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&30GENNAIO 2017

EURO 4,00*/*5"-*"
Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Austria € 9,90 - Belgio € 8,20 - Francia € 8,90 - Germania € 9,00 - Gran Bretagna Igs 7,90 - Lussemburgo € 8,20 - Portogallo (Cont.) € 6,90 - Svizzera chf 14,00 - Canton Ticino chf 12,50 - Principato di Monaco € 8,90 - Spagna € 8,00

LA MONTAGNA Veneto IL MONUMENTO t TRIESTE

ARABBA
LA CATTEDRALE
DI SAN GIUSTO
IL MUSEO t PARMA
Nel cuore dei passi dolomitici, dove ARTE
si scia tra il Sella e la Marmolada CONTEMPORANEA
IN ABBAZIA
IL BORGO t ABRUZZO
CALASCIO, NEL PARCO
DEL GRAN SASSO
IL PAESAGGIO t BERGAMO
VALLE SERIANA

il weekend
CAPUA
Scoprire il centro storico
medievale, accanto
ai resti della città romana
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70369
ISSN 0394 7203

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EDITORIALE GIORGIO MONDADORI


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"--"4$01&35"%&-1*Ä#&-1"&4&%&-.0/%0 .&/4*-&/6.&30GENNAIO 2017

Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Austria € 9,90 - Belgio € 8,20 - Francia € 8,90 - Germania € 9,00 - Gran Bretagna Igs 7,90 - Lussemburgo € 8,20 - Portogallo (Cont.) € 6,90 - Svizzera chf 14,00 - Canton Ticino chf 12,50 - Principato di Monaco € 8,90 - Spagna € 8,00
LA MONTAGNA

ARABBA
Veneto
EURO 4,00*/*5"-*"

IL MONUMENTO t TRIESTE
LA CATTEDRALE
DI SAN GIUSTO
di Emanuela Rosa-Clot, Direttore di Bell’Italia Editoriale
IL MUSEO t PARMA
Nel cuore dei passi dolomitici, dove ARTE
si scia tra il Sella e la Marmolada CONTEMPORANEA
IN ABBAZIA
IL BORGO t ABRUZZO
CALASCIO, NEL PARCO
DEL GRAN SASSO
IL PAESAGGIO t BERGAMO
VALLE SERIANA

il weekend
CAPUA
Scoprire il centro storico
medievale, accanto
ai resti della città romana

A CACCIA DI STORIA IN UNA


>
70369

GIORNATA D’INVERNO
ISSN 0394 7203

720006
770394

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI


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In copertina: la chiesa di Soraruaz,


sopra Pezzei, a pochi
minuti da Arabba (Belluno).
Foto di: Olimpio Fantuz/Sime

UN ANNO CON L’ARTE


12 Capolavori
raccontati da
Vittorio Sgarbi
Ci sono musei in Italia
in cui una sola opera
basterebbe a giustificare
il viaggio per andare
a visitarli. A partire
dal Cenacolo Vinciano, La corte esterna dell’abbazia di Valserena, a Parma
un museo nato intorno
all’Ultima Cena di
Leonardo. Vittorio

F ra i tanti stranieri, uomini di cultura e protagonisti del proprio tempo


Sgarbi, critico d’arte
e scrittore, ci guida da che hanno amato l’Italia, Stendhal è stato sicuramente uno dei più
anni sulle pagine di
Bell’Italia alla scoperta celebri. Le passioni che animano il suo romanzo La certosa di Parma
di questi capolavori. sembrano ancora vibrare fra le mura dell’abbazia di Valserena, poco fuori
Abbiamo così deciso città, che si dice abbia ispirato lo scrittore francese. Certo è che l’imponente
di fare un regalo di
Buon Anno ai nostri
complesso monumentale, costruito nel Trecento dai monaci cistercensi,
lettori, riproponendo oggi vive anche di altre emozioni, grazie alle opere d’arte del Novecento che
12 sue “letture” che sono esposte nelle sale, nell’ex chiesa abbaziale e nella corte, recuperate
invitano alla scoperta
dopo anni di oblio. In passato il monumento è stato anche una fabbrica
di capolavori e musei,
anche meno noti, di conserve di pomodoro, un ricovero di mietitrebbia e perfino un’aia dove
in tutta la Penisola. razzolavano le galline. L’istituzione nei suoi spazi della sede museale dello
Uno al mese, per vivere Csac, Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma,
il 2017 all’insegna
della grande arte. l’ha restituito al pubblico da un paio d’anni. È la meta ideale per una
giornata di nebbia, da finire in gloria seduti a una tavola d’eccellenza.
GLI SPECIALI DI
Borghi d’Italia. Quello di Calascio, nel Parco Nazionale del Gran Sasso,
è una scoperta che toglie il fiato, con la rocca del Mille che lo sovrasta
Scelti e raccontati da Vittorio Sgarbi

LA GRANDE
Milano
Leonardo da Vinci
Ultima Cena

Siena
Duccio di
e la piccola chiesa di Santa Maria della Pietà, quasi un’apparizione sullo
ARTE VISTA
sfondo lunare dell’Appennino abruzzese.
Buoninsegna
Maestà
Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Milano - NUMERO 131 GENNAIO 2017 - ALLEGATO AL N. 369 DI BELL’ITALIA

DA VICINO Messina
Caravaggio
Adorazione
dei Pastori

Ozi di Capua, in pieno inverno. Nella Campania abbracciata dal fiume


Bolzano
Michael Pacher
San Floriano
Perugia
Piero della Francesca

Volturno, per un weekend lontano dal freddo, alla scoperta della cittadina
Polittico
di Sant’Antonio
Barletta
Giuseppe De Nittis
Le corse
a Longchamp

di Capua dal cuore medievale, in dialogo con l’antica Capua romana,


Roma
Guercino
Seppellimento
di Santa Petronilla
Bologna
Giotto

dove secondo la leggenda Annibale riposò (e poi perse la guerra). Da non


Polittico
di Bologna
Torino
Hans Memling
Passione
di Cristo
Cagliari
Retablo dei
Beneficiati
Venezia
Giambattista Tiepolo
perdere il Museo Campano, con la straordinaria collezione di Madri.
Allegoria delle
nozze Rezzonico
Savorgnan

Napoli
Gaspare Traversi
La rissa

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI

Bell’Italia 3
74
ARABBA

Gennaio 2017
VALLE SERIANA
TRIESTE
PARMA

CALASCIO

CAPUA

ARABBA (Belluno)
36 PICCOLA ROCCAFORTE DELLO SCI

48
45 Dove Come Quando

PARMA Csac-Centro Studi e Archivio della Comunicazione


48 UNA VOCAZIONE PER L’ARTE
57 Dove Come Quando

TRIESTE Cattedrale di San Giusto


60 UN SIMBOLO DI FEDE SUL COLLE
72 Dove Come Quando

VALLE SERIANA (Bergamo)


74 AVVENTURE SULLE OROBIE
80 Dove Come Quando

CALASCIO (L’Aquila)
82 MILLE ANNI DI SOLITUDINE
89 Dove Come Quando

CAPUA (Caserta)
92 DUE CITTÀ, UN TUFFO NELLA STORIA
100 Dove Come Quando

60 92
il weekend CAPUA
DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
emanuelarosaclot@cairoeditore.it
RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE
Elisabetta Planca Caporedattore
elisabettaplanca@cairoeditore.it
UFFICIO CENTRALE
Rossella Giarratana Caporedattore
rossellagiarratana@cairoeditore.it
Pietro Cozzi pietrocozzi@cairoeditore.it

110
Giovanni Mariotti giovannimariotti@cairoeditore.it
Raffaella Piovan raffaellapiovan@cairoeditore.it
Barbara Roveda barbararoveda@cairoeditore.it
REDAZIONE
Filippo Cerrina Feroni Inviato
filippocerrina@cairoeditore.it
Lara Leovino laraleovino@cairoeditore.it
Elena Magni elenamagni@cairoeditore.it
Carlo Migliavacca carlomigliavacca@cairoeditore.it
Sandra Minute sandraminute@cairoeditore.it

PHOTO EDITOR

Gennaio 2017 Milena Mentasti milenamentasti@cairoeditore.it


Susanna Scafuri susannascafuri@cairoeditore.it
ART DIRECTOR
Luciano Bobba lucianobobba@cairoeditore.it
Corrado Giavara corradogiavara@cairoeditore.it
Simona Restelli simonarestelli@cairoeditore.it
10 Lettere IMPAGINAZIONE
Franca Bombaci francabombaci@cairoeditore.it
12 Notizie Francesca Cappellato
16 Dicono di noi francescacappellato@cairoeditore.it
Isabella di Lernia isabelladilernia@cairoeditore.it
Claudia Pavesi Caposervizio
Il patrimonio salvato claudiapavesi@cairoeditore.it

21
18 I VINI SICILIANI PER SELINUNTE SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
Mara Carniti maracarniti@cairoeditore.it
Paola Paterlini paolapaterlini@cairoeditore.it
Appuntamenti PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
21 d’arte Silvia Garofoli www.silviagarofoli.com
con Vittorio Sgarbi HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Fabio Bottonelli, Luisella Colombo, Giuseppe
24 DE CHIRICO A VENEZIA De Biasi, Sandra Fiore, Silvia Frau, Rosalba
Graglia, Albano Marcarini, Auretta Monesi,
Antonio Paolucci, Ettore Pettinaroli, Manuela
In viaggio con Antonio Paolucci Piancastelli, Vittorio Sgarbi, Angelo Surrusca
26 I VERDI DINTORNI DI ROMA EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
divisione di
30 con i festival
32 all’aria aperta
34 con il gusto PRESIDENTE
Urbano Cairo
Sentieri d’Italia di Albano Marcarini DIRETTORE GENERALE
103 SULLA COLLINA DI LUNI Giuseppe Ferrauto
CONSIGLIERI
Andrea Biavardi, Alberto Braggio,
Cibo&Paesaggio a cura di Slow Food Giuseppe Cairo, Ugo Carenini, Giuliano Cesari,
Giuseppe Ferrauto, Uberto Fornara,
108 ANTICHE MELE DELL’ETNA Marco Pompignoli, Mauro Sala
CAIRO EDITORE S.P.A.
I piaceri DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:
corso Magenta 55, 20123 Milano,
tel. 02 433131, fax 02 43313927,
110 Camera con vista www.cairoeditore.it
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114 Occasioni ABBONAMENTI: tel. 02 43313468,
orario 9/13, da lunedì a venerdì
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Buona Italia di Auretta Monesi UFFICIO DIFFUSIONE: tel. 02 43313333
116 L’ALPE CIMBRA IN TRENTINO diffusione@cairoeditore.it
123 La ricetta
Stampa: ELCOGRAF S.p.A., via Mondadori
15, 37131 Verona. CENTRO STAMPA via
Cantine d’Italia di Giuseppe De Biasi Enrico Fermi 2/A - 20060 Pozzo d’Adda (MI)
Distribuzione per l’Italia e per l’estero:
124 CASTELLO GINORI DI QUERCETO SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A., via Bettola 18,

116
20092 Cinisello Balsamo (Milano).
126 L’Italia da leggere

132 I borghi disegnati

Accertamento diffusione: Certificato n. 2756


del 14.12.1994 Periodico associato alla FIEG
(Feder. Ital. Editori Giornali)

6 Bell’Italia
I collaboratori di questo numero
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montagna dolomitica, e architetture, in professionista, professionalmente TRIVENETO:
entrata nel suo collaborazione con ha collaborato con di fotografia dal 1996, Cairo Pubblicità SpA (Filiale di Verona)
cuore fin dall’epoca importanti istituzioni le principali case lavorando con Vicolo Ghiaia 7, 37122 Verona
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Collabora con di ricerche sul del Corriere della Grazie all’esperienza Via Trainini 97, 25133 Brescia
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ha appena fondato a viaggiare a lungo numero ci guida e workshop. Cairo Pubblicità SpA (filiale di Bologna)
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questo numero ci della chiesa triestina della Comunicazione weekend, dedicato
Mass Media
parla di Arabba (p.36). di San Giusto (p.60). di Parma (p.48). a Capua (p.92). Galleria Cavour 9, 40124 Bologna
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La ski area di Arabba Tel. 070/305250, fax 070/343905
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LE IMMAGINI DI QUESTO NUMERO è una rivista del gruppo


Lettere: Massimo Ripani, Riccardo Sala/IPA (p.10). Notizie: © Musei Vaticani (pgg.14-15), Massimiliano Nicolè (p.15). Dicono Cairo Editore che comprende anche
di noi: ANSA/Carabinieri (p.16). Il patrimonio salvato: Franck Manogil (p.18). Appuntamento con Vittorio Sgarbi: Archivio le seguenti testate:
Scala, Firenze/DeAgostini Picture Library (p.24), per gentile concessione Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (p.25). SETTIMANALI
In viaggio con Antonio Paolucci: Foto Governatorato dello S.C.V. - Direzione dei Musei (pgg.26-28). Appuntamenti con DiPiù TV, Diva e Donna, Settimanale
i Festival: Fabrizio de Blasio (p.30). Appuntamenti all’Aria Aperta: Andrea Carloni (p.32). Appuntamenti del Gusto: Fabio DiPiù, Settimanale DiPiù e DiPiù
Toschi, Fabrizio Donati (p.34). Scheda Trieste: Corrado Giavara (p.72), Michele Bella/Cuboimages, Franco Cogoli, Corrado Stellare, TV MIA, settimanale NUOVO
Giavara (p.73). Scheda Valle Seriana: BlueRed/Cuboimages (p.80). Piaceri: Franco Cogoli (p.107). Cibo & Paesaggio: e NUOVO TV, “F”, settimanale GIALLO,
Francesco Sottile/Archivio Slow Food (p.108), Giuseppe Famoso/Cuboimages, Francesco Sottile/Archivio Slow Food (p.109). Enigmistica PIÙ
Occasioni: Pietro Celesia, Pino Veclani, Andrea Getuli (p.114). Prossimamente: Massimo Ripani, Albert Ceolan, Olimpio Fantuz/ QUINDICINALI
Sime (p.128). Cartine: Quaterd, Davide Bassoli Settimanale DiPiù e DiPiù TV Cucina,
NUOVO e NUOVO TV Cucina
Testi e fotografie non richiesti non vengono restituiti MENSILI
Airone, Antiquariato, Arte, Bell’Europa,
Bell’Italia. Alla scoperta del più bel paese del mondo. Copyright 2017. Cairo Editore S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, Bell’Italia, For Men Magazine,
fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione Gardenia, In Viaggio, Natural Style
dell’Editore. Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano il 5/4/1986, n. 169. Una copia euro 4, arretrati euro 8.

8 Bell’Italia
Lettere Risponde la redazione scrivete a
bellitalia@cairoeditore.it
oppure: Bell’Italia,
C.so Magenta 55, 20123 Milano

CARIMATE (Como)

I CINQUECENTO
ANNI DEL
SANTUARIO

Vorrei mettervi a cono-


scenza di un piccolo “gio-
iellino” sito nel mio pae-
se, Carimate in provincia
di Como. Si tratta del san-
tuario della Madonna
dell’Albero.
Sorse nel 1517 in segui-
to ad una apparizione
della Vergine (avvenuta
verosimilmente alcuni
anni prima). I dipinti che
oggi vediamo abbellire le
pareti e le volte della chie-
sa sono stati realizzati en-
tro il 1606, e vale la pena
ammirarli. La chiesa ha
subìto vari restauri ma la
bellezza originaria non è
BINASCO (Milano)
stata compromessa.
Nel 2017 corre il cinque- Piccoli lettori crescono (e studiano)
centenario dalla nascita;
per l’occasione è stato Siamo i bambini dell’istituto Maria Bambina di Binasco,
creato un calendario di una piccola scuola primaria, situata tra Milano e Pavia. La
eventi, che troveranno rivista Bell’Italia è stata subito da tutti accolta con molto
conclusione il 5 giugno interesse perché ci presenta il “volto” più bello del nostro
2017, con una Santa Mes- Paese. Che meravigliosi sogni di viaggi riusciamo a fare
sa. Mi farebbe piacere, con le immagini che ci mostrate... aspettando di poterli
tramite la vostra bellissi- realizzare da grandi. I nostri insegnanti ci danno l’oppor-
ma rivista, far conoscere tunità di utilizzare il mensile per approfondire vari argo-
il santuario e il mio paese menti, infatti ci accompagna durante le ore di geografia,
a tutti i lettori (nella foto: scienze, religione e arte. Per questo spesso consultiamo le
PISA
l’interno del santuario, con pagine per arricchire gli argomenti che trattiamo in classe,
l’affresco della Madonna specialmente nelle ore di immagine, dove riproduciamo e I VARIOPINTI
dell’Albero che ricorda la realizziamo lavori artistici con l’utilizzo di diverse tecniche “OMINI”
miracolosa apparizione). pittoriche. Ciao e grazie dai vostri lettori in erba... DI KEITH HARING
Emma Dellacecca, I bambini della scuola Maria Bambina,
Carimate (Como) Binasco (Milano). Ho visitato di recente il
grande murale di Keith
Haring a Pisa, Tuttomon-
CI PIACE ERRATA CORRIGE do (sopra: l’opera, del
t Convinto di vivere nel più bel Nella rubrica 1989). Mi piacerebbe che
Paese del mondo e deciso a provare Occasioni la vostra strepitosa rivista
a conoscerlo pezzo per pezzo, di Bell’Italia 368 vi dedicasse un bel servi-
mi sono avvicinato a Bell’Italia di dicembre, alla zio per farlo conoscere di
e non l’ho più lasciata dal 1996. pagina 131, la notizia più. Complimenti vivissi-
Mi sono creato un indice delle relativa a Vipiteno mi per la vostra rivista che
varie annate della rivista e è corredata da
acquisto puntualmente
a ogni viaggio estraggo i numeri una fotografia che
delle località che intendo visitare, ritrae Ortisei. Ci
ogni mese in edicola. È
che mi fanno da guida. scusiamo dell’errore davvero unica!
Luigi Sciarrone, Torino con i lettori. Stefano Longo,
indirizzo email

10 Bell’Italia
Notizie
A cura di Sandra Minute Fotografia Andrea Pistolesi

PISTOIA LE INIZIATIVE DELLA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2017

UN ANNO AD ARTE
Arte, musica, teatro, festival, animazione degli spazi urbani,
iniziative per i bambini e riscoperta del verde e del paesaggio: è
ricchissimo il programma di iniziative messe in campo da Pistoia
(foto: il duomo) per onorare il suo ruolo di Capitale Italiana della
Cultura 2017. “Rigenerazione urbana” è il cuore del progetto, che
punta a valorizzare il patrimonio monumentale, con il recupero
dell’ex Ospedale del Ceppo e di varie chiese. Tra le tante mostre,
quelle dedicate allo scultore Marino Marini, al pittore Giovanni
Frangi, all’architetto Giovanni Michelucci. INFO: www.pistoia17.it
Bell’Italia 13
Notizie

POMPEI (Napoli) RIAPERTURE E SCAVI INEDITI


Svelati i nuovi gioielli
della città perduta
Un postribolo, due domus e uno scavo del
tutto inedito: sono i nuovi tesori aperti al
pubblico nell’ambito del Grande Progetto
Sopra, dall’alto: la domus di Pompei. Sono tornati accessibili il piccolo CITTÀ DEL VATICANO NEI MUSEI VATICANI
Lucrezio Frontone e una via lupanare, con un corredo di affreschi erotici,
di Pompei. In basso: una

LA GALLERIA
la sontuosa casa di Obellio Firmo (notevole
lastra del fregio di Pelagio
Palagi. Foto grande: Braccio la cassaforte in bronzo e ferro) e la casa di
Nuovo dei Musei Vaticani.
Pagina seguente, al centro:
Marco Lucrezio Frontone, con lo splendido
affresco Uccisione di Neottolemo. Inoltre DELLE
ANTICHITÀ
graffito digitale a Firenze; a sono stati riportati alla luce una domus e un
destra, dall’alto: il funambolo
Andrea Loreni in piazza edificio adibito in epoche diverse a pistrinum
della Loggia a Brescia; (panificio) e poi a fullonica (lavanderia). Una sfilata di divinità pagane e di uomini
la statua di Giulio Ricordi. INFO: tutti i giorni 9-17, 11 €; www.pompeiisites.org e donne celebri del mondo antico in una
cornice spettacolare. Il Braccio Nuovo dei
Musei Vaticani ha riaperto al pubblico dal 22
RACCONIGI (Cuneo) RESTAURATO IL FREGIO NEOCLASSICO DI PELAGIO PALAGI
dicembre al termine di un lungo e complesso
Nelle sale del castello un corteo di 47 metri restauro che ha riguardato sia le strutture
della magnifica galleria, raffinato esempio di
Un corteo di 150 figure umane, cavalli e carri che trasportano un bottino di architettura neoclassica, sia le circa 140 scul-
guerra: 34 lastre di gesso che formano un “nastro” di ben 47 metri. È il ture allineate lungo le pareti. Il Braccio Nuo-
monumentale fregio neoclassico Il trionfo del console Paolo Emilio sul re vo fu realizzato tra 1816 e 1822 per volere di
Perseo, per la prima volta visibile al pubblico dopo il restauro nel castello papa Pio VII Chiaramonti per ospitare la ric-
di Racconigi. Fu ideato da Pelagio Palagi per Carlo Alberto di Savoia ca raccolta pontificia di sculture classiche. A
e realizzato intorno al 1840 da Giuseppe Gaggini. Ritrovato di recente in realizzarla furono Antonio Canova, artefice
un deposito, il fregio del ritorno delle opere trafugate sotto Napo-
è stato restaurato leone, e l’architetto Raffaele Stern. La galleria
(con il contributo della è lunga 68 metri, con 28 grandi nicchie che
Fondazione Crt) nelle ospitano altrettante statue, intervallate da
cucine settecentesche, busti maschili e femminili di personaggi ce-
dove è visitabile lebri dell’antichità. Fulcro dell’esposizione è
su prenotazione. la statua del Nilo sdraiato e circondato da
INFO: il castello è aperto puttini, ritrovata nel ’500 sotto la chiesa ro-
9-19, chiuso lunedì, mana di Santa Maria sopra Minerva.
5 €. Per visitare il fregio: INFO: da lunedì a sabato, orario 9-18, 16 €; aperto l’ultima
0172/845.62; www. domenica del mese, 9-14, ingresso gratuito; www.
ilcastellodiracconigi.it museivaticani.va

14 Bell’Italia
BRESCIA ILLUMINAZIONE ARTISTICA DEL CENTRO

Sul filo della luce


Nuovo splendore, in senso letterale, per
i tesori della Leonessa. Grazie al progetto
“Brescia vestita di luce”, 36 tra palazzi,
piazze e chiese sono valorizzati da una
nuova illuminazione artistica a led, che
esalta la bellezza dei singoli monumenti
e del centro storico nel suo complesso.
La conclusione del progetto è stata
inaugurata da “The Led Walk”, spettacolare
camminata sul filo del funambolo
Andrea Loreni, che ha “passeggiato”
per 180 metri dal campanile del Broletto
(a 40 metri da terra) a piazza della Loggia.
INFO: www.comune.brescia.it

I NUMERI CHE CONTANO

15.484
scritte digitali in 8 mesi, e solo
9 graffiti sui muri, per il campanile
di Giotto. È il bilancio del progetto
“Autography” contro il vandalismo
lanciato dall’Opera del Duomo di
Firenze. I visitatori possono lasciare
i loro “graffiti” in tre postazioni
digitali all’interno del campanile,
certi di ritrovarli sull’apposito sito
autography.operaduomo.firenze.it.
E da febbraio “Autography” sbarca
nella cupola del Brunelleschi.

MILANO LA STATUA DELL’EDITORE MUSICALE COLLOCATA IN LARGO GHIRINGHELLI

Giulio Ricordi celebrato davanti alla Scala


Milano rende omaggio all’editore di Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini.
La statua di Giulio Ricordi è stata collocata accanto al Teatro alla Scala,
al centro di largo Ghiringhelli, riqualificato e restituito ai milanesi come
salotto urbano. La statua in marmo bianco, restaurata, è stata donata
al Comune da Casa Ricordi; fu realizzata dallo scultore Luigi Secchi per
il decennale della scomparsa dell’editore (1922). INFO: www.comune.milano.it

Bell’Italia 15
Dicono di noi L’Italia raccontata dagli stranieri su giornali, riviste e siti internet

L’IMPERATRICE
FA RITORNO
A VILLA ADRIANA
Rubata a Tivoli nel 2012, l’antica testa
in marmo di Giulia Domna è stata ritrovata
in Olanda e restituita al nostro Paese

Il quotidiano olandese De Telegraaf ricostruisce la vi-


cenda che ha visto protagonista una preziosa testa in
marmo del II secolo dopo Cristo raffigurante Giulia
Domna, moglie dell’imperatore Settimio Severo (nella
foto). L’opera, che appartiene al patrimonio dell’area
archeologica di Villa Adriana a Tivoli, era stata rubata
nel 2012 in occasione della mostra “Antinoo. Il fascino
della bellezza” tenuta al Museo del Canopo della Vil-
la. Di recente è ricomparsa ad Amsterdam, dove un
uomo e una donna hanno cercato di venderla. In-
sospettiti dall’importanza del reperto e dall’estraneità
dei due al mercato dell’arte antica, gli esperti della nota
casa d’aste cui i venditori si erano rivolti per la media-
zione hanno avvertito la Polizia olandese e il Coman-
do Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri. La
coppia di cittadini olandesi è stata arrestata e il ritratto
marmoreo riconsegnato dalla Polizia di Amsterdam
direttamente ai Carabinieri, senza la necessità di una
rogatoria internazionale. È stato messo a disposizione
dell’autorità giudiziaria italiana e presto dovrebbe tor-
nare nell’Antiquarium di Villa Adriana.
Venerdì 2 dicembre 2016
“La Polizia consegna una statua ai Carabinieri”
www.telegraaf.nl

NATIONAL PUBLIC RADIO THE NEW YORK TIMES

Il riscatto della La birra dei monaci


donna Artemisia per aiutare Norcia
Il sito della radio statunitense Il terremoto che il 30 ottobre
dedica un’ampia presentazione scorso ha distrutto la basilica
alla mostra “Artemisia di San Benedetto a Norcia
Gentileschi e il suo tempo”, fino ha danneggiato anche il vicino
al 7 maggio al Museo di Roma monastero benedettino.
di Palazzo Braschi. L’esposizione Il quotidiano americano è
è vista come un decisivo tornato nel centro umbro per
passaggio verso il recupero del raccontare la storia dei monaci
Lunedì valore artistico e umano della Giovedì che lo abitavano (molti dei quali
12 dicembre 2016 pittrice seicentesca, in passato 1 dicembre 2016 statunitensi, nella foto); in
“A lungo vista come vittima, “Un monastero italiano
oscurati dall’episodio dello particolare della loro produzione
la pittrice italiana del cerca la salvezza nella
XVII secolo emerge come stupro subìto dal collega birra dopo il devastante di birra, un’attività che vogliono
un’icona femminista” Agostino Tassi (nella foto, terremoto” riprendere al più presto per
www.npr.org un particolare di Susanna www.nytimes.com sostenere la ricostruzione
e i vecchioni, del 1610). della basilica e della città.

16 Bell’Italia
Il patrimonio salvato Privati e fondazioni al servizio dei beni culturali
a cura di Carlo Migliavacca

IL VINO DI SICILIA PER AIUTARE


L’ANTICA SELINUNTE
Cantine Settesoli, importante realtà economica della regione, promuove un progetto di raccolta fondi
a favore dell’area archeologica. Un’iniziativa aperta a tutti attraverso donazioni dirette e acquisto di vini

G li antichi templi di Selinunte respi-


rano il vento del Mediterraneo da
due millenni e mezzo. Le colonne soprav-
con i suoi 310 ettari di estensione, è il sito
archeologico più vasto d’Europa, anche
se solo una piccola parte è visitabile.
Cusa e in collaborazione con l’Assessora-
to Regionale Beni Culturali e Identità Si-
ciliana. Un primo intervento economico
vissute al tempo e alla storia sovrastano diretto di ventimila euro è stato stanziato
da un’altura la costa occidentale della IL SOCCORSO DEL TERRITORIO per sostenere il progetto di illuminazione
Sicilia, segnalando anche da lontano la A UN BENE COMUNE della cinta muraria dell’Acropoli, mentre
posizione di quella che è stata una delle In questi casi, purtroppo, grandezza è un programma di raccolta fondi di am-
più importanti città della Sicilia greca: spesso sinonimo di fragilità: l’area ha pio respiro, attualmente in corso, è fi-
fondata nel VII secolo avanti Cristo e bisogno di manutenzione continua per nalizzato al reperimento di 500 mila
divenuta grande nel V, prima di subire proporre in sicurezza i suoi splendori al euro per il restauro e il miglioramento
la distruzione da parte dei Cartaginesi di pubblico. È per contribuire alle necessità delle condizioni di fruizione (percorsi
Annibale nel 409 avanti Cristo. All’epoca di manutenzione e restauro del sito, in di visita, illuminazione) del Tempio C
doveva contare più di ventimila abitanti stretta relazione con quelle di tutela e dell’Acropoli. Questa seconda parte del
se le cronache ricordano che la conquista valorizzazione, che Cantine Settesoli, la progetto segue due percorsi paralleli: per
punica fece sedicimila morti, cinquemila più grande realtà vitivinicola siciliana, ogni bottiglia di vino Settesoli acquistata
schiavi e un gran numero di fuggitivi. Da ha promosso il progetto di responsabilità nei supermercati italiani vengono devo-
allora non conobbe più gloria, almeno sociale “Settesoli sostiene Selinunte”. La luti dieci centesimi a favore del Parco,
fino al riscatto vissuto in età moderna cooperativa con sede a Menfi, a venti chi- mentre per favorire le donazioni dirette
grazie all’importanza dei suoi resti ar- lometri dal sito archeologico, ha dato vita è stato predisposto un Iban dedicato che
chitettonici e alla bellezza degli apparati all’iniziativa insieme alla direzione del permette di usufruire del credito d’impo-
decorativi rinvenuti tra le rovine. Oggi, Parco Archeologico di Selinunte e Cave di sta previsto dall’Art Bonus.

