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ALLA SCOPERTA DEL PIÙ BEL PAESE DEL MONDO MENSILE N.

449 · SETTEMBRE 2023 · EURO 4,50 IN ITALIA

IL MARE • SICILIA
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Filicudi
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LA VISITA • PIEMONTE
IVREA, LA CITTÀ
DI OLIVETTI APRE Sui sentieri della piccola isola
LE SUE PORTE delle Eolie, fra spiagge e natura
IL BORGO • MONFERRATO
CASSINE IN MUSICA

LA SCOPERTA • UMBRIA

GLI AFFRESCHI
DI PALAZZO TRINCI
A FOLIGNO
ARCHEOLOGIA • LAZIO
LA NECROPOLI
DI CERVETERI

il weekend
>

BERGAMO
30449
ISSN 0394 7203

Sulle tracce del pittore


720006

Lorenzo Lotto tra


Città Alta e Città Bassa
770394

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI


9
Lo scalone del Palazzo Uffici 1 a Ivrea

ENTRIAMO NELLA STORIA,


DAL MEDIOEVO AL NOVECENTO
Adriano Olivetti si occupava in prima persona delle scelte architettoniche
e urbanistiche della sua cittadella industriale a Ivrea. Lo ricorda ancora un nipote,
l’architetto Matteo Olivetti, che ci ha accolto al Visitor Centre del sito
Unesco “Ivrea città industriale del XX secolo” raccontandoci del rapporto
fra l’imprenditore visionario e i grandi architetti chiamati a realizzare le sue idee,
trasformandole nelle fabbriche, negli edifici per i servizi e per l’abitazione dei
dipendenti che si dispiegano lungo il rettifilo di via Jervis. Un sito che parla di
SETTEMBRE_A BERGAMO
una storia molto vicina a noi. Quella di un’azienda, la Olivetti, che nel corso
UN WEEKEND del secolo scorso ha creato un complesso industriale efficiente e bello. Un museo
SULLE ORME di architettura a cielo aperto da visitare, che a fine settembre apre ancora
DEL LOTTO di più le sue porte in occasione di una rassegna di architettura e design.
Bergamo è, insieme a
Brescia, Capitale Italiana Un’opportunità unica per entrare in luoghi in genere inaccessibili al pubblico,
della Cultura 2023. In dalle officine alle case, alcune delle quali conservano gli arredi originali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

questo numero invitiamo


i lettori a riscoprire la città A settembre il Piemonte apre alle visite anche palazzi più antichi. Sono quelli
e il suo territorio seguendo del borgo medievale di Cassine, fra i colli dell’Alto Monferrato, in provincia di
le tracce di un grande
artista del Rinascimento, Alessandria, residenze private ricche di storia e d’arte che il penultimo weekend
il veneziano Lorenzo del mese si riempiono delle note di una manifestazione musicale promossa
Lotto, che qui ha lavorato
per oltre dieci anni. da Le Dimore del Quartetto, accogliendo giovani musicisti e i visitatori.
L’itinerario si dispiega tra
Città Bassa e Città Alta e

| Direttore di Bell’Italia
raggiunge l’Oratorio Suardi
a Trescore Balneario. Emanuela Rosa-Clot
A settembre Bergamo
vale la visita anche per
gli allestimenti verdi del
Festival del Paesaggio.
In copertina:
l’isola di Filicudi,
nell’arcipelago
delle Eolie, con

82
capo Graziano
Foto di:
Giorgio Filippini

IVREA BERGAMO
CASSINE

SETTEMBRE 2023 FOLIGNO


CERVETERI

FILICUDI

|
IVREA (Torino) La città di Olivetti
MEMORIE DI ADRIANO 30

|
CERVETERI (Roma) Parco Archeologico
LA NECROPOLI RISORTA 42

|
FOLIGNO (Perugia) Palazzo Trinci
TRIONFANO I COLORI DEL ’400 56

CASSINE (Alessandria)
DOVE RISUONA IL MEDIOEVO 68

FILICUDI (Messina)
RUVIDA DOLCEZZA EOLIANA 82

BERGAMO

56
IN CITTÀ SULLE TRACCE DI LOTTO 92

92
DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
e.rosaclot@cairoeditore.it

RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE


Elisabetta Planca Caporedattore
LETTERE 10 e.planca@cairoeditore.it
UFFICIO CENTRALE
Pietro Cozzi Caposervizio
p.cozzi@cairoeditore.it

22
Giovanni Mariotti g.mariotti@cairoeditore.it
IN AGENDA Carlo Migliavacca c.migliavacca@cairoeditore.it
Raffaella Piovan r.piovan@cairoeditore.it
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LA LETTURA REDAZIONE
di Vittorio Sgarbi Terry Catturini t.catturini@cairoeditore.it
Margherita Geronimo m.geronimo@cairoeditore.it
Tiepolo a Verolanuova 14 Lara Leovino l.leovino@cairoeditore.it
Elena Magni e.magni@cairoeditore.it
Sandra Minute s.minute@cairoeditore.it
NOTIZIE 18 PHOTO EDITOR
Milena Mentasti m.mentasti@cairoeditore.it
LE MOSTRE D’ARTE 22 Susanna Scafuri s.scafuri@cairoeditore.it
ART DIRECTOR
Luciano Bobba l.bobba@cairoeditore.it
MUSICA 27 Simona Restelli Coordinamento
s.restelli@cairoeditore.it
IMPAGINAZIONE
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Francesca Cappellato f.cappellato@cairoeditore.it
I PIACERI Isabella di Lernia i.dilernia@cairoeditore.it
SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
Mara Carniti m.carniti@cairoeditore.it
BUONA ITALIA Paola Paterlini p.paterlini@cairoeditore.it
di Silvia Frau PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
Silvia Garofoli

112
I sapori del Monte Amiata 106 www.silviagarofoli.com
La ricetta 112 HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Aldo Brigaglia, Rossella Cerulli, Giuseppe De Biasi, Silvia Frau,
Barbara Gabbrielli, Rosalba Graglia, Albano Marcarini, Paolo
CIBO&PAESAGGIO Massobrio, Vannina Patanè, Vittorio Sgarbi, Angelo Surrusca.
a cura di Slow Food
Il cacio di Genazzano 114

A TAVOLA
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
di Paolo Massobrio divisione di
Lo Stuzzichino 116

CANTINE D’ITALIA PRESIDENTE


di Giuseppe De Biasi Urbano Cairo
Pellegrino 1880 a Pantelleria 117 CONSIGLIERE ESECUTIVO
Giuseppe Ferrauto
CONSIGLIERI
ARIA APERTA 118 Andrea Biavardi, Alberto Braggio,
Roberto Cairo, Ugo Carenini, Giuliano Cesari,
Giuseppe Ferrauto, Uberto Fornara,

126
Marco Pompignoli, Mauro Sala
I SENTIERI
CAIRO EDITORE S.P.A.
di Albano Marcarini DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:
Nella valle dell’Alento 119 Via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano,
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LA DOLCE VITA 126
ITALIA DA LEGGERE 128 Stampa: ROTOLITO S.p.A., via Brescia 53/65, 20063
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14
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14.12.1994 Periodico associato alla FIEG
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una terra mistica õĠă ƔĤ ØŹŹăŅûă̖ ŅûØŹă Ø õØõõĤØ
di borghi medievali̐ ŨăŬûăŹăƔĤ Ņă""ă ŰŹŬØûĤŅă õĠă
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ROSSELLA CERULLI
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Ama la storia, i grandi spazi, la Puglia
garganica, sua terra d’origine, e il mare. FILIALI
Adora la natura imperiosa delle Eolie, PIEMONTE-LIGURIA-VALLE D’AOSTA
le grandi bonacce estive, l’acqua color (Filiale di Torino)
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a Bergamo e nel suo territorio dall’arte e-mail: info@nuovagiemme.it
del veneziano Lorenzo Lotto: dalle
TRIVENETO
opere raccolte nelle sale della rinnovata
(Filiale di Verona)
Accademia Carrara alle pale nelle chiese di Vicolo Ghiaia 7 - 37122 Verona
Città Bassa, dai disegni delle tarsie del coro Tel. 045/4750016 - Fax 045/4750017
della cattedrale in Città Alta (nella foto) e-mail: Info-vr@cairocommunication.it
agli affreschi nell’Oratorio Suardi a Trescore
Balneario. Un percorso di visita perfetto per (Filiale di Padova)
un weekend di settembre, da programmare Piazza Gaetano Salvemini 13
seguendo il racconto che ci propongono 35131 Padova
le parole di Vannina Patanè (che a Bergamo Tel. 049/6996311 - Fax 049/7811384
è nata e cresciuta) e le fotografie di LAZIO-ABRUZZO-SICILIA-SARDEGNA
Massimo Ripani (p.92), entrambi da anni (Filiale di Roma)
tra i più assidui collaboratori di Bell’Italia. Via Campania 59/C - 00187 Roma
Tel. 06/802251 - Fax 06/80693188
e-mail: info-roma@cairocommunication.it

EMILIA ROMAGNA-TOSCANA
GIANLUCA GIORDANO MARCHE-UMBRIA
Laureato in Conservazione e Restauro (Filiale di Bologna)
Viale del Risorgimento 10 - 40136
dei Beni Culturali, Gianluca Giordano
Bologna
è un fotografo di architettura che da anni Tel. 051/3763006 - Fax 051/0920003
collabora con magazine di architettura e-mail: info-bologna@
nazionali e internazionali e gallerie cairocommunication.it
pubbliche e private di arte moderna e
contemporanea. Il suo progetto fotografico (Filiale di Firenze)
Olivetti. Immagini di una storia industriale, Lungarno delle Grazie 22 - 50122
dedicato agli edifici che a Ivrea hanno Firenze
Tel. 051/3763006
dato forma all’idea imprenditoriale e alla
e-mail: info-bologna@
visione sociale di Adriano Olivetti, ha cairocommunication.it
ricevuto numerosi riconoscimenti, come
l’inserimento nel catalogo dell’ADI CAMPANIA-PUGLIA-BASILICATA
Design Index 2018. Alcune fotografie CALABRIA-MOLISE
del progetto sono protagoniste del servizio (Filiale di Napoli)
che proponiamo in queste pagine (p.30). Centro Direzionale di Napoli
Isola E/4 (int. 510)
Via G. Porzio 4 - 80143 Napoli
Tel. 081/5627208 - Fax 081/0097705
e-mail: commerciale@pubbliserviceadv.it
LE IMMAGINI DI QUESTO NUMERO
Lettere: Petrò Gilberti (p.10). In agenda: ©Archivio Fotografico Civici Musei di Brescia/Alessandra Chemollo (p.13). La lettura di Vittorio è una rivista del
Sgarbi: Virginio Gilberti (pgg.14-17). Notizie: © Direzione Regionale Musei Lombardia-Progetto ConValoRe (pgg.18-19); ©Archivio Fotografico gruppo Cairo Editore che comprende
Civici Musei di Brescia/Alessandra Chemollo (p.20); Courtesy Fondazione Musei Civici di Venezia/Elisa Chesini (p.21). Musica: Alberto Martinez anche le seguenti testate:
SETTIMANALI
(p.27), Bernd Thaller, Felipe Fuenzalida (p.28). Ivrea: Associazione Archivio Storico Olivetti, Ivrea-Italy (p.31), Morelli-Peverelli (p.40), Massimo
DiPiù TV, Diva e Donna, Enigmistica
Dallaglio/Alamy (p.41). Cerveteri: Massimo Ripani, Rupert Hansen/Alamy (p.54), Alamy/IPA (p.55). Filicudi: Alamy (p.90), Giorgio Filippini
MIA, Enigmistica più, Settimanale DiPiù,
(p.91). Bergamo: Massimo Ripani (p.102), Palazzo Moroni (p.103). Buona Italia: Alamy (pgg.106-107), La Camera Chiara (p.107), Jaime
TV MIA, Settimanale NUOVO, NUOVO TV,
A. Londono (p.108), Getty (p.109), Carla Castrini (pgg.109, 110-111, 113), Beatrice Mancini (p.112). A tavola: Valerio Gargiulo, Andrea
F, Settimanale GIALLO.
Di Lorenzo (p.116). Cantine: Antonio Saporito (p.117). Aria aperta: Matteo Carassale, Benedetta Biscaro (p.118). Autunno in Barbagia:
QUINDICINALI
Alamy/IPA (p.122), Alessandro Addis (pgg.122-124), Reda&Co/Alamy/IPA (p.124). Gusto: Gacro74/IPA (p.125). La dolce vita: Nicola Neri
CUCINA MIA, Settimanale DiPiù
(pgg.126-127), Mattia Marasco (p.127). Prossimamente: Giorgio Filippini, Massimo Ripani, Bruno Zanzottera (p.130). Cartine: Quaterd.
e DiPiù TV Cucina.
MENSILI
Testi e fotografie non richiesti non vengono restituiti Airone, Antiquariato, Arte, Bell’Europa,
Bell’Italia. Alla scoperta del più bel paese del mondo. Copyright 2023. Cairo Editore S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e For Men Magazine, Gardenia,
disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione dell’Editore. Pubblicazione In Viaggio, Natural Style, Settimanale
mensile registrata presso il tribunale di Milano il 5/4/1986, n. 169. Una copia euro 4,50, arretrati euro 9. Dipiù e Dipiù Tv Stellare

8 BELL’ITALIA

tutti questi quotidiani, riviste e libri sono frutto del lavoro esclusivo del sito eurekaddl.skin per favore lasci perdere i ladri parassiti che rubano soltanto vanificando il lavoro degli altri e venga a sostenerci scaricando da noi, la aspettiamo!
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risponde la redazione | scrivete a: lapostadibellitalia@cairoeditore.it | Bell’Italia, Via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano | @bellitalia_magazine

Vengono da Andrea Vici, architetto


e ingegnere idraulico nativo di Arcevia,
che fu chiamato da Vanvitelli a Caserta
nel 1769, a soli 26 anni, e che fu
sempre in stretti rapporti con il maestro.
Alfiero Verdini, Arcevia (Ancona)

Al genio di Luigi Vanvitelli, del quale


si celebrano i 250 anni dalla morte,
dedicheremo un servizio su Bell’Italia
di ottobre, ripercorrendo la sua attività
e le sue opere nella città di Ancona.

Bertinoro, il balcone
della Romagna
Il borgo disegnato di luglio è Bertinoro,
nella bella Romagna colpita duramente
Brescia archeologica, di Fabrizio Plessi nel Museo di Santa
dalle recenti alluvioni. Un doveroso
una visita imperdibile Giulia) è ancora più interessante e pensiero a quella popolazione.
ricco: un altro bronzo straordinario, Maria Leonilde Piloni, Inarzo (Varese)
Dopo l’articolo “Un abbraccio d’oro il Pugile di Palazzo Massimo a Roma,
per i siti Unesco” del numero di luglio farà compagnia alla Vittoria Alata fino La colonna dell’ospitalità e la terrazza
sono tornato a Brescia a metà luglio. alla fine di ottobre (vedi pagina 20). sulla Romagna sono indizi inequivocabili
È una città bellissima, e rivedere il parco di Bertinoro, Borgo Disegnato di luglio!
archeologico dopo alcuni anni Vanvitelli, genio del ’700 Romagna solatia, dolce paese...
dall’ultima volta è stata un’emozione. Anna Iuppo, Imola (Bologna)
In più al Museo di Santa Giulia è stata Le stupefacenti foto della Reggia di
rinnovata la sezione romana, a seguito Caserta (Bell’Italia 445) sorprendono Bertinoro! Nell’indizio lo avete descritto
dello spostamento della Vittoria Alata ogni volta. Segnalo che qui ad Arcevia, meravigliosamente bene. Pur non
nel Capitolium. nell’archivio storico, sono conservati essendo bertinoresi, io e mio marito
Giorgio Folli, Imola (Bologna) i disegni originali della reggia, raccolti decidemmo di sposarci qui ben
nel volume Dichiarazione dei disegni 39 anni fa, per noi quindi ha uno
In questi mesi il Parco Archeologico del Palazzo reale di Caserta alla Sacra speciale valore affettivo.
di Brixia (nella foto: Colonne Colanti Reale Maestà di Napoli (1756). Valeria Alcerati, Forlì

Su Instagram, un contest riservato ai follower di @bellitalia_magazine

PER I DETTAGLI
SULLE MODALITÀ
DI PARTECIPAZIONE
INQUADRARE
IL QR CODE

Per partecipare basta


catturare in una foto un aspetto
delle innumerevoli bellezze
del nostro Paese (monumenti,
architetture, paesaggi, natura,
tradizioni...) e quindi postare lo
scatto entro il 30 settembre 2023
nella propria pagina personale,
come post e story, taggando
L’Italia immortalata negli scatti di chi la ama @bellitalia_magazine e inserendo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

gli hashtag #lamiabellitalia


Cairo Editore lancia il progetto #lamiabellitalia #bellitaliamagazine e #bellitalia.
rivolto a tutti i follower della pagina Instagram @bellitalia_magazine Le foto più rappresentative,
selezionate dalla redazione,
saranno pubblicate sulla rivista.

10 BELL’ITALIA

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antiquariditalia.it

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Assessora a Cultura
orato alla ultu
in agenda
L’arte | le n o t i z ie | la lettura di Vittorio Sgarbi | la musica a settembre

BRESCIA

IL PUGILE
E LA VITTORIA
AL CAPITOLIUM
PAGINA 20

BELL’ITALIA 13
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DI VITTORIO SGARBI
UNA CHIESA UN CAPOLAVORO

VEROLANUOVA (Brescia) | BASILICA DI SAN LORENZO

GIAMBATTISTA TIEPOLO: CENTO METRI


QUADRATI DI TRAVOLGENTE PITTURA
Nella cittadina a sud di Brescia il maestro veneziano ha lasciato due opere capitali: teleri alti dieci
metri e larghi cinque, da poco restaurati, in cui trionfa il suo virtuosismo illusionistico

Pagina seguente: La raccolta della manna, 1740-45 circa. Sopra: due particolari dell’opera che illustrano il dinamismo della pittura di Tiepolo.

Venezia, Würzburg, Milano, Udine, Vicenza, Madrid, sono Come per il resto degli arredi pittorici della basilica, furono i
questi i luoghi che si è soliti associare alle grandi decorazio- Gambara, all’inizio del quarto decennio del Settecento, a pre-
ni di Giambattista Tiepolo. Ma Verolanuova, feudo di una tendere che anche nel contado bresciano vi fosse adeguata
delle maggiori famiglie di Brescia e circondario, i Gambara, testimonianza della fama che accompagnava il più affermato
perché non la si comprende nella lista? Quanti sanno che pittore veneziano del momento, non badando a spese pur di
ospita capolavori imprescindibili della carriera di mezzo del averla. Tiepolo non si tirò indietro, esibendo fino in fondo il suo
Tiepolo, forse la sua più felice, fra gli affreschi di palazzo talento di straordinario costruttore di teatri nell’aria, in questo
Clerici a Milano e le opere per la veneziana Scuola Grande caso non più su soffitti lontani, ma su muri tanto vicini da creare
del Carmine? Si trovano lì i dipinti mobili più grandi che l’effetto di un risucchio al loro interno. Così non ci limitiamo
Tiepolo abbia mai realizzato, due teleri di soggetto bibli- a guardare le enormi tele, entriamo dentro per metterci sullo
co, La raccolta della manna e Il sacrificio di Melchisedec, stesso piano della scena, scaliamo, saliamo su quegli alberi
occupanti ciascuno oltre cinquanta metri quadrati di super- insieme agli angeli, immergendoci in quei cieli, dentro quelle
ficie, affrontati nel transetto sinistro della basilica di San Lo- nubi. Tiepolo pone una sfida alle stesse possibilità dell’uomo:
renzo Martire. Due opere che di recente sono state oggetto la realtà è la sua pittura, tutto il mondo deve vivere lì, nel più
di un ottimo restauro, alla fine del quale il quale il pubblico vero del vero. Esserne fuori è un sacrilegio, tutto ciò che conta
ha potuto vederle molto da vicino salendo sui ponteggi. sta solo lì di fronte, nella sua pittura avvolgente e travolgente.

14 BELL’ITALIA
La raccolta
della manna
Da una rupe Mosè
si rivolge al Signore
perché sfami
il popolo di Israele,
fuggito dall’Egitto
e in cammino verso
la Terra Promessa.
Il libro biblico
dell’Esodo (16, 1-36)
racconta che gli
Ebrei si cibarono per
quarant’anni della
manna (dal sapore di
«focaccia col miele»)
che ogni mattina
pioveva dal cielo nel
deserto, fino a che
giunsero ai confini
della terra di Canaan.

BELL’ITALIA 15
Pagina seguente: Il sacrificio di Melchisedec, 1740-45 circa. Sopra: particolare della figura di Melchisedec nell’atto dell’offerta del pane.

L’artista sa bene dove può portare la sfida: la realtà va dimi- solleva un piatto di pane. Alle sue spalle una bottiglia di
nuita, umiliata, mortificata sotto i colpi di un genio creativo vino, momento di pura pittura tra Manet e Whisthler, per-
che deve essere sempre incontinente e insoddisfatto, come se fino commovente. Assistono all’incontro i guerrieri con la
si stesse misurando con la forza creatrice di Dio. Mosè, pro- bandiera rossa di Abramo, macchia rubina contro l’azzurro,
tagonista dell’episodio della manna, alza le braccia al cielo attraversato da una nuvola rosata carica di umido e di ri-
da uno sperone roccioso. Alle sue spalle una tenda precaria, flessi di sole, le solite, impareggiabili nuvole di Tiepolo che
mentre altre più strutturate, sul fondo, evocano il viaggio de- sono più vita della vita. Animali, uomini, dignitari assisto-
gli Ebrei nel deserto a sud del Sinai per raggiungere la terra no all’evento in un pomeriggio di primavera senza fine. Più
promessa. Allargando le braccia, il profeta si volge al cielo lontani, sulla cima di secolari cedri del Libano, gli angeli si
per esaltare gli angeli che stanno distribuendo la manna al muovono fra i cuscini piumati delle nuvole, garanzia della
popolo incredulo, che si affanna disordinato a raccoglierla presenza di Dio, padre benedicente che si sporge in lonta-
in piatti, otri e ceste. Formidabile è il ritmo narrativo, l’al- nanza, circondato da un bagliore di luce gialla.
ternarsi di donne e bambini nelle più capricciose e chiasso- Tiepolo ci sta spingendo nell’infinità; ed è sempre la spinta
se posture, al riparo di alberi che si innalzano sinuosi come a salire, a superare i limiti terreni che lo muove a queste
serpenti. In alto i bambini si fanno angeli di diverse età, esi- composizioni acrobatiche, in cui il soggetto si perde per la-

© RIPRODUZIONE RISERVATA
bendo colori che alternano il fuoco al ghiaccio, l’ombra alla sciare il campo a dettagli di pittura assoluta. Tutto sembra
luce: il cielo è vicino, il popolo è salvo. darsi per proprio conto, come un intreccio spontaneo, un
Nel Sacrificio di Melchisedec lo spazio è più ampio, al li- rimando continuo fra un motivo e l’altro. Ma non v’è natura,
mitare del bosco, con un vasto sfondo. Non dominano i c’è artificio all’ennesima potenza come anche il restauro ha
due protagonisti: Abramo, in armatura e con le mani giunte, confermato, ogni punto non può prescindere dalla mano di
s’inginocchia in atto di preghiera davanti a Melchisedec che Tiepolo. La sfida è vinta, Dio è più vicino.

DOVE SI TROVA
NELLA CAPPELLA DELLA BASILICA
Conservati nella cappella del Santissimo Sacramento della seicentesca
basilica di San Lorenzo a Verolanuova (nella foto), i due grandi teleri
di Giambattista Tiepolo sono stati restaurati nel corso del 2022 grazie
al sostegno della Fondazione della Comunità Bresciana. L’intervento
ha liberato la pittura tiepolesca da vernici e interventi pittorici
stratificati nel tempo, restituendone le variazioni di materia e di luce.
Basilica di San Lorenzo, Verolanuova (Brescia), piazza Malvestiti, 030/93.12.10. Orario: tutti
i giorni 7-12 e 15-18. Visite guidate su prenotazione ogni quarta domenica del mese alle ore 15
(domenica 24 settembre dalle 14 alle 18); 7 €. Info e prenotazioni 338/266.86.22.

16 BELL’ITALIA
Il sacrificio di
Melchisedec
Si legge nel libro della
Genesi (14, 17-19)
che Melchisedec,
re cananeo di Salem
(forse Gerusalemme)
e sacerdote del Dio
altissimo, offrì pane
e vino in onore del
patriarca Abramo
e dei suoi soldati,
tornati vittoriosi dalla
spedizione in cui
avevano liberato Lot,
figlio di un fratello di
Abramo. In cambio
della sua benedizione
il patriarca diede al re
la decima parte del
bottino di guerra.

