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IL MARE • SICILIA
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LA VISITA • PIEMONTE
IVREA, LA CITTÀ
DI OLIVETTI APRE Sui sentieri della piccola isola
LE SUE PORTE delle Eolie, fra spiagge e natura
IL BORGO • MONFERRATO
CASSINE IN MUSICA
LA SCOPERTA • UMBRIA
GLI AFFRESCHI
DI PALAZZO TRINCI
A FOLIGNO
ARCHEOLOGIA • LAZIO
LA NECROPOLI
DI CERVETERI
il weekend
>
BERGAMO
30449
ISSN 0394 7203
| Direttore di Bell’Italia
raggiunge l’Oratorio Suardi
a Trescore Balneario. Emanuela Rosa-Clot
A settembre Bergamo
vale la visita anche per
gli allestimenti verdi del
Festival del Paesaggio.
In copertina:
l’isola di Filicudi,
nell’arcipelago
delle Eolie, con
82
capo Graziano
Foto di:
Giorgio Filippini
IVREA BERGAMO
CASSINE
FILICUDI
|
IVREA (Torino) La città di Olivetti
MEMORIE DI ADRIANO 30
|
CERVETERI (Roma) Parco Archeologico
LA NECROPOLI RISORTA 42
|
FOLIGNO (Perugia) Palazzo Trinci
TRIONFANO I COLORI DEL ’400 56
CASSINE (Alessandria)
DOVE RISUONA IL MEDIOEVO 68
FILICUDI (Messina)
RUVIDA DOLCEZZA EOLIANA 82
BERGAMO
56
IN CITTÀ SULLE TRACCE DI LOTTO 92
92
DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
e.rosaclot@cairoeditore.it
22
Giovanni Mariotti g.mariotti@cairoeditore.it
IN AGENDA Carlo Migliavacca c.migliavacca@cairoeditore.it
Raffaella Piovan r.piovan@cairoeditore.it
Barbara Roveda b.roveda@cairoeditore.it
LA LETTURA REDAZIONE
di Vittorio Sgarbi Terry Catturini t.catturini@cairoeditore.it
Margherita Geronimo m.geronimo@cairoeditore.it
Tiepolo a Verolanuova 14 Lara Leovino l.leovino@cairoeditore.it
Elena Magni e.magni@cairoeditore.it
Sandra Minute s.minute@cairoeditore.it
NOTIZIE 18 PHOTO EDITOR
Milena Mentasti m.mentasti@cairoeditore.it
LE MOSTRE D’ARTE 22 Susanna Scafuri s.scafuri@cairoeditore.it
ART DIRECTOR
Luciano Bobba l.bobba@cairoeditore.it
MUSICA 27 Simona Restelli Coordinamento
s.restelli@cairoeditore.it
IMPAGINAZIONE
Franca Bombaci f.bombaci@cairoeditore.it
Francesca Cappellato f.cappellato@cairoeditore.it
I PIACERI Isabella di Lernia i.dilernia@cairoeditore.it
SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
Mara Carniti m.carniti@cairoeditore.it
BUONA ITALIA Paola Paterlini p.paterlini@cairoeditore.it
di Silvia Frau PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
Silvia Garofoli
112
I sapori del Monte Amiata 106 www.silviagarofoli.com
La ricetta 112 HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Aldo Brigaglia, Rossella Cerulli, Giuseppe De Biasi, Silvia Frau,
Barbara Gabbrielli, Rosalba Graglia, Albano Marcarini, Paolo
CIBO&PAESAGGIO Massobrio, Vannina Patanè, Vittorio Sgarbi, Angelo Surrusca.
a cura di Slow Food
Il cacio di Genazzano 114
A TAVOLA
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
di Paolo Massobrio divisione di
Lo Stuzzichino 116
126
Marco Pompignoli, Mauro Sala
I SENTIERI
CAIRO EDITORE S.P.A.
di Albano Marcarini DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:
Nella valle dell’Alento 119 Via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano,
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Sentirsi a casa.
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ROSSELLA CERULLI
Giornalista e autore tv, romana Via Angelo Rizzoli 8 - 20132 Milano
d’adozione, ha collaborato a lungo Tel. (+39) 02/25845400
e-mail: cairorcs@cairorcsmedia.it
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e Unomattina e a Gustibus di La7.
Ama la storia, i grandi spazi, la Puglia
garganica, sua terra d’origine, e il mare. FILIALI
Adora la natura imperiosa delle Eolie, PIEMONTE-LIGURIA-VALLE D’AOSTA
le grandi bonacce estive, l’acqua color (Filiale di Torino)
cobalto. In questo numero ci porta Via Cosseria 1 - 10131 Torino
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GIANLUCA GIORDANO MARCHE-UMBRIA
Laureato in Conservazione e Restauro (Filiale di Bologna)
Viale del Risorgimento 10 - 40136
dei Beni Culturali, Gianluca Giordano
Bologna
è un fotografo di architettura che da anni Tel. 051/3763006 - Fax 051/0920003
collabora con magazine di architettura e-mail: info-bologna@
nazionali e internazionali e gallerie cairocommunication.it
pubbliche e private di arte moderna e
contemporanea. Il suo progetto fotografico (Filiale di Firenze)
Olivetti. Immagini di una storia industriale, Lungarno delle Grazie 22 - 50122
dedicato agli edifici che a Ivrea hanno Firenze
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dato forma all’idea imprenditoriale e alla
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visione sociale di Adriano Olivetti, ha cairocommunication.it
ricevuto numerosi riconoscimenti, come
l’inserimento nel catalogo dell’ADI CAMPANIA-PUGLIA-BASILICATA
Design Index 2018. Alcune fotografie CALABRIA-MOLISE
del progetto sono protagoniste del servizio (Filiale di Napoli)
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LE IMMAGINI DI QUESTO NUMERO
Lettere: Petrò Gilberti (p.10). In agenda: ©Archivio Fotografico Civici Musei di Brescia/Alessandra Chemollo (p.13). La lettura di Vittorio è una rivista del
Sgarbi: Virginio Gilberti (pgg.14-17). Notizie: © Direzione Regionale Musei Lombardia-Progetto ConValoRe (pgg.18-19); ©Archivio Fotografico gruppo Cairo Editore che comprende
Civici Musei di Brescia/Alessandra Chemollo (p.20); Courtesy Fondazione Musei Civici di Venezia/Elisa Chesini (p.21). Musica: Alberto Martinez anche le seguenti testate:
SETTIMANALI
(p.27), Bernd Thaller, Felipe Fuenzalida (p.28). Ivrea: Associazione Archivio Storico Olivetti, Ivrea-Italy (p.31), Morelli-Peverelli (p.40), Massimo
DiPiù TV, Diva e Donna, Enigmistica
Dallaglio/Alamy (p.41). Cerveteri: Massimo Ripani, Rupert Hansen/Alamy (p.54), Alamy/IPA (p.55). Filicudi: Alamy (p.90), Giorgio Filippini
MIA, Enigmistica più, Settimanale DiPiù,
(p.91). Bergamo: Massimo Ripani (p.102), Palazzo Moroni (p.103). Buona Italia: Alamy (pgg.106-107), La Camera Chiara (p.107), Jaime
TV MIA, Settimanale NUOVO, NUOVO TV,
A. Londono (p.108), Getty (p.109), Carla Castrini (pgg.109, 110-111, 113), Beatrice Mancini (p.112). A tavola: Valerio Gargiulo, Andrea
F, Settimanale GIALLO.
Di Lorenzo (p.116). Cantine: Antonio Saporito (p.117). Aria aperta: Matteo Carassale, Benedetta Biscaro (p.118). Autunno in Barbagia:
QUINDICINALI
Alamy/IPA (p.122), Alessandro Addis (pgg.122-124), Reda&Co/Alamy/IPA (p.124). Gusto: Gacro74/IPA (p.125). La dolce vita: Nicola Neri
CUCINA MIA, Settimanale DiPiù
(pgg.126-127), Mattia Marasco (p.127). Prossimamente: Giorgio Filippini, Massimo Ripani, Bruno Zanzottera (p.130). Cartine: Quaterd.
e DiPiù TV Cucina.
MENSILI
Testi e fotografie non richiesti non vengono restituiti Airone, Antiquariato, Arte, Bell’Europa,
Bell’Italia. Alla scoperta del più bel paese del mondo. Copyright 2023. Cairo Editore S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, fotografie e For Men Magazine, Gardenia,
disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione dell’Editore. Pubblicazione In Viaggio, Natural Style, Settimanale
mensile registrata presso il tribunale di Milano il 5/4/1986, n. 169. Una copia euro 4,50, arretrati euro 9. Dipiù e Dipiù Tv Stellare
8 BELL’ITALIA
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risponde la redazione | scrivete a: lapostadibellitalia@cairoeditore.it | Bell’Italia, Via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano | @bellitalia_magazine
Bertinoro, il balcone
della Romagna
Il borgo disegnato di luglio è Bertinoro,
nella bella Romagna colpita duramente
Brescia archeologica, di Fabrizio Plessi nel Museo di Santa
dalle recenti alluvioni. Un doveroso
una visita imperdibile Giulia) è ancora più interessante e pensiero a quella popolazione.
ricco: un altro bronzo straordinario, Maria Leonilde Piloni, Inarzo (Varese)
Dopo l’articolo “Un abbraccio d’oro il Pugile di Palazzo Massimo a Roma,
per i siti Unesco” del numero di luglio farà compagnia alla Vittoria Alata fino La colonna dell’ospitalità e la terrazza
sono tornato a Brescia a metà luglio. alla fine di ottobre (vedi pagina 20). sulla Romagna sono indizi inequivocabili
È una città bellissima, e rivedere il parco di Bertinoro, Borgo Disegnato di luglio!
archeologico dopo alcuni anni Vanvitelli, genio del ’700 Romagna solatia, dolce paese...
dall’ultima volta è stata un’emozione. Anna Iuppo, Imola (Bologna)
In più al Museo di Santa Giulia è stata Le stupefacenti foto della Reggia di
rinnovata la sezione romana, a seguito Caserta (Bell’Italia 445) sorprendono Bertinoro! Nell’indizio lo avete descritto
dello spostamento della Vittoria Alata ogni volta. Segnalo che qui ad Arcevia, meravigliosamente bene. Pur non
nel Capitolium. nell’archivio storico, sono conservati essendo bertinoresi, io e mio marito
Giorgio Folli, Imola (Bologna) i disegni originali della reggia, raccolti decidemmo di sposarci qui ben
nel volume Dichiarazione dei disegni 39 anni fa, per noi quindi ha uno
In questi mesi il Parco Archeologico del Palazzo reale di Caserta alla Sacra speciale valore affettivo.
di Brixia (nella foto: Colonne Colanti Reale Maestà di Napoli (1756). Valeria Alcerati, Forlì
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10 BELL’ITALIA
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Assessora a Cultura
orato alla ultu
in agenda
L’arte | le n o t i z ie | la lettura di Vittorio Sgarbi | la musica a settembre
BRESCIA
IL PUGILE
E LA VITTORIA
AL CAPITOLIUM
PAGINA 20
BELL’ITALIA 13
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DI VITTORIO SGARBI
UNA CHIESA UN CAPOLAVORO
Pagina seguente: La raccolta della manna, 1740-45 circa. Sopra: due particolari dell’opera che illustrano il dinamismo della pittura di Tiepolo.
Venezia, Würzburg, Milano, Udine, Vicenza, Madrid, sono Come per il resto degli arredi pittorici della basilica, furono i
questi i luoghi che si è soliti associare alle grandi decorazio- Gambara, all’inizio del quarto decennio del Settecento, a pre-
ni di Giambattista Tiepolo. Ma Verolanuova, feudo di una tendere che anche nel contado bresciano vi fosse adeguata
delle maggiori famiglie di Brescia e circondario, i Gambara, testimonianza della fama che accompagnava il più affermato
perché non la si comprende nella lista? Quanti sanno che pittore veneziano del momento, non badando a spese pur di
ospita capolavori imprescindibili della carriera di mezzo del averla. Tiepolo non si tirò indietro, esibendo fino in fondo il suo
Tiepolo, forse la sua più felice, fra gli affreschi di palazzo talento di straordinario costruttore di teatri nell’aria, in questo
Clerici a Milano e le opere per la veneziana Scuola Grande caso non più su soffitti lontani, ma su muri tanto vicini da creare
del Carmine? Si trovano lì i dipinti mobili più grandi che l’effetto di un risucchio al loro interno. Così non ci limitiamo
Tiepolo abbia mai realizzato, due teleri di soggetto bibli- a guardare le enormi tele, entriamo dentro per metterci sullo
co, La raccolta della manna e Il sacrificio di Melchisedec, stesso piano della scena, scaliamo, saliamo su quegli alberi
occupanti ciascuno oltre cinquanta metri quadrati di super- insieme agli angeli, immergendoci in quei cieli, dentro quelle
ficie, affrontati nel transetto sinistro della basilica di San Lo- nubi. Tiepolo pone una sfida alle stesse possibilità dell’uomo:
renzo Martire. Due opere che di recente sono state oggetto la realtà è la sua pittura, tutto il mondo deve vivere lì, nel più
di un ottimo restauro, alla fine del quale il quale il pubblico vero del vero. Esserne fuori è un sacrilegio, tutto ciò che conta
ha potuto vederle molto da vicino salendo sui ponteggi. sta solo lì di fronte, nella sua pittura avvolgente e travolgente.
14 BELL’ITALIA
La raccolta
della manna
Da una rupe Mosè
si rivolge al Signore
perché sfami
il popolo di Israele,
fuggito dall’Egitto
e in cammino verso
la Terra Promessa.
Il libro biblico
dell’Esodo (16, 1-36)
racconta che gli
Ebrei si cibarono per
quarant’anni della
manna (dal sapore di
«focaccia col miele»)
che ogni mattina
pioveva dal cielo nel
deserto, fino a che
giunsero ai confini
della terra di Canaan.
BELL’ITALIA 15
Pagina seguente: Il sacrificio di Melchisedec, 1740-45 circa. Sopra: particolare della figura di Melchisedec nell’atto dell’offerta del pane.
L’artista sa bene dove può portare la sfida: la realtà va dimi- solleva un piatto di pane. Alle sue spalle una bottiglia di
nuita, umiliata, mortificata sotto i colpi di un genio creativo vino, momento di pura pittura tra Manet e Whisthler, per-
che deve essere sempre incontinente e insoddisfatto, come se fino commovente. Assistono all’incontro i guerrieri con la
si stesse misurando con la forza creatrice di Dio. Mosè, pro- bandiera rossa di Abramo, macchia rubina contro l’azzurro,
tagonista dell’episodio della manna, alza le braccia al cielo attraversato da una nuvola rosata carica di umido e di ri-
da uno sperone roccioso. Alle sue spalle una tenda precaria, flessi di sole, le solite, impareggiabili nuvole di Tiepolo che
mentre altre più strutturate, sul fondo, evocano il viaggio de- sono più vita della vita. Animali, uomini, dignitari assisto-
gli Ebrei nel deserto a sud del Sinai per raggiungere la terra no all’evento in un pomeriggio di primavera senza fine. Più
promessa. Allargando le braccia, il profeta si volge al cielo lontani, sulla cima di secolari cedri del Libano, gli angeli si
per esaltare gli angeli che stanno distribuendo la manna al muovono fra i cuscini piumati delle nuvole, garanzia della
popolo incredulo, che si affanna disordinato a raccoglierla presenza di Dio, padre benedicente che si sporge in lonta-
in piatti, otri e ceste. Formidabile è il ritmo narrativo, l’al- nanza, circondato da un bagliore di luce gialla.
ternarsi di donne e bambini nelle più capricciose e chiasso- Tiepolo ci sta spingendo nell’infinità; ed è sempre la spinta
se posture, al riparo di alberi che si innalzano sinuosi come a salire, a superare i limiti terreni che lo muove a queste
serpenti. In alto i bambini si fanno angeli di diverse età, esi- composizioni acrobatiche, in cui il soggetto si perde per la-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
bendo colori che alternano il fuoco al ghiaccio, l’ombra alla sciare il campo a dettagli di pittura assoluta. Tutto sembra
luce: il cielo è vicino, il popolo è salvo. darsi per proprio conto, come un intreccio spontaneo, un
Nel Sacrificio di Melchisedec lo spazio è più ampio, al li- rimando continuo fra un motivo e l’altro. Ma non v’è natura,
mitare del bosco, con un vasto sfondo. Non dominano i c’è artificio all’ennesima potenza come anche il restauro ha
due protagonisti: Abramo, in armatura e con le mani giunte, confermato, ogni punto non può prescindere dalla mano di
s’inginocchia in atto di preghiera davanti a Melchisedec che Tiepolo. La sfida è vinta, Dio è più vicino.
DOVE SI TROVA
NELLA CAPPELLA DELLA BASILICA
Conservati nella cappella del Santissimo Sacramento della seicentesca
basilica di San Lorenzo a Verolanuova (nella foto), i due grandi teleri
di Giambattista Tiepolo sono stati restaurati nel corso del 2022 grazie
al sostegno della Fondazione della Comunità Bresciana. L’intervento
ha liberato la pittura tiepolesca da vernici e interventi pittorici
stratificati nel tempo, restituendone le variazioni di materia e di luce.
Basilica di San Lorenzo, Verolanuova (Brescia), piazza Malvestiti, 030/93.12.10. Orario: tutti
i giorni 7-12 e 15-18. Visite guidate su prenotazione ogni quarta domenica del mese alle ore 15
(domenica 24 settembre dalle 14 alle 18); 7 €. Info e prenotazioni 338/266.86.22.
16 BELL’ITALIA
Il sacrificio di
Melchisedec
Si legge nel libro della
Genesi (14, 17-19)
che Melchisedec,
re cananeo di Salem
(forse Gerusalemme)
e sacerdote del Dio
altissimo, offrì pane
e vino in onore del
patriarca Abramo
e dei suoi soldati,
tornati vittoriosi dalla
spedizione in cui
avevano liberato Lot,
figlio di un fratello di
Abramo. In cambio
della sua benedizione
il patriarca diede al re
la decima parte del
bottino di guerra.
BELL’ITALIA 17
FOTONOTIZIA
A CURA DI SANDRA MINUTE
|
TEGLIO (Sondrio) IL RESTAURO DELLA CORTE D’ONORE DI PALAZZO BESTA
cortile, affrescato con un ampio ciclo dedicato all’Eneide (a sinistra: Enea fugge da Troia
portando sulle spalle il padre Anchise) attribuito al pittore bresciano Vincenzo de
Barberis. I restauratori hanno effettuato pulitura, stuccatura e integrazioni cromatiche
della superficie pittorica e hanno eliminato muschi e licheni dagli elementi lapidei.
Orario: 10,15-12,45 e 14,15-16,45, chiuso lunedì; 4 €. INFO 0342/78.12.08; museilombardia.cultura.gov.it
BELL’ITALIA 19
TESTI DI SANDRA MINUTE
|
BRESCIA ECCEZIONALE CONFRONTO TRA I DUE BRONZI AL PARCO ARCHEOLOGICO DI BRIXIA
20 BELL’ITALIA
|
SAINT-PIERRE (Aosta) RIAPERTO IL CASTELLO SARRIOD DE LA TOUR
SCORCI DI MEDIOEVO TRA I MONTI
Uno scrigno di pietra che custodisce numerosi capolavori lignei. Dopo un
anno di restauri ha riaperto i battenti il castello Sarriod de la Tour, una delle
espressioni più pure del Medioevo valdostano. Il nuovo percorso di visita
ad anello è arricchito da una recente acquisizione, il Compianto sul Cristo
morto di Jean de Chetro, pannello ligneo policromo del ’400 restaurato
presso la Venaria Reale. Il bassorilievo dialoga idealmente con gli altri
tesori del maniero, in particolare le opere della sala delle Teste: mostri, visi
umani, draghi e sirene che popolano il soffitto in legno scolpito, degli anni
Trenta del ’400. E l’esposizione “Visioni di Medioevo” propone un focus
sulla casata Sarriod de la Tour, proprietaria del castello per nove secoli.
