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L’ARCHEOLOGIA Campania
POMPEI
numero
da collezione
720006
770394
Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Austria € 9,90 - Belgio € 8,20 - Francia € 8,00 - Germania € 8,50 - Gran Bretagna Igs 7,90 - Lussemburgo € 8,20 - Portogallo (Cont.) € 6,90 - Svizzera chf 12,50 - Canton Ticino chf 11,00 - Principato di Monaco € 8,00 - Spagna € 7,00
L’ARCHEOLOGIA
POMPEI
Campania numero
da collezione
di Emanuela Rosa-Clot, Direttore di Bell’Italia Editoriale
La rinascita di un sito che continua
a svelare nuovi tesori I RESTAURI • BASILICATA
LE CHIESE RUPESTRI
DI MATERA
IL PAESAGGIO • MARCHE
IL GRANDE ANELLO
DEL CONERO
IL BORGO • PUGLIA
IL BAROCCO DI NARDÒ
E IL MARE DEL SALENTO
LA MONTAGNA • TRENTINO
LE MALGHE DELLA
VAL DI RABBI
720006
770394
In copertina: il colonnato
del Foro civile di Pompei,
con il Vesuvio sullo sfondo.
Foto di: Massimo Ripani
MATERA 2019
Le chiese
rupestri per la
cultura europea
La storia dei Sassi di
Matera è esemplare:
da luogo di degrado
a Patrimonio Unesco,
attraverso un percorso
di consapevolezza e
recupero partito dai
suoi abitanti e ora
confermato dall’Europa Il Centauro di Igor Mitoraj nel Foro di Pompei
che ha scelto la città
come Capitale della
Cultura per quest’anno.
L
Tra i luoghi da non a città sepolta dal Vesuvio quasi duemila anni fa e riscoperta alla metà
perdere, ci sono anche
tre chiese rupestri del Settecento sta conoscendo da un quinquennio una nuova vita. Grazie
nel Sasso Caveoso, al Grande Progetto Pompei, finanziato dalla Comunità Europea e dallo Stato
con i loro antichi italiano con 105 milioni di euro, sono stati riaperti alle visite 38 edifici. Alcuni
affreschi restaurati
per l’occasione. In
erano da mettere in sicurezza per restituirli al pubblico; altri sono stati
totale sono più di 150 oggetto di nuovi scavi e stanno rivelando grandi sorprese, come gli affreschi
le chiese rupestri del della domus dei Delfini o quelli della domus con l’alcova di Leda e il cigno.
territorio di Matera,
In quattro anni, il numero di visitatori del sito, già fra i più frequentati
luoghi che raccontano
l’incontro di civiltà fra d’Italia, è cresciuto di un milione. Segno che si sta andando nella direzione
Oriente e Occidente. giusta. Sappiamo che tante sono ancora le cose da migliorare, compreso
il sistema dei trasporti, ma ora che si è alla fine del grande progetto, resta
sul campo il tema della manutenzione ordinaria di questi tesori, che è la vera
chiave per la conservazione del sito e più in generale del nostro patrimonio.
Pompei è l’Italia che tutti conoscono e tutto il mondo ci invidia. Ma c’è
un’Italia minore, che poi minore non è, ancora da scoprire, missione a cui
questa rivista si dedica da 400 numeri. È il caso della “Cappella Sistina dei
poveri”, come Giovanni Testori ha definito lo straordinario ciclo di affreschi
rinascimentali del Romanino che si trova a Pisogne, borgo sul lago d’Iseo,
nel Bresciano. La Passione di Cristo prende vita dietro la semplice facciata
a capanna della chiesa di Santa Maria della Neve. Da vedere assolutamente.
Bell’Italia 9
REGIONE SICILIANA
Parco archeologico
di Segesta
www.calatafimisegestafestival.it CITTÀ DI
CALATAFIMI SEGESTA
3889590892
68
98
VAL DI RABBI
Agosto 2019
PISOGNE
ANCONA
POMPEI
MATERA
NARDÒ
MATERA
52 LA LUCE DEL SACRO NEI SASSI
65 Dove Come Quando
POMPEI (Napoli)
68 BUONE NOTIZIE SOTTO IL VESUVIO
85 Dove Come Quando
NARDÒ (Lecce)
110 IL SALENTO SCOLPITO
117 Dove Come Quando
110
52
132 DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
emanuelarosaclot@cairoeditore.it
RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE
Elisabetta Planca Caporedattore
elisabettaplanca@cairoeditore.it
UFFICIO CENTRALE
Rossella Giarratana Caporedattore
rossellagiarratana@cairoeditore.it
Pietro Cozzi Caposervizio
pietrocozzi@cairoeditore.it
Giovanni Mariotti giovannimariotti@cairoeditore.it
Raffaella Piovan raffaellapiovan@cairoeditore.it
Barbara Roveda barbararoveda@cairoeditore.it
REDAZIONE
Terry Catturini terrycatturini@cairoeditore.it
Margherita Geronimo
margheritageronimo@cairoeditore.it
Lara Leovino laraleovino@cairoeditore.it
Elena Magni elenamagni@cairoeditore.it
Carlo Migliavacca carlomigliavacca@cairoeditore.it
Agosto 2019
Sandra Minute sandraminute@cairoeditore.it
PHOTO EDITOR
Milena Mentasti milenamentasti@cairoeditore.it
Susanna Scafuri susannascafuri@cairoeditore.it
ART DIRECTOR
Luciano Bobba lucianobobba@cairoeditore.it
16 Lettere Corrado Giavara corradogiavara@cairoeditore.it
18 Notizie Simona Restelli simonarestelli@cairoeditore.it
22 Dicono di noi IMPAGINAZIONE
Franca Bombaci francabombaci@cairoeditore.it
Francesca Cappellato
Il patrimonio salvato francescacappellato@cairoeditore.it
138
Isabella di Lernia isabelladilernia@cairoeditore.it
24 DALLA CONFISCA AL MUSEO Claudia Pavesi Caposervizio
claudiapavesi@cairoeditore.it
Appuntamenti SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
Mara Carniti maracarniti@cairoeditore.it
27 d’arte Paola Paterlini paolapaterlini@cairoeditore.it
con Vittorio Sgarbi PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
30 LA MEDUSA DI CARAVAGGIO Silvia Garofoli www.silviagarofoli.com
32 con i festival HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Sofia Catalano, Giuseppe De Biasi, Albano
34 all’aria aperta Marcarini, Auretta Monesi, Vittorio Sgarbi,
36 del gusto Angelo Surrusca
27
SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A., via Bettola 18,
20092 Cinisello Balsamo (Milano).
12 Bell’Italia
I collaboratori di questo numero
CONCESSIONARIA
CONCESSIONARIAESCLUSIVA
ESCLUSIVA
PER
PERLALAPUBBLICITÀ
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Centro
Via Direzionale
Angelo Rizzoli 8 - Tucidide
20132 Milano
Via Tucidide
Tel.5602/748131
- 20134 Milano
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02/76118212
Fax 02 76118212
FILIALI
VALLE D’AOSTA/PIEMONTE/LIGURIA:
Cairo Pubblicità SpA (Filiale di Torino)
Via Cosseria 1, 10131 Torino
Gabriele Croppi Pierangelo Laterza Massimo Ripani Luciano Gaudenzio Tel. 011/6600390, fax 011/6606815
___ ___ ___ ___ segreteriato@cairocommunication.it
Nuova Giemme Srl (Filiale di Genova)
Nato a Domodossola, Laureato in Sociologia, Milanese, fotografo, Fotografo naturalista, Via dei Franzone 6/1, 16145 Genova
ha studiato a Milano, è specializzato si è formato allo vive all’ombra delle Tel. 010/3106520, fax 010/3106572
dove insegna in fotografia di Ied-Istituto Europeo montagne friulane info@nuovagiemme.it
fotografia. Con architettura, interior di Design e scatta da ma viaggia in tutto
i suoi scatti indaga e paesaggio umano. sempre per l’agenzia il mondo. Autore TRIVENETO:
i rapporti tra Partecipa a progetti Simephoto, che di volumi fotografici, Cairo Pubblicità SpA (Filiale di Verona)
le immagini di ricerca fotografica distribuisce le sue collabora con le Vicolo Ghiaia 7, 37122 Verona
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e le arti, dalla pittura socio-territoriale immagini in tutto il principali riviste di
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alla letteratura, (L’Aquila, Tremiti, Valle mondo. Il paesaggio, turismo. È impegnato
dall’architettura d’Itria, Basilicata, le opere d’arte e nel progetto “L’Altro EMILIA ROMAGNA/RSM/MARCHE/
al cinema. Per Marsiglia) e a quelli l’enogastronomia Versante”, dedicato UMBRIA:
questo numero di Matera Capitale sono i soggetti che alle montagne italiane Cairo Pubblicità SpA (filiale di Bologna)
si è dedicato Europea della Cultura predilige. Questa più selvagge. Viale del Risorgimento,10 40136 Bologna
all’esuberante 2019. È suo il servizio volta è stato per In questo numero Tel. 051/3763006, fax 051/0920003
Barocco del centro dedicato alle chiese noi a Pompei (p.68) i suoi scatti raccontano info-bologna@cairocommunication.it.
storico di Nardò, rupestri della e a Pisogne il territorio della val di
TOSCANA/UMBRIA:
in Salento (p.110). città dei Sassi (p.52). (Brescia) (p.98). Rabbi (Trento) (p.88). Firenze Lungarno delle Grazie, 22
Piano Terra, 50122 Firenze
Tel. 051/3763006
LAZIO:
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Via Campania 59/C, 00187 Roma
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CAMPANIA/PUGLIA/BASILICATA,
CALABRIA/ABRUZZO/MOLISE:
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Giorgio Filippini Tel. 081/5627208, fax 081/0097705
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Ancona, fotografo
Tel. 091/346765, fax 091/6262909
professionista, info@fbmedia.it
ha cominciato Val di Rabbi
occupandosi di SARDEGNA:
reportage di viaggio Alessandro Collini
LE IMMAGINI DI QUESTO NUMERO
per poi spostare Via Ravenna 24, 09125 Cagliari
Lettere: Nino Bartuccio (p.16). Notizie: Ministero Beni Culturali-Mann (p.20); Arcangelo Piai Tel. 070/305250, fax 070/343905
l’attenzione anche (pgg.20-21); Ruggero Alberti (p.21). Dicono di noi: Tim Graham/Getty Images, Franco Cogoli
sulle opere d’arte a.collini@cairocommunication.it
(p.22). Il patrimonio salvato: Roberto Morelli/Scalpendi Editore (pgg.24-25); Roberto Marossi -
e l’architettura. Courtesy GAMeC-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Fabio Pisa (p.25). Sgarbi:
Collabora con le più Foto Scala, Firenze - Courtesy of Ministero Beni e Attività Culturali (p.31). Festival: Foto Ennevi,
importanti riviste Rudy Pessina, Giulio Capobianco (p.32). Aria Aperta: Maurizio Valdemarin, Luca Buttò, Cesare è una rivista del gruppo
di turismo. Ha Gerolimetto (p.34). Gusto: Toni Spagone/Realy Easy Star/IPA, Domenico Barile (p.36). Matera: Su Cairo Editore che comprende anche
realizzato il servizio concessione dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina; su concessione del Comune le seguenti testate:
sul Parco Regionale di Matera (pgg.52-61). Pompei: Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; SETTIMANALI
del Conero (p.38) Massimo Ripani (p.85). Val di Rabbi: A. Ceolan/DEA/GEtty (p.95), Luciano Gaudenzio (p.96). DiPiù TV, Diva e Donna, Settimanale
Pisogne: Con l’autorizzazione del Comune di Pisogne 12/06/19; Massimo Ripani, SEA/Archivi Alinari DiPiù, Settimanale DiPiù e DiPiù
(p.107), Matteo Rinaldi/Getty (p.108). Nardò: Archivi Alinari (p.113), Copyright Museo della Preistoria Stellare, TV MIA, settimanale NUOVO
(p.117), Gabriele Croppi, Lara Leovino (p.118). Piaceri: Adam Butler (p.131). Ospitalità: Adam Butler e NUOVO TV, “F”, settimanale GIALLO,
(pgg. 132,133). Occasioni: Massimo Dallaglio/Alamy/IPA; infoelba.it (p.150). Prossimamente: Enigmistica PIÙ
Alfio Garozzo, Nicolò Begliomini, Luca Scamporlino (p.154). Cartine: Davide Bassoli, Quaterd. QUINDICINALI
Settimanale DiPiù e DiPiù TV Cucina,
NUOVO e NUOVO TV Cucina
Testi e fotografie non richiesti non vengono restituiti MENSILI
Airone, Antiquariato, Arte, Bell’Europa,
Bell’Italia. Alla scoperta del più bel paese del mondo. Copyright 2019. Cairo Editore S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, Bell’Italia, For Men Magazine,
fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione Gardenia, In Viaggio, Natural Style
dell’Editore. Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano il 5/4/1986, n. 169. Una copia euro 4, arretrati euro 8.
