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ALLA SCOPERTA DEL PIÙ BEL PAESE DEL MONDO MENSILE NUMERO 372 APRILE 2017

EURO 6,00 CON GUIDA


Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Austria € 9,90 - Belgio € 8,20 - Francia € 8,90 - Germania € 9,00 - Gran Bretagna Igs 7,90 - Lussemburgo € 8,20 - Portogallo (Cont.) € 6,90 - Svizzera chf 14,00 - Canton Ticino chf 12,50 - Principato di Monaco € 8,90 - Spagna € 8,00

IL WEEKEND Colli Albani


CASTELLI ROMANI
Gita di primavera fra nobili ville e giardini,
sapori autentici e vini schietti

IL MUSEO • MILANO
LA GALLERIA
D’ARTE MODERNA
LA CATTEDRALE • PIACENZA
LA CUPOLA
DEL GUERCINO
IL BORGO • CALABRIA
SCALEA
>

IL PAESAGGIO • TOSCANA
70372

LA NATURA
ISSN 0394 7203

PROTETTA DEL
720068

PADULE
DI FUCECCHIO
770394

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI


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lusso naturale
Via Zanardelli, 190 - Gardone Riviera (BS) - ITALY - T +39 0365 290 220 - info@ghf.it - www.ghf.it
ALLA SCOPERTA DEL PIÙ BEL PAESE DEL MONDO MENSILE NUMERO 372 APRILE 2017

Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Austria € 9,90 - Belgio € 8,20 - Francia € 8,90 - Germania € 9,00 - Gran Bretagna Igs 7,90 - Lussemburgo € 8,20 - Portogallo (Cont.) € 6,90 - Svizzera chf 14,00 - Canton Ticino chf 12,50 - Principato di Monaco € 8,90 - Spagna € 8,00
IL WEEKEND Colli Albani
EURO 4,00 IN ITALIA

di Emanuela Rosa-Clot, Direttore di Bell’Italia Editoriale


CASTELLI ROMANI
Gita di primavera fra nobili ville e giardini,
sapori autentici e vini schietti

IL MUSEO • MILANO
LA GALLERIA
D’ARTE MODERNA
LA CATTEDRALE • PIACENZA
LA CUPOLA
DEL GUERCINO
IL BORGO • CALABRIA
SCALEA

DUE MOSTRE INVITANO


>

IL PAESAGGIO • TOSCANA
70372

LA NATURA

ALLA RISCOPERTA
ISSN 0394 7203

PROTETTA DEL
720006

PADULE
DI FUCECCHIO
770394

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI


9

In copertina: Castel Gandolfo


e il lago Albano.
Foto di: Getty Images/
De Agostini.

NOVITÀ_IN EDICOLA
Sulle strade
del Giro d’Italia
È una manifestazione
sportiva, ma è anche
molto di più. È un pezzo
di storia d’Italia. Da
più di un secolo il Giro
racconta i cambiamenti
del Paese, fa conoscere
luoghi e paesaggi
attraversati dalla celebre
corsa ciclistica. In
occasione dell’edizione La Galleria d’Arte Moderna di Milano
numero 100, Bell’Italia
ha realizzato uno
speciale di 200 pagine

L
che segue il percorso ’immenso patrimonio artistico conservato in Italia spesso non trova la giusta
della gara, tappa per
tappa, raccontando visibilità per poter essere conosciuto e apprezzato dal pubblico. Ben
borghi e centri storici, vengano quindi iniziative come la grande mostra dedicata alla scultura
con monumenti, musei dell’Ottocento che ha da poco aperto i battenti alla Galleria d’Arte Moderna di
e chiese. Dal mare
di Sardegna (sotto,
Milano. Le opere provengono per la gran parte dai depositi del museo, ospitato
Castelsardo) alla salita in quella che fu la residenza del viceré del Regno d’Italia Eugenio di
dello Stelvio, dalla Costa Beauharnais, figlio adottivo di Napoleone. Una villa neoclassica con sontuosi
dei Trabocchi ai passi decori e saloni, affacciata su via Palestro e su un piccolo giardino all’inglese,
dolomitici, passando
per gli Appennini e la che ospiterà anche gli eventi legati alla mostra Orticola, annuale vetrina delle
Pianura Padana, i più eccellenze botaniche allestita nei vicini Giardini Pubblici. Tutte iniziative che
bei paesaggi italiani riaccendono i riflettori sulla splendida collezione permanente della Gam, che
scorrono come in
un film. Con cartine, racconta l’arte italiana attraverso centinaia di opere, da Canova a Segantini.
altimetrie e l’indicazione Un’altra mostra, che ha come protagonista il Guercino, grande maestro
delle soste golose. della pittura barocca del Seicento, invita alla riscoperta di un monumento non
In edicola a fine mese.
abbastanza noto come il Duomo di Piacenza. Una grande cattedrale romanica
che in facciata esibisce ancora importanti memorie della scultura dell’epoca e
all’interno conserva una delle opere più celebri del Guercino: gli affreschi della
cupola. Nell’occasione li si può vedere da vicino grazie a un inedito percorso di
salita nel “corpo” della cattedrale. Altra sede della mostra-evento è la cappella
ducale di Palazzo Farnese, dove si ammirano venti opere del grande artista.

Bell’Italia 3
52

Aprile 2017
FÉNIS
MILANO
PIACENZA
FUCECCHIO

CASTELLI ROMANI PESCOCOSTANZO

MILANO Galleria d’Arte Moderna


38 CENT’ANNI DI BELLEZZA SCALEA

49 Dove Come Quando

98
SCALEA (Cosenza)
52 UN BALCONE SUL TIRRENO
61 Dove Come Quando

FÉNIS (Aosta) Mav-Museo dell’Artigianato Valdostano


64 LA TRADIZIONE DIVENTA ARTE
71 Dove Come Quando

PIACENZA Il Duomo
76 ANIMA ROMANICA E RIFLESSI BAROCCHI
88 Dove Come Quando

PADULE DI FUCECCHIO (Pistoia-Firenze)


90 ORIZZONTI E SCORCI D’ACQUA
97 Dove Come Quando

PESCOCOSTANZO (L’Aquila) Basilica di Santa Maria del Colle


98 LA REGINA DEL BORGO
104 Dove Come Quando

CASTELLI ROMANI (Roma)


106 DOLCE VITA SUI COLLI FUORIPORTA
114 Il weekend di Bell’Italia

106 il weekend

76 CASTELLI ROMANI

Bell’Italia 5
21 DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
emanuelarosaclot@cairoeditore.it
RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE
Elisabetta Planca Caporedattore
elisabettaplanca@cairoeditore.it
UFFICIO CENTRALE
Rossella Giarratana Caporedattore
rossellagiarratana@cairoeditore.it
Pietro Cozzi pietrocozzi@cairoeditore.it

128
Giovanni Mariotti giovannimariotti@cairoeditore.it
Raffaella Piovan raffaellapiovan@cairoeditore.it
Barbara Roveda barbararoveda@cairoeditore.it
REDAZIONE
Terry Catturini terrycatturini@cairoeditore.it
Lara Leovino laraleovino@cairoeditore.it
Elena Magni elenamagni@cairoeditore.it
Carlo Migliavacca carlomigliavacca@cairoeditore.it
Sandra Minute sandraminute@cairoeditore.it
PHOTO EDITOR
Milena Mentasti milenamentasti@cairoeditore.it
Susanna Scafuri susannascafuri@cairoeditore.it

Aprile 2017 ART DIRECTOR


Luciano Bobba lucianobobba@cairoeditore.it
Corrado Giavara corradogiavara@cairoeditore.it
Simona Restelli simonarestelli@cairoeditore.it
IMPAGINAZIONE
Franca Bombaci francabombaci@cairoeditore.it
10 Lettere Francesca Cappellato
francescacappellato@cairoeditore.it
12 Notizie Isabella di Lernia isabelladilernia@cairoeditore.it
16 Dicono di noi Claudia Pavesi Caposervizio
claudiapavesi@cairoeditore.it
SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
Fuoriluogo di Fabio Isman Mara Carniti maracarniti@cairoeditore.it
18 ZECCHIN A PARIGI Paola Paterlini paolapaterlini@cairoeditore.it
PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
Silvia Garofoli www.silviagarofoli.com
Appuntamenti HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
21 d’arte Ornella D’Alessio, Giuseppe De Biasi, Sandra Fiore,
con Vittorio Sgarbi Silvia Frau, Caterina Gromis di Trana, Fabio Isman,
Albano Marcarini, Auretta Monesi, Antonio Paolucci,
24 IL CAVALIERE DI FRA’ GALGARIO Vincenzo Petraglia, Vittorio Sgarbi, Giulia Stok,

132
26 con i festival Claudia Sugliano, Angelo Surrusca, Stefano Zuffi
28 con il folklore EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
30 all’aria aperta divisione di

32 con il gusto

In viaggio con Antonio Paolucci PRESIDENTE


34 PIEMONTE, EUROPA Urbano Cairo
DIRETTORE GENERALE
Giuseppe Ferrauto
Sentieri d’Italia di Albano Marcarini
CONSIGLIERI
121 FAVIGNANA DI TUFO E DI MARE Andrea Biavardi, Alberto Braggio,
Giuseppe Cairo, Ugo Carenini, Giuliano Cesari,
Giuseppe Ferrauto, Uberto Fornara,
Cibo&Paesaggio a cura di Slow Food Marco Pompignoli, Mauro Sala
124 IL BISCOTTO DI ROCCALBEGNA CAIRO EDITORE S.P.A.
DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:
corso Magenta 55, 20123 Milano,
I piaceri tel. 02 433131, fax 02 43313927,
www.cairoeditore.it
(e-mail: bellitalia@cairoeditore.it)
128 Camera con vista ABBONAMENTI: tel. 02 43313468,
orario 9/13, da lunedì a venerdì
abbonamenti@cairoeditore.it
Buona Italia di Auretta Monesi UFFICIO DIFFUSIONE: tel. 02 43313333
132 I SAPORI DI CHERASCO diffusione@cairoeditore.it
138 La ricetta Stampa: ELCOGRAF S.p.A., via Mondadori
15, 37131 Verona. CENTRO STAMPA via
Cantine d’Italia di Giuseppe De Biasi Enrico Fermi 2/A - 20060 Pozzo d’Adda (MI)
Distribuzione per l’Italia e per l’estero:
139 MONTE ROSSA IN FRANCIACORTA SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A., via Bettola 18,
20092 Cinisello Balsamo (Milano).
140 Occasioni
142 L’Italia da leggere
148 I borghi disegnati

Accertamento diffusione: Certificato n. 2756


del 14.12.1994 Periodico associato alla FIEG
(Feder. Ital. Editori Giornali)

6 Bell’Italia
I collaboratori di questo numero
CONCESSIONARIA ESCLUSIVA
PER LA PUBBLICITÀ

Centro Direzionale Tucidide


Via Tucidide 56 - 20134 Milano
Tel. 02 748131
Fax 02 76118212

FILIALI

VALLE D’AOSTA/PIEMONTE/LIGURIA:
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Alessandro Brasile Stefano Torrione Giulia Stok Vincenzo Petraglia Tel. 011/6600390, fax 011/6606815
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Nato a Milano, Aostano, laureato Originaria di Novara Nato in Basilicata, Via dei Franzone 6/1, 16145 Genova
appassionato in Scienze Politiche, ma residente vive a Milano, dove Tel. 010/3106520, fax 010/3106572
di teatro e attore, lavora come fotografo a Torino, è stata si occupa di viaggi, info@nuovagiemme.it
esordisce come professionista dal redattrice del spettacolo e attualità. TRIVENETO:
fotografo di scena 1992 e ha collaborato mensile Giudizio Negli ultimi anni Cairo Pubblicità SpA (Filiale di Verona)
per poi passare con Epoca, Geo e Universale e ha ha diretto diverse Vicolo Ghiaia 7, 37122 Verona
al ritratto, al design, National Geographic collaborato con le testate fra cui, Tel. 045/4750016, fax 045/4750017
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e al reportage Italia. Specializzato pagine di cultura ultima in ordine di
Media Nord-Est
sociale e di viaggio. in reportage de La Stampa. Scrive tempo, Playboy Italia. Via Trainini 97, 25133 Brescia
Ha lavorato per di taglio etnografico da dieci anni di viaggi Appassionato Tel. 030/2007023, fax 030/2096070
numerose testate e naturalistico, ed enogastronomia di natura, sport vivianagrassi@fastwebnet.it
italiane e straniere. è autore di mostre e si occupa anche e avventura, è alla EMILIA ROMAGNA/RSM/MARCHE:
Per questo numero e monografie. Sue di teatro. In questo costante ricerca Cairo Pubblicità SpA (filiale di Bologna)
ha ritratto il Duomo di le immagini del numero ci porta alla di luoghi e storie Corte Isolani 1, 40125 Bologna
Piacenza e la cupola Museo dell’Artigianato scoperta del Museo da narrare. Suo Tel. 051/3763006, fax 051/0920003
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con gli affreschi di Fénis, in Valle dell’Artigianato il servizio sul borgo
Mass Media
del Guercino (p.76). d’Aosta (p.64). Valdostano (p.64). di Scalea (p.52). Galleria Cavour 9, 40124 Bologna
Tel. 051/266330, fax 051/266494
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La spiaggia di Scalea TOSCANA/UMBRIA:
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Viale dei Mille 135, 50131 Firenze
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LE IMMAGINI DI QUESTO NUMERO è una rivista del gruppo


Lettere: Olimpio Fantuz, Michele Comerio, Albert Ceolan (p.10). Notizie: Roman Robroek/Fotolia, Micol Arkel, Archivio M. De Biasi (p.14). Dicono Cairo Editore che comprende anche
di noi: ANSA/Ufficio Stampa, Massimo Piacentino/Alamy (p.16). Fuoriluogo: Patrice Schmidt/RMN (p.18), Robert Harding/CuboImages le seguenti testate:
(p.19). Appuntamento con Vittorio Sgarbi: Accademia Carrara, Bergamo (p.24), Museo Poldi Pezzoli, Milano (p.25). Appuntamenti con SETTIMANALI
i festival: Stephanie Pilick/AP Images (p.26). Appuntamenti con il folklore: Francesco Bellini/AP Photo (p.28). Appuntamenti all’aria DiPiù TV, Diva e Donna, Settimanale
aperta: Egidio Marisca, David Paul Carr, Paola Rosetta (p.30). Appuntamenti del gusto: Andrea Federici, @AngeloTrani (p.32). In viaggio DiPiù, Settimanale DiPiù e DiPiù
con Antonio Paolucci: Foto Governatorato dello SCV-Direzione dei Musei (pgg.34-36). Scheda Milano: Mats Silvan/Marka, (p.49), Marco Stellare, TV MIA, settimanale NUOVO
Curatolo, Fabio Novelli (p.50). Scheda Fénis: LianeM/Marka, Federico Meneghetti/CuboImages (p.71). Scheda Piacenza: Mario Bonotto/ e NUOVO TV, “F”, settimanale GIALLO,
Marka (p.88). Scheda Pescocostanzo: Elio Torlontano/Marka (p.104). Sentieri: Giuseppe Bartuccio/IPA (p.123). Cibo & paesaggio: Danilo Enigmistica PIÙ
Donadoni/Marka (p.124), Roberto Gioni/Archivio Slow Food (p.125). Buona Italia: Roberto Sacco/Marka (p.136). Occasioni: Grand Tours Project, QUINDICINALI
Ainara Garcia/IPA (p.140). Prossimamente: Luciano Romano, Anne Conway, Fabio Gambina, Giorgio Filippini (p.144). Cartine: Quaterd Settimanale DiPiù e DiPiù TV Cucina,
NUOVO e NUOVO TV Cucina
Testi e fotografie non richiesti non vengono restituiti MENSILI
Airone, Antiquariato, Arte, Bell’Europa,
Bell’Italia. Alla scoperta del più bel paese del mondo. Copyright 2017. Cairo Editore S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, Bell’Italia, For Men Magazine,
fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione Gardenia, In Viaggio, Natural Style
dell’Editore. Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano il 5/4/1986, n. 169. Una copia euro 4, arretrati euro 8.

8 Bell’Italia
Lettere Risponde la redazione scrivete a
bellitalia@cairoeditore.it
oppure: Bell’Italia,
C.so Magenta 55, 20123 Milano

ANNIVERSARI 30 anni di Bell’Italia

Il dono insperato del mitico numero 1


Mi sono ritrovata a rileggere il meraviglioso numero di
Bell’Italia (361, maggio 2016) che festeggia i “nostri” 30 anni.
A pagina 19 leggo il grido di dolore del signor Augusto Rocco
Donato, privo del primo numero. Quando ho iniziato a
leggere la rivista, non ricordo per quale motivo ho acquistato
due copie di tutti i primi 10 numeri. Mi offro quindi volentieri
di donare il mio doppio numero 1 al signore.
Annalia Morini-Musi, Piacenza

Abbiamo messo in contatto i due lettori per consentire lo scambio.


«Ho sempre pensato che i lettori di una rivista come Bell’Italia
abbiano una sensibilità diversa dagli altri, innamorati come sono
delle bellezze del nostro Paese», ha commentato il signor Donato.

BARD (Aosta)

SAPPADA (Belluno) UNA PICCOLA


GRANDE LETTRICE
Calda accoglienza e suggestive tradizioni Ciao, sono Elena Comerio
e ho 4 anni. Sbirciando
Penso che per le belle sorprese sia giusto ringraziare, quindi sulla rivista di papà
volevo dirvi grazie per la proposta weekend di febbraio, Sap- (Bell’Italia 371) ho subito
pada (Bell’Italia 370). È una cittadina meravigliosa, con tanta riconosciuto il Forte di Bard,
storia da scoprire. Ho seguito le vostre indicazioni immergen- perché ci sono stata e
domi nel centro storico ed è stato davvero splendido. Anche mi è piaciuto tantissimo.
in hotel e ristoranti ho trovato una grande accoglienza e Elena Comerio,
il Rollate, che avete presentato così bene, è una maschera Lonate Ceppino (Varese)
incredibile. Bello immergersi in queste tradizioni, fug-
gendo da luoghi sempre più omologati. Grazie per farci
conoscere queste piccole perle.
Jessica Nole, indirizzo email Il viaggio dei lettori
VALLE DEI LAGHI (Trento)
Mi complimento per l’articolo di Anna Pugliese su Sappa-
da, ricco di informazioni e dettagli, corredato da foto molto UNA REGIONE
suggestive. Mi permetto tuttavia di fare notare l’omissione INSOLITA E GOLOSA
dell’indicazione di importanti e interessanti musei che si tro- Sono un vostro affezionato
vano proprio a Sappada. L’articolo cita musei nelle vicinan- lettore trevigiano e amo in
ze, ma tralascia quelli del posto, quali il Museo Etnografico particolare la montagna. Un
Giuseppe Fontana, il Piccolo Museo della Grande Guerra, la giovedì sera dopo il lavoro,
Casa Museo della Civiltà Contadina, tutti molto ben allestiti insieme a moglie e figli, approfittando delle belle previsioni per il
e meritevoli di una visita. Un vero peccato! weekend ho raggiunto la valle dei Laghi, in Trentino, vostra storia
Francesca Bucciol, Conegliano (Treviso) di copertina di novembre (Bell’Italia 367). Ero rimasto affascinato
dalla descrizione dei posti e ho scoperto, come avevate titolato
Ringraziamo entrambe le let- voi, un Trentino insolito e goloso. Imperdibili il ristorante nel
trici e precisiamo che non ab- castello di Toblino (nella foto), la piana delle Marocche, grandiosi
biamo segnalato i primi due i panorami, ottimo l’hotel, coccolati come fossimo da amici.
musei perché sono chiusi in Soprattutto abbiamo apprezzato i suggerimenti del capitolo
inverno, quindi non visitabili sullo shopping: abbiamo praticamente visitato tutti i negozi,
nel periodo interessato dal ser- distillerie e aziende agricole proposte, facendo una raccolta
vizio weekend. Il Museo della di sapori. Grazie di scoprire angoli poco conosciuti della
Civiltà Contadina è invece ci- nostra Bella Italia e di metterli così bene in evidenza.
tato nel testo principale. Marco Pausini, indirizzo email

10 Bell’Italia
Notizie
A cura di Sandra Minute Fotografia Paolo Tomiello
MONTE PASUBIO (Vicenza) I 100 ANNI DELLA STRADA DELLE GALLERIE, CAPOLAVORO D’INGEGNERIA

EPOPEA IN ALTA QUOTA


La sua storia ha qualcosa di epico. Fu costruita nel 1917, in soli dieci mesi, per
servire il fronte del Pasubio, scavata nella viva roccia con un tracciato di 6.300
metri e 52 gallerie, che si snodano tra 1.216 metri e 1.928 metri di quota. Compie
100 anni la Strada delle Gallerie del Pasubio, capolavoro d’ingegneria militare;
oggi è uno splendido sentiero escursionistico, che regala panorami unici tra
creste, guglie, precipizi ed emozionanti percorsi nelle gallerie, alcune delle quali
avvolte a spirale. Il Cai di Schio celebra il centenario con una mostra a palazzo
Fogazzaro tra fotografie d’epoca, reperti e documenti. INFO www.stradadellegallerie.it
Notizie

IN TUTTA ITALIA OTTAVO CENSIMENTO DEL FAI Sopra: la sala delle


Colonne al castello di 1
Il castello di Sammezzano Sammezzano. In basso,
è il “luogo del cuore” 2017 da sinistra: la Donnina
di Milano in restauro
Il castello di Sammezzano a Reggello, e negli anni 60 sulla
a due passi da Firenze, è il luogo del cuore Montagnetta di Milano.
Foto grande: la sala
degli italiani per il 2017. Con 50.141 preferenze
di Troia a Palazzo Ducale
l’edificio in stile eclettico, immerso in un di Mantova. Pagina
grande parco, è stato il bene più votato seguente, dall’alto: Oro e
nell’ottavo censimento “I Luoghi del Cuore” Nero 3, 1993, di Alberto
Burri; sala degli Armatori MANTOVA PALAZZO DUCALE DOPO IL SISMA
promosso dal Fai. Al secondo posto
al Galata; la scimmietta

LE ANTICHITÀ
il complesso monumentale di Santa Croce Zizì, di Bruno Munari,
a Bosco Marengo (Alessandria), seguono 1954; Senza titolo,
le grotte del Caglieron di Fregona (Treviso),
l’area archeologica di Capo Colonna
di Dario Tironi, 2017.
RIAPRONO
a Crotone e la Ditta Guenzati di Milano.
Nel complesso i votanti sono stati oltre un CORTE NUOVA
milione e mezzo, e 33 mila i luoghi segnalati.
INFO: classifica completa sul sito iluoghidelcuore.it
A cinque anni dal sisma, una parte impor-
tante di Palazzo Ducale riapre i battenti
all’insegna del dialogo tra Rinascimento e
classicità. Nel cuore della Corte Nuova, il
complesso di edifici aggiunti nel XVI secolo
al nucleo più antico della dimora, è stato re-
staurato il magnifico Appartamento di Troia,
sei sale progettate e affrescate tra 1536 e 1539
da Giulio Romano per Federico II Gonzaga.
In questi splendidi ambienti è stata allestita
una prima sezione del Museo Statuario, che
espone la preziosa raccolta di antichità gre-
che e romane nata dalla grande passione col-
lezionistica dei Gonzaga, a partire da Isabella
MILANO LA SCULTURA PERDUTA E RITROVATA IN RESTAURO AL MUSEO DELLA SCIENZA
d’Este, e poi accresciuta nel corso dei secoli.
Le peripezie della “Donnina” di Marini Nelle varie sale busti, rilievi e sarcofagi dialo-
Nel secondo dopoguerra il fotografo Mario De Biasi scopre nel quartiere gano con i cicli pittorici di Giulio Romano, nei
Qt8 in costruzione una grande statua femminile abbandonata: i bambini quali l’artista seppe reinterpretare con stile
la usano per arrampicarsi e gli innamorati come panchina. Ne documenta “moderno” i grandi temi della classicità. Nel-
le vicende in una serie di scatti, pubblicati nel 1967 nel libro fotografico la sala di Troia, tra gli affreschi che racconta-
La Donnina di Milano. Solo allora la misteriosa “Donnina” viene identificata no la vittoria dei Greci sui Troiani, campeg-
come un’opera di Marino Marini, Piccolo Angelo, scolpita nel 1932-33. Ora giano i sarcofagi romani, freschi di restauro,
al Museo della Scienza e della Tecnologia è iniziato il restauro della statua; decorati da scene ispirate al mito.
i lavori sono visibili al pubblico attraverso una vetrata. INFO martedì-venerdì INFO orario 8,15-19,15, chiuso lunedì; ingresso 12 €;
9,30-17, sabato, festivi, 17, 24 e 25 aprile 9,30-18,30; 10 €; 02/48.55.51, www.museoscienza.org 0376/22.48.32, www.mantovaducale.beniculturali.it

14 Bell’Italia
CITTÀ DI CASTELLO (Perugia) NEGLI EX SECCATOI
Terzo museo per Burri
Il 12 marzo ha aperto negli Ex Seccatoi il
terzo museo di Alberto Burri. Dedicato alla
sua produzione grafica, si aggiunge alla
raccolta delle opere monumentali, sempre
allestite agli Ex Seccatoi, e alla collezione
di palazzo Albizzini (130 opere tra Catrami,
Muffe, Gobbi...) e chiude in bellezza l’“anno
lungo” delle celebrazioni del centenario.
INFO orario 9-12,30 e 14,30-18, sabato e festivi 10-18,
chiuso lunedì; ingresso 10 €; www.fondazioneburri.org

MILANO TRIENNALE MUSEUM, 10a EDIZIONE

Il design? Roba da bambini


Il design italiano dedicato al mondo
dell’infanzia è protagonista dal
1° aprile di “Giro Giro Tondo. Design
for Children”, 10a edizione del Triennale
Design Museum. Il percorso si articola
in sezioni tematiche, tra giocattoli,
arredi, architetture, editoria, con
focus su figure di spicco come Bruno
Munari. INFO orario 10,30-20,30, chiuso
lunedì, 8 €; 02/72.43.42.08, www.triennale.org

GENOVA AL GALATA MUSEO DEL MARE

Una sala per gli armatori GARDONE RIVIERA (Brescia) UN PERCORSO DI OPERE CONTEMPORANEE NEL PARCO

Il Galata Museo del Mare si arricchisce Arte all’aperto al Vittoriale di D’Annunzio


della sala degli Armatori, protagonisti Nuove opere d’arte impreziosiscono il parco del Vittoriale degli Italiani, la
della storia di Genova e del suo porto. dimora di Gabriele d’Annunzio sul Garda. Il percorso di sculture donate nel
Un allestimento multimediale propone corso degli anni da Mimmo Paladino,
18 modelli di navi, videoproiezioni Arnaldo Pomodoro e Mario Botta
e la ricostruzione della plancia di si è ora arricchito di sculture, fotografie
comando di una nave, con un simulatore e bassorilievi di Ugo Riva, Federico
di pilotaggio dove ci si può cimentare Severino, Michela Benaglia e altri
nelle manovre. INFO tutti i giorni 10-19,30, 12 €; artisti, che formano un museo di arte
010/234.56.55, www.galatamuseodelmare.it contemporanea en plein air.
INFO orario 9-20, 8 €; 0365/29.65.21, www.vittoriale.it

Bell’Italia 15
Dicono di noi L’Italia raccontata dagli stranieri su giornali, riviste e siti internet

Giovedì
23 febbraio 2017
“In Italia McDonald’s
aggiunge una voce
fuori-menu: una fetta
di strada romana”
www.nytimes.com

SECOLI DI Un’antica strada romana sotto un ristorante McDonald’s. La notizia ha su-


scitato l’interesse del New York Times che ha proposto ai suoi lettori la vi-
STORIA SOTTO cenda iniziata nel 2014, quando durante i lavori di costruzione del nuovo
McDonald’s di Marino (Roma), in località Frattocchie, sono stati rinvenuti i
IL FAST FOOD resti di una diramazione della Via Appia che probabilmente conduceva
a una grande villa. La multinazionale americana ha deciso di finanziare il
recupero del tratto stradale (45 metri), riportato alla luce e musealizzato
McDonald’s ha finanziato il recupero dalla Soprintendenza per l’Area Metropolitana di Roma. Così, dalla fine dello
di un tratto di strada romana rinvenuto scorso febbraio un tunnel aperto a tutti sotto il ristorante (foto sopra) permet-
durante la costruzione di uno dei suoi te di visitare l’area archeologica, in cui sono visibili anche i calchi di alcuni
locali. Ne parla il New York Times scheletri: resti di sepolture effettuate nei canali di scolo del tratto viario dopo
che questo è stato abbandonato (II-III secolo d.C.). La strada è parzialmente
visibile anche dal locale grazie a una vetrata inserita nel pavimento.

EL PAÍS DIE ZEIT

Il Colosseo mostra Il grande fascino


le sue molte vite dei borghi liguri
In tanti lo visitano (oltre sei Pace e silenzio, tradizioni e
milioni di ingressi l’anno), ma cultura: i borghi dell’entroterra
non tutti conoscono la sua ricca ligure di Ponente hanno
storia. Il quotidiano spagnolo conquistato il settimanale
presenta la mostra “Colosseo. tedesco, che li consiglia in
Un’Icona”, che fino al 7 gennaio alternativa alle più affollate
2018 racconta, nell’ambulacro località costiere. Apricale,
del secondo ordine (nella foto), «dedalo di case arroccato su
Giovedì i quasi venti secoli di vita Giovedì un ripido pendio» (nella foto),
9 marzo 2017 dell’anfiteatro voluto dai Flavi 2 febbraio 2017 sede degli spettacoli estivi
“Il Colosseo svela “Rumori ridotti a zero”
(72-80 d.C.): teatro degli scontri del Teatro della Tosse; Triora,
i suoi segreti” www.zeit.de
elpais.com tra gladiatori, ma poi luogo il paese delle streghe dagli
di residenza e di lavoro, spazio eleganti portali in ardesia;
sacro e fonte d’ispirazione Dolceacqua, che ispirò
per artisti e letterati. alcune opere di Claude Monet.

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L’ORIENTE LIBERTY DI ZECCHIN


TRA VENEZIA E PARIGI
Decorava la sala da pranzo di un hotel veneziano il ciclo ispirato alle Mille e una notte.
Uno dei pannelli più importanti è giunto da qualche anno al Musée d’Orsay

C he anni, quegli anni a Venezia: nel


1905, Ernesto Basile struttura l’in-
gresso del nuovo padiglione centrale
da finestre e una completamente libera.
Per decorarla, alla vigilia della Prima
guerra mondiale, chiama un artista di
creazioni, con l’oro a pastiglia applica-
to sulle superfici, le tele sono uno dei
capolavori nella sua carriera, dedicata
della Biennale, ai Giardini; nel 1909, Ga- 35 anni: Vittorio Zecchin di Murano, particolarmente alle arti applicate: ve-
lileo Chini ne dipinge la sala della Cupo- figlio di un tecnico vetraio, diploma- tri, lampadari, arazzi. Nel 1913 era usci-
la e nel 1914 il salone Centrale; nel 1910, to all’Accademia, che proprio nel 1914, ta un’edizione della raccolta di novelle
vi espone Gustav Klimt. Che tempi, quei con il pittore Teodoro Wolf Ferrari, con illustrazioni di Duilio Cambellotti,
tempi. Se ne accorge anche Giovanni In- espone alla Biennale una serie di vetri ma non è chiaro se l’artista veneziano
dri: dal 1908 ha in gestione l’albergo più realizzati nell’officina dei Barovier. abbia tratto in qualche modo ispirazio-
prossimo alla stazione ferroviaria, il Ter- Per l’albergo Terminus Zecchin esegue ne da quelle immagini. Evidenti appa-
minus e Viaggiatori. La sala da pranzo ventidue pannelli ispirati alle Mille e iono invece gli echi di Klimt, visto da
era stretta e lunga: tre pareti interrotte una notte. Rutilanti di colori e piene di Zecchin alla Biennale, ma anche quelli

Il grande pannello
delle Mille e una
notte (1914)
di Vittorio Zecchin
esposto al Musée
d’Orsay di Parigi.

18 Bell’Italia
dell’olandese Jan Toorop, che a Venezia d’entrata. Gli eredi di Zecchin, a Trieste, ferenti inginocchiate. Né è da escludere
aveva esposto nel 1905. Il muranese en- ne possiedono vari bozzetti; qualcosa ri- che, oltre a quelle note, vi possano essere
tra «nell’atmosfera di un sogno mistico, mane alla famiglia Indri; molto è ceduto state anche altre scene.
fino allora latente», scrive Marco Mondi, a collezionisti privati veneziani. Zecchin rilegge la favola persiana e il
ma lo ispirano anche le murrine dell’i- Nel 1969, la Galleria Internazionale decadente sogno orientale alla luce
sola natia, con i loro cerchi concentrici. d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, a Venezia, della scintillante Venezia d’inizio se-
acquista un primo pannello dagli eredi colo, con colori ispirati a Bisanzio; un
FRAMMENTI DEL MAGNIFICO Indri; altri cinque vi giungeranno in una corteo con schiave «tutte giovani e di
CORTEO DI ALADINO dozzina d’anni. Dai privati che detengo- eccezionale bellezza», come si legge nel
La successione di tele si ispira alla novella no i rimanenti, il parigino Musée d’Or- racconto, cariche di doni preziosi. Le
Aladino e la lampada meravigliosa, inclusa say, nel 2012, rileva quello che potreb- invenzioni cromatiche di Zecchin sono
nella traduzione francese d’inizio Sette- be essere il pannello centrale, uno dei favolose, al pari delle ricchezze con cui
cento delle Mille e una notte, e descrive il tre più grandi (gli altri due restano in Aladino riesce a sposare la sua principes-
corteo nuziale di Aladino, sotto un cielo collezioni private, ma sono stati esposti sa; queste, dovute, s’intende, alle magie
trapunto di stelle, accompagnato da un’e- in qualche mostra). Non c’è dubbio che della sua lampada. Da allora, l’artista,
norme profusione di fiori. Non si conosce quello parigino costituisca la sezione più compiuta la sua opera, non dipingerà
l’esatta sequenza dei pannelli, dispersi sfarzosa del corteo, con Aladino alla te- quasi mai più, dedicandosi, invece, al ve-
ai quattro venti; impossibile pure stabi- sta; forse la tela più bella insieme a quel- tro, che costituiva la sua passione più au-
lire quando il ciclo è stato rimosso e se- la con la promessa sposa, la principessa tentica. Un capolavoro disperso, di cui,
parato. Del vecchio Terminus, oggi Hotel Badr al-Budùr, ai cui piedi stanno due per fortuna, qualcosa resta a Venezia e
Bellini, resta soltanto qualcosa nel portale tigri accovacciate, e alla sinistra due of- dà misura della grande meraviglia.