Orario 9-19, ingresso 6 €. INFO 0165/90.46.89; valledaostaheritage.com
|
VENEZIA NUOVO ALLESTIMENTO A PALAZZO DUCALE
BENVENUTI NELL’APPARTAMENTO DEL DOGE
Da Paoluccio Anafesto, eletto nel 697, all’abdicazione di Ludovico Manin nel
1797, la Serenissima ha avuto ben 120 dogi. A disegnare a tutto tondo questa
figura istituzionale, simbolo stesso della potenza di Venezia, è l’Appartamento
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BELL’ITALIA 21
LA MOSTRA DEL MESE
TESTI L AR A LEOVINO
22 BELL’ITALIA
MANTOVA
Nell’estate del 1600, quando Pieter Paul Rubens le suggestioni rinascimentali degli affreschi di Giu-
(1577-1640) arriva a Mantova è un giovane artista lio Romano (1499-1546) ebbero una forte influenza
fiammingo molto promettente; nel 1608, quando la- sull’arte di Rubens. Nella sua tavola Achille scoperto
scia Roma per far rientro in patria, è ormai un maestro tra le figlie di Licomede (1630), ad esempio, si vede co-
affermato, pioniere della pittura barocca, acclamato me la sensualità emanata dai corpi femminili richiami
dalle più importanti corti europee. Nel mezzo ci sono quella delle figure giuliesche affrescate nelle sale. Un
gli anni mantovani alla corte di Vincenzo I Gonzaga, confronto immediato, perché i circa venti capolavori
duca di Mantova e suo mecenate. È proprio in quel del maestro di Anversa sono esposti proprio negli sce-
lungo periodo d’immersione nell’arte e nella cultura nografici ambienti a tema mitologico dipinti da Giulio
antica, respirata prima a Mantova e poi a Roma, che Romano. A Palazzo Ducale invece il focus espositivo è
Rubens diventa Rubens, ovvero un artista universale, la Pala della Santissima Trinità, tre enormi tele dipinte
interprete di una lingua figurativa internazionale capa- da Rubens nel 1605 per l’omonima chiesa mantovana.
ce di rielaborare con creatività la tradizione classica. Smembrata nel 1797, solo la parte centrale è ancora
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Per celebrarlo Palazzo Te e Palazzo Ducale ospitano esposta qui: si trova in una sala totalmente riallestita
dal 7 ottobre al 18 febbraio 2024 il progetto ”Rubens! che presenta anche una ricostruzione tridimensionale
La nascita di una pittura europea”, che dal 14 novem- della chiesa. Nel dipinto doveva comparire una stra-
bre avrà come ulteriore sede la Galleria Borghese di ordinaria galleria di ritratti dei Gonzaga di cui riman-
Roma. A Palazzo Te viene analizzato il rapporto tra il gono solo poche figure, tra cui il volto ”acceso” di
pittore fiammingo e la mitologia, sottolineando come Francesco IV, il giovane figlio di Vincenzo I.
Pagina precedente: Ritratto di Francesco IV, 1605, a Palazzo Ducale. Sotto: Achille scoperto tra le figlie di Licomede, dettaglio, a Palazzo Te.
IL CONSIGLIO
DA VEDERE
Palazzo d’Arco
(piazza Carlo d’Arco 4,
0376/32.22.42).
Edificio di fine Settecento ricco
di ambienti da scoprire: dalla
biblioteca alla sala degli Antenati,
dal giardino d’inverno al salottino
neoclassico. E poi la loggetta
e la sala della Musica.
LA BUONA SOSTA
Cento Rampini
(piazza Erbe 11, 0376/36.63.49).
Questa trattoria è un’esperienza
imperdibile per conoscere i piatti
della tradizione e lo spirito autentico
dei mantovani. Conto sui 30 €.
BELL’ITALIA 23
LE MOSTRE D’ARTE
TESTI L AR A LEOVINO
MILANO
GALLIANI, MAESTRO DEL DISEGNO
Al piano nobile di Palazzo Reale la rassegna offre una galleria di oltre 100 opere
del celebre disegnatore emiliano Omar Galliani, classe 1954. Si ammirano opere
monumentali, lavori recentissimi e inediti e pezzi storici esposti nelle biennali
internazionali, per un viaggio emozionante dagli anni Settanta a oggi attraverso
i grandi temi della vita e dell’uomo. In esposizione anche i raffinati disegni
nel nero scintillante della grafite. Foto: De Rerum Natura, 2020.
OMAR GALLIANI. Diacronica. Il tempo sospeso. A Palazzo Reale fino al 24 settembre. INFO omargalliani.com
opere che evidenziano come in quegli anni l’artista sperimenti tecniche e stili alla
ricerca di un linguaggio originale e attento agli stimoli delle nascenti avanguardie,
tra cui quella futurista. Foto: Nudo di spalle (controluce), 1909.
BOCCIONI 1900-1910. Roma Venezia Milano. Alla Fondazione Magnani Rocca dal 9 settembre
al 10 dicembre. INFO 0521/84.83.27; www.magnanirocca.it
24 BELL’ITALIA
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indagini di mercato. c/o Cairo Editore S.P.A. via Angelo Rizzoli 8, 20132 Milano.
Antiquariato.
Un piacere contemporaneo.
AMART è l’esposizione annuale di antiquariato
organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi.
ĆÿĀRSZIQFVIĀþĀā
Museo della Permanente, Via Filippo Turati 34, Milano
www.amart-milano.com
MUSICA
A CURA DI VANNINA PATANÈ
IL CONSIGLIO
DA VEDERE
Palazzo del Bo
(via VIII Febbraio 2).
La sede principale dell’Università
di Padova (foto in basso) è aperta
al pubblico con visite guidate
(info: 049/827.39.39): oltre ai
cortili, il tour include il teatro
anatomico realizzato alla fine
del Cinquecento, l’aula magna
dove insegnò Galileo Galilei, la
sala dei Quaranta, con altrettanti
ritratti moderni di celebri studenti
vissuti a Padova tra il Duecento
e l’Ottocento, e altre sale
accademiche decorate
PADOVA | DALL’8 AL 16 SETTEMBRE da noti artisti del Novecento.
LA BUONA SOSTA
Osteria L’Anfora
(via dei Soncin 13, 049/65.66.29).
Locale caratteristico con un menu
Arrivato alla terza edizione, di Astor Piazzolla, Leo Brouwer nel segno della tradizione: sarde
il Festival Internazionale di Chitarra ed Emilio Pujol. Il 13 settembre in saor, bigoli e gallina padovana
Classica “Homenaje” ripropone la chitarrista greca Antigoni Goni alla canevera. Conto 30 €.
la sua formula che abbina concerti affronterà un programma che
di musicisti di alto livello, masterclass include brani popolari del Novecento
tenute dagli stessi artisti e conferenze spagnolo e alcuni pezzi legati alle sue
dedicate alla liuteria (nella foto piccola origini mediterranee. Chiusura con
qui sopra, il liutaio Gabriele Lodi) e alla un concerto di musica contemporanea
composizione. Il concerto d’apertura di Antonino Fiumara al pianoforte e
(9 settembre) è del chitarrista scozzese Flavio Nati alla chitarra (16 settembre).
David Russell, con più di 17 cd solisti Nelle giornate del festival i chitarristi
all’attivo, che proporrà un programma terranno lezioni frontali individuali
che spazia nei secoli e nei generi, aperte al pubblico. Le sedi degli
da Benedetto Marcello (1686-1739) spettacoli sono il Barco Teatro,
alla musica tradizionale celtica. uno spazio ricavato dalla barchessa
Il 10 tocca all’americano Jason Vieaux, di palazzo Tron, e la maestosa Sala
che si esibirà sia in una performance dei Giganti (foto in alto): alle pareti,
solista che in formazione cameristica un ciclo di affreschi del Cinquecento
con il Quartetto Indaco; le musiche con cinquanta illustri personaggi storici
sono di Johann Sebastian Bach, Luigi dalla fondazione di Roma agli albori FESTIVAL INTERNAZIONALE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Boccherini, Pat Metheny e Giacomo del Rinascimento. Il salone è annesso DI CHITARRA CLASSICA “HOMENAJE”
Susani. Il 12 settembre andrà in scena a palazzo Liviano, una delle sedi INFO sedi: Barco Teatro, via
il duo composto da Giampaolo Bandini dell’Università di Padova, progettato Orto Botanico 12, e Sala dei Giganti,
alla chitarra e Cesare Chiacchiaretta dall’architetto Gio Ponti negli piazza Capitaniato; biglietti:
al bandoneon con un viaggio tra anni Trenta e decorato da Massimo www.festivalhomenaje.com
i ritmi e le sonorità sudamericane Campigli e da Arturo Martini.
BELL’ITALIA 27
MUSICA
A CURA DI VANNINA PATANÈ
28 BELL’ITALIA
IVREA (Torino)
Memorie
In basso: scorcio di via Jervis
alla metà degli anni 50, periodo
di grande espansione per Olivetti.
L’edificio di sfondo è il terzo
ampliamento delle Officine Ico
di Adriano
(1949). Pagina precedente: veduta
del portico di uno degli edifici
dei Servizi Sociali (1959), di fronte
agli stabilimenti di via Jervis.
Dal 2018 il complesso di edifici industriali, di abitazione e di servizio voluto da Adriano Olivetti è Patrimonio
Unesco: un museo a cielo aperto in cui l’architettura moderna ha dato forma all’idea di società del grande
imprenditore. A fine settembre, in occasione della rassegna “Welchome To My House”, edifici e residenze
aprono eccezionalmente al pubblico TESTI CARLO MIGLIAVACCA FOTOGRAFIE GIANLUCA GIORDANO
BELL’ITALIA 31
A destra: l’aula-giardino dell’Asilo
Nido aziendale (1941), sulla
sommità di un piccolo rilievo. Sotto:
l’edificio del primo ampliamento
delle Officine Ico (1939). A destra,
il campanile della chiesa di San
Bernardino (XV secolo). Pagina
seguente: particolare della scala
dell’edificio dei Servizi Sociali.
D
iciassette anni fa Bell’Italia ha presentato per la città industriale del XX secolo”. Il riconoscimento ha san-
prima volta sulle sue pagine la cittadella indu- cito la qualità architettonica degli edifici, considerati «tra le
striale Olivetti a Ivrea. Era il 2006 e la storia della più efficaci espressioni materiali di una visione moderna
grande impresa, iniziata nel 1908, si era da non dei rapporti produttivi», si legge nella motivazione.
molto, di fatto, conclusa (oggi è una società del Gruppo Oggi nel cuore di via Jervis un organizzato Visitor Center
Tim). Allora il complesso di edifici per la produzione, l’abi- introduce alla storia dell’azienda e alle scelte architetto-
tazione e i servizi voluto da Adriano Olivetti a partire dagli niche e urbanistiche che nel corso di mezzo secolo han-
anni 30 del ’900 lungo via Jervis era un museo di architet- no dato forma alla rivoluzionaria visione d’impresa di
tura a cielo aperto di grande interesse, privo però di un Adriano Olivetti, fondata sul rispetto per i lavoratori, sul-
racconto di ampio respiro capace di coinvolgere il pubbli- la responsabilità sociale e sulla traduzione dello sviluppo
co dei non addetti ai lavori. Oggi quel racconto c’è, grazie industriale in progresso civile. Lo staff, un plastico dell’a-
al lavoro svolto per la candidatura del sito a Patrimonio rea, video, fotografie e una piccola mostra delle macchi-
Unesco, un percorso iniziato nel 2008 e culminato nel ne per scrivere più celebri prodotte a Ivrea presentano
2018 con l’ingresso nella World Heritage List come “Ivrea quelle idee, raccolte nei volumi disponibili nel bo-
32 BELL’ITALIA
Pagina precedente: il fabbricato
della Falegnameria (1955),
caratterizzato dalla serrata
successione delle alette frangisole.
Sotto: l’ampio arco dell’Unità
Residenziale Ovest (1971), nota
come “talponia”. A sinistra:
l’interno di uno degli alloggi della
residenza, con arredi originali.
okshop, e preparano alle visite organizzate condotte da zati dopo l’arrivo ai vertici dell’azienda di Adriano. La nuo-
guide certificate. Negli ultimi due weekend di settembre, va visione del giovane Olivetti è piena di luce, quella che
le opportunità di visita si ampliano grazie alla rassegna di entra dalle superfici vetrate sempre più grandi degli edifici
architettura e design “Welchome To My House”, durante razionalisti disegnati da Luigi Figini e Gino Pollini: alle fi-
la quale edifici industriali e residenze private si aprono in nestre a nastro del primo ampliamento (1939) seguono con
via eccezionale al pubblico (vedere a pagina 40). soluzioni via via sempre più essenziali le facciate comple-
Il viaggio nella città di Adriano Olivetti parte dalla fabbri- tamente vetrate del secondo (1942), del terzo (1949) e del
ca in mattoni rossi, ampliamento del piccolo edificio indu- quarto (1958), la Nuova Ico. In molti degli spazi interni di
striale in cui nel 1908 Camillo Olivetti, padre di Adriano, questa prospettiva industriale – Le Corbusier definì via Jer-
ha fondato l’azienda divenuta leader nella produzione di vis «la strada più bella del mondo» – il lavoro è ancora
macchine per scrivere e, in seguito, per il calcolo. Un edi- protagonista grazie a nuove realtà imprenditoriali.
ficio oggi in disuso – ma non mancano i progetti per il suo «Mi ha sempre sorpreso che Adriano si occupasse in prima
recupero – che ha generato la serie dei successivi amplia- persona anche delle scelte architettoniche e urbanistiche»,
menti delle Officine Ico (Ingegner Camillo Olivetti), realiz- afferma l’architetto Matteo Olivetti, nipote di un fratello
BELL’ITALIA 35
A destra: la fabbrica in mattoni
rossi voluta da Camillo Olivetti,
padre di Adriano, nucleo dei
successivi ampliamenti. Sotto:
il Centro Studi ed Esperienze
(1955), tra 2001 e 2005 sede di una
scuola internazionale di design.
Pagina seguente: un dettaglio
dell’edificio della Mensa (1961).
di Adriano, Dino, e membro del consiglio di amministra- portante ciclo affrescato di Gian Martino Spanzotti, e da
zione della Fondazione Adriano Olivetti. «Era convinto Tim, cui appartenevano il convento e l’ampia area verde
che architettura e urbanistica dovessero promuovere lo svi- che lo circonda. Il cantiere del restauro conservativo aprirà
luppo sociale, oltre che quello economico, nell’ambito del alla metà del 2024 e il progetto di valorizzazione, che sarà
principio di “comunità” che segna il suo pensiero politico. integrato al percorso di visita del sito Unesco, prevede la
Le sue riflessioni su questi temi e sull’idea di società sono realizzazione di un percorso multimediale dedicato alla
raccolte nel volume Città dell’uomo, del 1960». famiglia, il ripristino dei campi da tennis, di quelli per le
Alle spalle degli edifici per la produzione il passato incro- bocce e del percorso vita nel parco sul colle di Montena-
cia la rotta segnata da Adriano: nelle vetrate delle officine vale. A pochi passi, il Centro Studi ed Esperienze (1955) è
si specchia il profilo dell’ex convento quattrocentesco di la sede attuale di Olivetti. La forma libera pensata dall’ar-
San Bernardino, dal 1907 al 1949 residenza della famiglia chitetto Edoardo Vittoria si articola in quattro bracci asim-
Olivetti, poi a lungo sede del gruppo sportivo e ricreativo metrici i cui volumi sono evidenziati dal rivestimento in
aziendale. Il complesso è stato da poco donato al Fai dai piastrelle di klinker che sfumano dal blu all’azzurro. La ri-
discendenti, proprietari della chiesa che custodisce un im- cerca del dialogo con l’esterno caratterizza anche il vi-
36 BELL’ITALIA
cino palazzo della Mensa (1961) progettato da Ignazio ca, un centro culturale e l’infermeria. Dismessa la tuta, i
Gardella, a pianta esagonale, che introduce nel percorso il lavoratori potevano seguire corsi, conferenze, leggere, ma
tema del tempo liberato dal lavoro, centrale nella visione pare che i libri non sempre tornassero sugli scaffali. Circo-
di Adriano Olivetti. La pausa pranzo qui era più lunga di stanza accolta con il sorriso da Adriano Olivetti che rincuo-
quella tradizionale per permettere ai dipendenti di rilassar- rava i direttori della biblioteca invitandoli a comprare altri
si leggendo un giornale o un libro, giocando a biliardo o a volumi visto il successo di quelli “scomparsi”. A Figini e
ping-pong negli spazi del grande complesso integrato. Pollini si deve anche il progetto dell’Asilo Nido (1941) a
«L’uomo che vive la lunga giornata nell’officina non sigilla Borgo Olivetti, in posizione strategica tra la stazione e le
la sua umanità nella tuta di lavoro», si legge sulla targa officine, con cui l’azienda intendeva supplire alla mancan-
apposta all’ingresso dell’edificio dei Servizi Sociali (1959), za di servizi per l’infanzia delle amministrazioni locali. I
dirimpettaio delle Officine Ico sull’altro lato di via Jervis. muri in pietrame sono un lascito del periodo autarchico e
Qui, negli spazi ispirati ai criteri dell’architettura organica conferiscono un carattere di rusticità al razionale edificio
disegnati da Figini e Pollini, dove gli alberi da terra “forano” principale a un solo piano (in via di recupero) e alla deli-
le terrazze del piano superiore, avevano sede una bibliote- ziosa aula-giardino sul piccolo rilievo dove si trovavano
38 BELL’ITALIA
Pagina precedente: la vertiginosa
prospettiva offerta dallo scalone
monumentale del palazzo Uffici 1
(1964). A sinistra: la chiesa
e il convento di San Bernardino
(XV secolo), di recente donati
al Fai (Fondo Ambiente Italiano).
Sotto: le vetrate del corpo di
collegamento della Nuova Ico (1961).
l’area verde per i giochi, la piscina, i campi di sabbia, una gli appartamenti, ancora dotato di parte degli arredi origi-
fontana. All’interno dell’aula si sono conservati i lettini a nali. L’orizzonte olivettiano di via Jervis si chiude con gli
castello a scomparsa per il riposo dei piccoli, mentre in imponenti edifici sorti per riunire le funzioni amministra-
uno spazio vetrato dell’edificio principale si vedono gli tive dell’azienda. Incaricati nel 1960, Gian Antonio Ber-
splendidi arredi e i giochi originali recuperati. nasconi, Annibale Fiocchi e Marcello Nizzoli (il “padre”
L’itinerario di visita prosegue lambendo il quartiere Ca- del design di tanti prodotti Olivetti) elaborarono per il pa-
stellamonte, dove si allineano nel verde le case per dipen- lazzo Uffici 1 una soluzione con tre bracci da dieci piani
denti e dirigenti realizzate tra il 1940 e il 1955 su proget- che scomponeva la tradizionale struttura a parallelepipe-
to di Figini e Pollini, quindi di Marcello Nizzoli e Gian do, incernierati a un monumentale scalone a pianta esa-
Mario Oliveri. Più recente è la vicina Unità Residenziale gonale, capolavoro di equilibrio e armonia, di simmetrie e
Ovest (1971) di Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola, di incastri, irrorato dalla luce che piove da un velario in
ampio arco addossato a un terreno in declivio (per questo vetro di Murano. Adriano Olivetti morì improvvisamente
nota come “talponia”) destinato ai dipendenti residenti nel 1960 e non poté vedere questo frutto estremo della
temporaneamente a Ivrea. Qui è possibile visitare uno de- sua idea di città industriale a misura d’uomo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BELL’ITALIA 39
Dove Come Quando
IVREA (Torino)
FACILE!