18 Bell’Italia
... e da salvare

Venezia
Venetian Heritage
dà speranza
a Giorgio Vasari
Nel 1542, Giorgio Vasari
era a Venezia, dove ricevette
la commissione per un
«soffitto di legniame
a dipingere a oljo con nove
quadri grandi» raffiguranti
cinque allegorie di Virtù
e quattro putti. L’opera
era destinata a una sala del
palazzo di Giovanni Corner
sul Canal Grande, e lì
rimase fino all’inizio
Pagina precedente: i resti del Tempio C, il più vasto e antico dell’Acropoli di Selinunte.
La raccolta fondi promossa da Settesoli è finalizzata al miglioramento della sua fruibilità
dell’800, quando il soffitto
da parte dei visitatori. Sopra: un tratto del muraglione dell’Acropoli. Grazie all’iniziativa fu smembrato e disperso
di Settesoli quest’area del sito sarà dotata di un nuovo sistema di illuminazione. nel mercato antiquariale.
Dei nove comparti che
lo componevano, quattro
Sul sito www.settesolisostieneselinunte. Come partecipare (Pazienza, Giustizia e due
it è possibile seguire l’evoluzione del Iban dedicato alle donazioni: putti) sono stati acquistati
progetto e prendere visione della cifra IT31W0894681830000022504092, dallo Stato nel 1987
raccolta attraverso la vendita delle bot- intestato a Parco Archeologico di e destinati alle Gallerie
dell’Accademia di
tiglie: da settembre, sono state più di Selinunte e Cave di Cusa; la causale
Venezia, dove ne sono
500 mila, di conseguenza oltre 50 mila per usufruire del credito d’imposta poi giunti altri due. Uno
euro sono già stati raccolti per il Parco. è “Art Bonus-Selinunte”. di questi, l’allegoria
della Fede, è stato acquisito
nel 2013 da una collezione
privata grazie all’intervento
CARTA D’IDENTITÀ Cantine Settesoli per Selinunte della Fondazione Venetian
Heritage, che ora ha lanciato
Il marchio Settesoli vini di largo consumo fundraising è partita nel una campagna di raccolta
riunisce duemila soci di qualità a prezzi settembre successivo. fondi per l’acquisto della
viticoltori siciliani che accessibili, reperibile nei Cantine Settesoli, Speranza (foto sopra),
lavorano oltre seimila migliori supermercati Menfi, Strada Statale posta in vendita dagli attuali
ettari di vigneto. Fondata in Italia e all’estero: il 115, 0925/771.11, www. proprietari alla cifra di 600
nel 1958 a Menfi 70% del fatturato deriva cantinesettesoli.it mila sterline. Un importante
(Agrigento) e attiva sulla dalle vendite in 30 Paesi contributo economico verrà,
costa sud-occidentale, del mondo. Il progetto come nella precedente
la cooperativa è oggi “Settesoli sostiene occasione, dal Ministero dei
la più grande realtà Selinunte” ha preso il Beni e delle Attività Culturali.
vitivinicola dell’isola, via nel febbraio del 2016
con una produzione con un intervento di
di circa 25 milioni sponsorizzazione diretta per contribuire
di bottiglie all’anno. da parte della società,
INFO Fondazione Venetian
Propone una linea di mentre la campagna di
Heritage, 041/277.07.80,
www.venetianheritage.org

Bell’Italia 19
A cura di Lara Leovino Appuntamenti d’arte

BERGAMO

LOTTO ALLA CARRARA E IN CITTÀ


Una mostra in pinacoteca con prestiti internazionali e due inediti. E un itinerario in città
fra le testimonianze del pittore veneto conservate nelle chiese del centro storico
Straordinario e solitario maestro del Ri- dal 1513 al 1523, fra i più ispirati e de- in città, fra quattro chiese e il Museo
nascimento, Lorenzo Lotto (1480-1557) cisivi. Nel percorso due opere inedite di Bernareggi, alla scoperta delle tante te-
non ebbe fortuna in vita e nemmeno do- Lotto, importanti prestiti internazio- stimonianze artistiche del genio a lungo
po la morte. La sua pittura per essere ri- nali, come l’Autoritratto dal Thyssen- “incompreso”: si parte dalla basilica di
valutata deve attendere il XX secolo con Bornemisza di Madrid, e i capolavori Santa Maria Maggiore.
la grande monografica del 1953 a Vene- della Carrara, come l’intenso Martirio di LORENZO LOTTO Attraverso Bergamo. Sede:
zia. Oggi l’Accademia Carrara approfon- Santo Stefano (nella foto, un particolare), Accademia Carrara. Date: 3 dicembre-26
disce un aspetto importante della sua dipinto dall’artista nel 1513. L’incontro febbraio. Orari: 9,30-17,30, chiuso martedì.
carriera: gli anni trascorsi a Bergamo, con il Lotto prosegue attraverso un tour Ingresso: 12 €. Info: 035/23.43.96; www.ll8.it
MILANO

BELLOTTO E CANALETTO
GIGANTI DEL VEDUTISMO
Il vedutismo veneziano è
protagonista a Milano grazie a 100
BIUMO SUPERIORE (Varese)
straordinarie opere – tra dipinti,
disegni e incisioni – di due dei I TABLEAUX VIVANTS
massimi esponenti di questo DI WILSON A VILLA PANZA
genere: Antonio Canal, detto il Il poliedrico regista e artista
Canaletto (1697-1768) e suo nipote Robert Wilson rende omaggio alla
Bernardo Bellotto (1722-1780). memoria del grande collezionista
Il percorso, che ha un’impostazione Giuseppe Panza di Biumo.
tematica e non cronologica, invita Lo fa con 56 video ritratti, tra cui
il visitatore a un interessante il nucleo che ha per protagonista
confronto fra le opere e Lady Gaga, mai esposto
le tecniche di lavoro dei due in Italia. Un allestimento site-
artisti, considerati i precursori specific si ammira anche nel
della fotografia. Sopra: Pirna dal parco della monumentale villa.
villaggio dei pescatori, 1753-1754, In questi lavori emerge una
di Bernardo Bellotto. BELLOTTO “contaminazione” tra il mondo
E CANALETTO. Lo stupore e la luce. classico e contemporaneo: un
Alle Gallerie d’Italia-Piazza Scala confronto, quello fra passato e
fino al 5 marzo. Info: 800.16.76.19. presente, amato anche dal conte
Panza. A sinistra: Lady Gaga, the
death of Marat, 2013, di Robert
Wilson. ROBERT WILSON for Villa
Panza. Tales. A Villa Panza fino al 15
ottobre 2017. Info: 0332/28.39.60.

BOLOGNA

LA CITTÀ IN FESTA: TORNA ARTE FIERA


Edizione numero 41 per la più longeva kermesse
d’arte moderna e contemporanea d’Italia. Titolo
di quest’anno è “Arte è Natura”, chiaro omaggio
al ruolo della natura, primo e fondamentale
archetipo di forme e colori. Le gallerie presenti
sono 133, con una sezione ad hoc dedicata alla
fotografia. Eventi d’arte interessano l’intero centro
storico della città. A sinistra: Ulivo, 2016, di
Elizabeth Aro. ARTE FIERA. Dal 27 al 30 gennaio
a BolognaFiere. Info: 051/28.21.11, www.artefiera.it
Appuntamentid’arte

VENEZIA

LA BOTTEGA CADORIN: IL DESTINO DELL’ARTE


L’epopea di una famiglia, i Cadorin, appassionata d’arte dal
’500: pittori, scultori, intagliatori, fotografi, architetti ma anche
collezionisti. Nella casa-museo di Mariano Fortuny, frequentata
anche dai Cadorin, si ammira la raccolta di Ida Barbarigo.
Duecento lavori (statue, dipinti, ceramiche, foto, disegni) che
raccontano un’affascinante storia di famiglia. A destra: Ida, 1982,
di Zoran Music. CADORIN. Una dinastia di artisti veneziani. A Palazzo
Fortuny fino al 27 marzo. Info: www.fortuny.visitmuve.it

PALERMO

CARAVAGGIO
CONTEMPORANEO
Omar Galliani e Lorenzo
Puglisi ripercorrono il viaggio
di Caravaggio nei luoghi
BOLOGNA
simbolici da lui toccati a
MESSICO SOTTO LE TORRI Palermo e a Napoli, 4 anni
La Gelman è una delle più grandi prima di morire. Lo fanno con
raccolte d’arte messicana del XX opere realizzate ad hoc, ispirate
secolo, in cui primeggiano Frida allo stile del Merisi. La mostra
Kahlo e Diego Rivera. Dipinti, ad aprile andrà a Napoli.
foto, abiti, gioielli si ammirano A sinistra: Paesaggio dei miei
a Palazzo Albergati. Sopra: Paesaggio veleni, 2014, di Omar Galliani.
con cactus, 1931, di Diego Rivera. OMAR GALLIANI- LORENZO
LA COLLEZIONE GELMAN. Arte messicana PUGLISI. Caravaggio, la verità
del XX secolo. A Palazzo Albergati nel buio. A Palazzo Belmonte
fino al 26 marzo. Info: 051/030.10.15. Riso Fino al 2 febbraio.
Info: www.palazzoriso.it

FIRENZE

DAL PONTE: L’ORO DEL RINASCIMENTO


Un restauro importante quello della Incoronazione
della Vergine, splendida tempera su tavola di
Giovanni di Marco di Giovanni, detto Giovanni dal
Ponte (1385-1437). Si ammira, fra gli altri capolavori,
nella prima monografica dedicata all’artista che fu
un protagonista dell’Umanesimo tardo-gotico
fiorentino. In mostra 50 opere di raffinata grazia
e bellezza. A sinistra: Allegoria delle sette arti liberali,
1430, di Giovanni dal Ponte. GIOVANNI DAL PONTE
(1385-1437). Alla Galleria dell’Accademia fino al 12
marzo. Info: www.accademia.org

Bell’Italia 23
Appuntamento con Vittorio Sgarbi
Un Museo un Capolavoro VENEZIA Peggy Guggenheim Collection

LO SGUARDO DI DE CHIRICO
SULL’ENIGMA DEL MONDO
È dedicata a Guillaume Apollinaire La nostalgia del poeta, opera del 1914 in cui oscuri
rapporti tra oggetti solitari introducono a una visione metafisica dell’esistenza

«Sono convinto di avere mostrato un Ad Apollinaire De Chirico dedica nel tile, facendoci avvertire tutta la beffarda
nuovo cammino in arte»: così scrive 1914 due quadri dall’aspetto simile; sfuggevolezza di ciò che la presunzione
Giorgio de Chirico in una lettera del uno più diretto, un ritratto metaforico, del pensiero positivista aveva preteso
febbraio 1914 a Guillaume Apolli- l’altro, La nostalgia del poeta, in veste di controllare: «bisogna tacere quando
naire, il poeta d’avanguardia al centro più allusiva e in un formato accentuata- si penetra la profondità di un quadro»,
del milieu che a Parigi, sotto i colpi del mente verticale, a rimarcare lo stacco ri- sostiene sempre De Chirico, «non esiste
Cubismo, stava rivoluzionando l’arte, «il spetto all’orizzontalità prevalente delle altro che quello che i miei occhi vedono
più intelligente», come lo considerava prime opere metafisiche (1910-13), più aperti e ancora di più chiusi».
l’artista. Nato e rimasto in Grecia fino “italiane”, meditabonde e d’atmosfera, Enorme l’influenza della Metafisica,
all’adolescenza, formatosi poi a Monaco in cui l’esposizione dell’enigma si basa caposaldo della prima avanguardia
di Baviera, ammirando la pittura simbo- sull’evocazione di luoghi prospettica- internazionale, nell’affermazione del
lista di Böcklin e Klinger come i testi di mente ben definiti. In La nostalgia del gusto contemporaneo, non solo nell’ar-
Schopenhauer e dell’amatissimo Niet- poeta lo spazio è sovrastato dall’asso- te, ma anche nella letteratura (la poe-
zsche, dal 1911 De Chirico è nella Ville ciazione degli oggetti. È un’epifania sia ermetica di Ungaretti e Montale),
Lumière insieme al fratello, il poliedri- del nulla cosmico, dialogo muto che malgrado lo stesso De Chirico. Il quale,
co Alberto Savinio. Malgrado già allora anticipa, in qualche modo, il tema quando viene indicato dal Surrealismo
avesse un’eccezionale considerazione dell’incomunicabilità universale, az- come suo padre ideale, ha già cambiato
di sé, la sua affermazione non era esa- zerando la fisicità dell’uomo e con es- indirizzo, facendosi tacciare di passati-
gerata: anche lui, come i cubisti, propo- sa qualunque visione che lo ponga al smo classicheggiante. L’arte della pole-
neva un’arte prettamente intellettuale, centro dell’universo, per lasciarci soli mica, da quel momento, conterà in lui
ma senza ricorrere allo stravolgimento a subire il mistero del mondo racchiu- quanto quella dipinta.
del dato reale, di cui, anzi, rispetta le so nella «solitudine dei segni», come la
apparenze più convenzionali. chiama De Chirico. È una sensazione Peggy Guggenheim Collection, Venezia,
Nelle sue opere la realtà è piuttosto spiazzante, ma non disperante, quella Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701,
scavalcata, secondo una dimensione che ci fa sentire irrimediabilmente in 041/240.54.11. È aperta tutti i giorni, tranne
altra, metafisica, in cui le cose si asso- scacco, come se fosse un naufragio gen- martedì, dalle 10 alle 18; ingresso 15 €.
ciano senza una logica precisa, seguen-
do l’impulso creativo dell’inconscio, da Pagina seguente: La nostalgia del poeta (1914), alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia.
poco individuato scientificamente per
opera di Freud, come non era successo
neanche nel Simbolismo più irrazio- Sul volto del poeta
nale. Ne derivano immagini dal forte il presagio del futuro
effetto straniante, che fanno leva, per Nel 1914, De Chirico dipinge anche
via dell’incertezza del significato, su un il Ritratto di Guillaume Apollinaire
inedito senso della liricità visuale: il fa- (nella foto, Parigi, Centre
scino dell’enigma irrisolvibile («la musi- Pompidou), che il poeta inserisce
ca nascosta che non si sente», la chiama nel frontespizio della raccolta
De Chirico) ci obbliga a una condizione Et moi aussi je suis peintre.
psicologica di stallo. Il poeta e il filosofo, La silhouette di Apollinaire appare
dediti entrambi alla meditazione in cui sullo sfondo, e un cerchio segna
si riconosce l’uomo superiore (De Chiri- parte del volto. Proprio in quel
co riteneva Nietzsche «il poeta più pro- punto Apollinaire, partito volontario
fondo»), sono gli archetipi intellettuali per la Prima guerra mondiale,
a cui il pittore metafisico guarda, tra- sarà ferito nel 1916, dando
sponendo in un’arte «libera e profonda» all’opera un’aura di premonizione.
la loro stessa missione di testimoniare
l’incomprensibile astrusità del tutto.

24 Bell’Italia
Simbolo arcano
Su quello che sembra
un obelisco poggia
uno stampo da cucina
a forma di pesce, l’animale
simbolo delle comunità
paleocristiane, rivolto, però,
verso un ideogramma
arcano. Il pesce potrebbe
fare anche riferimento
al mito di Orfeo (poeta
il cui canto faceva uscire
i pesci dall’acqua) e ad
Apollinaire, considerato
come novello Orfeo.

Figura misteriosa
Simulacro della presenza
umana, il manichino
altezza 90 cm

per sarti è un plausibile


riferimento al poema
Le musicien de Saint-Merry
di Apollinaire, in cui il
musicista è privo di occhi,
naso e orecchi. Il motivo
è qui alla sua prima
apparizione; diventerà
tipico della pittura
Metafisica, in particolare
del successivo periodo
ferrarese, il più criptico,
quando De Chirico opera
al fianco di Carrà e De Pisis.

Oltre la realtà
Il busto ha fattezze
classiche, ma ha grandi
occhiali scuri che coprono
gli occhi: potrebbe essere
un riferimento alla cecità
(Omero lo era), o al loro
carattere di simboli
di visione mentale, forse
anche di preveggenza.

Bell’Italia 25
In viaggiocon Antonio Paolucci
Roma - Città del Vaticano MUSEI VATICANI Galleria delle Carte Geografiche

LAZIO: UN MARE VERDE INTORNO


ALLA CAPITALE DEL MONDO
Alla scoperta dei paesaggi ancora selvaggi attraversati per secoli da pellegrini e viandanti diretti
a Roma. Montagne, foreste e paludi che affascinarono i pittori paesisti del Seicento

Il Lazio è una regione speciale perché degli Apostoli, il Vicario, il primo papa, nell’Ottocento dai Torlonia e a Sud,
al suo centro c’è Roma e Roma è la città con la sua scelta romana, dà inizio alla in vista del mare, le foreste e le paludi
del papa. «Roma per sacram Beati Petri sequela dei pontefici. dell’allora non bonificato comprensorio
sedem caput orbis effecta» (Roma è di- pontino. Roma è circondata, come da
ventata capitale del mondo perché è la LA CITTÀ ETERNA TRA VASTI un sudario, da un vasto verde deserto. È
sede di Pietro) dichiara infatti l’iscri- PANORAMI NATURALI l’impressione che provarono i pellegrini
zione latina di Leone I nella Galleria Il cartografo Ignazio Danti ha svolto il e i viaggiatori che da ogni parte d’Euro-
delle Carte Geografiche. Mentre in al- suo compito con professionale, scrupo- pa arrivavano nella Città Eterna.
to, negli affreschi della volta, nella sce- losa accuratezza. È bene evidenziata Mentre le altre grandi città italiane,
na con il Domine quo vadis? (San Pietro l’orografia della regione: i Colli Albani Milano e Napoli, ma anche Bologna e
che, fuggitivo da Roma, incontra Cristo a sud-est, le montagne della Sabina, del Firenze, anche Perugia e Padova, sono
e decide di tornare in città per esservi Viterbese, del Reatino a nord. A destra, precedute e circondate da una fitta rete
lì crocifisso) c’è l’istituzione stessa del ai confini dell’Abruzzo, c’è il Fucino, di centri minori, di borghi, di villaggi
pontificato romano. Infatti il Principe il grande lago che verrà prosciugato (la Galleria dà sempre minuziosa testi-
monianza della straordinaria urbaniz-
zazione del territorio dell’Italia stori-
ca), prima di Roma, i viaggiatori che
scendevano da nord percorrendo le
grandi vie consolari (la Flaminia, la
Cassia, la Salaria) non incontravano
praticamente nulla. Solo le selvagge
montagne della Sabina dominata dal
Soratte, caro alla memoria di Orazio,
e le vaste distese dell’Agro. Erano i
paesaggi amati dai paesisti del Seicen-
to, da Francesco Albani, da Annibale
Carracci e da Gaspard Dughet. Era il
romantico deserto, carico di storia,
attraversato dal mito, che affascinava
Goethe e Chateaubriand.

MONUMENTI TESTIMONI
DI UN GRANDE PASSATO
Nella carta del Lazio l’attenzione mag-
giore è dedicata a Roma, qui presentata
nella sua pianta globale. È un dettaglio
d’affresco così amato dai turisti che, per
proteggerlo da una altrimenti inevita-
bile usura, è stato necessario coprirlo
con un vetro. Ecco la Città Eterna alla
fine del Cinquecento, popolata all’epo-
ca da circa centomila abitanti. È chiusa

26 Bell’Italia
Sopra: la veduta di Roma inserita nell’affresco con la carta del Lazio. Pagina precedente: il celebre
episodio del Domine quo vadis? dipinto nella volta soprastante la carta.

Bell’Italia 27
In viaggiocon Antonio Paolucci

Sopra: il territorio laziale raffigurato dal cartografo Ignazio Danti nel 1581 nella Galleria delle Carte Geografiche. In basso a sinistra,
il riquadro con la veduta di Roma. Sotto: particolare della minuziosa restituzione del territorio della Sabina al confine con l’Umbria.

nel cerchio delle mura Aureliane che nata nel giro delle mura Aureliane, la
contengono al loro interno vasti spazi Piramide Cestia. Viene in mente Mon-
verdi di orti, vigne, parchi, giardini. Il taigne che, a Roma nell’inverno del
Vaticano è una città a parte, separata 1581 (la Galleria delle Carte Geografi-
dal centro urbano dai ponti sul Tevere. che era appena finita e ancora umida
Si riconoscono la basilica di San Pietro di intonaco), scriveva essere Roma una
e Castel Sant’Angelo; tutto intorno si grande pianta sotto il cielo popolata di
estendono i vasti prati che, fra Otto- rovine, minima testimonianza di una
cento e Novecento, daranno nome al gloria e di una grandezza che possono
quartiere che qui ha preso forma. solo essere evocate e rimpiante.
Se si fissa lo sguardo sul centro storico,
si riconoscono a uno a uno i monu-
menti celebri, le mirabilia urbis che Musei Vaticani, Città del Vaticano, viale
suscitavano l’ammirazione del mondo. Vaticano, 06/69.88.46.76, 06/69.88.31.45,
C’è il Colosseo, ci sono le colonne Anto- mv.vatican.va. Aperti da lunedì a sabato,
nina e Traiana, c’è il Pantheon, c’è San ingresso 9-16, chiusura 18; biglietto 16 €.
Giovanni in Laterano sullo sfondo. C’è Domenica chiuso eccetto l’ultima del mese,
anche, alla porta San Paolo, incasto- ingresso 9-12, chiusura 14; gratuito.

28 Bell’Italia
Appuntamenticon i festival di Sandra Minute

TREVISO DAL 28 GENNAIO


MUSICA NELLA CITTÀ DIPINTA
Treviso, urbs picta, ospita la 4ª rassegna
Musica Antica in Casa Cozzi con concerti,
conferenze, corsi e un laboratorio di canto
e musica medievale. “Mimesis, dal segno
al suono” è il tema di questa edizione, che
vuole raccontare una urbs sonora ideale,
in rapporto alla città dipinta medievale
e rinascimentale. Il concerto inaugurale è
del liutista svedese Jakob Lindberg (foto).
BOLOGNA DAL 15 GENNAIO
INFO www.almamusica433.it, www.fbsr.it

UN MERCATO IN MUSICA MILANO DALL’8 GENNAIO AL 21 MAGGIO


Concerti di classica, lezioni e corsi nella struttura di
periferia rinata sotto la gestione di un’orchestra giovanile PROVE APERTE ALLA SCALA
La grande musica a favore dei giovani
della periferia. Al via l’8ª edizione di Prove
Uno spazio di periferia rinato grazie alla musica classica. È Mercato Sonato, Aperte della Filarmonica della Scala:
l’ex mercato rionale del quartiere San Donato trasformato in centro polifun- le prove di quattro concerti, come quello
zionale sotto la gestione dell’Orchestra Senzaspine (foto), ensemble di 200 del pianista Maurizio Pollini diretto da
musicisti under 35 guidati da Tommaso Ussardi e Matteo Parmeggiani; è il Riccardo Chailly, sono aperte al pubblico a
primo spazio pubblico in Italia autogestito da un’orchestra giovanile. La clas- pagamento e il ricavato viene interamente
sica è il perno di una stagione ricchissima e aperta a tutti i generi: oltre ai devoluto a progetti a sostegno dello studio
concerti, ci sono corsi di tango e milonga, serate dedicate allo swing, corsi del per i ragazzi delle periferie milanesi.
coro di voci bianche, laboratori di musica e arte per bambini e molto altro. Tra INFO biglietti 5-35 €, filarmonica.it/proveaperte
gli eventi di gennaio, il 15 il concerto-aperitivo dell’Orchestra d’Archi Senza-
spine: brani di Suk e Grieg seguiti da brunch vegetariano. E tutti i lunedì sera,
prove aperte a ingresso libero degli ensemble nati all’interno dell’orchestra.
INFO Mercato Sonato, via Giuseppe Tartini 3, www.mercatosonato.com, www.senzaspine.com

VARIE CITTÀ DAL 6 GENNAIO AL 4 FEBBRAIO


IN TOURNÉE IN ITALIA IL PIANISTA DI YARMOUK
Le immagini di lui al pianoforte, nella periferia bombardata di Damasco (foto)
hanno commosso il mondo. Lì suonava ogni giorno, circondato da bambini, in
un gesto di speranza contro la guerra, finché l’Isis lo ha costretto all’esilio, come
migliaia di suoi connazionali. Aeham Ahmad, il pianista di Yarmouk (il campo
profughi dov’è nato), PALERMO DAL 21 AL 29 GENNAIO
che oggi vive in
Germania, arriva in Italia MACBETH VA AL MASSIMO
con la sua “Musica per L’interpretazione è affidata a Luca Salsi
la speranza”: sarà il 6 (foto), che ha già cantato nei panni del
gennaio a Locorotondo, sanguinario re di Scozia con la direzione
poi a Roma (7), Mestre di Riccardo Muti. La messa in scena
(22), Taranto (27), è della talentuosa regista palermitana
Firenze (2 febbraio) Emma Dante. Da questo incontro nasce il
e Aosta (il 4). Macbeth di Giuseppe Verdi, che inaugura
INFO 011/553.36.24, la stagione 2017 del Teatro Massimo.
www.musicalista.it INFO www.teatromassimo.it

30 Bell’Italia
Appuntamentiall’aria aperta di Pietro Cozzi

TARVISIO (Udine) DAL 22 AL 31 GENNAIO

EMOZIONI
MONDIALI
Dalla discesa libera alla combinata,
sulle nevi della pista Di Prampero
si sfidano i più forti sciatori paralimpici

Tecnica, coraggio e tanta velocità, al punto


che i discesisti più rapidi toccano i 110 chilo-
metri orari, con prestazioni vicinissime a quelle
di un atleta normodotato. Non mancherà pro-
prio nulla ai Campionati Mondiali di Sci Para-
limpico di Tarvisio per affascinare il pubblico e
gli appassionati. L’appuntamento è sulla pista Di
Prampero, una delle più belle delle Alpi Orienta-
La partenza della pista Di Prampero dal santuario del monte Lussari. li, con partenza dalla pittoresca cima del monte
Lussari (1.789 metri). Cinque le gare in program-
ma, maschili e femminili, dove si confrontano
oltre 140 partecipanti da 35 nazioni diverse:
si comincia con la discesa libera per proseguire
poi con supergigante, gigante, slalom e super-
combinata. Gli atleti gareggiano in tre diverse
categorie: “standing” (sciatori in piedi), “sitting”
(seduti) e “blind” (non vedenti e ipovedenti). Per
la cerimonia di inaugurazione sono attesi nume-
rosi ospiti e il presidente del Comitato Paralim-
pico Internazionale Sir Philip Craven. A tutte le
gare si può assistere gratuitamente.
INFO www.paralympic.org/tarvisio-2017

PRATOVECCHIO STIA (Ar) 29 GENNAIO VILMINORE DI SCALVE (Bergamo)

SULLE TRACCE DEL LUPO IN MOSTRA I TRONCHI FOSSILI


Un’avventura affascinante, fra i boschi Nella sede della comunità montana,
del Parco Nazionale delle Foreste in val di Scalve, un nuovo spazio espositivo
Casentinesi: le guide di Equinatura racconta la straordinaria vicenda dei
propongono la ciaspolata “A casa tronchi fossili ritrovati in zona. A palazzo
di fra’ lupo”, sulle tracce del predatore Pretorio si scopre così una delle
più importante dell’area protetta. La zona ricchezze geologiche del Parco delle
è quella del passo della Calla, valico Orobie Bergamasche: la grande foresta
sullo spartiacque tra le valli del Bidente travolta e conservata dalla glaciazione.
e dell’Arno. INFO www.equinatura.it INFO www.parcorobie.it

PASSO SAN PELLEGRINO (Trento) DOBBIACO (Bolzano) DAL 7 AL 15 GENNAIO

UNA NUOVA PISTA NERA VIAGGIO IN MONGOLFIERA


Una serie di “muri” con pendenze medie In val Pusteria, le colorate mongolfiere
In alto, da sinistra:
che sfiorano il 50 per cento, per più radiotelecomandate solcano i cieli del
uno sciatore
paralimpico in di 600 metri di dislivello complessivo: Dolomiti Balloonfestival, con lunghi
azione; la pista la nuova pista La VolatA aggiunge alla spettacoli pomeridiani. Ma si può anche
nera La VolatA ski area tra Falcade (Belluno) e il passo provare in prima persona l’emozione
al passo San San Pellegrino un tracciato riservato agli del volo, galleggiando sulle grandi
Pellegrino. Qui
sopra: mongolfiere sciatori esperti. Si parte dalla cima del “ceste” per circa un’ora, ai comandi
nel cielo della col Margherita (2.514 metri), salendo in di un pilota; costo 290 € a persona.
val Pusteria. funivia. INFO www.passosanpellegrino.it INFO www.balloonfestival.it

32 Bell’Italia
Appuntamentidel gusto A cura di Pietro Cozzi Testi di Silvia Frau

EAST LOMBARDY (Bergamo-Brescia-Cremona-Mantova)

CUORE GOLOSO
D’EUROPA
Grazie a prodotti e ristoranti d’eccellenza,
la Lombardia Orientale è Regione
Europea della Gastronomia per il 2017

Gioca sul termine inglese “eat” (mangiare) e


“east” (orientale) EAsT Lombardy, il grande
progetto che coinvolge le province lombarde di
Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova, premiato
di recente con la nomina di questa zona a Regio-
ne Europea della Gastronomia 2017. Un ricono-
scimento prestigioso, alla cui base c’è un’inedita
collaborazione tra territori accomunati da una
Romano Tamani alla presentazione di EAsT Lombardy, al monastero di Astino. straordinaria offerta di eccellenze: basti pensare
ai 16 prodotti tutelati dalla Dop, alle 9 Igp, alle
8 strade del vino e ai numerosi Presidi Slow Food.
O ancora ai 22 ristoranti stellati Michelin, tra
cui due “tre stelle”. Un’offerta capace di saziare
anche il più esigente turista gourmand, che si
rinnoverà durante tutto l’anno grazie ai grandi
eventi tematici in programma, come le decine
di feste e sagre, il Food Film Fest (a Bergamo, in
giugno) il Festival Franciacorta (a settembre) e
Gourmarte (a novembre). E anche gli appunta-
menti di altro tema, come la storica 1000 Miglia
(a maggio) faranno da “vetrina” privilegiata per
EAsT Lombardy. INFO www.eastlombardy.it

FIRENZE DAL 20 AL 22 GENNAIO MILANO

BUONA, FRESCA E ARTIGIANALE LECCORNIE PER PENDOLARI


La birra artigianale è ormai un’eccellenza Dedicato a chi si muove ogni giorno
italiana e il fiore all’occhiello di molti per lavoro, iCestini è un servizio che
territori. L’appuntamento per i “cultori” permette di prenotare on line la propria
è al Teatro Obihall con Birraio dell’Anno, cena e poi ritirarla prima di salire
dove sono ospiti una ventina di piccole sul treno. Dopo una giornata di fatiche
aziende nazionali. Da provare, e premiare, si gustano i piatti della tradizione italiana,
100 tipi di birra alla spina; ingresso: scelti in un ricco menu. Le colorate
10 €, con bicchiere e 3 gettoni per le confezioni vengono recapitate alle stazioni
degustazioni. INFO www.birraiodellanno.it Cadorna e Garibaldi. INFO www.icestini.it
DOSSON DI CASIER (Tv) DAL 27/1 AL 5/2 ALTA BADIA (Bolzano) DAL 22 AL 25 GENNAIO

IL DELICATO FIORE D’INVERNO CUCINA CREATIVA E SOSTENIBILE


Arrivato alla trentunesima edizione, Quattro giorni per parlare di cucina etica
Dall’alto: i Cerea, il Festival del Radicchio Rosso di Treviso e sostenibile, con 30 chef provenienti da
proprietari di Da
Vittorio, ristorante a Dosson è tutto dedicato al più famoso 5 continenti e 16 nazioni: è il programma
“tre stelle” nel “fiore d’inverno”. I visitatori imparano di Care’s, manifestazione nata
territorio di EAsT a conoscerlo con le degustazioni negli da un’idea di Norbert Niederkofler
Lombardy; la cena stand e i menu dedicati nei ristoranti. In e Paolo Ferretti. I talk show e le tavole
in stazione de
iCestini; radicchio
programma anche incontri con specialità rotonde si occupano di cambiamenti
rosso; degustazioni gastronomiche di altre regioni italiane. climatici, stagionalità dei prodotti
al Birraio dell’Anno. INFO www.radicchiorossodosson.it e riutilizzo degli scarti. INFO www.care-s.it

34 Bell’Italia
ARABBA (Belluno)

Soffice distesa
innevata nei dintorni
del rifugio Burz,
al centro di una
delle zone sciistiche
di Arabba; sullo
sfondo, i profili
del monte Cavallo
e del Sasso delle Dieci.

