio degli affreschi nella sala delle Maschere, con lo stemma nobiliare dei conti Di Capua. Sopra: la sala
del Pergolato, decorata a trompe-l’oeil con una finta struttura di legno intrecciata a grappoli e foglie di vite e con illusori affacci sulla
campagna circostante. Sulla parete è raffigurata la battaglia navale di Otranto, combattuta nel 1481 tra la flotta cristiana e quella turca.
Sotto, a sinistra: dettaglio degli affreschi nella sala delle Maschere. Sotto, a destra: scorcio panoramico da una finestra del castello.
GAMBATESA (Campobasso) | Castello di Capua
to. Non sfugge allo sguardo un clipeo nero che si staglia sud, sopra un finto basamento aggettante, si impongono
sopra la porta nella parete a nord, con la firma del pitto- le personificazioni della Fortezza e della Carità, avvolte
re e la data di esecuzione dell’opera: 10 agosto 1550. in ampi panneggi dai colori cangianti. La prima regge tra
Sull’iscrizione si nota un ragno che sta tessendo la sua le mani un rocchio di colonna, mentre un altro frammen-
tela, simbolo dell’operosità dell’artista. to caduto sembra sporgere verso lo spazio del visitatore.
Tra le due allegorie, un quadro racchiuso in una finta
La battaglia navale e i paesaggi fluviali cornice ci proietta nei Fori Imperiali, introdotti da due
La decorazione vuole illustrare le qualità di un principe gru, allegoria della capacità del signore di vigilare sul
rinascimentale. Tra queste non può mancare la padro- popolo contro il nemico. Medaglioni con figure di impe-
nanza della letteratura, come suggerisce la libreria illu- ratori, drappi, cariatidi e una vivace gamma cromatica
sionistica nella sala del Pergolato, dove la natura la fa d’insieme rendono la stanza davvero sontuosa.
ancora da padrona. Foglie di vite e grappoli intrecciati al L’illusione di stare all’aperto è offerta anche dalla sala
cannucciato ci riconducono all’amenità della campa- del Canneto, dove sembra di essere sulle rive del Fortore
gna circostante. Tra le scene che adornano le pareti c’è e del Tappino. In mezzo alla vegetazione palustre fa ca-
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anche la battaglia navale di Otranto del 1481, combattu- polino una tartaruga, a rappresentare la modestia. La
ta tra le galere cristiane e quelle ottomane, contrassegna- visita si conclude nello Studiolo, un luogo riservato al
te dalla mezzaluna. Ma è il successivo salone delle Virtù principe, dove i miti raccontano amori contrastati come
che rappresenta l’essenza del progetto decorativo, decli- quello del proprietario del castello, rifiutato dalla cugi-
nato con sorprendenti effetti trompe-l’oeil. Sulla parete na Isabella che gli preferì un Gonzaga.

52 BELL’ITALIA
Pagina precedente: la parete nord della sala delle Maschere, con un paesaggio fluviale racchiuso in una finta cornice e attorniato
da sfingi, serti e figure allegoriche. Nel clipeo nero sopra la porta è iscritta la firma dell’autore degli affreschi, Donato Decumbertino
(che sta forse per “da Copertino”) e la data di esecuzione del ciclo, il 1550. Sopra: scorcio della sala del Canneto con la tartaruga,
animale simbolo di modestia e temperanza. Sotto: veduta del borgo di Gambatesa con al centro il castello di Capua.
Dove Come Quando
GAMBATESA (Campobasso)

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Anfiteatro di Saepinum
TESTI SANDRA FIORE

Risalente al XIV-XV secolo, ospita un retablo


in legno scolpito e dipinto. La tela al centro
raffigura l’Immacolata e sulla sommità
è rappresentato Dio Padre; i dipinti sono
attribuiti alla cerchia del Cavalier d’Arpino.
Dal 1586 al 1653 fu affidata ai frati
minori conventuali di San Francesco
che risiedevano nel vicino convento.

CAPPELLA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA


(Jelsi, largo Chiesa Madre, 388/124.49.94).
L’edificio risale all’XI secolo ma il gioiello
è la cripta, affrescata tra il 1320 e il 1332
con scene che rappresentano le Storie
di Gesù dall’infanzia alla Passione.
Lago di Occhito
CASTELLO DI TUFARA
Come arrivare (Tufara, piazza Garibaldi, 377/239.13.90). ALL’APERTO
Su un poggio di tufo, di probabile origine A piedi o a cavallo intorno
In auto: A14 Adriatica, uscita Termoli, longobarda, offre dal cammino di ronda
poi statali 647 e 710 fino a Campobasso uno straordinario colpo d’occhio su questo al lago di Occhito
e statale 645; da Roma, A1 uscita San lembo del Molise al confine con la Puglia. Con la bella stagione il vicino lago di
Cesario, poi statali 6, 85, 17 e 645. Occhito è la meta ideale per bellissime
In treno: stazione di Campobasso a 33 km, MUSEO PROVINCIALE SANNITICO passeggiate nella natura. Si tratta di un
poi bus 110 della Sati (satiautobus.com). (Campobasso, via Chiarizia 12, bacino artificiale, realizzato tra 1957
In aereo: aeroporto di Pescara a 185 km. 0874/41.22.65). e 1966 con lo sbarramento del fiume
Area camper: area camper comunale Nel settecentesco palazzo Mazzarotta Fortore; lungo circa 12 km, segna per un
in via Del Lavatoio. sono esposti reperti archeologici lungo tratto il confine tra Molise e Puglia.
provenienti da tutta la regione, a partire dal Oggi è un’importante zona umida,
Per la visita secondo millennio avanti Cristo. Le diverse frequentata da uccelli acquatici migratori
sezioni sono dedicate alle età del Bronzo e stanziali come folaghe, aironi, gallinelle
CASTELLO DI CAPUA e del Ferro, ai Sanniti, alla romanizzazione d’acqua e germani reali, che trovano
(Gambatesa, largo Castello, del Sannio e all’Alto Medioevo. riparo tra la folta vegetazione delle sue
0874/71.92.61). Orario: martedì-domenica sponde. È possibile scoprire questo
10,15-16; ingresso 3 €. MUSEO DEI MISTERI ameno ambiente naturale dirigendosi
(Campobasso, via Trento 3, da Gambatesa verso il ponte Tredici
Da vedere 328/555.65.49). Archi, a 7 km dal paese, e proseguendo
Conserva gli “Ingegni”, le macchine in legno poi per poche centinaia di metri in
CHIESA DI SAN BARTOLOMEO APOSTOLO e ferro dove vengono posizionati i figuranti direzione di Celenza Valfortore. Alcune
(Gambatesa, largo Castello, nella processione del Corpus Domini; strutture agrituristiche propongono anche
0874/71.91.52). furono realizzate a metà del ’700. passeggiate a cavallo, come l’Agriturismo
Consacrata nel 1696, conserva Horse’s Ranch (Macchia Valfortore,
un pregevole fonte battesimale in pietra AREA ARCHEOLOGICA DI ALTILIA-SAEPINUM contrada Foresta, 338/410.86.45),
del ’500. Sul campanile si nota (Sepino, località Altilia, strada a soli 200 metri dal lago, una fattoria
un bassorilievo gotico con La Vergine, provinciale 82, 0874/79.02.07). che dispone di maneggio, selleria
San Bartolomeo Apostolo e l’Agnello crucifero. Centro sannita sorto sulle vie della e vari servizi per i cavalli. Anche
transumanza, Sepino assunse forme l’Equiturismo De Girolamo (Colletorto,
CHIESA DI SAN NICOLA monumentali in epoca romana. I resti contrada Macchie, 347/164.81.20)
(Gambatesa, via San Nicola 75, delle mura, le torri, il Foro e il teatro sono propone corsi di avvicinamento
0874/71.91.52). immersi in un bellissimo paesaggio rurale. al mondo dell’equitazione.

BELL’ITALIA 55
Dove Come Quando GAMBATESA (Campobasso)
Miseria e Nobiltà

TRADIZIONI
Un tappeto di fiori
e la sfilata degli Ingegni
In Molise sono ancora vive numerose
Agriturismo La Ginestra celebrazioni tradizionali legate
al ciclo della natura e alle feste
religiose. A Campobasso il 31 maggio
si festeggia l’Infiorata, che celebra
la Madonna dei Monti attraverso
composizioni e tappeti di fiori. Sono
Le buone soste Per gli acquisti raffigurati disegni geometrici, simboli
religiosi, invocazioni e immagini
MISERIA E NOBILTÀ PANIFICIO IACOVELLI della Vergine. Ma la città è famosa
(Campobasso, via Sant'Antonio (Gambatesa, via XXIV Maggio 39, soprattutto per la processione dei
Abate 16, 0874/942.68). 333/495.22.54). Misteri del Corpus Domini
Ricavato in un palazzo nobiliare del ’700, Da non perdere i taralli, specialità (quest’anno l’11 giugno), durante
rivisita la tradizione gastronomica molisana di Gambatesa, anche nelle varianti la quale sfilano quadri viventi con
con una scelta di materie prime locali. Tra con peperoncino e semi di finocchio. figuranti che rappresentano santi,
le proposte, cavatelli di grano saraceno con SANTELLA madonne, angeli, diavoli, issati su
pecorino molisano, pallotte cacio e uova (Gambatesa, piazza del Municipio, macchine poderose, gli “Ingegni”,
e caciocavallo gratinato. Conto 30-35 €. 393/490.41.89). progettati da Paolo Saverio di Zinno,
STANLIO OLLIO E PEPERONCINO Eccellenti i calzonetti di pasta sfoglia ripiena scultore attivo a Campobasso nel
(Gambatesa, via Nazionale di una crema di ceci, cannella e miele. ’700. Nella vicina Jelsi il 26 luglio
Sannitica 113, 388/694.14.10). IL FRUTTUOSO CARMELO ricorre la Festa del Grano, di
Un ambiente in stile rustico, con pavimento (Gambatesa, via Eustachio, tradizione ormai bicentenaria:
in cotto e sedie impagliate, che ispira subito 333/544.81.95).
un’atmosfera familiare. Nel menu pasta Propone marmellate e confetture artigianali.
fatta in casa e ottime carni alla brace; Sfiziose quelle alle mele, noci e cannella
propone anche pizze. Conto 30 €. oppure mele cotogne, succo d’uva e zenzero.
FRATELLI PALMIERI
(Riccia, via Benevento, 329/859.78.95). Per dormire
Locale accogliente, dal design moderno,
con un menu che spazia dalla cucina HOTEL SAN GIORGIO
di terra, con salumi e carni locali, a piatti (Campobasso, via Insorti d’Ungheria,
di mare, come le fritture e le grigliate 0874/49.36.19).
di pesce. Conto 30 €. Nel centro storico, vicino alla stazione
RISTORANTE CASACCIO e ai luoghi di maggiore interesse, ha stanze
(Riccia, località Bosco Mazzocca, luminose e spaziose, arredate in stile.
0874/71.20.42). AGRITURISMO LA GINESTRA
Dotato di giardino, piscina e ampi spazi (Cercemaggiore, via Galardi 57,
all’interno, elegantemente arredati. Per 333/717.43.88).
pranzo si gustano cavatelli con pomodoro Un casolare dei primi ’900 per momenti Infiorata di Campobasso
e pesto, carne alla brace e calzone di relax nella natura. Camere con mobili in
con crema di ceci e miele. Costo 25 €. arte povera secondo il tipico gusto regionale. nacque infatti nel 1805 come
IL MASCHERONE RESIDENCE ringraziamento a Sant’Anna per
(Sepino, corso Angelo Catone 75, avere protetto il paese dal terremoto.
Agriturismo Le Coccole
0874/189.67.58). Gli abitanti realizzano con le spighe
In un palazzetto in centro, vicino all’area chilometri di trecce da usare come
archeologica, graziosi miniappartamenti con festoni, che vengono appesi lungo
soffitto con travi a vista e angolo cottura. le strade del paese per accogliere
AGRITURISMO LE COCCOLE la processione in onore della santa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

(Guardiaregia, contrada Riponi 1, Per l’occasione sfilano carri con


340/495.49.37). quadri e rappresentazioni sacre.
Nato dalla ristrutturazione di antiche fattorie,
ha 18 camere semplici e accoglienti. Area INFO Pro Loco di Gambatesa, via Nazionale
benessere con sauna, bagno turco, docce Sannitica 6, 338/986.46.30. Municipio, piazza
emozionali, idromassaggio e molto altro. Municipio 12, 0874/71.91.34.

56 BELL’ITALIA
Spazi liberi per spiriti liberi: 12 Suite, 2 ristoranti, una tenuta del 1750.
Un luogo storico, volutamente puristico, dove l’essenzialità del lusso diventa esperienza,
il riposo si eleva e il palato si esalta. Villandro | Chiusa (BZ) | Alto Adige
|
DA SAN MARCO ARGENTANO A PATERNO CALABRO (Cosenza) Cammino di San Francesco di Paola

Sui PASSI
del Santo calabrese
Tra le cime della Catena Costiera calabrese e il Tirreno, un trekking in più tappe ripercorre
la vita e i luoghi legati alla memoria di Francesco di Paola. Intorno al santuario dove
si formò l’Ordine dei Minimi si cammina tra spettacolari faggete, castagni monumentali
e borghi fondati da profughi albanesi nel Quattrocento che hanno conservato le loro tradizioni
TESTI FABRIZIO ARDITO FOTOGRAFIE DIONISIO IEMMA
Un sentiero attraversa
la spettacolare
faggeta del Bosco
Cinquemiglia, nel
tratto finale della
tappa del Cammino
di San Francesco di
Paola che parte da
Cerzeto; in primo
piano, sul tronco,
il sole stilizzato
che fa da segnavia al
trekking calabrese.

BELL’ITALIA 59
Sopra: il santuario di San Francesco di Paola, cuore spirituale
del Cammino. Sotto: il “Patriarca di Kroj Shtikàn”, castagno
monumentale nel bosco di Cerzeto. A destra: il selvaggio Bosco
Cinquemiglia. Pagina seguente, in basso: il “passaporto del
pellegrino” con i timbri che certificano il transito dai posti-tappa.

T
ra le case del centro storico di Paola, affacciate
verso l’orizzonte del Tirreno sul quale s’intravede
la sagoma triangolare di Stromboli, la casa natale
di San Francesco (1416-1507) è una meta molto
frequentata. Il vicino santuario, ai piedi delle ripide monta-
gne della Catena Costiera calabrese, è la sede dell’Ordine
dei Minimi, fondato dal santo paolano nel 1435. Sull’am-
pio lastricato che circonda la basilica di Santa Maria degli
Angeli e i chiostri del monastero, in mezzo all’andirivieni
dei fedeli è sempre più facile avvistare i camminatori che,
zaino in spalla, hanno raggiunto la chiesa seguendo i sen-
tieri del Cammino di San Francesco di Paola.
Molti tra i grandi itinerari pedonali moderni che attraver-
sano l’Italia e l’Europa devono la loro origine ai lunghi
pellegrinaggi del passato, come insegnano le decine di
tappe dei Cammini di Santiago e della Via Francigena.
Anche qui, nel cuore della Calabria, l’ispirazione storico-
religiosa è stata alla base della nascita di alcuni cammini
di successo. Progettati con cura da un gruppo di appas-
sionati escursionisti, storici e religiosi del Cosentino, gli
itinerari dedicati a San Francesco di Paola si distinguono

60 BELL’ITALIA
|
DA SAN MARCO ARGENTANO A PATERNO CALABRO (Cosenza) Cammino di San Francesco di Paola

per la segnaletica accurata, la topografia digitale di ulti-


ma generazione e l’organizzazione delle accoglienze
lungo la via. Insieme compongono un affascinante trek-
king a metà tra la Calabria tirrenica e le valli dell’interno,
privo di difficoltà tecniche ma da non prendere troppo
alla leggera a causa dei dislivelli considerevoli.

Nei luoghi dove nacque una vocazione


Per onorare un voto fatto dai genitori per la guarigione del
bambino, che contrasse una grave infezione a un occhio,
il piccolo Francesco entrò nel convento francescano di San
Marco Argentano: proprio da qui parte il percorso della Via
del Giovane, che in tre giorni di cammino conduce fino a
Paola. Lasciata alle spalle la mole imponente della torre
normanna voluta da Roberto il Guiscardo, la prima gior-
nata di cammino procede verso sud, a mezza costa, tra
asfalto e sterrato, con belle viste sulla valle del Crati e sul
massiccio del Pollino. Il punto d’arrivo, Cerzeto, è un pic-
colo borgo di tradizione arbëreshë. Le migrazioni che por-
tarono alla fuga di decine di comunità dai Balcani, di fron-
te all’espansione ottomana del XV secolo, hanno dato
|
DA SAN MARCO ARGENTANO A PATERNO CALABRO (Cosenza) Cammino di San Francesco di Paola
Sopra: la cappella La Benedetta (1762) a San Marco Argentano,
edificata sulla grotta dove San Francesco pregava. Sotto: refettorio
del santuario di San Francesco di Paola. A sinistra: l’altopiano di
Acquabianca, lungo la tappa San Fili-Cerisano. Pagina precedente,
in basso: il ponte delle Jumiceddre (“fiumicelle”) vicino a San Fili.

vita in Calabria a insediamenti come questo, dove ancora


oggi la lingua e le tradizioni albanesi sono di casa.
La seconda giornata, da Cerzeto al Bosco Cinquemiglia, di
media difficoltà e con un dislivello più marcato, riserva al-
tre sorprese. Il cammino attraversa foreste di castagni, cerri,
abeti e faggi che coprono i fianchi delle montagne. Spicca-
no alcuni imponenti patriarchi vegetali come il “Patriarca
di Kroj Shtikàn”, un castagno con una circonferenza di cir-
ca dieci metri, e il faggio di San Francesco, poco dopo il
passo della Guardia, dove il santo sostava per dissetarsi
durante i suoi spostamenti da un villaggio all’altro. L’arrivo
è in un autentico gioiello naturalistico, il bosco di Cinque-
miglia, una delle faggete più preziose della Calabria; qui è
anche possibile pernottare nel rifugio omonimo.
Una discreta salita conduce, durante la terza giornata per
sentieri, al Cozzo Cervello (1.389 metri), quota massima
del nostro cammino; prima però si supera il piccolo spec-
chio d’acqua del Laghicello, che ospita una rarissima va-
rietà di tritone alpino. In alternativa, una variante panora-
mica raggiunge prima monte Palazzello, dove incontriamo
uno dei simboli di questo viaggio lento: sul crinale affac-

BELL’ITALIA 63
Campania
Basilicata
San Marco
Argentano CALABRIA
426
Reggio
Calabria
Sicilia
passo
della Guardia Cerzeto
970 439

C A L
A B
Rifugio Bosco
Cinquemiglia
Laghicello 1026

R
1.130

I
monte
Palazzello Cozzo Cervello

A
1350 1389
M A

Santuario di San Francesco di Paola


Paola 170 Croce Verranco Sopra: il monumento di Paola e due giovani
R

dedicato a San Francesco in escursionisti. In basso:


1193
T I R

cammino, sul monte Palazzello il borgo di San Fili (566 metri)


San Fili (1.350 metri), inaugurato con la chiesa della Santissima
R E

566 nel 2021. Le sagome metalliche Annunziata, di forme barocche


ritraggono San Francesco ma citata già nel Trecento.
N O

Cosenza

Cerisano ciato verso il mare che brilla ai nostri piedi, le sagome me-
589
Mendicino talliche del giovane santo e di due escursionisti compon-
Cozzo Mozzillo 470
1237 gono il monumento intitolato San Francesco in cammino;
poi una lunga discesa termina al santuario di Paola.
N

O E
Paterno Calabro Tra sacro e profano sulla Via dell’Eremita
660
0 1 2km Volendo si può abbandonare la quiete del santuario e intra-
Crotone
prendere il secondo tratto del Cammino, lungo la cosiddet-
ta Via dell’Eremita, aggiungendo altre tre tappe. La prima
Sopra: la cartina del Cammino di San Francesco di Paola, con
i due tratti della Via del Giovane (in arancione) e dell’Eremita sale nuovamente verso le creste lontane per poi scendere
(in blu). Queste le tappe: San Marco Argentano-Cerzeto, 4 ore, in direzione delle case scure di San Fili. È una tappa diffici-
dislivello (in salita) 300 m; Cerzeto-Rifugio Bosco Cinquemiglia,
8 ore, dislivello 1.090 m; Rifugio Bosco Cinquemiglia-Santuario le, con un dislivello in salita considerevole (1.300 metri) e
di Paola, 8 ore, dislivello 750 m; Santuario di Paola-San Fili, senza centri abitati intermedi. Il piccolo borgo che ci acco-
8 ore, dislivello 1.300 m; San Fili-Cerisano, 7 ore, dislivello
900 m; Cerisano-Paterno Calabro, 8 ore, dislivello 850 m. glie, dopo l’ascesa fino a Croce Verranco (1.193 metri), si
trova su uno sperone roccioso dominato dalla chiesa Ma-
dre. Negli ultimi anni è diventato una meta turistica grazie
alle iniziative culturali e folcloristiche che animano Le Not-
ti delle Magare (“streghe”), in piena estate. Uno dei luoghi
più cari alle streghe pare fosse il silenzioso corso del torren-
te Emoli, ai piedi del ponte medievale delle Jumiceddre,
che si supera all’inizio della tappa successiva. Tra altipiani
carsici imponenti e grandi boschi si raggiungono poi le
case del ripido abitato di Cerisano, tra le quali si nascondo-
no chiese e palazzetti dell’antica nobiltà locale.
Lungo l’ultima giornata di cammino si scende velocemen-
te a Mendicino. Il paese vanta una storica tradizione tessi-
le: nel locale Museo Dinamico della Seta, ospitato in un’ex
filanda, si scopre che nel 1857 erano attivi quaranta labora-
tori di filatura e che nel 1870 era nato un opificio dedicato
alla lavorazione dell’organza, destinata al mercato della
nobiltà napoletana. Tra salite e discese, ormai manca poco
per raggiungere la meta finale, il santuario di Paterno Cala-
bro, la cui costruzione avvenne sotto la supervisione del
santo a partire dal 1472. I restauri si sono appena conclusi,
riportando il complesso all’antico splendore. È l’ultima fati-
ca sulle tracce lasciate dai sandali di Francesco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

64 BELL’ITALIA
BELL’ITALIA
Gusto al top

Il barbecue Weber Genesis


Amato da generazioni di griller e sempre della migliore qualità,
l‘ultimo Weber Genesis ridefinisce lo standard dei barbecue.