BELL’ITALIA 17
FOTONOTIZIA
A CURA DI SANDRA MINUTE

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TEGLIO (Sondrio) IL RESTAURO DELLA CORTE D’ONORE DI PALAZZO BESTA

IL VIAGGIO DI ENEA IN VALTELLINA


Nuova luce per le imprese di Enea nella corte d’Onore di palazzo Besta. Si è concluso il
restauro della parete est del cortile, fulcro dello splendido palazzo rinascimentale voluto
nella seconda metà del ’400 da Azzo I Besta. Un cantiere pilota, finanziato nell’ambito
del progetto Interreg di cooperazione Italia-Svizzera, che prelude al restauro dell’intero
© RIPRODUZIONE RISERVATA

cortile, affrescato con un ampio ciclo dedicato all’Eneide (a sinistra: Enea fugge da Troia
portando sulle spalle il padre Anchise) attribuito al pittore bresciano Vincenzo de
Barberis. I restauratori hanno effettuato pulitura, stuccatura e integrazioni cromatiche
della superficie pittorica e hanno eliminato muschi e licheni dagli elementi lapidei.
Orario: 10,15-12,45 e 14,15-16,45, chiuso lunedì; 4 €. INFO 0342/78.12.08; museilombardia.cultura.gov.it
BELL’ITALIA 19
TESTI DI SANDRA MINUTE

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BRESCIA ECCEZIONALE CONFRONTO TRA I DUE BRONZI AL PARCO ARCHEOLOGICO DI BRIXIA

IL PUGILE FA VISITA ALLA VITTORIA ALATA


Due capolavori assoluti a confronto nel Capitolium di Brixia. Nell’aula del tempio che accoglie la celebre Vittoria Alata, fino
al 29 ottobre è “ospite” il Pugilatore a riposo di Palazzo Massimo, sede del Museo Nazionale Romano: un evocativo allestimento
dell’artista Juan Navarro Baldeweg mette in dialogo due delle più straordinarie statue in bronzo restituite dal mondo antico,
differenti per datazione e provenienza ma accomunate da una bellezza irresistibile e, idealmente, dal concetto di vittoria:
per la prima in battaglia, per il secondo in campo sportivo. Il Pugile romano, rinvenuto nel 1885 alle pendici del Quirinale,
è variamente datato dagli studiosi tra il IV e il I secolo avanti Cristo: raffigura l’atleta a riposo dopo uno scontro, con gli ematomi
e le ferite della lotta resi con eccezionale perizia, anche mediante l’uso di metalli di colori contrastanti.
Orario: martedì-giovedì 10-20, venerdì-domenica 10-22; biglietto Unesco (Parco Archeologico e Museo di Santa Giulia) 15 €. INFO bresciamusei.com

In alto: la Vittoria Alata e il


|
NOVI LIGURE (Alessandria) I DIECI ANNI DELLA FONDAZIONE LA RAIA Pugile al Capitolium di
Brescia nell’allestimento di
LA PICCOLA GROTTA DELLE MERAVIGLIE Juan Navarro Baldeweg.
A destra: il Bucintoro, cioè
Fondazione La Raia festeggia i dieci anni d’attività con una nuova la galea di Stato dei dogi,
nell’Appartamento
installazione site specific: è il progetto Inventory dell’artista boliviana Tami del Doge a palazzo Ducale
Izko. Si aggiunge alle altre nove opere realizzate da artisti internazionali, di Venezia. Pagina
da Remo Salvadori a Francesco Jodice, all’interno dell’azienda agricola seguente, in alto: il
castello Sarriod de la Tour
biodinamica La Raia, in un percorso d’arte gratuito e sempre aperto al a Saint-Pierre; al centro:
pubblico. Inventory, collocata in una grotta lungo il viale d’accesso alla i Mr. Kiribati di Emanuele
Giannelli circondano
cantina, è composta da trentadue piccole sculture colorate in porcellana
la statua seicentesca di
smaltata e grès che evocano elementi del mondo vegetale ma anche Cosimo III de’ Medici
del lavoro dell’azienda, in una sorta di piccola camera delle meraviglie. negli Horti Leonini di San
Quirico d'Orcia.
INFO 02/48.54.87.10; fondazionelaraia.it

20 BELL’ITALIA
|
SAINT-PIERRE (Aosta) RIAPERTO IL CASTELLO SARRIOD DE LA TOUR
SCORCI DI MEDIOEVO TRA I MONTI
Uno scrigno di pietra che custodisce numerosi capolavori lignei. Dopo un
anno di restauri ha riaperto i battenti il castello Sarriod de la Tour, una delle
espressioni più pure del Medioevo valdostano. Il nuovo percorso di visita
ad anello è arricchito da una recente acquisizione, il Compianto sul Cristo
morto di Jean de Chetro, pannello ligneo policromo del ’400 restaurato
presso la Venaria Reale. Il bassorilievo dialoga idealmente con gli altri
tesori del maniero, in particolare le opere della sala delle Teste: mostri, visi
umani, draghi e sirene che popolano il soffitto in legno scolpito, degli anni
Trenta del ’400. E l’esposizione “Visioni di Medioevo” propone un focus
sulla casata Sarriod de la Tour, proprietaria del castello per nove secoli.
Orario 9-19, ingresso 6 €. INFO 0165/90.46.89; valledaostaheritage.com

SAN QUIRICO D’ORCIA E BAGNO VIGNONI (Siena)


ARTE CONTEMPORANEA
IN VAL D’ORCIA
Uomini disumanizzati circondano un principe
al centro di un elegante giardino rinascimentale
e scimmie ghignanti siedono lungo il borgo di
una storica vasca termale. Lo scultore toscano
Emanuele Giannelli è il protagonista della
52ª edizione di Forme nel Verde, la rassegna
ideata da Mario Guidotti che porta l’arte
contemporanea in due dei più bei luoghi della
val d’Orcia Patrimonio Unesco. A San Quirico
d’Orcia, numerose opere sono disseminate
negli Horti Leonini, il bellissimo giardino creato
da Diomede Leoni nel 1581: tra queste, i sei
monumentali Mr. Kiribati che fanno corona alla
statua seicentesca del granduca Cosimo III de’
Medici. A Bagno Vignoni le opere di Giannelli
ornano la grande piscina termale che occupa la
piazza centrale, con una installazione di diciotto
Monkey, le scimmie-selfie munite di smartphone.
INFO Fino al 5 novembre; www.formenelverde.com

|
VENEZIA NUOVO ALLESTIMENTO A PALAZZO DUCALE
BENVENUTI NELL’APPARTAMENTO DEL DOGE
Da Paoluccio Anafesto, eletto nel 697, all’abdicazione di Ludovico Manin nel
1797, la Serenissima ha avuto ben 120 dogi. A disegnare a tutto tondo questa
figura istituzionale, simbolo stesso della potenza di Venezia, è l’Appartamento
© RIPRODUZIONE RISERVATA

del Doge, riaperto a palazzo Ducale con un nuovo allestimento. Dipinti,


sculture, testi, oggetti ne raccontano la storia, dal rituale dell’elezione alle solenni
cerimonie pubbliche, come lo Sposalizio del Mare a bordo del Bucintoro.
Orario: 9-19 (9-23 fino al 30/9); biglietto Musei di Piazza San Marco 25 €. INFO visitmuve.it

BELL’ITALIA 21
LA MOSTRA DEL MESE
TESTI L AR A LEOVINO

22 BELL’ITALIA
MANTOVA

RUBENS DAI GONZAGA ALL’EUROPA


La mostra a Palazzo Te e a Palazzo Ducale celebra Pieter Paul Rubens, il pittore fiammingo
protagonista del Barocco europeo che deve molto a Mantova e ai suoi signori

Nell’estate del 1600, quando Pieter Paul Rubens le suggestioni rinascimentali degli affreschi di Giu-
(1577-1640) arriva a Mantova è un giovane artista lio Romano (1499-1546) ebbero una forte influenza
fiammingo molto promettente; nel 1608, quando la- sull’arte di Rubens. Nella sua tavola Achille scoperto
scia Roma per far rientro in patria, è ormai un maestro tra le figlie di Licomede (1630), ad esempio, si vede co-
affermato, pioniere della pittura barocca, acclamato me la sensualità emanata dai corpi femminili richiami
dalle più importanti corti europee. Nel mezzo ci sono quella delle figure giuliesche affrescate nelle sale. Un
gli anni mantovani alla corte di Vincenzo I Gonzaga, confronto immediato, perché i circa venti capolavori
duca di Mantova e suo mecenate. È proprio in quel del maestro di Anversa sono esposti proprio negli sce-
lungo periodo d’immersione nell’arte e nella cultura nografici ambienti a tema mitologico dipinti da Giulio
antica, respirata prima a Mantova e poi a Roma, che Romano. A Palazzo Ducale invece il focus espositivo è
Rubens diventa Rubens, ovvero un artista universale, la Pala della Santissima Trinità, tre enormi tele dipinte
interprete di una lingua figurativa internazionale capa- da Rubens nel 1605 per l’omonima chiesa mantovana.
ce di rielaborare con creatività la tradizione classica. Smembrata nel 1797, solo la parte centrale è ancora

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Per celebrarlo Palazzo Te e Palazzo Ducale ospitano esposta qui: si trova in una sala totalmente riallestita
dal 7 ottobre al 18 febbraio 2024 il progetto ”Rubens! che presenta anche una ricostruzione tridimensionale
La nascita di una pittura europea”, che dal 14 novem- della chiesa. Nel dipinto doveva comparire una stra-
bre avrà come ulteriore sede la Galleria Borghese di ordinaria galleria di ritratti dei Gonzaga di cui riman-
Roma. A Palazzo Te viene analizzato il rapporto tra il gono solo poche figure, tra cui il volto ”acceso” di
pittore fiammingo e la mitologia, sottolineando come Francesco IV, il giovane figlio di Vincenzo I.

Pagina precedente: Ritratto di Francesco IV, 1605, a Palazzo Ducale. Sotto: Achille scoperto tra le figlie di Licomede, dettaglio, a Palazzo Te.

RUBENS! La nascita di una pittura


europea. Sedi: Palazzo Te, Palazzo Ducale
e dal 14 novembre al 18 febbraio 2024
anche la Galleria Borghese di Roma.
Date: 7 ottobre-18 febbraio 2024.
INFO 0376/36.70.87.

IL CONSIGLIO
DA VEDERE
Palazzo d’Arco
(piazza Carlo d’Arco 4,
0376/32.22.42).
Edificio di fine Settecento ricco
di ambienti da scoprire: dalla
biblioteca alla sala degli Antenati,
dal giardino d’inverno al salottino
neoclassico. E poi la loggetta
e la sala della Musica.
LA BUONA SOSTA
Cento Rampini
(piazza Erbe 11, 0376/36.63.49).
Questa trattoria è un’esperienza
imperdibile per conoscere i piatti
della tradizione e lo spirito autentico
dei mantovani. Conto sui 30 €.

BELL’ITALIA 23
LE MOSTRE D’ARTE
TESTI L AR A LEOVINO

VENEZIA Sopra: Arcangelo Raffaele


e Tobiolo, 1508, dettaglio.
TIZIANO 1508, UN ASTRO NASCENTE DELL’ARTE Questa raffigurazione
esprime tutta la forza di
Nel 1508 Tiziano Vecellio, allora ventenne, realizza al Fondaco dei Tedeschi l’affresco Tiziano in gioventù. Nella
Giuditta con la testa di Oloferne: fu l’inizio della sua ascesa, un successo che lo porterà mostra veneziana si ammira
a diventare il pittore ufficiale della Repubblica di Venezia e un punto di riferimento nella anche l’altra versione
dell’Arcangelo Raffaele e
storia dell’arte. A raccontare l’inizio di questa avventura pittorica, 17 opere di Tiziano Tobiolo, dipinta in età più
vengono messe a confronto con dipinti, incisioni e disegni di autori suoi contemporanei. tarda. In esposizione anche
opere di artisti coevi come
TIZIANO 1508. Agli esordi di una luminosa carriera. Alle Gallerie dell’Accademia Giorgione, Albrecht Dürer
dal 9 settembre al 3 dicembre. INFO 041/522.22.47; www.gallerieaccademia.it e Sebastiano del Piombo.

CITTÀ DELLA PIEVE (Perugia)


PERUGINO IN MOSTRA NEL BORGO NATIO
Il borgo umbro che ha dato i natali al Perugino (1446-1523) celebra il suo figlio
più illustre, nel cinquecentenario della morte, con una mostra in tre sedi. L’esposizione
comprende 27 opere di Pietro Vannucci ma anche del Ghirlandaio, del Pintoricchio
e di Cosimo Rosselli. Foto: Cristo in pietà, 1497, di Perugino, affresco trasportato su tela.
…AL BATTESIMO FU CHIAMATO PIETRO. Il Perugino a Città della Pieve.
A Palazzo della Corgna, al Museo Civico Diocesano di Santa Maria dei Servi e all’Oratorio
di Santa Maria dei Bianchi fino al 30 settembre. INFO www.peruginocittadellapieve.it

MILANO
GALLIANI, MAESTRO DEL DISEGNO
Al piano nobile di Palazzo Reale la rassegna offre una galleria di oltre 100 opere
del celebre disegnatore emiliano Omar Galliani, classe 1954. Si ammirano opere
monumentali, lavori recentissimi e inediti e pezzi storici esposti nelle biennali
internazionali, per un viaggio emozionante dagli anni Settanta a oggi attraverso
i grandi temi della vita e dell’uomo. In esposizione anche i raffinati disegni
nel nero scintillante della grafite. Foto: De Rerum Natura, 2020.
OMAR GALLIANI. Diacronica. Il tempo sospeso. A Palazzo Reale fino al 24 settembre. INFO omargalliani.com

MAMIANO DI TRAVERSETOLO (Parma)


TRA I CAPOLAVORI DEL GIOVANE BOCCIONI
La mostra si sofferma su un decennio cruciale dell’opera di Umberto Boccioni
(1882-1916), quello della formazione, dal 1899 al 1910. In rassegna, circa cento
© RIPRODUZIONE RISERVATA

opere che evidenziano come in quegli anni l’artista sperimenti tecniche e stili alla
ricerca di un linguaggio originale e attento agli stimoli delle nascenti avanguardie,
tra cui quella futurista. Foto: Nudo di spalle (controluce), 1909.
BOCCIONI 1900-1910. Roma Venezia Milano. Alla Fondazione Magnani Rocca dal 9 settembre
al 10 dicembre. INFO 0521/84.83.27; www.magnanirocca.it

24 BELL’ITALIA
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Database

Antiquariato.
Un piacere contemporaneo.
AMART è l’esposizione annuale di antiquariato
organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi.

ĆÿĀRSZIQFVIĀþĀā
Museo della Permanente, Via Filippo Turati 34, Milano
www.amart-milano.com
MUSICA
A CURA DI VANNINA PATANÈ

IL CONSIGLIO

DA VEDERE
Palazzo del Bo
(via VIII Febbraio 2).
La sede principale dell’Università
di Padova (foto in basso) è aperta
al pubblico con visite guidate
(info: 049/827.39.39): oltre ai
cortili, il tour include il teatro
anatomico realizzato alla fine
del Cinquecento, l’aula magna
dove insegnò Galileo Galilei, la
sala dei Quaranta, con altrettanti
ritratti moderni di celebri studenti
vissuti a Padova tra il Duecento
e l’Ottocento, e altre sale
accademiche decorate
PADOVA | DALL’8 AL 16 SETTEMBRE da noti artisti del Novecento.

SEI CORDE SENZA CONFINI PER DORMIRE


B&B Diamantino Town House
(piazza dei Signori 28,
Composizioni barocche 049/875.21.54).
e contemporanee, tradizione Curato e accogliente, in un edificio
celtica, ritmi sudamericani di origine medievale, si affaccia
su una delle piazze principali
e melodie mediterranee: della città. Ha sei camere, alcune
al Festival “Homenaje” tutte con vista sulla piazza. Doppia
le vocazioni della chitarra classica con colazione da 160 €.

LA BUONA SOSTA
Osteria L’Anfora
(via dei Soncin 13, 049/65.66.29).
Locale caratteristico con un menu
Arrivato alla terza edizione, di Astor Piazzolla, Leo Brouwer nel segno della tradizione: sarde
il Festival Internazionale di Chitarra ed Emilio Pujol. Il 13 settembre in saor, bigoli e gallina padovana
Classica “Homenaje” ripropone la chitarrista greca Antigoni Goni alla canevera. Conto 30 €.
la sua formula che abbina concerti affronterà un programma che
di musicisti di alto livello, masterclass include brani popolari del Novecento
tenute dagli stessi artisti e conferenze spagnolo e alcuni pezzi legati alle sue
dedicate alla liuteria (nella foto piccola origini mediterranee. Chiusura con
qui sopra, il liutaio Gabriele Lodi) e alla un concerto di musica contemporanea
composizione. Il concerto d’apertura di Antonino Fiumara al pianoforte e
(9 settembre) è del chitarrista scozzese Flavio Nati alla chitarra (16 settembre).
David Russell, con più di 17 cd solisti Nelle giornate del festival i chitarristi
all’attivo, che proporrà un programma terranno lezioni frontali individuali
che spazia nei secoli e nei generi, aperte al pubblico. Le sedi degli
da Benedetto Marcello (1686-1739) spettacoli sono il Barco Teatro,
alla musica tradizionale celtica. uno spazio ricavato dalla barchessa
Il 10 tocca all’americano Jason Vieaux, di palazzo Tron, e la maestosa Sala
che si esibirà sia in una performance dei Giganti (foto in alto): alle pareti,
solista che in formazione cameristica un ciclo di affreschi del Cinquecento
con il Quartetto Indaco; le musiche con cinquanta illustri personaggi storici
sono di Johann Sebastian Bach, Luigi dalla fondazione di Roma agli albori FESTIVAL INTERNAZIONALE
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Boccherini, Pat Metheny e Giacomo del Rinascimento. Il salone è annesso DI CHITARRA CLASSICA “HOMENAJE”
Susani. Il 12 settembre andrà in scena a palazzo Liviano, una delle sedi INFO sedi: Barco Teatro, via
il duo composto da Giampaolo Bandini dell’Università di Padova, progettato Orto Botanico 12, e Sala dei Giganti,
alla chitarra e Cesare Chiacchiaretta dall’architetto Gio Ponti negli piazza Capitaniato; biglietti:
al bandoneon con un viaggio tra anni Trenta e decorato da Massimo www.festivalhomenaje.com
i ritmi e le sonorità sudamericane Campigli e da Arturo Martini.

BELL’ITALIA 27
MUSICA
A CURA DI VANNINA PATANÈ

PISA | DAL 9 AL 28 SETTEMBRE Sopra: suggestivo


scorcio del Camposanto
MENDELSSOHN E MAHLER IN PIAZZA DEI MIRACOLI Monumentale di Pisa in
piazza dei Miracoli, uno dei
La cattedrale e il Camposanto Monumentale di Pisa tornano protagonisti del festival monumenti più insigni della
Anima Mundi, la rassegna internazionale di musica sacra organizzata dall’Opera città. Iniziato nel XIII secolo,
ricchissimo di affreschi
della Primaziale Pisana con la direzione artistica di Trevor Pinnock. trecenteschi, è una delle
In programma sette concerti a partire dalla Sinfonia n. 2 in si bemolle maggiore sedi della rassegna di
di Felix Mendelssohn, in duomo, eseguita dall’Orchestra e Coro della Filarmonica musica sacra Anima Mundi.
Slovena di Lubiana. Sempre qui si terrà il concerto di chiusura, dedicato
alla Sinfonia n. 4 in sol maggiore di Gustav Mahler, con il soprano Chen Reiss
e l’Orchestra Sinfonica di Lucerna, diretta da Michael Sanderling.
ANIMA MUNDI INFO www.opapisa.it/eventi/anima-mundi

CASTELFIDARDO (Ancona) | DAL 13 AL 17 SETTEMBRE


IL CALDO ABBRACCIO DELLA FISARMONICA
Il Premio Internazionale della Fisarmonica abbina il concorso con alcuni concerti
che spaziano tra generi diversi. Si inizia il 13 settembre con Sergio Cammariere
e la sua band, nelle cui file spicca il fisarmonicista Antonino De Luca, e si chiude il 16
con il trombettista jazz Paolo Fresu e il bandoneonista Daniele di Bonaventura (nella
foto). Da non perdere Alessandro Preziosi che omaggia Franco Zeffirelli, con Gianni
Iorio al bandoneon, e il bassista Richard Bona con il fisarmonicista Luciano Biondini
tra gli ospiti. Gli spettacoli principali sono al Parco delle Rimembranze, che ricorda la
battaglia del 1860 e fa parte del Museo Diffuso del Risorgimento di Castelfidardo.
PIF-PREMIO INTERNAZIONALE DELLA FISARMONICA INFO www.pifcastelfidardo.it

VILLE D’ANAUNIA (Trento) | 16 SETTEMBRE


ARMONIE D’ARCHI IN VAL DI NON
La rassegna itinerante Musica con Vista fa tappa in Trentino a castel Nanno
(nella foto), in val di Non. Nel maniero cinquecentesco si esibirà il Quartetto Indaco,
formato da Eleonora Matsuno e Ida Di Vita (violini), Jamiang Santi (viola) e Cosimo
Carovani (violoncello). Il programma prevede il Quartetto n. 4 in do minore
© RIPRODUZIONE RISERVATA

op. 18 di Ludwig van Beethoven e il Quartetto n. 1 in do minore op. 51 di Johannes


Brahms. Nata nel 2007 alla Scuola di Musica di Fiesole, la formazione ha ricevuto
diversi premi e riconoscimenti. Il concerto è un’occasione per visitare il castello,
circondato da un bel giardino e caratterizzato dalla possente torre centrale.
MUSICA CON VISTA INFO www.musicaconvista.it/event/quartetto-indaco-4

28 BELL’ITALIA
IVREA (Torino)

Memorie
In basso: scorcio di via Jervis
alla metà degli anni 50, periodo
di grande espansione per Olivetti.
L’edificio di sfondo è il terzo
ampliamento delle Officine Ico

di Adriano
(1949). Pagina precedente: veduta
del portico di uno degli edifici
dei Servizi Sociali (1959), di fronte
agli stabilimenti di via Jervis.

Dal 2018 il complesso di edifici industriali, di abitazione e di servizio voluto da Adriano Olivetti è Patrimonio
Unesco: un museo a cielo aperto in cui l’architettura moderna ha dato forma all’idea di società del grande
imprenditore. A fine settembre, in occasione della rassegna “Welchome To My House”, edifici e residenze
aprono eccezionalmente al pubblico TESTI CARLO MIGLIAVACCA FOTOGRAFIE GIANLUCA GIORDANO

BELL’ITALIA 31
A destra: l’aula-giardino dell’Asilo
Nido aziendale (1941), sulla
sommità di un piccolo rilievo. Sotto:
l’edificio del primo ampliamento
delle Officine Ico (1939). A destra,
il campanile della chiesa di San
Bernardino (XV secolo). Pagina
seguente: particolare della scala
dell’edificio dei Servizi Sociali.

D
iciassette anni fa Bell’Italia ha presentato per la città industriale del XX secolo”. Il riconoscimento ha san-
prima volta sulle sue pagine la cittadella indu- cito la qualità architettonica degli edifici, considerati «tra le
striale Olivetti a Ivrea. Era il 2006 e la storia della più efficaci espressioni materiali di una visione moderna
grande impresa, iniziata nel 1908, si era da non dei rapporti produttivi», si legge nella motivazione.
molto, di fatto, conclusa (oggi è una società del Gruppo Oggi nel cuore di via Jervis un organizzato Visitor Center
Tim). Allora il complesso di edifici per la produzione, l’abi- introduce alla storia dell’azienda e alle scelte architetto-
tazione e i servizi voluto da Adriano Olivetti a partire dagli niche e urbanistiche che nel corso di mezzo secolo han-
anni 30 del ’900 lungo via Jervis era un museo di architet- no dato forma alla rivoluzionaria visione d’impresa di
tura a cielo aperto di grande interesse, privo però di un Adriano Olivetti, fondata sul rispetto per i lavoratori, sul-
racconto di ampio respiro capace di coinvolgere il pubbli- la responsabilità sociale e sulla traduzione dello sviluppo
co dei non addetti ai lavori. Oggi quel racconto c’è, grazie industriale in progresso civile. Lo staff, un plastico dell’a-
al lavoro svolto per la candidatura del sito a Patrimonio rea, video, fotografie e una piccola mostra delle macchi-
Unesco, un percorso iniziato nel 2008 e culminato nel ne per scrivere più celebri prodotte a Ivrea presentano
2018 con l’ingresso nella World Heritage List come “Ivrea quelle idee, raccolte nei volumi disponibili nel bo-

32 BELL’ITALIA
Pagina precedente: il fabbricato
della Falegnameria (1955),
caratterizzato dalla serrata
successione delle alette frangisole.
Sotto: l’ampio arco dell’Unità
Residenziale Ovest (1971), nota
come “talponia”. A sinistra:
l’interno di uno degli alloggi della
residenza, con arredi originali.

okshop, e preparano alle visite organizzate condotte da zati dopo l’arrivo ai vertici dell’azienda di Adriano. La nuo-
guide certificate. Negli ultimi due weekend di settembre, va visione del giovane Olivetti è piena di luce, quella che
le opportunità di visita si ampliano grazie alla rassegna di entra dalle superfici vetrate sempre più grandi degli edifici
architettura e design “Welchome To My House”, durante razionalisti disegnati da Luigi Figini e Gino Pollini: alle fi-
la quale edifici industriali e residenze private si aprono in nestre a nastro del primo ampliamento (1939) seguono con
via eccezionale al pubblico (vedere a pagina 40). soluzioni via via sempre più essenziali le facciate comple-
Il viaggio nella città di Adriano Olivetti parte dalla fabbri- tamente vetrate del secondo (1942), del terzo (1949) e del
ca in mattoni rossi, ampliamento del piccolo edificio indu- quarto (1958), la Nuova Ico. In molti degli spazi interni di
striale in cui nel 1908 Camillo Olivetti, padre di Adriano, questa prospettiva industriale – Le Corbusier definì via Jer-
ha fondato l’azienda divenuta leader nella produzione di vis «la strada più bella del mondo» – il lavoro è ancora
macchine per scrivere e, in seguito, per il calcolo. Un edi- protagonista grazie a nuove realtà imprenditoriali.
ficio oggi in disuso – ma non mancano i progetti per il suo «Mi ha sempre sorpreso che Adriano si occupasse in prima
recupero – che ha generato la serie dei successivi amplia- persona anche delle scelte architettoniche e urbanistiche»,
menti delle Officine Ico (Ingegner Camillo Olivetti), realiz- afferma l’architetto Matteo Olivetti, nipote di un fratello

BELL’ITALIA 35
A destra: la fabbrica in mattoni
rossi voluta da Camillo Olivetti,
padre di Adriano, nucleo dei
successivi ampliamenti. Sotto:
il Centro Studi ed Esperienze
(1955), tra 2001 e 2005 sede di una
scuola internazionale di design.
Pagina seguente: un dettaglio
dell’edificio della Mensa (1961).

di Adriano, Dino, e membro del consiglio di amministra- portante ciclo affrescato di Gian Martino Spanzotti, e da
zione della Fondazione Adriano Olivetti. «Era convinto Tim, cui appartenevano il convento e l’ampia area verde
che architettura e urbanistica dovessero promuovere lo svi- che lo circonda. Il cantiere del restauro conservativo aprirà
luppo sociale, oltre che quello economico, nell’ambito del alla metà del 2024 e il progetto di valorizzazione, che sarà
principio di “comunità” che segna il suo pensiero politico. integrato al percorso di visita del sito Unesco, prevede la
Le sue riflessioni su questi temi e sull’idea di società sono realizzazione di un percorso multimediale dedicato alla
raccolte nel volume Città dell’uomo, del 1960». famiglia, il ripristino dei campi da tennis, di quelli per le
Alle spalle degli edifici per la produzione il passato incro- bocce e del percorso vita nel parco sul colle di Montena-
cia la rotta segnata da Adriano: nelle vetrate delle officine vale. A pochi passi, il Centro Studi ed Esperienze (1955) è
si specchia il profilo dell’ex convento quattrocentesco di la sede attuale di Olivetti. La forma libera pensata dall’ar-
San Bernardino, dal 1907 al 1949 residenza della famiglia chitetto Edoardo Vittoria si articola in quattro bracci asim-
Olivetti, poi a lungo sede del gruppo sportivo e ricreativo metrici i cui volumi sono evidenziati dal rivestimento in
aziendale. Il complesso è stato da poco donato al Fai dai piastrelle di klinker che sfumano dal blu all’azzurro. La ri-
discendenti, proprietari della chiesa che custodisce un im- cerca del dialogo con l’esterno caratterizza anche il vi-

36 BELL’ITALIA
cino palazzo della Mensa (1961) progettato da Ignazio ca, un centro culturale e l’infermeria. Dismessa la tuta, i
Gardella, a pianta esagonale, che introduce nel percorso il lavoratori potevano seguire corsi, conferenze, leggere, ma
tema del tempo liberato dal lavoro, centrale nella visione pare che i libri non sempre tornassero sugli scaffali. Circo-
di Adriano Olivetti. La pausa pranzo qui era più lunga di stanza accolta con il sorriso da Adriano Olivetti che rincuo-
quella tradizionale per permettere ai dipendenti di rilassar- rava i direttori della biblioteca invitandoli a comprare altri
si leggendo un giornale o un libro, giocando a biliardo o a volumi visto il successo di quelli “scomparsi”. A Figini e
ping-pong negli spazi del grande complesso integrato. Pollini si deve anche il progetto dell’Asilo Nido (1941) a
«L’uomo che vive la lunga giornata nell’officina non sigilla Borgo Olivetti, in posizione strategica tra la stazione e le
la sua umanità nella tuta di lavoro», si legge sulla targa officine, con cui l’azienda intendeva supplire alla mancan-
apposta all’ingresso dell’edificio dei Servizi Sociali (1959), za di servizi per l’infanzia delle amministrazioni locali. I
dirimpettaio delle Officine Ico sull’altro lato di via Jervis. muri in pietrame sono un lascito del periodo autarchico e
Qui, negli spazi ispirati ai criteri dell’architettura organica conferiscono un carattere di rusticità al razionale edificio
disegnati da Figini e Pollini, dove gli alberi da terra “forano” principale a un solo piano (in via di recupero) e alla deli-
le terrazze del piano superiore, avevano sede una bibliote- ziosa aula-giardino sul piccolo rilievo dove si trovavano

38 BELL’ITALIA
Pagina precedente: la vertiginosa
prospettiva offerta dallo scalone
monumentale del palazzo Uffici 1
(1964). A sinistra: la chiesa
e il convento di San Bernardino
(XV secolo), di recente donati
al Fai (Fondo Ambiente Italiano).
Sotto: le vetrate del corpo di
collegamento della Nuova Ico (1961).