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Chiesa di San Bernardino
IL FESTIVAL
Benvenuti nella città
dell’architettura e del design
40 BELL’ITALIA
INFO Ufficio del Turismo di Ivrea,
piazza Ottinetti, 0125/61.81.31;
turismotorino.org
PASTICCERIA BALLA
(corso Re Umberto 16, 0125/64.13.27). vigneti e offre viste panoramiche
Le buone soste È una dolcezza brevettata la Torta 900 su tutto l’anfiteatro (2 ore). Sono molte
della storica pasticceria di Ivrea. Un orgoglio le specie di uccelli avvistabili all’alba
OSTERIA SAN MAURIZIO cittadino fatto di soffice pan di Spagna o al tramonto percorrendo il sentiero
(via Guarnotta 1, 0125/36.08.63). al cacao farcito da una crema a base di che tocca gli ambienti umidi intorno
Nei pressi del ponte Vecchio di Ivrea sulla Dora cioccolato, burro e crema pasticcera. al lago di Campagna (2 ore). Boschi
Baltea, dove passava la strada per la Valle di castagno e torbiere sono
d’Aosta. Lo chef Diego Mancin e la maître Per dormire protagonisti anche dell’anello che si
Cinzia Di Caprio presentano menu stagionali sviluppa intorno a poggio Montresco,
in cui la tradizione piemontese è proposta in 3T BOUTIQUE HOTEL lungo il quale si incontrano i resti
chiave moderna, con qualche piatto dedicato (via Sant’Ulderico 7, 0125/03.60.19). di un acquedotto romano (2 ore e 30
a chi non rinuncia al pesce. Conto medio 45 €. Design moderno e attenzione per la minuti). La conca del lago Nero
RISTORANTE LA MUGNAIA sostenibilità con vista sul castello. Trenta è meta di un sentiero che attorno allo
(via Arduino 53, 0125/405.30). tra camere e suite e cucina piemontese specchio d’acqua si distende all’ombra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sapori del territorio rivisitati con cura e rivisitata nel XO Restaurant & Lounge Bar. di un fitto bosco (2 ore e 30 minuti).
passione e sguardo aperto al Mediterraneo, DORA MAISON DE CHARME
in un ambiente contemporaneo nel centro (via Guarnotta 17, 0125/36.27.28).
storico. Le erbe dell’orto di proprietà In un palazzo storico nei pressi del ponte
conferiscono sapori e profumi speciali Vecchio. Quattro stanze dalle tinte calde
ai piatti. Conto medio 40 €. e tenui, alcune con affaccio sulla Dora.
BELL’ITALIA 41
CERVETERI (Roma) | Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia
LA NECROPOLI
RISORTA
Inserita in un contesto naturale di rara bellezza e protagonista di un profondo
rinnovamento, la Necropoli della Banditaccia è il sito più importante
del mondo etrusco. Venti ettari punteggiati di tumuli circolari che raccontano
la cultura, le tradizioni e la vita quotidiana dell’antico popolo
TESTI RAFFAELLA PIOVAN FOTOGRAFIE MASSIMO RIPANI
42 BELL’ITALIA
La Necropoli
della Banditaccia,
nella campagna
a un chilometro
da Cerveteri.
Al centro si nota il
tumulo a sepoltura
multipla che ospita
le tombe della
Capanna, dei Dolii,
dei Vasi Greci
e dei Letti Funebri.
BELL’ITALIA 43
CERVETERI (Roma)
U
n sogno pennellato di verde e di ocra. La via Se- L’atmosfera non è cambiata molto da quando, tra il 1908
polcrale della Banditaccia, la necropoli a un chi- e il 1933, Raniero Mengarelli, il primo direttore degli sca-
lometro dall’abitato di Cerveteri, è affiancata da vi, portò alla luce sull’altopiano i resti di quello che sa-
cipressi, pini marittimi, alberi frondosi e da gran- rebbe diventato – con l’introduzione di piante non origi-
di tumuli di tufo che celano i sepolcri etruschi. Come scris- narie – uno dei luoghi più suggestivi del Mediterraneo,
se David Herbert Lawrence nel suo Etruscan Places (1932), imponendosi nell’immaginario collettivo perché coinci-
«C’è una certa dolce tranquillità, una sensazione di intimi- deva con l’idea di paesaggio antico in voga in quei tempi.
tà felice che spira ancora per il viale principale (…) Nell’a- Il fascino e il rilievo della Banditaccia, il primo vero par-
ria tutt’attorno c’era un’immobilità suadente e si sentiva co archeologico italiano, sono rimasti intatti, con centi-
che star lì, in quel posto mezzo infossato, faceva bene naia di grandi tumuli e tombe (dal IX al II secolo avanti
all’anima». Perché il “paesaggio etrusco”, fatto di strade Cristo) costruite con blocchi di tufo o scavate nella roc-
che si intersecano, piazze, stradine secondarie, tombe ide- cia. E oggi, con il Museo Archeologico Nazionale Cerite,
ate come abitazioni e aree funerarie – una fonte impressio- fa parte del Pact, il Parco Archeologico di Cerveteri e Tar-
nante di informazioni sugli usi e costumi di questo popolo quinia, che comprende anche la Necropoli dei Monte-
– si fonde in un insieme armonioso con quello naturale. rozzi e il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia.
44 BELL’ITALIA
Sopra: il primo tratto e fu poi esposto
della via Sepolcrale a New York,
della Banditaccia. al Metropolitan
A sinistra: il Cratere Museum. Restituito
di Sarpedonte (VI nel 2006, ora è nel
secolo avanti Cristo), Museo Archeologico
firmato dal grande Nazionale Cerite.
artista greco Pagina precedente:
Euphronios. Al centro Vincenzo Bellelli,
si vede il corpo direttore del Pact
del principe della (Parco Archeologico
Licia trasportato dai di Cerveteri e
gemelli divini Sonno Tarquinia), nella
e Morte, con Ermes tomba dei Rilievi.
in veste di guida delle Il Pact comprende
anime. Il capolavoro i musei nazionali e le
fu trafugato a necropoli di Cerveteri
Cerveteri negli anni e Tarquinia, entrambe
70, transitò in Israele Patrimonio Unesco.
BELL’ITALIA 45
Sopra: un tratto A destra: il magnifico
della via degli Inferi, decoro a stucco
percorso scavato nella tomba dei
in uno stretto Rilievi che raffigura
canyon tufaceo. È il Cerbero, il mastino
proseguimento della infernale, il cane
via Sepolcrale della a tre teste dal corpo
Banditaccia e irto di serpenti posto
continua anche fuori a guardia delle porte
dal recinto dell’area del regno dei morti.
archeologica. Pagina seguente:
L’atmosfera qui è più un dettaglio della
selvaggia, lontana monumentale giara
dall’ordine rigoroso etrusca con la
della necropoli. raffigurazione
Non c’è la ricchezza dell’Accecamento di
delle sepolture Polifemo (VII secolo
aristocratiche, ma avanti Cristo), presto
un’aura più spirituale. nel Museo Cerite.
46 BELL’ITALIA
CERVETERI (Roma)
Cerveteri fu tra i più potenti centri della Dodecapoli, la formano una campagna meravigliosa che si allarga sulla
lega delle città etrusche, e con i suoi tre porti fu un impor- piana, punteggiata di complessi funerari che testimoniano
tantissimo centro di commerci, soprattutto tra il VII e il V come la città dei morti fosse più estesa di quella dei vivi,
secolo avanti Cristo. L’antica Caere sorse sull’altopiano di dove le abitazioni venivano riutilizzate per generazioni.
Vignali verso il X secolo avanti Cristo e ora se ne trovano
tracce nel centro storico di Cerveteri. Tra le necropoli che Una passeggiata lungo la via Sepolcrale
la circondavano, la Banditaccia è il più grande complesso Di recente la Banditaccia è stata completamente “riarreda-
funerario europeo dell’antichità: si estendeva per centina- ta” per migliorare l’esperienza di visita e rendere il sito più
ia di ettari e custodiva migliaia di tombe. Dopo il periodo accogliente. La vegetazione viene curata come in un parco
di Mengarelli, che ebbe il merito di aprire al pubblico il cittadino e tra i resti ora si incontrano discrete panchine per
sito e rese evidente la parte chiamata “Vecchio recinto”, la sosta. È stata implementata l’area picnic e, soprattutto, è
negli anni 60 l’archeologo Mario Moretti scavò un’altra stata rinnovata e ampliata la cartellonistica con le informa-
porzione di territorio, oggi chiamata “Nuovo recinto”. Ma zioni sulle tombe. La necropoli, che ha una superficie visi-
anche il circondario dell’area indagata è di importanza e tabile di 20 ettari ed è separata da Cerveteri dallo stretto
fascino notevoli: boschi, vigneti, campi coltivati e ulivi vallone del fosso del Manganello, si raggiunge seguen-
BELL’ITALIA 47
|
CERVETERI PARCO ARCHEOLOGICO DI CERVETERI E TARQUINIA
8
11
10
6 5
N
❸ Via Sepolcrale ❻ Tumulo del Colonnello del pianoro, utilizzato ⓫ Caere
È la via principale, quella Uno dei più grandi e dei più dal IX secolo avanti Cristo. La città (Cisra per gli
dove si svolgevano i cortei articolati, dalla complessa Presenta importanti Etruschi, Agylla per i Greci,
funebri, e si può datare organizzazione planimetrica sepolcreti villanoviani Caere per i Romani)
al VI secolo avanti Cristo. e architettonica. Ospitava composti da tombe a pozzo nel suo periodo di massimo
❹ Tomba dei Rilievi ricchissimi corredi. che contenevano vasi splendore contava 25 mila
Il suo corridoio d’ingresso ❼ Tumulo Mengarelli con le ceneri dei defunti. abitanti e aveva mura
è lungo 11 metri, l’interno Con i suoi 30 metri di ❿ Necropoli del Sorbo edificate con blocchi di tufo.
misura 7,32x6,48 metri diametro, è il tumulo maggiore Ne restano poche ⓬ Necropoli di Monte Abatone
(vedere le pagine seguenti). della necropoli. L’unica tomba testimonianze, ma vi è Le sepolture si espandevano
❺ Tombe a dado che accoglie è incompleta. situata la celebre tomba anche nel pianoro a sud-est
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tipologia di tombe dell’alta ❽ Via degli inferi Regolini-Galassi, sepoltura dell’abitato. La necropoli di
borghesia, a forma squadrata Naturale proseguimento principesca del VII secolo Monte Abatone è databile dalla
e con una scala che scende della via Sepolcrale, esce avanti Cristo scoperta fine dell’VIII aI I secolo avanti
agli ipogei con due camere, dal recinto della Banditaccia. nel 1863 e trovata inviolata. Cristo: non sono mai stati fatti
che si afferma a partire ❾ Cava della Pozzolana Da qui viene il tesoro restauri, l’area è occupata da
dal VI secolo avanti Cristo. Si tratta del nucleo più antico conservato ai Musei Vaticani. pascoli e campi coltivati.
12
10
4
3
1
NELLA TOMBA DEI RILIEVI
Scoperta nell’Ottocento al centro È una sorta di grandiosa allineate 33 sepolture, mentre altre
della Banditaccia, è una tomba riproduzione della casa dove viveva 13 nicchie con la stessa funzione si
sotterranea aristocratica cui Vel Matunas, nobile etrusco del aprono nelle pareti. Straordinaria è la
si accede da un lungo dromos IV secolo avanti Cristo, con il tetto decorazione realizzata con stucchi
d’ingresso a gradini. A pianta a doppio spiovente sorretto da due dipinti (le altre tombe etrusche
quadrangolare, è unica: non si ha pilastri, columen (trave portante) sono affrescate) dalle ricche, vivaci
notizia di un altro ipogeo di questo e una banchina che corre sui lati colorazioni contenenti pigmenti
tipo in tutto il mondo antico. della camera, sopra la quale sono preziosi come la porpora di Tiro.
La più bella tomba della necropoli conserva una straordinaria decorazione ad altorilievi
di stucco policromi che rappresentano gli oggetti del mondo dei vivi
Alcuni degli altorilievi insegne agli strumenti musicali simulano due teli ripiegati
rappresentano la dimensione da parata. Ci sono poi elementi e un cuscino sprimacciato
domestica e quotidiana della che richiamano la vita militare, rendono perfettamente
vita familiare: un rotolo come scudi, spade ed elmi. l’illusione della realtà. Sotto
di corda, un’ascia, vasellame, Al centro della parete di fondo il letto si vedono i rilievi di un
una faina con un topo in bocca. c’è la nicchia della kline principale, essere metà uomo, metà mostro
Altri indicano il nobile signore il letto per il capofamiglia marino (a sinistra) e di Cerbero
come un magistrato, dalle e la sua sposa. Gli stucchi che (a destra), il mastino infernale.
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CERVETERI (Roma) | Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia
La necropoli con
l’abitato di Cerveteri
sullo sfondo.
Sulla destra si nota
la costruzione che
ospita la biglietteria
e, al centro del sito,
la via Sepolcrale.
do dall’abitato una scenografica via alberata: all’interno, il che dà accesso a due camere. Il primo grande tumulo che si
percorso principale è quello della via Sepolcrale, un paio di incontra sulla via Sepolcrale è quello che conserva quattro
chilometri di ampio sentiero che la divide in lunghezza. Da tombe (della Capanna, dei Dolii, dei Vasi Greci e dei Letti
subito si incontrano i tumuli. Apparsi dall’VIII secolo avanti Funebri), oltrepassato il quale si arriva a una sorta di piazzet-
Cristo, hanno una base circolare scolpita in un tufo di tutte ta dove un corbezzolo ombreggia l’entrata alla sotterranea
le sfumature dell’ocra, detta “tamburo”, sormontata dalla tomba dei Rilievi, assolutamente singolare. Per motivi di si-
“calotta“, una cupola coperta di manto erboso. Magnifici, curezza il suo interno si può ammirare solo da dietro un
sono i più grandi della civiltà etrusca, voluti dagli aristocra- vetro, ma è un’esplosione di colori senza eguali, con stucchi
tici che assorbirono, grazie al commercio per mare, influen- sulle colonne e sulle pareti che la decorano con un effetto
ze orientaleggianti e ostentarono un lusso che li differenzia- grandioso. Risaliti in superficie si continua la passeggiata tra
va dal popolo anche nella morte. piccoli tumuli e ingressi tombali che occhieggiano oscuri da
La peculiarità delle tombe di Cerveteri è quella di avere antri rocciosi fino ad arrivare a due vie (via dei Monti Ceriti
caratteri architettonici e decorazioni che ricordano le abi- e via dei Monti della Tolfa) dove, raggruppate come in un
tazioni, con finestre tra un ambiente e l’altro, porte, tetti, quartiere, si trovano ben allineate le cosiddette tombe “a
architravi, cosa che non si riscontra altrove in modo così dado”, sviluppatesi nel corso del VI secolo avanti Cristo. Il
deciso. Tra le sepolture più interessanti, si visita la tomba dei percorso è una scoperta continua, tra natura e tracce del
Capitelli che conserva un piccolo dromos (corridoio) d’ac- passato, fino ai grandi tumuli in fondo al recinto: quello del
cesso e un atrio con colonne dai capitelli ornati da Colonnello e quello intitolato a Mengarelli. Ammirati
volute
CERVETERI (Roma) | Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia
L’interno, con
colonne, porte e
finestre a imitazione
delle dimore dei vivi,
della tomba dei
Capitelli, una delle
prime sepolture che
si incontrano
sulla via Sepolcrale.
questi ultimi, si può tornare indietro per finire di esplorare il venduti a musei statunitensi con storie rocambolesche (chi
sito, oppure uscire dal recinto e inoltrarsi per la via degli rubò il Cratere sparì poi nel nulla, lasciandosi dietro solo
Inferi, un suggestivo, misterioso sentiero nel bosco, scavato un’auto incendiata), ma ora sono nella loro collocazione
in profondità nel tufo, che conserva ancora le impronte del- naturale. Si ammira, inoltre, la ricostruzione in pietra di un
le ruote dei carri ed è fiancheggiato da tombe sui due lati. Si raro complesso tombale rupestre da Greppe Sant’Angelo
arriva, in un’atmosfera sempre più insolita e selvaggia, certa- con una scultura di Charun, demone dell’oltretomba.
mente rara, fin sotto le mura dell’antica Caere, nei pressi del Come racconta il direttore del Pact, Vincenzo Bellelli,
fosso del Manganello, e si prosegue fino a Cerveteri. «anche qui le novità sono rilevanti: al primo piano si può
dialogare con l’ologramma a grandezza naturale di un
Dalla ceramica alla realtà aumentata etrusco realmente esistito (qui è esposto il suo sarcofago),
Nel duecentesco castello Ruspoli, nel cuore del centro sto- “parlando” con lui della vita di Cerveteri. Il museo, inoltre,
rico di Cerveteri, il Museo Archeologico Nazionale Cerite nei prossimi mesi sarà riallestito e arricchito con i materia-
conserva su due piani i reperti delle necropoli locali dal li provenienti dall’area urbana e con alcuni reperti di gran-
periodo villanoviano a quello romano, esposti in ordine dissimo valore recuperati dal Comando Carabinieri per la
cronologico. Tra tutti, due sono di eccezionale importan- Tutela del Patrimonio Culturale. Fra questi, la preziosa gia-
za: il Cratere di Sarpedonte, del sublime pittore e cerami- ra monumentale del VII secolo avanti Cristo, decorata con
sta greco Euphronios, e una kylix (coppa) monumentale la tecnica bianco su rosso, con una delle più antiche scene
plasmata dallo stesso artista. Entrambi furono trafugati e in assoluto dell’accecamento di Polifemo».
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BELL’ITALIA 53
Dove Come Quando
CERVETERI (Roma)
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Necropoli dei Monterozzi, tomba della Caccia e della Pesca
A TARQUINIA
Gli altri due straordinari siti
del Parco Archeologico
Del Pact-Parco Archeologico di
9-19,30 (Museo), chiusi lunedì; ingresso
Cerveteri e Tarquinia fanno parte anche
cumulativo 10 €. Info: Pact-Parco Archeologico
la Necropoli dei Monterozzi (Tarquinia,
di Cerveteri e Tarquinia (pact.cultura.gov.it).
via Ripagretta, 0766/85.63.08) e il
Museo Archeologico Nazionale di
Da vedere
Tarquinia (Tarquinia, piazza Cavour 1,
0766/85.60.36). La necropoli (VII-II
BORGO DI CERI
secolo a.C.), composta soprattutto da
A 9 km da Cerveteri, sorge sopra una rupe.
camere scavate nella roccia, comprende
Il castello, del XII-XV secolo (divenuto palazzo
circa 200 tombe dipinte con affreschi
Torlonia), ha un giardino pensile sempreverde
di grande bellezza. Se ne possono
del XIX secolo. Interessante è il santuario della
visitare 22, con figure di atleti, pescatori,
Come arrivare Madonna, con affreschi del XII secolo con
danzatori, giocolieri, scene di banchetto
scene bibliche, di cucina, diavoli in lotta e una
e demoni. Nel museo, ospitato nel
In auto: Cerveteri, a 40 km da Roma, chimera sullo zoccolo della parete destra.
palazzo Vitelleschi, sono conservati
si raggiunge con la A1 fino a Roma, quindi,
i ritrovamenti degli scavi e altri oggetti
percorso un tratto del Grande Raccordo COMPLESSO MONUMENTALE DI SANTA SEVERA
di straordinario pregio come i celebri
Anulare, con la A12 Roma-Civitavecchia- (Santa Marinella, strada statale 1 Via Aurelia
Cavalli alati (IV secolo a.C.), capolavoro
Tarquinia, uscita Cerveteri-Ladispoli. km 52,600, 06/39.96.79.99).
della coroplastica etrusca e simbolo
In treno: stazioni di Ladispoli-Cerveteri Sul mare, l’area prende il nome dalla santa
della città, alcuni sarcofagi e l’oinochoe
e Marina di Cerveteri, sulla linea Livorno- qui martirizzata nel 298. Fu proprietà delle
(vaso per il vino) attica a forma di testa
Roma, collegate a Cerveteri dal servizio grandi famiglie romane e ora comprende
femminile del V secolo a.C.
bus di Cotral (cotralspa.it). il castello del XIV secolo con il suo museo
In aereo: l’aeroporto più vicino è quello appena rinnovato e il Museo Civico del Mare
di Roma Fiumicino, a 40 km. e della Navigazione, oltre a due chiese,
In camper: area sosta attrezzata Approdo una torre, il battistero e il borgo del XV secolo. Castello di Santa Severa
Etrusco, via Furbara Sasso 110,
393/978.65.71 e 320/727.80.40. CASTELLO ODESCALCHI DI BRACCIANO
(Bracciano, piazza Mazzini 14,
Per la visita 06/99.80.23.79).