14 Bell’Italia
Lettere Risponde la redazione scrivete a
lapostadibellitalia@cairoeditore.it
oppure: Bell’Italia,
Corso Magenta 55, 20123 Milano
FARNESE (Viterbo)
16 Bell’Italia
Notizie
A cura di Sandra Minute Fotografia Lello d’Anna-Museo MMMAC
PRIMA
DOPO
20 Bell’Italia
MEZZANO DI PRIMIERO (Trento)
Quando l’app
è una sedia rossa
Per conoscere Mezzano
di Primiero ai visitatori non
servono app o realtà virtuale:
basta trovare la sedia rossa
collocata in un angolo
del borgo e suonare la
campanella posata sul sedile
per vedere apparire, in carne
e ossa, uno degli abitanti,
pronto a rispondere a ogni
domanda e svelare aneddoti
e curiosità. Mezzano, uno
dei Borghi più Belli d’Italia, è
celebre per le cataste artistiche
di legna. INFO mezzanoromantica.it
Bell’Italia 21
Dicono di noi L’Italia raccontata dagli stranieri su giornali, riviste e siti internet
NUOVI SCAVI La rivista americana Archaeology tratta delle ultime novità del sito ar-
cheologico di Selinunte, nel Trapanese (foto). Durante la tredicesima
E SCOPERTE campagna di scavo, condotta dalla New York University e dall’Univer-
sità Statale di Milano in collaborazione con il Parco Archeologico di
A SELINUNTE Selinunte, è stato riportato alla luce il più antico edificio di culto
e sono stati rinvenuti numerosi reperti votivi. Tra questi, di parti-
La rivista americana Archaeology colare importanza è un plettro di lira in osso del VII-VI secolo avanti
Cristo (una conferma che all’interno del tempio si faceva musica), oltre
dà notizia degli ultimi ritrovamenti
a corna di cervo perfettamente conservate e corna di un toro adulto di
nell’importante sito archeologico grandi dimensioni. «È la prima evidenza archeologica di un sacrificio di
siciliano, tra i quali spicca tori nel santuario di Selinunte», ha commentato il professor Clemente
il più antico edificio di culto Marconi della New York University, che ha guidato gli scavi e un team
di cinquanta studenti ed esperti da otto Paesi del mondo.
22 Bell’Italia
Il patrimonio salvato Privati e fondazioni al servizio dei beni culturali
a cura di Carlo Migliavacca
24 Bell’Italia
... e da salvare
A BOLOGNA
Le visite guidate
che curano
i monumenti
Visitare un monumento
contribuendo alla sua
conservazione: è questa
la filosofia che guida le
attività di Succede solo a
Bologna, associazione no
profit nata nel 2010. Il suo
progetto di crowdfunding
Monuments Care prevede,
a fronte di donazioni a
partire da cinque euro,
la partecipazione a visite
guidate in luoghi particolari
della città, spesso poco
noti. I proventi vengono in
seguito messi a disposizione
per la manutenzione e il
restauro dei monumenti; in
quattro anni sono stati così
raccolti 450 mila euro per
le attività di recupero. Con
Succede solo a Bologna si
sale sulla torre Prendiparte
no, accompagnata dal curato catalogo di e sulla piattaforma alla base
della cupola della basilica
Scalpendi Editore. Dopo i mesi milane-
di San Luca (foto sotto),
si, la nuova vita pubblica della raccolta esperienza scelta da più di
prosegue a Brindisi, dove le opere sono 100 mila persone dal 2017,
proposte in mostra a palazzo Granafei- si visitano la basilica di San
Nervegna fino allo scorso febbraio. Petronio (anche il campanile
La destinazione finale scelta dal Se- e il sottotetto), la cripta di
gretariato regionale è la Galleria San Zama e la conserva di
d’Arte Moderna e Contemporanea di Valverde, una cisterna di
Bergamo (Gamec). È qui che le opere, epoca rinascimentale, ma
affidate in comodato al Comune, con- anche lo stadio Dall’Ara.
cludono il loro percorso di liberazione
INFO Succede solo a Bologna,
entrando in relazione con quelle della Bologna, via Nazario Sauro
collezione del museo, a partire dalla 26, 051/22.69.34; www.
mostra in corso fino al 6 gennaio 2020. succedesoloabologna.it
Bell’Italia 25
A cura di Lara Leovino Appuntamenti d’arte
VENEZIA
28 Bell’Italia
Appuntamentid’arte
MARSALA (Trapani)
LAJATICO (Pisa)
Bell’Italia 29
Appuntamento con Vittorio Sgarbi
Un Museo un Capolavoro FIRENZE Galleria degli Uffizi
LA SCONCERTANTE VERITÀ
DELLA MEDUSA DI CARAVAGGIO
La realtà della natura e quella delle emozioni si incontrano nello scudo da parata dipinto intorno
al 1598. Un’opera raffinata, preceduta da una versione di studio rinvenuta negli anni Novanta
30 Bell’Italia
altezza 55 cm
Bell’Italia 31
Appuntamenticon i festival di Sandra Minute
32 Bell’Italia
Crediamo ancora nelle emozioni
LA RUSSIA
DAI TETTI E ROMANTICI PERCORSI
MOSCA E SAN PIETROBURGO
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Appuntamentiall’aria aperta di Pietro Cozzi
PORRETTANA
DA RISCOPRIRE
Otto viaggi a tema, con treni storici,
lungo una delle ferrovie più antiche
d’Italia, immersa nel verde Appennino
34 Bell’Italia
“IL MIO
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Appuntamentidel gusto di Pietro Cozzi
PISTICCI (Matera)
DOLCE STORIA
DI UN AMARO
Dalle erbe alle campagne pubblicitarie,
lo spazio Essenza Lucano racconta
i segreti di un grande liquore del Sud
36 Bell’Italia
PARCO REGIONALE DEL CONERO (Ancona)
LA MONTAGNA
SULL’ADRIATICO
In cammino sull’unico rilievo della costa
adriatica fra Trieste e il Gargano. Un promontorio
a sud di Ancona dove scoprire, tra i boschi,
affacci incantevoli sul mare e una storia antica
TESTI Giovanni Mariotti FOTOGRAFIE Giorgio Filippini
Veduta aerea del
versante settentrionale
del Conero, con
la spiaggia di
Mezzavalle ai piedi
dell’inconfondibile
profilo del monte.
In primo piano,
la provinciale 1,
la strada panoramica
del Conero.
PARCO REGIONALE DEL CONERO (Ancona)
D
imenticate la Toscana. All’inizio di quest’anno il giornale britanni-
co Sunday Times ha pubblicato un articolo con il titolo provocatorio
“Forget Tuscany” in cui invitava a scoprire la Marche, che nulla avreb-
bero da invidiare al più gettonato Chiantishire, come familiarmente
gli inglesi chiamano la “loro” Toscana. Tra i luoghi messi in evidenza
nell’articolo c’era il Monte Conero, il promontorio che si erge a sud di Ancona.
Qui al Conero non sono affatto sorpresi: amano sottolineare che le Marche
sono l’essenza dell’Italia e il Conero l’essenza delle Marche. È, infatti, un
territorio limitato ad altissima densità di bellezze: una delle acque più pulite
dell’Adriatico, spiagge raggiungibili solo a piedi o in barca, borghi che dominano
armoniose colline, prodotti enogastronomici d’eccellenza (su tutti, il mosciolo
selvatico, Presidio Slow Food), siti archeologici che testimoniano una presenza
umana fin dal Paleolitico inferiore. E una biodiversità di valore, certificata dalla
Carta Europea per il Turismo Sostenibile, che aspira a essere inserita anche nella
lista Geopark dell’Unesco. Un ambiente che è al centro delle rotte migratorie di
10 mila rapaci, che usano il monte come rampa di lancio per l’Europa centrale,
ma soprattutto un museo geologico diffuso, come lo chiamano qui, che racconta
una storia vecchia di 200 milioni di anni.
Nella foto grande: la spiaggia Urbani di Sirolo. Qui sotto: la spiaggia dei Sassi Neri, che
prende il nome dal colore scuro delle rocce dei suoi fondali; si raggiunge soltanto
a piedi con il sentiero 303 che parte da Sirolo. In basso, a destra: vista dal belvedere
di Pian Grande. Si intuisce il Trave, una linea di roccia che si allunga nel mare.
L’ITINERARIO Cinque ore di trekking per tutti
Il Grande Anello del Conero (nella cartina in arancione) non presenta
grandi difficoltà, ma bisogna indossare comunque scarpe da trekking.
Si prende il sentiero 302 che parte dal cimitero di Sirolo e che conduce al
passo del Lupo; qui ci si ferma perché il tratto che scende a mare è chiuso
per motivi di sicurezza. Si torna indietro e si prende il 301 per salire prima
al Belvedere Sud e quindi alla badia di San Pietro. Si prosegue sulla strada
asfaltata che porta all’area militare ancora attiva; qui si prende, a sinistra,
il 301a superando una sbarra di ferro e si arriva al Belvedere Nord, da dove
si prosegue per Pian Grande, sempre sul 301a. Da qui il 301 porta a Pian
di Raggetti, con affaccio verso l’entroterra. Si prosegue lungo il 305 per
scendere verso l’ex cava Sharon, dove è possibile osservare il Limite K-T,
il passaggio fra Cretacico e Terziario. Dalla cava si prosegue per raggiungere
la strada asfaltata; si gira a sinistra e si continua per circa 300 metri fino
al bar Belvedere. Da qui una sterrata riporta verso il cimitero di Sirolo.
INFO Centro Visite del Parco Regionale del Conero (Sirolo, via Peschiera 30/a,
071/933.04.90; www.parcodelconero.org). Fino al 15 settembre il centro
visite è aperto tutti i giorni 8.30-12.30 e 16-19.