DOV’ERA E DOV’È
Dal Canal Grande alla Senna
L’Hotel Terminus e femminili e guerrieri, e un
Viaggiatori è oggi il Boscolo nucleo di splendidi disegni
Hotel Bellini, nei pressi preparatori (non sono
dalla stazione Santa Lucia. però in esposizione).
Mantiene i decori sette Il grande pannello giunto
e ottocenteschi del palazzo di recente nelle collezioni
in cui ha sede, ma non del Musée d’Orsay (foto
l’atmosfera liberty che la sotto) è esposto nella sala
dispersa opera di Zecchin 65, uno degli spazi dedicati
conferiva alla sala da all’Art Nouveau, accanto
pranzo. Poco distante, sul a mobili e complementi di
Altezza 171 cm

Canal Grande, la Galleria arredamento disegnati, tra


Internazionale d’Arte gli altri, da Carlo Bugatti,
Moderna di Ca’ Pesaro Antoni Gaudí, Jean Dampt
conserva alcuni pannelli ed Eugenio Quarti.
del ciclo, raffiguranti figure INFO www.musee-orsay.fr

Bell’Italia 19
A cura di Lara Leovino Appuntamenti d’arte
POMPEI (Napoli)

ECHI DI
GRECIA TRA
GLI SCAVI
La cultura ellenica ha sempre
permeato arte, stili ed estetica
della città sepolta, come racconta
la mostra allestita nella Palestra
Grande del sito archeologico

A Pompei la Grecia era “di moda”. Lo di-


mostrano gli stili architettonici e i decori
della città, le statue, gli oggetti preziosi, le
armi, gli ornamenti, le ceramiche e per-
fino le iscrizioni in lingua greca graffite
sui muri. L’esposizione racconta la storia
dell’incontro fra Pompei e il Mediter-
raneo greco e testimonia la fascinazione
che la cultura ellenica esercitò sulla città
vesuviana. L’allestimento, che occupa gli
spazi della Palestra Grande, è progettato
dell’architetto svizzero Bernard Tschumi
e presenta anche tre installazioni audiovi-
sive. Nel percorso si ammirano oltre 600
reperti provenienti dai principali musei
nazionali ed europei. Foto: Apollo, I secolo
a.C., statua in marmo dal Mann, Museo Ar-
cheologico Nazionale di Napoli.
POMPEI E I GRECI. Sede: Scavi di Pompei,
Palestra Grande. Date: 12 aprile-27 novembre.
Orari: dal 12 aprile al 31 ottobre 9-19,30; dal primo
novembre al 31 marzo 9-17. Ingresso: 13 €. Info:
www.pompeiisites.org
VENEZIA

IL SURREALISMO
DANESE A PALAZZO
VENIER DEI LEONI
La mostra inaugura due nuove sale
del museo di Peggy Guggenheim:
sono le Project Room, dedicate
ai focus su alcuni artisti del ’900.
Fino a fine giugno è protagonista la
pittrice scandinava Rita Kernn-Larsen
(1904-1998) con circa 15 tele
di forte impronta surrealista.
A destra: Autoritratto (Conosci
te stesso), 1937, di Rita Kernn-
Larsen. RITA KERNN-LARSEN.
Dipinti surrealisti. Alla Collezione
Peggy Guggenheim fino al 26
giugno. Info: 041/240.54.11.

PALERMO

MILANO IL BELLO IN ITALIA NEL XX SECOLO


Un percorso affascinante lungo l’arte
HARING: LE RADICI PROFONDE DELL’ARTE POP italiana nel secolo breve, raccontato
È un percorso affascinante fra le opere del geniale artista americano tappa per tappa da importanti opere.
scomparso nel 1990 a soli 32 anni. I lavori di Keith Haring sono messi Si va dal futurismo di Balla alla metafisica
a confronto con le sue fonti d’ispirazione: dall’archeologia classica di De Chirico, dagli “italiani a Parigi”
alle figure fantastiche di Hieronymus Bosch, dalle creazioni dei nativi con De Pisis alla Scuola Romana
americani ai cartoon, fino ad arrivare ai maestri del ’900, quali Pollock, del dopoguerra. E poi Guttuso, Accardi,
Dubuffet, Klee. 110 opere in mostra, alcune esposte in Italia per la prima Consagra, Burri, Fontana fino alla pittura
volta. Sopra: Untitled, 1981, di Keith Haring. KEITH HARING. About Art. informale di Afro e alle opere concettuali
A Palazzo Reale fino al 18 giugno. Info: www.mostraharing.it di Pascali, Castellani e Boetti. A destra:
Segno, disegno, ordine e disordine,
di Alighiero Boetti. NOVECENTO ITALIANO.
Una storia. Nelle sale Duca di Montalto
di Palazzo Reale fino al 31 agosto. Info:
091/626.28.33; www.federicosecondo.org
BOLOGNA

IL ’900 IN NOVANTA
CAPOLAVORI CREMONA
La collezione di Augusto
e Francesca Giovanardi, ARTE E MUSICA DEL ’600
frutto di 30 anni di ricerca, è In occasione dei 450 anni dalla
fra le più ricche dell’arte del nascita del compositore Claudio
’900 italiano. A Bologna se Monteverdi (1567-1643), Cremona
ne ammirano 90 dipinti che ospita eventi musicali e artistici.
vanno da Carrà a Morandi, Al Museo del Violino è ricostruita
da Campigli a Sironi, l’orchestra dell’Orfeo attraverso
da Mafai a Rosai. A sinistra: l’esposizione degli strumenti
Bambini, 1932, di Massimo originali dell’epoca, ed è in mostra
Campigli. COSTRUIRE Il suonatore di liuto, tela proveniente
IL ’900. Capolavori della da una collezione privata. A destra:
Collezione Giovanardi. A Il suonatore di liuto, 1597, di Caravaggio.
Palazzo Fava fino al 25 giugno. MONTEVERDI E CARAVAGGIO.
Info: 051/19.93.63.05. Sonar stromenti e figurar la musica.
Al Museo del Violino dall’8 aprile al 23
luglio. Info: www.monteverdi450.it

22 Bell’Italia
Appuntamentid’arte

PERUGIA

UNA VISITA STRAORDINARIA DAL LOUVRE


Torna a casa, in visita dal Louvre, L’Immacolata
Concezione dipinta dal Sassoferrato intorno al 1650.
Il quadro è esposto per l’occasione accanto a 40
tele, per la maggior parte del Sassoferrato ma anche
di maestri a cui l’artista si ispirò, fra cui Perugino.
Sopra: Sant’Apollonia, di Giovan Battista Salvi detto
il Sassoferrato. SASSOFERRATO. Dal Louvre a San Pietro.
La collezione riunita. Al complesso benedettino di San
Pietro dal 7 aprile all’1 ottobre. Info: 075/337.53.

PALERMO

RITI PASQUALI
NEL MEDITERRANEO
La mostra fotografica,
voluta dalla Fondazione
Federico II, racconta
la Pasqua in due regioni
del Mediterraneo:
la Sicilia e l’Andalusia. Lo
fa attraverso un’intensa
galleria di immagini.
A sinistra: Venerdì Santo
a Mazzarino, di Giuseppe
Muccio. PASOS E
MISTERI. La Settimana Santa
in Sicilia e in Andalusia.
All’oratorio dei Santi Elena
e Costantino fino all’1
maggio Info: 091/607.71.11.

Bell’Italia 23
Appuntamento con Vittorio Sgarbi
Un Museo un Capolavoro MILANO Museo Poldi Pezzoli

LA CONDIZIONE UMANA SOTTO


LA LENTE DI FRA’ GALGARIO
Nel Ritratto di cavaliere dell’Ordine Costantiniano, dipinto intorno al 1740, il maestro bergamasco
rivela le fragilità di un gentiluomo, celate dal contegno superbo e dall’abito sontuoso

È più veneto o più lombardo? Capi- sui modelli più altisonanti dell’udine- giore riconoscimento, trovandovi den-
ta, quando ci si occupa di artisti di se Sebastiano Bombelli, e in seguito, a tro tutta l’umanità di cui aveva biso-
Bergamo, che gli studiosi li consi- carriera ormai instradata, di assorbire gno, sempre diversa nelle sue singole
derino figli di una sorta di terra di le influenze che giungevano dall’area manifestazioni, ma in fondo coerente
mezzo, lombardissima all’origine, ma milanese, come quella di Salomon nella sostanza che lo interessava. Un’u-
anche veneta per via delle vicissitudi- Adler da Danzica, portatore in terra manità che, a giudicare dalle sue raffi-
ni storiche e culturali cui fu sottopo- lombarda delle espressività cromati- gurazioni, perde di divino ausilio con
sta. Così è successo anche per Giusep- che degli olandesi. l’avanzare degli anni, barattando inva-
pe Vittore Ghislandi (1655-1743), più Il Ritratto di cavaliere dell’Ordine Co- no la genuinità d’animo con la pompa.
noto come Fra’ Galgario (fu frate laico stantiniano oggi al Museo Poldi Pezzoli, Tradirà anche lui, la vecchiaia, impe-
presso il convento del Galgario a Ber- effigie di un ignoto membro dell’ordine dendogli di dipingere come una volta.
gamo), capace di rinverdire i fasti del- cavalleresco, è forse l’opera più nota di
la ritrattistica locale che aveva avuto Fra’ Galgario. L’uomo vorrebbe ricono- Museo Poldi Pezzoli, Milano, via Manzoni 12,
nel cinquecentesco Giovan Battista scersi nella sua apparenza, facendosi 02/79.48.89 e 02/79.63.34. Aperto tutti
Moroni uno dei più grandi esponenti forte del piglio militaresco che esibisce, i giorni tranne martedì dalle 10 alle 18 (ultimo
mai conosciuti dalla storia dell’arte. come se stesse per dirigere una batta- ingresso 17,30); biglietto 10 €.
In realtà, proprio come per Moroni, glia, col bastone del comando che pen-
il dilemma della presunta prevalen- de dal polso; ma il pittore è spietato
za non si pone: Fra’ Galgario era un nel rivelare la debolezza di un’indole Il confronto
bergamasco a tutti gli effetti, avendo svirilizzata, da bellimbusto alle pre-
in sé, quindi, tanto del lombardo (pe- se con un passo di minuetto, intrave-
raltro in un’accezione lata, visto che dendo un vuoto interiore nella fluida
Bergamo è ben diversa da Milano o pastosità di una carne che scollandosi
Brescia) quanto del veneto (frequenti dalla maschera si drammatizza, fra
i suoi soggiorni a Venezia, anche per labbra gonfie che risaltano sulla pelle
motivi religiosi), ma secondo una sen- incipriata e rendono ancora più spenti
sibilità autonoma, di costume morale gli occhi. C’è, nel cavaliere, un carat-
prima ancora che artistico, in grado di tere volutamente caricaturale, incline
determinare una natura assolutamen- alla critica sociale? Improbabile: è vero,
te distinta da quella delle radici cultu- semmai, che Ghislandi ama la franca
rali di provenienza. spontaneità della gioventù, da lui ido-
A emergere sopra ogni altro fattore latrata in immagini che richiamano i
nella pittura di Fra’ Galgario è pro- modi rotondi e popolari di Giuseppe
prio questa “bergamaschità”, verifi- Maria Crespi, e che rispetto a questa
cabile specialmente nell’approccio ogni età adulta, compresa quella del
che l’artista riserva ai ritratti: diretti cavaliere, pare un’abiura.
e oggettivi, ancora una volta come in La fama di Fra’ Galgario si estese da Come documenta il Ritratto del conte
Moroni, concentrati sulla lettura psi- Venezia (lodato da Sebastiano Ric- Giovanni Secco Suardo col servitore
cologica della persona. Peculiarità che ci, eseguì un ritratto di Giambattista (1720-25) oggi all’Accademia Carrara
gli permette, in un primo momento, Tiepolo) a Milano e Bologna, dove fu di Bergamo (foto sopra), Fra’ Galgario
da figlio d’arte che cambia la specia- accolto entusiasticamente dall’Accade- guarda agli uomini indipendentemente
lizzazione di famiglia (il padre era un mia Clementina. Nulla, però, lo face- dal loro rango sociale, omologando
quadraturista, esperto quindi in rap- va sentire più a suo agio di Bergamo, il potente e il subalterno in un’unica
presentazioni prospettiche), di filtrare a contatto con il mondo in cui più si categoria fenomenologica, quella delle
un’educazione veneziana improntata riconosceva e dal quale otteneva mag- varie manifestazioni dell’umano.

24 Bell’Italia
altezza 109 cm

Pennello alla moda Sguardo pungente Simbolo distintivo


La precisione descrittiva L’acuta e rigorosa indagine dei Sul giustacuore del cavaliere
di Fra’ Galgario concede tanto personaggi derivava all’artista si riconosce il simbolo a croce
all’eleganza e alla sontuosità da una visione evidentemente dell’Ordine Costantiniano
dell’aspetto, inseguendo condizionata da convinzioni di San Giorgio, sodalizio
pizzi, nastri, ricami e ricci di religiose e da una disposizione cavalleresco di antica origine
parrucca con tocchi di pennello caratteriale poco portata a dare bizantina tornato in auge tra
altrettanto ricercati. spazio alla facile retorica. il XVII e il XVIII secolo.

Bell’Italia 25
Appuntamenticon i festival di Sandra Minute

PARMA DAL 3 AL 5 MAGGIO


LA DOTTORESSA DEL ROCK
Una tre giorni parmigiana per la poetessa
del rock. Patti Smith (foto) riceverà il
3 maggio la laurea ad honorem in Lettere
dall’Università di Parma. Il 4 si esibirà
in concerto al teatro Regio, il 5 visiterà
la mostra “Patti Smith. Higher Learning”,
allestita al palazzo del Governatore
(8 aprile-16 luglio): 120 fotografie scattate
dalla celebre cantautrice nei suoi viaggi.
INFO www.unipr.it/pattismith
NAPOLI DAL 9 APRILE AL 5 MAGGIO

LIRICA, ARTE E CINEMA RHO (Milano) DAL 19 AL 23 APRILE

Kiefer, Ozpetek e Ferretti firmano le opere del San Carlo L’ALFABETO DEGLI SCRITTORI
Dalla A di Avventura alla Z di Zaha Hadid.
La grande lirica di ieri si sposa con la creatività di oggi. Il teatro di San Carlo È l’alfabeto la “mappa” ideale di generi,
ripropone due allestimenti di opere di Verdi e Strauss rivisitate da grandi linguaggi e contenuti a Tempo di Libri,
protagonisti dell’arte contemporanea e del cinema. Il primo è Elektra di la nuova Fiera dell’Editoria in programma
Richard Strauss (4 recite dal 9 al 15 aprile), con scene e costumi dell’artista a Rho Fiera Milano. Nel ricco cartellone
tedesco Anselm Kiefer: Elettra, Oreste, Clitemnestra, protagonisti della tra- incontri, tavole rotonde e spettacoli con
gedia di Sofocle, rivivono nell’inquietante cornice di un sepolcro di cemen- decine di autori; tra i tanti, Edna O’Brien,
to a quattro piani (foto sopra). Rilettura in chiave cinematografica per La Roberto Saviano, Sophie Kinsella,
Traviata di Giuseppe Verdi (7 recite dal 23 aprile al 5 maggio), con la regia Zerocalcare. INFO www.tempodilibri.it
di Ferzan Ozpetek e le scene del premio Oscar Dante Ferretti: la vicenda di
Violetta Valéry è ambientata nella Belle Époque parigina, in una fusione di
stili e decorazioni dai decisi richiami orientali. INFO www.teatrosancarlo.it

CREMONA DA APRILE A DICEMBRE


OMAGGIO A MONTEVERDI PER I 450 ANNI DALLA NASCITA
Per i 450 anni dalla nascita di Claudio Monteverdi, la sua città natale lo celebra
con un ricco calendario di eventi. Cremona per Monteverdi propone da aprile
a dicembre concerti in tutta la città, tra palazzi, chiese, giardini, mostre e l’ormai
collaudata crociera musicale lungo il Po. Il Festival Monteverdi inaugura il 5
maggio con l’Orfeo dell’Accademia Bizantina (foto) e prosegue con il concerto
di Jordi Savall Istanbul, uno
spettacolo con le marionette
della Compagnia Carlo Colla
e il Vespro della Beata Vergine
BOLOGNA FINO AL 10 MAGGIO
nel duomo (24 giugno).
Tra le mostre, spicca quella MUSICA AL MUSEO
al Museo del Violino (8 aprile- La musica è di scena al Museo della Storia
23 luglio), con Il suonatore di Bologna con ArtRockMuseum. Suoni
di liuto di Caravaggio e la Nuovi a Palazzo Pepoli. Ogni mercoledì,
ricostruzione dell’orchestra nuovi talenti del panorama italiano si
dell’Orfeo con gli strumenti esibiscono nell’inconsueta cornice della
originali (vedi Appuntamenti corte (sopra), alternando musica e
d’arte a pagina 22). conversazione, in un dialogo tra artisti
INFO www.monteverdi450.it e ascoltatori. INFO www.genusbononiae.it

26 Bell’Italia
FORLÌ
Musei San Domenico
11 febbraio
18 giugno 2017

Informazioni e
prenotazioni mostra
tel. 199.15.11.34
Riservato gruppi e scuole
tel. 0543.36217
artdeco@civita.it
www.mostradecoforli.it

Orario di visita
da martedì a venerdì: 9.30-19.00
sabato, domenica, giorni festivi:
9.30-20.00; Lunedì chiuso;
17 e 24 aprile e 1 maggio
apertura straordinaria.
La biglietteria chiude un’ora prima

Catalogo
SilvanaEditoriale
Appuntamenticon il folklore di Silvia Frau

ROMAGNANO SESIA (Novara) 13-16 APRILE

PASQUA IN 14 QUADRI
Ogni due anni nella località piemontese va in scena la Passione
di Cristo, recitata da attori e caratterizzata da riti e processioni

Si tiene negli anni dispari Il Venerdì Santo di Romagnano Sesia, una


sentita manifestazione che fa rivivere, dal Giovedì Santo alla domenica
FIRENZE 16 APRILE
di Pasqua, la Passione e Resurrezione di Cristo per le vie e le piazze del
paese (foto sotto). Oltre 350 attori e comparse interpretano 14 quadri UNA FESTA CON IL BOTTO
recitati, dalla “Cospirazione del sinedrio e patto con Giuda” alla Resur- È una tradizione pasquale nata 350
rezione. Si comincia giovedì alle 21 e si prosegue venerdì alle 15 e sabato anni fa: un carro a forma di torre, detto
alle 21, per poi chiudere la domenica sera di Pasqua. Gli attori prendono Brindellone (foto sopra), viene trainato
parte anche alle processioni del Venerdì Santo: una si svolge alle 4,30 di da due buoi ornati con ghirlande per
notte e celebra il cosiddetto passaggio delle “Tinebre”; l’altra è alle 10 le strade di Firenze, fino a piazza del
del mattino e prevede il trasporto della bara di Gesù nelle chiese del bor- Duomo. Dall’altare l’arcivescovo accende
go. La rievocazione, nata nel 1729 con la Confraternita del Santo Enterro un razzo a forma di colombina che
(dallo spagnolo entierro, “sepoltura”), riporta ad antichi riti medievali e attraversa la navata e fa scoppiare il carro
rappresenta un unicum nel territorio. INFO www.venerdisanto.org alle 11 in punto. INFO www.firenzeturismo.it

PORTO RECANATI (Macerata) 14 APRILE


IL CRISTO DEI PESCATORI
Ha origine medievali la Bara de Notte,
singolare processione del Venerdì Santo
a Porto Recanati. Un gruppo di dodici
pescatori scalzi, chiamati sciabigotti
(da sciabega, l’imbarcazione tipica) porta
la bara – macchina di legno alta cinque
metri – in processione di notte nel borgo,
fino alla chiesa di San Giovanni.
INFO 0719/79.90.84; www.portorecanatiturismo.it

CALTANISSETTA 9-16 APRILE


LA SETTIMANA SANTA NEL CUORE DELLA SICILIA
Le celebrazioni pasquali iniziano la Domenica delle Palme quando, dalla
chiesa di Sant’Agata, la statua di Gesù è portata per la città su una barca
ORTE (Viterbo) 14 APRILE
piena di fiori. Solenne anche il Mercoledì Santo, con la processione della Real
Maestranza che si LA NOTTE DEL VENERDÌ SANTO
svolge dal XVI secolo È una delle celebrazioni più antiche
in rappresentanza delle d’Italia, risale infatti al XIII secolo. Un
categorie artigianali. corteo mesto e devoto il Venerdì
Il Venerdì Santo, antichi Santo, a partire dalle 21,30, a ritmo
canti accompagnano lento, accompagna in processione il
il Cristo Nero, Cristo. I momenti più intensi sono il
un crocifisso del XV canto del Miserere in piazza della Libertà
secolo. La domenica si (foto sopra), il rito del pane, che viene
celebra la Resurrezione spezzato tra i confratelli in segno di
con un lungo corteo amore fraterno e quello dei fiori distribuiti
(foto). INFO 0934/58.58.90 ai fedeli. INFO www.confraterniteorte.it

28 Bell’Italia
NOVECENTO
ITALIANO Una storia

Giorgio De Chirico, Piazza d’Italia, 1950, olio su tela, cm 50x40 COLLEZIONE PRIVATA © GiorGio De ChiriCo by SiAe 2017

PALERMOFONDAZIONE
PALAZZO REALE
25 MARZO - 31 AGOSTO 2017
FEDERICO II
PALERMO
Coordinamento Gianfranco Zanna
Grafica Rosy Ingrassia

organizzazione
generale

FONDAZIONE
FEDERICO II
PALERMO www.federicosecondo.org
Appuntamentiall’aria aperta di Pietro Cozzi

GIARRE (Catania) DAL 21 APRILE AL 21 OTTOBRE

IL VERDE
D’AUTORE
Prima edizione per Radicepura, festival
dedicato al giardino mediterraneo
con paesaggisti da tutto il mondo

Quattordici giardini d’autore, realizzati da


grandi designer internazionali e da sei giovani
paesaggisti, modellano il parco botanico della
Fondazione Radicepura per il primo Garden
Festival del Mediterraneo, ideato da Piante
Faro. Un’occasione unica per confrontarsi con i
migliori specialisti del settore e riscoprire, grazie
ad aperture speciali nel primo weekend (22-23
Scorcio di Casa Cuseni, a Taormina, una delle ville visitabili durante Radicepura. aprile), altre eccezionali aree verdi pubbliche e
private siciliane, come il parco di Casa Cuseni
a Taormina. Piante grasse, tropicali e aroma-
tiche, alberi mediterranei e agrumi accompa-
gnano il visitatore tra le opere di questa mostra
nel verde. Le creazioni più importanti portano
la firma del francese Michel Péna, autore di
un giardino-torre verticale, del fiorentino Ste-
fano Passerotti, dell’inglese James Basson e
dell’arabo-londinese Kamelia Bin Zaal, che ha
lavorato sulla reinterpretazione di un tradizio-
nale cortile arabo dove godere dei colori e dei
profumi delle piante; ingresso: 15 €.
INFO www.radicepurafestival.com

GRANDI GIARDINI ITALIANI 17 APRILE CERVIA (Ravenna) DAL 21 APRILE ALL’1 MAGGIO

PASQUETTA TRA LE FRONDE SOTTO UN CIELO A COLORI


È una Pasquetta diversa quella proposta Secondo l’americana Drachen Foundation,
da Grandi Giardini Italiani, il sodalizio che istituzione che si occupa di diffondere
riunisce i più importanti giardini visitabili la cultura degli aquiloni, il Festival
del nostro Paese. La meta della tradizionale dell’Aquilone di Cervia è uno dei
gita è una nobile dimora, un palazzo o un dieci eventi al mondo da non perdere.
castello circondati da un’area verde, dove Quest’anno i paesi coinvolti sono 33,
va in scena la Caccia al Tesoro Botanico. con più di 200 artisti e tante esibizioni
Famiglie e bambini – soprattutto quelli tra quotidiane. Ogni partecipante può portare
i 6 e i 12 anni – si divertono a scovare il suo aquilone. INFO www.artevento.com
meraviglie e curiosità nascoste tra viali
FESTA DELLE OASI LIPU 23 APRILE
e labirinti, aiuole e boschetti, fontane
e laghetti. I giardini aderenti all’iniziativa LA NATURA DÀ SPETTACOLO
sono una trentina, distribuiti in otto Puntuale come il popolo degli uccelli
Dall’alto: a Giarre,
regioni diverse e spesso a poca distanza migratori, torna la Festa delle Oasi
una delle creazioni
paesaggistiche nel dalle grandi città. Si può scegliere così tra Lipu-Lega Italiana Protezione Uccelli:
parco di Radicepura; le scenografie prealpine dell’Oasi Zegna porte aperte, per una domenica, a un
fioriture all’Oasi (Biella) e le tante amene ville lacustri patrimonio di biodiversità da scoprire,
Zegna (Biella), lombarde, l’enigmatico Labirinto della ammirare, tutelare. Per tutti visite guidate
protagonista
della Caccia al Masone a Fontanellato (Parma) e sessioni di birdwatching: nel mirino
Tesoro Botanico; e lo storico Giardino Bardini, nell’Oltrarno aironi rossi, sparvieri, morette tabaccate
due gruccioni. fiorentino. INFO www.grandigiardini.it e cavalieri d’Italia. INFO www.lipu.it

30 Bell’Italia
L’Alto Adige cerca chi si
ricarica staccando la spina
L’Alto Adige cerca te

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Appuntamentidel gusto A cura di Pietro Cozzi Testi di Silvia Frau

ROMA

I MILLE SAPORI
DI ROMEO
Apre i battenti il nuovo “superlocale”
di Cristina Bowerman: gastronomia
stellata, pizza e gelato in un unico spazio

Oltre 2.000 metri quadrati nel cuore del colle


dell’Aventino, in un’ex concessionaria di automo-
bili trasformata in un variegato polo della ristorazio-
ne: è un progetto ambizioso quello appena inaugu-
rato dalla chef Cristina Bowerman e da Fabio Spada.
Il nuovo Romeo Chef & Baker, che raccoglie l’ere-
dità dell’omonimo locale nel quartiere Prati, unisce
ristorazione d’eccellenza e forno, cocktail bar e ga-
Cristina Bowerman al lavoro nel nuovo Romeo Chef & Baker, a Testaccio. stronomia, pizzeria e gelateria. Un contenitore con
tanti elementi di convivialità che rende accessibili
gli elevati standard della Bowerman, già “stellata”
Michelin con Glass Hostaria a Trastevere. E a Ro-
meo si unisce Giulietta, una pizzeria con due forni
indipendenti, uno per la pizza napoletana e uno
per la romana. L’ultima tappa di questo percorso
goloso è Frigo, il brand di gelato artigianale finora
in versione food truck, che trova spazio in un locale
vicino. Ma la cucina non abbandona le quattro ruo-
te e non sarà raro vedere la speciale flotta di Ape
Romeo, carica di street food di qualità, in giro per
la Capitale; al ristorante conto da 25 € (pranzo) e 50
€ (cena). INFO 06/32.11.01.20; www.romeo.roma.it

CIVIDALE DEL FRIULI (Udine) TORINO

A CASA BASTIANICH AL CAMBIO, CUCINA FAI DA TE


Una casa accogliente tra le colline L’idea è originale: un menu stellato da
e i vigneti dei Friuli, ospiti di Lidia e Joe assemblare a casa. Il box delle meraviglie
Bastianich, madre e figlio. È questa è Voilà, acquistabile on line dal ristorante
la nuova veste di Orsone, il locale che Del Cambio di Torino. Dentro ci sono
riapre coniugando lo stile internazionale schede e ingredienti per comporre
di Joe con l’amore per le tradizioni e quattro piatti, firmati dallo chef Matteo
il territorio di Lidia. In sottofondo, luci Baronetto: si va dalla terrina di fegato
soffuse e musica folk-rock; conto medio grasso, quinoa e semi di zucca al classico
30 €. INFO 0432/73.20.53; www.orsone.com bonèt piemontese. INFO shop.delcambio.it
LAGO DI GARDA (Brescia-Verona) 23-28 APRILE ENNA DAL 12 AL 14 MAGGIO

BONTÀ D’ACQUA DOLCE ALLA FIERA DEL BIOLOGICO


I paesaggi del Benaco sono la cornice Nei padiglioni di Etnafiere, CamBIOvita
Dall’alto: pinzimonio di Fish & Chef, percorso in sei tappe Expo è la manifestazione del biologico
e tacos da Romeo;
il box Voilà del e sei diverse cene gourmet sulle rive del che propone, in tre giorni, degustazioni,
ristorante Del lago, da Malcesine a Gardone Riviera. corsi ed eventi per informarsi sulle tante
Cambio di Torino; Gli chef ospiti, provenienti da tutta Italia, novità del settore. Una “expo del sano
a Fish & Chef, interpretano i prodotti locali secondo vivere” che prevede anche showcooking
un lavarello con
burrata, pesto
il loro personalissimo estro. Le cene si vegani; ingresso scaricando l’invito
e pomodoro; Lidia tengono in hotel e ristoranti; costo 80 €. omaggio sul sito web dell’evento.
e Joe Bastianich. INFO www.fishandchef.it INFO www.cambiovitaexpo.com

32 Bell’Italia
...la passeggiata
Shopping
& Events

Golfo Aranci
@ladolcevitagolfoaranci via dei Marinai - Olbia Tempio
In viaggiocon Antonio Paolucci
Roma - Città del Vaticano MUSEI VATICANI Galleria delle Carte Geografiche

IL NOBILE PIEMONTE
NELLA STORIA D’EUROPA
Il tour nell’Italia del XVI secolo offerto dalla Galleria Vaticana si spinge
ai piedi delle Alpi, in una terra di confine teatro di scontri tra le
potenze continentali che ambivano alla supremazia sulla Penisola

A ll’epoca di papa Gregorio XIII, ne-


gli anni che vedono nascere la va-
ticana Galleria delle Carte Geografiche,
il conseguente assedio e sacco di Man-
tova. Il cartiglio che celebra il Piemonte
propriamente detto, parla dei Taurini
la situazione statuale delle terre che oggi che un tempo abitavano questi luoghi,
noi chiamiamo Piemonte era complessa parla di pianure fertilissime che stanno
e tuttavia ben differenziata. La carta af- «ad radices Alpium» (ai piedi delle Alpi)
frescata, che mostra un territorio molto e di Torino, augusta capitale un tempo
vasto e fittamente abitato, si intitola in- sede dei Longobardi e allora sottomessa
fatti «Pedemontium et Monsferratus». al duca di Savoia.
C’era il Piemonte vero e proprio go-
vernato dalla dinastia dei Savoia, con i L’ABBRACCIO DEI MONTI
suoi bellicosi sovrani che cercavano (riu- A UNA PIANURA GENEROSA
scendoci spesso con successo) di farsi La storia del ducato e poi regno del Pie-
spazio fra i due giganti politici del tempo: monte è una storia di guerre e di pre-
la Francia al nord, al di là delle Alpi, e la cari, continuamente mutevoli accordi
Spagna che a occidente controllava il Du- internazionali, di faticosa e bellicosa
cato di Milano. E c’era, rappresentato nel difesa e ricostruzione dei confini dello
lato destro della carta, attraversato dal stato messa in opera, nel Cinquecento,
fiume Tanaro, il Marchesato del Monfer- soprattutto dal duca Emanuele Filiber-
rato. Il cartiglio celebrativo in lettere d’o- to. Il Piemonte è stato spesso teatro
ro su fondo blu cobalto cita l’essenziale di scontri armati al margine dei quali,
in termini di storia e di politica. Dice che alleandosi ora con l’uno ora con l’altro
quel territorio, già appartenuto ai Paleo- contendente, i sovrani di Torino cerca-
loghi imperatori di Costantinopoli, «ho- vano di guadagnare vantaggi politici e
die Duci Mantuae magna ex parte subdita territoriali. Grande evidenza viene da-
est» (oggi per la maggior parte è soggetto ta, nella carta, alla battaglia di Ceresole,
al Duca di Mantova). Fu proprio la suc- presso Carmagnola, che vide scontrarsi
cessione del Monferrato a scatenare, nel nel 1544 l’esercito di Francesco I di Fran-
1628, la guerra tra francesi e imperiali e cia e quello imperiale di Carlo V.

34 Bell’Italia
Sotto: il territorio piemontese illustrato nell’affresco della vaticana Galleria delle Carte Geografiche. Pagina precedente, in basso: la battaglia di Ceresole
in un particolare della carta. Lo scontro vide opporsi, nel 1544, gli eserciti francese e spagnolo nell’ambito delle guerre per il controllo degli Stati italiani.

Bell’Italia 35
In viaggiocon Antonio Paolucci

Sotto: i valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo in evidenza in un dettaglio dell’arco alpino. In basso: la mappa di Torino a fine
’500, con la cittadella fortificata voluta dal duca Emanuele Filiberto per difendere la giovane capitale dello Stato sabaudo.

Vista in pianta la Torino della Galleria


delle Carte Geografiche è una città qua-
drata, compatta, attraversata dal retico-
lo ortogonale delle sue strade, protetta
da imponenti fortificazioni. È già, in
nuce, la città militare e industriale che
guiderà e realizzerà, un giorno, il pro-
cesso di unificazione dell’Italia.

LA GEOGRAFIA ANCORA OSCURA


DELLE TERRE VALDESI
Le Alpi, che danno nome al territorio
che si colloca ai piedi delle montagne
(ad pedesmontium), sono difficili da
rappresentare anche per il pur bravo
cartografo vaticano. È arduo farne in-
tendere le dimensioni e l’imponenza.
Inoltre a quest’epoca è mal conosciuta
la geografia delle valli alpine, in partico-
lare di quelle di Pinerolo dove si era dif-
fusa la religione riformata valdese. In
compenso sono ben segnalati il Piccolo
e il Gran San Bernardo, vere e proprie
porte di accesso all’Italia.
Il Piemonte, infiltrato dagli evan-
gelici riformati nelle valli alpine,
era motivo di preoccupazione per la la Chiesa di Roma a trionfare sulle con-
Chiesa di Roma. Per questo nel carti- tingenze e sulle turbolenze della storia. Musei Vaticani, Città del Vaticano,
glio celebrativo a dominare la cornice Nelle scene religiose dipinte nella volta viale Vaticano, 06/69.88.46.76,
decorativa c’è la figura simbolica del- della Galleria è centrale l’episodio della 06/69.88.31.45, www.museivaticani.va
la Chiesa che, con il triregno e con le Ostensione della Sacra Sindone, quasi a Aperti da lunedì a sabato, ingresso 9-16,
chiavi soggioga il Tempo in figura di voler riconoscere a quella venerabile chiusura 18; biglietto 16 €. Domenica
vecchio con la clessidra disteso ai suoi reliquia il ruolo di protettrice del Pie- chiuso, eccetto l’ultima del mese,
piedi. Come a dire che sarà comunque monte e di scudo contro le eresie. ingresso 9-12, chiusura 14; gratuito.