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Dove Come Quando
PAOLA (Cosenza)

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Cattedrale di San Marco Argentano
FOTOGRAFIE DIONISIO IEMMA

Decisamente consigliata una cena ai tavoli DA VEDERE


di questa trattoria legata alla tradizione Nei luoghi della fede
arbëreshë: oltre alla melassa di fichi si
possono assaggiare il cinghiale e le patate Lungo le tappe del Cammino di San
impacchiuse con la cipolla. Conto 30 €. Francesco di Paola non mancano
VECCHIA PAOLA occasioni di sosta per visitare chiese
(Paola, corso Garibaldi 75, 0982/58.31.62). e monumenti. A San Marco Argentano
Trattoria in pieno centro storico con i piatti la cattedrale (piazza Duomo) cela
della tradizione calabrese di montagna una suggestiva cripta normanna dell’XI
e di mare, insieme a buone pizze. Conto 30 €. secolo, coperta da volte in cotto a spina
RISTORANTE DA ALESSANDRO MAGNO di pesce. Riscoperta dopo il crollo
(Paterno Calabro, via San Francesco 11, della chiesa superiore negli anni Trenta,
0984/47.60.12). nacque forse come luogo di sepoltura
I sapori calabresi ci sono tutti: dagli antipasti per i nobili normanni. Il cuore della
(con ricottine, olive ammaccate, salumi spiritualità dell’ordine dei Minimi batte
e verdure sott’olio) alle paste di casa, dalle al Santuario di San Francesco di Paola
Come arrivare carni, tra cui l’agnello, ai dolci. Conto 30 €. (Paola, largo San Francesco, 0982/
58.25.18), sorto nel luogo dove
In auto: Paola, cuore del Cammino Per gli acquisti il santo fondò, nel 1435, una cappella
di San Francesco, si raggiunge in auto con dedicata a San Francesco d’Assisi.
l’autostrada A2, uscita Rende/Cosenza Nord, CIAVOLA NERA La chiesa, dalla facciata in parte
da dove si segue la statale 107. Per San (San Marco Argentano, via Salvo rinascimentale e in parte barocca,
Marco Argentano (a 50 km da Paola), d’Acquisto, 328/377.22.87). ospita la cappella con le reliquie.
punto di partenza del trekking, l’uscita Questa piccola cooperativa nella valle Da non perdere anche un giro al Museo
è Tarsia Nord, poi statale 283. Per Paterno dell’Esaro propone due vini dedicati Dinamico della Seta (Mendicino,
Calabro (a 52 km da Paola), punto d’arrivo, ai cammini paolani. Su richiesta si può visitare s.p. 81, 349/727.35.74): un’ex filanda
l’uscita è Rogliano, poi provinciale 61. l’azienda e degustare le sue produzioni, è stata trasformata in uno spazio che
In treno: stazione di Paola, sulla linea Tirrenica. che comprendono anche olio d’oliva e fichi. ripercorre le tappe della lavorazione
In aereo: aeroporto di Lamezia Terme. PANETTERIA LICO della seta, dal baco all’organza.
In camper: area attrezzata a San Marco (Paterno Calabro, piazza San Francesco).
Argentano, largo Rocco Trento. Sulla piazza centrale, a poca distanza dalla
chiesa di San Francesco di Paola, la panetteria
Per la visita offre una grande scelta di paste, dolci
tradizionali e fragranti pani fatti in casa.
CAMMINO DI SAN FRANCESCO DI PAOLA
Il trekking è diviso in due tratti da tre tappe Per dormire
ciascuno: la Via del Giovane (da San Marco
Argentano a Paola, 47,8 km) e la Via B&B I DUE PRINCIPI
dell’Eremita (da Paola a Paterno Calabro, 67,2 (San Marco Argentano,
km); a questi si può aggiungere la nuova Via via XX Settembre 21, 328/388.42.58).
dei Monasteri, verso la Sila. Tutte le info sono Nel centro del paese, a due passi dalla torre
su www.ilcamminodisanfrancesco.it, dove normanna, offre camere spaziose e un’ampia
si scarica l’app con la cartografia dettagliata. cucina in comune in un palazzetto d’epoca.
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B&B ANTICA CALABRIA Museo Dinamico della Seta


Le buone soste (San Fili, via Sant’Antonio
Abate 34, 340/127.87.44). INFO Associazione “Il Cammino
LA GIARA Tra le stradine del centro, un piccolo b&b di San Francesco di Paola”,
(Cerzeto, piazza dei Santi Pietro con camere ben ristrutturate e un’ottima Paola, via San Francesco, 328/657.29.43;
e Paolo 6, 0984/52.34.65). prima colazione con torte fatte in casa. www.ilcamminodisanfrancesco.it

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SAN PAOLO D’ARGON (Bergamo) | Abbazia e chiesa di San Paolo Apostolo

SPLENDORE
a sorpresa
A pochi minuti dall’aeroporto di Orio al Serio e dal traffico dell’autostrada A4, la provincia
di Bergamo riserva l’incontro con un’abbazia millenaria. Ai piedi del monte d’Argon pace
e silenzio esaltano l’armonia di chiostri rinascimentali e le meraviglie della chiesa barocca
TESTI CARLO MIGLIAVACCA FOTOGRAFIE MASSIMO RIPANI

68 BELL’ITALIA
Il maestoso interno
della chiesa della
Conversione di San
Paolo Apostolo,
edificata dal 1685
in sostituzione
della precedente
chiesa abbaziale.
Pagina precedente, dal basso: il nuovo refettorio
del monastero (1599-1602) affrescato con Storie di Ester
da Giovanni Battista Lorenzetti (1624-27); particolare
dell’Incoronazione di Ester. A sinistra, dal basso:
scorcio del chiostro Grande (1536-40); dettaglio di uno
dei grandi vasi in cui confluiscono i pluviali del chiostro.

L
’apparenza inganna, ci si trova a pensare
raggiungendo il sagrato della parrocchiale
di San Paolo d’Argon, comune dieci chilo-
metri a est di Bergamo. Negli occhi si hanno
ancora i capannoni lungo l’autostrada A4, spina
dorsale di una delle aree più produttive d’Europa, i
centri commerciali che orlano la statale 42, gli aerei
in arrivo e in partenza dal vicinissimo aeroporto di
Orio al Serio, scalo al servizio della Grande Milano.
Ce n’è a sufficienza per un «guarda e passa», ma in
questo, come in tanti altri casi italiani, ignorare il
dietro le quinte di palcoscenici poco promettenti è
un errore. Sono molte le sorprese che i nostri terri-
tori sanno regalare: le tracce del patrimonio cultu-
rale sedimentate nei secoli affiorano ovunque, ba-
sta cercarle, magari spostandosi di poche centinaia
di metri dalle trafficate vie maestre. Come a San
Paolo d’Argon, dove ai margini dell’abitato che si
sfrangia in campi coltivati e vigneti sorgono la chie-
sa dedicata alla Conversione di San Paolo Apostolo
e un vasto complesso abbaziale.

Apogeo, abbandono e rinascita


Ai piedi del monte d’Argon, che impenna la pianu-
ra fino a quasi 500 metri, di storia ne è passata tan-
ta. La val Cavallina che inizia poco oltre si distende
lungo un’antica via di passaggio tra la Lombardia e
le Alpi, in continuità con la valle Camonica, la val
di Sole e la val di Non. Da sempre zona di transiti e
di traffici, nell’XI secolo l’area era controllata dai
Gisalbertini, conti di Bergamo, e a Gisalberto IV si
deve la donazione ai Cluniacensi del terreno su cui
sorse il monastero, giunto nel 1496 ai Cassinesi in
un passaggio di testimone tra ordini dediti alla Re-
gola di San Benedetto. A interrompere la continuità
della presenza monastica furono i decreti di sop-
pressione napoleonici del 1797: la chiesa divenne
parrocchiale e l’abbazia decadde progressivamen-
te, fino alla rinascita novecentesca che l’ha resti-

BELL’ITALIA 71
|
SAN PAOLO D’ARGON (Bergamo) Abbazia e chiesa di San Paolo Apostolo

UN MILLENNIO
DI STORIA
TRA DUE CHIOSTRI
Le origini del complesso monastico
risalgono all’XI secolo. Oggi si presenta
nelle forme acquisite tra ’500 e ’700:
un’abbazia di impronta rinascimentale
2
e una chiesa tra Barocco e Rococò
ILLUSTRAZIONI DI DAMIANO NEMBRINI

4
❶ Abbazia Academy e di Fileo-La meridionale del chiostro
L’esistenza del biblioteca dell’intercultura Piccolo. Nel ’900 è stato
monastero di San Paolo Fulvio Manara. trasformato in cappella.
d’Argon è documentata ❷ Chiesa ❺ Chiostro Grande
dal 1092, quando Dedicata alla Conversione Eretto negli anni 1536-40,
era retto dai monaci di San Paolo Apostolo, forse su progetto di Pietro
Cluniacensi. Nel 1466 è stata edificata Isabello. È uno spazio
fu dato in commenda sull’originaria chiesa di ampio respiro
a Giovanni Battista romanica del monastero scandito da 32 colonne
Colleoni, nipote a partire dal 1685. in marmo bianco di
del celebre condottiero ❸ Chiostro Piccolo Zandobbio sormontate
Bartolomeo; nel 1496 La sua costruzione da capitelli corinzi.
passò ai Cassinesi e fu è iniziata dopo il 1512, ❻ Nuovo refettorio
soppresso per decreto in occasione del Si apre sul lato sud-
napoleonico nel 1797. rinnovamento dell’abbazia orientale del chiostro
Oggi è sede dell’Istituto seguito al passaggio Grande. Fu voluto intorno
Tecnico Superiore della dall’ordine Cluniacense al 1600 per sostituire
Fondazione Jobs a quello Cassinese. quello del chiostro
La pavimentazione minore. La decorazione
e le 18 colonne sono in ad affresco della volta
marmo rosa di Zandobbio. con le Storie di Ester si
❹ Refettorio deve a Giovanni Battista
Realizzato tra il 1532 Lorenzetti (1624-27).
e il 1536 dall’architetto Lo precede un’anticamera
bergamasco Pietro caratterizzata da un
Isabello sul lato grande lavabo in marmo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

N
LA MAESTÀ DEL BAROCCO
E I SILENZI DELL’EREMO
Ricostruita dal 1685, la chiesa dell’abbazia è un sontuoso inno alla spiritualità,
tra marmi, stucchi, affreschi e dipinti. Sul monte d’Argon che la sovrasta, il piccolo
santuario legato al monastero è un’oasi di pace e meditazione

N
Chiesa di Santa Maria in Argon

❶ Chiesa ed eremo ai piedi del monte e ancora geometriche affrescate) della Vergine, Profeti,
La chiesa di Santa Maria oggi sono luoghi di sono visibili sotto il Evangelisti), al 1530 circa
in Argon e l’eremo meditazione e preghiera. pavimento dell’attuale (Assunzione della
annesso sorgono sulla ❷ Edificio presbiterio. La struttura Madonna), alla fine del
sommità del monte Il rilievo spirituale della si è in seguito ampliata ’500 o al primo ’600
d’Argon, da dove nelle chiesa è testimoniato in più fasi: nell’XI-XII (Trasfigurazione di Cristo
giornate terse la vista tocca dalla complessa secolo, nel ’400, tra ’500 sul Monte Tabor).
il profilo di Bergamo Alta, stratificazione della sua e ’600, nell’800. ❹ Portico
le cime delle Alpi Orobie architettura. In origine ❸ Decorazioni Rivolto a nord, conserva
e la pianura lombarda. era un piccolo sacello Gli affreschi nell’area tracce di affreschi
Erano dipendenze del altomedievale, i cui resti absidale risalgono al votivi del tardo ’400
monastero benedettino (con decorazioni primo ’500 (Incoronazione e cinquecenteschi.
❶ Facciata 1712 e 1713. I campi
In marmo bianco di affrescati sono incorniciati
Trescore e Zandobbio, da elaborati stucchi.
opera dell’architetto ❺ Presbiterio
Domenico Messi L’altare maggiore è, come
impegnato dal 1685 nella quelli delle cappelle, della
ricostruzione della chiesa. bottega dei Corbarelli
❷ Interno (1715-16). Gli affreschi
A navata unica, con sono di Giulio Quaglio
piccole pareti angolari e dei suoi assistenti.
che le conferiscono ❻ Abside
una pianta ottagonale. Ricostruita nel 1735,
È coperta da una vasta quando viene anche
volta a botte affrescata. allungato il presbiterio.
❸ Cappelle Accoglie il coro ligneo
Tre per lato, hanno pianta realizzato nel 1662 e
rettangolare e cupolette l’organo seicentesco
ellittiche. Accolgono con cantoria e cassa del
elaborati altari marmorei, ’700. Gli affreschi della
sculture, stucchi dorati, cupola sono della
7 affreschi e dipinti che bottega di Quaglio.
datano da fine ’600 ai ❼ Campanile
primi tre decenni del ’700. La sua costruzione,
❹ Volta tra 1737 e 1735,
La sua ricca decorazione segna il compimento
si deve al comasco Giulio del rinnovamento
Quaglio che la esegue tra della chiesa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

4
5

3
Chiesa della Conversione
di San Paolo Apostolo
Veduta zenitale
dei due chiostri
rinascimentali
dell’abbazia,
compiuti tra
il 1512 e il 1540
nell’ambito
del profondo
rinnovamento del
monastero seguito
al passaggio
dall’ordine
Cluniacense a
quello Cassinese,
avvenuto a fine ’400.
A sinistra, dall’alto: particolare dell’altare nella cappella
del Crocifisso, in chiesa; l’altare maggiore nel presbiterio.
Gli altari della chiesa, impreziositi da raffinati commessi
marmorei, sono opera della bottega bresciana della
famiglia Corbarelli, intarsiatori di origine fiorentina attivi a
San Paolo d’Argon tra fine ’600 e i primi decenni del ’700.

tuita a funzioni spirituali e formative. Oggi è sede


dell’Istituto Tecnico Superiore della Fondazione
Jobs Academy, che propone corsi specialistici post
diploma in ambito economico e tecnologico.

Dal Rinascimento al Barocco


Aule, biblioteche e sale di studio dell’Istituto guarda-
no ai due splendidi chiostri del monastero, giunti a
noi nelle forme rinascimentali dovute al rinnova-
mento cinquecentesco del complesso, dopo il pas-
saggio alla congregazione Cassinese. Sotto il sole, il
nitore del marmo di Zandobbio – cavato a pochi
chilometri di distanza – è quasi abbagliante ed esalta
la rarefatta armonia dei due spazi, per la cui proget-
tazione è stato fatto il nome del bergamasco Pietro
Isabello. Più intimo e raccolto, il chiostro piccolo
conserva la pavimentazione originale in marmo
rosa d’inizio ’500 – anche questo di Zandobbio – ed
esibisce eleganti decorazioni in cotto. «Altrove il
mattone era il materiale d’elezione e il marmo un
lusso da impiegare con parsimonia, ma qui, consi-
derata la vicinanza delle cave, i ruoli sono invertiti: il
marmo prevale e il cotto è impiegato in chiave deco-
rativa», spiega l’architetto Marco Ceccherini, fonda-
tore dell’Associazione inChiostro che si occupa del-
le visite guidate alla chiesa, all’abbazia e promuove
itinerari culturali nel territorio. La successione degli
archi del chiostro grande, più tardo del precedente,
ha un respiro solenne, ingentilito dai decori sui fusti
delle colonne e dai vasi angolari con mascheroni in
cui scaricano i pluviali. Sul lato sud-est si apre il re-
fettorio realizzato tra fine ’500 e inizio ’600; al suo
interno la volta accoglie gli affreschi in cui il verone-
se Giovanni Battista Lorenzetti sviluppò tra 1624 e
1627 la storia biblica di Ester, incentrata sulla provvi-
denziale salvezza del popolo ebraico.
L’insediamento dei Cassinesi portò a qualche inter-
vento anche alla chiesa romanica, che però non riu-
scì a tenere il passo con il nuovo prestigio archi-

BELL’ITALIA 77
Pagina precedente, dall’alto: il chiostro Grande
e la chiesa sullo sfondo delle pendici del monte d’Argon;
il chiostro Piccolo. A sinistra, dall’alto: la cupola
ottagonale del presbiterio affrescata da Giulio Quaglio
con il Martirio di San Paolo (1714); la cupola dell’abside
con il Paradiso (1736) affrescato dalla bottega di Quaglio.

tettonico dell’abbazia, almeno fino agli ultimi


decenni del XVII secolo. Nel 1685 fu affidata al lu-
ganese Domenico Messi la completa ricostruzione
dell’edificio ecclesiastico, dando avvio all’ambizio-
so programma di rinnovamento edilizio e decorativo
portato a termine nei successivi cinque decenni.
Messi elevò in breve la nuova chiesa, quella che
oggi vediamo, impostandola su una pianta ad aula
unica con andamento ottagonale e rispondendo ai
limiti imposti dalla presenza di un vecchio campani-
le con un restringimento che introduce al presbiterio
e all’abside. La facciata che chiude il profondo sa-
grato unisce canoni classicisti di fondo a un modera-
to decorativismo di transizione tra Barocco e Roco-
cò; in quattro grandi nicchie accoglie le statue dei
santi Pietro, Paolo, Benedetto e Scolastica, mentre al
centro dell’ordine superiore spicca il simbolo del
monastero, l’ovale con la spada di San Paolo.