Bell’Italia 41
42 Bell’Italia
PARCO REGIONALE DEL CONERO (Ancona)
verebbe Conero. È un’escursione non troppo impegnativa che prende circa cinque
ore, più o meno una giornata intera. Ci sono diversi punti di partenza. Il nostro
itinerario comincia a Sirolo, il capoluogo del parco, con un centro visitatori molto
ben allestito, dove informarsi e richiedere una guida per essere accompagnati
nelle escursioni. Sirolo fa parte della cosiddetta Riviera del Conero e Colli
dell’Infinito, l’associazione che riunisce 16 comuni del territorio, compreso
Recanati, il paese natale di Giacomo Leopardi. Sono borghi da cui non si perde
mai di vista il profilo a dorso di balena del promontorio e che, come pianeti che
gravitano attorno al Sole Conero, formano un sistema di promozione molto ben
organizzato che aiuta a rendere memorabile la vacanza su queste sponde, anche
fuori stagione. Un’esperienza apprezzata anche dalla neoregina della Thailandia
che ha soggiornato qui una decina di giorni nella scorsa primavera.
A sinistra: all’alba, la spiaggia delle Due Sorelle (i due grossi faraglioni nel mare)
vista dal passo del Lupo. Vi si arriva soltanto via mare con il servizio turistico dei
traghetti che partono da Numana. Sotto, da sinistra: escursionisti nei pressi della
Badia di San Pietro; le Due Sorelle viste dal sentiero che conduce al Belvedere Sud.
PARCO REGIONALE DEL CONERO (Ancona)
dia di San Pietro (475 metri), ex convento dei Camaldolesi, capolavoro romanico,
seppur ritoccato pesantemente nei secoli successivi: la chiesa, aperta al pubblico,
è affiancata da un hotel ricavato nelle antiche strutture conventuali. La sosta è
obbligatoria per la visita della chiesa con la cripta, ma è utile anche per trovare
ristoro nel bar vicino, presso il parcheggio sommitale: quest’ultimo è la meta di
chi vuole arrivare fin qui in auto, evitando di superare 350 metri di dislivello a
piedi, partendo da Sirolo. Poi, però, l’auto la si deve per forza lasciare e si va avanti
per un buon tratto sempre lungo una strada asfaltata (ma interdetta alle auto)
che porta all’area d’intelligence ancora attiva del 3° Distaccamento Autonomo
Interforze. Il Conero da sempre è un avamposto militare strategico. Arrivati qui
si prende il 301a che conduce al Belvedere Nord, dove, nelle giornate terse, è
possibile scorgere il monte San Bartolo di Pesaro.
A destra: veduta aerea di Sirolo e del litorale verso sud. Sotto, da sinistra: l’interno
della cripta della badia di San Pietro e l’arco di accesso alla stessa chiesa,
che tra il 1518 e il 1860 fu convento dei Camaldolesi. Pagina seguente, in basso:
escursionista sul tratto di sentiero fra Pian Grande e Pian di Raggetti.
Bell’Italia 45
PARCO REGIONALE DEL CONERO (Ancona)
sostituzione del travertino o del marmo; una pietra che veniva anche cotta nelle
fornaci locali per produrre la calce. Per riparare al dissesto idrogeologico dovuto
all’intensa attività estrattiva, all’attività agro-pastorale e allo sfruttamento del
legname, che ai primi del Novecento resero brulla la superficie del promontorio,
tra il 1931 e il 1938 si diede vita a un’importante opera di rimboschimento con
350 mila piante: ora quelle piante, soprattutto le sempreverdi, sono a fine vita
e al loro posto sta ricrescendo in modo spontaneo la macchia mediterranea,
la “peluria” verde che oggi vediamo ricoprire la montagna. L’ex cava Sharon
merita una sosta prolungata. È qui che affiorano i segni di un momento
epocale della storia della Terra: il cosiddetto Limite K-T, il passaggio fra
Cretacico e Terziario che racconta del probabile impatto di un asteroide,
un’overdose di energia che estinse i dinosauri e cambiò per sempre il volto del
pianeta. Una piattaforma sopraelevata permette di vedere da vicino proprio
quella frattura. Questo sito, assieme all’affioramento della vicina Massignano,
è uno dei luoghi cui fa riferimento la comunità scientifica internazionale per
studiare il passaggio da un periodo geologico all’altro.
A questo punto affrontiamo l’ultimo tratto che ci riporta al cimitero di Sirolo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il nostro percorso si è concluso, ma c’è ancora un’ultima cosa da fare, prima di
tornare a casa: imbarcarsi a Numana per le minicrociere turistiche che solcano
le acque del Conero. Un modo splendido per ammirare i quasi 14 chilometri di
falesie, le più alte di tutto l’Adriatico italiano, dove nidifica il falco pellegrino. E
per fare un bagno nel mare cristallino delle Due Sorelle.
a pagina 49
46 Bell’Italia
NATURE + CULTURE = LANDSCAPE
#landscapefestival2019
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Info e Prenotazioni Vicino a Matera, Capitale
Tel: 011 5512727 Europea della Cultura 2019
Whatsapp: 389 1270955 Soggiorno di due notti
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www.allegroitalia.it a 119 € a persona
Tra le tante offerte dell’entroterra del parco, le città ipogee di Camerano e Osimo. E a Recanati le novità di Casa
Leopardi e le mostre per i 200 anni della più celebre poesia italiana di Giovanni Mariotti Fotografie Giorgio Filippini
Bell’Italia 49
come
dove
quando
MONTE CONERO
(Ancona)
I SAPORI
Mosciolo e Rosso Conero,
le eccellenze del territorio
Tra gli ingredienti della cucina del Conero
spicca il mosciolo di Portonovo (Mytilus
galloprovincialis), Presidio Slow Food.
È una cozza selvatica, cioè non è allevata
o stabulata, e si pesca a mano fino al 31
ottobre nella baia di Portonovo; è poi venduta
sul posto dalla locale Cooperativa Pescatori.
Sono un’eccellenza della zona anche i vini
Rosso Conero, tratti da uve Montepulciano
e Sangiovese. Le cantine del territorio si
Hotel Monteconero Ristorante Emilia
possono visitare ogni venerdì con il servizio
bus Sulla via del Rosso Conero (prenotazioni
Gli alberghi del Monte Conero. I ristoranti al 347/856.73.88; www.rossoconero.info;
Offre sette camere biglietto da 15 €). In zona Conero ci sono
Hotel Monteconero e la colazione Clandestino diversi negozi che vendono e preparano
★★★ (Sirolo, via a buffet. Doppia con (Baia di Portonovo, prodotti marchigiani. Ad Ancona si può
Monteconero 26, colazione da 160 €. 071/80.14.22). È il andare da Bontà delle Marche (corso Mazzini
071/933.05.92). Palazzo Ruschioni “susci bar” dello chef 96, 071/539.85) per salumi, formaggi, pasta,
In posizione eccezionale, (Camerano, via Moreno Cedroni, salse, vini. Tra i piatti che prepara, è da
tra i boschi del Parco San Francesco 22, 2 stelle Michelin, dove provare lo stoccafisso, specialità anconetana.
Regionale del Conero, 071/95.96.12). si reinterpreta la cucina A Sirolo ci sono La Bottega dei Sapori Nostrani
occupa gli ex ambienti Sulle prime colline del del pesce crudo. Menù (via Italia 11, 071/736.06.56), che vende i
conventuali della Badia Conero, a un quarto degustazione 90 €. sughi e la pasta di Filotea, e La Drogheria (via
di San Pietro. Offre d’ora d’auto dal mare, Ristorante Emilia Italia 2, 071/933.07.43) per gustare i Presidi
60 camere. In agosto è un boutique hotel da (Baia di Portonovo, Slow Food regionali, come il pecorino
richiede una permanenza sei camere. Doppia 071/80.11.09). È uno dei Sibillini, il salame di Fabriano e il lonzino
minima di sei notti con colazione da 93 €. degli indirizzi storici che di fico. A Villa Musone, ai piedi di Loreto, la
(da 1.242 €), mentre in Camping Village ha fatto della baia di macelleria Qualità e Amore (via Carducci 14,
bassa stagione (dall’1 Conero Azzurro Portonovo una meta per 071/750.47.72) vende le carni dell’Appennino,
settembre) è prenotabile (Marcelli di Numana, buongustai: quest’anno tra cui il vitellone bianco razza marchigiana, e
anche per una sola via Castelfidardo il locale compie 90 anni. le prepara al momento nel ristorante interno.
notte. Doppia con 80, 071/739.05.07). Piatti a base di pesce Infine, ad Agugliano c’è Brunelli (piazza
colazione da 99 €. Nella spiaggia a sud dove trionfa il mosciolo Vittorio Emanuele II 3, 071/90.71.90), tra le
Conero Camere ★★ di Numana, ideale per selvatico. Conto sui 40 €. migliori gelaterie d’Italia.
(Sirolo, via Grilli 14, le escursioni alle Due L’Osteria (Sirolo, via
071/933.00.77). Sorelle, ha sistemazioni Dante 6, 071/933.07.30).
A Sirolo, ai piedi eleganti fra cottage, Menù particolare,
della chiesa di San chalet e bungalow che anche nelle pizze dagli
Nicolò di Bari, una casa formano una cittadella di ingredienti ricercati.
ristrutturata di recente case in legno. Prezzi per I piatti sono sempre
con la pietra bianca due persone da 100 €. accompagnati da
vari pani fatti in casa,
compreso quello
con nero di seppia.
Da provare i paccheri
alla gricia e baccalà.
Menù da 30 €.
L’Accademia
(Agugliano, piazza
Maggini 3, 071/
Bontà delle Marche
©RIPRODUZIONE RISERVATA
906.81.37). È tra
i locali più apprezzati
dell’entroterra. Lo chef
Stefano Fantasia info
cambia menù (fisso) ogni Riviera del Conero e Colli dell’Infinito,
giorno. Piatti a base Sirolo, via Peschiera 30, 071/933.22.70;
Clandestino
di pesce. Menù 18 €. www.rivieradelconero.info
50 Bell’Italia
Grand Tour dell'Alto Mediterraneo - Cinque territori in un solo catalogo
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on @interregSISTINA La cooperazione al cuore del Mediterraneo
La coopération au coeur de la Méditerranée
Cooperation in the heart of the Mediterranean
Uno scorcio su Matera
dalla chiesa rupestre
di Santa Maria de Idris,
con la Civita, la parte
più antica della città,
dominata dal campanile
della cattedrale;
in basso a destra,
la chiesa di San Pietro
Caveoso, affacciata sui
dirupi della Gravina.
MATERA Chiese rupestri
In questa foto:
la chiesa di Santa
Maria de Idris (XIV
secolo), scavata nello
sperone roccioso
del Monterrone.
Al suo interno
tramite un cunicolo
si accede alla cripta
di San Giovanni
in Monterrone.
Nelle foto piccole,
da sinistra: uno degli
affreschi nella chiesa
con La conversione
di Sant’Eustachio,
compatrono della
città, celebrato il 20
settembre; l’altare
e l’affresco della
Madonna dell’Idris.