Dimora rinascimentale a 17 km da Cerveteri,
NECROPOLI DELLA BANDITACCIA fu eretta nel 1470 dagli Orsini e passò agli
(Cerveteri, via della Necropoli, 06/994.00.01). attuali proprietari, gli Odescalchi, nel 1696.
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE CERITE Possente fortezza-palazzo, ha una bella
(Cerveteri, piazza Santa Maria, 06/994.13.54). corte d’onore e vi sono conservate opere
Orario: fino al 15 settembre 9-19,30; dal 16 di pregio. Si visitano le sale e gli appartamenti
settembre al 25 marzo 9-17 (Necropoli), e dalle sue torri si vedono il borgo e il lago.
54 BELL’ITALIA
INFO Pro Loco Cerveteri, piazza Risorgimento
19, 06/99.55.19.71.
Pit-Punto Informazione Turistica, Cerveteri,
piazza Aldo Moro 1, 06/99.55.26.37.
Ristorante Arcadia
NELLA NATURA
Camminare tra boschi
e campi sulle vie etrusche
Il trekking più classico e completo
tra memorie etrusche e natura
è il facile e godibilissimo percorso
ad anello delle cinque cascate di
Cerveteri e della via degli Inferi, che
si allunga per circa 17 km tra boschi
e paesaggi agresti con un dislivello
di soli 373 metri. Dalla Banditaccia
si costeggia il recinto del sito fino a
trovare il sentiero che, uscendo dalla
Barrel Osteria nel Borgo Il Giardino dei Flintstones B&B necropoli, diventa la via degli Inferi
e porta alla necropoli del Laghetto,
sulla collina, visitabile liberamente.
Anche le tombe della via degli Inferi
(la più bella è quella delle Colonne
Doriche), scavate su entrambi i lati,
sono aperte e arrivano fin sotto
le mura dell’antica Caere. Si passa
Le buone soste preparati con cura. Nel menu, stagionale, poi il fiume Vaccina presso il Fosso
bocconcini di rana pescatrice con granella della Mola e si arriva alla prima
ARIÀ - OSTERIA DI FUORI PORTA di mandorle, calamarata con seppie, zafferano
(Cerveteri, via della Necropoli 2, e pachino, frittura di paranza. Conto 30 €.
06/99.55.19.72).
Un locale d’atmosfera, con muri in pietra e Per dormire
arredi tradizionali. Forti dell’esperienza maturata
nella vicina Villa Ceri, i titolari propongono VILLA KLINAI
piatti ispirati alla tradizione preparati (Cerveteri, via Fosso di Fotignano 1,
con le eccellenze locali, come le fettuccine 389/622.82.67).
con pomodoro confit, guanciale croccante A cinque km da Marina di Cerveteri, è una
e fonduta di pecorino. Conto 40 €. struttura moderna nella tranquilla campagna
TRATTORIA ZÌ MARIA coltivata a uliveti, con cinque camere
(Cerveteri, via Sasso Manziana 2, arredate in modo classico. Piscina all’aperto
333/172.70.14). con lettini e ombrelloni, barbecue e veranda. Via degli Inferi
Un luogo suggestivo, nel verde, in una IL GIARDINO DEI FLINTSTONES B&B
bella struttura con travi a vista. Pasta (Cerveteri, via Quarto di Monte cascata, una delle più alte, per
fatta a mano e cucina del territorio Lungo 19, 366/332.42.58). poi ammirare in sequenza quelle
aperta alle innovazioni: coscia di anatra Struttura nel verde con piscina e tre piccole dell’Arenile, del Braccio di Mare,
in crosta di pistacchi, petto di faraona con spa, una diversa dall’altra (in roccia, in legno dell’Ospedaletto e quella della
gorgonzola, pere e guanciale. Conto 35 €. e all’aperto) e camere in stile, con travi Mola (o di San Giuliano). Da non
BARREL OSTERIA NEL BORGO a vista e letti a baldacchino in ferro battuto. dimenticare il costume, perché
(Cerveteri, piazza Risorgimento 16, B&B CERI UNA VOLTA in tutte è possibile fare un tuffo
338/498.13.02). (Ceri, piazza Immacolata 8, 389/675.69.50). indimenticabile e ristorarsi dal caldo.
Nel cuore del borgo, un locale Nella piazzetta centrale, un b&b all’interno Facendo ben attenzione alle
moderno con una cucina che si divide di un’abitazione del XVIII secolo (la casa del indicazioni si giunge al ponte degli
fra tradizione (anche regionale, da quella fattore di Villa Ceri): due appartamenti collegati, Austriaci e da qui è bello risalire
romana alla napoletana) e contemporaneità. con sale e camere arredate con mobili rustici, il torrente per ammirare la fauna
Nel menu, pasta fatta in casa, pesce grandi camini, superfici in legno e cotto. e la flora locali. Si torna poi alla
del Tirreno, carne cotta su pietra lavica CASA VACANZE PALAZZO CASTELLESCHI necropoli passando vicino ai grandi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
e pasticceria della casa. Conto 33 €. (Tarquinia, via Dell’Archetto 5, 348/410.25.30). tumuli esterni alla Banditaccia.
RISTORANTE ARCADIA Appartamento di 85 metri quadrati
(Tarquinia, via Giuseppe Mazzini 6, ospitato in una torre del 1160. A disposizione
0766/85.55.01). degli ospiti una camera matrimoniale
Locale moderno situato nel centro storico, e una con il letto alla francese arredate in stile,
dove si gustano piatti tradizionale italiani cucina attrezzata e libri sugli Etruschi.
BELL’ITALIA 55
FOLIGNO (Perugia) | Palazzo Trinci
Trionfano
i colori
del ’400
La dimora di Ugolino III Trinci conserva raffinati
cicli pittorici di Gentile da Fabriano e Ottaviano
Nelli, maestri del Gotico Internazionale
TESTI BARBARA GABBRIELLI
FOTOGRAFIE GABRIELE CROPPI
56 BELL’ITALIA
Dalle vele alle pareti,
gli episodi della vita di Maria
rivestono la cappella
———————
N
é la forza della natura né la volontà dell’uomo
sono riuscite a cancellare il simbolo di una picco-
la signoria che, al tramonto del Medioevo, fece
dell’antica Fulgineum una capitale culturale del
centro Italia. Palazzo Trinci ha resistito ai terremoti, alla Se-
conda guerra mondiale e, ancor prima, alla damnatio me-
moriae della potente famiglia folignate che su piazza Gran-
de, oggi della Repubblica, insieme alla nuova dimora costruì
anche la propria affermazione politica. Inserita tra la catte-
drale di San Feliciano e il palazzo del Podestà, la facciata
neoclassica del palazzo non deve trarre in inganno, perché
una volta entrati nel cortile e intrapresa la salita della scali-
nata, aggiunta nel 1936, già si cammina a fianco di uno dei
muri originari del complesso voluto da Ugolino III Trinci.
58 BELL’ITALIA
Uno scorcio della
camera delle Rose,
affrescata tra 1411
e 1412 da Gentile
da Fabriano e la sua
bottega con un
raffinato e complesso
ciclo pittorico dedicato
alle sette Arti Liberali
e ai Pianeti. Da sinistra,
sono qui raffigurate
la Musica, la Dialettica
e la Grammatica.
BELL’ITALIA 61
Romolo e Remo
e la sfortunata Rea Silvia
protagonisti nella loggia
———————
ratore detto l’Alunno, Pierantonio Mezzastris, Bernardi-
no di Mariotto e Dono Doni. Ma è al piano nobile che si
svela un affascinante capitolo di storia cavalleresca e di
vita cortese. Il bellissimo ciclo pittorico in cui confluisco-
no i temi dell’Umanesimo è specchio dell’apertura e della
vitalità culturale che caratterizzarono la reggia dei Trinci
nei primi decenni del ’400. Ugolino convocò intellettuali,
letterati, poeti e artisti raffinati che gli permisero di affran-
carsi dallo stile meno evoluto della pittura locale; per i
Trinci il poeta Federico Frezzi inventò nel suo poema Il
Quadriregio una nobile discendenza da un esule troiano
di nome Tros. La celebrazione dell’antichità è uno dei leit-
motiv del palazzo, a partire dalle collezioni di reperti ar-
cheologici romani e, soprattutto, dagli affreschi. In alto: la loggia conserva un ciclo frammentario
Cuore artistico della dimora è la loggia con le Storie di di affreschi di Gentile da Fabriano che illustra
le Storie di Romolo e Remo. Sopra: un raffinato
Romolo e Remo dipinte da Gentile da Fabriano, maestro dettaglio delle pitture. Pagina precedente:
del Gotico Internazionale, che a Foligno guidò nella deco- il chiostrino con la scala gotica originaria.
razione del palazzo una squadra di maestri provenienti da
Bologna, Padova e Venezia. Il racconto che Gentile fa della
leggenda della fondazione di Roma attraverso la vita di Rea
Silvia, madre di Romolo e Remo, passa dai delicati volti dei
protagonisti, dai cavalli anatomicamente perfetti, dalle sot-
tili dorature, dai dettagli di abiti, armature, finimenti e di un
lenzuolo con la tipica decorazione bianca e blu dell’an-
BELL’ITALIA 63
tica tessitura umbra. Un fiabesco paesaggio naturale avvol-
ge la scena dell’esecuzione di Rea Silvia, piegando l’archi-
tettura della loggia alle esigenze dell’arte. Da qui si entra
nella sala degli Imperatori, o dei Giganti: all’interno di
finte arcate, su praticelli erbosi ricchi di particolari botani-
ci, si stagliano i colossali ritratti di uomini illustri, modelli
di virtù militari e morali, osservati da una balconata da
Ugolino e dalla moglie Costanza. Ci sono Ottaviano Au-
gusto in trono, Tiberio che addita l’eroe Furio Camillo,
Cincinnato in abiti da contadino, Scipione l’Africano e
così via fino a Traiano, considerato esempio di giustizia e
tolleranza. Se oggi ammiriamo quel che resta di questa
incredibile sequenza di uomini illustri lo si deve solo al
caso. Tagliati in orizzontale da un controsoffitto e coperti
da una scialbatura, gli affreschi vennero riscoperti solo nel
1881 da un operaio che stava ristrutturando le capriate.
BELL’ITALIA 65
Dove Come Quando
FOLIGNO (Perugia)
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Cattedrale di San Feliciano
NEI DINTORNI
La “Venezia dell’Umbria”
e la cripta dell’eremita
La montagna folignate, porzione
Fondata nel luogo di sepoltura del santo,
suggestiva e intatta dell’Appennino
ha la facciata romanica a fasce bianche
Umbro-Marchigiano, offre l’opportunità
e rosa e una cupola del ’500. L’interno
di muoversi tra piccoli borghi, abbazie
è stato rinnovato in forme neoclassiche
e paesaggi incantevoli. Si passeggia
da Luigi Vanvitelli e Giuseppe Piermarini.
tra i vicoli medievali di Rasiglia
(a 18 km) accompagnati dal mormorio
MUSEO DELLA STAMPA
dei corsi d’acqua che fanno del borgo
(via Pertichetti, 0742/33.05.84).
una piccola “Venezia di montagna”.
Dagli incunaboli agli almanacchi, dalle prime
Dal Medioevo qui è fiorita la lavorazione
cartiere alla ricostruzione di un torchio del
della lana, proprio grazie ai ruscelli
’400, il museo celebra l’arte della stampa
che alimentavano i macchinari per
Come arrivare folignate a palazzo Orfini: proprio qui
la filatura e la tessitura; oggi Rasiglia
nel 1472 fu stampata la prima edizione
sta rinascendo come parco archeologico
In auto: A1 Milano-Napoli, da nord della Divina Commedia di Dante.
industriale del tessile. Siamo nella
uscita Valdichiana, raccordo autostradale 6
valle attraversata dal fiume Menotre,
Bettolle-Perugia e statale 75; ORATORIO DELLA NUNZIATELLA
che forma bellissime cascate. Tra
da sud, uscita Orte e statale 3 Via Flaminia. (via dell’Annunziata, 0742/33.05.84).
macchie di querce e di lecci, acero
In treno: stazione di Foligno, treni regionali Eretto a fine ’400, conserva l’affresco
montano e faggio, boschi di roverelle
veloci da Firenze e Roma. di Perugino Battesimo di Cristo
e carpini neri, la valle è punteggiata
In aereo: l’aeroporto più vicino è Perugia (1507) e, in un’edicola lignea dorata,
di cartiere e mulini. Pale (a 9 km) è un
Sant’Egidio a 54 km. un’immagine miracolosa della Vergine.
altro borgo suggestivo, protetto dalla
In camper: Camper Service, a Foligno,
montagna. La chiesa parrocchiale
via Monte Cucco, 0742/35.44.59. ORATORIO DEL CROCIFISSO
è dedicata a San Biagio, patrono dei
(via Federico Frezzi, 0742/33.05.84).
cardatori di lana. Da visitare le grotte
Per la visita Bell’esempio di arte barocca, edificato
dell’Abbadessa, scoperte nel ’700,
dal 1587, conserva la cupola affrescata
ricche di stalattiti e stalagmiti.
PALAZZO TRINCI da Giovan Battista Michelini (1643)
Ma questa è anche terra di fede e uno
(piazza della Repubblica 25, 0742/33.05.84). e un soffitto in legno intagliato.
dei luoghi che la esprime al meglio
Orario: a settembre martedì-domenica
è la maestosa abbazia di Santa Croce
10-19, da ottobre martedì-domenica CIAC-SANTISSIMA ANNUNZIATA
in Sassovivo (Foligno, via Sassovivo 2,
10-13 e 15-19; ingresso 9 €. (via Garibaldi 153a, 0742/62.10.22).
0742/35.19.61) che conserva frammenti
L’ex chiesa, sede distaccata del Centro
di affreschi quattrocenteschi
Da vedere Italiano Arte Contemporanea, ospita la
e la cripta di San Marone, eremita
Calamita Cosmica, gigantesca scultura di
siriano vissuto nel IV secolo.
CATTEDRALE DI SAN FELICIANO Gino De Dominicis (1988) che raffigura uno
(piazza della Repubblica). scheletro supino lungo ventiquattro metri.
66 BELL’ITALIA
INFO Ufficio Informazioni e Accoglienza
Turistica Valle Umbra, Foligno,
corso Cavour 126, 0742/35.44.59;
www.comune.foligno.pg.it
EVENTI
La giostra, le bici d’epoca
Locanda di Zucca e il festival della pasta
Settembre a Foligno è ricco
di eventi tra folklore, sport
e gastronomia. Il 16 e 17 si rinnova
la tradizione della Giostra della
Quintana, una delle più importanti
rievocazioni storiche italiane, nata
nel ’600, che infiamma gli animi dei
folignati e affascina chi arriva da
fuori. Sabato sfila il corteo storico
con più di 800 personaggi in abiti
Osteria Ciclabile Villa dei Platani barocchi; domenica i cavalieri delle
dieci contrade si affrontano nella
rivincita della prima sfida di giugno.
Dal 2 settembre, in preparazione
all’evento, aprono le dieci
taverne rionali che propongono
la degustazione di antichi piatti della
tradizione. Dal 22 al 24 settembre
Le buone soste anche la rocciata alle erbe con bieta, cicoria si rinnova invece l’appuntamento
e spinaci, una vera tradizione umbra. con La Francescana Ciclostorica
OSTERIA CICLABILE Tra i dolci, il melaccio con uvetta e cannella.
(via Antonio Gramsci 60, 331/787.29.58). TESSITURA PARDI
Dove un tempo venivano costruite e riparate (Montefalco, corso Mameli 7,
le biciclette sorge un’osteria che invita 0742/37.87.11).
a rallentare, magari davanti a ottime pizze Dalle tovagliette da tè ai tappeti, alle sciarpe
o a piatti tipici, come i cappellacci ripieni e alle tende, il tutto secondo l’antica
di ciauscolo di Visso o le lumache in umido tradizione umbra della tessitura. L’azienda
alle erbette selvatiche. Conto 37 €. fondata nel 1949 oggi viene portata avanti
LOCANDA DI ZUCCA dalla terza generazione della famiglia Pardi.
(via Federico Frezzi 5, 389/027.93.20).
Ambiente familiare, con tavoli anche Per dormire
all’esterno, dove gustare un’ottima cucina
umbra: gnocchi al Sagrantino, carbonara, VILLA DEI PLATANI La Francescana
il tipico piccione ripieno su crostone di paté (viale Mezzetti 29, 0742/35.58.39).
di fegato e le lumache al serpullo, una In un villino liberty in centro, un boutique dell’Umbria, la pedalata con bici
specie di timo selvatico. Conto 35 €. hotel con 27 camere, alcune con vasca d’epoca e abbigliamento vintage che
C’ERERIA DELLE CONCE idromassaggio sul balcone e una spa partendo da Foligno attraversa
(via Portico delle Conce, 376/073.47.98). sulla terrazza pensile del secondo piano. i più bei borghi della valle Umbra.
In questa antica cereria, dove ancora si CITY HOTEL & SUITES FOLIGNO Infine dal 28 settembre al 1° ottobre
producono candele, si possono degustare (via Massimo Arcamone 16, Foligno ospita I Primi d’Italia,
prelibatezze legate al territorio, come 0742/32.16.66). unico festival nazionale dedicato
cappelletti e pappardelle con cinghiale Un’ottima base per chi vuole spostarsi ai primi piatti. Pasta, riso, zuppe,
o zucchine al tartufo nero, piccione tra il centro di Foligno e i borghi dei dintorni, gnocchi e polenta sono protagonisti
ripieno, coniglio in porchetta e lumache anche in bici; l’hotel dispone di una bike di una golosa kermesse che
al sugo o alla brace. Conto 35 €. room e di 87 camere di varie dimensioni. coinvolge l’intero centro storico tra
LA ROCCA degustazioni, lezioni di cucina,
Per gli acquisti (Montefalco, via Ringhiera dimostrazioni di grandi chef, vendita
Umbra 49, 0742/37.93.91). di produzioni alimentari di qualità
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NORCINERIA MASSATANI 1913 Nel cuore del borgo, una guest house e momenti di spettacolo.
(piazza Don Michele Faloci circondata dal giardino che dispone
Pulignani 36, 335/48.06.37). di sei camere, quasi tutte affacciate sulla
Bottega di riferimento per i formaggi e i splendida vallata. Inoltre ci sono una piccola
salumi locali, in particolare il prosciutto, fatto spa e un angolo shop dove si possono
in casa con passione da generazioni. Ottima acquistare tessuti e cachemire locali.
BELL’ITALIA 67
Il borgo di Cassine
nella campagna del
Monferrato. In primo
piano il cortile di
palazzo Zoppi e sullo
sfondo la chiesa
di San Francesco
(XIII secolo) dalla bella
facciata in mattoni,
con l’annesso
convento che ospita
il Museo di Arte Sacra.
68 BELL’ITALIA
CASSINE (Alessandria)
Dove risuona il
MEDIOEVO
Il borgo fra i colli dell’Alto Monferrato custodisce un patrimonio prezioso.
