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LA CHIESA Toscana
MONTEPULCIANO
Il tempio di San Biagio, un gioiello
del Rinascimento in Val di Chiana IL MONUMENTO • ROMA
PALAZZO VENEZIA
LA RIAPERTURA • BOLOGNA
IN CIMA ALLA TORRE
DEGLI ASINELLI
TRADIZIONI • PIEMONTE
GLI INFERNOT
DEL MONFERRATO
il weekend
>
70378
ALTA TUSCIA
ISSN 0394 7203
720006
QUANDO LA BELLEZZA
ABITA SOTTOTERRA
In copertina: il Tempio di San
Biagio, a Montepulciano, borgo
toscano in Val di Chiana.
Foto di: Andrea Pistolesi
OTTOBRE_IN LAZIO
La rocca di
Ischia di Castro
e altre scoperte
Qui hanno governato
per oltre un secolo,
tra Cinquecento e
Seicento, i Farnese,
lasciando in eredità al
territorio monumenti
di grande valore.
Come la rocca di Ischia
di Castro (in basso), L’infernot Cesare Langosco a Fubine Monferrato (Alessandria)
di proprietà privata di
uno storico dell’arte
che ne ha appena
È
terminato il restauro grazie a loro che il Monferrato è stato inserito nel Patrimonio Unesco
e la apre alle visite su
prenotazione. Punto tra i paesaggi vitivinicoli piemontesi. Sono singolari opere di
di partenza ideale architettura tradizionale, scavate a mano nella pietra da generazioni di
per un fine settimana vignaioli per conservare nelle migliori condizioni climatiche le loro bottiglie
alla scoperta delle
bellezze naturalistiche
più preziose. Non semplici cantine, ma infernot. Più che l’inferno evocato
e artistiche della zona, dal nome dialettale, un paradiso del gusto. L’ultimo censimento ufficiale ne
fra il lago di Bolsena conta 78 nel Monferrato Casalese, da Cella Monte, dove si trova l’Ecomuseo
e il mar Tirreno, tracce
della Pietra da Cantoni, a Vignale e Fubine. Molti sono privati, e i più
del passato etrusco,
borghi arroccati scenografici, veri templi della religione del buon bere, vengono aperti alle
e soste golose in visite soltanto in occasioni speciali, come quella del prossimo 22 ottobre.
trattorie e agriturismi. Sono la meta ideale per un fine settimana d’autunno tra paesaggi e sapori,
che può culminare ad Alba, dove dal 5 al 26 ottobre una mostra racconta
gli infernot più belli attraverso le immagini di sette importanti fotografi.
Altri sotterranei, altri tesori, questa volta artistici. Siamo a Carpignano
Salentino, a pochi chilometri da Otranto, dove una piccola chiesa ipogea
conserva un suggestivo ciclo di affreschi bizantini. In tutta la Puglia, dalle
Murge fino al Leccese, si trovano insediamenti simili, spesso ricchi di
decorazioni murarie. Ma in questa cripta dedicata a Santa Cristina, dove si
sono alternati più artisti a partire dal IX secolo, è stata realizzata una delle
opere d’arte rupestre più estesa e meglio conservata di tutto il Meridione.
Bell’Italia 3
96
Ottobre 2017 CELLA MONTE
BOLOGNA
MONTEPULCIANO
ISCHIA DI CASTRO
ROMA
CARPIGNANO
MONTEPULCIANO (Siena) Tempio di San Biagio
34 RINASCIMENTO NEL PAESAGGIO PALERMO
34 46
57
60
BOLOGNA Torre degli Asinelli
BELVEDERE DA VERTIGINE
Dove Come Quando
108
60 il weekend
ISCHIA DI CASTRO
23 DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
emanuelarosaclot@cairoeditore.it
RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE
Elisabetta Planca Caporedattore
elisabettaplanca@cairoeditore.it
UFFICIO CENTRALE
Rossella Giarratana Caporedattore
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128
Pietro Cozzi pietrocozzi@cairoeditore.it
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Raffaella Piovan raffaellapiovan@cairoeditore.it
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REDAZIONE
Terry Catturini terrycatturini@cairoeditore.it
Lara Leovino laraleovino@cairoeditore.it
Elena Magni elenamagni@cairoeditore.it
Carlo Migliavacca carlomigliavacca@cairoeditore.it
Sandra Minute sandraminute@cairoeditore.it
PHOTO EDITOR
Milena Mentasti milenamentasti@cairoeditore.it
132
28 con i festival D’Alessio, Giuseppe De Biasi, Sandra Fiore, Silvia
Frau, Barbara Gabbrielli, Rosalba Graglia, Albano
30 all’aria aperta Marcarini, Gabriele Miccichè, Auretta Monesi,
32 del gusto Vannina Patanè, Vittorio Sgarbi, Angelo Surrusca
6 Bell’Italia
I collaboratori di questo numero
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Piemontese di Casale Giornalista Comasco, è noto Lavora nell’editoria Via dei Franzone 6/1, 16145 Genova
Monferrato, fotografo professionista, vive come fotografo dal 1977, prima a Tel. 010/3106520, fax 010/3106572
e art director, sviluppa a Roma ma adora “Instant artist” Palermo per Sellerio info@nuovagiemme.it
la sua ricerca in il mare, soprattutto e creatore del e poi a Milano con TRIVENETO:
questi due ambiti dalla quello del Gargano, movimento Dada Gabriele Mazzotta. Cairo Pubblicità SpA (Filiale di Verona)
fine degli anni 80. sua terra d’origine, Polaroid. La sua Dal 1989 è socio e art Vicolo Ghiaia 7, 37122 Verona
Interessato alle nuove e della Sicilia. A lungo tecnica più conosciuta director dello studio Tel. 045/4750016, fax 045/4750017
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tecnologie, è tra i primi impegnata nell’ambito è il mosaico e le sue editoriale Ready-
Media Nord-Est
a usare il linguaggio televisivo, è stata opere fanno parte di made. Scrive di arte Via Trainini 97, 25133 Brescia
“iPhoneography” autrice dei testi prestigiose collezioni per diverse testate Tel. 030/2007023, fax 030/2096070
come mezzo della trasmissione di fotografia. In e le sue passioni vivianagrassi@fastwebnet.it
espressivo. Sono Linea Verde. In questo numero sono la letteratura, la EMILIA ROMAGNA/RSM/MARCHE:
sue alcune delle questo numero ci ci mostra alcuni scatti grafica e l’arte urbana. Cairo Pubblicità SpA (filiale di Bologna)
immagini che racconta gli affreschi che interpretano il In questo numero Corte Isolani 1, 40125 Bologna
illustrano il servizio della cripta bizantina mondo degli infernot, firma il servizio sul Tel. 051/3763006, fax 051/0920003
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sugli infernot del di Carpignano nel Monferrato tempio di San Biagio a
Mass Media
Monferrato (p.78). Salentino (p.88). Casalese (p.78). Montepulciano (p.34). Galleria Cavour 9, 40124 Bologna
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TOSCANA/UMBRIA:
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Alessandro Collini
LE IMMAGINI DI QUESTO NUMERO Via Ravenna 24, 09125 Cagliari
Lettere: Massimo Ripani (p.10). Notizie: Daniele Bonelli, Daniela Minute (p.14), iGuzzini (pgg. 14-15), DeAgostini/Getty Images, Lidia Tel. 070/305250, fax 070/343905
Giusto (p.15). Dicono di noi: Bildbaendiger/Marka; Alamy Stock Photo/IPA (p.18). Appuntamento con Vittorio Sgarbi: Riccardo a.collini@cairocommunication.it
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è una rivista del gruppo
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Roberto Candido/Studio 2.0 (p.76). Infernot: Ilenio Celoria (pgg. 78-79, 84-85). Scheda Monferrato: Jader Alto/Marka (p.86), Herbert SETTIMANALI
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Menna (p.124, 125), Michael Boyny/Stockfood, Silvio Masciangelo (p.125). Occasioni: Alessandro Villa/Alamy Stock Photo (p.142). DiPiù, Settimanale DiPiù e DiPiù
Prossimamente: Massimo Ripani, Museo Nazionale di Capodimonte (p.146). Cartine: Quaterd. Stellare, TV MIA, settimanale NUOVO
e NUOVO TV, “F”, settimanale GIALLO,
ERRATA CORRIGE: nel numero 377 (settembre 2017), nella foto di p.40-41 quella che si vede in lontananza è l’isola di Molara Enigmistica PIÙ
e non Capo Coda Cavallo, come indicato nella didascalia; il gruppo montuoso a p.79 non è il Cristallo ma il Pomagagnon; a p.146 QUINDICINALI
è raffigurato il palazzo delle Assicurazioni Generali e non Palazzo Venezia. Ce ne scusiamo con i lettori. Settimanale DiPiù e DiPiù TV Cucina,
NUOVO e NUOVO TV Cucina
Testi e fotografie non richiesti non vengono restituiti MENSILI
Airone, Antiquariato, Arte, Bell’Europa,
Bell’Italia. Alla scoperta del più bel paese del mondo. Copyright 2017. Cairo Editore S.p.A. Tutti i diritti riservati. Testi, Bell’Italia, For Men Magazine,
fotografie e disegni contenuti in questo numero non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l’autorizzazione Gardenia, In Viaggio, Natural Style
dell’Editore. Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano il 5/4/1986, n. 169. Una copia euro 4, arretrati euro 8.
8 Bell’Italia
Lettere Risponde la redazione scrivete a
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oppure: Bell’Italia,
C.so Magenta 55, 20123 Milano
Caro Francesco, eccoti accontentato. Abbiamo scelto la veduta del lato LA PINACOTECA DEI CAPPUCCINI
nord, ma anche gli altri due disegni erano molto belli. Complimenti per la
precisione e l’attenzione Vorrei segnalare uno dei tantissimi gioielli
ai dettagli con la quale della nostra Italia, la Pinacoteca dei Frati
hai voluto “ritrarre” Cappuccini di Voltaggio (Alessandria). Nel
un monumento che convento si può ammirare una interessante
ti ha colpito, ispirandoti quadreria con opere dal XV al XVIII secolo
ai lavori degli illustratori di autori come Luca Cambiaso, Andrea
di Bell’Italia. Chissà, Semino, Lazzaro Tavarone, Bernardo
magari tra qualche Strozzi, Domenico Fiasella, Domenico
anno sarà proprio Piola, il Grechetto, Mattia Preti eccetera.
un tuo disegno Un altro gioiello è l’oratorio di Nostra
a corredare uno Signora del Gonfalone. Meriterebbero
dei nostri servizi... senz’altro un articolo sulla vostra rivista.
Daniela Andreoni, Vado Ligure (Savona)
10 Bell’Italia
Notizie
A cura di Sandra Minute Fotografia Luciano Romano
ROMA I VENT’ANNI DALLA RIAPERTURA DELLA GALLERIA BORGHESE
UNA NUOVA
LUCE SU GIOTTO
MILANO APERTURA ALLE VISITE GRAZIE AI VOLONTARI DEL TCI Uno splendore mai visto per gli affreschi di Giot-
La Certosa, un gioiello in mezzo al traffico to. Nella cappella degli Scrovegni, affrescata dal
maestro toscano tra 1303 e 1305, è stato inaugurato
Per tanti milanesi “Certosa” è solo un’uscita della tangenziale. un innovativo impianto di illuminazione iGuzzini.
Certo, la posizione non è delle più felici, tra un cavalcavia Un sistema “intelligente” che, attraverso l’uso di ap-
e le strade trafficate di periferia, ma la Certosa di Garegnano parecchi a led, sensori ambientali e applicazioni
è un vero gioiello da scoprire. Fondata nel 1349 da Giovanni software, è in grado di adattare la luce artificiale alle
Visconti qualche miglio fuori (allora) dalle mura cittadine, variazioni della luce naturale che entra dalle sei fi-
dal 1562 la chiesa fu impreziosita da architetti, pittori e scultori nestre: temperatura, colore e intensità si autorego-
come Simone Peterzano (il maestro di Caravaggio) e Daniele lano in modo da garantire costantemente la miglior
Crespi, autore di un magnifico ciclo di affreschi. E ora questo fruizione degli affreschi, esaltando in particolare i
tesoro d’arte apre stabilmente alle visite grazie ai volontari valori cromatici delle tonalità calde, giallo, rosso e
del Touring Club Italiano: è il 18° sito milanese fruibile grazie arancio, le aureole e le dorature.
all’iniziativa “Aperti per voi”. INFO via Garegnano 28, visite sabato 9,30- INFO tutti i giorni 9-19, ingresso 13 €, prenotazione obbligatoria;
17,30 e domenica 13,30-17,30, ingresso libero; www.touringclub.it/apertipervoi 049/201.00.20, www.cappelladegliscrovegni.it
14 Bell’Italia
I NUMERI CHE CONTANO
600
i luoghi da scoprire
nella Giornata Fai
d’Autunno del
15 ottobre. Palazzi,
chiese, castelli, parchi,
teatri, architetture
industriali ma anche
interi quartieri e borghi,
luoghi inaccessibili o poco
valorizzati, aprono alle
visite guidate condotte
da 3.500 volontari,
FIRENZE BIGLIETTO UNICO PER I DUE MUSEI COLLEGATI DAL PASSAGGIO SOSPESO
con 190 itinerari tematici
Da Palazzo Vecchio agli Uffizi volando alto in altrettante città d’Italia
(www.fondoambiente.it).
Due musei con un unico biglietto, passando dall’uno all’altro con
il suggestivo percorso aereo che li collega. Oggi Palazzo Vecchio e la
Galleria degli Uffizi si possono visitare insieme, utilizzando il passaggio
coperto che scavalca via della Ninna: è il primo tratto del Corridoio
Vasariano, che era chiuso dal 1871. INFO prenotazione obbligatoria, orario
9,30-17,15, giovedì 9,30-12, chiuso lunedì; biglietto 26,50 €; 055/29.48.83.
Bell’Italia 15
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
P
DELLA VELOCITÀ, IL MARCHIO DI FABBRICA DI ALFA ROMEO FIN DAI SUOI ALBORI
Possono cento anni di storia rinnovarsi e aggiornarsi, e maneggevole anche quando si superano i 200 chilometri
confermando le qualità di un marchio che va oltre i suoi all’ora. Per ottenere performance all’avanguardia Alfa
prodotti creando un’identità forte e diretta con chi li usa? Romeo è andata controcorrente. Rispetto alle rivali
A guardare la nuova Alfa Romeo Giulia, capace di corsaiole che estremizzano aspetti di serie infatti, Giulia,
mescolare tradizione vincente, alte prestazioni e stile è realizzata partendo dalla punta di diamante della
italiano in un mix perfetto che difficilmente passa produzione: la versione “Quadrifoglio”, il logo che fin
inosservato, sembrerebbe proprio di sì. dal 1923 appare sulle Alfa da corsa e che ha portato
Con un design elegante ma anche aggressivo, la prima alla vittoria nomi indelebili dell’automobilismo come
quattro porte della Casa del Biscione a trazione posteriore Ugo Sivocci, Enzo Ferrari, Tazio Nuvolari e Juan Manuel
si muove agile e sicura su qualsiasi terreno grazie a Fangio!
specifiche tecniche come il telaio superleggero, l’assetto Basterebbe questo a distinguerla dalle rivali, ma
equilibrato e lo sterzo preciso che ne fanno un’auto sicura Giulia stupisce anche i più scettici non solo per il suo stile
inconfondibile e le alte prestazioni dei suoi potenti
motori diesel e benzina ma, anche, per gli interni,
realizzati con finiture curate e materiali di pregio, e per
la sicurezza, sempre al vertice della categoria.
Oltre ad avere conquistato le ambitissime 5 stelle nei test
EuroNCAP per la sicurezza, Giulia propone di serie, su tutti
i modelli, dispositivi tecnologici all’avanguardia come il
“Forward Collision Warning” (FCW) e “l’Autonomous
Emergency Brake” (AEB) che avvisano chi guida sul
rischio di un’eventuale collisione imminente e frenano
automaticamente se il conducente non interviene. Senza
dimenticare il “Lane Departure Warning” (LDW), che
riconosce i cambi di corsia non intenzionali avvisando
chi è alla guida.
Non è un caso quindi il recente ingresso di Alfa Romeo
in Altagamma, la fondazione che raccoglie le migliori
eccellenze progettuali e manifatturiere italiane, ma è la
fisiologica crescita di una azienda che ha saputo sfruttare
le conquiste e le vittorie del passato aggiornandole al
presente e proiettandole in un futuro che si preannuncia
carico di novità.
Dicono di noi L’Italia raccontata dagli stranieri su giornali, riviste e siti internet
Domenica
20 agosto 2017
“Cos’ha salvato
la ‘città che muore’
italiana dall’estinzione?