Le immagini della fede volute dagli abati


Il raffinato impianto ideato da Messi rappresentò
una base perfetta per gli artisti e i decoratori chiama-
ti a fare dell’interno un teatro della fede scintillante
di colori, marmi e dorature, un palcoscenico per la
spiritualità maestoso come il salone di un grande
palazzo aristocratico. Pittori, scultori e artigiani con-
corsero a dare una forma straordinariamente unita-
ria al complesso programma iconografico ideato dai
monaci. «L’aspetto architettonico e artistico doveva
corrispondere a un’interpretazione teologica del
Cristianesimo», afferma Marco Ceccherini. «L’aula
poggia su sei cappelle dedicate ai pilastri portanti
della fede secondo gli abati del monastero, accop-
piate simmetricamente a partire dal presbiterio: San
Benedetto e San Gregorio Magno, che di Benedetto
fu biografo, il Crocifisso e la Madonna, i santi marti-
ri». In ciascuna gli altari sono impreziositi dagli in-
tarsi marmorei dei Corbarelli, maestri bresciani dal-
le origini toscane cui si deve anche l’altare

BELL’ITALIA 79
A sinistra, in alto: la chiesa di Santa Maria in Argon,
sussidiaria dell’abbazia, e l’eremo che la affianca
sulla cima del monte d’Argon. Il panorama
sullo sfondo è quello delle Prealpi e Alpi Orobie.
A sinistra, in basso: gli affreschi realizzati nel corso
del ’500 nel presbiterio di Santa Maria in Argon.

maggiore. Al loro interno i dipinti dedicati ai titolari


costituiscono una notevole pinacoteca della prima
metà del ’700: i monaci si rivolsero ad artisti che
interpretavano le istanze della migliore pittura del
tempo, provenienti da Bergamo e Brescia, ma anche
da Venezia, Napoli, Bologna. Per la cappella di San
Benedetto non badarono a spese e ingaggiarono un
grande maestro dell’epoca, Sebastiano Ricci.

Secoli di devozione e vasti panorami


Nelle piccole pareti angolari le statue degli Evange-
listi scolpite da Santo Callegari il Vecchio sembrano
reggere gli affreschi della volta affidati al comasco
Giulio Quaglio, che colmò con grazia quasi rococò
medaglioni, medaglie e ovali incorniciati dai ruti-
lanti stucchi dei ticinesi Antonio e Francesco Camu-
zio. La loro visione è facilitata dal grande specchio
posto nell’aula che li riflette a uso dei visitatori. Al
centro della volta sono episodi della vita di San Pa-
olo e San Benedetto che esaltano la forza salvifica
della fede, negli angoli quattro dottori della Chiesa
sembrano ricevere il testimone dagli Evangelisti,
mentre dai campi più piccoli si affacciano i fonda-
tori degli ordini che discendono da San Benedetto,
i santi titolari delle chiese dipendenti dal monastero
e figure allegoriche che rimandano alle cappelle
sottostanti. Accanto alle finestre sfila la teoria degli
Apostoli, accompagnata da dodici ovali a mono-
cromo che raffigurano gli articoli del Credo.
Dal monastero dipendevano alcune chiese sussi-
diarie del territorio, come quella di Santa Maria in
Argon sulla sommità del monte, raggiungibile con
una camminata di circa mezz’ora tra la fitta vege-
tazione. Cresciuta nei secoli intorno a un sacello
medievale, conserva nell’abside tracce della deco-
razione ad affresco cinquecentesca ed è avvolta
dalla pace di un paesaggio rasserenante, così lon-
tano dai ritmi incalzanti della pianura.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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In mostra a Bergamo

In questa foto: una sala


della mostra dedicata
a Cecco del Caravaggio
all’Accademia Carrara.
A destra: una delle opere
in esposizione, David con
la testa di Golia (1606-07
o 1609-10), di Caravaggio.

IL BELLO DELL’ARTE
E DEL LAVORO
Nell’anno in cui è con Brescia Capitale Italiana
della Cultura, Bergamo propone eventi che
valorizzano il suo patrimonio artistico e industriale

TESTI CARLO MIGLIAVACCA

C apitale Italiana della Cultura, insieme a Brescia, per il


2023, Bergamo coglie l’occasione per rinnovare la sua
immagine di città d’arte. E lo fa esprimendo il dinamismo
giugno), cui seguirà la rassegna “Vette di Luce” (dal 23 giu-
gno), confronto tra le immagini del fotografo contempora-
neo giapponese Naoki Ishikawa e la pittura di paesaggio
che caratterizza la sua vocazione di centro produttivo, cu- ottocentesca presente in collezione.
cendo passato e presente in un cartellone di eventi eclettico Nel cuore della Città Alta, la cappella Colleoni, mausoleo
di grande interesse. L’anno da Capitale è iniziato con la ria- del celebre capitano di ventura Bartolomeo Colleoni e capo-
pertura di una delle colonne portanti della cultura cittadina, lavoro architettonico del Rinascimento, è fulcro della mostra
l’Accademia Carrara, che si propone al pubblico con spazi in più sedi “Io, Medea. La leggenda bianca del Rinascimen-
ridefiniti per una più ampia offerta di visita. La sua straordi- to lombardo” (fino al 4 giugno), dedicata alla figlia prediletta
naria collezione di dipinti e sculture dal Rinascimento dell’uomo d’armi, scomparsa a 14 anni nel 1470. Nell’occa-
all’Ottocento è allestita in un nuovo percorso al secondo sione si può per la prima volta osservare da vicino il monu-
piano, dove si gode una notevole rassegna dell’arte veneta e mento funebre della giovane commissionato dal padre allo
lombarda: Lotto e Moroni su tutti, ma anche Pisanello, Man- scultore Giovanni Antonio Amadeo, mentre il Luogo Pio del-
tegna, Bellini, Tiziano, Tiepolo, Canaletto, Guardi, Hayez, la Pietà Colleoni e la Biblioteca Civica Angelo Mai si aprono
Previati. Nuovi anche gli spazi al primo piano per le esposi- alle visite per approfondire il tema del ’400 a Bergamo.
zioni temporanee, inaugurati dalla mostra su Cecco del Ca- La tradizione industriale del territorio bergamasco (e di quel-
ravaggio, allievo e modello del grande maestro (fino al 4 lo bresciano) è al centro di due rassegne che indagano l’e-

82 BELL’ITALIA
FACILE!
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stetica del lavoro e del prodotto. Nella sala delle Capriate


del medievale palazzo della Ragione è allestita “Le fabbri-
che pensanti. Storie di Compassi d’Oro da Bergamo a Bre-
scia” (fino al 4 giugno), in cui protagonisti sono i 32 oggetti
di design prodotti dalle aziende dei due territori che si sono
aggiudicati il prestigioso riconoscimento Compasso d’Oro,
nato nel 1954 da un’idea di Gio Ponti per valorizzare la
qualità del disegno industriale italiano. In esposizione og-
getti celebri come le lampade Parentesi e Arco, ma anche i
dischi e le pinze frenanti prodotti da Brembo. Sempre in
Città Alta, il convento di San Francesco ospita la mostra fo-
tografica “BergamoBrescia Cultura d’Impresa. Storie di in-
© RIPRODUZIONE RISERVATA

novazione in fotografia” (fino al 9 luglio). La ricca storia Pagina precedente, nella mostra fotografica al
foto piccola: disco e pinza convento di San Francesco.
economica del territorio è testimoniata da belle immagini per impianto frenante Sopra: Bartolomeo Colleoni
d’archivio che hanno per protagonisti le persone, i luoghi prodotti da Brembo, visita la tomba della figlia
a palazzo della Ragione. Medea (1867) di Giovanni
del lavoro, i prodotti, dall’inizio del ’900 a oggi. In alto: pubblicità Beri, opera esposta al Luogo
INFO bergamobrescia2023.it delle lavatrici Philco (1968), Pio della Pietà Colleoni.

BELL’ITALIA 83
METTI IN MOSTRA IL TUO TALENTO.
30° PREMIO ARTE. UN RICONOSCIMENTO AGLI ARTISTI DI DOMANI.
Torna il Premio Arte, il riconoscimento che scopre nuovi talenti artistici. Articolato in quattro sezioni:
PITTURA, SCULTURA, FOTOGRAFIA, GRAFICA, il premio è rivolto a tutti gli artisti non professionisti
e agli studenti delle Accademie e delle Scuole d’Arte. I 40 finalisti selezionati parteciperanno
a una mostra collettiva che si terrà nel Museo della Permanente a Milano dal 10 al 15 ottobre
e sarà preceduta, il 9 ottobre, da una cerimonia di premiazione con assegnazione di una Targa d’Oro
per ognuna delle categorie. Inoltre il Premio Arte assegnerà a quattro allievi delle Accademie
e degli Istituti d’Arte, quattro borse di studio del valore di mille euro ciascuna.
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UN EVENTO CON IL PATROCINIO DI MEDIA PARTNER


Dove Come Quando
SAN PAOLO D’ARGON (Bergamo)

Oratorio Suardi
TESTI CARLO MIGLIAVACCA

Nel parco dell’antica famiglia Suardi, conserva PERCORSI NELLA NATURA


una delle opere più importanti di Lorenzo Lotto, Intorno all’abbazia e lungo
gli affreschi dedicati alle storie delle sante
Barbara e Brigida, commissionati in chiave
le sponde del lago
anti-luterana dal conte Giovan Battista Suardi L’abbazia sorge ai piedi del monte
e conclusi nel 1524. Al centro della parete d’Argon, dorsale che sfiora i 500 metri
sinistra, il maestoso Cristo-vite dalle cui mani d’altitudine inserita dal 2006 nel
partono tralci che vanno a formare clipei che perimetro del Parco delle Valli d’Argon,
accolgono figure di santi e dottori della Chiesa. istituito su iniziativa dei comuni di San
Paolo d’Argon, Albano Sant’Alessandro,
AREA ARCHEOLOGICA E MUSEO STORICO Cenate Sotto e Torre de’ Roveri. Il
AMBIENTALE CAVELLAS territorio tutelato è attraversato da sentieri
(Casazza, via Nazionale 47 e 67, e itinerari che si sviluppano
329/719.78.70). tra prati, coltivi, vigneti e boschi,
I resti di un villaggio romano sorto nel I secolo percorribili anche a cavallo e in mountain
dopo Cristo sono venuti alla luce una trentina bike. Dall’abbazia, in circa un’ora si sale
di anni fa durante gli scavi per la costruzione all’eremo di Santa Maria in Argon;
Come arrivare di un supermercato. Dal 2015 mondo antico da lì si può proseguire lungo la dorsale
e contemporaneo convivono: dal parcheggio fino alla sommità del monte San Giorgio.
In auto: San Paolo d’Argon dista 10 km del supermercato si accede a una suggestiva Da Cenate Sotto si raggiungono
da Bergamo e 60 da Milano; si raggiunge area archeologica sotterranea allestita a cura le sorgenti del rio Seniga (due ore andata
con l’autostrada A4 Torino-Trieste, uscita del Comune di Casazza. Il vicino museo e ritorno); da Albano Sant’Alessandro
Seriate, quindi proseguendo sulla statale 42. racconta la storia dell’insediamento umano in un itinerario ad anello (due ore circa)
In treno: stazione di Bergamo, poi con il bus C val Cavallina sviluppando i temi dell’acqua, attraversa la valle d’Albano per
di Bergamo Trasporti (bergamotrasporti.it). della pietra, della vegetazione e degli animali. poi salire sulla dorsale del monte
In aereo: l’aeroporto di Orio al Serio dista 10 km. d’Argon (plisdellevallidargon.it)
In camper: area camper Città dei Mille a BIANZANO A Trescore Balneario (quattro km da San
Bergamo, via Corridoni 123, 035/34.24.68. Al centro della val Cavallina, su una balza che Paolo d’Argon) inizia la val Cavallina
sovrasta il lago di Endine, è un borgo a 600 che si distende per una decina di chilometri
Per la visita metri di altitudine circondato da fitti boschi. fino al lago di Endine. Lo specchio
Sui tetti dell’abitato spicca la torre del castello d’acqua è incassato tra i boscosi rilievi
ABBAZIA DI SAN PAOLO D’ARGON Suardi, eretto nel XIII secolo a protezione delle Prealpi Orobie; le sue sponde,
(via del Convento 1, 035/95.88.59). di uno snodo della via che attraversava punteggiate di piccoli centri abitati,
Orario: da lunedì a venerdì 10-17; 3 € la valle. La semplicità del complesso si possono godere a ritmo lento grazie a
(con accensione delle luci della chiesa). architettonico, circondato da una doppia un percorso pedonale di circa 18 km che
CHIESA DELLA CONVERSIONE cinta muraria, è ingentilita da decorazioni tocca prati, canneti e piccole spiagge.
DI SAN PAOLO APOSTOLO ad affresco nell’atrio d’ingresso.
(via del Convento 4, 035/95.80.50).
Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 17,30; BASILICA DI SAN MARTINO
ingresso libero. Visite guidate gratuite alla (Alzano Lombardo,
chiesa e all’abbazia: ogni terza domenica piazza Italia, 035/51.65.79).
del mese, ore 15, a cura dell’associazione Rinnovata a partire dal 1659 su progetto di
inChiostro; prenotazione obbligatoria Gerolamo Quadrio, è una delle più interessanti
(347/849.92.70; inchiostroarte.it). espressioni del Barocco nel territorio
bergamasco. Le tre navate e le cappelle sono
Da vedere avvolte in una coltre di stucchi, affreschi e
marmi intarsiati. Tra le tele per gli altari figurano
ORATORIO SUARDI opere di rilievo di artisti attivi tra ’700 e ’800:
(Trescore Balneario, Andrea Appiani, Vincenzo Camuccini,
Lago di Endine
via Suardi 20, 035/94.47.77). Giuseppe Diotti, Giovanni Carnovali (il Piccio).

BELL’ITALIA 85
Dove Come Quando SAN PAOLO D’ARGON (Bergamo)

CANTINE
La Doc Valcalepio
e i vitigni tradizionali
Il territorio noto come Valcalepio
Ristorante Umberto De Martino identifica la fascia pedemontana
di circa 70 chilometri tra i fiumi Adda
e Oglio, nella provincia di Bergamo.
È un’area dall’antica vocazione
enologica che da quasi 50 anni si fregia
della Denominazione di origine
Le buone soste Per gli acquisti controllata, tutelata da un consorzio.
Prodotti di riferimento sono il
RISTORANTE UMBERTO DE MARTINO BIRRIFICIO VALCAVALLINA Valcalepio Rosso Doc (Merlot e
(San Paolo d’Argon, via Madonna (Endine Gaiano, via del Tonale e della Cabernet Sauvignon, anche riserva)
d’Argon 4-6, 035/425.42.02). Mendola 17, 331/101.45.98). e il Valcalepio Bianco Doc
Nei pressi dell’abbazia, sulle pendici Birrificio artigianale sulla sponda nord del (Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot
del monte, Umberto De Martino rivisita lago di Endine. Propone birre non filtrate Grigio). Nei dintorni dell’abbazia
la tradizione con un originale incontro tra e non pastorizzate: bionde, ambrate, rosse, si degustano e acquistano alla Cantina
i sapori bergamaschi e la cucina di mare scure e la doppio malto Diavolo. Sociale Bergamasca (San Paolo
della sua Campania. Proposta di successo AZIENDA AGRICOLA VALPREDINA d’Argon, via Bergamo 10, 035/
suggellata da una stella Michelin. Menu (Cenate Sopra, via Lussana 2, 035/95.61.40). 95.10.98), che propone anche vini
degustazione (mare, terra e vegetariano) a Attiva nell’ambito della Riserva Naturale Oasi da vitigni autoctoni e tradizionali
120 €. Il ristorante è parte del Relais Florian Wwf Valpredina, area protetta sul versante nell’ambito della denominazione Terre
Maison che dispone di sei eleganti suite. meridionale del monte Misma. I suoi prodotti
DI VINO IN VINO (olio extravergine, miele ed erbe officinali)
(Gorlago, via Asperti 12b, 035/425.10.95). si acquistano presso il centro visite.
Enoteca con cucina allestita in un antico
palazzo nel cuore del piccolo centro. Per dormire
Alla fornitissima cantina affianca una carta
per la ristorazione che oltre ai salumi, GUESTHOUSE LA PATIRANA
ai formaggi e alle carni propone acciughe (Zandobbio, via Fratelli Calvi 3, 035/425.87.70).
del Cantabrico e baccalà. Business Due camere e una suite dal sapore
lunch da 13 a 22 €, conto medio 30 €. d’antan al piano nobile di una dimora
LA FARAONA del XVI secolo, rinnovata in stile neoclassico
(San Paolo d’Argon, via Nazionale 67, nell’800 e lambita da un bel parco.
035/29.41.62). B&B CORTE SEGUINI Cantina Sociale Bergamasca
Ristorante e pizzeria presso l’Hotel (Bagnatica, via Roma 10, 366/431.19.34).
Executive (moderno quattro stelle). Nel cuore dell’abitato, in un edificio del Colleoni, presso l’Azienda Agricola
Nel menu piatti tipici bergamaschi seicentesco affacciato su un piacevole Pecis (San Paolo d’Argon, via San
(casoncelli in particolare), carni ma anche giardino interno. Tre camere arredate Pietro delle Passere 12, 035/95.91.04),
qualche curata proposta di pesce. con i mobili antichi della famiglia Seguini, dove è anche possibile seguire percorsi
Conto medio 25 €, menu da 30 a 40 €. cui il palazzo appartiene dal XVIII secolo. di degustazione o fare un picnic in
vigna, e alla Tenuta Lonisa (San Paolo
d’Argon, via Cacciatori delle Alpi 15,
333/398.36.88), piccola realtà che
si dedica con passione a un vigneto
di famiglia e organizza eventi in vigna.
Poco distante, l’Azienda Vitivinicola
Medolago Albani (Trescore Balneario,
via Redona 12, 035/94.20.22)
gravita attorno a una villa padronale
© RIPRODUZIONE RISERVATA

del XVIII secolo, aperta alle visite


grazie a tour con assaggi guidati.

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e le sale con reperti archeologici, oggetti preziosi, statue e una ricca quadreria
TESTI MARIA CRISTINA CASTELLUCCI FOTOGRAFIE ALFIO GAROZZO

88 BELL’ITALIA
Uno scorcio
dal parco verso
il prospetto
posteriore di Villa
Manganelli Biscari,
a cui si accede
dal grande arco;
in primo piano una
delle statue del
parco di due ettari
che la circonda.
Dal 1968 l’ex
dimora nobiliare
è di proprietà
dell’avvocato
Lorenzo Pitanza.

BELL’ITALIA 89
VIAGRANDE (Catania) | Villa Manganelli Biscari

90 BELL’ITALIA
Pagina precedente,
in alto: l’edificio
adiacente alla villa detto
“il Loggiato” che accoglie
una parte della collezioni
di Lorenzo Pitanza;
qui vengono ospitati
anche gli eventi.
Pagina precedente,
in basso: l’atrio
che s’incontra
prima dell’ingresso
alle sale della villa,
decorato con una
fontana e statue
femminili di provenienza
toscana. A destra:
un dettaglio del
parco. L’area verde
è formata da un
giardino all’italiana,
uno alla francese
e uno “romantico”,
con diverse specie
botaniche di grande
pregio, tra cui alcuni
esemplari secolari
di cedri dell’Atlante.