Antichi palazzi ricchi di storia e d’arte si aprono alle visite il penultimo weekend
di settembre in occasione di una manifestazione musicale
TESTI ROSALBA GRAGLIA FOTOGRAFIE MASSIMO RIPANI
BELL’ITALIA 69
A sinistra: una sala
affrescata di casa
Arcasio, palazzo del
1575; è una delle dimore
private di Cassine
che ospitano i concerti
e le lezioni dell’evento
Espresso Masterclass di
Le Dimore del Quartetto.
Sotto: la proprietaria
Paola Dubini, docente
dell’Università Bocconi
di Milano, promotrice
dell’evento. Pagina
seguente, da sinistra:
il cortile porticato
di casa Arcasio;
via IV Marzo, una
delle strade del centro
sulla quale affacciano
molti palazzi storici.
70 BELL’ITALIA
F
ra le colline coperte di vigneti e le campagne tielli, viene citato in diversi documenti dell’anno Mille.
intorno al fiume Bormida, nel Monferrato Ales- Il toponimo rimanda all’espressione ad cassinas, a indi-
sandrino, il borgo alto di Cassine è un affasci- care la presenza di stalle con abitazioni, grandi cascine.
nante ritorno al Medioevo, tra case di mattoni, Il primo nucleo medievale, l’anima del borgo, è sorto in
strade acciottolate, portici, chiese, oratori. Questo paese posizione strategica sull’area oggi occupata dalla chiesa
un po’ nascosto ospita, il penultimo weekend di settem- di San Francesco e dal palazzo comunale, da dove può
bre, una tre giorni di musica eccelsa: è l’appuntamento cominciare il nostro itinerario di scoperta.
con Espresso Masterclass di Le Dimore del Quartetto,
corso di alto perfezionamento in musica da camera per Antiche residenze aperte alla musica
quartetti d’archi con maestri di fama internazionale, Il complesso francescano è una scenografia perfetta, una
ospitati in case private e protagonisti di una serie di con- sorta di “acropoli religiosa”. Accanto alla chiesa si di-
certi e lezioni aperte al pubblico. Un’iniziativa che Paola spongono il convento, che comprendeva vigneti, orti e
Dubini, docente dell’Università Bocconi di Milano ori- giardino, e gli oratori del ’500 e ’600 di Sant’Antonio
ginaria del borgo, ha voluto portare a Cassine per valo- Abate, della Santissima Trinità e di San Bernardino, sorti
rizzarne il patrimonio artistico e culturale. L’evento offre su terreni concessi a diverse confraternite. La chiesa è
infatti l’occasione per scoprire alcuni tesori inaspettati un mirabile esempio di architettura gotica lombarda. Al
in questo angolo di Alto Monferrato Acquese. Il piccolo centro della facciata in mattoni, con possenti contrafforti,
centro, già abitato in epoca preromana dai Liguri Sta- spiccano il portale a colonnine dai capitelli a foglie e
BELL’ITALIA 71
In queste pagine:
palazzo Zoppi, nato
come casaforte nel
XIII secolo. In alto:
la sala da pranzo.
A sinistra: dettaglio del
ciclo di affreschi a tema
cortese che raffigura
il gioco della palma.
Sotto: frammenti della
tomba trecentesca di
Giovanni Annibaldi nella
cappella. A destra:
il cortile d’onore con
i portici ad archi ogivali
sorretti da pilastri
ottagonali. Pagina
seguente, in alto da
sinistra: Matilde Prunas
Tola e Alessandro
Prunas Tola, proprietari
del palazzo con il fratello
Vittorio; la facciata.
BELL’ITALIA 73
A sinistra: lo scalone
di casa Pellizzari,
con le pareti decorate
da motivi neogotici.
Sotto: il proprietario,
l’avvocato Paolo Cisa
di Grésy. Sopra: ritratto
giovanile di Silvio Pellico
donato alla famiglia
Grésy dallo scrittore.
Pagina seguente,
a sinistra: Gianfranco
Cuttica nella biblioteca
di casa Cuttica
di Revigliasco, con
il pavimento
in cotto e l’enorme
armadio traboccante
di libri antichi;
a destra: la corte
porticata del palazzo.
74 BELL’ITALIA
il rosone. Fatta costruire dai Francescani Minori Con- blico in occasione dei concerti di Espresso Masterclass.
ventuali, arrivati a Cassine agli inizi del ’200, fu ultimata Proprio davanti al complesso di San Francesco, casa Ar-
nei primi trent’anni del secolo successivo, anche se gli casio è un palazzo del 1575, come attesta un’iscrizione
interni sono stati continuamente modificati. Ha lascia- su un arco di pietra di fianco al pozzo. Nel ’600 viene
to il segno, in particolare, il rinnovamento in occasione acquistata dal medico e scrittore Alessandro Arcasio, cui
dell’arrivo da Roma, nel 1713, delle reliquie di Sant’Ur- deve il nome, finché a metà ’800 arrivano agli attuali
bano Martire. E così Cassine ha due santi patroni, ciascu- proprietari. Lorenzo Peverati, trisnonno di Paola Dubini,
no con la sua festa: quello “storico”, San Giacomo, cui appassionato di meteorologia, fece costruire la torre che
è intitolata una bella chiesa, e Sant’Urbano. All’interno ottenne nel 1888 il riconoscimento di centro meteoro-
del convento sono stati scoperti cicli di affreschi del XIV logico: da lì ogni giorno inviava il bollettino meteo con
secolo: i più interessanti – una Crocifissione, le Storie dei dei piccioni viaggiatori che allevava in solaio. Oggi casa
Magi, immagini della Vergine e di Santi – decorano la Arcasio è sede dell’associazione che coordina l’evento
sala Capitolare, che oggi fa parte del Museo di Arte Sa- musicale e in futuro potrebbe diventare un punto di in-
cra, con una bella collezione di statue, dipinti, arredi e formazioni e di accoglienza per i visitatori di Cassine.
reliquiari in un allestimento suggestivo. Un attento lavoro di restauro sta facendo ritrovare lo spi-
Ma l’attrattiva maggiore del centro storico sono i palazzi rito del luogo: dalle due belle meridiane della facciata
e le case lungo via Roma, via del Municipio, via Zoppi alla corte, dal loggiato alle sale con i soffitti affrescati.
e via San Realino, alcuni eccezionalmente aperti al pub- Dietro le facciate a volte austere, dietro i portoni
BELL’ITALIA 75
Sopra: Adorazione del
Bambino in braccio alla
Vergine assisa in trono,
nel Museo d’Arte Sacra
“Paola Benzo Dapino”.
È una parte del ciclo
affrescato, databile
al terzo decennio del
XIV secolo, che decora
la sala Capitolare
dell’ex convento di San
Francesco, sede del
museo. A sinistra:
l’interno tardobarocco
della chiesa di Santa
Caterina, costruita tra
1776 e 1790. Sotto:
lezione per un quartetto
d’archi nell’oratorio
della Santissima Trinità.
Pagina seguente:
l’esterno della chiesa
di Santa Caterina.
massicci, nei palazzi del centro di Cassine si svelano quattrocentesco con scene di vita cortese che si snodano
scenari fatti di cortili, colonnati, giardini e interni ricchi come in un racconto: la caccia al falcone, dalla partenza
di fascino. Casa Benzo-Dapino conserva salotti d’epoca al corteo dei cavalieri con Antonio Zoppi e i figli; la sce-
e una grande biblioteca; casa Cuttica di Revigliasco, già na del gioco della palma, con giovani donne e uomini
Mazzoleni, sembra uscita da un romanzo ambientato che si rincorrono e battono tra loro il palmo della mano;
nel Medioevo, con la facciata di mattoni, la corte porti- il ciclo delle Virtù e dei Vizi. Tutto è immerso in un pa-
cata, i pavimenti in cotto e l’enorme, misterioso armadio esaggio di fiori e piante, alla maniera di una miniatura.
antico traboccante di libri e documenti; casa Pellizzari L’ultima tappa è appena fuori dal centro, fra le vigne.
sfoggia la corte-giardino, il pozzo, la meridiana, la tor- Villa Felice è una splendida dimora ottocentesca co-
retta e una loggia dalle volte decorate in stile neogotico. nosciuta prima come villa Simondetti (era la residenza
degli avvocati torinesi Simondetti, primi legali della Fiat)
Vita cortese di ieri e di oggi e poi diventata proprietà di Nino Novarese, costumista
C’è anche un palazzo che sembra un castello, palazzo cinematografico due volte premio Oscar, frequentata
Zoppi, con il cortile d’onore dalle arcate a ogiva. L’edi- da attori e gente dello spettacolo. Renata Cellerino, ex
ficio, in origine una casaforte, nel tardo Medioevo di- commercialista alessandrina, l’ha acquistata una trenti-
venta residenza ed è costellato di piccoli tesori. Nella na d’anni fa per produrre vino; oggi, restaurata con infi-
cappella si ammira una Vergine col Bambino attribuita nita cura, è un’oasi di relax e presto avrà anche camere
al Maestro di Sant’Antonio, attivo nella prima metà del per gli ospiti (è già disponibile una casa nella dépendan-
’400. Il primo piano ospita un importante ciclo pittorico ce). Un altro scenario perfetto per un concerto d’archi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BELL’ITALIA 77
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Cassine
FOTOGRAFIE MASSIMO RIPANI
BELL’ITALIA 79
Dove Come Quando CASSINE (Alessandria)
NEI DINTORNI
L’antica via del Monferrato
e i luoghi di Luigi Tenco
Cassine si trova sul percorso
Villa Felice Ristorante Passeggeri della Strada Franca del Monferrato,
appena riaperta. Si tratta di un’antica
e importante via per gli scambi
commerciali tra Basso e Alto
Monferrato, aperta nel 1454
dopo la Pace di Lodi. Oggi forma
Le buone soste visite guidate e degustazioni. Ha realizzato un sentiero escursionistico di 55 km
un apiario olistico, nel rispetto da Cassine ad Altavilla Monferrato.
AGRITURISMO IL BUONVICINO dell’ambiente e della biodiversità. Per coglierne lo spirito si percorre
(strada Ricaldone di Sotto 64, VILLA FELICE la prima tappa da Cassine
348/353.19.76). (viale Simondetti 15-19, 335/541.75.76). a Bergamasco (17 km), anche solo
Un agriturismo sulle colline, buona base Nella sua proprietà appena fuori dal centro in parte fino al Bosco delle Sorti
anche per dormire, dove si gusta cucina della Renata Cellerino produce un esclusivo (10 km), oggi area verde protetta.
tradizione a base di prodotti del territorio Brachetto passito e l’Albarossa e organizza Tra i tour in bicicletta, un itinerario
Consigliato l’aperitivo fra i vigneti della Cantina itinerari nei vigneti con degustazione. ripercorre i luoghi del cantautore
Peverati, della stessa proprietà. Conto 30 €. Luigi Tenco, che nacque a Cassine
AGRITURISMO TRA I FILARI Per dormire – una targa lo ricorda sulla casa
(strada Sant’Andrea 36, 328/1442.44). natale (corso Garibaldi 20) – e poi
Un altro luogo ridente in mezzo ai vigneti AGRITURISMO LA TIMIDA si trasferì nel vicino paese della
per una cucina che punta soprattutto sulla (strada Ricaldone di Sotto 28, 0144/71.53.71). madre, Ricaldone, dove è sepolto.
tradizione ma si allarga anche a proposte Un antico casale dell’Ottocento nel L’anello ciclabile Sulle strade
di pesce. Ospita spesso serate a tema verde che offre sei comode stanze, di Luigi (mappa su https://www.
legate alla stagione a base di acciughe, un piccolo appartamento con angolo piste-ciclabili.com/itinerari/3155-
funghi e tartufi. Conto 30 €. cottura e un ristorante di cucina tipica cassine-ricaldone-per-le-strade-di-
BOTTEGA DEL VINO nella ex stalla. Il nome è formato dalle prime luigi) da Cassine segue le strade
(Alice Bel Colle, piazza Guacchione 4, due lettere dei nomi dei tre fratelli proprietari. che Tenco ragazzo percorreva in
0144/75.54.41). AGRITURISMO DA MATRÀ bici (20,4 km totali). A Ricaldone
A 9 chilometri da Cassine, un ristorante (strada Pizio 16, 345/290.10.65). è d’obbligo la visita alla tomba
gestito da giovani che propone piatti Cascina tradizionale piemontese nel cimitero e al Museo Tenco (via
della tradizione accanto a formule aperitivo- immersa fra le vigne con quattro stanze, Maurizio Talice 13, 389/660.00.00),
degustazione più creative. Conto 30 €. ognuna con bagno privato. Ampi aperto su prenotazione o per eventi:
RISTORANTE PASSEGGERI spazi all’aperto e ristorazione tipica. per l’Espresso Masterclass, apertura
(corso Marconi 14, Cassine, 0144/71.50.70). AGRITURISMO SURÌ speciale il 24 settembre (ore 10-11).
Nella parte bassa del paese, un classico (località Sant’Andrea,
ristorante cassinese. Gli arredi sono via della Chiesa 3, 351/865.24.25). INFO Ufficio Informazioni
semplici ma accoglienti e i piatti hanno Quattro camere e tutti i comfort in un e Accoglienza Turistica,
influenze anche liguri. Conto 30 €. agriturismo degli anni Venti fra i vigneti Comune di Cassine, piazza Vittorio
con biblioteca, piscina, giardino e ristorante. Veneto 1, 0144/71.51.51
Per gli acquisti
80 BELL’ITALIA
FILICUDI (Messina)
Ruvida
Spartana, senza lussi turistici
e caratterizzata da una natura
ancora selvaggia, la piccola
dolcezza
isola dell’arcipelago siciliano
si scopre percorrendo facili
sentieri che conducono ad alture
panoramiche, contrade dimenticate,
eoliana
siti archeologici e spiagge solitarie
82 BELL’ITALIA
L’alba da una terrazza di Filicudi verso capo Graziano; sullo sfondo i profili delle isole di Stromboli, Panarea, Salina e Lipari.
BELL’ITALIA 83
FILICUDI (Messina)
S
civolando via da Salina, l’aliscafo punta verso ruvidamente dolce, in grado di spiazzare i più. Dieci
ovest. Il tempo di alzarsi sulle ali, una leggera chilometri quadrati di estensione, 13 chilometri di peri-
virata ed ecco balenare all’orizzonte un’altra metro, 15 di strada asfaltata e oltre 30 di sentieri, 15
isola, un vulcano poderoso ma ormai spento da contrade, 250 abitanti (che diventano 3.000 in estate),
tempo. Filicudi, nel settore occidentale delle isole Eolie, nessuna spiaggia bianca e setosa, totale assenza di al-
svela miglio dopo miglio, nella bonaccia immobile, val- berghi cinque stelle e locali alla moda e scarsissime
loni di terra rossa punteggiati di verde, terrazzamenti, possibilità di shopping: queste caratteristiche, abbinate
minuscole cale e una spruzzata di case in lontananza. all’imprevedibilità dei trasporti (in caso di mare mosso
Per poi aprirsi, come in un caloroso abbraccio, nell’ap- gli aliscafi non attraccano), fanno dell’isola un luogo da
prodo circolare e adamantino del suo porto. rifuggire o da amare perdutamente. Meta negli ultimi
“Signora” dalle ben 600 mila primavere, la più vene- anni di un turismo rustico-chic che ama stare appartato
randa delle “Sette Sorelle” non è per tutti, perché seb- e di pochi vip in cerca di privacy, soprattutto a Rocca di
bene meno spartana della vicina Alicudi l’antica Pheni- Ciauli e a Val di Chiesa, Filicudi rappresenta una sorta
cusa (dal greco “ricca di palme”) vanta un’anima di piccolo Far West eoliano, poco modaiolo e molto
84 BELL’ITALIA
In questa foto: scorcio
dell’isola verso nord con
il porto e, all’orizzonte,
Alicudi. In basso, da
sinistra: panorama sulla
contrada Val di Chiesa
dal sentiero che sale al
monte Fossa delle Felci
(774 metri); in cammino
verso capo Graziano
e il villaggio preistorico
dell’eta del Bronzo.
BELL’ITALIA 85
FILICUDI (Messina)
autentico, dove incombe una natura imperiosa, dettan- paesaggio dolcissimo, il monte Fossa delle Felci è una
do ancora le regole del gioco. vera terrazza sul mare, tra macchie di cisto e rocce levi-
Sciamati i vacanzieri e attenuatosi il solleone, è una natu- gate. Dalla cima una vista incantata abbraccia il versante
ra con cui vale la pena misurarsi soprattutto a settembre, più selvaggio dell’isola e, al largo, il faraglione della Can-
inerpicandosi lungo i sentieri la mattina presto per poi na, di lava, alto 71 metri, e la vicina Alicudi.
concedersi bagni indimenticabili. «Un percorso imperdi-
bile è quello che conduce a monte Fossa delle Felci, a Da capo Graziano a Zucco Grande
774 metri, la vetta più bella delle Eolie», assicura Aldo Di Molto suggestivo anche il sentiero che da Filicudi Porto
Nora, vicentino doc ed eoliano d’adozione. Insieme alla conduce al villaggio preistorico di capo Graziano, alto
compagna Maria Del Mar Aumente Diaz ha ideato delle sull’omonimo promontorio: dal 2019 è incluso nel Parco
mappe Metro Trekking dell’intero arcipelago, realizzate Archeologico delle Isole Eolie. I resti di capanne del 1700
dopo accurate verifiche sul campo. Ogni sentiero è se- avanti Cristo ci fanno apprezzare l’intelligenza e forse an-
gnalato con colori, numeri e fermate, proprio come si fa che il gusto estetico dei filicudari dell’età del Bronzo, che
per le linee di una metropolitana urbana. Immerso in un scelsero un insediamento davvero spettacolare con vi-
86 BELL’ITALIA
In questa foto:
tramonto sullo scoglio
della Canna dal trekking
dello Stimpagnato, sulla
costa occidentale.
In basso: sentiero per la
spiaggia delle Punte,
vicino a capo Graziano.
L’isola propone una rete
di facili escursioni che
spesso approdano
a spiagge solitarie.
