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ALLA SCOPERTA DEL PIÙ BEL PAESE DEL MONDO NUMERO 67 MAGGIO 2022 - EURO 6,20 IN ITALIA

NUMERO SPECIALE - GIRO 2022


TRIMESTRALE

CON GUSTO
SULLE
STRADE
DEL GIRO
Dalla Sicilia a Verona, attraverso i passi
dolomitici, l’edizione numero 105 del Giro
d’Italia tocca Napoli e omaggia Procida,
Capitale della Cultura. Ecco una guida alle
bellezze artistiche e naturali lungo
il percorso, alle tipicità e alle soste golose

Più di
500
indirizzi
>
20067
ISSN 1594 8978

897024
771594

EDITORIALE GIORGIO MONDADORI


9
Il Parmigiano Reggiano
è un viaggio millenario
nell’arte del fare, nella storia
e nei sapori.

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* Il Parmigiano Reggiano è naturalmente privo di lattosio: parmigianoreggiano.com


l’assenza di lattosio è conseguenza naturale del tipico processo
di ottenimento del Parmigiano Reggiano.
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Contiene galattosio in quantità inferiore a 0,01 g/100 g. e nel tuo punto vendita.
l’editoriale

In copertina: nell’edizione 91
del Giro d’Italia, il gruppo
sulla strada verso il
passo Pordoi, che i ciclisti
quest’anno affronteranno
nella tappa 20.
Foto: Tim De Waele/
Getty Images.
Nella foto: a Napoli, cicliste
sul belvedere della discesa
Coroglio, affacciato
sull’isola di Nisida.

PEDALANDO FRA CULTURA E SAPORI


La festa di primavera torna a colorare le strade d’Italia e ma anche un Baedeker per chi vorrà mettersi in viaggio lungo
sempre più la Corsa Rosa è un invito a scoprire le bellezze gli itinerari delle tappe, seguendo i suggerimenti di visita e le
artistiche e paesaggistiche della nostra Penisola. E a farlo in soste del gusto che proponiamo in queste pagine. Perché non
bicicletta, il mezzo più ecologico che ci sia. Anche per visitare c’è niente di meglio per i ciclisti appassionati che terminare
le città. Quest’anno sono ben 14 quelle attraversate dal Giro e una giornata sportiva con un ottimo pranzo. Un connubio
il nostro Albano Marcarini ha disegnato per Napoli, Genova, di sport e sapori che il Giro celebra ogni anno dedicando
Torino e Verona – dove è previsto l’arrivo del Giro 105 – una tappa, la Wine Stage, a un’eccellenza italiana del vino,
quattro itinerari facili per goderne i centri storici in bicicletta. in questo caso lo Sforzato della Valtellina, lungo la tappa 16.
Itinerari per tutti, corredati di cartina e suggerimenti pratici, Da quest’anno è stata introdotta anche la Food Stage, e il
che trovate in queste pagine e che saranno pubblicati anche protagonista non poteva che essere il Parmigiano Reggiano,
sul sito dell’Enit-Agenzia Nazionale del Turismo, sempre carburante ideale per gli sportivi. La tappa 11 che gli è
più attento a valorizzare la mobilità sostenibile. Il Giro 105 dedicata attraversa infatti le zone di produzione di questa ©RIPRODUZIONE RISERVATA

omaggia l’isola di Procida, Capitale Italiana della Cultura Dop conosciuta e imitata in tutto il mondo ma prodotta
2022, e il Parco Nazionale del Gran Paradiso, che quest’anno esclusivamente nei territori di Parma, Reggio Emilia,
celebra il centenario della fondazione. E con il Giro 105, Modena, Bologna alla sinistra del fiume Reno e Mantova alla
Bell’Italia festeggia il suo sesto numero speciale dedicato destra del fiume Po. Una gloria nazionale, come il Giro!
alla gara: una guida imperdibile per chi il Giro lo segue in
Emanuela Rosa-Clot, direttore di Bell’Italia
televisione e vuole saperne di più sui territori attraversati,

Come si leggono le cartine di questo numero

na Le cartine ufficiali delle 18 tappe italiane del Giro 2022 sono riprodotte
tag nelle pagine di info pratiche che corredano ognuno dei 9 servizi dedicati
Mon
nte e lla alla corsa di questo speciale di Bell’Italia. In ogni cartina il tracciato del
ola io d
za oV m percorso di tappa è descritto con una linea rossa, mentre le località di
n o u ard n Pre
rte i v g partenza, di arrivo, dei Traguardi Volanti e dei Gran Premi della Montagna
Pa Arr Tra Gra
sono identificate da bacchettoni colorati (a sinistra, la legenda). I bolli rosa
numerati segnalano la posizione lungo il percorso dei monumenti storico-
artistici e delle bellezze naturalistiche di cui Bell’Italia consiglia la visita.
36
50 Sommario

WEB
10 L’ITALIA PEDALA CON ENIT

LE CITTÀ DEL GIRO


12 PEDALATE URBANE

DA AVOLA A MESSINA
22 SOTTO I CIELI DI SICILIA
32 Da visitare e Buone soste

DA PALMI A POTENZA
36 UN ABBRACCIO AL TIRRENO
46 Da visitare e Buone soste

68
NAPOLI
50 UN BALCONE SU PROCIDA
58 Da visitare e Buone soste
61 Easybike: Napoli

BASILICATA
62 IN BICI NEL PAESAGGIO
FRA STORIA E NATURA

DA ISERNIA A JESI
68 DALLA MAIELLA ALL’ADRIATICO
76 Da visitare e Buone soste
79 La salita: il Blockhaus

DA SANTARCANGELO DI ROMAGNA A GENOVA


80 PIAZZE PADANE E APPRODI LIGURI
90 Da visitare e Buone soste
93 Easybike: Genova

22
156 DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
e.rosaclot@cairoeditore.it
RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE
Elisabetta Planca Caporedattore
e.planca@cairoeditore.it
UFFICIO CENTRALE

140
Rossella Giarratana Caporedattore
r.giarratana@cairoeditore.it
Pietro Cozzi Caposervizio
p.cozzi@cairoeditore.it
Giovanni Mariotti g.mariotti@cairoeditore.it
Carlo Migliavacca c.migliavacca@cairoeditore.it
Raffaella Piovan r.piovan@cairoeditore.it
Barbara Roveda b.roveda@cairoeditore.it
REDAZIONE
Terry Catturini t.catturini@cairoeditore.it
Margherita Geronimo
m.geronimo@cairoeditore.it
Lara Leovino l.leovino@cairoeditore.it
DA SANREMO A COGNE Elena Magni e.magni@cairoeditore.it
Sandra Minute s.minute@cairoeditore.it
94 ROTTA VERSO LE ALPI
PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
106 Da visitare e Buone soste Silvia Garofoli www.silviagarofoli.com
109 Easybike: Torino PHOTO EDITOR
Milena Mentasti m.mentasti@cairoeditore.it
111 La salita: Pila-Les Fleurs Susanna Scafuri s.scafuri@cairoeditore.it
ART DIRECTOR
Luciano Bobba l.bobba@cairoeditore.it
DA SALÒ A LAVARONE Simona Restelli Coordinamento
112 IL LAGO E LE VALLI ALPINE s.restelli@cairoeditore.it
120 Da visitare e Buone soste IMPAGINAZIONE
Franca Bombaci f.bombaci@cairoeditore.it
124 La salita: il Mortirolo Francesca Cappellato
f.cappellato@cairoeditore.it
Isabella di Lernia i.dilernia@cairoeditore.it
DA BORGO VALSUGANA A CASTELMONTE SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
126 PASSAGGIO A NORD-EST Mara Carniti m.carniti@cairoeditore.it
Paola Paterlini p.paterlini@cairoeditore.it
134 Da visitare e Buone soste NUMERO SPECIALE A CURA DI:
138 La salita: il Kolovrat Pietro Cozzi ed Elisabetta Planca
(coordinamento redazionale),
Silvia Garofoli (progetto grafico),
DA BELLUNO A VERONA Simona Restelli (coordinamento grafico e impaginazione),
Mariateresa Cerretelli con la collaborazione di Sara
140 TRE PASSI SULLE DOLOMITI Di Franco (coordinamento fotografico)
Franca Bombaci (impaginazione) Isabella Di Lernia
150 Da visitare e Buone soste (impaginazione), IceiGeo (editing).
153 Easybike: Verona HANNO COLLABORATO: Pier Bergonzi, Maurizio Bertera,
Fabio Bottonelli, Silvia Frau, Albano Marcarini, Marcello Mento,
154 La salita: il passo Fedaia Daniele Miccione, Roberto Mottadelli, Vincenzo Petraglia,
Ettore Pettinaroli, Fabrizia Postiglione, Anna Pugliese,
Massimiliano Rella, Luciana Squadrilli
CHEF
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
156 LE STELLE SULLE STRADE DEL GIRO divisione di

IL GIRO IN RETE
167 IL SITO WEB, L’APP E IL GIRO-E PRESIDENTE
Urbano Cairo
168 IL GIRO D’ITALIA IN PRATICA DIRETTORE GENERALE
Giuseppe Ferrauto
I numeri, il calendario, CONSIGLIERI
le altimetrie della Corsa 2022 Andrea Biavardi, Alberto Braggio,
Giuseppe Cairo, Ugo Carenini, Giuliano Cesari, Giuseppe
Ferrauto, Uberto Fornara,
Marco Pompignoli, Mauro Sala
CAIRO EDITORE S.P.A.
DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:
corso Magenta 55, 20123 Milano, tel. 02 433131,
fax 02 43313927, www.cairoeditore.it
(e-mail: bellitalia@cairoeditore.it)
ABBONAMENTI: tel. 02 43313468, orario 9/13, da lunedì a venerdì
abbonamenti@cairoeditore.it
ARRETRATI A PAGAMENTO / UFFICIO DIFFUSIONE: tel. 02 43313410 – 517
fax. 02 43313580, diffusione@cairoeditore.it

Stampa: ROTOLITO S.p.A. via Brescia 53/65, 20063 Cernusco sul


Naviglio (MI).

112
Distribuzione per l’Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A.,
Via Cazzaniga 19 - 20132 Milano - Tel. 02 2582.1
Distribuzione per l’Estero: Sodip Spa, via Bettola 18, 20092
Cinisello Balsamo (MI) Italia.

Periodico associato alla FIEG (Feder. Ital. Editori Giornali)


collaboratori
CONCESSIONARIA ESCLUSIVA
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Via Angelo Rizzoli 8 - 20132 Milano


Tel. (+39) 02/25845400
e-mail: cairorcs@cairorcsmedia.it

FILIALI
PIEMONTE-LIGURIA-VALLE D’AOSTA
Albano Marcarini Fabrizia Postiglione Pier Bergonzi Dionisio Iemma (Filiale di Torino)
Via Cosseria 1 - 10131 Torino
___ ___ ___ ___ Tel. 011/6600390 - Fax 011/6606815
Milanese, urbanista, Napoletana di nascita, Lombardo, è direttore Calabrese, fotografo e-mail: segreteriato@cairocommunication.it
storico collaboratore di cittadina del mondo, è di Sportweek, professionista da oltre Nuova Giemme srl (Filiale di Genova)
Bell’Italia, da sempre fotografa e giornalista il magazine de La 25 anni, collabora Via dei Franzone 6/1 - 16145 Genova
segue il ciclismo e e racconta i suoi Gazzetta dello Sport, con Bell’Italia e altre Tel. 010/0994864 - Fax 010/7966640
pratica e promuove viaggi in articoli e di cui è il vicedirettore. riviste di turismo e-mail: info@nuovagiemme.it
la mobilità lenta. In reportage su Bell’Italia Autore di libri sui oltre che con enti
questo numero ha e altre riviste italiane campioni del ciclismo, locali impegnati TRIVENETO
raccontato le tappe e straniere. Ciclista da Coppi a Pantani, nella valorizzazione (Filiale di Verona)
16 e 17 del Giro 2022 appassionata e è anche intenditore del territorio. È Vicolo Ghiaia 7 - 37122 Verona
(p. 112) e ha arricchito fautrice della mobilità di vini, di cui scrive appassionato di Tel. 045/4750016 - Fax 045/4750017
ogni servizio con un sostenibile, con la in “Gazza Golosa”, natura e di paesaggi, e-mail: Info-vr@cairocommunication.it
episodio di storia della sua bici ha percorso la rubrica ideata con soprattutto quelli della (Filiale di Padova)
Corsa Rosa. In più ha centinaia di volte il Daniele Miccione. Per sua Calabria, che per Piazza Gaetano Salvemini 13
descritto le salite più circuito napoletano ogni servizio di questo questo numero ha 35131 Padova - Tel. 049/6996311
significative e ideato del Giro 2022, che ci numero presenta percorso, fotocamera Fax 049/7811384
quattro percorsi urbani descrive con parole un vino d’eccellenza alla mano, seguendo
in bici in altrettante e immagini in questo legato ai territori il tracciato delle tappe LAZIO-ABRUZZO-SICILIA-SARDEGNA
città toccate dal Giro. numero (p. 50). toccati dal Giro 2022. 6 e 7 del Giro (p. 36). (Filiale di Roma)
Via Campania 59/C - 00187 Roma
LE IMMAGINI DI QUESTO NUMERO Tel. 06/802251 - Fax 06/80693188
Editoriale: Fabrizia Postiglione (p. 3). Web: Enit - Agenzia Nazionale del Turismo (p. 10). Le città del Giro: e-mail: info-roma@cairocommunication.it 
Fabrizia Postiglione (pgg. 12-13, 20), Massimo Ripani (pgg. 14-15, 16-17, 18-19). Avola-Messina: Foto sport
Lauro Bordin/Archivio RCS (p. 30), Su concessione della Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali e EMILIA ROMAGNA-TOSCANA
dell’Identità siciliana - Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana - Museo interdisciplinare di Messina MARCHE-UMBRIA
(p. 30). Palmi-Potenza: Archivio RCS (p. 40), Vito Arcomano / Alamy Stock Photo (p. 47). Napoli: Centro di (Filiale di Bologna)
Documentazione Gazzetta dello Sport/Archivio RCS (p. 55), Vittorio Sciosia (p. 59). Basilicata: Pierangelo Laterza Viale del Risorgimento 10 - 40136 Bologna
(pgg. 62-63, 65), Dionisio Iemma (pgg. 64, 65, 67), Archivio fotografico Apt Basilicata (pgg. 63, 65, 66, 67). Isernia-
Tel. 051/3763006 - Fax 051/0920003
Jesi: Giulio Paradisi/Alamy Stock Photo (pgg. 70-71), Sergio Feola/Alamy Stock Photo (p. 70), Courtesy Cantina
Montecappone (p. 73), Luca Bettini/Bettini Photo/Archivio RCS (p. 74), courtesy Casa Leopardi (p. 77), Courtesy Le e-mail: info-bologna@cairocommunication.it 
MaRaClà Country House (p. 78), Charly Deslandes/StockFood/PhotoCuisine (p. 78), Marc Hill/Alamy Stock Photo (Filiale di Firenze)
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CALABRIA-MOLISE
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Franco Cogoli (pgg. 126-127, 128-129), Massimiliano Rella (pgg. 128, 129, 130-131, 131, 132, 133, 135, 136), Ente
Ssloveno per il Turismo (p. 130), Daniele Bottallo/AP/Archivio RCS (p. 133), Aldo Pavan/Getty Images (p. 138). Itinerari Speciali di Bell’Italia è una
Belluno-Verona: Fabrizia Postiglione (pgg. 140-141, 143), Franco Cogoli (pgg. 142, 142-143, 143, 144-145, 145, rivista del gruppo Cairo Editore che
146, 147, 153), Archivio RCS (p. 148), SOLOTU/Alamy Stock Photo (p. 151), Realy Easy Star/Toni Spagone/Alamy comprende anche le seguenti
Stock Photo (p. 152), Alex Genovese/Alamy Stock Photo (p. 154). Chef: Barbara Santoro (pgg. 156-157), Elisia testate: SETTIMANALI DiPiù TV,
Menduni (p. 157), Andrea Straccini (p. 157), Umberto e Figli Fotografia (p. 158), Courtesy Grand Hotel Timeo (p. Diva e Donna, Settimanale DiPiù,
158), Giulio Greco (p. 158), Michele Galluccio (p. 159), Vito Rizzi (p. 159), Luciano Furia (p. 160), Francesco Zoppi Settimanale DiPiù e DiPiù Stellare, TV
(p. 160), Wilson Santinelli (p. 160), Nikoboi/Nicola Boi (p. 161), Paolo Picciotto (p. 162), Courtesy Ristorante Sarri MIA, settimanale NUOVO e NUOVO TV,
(p. 162), Cofancy Agency (p. 163), Paolo Formica (p. 163), Claudia Chiaro (p. 163), Stefano Fusaro (p. 163), Settimio “F”, settimanale GIALLO, Enigmistica
Benedusi (p. 164), Lido Vannucchi (p. 164), Lorenzo Rui (p. 164), Raffaele Merler (p. 164), Arcangelo Piai (p. 165), PIÙ QUINDICINALI Settimanale
Courtesy Ristorante San Martino (p. 165), Mattia Mionetto (p. 165), Antonia Klugmann (p. 165), Giovanni Panarotto DiPiù e DiPiù TV Cucina, NUOVO e
(p. 166), Carlo Baroni (p. 166). Il Giro in Rete: Luigi Sestili /La Presse (p. 167), Artwork di zampediverse® (p. 167). NUOVO TV Cucina MENSILI Airone,
Testi e fotografie non richiesti non vengono restituiti Antiquariato, Arte, Bell’Europa,
Bell’Italia, For Men Magazine,
Itinerari Speciali di Bell’Italia. Pubblicazione periodica registrata presso il Tribunale di Milano il 17/04/2002, n.236 Gardenia, In Viaggio, Natural Style

8 Bell’Italia
DA SAPERE web Di Pietro Cozzi

L’Italia pedala
con Enit
L’Agenzia Nazionale
del Turismo rinnova il suo
portale Italia.it, arricchito
di proposte per chi ama la
bici. Con un occhio ai territori
attraversati dal Giro 2022

Appuntamento di primo piano nel calendario del ciclismo promozione e sviluppo del turismo italiano. Il suo ruolo
professionistico internazionale, il Giro d’Italia è da sempre è sempre attuale e si evolve nel tempo con strumenti,
anche una straordinaria vetrina del paesaggio italiano campagne e strategie rivisitate».
e, anno dopo anno, la conferma del ruolo della bicicletta Uno degli strumenti più importanti di Enit è Italia.it,
come mezzo più adatto per avvicinare i territori il portale ufficiale dell’Italia turistica, che riserva una
in modo sostenibile e conoscerli in profondità. Per questo grande attenzione al variegato mondo del cicloturismo.
Enit-Agenzia Nazionale del Turismo, fedele al suo ruolo «Aprendo il sito si possono trovare articoli multitematici
di promozione delle diverse modalità di scoperta che approfondiscono lo slow tourism e offrono spunti per
del nostro Paese, ospiterà nella nuova versione del suo vivere una vacanza in bici completa, sempre nello spirito
portale Italia.it diversi contenuti legati all’edizione dell’originalità e dell’autenticità dell’offerta», spiega
di quest’anno della Corsa Rosa. Garibaldi. È in quest’ambito che troverà spazio la guida
dettagliata a cinque grandi salite del Giro d’Italia 2022
UNA STORIA LUNGA PIÙ DI UN SECOLO e la proposta di quattro itinerari ciclistici easy bike nei
È un altro passo importante in una storia ormai più centri storici delle principali città toccate dal percorso
che centenaria. «Enit nasce nel 1919 con lo scopo della Corsa Rosa: Torino, Genova, Verona e Napoli.
di promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo», spiega «Tra gli investimenti di quest’anno c’è proprio
Roberta Garibaldi, amministratore delegato di Enit l’ottimizzazione del nostro portale», conclude Garibaldi,
dall’ottobre 2021, «incentivando i flussi turistici verso «migliorandone l’interfaccia utente, integrandolo con
il nostro Paese e l’interesse per le nostre destinazioni dopo fonti di dati aggiuntive e ampliandone il portafoglio dei
gli sconvolgimenti della Grande Guerra». Una missione servizi a disposizione di chi lo consulta e delle professioni
che non ha perso la sua importanza: «Nel periodo post- turistiche, come guide e accompagnatori turistici.
pandemico che stiamo vivendo, la storia consegna a Enit Tutto questo mantenendo la sua tradizionale autenticità,
un compito sempre più importante», prosegue Garibaldi, attualità, omogeneità e garanzia dell’informazione».
«come cabina di regia permanente di analisi, raccordo, ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella foto in alto:


Roberta Garibaldi,
amministratore
delegato di Enit-
Agenzia Nazionale del
Turismo, a Bergamo,
davanti a porta
San Giacomo.
In queste foto:
la home page e alcuni
suggerimenti di
viaggio su Italia.it,
il portale di Enit.

10 Bell’Italia
LE CITTÀ DEL GIRO

PEDALATE URBANE

In bici al Belvedere
Sant’Antonio
di Posillipo,
che regala una
classica veduta
napoletana verso
via Caracciolo,
la Villa Comunale
e Castel dell’Ovo,
con il Vesuvio
sullo sfondo.
Luoghi, curiosità e abitudini in bicicletta di quattro città
sedi di tappa della Corsa Rosa: Napoli, Genova, Torino
e Verona. Da scoprire con gli speciali itinerari “easy bike”
che vi proponiamo nelle pagine di questo numero
Testi ALBANO MARCARINI

Bell’Italia 13
Un luminoso scorcio
dell’area del Porto
Antico di Genova
con la sequenza dei
moli, gli edifici che
ospitano l’Acquario
e il Bigo, l’ascensore
panoramico
progettato da
Renzo Piano e
ispirato alle gru di
carico e scarico.

I de La Gazzetta dello Sport, un’eccezione ci poteva stare.


Il Giro d’Italia ha flirtato a lungo con le città. In una graduatoria che calcoli gli arrivi di tappa
Nei traguardi dei primi Giri, quando ancora non vi in ogni singola città, ai primi quindici posti si trovano
era l’esigenza di valorizzare le località turistiche della solo capoluoghi di provincia. Naturalmente Milano,
Penisola, non potevano mancare le città, anche per la che ha inventato la Corsa Rosa, fa la parte del leone
necessità di reperire un numero sufficiente di alloggi con 40 partenze e 78 traguardi finali, oltre a essere
e servizi per tutta la carovana. La prima edizione, nel stata nel complesso arrivo di ben 86 tappe. Anche
1909, vinta da Luigi Ganna, collezionò tutte le maggiori nell’edizione 2022 non mancano partenze o arrivi
(Milano, Bologna, Napoli, Roma, Firenze, Genova cittadini. Fanno difetto questa volta Milano e Roma,
e Torino) e una minore (Chieti), ricordata come ma avremo Catania, Messina, Potenza, Napoli, Isernia,
il primo arrivo in salita. Nell’edizione successiva si Pescara, Reggio Emilia, Parma, Genova, Cuneo, Torino,
annovera Mondovì, che grande non era, ma essendo Treviso, Belluno e Verona. Vien voglia di chiamarlo il
la città natale di Emilio Costamagna, direttore Giro delle Città d’Italia. Il tripudio dei tifosi, radunati

14 Bell’Italia
dietro le transenne, ha convinto organizzatori e divieti, di attraversare i centri storici, di entrare
e amministratori ad affrontare con spirito positivo e uscire da parchi e giardini, di fiancheggiare
i non banali problemi che una manifestazione sportiva fiumi e navigli, di intrufolarsi fra vicoli e passaggi
può causare nella vita frenetica di un centro urbano, “segreti”, di cui fino a quel momento si ignorava
confidando nella benevolenza degli automobilisti. l’esistenza. Permette di costruire percorsi ad hoc che
si perfezionano di volta in volta scoprendo sempre
TRA CICLABILI E CICLOVIE qualcosa di nuovo. Se poi la città in questione ha un
«La città è una stupenda emozione dell’uomo. La città sorriso per quanti pedalano, tradotto in chilometri
è un’invenzione, anzi: è l’invenzione dell’uomo», di piste ciclabili, ecco che allora non ci sono più
ha scritto Renzo Piano. Fra le varie prospettive con remore. Alcuni si portano una folder-bike sul treno,
cui visitarla, quella in sella a una bicicletta è la più ricomponendola alla stazione, o la scaricano dall’auto:
simpatica. La libertà di movimento di una bici consente sta di fatto che le due ruote fanno ormai parte,
di snobbare la congestione del traffico, di evitare limiti come lo zainetto e la bottiglietta di acqua minerale,

Bell’Italia 15
Lo slancio
verticale della Mole
e l’abbraccio delle
Alpi nello skyline
di Torino. La città
ha uno storico
legame con
il ciclismo e offre
una vasta scelta
di percorsi dedicati
alle due ruote.

16 Bell’Italia
Bell’Italia 17
La caratteristica
piazza delle Erbe,
a Verona, vista
dalla terrazza
del seicentesco
palazzo Maffei.
Nella città scaligera
si tiene la tappa
conclusiva del Giro
2022 e si celebra
il vincitore all’Arena.

18 Bell’Italia
Bell’Italia 19
Pedalata al porto di Baia, nella zona dei Campi Flegrei, presso Napoli.

del bagaglio di molti turisti urbani. Ogni città si sta e giusto in tempo per tirare i freni evitando di finire in
attrezzando con bike-point di noleggio e relative mare. Genova è un altro rebus per la bicicletta.
stazioni di ricarica per le e-bike. Giovani tour operator La città ha più di mezzo milione di abitanti ma non
propongono sul web itinerari guidati sulle due c’è mai spazio per nulla, figuriamoci per le bici. Qui
ruote con tanto di visite ai monumenti e degustazioni le discese si chiamano salite e per questo ci sono poche
gastronomiche. Perché non approfittarne? bici. La città non le ama. Si trova infatti all’ultimo
La città si rivela lungo le sue vie, nel rapporto posto in Italia come densità di piste ciclabili. Bisogna
con i suoi monumenti che avvicinati in bicicletta adeguarsi. Circolare di notte, come la gatta di Gino
non appaiono entità separate, asterischi sulle pagine Paoli, con una fixed per rinforzare i polpacci tatuati.
di una guida, ma diventano realmente parte della Di giorno ci sono chilometri di raccordi ferroviari in
struttura urbana, collocati in una giusta dimensione. Pian abbandono (almeno così sembrerebbe) che potrebbero
piano, pedalando si coglie un senso di liberazione e si diventare ideali corridoi ciclabili.
apprezza la strana sensazione di muoversi in equilibrio, Torino è invece l’aristocrazia della bici. Nella città
stando seduti, senza avere nessuna costrizione attorno, della Mole, il manubrio fa solo pieghe a 90 gradi
al contrario dell’abitacolo di una vettura. Una simultanea perché la città è fatta a scacchi, bianchi e neri come la
visione dinamica e panoramica. gloriosa maglia della Carpano, la ditta del Punt e Mes (un
punto di dolce e mezzo d’amaro) che negli anni 50 vestiva
QUATTRO CITTÀ DA VIVERE IN BICI campioni del calibro di Kübler, Defilippis, Nencini
Delle 14 città toccate dal Giro 2022, in questo numero e Balmamion, due volte vincitore del Giro. A Torino
speciale ne abbiamo selezionate quattro, dedicando si sale a Superga come fa la Milano-Torino, la più antica
loro una visita turistica attraverso un itinerario in classica del ciclismo italiano, o si pedala lungo il Po
bicicletta. Un modo simpatico e sostenibile di attendere da Nichelino a Settimo Torinese, oppure si ammirano le
il passaggio del Giro a Napoli, Genova, Torino e Verona. Residenze Sabaude imboccando la ciclovia Corona
Napoli è una new entry nel novero delle città ciclabili, di Delizie e la Torino vetero-industriale con l’itinerario
almeno da quando l’ex sindaco De Magistris ha osato AbbracciaTO, la circle-line della città.
chiudere il lungomare e aprire una pista lunga 16 Infine Verona, che spende tanto amore per il Giro
chilometri. «Cose ’e pazz», commentò qualcuno, «Un quanto ne ha speso Romeo per Giulietta. Il podio
nuovo stile di vita!», ribatté un altro. Oggi il Napoli cittadino è l’Arena, che ha visto salire sul gradino
Bike Festival è la più partecipata e allegra convention più alto Giovanni Battaglin (1981), Francesco Moser
riservata ai patiti delle due ruote, con itinerari (1984), Ivan Basso (2010) e Richard Carapaz (2019).
guidati, esposizioni, bike-cafè, mercatini e officine Al suo interno, trasformato in improvvisato velodromo,
©RIPRODUZIONE RISERVATA

di riparazione. È lì che si discute il futuro di Napoli si svolse nel 1880 una delle prime gare ciclistiche
ciclabile, della sua (in)credibilità, della necessità italiane. A Verona oggi transita AIDA, la nuova ciclovia
di diffondere una cultura della bicicletta fra le anime turistica che collega tutte le città monumentali del
critiche e quelle entusiaste. Nord in una sola stretta di mano, da Torino a Trieste.
A Genova il Giro arriva sempre dopo aver scavallato L’Italia è piena di strade da riempire con l’esile segno
l’Appennino, giù per la Bocchetta o la Scoffera di una gomma da bicicletta. !

20 Bell’Italia
CATANIA / MESSINA
AVOLA / ETNA

TAPPA 4 • TAPPA 5

Il centro di Noto
attraversato
dall’asse di corso
Vittorio Emanuele,
che separa
il municipio dalla
cattedrale di San
Nicolò, in cima
all’imponente
scalinata.
La cittadina,
ricostruita in tardo
stile barocco dopo
il terremoto del
1693, è toccata
dalla tappa 4 poco
dopo la partenza.
DA AVOLA A MESSINA

SOTTO I CIELI
DI SICILIA
Il Val di Noto e gli Iblei, l’Etna e Catania, i borghi dei Nebrodi
e quelli dei Peloritani, la valle dell’Alcantara e Messina.
Due giorni tra meraviglie d’arte e un’eccezionale sequenza
di paesaggi, accompagnati da una gastronomia irresistibile
Testi MARCELLO MENTO • Foto LUCA SCAMPORLINO

Bell’Italia 23
In questa foto:
i laghetti della
Riserva Naturale
Cavagrande
del Cassibile.
Sotto, da sinistra:
la foce del
Cassibile vicino
alla spiaggia
della Marchesa,
dove nel 1943
sbarcarono
gli Alleati;
golose paste
di mandorla;
scorcio
dell’insediamento
rupestre
di Pantalica.
TAPPA 4 • TAPPA 5

D
Dal bianco dell’altopiano ibleo all’impenetrabile blu
dello Stretto di Messina, passando per il grigio ferro
delle lave etnee, i neri e lucidi basalti dell’Alcantara
e il verde brillante delle campagne coltivate a vigne,
mandorli, ulivi, agrumi. È un succedersi di paesaggi
e colori straordinari quello che ci offrono le due tappe
siciliane del Giro d’Italia, un modo per fare un rapido
ripasso dei tanti volti dell’isola, in questo caso di quello
orientale, e magari scoprire nuovi punti d’interesse,
lontano dalle rotte usuali del turismo.
Sul piano tecnico, le maggiori difficoltà si presentano
nella prima frazione, quella che da Avola, a 45 metri sul
livello del mare, conduce in 170 chilometri ai 1.892 metri
del Rifugio Sapienza, sull’Etna. La seconda invece (174
chilometri), superati il Gran Premio della Montagna della
Portella Mandrazzi (1.125 metri) e l’impegnativa discesa
che da Novara di Sicilia porta a ridosso del promontorio
di Tindari, sul Tirreno, dovrebbe concludersi a Messina
con il classico volatone. Entrambe hanno il merito
di farci attraversare diversi luoghi di grande suggestione
paesaggistica, alla scoperta di deliziosi borghi rurali
in cui il tempo sembra essersi fermato, e di cui le
province di Siracusa, Catania e Messina sono ricche.

LUCI E COLORI DEL BAROCCO


È da Avola, in provincia di Siracusa, che prende
il via la quarta tappa del Giro, la prima in Italia dopo
la trasferta ungherese. A metà strada tra le riserve
naturali di Vendicari e di Cavagrande del Cassibile,
la cittadina, oltre a essere famosa per il suo impianto
urbanistico esagonale, i palazzi nobiliari e le chiese
dalle splendide facciate, deve la sua notorietà a due
eccellenze del territorio: la mandorla “pizzuta” e il
vitigno Nero d’Avola. Dalla prima i mastri pasticceri
traggono dolci e granite da urlo, dal secondo si produce
uno dei vini siciliani più apprezzati nel mondo.
Da Avola a Noto è un passo, un breve tragitto tra ulivi
secolari e carrubi che ben introduce al color miele
di una città bellissima, che affascina e seduce gli occhi
specie al tramonto, quando i raggi del sole basso
all’orizzonte illuminano le sue pietre. Oltrepassata
la porta Reale comincia il corso, che a ogni passo si
apre in scenografiche piazzette su cui si affacciano
residenze signorili e chiese barocche, che fanno a

Bell’Italia 25
In questa foto:
il teatro greco
di Akrai (III-II
secolo a.C.), oggi
Palazzolo Acreide.
Adagiato su un
pendio naturale,
fu riscoperto nel
1824. Sotto: scena
di banchetto nei
mosaici della villa
del Tellaro (IV
secolo d.C.), vicino
a Noto. Pagina
seguente, dall’alto:
l’abitato storico
di Buccheri, a 820
metri di quota;
olive di Buccheri.
TAPPA 4 • TAPPA 5

gara nell’esibire la sfacciata bellezza di soluzioni


architettoniche ardite e fantasiose. Noto, come altre
città iblee, venne distrutta dal terribile terremoto del
1693 e ricostruita sotto la guida illuminata di Giuseppe
Lanza, duca di Camastra, scegliendo il Barocco come
stile che meglio interpretava l’anima siciliana.
Lasciata Noto, la strada comincia a salire e oltrepassa
il ponte sul fiume Cassibile, che scorre alcune centinaia
di metri più in basso in uno dei tanti canyon che
incidono il tavolato ibleo: qui si chiamano “cave”,
e la loro inaccessibilità ha spesso preservato l’integrità
di ecosistemi di straordinario valore ambientale.
La Riserva Naturale Cavagrande del Cassibile è tra
le mete più frequentate dagli escursionisti, che ne
percorrono i fianchi fino ai laghetti dove è possibile
fare il bagno. Ancora pochi chilometri ed ecco Palazzolo
Acreide, sulla valle dell’Anapo, che si offre come
una cittadina in cui l’impianto barocco settecentesco
convive con il glorioso passato d’epoca greca.

VERSO L’ETNA TRA AGRUMETI E VIGNETI


È una Sicilia un po’ appartata questa, con i campi
delimitati dai muretti a secco, coltivata a ulivi e agrumi
che punteggiano di verde i rilievi di calcare scavati
per ricavarci tombe e abitazioni, come nel caso della
bellissima e inquietante necropoli di Pantalica, che si
affaccia sull’Anapo e il Calcinara. Buccheri, alle pendici
del monte Lauro, la montagna più alta degli Iblei,
è un borgo dal caratteristico impianto medievale; lega
il suo nome all’olio che qui viene prodotto e che al paese
ha dato benessere e notorietà. Poco distante, a pochi
chilometri dal lago Dirillo e già in provincia di Catania,
Vizzini è invece famosa per la sua ricotta. La strada ora
prende a scendere e incontriamo, d’infilata, Francofonte,
Scordia e Palagonia, dove nascono le gustose arance
sanguinelle, quelle a polpa rossa, che hanno ottenuto
dall’Unione Europea il marchio Igp.
Oltrepassata la valle del fiume Dittaino, si giunge
all’Oasi di Ponte Barca, zona umida sul Simeto, in cui
spiccano isolette fluviali su cui svernano diverse specie
di uccelli acquatici. Dal 2009 la Regione Siciliana
la considera una zona da proteggere proprio in quanto
rifugio della fauna selvatica. A pochi chilometri
da Paternò la strada riprende a salire tra gli agrumeti
che si stendono a perdita d’occhio. Bellissimo
il castello Normanno, così come meritano una visita
le salinelle che ribollono di continuo emettendo gas.
Pochi chilometri e si arriva a Santa Maria di Licodia,
che ebbe origine dall’abbazia benedettina della Madre
di Dio, e quindi a Biancavilla, grosso centro agricolo

Bell’Italia 27
In questa foto:
una sala di
palazzo Biscari
a Catania.
Sotto, da sinistra:
pistacchio di
Sicilia; la Riserva
La Timpa di
Acireale. Pagina
seguente, dall’alto:
Novara di Sicilia;
uva appena
vendemmiata.
TAPPA 4 • TAPPA 5

che produce arance di montagna di qualità. Da qui


parte l’ascesa decisiva, verso i quasi duemila metri del
Rifugio Sapienza, in territorio di Nicolosi. Una salita
dura, tra crateri spenti e lave millenarie addolcite da
macchie di ginestre e ordinati vigneti. Qui si produce
l’ormai celebre Etna rosso, che tanti consensi riscuote
tra gli intenditori e che ha scatenato una corsa tra
i maggiori produttori italiani per accaparrarsi i terreni
disponibili per la coltivazione del vitigno.

CATANIA, L’ALCANTARA E I PELORITANI


La seconda tappa parte da Catania, la città dell’Elefante
e della splendida cattedrale di Sant’Agata. Una
visita a palazzo Biscari come anche al teatro Bellini
rende merito a un capoluogo ambizioso e laborioso
come pochi. Il tracciato attraversa poi Acireale, con
l’esplosione di Barocco delle sue chiese in pieno centro
storico, per raggiungere Giarre, cittadina in grande
espansione commerciale, che ha nella cattedrale
di Sant’Isidoro Agricola il centro nevralgico.
Superata Fiumefreddo, dove si ammira il castello degli
Schiavi, in cui vennero girate celebri scene del film
Il padrino, si arriva a Giardini Naxos, in provincia
di Messina, per poi piegare a sinistra e cominciare
la risalita della valle dell’Alcantara. Famoso per le sue
profonde gole dove raramente penetra il sole, il fiume
Alcantara nasce sui Nebrodi: nella sua corsa verso
il mare incontra le lave etnee modellandole e creando
scenari di incomparabile bellezza. A pochi chilometri
meritano una visita la cuba bizantina di Malvagna
e quella di Santa Domenica, antiche cappelle rurali,
e Motta Camastra, altro set de Il padrino, nota per
le sue case che si fondono con la roccia. A Francavilla
di Sicilia, capoluogo della valle, è di rigore visitare
il convento dei Cappuccini. La strada s’impenna poco
fuori dal paese verso la Portella Mandrazzi, punto
di congiunzione tra i Nebrodi e i Peloritani. Lungo
la salita si toccano sette villaggi ormai abbandonati,
costruiti negli anni Cinquanta, che avrebbero dovuto
far decollare la riforma agraria. A Portella lo sguardo
corre dall’Etna alla Rocca Novara o Salvatesta,
il “Cervino di Sicilia”, seconda cima dei Peloritani
con i suoi 1.340 metri, punto di riferimento per
i naviganti fin dall’antichità. Pochi chilometri oltre
il valico, Novara di Sicilia è uno dei borghi più belli
e meglio conservati. Affacciato sul torrente Mazzarrà,
il paese è famoso per il Maiorchino, un formaggio di
pecora a pasta dura, e per la sua parlata gallo-italica;
a pochi chilometri, il Riparo della Sperlinga
custodisce importanti testimonianze del Mesolitico.

Bell’Italia 29
TAPPA 4 • TAPPA 5

La lunga discesa termina a pochi chilometri da Tindari,


con il suo teatro greco-romano, il santuario della
Madonna Nera e i bellissimi laghetti di Marinello,
ecosistema lagunare protetto da una riserva naturale.

IL MARE CHE GUARDA LO STRETTO ACCADDE QUI: LA STORIA DEL GIRO


Imbocchiamo la statale in direzione di Messina,
toccando prima Barcellona Pozzo di Gotto, importante
Marchisio e la sua benda:
centro agricolo, e poi Milazzo, con il suo borgo il primo pirata del ciclismo
antico e il suo capo, un promontorio proteso verso le
Eolie, che da qui sono a un passo. Negli ultimi anni Il Giro del 1930 passò alla storia per il clamoroso rifiuto
Milazzo si è imposta anche per la coltivazione di frutti degli organizzatori di iscrivere alla gara Alfredo Binda.
tropicali, ma a farla da padrone qui è la produzione Il campione aveva dimostrato una superiorità tale da
del Mamertino, vino decantato già dagli scrittori antichi svilire ogni competizione. Ma fu anche il Giro che, per
e che si dice riscuotesse il favore di Giulio Cesare. Poi la prima volta, partì dalla Sicilia, grazie ai buoni favori
è un susseguirsi di piccoli paesini costieri: Spatadora, di Vincenzo Florio jr., patron della celebre corsa auto-
Rometta Marea e Villafranca Tirrena, con il castello mobilistica siciliana. Fu proprio un piroscafo della sua
di Bauso, immortalato da Alexandre Dumas padre compagnia a trasportare, con una certa apprensione
in un romanzo dedicato al bandito Pasquale Bruno, per le cattive condizioni del mare, i carovanieri da Ge-
realmente esistito, la cui testa chiusa in una gabbia nova a Messina. In Sicilia i corridori, rinfrancati dall’aver
venne appesa fuori dal maniero, come monito. rimesso piede a terra, restarono tre giorni, partendo da
Alle porte di Messina, il villaggio di Faro è famoso Messina e tornandovi dopo tre tappe. Non furono gior-
per la posizione sul capo Peloro e perché vi veniva ni facili: un caldo insopportabile, strade pessime, una
storicamente prodotto il vino omonimo: l’attività sete ardente che non si riusciva a placare. Fu il Giro dei
è stata recuperata negli ultimi decenni e già il Faro piemontesi, che non fecero rimpiangere il campione
si è imposto sui mercati americani e giapponesi. Poi varesino, appagato da un buon compenso in denaro
attraversiamo Ganzirri, con i suoi laghetti o pantani: per aver rinunciato alla competizione: Camusso, Gre-
qui si coltivano cozze, vongole e telline. Non è difficile mo, Piemontesi, Giacobbe e, soprattutto, Luigi Marchi-
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vedere in acqua i “cocciulari”, cioè i molluschicoltori, sio (sopra). Il bravo passista astigiano dominò dall’ini-
intenti alla coltivazione delle varie specie. Un lavoro zio alla fine, sebbene avesse corso con un occhio solo.
che ci si tramanda di padre in figlio, anche se negli Salendo sull’Etna, infatti, una scheggia di lava portata
ultimi anni si fa fatica a trovare giovani che vogliano dal vento gli procurò una grave lesione al bulbo ocula-
continuare la tradizione. re. Di mollare il Giro neppure l’idea: terminò alla moda
Messina è una città luminosa, che si allunga sulla costa dei pirati, con una benda sull’occhio. Albano Marcarini
ionica tra lo Stretto e i monti Peloritani, crocevia tra
Occidente e Oriente. Il suo porto, un tempo tra i più
importanti per il traffico commerciale, è diventato uno
Il MuMe-Museo Regionale
dei terminal più frequentati dalle navi da crociera, Interdisciplinare di Messina,
che da qui salpano per il giro del Mediterraneo. Ma se inaugurato nel 2017.
nel corso del tempo ha perso il primato nel campo dei
traffici marittimi, ha conquistato quello dei dolci e della
gastronomia. Le sue pasticcerie sono letteralmente
prese d’assalto per le pignolate, i cannoli, le cassate,
gli ’nzuddi (biscotti alla mandorla), le granite, il “bianco
e nero” e i lulù, entrambi simili a bigné ripieni.
Lo stesso vale per le focaccerie, dove si possono gustare
i famosi “rustici messinesi”, cioè arancini e pidoni,
e chiaramente la focaccia messinese, rigorosamente con
l’acciuga e la scarola: veri capisaldi di una cucina ricca
e fantasiosa, che non trova eguali in tutta la Sicilia. !
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30 Bell’Italia
da visitare DA AVOLA A MESSINA Di Marcello Mento

Tappa 4: Avola-Etna-Nicolosi (Rif. Sapienza) Tappa 5: Catania-Messina


VILLAFRANCA
ETNA - NICOLOSI 1 TIRRENA
(Rifugio Sapienza)
BIANCAVILLA

PATERNÒ PATERNÒ

MESSINA

PORTELLA 2
MANDRAZZI

FRANCAVILLA
DI SICILIA

COMISO
VITTORIA km 0
km 0
AVOLA
CATANIA

Dall’eredità greco-romana AVOLA (Sr)


➊ Riserva Naturale
viceré nel ’400. All’interno
del monastero è stata rinvenuta

ai saperi contadini
Cavagrande del Cassibile, una necropoli ellenistica.
strada provinciale 4
☎ 0931/674.50; www. PALAZZOLO ACREIDE (Sr)
cavagrandedelcassibile.it ➍ Area Archeologica
Casa di uccelli rapaci, è il canyon di Akrai, colle dell’Acromonte
scavato dal fiume Cassibile nella ☎ 0931/87.66.02; www.comune.
bianca roccia calcarea. Presenta siracusa.it Orario: 8,30-18,30
Il percorso delle tappe una fitta vegetazione ripariale (la biglietteria chiude alle 17).
che comprende il raro platano Ingresso: 5 €. Qui l’antica Akrai
orientale. Verificare sempre esibisce i suoi gioielli: dal teatro,
l’effettiva apertura dei sentieri. piccolo ma ben conservato, alle
latomie Intagliata e Intagliatella,
La tappa 4 (170 chilometri) Santa Maria di Licodia, poi si NOTO (Sr) ai templi dedicati ai morti.
parte da Avola, raggiunge passa sulla provinciale 229/II ➋ Villa Romana del Tellaro,
Noto e poi imbocca la statale per Biancavilla e sulla 158 contrada Vaddeddi BUSCEMI (Sr)
287. Si superano il ponte per Castelluccio Paratore. ☎ 0931/57.38.83 e 338/ ➎ Ecomuseo “I Luoghi
sul Cassibile e lo svincolo Imboccata la provinciale 973.30.84; www.villaromana del Lavoro Contadino
per Canicattini Bagni, poi si 333 della Milia, si incrocia la deltellaro.com Orario: 8,30-19 (la e dell’Artigianato”,
prende la statale 124 che provinciale 92 che, superato biglietteria chiude un’ora prima). ☎ 338/241.59.18; www.
attraversa Palazzolo Acreide, l’Osservatorio Astrofisico, Ingresso: 8 €. Questo gioiello museobuscemi.org
sale a Buccheri e raggiunge arriva ai 1.892 metri del incastonato tra Noto e Vendicari, Orario: lun.-ven. 8,30-13, solo
Vizzini. Con la statale 194 Rifugio Sapienza di Nicolosi. risalente al IV secolo d.C., su prenotazione. Ingresso: 5 €.
si arriva a Francofonte, da La tappa 5 (174 chilometri) occupa una superficie di oltre È un museo etnoantropologico
dove si raggiunge Scordia. parte da Catania con la statale 6 mila metri quadri; i pavimenti diffuso tra Buscemi e Palazzolo
Da qui con la provinciale 29 114 e attraversa Acireale, sono ricoperti di mosaici di Acreide; l’itinerario tocca
e la statale 385 si lambisce Giarre e Fiumefreddo. A grande raffinatezza. diverse chiese barocche
Palagonia, per confluire nella Giardini Naxos si svolta sulla e, tra le altre, la casa del massaro,
statale 417 e prendere la statale 185 che risale la valle ➌ Museo Civico, corso Vittorio le botteghe del fabbro e del
provinciale 74/II. Superato dell’Alcantara fino alla Portella Emanuele 149 ☎ 331/259.51.03; bracciante e il palmento.
l’incrocio con la statale 288, Mandrazzi, per poi scendere www.museociviconoto.it
su provinciali si arriva all’Oasi verso Novara di Sicilia e il Orario: 10,30-18. Ingresso: 3 €. PATERNÒ (Ct)
di Ponte Barca, alle porte di Tirreno. Si imbocca quindi la Nel monastero di Santa Chiara, ➏ Castello Normanno, via
Paternò e ai piedi dell’Etna. statale 113 e si punta verso il espone oggetti precedenti dei Normanni ☎ 095/797.05.12
Si prende la statale 121 per traguardo di Messina. il terremoto del 1693: spicca (Pro Loco). Orario: lun.-sab. 9-13
il sarcofago di Niccolò Speciale, (prenotazione consigliata).

32 Bell’Italia
espone reperti del periodo
I consigli di protostorico e del periodo
greco, tra cui quelli legati al
santuario suburbano di Demetra
e Persefone, importante
complesso sacro della Sicilia
greca. Il percorso si conclude
IL VINO con un’esperienza immersiva,
Nero d’Avola, cuore di Sicilia un viaggio virtuale alla scoperta
di Pier Bergonzi dell’antica Francavilla greca.