Il pedaggio per i turisti”
www.theguardian.com
ALLA CASSA Centri storici a pagamento per regolare l’afflusso dei turisti? In molti ci hanno
pensato, come Massimo Cacciari quando era sindaco di Venezia, ma a dare
PER VISITARE corso all’idea è riuscito per ora il primo cittadino di Bagnoregio (Viterbo),
che dallo scorso agosto ha introdotto un biglietto d’ingresso per visitare la
CIVITA frazione di Civita, il gioiello medievale arroccato tra i calanchi raggiun-
gibile attraverso un ponte (nella foto). Il ticket esiste dal 2013 (1,50 euro),
ma ora per visitare lo splendido grappolo di case che conta solo una decina di
L’accesso a pagamento per i turisti residenti ci vogliono 5 euro la domenica e 3 nei giorni non festivi. The Guardian
alle vie del borgo medievale dedica un articolo all’iniziativa, mettendo in luce i positivi risultati che hanno
laziale ha attirato l’attenzione di uno permesso il rilancio del piccolo centro: eliminazione dell’affollamento dome-
dei maggiori quotidiani britannici nicale, miglioramento della consapevolezza dei visitatori e del loro rispetto per
il luogo, aumento dell’occupazione legata al turismo, oltre ai proventi per la
comunità che hanno permesso di azzerare le tasse comunali.
18 Bell’Italia
Il patrimonio salvato Privati e fondazioni al servizio dei beni culturali
a cura di Carlo Migliavacca
20 Bell’Italia
GLI EVENTI
Visite e concerti per
i 630 anni della Veneranda
Fabbrica del Duomo
Il 630° anniversario della fondazione
della Veneranda Fabbrica del Duomo
sarà celebrato nei prossimi mesi con
una serie di eventi speciali. Visite
guidate tematiche sono programmate
per il 14 ottobre (“Duomo nascosto”),
11 novembre (“Racconti di luce in
Duomo”), 25 novembre (“Il popolo di
marmo. La scultura della Cattedrale”),
2 dicembre (“Racconti d’archivio”).
Il costo delle visite, comprensivo
del biglietto d’accesso al Duomo, al
Grande Museo del Duomo e all’Area
Archeologica è di 11 € a persona.
Info e prenotazioni 02/89.01.53.21.
Per il Duomo milanese ottobre è anche
il Mese della Musica, appuntamento
con le splendide sonorità della
Cattedrale che ha per protagonisti il
grande organo (5 e 19 ottobre), le voci
della Cappella Musicale del Duomo
(foto sopra; 12 ottobre in Duomo, 26
ottobre in San Gottardo in Corte)
e l’Ensemble di Musica Medievale
della Civica Scuola di Musica “Claudio
Sopra, da sinistra: lavori in corso accanto Abbado” di Milano (24 ottobre).
alla Madonnina; le guglie del Duomo I concerti hanno inizio alle 19,30
e i ponteggi per i lavori di manutenzione COME DONARE (ingresso a partire dalle 19);
di cui la Cattedrale ha costante necessità. posto unico 5 €. Info 02/72.02.33.75,
Le guglie si possono adottare
online, con paypal e carta www.duomomilano.it
di credito, sul sito internet
vede benefit che vanno dall’inserimento di “Adotta una guglia”. Con Informazioni
bonifico bancario, conto
nominativo nell’Albo Donatori alle visite Il Duomo è aperto alle visite tutti
corrente postale, bollettino
guidate gratuite, dai biglietti d’ingresso postale. Presso l’Ufficio i giorni dalle 8 alle 19; il Grande Museo
alla Cattedrale all’apposizione di targhe Donazioni in via Carlo Maria del Duomo e la chiesa di San Gottardo
sulle guglie o nel Grande Museo del Duo- Martini 1. Alle postazioni in Corte, tutti i giorni tranne mercoledì,
mo, completamente rinnovato nel 2013. “Donachiaro” presso le 10-18; l’Area Archeologica, tutti i giorni
Il sito dedicato al progetto (adottau- biglietterie di piazza del 9-19. Ingresso 3 € (Cattedrale, Museo e
Duomo 14a (Sala delle San Gottardo in Corte), 7 € (con anche
naguglia.duomomilano.it) rende conto
Colonne) e piazza del Duomo l’Area Archeologica). La salita alle
dello sforzo collettivo fino a ora espres- terrazze, con vista sulle guglie e sulla
so per la salvaguardia della chiesa. Da 12 (Grande Museo del
Duomo). Info Ufficio Donazioni, città, è possibile tutti i giorni, 9-19;
lì è possibile scegliere la guglia per cui ingresso 9 € (salita a piedi), 13 € (in
800.52.84.77, adottaunaguglia.
effettuare le donazioni e consultare l’al- ascensore). Duomo Pass, con accesso
duomomilano.it
bo dei donatori, grandi e piccoli. entro 72 ore dalla convalida, 12 e 16 €.
Bell’Italia 21
A cura di Lara Leovino Appuntamenti d’arte
VENEZIA
SERENISSIMA
BELLEZZA
Le Gallerie dell’Accademia
sono uno scrigno di tesori d’arte.
Nel bicentenario della sua
fondazione una mostra
celebra l’istituzione veneziana
Nel 1815 tornano da Parigi i quattro cavalli di San Marco, sim- possa rappresentare lo straordinario patrimonio artistico della
boli della Serenissima. È uno dei primi risarcimenti alle perdite Serenissima, promuovendo al contempo l’arte contemporanea.
di tanti capolavori in età napoleonica. Due anni più tardi, nel In occasione del bicentenario delle Gallerie, la mostra rende
1817, nascono le Galleria dell’Accademia, uno splendido omaggio a questo progetto. Lo fa attraverso 100 opere emble-
museo che testimonia la grandezza dell’arte veneziana e matiche (dipinti, sculture, vasi e arredi), molte delle quali tor-
veneta dal XIV al XVIII secolo. Regista di questa operazione è nate in città per la prima volta dopo 200 anni.
il conte Leopoldo Cicognara, intellettuale e presidente dell’Ac- Nella foto: Rinaldo e Armida, 1813, di Francesco Hayez.
cademia delle Belle Arti, coadiuvato da due maestri dell’epoca: CANOVA, HAYEZ, CICOGNARA. L’ultima gloria di Venezia. Sede: Gallerie
Antonio Canova e Francesco Hayez. Insieme lavorano al re- dell’Accademia. Date: 29 settembre-2 aprile. Orari: lunedì 8,15-14; marte-
cupero di opere per dare vita a un museo internazionale che dì-domenica 8,15-19,15. Ingresso: 15 €. Info: www.gallerieaccademia.it
Bell’Italia 23
MILANO
IL PREMIO CAIRO
ROMA
COMPIE DICIOTTO ANNI
ARCIMBOLDO: BIZZARRI Si rinnova l’appuntamento a
RITRATTI E GRANDE MAESTRIA Palazzo Reale con il Premio Cairo,
Frutti, fiori ma anche animali, libri, erbe, giunto quest’anno alla XVIII
foglie: Giuseppe Arcimboldi detto edizione. In mostra le opere
l’Arcimboldo (1526-1593) è famoso per di 20 artisti italiani under 40,
le sue eccentriche teste composte. selezionati dalla redazione della
La mostra presenta i capolavori rivista Arte. Una di queste – scelta
più noti, dal Bibliotecario al Giurista, dalle da una giuria qualificata – riceverà
Stagioni al Cuoco, insieme a una serie il 23 ottobre il premio di 25 mila
di oggetti delle wunderkammer imperiali. euro dall’editore Urbano Cairo.
A sinistra: Estate, 1572, dell’Arcimboldo. Foto sopra: Giuseppe Sala, Michele
ARCIMBOLDO. L’altro Rinascimento. Bonuomo, Urbano Cairo e Patrizia
A Palazzo Barberini dal 20 ottobre all’11 Sandretto Re Rebaudengo alla
febbraio. Info: www.barberinicorsini.org premiazione del XVII Premio Cairo;
l’opera Luoghi del sé, di Paolo Bini,
vincitrice della scorsa edizione.
PREMIO CAIRO. A Palazzo Reale
dal 24 ottobre al 1° novembre. Info
TORINO
02/43.31.33.62; www.cairoeditore.it
NIKI E I TAROCCHI AL MEF
Due mostre da non perdere al Mef,
Museo Ettore Fico. Una è dedicata ai
tarocchi, dalla nascita nel ’400 a oggi.
L’altra alla straordinaria Niki de Saint
Phalle (1930-2002). A sinistra: Gli
Amanti, Marsiglia,1800 circa. Sotto:
L’arbre de la vie, 1987, di Niki de Saint
Phalle. TAROCCHI. Dal Rinascimento a
oggi. NIKI DE SAINT PHALLE. Dal 4 ottobre
al 14 gennaio. Info: www.museofico.it
24 Bell’Italia
Appuntamentid’arte
MILANO
PERUGIA
FORME E COLORI DI
POLITTICI DEL XX SECOLO TOULOUSE-LAUTREC
Hans Hartung (1904-1989), figura La modernità di Henri de
di spicco del’Astrattismo europeo, Toulouse-Lautrec e la sua
è protagonista alla Gnu con 40 lavori. umanità emergono in
Fra questi anche 16 grandi dipinti quest’ampia monografica
articolati in scomparti e realizzati fra attraverso opere di
il 1961 e il 1988. Opere che rievocano “realismo onirico”, sintesi
i polittici antichi custoditi nella galleria, perfetta di forma, colore
e sottolineano il forte legame di e movimento. A destra:
Hartung con l’arte italiana. A sinistra: La Clownesse Assise, 1896,
Hexptyque, 1983, di Hans Hartung. di Toulouse-Lautrec.
HANS HARTUNG. POLITTICI. Alla TOULOUSE-LAUTREC. Il mondo
Galleria Nazionale dell’Umbria fuggevole. A Palazzo Reale
fino al 7 gennaio. Info: 075/58.66.84.15. dal 17 ottobre al 18 febbraio.
Info: 02/549.15
Appuntamento con Vittorio Sgarbi
Un Museo un Capolavoro CASTELBUONO (Palermo) Museo Civico
26 Bell’Italia
Incontenibile
vivacità
I puttini furono
l’autentica specialità di
Giacomo Serpotta. Con
i loro chiassosi giochi
regalano all’insieme
una mobilità visuale
ed emotiva altrimenti
impossibile da perseguire,
assecondando le più
insolite conformazioni
della decorazione.
Palcoscenici
in miniatura
Gli sfondati all’interno
delle ghirlande ospitano
episodi delle storie
di Sant’Anna (qui la
Presentazione di Maria al
tempio). Si tratta dei primi
“teatrini”, come vengono
chiamati, di cui Giacomo
Serpotta si dimostrerà in
seguito abilissimo regista.
Bell’Italia 27
Appuntamenticon i festival
A cura di Sandra Minute Testi di Vannina Patanè
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34 Bell’Italia
MONTEPULCIANO (Siena) Tempio di San Biagio
RINASCIMENTO NEL
PAESAGGIO
Tra i verdi panorami della Val di Chiana si staglia isolata, ai piedi del borgo
toscano, la chiesa progettata da Antonio da Sangallo il Vecchio. Grazie alla
sua rigorosa eleganza è uno dei capolavori dell’architettura cinquecentesca
TESTI Gabriele Miccichè FOTOGRAFIE Andrea Pistolesi
Bell’Italia 35
MONTEPULCIANO (Siena) Tempio di San Biagio
D
alla grande ricchezza del pa- nante collina su cui si disegna il profilo
trimonio italiano affiorano di Montepulciano. La chiesa, costruita a
talvolta capolavori meno no- partire dal 1518 su progetto di Antonio
ti, opere e oggetti d’arte, chie- da Sangallo il Vecchio, deve la propria
se e palazzi di centri “minori” genesi al miracolo occorso nella pieve
capaci tuttavia di racchiudere in sé il di San Biagio, preesistente al monu-
senso di un intero movimento artistico. mento attuale. Questa si ergeva su un
Se si pensa al Rinascimento, le imma- terrazzamento sottostante al paese, in
gini che subito vengono in mente sono quello snodo nevralgico che vede la Val
quelle della cupola di Brunelleschi del d’Orcia innestarsi alla Val di Chiana, al-
duomo di Firenze o degli affreschi di la confluenza delle strade per Pienza e
Raffaello e Michelangelo nei Palazzi per Roma, proprio lì dove comincia la
Vaticani, ma chi si trova a visitare le salita per Montepulciano.
splendide terre a sud di Siena può gode-
re della sorprendente “apparizione” di LA MADONNA MIRACOLOSA
uno degli esempi più significativi della DELL’ANTICA PIEVE
bellezza e della purezza dell’architet- Vuole la tradizione che due fantesche
tura rinascimentale, la chiesa di San e un pastorello entrati in quella pieve,
Biagio a Montepulciano. ridotta ormai a poco più di un rudere,
Inserito in uno degli ambienti natu- videro la Madonna riprodotta in un af-
ralistici di più intensa bellezza di fresco che «apriva e chiudeva gli suoi
questo lembo di Toscana, il “Tem- sagratissimi occhi come se fusse viva».
pio” – è così, con un certo sussiego, che Era il 23 aprile del 1518. Il fenome-
lo definiscono i poliziani, gli abitanti no, che continuò a ripetersi nei giorni
dell’antico centro – sorge in posizione successivi, portò lo scompiglio nella
isolata, quasi a sentinella della domi- zona, anche perché i miracoli si mani-
Interno elegante
e solenne
A sinistra: veduta
della cupola
e dei quattro eleganti
archivolti che la
sostengono. A destra,
scorcio degli affreschi
di fine ’500 nella
volta sopra l’altare
maggiore. Sopra:
il monumentale
dossale marmoreo
alle spalle dell’altare,
compiuto nel 1584.
Al centro ospita
il miracoloso affresco
trecentesco della
Madonna col Bambino
e San Francesco,
considerato all’origine
della costruzione
della grande chiesa.
festarono immediatamente: «Defunti ad Antonio da Sangallo – preferito al pa Medici la città di Montepulciano.
recuperonno la vita, si viddero ciechi Peruzzi e a Michelangelo – un tempio Quanto meno per avere dato i natali
illuminati, storpi raddrizzati, ossessi di ampie proporzioni è lo stesso ponte- a quell’Angelo Poliziano che era stato
liberati». Di madonne miracolose era fice: quel Leone X Medici patrono delle suo tutore e che lo aveva introdotto alla
piena l’Italia, ma quella di Montepul- arti che ha una vera e propria passione filosofia neoplatonica e a un’autentica
ciano apriva gli occhi su una terra che per l’architettura. passione per l’arte e le antichità.
andava arricchendosi dei segni di una Nel 1519 il papa promuove un “bre-
nuova visione del mondo, testimonia- FORME GRANDIOSE VOLUTE ve” che favorisce la costruzione della
ta innanzitutto dalla stupefacente co- DA PAPA LEONE X chiesa. Lo indirizza all’arcivescovo di
struzione della città ideale di Pienza, Celebre per il ritratto fattogli da Raf- Siena e all’«Arciprete della chiesa del-
voluta alla metà del Quattrocento da faello, Leone X ha raccolto da Giulio II la Beata Maria di Montepulciano», che
papa Pio II Piccolomini. il testimone di una Chiesa trionfante altri non è se non Giovanni Maria Del
Probabilmente quando il comune di e universale, ben rappresentata dal Monte, futuro papa Giulio III e mece-
Montepulciano vota l’erezione di una Tempio di San Biagio, posto ai margini nate di Antonio da Sangallo il Vecchio:
nuova chiesa sul luogo dell’antica e ro- dei nuovi confini dello Stato fiorenti- per lui l’architetto costruirà nella vicina
vinata pieve, nessuno pensa a un mo- no a dominare una zona vastissima. E Monte San Savino uno dei più begli edi-
numento imponente. Ma a suggerire certamente doveva essere cara al pa- fici civili del Rinascimento italiano.
Bell’Italia 37
Il caldo abbraccio
del travertino
A sinistra: la facciata
della chiesa vista dal
loggiato della vicina
canonica (metà del
XVI secolo). Il progetto
prevedeva due
campanili, ma quello
di destra è rimasto
incompiuto. A destra:
gli affreschi a tema
mariano sulla volta
che sovrasta l’altare
maggiore, realizzati
da Angelo Righi
nel 1598. Al centro,
l’Incoronazione della
Vergine; a sinistra,
l’Assunzione; a destra,
il Transito (trapasso).
Sotto: ripresa a 360
gradi dell’interno
del Tempio, rivestito
come l’esterno
di travertino e scandito
dalla maestosa
successione
di archi, timpani,
pilastri e colonne.
polavoro e uno dei più bei manufatti
dell’arte rinascimentale italiana.