U
n avvocato appassionato d’arte, di storia e ricorrenti epidemie. I Manganelli, peraltro, non erano
di archeologia e una nobile villa principe- soli, visto che da tempo il territorio di Viagrande era
sca, finita al centro di complessi intrecci molto amato da aristocratici e borghesi catanesi in
ereditari. Comincia così l’ultimo capitolo cerca di refrigerio dalla calura estiva della città, ad
del romanzo di Villa Manganelli Biscari, appena una decina di chilometri di distanza.
residenza aristocratica appena fuori dal centro storico L’architetto Sada in quell’ultimo scorcio dell’Ottocento
di Viagrande, alle pendici sud-orientali dell’Etna. È il era fra i professionisti di grido di Catania. Giunto nella
1968 quando l’avvocato Lorenzo Pitanza la acquista città etnea dalla natia Milano ad appena 25 anni, ave-
dagli ultimi eredi dei principi Manganelli Biscari. Ma va acquisito un notevole prestigio per aver portato a
la dimora ha una storia molto più lunga. Era stata co- termine il complesso cantiere del teatro Vincenzo Bel-
struita nel Settecento, originariamente come semplice lini. Da quel momento clienti pubblici e privati aveva-
“casina” all’interno di un vasto possedimento agrico- no cominciato a far la fila davanti al suo studio, tutti
lo. In seguito al matrimonio fra il principe di Manga- innamorati dei suoi decoratissimi progetti che riuniva-
nelli Giuseppe Alvaro Paternò e la principessa Maria no in un’eclettica sintesi molto personale stili anche
Torresi, nel 1881, l’architetto Carlo Sada venne inca- assai distanti fra loro, come il Barocco e il Neoclassico.
ricato di ristrutturare e ampliare l’edificio per ade- Era dunque scontato che i principi di Manganelli si ri-
guarlo alle necessità delle villeggiature principesche. volgessero a lui perché elaborasse per loro uno dei
Un buen retiro, insomma, per l’aristocratica famiglia, suoi sontuosi progetti. Il denaro non era certamente un
ma anche un luogo salubre dove rifugiarsi durante le problema, visto che i principi non soltanto dispone-

BELL’ITALIA 91
VIAGRANDE (Catania) | Villa Manganelli Biscari

92 BELL’ITALIA
In questa pagina:
l’ingresso con gli intarsi
marmorei del pavimento
e la scala in ghisa, opera
dell’architetto Carlo Sada;
gli spazi sono rimasti
quelli di fine Ottocento,
arricchiti da una
moltitudine di reperti
e opere d’arte. Pagina
precedente, in alto
da sinistra: il Tempietto
nel parco; copia di statua
etrusca. In basso:
dettaglio del pavimento
maiolicato del Loggiato.
In questa foto: scorcio
del Loggiato con statue,
teste e altri oggetti
della collezione Pitanza.
Pagina seguente,
dall’alto: un’altra
dependance della villa
che ospita soprattutto
i convegni, con il
Tempietto sulla destra;
scorcio della cappella
ottocentesca con l’altare
barocco policromo.

94 BELL’ITALIA
VIAGRANDE (Catania) | Villa Manganelli Biscari

BELL’ITALIA 95
VIAGRANDE (Catania) | Villa Manganelli Biscari

Veduta della scalinata


in ghisa che collega
i tre piani della villa;
la visita è limitata alle
sale al pianterreno
e ai settori del parco.

vano del patrimonio familiare ma da qualche decen- per ristorarsi con biscottini e rosoli realizzati in casa
nio avevano anche messo a frutto le sorgenti di vaste con erbe e piante del parco. Tutte le sale hanno soffitti
aree pedemontane di loro proprietà per il rifornimento decorati e sono ricche di dipinti – fiamminghi, sicilia-
d’acqua di Catania. Il cantiere andò avanti per oltre ni, veneziani, c’è perfino un possibile Tintoretto –,
dieci anni. Il “progetto di riforma” ideato da Sada era sculture in legno e in marmo: notevole un bassorilievo
laborioso e carico di minuziose decorazioni, e il prin- di Madonna con Bambino di scuola gaginesca. E poi
cipe aveva diversi desiderata da realizzare: per sua ri- oggetti di antiquariato, reperti archeologici come i vasi
chiesta la mansarda fu sostituita con un più comodo etruschi rinvenuti dall’avvocato Pitanza nei sotterranei
mezzanino da destinare a spazio per il gioco. della villa, vetrine con preziose collezioni fra cui pre-
sepi sette e ottocenteschi in cartapesta e porcellane.
Interni sontuosi e un parco lussureggiante C’è perfino un fortepiano che, secondo quanto tra-
All’esterno il profilo dell’edificio emerge prepotente mandato, fu utilizzato da Vincenzo Bellini.
dal verde cupo dei grandi alberi del giardino retrostan- Non c’è un angolo vuoto e lo stesso vale per il parco,
te. Fasce orizzontali sottolineano la scansione dei pia- oggi ridimensionato a due ettari di superficie. Lo spa-
ni, con un bugnato a marcare il pianterreno. Si entra zio verde, collegato direttamente alla villa da una bel-
dal prospetto retrostante, uno spazio coperto decorato la terrazza a loggia, è fra i migliori esempi di giardino
con statue “vecchia Signa”, prodotte a Signa in Tosca- settecentesco siciliano. Attraversato da vialetti pavi-
na, e una grande fontana. Già all’ingresso la villa, che mentati con ciottoli bianchi e neri che formano geo-
è abitata dall’avvocato Pitanza con la moglie, rivela la metrie e disegni, fra cui quello dell’elefante simbolo di
passione collezionistica del proprietario, con la saletta Catania, è ricco di alberi secolari, con araucarie e ce-
fitta di statue, busti, quadri di epoche differenti e reper- dri alti diverse decine di metri. Anche qui, tra berceau,
ti archeologici. In tutti gli ambienti sono presenti mo- voliere, grotte con ninfe e fontane delle epoche e delle
bili e decori originali ma anche diversi pezzi acquista- fogge più diverse, non mancano i reperti archeologici,
ti dall’avvocato in occasione di viaggi in Italia e fra cui i capitelli in marmo di epoca romana posti ai
all’estero. Gli spazi aperti agli ospiti sono al pianterre- piedi della fontana di Galatea che, secondo alcuni,
no; notevole è la balaustra in ghisa della scala che potrebbero provenire dal Circo Massimo, e un fram-
collega i tre piani, disegnata dallo stesso Sada. Dal mento di cornicione di un tempio greco.
vestibolo si giunge ai salottini di rappresentanza, uno Il bel prospetto della villa si affaccia direttamente su
dopo l’altro e di diversa dimensione. Da uno di essi si una strada trafficata, realizzata nella prima metà
passa, attraverso un portale marmoreo con porte li- dell’800 rendendo carrozzabile un sentiero all’inter-
gnee del Settecento, nella cappella, che ha un altare no della proprietà e separando la casina dalle scude-
barocco policromo. L’ultimo ambiente del percorso di rie, dal galoppatoio e da un’ulteriore porzione del
visita è la sala da pranzo, ancora con gli arredi sette- parco. Oggi gli edifici sono frazionati in abitazioni
centeschi in legno di ciliegio, opera di ebanisti sicilia- private: un destino che, probabilmente, sarebbe toc-
ni, e un elaborato soffitto in stucco dipinto. Al termine cato anche alla dimora dei principi se Lorenzo Pitan-
della visita ci si ferma qui per qualche chiacchiera e za non se ne fosse perdutamente innamorato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dove Come Quando
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Acireale, piazza Duomo
FOTOGRAFIE ALFIO GAROZZO

BASILICA DI SAN SEBASTIANO


(Acireale, piazza Lionardo Vigo,
095/60.13.13).
La seicentesca basilica collegiata si presenta
adorna di statue, fregi e mascheroni, con
l’interno affrescato fra il 1732 e il 1736. Nella
cappella di San Sebastiano c’è la statua del
santo condotta in processione il 20 gennaio.

BASILICA DEI SANTI PIETRO E PAOLO


(Acireale, piazza Duomo, 095/60.19.68).
Fondata nel Seicento e trasformata a più
riprese nel corso del secolo seguente,
ha una bella facciata affiancata dal
campanile. All’interno si ammirano la statua
La costa di Acireale
seicentesca in cartapesta del Cristo alla
Colonna e un organo ottocentesco a 2.000
Come arrivare canne. La chiesa prospetta su piazza LA NATURA
Duomo, elegante salotto cittadino Passeggiate sulla costa
In auto: Viagrande si raggiunge con la A18 su cui si elevano anche la cattedrale
Messina-Catania, uscita Acireale, del XVI secolo e il palazzo del Municipio. lavica della Timpa
da dove si seguono le indicazioni per Aci La Riserva Naturale Orientata La Timpa
Sant’Antonio (provinciale 165) e poi, CASTELLO DI ACI (Acireale, 333/533.77.48), a 10 chilometri,
sulla provinciale 43, per Viagrande. (Aci Castello, piazza Castello, protegge una scogliera di roccia lavica
In treno: stazione di Acireale, sulla linea 320/433.96.91). che precipita per diversi metri in mare
Messina-Siracusa, a 10 km. Il castello normanno-svevo svetta in cima a alle porte di Acireale, con alcune piccole
In aereo: l’aeroporto più vicino è quello un promontorio lavico, in un punto fortificato spiagge di ciottoli alla base. La riserva
di Catania Fontanarossa, a 20 km. già dai Romani. Vi si accede solo da una ha un grande valore naturalistico
In camper: Agricampeggio Verde scalinata intagliata nella roccia. La parte e rappresenta una testimonianza intatta
Etna, Aci Sant’Antonio, via Scalazza più imponente è la torre quadrangolare. di quello che era un tempo il paesaggio
Grande 77, 351/801.06.38. All’interno è ospitato un museo civico costiero in questa zona, fra terrazzamenti,
con sezioni di mineralogia, paleontologia muretti a secco, boschetti costieri
Per la visita e archeologia; nel cortile un piccolo orto e sistemi tradizionali di irrigazione.
botanico con una collezione di succulente. Per visitare la riserva ci sono vari sentieri.
VILLA MANGANELLI BISCARI Fra i più noti e facili quello delle
(Viagrande, via Garibaldi 303, LA CASA DEL NESPOLO Chiazzette, che scende verso il borgo di
348/554.82.62; villamanganellibiscari.eu). (Aci Trezza, via Arciprete Salvatore Santa Maria La Scala sviluppandosi lungo
Visita su prenotazione per gruppi di 10 De Maria, 095/711.66.38). diverse rampe in pietra fra robinie, fichi
persone; ingresso 15 € a persona con Aci Trezza è una delle località costiere d’India e gelsi, fino a toccare la fortezza
assaggio di biscotti e liquore fatto in casa. più frequentate della cosiddetta Riviera seicentesca del Tocco: qui ha sede
dei Limoni, che si sviluppa da Acireale il centro visite. Il borgo è tutto raccolto
Da vedere verso nord. Questo ex borghetto intorno al porticciolo dall’altisonante
di pescatori, dove Giovanni Verga nome di Scalo Grande. Qui si sosta per
CHIESA MADRE ambientò le vicende del romanzo riprendere fiato davanti al bel panorama
(Viagrande, piazza San Mauro, I Malavoglia, conserva le sue memorie sul mare, magari gustando una granita di
095/789.94.01). in una piccola casa-museo in cui sono mandorle o frutta fresca nel bar La Timpa
Intitolata a Santa Maria dell’Idria è una ricostruiti gli ambienti tradizionali di due (via Tocco 35). I camminatori più esperti
chiesa del ’700, con facciata scandita da secoli fa. Lungo la costa spuntano possono optare per il sentiero Acquegrandi,
fregi e lesene e portali decorati. Vi sono le isole Ciclopi, grandi scogli di origine che attraversa una delle aree più belle
custodite le reliquie del patrono San Mauro. vulcanica circondati da acque cristalline. e meglio conservate della riserva.

BELL’ITALIA 99
Dove Come Quando VIAGRANDE (Catania)

ACQUISTI E DEGUSTAZIONI
Vini, miele e frutta:
le specialità del vulcano
Il vino è uno dei prodotti più celebri
Neroli Relais, ristorante Dispensa Giarretta dell’Etna e nel territorio di Viagrande
operano due grandi tenute vinicole,
entrambe a conduzione familiare.
Benanti Viticoltori (Viagrande,
via Garibaldi 361, 095/789.09.28)
è nata a fine Ottocento ma l’attuale
Le buone soste antichi macinate a pietra e lasciati produzione è stata avviata nel 1988.
lievitare per 72 ore; i condimenti vengono I vini si assaggiano prenotando una
L’OSTERIA DI CANTINE NICOSIA selezionati fra produzioni locali degustazione guidata con studiati
(Trecastagni, via Luigi Capuana 65, e Presidi Slow Food. Conto 20-30 €. abbinamenti gastronomici, arricchita
095/780.92.38). IL ROSTICCERE dalla passeggiata in vigna. I vigneti
Adiacente alla cantina vinicola, questo (Acireale, corso Savoia 4, 347/450.39.79). di Tenute Mannino (Viagrande,
ristorantino dall’atmosfera accogliente offre Nel centro di Acireale, è perfetto per spuntini via Sciarelle 32, 338/335.84.67)
una cucina basata sui prodotti di stagione golosi. Sul bancone gli arancini, da provare sono in diverse zone del vulcano:
e il vino è ovviamente protagonista in tavola; in versione classica o con ripieni come a Viagrande si trova Le Sciarelle, cuore
prenotazione richiesta. Conto 40-45 €. cacio e pepe e porcini, le cipolline (un guscio della produzione dell’Etna Bianco
TERRE DI TARA di sfoglia ripieno di cipolle, prosciutto Doc. I vini vengono proposti insieme
(San Giovanni La Punta, viale Cristoforo e formaggio) e le torte salate. Da 2 € al pezzo. ai piatti della tradizione locale.
Colombo 13 presso Parco Commerciale Spostandoci verso nord, a Zafferana
I Portali, 376/143.19.91). Per dormire Etnea troviamo un miele annoverato
Lo chef Salvo Di Grazia propone una cucina fra i più buoni d’Italia. Di castagno,
del territorio, con piatti sia di mare, come RELAIS SAN GIULIANO
il polpo laccato al miele di carrubo, che di terra, BOUTIQUE HOTEL DE CHARME
come il filetto in crosta di erbe. Conto 40 €. (Viagrande, via Garibaldi 280,
LA FUCINA DI EFESTO 095/989.16.71).
(Pedara, via Rua Sant'Antonio 5a, Una dimora storica, un tempo residenza
370/363.89.59). di villeggiatura dei Paternò Castello, ospita
È l’ideale per chi ama la carne, che può gli alloggi di questo albergo elegante con
scegliere tra diversi tagli pregiati. Da provare piscina e spa. Il ristorante I Palici e il lounge
lo stinco di maiale cotto lentamente per bar sono aperti anche ai clienti esterni.
24 ore e il cube roll di bufalo. In alternativa, GRAND HOTEL VILLA ITRIA
hamburger da carni di qualità, anche (Viagrande, via Aniante 3, 095/226.61.11). Tenute Mannino
in versione vegetariana. Conto 40 €. Grande albergo immerso nel verde con
ANTICO CAMPANILE piscina, centro benessere con palestra, millefiori e zagara, è un ingrediente
(Viagrande, via Salvatore Mirone 12, ristorante (aperto anche agli ospiti esterni) indispensabile delle classiche
095/989.11.73). e sale per conferenze. Camere e suite sono crispelle di riso. Alla produzione
Pizzeria gourmet molto frequentata. luminose e arredate in stile moderno. del miele è dedicata la Casa Museo
Gli impasti sono realizzati con farine di grani NEROLI RELAIS dell’Apicoltore (via Tenente Scuderi
(Belpasso, contrada Orfanelle-Barca 26c, 349/529.37.13), creata dalla
dei Monaci, 349/401.30.64). famiglia Di Prima, con attrezzature
Relais San Giuliano In un’ampia proprietà alle pendici dell’Etna, tradizionali, foto, documenti e un
coltivata ad agrumi e olivi in biologico, piccolo punto vendita. Sul vulcano
una bella masseria in pietra è stata rinnovata si producono anche mele dolcissime
e trasformata in relais con dieci camere (la Gelato Cola è inserita nell’Arca
dall’impronta contemporanea. La stessa del Gusto Slow Food), ciliegie
tenuta ospita il ristorante Dispensa Giarretta. e fragole: le più famose sono
GRAND HOTEL FARAGLIONI quelle di Maletto, che le celebra
© RIPRODUZIONE RISERVATA

(Aci Trezza, via Lungomare con una sagra ai primi di giugno.


dei Ciclopi 115, 095/27.74.63).
Albergo moderno con camere di tre
categorie diverse, molte con balconi INFO
affacciati sul mare; possibilità di prenotare Pro Loco Viagrande,
escursioni, anche in barca. via Garibaldi 111, 095/789.07.53.

100 BELL’ITALIA
il weekend
CHIUSI

Sui colli dell’antica


capitale etrusca

102 BELL’ITALIA
Importante città della Dodecapoli, sulle colline senesi ai confini con l’Umbria, il borgo di Chiusi racconta la sua storia
nelle sale dei grandi musei archeologici e nei cunicoli sotterranei del mitico Labirinto di Porsenna. E nella vicina Sarteano,
tra la val di Chiana e la val d’Orcia, si ammirano gli straordinari affreschi della tomba della Quadriga Infernale
TESTI MARIA PACE OTTIERI FOTOGRAFIE ANDREA PISTOLESI

Sopra: scorcio
del borgo di Chiusi,
avvolto dalla foschia
mattutina. Il centro
storico, di aspetto
medievale, sorge su
un colle di tufo nella
parte meridionale
della val di Chiana.
In questa foto:
un suggestivo
panorama della
valle, al confine
con l’Umbria.

BELL’ITALIA 103
il weekend
CHIUSI

S
e Chiusi fosse una ragazza, si direbbe di lei che ha una
bellezza interiore. Meno appariscente delle sue vicine
Montepulciano, Cetona, Pienza o Città della Pieve, sul
versante umbro, domina da un colle la val di Chiana,
in bella posizione fra Toscana meridionale, Umbria e Lazio.
Ogni pietra, ogni zolla ha visto passare almeno centinaia di ge-
nerazioni fin dalla preistoria, ma è nel VI secolo avanti Cristo
che Chiusi fiorì, quando si attenuò la potenza degli Etruschi ma-
rittimi, i Tirreni, e Camars, la Chiusi di duemilacinquecento anni
fa, divenne un’importante lucumonia, una delle dodici città-
stato etrusche che formavano la Dodecapoli. A Chiusi ci sono
strade che si chiamano Porsenna e Arunte, persone e centri com-
merciali che si chiamano Etrusco: la nostalgia per quei secoli
aurei aleggia e pervade i suoi abitanti.