NOVARA DI SICILIA (Me)


C’è un vitigno che ha la nobiltà e la personalità spiccata ❿ Mulino ad Acqua
della Sicilia. È il Nero d’Avola, diffuso in larga parte dell’i- “Giorginaro”, contrada
sola, che dà vini importanti, solenni e solo all’apparenza Giorginaro ☎ 334/276.74.25.
impegnativi. Le più recenti tecnologie hanno dato l’op- Orario: 10,30-12.30 e 15-18
portunità di farne bottiglie di piacevolissima bevibilità, (prenotazione consigliata).
che si adattano ai grandi piatti della tradizione siciliana. Ingresso gratuito. L’ultimo mulino
È il caso di Saia, il Nero d’Avola di Feudo Maccari, un novarese ancora funzionante
vino di qualità che posiziona molto in alto la bandiera di produce farine (acquistabili) da
I mosaici della Villa Romana grani antichi. Prenotando si può
questo vitigno. Feudo Maccari è una tenuta modello tra del Tellaro, nei dintorni usufruire di una guida che spiega
Noto e Pachino, di proprietà di Antonio Moretti Cuseri, di Noto, di età tardo imperiale; la lingua di Novara, il gallo-italico.
uno che punta esclusivamente al bello e al buono. Mo- i soggetti si ispirano all’Iliade
retti, toscano, fu ispirato da un viaggio nel Val di Noto e ritraggono scene di caccia. TRIPI (Me)
alla fine degli anni Novanta. Il Saia è un Nero d’Avola in ⓫ Museo “Santi Furnari”, corso
purezza che matura in barrique per almeno 12 mesi e Todaro 152 ☎ 347/851.91.15.
poi affina in bottiglia per 6 mesi. Di un bel co- Orario: mar.-mer. e ven.-dom.
lor rubino intenso, profuma di ciliege e spezie 9-12,30, su richiesta. Ingresso
dolci. Al gusto si presenta complesso e fine, gratuito. Ospita preziosi corredi
Ingresso gratuito. È il gioiello funerari greci rinvenuti nella
con riferimento alla frutta rossa matura e una
della cittadina. Al piano terra la necropoli di Abakainon in
bella vena agrumata. Profondo e persistente, piccola cappella di San Giovanni contrada Cardusa (visite sab.-
ha tannini di velluto e colpisce per la facilità e presenta tracce di affreschi; al dom., su prenotazione).
la felicità del sorso. secondo piano c’è la grande sala
• Saia Nero d’Avola Doc, Feudo Maccari, di rappresentanza, con due bifore TINDARI (Me)
Noto (Sr), località contrada Maccari, stra- che guardano l’Etna e il Simeto. ⓬ Area Archeologica
da provinciale Noto-Pachino km 13,500 di Tindari, via del Teatro Greco
☎ 345/692.58.43; www.feudomaccari.it CATANIA ☎ 0941/36.90.23; aditusculture.
Prezzo: circa 25 €.
➐ Museo Civico Castello com/biglietti/sicilia/tindari/parco-
Ursino, piazza Federico II di archeologico-di-tindari Orario:
Svevia ☎ 095/34.58.30. Orario: mar.-dom. 9-18,30 (da ottobre
IL RISTORANTE
9-19. Ingresso: 6 €. È uno 9-17,30). Ingresso: 6 €. Magnifici
Le delizie del ristorante-macelleria dei principali spazi espositivi la basilica e il teatro, così come
di Daniele Miccione dell’isola. Oltre alla pinacoteca, i resti di altri edifici dell’antica
spicca la collezione archeologica, città che si affacciava sul Tirreno.
A Linguaglossa, sul versante nord-est dell’Etna, c’è la ricca di reperti greci e romani. L’Antiquarium ospita reperti delle
campagne di scavo: spiccano due
bella macelleria con cucina Pennisi, la stessa famiglia ➑ Palazzo Biscari, via Museo Vittorie alate del II secolo a.C. e la
che gestisce in paese l’Hotel Shalai, con tanto di risto- Biscari 10 ☎ 095/328.72.01; testa dell’imperatore Augusto.
rante stellato. La macelleria, che ha 40 posti, racconta www.palazzobiscari.it Visite
in maniera moderna le tradizioni gastronomiche del su prenotazione. Ingresso: 8 €. MESSINA
territorio attraverso la mano del cuoco Antonio Grasso. Splendido palazzo nobiliare ⓭ MuMe-Museo Regionale
Il pezzo forte ovviamente è la carne, che si può sceglie- settecentesco, si distingue Interdisciplinare di Messina,
re al banco e far cuocere alla griglia su fuoco di legna. per l’eleganza dei decori viale della Libertà 465
Da non perdere la salsiccia al ceppo di Linguaglossa, tardobarocchi di alcune ☎ 090/36.12.92 Orario: mar.-
Presidio Slow Food. Spettacolari i frigoriferi, con una sale e della galleria. sab. 9,30-19, dom. 9,30-13,30.
Ingresso: 8 €. Ospitato
selezione di carni siciliane da pascolo. Grande l’atten-
FRANCAVILLA DI SICILIA (Me) nell’ex filanda Mellinghoff
zione alla materia prima: le vacche arrivano dall’alleva- ➒ MaFra-Museo Archeologico, e nell’adiacente ex monastero
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mento di Vizzini di Giuseppe Grasso. Griglia a parte ci piazza San Francesco ☎ 0942/ basiliano di San Salvatore
sono le polpettine della nonna, l’ossobuco, lo stinco, la 38.80.28; www.parconaxos dei Greci, espone tra l’altro
trippa e le tartare con i funghi dell’Etna. taormina.com/francavilla/museo- capolavori di Antonello da
• In cucina dai Pennisi, Linguaglossa (Ct), via Umberto I archeologico-di-francavilla-di-sicilia Messina, Caravaggio, Annibale
11 ☎ 095/64.31.60; daipennisi.it Conto medio sui 40 €. Orario: mar.-sab. 10-18, dom. Carracci, Mattia Preti, Francesco
9-14. Ingresso gratuito. Ospitato Laurana, Antonello Gagini
nello storico palazzo Cagnone, e di numerosi pittori fiamminghi.
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Bell’Italia 33
buone soste DA AVOLA A MESSINA Di Marcello Mento

AVOLA (Sr) Pitittu di Sicilia, la salsiccia palazzolese, Presidio grazie alla cura dell’arredamento:
’A Putia Ro Turista, piazza largo Porta Nazionale 7 Slow Food, e la crema cotta alla dai mobili classici a intarsi
Vittorio Veneto 17 ☎ 0931/ ☎ 0931/57.37.25; pitittudisicilia.it carruba. Conto medio 37 €. in maiolica di Militello.
83.40.51 e 348/935.4204. Laura e Salvo hanno selezionato Doppia con colazione da 175 €.
In questa sorta di emporio si quanto di buono la Sicilia BUCCHERI (Sr)
trova tutto quello che un turista produce e lo offrono a chi Turismo Rurale “Le Case GIARDINI NAXOS (Me)
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per il palato: dai vini ai dolci di sapori antichi e moderni: Provinciale 5 Lentini- via Naxos 211 ☎ 393/441.92.09;
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fino al cioccolato modicano. alla pasta. Un vero e proprio casedisantandrea.it Vastissima la scelta di vini italiani
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XVI secolo, cattura gli ospiti a fare la parte del leone sono
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borgo rurale recuperato e www.ristoranteandrea.it
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misura d’uomo. Un eco-resort Andrea Alì è proporre i prodotti Caseificio San Giuseppe, Caseificio “U Murgaellu”,
tra uliveti e agrumeti in cui del territorio ibleo seguendo le contrada Fornello via Nazionale 111 ☎ 345/
potersi immergere per ritrovare stagioni, la storia e le tradizioni. ☎ 342/322.52.08; caseificio- 564.90.03. Novara è la patria
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è a pochi minuti d’auto. al suino nero con crosta di business.site Formaggi di ogni a pasta dura, fatto oggi come
Doppia con colazione da 210 €. pistacchio e limone di Siracusa, tipo e la famosa ricotta di Vizzini veniva prodotto un secolo fa.
sono i grandi richiami di questo Qui è possibile trovare altri
caseificio, che ha nella tradizione formaggi, ma anche biscotti
il suo punto di riferimento e dolci alla ricotta. Insomma,
La barretta del nonno principale. Ma un altro punto di c’è l’imbarazzo della scelta.
forza è dato dalla degustazione,
che comprende anche una MILAZZO (Me)
squisita scodella di ricotta calda. Dolciaria Nicotina,
lungomare Garibaldi 235-/237
PALAGONIA (Ct) ☎ 090/928.16.89; www.
Trattoria M’arricriu, dolciarianicotina.com I torroncini
via Bennardo 47 Nicotina sono un must assoluto,
☎ 327/163.39.36. così come le paste di mandorla,
È il posto giusto per mangiare nocciola e pistacchio. La casa
in modo genuino. Ispira madre della dolceria è a Santa
fiducia già per la sua ubicazione, Lucia del Mela, ma il negozio di
un’antica vanedda (stradina Milazzo si segnala per essere
di campagna); poi la magia diventato un punto di riferimento
è completata da un buon piatto per chi vuole assaggiare dolci
di trippa, dalle lumache semplici ma buonissimi.
e dall’ottima grigliata di carne.
Conto medio 25 €. MESSINA
Hotel Villa Morgana
NICOLOSI (Ct) frazione Ganzirri, via Consolare
Il pizzolo, la pizza farcita di Sortino Scorzonera, viale della Regione Pompea 1965 ☎ 090/32.55.75;
☎ 095/91.15.40; scorzonera.net www.villamorgana.it Immerso
Pasto frugale ma Poi si sono aggiunti altri Da un grano antico dalle nel verde di un bellissimo
completo, il pizzolo ingredienti: formaggio, spighe scure deriva il nome giardino, sorge nei pressi
(sopra) è una sorta di pizza salsiccia, peperoni, olive di un locale dove si mangia del lago di Ganzirri e dello
e si mangia bene: 60 tipi di Stretto. Le stanze godono
farcita che ognuno può e soprattutto le verdure
pizze, steakhouse e taglieri di di grande tranquillità. Doppia
preparare come crede, del territorio ibleo. Tutto formaggi siciliani fanno parte con colazione da 82 €.
con gli ingredienti che ha a a chilometro zero. Il pizzolo delle proposte di un locale
portata di mano. Originario è un’ottima merenda per supermoderno. Conto 20 €. Focacceria Santoro,
di Sortino, paese ibleo i ragazzi a scuola o per via Primo Settembre 167
vicino a Siracusa, nasce i contadini in campagna. CATANIA ☎ 090/240.14.18. È uno dei
©RIPRODUZIONE RISERVATA

per riciclare i resti della Oggi lo si trova in molte Palace Catania locali più frequentati per la
pasta per fare il pane: pizzerie e trattorie della via Etnea 218 ☎ 0952/50.51.11; focaccia messinese, che qui si
anziché buttarli, si faceva Sicilia orientale. C’è anche unaesperienze.it/palace-catania produce a ritmo continuo, con o
Dalla sua terrazza si gode un senza acciuga. Ma non sfigurano
una focaccia tonda condita la versione dolce, con
panorama eccezionale sulla città neanche quelle alle patate, alla
con olio, sale e timo. miele di Sortino e ricotta. e sull’Etna. Le stanze sono un margherita e alla Norma, così
trionfo di accoglienza e comfort come gli arancini e i pidoni.
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DIAMANTE / POTENZA

PALMI / SCALEA

TAPPA 6 • TAPPA 7

DA PALMI A POTENZA

UN ABBRACCIO
AL TIRRENO
La sesta tappa, tutta calabrese e tirrenica, ammalia
con i colori della Costa Viola e i sapori mediterranei della
Riviera dei Cedri. Si riparte poi da Diamante, il paese dei
murales, verso le spiagge di Maratea e il Parco Nazionale
dell’Appennino Lucano, fino al traguardo di Potenza

Testi VINCENZO PETRAGLIA • Foto DIONISIO IEMMA

36 Bell’Italia
Pagina precedente:
la torre di Fiuzzi
a Praia a Mare.
In questa foto:
pescatori a Palmi.
Sopra: taralli
glassati. A destra,
dall’alto: la facciata
del santuario
di San Francesco
di Paola, la cui parte
più antica risale
al XV secolo; pesca
del pesce spada in
una foto d’epoca.
TAPPA 6 • TAPPA 7

L
La varietà e la bellezza paesaggistica della sesta
e settima tappa, che si snodano fra Calabria e Basilicata,
sono davvero uniche. Si passa, infatti, da uno dei tratti
più belli del Tirreno, che offre una spettacolare vista
sullo Stretto di Messina, ai verdissimi e selvaggi
paesaggi montuosi del cuore dell’Appennino Lucano.
Si parte da Palmi, in provincia di Reggio Calabria,
fra i principali centri della Costa Viola, straordinario
susseguirsi di spiagge, calette e strapiombi rocciosi.
A ispirarne il nome è stato il filosofo Platone,
che per primo descrisse il fenomeno naturale che
al crepuscolo tinge il paesaggio di riflessi violacei,
grazie ai profondi fondali rocciosi ricoperti
di alghe. Sospesa fra il mare e le propaggini
montuose del Parco Nazionale dell’Aspromonte,
Palmi vanta una storia millenaria, testimoniata
dal parco archeologico intitolato ad Antonio
De Salvo, con capanne risalenti all’Età del Bronzo.
È anche la città della Varia, festa patronale dichiarata
Patrimonio Immateriale Unesco, durante cui si porta
in processione una complessa struttura in ferro di
circa 20 tonnellate, alta 16 metri, con figuranti umani
che rappresentano l’Assunzione della Vergine.
Qui fra maggio e agosto si può assistere a spettacolari
battute di pesca del pesce spada, per le quali ancora
oggi alcuni gruppi di pescatori utilizzano tipiche
imbarcazioni dette “passerelle”. Da Palmi parte anche
uno dei sentieri più spettacolari e panoramici della
Calabria, con vista sulle Eolie e lo Stretto: il Tracciolino.
Un percorso fra la macchia mediterranea e i ripidi
terrazzamenti di vigneti di Zibibbo che conduce
a Bagnara Calabra, nota per il suo torrone Igp.

VIBO, PIZZO E UNA DEVIAZIONE PER TROPEA


Da Palmi si scende verso la piana di Gioia Tauro
e dopo aver superato Rosarno, nota per i suoi agrumi,
si risale verso Vibo Valentia, a 470 metri di quota.
Dal castello normanno-svevo si domina tutta
la valle, che si protende verso il golfo di Sant’Eufemia
e Pizzo, una delle cittadine più vivaci della costa, nota
per il tonno e il tartufo-gelato (nella sola piazza della
Repubblica si affacciano una ventina di bar e gelaterie:
Ercole, Belvedere e Dante le più rinomate). Nel castello
aragonese un museo ricorda Gioacchino Murat,
qui giustiziato il 13 ottobre 1815. Da Pizzo, seguendo
per una trentina di chilometri la litoranea 522, si può
fare un’escursione a Tropea, il borgo sospeso sul mare

38 Bell’Italia
In questa foto: la chiesa
di Piedigrotta, scavata
nella roccia a nord
di Pizzo nel XVII secolo.
Le statue sono opera
di Angelo Barone
e del figlio Alfonso,
che ampliarono la chiesa
a partire dal 1880.
Sopra: il centro storico
e il castello bizantino-
normanno di Amantea.
Pagina precedente,
dall’alto: fichi di
Amantea farciti con
mandorle e ricoperti
con cioccolato fondente;
il castello di Vibo
Valentia, sull’acropoli
della città greca.
TAPPA 6 • TAPPA 7

e rinomato per la sua cipolla rossa, e a Capo Vaticano, ACCADDE QUI: LA STORIA DEL GIRO
con la sua profonda scogliera che domina la Costa degli
Dei: insenature, calette di sabbia bianca, mare turchese
Il primo trionfo di Taccone,
e viste che spaziano dalle Eolie all’Etna. il “Camoscio d’Abruzzo”
Dopo Pizzo il percorso si addolcisce, passando per
Lamezia Terme, terra degli ottimi vini Doc Lamezia, L’animo passionale e il carattere impulsivo dello scala-
verso le ampie spiagge delle località balneari di tore abruzzese Vito Taccone furono portati alla ribalta
Amantea, Belmonte Calabro (nota per il dolcissimo dalle interviste di Sergio Zavoli durante il “processo”
fico dottato bianco di Cosenza a marchio Dop e per televisivo che si teneva, negli anni Sessanta, al termine
il pomodoro di Belmonte, che può raggiungere un peso di ogni tappa. Nel Giro del 1961, l’edizione del Cente-
anche di due chili), e Longobardi, affacciate su uno nario dell’Unità d’Italia, il “Camoscio d’Abruzzo”, come
fra i tratti più puliti e ricchi di vita del basso Tirreno era soprannominato, si aggiudicò la tappa di Potenza
cosentino. Protetto non a caso dal Parco Marino degli (sopra, la prima pagina de La Gazzetta dello Sport che
Scogli di Isca, ha fondali che brulicano di praterie di titola con la sua vittoria). Quella Corsa Rosa fu un buon
posidonie, gorgonie, madrepore e ospita svariate specie viatico per il milanese Alfredo Sivocci, il direttore spor-
animali. La statale 18 prosegue pianeggiante risalendo tivo dell’Atala che, dopo dieci tappe, si era ritrovato con
la costa, con ampi arenili da un lato e borghi arroccati la squadra decimata dagli infortuni e con tre soli su-
sulle colline dall’altro, come Fiumefreddo Bruzio, perstiti, tre «pellegrini» come li definì amorevolmente,
autentico balcone panoramico sul mare, prima di fra cui appunto Taccone. «Quel lì, alura, l’è un fioeu
arrivare a Paola, cui fanno da sfondo in lontananza de parola!» esclamò dall’ammiraglia quando lo vide
le alture del Parco Nazionale della Sila. Qui si trova scattare sull’ultima salita, come promesso alla vigilia
il quattrocentesco santuario di San Francesco della tappa. Vito aveva solo 21 anni e poté partecipare
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di Paola, patrono della Calabria e meta di pellegrini al Giro per il rotto della cuffia: ottenne la licenza da pro-
da tutto il mondo, preludio di Guardia Piemontese, fessionista pochi giorni prima della partenza. Fu la prima
con le sue spiagge e le sue sorgenti d’acqua sulfurea: rivincita sulla vita di un corridore nato da una famiglia
ad Acquappesa si trovano infatti, tra boschi numerosa, che non rinnegò mai le sue origini contadine.
di faggi e castagni, le Terme Luigiane, fra le più «Io devo essere lupo perché ho fame», amava ripetere.
note della regione, da qualche tempo però chiuse Di sfamarsi, il ciclismo gliene diede l’occasione. A.M.
al pubblico. Poco oltre, Cetraro è meta ideale per
gli amanti del golf e porta d’ingresso alla Riviera
dei Cedri, una cinquantina di chilometri che
da Sangineto e Bonifati scivolano via fino a Tortora,
al confine con la Basilicata.
Siamo nell’alto Tirreno cosentino e la stretta
compresenza di mare e montagne (il Parco Nazionale
del Pollino è a pochi chilometri dal litorale) dà vita
a endemismi quali la primula di Palinuro e il garofano
delle rupi; soprattutto permette la coltivazione
del delicatissimo cedro, che richiama ogni anno
per la raccolta, fra metà luglio e fine agosto, rabbini
provenienti da tutto il mondo alla ricerca dei frutti
più belli da utilizzare poi durante il Sukkot, la festa
ebraica delle Capanne, nella quale questo agrume
rappresenta la perfezione. Uno dei borghi più belli della
riviera è Diamante, coperto da decine di murales e sede
dell’Accademia Italiana del Peperoncino. Poco più a
nord, nella frazione di Cirella, scavi archeologici hanno

40 Bell’Italia
In questa foto:
il complesso del
santuario di San
Francesco di Paola,
formato da una basilica
antica e una moderna.
Sotto: lo scoglio
della Regina, detto
anche “Petra Majura”,
faraglione alto circa
20 metri tra Guardia
Piemontese Marina e
Acquappesa.
Pagina precedente,
in basso: le cipolle
rosse di Tropea.
TAPPA 6 • TAPPA 7

riportato alla luce una necropoli, un mausoleo


e una tomba romana del II secolo. Arroccati su un colle
campeggiano i ruderi dell’antica Cirella, la città fantasma
da cui si gode una vista meravigliosa sul mare. Ecco poi
Santa Maria del Cedro, sede dell’Accademia e Consorzio
del Cedro di Calabria, aperta a degustazioni nel piccolo
museo. Da qui un’ininterrotta distesa di sabbia e piccoli
ciottoli conduce a Scalea. La cittadina si divide
tra un frequentato lungomare e un borgo arroccato,
ancora ben conservato. La passeggiata tra vicoli,
piazzette e scalinate culmina con le rovine del castello.

UN PANIERE DI SAPORI LUCANI


Oltre il promontorio di capo Scalea, estremità
meridionale del golfo di Policastro, risaltano gli
splendidi scenari di San Nicola Arcella, con l’ambita
spiaggetta dell’Arcomagno: un arco di roccia naturale
dietro al quale, nella grotta del Saraceno, sgorga una
sorgente d’acqua dolce. Proseguendo sulla litoranea si
raggiungono le spiagge di Praia a Mare (dove si visita
il santuario della Madonna della Grotta, in cui sono state
ritrovate testimonianze dal Paleolitico superiore fino
al Medioevo) e Tortora Marina, un unico ininterrotto
nastro di sabbia mista a piccoli ciottoli di oltre sei
chilometri; di fronte a Praia si staglia la possente sagoma
rocciosa dell’isola di Dino, ben nota agli appassionati
di immersioni. Siamo al confine con la Basilicata. La
statale sale ripida, fra tornanti a strapiombo e viste
mozzafiato, fino a Maratea, un intricato groviglio di
viuzze lastricate, chiese e piazzette su cui domina la
ciclopica statua del Redentore, seconda per dimensioni
(è alta quasi 22 metri) solo a quella del Corcovado di
Rio de Janeiro, e ai cui piedi si snodano le più belle
spiagge e calette della Basilicata. Lasciando la costa
e inoltrandosi nell’entroterra si incontra Trecchina,
dove il Parco delle Stelle offre esperienze emozionanti
come il Big Bang, un pendolo da otto posti alto 18
metri che oscilla nel vuoto. Con una piccola deviazione
si può raggiungere Rivello, fra i borghi presepe più
belli della regione, noto per la soperzàta, insaccato
lavorato a punta di coltello. Custodisce un piccolo
gioiello artistico: un ciclo di affreschi realizzato da
Giovanni e Girolamo Todisco fra XVI e XVII secolo
nell’ex convento di Sant’Antonio. Siamo nel cuore della
valle del Noce, punto di confluenza di ben tre parchi
nazionali: Pollino, Cilento e Vallo di Diano (ricadente
in territorio campano) e Appennino Lucano Val d’Agri

42 Bell’Italia
In questa foto:
l’isolotto di Dino,
a sud di Praia a Mare.
Sotto, da sinistra:
affreschi bizantini
nella chiesetta dello
Spedale a Scalea;
i panicilli, fagottini
con foglia e scorza di
cedro e uva passa.
Pagina precedente,
dall’alto: murale a
Diamante; la ’nduja,
morbido insaccato
calabrese; la basilica di
San Biagio a Maratea.
In questa foto:
Calvello, borgo
lucano a 730 metri di
quota che s’incontra
lungo la tappa 7. TAPPA 6 • TAPPA 7
Sotto: forme di
Canestrato di
Moliterno Igp.
In basso: il duomo di
Potenza, ricostruito
a fine ’700 e poi
rimaneggiato a
causa dei terremoti.

Lagonegrese. Quest’ultimo è un eden di biodiversità


che ha fra i suoi punti più belli il monte Sirino (2.005
metri) dove d’inverno si scia; sulle pendici si trova il lago
Laudemio (o Remmo), lo specchio lacustre di origine
glaciale più a sud d’Europa. Ci si arriva passando per
Lauria, fra i centri più importanti della zona, poi si
scende in direzione di Viggiano, intreccio di scalinate e
vicoletti lastricati, attraversando la valle del fiume Agri.
La zona è nota per l’estrazione del petrolio, ma anche
per le sue eccellenze gastronomiche opportunamente
salvaguardate tramite coltivazioni biologiche: dai fagioli
di Sarconi, a marchio Igp, all’olio extravergine
di Montemurro, passando per il Canestrato di Moliterno
e il formaggio di capra Casieddu, tutelato da Slow Food,
fino al Pezzente (un salume ricavato dagli scarti della
macellazione del maiale aromatizzati con pepe e aglio,
utilizzato per preparare gustosi ragù) e al prosciutto
di Marsicovetere, ottenuto da suini di piccola taglia che
ne assicurano la morbidezza; senza dimenticare
i pupacc, peperoni imbottiti di Tramutola, ripieni con
mollica di pane, capperi e acciughe, il rafano, tartufo
dei poveri utilizzato per la rafanata (tortino con le uova),
le mele e i vini Doc dell’alta val d’Agri. Attraversando
il parco nazionale si incontrano borghi che come
sentinelle di pietra vegliano sulla valle e suggestive aree
archeologiche. Come quella della romana Grumentum,
risalente alla prima metà del III secolo a.C., nel territorio
di Grumento Nova e poco distante dallo scenografico
borghetto di Spinoso. Si affaccia sul lago Pertusillo,
bacino artificiale creato negli anni Cinquanta con una
diga sul fiume Agri e oggi oasi per il birdwatching tra
folaghe, germani reali, cavalieri d’Italia e aironi cenerini.
Un paradiso naturalistico che fa il paio con l’Abetina
di Laurenzana, circa 25 chilometri più avanti, con
un’altissima concentrazione di abeti bianchi. Superata
la salita verso la Montagna Grande di Viggiano (1.405
metri), un saliscendi fra Calvello e Abriola, luoghi
d’elezione del caciocavallo podolico, altro Presidio Slow
Food, anticipa il passo della Sellata (1.255 metri), che
nella bella stagione ospita un bike park per gli amanti
di enduro e downhill e dove d’inverno si scia, tra il monte
Pierfaone e l’Arioso. Luoghi dell’anima, ammantati di
boschi e borghi presepe di grande suggestione. Come
Pignola, che con il magnifico bosco di Rifreddo è
l’anticamera del capoluogo Potenza, città verticale dalle
mille scalinate, meta finale di questa splendida tappa. !
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44 Bell’Italia
APT BASILICATA
da visitare DA PALMI A POTENZA Di Vincenzo Petraglia

Tappa 6: Palmi-Scalea Tappa 7: Diamante-Potenza

POTENZA
SCALEA POTENZA centro

3 LA SELLATA

GUARDIA PIEMONTESE
MARINA 2
MONTAGNA GRANDE
DI VIGGIANO
VIGGIANO

1 MONTE SIRINO

PASSO COLLA 3

VIBO VALENTIA
4
AEROPORTO
L. RAZZA

km 0
GIOIA TAURO
DIAMANTE km 0
PALMI

Parchi archeologici PALMI (Rc)


❶ Parco Archeologico
VIBO VALENTIA
❸ Museo Archeologico

e tanta natura da vivere


dei Tauriani “Antonio Nazionale “Vito Capialbi”,
De Salvo”, via del Vescovado via Antica Monteleone
☎ 377/397.60.17; www. ☎ 0963/433.50. Orario: 9-20,
parcoarcheologicodeitauriani. chiuso lun. Ingresso: 5 €.
org Orario: su prenotazione. Nel castello cittadino, espone
Ingresso: 3 €. Si visitano i resti reperti di aree sacre e necropoli
dell’antica Taurianum: capanne della città greca di Hipponion.
Il percorso delle tappe di 4.000 anni fa, luoghi di culto, Non lontano ci sono i ruderi
impianti urbani della città che delle antiche mura e il Parco
fu prima dei Bretti e poi romana. delle Rimembranze (viale delle
Nel parco sorge anche la cripta Accademie Vibonesi; sempre
paleocristiana di San Fantino, aperto) con i resti di un tempio
La tappa 6 si sviluppa impervio: con la provinciale con affreschi del VII-X secolo dorico del VI secolo a.C.
da Palmi a Scalea (192 3 si sale al passo Colla, (visita semplice inclusa nel
chilometri). Dalla cittadina in il primo dei quattro Gran prezzo del biglietto d’ingresso PIZZO (Vv)
provincia di Reggio Calabria premi della montagna al parco; con guida, solo su ❹ Museo Provinciale
il percorso punta a nord in che si susseguono fra le prenotazione, supplemento 5 €). Murattiano, piazza della
direzione di Rosarno e Vibo montagne dell’Appennino Repubblica ☎ 0963/53.25.23;
Valentia, sulla statale 18. Lucano. Segue il monte ❷ Casa della Cultura www.castellomurat.it Orario:
Verso Pizzo la strada comincia Sirino (1.402 metri), a cui si “Leonida Rèpaci”, via Felice 9-19, sab. e dom. 9-20; agosto
a costeggiare il Tirreno, arriva da Lauria seguendo Battaglia ☎ 0966/26.22.49 9-13 e 15-24. Ingresso: 3 €
risalendo il litorale fino per un tratto la statale 19. e 0966/26.22.50. Orario: (cumulativo con la chiesa di
a Diamante e al traguardo Con la 103 si arriva a Viggiano lun. 8,30-14, mar.-ven. 8,30- Piedigrotta 4,50 €). Nel castello-
di Scalea. La tappa è quasi per scalare la Montagna 12,30. Ingresso: 5 €. Tra le fortezza aragonese in cui
tutta pianeggiante: unica Grande di Viggiano (1.405 diverse sezioni di questo polo Gioacchino Murat scontò la sua
eccezione significativa è, metri). Poi la provinciale 16 culturale spiccano il Museo prigionia prima della fucilazione,
a una trentina di chilometri raggiunge la valle dell’Agri, “Francesco Cilea e Nicola espone cimeli e ricostruzioni.
dal via, la salita verso Vibo risalendo verso le montagne Antonio Manfroce”, in onore dei
Valentia (quota massima 515 del comprensorio di Sellata- due musicisti nati a Palmi; PAOLA (Cs)
metri). Per il via della tappa Pierfaone (1.255 metri). Infine il museo di etnografia e folclore; ❺ Santuario di San Francesco
7 si torna a Diamante, da si scende di quota seguendo la gipsoteca, con opere dello di Paola, largo San Francesco
dove si parte verso Potenza la provinciale 5 verso Pignola, scultore Michele Guerrisi di Paola ☎ 0982/58.25.18;
(196 chilometri). A Maratea ormai alle porte di Potenza, (1893-1963); la pinacoteca, www.santuariopaola.it Orario:
il percorso comincia a farsi traguardo della tappa 7. con opere di Guercino, Manet, 6,30-19; luglio-agosto 6,30-20.
Corot, Guttuso, Manzù. Custodisce le spoglie del santo

46 Bell’Italia
il colpo d’occhio sul litorale
I consigli di tirrenico verso la Calabria.

RIVELLO (Pz)
❽ Convento di Sant’Antonio,
viale Monastero ☎ 0973/460.04
(Municipio). Orario: sab. e dom.
IL VINO 10-13 e 15-18, altri giorni solo su
Un super bianco di Calabria prenotazione. Ingresso gratuito.
di Pier Bergonzi Edificato nel 1515, custodisce
capolavori come l’Ultima cena
di Giovanni Todisco (1559).
La Calabria è terra di sorprese. Un tempo considerata La Pro Loco di Rivello (piazza
la Cenerentola della nostra produzione enogastronomi- Umberto I 15 ☎ 380/360.99.92)
ca, cresce a gran velocità e capita sempre più spesso organizza anche visite guidate
di stupirsi dei suoi prodotti. Succede, ad esempio, con al borgo, su prenotazione.
Donna Giovanna, un super bianco firmato dalla Tenuta
Iuzzolini. È l’azienda fondata da Fortunato Iuzzolini nel GRUMENTO NOVA (Pz)
2004: con la moglie Giovanna Colicchio e i figli Diego, ❾ Parco Archeologico
Pasquale, Antonio e Rosa è riuscito a imporsi nel pa- di Grumentum e Museo
Scorcio della val d’Agri, protetta Nazionale Archeologico
norama dei vini italiani grazie a prodotti che hanno un da un parco nazionale, con dell’Alta Val d’Agri, contrada
ottimo rapporto qualità-prezzo. Donna Giovanna, frutto uno degli spettacolari pinnacoli Spineta ☎ 0975/650.74; www.
della vendemmia tardiva di uve selezionate di Greco ita- della murgia di Sant’Oronzo, archeobasilicata.beniculturali.it
liano, ha profumi e gusto che se la giocano con i migliori nel comune di Gallicchio. Orario: parco tutti i giorni,
bianchi italiani. I vigneti, in località Timpa Bianca di Cirò tranne lun. mattina, dalle 9 fino
Marina, crescono su fondo calcareo e argilloso tra i 200 a un’ora prima del tramonto;
e i 300 metri di quota. Il vino fa un passaggio museo lun. 14-20, mar.-dom.
(massimo 6 mesi) in barrique di rovere fran- 9-20. Ingresso: cumulativo 2,50
cese, ma conserva una grande autenticità. €. Della romana Grumentum,
e diverse opere d’arte. fondata nel III secolo a.C.,
Di un bel colore giallo paglierino, conquista
Si visitano la basilica antica, rimangono preziose vestigia,
per i profumi intensi di fiori bianchi e albicoc- del XV secolo, il chiostro come l’anfiteatro. Molto ricca
ca secca. Al gusto è delicato e suadente, e e l’antico romitorio. la collezione del museo: tra
avvolge grazie all’intensità aromatica e alla i pezzi più importanti si segnala
profondità. Ha molta vita davanti. SANTA MARIA la testa marmorea di Livia
• Donna Giovanna Calabria Igt, Tenuta DEL CEDRO (Cs) Drusilla (I secolo d.C.).
Iuzzolini, Cirò Marina (Kr), località Frassà ❻ Museo del Cedro, località
☎ 0962/37.38.93; www.tenutaiuzzolini.kr.it Impresa ☎ 0985/425.98; www. MARSICO NUOVO (Pz)
Prezzo: circa 16 €. museodelcedro.com e www. ❿ Parco Nazionale
cedrodicalabria.it Orario: 9,30-19 Appennino Lucano
(su prenotazione). Ingresso: 5 Val d’Agri Lagonegrese,
IL RISTORANTE
€ (con guida e degustazione). via Manzoni 1 (sede centrale)
Menu lucani e marinari a Maratea Voluto dall’Accademia e ☎ 0975/34.42.22; www.parco
di Luciana Squadrilli Consorzio del Cedro di Calabria, appenninolucano.it Un intreccio
racconta la storia, le tecniche di foreste, fiumi, borghi presepe
Il porticciolo di Maratea è “sorvegliato” dall’incantevole di lavorazione e la cultura del e laghi. Spicca, sulle pendici
cedro, che è oggetto anche di del monte Sirino, il Laudemio,
centro storico, un gomitolo di vicoletti medievali. Proprio
un percorso tematico allestito il lago d’origine glaciale
qui si trova l’antica frateria trasformata in taverna nel XVIII nel centro storico del paese. più a sud d’Europa, intorno
secolo e poi in ristorante negli anni Ottanta da Francesco Annesso c’è il laboratorio del al quale si snodano splendidi
Gambardella. Oggi è la figlia Mariastella, sommelier, ad gusto; possibilità di fare acquisti. sentieri. Percorsi Lucani
accogliere gli ospiti in sale ricche di atmosfera. La cucina (www.percorsilucani.it) propone
spazia tra mare e terra, attingendo al repertorio lucano e MARATEA (Pz) river trekking sul Noce e uscite
marinaro in chiave moderna. In menu, il crudo di ricciola ❼ Basilica di San Biagio, a cavallo o in mountain bike.
con cappero di sambuco e profumo di pino marittimo, la via Castello ☎ 0973/87.41.11.
tagliatella all’essenza di limone e gambero rosso di Ma- Imperdibile escursione da POTENZA
Maratea, lungo una strada ⓫ Cattedrale di San Gerardo,
zara, il polpo murato (al pomodoro, cotto tra due cocci di
panoramica e un tratto finale largo Duomo 1. Orario: 7,30-13
terracotta). Ma pure i fusilli “vecchia Maratea” (ragù bian- a piedi. La basilica sorge e 15-20. Sorta sui resti di una
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co di salsiccia e peperoni cruschi) o la coscia d’agnello su un sito fondato da monaci chiesa paleocristiana, deve
con emulsione ai ricci di mare. basiliani (VI-VII secolo) l’attuale aspetto neoclassico
• Taverna Rovita, Maratea (Pz), via Rovita 13 ☎ 0973/ e ha una facciata con portico a un ricostruzione settecentesca.
87.65.88; www.tavernarovitamaratea.it Conto medio 45 settecentesco. La vicina statua L’interno è a una sola navata.
o 65 € a seconda che si scelga carne o pesce. del Redentore, innalzata I dipinti sulla cupola, le volte
nel 1965, simbolo della città, e le pareti, degli anni Trenta,
è alta 21 metri. Eccezionale sono opera di Mario Prayer.
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Bell’Italia 47
buone soste DA PALMI A POTENZA Di Vincenzo Petraglia

PALMI (Rc) Distribuite nel centro storico, con ristorante, piscina e campo TRECCHINA (Pz)
Antica Osteria del Vicolo, via 13 case recuperate adottando da golf vista mare. Doppia Ristorante Lanterna Verde,
Toselli 10 ☎ 330/69.16.15. Tipicità le tecniche della bioedilizia. con colazione da 140 €. piazza del Popolo 43 ☎ 0973/
a chilometro zero in un palazzo I proprietari propongono anche 82.62.16. È rinomato per le
ottocentesco. Da non perdere laboratori di forno e cucina, corsi DIAMANTE (Cs) paste fatte in casa: strascinati
la struncatura, pasta di grano di ceramica, raccolta di uva Radici di Calabria, via Mario con tozzetti di pane, peperone
duro con olio, aglio in camicia, e olive. Doppia da 80 €. Pagano 1 ☎ 0985/27.49.46 crusco e cacioricotta, fettuccine
pomodorini, capperi, acciughe e 345/303.40.55. Prodotti a base di farina di castagne con salsiccia
sotto sale, olive e mollica di pane B&B A Taverna Intru U Vicu, di peperoncino, ma non solo, e cardoncelli. Conto medio 30 €.
tostata. Conto medio 30 €. vico Terzo Indipendenza 7 per degustazioni e acquisti.
☎ 348/518.76.12. Nel centro Fra i must, la ’nduja. RIVELLO (Pz)
PIZZO (Vv) storico, sei stanze distribuite fra Agriturismo Coccovello,
Gelateria Ercole, piazza della diverse case tradizionali. Anche SANTA MARIA contrada Carposcino 2 ☎ 329/
Repubblica 18 ☎ 0963/53.11.49; degustazioni e aperitivi con DEL CEDRO (Cs) 223.93.18 e 0973/42.80.25;
www.gelateriaercole.com formaggi, salumi e vini locali. Pasticceria Aronne, località agriturismococcovello.com
Storica gelateria rinomata Doppia con colazione da 66 €. Marcellina, via Orsomarso 3 Cucina tipica in un casale
per i suoi squisiti tartufi gelato: ☎ 0985/425.77. Un’autentica immerso nel verde. Fra gli
il cuore di cioccolato è ricoperto CETRARO (Cs) istituzione della riviera. Fra antipasti spicca la soperzàta;
di gelato alla nocciola e al Grand Hotel San Michele le specialità, la torta mandorla tra i primi, le lagane con i fagioli.
cioccolato, spolverato di cacao. contrada Bosco 30 e cedro e il cremino (una specie Conto medio 25 €.
☎ 0982/910.12; www. di mousse gelato) al cedro.
BELMONTE CALABRO (Cs) grandhotelsanmichele.it MOLITERNO (Pz)
Albergo Diffuso Ecobelmonte, È una delle più belle strutture SCALEA (Cs) Azienda Mastrangelo Nicola,
via Cavour 65 ☎ 340/327.90.35; alberghiere calabresi, in Fabbrica Artigiana Liquori contrada Arsieni 4 ☎ 0975/
www.ecovacanzebelmonte.it un’azienda agricola di 44 ettari Passaro, via Lauro 188-190 642.62 e 339/854.49.19.
☎ 0985/208.01; Per acquisti e degustazioni di
www.liquoripassaro.it caciocavallo podolico, ricotta
Per chi ama i liquori particolari: stagionata e cacioricotta. Il re
La barretta del nonno buoni quelli di cedro, liquirizia, dei formaggi locali è però il
finocchietto e peperoncino. pecorino Canestrato di Moliterno
Igp, dal gusto intenso e colore
Ristorante Vigrì, lungomare grigio paglierino. Prodotto con
Ruggiero di Lauria ☎ 0985/ latte di pecore e capre allevate
27.02.35; www.vigri.it al pascolo, stagiona nei fondaci,
Imperdibili i paccheri alla tipiche cantine di Moliterno,
Ruggiero, con gamberi, e viene posto in cestelli di vimini
peperoncino e tartufo nero di che lasciano i caratteristici
Santa Domenica Talao, e la torta segni sulla crosta.
al cedro. Conto medio 35 €.
PIGNOLA (Pz)
SAN NICOLA ARCELLA (Cs) Dimora Storica Giorni,
B&B Villa Crawford, contrada via Umberto I 48 ☎ 0971/
Gioffa, corso Umberto I 8 ☎ 345/ 165.47.98; dimorastoricagiorni.it
596.75.32; www.villacrawford. All’interno di una dimora
com Aperta nel 2017, ha 4 camere settecentesca con camere
curate e impareggiabile vista sul affrescate, spa e piscina. Ottimo
golfo di Policastro. Colazione e il ristorante Il Granaio, con piatti
tramonto si gustano in terrazzo. della tradizione rivisitati: da non
Il “biscotto a otto” dell’Ultima cena Doppia con colazione da 100 €. perdere gli strascinati al ragù
di maialino nero, salsa di rafano
Si chiama Šcaléttë o tradizionale, anche Ettore PRAIA A MARE (Cs) e salsa di cime di prezzemolo.
vscutt a ott’ (sopra) ed è Pignatelli, feudatario che Enoteca Salzano, via Pasquale Degustazioni in cantina, visite
un biscotto a forma di otto commissionò l’affresco, Longo 23 ☎ 0985/77.73.50. in vigna e possibilità di usare il
Sosta golosa imperdibile per campo da golf della proprietà.
tipico della zona di Rivello, e la moglie, mentre
acquistare e degustare vini Doppia con colazione da 240 €;
Lauria e Trecchina. La sua accolgono gli eccezionali e liquori prodotti in zona, oltre al ristorante conto medio 55 €.
origine risale almeno ospiti. La tavola presenta alle tantissime specialità locali.
al ’500, come documenta anche altri piatti lucani, POTENZA
l’Ultima cena affrescata dal coniglio imbottito alla MARATEA (Pz) Antica Osteria Marconi,
nel 1559 da Giovanni soperzàta, salume fra i più Hotel Spa Villa del Mare viale Marconi 233 ☎ 0971/
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Todisco nel refettorio rinomati. Fra gli ingredienti via Nazionale 7 569.00. Ottima cucina del
dell’ex convento di del biscotto, semplice ☎ 0973/87.80.07; www.hotelvilla territorio con spunti moderni
Sant’Antonio, a Rivello. Vi e delizioso: farina, delmare.com Su un costone nelle cotture e negli abbinamenti.
affacciato sul mare, spiaggia Da non perdere l’agnello delle
sono rappresentati, oltre ai strutto, uovo, vino bianco
privata, piscina, due ristoranti, Dolomiti Lucane con cremoso
personaggi dell’iconografia e semi di finocchio. spa e velieri per uscite in mare. di caciocavallo podolico
Doppia con colazione da 126 €. e liquirizia. Conto medio 40 €.
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48 Bell’Italia
NAPOLI

UN BALCONE
SU PROCIDA

L’ottava tappa del Giro omaggia l’isola del golfo eletta


Capitale Italiana della Cultura 2022 e sfila sul lungomare
di Napoli, dal Castel dell’Ovo alla penisola flegrea e ritorno.
Superata Mergellina, si sale sulla collina di Posillipo per poi
inoltrarsi verso il panoramico Monte di Procida, da scalare
più volte prima del rientro in città
Testi e foto FABRIZIA POSTIGLIONE

50 Bell’Italia
NAPOLI / NAPOLI

TAPPA 8

La spiaggia di
Miliscola a Bacoli e
i suoi stabilimenti
balneari visti
dal belvedere di
Monte di Procida.
L’esile lingua di
terra culmina nello
sperone roccioso
di capo Miseno e
separa il mare dal
lago Miseno (sulla
sinistra nella foto),
bacino dell’antico
porto militare
romano.
TAPPA 8

L
L’ultima volta che la Corsa Rosa ha fatto tappa a Napoli
è stata per la Grande Partenza, nel 2013. Il percorso,
disegnato per i velocisti, vide trionfare sul lungomare
Caracciolo il britannico Mark Cavendish. Quell’anno
il Trofeo senza fine fu poi conquistato dal campione
siciliano Vincenzo Nibali. Il Giro 105, invece, arriva nella
bella Partenope all’ottava frazione e il percorso di gara è
molto più duro e vallonato, adatto ai temerari delle fughe,
ai velocisti resistenti in salita e ai finisseur, che si daranno
sicuramente battaglia durante le cinque ascensioni
a Monte di Procida. Per raggiungere il chilometro zero
(punto della partenza “ufficiale” della tappa), fissato
di fronte alla villa Comunale, i corridori percorreranno
un tratto di lungomare, dove qualche Pulcinella si fa
i selfie insieme ai turisti e dove ronzano i droni dei video
nuziali. Passando davanti al Borgo Marinari, si lasceranno
alle spalle la manciata di case pastello dominata dalla
mole tufacea del Castel dell’Ovo, che sorge sull’isolotto
di Megaride. Il Borgo è uno dei luoghi più pittoreschi
della città. Camminando sull’istmo che lo collega alla
terraferma si raggiungono localini sul mare, pizzerie,
piazzette e il marina turistico. Si resta stregati da questo
quartiere antico, dove la vista sul Vesuvio è incorniciata
dagli alberi degli yacht a vela e dai policromi gozzi dei
pescatori. Gli atleti seguiranno la costa fino a Mergellina,
il porticciolo bordato da palazzetti in stile Liberty che si
alternano a chioschi di bibite e bancarelle che vendono
’o pere e ’o muss, tradizionale street food partenopeo a base
di piedino di maiale e muso di vitello bolliti e conditi con
sale e limone. Da qui cominceranno la salita in pavé della
collina di Posillipo con i suoi scorci sul Golfo, abbelliti da
ville antiche annegate fra i pini.
La serpentina di Coroglio, che porta a Bagnoli, è la prima
discesa tecnica da affrontare, e forse i corridori non
avranno tempo per capire che «Nisida è un’isola,
ma nessuno lo sa», come cantava Edoardo Bennato.
Dal belvedere del primo curvone, il viaggiatore lento
può invece ammirare l’isolotto vulcanico collegato alla
costa, purtroppo sormontato dal carcere minorile.
Da Bagnoli una litoranea conduce verso i Campi Flegrei,
antico supervulcano dall’immensa caldera in stato In questa foto: l’isola di
di quiescenza. Scandita da boati, l’attività magmatica Nisida vista dalla discesa
fece nascere la leggenda secondo cui qui Zeus sbaragliò Coroglio. Collegata alla
i Giganti e li ingabbiò dentro i crateri. terraferma da un pontile,
Pozzuoli si annuncia con i suoi palazzetti variopinti è quasi una propaggine
della collina di Posillipo.
e il bel lungomare Pertini, che conduce al rione Terra, Sopra, da sinistra: ciclisti
sul lungomare di Bagnoli,
dove il Giro transita poco
dopo la partenza; pizza
della Pizzaria La Notizia 94.
52 Bell’Italia
TAPPA 8

l’unica zona dell’area puteolana che ha vissuto tutte


le epoche storiche, dai primi anni della colonizzazione
greca e romana ai tempi moderni. L’antica Puteoli,
edificata su una rocca tufacea che permetteva di
controllare i traffici marittimi, fu fondata nel 194 a.C.
come porto per Roma prima di Ostia. Dal 400 d.C., dopo
la decadenza della città, il rione Terra subì successive
stratificazioni che celarono le vestigia romane. Fino agli
anni 60 era ancora il cuore pulsante di Pozzuoli, poi nel
1970 fu sgomberato a causa del bradisismo e del degrado.
Dagli anni 90 è oggetto di un recupero ancora in corso.
Alcune bellezze si possono visitare: i vicoli, il belvedere e
il duomo seicentesco, costruito dagli Spagnoli, che ingloba
il tempio di Augusto. Sotto il rione Terra c’è un percorso
archeologico che si sviluppa lungo gli assi principali
della città di epoca romana tra criptoportici, botteghe,
magazzini, depositi di grano e un pistrinum (forno per
il pane) con le macine. Dopo il porto di Pozzuoli, ecco
l’anfiteatro Flavio, della seconda metà del I secolo d.C., e
il Macellum, l’antico mercato risalente al II secolo d.C.; a
pianta quadrata, conserva resti di botteghe, bagni pubblici
e porticato: le sue colonne sono servite nei secoli per
monitorare il fenomeno del bradisismo tipico di Pozzuoli.

IL CIRCUITO DI MONTE DI PROCIDA


Oltrepassata Pozzuoli la carovana rosa penetra
nell’entroterra flegreo verso Quarto e risale fino al lago
Patria, per poi ritornare verso Cuma passando alle spalle
di un’infilata di lidi anonimi lungo la costa. Sfiorando il
lago d’Averno – dove gli antichi collocavano l’ingresso agli
Inferi – e toccando quello di Lucrino si arriva al pittoresco
porto di Baia e da lì inizia l’ascesa al castello Aragonese.
Il maniero, che oggi ospita il Museo Archeologico dei
Campi Flegrei, torreggia da un promontorio tufaceo
difeso a ovest dalle caldere dei Fondi di Baia e a est da
un dirupo a picco sul mare. Grazie anche a ponti levatoi,
fossati e mura, il castello era inespugnabile.
Dopo pochi chilometri di discesa si avvista il lago Miseno,
dove si può visitare la Piscina Mirabilis. Scavata nel tufo
in epoca augustea, la grande cisterna serviva per rifornire
di acqua potabile la Classis Misenensis, la più importante
flotta militare romana, attraccata a Miseno. Dopo aver
costeggiato il lago, i corridori affronteranno per cinque
volte la salitona della via Panoramica di Monte di
Procida. Il primo tratto presenta pendenze fino al 13%
e metterà sicuramente in crisi i “velocisti puri”, soprattutto

54 Bell’Italia
Sopra: il cuoppo, un A sinistra, in alto:
ACCADDE QUI: LA STORIA DEL GIRO cono di carta riempito il porticciolo del
Il caso del traguardo “scippato” con un mix di verdure
e bocconcini fritti,
Borgo Marinari, con
i gozzi dei pescatori
è un classico street accanto a più lussuose
Il Giro del 1911 fissò food napoletano. imbarcazioni turistiche,
il traguardo di tappa Sotto: pomodorini del chiuso sullo
a Napoli per la ter- piennolo del Vesuvio, sfondo dalla mole
prodotto d’eccellenza del Castel dell’Ovo.
za volta di fila, ma dell’agricoltura Pagina precedente, in
in città non arrivò campana, che dal 2009 basso: camminamenti
mai. Era noto che le ha il marchio Dop. del Castel dell’Ovo.
tappe al Sud erano
spesso segnate da
imprevisti e inciden-
ti. Quell’anno anche
la Bari-Napoli, di 345
chilometri, rientrò nella regola: mancanza di segnalazioni, una
mandria di bufali imbizzarriti sul percorso, incidenti meccanici a
non finire, uno dei quali costrinse al ritiro il favorito francese Petit-
Breton. Infine, lo spostamento del traguardo da Napoli a Pompei,
mai comunicato ufficialmente. Il motivo: il timore di cadute sulla
sconnessa pavimentazione in ciottoli di lava degli ultimi chilome-
tri. I napoletani non la presero bene. Finita la gara, le auto del-
la direzione puntarono verso la città. Uno “sportman” – così si
chiamavano i sostenitori delle gare – che aveva fissato invano un
traguardo a premi, aiutato da alcuni facinorosi, piazza una barri-
cata e blocca la carovana. Si riparte dopo lunghe trattative. Alcuni
chilometri dopo giunge la classica imboscata degli scugnizzi par-
tenopei a pomodori in faccia, perlopiù rivolti alla vettura della Gaz-
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zetta dello Sport. «Una vera pummarola ’n coppa!», commentò


il patron Armando Cougnet (sopra, con il suo entourage). Per la
cronaca vinse la tappa Alfredo Sivocci, che prima di diventare
direttore sportivo dell’Atala fu ciclista professionista dal 1910 al
1925: partecipò 11 volte al Giro e questa della Bari-Napoli fu la
prima delle sue quattro vittorie di tappa nella Corsa Rosa. A.M.
TAPPA 8

se il gruppo lo affronterà a tutto gas. Questo panettone


roccioso, detto “la terrazza dei Campi Flegrei”, è rinomato
tra i vulcanologi per la particolare conformazione del
promontorio, che evidenzia l’evoluzione geologica del
territorio. Si erge sopra le spiagge di Miliscola, Capo
Miseno e sui laghi Fusaro, d’Averno e di Lucrino.
Straordinarie le viste sul golfo di Pozzuoli, su Ischia e
Procida – l’isola amata da Elsa Morante ed eletta Capitale
Italiana della Cultura 2022, a cui la tappa è dedicata –
e nelle giornate limpide persino su Ventotene, Ponza e
il Circeo. La sosta d’obbligo è al belvedere, dopo quasi
3 chilometri, dove c’è un pannello in ceramica con la
riproduzione del panorama, che spazia sino al Vesuvio.
Si scende verso la spiaggia di Torregaveta per poi
raggiungere il lago Fusaro, dove si specchia la Casina
Vanvitelliana, collegata alle rive del parco del Fusaro da
un ponticello. Dal 1752 quest’area fu la riserva di caccia
e pesca dei Borbone, che chiesero a Luigi Vanvitelli di
progettare varie opere architettoniche, completate poi dal
figlio Carlo, che nel 1782 realizzò proprio il Casino Reale
di Caccia per ospitare illustri personalità.

NUOVAMENTE NEI CAMPI FLEGREI


La tappa prevede il ritorno a Napoli seguendo quasi
interamente il percorso dell’andata. Si aggredisce la
collina di Posillipo di nuovo da Coroglio, si scollina a via
Manzoni e si affronta la discesa tortuosa di via Orazio.
Peccato che, nella concitazione della gara, gli atleti non
potranno fermarsi al belvedere di Sant’Antonio, dove
si può “sorseggiare” con gli occhi il più iconico panorama
di Napoli. Lo sguardo percorre i palazzi rossi, gialli e
rosa, i viali dove scorrono fiumi di auto e scooter, i vicoli
che si estinguono in piazzette, le scale che collegano i
vari strati di questa città verticale dal ventre turbolento.
E poi Mergellina, i pescherecci e le barche a vela che
solcano il golfo, Castel Sant’Elmo arroccato a sinistra,
Castel dell’Ovo in mezzo al mare e la silhouette violacea
del Vesuvio. Zigzagando in picchiata sull’asfalto,
i corridori sfoceranno sul lungomare.
Napoli è stata per 42 volte arrivo di tappa e quasi
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sempre è stata teatro di uno sprint finale. Nel 1996 vide


trionfare uno strepitoso Mario Cipollini, mentre nel
1934 Learco Guerra vinse in volata su Olmo la quinta
tappa consecutiva in quel Giro, per lui glorioso. Ci sarà
“un uomo solo al comando” o sarà nuovamente una
volata a decretare il vincitore? !