36 Bell’Italia
LA PICCOLA ROCCAFORTE
DELLO SCI
In posizione strategica tra il Sella e la Marmolada, l’accogliente
località dell’Agordino è all’incrocio delle più famose piste dolomitiche,
dalle “nere” di Porta Vescovo alle facili traversate sulla neve
TESTI Fabio Bottonelli FOTOGRAFIE Olimpio Fantuz/Sime

Bell’Italia 37
Qui sopra: la funivia che sale a Porta Vescovo (2.478 metri), lungo il versante dove sono state tracciate diverse piste nere, tra le più difficili
delle Dolomiti. Pagina seguente, dall’alto: la chiesa in località Pezzei; scorcio di Arabba, sotto la tondeggiante cima del Sas Ciapel.

D
omani nevica: lo ha detto si trovi qui, dove l’ambiente è un po’ più go, una valle ben definita, stretta fra il
Arabba. Per i fan delle Dolo- rude e severo, le precipitazioni sono ab- gruppo del Sella e la catena del Padon,
miti d’inverno, arrivare fin qui bondanti e pareti e pendii vergini forma- con una forte identità ladina; in lingua
vuol dire soprattutto due cose: no un vero laboratorio a cielo aperto per locale, è la valle di Fodom. All’ingresso,
affrontare le piste più impe- gli studi meteonivologici sulle Dolomiti. venendo da Caprile o dal Falzarego, il
gnative del Sellaronda (e questo è noto a Il nome stesso di Arabba in ladino è Rè- simbolo è il castello di Andraz, ardita
tutti gli appassionati) e informarsi con il ba, da royba, cioè frana, o da rebia, che fortificazione di remota origine, eretta
bollettino meteo più affidabile (e questa indica la valanga ma anche il “torrente su un masso erratico nell’undicesimo
è più una curiosità). Nella località scii- che straripa”; altre fonti invece si rifanno secolo e poi per molto tempo dipenden-
stica, distesa a 1.602 metri di quota nella al latino herba e arvum, quindi “campo te dai principi-vescovi di Bressanone.
stretta conca di Livinallongo, sotto i passi erboso”. Qui nevica spesso, e la neve ri- Oggi ospita un museo etnografico (di
Campolongo e Pordoi, ha infatti sede il mane a lungo, come una volta. E si viene solito aperto nella bella stagione), con
Centro Sperimentale Valanghe e Difesa soprattutto per sciare. approfondimenti sulla storia del castel-
Idrogeologica, che fa capo all’Arpav del lo, dei restauri e dei legami con l’antica
Veneto. E al di là delle sigle burocrati- DOVE UN TEMPO REGNAVANO attività estrattiva nelle vicine miniere
che, quello che sentenzia Arabba sul I PRINCIPI-VESCOVI del Fursil. Anche paesaggisticamente e
meteo nelle montagne del nord-est è Non è facile situare geograficamente geologicamente Livinallongo è un’entità
legge per tutti gli sciatori: non ci so- Arabba: siamo nell’alta valle del Corde- a se stante: sotto la neve si evidenzia il
no applicazioni o siti web che reggano il vole, quindi nell’Agordino, ma cultural- contrasto fra i rilievi “vulcanici” del Pa-
confronto. Non è un caso che il Centro mente dobbiamo parlare di Livinallon- don e le vicinissime dolomie.

38 Bell’Italia
Bell’Italia 39
40 Bell’Italia
L’incanto delle pareti e dei torrioni del Sella, “disegnati” dalle ultime luci del giorno. Arabba è uno degli snodi
più importanti del Sellaronda, il giro sciistico del massiccio che tocca quattro passi dolomitici.

Bell’Italia 41
LA SKI AREA Di passo in passo, tra il Pordoi, il Campolongo e il Padon

1
5
4
2

Arabba (1.602 metri) è uno Campolongo, attraverso meno esperti, che così evitano
dei fulcri del Sellaronda gli impianti del Burz e del il difficoltoso tratto alto.
(il giro dei 4 passi dolomitici Bec de Roces; verso Porta Con facili discese e lunghi
“sci ai piedi”) e del lungo Vescovo. In quest’ultimo impianti, in una gelida conca
ski tour della Grande settore ci sono le piste più innevata, si scollina poi al
Guerra, che sconfina fra Alta tecniche delle Dolomiti: delle passo Padon, per “buttarsi”
Badia, Cortina e Civetta. vere “supernere” come con una pista-belvedere
In tutto conta circa 60 km la Fodoma (1) e la Sourasas (4) sulla Marmolada, verso
di piste, comprese quelle (2), picchiate di 900 m di Fedaia-Malga Ciapela. Sullo
della Marmolada, con la dislivello con una lunghezza storico versante Burz ci
quale forma un’unica zona continua di oltre 4 km. Fra sono campi scuola e un
del Dolomiti Superski. Gli le novità della stagione, lungo tracciato facile (5).
impianti sciistici (nella cartina) la cabinovia Portados (3), Una bella discesa è anche
abbracciano più fronti: in che salendo a un punto il rientro di 7 km dal Pordoi
direzione del passo Pordoi intermedio del versante (6). Skipass giornaliero
e del Belvedere di Canazei; di Porta Vescovo facilita Arabba-Marmolada 45-49 €;
verso il sistema Cherz- il Sellaronda agli sciatori Dolomiti Superski 51-57 €.

42 Bell’Italia
Pagina precedente, in basso: un breve tratto di pista facile, a Porta Vescovo, dove incombe il Sas de Mesdì. Qui sopra: panorama
da Porta Vescovo verso il monte Cavallo, il Sasso delle Dieci e il Sasso delle Nove, nel gruppo delle Conturines.

La gran varietà di terreni ed espo- denze, disegno delle piste – quest’area ai piedi”, o a distanza di passeggiata
sizioni e la conformazione dei versanti è quella che, nelle Dolomiti, ricorda di dagli impianti, lungo la storica strada
hanno fatto la fortuna di Arabba come più i contesti sciistici delle Alpi Occiden- delle Dolomiti e attorno alla chiesa
stazione sciistica. Il paesino ai piedi del tali. L’ambiente è molto piacevole ma seicentesca dedicata ai Santi Pietro e
passo Pordoi è un’orgogliosa roccaforte non così platealmente scenografico co- Paolo. Sul ripido versante al sole verso
del grande sci sulle Dolomiti, e le sue pi- me nelle valli dolomitiche più famose; il passo Campolongo, i prati del Cherz
ste, nelle preferenze degli appassionati, lo stesso gruppo del Sella, che incombe e il Col di Lana – un simbolo della val-
sono sempre al top. Chi è impegnato nel con il Piz Boè, da questo versante si le, legato alle ben note vicende della
Sellaronda (il giro dei 4 passi dolomi- esibisce più come una bianca piramide Grande Guerra – si incontrano sparuti
tici) è sicuramente tentato di prolun- che come un bastione verticale. fienili. Autentiche e pittoresche, ma
gare la sua permanenza ad Arabba, quasi disabitate d’inverno, nelle fra-
punto chiave fra i passi Pordoi e Cam- NEI VILLAGGI, LE CASE zioncine arroccate si possono ancora
polongo, per ripetere almeno una volta RUSTICHE IN STILE LADINO trovare alcune architetture tipiche che
qualche mitica pista della zona di Porta Il paese di Arabba non è ridondante di invece ad Arabba rimangono solo qua
Vescovo, come la Fodoma o la Ornella. alberghi e ristoranti rinomati come la e là, quasi a fare da mute testimoni al
E non a caso, fra i quattro poli del Dolo- vicina Alta Badia, e si presenta come passato e inglobate nelle costruzioni
miti Superski Arabba è quello prediletto un’armoniosa successione di edifici turistiche più recenti. La casa rustica
dai più sportivi, che amano concentrarsi turistici, mai pretenziosi né troppo qui ha tratti comuni a quelle delle valli
sull’essenzialità dello sci. Per certe ca- invadenti, ma curati e funzionali alla di Fiemme, Fassa, Gardena e dell’Alto
ratteristiche tecniche – dislivelli, pen- vacanza. La maggior parte sono “sci Agordino. Stalla e abitazione sono

Bell’Italia 43
Discesa sulla pista Belvedere, nel settore della ski area che porta verso il passo Pordoi, con il Sas Becé alle spalle.
Da Arabba gli sciatori possono raggiungere facilmente la val di Fassa e, attraverso il passo Campolongo, la val Badia.

in muratura e c’è comunicazione diret- Grazie alla nuova seggiovia a sei posti, ma dal punto più elevato delle piste di
ta stalla-fienile, con quest’ultimo spor- gli sciatori che transitano ad Arabba Porta Vescovo si erge proprio di fronte,
gente. Questa tipologia è classificata uf- verso il Sellaronda si risparmiano di dispiegando da vicino lo spettacolo più
ficialmente in diversi testi specialistici arrancare con gli sci in spalla per por- completo del suo dorso settentrionale,
come “casa del Livinallongo”, modello tarsi dagli impianti Porta Vescovo alla maestoso, senza alcun ostacolo alla
secondo il quale sono state ricostruite risalita verso il Bec de Roces. In questo vista. E anche se d’inverno si può solo
molte case nel dopoguerra. La colpa modo Arabba si avvicina ancor di più al lavorare d’immaginazione, questo ver-
della mancanza di edifici antichi non concetto del paese-resort, una stazione sante del Padon nasconde suggestioni
è però imputabile al turismo quan- sciistica “totale” come ben poche altre storiche importanti. Qui, affacciato
to alle distruzioni dell’ultima guerra. tra le montagne dolomitiche. sulla Marmolada, passa il Viel del
Un’altra curiosità è che già nel 1939 Pan, l’antico sentiero di strategica
Arabba fu il primo centro del Bellu- UNO SGUARDO AL SELLA importanza commerciale usato un
nese con un piano regolatore, opera E UNO ALLA “REGINA” tempo per gli scambi fra le genti ladine,
dell’alpinista-ingegnere italo-armeno Se fra i grandi protagonisti del paesag- a dimostrazione di un’unità popolare
Ohannés Gurekian (1902-1984). E a gio c’è il gruppo del Sella, che quasi si che nemmeno queste impervie monta-
proposito di assetto del paese, una no- tocca con mano sui panettoni innevati gne riuscirono a impedire.
vità degli ultimi tempi è l’Arabba Fly, del Burz – dove nacquero i primi im-
l’impianto di collegamento che dal pianti di Arabba quasi 60 anni fa – non
2015 sorvola i due versanti del paese e si può dimenticare la “Regina”, la Mar- alla pagina seguente
oltrepassa la strada statale del Pordoi. molada. In basso, dal paese, non si vede,

44 Bell’Italia
come
dove
quando
ARABBA
(Belluno)

Tutta la neve
da scoprire Pieve di Livinallongo

Escursioni con le ciaspole, lo sci alpinismo sul monte Sief e l’emozione di un giro in motoslitta: da soli
o accompagnati, tanti itinerari nella valle e nei dintorni di Fabio Bottonelli Fotografie Olimpio Fantuz/Sime

da individuare. Per UN GIRO IN PAESE


gite guidate di maggior Storie e sapori dell’antica
impegno, ma anche civiltà ladina
per esperienze più
avventurose (dallo sci Per una panoramica sulla storia e la cultura
alpinismo al freeride) del territorio è imperdibile un giro al Museo
la guida alpina locale di Ladino Fodom (Pieve di Livinallongo, via
riferimento è l’alpinista Pieve 78): è aperto da luglio a settembre
Francesco Tremolada ma è visitabile anche d’inverno, su richiesta
(339/105.56.53; info@ (0436/791.30), per gruppi di almeno
proguide.it). Una 5 persone. Altre brevi tappe si possono
salita sci alpinistica di fare al Sacrario Militare di Pian di Salesei,
“iniziazione”, e anche che ospita i loculi di 685 caduti della
molto appagante, Prima guerra mondiale, e naturalmente al
è quella al monte castello di Andraz, nella località omonima,
Arabba (Belluno), località del comune di Livinallongo, Sief (2.462 metri). che d’inverno è visibile solo dall’esterno.
si raggiunge in auto con l’autostrada A22 del Anche questa Uno dei simboli della zona è l’ottimo
Brennero, uscita val Pusteria. Giunti a San Lorenzo si è percorribile con latte: due chilometri a valle di Arabba,
devia sulla strada della val Badia per Corvara, il passo le racchette da neve, in direzione Pieve di Livinallongo, c’è
Campolongo e Arabba. In alternativa, autostrada grazie alla salita la Latteria di Livinallongo, una cooperativa
A27, uscita Belluno; da qui si segue la statale 203 costante senza strappi. casearia fondata nel 1932 e oggi formata
per Agordo, Alleghe, Caprile; poi statale 48 delle Si parte dalla frazione da tanti piccoli allevatori. Qui si trovano
Dolomiti in direzione Pordoi. In treno: la stazione Castello, vicino diversi tipi di formaggi – il Fodom,
più vicina è Belluno (a 73 km). In aereo: aeroporti al famoso castello di il Renaz, il Contrin e il formaggio Cherz –
di Venezia Marco Polo o Treviso Canova, poi servizio Andraz. Da ricordare prodotti esclusivamente con il latte
navetta Arabba Transfer (costo 46 € a/r), da prenotare che il 24 marzo Arabba munto in valle: si acquistano al Bar Bianco,
su www.arabba.it In camper: Camper Arabba, è la località di partenza annesso al caseificio (località Renaz 58,
via Piagn 6, 347/834.69.74; www.camperarabba.it della Sella Ronda 0436/792.37). Tra le altre specialità,
Ski Marathon, famosa ricotte fresche e affumicate, il burro,
gara sci alpinistica in lo “schiz”, tipico del Bellunese, e le
Tra le distese del Cherz e Plan Boè notturna. Una proposta caciotte. Ancora formaggi, ma anche
Lo sci da discesa estivi che evocano completamente grappe selezionate e salumi affumicati,
è sicuramente l’attività creature leggendarie, diversa è quella del sugli scaffali del Market Marilena (via
principale, ma non come le salvàns (fate- Circuito Motoslitte Mesdì 45, 0436/791.80), in pieno centro.
mancano le proposte streghe selvagge dei Troi (0436/791.04, Per sgranocchiare il pane tipico di segale,
alternative. Per chi boschi), lungo il Terioi 336/79.64.07), in in particolare la “puccia”, si sosta al vicino
ama camminare con (“sentiero”) Salvàns località Plan Boè, Panificio Costa (via Mesdì 40, 0436/791.90).
le racchette da neve o il Terioi Gana. Sono adiacente al rifugio
(noleggiabili in tutti tracciati battuti con omonimo, a fianco
i negozi di articoli il gatto delle nevi della pista Le Pale.
sportivi) ci sono gli e quindi si prestano Unico nel giro del
stupendi e soleggiati anche alle camminate Sellaronda, offre un
pendii del Cherz, sopra senza racchette. circuito di 2 chilometri
il passo Campolongo, Un’altra passeggiata per adulti e un anello
anche vicino alle piste. facile sale dal passo di 100 metri per
Un percorso ufficiale Pordoi all’Ossario bambini (con apposita
più accessibile ricalca Germanico: un motoslitta autorizzata);
Latteria di Livinallongo
gli itinerari tematici percorso semplice prezzo 50-54 €.

Bell’Italia 45
come
dove
quando
ARABBA
(Belluno)

Savoia LE BAITE SULLE PISTE


Uno slalom del gusto
a Porta Vescovo
Nella zona sciistica di Porta Vescovo, che
fa capo al progetto “Porta Vescovo Dolomiti
Resort”, con la gestione unica della famiglia
Gorza, per gli sciatori gourmand c’è una
una proposta gastronomica originale che
si articola in diverse ma complementari baite
sulle piste. La prima è il Rifugio Luigi Gorza
(0436/792.44; www.dolomitiportavescovo.
it), un capiente self-restaurant a 2.478
metri di quota, all’arrivo della funivia Porta
Sporthotel Arabba
Vescovo. Pizze, pane e focacce fatti in
casa sono proposti allo snack bar del primo
Gli alberghi Hotel Al Forte ★★★S I ristoranti piano. Una curiosità è il “panino senza”,
(Arabba, via Pezzei 66, ideato dal resident chef Ivan Matarese,
Hotel Evaldo ★★★★ 0436/793.29). Grifone (Arabba, farcito con salumi da animali allevati senza
(Arabba, via Mesdì 3, L’edificio che ospita passo Campolongo, antibiotici, prodotti dal fratello della titolare
0436/791.09). L’albergo l’albergo era una 0436/78.00.34). Manuela Gorza. All’interno del complesso
più raffinato di Arabba fortezza costruita In pausa durante si trova anche il ristorante gourmet Viel
offre una zona wellness a difesa dell’impero lo sci, o per cena, vale dal Pan (0436/794.72), che offre solo dieci
di alto livello: piscina con austroungarico nel sempre la pena salire tavoli dove si servono menu a sorpresa e
acqua controcorrente, 1897 e poi ridotta al Campolongo per alla carta. In prima linea le antiche ricette
idromassaggio, bagno a rudere già nella Prima fermarsi al Grifone di casa Gorza e i piatti tipici della cucina
turco, doccia aromatica, guerra mondiale. (anche hotel). Offre veneta, curati sempre da Matarrese: zuppe
sauna finlandese, percorso Non manca un piccolo cucina tipica mai banale di verdure alle erbe aromatiche, bocconcini
Kneipp e Thermarium. ma piacevole centro (anche menu vegetariani) di capriolo profumato al cacao, seppioline
Mezza pensione da 115 € benessere. Mezza e una cantina da 300 con piselli e polentine di mais selezionati;
a persona al giorno, con pensione da 78 € etichette. Conto 35 €. menu “del giorno fortunato” (5 portate):
merenda pomeridiana. a persona al giorno. Miky’s Grill (Arabba, 80 €. Poi c’è il Bistrot, terrazza affacciata
Sporthotel Arabba Hotel Genziana ★★ via Mesdì 75, 0436/ sul ghiacciaio della Marmolada e dotata
★★★★ (Arabba, via (Arabba, via Colesel 791.19). Il profumo di invitanti lettini prendisole e gradoni che
Mesdì 76, 0436/793.21). 16, 0436/791.24). Le della carne grigliata creano un ambiente lounge. Qui il menu
Accogliente e curato, due stelle non devono è un’attrazione in questo è più snello, con alcuni piatti di carne e
si presenta con gradevoli ingannare: camere ristorante di successo pesce e piatti unici come la misticanza Viel
spazi comuni come confortevoli e luminose, (meglio prenotare). Va per dal Pan di spinacini in foglia, con burrata
la sala soggiorno con alcune con terrazza, la maggiore il Miky’s Grill, di bufala e pomodorini confit, guacamole
il camino, decorata e una particolare cioè il misto di carni alla e speck. In località Pescoi, a pochi passi dalla
in stile alpino. Ottima attenzione alla cucina brace cotte sulla griglia a stazione intermedia della telecabina, ultima
la posizione, ai piedi delle caratterizzano questo vista (salsicce, costolette, sosta alla Cesa da Fuoch (0436/794.96),
piste del Burz. Mezza piccolo hotel. Mezza wurstel, verdure, che significa “cucina” in ladino, dove
pensione da 110 € pensione da 52 € patate). Conto 30 €. i piatti si preparano a vista. La specialità
a persona al giorno. a persona al giorno. Savoia (Arabba, passo sono pizza, primi di pasta e grigliate.
Pordoi, 0462/60.17.17).
Grifone Ristorante-albergo Viel dal Pan
di lunga tradizione:
gli impianti sono molto
vicini, ma si può pranzare
senza l’affollamento dei
rifugi sulle piste. Cucina
tipica con influenze
trentine. Conto 25 €.
Peter (Arabba, via
Mesdì 58, 0436/791.26).
Utile per spuntini
a tarda ora, offre un info
menu variegato con piatti Arabba Fodom Turismo, località Arabba-
ladini, speck e strudel Livinallongo del Col di Lana, via Mesdì
di qualità. Conto 20 €. 66a-b, 0436/791.30; www.arabba.it

46 Bell’Italia
PARMA Csac-Centro Studi e Archivio della Comunicazione

UNA VOCAZIONE
PER L’ARTE
Secondo la tradizione l’abbazia di Valserena è l’edificio
religioso che ispirò La Certosa di Parma di Stendhal.
Oggi è un polo museale che mette in mostra 600 pezzi
fra opere d’arte, architettura, fotografia e design
TESTI Silvia Frau FOTOGRAFIE Paolo Righi/Meridiana Immagini

48 Bell’Italia
Uno scorcio della corte
esterna del complesso
abbaziale di Valserena
(XIII secolo, ampliato
nel XVII e XVIII). Dal
2015 il monumento
è sede museale del
Csac. La corte esterna
ospita sculture di
grandi dimensioni:
in primo piano l’opera
in ferro verniciato
di Giuseppe Spagnulo.

Bell’Italia 49
PARMA Csac

N
elle mattine invernali sem-
bra emergere dalla nebbia.
Un velo che si alza piano,
scoprendo la sagoma dell’ab-
bazia cistercense di San Mar-
tino dei Bocci, meglio conosciuta con il
nome di Valserena o, seguendo la tradi-
zione, la Certosa di Parma, la protago-
nista del romanzo (1839) di Stendhal.
Da qui la città, che pure si trova alle sue
spalle, pare lontana, e tutto intorno è
campagna. Eppure c’è un felice andiri-
vieni, specialmente nei fine settimana,
quando il luogo diventa meta di un pub-
blico giovane e informato.

OPERE E ALLESTIMENTI
FRA NAVATE E PRESBITERIO
Il complesso attrae per la sua bellezza
ma anche perché, da un paio di anni,
è diventato un polo culturale, con una
formula inedita. Lo ha fatto trasfor-
mando in museo una parte dei mate-
riali del Csac, il Centro Studi e Archivio
della Comunicazione dell’Università
di Parma. Il centro di ricerca, fondato
da Arturo Carlo Quintavalle, dal 1968
raccoglie le opere e gli archivi di ar-
tisti, fotografi, architetti e designer
donati negli anni all’ateneo, molti in
occasione di mostre organizzate dal
fondatore del Centro e dall’Istituto
di Storia dell’Arte. Ben 12 milioni di
pezzi. Un numero che lascia a bocca
aperta, soprattutto per la qualità dei
lavori: disegni, bozzetti e fotografie,
spesso richiesti in prestito da impor-
tanti istituzioni straniere (il MoMA di
New York, il Centre Pompidou di Pari-
gi, il Tokyo Design Center) ma anche
a disposizione di studenti e studiosi. E
ora anche del pubblico, con un allesti-
mento che consta di 600 pezzi.
Si è deciso, infatti, per dare la possibi-
lità a tutti di godere di questo patrimo-
nio, di esporre a rotazione le opere e di
presentare di volta in volta degli exem-
pla, per rappresentare le sezioni della
collezione: arte, fotografia, media, pro-
getto e moda, ma anche per raccontare
il modus operandi del Centro. In un

50 Bell’Italia
Foto grande: le navate affrescate della chiesa abbaziale che accolgono alcuni importanti lavori del Csac. In primo piano a destra si riconosce
l’opera in legno di pino sagomato di Mario Ceroli; a sinistra la tela orizzontale di Hidetoshi Nagasawa. Sotto, a sinistra: veduta della
corte esterna del complesso che ospita sculture monumentali. Sotto, a destra: in primo piano l’opera “rotante” di Virginio Ferrari.

Bell’Italia 51
52 Bell’Italia
Sopra: i lavori di Concetto Pozzati nella cappella dedicata a “Pittura, Materia, Téchne”. Sotto: dettaglio delle opere di Enzo Mari e Arnaldo Pomodoro
nella navata centrale. A sinistra: scorcio della sala ipogea con una scultura di Arturo Carmassi. Nelle altre foto a sinistra, dall’alto: le decorazioni
del ’500 della seconda cappella del transetto incorniciano un’opera di Luciano Fabro; la cappella dedicata al tema “Comunicare con le immagini”.

Bell’Italia 53
PARMA Csac

dialogo vivo tra Università e la cul-


tura visuale e progettuale italiana del
Novecento, il cui fine è, come spiega la
presidente Francesca Zanella, «intro-
durre al patrimonio del Csac, alle po-
tenzialità e al lavoro che qui si svolge, e
al significato stesso dell’archivio».

ATTREZZI AGRICOLI E GALLINE


DOVE PREGAVANO I MONACI
Quando si arriva, però, prima di tutto
colpisce il luogo, un contenitore frutto
di varie stratificazioni, all’interno del
quale l’impianto originale del Trecento
non è facilmente leggibile. Fu Gerardo
Bianco, prelato della Curia romana,
originario di queste terre, che chiese a
Bonifacio VIII il permesso di edificare
il monastero e affidarlo ai cistercensi.
Di quel primo complesso rimango-
no la chiesa e i tre piani degli edifici
che chiudevano il chiostro a ovest,
mentre ci sono solo le tracce, visibili
sul fianco sud dell’edificio religioso, del
chiostro originale. E sono tracciabili i
vari interventi susseguitisi nel corso dei
secoli, come quelli cinquecenteschi,
nelle architetture e negli affreschi del
presbiterio, e quelli più importanti di fi-
ne Seicento, quando venne ridisegnata
la facciata, chiusa la corte e aggiunto un
nuovo corpo di fabbrica. Napoleone,
poi, nel 1810 tolse la funzione origina-
ria di monastero. Divenne prima bene
del demanio, poi privato, nel 1862. Tor-
nò pubblico solo nel 1979, dopo aver
ospitato una “fabbrica” per le conserve
di pomodoro, esser stato un ricovero
per mietitrebbia e perfino un’aia im-
mensa dove razzolavano le galline.

DALLE SCULTURE DELLA CORTE


ALLA SALA DELLE COLONNE
Oggi è il frutto di una ristrutturazio-
ne importante, che mette in risalto il
percorso museale, in un gioco conti-
nuo tra la storia del monumento e il
contemporaneo. Si inizia nella corte
esterna, dove sono ospitate le scultu-
re di grandi dimensioni, dal Radiale
(1966) di Giò Pomodoro alle sugge-

54 Bell’Italia
Sopra: un altro scorcio della chiesa; in primo piano una delle tele orizzontali di Hidetoshi Nagasawa; sullo sfondo il colorato pannello
di Enrico Baj. Sotto: la sala ipogea con una scultura di Camilian Demetrescu tratta da ciclo Memoria del mare. Nelle foto a sinistra, dall’alto:
la cappella dedicata al “Progetto degli oggetti” con due opere di Enzo Mari; la sala delle Colonne che ospita i classificatori dell’Archivio.

Bell’Italia 55
PARMA Csac

stive “statue sonore” del Gruppo Scul-


toreo (2000-2008) di Pinuccio Sciola, a
Sacro e Profano (1972) di Pietro Cascella.
L’ingresso conduce da un lato alla sala
Ipogea, anch’essa dedicata alla scultura
e al cui fondo, sotto le antiche volte, in-
canta la serenità del Volto fasciato di Igor
Mitoraj (1980-85).
Al piano superiore la sala delle Colonne
ospita i classificatori, il cui contenuto è
periodicamente aggiornato. È una par-
te minima quella aperta al pubblico
(all’interno del Centro ve ne sono cor-
ridoi e corridoi pieni, riservati agli stu-
diosi) ma permette di «entrare nell’ar-
chivio e fare una lettura non canonica»,
spiega Vanja Strukelj del Consiglio del
Csac. «Una sfida, per avere un tempo
di lettura che non è quello frettoloso
di una mostra. Aprendo i cassetti si ha
un contatto ravvicinato con il segno, la
tecnica, la materia». Nell’archivio vi
sono opere dal Novecento al Reali-
smo, dall’Astrattismo alla Pop Art,
con i disegni di Mario Sironi e Arnaldo
Pomodoro, gli scritti di Gillo Dorfles, i
libri illeggibili di Emilio Isgrò. In questo
momento sono esposti molti disegni e
collage (dagli anni Cinquanta al 2000)
realizzati da Concetto Pozzati.