Nei cunicoli sotterranei dell’antico acquedotto


Non si sono ancora perse le speranze di scoprire il leggendario
mausoleo del re Porsenna, descritto da Plinio il Vecchio con cin-
que piramidi a custodia di un carro trainato da quattro cavalli,
una chioccia con cinquemila pulcini e un sarcofago, tutto d’oro
massiccio. L’incredibile costruzione, simile a un’astronave, non
è mai stata ritrovata, ma i tenaci cittadini del Gruppo Archeolo-
gico di Chiusi hanno scavato, a mano, il labirinto di cunicoli
sotterranei profondi fino a trenta metri che doveva proteggerla.
Se del mausoleo non c’è alcuna certezza, è sicuro che i cunico-
li che si snodano sotto tutta la città siano un tratto dell’antico
acquedotto sotterraneo etrusco e servissero, sfruttando la com-
posizione del terreno – un conglomerato di ciottoli che fanno da
filtro – a drenare e canalizzare l’acqua piovana. Il cosiddetto
Labirinto di Porsenna, sotto piazza Duomo, è una visita suggesti-
va e peculiare, che si completa con l’esposizione, al Museo Ci-
vico “La città sotterranea”, di oltre 500 iscrizioni in origine dis-
seminate nelle gallerie su urne e tegole tombali. È il primo museo
interamente dedicato all’epigrafia, una specie di “anagrafe etru-

104 BELL’ITALIA
Nella pagina precedente,
in alto: la cattedrale
di San Secondiano, fondata
nel VI secolo. La facciata
in travertino fu ricostruita
nell’Ottocento. Sopra: il lago
di Chiusi, a cinque chilometri
dal borgo, frequentato
dagli amanti della pesca.
In queste foto, due pezzi
conservati al Museo
Nazionale Etrusco:
un sarcofago in alabastro
del III secolo avanti Cristo
(a sinistra) e il vaso funerario
(a destra) Canopo di Dolciano
(VII secolo avanti Cristo),
in terracotta e bronzo.

BELL’ITALIA 105
Sopra: un’altra veduta
di Chiusi con al centro
il campanile della cattedrale,
alto 24 metri e costruito nel
1585 trasformando un’antica
torre di difesa. A sinistra:
testa di una Menade
(V secolo avanti Cristo)
conservata al Museo
Nazionale Etrusco.
A destra: le iscrizioni
nelle gallerie del Museo
Civico “La città sotterranea”.
Pagina seguente, in alto:
la facciata neoclassica
del Museo Nazionale
Etrusco, aperto nel 1871.

106 BELL’ITALIA
il weekend
CHIUSI

sca”, e l’unico che culmina, a quella profondità, in un laghetto


color smeraldo. Nei cunicoli i chiusini hanno cercato riparo
nell’ultima guerra e in tempi di pace hanno conservato pro-
sciutti, salami, formaggi. Un’altra interessante ”passeggiata”
sotterranea è quella che porta alla cisterna romana sotto la torre
campanaria, dove invece si sale per avere una vista a tutto ton-
do del paese e della campagna circostante.

Le colonne romane e i preziosi codici medievali


Di fronte, in un armonico edificio neoclassico c’è il Museo Na-
zionale Etrusco, nato nel 1871 per conservare i numerosi e pre-
ziosi reperti trovati nelle campagne e a lungo depredati. Da
originaria di Chiusi mi colpì, nella mia prima visita al Louvre,
scoprire che gran parte degli oggetti che compongono la sala
etrusca provenisse proprio dal mio paese. Caratteristici e unici
sono i canopi, vasi di forma antropomorfa destinati ad acco-
gliere le ceneri dei defunti, e il bucchero, la ceramica nera che
si faceva solo qui ed era frutto di un complicato procedimento.
A pochi passi dal museo troviamo, nella grande piazza anti-
stante, la cattedrale di San Secondiano, una delle chiese più
antiche della Toscana, eretta nel VI secolo dal vescovo chiusi-
no Florentino utilizzando materiale di recupero di precedenti
costruzioni romane, come le colonne della facciata (rifatta
nell’800), che provengono dal tempio di Venere, e le diciotto
colonne della navata centrale, tutte diverse tra loro, con i mar-
mi più vari e capitelli ionici e corinzi. Nel Museo della Catte-
drale si conservano ventuno corali del Quattrocento, codici
miniati provenienti dall’abbazia di Monte Oliveto Maggiore e
decorati da pittori importanti come Sano di Pietro, Francesco di
Giorgio Martini e Liberale da Verona.
Con la severa chiesa di San Francesco, dalla nuda facciata in
mattoni rossi, la scalinata a doppia rampa e il portale di epoca
romanica, concludiamo la visita alla piccola città. Non può

BELL’ITALIA 107
il weekend
CHIUSI

mancare però un’escursione al pescoso lago di Chiusi, sulla cui


strada si trovano tre notevoli tombe etrusche, purtroppo chiuse
alle visite da circa tre anni.
Possiamo ora raggiungere Sarteano, austero paese a cavallo tra la
val di Chiana e la val d’Orcia, in un paesaggio di colline ondulate,
giallo o verde a seconda delle stagioni. Per farsi definitivamente
conquistare dagli Etruschi, con le loro peculiarità, i loro sorrisi
imperscrutabili e il loro saggio rapporto con l’aldilà, non si può
perdere la visita alla tomba della Quadriga Infernale, nella necro-
poli di Pianacce, sulla strada per Cetona, scoperta nel 2003 dagli
scavi del Museo Civico Archeologico. Doveva essere la tomba di
una famiglia facoltosa, come si evince dalle dimensioni delle
stanze e del corridoio e dall’imponente sarcofago di alabastro.

Dalla pittura etrusca al capolavoro manierista


Le scene rappresentate dalle pitture, in ottimo stato di conserva-
zione, sono di una qualità straordinaria, a cominciare dal demo-
ne dai capelli fiammeggianti, forse Charun, il Caronte etrusco,
che guida un carro condotto da due leoni e due grifi, per conti-
nuare con il banchetto delle due figure maschili in una posa af-
fettuosa, con il tuffo dei delfini, metafora etrusca della morte, il
grande serpente a tre teste e l’ippocampo, di dimensioni anch’es-
so eccezionali. Il luogo della necropoli era stato scelto con cura
a giudicare dallo stupendo panorama che si apre sulle vallate
umbre che arrivano a Orvieto e vedono sullo sfondo la rosea
Città della Pieve. Lo stesso panorama si domina inerpicandosi
tra i vicoli del paese rimasto d’impianto medievale, fino alla
fortezza costruita intorno al Mille su un imponente masso roc-
cioso di travertino circondato da una rigogliosa vegetazione;
oggi è un parco che conserva la forma originale della piazza
d’arme e un ponte levatoio in legno. Di ritorno alla piazza si
visita la piccola chiesa di San Martino per una nuova sorpresa:
l’Annunciazione, con la sua doppia fonte di luce, ultima opera
del pittore cinquecentesco senese Domenico Beccafumi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
108 BELL’ITALIA
Pagina precedente, in alto:
l’Annunciazione del pittore
senese Domenico Beccafumi
(1486-1551) nella chiesa
di San Martino a Sarteano.
Sopra: il centro di Sarteano,
dominato dalla fortezza
medievale. A sinistra:
gli affreschi della tomba della
Quadriga Infernale, nella
necropoli delle Pianacce;
in primo piano due figure
maschili e sullo fondo un
ippocampo, uno dei mostri
dell’oltretomba etrusco.
A destra: una pagina dei
corali custoditi nel Museo
della Cattedrale di Chiusi.

BELL’ITALIA 109
weekend
Dove Come Quando
CHIUSI (Siena)

TESTI MARGHERITA GERONIMO

Sarteano, Necropoli delle Pianacce

LE TERME
Bagni di benessere
a Chianciano e Sarteano
Come arrivare
CATTEDRALE DI SAN SECONDIANO La val di Chiana e la val d’Orcia
In auto: Chiusi si raggiunge con l’autostrada A1, (Chiusi, piazza Duomo). sono note fin dall’antichità per le loro
uscita Chiusi-Chianciano, da dove si segue la Sorta sulle spoglie di un’antica basilica acque terapeutiche. A Chianciano
provinciale 146. Sarteano è a 10 minuti d’auto. del VI secolo, trasformata e poi riedificata nel Terme l’acqua cura il fegato, l’apparato
In treno: stazione Chiusi-Chianciano, XII secolo, ha un interno a tre navate, con 18 gastroenterico e muscoloscheletrico.
sulla linea Firenze-Roma. grandi colonne di recupero da edifici romani. Il grande complesso delle Terme
In aereo: aeroporti di Perugia (a 62 km) di Chianciano (0578/685.01)
e di Firenze (a 140 km). CHIESA DI SAN FRANCESCO ospita le Piscine Termali Theia (piazza
In camper: area camper in via Torri del Fornello. (Chiusi, via Costarella San Francesco 4). Guglielmo Marconi) con quattro
In stile gotico-francescano, più volte piscine esterne e tre interne, tutte
Da vedere trasformata, questa chiesa del centro storico collegate tra loro, per un totale
a navata unica ospita dipinti e affreschi di oltre 600 metri quadrati di vasche.
MUSEO DELLA CATTEDRALE del XVI secolo restaurati nel 1998. Ad alimentarle è la sorgente Sillene,
(Chiusi, piazza Duomo, 0578/22.69.75). che sgorga fra i 33 e i 36 gradi, ricca
Oltre alle sale con la quadreria e ai preziosi NECROPOLI DELLE PIANACCE di anidride carbonica, carbonato di
corali quattrocenteschi, comprende il Labirinto (Sarteano, viale Etruria 49, 0578/26.92.61). calcio e solfati. Nella vicina Sarteano
di Porsenna (cunicoli sotterranei del IV secolo A 2 km dal centro, ospita la Tomba l’acqua, che ha una temperatura
avanti Cristo), la cisterna etrusco-romana, della Quadriga Infernale, scoperta nel di 24 gradi, sgorga dalla fonte
la salita al campanile e le catacombe. 2003. L’eccezionale ciclo di pittura Santa Lucia. Le Piscine di Sarteano
etrusca risale al IV secolo avanti Cristo. (via del Bagno Santo 29, 0578/269.71)
MUSEO CIVICO “LA CITTÀ SOTTERRANEA” affiancano una vasca grande a una
(Chiusi, via II Ciminia 2, 0578/209.15). CASTELLO DI SARTEANO più piccola dedicata ai bambini.
Articolato in due edifici e tre sezioni, (Sarteano, via dei Lecci, 353/404.86.85).
è dedicato all’epigrafia funeraria etrusca. Fu costruito intorno all’anno Mille su una
Terme di Chianciano
rupe, ma l’aspetto attuale è del secondo
MUSEO NAZIONALE ETRUSCO Quattrocento; ospita manifestazioni culturali.
(Chiusi, via Porsenna 93, 0578/201.77).
Nato nel 1871 per conservare i reperti ritrovati CHIESA DI SAN MARTINO
sul territorio, espone i caratteristici canopi, vasi (Sarteano, Costa Vallepiatta 1).
funebri di forma antropomorfa del VII-VI secolo Edificata nel 1844, a navata unica, ospita
avanti Cristo, come il Canopo di Dolciano, la l’Annunciazione di Domenico Beccafumi,
Sfinge, simbolo del museo, e statue femminili. ultima opera del pittore manierista toscano.

110 BELL’ITALIA
Ceramiche Il Volo

INFO Pro Loco Chiusi,


via Porsenna 79, 0578/22.76.67;
www.prolocochiusi.it

NEI DINTORNI
La Solita Zuppa
In bici e in canoa:
scoprire il lago di Chiusi
A meno di cinque chilometri dal
centro si incontra il lago di Chiusi,
frequentato già in epoca etrusca
e oggi meta degli amanti della pesca
che qui trovano anguille, carpe
e persici. La vegetazione annovera
la cannuccia di palude e numerose
piante acquatiche rare, come
la suggestiva ninfea bianca. La riva
meridionale del lago è protetta da
un’Oasi Wwf (località Poggio Casale)
che ospita una delle maggiori
colonie di aironi dell’Italia centrale;
attorno al lago nidificano anche
Azienda Agricola Maria Caterina Dei nitticore, garzette e sgarze ciuffetto.
Tra le attività organizzate da
Valdichiana Living Tours & Vacation
Tuscany (Montepulciano, piazza
Grande 7, 0578/71.74.84) ci sono

Le buone soste CERAMICHE IL VOLO


(Sarteano, via del Castello 2-4,
LA SOLITA ZUPPA 0578/26.64.42).
(Chiusi, via Porsenna 21, 0578/210.06). La rinomata bottega di ceramiche di Fabrizio
Dagli anni Trenta a oggi, un ristorante Rocchi, in centro, propone dal 1997
di cucina toscana tradizionale di taglio pezzi unici lavorati a mano con argille locali
raffinato: si va dagli antipasti come decorate con smalti e colori apiombici.
il carpaccio di bresaola di carne chianina
ai pici al ragù di “cintoca”, composto Per dormire
da carni di Cinta Senese e d’oca.
Menu degustazione 49 €. RESIDENZA DEI RICCI
IL BUCCHERO (Chiusi, via Lavinia 13, 0578/22.65.39). Lago di Chiusi
(Chiusi, via Bonci 22, 0578/22.20.92). In pieno centro, in un antico palazzo, quattro
Simpatica trattoria di gastronomia locale, suite dotate di ogni comfort e un parco lezioni di yoga sulle rive, tour in
con ottimi primi e carni scelte cucinate con piscina idromassaggio. Imperdibile canoa e gite in mountain bike dal
alla brace: da non perdere i pici all’aglione la colazione gourmet e su richiesta si Labirinto di Porsenna allo specchio
oppure la tagliata di scamone ai funghi. prenotano degustazioni e corsi di cucina. d’acqua. Un’altra idea per scoprire
Ottimi anche i dolci. Ci si accomoda B&B L’ALBERO DI GAMELÌ la zona è percorrere il Sentiero della
in un ameno giardino. Conto 30 €. (Chiusi, Nucleo Abitato Bonifica, un itinerario naturalistico
TRATTORIA TRIPOLITANIA Giovancorso 26, 0578/22.63.10). di circa 60 chilometri, a piedi
(Sarteano, corso Giuseppe Affacciato sul verde della campagna o in bici, che lambisce il lago e arriva
Garibaldi 27, 0578/26.53.11). di Chiusi, offre una calda ospitalità curata fino ad Arezzo; le bici si noleggiano
Sul corso principale, la tipica trattoria di un in ogni dettaglio, dalle confortevoli stanze alla stazione ferroviaria di Chiusi,
tempo con cucina toscana rivisitata. Ingredienti alla colazione a base di delizie e marmellate all’E Bike Store (via Goffredo
locali e menu giornalieri. Conto 25 €. biologiche preparate in casa. Mameli 1, 0578/32.17.82).
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novembre
maggio

Gallura
SARDEGNA
IN PRIMA FILA
PAGINA 140

In questa foto:
la spiaggia del Delphina
Hotel Marinedda
Thalasso & Spa
a Isola Rossa, nel
nord della Sardegna.

BELL’ITALIA 113
La provincia di Chieti

SAPORI D’ABRUZZO DAI


TRABOCCHI ALLA MAIELLA
A CURA DI SILVIA FRAU • FOTOGRAFIE FRANCO COGOLI

D
al mare Adriatico al massiccio della Maiella, fino Maiella Verde. È un viaggio lento tra “ristori” che propongono
ai più dolci Monti dei Frentani, la provincia di le cotture sotto al coppo – il tradizionale forno-coperchio
Chieti offre, in poche decine di chilometri, locale – di piatti a base di lumache, coniglio e maiale. Si tocca
paesaggi molto diversi. Lungo il litorale, a così Lanciano, con l’imponente chiesa della Madonna del
Fossacesia, spiccano i maestosi trabocchi che Ponte, edificata sugli archi di un ponte romano, e poi si sale
come «ragni colossali» – riprendendo una definizione di verso Casoli e San Martino sulla Marrucina, attraversando una
Gabriele d’Annunzio – si allungano nel mare. Un tempo natura lussureggiante. Guardiagrele offre le più importanti
macchine per la pesca, sono diventati ristoranti che bellezze monumentali, con la collegiata gotica di Santa Maria
preparano quel che offre il mare. Ma basta spostarsi verso Maggiore e il Museo del Duomo. A Torricella Peligna
l’entroterra per scoprire altri sapori, magari ospiti tra maggio e Carunchio si conserva la lavorazione di due salumi Presidio
e giugno di produttori e agriturismi dell’evento Cucina Slow Food, la ventricina e il salsicciotto frentano, mentre
Popolare Frentana, organizzato da Slow Food Abruzzo e Gal a Fraine, zona ricca di pascoli, si gustano ottimi formaggi.

114 BELL’ITALIA
LE NOSTRE SCELTE
FOSSACESIA Il Supporter Deluxe Hotel
e il Trabocco Pesce Palombo | LANCIANO
L’Agriturismo Caniloro, la Cantina Eredi
Legonziano, l’Agriturismo Il Grappolo
d’Oro e il Caseificio La Bruna | CASOLI
L’Agriturismo Travaglini | SAN MARTINO
SULLA MARRUCINA L’Agriturismo
La Brocca | GUARDIAGRELE
La Pasticceria Lullo | TORRICELLA
PELIGNA La Macelleria La Guardata
e Il Vecchio Moro | CARUNCHIO
Il Salumificio La Genuina | FRAINE
L’Azienda Agricola Le Frainelle

Sopra: le luci del


Trabocco Pesce Palombo,
a Fossacesia, fotografato
al tramonto. Tradizionale
macchina per la pesca che
si protende in mare come
una palafitta, il trabocco
è stato trasformato
in un ristorante che prepara
il pescato del giorno.
A destra, dall’alto: acciughe
fresche dell’Adriatico,
tra le specialità della
Costa dei Trabocchi;
lo spettacolare affaccio
dal terrazzino di una suite
del Supporter Deluxe Hotel.

BELL’ITALIA 115
Sopra, da sinistra: il coniglio con patate dell’Agriturismo Caniloro; scorcio di Lanciano con la Maiella sullo sfondo. In basso, da sinistra:
Giuseppina Di Nardo dell’Agriturismo Caniloro vicino al forno per la cottura con il coppo; il salsicciotto frentano della Macelleria La Guardata.

FOSSACESIA che prepara sgombro con pomodori e cipolla, cozze


Colazione, spiaggia e cena con vista ripiene, acciughe con patate e zuppe di pesce; conto 70 €,
Dalla terrazza che domina il mare si fa colazione inclusi i vini della zona; prenotare con largo anticipo.
con i prodotti locali, come i tipici dolcetti bocconotti.
Il Supporter Hotel offre piscina, bar esterno e una nuova LANCIANO
spa. Un passaggio porta direttamente alla spiaggia con Cuocere con il coppo, una tecnica antica
lo stabilimento balneare. Della stessa proprietà è anche La passione per le ricette del passato non è una novità
il vicino trabocco Punta Rocciosa, che propone cucina per Giuseppina “Pina” Di Nardo e Berardino Abbonizio,
contemporanea; doppia con colazione da 120 €, pranzo titolari da 25 anni con la figlia Elisabetta dell’Agriturismo
o cena al trabocco Punta Rocciosa 60 € (menu fisso). Caniloro, alle porte di Lanciano. L’agriturismo, con tre
camere e tre appartamenti, è anche fattoria didattica, orto
Le specialità della cucina dei pescatori e scuola di cucina per dimostrazioni di tecniche antiche,
Un tempo “macchine” per la pesca, i trabocchi danno come la cottura sotto il coppo. Il coppo è una sorta
il nome al tratto di costa adriatica tra Ortona e Vasto. di “campana” in ferro che copre le pentole formando
Sono stati quasi tutti trasformati in ristoranti con cucina una specie di forno, che viene posizionato vicino al fuoco
tradizionale di pesce. Composti da un lungo ponte e coperto di braci. Vi si realizzano tante specialità
e dalla piattaforma sul mare, propongono un menu locali, tra cui il coniglio con le patate. I “frescarelli”
fisso, che dipende dal pescato del giorno. Sul Trabocco sono invece delle briciole di farina e acqua messe
Pesce Palombo si è ospiti di una famiglia di pescatori da a cuocere in un sugo di pomodorini fatti appassire
generazioni, e in particolare di Giuliana Della Marchesina, e conditi con olio locale; doppia da 75 €, cena 30 €.