56 Bell’Italia
Sopra: taralli nel porto di Mergellina.
napoletani, tra le A sinistra, in alto: la
specialità della Casina Vanvitelliana.
pasticceria Leopoldo. Pagina precedente:
Sotto: fiocchi di neve, giro in bici lungo la
dolci di pasta brioche riva sudorientale del
ripieni di crema di lago Fusaro, presso la
ricotta e latte fresco, Casina Vanvitelliana;
ricetta originale della resti delle colonne
pasticceria Poppella. dell’aula absidale nel
Qui a sinistra: una cortile interno del
imbarcazione a vela Macellum, a Pozzuoli.
da visitare NAPOLI Di Fabrizia Postiglione

Tappa 8: Napoli-Napoli NAPOLI fu ristrutturato da Alfonso


➊ Castel dell’Ovo, Borgo d’Aragona, re di Napoli dal 1443.
Marinari ☎ 081/795.61.80; Il sovrano affidò il rifacimento
ingressi.comune.napoli.it Orario: della vecchia reggia-fortezza
9-20,15 (ultimo ingresso alle angioina a un architetto
LAGO PATRIA 19), dom.-lun. 9-18. Ingresso maiorchino, Guillem Sagrera,
gratuito. Il castello più antico di che la concepì in stile gotico
Napoli (costruito dai Normanni catalano, con cinque torri
nel XII secolo e rimaneggiato più rotonde. Ospita mostre, eventi
volte fino al XVI secolo) si trova e il Museo Civico, che espone
sull’isolotto di Megaride, il luogo affreschi, dipinti e sculture dal
dove venne fondata Parthenope XIV al XX secolo. L’associazione
nell’VIII secolo a.C. per mano IVI (☎ 348/397.62.44; www.
dei Cumani. L’isolotto è collegato projectivi.it) propone itinerari
NAPOLI
a via Partenope da un ponte. esoterici guidati nel maniero
Le grandi sale del castello, alla ricerca di simbologie
costruito nel caratteristico tufo architettoniche ricorrenti che
giallo napoletano, ospitano alludono al Sacro Graal, volute
mostre, convegni ed eventi. proprio da Alfonso d’Aragona:
km 0 Alla sua base si apre il porticciolo dall’arco di trionfo, capolavoro
turistico conosciuto come Borgo del Rinascimento napoletano,
CIRCUITO/ NAPOLI Marinari, uno dei luoghi più il tour porta i visitatori nell’atrio,
CIRCUIT
4 giri/lap suggestivi di Napoli, animato poi nel cortile e infine nella
19,0 km
4 da ristoranti e bar. sala dei Baroni (ingresso 10 €,
BACOLI
chiedere alla biglietteria).
MONTE ➋ Palazzo Reale, piazza del
DI PROCIDA Plebiscito 1 ☎ 081/40.05.47 ➍ Galleria Borbonica, ingressi
(numero verde prenotazioni in via Morelli 61 (parcheggio
☎ 848.80.02.88); palazzoreale Morelli) e in via Monte di Dio
dinapoli.org Orario: 9-20. (palazzo Serra di Cassano)

Dai castelli medievali Ingresso: 10 €. Con la sua


imponente mole grigia e rossa,
☎ 081/764.58.08; galleria
borbonica.com Orario: solo

all’archeologia di Baia
affacciata su piazza del Plebiscito visite guidate a ore fisse
e sul golfo, ha rappresentato ven.-dom. Ingresso: da 10 €.
per oltre tre secoli il centro Fu commissionata nel 1853
del potere a Napoli e nell’Italia da Ferdinando II di Borbone
meridionale. Voluto nel 1600 dal all’architetto Errico Alvino. L’idea
viceré Fernando Ruiz de Castro e era di progettare un viadotto
rimaneggiato più volte in epoche sotterraneo per collegare il
Il percorso della tappa successive, cela porticati, cortili palazzo Reale con piazza Vittoria
e giardini pensili. Oggi ospita passando sotto il monte Echia e
un museo e altri istituti culturali, creare così un percorso militare
come la biblioteca Nazionale e il in difesa della reggia per le
Teatro di San Carlo, il più antico truppe di stanza nella caserma
La tappa 8 (153 chilometri) si dei lidi di Marina di Varcaturo teatro lirico del mondo (aprì di via Pace (oggi via Morelli),
svolge tra la città e la penisola e di Licola fino a Cuma e nel 1737). Nell’Appartamento nonché una via di fuga per i
flegrea. Dal lungomare di al lago d’Averno. Si scende Storico, composto da oltre 30 monarchi. Il tunnel fu poi usato
Napoli si supera la collina quindi al lago di Lucrino e a sale tra cui l’opulento teatro di come rifugio antiaereo nella
di Posillipo, una salita lunga Baia, affrontando la salita del corte (realizzato da Ferdinando Seconda guerra mondiale e
circa 4 chilometri con una castello Aragonese. Da qui Fuga nel 1768 per le nozze di infine come deposito giudiziario.
pendenza media del 3% circa. inizia un impegnativo circuito Ferdinando IV di Borbone e Restaurato e ripulito da due
Dopo 1,5 chilometri si lascia di 19 chilometri tra Bacoli e Maria Carolina d’Austria), la sala geologi napoletani, offre quattro
il fondo stradale asfaltato e Monte di Procida, da scalare del trono e la cappella reale, affascinanti percorsi ipogei:
inizia il pavé. Si scende lungo quattro volte. L’ascensione si possono ammirare dipinti, Standard, Avventura, Via delle
Coroglio verso Bagnoli e si più dura (lunga circa 2,5 marmi, stucchi, arazzi e preziosi Memorie, Speleo Light.
raggiunge Pozzuoli, porta chilometri) ha pendenze tra arredi barocchi e neoclassici.
dei Campi Flegrei. Da qui il 7% e il 13%. Si scende poi ➎ Città della Scienza,
il percorso punta a nord su sul versante di Torregaveta, ➌ Castel Nuovo, via Vittorio via Coroglio 57-104 ☎ 081/
via Campana fino all’altezza si fiancheggia il lago Fusaro e Emanuele III ☎ 081/795.77.22; 735.22.22; cittadellascienza.it
di Quarto, dove si piega a dopo il quarto giro si rientra castelnuovo.comune.napoli.it Orario: 9-17, chiuso lun. Ingresso:
sinistra per imboccare la a Napoli, rifacendo la strada Orario: 8,30-18,30, chiuso dom. 10 €, museo e planetario 13 €.
statale 7quater (Domiziana) dell’andata e superando di Ingressi scaglionati ogni 90 È una struttura multifunzionale
fino alla sponda sud del lago nuovo la collina di Posillipo. minuti, prenotazione obbligatoria composta da un museo
Patria, che si costeggia per Volata finale sul lungomare sul sito. Ingresso: 6 €. Fatto scientifico interattivo, un centro
prendere la via Domiziana di via Caracciolo, dove si costruire da Carlo I d’Angiò di formazione, un giardino
che fila in pianura alle spalle deciderà la vittoria. nel 1279 e perciò detto didattico, vari laboratori tematici.
anche Maschio Angioino, Tra le mostre permanenti da

58 Bell’Italia
I consigli di

IL VINO
Il gioiello della Costiera Amalfitana
di Pier Bergonzi

Se in un vino bianco cercate la perfetta sintesi di fre-


schezza, sapidità e mineralità, dovete provare il Furore
Fiorduva di Marisa Cuomo. È un vino incredibile, spesso
premiato come miglior bianco d’Italia, frutto delle sele-
zionate uve di tre vitigni autoctoni: Fenile (30%), Gine-
stra (30%) e Ripoli (40%). È un vino estremo, figlio di
una viticoltura eroica: le uve vengono raccolte a mano
sui terrazzamenti intagliati nelle ripide pendici della Gi spettacolari ambienti della Galleria Borbonica, scavata a metà ’800
Costiera Amalfitana e portate con gerle nella cantina sotto il monte Echia per unire il palazzo Reale a piazza Vittoria e al mare.
di Furore, dove se ne occupa Marisa Cuomo, una del-
le grandi donne del vino italiano, con l’aiuto del marito
Andrea Ferraioli e dell’enologo Luigi Moio.
visitare: Corporea (il museo 16-30 settembre 9-18; 1-15
Di color giallo paglierino intenso, il Fiorduva
del corpo umano), il Planetario ottobre 9-17,40; 16-31 ottobre
Marisa Cuomo profuma di frutta esotica con in 3D, la mostra sugli insetti e 9-17,15; 1-15 novembre 9-16;
una bella nota agrumata. Al gusto è morbido quella dedicata al mare. 16-30 novembre e dicembre
e intenso. Le note floreali lasciano spazio alla 9-15,45. Ingresso: 4 €.
persistenza aromatica di albicocche secche e BACOLI (Na) Tutela rovine risalenti al I secolo
uva passa. Su tutto una sensazione di poten- ➏ Museo Archeologico a.C. e parte di un vasto palazzo
za fresca, ma soprattutto di grande eleganza. dei Campi Flegrei nel castello e complesso termale romano.
• Furore Bianco Fiorduva Costa d’Amalfi di Baia, via Castello 39 Gli imperatori s’intrattenevano
Doc, Cantine Marisa Cuomo, Furore (Sa), via ☎ 081/523.37.97; www.pafleg.it coi loro ospiti in sontuosi bagni
Orario: visite su prenotazione termali digradanti verso il mare,
Giambattista Lama 16-1 ☎ 089/83.03.48 e
9-13, chiuso lun. Ingresso: 4 €, ornati da splendidi pavimenti a
333/431.36.67; marisacuomo.com Prezzo: 90 €. biglietto cumulativo Circuito mosaico, con un balneum (sala
Flegreo (valido 2 giorni, da bagno) decorato a stucchi,
IL RISTORANTE comprende anche Parco un teatro all’aperto e il tempio di
Una pizza per il Terzo Millennio Archeologico di Cuma, Parco Mercurio, con la cupola forata da
Archeologico delle Terme di Baia, un grande oculo centrale, come
di Luciana Squadrilli
anfiteatro Flavio di Pozzuoli) 8 €. quella del Pantheon di Roma.
Il castello di Baia, edificato tra il
Tra i protagonisti del nuovo corso della pizza napoletana 1490 e il 1493 dagli Aragonesi ➑ Piscina Mirabilis, via
– che guarda alla tradizione ma sa trovare nuove strade, per scopi difensivi e ingrandito Campi Elisi 1 ☎ 081/014.09.16;
anche imprenditoriali – un posto spetta di diritto a Diego tra Cinquecento e Settecento piscinamirabilisbacoli.it Orario:
Vitagliano. La sua pizzeria di Bagnoli comunica con la ba- durante il viceregno spagnolo, ven.-dom. visite guidate di 45
kery che sforna pagnotte e focacce. Vicino c’è anche un domina la vetta del promontorio minuti (alle ore 10, 12, 14 e 15)
bistrot che propone piatti e panini, mentre le pizze – otti- che chiude a sud il golfo di Baia. su prenotazione (prenotazioni@
mi esempi dello stile “napoletano evoluto”, con cornicio- Attualmente ospita il Museo piscinamirabilisbacoli.it).
Archeologico dei Campi Flegrei, Ingresso: 7 €. È la più
ne in evidenza e un filo di croccantezza in più del solito
con reperti dai siti di Baiae, monumentale cisterna di acqua
– e i fritti, tradizionali e innovativi, si possono gustare an- Misenum, Cuma, Puteoli e potabile costruita dagli antichi
che nella pizzeria di Pozzuoli (via Campi Flegrei 13) con Liternum. Incantevoli il ninfeo Romani. Scavata in parte nel
le belle terrazze affacciate sul golfo. Le materie prime ripescato dai fondali marini e tufo, aveva una capacità di
privilegiano il km zero, con ingredienti dei Campi Flegrei la statua equestre in bronzo 12.600 metri cubi e serviva ad
e di produttori selezionati. La proposta va dalle diverse dell’imperatore Domiziano. approvvigionare di acqua potabile
varianti di Marinara fino alle pizze più originali – molte le navi della flotta militare
anche in versione senza glutine –, come quella bianca ➐ Parco Archeologico delle romana, ormeggiata nel vicino
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ai Tre Agrumi o la Mammà (crema di Parmigiano, ragù Terme di Baia, via Sella di Baia porto di Miseno. Qui terminava
22 ☎ 081/868.75.92; www. l’acquedotto augusteo che,
napoletano, pesto di basilico, pepe, basilico crumble).
pafleg.it Orario: 1-15 maggio dalle sorgenti di Serino, portava
• 10 Pizzeria Diego Vitagliano, Napoli, via Nuova Agna- e 16-31 luglio 9-19,40; 16 l’acqua a Napoli e nei Campi
no 1 ☎ 081/18.58.19.19; www.diegovitagliano.it Conto maggio-15 luglio 9-20; 1-15 Flegrei. Distrutto l’acquedotto
sui 18 € per fritti e pizza. agosto 9-19,20; 16-31 agosto intorno al IV-V secolo d.C., la
9-19; 1-15 settembre 9-18,30; cisterna non fu più utilizzata.
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Bell’Italia 59
buone soste NAPOLI Di Fabrizia Postiglione

NAPOLI bebnapolisea.it In un edificio D’Angelo e dalla moglie Linda, e le materie prime di qualità:
The Bellini House B&B, via dell’Ottocento nei pressi del che propongono eleganti piatti di mandorle della Puglia, nocciole
Santa Maria di Costantinopoli 94 lungomare e di Castel dell’Ovo, pesce con ingredienti di qualità: di Giffoni, lamponi e fragoline del
☎ 347/804.45.59; www.the una suite in stile Belle Époque, linguine agli scampi, paccheri Cilento, noci e limoni di Sorrento.
bellinihouse.com Affacciata su una in stile contemporaneo su gamberi e noci, insalata di polpo, Dolci tradizionali e originali,
un giardino nei pressi di piazza due livelli e camere essenziali sauté di cozze, da abbinare a vini come le pastelle al limone della
Bellini, è una casa di charme, arredate con colori neutri. bio. Giusto rapporto qualità- Costiera. Eccezionale il latte
dove rivivono oggetti recuperati. Doppia con colazione da 80 €. prezzo. Conto medio 30 €. di mandorla artigianale.
Nelle 6 camere, décor ideati da
tre artisti emergenti. Colazione Ristorante Umberto, Pizzaria La Notizia 94, Pasticceria Poppella, via Santa
con prodotti bio e specialità locali. via Alabardieri 30-31 ☎ 081/ via Caravaggio 94 ☎ 081/ Brigida 69-70 ☎ 081/552.35.38;
Doppia con colazione da 302 € 41.85.55; www.umberto.it 19.53.19.37. Sempre affollata, www.pasticceriapoppella.com
per 2 notti (soggiorno minimo). Trattoria fondata nel 1916, fa è la pizzeria gourmet di Enzo A due passi da Castel Nuovo
una cucina napoletana classica Coccia, che prepara originali e dal Teatro di San Carlo, qui si
La Ciliegina Lifestyle Hotel di qualità e qualche piatto più pizze a base di prodotti Presidi assaggia un “nuovo classico”
L, via Paolo Emilio contemporaneo. Da assaggiare: Slow Food: con burrata, fave e della pasticceria napoletana: gli
Imbriani 30 ☎ 081/19.71.88.00; ziti di Gragnano alla genovese asparagi, ai limoni, con baccalà in squisiti fiocchi di neve, inventati
cilieginahotel.it Affacciato su ramata (con cipolla di Montoro), casseruola. Fra le più succulente, nel 2015 dal proprietario Ciro
piazza Municipio, a pochi passi alici in carrozza, calamaro La Notizia (bufala, olio al tartufo, Scognamillo. Sono soffici
da piazza del Plebiscito, ha 14 imbottito di friarielli, provola di provolone del monaco, funghi brioche (la ricetta è segreta)
camere contemporanee con Agerola e salsa di pomodorini porcini calabresi) e la Procidana ripiene di crema al latte, panna e
tessuti pregiati e mobili fatti a Vesuvio. Conto medio 35 €. (pomodorini alla brace e ricotta di pecora, oppure crema
mano da un artigiano napoletano. scamorza). Conto medio 20 €. al pistacchio o al cioccolato.
Sulla terrazza dei Gabbiani vasca 28 Posti Bistrot con Gusto, Squisite anche le altre creazioni,
idromassaggio e lettini per via Chiatamone 16 ☎ 392/ Antico Forno delle Sfogliatelle come il calice di San Gennaro, la
ammirare il panorama su Napoli. 150.28.59; www.28-posti- Calde F.lli Attanasio, vico bombetta di Totò, la torta Napulè.
Doppia con colazione da 220 €. bistrot-con-gusto.business.site Ferrovia 1-2-3-4 ☎ 081/28.56.75;
Ristorantino intimo a due passi sfogliatelleattanasio.it Vale la POZZUOLI (Na)
Napoli Sea, via Chiatamone 6 dal lungomare, condotto con pena di intrufolarsi in questo Villa Luisa frazione
☎ 081/032.24.35; www. passione dallo chef Massimo vicoletto per scoprire il “tempio Lucrino, via Tripergola 50 ☎ 081/
della sfogliatella”, sia riccia che 804.28.70; www.villaluisaresort.
frolla. Ne sfornano migliaia: it Albergo con 37 fra camere
calde, profumate, si sciolgono e appartamenti in colori neutri.
La barretta del nonno in bocca. C’è sempre la coda: Per gli sportivi ci sono palestra
armatevi di pazienza! e centro benessere con sauna,
biosauna, idromassaggio, grotta
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Caracciolo 31 ☎ 081/66.99.28; Noleggio gratuito di biciclette.
La storia di questo iconico
www.chaletciro1952.com Doppia con colazione da 75 €.
dolce napoletano comincia Rinomata pasticceria e gelateria
400 anni fa nel monastero sul lungomare, famosissima Trattoria Da Biagio, frazione
di Santa Rosa, tra Furore per la brioche con gelato e Arco Felice, via Miliscola 372-374
e Conca dei Marini, in panna montata, la graffa e la ☎ 081/866.12.44. Piccolo locale
Costiera Amalfitana. Una “bomba” ripiena di crema. Fa con ottima cucina casereccia
suora addetta alla cucina si anche deliziose zeppole di San di mare e di terra. Imperdibili
accorse che era avanzata Giuseppe e un ottimo espresso. i vermicelli con le vongole e
della semola cotta nel Da evitare nel weekend: troppa la frittura di paranza. Ottimo
folla e code chilometriche. rapporto qualità-prezzo. Aperto
latte. Non voleva buttarla,
solo a pranzo. Conto da 25 €.
così aggiunse un po’ di Leopoldo dal 1940, via Chiaia
frutta candita (gli agrumi 258-259 ☎ 081/19.31.24.06; BACOLI (Na)
della costa delle Sirene), certo Salvatore Pintauro, www.pasticcerieleopoldo.it Nel Hotel Villa Gervasio via
zucchero e liquore al che da oste si trasformò 1940 Leopoldo Infante inventò il Bellavista 176 ☎ 081/868.78.92;
limone. Preparò due sfoglie in pasticciere. Fu lui a tarallo ’nzogna e pepe (sugna e www.villagervasio.it Boutique
di pasta (con strutto e vino dare la forma definitiva pepe) con mandorle: un classico. hotel con vista stupenda sul
bianco) cui diede la forma alla sfogliatella “riccia” Oltre ai gusti tradizionali (sempre castello Aragonese e sul golfo
di un cappuccio di monaco, (sopra), triangolare, a fatti a mano) come friarielli, di Bacoli: 7 camere con quadri
conchiglia, fatta con peperoni, mandorle, olive, mais astratti, arredate con gusto.
le farcì con il ripieno di
e formaggio, c’è il tarallo all’olio Ristorante, giardino, solarium.
semola e infornò il tutto. gli ingredienti che
d’oliva, versione moderna Doppia con colazione da 90 €.
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Malgrado il successo gustiamo ancor oggi: pensata anche per i vegani.


locale, la sfogliatella ricotta, semola, arance Cycas, via Miliscola 13 ☎ 081/
santarosa ci mise circa candite, cannella. Una Mennella Pasticceria, via 523.16.60; www.cycas.it
150 anni per raggiungere bontà da assaporare Carducci 50-52 ☎ 081/40.39.85; Lounge bar e pasticceria con
Napoli, dove arrivò ai primi appena sfornata, calda, www.pasticceriamennella.it Una tavolini sulla riva del lago Miseno.
dell’Ottocento grazie a un profumatissima. pasticceria-gelateria rinomata per Da provare la tipica “fetta al latte”
la lavorazione a mano al pistacchio di Bronte.
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60 Bell’Italia
easybike NAPOLI Testi e cartina di Albano Marcarini

La grandeur della capitale


angioina e borbonica
L’itinerario prende le mosse dalla Bicycle House, sotto la galleria
Principe di Napoli, punto di riferimento dei filo-ciclisti partenopei. Dopo
una buona colazione e grazie anche alla possibilità di noleggiare una
bici in loco si parte per un primo periplo del centro storico, lungo
i due assi stradali di via Port’Alba-via dei Tribunali e via San Biagio
dei Librai. Qui bisogna prestare attenzione nelle zone pedonali e
magari procedere bici alla mano se troppo affollate. Una divagazione
consente di arrivare fino al duomo, con la cappella del Tesoro di San
Gennaro, dove due volte l’anno si attende la miracolosa liquefazione
del sangue del santo. Ma, oltre al duomo, si avvicinano palazzi
e altre chiese storiche, sebbene la curiosità sia mossa soprattutto
dall’animazione delle vie della Napoli vecchia, come la caratteristica via
San Biagio dei Librai. Prima di uscire sulla rettilinea via Toledo, non si
dovrebbe mancare la visita della chiesa di Santa Chiara, di forme gotico-
provenzali, nota per essere stata a lungo il tempio della nobiltà cittadina.
Contiene il fastoso sepolcro di Roberto I d’Angiò.

DAL CUORE DEL CENTRO STORICO AL LUNGOMARE


Via Toledo fu tracciata nel 1536 lungo parte della cinta muraria
aragonese e rappresenta una delle migliori etichette turistiche della
città, con empori e sedi bancarie che compendiano la funzione originaria
dell’arteria, ovvero di essere polo attrattivo delle residenze nobiliari.
Altro punto focale dell’itinerario è l’ariosa piazza del Plebiscito con
il suo porticato a semiellisse, con la basilica di San Francesco di Paola
e l’imponente facciata del palazzo Reale, eretto a partire dal ‘600,
residenza dei sovrani borbonici. Al fondo di via Acton ci si affaccia
al mare e all’imbocco della pista ciclabile del litorale. Si protende
fino a Mergellina, lambendo il Castel dell’Ovo e i giardini della villa
Comunale di via Caracciolo, e termina alla stazione della funicolare
di Mergellina, ora chiusa, ma se ne auspica la riapertura entro l’anno.
Lasciando la bici e usufruendo del servizio di bus sostitutivo si può
aggiungere un piacevole supplemento panoramico al percorso:
la veduta sul golfo e sul Vesuvio dalla collina di Posillipo, terminale
della funicolare, è una delle più note “cartoline” della città.
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Ciclisti sul Napoli


lungomare di via
Partenope; sullo
sfondo il Castel
dell’Ovo. La pista Lunghezza: 7,5 km. Dislivello: 40 metri. Tempo di
ciclabile, a due percorrenza: un’ora (senza le soste). Partenza: Bicycle
corsie, segue il House, galleria Principe di Napoli. Arrivo: stazione della
lungomare di
via Caracciolo funicolare di Mergellina. Dove dormire e mangiare:
per arrivare B&B Filì, vico Verde Monteoliveto 16 ☎ 349/780.67.53;
a Mergellina. www.fili-bbnapoli.it Bicycle House, galleria Principe
Si progetta di Napoli 27-28 ☎ 331/337.41.30; bicyclehouse.eu
di estenderla
Bread&Coffee, via Manzoni 105 ☎ 081/64.63.77.
all’intero litorale
cittadino. Info: www.comune.napoli.it

Bell’Italia 61
BASILICATA

IN BICI NEL PAESAGGIO


FRA STORIA E NATURA
Tre proposte alla scoperta del variegato territorio lucano, dalle chiese rupestri di Matera
alle colline del Vulture, dai canyon dei Calanchi Lucani ai litorali del Tirreno e dello Ionio

TESTI Vincenzo Petraglia

62 Bell’Italia
Scorcio verso la Civita,
il quartiere più antico
di Matera, dominato
dalla cattedrale della
Madonna della Bruna e di
Sant’Eustachio. La Città
dei Sassi è il punto di partenza
del primo itinerario. Nella foto
piccola: ciclisti ai piedi del
borgo fantasma di Craco.

P
Paesaggi intatti, natura selvaggia, vasti territori
ancora poco abitati: la Basilicata è la regione ideale
da scoprire in bici. Si va dal mare cristallino della costa
ionica e tirrenica alle vette oltre i duemila metri del Parco
Nazionale del Pollino. In mezzo, boschi sconfinati, fiumi
e laghi, vulcani spenti e persino “deserti”, come quelli
d’argilla dei Calanchi Lucani. Per guidare i cicloturisti,
l’Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata
ha sviluppato una app specifica, Basilicata Free to Move:
21 itinerari completi di traccia Gpx che toccano 81 borghi
e 124 punti di interesse. A disposizione degli appassionati
anche la guida Cicloturismo in Basilicata, con 19
itinerari cicloturistici e 5 percorsi per mountain bike.
In queste pagine ne presentiamo tre, ideali per chi vuole
immergersi nel cuore di questa terra magnifica.

DAI SASSI DI MATERA A METAPONTO


Matera e i paesaggi della Murgia materana, Patrimonio
Mondiale Unesco, sono la quinta naturale del primo tratto
di un percorso fra natura, arte e mare: 50 chilometri,
non impegnativi, attraverso i brulli paesaggi intorno
alla Città dei Sassi e le dolci colline che conducono alle
lunghe spiagge metapontine. Lasciata Matera, groviglio
di gradinate e vicoletti, archi e ballatoi, case scavate nella
roccia e nobili palazzi, ci si inoltra negli scenari del Parco
delle Chiese Rupestri del Materano, che conta circa 160
chiese affrescate a partire dal IX-X secolo. Oltrepassato
Parco dei Monaci e il centro visite, si può fare una sosta
all’abbazia benedettina di Montescaglioso (XI secolo).
La strada collinare segue dolcemente il corso del fiume
Bradano fino alla piana di Metaponto. Eccoci nel cuore
della Magna Grecia e dell’antica Metapontum, di cui
rimangono importanti vestigia nel Parco Archeologico
“Apollo Licio” e nel Museo Archeologico Nazionale.
Anche il vicino Parco Archeologico delle Tavole Palatine
merita una visita per ammirare le quindici possenti
colonne del tempio di Hera, risalente al VI secolo avanti
Cristo, fra uliveti e agrumeti. Le lunghe distese sabbiose,
poco affollate anche d’estate, sono bordate da pinete e
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dune costiere sulle quali cresce la macchia mediterranea.

INFO
Partenza: Matera. Arrivo: Metaponto Lido. Lunghezza: 57 km.
Dislivello in salita: 160 m. Dislivello in discesa: 550 m. Fondo
stradale: asfalto. Bici: cicloturismo o corsa. Difficoltà: per tutti.

Bell’Italia 63
L’ANELLO DEL VULTURE MELFESE Atella, con la trecentesca cattedrale di Santa Maria
ad Nives, e il castello di Lagopesole, che ospita il museo
L’itinerario che attraversa il Vulture Melfese, nel Potentino, narrante “Il mondo di Federico II”. Seguono Rionero
è un tuffo nel regno dell’Aglianico, il “Barolo della in Vulture e Barile, con le caratteristiche cantine scavate
Basilicata”, con l’inconfondibile carattere conferitogli nella roccia, fra i colli coperti di vigneti dove nascono
dalle terre vulcaniche del Vulture (1.326 metri). alcuni dei vini più prestigiosi della zona. Da qui si può
La pedalata si snoda fra vigne, castelli e borghi medievali. fare una deviazione verso Ripacandida, gemellata con
Su tutti spicca Melfi, punto di partenza e arrivo del la basilica assisiana di San Francesco: il ciclo di affreschi
tracciato: qui Federico II, che in questa zona trascorreva di maestri lucani del XV-XVI secolo nella chiesa di San
lunghi periodi a caccia, promulgò nel 1231 le famose Donato è detto la “Bibbia di Ripacandida”. In alternativa
Constitutiones Augustales o Costituzioni Melfitane, si prosegue per Rapolla, nota per le terme, per far
che riorganizzavano i diritti feudali. Il possente castello ritorno a Melfi, ma non prima di aver visitato la cripta di
Normanno-Svevo è sede del Museo Archeologico Santa Margherita, straordinario esempio di chiesa rupestre
Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”. Poi si affrescata del XIII secolo, alle porte della cittadina.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
attraversano campi di grano e uliveti, prima di ritrovarsi,
fra secolari faggi, cerri e castagni, ai laghetti vulcanici INFO
di Monticchio: macchie azzurro-verdi incastonate Partenza e arrivo: stazione ferroviaria di Melfi.
nella vegetazione, su cui veglia l’abbazia di San Michele Lunghezza: 82 km. Dislivello in salita e in discesa: 1.400 m.
Arcangelo (VIII secolo), sede del Museo di Storia Naturale Fondo stradale: asfalto. Tipo di bici: cicloturismo o corsa.
del Vulture. Fra masserie e campi di grano si raggiungono Difficoltà: adatto a cicloturisti mediamente allenati.

64 Bell’Italia
Pagina precedente,
in basso: vigneti sui
colli attorno al borgo
di Ripacandida, a circa
620 metri di quota.
A sinistra: l’abbazia di
San Michele Arcangelo,
sui laghi di Monticchio.
A destra, dall’alto:
una bottaia scavata
nel tufo a Barile;
l’altare di Santa
Margherita, raffigurata
tra i Santi Paolo
e Pietro, nella chiesa
rupestre di Santa
Margherita,
tra Melfi e Rapolla.
Qui sotto: cicloturista
al castello Normanno-
Svevo di Melfi, eretto
a partire dall’XI secolo.
In basso: vigneti
di Aglianico del Vulture.

Bell’Italia 65
PICCHI DOLOMITICI E CANYON D’ARGILLA Scollinando si attraversa la val d’Agri verso Tursi,
patria del due volte candidato al Nobel per la letteratura
La parte più centrale della regione custodisce due gioielli Albino Pierro, poeta che qui nacque nel 1916, nel
geologici di grande suggestione: le Piccole Dolomiti caratteristico quartiere di origine araba Rabatana (IX-X
Lucane, che ricordano con i loro aguzzi profili le più alte secolo). Non lontano, il santuario di Santa Maria
vette dolomitiche alpine, e i Calanchi Lucani, profondi Regina d’Anglona, edificato fra XI e XIII secolo, è un
canyon tra aride dune color ocra. Si parte da Accettura, capolavoro di architettura medievale. Pochi chilometri
patria della festa del Maggio, rito arboreo di Pentecoste lo dividono dalle spiagge di Policoro, dove si visitano
che celebra un ancestrale matrimonio fra il “Maggio”, il Parco Archeologico di Herakleia, che custodisce resti
un enorme faggio, e la “Cima”, un agrifoglio, simbolo dell’omonima città (433 a.C.) e dei santuari di Demetra
di fertilità. Il borgo è attorniato dai boschi sconfinati e Dioniso (VII-V secolo a.C.), e il Museo Archeologico
di Gallipoli Cognato, fra i quali sorgono i resti della città Nazionale della Siritide. Meta finale di questo percorso,
fortificata Croccia Cognato, fondata da popolazioni lo Ionio ci attende con le sue spiagge sabbiose e un
di origine sannitica fra il VI e il IV secolo avanti Cristo. gioiello naturalistico come il Bosco Pantano di Policoro,
I suoi complessi megalitici formerebbero, secondo mix di fitta vegetazione e aree paludose.

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alcuni studiosi, un gigantesco calendario astronomico.
Dopo aver superato San Mauro Forte, il paese INFO
dei campanacci, si raggiunge Craco, borgo fantasma Partenza: Accettura. Arrivo: Policoro. Lunghezza: 105 km.
di origine medievale. Abbandonato nel 1969 in seguito Dislivello in salita: 1.230 m. Dislivello in discesa: 1.990 m.
a una serie di frane, è un groviglio di case che veglia Fondo stradale: asfalto. Tipo di bici: cicloturismo o corsa.
sui Calanchi, fra scenari che sono stati set di molti film. Difficoltà: adatto a cicloturisti mediamente allenati.

66 Bell’Italia
Pagina precedente,
in basso: veduta
del borgo di Craco,
abbandonato nel
1969. Qui a sinistra,
dall’alto: la scena
biblica dell’Ospitalità
di Abramo, sulla parete
destra del santuario
di Santa Maria Regina
d’Anglona; relax
sulla costa ionica, al
termine del percorso.
A destra: la chiesa
di Santa Maria della
Croce a Ferrandina,
a circa venti minuti dal
nostro itinerario. Sotto:
pedalata in tandem,
al tramonto, verso
il paesaggio dei
Calanchi Lucani,
con i caratteristici
canyon di argilla.

INFO
Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata,
☎ 0971/50.76.11 (Potenza) e 0835/33.19.83 (Matera); basilicataturistica.it
Realizzato in collaborazione con Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata
DA ISERNIA A JESI

DALLA MAIELLA
ALL’ADRIATICO
Tra Molise, Abruzzo e Marche la Corsa Rosa si avvicina al giro di boa
e in due tappe variegate prima affronta le montagne dell’Italia centrale,
con l’arrivo in quota al Blockhaus, quindi segue la costa da Pescara
a Civitanova per poi tuffarsi nel verde dei colli marchigiani, fino a Jesi
Testi ROBERTO MOTTADELLI • Foto MARCO RACCICHINI

68 Bell’Italia

Non perdete tempo con gli altri siti/canali, trova questo quotidiano o rivista molto prima (e molti di più) sul sito eurekaddl.boutique , su https://t.me/eurekaddlquotidiani01 e su https://t.me/eurekaddlriviste01
PESCARA / JESI

ISERNIA / BLOCKHAUS

TAPPA 9 • TAPPA 10

L’Adriatico fa da sfondo
alle colline di Monte
Marino, frazione di Fermo
alle spalle del litorale tra
Porto San Giorgio e Porto
Sant’Elpidio, che verrà
percorso dai ciclisti nella
tappa 10 del Giro.

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In questa foto:
Roccaraso,
sull’altopiano
Maggiore o delle
Cinquemiglia.
Sotto, da sinistra:
la fontana
Fraterna di Isernia;
uliveti alle pendici
dell’Appennino;
la facciata
del santuario
del Volto Santo
a Manoppello,
sfiorato dalla
tappa 9 lungo
la discesa di
Lettomanoppello.

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TAPPA 9 • TAPPA 10

P Pare che la fontana Fraterna, monumento-simbolo


con cui Isernia fraternamente rinfresca il viandante,
sia stata costruita con la pietra del sepolcro di Ponzio
Pilato. La accoglie una piazza intitolata a Pietro da
Morrone, il monaco eremita che nel 1294 fu eletto
papa col nome di Celestino V e dopo pochi mesi fece
“il gran rifiuto”, rinunciando al pontificato. Pilato e
Celestino, due uomini che preferirono defilarsi dalla
storia, e poco conta che davvero siano venuti al mondo
qui, come vuole la tradizione: Isernia ne condivide il
fascino da outsider. Ed è disposta a restare ai margini
dei grandi flussi turistici, se entrarci significa indossare
abiti che non le appartengono, preferendo rimanere
coerente con le proprie tradizioni. Anche a tavola,
dove dominano prodotti semplici e genuini: cipolla
e pecorino, legumi e tagli poveri di pecora. Sarà per
questo che qui si vive bene dalla notte dei tempi, come
racconta il Museo Nazionale del Paleolitico.

LA NATURA SELVAGGIA DELLA MAIELLA


Per Dante, l’anima di Celestino sta nell’anticamera
dell’Inferno. Ma per quell’uomo, incapace di adeguarsi
alle trame della politica, il vero inferno furono i mesi
trascorsi nei palazzi del potere della Curia romana, così
diversi dagli eremi della Maiella, da quei valloni selvaggi
che erano stati il suo paradiso personale.
E proprio verso la Maiella fa rotta la tappa 9, tutta
boschi e santuari, della fede e della natura. Una tappa
durissima: lasciata Isernia, è subito salita verso Rionero
Sannitico, cui segue Castel di Sangro, già in Abruzzo,
circa seimila abitanti e una storia gloriosa di sport,
ambito calcio. È di nuovo salita vera per raggiungere
Roccaraso, stazione invernale e ultimo avamposto del
turismo prima di entrare nel regno di orsi – ai quali è
dedicata l’area protetta di Palena – e rapaci: l’aquila
reale nidifica sopra le Grotte del Cavallone, verso Lama
dei Peligni. Poi la tappa sfiora Guardiagrele, patria di
orafi e briganti, oggi bella vetrina dei sapori di queste
terre: miele e funghi, l’olio dei Colli Teatini, i maccarùn
alla chitarra, i formaggi e gli altri prodotti della
pastorizia, attività principe della montagna. Ma attorno
alle greggi si aggirano i lupi: al grande predatore Pretoro
dedica un’area faunistica e un museo. Siamo nel cuore
del Parco Nazionale della Maiella e qui comincia, dal
versante di passo Lanciano, la prima ascesa di giornata

Bell’Italia 71

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In questa foto:
il molo di Pescara
con un trabocco,
palafitta un tempo
usata per la pesca.
Sotto: piazza
Giacomo Leopardi
a Recanati.
Pagina seguente,
dall’alto: affaccio
sul mare a Torre
di Palme, sulla
costa marchigiana;
il Verdicchio dei
Castelli di Jesi
Classico Superiore
della cantina
Montecappone.

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TAPPA 9 • TAPPA 10

sul Blockhaus. Del fortino ottocentesco costruito


contro i briganti che dà il nome alla cima non resta
quasi nulla. Rimangono invece gli eremi del tempo
di Pietro da Morrone e degli altri asceti medievali: oggi
alcuni tra essi sono collegati dal Cammino di Celestino,
un percorso di 90 chilometri da Sulmona all’abbazia
di San Liberatore a Maiella.
Asceti, a loro modo, sono anche gli scalatori del pedale.
Vestono di maglie fluo corpi scarni come quelli che
i monaci nascondevano sotto la lana grezza; con la stessa
determinazione allucinata corteggiano la sofferenza.
Così, scesi a Scafa, i ciclisti piegano verso San Valentino
in Abruzzo Citeriore per affrontare un altro rosario di
tornanti. Si sale da Roccamorice, sullo stesso percorso
del 2017, quando il borgo onorò il Giro inaugurando
il monumento a Eddy Merckx.

PESCARA E LA RIVIERA DELLE PALME


Dopo un giorno di riposo il sipario si riapre sul blu.
Un altro mondo. Eppure è sempre Abruzzo, Pescara
per la precisione: la città di Gabriele D’Annunzio,
protesa sull’Adriatico. Fu il poeta soldato a mitizzare
queste terre, regalando loro celebrità anche turistica.
Pescara coltiva quella storica vocazione alla cultura
inaugurando nuovi musei, come quello dedicato alla
pittura dell’Ottocento. Più a nord, la costa è sinonimo
di turismo balneare a misura di famiglia: la prima parte
della tappa la risale sulla statale 16, da Pineto a Roseto
degli Abruzzi, Giulianova e Tortoreto Lido. È il litorale
dell’antico Ducato di Atri, terra di pescatori e contadini
capaci di far fruttificare un territorio di calanchi.
La cucina di pesce e l’artigianato del gusto (dalla
produzione di pasta alla lavorazione della liquirizia),
l’ottimo olio e il Montepulciano d’Abruzzo Colline
Teramane Docg invitano a fermarsi. La tappa invece
procede inesorabile oltre il fiume Tronto, che un tempo
segnava il confine tra Regno di Napoli e Stato Pontificio
e oggi dà il benvenuto nelle Marche. San Benedetto del
Tronto, che nel 1865 inaugurava il primo “stabilimento
di bagni marini”, è il centro principale della Riviera delle
Palme. Da sempre vive in simbiosi con l’Adriatico: lo
si capisce sul molo, tra sculture e murales, e al Museo
del Mare, tra anfore, fossili, modellini di barche.
La Riviera termina ufficialmente a Cupra Marittima
ma si rimane sulla costa fino a Civitanova Marche,
dove palazzi appartenuti a dinastie illustri – Malatesta,
Visconti, Cesarini Sforza – dialogano con architetture
anni Trenta. Poi quella che sembrava una tappa da
velocisti assume un profilo da classica del Nord, con in
più la meraviglia della primavera mediterranea, in una

Bell’Italia 73

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TAPPA 9 • TAPPA 10

campagna punteggiata di borghi tra i più belli


d’Italia. Da Civitanova Alta in poi è un susseguirsi
di “muri”, strappi ripidi e ravvicinati sui fianchi
di colli coronati da grappoli di case bionde, come
i mattoni di questa terra. Ogni paese ha una storia ACCADDE QUI: LA STORIA DEL GIRO
da raccontare e offre almeno una trattoria da provare:
a partire da Montecosaro, borgo-cartolina con le sue Il volo del Condor nella
mura trecentesche, la torre civica a punteggiare lo
skyline insieme ai campanili di Sant’Agostino e della
giornata del “Block-caos”
collegiata. Le strade sembrano disegnate per chi ama Il Giro 2017 è questione di tre nomi: Quintana, Nibali e
il ciclismo. Non a caso le Marche puntano molto sul Dumoulin. Il colombiano Nairo Quintana (sopra) mo-
cicloturismo, sono sempre più numerosi i visitatori stra le sue carte nella prima dura salita, il Blockhaus,
(anche stranieri) che si muovono su due ruote. Così traguardo della nona tappa. Affronta la salita come
Montelupone, splendido borgo murato che innesta uno sprint, a ritmi impossibili. Con quattro scatti nello
elementi settecenteschi in un tessuto medievale, oggi spazio di poco più di duemila metri il portacolori della
è famoso anche per la sua ripidissima salita, un muro Movistar mette alle corde gli avversari: al secondo e al
da brividi: e si è gemellato con Huy, la cittadina belga terzo resistono Nibali e il francese Pinot. A 5 chilome-
dove si decide la Freccia Vallone. tri dal traguardo e con una pendenza al 14%, ecco il
colpo di grazia: il Condor s’invola. La tappa ha pure un
I LUOGHI DEL POETA E DELL’IMPERATORE momento di brivido quando alcuni corridori, nei mo-
Siamo ormai a Recanati, la leopardiana città dell’Infinito, menti più concitati, urtano una moto della Stradale a
che è anche città dell’olio e del buon vivere: non bordo strada. Ne fanno le spese Kelderman, Adam Ya-
sorprende scoprire che il poeta del pessimismo cosmico tes, Thomas e Landa. “Block-caos” titolerà la Gazzetta
stilò un elenco di piatti preferiti (per i curiosi, in cima il giorno dopo. Intanto il traguardo, che già vide nel
c’era il fritto). E poi città della musica, patria del grande 1967 il trionfo di Eddy Merckx, è un festival di bandie-
tenore Beniamino Gigli e di industrie celebri nel mondo re colombiane: Pinot e Dumoulin pagano 24 secondi,
per la produzione di chitarre, fisarmoniche, amplificatori; Nibali un minuto. Quanto basta per far vestire a Nairo
e città dell’arte, custode di capolavori assoluti di Lorenzo una maglia rosa taglia extra-small, come l’esile fisico
Lotto. Si prosegue verso i vicoli barocchi di Montefano
©RIPRODUZIONE RISERVATA

del ventisettenne scalatore di Cómbita, già vincitore


e poi si tocca Filottrano, borgo che gli appassionati del Giro nel 2014. Perderà il primato il giorno succes-
di moda conoscono per la tradizione della sartoria, ma sivo, strapazzato da Dumoulin nella crono da Foligno
che gli innamorati del ciclismo legano alla memoria a Montefalco. Grande specialista contro il tempo, l’o-
di Michele Scarponi: a Filottrano era di casa e su queste landese si ripeterà nella crono conclusiva a Milano,
strade perse la vita. vincendo quell’edizione del Giro. A.M.
Michele era nato a Jesi e lì oggi la tappa si chiude. Jesi
così ricca nei musei, dove si ammirano altri capolavori
del Lotto e si rivive l’epopea di Federico II, l’imperatore
Stupor mundi, che nacque sotto una tenda davanti alla La volta del Teatro Pergolesi di Jesi,
affrescata nel 1796-98 da Felice Giani su
cattedrale di San Settimio. Città dei vini, che battezza
progetto di Giovanni Antonio Antolini.
il Verdicchio da qualche anno in vetta alle classifiche
mondiali dei bianchi. E città d’oro dello sport,
una vocazione fin dal XVII secolo come attestano
le “balette” custodite a palazzo Pianetti: antenate
delle palline da tennis riscoperte e valorizzate grazie
a Gianni Clerici, maestro del giornalismo sportivo.
È quasi superfluo ricordare che Jesi è anche sinonimo
di scherma, qui si è formata una dinastia olimpionica
senza uguali, Trillini-Vezzali-Di Francisca. Eppure,
stavolta non sarà un fioretto ma un colpo di pedale
a piazzare la stoccata vincente. !
©RIPRODUZIONE RISERVATA

74 Bell’Italia

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da visitare DA ISERNIA A JESI Di Roberto Mottadelli

Tappa 9: Isernia-Blockhaus Tappa 10: Pescara-Jesi


MONSANO 4

PASSO
LANCIANO JESI

FILETTO FILOTTRANO
ROCCAMORICE 4 RECANATI
1

1
CROCETTE 4
DI MONTECOSARO CIVITANOVA MARCHE

BLOCKHAUS

ROCCARASO 2

Alba Adriatica

RIONERO
2
SANNITICO PESCARA
VALICO DEL MACERONE 3

km 0 km 0
ISERNIA

Dalle dimore dell’orso e ISERNIA


➊ Museo Nazionale del
settembre 9-12,30 e 15,30-
19 (chiuso a giugno) o su

del lupo a quelle dei poeti


Paleolitico, località La Pineta, prenotazione. Ingresso: variabile
via Ramiera Vecchia ☎ 0865/ in base alle degustazioni.
29.06.87; www.musei.molise. È la vetrina delle eccellenze
beniculturali.it Orario: 8,15- enogastronomiche e delle
19, chiuso lun. Ingresso: 4 €. aziende alimentari del territorio.
Sorge sull’area paleolitica della Accoglie degustazioni ed eventi.
Pineta, dove sono documentate
Il percorso delle tappe presenze umane risalenti a circa PRETORO (Ch)
700.000 anni fa, ma espone ❹ Museo del Lupo, Chiesa
anche reperti dal resto del del Purgatorio, via IV Salita
La tappa 9 (189 chilometri) Roccamorice: l’ultima ascesa Molise, dal Paleolitico inferiore Purgatorio 10; visitpretoro.info/
da Isernia punta a nord sulla segue la provinciale 22. all’Età del Bronzo. musei Per l’apertura rivolgersi
statale 17 verso Rionero La tappa 10 (196 chilometri) all’Ufficio del Turismo (piazza
Sannitico (1.032 metri), scende lascia Pescara verso nord PALENA (Ch) Madonna della Libera ☎ 333/
in Abruzzo verso Castel di seguendo la costa sulla statale ❷ Mom-Museo dell’Orso 570.35.08). Ingresso: offerta
Sangro, poi si inerpica al Gpm 16 fino al traguardo volante Marsicano, località Sant’Antonio libera. Ricostruisce la figura del
di Roccaraso (1.254 metri). Al di Civitanova Marche. Iniziano ☎ 339/862.91.65; palenaintasca. lupo nella cultura popolare. È
valico della Forchetta inizia la i colli e si sale a Civitanova it Orario: giugno 10-13 e 17-19; in dialogo con l’Area Faunistica
discesa sulla Frentana verso Alta e, con la provinciale 10, luglio-agosto 9-13 e 16-20 (tutti del Lupo, tra le località Calvario
Palena e Lama dei Peligni, poi a Crocette di Montecosaro. i giorni), il resto dell’anno sab.- e Folselongo, dove alcuni
si devia su Fara San Martino. Sempre su provinciale da dom. 9-13. Ingresso: 3 €. Tratta esemplari vivono in semilibertà.
Qualche saliscendi sulla Sant’Ignazio di Montelupone sia l’immagine dell’orso bruno
statale 81 porta al traguardo si raggiunge Recanati. La nella cultura e nell’arte, sia la ROCCAMORICE (Pe)
volante di Filetto. Si svolta a provinciale 82 per Montefano biologia della specie e il tema ❺ Eremo di San Bartolomeo
ovest sulla 263 per la prima offre un tratto di respiro, ma della salvaguardia. È collegato in Legio, vallone di Santo
scalata al Blockhaus, lungo la presto ricomincia il saliscendi all’Area Faunistica dell’Orso Spirito ☎ 349/664.89.85 e
statale 614 della Maielletta: con la 362 tra Filottrano e bruno, che ospita tre esemplari 085/92.23.43 (Centro di Visita
Gpm di prima categoria a Santa Maria Nuova. Alle porte (località Collevedula, visite su di Caramanico Terme); www.
passo Lanciano (1.310 metri). di Jesi il percorso devia a est prenotazione, ingresso 8 €). parcomajella.it/San-Bartolomeo-
Scesi sulla provinciale 65 a verso Mazzangrugno, sale in-Legio.htm Due sentieri
Lettomanoppello, si contorna a Monsano e infine ripiega GUARDIAGRELE (Ch) conducono all’eremo, nel vallone
la base della Maiella verso verso la città. Tre i Gpm, tutti ❸ Galleria del Gusto, piazza di Santo Spirito sotto un costone
San Valentino in Abruzzo di quarta categoria: Crocette, San Francesco 11 ☎ 0871/ a 610 metri di quota. Nato attorno
Citeriore dove si svolta per Recanati e Monsano. 33.55.91; www.museidiguardia a una sorgente miracolosa, fu
grele.it Orario: 10 maggio-30 ricostruito da Pietro da Morrone.