L’INTENSA SPIRITUALITÀ
DI UN EDIFICIO MAESTOSO
Anche se privo di un sontuoso appara-
to decorativo, l’interno non si può de-
finire austero. È a croce greca, ispirato
L’esterno del tempio, nonostante to influenzato l’architetto. L’opera, al modello introdotto da Bramante e
le notevoli dimensioni, è di incante- terminata nel 1545 quando Antonio Michelangelo che andava prendendo
vole proporzione. Unico elemento da Sangallo era già morto da una de- sempre più piede in quegli anni gra-
a disturbare la simmetria è uno dei cina d’anni, è uno dei suoi rari la- zie alle opere del fratello Giuliano. Già
due campanili, rimasto incompiuto. sciti religiosi. L’architetto fiorentino soltanto il gioco di luci nelle diverse
L’effetto è però così bello che sembra acquisì fama e ricchezza con il fratello ore e nelle diverse stagioni garantisce
voluto. Una delle caratteristiche della Giuliano in tutt’altro settore, quello emozioni profonde. Il programma ico-
chiesa, rivestita di travertino, è quella della costruzione di fortezze militari: nografico delle decorazioni si direbbe
di dare l’impressione di cambiare colo- il rinforzamento di Castel Sant’An- oggi minimale. L’immagine principale
re: si passa da un bianco appena dorato gelo a Roma, le fortezze di Livorno e è il lacerto del miracoloso affresco tre-
nelle mattine di luce estiva all’armo- Nettuno, della stessa Montepulciano, centesco recuperato dalla pieve, che
nioso arancio delle giornate autunnali. per esempio. Qui dovette sentire un raffigura la Madonna col Bambino e
L’atmosfera del luogo deve avere mol- registro più alto, realizzando il suo ca- San Francesco ed è incastonato in un
40 Bell’Italia
Una croce greca
nel panorama
Pagina precedente,
dall’alto: un particolare
dell’area sovrastante
l’altare maggiore che
evidenzia la raffinata
interpretazione
dei modelli classici
espressa dall’apparato
decorativo; la canonica
che affianca la chiesa,
anch’essa progettata
da Antonio da
Sangallo il Vecchio,
con il suo armonioso
doppio loggiato.
A sinistra: veduta
aerea della compatta
struttura a croce greca
del tempio; sul crinale
del colle, il profilo
di Montepulciano.
La monumentalità
dell’edificio è esaltata
dalla sua posizione
isolata al centro di un
pianoro. Sotto: un’altra
suggestiva immagine
autunnale della chiesa.
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ai luoghi che li producono: l’orgogliosa
Montalcino e la più compassata
Montepulciano, dove la secolare cultura
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Petronio e, sulle
colline, il santuario
della Madonna di
San Luca illuminato.
46 Bell’Italia
BOLOGNA Torre degli Asinelli
BELVEDERE
DA VERTIGINE
La celebre torre, che dal XII secolo svetta a 97
metri di altezza, regala panorami unici sulla città.
Ha riaperto da pochi mesi dopo un restauro
che ne ha riqualificato gli interni e la terrazza
TESTI Barbara Gabbrielli FOTOGRAFIE Gabriele Croppi
Bell’Italia 47
M
artino da Modena, nel Cinquecen-
to, la dipinse svettante tra le braccia
di San Petronio. Il gesuita Giovan
Battista Riccioli, nel 1640, sfruttò la
sua incredibile altezza per verifica-
re le leggi del moto uniformemente accelerato.
Goethe, alla fine del Settecento, le dedicò una
pagina memorabile nel suo carnet de voyage. Car-
melo Bene, in tempi più recenti, ne ha fatto un
palcoscenico per la sua arte.
La Torre degli Asinelli, grattacielo medievale
di 97,20 metri, leggermente inclinata, è da se-
coli la star incontrastata di Bologna. Sarà per
l’aspetto iconico, o perché è un vero “highlander”,
immortale. Le cronache non concordano sull’an-
no di costruzione: 1109, quando la città era ancora
sotto il controllo di Matilde di Canossa, oppure
1119, in età comunale. Ma un decennio non fa
molta differenza, dopo aver attraversato la storia
affrontando guerre, incendi, calamità naturali e
piani regolatori, rimanendo sempre in piedi.
È una sensazione di solidità, infatti, quella che
si percepisce avvicinandosi al severo basamento
della torre. L’effettiva stabilità e l’inconfutabile
resistenza agli “urti della vita” sono scritte nella
sua storia, fatta di una lunga sequenza di dan-
50 Bell’Italia
Bell’Italia 51
BOLOGNA Torre degli Asinelli
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ROMA Palazzo Venezia
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STORIA
Voluto da papa Paolo II alla metà del XV secolo, è uno dei
simboli della rinascita della città dopo secoli di decadenza.
Oggi ospita un museo, è sede di mostre e propone
un nuovo percorso di visita sui camminamenti di ronda
TESTI Sandra Fiore FOTOGRAFIE Massimo Ripani
60 Bell’Italia
Piazza Venezia vista da una delle terrazze
del Vittoriano. La compatta, rossa mole
rinascimentale di Palazzo Venezia, sormontata
dalla merlatura e dalla massiccia
torre, definisce un intero lato del vasto spazio.
Bell’Italia 61
A sinistra: la successione di portali dell’appartamento Barbo
che conduce alla grande sala del Mappamondo. Sopra: il Doppio
ritratto di Giorgione (inizio XVI secolo), una delle opere di spicco
del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia. Sotto: una delle sale
del museo, dedicata ai dipinti su tela di scuola italiana del ’600
e del ’700. Pagina seguente: il loggiato inferiore del Viridarium.
A
chi passa in piazza Venezia a Roma, snodo
verso i principali circuiti turistici, dai Fori
Imperiali al Campidoglio, non può sfuggire
la mole di Palazzo Venezia, che si innalza
simile a una fortezza coronata da merli e da
una torre. La curiosità verso lo storico edificio è solita-
mente destata dal dettaglio architettonico del balcone
sulla facciata, divenuto simbolo, nella memoria collet-
tiva, del ventennio fascista. Ma quella è stata solo una
parentesi nella lunga storia del monumento, le cui vi-
cende costruttive hanno origine alla metà del XV secolo.
Il nucleo originario del palazzo sorse per volere del
cardinale veneziano Pietro Barbo, salito al soglio
pontificio con il nome di Paolo II (1464-71); succes-
sivamente l’edificio venne concesso da Pio IV Medici
(1559-65) alla Repubblica di Venezia che vi stabilì la
propria ambasciata. Da qui il nome “Palazzo di Venezia”.
Nel 1797, in seguito al trattato di Campoformio, con il
quale Napoleone cedette Venezia all’Austria, la dimora
divenne sede diplomatica austriaca, finché nel 1916
62 Bell’Italia
Sopra: il Vittoriano visto dal camminamento di ronda del palazzo che
è stato di recente aperto ai visitatori. L’itinerario guidato tocca anche
i sottotetti e il belvedere in cima a una torretta. Sotto: Pio IV dona alla
Serenissima il Palazzo di San Marco, opera seicentesca di autore
anonimo. Sullo sfondo, accanto al palazzo, si distingue il Viridarium
nell’originaria collocazione, prima dell’arretramento novecentesco.
64 Bell’Italia
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PER IL PAPA VENEZIANO
La residenza che il cardinale Pietro Barbo fece erigere accanto alla basilica
di San Marco fu trasformata in splendido palazzo dopo la sua elezione a papa,
quando si arricchì di saloni di rappresentanza e di un giardino “segreto”
Illustrazione di Francesco Corni
11
12
N
❽ Loggia ❿ Sala Altoviti ⓬ Viridarium ⓭ Loggia delle Benedizioni
L’incompiuto portico Accoglie gli affreschi di Il giardino “segreto” Impostata sulla
quattrocentesco su Vasari (1553) staccati voluto da Paolo II era facciata della basilica
due livelli fu costruito dal palazzo romano in origine chiuso da un di San Marco per
con il travertino di Bindo Altoviti, porticato e impostato volere di Paolo II.
preso dal Colosseo. abbattuto a fine ’800. sull’angolo della ⓮ Basilica di San Marco
❾ Museo ⓫ Passetto dei Cardinali torre. Il complesso Fondata nel IV secolo,
L’itinerario di visita al Corridoio ricavato nel fu trasformato in fu rinnovata nel ’400,
Museo Nazionale del ’700 dalla copertura palazzetto tra ’500 e quando fu incorporata
Palazzo di Venezia inizia di un camminamento ’700; demolito per fare nel palazzo e destinata
con le sale dedicate ai di ronda. Vi è esposta spazio alla piazza, fu alla comunità veneziana.
dipinti veneti, emiliani e la collezione di ricostruito in posizione Altri interventi furono
dell’Italia centrale. porcellane del museo. arretrata nel 1911-13. effettuati tra ’600 e ’700.
10
9
7
6
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2
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ROMA Palazzo Venezia
Bell’Italia 69
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Sopra: Ercole e i buoi di Gerione, particolare del fregio ad affresco
della sala dei Paramenti; il restauro dell’opera quattrocentesca
si è concluso da pochi mesi. Sotto: una porzione del fregio, con due
delle otto Fatiche di Ercole raffigurate. Pagina precedente, dall’alto: la
decorazione novecentesca della sala IV, detta dello Zodiaco; la finestra
della sala del Mappamondo che si apre sul balcone di piazza Venezia.
Bell’Italia 71
appartamento le cui sale accolgono parte delle collezioni
d’arte del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, vasta
raccolta di dipinti e oggetti d’arte decorativa databili dal
Medioevo al XIX secolo. Tra le opere, colpisce per la natu-
ralezza espressiva il busto marmoreo di Paolo II, scultura
di Mino da Fiesole (1464-70); interessanti e ben conser-
vati sono la Cassa di Terracina, in legno intagliato (X-XI
secolo), un cofanetto di avorio, gioiello d’arte bizantina, e
la statua lignea della Madonna d’Acuto (XII-XIII secolo).
Raffinata è la Testa di dama di Pisanello, della metà del XV
secolo. Ci porta invece nel Cinquecento veneto il Doppio
ritratto di Giorgione: a una figura maschile malinconica si
contrappone un personaggio dallo sguardo beffardo. La
sala Altoviti offre un esempio di “strappo” e ricolloca-
zione di affreschi di Giorgio Vasari (1553), provenienti
da un palazzo romano andato distrutto. Superato il Pas-
setto dei Cardinali e un’infilata di vetrine con porcellane,
bronzetti, terrecotte, si accede al Lapidarium, sistemato
lungo il loggiato che racchiude il giardino di Paolo II,
il Viridarium, noto come “palazzetto”; sorto all’angolo
esterno della torre, il complesso fu smontato e riedifica-
to nell’attuale ubicazione in seguito alla costruzione del
Vittoriano, il Monumento a Vittorio Emanuele II. In questa
“oasi” avvolta dal profumo di agrumi il pontefice amava
trascorrere il suo tempo ed è qui che si spense.
a pagina 75
72 Bell’Italia
come
dove
quando
ROMA
Le vie dell’arte,
di ieri e di oggi Basilica di San Marco
Viaggio tra i tesori del Medioevo nella basilica di San Marco e quelli del Quattrocento in Santa Maria
in Aracoeli. Poi nel quartiere Ostiense, dove i murales raccontano il nostro tempo di Sandra Fiore
Bell’Italia 75
come
dove
quando
ROMA
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monumenti della Capitale può essere
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passo da piazza Navona e dal Pantheon.
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moretto con il cacao, frappè e granite.
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(piazza Scanderbeg Bed & Breakfast Relais Conto medio 35 €. una cioccolateria a Torino, nel 1870 si
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Nei pressi della Fontana di Torre Argentina 18, (via del Seminario 89, esercizio. Il locale è piccolo e in stile rétro,
di Trevi, nel palazzo 06/687.79.92). Residenza 06/679.75.81). Nelle con credenze e tavoli su cui sono esposti
quattrocentesco di charme in un attico; sue sale, con decori praline, cremini, confetti ripieni, gelatine di
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Giorgio Castriota, detto con cura. Doppia si apprezzano piatti (via Uffici del Vicario 40, 06/699.12.43)
Scanderbeg, principe con colazione da 200 €. tipici come la coda di è celebre per la qualità e la vasta scelta
albanese e re d’Epiro. Residenza Maritti vitella alla vaccinara e i di gusti. Gli amanti del tiramisù possono
Il restauro conservativo (via Tor de’ Conti 17, saltimbocca, ma anche trovare soddisfazione alla Pasticceria Pompi
del 2016 ne ha fatto una 06/678.82.33 e 349/ una buona pizza. (via della Croce 82, 06/69.94.17.52), che
dimora esclusiva con 11 551.17.06). Nel rione Conto medio 25 €; pizza propone, oltre alla ricetta classica, una serie
appartamenti dal raffinato Monti, tra botteghe e e birra intorno a 15 €. di varianti di questa specialità: con fragola,
stile contemporaneo. gallerie d’arte: 13 camere Otello alla Concordia banana e cioccolato, pistacchio, nocciola.
Suite per 2 persone con spaziose e ben arredate (via Mario dei Fiori 40a, Chi invece preferisce un panino può farsi
colazione da 265 €. con vista sui Fori. Doppia 06/679.02.71). guidare dai profumi della Salumeria Focacci
Hotel Mancino 12 ★★★★ con colazione da 120 €. In un palazzo antico, ha (via della Croce 43, 06/679.12.28), una
(via del Mancino 12, una veranda ombreggiata drogheria di alto livello, attiva dagli anni
06/67.49.71). A pochi I ristoranti da alberi e da una vite, Cinquanta del Novecento.
metri da piazza Venezia, dove si può pranzare e
è una struttura aperta Renato e Luisa cenare. Cucina romana, Gelateria Giolitti
nel 2012. Gli ambienti (via dei Barbieri 25, dai tonnarelli cacio
confortevoli e di design 06/686.96.60). Trattoria e pepe all’abbacchio,
hanno le rilassanti tonalità dall’atmosfera informale ma il menu offre anche
del grigio. Dispone di dove assaporare una piatti a base di pesce.
14 camere, inclusa una cucina tradizionale Conto medio 25 €.
Enoteca Cavour 313
La Sagrestia (via Cavour 313,
06/678.54.96). Inserita
nell’elenco delle
botteghe storiche di
Roma, è un’accogliente
cantina con tavoli e
panche in legno. I vini
accompagnano taglieri
misti e altre proposte:
carpaccio di manzo con
parmigiano e funghi
porcini, brasato al barolo.
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SOTTERRANEI
D’AUTORE
Patrimonio Unesco dal 2004, gli infernot sono cantine scavate nella
pietra che si trovano soltanto in questo scampolo di Piemonte. Ambienti
suggestivi, da visitare in occasione delle aperture speciali del 22 ottobre
e raccontati nelle immagini protagoniste di una mostra fotografica
TESTI Rosalba Graglia
A sinistra: l’infernot di Cesare Langosco a Fubine Monferrato, in uno scatto di Gabriele Croppi, uno dei 7 fotografi
protagonisti della mostra di Alba. In alto: Luigina Luparia Zai ritratta da Jacques Pion nell’infernot di Cella
Monte. Qui sotto: veduta dei paesi di Cella Monte (a sinistra) e Rosignano Monferrato dal castello di Uviglie.
Bell’Italia 79
Alba: gli infernot visti da 7 fotografi
«Proporre uno sguardo “altro” da quello oggettivo
delle foto documentarie». Così Ilenio Celoria, fotografo
e studioso degli infernot, spiega l’idea di coinvolgere
un gruppo di fotografi per raccontare questi spazi.
Nasce così la mostra, realizzata in collaborazione con
l’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di
Langhe-Roero e Monferrato, che dopo Casale Monferrato
sarà esposta ad Alba (5-26 ottobre). Due le sedi: una nella
piazzetta Vernazza, aperta 24 ore su 24, l’altra negli spazi
del Percorso Archeologico ArcheoMedia, sotto la chiesa
di San Giuseppe (piazzetta Vernazza 6, 0173/29.31.63;
orari: lunedì-venerdì 10,30-17,30, sabato-domenica 10,30-
18,30). Sette i fotografi protagonisti: Luciano Bobba,
che anima le immagini con ombre del passato, in una
sequenza di presenze/assenze (a lato in basso, infernot
di Nello Scagliotti a Camagna); Ilenio Celoria, attento
alle geometrie architettoniche; Gabriele Croppi, che
evoca atmosfere immaginifiche nell’oscurità illuminata
dalle candele; Maurizio Galimberti, che “manipola” e
rinnova le sue visioni utilizzando foto esistenti; Cosimo
Maffione, che indaga la sacralità dei luoghi, dove colloca
simboliche piante di vite; Jacques Pion, che intraprende
un viaggio nel tempo in bianco e nero; Nicola Sacco,
che fa rivivere la convivialità degli infernot (a lato in alto,
infernot di palazzo Tornielli a Mombello Monferrato).
80 Bell’Italia
Ambienti ipogei
di grande fascino
e dal forte valore
identitario, tra
cui spicca quello
dell’Ecomuseo
di Cella Monte
———————
Bell’Italia 81
Nelle foto a sinistra:
l’infernot di Sala
Monferrato è uno
dei più insoliti del
territorio casalese.
È infatti annesso
alla chiesa di San
Francesco, che
domina il paese,
e fu scavato dai
francescani che
incisero sulla pietra,
in numeri romani,
la data di fine lavori
(1844). I giochi di
ombre colti negli
scatti di Luciano
Bobba aggiungono
un tocco
di mistero al luogo.