36 Bell’Italia
UN NUOVO SGUARDO SULL’ARTE
© foto Marina Alessi.

Caravaggio, Ragazzo che suona il liuto, 1596.


San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage.
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MILANO Galleria d’Arte Moderna

CENT’ANNI DI
BELLEZZA
Nelle splendide sale di Villa Reale, capolavoro
neoclassico, il rinnovato allestimento della
raccolta comunale racconta l’arte lombarda dalla
fine del ’700 all’alba del ’900. Per tutto l’anno,
la scultura ottocentesca sarà protagonista di
un’importante mostra negli spazi del piano terra
TESTI Carlo Migliavacca FOTOGRAFIE Gabriele Croppi

38 Bell’Italia
In questa foto: La filatrice
(1820) di Rudolf
Schadow in una
delle sale dedicate
al Neoclassicismo.
Pagina precedente:
scorcio del prospetto
della villa verso
il giardino all’inglese.
I rilievi di soggetto
mitologico tra le
colonne furono
realizzati seguendo
le indicazioni del
poeta Giuseppe Parini.

Bell’Italia 39
G
uardava all’Europa la Milano di
fine ’700 soggetta all’illuminato
dispotismo austriaco: alla Fran-
cia dei philosophes, ma anche al
raffinato stile di vita inglese. E
a Londra, come ambasciatore dell’impero
asburgico, aveva vissuto il conte Ludovico
Barbiano di Belgiojoso, che per rinnovare
il legame con la propria città dopo la for-
tunata carriera diplomatica scelse un’area
tra i Giardini Pubblici da poco inaugurati
e il corso di Porta Orientale (oggi corso Ve-
nezia), prediletto dalla nobiltà nella Mila-
no austriaca. Fu lì che nel 1796 Leopoldo
Pollack, allievo di Giuseppe Piermarini,
completò per il nobile committente una
villa di gusto moderno: classicista nel-
lo stile e con un grande giardino all’in-
glese, uno dei primi in città.
Dal 1921, è questa la splendida sede della
Galleria d’Arte Moderna di Milano: sale e
saloni che il conte Belgiojoso, scomparso
nel 1801, non abitò a lungo. Passata nel
1803 alla giovane Repubblica Italiana, so-

40 Bell’Italia
rella di quella Francese, la villa fu donata Grandi maestri
a Napoleone e divenne residenza del go- a confronto
vernatore Gioacchino Murat, quindi del Pagina precedente,
viceré Eugenio di Beauharnais (da allora in alto: Achille ferito
fu Reale); con la Restaurazione ospitò il (1832) di Innocenzo
maresciallo austriaco Enrico di Bellegar- Fraccaroli e il Busto
de. Dopo l’Unità passò ai Savoia, che nel di Alessandro Volta
(1828) di Giovanni
1920 la cedettero al Comune. Battista Comolli, due
opere esposte nell’atrio
LA RITROVATA IDENTITÀ al piano terra. Pagina
DI UN MUSEO RINNOVATO precedente, in basso:
la vasta sala da Ballo,
Grazie all’eccellente riallestimento delle compiuto esempio
raccolte compiuto nell’arco degli ulti- di decorazione
mi anni, la Gam offre un ritratto vivido di età napoleonica. Le
dell’arte e della cultura cittadine tra ’700 sovrapporte in stucco
e ’800, quando Milano maturò la vocazio- celebrano Napoleone
e il suo governo
ne di moderna metropoli europea. «I mu- con scene allegoriche
sei devono raccontare», ci dice Paola e figure mitologiche.
Zatti, conservatrice responsabile del- Sopra: scorcio della sala
la Galleria, «così abbiamo lavorato per dedicata a Francesco
Hayez. Sulla parete,
dare un’identità forte alla Gam, creando
da sinistra, i ritratti di
un percorso di visita chiaro, in grado di Antonio Rosmini (1853)
narrare la collezione. Attraverso una ri- e Alessandro Manzoni
gorosa selezione delle opere sono stati (1874); al centro, La
posti in evidenza gli artisti e i movimen- Primavera (1882) di
Vincenzo Vela. A destra:
ti più rappresentativi. Anche le mostre L’angelo della Vita (1894),
che proponiamo hanno al centro nuclei dipinto simbolista
di opere del museo: Medardo Rosso, di Giovanni Segantini.

Bell’Italia 41
Ritratti imperiali
e intime verità
A sinistra: la sala neoclassica
attigua alla grande sala da Ballo.
I busti in bronzo, opere
di Gaetano Manfredini e Antonio
Canova, raffigurano Eugenio di
Beauharnais (1800) e Napoleone I
(1809). In basso: Attrazione (1874)
di Tranquillo Cremona, uno dei
dipinti più rappresentativi della
Scapigliatura milanese. Sotto:
la sala del Romanticismo storico.
In primo piano, Fanciulla intenta
a scrivere (1866) di Giovanni
Spertini; al centro, La leggitrice
(1864) di Pietro Magni.

42 Bell’Italia
Adolfo Wildt e ora gli scultori della Scuo- Scapigliatura al Simbolismo e al realismo co. Al centro è la sala da Ballo, in cui la lu-
la di Milano». Gli spazi espositivi al piano sociale. E la scultura è protagonista an- ce dei grandi lampadari di cristallo esalta
terra ospitano infatti fino al 3 dicembre che nella nuova caffetteria; nell’ottago- le dorature di capitelli corinzi e festoni
la mostra “100 anni. Scultura a Milano no aperto sulla corte d’ingresso, i tavolini ornamentali; accanto, la sala da pranzo
(1815-1915)”, ricognizione su un secolo gravitano attorno al Monumento sepolcra- custodisce un capolavoro del Neoclas-
in cui la città è stata tra le capitali dell’arte le della contessa Anna Maria Porro Lam- sicismo italiano, il Parnaso affrescato
europea. Opere in marmo, gesso e bronzo bertenghi Serbelloni, realizzato dal danese al centro del soffitto da Andrea Ap-
provenienti dai depositi della Galleria so- Bertel Thorvaldsen tra 1817 e 1818. piani, che qui si confronta con l’illustre
no state restaurate e allestite in sei nuclei La mostra è ordinata negli ambienti pre- modello raffaellesco della stanza della Se-
tematici che dialogano con le sculture già disposti per il conte Belgiojoso, decorati gnatura in Vaticano. La danza e gli sguar-
presenti nel percorso di visita: dal Neo- con sobria eleganza da Giocondo Alber- di delle Muse che circondano Apollo sono
classicismo ai soggetti letterari romanti- tolli. La collezione permanente “abita” il perfetto viatico per affrontare le opere
ci, dalla stagione delle grandi esposizioni invece gli spazi del primo piano allestiti della collezione permanente. La pittura
internazionali ai monumenti che hanno negli anni del Regno d’Italia, maestosi e di Appiani e la scultura di Antonio Cano-
dato forma all’identità nazionale, dalla celebrativi del nuovo governo napoleoni- va fanno da filo conduttore alle pri-

Bell’Italia 43
In questa foto:
il sontuoso ambiente
del primo piano, un
tempo sala da pranzo,
allestito all’inizio
dell’800 negli anni del
governo napoleonico.
Sulla volta, il Parnaso
affrescato da Andrea
Appiani (1811).
Pagina seguente: Amore
e Psiche (1845)
di Giovanni Maria
Benzoni, nell’atrio
al piano terra.

44 Bell’Italia
Bell’Italia 45
me sale, dedicate al Neoclassicismo,
che portano il viaggio nella storia dell’arte
lombarda ai primi decenni dell’800. Di lì
in poi, il secolo si distende fino all’alba
di quello successivo allineando autori di
risonanza internazionale, spesso presen-
tati in sale personali.

ROMANTICI, SCAPIGLIATI,
DIVISIONISTI E SIMBOLISTI
Il primo approfondimento riguarda il
grande maestro della pittura romantica,
Francesco Hayez, i cui ritratti (celebre
quello di Alessandro Manzoni) declina-
no la sapienza degli antichi maestri in un
linguaggio di assoluta modernità per l’e-
poca; dalla cattedra di pittura dell’Ac-
cademia di Belle Arti di Brera Hayez
detta lo stile di un’epoca e “reinventa”
un genere, quello della pittura di storia,
che trattando della passata grandezza ita-
liana sa far sperare in quella futura, dando
un’arte nazionale al processo risorgimen-
tale. Il primato accademico del disegno
e dello sfumato vacilla, poche sale più
avanti, sulle vibranti pennellate dell’out-
sider Giovanni Carnovali, detto “il Piccio”
(il piccolo), che alla metà del secolo con-

46 Bell’Italia
duce un’isolata ricerca sulla dissoluzione Figure femminili
della forma in tocchi di colore e luce. So- in primo piano
no ritratti, paesaggi e scene bibliche che Pagina precedente,
introducono un tema stilistico da quel in alto: particolare
momento costante nell’arte lombarda. A della Madonna dei
gigli (1893) di Gaetano
riprenderne, un paio di decenni più tardi, Previati. L’artista
le atmosfere evocative e le frementi ste- ferrarese è stato tra
sure sarà la Scapigliatura, il movimento i protagonisti delle
artistico milanese documentato in Galle- ricerche divisioniste e
simboliste di fine ’800.
ria da alcuni capolavori dei suoi principali Pagina precedente,
interpreti, Tranquillo Cremona e Daniele in basso: Lettrice (1865)
Ranzoni, in cui palpitanti pennellate sma- di Federico Faruffini,
terializzano i contorni e concedono la tela figura femminile
al gioco di cromie e riflessi. di grande disinvoltura,
assolutamente
Alla libera poetica scapigliata succede non convenzionale per
nell’ultimo decennio del secolo quel- l’epoca. Sopra: l’ultima
la più “scientifica” del Divisionismo, sala del percorso
che negli studi sui colori complementari di visita al primo
piano, dedicata al
e sulla percezione visiva del tempo tro- Simbolismo. Sulla
va ispirazione per un’arte che dissolve e parete destra, accanto
ricostruisce la realtà in un pulviscolo di a L’angelo della Vita,
frammenti cromatici. Giovanni Seganti- una seconda opera
ni, Vittore Grubicy De Dragon, Emilio di Segantini: Dea
dell’Amore (1894).
Longoni conducono i loro soggetti (pa- A destra: scorcio della
esaggi e semplici scorci di vita) in una sala del Romanticismo
dimensione sospesa tra realtà e sogno storico. Sulla parete
che di lì a breve si apre alle suggestioni sinistra, Cleopatra
(1865) di Mosè Bianchi.
fantastiche del Simbolismo.

Bell’Italia 47
Nelle foto sopra: due immagini La visita al piano si chiude proprio tra le Grassi e Vismara, importanti nuclei giunti
dei depositi della Gam, spirituali creature di Gaetano Previati e in dono al Comune nel 1956 e nel 1975.
da qualche mese accessibili
del Segantini simbolista, precedute, tra i È qui, nelle sale che raccontano il gusto
al pubblico nell’ambito
del progetto “Sottosopra”. molti altri spunti, dalla non comune espe- collezionistico milanese di quegli anni,
Alcune sculture sono rienza di una parata di sculture di Medar- con opere italiane e straniere tra il XIV e
attualmente esposte nella do Rosso, il più innovatore e internazio- la metà del XX secolo, che la Gam riserva
mostra “100 anni. Scultura nale degli artisti italiani tra ’800 e ’900. gli ultimi sorprendenti incontri: Manet,
a Milano (1815-1915)”,
allestita nelle sale al Al secondo piano, il nuovo corso del mu- Cézanne, Gauguin, Van Gogh, Picasso.
piano terra. Sotto: il fronte seo si apprezza nel restauro filologico
posteriore di Villa Reale visto dell’allestimento progettato negli anni
dal giardino all’inglese. Cinquanta da Ignazio Gardella e nel con- alla pagina seguente
testuale riallestimento delle collezioni

48 Bell’Italia
come
dove
quando
MILANO

Grandi progetti
di ieri e di oggi Il Teatro alla Scala

Dall’elegante città disegnata nel Settecento alla moderna capitale dell’architettura e del design. E per scoprire
il cuore verde della metropoli, appuntamento ai Giardini Pubblici con Orticola di Carlo Migliavacca

da una parata di statue L’EVENTO


di divinità, e palazzo Milano Design Week, i giorni
Serbelloni (civico 16), più creativi dell’anno
dalla rigorosa loggia
con timpano disegnata La Galleria d’Arte Moderna ospita uno dei
da Simone Cantoni tanti eventi del Fuorisalone, il cartellone di
(1793). All’inizio di corso appuntamenti all’insegna del design che
Vittorio Emanuele la anima i quartieri della città in occasione del
basilica di San Carlo al Salone Internazionale del Mobile, aperto dal 4 al
Corso (02/773.30.21), 9 aprile a Fiera Milano-Rho. Il salone da Ballo
compiuta nel 1846, e la sala del Parnaso di Villa Reale accolgono
guarda all’antico le creazioni di Doppia Firma, progetto che
modello del Pantheon. coniuga la creatività di 15 designer europei e
Tutti i giorni 7,30-12 il saper fare di altrettanti maestri d’arte italiani
e 16-20. Nel cuore del (ingresso gratuito). Sono ormai una quindicina
La Galleria d’Arte Moderna si trova in via Palestro 16. centro, l’impronta di i “distretti” cittadini in cui si organizzano gli
Si raggiunge con la metropolitana: linea 1 (fermata Giuseppe Piermarini appuntamenti del Fuorisalone, dalle vie del
Palestro), linea 3 (dalla stazione Centrale, fermata sull’immagine della centro alle periferie (calendario degli eventi su
Turati). In camper: Camping Village Città di Milano, via città si coglie in palazzo fuorisalone.it). Molto attivo è il Brera Design
Airaghi 61, 02/48.20.70.17. Per la visita: la Gam è aperta Reale (piazza del Duomo District, teatro quest’anno di White in the city:
da martedì a domenica 9-17,30; ingresso 5 €, gratuito 12, 02/88.44.51.81), il tema del bianco è affidato all’interpretazione
ogni giorno un’ora prima della chiusura e tutti i martedì da lui rivisto in chiave di architetti e designer di fama internazionale
dalle ore 14. Il biglietto comprende la visita della mostra neoclassica tra 1770 e che espongono le loro creazioni nella
“100 anni. Scultura a Milano (1815-1915)”, allestita fino 1778 e oggi prestigiosa Pinacoteca e nell’Accademia di Belle Arti di
al 3 dicembre (stessi orari della Galleria). Riprendono sede espositiva, e, Brera, nell’ex chiesa di San Carpoforo e in
a maggio le visite guidate ai depositi programmate dall’altro capo della palazzo Cusani. L’Università Statale di via Festa
nei fine settimana; su prenotazione, 10 €. L’ingresso Galleria Vittorio del Perdono, l’Orto Botanico di Brera e l’Audi
al giardino è riservato ai bambini accompagnati Emanuele II, nel Teatro City Lab di corso Venezia fanno da sfondo a
da adulti; novembre-aprile 9-16, maggio-ottobre 9-19. alla Scala (piazza Interni Material Immaterial, edizione numero 20
Info 02/88.44.59.43, www.gam-milano.com della Scala, 02/887.91), della mostra-evento organizzata dalla rivista
inaugurato nel 1778. Interni. Il tema di quest’anno è la doppia
La sua splendida anima del progetto di architettura e design, tra
Scorci neoclassici in centro sala si può vedere da fisicità dei materiali e immaterialità delle idee.
Accanto a Villa Reale, 9,30-22,30; ingresso 8 €. un palco visitando
il Pac Padiglione di Attraversata via Palestro, il Museo Teatrale
Arte Contemporanea si passeggia nei Giardini (largo Ghiringhelli 1,
(via Palestro 14, 02/ Pubblici, storica area 02/88.79.74.73). Tutti i
88.44.63.59), progettato verde creata a fine ’700 giorni 9-17,30, ingresso
da Ignazio Gardella, su progetto di Giuseppe 7 €. Poche centinaia di
ospita fino al 4 giugno Piermarini e ampliata metri separano la piazza
la mostra “Santiago a metà ’800. Altri da palazzo Belgiojoso
Serra. Mea culpa”: frammenti della città (piazza Belgiojoso),
installazioni, fotografie, neoclassica si incontrano realizzato da Piermarini
video del noto artista procedendo verso il per il principe Alberico
spagnolo. Mercoledì, centro. Su corso Venezia Barbiano di Belgiojoso,
venerdì, sabato e affacciano palazzo fratello maggiore del
domenica 9,30-19,30, Saporiti (civico 40), committente della villa
Interni all’Università Statale
martedì e giovedì del 1812, sormontato che ospita la Gam.

Bell’Italia 49
come
dove
quando
MILANO

Belli Freschi

NATURA IN CITTÀ
Orticola, dentro e fuori
i Giardini Pubblici
Il 5, 6 e 7 maggio appuntamento ai Giardini
Pubblici di via Palestro per la XXII edizione di
Orticola, la mostra-mercato di fiori, piante e
frutti insoliti, rari e antichi che promuove
la cultura del giardino e del paesaggio.
“Le piante italiane per il giardino italiano” è
il tema proposto quest’anno agli oltre 160
vivaisti espositori, invitati a presentare le
specie spontanee o quelle naturalizzate nel
territorio nazionale. Ricco il calendario di
NYX Milan
corsi e momenti di incontro offerti ai visitatori
negli stand degli espositori. La mostra è
Gli alberghi una piccola struttura proposta dallo chef aperta dalle 9,30 alle 19; ingresso 10 €. Torna
rinnovata di recente stellato Giancarlo Morelli anche la programmazione di Fuori Orticola,
NYX Milan ★★★★ con grande attenzione (il Pomiroeu di Seregno). con iniziative che coinvolgono alcuni musei
(piazza 4 Novembre 3, all’ecosostenibilità. Tradizione rivisitata nel cittadini: Gallerie d’Italia, Museo Bagatti
02/31.81.74.33). Da poco Ambienti comuni e design e nel menu: Valsecchi, Museo Poldi Pezzoli, Pinacoteca di
inaugurato, propone camere curate. Doppia risotto e cotoletta alla Brera, Galleria d’Arte Moderna. In particolare,
interni all’insegna di un con colazione da 110 €. milanese, baccalà la Gam ospita conferenze dedicate alle
colorato design e corridoi Espressohotel Milano mantecato, tiramisù. piante spontanee nei giardini storici e ad
come gallerie di street art, Corso Genova ★★★ (via Conto medio 40 €. alcune opere della collezione, seguite da
affidati alla creatività di 13 Conca del Naviglio 20, Antica Focacceria visite guidate alla Galleria e al giardino
writers italiani. Doppia 02/89.91.98.09). In una San Francesco all’inglese. Quest’ultimo è protagonista
con colazione da 125 € via tranquilla, vicina alla (via Panfilo Castaldi anche di una serie di passeggiate botanico-
(in tutti gli hotel cittadini nuova Darsena, l’antico 37, 02/29.51.96.39). Alle naturalistiche. Workshop, incontri e
le tariffe aumentano porto milanese da poco spalle di corso Buenos presentazioni sulla natura della vicina
notevolmente durante la recuperato, a pochi minuti Aires, regno dello Svizzera saranno al centro dei pomeriggi
Milano Design Week). a piedi dal cuore della shopping, è una delle due dello Swiss Corner di piazza Cavour (4-7
NH Milano Touring città. Struttura moderna sedi milanesi del noto maggio), realizzati grazie alla competente
★★★★ (via Tarchetti e funzionale. Doppia con locale palermitano. La collaborazione della rivista Gardenia (iniziative
2, 02/87.36.72.90). colazione da 80 €. carta parla, naturalmente, gratuite, info www.orticola.org).
Nei pressi della in siciliano: arancine,
Gam, offre camere I ristoranti panelle, sfinciuni, pani
spaziose e luminose ca’ meusa, pasta ch’i
dall’arredo classico o Trattoria Trombetta sardi, caponata, cannoli e
contemporaneo. Doppia (largo Bellintani cassata. Conto 25-30 €.
con colazione da 120 €. 1, 02/35.94.19.75). Belli Freschi (via
Biocity Hotel ★★★ Nei pressi di porta della Moscova 39,
(via Edolo 18, 02/ Venezia, interpretazione 02/36.52.12.57).
94.75.52.45). Nell’area contemporanea della Piccolo locale informale
della stazione Centrale, trattoria milanese che propone sapori
mediterranei con forti
Trattoria Trombetta influenze campane:
lasagne napoletane,
pasta alla ‘nduja
e allo scarpariello (con
pomodoro e formaggio),
latticini freschissimi.
Conto medio 20 €.
Orticola ai Giardini Pubblici
Platina (via Lecco 18,
02/29.52.27.11). Per gli
amanti dei primi piatti,
pochi tavoli e un menu
dominato dalla pasta,
info
ripiena e non, fatta InfoMilano, galleria Vittorio Emanuele II,
nell’attiguo laboratorio. angolo piazza della Scala, 02/88.45.55.55;
Conto medio 20 €. www.turismo.milano.it

50 Bell’Italia
Veduta del borgo
di Scalea, abbarbicato
su un promontorio
ai margini del Parco
Nazionale del Pollino.
I rioni più antichi sono
disposti nella parte alta,
mentre l’area moderna
si sviluppa lungo la costa.

SCALEA (Cosenza)

UN BALCONE SUL
TIRRENO
Il borgo medievale si estende su un promontorio affacciato sul mare
e incorniciato dalle alte montagne del Pollino. Un saliscendi di vicoli,
case, chiese e torri, che in primavera regala profumi e colori unici
TESTI Vincenzo Petraglia FOTOGRAFIE Dionisio Iemma
U
n vorticoso intreccio di case vincia di Cosenza. Il colpo d’occhio è zione longobarda, restano ben visibili
addossate le une alle altre, notevole, malgrado l’eccessiva cemen- solo il maschio centrale e alcune torri
che sembrano rincorrersi tificazione del lungomare, ai piedi del di guardia. Come quella detta “di Giu-
verso la sommità della colli- centro antico, ne abbia un po’ compro- da”, per via di un soldato traditore
na sulla quale nei secoli sono messo l’integrità paesaggistica a parti- che omise di lanciare l’allarme in una
state costruite, a formare quasi un’uni- re dagli anni 60, da quando cioè Scalea delle tante incursioni piratesche che
ca piramide di pietra attorniata da uno è diventata una delle località balneari fra ’500 e ’600 scossero queste coste.
scenario paesaggistico altrettanto sug- più frequentate della Calabria. Un passato movimentato testimoniato
gestivo. Come a voler richiamare nella Il borgo medievale rimane comunque dalla struttura stessa del borgo: alcuni
forma quella delle piramidi montuose un piccolo gioiello urbanistico. Pulito e vicoli, strettissimi, servivano proprio
che le fanno da sfondo a pochi chilome- ben tenuto, è un intricato saliscendi di a scoraggiare gli invasori, costretti co-
tri di distanza, porta d’accesso al cuore scalinate (da cui deriverebbe il nome, sì a procedere uno per volta, mentre i
del Parco Nazionale del Pollino, il più proprio per il suo svilupparsi a “scala”) cunicoli, alcuni ancora visibili in qual-
esteso dello Stivale. e vicoli acciottolati che si susseguono che abitazione, consentivano a donne
Così appare a chi arriva dalla litoranea fino al punto più alto dell’abitato. Qui, e bambini di nascondersi.
che costeggia l’Alto Tirreno Cosentino del castello fondato dai Normanni nel- Fra i vicoli il tempo sembra quasi fer-
il borgo medievale di Scalea, in pro- l’XI secolo su una precedente fortifica- marsi, anche d’estate, quando a po-

Bell’Italia 53
54 Bell’Italia
che centinaia di metri il lungomare bru-
lica di rumori e turisti. È bello andare
a zonzo senza una meta precisa inerpi-
candosi sulle numerose gradinate: qua-
si sicuramente condurranno a un punto
panoramico vista mare. Oppure fare
una sosta, di tanto in tanto, in una
delle chiese cittadine. A San Nicola in
Plateis per esempio, nella parte bassa
del paese. Risale all’XI secolo e si svilup-
pa su due livelli. Nel corpo superiore,
rifatto in forme barocche nel ’700, salta-
no all’occhio un dipinto cinquecentesco
con Sant’Antonio da Padova attribuito
al pittore fiammingo Dirck Hendricksz,
interessante mix fra gusto nordico e
scuola napoletana, e una Madonna del
Carmine del tardo-manierista Giovan
Bernardino Azzolino. Il monumento
funerario dedicato all’ammiraglio an-
gioino Ademaro Romano è fra le più alte
testimonianze della scultura trecente- Scorci di Medioevo in una cornice di mare e natura
sca calabrese. Ma il vero gioiello della In questa foto: una delle tipiche viuzze medievali del centro storico,
chiesa è la cripta, con volte gotiche nei dintorni di piazza Palma. La parte alta di Scalea è la più
a crociera sorrette da colonne romane affascinante perché in molti tratti ha conservato pressoché integro
e pilastrini di fattura normanna. Cu- l’assetto medievale. In alto, da sinistra: uno dei portoni in legno delle
antiche case, incorniciato da decori in pietra; la veduta dall’alto
stodisce affreschi cinquecenteschi dalle della baia del Carpino, nei dintorni di capo Scalea. Pagina precedente,
splendide combinazioni cromatiche. Fra in basso: un tratto della costa a nord di Scalea con la cittadina
questi, la Santissima Trinità coi santi calabrese e la sua lunga spiaggia che si scorgono all’orizzonte.
Nicola e Leonardo e il San Lorenzo coi santi
Caterina e Antonio Abate.
Quasi in cima al paese si trovano la
bizantina cappella dello Spedale e la
chiesa matrice di Santa Maria d’Epi-
scopio. La prima, privata ma visitabile,
è un tempietto con un nucleo originario
risalente al X secolo. I suoi affreschi di
scuola bizantina, che hanno rischiato di
andare perduti per sempre dopo anni di
abbandono, oggi fortunatamente sono al
sicuro. Molto interessanti sono i resti del
ciclo raffigurante il Cristo in trono bene-
dicente fra vari santi. In Santa Maria d’E-
piscopio, detta anche “chiesa di sopra”,
fondata nel XII secolo ma rimaneggiata
fino al ’700, si trovano una particolaris-
sima bifora arabo-normanna e l’effigie
della Madonna del Carmine, patrona
della città. Fra le opere d’arte spiccano
L’Annunciazione, attribuita alla scuola
La rocca, le chiese, gli affreschi e le vette del Pollino del Solimena, e La Circoncisione del gior-
In questa foto: una scalinata nel centro storico. In alto: la cripta della chiesa danesco Paolo De Matteis.
di San Nicola in Plateis risale all’XI secolo anche se è stata rimaneggiata Il passo è breve da qui ai ruderi del
più volte. Sotto le volte gotiche si ammirano alcuni affreschi del XVI castello, da cui si gode una delle vi-
secolo. Pagina seguente, in alto: resti di affreschi bizantini nella cappella ste più belle sul circondario: il Pollino
dello Spedale, il cui nome deriva dall’uso basiliano di accogliere in
un luogo sacro malati e pellegrini. Pagina seguente, in basso: scorcio alle spalle, con in primo piano la catena
del borgo con i ruderi della rocca e il campanile della chiesa di Santa montuosa dell’Orsomarso, e all’orizzon-
Maria d’Episcopio; sullo sfondo i monti del Parco Nazionale del Pollino. te l’azzurro intenso del mare dal
Bell’Italia 57
58 Bell’Italia
quale si stacca l’imponente sagoma cin-
quecentesca della torre Talao, simbolo
di Scalea perché racchiude in sé la storia
della città. In essa si fonde in maniera
ineccepibile tutto il fascino del luogo,
dove il mito si intreccia con la storia.
Il promontorio su cui sorge era un tem-
po un isolotto da cui, narra la leggenda,
transitarono anche Ulisse ed Enea. Non
solo. Nelle grotte scavate nella roccia ai
piedi della torre sono stati ritrovati re-
perti risalenti al Paleolitico, alcuni dei
quali sono oggi custoditi nell’Antiqua-
rium ricavato nella torre aragonese Ci-
malonga, dove si trovano anche oggetti
provenienti dalla colonia magnogreca di
Laos e dalla latina Lavinium Bruttiorum
(i Romani amavano questo luogo per la
presenza di acque termali sulfuree), di
cui Scalea è erede.

L’EMOZIONE DEL TRAMONTO


DA TORRE TALAO
Un posto magico, torre Talao, che pe-
raltro «nei primi anni del Novecento»,
spiega Carlo Andreoli, esperto di storia
e critica d’arte, «fu una sorta di centro
esoterico, sede di un cenacolo di studi
pitagorici». Trovarsi qui al tramonto
può rivelarsi un’esperienza quasi misti-
ca con il sole che, immergendosi nell’o-
rizzonte marino, conferisce all’acqua
incredibili sfumature d’arancio.
I sensi, d’altronde, in quest’angolo di Ca-
labria giocano un ruolo fondamentale.
I colori certamente, ma anche gli odori,
come quello della salsedine che soprat-
tutto in primavera si mescola col profu-
mo dei tanti endemismi che proliferano
da queste parti grazie all’habitat unico
creato dalla stretta compresenza di ma-
re e montagne di quasi duemila metri.
La primula di Palinuro e il garofano
delle rupi ne sono un esempio, come
anche il cedro, che dà il nome ai cin-
quanta chilometri di costa che da Tor-
tora si snodano fino a Sangineto. È sulla
Riviera dei Cedri che si coltiva, infatti, la
quasi totalità di questo agrume in Italia.
Un ulteriore appeal per la zona, oltre le I reperti archeologici custoditi nella torre aragonese
spiagge e le calette incorniciate da sco- In questa foto: una delle gradinate di cui abbonda il centro storico. Sembra
gliere mozzafiato e da un mare turchese che il nome della cittadina derivi dal suo svilupparsi a “saliscendi”. Pagina
fra i più belli della Calabria. precedente, in alto a sinistra: reperti dagli scavi della colonia magnogreca
di Laos, custoditi nell’Antiquarium della torre Cimalonga. Il piatto decorato
con immagini di pesci risale alla seconda metà del IV secolo avanti Cristo;
l‘altro reperto è uno skyphos, coppa greca per bere vino. Pagina precedente,
a pagina 61 in alto a destra: la torre aragonese di Cimalonga. Pagina precedente, in basso:
la spiaggia di Scalea; sullo sfondo, capo Scalea e la costa del Cilento.
dove
come
Torre Talao

quando
SCALEA
(Cosenza)

Terra di delizie
dolci e piccanti
Tante le attività all’aria aperta sull’acqua e nel Parco. E poi un tour fra i monumenti del centro per scoprire
l’arte ma anche i sapori della costa, dai panicilli alla ’nduja di Vincenzo Petraglia Fotografie Dionisio Iemma

dello Spedale, in via SPORT ED ESCURSIONI


Ospedale. Torre Pollino: dal rafting sul fiume
Talao venne costruita Lao alla grotta paleolitica
nel XVI secolo per
volere di Carlo V A Scalea c’è ampia scelta per gli amanti
come parte del sistema della vita outdoor. Dagli sport acquatici,
difensivo costiero che vanno per la maggiore d’estate, a
contro i Turchi, e quelli praticati nell’entroterra. A soli 15 km
offre una delle più dal borgo si trova il cuore del Parco del
belle viste su questo Pollino, il parco nazionale più esteso d’Italia
tratto di mare, mentre con i suoi 192 mila ettari. Qui, con ritrovo
la cappella dello a Laino Borgo, la Lao Srl (0981/856.44
Spedale custodisce o 338/6.39.36.36; www.laorafting.com)
interessanti affreschi organizza canyoning e rafting sul fiume Lao,
bizantini. Fra le chiese, ma anche escursioni a cavallo e in mountain
Per raggiungere in auto Scalea (Cosenza), da Roma e Napoli spiccano Santa Maria bike e trekking naturalistici. Fra questi c’è
autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria fino all’uscita d’Episcopio (via il sentiero che parte dal rifugio De Gasperi, a
per Lagonegro Nord. Si prosegue sulla statale 585 Municipale; aperta Piano Ruggio di Rotonda (1.535 metri), e sale
Fondo Valle del Noce e poi la statale 18 per Scalea. 9-12 e 15,30-19), in circa 3 ore di cammino a Serra del Prete
Dal versante adriatico si segue l’autostrada A14 che conserva, fra le (2.181 metri), dove si ammirano stupendi
e si esce a Foggia, poi si prosegue sulle statali 655 altre opere d’arte, esemplari di pino loricato, simbolo del
per Candela e 658 per Potenza, da cui, tramite la anche affreschi del parco. A Papasidero una bella passeggiata
statale 407, ci si immette sull’autostrada A3, uscita Trecento, e San Nicola conduce alla Grotta del Romito (frazione Bivio
Lagonegro Nord. Da sud: A3 fino a Falerna, subito in Plateis (via San Arena, via Grotta del Romito, 0981/830.78;
dopo Lamezia Terme, e poi statale 18. In treno: Scalea Nicola; aperta 9-12 e orario 9,30-16; ingresso 4 €). Scoperta
si raggiunge con i Frecciabianca fino a Sapri e poi 16-18,30), con la sua nel 1961, custodisce un’incisione rupestre
con treni Intercity o regionali. In aereo: gli aeroporti cripta con colonne lunga circa un metro e venti, raffigurante
più vicini sono quelli di Lamezia Terme, a circa 120 romane, affreschi un bovide e datata all’incirca 10.800 anni
chilometri, e Napoli, a 230. In camper: Dolce Vita, del Cinquecento avanti Cristo. Al di sotto della grande figura
corso Mediterraneo, Scalea, 339/248.58.44. e archi gotici. di toro ce n’è un’altra, incisa più sottilmente,
Per avere un’idea rappresentante probabilmente un piccolo
Passeggiata tra vicoli e scalinate della millenaria di bovide. Nella grotta, frequentata
storia di Scalea, dall’uomo a partire da 17 mila anni prima
Il borgo di Scalea nelle info alla pagina c’è l’Antiquarium di Cristo, sono stati fatti numerosi altri
custodisce nel suo seguente). Aperta Torre Cimalonga ritrovamenti fra cui diverse sepolture con
intricato saliscendi dalle 9 alle 12 e dalle (largo Cimalonga 11, scheletri, cocci di ceramica, schegge litiche.
di vicoli e soprattutto 15 alle 18, organizza, 0985/92.00.69; aperto
scalinate diversi su richiesta, visite da martedì a domenica Rafting sul fiume Lao
gioielli architettonici guidate o si premura 9-19,30; ingresso
che purtroppo, per di recuperare le chiavi gratuito), che prende
problemi di personale, presso i rispettivi il nome dalla torre
non hanno orari custodi. In tal modo aragonese in cui ha
di apertura precisi. è per esempio possibile sede. Vi sono esposti
Per poter visitare gran ammirare l’interno reperti archeologici
parte dei monumenti di torre Talao, sul provenienti dagli scavi
è necessario fare lungomare Nazario dell’antica colonia
riferimento alla Pro Sauro, con ingresso greca di Laos, di
Loco (vedere i contatti gratuito, o la cappella cui Scalea è erede.

