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Le posizioni d'uso degli orologi

Premesso che le posizioni assunte dal nostro orologio, quando al polso, sono sei, dobbiamo considerare che alcune di queste sono molto pi frequenti di altre. Esse sono: orizzontale quadrante in alto e verticale corona a dx, rappresentando assieme il 72% del totale. Pi rara la posizione verticale, corona a sx, che incide solo per il 3% dei casi. Queste proporzioni sono - ovviamente - sensibilmente modificate (nelle 24 ore) per le persone che si tolgono l'orologio durante le ore notturne. Si rilevano pertanto varie posizioni in cui l'orologio pu essere posato. In ciascuna posizione assunta, le proporzioni saranno variabili, ammettendo di 8 ore il riposo notturno. Riassumendo i calcoli e facendo una media ponderata, risulta che la frequenza percentuale delle varie posizioni nelle 24 ore la seguente: Orizzontale Quadrante in Alto = 36% * Orizzontale Quadrante in Basso = 6% * Verticale Corona in Basso = 10% * Verticale Corona in Alto = 6% * Verticale Corona a Destra = 36% * Verticale Corona a Sinistra = 3%. Si verifica poi frequentemente una ulteriore posizione con l'orologio al polso, ed quella intermedia tra la posizione orizzontale quadrante in alto e verticale corona a dx, ossia con l'orologio inclinato di 45 gradi. Tale posizione normale ad esempio per chi sta seduto alla scrivania per leggere o scrivere. La marcia in questa posizione pu ulteriormente differire da tutte le altre. Dite la verit, ci avevate mai pensato? Ci fermiamo qui, sicuri di avervi interessato ed incuriosito, esponendo concetti e risultati che sono ignoti ai pi e non vengono normalmente trattati. La conoscenza delle variabili pi frequenti e l'importanza fondamentale dell'equilibratura del bilancere, da cui derivano le anomalie di marcia, non sono infatti concetti esaminati o tantomeno discussi (a volte non sono nemmeno conosciuti...) quando si acquista un orologio meccanico. Emergono solo in seguito, quando cominciano le irregolarit o i guai pi seri e bisogna porvi rimedio. Noi del C.I.C.O.M. lo sappiamo bene... Con questa breve trattazione, vi abbiamo esposto anche alcuni concetti e valutazioni a cui facciamo riferimento nelle nostre prove.

L'influenza della temperatura sulla marcia degli orologi Le misure sono in gradi Celsius Risultati delle prove svolte, con gli orologi indossati al polso, elenco delle temperature: In casa o in ufficio con temperatura 20/21 l'orologio risulta a 30/31. In estate, in auto o in treno, in ambiente di 25/26 l'orologio a 32/33. In camera climatica stabilizzata a 40 l'orologio a 38. Sulla spiagga e allo stadio, sotto il sole estivo, l'orologio raggiunge anche i 50. All'aria aperta, all'ombra e con temperatura esterna 18/20, l'orologio a 27/28. All'inizio della primavera, con temperatura esterna di 11, a passeggio con cappotto, la cui manica copre l'orologio, lo stesso a 25. In inverno con temperatura esterna di 0 circa, nelle stesse condizioni di prima (ovvero sotto il cappotto), l'orologio a 22. In camera climatica stabilizzata a -8, sempre indossato sotto un cappotto, l'orologio scende a 18. Nelle variazioni di temperatura esterna che oscillano da -10 ai +40, la temperatura dell'orologio varia da +17 a +38.

Il fenomeno di scambio di calore molto pi complesso di quanto non appare a prima vista. L'orologio reagisce alle temperature dell'ambiente e del polso, mentre il polso stesso reagisce alla temperatura ambiente e contemporaneamente anche a quella del sangue che circola nel braccio. Ad esempio: in ambiente a 0 la temperatura del polso scende a c.a. 32, mentre l'orologio a 22. Quando la temperatura ambiente cresce, quella del polso resta superiore alla stessa fino a 37, raggiunta la quale, discende per effetto della traspirazione. Si verificato inoltre che se la persona si muove all'esterno, con temperatura costante, l'orologio aumenta la sua temperatura interna dai 2 ai 4 solo in conseguenza della pi intensa circolazione sanguigna dovuta al movimento, al contrario di quanto pu accadere, restando in posizione statica! Esisitono poi ulteriori variazioni, dovute alle differenze somatiche tra le persone: chi ha le "mani sempre fredde" ad esempio, contribuisce ad abbassare la temperatura dell'orologio di 1/2. Da quanto esposto, si pu notare che, a parte il caso estremo dell'orologio surriscaldato dal sole (caso non cos infrequente: ci viene in mente un povero "submariner" d'agosto, al polso di una simpatica personcina dedita giornalmente a lunghi bagni di sole e poi a quelli marini in successione, con tuffi dagli scogli....), non si presentano di solito casi in cui la temperatura dell'orologio oltrepassi i 40. Al contrario i casi in cui la stessa scenda sotto i 20, sono pi frequenti. Citiamo: l'orologio non portato al polso durante la notte e lasciato in una camera fredda, oppure orologio portato sopra la manica del vestito dall'escursionista/alpinista, dallo speleologo o da velisti, ecc... In alcuni casi la temperatura pu anche scendere al di sotto degli 0! Pensiamo anche alle immersioni dove le temperature possono scendere a 4 o anche meno: in questo caso sia che l'orologio sia portato al polso o sulla muta, la sua temperatura sar quella dell'acqua in cui immerso. Gli orologi muniti di cinturino in un sol pezzo che passa sotto la cassa (frequente in quelli militari) hanno un isolamento la cui importanza non certo trascurabile, potendo far variare la temperatura interna di alcuni gradi. Da quanto abbiamo esposto, si pu dedurre che la temperatura degli orologi che portiamo al polso, in via normale, resti compresa tra i +22 e i +35. In talune circostanze particolari (sopratutto non indossato) potr scendere anche a 10. Solo eccezionalmente (abbiamo visto come), arriver agli estremi di 0 o +50.