Pagina seguente, in
alto: l’infernot di Casa
Mosso-Reboglia a
Grazzano Badoglio
fotografato
da Ilenio Celoria.
Si tratta di un
infernot a corridoio
curvato (modello
diffuso a Grazzano)
con un’unica
fila di nicchie
portabottiglie, dalle
pareti rifinite con una
picconatura a vista
molto evidente, che
disegna una specie
di trama rugosa sulla
pietra. Pagina seguente,
in basso: i segni che
increspano una parete
dell’infernot di Piero
Roggero a Ottiglio,
in uno scatto di
Cosimo Maffione.
82 Bell’Italia
Scatti d’autore
rendono omaggio
agli anonimi artisti
che con estro
e maestria hanno
scavato la pietra
———————
Bell’Italia 83
MONFERRATO CASALESE (Alessandria)
C
he si tratti di luoghi misterio- chie sovrapposte, con mensole, scale... certo di più: ce ne sono di ancora chiusi,
si e segreti è evidente fin dal Ma la caratteristica principale, che ne fa di inagibili, di gelosamente custoditi e
nome: infernot evoca qualco- qualcosa di unico, è che gli infernot non tramandati. Di che epoca sono? Difficile
sa di profondo, nascosto, una sono costruiti, ma scavati. Tutta quella dirlo con certezza, probabilmente la mag-
dimensione vagamente in- complessa architettura di spazi nasce gior parte della seconda metà dell’Otto-
quietante, in qualche modo “infernale”. dal “levare”: un lavoro paziente portato cento. In pratica non c’è vecchia casa
In realtà non si conosce bene l’origine avanti con abilità atavica e creatività ori- che non abbia il suo infernot: qualcuno è
di questo termine curioso e suggestivo. ginale da generazioni di anonimi artisti pubblico (come a Cella Monte, Vignale,
Forse arriva dal provenzale antico enfer- della pietra nelle pause del lavoro nelle Terruggia), la gran parte sono privati, tut-
net, che designava una prigione angusta. vigne, anche per più stagioni. Sta qui il ti hanno qualcosa di unico e di speciale.
Anche se poi nel corso del tempo – ci so- trait d’union fra paesaggio e infernot, fra I più importanti e scenografici, sparsi in
no documenti già a partire dalla fine del vigna e vino, alto e basso, luce e ombra, sette paesi del territorio, restano aperti al
Seicento, e li cita addirittura l’architetto fuori e dentro. L’infernot diventa così un pubblico tutto il giorno nella giornata di
di corte Amedeo di Castellamonte – per intrigante rovesciamento e una conti- domenica 22 ottobre.
gli “infernetti” o “infernotti” non contano nuazione del mondo esterno all’interno,
tanto le dimensioni quando l’ubicazione. l’anello mancante fra vino e luoghi. LA CULTURA DEL VINO VIVE
Si tratta infatti di uno spazio in genere al Tra le colline tappezzate di vigneti, i pae- IN QUESTI TEMPLI IPOGEI
di sotto delle cantine, privo di finestre sini arroccati – Rosignano, Cella Monte, Lo splendido infernot di Cesare Lan-
e destinato a uno scopo preciso: con- Sala, Vignale... – tutti con la torre di un gosco a Fubine pare un tempio al dio
servare le bottiglie di vino più preziose. castello o un campanile (spesso entram- Bacco, con l’infilata di bottiglie colloca-
bi), raccontano paesaggi modificati sì te nelle nicchie quasi fossero simulacri
CANTINE UNICHE, DIVENTATE nel corso del tempo ma mai stravolti. di devozione e la gradinata che diventa
PATRIMONIO UNESCO E conservano il segreto di un mondo una sorta di altare-ziggurat. E come ogni
La prima cosa da sapere sugli infernot sotterraneo inatteso e intatto. tempio, anche l’infernot ha la sua vesta-
è che esistono solo qui, nel Monferrato Non sorprende dunque che l’Unesco le: si chiama Luigina Luparia Zai, classe
Casalese. Perché solo qui c’è quella pie- abbia inserito nel 2014 questo scam- 1925, e nell’infernot di Ca’Nova, a Cella
tra speciale – spesso chiamata erronea- polo di Monferrato tra i siti Patrimo- Monte, legge a lume di candela un suo
mente tufo – che è la pietra da cantoni, nio dell’Umanità. Motivazione uffi- libro di ricordi e sorride. Luigina è un po’
un’arenaria “vecchia” di circa 20 mi- ciale: «per la presenza di una singolare la memoria storica degli infernot, dove il
lioni di anni, particolarmente morbida tipologia di architettura vernacolare, gli tempo sembra essersi fermato.
e friabile, facile da lavorare e in grado infernot, scavati nella pietra da cantoni Qualche volta il legame con il sacro va al
di mantenere la temperatura (dai 9 ai che caratterizza geologicamente l’area». di là delle aspettative: è il caso dell’infer-
12-13 gradi centigradi, tutto l’anno) e Ma questi spazi di buio, di silenzio, di not di Sala, che si trova proprio oltre
l’umidità perfette per conservare il vino. vino, sono molto più che un manufatto un passaggio segreto nella chiesa di
Dopo di che, nessuna regola precisa: ci architettonico: piuttosto, la testimo- San Francesco. Lo hanno scavato nella
sono infernot a un’unica camera o con nianza di una passione e un amore per pietra da cantoni i frati, ultimandolo, co-
più vani, a inventare quasi un labirinto di la propria terra arrivati fino a oggi. me registrato in un’incisione sulla parete,
cunicoli, infernot con corridoio o senza, Quanti sono gli infernot? L’ultimo cen- nel 1844. I graffiti sulle pareti lasciano in-
con tavolo centrale, ad anfiteatro, a nic- simento ufficiale ne conta 78, ma sono tuire i segni del tempo e del lavoro degli
84 Bell’Italia
uomini nella pietra. Una “modernità” nel-
le finiture, fatte in genere con la lama del
piccone, che è quasi artistica, e nelle foto
d’autore del nostro servizio diventa l’oc-
casione per accostamenti, giochi d’om-
bre, rielaborazioni di immagini. Perché
è indubbio che gli infernot sono opere
d’arte, un’arte anonima e collettiva ma
non meno creativa.
L’esempio più interessante è forse Cella
Monte, sede dell’Ecomuseo della Pie-
tra da Cantoni che è un po’ il quartier
generale degli infernot. Non solo per-
ché ospita un infernot “da manuale”,
a quasi 6 metri di profondità e con il
tavolo centrale, una caratteristica di
questa località (ci sono altri 7 infernot
censiti in paese). Ma perché durante i
lavori di sistemazione dell’edificio di
piazza Vallino, sede del museo, è ap-
parsa un’infilata di colonne quattro-
centesche su due livelli, tutte costruite
in pietra da cantoni, di buona fattura e
accostate ai mattoni a inventare sobrie
decorazioni. Si trattava probabilmente
di una residenza nobiliare, visto che
all’interno sono stati rinvenuti pavi-
menti di legno, soffitti a cassettoni, un
controsoffitto del ’700. A conferma che
gli infernot sono il “logo” del territorio,
la cifra sia delle case di campagna che
dei palazzi più raffinati. Perché in quei
sotterranei, fra quelle pareti incise dal
tempo, vive una cultura autenticamen-
te trasversale: la cultura del vino.
Sopra: l’infernot
di Vignale in uno
scatto di Ilenio
Celoria, fotografo
e studioso degli
infernot monferrini.
In questa foto: veduta
di Sala Monferrato
e delle sue colline.
come
dove
quando
CELLA MONTE
(Alessandria)
Autunno di gusto
nel Monferrato Grazzano Badoglio
Tour in sette borghi del territorio alla scoperta degli infernot, ma non solo. Tanti indirizzi
per piacevoli soggiorni fra vigneti e dolci colline. E a tavola, un trionfo di sapori di Rosalba Graglia
86 Bell’Italia
RICETTE E ACQUISTI DELLA TRADIZIONE
Agnolotti, finanziera, bagna
cauda: il territorio in tavola
Nel Monferrato degli infernot, a tavola e in
B&B Relais di Tenuta Santa Caterina
dispensa regna la tradizione. Nei ristoranti e
nelle locande le specialità sono gli agnolotti
Gli alberghi piscina in stagione. Offre camere semplici (quelli del Casalese hanno ottenuto
Punto di partenza ideale ma di “sapore”. Doppia la De.Co, Denominazione Comunale),
B&B Relais di Tenuta per passeggiate fra i con colazione da 70 €. la bagna cauda, il fritto misto, la finanziera
Santa Caterina vigneti ed escursioni nel con animelle di vitello. È facile anche trovare
(Grazzano Badoglio, territorio. Doppia con I ristoranti produttori che preparano in modo artigianale
via Marconi 23, colazione da 130 €. specialità da portarsi a casa come souvenir
0141/92.54.72). Una B&B L’ocanda Cascina La Rocca di Camagna goloso. A Vignale, l’azienda agricola
casa antica immersa Riva (Ottiglio, località (via Matteotti 27, Il Mongetto (Ca’ Mongetto 10, 0142/93.34.42)
nella natura, salotti con Locanda Cascina Camagna Monferrato, da oltre vent’anni coltiva e trasforma
parquet, camini barocchi, Riva, 333/166.15.15 0142/92.51.38). In prodotti secondo le vecchie ricette (è anche
soffitti decorati in gesso, e 0142/92.11.68). Nel un’atmosfera rustico-chic ristorante e agriturismo con camere):
grandi vetrate che verde di Ottiglio, una (volte di mattoni, mura vasetti di bagna cauda, di peperoncini,
affacciano sulle vigne e locanda di cucina di di pietra e l’immancabile sughi monferrini, sottoli, la salsa della
sulla terrazza-giardino. tradizione rivisitata, che infernot) e un bel vendemmia, le confetture, oltre ai vini
E sei suite tutte diverse, offre 4 camere, due giardino, una cucina di del territorio, Barbera e Grignolino.
con arredi d’epoca, doppie e due singole, a tradizione, dagli agnolotti Imperdibili a inizio e fine pranzo i salumi
ognuna col nome di un tema colore (viola, rossa, quadrati al vitello e i formaggi. A Cella Monte la Bottega
vino della tenuta. Doppia blu e verde) e dagli arredi tonnato, accompagnati di Enrico Francia (via Dante Barbano 23,
con colazione da 140 €. essenziali con qualche da vini Doc del 0142/48.81.72) è erede di un’azienda di
Agriturismo Villa tocco di design. Doppia Monferrato. Menu famiglia attiva fin dal XVIII secolo e propone
Morneto (Vignale con colazione 90 €. completo sui 30-40 €. salame crudo e salame cotto, oltre ai
Monferrato, via B&B Cascina Rosignana La Ca’ Nova (Cella cotechini e alla tipica muletta monferrina al
Ca’ Morneto 3, (Ponzano Monferrato, Monte, via Cipriano lardo, stagionata nelle cantine di pietra da
349/851.05.05). In tutto Cascina Rosignana 3, Cei 18b, 333/954.46.99). cantoni. In fatto di formaggi, quelli di capra
12 camere (6 suite e 335/138.58.67). Un agriturismo con sono un must, da acquistare direttamente
6 minisuite), alcune A Ponzano, in cima alla ristorante e produzione dal produttore alla Cascina Maimone di
si trovano nella villa collina, ma a pochi minuti di vini (e splendido Fubine (via per Cuccaro 36, 347/317.00.09),
d’epoca, immersa in dalla statale, in posizione infernot, quello dove vengono allevate 100 capre di razza
una proprietà agricola, panoramica nel verde, fotografato nel servizio). Roccaverano dal cui latte nascono robiole
altre in una struttura una storica cascina Cucina di tradizione, e robioline, caciotte, tome, sairass (la tipica
contemporanea, trasformata in b&b con vini della cantina. Menu ricotta), yogurt... Per i vini, interessante
collegate da un tunnel orto, frutteto, vigna, completo intorno ai 30 €. la cantina della Casaccia di Cella Monte,
in mattoni. Arredi bosco, piscina e arredi Il Biancospino con degustazioni nell’infernot dell’azienda
raffinati, ristorante, d’epoca scelti con gusto. (Fubine, Regione (via Dante Barbano 10, 0142/48.99.86).
Fugassa 8, 340/
La Rocca di Camagna 163.81.81). Tipica cucina La finanziera
del Monferrato, con
agnolotti, bollito, fritto
misto, bagna cauda...
insomma i piatti di una
volta in un classico
ristorante di campagna.
Menu da 25 €.
Dubini (Mombello
Monferrato, via Roma
34, 0142/94.41.16). Un
ristorante familiare con
annessa cascina con
camere. Offre una
cucina di tradizione
che è segnalata anche info
dalla guida Michelin. Consorzio turistico Mon.D.O.,
Menu da 20-25 €. 0142/45.77.89; www.monferrato.org
Bell’Italia 87
Scorcio della cripta,
con, da sinistra, la
tomba ad arcosolio con
un’iscrizione funeraria
della seconda metà
dell’XI secolo e un
altare settecentesco.
I COLORI DI
BISANZIO
88 Bell’Italia
Bell’Italia 89
Una teoria di ieratiche figure dipinte sulle pareti di pietra
———————
D
i certo nella penombra, al lu- Completamente avvolta dal moderno sto Pantocrator, incapsulato nell’abside.
me fioco delle lucerne, gli abitato, la cripta altro non è che una La figura dell’arcangelo, realizzata in
sguardi austeri dei santi do- piccola chiesa ipogea, realizzata in una biacca e impasti di terricci locali, è posta
vevano folgorare l’animo dei delle cavità carsiche che si aprono nei di tre quarti e colpisce per la morbidez-
fedeli medievali. Ma anche banchi rocciosi della zona. za delle vesti e il buono stato di conser-
così, riemergendo nella luce elettrica, A vedere i portali di entrata, di epoca vazione. Mentre il Cristo e il suo trono
benché provate dai secoli le immagini settecentesca, nulla farebbe presagire a lira tempestato di gemme ricorda-
continuano a colpire il visitatore. la sua presenza. L’antro invece, scavato no, secondo gli studiosi, quello di
Scendere nella cripta di Santa Cristina, nella morbida pietra leccese, si svela a Santa Sofia a Costantinopoli. Vide for-
a Carpignano Salentino, 16 chilometri poco a poco, una volta percorse le due se il talentuoso autore il grande mosaico
da Otranto, nella Puglia più profonda, gradinate di accesso, una riservata un in Turchia? Non lo sapremo mai.
significa fare un balzo di mille anni tempo ai catecumeni, cioè i non ancora Quel che è certo invece è il nome
indietro in un mondo che non c’è battezzati, che introduce all’endonar- dell’artista, Teofilatto Zographos, cioè
più, quello bizantino. Perché da que- tece, l’altra destinata ai fedeli che porta «colui che disegna figure vive», che ol-
ste parti i Bizantini, dopo la caduta al naos, il luogo delle liturgie. E proprio tre a firmare l’opera indica anche la da-
dell’Impero Romano d’Occidente, da da qui ecco aprirsi, dalla parete orien- ta, maggio 959, e riporta persino l’invo-
Giustiniano in poi rimasero oltre 500 tale in poi, tutta una serie di affreschi: cazione al Padre dei committenti, tale
anni, dal VI all’XI secolo, fino alla con- una vera pinacoteca di età bizantina, presbitero Leone e la moglie Crisolea.
quista normanna. Seminando nel terri- dalla metà del IX secolo in poi. Un unicum nel suo genere: in tutta l’I-
torio lingua, arte e riti orientali che so- talia meridionale non esiste nulla di si-
pravvissero perlomeno fino al XVII LE “FIGURE VIVE” mile nella bizantinità rupestre.
secolo, quando la Controriforma viete- DEL PITTORE TEOFILATTO Altri autori seguiranno l’esempio di
rà per sempre il protrarsi di liturgie di- Un arcangelo bianco accoglie il visita- Teofilatto: nel maggio del 1020 nell’ab-
verse dal canone romano. Siamo infatti tore: è San Gabriele, inginocchiato da- side di sinistra il pittore Eustazio firme-
nella Grecìa salentina, area in parte vanti a una Madonna che tiene un fuso rà un altro trittico (meno bello e più
ancora grecofona del Salento. nella mano. Tra i due troneggia un Cri- formale), seguito a ruota nel 1054
90 Bell’Italia
Pagina precedente: l’interno della cripta. Sul pilastro tufaceo (in secondo piano) che in origine divideva il naos, la zona destinata ai fedeli,
dall’area sacra (vima o bema) sono raffigurati i santi Teodoro, Nicola e Cristina (XI secolo). Sopra: l’affresco con Cristo Pantocrator tra la
Theotokos (Madre di Dio) e l’Arcangelo Gabriele, del pittore Eustazio (1020). Sotto, a sinistra: la Madonna di età bizantina, ma ritoccata in
epoche successive, che si intravede dall’oculo dell’altare settecentesco; a destra: l’iscrizione dedicatoria negli affreschi del pittore Teofilatto.