Bell’Italia 61
come
dove
quando
SCALEA
(Cosenza)

GASTRONOMIA
Cedro e peperoncino
protagonisti in tavola
La coltivazione del cedro in questa zona è
preponderante. Dall’agrume si fanno canditi,
profumi, liquori, marmellate, biscotti, dolci
e olio aromatizzato. Nel paese di Santa
Maria del Cedro c’è il Consorzio del Cedro di
Calabria (corso del Tirreno 353, 0985/425.98
e 338/431.18.58) che gestisce le visite
guidate al Museo del Cedro (via Fiumicelllo,
località Impresa, 0985/425.98), aperto tutti
i giorni 9,30-12,30 e 16-20; visita guidata
La Rondinella Panicilli
5 €. Anche il peperoncino occupa un posto
di primo piano, base per salumi, fra cui
Gli alberghi Si trova su un piccolo con provola e pesce la ’nduja (salame piccante spalmabile). La
promontorio sul mare. spada affumicati e fiori vicina Diamante ospita l’Accademia Nazionale
San Matteo Palace Hotel Realizzato secondo di zucca, e i tonnarelli del Peperoncino (via Gullo 1, 0985/811.30),
★★★★ (via Nino Bixio i più moderni criteri scampi e cedro: che si occupa della promozione del prodotto.
10-12, 0985/203.21). della bioedilizia, ha un bel autentiche delizie. Il Museo del Peperoncino a Maierà (piazza
Ricavato in un palazzo terrazzo panoramico, Conto medio sui 35 €. Castello, 347/884.36.13) ad aprile è visitabile
d’epoca restaurato di dove da primavera viene Vigrì (lungomare solo su prenotazione mentre da giugno a
recente, nel cuore del servita la colazione. Ruggiero di Lauria, settembre è aperto tutti i giorni dalle 18
centro storico, è un Quattro le stanze, tutte 0985/27.02.35). È il regno alle 22; 1 €. Altra caratteristica della cucina
albergo molto intimo, dai colori vivaci. Doppia di Vincenzo Grisolia, chef locale è quella di fondere mare e montagna:
con 11 stanze disposte con colazione da 60 €. ufficiale delle Accademie tartufo nero del Pollino, pesce (soprattutto
su tre piani. Doppia B&B La Rosa dei venti del Peperoncino alici, sarde, pesce spada, tonno), salumi e
con colazione da 80 €. (via Napoleone 4, e del Cedro. La sua è pecorini. Buonissime le paste fresche e il
B&B Lavinium 349/538.66.33). A pochi una cucina calabrese pane: da provare il pane pasquale, cotto con
(vico I Marittimo 12, passi dal centro, offre contemporanea. Must all’interno le uova col guscio. E poi ci sono
0985/201.31-338/ una bella vista sul borgo sono i fusilli al cedro con i vini – questa è la zona del Verbicaro Doc
713.53.45). Nel centro e sul mare. Offre quattro granella di nocciola, cozze – e i liquori, come quelli di cedro, liquirizia,
storico, ha un’atmosfera camere e un’ottima e vongole e la torta finocchietto, peperoncino, acquistabili alla
un po’ bohémienne con colazione con dolci fatti al cedro. Conto 30 €. Fabbrica Artigiana Liquori Passaro (Scalea, via
camere arredate con dalla proprietaria. Doppia La Rondinella (piazza Lauro 188, 0985/208.01). Fra i dolci meritano
mobili d’epoca, finestre con colazione da 50 €. Principe Spinelli, i panicilli, uva passa avvolta in foglie
e terrazze vista mare. 0985/913.60). I piatti qui di cedro legate col giunco, e le crocette,
Gustose le colazioni I ristoranti si preparano con i prodotti fichi secchi intrecciati a croce e farciti con
con prodotti tipici. Doppia dell’azienda agricola noci e cedro. Per altri acquisti golosi
con colazione da 80 €. Tarì (piazza De Palma di famiglia. Ottima a Scalea ci sono Borgo 1901 (via Aldo
B&B Il Belvedere 10, 0985/917.77 la carbonara calabrese, Scoppetta 22, 339/270.55.84) e Delizie
(via Pezzotti 26, -349/648.57.61). Fra con la ‘nduja al posto di Calabria (via Lauro 91, 0985/211.80).
0985/216.76- i più rinomati della zona, della pancetta. Conto:
328/822.77.21). propone gli gnocchi Tarì, 25 €. Se si preferisce la
campagna, si può optare
B&B Lavinium per l’agriturismo
di famiglia (contrada
Piano dell’Acqua), a 4 km
dal centro. Conto 30 €.
A’ Salera (contrada
Piano dell’Acqua,
320/035.37.76). Immerso
Cedro candito
nella natura, offre una
buona cucina locale. Fra
gli antipasti, le alici ripiene
alla scaleota (con mollica
di pane e capperi), fra
info
i primi, la lasagnetta Pro Loco Scalea, piazza Maggiore
aperta con il tartufo De Palma, presso la Biblioteca Comunale,
del Pollino. Conto 30 €. 0985/906.79-349/467.59.41.

62 Bell’Italia
Culle battesimali
in legno intagliato
e dipinto, datate
dal XVIII al XIX
secolo, al Museo
dell’Artigianato
Valdostano di
Fénis. Ogni decoro
è tipico di una
valle. In secondo
piano i tatà,
i cavallini in legno
con le ruote.
FÉNIS (Aosta) Mav-Museo dell’Artigianato Valdostano

LA TRADIZIONE
DIVENTA ARTE
Culle e maschere, sculture e attrezzi da lavoro:
800 manufatti antichi e moderni raccontano
i saperi artigiani e la vita quotidiana della Vallée
TESTI Giulia Stok FOTOGRAFIE Stefano Torrione
Sopra: misure ufficiali per le granaglie, cesti di rami intrecciati di nocciolo e salice e, alla parete, un vaglio per la pulitura dei cereali.
Sotto: la sala atelier, con sculture dedicate ai mestieri che vanno scomparendo e un video che illustra l’abilità manuale degli artigiani.

66 Bell’Italia
Sopra: scultura raffigurante un contadino intento alla falciatura nell'area dedicata alla grandze, l’ambiente della casa dove venivano
conservate le messi. Sotto: una sfilata di maschere tradizionali di Carnevale, alcune indossabili, altre puramente ornamentali.

Bell’Italia 67
A sinistra: l’esterno del
Mav, con la moderna
torre di vetro a
specchio che dialoga
con le torri del
vicino castello degli
Challant (XIII-XV
secolo). Il museo
è stato inaugurato
a villa Montana
nel gennaio 2009.

P
rima degli armadi c’erano le cas- Fin dall’esterno si capisce che non si tratta quotidiana intagliate nel legno... La rac-
sapanche. Ma per ogni contenu- di un museo dell’artigianato convenziona- colta più sorprendente è forse quella
to ci voleva quella giusta: l’artsón le, e non solo per l’ardita torre in vetro ri- dedicata all’infanzia, con una ricca col-
di larice era perfetto per gli ali- flettente, che dialoga con quelle medieva- lezione di borioule, piccole trottole in le-
menti, quello di pino o di noce li del vicino castello degli Challant. Ad gno, e intere pareti di tatà e cornailles. I
profumava la biancheria; l’artse di salice accogliere i visitatori c’è un berdgi, uno tatà, cioè gli animali di legno con le ruote,
era adatto per conservare la carne, rico- stilizzato omino a tre gambe, opera dell’ar- sono deliziosi e ricchi di dettagli espressi-
perta di farina di segale, e l’artseban in tista Dorino Ouvrier: di fatto un portalu- vi, anche quelli più antichi. Le cornailles
pino cembro, munito di schienale per me a petrolio, funzionale – il terzo soste- sono un simbolo potente della fantasia
maggior comodità, serviva anche per gli gno lo rende stabile – ma anche artistico: infantile: rametti biforcuti e appuntiti che
abiti. Ogni cassapanca era ornata da sim- è un pastore, con due gambe e un bastone. nelle mani dei bambini diventavano muc-
boli geometrici, in origine eredità religio- Nell’allestimento, nessuna teca chiusa, che stilizzate e cornutissime, con le quali
se o magiche ma poi, col passare dei seco- nessuna organizzazione per fasce tempo- combattere versioni in miniatura delle
li, soprattutto espressioni artistiche. rali e soprattutto nessuna strizzata d’oc- famose batailles des reines. Alcune aveva-
È proprio questa evoluzione il filo rosso chio banalmente folcloristica. I pezzi sono no il collare, altre la coda o il manto pez-
del Mav, il Museo dell’Artigianato Val- trattati da oggetti d’uso, parte della nostra zato, tutte il loro nome inciso.
dostano: oggetti nati per rispondere a quotidianità (e infatti non sono protetti da
necessità pratiche acquisiscono progressi- vetri), ma anche come opere artistiche: lo TANTI PERCORSI
vamente valenze e caratteristiche che sfondo nero, la suddivisione per categorie IN UN MUSEO PER TUTTI
vanno al di là del loro uso e hanno a che e gli scenografici fasci di luce mettono in All’infanzia dei giorni nostri, magari an-
fare con la creatività e l’espressione perso- risalto dettagli e tecniche di lavorazione. che accompagnata dai nonni, è dedicato il
nale, comunitaria e regionale. L’esposizione segue un criterio tematico, fiore all’occhiello del Mav: un magnifico
raccontando le materie prime, i manufat- laboratorio didattico, con seghe e martelli
UN PATRIMONIO DI OGGETTI ti dell’area domestica, poi quelli dell’area su misura, dove si possono sperimentare
ACCUMULATO NEI SECOLI comune e della vita sociale e infine quelli le tecniche di costruzione con la guida di
L’origine dell’artigianato valdostano risale che appartengono alla ricerca poetica, alla artigiani esperti. E nello spirito inclusivo
al ’500, quando la riorganizzazione dei scultura e alla decorazione. Il gran finale, che lo contraddistingue, il museo ha at-
confini dello Stato di Savoia costrinse i con una colorata spirale di galletti, è trezzato un percorso tattile per non veden-
valligiani, abituati nei secoli a vivere in un dedicato alla Fiera di Sant’Orso, mille- ti e sta lavorando a un dizionario dell’arti-
crocevia di strade e popoli e a usufruire naria occasione d’incontro e scambio tra gianato nel linguaggio dei segni.
delle altrui abilità manuali, a costruirsi da artigiani, che si tiene ad Aosta a fine gen- Il Mav ha due fratelli minori, che fanno
sé l’indispensabile alla vita quotidiana. Da naio. Si può seguire un’interessante visita sempre capo all’Ivat: la Maison de l’Artisa-
circa un secolo si parlava dell’opportunità guidata o esplorare il museo da soli, leg- nat International di Gignod e la Maison
di un museo che raccontasse e tutelasse gendo i pannelli, guardando i video e Musée Berton di La Thuile. L’Ivat ha crea-
questa eredità. Il Mav, nato nel 2009, rac- ascoltando musiche e testimonianze. to anche un marchio, L’Artisanà, che ga-
coglie circa 800 oggetti, tra manufatti, Ci sono sedie a dondolo e culle dai bellis- rantisce l’autenticità dei prodotti in com-
sculture e pezzi d’artigianato antichi e simi colori, le grolle e le coppe dell’amici- mercio: se vi viene voglia di una battaglia
contemporanei. Comprende il patrimo- zia, universalmente note come simbolo di cornailles, potete scegliere le vostre
nio dell’Ivat, l’Institut Valdôtain de l’Arti- della convivialità valdostana; le dentelles, combattenti tra quelle garantite.
sanat de Tradition, oltre a collezioni pri- pizzi a tombolo di Cogne, la chanvre, la
vate e a quella, vastissima, di Jules canapa tessuta di Champorcher, i sabots,
Brocherel, l’etnologo che esplorò la Vallée gli zoccoli di legno della val d’Ayas; poi a pagina 71
in lungo e in largo a cavallo del ’900. gerle, personaggi del presepe, scene di vita

68 Bell’Italia
Sopra: una spirale di galletti di legno scolpiti e dipinti, simbolo della Fiera di Sant’Orso, millenaria kermesse dedicata all’artigianato
valdostano che si tiene ad Aosta ogni anno il 30 e 31 gennaio. Sotto: sculture che raffigurano i santi protettori della gente di montagna.

Bell’Italia 69
SEGUITECI SU
come
dove
quando
FÉNIS
(Aosta)

Torri medievali
e oasi naturali Il castello di Fénis

Dal castello degli Challant all’Osservatorio Astronomico, dalle antiche miniere alle escursioni lungo
i sentieri e nelle aree protette. E in tavola, tutti i sapori della cucina valdostana di Giulia Stok

e notturne, a occhio TREKKING


nudo e con telescopio Nei paesaggi ancora intatti
(sabato 21,30-23; 12 €); della val Clavalité
l’annesso Planetario
trasmette uno La val Clavalité è una delle aree
spettacolo di visita più selvagge della regione, raggiunta
virtuale del cosmo solo pochi anni fa dalla strada asfaltata
(sabato 16,30-17,30; e non ancora dal turismo di massa. In
6 €). La prenotazione epoca romana era sfruttata per le miniere
è consigliata. Dal cielo di ferro e come zona di passaggio tra
al sottosuolo: esplorando Cogne e Champorcher, tanto che pare
le gallerie delle Miniere fosse attraversata da una rete di strade
di Saint-Marcel lastricate. Per raggiungerla da Fénis si sale
(località Les Drouges, alla frazione Misérègne; passato il paesino
344/293.46.02 e 344/ di Cerise, si lascia l’auto e si apprezza
Fénis, a 17 km dal capoluogo Aosta, si raggiunge in auto 293.45.64), nel parco la bella vista sulla piana di Clavalité,
con la A5 Torino-Monte Bianco, uscita Nus (2 km minerario di Serviette, punteggiata da baite antiche, sullo sfondo
dal borgo). Con i mezzi: bus Savda da Milano e Torino si può scoprire un sito della punta Tersiva o del Cervino. I sentieri
(www.savda.it) per Nus, poi bus circolare Chambave- sfruttato dall’epoca della valle sono numerosi e a diversi livelli
Fénis-Nus-Saint-Marcel. In treno: stazione di Nus, romana fino agli anni di difficoltà: uno dei più impegnativi,
sulla linea Chivasso-Ivrea-Aosta. In aereo: aeroporto Cinquanta. Visite da percorrere accompagnati da una guida,
di Torino a 104 km (011/567.63.61). In camper: sosta guidate di 3 ore come quelle dell’Associazione Geographica
gratuita nel parcheggio dopo il ponte sulla Dora e mezza (15 €) o di Valtournenche (0166/69.01.75), va
Baltea, a sinistra del cimitero, 0165/76.46.35. di un’intera giornata dal rifugio Egidio Borroz alla punta Tersiva.
Per la visita: il Mav, nella villa Montana, frazione (20 €), oppure in Un altro molto spettacolare e non
Chez Sapin 86, è aperto da aprile a ottobre da suggestiva versione troppo impegnativo è quello che dalla
martedì a domenica, orario 10-18, negli altri periodi notturna (15 €), piana conduce al lago Lavodilec (3 ore di
su prenotazione. Ingresso 5 €. Info: 0165/76.39.12. abbinata a una cena cammino), con tanto di cascata sul
in locali del territorio percorso. Le famiglie e i neofiti più pigri
Meraviglie sopra e sotto terra (18 €). Visite: fino ad puntano invece sul rifugio Borroz (2.156
aprile su prenotazione, metri), un’ora prima del lago (2.359 metri).
Il castello di Fénis Jaquerio. La visita in maggio domenica Il meno frequentato in assoluto è forse
(frazione Chez Sapin 1, è guidata e dura circa 10-18, da giugno sabato l'itinerario che va al lago Medzove (2.377
0165/76.42.63), con 40 minuti. Orario: fino a e domenica 10-18. metri) da Lovignanaz (4 ore).La valle
tanto di mura merlate settembre tutti i giorni La primavera è si può percorrere anche in bici, ma con
e torri di avvistamento, 9-19, da ottobre a marzo il momento ideale attenzione: secondo gli esperti di mountain
è forse il più noto e 10-13 e 14-17, chiuso per visitare la Riserva bike, la salita da Fénis al Grand Arpaz
scenografico della Valle lunedì; biglietto 7 €. Nei Naturale Les Îles è memorabile non solo per i panorami,
d’Aosta. Fu costruito dintorni sono numerosi (Quart, località Amérique ma anche per la fatica che richiede.
nel XIII secolo dalla i punti di interesse. 137, 0165/77.64.23;
casata degli Challant; L’Osservatorio ingresso libero): intorno Affreschi nel castello di Fénis
la sua forma attuale Astronomico della ai due laghi di cava
risale al XIV-XV secolo. Regione (Nus, frazione non più sfruttati
Bellissimi gli affreschi Lignan 39, 0165/ sostano specie
nel cortile e nella 77.00.50) propone di uccelli raramente
cappella, in particolare visite guidate diurne, presenti in valle,
il San Giorgio uccide per l’osservazione del come garzette
il drago di Giacomo sole (sabato 15-16; 6 €), e aironi bianchi e rossi.

Bell’Italia 71
come
dove
quando
FÉNIS
(Aosta)

GASTRONOMIA
Pane di segale e vino,
formaggio e miele
Cereali “minori” e grani antichi sono
gli ingredienti scelti da MicaPan (Fénis,
località Misérègne 91, 393/352.32.66), che
produce pani e focacce con un occhio di
riguardo alla biodiversità e alle intolleranze.
Da assaggiare, e magari portare a casa,
il pane di segale a doppia lievitazione.
Per il companatico ci si sposta di pochi
chilometri: La Valdôtaine (Saint-Marcel,
zona industriale 12, 0165/76.89.19), oltre
La Maison d’Amélie Agriturismo Le Bonheur
a produrre grappe e distillati da decenni,
propone un ottimo prosciutto crudo
Gli alberghi Dal recupero di un rustico di passeggiate e lezioni. stagionato all’aria aperta, aromatizzato
del ’600 in pietra e legno, Taglieri di salumi, frittelle con erbe officinali spontanee. Pare che
Comtes de Challant camere con arredi antichi e quiche, crêpe alla solo l’aria di Saint-Marcel lo renda così.
★★★ (Fénis, località e un piccolo centro valdostana con fontina, Quella di Chambave, invece, è ottima
Chez Sapin 95, 0165/ benessere a uso polenta con carbonnade, per i formaggi: al Caseificio Cooperativa
76.43.53). Hotel a esclusivo dei clienti. merende sinoire. Menu Champagne (località Champagne 23,
gestione familiare con Colazione dolce e salata a 30 €. Sei camere per 0166/463.60), la Fontina Dop è sublime
camere essenziali con prodotti locali. Doppia il pernottamento: mezza ma anche il Seras, altro ottimo formaggio
e vista sul castello degli con colazione 60-85 €, pensione 44 € a persona. valdostano, o un semplice panetto
Challant. Il Ristorante petite suite 90-125 €. Antica Trattoria di burro profumano di montagna; punto
dei Conti, aperto anche B&B Il Sogno di Amanda Champagne (Verrayes, vendita aperto lunedì, giovedì e sabato
agli esterni, propone (Fénis, località Chez località Champagne 8-12, visite guidate su prenotazione
raffinate specialità a base Croiset 14, 0165/76.44.56 24, 0166/54.62.88). lunedì e giovedì. Sempre a Chambave,
di prodotti locali. Doppia e 349/498.96.18). Bed Ambiente rustico curato la Cooperativa Vinicola La Crotta di Vegneron
con colazione 96 €. & breakfast confortevole nei particolari. Nel piatto (piazza Roncas 2, 0166/466.70) è maestra
B&B Lo Tatà (Fénis, con bella vista sul castello sapori valdostani come indiscussa dei moscati della regione.
località Chez Croiset di Fénis. Ottima colazione il carpaccio di cervo Il Moscato Passito Prieuré è fruttato,
69a, 328/255.92.27). e grande cura del dettaglio con mostarda di frutta fresco ed elegante. Interessante anche
Bed & breakfast con in tutte le camere. Doppia e il filetto di trota al il rosso Fumin. Per chiudere in dolcezza,
camere soppalcate in con colazione 60 €. Muscat de Chambave, a Nus Adriano Berti (località Brei 1, 0165/
legno, colazione a base di ma anche impegnative 76.70.31) produce un miele pluripremiato.
prodotti equosolidali e bio, I ristoranti specialità piemontesi Quello di castagno viene dai boschi
giardino. Convenzione su prenotazione: fritto di Montjovet, quello di rododendro
con il Ristorante Agriturismo Le Bonheur misto, bollito e bagna dalle montagne di Gressoney.
dei Conti. Doppia (Fénis, località Chez cauda. Menu da 18 €,
con colazione 70-80 €. Croiset 53a, 0165/ conto alla carta sui 30 €.
La Maison d’Amélie 76.41.17 e 393/175.37.91). Trattoria La Châtelaine
(Fénis, località Cors Un agriturismo con (Fénis, località Chez
96, 335/563.08.94). maneggio e possibilità Sapin 105, 0165/
76.42.64). Accanto al
B&B Lo Tatà castello, propone polenta
con formaggi o brasato,
zuppe rustiche e dolci
casalinghi. Anche servizio
bar. Conto sui 20 €.
Le Motard (Fénis,
località Barche 18, 0165/
76.43.83). Pizzeria con
Pane di segale di MicaPan
forno a legna, propone
anche antipasti valdostani,
raclette, bourguignonne, info
pierrade e dolci fatti
in casa. Grande scelta Ufficio del Turismo di Aosta,
di birre e buone etichette piazza Porta Praetoria 3,
regionali. Conto sui 15 €. 0165/23.66.27; www.lovevda.it

72 Bell’Italia
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Un paese ricco di tradizioni. Sfilata in costume tipico con la banda musicale.


Associazione Turistica Tirolo/Frieder Blickle

Castel Tirolo, il castello più importante della regione, ospita un museo incentrato sulla storia Da non perdere: i manicaretti della tradizione preparati secondo ricette antiche.
del Tirolo dai primordi ai giorni nostri. Associazione Turistica Tirolo/Florian Andergassen Associazione Turistica Tirolo/Alex Filz
La Passeggiata Falkner, di recente rimessa a nuovo, regala vedute mozzafiato sul paesaggio.
Associazione Turistica Tirolo/Alex Filz

TIROLO, LA TERRAZZA SOLEGGIATA DI MERANO


PASSEGGIATE FRA STORIA, CULTURA E SAPORI D’ALTRI TEMPI

Immersa tra montagne e campi di mele, la località di Tirolo sorge in di feste e di eventi all’insegna di storia, cultura locale e musica. Come le
posizione assolata sopra i tetti di Merano, con viste panoramiche sul Serate a Castel Tirolo, dal 22 giugno al 20 luglio, con concerti di interpreti
paesaggio. E che paesaggio. Qui, dove monti e pascoli si alternano a internazionali e musiche di epoche e stili diversi, ambientate nello scena-
frutteti e vigne, la tradizione alpina si fonde con il temperamento del rio romantico del maniero. O ancora la Festa tradizionale d’autunno con
Sud per dare vita ad un insieme di affascinanti contrasti che coesistono musiche folcloristiche e sfilate in costume tipico in programma il 9 e il 10
e si completano in perfetta armonia. settembre. Imperdibile anche VinoCulti, l’evento più atteso dagli amanti
dei piaceri di Bacco che coinvolge Tirolo e il comprensorio meranese dall’11
ZAINO IN SPALLA E VIA settembre all’11 novembre. Ed è ancora la suggestiva cornice di Castel
Basterebbe la sua posizione per fare di Tirolo un posto speciale, qui, a Tirolo ad ospitare l’evento natalizio Avvento a Castel Tirolo a dicembre con
ridosso delle imponenti montagne che incorniciano la più vasta area pro- stand gastronomici, artigianato artistico e musica dal vivo nel cortile del
tetta dell’Alto Adige. Con una superficie di 33.400 ettari, il Parco Naturale castello.
Gruppo di Tessa offre spazi incontaminati di rara bellezza e sentieri che
attraversano prati, ruscelli e boschi. Che si prestano a splendide escursi- TANTE PROPOSTE PER UN SOGGIORNO ALL’INSEGNA DI CULTURA,
oni. E che piacevano tanto anche alla principessa Sissi per “passeggiare RELAX E BENESSERE
indisturbata dal trambusto del mondo”. Situata ad appena 4 km da Merano, Tirolo è un ottimo punto di partenza
In un paesaggio ricco e variopinto che va dai 600 ai 2.500 m di altitudine, per cimentarsi in escursioni e gite alla scoperta dei dintorni. L’ideale è
ogni passo è un susseguirsi di scoperte. Ci sono gli itinerari che portano a servirsi della nostalgica seggiovia che in soli 5 minuti permette di raggiun-
laghetti e terrazze panoramiche, ci sono i luoghi caratteristici della cultura gere il centro di Merano. Neanche il tempo di sedersi e di godersi la vista
contadina come i Masi della Muta, ci sono i rifugi in cui rifocillarsi con sul paesaggio che già ci si ritrova nel pieno cuore cittadino, a un passo dai
speck e strudel di mele. E per fortuna ci sono anche i moderni impianti negozi, dai locali e dagli edifici in stile liberty che conferiscono a Merano
che nel giro di qualche minuto portano su in cima. il suo fascino inconfondibile. E a un tiro di schioppo dalle sue attrazioni
Svago e relax, aria pura di montagna, buona cucina ma anche un ricco più importanti: le Terme, fiore all’occhiello della città di cura, con una
bagaglio storico-culturale: una vacanza a Tirolo racchiude tanti aspetti, struttura wellness d’avanguardia, le Passeggiate, un tempo frequentate
che si palesano ad esempio lungo i suggestivi sentieri a tema attraverso dall’aristocrazia europea, o ancora Castel Trauttmansdorff con i suoi rigo-
le vie del paese. Questi percorsi, facili e alla portata di tutti, si chiamano gliosi Gardini botanici e un museo dedicato alla storia del turismo.
Sentiero delle Mele, Sentiero del Vino o Sentiero Panoramico e conducono In un contesto così ricco e variegato non mancano, ovviamente, le proposte
a chiese, castelli e musei immersi in una natura sorprendente. Camminan- per rilassarsi e ricaricarsi di nuove energie. Nell’ambito dell’iniziativa Alto
do tra meleti, palme e filari di vite, ci si imbatte così nelle testimonianze di Adige Balance, da aprile a maggio 2017 la località di Tirolo offre ai suoi
un passato importante. Per un po’ di sano turismo culturale basta seguire ospiti esperienze uniche all’insegna della serenità e dell’equilibrio, con
il corso della splendida Passeggiata Falkner, fresca di ristrutturazione, che focus sulle eccellenze del territorio. Tra queste vi sono escursioni guidate
conduce al monumento simbolo di tutta la regione: Castel Tirolo. Il mani- nella natura, terapie Kneipp, esercizi fisici o semplicemente tranquillità e
ero medievale, un tempo residenza dei Conti del Tirolo, ha scritto la storia la possibilità di respirare a fondo. Il consiglio è di fermarsi e di guardarsi
di queste terre ed è oggi sede del Museo Storico Culturale della Provincia intorno. Per ritrovare l’equilibrio, farsi incantare dal paesaggio e costruire
di Bolzano. Da non perdere, per chi si trova nei paraggi del castello, una un senso di benessere che si prolunga ben oltre il termine della vacanza.
visita al vicino Centro di Recupero Avifauna. Questa struttura, unica nel
suo genere in Alto Adige, è specializzata nella cura di rapaci feriti e offre, Associazione Turistica Tirolo
due volte al giorno, emozionanti dimostrazioni di volo. Via Principale, 31
I – 39019 Tirolo (BZ)
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Tirolo custodisce con orgoglio i testimoni del suo illustre passato. E fa www.dorf-tirol.it
altrettanto con le sue tradizioni. Da scoprire nel corso dell’anno in occasione info@dorf-tirol.it
PIACENZA Il Duomo

ANIMA
ROMANICA
E RIFLESSI
BAROCCHI
Una mostra-evento dedicata
a Guercino è l’occasione per scoprire
la cattedrale, importante esempio
di architettura e scultura medievali
che custodisce una delle opere
maggiori del maestro seicentesco:
gli affreschi della cupola.
Visibili da vicino fino al 4 giugno

TESTI Stefano Zuffi FOTOGRAFIE Alessandro Brasile

76 Bell’Italia
In questa foto: scorcio
della cupola del
Duomo dalla loggia
che permette la
visione ravvicinata
degli affreschi
di Guercino.
Pagina precedente:
particolare della
Fuga in Egitto
dipinta in una delle
lunette della cupola.

Bell’Italia 77
Pietre
che sfidano
il tempo
In questa foto:
particolare
del coro ligneo
quattrocentesco
della cattedrale.
A sinistra:
il portale di destra,
attribuito al
maestro Nicolò
(XII secolo).
Sull’architrave
sono raffigurate
scene della
vita di Cristo.
Foto nella pagina
seguente, dall’alto:
la facciata
romanica del
Duomo e il
campanile (alto
71 metri), portato
a termine nel
1333; l’interno
della chiesa visto
in direzione della
controfacciata,
con i possenti
pilastri che
scandiscono
lo spazio della
navata centrale.
U
no spiritoso omino fa una gran fatica a so-
stenere l’architrave del portale principale: e
tira fuori un palmo di lingua, con un gesto
tanto naturale quanto spontaneo. È una
delle immagini più amabili di una cattedra-
le romanica di forme maestose e di sottile bellezza, ma
che finora non è entrata nell’immaginario condiviso
degli appassionati d’arte. Il destino del Duomo è un
po’ quello di tutta Piacenza: una città bellissima,
ma un po’ “nascosta”, che sembra quasi sottrarsi ai
turisti e concedere a pochi le proprie bellezze medie-
vali, gotiche, rinascimentali e barocche. Una città che
non è più Lombardia ma non è ancora del tutto Emilia;
che avrebbe potuto essere una capitale ma si ribellò al
duca Pier Luigi Farnese nel 1547; che ha custodito per
oltre due secoli uno dei quadri più belli del mondo, la
Madonna Sistina di Raffaello, ma poi l’ha venduto alla
corte di Dresda; che possiede un museo importante
ma quasi perduto negli spazi immensi dell’incompiu-
to Palazzo Farnese. Insomma, è davvero una città da
scoprire. E conviene farlo proprio partendo dal Duo-
mo, che fino al 4 giugno è sede, con Palazzo Farnese,
dell’evento “Guercino a Piacenza”. Nell’occasione è
possibile salire fino al loggiato della grande cupola
per ammirare da vicino gli affreschi che il maestro di
Cento realizzò tra il 1626 e il 1627.
La cattedrale si avvicina a compiere 900 anni, essendo
stata fondata nell’anno 1122. Con una scelta significa-
tiva, peraltro condivisa da altre città lungo l’asse

Bell’Italia 79
Foto grande: veduta
del profondo
presbiterio
sopraelevato, con
l’altare maggiore.
A sinistra: formella
con ciabattino
al lavoro su una
colonna della
navata. Questi
rilievi attestavano
il contributo
delle corporazioni
cittadine alla
costruzione
dei grandi pilastri.

dell’antica Via Francigena, non si trova nel centro


della città, sulla piazza principale, ma costituisce
un punto di riferimento in fondo al tratto della Via
Emilia che la attraversa. La larga, solida facciata a
capanna rivestita di marmo rosa e arenaria è una
quinta urbana inconfondibile, distesa a chiudere
la prospettiva viaria. La facciata non è in asse con
i colonnati delle navate, ma è orientata ad angolo,
proprio per assumere questo ruolo di fondale sacro
per la più importante strada commerciale del centro.
C’è aria di famiglia con altri edifici romanici dell’area
padana, come San Michele a Pavia. Su tutto vigila
l’alto campanile, completato con la cuspide nel 1333.

WILIGELMO E NICOLÒ: DUE MAESTRI


PER LE SCULTURE DEI PORTALI
Ottimi esempi della scultura del XII secolo sono i due
portali laterali (l’architrave di quello centrale risale
ai restauri condotti tra fine ’800 e primo ’900). Pur se
vicini nell’epoca di esecuzione, mostrano sottili diffe-
renze di stile. Quello di sinistra è opera della bottega
di Wiligelmo, l’autore dei celebri rilievi del duomo di
Modena. Nelle storie della vita di Maria che si svilup-
pano sotto le arcate di una loggetta ritroviamo il con-
sueto ritmo lento, ponderato, impresso da Wiligelmo
alla sua narrazione, insieme all’intensa umanità dei
personaggi. Indimenticabile è Giuseppe che veglia
Maria, stanca dopo il parto, sotto una lampada
appesa; intanto, nella scena accanto, l’asino e il bue
osservano attenti il Bambino nella culla.
Il portale di destra è opera di Nicolò, un grande scul-
tore, attivo anche in Piemonte, a Verona e a Ferrara.
A lui compete proseguire nel racconto, e infatti il suo
architrave comincia dalla presentazione del piccolo
Gesù al Tempio. Lo stile è molto diverso: all’arcano
silenzio di Wiligelmo si sostituisce la vivacità rumo-
rosa della realtà, espressa in scene più dinamiche,
ricche di personaggi, con una gestualità meno nobile
ma molto più divertita, quasi allegra. Nicolò è davve-
ro spiritoso nei tre episodi in cui propone la contesa
tra Gesù e il diavolo, che sembra un personaggio da
cartoni animati. Tutte le scene dei portali sono com-
mentate da parole e frasi latine, fino alla didascalia
finale che saluta chi passa dalla porta e guarda le scul-
ture: «Hoc opus intendat quisquis bonus exit et intrat»
(ogni persona buona che esce e entra capisca questa
opera). Per comprendere le dimensioni della

80 Bell’Italia
PIACENZA Il Duomo

FARO DELLA
FEDE SULLA
VIA EMILIA
Guarda verso l’antica strada che taglia
la città la cattedrale dedicata all’Assunta,
sorta a partire dal 1122 grazie al
concorso delle corporazioni cittadine
Illustrazione di Loreno Confortini
N

1
7

2
❶ Facciata ❸ Campanile L’aspetto architettonico i mestieri delle ❿ Cupola
Il semplice prospetto Completato nel 1333 medievale è riemerso corporazioni che Impostata su un
romanico a capanna è in stile gotico lombardo. dopo i restauri che, hanno finanziato la loro tiburio ottagonale.
impreziosito da gallerie Sul pinnacolo a cono tra il 1897 e il 1901, costruzione: drappieri, Risale alla fase
di archetti e dal grande svetta un angelo girevole hanno eliminato le ciabattini, conciapelle, costruttiva gotica.
rosone (rivisto nel ’500). in bronzo dorato (1341). sovrastrutture barocche. carradori, tintori, ⓫ Cappella battesimale
❷ Tre portali ❹ Navata destra ❻ Stili a confronto calzolai e panettieri. Gotica, in mattoni,
Sormontati da protiri Sulla prima campata Edificata dal 1122, ❽ Transetto aggiunta all’impianto
a due piani. Molto era prevista la la parte inferiore ha I due ampi bracci sono originario della chiesa.
rifatto quello centrale, costruzione di un linee romaniche; quella divisi in tre navatelle ⓬ Esterno
originali gli altri due secondo campanile. superiore, ultimata con abside centrale. Un percorso tra
(XII secolo) con ❺ Interno nel 1233, è gotica. ❾ Presbiterio gli edifici addossati
sculture attribuite La pianta è a croce ❼ Formelle Si innalza sulla cripta che al Duomo permette
a Wiligelmo (sinistra) latina, divisa in tre Sette pilastri ospitano custodisce le reliquie di apprezzarne al
e Nicolò (destra). navate da 26 pilastri. i rilievi raffiguranti di Santa Giustina. meglio l’architettura.