76 Bell’Italia

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14 ☎ 071/757.33.80; www.
I consigli di giacomoleopardi.it Orario:
mar.-ven. solo su prenotazione,
sab.-dom. 9-12,30 e 14-16,30 (su
prenotazione). Ingresso: visita
guidata a biblioteca e museo
10 €, con abitazione 20 €,
IL VINO esperienza multimediale 4 €. Si
Un Verdicchio che fa scuola visitano la biblioteca allestita da
di Pier Bergonzi Monaldo, padre di Giacomo, una
mostra permanente dedicata
al poeta e, dal 2020, anche
C’è un vitigno eclettico che è la bandiera dell’enologia una parte del piano nobile
marchigiana. Pensiamo all’uva a bacca bianca del Ver- e gli appartamenti dove
dicchio, dalla quale nascono vini di qualità che stanno Leopardi abitò con i fratelli.
bene sulle migliori tavole del mondo e hanno una gran-
de facilità di abbinamento. Uno dei più buoni in assoluto ❿ Museo Civico Villa
è il Villa Bucci Classico Superiore, il Verdicchio che ha il Colloredo Mels, via Gregorio
carattere di Ampelio Bucci, enologo lombardo trapian- XII ☎ 071/757.04.10; www.
tato nelle Marche con un amore smisurato per il Ver- infinitorecanati.it Orario: mar.-
La Galleria, uno dei saloni di dom. 10-13 e 15-18; luglio-agosto
dicchio dei Castelli di Jesi e tutte le sue sfumature. Di rappresentanza di Casa Leopardi. tutti i giorni 10-19. Ingresso: 10 €.
color oro brillante, il Verdicchio Villa Bucci ha Tra gli ambienti di recente aperti Quattro dipinti di Lotto sono il
profumi che richiamano il melone e il pom- al pubblico, conserva alcuni dipinti fiore all’occhiello della raccolta.
pelmo rosa con sferzate saline e iodate e citati dal poeta nelle Ricordanze. Un piano accoglie il Museo
un piacevole finale balsamico. Grande verti- dell’Emigrazione, dedicato ai
calità al palato, minerale e agrumato con un 700.000 marchigiani emigrati nel
crescendo sapido e salmastro che sembra mondo. Con un unico biglietto si
non finire mai. Negli anni il Villa Bucci è di- visitano anche la Torre del Borgo
ventato un punto di riferimento per capire e due musei nel complesso
PESCARA del Teatro Persiani: il Museo
l’identità e la qualità del territorio. ❻ Casa natale di Gabriele Beniamino Gigli e il Museo della
• Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico D’Annunzio, corso Manthoné Musica, che racconta l’industria
Superiore Doc, Azienda agricola Fratelli 116 ☎ 085/603.91; www.casa del distretto della musica:
Bucci, Ostra Vetere (An), via Cona 30 ☎ 071/ dannunzio.beniculturali.it Orario: chitarre Eko, amplificatori Fbt,
96.41.79; www.villabucci.com Prezzo: 16 €. mar., gio., sab. e dom. 9-13,30, tastiere Fatar e fisarmoniche.
mer. 14-19,30, chiuso lun. e ven.
IL RISTORANTE Ingresso: 4 €. Conserva cimeli, JESI (An)
Una stella Michelin sulla Maiella abiti, mobili d’epoca, illustrando
la vita del poeta e i luoghi
⓫ Musei Civici di Palazzo
Pianetti, via XV Settembre 10
di Luciana Squadrilli abruzzesi citati nelle sue opere. ☎ 0731/53.83.42; www.turismo
jesi.it e lorenzolottomarche.it
Quella della famiglia Tinari è una bellissima storia di ❼ Museo dell’Ottocento, via Orario: mar.-dom. 10-13 e
accoglienza, grande cucina e capacità di raccontare un D’Annunzio 128 ☎ 085/730.23; 16-19 (estate orario continuato).
territorio, come quello teatino, dove la montagna guarda museodellottocento.eu Orario: Ingresso: 8 €, singolo museo
il mare. Fondata nel 1966 come fiaschetteria da Ginetta 10-13 e 16-19,30, chiuso 5 €. Palazzo Pianetti è un
e Arcangelo, trasformata in elegante ristorante con lo- lun. Ingresso: 10 €. Nell’ex capolavoro: trionfo di stucchi
sede della Banca d’Italia, rococò nella galleria, affreschi
canda (14 camere) da Peppino e Angela, è oggi affidata
espone la collezione di opere al piano nobile, pareti e volte
ai figli Arcangelo (in cucina dopo esperienze in Francia dell’Ottocento italiano e pompeiane al piano alto.
con Michel Bras) e Pascal (in sala e nella cantina, for- francese di Venceslao Di Persio Accoglie la Pinacoteca, con
te di un migliaio di etichette). I passaggi generazionali e Rosanna Pallotta. capolavori di Lotto, il Museo
hanno aggiunto senza togliere: nelle belle sale o nella Archeologico e una ricca Galleria
terrazza panoramica si assaggiano strepitosi salumi e al- SAN BENEDETTO d’Arte Contemporanea.
tri prodotti in arrivo dall’azienda agricola di famiglia, rein- DEL TRONTO (Ap)
❽ Museo del Mare, c/o ⓬ Museo Federico II
terpretazioni di capisaldi della cucina abruzzese come
la pallotta cac’ e ove o la chitarra di patate e fonduta di Mercato Ittico, viale Colombo 94 Stupor Mundi, piazza
☎ 0735/59.21.77; www.museo Federico II 3 ☎ 0731/08.44.70
pecorino di Farindola, ma anche raffinate proposte che
delmaresbt.it Orario: ven.-dom. e 348/775.78.59; www.
vanno da Come un carpaccio (vitello marinato al caffè e 10-13 e 15,30-18,30; estate mar.- federicosecondostupormundi.it
©RIPRODUZIONE RISERVATA

cumino montano) ai Ravioli di burrata allo zafferano de dom. 10-13 e 17-21. Ingresso: Orario: mer.-gio. 10-15, ven.-
L’Aquila e lenticchie di Caprafico. 8 €, singole sezioni 4 €. Un polo dom. 10-20. Ingresso: 7 €.
• Villa Maiella, Guardiagrele (Ch), via Sette Dolori 30 museale dedicato al mare, dalla Animazioni, plastici e installazioni
☎ 0871/80.93.19; www.villamaiella.it Menu degusta- archeologia alla civiltà marinara. multimediali presentano la
zione da 65, 85 e 100 €, alla carta sugli 80 €. biografia, le passioni, i castelli
RECANATI (Mc) e le battaglie dell’imperatore
❾ Casa Leopardi, via Leopardi che stupì il mondo (1194-1250).
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Bell’Italia 77

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buone soste DA ISERNIA A JESI Di Roberto Mottadelli

ISERNIA www.tartufilaspora.it Tartufi


Sorsi e Morsi, via Umbria 4 (abruzzesi e molisani, bianchi
☎ 0865/41.46.50. Cucina e neri, freschi e conservati),
genuina, materie prime aglio rosso di Roccaraso
eccellenti e una vocazione per e molti altri prodotti a km zero.
l’ospitalità. Il ristorante di Peppe Anche vendita online.
Allocca è sempre una garanzia.
Conto medio 40 €. PASSO LANCIANO (Ch)
Ristoro La Baita,
CASTEL DI SANGRO (Aq) ☎ 331/109.90.00; www.ristoro Le MaRaClà, country house di SAN BENEDETTO
Agriturismo il Vecchio Pollaio, labaita.com In cima alla salita, charme con la sua piscina, nel DEL TRONTO (Ap)
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Liberata ☎ 348/155.63.34; con dehors: arrosticini, arrosti, d’Ascoli, via Caserma Guelfa 5
www.ilvecchiopollaio.com pallotte cacio e ova; in inverno ☎ 0735/75.39.00; www.
Poco fuori Castel di Sangro, fa servizio bar. In aprile-giugno e caldo e versatile in un palazzetto osteriacasermaguelfa.it In una
5 camere in un’azienda (con settembre-novembre apre solo liberty nella zona pedonale della ex caserma-dogana, atmosfera
fattoria didattica) che alleva nei festivi; tutti i giorni in estate città, a 300 metri dal lungomare rustico-chic e pesce al top: dalle
galline. A colazione uova e quando sono attivi gli impianti e dalla sua lunga ciclabile. Offre linguine al battuto di pescatrice e
e zabaione freschi. sciistici. Conto medio 16 €. quattro camere matrimoniali al brodetto, vero must del menu.
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PESCARA Doppia con colazione da 60 €. €, menu degustazione 60 €.
ROCCARASO (Aq) Maison Fleurie, via Mazzini 87
Azienda Agricola La Spora, ☎ 388/182.80.16; www.maison Taverna 58, corso Manthoné RECANATI (Mc)
viale Roma 24 ☎ 349/321.98.95; fleurie.net Un b&b elegante, 46 ☎ 085/69.07.24; www. Salumeria Macelleria
taverna58.it Da quasi mezzo Beniamino Papa, via Cavour 21
secolo celebra la tradizione ☎ 347/982.89.72. Vendita
regionale. Qualità e servizio (e spazio per la consumazione in
La barretta del nonno accurato si confermano sotto la loco) di salumi tipici e porchetta,
nuova gestione, che ha aggiunto rigorosamente di produzione
qualche proposta “leggera” per propria, e proposta di altre
l’estate. Conto medio 30 €. eccellenze del territorio, come
la pasta di Campofilone. Crescia
PINETO (Te) con ciauscolo e pecorino 6 €.
B&B La Casa di Rinaldo,
località Scerne di Pineto, via JESI (An)
Vomano Vecchio 18 ☎ 339/ Le MaRaClà Countryhouse,
267.80.34; www.lacasadirinaldo. via Gangalia Bassa 8
it A 150 metri dal mare, fa ☎ 338/279.40.42
parte della rete “Abruzzo bike e 0731/24.61.10; lemaracla.it
friendly”: i proprietari sono Immersa nella campagna
appassionati del pedale e ottimi ai piedi di Jesi, un’antica
padroni di casa. Quattro camere, filanda è diventata un gioiello
consigli preziosi e bicitour guidati. d’accoglienza familiare. Oltre a 5
Doppia con colazione da 65 €. camere perfettamente attrezzate
(alcune con angolo cottura),
Parrozzo, il dolce di D’Annunzio ROSETO DEGLI ABRUZZI (Te) piscina panoramica, colazione
Cantina Mazzarosa Devincenzi, generosa, possibilità di cenare
Il parrozzo (sopra) fu preparava a Natale, oggi contrada Borsacchio 6, strada in loco con ottimi piatti tipici
inventato attorno al 1920 lo si trova tutto l’anno. statale 16 ☎ 085/899.11.28; e di organizzare degustazioni,
dal pasticcere pescarese Ha forma di zuccotto: mazzarosa.com La tenuta visite nelle cantine e, in estate,
si estende nella Riserva del escursioni sul mare. Struttura
Luigi D’Amico, che si l’impasto, in genere di
Borsacchio su 540 ettari, di cui 37 pet-friendly. Doppia da 100 €,
ispirò al pane contadino semola o farina bianca vitati a Montepulciano, Trebbiano colazione 5 €, cena 30 €.
di mais, giallo dentro e con mandorle tritate, è e Pecorino. Anche olio e miele.
bruno all’esterno per via reso giallo dalle uova; la Wine tour con visita alla bottaia Montecappone, via Colle Olivo
della cottura a legna, a copertura di cioccolato e degustazione di 5 vini 25 €. 2 ☎ 0731/20.57.61; www.
cui deve il nome (“pane evoca una crosta. Una montecapponevini.it Non si
rozzo”). Ma è figlio anche fetta di parrozzo (o qualche GIULIANOVA (Te) contano premi e riconoscimenti
di D’Annunzio: fu il poeta – “parrozzino”, la versione Novavita Beach, lungomare ottenuti da vini e oli di Gianluca
Zara 55 ☎ 085/800.50.86; Mirizzi, che coltiva le sue viti
©RIPRODUZIONE RISERVATA

su lauto compenso, dicono mignon) è energia pura


novavitabeach.com Lido anche su pendii inclinati del
le malelingue – a renderlo per scalare la Maiella: il
ristorante vicino al porto 30%. Tra i vini spicca il Verdicchio
celebre con un madrigale dolce è prodotto proprio a peschereccio: Natascia Riserva Utopia, tra gli oli quello
musicato da Vittorio Manoppello, sfiorata dalla de Gregoriis serve pesce di varietà Tenera Ascolana.
Pepe, altro pescarese. tappa 9, e a Pescara, città freschissimo; da non perdere Shop per acquisti anche
Allora il parrozzo si di partenza della tappa 10. la serie di antipasti, soprattutto di altre specialità locali. Visite
i crudi. Conto medio 50 €. e degustazioni su prenotazione.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

78 Bell’Italia

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la salita DA ISERNIA A JESI Testi e cartina di Albano Marcarini

Alla conquista della


montagna dei briganti
Affrontata la tradizionale ascesa a passo Lanciano (1.318 metri), la nona
tappa del Giro 2022 scende di nuovo quasi al livello del mare, ai 118
metri di Scafa, per risalire al Blockhaus lungo il più temibile versante
di Roccamorice. Una salita da pendenze alpine: 13,6 chilometri, con
1.141 metri di dislivello e una pendenza media dell’8,4%, un picco
al 14% poco prima del chilometro 9 e diversi tratti al 10%. Roccamorice,
dove inizia la salita, si potrebbe prendere a modello degli insediamenti
storici del Parco della Maiella, entro cui si dipana la salita.

PENDENZE IMPEGNATIVE IN VISTA DELLA VETTA


Proteso su una bastionata calcarea delimitata da due profondi valloni,
Roccamorice conserva il fascino di un ancestrale vincolo con l’ambiente
naturale. Il tono delle dimore in pietra calcarea, dai portali e dai ferri
accuratamente ornati, frutto di tradizioni artigiane non del tutto spente,
supplisce largamente al difetto di monumenti illustri. Lasciato l’abitato,
la strada sembra accogliere benevolmente il ciclista con pendenze
accettabili (6-7%), considerata l’ascesa nel suo complesso. Le cose
si fanno serie dopo circa 4 chilometri: da qui in avanti la pendenza
ondeggia fra l’8 e il 10%, con qualche disdicevole spunto al 12 e al
14%. Al chilometro 7 si avvicina il colle della Civita (1.185 metri) dove
si trovano i resti di un villaggio pastorale con case in pietra a pianta
circolare. A Fonte Tettone (km 13,2) si ha un leggero scollinamento
di modo che la nostra strada si congiunga, presso l’albergo Mamma
Rosa (1.648 metri), con quella proveniente da passo Lanciano, un
provvidenziale abbrivio che consente di guadagnare l’arrivo a quota
1.665 metri. La strada prosegue fino al Rifugio Pomilio, a 1.892
metri, e in bici si può continuare ancora per 2,3 chilometri lungo la
strada di cresta, fino a quota 2.065 metri. A piedi si raggiungono in
breve i ruderi del fortino Blockhaus, costruito nei primi anni dopo l’unità
d’Italia come caserma per contrastare il banditismo, alle cui cause
non erano estranee le dure pressioni fiscali imposte dal governo sulle
popolazioni. Nei pressi si trova una roccia, detta “Tavola dei briganti”,
ove è incisa questa scritta: «Nel 1820 nacque Vittorio Emanuele Re
d’Italia. Prima il 60 era il regno dei fiori, ora è il regno della miseria».
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Panorama Blockhaus
dalla cresta
del Blockhaus,
a 2.000 metri
di quota. Dal Strada provinciale 22 in provincia di Pescara e strada statale 614
Rifugio Bruno della Maielletta in provincia di Chieti.
Pomilio la si Partenza: Roccamorice (524 metri). Si raggiunge da Pescara (a 45 km)
raggiunge lungo
il sentiero P seguendo la statale 5 fino a Scafa e quindi deviando a sinistra per
(“Parco”), misto San Valentino in Abruzzo Citeriore e Roccamorice. Arrivo: Blockhaus
di terra e sassi (1.665 metri). Lunghezza: 13,6 km. Dislivello: 1.141 metri. Pendenza
che si sviluppa media: 8,4%. Pendenza massima: 14%. Dove dormire e mangiare:
fino alla vetta del
Albergo Mamma Rosa, Pretoro, strada statale della Maielletta 35
monte Amaro.
☎ 0871/89.61.43; mammarosa.it

Bell’Italia 79
La monumentale
scenografia di piazza
del Duomo, a Parma,
con la facciata
in arenaria della
cattedrale (XI-XII
secolo), il campanile
gotico e il battistero
a pianta ottagonale.

DA SANTARCANGELO DI ROMAGNA A GENOVA

PIAZZE PADANE
E APPRODI LIGURI
SANTARCANGELO DI ROMAGNA / REGGIO EMILIA
PARMA / GENOVA

TAPPA 11 • TAPPA 12

L’undicesima tappa del Giro si svolge tutta in pianura, risalendo la Via


Emilia fino a Bologna, con deviazione nella Bassa Modenese e volata
a Reggio Emilia. Il giorno dopo si ricomincia da Parma per scavallare
l’Appennino al passo del Bocco e scendere in Liguria, verso la Superba
Testi FABIO BOTTONELLI

Bell’Italia 81
TAPPA 11 • TAPPA 12

C
Che Giro d’Italia sarebbe senza di Lei? La Via Emilia,
seppur ostinatamente dritta e piatta, e quindi senza
difficoltà tecniche per i professionisti, reclama ancora
una volta un ruolo da protagonista. Come nelle edizioni
passate, anche nel 2022 la carovana rosa imbocca
la consolare romana, precisamente a Santarcangelo
di Romagna, partenza della tappa 11. La seguirà
per un centinaio di chilometri fino a Bologna, prima
di una digressione nella Bassa Modenese. Il traguardo
di Reggio Emilia arriverà dopo ben 203 chilometri di
gara. La gloriosa strada statale 9 è una delle arterie più
simboliche della Penisola, ma purtroppo le emergenze
architettoniche e la campagna circostante vengono un
po’ oscurate dalla sequenza ininterrotta di case di varie
epoche, capannoni di tutte le fogge e dimensioni, insegne,
supermercati, rotonde e semafori, quasi a formare una
metropoli continua. L’occhio attento non manca però
di scoprire pievi, chiese, antiche osterie, dimore signorili.
E poi ci sono i centri storici che si succedono uno dopo
l’altro a rinfrancare la vista. Come la stessa Santarcangelo,
con il suo profilo segnato dalla torre Civica, dalla rocca
Malatestiana e dal borgo medievale, su una modesta
altura discosta dall’attuale Via Emilia. È quel “colle Giove”
che secondo una diffusa leggenda (o forse storia?) ha
dato il nome al Sangiovese, suscitando una disputa tra
Romagna e Toscana sulla paternità di quest’uva rossa.

NELLA RICCA PROVINCIA ROMAGNOLA


La linea delle colline a sinistra del senso di marcia
è una costante. Fra Santarcangelo e Cesena, il profilo
è movimentato da San Marino e dalle rupi di Verucchio
e Torriana. I campi sono ricoperti non solo da frutteti
e vigneti, che rimarranno presenti fino a dopo Imola,
ma anche da coltivazioni orticole: l’entroterra di Bellaria-
Igea Marina e Viserba è conosciuto non a caso come
l’orto della Riviera Romagnola. Dopo Savignano sul
Rubicone ci si avvicina a Cesena sfiorando il territorio di
Gambettola, nota a livello nazionale per il commercio dei
rottami ferrosi e in particolare di quello che è diventato
antiquariato motoristico, bellico e aeronautico. Gli altri
romagnoli non sono d’accordo, ma Cesena si sente un
po’ la capitale della Romagna. Vuoi per la frutta e per
l’indotto, vuoi per il centro storico elegante addossato
ai colli, con i teatri e la biblioteca Malatestiana. O forse
per la piadina, che qui ritorna spessa dopo quella
sottile riminese. Fra campi di fragole, peschi e kiwi,
geometricamente disposti secondo la centuriazione

82 Bell’Italia
In questa foto:
decorazioni murali
dello scenografo
Gino Pellegrini
(1941-2014) nella
piazzetta Betlemme
a San Giovanni
in Persiceto. Sopra:
la passeggiata di
piazza dei Martiri
a Carpi, con la
basilica di Santa
Maria Assunta sullo
sfondo e, sulla
destra, il palazzo
dei Pio. Pagina
precedente, dall’alto:
stagionatura dei
culatelli; l’interno
della parrocchiale di
Crevalcore.
TAPPA 11 • TAPPA 12

romana che qui è più evidente che altrove, si passa


a Forlimpopoli, patria del grande Pellegrino Artusi,
e si approda a Forlì. La città merita una visita sia per
i monumenti sia per gli eventi espositivi di alto livello
accolti dai Musei San Domenico. Campanile dopo
campanile, piazza dopo piazza, ecco le quasi gemelle
Faenza e Imola. Entrambe sono caratterizzate da
attrattive e musei di rilievo, ma soprattutto dispensano
da ogni angolo quella speciale alta qualità della vita
“di provincia”, nobilitata da eccellenze come il Museo
Internazionale delle Ceramiche (a Faenza) o l’Autodromo
Internazionale Enzo e Dino Ferrari (a Imola). In mezzo ACCADDE QUI: LA STORIA DEL GIRO
c’è Castel Bolognese, l’unico paese importante che
soffre (o gode?) del passaggio centrale della Via Emilia,
La Salvarani e Adorni,
senza una circonvallazione. L’Emilia dista solo qualche due glorie ciclistiche parmensi
chilometro, ma culturalmente siamo ancora lontani.
In dieci anni di attività, dal 1963 al 1972, la Salvarani
GLI ORIZZONTI DELLA PIANURA EMILIANA di Parma conquistò nel ciclismo ben 447 successi: per
Solo dopo la città termale di Castel San Pietro, fra zone molti era la Juventus delle due ruote. Ne fecero sem-
industriali e residenziali infinite, ma con una bella vista pre parte grandi campioni o superbi gregari. Pensate a
a sud verso le colline con il Parco dei Gessi Bolognesi Gimondi, Adorni, Basso, Motta, Zilioli, Pambianco, Tac-
e Calanchi dell’Abbadessa, si può dire che inizi l’Emilia. cone o al pluricampione di ciclocross Renato Longo.
Si guadagna l’ingresso a Bologna dalla periferia orientale, In quegli anni, con la Molteni di Merckx, la Salvarani
traguardando le due torri (guarda caso, sulla Via Emilia). monopolizzò il tifo degli italiani e dimostrò l’efficacia
I “girini” passano però dai viali di Bologna nel lato sud del messaggio pubblicitario legato al ciclismo profes-
della città addossato ai Colli Bolognesi, per uscire verso sionistico. In pieno boom economico, furono infatti il
ovest fino al bivio con la strada Persicetana, passando ciclismo e la maggior propensione ai consumi delle
accanto ai capisaldi della Bologna contemporanea: il famiglie a lanciare sul mercato, prima italiano poi in-
Mast-Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia, ternazionale, la ditta dei fratelli Salvarani, specializzata
l’Opificio Golinelli, la fabbrica della Ducati con il suo nella produzione di cucine componibili. Un’avventu-
museo. A Borgo Panigale si lascia la Via Emilia per ra imprenditoriale avviata nel 1939 a Baganzola, una
imboccare la Persicetana. Una vecchia indicazione blu frazione di Parma. La squadra ciclistica nacque sulle
“Verona” (chi ormai farebbe questa strada per andare ceneri di un altro glorioso marchio, la Ghigi di Luciano
a Verona?) fa intuire l’importanza storica di questa Pezzi, ereditando diversi dei suoi campioni. Ma è con
direttrice. Sul sedime dell’ex ferrovia Bologna-Verona l’arrivo dell’enfant du pays Vittorio Adorni (sopra) che
è stato aperto da poco un lungo tratto della Ciclovia del la squadra giunge a primeggiare ovunque. Nel 1965
Sole (l’itinerario ciclabile EuroVelo 7) che attraversa Adorni vince il Giro e, subito dopo, un giovanissimo Gi-
l’Europa unendo Capo Nord a La Valletta. mondi il Tour. La celebre divisa azzurra della casa, con il
San Giovanni in Persiceto e Crevalcore, in terre vistoso logo bianco e nero, per una volta resta coperta
di confine fra Bolognese, Ferrarese e Modenese, sono dalla maglia rosa e dalla gialla. Nel 1966 Adorni vince,
come delle “piccole Bologna” con le strade porticate, contro il favorito Anquetil, la cronometro del Giro che
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nel cuore di una campagna dedita sia alle grandi si disputa proprio di fronte alla sede dello stabilimento.
coltivazioni industriali sia all’ortofrutticoltura di pregio In quell’anno la Salvarani è Campione d’Italia; nel 1967,
(Pera Igp dell’Emilia, meloni, cocomeri). La pianura quando Gimondi vince il suo primo Giro, è Campione
è piatta, le colline all’orizzonte sud sono sparite e gli del Mondo. Altre vittorie, comprese quelle memorabili
orizzonti sono ora più ampi; vi sono anche aree umide allo sprint di Marino Basso, si susseguiranno fino al
da rinaturalizzazioni, come l’Oasi La Bora, presso 1972, anno in cui l’azienda si ritirerà dal ciclismo. A.M.

84 Bell’Italia
In questa foto: la sala del
Teatro Regio di Parma,
con quattro ordini
di palchi e il loggione.
Il soffitto (1828),
affrescato da Giovanni
Battista Borghesi,
mostra figure di poeti
e drammaturghi attorno
all’astrolampo, grande
lampadario in bronzo
forgiato a Parigi. Sopra:
piazza Prampolini
a Reggio Emilia, con
il palazzo del Monte
sormontato dalla torre
Civica e il duomo,
di impianto romanico.
TAPPA 11 • TAPPA 12

San Giovanni in Persiceto. Una curiosità in questa


zona è l’assetto fondiario, caratterizzato da una rara
forma proprietaria-associativa: la partecipanza agraria.
Sono anche i luoghi colpiti dal terremoto del 2012: a
Camposanto si entra nell’area del “cratere” sismico
modenese. Segni eclatanti non se ne vedono più, se non
nelle tante case coloniche semicrollate (ma in gran parte
erano già state abbandonate) e in alcune chiese. La vicina
Carpi con il suo distretto del “pronto moda”, riconvertito
negli anni con marchi più trendy, non è solo una città di
piccola industria e servizi. Il complesso rinascimentale
del palazzo dei Pio e la piazza dei Martiri, tra le più
ampie d’Italia, lasciano letteralmente a bocca aperta.
La “cugina” Correggio, con il suo impianto urbanistico
e tanti edifici storici degni di nota, è un altro gioiellino
poco noto, e vanta cittadini celebri come Ligabue e Pier
Vittorio Tondelli. Tra vigneti di Lambrusco, alcuni ancora
con i classici sistemi di allevamento “a tendone”, ci si
avvicina a Reggio Emilia, preannunciata dall’avveniristico
complesso della stazione Alta Velocità Mediopadana,
progettata dall’archistar spagnolo Santiago Calatrava. La
tappa, dedicata al Parmigiano Reggiano – è la prima Food
Stage nella storia del Giro – termina appropriatamente
nella città del Tricolore, che è anche sede del Consorzio di
Tutela del pregiato formaggio, uno dei marchi del made in
Italy più noti (e imitati) nel mondo.

BORGHI E PIEVI ROMANICHE LUNGO IL TARO


La partenza della tappa 12, dalle caratteristiche tecniche
certo più nervose, è fissata in un’altra città della Via
Emilia, la Parma ducale, capitale della Food Valley e
sinonimo di Prosciutto Dop. Che sia il prodotto principe
lo si nota dalla densità delle insegne dei prosciuttifici.
I frutteti-vigneti della parte orientale della regione
lasciano il posto a prati e coltivazioni foraggere, sempre
nell’ambito di un tessuto in prevalenza industriale. Si
entra nell’ampia valle del Taro, con il suo letto a regime
torrentizio, dove un importante spicchio di natura è
protetto da un parco fluviale. Il fondovalle fino a Fornovo
– merita una visita la pieve romanica di Maria Assunta
– è molto antropizzato, mentre i versanti sono a tratti
brulli, a tratti verdi. A mezzacosta la valle è punteggiata
più in alto da rocche, castelli e borghetti.
Solo dopo aver lasciato l’ingombrante presenza della
parallela autostrada della Cisa si entra decisamente
in montagna. Borgo Val di Taro, “capoluogo” della
montagna parmense, è allungato in una conca e nobilitato

86 Bell’Italia
Pagina precedente,
dall’alto: in sella lungo
la Ciclovia del Sole;
coltivazioni di pere nel
Modenese; l’accesso al
castello di Compiano.
In questa foto: scorcio
di Genova, città d’arrivo
della tappa 12. Sotto:
Il Bigo, attrazione del
Porto Antico progettata
da Renzo Piano.
TAPPA 11 • TAPPA 12

da bei palazzi lungo l’asse di via Nazionale. Poco oltre si


sale lentamente verso Compiano, dove un’altra rocca fa
capolino, e poi fino a Bedonia, paese già caratterizzato
da atmosfere un po’ liguri, a circa 500 metri di altitudine.
La strada corre fra pendici e pianori ameni, e fra prati e
boschetti si nascondono borghi con alcune case in pietra.
Poi si incassa sempre più solitaria sotto i versanti del
Penna (1.735 metri), inaspettata vetta dalle fattezze quasi
dolomitiche, con una più piccola guglia detta “Pennino”.
Si estendono in quota faggete di pregio e rimboschimenti
a conifere. È ora graduale la salita al Gran premio della
montagna del passo del Bocco (957 metri), un tempo
importante via di comunicazione per il Chiavarese.
In questa foto: Un laghetto poco distante e le abetine conferiscono
grappolo d’uva un’atmosfera alpestre. Di là dal passo, ecco la Liguria.
Lambrusco.
Sopra: il palazzo
della Nuova Borsa,
ULTIMI SALISCENDI FINO A GENOVA
a Genova. Sotto: Una discesa tortuosa che si fa via via più dolce porta
piazza De Ferrari, a Carasco, all’ingresso della val Fontanabuona. La tappa
a Genova, con si sviluppa ora nell’entroterra ligure, parallela alla riviera
il monumento a di Levante. Si attraversano i borghi di Calvari e Cicagna,
Garibaldi, vista
dal colonnato del quest’ultimo noto per la lavorazione dell’ardesia, cui è
Teatro Carlo Felice. dedicata una bella ciclovia che segue l’Entella per oltre
30 chilometri fino a Lavagna. Il Giro invece punta verso
il traguardo volante di Ferrada e poco oltre, a Ferriere,
devia per salire alla colletta di Boasi, a quota 615 metri.
Scesi a Bargagli, la porta occidentale della val
Fontanabuona, si costeggia per un tratto il torrente
Bisagno. Presso Cavassolo si scorgono i primi resti
dell’acquedotto storico di Genova, di origine romana, più
volte ampliato nel tempo e rimasto in funzione fino a
metà del XX secolo: un bell’itinerario pedonale ne segue
il tracciato fino a Molassana. Genova è vicinissima, il
cimitero di Staglieno dista meno di 5 chilometri, ma non
è ancora il momento di pensare alla volata finale. La
tappa abbandona infatti il Bisagno e si allunga salendo
al valico di Trensasco, l’ultimo Gpm di giornata e
quello ad altitudine meno elevata, a quota 392 metri.
Quasi 300 metri più in alto si annida il settecentesco
forte Diamante, ma la corsa ha altri programmi: plana
su Piccarello, raggiunge il Polcevera e lo segue fino a
Rivarolo. Qui il Giro devia verso Borzoli e sfiora Sestri
Ponente, per ritrovare il Polcevera all’altezza del nuovo
ponte San Giorgio. Stavolta si fa sul serio, attraversando
Genova alle spalle del porto verso levante, fino allo
striscione di via XX Settembre. !
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88 Bell’Italia
Dentro lo Strolghino Terre Ducali c’è molto più di quello che vedi e lo trovi
nell’unicità del suo gusto. Lo assapori al meglio in compagnia, fetta dopo fetta
è lo Strolghino, quello originale, unico ogni volta che vuoi.

Il gusto di stare insieme


TERRE DUCALI è un marchio
da visitare DA SANTARCANGELO DI ROMAGNA A GENOVA Di Fabio Bottonelli

Tappa 11: Santarcangelo-Reggio Emilia Tappa 12: Parma-Genova

PARMA

SAN GIOVANNI km 0
IN PERSICETO VALICO DI PASSO DEL
TRENSASCO BOCCO
REGGIO EMILIA
LA COLLETTA

3
3

3
TOSCANELLA BORGO VAL
DI DOZZA DI TARO

km 0 FERRADA
GENOVA

SANTARCANGELO
DI ROMAGNA

Pievi romaniche, santuari SANTARCANGELO


DI ROMAGNA (Rn)
contemporanea: 14 mila
metri quadrati in un ex spazio

e grandi basiliche
❶ Le Grotte, sede Iat di via industriale, con un’architettura
Battisti 5 ☎ 0541/62.42.70; d’effetto che ospita mostre
www.santarcangelodiromagna. e attività di formazione, ricerca,
info Orario: 6 visite guidate trasferimento tecnologico,
al giorno a partire dalle 10. incubazione e promozione delle
Ingresso: 7 €, con ingresso a una scienze e delle arti. Visitabile
grotta pubblica e a una privata. nelle aree interne comuni.
Il percorso delle tappe Documentate dalla fine del
Quattrocento, le cavità ipogee di ❹ Basilica di San Petronio,
Santarcangelo formano una sorta piazza Maggiore ☎ 051/23.14.15;
La tappa 11 (203 chilometri) della Cisa, che si lascia dopo di labirinto: 166 grotte censite, basilicadisanpetronio.org
da Santarcangelo di Romagna Fornovo per immettersi nella più 300 fosse granarie e svariate Orario: basilica 8,30-13 e 15-18;
si snoda per i primi 100 provinciale 308 e ritrovarsi cisterne, per 2.320 metri totali. cappella dei Magi 9,30-13 e
chilometri sul tracciato della sulla statale 523 per Borgo 15-18 (ingresso: 5 €); terrazza
statale 9 Via Emilia, salvo Val di Taro. Al bivio di Bertorella, FORLÌ panoramica (da piazza Galvani,
alcuni tratti su circonvallazioni. si prende la provinciale 4 ❷ Abbazia di San Mercuriale, ingresso: 5 €) sab.-dom. 10-13
Dalla periferia ovest verso Bedonia e poi la 359r piazza Saffi 17 ☎ 0543/256.53. e 15-17,30. Al centro della facciata
di Bologna si imbocca la per il passo del Bocco. Scesi Orario: 7,30-19. Svetta altissimo incompiuta cattura lo sguardo
provinciale 568 Persicetana a Borgonovo Ligure si imbocca il campanile romanico della la porta Magna, opera di Jacopo
in direzione San Giovanni la provinciale 586 verso chiesa abbaziale (XII secolo), della Quercia. All’interno, il Gotico
in Persiceto e Crevalcore, Carasco, dove si passa sulla simbolo della città, nella delle origini si impone sui molti
dove varcato il Panaro si statale 225 che risale la val centrale piazza Saffi. Sul portale interventi successivi.
entra in provincia di Modena. Fontanabuona. Si transita da spicca il magnifico altorilievo
Si procede verso ovest in Calvari e Cicagna per poi salire dell’Adorazione dei Magi (XIII CREVALCORE (Bo)
direzione Cavezzo e poi a sud da Ferriere verso La Colletta secolo); all’interno, una pala di ❺ Chiesa di San Silvestro Papa,
per raggiungere Carpi sulla e scendere sulla statale 45 Marco Palmezzano (1459-1539). via Cavour 71 ☎ 051/98.11.14.
provinciale 468r. Dopo a San Gottardo. Altra salita Orario: 8-12 e 15-19. L’attuale
un tratto della statale 468 che al valico di Trensasco, con BOLOGNA edificio, neoromanico, è del
porta a Correggio, il percorso discesa a Piccarello. Poi ❸ Opificio Golinelli, via Nanni 1921-28, ma la prima cappella
punta verso La Villa ed ci si immette sulla provinciale Costa 14 ☎ 051/092.32.00; risale al XIII secolo. Si ammirano
entra a Reggio Emilia da est, 2 per giungere a Rivarolo e www.fondazionegolinelli.it all’interno un lacerto di affresco
percorrendo la statale 9. avvicinarsi a Genova: superato Orario: lun.-ven. 9-17,30. Ingresso: trecentesco con l’Incoronazione
La tappa 12 (202 chilometri) il ponte San Giorgio, l’arrivo variabile a seconda delle attività della Vergine, forse di Simone
esce da Parma sulla statale 62 in città è in via XX Settembre. ospitate. Inaugurato nel 2015, dei Crocifissi, e un crocifisso
è una delle novità della Bologna ligneo del XV-XVI secolo.

90 Bell’Italia
16-19,30. È un compendio
I consigli di di arte emiliana del Seicento,
con opere di Ludovico
Carracci, di Alessandro Tiarini
e del Guercino.

PARMA
IL VINO ➒ Battistero di San Giovanni,
Un omaggio al Sangiovese piazza Duomo ☎ 0521/20.86.99;
di Pier Bergonzi piazzaduomoparma.com
Orario: 10-18. Ingresso: 12 €
(con Museo Diocesano, dove
Se vi capitasse di visitare la cantina Enio Ottaviani, si rilasciano i permessi di visita).
a San Clemente, sulle colline di Rimini, scoprireste Eretto tra il 1196 e il 1270
quanto è affascinante e “vero” il mondo della passio- su progetto di Benedetto
ne per il vino della Romagna. Davide, Milena, Marco e Antelami, segna il passaggio
Massimo, i nipoti di Enio Ottaviani, guidano la cantina dal Romanico al primo Gotico.
fondata dal nonno ben settant’anni fa con passione e
competenza rare. Si occupano del recupero e del rilan- FORNOVO (Pr)
❿ Pieve di Santa Maria
cio di vitigni autoctoni e puntano, per scelta di campo,
Il palazzo dei Pio a Carpi, in Assunta, piazza IV Novembre
più sulla qualità che sulla quantità. In questa occasione piazza dei Martiri; in primo piano, ☎ 0525/22.18. Orario: 8-12 e
vogliamo suggerirvi il Dado, come viene chiamato in la cilindrica torre dell’Uccelliera 15-19. Importante testimonianza
famiglia e dagli amici Davide, il winemaker della Enio e, alle spalle, la torre merlata di del Romanico nella valle
Ottaviani. È un omaggio alla grande tradizione roma- Passerino Bonacolsi. del Taro, lungo quello che
gnola del Sangiovese. Di un bel color rubino intenso e fu un frequentato percorso
luminoso, il Dado ha profumi di melograno e lampone, di pellegrinaggio verso Roma.
con una nota iodata. Al gusto è fresco ed All’interno, sull’altare, la lastra
elegante, con tannini sapidi e un bel ritor- a bassorilievo con le Storie
no di frutta rossa e violetta. Spettacolare la di Santa Margherita proviene
CARPI (Mo) dall’ambone duecentesco.
bevibilità, e variegati gli abbinamenti: riga- ❻ Palazzo dei Pio, piazza dei
toni all’amatriciana con guanciale di Mora Martiri 68 ☎ 059/64.99.55; GENOVA
Romagnola, anguilla arrosto, pollo con i pe- www.palazzodeipio.it Orario: ⓫ Cimitero Monumentale
peroni e costolina di castrato a scottadito. mar.-ven. 10-13, sab.-dom. 10-18, di Staglieno, piazzale Resasco
• Dado Sangiovese di Romagna Doc, chiuso lun. Ingresso: 8 €. ☎ 010/557.64.00; www.
Cantina Enio Ottaviani, San Clemente (Rn), Il “castello” di Carpi, che fu staglieno.comune.genova.it
località Sant’Andrea in Casale, via Pian di residenza della dinastia dei Pio Orario: 7,30-17; ingresso
Vaglia 17 ☎ 0541/95.26.08; www.enio dal XIV al XVI secolo, si allunga consentito fino a mezz’ora
ottaviani.it Prezzo: 45 €. per 160 metri sulla grandiosa prima della chiusura.
piazza dei Martiri. Accoglie tre Il grande cimitero genovese,
musei: del Palazzo (con affreschi aperto nel 1851, ospita
IL RISTORANTE
di fine XV-inizio XVI secolo), un’eccezionale rassegna
Classici emiliani e nuovi orizzonti della Città e il Museo- di monumenti funerari di stili
di Maurizio Bertera Monumento al Deportato. diversi, dal Neoclassicismo
fino al Liberty. Tante le sculture
Manifesto della trattoria contemporanea, curata in ogni CORREGGIO (Re) d’autore da scoprire sotto
❼ Palazzo dei Principi- i porticati del Quadrilatero
aspetto e guidata da un trio espertissimo di soci: lo chef
Museo “Il Correggio”, e nella natura all’inglese
Gianpietro Stancari, il responsabile di sala Mattia Ser- piazza Cavour 7 ☎ 0522/69.18.06 del Boschetto Irregolare.
venti, il patron e cantiniere Giancarlo Tavani. La perfezio- e 0522/69.32.96; www.
ne dei classici – le paste ripiene, a partire dai più famosi museoilcorreggio.org Orario: mar. ⓬ Parco Urbano delle Mura
tortelli alle erbette in Italia; il piccione; il clamoroso ge- e gio. 10,30-12,30 e 16-18,30 (su e dei Forti ☎ 010/557.29.03
lato mantecato al momento – rischia di far passare in prenotazione), sab. 16-19, dom. (Iat). Orario: partenza escursioni
secondo piano una cucina che convince pure se cambia 10-12,30 e 16-19. È il palazzo guidate (4 ore) alle 10 dall’ufficio
l’orizzonte. Vedi i piatti a base di baccalà o di foie gras, le dei Da Correggio, con il salone Iat (via Garibaldi 12r). Prezzo:
pappardelle con grandi ragù o la selvaggina. Basterebbe degli Arazzi, quello del Camino 14 €, più 1,50 € a tratta per la
e lo scenografico salone delle funicolare del Righi. Dalla collina
un piatto di grandi salumi del territorio con la torta frit-
Capriate. È sede delle istituzioni del Righi, che si raggiunge in
ta per essere felici. La grande cantina, dal Lambrusco cittadine, con il Museo “Il funicolare, il percorso segue
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del piccolo produttore a un raro Champagne (sempre a Correggio” al piano nobile. l’antico sentiero che costeggia le
prezzi corretti), conferma la bontà della visione. mura seicentesche fino al forte
• Ristorante Trattoria Ai Due Platani, Coloreto (Pr), REGGIO EMILIA Sperone, per poi proseguire
strada Budellungo 104a ☎ 0521/64.56.26; www. ❽ Basilica della Madonna al forte Puin lungo il sentiero
aidueplatani.com Conto medio 40 €. della Ghiara, corso Garibaldi 44 delle Farfalle e toccare infine
☎ 0522/43.97.07; www. il forte Castellaccio, ormai quasi
basilicaghiara.it Orario: 7,15-12 e alla periferia di Genova.
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Bell’Italia 91
buone soste DA SANTARCANGELO DI ROMAGNA A GENOVA Di Fabio Bottonelli

SANTARCANGELO Erica Galbucci: ospitalità di livello gelateria che si fa apprezzare COMPIANO (Pr)
DI ROMAGNA (Rn) e ristorazione gourmet in una per le varianti dei gusti classici, Trattoria Da Mussi, località
La Sangiovesa, piazza Beato villa eclettico-Liberty anni Trenta. cui si aggiungono al momento Caboara 113 ☎ 0525/82.48.02;
Simone Balacchi 14 ☎ 0541/ Ai fornelli c’è Ivan Milani. Tra i guarniture fresche. Da provare www.trattoria-da-mussi.
62.07.10; www.sangiovesa.it piatti, tortello di salame di Mora il gelato nella “cestina” di cialda eatbu.com Classica trattoria
Tra le antiche pietre del borgo, Romagnola in brodo di anguilla (diversa dal cono), contenitore di montagna, con terrazza
più che un ristorante tipico è un affumicata. Pernottamento da edibile che a Bologna è un must. panoramica dove gustare piatti
contenitore di arte e poesia e una 142 €; menu degustazione 65 €. tipici proposti solitamente con la
“bottega” dei migliori prodotti SAN GIOVANNI formula del menu fisso. Le ricette
locali. Un libro a cura di Giorgio CASTEL SAN PIETRO (Bo) IN PERSICETO (Bo) variano: in stagione è un trionfo
Melandri e Manlio Maggioli Babbel, via Cavour 37 ☎ 051/ Azienda Agricola Malaguti, di tartufi e funghi. Conto 35 €.
(fondatore e ispiratore insieme 94.39.94; www.uinauino.it In località San Matteo della Decima,
a Tonino Guerra) ha appena un contesto dominato dalla via Molinazzo 16 ☎ 051/ Il Cielo di Strela, strada
celebrato i 30 anni dalla nascita ristorazione tradizionale, fra 682.51.75; www.aziendaagricola Costalta 62, località Strela
di questa “istituzione”, depositaria Romagna ed Emilia ci si imbatte malaguti.it Vendita diretta di frutta ☎ 348/288.51.59; www.
dell’identità romagnola. Menu in un nuovo concetto: Babbel e verdura, soprattutto meloni e ilcielodistrela.it Agriturismo
degustazione 40 €. propone a rotazione prodotti cocomeri, tipici di questa zona. innovativo, con alle spalle una
e ricette del mondo, dall’Asia   solida azienda bio, fra prati e
CESENA all’America Latina. Conto 45 €. CREVALCORE (Bo) boschi a monte di Compiano:
Villa Monty Banks, via di Bottega Aleotti, via Paltrinieri 62 Mario Marini serve piatti a base
Sorrivoli 601 ☎ 0547/40.58.21; BOLOGNA ☎ 051/98.16.51; www.ristorante di prodotti propri o di aziende di
www.villamontybanks.it Resort Cremeria Funivia, via Porrettana bottegaaleotti.it Osteria-trattoria montagna. Doppia con colazione
agricolo di lusso aperto da 158d ☎ 051/614.50.62; www. in chiave moderna. Demis Aleotti da 90 €; conto sui 35 €.
poco sulle colline cesenati dai cremeriafunivia.com Ai piedi del interpreta la tradizione emiliana,  
coniugi Michele Manuzzi ed colle della Guardia, frequentata ma a volte si lancia in piatti più GENOVA 
arditi. Ed è specialista della Hotel Genova Liberty
pasticceria: ottimi i bomboloni alla via XX Settembre 23
crema. Conto 45 €. ☎ 010/099.56.05;
La barretta del nonno www.hotelgenovaliberty.it
REGGIO EMILIA Completamente rinnovato, si
Spigolo, piazza Casotti 2a trova in posizione centralissima,
☎ 327/669.04.50. Tigelle, sulla via dello shopping. Le 12
erbazzone, gnocco fritto, camere e la sala della colazione
crostoni, salumi straordinari e hanno soffitti affrescati
tortelli, in una formula fra trattoria in stile Liberty. Doppia
e locale da asporto. Conto 20 €. con colazione da 70 €.
   
COLLECCHIO (Pr) Trattoria detta del
Caseificio Montecoppe, località Bruxaboschi, via Francesco
Ferlaro, via Montecoppe (sotto) Mignone 8 ☎ 010/345.03.02;
19/4 ☎ 0521/80.59.42; www. www.bruxaboschi.com
montecoppe.it Caseificio di Attiva dal 1862 nel quartiere
taglio turistico-didattico, con una di San Desiderio, la trattoria offre
produzione seguita dalla terra interessanti selezioni di materie
alla tavola. La struttura è stata prime di qualità anche
L’irresistibile farinata ligure al naturale progettata nel 2016 dall’architetto non genovesi, dalla toma
Guido Canali con accorgimenti al tartufo. Lo chef Matteo
Non è facile trovare è trovarla calda, appena
che favoriscono la fruibilità, Losio si esprime al meglio
i “farinotti” autentici sfornata (magari da un come la passerella mobile che nei piatti dell’entroterra e a base
di una volta, ma nascosti forno a legna), proposta attraversa gli edifici sopra le sale di funghi. Da non perdere
fra rosticcerie e negozi al taglio. Da preferire di produzione. Spaccio e visite su i taglierini con sugo di lepre,
di alimentari, panifici “al naturale”, anche se prenotazione (ore 9-12) a 25 €. la cima di agnello e il coniglio
e pizzerie o più trendy impazzano varianti con alla ligure. Conto 55 €.
banchetti di street food, verdure, lardo e formaggi. OZZANO TARO (Pr)
in Liguria gli artigiani È soggettivo il gusto Monte delle Vigne, strada Voltalacarta, via Assarotti
che sanno produrre una sulla consistenza e sulla Monticello 22 ☎ 0521/30.97.04; 60r ☎ 010/ 831.20.46.
www.montedellevigne.it Cantina A un centinaio di metri da piazza
buona farinata (sopra) croccantezza. Ci sono
tra le più titolate della regione, in Corvetto, è uno dei posti migliori
non mancano proprio! farinotti famosi a Genova una sorta di anfiteatro vitato nella per assaggiare il cappon magro,
Ingredienti semplici e e a Chiavari, in esercizi denominazione Colli di Parma. alfiere della cucina ligure
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nessun segreto, se non affollati dove spesso Nel punto vendita, da provare a base di pesce e verdure.
la mano e la qualità della il prodotto si esaurisce. la Malvasia Callas e il rosso Da provare anche la crema
materia prima: farina Altri invece, fuori dai Nabucco a base di Barbera e una di patate con i ciuffi di calamaro
di ceci, olio extravergine, circuiti, hanno pochi tavoli piccola percentuale di Merlot. Nel croccante e i diversi risotti.
sale, acqua. L’ideale o vendono solo al banco. casale adibito a wine resort si Il nome del locale si ispira
possono affittare 4 camere. Visita a una canzone del 1978 di
con degustazione da 15 €. Fabrizio De André. Conto 40 €.
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92 Bell’Italia
easybike DA SANTARCANGELO A GENOVA Testi e cartina di Albano Marcarini

Pedalata genovese
da levante a ponente
Genova ha due “dorsali” ciclabili che fanno capo alla centrale
piazza De Ferrari: una proviene da Boccadasse, a levante, l’altra da
Sampierdarena, a ponente. L’itinerario parte dalla stazione di
Piazza Principe e percorre l’ultima parte del tracciato ciclabile
occidentale, verso piazza De Ferrari; poi prosegue lungo tutto
quello orientale attraverso il centro storico, in direzione Boccadasse.
Dalla stazione si percorre via Doria per portarsi al cospetto dell’area
portuale, incontrando la striscia colorata di rosso della pista ciclabile.
Passando sotto il viadotto della Sopraelevata si devia subito su via
Boccanegra, avvicinando il bacino della Darsena e quindi le strutture
del porto antico e dell’Acquario. Un filare di palme annuncia l’isola
pedonale di piazza Caricamento e il sontuoso palazzo San Giorgio.

UN COMODO TRACCIATO CHE RAGGIUNGE LE SPIAGGE


A questo punto si lascia il porto e si entra nel centro storico, lungo
la pedonale via San Lorenzo. Poche pedalate portano al cospetto della
cattedrale, con la caratteristica facciata in bicromia, gli elaborati portali
gotici e il campanile. Le fasi della sua costruzione rispettano il senso
verticale dell’edificio: del XII secolo è la base, su un preesistente
tempietto; del XIV è la facciata gotica e del XV l’ordine superiore; nel
secolo successivo sorge l’alto e dissonante campanile. In fondo a via San
Lorenzo si scorge una seconda chiesa, di linee barocche: è la chiesa dei
Santi Ambrogio e Andrea che, con il palazzo Ducale, decora il perimetro
di piazza Matteotti. Una stretta viuzza fa da tramite con piazza De Ferrari,
il fulcro della Genova novecentesca con una grande fontana in bronzo e
i suoi magniloquenti edifici eclettici. Dalla piazza prende avvio la rettilinea
via XX Settembre. Qui si trova una corsia ciclabile che, più avanti,
piega a destra in via Fiasella (isola pedonale) per poi proseguire a sinistra
su via Malta. Sottopassato un porticato ci si affaccia su piazza della
Vittoria: da qui, sempre seguendo la traccia della ciclabile, si torna
verso il mare che non si lascerà più fino a Boccadasse. Il lungomare
di corso Italia è la classica passeggiata dei genovesi, con bagni marini
e locali dove consumare il pranzo. La chiesa di Sant’Antonio annuncia
l’incantevole spiaggetta di Boccadasse, nome che deriverebbe da
“bocca d’asino”; il borghetto sarebbe stato fondato intorno al Mille
da pescatori catalani qui approdati per scampare a una tempesta.
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Due cicloamatori Genova


transitano vicino
al grandioso edificio
dell’Hotel Miramare
(1906-08), con la Lunghezza: 7,2 km. Dislivello: 70 metri. Tempo di percorrenza: 1 ora
facciata realizzata (senza soste). Partenza: stazione ferroviaria Piazza Principe. Arrivo:
dell’architetto Gino Boccadasse. Dove dormire e mangiare: B&B Le Stanze
Coppedè. Siamo nei
dintorni della stazione di Boccadasse, via Cavallotti 23 ☎ 320/949.95.80; Ristorante Punta
di piazza Principe, Vagno, corso Italia 3 ☎ 010/362.34.68; www.ristorantepuntavagno.com
punto di partenza Assistenza e noleggio: Bike Fever, via Lomellini 22r
del nostro itinerario. ☎ 010/375.28.24; www.bikefever.it Info: www.visitgenoa.it

Bell’Italia 93
RIVAROLO CANAVESE / COGNE SANTENA / TORINO

SANREMO / CUNEO

TAPPA 13 • TAPPA 14 • TAPPA 15

DA SANREMO A COGNE

ROTTA VERSO
LE ALPI
Tre tappe risalgono l’estremo Ovest della Penisola dalla Riviera di Ponente
fino ai piedi del Gran Paradiso, toccando Cuneo, Torino e il Canavese
Testi ETTORE PETTINAROLI

94 Bell’Italia
In questa foto:
il castello
di Saint-Pierre,
eretto nel XII
secolo e poi
modificato a
fine Ottocento.
Nella pagina
precedente:
barche nel porto
di Sanremo,
con il colle
della Madonna
della Costa
sullo sfondo.
TAPPA 13 • TAPPA 14 • TAPPA 15

S
Si scrive Sanremo, ma i ciclisti di tutto il mondo tredicesima tappa, celebrando così uno dei luoghi
leggono “mito”. Termina qui la “Classicissima simbolo del ciclismo. Prima di mettersi in sella si rende
di primavera”, la classica monumento più difficile omaggio alla capitale della Riviera dei Fiori visitando
da pronosticare, che nella sua lunga e gloriosa storia il Floriseum, il museo del fiore e della floricultura
ha visto trionfare i più grandi campioni di ogni epoca. allestito a villa Ormond, a sua volta circondata da un
Nel marzo scorso sotto lo striscione d’arrivo di via coloratissimo parco. Poco dopo la partenza i “girini”
Roma ha alzato le braccia lo sloveno Matej Mohorič entrano nel mondo dei sapori del Ponente ligure.
dopo una picchiata “a tomba aperta”, come si dice Il carciofo violetto di Perinaldo è una prelibatezza
in gergo, giù dal Poggio. Non era il favorito numero per intenditori, mentre le olive Taggiasche sono
uno, ma nessuno dei big in gara è stato in grado ben conosciute e si pedala a lungo accanto a estesi
di rimanere sulla sua ruota. Il Giro di quest’anno uliveti. Il mare fa compagnia al gruppo fino a Imperia,
omaggia proprio Sanremo come sede di partenza della quindi una secca svolta a sinistra introduce nella valle

96 Bell’Italia
Nella pagina
precedente,
da sinistra:
la collegiata
di San Giovanni
a Imperia;
i carciofi di
Perinaldo; il forte
Centrale sul
colle di Nava.
In questa foto:
il santuario
di Vicoforte.
A destra: portici
a Pieve di Teco;
un drago
affrescato nella
chiesa di San
Fiorenzo, a
Bastia Mondovì.