BELL’ITALIA 117
Sopra, da sinistra: scorcio da largo Auriti verso la collegiata di Santa Maria Maggiore a Guardiagrele; panorama verso Casoli, ai piedi della Maiella.
In basso, da sinistra: le ciammaiche (lumache) dell’Agriturismo Il Grappolo d’Oro; Antonio Villani e Amalia Di Campli del ristorante Il Vecchio Moro.

Le bollicine da uve abruzzesi Formaggi freschi dall’Appennino


Un tempo la cantina cooperativa Eredi Legonziano Le mucche, circa 230 capi, sono a Roccaspinalveti,
rivendeva le uve dei soci a terzi, e molte venivano a 1.300 metri di quota, ma il Caseificio La Bruna dove
utilizzate per la spumantizzazione. Da qui l’idea, a inizio lavorano i figli di Alberto Piccirilli, Simone e Giacomo,
millennio, di puntare su quelle autoctone – in particolare è lungo la statale per Fossacesia, attiguo al punto vendita.
Trebbiano, Pecorino, Passerina, Montonico e Cococciola – Un locale nuovo, luminoso, con uno spazio per la
per produrre bollicine in proprio, sia con il metodo classico degustazione e un bancone per i prodotti a latte crudo
(attualmente 10 mila bottiglie l’anno) sia con il metodo e alcune golosità locali: paste, marmellate e mieli.
Charmat (circa 30 mila bottiglie). Un’operazione diretta Le specialità sono i formaggi freschi: il prodotto di punta
con professionalità dall’enologa Federica d’Amato. è la stracciata, insieme a mozzarelle di bufala, burrate
e stracchini. La caciotta frentana, che viene stagionata,
Ricette campagnole, dal pollo alle lumache quando è fresca è una sorta di primo sale ma più saporito,
La specialità sono le ciammaiche, le lumache in dialetto e si usa impanata e fritta; stracciata a 10,50 € al kg.
abruzzese, che l’Agriturismo Il Grappolo d’Oro propone
con il sugo rosso, lo stesso che accompagna anche la CASOLI
pasta a fettuccine. Tutti i piatti serviti nella grande sala I piatti di una volta a casa Travaglini
sono realizzati con ingredienti aziendali. Molto saporite le Fuori razzolano le galline e le oche; dentro ci accoglie una
verdure, impanate per l’aperitivo o stufate e accompagnate bella sala luminosa, riscaldata da un camino scoppiettante.
da quadrotti di polenta, e ottime le carni, tra cui merita L’Agriturismo Travaglini è il “tempio“ culinario della famiglia
una menzione il pollo ruspante fatto sul fuoco; conto 28 €. di Claudia Travaglini. Sua mamma, anche se ha superato

BELL’ITALIA 119
INQUADRA
IL CODICE
E SCOPRI
COME SI
REALIZZA
LA RICETTA

La ricetta
Le pallotte
cacio e ova
Caciotta, uova e pomodoro
per un grande classico abruzzese

Piatto povero della tradizione contadina


abruzzese, le pallotte cacio e ova
nella ricetta dell’Agriturismo Travaglini
sono abbastanza semplici da realizzare
ma davvero gustose. In casa si trovava
sempre un pezzo di caciotta da
grattugiare e bastava uscire in giardino
per prendere le uova nel pollaio. Meno
facile era far sì che i più piccoli – ma non
solo loro – non “rubassero” le pallotte
appena fritte, senza lasciare il tempo
per una ripassata nel sugo di pomodoro
che le rende ancora più saporite, meglio
ancora se con una ulteriore spolverata
di formaggio. La ricetta tradizionale
prevedeva anche aglio e prezzemolo,
che oggi invece si tende a eliminare.
Claudia Travaglini con la mamma Maria all’Agriturismo Travaglini.

abbondantemente l’età della pensione, lavora ancora GUARDIAGRELE


in cucina. E racconta le ricette tipiche, come le classiche Il dolce segreto delle monache
pallotte cacio e ova. Da provare anche un dolce molto Emo Lullo fa dalle 700 alle 800 “sise delle monache”
sfizioso, le totere casolane, che ricordano nella forma al giorno, con un pan di Spagna che sembra una nuvola,
i cannoncini e sono anch’esse ripiene di crema, ma più ripieno di crema pasticcera e spolverato con abbondante
leggera, racchiusa da una sfoglia che è simile a quella delle zucchero a velo (sul banco è a disposizione una spazzola
chiacchiere di carnevale. Il nome derivare forse da lu tutere, per ripulirsi dopo averle mangiate!). La forma con i tre
che sono le anime delle pannocchie di mais; conto 30 €. “monticelli” si deve, secondo le dicerie, all’usanza delle
monache di mettere tra i seni un’imbottitura per renderli
SAN MARTINO SULLA MARRUCINA meno provocanti, o anche di nascondere tra essi qualcosa
Pizza e verdure: in tavola i sapori “poveri” di prezioso. Sia come sia, a Guardiagrele è d’obbligo
Un camino scoppiettante nella sala ristorante, le cui un salto alla Pasticceria Lullo, che perpetua la tradizione
finestre guardano sulla valle, e al piano superiore quattro iniziata dal nonno di Emo e ora rinnovata anche con
camere accoglienti attendono gli ospiti dell’Agriturismo il servizio a domicilio delle “sise vaganti”; una sisa a 2,50 €.
La Brocca. La signora Carla Di Crescenzo, titolare e cuoca,
è arrivata qui giovanissima, sposata a sedici anni con TORRICELLA PELIGNA
un coetaneo la cui famiglia aveva un’azienda con terre Carni pregiate per il salsicciotto frentano
e bestiame, e si è appassionata alle tradizioni culinarie Tiziano Teti alleva bovini, maiali e pecore appena fuori
locali. Il piatto tipico è il pizz e foje, che prevede Torricella Peligna, insieme al fratello e alle famiglie.
di bollire e stufare le verdure a foglia (verza, coste, foglie La loro Macelleria La Guardata produce carni nostrane
di rapa, biete, borragine, papavero) e poi aggiungere che vengono usate per un salume Presidio Slow Food,
la pizz, che è un pane fatto con farina Fioretto e acqua, il salsicciotto frentano. Realizzato con i tagli nobili del
cotto sotto al coppo o in padella con una sardina maiale, viene coperto di strutto prima della stagionatura,
salata e peperoni cruschi; conto 35 € e doppia da 70 €. che dura 30-40 giorni, e poi affinato per circa tre mesi.

120 BELL’ITALIA
Indirizzi
FOSSACESIA località Fonte Giardino 39,
Supporter Deluxe Hotel, 0871/80.91.00.
via Finocchietto 1, GUARDIAGRELE
0872/05.00.00. Pasticceria Lullo,
via Roma 105, 0871/822.42.
Trabocco Pesce Palombo,
località La Penna, TORRICELLA PELIGNA
333/305.53.00. Macelleria La Guardata,
corso Umberto I 154,
LANCIANO
0872/96.94.52.
Agriturismo Caniloro,
contrada Sant'Onofrio 134, Il Vecchio Moro, Stazzo
0872/502.97. dei Cavalli, 389/672.73.20.

Cantina Eredi Legonziano, CARUNCHIO


contrada Nasuti 169, Salumificio La Genuina, via
0872/452.10. Provinciale 8, 334/289.17.11.
Il trabocco di Punta Tufano, a pochi minuti da Fossacesia.
Agriturismo Il Grappolo FRAINE

d’Oro, contrada Nasuti Azienda Agricola


FACILE! Le Frainelle, via Umberto 1,
110a, 340/450.50.08.
320/215.55.00.
Caseificio La Bruna, contrada
Iconicella, 0872/46.92.04.
Da vedere
CASOLI Cattedrale di Santa Maria
Agriturismo Travaglini, del Ponte, Lanciano, piazza
contrada Piano delle Vigne Plebiscito, 0872/71.25.16.
INQUADRA IL QR 65, 328/223.41.08. Collegiata di Santa
CODE E RITROVA
TUTTE LE SAN MARTINO Maria Maggiore
INFORMAZIONI
DI QUESTA SULLA MARRUCINA e Museo del Duomo,
PAGINA SUL TUO Agriturismo La Brocca, Guardiagrele, 339/813.46.90.
CELLULARE

Sul banco troviamo anche salsicce di fegato e carni prosciutto e pancetta), tagliate a cubotti di 3-4 centimetri
fresche. L’azienda organizza passeggiate a cavallo nel poi insaporiti con peperone dolce di Altino e insaccati
Parco della Maiella; salsicciotto frentano a 32,50 € al kg. nel ventre (da cui il nome) del maiale. Un’operazione
che Luciano Caracciolo, del Salumificio La Genuina, sta
Menu di famiglia e riti antichi insegnando al fidanzato di una delle due figlie, così da
Antonio Villani de Il Vecchio Moro è un oste custode di portare avanti la tradizione. L’insaccato si mangia a fette
una tradizione contadina che anche grazie a lui si perpetua spesse ma può anche essere usato per insaporire un sugo
giorno dopo giorno. Le ricette sono quelle della zona, di pomodoro e condire le “sagne”, un formato di pasta
declinate in versione familiare, e stare a tavola diventa tradizionale; ventricina a 33 € al kg, su prenotazione.
davvero il ricordo di riti antichi. Si comincia dalla frittata
con salsiccia di fegato, uovo e peperone crusco; a seguire FRAINE
le sagne con il sugo di spuntature e il maiale cif e ciaf, Quaranta mucche in transumanza
che era il piatto per celebrare l’uccisione del maiale. È un’azienda al femminile quella di Annarita Stampone,
Da provare l’olio extravergine, ricavato dalle varietà che con la sorella Maria Giacinta e la mamma produce
Olivastro di Roccascalegna e Crognalegno; conto 20 €. formaggi freschi a latte crudo all’Azienda Agricola
Le Frainelle di Fraine, località con poco più di duecento
CARUNCHIO anime nota anche per il santuario di Santa Maria
La nobile ventricina del Vastese Mater Domini. Sul banco si trovano formaggi freschi,
La ventricina, riconosciuta come uno dei primi Presidi ricotte, bocconcini, mozzarelle e una caciotta con il
Slow Food, è un emblema del Vastese. Era un insaccato peperone dolce, tutti realizzati a latte crudo. Le quaranta
che tradizionalmente si portava con sé durante i lavori in mucche, che salgono in transumanza fino a 1.300 metri
vigna, realizzato con le parti più nobili del maiale (lombo, di quota, sono Pezzate Rosse; mozzarelle a 13 € al kg.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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COCCONATO (Asti) | CANTINA NICOLA

PANORAMI
E RICETTE DEL
MONFERRATO
Una cantina-ristorante tra le
vigne propone i menu di Alessia
Rolla, fra creatività e tradizione

Non bisogna farsi ingannare dal nome: questa è sicuramente una


cantina, ma la cucina agrituristica che offre è una delle esperienze
più interessanti della zona. Cantina Nicola si trova fra le vigne
della Barbera di Cocconato d’Asti, un angolo di Monferrato a qua-
si 500 metri di quota con un grandioso panorama sulle colline. Qui
incontriamo Alessia Rolla in cucina e Riccardo Nicola in sala,
mentre Federico Nicola segue l’azienda vitivinicola. Al ristorante
quella che agli inizi era una buona vena creativa si è trasformata
ormai in uno stile compiuto: Rolla è capace di trovate geniali che
“accarezzano” la tradizione.
Per restare sorpresi basta scegliere il menu Alessia, che dà il benve-
nuto con la tartelletta topinambur e bagna caöda servita con bevan-
da kombucha al pompelmo rosa. Poi ecco l’antipasto, cioè la trippa
di storione, il suo caviale e la verza fermentata. A seguire, come
primo, gli ottimi spaghetti Macarun, ma sono fantastici nel menu
In alto: la sala principale del ristorante Cantina Tradizione anche i plin, con una sfoglia fine e un ripieno che richia-
Nicola, circondato dalle colline dell’Astigiano. ma la Barbera. Da non perdere anche l’assaggio di trota, pino e koji
Qui sopra: trota, pino e koji d’orzo, uno degli d’orzo, uno degli amuse bouche con cui la chef si è proposta di ri-
amuse bouche della giovane chef Alessia Rolla.
creare l’atmosfera di una passeggiata in montagna tra le conifere, le
cime innevate e i ruscelli. Come secondi sono speciali l’anguilla
CANTINA NICOLA, Cocconato (Asti), strada Roletto affumicata all’alloro e insalata belga e poi la lepre e foie gras.
Rocca, 392/954.32.91; www.cantinanicola.com Per dolce arriva un pre-dessert di sorbetto al limone con spuma
Come arrivare: autostrada A4, uscita Chivasso Est; di liquirizia, seguito dalla Rosa Nera, con un cuore di cioccolatino
il ristorante è a 25 chilometri dall’uscita.
al caramello salato, panna cotta alla rosa, mousse di cioccolato
Conto: menu degustazione con quattro portate
amaro con fava di cacao, pepe cioccolato ed estratto alla rosa
a 70 €, con sei portate a 90 €.
Apertura: giovedì e venerdì a cena, sabato nebulizzato. Tutto in una cascina in mezzo al verde, in quello che
a pranzo e cena, domenica solo a pranzo. Indro Montanelli definì «il prototipo ideale di paese». E non aveva
torto, ancor più con questa cucina, destinata a diventare famosa.

LA BOTTEGA

CASALE MONFERRATO (Alessandria) | ENOTECA SOLITI IGNOTI


Il Monferrato ha una sua “capitale” che è Casale, a mezz’ora da Cocconato, dominata dal castello.
Nel centro storico questa enoteca, con i tavoli nel dehors sotto i portici, propone aperitivi con le specialità
selezionate da Fabio Mori e Nicola Rabaglino, fra taglieri di salumi e formaggi. Il locale si sdoppia
e nella vineria (nella foto) si degustano i vini e le specialità alimentari in vendita. Ogni giorno tante proposte
al bicchiere e bottiglie da scegliere fra gli scaffali. Primeggiano i vini del Piemonte, ma non mancano
proposte dalle altre regioni e curiosità d’oltreconfine. Simpatia e professionalità sono di casa.
Enoteca Soliti Ignoti, Casale Monferrato (Alessandria), via Roma 197, 0142/46.12.79.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cibo & Paesaggio TESTI ANGELO SURRUSCA FOTO DANIELE TESTA

A cura di Slow Food LA PRELIBATA COZZA


NERA DEL MAR PICCOLO
TARANTO

Nelle acque limpide e poco salate della laguna a nord di Taranto, ventuno
mitilicoltori praticano l’allevamento dei molluschi secondo tecniche secolari

Mar Piccolo è una laguna costiera che si apprezzata tradizione marinara. Negli fondi del progetto “ReMar Piccolo: natu-
estende per poco più di 20 chilometri ultimi decenni, grazie ad accurati inter- ra e tradizioni per rivivere il mare”, al
quadrati a nord di Taranto. È diviso in due venti di recupero ambientale quest’area, Comune di Taranto e al sostegno di Slow
bacini comunicanti, uno che si affaccia al cui interno vive un ricco patrimonio Food Puglia, con la collaborazione
sul golfo, l’altro più interno e poco più naturalistico, vanta acque pulitissime: dell’Ecomuseo Palude La Vela e Mar Pic-
grande. La presenza di numerose sorgen- nel 2019 le cozze nere hanno persino colo e del Parco Regionale Naturale del
ti naturali subacquee rende l’acqua me- ottenuto la classificazione A, che ne con- Mar Piccolo. Riunisce 21 mitilicoltori
no salata rispetto a quella del mare aper- sente la commercializzazione senza la che hanno sottoscritto un rigoroso disci-
to, creando le condizioni perfette per depurazione nello stabulatore. plinare di produzione, che indica le pro-
l’allevamento dei molluschi. Lo sapeva- cedure sostenibili per la coltivazione
no bene anche nel Medioevo, quando in NELLE PISCARIE ALL’INSEGNA della cozza nera nel Mar Piccolo, a co-
queste acque era fiorente la coltura delle DELL’ECOSOSTENIBILITÀ minciare dall’impiego di reti e retine bio-
ostriche. I primi documenti che parlano Le pratiche di allevamento attuali si fon- degradabili e compostabili al posto delle
di “cozze negre” risalgono al 1525, e il dano su conoscenze secolari. Le piscarie, reti tubolari di plastica: un traguardo im-
Libro Rosso di Taranto, elaborato in que- ovvero gli appezzamenti gestiti dai pe- portante, poiché queste ultime costitui-
gli anni dai principi Orsini del Balzo, scatori, sono delimitati da pali in legno scono uno dei rifiuti che più comune-
detta le prime regole per evitare l’ecces- infissi sul fondo del mare e collegati tra mente finiscono spiaggiati sulle coste.
sivo sfruttamento delle lagune e i danni loro mediante corde dette lìbani. Insieme ad altri Presidi, la cozza nera di
prodotti da alcune attrezzature. La cozza tarantina è disponibile in prima- Taranto sarà presente dall’1 al 4 giugno
Se fino a buona parte dell’800 il Mar Pic- vera ed estate; di colore nero-viola luci- all’11ª edizione di Slow Fish, la manife-
colo era uno dei fiori all’occhiello per la do, ha una forma quasi quadrangolare e stazione biennale organizzata da Slow
mitilicoltura, facendo persino scuola nel una lunghezza di 5-8 centimetri; la carne Food e Regione Liguria al Porto Antico di
resto del Paese, la costruzione dell’arse- è di colore vivo e lucente, ben aderente Genova, che prevede attività di educa-
nale militare e, successivamente, l’inqui- alle valve, il liquido interno è limpido, zione, conferenze, mercato, laboratori
namento dell’industria siderurgica, se- l’odore ricorda il profumo del mare. Il del gusto e appuntamenti a tavola. Per
gnarono il crollo di una fiorente e Presidio Slow Food è realizzato grazie ai saperne di più: slowfish.slowfood.it

126 BELL’ITALIA
Dove Come Quando
TARANTO

Un trionfo di pesce freschissimo


Come arrivare e la pasta con vongole, ricci
o astice. Disponibile anche
In auto: A14, uscita Taranto una camera per chi voglia
Nord. In camper: Sun Bay, a pernottare. Conto 35-45 €.
Sopra: l’allevamento In basso, Marangione San Vito di Taranto, via Lido
di cozze, o “piscaria”, impegnato nell’innesto Bruno 82, 347/110.70.65. Per dormire
di Francesco Marangione del seme: inserisce i piccoli
nel Mar Piccolo. Qui sotto: nelle reti dove cresceranno
la cozza nera di Taranto. nei mesi successivi. Le buone soste SALINA HOTEL
(via Mediterraneo 1,
RISTÒ DEI FRATELLI PESCE 099/731.25.39).
(via Porto 18, 099/470.90.00). A pochi chilometri dal centro
Nel centro storico, a due e dal mare, un albergo che
passi dal mare, un punto di dà importanza alla sostenibilità
riferimento per assaporare una ambientale, a cominciare
cucina di pesce senza fronzoli. dai pannelli solari per la
Le ricette della tradizione produzione di energia elettrica.
vedono protagoniste materie Camere ampie e arredate in
prime fresche e stagionali, stile contemporaneo, suite con
compresa la cozza nera vasca idromassaggio. Piscina
tarantina allevata nel Mar vista mare, spa, ristorante di
Piccolo. La cantina privilegia cucina mediterranea. Doppia
vini locali. Conto 34-57 €. con colazione da 112 €.
STELLAMARIS MASSERIA SARACENA AL FARO
(via Duca d’Aosta 21a, (via della Pineta 5,
338/542.23.66). 099/471.44.44).
Moderno ristorantino a Una struttura di 20 mila
© RIPRODUZIONE RISERVATA

gestione familiare in zona metri quadrati che dispone di


Porta Napoli, poco lontano camere e suite vista mare, con
dal porto mercantile. Il menu arredi in stile classico e tutti
è incentrato sulle pietanze i comfort. Il ristorante propone
di pesce, dai crudi alle fritture, cucina locale rivisitata. Doppia
passando per i risotti con colazione da 90 €.