10

11

12
ZACCARIA

EZECHIELE

MICHEA

OSEA

GEREMIA

AGGEO

DAVIDE
Morazzone

ISAIA
Morazzone

In questa foto: gli


otto spicchi della
cupola, affrescati
con le figure di
altrettanti profeti
da Guercino
e Morazzone.
Nell’altra foto:
il profeta Ezechiele.
Guercino: dai profeti della cupola
alla mostra di Palazzo Farnese
La salita al loggiato della cupola che consente di ammirare
a distanza ravvicinata gli affreschi di Guercino è una
rara opportunità, resa possibile nell’ambito dell’evento
“Guercino a Piacenza” (fino al 4 giugno), che vede il
Duomo protagonista insieme a Palazzo Farnese. L’ascesa
(su prenotazione) è preceduta dal passaggio nello spazio
multimediale allestito nella sacrestia, dove su un’avvolgente
video-installazione scorre un filmato dedicato alla storia
dell’impresa decorativa della cupola. Un suggestivo percorso
conduce poi nel “corpo” della cattedrale, e attraverso
scalette, stretti anditi e sottotetti allestiti con pannelli
informativi raggiunge il loggiato alla base della cupola da cui si
gode la vista degli affreschi (Profeti, Sibille, scene dell’infanzia
di Cristo), esaltati da una nuova illuminazione. Palazzo
Farnese, sede dei Musei Civici, ospita la mostra “Guercino
tra sacro e profano”, allestita nella cappella Ducale della
residenza voluta nella seconda metà del ’500 da Margherita
d’Austria, duchessa di Parma e Piacenza. Sono venti le opere
che documentano il percorso creativo di Giovanni Francesco
Barbieri (1591-1666), detto il Guercino per via di una forma di
strabismo: dagli anni di formazione a Cento (sua città natale)
a quelli della piena maturità artistica con i soggiorni a Venezia,
Bologna (dove è rilevante l’influsso di Ludovico Carracci) e
Roma. In esposizione pale d’altare e soggetti ispirati alla realtà
quotidiana, al mito e alla storia; tra le presenze eccellenti,
La morte di Cleopatra (Genova, Palazzo Rosso), Susanna
e i vecchi (Parma, Galleria Nazionale), Et in Arcadia ego (Roma,
Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini).
Info sulla visita alla cupola e sulla mostra a pagina 88.
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In questa foto:
la volta a crociera
del presbiterio,
decorata da
Camillo Procaccini
e Ludovico Carracci
(inizio ’600).
A destra: il fregio
nel tamburo della
cupola, opera di
Guercino e aiuti.
In basso: il profeta
Zaccaria in uno
degli spicchi della
cupola realizzati
da Guercino.

cattedrale piacentina conviene passare dall’an-


drone dell’adiacente Palazzo Vescovile e osservare il
fianco sinistro: dal lato si coglie tutta l’articolazione
della grande mole di mattoni e arenaria intorno al
solido prisma ottagonale del tiburio, con gallerie di
colonnine, portali, cappelle sporgenti, absidi semici-
lindriche. Un colpo d’occhio davvero spettacolare.

VERSO L’ALTO PER VEDERE DA VICINO


GLI AFFRESCHI SEICENTESCHI
Il vasto interno del Duomo, sostenuto da ventisei
grandi pilastri, esprime un senso di potenza e di si-
curezza, ma come spesso accade nelle chiese roma-
niche si ha all’inizio soprattutto l’impressione della
scarsa luminosità. Una volta abituati alla luce filtrata
ci si rende conto che le volte appartengono già al
periodo del Gotico. Sui pilastri della navata centra-
le sono inseriti gustosi bassorilievi con personaggi
impegnati in diversi mestieri: sono le formelle che
rappresentano le corporazioni, che hanno contribui-
to con donazioni alla realizzazione della cattedrale.
Resti di cicli decorativi medievali e rinascimentali si
apprezzano nel transetto e sulle colonne della nava-
ta; nel presbiterio e nell’abside sopravvive parte della
celebrazione mariana predisposta all’inizio del ’600,
affidata a Camillo Procaccini e Ludovico Carracci;
dietro l’altare maggiore, un grande polittico in legno
dorato scolpito alla metà del ’400.
L’ingresso in fondo al fianco sinistro è quello con-
sigliato per accedere al percorso realizzato in oc-
casione della mostra: si sale fino al loggiato della
cupola per vedere da vicino gli affreschi che si tro-
vano lassù in cima, nelle lunette e negli otto spicchi,
valorizzati da un nuovo sistema di illuminazione. Si
tratta di uno dei più importanti cicli di pittura
del Seicento nell’Italia settentrionale, e confer-
ma la posizione geografica e culturale di Piacenza.
Gli affreschi sono stati cominciati dal lombardo Pier
Francesco Mazzucchelli, noto come il Morazzone,
che fece in tempo a dipingere gli spicchi con i profeti
Davide e Isaia, con il suo stile brillante, movimentato,
quasi scosso dal vento. Ma all’inizio del 1626 Moraz-
zone muore. Come è scritto nei gustosi documenti
del capitolo della cattedrale piacentina, nella «pre-
mura di veder ultimata tant’opera» viene chiamato
«l’eccellentissimo pennello del signor Giovan Fran-
cesco Barbieri, detto comunemente il Guercino

Bell’Italia 85
Arte, storia
e il panorama
sulla città
A sinistra: i tetti del
centro storico visti
dall’apertura a
croce in cima alla
facciata, tappa del
percorso di ascesa
alla cupola. Sotto:
la sacrestia che
ospita gli schermi
su cui scorre un
video dedicato
agli affreschi della
cupola, realizzato
in occasione
della mostra.
Pagina seguente,
in alto: le eleganti
trifore del
matroneo che
corre lungo la
navata maggiore.
Pagina seguente,
in basso:
l’Incoronazione
e l’Assunzione
della Vergine
affrescate da
Camillo Procaccini
sulla volta
del presbiterio
e nell’abside.

86 Bell’Italia
da Cento». Il focoso maestro emiliano discute sulla
paga: millenovecento ducatoni, più il rimborso per
i materiali di lavoro e le spese di vitto e alloggio. In
un anno e mezzo, tra il maggio 1626 e il novembre
1627, Guercino completa gli affreschi della cupola,
iniziando dai profeti nei restanti sei scomparti, per
proseguire poi con le otto Sibille e le quattro scene
dell’infanzia di Cristo nelle lunette sottostanti. Per
finire, realizza anche il fregio sopra il loggiato, con
angioletti che giocano con festoni di fiori, foglie e
frutti. Un’impresa vasta e brillante, che segna un
momento particolare nello stile del pittore, da
poco rientrato da un lungo soggiorno a Roma e ora
disposto a mettere un freno all’irruenza degli anni
giovanili per una nuova eleganza. Conosciamo un
gran numero di splendidi disegni preparatori, che ci
fanno comprendere quanto Guercino abbia studiato
ogni singola figura, dalle pieghe dei manti alle espres-
sioni dei volti, sempre tenendo conto del punto di
vista del visitatore, dal basso verso l’alto. Il risultato
è un ciclo di affreschi di gran classe, che soprattutto
dopo i restauri della cattedrale conclusi nel 1901 po-
teva risultare isolato, quasi perso in un interno buio,
ma che ora ha ritrovato un posto importante nella
storia dell’arte, dal Romanico al Barocco.

alla pagina seguente


come
dove
quando
PIACENZA

Antichi maestri
e sapori Dop “Guercino tra sacro e profano” a Palazzo Farnese

Guercino, Botticelli, Antonello da Messina: la storia dell’arte è di casa nella città emiliana. Patrimonio di bellezza
che si sposa all’eccellenza di una ricca tradizione gastronomica di Silvia Frau ì Fotografie Alessandro Brasile

del Comune. Fino al 7 FUORIPORTA


maggio, visite guidate In bicicletta o in auto
gratuite domenicali verso la val Trebbia
su prenotazione (info
339/531.28.54). Da qui «Oggi ho attraversato la valle più bella del
si prosegue lungo via mondo» ha scritto Ernest Hemingway a
XX Settembre, la via proposito della val Trebbia. E il paesaggio
dello shopping, verso il di questa valle a sud di Piacenza è davvero
Duomo, e passeggiando magnifico, fatto di vigneti e boschi tra le
tra stradine su cui ampie anse del fiume Trebbia. La bicicletta
affacciano importanti è il mezzo ideale per visitarla. Si può partire
palazzi dai bei giardini dalla stazione di Piacenza, attraversare il
ci si ritrova davanti centro storico e proseguire verso sud, in
all’imponente basilica direzione di Vallera, quindi lungo la ciclabile
di Sant’Antonino che raggiunge Gossolengo. Da qui si affronta
Piacenza si raggiunge in auto da Milano e Bologna con (piazza Sant’Antonino, un tratto sulla più trafficata provinciale
la A1, uscite Piacenza Sud e Piacenza Nord; da Torino 0523/32.06.53), 28 che conduce al ponte sul Trebbia, dove
con la A21, uscita Piacenza Ovest. In treno: la stazione patrono di Piacenza, si passa davanti alla statua dell’elefante
è sulla linea Milano-Bologna. In aereo: aeroporto di in stile romanico, con che ricorda la battaglia del 218 a.C. tra i
Milano Linate, a 70 km. In camper: area sosta in viale la torre ottagonale e Romani e l’esercito di Annibale; poco oltre
Sant’Ambrogio, 346/084.95.20. Per la visita: il Duomo l’atrio gotico. Aperta si incontra il borgo fortificato di Rivalta, con
(piazza Duomo, 0523/33.51.54) è aperto tutti i giorni lunedì-sabato 8-12 il castello (XV-XVIII secolo) su cui svetta
7,30-12,30 e 15,30-19,30. Kronos, il museo della e 16-19, domenica la caratteristica torre cilindrica. L’itinerario,
cattedrale, si visita martedì 9-12, mercoledì-domenica 8,30-12,30 e 20-21,30. lungo circa 18 km, richiede poco più di
9-12 e 16-18; ingresso 3 €. Salita alla cupola: martedì, Da non mancare la un’ora. In alternativa c’è il percorso in auto,
mercoledì, giovedì e domenica 10-19, venerdì e sabato visita alla Galleria più ampio, che costeggia il fiume e dura 45
10-23 (fino al 4 giugno, prenotazione obbligatoria). Mostra d’Arte Moderna Ricci minuti. Si esce da Piacenza in direzione San
“Guercino tra sacro e profano”: nella cappella Ducale Oddi (via San Siro Nicolò e si prosegue toccando Gossolengo
di Palazzo Farnese, stessi giorni e orari della cupola. 13, 0523/32.07.42), e Rivalta. Si supera il borgo e si va verso
Ingressi: cupola e mostra 12 €; solo cupola 10 €; solo con importanti opere Rivergaro e Travo, arrivando alla medievale
mostra 7 €. Info 335/149.23.69; guercinopiacenza.com dalla metà dell’800 alla Bobbio. Vale la pena di fare quattro passi nel
metà del ’900. Aperta borgo e, a piedi, attraversare il Trebbia sul
martedì-domenica ponte Gobbo, formato da 11 arcate irregolari,
Piccola città, grandi collezioni 9,30-12,30 e 15-18; documentato dal XII secolo ma forse ancora
La mostra dedicata a martedì, mercoledì e ingresso 5 €. Occorre più antico. Si rientra poi a Piacenza con la
Guercino è allestita giovedì 9-13, venerdì raggiungere i margini più veloce statale 45. Info: Parco Regionale
a Palazzo Farnese e sabato 9-13 e 15-18, della città per visitare Fluviale del Trebbia, 0523/79.54.80.
(piazza Cittadella 29, domenica 9,30-13 le collezioni artistiche
0523/49.26.58), sede e 15-18; ingresso del Collegio Alberoni Il ponte Gobbo a Bobbio
dei Musei Civici di cumulativo 6 €, per (via Emilia Parmense 67,
Piacenza e dell’Archivio ogni sezione 3 €. Nel 0523/57.70.11),
di Stato. Da vedere raccolto centro storico che vantano l’Ecce
la Pinacoteca, con il spicca la scenografica Homo di Antonello
Tondo di Botticelli, il piazza Cavalli, con le da Messina. Fino alla
Museo Archeologico, il due statue equestri, fine di aprile aperto da
Museo del Risorgimento capolavori della scultura venerdì a domenica,
e la sezione dedicata barocca, e il duecentesco 15-18; ingresso con
alle carrozze. Aperti Palazzo Gotico, sede visita guidata 6 €.

88 Bell’Italia
B&B Palazzo Ghizzoni Nasalli

Gli alberghi B&B Palazzo Ghizzoni territorio, tra cui i pisarei


Nasalli (vicolo Serafini e fasö (gnocchetti di
Grande Albergo Roma 12, 336/79.23.37). farina con sugo ai fagioli).
★★★★ (via Cittadella Ospitato al piano nobile Nella bella stagione
14, 0523/32.32.01). del palazzo della famiglia si mangia anche in
A pochi passi da Nasalli Rocca. Ha anche giardino. Conto 30 €.
Palazzo Farnese e un bel giardino e una Caffè Grande
da piazza Duomo, è serra dove si organizzano (Rivergaro, piazza
l’albergo storico di eventi. Doppia con Paolo 8, 0523/95.85.24).
Piacenza, oggetto di un Salumeria Garetti
colazione da 70 €. Ristorante dall’atmosfera
recente intervento di sobria ma accogliente
rinnovamento. Dispone ACQUISTI
I ristoranti vicino al Trebbia, in
Souvenir per buongustai
di 72 camere, 4 suite, un borgo che sin dal
ristorante e terrazza Osteria Santo Stefano Medioevo è stato punto È un paniere molto ricco quello che
panoramica sulla città. (via Santo Stefano 22, di ristoro per i pellegrini. propone il territorio piacentino. Innanzitutto
Doppia con colazione 0523/32.78.02). Tra i vicoli Il menu rispetta la per i salumi: sono Dop il salame, la coppa
a partire da 125 €. del centro storico, un tradizione piacentina. e la pancetta, a cui si affiancano la Mariola,
Residenza Venturini locale molto accogliente, Conto medio 28 €. il salame gentile e il lardo, che viene utilizzato
(via Venturini 12, con tavoli in legno e Punto G (via Corselli 13, insieme al prezzemolo in molti piatti.
347/738.61.01). lavagna con l’elenco delle 391/385.40.55). La G sta E Dop sono anche alcuni formaggi, come
Due bilocali alla fine del invitanti portate dietro al per Gusto, e la specialità il Grana Padano e il Provolone Valpadana.
centrale corso Vittorio bancone. In tavola piatti è il batarò, panino tipico Prelibatezze che si trovano, insieme ai
Emanuele. Arredamenti della tradizione piacentina del Piacentino che viene tipici panzerotti (pasta fresca con ricotta,
moderni, wi-fi e realizzati con ottime cotto a legna e farcito con bietole e Grana Padano), nella caratteristica
parcheggio. Doppia con materie prime. prodotti locali, in questo Salumeria Garetti (piazza Duomo 44,
colazione da 90 €. Conto medio 30 €. caso quelli dell’azienda 0523/32.27.47). Per le paste fresche c’è
B&B Scotti da Osteria del Trentino agricola del titolare, anche Grano e Natura (via Calzolai 34,
Montalbo (via Poggiali da Marco (via Castello Giuseppe Miranti. Inserito 0523/31.56.69), dove si possono acquistare
39, 329/408.19.84). In 71, 0523/32.42.60). tra i campioni regionali i gnocchetti di pane e farina che conditi con
pieno centro, 3 camere Il nome allude al vecchio dello street food italiano i fagioli danno vita al piatto tipico, pisarei e
in un palazzo storico con proprietario, la cucina è dalla guida Street Food fasö, i tortelli alla piacentina con “la coda”,
un bel giardino. Doppia locale e di buon livello. In 2017 del Gambero Rosso. gli agnolini con ripieno di stracotto di carne,
con colazione da 75 €. carta tutti i piatti tipici del Conto medio 8 €. i tortelli di zucca (senza gli amaretti) o
con le castagne. La pasta fresca si trova
Osteria Santo Stefano anche alla Panetteria Bertonazzi (via Roma
95, 0523/32.43.22), dove si possono
assaggiare anche tanti dolci e torte tipiche:
i tortelli con le castagne, il castagnaccio, e
le ciambelle. E non si possono dimenticare
i vini, con 17 Doc, tra cui il famoso rosso
Gutturnio, il bianco Ortrugo e la Malvasia,
da acquistare a La Canteina (via Felice
Frasi 33, 0523/33.26.02), oppure in una
delle cantine che punteggiano la Strada
dei vini e dei sapori dei Colli Piacentini
(www.stradadeicollipiacentini.it).

info
Informazione e Accoglienza Turistica
di Piacenza, piazza Cavalli 10,
0523/49.20.01; www.piacerepiacenza.it

Bell’Italia 89
PADULE DI FUCECCHIO (Pistoia-Firenze)

ORIZZONTI E SCORCI
D’ACQUA
Una facile escursione nella più vasta zona umida interna d’Italia,
dove una riserva naturale protegge canali e paludi di grande pregio
ambientale, paradiso per uccelli migratori e coloratissime farfalle
TESTI Caterina Gromis di Trana FOTOGRAFIE Andrea Pistolesi

90 Bell’Italia
Un classico paesaggio del Padule di Fucecchio, nella zona delle Morette. La riserva
naturale protegge l’ultimo lembo di questo caratteristico ambiente umido della Valdinievole.

Bell’Italia 91
F
rammento prezioso di una se- no e le colline delle Cerbaie. E sono più
rie di aree di grande pregio di 200, dei 1.800 complessivi, gli ettari
ambientale che si succedono in protetti dalla riserva naturale istituita
continui-tà come un benefico nel 1996 dalle amministrazioni provin-
corridoio ecologico, attraverso ciali di Pistoia e di Firenze. La riserva è
una delle zone più industrializzate della un ambiente privilegiato, il “giardino”
Toscana, il Padule di Fucecchio forma la di questo territorio così densamente po-
più grande zona umida interna italiana, polato: non un normale parco pubblico,
un “nastro verde” che sembra lì soltanto ma un vero e proprio giardino ecologi-
a chiedere di essere preservato e miglio- co dove si avvicendano prati, boschi,
rato. Questo grande bacino idrico della canneti. Questi habitat sono la casa
Valdinievole (dal latino vallis nebulae, di più di duecento specie di uccelli
cioè “valle della nebbia” o “valle delle stanziali, svernanti e nidificanti, ma
nuvole”) è l’ultimo testimone dell’an- anche di oltre un migliaio di specie
tico territorio palustre che un tempo di coleotteri. Qui sostano i grandi mi-
si estendeva nell’area pianeggiante tra gratori alati e crescono le essenze che
l’Appennino pistoiese a nord e la valle attirano coloratissime farfalle. E l’area
dell’Arno a sud, chiuso tra il Montalba- protetta ha permesso il recupero di

In alto: una cicogna europea, dalla caratteristica livrea bianca e nera, “ospite” del padule.
Qui sotto: gioco di riflessi nello specchio d’acqua che circonda il porto delle Morette;
nella zona si sviluppa un facile itinerario naturalistico a piedi. Pagina seguente, dall’alto: due
scorci della zona di Massarella, con le basse colline delle Cerbaie che dominano il padule.

92 Bell’Italia
Bell’Italia 93
94 Bell’Italia
Pagina precedente, in alto: un tratto del percorso di visita su passerelle; in basso:
il porto delle Morette, storica darsena per la navigazione circondata da muri in pietra.
Qui sopra, da sinistra: un germano reale, presenza abituale nella riserva; una sgarza ciuffetto.
In basso: birdwatching dal casotto Verde, postazione privilegiata per avvistare gli aironi.

erbe palustri come il sarello e la sala, gruppi e consorzi con interessi con-
usate un tempo per rivestire sedie e fia- trapposti agli agricoltori del nord, nella
schi e ancora intrecciate da pochissimi Valdinievole, da sempre favorevoli alla
valenti artigiani locali. bonifica. A metà del Cinquecento Co-
simo I de’ Medici fece erigere nella
PESCATORI E CONTADINI forme attuali il ponte di Cappiano,
SI CONTENDONO IL PADULE presente già nel Medioevo. Sul ponte,
Fin da quando se ne ha testimonianza dotato di vie di passaggio per le barche
storica, la vicenda del padule è legata ai e di un sistema di chiuse per regolare
profondi contrasti legati al suo più pro- il livello dell’acqua, si tendevano le reti
ficuo utilizzo economico. Alimentata da per la pesca delle anguille, quando pas-
più canali e torrenti, la zona umida ha savano a migliaia per tornare al mare
un solo emissario, l’Usciana, che sfocia dopo essersi riprodotte nel grande lago
nell’Arno: regolando la portata di que- voluto, a monte, dalla Repubblica di Fi-
sto canale è possibile modificare l’altez- renze. Questa pratica non durò a lungo:
za dell’acqua nella palude retrostante. alla fine del XVI secolo l’aumento della
Il commercio di anguille e di pesce era popolazione in Toscana e nell’Italia in-
importante già dal Medioevo e i pesca- tera, con sempre maggiore necessità di
tori del Valdarno, a sud, costituivano pane e grano, fece prevalere il “par-
Sopra: Ponte a Cappiano e il ponte mediceo sul canale Usciana, edificato a metà del Cinquecento da Cosimo I de’ Medici.
Nella piccola località, che è anche un importante snodo dell’antica Via Francigena, transitano le acque del padule, che poi
sfociano nell’Arno. In basso: una farfalla vanessa io, detta anche “occhio di pavone” per le quattro macchie variopinte sulle ali.

tito” dei contadini. Nacquero diverse to testimonia, con la sua struttura mura- dimostrato l’opportunità di progettare
fattorie e l’agricoltura fiorì, finché a ta su tre lati, l’importanza degli approdi delle “lame”, cioè zone che trattengono
metà Settecento scoppiarono alcune nelle epoche in cui la navigazione inter- le acque anche in estate, in modo che
epidemie nella Valdinievole, causate in na era la chiave del commercio e della l’acquitrino non vada mai in secca. Sul
parte dalle acque stagnanti ma anche pesca. Deve il suo nome a un’anatra tuf- percorso, un altro motivo di interesse
dall’addensamento della popolazione fatrice ormai rara, la moretta tabaccata. storico è legato alla memoria dell’ecci-
calata dalle montagne per lavorare, Dopo aver visitato il centro ricerca, che dio del Padule di Fucecchio, ricordato
che nei villaggi viveva in condizioni ospita mostre fotografiche e oggetti re- da una lapide sul casotto dei Criachi,
igieniche pessime. Il padule fu quindi alizzati con le erbe palustri, raggiunto immerso in una pioppeta. Questo zona
condannato a una bonifica integrale, il porto in auto ci si inoltra liberamen- fu infatti teatro, il 23 agosto 1944, di
propugnata con energia, a partire dal te a piedi nel bacino palustre. Oltre il un rastrellamento nazista che provocò
1780, dal granduca di Toscana Pietro ponte sul canale del Terzo parte un 174 vittime civili, in diverse località del
Leopoldo di Lorena. sentiero costeggiato di salici e pioppi, territorio tra Pistoia e Firenze.
tra versi di uccelli e rumori di voli nel
DAL PORTO DELLE MORETTE canneto lì accanto. A circa quindici UN FUTURO DI CONSERVAZIONE
ALLA “CASA” DEGLI AIRONI minuti di distanza il casotto Verde ATTIVA E CONSAPEVOLE
Uno dei percorsi più suggestivi propo- (o casotto del Biagiotti), adibito a Le vicende più recenti del padule sono
sti oggi dal Centro Ricerca Documenta- osservatorio faunistico, ospita a ancora, in parte, la storia della contrap-
zione e Promozione del Padule, che ha tutte le ore appassionati di fotogra- posizione tra chi lo vorrebbe del tutto
sede a Castelmartini (una delle frazioni fia e birdwatching o chiunque vuole estinto e chi invece punta sulla con-
di Larciano, nel Pistoiese), tocca il porto semplicemente riposare lo sguardo os- servazione della sua preziosa identità
delle Morette. Questo storico manufat- servando i chiari d’acqua tranquilla in di luogo di confine tra terre e acque. Il
mezzo ai canneti. Il periodo migliore futuro è una sfida. Su questa area umida
per “nascondersi” qui va da marzo a si litiga ormai dal XIV secolo, e se oggi
metà giugno. Attraverso le postazioni la necessità di conservarla non viene
di osservazione, ai visitatori mimetiz- più messa in discussione, il dibattito si
zati si presentano quinte di ambiente concentra piuttosto sui metodi da uti-
naturale dove la primavera colora di lizzare. Una protezione integrale deve
verde il giallo invernale dei canneti, e essere comunque sorvegliata dall’uo-
poi nidi di aironi (presenti con ben sette mo, perché da solo il padule sparisce. E
specie diverse) e cormorani, beccaccini l’eccezionale presenza di specie vegeta-
a centinaia in pastura sull’argine, falchi li e animali è la miglior conferma della
di palude in perlustrazione e anatre di bontà del lavoro di questi anni.
diverse specie che mettono in mostra le
loro livree, in un gran galà da stagione
degli amori. I responsabili del centro, alla pagina seguente
insieme al Consorzio di Bonifica, hanno

96 Bell’Italia
come
dove
quando
PADULE DI FUCECCHIO
(Pistoia-Firenze)

Nella culla
di Leonardo Le terme Tettuccio a Montecatini

Vinci si trova a pochi chilometri dalla zona umida. Qui un museo diffuso racconta il grande genio toscano.
E a Montecatini si passeggia nell’eleganza liberty delle terme di Caterina Gromis di Trana Foto Andrea Pistolesi

bagno di vapore e vasca L’ITINERARIO


idromassaggio. Doppia Tra stucchi e ceramiche
con colazione da 119 €.
Azienda Agrituristica Nei dintorni del centro visite, a Monsummano
Le Baccane (Larciano, Terme il Museo della Città e del Territorio (piazza
via Francesca Sud Martini 1, 0572/95.44.63) racconta la storia
2373c, 0573/842.59). degli insediamenti nella Valdinievole, con
A pochi minuti dal particolare attenzione alla bonifica del padule;
centro visite del padule, aperto lunedì 9-12, mercoledì-venerdì 16-19,
un’azienda agricola tra le sabato e domenica 9-12 e 16-19; ingresso
prime della regione con libero. Non lontana, Montecatini Terme
certificazione biologica. si percorre a piedi come un museo a cielo
Offre sia camere che aperto, tra magnifici edifici in stile liberty.
appartamenti. Doppia Punto d’arrivo è il sontuoso stabilimento
con colazione 60 €. termale Tettuccio (viale Verdi 71, 0572/77.81),
Il Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione terminato nel 1928; visitabile da maggio,
del Padule di Fucecchio di Larciano (Pistoia), punto I ristoranti aperture straordinarie durante l’Open Week
di partenza dell’escursione, si raggiunge in auto con della Valdinievole (15-17 e 22-25 aprile).
l’autostrada A11 Firenze-Mare, uscita Montecatini. Il Maialetto A Vinci, Leonardo viene celebrato dal Museo
Da Monsummano si segue poi la statale 436. In treno: (Monsummano Terme, Leonardiano (0571/93.32.51) con due sedi nel
stazione di Montecatini Terme (a 12 km). In aereo: via della Repubblica cuore del borgo storico, la palazzina Uzielli e il
aeroporto di Firenze (a 40 km). In camper: Agriturismo 372, 0572/95.38.49). castello dei Conti Guidi; aperte tutti i giorni 9,30-
Poggetto, Larciano, 338/615.07.44. Per la visita: il Vicino alla macelleria di 19. A pochi chilometri, ad Anchiano, la Casa
Centro (località Castelmartini, via Don Franco Malucchi famiglia, un locale dove Natale di Leonardo (0571/93.32.48) si apre sul
115, 0573/845.40) ad aprile è aperto sabato 14,30- la carne è il cavallo di paesaggio, immortalato in uno dei numerosi
17,30 e domenica 9-12 e 14,30-17,30, gli altri giorni su battaglia. Conto 30-40 €. disegni; aperta tutti i giorni 10-19; 11 € per la
prenotazione; ingresso libero. Il percorso Le Morette è Borgo Allegro (Vinci, visita ai tre luoghi leonardiani. Ultima tappa
sempre accessibile, mentre le date delle visite guidate via Fucini 20, 0571/ a Fucecchio, dove si visitano la Biblioteca e
sono su www.paduledifucecchio.eu; costo 6 €. 56.78.66). Ottima le Stanze di Montanelli (328/128.90.87), che
cucina di pesce, anche ospitano i due studi – di Milano e Roma – del
crudo, ricca di profumi grande giornalista; aperte martedì, giovedì,
Gli alberghi eleganza pur dotandosi e colori. Conto 30 €. sabato e domenica 15-19; ingresso libero.
delle comodità moderne. Da Remo (Monsummano
Grand Hotel & La Pace La spa propone Terme, via Francesca
★★★★★ (Montecatini un percorso in una cavità Uggia 271, 0572/625.50).
Terme, via della Torretta millenaria. Fino al 13/4, Atmosfera familiare
1, 0572/92.40). Più che un pacchetto di 2 notti e con servizio semplice:
hotel, un monumento alla accesso alle terme speciali le pappardelle
storia del turismo termale, a 231 € a persona. all’anatra. Conto 25-30 €.
in stile liberty, con un Hotel Da Vinci ★★★★ Casa Gala (Montecatini
salone affrescato. Doppia (Vinci-Sovigliana, Alto, piazza Giusti,
Le Baccane
con colazione da 141 €. viale Togliatti 157, 0572/76.61.30). Sulla
Hotel Grotta Giusti 0571/90.20.83). piazzetta dell’antico
★★★★ (Monsummano A pochi chilometri borgo di Montecatini
Terme, via Grotta Giusti
1411, 0572/907.71).
dal centro storico
e vicino alla stazione
Alto, offre il meglio
della cucina tradizionale;
info
Una villa ottocentesca di Empoli, è dotato menu turistico per Montecatini Turismo, viale Verdi 66,
che ha mantenuto la sua di una zona fitness, 2 persone da 22 €. 0572/77.22.44; www.tomontecatini.com

Bell’Italia 97
PESCOCOSTANZO (L’Aquila) Santa Maria del Colle

LA REGINA
DEL BORGO
Nel piccolo paese di montagna, la basilica abruzzese
è un’affascinante sorpresa barocca che esibisce
un trionfo di legni intagliati e dorati, ferri battuti e tarsie
TESTI Sandra Fiore FOTOGRAFIE Luciano D’Angelo

D
alla posizione in cui si trova, la basilica di Santa
Maria del Colle sembra proteggere l’abitato di
Pescocostanzo, che si allunga ai suoi piedi in
un’infilata di case e palazzetti ornati da fregi
in pietra e balconi di ferro battuto. La chiesa
con il suo monumentale portale in stile tardomedievale
dialoga con il borgo montano in provincia dell’Aquila, si-
tuato a 1.400 metri d’altezza. L’aspetto attuale dell’edi-
ficio è frutto di interventi che ne hanno rinnovato la
pianta e l’apparato decorativo tra XV e XVIII secolo.
Il risultato ne fa una delle più interessanti testimonianze
del Barocco abruzzese. Soffitti in legno dorato, altari in
marmo policromo, stucchi, opere in bronzo e ferro rivela-
no l’abilità delle maestranze nel forgiare diversi materiali
per abbellire la “dimora” della Madonna del Colle, scultu-
ra medievale oggetto di antica devozione popolare.

LA CHIESA NASCE SUI RESTI


DI UN TEMPIO DEL XII SECOLO
Per cogliere tutta la maestosità del monumento biso-
gna recarsi in centro, verso la strada Vulpes, ovvero
nell’area urbana sviluppatasi dopo il terremoto che
colpì il paese nel 1456. In quell’occasione gli abitan-
ti abbandonarono il castello, ubicato a ovest, su uno
spuntone roccioso, il Peschio, per occupare una zona
più pianeggiante, verso le pendici di un vicino colle.
Qui, già nel 1108 è attestata la presenza di una
In questa foto:
Santa Margherita,
particolare
della pala d’altare
La Madonna
di Costantinopoli,
1614, di Tanzio da
Varallo. Foto piccola:
la navata centrale
con il soffitto
ligneo a cassettoni
arricchito di intarsi,
dorature e dipinti.
La basilica ha un
impianto a cinque
navate, tre delle
quali presentano
sontuosi soffitti
intagliati e dorati.

Bell’Italia 99
chiesa dedicata alla Vergine, dipendente dall’abbazia
di Montecassino. Tale edificio, rovinato dal sisma, fu
nuovamente eretto sul crinale nel 1466, con un im-
pianto presumibilmente a tre navate, divenute cin-
que a partire dalla metà del Cinquecento. La basili-
ca offre una prima sorpresa al visitatore presentandosi
con il suo fianco settentrionale, impreziosito dal por-
tale di gusto romanico-gotico, ivi trasferito nel 1580,
preceduto da una scalinata. In realtà tale accesso fu la
soluzione cui si pervenne quando ci si accorse, a edifi-
cio ultimato, che l’ingresso principale, prospiciente la
vallata sottostante, era impraticabile a causa del forte
dislivello con il piano stradale. L’originale facciata, cir-
condata e nascosta dalle cortine di botteghe e dimore,
la si può scorgere da lontano, in posizione panoramica,
entrando in paese.