Arroscia. Sono ancora gli ulivi che accompagnano distillati ed essenze più che mai a chilometro zero.
il gruppo nella prima parte, poi tocca ai vigneti. Sul colle, o nelle immediate vicinanze, sorgono ben
Prima quelli del Pigato poi, nella zona di Pornassio, cinque fortezze fatte costruire dai Savoia nel XIX
sono i filari dai quali nasce l’Ormeasco a prendere il secolo per presidiare il valico: possono essere meta
sopravvento. La strada continua a salire, più ripida, di brevi escursioni, perfette per sgranchirsi le gambe
fino ai 936 metri del passaggio sul colle di Nava. prima di entrare in terra piemontese.
La discesa è dolce. Si costeggia il corso del Tanaro
LUNGO IL TANARO E FINO A CUNEO attraversando Ormea, Garessio, Bagnasco e Ceva
I famosi campi di lavanda in maggio non mostrano prima di raggiungere Vicoforte e trovarsi al cospetto
ancora il loro volto più fotogenico, ma è piacevole del santuario Regina Montis Regalis, simbolo del
lasciarsi sorprendere da questa piccola Provenza Barocco piemontese, sovrastato da una delle cupole
ligure e fare visita ai negozietti che vendono profumi, ellittiche più grandi del mondo. A soli cento metri

Bell’Italia 97
dal complesso religioso si trova lo sfizioso Museo del Belvedere. Cuneo, la meta di giornata, ormai è vicina.
Cioccolato che, oltre a soddisfare tutte le curiosità I corridori saranno già lanciatissimi per preparare la
sulla produzione di tavolette e cioccolatini, invita volata finale, complici le strade ampie e il tracciato
a un ristoro ad alta concentrazione di calorie. Ancora pianeggiante, circondato da campi coltivati. La città,
pochi chilometri e si entra a Mondovì, dove si visita alla confluenza di Stura di Demonte e Gesso, mostra
la città alta con la bella piazza Maggiore, dal classico la caratteristica forma a triangolo isoscele, con
assetto medievale, su cui spicca però la barocca chiesa la base che guarda le Alpi Marittime e il vertice rivolto
di San Francesco Saverio, uno dei simboli monregalesi, verso la pianura. Il centro storico, organizzato intorno
decorata da Andrea Pozzo. Sulla stessa piazza si alla scenografica e panoramica piazza Galimberti,
affaccia il Museo della Ceramica, mentre per avere nell’impianto a scacchiera svela il suo passato di
un grandioso sguardo d’insieme sulla città si può cittadella militare, nata in funzione antifrancese.
salire sulla torre Civica che svetta sopra i Giardini del Gli squisiti cuneesi al rum non sono inseriti in nessuna

98 Bell’Italia
TAPPA 13 • TAPPA 14 • TAPPA 15

In questa foto:
scorcio di Chieri
al crepuscolo,
con la cupola di
San Bernardino.
Nella pagina
precedente,
dall’alto: crema
di nocciole e
miele prodotta
a Chieri;
l’affresco della
Gerusalemme
celeste (1472)
nella chiesa di
San Fiorenzo a
Bastia Mondovì.

dieta dello sportivo, ma rinunciarvi è davvero difficile. però è catturato dalle sontuose dimore storiche
Più adatto è certamente il prosciutto crudo di Cuneo, della zona. A Santena sorge l’imponente Complesso
a marchio Dop, piuttosto dolce e prodotto per legge Cavouriano che unisce il castello, la tomba di Cavour
solo con carni della zona. e il Memoriale, immersi in un vasto parco. Una visita
da effettuare con calma, per godersi al meglio gli
A CASA DEL CONTE DI CAVOUR imponenti saloni affrescati con scene di caccia ma
Il mattino seguente la ripartenza è da Santena, terra anche per non sciupare energie che torneranno utili
di asparagi e ciliegie che vengono raccolte proprio nelle prossime ore. Il menu della tappa, breve ma assai
nel periodo del passaggio del Giro. La giornata si movimentata, è davvero avaro di pianura, e prevede
sviluppa in gran parte nel Distretto del Cibo del ben cinque Gran premi della montagna. Si pedala in
Chierese e del Carmagnolese, quindi le tentazioni per relativo relax solo fino a Chieri, dove bisognerebbe
assaggi di qualità sono dietro a ogni curva. L’occhio sostare a lungo: il duomo di Santa Maria della Scala,

Bell’Italia 99
gotico, colpisce per imponenza e rigore delle linee, ampio e movimentato anello nel verde che attraversa
ma c’è anche da vedere il Museo del Tessile con Sciolze e Gassino Torinese prima di tornare a Chieri.
la sua collezione di oltre tremila pezzi che raccontano La pianura è sempre una chimera, ma prima di entrare
la storia di uno dei motori produttivi locali, dal nel circuito finale, che i corridori dovranno percorrere
Medioevo fino all’Ottocento. Nella frazione di Pessione, due volte, ci concediamo una breve deviazione a
Casa Martini propone un viaggio ad alta gradazione Moncalieri per ammirare il castello Reale, una delle
nello stabilimento (con annesso Museo di Storia più antiche e grandiose residenze sabaude, non a
dell’Enologia) dove da 150 anni nasce il più conosciuto caso Patrimonio Unesco. Ora si sale verso Superga,
vermut italiano. Da queste parti, in onore del Giro superando l’arcigno Bric del Duca: la basilica tanto cara
si alzano i calici anche con il rinomato vino Freisa, ai torinesi è lì in vista, merita una sosta per il suo valore
accompagnato dai grissini rubatà. artistico e soprattutto sentimentale. I ciclisti conoscono
Ci si inoltra tra le colline del Torinese compiendo un benissimo queste ripide stradine, che in tempi recenti

100 Bell’Italia
TAPPA 13 • TAPPA 14 • TAPPA 15

In questa foto:
il forte e il
ponte sulla
Dora a Bard.
Nella pagina
precedente,
da sinistra:
la basilica di
Superga; aglio
di Vessalico in
valle Arroscia;
la settecentesca
cappella Reale
del castello
di Moncalieri.

sono state più volte teatro dell’arrivo della Milano- Ai piedi del monumento sono state collocate pietre
Torino. Ancora all’insù verso il colle della Maddalena, provenienti dalle strade sulle quali Coppi portò a
altra ascesa ben nota ai cicloamatori, non solo locali. termine alcune delle sue imprese più memorabili:
Poi si scende a Torino, dove finalmente si prende fiato i passi dello Stelvio e dell’Izoard come pure il pavé
percorrendo i lunghi viali cittadini. Prima di giungere della Parigi-Roubaix. Difficile sottrarsi al rito del selfie.
sulla linea del traguardo il gruppo passa accanto al Banale, forse, ma piacevolmente inevitabile.
monumento dedicato a Fausto Coppi. Si trova lungo
corso Casale, in un giardino sulla riva del Po, poco IL CENTENARIO DEL GRAN PARADISO
distante dal motovelodromo intitolato proprio a Coppi. Finalmente le Alpi. La prima tappa alpina del Giro 2022
Inaugurato nel 2002, è una spirale di bronzo alta 11 arriva a Cogne, nel Parco Nazionale Gran Paradiso che
metri che sale verso il cielo girando intorno a una festeggia i 100 anni dalla sua istituzione. Ma prima di
montagna, sulla cui vetta trionfa il Campionissimo. giungere nel regno degli stambecchi occorre spingere

Bell’Italia 101
sui pedali per 177 chilometri, affrontando salite amalgamate con lardo suino, spezie e grani di pepe;
non di poco conto. Da Rivarolo Canavese si punta l’altro è un delicato fagiolo bianco, Presidio Slow Food,
decisamente verso nord, senza però rinunciare alla che le famiglie della zona tradizionalmente cucinano
visita di Castellamonte, una delle capitali italiane in pignatte di ceramica fatte a Castellamonte.
della ceramica. Alla perizia degli artigiani del luogo A Quincinetto si saluta il Piemonte per la Valle d’Aosta,
è dedicato un notevole Museo della Ceramica, mentre che si presenta subito con alcuni dei suoi monumenti
il castello, dall’aspetto medievale, narra i fasti di più noti: il ponte romano a Pont-Saint-Martin e il forte
un passato non lontanissimo, frutto di rifacimenti di Bard. Il poderoso complesso difensivo che chiude e
neogotici. Qui il visitatore attento ai sapori tradizionali protegge la valle della Dora Baltea oggi è una rinomata
non si lascia scappare il salame di turgia e la piattella sede museale e ospita frequenti mostre temporanee
canavesana di Cortereggio. Il primo è ancora oggi di grande rilievo storico e artistico. Ai suoi piedi si
realizzato con le carni di vacche a “fine carriera”, distende il borgo, con i suggestivi vicoli sormontati da

102 Bell’Italia
TAPPA 13 • TAPPA 14 • TAPPA 15

In questa foto:
Cogne e i prati
di Sant’Orso,
ai piedi del
Gran Paradiso.
Nella pagina
precedente,
dall’alto:
la mocetta
valdostana;
il castello di
Verrès, dalla
mole compatta.

archi in pietra e ben 25 case dichiarate monumento della famiglia Vallaise. Dove il suolo lo consente,
nazionale, tra cui spiccano casa Nicole, casa Challand i pendii del versante della vallata esposto al sole
e casa Valperga. Una fontana cinquecentesca sono ricoperti di vigneti. Il Giro li osserva dal basso
è affiancata da una singolare colonna in pietra alta senza, per ora, prendere quota. I corridori si limitano
170 centimetri sulla cui sommità è scolpita una testa a collezionare immagini storiche: il monoblocco
umana denominata “Mascherone”. Poi è la volta del castello di Verrès, le architetture in stile Liberty
di Arnad, culla di uno squisito lardo a marchio Dop: di Saint-Vincent, i manieri di Ussel e Fénis. Pedalando
il paese testimonia il suo passato di grande importanza sulla destra orografica della Dora Baltea si arriva alla
strategica ed economica con l’elegante castello Vallaise, periferia di Aosta, dove inizia la prima vera ascesa di
oggi di proprietà regionale e al momento oggetto giornata, che conduce verso Pila. L’aria si fa sottile
di restauro, e le dimore della frazione Ville, dove nel e la salita lascia il segno, anche se la successiva picchiata,
Medioevo vivevano i notabili e i funzionari al servizio di nuovo verso Aosta, permette di recuperare, magari

Bell’Italia 103
ACCADDE QUI:
LA STORIA DEL GIRO
La tappa più dura di sempre
«Eroismo titanico di campioni», commentò il giorno succes-
sivo La Gazzetta dello Sport (sopra). Ma il più eroe di tutti fu
sicuramente Angelo Gremo, che alle ore 17, 24 minuti e 55
secondi si presentò solo e incredulo al traguardo della prima
tappa del Giro 1914. Un tale Marangoni, ultimo dei 37 non ritira-
tisi (su 81 partiti), giunse a Cuneo dopo la mezzanotte, senza più
nessuno ad attenderlo. Dovette bussare alle porte degli alber-
ghi per scovare qualcuno che ne certificasse l’arrivo. Il Giro di
quell’anno fu, a detta di molti, il più massacrante mai disputato.
Si cominciò proprio con la Milano-Cuneo. Le due città distano
circa 230 chilometri, sarebbe già un bell’andare, ma gli orga-
nizzatori vogliono un Giro all’altezza del Tour. E la prendono alla
larga, inventandosi di scalare il Sestriere, a 2.000 metri. In to-
tale 420 chilometri. La tappa inizia di notte, sotto una pioggia
torrenziale. Prima di Biella, dei buontemponi seminano sulla
strada migliaia di punte ferrate. È un’ecatombe. C’è chi con-
ta venti chiodi in una gomma. A Torino si passa che è ancora Le cascate di
notte. A Susa si trova il tempo per un’immersione in tinozze Lillaz, frazione
di Cogne.
d’acqua bollente. Al Sestriere la pioggia diventa nevischio: la
Formate dal
crosta di fango che copre gli atleti impedisce di riconoscerli. La torrente Urtier,
giuria registra alle 12 e 57 (a 13 ore dalla partenza) il passaggio si sviluppano
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solitario di Gremo. È torinese, forse conosce la strada meglio in tre salti


di altri. Ha un vantaggio di dieci minuti. La discesa è una trap- per 150 metri
totali d’altezza.
pola. I corridori scendono a gambe larghe, pattinando sul fan- In seguito il
go. Gremo a Cuneo arriva sfinito. Ai critici che lo accusarono di torrente si fonde
aver imposto un inizio disumano, Armando Cougnet rispose: con il Valnontey,
«Mi basta che alla fine, ne arrivi… anche uno solo!». A.M. formando
la Grand Eyvia.

sgranocchiando qualche fetta di mocetta, antico salume riapertura. Lo ammiriamo sulla sinistra del tornante
magro, considerato adatto per gli sport di lunga lena. che segna l’inizio della salita finale per la valle di Cogne.
La battaglia si accenderà forse sulla successiva ascesa, Lunga ma dalle pendenze moderate, sarà affrontata
sul versante opposto della valle, che porta ai 1.582 metri “a tutta”: la posta in gioco è alta e nessuno tra i big
di Verrogne. Solo pochi tra i corridori avranno il tempo intenderà rinunciarvi. È una terra di selvaggia bellezza
di ammirare il panorama sulla Grivola, il monte Emilius che offre, quasi al traguardo, la grande distesa verde dei
e il gruppo del Gran Paradiso in tutta la sua bellezza: prati di Sant’Orso, intorno alla quale si sviluppa Cogne.
per oggi lo spettacolo è riservato ai tifosi. Gli stambecchi, simbolo del parco, osserveranno
Al termine della successiva discesa sono ancora dall’alto, senza mischiarsi ai festosi sostenitori del Giro.
i castelli a catturare l’attenzione: scorrono ora Ma già il mattino dopo torneranno a essere i padroni
quelli di Sarre, Sarriod de La Tour a Saint-Pierre di uno degli angoli più protetti delle Alpi. !
e Aymavilles, quest’ultimo in via di definitiva ©RIPRODUZIONE RISERVATA

104 Bell’Italia
da visitare DA SANREMO A COGNE Di Ettore Pettinaroli

Tappa 13: Sanremo-Cuneo Tappa 14: Santena-Torino

MONUMENTO
FAUSTO COPPI CIRCUITO
CUNEO SAN MICHELE /CIRCUIT
2 giri/lap
DI MONDOVÌ km 76,2 36,4 km

2 3 IL PILONETTO
SUPERGA
TORINO (Bric del Duca)

PARCO DEL
NOBILE
COLLE DELLA km 142,5
MADDALENA 2

COLLE DI NAVA 3

PIEVE DI TECO

km 0

SANREMO
SANTENA
km 0

Fortezze e castelli SANREMO (Im)


❶ Floriseum, corso Felice
rivoluzionaria francese quando
per rappresaglia bombardò

dagli Challant ai Savoia


Cavallotti 113 ☎ 0184/50.31.88; Oneglia (23 ottobre 1792).
www.floriseum.it Orario:
10-12,30 e 15,30-18, chiuso lun. PORNASSIO (Im)
Ingresso: 3 €. Museo del fiore ❸ Forte Centrale al colle
e della floricultura, si trova di Nava, via Bellarasco 4
all’interno del parco municipale ☎ 0183/32.55.01; www.proloco
di villa Ormond. Ospita pornassio.it Orario: ven.-dom.
Il percorso delle tappe testimonianze della tradizione 14-18 o su appuntamento.
florovivaistica sanremese Ingresso: offerta libera
con una ricca raccolta di foto, o a seconda del numero
La tappa 13 Sanremo-Cuneo Nobile. Qui inizia un circuito documenti e utensili. Frequenti dei partecipanti alla visita.
(150 chilometri) percorre da affrontare due volte, con mostre temporanee in tema. È la principale delle cinque
l’Aurelia fino a Imperia. Qui ascesa a Superga e al colle fortificazioni ottocentesche
il tracciato entra nella valle della Maddalena, prima IMPERIA costruite intorno al colle
Arroscia, che si risale fino di planare verso il traguardo. ❷ Basilica Collegiata di Nava. L’edificio, a pianta
al colle di Nava con la statale La tappa 15 Rivarolo di San Giovanni Battista, poligonale su due piani,
28. Entrati in Piemonte, Canavese-Cogne (177 piazza San Giovanni 36 è ben conservato e gestito
si segue il corso del Tanaro chilometri) raggiunge Bairo ☎ 0183/68.29.69. Orario: da un’associazione locale.
passando per Ormea, e segue la statale 565 fino a 7,30-19,30. Il grandioso Vi si possono ammirare due
Garessio e Ceva. Si prende Banchette, poi le provinciali 68 edificio tardobarocco della ponti levatoi e lo scavo di una
quindi per Lesegno, Vicoforte e 69 verso Quincinetto. Da qui collegiata, consacrato nel 1762, grossa trincea collegata al
e Mondovì, da dove si si risale il corso della Dora con fu restaurato a seguito del fossato difensivo.
raggiunge Cuneo seguendo la statale 26, passando per terremoto del 1887.
la provinciale 564. Pont-Saint-Martin, Verrès, Si può ammirare la sinuosa VICOFORTE (Cn)
La tappa 14 Santena-Torino Saint-Vincent e Pollein. Dalla facciata nei suoi delicati colori ❹ Santuario della Natività
(147 chilometri) prevede un periferia sud di Aosta comincia camminando lungo il sagrato, di Regina Montis Regalis,
primo passaggio a Chieri, la salita verso Pila-Les Fleurs. realizzato con la tradizionale piazza Carlo Emanuele I
dove inizia un ampio giro delle Si scende poi a Gressan per tecnica ligure del rissêu: uno ☎ 0174/56.55.55; www.
colline a est della città che salire, sull’altro versante, fino stile di mosaico che si serve santuariodivicoforte.it Orario:
passa per Andezeno, Sciolze a Verrogne. A scollinamento di piccoli ciottoli marini bianchi 8-12 e 14,30-19, dom. e
e Gassino Torinese. Superata avvenuto, per Saint-Pierre e neri disposti in diverse forme festivi 7-12,30 e 14,30-19,30.
l’ascesa del Pilonetto si torna e Aymavilles si “attacca” geometriche. Sulla parete La costruzione del santuario
a Chieri, da dove ci si dirige la strada della valle di Cogne; esterna dell’abside si notano iniziò alla fine del XVI secolo,
verso Pecetto e il parco del il traguardo è in località Lillaz. tre palle di cannone murate: ma il cantiere proseguì fino
furono sparate dalla flotta all’Ottocento. Una storia

106 Bell’Italia
Tappa 15: Rivarolo Canavese-Cogne tipo di visita. Oltre 150 anni Ingresso: 7 €. È una delle più
di vita e storia della celebre sontuose residenze reali alle
azienda in un percorso porte di Torino. Il percorso di
VERROGNE
immersivo che porta visita consente di ammirare gli
POLLEIN
a conoscere le diverse fasi appartamenti delle principesse
1
di produzione, i metodi di Maria Letizia e Maria Clotilde, la
selezione delle materie prime, cappella Reale e l’appartamento
l’accurata miscelazione, fino al di Vittorio Emanuele II.
1

PILA tasting dei cocktail più famosi.


Les Fleurs
La sala degli Alambicchi TORINO
colpisce i sensi con i profumi ❿ Basilica di Superga,
COGNE dei sacchi di menta piperita, strada Basilica di Superga 73
centro 2
COGNE la “Cattedrale” stupisce per ☎ 011/899.74.56; www.
la maestosità delle vasche basilicadisuperga.com Orario:
del tinaggio da milioni di litri. 10-13 e 14,30-17, fine settimana
fino alle 18. Ingresso: gratuito.
❽ Museo del Tessile, Monumento religioso, simbolo
via Santa Chiara 11a della città di Torino che domina
☎ 329/478.05.42; www. dall’alto di un colle, fu realizzata
fmtessilchieri.org/museo-del- da Filippo Juvarra tra il 1717
tessile-chieri Orario: mar., mer. e il 1731. È dedicata alla Natività
e ven. 9,30-12,30, sab. 14-18, di Maria e accoglie le tombe
dom. su prenotazione (10-12). di Casa Savoia. La chiesa,
Ingresso: 6 €. L’esposizione, a pianta circolare, è sovrastata
RIVAROLO allestita nell’ex convento di dalla cupola alta 75 metri e
CANAVESE km 0 Santa Chiara e completamente affiancata da due campanili di 60
riconcepita nei mesi scorsi, metri. All’interno la decorazione
testimonia l’attività tessile a stucco e il marmo
chierese dal Medioevo fino alla degli altari e del pavimento
fine dell’Ottocento attraverso creano scenografici effetti
travagliata, evidenziata Sant’Antonio Abate, grandi una collezione di oltre tremila di luce. Pitture e sculture
dai numerosi stili architettonici figure di santi ed episodi del pezzi, costituita da telai, orditoi, di Carlo Francesco Beaumont,
del complesso, che spazia Nuovo Testamento. campioni di tessuto e attrezzi Sebastiano Ricci, Carlo
dal Barocco in cotto dei livelli usati per la coltivazione del Antonio Tantardini, Bernardino
più alti al Neoclassico in arenaria SANTENA (To) gualdo o guado (pianta usata Cametti e Agostino Cornacchini
della parte inferiore. L’interno ❻ Polo Cavouriano, per la tintura in azzurro delle ornano le cappelle laterali.
è dominato dalla cupola piazza Visconti Venosta 2 pezze), la bachicoltura, la filatura
a ellisse, opera settecentesca ☎ 011/59.73.73; www. e tessitura e per l’imbiancatura BARD (Vda)
dell’architetto Francesco fondazionecavour.it Orario: del tessuto. ⓫ Forte di Bard, località Bard
Gallo, che con i suoi 74 metri parco 8-19, al Memoriale ☎ 0125/83.38.11; www.fortedi
di altezza e un asse maggiore ingressi con visita multimediale MONCALIERI (To) bard.it Orario: mar.-ven. 10-18,
di 37,15 metri è tra le più grandi alle ore 9, 11, 14,30, 16 e 17,30, ❾ Castello Reale di sab. e dom. 10-19. Ingresso:
al mondo. Lo spazio dipinto ven.-dom. anche visite Moncalieri, piazza Baden da 8 €. Uno dei migliori esempi
della volta è vasto 6.032 metri guidate alle 11,30, 15 e 17. Baden 4 ☎ 011/640.30.58; di fortezza di sbarramento del
quadrati: vi è rappresentata la Ingresso: gratuito il parco, www.castellodimoncalieri.it primo Ottocento. La piazzaforte
Gloria di Maria Assunta di fronte 10 € il Memoriale (supplemento Orario: ven., sab., dom. e festivi è costituita da tre principali
alla Santissima Trinità, guida 6 €). È il complesso 10-18 (solo su prenotazione corpi di fabbrica: dal basso,
tra Santi e Dottori della Chiesa. del castello Cavour di Santena online: www.lavenaria.it). si trovano l’Opera Ferdinando,
(1712-20), dove visse il conte
BASTIA MONDOVÌ (Cn) Camillo Benso, con il suo parco Macchinari per la tessitura al Museo del Tessile di Chieri. Appena
❺ Chiesa di San Fiorenzo, all’inglese, la sala Diplomatica riallestito, testimonia una tradizione locale che risale al Medioevo.
strada provinciale 126 e la cripta sotto la cappella
☎ 0174/602.33 e 338/439.55.85 di famiglia, con la tomba
(Associazione Culturale San dello statista. Nelle strutture
Fiorenzo); www.sanfiorenzo.org del castello è stato realizzato
Orario: da aprile a ottobre visite il Memoriale; il palazzo delle
guidate gratuite dom. 15-18. Scuderie custodisce gli archivi
Piccolo gioiello d’arte gotica e la Biblioteca Visconti Venosta.
sul tracciato di un’antica via del
sale; all’origine era una cappella, CHIERI (To)
ampliata nel XIV-XV secolo. Le ❼ Casa Martini-Museo
pareti interne sono coperte da Martini di Storia dell’Enologia,
un eccezionale ciclo di affreschi località Pessione ☎ 011/
della seconda metà del XV 941.97.41; www.martini.com/
secolo con la Gerusalemme casa-martini Orario: gio.-lun.
Celeste, l’Inferno, le Storie 11-19 (prenotazione obbligatoria).
di San Fiorenzo, le Storie di Ingresso: da 15 €, secondo il

Bell’Italia 107
da visitare DA SANREMO A COGNE

I consigli di

IL VINO
Gaja, l’eccellenza del Barbaresco
di Pier Bergonzi

Se esistesse un guru del vino italiano non potrebbe


che essere Angelo Gaja, il più colto e carismatico dei
nostri produttori e il più corteggiato nel mondo. Supe-
rati gli ottant’anni, l’erede di una dinastia del vino di
antiche origini catalane continua a coltivare un sogno a
Barbaresco, il piccolo centro delle Langhe che vive del Scorcio del castello di Sarre, storica base di partenza per le battute
vino omonimo. Se il Barbaresco è diventato un’icona di caccia dei Savoia nell’attuale territorio del Parco del Gran Paradiso.
nel mondo, gran parte del merito va proprio ad Angelo
Gaja, che ne ha fatto una missione: mettere in bottiglia
il vino più buono del mondo. Non è questa la sede per l’Opera Vittorio e l’Opera Carlo la potenza degli Challant,
fare classifiche, ma i Barbaresco e i Barolo che esco- Alberto, con il grande cortile mentre gli ambienti residenziali
no dalla cantina Gaja sono certamente quadrangolare della piazza affacciano su un cortile
tra i più buoni (e collezionati) del pianeta. d’armi circondato da un ampio affrescato. Attraversato
In occasione del transito del Giro d’Italia porticato. All’interno si visitano il portone della cinta muraria
nel Cuneese vi proponiamo il Barbaresco, il Museo delle Alpi, il Museo esterna, si penetra nella lizza
che è poi la bandiera di casa Gaja. Un vino delle Fortificazioni e le prigioni, interna e da qui al complesso
spettacolare di color granato luminoso che che ospitano un percorso abitativo. Quest’ultimo,
tematico multimediale monocentrico, ingloba la torre
profuma di frutti di bosco e spezie dolci. Al
dedicato alla storia del forte. più antica e altre strutture isolate
gusto è un’esplosione di sapori che vanno del castello primitivo in un’unica
dalla vaniglia alla liquirizia, dalla cannella al VERRÈS (Vda) struttura a forma di trapezio.
cioccolato amaro. Tannini morbidi, sorso ⓬ Castello di Verrès, località
avvolgente e profonda persistenza. Château ☎ 0125/92.90.67; SARRE (Vda)
• Barbaresco Docg, Gaja, Barbaresco www.lovevda.it/it/cultura/ ⓮ Castello Reale di Sarre,
(Cn), via Torino 18 ☎ 0173/63.51.58; www. castelli Orario: 9-19. Ingresso: località Lalex ☎ 0165/25.75.39;
gaja.com Prezzo: 250 €. 3 € (prenotazione online: ticket. www.lovevda.it/it/cultura/
midaticket.it). Rocca medievale castelli Orario: 9-19. Ingresso:
IL RISTORANTE a pianta quadrata, domina il 5 € (prenotazione online: ticket.
paese da uno sperone roccioso. midaticket.it). Ricostruito attorno
Tartiflette e pierrade nella baita Il corpo dell’edificio è disposto all’antica torre nel 1710, dopo
di Maurizio Bertera ad anello su tre piani, collegati vari passaggi di proprietà fu
da un monumentale scalone acquistato nel 1869 da Vittorio
È una brasserie molto suggestiva, quella du Bon Bec, in pietra su archi rampanti. Emanuele II, che lo ristrutturò
Al piano terreno si aprono due e lo usò come residenza durante
in stile baita di montagna, con tanto legno negli arredi
grandi saloni simmetrici che le sue battute di caccia. Al piano
e un piccolo banco bar. Si trova all’interno del Bellevue occupano per intero i lati est e terra la galleria d’accoglienza
Hotel & Spa ma è meta di gourmet da tutta la valle. Il ovest del castello, mentre a sud ospita i ritratti, dipinti o scolpiti,
menu, piuttosto ampio, racconta il territorio in tutte le è situata la cucina. Di particolare dei componenti della stirpe
sue anime culinarie: le carni (con tagliate di alto livello), interesse è la sala d’armi, con sabauda. Le altre sale sono
il pesce d’acqua dolce (imperdibile la trota salmonata due camini monumentali dagli dedicate alla caccia: illustrano
con affumicatura della casa) e i formaggi con speciali- stipiti sagomati. I locali del l’organizzazione e le tecniche
tà quali la tartiflette, che è un piatto tipico della vicina primo piano, riservati ai signori con cui questa attività era
Alta Savoia composto da Reblochon, patate, cipolle e del castello, sono illuminati praticata. Al primo piano si apre
da bifore di gusto trecentesco. l’appartamento Reale, decorato
pancetta. Caratteristiche anche la minestra di orzo e
con trofei venatori.
legumi, la fonduta in crosta di pane, patate e polenta FÉNIS (Vda)
fritta, le lumache della casa; la pierrade di carni e ver- ⓭ Castello di Fénis, località AYMAVILLES (Vda)
dure (da cuocere al tavolo, sulla lastra di pietra) è per Chez-Sapin ☎ 0165/76.42.63; ⓯ Pont d’Aël, località Pont d’Aël
due persone. La carta dei vini, piuttosto estesa, offre www.lovevda.it/it/cultura/ ☎ 0165/90.22.52. Orario: 9-19.
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le etichette di molti produttori valdostani con qualche castelli Orario: 9-19. Ingresso: Ingresso: 3 € (prenotazione
validissima escursione fuori regione. 7 € (prenotazione online: ticket. online: ticket.midaticket.it).
• La Brasserie du Bon Bec, Cogne (Vda), via Bour- midaticket.it). È un grandioso Eccezionale esempio di ponte-
geois 72 ☎ 0165/74.92.88; www.hotelbellevue.it castello di rappresentanza, privo acquedotto romano (fine del
di scopi militari: mura e torri I secolo a.C.) sul torrente Grand
Conto medio sui 40 €.
servivano solo a intimorire Eyvia. In blocchi di pietra, è alto
i sudditi e a simboleggiare circa 56 metri e lungo più di 50.
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108 Bell’Italia
easybike DA SANREMO A COGNE Testi e cartina di Albano Marcarini

Sulle due sponde


del Grande Fiume
A Torino due percorsi ciclabili, in gran parte protetti, corrono
lungo le sponde del Po: costituiscono la sezione urbana
della Ciclovia del Po, l’itinerario regionale che segue tutto
il corso del fiume, e permettono di attraversare la città da
un estremo all’altro. La pedalata suggerita passa ora di
qua ora di là dal fiume, per quattro volte. È un itinerario
lineare che, se si decide di tornare al punto di partenza,
supera i 40 chilometri. L’avvio è al Parco Le Vallere, dove
il torrente Sangone confluisce nel Po.
I primi chilometri si dipanano sulla sponda sinistra, accanto
a moderni edifici nel verde, fra cui il Palavela di Gae Aulenti
e il Museo dell’Automobile. Grazie al ponte Isabella si
passa in riva destra, per avere una visione d’insieme del
borgo medievale e del castello del Valentino. Il borgo è
una riproposizione eclettica del 1884 di stili e decorazioni
tardomedievali. Il castello, risalente al Seicento, è un
pastiche che assimila i manieri d’Oltralpe e il Barocco
italiano. Intanto, lungo il fiume, si succedono le sedi di
gloriose società canottiere: Cerea, Armida, Esperia. “Cerea”
era il saluto in piemontese che i canottieri del Po usavano
scambiarsi in segno di fair-play, poi diventato d’uso comune.

DAI LUOGHI DELLA MOVIDA ALL’ISOLA DEGLI AIRONI


Torino si affaccia sul Po con isolati d’aspetto compatto
e fronte elegante. La quadrangolare piazza Vittorio Veneto,
ridisegnata nel 1825, traccia la prospettiva verso la neoclassica
Gran Madre. Si continua con la ciclabile di corso Casale,
dove s’incontra il monumento a Fausto Coppi. Con
il ponte di Sassi si raggiunge il parco Colletta, poi si superano
due affluenti del Po, la Dora Riparia e la Stura. Sulla destra
si estende la Riserva del Meisino, talvolta destinata in estate
a pascolo per le greggi. Fiancheggiando un canale, separato
dal Po dall’isolone Bertolla con funzione di garzaia per gli
aironi, si giunge infine a San Mauro Torinese.
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Ciclisti in Torino
transito in piazza
San Carlo,
“sorvegliati”
del monumento Lunghezza: 19,7 km. Dislivello: circa 50 metri. Tempo di
equestre percorrenza: 1 ora e 30 minuti (senza le soste). Partenza:
a Emanuele Parco Le Vallere, in corso Trieste.
Filiberto
di Savoia, Arrivo: San Mauro Torinese. Dove mangiare
posizionato e dormire: B&B Colazione da Augusta, via Bernardo
qui nel 1838. Vittone 3 ☎ 347/525.61.12; www.colazionedaaugusta.it
Il tracciato Noleggio bici: Turinbike, via Volta 11a (vicino
dell’itinerario
a Porta Nuova) ☎ 011/899.89.51; turinbike.com
è a pochi
minuti in bici. Info: www.comune.torino.it/bici/muoversi-in-bici

Bell’Italia 109
buone soste DA SANREMO A COGNE Di Ettore Pettinaroli

TAGGIA (Im) extravergine e tre tipi di grappa, su letto di fonduta e il capocollo PECETTO TORINESE (To)
Frantoio Nuvolone, via Lungo una delle quali barricata. in crosta di cacao cotto a bassa AgriCooPecetto, strada
Argentina 121 ☎ 0184/421.95; temperatura; il Museo del Sabena 78 ☎ 011/19.82.09.86;
www.frantoionuvolone.it PORNASSIO (Im) Cioccolato con attrezzi di varie www.agricopecetto.it
Olio extravergine ottenuto Albergo Lorenzina epoche; l’originale Annusario, È il punto vendita di una
da olive del territorio, ma anche località Colle di Nava, via dove scoprire oltre 40 varietà di cooperativa che riunisce solo
prodotti lavorati: dalle olive in Nazionale 65 ☎ 0183/32.50.44; cacao da tutto il mondo. Doppia produttori biologici della Collina
salamoia ai peperoncini ripieni, www.albergolorenzina.com con cena, colazione e visita al Torinese. Qui si acquistano
dai funghi alle acciughe. E poi Una struttura di lunga tradizione, museo 190 € per due persone; le rinomate ciliegie di Pecetto
pesto alla genovese e tante a conduzione familiare, menu da 40 € a pranzo; visita e il peperone di Carmagnola,
altre salse. Sempre utilizzando circondata dai boschi del colle guidata gratuita al museo alle 11 e poi altri ortaggi, insaccati e vini.
materie prime della zona. di Nava. Offre 37 camere ed è e alle 18, su prenotazione. Dal laboratorio di trasformazione
molto apprezzata da ciclisti ed escono inoltre confetture,
PIEVE DI TECO (Im) escursionisti, anche per il buon CUNEO salse, sughi e composte.
Tenuta Maffone, piazza ristorante con specialità tipiche. Pasticceria Arione, piazza
Cavour 1 ☎ 347/124.52.71; Doppia con colazione da 85 €. Galimberti 14 ☎ 0171/69.25.39; RIVAROLO CANAVESE (To)
www.tenutamaffone.it www.arionepasticceria.it Antica Locanda dell’Orco,
Pigato e Ormeasco di Pornassio VICOFORTE (Cn) Locale storico, alla vigilia del via Ivrea 109 ☎ 0124/42.51.01;
Doc, ricavati dalle uve di Cioccolocanda, via Francesco primo secolo di attività (è stato www.locanda-dellorco.it
piccoli vigneti collocati in valle Gallo 19 ☎ 0174/56.31.81; fondato nel 1923): è considerato Ampia scelta di piatti
Arroscia tra 500 e 700 metri www.cioccolocanda.it Locanda il luogo migliore per gustare della tradizione piemontese
di quota. Particolarità della rustica che comprende: sei i cuneesi al rum realizzati in e canavesana. Da provare
produzione sono l’Ormeasco camere; un ristorante a tema, modo tradizionale, ovvero con i plin dedicati alla cipolla ripiena
passito e l’Ormeasco spumante dedicato al cioccolato, con piatti la doppia meringa che racchiude canavesana con fonduta di
(metodo classico). Anche olio quali il raviolo di brasato al cacao la crema di cioccolato al rum, Parmigiano 36 mesi e il cappello
il tutto ricoperto da cioccolato del prete di vitello al Barbaresco
fondente. Per variare si possono con polenta e mais soffiato.
assaggiare cuneesi anche al Menu degustazione da 45 €;
La barretta del nonno Grand Marnier, alla nocciola, al giovedì cena canavesana 34 €.
cremino, alla crema di marroni o
al caffè. ARNAD (Vda)
Arnad Le Vieux, frazione Arnad
SANTENA (To) Le Vieux 43 ☎ 0125/96.88.11;
Grissinificio Feyles, via www.arnadlevieux.com
Compans 6 ☎ 011/949.25.43; Lardo Dop, ma anche pancetta
www.grissinificiofeyles.it di montagna, mocetta bovina,
L’indirizzo ideale per acquistare coppa al ginepro e l’originale
i grissini rubatà, tipici del Arnàcotto, prosciutto
Chierese, con le caratteristiche cotto con lardo d’Arnad.
scanalature a spirale lungo
il fusto e con gli inconfondibili COGNE (Vda)
segni della pressione Hotel Miramonti
delle mani alle estremità. via Cavagnet 31 ☎ 0165/740.30;
www.miramonticogne.com
Azienda Agricola Griva, Struttura di charme nel centro
via Garibaldi 13 ☎ 349/603.10.92. del paese. Dispone di grande
Vendita diretta del prelibato centro benessere, terrazza
asparago di Santena e delle panoramica, lounge bar
Fresco o stagionato: il salame delle valli di Lanzo Terre del Pianalto, ma anche d’atmosfera e del ristorante
di zafferano, aglione del gourmet Coeur de Bois.
Piemonte, ortaggi bio e, in Doppia con colazione da 165 €.
Originario delle valli e, talvolta, vino rosso. stagione, zucche ornamentali.
di Lanzo e diffuso in gran Macinato a grana grande La Ferme du Grand Paradis,
parte del Canavese, e di lunghezza variabile ANDEZENO (To) frazione Valnontey 32
il salame di turgia veniva tra 10 e 15 centimetri, Azienda Vitivinicola Balbiano ☎ 348/258.95.00;
tradizionalmente prodotto può essere consumato corso Vittorio Emanuele 1 www.lafermedugrandparadis.it
con la carne delle mucche fresco (dopo 15 giorni ☎ 011/943.40.44; balbiano.com Piccolo caseificio nel Parco
anziane, troppo stopposa dalla lavorazione) o Cantina storica dove assaggiare del Gran Paradiso, lavora
per ricavarne bistecche e stagionato ed è presente il Freisa di Chieri, vinificato sia il latte di mucche e capre
arrosti: la parola “turgia”, in molte preparazioni secco che vivace e addirittura che pascolano proprio nelle
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in piemontese, indica tradizionali della zona. in bianco, ma anche Bonarda vicinanze della struttura.
infatti una vacca sterile. Suo parente stretto è il e Cari, il raro vino dolce della Ampia scelta di formaggi freschi
Nell’impasto vengono salam ’d giora, prodotto Collina Torinese, dal profumo di e stagionati tra cui Fontina
aggiunti lardo suino, sale, nella zona di Carmagnola rosa. La degustazione finisce d’alpeggio e Crottin,
pepe in grani, spezie e del Chierese. con la visita ai Musei delle aromatizzato al pepe rosa. Anche
Contadinerie e del Giocattolo agriturismo con 6 camere.
antico, allestiti nella proprietà. Doppia con colazione da 110 €.
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110 Bell’Italia
la salita DA SANREMO A COGNE Testi e cartina di Albano Marcarini

I pascoli e le abetaie di Pila, sopra


quota 1.800 metri. La zona si raggiunge
continuando l’ascesa per circa 5
chilometri dopo Les Fleurs, dove
scollina il Giro; la vista spazia dalla valle
della Dora Baltea alle cime del Vallese.

L’ascesa verso
Pila, caposaldo
sciistico
della Vallée
Vincenzo Torriani, il leggendario patron nei prossimi anni, a Saint-Vincent. L’ascesa
del Giro, scoprì la Valle d’Aosta nel 1962 non ha eccessi da mozzar gambe e fiato
Pila-Les Fleurs
con una tappa, scaturita dalla sua fervida e si sviluppa con ampi tornanti sulla pendice
immaginazione, intitolata “Le balconate “in ombra” della Vallée, attraversando
valdostane”. Da allora, rispetto alle una miriade di piccoli nuclei abitati che
precedenti classiche salite dei grandi colli si alternano a boschi e prati. Unico centro Strada regionale 18
(Pont-Suaz-La Cerise).
transalpini, come il Grande e il Piccolo di una certa dimensione è Charvensod, Partenza:
San Bernardo, il Giro si è divertito che si raggiunge al km 3. Curioso sapere Pont-Suaz, alla periferia
a proporre belle ascese lungo i fianchi che questa località è una delle capitali di due meridionale di Aosta.
della valle della Dora Baltea, come tradizionali giochi valdostani come il fiolet La città si raggiunge da
Torino con l’autostrada
il Saint-Pantaléon o il Saint-Barthélemy. e la rebatta, entrambi derivati dall’antico
A5 (115 km circa).
L’ascesa che porta a Pila, località sciistica gioco della lippa, nel quale una pallina Arrivo: Les Fleurs
collegata direttamente ad Aosta, è stata deve essere prima fatta saltare in aria (1.421 metri),
affrontata due volte dai corridori, la prima e poi colpita con un bastone. Fino al frazione di Gressan.
nel 1987 e la seconda nel 1992. Si tratta, chilometro 5 le pendenze si mantengono Lunghezza: 11,9 km.
Dislivello: 856 metri.
per la verità, di un avvicinamento a Pila, accettabili, intorno al 6-7%. Poi arrivano Pendenza
poiché lo scollinamento avviene a quota i due chilometri più impegnativi: si pedala media: 6,9%.
1.421, ben più in basso rispetto alla località, costantemente al di sopra del 9%, con Pendenza
posta a un’altitudine di 1.782 metri. picchi che arrivano all’11%. Raggiunta quota massima: 11,5%.
Dove mangiare
1.259 al km 9, la strada sembra essersi
e dormire: Locanda
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DUE CHILOMETRI MOLTO IMPEGNATIVI appagata delle sue difficoltà e si distende Da Mami, Charvensod,
La salita inizia dal fondovalle, da Pont-Suaz, in diagonale, con medie comprese fra località Capoluogo 171
sulla riva destra della Dora: qui transita il 3 e il 5,6%. Si guadagna così il culmine ☎ 389/527.35.84.
anche Vélo-Dora, una bella ciclabile che, in corrispondenza dello sbocco sulla strada
al momento, partendo da Sarre giunge a regionale 40 La Cerise-Taxel, lungo la quale
Fénis, ma con l’obiettivo ultimo di arrivare, il Giro scende verso il fondovalle.

Bell’Italia 111
Il lungolago
Zanardelli di Salò,
città di partenza
della tappa 16.
Sinuoso e
ordinato, è il frutto
della ricostruzione
seguita al
terremoto che
colpì il Garda
nell’ottobre 1901.
PONTE DI LEGNO / LAVARONE

SALÒ / APRICA

TAPPA 16 • TAPPA 17

DA SALÒ A LAVARONE

IL GARDA E LE
VALLI ALPINE
Sulla sponda lombarda del lago, verdeggiante di ulivi e cipressi, inizia una
due giorni costellata di salite leggendarie, come Mortirolo, Aprica e Tonale.
Ai lati della strada sfilano le abetaie e i pascoli della valle Camonica, le rocce
e i vigneti della Valtellina e della val di Cembra e i meleti della val di Non
Testi ALBANO MARCARINI

Bell’Italia 113
TAPPA 16 • TAPPA 17

I
Il “combinato disposto” delle tappe 16 e 17 del Giro
2022 prevede un’incursione fra le montagne lombarde
e trentine. Contempla l’ascesa di alcuni dei traguardi
montani più prestigiosi, come il Mortirolo, l’Aprica, il
Tonale, salite che hanno visto trionfare grandi campioni
o, al contrario, provocato le défaillance più clamorose.
Lungo i tornanti, i tifosi torneranno a sostenere i loro
beniamini e a vivere una giornata di festa collettiva.
In auto o in bicicletta percorrere queste due tappe
vuol dire vedere gli ulivi e i cipressi del lago di Garda
affratellarsi con le abetaie e i pascoli della valle
Camonica e della val di Sole, le rocce e le nevi della
Valtellina con le vigne della val di Cembra e i meleti
della val di Non. Ma significa anche ammirare la dignità
antica dei borghi di fondovalle, da accostare alla severità
dei castelli feudali annidati sui fianchi delle montagne.
Salò è la quintessenza della pacata indolenza lacustre:
l’atmosfera dolce dei giardini, del molo e del lungolago
sembra invitare a una permanenza senza fine. La
cittadina era capitale della Magnifica Patria – mai
nome fu più indovinato –, attestato di fedeltà concesso
da Venezia alla confederazione dei Comuni della
Riviera, che i salodiani mantennero fino alla fine della
Serenissima opponendosi ancora nel 1797 alle truppe
filofrancesi. Un’occhiata al duomo, con il suo bel portale
rinascimentale, ed è tempo di mettersi in marcia,
risalendo il gradino altimetrico che a Tormini immette
nella val Sabbia: dalle delizie del lago alle fucine
vulcaniche della valle del Chiese, un tempo attivissime,
dove si forgiavano chiodi e ancore per la marineria
veneta. Abitati come Vobarno, Barghe, Vestone si
contendono l’esiguo spazio compreso fra rilievi già aspri,
segno dell’ingresso nel dominio orografico prealpino.
Ma il paesaggio lombardo non fa che sorprendere e,
quando ci si attende l’incombere di una gola, ecco invece
la conca tranquillizzante del lago d’Idro. Il bacino non
è sfuggito al retaggio industriale della valle: da naturale
che era, nel 1932 con la costruzione di uno sbarramento
divenne serbatoio per la produzione di energia elettrica
e per l’irrigazione della Bassa Bresciana. L’occhio ora
corre sulla Rocca d’Anfo, sorta di regesto dell’arte
fortificatoria, letto e riletto da ogni suo contendente:
veneziani, trentini, francesi, austriaci, garibaldini e, per
finire, tedeschi che nel 1945, in ritirata, ne dinamitarono
una parte. Prima di giungere in fondo al lago e in
terra trentina, ecco la diversione per Bagolino, la valle
Camonica e l’avvincente traversata prealpina del passo

114 Bell’Italia
In questa foto:
affresco dalle Storie
dei Progenitori
(successivo al 1576)
nella sala della
Creazione di palazzo
Besta a Teglio.
Sopra: il lago d’Idro,
formato dalle acque
del Chiese, che ne è
anche l’emissario.
Pagina precedente,
dall’alto: pizzoccheri
fatti a mano a
Teglio, patria della
pasta simbolo della
Valtellina; scorcio di
Bagolino, borgo di
antica fondazione.
TAPPA 16 • TAPPA 17

Crocedomini. A Bagolino uno stop sarebbe d’obbligo a


Carnevale, per le sue bizzarre maschere, ma il paese è
sempre piacevole per le sue case in pietra, collegate da ACCADDE QUI: LA STORIA DEL GIRO
porticati e ballatoi che danno compattezza e omogeneità
a un insediamento sorto nel X secolo. E poi una sosta Il trionfo di Ivan e il veleno
vale il suo formaggio, il Bagoss, di pasta così consistente
da catalogarlo fra i grana, ma contagiato da un punta di
del vecchio “Gibo”
zafferano. Nasce dagli alpeggi della valle del Caffaro, un Aprica, 26 maggio 2006. Arrivo al veleno, titolarono
invito al Parco dell’Adamello, di cui la strada contorna i giornali. Ivan Basso (sopra) scatena la battaglia sul
il limite meridionale. Qui ci sono le prime vere salite. Il Mortirolo affrontato dal versante di Monno, come
Goletto di Cadino, a 1.938 metri di quota, in un quadro sarà in questa edizione del Giro. Gli resiste solo il
alpestre che avrebbe ispirato Segantini, precede di poche veterano “Gibo” Simoni, reduce da due edizioni del
centinaia di metri il più noto passo Crocedomini, a 1.892 Giro concluse sul podio dopo aver trionfato nel 2003.
metri: «Nome per metà liturgico e per metà sinistro; I due scollinano assieme, dopo aver seminato gli av-
un nome che significa passione», scrisse Bruno Raschi, versari sulla tremenda salita dedicata a Marco Pan-
commentando una crisi di Hinault nel Giro 1982. tani. Poi collaborano in discesa. Tu in rosa, io primo
all’Aprica... oppure no. C’è intesa, forse un patto con
TESORI D’ARTE TRA DISCESE E SCALATE reciproci interessi. Si parla di soldi e di vittorie com-
La discesa dal Crocedomini è pericolosa. C’è un punto prate. Sono voci che si perdono nel vento della gara,
dove una cascata d’acqua attraversa la carreggiata e le stesse che, nella storia del ciclismo, si sono fatte
un altro dove chi scrive ha rischiato di sfondare in sentire spesso. Di fatto, dopo l’ennesima salita – quel
bici il parabrezza di un camper. Occorre prudenza per giorno, oltre al Mortirolo, si erano già scalati Tonale e
planare a Breno, in fondovalle, accanto al corso del Gavia – l’alfiere varesino della Csc si presenta solo al
giovane fiume Oglio. Da qui a Edolo, nella media valle traguardo, precedendo di qualche secondo il trentino
Camonica, ci sono due cose irrinunciabili: la Via Crucis dallo sguardo nero, visibilmente stizzito. Simoni accu-
di Cerveno e le incisioni rupestri di Capo
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sa, Basso nega. Nessuno saprà mai com’è andata re-


di Ponte. Queste ultime sono Patrimonio Unesco almente, ma la polemica basta per riempire le pagine
e questo titolo vale a renderle indifferibili. Ci sono dei giornali e per riproporre un dualismo che al cicli-
musei e sentieri per scoprire i misteriosi graffiti smo italiano mancava dai tempi di Moser e Saronni.
lasciati dai nostri progenitori con un senso artistico Ivan Basso vincerà quel Giro con un vantaggio di oltre
incredibilmente moderno. La Via Crucis è invece 9 minuti sul secondo, un distacco d’altri tempi. A.M.
un tesoro che pochi conoscono. All’interno di una
scalinata coperta si affacciano le scene sacre, non
dipinte bensì tridimensionali. Le 198 statue in legno
e stucco, in gran parte realizzate fra il 1752 e il 1764
da Beniamino Simoni, sono di un realismo senza pari,
ispirate al mondo contadino dell’epoca.
Dopo Edolo la tappa 16 offre due salite che daranno
uno scossone alla classifica: il temibile Mortirolo,
scalato dal versante bresciano di Monno, e il Santa
Cristina. Nel mezzo c’è il paesaggio dell’alta Valtellina,
ricamato dai terrazzamenti di vigne Nebbiolo da
cui nasce lo Sforzato, il vino a cui la tappa è dedicata.
A Teglio, il paese che ha suggerito il nome alla
Valtellina, è d’obbligo una visita a palazzo Besta.
La sua architettura racconta non solo del potere dei
nobili proprietari, ma anche della felice stagione che
accompagnò la sua costruzione, nella prima metà del

116 Bell’Italia
In questa foto:
i ricchi interni del
santuario della
Madonna di Tirano,
consacrato nel 1523.
Pagina precedente,
in basso: vendemmia
di uva Nebbiolo in
Valtellina. Se ne ricava
lo Sforzato Docg, il vino
principe della cultura
enologica valtellinese,
cui è dedicata la tappa
16 del Giro: un rosso
passito secco di grande
fascino e complessità.
TAPPA 16 • TAPPA 17

Cinquecento. La mole, la corte interna con portico e


loggia, le sale d’onore, gli affreschi e i soggetti mitologici
delle decorazioni danno l’idea di una raffinata vita
patrizia in orizzonti così lontani dalle corti signorili
della piana lombarda.