Bell’Italia 55
affreschi tardobarocchi, tra cui quello della Madonna dell’Idris, chiamata dai mate-
rani Madonna “del Litro”: «I primi storici l’hanno identificata come una Madonna
Odigitria, letteralmente “colei che mostra la via”, com’era chiamata la Vergine a
Costantinopoli, ma “de Idris” è più verosimilmente un riferimento all’acqua», spiega
lo storico Marco Pelosi, vicedirettore del Museo Diocesano di Matera e profondo
conoscitore della cultura rupestre. «L’acqua è un tema ricorrente: ai piedi della Ma-
donna si vedono due “mezzine”, le brocche usate per raccogliere l’acqua, e a destra,
in basso, si notano due bocche di cisterne». Accanto alla Vergine, a destra appare La
conversione di Sant’Eustachio, patrono della città festeggiato il 20 settembre; sui lati,
a destra una Natività e Sant’Antonio da Padova, a sinistra una Madonna in preghiera.
Un cunicolo scavato nel 1804 porta a un’altra chiesa rupestre, San Giovan-
ni in Monterrone, più antica, dell’anno Mille. A catturare lo sguardo sono gli
affreschi sulle pareti in tufo, volti sacri con occhi sgranati, in tipico stile bizanti-
no: «Sono opera di frescanti anonimi che testimoniano la commistione tra cultu-
re», ci dice Pelosi. «Matera è sempre stata una terra di approdo, un crocevia di
genti giunte nei secoli da tutto il Mediterraneo e dall’Oriente, soprattutto dopo
la caduta di Costantinopoli (1453)». Vi si conserva anche l’affresco di un Cri-
sto Pantocratore dell’XI secolo accompagnato da scritte latine con alcuni carat-
teri greci, a conferma della fusione che si ebbe a Matera tra varie culture e fedi.
Fino alla fine di agosto la chiesa è in restauro, ma al suo interno un cantiere didattico
permette di ammirare le mani dei restauratori all’opera: «Non è stato facile lavorare in
questo ipogeo che raggiunge il 90 per cento di umidità», spiega Luca Pantone della
In questa foto:
il Cristo Pantocratore
(XI secolo) affrescato
all’ingresso
di San Giovanni
in Monterrone.
A destra: pietre
affrescate che
facevano parte
degli originali arredi
liturgici della chiesa.
Foto piccole,
da sinistra: scorcio
di San Giovanni in
Monterrone; una
restauratrice all’opera.
Sopra: panorama
della Murgia
Materana, l’altopiano
che si estende
tra Basilicata e Puglia.
56 Bell’Italia
Bell’Italia 57
58 Bell’Italia
Pantone Restauri di Roma, responsabile del restauro finanziato dall’azienda Rigoni
di Asiago. «Le pareti erano offuscate da sali e alghe. Per neutralizzarli abbiamo usato
resine naturali, tecniche compatibili con il tufo e l’olio essenziale di origano, ottimo
disinfettante». I lavori terminano il 12 settembre (per seguirli in diretta c’è il sito www.
skylinewebcams.com). La chiesa non conserva più l’aspetto originario a causa di vari
rimaneggiamenti, ma ospita affreschi interessanti come l’Annunciazione, il Battesi-
mo di Cristo nel fiume Giordano e San Girolamo, un altro giovane santo e Sant’Andrea
dipinti su tre strati, uno sopra l’altro: «Quando i colori perdevano intensità o quando
cambiavano i culti, si ricoprivano le figure antiche e se ne realizzavano sopra di
nuove», fa notare Annunziata Andrisani, guida della cooperativa Oltre l’Arte, che
gestisce le visite nella chiesa.
Lasciata questa cripta, il nostro percorso prosegue nella vicina Santa Lucia alle
Malve, un’altra delle oltre 150 chiese rupestri censite sul territorio e riunite
nel Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano,
chiamato anche Parco della Murgia Materana, dal nome dell’altopiano che si
estende fino in Puglia. La chiesa ha un impianto basilicale a tre navate, scandite
da grandi archi e affreschi datati tra l’XI e il XVII secolo. Le sue caratteristiche di
matrice latina e greco-ortodossa sono segni della commistione culturale che ha
caratterizzato la città: «Risale al IX secolo, quando Matera riceve influssi sia longo-
bardi che bizantini e diviene una cerniera tra Oriente e Occidente», spiega Pelosi.
La chiesa di Santa Lucia alle Malve, dal nome della pianta che cresce abbondante qui,
fu utilizzata da una comunità di monache benedettine fino al 1283 e annessa al
In questa foto:
l'interno scavato nella
roccia di Santa Lucia
alle Malve. Grandi
arcate delimitano
le tre navate e sulla
sinistra si individuano
gli affreschi (XIII
secolo) con la
Madonna che allatta,
opera di Rinaldo
da Taranto, e San
Michele Arcangelo.
Nelle foto piccole,
da sinistra: l’ingresso
della chiesa; affreschi
che raffigurano
San Giovanni Battista,
San Benedetto
e una Madonna
con il Bambino.
Bell’Italia 59
loro monastero. Ebbe poi altri usi, fino a diventare una casa privata. Una magnifica
iconostasi è stata infatti smantellata per ricavare un ambiente funzionale alla vita
domestica, come spesso accadeva. Delle chiese rupestri non si è avuta un’esatta co-
gnizione fin quando i Sassi sono stati abitati, cioè fino agli inizi degli anni Sessanta,
quando fu imposto lo sfollamento per il loro stato di degrado. I Sassi rimasero in
stato di abbandono fino alla legge del 1986, che ne permise il recupero. «Fu proprio
tornando nelle case abbandonate che si scoprì, dove i muri si erano sgretolati e riaf-
fioravano affreschi, che molte abitazioni erano state in passato chiese», commenta
Pelosi. Anche Santa Lucia alle Malve fu trasformata in abitazione fino al 1960: in
particolare la navata centrale e quella di sinistra, mentre la navata di destra è tutt’oggi
adibita al culto. La chiesa, da poco restaurata, è stata riaperta al pubblico a fine giugno,
dopo una bonifica che ha permesso di rimuovere dalle pareti la microvegetazione
verde che ricopriva affreschi di grande valore del XIII secolo, come la Madonna che
allatta e San Gregorio, di cui stranamente si conosce l’autore: è Rinaldo da Taranto, a
cui è attribuito anche l’affresco del Giudizio Finale nella cattedrale di Matera. Sopra
la chiesa è stata rinvenuta anche una necropoli di epoca longobarda.
Lasciato questo antico monastero, da via Casalnuovo una scalinata sulla Gravina
conduce a una delle più importanti e meglio conservate chiese rupestri del
territorio: Santa Barbara, di grande suggestione con il suo fascino orien-
tale. Il restauro degli affreschi si è appena concluso e la riapertura è prevista
per settembre. La chiesa risale al XII secolo e, a differenza di Santa Lucia alle
Malve, qui il templon ha mantenuto la struttura originaria: l’aula principale,
60 Bell’Italia
Bell’Italia 61
separata dalla zona sacra, si è conservata perfettamente, abbellita da affreschi
che ritraggono a più riprese Santa Barbara. All’interno, percorsa l’unica grande
navata e superati gli affreschi della Madonna col Bambino e di Santa Barbara,
si entra nella zona sacra, dove l’altare a forma di cubo, tipico dell’impostazione
orientale, è rimasto integro. Questa chiesa era una sorta di oratorio della comu-
nità che viveva qui: «Qui forse non fu mai celebrata una vera messa», afferma
Pelosi, «questo ambiente era un semplice luogo di preghiera per le persone che
abitavano e lavoravano nelle terre accanto, dove sono state trovate testimonianze
di numerosi apiari e veniva prodotta la cera. Anche per i suoi usi religiosi, la cera
è stata uno dei materiali più preziosi, almeno fino a quando Matera è stata una
delle città più importanti del Regno di Napoli. Poi, dai primi anni dell’Ottocento,
comincia la grave crisi economica che la porta, a inizio Novecento, al declino e
al conseguente degrado dei Sassi». In Santa Barbara, dove evidenti sono gli
influssi orientali, è probabile ci sia stata anche la presenza di frescanti dal
Centro Italia, ancora una volta a testimonianza della mescolanza delle tante
culture che hanno convissuto qui e reso Matera la città che è oggi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Uscendo ci si sofferma ancora un istante a osservare le tombe dell’XI e XII secolo
nella roccia, che anche in questo caso circondano la chiesa. Da qui il percorso fra L’accesso alla chiesa
le altre chiese rupestri del territorio può continuare, alla scoperta del volto più di Santa Barbara (XII
affascinante di questa città considerata tra le più antiche al mondo, abitata senza secolo), scavata nella
roccia dove si trovano
soluzione di continuità dal Paleolitico fino ai giorni nostri. Sulle tracce di un patri-
tombe della stessa
monio d’arte sacra che ancora ci conquista con il suo grande fascino. epoca. È una delle
meglio conservate
tra le 150 chiese
rupestri del territorio,
a pagina 65 riunite oggi nel Parco
Archeologico Storico
Naturale delle Chiese
Rupestri del Materano.
62 Bell’Italia
#settembreunesco
INFO
www.unescosicilia.it segreteria@unescosicilia.it
www. arabonormannaunesco.it staff@unescosicilia.it
Tel. +39 091.6116368 ufficiostampa@unescosicilia.it
Comitato di Pilotaggio / Regione Siciliana Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana - Assessorato del Turismo dello sport e dello spettacolo /
Assemblea Regionale Siciliana / Ministero dei Beni e delle Attività Culturali / Ministero dell’Interno Fondo Edifici di Culto-Prefettura di Palermo / Comune
di Palermo / Comune di Cefalù / Comune di Monreale / Arcidiocesi di Palermo / Arcidiocesi di Monreale / Diocesi di Cefalù / Eparchia di Piana degli
Albanesi / Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia / Fondazione Sicilia / Fondazione Federico II
Così buoni da arrivare alle stelle.