L’IMPIANTO RINASCIMENTALE È ARRICCHITO


DA STUCCHI, DORATURE, MARMI POLICROMI
Una volta in chiesa si coglie l’ampia spazialità dell’im-
pianto rinascimentale, non intuibile dall’esterno. Alla
nitida struttura architettonica di pilastri e archi in pietra
si contrappone il baluginio degli ori dei soffitti, il risalto
del ferro battuto, la vivacità cromatica dei paliotti e dei
dossali, il candore degli stucchi; tale abbondanza satura
immediatamente lo sguardo del visitatore. La basilica è
infatti uno scrigno di tesori accresciutosi durante al-
meno quattro secoli, dal XV al XVIII, come risultato
di un intreccio di esperienze di maestri locali, napole-
tani e lombardi che la ricca borghesia attrasse in questo
angolo d’Abruzzo. In particolare, le maestranze lombar-
de – stuccatori, lapicidi e costruttori – dirette verso Na-
poli, capitale del viceregno, in cerca di lavoro, trovarono
a Pescocostanzo un ambiente favorevole per rimanervi,
dando vita a una vera colonia. La bellezza dei manufatti
riflette questa sinergia di culture e capacità.
All’ingresso due eleganti acquasantiere in marmo sorret-
te da aquile bronzee del 1610 annunciano la varietà di
tecniche messe in campo per decorare la fabbrica. Solle-
vando lo sguardo si è rapiti dal soffitto ligneo intagliato e
dorato in oro zecchino (1670-82), che copre tutta la na-
vata centrale. Disegnato dall’architetto abruzzese Carlo
Sabatini, è diviso in cassettoni entro cui aleggiano putti,
angeli e composizioni dipinte a olio da Giovannange-
lo Bucci. A tanto splendore fanno da pendant le
In questa foto:
particolare del
dipinto di Giovanni
Paolo Cardone
sull’altare della
Madonna del
Rosario. Nelle foto
sopra, da sinistra:
due dettagli delle
tarsie policrome
che ornano il
paliotto marmoreo
dell’altare della
Trinità, opera
di Norberto Cicco.
Sotto, da sinistra:
il seicentesco
soffitto della
navata centrale;
veduta dell’interno
a cinque navate.
Pagina precedente:
San Paolo, scultura
del XVIII secolo,
nella cappella
del Santissimo
Sacramento.

Bell’Italia 101
coperture delle navatelle mediane, anch’esse dorate, e
i soffitti di quelle estreme, intagliati e lasciati al natura-
le. Non sfugge all’attenzione l’organo a canne di legno
dorato e finemente scolpito (1619), che si impone sulla
controfacciata. Lungo le pareti si susseguono gli al-
tari fatti erigere dalle famiglie più abbienti, come
quello che accoglie il capolavoro di Tanzio da Va-
rallo. Il dipinto, datato 1614, raffigura la Madonna di
Costantinopoli e, in basso, la donatrice, moglie di Tom-
maso d’Amata, produttore e mercante di lana.

GLI ALTARI, LE CAPPELLE E I SOFFITTI


CON INTARSI E DIPINTI
Un altro gioiello è la cappella del Santissimo Sacra-
mento, che fu edificata tra il 1691 e il 1694. È delimi-
tata da un cancello culminante in una schiera di putti,
figure umane, animali fantastici, girali: un capolavo-
ro dell’arte del ferro battuto realizzato tra il 1695 e il
1717 da Sante di Rocco e da suo nipote Ilario di Pesco-
costanzo. Basta varcare la soglia della cappella per ap-
prezzare il vortice della Gloria del Paradiso, affrescata
da Francesco Antonio Borsillo (1694) e restaurata da
Giambattista Gamba nel 1721. La brillante tavolozza
si intona con quella dei paliotti di marmo realizzati
dai pescolani: tarsie colorate disegnano fiori, uc-
cellini, insetti, in una composizione forse ispirata alla
rigogliosa natura circostante. L’opera dei lombardi si
ammira invece nel dossale in pietra scolpita dietro l’al-
tare centrale e nelle grandi statue in stucco. Nella cap-
pella una curiosità rimanda alla tradizione: nella Sacra
famiglia, tela del 1708 di Francesco Peresi, la Madon-
na è intenta a lavorare il merletto con il tombolo, una
tecnica praticata ancora oggi dalle donne del posto.
Raggiungiamo l’abside della chiesa tra molteplici ar-
redi liturgici degni di nota. Qui una Madonna Assunta,
composizione in stucco (1695) dei comacini Francesco
Ferradini e Giambattista Gianni, sembra librarsi tra
nuvole e putti. Non si può lasciare questo luogo senza
aver sostato davanti alla statua lignea della Madonna
del Colle alla quale la leggenda lega la fondazione della
chiesa. Seduta in trono, avvolta in una raffinata veste,
accenna un sorriso carico di umanità.

alla pagina 104


In questa foto:
Angelo musicante,
nel dipinto La
Madonna di
Costantinopoli, di
Tanzio da Varallo.
Sotto, da sinistra:
il soffitto della
navata sinistra,
completato nel
1742; un dettaglio
dei dipinti del
soffitto della navata
centrale. Pagina
precedente, foto
grande: l’estrema
navata di sinistra
con l’altare del
Crocifisso. Pagina
precedente, foto
piccola: dettaglio
della Visitazione
(XVII secolo),
sull’altare di
Santa Elisabetta.

Bell’Italia 103
come
dove
quando
PESCOCOSTANZO
(L’Aquila)

Itinerari e sapori
della Majella Pescocostanzo

Trekking a cavallo e passeggiate a piedi nella cornice del Parco Nazionale. E poi un tour culinario
alla scoperta dei prodotti tipici e visite alle botteghe artigianali di Sandra Fiore ì Fotografie Luciano D’Angelo

ACQUISTI GASTRONOMICI
339/609.32.66), che
si trova nel cuore Dai formaggi ai salumi,
del bosco, organizza alle dolci ferratelle
escursioni di qualche
ora, di una giornata È impossibile resistere al richiamo dei
intera con pranzo al negozi che propongono le tipicità abruzzesi,
sacco o di più giorni di cui si apprezza l’alta qualità delle
con pernottamenti nei materie prime. Tra gli acquisti da fare
rifugi. Chi preferisce a Pescocostanzo, meritano sicuramente
il trekking può i formaggi e i latticini che hanno il
incamminarsi sui sapore dei pascoli. Il negozio Il Vignale
percorsi segnalati. Tra (via Ricciardelli, 333/790.42.95) espone
i più facili, c’è quello una varietà di scamorze, caciocavalli,
che arriva allo Stazzo provole e caciotte asciugate nella paglia
Macchiaduni, a 1.428 o aromatizzate al tartufo, allo zafferano, ai
Pescocostanzo, a circa 100 km dal capoluogo L’Aquila, metri, un ricovero per frutti di bosco e alla cipolla rossa. Ottimi
si raggiunge in auto con la A25 Roma-Pescara, pastori posto su un anche i salami, i capocolli, le salsicce,
uscita Sulmona, poi statale 17 fino al borgo. In treno: balcone che si affaccia i guanciali: prelibatezze che si trovano
linea Roma-Pescara, stazione di Sulmona, e poi bus sulla località Primo anche nel negozio di alimentari Gizzarelli
regionali Arpa (www.arpaonline.it); oppure in pullman Campo alle pendici (via Ottavio Colecchi, senza telefono) dove
da Roma Tiburtina fino a Sulmona con Pstar (www. di monte Pizzalto fare scorta di legumi. Per chiudere, una
autolineepstar.com), quindi con le linee regionali. (1.969 metri). Da qui visita al forno Pane Dolci & Fantasie (via
In camper: Villaggio del Sole, Pietransieri-Roccaraso, si coglie il grande Ricciardelli, 0864/64.17.96) per il buon pane
0864/625.71. Per la visita: la basilica di Santa Maria altopiano circondato e le focacce, e alla Pasticceria Colomba
del Colle, in via Falconio 1, 334/803.47.12, è aperta dai monti della Majella. Gizzi (corso Roma 56, 0864/64.12.16), dove
tutti i giorni dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 19. Dal paese invece si acquistare le pizzelle alla cannella, i taralli
può intraprendere al mosto d’uva, i bocconotti al cioccolato,
il cammino verso il le “ferratelle” (dolce tipico abruzzese),
Percorsi panoramici nella natura monte Calvario (1.743 le marmellate e i liquori a base di erbe
metri), raggiungendo e radici, come la genziana e il ginepro.
A 7 chilometri da il picchio dalmatino, la quota 1.525 metri,
Pescocostanzo, il lupo, l’orso e il gatto in vista dell’altopiano,
si estende per 550 selvatico. Il bosco è del monte Pratello e
ettari il Bosco di frequentato in inverno dei boschi Schiapparo
Sant’Antonio, una per gli anelli di sci di e Paradiso; poi si
riserva che è parte fondo e per i sentieri prosegue lungo uno
integrante del Parco che si prestano alle sterrato che offre ampie
Nazionale della ciaspolate. Ma nella viste sul paesaggio.
Majella (Sulmona, via bella stagione lo si può Per i più esperti c’è la
Badia 28, 0864/257.01; scoprire con passeggiate traversata (circa 7 ore di
www.parcomajella.it). a piedi, in bicicletta cammino) del pianoro
L’area custodisce faggi o a cavallo. Per carsico del Quarto
antichissimi, alcuni di chi ama cavalcare, di Santa Chiara, in
dimensioni enormi, il Maneggio Equisef località Inghiottitoio.
aceri e pini selvatici, Bosco di Sant’Antonio Info: Ama Trekking
e ospita pregevoli (Pescocostanzo, (Pescocostanzo, via
specie animali, come via Minucia km Minucia, 347/892.52.44
Ferratelle
il picchio dorsobianco, 10,900, 0864/671.36- e 328/573.81.82).

104 Bell’Italia
Da Paolino

Gli alberghi propone 6 camere di 64.00.80). Storico


tipologie diverse, tutte ristorante, tra i più
Hotel Le Torri ★★★★ arredate con gusto. rinomati in Abruzzo,
(via del Vallone 4, Doppia con colazione a conduzione familiare.
0864/64.20.40- a partire da 70 €. Menu improntato alla Merletto a tombolo
339/640.08.64). Azienda Agrituristica tradizione, con attenzione
Un 4 stelle ricavato Giuliana (via Pedicagna, alle materie prime e tocchi ARTIGIANATO ARTISTICO
in una dimora storica 0864/64.11.27-333/ di fantasia. Tra i piatti forti: I merletti a tombolo,
con torrette angolari, 211.12.25). Azienda le fettuccine di grano una tradizione ancora viva
appartenuta alla famiglia agricola lattiero-casearia, saraceno con pistacchi,
Grilli. Si fa notare anche con sei camere con pinoli e pomodoro fresco A Pescocostanzo le tradizioni artigianali
per la ricercatezza dei vista sulle montagne. e le taccozzelle con carne, ereditate dal passato continuano a vivere
mobili, delle tappezzerie In estate a disposizione funghi porcini, tartufo e nelle botteghe e nei laboratori che si
e degli oggetti. Doppia dei clienti un’area picnic. pecorino. Conto 30 €. trovano sparsi nelle viuzze del centro
con colazione da 130 €. dove gustare i prodotti Il Faggeto (provinciale storico. È il caso del merletto realizzato
Archi San Rocco ★★★ acquistati allo spaccio 55 km 10, 0864/671.00). al tombolo, ottenuto cioè intrecciando
(via San Rocco 3, aziendale. Doppia Vicino al Bosco di un sottile filo con i fuselli appesi a un
0864/64.00.19 - con colazione da 70 €. Sant’Antonio, è un locale cuscino di forma ovoidale. Tale tecnica
328/762.13.19). rustico, con grande pare sia stata portata nel borgo
Nel centro storico, I ristoranti caminetto scoppiettante; dalle maestranze lombarde fermatesi
a conduzione familiare, in tavola sono proposti a ricostruire il paese dopo il terremoto
offre l’atmosfera calda La Corniola (via dei i piatti schietti e genuini del 1456. Per avere un’idea della storia
e raccolta degli hotel Mastri Lombardi 24, di montagna fra cui le del tombolo e per acquistare qualche
di montagna. Le stanze, 347/327.95.40). Il locale, fettuccine alla boscaiola esemplare, ci si può recare presso
caratterizzate dai soffitti aperto da tre giovani e la polenta con il Museo del Tombolo (piazza Municipio
e pavimenti in legno, imprenditori dieci anni salsiccia. Conto 25 €. 16, 0864/64.00.04), ospitato in palazzo
hanno un arredamento fa, rivisita la cucina del I Tre Frati (viale Fanzago (XVII secolo), dove è anche
in stile. Doppia con territorio in piatti come Cosimo Fanzago, possibile assistere alla lavorazione;
colazione da 85 €. il pecorino in tempura 0864/64.14.73). è aperto sabato, domenica e nei giorni
B&B Albergo dell’Oca con mosto cotto oppure In un convento del XVII festivi 10-13 e 16,30-17,30 e su richiesta
(via Santangelo l’uovo con fonduta di secolo, il ristorante punta telefonando al 380/523.49.54; ingresso
in Piazza 16, caciocavallo e tartufo su ricette dal sapore gratuito. Un punto vendita del pizzo e di
0864/64.25.30). In un nero. Conto 40 €. antico: ravioli, zuppe, altri manufatti artigianali è la Libreria Vulpes
palazzetto storico, vicino Da Paolino (strada e varietà di carne cotta (strada Vulpes 7, 0864/64.25.32). L’arte
alla piazza del Municipio, Vulpes 34, 0864/ alla brace. Conto 25 €. del ferro battuto, profusa in Santa Maria
del Colle, rivive nella bottega di Nicodemo
Archi San Rocco Donatelli (corso Roma 12, 0864/64.16.35-
339/436.65.66), che forgia motivi antichi
e moderni. Il paese è noto anche per
la lavorazione della filigrana d’oro: tra
i gioielli caratteristici è la “presuntuosa”,
medaglione che reca al centro uno o due
cuori uniti. Le botteghe di riferimento sono
la Bottega dell’Orafo (piazza Municipio 3,
0864/64.21.91) e La Casina d’Oro (strada
Vulpes 17, 0864/64.16.61).

info
Comune di Pescocostanzo, piazza
Municipio 1, 0864/64.00.03;
www.comune.pescocostanzo.aq.it

Bell’Italia 105
il weekend CASTELLI ROMANI

DOLCE VITA
SUI COLLI
FUORIPORTA
Terra di nobili villeggiature e classiche
gite, i Castelli Romani incantano per la
magnificenza delle dimore storiche
e la dolcezza dei paesaggi, tra laghi vulcanici
e borghi in collina. Tanti scorci da gustare
in un fine settimana di scoperte, insieme ai vini
tradizionali e ai sentieri del Parco Regionale

Testi Ornella D’Alessio


Fotografie Massimo Ripani

In questa foto: scorcio


del lago Albano
e della sua sponda
occidentale con Castel
Gandolfo. A sinistra,
dall’alto: il teatro
delle Acque di villa
Aldobrandini, a Frascati,
nel giardino del grande
complesso eretto
tra ’500 e ’600; uve
di Malvasia da
vendemmia tardiva.
Bell’Italia 107
il weekend CASTELLI ROMANI

Antiche abbazie tra passato e presente


Sopra: particolare dell’affresco con la Visita dell’imperatore
Ottone III a San Nilo (1609), opera del Domenichino.
Il dipinto è parte della decorazione interna dell’abbazia
di San Nilo, a Grottaferrata, fondata nel 1004. Nella foto
grande: filari di viti alla base dello storico viadotto di
Ariccia, voluto da papa Gregorio XVI a metà Ottocento.
A destra si riconoscono gli edifici di palazzo Chigi
e la grande cupola di Santa Maria Assunta (1663-65),
progettata da Gian Lorenzo Bernini. Qui a destra:
l’eremo della congregazione camaldolese di Monte
Corona (XVII secolo) a Monte Porzio Catone.
B
elli con l’anima: i Colli Alba- glie feudatarie romane, spesso legate artisti come Francesco Borromini, Ja-
ni, a sud-est della Capitale, all’alto clero e al papato. Solo dalla me- copo Barozzi detto il Vignola e Pietro
molto più noti come Castelli tà del Cinquecento e fino alla fine del da Cortona. In questo contesto sorgo-
Romani, uniscono alla dol- Settecento, dopo secoli di vicissitudini, no le Ville Tuscolane, che sono rag-
cezza del paesaggio collinare la zona vive un periodo di pace e stabi- gruppate soprattutto nella parte set-
le suggestioni di un’intricata vicenda lità. Per quasi duecento anni si sca- tentrionale dei Castelli, tra Frascati
storica. Abitati fin dal Neolitico e poi tena una pacifica competizione di – la meta più celebre e la prima a esse-
colonizzati dai Latini (qui fu fondata la bellezza tra le famiglie aristocrati- re servita dalla ferrovia (1856) – Mon-
città di Alba Longa), prediletti dagli che romane, una gara a chi costruiva, te Porzio Catone e Grottaferrata.
imperatori Caligola e Domiziano, furo- abbelliva e ristrutturava al meglio le Ma ben prima dell’opera dell’uomo,
no rifugio durante le invasioni barbari- residenze, i parchi e i giardini con spet- queste antiche terre comprese tra la
che e poi, dall’Alto Medioevo, oggetto tacolari giochi d’acqua, ninfei e scultu- Via Latina e la Via Appia cominciano a
di contesa fra le più importanti fami- re, magari con il contributo di grandi formarsi 630.000 anni fa con l’atti-

Bell’Italia 109
il weekend CASTELLI ROMANI

vità del gigantesco Vulcano Laziale, la


cui base pare raggiungesse i 60 chilo-
metri di diametro. Durante l’ultima fa-
se eruttiva, lungo il lato sud-occidenta-
le dell’immensa caldera si formano
altri crateri secondari che si trasforme-
ranno in laghi vulcanici, dei quali oggi
restano quello di Nemi e quello di Al-
bano, entrambi compresi nel Parco
Naturale Regionale dei Castelli Roma-
ni, istituito nel 1984.

FRASCATI: PASSEGGIATA
IN UN GIARDINO DI DELIZIE
I Castelli, la campagna romana più ele-
gante, sono meta di una delle gite fuori-
porta più tradizionali per gli abitanti
dell’Urbe, con un significativo incremen-
to anche dei turisti stranieri che scelgono
di soggiornare qui nella tranquillità, e
godendo del clima fresco – i borghi si
trovano tra i 300 e i 700 metri di quo-
ta, con la punta massima di Rocca di
Papa (956 metri) – per poi magari pas-
sare le giornate a visitare Roma. Ma per
cogliere l’anima più profonda della zona,
senza trascurare gli aspetti ambientali e
le mete archeologiche, ci vuole almeno
un fine settimana.
Si comincia con la visita di Frascati, “ere-
de” dell’antica città di Tuscolo, dove tra
le sontuose residenze patrizie tardo-rina-
scimentali e barocche brilla la scenogra-
fica villa Aldobrandini, perfetta sintesi di
architettura manierista che accoglie con
un elegante abbraccio. La grande esedra
del teatro delle Acque, sul retro della vil-
la, fa rivivere i fasti di un’epoca, anche se
i complessi sistemi idraulici non sono più
in funzione; sempre sul retro s’intravede
dal cancello il giardino segreto all’italia-
na. Girando intorno alla villa si raggiun-
ge il belvedere con una bella prospettiva

Le scenografie delle Ville Tuscolane


Sopra: uno dei nicchioni del teatro delle Acque
di villa Aldobrandini, a forma di finta grotta. Il teatro,
progettato da Carlo Maderno come una grande
esedra, culmina nella parte centrale con la fontana
dell’Atlante. Qui a destra: la sontuosa facciata
di villa Falconieri, a Frascati, eretta per il vescovo
Alessandro Ruffini (1545-48) e rifatta nel Seicento
da Francesco Borromini. Nella pagina seguente: scorcio
delle sale della villa; in primo piano la sala della
Primavera affrescata da Ciro Ferri (1634-89), pittore
e scultore barocco, allievo di Pietro da Cortona.
sul vecchio ingresso principale della di- nell’Ottocento. Dell’assetto originale non Da Frascati si sale in auto all’Area Arche-
mora, Frascati e Roma in lontananza. resta molto, ma spicca un’altra imponen- ologica di Tuscolo, toccando villa Falco-
Scendendo a piedi verso piazza Marconi, te esedra a nicchie. La passeggiata prose- nieri. La storia della villa, eretta a metà
sulla destra si aprono le Scuderie Aldo- gue verso la monumentale facciata della Cinquecento, è molto travagliata, legata
brandini (chiuse per lavori fino a giugno- cattedrale, mentre la seicentesca chie- a passaggi di proprietà e rifacimenti, ma
luglio), restaurate dall’architetto Massi- sa del Gesù conserva affreschi di Gio- sulla volta del salone d’ingresso fa sem-
miliano Fuksas. All’interno, in un vanni Battista Gaulli, detto il Bacic- pre bella mostra di sé l’affresco seicente-
sapiente gioco tra design e valorizzazio- cia, e una geniale finta cupola. La sco dell’Omaggio a Venere di Niccolò
ne dell’architettura originale, sono rac- strada più esterna che costeggia Frascati, Berrettoni, con i personaggi della fami-
colti reperti di epoca repubblicana, im- via Regina Margherita, detta dai frasca- glia Falconieri nelle lunette. L’area ar-
periale e medievale. tani via Pensa (“sospesa”) o “mura del cheologica è invece introdotta da un
Sempre a piedi si raggiunge il parco co- Valadier” (anche se in realtà l’architetto pezzo di strada originale basolata, l’anti-
munale di villa Torlonia, nato come un le progettò solo parzialmente), si affac- ca via dei Sepolcri, che sfuma poi nel
giardino all’italiana e poi trasformato cia sui Monti Prenestini. sentiero che raggiunge l’area monu-

Bell’Italia 111
il weekend CASTELLI ROMANI

Terrazze panoramiche sui Colli Albani


Sopra: passeggiata in corso Garibaldi, principale
strada di Ariccia, antica città latina a lungo in lotta
con Etruschi e Romani per l’egemonia nella zona.
Nella foto grande: il borgo di Monte Porzio Catone, in bella
posizione panoramica a 450 metri di quota. In cima
al colle, tra le case spicca il profilo della chiesa di San
Gregorio Magno, con due campanili. Da non perdere
l’interessante museo diffuso che racconta la tradizione
della vitivinicoltura. Qui a destra: l’uccelliera del parco
di palazzo Chigi, ad Ariccia; l’imponente dimora era
residenza dei Savelli, signori del borgo dal 1423 al 1661.

112 Bell’Italia
mentale con i resti di Tusculum, urbe la- re regalate ai monaci basiliani dal conte Castelli, gli ameni scorci dei laghi vulca-
tina precedente a Roma. Qui si visitano di Tuscolo. L’aspetto odierno è quello di nici. Il lago Albano, circondato da una
gli edifici del Foro e il teatro romano un grande complesso ecclesiastico forti- conca boscosa, copre due piccoli crateri
(75 avanti Cristo), che d’estate ospita at- ficato: suggestivo l’ingresso nel parco secondari; vi si affaccia, sulla sponda
tività culturali. Il momento più magico del monastero, protetto da una cinta di occidentale, Castel Gandolfo, famosa
per la visita è il crepuscolo: lo sguardo mura merlate voluta dal cardinale Giu- residenza estiva dei pontefici. Il lago
dalla Croce di Tuscolo spazia su tutti i liano della Rovere, che poi divenne pa- di Nemi, più piccolo (meno di un terzo
Castelli, Roma e il litorale romano. pa Giulio II, nel 1482. di superficie rispetto al “gemello”), è do-
Scendendo lungo la tortuosa via del- minato dal borgo omonimo, famoso per
la Molara, che taglia pinete e boschi, L’INCANTO DI ALBANO E NEMI, le colture di fragole e fiori. A metà strada
si arriva a Grottaferrata, che deve la I DUE LAGHI “GEMELLI” tra i due, Ariccia, l’antica Aricia romana,
sua origine alla fondazione della mille- Alle dimore storiche e alle colline della offre l’ultima imponente scenografia ba-
naria abbazia di San Nilo (1004), di rito vitivinicoltura tradizionale si accompa- rocca con piazza della Repubblica, dise-
cattolico greco-bizantino, eretta sulle ter- gnano, nel settore sud-occidentale dei gnata da Gian Lorenzo Bernini.

Bell’Italia 113
il weekend CASTELLI ROMANI
Testi Ornella D’Alessio - Fotografie Massimo Ripani
Dove pernottare
Park Hotel Villa Grazioli ★★★★ (Grottaferrata,
via Umberto Pavoni 19, 06/94.54.00).
Lussuosa dimora fatta costruire dal cardinale
Antonio Carafa (1580), conserva l’originaria
cappella e diversi ambienti affrescati, tra
cui la galleria dipinta da Giovanni Paolo Pannini
(1737) al primo piano. Doppia da 95 €.
Hotel Colonna ★★★S (Frascati, piazza
del Gesù 12, 06/94.01.80.88). Costruito
sulle fondamenta di un palazzo del ’300,
bombardato durante l’ultima guerra, ha
ospitato varie attività finché nel 2000 Giulio
Cavassini l’ha trasformato in un albergo
di 20 camere. Doppia con colazione da 85 €.
Locanda Specchio di Diana (Nemi,
corso Vittorio Emanuele 13, 06/936.88.05).
Nato nel 2012, offre sette suite, una diversa
dall’altra, dislocate in altrettanti antichi edifici
del borgo. Doppia con colazione da 70 €.

Per la cena
La Taverna dello Spuntino (Grottaferrata,
via Cicerone 20, 06/94.31.59.85). Dagli anni
Sessanta, una rinomata buona sosta, tra
prosciutti, peperoncini e tegami appesi alle
pareti. Si gustano paste tirate a mano e ravioli
come li facevano le nonne. Conto 50 €.
La Vecchia Frasca (Frascati, via don
Buttarelli 12, 06/94.01.70.45). Tipica trattoria
Frascati Doc dei Castelli: nel menu, fettuccine con carciofi
e guanciale e tagliata all’aceto balsamico con
le puntarelle alla romana. Conto 25 €.
Arte e Vino (Castel Gandolfo, corso della
Repubblica 49, 06/936.02.02). Curiose le sale
a tema, tra cui quella degli orologi, con oltre
un centinaio di pezzi, e quella di Pinocchio.
Il menu è tipico locale, con un’attenta ricerca
delle materie prime di stagione. Conto 25 €.
Osteria l’Aricciarola (Ariccia, via Borgo San
Rocco 9, 06/933.41.03). La specialità imperdibile
qui è la porchetta d’Ariccia, autentica
“gloria” locale, ma non manca una vasta
scelta di primi e ottimi antipasti. Conto 20 €.
Hotel Colonna

venerdì La Taverna dello Spuntino

COME ARRIVARE
In auto: Frascati (Roma),
centro principale
dei Castelli Romani,
si raggiunge con
l’autostrada A1 dir,
uscita Monte Porzio
Catone. In treno: stazione
di Frascati, collegata
a Roma Termini (circa
30 minuti). In aereo:
aeroporto di Roma
Ciampino, a 8 km.
In camper: area sosta
ad Albano Laziale,
piazza Guerrucci,
06/93.29.51 (Comune).
SABATO MATTINA
Giardini e dolcezze da forno
sabato,
A Frascati piazza Marconi è un balcone indirizzi
panoramico sul parco di villa Aldobrandini
Villa Aldobrandini,
(1598-1602), con il teatro delle Acque di Carlo Frascati, via Cardinal
Maderno: per visitare il giardino bisogna però Massaia 18,
anticipare la gita ai Castelli al venerdì. Per la 06/942.25.60. Orario:
perfetta integrazione tra il verde e le architetture giardini aperti
lunedì-venerdì 9-17;
è una delizia anche il parco di villa Torlonia.
ingresso gratuito.
Da vedere la ricca facciata (1698-1700) della Villa Torlonia, Frascati,
cattedrale e la chiesa del Gesù, che all’interno viale Annibal Caro.
regala l’effetto illusionistico della finta cupola. Orario: parco
Lungo la via dell’Olmo si arriva a piazza del sempre aperto.
Forno Ceralli
Cattedrale di San Pietro,
Mercato, con i chioschetti per la porchetta e Frascati, piazza San
la Pasticceria Purificato, dove acquistare le Pietro, 06/942.02.38.
“pupazze” a tre seni (classico dolce frascatano), Un brindisi alla storia Orario: 8-12 e 16-19.
mentre il miglior pane si trova al Forno Ceralli. Due tra i migliori vini del Lazio, il Frascati Doc Chiesa del Gesù, Frascati,
piazza del Gesù,
Anche per il panorama, vale la pena raggiungere e il Marino Doc, provengono dai Colli Albani,
06/69.70.01. Orario:
poi il Parco Archeologico di Tuscolo. dove la produzione vitivinicola risale ai tempi 7-12,30 e 16-19.
degli antichi Romani. Qui dominano le uve Pasticceria Purificato,
SABATO POMERIGGIO di Malvasia e Trebbiano, che danno bianchi Frascati, piazza
Tra archeologia e tradizioni secchi e amabili. Un primo approccio si Mercato 4, 06/94.01.01.89
Forno Ceralli, Frascati,
Uscendo verso Monte Porzio Catone si incontra può avere alla Cantina Da Santino (Frascati, piazza Bambocci 15,
il complesso del Barco Borghese, con un via Pietro Campana 27, 06/94.29.81.10), 06/942.04.39.
percorso sotterraneo in quello che forse era la tradizionale “fraschetta” (una delle poche Parco Archeologica di
il basamento di un edificio del I secolo. Alla rimaste) dove l’avventore porta il cibo Tuscolo, Monte Porzio
Catone, 391/422.50.48.
stessa altezza, un viale di cipressi sale a villa e il vino lo fornisce l’oste. Lunga tradizione
Visite guidate
Mondragone, storica residenza papale dove enologica anche all’Azienda Agricola Villa domenica 10-13 e
Gregorio XIII sancì la riforma del calendario Simone (Frascati, via Frascati Colonna 29, dalle 15 al tramonto,
(1582). Ci si sposta poi nel borgo: in diverse sedi 06/944.97.17), che produce e vende al minuto ogni ora e mezza;
si snoda il Museo Diffuso del Vino, dove sono Frascati Doc, Frascati Superiore Docg da maggio aperta
anche al sabato; 3 €.
esposte le memorie della vitivinicoltura locale. e Cannellino di Frascati Docg. Di particolare Barco Borghese, Monte
Il Museo della Città narra invece la storia pregio il Vigneto Filonardi, dedicato a una Porzio Catone, via
del luogo. Ultima tappa è l’abbazia di San nobile famiglia di patrizi romani, uno dei pochi Frascati 62. Aperto
Nilo (1004), a Grottaferrata. La basilica di cru della zona dei Castelli; aperta lunedì- nei fine settimana
con visite guidate
Santa Maria ha un campanile a cinque ordini sabato 8-18; visite guidate su prenotazione;
su prenotazione alle
di trifore e un criptoportico di origine romana. da 5 €. Ultima tappa all’Azienda Agricola 11,30-16-18; 6,50 €
Antiche Terre Tuscolane (Frascati, via di (il biglietto vale per un
Colonna 25, 348/912.20.06), dove dal 2010 ingresso al Museo
da non perdere collaborano quattro famiglie di produttori. del Vino o della Città).
Museo Diffuso del Vino,
Tra le etichette spicca il Cannellino di Frascati Monte Porzio Catone, via
1. La vista dal parco di Tuscolo Docg, al top nelle classifiche dei migliori vini Vittorio Emanuele II 22.
2. La porchetta di Ariccia dolci d’Italia; visita e degustazione di tre vini, Museo della Città, Monte
3. La passeggiata nel borgo di Nemi su prenotazione, tutti i giorni alle 11,30; 20 €. Porzio Catone, via
Simone Pomardi 1.
Orario: entrambi aperti
venerdì-domenica 9-13
Panorama dalla zona del Tuscolo La Taverna dello Spuntino e 15-19; ingresso a un
museo: 2,50 €; ingresso
a due musei: 4 €.
Info per il Barco e i due
musei: 320/787.18.31.
Villa Mondragone,
Monte Porzio Catone,
via Frascati 51,
06/940.19.41. Orario:
sabato 14,30-18
e domenica 8-19;
solo visite su
prenotazione; 5 €.
Abbazia di San Nilo,
Grottaferrata, corso
del Popolo 128. Visite
gratuite (340/961.97.36)
sabato-domenica ore 16,
da maggio ore 17.

Bell’Italia 115
il weekend CASTELLI ROMANI

Palazzo Chigi ad Ariccia DOMENICA MATTINA


I capolavori di Ariccia
Prima di puntare verso sud, si può completare
la visita alle ville di Frascati con villa Falconieri,
di origine cinquecentesca ma rifatta da Francesco
Borromini. Poi si raggiunge il borgo medievale
di Ariccia, a metà tra il lago Albano e di Nemi.
Sullo scenario di piazza della Repubblica affaccia
la chiesa di Santa Maria Assunta, progettata da
Gian Lorenzo Bernini. Spicca il sontuoso palazzo
Chigi: ex castello dei Savelli, fu acquistato dai
Chigi agli inizi del XVII secolo e ristrutturato
da Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana. Oggi
è sede del Museo del Barocco Romano e
conserva l’arredamento originario del ’600.
Da non perdere la Locanda Martorelli, storico
albergo del Grand Tour nel ’700-’800. Al piano
nobile conserva un importante ciclo pittorico
(1770-71), opera di Taddeo Kuntze, che illustra
la storia mitologica dell’antica Aricia.

DOMENICA POMERIGGIO
Nemi: lo shopping vista lago
Una passeggiata nel borgo di Nemi, celebre
per le fragole dolcissime – in vendita nel
Mercatino della Frutta di Paola Bottacchiari –
è quasi d’obbligo per chi fa una gita ai
Castelli. Nelle botteghe, tante possibilità per
gli acquisti: la Bottega degli Aromi propone
candele e oggetti per la casa, mentre per
l’enogastronomia conviene puntare su Fantasie
Mediterranee o sul Salumificio Castelli.
Da non mancare il periplo del lago di Nemi,
dove si visita il Museo delle Navi Romane.
Un tempo ospitava gli scafi di due navi
dell’imperatore Caligola, distrutte in un incendio
nel 1944. Il museo è diviso in due sezioni: in
una si vedono le riproduzioni in miniatura delle
imbarcazioni, nell’altra reperti dell’età del Bronzo
e testimonianze di età Repubblicana e Imperiale.