Bell’Italia 91
La santa con il mantello rosso e l’arcangelo dalle candide vesti
———————
dal collega Costantino, autore della più ta, di una divinità ieratica, maestosa- chiuse l’entrata con una cancellata (tra
rovinata parete nord. Tramandando mente regale, che scruta il devoto da i tanti usi, era stata anche trasformata
così una tradizione che, vista oggi, una fissità lontana e irraggiungibile. In in essiccatoio per il tabacco e ricovero
emoziona e mette i brividi. forme meno ingombranti la santa è ce- per maiali), oggi la cripta, di proprietà
Se tra le figure di Eustazio campeggia lebrata anche nell’endonartece, in una della Curia Arcivescovile di Otranto,
un sontuoso ma danneggiato San Mi- tomba ad arcosolio. E qui appare un registra ogni anno un numero cre-
chele, protettore del luogo abbigliato in altro dei tesori della cripta: il più antico scente di visitatori: tra i tanti, nel di-
vesti imperiali con il loros, stola in pie- testo funerario bizantino di tutto il Me- cembre scorso, anche il patriarca di
tre preziose, la star indiscussa della diterraneo, datato tra il 1055 e il 1075, Costantinopoli Bartolomeo I.
cripta è senza dubbio Santa Cristina, nel quale uno spatario, cioè un ufficiale Questo grazie agli appassionati volon-
effigiata per ben sette volte, in epo- dell’esercito, affida alla martire vitto- tari dell’associazione Nea Carpiniana,
che e per committenti diversi. Raffi- riosa suo figlio Stratigulis (che significa che cura la gestione del bene. «A di-
gurazioni che lasciano intuire una de- “piccolo generale”) morto «come un uc- stanza di quattordici anni gli affreschi
vozione speciale per la santa, marti- cellino volato via dalle nostre mani». A avrebbero però necessità di un nuovo
rizzata in Persia nel 559. La sua imma- dimostrazione che il dolore di un padre restauro conservativo», spiega Rober-
gine più bella è senza dubbio quella è il medesimo a dispetto dei secoli. to De Rinaldis, presidente dell’associa-
sull’unico pilastro tufaceo della chiesa zione. «Le concrezioni saline affioranti
(che in origine divideva due navate), UNA LUNGA STORIA dalla roccia finiscono infatti per sbri-
dove appare in compagnia di San Nico- DI DELICATI RESTAURI ciolare in modo irrecuperabile l’into-
la e San Teodoro: Cristina, sottile e Restaurata nel 1999 e nel 2003, la crip- naco e la pittura… Del resto 1.050 anni
slanciata, è abbigliata in vesti regali, ta di Carpignano non ha mai smesso di non sono certo un’età da poco. Perché
con la tunica bianca e il mantello rosso svelare i suoi segreti: di volta in volta non rispettarla?».
ricamati di perle, scarpe anch’esse ros- affiorano nuove scritte e nuovi colori.
se, simbolo di ricchezza ma anche del Salvatasi per merito di un parroco lun-
martirio, e una preziosa croce gemma- gimirante, monsignor Rocco De Vito, a pagina 95
ta in mano. All’insegna, ancora una vol- che negli anni Sessanta finalmente ne
92 Bell’Italia
Pagina precedente, da sinistra: dettaglio del Cristo Pantocrator affrescato da Teofilatto; dettaglio della Santa Cristina effigiata sul pilastro.
La santa, martirizzata in Persia nel 559, appare abbigliata in abiti regali, con il mantello rosso ricamato di perle. Sopra: l’affresco di Teofilatto
con Cristo Pantocrator e l’Annunciazione; l’iscrizione riporta i nomi dell’artista e dei committenti, e la datazione precisa al mese, cioè
maggio 959. Sotto, da sinistra: l’ingresso della cripta; un dettaglio dell’Arcangelo Gabriele, una delle figure più belle e meglio conservate.
Bell’Italia 93
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del 26/11/1984 pubbl. sul suppl. n.2 G.U. n. 357 del 31/12/1984 Provv. ISVAP n. 00757 del 19/12/1997 pubbl. su G.U. n. 298 del 23/12/1997 Iscr. Albo Imprese di Ass. n. 2.00002 Iscr. Albo Gruppi Ass. n°d’ord. 031
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i sapori della tradizione tra mare e terra, dai crudi di pesce a fave e cicoria di Rossella Cerulli
Bell’Italia 95
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con Storie dell’infanzia
di Cristo e trasformata
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del ’900; il tabernacolo
che poggia sull’altare
barocco è ornato da
lapislazzuli e ametiste.
96 Bell’Italia
PALERMO Museo Diocesano
LE STANZE
DEL VESCOVO
Il museo ospitato nel Palazzo Arcivescovile, accanto
alla cattedrale, è uno scrigno di opere d’arte ma
anche una sontuosa dimora aristocratica, con affreschi,
soffitti lignei e magnifici pavimenti in maiolica
TESTI Maria Cristina Castellucci FOTOGRAFIE Fabio Gambina
Bell’Italia 97
Sopra, da sinistra: la sala Azzurra, con al centro un cofano in legno intarsiato della prima metà dell’800; l’elsa di spada inchiodata sul portone
d’ingresso del museo. Pagina seguente, dall’alto: la sala Verde, con uno scorcio della cattedrale e Santa Rosalia intercede per Palermo (1624),
di Vincenzo La Barbera; l’esterno del palazzo Arcivescovile, con la trifora quattrocentesca in primo piano; un’infilata di sale al piano nobile.
V
erso la metà del ’400, l’arcive- parte è uno scrigno di opere d’arte dal rentemente inesauribili, del museo. Così,
scovo di Palermo Simone XII secolo all’800, dall’altro è un sontuo- per esempio, da poche settimane è possi-
Beccadelli di Bologna stabilì so palazzo nobiliare con saloni affresca- bile vedere l’alcova dell’Arcivescovo, una
che la residenza fino ad allora ti, pavimenti decorati, preziosi tessuti stanza piccola ma letteralmente tappez-
occupata dai suoi predecesso- alle pareti. Le due anime dell’edificio zata di dipinti, che fu creata nell’800 fram-
ri non era all’altezza del suo rango. Così, non si sovrastano mai, semmai si com- mentando un grande salone affrescato.
scelto un luogo adatto a fianco della pletano e si intersecano, rendendo la La visita inizia a pianterreno: le prime
bellissima cattedrale normanna, fece visita particolarmente coinvolgente. due sale contengono le opere più anti-
avviare i lavori di quello che ancora og- che, preziosi dipinti su tavola come la
gi, ampliato e trasformato, è il Palazzo UN ALLESTIMENTO Madonna della Perla, risalente al 1171, e
Arcivescovile della città. Della prima IN CONTINUA EVOLUZIONE il bel mosaico bizantino della Madonna
costruzione resta una grande trifora, L’allestimento attuale, curato da Pierfran- orante, pure del XII secolo. Sotto il pavi-
visibile sia all’esterno dell’edificio che cesco Palazzotto, è prevalentemente cro- mento della sala Trifora sono stati messi
all’interno: si può ammirare nel percor- nologico e ancora in fieri: nuovi spazi in luce resti di case e botteghe, visibili
so di visita del MuDiPa, il Museo Dioce- recuperati si aggiungono periodica- attraverso un vetro: il sito dell’edificio
sano di Palermo, inaugurato fra queste mente al percorso di visita, arricchen- coincide infatti con quello del più antico
mura nel 1927. Un museo che da una dolo con opere tratte dai depositi, appa- insediamento di Panormos, la città
98 Bell’Italia
100 Bell’Italia
Pagina precedente, dall’alto: la sala II, con alcune tempere su tavola del XV secolo; la sala dedicata al pittore Pietro Novelli, detto
il Monrealese (1603-47), con il Compianto su Cristo morto (1646 circa) e l’Annunciazione (1640 circa); Madonna orante, mosaico
del XII secolo proveniente dalla cattedrale di Palermo. Sopra: l’alcova dell’Arcivescovo, inclusa solo di recente nel percorso di visita.
fondata da mercanti punici nel VII seco- vita a cui erano abituati. Il loro ruolo, poi, re, tanto che la strada su cui si apre il pa-
lo avanti Cristo e divenuta via via roma- era anche (forse soprattutto) politico: lazzo è intitolata proprio al Bonello.
na, bizantina, araba, normanna... In una molti arcivescovi palermitani, ad esem- Il percorso di visita al piano nobile è una
vetrina sono raccolti documenti e libri pio, furono Presidenti del Regno. teoria di sale in cui si osservano i ritratti
antichi, fra cui un diploma col sigillo Forse fu proprio per ribadire la propria degli arcivescovi, lampadari di Mura-
dell’imperatore Federico II e un prezioso autorità e la facoltà di governare con il no, preziosi oggetti di antiquariato
codice miniato del 1452-53. diritto di spada e morte che un ignoto come il cofano della prima metà dell’800,
vescovo fece inchiodare sul portone della di legno intarsiato, argento, avorio e pie-
LA SPADA MISTERIOSA residenza l’elsa di una spada, ancora oggi tre dure, probabilmente appartenuto alla
E I PREZIOSI ARREDI visibile. Secondo la tradizione, è quel che casa reale francese d’Orléans.
Una scala porta al piano nobile, una resta dell’arma con cui nel 1160 il barone E ancora affreschi, come quelli realizzati
splendida fuga di saloni in cui le opere Matteo Bonello infilzò il primo ministro nel ’700 dal pittore fiammingo Guglielmo
sono state sistemate in modo decora- del re, Maione di Bari, cui il vescovo Borremans e dal romano Gaspare Fuma-
tivo per suggerire l’atmosfera origina- dell’epoca si contrapponeva. Di fatto è galli, soffitti in legno decorato (notevole
le di una dimora aristocratica. Occorre impossibile che sia la stessa spada, visto quello della sala Beccadelli, originale del
infatti ricordare che i prelati erano sem- che l’elsa che oggi vediamo è di stile quat- XV secolo), pavimenti in maiolica dipinta
pre di famiglie altolocate e, pur avendo trocentesco, ma la storia è suggestiva e a mano. La sala Verde è dedicata alla pa-
preso i voti, mantenevano il tenore di ormai fa parte dell’immaginario popola- trona Santa Rosalia, con opere dal
Bell’Italia 101
Pagina precedente, dall’alto: la sala Verde, dedicata a Santa Rosalia; un crocifisso del XVI secolo e il dipinto Sant’Antonio Abate di Vincenzo
da Pavia (1550 circa) nella sala Trifora, sotto il cui pavimento sono visibili resti di antiche case e botteghe; la Madonna della Spersa (XIII secolo).
Sopra: la sala Rossa, la più vasta del piano nobile, con il pavimento in maiolica policroma e il soffitto affrescato nell’800 a motivi pompeiani.
’200 al ’700 fra le quali spicca il primo La visita continua nel seminterrato, dove (1603-47), artista che riuscì a fondere con
ritratto “ufficiale” della santa, del 1624, alcune salette contengono sculture del mano felice la lezione caravaggesca con
commissionato dal Senato all’indomani ’400-’500. Qui è custodito anche qualche l’eleganza della scuola fiamminga.
del rinvenimento delle reliquie, e il bel frammento della grandiosa tribuna Tornati all’esterno si può far risalire lo
dipinto di Nicola Malinconico, del primo scolpita da Antonello Gagini per l’ab- sguardo lungo la massiccia torre campa-
’700, recentemente restaurato dal labora- side della cattedrale. Lo scultore ci la- naria: preesistente al palazzo quattro-
torio interno al museo, che la raffigura vorò dal 1509 per quasi trent’anni e i suoi centesco e in esso inglobata, fu rifatta in
eremita, assorta in adorazione del croci- eredi ne impiegarono altri quaranta per stile neogotico al principio dell’800, per
fisso tra putti svolazzanti. finirla. Malgrado ciò, nel ’700 fu distrutta armonizzarsi con i due campanili che
senza pietà durante i lavori che dovevano svettano, dirimpetto, sulla facciata del-
DALLE FINESTRE, SUGGESTIVI dare alla cattedrale un più confacente la cattedrale. Il colpo d’occhio è notevo-
SCORCI DELLA CATTEDRALE stile neoclassico. Qui si può ammirare le e il pittoresco accostamento di archi,
Dalle grandi finestre lo sguardo abbrac- l’accurato modello in scala realizzato fra bifore e guglie regala una delle immagi-
cia prospettive sempre diverse della cat- il 1998 e il 2000 dagli studenti dell’Acca- ni più belle della città.
tedrale, gioiello del percorso arabo-nor- demia di Belle Arti, sotto la guida dello
manno Patrimonio Unesco, con il suo scultore Salvatore Rizzuti. Nelle ultime
originalissimo mix di elementi medieva- tre sale del pianterreno spiccano infine le a pagina 105
li, barocchi, neogotici e neoclassici. opere del monrealese Pietro Novelli
Bell’Italia 103
NEL MUGELLO
SOTTO IL CIELO
DI GIOTTO
750 anni dalla sua nascita
10 giugno 2017 - 7 gennaio 2018
In Toscana nel Mugello, alle porte di Firenze, la presenza di L’itinerario prosegue a Scarperia per ammirare gli affreschi
Giotto e della sua famiglia è testimoniata da documenti e memorie del trecentesco Palazzo dei Vicari e la Madonna di Jacopo del
storiche. In occasione del 750° anniversario della nascita, il Casentino racchiusa nell’Oratorio della Madonna di Piazza.
Mugello ne celebra l’arte e l’eredità artistica con un itinerario
che, prendendo le mosse dalla Madonna conservata nella Pieve La tappa successiva è il borgo di Sant’Agata con la Pieve
di Borgo San Lorenzo, conduce alle opere trecentesche presenti omonima, uno scrigno di capolavori e il Museo d’Arte Sacra con
nel territorio che recano, in varia misura, l’eco dell’arte del grande la Madonna del Maestro Nicholaus.
Maestro, fondatore della pittura italiana. Nelle vicinanze si trova il convento di Bosco ai Frati che
conserva il Crocifisso ligneo di Donatello e un affresco trecentesco
La prima meta è Vicchio - paese natale dell’artista- dove nel raffigurante S. Francesco d’Assisi.
Museo d’Arte Sacra Beato Angelico è esposta la grande tavola detta
Madonna di San Giorgio alla Costa (1295 ca.), in prestito dal Da Borgo S. Lorenzo andando verso Marradi nella chiesa della
Museo di Santo Stefano al Ponte Vecchio. pittoresca frazione di Crespino sul Lamone è la tavola con la
Madonna con bambino e angeli di Jacopo del Casentino.
Da Vicchio verso Borgo S. Lorenzo, in località Vespignano, si
trova la Casa di Giotto, adiacente ai resti dell’antico Castello e alla Dal Mugello si può continuare l’itinerario a Firenze per ammirare
suggestiva chiesa di S. Martino. Nella Pieve romanica di Borgo il celebre Campanile di Santa Maria del Fiore disegnato da
S. Lorenzo - dotata per le celebrazioni di un nuovo impianto di Giotto e le preziose testimonianze della sua arte presenti nelle
illuminazione - è esposta la Madonna con bambino attribuita alla maggiori chiese e musei cittadini: S. Croce,
prima attività di Giotto. S. Maria Novella, il Museo Horne e la Galleria degli Uffizi.
Meraviglie
arabo-normanne Chiesa del Santissimo Salvatore
Itinerario nel centro storico tra i monumenti Patrimonio Unesco. E nei fine settimana di ottobre visite
guidate alla città “segreta” con Le Vie dei Tesori di Maria Cristina Castellucci Fotografie Fabio Gambina
Bell’Italia 105
come
dove
quando
PALERMO
SHOPPING
Artigianato d’autore
in via Vittorio Emanuele
La via Vittorio Emanuele, parzialmente
pedonale, con i suoi tanti negozi, ristoranti
e bar fra le quinte di bei palazzi antichi,
offre la possibilità di una passeggiata
davvero piacevole tra acquisti e assaggi.