CAPPELLE DEDICATE AD ARTE, L’opera di Luigi Ghirri situata all’ingresso della chiesa. È costituita da 365 foto
ARCHITETTURA, FOTO, DESIGN del cielo, una al giorno per un anno, composte in un grande pannello.
Una galleria lignea porta allo spazio sce-
nografico della chiesa abbaziale. Il per-
corso espositivo è organizzato nelle cap- Gardella, Luigi Vietti e Roberto Menghi, ricerca e didattica, ma anche uno spazio
pelle lungo la navata. Per questo nuovo la sezione “Progetto degli oggetti” che ha fruibile a tutti i livelli. Ci si può ferma-
allestimento, seguito al primo del 2015, per protagonista Enzo Mari, e la moda re all’esterno, entrare e giocare con gli
sono state cambiate sette delle 16 se- con i bozzetti delle sorelle Fontana. Ci si schedari, spostarsi tra bozzetti, mani-
zioni, alcune con l’aiuto degli artisti sofferma volentieri, rivedendo atmosfe- festi, satira politica e fumetto. Senza
stessi, nomi che sono parte della sto- re, personaggi e luoghi, anche nella cap- mai stancarsi. E poi tornare nella corte
ria del Csac, come il già citato Pozzati, o pella “Foto-Grafia”, una delle sezioni e stare per ore a chiacchierare ai tavoli
come Giulio Paolini, esponente dell’arte più importanti dell’archivio, con 300 della locanda o sfogliare la nuova guida
povera. Di Lucio Fontana (1899-1968) fondi e 9 milioni di immagini, che ora (edita da All Around Art). Perché è un
sono custodite oltre 300 opere, alcune è incentrata sulle figure del dopoguerra, attimo e arriva la sera, e dietro alla sa-
visibili nella cappella dedicata a “Il pro- tra neorealismo, formalismo e fotogior- goma dell’abbazia di Valserena sale la
getto dell’arte”, dove accanto alla sua nalismo. Colpisce, nell’abside, il proget- luna, che è perfettamente piena.
scultura in gesso e oro Il Fiocinatore vi to sugli anni Sessanta e Settanta, con il
sono una serie di studi, ritratti e figure ca- grande collage di Enrico Baj.
ricaturali. Seguono la cappella dedicata Ed è questa la bellezza del progetto Csac: alla pagina seguente
all’architettura, con materiali di Ignazio è un archivio, un museo e un centro di

56 Bell’Italia
come
dove
quando
PARMA

Tutto il gusto
della pianura Monastero benedettino di San Giovanni

Un giro nel centro storico per ammirare i capolavori del Romanico padano. E una gita fuori porta,
fra i paesaggi della Bassa, alla scoperta dei sapori della tradizione di Silvia Frau Fotografie Paolo Righi

Diocesano (piazza LA REGGIA E LA ROCCA


Duomo; orario: 9-12,30 Due gioielli a pochi
e 15-18,30; ingresso: 5 chilometri dalla città
€, biglietto cumulativo
con il battistero 7 €). A poca distanza dal Csac sorgono due
Ci si sposta di poche splendidi monumenti aperti anche in
decine di metri per inverno. Prima tappa è la Reggia di Colorno
visitare il monastero (piazza Garibaldi 26, 0521/31.25.45), la cui
benedettino di San bellezza rimanda, in particolare, agli anni
Giovanni (piazzale successivi alla caduta di Napoleone, in cui
San Giovanni 1, 0521/ il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla
23.53.11), che risale fu dato a Maria Luigia d’Austria, moglie
al X secolo ma ha una del deposto imperatore. La duchessa,
facciata barocca. Il venerata tutt’oggi dai parmigiani,
complesso comprende in trent’anni impresse il suo gusto raffinato
Per raggiungere in auto il Csac-Centro Studi e Archivio la chiesa (orario: feriali nel palazzo e nel giardino storico.
della Comunicazione si segue l’A1, uscita Parma, e da 8,30-11,45 e 15-17,30, Il percorso prevede la visita del piano
qui si prende in direzione Colorno: subito s’incontra festivi solo 15-17,30), nobile, dell’appartamento Nuovo del duca
l’indicazione per Csac-Abbazia di Valserena, che con impianto romanico Ferdinando di Borbone e della Cappella
si trova a 2 km dal casello. In treno: stazione di e pianta a croce latina, Ducale di San Liborio. Orari: a gennaio e
Parma (linea Milano-Bologna). Dalla stazione parte impreziosita da opere febbraio aperto sabato, domenica e festivi,
l’autobus 7 che ferma a 500 metri dal Csac: passa del Correggio e di un visite guidate alle ore 10, 11, 15, 16
ogni ora, 1,20 €. Area camper: largo 24 Agosto 1942, giovane Parmigianino, e 17; biglietto 6,50 €. Il giardino è aperto
Parma, 389/021.77.35. In aereo: aeroporto di Parma il monastero (orario: dalle 7 al tramonto, ingresso gratuito. Si
a 10 km. Per la visita: Csac-Centro Studi e Archivio 9-11,45 e 15-17, chiuso prosegue poi verso Fontanellato. Il paese si
della Comunicazione, strada Viazza di Paradigna 1, giovedì e domenica) e sviluppa attorno alla Rocca Sanvitale (piazza
0521/60.77.91; www.csacparma.it Aperto martedì- la Storica Spezieria di Matteotti 1, 0521/82.90.55), eretta nel
venerdì 10-15, sabato e domenica 10-20; ingresso 10 €. San Giovanni (Borgo XII secolo e attorniata da un suggestivo
Pipa 1, 0521/50.85.32; fossato. All’interno conserva pregevoli
aperta martedì-sabato affreschi manieristi del Parmigianino. Orari:
Da piazza Duomo alla Pilotta 8,30-14; ingresso 2 €). novembre-marzo 9,30-11,30 e 15-17, festivi
La cattedrale e il suo dagli Apostoli è Quest’ultima è un 9,30-12 e 14,30-17; visita 4-8 € a seconda
battistero sono le prime un capolavoro gioiello risalente al 1201 del percorso. A Fontanellato ogni terza
tappe di un tour cinquecentesco del con arredi lignei del XVI domenica del mese si tiene il mercato
nel centro di Parma. Il Correggio. Il vicino e XVII secolo, vasi di dell’antiquariato (orario: 7,30-18,30),
duomo (piazza Duomo, battistero (piazza ceramica e documenti un appuntamento da non perdere.
0521/20.86.99; orario: Duomo; orario: 9-12,30 di farmacopea.
9-12.30 e 15-19) è e 15-18,30; ingresso: 6 Da non perdere una
uno dei più importanti €) ha origine romanica visita alla Pilotta
edifici del Romanico ma con influenze (piazza della Pilotta 9,
padano, eretto alla gotiche (1196-1216); 0521/23.33.09), edificio
fine dell’XI secolo sui fu progettato da di fine ’500 che ospita
resti di una precedente Benedetto Antelami, la Galleria Nazionale, la
chiesa del IX secolo. e ha una struttura Biblioteca Palatina e il
Ha tre navate; nella ottagonale, in marmo Teatro Farnese. Orario:
cupola l’affresco con rosa di Verona. Contiguo martedì-sabato 8,30-19,
L’Assunzione della al battistero merita la domenica 8,30-14;
Reggia di Colorno
Vergine circondata visita anche il Museo biglietto unico 10 €.

Bell’Italia 57
come
dove
quando
PARMA

SOSTE GOLOSE
Parmigiano, coppa,
spalla cotta e culatello
Non torna da Parma senza un ghiotto
bottino. Rimanendo a nord della via Emilia,
non lontano dal Csac in direzione di Torrile,
l’azienda Valserena (Gainago di Torrile,
via Repubblica 21, 0521/81.91.14) produce
Parmigiano Reggiano stagionato fino oltre
i 36 mesi dal latte delle mucche brune
di razza Valserena. Si rimane in zona per
raggiungere il ristorante Romani (Vicomeno,
via dei Ronchi 2, 0521/31.41.17), segnalato
Locanda Abbazia di Valserena Ristorante Cocchi
dalla Guida Michelin come “Bib gourmand”
ovvero locale con un ottimo rapporto
Gli alberghi e a 200 metri da duomo I ristoranti qualità-prezzo (menu di 3 portate da 26 €).
e battistero. Doppia Oltre al ristorante c’è una piccola bottega
Palazzo Dalla Rosa con colazione da 76 €. Ristorante Cocchi dove comprare prodotti del territorio, tra cui
Prati (strada al Duomo Locanda Abbazia (via Gramsci 16, la coppa del salumificio Ducale di Colorno. Un
7, 0521/38.64.29). Fa di Valserena (strada 0521/98.19.90). Uno altro salume tipico della zona è la spalla cotta,
parte dell’Associazione Viazza di Paradigna 1, degli indirizzi più amati prodotto di punta dell’azienda agricola Antica
Dimore Storiche Italiane 0521/60.40.72). È la dai parmigiani: in carta Ardenga (Diolo di Soragna, località Chiavica
questo edificio del ’700 foresteria del Csac: i classici primi, dagli 61, 0524/59.82.89), con punto vendita.
in pieno centro che offre 10 camere, incluse due anolini di carne ai tortelli Vi sono poi le carni fresche dell’Azienda
un panorama unico su suite, ospitate nell’ala alle erbette o di zucca, Agricola An.fo.ra di Fontanellato, che ha un
piazza Duomo. Dispone settecentesca del seguiti dal carrello dei famoso negozio in centro a Parma, in via
di 15 fra camere e suite, complesso. Nel bistrot, bolliti. Conto 40 €. Bixio 41 (349/786.85.23). Fontanellato è
tutte arredate con pranzi, aperitivi con Oenopolium (via anche l’avamposto del grande chef Massimo
gusto. Doppia con taglieri, cena con pasta Nazario Sauro 11, Spigaroli, che qui ha una bottega e il Bistrot
colazione da 75 a 200 €. fatta in casa e secondi di 0521/57.12.88). Cucina del Labirinto (Labirinto della Masone, strada
Hotel Savoy ★★★★ carne. Dolci fatti in casa. dell’Appennino tosco- Masone 121/3a, 0521/185.53.72; menu da
(via XX Settembre 3, Doppia con colazione da emiliano. Si inizia con 30 €). Il regno della sua cucina gourmet si
0521/185.63.34). 70 €. Conto da 20 €. gli antipasti: sgabei di trova a Polesine Parmense, all’Antica Corte
Situato in centro, Hotel Trattoria farine bio e lievito madre, Pallavicina (strada del Palazzo Due Torri 3,
ha interni di design, La Cascina (Cannetolo farinata di ceci, torta 0524/93.65.39; da 70 €, doppia da 140 €),
camere confortevoli di Fontanellato, d’erbe e torta di patate albergo e ristorante con una stella Michelin.
e una luminosa sala strada provinciale 63, e pesto; si prosegue con Da non perdere la visita alla cantina dove
colazioni. Doppia 0521/82.22.35). In una i testaroli e il baccalà lo chef stagiona il culatello di Zibello Dop,
con colazione da 79 €. cascina di fine ’800, al forno. Conto 25 €. un prodotto reso unico dalla cura dell’uomo,
Hotel Torino ★★★ 16 camere e un nuovo Enoteca Fontana dal freddo dell’inverno e dalle nebbie padane.
(Borgo Angelo Mazza 7, ristorante con piatti della (via Farini 24,
0521/28.10.46). Ricavato tradizione. Doppia 0521/28.60.37). Ci si va
da un antico convento, si con colazione da 65 €. per pranzo, per un panino
trova vicino al Teatro Regio Conto sui 25-30 €. al banco o una Malvasia
prima di cena. Sempre
Palazzo Dalla Rosa Prati affollato, è frequentato
da studenti, professori
e dagli avvocati del vicino
tribunale. Conto 5-20 €.
Pepèn (Borgo
Sant’Ambrogio 2, 0521/
28.26.50). Il posto è
spartano, con 10 sgabelli.
Antica Corte Pallavicina
Si ordina una fetta di
carciofa, torta di carciofi,
ricotta, uova e parmigiano
o il panino di tacchino, info
insalata, pomodori, Ufficio Informazione e Accoglienza Turistica
maionese e peperoncino di Parma, piazza Garibaldi 1, 0521/21.88.89;
fresco. Conto 4-6,50 €. www.turismo.comune.parma.it

58 Bell’Italia
TRIESTE Cattedrale di San Giusto

UN SIMBOLO DI FEDE
SUL COLLE
La basilica trecentesca domina dall’alto la città e il golfo. Fu eretta
in un luogo caro alla spiritualità cittadina unendo due preesistenti
edifici sacri, per dare spazio e prestigio alla fede dei triestini
TESTI Rosalba Graglia FOTOGRAFIE Luca Laureati

60 Bell’Italia
Il rosone gotico
a doppia raggiera
di colonnine che
ingentilisce la
facciata in pietra
della cattedrale.
In primo piano,
un fregio di età
romana inserito
nel campanile
trecentesco.

Bell’Italia 61
È
molto più di un luogo di devozio-
ne: la cattedrale di San Giusto per
Trieste è un simbolo. E come tale
se ne sta su in alto, vicino al ca-
stello, sul colle che naturalmen-
te è intitolato al santo. Qui già i Romani
avevano costruito un tempio dedicato a
Giove, Giunone e Minerva, la “triade ca-
pitolina”, ma è con il primo cristianesimo
che compare il vero protagonista, Giusto.
Nomen omen, Giusto è un cristiano devoto,
generoso, onesto, che nel 303, l’anno del-
la grande persecuzione di Diocleziano, si
dichiara fedele all’imperatore, ma rifiuta
di sacrificare agli dei e viene condannato
a morte: gettato in mare legato a pesi che
lo trascinano a fondo. Miracolosamente
però il suo corpo riappare sulla spiaggia e
lì è sepolto (forse nella basilica paleocri-
stiana di via Madonna del Mare, all’epoca
litoranea): solo nel X secolo verrà traslato
sul colle, da allora a lui intitolato.

DUE CHIESE PER DARE VITA


A UNA GRANDE CATTEDRALE
La cattedrale è la fusione di due chiese:
Santa Maria Assunta e San Giusto. L’ idea
di una chiesa nuova e unica, creata riu-
sando l’esistente, è del vescovo Rodolfo
Pedrazzani da Robecco, nel Cremonese,
che agli inizi del ’300 decide – forse per
risparmiare, o per mantenere la sacralità
di entrambi i luoghi – di abbattere la na-
vata destra dell’Assunta e quella sinistra
di San Giusto e unirle con una nuova na-
vata centrale. Risultato: una cattedrale
a cinque navate. Anche il campanile
è un rifacimento: come recita l’iscri-
zione sopra l’arco del portale, inizia
a essere edificato il 17 febbraio 1337
Eleganti figure immerse sopra la torre romanica di Santa Maria e
ingloba pure i propilei del tempio roma-
in preziosi fondi dorati no: risalendolo si vede ancora parte dei
muri più antichi e nella sala superiore
brillano nei mosaici si è letteralmente “dentro” a un doppio
campanile, quello della vecchia torre e
delle due absidi laterali quello trecentesco. Pure le campane, le
famose campane di San Giusto del brano
———————
musicale inno dell’irredentismo triesti-
no, hanno avuto svariate traversie. Più
volte danneggiate dai fulmini, rubate dai
Veneziani nel 1508, oggi sono cinque: la
più piccola è del 1437, poi c’è il Campa-
non del 1829 (due metri di diametro),
realizzato con i cannoni abbandona-

62 Bell’Italia
In questa foto: la prima
navata di sinistra, in
origine navata maggiore
della chiesa di Santa
Maria Assunta. L’abside
sullo sfondo è decorata
da un mosaico del XII
secolo raffigurante
la Madonna in trono
col Bambino tra gli
arcangeli Michele
e Gabriele. Pagina
precedente: la statua
romanico-bizantina di
San Giusto (X-XI secolo)
posta sul campanile,
cui è stata adattata
una testa romana.
ti da Napoleone.La statua di San Giusto sta funeraria di epoca romana, quella della La facciata a capanna
proprio sopra l’ingresso della torre, nel- famiglia Barbia, mercanti di Aquileia, e della cattedrale, sobrio
prospetto trecentesco
la mano destra ha la palma del martirio. le figurine appaiono come in un filmino
arricchito dal grande
Anche questa è una statua di recupero: di pietra, rivedute e corrette in versione rosone e da pochi altri
forse risale al X-XI secolo, ma la testa, “martiri locali” però: l’ultima in basso a interventi decorativi.
sproporzionata rispetto al corpo, è più destra ritrae la liberta Tullia, opportuna- Per il portale centrale
antica, e probabilmente sostituì quella mente trasformata in un San Sergio, con sono stati utilizzati
gli elementi di un
originale danneggiata. tanto di aureola e alabarda. monumento funerario
Inevitabilmente asimmetrica, la fac- L’interno della cattedrale è una foresta romano. Il torrione del
ciata esibisce il gran rosone gotico di colonne dai capitelli un po’ romani- campanile, completato
trecentesco che il vescovo Rodolfo com- ci e un po’ bizantini, lapidi sepolcrali e nel 1343, riveste una
preesistente torre
missionò agli scalpellini fatti arrivare da resti di mosaici sul pavimento e un’in-
campanaria romanica.
Soncino, vicino alla sua Cremona, scan- filata di cappelle. Anche qui si impone Sulla sua sommità, fino
dito da ventiquattro colonnine di pietra il sovrapporsi di epoche e stili: affreschi al 1421 svettò il melon,
bianca del Carso e marmo di Carrara; al medievali e dipinti del ’700 e ’800, sta- acroterio ovale a dodici
centro, una piccola ruota di sei coppie di tue romaniche e del ’900. Le due absidi spicchi che ora si trova
nel Museo del Castello.
archi intrecciati. Poco più in basso, ad laterali, quelle delle chiese antiche,
accogliere fedeli e visitatori sono i busti sono decorate da mosaici di scuola
ottocenteschi di tre vescovi di Trieste: Ri- veneto-bizantina. In quella di sinistra,
naldo Scarlicchio, Andrea Rapicio, e il più la Madonna tra gli arcangeli Gabriele e
famoso Enea Silvio Piccolomini, il futuro Michele sovrasta gli apostoli nel giardi-
papa Pio II, l’umanista creatore della città no mistico (XII secolo). A destra Cristo
ideale di Pienza che fu vescovo qui dal benedicente fluttua su uno sfondo do-
1447 al 1450 e diede una mano alla città rato con i martiri Giusto e Servolo (XIII
nei perenni conflitti con Venezia. Anche secolo); in basso, nelle piccole arcate,
il portale è un curioso esempio di “riuso”: affreschi che raccontano il martirio di
gli stipiti sono stati ricavati da una stele San Giusto e all’altare un sarcofago

64 Bell’Italia
TRIESTE Cattedrale di San Giusto

SECOLI DI SPIRITUALITÀ
TRA ARCHI E COLONNE
Le due chiese romaniche da cui è nata la cattedrale sorgevano su un’area già
occupata da una basilica paleocristiana e, prima, da un edificio sacro romano
Illustrazioni di Francesco Corni

5
2

Oggi
❶ Antichi resti ❼ Soffitto
Sondaggi eseguiti La navata centrale ha
sul sagrato hanno una copertura in legno

N
evidenziato i resti del dipinto trecentesca,
propileo di età romana ripristinata a inizio ’900.
che sorgeva nell’area. ❽ Abside maggiore
Una delle sue antiche Il catino è decorato
colonne è visibile da un mosaico del
nell’angolo tra la 1932, opera di Guido
facciata e il campanile. Cadorin. Il soggetto,
❷ Facciata Madonna col Bambino
Edificata nel ’300, tra i Santi Giusto e
si caratterizza per il Sergio, riprende quello
8 grande rosone gotico. di un affresco del ’400
❸ Portale distrutto nell’800.
È stato realizzato ❾ Navata sinistra
riutilizzando una stele Era la navata
funeraria romana, centrale della chiesa
appartenuta alla dell’Assunta. I mosaici
famiglia dei Barbi. nell’abside risalgono
❹ Campanile al XII secolo.
Eretto tra il 1337 e il ❿ Navata destra
1343 attorno a una torre Si tratta della navata
campanaria romanica, maggiore della chiesa
a sua volta sorta sui di San Giusto. La
10 resti dell’antico propileo decorazione a mosaico
(visibili all’interno del catino absidale
della struttura). è del XIII secolo.
❺ San Giusto ⓫ Santa Maria Assunta
La statua del Patrono Era il maggiore dei due
(X-XI secolo, con testa edifici sacri romanici da
di età romana) guarda cui è nata la cattedrale.
al sagrato da una A tre navate, sorse alla
edicola del campanile. metà dell’XI secolo sui
❻ Cinque navate resti di una più ampia
Il volume della cattedrale basilica paleocristiana
deriva dalla fusione di (V secolo), a sua volta
due preesistenti chiese eretta sul sito
romaniche, dedicate del propileo romano.
all’Assunta e a San ⓬ San Giusto
Giusto. La navata destra La chiesa romanica
della prima e quella (XI secolo) derivava
sinistra della seconda dall’ampliamento di
furono demolite per un precedente sacello
fare spazio alla nuova a pianta centrale
navata maggiore. risalente al IX secolo.

11

12

XI-XIII secolo
TRIESTE Cattedrale di San Giusto

NEL CUORE DELLA CITTÀ ROMANA

4 II secolo dopo Cristo

1
N
Sul colle di San Giusto sorgevano il Foro e la basilica civile dell’antica Tergeste, colonia
romana che raggiunse il massimo splendore tra il I e il II secolo dopo Cristo

Oggi
6

❶ Propileo ❹ Basilica civile


Il decumano massimo Nel grande edificio
della città romana (88 metri per 24)
che saliva dal porto si amministrava la
terminava presso il giustizia, si trattavano
propileo monumentale affari e si tenevano
di un recinto sacro. pubbliche riunioni.
La sua scalinata Aveva tre navate divise
era al centro di due da colonne ioniche,
avancorpi con colonne due absidi sui lati corti
corinzie. È l’area su cui e un doppio loggiato
nel V secolo è sorta la al livello superiore. Tre
basilica paleocristiana. ingressi monumentali
2 ❷ Area sacra la mettevano in
Era forse dedicata collegamento con il
alla Triade Capitolina porticato del Foro che
(Giove, Giunone e guardava al mare.
Minerva) e al culto ❺ Cattedrale
imperiale. Un’ipotesi Con il robusto
suggerisce l’esistenza campanile occupa
di un tempio. l’area dell’antico
❸ Foro recinto sacro.
La vasta platea ❻ Area archeologica
circondata da portici Tracce della platea
era stata realizzata in forense e della basilica
cima al colle grazie a sono oggi visibili
opere di sbancamento accanto alla cattedrale,
e di sostruzione. ai piedi degli spalti del
Lastricata di marmo, castello di San Giusto.
misurava 70 metri per Alcune colonne della
30. Era il fulcro della basilica sono state
vita politica, giuridica, ricostruite utilizzando
religiosa e commerciale antichi frammenti
della città antica. rinvenuti nell’area.
Sopra: il mosaico dell’inizio del XIII secolo nel catino dell’abside laterale destra, corrispondente a quella maggiore della preesistente
chiesa di San Giusto. Cristo benedicente è raffigurato tra i santi Giusto e Servolo. Gli affreschi duecenteschi sottostanti descrivono
le Storie di San Giusto. Sotto: dettaglio dei resti della pavimentazione musiva della basilica paleocristiana che sorgeva sul colle.
che racchiude le reliquie del santo.
L’abside della navata centrale invece è
stata rifatta, rivestita di marmo cipollino
di un verde anche troppo impattante e
decorata da un mosaico degli anni Tren-
ta firmato Guido Cadorin.

L’EMBLEMA DI TRIESTE
NELLA CAPPELLA DEL TESORO
Ma il pezzo forte è il Tesoro della cat-
tedrale, custodito in una cappella. Qui
è conservato l’emblema di Trieste,
l’Alabarda di San Sergio, il patrono
“secondario” (secondo la terminologia
ecclesiastica ufficiale) della città. Ser-
gio sarebbe stato un tribuno militare
romano di stanza a Tergeste, la Trieste
antica. Convertitosi al cristianesimo, fu
mandato in Oriente agli inizi del IV se-
colo, nel periodo delle persecuzioni di
Diocleziano; subodorò la sua fine e pro-
mise ai compagni rimasti a Tergeste un
«signum celeste». Venne torturato e deca-
pitato in Siria perché si era rifiutato di
sacrificare agli dei, e la tradizione vuole
che nel giorno del suo martirio sarebbe
piovuta dal cielo, nel Foro sul colle di San
Giusto, un’alabarda. Sull’oggetto con-
servato qui naturalmente le ipotesi si
sprecano. È di epoca romana o me-
dievale? Recenti analisi termografiche
e ai raggi X propendono per un metallo
prodotto proprio attorno al 300 dopo
Cristo. Forse quell’arma venne forgia-
ta in Oriente e arrivò qui come bottino
della Prima Crociata, ma non mancano
ipotesi assai più fantasiose. Quel che
è certo è che si tratta di una reliquia
misteriosa, etichettata come alabarda
anche se è piuttosto una lancia da pa-
Al cospetto del patrono rata, e finita dritta dritta nello stemma
della città. .L’altro simbolo cittadino, il
San Giusto e dell’alabarda “melone”, è un elemento decorativo di
pietra modellato con dodici costolature
miracolosa di San Sergio, simili a spicchi, e per questo identifica-
to con il frutto. Coronato da una copia
simbolo della città fedele dell’alabarda di San Sergio, nel
Medioevo se ne stava sul campanile del-
———————
la cattedrale, ma lo tirò giù un fulmine
nel 1421: ora è al castello di San Giusto
ed è per tutti il melon di Trieste.

a pagina 72

70 Bell’Italia
Sopra, da sinistra: San Giusto regge il modellino della città, uno degli affreschi trecenteschi staccati dall’abside destra e conservati nella
cappella (o battistero) di San Giovanni; la cappella con gli affreschi dedicati alle Storie di San Giusto e un fonte battesimale del IX
secolo. Sotto: la navata centrale. Pagina precedente: l’Alabarda di San Sergio, simbolo della città, custodita nel Tesoro della cattedrale.
come
dove
quando
TRIESTE

Il fascino antico
della città giuliana Teatro Romano

Alla scoperta della romana Tergeste e delle testimonianze medievali. E poi gli eventi culturali, gli indirizzi
per gustare i piatti della tradizione e un tour con degustazioni fra i caffè storici di Rosalba Graglia

antica, sul colle ci sono IN CARTELLONE


il Lapidario Tergestino, Le mostre e la grande
nel bastione Lalio del stagione lirica del Verdi
castello, ingresso 5 €,
e l’Orto Lapidario Negli spazi appena inaugurati dell’Aim-Alinari
(piazza della Cattedrale Image Museum nel castello di San Giusto
1, 040/31.05.00), (piazza della Cattedrale 3, 040/30.51.33),
ingresso 5 €, dove si fino al 5 febbraio si visita “Fermo immagine.
scopre fra epigrafi e Fotografie di Enzo Sellerio”, una mostra
sculture romane il dedicata all’Italia degli anni 50-60. Martedì-
cenotafio di Johann domenica 10-17; ingresso con visita al
Joachim Winckelmann, castello 6 €. Fotografia protagonista anche
il celebre archeologo al Civico Museo Sartorio (largo Papa Giovanni
tedesco assassinato a XXIII, 040/30.14.79) grazie alla rassegna “Bel
Trieste nel 1768. Aperti vedere: percorsi nella fotografia di paesaggio”,
A Trieste si arriva in auto con l’autostrada A4 Torino-Trieste. martedì-sabato 9-13, con immagini di Trieste provenienti dagli
In treno: la stazione di Trieste Centrale è sulla linea domenica 10-17. Il archivi fotografici regionali. Fino al 26
Venezia-Trieste. In aereo: l’aeroporto Ronchi dei Legionari castello di San Giusto febbraio, martedì-giovedì 10-13, venerdì-
è a 33 km dal centro. È collegato alla città dal bus 51 (piazza della Cattedrale sabato 14-17, domenica 10-17; ingresso
(040/42.50.20). In camper: area attrezzata Mamàca Park, 3, 040/30.93.62) è il 6 €. Fino al 5 marzo, al Castello di Miramare
località Servola, via del Pane Bianco 16, 335/803.25.80. trait d’union ideale (viale Miramare, 040/277.04.70) è allestita
Per la visita: il colle di San Giusto si raggiunge a piedi fra la città romana e “Francesco Giuseppe a Miramare. Immagini
salendo lungo via della Cattedrale, in bus dalla stazione quella medievale: gran e parole”, con dipinti che rievocano i rapporti
centrale (linea 24) o in auto (parcheggio a pagamento parte degli edifici di degli Asburgo con Trieste. Tutti i giorni
sulla piazza della cattedrale). La cattedrale è aperta Tergeste che sorgevano 9-19; ingresso 8 €. Importante la stagione
nei giorni feriali 7,30-12,30 e 15,30-19, domenica 8-13 qui vennero demoliti lirica al Teatro Verdi (Riva Tre Novembre 1,
e 15,30-20; ingresso libero. Info: 040/322.45.76. per costruire un primo 040/672.21.11) che per il 2017 propone tre
La panoramica torre campanaria è aperta tutti i giorni: castelletto nel ’200, e nuovi allestimenti fra cui il Flauto Magico di
aprile-settembre 9-17,30, marzo e ottobre 9-12 e 14,30- poi nel ’400 il castello Mozart, dal 13 al 22 gennaio. Biglietti da 20 €.
17. Nei mesi invernali contattare Sergio Schiberna, voluto da Federico
editore di guide e libri su Trieste, 393/954.31.31. III d’Asburgo. Si
visitano i panoramici
camminamenti di
Passeggiate nella storia ronda e la casa del
La scoperta del passato persone e all’epoca era Capitano, del 1470, oggi
romano e medievale a due passi dal mare. È museo e armeria, cui si
della città inizia sempre aperto, ingresso aggiunsero da inizio ’500
dall’arco di Riccardo libero. Alle spalle, sulla al 1636 i tre bastioni:
(via del Trionfo). parallela via di Donota, Veneto, Lalio e Fiorito.
Eretto nel 33 a.C., era si visita l’Antiquarium Il castello è aperto da
forse una porta della (040/436.32), sepolcreto martedì a domenica 10-
città, o l’ingresso a del IV secolo d.C. Apre il 17; ingresso alle mura 1
un santuario. Sulla giovedì: 10-12; ingresso €, al museo 6 €. Accanto
vicina via del Teatro, libero. Siamo ai piedi del alla cattedrale ci sono le
il teatro Romano, colle di San Giusto, su due chiesette medievali
coevo dell’arco e poi cui sorgeva il Foro della di San Giovanni (accesso
ampliato sotto Traiano, città romana. Per un dalla cattedrale) e San
Mostra al Castello di Miramare
poteva ospitare seimila “riassunto” della Trieste Michele al Carnale.