CASI LIMITE E CONSIGLI PER GLI ACQUISTI: A volte non ci si pensa, ma.... Consigliamo molta attenzione e prudenza nell'acquistare orologi nei tanti "mercatini" domenicali (o anche in certi negozi)....ove non siano state prese misure adeguate per la preservazione e protezione degli orologi. L'orologio NON un vile pezzo di metallo.... Parlate sempre col venditore, chiedete spiegazioni, valutate le sue parole perch, detto con franchezza, molti di loro hanno poche, scarse o nulle cognizioni tecniche e quasi nessuna precauzione viene adottata per preservare al meglio i nostri beneamati.... Alcuni esempi potranno chiarire meglio gli acquisti a rischio: 1) orologi trattati alla stregua di vili pezzi di ferro, aperti o chiusi con utensili vari (cacciaviti, forbici, ecc..), regolati poi nei delicati meccanismi da mani unte e sporche (tipica azione dei mangiatori di panini-riparatori estemporanei... oppure dei rottamai generici...) 2) orologi esposti in inverno direttamente sui banchi di vendita (esterni) con temperature assai rigide. La temperatura degli orologi in questo caso pari a quella ambientale e pu scendere anche a diversi gradi sotto zero, rimanendovi per almeno una giornata, salvo risalire poi e bruscamente durante il trasporto, riscaldati ad esempio nell'abitacolo del veicolo.... 3) orologi sempre esposti sui banchi o dentro teche di vetro in piena estate sotto il sole cocente dove i raggi del sole si concentrano e dove vi assoluta mancanza di ventilazione. In questo caso estremo, abbiamo misurato temperature di oltre 60 gradi, con l'impossibilit di tenere in mano l'orologio stesso, a pena di scottature...! 4) orologi acquistati in negozi. Attenzione al caso in cui il cui titolare, senza prudenza alcuna, abbia tenuto esposto in vetrina, sotto il sole i suoi orologi, per meglio pubblicizzarli..., anche qui vi saranno sorprese nella loro marcia, pur se nuovi...! Tutti questi gravi stress nuocciono agli orologi e soprattutto alla lubrificazione dei meccanismi. Il loro acquisto riserver pertanto sempre sorprese..

L'influenza dei campi magnetici sulla marcia degli orologi I risultati delle prove sono misurati in oersted

Tutti sappiamo che i campi magnetici possono essere nocivi ai nostri orologi. Normalmente diciamo che la marcia di un buon orologio non sensibilmente influenzata da campi magnetici che non superino i 30 oersted. Ma questa intensit, nella nostra vita (pi o meno normale..) di quanto frequentemente superata? Purtroppo l'esposizione per un breve istante a volte sufficente a magnetizzare l'orologio, col risultato che la sua marcia diviene all'improvviso "disordinata" senza un motivo apparente! Attenzione: gli altoparlanti in funzione di un piccolo apparecchio radio (registratori, televisori portatili e simili..) oltrepassano i 100 oersted, gli auricolari telefonici (ahi, ahi, ancora i telefonini...) sono a 40, i piccoli apparecchi elettrici domestici (phon, frullini, rasoi,ecc...) arrivano a 40/50 in prossimit dei collettori dei motori... Fortunatamente gli apparecchi pi grandi quali: aspirapolvere, radio, televisori, ecc.. sono meno dannosi perch meglio protetti e i loro elettromagneti sono pi lontani... Riassumendo: gli oggetti pi pericolosi sono quelli che possiedono magneti permanenti e sorgenti di campi magnetici aperti. Non sottovalutate le chiusure magnetiche delle porte dei frigoriferi, di certi armadi o mobili vari (che spesso vengono aperte e chiuse con la mano in cui si indossa l'orologio, portandolo pericolosamente vicino se non addirittura a contatto con le stesse). Persino alcuni giocattoli dei nostri bambini sono potenzialmente pericolosi! I campi magnetici dei magneti liberi, raggiungono intensit di parecchie centinaia di oersted, a seconda delle dimensioni e della potenza!! E' chiaro a questo punto quali e quanti sono i potenziali fattori di pericolo a cui sottoponiamo (senza volerlo o senza saperlo) i nostri amati orologi nella vita quotidiana. Ci consola sapere che anche i fabbricanti stessi (adesso) sono a conoscenza di tutto questo e sia i materiali usati, sia le protezioni adottate nella cassa, ne tengono conto (attenti per agli orologi d'epoca!).

Le accelerazioni e gli urti Le misure sono espresse in g'- accelerazione di gravit

Il calvario del nostro orologio non certo finito. Gli urti e le accelerazioni a volte molto violente, sono abbastanza frequenti e sono spesso inconsapevoli. Pensiamo a quando applaudiamo, battiamo le mani o i pugni, urtiamo contro altri oggetti, quando posiamo l'orologio senza riguardo su di un mobile, ecc... (ci viene in mente - e rabbrividiamo ancora - pensando allo "speedmaster" (manuale) al polso di un accanito giocatore di tresette, tenuto lasco al polso e sbattuto per ore su un tavolo di legno ad assecondare le "bussate" imperiose del suo proprietario che era anche mancino..! Voi giocate a tresette?). Non basta. A tutto questo aggiungiamo le cadute accidentali e il quadro si aggrava! Vediamo ora cosa dicono le misure: Orologio appoggiato senza troppo riguardo 10 g' con maggior intensit su superfici pi dure (es. mobile) 20 o 30 g'. Urto contro un mobile, porta o altro accidente paratosi sul cammin di nostra vita, se eseguito con movimento medio del braccio, 40 g'; con movimento violento (ma non tale da fracassarlo - l'orologio, non il braccio) almeno 100 g'. Pugno su mobile, applauso medio 15/20 g'.

Gli orologi meccanici attuali, sono ben "ingegnerizzati" e convenientemente protetti (utilizzando vari sistemi che vedremo in seguito) dagli urti, potendo sopportare urti dell'ordine di 5000 g'. (caduta da 1 metro di altezza su un tavolo di legno duro). Che sollievo, direte, nessuna delle prove precedentemente esposte ci fanno pi paura! Magari fosse cos semplice. Il fattore di accumulo sommato al tempo che trascorre (che i nostri segnatempo cos bene misurano), concorrono a peggiorare la situazione. Un esempio chiaro e impressionante al tempo stesso: lo studioso Hans Kocher, con riguardo alle prove svolte sugli orologi automatici, ha misurato giornalmente su un orologio campione, una media di 5000 accelerazioni variabili da 1 a 2 g'. Noi suggeriamo di aggiungere gli ulteriori imprevisti elencati all'inizio, sommare qualche caduta o trauma (purtroppo sempre possibili) e alla fine del "conto economico" possiamo anche pensare (senza arrivare a credere ai miracoli) che i nostri orologi meccanici sono in via normale (quasi) indistruttibili! Questo discorso non vale per gli orologi d'epoca. Ricordiamo che quasi nessuno montava rubini mobili a protezione dei delicati perni dei bilanceri...Massima attenzione, quindi. Ora che si sa, perch compromettere qualcosa di prezioso (anche a livello affettivo) o di irripetibile ? Occorre ricordare che i ricambi d'epoca "nuovi" sono ormai irreperibili e quando si trova qualcosa occorre adattarli.... In molti casi necessario costruirli al tornio. Anche qui un brutto ricordo non ci abbandoner pi: conoscente fiero della sua cipolla da tasca, cronometro (anno 1910) di ottima marca, tripla cassa oro 18K, giocherellando a farlo ruotare con la catena, la stessa si ruppe e lo deposit direttamente a terra dopo l'urto contro il muro e un volo impressionante dalle scale! Risultati tragici: apertura casse, rottura del vetro (ovvia), tranciatura perni di vari assi e danneggiamenti vari, rottura rubini, distruzione del bellissimo quadrante in smalto, perdita lancette, danneggiamento grave della cassa e ....e poi ci fermiamo perch ci piange il cuore! Quando riacquist la parola (dopo molto tempo..) ebbe il coraggio di dire che parte della colpa del disastro era da attribuire alla catena e alla cassa in oro, non cos robusta come l'acciaio...