OMAGGIO AI MOSER PRIMA DEL FINALE


Arrivo all’Aprica e ripartenza da Ponte di Legno
il giorno dopo. A collegare i due centri turistici c’è,
da Edolo, una bella pista ciclabile. Il passo del Tonale
è la prima asperità di giornata. Non eccessiva, ben altra
cosa rispetto all’attiguo Gavia. Dal passo, che evoca
un leggendario transito di Carlo Magno, si scende
nella trentina val di Sole, dove un’altra ciclabile corre
accanto al Noce, il torrente della valle. Il gruppo
avanzerà veloce: tutta discesa per oltre 70 chilometri,
senza neppure il tempo per apprezzare i centri storici
di Malè e di Cles o di ammirare da qualche belvedere
la distesa dei meleti della val di Non. Una valle che è
quasi una “terra separata” per via del suo paesaggio di
frutteti, unico nei giorni di fioritura primaverile, e della
tempra dei suoi abitanti, i nonesi, il cui dialetto risulta
incomprensibile anche ai trentini.
Fra Mezzolombardo e San Michele all’Adige – dove è
d’obbligo una visita al Museo delle Genti Trentine – si
attraversa l’Adige per guadagnare la sella di Giovo,
omaggio del Giro a una delle più prolifiche e vincenti
famiglie del ciclismo italiano: i Moser, le cui radici sono
ben piantate, come le loro vigne, nel villaggio di Palù.
Segue una breve scorribanda nella val di Cembra, aperta
e solare in alto ma stretta in basso, dove scorre l’Avisio.
Il passaggio da Pergine Valsugana potrebbe appagare
coloro che cercano musei dai temi insoliti: qui
troveranno un Museo della Scuola, uno della Banda
Musicale, uno dedicato agli attrezzi artigianali e uno
all’Elettricità; mentre non può essere altro che velenosa
la salita al passo del Vetriolo (1.383 metri), soprattutto
perché sarebbe possibile farne a meno, aggirandola dal
basso. Ma, a scorno dei corridori, i controlli non sono più
quelli delle prime edizioni del Giro, quando i disonesti
potevano evitare le difficoltà con qualche “passaggio” in
treno. La temuta salita del Menador per Monte Rovere, a
meno di 10 chilometri dal traguardo, non offre invece vie
di scampo: lì qualcosa accadrà. Lavarone è un altopiano,
sui mille metri d’altitudine, che le guide turistiche
precedenti la Grande Guerra non esitavano a definire
ridente, poi si trasformò in campo di battaglia. Oggi
è un quadro di pace e bellezza. !
©RIPRODUZIONE RISERVATA

118 Bell’Italia
In questa foto:
le piramidi di terra
di Segonzano, in val
di Cembra.
Sopra: Case di Viso,
piccola frazione sopra
Ponte di Legno.
Pagina precedente,
dall’alto: mele rosse
della val di Non; meleto
in fiore presso il Castel
Valer di Tassullo, a sud di
Cles, in val di Non.
da visitare DA SALÒ A LAVARONE Di Albano Marcarini

Tappa 16: Salò-Aprica Tappa 17: Ponte di Legno-Lavarone


VALICO DI
SANTA CRISTINA

1
PASSO DEL
TEGLIO MORTIROLO

1 PONTE DI LEGNO
MALONNO

APRICA

km 0
GOLETTO
DI CADINO
GIOVO 3

1
PASSO DEL
VETRIOLO
PERGINE
VALSUGANA 1

CALDONAZZO
MONTE ROVERE 1

km 0

SALÒ LAVARONE

Fortezze, incisioni rupestri SALÒ (Bs)


❶ Duomo, piazza Duomo
parte da Beniamino Simoni nella
seconda metà del Settecento

e musei sorprendenti
☎ 0365/52.17.00; www. ma completate solo nel 1869.
parrocchiadisalo.it Orario:
8,30-12 e 15,30-19. Disegnato CAPO DI PONTE (Bs)
da Filippo dalle Vacche nel XV ❹ Parco Nazionale delle
secolo, dedicato a Santa Maria Incisioni Rupestri, località
Annunziata, è il più importante Naquane 1 ☎ 0364/421.40;
edificio religioso della città. Al suo www.parcoincisioni.capodiponte.
Il percorso delle tappe interno, un polittico trecentesco beniculturali.it Orario: 8,30-19,
di Paolo Veneziano e tele chiuso lun. Ingresso: 6 €. Su
rinascimentali del Romanino, del 14 ettari di terreno boschivo si
La tappa 16 (202 chilometri) tappa 17 (168 chilometri). Moretto, di Zenone Veronese. ammirano oltre un centinaio di
parte da Salò e risale la val Guadagnato subito il passo rocce incise, la maggior parte
Sabbia con la statale 237 del del Tonale (1.883 metri), ANFO (Bs) risalenti all’Età del Ferro
Caffaro, sulla sponda ovest si procede quasi sempre ❷ Rocca d’Anfo, statale 237 (I millennio a.C.).
del lago d’Idro. Al bivio per in discesa fino alla valle ☎ 375/622.11.21; www.rocca
Bagolino si piega a sinistra: dell’Adige, attraversando le danfo.eu Solo visite guidate ❺ Pieve di San Siro, frazione
inizia la salita al Goletto di valli di Sole e di Non (statali a date fisse. Ingresso: 12 €. Il Cemmo ☎ 0364/420.80.
Cadino (provinciale 669, 1.938 42 e 43). La prima salita, grande complesso fortificato a Orario: sab.-dom. 15-18. Su uno
metri). Segue senza perdere sulla provinciale 131, punta strapiombo sul lago d’Idro fu sperone sovrastante il fiume
quota il Crocedomini, poi si al Giovo (615 metri), porta più volte ampliato, ricostruito, Oglio, è un esempio significativo
scende in valle Camonica d’accesso alla val di Cembra, a tratti distrutto. Quella che del Romanico lombardo dell’XI-
con la provinciale 345. La della quale si compie il periplo vediamo oggi è l’unione di due XII secolo, ma una leggenda
statale 42 risale la valle fino prima di arrivare all’altopiano fasi costruttive: la più antica, vuole che sia sorta molto prima
a Monno. Qui la si lascia di Baselga di Piné e al veneziana, risale al XVI secolo, per opera di Carlo Magno.
per scalare il Mortirolo (1.854 traguardo volante di Pergine l’altra è di epoca napoleonica.
metri). Scesi verso Grosio, Valsugana. Negli ultimi 45 TIRANO (So)
s’incontra la statale 38 dello chilometri sono concentrate CERVENO (Bs) ❻ Santuario della Beata
Stelvio per Tirano e Bianzone, le asperità. Dapprima il passo ❸ Santuario della Via Crucis, Vergine di Tirano, piazza della
dove inizia la terza salita di del Vetriolo (provinciale 12, piazza Roma 6 ☎ 328/901.41.52; Basilica 1 ☎ 0342/70.12.03;
giornata (traguardo volante a 1.383 metri), quindi, dopo www.capeledicerveno.it Chiuso santuarioditirano.it Orario:
Teglio). Discesa, poi scalata al la discesa in Valsugana, il per restauri fino a fine anno, 7-12,15 e 14,30-19; maggio
valico di Santa Cristina (1.448 Menador (provinciale 133, possibilità di visita virtuale sul mer., sab. e dom. 7-19; giugno-
metri) e arrivo all’Aprica. 1.261 metri) che prelude al sito. Ai lati di uno scenografico settembre tutti i giorni 7-19. Si
Ponte di Legno è il via della traguardo di Lavarone. scalone si aprono le 14 cappelle pose mano alla sua edificazione
della Via Crucis, realizzate in gran nel 1504, dopo un’apparizione

120 Bell’Italia
della Madonna. È giudicato fra le PERGINE VALSUGANA (Tn)
I consigli di più belle chiese della Lombardia. ❾ Museo della Scuola, piazza
Nell’attigua casa del Penitenziere Garibaldi 5h ☎ 340/712.35.49;
ha sede il Museo Etnografico www.museoscuolapergine.it
Tiranese, ottimo compendio Orario: mar. 9-12, altri
della storia e della cultura giorni solo su prenotazione.
locali (☎ 0342/70.11.81; www. Ingresso: gratuito. È nato per
IL VINO museotirano.it Orario: maggio valorizzare i documenti e le
Un fresco rosso valtellinese sab. e dom. 15,30-17,30; giugno- tracce del mondo della scuola:
di Pier Bergonzi settembre mar.-dom. 10-12 e fotografie, cartelloni, pagelle,
14,30-17; agosto sab. e dom. carte geografiche, libri di
10-13,30 e 14-17; da ottobre dom. lettura, sussidiari, ma anche
Il colore, con quella fantastica trasparenza, tradisce il 15,30-17,30. Ingresso: gratuito). oggetti d’uso come pennini,
vitigno da cui nasce questo vino, frutto dei migliori grap- inchiostri, gomme, astucci,
poli di Chiavennasca, come viene chiamato il Nebbiolo TEGLIO (So) quaderni, cartelle, sono esposti
in Valtellina. Il profumo, il gusto e la bevibilità comple- ❼ Palazzo Besta, via Fabio nelle vetrine e sulle pareti
tano il quadro che ci porta a considerare il Rosso di Besta 8 ☎ 0342/78.12.08; del museo. A Pergine ha un
Valtellina, il vino base della cantina Arpepe, come un museilombardia.cultura.gov.it valore supplementare poiché
gioiellino della produzione valtellinese. Arpepe è l’acro- Orario: mer.-dom. 8,30-13,30. ripercorre anche la transizione
nimo di Arturo Pelizzatti Perego, il fondatore dell’azienda Ingresso: 4 €. Splendida dimora fra due sistemi educativi: quello
rinascimentale, all’interno austriaco, in uso fino alla Grande
(nel 1984), che ora è affidata alle mani sicure dei figli
presenta cicli di affreschi Guerra, e poi quello italiano.
Isabella, Guido ed Emanuele. I vigneti, sulle pendici di a tema biblico, mitologico
Montagna in Valtellina, si trovano intorno ai 400 metri e storico risalenti al XVI-XVII LAVARONE (Tn)
di quota; il lavoro certosino in vigna viene accompagna- secolo. Notevoli quattro statue ❿ Forte Belvedere-Gschwent,
to da altrettanta cura in cantina. Il Rosso si valtellinesi. Al pianterreno ospita via Tiroler Kaiserjäger 1
presenta con un colore rubino scarico, lumi- l’Antiquarium Tellinum, raccolta ☎ 0464/78.00.05; www.
noso e quasi trasparente. Profuma di frutti di stele incise dell’Età del Rame. fortebelvedere.org Orario:
di bosco e di lampone. Al gusto è fresco e fino al 30 giugno e settembre
di piacevole beva, una bella nota acida lo SAN MICHELE ALL’ADIGE (Tn) mar.-dom. 10-18; luglio-
❽ Museo degli Usi e Costumi agosto tutti i giorni 10-18,30.
sostiene e una sfumatura sapida lo rende
della Gente Trentina, Ingresso: 8 €. Fu una delle più
adatto a moltissimi abbinamenti, dalla pasta via Edmondo Mach 2 poderose fortificazioni costruite
con sughi ricchi a secondi di carne bianca, ☎ 0461/65.03.14; www. dall’esercito austriaco durante
agli arrosti e anche a certi piatti di pesce. museosanmichele.it Orario: la Grande Guerra per il controllo
• Rosso di Valtellina Doc, Arpepe, Son- 9-12,30 e 14,30-18, chiuso lun. della val d’Astico. Seminterrato e
drio, via Buon Consiglio 4 ☎ 0342/21.41.20; Si consiglia la prenotazione. dotato di un sofisticato sistema
www.arpepe.com Prezzo: 20 €. Ingresso: 6 €. È reputato, per di camminamenti, postazioni
qualità espositiva e valore e osservatori, oggi è proprietà
IL RISTORANTE dei documenti raccolti, il più del Comune di Lavarone che
All’osteria più famosa di Salò importante museo del suo
genere in Italia. Nel contesto
lo ha destinato a Museo della
Grande Guerra 1914-1918,
di Maurizio Bertera di oltre 13mila oggetti, spiccano allestito con modernissime
quattro macchine idrauliche tecniche espositive che
Il lago di Garda è a pochi metri, la via centrale della cit- originali: il mulino, la fucina, allargano l’indagine tematica
tadina di stile veneziano porta invariabilmente all’Orolo- la noria (una ruota idraulica) alla complessità e alle ricadute
gio. Attori e calciatori in libera uscita, stranieri di buon e la segheria veneziana. sociali dello scontro bellico.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
palato, gardesani e bresciani che vengono qui da una
vita: è davvero trasversale il pubblico dell’osteria più fa- La Rocca d’Anfo, sul panoramico pendio del monte Censo. Estesa
mosa di Salò, che si articola su due piani, frequentata su una superficie di 50 ettari, fu usata a scopi militari fino al 1975.
anche all’ora dell’aperitivo. Sopra il bellissimo bancone
campeggia la lavagnetta con l’elenco delle tante etichet-
te al calice di una signora cantina che l’appassionato
patron gestisce con saggezza: ci si trova il meglio delle
Doc e Docg bresciane, ma l’Italia intera ha il suo posto
al sole. La cucina è nei secoli fedele, gustosa e in por-
zioni corrette, con i giusti richiami al territorio: il luccio
con la polenta, i maccheroncini al formaggio Bagoss, il
©RIPRODUZIONE RISERVATA

manzo all’olio, l’ottimo spiedo, il capretto in stagione.


Mai trascurare il pesce di lago quando è disponibile. E
ricordarsi di tenere un posticino per il dolce.
• Osteria dell’Orologio, Salò (Bs), via Mattia Butturini 26
☎ 0365/29.01.58. Conto medio 45 €.

Bell’Italia 121
buone soste DA SALÒ A LAVARONE Di Albano Marcarini

SALÒ (Bs) gli gnocchi di patate dolci. Ideale per visite ai siti delle OSSANA (Tn)
Il Bagnolo Eco Lodge, località Il tavolaccio in cantina è riservato incisioni rupestri. Doppia con Antica Osteria, via Venezia
Bagnolo, via Cler 9 ☎ 0365/ a cene speciali. A pranzo colazione 80 €. 11 ☎ 0463/75.17.13. Tortelli,
202.90 e 331/214.51.63; www. menu 20 €, conto medio 50 €. gnocchi e cacciagione sono i
ilbagnolo.it Azienda agricola con MONNO (Bs) piatti di punta di questo piccolo
ristorante e alloggio, entrambi ANFO (Bs) Ristorante Il Vecchio Scarpone, rifugio gastronomico della val
allettanti. Le 12 suite del Lodge B&B Re’ Perone, via Sant’Antonio via Lucco 5 ☎ 347/440.72.20. Vermiglio, ma non si devono
sono affacciate sul lago di Garda 48 ☎ 339/218.53.61; www. Se il Mortirolo spaventa, neppure disdegnare il lombo
e realizzate con materiali eco- reperone.com In una casa nel fermarsi qui è la mossa più di coniglio al pistacchio e lardo
compatibili; ci sono poi 5 camere verde affacciata sul lago d’Idro, giusta che potete fare. Ma dopo o il raviolo con caprino di Pejo.
country nel casale in pietra. 2 camere e una suite dedicate pranzo sarà difficile ripartire: Conto medio 40 €.
Il ristorante utilizza i prodotti alle rose, al pittore Botero e a tutto invita a un riposo stesi
della cascina. Fornito spaccio Marilyn Monroe. Doppia con sul prato. Menu da 25 €. TRENTO
di prodotti a km zero. Doppia colazione da 96 € (soggiorno Azienda Agricola Moser, Maso
con colazione da 150 €. minimo 3 notti). TIRANO (So) Warth, via Castel di Gardolo 5
L’Ostello del Castello, via ☎ 0461/99.07.86; mosertrento.
Antica Trattoria alle Rose, CAPO DI PONTE (Bs) Canali 17 ☎ 0342/70.25.17; com Sono le cantine della
via Gasparo da Salò 33 ☎ 0365/ Agriturismo I Sei Petali, www.ostellotirano.it In una famiglia che ha dato al ciclismo
432.20; rosesalo.it In una casa via Strada di Mezzo 3 ☎ 333/ dimora contadina restaurata, campioni come Aldo e Francesco
del ’700, ambienti moderni dove 769.18.35 e 347/333.08.42; 8 camere da 2 a 6 letti, caldo Moser. Il 51,151 è il metodo
gustare pesce di lago e altre iseipetali.com In un’azienda ambiente di pietra e legno, classico che celebra il record
materie prime della zona, ma agricola che coltiva zafferano, belvedere sulla Valtellina. Andrea dell’ora di Francesco. Alle
preparati con inedite concessioni 3 belle camere matrimoniali Gusmeroli, biker di lungo corso, imprese della famiglia è dedicato
innovative: il coniglio è in insalata, o quadruple con riscaldamento offre consigli per scoprire il un piccolo museo. Visite e
il Bagoss di Bagolino condisce ed elettricità da fonti rinnovabili. territorio. Colazione con prodotti degustazioni su prenotazione.
valtellinesi: yogurt, succo di
mela, pane e formaggi. Doppia PERGINE VALSUGANA (Tn)
da 70 €, colazione 7 €. Castel Pergine, via al Castello 10
La barretta del nonno ☎ 0461/53.11.58; www.castel
Osteria Roncaiola, località pergine.it Questo castello,
Roncaiola, via Santo Stefano 2 già proprietà di Massimiliano I
☎ 0342/72.03.87; www.osteria principe del Tirolo, oggi è un
roncaiola.it In una casa in pietra resort di qualità in posizione
di una frazione “alta” di Tirano, privilegiata sul Tegazzo. Le 17
vale la salita. Pizzoccheri, chisciöi, camere e 3 suite si distinguono
selvaggina accompagnati da vini per ampiezza, comfort e
locali. Vista da vertigini sulla valle. arredamento. Anche ristorante.
Menu da 24 €, alla carta 30 €. Doppia con colazione da 230 €.

APRICA (So) LEVICO TERME (Tn)


B&B Le Riue, Via Orobia 1 Hotel Vezzena località
☎ 334/955.36.70; www.leriue.it Passo Vezzena, via dei Forti 2
Molto legno e pietra nelle tre ☎ 0464/78.41.97; www.hotel
camere di grande accoglienza. vezzena.com Se in cima alla salita
Garage per le bici e lavanderia del Menador (o Monte Rovere),
per i ciclisti. Colazione all’altezza vicino a Lavarone, girate verso
della località! Doppia con l’altopiano di Asiago, troverete
colazione da 110 €. subito questo storico albergo con
Il brezdel, tonda tentazione della val di Non 50 camere e ristorante tipico, a
Osteria Al Dosso, via Dosso 1 1.400 metri di quota sulle praterie
Il brezdel (sopra) è una non è facile poiché ☎ 0342/74.50.29. Punto di del valico. Apre il 19 maggio.
ciambella soffice, ricoperta prevede diverse fasi di riferimento per chi passa per Doppia con colazione da 100 €,
di zucchero, tipica della val lievitazione dell’impasto Aprica: un ritorno alla tradizione, menu da 30 €.
con minestroni, pizzoccheri,
di Non e in particolare del di farina, burro, latte e
buone carni. Conto da 40 €. LAVARONE (Tn)
villaggio di Brez. Ricorda uova, ma il risultato, se si Hotel Bertoldi frazione
l’abitudine con cui le ha un po’ di pazienza, è PONTE DI LEGNO (Bs) Chiesa, piazza Italia 9 ☎ 0464/
donne del paese, di ritorno formidabile. Altrimenti lo si Ristorante Da Giusy, frazione 78.31.65; www.hotelbertoldi.it
dal mercato, trasportavano acquista solo nel panificio Pezzo, via Ercavallo 39 ☎ 0364/ A 1.200 metri di quota, un hotel
il dolce infilandolo sul di Brez. Ideale a colazione, 921.53; www.dagiusy.com familiare con 15 camere, ristorante
©RIPRODUZIONE RISERVATA

braccio (in dialetto “braz”). prima di un’uscita di Accogliente gestione familiare e servizi per i biker: alimentazione
Un tempo lo si consumava allenamento. Si conserva e tentazioni che sconfinano in curata, ristorazione a orari
durante i matrimoni come per alcuni giorni, ma Valtellina e Trentino: imbarazzo flessibili, lavanderia, nolo bici,
della scelta fra pizzoccheri e garage sorvegliato, tour guidati,
auspicio di prosperità. La anche secco è ottimo
canederli. Anche pizzeria. Per la officina, spazio wellness. Apre
preparazione casalinga da inzuppare nel latte. notte, tre belle camerette (da 80 il 9 giugno. Doppia con colazione
€). Conto da 20 €. da 94 € (minimo 2 notti).
©RIPRODUZIONE RISERVATA

122 Bell’Italia
la salita DA SALÒ A LAVARONE Testi e cartina di Albano Marcarini

Il volto più umano


del Mortirolo
La salita al Mortirolo fu battezzata nel Giro del 1990, non dal versante
più duro, quello di Mazzo di Valtellina reso famoso dalle gesta di
Pantani, bensì da quello della valle Camonica: un’ascesa più clemente
che si ripete in questa edizione. Se la strada valtellinese ha un
dislivello di 1.286 metri e una pendenza media che sfiora l’11%,
qui il dislivello è di 962 metri con il 7,6% di pendenza media.
Serve comunque un buon allenamento, soprattutto per affrontare
alcuni tratti impegnativi, sopra il 9% con un picco oltre il 15%, esposti
al sole a un paio di chilometri dalla vetta. Il Giro ha affrontato questo
versante l’ultima volta nel 2017, nella frazione Rovetta-Bormio, teatro
del duello fra Nibali (vincitore di tappa) e Quintana. Scollinò
per primo Luis León Sánchez, precedendo ben 25 compagni di fuga.

MONNO, L’ULTIMO PUNTO D’APPOGGIO


La salita inizia al bivio con la statale 42 del Tonale e della Mendola,
5 chilometri dopo Edolo, e segue la provinciale 81. Dopo un paio di
chilometri si attraversa Monno, poi ci si porta in quota con un paio
di lunghi tornanti. Dal primo si stacca la “direttissima” che accorcia
il percorso risalendo con pendenze proibitive, da mountain-bike;
ma la strada ordinaria rimonta le pendici del Dosso Castelletto
(magnifici colpi d’occhio sull’Adamello) e s’interna nella valle del
Mortirolo, protetta dalle abetaie. I chilometri tra il 7 e il 10 sono
i più addomesticabili, specie l’ultimo, quando la strada si permette
un lieve falsopiano. A San Giacomo, un grumo di baite per
l’alpeggio estivo, si torna a fare sul serio: una rampa sul 15%
si accompagna a un intero chilometro sopra il 10%. È lo sforzo
necessario per raggiungere i 1.854 metri del valico, preceduto dal
bivio che, a sinistra, volge verso l’Aprica lungo la spettacolare ex
strada militare del Pian di Gembro. Superato il valico, di fronte alla
veduta del Bernina, si scende a Mazzo di Valtellina. La Guida della
Valtellina redatta dal Cai nel 1884 ipotizza che «il passo abbia avuto
il mesto nome di Mortirolo dopo che Carlo Magno ivi sconfisse
i Camuni, rimasti pagani, e ne fece strage nel 773. Prima il monte si
chiamava Selva Bella. Il nome di Motto Pagano serbato alla cima che
sta di fronte al Mortirolo rafforza la credibilità di queste tradizioni».
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Mortirolo

Strada provinciale 81 in provincia di Brescia.


Partenza: bivio con la statale 42 (4,8 km dopo Edolo). Si raggiunge
da Brescia (a 105 km) seguendo per la valle Camonica. Arrivo:
passo del Mortirolo (1.854 metri). Lunghezza: 12,6 km. Dislivello:
962 metri. Pendenza media: 7,6%. Pendenza massima: 15%.
Dove dormire e mangiare: Albergo Passo Mortirolo, Monno,
località Passo Mortirolo 2 ☎ 0364/711.63; www.passomortirolo.com

124 Bell’Italia
Le colline del Prosecco
attorno a Santo
Stefano, frazione di
Valdobbiadene: la zona è
toccata dalla tappa 18.
BORGO VALSUGANA / TREVISO

MARANO LAGUNARE / CASTELMONTE

TAPPA 18 • TAPPA 19

DA BORGO VALSUGANA A CASTELMONTE

PASSAGGIO
A NORD-EST

Due tappe che attraversano i paesaggi vitati del Veneto e le campagne


del Friuli. Prima si scende dalla Valsugana verso il Feltrino e la pianura
trevigiana, poi dalla laguna maranese si risale verso le Alpi Giulie,
sconfinando in Slovenia per un omaggio ai luoghi della Grande Guerra
Testi MASSIMILIANO RELLA

Bell’Italia 127
In questa foto:
la cittadella di
Feltre, dominata
dal castello di
Alboino con
la torre del
Campanon.
Sotto, da sinistra:
la romanica
chiesa di San
Giovanni (ora
battistero), a lato
del duomo di San
Pietro Apostolo,
a Treviso;
il tiramisù,
specialità nata
nella città veneta;
via Sinodo, nel
cuore di Marano
Lagunare.
TAPPA 18 • TAPPA 19

S
Sono due tappe ricche di emozioni e di bellezza, tra alta
montagna, colline vitate Patrimonio Unesco, itinerari
della Grande Guerra, pianure e oasi lagunari. Dalla
Valsugana fino a Treviso, con ripartenza “anfibia”
dalle acque salmastre di Marano Lagunare e una lunga
deviazione in Slovenia, a margine del limpido e ceruleo
fiume Isonzo, fino a Caporetto e sul monte Kolovrat,
teatri della storica disfatta italiana del 1917, ma anche
tappe del Sentiero della Pace: un tracciato di trekking
dalle Alpi all’Adriatico, oggi più significativo che mai.
Da qui il Giro riscende le valli del Natisone e scivola fino
a Cividale del Friuli per l’ultima arrampicata al santuario
di Castelmonte, simbolo di fratellanza tra i popoli.
Un sentimento di amicizia, quello tra Italia e Slovenia,
rafforzato dal recente incontro tra i due Presidenti
della Repubblica, Sergio Mattarella e Borut Pahor, e
dall’elezione a Capitale Europea della Cultura 2025 delle
due città di Gorizia e Nova Gorica.
Giovedì 26 maggio si parte da Borgo Valsugana, in
Trentino, con destinazione Treviso, 151 chilometri con
breve salita sui tornanti delle Scale di Primolano, poi
vento in poppa verso la cittadella di Feltre, fortificata
attorno al castello di Alboino, sorto su una preesistente
torre di vedetta romana. Lo si guarda solo da fuori,
ma possiamo salire invece sulle torri dell’Orologio e
del più alto e panoramico Campanon, e visitare l’area
archeologica con i resti dell’antica Feltria romana (II-IV
secolo d.C.). Al primo piano del cinquecentesco palazzo
della Ragione è invece chiuso per restauro il teatro de
La Sena, dove nel 1729-30 Carlo Goldoni scoprì la sua
vocazione scenica: la riapertura è prevista nel 2023, con
più posti a sedere e spazi per reperti e documentazioni.

DAI COLLI DEL PROSECCO A TREVISO


Il Giro riscende, attraversa il ponte sul Piave e attacca
i saliscendi delle colline vitate del Prosecco di Conegliano
Valdobbiadene Docg, tra paesaggi immortalati nel
XV secolo nei dipinti del Cima e dal 2019 tutelati
dall’Unesco. E qui diventiamo tutti gourmet tra
calici di bollicine, visite in cantina, saporite ricette
e prodotti locali. Se la primavera non è più stagione
per assaporare il Radicchio Rosso di Treviso Igp,
eccellenza gastronomica dei mesi autunnali e invernali,
ci rifacciamo con la vista dei vigneti ripidi del Cartizze
(la sottozona cru della Docg), degli affreschi della

Bell’Italia 129
In questa foto:
la Grotta Nuova
di Villanova.
Lunga oltre 9
chilometri, si
apre nella zona
di contatto tra
due banchi di
rocce diverse.
Sotto, da
sinistra: sacrario
militare di
Caporetto sul
colle Gradič,
con la chiesa
di Sant’Antonio;
un cunicolo della
Grande Guerra
nel museo
all’aperto del
monte Kolovrat.
TAPPA 18 • TAPPA 19

millenaria pieve di San Pietro di Feletto e degli splendori


architettonici del castello San Salvatore a Susegana:
giardini, terrazze, scalinate e sculture davanti e attorno
alle eleganze settecentesche del palazzo Odoardo.
La volata finale è su Treviso, cittadina elegante da
scoprire con una lunga passeggiata: sotto i portici del
Calmaggiore, verso il duomo di San Pietro Apostolo,
all’isola della Pescheria, sul canale dei Buranelli e al
ponte Dante, dove le acque di risorgiva confluiscono
nel fiume Sile. Nella galleria della Strada Romana ci
imbattiamo nella copia della “esuberante” fontana
delle Tette per poi chiudere in bellezza nel salotto
di piazza dei Signori, all’ombra del palazzo dei
Trecento, sede in passato del Maggior Consiglio e oggi
del consiglio comunale. E forse non tutti sanno che
cinquant’anni fa a Treviso è nato uno dei dolci italiani
più conosciuti nel mondo, il tiramisù.

LAGUNE E BORGHI FRIULANI


Si riparte il giorno dopo da Marano Lagunare, in Friuli.
I ciclisti sfileranno lungo via Sinodo, dalla quale si
dipartono calli in stile veneziano a spina di pesce, e sulla
contigua piazza Granda, sotto l’alta torre millenaria
simbolo di questo borgo e porto lambito dalle acque
salmastre della laguna, protetta da tre riserve naturali.
La più grande e ricca di biodiversità è quella alla
foce dello Stella, un fiume di risorgiva, e protegge un
ambiente di canneti, barene (terreni periodicamente
sommersi dalla marea) e isolotti punteggiati dai
caratteristici casoni dei pescatori.
Lasciato il paesaggio lagunare, la carovana attraversa
la Bassa Friulana; dopo Mortegliano si pedala tra
pianure e colline moreniche, passando per Fagagna,
paese celebre per un ottimo formaggio e per la corsa
degli asini, a settembre. L’itinerario continua liscio nelle
campagne di Majano e di Buja, un tempo paese di abili
medaglisti e incisori di monete, e uno dei luoghi più
devastati dal terremoto del 1976, come s’intuisce dallo
sviluppo edilizio, che non ci nasconde però il campanile
del neogotico duomo di Santo Stefano, di fine ’800. Il
saliscendi diventa più scenografico man mano che ci
avviciniamo alla quinta delle Prealpi Giulie, passando per
Artegna e Tarcento, chiamata la perla del Friuli poiché
all’inizio del ’900 era meta di villeggiatura della borghesia
udinese, come dimostrano maestose ville in stile Liberty.

Bell’Italia 131
TAPPA 13 • TAPPA 14

In questa foto:
il ponte del
Diavolo sul
Natisone,
a Cividale.
Sotto, a sinistra:
la Madonna
Bella nel
santuario di
Castelmonte;
la bottaia della
cantina Stanig,
a Prepotto.
Sotto, a destra:
la cascata
Veliki Kozjak.
Nella pagina
seguente, in
alto: formaggio
di Fagagna.
TAPPA 18 • TAPPA 19

LA SLOVENIA, CIVIDALE E CASTELMONTE


ACCADDE QUI: LA STORIA DEL GIRO Lo scenario cambia tra le strette gole dell’alta val Torre,
La gran volata di Cavendish nel paesaggio montano verso il confine sloveno. Al bivio
di Sant’Osvaldo il Giro devia su una salita faticosa, con
nel capoluogo della Marca vari tornanti, per Villanova Grotte, frazione di Lusevera
che nasconde un tesoro geologico: 9 chilometri di cavità
Treviso è fra le tante città italiane che cullano la passione “di contatto”, in cui rocce calcaree poggiano su banconi
per il ciclismo. Per questo è stata premiata dal Giro, che di flysch (formazioni sedimentarie stratificate), con
le ha destinato diversi arrivi di tappa, spesso trampolini ambienti costellati da stalattiti e stalagmiti. L’itinerario
di lancio per le successive frazioni dolomitiche. Per cui prosegue alle pendici dei monti Musi per risalire al
erano soprattutto i velocisti a puntare alla vittoria sotto passo di Tanamea (870 metri). Dopo Uccea si entra in
lo striscione di piazza dei Signori, ben sapendo che nei Slovenia, coprendo un tratto di 35 chilometri tra la valle
giorni successivi non avrebbero avuto occasioni. Fra i dell’Isonzo, il paese di Caporetto e il monte Kolovrat,
vincitori illustri: Binda nel 1927, Adorni nel 1963, Merckx nei luoghi della Grande Guerra, teatro di dodici battaglie,
nel 1970, Bontempi nel 1984, Petacchi nel 2004, Mark la più nota e disastrosa cominciata il 24 ottobre 1917.
Cavendish nel 2013 (sotto). “Cannonball”, come è so- Memorie da ricordare tra cimeli, foto e bandiere al
prannominato il velocista britannico, conquistò a Treviso premiato museo di Caporetto, o nel sacrario militare
la sua vittoria numero 100, la terza in quell’edizione del voluto da Mussolini nel 1938 in quello che all’epoca era
Giro. E fu un arrivo al fulmicotone, come spesso acca- territorio italiano e oggi è tappa di un itinerario storico di
de nelle tappe brevi e nervose. Mentre il compatriota 5 chilometri lungo l’Isonzo, tra faggete, ruscelli e cascate.
Bradley Wiggins, il favorito, navigava sperduto nelle re- Come gli spettacolari salti d’acqua – uno di 15 metri,
trovie – si sarebbe ritirato il giorno seguente – in testa il l’altro di 8 – fomati dal torrente Kozjak, che si possono
gruppo si apprestava a riprendere i soliti predestinati di visitare con una deviazione di pochi minuti nella foresta.
giornata, cinque commoventi fuggitivi fra i quali brillava A una quindicina di chilometri da Caporetto si visitano
l’assenza di Stefano Pirazzi, l’uomo perennemente in invece le gole di Tolmino, nel punto più meridionale
fuga di quel Giro. Il plotone all’arrivo vede rosso come del Parco Nazionale del Triglav, tra le strette forre alla
il toro nell’arena. I cinque sono divorati e digeriti. Agli confluenza dei fiumi Tolminka e Zadlaščica: il ponte
sprinter restano solo 500 metri per guadagnare il primo del Diavolo sorvola questo ambiente di cascatelle,
posto e non è un dialogo fra educande: spinte, contatti, ponticelli e sorgenti termali. Dal punto più alto della
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colpi di freno e scivolate sull’asfalto bagnato. Ovviamen- tappa, i 1.145 metri del monte Kolovrat, accanto al
te, in questi casi, vince il migliore. Cavendish concederà museo all’aperto con le vecchie trincee italiane, si
la replica il giorno successivo a Cherasco e, nell’ultima ripassa il confine scendendo le valli del Natisone fino
tappa, a Brescia, portando a cinque il totale delle sue a Cividale del Friuli, borgo di origine romana che fu il
vittorie in quel Giro, dove conquistò anche la maglia di primo ducato longobardo in Italia. Anche qui un altro
leader della classifica a punti. A.M. ponte del Diavolo, questo ricostruito dagli austriaci
nel 1918 dopo che era stato minato dal nostro esercito
per fermare l’avanzata nemica; le due arcate sono di
ampiezza diversa poiché il pilone poggia su una roccia
decentrata nel fiume. La tappa finisce in salita sui
tornanti per il santuario di Castelmonte, nelle terre
dello Schioppettino di Prepotto, tra i più apprezzati
rossi friulani. Nel cuore del borgo medievale, abitato dai
Cappuccini, sorge la chiesa, luogo di venerazione della
Madonna Bella e tempio di pace e fratellanza. !
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Bell’Italia 133
da visitare DA BORGO VALSUGANA A CASTELMONTE Di Massimiliano Rella

Tappa 18: Borgo Valsugana-Treviso Tappa 19: Marano Lagunare-Castelmonte


PASSO DI
TANAMEA
3

3
VILLANOVA KOLOVRAT
BORGO VALSUGANA GROTTE

BUJA
LE SCALE 1
DI PRIMOLANO
km 0 MURO DI
CA’ DEL POGGIO
4
CIVIDALE DEL FRIULI 2

SANTUARIO
DI CASTELMONTE
SUSEGANA

VALDOBBIADENE

CIRCUITO/
CIRCUIT
1 giro/lap
10,7 km

km 0

MARANO
TREVISO LAGUNARE

Luoghi di fede e di guerra, FELTRE (Bl)


➊ Area archeologica,
era l’unica chiesa del territorio
dotata di fonte battesimale.

paesaggi di acqua e roccia


via Antonio Vecellio 5 Sotto il porticato esterno si
☎ 329/611.61.42; www. ammirano affreschi del XII-XV
fondacofeltre.it Orario: giugno secolo; nell’interno, abside
e ottobre sab.-dom. 10-13 e con affreschi trecenteschi.
16-19; luglio-settembre anche
ven. Ingresso: offerta libera. Un TREVISO
viaggio nella storia, dalla romana ❹ Duomo di San Pietro
Il percorso delle tappe Feltria al Medioevo, epoca a cui Apostolo, piazza Duomo
rimandano le fondazioni di un ☎ 0422/54.57.20. Orario: 8-12 e
battistero con pianta circolare 15,30-18,30, dom. 15,30-18,30.
La tappa 18 Borgo Valsugana- San Marco. Si prosegue tra e abside a ferro di cavallo. È un mix di stili, dall’impianto
Treviso (151 chilometri) segue le basse colline moreniche romanico alla facciata con pronao
la statale 47 fino al bivio per la di Fagagna, Majano e Buja ❷ Torri dell’Orologio e del neoclassico del 1836, mentre
salita alle Scale di Primolano. fino al saliscendi verso le Campanon, salita Nicolò la cappella Malchiostro (1520),
Si ridiscende nella valle del Prealpi Giulie per Artegna Ramponi ☎ 0439/88.52.42; di Tullio e Antonio Lombardo,
Cismon e lungo le statali 50 e Tarcento. Sulla regionale www.visitfeltre.info Orario: sfoggia pitture rinascimentali del
e 50bis toccando Fonzaso 646 si risalgono le gole ven.-dom. 10-19. Ingresso: Pordenone e una pala di Tiziano
si arriva a Feltre. Si segue la dell’alta Val Torre e al bivio biglietto unico (musei civici, torri, con l’Annunciazione. Nella cripta
regionale 348 fino a Quero di Sant’Osvaldo s’imbocca ex prigioni, teatri) 8 €. La prima sono custodite le tombe dei
e al ponte sul Piave e con la la salita per Villanova Grotte, torre dava accesso al castello vescovi cittadini.
provinciale 36 si torna a salire poi si scende a Lusevera trecentesco attraverso una porta
a Valdobbiadene, tra le colline e Vedronza e ancora sulla carraia; oggi offre la vista su MARANO LAGUNARE (Ud)
del Prosecco. Da Guia sulla regionale fino al Passo di piazza Maggiore e una “finestra ❺ Riserva Naturale Regionale
provinciale 32 per Pieve di Tanamea. Dopo Uccea del tempo” multimediale; dalla Valle Canal Novo, via delle
Soligo e Refrontolo, poi 365 si entra in Slovenia per seconda, più alta e panoramica, Valli 2 ☎ 0431/675.51; www.
fino al Muro di Ca’ del Poggio, 35 chilometri nella valle lo sguardo spazia sulla vallata. visitmaranolagunare.it Orario:
da dove si scende a Susegana dell’Isonzo, fino a Caporetto estivo (16 maggio-15 settembre)
per imboccare la statale 13 e Idrsko. Qui inizia la salita SAN PIETRO DI FELETTO (Tv) 9-18, sab.-dom. 9-19; altri
che conduce a Treviso. La al Kolovrat (1.145 metri). Si ❸ Pieve di San Pietro, via mesi 9-17; sempre chiuso
tappa 19 (178 chilometri) rientra in Italia e si arriva a Roncalli 1 ☎ 338/947.02.60; lun. Ingresso: 3,50 €. Delle
parte da Marano Lagunare Cividale del Friuli, da dove www.prolocosanpietrodifeletto.it tre riserve di Marano è quella
e con la regionale 353 arriva inizia sulla 31 l’ultima ascesa Orario: dom. 15,30-17,30 o su più strutturata, con punto
a Mortegliano, da dove con con arrivo in salita al santuario prenotazione. Ingresso: offerta accoglienza, spazi didattici,
la provinciale 10 si arriva a di Castelmonte (612 metri). libera. Splendida opera d’epoca acquario, casone-osservatorio
longobarda, intorno al Mille per birdwatching, bar e trattoria.

134 Bell’Italia
al 31 ottobre. Ingresso: 5 €.
I consigli di Spettacolare cascata di 15
metri in un anfiteatro roccioso
nelle gole del torrente Kozjak,
al termine di un sentiero con
ponticelli in legno e terrazza
finale. Si raggiunge con una
IL VINO breve deviazione dall’Itinerario
Il millesimato della maglia rosa Storico di Caporetto, un anello
di Pier Bergonzi di circa 5 chilometri che tocca
anche il sacrario militare.
Da oltre dieci anni, la maglia rosa del Giro d’Italia brin- KOLOVRAT
da all’arrivo di ogni tappa con il Prosecco di Astoria. ❾ Muzej Na Prostem,
L’azienda di Paolo e Giorgio Polegato è una delle princi- Klabuk (Na Gradu) ☎ 00386/
pali realtà del Prosecco, il vino più venduto nel mondo. (0)5/380.04.90; www.soca-
Astoria ha base a Refrontolo, nella tenuta Val del Brun, valley.com A 1.114 metri di
40 ettari di vigneti sulle colline Patrimonio Unesco, ma quota, è il museo all’aperto
ha vigne in tutta la zona della Docg Conegliano-Valdob- con grotte, trincee e postazioni
biadene, la più prestigiosa nella regione del Prosecco. d’artiglieria e d’osservazione
Il Calmaggiore, elegante via della terza linea di difesa italiana,
In questa occasione vi suggeriamo l’ultima versione di porticata nel centro di Treviso. sopraffatta a Caporetto. Un
Casa Vittorino, che Astoria ha voluto per celebrare i 35 Collega piazza dei Signori a piazza percorso, in parte ricostruito,
anni di attività della cantina, in omaggio al fondatore del Duomo, seguendo il probabile lungo 400 metri, tra il monte
Vittorino Polegato. Frutto delle migliori uve di Glera tracciato del cardo romano. Klabuk e il Piatto, sulla dorsale
della tenuta di Refrontolo, il millesimato del Kolovrat, e il Sentiero della
Casa Vittorino ha un bel color paglierino Pace, a due passi dal confine
luminoso, profuma di fiori bianchi con con l’Italia.
note di pera e banana. Al gusto è fresco,
asciutto e rivela una piacevole sapidità. TOLMINO (Tolmin)
Si visita liberamente in un’ora ❿ Gole di Tolmino, parcheggio
Vino ideale per gli aperitivi, ma anche per
e mezza, camminando lungo in Zatolmin 66a ☎ 00386/(0)5/
primi piatti di pesce. passerelle di legno sulla laguna. 380.04.80; www.soca-valley.
• Casa Vittorino Prosecco Valdobbia- com Orario: fino al 31 maggio
dene Docg, Astoria, Refrontolo (Tv), pro- LUSEVERA (Ud) 9-19,30; poi orario prolungato,
vinciale 38 Conegliano-Pieve di Soligo, ❻ Grotte di Villanova, variabile secondo i mesi; aperte
località Crevada, via Crevada 12a ☎ 0438/ frazione Villanova Grotte 3 fino al 31 ottobre, visite guidate
45.43.33; www.astoria.it Prezzo: 11,50 €. ☎ 320/455.45.97; www.grottedi su prenotazione. Ingresso: da 6
villanova.it Visite guidate su €. A 12 chilometri da Caporetto,
IL RISTORANTE prenotazione a orari fissi. è una tra le più suggestive
Cucina trevigiana in un locale storico Ingresso: 10 €, con nuovo tratto
(2,30 ore) 18 €. Un eccezionale
attrazioni naturali della valle
dell’Isonzo, con varie amenità:
di Maurizio Bertera complesso ipogeo in alta Val sorgente termale, cascate e
Torre, oltre 9 chilometri e circa la “grotta di Dante”: il poeta
Questa suggestiva osteria, un tempo forno della citta- 300 metri di dislivello: è la più secondo la leggenda avrebbe
dina, fa parte dei Locali Storici del Veneto: da genera- lunga del genere in Europa. tratto ispirazione dal paesaggio
zioni è la famiglia Piol che la guida, con grande cura sia delle gole. Si cammina su gradini
CAPORETTO (Kobarid) in pietra e ponticelli di legno e si
nell’ambiente sia nella cucina, che non a caso può van- ❼ Kobariški Muzej, risale sul ponte del Diavolo.
tare la Chiocciola di Slow Food. Grande ospitalità, sim- Gregorčičeva ulica 10 ☎ 00386/
boleggiata dal focolare nella sala principale che si utilizza (0)5/389.00.00; www.kobariski- CASTELMONTE (Ud)
anche per cucinare diversi tagli di carne. I sapori guar- muzej.si Orario: maggio e ⓫ Santuario di Castelmonte,
dano alla tradizione del Trevigiano, con ampio uso delle settembre 9-18; luglio-agosto Castelmonte ☎ 0432/73.10.94;
verdure e delle erbette dell’orto. Grandi classici sono le 9-20; altri mesi 10-17. Ingresso: www.santuariocastelmonte.it
lumache con la polenta, il pastin (carne tritata fresca) 7 €. Premiato nel 1993 come Orario: 7,30-12 e 14,30-19 (in
all’aceto balsamico, lo sformatino con erbe stagionali. museo europeo dell’anno, inverno fino alle 18). Antico
Tra i primi piatti, menzione per i bigoli al ragù di anatra e riunisce gli uni accanto agli altri i borgo e luogo di venerazione
soldati di varie nazionalità, senza della Madonna Bella, una statua
i sorprendenti ravioli con ripieno di speck e mirtilli. Nei
raccontare la sola realtà militare, in pietra dipinta (così chiamata
secondi dominano le carni: costate di Sorana alla griglia, ma anche i luoghi e le persone. per il volto giovanile e piacente)
©RIPRODUZIONE RISERVATA

coniglio arrosto e la golosa anatra in tecia. Dolci della opera forse di un artigiano
casa. Ben studiata l’offerta dei vini. ❽ Slap Kozjak, Kozjak locale, che sostituì una scultura
• Antica Osteria Al Forno, Refrontolo (Tv), viale degli ☎ 00386/(0)5/380.04.90; www. lignea distrutta dall’incendio
Alpini 15 ☎ 0348/89.44.96; www.alforno.it Conto me- soca-valley.com Orario: fino al del 1469. Altra particolarità
dio 35 €. 31 maggio sab.-dom. 10-18; dell’opera è l’incarnato scuro,
poi orario prolungato, variabile caratteristica non spiegata con
secondo i mesi; aperta fino certezza dagli storici.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Bell’Italia 135
buone soste DA BORGO VALSUGANA A CASTELMONTE Di Massimiliano Rella

BORGO VALSUGANA (Tn) Locanda Sandi, SOLIGHETTO (Tv) FAGAGNA (Ud)


1775 Locanda in Borgo, corso località Zecchei, via Tessere 1 Locanda Da Lino, via Roma 19 Latteria Borgo Paludo, via
Ausugum 90 ☎ 0461/75.71.03; ☎ 0423/97.62.39; ☎ 0438/821.50; www. San Daniele 4 ☎ 0432/80.02.15;
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con eleganza. Area benessere più ristorante tipico nella casa storico abbellito da oggetti nel 1923. Imperdibili le
con bagno turco, stanza del colonica della cantina Villa d’antiquariato, con pentole in mozzarelle, il burro, le caciotte
sale, docce rivitalizzanti e una Sandi, di proprietà dei fratelli rame appese al soffitto. Lo chef e il Latteria di Fagagna.
pasticceria gourmet. Doppia Moretti Polegato, enologi e noti Marco Toffolin si alterna tra
con colazione da 90 €. produttori di scarpe. Doppia con cucina e larin, il camino acceso TARCENTO (Ud)
colazione 120 €. tutto l’anno. Anche 8 camere Costantini, frazione
VALDOBBIADENE (Tv) finemente arredate (doppia da Collalto, via Pontebbana 12
Cantina Nino Franco, via MIANE (Tv) 95 €). Conto medio 45 €. ☎ 0432/79.23.72; www.
Garibaldi 147 ☎ 0423/97.20.51; Da Gigetto, via De Gasperi 5 albergocostantini.com È il
www.ninofranco.it Nota casa ☎ 0438/96.00.20; SUSEGANA (Tv) ristorante gourmet di un 3 stelle
spumantistica di Prosecco di www.ristorantedagigetto.it Borgoluce, località Musile 2 (doppia con colazione da 75 €) in
Conegliano Valdobbiadene Ricette tipiche e rivisitate in una ☎ 0438/43.52.87; borgoluce.it cui si rivisitano materie prime del
Docg, con ospitalità nella locanda del Novecento, oggi Azienda agricola con allevamento, territorio: tartare di trota di Sutrio
villa Barberina, dimora in stile ristorante d’atmosfera. Lo chef caseificio, produzione di olio, marinata con rosa di Gorizia e
palladiano di metà Settecento Luigi “Gigetto” Bortolini prepara vino, birra, farina, biscotti di mais acciughe; terrina di germano
(doppia da 185 €). Parte della arrosti, lumache, selvaggina e miele. Spaccio aziendale più reale, cipolla rossa di Cavasso in
cantina è stata progettata di piuma e sopa coada (zuppa osteria e “frasca” per merende e agrodolce e panbrioche. Conto
dall’architetto Tobia Scarpa. di pane e carne di piccione). aperitivi. Anche b&b (12 camere, medio 50 €.
Degustazioni lun.-ven. su In cantina riposano migliaia doppia con colazione 135 €),
prenotazione: da 18 € per 3 vini. di vini. Conto medio 50 €. appartamenti e museo dei CAPORETTO (Kobarid)
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©RIPRODUZIONE RISERVATA

136 Bell’Italia
Nel cuore della Valpolicella dal 1353
la salita DA BORGO VALSUGANA A CASTELMONTE Testi e cartina di Albano Marcarini

Kolovrat, l’esordio al Giro


della montagna di Caporetto
Questa salita inedita per il Giro scala il Kolovrat, il massiccio che
all’estremità orientale del Friuli Venezia Giulia fa da confine con la
Slovenia. L’ascesa si svolge tutta in territorio sloveno e sarà uno
dei momenti più avvincenti della tappa 19, da Marano Lagunare
al santuario di Castelmonte. Gli atleti, dalla valle dell’Isonzo, appena
superata Caporetto, troveranno nel villaggio di Idrsko l’inizio della
salita, misurata in 10,3 chilometri, con un dislivello di 950 metri e una
pendenza media del 9,2%. Si affronta il versante nord della montagna,
quasi sempre in ombra, con tratti di pendenza che subito volgono verso
la doppia cifra (11-12%) e un picco, al chilometro 3, del 15%: tratti che
imporranno subito la scrematura del gruppo.

BOSCHI E TRINCEE TRA ITALIA E SLOVENIA


Il Kolovrat concederà un respiro una volta raggiunto il gradino di Livek,
al chilometro 5 e a quota 695 metri. Qui si trovano lo scavalcamento
della dorsale e la discesa verso l’Italia, lungo la valle del Rieca, ma non
per il percorso di tappa che invece volge a sinistra e affronta la seconda
parte della salita, accompagnata da qualche tornante, fra abetaie e prati
che celano le vestigia delle opere fortificate della terza linea difensiva
italiana durante la Grande Guerra. La zona fu coinvolta nella drammatica
rotta di Caporetto, quando nell’ottobre 1917 l’esercito italiano fu respinto
fin sulla linea del Piave dal devastante attacco austro-tedesco. Nei
combattimenti sul Kolovrat si distinse il tenente tedesco Erwin Rommel,
la futura “Volpe del Deserto” della Seconda guerra mondiale. La
memoria di quegli eventi è oggi affidata al Kolovrat Muzej Na Prostem,
un museo all’aperto transfrontaliero che ha portato al recupero di
diversi manufatti difensivi. Tornante dopo tornante la salita si stempera
e giunge infine sulla lunga dorsale della montagna, magnifico
belvedere sia sulla pianura friulana e il golfo di Trieste, sia sulla
valle dell’Isonzo e le Alpi slovene, fino al Triglav. La strada aggira una
successione di vette tondeggianti, in uno splendido paesaggio di alti
pascoli. Il confine corre parallelo e molto vicino ma lo si supererà solo
all’inizio della discesa, presso il rifugio Solarie. Il Gpm è fissato a quota
1.145 metri, degno coronamento di una salita che all’impegno fisico
unisce il piacere di un’escursione nella natura e nella storia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Una delle trincee Kolovrat


italiane oggi
parte del Muzej
Na Prostem,
il museo Strade nazionali slovene 903 e 605.
all’aperto della Partenza: Idrsko/Idresca. Si raggiunge da Gorizia (a 51 km) seguendo
Grande Guerra le strade nazionali slovene 103 e 102 che risalgono
sul Kolovrat. Il
monte sloveno la valle dell’Isonzo. Arrivo: Kolovrat (1.145 metri). Lunghezza:
fu uno dei teatri 10,3 km. Dislivello: 950 metri. Pendenza media: 9,2%.
della disfatta Pendenza massima: 15%. Dove mangiare: Rifugio Solarie, Drenchia,
di Caporetto provinciale 45, località Solarie ☎ 331/192.64.00.
nell’ottobre 1917.