72 Bell’Italia
I CAFFÈ STORICI
Nasce nel ’700 il rito
della tazzina in città
Quella fra Trieste e il caffè è una storia
iniziata fin dal ’700, quando al porto
Urban Hotel Design Caffè San Marco
franco arrivano chicchi da tutto il mondo e
nascono le prime botteghe del caffè. In città
Gli alberghi da piazza Unità, un Osteria da Marino l’itinerario fra i caffè storici è un’esperienza.
piacevole hotel di design (via del Ponte 5, Tra i più noti, il Caffè degli Specchi (piazza
Victoria Hotel Letterario contemporaneo. 040/36.65.96). Unità 7, 040/66.19.73), aperto nel 1839
★★★★ (via Alfredo Doppia con colazione Aperto dal 1925 come nell’elegante palazzo Stratti e considerato
Oriani 2, 040/36.24.15). da 74 €, sconti per caffetteria, poi diventato il salotto di Trieste, e sul lato opposto della
Alle spalle del castello soggiorni di più notti. ristorante e luogo piazza l’Harry’s Grill del Grand Hotel Duchi
di San Giusto, un Hotel James Joyce di ritrovo. Cucina di d’Aosta (piazza Unità 21, 040/760.00.11),
hotel di charme in un ★★★ (via dei Cavazzeni tradizione e grandiosa dalle raffinate atmosfere, attivo dal 1873.
edificio storico dove ha 7, 040/30.32.65). Sorge carta dei vini, anche L’itinerario prosegue con l’Antico Caffè
abitato anche Joyce: in una viuzza pedonale al bicchiere. Dalle 17 Torinese (corso Italia 2, 040/260.01.53),
44 camere (e una suite del centro storico, in (per un aperitivo con aperto nel 1915, il Caffè Pasticceria Pirona
James Joyce), spazio un edificio del 1770. stuzzichini) fino a tarda (largo Barriera Vecchia 12, 040/63.60.46), in
benessere, biblioteca Camere semplici, notte, cucina compresa. attività dal 1900, la Pasticceria La Bomboniera
di autori triestini e su piacevoli, soffitti a Conto 25-30 €. (via XXX Ottobre 3, 040/63.27.52), inaugurata
Trieste. Doppia con cassettoni e atmosfera Osteria de Scarpon nel 1850 dalla famiglia ungherese Eppinger,
colazione da 109 €. d’antan. Doppia con (via della Ginnastica che conserva arredi e vetri liberty. In via
Residenza Le 6 A (via colazione da 69 €. 20, 040/36.76.74). Un Battisti 18 ha sede il Caffè San Marco
Santa Caterina 7, 040/ ristorante dall’atmosfera (040/064.17.24), anno di nascita 1914,
672.67.15). In pieno I ristoranti anni 70 autentica, frequentato da Svevo e da Claudio Magris,
centro, sei camere curate, popolare e animata, con oggi con una nuova gestione che al caffè ha
ognuna con un colore Antica Trattoria cucina tipica soprattutto aggiunto libreria e ristorante. Amato dagli
diverso e il nome di una Suban (via Comici 2d, di pesce e ottimo scrittori era anche il Caffè Stella Polare (via
donna dei romanzi di 040/543.68). rapporto qualità-prezzo. Dante 14, 040/76.54.20). Il Caffè Tommaseo
Svevo (Annetta, Amalia, Fuori dal centro, una Aperto a pranzo e a (piazza Tommaseo 4, 040/36.26.66),
Angiolina, Ada, Alberta trattoria classica nata cena. Conto 20-25 €. fondato nel 1825, ha proposto per primo
e Augusta). Doppia con nel 1865, amata da Buffet da Siora Rosa a Trieste il gelato. Al Trieste Infopoint è
colazione da 75 €. personaggi famosi (piazza Hortis 3, 040/ in vendita a 3 € il pass Trieste Loves Coffee:
Urban Hotel Design e gente tranquilla. 30.14.60). Un buffet 6 ticket per degustazioni in 8 caffè storici.
★★★★ (via Androna Cucina di tradizione con aperto dal 1921 e sempre
Chiusa 4, 040/30.20.65). influenze istriane, ricca affollato: prosciutto
In un complesso di carta dei vini. Aperta la cotto al forno, porcina,
palazzetti del ’700 sera, sabato e domenica cotechini e salsicce
costruiti su rovine anche a pranzo. che arrivano dalle
romane, a pochi passi Conto intorno a 30 €. caldaie fumanti con i
crauti, alla senape e al
cren (rafano), oltre alla
classica minestra jota,
agli gnocchi di pane, al
gulash. Conto 20-25 €.
Buffet da Pepi (via
Cassa di Risparmio 3,
040/36.68.58).
È aperto dal 1897 il più
antico dei buffet triestini,
i locali popolari nati per
offrire un pasto caldo a
Caffè degli Specchi
metà mattina ai lavoratori
del porto. Pentoloni
di carni di maiale
bollite, crauti, la zuppa info
jota, panini robusti. Trieste Infopoint, via dell’Orologio 1,
Un ricco “misto caldaia” angolo piazza Unità, 040/347.83.12;
Caffè Tommaseo
costa intorno ai 15 €. www.turismofvg.it

Bell’Italia 73
VALLE SERIANA (Bergamo)

AVVENTURE SULLE
OROBIE
Con le racchette da neve si parte alla scoperta dei due versanti
dell’alta valle, verso la cima di Timogno e il passo Branchino, circondati
dal panorama silenzioso e immacolato della montagna bergamasca
TESTI Ettore Pettinaroli FOTOGRAFIE Luca Merisio

74 Bell’Italia
Scorcio delle baite
di Vodala, coperte
da un copioso manto
di neve, e del monte
Corrù (1.823 metri),
lungo la camminata
invernale che sale
alla cima di Timogno
(2.099 metri).

Bell’Italia 75
DUE ITINERARI NON DIFFICILI DI MEDIA MONTAGNA
Ciaspole, bastoncini, occhiali da sole e un po’ di allenamento
Le due escursioni con le racchette un tempo di percorrenza di 3 ore in in salita e 2 ore e mezza in discesa,
da neve illustrate in queste pagine salita e 2 ore in discesa. Se si parte per circa 850 metri di dislivello.
(nella cartina) sono entrambe di però dal rifugio Vodala (1.650 metri), Entrambe le uscite richiedono
difficoltà medio-facile. Per la cima raggiungibile anche in seggiovia, una buona attrezzatura da media
di Timogno la partenza è a Spiazzi di per arrivare in vetta sono sufficienti montagna, con indumenti
Gromo (1.146 metri), nella zona degli 1 ora e 15 minuti. Al passo Branchino caldi anche in caso di giornate
impianti di risalita, per un dislivello si sale invece da Valcanale di Ardesio soleggiate, ciaspole, bastoncini
complessivo di circa 950 metri e (987 metri): una camminata di 4 ore da trekking e occhiali da sole.

Svizzera Alto
Adige Spiazzi
Trentino Monte delle Galline Boario 1.146
LOMBARDIA 2.131 Gromo Cima di Timogno
Veneto Albergo 2.099
Piemonte Vittoria
Emilia-
Romagna
Rifugio Alpe Corte
1.410
Serio

Rifugio Vodala
1.650
Lago Branchino
me

1.784 Valcanale N
Fiu

Baite di Neel 987 Zanetti


1.613
Passo Branchino O E
Clusone - Bergamo
1.821 0 500 1km
D
a quasi 800 anni il castello
Ginami sorveglia la valle del
Serio dal suo inespugnabile
sperone di roccia. Anzi, da
un “grumo”, come si diceva
da queste parti, e fu così che il villaggio
che sorse intorno alla rocca prese il no-
me di Gromo. Al quel tempo il passag-
gio lungo l’asta del Serio per scendere
fino a Bergamo e alla Pianura Padana
era obbligato: non esistevano altre stra-
de e i sentieri erano talmente scomodi
da risultare impraticabili per tutta la per di più senza pericoli di valanghe.
brutta stagione. Sci e ciaspole non era- I meno allenati possono addirittura ap-
no ancora entrati nell’uso comune di profittare della seggiovia che da Spiaz-
chi andava sui monti d’inverno. E chi zi di Gromo sale fino all’alpe Vodala
arranca con le racchette da neve verso la (1.650 metri). Da quassù l’itinerario si
cima di Timogno, dimenticando la fatica presenta davanti agli occhi, senza pos-
grazie al grandioso panorama su tutte le sibilità di fraintendimenti. Dopo aver
Alpi Orobie, non può immaginare che, raggiunto la Sella di Vaccarizza si attac-
nel Medioevo, senza il consenso dei ca- ca la vera salita, che si sviluppa sul ver-
stellani e con la via principale sbarrata sante sud-ovest del Timogno, sempre
si poteva solo tornare indietro. in campo aperto. La vetta è a portata
di sguardo, e per raggiungerla basta se-
PER LA CIMA DI TIMOGNO guire per poco più di un’ora le tracce di
CI SI AIUTA CON LA SEGGIOVIA chi ci ha preceduto, sostando di tanto
Conquistare la vetta, a 2.099 metri di in tanto per prendere fiato. La “scusa”
quota, è oggi un’impresa quasi alla por- del panorama qui è sempre credibile,
tata di tutti: l’ascesa è tecnicamente quando nel tratto centrale le penden-
agevole, il percorso intuitivo e neppure ze diventano più sensibili: lo scenario
troppo lungo. Una “classica” insomma, è dominato dalla sontuosa parete

A sinistra: in alta val Canale, trasversale della valle Seriana, si individua anche l’inconfondibile
profilo del Monte Rosa. In alto: la tabella dei sentieri, estivi e invernali, che si sviluppano
alla testata della valle. Qui sotto: camminata nel bosco verso il rifugio Vodala e il Timogno.

Bell’Italia 77
nord della Presolana e dal pizzo Arera,
ma si toccano anche il sereno specchio
d’acqua del lago d’Iseo e le colline fran-
ciacortine. I più atletici partono invece
dal parcheggio degli Spiazzi e risalgono
tra gli abeti, camminando spesso accan-
to alla pista 14, fino all’alpe Vodala. La
condivisione del pendio con gli sciatori
qui è permessa senza alcun problema.
A chi vuole comunque evitare la con-
vivenza con i discesisti, gli abitanti del
luogo suggeriscono un’ulteriore via di
salita che parte dalle case di Piazzo-
la, una silenziosa frazione di Ardesio.
Anche in questo caso non c’è la possi-
bilità di perdersi: il percorso è piuttosto
frequentato e ben battuto. Nel dubbio
soccorrono il camminatore i segnavia
In questa foto: il pizzo
della Presolana (2.521
metri), tra la valle
Seriana e la valle di
Scalve, visto dalla cima
di Timogno. Nella pagina
precedente, in alto:
l’itinerario verso la
cima; la partenza è
da Spiazzi, la frazione
sciistica di Gromo.
Nella pagina precedente,
in basso: sci alpinisti
in azione in val Canale.

del sentiero Cai 312, che si congiunge lago Branchino, sul versante opposto m) e Neel di Mezzo (1.613 m). Un ultimo
all’itinerario classico all’altezza dell’al- della valle Seriana, quello occidenta- sforzo consente di raggiungere la conca
pe Vodala. La magia del Timogno si le. Dalla località Valcanale, frazione di incantata del lago Branchino (1.784 m),
può comodamente vivere anche dopo Ardesio, basta infatti seguire la strada ai piedi di una serie di pareti di cal-
il tramonto. Tre sere alla settimana (di innevata, contrassegnata dai segnavia care bianco tra cui spiccano la Corna
martedì, giovedì e venerdì) i gestori con il numero 220, che si dirige al rifu- Piana e la sagoma possente del pizzo
della ski area ritardano fino a mezzanot- gio Alpe Corte. Le pendenze contenute Arera. Difficile allontanarsi da questo
te la battitura delle piste e consentono e il fondo uniforme consentono di pro- fantastico anfiteatro naturale se non per
il passaggio agli escursionisti che, una cedere senza affanni e pericoli di sorta spingersi fino al passo Branchino, spet-
volta conquistata la cima, possono an- fino alla radura a 1.410 metri di quota, tacolare pulpito panoramico situato una
che ristorarsi al rifugio Vodala aperto, dove sorge il rifugio (chiuso d’inverno). ventina di minuti di marcia sopra il lago,
per l’occasione, fino a tardi. Qui si fermano in molti, perché il luogo al confine con la valle Brembana. Il luo-
è davvero rilassante, ma vale la pena di go perfetto dove sognare nuove, emo-
DA VALCANALE AL BRANCHINO proseguire. Poco oltre il rifugio si volta zionanti, avventure orobiche.
A CACCIA DI VEDUTE a sinistra e si segue il sentiero 218 che
Ancora più agevole, tanto da essere con- guadagna quota con qualche tratto ap-
siderata perfetta anche per le famiglie, pena più ripido tra gli alberi, passando alla pagina seguente
è l’altra classica escursione che porta al accanto alle baite di Neel Bassa (1.565

Bell’Italia 79
come
dove
quando
VALLE SERIANA
(Bergamo)

Nella terra di
filatori e spadai Clusone, Oratorio dei Disciplini

I piccoli musei di Gromo e Ardesio ricordano la storica produzione delle armi bianche e gli altri mestieri
tradizionali della valle. Da scoprire insieme agli affreschi di Clusone di Ettore Pettinaroli ì Fotografie Luca Merisio

di ricami del ’700 e DUE SKI AREA PANORAMICHE


acquasantiere di varie Discese con vista
epoche. Si trova per esperti e principianti
ad Ardesio il Meta-
Museo Etnografico La ski area di Spiazzi di Gromo (0346/
Alta Val Seriana 470.79; www.spiazzidigromo.it) offre
(piazza Monte 18 chilometri di piste che si sviluppano
Grappa, 0436/330.35): tra i 1.146 metri del paese e i 1.718 metri
all’interno, interessanti del colle Vaccarizza: un comprensorio
ricostruzioni dei “tascabile” ma interessante per varietà
mestieri tradizionali, di tracciati e grandiosità dei panorami.
dalla filatura al Particolarmente affascinanti sono le viste
lavoro di carbonai che si godono nella parte alta. Cuore della
e minatori; aperto ski area è l’alpe Vodala, da dove si dirama
sabato e domenica la maggior parte delle discese. Tra queste,
La valle Seriana e Gromo (Bergamo), località di riferimento 16-18; ingresso 2 €. la più divertente è la rossa Croce Blum, con
per le due ciaspolate presentate nel servizio, si Una passeggiata a l’impegnativa variante Testa. I più bravi
raggiungono con l’autostrada A4 Milano-Venezia fino Clusone permette di si cimentano lungo la Orsini, omologata
a Bergamo; da qui provinciale 35 fino a Ponte Nossa ammirare l’Orologio per gare internazionali. Per i principianti,
e provinciale 49 fino a Gromo. In treno: stazione Planetario Fanzago, poco distante dai parcheggi la seggiovia
di Bergamo, poi bus della Sab (035/28.90.00) con che dal 1583 scandisce Campo Scuola serve due piste facili;
cambio a Clusone. In aereo: l’aeroporto più vicino è Orio le ore dalla torre del skipass giornaliero: 20-30 €. Una possibile
al Serio (a 47 km). In camper: area di sosta gratuita nel Municipio. Si resta in alternativa è il vicino comprensorio di Lizzola-
piazzale degli impianti di risalita di Spiazzi di Gromo. tema visitando il Museo Valbondione (www.nuovalizzola.it), con
Arte Tempo (via sette piste di cui due nere e una illuminata
Maffei 3, 0346/259.15), ogni sabato sera, per un totale di 20 km
Nobili dimore, castelli e oratori che espone meccanismi di discese; skipass giornaliero: 17-28 €.
A Gromo, palazzo Naturalistico (piazza di orologi da torre
Milesi (XVI secolo) Dante 7, 0346/413.45) di ogni epoca; aperto Spiazzi di Gromo
ospita il piccolo Museo con due diorami venerdì 15,30-18,30,
delle Armi Bianche che illustrano la sabato e domenica
e delle Pergamene fauna locale di alta 10-12 e 15,30-18.30;
(piazza Dante 8, 0346/ e bassa quota; aperto ingresso gratuito. Poco
413.45). La raccolta sabato e domenica distante l’Oratorio
rievoca la tradizione 15,30-17,30; ingresso dei Disciplini di San
produttiva delle armi gratuito. Interessante Bernardino (via Brasi
bianche, documentata la parrocchiale di San 11, 339/175.55.54),
da pezzi databili Giacomo, costruita adiacente alla basilica
dal XV al XVII secolo: nel XII secolo ma di Santa Maria Assunta,
alabarde, spade da modificata in epoca colpisce per la Danza
fante, spade a tazza barocca. Affacciato Macabra, affrescata
e coltelli con i punzoni sulla piazza principale nel 1485 sulla facciata.
delle famiglie di di Gromo, il castello L’interno ospita 42
spadai gromesi; aperto Ginami è aperto scene della Vita di Gesù
sabato e domenica solo in occasione delle (1470), di un pittore
15,30-17,30; ingresso visite organizzate locale; aperto sabato-
gratuito. Da vedere dalla Pro Loco: vi si domenica 10-12 e 15-
anche l’Ecomuseo ammirano raccolte 18; ingresso gratuito.

80 Bell’Italia
MONTAGNA GOLOSA
Formaggi d’alpeggio
e dolcezze assortite
I sapori autentici della montagna sono
i protagonisti sulle tavole della valle. Si
Rifugio Vodala
parte dai formaggi: una vasta scelta si trova
nello spaccio del Caseificio Paleni (Gromo,
Gli alberghi Vittoria Hotel ★★★ I ristoranti via Papa Giovanni XXIII 2, 0346/418.12).
(Gromo, località Da assaggiare lo strachì de Grom, la “torta
Hotel Spiazzi ★★★ Spiazzi, via Spiazzi Posta al Castello contadina” (una toma a pasta semicotta)
(Gromo, località 136, 0346/471.80). (Gromo, piazza e lo sfizioso “triangolo”, un formaggio da
Spiazzi, piazzale Avert Legno e pietra a vista Dante 2, 0346/410.02). degustazione al gusto di peperoncino, erba
1, 0346/470.00). Albergo caratterizzano la facciata Situato nel duecentesco cipollina, cipolla, pepe nero o rosmarino.
di consolidata tradizione, di questo hotel, situato castello Ginami, propone Rinomati anche gli insaccati, in particolare
accanto alla stazione di vicino agli impianti atmosfere di charme il prosciutto crudo Ca’ del Botto, prodotto
partenza della seggiovia e alla pineta di Spiazzi. e piatti locali presentati con suini bergamaschi di oltre un anno
che sale al rifugio Vodala. Dispone di 30 camere, e cucinati con cura. di età. Si acquista alla Macelleria Bonicelli
Dispone di 60 camere, area fitness, spazi Nell’ampia sala coperta (Gromo, piazza Marconi 7, 0346/410.62).
di cui molte con quattro per bambini, ristorante da una volta a crociera Più difficili da trovare al dettaglio (ma si
letti, bar panoramico, con specialità tipiche si gustano squisiti ravioli gustano in quasi tutti i ristoranti) gli gnocchi
grande solarium e e pizzeria. Doppia con ai funghi o al formaggio “in colla”, fatti con farina bianca, pane e
campo di pattinaggio colazione da 70 €. d’alpeggio, stracotto latte, più burro e formaggio fuso. Il dolce
privato. Doppia con Albergo Antica o brasato con polenta caratteristico della zona è la “maiasa”,
colazione da 80 €. Locanda ★★★ (Clusone, taragna e stinco di vitello una torta a base di farina gialla, cipolle,
Locanda del Cacciatore piazza Pier Antonio al forno. Ampia scelta fichi secchi e mele, condita con olio
★★★ (Gromo, via Uccelli 1, 0346/214.13). di torte e dolci fatti e cotta nel forno. Secondo la tradizione
Roma 9, 0346/411.12). In un edificio del in casa. Conto da 30 €. si mangia la sera del Venerdì Santo ma
Semplice edificio a due Seicento, l’Antica Da Giorgio (Ardesio, è sempre possibile prenotarla nelle
passi dalla piazzetta Locanda vanta una via Marconi 18, 0436/ pasticcerie come Ol Pastisser (Gromo,
di Gromo, offre tradizione di ospitalità 330.73). Specialità del piazza Sandro Pertini 11, 0346/410.70).
camere spaziose e ben che risale alla fine del territorio ma anche piatti Le migliori marmellate biologiche (alle
attrezzate. Apprezzato XVIII secolo. Il legno di pesce di buona qualità fragole, ai frutti di bosco, al sambuco,
il ristorante, specializzato è l’elemento principale e pizze nel centro alle ciliegie, alle mele cotogne...) sono
nei piatti tradizionali delle delle 10 camere, del borgo di Ardesio. quelle dall’Agriturismo Ca’ di Racc (Valgoglio,
montagne bergamasche, tra cui una suite La sala è ampia ed località Selvadagnone, 380/799.53.69).
con una particolare con balcone privato elegante, le porzioni Il biscotto Clusone, coperto di cioccolato
attenzione alle ricette e soggiorno; anche sono generose e fondente, è una sfiziosa via di mezzo
di selvaggina. Doppia ristorante. Doppia la carta dei vini di buon tra la meringa e l’amaretto. La sua culla
con colazione da 80 €. con colazione da 70 €. livello; diversi menu è la Pasticceria Adriano Trussardi (Clusone,
a prezzo fisso; conto piazza della Rocca 2, 0346/238.35).
alla carta da 24 €.
Rifugio Vodala
(Gromo, località Alpe
Vodala, 0346/470.79).
Si trova in una conca
soleggiata a 1.650 metri
di quota, nei dintorni della
stazione d’arrivo della
seggiovia Vodala.
Il pranzo nel ristorante
self service consente
una buona scelta
di specialità locali,
La “maiasa”
soprattutto carne
e polenta. Aperto
anche la sera (il martedì,
giovedì e venerdì), info
con possibilità di Ufficio Turistico di Gromo-Infopoint
salita in “gattobus”. Promoserio, piazza Dante Alighieri 5,
Da Giorgio
Conto da 15 €. 0346/413.45; www.gromo.eu

Bell’Italia 81
La chiesa di Santa
Maria della Pietà
(XVI-XVII secolo),
a pianta ottagonale,
si erge solitaria
a poca distanza
da Calascio. Sullo
sfondo, il Corno
Grande, la cima
più alta (2.912
metri) della catena
del Gran Sasso.

82 Bell’Italia
CALASCIO (L’Aquila)

MILLE ANNI
DI SOLITUDINE
Il borgo alle porte del Gran Sasso conserva
le tracce di un ricco passato legato alle rotte
della transumanza. E incanta con la sua rocca,
romantico rudere isolato in cima a un monte
TESTI Sandra Fiore FOTOGRAFIE Luciano D’Angelo

Bell’Italia 83
CALASCIO (L’Aquila)

N
elle stradine acciottolate che na e nella bella stagione per soggiornare
si inerpicano tra le case di pie- negli alberghi diffusi.
tra c’è un silenzio irreale. La La strada che porta alla scoperta di Ca-
presenza degli abitanti si per- lascio sale di quota tra tornanti: le colti-
cepisce solo dall’odore di le- vazioni tradizionali lasciano il posto a
gna arsa, che rivela un’intimità domesti- macchie boschive e poi ad aree sempre
ca. Calascio, borgo di origine medievale più desolate e aride, destinate al pasco-
abbarbicato a 1.210 metri di altitudine in lo. Il vento soffia forte e il freddo inver-
provincia dell’Aquila, è l’approdo di un nale diventa pungente.
viaggio alla scoperta di una realtà auten-
tica, che ancora rapisce l’anima. Incasto- IL PERIODO D’ORO
nato nel Parco Nazionale del Gran Sas- DELLA “MENA DELLE PECORE”
so e Monti della Laga, ai margini di Siamo nel regno della transumanza: lo
Campo Imperatore, Calascio ha poco spostamento delle greggi e degli uomini
più di cento abitanti, conseguenza dello sul “tratturo magno” congiungeva stori-
spopolamento che ha colpito molti centri camente L’Aquila al Tavoliere delle Pu-
montani. Ma l’eleganza dei palazzi e la glie. La pastorizia ebbe il suo periodo
ricchezza di opere d’arte nelle chiese te- d’oro a partire dal XV secolo con l’istitu-
stimoniano un passato florido, dovuto al zione, sotto la dominazione aragonese,
commercio della lana, che fu il cardine della “Dogana della mena delle pecore”,
dell’economia del territorio fino all’800. che regolava questa attività.
Oggi numerosi piccoli imprenditori, Nello scenario nudo ed essenziale dei pa-
fautori della crescita sostenibile, hanno scoli, il borgo di Calascio viene annuncia-
recuperato le pietre antiche per offrire to in lontananza dalla rocca, posta su una
ricettività ai turisti, molti dei quali stra- spettacolare sommità, e dal profilo otta-
nieri, che arrivano qui nei fine settima- gonale di Santa Maria della Pietà,

Sopra: il castello di Rocca Calascio, in splendida posizione panoramica. Fondato intorno al Mille come torre di avvistamento, nel ’400
fu munito di una cerchia di mura e di quattro torrioni circolari. Sotto, da sinistra: San Francesco dà il cordone monastico a Luigi di Francia
(XVII secolo), tela di Giulio Cesare Bedeschini nella chiesa del convento di Santa Maria delle Grazie; uno scorcio delle viuzze nel centro
di Calascio. Pagina seguente, in basso: il borgo di Calascio, con il convento francescano sulla destra e Rocca Calascio in alto sul monte.

84 Bell’Italia
Da un millennio il bianco custode di pietra presidia la rupe
———————

Bell’Italia 85
Sopra: L’erede (1906), grande tela di Teofilo Patini esposta nel Municipio di Calascio. Sotto: sopra i tetti spunta il campanile
della chiesa di Sant’Antonio Abate, edificata nel 1645. Custodisce alcuni ricchi altari, come quello dedicato alle Anime del Suffragio.

86 Bell’Italia
Sopra: ancora un suggestivo scorcio della Rocca, aggrappata alle rupi. Sotto: Crocifissione (XVII secolo) nella chiesa di Santa Maria
delle Grazie, copia della tela dipinta nel 1599 dal pittore fiammingo Aert Mytens per la basilica di San Bernardino a L’Aquila.

Bell’Italia 87
CALASCIO (L’Aquila)

cappella sorta per volere dei pastori


su un vicino pianoro. Il colpo d’occhio è
di grande suggestione: potere feudale e
devozione popolare uno di fronte all’al-
tro. Il paese appare all’improvviso: un
grappolo di case su una terrazza naturale.
In età longobarda appartenne al ducato
di Spoleto, poi alla baronia di Carapelle,
diventò possedimento dei Piccolomini
nel ’400 e dei Medici nel ’500: in questo
periodo venne incrementato il commer-
cio della lana con Firenze. Il tessuto ur-
bano di Calascio è rimasto inalterato
da allora, nel suo intrico di scalinate
e viuzze su cui si affacciano case-torri e
abitazioni basse con botteghe al piano
terra. Sugli slarghi si scorgono palazzi
gentilizi con architravi scolpite, come
Casa Fulgenzi e palazzo dei Taranta,
oggi sede del Comune, dove si ammira
la tela L’erede (1906) di Teofilo Patini.
Inconfondibile la dimora della fami-
glia Frasca, con il portone sormontato
da una testa di ariete.