Piccolo dizionario tecnico di orologeria

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Acciaio inossidabile: lega realizzata con ferro, cromo e nichel. Il prodotto ottenuto ha caratteristiche di inalterabilit e viene utilizzato per realizzare casse e bracciali di orologi. Affidabilit: capacit di un determinato meccanismo di svolgere in maniera ottimale le operazioni per le quali stato progettato, nell'arco di un periodo definito. Albero: struttura cilindrica girevole, realizzata generalmente in acciaio, che si inserisce perpendicolarmente al centro di ruote e pignoni. Pu essere utilizzato, pi comunemente, il termine asse (es.: asse del bilanciere). Alternanza: termine che indica lo spostamento di un pendolo, o di un altro corpo oscillante, da un'estremit all'altra della sua possibile corsa (detta anche ampiezza totale). Ampiezza (d'arco): misura dell'angolo massimo descritto dalla traiettoria di un pendolo o di un bilanciere rispetto al suo punto morto. Analogico: termine che nel nostro caso indica l'impostazione classica della lettura dell'ora tramite lancette inserite al centro del quadrante. Ancora: struttura fondamentale del movimento meccanico dell'orologio, di forma simile ad un'ancora marina, ha due leve che si inseriscono nei denti della ruota di scappamento. E' realizzata generalmente in ottone o in acciaio. Ansa a molla: perno provvisto di due estremit rientranti. Struttura fondamentale per fissare il cinturino alla cassa dell'orologio e per permetterne la sua rapida sostituzione. Ansa fissa: come sopra, ma con la differenza che una volta montato, il perno non pu essere estratto se non rompendolo. Antishock: particolare supporto montato sui perni degli assi atto a proteggerli dagli urti.

Asse del bilanciere: asse che sostiene il volantino del bilancere e ne permette l'oscillazione. Astrolabio: uno strumento per misurazioni astronomiche che consnete di determinare su una superficie piana la posisione del sole e delle stelle principali. Consente di deterrminare l'ora sia di giorno che di notte. Automatico: movimento meccanico la cui molla motrice si ricarica mediante una struttura denominata rotore che gira liberamente sul suo asse. Il termine indica la capacit di tale movimento di caricarsi in maniera completa grazie al semplice movimento del braccio. Bariletto: struttura ruotante contenente la molla motrice. E' formato da un disco dentato all'esterno di una cassa cilindrica chiusa da un coperchio. Il bariletto calettato su un albero su cui ruota liberamente, agganciato ad un estremit della detta molla ed in pratica il "motore" dell'orologio. Barra: elemento realizzato in metallo, in genere una struttura tipo ponte semplificato, in cui si imperniano gli alberi degli ingranaggi.

Bascula: leva con perno. Battuta: Rumore tipico emesso dal moto alterno dello scappamento (detto anche battito). Bilanciere (bilancere-spirale): E' l'organo regolatore del movimento del treno degli ingranaggi. Ha una struttura costituita da un anello metallico (disco) con razze, al centro delle quali passa un asse e da una spirale che ne regolarizza le oscillazioni e lo rende isocrono, dilatandosi e contraendosi. La regolarit delle oscillazioni del bilancere fondamentale per la precisione di marcia dell'orologio. Boccola: anello al cui interno ruota un albero o un asse. La sua funzione quella di offrire una guida alla rotazione, diminuendo gli attriti. Pu essere di ottone o di berillio (di norma si usano rubini sintetici). Bollettino di marcia: Documento dettagliato, emesso da un ente specializzato, nel quale vengono riportati i dati di marcia specifici relativi ad un determinato orologio sottoposto a verifica strumentale per valitarne la precisione e altri parametri qualitativ i. Bracci: sono cos denominati i raggi delle ruote dentate. Brida: porzione di molla motrice agganciata alla parete del bariletto per porlo in rotazione sul suo asse, all'atto della carica. Calendario: funzione accessoria (complicazione) che permette la visualizzazione della data. Tale indicazione pu avvenire tramite un disco appositamente numerato che ruota apparendo sul quadrante attraverso una finestrella. Oppure pu essere indicata in un apposito quadrantino da una sfera o lancetta. Calendario giuliano e gregoriano : il calendario giuliano fu introdotto da Giulio Cesare. In seguito il Papa Gregorio XIII nel 1582 ne introdusse la riforma e fu cos detto gregoniano. E' ancora in vigore in Europa e in gran parte del mondo. Calendario perpetuo: funzione caratteristica di indicazione della data completa che comprende il giorno del mese, il giorno della settimana, il mese e l'anno bisestile. E' un calendario predisposto a mantenersi costantemente aggiornato. Rappresenta una delle complicazioni molto apprezzate. Calibro: tale termine indica le dimensioni del movimento espresse in linee. Rappresenta un importante elemento per contraddistinguere un movimento da un altro. Campo magnetico: spazio in cui viene a manifestarsi l' influenza di una calamita o di un apparecchio dotato di elettrocalamita. Canotto : struttura cilindrica cava all' interno, avente diverse funzioni. Normalmente attraversato dall'asse di carica e protegge I' inserimento della corona sulla cassa. Cappuccina: caratteristico orologio da viaggio la cui cassa ha una struttura verticale realizzata in ottone e vetri molati, che permette la visione completa del movimento meccanico. Rappresenta uno dei primi modelli di sveglia da viaggio. Carica automatica: sistema di caricamento di un movimento meccanico dotato di dispositivo tramite il quale il movimento dei polso legato alla forza di gravit consente di ricaricare la molla motrice ottenendo piena autonomia di marcia. Carrillon: tipico meccanismo che in maniera automatica, a determinate scadenze, o per attivazione manuale fa risuonare un motivo musicale a mezzo di sottili lamine che vibrano.