Lo shopping vede protagonisti soprattutto
giovani artigiani. Ci sono le ragazze di
Ciurì e U’ Pirtusu (rispettivamente ai civici
427 e 329): nel primo, Antonella Picone e
Valentina Zimmatore realizzano soprattutto
Grand Hotel Piazza Borsa Carlo V
gioielli, anche di ispirazione siciliana,
come le deliziose mini-coffe (ceste)
Gli alberghi A un’estremità del comprende piatti come all’uncinetto; Vincenza Di Mariano
Cassaro, un bell’albergo il carpaccio di pesce e Cristina Buccellato, in quello che
Grand Hotel Piazza Borsa nato dalla ristrutturazione con insalata di melograno, definiscono «il laboratorio artigianale più
★★★★ (via dei Cartari di vari edifici contigui. spinaci e porcini. piccolo d’Europa», creano borse, bijoux
18, 091/32.00.75). Stile contemporaneo, Conto 40-45 €. e altro in carta riciclata, e monili con
Dalla ristrutturazione ristorante e lounge Carizzi d’Amuri la tecnica del traforo a mano su lastre
di un complesso di edifici bar. Doppia con (via Lungarini 21, d’ottone, alluminio o rame. Appena un
che ospitavano anche colazione da 95 €. 091/616.13.88). po’ più avanti (civico 343) Antonella
una banca è nato questo B&B 4 Quarti Ristorante elegante a Provenzano, in arte Spiralfata, ha il suo
bell’albergo di stile (via Vittorio Emanuele gestione familiare. Cucina laboratorio di ceramiche siciliane. Parlando
classico, con camere 376, 091/58.36.87). creativa basata sull’offerta di ceramica e terracotta, da non perdere
tutte diverse. Accogliente In un palazzo aristocratico del territorio con piatti Cittacotte (civico 120): nel laboratorio di
la corte centrale. Doppia del ’500, i discendenti interessanti come i tortelli Vincenzo Vizzari potrete acquistare le
con colazione da 165 €. dei primi proprietari, con ricotta all’arancia riproduzioni in scala dei più bei monumenti
B&B Le Terrazze che ancora lo abitano, e triglia. Conto sui 35 €. dell’isola, come le cattedrali di Palermo e
(via Pietro Novelli 14, propongono un’ospitalità Carlo V (piazza Bologni Cefalù, il castello della Zisa e così via. Poco
091/652.08.66). dal sapore nobile. Doppia 22, 091/32.88.56). Al lontano, ecco le borse, i bijoux e le maglie
Davanti alla cattedrale, con colazione 90 €. piano terra di un palazzo di Sapurite (civico 160). Se fra tanti acquisti
comodo per visitare sia il nobiliare, un ristorante di vi viene appetito, niente paura: ci sono
MuDiPa che tutto il centro I ristoranti carne e pesce. Da provare le specialità di rosticceria tradizionale
storico, prende il nome i tagliolini con bottarga e creativa di Pezzo-Forno Siculo (civico 167),
dalle terrazze sovrapposte Gagini (via de Cassari e scorza di limone ma anche in formato mignon per assaggiarne
che ne caratterizzano 35, 091/58.99.18). anche la classica pasta tante diverse; i gelati di frutti di bosco, dark
la struttura. Doppia Rinomato ristorante con le sarde. Sui 25-30 €. chocolate e pistacchio della Gelateria Al
con colazione 110 €. al pianterreno di un Al Fondaco del Conte Cassaro (civico 214), insieme con sfiziose
Hotel Palazzo Sitano magazzino del ’500. La (piazza Conte Federico granite, come quella di mango; le pizze
★★★★ (via Vittorio proposta, rigorosamente 24, 091/652.23.12). di Ferrari (civico 184), attentamente lievitate
Emanuele 114, stagionale, dello chef In un locale che raccoglie e condite con prodotti selezionati.
091/778.16.10). Gioacchino Gaglio la remota eredità di un
fondaco di carrettieri, Cittacotte
Gagini piatti ispirati alla tradizione
siciliana: caponata di
melanzane, arancine al
nero di seppia, costolette
di agnello. Conto 25-30 €.
Moltivolti (via Puglia
21, 091/773.63.01).
Il ristorante dell’omonimo
spazio coworking riflette
l’anima multiculturale
del mercato di Ballarò
che lo circonda: pietanze info
siciliane, africane,
orientali, in un mix Centro Informazioni Turistiche,
accattivante. Conto 15 €. piazza Bellini, 091/740.80.21.
106 Bell’Italia
il weekend ISCHIA DI CASTRO
D
olci colline, selve oscure e quasi
impenetrabili, oliveti e noccioleti,
campi coltivati, contrafforti di
roccia tufacea, grigi e porosi: è
questo il variegato volto dell’Alta
Tuscia viterbese, tra le sponde del lago di
Bolsena e quelle del mar Tirreno. Siamo
nelle terre dei Farnese, a lungo protagonisti
delle vicende storiche di questo estremo
lembo del Lazio che fu “marca” di confine
tra il potere papale e il vicino Granducato di
Toscana. Qui la nobile famiglia resse un
ducato per oltre un secolo (1537-1649),
fortificandolo e arricchendolo di nobili
palazzi, fino al terribile epilogo voluto da
E ROVINE
al centro di questo territorio si erge Ischia di
Castro, punto di partenza per un weekend
alla scoperta delle bellezze naturalistiche e
Bell’Italia 109
110 Bell’Italia
il weekend ISCHIA DI CASTRO
Bell’Italia 111
il weekend ISCHIA DI CASTRO
112 Bell’Italia
114 Bell’Italia
il weekend ISCHIA DI CASTRO
UN’AFFASCINANTE CAMMINATA
TRA LE ROVINE DI CASTRO
Per secoli gli scavi hanno restituito pezzi del-
le architetture sangallesche, portali e arcate,
loggiati e stemmi di questa piccola Pompei
del Rinascimento. Oggi la visita comincia al
santuario del Santissimo Crocifisso, nato da
un’edicola sacra dove le famiglie castrensi,
disperse tra Lazio e Toscana, si ritrovavano
ogni giugno in pellegrinaggio. È un percor-
so affascinante, su sentieri nella fitta bo-
scaglia, tra necropoli e vie cave etrusche,
e principalmente tra i resti di strade e ca-
se della città rinascimentale, introdotte da
una colonna con l’iscrizione “Qui fu Castro”.
Spiccano le rovine della facciata e delle na-
vate della chiesa di San Savino e soprattutto
quel che resta di Santa Maria Intus Civita-
tem (“all’interno della città”). Si tratta forse
dell’antica cattedrale castrense (XI-XII seco-
lo), di cui è “riemerso” il transetto con il set-
tore absidale, completato da un’edicola in
travertino e da frammenti di affreschi con
figure di santi (XV-XVI secolo).
Bell’Italia 115
il weekend ISCHIA DI CASTRO
Testi Ornella D’Alessio - Fotografie Sergio Galeotti
Dove pernottare
Borgo Il Ducato (Farnese, corso Vittorio
Emanuele 159, 349/805.38.02). Dimora
ottocentesca che comprende alcuni casali del
Seicento, con camere e piccoli appartamenti.
Doppia con colazione da 80 €.
Casale Bonaparte (Cellere, provinciale Doganella
km 17, 0761/176.53.31). A 4 chilometri da
Ischia, fu casino di caccia di Luciano Bonaparte,
principe di Canino e Musignano, fratello di
Napoleone. Doppia con colazione da 80 €.
Casetta di Marco (Farnese, via Mazzini 123,
335/37.08.36). Perfettamente ristrutturata,
offre un ampio giardino che affaccia sulla rupe.
Appartamento per 4 persone da 75 € a notte.
Cave Loft House (Ischia di Castro, via delle
Piagge 23, 338/714.91.45). Camera in una grotta
di 40 metri quadri, realizzata con materiali bio.
Dal terrazzo, vista mozzafiato sulla forra di Ischia
di Castro. Doppia con colazione da 60 €.
Agriturismo Castro (lschia di Castro, località
Ponte San Pietro, 339/270.91.29). In un casale
sono state ricavate 8 camere di charme
con travi a vista e pavimento in cotto degli
anni 40. Mezza pensione da 55 € a persona.
Ischia di Castro, via delle Cantine
Per la cena
Cave Loft House Isolina (Canino, località Roggi, 0761/43.71.62).
Ritrovo per gourmet e amanti del vino: l’agnello
a scottadito non si dimentica, la crostata con
ricotta e visciole è insuperabile. Conto 30 €.
Osteria Piazzetta del Sole (Farnese, via XX
Settembre 129, 392/989.38.79). Accogliente
osteria dove a ottobre primeggiano i funghi,
ma è ottimo anche il coniglio in agrodolce
accompagnato dal bianco Procanico. Conto 28 €.
Agriturismo Da Radichino (Ischia di Castro,
località Le Chiuse, 366/709.09.07). L’acquisto
di formaggi di pecora e capra si abbina a piatti
a base di prodotti a chilometro zero. Conto 25 €.
Trattoria Da Giggiotto (Ischia di Castro, piazza
Regina Margherita 13, 0761/42.57.93). Locale
irrinunciabile per i piatti tipici, dalle pappardelle
al cinghiale al bujone di vitella. Conto 20 €.
venerdì
COME ARRIVARE
In auto: autostrada A1,
uscita Orvieto, poi
strade regionali 71 e 74
fino a Latera e strada
regionale 312 fino
a Valentano; Ischia
è a 7 km. In treno:
la stazioni più vicine
sono Montalto
di Castro (a 30 km)
e Viterbo (a 40 km).
In camper: Camping
La Perla del
Lago, Capodimonte,
0761/87.31.28; www.
perladellago.it
Agriturismo Castro
SABATO MATTINA
Scoprire il centro storico
sabato,
La visita al borgo occupa un’intera mattinata. indirizzi
Si parte dalla piccola chiesa di San Rocco, in
stile romanico, di fronte al Museo Civico. Dopo Chiesa di San
un caffè al bar Del Giglio, varcando la torre Rocco, Ischia
dell’Orologio si accede al centro storico. La di Castro,
rocca Ducale, trasformata in palazzo signorile piazza Cavalieri
di Vittorio Veneto.
nel primo Cinquecento, è affacciata sia su Orario: 8,30-19.
piazza Regina Margherita che su piazza Bar del Giglio, Ischia
Stendardi. Più avanti è il duomo di Sant’Ermete: di Castro, piazza
l’interno custodisce un fonte battesimale Regina Margherita
27, 389/843.20.48.
in travertino (1538) donato dai Farnese.
Rocca Ducale, Ischia
Proseguendo lungo via Annibal Caro, ecco la di Castro, piazza
Trattoria Da Giggiotto
chiesa della Trinità, con una pala d’altare del Eraclio Stendardi 35,
’700. Ultima tappa alla “terrazza” naturale 06/482.11.20.
dell’Ortirosa, da cui si scorge anche il mare. Dai formaggi ai legumi Visite solo su
prenotazione
La Tuscia dei Farnese unisce alle attrattive via mail: info
SABATO POMERIGGIO monumentali e paesaggistiche una vasta @apvoi.com
Sulle tracce della città sepolta offerta di sapori. A Ischia di Castro, alla Duomo di Sant’Ermete,
Nel pomeriggio resta da vedere, nel borgo, Pasticceria Brizzi (via Roma 113, 0761/ Ischia di Castro,
piazza Duomo,
il Museo Civico Archeologico “Pietro 42.51.89) si acquistano i savoiardi, i panetti
0761/42.50.21.
e Turiddo Lotti”, nelle cui sale si ammirano anice e uvetta e i biscotti vino e zucchero. Orario: 9-18.
sculture etrusche del VI secolo avanti Cristo Sulla strada verso Castro, sosta all’Azienda Chiesa della Trinità,
e affreschi (XIII secolo) dall’eremo di Poggio Agricola Biologica Santino-Le Delizie Ischia di Castro,
Conte. Ci si sposta poi al Parco Archeologico di Castro (Ischia di Castro, località Pianetto, via Annibal Caro,
327/788.97.71.
Antica Castro (a 10 km): un’idea potrebbe 340/368.52.86) per formaggi di pecora Orario: 9-22.
essere quella di raggiungere la zona in bici, freschi, semistagionati e stagionati, Museo Civico
accompagnati da Angolo del Biker (un’ora e oltre alla ricotta. Ottimo l’olio d’oliva Archeologico “Pietro
mezza di pedalata). La passeggiata tra le rovine extravergine biologico prodotto dall’Azienda e Turiddo Lotti”,
Ischia di Castro,
inizia dal santuario del Santissimo Crocifisso. Agricola Mezzabarba (Farnese,
piazza Cavalieri
Il percorso nella boscaglia (un’ora e mezza; località Vallecupa, 338/633.52.30). Lavora di Vittorio Veneto,
utilizzare scarponcini da trekking) comprende invece sui vitigni Aleatico (anche passito) 0761/42.54.55.
tombe etrusche e i resti della chiesa di San e Grechetto Rosso l’Azienda Agricola Orario: martedì,
Savino, della zecca, del palazzo dell’Hostaria Occhipinti (Gradoli, strada comunale giovedì e sabato
15-18; venerdì
e della chiesa di Santa Maria Intus Civitatem, Monte Maggiore, 335/578.97.73; visite 9-13; solo prima
che mostra ancora lacerti di affreschi. su prenotazione). A Grotte di Castro, al e terza domenica
Consorzio di Cooperative Ccorav (Grotte del mese 10-13.
di Castro, località Salcinella, 0763/79.71.17) Ingresso 5 €.
da non perdere si possono comprare legumi come i ceci
Santuario
del Santissimo
neri, i fagioli del Purgatorio (tipici di Gradoli), Crocifisso, Ischia
1. Le sale del Museo Civico le lenticchie di Onano e i ceci del solco dritto di Castro, strada
2. Le rovine di Castro di Valentano, oltre alle patate dell’Alto provinciale 116,
3. Un giro al lago di Bolsena Viterbese e all’aglio rosso di Proceno. 347/211.43.99.
Aperto solo nel
mese di giugno.
Parco Archeologico
Antica Castro,
località Castro, 0766/
87.01.79-892.98;
www.vulci.it
Ingresso libero;
visita guidata
(consigliata)
su prenotazione.
Angolo del Biker,
Ischia di Castro,
piazza Regina
Margherita 3,
340/081.47.55; www.
angolodelbiker.it
Uscita guidata
in bici fino alle rovine
di Castro: 40 €.
DOMENICA MATTINA
Rotta verso il lago
Puntiamo ora verso est, in direzione del lago
di Bolsena. Dopo dieci chilometri si raggiungono
Valentano e la sontuosa rocca Farnese, oggi
adibita a Museo della Preistoria della Tuscia
e della Rocca Farnese; il cortile fu costruito in
occasione delle nozze di Angelo Farnese con
Lella Orsini di Pitigliano (1488). Tocca poi
a Capodimonte, pittoresco borgo che si affaccia
sul lago da un promontorio, dominato da
un’altra rocca Farnese. Si può scegliere di fare
tubing sul lago con le guide di Percorsi
Etruschi, pagaiando su piccole canoe rotonde
per raggiungere angoli non visibili a piedi;
per l’uscita bisogna calcolare circa 3 ore.
Oppure c’è Gradoli, più a nord, dove
spicca il cinquecentesco palazzo Ducale,
voluto da papa Paolo III Farnese: ospita
il Museo del Costume Farnesiano,
raccolta di abiti e armi rinascimentali.
Accanto, la collegiata di Santa Maria
Maddalena, con fonte battesimale del ’400.
DOMENICA POMERIGGIO
Una gita a Farnese
A 3 chilometri da Ischia di Castro si incontra
il borgo di Farnese, ideale per un tranquilla
passeggiata tra i vicoli del centro storico. Qui
troneggiano la rocca e il suggestivo Viadotto
Eremo di Poggio Conte Ducale (1615), che collegava la fortezza al
giardino, oggi scomparso: ospita un laboratorio
d’arte e restauro. Da non perdere la chiesa
di San Salvatore, con una tela di Orazio
Gentileschi (San Michele Arcangelo e il diavolo,
1605-08), e appena fuori dal centro storico,
la chiesa di Sant’Anna, costruita come ex voto
nel 1577 dopo un’invasione di cavallette; l’interno
è decorato con le Storie della Vergine, affreschi
della fine del ’500 di Antonio Maria Panico.
IN ALTERNATIVA
In kayak o alle terme
La terra dei Farnese si può visitare anche,
Terme di Vulci tempo permettendo, pagaiando sul fiume
Fiora, che segna a tratti il confine tra Lazio
e Toscana. Con Masa Kayak il percorso
domenica, indirizzi è di circa 6 chilometri e dura 2 ore. Dalle cave
di Manciano (a 25 km da Ischia), un breve
Museo della Preistoria della Tuscia San Martino 175, 333/362.09.85. sentiero porta al punto di partenza. Lungo
e della Rocca Farnese, Valentano, Visita su appuntamento.
0761/42.00.18. Orario: martedì- Chiesa di San Salvatore, Farnese, via la discesa si incrociano le acque dell’Olpeta,
giovedì 9-13, venerdì-sabato 9-13 Principe Amedeo. Orario: 8-18. che si getta nel Fiora. Dopo il ponte
e 14-17, domenica 10-13; 4 €. Chiesa di Sant’Anna, Farnese, di San Pietro è possibile visitare il millenario
Percorsi Etruschi, www.percorsi località Sant’Anna. Visite su eremo di Poggio Conte (ingresso libero),
etruschi.it Uscita di 3 ore a 25 €. appuntamento (0761/45.81.59).
impreziosito da affreschi; si raggiunge anche
Museo del Costume Farnesiano, Masa Kayak, 380/250.18.82; www.