L’estate nella
città millenaria La cattedrale
La Capitale Europea della Cultura 2019 si propone con cinque nuovi itinerari guidati, un ricco calendario
di eventi e una “collezione” di sapori inconfondibili di Margherita Geronimo Fotografie Pierangelo Laterza
Bell’Italia 65
come
dove
quando
MATERA
SHOPPING
Artigianato, pane, pasta
e i famosi peperoni cruschi
Il viaggio a Matera è anche un’esperienza
gastronomica dedicata ai prodotti della terra
e alla cucina contadina. Si inizia scoprendo
i segreti dell’antica ricetta con lievito madre
del famoso pane di Matera al Panificio
Perrone-Il Forno di Gennaro (via Nazionale 52,
0835/38.56.56), dove si assaggia un’ottima
focaccia con i croccanti peperoni cruschi
e si prenotano laboratori in cui si prepara
e inforna la propria pagnotta. In centro, pane,
Hotel Casa Diva Palazzo Viceconte
focacce e biscotti si trovano da Cifarelli
(via San Francesco 13, 0835/197.13.65), che
Gli alberghi città, un hotel dal servizio sulle pareti opere dalla vende anche i taralli con semi di finocchio
impeccabile con Pop Art all’Astrattismo, e vino bianco. Invece Pasta Fresca Pasta
Cenobio Hotel ★★★★ 14 stanze eleganti. La sui tavoli piatti di Maria Caterina Giorgio (via Lucana 159,
(via San Potito 12-13, corte del ’700 e la scala e vini preparati 0835/33.11.91) offre un’ampia scelta di
0835/33.15.12). Situato monumentale conducono e scelti con cura orecchiette, cavatelli, rascatielli: tutto fatto a
nella Civita, tra il Sasso al piano nobile, dove da Michele Castelli mano. D’estate non manca il gelato, che da
Caveoso e il Sasso è esposta una collezione e Francesco Russo, I Vizi degli Angeli (via Ridola 63, 0835/31.06.37)
Barisano, propone di quadri dal XVII al XX chef e sommelier che è realizzato con ingredienti locali: il consiglio
camere raffinate, dotate secolo. Doppia con hanno lavorato con è di assaggiare la “cremolata” di melone
di ogni comfort. Doppia colazione da 140 €. Massimo Bottura. Menu o di fichi, per un pieno di frutta e freschezza.
con colazione da 198 €. Le Dimore dell’Idris (via degustazione 40 €. Per concludere il viaggio con un ricordo
Hotel Casa Diva Madonna dell’Idris 16, Osteria Pico speciale di Matera, si può scegliere uno
(vico Giumella 3, 0835/31.26.13). Ampie (via Fiorentini 42, dei cuccù di Il Sedile (piazza del Sedile 19,
0835/24.03.54). Poesia, volte e pavimenti in 0835/24.04.24). 0835/33.18.57), i fischietti in terracotta diffusi
arte e incredibili viste sui pietra in questo hotel, Menu lucano proposto in questo territorio, di varie dimensioni,
Sassi in questo albergo che regala panorami sulla tra le luci soffuse di dal suono unico. Mentre nella piccola
della famiglia Divella. Qui Gravina, costruito sotto la un’elegante osteria in bottega Schiuma Post Design (piazza san
la colazione si gusta allo chiesa rupestre di Santa tufo. Tra i piatti: cavatelli Francesco 2, 328/143.07.04) ci si può far
stesso tavolo di altri Maria de Idris. Doppia con asparagi, pancetta realizzare un pupazzo in legno personalizzato.
ospiti, per socializzare con colazione da 140 €. e caciocavallo e patate
circondati da pareti con con cipolla di Tropea
quadri che raccontano I ristoranti e peperoni cruschi. Menu
storie e personaggi degustazione 30 €.
di Matera. Doppia con Dimora Ulmo La Gattabuia (via
colazione da 160 €. (via Pennino 28, delle Beccherie 90-92,
Palazzo Viceconte 0835/165.03.98). 0835/25.65.10).
★★★★ (via San Potito Tra i Sassi è nato un A pochi passi da piazza
70, 0835/33.06.99). ristorante con l’anima del Sedile, una cucina
Nella parte antica della di una galleria d’arte: del territorio rivisitata e
una cantina molto fornita
Cenobio Hotel in un’atmosfera elegante
e allo stesso tempo
informale. Conto 30 €.
Antica Trattoria Lucana
(via Lucana 48,
0835/33.61.17). Nelle
vicinanze di piazza
Vittorio Veneto, questa
Il Sedile
©RIPRODUZIONE RISERVATA
66 Bell’Italia
POMPEI (Napoli)
68 Bell’Italia
Scorcio del colonnato
del Foro civile con il
Vesuvio sullo sfondo.
Questo spazio
rettangolare fu creato
nel IV secolo avanti
Cristo e rifatto due
secoli più tardi. Misura
143 metri di lunghezza
per 38 metri di larghezza.
Bell’Italia 69
Sopra: il corridoio coperto della Casa del Criptoportico. Alle pareti sono visibili resti
di affreschi con satiri e menadi, mentre la volta è decorata con stucchi. A destra: il calco
in gesso di un uomo sorpreso dall’eruzione, ora nei Granai del Foro, usati come
deposito. Pagina seguente: la Fontana Grande, nella casa che prende il suo nome, si trova
nel giardino in fondo all’edificio; rivestita da mosaici in pasta vitrea, ha forma di nicchia.
C
on le prime luci terse del mattino o con quelle signorili. Ma, soprattutto, la suggestione di Pompei è data
morbide del tramonto. Non c’è modo migliore per da quell’atmosfera rimasta sospesa al 24 ottobre del 79
godere la bellezza di Pompei, che sa di eterno e di dopo Cristo, quando il vulcano eruttò, sommergendo con
sempre nuovo. Gli scavi del sito archeologico sono una nube piroclastica alta oltre 25 chilometri un abitato
continuamente fonte di sorprese: le case vengono che contava quasi 20 mila anime. Un disastro immenso
restaurate e riproposte al pubblico a rotazione, così ogni che diede modo agli storici del ’700, quando l’archeolo-
visita è unica e irripetibile. Dopo tempi difficili, culminati gia muoveva i primi passi, di trovare sotto ceneri e lapilli
nel 2010 con il crollo della Schola Armaturarum, l’avvio una “istantanea” di un luogo fiorente per l’agricoltura e il
nel 2012 del Grande Progetto Pompei, finanziato con commercio, a lungo dominato dai Sanniti poi totalmente
fondi europei e nazionali, ha segnato la rinascita del sito assorbito da Roma, nel I secolo avanti Cristo.
permettendo lavori di consolidamento e di messa in sicu-
rezza, di manutenzione e di ammodernamento, campagne VERSO UN NUOVO SCENARIO URBANO
di scavo e di restauro. Negli ultimi quattro anni sono stati «Entro novembre verranno conclusi i lavori nei pochi can-
riaperti ben 38 edifici, tra i quali la Casa dell’Ancora, la Casa tieri ancora in corso», dice il professor Massimo Osanna,
della Fontana Grande e il tempio di Iside nel dicembre 2018. direttore generale del Parco Archeologico di Pompei. «In
Si accresce così il fascino dell’antica città alle falde del particolare saranno aperte diverse zone delle Regiones I
Vesuvio, con le lunghe strade, le domus dalle facciate e II che andavano assolutamente messe in sicurezza». A
austere e gli interni traboccanti di immagini e di colori, Pompei ormai “non ci sono più le mezze stagioni”: l’af-
il mare dipinto nei cubicula (le stanze da letto) al posto fluenza è diluita in tutto l’anno e il numero dei visi-
delle finestre e i miti licenziosi affrescati negli ambienti tatori è in costante aumento. «Riaprire il reticolo
70 Bell’Italia
In alto: l’atrio della Casa dei Ceii. Si nota subito l’impluvium, la vasca per l’acqua piovana, realizzato
con cocci di anfore posizionati di taglio. Sopra: il giardino (viridarium) della Casa dell’Ancora, una delle domus
restaurate più di recente. Interessante è la sua planimetria, su due piani che si trovano su livelli sfalsati.
72 Bell’Italia
In alto: il Centauro dello scultore polacco Igor Mitoraj, un’installazione permanente del Foro. Sopra: il tempio di Iside,
al centro di un cortile con portici, è collocato sopra un podio. Il culto misterico di questa divinità, una delle
grandi dee del Mediterraneo, si diffuse soprattutto nel III secolo avanti Cristo, anche se derivava da culti più antichi.
Bell’Italia 77
POMPEI (Napoli)
6
4 5
3
8
❶ Foro civile con paste vitree ha un notevole viridarium. ❽ Casa dell’Orso Ferito
Centro della vita di Pompei, policrome e mosaici. ❻ Villa dei Misteri Con eleganti mosaici,
aveva un portico su tre lati. ❹ Casa della Fontana Piccola Villa suburbana del II secolo ha anche una bella
❷ Granai del Foro Restaurata da poco come avanti Cristo celebre per fontana nel giardino.
Magazzino per i cereali, ora quella vicina, ha anch’essa i grandi, splendidi affreschi. ❾ Terme Stabiane
deposito archeologico. una fontana-ninfeo mosaicata. ❼ Casa dei Vettii Il più completo impianto
❸ Casa della Fontana Grande ❺ Casa dell’Ancora Domus a doppio atrio con termale della città, diviso
Ha una fontana decorata Una delle nuove aperture, una ricca decorazione. in tre parti: i bagni pubblici,
Sguardo dall’alto sul centro abitato ricostruito così come doveva apparire prima
dell’eruzione. Un itinerario tra grandi edifici pubblici, templi e case dalle spettacolari
decorazioni, come quelle di recente aperte alle visite Illustrazione di Francesco Corni
15
14
13
10
11 12
quelli privati e quelli di 5.000 posti. Realizzato Vi si svolgevano concerti il crollo del 2010, era sede
con l’uso della palestra. nel II secolo avanti Cristo, ed esibizioni di mimi. di un’associazione
❿ Tempio di Iside fu rimaneggiato nel I secolo ⓭ Casa dei Ceii militare. È un simbolo
A forma di tempietto, dopo Cristo; la scena Di nuovo visitabile, ha un della rinascita del sito.
è uno dei santuari della presenta edicole e nicchie. grande dipinto con scene di ⓯ Complesso di Giulia Felice
dea meglio conservati. ⓬ Odeion caccia appena restaurato. Ampio spazio di nuovo
⓫ Teatro grande Coperto, sorge accanto ⓮ Schola Armaturarum visibile: da ammirare
Scoperto, con una capienza al teatro grande. Riaperta di recente dopo il giardino e gli affreschi.
POMPEI (Napoli)
3 5
Simbolo dei siti archeologici pompeiani, il rosso fa da sfondo Nell’oecus della Casa dei Vettii è raffigurato il Mito di Issione ②,
ai dipinti più celebri rinvenuti in ville e case. Eppure, come che si intravvede sulla sinistra, legato alla ruota con serpenti
documentano alcune ricerche, in diversi casi non era davvero perché aveva osato insidiare Giunone (in secondo piano);
rosso, ma una tonalità di giallo ocra mutata cromaticamente al centro, il dio Mercurio con i calzari alati. L’attenzione estrema
a causa dei gas e del calore. In ogni caso, oggi è un tratto ai dettagli è documentata da questo raffinato Leopardo ③,
distintivo della pittura pompeiana, di cui proponiamo qualche particolare decorativo su una parete dell’oecus. Nella Casa
esempio. Come la Figura alata con un bastone ①, nella sala del Menandro, molto intenso è l’affresco Aiace segue Cassandra
del Triclinio della Villa dei Misteri, che fa parte della più famosa che cerca rifugio presso il Palladio ④. L’Amorino ⑤, infine, è un
megalografia del mondo antico, con scene di riti bacchici. soggetto ricorrente: questo si trova all’interno di una delle nuove
Gli affreschi delle domus più celebri erano di grande raffinatezza. scoperte della Regio V, l’affresco rinvenuto nell’atrio di Narciso.
Sopra: il cortile della Casa della Fontana Piccola. A destra: Leda col cigno, uno degli splendidi
affreschi trovati quest’anno nel corso degli scavi della Regio V. Pagina seguente, in alto:
un oecus (ambiente signorile) della Villa dei Misteri, abitazione suburbana che in origine
guardava il mare. Pagina seguente, in basso: la fontana sulla biforcazione tra la via Consolare
e il vicolo Narciso, nella Regio VI; alle sue spalle, la Taberna Fortunatae, nell’Insula III.
delle strade diventa strategico anche nell’ottica di una nuovo la fontana (I secolo dopo Cristo) cui deve il nome,
fruizione sostenibile», prosegue Osanna, «perché i flussi decorata con conchiglie e mosaici in pasta vitrea policroma,
turistici sono talmente elevati che non si può tenere aper- ma oggi si presenta nella sistemazione ottocentesca, con al
ta una zona troppo ridotta. Occorre ridare a Pompei la centro la copia di un puttino con delfino scoperto nei pressi.
dimensione urbana che è la sua specificità». Continuando verso il Vesuvio, si giunge alla celeberrima
Villa dei Misteri con i meravigliosi affreschi a sfondo rosso.