Carica manuale: la forma pi antica di ricarica adottata per gli orologi. Non vi nessun automatismo e il caricamento avviene manualmente con cadenze quotidiane, settimanali o periodi maggiori, a seconda del tipo di movimento. Carr: dicesi di casse di forma quadrata. Carrure: parte intermedia della cassa di un orologio da polso in cui viene inserito il movimento. Cassa: la struttura esterna dell'orologio. E' la carrozzeria atta a contenere e proteggere il movimento e caratterizza l' orologio. E' composta dalla carrure, dal fondello, dalla lunetta che contiene il vetro. Le casse hanno comunemente cinque diverse forme: quadrata, rettangolare, tonda, tonneau e ovale. Vi sono anche casse monoblocco, ovvero costituite da un solo pezzo lavorato al tornio. Cassaio : artigiano tecnico che realizza, ripara o rifinisce la struttura (cassa) in oro o in altri metalli. Chiave: strumento di carica dell'orologeria antica. Attualmente le chiavi vengono utilizzate per le sveglie cappuccine e per gli orologi meccanici da parete e da tavolo. Compensazione: termine con il quale si indica la capacit di correggere gli effetti di accelerazione o decelarazione esercitata sui materiali strutturali dei movimenti (es. bilancere compensato per la temperatura). Complicazioni: un termine classico con cui vengono definiti i meccanismi e i movimenti predisposti alla realizzazione di funzioni diverse dalla semplice indicazione dell'ora. Contaminuti: piccolo quadrante che nella funzione cronografica indica il numero dei giri (minuti) compiuti dalla lancetta dei secondi. Contatore: piccolo quadrante inserito sul quadrante principale, munito di una piccola sfera (lancetta), predisposto all' indicazione del tempo cronografico o di altre complicazioni. Copripolvere: parte relizzata in vari tipi di metallo e applicata all'interno del movimento e deputato a proteggerlo dalla polvere e dagli agenti atmosferici. Corona di carica: parte esterna con cui termina l'albero di carica. l'organo predisposto per la ricarica (per gli orologi a carica manuale) e la regolazione manuale dell'ora e della data. Cricchetto: piccola leva munita di una punta che penetra nella dentatuma di una ruota sotto la spinta di una molla. Cristalli liquidi: liquidi dalle particolari propriet ottiche. Attraversati da un campo elettrico, modificano la loro struttura in senso verticale o orizzontale. differenziandosi dal fondo su cui sono inseriti, permettendo una propria visualizzazione. Cronocomparatore: strumento per la prova di marcia degli orologi e per la loro registrazione. Cronografo: complicazione molto apprezzata che permette la misurazione di un tempo supplementare o intermedio, oltre a quello fornito dall'orologio. Cronografo medicale: realizzato per permettere al medico, sulla base delle pulsazioni indicate dal quadrante del cronografo stesso (normalmente non superiori alle 30), il controllo del numero di pulsazioni reali, estese al minuto.

Cronografo monorattrappante: cronografo costituito da una sola lancetta centrale dei secondi che pu essere fermata per la misurazione di un tempo intermedio e niavviata successivamente ottenendo il recupero immediato del tempo trascorso dal suo precedente arresto. Cronografo con scala tachimetrica: trattasi di un apposito cronografo utilizzato per ottenere la media oraria. Azionando la lancetta del cnonografo all'inizio della misurazione (alla partenza) e arrestandola allorch si percorsa la distanza stabilita, si pu leggere sulla scala l'indicazione della media orania. Cronografo con scala telemetrica: tale tipo di scala consente, mediante un calcolo basato sulla differenza di velocit di propagazione delle onde sonore rispetto alla luce, di ottenere immediatamente l'indicazione della distanza dell'evento. Es.: in guerra era usato per calcolare la distanza delle artiglierie nemiche. Cronografo rattrappante: cronografo caratterizzato da due lancette sovrapposte. Permette la lettura dei tempi intermedi senza che sia necessario arrestare il cronografo. Una delle due lancette, avviate entrambe con l'apposito pulsante, pu essere fermata per la lettura del tempo intermedio, mentre l'altra prosegue la sua corsa. Terminata la lettura, alla sucessiva pressione del bottone, la lancetta arrestatasi raggiunge istantaneamente l'altra, pronta a ricominciare le misurazioni. Cronometro: con questo termine si indica l'orologio che ha superato severi test realizzati all'interno di un osservatorio specializzato. Occorre fare attenzione a non confondere il termine cronometro con il termine cronografo: sono due termini che definiscono, ciascuno una precisa categoria di orologi. La prima una attestazione di qualit, l'altra una funzione specifica. Dente: sporgenza collocata sul disco di una ruota. Diapason: sistema utilizzato intorno agli anni 60 per ottenere orologi di precisione. Una struttura a diapason miniaturizzato (simile a quello ben pi grande che viene utilizzato per accordare gli strumenti musicali, veniva attraversata dalla corrente elettrica e vibrava ad una particolare frequenza (c.360 hz). Tale vibrazione, captata da apposito meccanismo, faceva capo una minutissima ruota dentata che trasmetteva direttamente alle lancette il movimento, che appariva quindi quasi continuo. Alla fine degli anni 70 venne interamente sostituito da quelli al quarzo. Digitale: indicazione dell' ora, minuti e secondi, visualizzate sul quadrante mediante l'utilizzo di numeri che si modificano con il passare del tempo (senza lancette). Doratura: sistema di rivestimento galvanico delle casse degli orologi, mediante deposito di oro, con diverso titolo e spessore, detta anche placcatura. Elasticit: propriet dei materiali di riprendere la forma originale quando viene a cessare l'azione che ne ha provocato la deformazione. Tale propriet viene sfruttata, ad esempio, per la molla motrice utilizzata quale fonte di energia negli orologi meccanici. Equilibratura: la procedura tecnica che si utilizza per mettere il bilancere dell'orologio in condizioni di lavorare con il maggior equilibrio possibile. Extra-piatto : aggettivo attribuito ad un movimento che presenta uno spessore assai ridotto. Fasi della luna: complicazione che indica, in una determinata posizione del quadrante, la forma del disco lunare in un determinato momento dell'anno.