Gradoli, 0761/45.60.82. Orario: masakayak.it Uscite da 30-40 €. in bici o a piedi, ma è sempre meglio farsi
martedì-giovedì 15-18, venerdì- Terme di Vulci, Canino, 0761/ accompagnare (www.angolodelbiker.it).
sabato 9-13 e 15-18, domenica 43.85.74. Orario: 10-tramonto; 20 €. In alternativa, a 17 km da Ischia di Castro,
10-13. Ingresso: 2,50 €. verso il mare, ci sono le nuove Terme
Collegiata di Santa Maria Maddalena,
Gradoli, piazza Palombini. info di Vulci: quattro grandi piscine panoramiche
all’aperto, di temperatura diversa, da dove
Orario: 9,30-12.30 e 15-18. Tuscia Turismo, 0761/64.79.41;
Viadotto Ducale, Farnese, via Colle www.tusciaturismo.com lo sguardo spazia nella natura dell’Alta Tuscia.
118 Bell’Italia
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in una grande mostra. La giuria, composta da critici d’arte e direttori di museo, sceglierà tra loro il vincitore.
Una nuova, prestigiosa edizione per premiare i nuovi protagonisti dell’arte italiana.
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Quaderni di viaggio su itinerari a piedi o in bici nel paesaggio Sentieri d’Italia
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Bell’Italia 121
Sentieri d’Italia
122 Bell’Italia
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dove
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Bell’Italia 123
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Il dolce e profumato
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Essiccato al sole, farcito con le noci e cotto al forno,
il fico secco reale che si coltiva in val di Sangro è una
squisitezza antica, apprezzata già in epoca romana
124 Bell’Italia
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ATESSA
(Chieti)
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Dormire in un castello longobardo. E a tavola gustare
le carni alla griglia o il baccalà in cinquanta versioni
Bell’Italia 125
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DEL MESE
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Tempo di Törggelen in Alto
Adige: ricche merende
nei masi a base di vino
novello, zuppa d’orzo,
speck e caldarroste. Per
godersi questo antico rito,
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e serata altoatesina con
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MILANO
Bell’Italia 127
CAMERA CON VISTA
Testi di Lara Leovino
Dimora patrizia
fra i caruggi
Nel cuore della città,
è il primo hotel P er molti ma non per tutti. L’hotel Pa-
lazzo Grillo, aperto lo scorso aprile
fra i caruggi del centro storico, potrebbe
delle Vigne, con la cupola e il campanile
medievale della basilica, o l’affaccio su
piazzetta delle Oche, con scorci roman-
4 stelle all’interno di
uno dei Palazzi dei Rolli. definirsi così. Chi lo sceglie, infatti, lo fa tici su caruggi e terrazze.
per vivere un’esperienza che va al di là Ma il valore aggiunto di questa dimora
Aperto da poco più
del piacevole soggiorno in una città d’ar- d’epoca è l’illustre passato. Palazzo Grillo,
di sei mesi, dopo te. L’albergo è parte integrante della infatti, è il primo hotel 4 stelle interamen-
un attento restauro, visita a Genova: un luogo dove l’ospi- te ricavato in uno dei Palazzi dei Rolli,
offre ambienti ricchi te vive e respira la storia, sostando in dal 2006 Patrimonio Mondiale Unesco.
di storia e di arte. E uno magnifici ambienti, godendo di affreschi Al tempo dell’antica Repubblica, infatti,
spazio espositivo e sontuosi marmi, osservando dalla ter- faceva parte di quelle magnifiche dimore
per mostre ed eventi razza i campanili della Superba. A far da selezionate per ospitare alte personalità
contraltare alla maestosità degli spazi co- in visita di stato. La scelta avveniva con
muni sono le camere, intime ed essenzia- un sorteggio fra gli edifici iscritti in appo-
li, arredate in stile minimal e impreziosi- siti elenchi, detti appunto “rolli”.
te da pezzi di design. Tutte offrono viste Per un lungo periodo l’edificio, fatto eri-
insolite sulla città, come quella su piazza gere nel 1545 dal marchese Domenico
128 Bell’Italia
Grillo, è stato frequentato da grandi per- co e nero. Le volte della monumentale ta di scienze, citata anche in uno scritto
sonalità: diplomatici, principi, imperato- scala in marmo sono decorate da affreschi del filosofo francese Montesquieu. Nel
ri, papi. Ma dopo i fasti rinascimentali a a grottesche del XVI secolo, opera di Gio corridoio che conduce alle suite si trova
stento è sopravvissuto all’epoca moderna: Battista Castello, detto il Bergamasco. l’antica cappella con la volta adornata da
disabitato per oltre un ventennio, è rima- Il primo piano dell’hotel è stato adibito un girotondo di putti, affrescato del mae-
sto dimenticato fra i vicoli del centro sto- ad area espositiva aperta al pubblico, e stro seicentesco Domenico Piola.
rico. Oggi, grazie a un accurato restauro ospita periodicamente eventi e mostre. All’ultimo piano si raggiungono la sala
che ha rispettato l’originalità degli am- Per entrare in questa galleria, con sale af- colazioni e la terrazza. Da qui la vista sul-
bienti, la dimora è tornata alla vocazione frescate dal Bergamasco, c’è un ingresso la città è privilegiata, e per un attimo ci si
dei tempi d’oro: l’ospitalità. ad hoc, ma dalla scalinata della hall si rie- sente “illustri ospiti” della storia.
sce ad ammirare la sala del Camino.
AFFRESCHI, MARMI, STATUE Il viaggio nella storia prosegue al secondo In alto, da sinistra: la scalinata affrescata
E LA GALLERIA D’ARTE piano e precisamente nel salone dei Busti dalla terrazza, dal Bergamasco. In
La facciata di sobria eleganza sorge nella con le tre grandi vetrate sulla piazza e le il campanile e basso, da sinistra: sala
la cupola di Santa nella hall; camera
raccolta piazza delle Vigne e introduce statue che raffigurano i personaggi illustri Maria delle Vigne; superior; scorcio
alla hall, caratterizzata da un raffinato (in della famiglia Grillo. Fra questi, l’eclettica la facciata di Palazzo del primo piano; sale
parte originale) pavimento a scacchi bian- e colta Clelia, nata nel 1684 e appassiona- Grillo; la hall con dell’area espositiva.
info
Palazzo Grillo,
piazza delle Vigne 4,
Genova, 010/247.73.56;
www.hotelpalazzogrillo.it
Camere: 25 tra cui 3 suite
e 2 junior suite.
Prezzi: doppia con colazione
da 150 a 400 €.
Servizi: area espositiva con
mostre temporanee gratuite,
terrazza, biliardo, parcheggio
convenzionato a 7 minuti a piedi.
Apertura: chiuso dal 10
gennaio al 10 febbraio.
HOTEL
Testi di Vannina Patanè
Dalle finestre del Borgo Scopeto Relais la vista spazia fino a Siena, con
il campanile del Duomo e la torre del Mangia che segnano l’orizzonte.
Ma lo scenario che circonda l’hotel è la quintessenza della campagna
toscana, fra colline, vigne, ulivi e lecceti. D’origine medievale e abitato
per 5 secoli dalla nobile famiglia dei Sozzini, il borgo è stato recupe-
rato con gran gusto dall’attuale proprietaria Elisabetta Gnudi,
signora del vino che in Toscana possiede quattro rinomate canti-
ne. Nel 2005 si è innamorata di questo luogo e lo ha trasformato in un
“albergo diffuso”, conservando e valorizzando gli ambienti originali
ma con un tocco moderno negli arredi. Cuore della struttura è il piaz-
zale centrale, con la torre del 1079; negli edifici circostanti sono distri-
buite camere e ambienti comuni. Fra questi, il ristorante che sorge
nelle vecchie cantine e la spa, ricavata nelle antiche scuderie, dove è
possibile provare la vinoterapia, con trattamenti agli estratti dal mosto
d’uva e dai vinaccioli. Consigliata la visita alla cantina della tenuta per
la suggestione degli ambienti e la degustazione di vini e oli della casa.
info
Borgo Scopeto Relais, località Borgo Scopeto,
Castelnuovo Berardenga (Siena),
0577/32.00.01; www.borgoscopetorelais.it
Camere: 58 (2 singole, 16 classic, 19 deluxe, 4
junior suite, 10 suite, 4 executive suite e 3 ville).
Prezzi: doppia con colazione da 230 €.
Pacchetto Chianti Charme: 1 notte con
colazione, 1 trattamento di vinoterapia
e 1 cena gourmet da 440 € a coppia.
Servizi: ristorante (aperto anche alla clientela
esterna, conto sui 45 €), palestra, spa, biliardo,
2 piscine esterne, 2 campi da tennis.
Apertura: dal 1° aprile al 31 ottobre.
130 Bell’Italia
BENESSERE
Testi di Rossella Cerulli e Silvia Frau
AUTUNNO... VOGLIA DI SPA
Bell’Italia 131
PIACERI
SCHIAVON
Le Distillerie Poli
| CROSARA DI
MAROSTICA L’Azienda
Agricola Frutteto
Antico-Le Marmellate
di Rosi | BASSANO
DEL GRAPPA
L’Enoiteca Pomo
d’Oro, il Bonotto Hotel
Belvedere, il Garage
Nardini, la Bottega del
Baccalà, il Ristorante
Trevisani, il Vigneto
Due Santi, i Vignaioli
Contrà Soarda
e la Fattoria San
Michele | SOLAGNA
L’Albergo Ristorante
San Giovanni
e la Malga Gasparini
| SAN NAZARIO
Il Panificio del Lepre
132 Bell’Italia
M
assiccio montano affacciato sulla pianura veneta, il Grappa Nella pagina
ha il suo “capoluogo” vicentino a Bassano, con lo storico ponte precedente,
dall’alto: classico
degli Alpini. Qui il baccalà è sugli scudi da sempre, “protetto” scorcio di
da un’apposita confraternita, ma in tavola trionfano anche Bassano con
ottimi formaggi dai nomi curiosi, come il Morlacco, il Bastardo il ponte degli
e il Burlino di malga, seguiti da tosella fresca, ricotta e stracchino. Gli asparagi Alpini; Distillerie
Poli. In questa
bianchi di Bassano piacciono sempre di più per la raffinatezza del gusto foto: composta
e l’ecletticità dell’impiego, insieme ai vellutati piselli di Borso del Grappa. a base di
Sui primi rilievi si è invece valorizzata la coltura dell’ulivo. Le grappe, lavanda da
prodotte da marchi storici, non hanno bisogno di presentazione, mentre i vini Le Marmellate
ottenuti da un vitigno come la Vespaiola danno lustro a cantine di successo. di Rosi.
Bell’Italia 133
Bassano del Grappa
1 2
4 5
134 Bell’Italia
Grappa, ricotta fresca e affumicata il nuovo gourmet bar e ristorante Ristorante Trevisani,
delle malghe, stracchino delicato. E poi Garage Nardini, che affianca alla cucina a tavola nella torre
il pregiatissimo olio degli ulivi di Pove tradizionale veneta, riproposta in chiave È parte delle mura viscontee
del Grappa, paesino che ha trovato “l’oro moderna dal giovane executive chef il Ristorante Trevisani, ex Osteria Due
giallo” da frantoio, le sopresse e i salami di Simone Brizzolari, i rinomati prodotti Spade dal 1787: i suoi locali sono dentro
queste parti, pasta e confetture. A tavola, della distilleria. In tavola si parte così una torre della cinta cittadina. Emilio
piatti del giorno per pranzo, mentre la sera dai classici spunciotti per approdare Trevisani vi fa una cucina attenta.
non mancano foie gras, involtini di anguilla a un ampio assortimento di sapori In stagione trionfano gli asparagi in
o sgombro, baccalà alla vicentina, quaglie di terra e di mare. E nel dopocena tutti i modi: bolliti con le uova bazzotte
in doppia cottura, tagliolini ai porcini, spazio alle grappe Nardini, in purezza o sminuzzate, in risotto, al tartufo nero
zuppe vellutate. In stagione, “trionfi” protagoniste dei cocktail più creativi, dal tardivo del Grappa e burro fuso. Poi
di asparagi bianchi. Tutto ben congegnato Bassano Mule al Drioman; conto sui 50 €. i tortelli di ciliegia e ricotta in pasta rossa,
e cucinato; conto da 25 € in su. i tortelli di pere e Morlacco, i risi e bisi
Il trio perfetto: polenta, bacalà (cioè il risotto con i piselli di Borso del
L’antica locanda rinnova e un’ombra di vino bianco Grappa), l’anitra cotta in pignatta, le
la sua tradizione di ospitalità Il giovedì e il venerdì si compra il baccalà lombatine di cervo e marroni, un vellutato
È una storia lunga quella del Bonotto già bagnato, ammorbidito da molteplici baccalà alla vicentina e la fagianella
Hotel Belvedere, forse il più antico ammolli in acqua. Gli altri giorni invece al vino rosso e porcini. Si chiude
luogo di soggiorno a Bassano. L’edificio Pierantonio e Claudia Concato lo vendono con i biscottini gialli di farina di
è dei primi del ’400, ma prima ancora secco, così come arriva loro direttamente granoturco, chiamati zaleti, da intingere
nel sito c’era una bettola. All’inizio è una dalla Norvegia, meglio se dalle Lofoten. nel Torcolato dolce; conto da 35 €.
locanda con stallo e per secoli ospita Dalla Bottega del Baccalà finisce poi
prelati, nobili, commercianti, armigeri e nel tegame per diventare baccalà alla Cabernet e Torcolato al top
viaggiatori famosi. La famiglia Bonotto vicentina, bianco e cremoso, o mantecato, «L’85% della nostra produzione si vende
rileva l’albergo nel 1977, lo ingrandisce come piace a Venezia, spalmato su in Veneto»: Stefano Zonta, designato
e abbellisce. Oggi è l’indirizzo clou crostini di polenta calda e accompagnato dalla famiglia insieme ad Adriano a gestire
di Bassano per l’ospitalità, in posizione da un’ombra di vino bianco. Lo stoccafisso la tenuta Due Santi, lo dice con
strategica, proprio accanto alle mura – o “pesce veloce del Baltico”, o baccalà, un’evidente punta di orgoglio. Vino
e al cuore della città. L’arredamento è o bacalà alla veneta che dir si voglia – e olio di qualità si producono su circa
classico e il ristorante durante il periodo è il piatto per eccellenza di quest’area 30 ettari di terreno, alle falde del
degli asparagi bianchi di Bassano offre da tempi lontani, e può contare Grappa. La famiglia Zonta si occupava
una notevole gamma di piatti sul tema; persino sulla “venerazione” della prima di concerie, ma impara presto
doppia con prima colazione da 100 €. Confraternita del Bacalà. Nella bottega il nuovo mestiere. Nel tempo, dai vini
dall’aria d’antan c’è un marchingegno da damigiana la linea enologica si raffina
Un brindisi al Garage Nardini voluminoso che serve ad ammorbidire sempre di più, fino ai Tre Bicchieri
La Distilleria Nardini, fondata nel 1779, le fibre del pesce e a “domarlo” assegnati nel 2016 dalla guida Vini
e il ponte palladiano con la storica per la cottura. La primissima scelta d’Italia del Gambero Rosso al Cabernet
Grapperia sono due simboli della città. di filetti carnosi costa 52 € al chilo. Breganze 2012. Notevole anche il
Una tradizione sentitissima e capace «Ma con un chilo ci si mangia anche in Torcolato, un nobilissimo passito ottenuto
di rinnovarsi: è nato così da pochi mesi dieci», assicura Pierantonio Concato. da uve Vespaiola; bottiglie da 7,50 a 18 €.
Bell’Italia 135
Bassano del Grappa
3
5
136 Bell’Italia
Da osti a vignaioli provetti metri) c’è la bella chiesa, luogo di culto
Indirizzi
I Gottardi erano osti: mescevano vino e pellegrinaggio, e lo storico Albergo
e cucinavano nella trattoria Pulierin Ristorante San Giovanni. Luciano
(“puledrino” in vicentino), famosa Favero lo tiene aperto con la sua famiglia
SCHIAVON
per i suoi piatti con asparagi bianchi. tutto l’anno: offre camere in legno,
Distillerie Poli, via Marconi 46,
Ora Mirco, la moglie Gloria e i figli salette tipo stube e una cucina di valore
0444/66.50.07; www.poligrappa.com
conducono una proprietà agricola, in nella sua semplicità. In tavola c’è molta
bellissima posizione in località San selvaggina, non solo in umido ma anche
CROSARA DI MAROSTICA
Michele: un piccolo anfiteatro tra le trattata a carpaccio o tartare, conigli alle
Azienda Agricola Frutteto Antico-
colline che precedono il massiccio erbe selvatiche, pasta e gnocchi fatti
Le Marmellate di Rosi, via Cassoni 17,
del Grappa, tra boschetti, vigne, olivi. in casa ai funghi o salsiccia. Una pasta
347/442.25.70
L’insegna del Pulierin non è scomparsa, ideata da Luciano sono i gargati con
si è solo trasferita qui accanto a quella ragù di pollo; le eliche rosa si abbinano
BASSANO DEL GRAPPA
di Contrà Soarda, cantina scavata ai piselli di Borso del Grappa, insieme
Enoiteca Pomo d’Oro, viale Europa 3,
nella collina, perfetta per la temperatura alla ricotta. Nell’edificio ha trovato posto
0424/334.41; www.enoitecapomodoro.it
e l’umidità costante. Agricoltura e una collezione di reperti della Grande
viticoltura biologiche e una predilezione Guerra, dedicata a Roberto Favero, Bonotto Hotel Belvedere,
per il vitigno Vespaiola, con il quale recuperante in quest’area bellica; conto piazzale General Giardino 14,
Mirco ha realizzato bottiglie premiate da 30 €, doppia con colazione da 70 €. 0424/52.98.45; www.bonotto.it
da Wine Spectator. Il Vignasilan, cru in Garage Nardini, piazzale General Giardino 6,
purezza, riposa in bottiglia ben tre anni Morlacco e Burlino 0424/52.10.73; www.garagenardini.it
per affinarsi, mentre Vigna Corejo è un nella malga dei formaggi Bottega del Baccalà, via Matteotti 10,
Pinot nero che se ne sta in tonneau È una casa rustica, perfettamente 0424/52.38.47
36 mesi più 24 in bottiglia. Gottardi ha integrata nel paesaggio della valle.