BELL’ITALIA 87
FILICUDI (Messina)
Sopra da sinistra: in cammino tra lussureggianti fioriture verso la contrada Zucco Grande; la scalinata e la stradina che da Rocca
di Ciauli conducono a Filicudi Porto. Pagina seguente: veduta di capo Graziano dal loggiato di una villa sul sentiero di Zucco Grande.
sta su tutta l’isola. Pochi metri più giù una deviazione ne, fondatrice nel 2004 del Filicudi WildLife Conserva-
conduce, fino a lambire l’acqua, a una sequela grandiosa tion, associazione no profit che si occupa dello studio
di macine in pietra sbozzate nella roccia: sono gli ultimi e delle conservazione delle risorse marine dell’arcipe-
resti di una cava che riforniva, con barche che partivano lago eoliano, di stanza proprio a Pecorini. «Grazie ai
proprio da qui, frantoi e mulini dell’Italia meridionale. suoi crateri e alle sue cavità, modellati nel corso dei
Per trovare invece il posto ideale per un tuffo pomeri- millenni», spiega la biologa, «quest’isola presenta di-
diano basta attraversare l’istmo a sud dell’isola, che ac- verse tipologie di fondali ricchi di Posidonia oceanica,
coglie il porto, e raggiungere i massi levigati della unici in tutte le Eolie. Anche per questo andrebbe mag-
spiaggia delle Punte, dove rilassarsi fino a tarda sera. Ma giormente valorizzata dal punto di vista naturalistico e
i sentieri filicudari permettono anche di riscoprire con- più protetta, insieme alle altre Eolie, con l’istituzione di
trade dimenticate; a fine Ottocento, con l’arrivo della una riserva per la quale ci battiamo da anni. Nell’atte-
fillossera a distruggere le vigne, Filicudi (area tra le più sa, grazie all’aiuto di volontari e sfruttando vincoli di
terrazzate della Sicilia) si spopolò come gran parte tutela già esistenti ma non rispettati, abbiamo appena
dell’arcipelago con massicce emigrazioni verso l’Au- lanciato con E.ON Energia il progetto Blue Oasis per
stralia, “ottava isola” per eccellenza per tutti gli eoliani. proteggere habitat eoliani a elevata biodiversità». Per
«Vale la pena salire verso Zucco Grande», suggerisce promuovere la Filicudi marina l’associazione organizza
ancora Di Nora. «Il borgo, fascinoso e carico di storia, è fino al 30 settembre uscite di snorkeling guidate da
tornato da poco a nuova vita. E da qui lo sguardo spazia esperti biologi e pacchetti di ecoturismo con sessioni
su Salina e su Lipari». Queste passeggiate sono alla por- di avvistamento cetacei (da qualche anno prospera qui
tata di tutti, ma chi vuole evitare gli sterrati può imboc- una colonia di stenelle striate) e visite al pronto soccor-
care a piedi la strada asfaltata e scendere per un bagno so per le tartarughe marine, unico nell’arcipelago.
a Pecorini Mare sfiorando, nel frinire delle cicale, ciuffi Nel frattempo sembra che sarà proprio la sua morbida
di casette quadrate rosa e celesti coperte dalle “pinna- rusticità a proteggere l’antica Phenicusa. È dello scorso
te”, le caratteristiche tettoie in canne. luglio la notizia di una coppia di giovani australiani
(per una volta privi di antenati locali) giunti fin qui per
Un mare popolato di tartarughe e cetacei convolare a nozze secondo il tradizionale costume iso-
La morfologia di questa isola vulcanica influisce anche lano. Come oltre un secolo fa, a trasportare la sposa
sulle escursioni in mare. Lo sa bene Monica Blasi, bio- alla festa ci ha pensato uno sceccu, cioè un asino in
loga marina, romana di nascita ma filicudara di adozio- dialetto locale, ovviamente filicudaro doc.
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88 BELL’ITALIA
BELL’ITALIA 89
Dove Come Quando
FILICUDI (Messina)
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Alicudi
VIVERE L’ISOLA
Trekking, gite in barca,
immersioni e moda eoliana
Per camminare sui sentieri di Filicudi,
Il museo, sezione distaccata di quello
le mappe ideali sono quelle di Metro
di Lipari, ospita molti reperti rinvenuti
Trekking (info: 331/933.89.20; info@
sull’isola: al primo piano (al momento
eolietrekking.com). Per mare, fino
chiuso per restauri) si ammira una
a fine mese si può partecipare alle
collezione di ancore di varie epoche, mentre
vacanze natura con dolphin watching di
la sezione etno-antropologica espone
WildLife Conservation (349/440.20.21).
un’antica macina in legno e pietra,
L’indirizzo giusto per giri dell’isola
testimonianza dell’intensa attività agricola.
in barca, immersioni e noleggio scooter
è Delfini Diving (via Pecorini Mare,
MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE
340/148.46.45). Sempre a Pecorini
EOLIANO “LUIGI BERNABÒ BREA”
ci si può rilassare allo stabilimento
Come arrivare (Lipari, via del Castello, 090/988.01.74).
Il Lido (389/545.73.73), l’unico
Sull’isola di Lipari, è una visita consigliata
sull’isola, dotato di pedane e ombrelloni
Filicudi, una delle Eolie, si raggiunge da Milazzo, per approfondire la storia delle Eolie. Tra
in paglia. Pochissimi i negozi. Alla
Messina, Palermo, Napoli e Reggio Calabria i pezzi più interessanti spiccano la collezione
boutique di Pecorini Mare Isole
con i traghetti Siremar (siremar.it) e Caronte & di manufatti neolitici e la raccolta di
e Vulcani (328/927.36.31) si acquistano
Tourist (carontetourist.it) o con gli aliscafi Liberty maschere teatrali greche. Tutte da ammirare
costumi da donna in cotone organico
Lines (libertylines.it). La traversata più rapida le anfore greco-romane, frutto di recuperi
insieme a teli e borse di artigianato
è da Palermo: dopo aver toccato Alicudi si subacquei: la metà proviene da Filicudi.
e design, mentre da Tacchi, Dadi
sbarca a Filicudi in 2 ore e mezza. Air Panarea
e Datteri (Filicudi Porto, 340/251.66.07)
(airpanarea.com) effettua voli in elicottero. ALICUDI
si trovano abiti e camicie artigianali,
A 12 miglia da Filicudi, la piccola Alicudi
alcuni realizzati con stoffe di recupero.
Per la visita merita una gita. Non esistendo una rete
viaria, sull’isola le distanze si misurano
Fino al 30 settembre i non residenti non in gradini. Molto bella la salita che dopo
possono portare sull’isola veicoli a motore: 230 gradini porta alla contrada Vallone,
sono previste deroghe per chi si ferma almeno per poi proseguire fino a quota 800 gradini
sette giorni in strutture con parcheggio. Oltre alla chiesa di San Bartolo, dal cui sagrato
che a piedi, lo scooter è il mezzo più agevole si può godere di una vista spettacolare.
per spostarsi. A Filicudi non esiste illuminazione: I più allenati possono arrampicarsi
passeggiare di sera con le torce è la regola. fino alle Pianure (1.368 gradini), sui tre
crateri antichi. Qui si scoprono anche
Da vedere i rinfrascuturi, bocche di aria freddissima
che fuoriesce dalle viscere del vulcano.
MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI FILICUDI Bellissimi anche i bagni: Alicudi vanta un
Il Lido
(via Porto, 090/988.01.74). chilometro e mezzo di spiaggia ininterrotta.
90 BELL’ITALIA
INFO Centro Turistico Regionale,
Lipari, via Maurolico 17, 090/988.00.95.
La Sirena
TEMPO LIBERO
Chiacchiere
Villa La Rosa e aperitivo vista mare
Di ritorno dalle gite in barca
o dai trekking, intorno alle 18
scatta l’ora dell’aperitivo. Il ritrovo
storico a Pecorini Mare è il Saloon
(392/808.47.55): in un’atmosfera
scanzonata e senza tempo, turisti,
velisti e filicudari doc si ritrovano
qui, al tramonto, a sorseggiare
Malvasia e birra Messina, nel locale
gestito dai fratelli Triolo a pochi
Tacchi, Dadi e Datteri Hotel La Canna metri dal mare. Seduti ai tavolini
o in piedi davanti al piccolo
spaccio ci si incontra e si chiacchiera,
allietati a volte da improvvisate
session musicali. Poco distante
la signora Donatella Taranto
della rosticceria-gastronomia
e panetteria La Scogliera (339/
Le buone soste e locali. Sulla terrazza panoramica 328.82.67) sforna ogni sorta
si gustano cucina tradizionale a base di prelibatezze, dalle polpettine
LA SIRENA di prodotti dell’orto e piatti di pesce.
(Pecorini Mare, 090/988.99.97 Conto sui 30 €.
e 328/686.99.21).
Affacciato proprio sulla spiaggia, è uno Per dormire
dei ristoranti di riferimento dell’isola,
frequentato dai vip e dai turisti stranieri. LE SETTE SORELLE RESORT
Da non perdere la pasta al pesto di mandorle, (strada comunale Liscio, 324/922.12.00).
gli involtini di pesce spada all’arancia In un piccolo borgo di cinque case in
e tutti i crudi di pesce, dalla ricciola al posizione panoramica, un fresco “room
tonno, fino a quello di gamberi locali. & breakfast” aperto cinque anni
Offre anche alcune camere. Conto 55 €. fa, nei toni dell’azzurro e del bianco,
DA NINO in perfetto stile eoliano. Per gli ospiti
(via Porto, 090/988.99.84 e 328/655.92.26). camere matrimoniali o quadruple, tutte La Scogliera
Punto di aggregazione sul porto, famoso con terrazza. Il porto dista 15 minuti
per le sue colazioni, per la pasticceria a piedi, lungo un caratteristico di melanzane alle pizze a lievitazione
e per le granite. A cena, sulla bella sentiero. Ottima la colazione fatta naturale, dai fritti misti agli arancini
terrazza affacciata sul mare, tutti da in casa dalla signora Daniela Codraro. ai capperi, ai fiori di zucca ripieni,
gustare gli spaghetti con l’aragosta HOTEL LA CANNA da gustare ai tavoli o da portare
e quelli alla filicudara con olive, origano, (via Rosa 43, 090/988.99.56 e 336/92.65.60). via. A una certa ora la folla si dirada
capperi e pangrattato. A disposizione Quattordici stanze in una posizione e tutti vanno a cena, a casa o fuori.
anche alcune camere. Conto 40 €. eccezionale, alcune delle quali dotate Ma le serate filicudare non finiscono
IL BOSCHETTO di terrazzo individuale (il bagghiu), qui: l’appuntamento è fissato,
(località Rocca di Ciauli, colorate e luminose, sospese tra terra e cielo. dopo cena, presso un altro ritrovo
strada provinciale, 347/992.2514). Famoso e frequentato il ristorante. storico, il ristorante-albergo Villa
Locale dal panorama imperdibile, soprattutto VILLA LA ROSA La Rosa (vedi anche Per dormire),
alla sera, dove gustare un’ottima pizza (via Rosa 24, 090/988.99.65). soprattutto nei giorni in cui
ma anche gli spaghetti al sugo di totano Circondate da un giardino lussureggiante, apre la discoteca. Spesso vengono
e la pasta alla carrettiera con pomodori undici stanze semplici e confortevoli, organizzati proprio qui presentazioni
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siccagni, basilico e polvere di capperi tutte affacciate su un grande terrazzo, di libri, eventi e piccole feste.
della signora Maria Russo. Conto 30 €. a 15 minuti dal mare. La struttura è un
IL CLUB DI LEA famoso punto di ritrovo anche per l’ottimo
(isola di Alicudi, via Roma, 338/759.88.46). ristorante, guidato dalla cuoca Adelaide
Nell’isola vicina a Filicudi, un piccolo Rando, la pizzeria e la nuova braceria.
club enogastronomico frequentato da turisti Buona soluzione per le famiglie.
BELL’ITALIA 91
Ritratto di giovane (1500 circa) di Lorenzo Lotto (1480-1556) all’Accademia Carrara, riallestita di recente.
Il dipinto mostra l’influenza della pittura nordica sull’artista veneziano, di cui il museo custodisce altri capolavori.
92 BELL’ITALIA
il weekend
BERGAMO
In città
sulle
tracce
di Lotto
Viaggio tra i dipinti del maestro veneziano
Lorenzo Lotto, che lavorò a Bergamo
e nei dintorni per oltre dieci anni:
capolavori del Rinascimento da ammirare
in chiese e musei della Città Bassa e della
Città Alta e nell’oratorio di Trescore Balneario
TESTI VANNINA PATANÈ FOTOGRAFIE MASSIMO RIPANI
BELL’ITALIA 93
L
orenzo Lotto, grande pittore veneziano del Cin- to nella navata di una monumentale architettura rinasci-
quecento, visse e lavorò a Bergamo e nei dintorni mentale, illusionisticamente aperta verso il cielo; i volumi
per oltre un decennio: un periodo fondamentale e i corpi sono disegnati da un mirabile gioco di ombre e di
per la crescita artistica e umana di un artista dalla luci. Per la plasticità delle forme e il marcato classicismo è
forte spiritualità e dall’anima inquieta, alieno ai compro- evidente l’influenza del Rinascimento romano: negli anni
messi e alla perenne ricerca della verità. Le opere che an- precedenti, Lotto aveva lavorato negli appartamenti del Va-
cora si conservano fra Città Bassa e Città Alta sono uno ticano a fianco di Raffaello. Il successo è immediato, e
dei più preziosi tesori di Bergamo, Capitale Italiana della Lotto ottiene nuove commissioni, che lo terranno occupa-
Cultura 2023 insieme a Brescia. Il percorso alla loro sco- to in città e provincia fino al 1525. Imboccando via Tasso
perta si fa a piedi e con i mezzi pubblici. Si parte dal Sen- si raggiunge la chiesa di Santo Spirito, affacciata su una
tierone, nel cuore di Bergamo Bassa, a cui fa da fondale la graziosa piazzetta. All’interno, nella quarta cappella di de-
chiesa di San Bartolomeo e Santo Stefano. Nell’abside tro- stra, risplende un’altra pala lottesca, datata 1521. Anche
neggia la Pala Martinengo, prima opera di Lotto in città, questa è una sacra conversazione, ma ambientazione e
commissionata nel 1513 da Alessandro Martinengo Colle- stile segnano un’evoluzione rispetto alla Pala Martinengo:
oni, nipote di Bartolomeo Colleoni, e completata nel 1516. il trono della Vergine e i santi che la circondano stanno
Alta oltre cinque metri, ritrae la Madonna in trono con in all’aria aperta. Le forme sono più fluide, i panneggi delle
braccio il Bambino, due angeli a reggerle la corona e uno vesti morbidi; i colori, vividi e infusi di luce, creano una
stuolo di santi schierati a semicerchio. Il gruppo è raffigura- sinfonia vibrante di rossi, gialli e azzurri. Un passo ulte-
94 BELL’ITALIA
il weekend
BERGAMO
Pagina precedente:
le Nozze mistiche
di Santa Caterina
d’Alessandria (1523)
e la Sacra Famiglia
con Santa Caterina
d’Alessandria (1533),
altre due opere
di Lotto conservate
all’Accademia
Carrara. Qui
a sinistra: la Pala
Martinengo (1516)
nella chiesa
di San Bartolomeo
e Santo Stefano.
In basso: dettaglio
della pala con la
Madonna e i santi.
riore in questa direzione è la pala coeva conservata nella completavano la Pala Martinengo: «Sono fra le poche ope-
vicina chiesetta di San Bernardino. Entrando, l’occhio re acquistate dall’Accademia. Una decisione frutto della
sale all’altare principale, dove la sacra conversazione di- precisa volontà di non disperdere pezzi di alto valore
pinta da Lotto pare emanare luce propria. Avvicinandosi, identitario per la città», sottolinea il direttore Maria Cristi-
sembra che l’angelo ai piedi del trono giri la testa di scat- na Rodeschini. L’elemento con la Deposizione di Cristo
to verso la navata, avvertendo una presenza nella chiesa; spicca per l’intensità dei sentimenti: «Commovente è la
a chi guarda si rivolge anche la Vergine, che mostra Gesù: Maddalena, che per l’agitazione perde uno zoccoletto e
è un invito ad avvicinarsi allo spazio sacro e a “entrare” adagia la mano esanime di Gesù sul suo fitto manto di
nel dipinto. Ambientata all’aria aperta, la scena emana capelli, come ad accoglierla più degnamente», fa notare
una grazia sottile, fatta di dettagli realistici e quotidiani: Rodeschini. Sulla parete di fronte, l’occhio è attirato dai
San Giuseppe è molto anziano e un po’ trasandato, con colori splendenti delle Nozze mistiche di Santa Caterina
una manica scucita; Sant’Antonio, appoggiato al suo ba- d’Alessandria, dipinta da Lotto per Niccolò Bonghi, ritrat-
stone, allunga il collo, come per sentire meglio cosa gli to a fianco della Madonna. Al centro della sala, su una
sta dicendo Giovanni Battista. rete metallica stanno due ritratti. Il pittore si dedicò al ge-
La tappa successiva è la vicina Accademia Carrara, riaper- nere con passione, raggiungendo livelli di grande reali-
ta da qualche mese con un nuovo allestimento che valoriz- smo e introspezione psicologica: la nobildonna bergama-
za i tanti capolavori. Qui sono conservate diverse opere di sca Lucina Brembati emerge dal passato con lo sguardo
Lotto, a partire dalle tre parti della predella che in origine fiero, il profilo aquilino e un accenno di doppio mento.
96 BELL’ITALIA
il weekend
BERGAMO
Pagina precedente:
dettaglio della pala
con Madonna e santi
(1521) nella chiesa
di San Bernardino.
Qui a sinistra:
Bergamo Alta
con il palazzo
della Ragione
e la torre Civica
in primo piano.
In basso: particolare
del Compianto
sul Cristo morto.
Restaurata nel 2022,
l’opera si trova
nella chiesa
di Sant’Alessandro
in Colonna.
La propensione dell’artista alla pittura della realtà è evi- osservare il lavoro attraverso grandi teche trasparenti e
dente anche nel Compianto sul Cristo morto, una tempera ammirare le parti già completate. Il restauro ha riportato
su tela conservata in Città Bassa nella chiesa di Sant’Ales- alla luce le diverse sfumature di colore dei legni utilizzati
sandro in Colonna: fortemente drammatica, è dipinta nei per gli elementi architettonici e ridato splendore alle tavo-
toni spenti dell’ocra e del marrone e per le sue linee spez- le nell’iconostasi e negli scranni del coro. «Nelle intenzio-
zate e nervose richiama lo stile del tedesco Albrecht Dürer, ni del pittore, ogni tarsia, dedicata a un episodio del Vec-
che soggiornò e lavorò a Venezia agli inizi del ’500. L’ope- chio Testamento, avrebbe dovuto avere un coperchio
ra è stata da poco restaurata ed esposta nella chiesa, dopo ligneo intarsiato che ne anticipasse il contenuto, con im-
un lungo oblio in sacrestia. Ultima, imperdibile tappa in magini simboliche capaci di suscitare una meditazione
città è la basilica di Santa Maria Maggiore, la chiesa per intellettuale e spirituale», racconta Gritti.
eccellenza dei bergamaschi, affiorante alle spalle di piaz- Per completare la parabola del Lotto in terra bergamasca
za Vecchia, nel cuore di Bergamo Alta. All’interno conser- bisogna spostarsi a Trescore Balneario. Nel parco di villa
va un coro ligneo decorato con splendide tarsie realizza- Suardi si trova il piccolo oratorio affrescato da Lotto fra il
te, fra il 1424 e il 1432, dall’intarsiatore bergamasco 1523 e il 1524 su commissione di Giovan Battista Suardi,
Giovan Francesco Capoferri partendo dai cartoni disegna- nobile appassionato d’arte. All’epoca la cappella affaccia-
ti da Lotto. Un capolavoro che sta tornando a splendere va sulla strada per il passo del Tonale: da lì nel 1521 erano
grazie al restauro in corso, affidato a Luciano Gritti: il can- passati i Lanzichenecchi nella loro marcia in Italia. Erano
tiere allestito nel coro è aperto ai visitatori, che possono tempi incerti, con lo scisma luterano alle porte. In que-
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il weekend
BERGAMO
Pagina precedente:
Uccisione di Amasa,
tarsia lignea del 1523
realizzata da Giovan
Francesco Capoferri
su disegno di Lotto.
È una delle scene
che si ammirano
nel coro della
basilica di Santa
Maria Maggiore.