Fondello: la parte sottostante della cassa, a contatto con il polso. Esistono varie tipologie di fondello, contraddistinti dal modo con cui si inseriscono sulla cassa: a pressione, con chiusura a scatto, a vite, con vite, incernierato. Forchetta: parte terminale della struttura dell' ancora cos denominata per la sua forma particolare. Frequenza: numero di oscillazioni normalmente riferite al secondo per i movimenti al quarzo e all'ora per i movimenti meccanici. Ghiera: anello metallico graduato, generalmente zigrinato internamente, fissalo alla cassa. La ghiera viene generalmente utilizzata sugli orologi subacquei per permettere di verificare i tempi di immersione. In questo caso ruota solo in senso antiorario. Guarnizione: elemento in gomma di forma circolare collocata in diverse strutture dell'orologio, la cui funzione quella di isolare il movimento contenuto nella cassa, dall' esterno, impedendo l'entrata di polveri, umidit, ecc.. Guilloch: decorazione del quadrante effettuata attraverso l'incisione di disegni geometrici composti da linee che si incrociano ripetutamente formando una fitta trama, molto gradevole. Impermeabile: dicesi di cassa che non lascia penetrare umidit e acqua al suo interno. La qualifica di impermebilit deve sempre essere accompagnata da un' indicazione che chiarisce il reale livello di tenuta della cassa (normalmente indicato in metri). Incassatura: lavoro mediante il quale il movimento meccanico o elettronico viene sistemato all'interno della cassa. Indice: elemento collocato sul quadrante indicante una determinata ora o una funzione. Ingranaggio : sistema di trasmissione del moto costituito da ruote dentate e pignoni. Inossidabile: aggettivo con cui si indica lui caratteristica posseduta da alcuni metalli di resistere all' ossidazione. I metalli comunemente considerati tali sono l'oro, il platino, il palladio, il tungsteno, l'iridio, il cromo, il nichel, l'alluminio, lo zinco, lo stagno, l'acciaio inossidabile. Invar (o elinvar): leghe di acciaio e nichel predisposte per ottenere materiali con coefficiente di dilatazione termico nullo. Invertitore: struttura che consente di trasmettere ogni movimento del rotore degli orologi automatici sempre nella medesima direzione al rocchetto del bariletto per caricare la molla. lsocronismo: qualit del bilanciere di effettuare le sue oscillazioni sempre nel medesimo tempo. l.ancette: sono le piccole aste metalliche ruotanti che indicano le funzioni presenti sul quadrante dell'orologio. Vengono definite anche sfere. Leva dell'ancora: piccolo prisma realizzato con materiali assai duri (di solito il rubino sintetico), inserito in ambedue i bracci di leva dell' ancora. I piani terminali delle leve sono opportunamente angolati per inserirsi nei denti della ruota di scappamento bloccandola e liberandola alternativamente, esercitando il minor attrito possibile. I.inea: unit di misura utilizzata in orologeria e corrispondente a circa 2,256 mm. La linea utilizzata come unit campione per caratterizzare le dimensioni dei movimenti.

Longitudine: con tale termine si indica la differenza espressa in gradi d'angolo, calcolato all'equatore, tra un meridiano e il meridiano di riferimento Greenwich. Lubrificazione: intervento realizzato con appositi oli lubrificanti utilizzati in dosaggio atto a diminuire l'attrito tra i perni degli assi e le sedi all' interno delle quali gli stessi ruotano e tra gli ingranaggi e i ruotismi in genere. Lunazione: lo spazio di tempo che intercorre tra due noviluni successivi. Viene evidenziata in orologi provvisti di fasi lunari. Il mese lunare di 29 giorni 12 ore e 44 minuti. Lunetta: anello esterno alla cassa deII'orologio in cui viene fissato il vetro. A sua volta la lunetta pu essere incemierata alla cassa oppure fissata a pressione a quest'ultima. La sua funzione fondamentale quella di trattenere il vetro attraverso apposita guarnizione. Marcia: indicazione della qualit del moto deII'orologio. Magnetizzazione: caratteristica assunta da alcuni metalli dopo un contatto con campi magnetici o con magneti. Negli orologi la magnetizzazione di alcune parti pu generare difetti e instabilit di marcia. Massa oscillante (detta anche rotore): elemento realizzato in metallo o in lega metallica a forma semicircolare che, imperniato per lo pi al centro del movimento, permette con le sue oscillazioni o rotazioni di ricaricare l'orologio. l' elemento precipuo del movimento meccanico automatico. Meccanismo: l'insieme degli organi aventi la funzione di produrre il movimento nell' orologio. Un meccanismo comprende le diverse ruote e i diversi ingranaggi con funzioni ben determinate. Messa all'ora: intervento effettuato sull'orologio estraendo la corona e correggendo la posizione delle lancette. Anticamente per tale manovra si utilizzava un'apposita chiavetta. Minuteria: l'insieme dei ruotismi posti sotto il quadrante che aziona le lancette, suddividendo il loro periodo di rotazione al fine di consentire la corretta lettura del tempo. Es.: la lancetta delle ore deve compiere due giri completi del quadrante in 24 ore. Molla motrice: organo elastico avvolto e racchiuso in un baniletto dentato alla periferia, avente la funzione di trasmettere l'energia irnmagazzinata con l'avvolgimento della molla, al treno di ingranaggi collegato. Movimento: il complesso degli organi e dei rneccanismi che caratterizzano il motore di un orologio. Il termine utilizzato per indicare i vari tipi di movimento: meccanico, elettronico, ecc... Numerazione: numero progressivo inciso dal costruttore sugli orologi da lui realizzati. Oliatore: incavo predisposto nel movimento, per mantenere in una determinata sede il lubrificante. Olio: sostanza lubrificante atta a ridurre il pi possibile gli attriti. In orologenia vengono utilizzati degli oli studiati appositamente per avere particolari caratteristiche, quali : giusta viscosit e alta resistenza all'evaporazione e all'ossidazione. Pendolo: un organo regolatore utilizzato per la misurazione del tempo. La sua applicazione segna l'avvio della cronometria di precisione. E costituito da una asta sospesa nella sua estremit superiore e libera di oscillare. All'estremit inferiore fissato un peso.

Perno: struttura cilindrica o conica terminale di un asse e normalmente ruotante in apposita sede. Pietre: al fine di ridurre l'usura nelle sedi di rotazione dei perni, in orologeria, vengono utilizzate delle pietre. Comunemente sono rubini sintetici di forma circolare forati all'interno e appositamente svasati per consentire la permanenza del lubrificante. Pignone: elemento dentato di forma cilindrica, di dimensioni ridotte, ingranante con una ruota dentata parallela al fine di adottare opportuna riduzione di rapporto di trasmissione del moto. Pila: struttura sigillata all'interno della quale l'energia chimica si trasforma in energia elettrica. Pitone: massello su cui viene fissata la parte terminale esterna della spirale del bilanciere. Placcatura in oro: indicazione che caratterizza un particolare tipo di rivestimento della cassa. Tale rivestimento costituito da uno strato di lega in oro a diversa caratura, fissato in maniera indissolubile su una base metallica non preziosa. Planetario: rappresentazione tridimensionale della volta celeste con le posizioni relative ai pianeti in relaziotne ai loro moti. Platina: base anteriore e posteriore su cui si inseriscono tutti i ruotismi. Costituisce la struttura portante dell'orologio. Ponte: supporto metallico avente differenti forme su cui sono predisposti i fori all'interno dei quali vengono inseriti i perni dei ruotismi mobili dell'orologio. Pulsante: elemento sporgente dalla cassa, avente la particolare funzione di attivare una determinata funzione dell'orologio attraverso la sua pressione manuale. Quadrante: la parte pi in vista di ogni orologio, sicuramente quella che colpisce di pi e a volte determina la sua scelta. Contiene la suddivisione degli spazi in ore e minuti, nonch altre funzioni a seconda del tipo e della complicazione intrinseca dell' orologio. Su di esso le lancette si spostano visualizzando le indicazioni contenute. Quadrante ad indicazione digitale: permette la lettura immediata e numerica dell'ora. Sono di due tipi: quadranti a diodi luminosi (LED) che si illuminano premendo un apposito pulsante e quadranti a cristalli liquidi (LCD) che, attraversati da energia elettrica, riflettono la luce incidente consentendo la lettura continuata dei dati. Quarzo: piccola pietra costituita da ossido di silicio, tagliata a forma di bastoncino che, inserita in apposita struttura cilindrica di protezione, vibra meccanicamente quando attraversata da un campo elettrico. Le oscillazioni del quarzo sono assai elevate e costanti: negli orologi da polso il cristaIlo ha 32.768 oscillazioni al secondo. Quantime: con tale termine si specifica la caratteristica di un orologio capace di indicare oltre all'ora e ai minuti, la data, il giorno della settimana, il mese, l'anno e le fasi lunari. Racchetta: struttura che permette di modificare la marcia dell'orologio influenzando in modo diretto l'oscillazione del bilanciere spirale. Revisione: serie di interventi atti a ripristinare le ottimali condizioni di funzionamento di un orologio. Ripetizione: complicazione che ha la particolare funzione di indicare acusticamente (suonando) le ore, i minuti o i quarti . Tale indicazione acustica viene attivata manualmente