l’area verde per i giochi, la piscina, i campi di sabbia, una gli appartamenti, ancora dotato di parte degli arredi origi-
fontana. All’interno dell’aula si sono conservati i lettini a nali. L’orizzonte olivettiano di via Jervis si chiude con gli
castello a scomparsa per il riposo dei piccoli, mentre in imponenti edifici sorti per riunire le funzioni amministra-
uno spazio vetrato dell’edificio principale si vedono gli tive dell’azienda. Incaricati nel 1960, Gian Antonio Ber-
splendidi arredi e i giochi originali recuperati. nasconi, Annibale Fiocchi e Marcello Nizzoli (il “padre”
L’itinerario di visita prosegue lambendo il quartiere Ca- del design di tanti prodotti Olivetti) elaborarono per il pa-
stellamonte, dove si allineano nel verde le case per dipen- lazzo Uffici 1 una soluzione con tre bracci da dieci piani
denti e dirigenti realizzate tra il 1940 e il 1955 su proget- che scomponeva la tradizionale struttura a parallelepipe-
to di Figini e Pollini, quindi di Marcello Nizzoli e Gian do, incernierati a un monumentale scalone a pianta esa-
Mario Oliveri. Più recente è la vicina Unità Residenziale gonale, capolavoro di equilibrio e armonia, di simmetrie e
Ovest (1971) di Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola, di incastri, irrorato dalla luce che piove da un velario in
ampio arco addossato a un terreno in declivio (per questo vetro di Murano. Adriano Olivetti morì improvvisamente
nota come “talponia”) destinato ai dipendenti residenti nel 1960 e non poté vedere questo frutto estremo della
temporaneamente a Ivrea. Qui è possibile visitare uno de- sua idea di città industriale a misura d’uomo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

BELL’ITALIA 39
Dove Come Quando
IVREA (Torino)

TESTI CARLO MIGLIAVACCA

FACILE!
INQUADRA IL QR CODE E
RITROVA TUTTE LE
INFORMAZIONI DI QUESTE
PAGINE SUL TUO CELLULARE
Chiesa di San Bernardino

IL FESTIVAL
Benvenuti nella città
dell’architettura e del design

due ore più visita al Museo Laboratorio Lo straordinario lascito architettonico


Tecnologic@mente 27 €. e urbanistico olivettiano è
protagonista di un’iniziativa che
Da vedere ha luogo ogni anno negli ultimi due
weekend di settembre (per il 2023,
CONVENTO DI SAN BERNARDINO 23 e 24 settembre, 30 settembre e 1°
(via Monte Navale 6, 0125/42.57.67 ottobre). Il festival Welchome To My
e 348/978.70.71). House propone un ricco calendario
Il complesso tardogotico da poco donato al di incontri con architetti e designer,
Fai, già residenza della famiglia Olivetti, è sorto accanto a itinerari guidati dedicati
tra il 1455 e il 1465. Nella chiesa si conserva al vasto universo di forme che
Come arrivare uno dei più significativi cicli affrescati del ha caratterizzato la storia industriale
Rinascimento piemontese: vita e Passione e sociale della Olivetti, dagli
In auto: Ivrea dista 40 km da Torino. Si di Cristo furono illustrate da Gian Martino stabilimenti ai prodotti. L’evento offre
raggiunge con la A5 Torino-Aosta, collegata Spanzotti, intorno al 1480-90, sul tramezzo
alla A4 Torino-Milano e alla diramazione che separava il presbiterio dallo spazio per
per Santhià della A26 Genova-Gravellona. i fedeli. La chiesa è aperta al pubblico su
In treno: la stazione di Ivrea è sulla linea prenotazione grazie all’impegno dei volontari corso il recupero), fu eretta per volere del
Torino-Aosta e dista soltanto 300 metri dell’Associazione Spille d’Oro Olivetti, animata vescovo Warmondo nel X secolo nella zona
dall’Unesco Visitor Centre in via Jervis. dagli ex dipendenti del Gruppo Olivetti. più elevata della città. Ampiamente rinnovata
In aereo: aeroporto di Torino Caselle, a 50 km. nel XIII e nel XVIII secolo, periodo cui si
In camper: area sosta Ivrea, via Dora Baltea, LABORATORIO MUSEO TECNOLOGIC@MENTE deve la facciata classicista, la sua origine
333/485.79.24. (via Giuseppe di Vittorio 29, 327/369.93.82). romanica è testimoniata dalle due torri
La storia della Olivetti è raccontata attraverso campanarie e dalla vasta cripta affrescata.
Per la visita un’ampia selezione dei prodotti più importanti
usciti dalle officine dell’azienda. Dagli MUSEO CIVICO GARDA
IVREA CITTÀ INDUSTRIALE DEL XX SECOLO strumenti di misurazione elettrica della Cgs (piazza Ottinetti, 0125/41.05.12).
Gli edifici olivettiani di Ivrea sono liberamente (società fondata da Camillo Olivetti nel 1896) Nel cuore della città, conserva le raccolte
visitabili dall’esterno. Il Visitor Centre alle leggendarie macchine per scrivere, dalle civiche e promuove iniziative espositive e
del sito Unesco (via Jervis 11, 379/169.47.56) calcolatrici meccaniche a quelle elettroniche. culturali. La sezione archeologica, che
fornisce tutte le informazioni necessarie Per concludere con i computer, settore in cui documenta la storia di Ivrea e del territorio
e coordina i tour guidati con accesso esclusivo Olivetti è stata pioniera a livello globale. dal Neolitico al Medioevo, è affiancata da
agli interni di alcuni edifici. Gli itinerari una collezione di arte orientale e dalle opere
guidati sono sempre disponibili il sabato CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA della collezione Guelpa-Croff: dai fondi oro
e la domenica (in settimana su prenotazione): (piazza Castello 16, 0125/401.09). del ’300 e ’400 al Bergognone, da Annibale
tour di due ore 20 € a persona; tre ore 25 €; Accanto al castello trecentesco (di cui è in Carracci a Giorgio de Chirico.

40 BELL’ITALIA
INFO Ufficio del Turismo di Ivrea,
piazza Ottinetti, 0125/61.81.31;
turismotorino.org

PASSEGGIATE NEL VERDE


Pasticceria Balla
Tra i laghi glaciali
nell’anfiteatro morenico
Plasmato dal lavoro di antichi
ghiacciai, l’anfiteatro morenico che
abbraccia il territorio di Ivrea è uno
dei più importanti d’Europa: un
patrimonio geologico e naturalistico
di grande interesse che offre molte
opportunità per escursioni nel verde.
I laghi di origine glaciale che
disegnano il paesaggio a nord della
città sono protagonisti di cinque
3T Boutique Hotel itinerari ad anello, adatti a tutti,
che consentono la conoscenza delle
peculiarità ambientali dell’area. Nei
soprattutto l’opportunità di visitare, pressi del lago Sirio si cammina tra
in via straordinaria, edifici e castagneti e “terre ballerine”, i terreni
residenze private in genere non elastici delle torbiere che si muovono
accessibili da parte del pubblico, sotto i piedi dei visitatori (2 ore
quali le Officine Ico, il centro Servizi e 30 minuti). L’anello che abbraccia
Sociali, l’Asilo Nido, il Centro Studi LA GUSTERIA il lago Pistono, con partenza
ed Esperienze, il palazzo Uffici 1, (via Quattro Martiri 9-11, 0125/459.03). da Montalto Dora, lambisce alcuni
l’Unità Residenziale Ovest (“talponia”) Laboratorio artigianale di pasta fresca,
e quella Est (“la serra”), case popolari, proposta al banco della gastronomia e nel Lago Pistono
per impiegati e per dirigenti, villa piccolo ristorante annesso: tajarin, tagliatelle,
Rossi e villa Silvia Olivetti. gnocchi, agnolotti, lasagne. Conto 15-20 €.
Sul sito www.welc-home.eu ENOTECA VINO E DINTORNI
si trova l’elenco completo degli (via Arduino 67, 0125/64.12.23).
edifici con le date di apertura. Nel centro storico: degustazioni al calice
Le visite devono essere prenotate accompagnate da piatti freddi. Protagoniste
inviando un’email a questi le acciughe, con pane e burro, al verde e in
indirizzi: unescovisitorcentre@ un panino a forma di pesce. Conto 10-15 €.
ivreacittaindustriale.it o
info@welchometomyhouse.it Per gli acquisti

PASTICCERIA BALLA
(corso Re Umberto 16, 0125/64.13.27). vigneti e offre viste panoramiche
Le buone soste È una dolcezza brevettata la Torta 900 su tutto l’anfiteatro (2 ore). Sono molte
della storica pasticceria di Ivrea. Un orgoglio le specie di uccelli avvistabili all’alba
OSTERIA SAN MAURIZIO cittadino fatto di soffice pan di Spagna o al tramonto percorrendo il sentiero
(via Guarnotta 1, 0125/36.08.63). al cacao farcito da una crema a base di che tocca gli ambienti umidi intorno
Nei pressi del ponte Vecchio di Ivrea sulla Dora cioccolato, burro e crema pasticcera. al lago di Campagna (2 ore). Boschi
Baltea, dove passava la strada per la Valle di castagno e torbiere sono
d’Aosta. Lo chef Diego Mancin e la maître Per dormire protagonisti anche dell’anello che si
Cinzia Di Caprio presentano menu stagionali sviluppa intorno a poggio Montresco,
in cui la tradizione piemontese è proposta in 3T BOUTIQUE HOTEL lungo il quale si incontrano i resti
chiave moderna, con qualche piatto dedicato (via Sant’Ulderico 7, 0125/03.60.19). di un acquedotto romano (2 ore e 30
a chi non rinuncia al pesce. Conto medio 45 €. Design moderno e attenzione per la minuti). La conca del lago Nero
RISTORANTE LA MUGNAIA sostenibilità con vista sul castello. Trenta è meta di un sentiero che attorno allo
(via Arduino 53, 0125/405.30). tra camere e suite e cucina piemontese specchio d’acqua si distende all’ombra
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sapori del territorio rivisitati con cura e rivisitata nel XO Restaurant & Lounge Bar. di un fitto bosco (2 ore e 30 minuti).
passione e sguardo aperto al Mediterraneo, DORA MAISON DE CHARME
in un ambiente contemporaneo nel centro (via Guarnotta 17, 0125/36.27.28).
storico. Le erbe dell’orto di proprietà In un palazzo storico nei pressi del ponte
conferiscono sapori e profumi speciali Vecchio. Quattro stanze dalle tinte calde
ai piatti. Conto medio 40 €. e tenui, alcune con affaccio sulla Dora.

BELL’ITALIA 41
CERVETERI (Roma) | Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia

LA NECROPOLI
RISORTA
Inserita in un contesto naturale di rara bellezza e protagonista di un profondo
rinnovamento, la Necropoli della Banditaccia è il sito più importante
del mondo etrusco. Venti ettari punteggiati di tumuli circolari che raccontano
la cultura, le tradizioni e la vita quotidiana dell’antico popolo
TESTI RAFFAELLA PIOVAN FOTOGRAFIE MASSIMO RIPANI

42 BELL’ITALIA
La Necropoli
della Banditaccia,
nella campagna
a un chilometro
da Cerveteri.
Al centro si nota il
tumulo a sepoltura
multipla che ospita
le tombe della
Capanna, dei Dolii,
dei Vasi Greci
e dei Letti Funebri.

BELL’ITALIA 43
CERVETERI (Roma)

U
n sogno pennellato di verde e di ocra. La via Se- L’atmosfera non è cambiata molto da quando, tra il 1908
polcrale della Banditaccia, la necropoli a un chi- e il 1933, Raniero Mengarelli, il primo direttore degli sca-
lometro dall’abitato di Cerveteri, è affiancata da vi, portò alla luce sull’altopiano i resti di quello che sa-
cipressi, pini marittimi, alberi frondosi e da gran- rebbe diventato – con l’introduzione di piante non origi-
di tumuli di tufo che celano i sepolcri etruschi. Come scris- narie – uno dei luoghi più suggestivi del Mediterraneo,
se David Herbert Lawrence nel suo Etruscan Places (1932), imponendosi nell’immaginario collettivo perché coinci-
«C’è una certa dolce tranquillità, una sensazione di intimi- deva con l’idea di paesaggio antico in voga in quei tempi.
tà felice che spira ancora per il viale principale (…) Nell’a- Il fascino e il rilievo della Banditaccia, il primo vero par-
ria tutt’attorno c’era un’immobilità suadente e si sentiva co archeologico italiano, sono rimasti intatti, con centi-
che star lì, in quel posto mezzo infossato, faceva bene naia di grandi tumuli e tombe (dal IX al II secolo avanti
all’anima». Perché il “paesaggio etrusco”, fatto di strade Cristo) costruite con blocchi di tufo o scavate nella roc-
che si intersecano, piazze, stradine secondarie, tombe ide- cia. E oggi, con il Museo Archeologico Nazionale Cerite,
ate come abitazioni e aree funerarie – una fonte impressio- fa parte del Pact, il Parco Archeologico di Cerveteri e Tar-
nante di informazioni sugli usi e costumi di questo popolo quinia, che comprende anche la Necropoli dei Monte-
– si fonde in un insieme armonioso con quello naturale. rozzi e il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia.

44 BELL’ITALIA
Sopra: il primo tratto e fu poi esposto
della via Sepolcrale a New York,
della Banditaccia. al Metropolitan
A sinistra: il Cratere Museum. Restituito
di Sarpedonte (VI nel 2006, ora è nel
secolo avanti Cristo), Museo Archeologico
firmato dal grande Nazionale Cerite.
artista greco Pagina precedente:
Euphronios. Al centro Vincenzo Bellelli,
si vede il corpo direttore del Pact
del principe della (Parco Archeologico
Licia trasportato dai di Cerveteri e
gemelli divini Sonno Tarquinia), nella
e Morte, con Ermes tomba dei Rilievi.
in veste di guida delle Il Pact comprende
anime. Il capolavoro i musei nazionali e le
fu trafugato a necropoli di Cerveteri
Cerveteri negli anni e Tarquinia, entrambe
70, transitò in Israele Patrimonio Unesco.

BELL’ITALIA 45
Sopra: un tratto A destra: il magnifico
della via degli Inferi, decoro a stucco
percorso scavato nella tomba dei
in uno stretto Rilievi che raffigura
canyon tufaceo. È il Cerbero, il mastino
proseguimento della infernale, il cane
via Sepolcrale della a tre teste dal corpo
Banditaccia e irto di serpenti posto
continua anche fuori a guardia delle porte
dal recinto dell’area del regno dei morti.
archeologica. Pagina seguente:
L’atmosfera qui è più un dettaglio della
selvaggia, lontana monumentale giara
dall’ordine rigoroso etrusca con la
della necropoli. raffigurazione
Non c’è la ricchezza dell’Accecamento di
delle sepolture Polifemo (VII secolo
aristocratiche, ma avanti Cristo), presto
un’aura più spirituale. nel Museo Cerite.

46 BELL’ITALIA
CERVETERI (Roma)

Cerveteri fu tra i più potenti centri della Dodecapoli, la formano una campagna meravigliosa che si allarga sulla
lega delle città etrusche, e con i suoi tre porti fu un impor- piana, punteggiata di complessi funerari che testimoniano
tantissimo centro di commerci, soprattutto tra il VII e il V come la città dei morti fosse più estesa di quella dei vivi,
secolo avanti Cristo. L’antica Caere sorse sull’altopiano di dove le abitazioni venivano riutilizzate per generazioni.
Vignali verso il X secolo avanti Cristo e ora se ne trovano
tracce nel centro storico di Cerveteri. Tra le necropoli che Una passeggiata lungo la via Sepolcrale
la circondavano, la Banditaccia è il più grande complesso Di recente la Banditaccia è stata completamente “riarreda-
funerario europeo dell’antichità: si estendeva per centina- ta” per migliorare l’esperienza di visita e rendere il sito più
ia di ettari e custodiva migliaia di tombe. Dopo il periodo accogliente. La vegetazione viene curata come in un parco
di Mengarelli, che ebbe il merito di aprire al pubblico il cittadino e tra i resti ora si incontrano discrete panchine per
sito e rese evidente la parte chiamata “Vecchio recinto”, la sosta. È stata implementata l’area picnic e, soprattutto, è
negli anni 60 l’archeologo Mario Moretti scavò un’altra stata rinnovata e ampliata la cartellonistica con le informa-
porzione di territorio, oggi chiamata “Nuovo recinto”. Ma zioni sulle tombe. La necropoli, che ha una superficie visi-
anche il circondario dell’area indagata è di importanza e tabile di 20 ettari ed è separata da Cerveteri dallo stretto
fascino notevoli: boschi, vigneti, campi coltivati e ulivi vallone del fosso del Manganello, si raggiunge seguen-

BELL’ITALIA 47
|
CERVETERI PARCO ARCHEOLOGICO DI CERVETERI E TARQUINIA

LE CITTÀ DEI MORTI ❶ Tomba dei Capitelli


All’inizio della Necropoli

INTORNO A QUELLA DEI VIVI


della Banditaccia, scavata
nel tufo, è una delle sepolture
che più si distinguono
per l’aspetto architettonico.
Il disegno di queste pagine propone un’ipotesi ❷ Tumulo della tomba
della Capanna
ricostruttiva del territorio dell’antica Caere, È il primo dei grandi tumuli che
databile dopo il IV secolo avanti Cristo. Distesa si incontrano nel recinto della
sull’altopiano dei Vignali, la città era circondata necropoli e contiene quattro
tombe. Questo tipo di sepolcri
dalle necropoli. Quella della Banditaccia è qui aristocratici inizia ad affermarsi
visibile in primo piano in tutta la sua estensione nell’VIII secolo avanti Cristo.
Rappresenta il passaggio
dalle sepolture singole a quelle
ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO CORNI collettive (tombe a camera).

8
11
10

6 5

N
❸ Via Sepolcrale ❻ Tumulo del Colonnello del pianoro, utilizzato ⓫ Caere
È la via principale, quella Uno dei più grandi e dei più dal IX secolo avanti Cristo. La città (Cisra per gli
dove si svolgevano i cortei articolati, dalla complessa Presenta importanti Etruschi, Agylla per i Greci,
funebri, e si può datare organizzazione planimetrica sepolcreti villanoviani Caere per i Romani)
al VI secolo avanti Cristo. e architettonica. Ospitava composti da tombe a pozzo nel suo periodo di massimo
❹ Tomba dei Rilievi ricchissimi corredi. che contenevano vasi splendore contava 25 mila
Il suo corridoio d’ingresso ❼ Tumulo Mengarelli con le ceneri dei defunti. abitanti e aveva mura
è lungo 11 metri, l’interno Con i suoi 30 metri di ❿ Necropoli del Sorbo edificate con blocchi di tufo.
misura 7,32x6,48 metri diametro, è il tumulo maggiore Ne restano poche ⓬ Necropoli di Monte Abatone
(vedere le pagine seguenti). della necropoli. L’unica tomba testimonianze, ma vi è Le sepolture si espandevano
❺ Tombe a dado che accoglie è incompleta. situata la celebre tomba anche nel pianoro a sud-est

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tipologia di tombe dell’alta ❽ Via degli inferi Regolini-Galassi, sepoltura dell’abitato. La necropoli di
borghesia, a forma squadrata Naturale proseguimento principesca del VII secolo Monte Abatone è databile dalla
e con una scala che scende della via Sepolcrale, esce avanti Cristo scoperta fine dell’VIII aI I secolo avanti
agli ipogei con due camere, dal recinto della Banditaccia. nel 1863 e trovata inviolata. Cristo: non sono mai stati fatti
che si afferma a partire ❾ Cava della Pozzolana Da qui viene il tesoro restauri, l’area è occupata da
dal VI secolo avanti Cristo. Si tratta del nucleo più antico conservato ai Musei Vaticani. pascoli e campi coltivati.

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4
3

1
NELLA TOMBA DEI RILIEVI

Scoperta nell’Ottocento al centro È una sorta di grandiosa allineate 33 sepolture, mentre altre
della Banditaccia, è una tomba riproduzione della casa dove viveva 13 nicchie con la stessa funzione si
sotterranea aristocratica cui Vel Matunas, nobile etrusco del aprono nelle pareti. Straordinaria è la
si accede da un lungo dromos IV secolo avanti Cristo, con il tetto decorazione realizzata con stucchi
d’ingresso a gradini. A pianta a doppio spiovente sorretto da due dipinti (le altre tombe etrusche
quadrangolare, è unica: non si ha pilastri, columen (trave portante) sono affrescate) dalle ricche, vivaci
notizia di un altro ipogeo di questo e una banchina che corre sui lati colorazioni contenenti pigmenti
tipo in tutto il mondo antico. della camera, sopra la quale sono preziosi come la porpora di Tiro.
La più bella tomba della necropoli conserva una straordinaria decorazione ad altorilievi
di stucco policromi che rappresentano gli oggetti del mondo dei vivi

Alcuni degli altorilievi insegne agli strumenti musicali simulano due teli ripiegati
rappresentano la dimensione da parata. Ci sono poi elementi e un cuscino sprimacciato
domestica e quotidiana della che richiamano la vita militare, rendono perfettamente
vita familiare: un rotolo come scudi, spade ed elmi. l’illusione della realtà. Sotto
di corda, un’ascia, vasellame, Al centro della parete di fondo il letto si vedono i rilievi di un
una faina con un topo in bocca. c’è la nicchia della kline principale, essere metà uomo, metà mostro
Altri indicano il nobile signore il letto per il capofamiglia marino (a sinistra) e di Cerbero
come un magistrato, dalle e la sua sposa. Gli stucchi che (a destra), il mastino infernale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CERVETERI (Roma) | Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia

La necropoli con
l’abitato di Cerveteri
sullo sfondo.
Sulla destra si nota
la costruzione che
ospita la biglietteria
e, al centro del sito,
la via Sepolcrale.

do dall’abitato una scenografica via alberata: all’interno, il che dà accesso a due camere. Il primo grande tumulo che si
percorso principale è quello della via Sepolcrale, un paio di incontra sulla via Sepolcrale è quello che conserva quattro
chilometri di ampio sentiero che la divide in lunghezza. Da tombe (della Capanna, dei Dolii, dei Vasi Greci e dei Letti
subito si incontrano i tumuli. Apparsi dall’VIII secolo avanti Funebri), oltrepassato il quale si arriva a una sorta di piazzet-
Cristo, hanno una base circolare scolpita in un tufo di tutte ta dove un corbezzolo ombreggia l’entrata alla sotterranea
le sfumature dell’ocra, detta “tamburo”, sormontata dalla tomba dei Rilievi, assolutamente singolare. Per motivi di si-
“calotta“, una cupola coperta di manto erboso. Magnifici, curezza il suo interno si può ammirare solo da dietro un
sono i più grandi della civiltà etrusca, voluti dagli aristocra- vetro, ma è un’esplosione di colori senza eguali, con stucchi
tici che assorbirono, grazie al commercio per mare, influen- sulle colonne e sulle pareti che la decorano con un effetto
ze orientaleggianti e ostentarono un lusso che li differenzia- grandioso. Risaliti in superficie si continua la passeggiata tra
va dal popolo anche nella morte. piccoli tumuli e ingressi tombali che occhieggiano oscuri da
La peculiarità delle tombe di Cerveteri è quella di avere antri rocciosi fino ad arrivare a due vie (via dei Monti Ceriti
caratteri architettonici e decorazioni che ricordano le abi- e via dei Monti della Tolfa) dove, raggruppate come in un
tazioni, con finestre tra un ambiente e l’altro, porte, tetti, quartiere, si trovano ben allineate le cosiddette tombe “a
architravi, cosa che non si riscontra altrove in modo così dado”, sviluppatesi nel corso del VI secolo avanti Cristo. Il
deciso. Tra le sepolture più interessanti, si visita la tomba dei percorso è una scoperta continua, tra natura e tracce del
Capitelli che conserva un piccolo dromos (corridoio) d’ac- passato, fino ai grandi tumuli in fondo al recinto: quello del
cesso e un atrio con colonne dai capitelli ornati da Colonnello e quello intitolato a Mengarelli. Ammirati
volute
CERVETERI (Roma) | Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia

L’interno, con
colonne, porte e
finestre a imitazione
delle dimore dei vivi,
della tomba dei
Capitelli, una delle
prime sepolture che
si incontrano
sulla via Sepolcrale.

questi ultimi, si può tornare indietro per finire di esplorare il venduti a musei statunitensi con storie rocambolesche (chi
sito, oppure uscire dal recinto e inoltrarsi per la via degli rubò il Cratere sparì poi nel nulla, lasciandosi dietro solo
Inferi, un suggestivo, misterioso sentiero nel bosco, scavato un’auto incendiata), ma ora sono nella loro collocazione
in profondità nel tufo, che conserva ancora le impronte del- naturale. Si ammira, inoltre, la ricostruzione in pietra di un
le ruote dei carri ed è fiancheggiato da tombe sui due lati. Si raro complesso tombale rupestre da Greppe Sant’Angelo
arriva, in un’atmosfera sempre più insolita e selvaggia, certa- con una scultura di Charun, demone dell’oltretomba.
mente rara, fin sotto le mura dell’antica Caere, nei pressi del Come racconta il direttore del Pact, Vincenzo Bellelli,
fosso del Manganello, e si prosegue fino a Cerveteri. «anche qui le novità sono rilevanti: al primo piano si può
dialogare con l’ologramma a grandezza naturale di un
Dalla ceramica alla realtà aumentata etrusco realmente esistito (qui è esposto il suo sarcofago),
Nel duecentesco castello Ruspoli, nel cuore del centro sto- “parlando” con lui della vita di Cerveteri. Il museo, inoltre,
rico di Cerveteri, il Museo Archeologico Nazionale Cerite nei prossimi mesi sarà riallestito e arricchito con i materia-
conserva su due piani i reperti delle necropoli locali dal li provenienti dall’area urbana e con alcuni reperti di gran-
periodo villanoviano a quello romano, esposti in ordine dissimo valore recuperati dal Comando Carabinieri per la
cronologico. Tra tutti, due sono di eccezionale importan- Tutela del Patrimonio Culturale. Fra questi, la preziosa gia-
za: il Cratere di Sarpedonte, del sublime pittore e cerami- ra monumentale del VII secolo avanti Cristo, decorata con
sta greco Euphronios, e una kylix (coppa) monumentale la tecnica bianco su rosso, con una delle più antiche scene
plasmata dallo stesso artista. Entrambi furono trafugati e in assoluto dell’accecamento di Polifemo».
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BELL’ITALIA 53
Dove Come Quando
CERVETERI (Roma)

TESTI RAFFAELLA PIOVAN

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Necropoli dei Monterozzi, tomba della Caccia e della Pesca

A TARQUINIA
Gli altri due straordinari siti
del Parco Archeologico
Del Pact-Parco Archeologico di
9-19,30 (Museo), chiusi lunedì; ingresso
Cerveteri e Tarquinia fanno parte anche
cumulativo 10 €. Info: Pact-Parco Archeologico
la Necropoli dei Monterozzi (Tarquinia,
di Cerveteri e Tarquinia (pact.cultura.gov.it).
via Ripagretta, 0766/85.63.08) e il
Museo Archeologico Nazionale di
Da vedere
Tarquinia (Tarquinia, piazza Cavour 1,
0766/85.60.36). La necropoli (VII-II
BORGO DI CERI
secolo a.C.), composta soprattutto da
A 9 km da Cerveteri, sorge sopra una rupe.
camere scavate nella roccia, comprende
Il castello, del XII-XV secolo (divenuto palazzo
circa 200 tombe dipinte con affreschi
Torlonia), ha un giardino pensile sempreverde
di grande bellezza. Se ne possono
del XIX secolo. Interessante è il santuario della
visitare 22, con figure di atleti, pescatori,
Come arrivare Madonna, con affreschi del XII secolo con
danzatori, giocolieri, scene di banchetto
scene bibliche, di cucina, diavoli in lotta e una
e demoni. Nel museo, ospitato nel
In auto: Cerveteri, a 40 km da Roma, chimera sullo zoccolo della parete destra.
palazzo Vitelleschi, sono conservati
si raggiunge con la A1 fino a Roma, quindi,
i ritrovamenti degli scavi e altri oggetti
percorso un tratto del Grande Raccordo COMPLESSO MONUMENTALE DI SANTA SEVERA
di straordinario pregio come i celebri
Anulare, con la A12 Roma-Civitavecchia- (Santa Marinella, strada statale 1 Via Aurelia
Cavalli alati (IV secolo a.C.), capolavoro
Tarquinia, uscita Cerveteri-Ladispoli. km 52,600, 06/39.96.79.99).
della coroplastica etrusca e simbolo
In treno: stazioni di Ladispoli-Cerveteri Sul mare, l’area prende il nome dalla santa
della città, alcuni sarcofagi e l’oinochoe
e Marina di Cerveteri, sulla linea Livorno- qui martirizzata nel 298. Fu proprietà delle
(vaso per il vino) attica a forma di testa
Roma, collegate a Cerveteri dal servizio grandi famiglie romane e ora comprende
femminile del V secolo a.C.
bus di Cotral (cotralspa.it). il castello del XIV secolo con il suo museo
In aereo: l’aeroporto più vicino è quello appena rinnovato e il Museo Civico del Mare
di Roma Fiumicino, a 40 km. e della Navigazione, oltre a due chiese,
In camper: area sosta attrezzata Approdo una torre, il battistero e il borgo del XV secolo. Castello di Santa Severa
Etrusco, via Furbara Sasso 110,
393/978.65.71 e 320/727.80.40. CASTELLO ODESCALCHI DI BRACCIANO
(Bracciano, piazza Mazzini 14,
Per la visita 06/99.80.23.79).
Dimora rinascimentale a 17 km da Cerveteri,
NECROPOLI DELLA BANDITACCIA fu eretta nel 1470 dagli Orsini e passò agli
(Cerveteri, via della Necropoli, 06/994.00.01). attuali proprietari, gli Odescalchi, nel 1696.
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE CERITE Possente fortezza-palazzo, ha una bella
(Cerveteri, piazza Santa Maria, 06/994.13.54). corte d’onore e vi sono conservate opere
Orario: fino al 15 settembre 9-19,30; dal 16 di pregio. Si visitano le sale e gli appartamenti
settembre al 25 marzo 9-17 (Necropoli), e dalle sue torri si vedono il borgo e il lago.