IN ALTERNATIVA
A piedi e in bici nel Parco
Il Parco Regionale dei Castelli Romani (www.
Lago Albano parcocastelliromani.it) offre, per un’alternativa
all’aria aperta, una rete sentieristica e diversi
percorsi bike. La prima scelta può essere il
domenica, indirizzi periplo del lago Albano, con partenza e arrivo
vicino a Castel Gandolfo: una facile escursione di
Villa Falconieri, Frascati, viale su prenotazione: 388/363.65.02. circa 10 chilometri per 2 ore e mezza di cammino;
Borromini 5, 06/668.90.34. Mercatino della Frutta, Nemi, corso
Orari: domenica 10-13; prima Vittorio Emanuele 33, 331/637.17.46. il dislivello è di soli 50 metri. La stessa uscita è
domenica del mese 15,30-18. Bottega degli Aromi, Nemi, corso praticabile su due ruote, lungo un percorso
Palazzo Chigi, Ariccia, piazza Vittorio Emanuele 3, 339/476.82.24. metà sterrato e metà in asfalto. In bici il riferimento
di Corte 14, 06/933.00.53. Orari: Fantasie Mediterranee, Nemi, è Bio & Bike (347/671.44.24; www.bioebike.
Parco, sabato-domenica 10-13,30 piazza Umberto I 6, 06/936.85.30.
com), che ha sede vicino a Nemi: offre uscite di
e 15,30-19, 4 €. Piano nobile, Salumificio Castelli, Nemi, corso
visite sabato-domenica 10,30- Vittorio Emanuele 38, 06/936.86.76. mezza giornata, con noleggio bici, da 35 € a
11,30-12,30-16-17-18-19, 8 €. Museo delle Navi Romane, Nemi, persona per un minimo di 4 persone. Si va dai
Stanze del Cardinale, sabato- 06/939.80.40; aperto 9-19; 3 €. percorsi nei pratoni del Vivaro alle impegnative
domenica 10-13,30 e 15,30-19, 6 €. ascese (25-30 km) verso il monte Artemisio
Museo del Barocco, martedì-
domenica 10-13,30 e 15,30-18, 6 €. info (812 metri) e il monte Cavo (950 metri), sopra
Rocca di Papa; in quest’ultimo itinerario si
Locanda Martorelli, Ariccia, Frascati Point, 06/94.18.44.06;
piazza di Corte 4. Visite guidate www.visitcastelliromani.it attraversa l’acciottolato romano della Via Sacra.

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ALTO ADIGE |
ARCHITETTURA
E BENESSERE
5 consigli per una vacanza indimenticabile
Il vino è cultura, ma anche design: basta pensare al ric-

IDM Südtirol/Ludwig Thalheimer


co patrimonio di cantine che si trovano lungo la Strada
del Vino dell’Alto Adige.
Un mondo tutto da scoprire, come il resto dell’area va-
canza Bolzano Vigneti e Dolomiti: dal fondovalle alle
montagne, qui la natura dialoga con autentici gioielli
di architettura, dai palazzi gotici di Bolzano agli hotel
liberty del Renon, passando per antichi masi, castelli
e spazi ultra-contemporanei come il Museion, cubo in
vetro e acciaio che ospita il Museo d’arte moderna e
contemporanea del capoluogo.

HIGHLIGHTS 2017 | Vino & architettura lungo la


Strada del Vino dell’Alto Adige, ogni secondo gio-
vedì del mese | Dine around – tour gastronomi-
co a Bolzano, ogni martedì, mercoledì o giovedì |
Vino in Festa lungo la Strada del Vino dell’Alto
Adige dal 22 aprile al 10 giugno con Notte delle
Cantine il 10 giugno | Una passeggiata tra atmo-
sfera e gusto a Caldaro il 23 aprile | Festa del croco
sul passo di Meltina il 23 aprile | eppanCulinaria
ad Appiano dal 4 al 21 maggio | Altmauerfest ad
Ora dal 25 al 27 maggio | Caldaro in abito rosso
IDM Südtirol/Alex Filz

a Caldaro il 26 maggio | Eppan Humor Festival


ad Appiano dal 22 giugno al 8 luglio

Bolzano Vigneti e Dolomiti


Via Pillhof 1 | I-39057 Frangarto
t 0471 633488
info@bolzanodintorni.info
www.bolzanodintorni.info
BVD/Achim Meurer
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APPIANO | Un viaggio nel passato. Ad Appiano sulla Strada


del Vino si trovano la maggior parte degli straordinari esem-
plari di architettura storica dell’Alto Adige. Tuffarsi nell’epo-

Appiano/Helmuth Rier
ca del Medioevo il 10 e 11 giugno durante la “Castelronda”.
Visite, spettacoli medievali ed intrattenimento per grandi e
piccini nei castelli più belli ad Appiano e dintorni.
eppan.com

CALDARO | Wine meets architecture. Nel paese vinicolo di


Caldaro, lo storico stile architettonico dell’Oltradige incontra la
freschezza dell’architettura contemporanea. Ad unirli entrambi è
il vino. Non c’è da meravigliarsi dunque, che a Caldaro, l’inizio di
stagione si celebri con stile, nei moderni ambienti del winecenter.
Sabato 6 maggio, a partire dalle ore 20 si innalzeranno i calici per
brindare ad una meravigliosa nuova stagione.
caldaro.info
Caldaro/Helmuth Rier

CASTELFEDER | Lungo la Strada del Vino i vigneti fanno parte del


paesaggio. Un vino trova condizioni particolarmente favorevoli:
il Pinot Nero. Degustate questo elegante vino rosso nelle cantine
che trasmettono un’affascinante ambiente, esprimendo la sim-
biosi tra architettura altoatesina e gioia di vivere mediterranea.
Wineparty 21 aprile, Giornate del Pinot Nero 6–8 maggio.
castelfeder.info

MELTINA | Panorama meraviglioso, montagne selvagge, pendii


fioriti. Godere i primi caldi raggi di sole. Meltina è in una posizio-
ne ideale per gite nella natura. Il pascolo invita con lo straordinario
Castelfeder/Marion Lafogler

scenario della fioritura dei croci. Oltre alle vicine città di Merano
e Bolzano, questa zona off re tanti attrazioni storici e culturali.
moelten.net

SAN GENESIO | Il paese raggiungibile da Bolzano con la sua funi-


via panoramica, invita a passeggiare in un incantevole paesaggio
con vista mozzafiato sulle Dolomiti. Da non perdere è la “Via delle
Leggende” sull’Altipiano di larici più vasto d’Europa, il Salto: un’e-
scursione magica per grandi e piccini che porta alla scoperta di 12
affascinanti leggende della zona.
jenesien.net

megliointreno.it a par-
BVD/Roswitha Mair

tire da € 9 con i moderni


ed efficienti treni DB-
ÖBB EuroCity per l’Alto
Adige. Bambini fino a 14 anni compiuti viaggiano gratis se ac-
compagnati da un genitore o un nonno. La prenotazione è ob-
bligatoria e inclusa nel prezzo: biglietterie Trenitalia, agenzie
viaggio partner DB, ÖBB e Trenitalia, Call Center DB-ÖBB e
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di Albano Marcarini

LA CALDA FAVIGNANA
DI TUFO E DI MARE
La più grande delle isole Egadi è l’ideale per un giro in bicicletta
adatto a tutti, tra spiagge e antiche cave della piana orientale

F ra le isole Egadi, al largo della costa


siciliana di Trapani, Favignana è la
sola che per conformazione consenta
da luoghi dove le cave hanno procura-
to danno al paesaggio, qui a Favignana,
l’uomo ha suturato le ferite con orta-
della piana orientale. Le tentazioni di
abbandonare la bicicletta saranno tan-
te perché qui il mare è davvero un’at-
facili gite in bicicletta. Marettimo e Le- glie, frutteti, campicelli. Le pareti di tu- trazione irresistibile.
vanzo, le isole vicine, sono montuose e fo proteggono i prodotti della terra dal
percorribili con escursioni a piedi o a vento e dalla salsedine. Favignana ha TRA LA COSTA E L’INTERNO,
dorso d’asino. Anche Favignana ha una dunque due facce: una schiettamente IN LEGGERA SALITA
montagna ma sta al centro dell’isola e marinara, con le sue spiagge e la pesca, L’itinerario prende avvio da piazza
lascia ai fianchi due piane calcaree e e una ipogea, più nascosta. Marina, porto di Favignana, e attra-
tufacee. La piana orientale rivela un Sull’isola non piove quasi mai e d’e- versa la piazza del Municipio, con la
curioso paesaggio: ovunque vi sono state è un piacere pedalare per andare statua di Ignazio Florio. Nel 1874 la
cave e voragini causate dall’estra- alla ricerca di una tranquilla cala dove famiglia palermitana dei Florio acqui-
zione del tufo, materia prima per la bagnarsi o prendere il sole. Questo iti- stò l’isola e ne fece un emporio eco-
costruzione degli edifici. Diversamente nerario effettua il perimetro costiero nomico per la lavorazione del tonno,

Bell’Italia 121
Sentieri d’Italia

dalla cattura alla messa in scatola. Lo dell’isola. Al primo bivio si tiene a sini-
stabilimento, visibile dal molo, è oggi stra, in lieve ascesa. Sulla destra si gode
un esempio di archeologia industriale. una vista della Montagna Grossa con il
Il palazzo Florio, nel paese, si presenta diruto forte Santa Caterina, già prigio-
nel suo stile eclettico, uscito dai dise- ne borbonica. Si avvicina il bar Capo
gni di Giuseppe Damiani Almeyda, Cavallo e, al successivo “stop”, vicino
l’architetto del Politeama di Palermo. all’Hotel delle Cave, si tiene a sinistra,
Vi soggiornava la famiglia durante la sempre in lieve salita. Sulla sinistra si
stagione della mattanza. passa a Scaro Cavallo, una profonda
Ci si infila ora nell’angusta via Mazzini cava di tufo. A precipizio sul mare si
per raggiungere piazza Madrice. Si esce, trovano gli scivoli che si utilizzavano cinando cala Rossa, a cui si accede con
passando a fianco della chiesa, lungo via per caricare i blocchi di tufo sulle navi un sentiero. È il gioiello naturale dell’i-
Cristoforo Colombo, per raggiungere il da carico. Il tufo di Favignana si com- sola: un’ampia falce di roccia che fa da
lungomare Duilio. Non appena il lun- merciava in Sicilia e nel Nord Africa. I cornice all’azzurro del mare chiazzato
gomare lascia la costa, si piega a sini- geologi chiamano questa pietra tenera, da alghe scure. Sullo sfondo, l’isola di
stra, su una strada sterrata (via San facilmente lavorabile, “calcare di Pa- Levanzo. Intorno alla cala si nasconde
Giovanni), fra bassi muretti a secco. lermo”, quasi per intero composta da un intrico di gallerie e antri oscuri dove
Si torna su asfalto in prossimità del ci- resti fossili di animali. Si scorgono le generazioni di isolani hanno lavorato
mitero di Favignana, che si aggira verso gallerie nelle quali si operava lo scavo come cavatori.
sinistra, tornando lungo costa vicino a e il taglio della pietra. Dopo la visita alla cala, si continua oltre
cala San Nicola, una quieta rada mari- per riallacciarsi su uno stradello lungo
na, utilizzata come scalo marittimo dai LA “FALCE” DI CALA ROSSA costa, sotto punta Vituzzo. Il sentiero
Fenici e dai Romani. Del porto antico CON VISTA SU LEVANZO corre lungo la scogliera e in qual-
restano tracce dentro una grotticella Giunti al bivio al culmine della salitel- che punto è bene scendere di sella
sulla spiaggia. la, si seguono a sinistra le indicazioni e continuare bici alla mano. A 7,2
Si prosegue lungo la costa, fra scogliere per cala Rossa. Si procede su una pista chilometri da Favignana ecco il faro
che si protendono nel blu, e si arriva fi- sabbiosa fra campi spogli, delimitati di punta Marsala, posto su una delle
no a uno spiazzo aperto sul mare. Qui si da muri a secco. Dopo 4,5 chilometri due punte meridionali dell’isola (l’al-
lascia la costa e si segue la strada, sem- dalla partenza, a un ennesimo bivio si tra è punta Fanfalo). Fu innalzato nel
pre asfaltata, che punta verso l’interno mantiene la direzione di sinistra avvi- 1856 e si compone di una torre cilin-

122 Bell’Italia
come
dove
quando
Qui a sinistra: il faro
di punta Marsala,
eretto nel 1856 nella
parte meridionale
dell’isola. A destra:
la terrazza dell’Albergo
Ristorante Egadi,
affacciata sul mare.

ITINERARIO circolare in bicicletta


da turismo o mountain bike
nella piana orientale dell’isola
di Favignana (Trapani).
Partenza e arrivo: Favignana
paese. L’isola si raggiunge
da Trapani con i traghetti
della Siremar (090/36.46.01)
e di Liberty Lines (0923/87.38.13).
La traversata in nave richiede
circa 1 ora; dura 2 ore se
si fa scalo nell’isola di Levanzo.
Lunghezza: 15,7 km.
Dislivello: 50 metri circa.
Condizioni del percorso: strade
comunali asfaltate e tratti di
sentiero sterrato lungo costa;
munirsi d’acqua e protezione
contro i raggi solari.
Assistenza e noleggio biciclette a
Favignana: Isidoro, via Mazzini 40,
347/323.30.58; Da Pietro, via
Alessandro Volta, 347/371.68.41.
INFO Info Point Comune
di Favignana, palazzo Florio,
Favignana, 0923/92.54.43.

Alberghi e ristoranti

Albergo Ristorante Egadi


(Favignana, via Cristoforo
Colombo 17-18, 0923/92.12.32).
Ottima sistemazione in camera
e buona cucina di pesce con
la tartare di tonno alle spezie;
menu 35 €; una settimana relax
in primavera da 560 € a persona.
Albergo Aegusa (Favignana,
via Garibaldi 11, 0923/92.16.38).
Minuscolo hotel vicino alla
drica, addossata a un fabbricato. Ora un singolare promontorio di bassa sco- piazza della Madrice, nel centro
si torna sull’asfalto per continuare, più gliera, simile a una grossa zattera tor- del borgo. Doppia da 90 €.
agevolmente, sempre lungo la costa, se- mentata dai marosi. Si può compiere Trattoria El Pescador
guendo le indicazioni per lido Burrone, il giro della punta per poi proseguire (Favignana, piazza Europa,
dove si trova la più accessibile spiaggia e fare ritorno a Favignana paese. Ma 0923/92.10.35). Gustosa cucina
dell’isola. Non ha però la solitudine ovviamente le possibilità di escursioni di mare: da non mancare il tonno
delle cale più lontane perché villini e non finiscono qui. Avendo tempo e vo- rosso ma anche i sorbetti
attrezzature balneari animano una cer- glia resta tutta la piana occidentale da al mandarino. Conto 40-50 €.
ta mondanità. Si procede quindi rispet- esplorare, dietro il monte Santa Cate- Trattoria Due Colonne
tando le indicazioni per punta Lunga, rina fino all’alto faro di punta Sottile. (Favignana, piazza Madrice
sempre lungo la strada costiera. Punta È la parte dell’isola meno urbanizzata 76, 0923/92.22.91). Il cous cous
Lunga può costituire un’ultima devia- e un tempo era detta “Il Bosco”, poiché di pesce e le busiate al tonno
zione prima di tornare a Favignana. È vi predominava un’estesa lecceta. valgono la sosta. Conto 40-50 €.

Bell’Italia 123
CIBO & PAESAGGIO ROCCALBEGNA (Grosseto)

Un “otto” al profumo di anice


È il biscotto salato di Roccalbegna, dalla tipica forma intrecciata; un tempo diffuso in diversi
centri dell’Amiata, viene ancora prodotto da due forni secondo la ricetta tradizionale

A cura di SLOW FOOD ì Testi Angelo Surrusca

U na trentina di chilometri a est di


Grosseto, Roccalbegna è un picco-
lo centro dominato dalla medievale for-
esistono testimonianze scritte, soltanto
alcune mestole bucherellate di legno o
di rame, risalenti a quel periodo, usate
centimetri. Dopo una quindicina di mi-
nuti di riposo, questi vengono intrecciati
nella tradizionale forma a otto (o, me-
tezza aldobrandesca, nota localmente nella lavorazione del biscotto. glio, ad “abbraccio”). Fino al secolo
come il Sasso. Nei dintorni, merita scorso, per la cottura si ricorreva ai
senz’altro un’escursione la riserva re- SAPORITI E FRAGRANTI due forni a legna pubblici e ciascuno
gionale Oasi Wwf Bosco Rocconi, am- GRAZIE ALLA DOPPIA COTTURA contrassegnava i propri biscotti con un
biente altamente scenografico, aspro e La ricetta, tramandata in ambito familia- simbolo per distinguerli da quelli degli
selvaggio: alte pareti verticali e pinna- re, prevede un impasto a base di farina, altri. Una volta modellati, i biscotti ven-
coli rocciosi sovrastano un bosco di lati- acqua, lievito, olio extravergine di oliva, gono lessati brevemente in acqua salata,
foglie e due corsi d’acqua, il torrente sale e semi di anice messi a bagno nel fatti asciugare e poi cotti in forno.
Rigo e il fiume Albegna, che confluisco- vino bianco la sera precedente. Poiché La superficie appare di colore dorato, lu-
no prima di imboccare uno spettacolare l’olio un tempo era una materia prima cida, rugosa e irregolare. Adatti per la
canyon lungo circa 700 metri. particolarmente preziosa, i biscotti sa- colazione o a fine pasto, i biscotti salati si
In questo suggestivo angolo di Toscana, lati venivano preparati nelle occasio- mantengono fragranti a lungo. La consi-
da tempo immemorabile si produce ni speciali, mentre oggi è possibile stenza è compatta; in bocca e al naso
una particolare specialità gastronomi- trovarli in vendita tutto l’anno. emergono, decisi e persistenti, i profumi
ca: il biscotto salato, dalla forma simile Dopo una breve lievitazione, si divide e i sapori dell’anice e dell’olio extravergi-
a un otto. A detta di alcuni potrebbe l’impasto in porzioni di circa 300 gram- ne di oliva. La produzione del biscotto
risalire al Medioevo, anche se è più pro- mi, che vengono modellate a mano fino salato, un tempo diffusa anche in altri
babile sia nato nel XVIII secolo: non a ottenere sottili bastoni lunghi circa 70 piccoli centri dell’Amiata, è progressi-

124 Bell’Italia
come
dove
quando
ROCCALBEGNA
(Grosseto)
Biscotti di Roccalbegna

Toscana da gustare
tra pici e peposo
Nel piatto le genuine specialità di quest’angolo della
regione: zuppa arcidossina, pappa al pomodoro, crostini

prodotti locali (le verdure


sono dell’orto di casa)
e Presidi Slow Food sono
ingredienti di piatti come
zuppa arcidossina, pappa
al pomodoro, tortelli
al sugo di maremmana,
pici alle briciole, peposo,
cinghiale. I vini nella carta
sono frutto di un’accurata
ricerca in loco; ci sono
anche etichette nazionali
di piccoli produttori.
Conto 30-40 €.
Roccalbegna, a circa 45 km dal capoluogo Grosseto, Aiuole (Arcidosso,
Pagina precedente: del biscotto salato. si raggiunge in auto con l’A1 Milano-Roma, località Aiole, 0564/
veduta del borgo Al centro: l’impasto uscita Firenze Certosa, poi raccordo autostradale 96.73.00). Gestito
di Roccalbegna viene modellato Firenze-Siena, statale 223 e provinciale 24. da quasi mezzo secolo
dalla fortezza; in sottili bastoncini
al centro, la chiesa che poi vengono In camper: Camping Lucherino a Cinigiano, frazione da Ugo Quattrini e dalla
romanico-gotica intrecciati (sopra) Monticello Amiata, 0564/176.01.78 e 320/172.81.17. moglie Lionella, l’albergo-
dei Santi Pietro nella tradizionale ristorante è uno dei locali
e Paolo. In alto: semi forma a otto Gli alberghi Presidio Slow Food. che meglio rappresentano
di anice, ingredienti o ad “abbraccio”.
Dispone di sei camere la cultura e la storia di
Locanda la Pieve ★★★ e due appartamenti. questo angolo di Toscana.
(Semproniano, via Nella sala con il camino Dopo l’antipasto misto di
vamente scomparsa ed è sopravvissuta della Società Operaia 3, si può gustare la ricca crostini, formaggi, salumi
solo a Roccalbegna, dove la tradizione 0564/98.72.52). Piccolo prima colazione e, su e polenta, si può scegliere
era più radicata, anche grazie al lavoro e accogliente albergo prenotazione, la cena tra gnudi di ricotta e ortica,
di valorizzazione compiuto dalla Pro a gestione familiare nel a base di materie prime gnocchi di ricotta e patate,
Loco del paese che dal 1982 organizza, centro storico, alle spalle autoprodotte e prodotti coniglio in bianco, cervo in
intorno alla metà di agosto, una sagra della pieve duecentesca. tipici toscani. Doppia salmì, cinghiale al cacao.
dedicata a questa specialità. Le camere sono arredate con colazione da 90 €. Le verdure provengono
in stile classico. Con dall’orto di casa; 30-33 €.
VINO, OLIO E FARINA, il bel tempo si può cenare I ristoranti
INGREDIENTI GARANTITI o fare colazione nel
Il Presidio Slow Food, sostenuto dai pun- giardino-terrazza. L’hotel Antica Fattoria
ti vendita Conad di Grosseto e dal Comu-
ne di Roccalbegna, riunisce due forni lo-
è convenzionato con le
terme di Saturnia. Doppia
del Grottaione (Castel
del Piano, frazione
info
cali che producono il biscotto salato se- con colazione da 100 €. di Montenero d’Orcia, Presidio Slow Food
condo la ricetta tradizionale: usano vino Aia della Colonna via della Piazza 1, Referente dei produttori
del territorio maremmano, olio extra- (Santa Caterina, località 0564/95.40.20 e 349/ Libero Conti,
vergine di Roccalbegna e farine ottenu- Usi, 0564/98.61.10 820.25.75). L’osteria 0564/98.90.25.
te con varietà di grano iscritte nella Banca e 349/515.98.63). di Flavio Biserni e Amanda Sopra, il simbolo
del germoplasma (cioè dei semi) della Agriturismo biologico Centurielli è ricavato che garantisce, sulla
Regione Toscana. Non vengono utilizzati dove si allevano bovini nell’antico granaio di confezione, i prodotti
conservanti, coloranti o additivi. di razza maremmana, una fattoria. Stagionalità, dei Presidi Slow Food.

Bell’Italia 125
I PIACERI di aprile

Camera con vista | Alberghi | Benessere | Agriturismo | Buona Italia | Cantine e altro

Donna Coraly,
villa di charme fra
profumi di Sicilia

L’OCCASIONE
DEL MESE

PRIMAVERA
IN UN RESORT
DA SOGNO
Immerso in un giardino
mediterraneo nel cuore
della campagna siracusana,
il Donna Coraly Resort
(a destra) propone ai lettori
di Bell’Italia un’esclusiva
offerta nel mese di aprile.
Chi prenota un soggiorno
minimo di 4 notti, ne paga
una in meno (doppia con
colazione da 250 € a notte).
In più, sconto del 50 per
cento su tutti i trattamenti
del centro benessere
e un ingresso gratuito alla
manifestazione Radicepura
Garden Festival che si tiene
a Giarre (Catania) dal 21
aprile al 21 ottobre. E tutte
le sere aperitivo in giardino
offerto dalla padrona
di casa Lucia Pascarelli.
INFO www.donnacoraly.it

MILANO E FIRENZE

Le Frecce puntate sull’arte


Trenitalia riserva un’offerta speciale ai titolari
di Cartafreccia. Al centro due grandi mostre d’arte:
quella di Keith Haring, a Palazzo Reale di Milano fino
al 18 giugno, e quella di Bill Viola, a Palazzo Strozzi
di Firenze fino al 23 luglio. Chi raggiunge le due
città in treno e mostra il biglietto delle Frecce
ha diritto ad acquistare due ingressi al prezzo di uno.
INFO 800.89.20.21; www.trenitalia.com

Altre Occasioni a pag. 140

Bell’Italia 127
CAMERA CON VISTA
Testi di Lara Leovino

TABIANO CASTELLO (Parma) RELAIS DE CHARME ANTICO BORGO DI TABIANO CASTELLO

Regale ospitalità di famiglia


Alloggiare in un borgo
medievale dominato
da una fortezza
C ’è la storia di cinque generazioni die-
tro le possenti mura del Castello di
Tabiano. Dalla fine del XIX secolo l’altera
scere e rispettare il valore della terra. La
famiglia Corazza si allarga, le generazio-
ni si susseguono: matrimoni, nipoti, studi
dell’XI secolo significa rocca medievale che domina le colline di all’estero, carriere, trasferimenti in gran-
assaporare atmosfere Parma appartiene alla famiglia Corazza. di città. Ma la rocca sui colli rimane per
ricche di storia. E vivere La prima generazione lo acquista nel tutti il luogo in cui tornare.
un’esperienza fuori 1880 e lo ristruttura trasformandolo in Che il Castello di Tabiano sia una pas-
dal tempo, avvolti residenza, senza stravolgerne l’impianto sione di famiglia si legge negli occhi
medievale. Ripartono in quegli anni l’at- del patriarca, Giacomo Corazza, classe
dal calore e dalla
tività agricola e il caseificio che dà lavo- 1929, che con l’entusiasmo di un venten-
passione dei proprietari ro a tanti abitanti del borgo. La seconda ne mostra i lavori compiuti per far vive-
generazione cresce fra i sontuosi saloni re agli ospiti l’atmosfera unica di questo
e giocando nel grande parco ma anche angolo d’Emilia. Oggi, dopo un accurato
andando nei campi e imparando a cono- restauro, il maniero, che fa parte dell’As-

128 Bell’Italia
sociazione Dimore Storiche Italiane, è fi- gusto con mobili d’epoca, testiere in ferro ne ha preservato le caratteristiche origina-
nalmente aperto al pubblico. Le visite gui- battuto e pavimenti in cotto. Il punto di li, dai pavimenti alle finestre verniciate
date, tenute talvolta dal patron Giacomo, forza è la vista che entra dalle finestre con d’azzurro per tenere lontane le mosche. A
mostrano ambienti di fascino: la sala degli l’incanto di campi verdissimi, morbide col- tavola si gustano i piatti del territorio rivi-
Stemmi, quella degli Specchi o la cucina line e fitti boschi. Il borgo e il castello sono sitati, alleggeriti e caratterizzati da prodot-
con la stufa antica di cent’anni. Ogni stan- al centro di un paesaggio rurale ancora ti di stagione. Nelle sale sono custoditi
za svela storie e leggende. Si scoprono così intatto, orlato nelle giornate terse dal anche antichi attrezzi per lavorare il
l’infelice amore fra Isabella da Bardi, detta profilo delle Alpi. Immersi in questo con- formaggio. Ovunque, poi, si scorgono
l’Angelo di Tabiano, e Riccardo d’Orange testo ci sono i quattro casali, trasformati in le foto della famiglia Corazza, dall’800
e poi gli intrighi di corte dei Pallavicino, ville con giardino e piscina, ideali per sog- a oggi. Cinque generazioni e un punto
signori del castello dall’XI secolo. giorni di più famiglie o gruppi di amici. fermo: il Castello di Tabiano.
Il complesso dispone anche di un piccolo
CAMERE, CASALI E RISTORANTE centro benessere e di due piscine. Da In alto, da sinistra: benessere. Sotto,
Il XXI secolo ha trasformato il borgo me- quest’anno si può dormire al castello in tre scorcio di una stanza da sinistra: una delle
dievale in un hotel diffuso con suite, stanze suite esclusive al piano nobile, con soffitti nella torre di guardia; camere nelle case
veduta del complesso padronali del borgo;
e appartamenti. Ambienti country-chic affrescati, ampi camini e preziosi tessuti. con il castello e la corte di un casale;
ricavati nelle case padronali in pietra e nel- Infine c’è il ristorante che sorge nella vec- il borgo; la piscina una suite al piano
la torre di guardia del XIII secolo. Arredi di chia latteria e caseificio: la ristrutturazione vicino al centro nobile del castello.

info
Relais de Charme Antico Borgo
di Tabiano Castello, via Tabiano
Castello 4, Tabiano Castello
(Parma); 0524/88.11.68;
www.tabianocastello.com
www.adsi.it
Camere: 43 nel borgo, 4 casali,
3 suite al castello.
Prezzi: nelle camere del borgo
doppia con colazione da 99 a 200
€. Casali (da 10 a 16 persone)
da 1.200 € per il weekend. Suite
al castello, prezzi su richiesta.
Visita guidata al castello: 8 €.
Servizi: ristorante (da 30 a 40 €),
centro benessere, 2 piscine.
Chiuso dal 7 gennaio al 2 marzo.
HOTEL
Testi di Lara Leovino

SORRENTO (Napoli) GRAND HOTEL LA FAVORITA

Lì dove il mare luccica


Una terrazza sul golfo e un giardino segreto per cogliere
il meglio di una terra ricca di sapori, arte e bellezza

Un rigoglioso giardino mediterraneo e una grande piscina che guarda


il Vesuvio. Tanto basterebbe per rendere il fascino del Grand Hotel La
Favorita, 5 stelle nel centro di Sorrento. Ma le peculiarità di questo
albergo sono molteplici, a cominciare dalla passione dei proprietari,
Enzo e Tina Manniello, che hanno scelto ogni singolo oggetto d’arredo:
dai pavimenti in maiolica alle ceramiche di Vietri, dalle fioriere del ’700
napoletano ai mobili d’artigianato locale. Tutto nell’ottica di offrire
all’ospite un’immersione nello spirito, nei colori e nelle tradizioni
della penisola sorrentina. A fare la differenza sono le terrazze con
scorci sul borgo e sul mare, un orizzonte d’azzurro che si ammira anche
da alcune camere. E ancora il cosiddetto “giardino segreto” con un pro-
fumato pergolato di limoni, piante lussureggianti e alte colonne maio-
licate che sfilano nel verde. Infine i due ristoranti per gustare i sapori
del territorio e un comodo ascensore per raggiungere le spiagge.

info
Grand Hotel La Favorita,
via Tasso 61, Sorrento (Napoli),
081/878.20.31; www.hotellafavorita.com
Camere: 85 di diversa tipologia.
Prezzi: doppia con colazione da 299 €.
Servizi: terrazza, giardino, piscina, bar,
In alto: la piscina del Grand Hotel La Favorita. Sopra a destra: due camere 2 ristoranti (prezzi da 40 a 60 €), area
declinate nei colori del blu e del verde. Qui sopra: la raffinata e ariosa hall. gym. Apertura: dal 15 marzo al 6 gennaio.

130 Bell’Italia
BENESSERE
Testi di Claudia Sugliano

BERGEGGI (Savona) DOMINIO MARE RESORT & SPA

Liguria: relax nel blu


Una spa affacciata sul mare, immersa in 4 ettari di
verde. E un resort con comode soluzioni di soggiorno

La Liguria offre angoli di paradiso, come la verde collina di Bergeg-


gi, di fronte all’isolotto omonimo. Annidata nel resort Dominio Ma-
re, che propone 50 moderni monolocali, bilocali e trilocali (in bassa
stagione disponibili anche a notte) è la Spa Nova Luna Et Stellis,
aperta anche a chi non soggiorna. Emozionante è il dialogo con la
distesa marina, su cui pare sospesa la piscina esterna a sfioro. La
luce e i colori della natura inondano gli spazi attraverso le ve-
trate, mentre i rivestimenti a mosaico e i ciottoli ornamentali ripren-
dono i colori della sabbia. Vari sono i trattamenti proposti (fra cui
Brush Fango Massage), mentre il percorso benessere, che prevede
sauna, bagno turco, docce emozionali, si conclude con la vasca del
Sale del Mar Morto. Dopo l’immersione nell’ampia vasca idromas-
saggio con vista mare, non rimane che distendersi nella zona relax
e perdersi nell’incontro tra il blu del cielo e le acque del golfo.

In alto, da sinistra: uno dei luminosi bilocali


con terrazza; veduta del complesso con
alloggi e spa vista mare. Sopra: l’ampia vasca
idromassaggio. A sinistra: la piscina esterna.

info
Dominio Mare Resort & Spa
via XXV Aprile 64, Bergeggi (Savona),
019/257.04.00, 019/257.02.00;
www.dominiomarebergeggi.it
Alloggi: 50 soluzioni abitative fra monolocali,
bilocali e trilocali; prezzi in bilocale da 113
a 130 € per due persone.
Orari spa: fino al 30/4 tutti i giorni 10-20,
mercoledì chiuso; dall’1/5 al 30/9 tutti i giorni
8-20. Prezzi spa: 3 ore 35 €, 5 ore 50 €,
giornata intera 65 € con pranzo. Solarium,
piscina esterna più sdraio: 25 €.
Chiuso 15 giorni a novembre e a gennaio.

Bell’Italia 131
PIACERI
In questa foto:
le grandi botti
delle storiche
Cantine Oddero.
A destra: i portici
di via Vittorio
Emanuele, a
Cherasco, con
l’insegna della
Pasticceria
Barbero. In basso:
i golosi baci
di Cherasco.

Cherasco, sapori
del Piemonte di una volta
A cura di Auretta Monesi  Foto di Franco Cogoli

C
herasco, nel Cuneese, alla confluenza
BRA Giolito Formaggi | tra la Stura di Demonte e il Tanaro,
CHERASCO L’Enoteca è attorniata dalle Langhe e vicina
Palazzo Mentone, al Roero, territori sacri per l’enologia
l’Osteria La Torre, e la gastronomia del nostro
i baci della Pasticceria Paese, connotati da sapori unici e speciali.
Barbero, la Lumacheria Un territorio da godere, anche per la bellezza
Italiana, l’Albero del di borghi e colline, dove alle viti si alternano
Gusto, la Macelleria ordinati noccioleti. Il centro storico,
Graziano, la Locanda appollaiato su un colle, è un gioiello di
del Prof e il Ristorante razionalità ed eleganza, organizzato intorno
Il Teatro dell’Hotel al cardo e al decumano. La corte dei Savoia
Somaschi | VERDUNO vi si rifugiava ogni volta che Torino era cinta
Il Ristorante Real d’assedio. Tra portici, ampie piazze, residenze
Castello di Verduno nobiliari dagli interni fastosi e giardini segreti
| LA MORRA La Dimora si nascondono botteghe d’antan, dalle
di Campagna insegne e dagli interni di sapore sabaudo,
Bricco dei Cogni dove fare scorta delle specialità del posto:
e i Poderi e Cantine vini d’eccellenza, le lumache in tante versioni,
Oddero | RODDINO i golosi baci di cioccolata, la torta di
Il Forno del Buon Pane nocciole, la salsiccia di Cherasco, il Barolo
Mantoetto Docg e i formaggi langaroli.
Come in un’elegante Torino in miniatura.