attraverso un cursore esterno alla cassa. E' una complicazione che rende l'orologio meccanico particolarmente pregiato. Risersa di marcia: un' indicazione che appare sul quadrante e che specifica l'autonomia di carica dell'orologio. Tale indicazione fornisce la durata residua di funzionamento del movimento, con l'energia accumulata sino al momento della sua lettura. Ruota: elemento circolare dentato, costruito solitamente in ottone, che si muove attorno al proprio asse d'acciaio. Le ruote che costituiscono la parte fondamentale del movimento meccanico, formano il cosidetto treno del tempo. Esse sono cos denominate: - Ruota dei minuti: posta in genere al centro del movimento e per questo motivo viene anche detta ruota di centro. Compie un giro in un' ora. - Ruota intermedia: ingrana con la ruota dei minuti e trasmette il movento alla ruota dei secondi. - Ruota dei secondi : compie un giro completo ogni minuto nei movimenti provvisti di lancetta dei secondi ruotando su apposito quadrante e trasmette il moto alla ruota di scappamento. - Ruota intermedia dei secondi: trasmette il movimento al pignone dei secondi in centro, per visualizzare il movimento relativo ai secondi stessi con apposita lancetta sistemata coassialmente all'asse delle ore e dei minuti (secondi centrali). - Ruota di scappamento: una ruota con apposita e particolare dentatura in cui si inseriscono le leve dell'ancora (scappamento ad ancora) che la fermano e rilasciano ciclicamente. E' la parte attiva degli ingranaggi dello scappamento in quanto trasmette un impulso periodico al bilancere. Il suo pignone mosso dal la ruota dei secondi. Scappamento: costituito dall' insieme del bilanciere spirale, ncora e ruota di scappamento. E' il cuore dell' orologio e ne caratterizza la sua qualit e la sua precisione. Scarto: differenza di solito espressa in secondi tra l'ora indicata dall'orologio e l'ora esatta di riferimento. Spirale: lamina metallica di lega particolare e di fine spessore a forma di spirale. La spira centrale fissata ad un'apposita virola inserita sull'asse del bilancere. (bilancere-spirale). Sveglia (o svegliarino): meccanismo atto a produrre autonomamente un suono. Tale complicazione viene inserita negli orologi portatili (da polso o da tasca), al fine di essere utilizzata come promemoria ad una determinata ora, oppure come vera e propria sveglia mattutina, in sostituzione della pi ingombrante sveglia da tavolo. Tamburo: altro nome con cui viene indicato il bariletto contenente la molla di carica dell'orologio meccanico). Tourbillon: particolare accorgimento realizzato inizialmente dal 1795 da Abhram Louis Breguet, da lui stesso brevettato nel 1801, avente lo scopo essenziale di ridurre gli errori di marcia dovuti a squilibri del bilancere. E' costituito da una struttuira mobile contenente gli elementi dello scappamenmo. Tale struttura compie, all'interno del movimento dell' orologio, un proprio moto di rotazione. E' una delle maggiori complicazioni per l'orologio da polso e rappresenta elemento di grande pregio. Treno: indicazione generica con cui si contraddistingue una successione di ruote dentate e pignoni (tipicamente treno del tempo).

Vetro: denominazione generica data alla protezione trasparente del quadrante dell' orologio, inserito all'interno della lunetta o direttamente sulla cassa. Pu essere di materiali diversi: vetro minerale, vetro zaffiro, materiali plastici infrangibili, ecc.. Virola: anello metallico che fissa la parte interna della spirale all' albero del bilanciere. Volano: dispositivo realizzato al fine di moderare un moto per renderlo maggiormente uniforme nel tempo. Zenit: tale termine indica il punto in cui la verticale ideale innalzata in una determinata zona, incontra un corpo celeste

Uso degli orologi a carica manuale

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Normalmente alla sera togliamo lorologio e lo appoggiamo sul comodino (o comunque su un piano). Adagiamolo con cura orizzontalmente e col cinturino disteso. Evitiamo di sistemare lorologio in equilibrio precario o in posizioni strane che potrebbero influire sulla precisione di marcia ed evitiamo al cinturino brutte pieghe. Ogni mattina carichiamolo (comunque ogni 24 ore), anche se disponiamo di maggiore autonomia (es. 48 o pi ore), perch la molla si scarica in modo omogeneo ed ottimale per le prime 18 o 36 ore (a seconda del tipo). Oltre tale tempo, si possono manifestare indesiderate irregolarit di funzionamento e variazioni della costanza di marcia. Se operiamo con queste attenzioni, lorologio avr il massimo della carica durante il giorno, quando indossato subir le maggiori sollecitazioni esterne, quali : urti accidentali, movimenti bruschi, vibrazioni, ecc... Loperazione di carica e delleventuale rimessa allora richiede qualche accortezza, per il bene del n/s amato segnatempo. 1) Carica: evitiamo, come purtroppo fanno molti, di effettuarla ruotando avanti e indietro la corona. Non serve a nulla e contribuisce ad aumentare lusura del cricchetto e dei minuscoli ingranaggi di carica. Ruotiamo quindi la corona solo in avanti e delicatamente, fermandoci non appena sentiamo resistenza. Se insistiamo, fornendo una coppia di carica esagerata allasse, provocheremo: o la rottura della molla motrice o degli ingranaggi menzionati, oppure dell'asse stesso. Qualora andasse proprio bene, non potremo evitare di ribattere, ovvero di accelerare il bilancere, sollecitando in modo anomalo lancora, le pietre e la ruota di scappamento. Addio alla precisione e alla costanza di marcia! 2) Rimessa allora: Evitiamo assolutamente di operarla con lorologio al polso. Se eventualmente lo abbiamo gi indossato, togliamolo. Procedendo comunque al polso, rischiamo di danneggiare o rompere lasse di carica perch applicheremo sollecitazioni non assiali allo stesso e non previste dalla fabbrica costruttrice. E particolarmente importante questa avvertenza per gli orologi depoca! Attenzione quindi, estraiamo la corona di carica con delicatezza e senza forzarla. Teniamo saldamente con una mano lorologio, per evitargli possibili cadute o urti, col dito medio (o indice) e il pollice dellaltra, agendo in contrapposizione, per modulare la forza e i carichi tangenziali, operiamo lestrazione. Se incontriamo resistenze, ruotiamola di giro o di 1 giro completo, per cercare il miglior allineamento dei denti degli ingranaggi. La corona si estrarr con facilit. Attenzione anche al gioco o al rapporto di demoltiplica delle ruote sui cui assi sono calettate le lancette, dovuto rispettivamente ad usura (orologi depoca in particolare) oppure a scelte tecniche del produttore. In conseguenza di ci, potrebbe manifestarsi una spiacevole accelerazione o impuntamento della lancetta dei minuti. Toccando la corona, si pu cos spostare vistosamente la lancetta stessa, rendendo problematica laccurata regolazione. E bene quindi, per evitare linconveniente, far oltrepassare alla lancetta la posizione desiderata, retrocedendola poi fino a che indichi lora esatta. A volte, se gli attriti interni sono sufficientemente alti, nel fare tale operazione di retrocessione pu anche accadere che la lancetta dei secondi si arresti, assieme al bilancere, fermando lorologio. Nessun problema. Dopo che abbiamo accertato quanto sopra, lo terremo nella dovuta considerazione, procedendo come segue: effettuata la carica e la rimessa allora esatta se, rilasciando la