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Si ricorda che il prodotto non sostituisce una dieta varia ed equilibrata ed uno stile di vita sano. namedsport.com
BELLUNO / MARMOLADA
VERONA

TAPPA 20 • TAPPA 21

La strada
del passo San
Pellegrino,
che collega le
Dolomiti di Fassa
e Gardena a
quelle di Feltre,
con le Pale di
San Martino.
È la prima grande
scalata della
tappa 20: si sale
dal versante
di Cencenighe
Agordino per
scendere poi
verso Moena.
DA BELLUNO A VERONA

TRE PASSI
SULLE DOLOMITI
Le tappe conclusive del Giro offrono emozioni intense. Prima
l’assalto ai Monti Pallidi, fra Veneto e Trentino, con la terribile
sequenza dei passi San Pellegrino-Pordoi-Fedaia. Poi una crono
tecnica e spettacolare, sul percorso delle Torricelle a Verona
Testi ANNA PUGLIESE

Bell’Italia 141
TAPPA 20 • TAPPA 21

S Sveliamolo subito. La tappa numero 20 del Giro,


da Belluno al passo Fedaia, è davvero importante,
soprattutto perché è l’ultimo arrivo in salita.
Si raggiunge il traguardo, in salita ai piedi della
Marmolada, dopo aver superato due valichi da brivido.
Insomma, ci sarà selezione durissima, e serviranno
non solo fiato e gambe ma anche tanta tattica.
Tralasciando l’aspetto strettamente agonistico,
la frazione offre soprattutto un eccezionale compendio
del paesaggio dolomitico, dalle Dolomiti Bellunesi
all’Agordino, dalla val di Fassa alla zona del “giro
dei quattro passi”, dal Fodom (la valle con Arabba)
alla regina Marmolada. L’indomani, a Verona,
lo scenario muta completamente per il gran finale In questa
della crono individuale, lungo un circuito già foto: Belluno,
collaudato. Tecnica e impegnativa, è coronata da un incorniciata dalle
sue Dolomiti,
arrivo ad alto tasso di emozioni all’interno dell’Arena. con il ponte della
Vittoria sul Piave
DAL PIAVE AL CORDEVOLE e il campanile
Si parte da Belluno, il cui territorio ricade in parte nei di San Martino.
Sotto, da sinistra:
confini del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
il monumento
La natura è potente e lo si capisce semplicemente a Coppi sul Pordoi;
alzando lo sguardo e ammirando la Croda Granda, omaggio al Trofeo
l’Agner, il gruppo della Schiara. L’ingresso classico Senza Fine,
al centro storico è quello di porta Rugo, sorprendente premio al vincitore
del Giro, nella
perché originariamente era l’accesso dal porto fluviale rotonda in via
di borgo Piave. È stata rimaneggiata nei secoli, un po’ Pareda a Canazei;
stravolta, ma conserva il prezioso arco acuto interno il palazzo dei
di fine Duecento. E nella nicchia centrale, tra i due Rettori, a Belluno.
stemmi, facendo attenzione si notano le zampe del
leone di San Marco, distrutto dai francesi nel 1797.
Si gira a piedi, tranquillamente, tra le due piazze
principali: piazza dei Martiri, l’antico Campedel,
dove ci si incontra e si “ciacola”, e piazza Mercato,
già piazza delle Erbe, con la fontana di San Lucano,
probabilmente la più antica delle tante fonti bellunesi.
Poco distante, verso il Piave, che insieme alle vette è
un punto di orientamento fondamentale in città, c’è il
duomo, o meglio la basilica cattedrale di San Martino,
dove si mescolano stili, mode, epoche: sfoggia anche
un suo splendido campanile barocco.
Si esce dalla città e ci si addentra nella val Belluna,
lungo il Piave, che si valica al ponte di San Felice.

142 Bell’Italia
TAPPA 20 • TAPPA 21

Gli occhi si alzano per seguire la silhouette delle vette:


si riconoscono facilmente la roccia chiara della Schiara,
la “Gusela del Vescovà” con il suo incredibile monolite,
e la pala erbosa del monte Serva. A Santa Giustina
comincia il saliscendi per Sospirolo dove, nei pressi
della frazione di San Gottardo, si sfila non lontano dalla
quattrocentesca certosa di Vedana, squadrata, enorme,
con tre chiostri. Non è visitabile, ospita monache di
clausura, ma offre uno scorcio peculiare di questo tratto
di vallata. Si passa poi sotto i monti del Sole, magari
prendendosi il tempo di seguire il Cordevole da Mas,
frazione di Sedico, fino alla Riserva Naturale Monti
del Sole dove, da primavera in poi, si trovano i cavalli
al pascolo: è uno spettacolo meraviglioso.

VALLE DEL BIOIS, FASSA E FODOM


Poi ecco la montagna. C’è subito Agordo, ai piedi delle
Pale di San Lucano, da dove già si intravede il Civetta.
Vale assolutamente una sosta, anche perché
è un paese dipinto che si racconta con i suoi graffiti.
Si leggono, sulle facciate delle case delle borgate
di Parech, Toccol e Prompicai, le storie delle “Ville”,
gli antichi paesi. Narrano le tradizioni contadine,
le leggende locali, le storie dei personaggi che qui
abitavano. Siamo nel cuore delle Dolomiti. Sulla
valle del Cordevole si affacciano ben quattro dei
nove sistemi dolomitici ufficiali: Pelmo-Croda
da Lago, Marmolada, Dolomiti Settentrionali e Pale
di San Martino-Dolomiti Bellunesi. Il gioco da fare è
riconoscere almeno qualcuna delle vette più iconiche.
Da Cencenighe comincia la valle del Biois. Più
avanti, Falcade fa parte della ski area Alpe Lusia-San
Pellegrino ed è collegata, sci ai piedi, con il passo San
Pellegrino. I girini, invece, per raggiungere il passo
devono spingere sui pedali ancora per 10 chilometri,
affrontando quasi 800 metri di dislivello. È la prima
delle tre grandi ascese di questa penultima tappa. Da
lassù si può far correre libero lo sguardo: a sud ci sono
le Pale di San Martino, da ovest a nord il Latemar e la
Marmolada. C’è anche il lago di San Pellegrino, molto
scenografico: si raggiunge con una facile passeggiata
che parte dall’omonima malga.
La discesa in val di Fassa è una picchiata. Arrivando

144 Bell’Italia
In questa foto:
Soraga di Fassa,
uno dei comuni
ladini della valle.
Sotto: i tetti
di Verona e il
campanile di
San Tomaso dal
padiglione del
Giardino Giusti.
A destra, dall’alto:
lo scalone
XVI Ottobre
nel quartiere
Veronetta;
Puzzone di Moena
del Caseificio
Sociale di Predazzo
e Moena..
TAPPA 20 • TAPPA 21

si scorgono le tradizionali baite in legno, ricoveri per il


fieno ma anche per animali e pastori. Gli spazi intanto
si allargano e a lato della strada si apre un mondo di
prati, boschi, sentieri. Moena, Vigo di Fassa, Mazzin
e Canazei hanno case affrescate e alcuni edifici ancora
abbinati al fienile, con il ballatoio esterno in legno.
Borghi belli e curati, dove vien voglia di fermarsi.
Per capire di più e per immergersi nella cultura ladina,
che è propria della vallata, conviene fermarsi al
Museo Ladin de Fascia, tra Vigo e Pozza, o alla sezione
distaccata del museo a Pera di Fassa che racconta,
con dovizia di dettagli, la tradizione dell’allevamento
e della monticazione. A Campitello c’è anche
un’ampia vetrina, all’aperto, degli antichi attrezzi
dell’artigianato. Da Canazei, poi, si risale, puntando
verso il passo Pordoi. Sono poco meno di dodici
chilometri di strada per 800 metri di dislivello.
La pendenza è costante, tra il 6 e il 7 per cento,
e i professionisti salgono senza fatiche immani.
L’arrivo al passo è una meraviglia. C’è il Sass Pordoi
a dominare, a nord; a sud, il Sass Becè; sul versante
verso est si apre la valle di Livinallongo, in ladino
Fodom. Volendo ampliare, e di molto, il panorama,
si può prendere la funivia del Sass Pordoi e raggiungere
i 2.950 metri di quota. Si arriva in cima in un panorama
lunare, sassoso, e davanti si ergono Marmolada,
Sassolungo, Catinaccio; sullo sfondo Ortles, Cevedale,
le Alpi svizzere e austriache. Si prosegue in costante
discesa verso Livinallongo del Col di Lana, tornando in
Veneto. Anche qui c’è un bel museo ladino da visitare.
Un’idea per scoprire un territorio davvero ricco
di cultura e tradizioni può essere una passeggiata tra
le chiese del decanato, come la parrocchiale di Arabba,
quella di Pieve e la cappella del Sacrario Militare di
Pian di Salesei. Da qui ancora discesa, sino a Caprile,
di nuovo in val Cordevole. La Marmolada incombe,
sempre più vicina, pare quasi di poterla toccare.
È l’occasione anche per dare un’occhiata ai boschi, a ciò
che rimane degli abeti rossi. Qui la tempesta Vaia nel
2018 ha fatto davvero un disastro, e anche per questo
si evitano i Serrai di Sottoguda. Si punta invece verso
il passo Fedaia: sono 14 chilometri per 1.059 metri
di dislivello, durissimi una volta superata la conca

146 Bell’Italia
In questa foto:
la collina del
Giardino Giusti.
Sopra: scorcio
della valle
di Fodom; la
ventesima tappa
la attraversa
scendendo dal
passo Pordoi.
Nella pagina
precedente,
dall’alto: piazza
Bra e piazza delle
Erbe a Verona.
TAPPA 20 • TAPPA 21

di Malga Ciapela. Gli ultimi tornanti sono fatica pura ACCADDE QUI: LA STORIA DEL GIRO
ma la strada si fa più ampia, regalando un grandioso Dall’annullamento alla replica:
panorama sul Civetta. Dal passo Fedaia ci si può
concedere qualche passeggiata – la più semplice è lungo la tappa che visse due volte
il lago di Fedaia – o si può costeggiare la Marmolada
con un trekking. Il percorso ad anello che parte dal Il meteo avverso è uno dei maggiori nemici del ciclismo,
passo Fedaia lungo i sentieri 698 e 680, che tocca porta in particolar modo degli organizzatori, che si trovano
Vescovo e il passo Padon, è super-panoramico: sono all’ultimo minuto nella necessità di modificare percor-
circa 11 chilometri per 750 metri di dislivello in salita. si di tappa decisi mesi prima, e sulla base di informa-
zioni vaghe o non confermate. Vincenzo Torriani, nella
VERONA DALL’ALTO ALLE TORRICELLE sua lunga carriera di patron del Giro, ne pagò spesso
Il Giro si chiude con la crono di Verona, ufficialmente le conseguenze, accusato in vario modo da corridori e
intitolata alle colline veronesi, sul frequentato dirigenti sportivi. Ne uscì sempre a testa alta. Ma quello
“circuito delle Torricelle” che è già stato teatro dei che accadde nel 1969 alla Trento-Marmolada (Malga
Mondiali su strada del 1999 e del 2004. Lo si affronta Ciapela) fece per un attimo vacillare la sua autorità. In-
in senso antiorario. La salita delle Torricelle, con tratti serita in una delle tappe più dure di quell’edizione con
impegnativi, è capace di regalare emozioni. Prima altri cinque colli dolomitici, la salita che portava ai piedi
però si pedala sugli ampi viali cittadini dalla zona della Marmolada era inedita e attesa da molti. Soprat-
della Fiera fino a porta Nuova, per poi raggiungere tutto da coloro che, una volta spodestata la suprema-
e superare il ponte Aleardi. Da via Caroto inizia zia di Eddy Merckx, fermato a Savona da un’accusa di
l’ascesa verso la torricella Massimiliana, una torre doping, vedevano una strada aperta per la conquista
cilindrica che era parte dell’ottocentesco sistema della maglia rosa. In lizza c’erano soprattutto atleti ita-
difensivo cittadino. Siamo a 301 metri di quota, punto liani: Gimondi, Zilioli, Dancelli. La pioggia rende le cor-
di inizio della “volata” verso il lungadige, il centro storico se tristi e svogliate. E così va quella mattina, a Trento: il
e l’Arena. Sono circa quattro chilometri di discesa gruppo parte malcontento pensando alle salite e ai 230
impegnativa, a cui seguono tre chilometri in piano. Dal chilometri da percorrere. Alcuni valichi risultano chiusi,
ponte della Vittoria, affrontando qualche curva secca non si conosce ancora la via alternativa: allo scontento
e difficile da gestire si sbuca infine in piazza Bra. È una subentra la protesta. Il plotone si ferma, i più cercano
piazza scenografica, una sorta di compendio di storia su rifugio nei bar. Poi si riprende, ma ad andatura da ci-
ogni suo lato. Sul lato di via Mazzini si staglia l’Arena, cloturismo. Infine lo stop definitivo, avallato dagli orga-
dove la tappa si conclude. È uno dei più ampi anfiteatri nizzatori. Scoppiano le polemiche, soprattutto da parte
di epoca romana, quello giunto a noi al meglio, grazie dei direttori sportivi che avevano coltivato speranze di
anche ai sistematici restauri a cui è stato sottoposto fin vittoria. Non meno infuriati i tifosi, radunati al freddo
dal Cinquecento. A lato, verso via Pallone, il neoclassico sui tornanti dell’ultima salita ad aspettare una carovana
palazzo Barbieri è sede comunale, mentre sul margine che mai sarebbe arrivata. Torriani si difende e non si dà
meridionale si staglia la Gran Guardia, completata nel per vinto. La tappa si farà ugualmente, lo stesso giorno
1853, con il suo poderoso porticato a 13 arcate. Sul lato (5 giugno) ma dell’anno successivo, su un percorso un
©RIPRODUZIONE RISERVATA

ovest si allunga il Liston, la passeggiata per eccellenza, po’ più breve (180 chilometri invece di 230) con par-
con i suoi edifici eleganti: il neoclassico palazzo Ottolini, tenza da Arta Terme. Vince Michele Dancelli (sopra, La
il quattrocentesco palazzo Fracasso-Gianfilippi, il Gazzetta dello Sport del giorno successivo), che stacca
cinquecentesco palazzo degli Honorij. Arrivarci Bitossi, Van Den Bossche e Merckx, già padrone della
per la prima volta toglie il fiato. Ritornarci, con la festa corsa e vincitore finale di quell’edizione. A.M.
del Giro d’Italia, è un grande regalo per tutti. !
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148 Bell’Italia
Official Sponsor
da visitare DA BELLUNO A VERONA Di Anna Pugliese

Tappa 20: Belluno-Marmolada (passo Fedaia) Tappa 21: Verona


PASSO PORDOI
TORRICELLA
MASSIMILIANA
1
4

MARMOLADA
Passo Fedaia
1 MALGA CIAPELA
CENCENIGHE
AGORDINO
PASSO
SAN PELLEGRINO

VERONA

BELLUNO

km 0

VERONA

Storia e cultura ladina BELLUNO


➊ Cattedrale di San Martino,
SAN GIOVANNI DI FASSA (Tn)
❸ Museo Ladin de Fascia,

di museo in museo
piazza Duomo 2 Pozza di Fassa, strada de Sèn
☎ 0437/94.34.64. Orario: 8-19. Jan 9 ☎ 0462/76.01.82; www.
Molto rimaneggiata nei secoli, istladin.net Orario: 10 giugno-10
al punto che fu addirittura ruotata settembre lun.-sab. 10-12,30 e
per spostare l’ingresso verso 15-19; poi solo pom. Ingresso:
il Piave, racconta la sua storia 5 €. Il cuore pulsante della
assemblando stili ed elementi cultura ladina della vallata: una
Il percorso delle tappe diversi. Un angelo svetta visita imprescindibile per chi
sulla guglia del campanile vuole comprendere lingua,
(1732-43), costruito su disegno storie, tradizioni dei ladini
di Filippo Juvarra; sulla fassani. Ricchissimo di spunti,
sinistra dell’ingresso minore, comprende l’esposizione
su piazza Duomo, si nota museale, ma ci sono anche
una lapide romana dedicata i filmati monotematici che
La tappa Belluno-Marmolada finale con la cronometro di all’imperatore Marco Aurelio. raccontano oggetti e tradizioni.
(167 chilometri) dal capoluogo Verona (17,4 chilometri per 280
dolomitico risale la valle metri di dislivello). Partenza FALCADE (Bl) ❹ L Malghier, Pera di Fassa,
del Cordevole verso Agordo dalla Fiera: l’inizio è veloce e in ❷ Museo “Augusto Murer”, strada Dolomites 233
(strada regionale 203) e piano, sui grandi viali cittadini, località Molino, via Scola 34 ☎ 0462/76.01.82. Orario:
raggiunge poi Falcade (statale per corso Porta Nuova e il ☎ 0437/59.90.59; www.museo luglio-10 settembre lun.-sab. 16-
346). Qui inizia la parte più ponte Aleardi. Si inizia quindi a murer.it Orario: aperto da metà 19, poi su prenotazione. Ingresso
impegnativa, con i tre passi salire per via Caroto e via delle giugno a metà settembre gratuito. È la sezione del museo
dolomitici: il passo San Torricelle. Al chilometro 9,5 si gio.-dom. 15-19. Ingresso: 5 €. ladino dedicata ad allevamento
Pellegrino (1.918 metri); raggiunge la quota massima Dedicato al grande scultore e caseificazione, ospitata dal
il passo Pordoi (2.239 metri), di giornata, i 301 metri della falcadino scomparso nel 1985, caseificio sociale. Racconta la
che si valica dopo aver torricella Massimiliana. è ospitato nell’ex atelier di Murer, gestione comunitaria dei pascoli
attraversato la val di Fassa Poi discesa verso il centro che fu disegnato dall’architetto e degli alpeggi e come veniva
lungo la statale 48; il passo cittadino, cui si accede per via Giuseppe Davanzo nel 1972: lavorato il latte, esponendo
Fedaia (2.057 metri), che si Nievo, il lungadige e il ponte un edificio molto singolare, con anche attrezzi antichi:
raggiunge con la regionale 48 della Vittoria. Seguono alcune torri sfalsate, tetti rossi e grandi un prezioso spaccato di vita.
e la provinciale 641 passando curve secche e impegnative lucernai. Le opere di Murer, in
per Livinallongo, Rocca (corso Cavour, via della materiali diversi (marmo, bronzo ❺ L Molin de Pèzol, Pera
Pietore e Malga Ciapela. Valverde) verso piazza Bra, e ceramica ma soprattutto di Fassa, strada Jumela
Il giorno successivo, gran con arrivo all’Arena. legno), si trovano all’interno ☎ 0462/76.01.82. Orario:
e anche nel parco all’esterno. luglio-10 settembre lun.-sab. 10-

150 Bell’Italia
sulla guerra del 1915-18 e sul
I consigli di possente castello di Andraz.

ROCCA PIETORE (Bl)


❽ Museo Marmolada
Grande Guerra, Malga
Ciapela 48 ☎ 334/679.44.61;
IL VINO museomarmoladagrandeguerra.
Il tesoro della Valpolicella com Orario: tutti i giorni 9-16.
di Pier Bergonzi Ingresso gratuito con il biglietto
della funivia Malga Ciapela-
Serauta (27 € a/r). È il museo
Se l’Amarone sta conquistando il mondo e si è ritaglia- più alto d’Europa, a 3.000 metri
to un ruolo di primo piano tra i grandi rossi d’Italia, il nella zona monumentale del
merito è anche di Allegrini, cantina storica guidata da Serauta, accanto al ghiacciaio. Si
due vulcani come Marilisa e Franco Allegrini. La splen- entra con una rampa d’accesso
dida tenuta di villa della Torre e tantissimi vigneti disse- che rievoca un passaggio su un
minati sulle colline della Valpolicella fanno di Allegrini crepaccio, immergendosi nella
una grande realtà dell’enologia italiana. Tra le tante storia della vita prebellica
bottiglie che escono dalla cantina di Fumane vogliamo delle valli attorno alla Marmolada.
Dettaglio dell’Arena di Verona, Poi i valligiani diventano soldati:
proporvi l’Amarone classico, che Allegrini produce con grandioso anfiteatro di età Claudia ed ecco le ardite costruzioni
il 90% di uva Corvina o Corvinone – la base di tutti (I secolo d.C.). Da giugno a in quota e i commoventi
i rossi della Valpolicella – con l’aggiunta di un 5% di settembre è sede dell’Arena oggetti restituiti dal ghiaccio.
Oseleta e un altro 5% di Rondinella. Prima di essere di Verona Opera Festival.
messo in bottiglia il vino passa almeno 18 VERONA
mesi in barrique. Di color rubino intenso, ❾ Giardino Giusti, via Giardino
l’Amarone Allegrini colpisce per l’intensi- Giusti 2 ☎ 045/803.40.29;
tà dei profumi di frutta rossa matura, ca- www.giardinogiusti.com
cao, frutta secca e spezie dolci. Al gusto Orario: 10-18. Ingresso: 10 €.
12 e 16-19, poi su prenotazione. È uno dei più armoniosi giardini
è un’esplosione di sapori che vanno dalla
Ingresso gratuito. L’antico mulino all’italiana della Penisola, ideato
confettura di amarene al pepe rosa, ma è di Pezol, appartenuto sin dai nel 1570 da Agostino Giusti
sostenuto da una bella vena acida che dà primi dell’Ottocento alla famiglia in asse con il palazzo. Il viale
freschezza e bevibilità. Rizzi, fu la prima sede del di cipressi conduce al labirinto
• Amarone della Valpolicella Classico Museo ladino. Oggi racconta in bosso (1786) e a una
Docg, Allegrini, Fumane (Verona), via Giare la storia dei cereali in val rupe scavata da grotte
5 ☎ 045/683.20.11; allegrini.it Prezzo: 65 € di Fassa. Ha due macine e coronata da una terrazza.
e un brillatoio per l’orzo, azionati
IL RISTORANTE da tre ruote idrauliche. ❿ Museo di Castelvecchio,

Menu alpino dal salmerino allo strudel LIVINALLONGO


corso Castelvecchio 2 ☎ 045/
806.26.40; www.museodi
di Maurizio Bertera DEL COL DI LANA (Bl) castelvecchio.comune.verona.it
❻ Chiesa dei Santi Pietro Orario: mar.-dom. 10-18.
Si trova in un maso di montagna proprio al limite del e Paolo Apostoli, Arabba, Ingresso: 6 €. La fortezza, eretta
bosco, a pochi minuti di auto dal centro di Predazzo. via Boè 1 ☎ 0436/78.12.57. da Cangrande II (1354-56), fu
Moena, dove transita la tappa 20, dista solo 12 chilo- Orario: 8-18. Sobria, elegante, restaurata da Carlo Scarpa che
ben inserita nel paesaggio curò anche, dalla fine degli anni
metri. Nella bella stagione ci si siede nella grande ter-
con il campanile aguzzo 50, il magistrale allestimento
razza esterna, mentre nei mesi freddi la sala interna è e il suo tranquillo cimitero, del museo. Il culmine
riscaldata da un camino. Offre cucina rigorosamente di esisteva già nel 1336; afferisce emotivo è la statua equestre
territorio, grazie alla materia prima dei fornitori, spesso alla chiesa di San Giacomo di Cangrande I (1340-50), ma
Presidi Slow Food: carne, salumi, verdure, pasta fresca, Maggiore a Pieve di si ammirano anche capolavori
funghi e frutti di bosco. Da qui nasce una serie di piat- Livinallongo, documentata come la pala Bevilacqua
ti per tutti i gusti: salmerino al cartoccio o carpaccio di dal 1140, ricostruita nel 1454 Lazise (1548) di Veronese.
carna salada; gnocchi di polenta, ragù di coniglio, finferli e ampliata nel 1830.
⓫ Arena, piazza Bra 1
e formaggio Casolet o spätzle verdi con speck e panna;
❼ Museo Ladino Fodom, ☎ 045/800.51.51; www.
stinco di maiale al forno o polenta e capriolo. Ci si può
Arabba, via Pieve 78 ☎ 0436/ turismoverona.eu Orario:
fermare anche soltanto per un ricco tagliere di salumi e 71.93; www.ladins.it Orario: mar.-dom. 9-19. Ingresso: 10 €.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

di formaggi. Da non perdere lo strudel della casa, me- luglio e settembre mar. e gio. L’anfiteatro di età Claudia
glio ancora se abbinato al gelato alla cannella. Buona la 16-19; agosto lun.-ven. 16-19. (I secolo d.C.) era in origine
selezione di vini e di birre artigianali del Trentino. Ingresso gratuito. Documenta formato da due anelli
Miola, Predazzo (Tn), località Miola ☎ 0462/93.66.03 e la cultura ladina in tutti i suoi concentrici: di quello più interno
340/376.19.58; ristorantemiola.com Conto medio 35 €. aspetti, dall’organizzazione del si conservano tutte le 72 arcate,
territorio all’economia della in blocchi di pietra calcarea
vallata, con approfondimenti della vicina Valpolicella.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Bell’Italia 151
buone soste DA BELLUNO A VERONA Di Anna Pugliese

BELLUNO SANTA GIUSTINA (Bl) www.rifugiocimaundici.it Marmolada, offre camere


B&B Fisterre, via Fisterre 3 Osteria Dal Conte, località Arrivati allo scenografico lago di piene di luce e una bella area
☎ 348/781.01.68; Salmenega 14 ☎ 0437/85.83.64. Fedaia, una sosta al Cima Undici benessere. Ottima anche
www.bedandwellness.net Ecco un’osteria davvero come è quasi d’obbligo per godersi la cucina della casa. Doppia
Offre una splendida accoglienza quelle di una volta. Accogliente uno degli ottimi dolci della casa con colazione da 95 €.
proponendosi come “bed & l’interno, belli gli spazi esterni. (strudel, torta Linzer o Sacher)
wellness”, grazie a una piccola Tra le specialità, gli strozzapreti ma anche un pranzo con i sapori VERONA
ma piacevolissima spa: alla tirolese, i raviolotti con sinceri della montagna. E magari Hotel Milano & Spa
già dalla primavera si può polenta, formaggio Montasio per concedersi un’escursione: vicolo Tre Marchetti 11
usare l’idromassaggio e tartufo bellunese e la carne le trincee del Padon sono a due ☎ 045/59.16.92. A Verona si
esterno riscaldato. Doppia alla brace. Conto medio 38 €. passi. Conto medio 30 €. può approfittare della tappa per
con colazione da 99 €. un’immersione nel benessere:
SAN GIOVANNI DI FASSA (Tn) Caseificio Sociale Val questo hotel dispone di 58
Ristorante Delle Alpi Deca, Sot e Sora Wine & Food, di Fassa, località Sen Jan, camere e una bella spa che si
via Jacopo Tasso 15 ☎ 0437/ Pozza di Fassa, piazza de Vich 5 strada Dolomites 233 completa con un idromassaggio
94.03.02. Propone soprattutto ☎ 333/243.34.82. Nel cuore ☎ 0462/76.40.76; www. sulla terrazza, da dove si
pesce questo ristorante un po’ del paese, pochi tavoli ma ampia formaggidimontagna.com ammira l’Arena. Doppia con
defilato, con un servizio veloce scelta di vini e birre, anche Inaugurata una decina di anni colazione da 149 €.
e piacevole e un buon rapporto artigianali. La specialità sono fa, è la sede di una cooperativa
qualità-prezzo. Tra le specialità, gli hamburger e i piatti a base agricola fondata nel 1930. Qui Air Suite Verona
soprattutto mediterranee, di carne. Conto medio 25 €. si lavora il latte delle mucche corso Porta Nuova 11 ☎ 045/
si segnalano il carpaccio di mare della vallata, trasformandolo 493.77.11; airsuiteverona.com
e la zuppa di pesce; tra i dolci CANAZEI (Tn) in ottimi formaggi. Imperdibili In pieno centro, propone
spiccano i cantucci con Rifugio Cima Undici, località il Dolomiti, tenero e delicato; camere raffinate e ampie
la crema. Conto medio 40 €. Fedaia 30 ☎ 0462/60.22.90; il Cuor di Fassa al vino, messo e una convenzione con una
a stagionare nel Teroldego, vicina spa per rilassarsi. La
molto profumato; il saporito colazione è continentale e c’è
Malga Fuciade, di latte crudo. un parcheggio riservato. Doppia
La barretta del nonno Si trovano anche altri prodotti superior con colazione da 142 €.
trentini, dal miele ai salumi,
dagli infusi ai succhi, B&B San Giacomo,
dalle farine alle confetture. via Pigna 15 ☎ 349/852.27.10;
www.sangiacomobb.it
LIVINALLONGO Due camere matrimoniali
DEL COL DI LANA (Bl) in un fascinoso palazzo del XV
Hotel Genziana secolo, nel cuore del centro
Arabba, via Colesel 16 storico a due passi da piazza delle
☎ 0436/791.24; genziana.it Erbe. Gli arredi sono d’epoca.
Un tipico albergo alpino, Doppia con colazione da 118 €.
comodo e con una splendida
gestione familiare: nuovissime Darì Ristorante & Enoteca,
le junior suite, imperdibile la vicolo cieco San Pietro
colazione. Apre il 25 maggio. Incarnario 5 ☎ 045/59.50.22;
Doppia con colazione da 106 €. www.ristorantedari.com
Un ristorante accogliente come
ALLEGHE (Bl) una casa, in un antico palazzo
Enoteca Corona d’Oro, Caprile, storico. Qui si gustano una
piazza Dogliani ☎ 0437/72.12.15. selezione di delizie venete, dal
Un cuore di mandorle nella torta russa Superando il poderoso portone profumato risotto all’Amarone
ed entrando nella grande sala al baccalà alla vicentina, dalle
Se chiedete a un veronese Vista la presenza con il soffitto ad archi, che capesante della laguna gratinate
qual è il dolce più famoso delle mandorle, perfetto pare un piccolo museo, si fa al carpaccio alla Cipriani.
della città, non risponderà il “integratore naturale”, una un viaggio nella storia. Qui si E un pane davvero speciale.
gustano i vini, non tantissimi Conto medio 50 €.
pandoro ma la torta russa fetta è lo spuntino ideale
ma buoni, che maturano nelle
(sopra). È irresistibile: per riprendere le forze cantine dolomitiche tra Veneto, Più Gusto Bio, stradone Porta
una soffice torre di pasta dopo una lunga pedalata. Trentino Alto Adige e Friuli. Palio 36 ☎ 045/801.02.50.
sfoglia, altamente friabile, Magari accompagnata Da accompagnare a stuzzicanti Il posto giusto per procurarsi un
con un ripieno ricco da un tè aromatico o da spuntini o a piatti più corposi. sano spuntino. Sono proposti
di mandorle e amaretti. un infuso alla frutta. La si Conto medio 30 €. piatti in 3 opzioni salutari
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Molto profumata, si trova in tutte le pasticcerie, (il piatto detox, quello bilanciato
mangia il giorno dopo la ma quella della Pasticceria ROCCA PIETORE (Bl) e quello proteico), anche da
preparazione, in modo che Barini (corso Porta Nuova Hotel Albe località portar via. In alternativa si
Bosco Verde, via Marmolada 31 mangia sul posto, a pranzo, con
gli ingredienti possano 8 ☎ 045/803.04.49) è
☎ 0437/72.21.94; una semplice ma saporita scelta.
amalgamarsi al meglio. davvero strepitosa. www.hotelalbe.com Conto 9-10,50 € per i piatti
Vicino agli impianti della singoli, 24 € menu completo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

152 Bell’Italia
easybike DA BELLUNO A VERONA Testi e cartina di Albano Marcarini

In bici sul ponte Scaligero,


o ponte di Castelvecchio, realizzato
tra il 1354 e il 1356, distrutto
durante la Seconda guerra
mondiale e ricostruito nel 1951.

Verona

Lunghezza: 7 km. Dislivello: 40 metri.


Tempo di percorrenza:
1 ora (senza le soste). Partenza e
arrivo: stazione ferroviaria di Porta
Nuova. Dove mangiare e dormire:
Residenza San Faustino, corticella
San Faustino 7 ☎ 346/183.50.90;
residenzasanfaustino.it
Osteria Trattoria Al Duomo,
via Duomo 7 ☎ 045/800.45.05.
Noleggio bici: Verona Bike (bike
sharing con 38 stazioni cittadine)
☎ 800.89.69.48; bikeverona.it
Info: Fiab Verona, piazza Santo Spirito
13 ☎ 045/961.79.11.

Dall’Arena a San Zeno, un anello della Vittoria, spunto per passare


un attimo sulla sponda opposta del fiume

alla scoperta della città scaligera


e quindi ripassarlo al monumentale ponte
di Castelvecchio. L’omonimo fortilizio,
eretto da Cangrande II della Scala,
La stazione Porta Nuova fissa la dei Signori, un elegante “cortile” di archi domina un tratto della sponda fluviale
partenza di questo itinerario veronese porticati dove affacciano i maggiori edifici con la sua massiccia muratura merlata.
che imbocca subito il corso omonimo, pubblici: vi spicca soprattutto la loggia Prendendo il lungadige detto Regaste
dirittura d’arrivo di molte tappe del Giro del Consiglio, della fine del XV secolo. di San Zeno, dove secondo la tradizione
che si sono concluse dinanzi o all’interno il santo si sedeva a pescare, ci si avvicina
dell’Arena, eretta in blocchi calcarei della SULLE SPONDE DELL’ADIGE a uno dei monumenti romanici più insigni
Valpolicella nel I secolo d.C. e grandiosa Proseguendo in rettifilo si lambiscono della città, la chiesa di San Zeno Maggiore.
cornice di spettacoli lirici contemporanei. le Arche Scaligere, ovvero le monumentali All’esterno si contemplano il portale
Dall’Arena, per la rettilinea via Mazzini tombe dei signori di Verona, e si e le formelle delle ante raffiguranti storie
si passa nel cuore antico della città, raggiunge la sponda dell’Adige sul retro bibliche, mentre all’interno è la pala di
di impianto romano e di architetture della chiesa di Sant’Anastasia, con vista San Zeno, capolavoro di Andrea Mantegna,
scaligere. Il primo obiettivo è piazza sullo storico ponte Pietra. Da questo a calamitare l’attenzione. Grazie
delle Erbe, dov’era il foro romano, vertice l’itinerario torna a ritroso su alla pista ciclabile della circonvallazione,
coronata da vecchie case e torri e animata un’altra direttrice rettilinea, a conferma a contorno delle mura scaligere, si fa
dal mercato giornaliero. Tramite via della regolarità dell’originario impianto infine ritorno alla stazione ferroviaria.
della Costa si accede all’attigua piazza romano: è la via Emilei, che porta al ponte ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Bell’Italia 153
la salita DA BELLUNO A VERONA Testi e cartina di Albano Marcarini

Una sfida per gambe e fiato


ai piedi della Marmolada
Conosciuta sotto il profilo ciclistico come “la Marmolada”, la salita
al passo Fedaia mette in comunicazione l’Agordino con la val di Fassa,
giusto ai piedi del ghiacciaio della Marmolada. La strada comincia
a salire dopo Caprile, ma diventa impegnativa 7,5 chilometri più avanti
e davvero dura dopo Malga Ciapela, quando mancano 5,3 chilometri al
valico. La difficoltà è data dai lunghi rettifili con pendenze a doppia
cifra che rendono il Fedaia fra le più memorabili salite dolomitiche.
Il primo s’incontra dopo un chilometro da Malga Ciapela: un “drittone”
costantemente sopra il 12%. È noto come in salita i tratti rettilinei
siano i più problematici perché spesso non se ne vede la fine, avendo
di fronte tutta l’asprezza della pendenza. Quando questa si concede
qualche pausa, i valori non scendono comunque mai sotto il 10%.

RAPPORTI AGILI E UN OCCHIO AL METEO, SEMPRE VARIABILE


Poco prima del Rifugio Capanna Bill (1.785 metri) si sfiora
l’eccesso con una punta del 18% che fa pagare dazio a chi, nel tratto
precedente, ha voluto forzare il ritmo. Non regala nulla il Fedaia,
e sono provvidenziali i rapporti alquanto agili. Le successive serie di
tornanti danno un po’ di stimolo, ma l’immagine della parete verticale
ancora da scalare non è di gran conforto. L’ultimo chilometro torna
su valori del 12%, con una velenosa punta al 15%. Occorre uno sforzo
estremo per vincere questi ultimi metri che non danno respiro, fino
a quando non si taglia il cartello del valico, a 2.057 metri d’altitudine.
Da qui la strada spiana e costeggia il gelido lago di Fedaia
sotto la maestosa, ma purtroppo ormai ristretta, colata di ghiaccio
della Marmolada. Al valico le condizioni meteo possono variare
con inaspettata rapidità: indispensabile avere, anche in estate, indumenti
adeguati. Fu proprio il tempo avverso a impedire il regolare svolgimento
della “tappa regina“ del Giro 2021 da Sacile a Cortina: a causa della
neve furono tolti dal tracciato sia il Fedaia sia il Pordoi. Nelle varie
edizioni del Giro, il Fedaia è stato scalato 14 volte a partire dal 1975.
Fedaia, per la cronaca, riporta a “feda”, cioè “pecora” nei dialetti veneti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Scorcio del lago Passo Fedaia


di Fedaia, nelle
immediate
vicinanze del Strada provinciale 641, in provincia di Belluno.
passo. È uno Partenza: Malga Ciapela (1.460 metri), frazione di Rocca Pietore.
specchio d’acqua
Si può raggiungere da Belluno (a 75 km) seguendo la statale 50
artificiale,
originato dalla e poi la 51 di Alemagna fino a Longarone, quindi la provinciale 251 per
costruzione Forno di Zoldo e il passo Staulanza. Giunti a Selva di Cadore
di una diga si scende a Caprile con la provinciale 20 per poi imboccare
nel 1956. la provinciale 641 fino a destinazione. Arrivo: passo Fedaia
A sud-ovest
è dominato (2.057 metri). Lunghezza: 5,3 km. Dislivello: 597 metri. Pendenza
dalle pareti media: 11,2%. Pendenza massima: 18%.
del gruppo Dove mangiare: Rifugio Capanna Bill, località Malga Ciapela 1
della Marmolada. ☎ 0437/72.21.00; www.capannabill.com

154 Bell’Italia
Partner
Istituzionale

quarto
Per ognuna delle 18
tappe italiane del Giro
numero 105 abbiamo
chiesto a uno chef
stellato di dedicare un
piatto alla Corsa Rosa.
Ecco le loro creazioni
e le loro storie di tifosi
e ciclisti per passione

Testi SILVIA FRAU

CHEF

LE STELLE SULLE
STRADE DEL GIRO
In questa foto: lo chef Niko Romito, 3 stelle Michelin, nel suo ristorante Reale, ospitato all’interno di Casadonna, convento del XVI secolo
a 860 metri di quota nel Parco Nazionale d’Abruzzo, dove si trovano anche alloggi di charme e una scuola di cucina. Romito detiene
il massimo riconoscimento Michelin dal 2013. Pagina seguente: lo chef posa per noi sulla sua bici da corsa, sulla strada per il Reale.
I Niko Romito,
Reale
Il Giro 2022 celebra due eccellenze italiane del cibo:
lo Sforzato, il vino principe della Valtellina, e il Parmigiano
Reggiano, icona della Food Valley emiliana. Ma nel
percorso disegnato dalla Corsa Rosa dalla Sicilia a Verona
sono tante le soste del gusto: anche ai massimi livelli, quelli
in cui il lavoro degli chef sulle materie prime del territorio
viene premiato dalle stelle Michelin. Si va da istituzioni
TAPPA 9 ISERNIA – BLOCKHAUS
come Niko Romito, lo chef tristellato di Castel
di Sangro, che al Giro 105 ha scelto di dedicare un piatto La scoperta del mondo vegetale
del suo nuovo menù a base di ingredienti “poveri”, a talenti
Sosta imprescindibile per i palati gourmand, il ristorante Reale
giovani ma già pienamente riconosciuti, come Gianluca dello chef Niko Romito a Castel di Sangro si raggiunge con
Renzi del bolognese I Portici. Gli chef hanno condiviso facilità a bordo di un’auto, ed è invece impegnativo per i ciclisti
con noi i loro ricordi di appassionati della bici ma anche il che vi arriveranno da Isernia. Ecco allora che lo chef tre stelle
Michelin si diverte ad accoglierli nel suo Abruzzo con una ricetta
senso del loro lavoro in cucina. Un lavoro che, come quello “in rosa”, parte del nuovo menù vegetale del ristorante:
di una squadra ciclistica, è fatto di tratti duri e salite, di Cipolla rossa, vermouth e alloro. Per prepararlo le cipolle rosse
capitani e gregari (i sous-chef, indispensabili per tirare la vengono cotte al cartoccio in forno a vapore per renderle
fondenti. Si scelgono poi le falde centrali e si mettono da parte,
volata al traguardo), di sforzo collettivo che riserva a chi mentre quelle esterne sono arrostite ad alta temperatura e poi
persevera con impegno, coraggio ed entusiasmo le più frullate e filtrate. Il liquido viene ridotto fino a ottenere una
glassa condita con aceto, olio all’aglio e timo tritato, che ne
grandi soddisfazioni. Sulla strada come in cucina.
accentua il sapore e, dopo un passaggio in forno ad alta
temperatura, conferisce una nota caramellata. Le cipolle sono
condite con estratto di alloro, che dona la nota erbacea, e
vermouth, che dà quella alcolica, e poi adagiate su una crema
di latte. Un gioco di colori e sfumature che varia dal viola

©RIPRODUZIONE RISERVATA
intenso alle trasparenze di rosa tenue, accentuate dalle diverse
consistenze della cipolla, e che ricorda la maglia rosa.

REALE Castel di Sangro (Aq), contrada Piana Santa Liberata


☎ 0864/693.82; www.nikoromito.com Menu degustazione
(14 preparazioni) 170 €.

Cipolla rossa, vermouth e alloro

Bell’Italia 157
TAPPA 5 CATANIA – MESSINA

Francesco Patti
Eccellenze siciliane
e Domenico da esaltare con rispetto
Colonnetta,
Ristorante Coria «Ho imparato ad andare in bicicletta con mio padre
nell’aranceto di famiglia, tra il profumo delle zagare e
degli agrumi, per cui associo quei momenti alla fonte
d’ispirazione della mia cucina genuina e familiare»,
racconta Roberto Toro, executive chef del Belmond
Grand Hotel Timeo di Taormina e alla guida del
ristorante Otto Geleng. La sua è una cucina capace
Filetto di San Pietro, topinambur, di raccontare la sua terra, «che vanta prodotti
polvere di rapa, cipolla e oliva nera straordinari, e quando c’è a disposizione un’ottima
materia prima non serve snaturare gli ingredienti,
basta saperli accompagnare esaltandoli». Come nella
ricetta che dedica al Giro, la Spalla di maialino dei
Nebrodi su crema di mandorla pizzuta di Avola
e misticanza selvatica, scelta perché «fa il “giro” di
alcune località siciliane tramite la scelta di eccellenze
autoctone». E anche a lui piace girare, lo faceva in
mountain bike. «Ma pensavo sempre di poter fare
meglio con una bici da corsa. Per il mio compleanno
mia moglie mi regalò una bici comprata in un negozio
di noleggio e che era stata utilizzata da Orlando
Bloom. Ora vado in giro con la mia nuova bici su cui
ho lasciato l’etichetta con il nome del famoso attore».

OTTO GELENG Belmond Grand Hotel Timeo, Taormina


(Me), via Teatro Greco 59 ☎ 0942/627.02.00; www.
belmond.com Menu degustazione Orto - una scelta di
gusto (5 portate) 120 €, Otto (6 portate) 150 €.

TAPPA 4 AVOLA – ETNA-NICOLOSI

Profumi di erbe dell’Etna Roberto Toro,


Otto Geleng
Dopo aver lavorato nelle migliori cucine siciliane,
Francesco Patti e Domenico Colonnetta nel 2009
danno vita al loro Ristorante Coria di Caltagirone,
a mezz’ora d’auto dal tracciato della tappa. Al Giro
2022 dedicano il Filetto di San Pietro, topinambur,
polvere di rapa, cipolla e oliva nera in guazzetto
di pomodorini e nepitella. «La gara si svolge
in primavera, il periodo in cui la natura esplode. È
il periodo durante il quale ci piace passeggiare per
il Bosco di Santo Pietro, nei pressi di Caltagirone,
e sentirne i profumi caratteristici: terra, muschio ed
erbe della macchia mediterranea si fondono in mix
stimolanti e allo stesso tempo consolatori, che
spesso hanno un retrogusto nostalgico», spiegano.
«Nel piatto, la freschezza di timo selvatico e nepitella
si mescola alla nota di terra conferita dal topinambur
e dalla rapa». È un piatto creato con ingredienti
semplici, ma che è un’esplosione di profumi e sapori
per un’esperienza indimenticabile. Come è
indimenticabile, per Francesco Patti, «il periodo
dell’infanzia e prima giovinezza, i giri in bicicletta nel
centro storico di Caltagirone e gli anni della scuola
alberghiera, quando nei momenti liberi si andava
©RIPRODUZIONE RISERVATA

a fare le escursioni alle pendici dell’Etna».

RISTORANTE CORIA Caltagirone (Ct), via Infermeria 24


☎ 0933/265.96; www.ristorantecoria.it Menu Spalla di maialino dei Nebrodi su
degustazione Equilibrio (5 portate) 75 €, Ragione (7
portate) 90 €, Effetto (9 portate) 110 €. crema di mandorla pizzuta di Avola

158 Bell’Italia
Struncatura con TAPPA 7 DIAMANTE – POTENZA
alici, pomodorini,
olivelle nere L’equilibrio dei contrasti
Al timone del Don Alfonso 1890, il ristorante
gourmet del San Barbato Resort di Lavello,
cittadina del Potentino nel Vulture Melfese
a un’ora dall’arrivo della tappa, l’executive
chef Donato De Leonardis porta avanti una storia
di ospitalità che si tramanda nella famiglia
Iaccarino da oltre un secolo. Una cucina che parla
soprattutto del territorio, nel rispetto della
tradizione e dei prodotti. «I piatti nascono dalla
ricerca di quanto il territorio mette a disposizione»,
spiega lo chef, «prediligendo gli ingredienti
che preservano le lavorazioni e la qualità,
che nel tempo ho avuto modo di toccare
con mano. Pochi elementi ma trattati con
rispetto, per dare loro il valore che meritano».
Lo Gnocco ripieno di bufala e capperi,
emulsione di pomodoro verde a crudo, ricciola
affumicata e rucola campestre, polvere di
olive nere di Ferrandina e coulis di pomodoro
confit «mi pare interpreti bene i repentini alti
e bassi di una corsa ciclistica molto combattuta
come il Giro d’Italia», prosegue De Leonardis,
«resi dai contrasti spinti ma allo stesso tempo
equilibrati che caratterizzano la mia ricetta».

Nino Rossi, DON ALFONSO 1890 San Barbato Resort Spa & Golf,
Qafiz Lavello (Pz), statale 93, km 56,300 ☎ 0972/81.60.11;
www.sanbarbatoresort.com Menu degustazione
(12 portate) 120 €.

TAPPA 6 PALMI – SCALEA


Donato De
Tecniche contemporanee Leonardis, Don
Alfonso 1890
per ripensare la tradizione
La cucina di Nino Rossi e del suo ristorante Qafiz,
aperto nel 2016 a Santa Cristina d’Aspromonte, a
30 chilometri dalla città di partenza della tappa, parla
di una Calabria inedita, fuori dai luoghi comuni: una
terra dalla sorprendente biodiversità, ricca di materie
prime e contaminazioni, anche d’Oltralpe, che lo
chef conosce fin da bambino. La sua è una cucina
precisa, tecnica, e la si ritrova nei piatti che, pur
partendo dal gusto, trovano colori e simmetrie
che li rendono particolarmente accattivanti e
contemporanei. Come la sua Struncatura con
alici, pomodorini, olivelle nere e una spolverata
di mollica saltata in padella. La dedica alla
tappa «proprio perché è un piatto che si prepara
tradizionalmente tra Palmi e Gioia Tauro, da dove
passa la competizione, anche se in realtà venne
portato qui dai commercianti di Amalfi che si
fermavano in queste zone. È una pasta campana
realizzata con la “scopatura” (lo scarto) del grano».
Rossi, che a Gioia Tauro è nato, ricorda in
particolare la sua giovinezza, la libertà di andare in
giro per le vie del paese: «Quando non ero a scuola
©RIPRODUZIONE RISERVATA

ero sempre in sella alla mia bicicletta, e percorrevo


tutta Gioia Tauro in lungo e in largo».

QAFIZ Santa Cristina d’Aspromonte (Rc), località


Calabretto ☎ 0966/87.88.00; qafiz.it Menu degustazione
(6 portate) 95 €, (9 portate) 120 €, (12 portate) 180 €. Gnocco ripieno di bufala
e capperi
Bell’Italia 159
TAPPA 10 PESCARA – JESI

L’invito di Cedroni
Domenico
Candela, George ad assaggiare le Marche
Restaurant
La Lasagnetta di mare in bianco, con salsa di
prezzemolo e lime è la ricetta che Moreno Cedroni,
chef e patron della Madonnina del Pescatore,
2 stelle Michelin a Senigallia, la cittadina a mezz’ora
dall’arrivo della tappa dove ha anche la “salumeria
ittica” Anikò (in dialetto “tutte le cose”) – mentre
il Clandestino Susci Bar è punto di riferimento per
gli amanti del crudo a Portonovo –, dedica ai lettori.
«Ed è un invito a correre nelle Marche per assaggiarla.
La lasagna», spiega infatti, «qui è tradizione pura, con
ragù di carne e rigaglie; la mia invece è di pesce,
leggera, fresca, mi identifica molto e richiama le mie
origini marchigiane. Sì, la pasta è con i tuorli, ma il
ripieno è di vongole, pannocchie e seppie». Estro,
creatività, curiosità e sperimentazione sono la cifra
dello chef, che quando gli chiediamo se ha un
aneddoto che lo lega al mondo della bicicletta, sorride
pensando alla sua infanzia. E racconta: «Avrò avuto
cinque anni quando ho ricevuto la prima bicicletta
della mia vita. Caddi subito a terra e mi ruppi un
dentino. Forse l’esordio non fu dei più felici ma poi
mi sono appassionato e ora vado in bici. Non certo
a livello agonistico, ma solo per piacere».

MADONNINA DEL PESCATORE Senigallia (An),


via Lungomare Italia 11 ☎ 071/69.82.67;
www.morenocedroni.it Menu degustazione
Animelle e friarielli (10 portate) 180 €.

TAPPA 8 NAPOLI – NAPOLI

Un napoletano verace dalla Moreno Cedroni,


Francia ai piedi del Vomero Madonnina
del Pescatore
«Da napoletano il ciclismo non l’ho seguito tanto:
da bambino ero sempre con il pallone, giocavo a
livelli agonistici, mio padre era un tifoso del Napoli
e di Maradona”, racconta Domenico Candela, chef
del George Restaurant all’interno del Grand Hotel
Parker’s di Napoli. «Ma ricordo nel mio quartiere
il primo giorno che tolsi le rotelline dalla bicicletta,
e le sbucciature, mio padre che mi diceva “dai, risali”
Lasagnetta di mare in
e mi incitava, e ho ricordi indelebili anche di quando bianco, con salsa
lavoravo a Parigi e mi spostavo in città in bici. Ero là di prezzemolo e lime
anche quando Nibali vinse il Tour de France: quel
giorno ero di riposo, ero orgoglioso, lo vidi arrivare a
Parigi e vincere». Il piatto che dedica al Giro 2022 è
Animelle e friarielli. «L’animella è una frattaglia che
ho iniziato a cucinare Oltralpe (Candela ha lavorato
con Anne-Sophie Pic, Yannick Alléno, e poi in Italia
con Enrico Bartolini e Antonio Guida, ndr), ed è una
parte dell’animale considerata meno nobile. L’ho
abbinata al friariello e quindi alla mia terra, a cui sono
molto legato. In Francia ho imparato tanto, anche
le tecniche, ma le mie origini sono campane, e uso
©RIPRODUZIONE RISERVATA

materie prime locali. Dopo tanti anni è stato bello


tornare a Napoli, portare qui la mia cucina e una
stella». Guadagnata a solo un anno dal suo arrivo.