132 Bell’Italia
BRA Per i visitatori c’è anche un piccolo delle Langhe e spumanti dell’Alta
Dal Maccagno al Seirass, museo dedicato all’arte casearia, Langa e altre zone limitrofe.
l’universo caseario dei Giolito che raccoglie attrezzi antichi legati Nell’enoteca, il Barolo Mantoetto
La famiglia Giolito si occupa da sempre alla caseificazione di un tempo. 2012 si acquista per 20 €.
di formaggi: li sceglie, li affina
e li stagiona. Nel bel negozio di Bra, CHERASCO L’osteria dei piatti dimenticati
che grazie alla manifestazione Cheese Un Barolo di nicchia Piccolo locale moderno dai colori chiari,
è diventata la piccola capitale italiana Di tutta l’area vitivinicola ammessa regno dello chef Marco Falco e della
del formaggio, ne schiera tanti e alla produzione di Barolo Docg, sua piccola brigata, l’Osteria La Torre
alcuni rarissimi, con prevalenza di caci solo un piccolo “fazzoletto” di meno è una certezza di ottimo pranzo o cena.
cuneesi e piemontesi, ma non di tre ettari di terreno rappresenta Molto richiesti gli gnocchi al Castelmagno
solo. Fiorenzo Giolito va in cerca il cru San Bartolomeo da cui nasce e alcuni piatti un po’ dimenticati ma
di formaggi di nicchia, rari per davvero. il Barolo Mantoetto, seimila bottiglie piemontesissimi, come la finanziera
Così da lui è possibile rintracciare e cinquecento magnum all’anno di uno e il rognone al verde e fondo bruno,
il Maccagno biellese, con tanto di strepitoso vino di nicchia. Unico Barolo o la trippa. Vanno molto forte anche
“medaglia” come Presidio Slow Food, di Cherasco, lo si deve alla Cantina del le lumache: al verde, preparate con
il caprino rosso, il Rhu caprino al marchese Umberto Fracassi, proprietario un’emulsione di erbe da cui Falco estrae
tartufo, il Diaulot di Marene, il Badagu anche di uno dei più bei palazzi la clorofilla, o impanate e fritte con
erborinato di capra, il Murianengo degli della cittadina. Nella sede dell’Enoteca anelli di cipolla, o ancora ricoperte
alpeggi del Moncenisio, tre versioni del Palazzo Mentone, allestita nel di pasta di gnocchi e servite con ragù,
Bra (duro, piccante e tenero), il Seirass centralissimo storico edificio e diretta da sempre di lumache. Chiusura con un
(la ricotta piemontese) e la robiola di Fabrizio Stecca, troviamo il Mantoetto e vasto assortimento di formaggi e torta
Roccaverano, in un elenco lunghissimo. altre bottiglie di pregio dell’area, tutti vini di nocciole e zabaione; conto 40 €.

Bell’Italia 133
Cherasco

1. Bottiglie in degustazione
all’Enoteca Palazzo
Mentone, nel centro
di Cherasco. 2. Scorcio
di via Vittorio Emanuele al
crepuscolo, aperta dall’arco
del Belvedere (1647),
uno dei simboli della città.
3. Il vasto assortimento
di formaggi da Giolito,
il negozio che ospita
2 anche un piccolo museo
dedicato all’arte casearia.
4. Alcuni “pezzi” pregiati
della Lumacheria Italiana.
5. Tartufi, baci di Cherasco
e praline alla Pasticceria
Barbero. 6. Forma di Saras
del fen, Presidio Slow Food.
7. Il chiostro del monastero
dei Somaschi con la chiesa
di Nostra Signora del Popolo.

3
5

4
134 Bell’Italia
Baci di cioccolato preparazioni gastronomiche, solo da “scippata” da Cherasco. L’origine
alla Pasticceria Barbero scaldare: trifolate, alla boscaiola, di questo insaccato risale ai tempi in cui,
Dentro una scatola marrone di cartone al sugo di campagna, con speck in questi due centri, vivevano comunità
che imita la pelle di coccodrillo, e spinaci, alla romana, alla Borgogna, ebraiche che proibivano l’uso del maiale.
con scritte dorate in antichi caratteri Ci sono anche il paté e il bianco caviale Per ovviare al divieto, a Bra venne creata
ottocenteschi: i baci Barbero si di lumache: per tutti i gusti. Non manca una salsiccia di bovino, con qualche
presentano così fin dal 1881, quando la linea di bellezza di creme e lozioni piccola aggiunta. A Cherasco al macinato
Marco Barbero inaugurò questa alla spuma di lumaca, rigenerante. di carne si aggiunge il Barolo,
pasticceria, che pare “strappata” ai che la rende davvero inconfondibile:
portici di Torino. Gli arredi, coevi alla Tante cose buone a questo punto le salsicce sono ben
fondazione, sfoggiano vetrinette colme sotto l’Albero del Gusto diverse l’una dall’altra, e non dovrebbe
di pasticcini, pralinerie, confetti classici Metà della vita cheraschese si svolge esserci più motivo di contesa.
e con variazioni sul tema, biscotteria. sotto ai portici di via Vittorio Emanuele. La Macelleria Graziano produce
I baci di Cherasco, vanto della casa, Una delle vetrine è quella dell’Albero la salsiccia cheraschese da consumare
imitati ma mai superati, sono fatti del Gusto di Mariella Chiappella, cruda, ma è ammessa anche la versione
con cioccolata fondente e frammenti con una raffinata scelta di formaggi locali spadellata; costo 15 € al chilo.
di nocciole e costano 44 € al chilo. A in bella mostra, provenienti da piccoli
ruota seguono le damine, cioè nocciole produttori. Da citare la tuma d’fè, cioè di Gnocchi e tajarin
tostate ricoperte di meringa, i gianduiotti capra, il braciuck stagionato in vinacce alla Locanda del Prof
e la crema al gianduia. Non potevano di Barbera, la robiola di Roccaverano, Tino Ferrondi insegnava ma aveva
mancare, nella città della lumaca, le l’erborinato e cilindrico Blu Bottera, in testa il progetto di un ristorante,
lumachine di cioccolata, seguite dalla il testun, il Bra “riposato” nel fieno da aprire nei locali che erano stati
torta Savoia, tanto per non smentire e la crema di bruz o bruss da spalmare. il laboratorio di fabbro del padre.
da che parte batte il cuore cittadino. Mariella ha poi selezionato vasetti Il figlio Umberto approvò l’idea e andò
di cugnà, la confettura di frutta e spezie ad apprendere l’arte nelle cucine
Le lumache al naturale: tipica delle Langhe, crema di tartufo di ristoranti eccelsi come il Louis XV
il sapore corre veloce e verdure sott’olio, tra le quali il dolce dell’Hotel de Paris a Montecarlo, feudo
L’idea di allevare lumache è abbastanza porro di Cervere. Poi la pasta: tajarin di Alain Ducasse. Ma il suo menu, alla
recente, ma a dispetto delle loro abitudini al tartufo, al porro e agli spinaci. E pane Locanda del Prof, non mette davvero
qui hanno avuto un successo molto fresco, di farine bio, cotto a legna. in soggezione: i piatti sono quelli
veloce. Consolidata con manifestazioni della tradizione piemontese, appena
e iniziative, l’attività di elicicoltura è Una salsiccia divisa a metà reinterpretati. Le lumache – ai porri,
oggi portata avanti da Simone Sampò, Le diatribe sulla “paternità” dei prodotti su vellutata di zucca – non mancano,
che crede nelle potenzialità del gustoso enogastronomici sono sempre accese. secondo l’uso della zona. Poi gli gnocchi
invertebrato. La Lumacheria Italiana Il motivo del contendere qui è l’origine di patate di montagna al Raschera
alleva chiocciole con mangimi naturali della ricetta della salsiccia di giovane e i tajarin con salsiccia di Cherasco al
e le vende surgelate o pronte in varie bovino di Bra, che sarebbe stata Barolo. E ancora: vitello al sale con salsa

7
Bell’Italia 135
Cherasco

2
3

1. La sala della prima


colazione alla Dimora
di Campagna Bricco
dei Cogni, circondata
dal verde. 2. Filari di vigne
di Barolo sulle colline
di La Morra. 3. Maria Cristina
Oddero delle Cantine
Oddero nella sala adibita
a percorso storico-museale.
4. Una camera della Dimora
1 di Campagna Bricco
dei Cogni, arredata con
mobili e oggetti d’epoca.
5. Alcune bottiglie delle
Cantine Oddero, tra cui
diverse etichette di Barolo
Docg in versione riserva.
Pagina seguente, in basso:
cartina con le località
citate in queste pagine.

4
136 Bell’Italia
tonnata, scaloppa di foie gras con LA MORRA Indirizzi
mela grigia, gli asparagi del Roero avvolti Una calda accoglienza
nel prosciutto crudo o impanati e fritti, nella “casa dei nonni” BRA
cardi con fonduta e tartufo nero. Bricco dei Cogni è la casa dei nonni che
Giolito Formaggi, via Monte Grappa 6,
Un’altra specialità sono le rane, fritte, i Bollano (Claudia e Livio) hanno rimesso 0172/41.29.20; www.giolitocheese.it
in salsa di pomodoro per i tortiglioni, a nuovo senza esagerare, arredandola
o in carpione con salvia, aceto e vino con mobili d’epoca piemontesi, francesi CHERASCO
bianco; menu tradizionale da 39 €. e inglesi, per creare ambienti di stile Enoteca Palazzo Mentone,
e ad alto tasso di accoglienza. Camini, via Vittorio Emanuele 120, 0172/48.99.52
L’ex teatro dove va in scena collezioni di stampe, oggettistica
Osteria La Torre,
la cucina piemontese di tono: ogni dettaglio è studiato per via dell’Ospedale 22, 0172/48.84.58;
L’edificio ospitava il collegio dei padri il piacere degli ospiti, insieme a tante www.osterialatorre-cherasco.it
Somaschi, attiguo alla grandiosa chiesa attenzioni gentili e musica classica soft. Pasticceria Barbero,
di Nostra Signora del Popolo (1693- La colazione si fa nella sala circondata via Vittorio Emanuele 74, 0172/48.83.73
1702), dalla cupola imponente. Oggi dal verde, ai tavolini rotondi ottocenteschi,
Lumacheria Italiana,
è la casa di un albergo 4 stelle lusso con prodotti locali e marmellate fatte corso Luigi Einaudi 40, 0172/48.93.82;
e del Ristorante Il Teatro, sistemato in in casa. Le camere spalancano le www.lumacheriaitaliana.com
quello che era il teatrino del complesso. finestre sulle colline, in vista del paese
L’Albero del Gusto,
Scenografico come altri ambienti e lo e del castello di Verduno, e l’ansia via Vittorio Emanuele 56a, 331/499.27.39
scalone d’accesso, ricco di affreschi, metropolitana svanisce; doppia da 120 €.
Macelleria Graziano,
il ristorante è elegante e la sua linea
via della Pace 3, 0177/48.70.70
gastronomica è stata da poco rinnovata Poderi e Cantine Oddero:
Locanda del Prof, frazione Roreto,
da Davide Odore, chef del castello una storia di famiglia
via Bra 33, 0172/49.51.36
di Guarene. Il menu è d’impronta Ci ha pensato l’avo Giacomo Oddero
schiettamente piemontese, con nel 1868 a dare la svolta al vino prodotto Ristorante Il Teatro dell’Hotel
Somaschi, via Nostra Signora
ravioli ripieni di fonduta e formaggio nelle vigne di famiglia, iniziandone
del Popolo 9, 0172/48.84.82;
Bra, vitello e peperoni, acciughe l’imbottigliamento e la vendita. Oggi da
www.monasterocherasco.it
ripiene alla mugnaia condite agli Poderi e Cantine Oddero si lavorano
agrumi, il bunet e la torte alla nocciola 35 ettari a vigneto e cinque a nocciole. VERDUNO
classica con cugnà (mostarda); L’azienda è orchestrata dal carismatico Ristorante Real Castello di Verduno,
per tre portate, conto da 50 €. Giacomo Oddero e segue l’indirizzo che piazza Canonico don Pietro Borgna 9,
le dà Maria Cristina Oddero, enologa 0172/47.01.25
VERDUNO e appassionata del suo mestiere.
Per pranzo, un invito Il vino più rappresentativo è il Barolo LA MORRA
nel castello dei Savoia Docg, proposto in diverse versioni, tra Dimora di Campagna Bricco dei Cogni,
Un piccolo maniero che più savoiardo cui cinque cru e due riserve di cinque località Bricco Cogni 39,
non potrebbe essere: in una delle e dieci anni. Poi un cru di Barbaresco, frazione Rivalta, 0173/50.98.32;
ristrutturazioni del Real Castello un gran Nebbiolo Langhe Doc, il www.briccodeicogni.it
di Verduno mise mano anche il grande Dolcetto e la brillante Barbera della casa; Poderi e Cantine Oddero, frazione Santa
Filippo Juvarra. Secondo la leggenda, prezzi a partire da 10 € fino a 140 €. Maria 28, 0173/506.18; www.oddero.it
è abitato dal fantasma di un bambino,
che si aggira per le stanze senza fare RODDINO RODDINO
del male a nessuno. Nelle ampie sale Grissini, pane e focaccia Il Forno del Buon Pane, Borgo Corini 3,
settecentesche, dalle pareti rosso scuro con le migliori farine 0173/79.40.88
e arredate con mobili dell’Ottocento, Per accaparrarsi i prodotti da forno
la famiglia Burlotto propone i piatti della di Roberto Marcarino, al Forno
chef Alessandra Buglioni Di Monale, del Buon Pane, si fa volentieri qualche
sapori che avrebbero fatto la gioia di chilometro. Aperto nel 1955, quando
Vittorio Emanuele II o di Umberto I. il grano era trebbiato ancora sulle aie,
La minestra di fegatini di pollo, detta oggi presenta una linea di prodotti
del bate ’l gran, è la specialità della ottenuti con procedimenti rispettosi
casa; a seguire, la perfetta cipolla della salute: molta attenzione alla filiera
al sale, gli gnocchi di carote con crema bio, niente grassi animali, ricerca
di toma, la lingua di vitello in salsa agra di ingredienti d’alta qualità, impiego di
di verdure e la faraona all’uva. Chusura pasta madre. Ecco allora le specialità:
con bunet vellutato e frutta al vino grissini tirati a mano di farine varie
rosso e pepe nero. Vini dell’azienda (farro, sesamo, khorasan, monococco,
Burlotto tra i quali un rosso locale, integrali, segale), poi pani di tante
il Verduno Pelaverga doc, dall’omonimo tipologie e pezzature, focacce alle
vitigno, molto amato da Vittorio Emanuele olive, pizze, crostate al malto, brioche,
II; menu di cinque portate a 45 €. pancioccolato e pane con l’uvetta.

Bell’Italia 137
Cherasco

La ricetta

Coniglio in civet
Carne bianca marinata nel vino rosso per un piatto
campagnolo senza tempo, perfetto con la polenta

In nessuna vera casa di campagna mancano galline e conigli: anche


il Piemonte conferma questa regola. E perciò il bravissimo Marco Falco,
chef dell’Osteria La Torre di Cherasco, si adegua e sfodera un piatto
che lega i grandi vini del territorio con la carne di coniglio, bianca, magra
e saporita. Il civet, cioè la marinatura nel vino rosso, è una preparazione
tradizionale. Oltre al vino si aggiungono solo verdure
e aromi: non serve altro, se non la mano felice nelle dosature
e i tempi giusti di cottura. A Falco piace cucinare il coniglio in civet –
piatto contadino che faceva faville anche sulle tavole nobili – nelle
rassicuranti pentole di coccio, magiche per amalgamare sapori e
mantenere la giusta temperatura. Il contorno perfetto è una polenta Marco e Matteo Falco dell’Osteria La Torre
appena spaiolata, morbida e rovente, oppure a crostoni, caldissimi. di Cherasco con il loro coniglio in civet.

Procedimento

Ingredienti 1
Preparare la marinata.
4
In un tegame di cotto
In una terrina sistemare versare l’olio rimanente
Per 6 persone: i pezzi di coniglio lavati e rosolare, per almeno
e asciugati e coprirli 5 minuti, le verdure
• 1 coniglio già tagliato con il vino, insieme alle scolate dalla marinatura.
a pezzi verdure a pezzi, l’aglio, Aggiungere il coniglio
il mazzetto guarnito e la irrorandolo, un po’ per
• 1 bottiglia di Nebbiolo noce moscata grattugiata. volta, con il vino. Salare
o di Barbera Lasciare riposare e cuocere per 50 minuti.
• 1 cipolla per almeno una notte. Eliminare l’aglio.
• 1 carota
• 2 gambi di sedano
• 3 spicchi di aglio vestiti
• 1 mazzetto guarnito 2
Prendere ora i pezzi
5
Dopo aver tolto
di rosmarino, timo, di coniglio dalla marinatura dal tegame di coccio
salvia, alloro e tamponarli con della i pezzi di carne, passare
• 1 grattatina di noce carta assorbente; poi il sugo di verdure
moscata scolare la marinatura al setaccio, senza
tramite uno scolapasta il mazzetto guarnito.
• 4 chiodi di garofano e metterla da parte.
• 20 chicchi di pepe
frantumato
• 1 cucchiaio
di concentrato
di pomodoro
• 1 bicchiere di olio
extravergine d’oliva
3
Versare 1/2 bicchiere d’olio
6
Disporre il coniglio sui
• sale in una casseruola e piatti di portata insieme
scaldarlo a fuoco vivace, a un letto di polenta
senza che frigga. Inserire fresca, ricoprire con
i pezzi di coniglio facendoli il sugo ben caldo e servire.
rosolare. Abbassare la
Vino consigliato: fiamma fino a che il liquido
un Nebbiolo della carne si sia ristretto.
I pezzi di coniglio rosolati
vanno messi da parte.

138 Bell’Italia
CANTINE D’ITALIA
Testi di Giuseppe De Biasi

CAZZAGO SAN MARTINO (Brescia) MONTE ROSSA

L’aristocrazia
bresciana
delle bollicine
Una distesa di vigneti fra colline, pianura e lago. La storia del Franciacorta
passa anche da queste cantine, grazie alla passione della famiglia Rabotti

Prima cantina della anche Oscar Farinetti, La visita a Monte Rossa


Franciacorta a puntare che ha acquisito il 33% della è un viaggio nella storia
esclusivamente su vini società, unico caso nelle sue del Franciacorta, anche
rifermentati in bottiglia, numerose partecipazioni considerando che Paolo
Monte Rossa nasce nel 1972 vitivinicole in cui è socio Rabotti nel 1990 è stato fra
a Bornato, dove il compianto di minoranza, segno della i fondatori del Consorzio
IL VINO
Paolo Rabotti e la moglie stima che ripone nella oltre che primo presidente.
Paola insieme ai Berlucchi, famiglia e nel marchio. L’imponente villa padronale FRANCIACORTA
Barzanò, Cavalleri, Zanella Settanta ettari di vigneti, ne rappresenta il fulcro, con le DOCG
e Ziliani rappresentano quella incorniciati nella fascia vecchie cantine dove gli archi CABOCHON
ristretta “aristocrazia” delle collinare che separa il lago abbracciano le fila di pupitre, BRUT 2011
bollicine bresciane che ha d’Iseo dalla pianura, accolti in cui riposano le nobili Il termine “cabochon”
saputo lanciare il marchio da terreni morenici di origine bollicine del Coupé, Flamingo identifica una pietra
Franciacorta nel gotha glaciale e con escursione o Cabochon. All’esterno preziosa con un taglio
del metodo classico. climatica e ventilazione c’è il parco alberato con la privo di sfaccettature,
Un piede nella tradizione ideali a fornire, alle bollicine scalinata monumentale dove che accentua la
agricola e un altro Monte Rossa, freschezza, gli enoturisti si intrattengono lucentezza dell’ovale.
nell’innovazione tecnologica, sapidità e mineralità. come ospiti della casa. Nome appropriato
dal 1992 la guida dell’azienda Altra caratteristica dello E ripensando al claim che per uno splendente
è passata all’intraprendente stile Rabotti è l’uso accompagnava il manifesto protagonista del
figlio Emanuele, a cui (equilibrato) delle barrique promozionale, con Emanuele Franciacorta, dal giallo
recentemente si è unito per la fermentazione di Rabotti in veste di giocatore paglierino brillante
una parte delle uve, oltre di biliardo, il Monte Rossa e dal perlage finissimo:
all’accuratezza delle cuvée, è proprio un “Franciacorta 70% Chardonnay e 30%
info complesse e strutturate
ma innervate sempre da
che spacca”, anzi, a
giudicare dal suo successo
Pinot Noir, da uve
provenienti solo dai cru
Monte Rossa,
Cazzago San Martino una peculiare bevibilità. internazionale… che stappa! di vigna Pratone, Barek,
(Brescia), località Bornato, Brolo, Palo e Nespoli.
via Monte Rossa 1,
Al naso l’ampio
030/72.50.66;
www.monterossa.com ventaglio aromatico
Come arrivare: apre a profumi
dall’autostrada A4, uscita fruttati e floreali
Rovato; seguire poi le di pompelmo e
indicazioni per Bornato.
Visite e degustazioni: biancospino, poi
su prenotazione (paola@ mandorla, brioche
monterossa.com; 348/ e spezie dolci.
758.69.48), da lunedì Affinato sui lieviti
a venerdì alle 10 e alle 15,
almeno 36 mesi,
sabato alle 10,30.
La visita comprende è prodotto in 60
un’introduzione sulla storia mila esemplari (su
della Franciacorta, 500 mila bottiglie
del metodo classico totali) al prezzo di
e di Monte Rossa, con
degustazione finale di 3 In alto: i vigneti e la collina di Monte Rossa con la chiesetta 45 €. Abbinamento
calici (di cui 1 millesimato). di Santa Barbara. Foto sopra a destra: le volte dell’antica consigliato:
al prezzo di 25 €. cantina interrata. Qui sopra: villa Monte Rossa, fulcro della tenuta. crudité di pesce.

Bell’Italia 139
OCCASIONI_GIRO D’ITALIA
Testi di Lara Leovino e Pietro Cozzi
DUE RUOTE, INFINITI PAESAGGI

REGGIO EMILIA ARTE E SPORT

PEDALARE IN PIANURA

Grand Tours Project


Arrivo e partenza di tappa nella città emiliana:
il 18 maggio la Forlì-Reggio Emilia e il 19 maggio
la Reggio Emilia-Tortona. Per soggiornare in città
e assistere a questi eventi del Giro, si può scegliere
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GIRO D’ITALIA LE PROPOSTE DEI TOUR OPERATOR
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visitare la città (foto sopra) che dal 5 maggio al 19
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tor nazionali e internazionali dedicano viaggi ad hoc. Grand Tours Project, Il 28 maggio il gran finale del Giro d’Italia
ad esempio, propone il pacchetto Sardinia and Sicily (dal 4 all’11 maggio, 2017 parte da Monza: una cronometro di 28 km
da Alghero a Catania) per visitare le due regioni percorrendo in anteprima dall’autodromo fino a Milano, in piazza Duomo. Nel
le tappe dei campioni. Si pedala sulle strade del Giro fra gli splendidi scor- weekend del 26-28 maggio, il 4 stelle lusso Hotel
ci delle due isole, ci si ferma a gustare i sapori tipici, si visitano le città e si de la Ville, di fronte al parco di Monza e all’autodromo,
assiste alle gare. I prezzi per 7 notti in hotel di charme partono da 3.500 prevede la tariffa di 168 € a notte in camera
€ e comprendono gli itinerari ciclistici con guida, l’ingresso nella vip area doppia con colazione. INFO www.chateauxhotels.it
del Giro, pranzi, cene e assistenza completa in loco. Musement invece, fra
i tanti pacchetti propone la Fly Experience per godere dall’alto la tappa
SARDEGNA VIA MARE VERSO LA PRIMA TAPPA
Foligno-Montefalco (il 16 maggio). L’offerta prevede il pass nell’area ho-
spitality, lunch, volo di 20 minuti in elicottero sopra la corsa, rientro con
navetta, al costo di 1.000 €. Tutte le info sui tour operator legati al Giro si Traghetto scontato per il via
trovano nel sito ufficiale di Rcs Sport: www.giroditalia.it/it/tour-operator In occasione della partenza del Giro d’Italia da
Alghero (5 maggio), la Grimaldi Lines (foto
sotto) dedica agli appassionati uno sconto del
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Canazei (219 km) passa dall’Aprica. Il pacchetto maggio (ritorno). INFO www.grimaldi-lines.com
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vuole seguire il Giro e cimentarsi in bici
nelle salite più storiche e tecniche. Propone
4 giorni, dal 20 al 24 maggio, in cui si pedala
su passi come il Tonale, il Mortirolo e lo Stelvio
(a sinistra), con la partecipazione il 22 maggio
del campione Ivan Basso. Pernottamenti
nel 4 stelle Hotel Serenella con pensione
completa, assistenza nei tour ciclistici e
pass per la 16a e 17a tappa a 850 € a persona.
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Casa Manzoni,
direzione scientifica di Fernando
Mazzocca, Mondadori
Electa 2016, 228 pagine, 110 €.
Formato: 24x24 cm

LUOGHI DELLA MEMORIA

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L’ETÀ D’ORO DI PALERMO
DEL GRAN LOMBARDO Da luglio 2015, la Palermo arabo-normanna
La storica collana Electa “Musei e raccolte, è un invito alla visita. Attraverso è iscritta, insieme alle cattedrali di Cefalù
Gallerie di Milano” si è arricchita del agili saggi e un cospicuo apparato e Monreale, nella lista del Patrimonio
volume dedicato a Casa Manzoni, di schede dedicate agli oggetti esposti Mondiale Unesco come «esempio
l’abitazione in via Morone in cui lo introduce alla storia della casa e alla di convivenza e interazione tra diverse
scrittore visse dal 1814 alla morte, nel conoscenza della vita e dell’opera componenti culturali di provenienza storica e
1873, di recente interessata da un manzoniane, tra ritratti e fotografie geografica eterogenea». Il volume di Vittorio
restauro. Vi si conservano, pressoché di famiglia, illustrazioni e dipinti che Noto, architetto e docente universitario,
inalterati, la camera da letto e lo studio testimoniano la popolarità dei Promessi analizza in profondità la realtà di quella
di Manzoni, e dal 1937 è sede del Sposi e descrivono i luoghi manzoniani, convivenza, mostrando come l’arrivo dei re
Centro Nazionale Studi Manzoniani. volumi e documenti che raccontano normanni in Sicilia, nell’XI secolo, abbia dato
L’intervento ha consentito il riordino il Manzoni scrittore, ma anche vita alla straordinaria fioritura culturale
delle collezioni che vi sono allestite: l’appassionato di botanica (sopra: la sala e architettonica che ha disegnato una
quadri, libri e memorie che parlano dedicata alla fortuna dei Promessi Sposi; città splendida. Palazzo Reale, la cappella
dell’uomo e dell’autore, degli affetti che sotto, da sinistra: La famiglia Manzoni, Palatina, la cattedrale, i palazzi della Zisa
lo circondavano e della fortuna delle sue 1824-25 circa, di Ernesta Bisi Legnani, e e della Cuba sono protagonisti di pagine
opere. Il volume, catalogo ragionato delle il passaggio tra la prima e la seconda sala). intense che ne svelano le peculiarità
costruttive: moduli architettonici e gusto
decorativo di derivazione bizantina, tecniche
edilizie e di climatizzazione arabe, il tutto
interpretato in chiave locale. Edifici
da sogno spesso immersi in magnifici
giardini, tra peschiere e fontane.

Palazzi e
giardini dei re
normanni di
Sicilia, di Vittorio
Noto, Edizioni
d’arte Kalós 2017,
128 pagine, 15 €.
Formato: 17x24 cm

142 Bell’Italia
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Felicità
d’Italia, di Piero
Bevilacqua, Editori
L’ARTE IN CUCINA
Laterza 2017,
214 pagine, 20 €.
GLI ARTISTI INCONTRANO GLI CHEF
Formato: 14x21 cm

PATRIMONIO
BELLEZZA E BENESSERE
Che cosa fa dell’Italia il «più bel Paese
del mondo», come si legge sopra la testata
di Bell’Italia? Le pagine della nostra rivista
cercano di rispondere ogni mese a questa
domanda; e sulle profonde radici storiche
di alcune tra le peculiarità che hanno reso
speciale la Penisola si esercita l’approfondita
disamina di Pietro Bevilacqua, storico,
docente e saggista. Partendo dalle riflessioni
di Carlo Cattaneo sulla «felicità dei popoli»,
frutto di consuetudini create dall’intelligenza
degli uomini, il saggio affronta in primo
luogo l’eccellenza dell’agricoltura e della
cucina, derivate dall’accoglienza di influssi
mediterranei e nord-europei, per poi passare
all’“invenzione” della città come luogo di
pubblico benessere, «sintesi di funzionalità
ed eleganza». Di grande interesse anche i
capitoli dedicati ad altri due patrimoni comuni
italiani: la canzone napoletana e le forme

D
di associazionismo in Emilia Romagna. ai pennelli ai fornelli: il volume, che coniuga arte e cu-
cina, nasce da un’idea di Domenico Monteforte, apprez-
zato artista con la passione per la buona tavola. Il progetto
Rossini,
la musica
editoriale, a cura dello scrittore e sommelier Alberto Sac-
del cibo, chetti, invita oltre sessanta protagonisti del mondo artistico
di Ketty Magni, a proporre altrettante ricette, tutte “certificate” da cuochi
Cairo 2017,
220 pagine, 15 €. di alto livello. In apertura i saluti di Giammarco Puntelli, cri-
Formato: 15x21 cm tico e curatore d’arte, e di Fabio Campoli, chef internazio-
nale, conduttore di trasmissioni televisive e prolifico autore.

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Niente di meglio
del territorio ferrarese
per un soggiorno fra piaceri,
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Qui, in quella che un tempo fu una delle corti
più importanti d’Europa, l’eredità degli Estensi
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castello e nelle suggestive atmosfere delle strade orlate da
portici sotto i quali aprono le porte ottimi ristoranti
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accoglienze, tipiche cucine e genuini prodotti,
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del centro storico, offre un’ottima Colpa d’Alfredo è uno dei 6
occasione per mangiare alla ristoranti premiati per la qualità
ferrarese fra accoglienti e rilassanti da Legambiente. Segnalato da Il
atmosfere. Il ventaglio dei sapori, Mangiarozzo fra i 1000 da provare
davvero irresistibile, va dalle almeno una volta nella vita,
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e creativi piatti stagionali a base 1925 pane e dolci fatti in casa,
di pesce, funghi e tartufo. Sala cappellacci di zucca, passatelli,
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turistici e fornitissima cantina. tartufo, salsiccia in umido...
Ristorante Ca’ d’Frara - Via del Gambero 4 - Ferrara Ristorante Colpa d’Alfredo - Via Ferrara 225 - Rovereto (FE)
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i classici piatti di Comacchio, un angolo della vecchia e pittoresca
dall’anguilla, regina del menu, al Comacchio. Sulle rive del Canale
pesce dell’Adriatico con in evidenza Maggiore, offre cucina tipica
quello cotto alla brace secondo la marinara e 14 confortevoli camere
tradizione locale. Marinati, sfoglie e climatizzate. L’ideale per vacanze
dolci fatti in casa. nel Parco del Delta del Po.
Antica Trattoria La Barcaccia - Via XX Settembre 41 - Comacchio (FE) Locanda La Comacina - Via Fogli 17/19 - Comacchio (FE)
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Lasciate Entrare il Sole è un nuovo All’Agriturismo La Florida di Via Il Presidio Ristorante e Locanda Fra i magici paesaggi del Parco del
modo di vivere la moda a Ferrara! per Burana 103 a Bondeno (FE) offre in Strada Prafitta Bertolina 17 Delta del Po, B&B Al Ponticello offre
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Ideale per visitare il Parco del Delta Cuordilavanda di Via dei Frutteti Antico casale di campagna immerso Attiva da 35 anni, la Pasticceria
del Po, Locanda Il Varano offre a 11 a Migliarino (FE) - Cell. 333 in un grande parco, B&B Ca’ Morari Cobra D’Oro di Via Mons. G.
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I borghi disegnati di Matteo Pericoli scrivete a
a cura di Sandra Minute lapostadibellitalia@cairoeditore.it
oppure: Bell’Italia,
Corso Magenta 55, 20123 Milano

Un viaggio tra i borghi più belli d’Italia che metterà alla prova la vostra conoscenza
del Bel Paese. Riconoscete la località interpretata dalla matita di Matteo Pericoli?
Chi invierà la risposta esatta potrà proporre il soggetto per uno dei prossimi numeri

Qualche indizio qua e là... Il toponimo allude alle numerose grotte costruito intorno al Mille, è in parte
scavate nella rupe di arenaria fin da tempi scavato nella roccia. A pochi chilometri
remoti e usate come abitazioni fino da qui è stata scattata una delle più celebri
a pochi decenni fa. Anche il castello, fotografie dello sbarco alleato in Sicilia.

Il borgo di marzo era: Bard (Aosta) I primi lettori


che hanno indovinato:
Molti giovanissimi lettori hanno riconosciuto Giorgio Dondi, Busseto, Annarita Fantozzi,
il Forte di Bard, l’imponente fortificazione Lucca, Rita Casazza, Genova, Angela
ottocentesca che occupa la rupe soprastante: Carbonaro, Genova, Alessia Balzarotti,
dal 2006 ospita un interessante Museo Corbetta. Abbonati: Mario Mozzicafreddo,
delle Alpi, oltre a essere museo di se stesso Tolentino, Arianna Carapelli, Siena. I più
e sede di mostre temporanee. Il borgo sorge giovani: Pietro Pogliano, 10 anni, Mondovì,
ai piedi dell’altura, lungo la Dora Baltea, Giulia Del Boca, 12 anni, Boca, Mattia
nel punto più stretto della valle (suggerimento Zecchi, 10 anni, Bolladello di Cairate,
di Eleonora Rossi, indirizzo email). Tommaso Lorenzi, 12 anni, Bergamo.

148 Bell’Italia
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L’immagine inserita è a scopo illustrativo. Le caratteristiche, gli accessori e i colori possono differire da quanto rappresentato.

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