corona, la lancetta dei secondi (e il bilancere) non ripartono subito, ruotare senza violenza, in modo orizzontale, da sinistra verso destra lorologio, dopo aver fatto rientrare la corona in posizione di riposo. In alternativa, possiamo anche agire con dolcezza sulla corona stessa (rientrata), come nellatto di carica, con una piccolissima rotazione, rilasciandola subito, per evitare sovratensioni alla molla. Normalmente queste ultime operazioni non sono necessarie, ma le abbiamo lo stesso descritte, perch se ci accorgiamo che dobbiamo ricorrervi sempre pi spesso e che tutto quanto risulta difficoltoso o in genere, ci sembra che non avvenga in modo corretto, non aspettiamo a far revisionare lorologio: eviteremo sicuramente maggiori costi e dispiaceri dovuti a rotture impreviste. Una riprova di mancanza di lubrificazione, attriti anomali, usura, ecc...,la possiamo avere contando ad orologio fermo e scarico quanti giri di corona sono necessari affinch inizi a marciare. Normalmente 3/4 giri sono sufficienti per la messa in marcia. Se servono molti giri in pi o necessita raggiungere il massimo della carica affinch l'orologio si metta in marcia, bene portarlo dal tecnico! (a questo punto, ci siamo per caso accorti, che non marcia con sufficiente costanza o precisione?) 3) Lorologio indossato: dopo averlo caricato e rimesso allora (se necessario), finalmente lo indossiamo. Fissiamolo bene al polso col suo cinturino (o col bracciale metallico). Non dobbiamo per stringerlo troppo, per evitare a noi problemi di circolazione...sanguigna e al cinturino un logorio prematuro (attenzione cos facendo: pericolo di rottura del cinturino, della fibbia (ardiglione), uscita o rottura delle anse di fermo, con lovvia caduta improvvisa e la possibile perdita dellorologio...non tiriamo mai in modo eccessivo il cinturino, anche per allacciarlo...). Non dobbiamo per nemmeno tenerlo troppo lento, per evitargli torsioni, continue trazioni, urti e vibrazioni indesiderate (nel bracciale metallico, questo il modo migliore per danneggiarlo e provocare lallentamento delle maglie e quindi laschi spiacevoli non recuperabili, che compromettono anche i perni...). Le operazioni descritte, anche se possono sembrare banali non lo sono per nulla. Ne abbiamo viste fare in merito di tutti i colori! Ricordiamoci che basta a volte solo un po di buon senso e un minimo di cura, per perpetrare a lungo nel tempo latto di amore che facciamo ogni giorno, fornendo al nostro caro e inseparabile amico meccanico lenergia vitale di cui anche lui come noi abbisogna.

Uso degli orologi a carica automatica

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I primi orologi automatici erano calibri da tasca che si ricaricavano tramite una massa oscillante attivata dalla deambulazione del proprietario e/o dallestrazione e rimessa nel taschino stesso dopo la consultazione dellora. E ovvio che lautonomia di tali orologi lasciava a desiderare e bisognava provvedere spesso aiutando il sistema di ricarica a realizzare il suo compito. Oggi nei moderni orologi da polso la massa oscillante non esiste pi. E sostituita dalla pi efficace massa rotante a forma di settore circolare. Ad ogni movimento del polso, la massa ruota attorno al proprio asse e, attraverso una serie di ingranaggi aggiunti, trasmette la sua energia al bariletto della molla di carica. Onde evitare sovraccarichi o rotture, dovuti ad eccessi di carica, la molla dotata di un dispositivo che limita la ricarica stessa. Molti ci domandano: Quanti sono i sistemi di ricarica e quali i migliori? Quanto tempo deve essere indossato un automatico affinch resti sempre carico? Come fare per tenere comunque carico al meglio un automatico, anche non indossato?

Rispondiamo volentieri dicendo subito che sopravvivono oggi due sistemi di ricarica, rinviando per tutte le altre tipologie e la loro trattazione analitica alla n/s opera storico/monografica citata in altra sezione. Essi sono: Monodirezionale - il rotore ricarica la molla motrice con rotazione utile in un senso solo, mentre nellaltro gira a vuoto. Bidirezionale - il rotore ricarica con rotazione utile in entrambi i sensi, grazie allinserimento di ingraggi invertitori. Per quanto attiene il tempo in cui si indossa lorologio, la misura dello stesso non d la risposta definitiva, essendo la ricarica completa dellautomatico anche in relazione al tipo di attivit fisica che svolge il proprietario. In parole povere fin troppo ovvio che un automatico al polso attivo del tennista mentre svolge la sua attivit, raggiunger la sua carica massima in molto minor tempo di quello che sta al polso di un impiegato, fermo davanti alla sua scrivania per 8 ore, o quasi... Per rispondere compiutamente alle domande che, solo in apparenza possono sembrare banali, occorre svolgere diversi test, a volte complessi come quelli fatti, ad esempio, dal C.I.C.O.M. poich le case costruttrici sono avare nellillustrare in dettaglio le loro scelte tecniche. Quanti ad esempio conoscono il tipo, le caratteristiche tecniche analitiche e lautonomia reale del movimento montato nel proprio orologio? Ognuno pu rispondere in tutta sincerit! Parlando dei sistemi di ricarica, occorre inoltre far maggior chiarezza e dire che entrambe le scelte riguardanti i sistemi hanno dei pro e dei contro. La ricarica bidirezionale senzaltro pi efficace della monodirezionale perch sfrutta ogni movimento del rotore in entrambe le direzioni, per pi costosa da realizzare. Non detto che sia la migliore in ogni condizione, altrimenti si sarebbe comunque imposta sullaltra (vedi gli altri sistemi ora obsoleti). A parit di massa del rotore infatti, il tennista dellesempio di prima, col sistema bidirezionale impartirebbe una ricarica addirittura eccessiva al suo orologio, costringendo la molla motrice ad uno slittamento frequente allinterno del bariletto. Col sistema monodirezionale l'usura sarebbe inferiore, anche se la ricarica sar sempre