54 BELL’ITALIA
INFO Pro Loco Cerveteri, piazza Risorgimento
19, 06/99.55.19.71.
Pit-Punto Informazione Turistica, Cerveteri,
piazza Aldo Moro 1, 06/99.55.26.37.

Ristorante Arcadia

NELLA NATURA
Camminare tra boschi
e campi sulle vie etrusche
Il trekking più classico e completo
tra memorie etrusche e natura
è il facile e godibilissimo percorso
ad anello delle cinque cascate di
Cerveteri e della via degli Inferi, che
si allunga per circa 17 km tra boschi
e paesaggi agresti con un dislivello
di soli 373 metri. Dalla Banditaccia
si costeggia il recinto del sito fino a
trovare il sentiero che, uscendo dalla
Barrel Osteria nel Borgo Il Giardino dei Flintstones B&B necropoli, diventa la via degli Inferi
e porta alla necropoli del Laghetto,
sulla collina, visitabile liberamente.
Anche le tombe della via degli Inferi
(la più bella è quella delle Colonne
Doriche), scavate su entrambi i lati,
sono aperte e arrivano fin sotto
le mura dell’antica Caere. Si passa
Le buone soste preparati con cura. Nel menu, stagionale, poi il fiume Vaccina presso il Fosso
bocconcini di rana pescatrice con granella della Mola e si arriva alla prima
ARIÀ - OSTERIA DI FUORI PORTA di mandorle, calamarata con seppie, zafferano
(Cerveteri, via della Necropoli 2, e pachino, frittura di paranza. Conto 30 €.
06/99.55.19.72).
Un locale d’atmosfera, con muri in pietra e Per dormire
arredi tradizionali. Forti dell’esperienza maturata
nella vicina Villa Ceri, i titolari propongono VILLA KLINAI
piatti ispirati alla tradizione preparati (Cerveteri, via Fosso di Fotignano 1,
con le eccellenze locali, come le fettuccine 389/622.82.67).
con pomodoro confit, guanciale croccante A cinque km da Marina di Cerveteri, è una
e fonduta di pecorino. Conto 40 €. struttura moderna nella tranquilla campagna
TRATTORIA ZÌ MARIA coltivata a uliveti, con cinque camere
(Cerveteri, via Sasso Manziana 2, arredate in modo classico. Piscina all’aperto
333/172.70.14). con lettini e ombrelloni, barbecue e veranda. Via degli Inferi
Un luogo suggestivo, nel verde, in una IL GIARDINO DEI FLINTSTONES B&B
bella struttura con travi a vista. Pasta (Cerveteri, via Quarto di Monte cascata, una delle più alte, per
fatta a mano e cucina del territorio Lungo 19, 366/332.42.58). poi ammirare in sequenza quelle
aperta alle innovazioni: coscia di anatra Struttura nel verde con piscina e tre piccole dell’Arenile, del Braccio di Mare,
in crosta di pistacchi, petto di faraona con spa, una diversa dall’altra (in roccia, in legno dell’Ospedaletto e quella della
gorgonzola, pere e guanciale. Conto 35 €. e all’aperto) e camere in stile, con travi Mola (o di San Giuliano). Da non
BARREL OSTERIA NEL BORGO a vista e letti a baldacchino in ferro battuto. dimenticare il costume, perché
(Cerveteri, piazza Risorgimento 16, B&B CERI UNA VOLTA in tutte è possibile fare un tuffo
338/498.13.02). (Ceri, piazza Immacolata 8, 389/675.69.50). indimenticabile e ristorarsi dal caldo.
Nel cuore del borgo, un locale Nella piazzetta centrale, un b&b all’interno Facendo ben attenzione alle
moderno con una cucina che si divide di un’abitazione del XVIII secolo (la casa del indicazioni si giunge al ponte degli
fra tradizione (anche regionale, da quella fattore di Villa Ceri): due appartamenti collegati, Austriaci e da qui è bello risalire
romana alla napoletana) e contemporaneità. con sale e camere arredate con mobili rustici, il torrente per ammirare la fauna
Nel menu, pasta fatta in casa, pesce grandi camini, superfici in legno e cotto. e la flora locali. Si torna poi alla
del Tirreno, carne cotta su pietra lavica CASA VACANZE PALAZZO CASTELLESCHI necropoli passando vicino ai grandi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

e pasticceria della casa. Conto 33 €. (Tarquinia, via Dell’Archetto 5, 348/410.25.30). tumuli esterni alla Banditaccia.
RISTORANTE ARCADIA Appartamento di 85 metri quadrati
(Tarquinia, via Giuseppe Mazzini 6, ospitato in una torre del 1160. A disposizione
0766/85.55.01). degli ospiti una camera matrimoniale
Locale moderno situato nel centro storico, e una con il letto alla francese arredate in stile,
dove si gustano piatti tradizionale italiani cucina attrezzata e libri sugli Etruschi.

BELL’ITALIA 55
FOLIGNO (Perugia) | Palazzo Trinci

Trionfano
i colori
del ’400
La dimora di Ugolino III Trinci conserva raffinati
cicli pittorici di Gentile da Fabriano e Ottaviano
Nelli, maestri del Gotico Internazionale
TESTI BARBARA GABBRIELLI
FOTOGRAFIE GABRIELE CROPPI

Sopra: l’ampio cortile di Palazzo Trinci, con la scala in stile


neogotico aggiunta nel 1936. A destra: Annuncio del
transito della Madonna, un episodio del ciclo di affreschi
di Ottaviano Nelli che decora la cappella del palazzo.

56 BELL’ITALIA
Dalle vele alle pareti,
gli episodi della vita di Maria
rivestono la cappella
———————

A destra: la volta della cappella, interamente


affrescata da Ottaviano Nelli nel 1424 con episodi
della vita di Maria, tratti dai Vangeli apocrifi
e dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine.
Sopra: dettaglio della Nascita di Gesù.

N
é la forza della natura né la volontà dell’uomo
sono riuscite a cancellare il simbolo di una picco-
la signoria che, al tramonto del Medioevo, fece
dell’antica Fulgineum una capitale culturale del
centro Italia. Palazzo Trinci ha resistito ai terremoti, alla Se-
conda guerra mondiale e, ancor prima, alla damnatio me-
moriae della potente famiglia folignate che su piazza Gran-
de, oggi della Repubblica, insieme alla nuova dimora costruì
anche la propria affermazione politica. Inserita tra la catte-
drale di San Feliciano e il palazzo del Podestà, la facciata
neoclassica del palazzo non deve trarre in inganno, perché
una volta entrati nel cortile e intrapresa la salita della scali-
nata, aggiunta nel 1936, già si cammina a fianco di uno dei
muri originari del complesso voluto da Ugolino III Trinci.

Una dimora nata a cavallo tra due secoli


Giunti al primo piano, la visione si apre sulle rampe della
scala gotica, anch’essa testimone del passato ed elemento
di raccordo tra i nuclei abitativi acquistati da Ugolino intor-
no al 1380 e le nuove ali edificate fra 1407 e 1411. Da qui
si aprono le stanze di Costanza Orsini, moglie di Ugolino e
madre di Corrado III, che guidò Foligno fino al 1439 quan-
do, dopo 134 anni di dominio dei Trinci, la città tornò sotto
il controllo della Chiesa. Oggi il primo piano ospita il Mu-
seo Archeologico, il Museo dell’Istituzione Comunale e il
Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi.
Da qui inizia il percorso della Pinacoteca Civica che docu-
menta la scuola pittorica folignate con opere di Giovanni di
Corraduccio, Bartolomeo di Tommaso, Niccolò di Libe-

58 BELL’ITALIA
Uno scorcio della
camera delle Rose,
affrescata tra 1411
e 1412 da Gentile
da Fabriano e la sua
bottega con un
raffinato e complesso
ciclo pittorico dedicato
alle sette Arti Liberali
e ai Pianeti. Da sinistra,
sono qui raffigurate
la Musica, la Dialettica
e la Grammatica.
BELL’ITALIA 61
Romolo e Remo
e la sfortunata Rea Silvia
protagonisti nella loggia
———————
ratore detto l’Alunno, Pierantonio Mezzastris, Bernardi-
no di Mariotto e Dono Doni. Ma è al piano nobile che si
svela un affascinante capitolo di storia cavalleresca e di
vita cortese. Il bellissimo ciclo pittorico in cui confluisco-
no i temi dell’Umanesimo è specchio dell’apertura e della
vitalità culturale che caratterizzarono la reggia dei Trinci
nei primi decenni del ’400. Ugolino convocò intellettuali,
letterati, poeti e artisti raffinati che gli permisero di affran-
carsi dallo stile meno evoluto della pittura locale; per i
Trinci il poeta Federico Frezzi inventò nel suo poema Il
Quadriregio una nobile discendenza da un esule troiano
di nome Tros. La celebrazione dell’antichità è uno dei leit-
motiv del palazzo, a partire dalle collezioni di reperti ar-
cheologici romani e, soprattutto, dagli affreschi. In alto: la loggia conserva un ciclo frammentario
Cuore artistico della dimora è la loggia con le Storie di di affreschi di Gentile da Fabriano che illustra
le Storie di Romolo e Remo. Sopra: un raffinato
Romolo e Remo dipinte da Gentile da Fabriano, maestro dettaglio delle pitture. Pagina precedente:
del Gotico Internazionale, che a Foligno guidò nella deco- il chiostrino con la scala gotica originaria.
razione del palazzo una squadra di maestri provenienti da
Bologna, Padova e Venezia. Il racconto che Gentile fa della
leggenda della fondazione di Roma attraverso la vita di Rea
Silvia, madre di Romolo e Remo, passa dai delicati volti dei
protagonisti, dai cavalli anatomicamente perfetti, dalle sot-
tili dorature, dai dettagli di abiti, armature, finimenti e di un
lenzuolo con la tipica decorazione bianca e blu dell’an-

BELL’ITALIA 63
tica tessitura umbra. Un fiabesco paesaggio naturale avvol-
ge la scena dell’esecuzione di Rea Silvia, piegando l’archi-
tettura della loggia alle esigenze dell’arte. Da qui si entra
nella sala degli Imperatori, o dei Giganti: all’interno di
finte arcate, su praticelli erbosi ricchi di particolari botani-
ci, si stagliano i colossali ritratti di uomini illustri, modelli
di virtù militari e morali, osservati da una balconata da
Ugolino e dalla moglie Costanza. Ci sono Ottaviano Au-
gusto in trono, Tiberio che addita l’eroe Furio Camillo,
Cincinnato in abiti da contadino, Scipione l’Africano e
così via fino a Traiano, considerato esempio di giustizia e
tolleranza. Se oggi ammiriamo quel che resta di questa
incredibile sequenza di uomini illustri lo si deve solo al
caso. Tagliati in orizzontale da un controsoffitto e coperti
da una scialbatura, gli affreschi vennero riscoperti solo nel
1881 da un operaio che stava ristrutturando le capriate.

Allegorie e complesse simbologie


Altro scenografico ambiente, che deve il nome all’emble-
ma araldico scelto da Ugolino, è la camera delle Rose. Im- Eroi di ogni epoca
possibile non soffermarsi a lungo davanti alla complessità nel corridoio e imperatori
delle allegorie e alla ricchezza dei dettagli delle sue deco- nella sala dei Giganti
razioni. A partire dalla parete di fondo, in cui la Filosofia e
le Arti Liberali sono raffigurate come donne sedute su bel- ———————
lissimi troni, con abiti e acconciature diversi. La seconda
parte della stanza è invece dedicata ai Pianeti, presentati in
relazione ai giorni della settimana: ognuno di essi esercita il
suo influsso su una determinata età della vita. Quest’ultimo
tema si ritrova infine negli affreschi che ornano il corridoio
di collegamento tra il palazzo e la cattedrale. Qui si succe-
dono due interventi, il primo dovuto a un artista locale che
dipinse la propria versione delle Età dell’Uomo. Oggi la
mano di quel maestro folignate, rapidamente messo da par-
te dall’ambizione di Ugolino, a tratti riemerge sotto le suc-
cessive decorazioni affidate sempre alla squadra di Gentile.
I rapporti tra i Trinci e la pittura umbra si riallacciano con
l’arrivo dell’eugubino Ottaviano di Martino Nelli, che nel
1424 dipinge, su richiesta di Corrado, un ciclo dedicato In alto: affaccio su piazza della Repubblica
alla Vita di Maria nella cappella del palazzo. Dalle vele alle dall’ingresso di Palazzo Trinci. Sopra: la sala
degli Imperatori conserva quindici delle originarie
pareti, incorniciati a bassorilievo da modanature dorate, venti figure monumentali. Pagina precedente,
questi sono gli affreschi meglio conservati. in alto: il corridoio che collega Palazzo Trinci
alla cattedrale, decorato con i ritratti di undici eroi
Dopo la caduta di Corrado, il palazzo divenne sede del dell’antichità, da re David a Goffredo di Buglione,
delegato apostolico e, nel 1474, residenza di Sisto IV in e le sette Età dell’Uomo (in basso: un dettaglio).
fuga dalla peste che aveva colpito Roma. La sala che porta
il suo nome, con la copertura a carena di nave e affreschi di
scuola farnesiana, non ha più niente dell’atmosfera tardo-
gotica respirata fin qui, segno tangibile di una svolta epoca-
le anche nel destino della città. © RIPRODUZIONE RISERVATA

BELL’ITALIA 65
Dove Come Quando
FOLIGNO (Perugia)

TESTI BARBARA GABBRIELLI


FOTOGRAFIE GABRIELE CROPPI

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Cattedrale di San Feliciano

NEI DINTORNI
La “Venezia dell’Umbria”
e la cripta dell’eremita
La montagna folignate, porzione
Fondata nel luogo di sepoltura del santo,
suggestiva e intatta dell’Appennino
ha la facciata romanica a fasce bianche
Umbro-Marchigiano, offre l’opportunità
e rosa e una cupola del ’500. L’interno
di muoversi tra piccoli borghi, abbazie
è stato rinnovato in forme neoclassiche
e paesaggi incantevoli. Si passeggia
da Luigi Vanvitelli e Giuseppe Piermarini.
tra i vicoli medievali di Rasiglia
(a 18 km) accompagnati dal mormorio
MUSEO DELLA STAMPA
dei corsi d’acqua che fanno del borgo
(via Pertichetti, 0742/33.05.84).
una piccola “Venezia di montagna”.
Dagli incunaboli agli almanacchi, dalle prime
Dal Medioevo qui è fiorita la lavorazione
cartiere alla ricostruzione di un torchio del
della lana, proprio grazie ai ruscelli
’400, il museo celebra l’arte della stampa
che alimentavano i macchinari per
Come arrivare folignate a palazzo Orfini: proprio qui
la filatura e la tessitura; oggi Rasiglia
nel 1472 fu stampata la prima edizione
sta rinascendo come parco archeologico
In auto: A1 Milano-Napoli, da nord della Divina Commedia di Dante.
industriale del tessile. Siamo nella
uscita Valdichiana, raccordo autostradale 6
valle attraversata dal fiume Menotre,
Bettolle-Perugia e statale 75; ORATORIO DELLA NUNZIATELLA
che forma bellissime cascate. Tra
da sud, uscita Orte e statale 3 Via Flaminia. (via dell’Annunziata, 0742/33.05.84).
macchie di querce e di lecci, acero
In treno: stazione di Foligno, treni regionali Eretto a fine ’400, conserva l’affresco
montano e faggio, boschi di roverelle
veloci da Firenze e Roma. di Perugino Battesimo di Cristo
e carpini neri, la valle è punteggiata
In aereo: l’aeroporto più vicino è Perugia (1507) e, in un’edicola lignea dorata,
di cartiere e mulini. Pale (a 9 km) è un
Sant’Egidio a 54 km. un’immagine miracolosa della Vergine.
altro borgo suggestivo, protetto dalla
In camper: Camper Service, a Foligno,
montagna. La chiesa parrocchiale
via Monte Cucco, 0742/35.44.59. ORATORIO DEL CROCIFISSO
è dedicata a San Biagio, patrono dei
(via Federico Frezzi, 0742/33.05.84).
cardatori di lana. Da visitare le grotte
Per la visita Bell’esempio di arte barocca, edificato
dell’Abbadessa, scoperte nel ’700,
dal 1587, conserva la cupola affrescata
ricche di stalattiti e stalagmiti.
PALAZZO TRINCI da Giovan Battista Michelini (1643)
Ma questa è anche terra di fede e uno
(piazza della Repubblica 25, 0742/33.05.84). e un soffitto in legno intagliato.
dei luoghi che la esprime al meglio
Orario: a settembre martedì-domenica
è la maestosa abbazia di Santa Croce
10-19, da ottobre martedì-domenica CIAC-SANTISSIMA ANNUNZIATA
in Sassovivo (Foligno, via Sassovivo 2,
10-13 e 15-19; ingresso 9 €. (via Garibaldi 153a, 0742/62.10.22).
0742/35.19.61) che conserva frammenti
L’ex chiesa, sede distaccata del Centro
di affreschi quattrocenteschi
Da vedere Italiano Arte Contemporanea, ospita la
e la cripta di San Marone, eremita
Calamita Cosmica, gigantesca scultura di
siriano vissuto nel IV secolo.
CATTEDRALE DI SAN FELICIANO Gino De Dominicis (1988) che raffigura uno
(piazza della Repubblica). scheletro supino lungo ventiquattro metri.

66 BELL’ITALIA
INFO Ufficio Informazioni e Accoglienza
Turistica Valle Umbra, Foligno,
corso Cavour 126, 0742/35.44.59;
www.comune.foligno.pg.it

EVENTI
La giostra, le bici d’epoca
Locanda di Zucca e il festival della pasta
Settembre a Foligno è ricco
di eventi tra folklore, sport
e gastronomia. Il 16 e 17 si rinnova
la tradizione della Giostra della
Quintana, una delle più importanti
rievocazioni storiche italiane, nata
nel ’600, che infiamma gli animi dei
folignati e affascina chi arriva da
fuori. Sabato sfila il corteo storico
con più di 800 personaggi in abiti
Osteria Ciclabile Villa dei Platani barocchi; domenica i cavalieri delle
dieci contrade si affrontano nella
rivincita della prima sfida di giugno.
Dal 2 settembre, in preparazione
all’evento, aprono le dieci
taverne rionali che propongono
la degustazione di antichi piatti della
tradizione. Dal 22 al 24 settembre
Le buone soste anche la rocciata alle erbe con bieta, cicoria si rinnova invece l’appuntamento
e spinaci, una vera tradizione umbra. con La Francescana Ciclostorica
OSTERIA CICLABILE Tra i dolci, il melaccio con uvetta e cannella.
(via Antonio Gramsci 60, 331/787.29.58). TESSITURA PARDI
Dove un tempo venivano costruite e riparate (Montefalco, corso Mameli 7,
le biciclette sorge un’osteria che invita 0742/37.87.11).
a rallentare, magari davanti a ottime pizze Dalle tovagliette da tè ai tappeti, alle sciarpe
o a piatti tipici, come i cappellacci ripieni e alle tende, il tutto secondo l’antica
di ciauscolo di Visso o le lumache in umido tradizione umbra della tessitura. L’azienda
alle erbette selvatiche. Conto 37 €. fondata nel 1949 oggi viene portata avanti
LOCANDA DI ZUCCA dalla terza generazione della famiglia Pardi.
(via Federico Frezzi 5, 389/027.93.20).
Ambiente familiare, con tavoli anche Per dormire
all’esterno, dove gustare un’ottima cucina
umbra: gnocchi al Sagrantino, carbonara, VILLA DEI PLATANI La Francescana
il tipico piccione ripieno su crostone di paté (viale Mezzetti 29, 0742/35.58.39).
di fegato e le lumache al serpullo, una In un villino liberty in centro, un boutique dell’Umbria, la pedalata con bici
specie di timo selvatico. Conto 35 €. hotel con 27 camere, alcune con vasca d’epoca e abbigliamento vintage che
C’ERERIA DELLE CONCE idromassaggio sul balcone e una spa partendo da Foligno attraversa
(via Portico delle Conce, 376/073.47.98). sulla terrazza pensile del secondo piano. i più bei borghi della valle Umbra.
In questa antica cereria, dove ancora si CITY HOTEL & SUITES FOLIGNO Infine dal 28 settembre al 1° ottobre
producono candele, si possono degustare (via Massimo Arcamone 16, Foligno ospita I Primi d’Italia,
prelibatezze legate al territorio, come 0742/32.16.66). unico festival nazionale dedicato
cappelletti e pappardelle con cinghiale Un’ottima base per chi vuole spostarsi ai primi piatti. Pasta, riso, zuppe,
o zucchine al tartufo nero, piccione tra il centro di Foligno e i borghi dei dintorni, gnocchi e polenta sono protagonisti
ripieno, coniglio in porchetta e lumache anche in bici; l’hotel dispone di una bike di una golosa kermesse che
al sugo o alla brace. Conto 35 €. room e di 87 camere di varie dimensioni. coinvolge l’intero centro storico tra
LA ROCCA degustazioni, lezioni di cucina,
Per gli acquisti (Montefalco, via Ringhiera dimostrazioni di grandi chef, vendita
Umbra 49, 0742/37.93.91). di produzioni alimentari di qualità
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NORCINERIA MASSATANI 1913 Nel cuore del borgo, una guest house e momenti di spettacolo.
(piazza Don Michele Faloci circondata dal giardino che dispone
Pulignani 36, 335/48.06.37). di sei camere, quasi tutte affacciate sulla
Bottega di riferimento per i formaggi e i splendida vallata. Inoltre ci sono una piccola
salumi locali, in particolare il prosciutto, fatto spa e un angolo shop dove si possono
in casa con passione da generazioni. Ottima acquistare tessuti e cachemire locali.

BELL’ITALIA 67
Il borgo di Cassine
nella campagna del
Monferrato. In primo
piano il cortile di
palazzo Zoppi e sullo
sfondo la chiesa
di San Francesco
(XIII secolo) dalla bella
facciata in mattoni,
con l’annesso
convento che ospita
il Museo di Arte Sacra.

68 BELL’ITALIA
CASSINE (Alessandria)

Dove risuona il
MEDIOEVO
Il borgo fra i colli dell’Alto Monferrato custodisce un patrimonio prezioso.
Antichi palazzi ricchi di storia e d’arte si aprono alle visite il penultimo weekend
di settembre in occasione di una manifestazione musicale
TESTI ROSALBA GRAGLIA FOTOGRAFIE MASSIMO RIPANI

BELL’ITALIA 69
A sinistra: una sala
affrescata di casa
Arcasio, palazzo del
1575; è una delle dimore
private di Cassine
che ospitano i concerti
e le lezioni dell’evento
Espresso Masterclass di
Le Dimore del Quartetto.
Sotto: la proprietaria
Paola Dubini, docente
dell’Università Bocconi
di Milano, promotrice
dell’evento. Pagina
seguente, da sinistra:
il cortile porticato
di casa Arcasio;
via IV Marzo, una
delle strade del centro
sulla quale affacciano
molti palazzi storici.

70 BELL’ITALIA
F
ra le colline coperte di vigneti e le campagne tielli, viene citato in diversi documenti dell’anno Mille.
intorno al fiume Bormida, nel Monferrato Ales- Il toponimo rimanda all’espressione ad cassinas, a indi-
sandrino, il borgo alto di Cassine è un affasci- care la presenza di stalle con abitazioni, grandi cascine.
nante ritorno al Medioevo, tra case di mattoni, Il primo nucleo medievale, l’anima del borgo, è sorto in
strade acciottolate, portici, chiese, oratori. Questo paese posizione strategica sull’area oggi occupata dalla chiesa
un po’ nascosto ospita, il penultimo weekend di settem- di San Francesco e dal palazzo comunale, da dove può
bre, una tre giorni di musica eccelsa: è l’appuntamento cominciare il nostro itinerario di scoperta.
con Espresso Masterclass di Le Dimore del Quartetto,
corso di alto perfezionamento in musica da camera per Antiche residenze aperte alla musica
quartetti d’archi con maestri di fama internazionale, Il complesso francescano è una scenografia perfetta, una
ospitati in case private e protagonisti di una serie di con- sorta di “acropoli religiosa”. Accanto alla chiesa si di-
certi e lezioni aperte al pubblico. Un’iniziativa che Paola spongono il convento, che comprendeva vigneti, orti e
Dubini, docente dell’Università Bocconi di Milano ori- giardino, e gli oratori del ’500 e ’600 di Sant’Antonio
ginaria del borgo, ha voluto portare a Cassine per valo- Abate, della Santissima Trinità e di San Bernardino, sorti
rizzarne il patrimonio artistico e culturale. L’evento offre su terreni concessi a diverse confraternite. La chiesa è
infatti l’occasione per scoprire alcuni tesori inaspettati un mirabile esempio di architettura gotica lombarda. Al
in questo angolo di Alto Monferrato Acquese. Il piccolo centro della facciata in mattoni, con possenti contrafforti,
centro, già abitato in epoca preromana dai Liguri Sta- spiccano il portale a colonnine dai capitelli a foglie e

BELL’ITALIA 71
In queste pagine:
palazzo Zoppi, nato
come casaforte nel
XIII secolo. In alto:
la sala da pranzo.
A sinistra: dettaglio del
ciclo di affreschi a tema
cortese che raffigura
il gioco della palma.
Sotto: frammenti della
tomba trecentesca di
Giovanni Annibaldi nella
cappella. A destra:
il cortile d’onore con
i portici ad archi ogivali
sorretti da pilastri
ottagonali. Pagina
seguente, in alto da
sinistra: Matilde Prunas
Tola e Alessandro
Prunas Tola, proprietari
del palazzo con il fratello
Vittorio; la facciata.
BELL’ITALIA 73
A sinistra: lo scalone
di casa Pellizzari,
con le pareti decorate
da motivi neogotici.
Sotto: il proprietario,
l’avvocato Paolo Cisa
di Grésy. Sopra: ritratto
giovanile di Silvio Pellico
donato alla famiglia
Grésy dallo scrittore.
Pagina seguente,
a sinistra: Gianfranco
Cuttica nella biblioteca
di casa Cuttica
di Revigliasco, con
il pavimento
in cotto e l’enorme
armadio traboccante
di libri antichi;
a destra: la corte
porticata del palazzo.