NELLE CHIESE, ALTARI


BAROCCHI E PREZIOSI DIPINTI
Il benessere economico del passato si ri-
flette negli arredi della parrocchiale cin-
quecentesca di San Nicola di Bari, che
domina l’abitato con il suo campanile cu-
spidato; pregevole il portale in legno fine- L’interno della chiesa di Santa Maria delle Grazie, ricca di arredi lignei scolpiti.
mente intagliato. All’interno si trova Tra questi, spicca l’apparato decorativo seicentesco dell’altare maggiore.
un’altra opera di Patini, l’Annunciazione.
Questi borghi montani, seppur piccoli,
risentirono del clima culturale della vici- Lasciato il paese, si sale in cima al monte via abbandonata dalla popolazione, che si
na L’Aquila, da cui arrivavano maestran- soprastante per scoprire un altro gioiello: trasferì nella sottostante Calascio. Tale è
ze specializzate. A Giulio Cesare Bede- Rocca Calascio, il borgo fortificato che il fascino del luogo che è stato scelto come
schini, attivo nel capoluogo tra ’500 e sorge a 1.460 metri di altitudine. Ad atti- set di molti film di ambientazione medie-
’600, si deve il dipinto raffigurante San rare l’attenzione dei visitatori è il ca- vale, come Ladyhawke (1985), con Rutger
Francesco dà il cordone monastico a Luigi stello, tra i più alti d’Italia, appoggiato Hauer e Michelle Pfeiffer, e Il viaggio del-
di Francia, conservato nella chiesa del come un artiglio su uno sperone roccio- la sposa (1997) di Sergio Rubini.
convento francescano di Santa Maria del- so. Solitario, domina un orizzonte che Raggiungere Rocca Calascio, percor-
le Grazie, all’ingresso del borgo. L’interno spazia a 360 gradi. Lo sguardo abbraccia rendo un viottolo tra ruderi e rocce, è
è un tripudio di altari lignei e decori ba- il Corno Grande (2.912 metri), la cima più un’esperienza che riporta indietro nel
rocchi: colpisce l’impianto scenografico alta della catena del Gran Sasso, le creste tempo. L’atmosfera diventa magica
dell’altare maggiore, con l’Eterno che si della Maiella, del Sirente-Velino, la valle quando la luce del tramonto accende i
sporge sulle nuvole. Il legno era facilmen- del Tirino e l’altopiano di Navelli. colori. Se il castello esprime potenza, il
te reperibile grazie all’abbondanza dei vicino oratorio di Santa Maria della Pie-
boschi e veniva lavorato dalle botteghe UNO SCENARIO MEDIEVALE tà, che si staglia nitido contro la vetta del
locali. Nel coro si ammira una grande CHE HA STREGATO IL CINEMA Corno Grande, induce a un raccoglimen-
Crocifissione di inizio ’700, copia di quella La rocca, fondata nel Medioevo e amplia- to in sintonia con la natura.
dipinta da Aert Mytens per la basilica di ta nel XV secolo, controllava il tratturo in
San Bernardino a L’Aquila. Nelle vici- sinergia con gli altri castelli, fino alla costa
nanze, la chiesa di San Leonardo (1263), adriatica, attraverso l’utilizzo di torce o alla pagina seguente
affrescata con le storie del santo. specchi. Dopo il terremoto del 1703, fu via

88 Bell’Italia
come
dove
quando
CALASCIO
(L’Aquila)

L’inverno
in Appennino Sci di fondo a Campo Imperatore

Alla scoperta di chiese, castelli e bellezze naturali. Sport sulla neve tra il Gran Sasso e Campo Imperatore.
E in tavola le zuppe di legumi e i robusti sapori d’Abruzzo di Sandra Fiore Fotografie Luciano D’Angelo

circolare, erette a SPORT


partire dal 1480. Si Discesa, fondo e snowboard:
accedeva alla rocca da a tutto sci sull’altopiano
un’apertura a cinque
metri da terra, collegata Il Gran Sasso e l’altopiano di Campo
a una rampa in legno Imperatore (0862/60.61.43 e 0862/40.00.07;
che poteva essere tolta. www.ilgransasso.it) sono tra le stazioni
Ospita un’esposizione sciistiche più frequentate dell’Appennino
delle locandine dei centrale. Una funivia, tra le più lunghe
film ambientati qui d’Europa, collega Fonte Cerreto-Assergi
e nella piana di Campo al versante occidentale dell’altopiano.
Imperatore. Il mastio Gli impianti di risalita, tra la valle detta delle
è chiuso d’inverno, Fontari e il monte Scindarella, coprono
ma il camminamento un totale di 15 km di piste per lo sci alpino,
esterno è percorribile ma per chi preferisce lo snowboard la
Calascio, a circa 33 km dal capoluogo L’Aquila, si raggiunge (info Associazione Nuova stazione è dotata anche di uno snowpark.
in auto con la A24 Roma-Teramo, uscita L’Aquila Est, Acropoli, L’Aquila, Skipass giornaliero: 17-26 €. Per gli
poi statale 17 e provinciale 7. Rocca Calascio dista 333/990.69.89; www. appassionati di sci nordico, nei dintorni
3 km dal paese. In treno: linea Roma-L’Aquila, poi nuovaacropoli.it). si estendono circa 50 km di piste da fondo.
pullman regionali che partono dal terminal bus di La vicina Santa Maria Di particolare suggestione è l’anello dei
Collemaggio (www.arpaonline.it). In camper: Camping della Pietà fu eretta Tre Laghetti (laghi di Racollo, Bassaneta
Gran Sasso, a Santo Stefano di Sessanio, località nel 1596 sul luogo dove, e Barisciano), raggiungibile da Fonte
Collicello; 334/900.22.30, www.campinggransasso.it secondo la leggenda, Cerreto o Santo Stefano di Sessanio:
la popolazione locale 16 km di percorso all’estremità di Campo
sconfisse una banda Imperatore, con belle vedute sul Corno
Dal borgo alle grotte carsiche di briganti (per la Grande (info: Daniele Petricola, maestro
L’esplorazione di ha sculture lignee e una visita: Don Giuseppe, federale di sci di fondo, 338/926.61.13);
Calascio può iniziare Madonna con Bambino 333/245.25.77; Paolo fascinose anche le piste di Castel del Monte
dalla cinquecentesca in terracotta del ’500. Baldi, Rifugio della (0862/93.81.37), tra il piano di Cretarola
parrocchiale di San La chiesa di San Rocca, 340/469.69.28). e Fonte Pietrattina. Per corsi e uscite di sci
Nicola di Bari (piazza Leonardo (via Vincenzo Da non perdere le alpinismo il riferimento è Mountain Evolution
della Vittoria). Il portale De Bartholomaeis, per grotte di Stiffe, nella (Assergi, statale 17 bis 18, 328/082.85.39;
ligneo è intagliato la visita: 0862/93.01.32), vicina San Demetrio www.mountainevolution.com).
con le storie dell’Antico è la più antica del paese ne’ Vestini (località
Testamento e della vita (1263) e ora è adibita Stiffe, via San Demetrio
di San Nicola; l’interno a ospitare eventi. La 2, 0862/861.42 e 327/
conserva arredi del chiesa di Sant’Antonio 972.89.14), complesso
’700. È aperta solo la Abate si trova sul di spettacolari cavità
domenica per la messa, belvedere Patrignani carsiche attraversate
dalle 11 alle 12,30. (via Sant’Antonio da un fiume. Il percorso
All’inizio del paese c’è il Abate intra Muros, dura circa un’ora e si
convento francescano 333/245.25.77). Dal snoda tra un canyon
di Santa Maria delle paese si sale alla Rocca. iniziale e varie sale,
Grazie (via di Mezzo Il castello è formato fino all’ultima cascata
la Terra, per le visite da un mastio centrale, che con un salto di oltre
contattare il Comune: una cerchia muraria 25 metri si getta in un
0862/93.01.32), con un in pietra e quattro laghetto. Orario 10-13
Rocca Calascio
bel chiostro. La chiesa torri d’angolo a base e 15-18; ingresso 10 €.

Bell’Italia 89
come
dove
quando
CALASCIO
(L’Aquila)

ACQUISTI
Lenticchie, cicerchie
e formaggio di grotta
La presenza del Parco Nazionale del Gran
Sasso e Monti della Laga ha tutelato le
colture tradizionali che si avvantaggiano
di un territorio incontaminato. Legumi e
cereali sono una ricchezza di quest’angolo
d’Abruzzo: lenticchie di Santo Stefano di
Sessanio, ceci, cicerchie, farro e orzo, che
vanno ad arricchire le zuppe, gradite
soprattutto quando il clima diventa rigido.
Per acquisti: Azienda Agricola Rosa Ciarrocca
Rifugio della Rocca L’Elisir del Poeta
(Santo Stefano di Sessanio, via Benedetta
5, 366/681.67.86) o Azienda Agraria Matergia
Gli alberghi Ottimo il ristorante, semplicità, comprende (Barisciano, via Provinciale 145, 0862/
che offre un tipico menu camera e cucina. Doppia 893.35, www.agrariamatergia.altervista.
Hotel Sextantio (Santo di montagna: fusilli con colazione da 60 €. org), dove si trova anche lo zafferano.
Stefano di Sessanio, ricotta e zafferano, zuppa Il formaggio è assolutamente da provare
via Principe Umberto, di lenticchie, pecora I ristoranti in questa zona votata all’industria
0862/89.91.12 e 0862/ alla cottora e, tra i dolci, lattiero-casearia. Alla Taberna Imperiale
89.95.65). Albergo diffuso torta di farro e mandorle. Il Sentiero delle Volpi (Rocca Calascio, 389/193.99.45) si possono
ricavato nel borgo di Santo Conto 25-30 €, doppia (Calascio, via acquistare formaggi stagionati in grotta.
Stefano di Sessanio, ha con colazione da 90 €. Castelvecchio 1, Alla Cooperativa Campo Imperatore (Calascio,
conservato gli ambienti La Locanda sul Lago 333/288.45.73). strada Provinciale 1, 0862/93.03.45) si
rustici, arredati con (Santo Stefano di Ambiente familiare e trovano il Canestrato di Castel del Monte,
elementi semplici Sessanio, via del Lago, cucina casereccia: gnocchi presidio Slow Food, e il Marcetto, formaggio
e di recupero. Doppia 0862/196.64.40 e al tartufo e pasta fresca ai cremoso e piccante. Una prelibatezza è
con colazione da 175 €. 392/002.62.67). Albergo funghi porcini. Conto 26 €. anche la ricotta, il cui sapore risente delle
Rifugio della Rocca ricavato da un fienile Dal Gattone (Castel del essenze del Gran Sasso. La produzione di
(Rocca Calascio, ai bordi del lago, nella Monte, via Campo della miele è eccezionale: per acquisti l’indirizzo
338/805.94.30 e 340/ quiete della campagna, Fiera 9, 0862/93.84.46). giusto è Miele dei Monti d’Abruzzo di Andrea
469.69.28). Nella Rocca, con arredi in stile. Nel Trattoria a conduzione Ciccone (Capestrano, via Scarafano,
sotto la torre di guardia, ristorante si apprezzano familiare con menu tipico: 0862/95.44.09). Infine, si può fare tappa da
da vent’anni esiste questo pietanze della tradizione ottimi antipasti a base di Nonna Peppina (Santo Stefano di Sessanio,
albergo diffuso con rivisitate. Doppia con salumi e formaggi e primi via Sotto gli Archi) per acquistare il fiadone,
ristorante e bar, che Paolo colazione da 70 €. piatti, come strozzapreti dolce tipico ripieno di ricotta o formaggio,
e Susanna Baldi hanno B&B Da Nataliya con ceci e melanzane poi le ciambelline e i biscotti allo zafferano
creato recuperando gli (Calascio, via XI Febbraio e ravioli di ricotta; per del laboratorio artigianale di Renato Spina.
antichi ruderi. Oltre alle 8 7, 0862/93.03.46 e 333/ dessert crostate fatte
camere, tra doppie, triple 781.31.50). Appartamento in casa. Aperto solo
e quadruple, il rifugio per due persone ricavato a pranzo. Conto 25 €. Taberna Imperiale
è dotato di una camerata in una casa in pietra. Ristorante Da Clara
da 16 posti per gruppi. Arredato con essenziale (Calascio, via Playa,
0862/93.03.65).
Accogliente senza
pretese, ha menu tipico
con ravioli di ricotta,
arrosticini e arrosto
misto. Conto 22 €.
L’Elisir del Poeta (Santo
Stefano di Sessanio, via
Battisti, 389/195.55.86).
Pavimenti in cotto,
volte a botte, caminetto,
info
tovaglie ricamate Comune di Calascio, via Padre Mario 1,
in questo locale di 0862/93.01.32. Parco Nazionale
montagna. Piatti a base del Gran Sasso e Monti della Laga,
di legumi e cereali, tutto Assergi, via del Convento 1,
Hotel Sextantio
biologico. Conto 20 €. 0862/605.21; www.gransassolagapark.it

90 Bell’Italia
il weekend CAPUA

DUE CITTÀ,
UN TUFFO
NELLA STORIA
Un’ansa del Volturno racchiude la piazzaforte
longobarda che nel IX secolo sorse accanto
all’antica Capua romana. Oggi la cittadina
a pochi chilometri da Caserta è uno scrigno
di tesori da scoprire, dalle ieratiche Madri
del Museo Campano agli affreschi bizantini
della basilica di Sant’Angelo in Formis

Testi Manuela Piancastelli


Fotografie Alfio Giannotti

92 Bell’Italia
In questa foto: la cupola
di Domenico Fontana
(1543-1607) corona la
chiesa dell’Annunziata
e svetta sul centro di
Capua. Sulla sinistra si
intravedono le merlature
del Castello delle Pietre,
fondato dai Normanni
nell’XI secolo. Nella
pagina precedente,
dall’alto: un affresco nella
basilica di Sant’Angelo
in Formis; le Matres
al Museo Campano.

Bell’Italia 93
94 Bell’Italia
il weekend CAPUA

U
n’ansa del fiume Volturno abbrac-
cia Capua e i suoi abitanti proprio
come le Matres, nel Museo Campa-
no, stringono i loro figlioletti. La sin-
golare analogia lega una delle più
antiche città campane all’affascinante colle-
zione di ex voto di origine osca, unica al mon-
do (ritrovata nel 1845 nel Fondo Patturelli a
Santa Maria Capua Vetere), dedicata alla Ma-
ter Matuta, ossia la divinità del mattino, che
presiedeva al nuovo giorno e quindi alla vita e
alla fecondità. Centinaia le donne che l’hanno
implorata, tra il VI e il II secolo avanti Cristo,
per una maternità desiderata, o l’hanno vene-
rata per una grazia, dando in dono un’effigie
di donna con uno o più neonati in seno.

UNO STRAORDINARIO PATRIMONIO


DI CHIESE DA VISITARE SU RICHIESTA
Capua è una città chiusa: da un lato il fiume,
dall’altro i fossati. Si blindò dopo che la città
antica, l’attuale Santa Maria Capua Vetere,
venne distrutta nel IX secolo dai Saraceni, co-
stringendo gli scampati a rifugiarsi nel vicino
porto fluviale di Casilinum, che divenne la Ca-
pua odierna. Nel IV secolo avanti Cristo Ca-
pua era stata la più importante città d’Ita-
lia, superiore per grandezza alla stessa
Roma (al punto da avere un proprio Senato e
battere moneta), ma che a Roma si assoggettò
spontaneamente per ottenere protezione dai
Sanniti, salvo poi ribellarsi più volte nel corso
della storia. Perciò durante la Seconda guerra
punica (216-211 avanti Cristo) appoggiò i Car-
taginesi ospitando “dolcemente” Annibale e il
suo esercito nei famosi Ozi di Capua.
Tutta questa storia riguarderebbe solo il pas-
sato se le strade, i palazzi, le chiese di Capua
non fossero disseminate di lapidi, usate come
pietra da costruzione, e di statue e busti, pro-
venienti dall’imponente anfiteatro (da poco
restaurato e che merita una visita), utilizzati
per abbellire case e palazzi; se i basolati

Il passato romano incastonato nei muri


Sopra: il quadriportico (atrio porticato) del duomo di
Capua fu eretto nell’XI secolo, sul modello dell’abbazia
di Montecassino, ma l’aspetto attuale è ottocentesco.
Un tempo nelle gallerie erano collocate le tombe dei
notabili capuani. Lo domina il robusto campanile,
eretto nel IX-XI secolo su fondazioni romane. A sinistra:
uno scorcio del centro storico. Pagina precedente, in alto:
porta Napoli, della fine del XVI secolo, era il varco
nelle mura rinascimentali per chi proveniva da sud;
in basso: sculture, lapidi e resti romani anche importanti
si ritrovano reimpiegati in numerosi edifici cittadini.

Bell’Italia 95
il weekend CAPUA

non fossero di epoca romana; se l’attuale


ponte sul Volturno – con i resti delle torri di
Federico II di Svevia – non fosse stato più
volte sovrapposto a quello romano, di cui
conserva le tracce. Insomma se Capua non
fosse un museo a cielo aperto dove le stratifi-
cazioni della storia, il legame con l’età antica
e il successivo periodo longobardo e norman-
no non facessero parte della quotidiana bel-
lezza della città.
Sono le tante chiese e palazzi medievali a rac-
contare la grande storia longobarda. A co-
minciare dalle cosiddette “chiese a corte”
– San Salvatore a Corte, San Michele a Cor-
te e San Giovanni a Corte –, che formavano
una vera e propria insula con la facciata ri-
volta al palazzo dei principi longobardi (di-
strutto dai Normanni). Sono tre piccoli, pre-
ziosi gioielli d’architettura altomedievali oggi
visibili grazie ai volontari del Touring Club
Italiano e all’Associazione Capua Sacra, che
gestisce l’apertura di tutte le chiese visitabili a
Capua (in un chilometro quadrato ce ne sono
ben 54) che fanno capo a un unico battagliero
parroco, don Gianni Branco. «Un’apertura
che viene fatta su richiesta dei visitatori gra-
zie a un gruppo di volontari disponibili tutta
la settimana. Tenere tutto aperto sarebbe im-
possibile, non abbiamo mezzi né persone.
Meglio lavorare “on demand”». Don Gianni ci
parla di questa iniziativa mentre ci accompa-
gna nella visita al duomo, preceduto dallo
splendido quadriportico del Paradiso, dell’XI
secolo. «Il quadriportico», spiega, «rappresen-
ta una separazione fra lo spazio sacro e quello
profano, un filtro ma anche una connessione
vitale con la vita sociale e di relazione della
città. Fino al 1500, nel quadriportico si svolge-
vano le assemblee comunali, si facevano ac-
cordi politici, c’erano momenti sinodali». Il
duomo conserva anche uno splendido sup-
porto per il cero pasquale di epoca longobar-
da, in marmo e tarsie, la cripta con una

Davanti alle pietre dell’arena di Spartaco


Sopra: l’interno della chiesa dell’Annunziata. L’unica
navata è coperta da un prezioso soffitto ligneo della
fine del XVI secolo, con tele di scuola napoletana;
dietro l’altare, una pala di Francesco De Mura (1696-
1782). A destra: il sarcofago romano nella cripta del
Duomo. Pagina seguente: su piazza Medaglie d’Oro, con
la fontana inaugurata nel 2008, affaccia il fianco destro
della chiesa dell’Annunziata. I possenti blocchi del
basamento provengono dall’Anfiteatro Campano della
vicina Santa Maria Capua Vetere, celebre per essere
stato teatro della rivolta di Spartaco (73-71 avanti Cristo).

96 Bell’Italia
Bell’Italia 97
98 Bell’Italia
il weekend CAPUA

statua settecentesca del Cristo morto di Mat-


teo Bottiglieri e una meravigliosa Madonna
del Cardellino del XV secolo.

RICORDI DI CAPUANI ILLUSTRI


E I TESORI DI SANT’ANGELO IN FORMIS
I capuani ancora oggi si sentono parte della
Storia con la “s” maiuscola. Sarà perché qui è
stato scritto il primo documento in italia-
no volgare, il famoso Placito capuano, atto
notarile del 960 conservato nell’abbazia di
Montecassino, all’epoca sottomessa a quella
capuana. O perché qui sono nati Pier delle Vi-
gne (e c’è ancora il suo bel palazzo), tra i più
grandi maestri dell’ars dictandi e intimo ami-
co di Federico II, citato da Dante del XIII Can-
to dell’Inferno (“Io son colui che tenni ambo
le chiavi / del cor di Federigo”), ed Ettore Fie-
ramosca vincitore nel 1503 della disfida di
Barletta, il cui meraviglioso palazzo è oggi se-
de dell’Asl. Forse anche perché qui vennero
alla luce il compositore Giuseppe Martucci e
il fondatore della Croce Rossa Italiana Ferdi-
nando Palasciano. Forse è per troppa ricchez-
za che una città con monumenti mozzafiato
come il castello delle Pietre, residenza dei
principi normanni e oggi sede della Polstrada
(andrebbe restaurato), non punta in maniera
decisa sul turismo come volano economico.
Miglior sorte è toccata all’imperdibile ab-
bazia benedettina, visitatissimo complesso
nella frazione di Sant’Angelo in Formis o,
in corso Gran Priorato di Malta, all’ex conven-
to delle Dame Monache (giovani donne di fa-
miglie ricche costrette a prendere i voti per
non “disperdere” il patrimonio), oggi sede uni-
versitaria della facoltà di Economia e Com-
mercio, che conserva splendide testimonianze
longobarde. È una fucina di giovani che scia-
mano rumorosi e gioiosi nei bar della zona,
dando un senso profondo a una città che sen-
za questi occhi sul futuro probabilmente ri-
schierebbe di perdere il suo passato.

Il coro di Diana ora canta lodi a Dio


Sopra: il mosaico “della scuola” o del “coro sacro”, del IV
secolo dopo Cristo, è uno dei pezzi più preziosi del Museo
Campano. Raffigurante un coro di vergini, fu realizzato
per un tempio di Diana ma riusato nella pavimentazione
della basilica di Sant’Angelo in Formis, “riciclando” così
l’originale scena pagana in soggetto cristiano. In alto:
l’esterno della piccola chiesa longobarda di Sant’Angelo
in Audoaldis, del IX secolo. A sinistra: il ponte romano
sul Volturno. È detto così anche se è una ricostruzione
(l’originale venne distrutto nel 1943). Pagina precedente:
lo spoglio interno della chiesa dei Santi Rufo e Carponio.

Bell’Italia 99
il weekend CAPUA
Testi Manuela Piancastelli - Fotografie Alfio Giannotti
Dove pernottare
Hotel Capys ★★★★ (via Santa Maria la Fossa
22, 0823/96.12.99). Poco fuori città, ha 53
camere, 8 suite e comodo parcheggio.
Accetta animali. Doppia con colazione da 90 €.
Masseria Giòsole (via Giardini 31,
0823/96.11.08). In una tenuta di 60 ettari,
con un parco fluviale all’interno della proprietà,
l’agriturismo produce anche frutta e ortaggi e
li trasforma in ottime conserve. Offre 3 doppie
e 3 appartamenti. Doppia con colazione da 80 €.
Palazzo Lanza (corso Gran Priorato di Malta
25, 339/849.99.75). In un edificio del ’400,
in pieno centro, due camere raffinate
e accoglienti con arredi d’epoca. Doppia
con colazione (da fare nel bar adiacente) 70 €.
B&B Masseria della Casa (Sant’Angelo in
Formis, via Mario e Silla 5, 0823/96.03.58 e
338/849.82.78). A poca distanza dalla basilica,
un b&b con giardino. Le camere sono ben
arredate, piccola cucina comune a disposizione
degli ospiti. Doppia con colazione da 50 €.

Per la cena
Paplà Osteria dei Nobiluomini (piazza De
Renzis 6, 333/369.17.35). Ristorante storico di
Capua dove gustare salumi artigianali, pancotto
con i fagioli, baccalà e le famose “capuanelle”
ossia i carciofi capuani. Conto sui 30 €.
La Locanda del Pozzo (via Andreozzi 14,
Palazzo Lanza 331/148.52.26). Giuseppe, in sala, vi racconta
la sua cucina: da provare il baccalà fritto e in
casseruola o con le anguille. Conto sui 25-30 €.
Il Borghetto (Sant’Angelo in Formis, via Baia
191, 0823/49.36.73). Pizze gourmet e cucina
tradizionale ma alleggerita. Possibilità di
acquisto di prodotti tipici. Conto 20-35 €.
‘A Luna Rossa (Bellona, via Vinciguerra 106,
0823/96.68.58). Ambiente caldo, cucina di alto
livello, vini eccellenti. In questa stagione
pancotto con broccoli, velo di provolone del
monaco e fagioli piattelli, mafaldelle con ragù di
coniglio, bufalo cotto a bassa temperatura con
cioccolato e sale di Trapani. Conto sui 35 €.
Masseria Giòsole

venerdì
COME ARRIVARE
In auto: autostrada A1,
uscita Capua o Santa
Maria Capua Vetere, poi
seguire le indicazioni
per Capua centro.
In treno: da Napoli circa
50 minuti con i treni
regionali (89.20.21;
www.trenitalia.com).
In bus: dalla stazione di
Napoli o dall’aeroporto
linea Atc (0823/96.90.57;
www.atcbus.it).
In camper: parcheggio
comunale a Porta
Napoli e in via Pomerio.

100 Bell’Italia Mater Parade


Paletta d’Oro

SABATO MATTINA
Una preziosa collezione
sabato,
Si comincia con al visita al Museo Campano, indirizzi
che conserva importanti reperti archeologici e la
preziosa collezione di statuette in tufo di origine
osca, databili fra il VI e il II secolo a.C., scoperte
a fine ’800, che riproducono una donna con uno Museo Campano,
o più bambini tra le braccia. Solo una scultura era via Roma 68,
diversa e fortemente ieratica: in una mano 0823/96.14.02.
Orario: da martedì a
reggeva una melagrana e nell’altra una colomba,
domenica dalle 9 alle
simboli di fecondità e pace. Era la Mater Matuta, 13, martedì e giovedì
antica divinità italica dell’aurora e della nascita, e anche dalle 15 alle
le “madri” rappresentavano offerte propiziatorie 18. Ingresso 6 €.
o di ringraziamento per la maternità. Il museo, tra Chiese di San Salvatore
a Corte, San Michele a
i più ricchi della Campania, è ospitato a palazzo Corte e San Giovanni a
Antignano, con portale durazzesco-catalano. Di Corte: aperte a cura
fronte, la piccola, deliziosa Fontana del Nettuno Shopping: il gusto della qualità del Tci Capua
(XVI-XVII secolo). Sono invece veri gioielli di Per rivivere l’emozione delle Matres anche (347/373.70.37) il
sabato mattina e la
architettura medievale le tre chiese “a corte” di una volta tornati a casa, sosta al Laboratorio
prima domenica
San Salvatore, San Michele e San Giovanni. Mater Parade, l’atelier dello scultore Roberto del mese, ore 10-13.
Branco, per acquistare una “Madre” Chiese di San
SABATO POMERIGGIO reinterpretata con gusto moderno. Poco più Marcello, Santi Rufo
Piccole e grandi chiese avanti, si fanno acquisti speciali alla Gioielleria e Carponio, Sant’Eligio,
dell’Annunziata:
Partiamo dalla chiesa di San Marcello, con Tersigni, con bellissime collezioni di argenti l’Associazione Capua
un portale di spoglio dalla tomba di Audoalt (VII artigianali napoletani o, per chi vola alto, Sacra (339/775.68.13
secolo). Poco distante c’è la chiesa dei Santi gioielli preziosi di gran valore. Chi è in cerca e 338/999.32.20)
Rufo e Carponio, di fondazione longobarda, con di tipicità potrà trovarla soprattutto in alcuni apre su richiesta
queste e le altre
affreschi dell’XI secolo. Poi è la volta del Duomo, prodotti alimentari. A cominciare dalla
chiese capuane.
col quadriportico del Paradiso e la cripta. Sosta al mozzarella di bufala campana Dop che è una Duomo, piazza Duomo
Gran Caffè con affaccio sul Palazzo Comunale, delle grandi ricchezze del territorio. Dal 1, 0823/96.10.81.
ornato da volti in marmo dall’Anfiteatro. latte di bufala nascono anche la treccia di Aperto dalle 8 alle12
Adiacente il Comune, la chiesa di Sant’Eligio mozzarella, la ricotta e il burro. Tutti prodotti e dalle 16,30 alle 20.
Gran Caffè, piazza
con l’arco del XV secolo e la loggia ad archi che si possono acquistare direttamente dei Giudici 1,
binati. Va vista la chiesa dell’Annunziata, con nei caseifici, come Il Casaro del Re o presso 0823/96.16.23.
lo splendido matroneo ligneo. Se sono le 18, le Fattorie Garofalo, che contano cinque Il Fornaio, corso
fermatevi da Il Fornaio, il panificio dei fratelli allevamenti di bovine (per gruppi è possibile Gran Priorato di
Malta, 347/987.93.00.
Iodice, che a quell’ora sforna il pane caldo. la visita su prenotazione). Se volete
Laboratorio Mater
familiarizzare con i vini del territorio, vale Parade, corso
una sosta l’Enoteca Il Tralcio, che offre Gran Priorato
da non perdere una ricca panoramica delle più importanti di Malta 88,
0823/96.16.22;
produzioni campane da vitigni autoctoni:
1. Il Museo Campano Aglianico, Falanghina, Pallagrello bianco,
www.materparade.it
Gioielleria Tersigni,
2. Chiesa dei Santi Rufo e Carponio Pallagrello nero, Casavecchia e Asprinio. via Duomo,
3. L’Arco di Sant’Eligio Infine sosta golosa alla gelateria artigianale 0823/62.29.26.
Paletta d’Oro, che offre anche il gelato al babà. Il Casaro del Re,
via Santa Maria
Capua Vetere,
0823/62.00.19.
Aperto 8,30-20,30,
domenica 8,30-14.
Fattorie Garofalo,
via Santa Maria
Capua Vetere 121,
0823/62.26.81 e
62.00.44. Aperto
dalle 8,30 alle 20,30,
domenica 8-14.
Enoteca Il Tralcio,
corso Gran
Priorato di Malta 33,
0823/62.28.10;
lunedì chiuso.
Gelateria Paletta
d’Oro, corso Gran
Priorato di Malta
120, 0823/62.19.54.

La Locanda del Pozzo Museo Campano Bell’Italia 101


il weekend CAPUA

DOMENICA MATTINA
L’abbazia e i suoi affreschi
Piccola sosta per la prima colazione al Zahir
Café, all’interno de “Il Chiostro”, oggi spazio
pubblico verde e un tempo chiostro delle suore
del convento dell’Annunziata, che accedevano
alla chiesa tramite il sontuoso “corridoio”
che sormonta corso Appio. Poi da Capua ci si
sposta a Sant’Angelo in Formis, a 5 km, per
visitare l’abbazia benedettina con i bellissimi
affreschi dell’XI secolo con scene dell’Antico
Testamento nelle navate laterali e dei Vangeli
in quella centrale. La basilica è preceduta
da un poderoso campanile a bifore e si apre
su una piazza con vista sulla pianura campana,
le cupole di Capua e la valle del Volturno.

DOMENICA POMERIGGIO
L’anfiteatro di Spartaco
Prima di partire alla scoperta di Santa Maria
Capua Vetere, una sosta per ammirare
il Teatro Ricciardi di Capua, un tempo Teatro
Comunale Campano: sorto nel XVI secolo,
è uno tra i più antichi d’Italia. Dopo molti
rimaneggiamenti, a fine ‘700 furono rifinite
le facciate con la stupenda loggia architravata;
l’ultimo restauro fu nel 1929. Merita da solo
il viaggio l’Anfiteatro Campano a Santa Maria
Capua Vetere, particolarmente importante per la
cultura classica e per l’immaginario collettivo. È
Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere infatti il luogo da cui il gladiatore Spartaco guidò,
nel 73 avanti Cristo, la rivolta di schiavi che per
Abbazia di Sant’Angelo in Formis due anni tenne Roma sotto scacco. Sorto tra II
e I secolo a.C. su una precedente arena, lungo
165 metri sull’asse maggiore, ospitava fino
a 40 mila spettatori ed era sede della prima
e più rinomata scuola di gladiatori. Da visitare
anche l’annesso Museo dei Gladiatori.

IN ALTERNATIVA
Il capolavoro di Vanvitelli
A pochi chilometri da Capua c’è la spettacolare
Reggia di Caserta, Patrimonio Unesco,
costruita nel 1774 da Luigi Vanvitelli.
È la più grande residenza reale al mondo
e i suoi meravigliosi giardini competono con
Versailles. Si accede all’appartamento reale,
domenica, indirizzi che è stato set di numerosi film (tra cui il primo
e secondo episodio della serie Guerre Stellari),
Zahir Café, corso Appio 68, 0823/79.88.64 e 0823/84.42.06. tramite l’imponente vestibolo e lo scalone
all’interno del Chiostro Aperto martedì-domenica 9-16.
dell’Annunziata. Ingresso 2,50 €. d’onore. Bellissimi il Teatro di Corte e la
Basilica di Sant’Angelo in Formis, Reggia di Caserta, viale Douhet 2, Cappella Palatina, affascinanti le stanze del
Sant’Angelo in Formis, 0823/44.80.84 e 0823/27.73.80; re e della regina, ricche di opere di Hackert
via Baia 120, 0823/96.08.17. www.reggiadicaserta. e Fischetti. Nel palazzo è anche ospitata
Aperta 9,30-12,30 e 15-18, beniculturali.it Aperta 8,30-19,
la collezione di arte contemporanea Terrae
visite guidate su prenotazione chiusa martedì. Ingresso parco
(Associazione Culturale Amici e appartamenti 12 €. Visite Motus. Il parco reale si estende per tre
della Basilica, 0823/96.08.17). guidate: 338/797.65.31. chilometri su 120 ettari. Il vialone centrale è
Teatro Ricciardi, largo Porta solcato da una serie di fontane (superba quella
Napoli, 0823/96.38.74;
www.teatroricciardi.it info di Eolo) che conducono alla suggestiva cascata
e al gruppo scultoreo di Diana e Atteone. Una
Anfiteatro Campano e Museo Pro Loco di Capua, piazza
dei Gladiatori, Santa Maria dei Giudici 6, 0823/96.27.29, curiosità: l’acqua proviene da oltre 40 km di
Capua Vetere, piazza Adriano, prolocodicapua@gmail.com distanza grazie a un complesso sistema idrico.