Presidio Slow Food


Referente dei produttori: Luciano Carriero, 366/812.42.07.
Sopra, il simbolo che garantisce, sulla confezione, i prodotti dei Presidi Slow Food.

BELL’ITALIA 127
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TESTI GIUSEPPE DE BIASI Cantine d’Italia
BARILE (Potenza) | PATERNOSTER

IL VINO
Don Anselmo 2016
L’etichetta ammiraglia
di Paternoster è un Aglianico
del Vulture Superiore
che può, quindi, fregiarsi
della Docg lucana.
I selezionati grappoli
provengono dalle vigne
cinquantenarie del
cru di contrada Gelosia.
Nel calice il suo concentrato
rosso rubino propone al naso I PIONIERI DELL’AGLIANICO
un bouquet di frutti rossi,
note balsamiche, speziato Dal 1925 il nobile vitigno lucano, che cresce sui ricchi
dolce e carruba. I tannini suoli vulcanici del Vulture, è l’orgoglio della cantina
sono fini e rotondi, per un
sorso avvolgente, di grande Parlando di un terroir come il Vulture e vigneti a conduzione biologica, situati
eleganza e struttura, con
del suo Aglianico, vino identitario e uni- fino a 650 metri sul livello del mare. L’in-
finale lunghissimo. Affina
12 mesi in botti grandi
ca Docg della Basilicata, con la cantina gresso nel 2016, come socio di maggio-
e barrique e poi altri otto Paternoster vien da pensare all’espressio- ranza, della famiglia Tommasi sta dando
in bottiglia prima di essere ne latina nomen omen. Perché a quasi nuovo impulso sia alla visibilità interna-
venduto, in soli 12.000 cent’anni dalla sua fondazione, avvenu- zionale del marchio sia all’accoglienza
esemplari, al prezzo di circa ta nel 1925 per opera di un pioniere enoturistica, con la ristrutturazione in
38 €. Si abbina ai brasati, della viticoltura come Anselmo Paterno- corso della settecentesca villa Rotondo.
all’agnello in umido ma anche ster, ancora oggi il nome richiama il ruo- Il vigneto intorno alla villa baronale pro-
semplicemente a sé stesso. lo di padre putativo della straordinaria duce l’omonimo cru che insieme alla
dinastia dei vini lucani. La tradizione è riserva dedicata al fondatore, la possen-
proseguita poi con il figlio Pino, primo te Don Anselmo, fa incetta di riconosci-
enologo lucano a laurearsi alla prestigio- menti. A completare il racconto enolo-
sa scuola enologica di Conegliano, e il gico di famiglia, ecco le due fragranti
pronipote Fabio Mecca, oggi alla guida Falanghina in purezza di Vulcanico e
della cantina, eletto nel 2021 enologo Assensi, il condensato di longevità di
dell’anno da Food and Travel Italia. Synthesi, il nature Giuv e il gioviale Ba-
Ci troviamo a Barile, nel cuore dell’area riliott. Una variegata palette che evi-
più vocata in Basilicata per l’Aglianico. denzia la molteplicità e maturità espres-
In alto: i vigneti della tenuta. Paternoster gli riserva gran parte dei suoi siva raggiunta sui suoli vulcanici del
Sopra: gli enologi Fabio
Mecca e Giancarlo Tommasi. 20 ettari, a eccezione di una piccola Vulture e dall’austero e nobile vitigno di
Sotto: l’esterno della cantina. quota dedicata alla Falanghina. Sono antichissima origine ellenica.

Paternoster, Barile (Potenza), contrada Valle del Titolo,


0972/77.02.24; www.paternosterwine.it
Come arrivare: dalla A16 Napoli-Canosa uscire a Candela,
seguire per Melfi e poi la statale 665 fino a Barile.
Visite e degustazioni: su prenotazione dal lunedì al venerdì
e il sabato mattina. Il tour “I love Vulture” comprende la visita
ai vigneti, alla cantina storica e a quella moderna con degustazione
di due etichette di Aglianico e una di Falanghina; costo 25 €.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BELL’ITALIA 129
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TESTI E DISEGNI DI ALBANO MARCARINI I Sentieri
L’ITALIA A PIEDI E IN BICICLETTA | CAVALLINO-TREPORTI (Venezia)

LA LAGUNA IN BICI E IN BARCA


Il paesaggio della Laguna Veneta e le memorie storiche dei suoi insediamenti sono al centro di una facile
escursione che propone un tratto di navigazione e una pedalata lungo la Ciclabile del Pordelio

Palazzo Boldù
a Prà di Lio Piccolo

L
a Laguna Veneta è un mare chiuso, poco profondo, e dal litorale del Cavallino a sud, è la più ricca di natura.
che varia a ogni mutare del vento e delle maree. Si tratta di un complesso di isolotti, paludi, valli da
Ha una forma incurvata, come una falce, lungo pesca, fondali talvolta emersi, talvolta inondati seguendo
l’alta riviera del mare Adriatico, da cui è separata da un il variabile flusso delle maree. Vi regna un paesaggio
cordone di isole e lembi di terraferma. Venezia si trova rarefatto, lontano dai clamori della città, silenzioso
al centro. Condizione prima per l’esistenza di questa e mutevole con il trascorrere delle stagioni e durante
città è stata la conservazione della laguna, altrimenti il corso di una giornata se si colgono i lenti flussi delle
minacciata dall’apporto delle sabbie e delle torbide dei maree: la “servente” in ascesa, la “dosana” in discesa.
fiumi veneti – il Piave, il Sile, il Brenta – che l’avrebbero Esili cordoni sabbiosi dal litorale si protendono sinuosi
nel tempo interrata. Sotto la Repubblica di Venezia si all’interno, avvicinando in bici gli avamposti naturalistici
sono deviate le foci dei fiumi, si sono scavati canali per più remoti, come Lio Piccolo e Lio Maggiore. Se poi tali
favorire la navigazione, si sono rinforzate le barriere mete sono unite da un trasbordo su un battello, ecco
rivolte al mare aperto. Delle partizioni di cui si compone che una facile escursione diventa un’esperienza grazie
questo ambiente umido, esteso per 550 chilometri quadrati, a un servizio di navigazione nato di recente con la
quella a settentrione, delimitata dal corso arginato del costruzione della pista Ciclabile del Pordelio, a Cavallino:
Sile a nord, dal letto della “Piave Vecchia” a nord-est un percorso di sette chilometri a sbalzo sull’acqua.

BELL’ITALIA 133
I sentieri
2

La navigazione
Un itinerario A Ca’ Ballarin il percorso prosegue sull’acqua. Il trasporto su speciali
ad anello che tocca imbarcazioni è possibile grazie a un servizio giornaliero dell’agenzia
Blue Dream (324/800.43.25; www.bluedreamcavallino.com).
Lio Maggiore, Il tragitto, della durata di un’ora e mezza, collega Ca’ Ballarin
con Lio Maggiore e con Lio Piccolo effettuando un anello all’interno
Lio Piccolo e Treporti della Laguna Nord, con partenza alle 10,30 (attivo da Pasqua
a ottobre). Il servizio prevede una sosta di 10 minuti a Lio Maggiore.

Legenda

percorso stradale
percorso su ciclabile
percorso in navigazione
direzione partenza / arrivo
museo direzione errata
panorama area di sosta
ristorante bar, ristoro
agriturismo farmacia
imbarcadero ponte
torre assistenza bici
ufficio turismo

Cavallino
Si parte dalla chiesa neoclassica di Santa Maria Elisabetta
a Cavallino, dinnanzi alla quale si trova la colonna
sormontata dal simbolo dell’abitato, un cavallino
in bronzo appunto. Fondato dalle popolazioni di Oderzo
ed Eraclea, sfuggite alle incursioni barbariche, e legato alla
pesca e alla coltivazione di ortaggi, Cavallino dagli anni
Sessanta ha sviluppato il turismo aprendo molti campeggi.

134 BELL’ITALIA
3

Il Prà ITINERARIO AD ANELLO in bicicletta


Si tratta di una delle più da turismo nella Laguna Nord
caratteristiche forme di di Venezia con un tratto su battello.
insediamento colonico della Laguna PARTENZA E ARRIVO: Cavallino, frazione
Veneta: una corte, d’impianto di Cavallino-Treporti. Si raggiunge
cinque-seicentesco, delimitata
in auto con l’autostrada A4,
sul lato lungo da edifici rustici,
uscita San Donà di Piave-Noventa,
La folaga vive fra i canneti
da un palazzo padronale,
dalla chiesa e dal campanile. dove si prosegue per Cavallino.
e le praterie palustri della laguna
L’organizzazione del nucleo, LUNGHEZZA: 24,6 km in bici più
citato già nell’XI secolo quando un’ora e mezza di navigazione.
il mare aperto giungeva fin DISLIVELLO: insensibile.
qui, prevedeva servizi comuni TIPO DI PERCORSO: l’80% del percorso
(come la cucina, il forno e il lavatoio) si sviluppa su su pista ciclabile.
per famiglie dedite alla pesca INFO: Iat Cavallino, via Fausta 406a,
e a una piccola agricoltura di “vigna” 041/862.63.22; visitcavallino.com
e di ortaggi, commercializzata al
mercato di Rialto. Il campanile,
alto 22 metri, fu innalzato nel 1911
quando la proprietà apparteneva
alla Congregazione Mechitarista
Armena dell’isola di San Lazzaro.
LE BUONE SOSTE
4 Per mangiare
Belvedere OSTERIA DAL PUPI
di Lungomare (Cavallino-Treporti,
San Felice via del Prà 1, 041/530.19.89).
Posto allo sbocco del canale È una sosta tradizionale
Pordelio, consente un affaccio per chi visita la Laguna Nord:
sul bacino lagunare, di fronte i più fedeli ricordano soprattutto
all’isola di Sant’Erasmo. i celebri cicchetti. Serve piatti
Dai campanili all’orizzonte come il gettonato tortino
si riconoscono Burano, Torcello di sarde. Conto 25-30 €.
e, più lontano, il profilo di Venezia. AGRITURISMO LA BARENA
(Jesolo, via Lio Maggiore
21, 348/368.13.14).
5 Alla Barena, nel cuore della Laguna
Nord, si arriva in barca. Offre sapori
Forte Vecchio delle valli da pesca e alloggio in una
Sul litorale del Cavallino cornice di quiete. Conto 25-30 €.
si trovano i vistosi resti
di fortificazioni erette a difesa Per dormire
di Venezia e della Laguna
nel perioso del dominio austriaco AGRITURISMO DOLCE ACQUA
e nelle successive due guerre (Cavallino-Treporti,
mondiali. Si tratta di fortini e batterie via Baracca 102, 041/96.81.29).
6 costiere, insieme a singolari e alte Una sistemazione ideale all’inizio
torri dette “gonio-stadiometriche” dell’itinerario, con camere spaziose
Ciclabile del Pordelio che servivano ad avvistare e un giardino a due passi dal mare.
Il litorale del Cavallino vanta, con Jesolo, le navi nemiche al largo del mare Sostanziose colazioni abbinate
una delle più vaste reti di piste ciclabili Adriatico e a guidare contro al ristorante Al Campiello.
d’Italia in rapporto alla dimensione di loro il tiro delle artiglierie.
territoriale. Dal 2022 spicca la Ciclabile Il Forte Vecchio, che s’incontra
del Pordelio, affacciata a sbalzo sul lungomare San Felice, fu edificato
sulla Laguna Nord, della lunghezza dagli austriaci fra il 1845 INQUADRA SCOPRI
IL PAESAGGIO
di 7,5 chilometri dotata di una speciale e il 1851. L’imponente costruzione IL CODICE LUNGO
PER
è in mattoni e pietra bianca d’Istria, L’ITINERARIO
pavimentazione in doghe di legno SAPERNE E SCARICA
DI PIÙ
e illuminazione notturna. Percorrendola dotata di una torre cilindrica LA TRACCIA GPX
torniamo al punto di partenza. e collegata alla laguna da un fossato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BELL’ITALIA 135
Aria aperta TESTI PIETRO COZZI

IL CONSIGLIO

DA VEDERE
Palazzina di Caccia di Stupinigi
(Stupinigi-Nichelino,
piazza Principe
PIEMONTE | DAL 14 MAGGIO ALL’8 OTTOBRE Amedeo 7, 011/620.06.34).

PASSEGGIATE CON I SAVOIA


Grandiosa residenza sabauda
per la caccia e per le feste,
costruita a partire dal 1729
su progetto di Filippo Juvarra,
Su sentieri di campagna, le quattro Camminate Reali offrono uno ospita mostre ed eventi.
sguardo inedito sui territori che circondano le Residenze Sabaude Orario: martedì-venerdi
10-17,30, sabato-domenica
10-18,30. Ingresso: 12 €.
Luoghi del potere, sontuose ville di delizia e na per sentieri e carrarecce fino al castello
PER DORMIRE
“avamposti” di caccia, le Residenze Sabau- di Rivoli, imponente residenza di Vittorio
Baby Hotel
de del Piemonte, Patrimonio Unesco dal Amedeo II, e alla reggia di Venaria, dive- (Torino, corso Unione
1997, sono inserite in contesti naturalistici e nuta nel corso del Settecento un grandioso Sovietica 561, 351/659.09.60).
paesaggistici di grande pregio. Raggiunger- complesso architettonico. ll 10 settembre Ristrutturato di recente, offre
le a piedi, lungo itinerari urbani e sentieri di torna protagonista Stupinigi con un affasci- camere in self check-in a pochi
campagna, è un modo per comprenderne e nante percorso ad anello lungo i territori minuti da Stupinigi e dal centro
apprezzarne al meglio la storia, la funzione di caccia dei Savoia intorno alla palazzina. storico. Doppia da 90 €.
e le bellezze artistiche. È con questo spirito L’ultima giornata delle Camminate Reali
che nasce Camminate Reali, quattro itine- è invece dedicata alla reggia di Venaria (8 LA BUONA SOSTA
rari di una ventina di chilometri ciascuno in ottobre): i partecipanti si cimenteranno con Ristorante Sabaudia
(Stupinigi, viale Torino 11,
programma tra la primavera e l’autunno. Si la “Mandrialooonga”, un anello studiato
011/358.01.19).
comincia il 14 maggio con una passeggia- ad hoc che sconfina nel magnifico Parco Cucina piemontese classica
ta che dalla cosiddetta ”zona di coman- della Mandria, scoprendo il castello e la a base di prodotti di stagione.
do” nel cuore di Torino (palazzo Reale villa dei Laghi, una dimora di solito chiusa Conto sui 45-50 €.
e palazzo Madama) raggiunge la collina al pubblico. Tutte le passeggiate prevedono
della villa della Regina e poi approda, fuori una partenza intorno alle 8 del mattino e
città, al castello di Moncalieri e alla palaz- diversi punti di ristoro. Chi partecipa a tutti
zina di Caccia di Stupinigi. L’appuntamen- e quattro i percorsi, completando il Passa-
Camminate Reali
to successivo (2 luglio) è con un percorso porto delle Camminate Reali, ha diritto a un
INFO iscrizioni on line su www.
inedito: dall’antica abbazia di Sant’Antonio ingresso gratuito alla palazzina di Stupinigi
residenzerealisabaude.com;
Ranverso, fondata nel XII secolo, si cammi- o alla reggia di Venaria.
costo 25 €-70 € (quattro camminate).
In alto: veduta aerea della palazzina di Caccia di Stupinigi, a sud-ovest di Torino.

136 BELL’ITALIA
| DALL’11 AL 14 MAGGIO
MILANO Sopra: gli espositori
di Orticola intorno a
IL VERDE BELLO E “INTELLIGENTE” palazzo Dugnani, edificio
in stile barocco e rococò
Belli ma anche straordinariamente resistenti, adattabili, ingegnosi: è dedicata all’“intelligenza dei fiori” all’interno dei Giardini
l’edizione 2023 di Orticola, la mostra-mercato ai Giardini Pubblici Indro Montanelli. A rappresentare il tema Pubblici Indro Montanelli.
L'edizione 2023 della
della manifestazione è l’immagine di una drosera, la pianta carnivora che intrappola gli insetti. Negli stand mostra mercato milanese
dei quasi 140 espositori, i visitatori possono scoprire altri straordinari esempi di queste capacità, dalle strategie di piante e fiori ospita una
per attrarre gli impollinatori a quelle per difendersi dal freddo e dal caldo. Di grande fascino anche novantina di vivaisti, alcuni
provenienti dall'estero.
le collezioni dedicate a una singola famiglia o genere, dagli iris ai rododendri, dagli aceri ai garofani.
ORTICOLA INFO www.orticola.org; biglietti disponibili solo online su www.midaticket.it

BERGAMO-BRESCIA
LA CAPITALE DELLA CULTURA SI METTE IN CAMMINO
Ricche di attrazioni storico-artistiche e architettoniche, Bergamo e Brescia, riunite in un’unica Capitale Italiana
della Cultura, sono circondate da territori che conservano bellezze naturalistiche poco note. Per scoprire
questo lato nascosto delle due città è nata La Via delle Sorelle, un cammino di 130 chilometri che le collega
e tocca altri 34 comuni. Diviso in sei tappe da 20-25 chilometri, il trekking si sviluppa in territorio collinare,
toccando le valli bergamasche, il lago d’Iseo e la Franciacorta. Il tracciato sarà arricchito da alcuni interventi
di arte contemporanea, come le installazioni tessili di Laura Renna (nella foto, un rendering).
LA VIA DELLE SORELLE INFO www.laviadellesorelle.it

QUART (Valle d’Aosta)


LA NECROPOLI DEI MONTANARI DEL NEOLITICO
Affacciato sulla valle della Dora da un panoramico dosso roccioso, il sito archeologico di Vollein è uno dei
più importanti della Valle d’Aosta. A pochi minuti dal casello di Aosta Est, la necropoli è stata da poco riaperta
alle visite e attrezzata con pannelli e Qr code che rimandano a efficaci ricostruzioni 3D delle tombe
e dei manufatti, ritrovati qui alla fine degli anni Sessanta. Risalenti al V millennio a.C. e coperte da uno strato
di terra per proteggerle, le sepolture tornano così a mostrare il loro aspetto grazie alla realtà virtuale. Di grande
suggestione sono anche le incisioni rupestri (nella foto), con coppelle, linee serpentiformi e sagome di piedi.
NECROPOLI DI VOLLEIN INFO www.digitavollein.eu/vollein

BELL’ITALIA 137
Camer a con vista TESTI LARA LEOVINO

VALDOBBIADENE (Treviso) | LOCANDA SANDI

OSPITI D’ONORE NELLE TERRE DEL PROSECCO


Una locanda semplice ma di fascino per vivere le colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene.
Tra vigneti, buona tavola, calici di qualità e la sontuosa Villa Sandi, edificio del 1675 di scuola palladiana

Fare il vino è un’arte. Come vivere in armonia con la natura, ha un’anima e un’atmosfera di famiglia. E una famiglia in ef-
riconoscersi nella storia, creare la magia di una vera ospitali- fetti qui c’è, sono i Moretti Polegato, da generazioni legati al
tà. E quando tutto questo converge possono nascere luoghi mondo del vino e alla cultura del territorio. Il soggiorno alla
speciali. La sensazione per chi soggiorna alla Locanda Sandi Locanda, creata nel 2005, è anche l’occasione per visitare la
è proprio questa, ci si sente ospiti di un luogo unico, nato tenuta Villa Sandi, quartier generale della loro azienda viti-
dall’amore per il territorio che qui fa rima con filari di viti e vinicola, con al centro la scenografica dimora di scuola pal-
colline nel verde. Si dorme in un’antica casa colonica immer- ladiana. La villa risale al decennio 1675-85 e sorge a Crocetta
sa in un bel giardino: muri in pietra, tetti rossi e persiane in del Montello, a dieci minuti d’auto dalla Locanda. Recuperata
legno. Offre sei camere semplici ma di charme, tutte con da Moretti Polegato negli anni Novanta grazie a un accurato
travi a vista, testiere del letto in ferro battuto, pavimenti in restauro, l’antica dimora risplende con la sua ariosa facciata
legno e finestre sui vigneti. A far capolino tra i filari e l’oriz- sormontata da statue svettanti. Al suo interno ospita eleganti
zonte c’è il campanile del paese di Valdobbiadene. Il soggior- sale di rappresentanza mentre nei sotterranei ci sono le sug-
no alla Locanda Sandi non può prescindere da una cena o da gestive cantine. Qui si tengono visite guidate e degustazioni
un pranzo nella sua ampia veranda per gustare le ricette del- di Prosecco, in primis, ma anche di bianchi e rossi del territo-
la tradizione veneta con qualche rivisitazione. Da provare le rio. Tra le opportunità c’è poi la visita ai diversi vigneti legati
lumache in tegamino con una salsa segreta che invita a far a Villa Sandi, come quelli sulla collina del Cartizze a Valdob-
“scarpetta”. Nello scenografico camino in maiolica, invece, biadene, circondata da panorami unici. Oppure si raggiunge
si griglia a vista la carne e un ruspante galletto. La sensazione la “palestra in vigna” davanti alla tenuta di Crocetta del Mon-
per l’ospite è quella di sentirsi a casa, di vivere un luogo che tello, per correre e allenarsi tra infiniti filari di viti.