piuttosto energica! Allora ci dobbiamo chiedere: quale tipo di ricarica avr l'orologio del nostro amico tennista e quale frequenza avr il suo movimento? E importante saperlo, se vogliamo avvicinarci a come vanno le cose in realt: Se il bilancere oscilla a 36.000 A/h, ovvero la massima frequenza oggi in commercio negli orologi automatici, dobbiamo dire che, con entrambi i sistemi di ricarica, lorologio sar sicuramente sempre al massimo delle sue forze. Ma lo stesso orologio, trasferito al polso dellimpiegato (o comunque di chi non fa molta attivit fisica), avr invece pi probabilit di fermarsi improvvisamente per mancanza di energia e percentualmente pi con un sistema, rispetto all'altro! Volendo sorvolare su ogni ulteriore considerazione, la conclusione pi spicciola : chi svolge attivit sedentaria o scarsa attivit fisica in generale, con pochi movimenti del polso e vuole utilizzare un automatico, per evitare di averlo frequentemente scarico, bene che si orienti sul movimento che adotta la ricarica bidirezionale e il cui bilancere non abbia una frequenza molto alta di oscillazione. Dovr quindi cercare sul mercato un tale tipo di orologio, dovr farsi spiegare correttamente le caratteristiche tecniche e anche garantire la sua autonomia minima (non tanto quella massima) e, infine, dovr anche piacergli l'orologio e lo stesso rientrare nel suo budget, o no? Ci riuscir? Ne dubitiamo fortemente, nel frattempo ha tutta la nostra comprensione. Male che vada, con lorologio fermo al polso, prima di cambiare attivit, continui a leggerci... Riassumiamo le principali variabili tecniche che influenzano la corretta ricarica dellorologio automatico. Esse sono: 1. Tipologia di ricarica adottata 2. Tipologia del movimento e sue complicazioni (che assorbono energia per funzionare...) 3. Frequenza/alternanze del bilancere (pi elevate sono, pi dura da ricaricare la molla motrice, per far fronte al maggior consumo energetico, un p come con le auto "da corsa"...) 4. Stato di usura del movimento, sua corretta lubrificazione, manutenzione ed eventuali possibili difetti congeniti Conoscendo esattamente quanto sopra, occorre aggiungere variabili non ben determinabili quali: Il tipo di attivit del proprietario dellorologio, la frequenza dei movimenti e laccelerazione degli stessi, compiuti dal suo polso. Occorre anche sapere poi: 1. Che non esiste un orologio automatico che non possa scaricarsi mai, e che non possa farlo proprio quando non ce laspettiamo, anche se si chiama perpetual 2. Che ogni orologio meccanico, pur se la costruzione oggi altamente automatizzata, pu differire dal suo simile anche lievemente ma, questo pu fare gi la differenza 3. Che bisogna tenere in giusto conto quanto dicono sulla ricarica i libretti delle case (di solito del tutto generici), ma soprattutto quanto asseriscono nel merito gli amici esperti, perch tali consigli sono la maggior parte delle volte non risolutivi o addirittura pericolosi per l'integrit dei movimenti! Adesso che sappiamo quasi tutto, che fare? La conoscenza dei primi 4 quesiti dar sicuramente soddisfazione, ma restano sempre gli altri, quasi insolubili per le variabili che prevedono. La soluzione definitiva : far esaminare lorologio da chi ben attrezzato allo scopo - ad esempio il CICOM e che potr dare precise e sicure risposte tecniche alle domande pi importanti per ogni singolo movimento. Conoscendo esattamente le caratteristiche tecniche, (misurate ad esempio attraverso le

apposite macchine realizzate dai tecnici del CICOM), sar possibile sapere lautonomia di ogni singolo orologio posseduto e metterla in relazione al suo utilizzo. Non esiste altro sistema. Poich quanto viene dichiarato per gli orologi in commercio uno standard di media generica, al proprietario non resta altra scelta che misurare quella reale ed effettiva del suo personale orologio! Dobbiamo infine, per completare il quadro, anche accennare ad una possibilit casereccia, a cui qualcuno ricorre, spinto dal timore o dallo sconforto dellinopinato arresto del suo automatico: la ricarica manuale. Consigliamo di procedere in tal senso (solo se indispensabile) con la massima prudenza e vi spieghiamo i motivi. Il meccanismo automatico, di solito, non gradisce molto tale operazione perch i piccoli ingranaggi deputati alla ricarica, che sono ampiamente dimensionati nel manuale, nel nostro, sono molto pi sottili, delicati e comunque non atti a trasmettere coppie di sforzo alte e a sopportare continui stress provocati dalla rotazione manuale della corona, aggravati anche dalle possibili torsioni dellalbero di carica! Attenzione quindi! Occorre evitare rotture o spiacevoli bloccaggi, sempre in agguato. La loro costosa riparazione far seriamente riflettere se ne valeva veramente la pena! Quindi MAI utilizzare come abituale tale sistema. Lasciate al rotore il compito di fare il suo dovere e a noi il compito delle ultime considerazioni. Molti di noi hanno pi di un orologio automatico e certamente non li usano contemporaneamente! Gli automatici complicati inoltre, bene che non si fermino, data la loro complessit di regolazione dopo larresto In genere, se lorologio sta molto tempo fermo, pu accusare in seguito, maggiori difficolt di precisa e stabile marcia e anche maggior usura. Ci pu a prima vista sembrare impossibile ma, occorre sempre ricordare che il movimento, per funzionare correttamente, deve avere i pi bassi attriti interni. Per rendere possibile questo, vengono utilizzati dalle case, lubrificanti speciali, il progressivo degrado dei quali, dovuto per esempio al non utilizzo, contribuisce ad alterare la qualit generale di marcia, senza voler scendere in ulteriori dettagli... Quando qualcuno ci dice che il suo automatico improvvisamente non marcia pi con la precisione originale, per un utilizzo discontinuo, le cause probabili sono da ricercarsi in quanto esposto. Buona rotazione!

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