102 Bell’Italia
Quaderni di viaggio su itinerari a piedi o in bici nel paesaggio Sentieri d’Italia
di Albano Marcarini

AVVENTURA DA ARCHEOLOGI
SULLA COLLINA DI LUNI
Nella Tuscia Viterbese, la boscosa valle del Mignone
cela testimonanze di antichi villaggi preistorici e tombe etrusche

P uò sembrare strano che, a meno


di un’ora da Roma, ci siano ancora
luoghi selvaggi e solitari, raggiungibili
fitta dei primi, soggiogati dalle ambi-
zioni espansionistiche dell’Urbe.
Le città scomparvero, abbandonate dai
talvolta in situazioni apparentemente
impenetrabili se non si è condotti da
una guida del luogo. È quindi neces-
solo in fuoristrada o con un lungo cam- loro abitanti, sgretolate dal tempo e dai sario farsi accompagnare (vedere box
mino a piedi, senza incontrare paesi, ca- predoni. Di esse rimasero le necropoli, Dove, come, quando): da soli si rischia di
se, persone. Una situazione ancor più protette dal mistero e dalla paura. Oggi rimanere delusi o, peggio, di perdersi.
strana se si pensa che in antico, prima sono il segno imperituro di quelle civiltà.
della grande crisi sociale e demografi- Fra Blera e Monte Romano, il sito di GROTTE E CAVERNE NEL TUFO
ca del Medioevo, questi stessi luoghi Luni sul Mignone affascina per la gran- DELL’ETÀ DEL BRONZO
furono capillarmente presidiati, con diosità del paesaggio, la solitudine, la Il punto d’avvio dell’escursione è la
popolazioni insediate in borghi e città sorprendente avventura che attende i diruta stazione di Monte Romano, col-
e campagne ricche e produttive. Sono suoi rari visitatori. Va detto che Luni locata lungo la ferrovia dismessa Civi-
le terre dell’Alto Lazio, dove Etruschi non si raggiunge e non si esplora con fa- tavecchia-Capranica. Sulla sfortunata
e Romani si confrontarono e spesso si cilità. I reperti archeologici, benché tutti vita di questa linea, aperta nel 1928 e
combatterono fino alla definitiva scon- accessibili, sono celati nella macchia, chiusa nel 1961 a causa dello scarso traf-

Bell’Italia 103
Sentieri d’Italia

fico, basti dire che la stazione dista quasi lo e di una chiesa – quindi scomparve
10 chilometri dall’abitato di Monte Ro- del tutto, forse a causa di una pestilen-
mano ed è raggiungibile solo seguendo za. Il sito fu esplorato a partire dagli
contorte piste tracciate nella macchia. anni Sessanta del secolo scorso e si ri-
La collina di Luni si eleva di fronte velò fecondo di ritrovamenti, fra cui
all’edificio, verso meridione. Ci si avvia alcuni frammenti di ceramica micenea
pertanto a piedi in direzione del vicino che dimostrano l’esistenza di rapporti
viadotto reticolare sul Mignone, da cui fra i suoi abitanti e il mondo greco. Sul
si gode una splendida veduta panora- pianoro ci sono secolari tracce di fre-
mica sul fiume e sulla sua vallata, del quentazioni umane, molte di esse qua-
tutto disabitata, frequentata solo da si invisibili a un occhio non esperto.
mandrie di bovini allo stato brado. La più evidente è un vano rettangolare
Dalla testata del viadotto si stacca un scavato nel tufo, da interpretare come to da tre capanne a pianta rettangolare
esile sentiero che rimonta, con qualche l’abitazione del capo del villaggio, in di cui resta solo l’impiantito in argilla e
stretto e ripido passaggio, la collina e un periodo compreso fra la fine dell’XI la parte bassa della muratura in pietra,
raggiunge il pianoro sul quale era l’an- e l’inizio del X secolo avanti Cristo. Vi- poiché l’elevato era certamente di ma-
tica Luni. I primi coloni vi si stabilirono cino a esso si apre una grotta, utilizzata teriale deperibile (in legno o in paglia).
fin dall’età del Bronzo (XV-XI secolo in seguito come luogo di culto, ricono- Si tratta di un rinvenimento che gli ar-
avanti Cristo), prima pastori e poi agri- scibile dalla colonnetta in tufo che se- cheologi ritennero eccezionale per ra-
coltori. A essi fecero seguito i minato- para i due accessi. rità e per tipologia costruttiva poiché
ri, che gli Etruschi condussero qui per altre abitazioni note nella stessa epoca,
scavare i minerali dei Monti della Tol- A PIEDI TRA IL FIUME in altri siti, erano semplici e rudimen-
fa. I Romani, che conquistarono Luni E LA VECCHIA FERROVIA tali ricoveri in grotta.
nel III secolo avanti Cristo, la fecero Procedendo fra i cespugli e le radure In seguito gli Etruschi utilizzarono il
ben presto decadere, preferendo agli del pianoro si giunge a ridosso di un vallo come parte della cinta difensiva
insediamenti accentrati la pratica del profondo vallo trasversale, di chiara della loro città. Da essa infatti si esce
latifondo. Luni fu rioccupata nell’Alto origine artificiale. Proteggeva e faceva poco oltre, tramite una rampa, che se-
Medioevo – vi sono tracce di un castel- da spalla all’abitato primitivo, costitui- gnava la porta orientale. Si scende di

104 Bell’Italia
come
dove
quando

A sinistra: il viadotto sul Mignone,


nella prima parte dell’itinerario;
il fiume nasce sui Monti Sabatini
e sfocia nel Tirreno. A destra:
l’edificio dell’ex-stazione di Monte
Romano, nella Tuscia Viterbese. ITINERARIO a piedi nella valle del
Mignone, nel comune di Blera (Vt).
Partenza e arrivo: ex-stazione
di Monte Romano. Da Roma
si segue la Cassia fino a Cura
di Vetralla e poi, verso sinistra,
la provinciale 41 fino a Blera.
Monte Romano si raggiunge da
Blera con la provinciale 42; dopo
5 km si lascia l’asfalto e si piega
a sinistra per una sterrata che
si immette, verso destra,
sulla massicciata dell’ex-ferrovia
Civitavecchia-Capranica;
proseguire per 7 km fino
al piazzale dell’ex-stazione.
Tempo di percorrenza: 3 ore.
Lunghezza: 8 km.
Dislivello: 180 metri.
Condizioni del percorso: sentiero
o pista forestale, impraticabili
in caso di piogge recenti.
Si raccomanda di farsi
accompagnare da una guida.
Periodo indicato: dall’autunno
all’inizio della primavera.
Con chi: l’Associazione Antico
Presente organizza visite guidate
ed escursioni, soprattutto
pochi metri per superare la sella che archeologiche e naturalistiche,
divide il pianoro dal prospiciente mon- su questo e su altri itinerari
di Blera e della provincia di
te Fornicchio, di cui si raggiunge facil-
Viterbo, per singoli e gruppi.
mente il culmine. È il luogo adatto per Info: 339/571.81.35; www.
una sosta e per un’esplorazione aggiun- anticopresente.it. o pagina
tiva: i fori che si scorgono nel terreno Facebook “Antico Presente”.
servivano per le palificazioni di altre
capanne preistoriche, mentre sui co- Alberghi e ristoranti
stoni del rilievo si aprono altre grotte
a camera. Tornati alla sella si discende Agriturismo Poggio al Sasso
l’opposto versante fino a raggiungere, (Blera, località Crocevive,
dentro una fitta boscaglia, la sponda 0761/64.52.10). Dimora
di campagna fra gli uliveti, con
del torrente Vesca. Il sentiero lo passa a trionali del monte Fortino. Circa cento
ristorante e piscina. Doppia con
guado per due volte (si raccomanda di metri prima che questo corso d’acqua colazione da 60 €; menu da 30 €.
calzare un paio di scarponi da trekking confluisca nel Mignone lo si passa a Ristorante La Torretta (Blera,
impermeabili), per poi trasformarsi in guado, e si risale poi per pochi minuti piazza Giovanni XXIII 9, 0761/
una pista carrabile. Lasciata a destra la pendice boscosa fino a scorgere, nel 47.91.89). Cucina locale a base
la diramazione per la fontana Cana- bel mezzo di una necropoli completa- di selvaggina, abbondanza di
licchio, il percorso rimonta la pendice mente sepolta, la sola bella evidenza primi e tre camere per eventuale
e scavalca nuovamente la collina per della tomba delle Cariatidi, con l’elabo- pernottamento. Menu da 20 €.
immettersi sul vecchio tracciato ferro- rato motivo della finta porta a rilievo
viario, di cui resta la sola massicciata. sulla facciata. Il vero accesso è sotto- Le buone cose
Piegando a sinistra si fa ritorno alla ex- stante e all’interno il manufatto rivela
Cooperativa Agricola Colli
stazione di Monte Romano. altri motivi architettonici intagliati nel Etruschi (via degli Ulivi, Blera,
La passeggiata però non si conclude tufo, oltre a una strana cornice agget- 0761/47.04.69). Frutto del
poiché con una breve diramazione, tante con due teste a rilievo – le caria- lavoro di 380 soci, l’olio di Blera
seguendo il solco del Fosso Canino, si tidi da cui il sito prende il nome – che è fra i primi venti al mondo
possono raggiungere le falde setten- reggono il soffitto. per le sue qualità organolettiche.

Bell’Italia 105
I PIACERI di gennaio

Camera con vista | Alberghi | Benessere | Agriturismo | Buona Italia | Cantine e altro

Sapori degli altipiani


trentini tra Folgaria
e Lavarone pagina 116

L’OCCASIONE
DEL MESE

UNA NOTTE
AL RESORT
CON LE NOTE
DI GINO PAOLI
Il Renaissance Tuscany
Il Ciocco è un elegante
4 stelle superior con spa
nella campagna toscana
di Barga (Lucca). Da tre
anni ospita l’Unplugged
Festival d’Autore con
concerti di grandi artisti
– fra cui Ron, Tiromancino
e Gino Paoli – che si
esibiscono nell’auditorium
del resort. Il 28 gennaio
sarà la volta di Gino Paoli,
accompagnato da Danilo
Rea. Una notte con
colazione e due ingressi
al concerto a 170 €
a coppia. INFO: 0583/76.91
segue a pag. 114

NORD SARDEGNA

Per i “Primissimi”, vacanze da sogno a prezzi scontati


Delphina Hotels & Resorts, gruppo alberghiero leader per le vacanze
nel nord della Sardegna, propone l’offerta Primissimi, che consente
di godere della bellezza delle sue strutture a prezzi scontati. La promozione
prevede, per chi prenota entro il 31 gennaio, lo sconto del 15 per cento
sul soggiorno in tutti gli hotel del gruppo, sia 4 che 5 stelle. In più, per chi
raggiunge la Sardegna in nave o in aereo è previsto il transfer a tariffe
scontate da e per porti e aeroporti. INFO: www.delphina.it

Bell’Italia 107
CIBO & PAESAGGIO ZAFFERANA ETNEA (Catania)

I FRUTTI DEL VULCANO


Piccole, succose e intensamente profumate, le antiche mele dell’Etna sono coltivate
da una cooperativa di agricoltori sulle pendici della “muntagna”, tra 800 e 1.500 metri di altitudine

A cura di SLOW FOOD Testi Angelo Surrusca Fotografie Archivio Slow Food

’A muntagna: è così che la gente del


posto chiama l’Etna, a sottolinear-
ne l’importanza e l’unicità. È il vulcano
permeabili e ricchi di potassio. Un’area
così non può che vantare un notevole
campionario di biodiversità, che però
hanno rappresentato fino agli anni 70 del
secolo scorso la più forte e radicata biodi-
versità dell’Etna, con una ventina di varie-
attivo più alto d’Europa, dal 2013 Patri- talvolta viene messo a rischio dalla glo- tà, più o meno diffuse, dai nomi caratteri-
monio Unesco; il Parco Regionale che lo balizzazione, come in questo caso. Un stici: Auruduci, Barriatu, Bunnanza, Car-
circonda, istituito nel 1987, è stata la pri- tempo nei terreni agricoli alle pendici dillo, Cirino, Cola, Donneddu, Gelato,
ma area naturale protetta siciliana. dell’Etna venivano coltivate mele, pe- Gelato Cola, Lappio, Lappione, Malideci,
Un territorio di grande bellezza natura- re e ciliegie, in consociazione tra loro e Medonna, Rotolo, Ruggia, Rumaneddu,
listica, che accontenta escursionisti e con altre piante tipiche delle aree mon- San Giovanni, Turco, Zuccareddu... Frut-
sportivi in ogni stagione, ma anche una tuose mediterranee. Si cominciava con ti di piccole dimensioni, non più di 120-
zona la cui fertilità è strettamente legata la raccolta delle ciliegie, si proseguiva 130 grammi, dalla polpa bianca, succosa,
alla matrice vulcanica dei terreni, molto con le pere, infine con le mele. Queste dolce e intensamente profumata.

COLA, GELATO E CIRINO


SONO LE PIÙ APPREZZATE
Oggi solo pochi contadini continuano a
preservare le antiche varietà di mele
dell’Etna, coltivandole nel rispetto del
In alto: una coltivazione territorio. Le produzioni, poche centi-
di antiche mele naia di quintali l’anno, sono quasi inte-
dell’Etna a Zafferana ramente vendute nei mercati locali.
Etnea. A sinistra: Le varietà più apprezzate sono da sem-
i rami di un melo
pre quattro. La Cola, bianca e lentiggino-
della varietà Cola
carichi di frutti. sa, dal sapore leggermente acidulo, è la
Pagina seguente, in alto più conosciuta: il suo nome sembrerebbe
a sinistra: una veduta legato ai primi impianti che si trovavano
dell’Etna (3.329 metri) nelle vicinanze del convento di San Ni-
dal sentiero che sale
da Zafferana Etnea cola a Nicolosi. La Gelato è dolcissima e
verso la località detta dal colore paglierino, mentre la Gelato
Schiena dell’Asino. Cola riassume in sé le caratteristiche del-

108 Bell’Italia
come
dove
quando
ZAFFERANA ETNEA
(Catania)

Un’esplosione
di sapori Mele della varietà Gelato

Tutto il gusto della cucina siciliana, tra caponata e arancini,


tonno e alici, suino nero dei Nebrodi e stracotto d’asino
di pescato locale. Al
pesce azzurro, da lunedì
a mercoledì, è dedicato
un menu degustazione.
Da provare la pasta
con le masculine (alici),
le linguine con crostacei,
le prime due, quasi a simularne una me- il fritto misto, il tonno
scolanza genetica. Merita una menzione alalunga con cipolletta.
anche la Cirino, di cui però attualmente Conto 32-35 €.
si trovano pochissime piante: di piccole 4 Archi (Milo, via Crispi
dimensioni, ha buccia verde chiaro e ve- 9, 095/95.55.66).
nature rossastre diffuse. Una trattoria dalla calda
Negli ultimi quarant’anni, le antiche va- atmosfera e dagli arredi
rietà sono state progressivamente sosti- Zafferana Etnea, a circa 27 km dal capoluogo Catania, rustici. Lina Castorina
tuite dalle “solite” varietà internazionali si raggiunge in auto con l’A18 Messina-Catania, uscita dirige il lavoro in cucina,
quali Golden e Red Delicious, molto più Giarre e poi provinciali 4I e 148, oppure uscita Acireale realizzando piatti
produttive e apprezzate dal mercato. A e provinciali 165 e 8II-IV. In camper: Camping Al Yag, tradizionali e nuove
ciò si è aggiunta anche, più in generale, a Pozzillo di Acireale, via Altarellazzo 34, 095/76.41.53. ricette ideate con il patron
la crisi del comparto melicolo. Saro Grasso: caponata,
arancino con cavolo trunzu
UN PATRIMONIO TUTELATO Gli alberghi dotate di tutti i comfort. di Acireale, maccheroni
DA POCHI COLTIVATORI Il ristorante propone al sugo di suino nero dei
Slow Food, grazie al sostegno del Parco Airone Wellness Hotel piatti a base di materie Nebrodi, stinco di maiale
Naturale dell’Etna, ha istituito un Pre- ★★★ (Zafferana Etnea, prime locali. Nell’annessa al forno con patate, trippa,
sidio che punta a recuperare questo via Cassone 67, 095/ beauty room Bacco stracotto d’asino. Il pane
panorama varietale storico, ma anche a 708.18.19). L’albergo si effettuano trattamenti è fatto in casa; da provare
restituire dignità ai piccoli agricoltori, dispone di 62 camere, di vinoterapia; escursioni le pizze con ingredienti
che ancora oggi sono motivati e consa- dalle standard alle junior nel Parco dell’Etna a km zero. Curata
pevoli dell’importanza di salvaguarda- suite, 11 delle quali e visite guidate nelle la carta dei vini, con
re il patrimonio vegetale storico della in una dépendance cantine della zona. Doppia occhio di riguardo all’area
montagna. Attualmente al Presidio da cui si gode una bella con colazione da 70 €. etnea. Conto 30-34 €.
aderiscono una trentina di coltivato- vista panoramica. Area
ri, riuniti nella Cooperativa Zaufa- benessere con piscina I ristoranti
nah di Zafferana Etnea. scoperta, sauna, bagno
Le mele vengono coltivate nei terreni del
Parco compresi tra 800 e 1.500 metri di
turco, kneipp, jacuzzi;
trattamenti estetici
La Vecchia Posta
(Mascali, via Spiaggia
info
quota; i frutti si raccolgono, partendo su richiesta. Doppia 307d, 095/97.12.40). Presidio Slow Food
dagli impianti alle quote inferiori, da fine con colazione da 105 €. Percorrendo il lungomare Referente dei produttori
settembre a metà novembre. Con la con- Ghebel Resort ★★★ si arriva alla trattoria Alfio Salvatore Leonardi,
servazione a bassa temperatura si posso- (Milo, via Crisafulli 22, gestita dalla famiglia 329/631.34.07,
no consumare fino in primavera. Le an- 095/708.70.25). Savia, che prepara info@zaufanah.com
tiche mele dell’Etna si gustano prevalen- L’architettura dell’albergo ricette classiche della Sopra, il simbolo
temente fresche, ma sono molto adatte si ispira ai casali siciliani cucina siciliana di mare che garantisce, sulla
anche per la trasformazione in confettu- dell’800. Dispone di due utilizzando, per quanto confezione, i prodotti
re, mousse, succhi e sidro. suite e dodici camere possibile, varietà dei Presidi Slow Food.

Bell’Italia 109
OSPITALITÀ
Testi di Lara Leovino e Luisella Colombo

Sopra: la Giants Room dedicata a David Bowie; tutte le camere hanno balconi con vista. A destra:
l’esterno del mountain resort e la sua terrazza con belvedere. In basso, da sinistra: scorcio
del ristorante; il corridoio per accedere alle camere; un angolo della piccola spa con sauna.

COURMAYEUR (Aosta) SUPER G

Un lodge d’altitudine
sotto il Monte Bianco
Un rifugio di lusso a 1.700 metri con ristorante gourmet. Si arriva
solo in funivia e si dorme fra piste innevate e cieli stellati

A Courmayeur un posto così mancava. Un elegante resort di montagna affacciato


sulle piste più belle di Plan Checrouit con l’arco alpino del Monte Bianco a far
da corona. Il Super G è un’esperienza da vivere con lo sguardo – godendo dalle tre ter-
razze i magnifici panorami d’alta quota – e da gustare col palato grazie alla brigata di
cucina selezionata dallo chef stellato Andrea Ribaldone. In tavola si servono piatti di
montagna rivisitati con mano elegante: su tutti la fonduta di fontina d’alpeggio con
uovo poché (“in camicia”) e tartufo. Per pranzi veloci fra una discesa e l’altra il resort
propone taglieri di salumi e formaggi, panini gourmet e bagels. E poi, nel pomeriggio,
per chi ama l’après-ski danzante, c’è musica in una delle terrazze con chiosco all’aperto
che serve cocktail, birre artigianali e patatine fritte al momento. Gli ambienti interni
hanno arredi contemporanei, chic ed essenziali, scaldati dalle sfumature del legno che
caratterizza tavoli e boiserie. Il lodge ospita 8 camere di cui due suite e sei Giants
Room dedicate a nomi illustri come Nelson Mandela e David Bowie. «Personaggi
che hanno scalato la loro vetta e hanno fatto la differenza», come amano sottolineare
Andrea Baccuini e Giacomo Sonzini, i due giovani imprenditori che nel 2013 hanno
rilevato una struttura alberghiera preesistente trasformandola nel primo mountain
lodge sulle piste di Courmayeur. Qui si cerca di esaudire i desideri di tutti: c’è un’area
dedicata ai bambini, un piccolo centro benessere, una palestra con personal trainer su
richiesta e un tapis roulant che guarda la valle del Monte Bianco.

110 Bell’Italia
info
Super G, località Plan Checrouit 9, Courmayeur
(Aosta), 0165/84.26.60; www.lovesuperg.com
Camere: 8 di cui 2 suite e 6 Giants Room.
Prezzi: 250 € a notte con colazione.
Servizi: ristorante (conto sui 70 €), bar, palestra,
sauna, parcheggio privato alla partenza della funivia.
Apertura: dal 6 dicembre a metà aprile.

Bell’Italia 111
A destra: scorcio
di una delle camere
del Mirabell, hotel
5 stelle in val
Pusteria. Si tratta
della Turmsuite
con bow window.
Nelle foto sotto,
da sinistra: veduta
dell’esterno
dell’hotel, che da
pochi mesi ha una
spa totalmente
riprogettata; la
vasca di coppia
nella Spa Suite del
centro benessere.

VALDAORA (Bolzano) MIRABELL DOLOMITEN WELLNESS RESIDENZ

S ituato in val Pusteria, è in ottima po-


sizione per sciare a Plan de Corones
così come per visitare i centri storici di
rizzato dalla piscina coperta che sconfina
nel giardino e da un ricco complesso di
saune di cui una all’esterno. Punto di for-
Brunico e Bressanone. Il Mirabell offre za della spa è l’Ayurveda: oggi il Mirabell
tutto il calore del legno e architetture che è leader in questo settore, la cui filosofia,
prediligono le linee curve. Il cuore è la ispirata all’antica medicina indiana, vie-
lobby bar, con il camino e un inedito ne applicata in tutti i trattamenti, eseguiti
bancone “rotante”, cui fanno da corolla dopo un’attenta visita iridologica.
tre salette intime. Il ristorante si compone
di un’area circolare con séparé che garan-
tisce privacy e tre salette con tipiche stu- info
Mirabell Dolomiten Wellness Residenz,
be, dove la colazione è a buffet e la cena via Hans Von Perthaler 11, Valdaora
con menu alla carta. Le stufe in maiolica (Bolzano), 0474/49.61.91; www.mirabell.it
e i cuscini rubino, verde salvia e indaco Camere e suite: 55. Prezzi: doppia in
regalano un’atmosfera accogliente che si pensione ¾ da 272 a 540 € a coppia.
Servizi: bar, spa Aurora, piscina interna ed
ritrova nelle camere, tutte in legno. Du- esterna riscaldate, 10 cabine trattamenti,
rante l’estate 2016 è stato completamente 2 sale relax, parcheggio.
riprogettato il centro benessere, caratte- Apertura: chiuso ad aprile e a maggio.

112 Bell’Italia
CERVINIA (Aosta) HOTEL HERMITAGE RESTAURANT & BEAUTY

A Cervinia l’Hotel Hermitage è un’isti-


tuzione, e non solo perché è l’unico
5 stelle della località. A fare la differenza è
piscina, alimentata con acqua pura di sor-
gente alpina, e incorniciata da grandi ve-
trate affacciate sul paesaggio innevato. La
la dedizione della famiglia Neyroz, alber- novità di quest’anno è il Thermarium che
gatori da 5 generazioni che rinnovano la include bagni di vapore in marmo bian-
loro vocazione con sfide sempre d’eccel- co e luci led, sauna finlandese in rovere
lenza. Progetti premiati da riconoscimen- alpino, doccia diluvio e a cascata, doccia
ti internazionali e dall’apprezzamento emozionale e fontana di ghiaccio. Oltre a
degli ospiti, che in questi caldi ambienti, una zona relax totalmente rinnovata.
rivestiti di legno, vivono un’esperienza
davvero unica. L’Hermitage è uno cha-
let in legno e pietra fra i larici, a pochi info
Hotel Hermitage Restaurant & Beauty,
passi dal centro, che offre un’atmosfera via Piolet 1, Cervinia (Aosta),
familiare ed esclusiva al contempo. A ta- 0166/94.89.98; www.hotelhermitage.com
vola i piatti della tradizione rivisitati dallo Camere: 29 e 9 suite.
chef Roberto Pession si gustano guardan- Prezzi: da 155 € per persona la mezza
do il Cervino o a lume di candela nella sug- pensione; da 190 € la doppia con
colazione. Servizi: spa, piscina, parcheggio,
gestiva cantinetta scavata nella roccia. La palestra, ristorante, bar lounge. Apertura:
spa è una meraviglia a cominciare dalla da dicembre ad aprile, luglio e agosto.

Sopra: la zona notte


di una delle suite del
5 stelle Hermitage,
esclusivo resort di
Cervinia vincitore nel
2016 ai World Luxury
Hotel Awards nella
categoria Luxury Ski
Resort. A sinistra:
scorcio della piscina.
Nelle foto in basso,
da sinistra: l’esterno
dell’Ansitz Ranuihof,
maso medievale ed ex
residenza di caccia
in val di Funes; scorcio
di una delle camere
e degli affreschi
seicenteschi che
decorano gli interni.

VAL DI FUNES (Bolzano) MASO ANSITZ RANUIHOF

U n grande maso del XII secolo cir-


condato da un prato innevato con
le cime delle Odle all’orizzonte. Accan-
ta con erbe di montagna, speck, manzo
affumicato fatto in casa e salamino. Fra
le esperienze da non perdere c’è la di-
to la preziosa chiesetta barocca di San scesa in slittino con sosta in baita nella
Giovanni con il tipico campanile a bulbo. malga Geisler, a quasi 2.000 metri. E poi
L’antica residenza di caccia Ansitz Ra- i 26 chilometri di piste di fondo della val
nuihof sorge in un paesaggio fiabesco, di Funes e il tour con le ciaspole lungo il
come da fiaba sono le sue romantiche sentiero Adolf Munkel.
camere: alcove in legno decorate da
affreschi del Seicento. L’ambiente è
intimo: solo cinque stanze in stile locale info
Maso Ansitz Ranuihof, San Giovanni 2,
con alcuni arredi d’epoca. La colazione val di Funes (Bolzano),
è un trionfo di sapori: viene servita nella 0472/84.05.06, 339/604.46.85;
sala della stube e propone solo cibi pro- www.ranuihof.com
dotti nella malga Geisler, di proprietà del Camere: 5.
Prezzi: doppia con colazione 100 €
maso o di provenienza locale. Fra questi con permanenza minima di 3 giorni.
latte, uova, miele, succhi, pane, tè, mar- Apertura: chiuso da dopo Pasqua
mellate, yogurt, macedonia fresca, ricot- fino a metà maggio.

Bell’Italia 113
OCCASIONI
Testi di Pietro Cozzi e Lara Leovino
PROPOSTE DI QUALITÀ

TORINO VISITA ALLA REGGIA E RELAX ALLE TERME

BENESSERE A CORTE
QC Terme Torino, oasi del benessere nel cuore
della città della Mole, e la Reggia di Venaria a
Venaria Reale propongono un’offerta turistica che
coniuga cultura e wellness alla day spa. Il pacchetto
“Benessere a corte”(sopra, la locandina) prevede
l’unione di due esperienze: l’ingresso e la visita
della Reggia, dei suoi giardini e delle mostre
allestite e l’accesso ai percorsi termali di QC.
Il prezzo dell’offerta, valida tutti i giorni dell’anno,
è di 60 €. INFO: www.qcterme.com; www.lavenaria.it

ROVERETO (Trento) BOCCIONI AL MART


PILA E CHAMPORCHER (Aosta) IN MONTAGNA A PREZZI VANTAGGIOSI
WEEKEND D’ARTE FRA I MONTI

Valle d’Aosta low cost Fino al 19 febbraio il Mart ospita la mostra Umberto
Boccioni. Genio e memoria. Visitrovereto propone
una notte in b&b in città a partire da 66 €
Vicine alle grandi città della pianura, le due stazioni a persona. Nel prezzo sono compresi una cena in
sciistiche propongono invitanti vacanze sulla neve un ristorante tipico, l’ingresso alla mostra e la visita
con degustazione al Museo della Torrefazione Caffè
Per chi viene da Milano o Torino, le località sciistiche valdostane sono Bontadi. INFO: www.visitrovereto.it; www.mart.trento.it
l’“approdo” più comodo per trascorrere belle giornate sulla neve. Pila
(foto sopra), raggiungibile in cabinovia da Aosta, accoglie gli sciatori
VENEZIA DUE NOTTI A QUATTRO STELLE
con un pacchetto a partire da 520 € a persona, valido dal 15 al 22
gennaio: comprende 7 notti, 6 giorni di skipass, noleggio attrezzatura
e 4 ore di lezione privata. Più piccola, ma circondata dai paesaggi del La magia del Teatro La Fenice
Parco del Monte Avic, la ski area di Champorcher offre invece, fino al L’Orologio Venezia (foto) è un elegante 4 stelle
10 febbraio, un soggiorno di 4 notti in mezza pensione, in hotel 3 stelle, superior a Rialto. Durante la stagione lirica del
e 4 giorni di skipass a 345 € a persona. INFO: www.pila.it; monterosa-ski.com Teatro La Fenice (fino a ottobre 2017), l’hotel
propone ai suoi clienti in anteprima i biglietti
degli spettacoli. L’offerta Opera Package di 2
PASSO DEL TONALE (Brescia-Trento) 6 GIORNI DI SCI E 42 PISTE PER TUTTI
notti con colazione e 2 biglietti in platea parte
DISCESE IN FAMIGLIA SOTTO L’ADAMELLO da 588 € a coppia. INFO: 041/272.58.00.
Vasta, soleggiata, capace di soddisfare i gusti di tutti gli sciatori, la ski area
del Tonale (sotto) e dell’Adamello è perfetta per una settimana bianca
in famiglia. Dal 4 all’11
febbraio, numerosi hotel
propongono Family Fun,
un’offerta speciale di 7 notti
più 6 giorni di skipass: si
parte da 547 € a persona,
in mezza pensione,
in hotel 3 stelle. INFO: www.
pontedilegnotonale.com

114 Bell’Italia
PIACERI

Trentino: sull’Alpe Cimbra


il gusto della semplicità
A cura di Auretta Monesi  Foto di Franco Cogoli

G
FOLGARIA Lo speck
dell’Antica Macelleria li altipiani di Folgaria, Lavarone
e Salumeria Cappelletti, e Luserna sono terre felici, sia
i dolci assortiti del John nel verde intenso dell’estate che
Caffè, i liquori della nel biancore invernale e sciistico.
Grappoteca Enoteca La loro storia è curiosa e affascinante:
El Prosak, lo strudel intorno al 1200 il principe vescovo Friedrich
della Pasticceria Dalsass, von Wangen chiamò dalla Baviera la gente
il Ristorante alla Segheria, cimbra, tosta e laboriosa, per disboscare
il Maso Engher Caseificio, e coltivare queste lande. L’idea fu buona, e così
il Ristorante Cogola qui come in altre zone di montagna si insediò
e il Panificio Canalia questa popolazione del Nord, portando
| LAVARONE Il Museo lingua, usi e costumi che ancora sopravvivono
del Miele e l’Azienda nei cognomi, nella parlata, nei toponimi e
Apistica Amelio Marigo, nel gusto. Sull’Alpe Cimbra (come la chiamiamo
il formaggio del Caseificio oggi) in quei tempi duri e lontani il cibo
degli Altipiani e del Vezzena, era semplice, e tale è rimasto, con poche
le patate della Fattoria innovazioni: gnocchi, canederli, verze, patate,
Lenzi e l’ospitalità polenta, maiale, latticini e un sapiente
dell’Hotel Caminetto uso delle erbe. Oggi primeggia il superbo
| LUSERNA Le ricette formaggio Vezzena, presidio Slow Food. Poi
dell’Agritur Galeno speck, luganeghe, ottimi dolci, selvaggina. Piatti
montanari, cucinati con semplicità gustosa.