UNA GIORNATA PER SCOPRIRE LE NOVITÀ Si torna quindi sulla via dei Sepolcri, fino alla via dell’Ab-
Le riaperture recenti sono facili da individuare. Per una bondanza, la lunga, pittoresca strada con terme e botteghe.
visita logica e che le includa tutte, si può partire dalla Regio Il tempio di Iside, nella Regio VIII, è tornato a splendere
VII, con il Foro e i granai, un deposito-museo dove riposano sopra un alto podio all’interno in un cortile a portici: nella
alcuni commoventi calchi umani. Poi ci si sposta nella Re- parte retrostante di questo si trova l’ekklesiasterion, lo spa-
gio VI, con le domus “classiche” – tra cui la Casa dei Vettii, zio dedicato alle riunioni degli iniziati dove ora i visitatori
una delle più ricche, con ambienti finemente decorati e un possono capire meglio il culto della grande dea attraverso
bellissimo giardino – e quelle riaperte da poco, come quella apparati multimediali. Nella Regio III sorge la Schola Ar-
dell’Ancora, dalla struttura inconsueta per la città. Il piano maturarum, protagonista del crollo del 2010, che non
nobile, infatti, ha tre sale che affacciano su una terrazza solo è di nuovo visibile, ma una volta alla settimana dà
ed è molto più in alto del giardino (viridarium) porticato, anche la possibilità a un numero limitato di turisti di
ricostruito dopo un rigoroso studio storico-botanico che ha vedere i restauratori al lavoro. Nelle Regiones I e II, infi-
permesso di inserirvi le essenze originali. Di fronte, la Ca- ne, ci sono la Casa dei Ceii, dall’enorme affresco con scene
sa della Fontana Grande, del II secolo avanti Cristo, ha di di caccia e animali selvatici, e il complesso residenziale
78 Bell’Italia
Sopra: il mosaico dell’Orso ferito che dà il nome alla casa, con la scritta Have (“salve”). Pagina seguente, in alto: uno scorcio della
Schola Armaturarum, riaperta al pubblico da pochi mesi (si può fare richiesta per vedere i restauratori ancora al lavoro). Pagina
seguente, in basso: un delfino, dettaglio della decorazione delle terme Stabiane (II secolo avanti Cristo), le più antiche della città.
80 Bell’Italia
Sopra: Pompei all’alba, dall’alto; in primo piano si vedono il teatro e l’odeion, più piccolo,
sulla destra. Sullo sfondo, il Vesuvio. Il teatro grande, del II secolo avanti Cristo,
ha la cavea che sfrutta l’inclinazione naturale del pendio e poteva ospitare circa 5.000
persone. Il teatro piccolo era coperto e aveva un migliaio di posti a sedere. A destra:
una delle due maschere tragiche in marmo che decorano gli stipiti della Fontana Grande.
di Giulia Felice, con un giardino e un lussuoso quartiere Giove, con affreschi di I stile e mosaici pavimentali dalle
termale privato, anch’essi riaperti nel 2018. iconografie inedite per Pompei, come quella raffigurante il
mito dell’eroe Orione che si trasforma in astro.
LE SORPRESE PER L’ANNO PROSSIMO «Bisogna ripensare a come sono fatti tutti gli itinerari,
La Regio V è stata una vera miniera di scoperte. «Si tratta per permettere ai turisti di percorrere questa nuova area
del cosiddetto fronte di scavo sul limite della parte già inda- completamente sconosciuta», afferma il direttore. «Chiusa
gata», racconta il professor Osanna. «Il materiale vulcanico questa situazione straordinaria, va avviato il rientro alla
che incombe sugli ambienti della via del Vesuvio ha creato normalità, che a Pompei vuol dire manutenzione or-
in tutto il ’900 problemi seri perché preme sulle strutture dinaria programmata, quella che è mancata per tanto
già scavate e provoca crolli. Il 2020 vedrà la conclusione dei tempo, benché iniziata in fase sperimentale negli ultimi
©RIPRODUZIONE RISERVATA
lavori in questa sorta di penisola, non studiata nell’800, che due anni, e che ora andrà a regime». Così tra poco le nove
hanno permesso di portare alla luce tesori straordinari». Co- Regiones che compongono gli scavi potranno dare una
me la raffinata domus con l’alcova di Leda e il cigno, l’atrio di visione più dettagliata e originale della vita nella pianu-
Narciso e l’ingresso con l’affresco di Priapo; e ancora la Casa ra del Sarno, sommandosi anche alle ultime iniziative di
dei Delfini, così denominata per le ricorrenti raffigurazioni Ercolano, alle novità di Oplontis e a quelle che si spera
dei cetacei in più ambienti e il sontuoso Larario (stanza per il possano dare gli altri siti vesuviani.
culto dei Lari) con dipinti di paesaggi idilliaci e scene di cac-
cia. Restano da completare i restauri complessivi di grandi
abitazioni: quelle del Giardino – dalle splendide megalogra- a pagina 85
fie che rimandano al tema dell’amore e della bellezza – e di
82 Bell’Italia
come
dove
quando
POMPEI
(Napoli)
Tutto il meglio
dell’archeologia Museo Archeologico Virtuale di Ercolano.
Ercolano, Oplontis e Boscoreale, a pochi minuti da Pompei, sono altre mete di un affascinante viaggio nel passato.
Da completare con la visita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli di Raffaella Piovan Fotografie Massimo Ripani
Bell’Italia 85
come
dove
quando
POMPEI
(Napoli)
Vicino al centro,
è un locale come
quelli di un tempo, info
senza pretese: banconi Azienda Autonoma di Cura Soggiorno
in legno e ottima e Turismo di Pompei, via Sacra 1,
Pizza Margherita
pizza. Conto da 15 €. 081/850.72.55; www.pompeiturismo.it
86 Bell’Italia
VAL DI RABBI (Trento)
Tramonto ai laghi
Corvo, con spettacolare
panorama sul gruppo
del Brenta. Questa
zona di piccoli specchi
d’acqua è meta di una
apprezzata escursione
di circa due ore dalla
malga Caldesa Bassa,
raggiungibile con
la navetta Stelviobus.
IL TESORO
DELLE MALGHE
A est del gruppo Ortles-Cevedale, la piccola val di Rabbi
offre un patrimonio naturalistico intatto e la tradizione dei suoi
alpeggi, che condivide con le “sorelle” val di Sole e val di Peio
TESTI Pietro Cozzi FOTOGRAFIE Luciano Gaudenzio
I
l suono del vivacissimo torrente ciali e soprattutto la nobiltà austriaca. timida alle pendici o nei dintorni di
Rabbies, il profumo delle cataste Rabbi gravitò politicamente per secoli massicci di gran fama come l’Ortles-
di legna che invecchiano al sole, nell’orbita del mondo tedesco, anche Cevedale, la Presanella, l’Adamello-
lo stretto abbraccio delle foreste di se la sua posizione e soprattutto quella Brenta. Il primo scritto sulle sorgenti
abeti, raramente interrotto dal pro- della val di Sole, di cui costituisce una acidulo-ferruginose della valle risale al
filo di cime troppo invadenti. Tutto in breve diramazione laterale in direzione 1668 ed è opera di Giovanni Giacomo
val di Rabbi si è conservato all’inse- nord-ovest, la situano sulla direttrice Maffei, medico di corte dell’Elettore di
gna della più schietta “naturalità”, che collega la Lombardia con Venezia. Baviera. Dopo la scoperta, una serie
realizzando gli auspici del grande Un rapido sguardo alla cartina confer- di studi contribuì a definire in modo
sacerdote-scienziato Antonio Stop- ma questa lettura: in alta valle il passo sempre più chiaro la composizione
pani, che augurava a questi luoghi un di Saent e il passo di Rabbi consentono chimica di quelle acque odorose e
prospero futuro turistico, ma «anche un rapido collegamento con le altoate- rossastre, che alla semplicità dei
che vi conservino quella quiete e quel- sine val Martello e val d’Ultimo, ma se si pastori dovevano sembrar miraco-
la libertà santa, che ora li rende tanto guarda più a sud, al solco della val di So- lose, perché le capre che per caso se
simpatici». L’autore del Bel Paese fu illu- le, si individuano facilmente lo snodo ne abbeveravano davano latte di una
stre ospite qui nel secondo Ottocento, del passo del Tonale verso il Bresciano qualità eccezionale. Sorgono così gran-
quando il turismo termale portava in e il Bergamasco e l’asse del Brennero di alberghi per accogliere chi arriva
valle anche 2.000 ospiti a stagione, se- verso Verona e Venezia. quassù, fino alla Seconda guerra mon-
guendo un’irresistibile moda calata dal Il boom del termalismo mutò dunque diale, per curarsi lo stomaco e il fegato,
Nord che attrasse alti prelati e politici le abitudini di questa terra remota, che accompagnato da tutto l’apparato di
di rango, alpinisti ed esploratori, uffi- ancora oggi sembra nascondersi un po’ mondanità, feste e “tè danzanti”.
90 Bell’Italia
Rifugio
Cascate di Saent
Laghi Stella Alpina
Malga Stablasolo Corvo 2.426
1.539 Malga
Rifugio Al Fontanin-Coler Caldesa Bassa
1.835
Malga Maleda Alta San
2.060 Rabbi Val Bernardo
Fonti di
O Ra
IN 1.195 Plazze
TRENT dei Forni
bb
Passo Malga
i
Cercen Monte Sole Alta Malé
2.620 2.053 N
O E
0 1 2km
Va
Alto Adige
l
di
TRENTINO
P
eio
Lombardia Veneto
Celentino
1.264
Val di Sole
Sopra: mucche al
pascolo alla malga Villar
Alta, appena sopra
malga Monte Sole Alta
(al centro della foto),
lungo la val Cercen che
collega la val di Rabbi
con la vicina val di Peio.
Le malghe, spesso
ristrutturate di recente,
offrono ospitalità e
ristoro e sono una
delle attrattive della
zona. A destra: il rifugio
Stella Alpina (2.426
metri), a pochi minuti
dai laghi Corvo. Da qui
si raggiungono il rifugio
Dorigoni e il passo di
Saent (2.965 metri), che
mette in comunicazione
con la val Martello, già
in territorio altoatesino.
Bell’Italia 91
In questa pagina:
gli affacci sulla cascata
bassa (sopra) e alta
(a sinistra) di Saent,
formate dal Rabbies.
Prima di imboccare
il sentiero delle Cascate
l’escursione tocca
la malga Stablasolo
(1.539 metri), ideale
per un sosta. Pagina
seguente, dall’alto in senso
orario: in cammino
nei dintorni di malga
Monte Sole, tra praterie
e selvagge pareti;
il pannello che illustra
il percorso della Via
delle Malghe a Nestalp
Malga Campo, in val
di Peio; boschi di abeti
tra malga Monte Sole
Alta e malga Tremenesca.