Qui a sinistra:
la facciata della
cappella Colleoni
vista dal portico
del duomo. In basso:
alcune delle tarsie
del coro di Santa
Maria Maggiore.
sto clima, ai contadini che venivano a pregare nell’oratorio sodi sono messi in scena uno di seguito all’altro, su un ide-
gli affreschi avrebbero dovuto comunicare un messaggio ale piano inclinato. Sullo sfondo, i paesani potevano
religioso forte e chiaro, attraverso il racconto della vita di riconoscere Trescore, con le colline circostanti e la piazza
quattro sante. «Con quest’opera, Lotto si inserisce nel dibat- del mercato; alla rappresentazione assiste idealmente anche
tito europeo sulla necessità di una vera riforma della Chiesa la famiglia Suardi, ritratta ai piedi del Cristo. Suscita tenerez-
e della società. E lo fa riformando, di suo, la propria pittura, za, oggi come allora, il cagnolino che segue Barbara nelle
mettendola al servizio di una narrazione apparentemente tappe del martirio. Sulla parete opposta, il racconto dei mi-
popolare ma densa di contributi filosofici, spirituali e dottri- racoli di Santa Brigida d’Irlanda ribadisce il valore delle ope-
nali, coincidenti con quella che sarà la sua scelta, negli ulti- re compiute nel nome della fede, a fronte dell’avanzare del-
mi anni di vita, di farsi oblato presso la Santa Casa di Lore- la tesi luterana che le screditava. Il fare, con impegno e
to», spiega lo storico dell’arte Fernando Noris, che coerenza, conta: è un messaggio condiviso dal pittore, che
all’oratorio ha dedicato anche il romanzo Autobiografia di si ritrae sopra la porta d’ingresso nei panni di un uccellato-
un muro. Una storia nelle storie di Lorenzo Lotto a Trescore. re, con in spalla gli attrezzi che servono per catturare vivi i
Così, nell’affresco principale, con le Storie di Santa Barbara volatili. Di recente, proprio partendo da questo autoritratto e
di Antiochia, il pittore recupera l’immagine medievale del utilizzando l’intelligenza artificiale, la polizia scientifica ha
Cristo-vite, che giganteggia al centro della parete. La vita di elaborato un identikit in 3D dell’artista: è l’anticipo di una
Barbara, che scelse il martirio per non rinnegare fede, è rac- serie di iniziative che prenderanno forma nel 2024, cinque-
contata come una sacra rappresentazione popolare: gli epi- centesimo anniversario della presenza di Lotto a Trescore.
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100 BELL’ITALIA
il weekend
BERGAMO
In basso:
l’oratorio Suardi
presso l’omonima villa
a Trescore Balneario,
a 15 chilometri
da Bergamo.
Fu affrescato nel
1523-24 da Lorenzo
Lotto con le storie
delle vite di quattro
sante: Barbara,
Brigida, Maria
Maddalena e Caterina
d’Alessandria. Qui
a sinistra: un settore
degli affreschi
con la caratteristica
rappresentazione
del Cristo-vite.
Dove Come Quando
BERGAMO
FACILE!
INQUADRA IL QR CODE
E RITROVA TUTTE LE
INFORMAZIONI DI QUESTE
PAGINE SUL TUO CELLULARE
Porta San Giacomo, ingresso alla Città Alta
IN CAMMINO
Passeggiate sui Colli
con vista sulla Città Alta
Sulle colline che circondano la Città
CHIESA DI SAN BERNARDINO
Alta si estende il Parco dei Colli
(via Pignolo 57, 035/23.78.87).
di Bergamo (035/453.04.00), dove
Della seconda metà del XV secolo, testimonia
si passeggia fra scorci panoramici
la devozione nei confronti di San Bernardino
e soste all’insegna dell’arte e del gusto;
da Siena, che visitò la città due volte.
un’alternativa comoda e divertente
sono i tour sui piccoli veicoli elettrici
ACCADEMIA CARRARA
di Tuk Tuk Bergamo (800.77.15.68).
(piazza Carrara 82, 035/23.43.96).
Una gran vista su Città Alta si ammira
Fu fondata nel 1796 da Giacomo Carrara.
dalle rovine del castello di San Vigilio,
Il nuovo allestimento parte dall’arte italiana tra
sulla vetta dell’omonimo colle,
Gotico e Rinascimento (Pisanello, Mantegna,
dove si sale anche con la funicolare
Come arrivare Bellini, Raffaello, Botticelli) e si focalizza poi su
(035/23.60.26) che parte vicino a
Lombardia e domini veneti di terraferma fra
Colle Aperto. Da lì si può proseguire
In auto: autostrada A4 Milano-Venezia, ’400 e ’700 (Lotto, Moroni, Baschenis, Fra
a piedi scendendo per la ripida scaletta
uscita Bergamo. Galgario). Chiude la sezione dedicata all’800.
dello Scorlazzone fino a via Sudorno
In treno: la stazione è in piazzale Marconi,
e poi lungo via Astino, fino a raggiungere
da dove la linea 1 degli autobus Atb BASILICA DI SANT’ALESSANDRO IN COLONNA
la valletta dove si distende l’ex
(www.atb.bergamo.it) sale in Città Alta. (via Sant’Alessandro 35, 035/24.96.96).
monastero di Astino (035/21.13.55),
In aereo: aeroporto di Milano Bergamo Chiesa dall’austera facciata neoclassica. Fra le
fondato nell’XI secolo dai monaci
a Orio al Serio, che dista 7 km dalla città. opere che vi sono conservate, un’Assunzione
Vallombrosani, che conserva al suo
In camper: area camper Città dei Mille, della Vergine (1540-45) di Romanino.
interno la chiesa del Santo Sepolcro.
via Corridoni 123, 035/34.24.68.
Il complesso ospita mostre ed eventi;
BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE
nella bella stagione diventa anche una
Da vedere (piazza Duomo, 035/22.33.27).
“oasi del gusto”, con caffè e ristoranti
Costruita dalla cittadinanza nella prima
stagionali. In zona si trova poi la Valle
CHIESA DEI SANTI BARTOLOMEO E STEFANO metà del XII secolo come ex voto
della Biodiversità (via Astino-incrocio
(largo Belotti 1a, 035/383.24.11). alla Vergine, conserva l’esterno romanico-
via Allegrezza, 035/28.60.60), una
Ospita la Pala Martinengo, capolavoro di lombardo e l’interno barocco.
sezione dell’Orto Botanico di Bergamo.
Lorenzo Lotto, che in origine ornava l’altare
Passeggiate facili si fanno anche lungo
della chiesa di Santo Stefano. ORATORIO SUARDI
il sentiero ciclopedonale che da
(Trescore Balneario, ingresso presso la Pro
Valverde raggiunge l’ex monastero
CHIESA DI SANTO SPIRITO Loco di Trescore, via Suardi 20, 035/94.47.77).
di Valmarina (via Valmarina 25, 035/
(via Tasso 100). Giovanni Battista e Maffeo Suardi lo fecero
453.04.00), restaurato e trasformato
Vi lavorarono due tra i maggiori architetti erigere nel 1502. Lotto affrescò l’interno
nella sede del Parco dei Colli.
bergamaschi: Pietro Isabello nel ’500 a eccezione della pittura nell’abside, opera
e Gian Battista Caniana nel ’700. anonima appena precedente.
102 BELL’ITALIA
INFO Infopoint Bergamo Città Bassa,
piazzale Marconi 12, 035/21.02.04.
Infopoint Bergamo Città Alta,
via Gombito 13, 035/24.22.26.
di macellerie bergamasche. Conto 25 €. Alta, un appartamento per quattro Moroni) da collezioni private.
BENIGNI AMBULATORIO GASTRONOMICO persone accogliente e grazioso,
(via san Tomaso 74, 035/24.86.96). ben ristrutturato e arredato con mobili
Bistrot curato, offre ricette locali (ma non moderni e tanto legno. A disposizione
solo) e tapas sfiziose. Di livello le materie degli ospiti, due camere da letto,
prime. Conto 35 €, tapas e vino 15-20 €. bagno, zona giorno e cucina.
BELL’ITALIA 103
buona italia | cibo & paesaggio | cantine | la dolce vita di settembre
novembre
Toscana
PANORAMI
E SAPORI
DEL MONTE
AMIATA
PAGINA 106
BELL’ITALIA 105
Monte Amiata (Grosseto-Siena)
F
orse meno conosciuta rispetto ad altri territori funghi, protagonisti a tavola, in stagione, su crostoni di pane
toscani, la zona del Monte Amiata, vulcano sciapo o come condimento per i pici e i tortelloni.
spento posto tra le province di Grosseto Il paesaggio si fa più selvaggio verso Abbadia San Salvatore,
e Siena, è un’enclave enogastronomica che riserva che merita una sosta per visitare la chiesa dell’abbazia
molte sorprese. Per scoprirla si può seguire di San Salvatore, di fondazione longobarda, con la bella
un panoramico itinerario che parte tra le dolci colline cripta. Un tempo queste erano contrade molto povere,
di viti di Montenero, al limitare della Dogc Montecucco dove le castagne facevano da pane e companatico, magari
Sangiovese e della Doc Maremma, e di Castel del Piano. insieme alla pera picciola, un frutto duro, tardivo, da
Quest’ultimo conserva, oltre al nucleo antico, diverse dimore cuocere per ore, oggi tornato di moda nelle ricette:
storiche che ricordano le villeggiature di inizio secolo. anch’esso è indice dell’eccezionale biodiversità del Monte
Nella vicina Seggiano, immersa tra frondosi uliveti, si assaggia Amiata. Siamo circondati da meravigliosi panorami,
l’olio di Olivastra Seggianese Dop, particolarmente dolce soprattutto a Castell’Azzara e a Piancastagnaio. Le vedute
e pregiato, tutelato da un consorzio. Da qui si punta verso ci accompagnano fino a Santa Fiora, borgo ricco di palazzi
la cima della montagna, tra castagneti ancora curatissimi nobiliari che conserva nella pieve di Santa Fiora e Lucilla
e la faggeta più ampia d’Europa. La zona è ricchissima di un notevole complesso di opere di Andrea della Robbia.
106 BELL’ITALIA
In questa foto: la magia di una faggeta sul Monte Amiata. Sotto: funghi
porcini, uno dei tesori dei boschi amiatini insieme alle castagne.
LE NOSTRE SCELTE
CASTEL DEL PIANO
Le Vigne e il Grand Hotel Impero
SEGGIANO
Il Silene e il Ristorante Le Logge
al Borgo-Podere Montale
ABBADIA SAN SALVATORE
Il Bosco di Fonte Magria,
l’Azienda Agricola Biologica Pinzi
Pinzuti e La Rosa Amiatina
PIANCASTAGNAIO
Il Convento San Bartolomeo
CASTELL’AZZARA
Il Caseificio I Renai
SANTA FIORA
La Bottega dei Ciacciai e il Barilotto
BELL’ITALIA 107
CASTEL DEL PIANO
Picnic e degustazioni tra le vigne
Siamo in località Montenero, ai piedi dell’Amiata,
tra i filari di viti della Docg Montecucco Sangiovese
e della Doc Maremma Toscana e gli ulivi secolari
dell’azienda Le Vigne. Tra i vini spicca il Ciliegiolo
vendemmiato in purezza, ma la famiglia di Chiara
Bartolini coltiva anche il grano Senatore Cappelli
e Khorasan, il farro monococco, ceci (l’antica varietà
Sultano), lenticchie e lino per i semi. Gli assaggi
sono accompagnati dagli oli monovarietali e dai
mieli di marruca, sulla, trifoglio, castagno e millefiori,
che sono la passione del figlio Marco Pettini;
degustazioni dei prodotti, inclusi i vini, da 25 €.
SEGGIANO
Il menu stellato e vegetariano di Roberto Rossi
«Non avrei mai creduto che un giorno avrei creato
un menu degustazione solo vegetale come “Orti”,
che affianca “I miei 36 anni al Silene”», spiega Roberto
Rossi, chef e patron de Il Silene, una stella Michelin,
ammirando il suo orto di due ettari di fiori edibili, erbe
officinali rare e verdure. La sua cucina è studio, ricerca
e sublimazione delle materie prime. Come una carota
appena colta dall’orto, bollita, messa sottovuoto
con scorza di limone e accompagnata da una crema
di nocciole. Menu degustazione da 120 €.
108 BELL’ITALIA
Pagina precedente,
dall’alto: il bianco
I Maremmani del Podere
Montale, a Seggiano,
ottenuto da uve Chardonnay;
Eleonora Poggioninu,
proprietaria a Castell’Azzara
del Caseificio I Renai, in
compagnia delle sue pecore;
il risotto “frutta, foglie
e fiori”, specialità
di Roberto Rossi, chef
del ristorante stellato
Il Silene di Seggiano.
Sopra: ulivi della cultivar
Olivastra Seggianese,
autoctona della zona del
Monte Amiata (sullo sfondo).
A destra: Roberto Rossi
nella serra del suo orto.
bottiglie l’anno) tra cui due Montecucco Sangiovese
Docg. Da menzionare anche I Maremmani, con uve
Chardonnay, il Peposo, 80% Sangiovese e 20% Merlot
Cabernet, e il Ganzo, un rosé con uve Sangiovese in
purezza; conto 50 €, doppia con colazione da 220 €,
Eno Tour e Jeep Tour da 60 € con tre calici.
110 BELL’ITALIA
Pagina precedente,
dall’alto: Chiara Bartolini
di Le Vigne, azienda di
Castel del Piano, con la sua
pasta “I Gigli”; una camera
del Grand Hotel Impero,
dimora storica di Castel
del Piano; il chiostro del
Convento San Bartolomeo,
monastero medievale
di Piancastagnaio
trasformato in un lussuoso
relais. Sopra: piazza
Arcipretura a Santa Fiora,
meta finale del nostro
itinerario. A destra:
La Bottega dei Ciacciai,
negozio di prodotti
tipici e reception di Santa
Fiora Ospitalità Diffusa.
La ricetta
INQUADRA
IL QR CODE
E SCOPRI
COME SI
REALIZZA
LA RICETTA
Pomodorini di pappa
al pomodoro con burrata
Una versione “aggiornata” di un classico della cucina toscana
per i bambini, che qui possono scoprire le varie specie si gode da alcune delle 12 stanze; doppia con colazione
di piante e come vengono trasformate; confettura da 120 €; le ex celle dei frati sono camere singole:
di rosa canina (100 g) 6 €, miele con polvere di rosa pernottamento con prima colazione da 70 €; cena 40 €.
canina (200 g) 9 €; degustazione prodotti da 5 €.
CASTELL’AZZARA
PIANCASTAGNAIO Dalla Sardegna, tre generazioni di pastori
Soggiornare nella storia all’ex monastero Un acquarello realizzato da Eleonora Puggioninu,
È di origine duecentesca il Convento San Bartolomeo, casara de I Renai, racconta la sua storia: la bandiera
poi dimora storica appartenuta alla famiglia della Sardegna, lasciata dal nonno insieme alla nave
Ricci Barbini che la acquistò dopo le soppressioni carica di pecore, e i cipressi dell’Amiata, dove
napoleoniche, restituendo la chiesetta alla curia nel il papà arrivato bambino ha poi incontrato la mamma,
1847. La struttura pare aver avuto da sempre una anche lei figlia di pastori ma toscani. Dopo gli studi
vocazione all’ospitalità, come indicano anche le due alla scuola d’arte, Eleonora decide di tornare all’attività
croci dei Templari sui muri del chiostro. Di incredibile di famiglia ma ha conservato la sua precedente passione:
bellezza la sala Capitolare con affreschi monocromi «uso gli acquarelli diluiti con il latte di pecora», spiega,
della fine del Trecento, il refettorio e gli spazi all’aperto, «in solidarietà alle battaglie dei pastori». Oggi possiede
dove un tempo c’erano le vasche per i pesci dei frati 700 pecore di razza Sarda e porta avanti la tradizione
e dove gli alberi da frutto e le rose fanno cornice a con pecorini stagionati e semistagionati. Su prenotazione
matrimoni e feste private. Si cena in giardino, vicino alla prepara anche due storiche specialità: la Fiorita,
nuova piscina riscaldata con la geotermia, con una vista un pane e ricotta che si faceva per la transumanza,
impagabile sulla val di Paglia e val D’Orcia e la torre e la Gioncata, latte cagliato che un tempo si conservava
di Radicofani che svetta all’orizzonte. La stessa vista nelle felci; pecorino stagionato da 19 € al kg.
112 BELL’ITALIA
Indirizzi Santa Fiora Ospitalità
Diffusa, via Carolina,
CASTEL DEL PIANO (Grosseto) 378/302.78.52.
Le Vigne, località Il Barilotto,
Montenero d’Orcia, via Carolina 24,
0564/95.41.16. 0564/97.70.89.
Grand Hotel Impero,
via Roma 7, 0564/95.64.29. Da vedere
Chiesa dell’Abbazia
SEGGIANO (Grosseto)
di San Salvatore, Abbadia
Il Silene, località Pescina, San Salvatore, via del
0564/95.08.05. Monastero, 0577/77.73.52.
Ristorante
Festa del Crastatone,
Le Logge al Borgo-
a Piancastagnaio.
Podere Montale,
La tradizionale
strada comunale
Poggioferro 1, 0564/176.81.63. festa delle caldarroste
si tiene ogni anno
ABBADIA SAN SALVATORE (Siena) nella settimana
Il Bosco di Fonte della festa dei Santi.
Magria, strada Vetta Peschiera di Santa
Monte Amiata km 2,2, Fiora, Santa Fiora, strada
0577/77.85.39. provinciale La Bella,
Azienda Agricola 333/902.35.07.
Biologica Pinzi Pieve di Santa
Pinzuti, punto vendita
Fiora e Lucilla, Santa Fiora,
in via Cavour 18,
piazza Arcipretura 1,
0577/77.80.40.
0564/97.70.70.
La Rosa Amiatina,
via di Terra Bianca 215,
In questa foto: la suggestiva cripta della chiesa di Abbadia San
Salvatore. Pagina precedente, da sinistra: Mattia Mazzuto, chef delle 328/131.51.60. Info
Logge al Borgo; i suoi pomodorini di pappa al pomodoro con burrata. Comunità del Cibo, info@
PIANCASTAGNAIO (Siena) comunitadelciboamiata.it.
Convento San Bartolomeo, La Comunità del Cibo tutela
viale Vespa 368, 0577/78.71.20. e promuove i piccoli produttori
di grani antichi, legumi, olio,
CASTELL’AZZARA (Grosseto) salumi, confetture di frutti
SANTA FIORA antichi e piante officinali
Ospitalità diffusa e prodotti “Fatt’ammano” Caseificio I Renai,
del Monte Amiata dei versanti
località I Renai,
A pochi metri dal palazzo comunale e dalla torre grossetano e senese.
329/009.08.37
dell’Orologio, La Bottega dei Ciacciai ha la doppia e 333/937.91.73. Consorzio Tutela
funzione di negozio di specialità del territorio Olio Seggiano, Arcidosso,
e di reception per il Santa Fiora Ospitalità Diffusa, SANTA FIORA (Grosseto) località Colonia,
rete di camere e di appartamenti sparsi nel borgo. La Bottega dei Ciacciai- 0564/96.52.59.
I prodotti in vendita hanno il marchio “Fatt’ammano”
e comprendono molte specialità della zona
come il ragù di baccalà e di cinghiale, le castagne
al rum e la marmellata di cipolla della Selva; FACILE!
doppia con colazione da 70 € e cena 30 €.
BELL’ITALIA 113
Cibo & Paesaggio TESTI ANGELO SURRUSCA FOTOGRAFIE OLIVER MIGLIORE
A metà strada tra Roma e Frosinone, Ge- per produrre il cacio fresco, o di un chic- territoriale promosso dal Gal Terre di Pre.
nazzano sorge su uno stretto sperone di co di mais per quello stagionato. La mas- Gio. in sinergia con la condotta Slow Fo-
tufo vulcanico circondato da aree bo- sa ottenuta viene trasferita in fuscelle di od Ciociaria e Territori del Cesanese. At-
schive di pregio come La Selva, polmone legno o plastica, dove spurga il siero in tualmente vi aderiscono due aziende,
verde tutelato dal 2000. Qui e nel vicino eccesso mediante una pressatura manua- una a Genazzano, l’altra a Cave. L’alle-
paese di Cave si produce da secoli un le e una cannuccia di legno posta al cen- vamento è di tipo semibrado, l’alimenta-
pecorino, chiamato semplicemente ca- tro del coagulo. Seguono la stufatura a 40 zione al pascolo può essere integrata nei
cio. Le prime testimonianze scritte, cu- o 45 gradi (a seconda che si produca il periodi sfavorevoli con fieno autoprodot-
stodite nella Biblioteca Statale di Santa cacio fresco o stagionato), la salatura a to, cereali e con leguminose; sono vieta-
Scolastica a Subiaco, risalgono al 1632 e secco e la stagionatura su assi di legno. Il ti la paglia, gli insilati di mais ed erba, gli
raccontano di pagamenti al principe Co- cacio fresco è pronto dopo un mese, scarti di lavorazione industriale, gli ali-
lonna «in scudi e cacio». Ma anche in quello stagionato ne richiede almeno sei. menti di origine animale e gli organismi
tempi più recenti, oltre a rappresentare geneticamente modificati.
un’importante risorsa alimentare per le UN NUOVISSIMO PRESIDIO Insieme a tanti altri Presidi, il cacio di
famiglie contadine locali, il “formaggio PER UN’ANTICA ECCELLENZA Genazzano sarà presente alla 14ª edi-
secco” (vecchia definizione della versio- Il cacio fresco si abbina bene a fave fre- zione di Cheese, il più grande evento
ne stagionata) è servito da preziosa mer- sche, pere, miele e confetture di prugne mondiale dedicato ai formaggi a latte
ce di scambio, come si evince da contrat- e visciole; quello stagionato viene grattu- crudo e alla loro biodiversità che si tie-
ti d’affitto di terreni datati 1958. giato per esaltare il gusto di piatti della ne a Bra (Cuneo) dal 15 al 18 settembre.