74 BELL’ITALIA
il rosone. Fatta costruire dai Francescani Minori Con- blico in occasione dei concerti di Espresso Masterclass.
ventuali, arrivati a Cassine agli inizi del ’200, fu ultimata Proprio davanti al complesso di San Francesco, casa Ar-
nei primi trent’anni del secolo successivo, anche se gli casio è un palazzo del 1575, come attesta un’iscrizione
interni sono stati continuamente modificati. Ha lascia- su un arco di pietra di fianco al pozzo. Nel ’600 viene
to il segno, in particolare, il rinnovamento in occasione acquistata dal medico e scrittore Alessandro Arcasio, cui
dell’arrivo da Roma, nel 1713, delle reliquie di Sant’Ur- deve il nome, finché a metà ’800 arrivano agli attuali
bano Martire. E così Cassine ha due santi patroni, ciascu- proprietari. Lorenzo Peverati, trisnonno di Paola Dubini,
no con la sua festa: quello “storico”, San Giacomo, cui appassionato di meteorologia, fece costruire la torre che
è intitolata una bella chiesa, e Sant’Urbano. All’interno ottenne nel 1888 il riconoscimento di centro meteoro-
del convento sono stati scoperti cicli di affreschi del XIV logico: da lì ogni giorno inviava il bollettino meteo con
secolo: i più interessanti – una Crocifissione, le Storie dei dei piccioni viaggiatori che allevava in solaio. Oggi casa
Magi, immagini della Vergine e di Santi – decorano la Arcasio è sede dell’associazione che coordina l’evento
sala Capitolare, che oggi fa parte del Museo di Arte Sa- musicale e in futuro potrebbe diventare un punto di in-
cra, con una bella collezione di statue, dipinti, arredi e formazioni e di accoglienza per i visitatori di Cassine.
reliquiari in un allestimento suggestivo. Un attento lavoro di restauro sta facendo ritrovare lo spi-
Ma l’attrattiva maggiore del centro storico sono i palazzi rito del luogo: dalle due belle meridiane della facciata
e le case lungo via Roma, via del Municipio, via Zoppi alla corte, dal loggiato alle sale con i soffitti affrescati.
e via San Realino, alcuni eccezionalmente aperti al pub- Dietro le facciate a volte austere, dietro i portoni

BELL’ITALIA 75
Sopra: Adorazione del
Bambino in braccio alla
Vergine assisa in trono,
nel Museo d’Arte Sacra
“Paola Benzo Dapino”.
È una parte del ciclo
affrescato, databile
al terzo decennio del
XIV secolo, che decora
la sala Capitolare
dell’ex convento di San
Francesco, sede del
museo. A sinistra:
l’interno tardobarocco
della chiesa di Santa
Caterina, costruita tra
1776 e 1790. Sotto:
lezione per un quartetto
d’archi nell’oratorio
della Santissima Trinità.
Pagina seguente:
l’esterno della chiesa
di Santa Caterina.
massicci, nei palazzi del centro di Cassine si svelano quattrocentesco con scene di vita cortese che si snodano
scenari fatti di cortili, colonnati, giardini e interni ricchi come in un racconto: la caccia al falcone, dalla partenza
di fascino. Casa Benzo-Dapino conserva salotti d’epoca al corteo dei cavalieri con Antonio Zoppi e i figli; la sce-
e una grande biblioteca; casa Cuttica di Revigliasco, già na del gioco della palma, con giovani donne e uomini
Mazzoleni, sembra uscita da un romanzo ambientato che si rincorrono e battono tra loro il palmo della mano;
nel Medioevo, con la facciata di mattoni, la corte porti- il ciclo delle Virtù e dei Vizi. Tutto è immerso in un pa-
cata, i pavimenti in cotto e l’enorme, misterioso armadio esaggio di fiori e piante, alla maniera di una miniatura.
antico traboccante di libri e documenti; casa Pellizzari L’ultima tappa è appena fuori dal centro, fra le vigne.
sfoggia la corte-giardino, il pozzo, la meridiana, la tor- Villa Felice è una splendida dimora ottocentesca co-
retta e una loggia dalle volte decorate in stile neogotico. nosciuta prima come villa Simondetti (era la residenza
degli avvocati torinesi Simondetti, primi legali della Fiat)
Vita cortese di ieri e di oggi e poi diventata proprietà di Nino Novarese, costumista
C’è anche un palazzo che sembra un castello, palazzo cinematografico due volte premio Oscar, frequentata
Zoppi, con il cortile d’onore dalle arcate a ogiva. L’edi- da attori e gente dello spettacolo. Renata Cellerino, ex
ficio, in origine una casaforte, nel tardo Medioevo di- commercialista alessandrina, l’ha acquistata una trenti-
venta residenza ed è costellato di piccoli tesori. Nella na d’anni fa per produrre vino; oggi, restaurata con infi-
cappella si ammira una Vergine col Bambino attribuita nita cura, è un’oasi di relax e presto avrà anche camere
al Maestro di Sant’Antonio, attivo nella prima metà del per gli ospiti (è già disponibile una casa nella dépendan-
’400. Il primo piano ospita un importante ciclo pittorico ce). Un altro scenario perfetto per un concerto d’archi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

BELL’ITALIA 77
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Dove Come Quando
CASSINE (Alessandria)

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Cassine
FOTOGRAFIE MASSIMO RIPANI

convento, conserva nella sala Capitolare


un notevole ciclo pittorico del ’300 con
una Crocifissione, effigi di santi, fra cui San
Francesco e San Giacomo, Storie dei Magi
e una bella Vergine con il Bambino in trono;
nella sala numerosi reliquiari, fra cui
quello di Sant’Urbano. Affreschi e dipinti
sono visibili anche nella sacrestia.

CHIESA PARROCCHIALE DI SANTA CATERINA


(via Acqui 1, 0144/71.47.46).
Fu costruita fra il 1776 e il 1778 dove sorgeva
un oratorio del ’400: l’architettura, con
la bella facciata tondeggiante, è tardo-
barocca; all’interno, fra tele ottocentesche,
Chiesa di San Francesco
una statua della Vergine opera dello scultore
savonese Filippo Martinengo (1750-1800).
Come arrivare MUSICA
CHIESA DI SAN GIACOMO Concerti e lezioni per tutti
In auto: Cassine si raggiunge con la A26, (piazzetta San Giacomo). a Espresso Masterclass
uscita Alessandria Sud, e poi con la strada La facciata è romanica, forse del ’300,
statale 30 per Acqui Terme. e il campanile in cotto del ’400, mentre Dal 22 al 24 settembre torna anche
In treno: stazione di Cassine, gli interni sono stati rimaneggiati nel tempo. quest’anno Espresso Masterclass
sulla linea Alessandria-Acqui Terme. Da notare un affresco della Madonna (02/36.75.30.26, casaarcasio@gmail.com
In aereo: l’aeroporto più vicino è quello con il Bambino del XV secolo che e info@ledimoredelquartetto.eu),
di Milano Malpensa, a 143 km. si trova sul primo pilastro a sinistra. il festival musicale con un programma
In camper: area sosta ad Acqui Terme, suggestivo e particolarmente attento
viale Einaudi-piazza Società Operaia LA STAZIONE ai più giovani. I docenti dell’edizione
di Mutuo Soccorso, 335/637.79.60. (piazza Stazione 1). 2023 saranno Marc Danel (violino),
Una curiosità da vedere è la piccola stazione Peter Jarušek (violoncello) e Simone
Per la visita ferroviaria non presidiata: il 23 settembre Gramaglia (viola). Si esibiscono
sarà inaugurata qui la Casa Scout. tre quartetti d’archi: il Cuarteto
Casa Arcasio (via Municipio 12), Casa In mattinata nella chiesa di San Francesco Iberia dalla Spagna, M4GNET Quartet
Cuttica di Revigliasco (via Municipio 14), sarà disponibile l’annullo filatelico speciale dall’Estonia e l’italiano Quartetto
Casa Benzo-Dapino (via IV Marzo 17), Casa in occasione dei 15 anni del gruppo Rilke, nato nella Civica Scuola
Pellizzari (via del Torrione 3), Palazzo Zoppi scout di Cassine. Nel weekend viene di Musica “Claudio Abbado” di Milano.
(via San Realino-angolo via Dante Alighieri) allestita anche una mostra filatelica. Il programma alterna concerti
e Villa Felice (via Simondetti 19) sono e lezioni aperte a casa Arcasio, palazzo
aperti eccezionalmente in occasione Zoppi e nell’oratorio della Trinità.
dei concerti di Espresso Masterclass; Speciali appuntamenti sono previsti
per le visite bisogna prenotarsi la sera del 23 settembre, quando
scrivendo una e-mail al comune: i quartetti si esibiscono nella chiesa
protocollo@comune.cassine.al.it di San Francesco, e domenica 24 per
i concerti finali: il Cuarteto Iberia a casa
Da vedere Arcasio, il Quartetto Rilke a palazzo Zoppi
e il M4GNET Quartet a villa Simondetti.
MUSEO D’ARTE SACRA “PAOLA BENZO DAPINO” Chiusura della manifestazione
(Complesso Conventuale di San Francesco, alle 16,30 in piazza San Francesco
piazza Vittorio Veneto 3, 0144/71.51.51). con la storica banda “Francesco Solia”
Museo d’Arte Sacra
Allestito negli spazi della chiesa e del di Cassine; eventi a ingresso libero.

BELL’ITALIA 79
Dove Come Quando CASSINE (Alessandria)

NEI DINTORNI
L’antica via del Monferrato
e i luoghi di Luigi Tenco
Cassine si trova sul percorso
Villa Felice Ristorante Passeggeri della Strada Franca del Monferrato,
appena riaperta. Si tratta di un’antica
e importante via per gli scambi
commerciali tra Basso e Alto
Monferrato, aperta nel 1454
dopo la Pace di Lodi. Oggi forma
Le buone soste visite guidate e degustazioni. Ha realizzato un sentiero escursionistico di 55 km
un apiario olistico, nel rispetto da Cassine ad Altavilla Monferrato.
AGRITURISMO IL BUONVICINO dell’ambiente e della biodiversità. Per coglierne lo spirito si percorre
(strada Ricaldone di Sotto 64, VILLA FELICE la prima tappa da Cassine
348/353.19.76). (viale Simondetti 15-19, 335/541.75.76). a Bergamasco (17 km), anche solo
Un agriturismo sulle colline, buona base Nella sua proprietà appena fuori dal centro in parte fino al Bosco delle Sorti
anche per dormire, dove si gusta cucina della Renata Cellerino produce un esclusivo (10 km), oggi area verde protetta.
tradizione a base di prodotti del territorio Brachetto passito e l’Albarossa e organizza Tra i tour in bicicletta, un itinerario
Consigliato l’aperitivo fra i vigneti della Cantina itinerari nei vigneti con degustazione. ripercorre i luoghi del cantautore
Peverati, della stessa proprietà. Conto 30 €. Luigi Tenco, che nacque a Cassine
AGRITURISMO TRA I FILARI Per dormire – una targa lo ricorda sulla casa
(strada Sant’Andrea 36, 328/1442.44). natale (corso Garibaldi 20) – e poi
Un altro luogo ridente in mezzo ai vigneti AGRITURISMO LA TIMIDA si trasferì nel vicino paese della
per una cucina che punta soprattutto sulla (strada Ricaldone di Sotto 28, 0144/71.53.71). madre, Ricaldone, dove è sepolto.
tradizione ma si allarga anche a proposte Un antico casale dell’Ottocento nel L’anello ciclabile Sulle strade
di pesce. Ospita spesso serate a tema verde che offre sei comode stanze, di Luigi (mappa su https://www.
legate alla stagione a base di acciughe, un piccolo appartamento con angolo piste-ciclabili.com/itinerari/3155-
funghi e tartufi. Conto 30 €. cottura e un ristorante di cucina tipica cassine-ricaldone-per-le-strade-di-
BOTTEGA DEL VINO nella ex stalla. Il nome è formato dalle prime luigi) da Cassine segue le strade
(Alice Bel Colle, piazza Guacchione 4, due lettere dei nomi dei tre fratelli proprietari. che Tenco ragazzo percorreva in
0144/75.54.41). AGRITURISMO DA MATRÀ bici (20,4 km totali). A Ricaldone
A 9 chilometri da Cassine, un ristorante (strada Pizio 16, 345/290.10.65). è d’obbligo la visita alla tomba
gestito da giovani che propone piatti Cascina tradizionale piemontese nel cimitero e al Museo Tenco (via
della tradizione accanto a formule aperitivo- immersa fra le vigne con quattro stanze, Maurizio Talice 13, 389/660.00.00),
degustazione più creative. Conto 30 €. ognuna con bagno privato. Ampi aperto su prenotazione o per eventi:
RISTORANTE PASSEGGERI spazi all’aperto e ristorazione tipica. per l’Espresso Masterclass, apertura
(corso Marconi 14, Cassine, 0144/71.50.70). AGRITURISMO SURÌ speciale il 24 settembre (ore 10-11).
Nella parte bassa del paese, un classico (località Sant’Andrea,
ristorante cassinese. Gli arredi sono via della Chiesa 3, 351/865.24.25). INFO Ufficio Informazioni
semplici ma accoglienti e i piatti hanno Quattro camere e tutti i comfort in un e Accoglienza Turistica,
influenze anche liguri. Conto 30 €. agriturismo degli anni Venti fra i vigneti Comune di Cassine, piazza Vittorio
con biblioteca, piscina, giardino e ristorante. Veneto 1, 0144/71.51.51
Per gli acquisti

FRANCO IVALDI VINI


(strada Caranzano 211, 348/749.22.31).
Vinificatore da sempre per tradizione
familiare, nel 1995 ha aperto una nuova
cantina con il figlio Giorgio, enologo,
e produce Barbera, Dolcetto, Moscato,
Cortese, Freisa e Albarossa, incrocio
© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Nebbiolo di Dronero e Barbera.


LE 2 PERVINCHE
(strada Valdanzanotto 13, 338/912.49.32).
Nella sua azienda agricola Federica
Giglio produce miele e prodotti al miele
Le 2 Pervinche Franco Ivaldi Vini
e organizza anche percorsi didattici,

80 BELL’ITALIA
FILICUDI (Messina)

Ruvida
Spartana, senza lussi turistici
e caratterizzata da una natura
ancora selvaggia, la piccola

dolcezza
isola dell’arcipelago siciliano
si scopre percorrendo facili
sentieri che conducono ad alture
panoramiche, contrade dimenticate,

eoliana
siti archeologici e spiagge solitarie

TESTI ROSSELLA CERULLI


FOTOGRAFIE GIORGIO FILIPPINI

82 BELL’ITALIA
L’alba da una terrazza di Filicudi verso capo Graziano; sullo sfondo i profili delle isole di Stromboli, Panarea, Salina e Lipari.

BELL’ITALIA 83
FILICUDI (Messina)

S
civolando via da Salina, l’aliscafo punta verso ruvidamente dolce, in grado di spiazzare i più. Dieci
ovest. Il tempo di alzarsi sulle ali, una leggera chilometri quadrati di estensione, 13 chilometri di peri-
virata ed ecco balenare all’orizzonte un’altra metro, 15 di strada asfaltata e oltre 30 di sentieri, 15
isola, un vulcano poderoso ma ormai spento da contrade, 250 abitanti (che diventano 3.000 in estate),
tempo. Filicudi, nel settore occidentale delle isole Eolie, nessuna spiaggia bianca e setosa, totale assenza di al-
svela miglio dopo miglio, nella bonaccia immobile, val- berghi cinque stelle e locali alla moda e scarsissime
loni di terra rossa punteggiati di verde, terrazzamenti, possibilità di shopping: queste caratteristiche, abbinate
minuscole cale e una spruzzata di case in lontananza. all’imprevedibilità dei trasporti (in caso di mare mosso
Per poi aprirsi, come in un caloroso abbraccio, nell’ap- gli aliscafi non attraccano), fanno dell’isola un luogo da
prodo circolare e adamantino del suo porto. rifuggire o da amare perdutamente. Meta negli ultimi
“Signora” dalle ben 600 mila primavere, la più vene- anni di un turismo rustico-chic che ama stare appartato
randa delle “Sette Sorelle” non è per tutti, perché seb- e di pochi vip in cerca di privacy, soprattutto a Rocca di
bene meno spartana della vicina Alicudi l’antica Pheni- Ciauli e a Val di Chiesa, Filicudi rappresenta una sorta
cusa (dal greco “ricca di palme”) vanta un’anima di piccolo Far West eoliano, poco modaiolo e molto

84 BELL’ITALIA
In questa foto: scorcio
dell’isola verso nord con
il porto e, all’orizzonte,
Alicudi. In basso, da
sinistra: panorama sulla
contrada Val di Chiesa
dal sentiero che sale al
monte Fossa delle Felci
(774 metri); in cammino
verso capo Graziano
e il villaggio preistorico
dell’eta del Bronzo.

BELL’ITALIA 85
FILICUDI (Messina)

autentico, dove incombe una natura imperiosa, dettan- paesaggio dolcissimo, il monte Fossa delle Felci è una
do ancora le regole del gioco. vera terrazza sul mare, tra macchie di cisto e rocce levi-
Sciamati i vacanzieri e attenuatosi il solleone, è una natu- gate. Dalla cima una vista incantata abbraccia il versante
ra con cui vale la pena misurarsi soprattutto a settembre, più selvaggio dell’isola e, al largo, il faraglione della Can-
inerpicandosi lungo i sentieri la mattina presto per poi na, di lava, alto 71 metri, e la vicina Alicudi.
concedersi bagni indimenticabili. «Un percorso imperdi-
bile è quello che conduce a monte Fossa delle Felci, a Da capo Graziano a Zucco Grande
774 metri, la vetta più bella delle Eolie», assicura Aldo Di Molto suggestivo anche il sentiero che da Filicudi Porto
Nora, vicentino doc ed eoliano d’adozione. Insieme alla conduce al villaggio preistorico di capo Graziano, alto
compagna Maria Del Mar Aumente Diaz ha ideato delle sull’omonimo promontorio: dal 2019 è incluso nel Parco
mappe Metro Trekking dell’intero arcipelago, realizzate Archeologico delle Isole Eolie. I resti di capanne del 1700
dopo accurate verifiche sul campo. Ogni sentiero è se- avanti Cristo ci fanno apprezzare l’intelligenza e forse an-
gnalato con colori, numeri e fermate, proprio come si fa che il gusto estetico dei filicudari dell’età del Bronzo, che
per le linee di una metropolitana urbana. Immerso in un scelsero un insediamento davvero spettacolare con vi-

86 BELL’ITALIA
In questa foto:
tramonto sullo scoglio
della Canna dal trekking
dello Stimpagnato, sulla
costa occidentale.
In basso: sentiero per la
spiaggia delle Punte,
vicino a capo Graziano.
L’isola propone una rete
di facili escursioni che
spesso approdano
a spiagge solitarie.

BELL’ITALIA 87
FILICUDI (Messina)

Sopra da sinistra: in cammino tra lussureggianti fioriture verso la contrada Zucco Grande; la scalinata e la stradina che da Rocca
di Ciauli conducono a Filicudi Porto. Pagina seguente: veduta di capo Graziano dal loggiato di una villa sul sentiero di Zucco Grande.

sta su tutta l’isola. Pochi metri più giù una deviazione ne, fondatrice nel 2004 del Filicudi WildLife Conserva-
conduce, fino a lambire l’acqua, a una sequela grandiosa tion, associazione no profit che si occupa dello studio
di macine in pietra sbozzate nella roccia: sono gli ultimi e delle conservazione delle risorse marine dell’arcipe-
resti di una cava che riforniva, con barche che partivano lago eoliano, di stanza proprio a Pecorini. «Grazie ai
proprio da qui, frantoi e mulini dell’Italia meridionale. suoi crateri e alle sue cavità, modellati nel corso dei
Per trovare invece il posto ideale per un tuffo pomeri- millenni», spiega la biologa, «quest’isola presenta di-
diano basta attraversare l’istmo a sud dell’isola, che ac- verse tipologie di fondali ricchi di Posidonia oceanica,
coglie il porto, e raggiungere i massi levigati della unici in tutte le Eolie. Anche per questo andrebbe mag-
spiaggia delle Punte, dove rilassarsi fino a tarda sera. Ma giormente valorizzata dal punto di vista naturalistico e
i sentieri filicudari permettono anche di riscoprire con- più protetta, insieme alle altre Eolie, con l’istituzione di
trade dimenticate; a fine Ottocento, con l’arrivo della una riserva per la quale ci battiamo da anni. Nell’atte-
fillossera a distruggere le vigne, Filicudi (area tra le più sa, grazie all’aiuto di volontari e sfruttando vincoli di
terrazzate della Sicilia) si spopolò come gran parte tutela già esistenti ma non rispettati, abbiamo appena
dell’arcipelago con massicce emigrazioni verso l’Au- lanciato con E.ON Energia il progetto Blue Oasis per
stralia, “ottava isola” per eccellenza per tutti gli eoliani. proteggere habitat eoliani a elevata biodiversità». Per
«Vale la pena salire verso Zucco Grande», suggerisce promuovere la Filicudi marina l’associazione organizza
ancora Di Nora. «Il borgo, fascinoso e carico di storia, è fino al 30 settembre uscite di snorkeling guidate da
tornato da poco a nuova vita. E da qui lo sguardo spazia esperti biologi e pacchetti di ecoturismo con sessioni
su Salina e su Lipari». Queste passeggiate sono alla por- di avvistamento cetacei (da qualche anno prospera qui
tata di tutti, ma chi vuole evitare gli sterrati può imboc- una colonia di stenelle striate) e visite al pronto soccor-
care a piedi la strada asfaltata e scendere per un bagno so per le tartarughe marine, unico nell’arcipelago.
a Pecorini Mare sfiorando, nel frinire delle cicale, ciuffi Nel frattempo sembra che sarà proprio la sua morbida
di casette quadrate rosa e celesti coperte dalle “pinna- rusticità a proteggere l’antica Phenicusa. È dello scorso
te”, le caratteristiche tettoie in canne. luglio la notizia di una coppia di giovani australiani
(per una volta privi di antenati locali) giunti fin qui per
Un mare popolato di tartarughe e cetacei convolare a nozze secondo il tradizionale costume iso-
La morfologia di questa isola vulcanica influisce anche lano. Come oltre un secolo fa, a trasportare la sposa
sulle escursioni in mare. Lo sa bene Monica Blasi, bio- alla festa ci ha pensato uno sceccu, cioè un asino in
loga marina, romana di nascita ma filicudara di adozio- dialetto locale, ovviamente filicudaro doc.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

88 BELL’ITALIA
BELL’ITALIA 89
Dove Come Quando
FILICUDI (Messina)

TESTI ROSSELLA CERULLI

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Alicudi

VIVERE L’ISOLA
Trekking, gite in barca,
immersioni e moda eoliana
Per camminare sui sentieri di Filicudi,
Il museo, sezione distaccata di quello
le mappe ideali sono quelle di Metro
di Lipari, ospita molti reperti rinvenuti
Trekking (info: 331/933.89.20; info@
sull’isola: al primo piano (al momento
eolietrekking.com). Per mare, fino
chiuso per restauri) si ammira una
a fine mese si può partecipare alle
collezione di ancore di varie epoche, mentre
vacanze natura con dolphin watching di
la sezione etno-antropologica espone
WildLife Conservation (349/440.20.21).
un’antica macina in legno e pietra,
L’indirizzo giusto per giri dell’isola
testimonianza dell’intensa attività agricola.
in barca, immersioni e noleggio scooter
è Delfini Diving (via Pecorini Mare,
MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE
340/148.46.45). Sempre a Pecorini
EOLIANO “LUIGI BERNABÒ BREA”
ci si può rilassare allo stabilimento
Come arrivare (Lipari, via del Castello, 090/988.01.74).
Il Lido (389/545.73.73), l’unico
Sull’isola di Lipari, è una visita consigliata
sull’isola, dotato di pedane e ombrelloni
Filicudi, una delle Eolie, si raggiunge da Milazzo, per approfondire la storia delle Eolie. Tra
in paglia. Pochissimi i negozi. Alla
Messina, Palermo, Napoli e Reggio Calabria i pezzi più interessanti spiccano la collezione
boutique di Pecorini Mare Isole
con i traghetti Siremar (siremar.it) e Caronte & di manufatti neolitici e la raccolta di
e Vulcani (328/927.36.31) si acquistano
Tourist (carontetourist.it) o con gli aliscafi Liberty maschere teatrali greche. Tutte da ammirare
costumi da donna in cotone organico
Lines (libertylines.it). La traversata più rapida le anfore greco-romane, frutto di recuperi
insieme a teli e borse di artigianato
è da Palermo: dopo aver toccato Alicudi si subacquei: la metà proviene da Filicudi.
e design, mentre da Tacchi, Dadi
sbarca a Filicudi in 2 ore e mezza. Air Panarea
e Datteri (Filicudi Porto, 340/251.66.07)
(airpanarea.com) effettua voli in elicottero. ALICUDI
si trovano abiti e camicie artigianali,
A 12 miglia da Filicudi, la piccola Alicudi
alcuni realizzati con stoffe di recupero.
Per la visita merita una gita. Non esistendo una rete
viaria, sull’isola le distanze si misurano
Fino al 30 settembre i non residenti non in gradini. Molto bella la salita che dopo
possono portare sull’isola veicoli a motore: 230 gradini porta alla contrada Vallone,
sono previste deroghe per chi si ferma almeno per poi proseguire fino a quota 800 gradini
sette giorni in strutture con parcheggio. Oltre alla chiesa di San Bartolo, dal cui sagrato
che a piedi, lo scooter è il mezzo più agevole si può godere di una vista spettacolare.
per spostarsi. A Filicudi non esiste illuminazione: I più allenati possono arrampicarsi
passeggiare di sera con le torce è la regola. fino alle Pianure (1.368 gradini), sui tre
crateri antichi. Qui si scoprono anche
Da vedere i rinfrascuturi, bocche di aria freddissima
che fuoriesce dalle viscere del vulcano.
MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI FILICUDI Bellissimi anche i bagni: Alicudi vanta un
Il Lido
(via Porto, 090/988.01.74). chilometro e mezzo di spiaggia ininterrotta.