116 Bell’Italia
In questa foto: invitante
tagliere di salumi
misti della Macelleria
Cappelletti. Pagina
precedente, dall’alto:
veduta di Lavarone
dal forte Belvedere,
edificato tra il 1908
e il 1912; una delle
decine di etichette
della Grappoteca
Enoteca El Prosak.

FOLGARIA “del passo Coe”, dal luogo di macaron coloratissimi e farciti,


Gli aromi e i profumi provenienza delle erbe spontanee con creme tanto insolite quanto buone,
dello speck artigianale che lo aromatizzano. Poi tanti tipi le brioche del buongiorno, gli strudel
All’’Antica Macelleria e Salumeria di wurstel, salami, cotechini, luganega come li facevano le nonne di Folgaria,
Cappelletti siamo ormai alla terza fresca e stagionata, cacciatorini, la Sacher, i bicchierini a sorpresa,
generazione di macellai: dopo il nonno stinchi, salumi di cacciagione e carne le praline, la cioccolateria e la torta-
Andrea sono arrivati il figlio Nicola salada. Nel banco della macelleria, capolavoro detta “setteveli”.
e l’intraprendente nipote Davide, autore le carni sono tutte locali e possono Anche l’angolo salato non scherza
di un prosciutto cotto degno di un bis. essere messe sotto vuoto; lo speck affatto. La carta dei tè oltrepassa
I Cappelletti lavorano suini trentini doc, al trancio costa 17,40 € al chilo. i confini dell’esotico, elencando infusi
selezionati per diventare, sotto le loro di arbusti sudafricani; poi tante grappe,
cure, tranci di speck aromatizzato e Un pomeriggio dolcissimo vin brulé, birre e grog. Un posto dove
affumicato, senza esagerare nel sentore nella lounge montanara passare alla grande un intero pomeriggio.
di fumo. Spiega Nicola: «Lo speck va Bellissimo e moderno locale dal look
tagliato sottile e si lascia un po’ in bocca neo-alpino, ma con un tocco scandinavo, Grappe, vini e liquori
per scaldarlo, prima di masticarlo: così il John Caffè, di proprietà della signora da mettere nello zaino
si sprigionano subito gli aromi e la bontà Annapia Bennati, ha una bella veranda Prosak, in dialetto locale, è lo zaino:
della carne genuina fa la differenza». in cristallo, con un camino-braciere lo zaino di una volta, in pesante tela
C’è speck e speck, quello industriale al centro. Qui regna il verbo del grigio-verde con tasche e cinghie
e quello artigianale, fatto nei masi: quello pasticciere padovano Luigi Biasetto, in cuoio, quello che si portava appresso
dei Cappelletti è un prodotto di nicchia star del mondo dolce. L’elenco delle la gente di montagna quando andava
d’alta qualità, come il lardo detto sue creazioni è lungo: venti tipi di maxi per pascoli, malghe e boschi, con

Bell’Italia 117
Alpe Cimbra

1. La torta “setteveli”, apprezzatissimo dolce originale


del John Caffè. 2. Il caratteristico camino-braciere nella
veranda del locale. 3. Una rappresentazione in costume
al forte Belvedere, caposaldo dell’esercito austro-
ungarico durante la Prima guerra mondiale. 4. Nicola
Cappelletti verifica il grado di stagionatura del suo speck.
5. Un cesto di pani da farine assortite al Panificio Canalia.
1

118 Bell’Italia
4
5

dentro generi di conforto alimentare di brioche, con ripieni insoliti.


e una imprescindibile borraccetta di Di successo il panettone classico
grappa. È con questo spirito che Erwin della casa o quello ai marron glacé.
Valle gestisce la Grappoteca Enoteca Il “giglio” è il loro pasticcino-sorpresa,
El Prosak, una boutique ad alta con crema di nocciola in un “cestino”
gradazione alcolica arredata in legno impalpabile, ma funziona bene anche
elegante, con scaffali ricolmi di la treccia Mochena, ripiena di crema
bottiglie di grappa, liquori di montagna e mirtilli. E l’elenco non può terminare
e vino di alta qualità e selezione. senza aver citato l’ottima cioccolata.
Quasi tutte le scelte sono di ambito Lo strudel costa 17 € al chilo.
trentino, dalle distillerie e cantine
famosissime ad altre più di nicchia. La miglior polenta
Ma qui troviamo anche una pasta tra le antiche mura in pietra
molto particolare: al pino mugo, all’aglio Il ristorante è un riuscito adattamento
ursino, alla segale e ai porcini. Poi di una segheria in pietra viva,
marmellate, creme di funghi, tisane, ripensata e trasformata nel caldo locale
miele, caramelle e tante altre golosità. tipico che vediamo oggi. Mauro
Fiorentini, patron di Alla Segheria,
Mele e sfoglia sottilissima lavora con la moglie Antonietta
per lo strudel a regola d’arte e, di tanto in tanto, con una delle loro
Pasticcieri da sempre o quasi, tre figlie, alla preparazione di una carta
i Dalsass preparano dolci spettacolari di stagione che non si discosta mai
curando moltissimo la qualità troppo dalla tradizione di montagna.
degli ingredienti, tutti rigorosamente Ma nel menu inserisce anche un ottimo
locali. Lo strudel, avvolto in una baccalà, il fegato alla veneta e la spalla
pasta sfoglia sottilissima, non finisce di vitello. Non mancano mai il coniglio
mai di piacere, grazie al ripieno alle in umido, i bigoli al conzèr o ragù
mele ben amalgamato e al tocco bianco, le lasagne alla zucca e luganega
di spezie ben dosato. Tante le paste, e il brasato di capèl del prete con
di dimensioni ragguardevoli, che polenta. Servizio impeccabile e ottima
tentano i golosi insieme ai venti tipi serata garantita; conto da 30 €.

Bell’Italia 119
Alpe Cimbra

1. Marisa Corradi con i formaggi prodotti al Caseificio


degli Altipiani e del Vezzena. 2. La Pasticceria Dalsass
a Folgaria, vicino alla vecchia fontana; tra le sue specialità,
uno strudel di grande raffinatezza. 3. Diverse tipologie
di arnie rustiche esposte al Museo del Miele di Lavarone.
4. Amelio Marigo mostra alcuni barattoli di miele di
sua produzione. 5. Scorcio di Luserna dall’Agritur Galeno.
1

3 4

120 Bell’Italia
5

Dal latte d’alpeggio, di cervo con polenta, il filetto di maialino castagno, acacia, tiglio, tarassaco,
un capolavoro caseario e il semifreddo d’amaretto e miele erba medica e melata di abete.
Il Maso Vallorsara, a oltre 1.500 metri con salsa di fragole; conto da 32 €. L’ambiente degli altipiani è perfetto per
di altezza, è l’alpeggio dove le cinquanta il lavoro delle api: nessun inquinamento,
mucche di Armando Schir fanno Il piccolo paradiso prati intatti e poca presenza umana.
da sempre vacanze felici. Da lì proviene di pani e farine
il latte con cui si produce l’ottimo In montagna le varietà di pane Il meglio del Vezzena
Vezzena, il top caseario degli altipiani. sono davvero tantissime e in costante in cinque versioni
E l’altro formaggio di punta si chiama crescita, sia perché si reimpastano È Marisa Corradi a coordinare e gestire
Engher, come l’azienda, per sottolineare miscele di farine tradizionali, sia il Caseificio degli Altipiani, e con
la filosofia del “chilometro zero”. Schir perché si inventano nuovi mix. Il piccolo esso il destino finale del latte di ben
fa anche tosella, la mozzarella non Panificio Canalia sforna, nei diversi dieci allevatori. Da questo latte arriva
a pasta filata del Trentino, ottima sulle formati, pani al kamut, alla zucca, alla il Vezzena, formaggio simbolo dell’Alpe
pizze e alla piastra; poi ricotta, caciotte segale, al papavero e ai semi di lino. Cimbra. Ne esistono cinque versioni, che
aromatizzate e yogurt in vasetto bianco Sono pani ricchi, molto nutrienti, differiscono per il periodo di stagionatura:
o alla frutta. Il Vezzena di due mesi costa ricchi di fibra naturale e, soprattutto, fresco, mezzano (8-12 mesi), vecchio (12-
9,20 € al chilo; di sei mesi, 10,20 €. molto buoni. Da gustare insieme 18 mesi), stravecchio (oltre 18 mesi)
a focacce farcite e non, pizze e grissini. e di malga (presidio Slow Food, almeno un
Il Ristorante Cogola: sotto anno); costo da 9,90 € a 18,90 € al chilo.
una tettoia accogliente LAVARONE Nello shop troviamo anche una ventina di
In dialetto locale, Cogola significa Tutti i segreti del miele altri tipi di cacio d’alpe, più burro e yogurt.
“riparo”, “tettoia”. Ed è una tettoia da imparare e da gustare
molto accogliente quella che ospita Allestito da Amelio Marigo, il Museo La fattoria di Diego Lenzi,
il ristorante dalla sala circolare, dentro del Miele espone attrezzi e materiali l’ingegnere-allevatore
uno chalet un po’ isolato. Dalla cucina rari, provenienti da tutto il mondo, Fa tutto lui, o quasi: coltiva le patate
arrivano carne salada trentina cruda sul mestiere dell’apicultore. In vendita Primizia e Cicero, alleva i bovini,
o alla piastra, con i classici fagioli, gli c’è la produzione dei suoi 350 alveari, produce i formaggi. Diego Lenzi
strigoli (pasta corta appena arricciata, parte dei quali fanno “nomadismo” della Fattoria Lenzi, ingegnere che
fatta a mano), con erbe aromatiche in zone d’alta quota circostanti ha preferito il podere di famiglia alla
e ricotta affumicata, la zuppa d’orzo, o addirittura in Maremma per l’eucalipto. carriera, non si annoia davvero mai.
il risotto al Teroldego, i bocconcini Difficile scegliere tra miele millefoglie, di Le sue patate vanno a ruba e le mucche

Bell’Italia 121
Indirizzi

FOLGARIA
Antica Macelleria
e Salumeria Cappelletti,
via Emilio Colpi 1, 0464/72.11.09;
www.cappelletti1898.it
John Caffè,
via Emilio Colpi 52, 0464/72.11.21;
www.johncaffe.it
Grappoteca Enoteca El Prosak,
via Emilio Colpi 59, 0464/72.11.37
1 Pasticceria Dalsass,
via Emilio Colpi 61, 0464/72.03.06
1. La chiesetta di San Valentino, a Folgaria (XVI secolo). 2. Il pittoresco ingresso Ristorante Alla Segheria,
della Grappoteca Enoteca El Prosak. 3. L’interno di San Valentino: gli affreschi via Fabio Filzi 45, 0464/72.13.22;
dell’abside sono del 1568. In basso: cartina con le località citate in queste pagine. www.ristoranteallasegheria.it
Maso Engher Caseificio,
località Costa di Folgaria, 0464/72.31.65
Ristorante Cogola,
località Serrada, via Pasubio 135,
0464/72.71.56; www.ristorantecogola.it
Panificio Canalia,
località Serrada, via Schirni 13,
0464/72.71.52

LAVARONE
Museo del Miele-
Azienda Apistica Amelio Marigo,
località Tobia, 0464/78.33.15;
www.museodelmiele.com
Caseificio degli Altipiani e del Vezzena,
località Cappella, via Marconi 5,
0464/78.31.06;
www.caseificiovezzena.it
Fattoria Lenzi,
via Villanova 10, 349/503.59.85
Hotel Caminetto,
2 3
località Bertoldi, 0464/78.32.14;
www.hotelcaminetto.eu

(pezzate rosse) danno il latte per LUSERNA


LUSERNA
i formaggi (Vezzena, caciotte, tosella), Carni assortite e piatti
Agritur Galeno,
oppure diventano tagli di carne scelta. vegetariani dal villaggio cimbro
via Cima Nora 34, 0464/78.97.23;
Il segreto? Il bestiame vive in semilibertà Luserna è il villaggio degli altipiani
www.agriturgaleno.it
e si alimenta come natura vuole. che più rappresenta l’eredità della civiltà
cimbra: qui si insegna e si parla l’antica
L’Hotel Caminetto, lingua di origine germanica e i toponimi
una lunga storia di famiglia risalgono chiaramente a quella radice.
I Bertoldi non si risparmiano per L’Agritur Galeno delle sorelle Stefania
mandare avanti al meglio il loro Hotel e Chiara Nicolussi è una bella casa
Caminetto, vicino agli impianti di dagli interni foderati in legno, caldi
risalita: la conduzione familiare attenta e accoglienti. La cucina è senza fronzoli
e cordiale è un segreto semplice ma ma corretta, e le carni che arrivano
sempre vincente. Gli ospiti scelgono in tavola sono prodotte in loco.
fra 18 stanze, alle quali tra poco si Si sceglie fra tagliatelle ai funghi,
aggiungeranno quelle di un altro albergo, goulash, cotechini con verze, coniglio
vicino di casa. Gli arredi in stile, senza in tegame alle erbe, polenta con intingoli
esagerare con il legno, e la cucina sono d’accompagnamento, frittate dolci
gli assi nella manica del patron Flavio e piatti vegetariani. A disposizione anche
Bertoldi; settimane bianche da 378 €. camere piacevoli; conto sui 25 €.

122 Bell’Italia
Alpe Cimbra

La ricetta

Tonco de pontesèl
di Luserna
Un corposo piatto unico basato sulla locale luganega,
da accompagnare con tanta polenta fumante

In Trentino il tonco de pontesèl è uno spezzatino di varie carni, ma in terra


cimbra se ne utilizza un solo tipo, la luganega di maiale, a testimonianza
della rarità del più prezioso manzo sulle tavole della zona. Calorico
e nutriente, si basa sul salume macinato con parti grasse e magre. Tonco
sta per “sugo” o “ragù”, mentre pontesèl significa “davanzale”, e il motivo
non è del tutto chiaro. Piatto povero ma saporito – qui nella versione
presentata dall’Agritur Galeno – andrebbe accompagnato da polenta
fumante per raccogliere il sughetto, già un po’ addensato per l’impiego
della farina. È una portata unica, da famiglia riunita attorno al desco per Stefania Nicolussi dell’Agritur Galeno mostra il tonco
“pescare”, come si faceva un tempo, i bocconi direttamente dalla pentola. de pontesèl di Luserna pronto per essere servito.

Procedimento

Ingredienti 1
Stendere la luganega
4
Quando la farina
in lunghezza su un è ben dorata, aggiungere
Per 6 persone: tagliere e spezzettarla i pezzetti di luganega,
di netto in tocchetti per poi mescolare
t600 g o poco più di circa due centimetri in modo che si rosolino
di luganega fresca di spessore, lasciandole dolcemente e il salume
il suo budello. rilasci la sua parte grassa.
a macinatura media
t150 g di burro
t3 cucchiai
di farina bianca
t1 bicchiere
d’acqua calda
t1 bicchiere 2
In una casseruola,
5
Lentamente aggiungere
di latte
meglio se antiaderente, l’acqua calda e il latte,
t1 porro affettato sciogliere il burro mescolando sempre;
t1 pizzico a fuoco dolce. poi l’alloro, il pepe
di noce moscata e la noce moscata.
t2 foglie di alloro Cuocere a fuoco dolce
per trenta minuti.
t1 spruzzata
di pepe nero
appena macinato

3
Una volta che il burro
6
Ora si impiatta il tonco
si sia sciolto, senza farlo de pontesèl di luganega
imbiondire, spargere con il suo sughetto,
la farina, un cucchiaio per accompagnando con
volta; in contemporanea, fagioli stufati, polenta
mescolare per evitare o crauti cotti con
che si formino grumi, pezzettini di speck.
senza alzare il fuoco
Vino consigliato: del fornello. Aggiungere
quindi il porro affettato.
un buon Teroldego

Bell’Italia 123
CANTINE D’ITALIA
Testi di Giuseppe De Biasi

PONTEGINORI (Pisa) CASTELLO GINORI DI QUERCETO

Val di Cecina:
al castello il vino
dei marchesi
La cantina della famiglia Ginori Lisci è in un borgo medievale
con un’antica rocca, al centro di una tenuta da 2.000 ettari

Una nobile famiglia e il suo nozze col marchese Lorenzo di riammodernamento della
castello, con annessa cantina, Ginori nel 1786, è passato cantina, nell’ex teatro del
in Toscana. Sembra quasi ai “signori della porcellana”, borgo, con il palcoscenico
una storia scontata, ma i Ginori, che lo hanno eletto ora adibito a elegante spazio
nel caso del Castello Ginori a loro agreste ritiro. È una eventi. Il tour di visita
di Querceto gli elementi per tenuta di oltre 2.000 ettari si conclude nell’originale
IL VINO
farne una vicenda originale caratterizzata da bosco “Dispensa del Castello”,
ci sono tutti. Innanzitutto ceduo, con 700 ettari sala degustazione ricavata CAMPORDIGNO
parliamo di un intero di seminativo, 20 di uliveti dall’antico frantoio, MERLOT
borgo fortificato risalente e 17 vitati con barbatelle di abbellito dall’ultracentenaria MONTESCUDAIO
all’anno Mille, stretto fra Cabernet Sauvignon, Merlot, macina in pietra e da DOC 2014
la val di Cecina e Volterra Syrah, Viognier, Sangiovese suggestive foto d’epoca. Fratello minore
e immerso in una vastissima e Vermentino. Impiantati nel Il borgo comunica una rispetto al cru Castello
area boschiva, con la costa 1999 dal marchese Lionardo, sensazione di pace in ogni Ginori, il Campordigno
tirrenica lì all’orizzonte. e da lui accuditi insieme angolo, dalla bella pieve è prodotto sempre
Di proprietà dei Lisci dal al nipote Luigi, danno vita romanica al belvedere a base di uve Merlot,
1543, il borgo a cinque vini iscritti alla con vista sulla costa degli che nei terreni ghiaiosi
con l’ultima Doc Montescudaio, fra cui Etruschi. Alla Locanda del a medio impasto della
discendente il muscoloso Macchion Sole, nuova scommessa tenuta danno ottimi
della casata, del Lupo, un Cabernet dello chef stellato Luciano risultati. Al colore
Francesca, Sauvignon in purezza. Zazzeri, si gustano i giusti si presenta con un bel
convolata a Il portabandiera è il Castello abbinamenti dei vini, rosso porpora acceso,
Ginori, un Merlot di e magari ci si ferma a dormire mentre all’olfattivo
gran classe, dal bouquet in uno dei dieci appartamenti dominano il lampone
info complesso e armonioso
che affina nella barricaia
che i marchesi Ginori
Lisci hanno ristrutturato
e il ribes con accenni
speziati. In bocca
Castello Ginori di Querceto
Ponteginori (Pisa), realizzata, con gli interventi per accogliere gli ospiti. è vellutato, di bella
località Querceto, freschezza e sapidità.
0588/374.72;
Affinamento in legno
www.castelloginori
diquerceto.it e acciaio per un anno,
Come arrivare: autostrada poi altri 12 mesi in
A12, uscita Rosignano bottiglia prima di essere
Marittimo; da qui si segue messo in vendita in
l’Aurelia fino a Cecina
e poi si gira per Volterra 15 mila bottiglie
fino a Ponteginori. all’ottimo
Visite e degustazioni: rapporto
su prenotazione (Fabiola qualità-prezzo
0588/374.72 o 345/
di 9 €. Vino
323.40.42). La visita
guidata e degustazione da tutto pasto,
dei cinque vini e dell’olio si abbina bene
della tenuta costa 15 €. a primi piatti
Fino a marzo l’enoteca al sugo
è aperta soltanto
nei weekend, mentre Nelle foto, dall’alto: veduta del borgo fortificato di Querceto; la barricaia o ai salumi
da aprile ad ottobre tutti ricavata nell’antico teatro con volte a crociera. Nel tondo: il marchese della tradizione
i giorni tranne il martedì. Lionardo Ginori Lisci. Sopra: le vigne immerse nella campagna pisana. toscana.

124 Bell’Italia
L’Italia da leggere A cura di Carlo Migliavacca

La Scuola Grande
di San Marco a Venezia,
a cura di Mario Po’, Franco
Cosimo Panini 2016, 260
pagine, oltre 300 illustrazioni,
59 €. Formato: 30x30 cm

FOTOGRAFIA
ARTE E STORIA
FRAMMENTI DI MEMORIA
FEDE E BELLEZZA L’uomo soprattutto, ma non prima di tutto.
IN NOME DI SAN MARCO Sembra questa la cifra delle immagini
che nel volume raccontano mezzo
Erano libere associazioni di cittadini secolo, dopo la ricostruzione seguita a un secolo di lavoro di un noto fotografo italiano,
le Scuole veneziane, confraternite laiche incendio. Testi e fotografie conducono alla il bergamasco Pepi Merisio. L’uomo
nate nel Medioevo che garantivano scoperta della storia del sodalizio e dei osservato con occhio gentile nel suo
ai membri un’ortodossa vita spirituale tesori d’arte e architettura realizzati per la mondo, protagonista insieme a paesaggi,
e sostegno materiale in occasione di sua prestigiosa “casa”, aperta alle visite da edifici, città e oggetti di una dimensione
periodi di difficoltà e malattia, fino alla qualche anno. Per i confratelli lavorarono neo-umanistica sorretta da una visione
morte. Questo volume, dal ricco apparato grandi architetti e artisti del calibro serena del tempo e dello spazio. Gli scatti,
d’immagini, racconta il caso esemplare di Gentile e Giovanni Bellini, Palma il che vanno dal 1952 al 2015, descrivono
della Scuola Grande di San Marco, una Vecchio, Jacopo e Domenico Tintoretto. un’Italia in gran parte scomparsa, fatta di
di quelle nate in seguito alla diffusione La soppressione di età napoleonica persone e lavori umili, di semplici interni,
del movimento dei flagellanti, o battuti, portò alla dispersione di molte importanti di gesti e luoghi antichi, a partire da quelli
i penitenti che dal XIII secolo praticavano opere (oggi alle Gallerie dell’Accademia dell’amata terra natale di Merisio. Un mondo
l’autoflagellazione per le vie delle città di Venezia e alla Pinacoteca di Brera di in bianco e nero ancora vivido, osservato
italiane. L’intitolazione al santo patrono Milano), documentate nel volume accanto con il presentimento della perdita e con la
testimonia l’assoluta importanza del all’ancora ingente patrimonio culturale lucida certezza della sua irripetibilità. Un altro
sodalizio, che poco prima della metà del della Scuola (foto sotto: il portego delle grande della fotografia italiana, Ferdinando
’400 fece erigere accanto alla basilica dei Colonne; sopra: la sala dell’Albergo, con Scianna, ha scritto in un testo riproposto nel
santi Giovanni e Paolo una nuova, grande la riproduzione del Martirio di San Marco libro: «Sono belle le sue fotografie. Limpide,
sede, divenuta uno dei più alti esempi di Giovanni Bellini e Vittore Belliniano, ordinate. Cercano forme belle per cose viste
del Rinascimento veneziano alla fine del oggi alle Gallerie dell’Accademia). e sentite come belle. Una bellezza nostalgica
si direbbe, come se quasi inconsciamente il
fotografo avesse avuto nel farle il sentimento
di fragilità del mondo che ha amato» (sopra:
Pallavolo in seminario, Bergamo 1966).

Terra Amata.
Fotografie
1952-2015,
di Pepi Merisio,
a cura di Giovanni
Gazzaneo, Contrasto
2016, 272 pagine,
210 fotografie in
bianco e nero, 29 €.
Formato: 24,7x28 cm

126 Bell’Italia
CATALOGHI D’ARTE

DAPHNÉ DU BARRY
L’ingresso
nel labirinto
di Arnaldo
Pomodoro, testi
di Aurora Donzelli,
Gino Fienga, Federico
Giani, con-fine
edizioni 2016,
Il bronzo e la Bellezza
96 pagine, 12 €.
Formato: 16,5x24 cm

ARTE CONTEMPORANEA
DAPHNÉ DU BARRY
Il bronzo e la Bellezza
VIAGGIO DENTRO L’OPERA
Nel 2016 Arnaldo Pomodoro ha compiuto
90 anni, e la sua città d’adozione, Milano,
dedica al grande scultore una mostra
in più sedi (la principale è Palazzo Reale)
aperta fino al 5 febbraio. Questo volume,
realizzato in collaborazione con la Fondazione
Pomodoro, presenta con belle immagini
e un corredo di testi tra analisi antropologica
e riflessione poetica l’installazione Ingresso
nel labirinto, allestita dal 2011 negli spazi
ipogei dell’ex stabilimento Riva-Calzoni,
una delle tappe dell’itinerario cittadino tra
le opere dell’artista. Le pagine introducono
all’emozionante percorso offerto dal labirinto,
un’immersione dentro i segni antichi
e arcani che da sempre ispirano la creatività
di Pomodoro, capaci di rompere la percezione
consueta dello spazio e del tempo.

101 cose
da fare in Veneto
almeno una
volta nella vita,
di Chiara Giacobelli,
Newton Compton
Editori 2016, 288
pagine, 14,90 €.

O landese di nascita, francese d’adozione ma profondamente


Formato: 12x22,5 cm

innamorata dell’Italia, Daphné Du Barry è una delle migliori e


più interessanti interpreti contemporanee della scultura figurativa.
Il volume, che presenta oltre 100 opere con vari dettagli e immagi-
ITINERARI ni della carriera dell’artista, esalta la perfezione assoluta delle sue
VENETO DA NON PERDERE
creazioni, siano essi corpi, ritratti, atleti, animali, statue equestri e
Dopo aver condotto i suoi lettori alla monumentali oppure opere legate a temi religiosi, storici e mitologici.
scoperta delle Marche, Chiara Giacobelli
ha esplorato la caleidoscopica bellezza Volume di 272 pagine; formato cm 24 x 30;
del Veneto e selezionato cento (e una) legatura cartonata con sovraccoperta
proposte di visita alla regione. Come
nel volume precedente (sempre edito da
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Newton Compton), lo ha fatto lasciandosi Prezzo speciale per i nostri lettori a € 40,50
tentare dalle innumerevoli curiosità
che riservano borghi e città, paesaggi Per le ordinazioni scegliere tra: 1) Invio assegno bancario a Cairo Publishing Srl,
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128 Bell’Italia
I borghi disegnati di Matteo Pericoli scrivete a
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oppure: Bell’Italia,
Corso Magenta 55, 20123 Milano

Un viaggio tra i borghi più belli d’Italia che metterà alla prova la vostra conoscenza
del Bel Paese. Riconoscete la località interpretata dalla matita di Matteo Pericoli?
Chi invierà la risposta esatta potrà proporre il soggetto per uno dei prossimi numeri

Qualche indizio qua e là... “Luogo scosceso”, “terra spugnosa” che ne caratterizzano il profilo, coronati
oppure “cavolo”: sono tre, e molto da una rocca, una torre e un santuario.
diverse, le possibili origini del nome Molto caratteristica la strada sopraelevata
di questo pittoresco borgo dall’impianto e coperta, lungo la quale un tempo
medievale. E tre sono pure i pinnacoli transitavano gli asinelli carichi di gesso.

Il borgo di dicembre era: Sermoneta (Latina) I primi lettori


che hanno indovinato:
Il castello Caetani, che lo domina, Fausto Cappelletti, Peschiera Borromeo
fu confiscato da papa Alessandro VI (Mi), Annarita Fantozzi, Lucca, Gian Paolo
e abitato dalla figlia, Lucrezia Borgia, Benatti, Bollate (Mi), Concetta D’Agata,
che «nella sua breve vita ha girato come Roccagorga (Lt), Sandro Ausiello, Torino.
una trottola da Napoli a Ferrara», come Abbonati: Alessandro Tironi, Nichelino
sottolinea il lettore Giovanni Carboni (To), Lidia Colombo, Busto Arsizio (Va),
di Milano. Sermoneta è stata suggerita Giovanni Rizzo, Mira (Ve). Dall’estero:
da Riccardo Truzzi, Porto Mantovano. Josef Goritschnig, Klagenfurt (Austria).

132 Bell’Italia

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