Il cacio di Genazzano si produce con tradizione, come la trippa alla romana e In programma laboratori del gusto, con-
latte ovino crudo di pecore di razza Co- i tonnarelli cacio e pepe. Questa eccel- ferenze, appuntamenti a tavola, il gran-
misana, Sarda, Massese e relativi incroci, lenza casearia oggi è disponibile solo in de mercato e la Via degli Affinatori per
posto in caldaie di rame stagnato a 35-38 quantità limitate e solo localmente. Il conoscere il meglio della produzione
gradi e coagulato con caglio di vitello, Presidio per la sua tutela, costituito da lattiero-casearia italiana e internaziona-
capretto o agnello. La cagliata viene poi pochissimo tempo, è il culmine di un per- le. Il programma completo è disponibile
rotta nelle dimensioni di una nocciola corso di valorizzazione e coordinamento sul sito cheese.slowfood.it
114 BELL’ITALIA
Dove Come Quando
A sinistra: il pastore Niculai
Aposto dell’Oca Bianca di
il gregge. Sotto, dall’alto:
la rottura della cagliata GENAZZANO (Roma)
Cave, una delle aziende del nella caldaia di rame; il borgo
Presidio Slow Food del cacio di Genazzano; il pecorino
di Genazzano, al pascolo con pronto da gustare.
BELL’ITALIA 115
A tavola A CURA DI PAOLO MASSOBRIO IL GOLOSARIO | |
A PRANZO DAI
DE GREGORIO
Nella frazione di Sant’Agata sui Due
Golfi, la famiglia coccola gli ospiti
con golosi “stuzzichini” campani,
pesce, pollo ruspante e dolci sublimi
LA BOTTEGA
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116 BELL’ITALIA
TESTI GIUSEPPE DE BIASI Cantine d’Italia
PANTELLERIA (Trapani) | PELLEGRINO 1880
IL VINO
Pellegrino 1880
Isesi 2021
Pantelleria Doc
Il nome è un omaggio ai
“sesi”, strutture megalitiche
erette dalla popolazione
di origine africana che
arrivò sull’isola circa 5.000
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BELL’ITALIA 117
In questa
VACANZE
IN LIBERTÀ
Nuovi modelli, accessori e un’ampia
offerta di itinerari al Salone del Camper,
la più importante fiera italiana
per gli appassionati del settore
“Vivere la libertà come stile” è lo slogan che ispira il Salone in Italia spiccano il Friuli-Venezia Giulia da Ampezzo a Ni-
del Camper di Parma, arrivato alla sua quattordicesima edi- mis, toccando quindici comuni vicino al Tagliamento; la
zione. Alla più importante fiera italiana del settore sono at- Food Valley emiliano-romagnola; il litorale marchigiano da
tesi 300 espositori e 110 mila visitatori su una superficie Fano a San Benedetto del Tronto; la Costa dei Trabocchi in
espositiva di 100 mila metri quadrati. Come da tradizione, Abruzzo; un itinerario in Molise tra borghi e tratturi, lungo
nei cinque padiglioni della Fiera di Parma si scoprono le no- le antiche vie della transumanza dei pastori; la “Via dei Fe-
vità di tutte le più importanti aziende europee del comparto nici” tra mare ed entroterra della Sicilia occidentale. Tanti
caravan e camper, accompagnate da altre proposte per pro- anche gli spazi dedicati alle diverse attività che completano
gettare la vacanza ideale: gli accessori per i veicoli, lo shop- una vacanza open air ideale, a partire da “Cucinare in cam-
ping di prodotti per i piccoli spazi e soprattutto una vasta per”, l’area gestita dall’Unione Ristoranti del Buon Ricordo
scelta di itinerari e mete di taglio culturale, paesaggistico ed e dedicata alla buona cucina in piccoli in spazi.
enogastronomico. Tra i suggerimenti del Salone per un tour SALONE DEL CAMPER INFO www.salonedelcamper.it
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118 BELL’ITALIA
TESTI E DISEGNI DI ALBANO MARCARINI I Sentieri
L’ITALIA A PIEDI E IN BICICLETTA | SERRAMONACESCA (Pescara)
La chiesa di San
Liberatore a Maiella
A
lcune architetture religiose, in particolare Nazionale della Maiella. Insieme al vicino abitato
quelle romaniche, hanno mantenuto nei secoli di Serramonacesca è un angolo d’Abruzzo che prelude
un’eccezionale armonia con il paesaggio all’aspra montagna, conservando la pacata dolcezza
circostante. Si potrebbero citare decine di esempi dei suoi coltivi disseminati di casali e parcellizzati
in ogni parte d’Italia dove le rustiche murature esterne, in mille scampoli di buone terre. Sembra un paesaggio
la loro cromia e soprattutto il quasi naturale immutato nel tempo, fin da quando agli albori del
“matrimonio” tra la forma dell’edificio e la natura Medioevo gli eremiti uscirono dalle loro scure celle
circostante danno un risultato che nessun altro rupestri per abitare eremi e cenobi che la volontà
successivo stile architettonico ha più saputo ripetere. di nobili e imperatori volle diffondere a maggior gloria
Il caso di San Liberatore a Maiella è uno di questi. di Dio. La valle dell’Alento ma in genere tutta
Le solenni dimensioni dell’edificio sovrastano il contesto la montagna della Maiella si distingue per questo genere
ambientale in cui si colloca, nella solitaria valle del di edifici religiosi, incastonati fra le rocce oppure,
fiume Alento, al margine settentrionale del Parco come San Liberatore, adagiati nel fondo di una valle.
BELL’ITALIA 119
I sentieri
Quasi dieci
chilometri
di facile
trekking
Borgo di Serramonacesca
Il punto di partenza dell’itinerario
è questo borgo disteso su uno
sperone collinare, fra uliveti e frutteti,
che lega il nome alla presenza
di antiche celle monastiche, dove
la “serra” si potrebbe intendere
come la separazione dei monaci
dal mondo circostante. Il rione Fara,
nel centro storico, rimanda forse
a un nucleo originario longobardo.
Da vedere la chiesa di Santa Maria
Assunta e, dopo l’escursione,
il possente castel Menardo, che
dista mezz’ora a piedi dall’abitato.
Risalendo la valle dell’Alento
e seguendo la segnaletica si giunge
all’abbazia di San Liberatore.
A metà strada si incontrano
la cappella di Santa Maria
e, in alto sotto una rupe, le celle
eremitiche dei monaci della zona.
120 BELL’ITALIA
ITINERARIO AD ANELLO a piedi nel
4
territorio di Serramonacesca (Pescara).
Ai confini del Parco della Maiella PARTENZA E ARRIVO: Serramonacesca.
Si raggiunge in auto con l’autostrada
Dopo aver risalito il corso dell’Alento per alcune centinaia di metri, A25, uscita Manoppello; da qui segue
lungo il perimetro del Parco Nazionale della Maiella si notano
per un breve tratto la strada statale
le indicazioni per la torre di Polegro, dove continua il segnavia
5 “Tiburtina” in direzione Scafa e poi
D3. La stradina che si lascia porta ad altre cavità sotterranee e alle
sorgenti dell’Alento, sotto la sella dell’Aia della Forca, a 700 metri si devia a sinistra sulla statale 539
d’altitudine. Il sentiero s’inerpica con qualche stretto passaggio dove di Manoppello per 10 chilometri.
a primavera si notano i fiori d’anemone stellata. Guadando un rivo LUNGHEZZA: 9,5 km.
che scende verso l’Alento si giunge alla rupe dove si erge la torre DISLIVELLO: 290 metri.
e da dove si scorgono il passo Lanciano e la vetta della Maielletta. TEMPO DI PERCORRENZA: 3 ore circa.
INFO: Pro Loco Serramonacesca,
388/306.14.33. L’abbazia di San
Liberatore a Maiella è aperta
d’estate tutti i giorni tranne il lunedì.
Legenda
La discesa
Si piega a sinistra
lungo la sterrata
e si inizia la discesa
fra la boscaglia
e i pascoli del
versante destro della LE BUONE SOSTE
valle dell’Alento,
fino a toccare Per mangiare
le prime case di
Serramonacesca, RISTORANTE CARLETTI-NONNA IDA
in un paesaggio di (contrada San Liberatore a Maiella 5,
solitaria bellezza. 389/761.81.93).
Nel menu tanti arrosti e anelli
alla pecorara. Conto 20-30 €.
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BELL’ITALIA 121
Itiner ari
In questa foto:
la pittura murale, ricca
di contenuti storici e
sociali, è caratteristica
di molti paesi della
Barbagia. In basso,
da sinistra, prodotti
tradizionali barbaricini:
su filindeu, pasta
dai fili sottilissimi,
il torrone, le castagne
e il pane carasau.
SARDEGNA
Autunno in Barbagia,
il caldo abbraccio dell’isola
122 BELL’ITALIA
FACILE!
INQUADRA IL QR CODE E Bell’Italia con Autunno in Barbagia
RITROVA TUTTE LE
INFORMAZIONI DI QUESTE
PAGINE SUL TUO
CELLULARE
Q
uest’autunno, non prendete impegni: la Barbagia Nelle strutture ricettive, nelle case private, negli incontri
vi aspetta. Dal 2 settembre fino al 17 dicembre, casuali, nelle grandi e piccole sagre che si svolgono nei
ogni sabato e domenica, un borgo di quella che è paesi e nelle feste contadine ciò che colpisce il visitatore
considerata la regione più autentica della Sardegna, il cuore è questo atteggiamento che, apparentemente in contrasto
più genuino dell’isola, celebra a turno il rituale dell’ospitalità con il proverbiale riserbo dei sardi, apre le braccia e il cuore
e della festa in onore di chi viene da fuori. Se è vero che a chi viene da fuori. “Autunno in Barbagia” è una grande
i sardi sono in genere ospitali, qui siamo nei luoghi in cui manifestazione ispirata a celebrare questo sentimento.
questo atteggiamento nei confronti degli ospiti è elevato Nata nel 1996 con il nome di “Cortes apertas” per iniziativa
alla massima potenza: perché non esiste altrove un posto dell’azienda speciale della Camera di Commercio di
che più di quest’area centrale dell’isola, distesa tra i Nuoro, ha via via interessato un numero crescente di paesi
contrafforti del Gennargentu, con i suoi infiniti silenzi rotti proponendo un suggestivo itinerario a tappe tra i numerosi
solo dagli scampanii delle greggi, riservi a chi viene da centri della Barbagia (nell’edizione di quest’anno saranno
lontano l’afflato di una vicinanza e di un calore così tangibili. ben 33; informazioni alla pagina seguente), alla scoperta
«Qua l’ospitalità è considerata un sacro dovere che tutti delle tradizioni culinarie, artigianali e produttive del territorio.
rigorosamente osservano come legge morale», scriveva Siamo nel cuore della Sardegna rurale. I pastori disattendono
Grazia Deledda. Ma anche tutti i piccoli e grandi viaggiatori per due giorni il pascolo per accogliere sos istranzos:
che nei secoli scorsi hanno visitato a vario titolo la Sardegna e non è un caso che questo termine, in sardo, indichi sia
non dimenticano di sottolineare lo straordinario senso il forestiero che l’ospite, in una significativa identificazione
dell’accoglienza che caratterizzava l’avvicinamento dei ruoli. I cortili (cortes) degli abitanti si aprono al visitatore,
alla gente. «L’ospitalità è esercitata come un diletto, non inghirlandati come per le feste maggiori. Una completa
come un bisogno o un obbligo», scrive nel suo Voyage en immersione in un percorso fatto di tradizioni millenarie, di
Sardaigne, pubblicato nel 1835, Antoine-Claude Pasquin arti e mestieri che le comunità barbaricine custodiscono con
Valéry, bibliotecario della reggia di Versailles. orgoglio. Si beve un bicchiere di Cannonau, si degustano
Il rituale della schietta ospitalità sarda si rinnova grazie ad “Autunno in Barbagia”, la manifestazione
che svela ai visitatori cultura e tradizioni della regione nel cuore dell’isola. Sono 33 i paesi protagonisti
dell’edizione di quest’anno, in programma tra settembre e dicembre TESTI ALDO BRIGAGLIA
BELL’ITALIA 123
Sopra, da sinistra: i costumi e le attività della tradizione sono protagonisti in occasione di “Autunno in Barbagia”; i piccoli centri dell’area (qui uno
scorcio di Orani) conservano ampie testimonianze dei caratteri edilizi e urbanistici degli insediamenti originari. In basso: due bicchieri di Cannonau.
i pecorini e i dolci di produzione casareccia, si familiarizza esempio, del Museo Nivola di Orani, del Museo delle
con i colori, i costumi tradizionali, i balli e le musiche che Maschere di Mamoiada, del Museo del Pane di Orgosolo
ininterrottamente chiamano al divertimento. (informazioni: distrettoculturaledelnuorese.it). Per non parlare
Ogni appuntamento in ogni singolo paese va ben al di là della strepitosa offerta culturale di Nuoro col suo Museo
della semplice visita al borgo, alla sua gente, alle sue cantine, Archeologico, il Museo del Costume, il Museo Man (che fino
ai suoi prodotti tipici. Questi due o tre giorni, in realtà, a ottobre ospita una mostra di dipinti e sculture di Matisse), la
sono l’occasione per la scoperta delle numerose attrattive casa natale di Grazia Deledda, lo Spazio Ilisso che propone,
archeologiche, storiche, culturali e paesaggistiche che tra le altre, le opere di Maria Lai e di Francesco Ciusa, ritenuti
i dintorni riservano, dalle domus de janas dell’età neolitica i più grandi artisti sardi del Novecento. A cui si aggiunge,
ai colossi megalitici dell’epoca nuragica, dalle chiese inaugurato di recente negli spazi restaurati di casa Chironi,
romaniche agli irripetibili tesori della flora e della fauna, il Museo Regionale della Ceramica Artistica, con opere
ai ricchi musei che in ogni paese custodiscono lo specifico di Ciusa, Salvatore Fancello, i fratelli Melis, Edina Altara.
patrimonio del luogo. È il caso, per fare solo qualche Insomma, un intero territorio che vi aspetta “a corti aperte”.
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124 BELL’ITALIA
TESTI PIETRO COZZI Gusto
IL CONSIGLIO
DA VEDERE
Palazzo Mazzetti
(corso Alfieri 357,
ASTI | DALL’8 AL 17 SETTEMBRE 0141/53.04.03).
Questa dimora barocca,
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BELL’ITALIA 125
La dolce vita TESTI LARA LEOVINO
126 BELL’ITALIA
Nelle foto sopra, alcune a cavallo; lettini e ombrelloni INFO Oasyhotel, San Marcello Piteglio (Pistoia), via San Vito 1,
delle attività offerte dall’Oasyhotel. sul lago e nella piscina. In bici
Dall’alto, in senso orario: o in navetta si raggiunge il nuovo 0573/171.60.62; oasyhotel.com, oasycontemporaryart.com Camere:
escursioni al chiar di luna con sosta Oca Oasy Contemporary Art per 16 lodge. Prezzi: 460 € a coppia compresa la colazione e tutte le attività.
e falò nel bosco; tour in kayak ammirare le installazioni artistiche
sul lago di San Vito; giri nell’oasi nel paesaggio della riserva.
BELL’ITALIA 127
Italia da leggere A CURA DI CARLO MIGLIAVACCA
128 BELL’ITALIA
10_15
OTTOBRE
2023
premiocairo.com premiocairo
Il Premio Cairo aderisce al progetto Impatto Zero di LifeGate per ridurre e compensare le emissioni di CO2
mediante crediti di carbonio generati da progetti di riforestazione.
il weekend |
LAZIO CERVARA DI ROMA
Una gita autunnale sui Monti Simbruini
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Il borgo disegnato DI MATTEO PERICOLI A CURA DI SANDRA MINUTE
Un viaggio tra i borghi più belli d’Italia che metterà alla prova la vostra conoscenza del Bel Paese.
Riconoscete la località interpretata dalla matita di Matteo Pericoli?
Qualche indizio qua e là... Nato nel X secolo, è rinato a partire dagli anni Sessanta grazie a un complesso
recupero. L’armonioso intrico di case in pietra, vicoli, scalinate e archi, adagiati
Chi invierà la risposta esatta a gradoni su un colle, culmina in alto nel palazzo nobiliare che porta ancora il nome
potrà proporre il soggetto dei primi signori del luogo. Il toponimo viene da un animale selvatico che compare
per uno dei prossimi numeri nello stemma comunale, o forse si riferisce al piccolo, incantevole lago poco distante.
Il borgo di agosto
Frazione di Melito Porto Salvo, il paese I primi lettori che hanno indovinato:
sembra avvolto da una gigantesca “mano” Paola Baldoni, Margherita Bertocco,
di roccia a cinque dita (pente e daktylos Gianfilippo Michetti, Monica Guggiari,
in greco). Importante centro in età antica, Alessia Balzarotti, Mauro Sassetti, Veronica
cominciò a spopolarsi a partire da un Ricci, Ermanno Gilardi, Rita Labanti, Pietro
rovinoso terremoto del 1783. Negli ultimi Paviglianiti, Francesco Rossano, Gianfranco
anni ha ripreso vita con iniziative quali Previti, Carmela Togni, Carla Parodo, Olga
un festival internazionale di cortometraggi Terrosi, Elisabetta Loi, Rosario De Natale,
(suggerimento di Enza Marcianò). PENTIDATTILO (Reggio Calabria) Catia Corsi, Anna Costa, Rosanna Capone.
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132 BELL’ITALIA
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FISSO 7,01% - TAEG 8,68%. Il TAEG rappresenta il costo totale del credito espresso in percentuale annua e include: interessi, costi per l’attività istruttoria € 300, imposta di bollo
su finanziamento € 16, bollo su rendiconto annuale e di fine rapporto € 2 (per importi superiori a € 77,47), spesa mensile gestione pratica € 3,40 - importo totale dovuto (importo
totale del credito + costo totale del credito) per Opzione Maxirata € 15.772,80. Entro 45 gg. dalla scadenza della Maxirata il Cliente, in alternativa al saldo della stessa, potrà
rateizzarne il pagamento (importo tot. Dovuto massimo: € 17.840,40 e Taeg Massimo: 8,87%). Offerta valida fino al 30/09/2023. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale.
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Salvo approvazione Agos Ducato S.p.A. La rete dei concessionari SUZUKI opera quale intermediario del credito NON in esclusiva. La Concessionaria aderente, in caso di Opzione
Maxirata, ti offre la possibilità di restituire il mezzo o sostituirlo alle condizioni e nei limiti precisati nella documentazione regolante l’iniziativa “Valore Futuro Garantito” Suzuki
provvedendo, in tal caso, al pagamento della Maxirata (coincidente con il cosiddetto “Valore Futuro Garantito”). Per maggiori informazioni chiedi in concessionaria. **L’offerta
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