90 BELL’ITALIA
INFO Centro Turistico Regionale,
Lipari, via Maurolico 17, 090/988.00.95.

La Sirena
TEMPO LIBERO
Chiacchiere
Villa La Rosa e aperitivo vista mare
Di ritorno dalle gite in barca
o dai trekking, intorno alle 18
scatta l’ora dell’aperitivo. Il ritrovo
storico a Pecorini Mare è il Saloon
(392/808.47.55): in un’atmosfera
scanzonata e senza tempo, turisti,
velisti e filicudari doc si ritrovano
qui, al tramonto, a sorseggiare
Malvasia e birra Messina, nel locale
gestito dai fratelli Triolo a pochi
Tacchi, Dadi e Datteri Hotel La Canna metri dal mare. Seduti ai tavolini
o in piedi davanti al piccolo
spaccio ci si incontra e si chiacchiera,
allietati a volte da improvvisate
session musicali. Poco distante
la signora Donatella Taranto
della rosticceria-gastronomia
e panetteria La Scogliera (339/
Le buone soste e locali. Sulla terrazza panoramica 328.82.67) sforna ogni sorta
si gustano cucina tradizionale a base di prelibatezze, dalle polpettine
LA SIRENA di prodotti dell’orto e piatti di pesce.
(Pecorini Mare, 090/988.99.97 Conto sui 30 €.
e 328/686.99.21).
Affacciato proprio sulla spiaggia, è uno Per dormire
dei ristoranti di riferimento dell’isola,
frequentato dai vip e dai turisti stranieri. LE SETTE SORELLE RESORT
Da non perdere la pasta al pesto di mandorle, (strada comunale Liscio, 324/922.12.00).
gli involtini di pesce spada all’arancia In un piccolo borgo di cinque case in
e tutti i crudi di pesce, dalla ricciola al posizione panoramica, un fresco “room
tonno, fino a quello di gamberi locali. & breakfast” aperto cinque anni
Offre anche alcune camere. Conto 55 €. fa, nei toni dell’azzurro e del bianco,
DA NINO in perfetto stile eoliano. Per gli ospiti
(via Porto, 090/988.99.84 e 328/655.92.26). camere matrimoniali o quadruple, tutte La Scogliera
Punto di aggregazione sul porto, famoso con terrazza. Il porto dista 15 minuti
per le sue colazioni, per la pasticceria a piedi, lungo un caratteristico di melanzane alle pizze a lievitazione
e per le granite. A cena, sulla bella sentiero. Ottima la colazione fatta naturale, dai fritti misti agli arancini
terrazza affacciata sul mare, tutti da in casa dalla signora Daniela Codraro. ai capperi, ai fiori di zucca ripieni,
gustare gli spaghetti con l’aragosta HOTEL LA CANNA da gustare ai tavoli o da portare
e quelli alla filicudara con olive, origano, (via Rosa 43, 090/988.99.56 e 336/92.65.60). via. A una certa ora la folla si dirada
capperi e pangrattato. A disposizione Quattordici stanze in una posizione e tutti vanno a cena, a casa o fuori.
anche alcune camere. Conto 40 €. eccezionale, alcune delle quali dotate Ma le serate filicudare non finiscono
IL BOSCHETTO di terrazzo individuale (il bagghiu), qui: l’appuntamento è fissato,
(località Rocca di Ciauli, colorate e luminose, sospese tra terra e cielo. dopo cena, presso un altro ritrovo
strada provinciale, 347/992.2514). Famoso e frequentato il ristorante. storico, il ristorante-albergo Villa
Locale dal panorama imperdibile, soprattutto VILLA LA ROSA La Rosa (vedi anche Per dormire),
alla sera, dove gustare un’ottima pizza (via Rosa 24, 090/988.99.65). soprattutto nei giorni in cui
ma anche gli spaghetti al sugo di totano Circondate da un giardino lussureggiante, apre la discoteca. Spesso vengono
e la pasta alla carrettiera con pomodori undici stanze semplici e confortevoli, organizzati proprio qui presentazioni
© RIPRODUZIONE RISERVATA

siccagni, basilico e polvere di capperi tutte affacciate su un grande terrazzo, di libri, eventi e piccole feste.
della signora Maria Russo. Conto 30 €. a 15 minuti dal mare. La struttura è un
IL CLUB DI LEA famoso punto di ritrovo anche per l’ottimo
(isola di Alicudi, via Roma, 338/759.88.46). ristorante, guidato dalla cuoca Adelaide
Nell’isola vicina a Filicudi, un piccolo Rando, la pizzeria e la nuova braceria.
club enogastronomico frequentato da turisti Buona soluzione per le famiglie.

BELL’ITALIA 91
Ritratto di giovane (1500 circa) di Lorenzo Lotto (1480-1556) all’Accademia Carrara, riallestita di recente.
Il dipinto mostra l’influenza della pittura nordica sull’artista veneziano, di cui il museo custodisce altri capolavori.

92 BELL’ITALIA
il weekend
BERGAMO

In città
sulle
tracce
di Lotto
Viaggio tra i dipinti del maestro veneziano
Lorenzo Lotto, che lavorò a Bergamo
e nei dintorni per oltre dieci anni:
capolavori del Rinascimento da ammirare
in chiese e musei della Città Bassa e della
Città Alta e nell’oratorio di Trescore Balneario
TESTI VANNINA PATANÈ FOTOGRAFIE MASSIMO RIPANI

BELL’ITALIA 93
L
orenzo Lotto, grande pittore veneziano del Cin- to nella navata di una monumentale architettura rinasci-
quecento, visse e lavorò a Bergamo e nei dintorni mentale, illusionisticamente aperta verso il cielo; i volumi
per oltre un decennio: un periodo fondamentale e i corpi sono disegnati da un mirabile gioco di ombre e di
per la crescita artistica e umana di un artista dalla luci. Per la plasticità delle forme e il marcato classicismo è
forte spiritualità e dall’anima inquieta, alieno ai compro- evidente l’influenza del Rinascimento romano: negli anni
messi e alla perenne ricerca della verità. Le opere che an- precedenti, Lotto aveva lavorato negli appartamenti del Va-
cora si conservano fra Città Bassa e Città Alta sono uno ticano a fianco di Raffaello. Il successo è immediato, e
dei più preziosi tesori di Bergamo, Capitale Italiana della Lotto ottiene nuove commissioni, che lo terranno occupa-
Cultura 2023 insieme a Brescia. Il percorso alla loro sco- to in città e provincia fino al 1525. Imboccando via Tasso
perta si fa a piedi e con i mezzi pubblici. Si parte dal Sen- si raggiunge la chiesa di Santo Spirito, affacciata su una
tierone, nel cuore di Bergamo Bassa, a cui fa da fondale la graziosa piazzetta. All’interno, nella quarta cappella di de-
chiesa di San Bartolomeo e Santo Stefano. Nell’abside tro- stra, risplende un’altra pala lottesca, datata 1521. Anche
neggia la Pala Martinengo, prima opera di Lotto in città, questa è una sacra conversazione, ma ambientazione e
commissionata nel 1513 da Alessandro Martinengo Colle- stile segnano un’evoluzione rispetto alla Pala Martinengo:
oni, nipote di Bartolomeo Colleoni, e completata nel 1516. il trono della Vergine e i santi che la circondano stanno
Alta oltre cinque metri, ritrae la Madonna in trono con in all’aria aperta. Le forme sono più fluide, i panneggi delle
braccio il Bambino, due angeli a reggerle la corona e uno vesti morbidi; i colori, vividi e infusi di luce, creano una
stuolo di santi schierati a semicerchio. Il gruppo è raffigura- sinfonia vibrante di rossi, gialli e azzurri. Un passo ulte-

94 BELL’ITALIA
il weekend
BERGAMO

Pagina precedente:
le Nozze mistiche
di Santa Caterina
d’Alessandria (1523)
e la Sacra Famiglia
con Santa Caterina
d’Alessandria (1533),
altre due opere
di Lotto conservate
all’Accademia
Carrara. Qui
a sinistra: la Pala
Martinengo (1516)
nella chiesa
di San Bartolomeo
e Santo Stefano.
In basso: dettaglio
della pala con la
Madonna e i santi.
riore in questa direzione è la pala coeva conservata nella completavano la Pala Martinengo: «Sono fra le poche ope-
vicina chiesetta di San Bernardino. Entrando, l’occhio re acquistate dall’Accademia. Una decisione frutto della
sale all’altare principale, dove la sacra conversazione di- precisa volontà di non disperdere pezzi di alto valore
pinta da Lotto pare emanare luce propria. Avvicinandosi, identitario per la città», sottolinea il direttore Maria Cristi-
sembra che l’angelo ai piedi del trono giri la testa di scat- na Rodeschini. L’elemento con la Deposizione di Cristo
to verso la navata, avvertendo una presenza nella chiesa; spicca per l’intensità dei sentimenti: «Commovente è la
a chi guarda si rivolge anche la Vergine, che mostra Gesù: Maddalena, che per l’agitazione perde uno zoccoletto e
è un invito ad avvicinarsi allo spazio sacro e a “entrare” adagia la mano esanime di Gesù sul suo fitto manto di
nel dipinto. Ambientata all’aria aperta, la scena emana capelli, come ad accoglierla più degnamente», fa notare
una grazia sottile, fatta di dettagli realistici e quotidiani: Rodeschini. Sulla parete di fronte, l’occhio è attirato dai
San Giuseppe è molto anziano e un po’ trasandato, con colori splendenti delle Nozze mistiche di Santa Caterina
una manica scucita; Sant’Antonio, appoggiato al suo ba- d’Alessandria, dipinta da Lotto per Niccolò Bonghi, ritrat-
stone, allunga il collo, come per sentire meglio cosa gli to a fianco della Madonna. Al centro della sala, su una
sta dicendo Giovanni Battista. rete metallica stanno due ritratti. Il pittore si dedicò al ge-
La tappa successiva è la vicina Accademia Carrara, riaper- nere con passione, raggiungendo livelli di grande reali-
ta da qualche mese con un nuovo allestimento che valoriz- smo e introspezione psicologica: la nobildonna bergama-
za i tanti capolavori. Qui sono conservate diverse opere di sca Lucina Brembati emerge dal passato con lo sguardo
Lotto, a partire dalle tre parti della predella che in origine fiero, il profilo aquilino e un accenno di doppio mento.

96 BELL’ITALIA
il weekend
BERGAMO

Pagina precedente:
dettaglio della pala
con Madonna e santi
(1521) nella chiesa
di San Bernardino.
Qui a sinistra:
Bergamo Alta
con il palazzo
della Ragione
e la torre Civica
in primo piano.
In basso: particolare
del Compianto
sul Cristo morto.
Restaurata nel 2022,
l’opera si trova
nella chiesa
di Sant’Alessandro
in Colonna.
La propensione dell’artista alla pittura della realtà è evi- osservare il lavoro attraverso grandi teche trasparenti e
dente anche nel Compianto sul Cristo morto, una tempera ammirare le parti già completate. Il restauro ha riportato
su tela conservata in Città Bassa nella chiesa di Sant’Ales- alla luce le diverse sfumature di colore dei legni utilizzati
sandro in Colonna: fortemente drammatica, è dipinta nei per gli elementi architettonici e ridato splendore alle tavo-
toni spenti dell’ocra e del marrone e per le sue linee spez- le nell’iconostasi e negli scranni del coro. «Nelle intenzio-
zate e nervose richiama lo stile del tedesco Albrecht Dürer, ni del pittore, ogni tarsia, dedicata a un episodio del Vec-
che soggiornò e lavorò a Venezia agli inizi del ’500. L’ope- chio Testamento, avrebbe dovuto avere un coperchio
ra è stata da poco restaurata ed esposta nella chiesa, dopo ligneo intarsiato che ne anticipasse il contenuto, con im-
un lungo oblio in sacrestia. Ultima, imperdibile tappa in magini simboliche capaci di suscitare una meditazione
città è la basilica di Santa Maria Maggiore, la chiesa per intellettuale e spirituale», racconta Gritti.
eccellenza dei bergamaschi, affiorante alle spalle di piaz- Per completare la parabola del Lotto in terra bergamasca
za Vecchia, nel cuore di Bergamo Alta. All’interno conser- bisogna spostarsi a Trescore Balneario. Nel parco di villa
va un coro ligneo decorato con splendide tarsie realizza- Suardi si trova il piccolo oratorio affrescato da Lotto fra il
te, fra il 1424 e il 1432, dall’intarsiatore bergamasco 1523 e il 1524 su commissione di Giovan Battista Suardi,
Giovan Francesco Capoferri partendo dai cartoni disegna- nobile appassionato d’arte. All’epoca la cappella affaccia-
ti da Lotto. Un capolavoro che sta tornando a splendere va sulla strada per il passo del Tonale: da lì nel 1521 erano
grazie al restauro in corso, affidato a Luciano Gritti: il can- passati i Lanzichenecchi nella loro marcia in Italia. Erano
tiere allestito nel coro è aperto ai visitatori, che possono tempi incerti, con lo scisma luterano alle porte. In que-

98 BELL’ITALIA
il weekend
BERGAMO

Pagina precedente:
Uccisione di Amasa,
tarsia lignea del 1523
realizzata da Giovan
Francesco Capoferri
su disegno di Lotto.
È una delle scene
che si ammirano
nel coro della
basilica di Santa
Maria Maggiore.
Qui a sinistra:
la facciata della
cappella Colleoni
vista dal portico
del duomo. In basso:
alcune delle tarsie
del coro di Santa
Maria Maggiore.
sto clima, ai contadini che venivano a pregare nell’oratorio sodi sono messi in scena uno di seguito all’altro, su un ide-
gli affreschi avrebbero dovuto comunicare un messaggio ale piano inclinato. Sullo sfondo, i paesani potevano
religioso forte e chiaro, attraverso il racconto della vita di riconoscere Trescore, con le colline circostanti e la piazza
quattro sante. «Con quest’opera, Lotto si inserisce nel dibat- del mercato; alla rappresentazione assiste idealmente anche
tito europeo sulla necessità di una vera riforma della Chiesa la famiglia Suardi, ritratta ai piedi del Cristo. Suscita tenerez-
e della società. E lo fa riformando, di suo, la propria pittura, za, oggi come allora, il cagnolino che segue Barbara nelle
mettendola al servizio di una narrazione apparentemente tappe del martirio. Sulla parete opposta, il racconto dei mi-
popolare ma densa di contributi filosofici, spirituali e dottri- racoli di Santa Brigida d’Irlanda ribadisce il valore delle ope-
nali, coincidenti con quella che sarà la sua scelta, negli ulti- re compiute nel nome della fede, a fronte dell’avanzare del-
mi anni di vita, di farsi oblato presso la Santa Casa di Lore- la tesi luterana che le screditava. Il fare, con impegno e
to», spiega lo storico dell’arte Fernando Noris, che coerenza, conta: è un messaggio condiviso dal pittore, che
all’oratorio ha dedicato anche il romanzo Autobiografia di si ritrae sopra la porta d’ingresso nei panni di un uccellato-
un muro. Una storia nelle storie di Lorenzo Lotto a Trescore. re, con in spalla gli attrezzi che servono per catturare vivi i
Così, nell’affresco principale, con le Storie di Santa Barbara volatili. Di recente, proprio partendo da questo autoritratto e
di Antiochia, il pittore recupera l’immagine medievale del utilizzando l’intelligenza artificiale, la polizia scientifica ha
Cristo-vite, che giganteggia al centro della parete. La vita di elaborato un identikit in 3D dell’artista: è l’anticipo di una
Barbara, che scelse il martirio per non rinnegare fede, è rac- serie di iniziative che prenderanno forma nel 2024, cinque-
contata come una sacra rappresentazione popolare: gli epi- centesimo anniversario della presenza di Lotto a Trescore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

100 BELL’ITALIA
il weekend
BERGAMO

In basso:
l’oratorio Suardi
presso l’omonima villa
a Trescore Balneario,
a 15 chilometri
da Bergamo.
Fu affrescato nel
1523-24 da Lorenzo
Lotto con le storie
delle vite di quattro
sante: Barbara,
Brigida, Maria
Maddalena e Caterina
d’Alessandria. Qui
a sinistra: un settore
degli affreschi
con la caratteristica
rappresentazione
del Cristo-vite.
Dove Come Quando
BERGAMO

TESTI VANNINA PATANÈ

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Porta San Giacomo, ingresso alla Città Alta

IN CAMMINO
Passeggiate sui Colli
con vista sulla Città Alta
Sulle colline che circondano la Città
CHIESA DI SAN BERNARDINO
Alta si estende il Parco dei Colli
(via Pignolo 57, 035/23.78.87).
di Bergamo (035/453.04.00), dove
Della seconda metà del XV secolo, testimonia
si passeggia fra scorci panoramici
la devozione nei confronti di San Bernardino
e soste all’insegna dell’arte e del gusto;
da Siena, che visitò la città due volte.
un’alternativa comoda e divertente
sono i tour sui piccoli veicoli elettrici
ACCADEMIA CARRARA
di Tuk Tuk Bergamo (800.77.15.68).
(piazza Carrara 82, 035/23.43.96).
Una gran vista su Città Alta si ammira
Fu fondata nel 1796 da Giacomo Carrara.
dalle rovine del castello di San Vigilio,
Il nuovo allestimento parte dall’arte italiana tra
sulla vetta dell’omonimo colle,
Gotico e Rinascimento (Pisanello, Mantegna,
dove si sale anche con la funicolare
Come arrivare Bellini, Raffaello, Botticelli) e si focalizza poi su
(035/23.60.26) che parte vicino a
Lombardia e domini veneti di terraferma fra
Colle Aperto. Da lì si può proseguire
In auto: autostrada A4 Milano-Venezia, ’400 e ’700 (Lotto, Moroni, Baschenis, Fra
a piedi scendendo per la ripida scaletta
uscita Bergamo. Galgario). Chiude la sezione dedicata all’800.
dello Scorlazzone fino a via Sudorno
In treno: la stazione è in piazzale Marconi,
e poi lungo via Astino, fino a raggiungere
da dove la linea 1 degli autobus Atb BASILICA DI SANT’ALESSANDRO IN COLONNA
la valletta dove si distende l’ex
(www.atb.bergamo.it) sale in Città Alta. (via Sant’Alessandro 35, 035/24.96.96).
monastero di Astino (035/21.13.55),
In aereo: aeroporto di Milano Bergamo Chiesa dall’austera facciata neoclassica. Fra le
fondato nell’XI secolo dai monaci
a Orio al Serio, che dista 7 km dalla città. opere che vi sono conservate, un’Assunzione
Vallombrosani, che conserva al suo
In camper: area camper Città dei Mille, della Vergine (1540-45) di Romanino.
interno la chiesa del Santo Sepolcro.
via Corridoni 123, 035/34.24.68.
Il complesso ospita mostre ed eventi;
BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE
nella bella stagione diventa anche una
Da vedere (piazza Duomo, 035/22.33.27).
“oasi del gusto”, con caffè e ristoranti
Costruita dalla cittadinanza nella prima
stagionali. In zona si trova poi la Valle
CHIESA DEI SANTI BARTOLOMEO E STEFANO metà del XII secolo come ex voto
della Biodiversità (via Astino-incrocio
(largo Belotti 1a, 035/383.24.11). alla Vergine, conserva l’esterno romanico-
via Allegrezza, 035/28.60.60), una
Ospita la Pala Martinengo, capolavoro di lombardo e l’interno barocco.
sezione dell’Orto Botanico di Bergamo.
Lorenzo Lotto, che in origine ornava l’altare
Passeggiate facili si fanno anche lungo
della chiesa di Santo Stefano. ORATORIO SUARDI
il sentiero ciclopedonale che da
(Trescore Balneario, ingresso presso la Pro
Valverde raggiunge l’ex monastero
CHIESA DI SANTO SPIRITO Loco di Trescore, via Suardi 20, 035/94.47.77).
di Valmarina (via Valmarina 25, 035/
(via Tasso 100). Giovanni Battista e Maffeo Suardi lo fecero
453.04.00), restaurato e trasformato
Vi lavorarono due tra i maggiori architetti erigere nel 1502. Lotto affrescò l’interno
nella sede del Parco dei Colli.
bergamaschi: Pietro Isabello nel ’500 a eccezione della pittura nell’abside, opera
e Gian Battista Caniana nel ’700. anonima appena precedente.

102 BELL’ITALIA
INFO Infopoint Bergamo Città Bassa,
piazzale Marconi 12, 035/21.02.04.
Infopoint Bergamo Città Alta,
via Gombito 13, 035/24.22.26.

Hotel Palazzo Santo Spirito


EVENTI
Il Festival del Paesaggio
Ambulatorio Gastronomico e due mostre di pittura
Tra gli eventi di spicco, dal 7
Cucina Cereda al 14 settembre Città Alta torna
protagonista del Landscape Festival
(035/038.80.31), dedicato ai temi
del paesaggio e dell’ambiente.
L’edizione di quest’anno, intitolata
”Grow together: un obiettivo, due
città”, si colloca nel palinsesto di
Bergamo Brescia Capitale Italiana
della Cultura 2023 e prevede
Appartamento Come Una Volta l’allestimento di due scenografiche
“Green Square”, una per città.
Dal 28 settembre al 14 gennaio
2024, l’Accademia Carrara (piazza
Carrara 82, 035/23.43.96) propone
invece la mostra “Tutta in voi la luce
mia. Pittura di storia e melodramma”.
L’esposizione tesse un dialogo tra
Le buone soste Per dormire pittura, letteratura e musica con
opere di Hayez, Grigoletti, Induno
CUCINA CEREDA S GOMBIT HOTEL
(Ponte San Pietro, via Piazzini 33, (via Mario Lupo 6, 035/24.70.09).
035/437.19.00). Albergo di design ricavato da un edificio
Nel suo ristorante a cinque chilometri antico adiacente alla torre del Gombito,
da Bergamo, lo chef Giuseppe Cereda che svetta sui tetti di Bergamo Alta.
propone una cucina curata con molte Distribuite su quattro piani, le 15 camere
proposte di pesce e ricette che rielaborano sono una diversa dall’altra, ricche di
i piatti lombardi. Da provare i casoncelli dotazioni tecnologiche e curate nei dettagli.
ai gamberi rossi e alghe e la lumaca e sedano S HOTEL PALAZZO SANTO SPIRITO
rapa. Menu degustazione da 65 €. (via Tasso 82, 035/031.51.37).
OSTERIA VALENTI Aperto da pochi mesi in pieno centro,
(via Guglielmo D’Alzano 4, 035/24.30.17). è ricavato nell’ex convento di Santo Spirito,
Mostra a Palazzo Moroni
Da storica macelleria a osteria: Marco accanto alla chiesa omonima, e ha
Maffeis offre piatti della tradizione, pasta due bei chiostri d’epoca. Offre 82 camere
fresca, salumi e formaggi. Da provare arredate in stile moderno, bar-bistrot e Boldini. Fino all’8 ottobre,
il coniglio con polenta. Conto 35 €. con ambienti affrescati, dehors nel chiostro il seicentesco Palazzo Moroni (via
ROSY DAI GUSTOSI e piccola spa con piscina coperta. Porta Dipinta 12, 035/074.52.70),
(piazza Mascheroni 4, 035/21.00.60). B&B LA PATIRANA GUEST HOUSE gestito dal Fai-Fondo Ambiente
Il ristorante della vulcanica signora (Zandobbio, via Calvi 3, 338/529.71.47). Italiano, ospita “L’età dell’innocenza.
Rosy Piatti serve ricette tradizionali A cinque minuti di macchina dall’Oratorio Il Rinascimento a Bergamo e Brescia
(come i casoncelli) e pizze alla napoletana Suardi, è stato ricavato al piano intorno al 1900”, una mostra
(con cornicione). Conto 25-30 €. nobile di un’antica dimora padronale, che rievoca gli anni in cui le nobili
IL CIRCOLINO CITTÀ ALTA con un bel parco. Per dormire, due camere famiglie locali, come i Moroni,
(vicolo Sant’Agata 12, 035/21.85.68). e una suite (4 posti letto) confortevoli aprivano i loro palazzi ricchi di
In origine dopolavoro di una cooperativa, e curate, arredate con pezzi d’epoca opere d’arte. La sala da ballo diventa
ha un bel giardino tra pergole APPARTAMENTO COME UNA VOLTA un salotto d’inizio ’900, con tele
di vite. Nel menu, piatti tipici, taglieri (via Donizetti 23, 393/492.29.59). del ’500 bergamasco e bresciano
di formaggi e salumi locali e carni In una bella via nel cuore di Bergamo (Lotto, Previtali, Savoldo, Moretto,
© RIPRODUZIONE RISERVATA

di macellerie bergamasche. Conto 25 €. Alta, un appartamento per quattro Moroni) da collezioni private.
BENIGNI AMBULATORIO GASTRONOMICO persone accogliente e grazioso,
(via san Tomaso 74, 035/24.86.96). ben ristrutturato e arredato con mobili
Bistrot curato, offre ricette locali (ma non moderni e tanto legno. A disposizione
solo) e tapas sfiziose. Di livello le materie degli ospiti, due camere da letto,
prime. Conto 35 €, tapas e vino 15-20 €. bagno, zona giorno e cucina.

BELL’ITALIA 103
buona italia | cibo & paesaggio | cantine | la dolce vita di settembre
novembre

Toscana
PANORAMI
E SAPORI
DEL MONTE
AMIATA
PAGINA 106

BELL’ITALIA 105
Monte Amiata (Grosseto-Siena)

FAGGI, CASTAGNI E VIGNE:


I TESORI DELL’EX VULCANO
A CURA DI SILVIA FRAU

F
orse meno conosciuta rispetto ad altri territori funghi, protagonisti a tavola, in stagione, su crostoni di pane
toscani, la zona del Monte Amiata, vulcano sciapo o come condimento per i pici e i tortelloni.
spento posto tra le province di Grosseto Il paesaggio si fa più selvaggio verso Abbadia San Salvatore,
e Siena, è un’enclave enogastronomica che riserva che merita una sosta per visitare la chiesa dell’abbazia
molte sorprese. Per scoprirla si può seguire di San Salvatore, di fondazione longobarda, con la bella
un panoramico itinerario che parte tra le dolci colline cripta. Un tempo queste erano contrade molto povere,
di viti di Montenero, al limitare della Dogc Montecucco dove le castagne facevano da pane e companatico, magari
Sangiovese e della Doc Maremma, e di Castel del Piano. insieme alla pera picciola, un frutto duro, tardivo, da
Quest’ultimo conserva, oltre al nucleo antico, diverse dimore cuocere per ore, oggi tornato di moda nelle ricette:
storiche che ricordano le villeggiature di inizio secolo. anch’esso è indice dell’eccezionale biodiversità del Monte
Nella vicina Seggiano, immersa tra frondosi uliveti, si assaggia Amiata. Siamo circondati da meravigliosi panorami,
l’olio di Olivastra Seggianese Dop, particolarmente dolce soprattutto a Castell’Azzara e a Piancastagnaio. Le vedute
e pregiato, tutelato da un consorzio. Da qui si punta verso ci accompagnano fino a Santa Fiora, borgo ricco di palazzi
la cima della montagna, tra castagneti ancora curatissimi nobiliari che conserva nella pieve di Santa Fiora e Lucilla
e la faggeta più ampia d’Europa. La zona è ricchissima di un notevole complesso di opere di Andrea della Robbia.

106 BELL’ITALIA
In questa foto: la magia di una faggeta sul Monte Amiata. Sotto: funghi
porcini, uno dei tesori dei boschi amiatini insieme alle castagne.

LE NOSTRE SCELTE
CASTEL DEL PIANO
Le Vigne e il Grand Hotel Impero
SEGGIANO
Il Silene e il Ristorante Le Logge
al Borgo-Podere Montale
ABBADIA SAN SALVATORE
Il Bosco di Fonte Magria,
l’Azienda Agricola Biologica Pinzi
Pinzuti e La Rosa Amiatina
PIANCASTAGNAIO
Il Convento San Bartolomeo
CASTELL’AZZARA
Il Caseificio I Renai
SANTA FIORA
La Bottega dei Ciacciai e il Barilotto

BELL’ITALIA 107
CASTEL DEL PIANO
Picnic e degustazioni tra le vigne
Siamo in località Montenero, ai piedi dell’Amiata,
tra i filari di viti della Docg Montecucco Sangiovese
e della Doc Maremma Toscana e gli ulivi secolari
dell’azienda Le Vigne. Tra i vini spicca il Ciliegiolo
vendemmiato in purezza, ma la famiglia di Chiara
Bartolini coltiva anche il grano Senatore Cappelli
e Khorasan, il farro monococco, ceci (l’antica varietà
Sultano), lenticchie e lino per i semi. Gli assaggi
sono accompagnati dagli oli monovarietali e dai
mieli di marruca, sulla, trifoglio, castagno e millefiori,
che sono la passione del figlio Marco Pettini;
degustazioni dei prodotti, inclusi i vini, da 25 €.

Vacanze d’antan al Grand Hotel


Tante lussuose ville raccontano il passato di Castel
del Piano come località di soggiorno estiva: in una
di queste, di inizio secolo, ha da poco aperto il Grand
Hotel Impero, circondato da un bel giardino con alberi
dalle ampie fronde. A disposizione degli ospiti 39
camere, alcune con ampie terrazze, la spa e il ristorante.
In tavola trionfano i prodotti della zona e di piccole
aziende amiatine, in ricette come i pici di grani antichi
con sugo ai porcini. Funghi e castagne la fanno
da padrone in autunno nelle degustazioni, anche
di vini; doppia con colazione da 90 € e cena 35 €.

SEGGIANO
Il menu stellato e vegetariano di Roberto Rossi
«Non avrei mai creduto che un giorno avrei creato
un menu degustazione solo vegetale come “Orti”,
che affianca “I miei 36 anni al Silene”», spiega Roberto
Rossi, chef e patron de Il Silene, una stella Michelin,
ammirando il suo orto di due ettari di fiori edibili, erbe
officinali rare e verdure. La sua cucina è studio, ricerca
e sublimazione delle materie prime. Come una carota
appena colta dall’orto, bollita, messa sottovuoto
con scorza di limone e accompagnata da una crema
di nocciole. Menu degustazione da 120 €.