92 Bell’Italia
Fu un cambio di passo inaspettato, che di Rabbi Fonti, è ancora in via di tra- Così la classica escursione al rifugio Stel-
portò una nuova fonte di ricchezza e sformazione ma ha saputo rilanciarsi. la Alpina e ai laghi Corvo può comincia-
sostituì in parte le tradizionali attività In più, da qualche anno, le malghe in re alla malga Caldesa Bassa, collegata al
agro-pastorali e di falegnameria. quota si sono trasformate in un’attrat- fondovalle di Plazze dei Forni e Rabbi
tiva irrinunciabile, grazie a lavori di Fonti da un ecologico servizio navetta.
IL FRESCO CASOLÈT ristrutturazione che hanno permesso E anche l’altra passeggiata immancabile
E IL NOSTRANO STAGIONATO di affiancare alle tradizionali attività nel carnet del frequentatore di Rabbi,
Tra memoria e attualità, la val di Rab- di trasformazione del latte anche una quella alle prepotenti cascate di Saent,
bi continua a giocarsi le sue carte di ristorazione di qualità e la possibilità ha nella malga Stablasolo uno snodo fon-
sempre. La natura, le foreste di abeti di pernottare. La visita a una malga damentale. Latte d’alpeggio e acqua, in-
e «l’aria balsamica» (per citare ancora è diventata un’allettante alternativa tesa anche come tendenza a una prover-
l’abate Stoppani) ne fanno a giudizio di alle escursioni tradizionali, o magari biale variabilità atmosferica, sono i tesori
molti la valle trentina meglio conserva- un’appagante integrazione. La scelta della valle. Con il latte si fanno, rigorosa-
ta, grazie anche alla protezione del Par- è tra una quarantina di strutture, col- mente in quota, un formaggio Nostrano
co Nazionale dello Stelvio. L’ingegnosa legate tra loro dall’originalissima Via stagionato che si gusta al meglio dopo sei
tecnologia delle settecentesche seghe- delle Malghe tra val di Sole, val di Rab- mesi, la ricotta, il burro e soprattutto il
rie veneziane, capaci di imbrigliare la bi e val di Peio: una camminata di più Casolèt, il prodotto più identitario di tut-
spumeggiante energia del Rabbies, è giorni, percorribile anche solo in parte ta l’area solandra, da consumare fresco
stata perfettamente ristrutturata a sco- (vedere riquadro a pag. 91), lungo stra- entro venti-trenta giorni. Alla Stablasolo
po didattico. Il termalismo, ben testi- de sterrate e sentieri che spesso supe- si trova anche in versione aromatizzata,
moniato dagli austeri edifici in pietra rano i 2.000 metri di altezza. al peperoncino ed erbette. I più bra-
Bell’Italia 93
In questa foto: vita
d’alpeggio a Nestalp
Malga Campo
(1.979 metri), sopra
la località di Celentino,
a cui è collegata
da una strada sterrata.
Sotto, da sinistra:
tramonto in malga,
dove è possibile
anche pernottare;
il panorama dalla
terrazza all’alba, con
le cime del gruppo
della Presanella (3.558
metri) sullo sfondo.
vi sono in grado di identificare dal sapore e caratterizza la cucina che si gusta alle Nestalp Malga Campo, affacciata sulla
la provenienza di una singola forma, il tavole di questi alpeggi moderni. A mal- Presanella. Il caseificio moderno è in-
suo alpeggio, perfino il pascolo. E così ad ga Monte Sole Alta, autentico presidio gegnosamente a vista. Il caseificio tra-
esempio il Casolèt della zona di Saent è gourmet d’estate e d’inverno, accompa- dizionale invece, tenacemente difeso
diverso da quello della malga Maleda Al- gna ad esempio gli gnocchi di polenta dall’abbattimento, è un delizioso “mu-
ta, che si svela solitaria in fondo alla sel- insieme allo speck e al burro. Siamo seo della malga che fu”, con la caldera
vaggia val Maleda. Qui è possibile anche così approdati in val Cercen, lo stret- in rame per cuocere il latte, lo spazio
dormire, regalandosi un’esperienza an- to solco che collega la val di Rabbi per le chiacchiere intorno al paiolo e le
cora straordinariamente simile a quella alla val di Peio allineando una bella stanze dei pastori al piano superiore.
dei malgari d’un tempo, e assistere alla sequenza di malghe. La struttura della L’ultimo ad alloggiare in questi locali
produzione. La tecnica tradizionale pre- Monte Sole ricalca quella tradizionale, fu un indimenticato malgaro della val
©RIPRODUZIONE RISERVATA
vede l’utilizzo di latte crudo da una o due con il basso e lungo caseggiato della stal- d’Ultimo, che sfogava la sua solitudine
mungiture e di caglio liquido di vitello, la affiancato da un edificio più alto che parlando in tedesco con le capre. Sul-
con rottura della cagliata dopo 20-30 mi- ospita le strutture di accoglienza e quel- le assi sopra il paiolo si affumicava la
nuti a una temperatura di 35-39 gradi. le produttive. La ricorrente partizione ricotta, il cui sapore aromatico è una
in malga “alta” e “bassa” richiama inve- sorta di madeleine proustiana per tanti
MALGHE ALTE E MALGHE BASSE ce la volontà di sfruttare al massimo i solandri non più giovanissimi.
PER PRESIDIARE I PASCOLI pascoli di due altitudini diverse.
Il Casolèt, il cui nome riporta proba- Chi se la sente di valicare gli oltre 2.600
bilmente al latino caseulus (“piccolo metri di passo Cercen può sconfinare a alla pagina seguente
formaggio”), è un Presidio Slow Food Peio e farsi coccolare nel “nido” della
94 Bell’Italia
come
dove
quando
VAL DI RABBI
(Trento)
Storie e scoperte
tra i boschi Segheria dei Braghje
Da Malé a Rabbi Fonti, la piccola valle è ricca di attrattive, dal museo degli antichi mestieri ai centri
visita del Parco Nazionale dello Stelvio, dalle ingegnose segherie veneziane alle terme di Pietro Cozzi
Bell’Italia 95
come
dove
quando
VAL DI RABBI
(Trento)
LE MALGHE
Formaggi e cucina golosa
dai pascoli in quota
In alta val di Rabbi ogni malga ha una storia
e un “taglio“ particolare. L’offerta, tenendo
conto anche delle vicine val di Sole e val di
Peio, è vastissima, sempre con la possibilità
di acquistare i formaggi di produzione. Sulla
direttrice delle cascate di Saent si incrocia
la Malga Stablasolo (388/863.95.82). Il Casolèt
si trova qui in versione classica, “fiorito“
o aromatizzato con peperoncino ed erbette.
A tavola, ogni giorno si gusta un piatto
Vecchia Canonica Malga Monte Sole Alta
unico (con primo, secondo e formaggio)
diverso, intitolato all’alpino, al montanaro,
Gli alberghi Offre piscina nel I ristoranti al contadino e al bracconiere; conto (alla
parco e area wellness. carta) sui 35 €. Più a ovest, Malga Maleda
Terme di Rabbi Hotel Mezza pensione da 65 € Vecchia Canonica Alta (346/681.07.62), gestita dalla famiglia
★★★ (Rabbi, località a persona al giorno. (Malé, piazza Cei Ghirardini, conquista con la sua atmosfera
Rabbi Fonti 153, 0463/ Maso Fior di Bosco 4, 0463/90.20.64). ancora autentica, a metà tra alpeggio
98.30.00). Elegante (Rabbi, località Il locale, nato nel 1982, e rifugio, in un angolo nascosto al culmine
e monumentale, di fronte Pralongo 211d-San è una pizzeria di rango della val Maleda. A Malga Monte Sole
alle terme, l’edificio Bernardo, 0463/ per ingredienti e Alta (località Monte Sole, 0463/63.61.34),
testimonia secoli 98.55.43). A metà tra un originalità: da provare nella stretta val Cercen, è protagonista la
di vacanze eleganti a agriturismo e un albergo, la pizza mela e Casolèt. cucina di Matteo Zanella, chef e patron
Rabbi. Un programma di questo maso del 1879, Ma nel menu lo chef che prepara tagliatelle con funghi e ragù
passeggiate accompagna ristrutturato nel 2012, si Simone Iob offre anche di selvaggina e tagliata di cervo con
le cure e i trattamenti, articola in camere, suite piatti trentini rivisitati, marmellata di ambrosine; conto sui 40 €
seguendo la filosofia di e appartamenti in legno dai classici canederlotti e mezza pensione da 65-70 € a persona.
una totale immersione di abete. La novità è al trancio di trota Per Nestalp Malga Campo (Celentino, via per
nella natura. Camere la piccola area wellness. con erbette aromatiche Malga Campo, 0463/63.60.99) vale la pena
ampie e comode. Mezza pensione da 65 € e salsa allo yogurt. spostarsi nella vicina val di Peio, al culmine
Mezza pensione da 75 a persona al giorno. Conto sui 40 €. di una lunga sterrata sopra Celentino. Luca
€ a persona in formula Agritur Ruatti (Rabbi, Antica Osteria (Ossana, Podetti accoglie gli ospiti mostrando loro la
Natural Detox, con località Pracorno via Venezia 11, 0463/ parte antica della malga. Tra le chicche della
accesso alla Thermal Spa. 95, 0463/90.10.70). 75.17.13). In val di Sole, sua produzione, la rara ricotta affumicata.
Albergo Miramonti All’imbocco della valle, a 20 minuti dall’imbocco Da provare la tagliatelle al pesto di rape rosse
★★★ (Rabbi, località due masi offrono della val di Rabbi, e l’omelette con comede e Casolèt; conto sui
San Bernardo 55, 0463/ ristorazione e ospitalità ci si accomoda nelle 30 € e mezza pensione da 75-90 € a persona.
98.51.19). In stile alpino, con 15 camere. L’azienda, deliziose e curatissime
di proprietà della famiglia che è anche fattoria salette di una vecchia
Pedergnana, è un didattica, produce salumi casa di montagna. Dalla
riferimento tradizionale e formaggi. Doppia creatività sconfinata
per l’ospitalità in valle. con colazione da 80 €. di Mariano Dell’Eva
nascono gnocchi di patate
con prugna, cannella e
burro, petto d’anatra con
mela e grappa, tortino
al cioccolato. Il menu è
“recitato” rigorosamente
a voce. Conto sui 40 €.
Al Molin (Rabbi,
località Piazzola 167,
Malga Stablasolo
©RIPRODUZIONE RISERVATA
0463/98.50.20).
A 500 metri dalle
terme, un’oasi di cucina
tradizionale dove gustare info
strangolapreti e cervo Azienda per il Turismo Val di Sole, Malé,
con polenta e funghi. via Marconi 7, 0463/90.12.80; Rabbi Vacanze,
Terme di Rabbi
Conto 20-30 €. località San Bernardo, 0463/98.50.48.