Ristorante Trevisani, vicolo Da Ponte 37,
puntato anche sul Carmenere, vitigno Alla Malga Gasparini Teresa Gasparini
0424/52.22.01; www.ristorantetrevisani.it
dimenticato. Ai vini si unisce una buona e il figlio Ivan allevano le loro sessanta
grappa di uva Vespaiola appassita. mucche e fanno i formaggi più tipici Vigneto Due Santi, viale Asiago 174,
Le bottiglie di Contrà Soarda, Torcolato della zona. In primis il Morlacco, saporito 0424/50.20.74; www.vignetoduesanti.it
incluso, costano da 12 a 50 €. e odoroso, di origini lontane, che ha la Vignaioli Contrà Soarda,
prerogativa di non indurirsi stagionando, località San Michele, Strada Soarda 26,
Le Brune Alpine della Fattoria talvolta messo sotto sabbia a “riposare”. 0424/50.55.62; www.contrasoarda.it
Colline, piccole praterie coperte di fiori in Poi il Bastardo dall’occhiatura media, Fattoria San Michele, località San Michele,
primavera e boschetti dai colori dolcissimi anche stagionato nelle vinacce oppure contrà Gaggion Basso, 0424/50.13.03;
in autunno. A pochi chilometri da Bassano unito a erbette selvatiche o peperoncino, www.fattoriasanmichele.com
si incontra un piccolo eden agreste: il piccante Burlino, il magro Schiz
è la Fattoria San Michele di Enzo da cuocere in padella e le ricotte. Tra SOLAGNA
e Pietro Guderzo (padre e figlio), che queste ultime, “poliedrica” quella Albergo Ristorante San Giovanni,
conta 160 mucche di razza Bruna Alpina. affumicata, che va benissimo sulle località Colli Alti, 0424/55.60.08;
Brucano l’erba di 25 ettari di prato uova al tegamino, le verdure cotte, www.collialti.it
e da ognuna di loro si mungono 30 litri la pasta alle melanzane o il carpaccio.
Malga Gasparini,
di latte al giorno. Il caseificio annesso
via Campo De Roa, 320/910.72.77
produce un prelibato stracchino, la SAN NAZARIO
ricotta e la tosella, da consumare fresca Dal forno a legna, pane
SAN NAZARIO
o da spadellare con qualche verdura e biscotti a regola d’arte
Panificio del Lepre,
oppure da impanare con la farina gialla San Nazario ha una chiesetta ingrandita
località Lepre, 0424/55.90.59
a mo’ di cotoletta. Poi caciotte fresche da qualche anno, perché luogo non
o poco stagionate, magari insaporite al dimenticato di devozione, una trattoria
peperoncino, al pepe o all’erba cipollina, appena ingentilita, pochissime case.
e il Bastardo del Grappa, formaggio locale E soprattutto uno straordinario forno
che stagiona anche per un anno. a legna gestito da quattro generazioni
dalla famiglia Todesco. Un forno vero,
SOLAGNA alimentato con legna tagliata nel bosco,
Un’oasi di pace ai Colli Alti dal quale il padre Giampietro e il figlio
Salendo sul Grappa da Bassano Carlo estraggono ciope e ciopette,
si incontra Campo Solagna. Dove di varie dimensioni, sempre tondeggianti
la strada si biforca, prendendo a sinistra e fragranti. Il forno è stato costruito ad
si giunge nella zona dei Colli Alti, arte, in tempi lontani, da un artigiano
che un tempo lontano era feudo carnico che sapeva il fatto suo. Oltre
di Rambaldo di Collalto. Il panorama è al pane, dal Panificio del Lepre escono
un idillio di montagna dolce e verdissima, i risorti biscotti del Lepre, tradizione
tra boschi di faggi e le prime conifere. di lunga data: rettangoli allungati e
In località San Giovanni, sul culmine impastati con un paio di piccoli segreti
della strada (quasi un passo a 1.300 di famiglia; un pacco da 450 g costa 8 €.
Bell’Italia 137
Bassano del Grappa
La ricetta
Tra i piatti forti della zona ci sono anche questi deliziosi tortelli: per farli
buoni, morbidi, quasi dolci, le patate adatte sono essenziali, insieme alla
lunga pratica di ogni cuoca o cuoco. L’Albergo Ristorante San Giovanni è ai
Colli Alti, in una zona dove il Grappa è boscoso, e per questo
i funghi sono d’obbligo, mentre dal latte delle mucche che pascolano nei
dintorni si ricavano ottimi latticini. In questa ricetta la ricotta fresca è
irrinunciabile, così come il burro di malga. Il delicato olio di Pove fa poi I tortelli del Grappa di patate e funghi,
il resto, insieme a un minimo di salume saporito, come la mortadella. specialità dell’Albergo Ristorante San Giovanni.
Procedimento
Ingredienti
1
Lavare le patate e farle
4
Unire in una ciotola
bollire a fuoco medio per i formaggi ben mescolati,
Per 6 persone: 40 minuti. Pelarle, passarle il secondo uovo,
allo schiacciapatate, il prezzemolo, la
e poi aggiungere un uovo mortadella e un pizzico
• 1 kg di patate
intero e le farine, di sale e pepe.
poco farinose amalgamando bene. Aggiungere infine
• 300 g di farina 00 Se il composto è troppo i funghi trifolati
morbido, aggiungere precedentemente.
e 300 g di farina ulteriore farina.
di grano duro
• 2 uova intere
• 200-300 g di funghi
freschi misti
2
Mentre le patate
5
Mettere su ogni disco
• 300 g di ricotta fresca cuociono, pulire i funghi di pasta un cucchiaino
freschi misti, tagliarli di farcitura, sovrapporre
• 50 g di parmigiano a pezzetti molto piccoli un altro disco e chiudere
grattugiato e farli soffriggere bene i bordi dei tortelli.
in un tegame con olio
• 100 g di mortadella
e lo spicchio d’aglio
tritata fine schiacciato. Cuocerli
• ½ bicchiere di olio almeno per 20 minuti
e tenerli da parte.
delicato
• 1 spicchio d’aglio
• 50 g di burro
• 1 ciuffetto di 3
Prendere il composto
6
Tuffare i tortelli in acqua
prezzemolo tritato di patate, uova bollente salata.
• sale e pepe e farina, metterlo sulla Appena salgono
spianatoia e con il in superficie toglierli
matterello infarinato con il mestolo forato e
stenderlo a sfoglia, impiattarli condendoli
alta circa 3 millimetri. o con un poco di funghi
Con un bicchiere, trifolati preparati
Vino consigliato: ritagliare poi dei in più o con burro
tondi di pasta. fuso e parmigiano.
Piave Cabernet Doc
138 Bell’Italia
L’Italia ha un cuore
grande come l’Umbria.
Rossi, bianchi,
dolci: la Sicilia
nel bicchiere
Tenute e vigneti sono sparsi in tutta l’isola, ma la produzione avviene
nelle storiche cantine di Marsala. Fra le eccellenze, il Nero d’Avola
Per capire Donnafugata dell’episodio che ha ispirato alle botti e alle barrique,
è utile partire dal nome, il marchio, la famiglia Rallo ospitate nella recente parte
simboleggiato nel logo ha nel suo Dna, con oltre 338 sotterranea scavata nel tufo.
aziendale da una testa di ettari vitati che spaziano nei Qui riposano i gioielli della
donna con i capelli al vento. territori più vocati dell’isola: casa come il Ben Ryé, il
L’immagine rimanda alla da Contessa Entellina Tancredi o il Mille e una
fuga precipitosa della all’Etna, da Vittoria (patria notte, il supersicilian a base
IL VINO
regina Maria Carolina, del Cerasuolo) a Pantelleria Nero d’Avola voluto dai
moglie di Ferdinando IV (con il suo fuoriclasse, fondatori, il geniale Giacomo MILLE E UNA
di Borbone, che all’arrivo il passito Ben Ryé). Rallo (scomparso lo scorso NOTTE 2011
a Napoli delle truppe Le cantine storiche anno) e la moglie Gabriella Due Giacomo, il
napoleoniche si rifugiò nel di Marsala accolgono Anca, aiutati da un guru fondatore Rallo e il
palazzo di Santa Margherita i mosti provenienti dell’enologia come Giacomo principe degli enologi
Belice, nell’Agrigentino. dalle diverse tenute per Tachis. Da una donna Tachis, per un vino
Fu ospite del principe di procedere all’affinamento che fugge a una che con simbolo della Sicilia.
Salina, nei luoghi dove oggi si e all’imbottigliamento. la propria creatività Dalle tenute di Contessa
trovano la maggior parte dei Sorgono all’ombra funge da “spirito guida” Entellina (Palermo)
vigneti aziendali. dell’incantevole baglio in stile del marchio, José Rallo, selezionati grappoli di
Un rapporto mediterraneo, costruito nel figlia di Giacomo e sorella di Nero d’Avola (80%) con
con la storia e 1851, con la corte ingentilita Antonio, fulcro del progetto aggiunta di Petit Verdot
con il territorio di olivi, limoni e aranci. Donnafugata Music&Wine, e Syrah danno vita a un
che, al di là All’interno le capriate in di cui è ispiratrice e cantante. supersicilian dal rosso
legno, opera di perfezione L’imprenditrice del vino con rubino intenso, dal
ingegneristica di antichi la sua verve è la migliore bouquet di frutti rossi,
info maestri d’ascia, hanno tetti
altissimi che garantiscono
ambasciatrice delle etichette
caratterizzate dai capelli
prugna ed effluvi
balsamici di resina,
Donnafugata
Marsala (Trapani), la temperatura necessaria sciolti di Donnafugata. cannella e pepe nero.
via Lipari 18, 0923/ Al gustativo è setoso
72.42.45; www.
e avvolgente, con una
donnafugata.it
Come arrivare: persistenza lunga quanto
le cantine storiche sono le sue possibilità
in centro, ben segnalate. d’invecchiamento, che
Visite e degustazioni: superano i 20-25 anni.
tutti i giorni su
prenotazione Affina in barriques di
(0923/72.42.63; rovere francese per
visitare@donnafugata.it). 14 mesi e almeno
Fra le tipologie di 36 in bottiglia prima
degustazione suggeriamo
di approdare in
il percorso “Vini icona”,
che prevede visita enoteca in
alla barricaia sotterranea 52.000 bottiglie
e alla sala delle botti al prezzo di
e degustazione di 48-50 €.
due annate di Mille
e una notte e due del Ben In alto: i vigneti dell’isola di Pantelleria, le cui uve vengono affinate Col filetto alla
Ryé. Durata 75 minuti, nelle cantine storiche dei Rallo. Foto piccola: Marsala, la barricaia. Rossini vibra
costo 26 € a persona. Nel tondo: Giacomo e Gabriella Rallo. Sopra: il baglio dell’Ottocento. in assonanza.
Bell’Italia 141
OCCASIONI
Testi di Lara Leovino
LOW-COST DI QUALITÀ
142 Bell’Italia
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Il benessere
va in Scena www.schenna.com
Hortus Mirabilis,
a cura dell’Università di Padova,
Rizzoli 2017, 220 pagine, 35 €.
Formato: 20x27 cm
144 Bell’Italia
CATALOGHI D’ARTE
Il Cammino
Minerario di
Santa Barbara,
MASSIMO FERRI
di Giampiero Pinna,
Terre di Mezzo Omaggio a Mantova, poesie e opere
Editore 2017,
180 pagine, 18 €.
Formato: 11,5x21 cm
MASSIMO FERRI
Omaggio a Mantova, poesie e opere
PERCORSI
INCONSUETA SARDEGNA
La Sardegna sud-occidentale non offre solo
uno splendido mare e spiagge da sogno. Il
Sulcis Iglesiente Guspinese conserva radicate
tradizioni religiose e ricche memorie del suo
recente passato di bacino minerario. Una
realtà multiforme e in gran parte poco nota
che da qualche tempo è possibile scoprire
grazie alla nascita del Cammino Minerario
di Santa Barbara, di cui questo volume
è la guida ufficiale. Il percorso ad anello
parte da Iglesias e in 24 tappe, per circa 400
chilometri, attraversa i territori di 23 comuni
seguendo i sentieri usati dai minatori per
andare al lavoro, mulattiere, tratti dismessi
di strade ferrate impiegate un tempo per il
trasporto dei minerali. Accanto alle suggestive
testimonianze di archeologia mineraria, lungo
il cammino si incontrano i molti luoghi di culto
dedicati a Santa Barbara, patrona dei minatori.
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
Amatricianae.
Grandi chef
italiani insieme
per Amatrice,
Edizioni Plan 2017,
230 pagine, 19,90 €.
D opo la riuscita esperienza di Lasciando al tempo il tuo
tempo Massimo Ferri torna a interpretare il duplice
ruolo di artista e poeta in questo delizioso volume ricco di
Formato: 22x26 cm
spunti e suggestioni, nonché dichiarato omaggio alla città di
Virgilio. Ventotto acquerelli monocromi accompagnano una
sessantina di liriche in un dialogo raffinato tra pittura e poesia.
Con il contributo di
SOLIDARIETÀ
RICETTE PER AMATRICE
Saranno destinati ai progetti di ricostruzione Volume di 112 pagine; formato cm 17 x 24;
di Configno, frazione di Amatrice legatura in brossura con alette
duramente provata dal terremoto del 2016,
i proventi di questo libro voluto dalla casa In vendita nelle librerie a € 15,00
editrice marchigiana Edizioni Plan. Grazie Prezzo speciale per i nostri lettori a € 13,50
alla collaborazione di Alma, la Scuola
internazionale di cucina italiana che ha sede Per le ordinazioni scegliere tra: 1) Invio assegno bancario a Cairo Publishing Srl,
a Colorno (Parma), oltre 30 chef italiani corso Magenta 55 - 20123 Milano; 2) Versamento su c.c. postale n. 71587083 intestato
hanno proposto le loro interpretazioni a Cairo Publishing Srl; 3) Bonifico, IBAN IT 66 X 02008 09432 000030040098 - Unicredit;
(in qualche caso profonde rivisitazioni) 4) Addebito su carta di credito (escluse le elettroniche e American Express).
dell’Amatriciana, simbolo della tradizione Si prega di inviare l’attestazione del pagamento al fax 02 43313580 o all’indirizzo mail
gastronomica di quel lembo di Lazio. Tra gli
diffusione@cairoeditore.it, indicando un recapito telefonico. Per informazioni telefonare
altri, hanno aderito all’iniziativa Gualtiero
allo 02/43313517. Offerta valida sino al 31/12/2017.
Marchesi e Massimo Bottura, Davide
Oldani e Niko Romito, Gianfranco Vissani,
Carlo Cracco e Massimo Spigaroli.
I libri Giorgio Mondadori • La bellezza della qualità
Nel prossimo numero
novembre
NAPOLI MUSEO NAZIONALE DI CAPODIMONTE
IN VISITA ALLE SALE
DEL CONTEMPORANEO
il weekend
LOMBARDIA CREMA
ECHI BRAMANTESCHI
AL SANTUARIO DI SANTA
MARIA DELLA CROCE
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A OTTOBRE GARDENIA
PROFUMA DI ROSA.
REGALO
Un viaggio tra i borghi più belli d’Italia che metterà alla prova la vostra conoscenza
del Bel Paese. Riconoscete la località interpretata dalla matita di Matteo Pericoli?
Chi invierà la risposta esatta potrà proporre il soggetto per uno dei prossimi numeri
Qualche indizio qua e là... Una massiccia torre quadrata è quanto e nel cuore di un distretto del biologico.
resta delle fortificazioni che nel Medioevo Ma in questo piccolo centro tutta la frutta
circondavano il borgo, immerso in è regina: ogni stagione ospita una
un dolce paesaggio collinare a due passi rassegna che promuove la frutticoltura
da una zona vitivinicola Patrimonio Unesco e il recupero di antiche varietà.
148 Bell’Italia