Una panzanella riveduta e corretta


Mattia Mazzuto è lo chef di Le Logge al Borgo,
il ristorante all’interno del Podere Montale. Romano,
è volato in Australia appena ventenne dopo aver
completato il liceo e il corso di cucina de Il Gambero
Rosso, per poi scalare tutti i gradini della ristorazione.
La sua cucina unisce la tradizione toscana ripensata,
come si evince dai pomodorini di pappa al pomodoro
e dalla rivisitazione della panzanella con tonno,
pomodoro e gelato al cetriolo, e la passione per il pesce.
In abbinamento i vini di Podere Montale (30-35 mila

108 BELL’ITALIA
Pagina precedente,
dall’alto: il bianco
I Maremmani del Podere
Montale, a Seggiano,
ottenuto da uve Chardonnay;
Eleonora Poggioninu,
proprietaria a Castell’Azzara
del Caseificio I Renai, in
compagnia delle sue pecore;
il risotto “frutta, foglie
e fiori”, specialità
di Roberto Rossi, chef
del ristorante stellato
Il Silene di Seggiano.
Sopra: ulivi della cultivar
Olivastra Seggianese,
autoctona della zona del
Monte Amiata (sullo sfondo).
A destra: Roberto Rossi
nella serra del suo orto.
bottiglie l’anno) tra cui due Montecucco Sangiovese
Docg. Da menzionare anche I Maremmani, con uve
Chardonnay, il Peposo, 80% Sangiovese e 20% Merlot
Cabernet, e il Ganzo, un rosé con uve Sangiovese in
purezza; conto 50 €, doppia con colazione da 220 €,
Eno Tour e Jeep Tour da 60 € con tre calici.

ABBADIA SAN SALVATORE


Il gusto antico della pera picciola
Uno sterrato al limitare di castagneti e faggeti conduce
a Il Bosco di Fonte Magria, l’azienda agricola della
famiglia di Antonio Pacini che lavora piante per infusi,
liquori (ad esempio con l’artemisia) e tisane,
e comprende un agriturismo con cinque camere
e un ristorante. È lui a far scoprire questo luogo davvero
speciale dove si assaggia ancora la vera cucina
amiatina, con ricette a base della tipica pera picciola, una
pera tardiva da cuocere e abbinare a castagne o carne.
Una passeggiata permette di scoprire gli endemismi
dell’Amiata: 1.300 specie tra cui ben 52 orchidee.
Terminato il percorso, la mamma di Antonio offre uno
sciroppo di sambuca che ha il sapore di quando si era
bambini; doppia con colazione da 80 € e conto 25-30 €.

Cianfrusaglie e delizie da Marcellina


La conoscono tutti come “la bottega di Marcellina”
ma passando davanti al suo negozio, che sembra quello
di un rigattiere, non verrebbe in mente che qui si possa
comprare cibo. Eppure Marcellina Pinzi Pinzuti sorride
e incarna alla perfezione il suo ruolo di “personaggio”
di Abbadia San Salvatore, divertendosi a raccontare
la storia degli oggetti di questa strana wunderkammer,
popolata dall’”Orologio-ambiguo”, la “Trottola-
frottola”, il “Campanaccio-accio”. Nel frattempo,
in anfratti nascosti scova tartufi, funghi, cassette
di aglione e tutti i prodotti dell’azienda di famiglia,
la Pinzi Pinzuti, una realtà molto importante per
il vino (hanno anche terreni a Montalcino), l’olio
biologico franto a pietra, i formaggi, i salumi
e il miele. E se non trova qualcosa, subito ammonisce:
«Gli oggetti si muovono la notte, ma per fortuna
c’è “la Teiera-severa” che li mette tutti in riga!».

Le delicate confetture di rosa


Sotto Abbadia San Salvatore, dove un tempo passava
la Via Francigena c’è una sorgente d’acqua. Qui dal
2020 la famiglia di Roberto Rappuoli ha aperto La Rosa
Amiatina, azienda specializzata nella trasformazione
della rosa canina e di diversi frutti antichi, insieme
alle preparazioni a base di funghi (Roberto è un esperto
micologo). L’idea è quella di preservare la natura
e promuoverla con un percorso didattico all’aperto

110 BELL’ITALIA
Pagina precedente,
dall’alto: Chiara Bartolini
di Le Vigne, azienda di
Castel del Piano, con la sua
pasta “I Gigli”; una camera
del Grand Hotel Impero,
dimora storica di Castel
del Piano; il chiostro del
Convento San Bartolomeo,
monastero medievale
di Piancastagnaio
trasformato in un lussuoso
relais. Sopra: piazza
Arcipretura a Santa Fiora,
meta finale del nostro
itinerario. A destra:
La Bottega dei Ciacciai,
negozio di prodotti
tipici e reception di Santa
Fiora Ospitalità Diffusa.
La ricetta

INQUADRA
IL QR CODE
E SCOPRI
COME SI
REALIZZA
LA RICETTA

Pomodorini di pappa
al pomodoro con burrata
Una versione “aggiornata” di un classico della cucina toscana

Tra i simboli indiscussi della Toscana Montale, propone la pappa in una


a tavola, la pappa al pomodoro versione che ripercorre i passaggi
è il piatto povero per eccellenza, tradizionali per poi discostarsene
fatto con la passata di pomodoro, nei sapori e nell’aspetto, che diventano
il pane sciapo avanzato e l’olio contemporanei e freschi. È un piatto
extravergine d’oliva. Lo chef Mattia freddo che inganna la vista, perché
Mazzuto del ristorante Le Logge nel piatto sembra esserci un’insalata
al Borgo, all’interno del Podere con piccoli pomodori rotondi e interi.

per i bambini, che qui possono scoprire le varie specie si gode da alcune delle 12 stanze; doppia con colazione
di piante e come vengono trasformate; confettura da 120 €; le ex celle dei frati sono camere singole:
di rosa canina (100 g) 6 €, miele con polvere di rosa pernottamento con prima colazione da 70 €; cena 40 €.
canina (200 g) 9 €; degustazione prodotti da 5 €.
CASTELL’AZZARA
PIANCASTAGNAIO Dalla Sardegna, tre generazioni di pastori
Soggiornare nella storia all’ex monastero Un acquarello realizzato da Eleonora Puggioninu,
È di origine duecentesca il Convento San Bartolomeo, casara de I Renai, racconta la sua storia: la bandiera
poi dimora storica appartenuta alla famiglia della Sardegna, lasciata dal nonno insieme alla nave
Ricci Barbini che la acquistò dopo le soppressioni carica di pecore, e i cipressi dell’Amiata, dove
napoleoniche, restituendo la chiesetta alla curia nel il papà arrivato bambino ha poi incontrato la mamma,
1847. La struttura pare aver avuto da sempre una anche lei figlia di pastori ma toscani. Dopo gli studi
vocazione all’ospitalità, come indicano anche le due alla scuola d’arte, Eleonora decide di tornare all’attività
croci dei Templari sui muri del chiostro. Di incredibile di famiglia ma ha conservato la sua precedente passione:
bellezza la sala Capitolare con affreschi monocromi «uso gli acquarelli diluiti con il latte di pecora», spiega,
della fine del Trecento, il refettorio e gli spazi all’aperto, «in solidarietà alle battaglie dei pastori». Oggi possiede
dove un tempo c’erano le vasche per i pesci dei frati 700 pecore di razza Sarda e porta avanti la tradizione
e dove gli alberi da frutto e le rose fanno cornice a con pecorini stagionati e semistagionati. Su prenotazione
matrimoni e feste private. Si cena in giardino, vicino alla prepara anche due storiche specialità: la Fiorita,
nuova piscina riscaldata con la geotermia, con una vista un pane e ricotta che si faceva per la transumanza,
impagabile sulla val di Paglia e val D’Orcia e la torre e la Gioncata, latte cagliato che un tempo si conservava
di Radicofani che svetta all’orizzonte. La stessa vista nelle felci; pecorino stagionato da 19 € al kg.

112 BELL’ITALIA
Indirizzi Santa Fiora Ospitalità
Diffusa, via Carolina,
CASTEL DEL PIANO (Grosseto) 378/302.78.52.
Le Vigne, località Il Barilotto,
Montenero d’Orcia, via Carolina 24,
0564/95.41.16. 0564/97.70.89.
Grand Hotel Impero,
via Roma 7, 0564/95.64.29. Da vedere
Chiesa dell’Abbazia
SEGGIANO (Grosseto)
di San Salvatore, Abbadia
Il Silene, località Pescina, San Salvatore, via del
0564/95.08.05. Monastero, 0577/77.73.52.
Ristorante
Festa del Crastatone,
Le Logge al Borgo-
a Piancastagnaio.
Podere Montale,
La tradizionale
strada comunale
Poggioferro 1, 0564/176.81.63. festa delle caldarroste
si tiene ogni anno
ABBADIA SAN SALVATORE (Siena) nella settimana
Il Bosco di Fonte della festa dei Santi.
Magria, strada Vetta Peschiera di Santa
Monte Amiata km 2,2, Fiora, Santa Fiora, strada
0577/77.85.39. provinciale La Bella,
Azienda Agricola 333/902.35.07.
Biologica Pinzi Pieve di Santa
Pinzuti, punto vendita
Fiora e Lucilla, Santa Fiora,
in via Cavour 18,
piazza Arcipretura 1,
0577/77.80.40.
0564/97.70.70.
La Rosa Amiatina,
via di Terra Bianca 215,
In questa foto: la suggestiva cripta della chiesa di Abbadia San
Salvatore. Pagina precedente, da sinistra: Mattia Mazzuto, chef delle 328/131.51.60. Info
Logge al Borgo; i suoi pomodorini di pappa al pomodoro con burrata. Comunità del Cibo, info@
PIANCASTAGNAIO (Siena) comunitadelciboamiata.it.
Convento San Bartolomeo, La Comunità del Cibo tutela
viale Vespa 368, 0577/78.71.20. e promuove i piccoli produttori
di grani antichi, legumi, olio,
CASTELL’AZZARA (Grosseto) salumi, confetture di frutti
SANTA FIORA antichi e piante officinali
Ospitalità diffusa e prodotti “Fatt’ammano” Caseificio I Renai,
del Monte Amiata dei versanti
località I Renai,
A pochi metri dal palazzo comunale e dalla torre grossetano e senese.
329/009.08.37
dell’Orologio, La Bottega dei Ciacciai ha la doppia e 333/937.91.73. Consorzio Tutela
funzione di negozio di specialità del territorio Olio Seggiano, Arcidosso,
e di reception per il Santa Fiora Ospitalità Diffusa, SANTA FIORA (Grosseto) località Colonia,
rete di camere e di appartamenti sparsi nel borgo. La Bottega dei Ciacciai- 0564/96.52.59.
I prodotti in vendita hanno il marchio “Fatt’ammano”
e comprendono molte specialità della zona
come il ragù di baccalà e di cinghiale, le castagne
al rum e la marmellata di cipolla della Selva; FACILE!
doppia con colazione da 70 € e cena 30 €.

Tortelli e pici sempre abbondanti


Locale tra i più tipici e frequentati di Santa Fiora,
Il Barilotto conserva la tradizione della cucina amiatina
grazie al lavoro di Christian Croci, un ragazzo di origine
albanese adottato dallo storico proprietario Pierangelo INQUADRA IL QR
CODE E RITROVA
Croci. Si spazia dai tortelli con il ragù a quelli con farina TUTTE LE
INFORMAZIONI
di castagne e sugo di funghi fino ai pici alla carrettiera, con DI QUESTA
il pomodoro e leggermente piccanti. I piatti sono molto PAGINA SUL TUO
CELLULARE
abbondanti, il servizio cortese e informale; pranzo 25 €.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

BELL’ITALIA 113
Cibo & Paesaggio TESTI ANGELO SURRUSCA FOTOGRAFIE OLIVER MIGLIORE

A cura di Slow Food UNO STORICO PECORINO


LAZIO
DA GUSTARE CON FAVE E TRIPPA
Il cacio di Genazzano, ottenuto dalla lavorazione del latte
ovino crudo, viene prodotto da secoli secondo tecniche tradizionali

A metà strada tra Roma e Frosinone, Ge- per produrre il cacio fresco, o di un chic- territoriale promosso dal Gal Terre di Pre.
nazzano sorge su uno stretto sperone di co di mais per quello stagionato. La mas- Gio. in sinergia con la condotta Slow Fo-
tufo vulcanico circondato da aree bo- sa ottenuta viene trasferita in fuscelle di od Ciociaria e Territori del Cesanese. At-
schive di pregio come La Selva, polmone legno o plastica, dove spurga il siero in tualmente vi aderiscono due aziende,
verde tutelato dal 2000. Qui e nel vicino eccesso mediante una pressatura manua- una a Genazzano, l’altra a Cave. L’alle-
paese di Cave si produce da secoli un le e una cannuccia di legno posta al cen- vamento è di tipo semibrado, l’alimenta-
pecorino, chiamato semplicemente ca- tro del coagulo. Seguono la stufatura a 40 zione al pascolo può essere integrata nei
cio. Le prime testimonianze scritte, cu- o 45 gradi (a seconda che si produca il periodi sfavorevoli con fieno autoprodot-
stodite nella Biblioteca Statale di Santa cacio fresco o stagionato), la salatura a to, cereali e con leguminose; sono vieta-
Scolastica a Subiaco, risalgono al 1632 e secco e la stagionatura su assi di legno. Il ti la paglia, gli insilati di mais ed erba, gli
raccontano di pagamenti al principe Co- cacio fresco è pronto dopo un mese, scarti di lavorazione industriale, gli ali-
lonna «in scudi e cacio». Ma anche in quello stagionato ne richiede almeno sei. menti di origine animale e gli organismi
tempi più recenti, oltre a rappresentare geneticamente modificati.
un’importante risorsa alimentare per le UN NUOVISSIMO PRESIDIO Insieme a tanti altri Presidi, il cacio di
famiglie contadine locali, il “formaggio PER UN’ANTICA ECCELLENZA Genazzano sarà presente alla 14ª edi-
secco” (vecchia definizione della versio- Il cacio fresco si abbina bene a fave fre- zione di Cheese, il più grande evento
ne stagionata) è servito da preziosa mer- sche, pere, miele e confetture di prugne mondiale dedicato ai formaggi a latte
ce di scambio, come si evince da contrat- e visciole; quello stagionato viene grattu- crudo e alla loro biodiversità che si tie-
ti d’affitto di terreni datati 1958. giato per esaltare il gusto di piatti della ne a Bra (Cuneo) dal 15 al 18 settembre.
Il cacio di Genazzano si produce con tradizione, come la trippa alla romana e In programma laboratori del gusto, con-
latte ovino crudo di pecore di razza Co- i tonnarelli cacio e pepe. Questa eccel- ferenze, appuntamenti a tavola, il gran-
misana, Sarda, Massese e relativi incroci, lenza casearia oggi è disponibile solo in de mercato e la Via degli Affinatori per
posto in caldaie di rame stagnato a 35-38 quantità limitate e solo localmente. Il conoscere il meglio della produzione
gradi e coagulato con caglio di vitello, Presidio per la sua tutela, costituito da lattiero-casearia italiana e internaziona-
capretto o agnello. La cagliata viene poi pochissimo tempo, è il culmine di un per- le. Il programma completo è disponibile
rotta nelle dimensioni di una nocciola corso di valorizzazione e coordinamento sul sito cheese.slowfood.it

114 BELL’ITALIA
Dove Come Quando
A sinistra: il pastore Niculai
Aposto dell’Oca Bianca di
il gregge. Sotto, dall’alto:
la rottura della cagliata GENAZZANO (Roma)
Cave, una delle aziende del nella caldaia di rame; il borgo
Presidio Slow Food del cacio di Genazzano; il pecorino
di Genazzano, al pascolo con pronto da gustare.

Abbacchio, porchetta e frascatelli


Come arrivare con ingredienti reperiti da
produttori di prossimità: salumi
In auto: A1 Milano-Roma uscita e formaggi ciociari artigianali,
Valmontone, quindi provinciale pane fritto con porchetta,
60 per Genazzano e strada tagliolini, frascatelli, gnocchetti
regionale 155 fino a Cave. a coda de soreca con ragù
In camper: Agriturismo Terra rosso di manzo, carne alla
del Vento, a Genazzano, griglia. Conto 35-50 €.
località Santa Cristina, via OSTERIA DEL VICOLO FATATO
Spinaceto, 338/804.42.89. (Piglio, vicolo del Forno Fatato
11, 0775/50.30.35).
Le buone soste Nella sua piccola osteria
Pompeo De Bellis illustra
SORA MARIA E ARCANGELO i piatti elaborati con semplicità
(Olevano Romano, via Roma da Nadia Aglitti. Nell’antipasto
42, 06/956.40.43). trovano ampio spazio erbe
Il ristorante di Giovanni Milana di campo e aromatiche. Buoni
offre piccole sale ben arredate. i primi di pasta casalinga,
Ottimi gli antipasti con salumi la zuppa di fagioli e baccalà,
e formaggi, anche Presidi Slow i secondi come l’arista con
Food, i gustosi orapi (spinaci melagrana. Conto 27-38 €.
di montagna) con uovo
in camicia e tartufo, Per dormire
i cannelloni, la succulenta
trilogia di abbacchio. Lodevole L’OCA BIANCA
carta dei vini. Conto 35-50 €. (Cave, via Madonna del
© RIPRODUZIONE RISERVATA

CASALE VERDE LUNA Campo 4, 06/950.80.35).


(Piglio, contrada Civitella 3, Agriturismo gestito da uno
0775/50.30.51). dei produttori del cacio
Un agriturismo circondato di Genazzano. Dispone
da vigneti che riserva forte di otto appartamenti e piscina.
attenzione al territorio, Doppia con colazione da 90 €.

Presidio Slow Food


Referente dei produttori: Loris Pergolini 334/737.34.92; loris.prg@gmail.com
Sopra, il simbolo che garantisce, sulla confezione, i prodotti dei Presidi Slow Food.

BELL’ITALIA 115
A tavola A CURA DI PAOLO MASSOBRIO IL GOLOSARIO | |

MASSA LUBRENSE (Napoli) | LO STUZZICHINO

A PRANZO DAI
DE GREGORIO
Nella frazione di Sant’Agata sui Due
Golfi, la famiglia coccola gli ospiti
con golosi “stuzzichini” campani,
pesce, pollo ruspante e dolci sublimi

Sant’Agata sui Due Golfi, frazione di Massa Lubrense e perla della


Penisola Sorrentina, deve il suo nome alla posizione in cui sorge, fra
i golfi di Napoli e di Salerno. Il suo centro raccolto e molto vivace
offre un tuffo nella tradizione della cucina locale nel caratteristico
ristorante di fianco alla chiesa, con ampio giardino. Il nome, Lo
Stuzzichino, è mutuato dai piccoli assaggi che ancora oggi rappre-
sentano gli amuse-bouche del ristorante della famiglia De Grego-
rio: la bruschetta, le crocchette, i calzoncini e la mozzarella in car-
rozza. Strepitosa anche la selezione dei vini, autentica passione di
Mimmo De Gregorio, cuoco simpatico e gran conoscitore di mate-
rie prime che lui coltiva e confeziona sotto il marchio del suo Orto
Ghezi. In cucina, la sorpresa è vedere i suoi genitori, papà Paolo e
mamma Filomena, ancora all’opera a preparare gli “stuzzichini”.

UN MENU RICCHISSIMO DALLE POLPETTE AL BABÀ


La carta è ampia e inizia con il Menu del Buon Ricordo (sodalizio di
cui fa parte il ristorante), seguito da quello delle Premiate Trattorie
In alto: un ritratto della famiglia De Gregorio, alla guida Italiane. Fra gli antipasti troviamo le polpette di mamma Filomena e
del ristorante Lo Stuzzichino dal 1989. Qui sopra:
ravioli al profumo di limone massese con vongole veraci, i peperoni imbottiti alla sorrentina, oppure i gamberetti di Nassa di
una delle specialità dello chef Mimmo De Gregorio. Crapolla al salto, con sale e pepe, e le zuppe del giorno dell’Orto
Ghezi o quella al pomodoro di nonna Nardella. Seguono gli sciala-
tielli ai frutti di mare oppure i ravioli al profumo di limone massese
LO STUZZICHINO, Massa Lubrense (Napoli),
località Sant’Agata sui Due Golfi, corso Sant’Agata,
con vongole veraci. Tra i secondi c’è il pesce pescato nei due golfi e
081/533.00.10; ristorantelostuzzichino.it il baccalà alla brace con la cipolla ramata di Montoro, ma il piatto
Come arrivare: A3 Napoli-Salerno, uscita che vale il viaggio è il pollo ruspante al forno con le patate. Il mo-
Castellammare, da dove si segue la statale 145. mento dei dolci è davvero solenne, con il babà al rum con la crema
Conto: 45 €. Apertura: chiuso il mercoledì. di amarene appassite dei Colli di San Pietro, il classico sorbetto al
limone e una irrinunciabile Delizia al limone di Sorrento.

LA BOTTEGA

META (Napoli) | PASTICCERIA BAR ROMANO


A 10 chilometri da Sant’Agata è d’obbligo una sosta per assaggiare le sfogliatelle della Costiera alla
Pasticceria Bar Romano (nella foto). Nel negozio, che non ha nulla di appariscente, sono da scoprire anche
altri dolci come la classica Delizia al limone, prodotta con i limoni biologici locali, il babà e le melanzane
al cioccolato. Fin qui vince la tradizione, ma c’è spazio anche per dolci considerati più “moderni” come
le torte pan di stelle, bacio, cappuccino, setteveli e la Veneziana, preparata con soffice pan di Spagna,
crema chantilly e fragoline di bosco fresche. Si parte dalle 6 del mattino con le golose colazioni.
Pasticceria Bar Romano, Meta (Napoli), corso Italia 35, 081/878.62.27; pasticceriabarromano.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

116 BELL’ITALIA
TESTI GIUSEPPE DE BIASI Cantine d’Italia
PANTELLERIA (Trapani) | PELLEGRINO 1880

IL VINO
Pellegrino 1880
Isesi 2021
Pantelleria Doc
Il nome è un omaggio ai
“sesi”, strutture megalitiche
erette dalla popolazione
di origine africana che
arrivò sull’isola circa 5.000

GLI EROICI VINI PANTESCHI


anni fa. Questo bianco
di carattere si annuncia
con un brillante giallo
paglierino che al naso Da trent’anni Pellegrino 1880 sostiene l’antica tecnica di coltivazione
propone note di salvia,
fiori di cappero e gelsomino
della vite ad alberello, alla base dell’eccellente Zibibbo isolano
associate a un fruttato di
mela verde e pesca bianca Splendida per le sue meraviglie naturali quisizione di un vigneto di ben otto
e sbuffi di erbe aromatiche. inframmezzate dai tipici dammusi e ter- ettari in contrada Sibà, sul lato occiden-
ll sorso è intenso, fruttato razzamenti, Pantelleria è la “perla nera” tale dell’isola. Sono segnali di quanto il
e floreale, di decisa sapidità del Mediterraneo, fra tramonti africani presidente Benedetto Renda tenga al pro-
e persistenza. Prodotto e un mare blu cobalto. Il variegato mo- getto dello Zibibbo pantesco: da sempre
in circa 20 mila bottiglie, saico paesaggistico che la caratterizza è Pellegrino svolge una fondamentale fun-
costa 19 €. Si abbina bene il risultato delle popolazioni – dai Sesio- zione sociale garantendo l’acquisto delle
al tipico cous cous pantesco
ti ai Fenici, dai Romani agli Arabi – che uve di 350 piccoli conferitori locali. La
come al pesce spada con
capperi, pomodori e olive.
nei secoli l’hanno abitata e arricchita di nuova cantina si caratterizza per l’utiliz-
stratagemmi utili a sfruttare i fertili ma zo di energia sostenibile (con il più gran-
ostici suoli vulcanici di cui è composta. de parco solare dell’isola), la splendida
La tecnica di coltivazione della vite ad terrazza affacciata sul mare e il taglio
alberello pantesco è Patrimonio Immate- curatissimo delle visite, che si sofferma-
riale Unesco dal 2014, simbolo vivente no sulle peculiarità delle varie microzo-
della viticoltura eroica, che deve fare i ne. Nella gamma delle etichette spiccano
conti con un vento che soffia impetuoso il Nes, un passito naturale dall’encomia-
quasi tutto l’anno. Se ne ricava l’inimita- bile equilibrio gustativo, Oscar del Vino
bile passito da uve Zibibbo, che rappre- 2022 Bibenda, e l’Isesi, bianco struttura-
In alto: vigneti ad alberello
senta l’anima e la fierezza dell’isola. to e minerale che identifica la nuova
a punta Li Marsi. Sopra: In questo scenario lo storico marchio frontiera pantesca, quella dei vini secchi
Benedetto Renda (a destra), marsalese Pellegrino 1880 ha deciso di e sapidi, svezzati dai terreni vulcanici e
presidente di Pellegrino 1880.
Sotto: la cantina, sede rafforzare il suo trentennale impegno con dal perenne alito salmastro. Entrambi
delle degustazioni vista mare. la costruzione di una nuova cantina, di- sono orgogliosi figli di uve Zibibbo, vi-
segnata da Carla Giustolisi, e con la pre- tigno che solo a Pantelleria si esprime
senza diretta grazie alla recentissima ac- con tale primigenia potenza.

Pellegrino 1880-Cantina Pantelleria, Pantelleria (Trapani), contrada Cuddie Rosse,


0923/71.99.67; www.carlopellegrino.it/territorio/pantelleria
Come arrivare: dal porto seguire la strada perimetrale per circa 2 chilometri in direzione Mursia.
Visite e degustazioni: tutti i giorni su prenotazione. La visita guidata all’azienda
prevede una degustazione finale di tre vini da uve Zibibbo in abbinamento a specialità locali,
nella sala interna della cantina o nella terrazza sul mare davanti al tramonto; prezzo 20 €.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BELL’ITALIA 117
In questa

Aria aperta TESTI PIETRO COZZI


foto:
dormire on
the road tra
i fiordi
dell’Islanda.