96 Bell’Italia
PISOGNE (Brescia) Santa Maria della Neve
IL RINASCIMENTO SECONDO
ROMANINO
La chiesa del piccolo centro affacciato sul lago d’Iseo ospita un ciclo
di affreschi tra i più interessanti del nostro ’500. La Passione e la
Resurrezione di Cristo sono raccontate con stile veemente da un artista
fuori dagli schemi, all’insegna di una profonda esigenza di verità
Bell’Italia 99
PISOGNE (Brescia) Santa Maria della Neve
L
a storia dell’arte italiana non è scritta solo nella menica, sul fianco nord, e sulla facciata il Dogma della
lingua elevata dei centri maggiori. Importanti morte, ormai svanito. L’ammonimento al rispetto delle
capitoli hanno l’incedere più schietto degli idio- festività e alla fugacità delle cose terrene era rivolto ai
mi periferici, nati là dove condizioni storiche, pisognesi, ma anche ai pellegrini, ai viandanti e ai mer-
economiche e sociali particolari hanno gene- canti che trovavano riparo sotto i porticati addossati
rato o attratto grandi talenti artistici. Così, alcune tra alla chiesa: abbattuto quello a nord, di fronte al sacello
le pagine più vivide della formidabile avventura del affrescato ancora esistente, sostituito dalla chiesetta di
nostro Rinascimento si possono leggere sulle pareti di San Nicola da Tolentino quello rivolto a sud.
una piccola chiesa incastonata tra il lago d’Iseo e le
prime pendici della valle Camonica, in quelle terre LA SALVEZZA VISTA DAL BASSO
bresciane a lungo governate dalla Serenissima. A scri- Il bel portale in arenaria rossa attribuito a Damiano
verle fu, intorno al 1534, Girolamo Romani, detto il Ro- da Milano ci ricorda che il rinnovamento delle arti
manino, pittore che al culmine di una carriera impor- era giunto anche in queste terre, quasi a smentire le
tante trascorsa tra Brescia (la città natale), Cremona e attardate citazioni gotiche negli archetti pensili lobati
Trento si trovò a stravolgere i canoni del classicismo sotto gli spioventi del tetto. È questo il sipario che si
rinascimentale sulle pareti di un tempio di provincia, apre sull’interno, dove, mosso qualche passo, si ha la
forse finalmente libero di esprimersi nella sua lingua sensazione che qualcosa di incombente e singolare stia
madre: un «dialetto», una «parlata bresciana», secondo per succedere. A popolare gli affreschi di Romani-
le definizioni di uno dei più profondi conoscitori dell’o- no è un’umanità indocile, priva della grazia e della
pera dell’artista, Giovanni Testori. sublime armonia della cultura figurativa rinasci-
mentale. Lo sguardo corre subito verso l’alto, dove le
UNA CHIESA VOLUTA DALLA COMUNITÀ Sibille, i Patriarchi, i Profeti e generici Veggenti dipinti
Dall’esterno, nessun indizio lascia presagire l’intensità sulle volte si dibattono in pose scomposte e sembrano
dell’esperienza estetica e culturale che il visitatore si ap- sul punto di staccarsi dalle finte cornici affrescate per
presta a vivere varcando la soglia. La semplice facciata precipitare tra i visitatori, forti dei loro corpaccioni gre-
a capanna di Santa Maria della Neve guarda un ampio vi e fuori proporzione che sembrano prendersi gioco di
sagrato acciottolato ai margini dell’abitato di Pisogne, chi li guarda pensando a Raffaello e a Michelangelo, a
sulla sponda nord-orientale del Sebino, a 40 chilometri Tiziano e a Giulio Romano.
da Brescia e 50 da Bergamo. C’è pace e silenzio qui Il tema iconografico del ciclo è quello della salvezza
dove l’antica strada Valeriana che risaliva dalla dell’umanità attraverso la Passione di Cristo. Sulle pare-
Pianura Padana faceva una sosta prima di proce- ti, ampie scene corali occupano le lunette chiuse dagli
dere verso il cuore delle Alpi. Mercanti, artigiani e archi gotici, simili a grandi pale d’altare; sotto di loro, al
contadini la percorrevano per raggiungere il mercato di livello degli occhi dei fedeli il gigantismo della narrazio-
Pisogne, borgo murato e snodo commerciale di rilievo ne si ridimensiona in tableau orizzontali assimilabili ad
grazie alle vie di terra e a quella d’acqua del suo porto altrettante predelle. La critica continua a confrontarsi
lacustre. Intorno, le miniere di ferro di Grignaghe e una sull’ordine di lettura delle scene, avanzando dotte ipote-
fiorente rete di fucine per la lavorazione del metallo. si per trovare un senso in quello che a prima vista appa-
È una storia di benessere e operosità quella che rac- re come un “miscuglio” neotestamentario: se si volesse
conta Santa Maria della Neve, eretta sul finire del XV seguire l’ordine cronologico degli eventi ci si troverebbe
secolo non dalle autorità religiose ma dalla comunità infatti a correre da una parete all’altra. Raffinate esegesi
pisognese, una “vicinia” (unione di vicini) che godeva iconografiche a parte, al centro della rappresentazione
di qualche autonomia amministrativa in seno alla Re- è la straripante presenza delle scene che assorbe lo
pubblica di Venezia. Decorata fuori e dentro con affre- sguardo grazie alla concitata urgenza della rappre-
schi che precedono il ciclo romaniniano, fu forse voluta sentazione, unione del tutto singolare di colorismo ve-
in segno di ringraziamento per la prosperità raggiunta, neto, realismo lombardo e cultura nordica.
senza trascurare la stigmatizzazione dell’attaccamento La schietta parlata di Romanino si esprime al meglio
ai beni terreni. Ne sono testimoni gli affreschi realizzati nella Crocifissione della controfacciata, dove più che
tra fine ’400 e inizio ’500 sulle pareti esterne, per i quali al Cristo l’attenzione corre al brulicare di vita ai suoi
si scelsero i temi della Madonna dei mestieri, o Santa Do- piedi: alla forzuta Maddalena, il cui desolato ab-
100 Bell’Italia
Sopra: soldati a cavallo in un particolare della Crocifissione. Sotto: la lunetta della parete nord (a sinistra entrando) con
La visione ravvicinata esalta la veemenza della pittura la scena della Salita al Calvario; il volto del Cristo è uno
e la spiccata vocazione al realismo dell’artista bresciano, dei più celebri brani di pittura di Romanino. L’ampia lacuna
particolarmente evidente nella trattazione dei volti. nell’affresco è dovuta all’esposizione a settentrione.
102 Bell’Italia
Pagina precedente: possente, ma non privo di una certa Cristo libera le anime dei giusti che lo avevano preceduto.
leggiadria, Cristo risorge dal sepolcro nella prima lunetta Sotto: la parete sud con, da destra a sinistra, la Resurrezione, la
della parete meridionale. Sopra: particolare dei diavoli che Discesa agli inferi e l’Ascensione; nelle predelle, l’Ultima cena,
volteggiano nella Discesa agli inferi, sopra la scena in cui la Lavanda dei piedi e l’Ingresso di Cristo a Gerusalemme.
Bell’Italia 103
Sopra: il dettaglio della Crocifissione con i soldati che trentina di eccentriche raffigurazioni di Sibille, Patriarchi,
si giocano ai dadi le vesti di Cristo. Sotto: veduta dell’aula Profeti e Veggenti che si muovono liberamente
unica della chiesa in direzione del presbiterio. Gli spicchi tra gli elementi architettonici dipinti. Pagina seguente:
delle volte a crociera delle campate accolgono una uno dei ladroni in un altro particolare della Crocifissione.
104 Bell’Italia
Bell’Italia 105
PISOGNE (Brescia) Santa Maria della Neve
braccio alla croce sembra finalizzato a svellerla dal vivere il cristianesimo [...] Qui c’è un modo di viverlo
Calvario; ai soldati da trivio che si contendono ai dadi le più umile, più da eroismo popolare e montagnardo,
vesti di Cristo; in generale al realismo privo di inibizioni più dialettale [...] Romanino qui fa il controcanto della
dei volti. La tensione verso una realtà popolare e parola che si fa carne, infatti prende la carne di un
l’impeto comunicativo di Romanino hanno in pas- popolo, di una valle e ne fa verbo figurativo».
sato colpito anche l’acuta sensibilità di Pier Paolo Il dialetto romaniniano si fa ancora più sciolto nel-
Pasolini, che ha molto amato l’artista apprezzandone le scene dei riquadri minori. Con pennellate veloci
la capacità di «caratterizzazione sociopsicologica». e liquide “scrive” la Flagellazione e l’Incoronazione di
spine, l’Ultima cena e la Lavanda dei piedi, l’Ingresso
SACRE SCRITTURE IN CARNE E OSSA a Gerusalemme, la Cena in casa di Simone Fariseo e
Sulla parete destra, il Cristo della Resurrezione fluttua Pilato che si lava le mani. Sull’arco del presbiterio
a mezz’aria forzando membra possenti a un aggra- l’impeto sembra placarsi in una più aggraziata ri-
ziato, quasi incongruo passo di danza, mentre ogni flessione: Dio padre dall’alto guarda l’Annunciazione
finezza è preclusa ai bizzarri diavoli che sorvegliano e, più in basso, la Deposizione nel sepolcro e la Penteco-
la vicina Discesa agli inferi. Nella Salita al Calvario ste. Nell’abside, sulla cui volta ancora si leggono trac-
sulla parete opposta, la più deteriorata a causa dell’e- ce della prima decorazione della chiesa (sulle pareti
sposizione a settentrione, all’umanissima, attonita resta solo qualche sinopia), sono esposti gli affreschi
sofferenza del Cristo che ci fissa portando la croce di Romanino strappati dal perduto portico nord della
fa riscontro la brutale goffaggine del suo aguzzino, chiesa. Tra le molte lacune vi si legge il Corteo dei Magi:
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spropositato ammasso di muscoli cieco a ogni pietà; affollato, concitato, vivo, come tutta l’opera del meno
poco oltre, nella scena dell’Ecce Homo, due bimbi si ac- ortodosso tra i pittori del nostro Rinascimento.
capigliano brutalmente, indifferenti a quanto accade
in cima alla scalinata del palazzo di Pilato. Secondo il
già citato Testori, il ciclo di Pisogne «per forza poetica alla pagina seguente
tiene alla Sistina, ne è come l’alterità, l’altro modo di
Sotto, a sinistra: figure di Profeti affrescate tra gli archetti Alla sua destra, la chiesetta di San Nicola da Tolentino,
pensili della facciata. Risalgono al primo intervento dove di recente sono emerse tracce di altri affreschi
decorativo che ha interessato la chiesa (fine ’400-inizio attribuiti a Romanino, e l’ex convento dei monaci
’500). Sotto, a destra: la facciata di Santa Maria della Neve. Agostiniani (1580 circa), ora residenza socio-sanitaria.
106 Bell’Italia
come
dove
quando
PISOGNE
(Brescia)
Tra Sebino
e valle Camonica Pisogne
Sulle sponde del lago d’Iseo, dove in agosto spettacoli ed eventi animano il centro storico di Pisogne; nella
verde vallata prealpina per scoprire le incisioni rupestri e gli altri affreschi di Romanino di Carlo Migliavacca
Bell’Italia 107
come
dove
quando
PISOGNE
(Brescia)
ALL’ARIA APERTA
Itinerari nella natura
a piedi, in bici e in battello
Il territorio nei dintorni di Pisogne offre
un’ampia scelta di escursioni, tra le acque
del Sebino e i monti che lo circondano. Il
tracciato dell’Antica Strada Valeriana che
lambiva Santa Maria della Neve è stato
recuperato a uso dei camminatori nel tratto
che segue a mezza costa il lago tra Pilzone
d’Iseo e Pisogne. L’intero percorso misura
24 km, ma si possono affrontare uno o più
singoli tratti, lunghi in media 4 chilometri.