In alto: lo scenografico prospetto di Villa Sandi, sede di rappresentanza dell’azienda vitivinicola capitanata da Giancarlo Moretti Polegato. Pagina seguente,
in senso orario: veduta di uno dei vigneti di Villa Sandi; una camera della Locanda Sandi; un altro scorcio esterno della Locanda; una delle sale di Villa Sandi.

138 BELL’ITALIA
Locanda Sandi,
Valdobbiadene (Treviso),
via Tessere 1, 0423/97.62.39.
Camere: 6. Prezzi: doppia
con colazione 120 €.
Servizi: ristorante con
veranda (menu intorno a 50 €).
Possibilità di cooking class
e wine tour a Villa Sandi, a
Crocetta del Montello (Treviso),
inserita lo scorso novembre
tra le cento più belle cantine
del mondo. Visite guidate
e degustazioni si prenotano
sul sito www.villasandi.it
Apertura: sempre, tranne
una settimana a gennaio.

IL CONSIGLIO

DA VEDERE LE BUONE SOSTE


Nei dintorni della Locanda, da non perdere la Per soste di gusto nella vicina Asolo vale la pena
città fortificata di Asolo, a mezz’ora d’auto, e poi provare una delle tipiche osterie sotto i portici.
Possagno (a 20 minuti), paese natale di Antonio Per lo shopping invece merita una sosta in pieno
Canova. Meno nota ma di fascino è Follina (a 20 centro Trame Asolo (via Canova 317, 366/30.09.63),
minuti) con l’abbazia cistercense di Santa Maria atelier di tessuti realizzati interamente a mano
(via Pallade 31, 0438/97.02.31), del XII secolo, ricca con telai originali del XIX secolo. Si acquistano
di opere d’arte e con un chiostro del 1268 (foto). stole, cravatte e stoffe per abiti su misura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BELL’ITALIA 139
La dolce vita TESTI LARA LEOVINO

Lo stile italiano che il mondo ci invidia

ISOLA ROSSA (Nord-Est Sardegna) | DELPHINA HOTEL MARINEDDA THALASSO & SPA

AZZURRI ORIZZONTI
DI GALLURA
Soggiorno al Marinedda tra le rocce colorate di Isola Rossa per un’immersione di mare, benessere e natura.
E poi un tour nel museo en plein air di Aggius tra i murales e le installazioni che arricchiscono il borgo

Non è solo la bellezza del mare a fare la differenza in questo angolo


di Gallura affacciato sul golfo dell’Asinara. Anche la vegetazione
e le sfumature di colore delle rocce contribuiscono al suo fascino.
Ci sono luoghi che sanno esaltare l’unicità di un territorio, come
accade nel cinque stelle Hotel Marinedda Thalasso & Spa, immerso
nei profumi di un parco mediterraneo e incorniciato dal rosso della
scogliera. Da trent’anni esatti Delphina, catena alberghiera sarda
di cui fa parte l’Hotel Marinedda, offre una vacanza a stretto contatto
con la natura e con la cultura dell’isola, dall’enogastronomia alle
tradizioni galluresi. Le sue politiche ecosostenibili sono state premiate,
per il secondo anno consecutivo, dal World’s Leading Green Indipendent
Hotel Group 2022, che ha decretato Delphina miglior gruppo alberghiero
green indipendente. Natura fa anche rima con thalassoterapia, ovvero
il benessere che deriva dalle proprietà terapeutiche dell’acqua marina,
da scoprire nella grande spa del resort. Ci si culla nelle piscine d’acqua
salata, nell’hammam e nella sauna, per poi godersi la splendida spiaggia In alto: un tratto della spiaggia dell’Hotel Marinedda
tra sabbia bianchissima, mare celeste e il promontorio rosso proteso Thalasso & Spa con le rocce rosse del promontorio.
Qui sopra: veduta del resort tra il mare e il verde
sul mare. Chi soggiorna al Marinedda può vivere gratuitamente alcune della macchia. Pagina seguente, in alto: due opere
esperienze guidate nel territorio; tra queste l’escursione ad Aggius, borgo en plein air ad Aggius; al centro: una suite del resort.

140 BELL’ITALIA
PORTOFINO (Genova) | LA PORTOFINESE

IL TIGULLIO
AL MEGLIO
Esperienze liguri doc al faro
e sul monte di Portofino

È una Portofino lontana dai cliché quella


proposta da La Portofinese, azienda agricola
fondata da Mino Viacava, imprenditore
nato e cresciuto nel borgo. Una realtà
che negli anni si è ampliata e oggi offre,
su prenotazione, diverse esperienze sul
territorio: wine tasting, picnic, show cooking
in contesti agresti (foto). L’azienda nasce
nel 2008 con l’intento di recuperare alcuni
terreni agricoli sul monte di Portofino
per poter coltivare e produrre, alla maniera
“antica”, verdura, frutta, birra, vino e miele.
Oggi l’Eco-Farm e l’Osteria dei Coppelli
sono luoghi unici per pranzi, cene e picnic
sul monte di Portofino. Si mangia in un
solo grande tavolo con vista sul golfo,
oppure sui prati, assaggiando le materie
prime dell’azienda agricola. La Portofinese
dà anche la possibilità di pranzare o fare
l’aperitivo al cospetto del faro di Portofino,
punto estremo del promontorio che si
raggiunge solo a piedi. Qui in un piccolo
bar si gustano taglieri e ricette liguri. Infine,
nella piazzetta sul porto, La Portofinese
ha aperto da aprile Ü Caban, localino
arredato come l’interno di una barca.
INFO 320/308.70.36; www.laportofinese.it

dell’entroterra, per visitare AAAperto, museo d’arte contemporanea


inaugurato nel 2018. È un percorso en plein air con opere di Maria
Lai (14 colorati telai metallici) e di altri artisti, sardi e non, chiamati
a creare i loro lavori dopo aver soggiornato e respirato l’atmosfera del
luogo. E così si ammirano fotografie, installazioni, sculture e murales
sparsi tra le vie e i vicoli del centro storico. Tra questi ci sono molti
graffiti realizzati sulle facciate delle case, firmati da writer internazionali
come Tellas, tra i 25 street artist più famosi al mondo.
Chi ama camminare nella natura può scoprire i bellissimi trekking che
costeggiano le spiagge e il tratto di costa su cui affaccia l’hotel. Tra questi
da non perdere il sentiero dei Contrabbandieri che dalla spiaggia di
La Marinedda conduce a un altro straordinario lido, quello di Tinnari,
passando per la pineta di Cala Rossa. Sono sei chilometri di media
© RIPRODUZIONE RISERVATA

difficoltà che si percorrono, tra andata e ritorno, in due ore e mezza.

INFO Hotel Marinedda Thalasso & Spa, Isola Rossa (Nord-Est Sardegna), strada provinciale
39, 0789/79.03.40; delphina.it Prezzi: doppia da 150 € a persona in mezza pensione.

BELL’ITALIA 141
La dolce vita TESTI MARGHERITA GERONIMO

AMEGLIA-MONTEMARCELLO (La Spezia) Qui sopra: uno scorcio


del Golfo dei Poeti Relais &
PASSEGGIATE CON VISTA SUL GOLFO Spa, con le piscine
panoramiche affacciate
Tra il golfo di La Spezia e il litorale della Versilia, il Parco Naturale di Montemarcello sul golfo di La Spezia.
è un’area protetta che propone una rete di sentieri da scoprire a piedi o in bicicletta. Nel Il 5 stelle è circondato
dalla natura che abbraccia
cuore del parco, il 5 stelle Golfo dei Poeti Relais & Spa a Montemarcello di Ameglia offre la spiaggia di Punta Corvo.
un soggiorno esclusivo nelle sue rinnovate camere e suite. Una ricca colazione con vista
sul mare e l’ingresso alla spa completano l’offerta. Doppia con colazione da 430 € a notte.
GOLFO DEI POETI RELAIS & SPA INFO 0187/60.12.16; autenticohotels.com; golfodeipoetirelais.com

BIBIONE (Venezia)
IN BICI TRA MARE, FIUMI E LAGUNE
Con la sua spiaggia circondata dal verde (nella foto) e da 240 chilometri di itinerari
ciclopedonali, Bibione è la meta primaverile ideale per le attività all’aria aperta.
Tra le proposte del Consorzio Bibione Live, le più apprezzate sono X-River e X-Lagoon,
i due “passi barca” che consentono di attraversare, con bici al seguito, il fiume
Tagliamento, a est verso Lignano e a ovest verso Porto Baseleghe, Vallevecchia e Caorle.
CONSORZIO BIBIONE LIVE INFO prenotazioni su bibione.com con prezzi in b&b da 40 € a notte per persona

MALGRATE (Lecco)
RIAPRE LO STORICO ALBERGO SUL LAGO
Vicino a Lecco, l’Hotel Promessi Sposi di Malgrate è il più antico albergo del ramo
orientale del lago di Como. Riaperto da pochissimo, questo 4 stelle lusso offre
un pacchetto speciale per la coppia: una notte in suite (nella foto) con colazione,
massaggio per due e cena al ristorante Da Giovannino a partire da 340 €. Tante
le esperienze da vivere su richiesta, tra cui le uscite in barca a vela e con il kitesurf.
HOTEL PROMESSI SPOSI INFO 0341/20.20.96; hotelpromessisposi.it

CASTIADAS (Sud Sardegna)


UN ANTICIPO D’ESTATE SULL’ISOLA
Chi visita la Sardegna a fine primavera può usufruire della formula “nave+hotel”
© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Grimaldi Lines Tour Operator (nella foto, un traghetto). In offerta i collegamenti


Livorno-Olbia e Civitavecchia-Olbia o Porto Torres, che includono viaggio a/r in cabina
con auto e 7 notti in hotel in pensione completa. Si soggiorna tra Villasimius e Costa Rei,
al 4 stelle Limone Beach Resort. Dal 30 maggio al 6 giugno, prezzi da 749 € a persona.
LIMONE BEACH RESORT. INFO www.grimaldi-touroperator.com; limonebeach.it

142 BELL’ITALIA
Italia da leggere A CURA DI CARLO MIGLIAVACCA

PAESAGGI Simboliche geometrie vegetali


È il luogo in cui ci si perde, ma anche quello in cui si ritrova la giusta via, spazio
dell’inquietudine e della speranza. Il labirinto è un simbolo antico che ha trovato
accoglienza a tutte le latitudini: «Altro non è che la rappresentazione della condizione
umana: l’uomo ha infatti trasposto in questo simbolo l’immagine stessa della propria
esistenza», scrive Ettore Selli nella prefazione del suo volume. Ingegnere ambientale
e appassionato di botanica e geologia, l’autore è un profondo conoscitore dei labirinti
vegetali, espressioni viventi di una fascinazione ancestrale, e nelle pagine ne presenta
il censimento completo relativo al territorio italiano, ordinato regione per regione.
Aperti al pubblico o privati, storici come quelli del castello di Masino in Piemonte e di
villa Barbarigo a Valsanzibio, sui colli Euganei («il più antico labirinto di siepi esistente
al mondo»), ma anche realizzati di recente, dal labirinto Borges sull’isola veneziana
di San Giorgio Maggiore al labirinto della Masone a Fontanellato, presso Parma,
voluto dall’editore Franco Maria Ricci. Una rassegna di oltre cento località presentate Labirinti italiani
con testi e immagini dedicate, preceduta da un’ampia introduzione sulle origini, di Ettore Selli,
la storia e la fortuna del labirinto, a partire da quello mitico del re Minosse a Cnosso Pendragon 2022, 285 pagine, 25 €.
Formato: 17x24 cm
(nella foto, il labirinto del castello di Cordovado, in provincia di Pordenone).

SCOPERTE Luoghi perduti, il fascino dell’assenza


I luoghi abbandonati hanno un indubbio fascino, sono allo stesso tempo privi
delle vite che hanno a lungo accolto e pregni di quelle stesse esistenze, ancora
aleggianti nella desolazione degli spazi. La scoperta e la documentazione dei
luoghi perduti, dimenticati, nascosti, disciplina dalle molteplici interpretazioni
definita dal termine inglese urbex (urban exploration), è l’obiettivo di Ascosi
Lasciti, progetto che riunisce una trentina di “esploratori” la cui passione per
la scoperta è ampiamente documentata in un sito web (ascosilasciti.com)
e in pubblicazioni come questa, interamente dedicata al territorio italiano.
Le immagini e le parole degli autori che hanno varcato con emozione e rispetto
le soglie polverose di oltre quaranta luoghi (online sono più di mille) presentano Italian Urbex
una rassegna affascinante di spazi in cui il tempo sembra non voler procedere a cura di Alessandro Tesei e Davide
oltre un momento preciso, quello dell’abbandono: chiese e ville, palazzi Calloni, Magenes 2023, 244 pagine,
e castelli, fabbriche e cinema, negozi, scuole e ospedali. 25 €. Formato: 22x22 cm

144 BELL’ITALIA
LE GUIDE

TOSCANA ETRUSCA
Qui in Abruzzo
prefazione di Emma
Pomilio, fotografie
di Giancarlo Malandra,
testi di Roberta
Di Pascasio,
De Siena Editore 2022,
144 pagine, 50 €.
Formato: 28x28 cm

VIAGGIO CONTEMPORANEO
PATRIMONIO IN UNA TERRA MILLENARIA
Invito alla scoperta A cura di Clara Svanera
Guardate, leggete e partite: è l’invito
che sembra di sentire sfogliando le
pagine di questo volume, che chiama
trentadue luoghi a rappresentare
il patrimonio artistico, culturale e
paesaggistico dell’Abruzzo, presentati
in ordine alfabetico per superare
ogni indicizzazione gerarchica.
Sono ambasciatori di una regione
che ha molto da offrire, disseminati
in un territorio di grande valenza
naturalistica. Dai resti romani di Alba
Fucens al lungomare di Tortoreto,
suggerimenti di visita che toccano gli
splendidi borghi dell’interno, piccole
chiese ricche d’arte, musei, riserve
naturali, teatri, laghi e aree costiere.

Itinerario Felice
Da Bergamo
a Brescia lungo le
strade di Gimondi
di Giacomo Pellizzari,
Enrico Damiani Editore 2023,
192 pagine, 16 €
«G li Etruschi rappresentano il nostro passato più
remoto, ma sono ancora presenza viva, capace di
trasmetterci contenuti e valori assolutamente attuali.»
Formato: 12x16,5 cm
scrive Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana,
nella prefazione della guida che ci accompagna alla
TERRITORI scoperta di questo popolo misterioso e antico attraverso
siti archeologici, musei e antiche lucumonie, le città-stato
Nelle valli del campione
etrusche. A cura di Clara Svanera, la guida è stata realizzata
Sono otto le tappe percorse in
bicicletta da Giacomo Pellizzari
con il contributo di Toscana Promozione Turistica.
su strade e ciclovie tra Bergamo
e Brescia, insieme all’amico Daniele 128 pagine; formato cm 15 x 21; brossura con alette
e con un nume tutelare d’eccezione,
Felice Gimondi (1942-2019), In vendita nelle librerie a € 18,00
il grande campione nato a Sedrina Prezzo speciale per i nostri lettori a € 16,20
in val Brembana che su quelle
strade ha visto sbocciare e maturare Per le ordinazioni scegliere tra: 1) Invio assegno bancario a Cairo Publishing Srl,
il suo talento. Un racconto in presa via Angelo Rizzoli 8 - 20132 Milano; 2) Versamento su c.c. postale n. 71587083 intestato
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campione e sulla storia del ciclismo.

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Il pet food che parla chiaro


Il borgo disegnato DI MATTEO PERICOLI A CURA DI SANDRA MINUTE

scrivete a: lapostadibellitalia@cairoeditore.it | Bell’Italia, Via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano

Un viaggio tra i borghi più belli d’Italia che metterà alla prova la vostra conoscenza del Bel Paese.
Riconoscete la località interpretata dalla matita di Matteo Pericoli?

Qualche indizio qua e là... La sua forma evoca un’aquila dalle ali spiegate, pronta a spiccare il volo dalla roccia
sulla quale sta appollaiata verso il mare, che dista una manciata di chilometri
Chi invierà la risposta esatta a nord. Diverse influenze si intrecciano nelle sue origini e si riflettono nel toponimo.
potrà proporre il soggetto L’impianto medievale, dominato dai ruderi di un castello, vanta alcune chiese di
per uno dei prossimi numeri pregio, abbellite da un buon numero di opere di un grande scultore del XVI secolo.

Il borgo di aprile

L’antica Motta Aeniana è tuttora cinta dalla I primi lettori che hanno indovinato:
spettacolare cerchia muraria, costruita dai Adriana Magnani, Margherita Muraro, Mario
Carraresi nella seconda metà del Trecento. Zecchina, Vincenzo Iannuzzi, Tiziano
Un rettangolo irregolare lungo due chilometri, Sandonà, Laura Stipi, Angiola Giordani,
scandito da 24 torri, che racchiude Tiziano Biasin, Angelo Notaro, Pietro
un impianto medievale ben conservato Paviglianiti. Abbonati: Chiara De Martin,
e monumenti di pregio come il duomo, Piergiorgio Quolibetti, Elena Tarditi, Barbara
il castello di San Zeno e la rocca degli Alberi Tugnolo, Fedele Goretti, Rolando Zambelli,
(suggerimento di Rossella Moscardin). MONTAGNANA (Padova) Floriano Mandruzzato, Silvia Crugnola.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

148 BELL’ITALIA
SABATO 3 GIUGNO - ORE 17:00
SIENA - VIA DI CITTA' 49

+39 348 3611410


info@violettiartecontemporanea.it

www.violettiartecontemporanea.it

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