PARMA | DAL 9 AL 17 SETTEMBRE

VACANZE
IN LIBERTÀ
Nuovi modelli, accessori e un’ampia
offerta di itinerari al Salone del Camper,
la più importante fiera italiana
per gli appassionati del settore

“Vivere la libertà come stile” è lo slogan che ispira il Salone in Italia spiccano il Friuli-Venezia Giulia da Ampezzo a Ni-
del Camper di Parma, arrivato alla sua quattordicesima edi- mis, toccando quindici comuni vicino al Tagliamento; la
zione. Alla più importante fiera italiana del settore sono at- Food Valley emiliano-romagnola; il litorale marchigiano da
tesi 300 espositori e 110 mila visitatori su una superficie Fano a San Benedetto del Tronto; la Costa dei Trabocchi in
espositiva di 100 mila metri quadrati. Come da tradizione, Abruzzo; un itinerario in Molise tra borghi e tratturi, lungo
nei cinque padiglioni della Fiera di Parma si scoprono le no- le antiche vie della transumanza dei pastori; la “Via dei Fe-
vità di tutte le più importanti aziende europee del comparto nici” tra mare ed entroterra della Sicilia occidentale. Tanti
caravan e camper, accompagnate da altre proposte per pro- anche gli spazi dedicati alle diverse attività che completano
gettare la vacanza ideale: gli accessori per i veicoli, lo shop- una vacanza open air ideale, a partire da “Cucinare in cam-
ping di prodotti per i piccoli spazi e soprattutto una vasta per”, l’area gestita dall’Unione Ristoranti del Buon Ricordo
scelta di itinerari e mete di taglio culturale, paesaggistico ed e dedicata alla buona cucina in piccoli in spazi.
enogastronomico. Tra i suggerimenti del Salone per un tour SALONE DEL CAMPER INFO www.salonedelcamper.it

CERNOBBIO (Como) | DAL 28 SETTEMBRE ALL’1 OTTOBRE


PIANTE E GIARDINI IN RIVA AL LAGO
Il “Paesaggio d’acqua” è al centro della riflessione di Orticolario 2023.
Nel parco di villa Erba, il garden show sulle rive del lago di Como indaga
il variegato rapporto tra le piante e questo prezioso elemento, dalle
ninfee ai cactus. Anche le installazioni artistiche, come Un’onda del mare
nel lago di Como di Francesco Mazzola (nella foto), si ispirano al tema.
ORTICOLARIO INFO www.orticolario.it

BIBIONE (Venezia) | 15-17 E 22-24 SETTEMBRE


SULLA SPIAGGIA DEL FITNESS
Anche in questo ultimo scorcio di estate 2023 Bibione si conferma una delle
spiagge d’Italia ideali per il fitness. Si parte con l’Olistic Festival (15-17/9),
guidato da maestri provenienti da tutta Italia e dedicato al rapporto tra yoga e
musica (nella foto). Una settimana dopo va in scena il Bibione Beach Fitness
(22-24/9), con 15 palchi vista mare dedicati a diversi tipi di balli e danze.
BIBIONE OLISTIC FESTIVAL E BIBIONE BEACH FITNESS INFO olisticfestival.it e beachfitness.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

118 BELL’ITALIA
TESTI E DISEGNI DI ALBANO MARCARINI I Sentieri
L’ITALIA A PIEDI E IN BICICLETTA | SERRAMONACESCA (Pescara)

IL ROMANICO NELLA VALLE DELL’ALENTO


Ai margini settentrionali del Parco Nazionale della Maiella, un’escursione ad anello
da Serramonacesca tocca una grande abbazia medievale e attraversa selvagge gole fluviali

La chiesa di San
Liberatore a Maiella

A
lcune architetture religiose, in particolare Nazionale della Maiella. Insieme al vicino abitato
quelle romaniche, hanno mantenuto nei secoli di Serramonacesca è un angolo d’Abruzzo che prelude
un’eccezionale armonia con il paesaggio all’aspra montagna, conservando la pacata dolcezza
circostante. Si potrebbero citare decine di esempi dei suoi coltivi disseminati di casali e parcellizzati
in ogni parte d’Italia dove le rustiche murature esterne, in mille scampoli di buone terre. Sembra un paesaggio
la loro cromia e soprattutto il quasi naturale immutato nel tempo, fin da quando agli albori del
“matrimonio” tra la forma dell’edificio e la natura Medioevo gli eremiti uscirono dalle loro scure celle
circostante danno un risultato che nessun altro rupestri per abitare eremi e cenobi che la volontà
successivo stile architettonico ha più saputo ripetere. di nobili e imperatori volle diffondere a maggior gloria
Il caso di San Liberatore a Maiella è uno di questi. di Dio. La valle dell’Alento ma in genere tutta
Le solenni dimensioni dell’edificio sovrastano il contesto la montagna della Maiella si distingue per questo genere
ambientale in cui si colloca, nella solitaria valle del di edifici religiosi, incastonati fra le rocce oppure,
fiume Alento, al margine settentrionale del Parco come San Liberatore, adagiati nel fondo di una valle.

BELL’ITALIA 119
I sentieri

Quasi dieci
chilometri
di facile
trekking

Borgo di Serramonacesca
Il punto di partenza dell’itinerario
è questo borgo disteso su uno
sperone collinare, fra uliveti e frutteti,
che lega il nome alla presenza
di antiche celle monastiche, dove
la “serra” si potrebbe intendere
come la separazione dei monaci
dal mondo circostante. Il rione Fara,
nel centro storico, rimanda forse
a un nucleo originario longobardo.
Da vedere la chiesa di Santa Maria
Assunta e, dopo l’escursione,
il possente castel Menardo, che
dista mezz’ora a piedi dall’abitato.
Risalendo la valle dell’Alento
e seguendo la segnaletica si giunge
all’abbazia di San Liberatore.
A metà strada si incontrano
la cappella di Santa Maria
e, in alto sotto una rupe, le celle
eremitiche dei monaci della zona.

San Liberatore a Maiella


È un vasto complesso cenobitico
di cui resta solo la chiesa, esempio
di Romanico abruzzese a pianta
basilicale e a tre navate con tre
absidi semicircolari. Nel IX secolo
i territori di San Liberatore si
estendevano tra i fiumi Pescara e
Trigno. Dopo il terremoto del 990,
il priore cassinese Teobaldo avviò
la ricostruzione del monastero 3
(1080-1090), poi passato sotto
i Normanni e gli Angioini. Il grande Un lanario
chiostro e gli edifici monastici Gola dell’Alento
del complesso cedettero a seguito Dall’abbazia il sentiero (segnavia D3)
di smottamenti del terreno. scende nel cupo solco dell’Alento,
La chiesa è stata restaurata negli scenario ambientale di notevole
ultimi decenni del secolo scorso. suggestione. Si procede camminando
Molto suggestivi sono l’ambone accanto al corso d’acqua; sull’altro lato
del XII secolo, il ciclo parietale si individuano diverse tombe rupestri,
di affreschi recentemente scavate nella roccia calcarea, in forma
restaurati, il pavimento della di sarcofago sormontato da un arcosolio.
seconda metà del XIII secolo Il sentiero risale poi dalla gola e torna
e la massiccia torre a quattro ripiani. alla strada forestale della valle.

120 BELL’ITALIA
ITINERARIO AD ANELLO a piedi nel
4
territorio di Serramonacesca (Pescara).
Ai confini del Parco della Maiella PARTENZA E ARRIVO: Serramonacesca.
Si raggiunge in auto con l’autostrada
Dopo aver risalito il corso dell’Alento per alcune centinaia di metri, A25, uscita Manoppello; da qui segue
lungo il perimetro del Parco Nazionale della Maiella si notano
per un breve tratto la strada statale
le indicazioni per la torre di Polegro, dove continua il segnavia
5 “Tiburtina” in direzione Scafa e poi
D3. La stradina che si lascia porta ad altre cavità sotterranee e alle
sorgenti dell’Alento, sotto la sella dell’Aia della Forca, a 700 metri si devia a sinistra sulla statale 539
d’altitudine. Il sentiero s’inerpica con qualche stretto passaggio dove di Manoppello per 10 chilometri.
a primavera si notano i fiori d’anemone stellata. Guadando un rivo LUNGHEZZA: 9,5 km.
che scende verso l’Alento si giunge alla rupe dove si erge la torre DISLIVELLO: 290 metri.
e da dove si scorgono il passo Lanciano e la vetta della Maielletta. TEMPO DI PERCORRENZA: 3 ore circa.
INFO: Pro Loco Serramonacesca,
388/306.14.33. L’abbazia di San
Liberatore a Maiella è aperta
d’estate tutti i giorni tranne il lunedì.

Legenda

La cappella di Santa Maria, nella prima parte del trekking.

La discesa
Si piega a sinistra
lungo la sterrata
e si inizia la discesa
fra la boscaglia
e i pascoli del
versante destro della LE BUONE SOSTE
valle dell’Alento,
fino a toccare Per mangiare
le prime case di
Serramonacesca, RISTORANTE CARLETTI-NONNA IDA
in un paesaggio di (contrada San Liberatore a Maiella 5,
solitaria bellezza. 389/761.81.93).
Nel menu tanti arrosti e anelli
alla pecorara. Conto 20-30 €.

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SCOPRI (via Pio La Torre 3, 085/85.98.61).
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IL CODICE LUNGO Piccolo e riservato con tanti piatti
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SAPERNE E SCARICA degni di nota, a partire dall’antipasto
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5
Per dormire
Torre di Polegro
B&B ANTICA CASA DEL SEGRETARIO
La torre di Polegro, o Castrum Polegrae, fu eretta, come il castel
(piazza del Popolo 8, 391/748.93.72).
Menardo, a difesa dell’abbazia di San Liberatore. Ha una forma
Cinque camere in una palazzina
cilindrica, in parte collassata, e domina dalla sua posizione la valle
di inizio Novecento appena
dell’Alento. Tra le fessure della muratura potremmo scorgere un
ristrutturata con tutti i comfort.
rapace come il lanario, un falco mediterraneo. L’itinerario rimonta
ora verso l’alto fino a raggiungere una recente strada sterrata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BELL’ITALIA 121
Itiner ari

In questa foto:
la pittura murale, ricca
di contenuti storici e
sociali, è caratteristica
di molti paesi della
Barbagia. In basso,
da sinistra, prodotti
tradizionali barbaricini:
su filindeu, pasta
dai fili sottilissimi,
il torrone, le castagne
e il pane carasau.

SARDEGNA

Autunno in Barbagia,
il caldo abbraccio dell’isola

122 BELL’ITALIA
FACILE!
INQUADRA IL QR CODE E Bell’Italia con Autunno in Barbagia
RITROVA TUTTE LE
INFORMAZIONI DI QUESTE
PAGINE SUL TUO
CELLULARE

Q
uest’autunno, non prendete impegni: la Barbagia Nelle strutture ricettive, nelle case private, negli incontri
vi aspetta. Dal 2 settembre fino al 17 dicembre, casuali, nelle grandi e piccole sagre che si svolgono nei
ogni sabato e domenica, un borgo di quella che è paesi e nelle feste contadine ciò che colpisce il visitatore
considerata la regione più autentica della Sardegna, il cuore è questo atteggiamento che, apparentemente in contrasto
più genuino dell’isola, celebra a turno il rituale dell’ospitalità con il proverbiale riserbo dei sardi, apre le braccia e il cuore
e della festa in onore di chi viene da fuori. Se è vero che a chi viene da fuori. “Autunno in Barbagia” è una grande
i sardi sono in genere ospitali, qui siamo nei luoghi in cui manifestazione ispirata a celebrare questo sentimento.
questo atteggiamento nei confronti degli ospiti è elevato Nata nel 1996 con il nome di “Cortes apertas” per iniziativa
alla massima potenza: perché non esiste altrove un posto dell’azienda speciale della Camera di Commercio di
che più di quest’area centrale dell’isola, distesa tra i Nuoro, ha via via interessato un numero crescente di paesi
contrafforti del Gennargentu, con i suoi infiniti silenzi rotti proponendo un suggestivo itinerario a tappe tra i numerosi
solo dagli scampanii delle greggi, riservi a chi viene da centri della Barbagia (nell’edizione di quest’anno saranno
lontano l’afflato di una vicinanza e di un calore così tangibili. ben 33; informazioni alla pagina seguente), alla scoperta
«Qua l’ospitalità è considerata un sacro dovere che tutti delle tradizioni culinarie, artigianali e produttive del territorio.
rigorosamente osservano come legge morale», scriveva Siamo nel cuore della Sardegna rurale. I pastori disattendono
Grazia Deledda. Ma anche tutti i piccoli e grandi viaggiatori per due giorni il pascolo per accogliere sos istranzos:
che nei secoli scorsi hanno visitato a vario titolo la Sardegna e non è un caso che questo termine, in sardo, indichi sia
non dimenticano di sottolineare lo straordinario senso il forestiero che l’ospite, in una significativa identificazione
dell’accoglienza che caratterizzava l’avvicinamento dei ruoli. I cortili (cortes) degli abitanti si aprono al visitatore,
alla gente. «L’ospitalità è esercitata come un diletto, non inghirlandati come per le feste maggiori. Una completa
come un bisogno o un obbligo», scrive nel suo Voyage en immersione in un percorso fatto di tradizioni millenarie, di
Sardaigne, pubblicato nel 1835, Antoine-Claude Pasquin arti e mestieri che le comunità barbaricine custodiscono con
Valéry, bibliotecario della reggia di Versailles. orgoglio. Si beve un bicchiere di Cannonau, si degustano

Il rituale della schietta ospitalità sarda si rinnova grazie ad “Autunno in Barbagia”, la manifestazione
che svela ai visitatori cultura e tradizioni della regione nel cuore dell’isola. Sono 33 i paesi protagonisti
dell’edizione di quest’anno, in programma tra settembre e dicembre TESTI ALDO BRIGAGLIA

BELL’ITALIA 123
Sopra, da sinistra: i costumi e le attività della tradizione sono protagonisti in occasione di “Autunno in Barbagia”; i piccoli centri dell’area (qui uno
scorcio di Orani) conservano ampie testimonianze dei caratteri edilizi e urbanistici degli insediamenti originari. In basso: due bicchieri di Cannonau.

i pecorini e i dolci di produzione casareccia, si familiarizza esempio, del Museo Nivola di Orani, del Museo delle
con i colori, i costumi tradizionali, i balli e le musiche che Maschere di Mamoiada, del Museo del Pane di Orgosolo
ininterrottamente chiamano al divertimento. (informazioni: distrettoculturaledelnuorese.it). Per non parlare
Ogni appuntamento in ogni singolo paese va ben al di là della strepitosa offerta culturale di Nuoro col suo Museo
della semplice visita al borgo, alla sua gente, alle sue cantine, Archeologico, il Museo del Costume, il Museo Man (che fino
ai suoi prodotti tipici. Questi due o tre giorni, in realtà, a ottobre ospita una mostra di dipinti e sculture di Matisse), la
sono l’occasione per la scoperta delle numerose attrattive casa natale di Grazia Deledda, lo Spazio Ilisso che propone,
archeologiche, storiche, culturali e paesaggistiche che tra le altre, le opere di Maria Lai e di Francesco Ciusa, ritenuti
i dintorni riservano, dalle domus de janas dell’età neolitica i più grandi artisti sardi del Novecento. A cui si aggiunge,
ai colossi megalitici dell’epoca nuragica, dalle chiese inaugurato di recente negli spazi restaurati di casa Chironi,
romaniche agli irripetibili tesori della flora e della fauna, il Museo Regionale della Ceramica Artistica, con opere
ai ricchi musei che in ogni paese custodiscono lo specifico di Ciusa, Salvatore Fancello, i fratelli Melis, Edina Altara.
patrimonio del luogo. È il caso, per fare solo qualche Insomma, un intero territorio che vi aspetta “a corti aperte”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel cuore dell’ospitalità Sardo, Onanì e Orgosolo (14-15),


Belvì, Ottana e Sorgono (21-22),
Quest’anno sono 33 i borghi che Aritzo e Olzai (28-29).
accolgono i visitatori in occasione Novembre: appuntamento a
Nuoro
di “Autunno in Barbagia”. Desulo (1-5), Mamoiada (3-5),
BARBAGIA
Settembre: protagonisti Ovodda (4-5), Nuoro e Tiana
sono Bitti (2-3), Oliena (9-10), (11-12), Atzara (18-19),
Sarule e Teti (16-17), Austis Lodine e Ollolai (25-26).
e Orani (23-24), Dorgali, Dicembre: tocca a Gadoni
Lula e Orotelli (30-1° ottobre). e Oniferi (2-3), Fonni (8-10),
Ottobre: sarà la volta di Gavoi, Ortueri (9-10), Orune (16-17).
Lollove e Tonara (7-8), Meana Info: cuoredellasardegna.it

124 BELL’ITALIA
TESTI PIETRO COZZI Gusto

IL CONSIGLIO

DA VEDERE
Palazzo Mazzetti
(corso Alfieri 357,
ASTI | DALL’8 AL 17 SETTEMBRE 0141/53.04.03).
Questa dimora barocca,

BARBERA E MOSCATO IN FESTA appartenuta alla famiglia


Mazzetti fin dal Quattrocento,
ospita le collezioni civiche:
Palazzi, cortili e piazze del centro ospitano la Douja d’Or, tessuti antichi, pitture
tradizionale rassegna dedicata ai migliori vini astigiani e piemontesi e sculture del XIX-XX secolo
e una raccolta di ceramiche
L’esordio, nel 1967, riporta alla memoria gramma di degustazioni (sopra, a destra), e preziosi avori orientali.
Orario: martedì-domenica
un’epoca pionieristica nella promozione del masterclass, spettacoli e cene. Una passeg-
10-19; ingresso 10 €, valido per
vino italiano: la prima edizione della Douja giata nel centro storico consente di appro- sette siti culturali cittadini.
d’Or si svolse alle porte di Asti, sulla statale fondire le diverse realtà geografiche del vino
per Torino, in uno stand dove gli automobi- astigiano e piemontese. Piazza San Secondo
LA BUONA SOSTA
listi di passaggio potevano acquistare le mi- (sopra, a sinistra) è la casa di Piemonte Land
gliori etichette dei produttori locali. Da allo- of Wine, l’associazione che riunisce 14 con- Il Podestà (via dei Cappellai 5,
0141/59.00.30).
ra la storica rassegna-concorso, il cui nome sorzi del vino, mentre la Camera di Commer-
Ospitato in un edificio storico,
riprende quello in dialetto della tradiziona- cio di piazza Medici ospita le masterclass. il ristorante è una delle più
le brocca locale, si è affermata come una Altri cortili e nobili saloni accolgono le bol- apprezzate tavole cittadine.
delle più importanti a livello nazionale. Or- licine dell’Asti Docg (palazzo Gastaldi), la Il menu è all’insegna della
mai da diversi anni l’evento si svolge in stra- Barbera d’Asti e i vini del Monferrato (palaz- tradizione: carne cruda
de, piazze e dimore storiche della città, che zo Alfieri), il Vermouth (piazza Roma) e i di Fassona, agnolotti del plin
per dieci giorni ospitano un variegato pro- vini biologici (La Cascina del Racconto). e fritto misto alla piemontese.
Conto sui 45-50 €.
LA DOUJA D'OR INFO www.doujador.it; www.visit.asti.it

BRA (Cuneo) | DAL 15 AL 18 SETTEMBRE


SLOW FOOD CELEBRA I SAPORI DEI PRATI
È la biodiversità dei prati di montagna, dove spesso crescono più di cento varietà di erbe
diverse, ad arricchire di profumi e sapori i migliori formaggi a latte crudo (nella foto, un brie).
I cosiddetti “prati stabili” sono protagonisti anche di Cheese 2023, l’evento organizzato da
Slow Food Italia e dalla città di Bra che ospita espositori da tutta Italia e da 14 Paesi stranieri.
Accanto ai tradizionali spazi del Mercato e della Gran Sala dei Formaggi, in piazza Valfrè di
Bonzo è possibile esplorare il mondo dei pascoli grazie a uno speciale percorso sensoriale.
CHEESE 2023 INFO www.cheese.slowfood.it; info.eventi@slowfood.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BELL’ITALIA 125
La dolce vita TESTI LARA LEOVINO

Lo stile italiano che il mondo ci invidia

SAN MARCELLO PITEGLIO (Pistoia) | OASYHOTEL

VACANZE NELLA NATURA DELL’APPENNINO


Un soggiorno all’insegna della sostenibilità senza rinunciare ai comfort, con esperienze indimenticabili
all’interno dell’Oasi Dynamo: bici, trekking e kayak. E dal 5 agosto, un nuovo polo di arte contemporanea

C’è un invito insolito rivolto a chi soggiorna nei lodge dell’O-


asyhotel nel cuore dell’Appennino Pistoiese. È quello di tene-
re un tono di voce basso soprattutto durante i trekking e i tour
in bici, perché il rumore allontana gli animali diminuendo la
possibilità di incrociare daini, lepri e volpi. Questo lo spirito
con cui si vive una vacanza nel nuovo albergo all’interno di
Oasi Dynamo, riserva naturale affiliata al Wwf che in un’area
di mille ettari di natura selvaggia offre i comfort di un grande
hotel. L’oasi, un tempo riserva di caccia, ospita dal 2007 Dyna-
mo Camp, il primo in Italia specializzato nella terapia ricrea-
tiva, anche attraverso l’arte, rivolta a bambini e ragazzi affetti
da patologie gravi o croniche. L’8 ottobre c’è l’annuale open
day che permette di scoprire i diversi progetti gratuiti.
La struttura e i lodge dell’Oasyhotel sono integrati nel paesag-
gio e offrono interni dagli arredi curati con terrazze panora-
miche; inoltre l’albergo propone un ristorante di alta cucina,
un’area fitness e una piscina inserita nel lago della riserva. Lo
In alto: uno dei lodge immersi nella natura a circa 1.200 metri
di quota. Qui sopra: il raffinato arredamento interno con cabina armadio, si raggiunge in navetta dopo aver lasciato l’auto a valle: nella
ampi bagni e un patio affacciato sui paesaggi dell’Appennino. tenuta ci si muove solo con bici elettriche o a piedi lungo

126 BELL’ITALIA
Nelle foto sopra, alcune a cavallo; lettini e ombrelloni INFO Oasyhotel, San Marcello Piteglio (Pistoia), via San Vito 1,
delle attività offerte dall’Oasyhotel. sul lago e nella piscina. In bici
Dall’alto, in senso orario: o in navetta si raggiunge il nuovo 0573/171.60.62; oasyhotel.com, oasycontemporaryart.com Camere:
escursioni al chiar di luna con sosta Oca Oasy Contemporary Art per 16 lodge. Prezzi: 460 € a coppia compresa la colazione e tutte le attività.
e falò nel bosco; tour in kayak ammirare le installazioni artistiche
sul lago di San Vito; giri nell’oasi nel paesaggio della riserva.

sentieri di diverse difficoltà. Esplorazione e avventura sono ga-


rantite anche dalle attività pensate per gli ospiti. Oltre ai per-
corsi alla scoperta della biodiversità dell’oasi, si organizzano
escursioni a cavallo, tour in kayak e corsi di orienteering. Dal
5 agosto chi ama l’arte e le sue connessioni con l’ambiente può
raggiungere e visitare lo spazio appena inaugurato all’interno
dell’Oasi Dynamo: si chiama Oca Oasy Contemporary Art ed
è un luogo dedicato all’arte ambientale in cui le opere con-
temporanee dialogano con il paesaggio. La direzione artistica
è di Emanuele Montibeller, già “padre” di Arte Sella in Trentino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Oca offre anche un ricco programma di mostre allestite in uno


spazio espositivo ricavato in un’antica stalla. Fino al 5 novem-
bre sono esposti gli scatti di Massimo Vitali che con il suo
obiettivo indaga l’interazione tra persone e ambiente. Il nuo-
vo polo delle arti è aperto al pubblico: chi non dimora nell’o-
asi può raggiungerlo solo a piedi lungo un sentiero di 45 mi-
nuti, dopo aver lasciato l’auto a valle. Per tutti c’è il ristorante
Sopra: lo spazio espositivo di Oca, che ospita fino al 5 novembre la mostra
Casa Luigi dove assaggiare i prodotti dell’oasi, formaggi, sa- “Home of the world” di Massimo Vitali. All’esterno c’è la prima installazione
lumi, funghi e i piatti genuini dell’entroterra pistoiese. ambientale dell’oasi, un girotondo di bandiere dello svedese David Svensson.

BELL’ITALIA 127
Italia da leggere A CURA DI CARLO MIGLIAVACCA

STORIE D’ARTE Bellezza e sapienza Un libro


di marmo
Il pavimento
del Duomo di Siena
Fino al 18 ottobre c’è una ragione in più per visitare Siena: la scopertura — che
di Marilena Caciorgna,
avviene due volte l’anno — del magnifico pavimento marmoreo figurato del Sillabe 2023,
duomo (foto sopra), capolavoro d’arte realizzato a partire dagli anni 70 del 312 pagine, 39 €.
XIV secolo (gli ultimi interventi sono del XIX) per guidare il percorso spirituale Formato: 24x30 cm
dei fedeli. Un’opera da ammirare, popolata di figure e animata da scene
corali affidate a grandi artisti come Pinturicchio e Domenico Beccafumi, per
citare i più noti, che racchiude un universo di significati filosofici e religiosi.
La straordinaria complessità del programma iconografico del pavimento,
sviluppato con coerenza nei secoli, si svela nelle pagine di questo volume
grazie alle competenze storico-artistiche e filologiche di Marilena Caciorgna,
che ne definisce il senso complessivo analizzando tutte le splendide tarsie a
commesso marmoreo e introduce il lettore alla vertiginosa stratificazione di
riferimenti sottesi alla figurazione. Scopriamo così che nel pavimento senese si
esprime soprattutto la raffinata spiritualità dell’Umanesimo in cui la filosofia del
mondo antico si salda al Cristianesimo, in un percorso «dalla Sapientia, ossia la
conoscenza di Dio, alla Religio, ovvero il culto» che passa dalla preconizzazione
di filosofi e sibille e dalle storie dell’Antico Testamento (a destra: Domenico
Beccafumi, Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia,1525 circa, particolare).

PATRIMONIO Memorie nel marmo e nel bronzo


Sono ovunque, eppure raramente ci facciamo caso: i monumenti in vie e
piazze di città e paesi fanno dell’Italia un vasto museo diffuso di scultura
Un popolo
a cielo aperto. Giovanni Carlo Federico Villa, storico dell’arte, docente di statue
universitario e curatore di mostre, ci riporta all’importanza, e al piacere, L’Italia raccontata
di alzare gli occhi su statue e monumenti per vedere ciò che spesso dai suoi monumenti
neppure guardiamo. Una pratica non scontata e ricca di implicazioni di Giovanni Carlo Federico
culturali come si scopre leggendo i capitoli del volume, dedicati a ventuno Villa, Edt 2023,
città e a una regione (la Sardegna). Da Torino a Venezia, da Bologna a Roma, 304 pagine, 15 €.
da Napoli a Palermo si ripercorre la storia del nostro Paese attraverso i criteri Formato: 12,5x18 cm
di selezione dei personaggi o degli eventi celebrati, le circostanze politiche
e sociali che li hanno portati sui piedistalli, le reazioni che hanno suscitato
nel pubblico. Senza tralasciare le considerazioni sulla qualità artistica,
spesso notevole, di opere chiamate a dare forma a idee e memorie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

128 BELL’ITALIA
10_15
OTTOBRE
2023

Venti giovani artisti italiani, i migliori, selezionati


dalla redazione di Arte.

Una grande mostra al Museo della Permanente di Milano.


Una giuria di critici d’arte e direttori di museo. Un solo vincitore.
Torna il Premio Cairo, l’anteprima del futuro dell’arte.

premiocairo.com premiocairo

Il Premio Cairo aderisce al progetto Impatto Zero di LifeGate per ridurre e compensare le emissioni di CO2
mediante crediti di carbonio generati da progetti di riforestazione.

UN EVENTO CON IL PATROCINIO DI MEDIA PARTNER MAIN PARTNER PARTNER


ottobre
Nel prossimo numero
MARCHE ANCONA |
Itinerario tra le opere LOMBARDIA
dell’architetto Luigi Vanvitelli CASTIGLIONE OLONA (Varese)
La città ideale
del cardinale
Branda Castiglioni

il weekend |
LAZIO CERVARA DI ROMA
Una gita autunnale sui Monti Simbruini

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Fotografia di Franco Cogoli

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EDITORIALE GIORGIO MONDADORI

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Il borgo disegnato DI MATTEO PERICOLI A CURA DI SANDRA MINUTE

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Un viaggio tra i borghi più belli d’Italia che metterà alla prova la vostra conoscenza del Bel Paese.
Riconoscete la località interpretata dalla matita di Matteo Pericoli?

Qualche indizio qua e là... Nato nel X secolo, è rinato a partire dagli anni Sessanta grazie a un complesso
recupero. L’armonioso intrico di case in pietra, vicoli, scalinate e archi, adagiati
Chi invierà la risposta esatta a gradoni su un colle, culmina in alto nel palazzo nobiliare che porta ancora il nome
potrà proporre il soggetto dei primi signori del luogo. Il toponimo viene da un animale selvatico che compare
per uno dei prossimi numeri nello stemma comunale, o forse si riferisce al piccolo, incantevole lago poco distante.

Il borgo di agosto

Frazione di Melito Porto Salvo, il paese I primi lettori che hanno indovinato:
sembra avvolto da una gigantesca “mano” Paola Baldoni, Margherita Bertocco,
di roccia a cinque dita (pente e daktylos Gianfilippo Michetti, Monica Guggiari,
in greco). Importante centro in età antica, Alessia Balzarotti, Mauro Sassetti, Veronica
cominciò a spopolarsi a partire da un Ricci, Ermanno Gilardi, Rita Labanti, Pietro
rovinoso terremoto del 1783. Negli ultimi Paviglianiti, Francesco Rossano, Gianfranco
anni ha ripreso vita con iniziative quali Previti, Carmela Togni, Carla Parodo, Olga
un festival internazionale di cortometraggi Terrosi, Elisabetta Loi, Rosario De Natale,
(suggerimento di Enza Marcianò). PENTIDATTILO (Reggio Calabria) Catia Corsi, Anna Costa, Rosanna Capone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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