GEORGE RESTAURANT Grand Hotel Parker’s, Napoli,


corso Vittorio Emanuele 135 ☎ 081/761.24.74; www.
georgerestaurant.it Menu degustazione (7 portate) 140 €.

160 Bell’Italia
Gianluca Renzi,
Ristorante I Portici

Fusillone Felicetti, mandorla, ricci


di mare, seppia e prezzemolo

TAPPA 11

SANTARCANGELO DI ROMAGNA – REGGIO EMILIA

Il mare nel piatto sotto


i portici di Bologna
«Sono cresciuto con una bici da corsa
in casa. Mio padre, che tutt’ora esce a
pedalare, è sempre stato appassionato
di ciclismo e ha trasmesso a me e a mio
fratello l’amore per questo sport», racconta
Gianluca Renzi, una stella Michelin al
Ristorante I Portici di Bologna. «Sono
stato un fan del Pirata e di Ivan Basso. Da
adolescente, quando passavo l’estate in
Trentino, divenni famoso tra i miei amici
per essere arrivato a un rifugio a 2.400
metri di quota con la bici, caricandola in
spalla per superare l’ultimo tratto di sassi».
La stessa caparbietà e voglia di superare
il limite che contraddistingue il ciclismo
«è nel carattere di Bologna, la città che
è la mia casa da due anni. Priva di fiumi,
fu soprannominata “la città delle acque”
e fece di questo elemento un motore di
sviluppo attraverso un complesso sistema
di canali realizzato nel XII secolo che le
permise di avere un porto in città. Alla
statua del Nettuno, uno dei suoi simboli,
ho dedicato il piatto che riporta il mare a
Bologna: Fusillone Felicetti, mandorla,
ricci di mare, seppia e prezzemolo.
Ricorda il mare nei colori, nei profumi e nei
sapori, dove la dolcezza e la sabbiosità
della mandorla si sposano con la salinità dei
ricci e delle seppie morbide e croccanti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

RISTORANTE I PORTICI I Portici Hotel,


Bologna, via Indipendenza 69 ☎ 051/
421.85.62; www.iporticihotel.com Menu
degustazione Intrecci (5 portate) 110 €.

Bell’Italia 161
TAPPA 13 SANREMO – CUNEO
Ivano
Ricchebono, Materie prime del Ponente
The Cook
Restaurant
per l’appetito degli atleti
Chef e patron del Ristorante Sarri, aperto dal 2014
tra le colorate casette di pescatori del borgo ligure
del Prino, a Imperia, Andrea Sarri è un buon
conoscitore del suo territorio e delle materie prime,
che lavora in abbinamenti inusuali e con grande
rispetto, valorizzandole con un buon uso delle erbe
aromatiche (che sono anche presenti a profumare gli
interni del ristorante, dove si è accolti dalla moglie
Alessandra). Il risultato è una cucina che pur
essendo legata al passato – lo chef è figlio di
ristoratori, in famiglia la cucina è una tradizione –
parla al presente. Alla competizione lo chef dedica
la sua celebre Calamarata del pastificio Setaro in
guazzetto di primizie di mare, perché è il piatto
che riscontra sempre maggior successo tra il gruppo
di ciclisti professionisti che frequenta regolarmente
il ristorante. Sarri stesso è un ciclista. Quando gli
chiediamo un aneddoto legato al mondo delle bici,
anche se ne avrebbe probabilmente tanti, sorride,
e ci racconta che il suo amico Filippo Ganna,
il cronoman piemontese campione del mondo,
quando è a casa si diverte a cucinare con indosso
la sua giacca da chef.

RISTORANTE SARRI Imperia, frazione Borgo Prino, via


Lungomare Cristoforo Colombo 108 ☎ 0183/75.40.56;
www.ristorantesarri.it Menu degustazione Lasciatemi
Acciuga su tela fare (6 portate) 85 €.

TAPPA 12 PARMA – GENOVA


Andrea Sarri,
Il paesaggio della Liguria Ristorante Sarri
riassunto in una ricetta
«Calcisticamente parlando sono sampdoriano,
e i giocatori della Sampdoria hanno il soprannome
di “ciclisti” per via della maglia a righe orizzontali
che li contraddistingue, simile una vera maglia del Calamarata del pastificio Setaro
ciclismo», racconta Ivano Ricchebono, chef e
titolare del The Cook Restaurant di Genova, aperto in guazzetto di primizie di mare
insieme alla moglie Elisa Arduini nel 2004 e insignito
della stella Michelin dal 2010. Allo chef, ospite fisso
di Antonella Clerici a La prova del cuoco su Rai Uno,
però, non piace solo il calcio: «Il ciclismo ha sempre
fatto parte della mia vita», racconta. «Da bambino
ho sempre avuto la passione della bicicletta e
pedalando giravo i paesi del Basso Piemonte». Ed è
ispirata ai paesaggi che ciclisti e tifosi attraverseranno
nella tappa 12 la ricetta che propone: «L’Acciuga
su tela utilizza al cento per cento la materia prima
e amalgama i gusti e i profumi nel suo insieme.
L’aspetto cromatico riporta ai colori dei nostri
meravigliosi paesaggi, che vediamo quando
attraversiamo l’Italia». Ma il ciclismo è spunto anche
per la sua filosofia in cucina: «Penso si debba
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organizzare la propria brigata di cucina come una


vera squadra, dove ogni elemento fa del suo meglio
per favorire la vittoria finale del team».

THE COOK RESTAURANT Genova, vico Falamonica 9r


☎ 010/975.26.74; thecookrestaurant.com Menu
degustazione (8 portate) 150 €.

162 Bell’Italia
Mariangela
Susigan, Ristorante
Gardenia

TAPPA 15 RIVAROLO CANAVESE – COGNE

Erbe spontanee e antica


sapienza femminile
La stella Mariangela Susigan, dal 1977 titolare
del Ristorante Gardenia di Caluso, borgo del
Canavese a 20 minuti dalla città di partenza della
tappa, l’ha conquistata da vent’anni, ma è dallo
scorso anno che si è aggiunta quella verde, per la
sostenibilità. Un riconoscimento cui tiene molto,
perché premia il suo percorso, che vede molte delle
materie prime provenire dall’orto o da piccoli
Milano-Sanremo produttori locali e fa buon uso delle erbe selvatiche
che la chef raccoglie nei boschi del Canavese, anche
girando in sella a una mountain bike: «Il territorio è
ricco di boschi e posti incontaminati; percorrere il
Sentiero delle pietre bianche di Caluso, al mattino
Fabrizio Tesse, presto, per me è anche un momento di benessere».
Ristorante Con le erbe selvatiche prepara piatti come l’Antica
Carignano zuppa di Ajucche, bistorta (un’erba) e toma di Beppe.
Al Giro dedica invece un dolce: Ciliegie di Pecetto
alle spezie, cioccolato Manjari. Per il colore rosa
dato dalle ciliegie, ma anche perché unisce la golosità
del cioccolato e la stagionalità degli ingredienti.

TAPPA 14 SANTENA – TORINO RISTORANTE GARDENIA Caluso (To), corso Torino 9


☎ 011/983.22.49; www.gardeniacaluso.com Menu
Un artigiano del gusto degustazione Territorio (4 portate) 75 €.

e i sapori della memoria


Il Carignano di Torino è un ristorante gourmet che,
pur essendo all’interno del Grand Hotel Sitea, è un
luogo che vuole essere aperto alla città. In cucina c’è
Fabrizio Tesse, artigiano del gusto, a lungo sous-chef
di Antonino Cannavacciuolo a Villa Crespi. Classe
1978, milanese di nascita ma ligure di origini, Tesse
dedica al Giro il piatto Milano-Sanremo, che è
un finto ossobuco; il nome ricorda quello di un’altra
mitica competizione ciclistica, come ben sanno
gli appassionati. Ma per sua stessa ammissione,
Tesse dice di non seguire il ciclismo, perché «per me
è un po’ come la Formula 1, se la vedo in tv mi
addormento». Tutta la sua attenzione è dedicata alla
cucina, che dev’essere ispirata a quelli che chiama
“i codici tradizionali del gusto”, ciò che il palato
riconosce istintivamente nel piatto, perché
provengono da una conoscenza antica. Per Tesse
sono il punto di partenza per innovare. E per
dare sapori definiti, che abbiamo nella memoria,
partendo da materie prime selezionate e proposte
ogni volta in una nuova veste. Una cucina che lo Ciliegie di Pecetto
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chef dice anche essere legata «alle vie del sale, alle spezie,
quindi a Liguria, Piemonte e Spagna».
cioccolato Manjari
RISTORANTE CARIGNANO Grand Hotel Sitea, Torino,
via Carlo Alberto 35 ☎ 011/517.01.71; ristorante
carignano.it Menu degustazione Ricettario
(7 preparazioni) 110 €, Fuori Pista (7 portate) 140 €.

Bell’Italia 163
TAPPA 17 PONTE DI LEGNO – LAVARONE
Giancarlo
e Riccardo
Camanini,
La semplice complessità
Ristorante di uno sperimentatore
Lido84
«Per me andare in bicicletta è come stare ai fornelli,
mi aiuta a trascendere le difficoltà quotidiane e mi
trasporta nel viaggio alla ricerca di me stesso», dice
Edoardo Fumagalli della Locanda Margon di
Trento, ristorante stellato della famiglia Lunelli a 20
Riso riscaldato, minuti dal percorso della tappa. Al Giro dedica gli
prugna, vermouth Spaghetti in “Rosa” cotti in infuso di geranio
odoroso e ibisco, “acqua” di tinca e croste di
e pepe sancho pane. «Associo questo piatto al Giro d’Italia per la
sua unicità, come quella che caratterizza ogni tappa,
oltre al colore rosa che crea un legame simbolico».
Un piatto che lo chef definisce «dalla “semplice
complessità”, composto da pochi ingredienti ben
equilibrati. Lo spaghetto viene cotto nell’infuso, così
da caratterizzarne l’aroma e il profumo, che risulterà
delicato ma persistente. L’acqua di tinca ricavata da
12 mesi di decantazione sotto sale dona carattere e
sapidità, mentre le scorze di limone conferiscono
freschezza». E conclude: «Percepisco un forte
legame tra cucina e ciclismo. Entrambi ti danno la
possibilità di scoprire, vedere, “gustare” il mondo da
un’altra visuale. Richiedono impegno e preparazione,
sacrificio e determinazione; ma allo stesso tempo
sono molto gratificanti e ti fanno sentire bene».

LOCANDA MARGON Trento, via Margone di Ravina


15 ☎ 345/616.58.93; www.locandamargon.it Menu
degustazione (5 portate) 110 €, (9 portate) 140 €.

TAPPA 16 SALÒ – APRICA


Edoardo
Fumagalli,
Un risotto gourmet ispirato Locanda Margon
alla cucina degli avanzi
I fratelli Camanini sono le due anime del Ristorante
Lido84 di Gardone Riviera. Riccardo in cucina –
ha lavorato con Gualtiero Marchesi, Raymond Blanc,
Jean-Louis Nomicos e Alain Ducasse – e Giancarlo Spaghetti in “Rosa” cotti in infuso
in sala, a spiegare una filosofia culinaria che li ha fatti
arrivare al 15° posto (e primi tra gli italiani) della lista di geranio odoroso e ibisco,
San Pellegrino The World’s 50 Best Restaurants. Il “acqua” di tinca e croste di pane
Riso riscaldato, prugna, vermouth e pepe sancho
è un «risotto al concentrato di pomodoro, raffreddato
e riscaldato alla brace, un po’ abbrustolito, con succo
di prugna secca, vermouth e pepe lungo. Un risotto
legato alla memoria di molti, che riscaldato il giorno
dopo aveva delle connotazioni aspre. Il vermouth
e la prugna mantengono il carattere, ma conferiscono
una particolare eleganza», racconta lo chef. «Proprio
quel concentrato di pomodoro mi riporta al periodo
del primo avvicinamento al Giro d’Italia, negli anni 80,
quando nostra nonna ci proponeva spesso il riso del
giorno prima. E ricordo distintamente il tifo per
un ciclista italiano, Roberto Visentini, che nell’86
vinse il Giro. E oggi, avendo aperto un ristorante
©RIPRODUZIONE RISERVATA

sul Lago di Garda, la sua terra, è sempre una forte


emozione poter cucinare per lui».

RISTORANTE LIDO84 Gardone Riviera (Bs), corso


Zanardelli 196 ☎ 0365/200.19; www.ristorantelido84.
com Menu degustazione (7 portate) 110 €, (9 portate)
130 €.

164 Bell’Italia
TAPPA 19 MARANO LAGUNARE – CASTELMONTE

Raffaele Ros, Identità di confine


San Martino tra Italia e Mitteleuropa
«L’anno scorso il Giro d’Italia è passato una
domenica di maggio proprio dietro al nostro
ristorante», ricorda Antonia Klugmann, chef e
titolare de L’Argine a Vencò, il ristorante ospitato in
un bell’edificio moderno, contiguo a un mulino del
’600, dalle cui vetrate si vedono il giardino, l’orto e i
vigneti di Dolegna del Collio, cittadina a 15
chilometri dal percorso di tappa. «Non succedeva da
tanti anni. Il Collio era in festa. Si percepiva un
grande entusiasmo. Attraversando le colline in Italia
e in Slovenia la Corsa Rosa ha abbracciato
perfettamente l’identità di questi luoghi di confine».
È di confine anche la cucina della Klugmann, che
utilizza materie prime locali e una notevole
componente vegetale, che cambia al cambiare delle
stagioni, in una costante ricerca della sostenibilità.
La ricetta che ha scelto «rispecchia proprio questo.
La Zuppa di zucchine e riso spezzato, alloro e
rafano unisce a un’identità fortemente italiana i
gusti del Centro Europa con l’utilizzo dell’alloro e del
rafano, che qui in Friuli Venezia Giulia chiamiamo
cren». Stellata dal 2015, la chef è conosciuta anche
dal grande pubblico per aver partecipato a molte
trasmissioni televisive.

L’ARGINE A VENCÒ Dolegna del Collio (Go), località


Vencò 15 ☎ 350/521.28.04; www.largineavenco.it
Menù degustazione (6 portate) 90 €, (10 portate) 120 €.
Anatra, robiola e carciofo
violetto di Sant’Erasmo

TAPPA 18 BORGO VALSUGANA – TREVISO

Verdure di laguna per raffinate Antonia Klugmann,


L’Argine a Vencò
architetture culinarie
Lo chef Raffaele Ros è arrivato al ristorante San
Martino di Scorzè, borgo della campagna veneziana
a 20 minuti da Treviso, poco dopo aver finito la scuola
alberghiera di Castelfranco Veneto, e nel 2014 ha
ottenuto la stella Michelin. Ed è proprio all’adolescenza
che va il suo pensiero se si parla di biciclette: «Con gli
amici di scuola pedalavamo tra le colline di Menziken,
in Svizzera, tra tornanti, salite e discese. Si partiva tutti in Zuppa di zucchine
gruppo e si andava a scuola, facendo le gare per arrivare
primi. E ci si metteva tutta la gioia e la spensieratezza e riso spezzato
che si aveva a quell’età, tra cadute, frenate, spintoni,
scorciatoie con rimproveri da parte degli abitanti del
paese. E arrivare primi riempiva di orgoglio». Alla Corsa
Rosa propone l’Anatra, robiola e carciofo violetto di
Sant’Erasmo, un piatto elaborato composto da una
terrina di anatra brasata, spolpata e ricomposta
all’interno di una crema di robiola; viene panata e
tostata da entrambi i lati, mentre il carciofo – una
“castraura” dal gusto sapido e quasi dolce, presidio
Slow Food – viene pulito e cotto con un filo d’olio e
aglio e servito anche crudo, tagliato sottile e condito
©RIPRODUZIONE RISERVATA

con olio e limone. A completare il piatto, la millefoglie


di patata con foglie di acetosella.

SAN MARTINO Scorzè (Ve), località Rio San Martino,


piazza Cesare Cappelletto 1 ☎ 041/584.06.48; www.
ristorantesanmartino.info Menu degustazione (7 portate)
85 €, (13 portate) 135 €.

Bell’Italia 165
TAPPA 20 BELLUNO – MARMOLADA Omaggio a Dall’Oca
La cucina selvatica
delle Dolomiti trentine
«Il mio sogno nel cassetto?», esordisce Alessandro
Gilmozzi, chef del Ristorante El Molin di Cavalese,
a mezz’ora da Moena, da dove passa la penultima
tappa del Giro 2022. «È correre l’Eroica. Con una bici
d’epoca tra i bellissimi colli toscani. Mi sto preparando,
e sarebbe anche una scusa per mangiar bene da
grandi colleghi e bere i SuperTuscan». Ai clienti che
passeranno dalla val di Fiemme durante la tappa
propone I sassi dell’Avisio, un crumble a base di
nocciole e ginepro selvatico con “sassi” realizzati
con una mousse al geranio selvatico, pino mugo e
ginepro, germogli di abete, lichene candito e radice
di liquirizia selvatica. «L’idea è rendere nel piatto quel
che si vedrà nelle vallate dolomitiche a maggio: un
paesaggio che profuma di fiori, resine, fieno e prati
bagnati». La cucina di Gilmozzi è una cucina di
montagna, selvatica, caratterizzata dal valore del
territorio, «un territorio ostile se non lo si conosce;
ma se impari ad amarlo e a sentirti parte di esso ti dà
tantissimo e riesci a fare una cucina straordinaria.
Abbiamo una filiera di contadini e allevatori che ci
permettono di avere prodotti vegetali incredibili,
insieme al foraging e alla raccolta del selvatico.
Abbiamo 370 tipi di piante, radici, cortecce e fiori…».

RISTORANTE EL MOLIN Cavalese (Tn), piazza Cesare


Battisti 11 ☎ 0464/34.00.74; www.alessandrogilmozzi.
com Menù degustazione (8 portate) 130 €.
Mauro Buffo,
12 Apostoli

TAPPA 21 VERONA

Alessandro Gilmozzi, Finale all’Arena


Ristorante El Molin nel segno dell’arte
«La mia ricetta, Omaggio a Dall’Oca, è stata
pensata nel 2019 in onore del pittore veronese
Angelo Dall’Oca Bianca, e contiene i colori dei suoi
dipinti», racconta Mauro Buffo, chef del 12 Apostoli
di Verona. «Quell’anno, però, il giorno dell’arrivo del
Giro in Arena stavo tirando la sfoglia per prepararmi
al servizio della sera seguendo la gara in streaming.
E pensai: “...guarda, la sfoglia ha il colore della maglia
rosa”». La ricetta prevede infatti due sfoglie, una
gialla e una alla rapa rossa che in cottura diventa
rosa scuro, condite con un ragout di oca, una salsa
al pomodoro e una salsa bianca allo scalogno e
Parmigiano. «Da quel giorno per me quel piatto è
collegato al Giro. Io stesso faccio bici da strada. Mio
padre Graziano correva in handbike e mio fratello
pratica enduro, entrambi a livello agonistico; per me
è solo una passione, per svuotare la testa dal peso
della settimana». E racconta un aneddoto degli anni
90 legato ad Antonio Gioco, il titolare del locale.
«Stava cenando con un amico in saletta e venne
avvisato che un cliente stava ridendo a crepapelle
©RIPRODUZIONE RISERVATA

ascoltando i racconti delle loro imprese ciclistiche.


Era Gino Bartali, al tavolo con Renato Giusti, altro
grande ciclista, con cui proseguirono la serata».

12 APOSTOLI Verona, vicolo Corticella San Marco 3


☎ 045/59.69.99; www.12apostoli.com Menu dello chef
I sassi dell’Avisio (10 portate) 140 €.

166 Bell’Italia
DA SAPERE Il Giro in Rete Di Giovanni Mariotti

Sopra: le schermate
del sito web e della app
del Giro d’Italia. Qui
a fianco: “GIROglifici”
è la sezione di podcast
che racconta luoghi
e personaggi di ogni
tappa. A sinistra:
il selfie di due corridori.
Le piattaforme digitali
raccontano il Giro con
news, foto e video.

www.giroditalia.it

Sempre connessi con il Giro. Sulle piattaforme digitali


Nutrite un amore infinito per il Giro? corridori, che permetterà ai tifosi
Allora sono fatti per voi il sito web
ufficiale www.giroditalia.it e la app
al seguito della carovana di ammirare
dal vivo i propri beniamini in azione.
La corsa “elettrica”
del 2022, che vi consentiranno di Ma una corsa a tappe non è tale senza Dal 10 al 29 maggio va in scena
seguire da molto vicino la Corsa Rosa. le salite, le prove che la rendono unica: Giro-E, l’unico evento ciclistico
a tappe per biciclette a pedalata
Sito e app tengono costantemente “Il percorso” è arricchito dal racconto assistita di livello internazionale:
aggiornati in tempo reale con delle epiche sfide che si sono svolte sui sono 18 tappe – da Adrano, ai
news, immagini e video della corsa, mitici tornanti dello Stelvio, del Gavia, piedi dell’Etna, fino a Verona – che
pubblicati anche su tutte le principali del Mortirolo, del passo Pordoi... coprono in tutto 1.025 chilometri,
per una media di 57 chilometri
piattaforme social e digitali: Facebook, Per completare la conoscenza della a tappa. Aperta a ciclisti amatori
Twitter, Instagram, TikTok, YouTube Corsa Rosa è imperdibile uno sguardo o ex professionisti (sotto), la corsa
e Dailymotion. Un’importante rete al passato. Nella sezione “Storia” si svolge con biciclette dotate di
di informazione capace nella sono pubblicate notizie e curiosità sulle motori da 250 W per una velocità
scorsa edizione di raggiungere precedenti edizioni a partire dal 1909. massima limitata a 25 km/h.
Il percorso ricalca quello del Giro:
11 milioni di utenti unici e 205 C’è poi la Hall of Fame formata dai cambiano soltanto le località
milioni di pagine visitate. campionissimi che hanno segnato di partenza e il chilometraggio
Accedere al sito web darà la sensazione un’epoca: da Adorni a Moser, da di ciascuna tappa, che è ridotto.
di una vera esperienza “immersiva”. Hinault a Indurain, da Gimondi al Giro-E sostiene la micromobilità
con il “Villaggio della Sostenibilità”,
Sembrerà, infatti, di pedalare davvero “cannibale” Merckx. E se tutto questo presente in tutte le città di partenza,
sulle strade dei campioni con Giro non bastasse, ulteriori storie sono a e con i quattro appuntamenti –
d’Italia Virtual, l’esperienza virtuale disposizione su “GIROglifici”, l’area a Catania, Napoli, Torino
che permette di correre da casa dove ascoltare i podcast che raccontano e Verona – di EXPO-E, la fiera
propria, in sella alla propria bici, grazie luoghi e protagonisti di ogni tappa. della mobilità sostenibile.
a video e avatar 3D. Manca ancora una nota, quella
Per partire, anche solo virtualmente, turistica. Perché il Giro è “la corsa più
al seguito del gruppo è bene prepararsi dura del mondo nel Paese più bello del
al meglio: nella sezione “Il percorso”, mondo”. Così le piattaforme digitali
©RIPRODUZIONE RISERVATA

per ogni tappa sono riportate altimetria, offrono lo spunto per programmare
planimetria e una breve spiegazione una vacanza nelle regioni toccate
tecnica sui saliscendi o sulle pianure da dalla Corsa Rosa: c’è solo l’imbarazzo
affrontare. Il tutto accompagnato dalla della scelta con i suggerimenti sui
cronotabella con le indicazioni della luoghi da visitare e sulla cucina
località e dell’orario di passaggio dei e i prodotti tradizionali da gustare.

Bell’Italia 167
FINISH

START

Rivarolo Canavese
(Riviera dei Cedri)

Marano Lagunare
Borgo Valsugana
BUDAPEST

Ponte di Legno

di Castelmonte

(Passo Fedaia)
(Rif. Sapienza)

Santarcangelo

Reggio Emilia
Etna-Nicolosi
Balatonfüred

VERONA
di Romagna

Marmolada
Blockhaus

Santuario
Diamante
Kaposvár
Budapest
Budapest

Lavarone
Sanremo
Visegrád

Messina

Santena
Pescara
Potenza

Genova
Catania

Belluno
Treviso

Verona
Isernia
Scalea

Parma

Cogne
Cuneo

Aprica
Napoli

Napoli

Torino
Palmi
Avola

Salò
Jesi
CIMA
COPPI

1405 - Mont. Grande di Viggiano

1918 - Passo San Pellegrino


2239 - Passo Pordoi
1854 - Passo del Mortirolo
1938 - Goletto di Cadino

1261 - Monterovere (Menador)


1402 - Monte Sirino

1421 - Pila (les Fleurs)

1383 - Passo del Vetriolo


1448 - Santa Cristina
1582 - Verrogne
1310 - Passo Lanciano
1125 - Portella Mandrazzi

655 - Bric del Duca (Superga)


655 - Bric del Duca (Superga)
1032 - Rionero Sannitico
1255 - La Sellata

2057
684 - Valico del Macerone

698 - Colle della Maddalena

698 - Colle della Maddalena

698 - Colle della Maddalena


226 - Crocette di Montecosaro

957 - Passo del Bocco

870 - Passo di Tanamea

301 - Torricella Massimiliana


1892

1254 - Roccaraso

1611

242 - Muro di Ca’ del Poggio


936 - Colle di Nava

350 - Le Scale di Primolano


392 - Valico di Trensasco
515 - Aeroporto L. Razza

641 - VIllanova Grotte


1665

1154 - Kolovrat
594 - Passo Colla

128 - Monte di Procida

615 - La Colletta
205 - Monsano
284 - Recanati

615 - Giovo
174 -Tihany

612
338

172

1a 2a 3a 4a 5a 6a 7a 8a 9a 10a 11a 12a 13a 14a 15a 16a 17a 18a 19a 20a 21a

Un’altalena di emozioni dall’Etna all’Arena


Saranno probabilmente le salite, Il Giro in tv
con i ritmi imposti dalle squadre, Tutte le tappe sono trasmesse in chiaro
le schermaglie dei fuggitivi, gli scatti Il calendario dalla Rai, prima su Rai Sport HD per le battute
improvvisi e i testa a testa tra i favoriti, del Giro d’Italia 2022 iniziali delle tappe e poi su Rai 2 per le fasi
a decidere le sorti del Giro 2022. cruciali, e a pagamento sui canali Eurosport.
Limitate a due sole frazioni le prove
a cronometro – una nell’ouverture venerdì 6 maggio giovedì 19 maggio
ungherese, l’altra sul collaudato Tappa 1: Budapest-Visegrád, 195 km. Tappa 12: Parma-Genova, 202 km.
circuito veronese delle Torricelle – sabato 7 maggio venerdì 20 maggio
le montagne sono ancora protagoniste, Tappa 2: Budapest-Budapest, Tappa 13: Sanremo-Cuneo, 150 km.
sia nel formato classico dei “tapponi” 9,2 km (cronometro).
alpini che in più variegati e nervosi sabato 21 maggio
domenica 8 maggio
saliscendi lungo tutta la Penisola. Tappa 14: Santena-Torino,147 km.
Tappa 3: Kaposvár-Balatonfüred, 201 km.
Alla prima categoria appartengono lunedì 9 maggio: riposo.
domenica 22 maggio
la tappa valdostana, che omaggia Tappa 15: Rivarolo Canavese-
martedì 10 maggio
i cento anni del Parco Nazionale Cogne, 177 km.
Tappa 4: Avola-Etna-Nicolosi (Rifugio
del Gran Paradiso, la frazioni che lunedì 23 maggio: riposo.
Sapienza), 170 km.
affrontano il terribile Mortirolo
e il passo del Vetriolo e l’immancabile mercoledì 11 maggio martedì 24 maggio
Tappa 5: Catania-Messina, 174 km. Tappa 16: Salò-Aprica, 202 km.
“parata” dolomitica con il trittico
San Pellegrino-Pordoi-Fedaia; giovedì 12 maggio mercoledì 25 maggio
alla seconda si ascrivono invece Tappa 6: Palmi-Scalea, 192 km. Tappa 17: Ponte di Legno-
la traversata dell’Appennino Lucano venerdì 13 maggio Lavarone, 168 km.
nella Diamante-Potenza, il circuito Tappa 7: Diamante-Potenza, 196 km.
giovedì 26 maggio
napoletano con il Monte di Procida sabato 14 maggio Tappa 18: Borgo Valsugana-
e i fantasiosi tracciati che portano Tappa 8: Napoli-Napoli, 153 km.
Treviso, 151 km.
a Genova (tappa 12) e Torino (tappa domenica 15 maggio
venerdì 27 maggio
14). Tra una fatica e l’altra la corsa Tappa 9: Isernia-Blockhaus,
Tappa 19: Marano Lagunare-
celebra un caposaldo gastronomico 189 km.
Santuario di Castelmonte, 178 km.
con la Parmigiano Reggiano Food lunedì 16 maggio: riposo.
Stage (tappa 11, Santarcangelo-Reggio martedì 17 maggio
sabato 28 maggio
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Emilia) e un vino di nicchia della Tappa 10: Pescara-Jesi, 196 km.


Tappa 20: Belluno-Marmolada
Valtellina con la Sforzato Wine Stage (Passo Fedaia), 167 km.
mercoledì 18 maggio
(tappa 16, Salò-Aprica). Pietro Cozzi Tappa 11: domenica 29 maggio
Santarcangelo di Romagna- Tappa 21: Verona
Tutte le altimetrie e i dati delle 21 tappe Reggio Emilia, 203 km. (cronometro), 17,4 km.
nel pieghevole alle pagine seguenti.

168 Bell’Italia
131 - KAPOSVÁR 106 - BUDAPEST

0
0.0
108 - BUDAPEST 0.0

0
0.000
9.1 171 - Kiskorpád
Legenda

10
10
9.6 98 - Ins. M6
14.1 134 - Uscita / Exit Martonvásár
17.7 156 - Nagybajom

20
20

1
1.100 114 - Izabella utca 25.4 111 - Martonvásár
27.8 166 - Böhönye

30
30
36.3 162 - Vése 33.3 124 - Pettend

40
40
1.900 107 - Ferdinánd híd 39.5 114 - Kápolnásnyék

2
44.1 143 - Inke
45.2 131 - Pázmánd

50
2.300 105 - Váci út

50
51.7 187 - Iharosberény 50.4 164 - Vereb

0
200
57.1 163 - Pogányszentpéter
56.8 159 - Lovasberény

60
60

3
63.7 137 - Pátkai elágazás
69.1 167 - NAGYKANIZSA 3.200 111 - Alkotmány u.

70
70
della tappa
della tappa

75.3 112 - SZÉKESFEHÉRVÁR

80
80
82.4 141 - Galambok

4
località di arrivo

86.7 150 - Zalakaros


traguardo volante
località di partenza

90
90
93.3 121 - Nagyrada 4.300 98 - Id. Antal József rakpart
92.1 150 - Bv. per / Rd. to Csákvár

100
99.4 142 - Csákvár

5
100
105.6 118 - Bv. per/Rd. to Hévíz

110
110
117.6 148 - Hévíz 5.600 110 - Margit híd

120
123.0 131 - Keszthely 119.3 165 - Bicske

6
120
4
2
1

130
131.0 129 - Balatongyörök
128.6

130
0
6.500 103 - Bem rakpart

200
134.6 214 - Szomor

140
7
140
147.8 108 - BADACSONY
144.4 208 - Bajna

150
155.2 128 - Káptalantóti

150

160
163.7 167 - Köveskál 156.8 107 - Tát

8
7.900 108 - PONTY UTCA
160
di terza categoria

8.200 135 - Hunyadi János út

170
171.2 128 - Zánka
di prima categoria

di quarta categoria

167.5 135 - ESZTERGOM


175.2 108 - Balatonakali
170
di seconda categoria

180
183.7 127 - Aszófo

9
179.3 123 - Pilismarót
180

4
188.4 174 - TIHANY

190
4
Gran Premio della Montagna
Gran Premio della Montagna
Gran Premio della Montagna
Gran Premio della Montagna

9.200
189.3 105 - Visegrád (centre)
190

172 - BUDAPEST
4

200
201.0 195.0
138 - BALATONFÜRED 338 - VISEGRÁD
C

TAPPA 3
TAPPA 2
TAPPA 1

Gran Premio
a cronometro.
Difficoltà: tappa

Difficoltà: bassa.
Difficoltà: bassa.

della Montagna:
Cima Coppi

Tihany (174 metri).


cronometrico

Ponty Utca (km 7,9).


Lunghezza: km 9,2.

Lunghezza: km 201.
sabato 7 maggio
Lunghezza: km 195.
venerdì 6 maggio

Budapest-Visegrád

domenica 8 maggio
Budapest-Budapest
punto di rilevamento

Rilevamento cronometrico:

Kaposvár-Balatonfüred
20 - DIAMANTE 46 - PALMI 32 - CATANIA 45 - AVOLA
0

0
0

0.0 0.0 0.0 0.0


0.9 35 - Gioia Tauro
6.3 102 - Noto

10
10

CS
10.1 5 - Scalea
10

10.7 25 - Rosarno
10

9.8 118 - Acireale


12.7 323 - San Corrado Fuori
16.7 126 - Svinc. di Praia a Mare
16.9 136 - Guardia
CT

20
20
20

20

23.7 226 - Bv. di San Calogero 21.4 396 - Ponte Fiume Cassibile
26.3 26 - Castrocucco 24.4 85 - Giarre
29.0 361 - Mileto 25.0 454 - Svinc. di Canicattini Bagni

30
30
30

30

36.3 173 - Maratea 34.5 515 - AEROPORTO L. RAZZA


0

32.4 60 - Fiumefreddo di Sicilia


200
400

40
40

40.6 470 - VIBO VALENTIA 37.0 634 - Palazzolo Acreide


38.7 28 - Chianchitta

2
40

40

45.6 594 - PASSO COLLA

50
50.0 499 - Trecchina
50

50.3 133 - Bv. di Pizzo


50

50

57.3 188 - Svinc. di Lauria 57.2 9 - Svinc. A2 Pizzo 50.3 893 - Svinc. di Buccheri
52.4 225 - Motta Camastra (Fondaco Motta)

60
60

55.7 332 - FRANCAVILLA DI SICILIA


65.1 480 - Lauria 65.4 5 - Bv. di Acconia 58.5 775 - Svinc. di Buccheri
60
60

70
70.6 778 - Pecorone
70

66.4 628 - Vizzini


75.5 15 - Rotatoria Aeroporto Lamezia T.
70
70

80
80
0

2
200
400
600
800
1000

84.9 1078 - Cappella Sirino 75.3 1125 - PORTELLA MANDRAZZI

1
90
80
80

90.1 1402 - MONTE SIRINO 88.6 5 - Falerna Marina 80.3 230 - Svinc. di Francofonte
90

94.1 4 - Nocera Scalo 84.0 106 - Svinc. per Scordia


100 85.6 625 - Novara di Sicilia
90
90

PZ
102.3 694 - Ponte-Ins. ss.19 100.5 13 - Campora San Giovanni
100

93.1 116 - Scordia


109.8 624 - Bv. di Sarconi 107.6 5 - Amantea
110

98.7 119 - Mazzarrà! Sant'Andrea


110
100
100

114.0 606 - Bv. di Grumento Nova 102.3 133 - Bv. di Palagonia


ME

116.9 7 - Longobardi Marina


120

121.7 655 - Bv. per Viggiano 108.2 29 - Terme Vigliatore 108.8 42 - Quadr. ss.417
120
110
110

126.0 949 - Viggiano 123.7 12 - Torremezzo di Falconara


113.9 48 - Barcellona Pozzo di Gotto
130

117.8 44 - Quadr. ss.288


130

2
200
400
600
800
1000
1200
1400

135.6 1405 - MONT. GRANDE DI VIGGIANO


120
120

133.5 133 - Paola 120.9 42 - Svinc. di Milazzo


140

140.6 33 - Marina di Fuscaldo


140

127.6 14 - Monforte Marina


129.5 64 - Ponte Barca
130
130

150

152.1 725 - Calvello 147.7 15 - GUARDIA PIEMONTESE MARINA


150

136.7 24 - VILLAFRANCA TIRRENA 136.7 229 - PATERNÒ


154.7 9 - Cetraro Marina
140
140

160

142.7 22 - Rodia 142.4 442 - Santa Maria di Licodia


160

166.4 931 - Abriola 146.6 534 - BIANCAVILLA


149.8 99 - Sparta
150
150

170
3

172.2 1255 - LA SELLATA 168.6 66 - Svinc. di Belvedere Marittimo


170

154.9 1045 - Castelluccio Paratore


179.8 899 - Pignola 176.4 21 - Diamante 159.8 5 - Granatari 158.7 1265 - Str. Milia
180
160
160

163.1 11 - Ganzirri
180

189.0 790 - Potenza Centro 185.1 5 - Santa Maria del Cedro 166.2 1736 - Oss. Astrofisico
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800

190
1

170.6 24 - Piazza Castronovo 170.0


170

190

196.0 192.0 174.0


196
170 174

1892 - ETNA - NICOLOSI


720 - POTENZA 5 - SCALEA 7 - MESSINA (Rif. Sapienza)
TAPPA 7
TAPPA 6
TAPPA 5
TAPPA 4

Gran Premio
Gran Premio
Gran Premio
Difficoltà: alta.

Palmi-Scalea

Difficoltà: bassa.
Difficoltà: bassa.

della Montagna:
della Montagna:
della Montagna:

Difficoltà: media.
Gran Premi della
Lunghezza: km 174.

(594 metri), seconda


Lunghezza: km 170.

categoria); La Sellata
Lunghezza: km 192.

Lunghezza: km 196.
Catania-Messina

(1.405 metri), seconda


giovedì 12 maggio

metri), prima categoria;


venerdì 13 maggio
(Rifugio Sapienza)
martedì 10 maggio

Diamante-Potenza

Montagna: Passo Colla


aeroporto “Luigi Razza”
Portella Mandrazzi (1.125
metri), seconda categoria.
Avola-Etna-Nicolosi

mercoledì 11 maggio
Etna-Nicolosi (1.892 metri),

(515 metri), quarta categoria.

(1.255 metri), terza categoria.


categoria; Monte Sirino (1.402

Montagna Grande di Viggiano


prima categoria-arrivo in salita.

493 - ISERNIA 3 - NAPOLI


0

0.0 0.0
3

4.8 684 - VALICO DEL MACERONE


8.3 421 - Ponte Vandra 5.9 96 - Discesa Coroglio
10

8.0 5 - Coroglio
10

11.5 29 - Piazzale Tecchio


2

18.4 1032 - RIONERO SANNITICO


20

19.3 47 - Pozzuoli
20

25.4 820 - Ponte Zittola


29.2 797 - Castel di Sangro
30

25.1 35 - Quarto
27.6 52 - Ingr. ss.7 qtr
affronta le Alpi
in Sicilia, risale
30

d’Italia “sbarca”

38.2 1254 - ROCCARASO


40

a cronometro, per
da ovest verso est,

34.3 26 - Svinc. per Lago Patria


e si conclude con la

poco meno di 3.450


sconfina in Slovenia

37.4 9 - LAGO PATRIA


ungherese, l’edizione
numero 105 del Giro
40

e 21 tappe, di cui due

49.5 1235 - Bv. di Gamberale


50

Tre settimane di corsa

chilometri complessivi
cronometro di Verona.
Dopo l’esordio in terra

42.9 4 - Lido di Licola


la dorsale appenninica,

59.3 787 - Palena


60

48.4 75 - Arco Felice


50

51.1 46 - Lago Lucrino (ingr. circuito)


68.2 668 - Lama dei Peligni
70

58.6 2 - Bacoli
60

76.4 434 - Fara San Martino 61.6 128 - Monte di Procida


80

65.9 3 - Torregaveta
85.1 195 - Ins. ss.81
70

70.1 46 - Lago Lucrino


90

95.8 437 - Guardiagrele 77.6 2 - Bacoli


13- ven. 20.05
CUNEO
COGNE
15- dom. 22.05
80

14- sab. 21.05

80.7 128 - Monte di Procida


TORINO
100

101.5 423 - FILETTO


START

FINISH

84.9 3 - Torregaveta
SANREMO

109.6 260 - Ari


SANTENA

89.1 46 - Lago Lucrino


110
90

RIVAROLO
CANAVESE

Big Start

Rest Town
Start Town

Race Finish
12- gio. 19.05

Finish Town

Arrivo finale

115.4 102 - Ins. ss.263


GENOVA

LEGENDA / KEY

Città di arrivo

Città di riposo

Time Trial Stage


Grande Partenza

Città di partenza

96.7 2 - Bacoli
Tappa a cronometro
120

99.7 128 - Monte di Procida


100

124.6 219 - Fara Filiorum Petri


16- mar. 24.05
APRICA

103.9 3 - Torregaveta
PARMA

130.8 465 - Roccamontepiano


130

FINISH
SALÒ
PONTE
DI LEGNO

133.6 596 - La Forca 108.2 46 - Lago Lucrino


135.0 524 - Pretoro
11- mer. 18.05
110

REGGIO EMILIA
21- dom. 29.05
140

VERONA
BORGO

115.7 2 - BACOLI
VALSUGANA
1
4

145.7 1310 - PASSO LANCIANO


17- mer. 25.05

118.7 128 - MONTE DI PROCIDA


LAVARONE
120

150

123.0 3 - Torregaveta
18- gio. 26.05
TREVISO
20- sab. 28.05

157.0 349 - Lettomanoppello 127.2 46 - Lago Lucrino


MARMOLADA
(Passo Fedaia)

JESI
BELLUNO

10- mar. 17.05


160
130

163.2 118 - Scafa 131.6 46 - Pozzuoli


DI ROMAGNA
SANTARCANGELO
MARANO
LAGUNARE

169.4 423 - San Valentino in Abruzzo Citeriore


170

ISERNIA

139.3 29 - Piazzale Vincenzo Tecchio


140

19- ven. 27.05

175.5 524 - ROCCAMORICE 142.8 5 - Coroglio


SANTUARIO

08- sab. 14.05


NAPOLI

144.9 96 - Via Giovanni Boccaccio


DI CASTELMONTE

N
0

180

PESCARA
-200

04- mar. 10.05


(Rif. Sapienza)
09- dom. 15.05

ETNA-NICOLOSI

149.9 3 - Via Mergellina


BLOCKHAUS

06- gio. 12.05


0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600

SCALEA
1

189.0 153.0
189
150 153

(Riviera dei Cedri)

CATANIA

AVOLA
PALMI
03 - lun. 08.05

1665 - BLOCKHAUS 3 - NAPOLI


07- ven. 13.05
POTENZA

05- mer. 11.05


BALATONFÜRED

MESSINA
DIAMANTE
KAPOSVÁR
01 - sab. 06.05
VISEGRÁD

START

02- dom. 07.05


BUDAPEST
TAPPA 9
TAPPA 8

Gran Premio

Difficoltà: alta.
quarta categoria.

HUNGARY
della Montagna:
Difficoltà: media.
Napoli-Napoli
Lunghezza: km 153.

Lunghezza: km 189.

Sannitico (1.032 metri),


sabato 14 maggio

Isernia-Blockhaus

prima cat.-arrivo in salita.


Valico del Macerone (684
metri), terza cat.; Rionero

metri), seconda cat.; Passo


domenica 15 maggio

Lanciano (1.310 metri), prima


cat.; Blockhaus (1.665 metri),
Monte di Procida (128 metri),

seconda cat.; Roccaraso (1.254


Gran Premi della Montagna:
5 - PESCARA

0
10 - SANREMO 71 - PARMA 36 - SANTARCANGELO DI ROMAGNA

0
0.0

0
0
0.0

PE
0.0

RN
0.0
2.2 12 - Arma di Taggia 2.5 30 - Savignano sul Rubicone 5.6 4 - Silvi Marina
5.4 110 - Collecchio

10

10

10
11.3 33 - Svinc. per Cesena

10
11.8 12 - San Lorenzo a Mare 16.0 35 - Cesena
17.3 160 - Fornovo Val di Taro

20

20

20
21.1 37 - Svinc. E45 20.7 6 - Roseto degli Abruzzi

FC
TE

20
20.3 9 - Imperia 28.8 31 - Forlimpopoli

30

30

30
29.9 3 - Giulianova
31.7 242 - Solignano

IM
27.4 86 - Pontedassio 36.8 32 - Forlì 37.9 11 - Tortoreto Lido
38.7 280 - Bv. di Berceto

40

40
40

30
31.7 142 - Chiusavecchia 41.3 5 - Alba Adriatica

PR
35.7 325 - n.3 gallerie 48.1 350 - Ostia Parmense 48.3 7 - Martinsicuro

50

50
50
52.5 36 - Faenza

40
RA
43.7 250 - PIEVE DI TECO 56.9 411 - BORGO VAL DI TARO 56.1 5 - San Benedetto del Tronto

60
60
60
61.1 42 - Castel Bolognese

AP
49.3 620 - Pornassio 68.4 464 - Compiano
64.5 9 - Cupra Marittima

50
68.9 43 - Imola

70
70
71.1 510 - Bedonia

70

3
54.1 936 - COLLE DI NAVA

0
200
400
600
800
76.4 68 - TOSCANELLA DI DOZZA 72.8 6 - Pedaso
57.9 816 - Ponte Nava

80
80
81.1 70 - Castel San Pietro Terme

60
81.7 595 - Pontestrambo
80

63.7 739 - Ormea 83.2 4 - Porto San Giorgio


FM

90
90

PR
91.6 718 - Santa Maria del Taro 91.0 63 - Ozzano nell'Emilia
90

70
92.2 8 - Porto Sant'Elpidio

3
0
97.2 62 - San Lazzaro di Savena

200
400
600
800
97.6 957 - PASSO DEL BOCCO

100
100
75.6 581 - Garessio 99.4 4 - CIVITANOVA MARCHE

0
103.8 74 - Bologna
100

106.5 470 - San Siro Foce

80
BO

110
106.2 139 - Civitanova Alta

110
113.2 103 - Borgonovo Ligure
111.9 46 - Bv. per San Giovanni in Persiceto
4
110

110.8 226 - CROCETTE DI MONTECOSARO


87.7 488 - Bagnasco 119.3 30 - Carasco

120
120
116.1 166 - Montelupone (Sant'Ignazio)

90
120

126.0 48 - Calvari 126.7 21 - SAN GIOVANNI IN PERSICETO 122.5 49 - Romitelli

130
4

MC
0

130
131.9 76 - Cicagna 126.3
200

284 - RECANATI
99.2 388 - Ceva 134.9 125 - FERRADA

CN
130

136.7 19 - Crevalcore

100
137.6 151 - Gattorna

140
140
105.6 414 - Lesegno 142.4 228 - Ferriere
146.3 19 - Camposanto 139.5 242 - Montefano
140

GE
150
150
144.7 222 - Osteria Nuova

110
3
112.0 444 - SAN MICHELE DI MONDOVÌ 151.7 615 - LA COLLETTA
156.7 24 - Cavezzo
150

116.4 512 - Santuario di Vicoforte 156.9 341 - Bargagli

160
153.6 245 - FILOTTRANO

160
162.8 123 - Cavassolo

MO

120
123.1 391 - Mondovì 158.9 138 - Ponte Musone
160

169.0 48 - San Gottardo 168.2 26 - San Martino di Carpi

170
163.4 245 - Santa Maria Nuova

170
126.6 450 - Sant'Anna Avagnina 171.8 26 - Carpi

3
173.4 392 - VALICO DI TRENSASCO
170

130
178.2 152 - Piccarello

180
180
133.3 451 - Pianfei Stazione
183.0 31 - Correggio
AN

177.6 124 - Mazzangrugno


188.1 25 - Rivarolo
180

190
139.6 491 - Beinette
190
183.5 47 - Z.I. Sant'Ubaldo

140
RE
194.4 30 - Ponte San Giorgio 193.4 41 - La Villa
4

187.5 205 - MONSANO


145.7 522 - Tetto Garetto 198.1 53 - Ingr. ss.9 (Mauriziano)
190

200
200

150.0 204.0 203.0 196.0


196

553 - CUNEO 25 - GENOVA 55 - REGGIO EMILIA 97 - JESI


Gran Premi
TAPPA 10

TAPPA 11

TAPPA 12

TAPPA 13

Gran Premio

terza categoria.
di Romagna-
Pescara-Jesi

della Montagna:
della Montagna:

Difficoltà: bassa.
Difficoltà: bassa.
Difficoltà: media.

Difficoltà: media.
Reggio Emilia

Parma-Genova
Santarcangelo

Sanremo-Cuneo
Lunghezza: km 196.

Lunghezza: km 150.
Lunghezza: km 204.
Lunghezza: km 203.

metri), terza categoria.


giovedì 19 maggio
martedì 17 maggio

venerdì 20 maggio
Valico di Trensasco (392
metri), quarta categoria.
categoria; Monsano (205
Crocette di Montecosaro

Colle di Nava (936 metri),


mercoledì 18 maggio

terza categoria; La Colletta


(615 metri), terza categoria;
Recanati (284 metri), quarta

Passo del Bocco (957 metri),


(226 metri), quarta categoria;

Gran Premi della Montagna:

1325 - PONTE DI LEGNO 248 - SALÒ 292 - RIVAROLO CANAVESE 254 - SANTENA
0

0
0

0
0.0 0.0 0.0 0.0

BS
5.8 275 - Sabbio Chiese 6.1 365 - Bairo 5.7 265 - Ingr. sp.10
8.7 1883 - Passo del Tonale 10

200
400
600
800
10

1000
1200
1400
1600
1800

10
12.1 306 - Nozza 9.7 377 - Ingr. ss.565 8.1 262 - Riva presso Chieri
10

TO

20

20.3 373 - Idro 14.7 291 - Arignano


20

19.4 1248 - Vermiglio 19.8 245 - Banchette

20
17.2 284 - Andezeno
20

23.8 957 - Fucine (bv. di Pejo)


29.3 454 - Bv. per Bagolino
30
30

29.4 262 - Quassolo 24.6 401 - Sciolze

30
38.4 704 - Bagolino 34.5 282 - Quincinetto
40
30

35.1 764 - Dimaro


38.6 338 - Pont-Saint-Martin
40

39.0 710 - Malè 32.3 207 - Gassino Torinese

40
46.9 1183 - Val Dorizzo
50

36.9 222 - Sambuy


40

56.1 1795 - Goletto di Gaver 48.9 354 - Arnad


50

49.3
1

594 - Ponte Mostizzolo


3

59.2 1938 - GOLETTO DI CADINO 381 - Verrès


200
400
600
800

50
1000
1200
1400
1600
1800

60

52.5 43.3 567 - IL PILONETTO


60.3 1892 - Passo Crocedomini
658 - Cles
BS

54.2 57.7 385 - Montjovet 47.9 383 - Valle Ceppi


60
50

70

59.2 553 - Dermulo

60
73.5 864 - Bv. per Breno 63.8 538 - Saint-Vincent 52.4 290 - Chieri
70

80

68.1 305 - Svinc. di Denno 81.1 334 - Breno 58.5 365 - Pecetto Torinese
60

70
72.5 485 - Chambave
63.9 571 - Parco della Rimembranza
90

75.4 221 - Mezzolombardo 90.3 364 - Capo di Ponte 77.8 507 - Fenis
80

(Ingresso circuito)
79.8 210 - San Michele all'Adige

80
70

84.0 542 - Quart 69.6 374 - Parco del Nobile

TN
TO

99.3 466 - Forno Allione


100

74.1 222 - TORINO

3
90

85.8 615 - GIOVO 103.7 510 - Malonno 91.1 580 - POLLEIN 76.2 222 - MON. FAUSTO COPPI
88.3 550 - Verla

90
78.1 215 - Stazione Sassi
80

110

112.6 691 - EDOLO


2

100

96.1 664 - Cembra 83.2 655 - SUPERGA (Bric del Duca)


AO
1

119.2 1060 - Monno 104.7 1421 - PILA-LES FLEURS


120

100
102.0 614 - Bv. di Segonzano
90

90.0 516 - Pino Torinese


110

107.8 632 - Lases


1
130

129.9 1854 - PASSO DEL MORTIROLO 95.2 415 - Pecetto Torinese


110

116.3 620 - Gressan


200
400
600

02

98.7 698 - COLLE DELLA MADDALENA


120
100

120.6 582 - Aosta


116.8 539 - Madrano
140

102.0 495 - Quadrivio Ruby


143.8 712 - Grosio
120

121.8 473 - PERGINE VALSUGANA 106.0 374 - Parco del Nobile


130

150

150.7 552 - Mazzo di Valtellina 131.4 1199 - Caillod 110.6 222 - TORINO
110

154.5 508 - Lovero 112.6 222 - Mon. Fausto Coppi


1

136.9 1582 - VERROGNE


130

114.6 215 - Stazione Sassi


400
600
800
1000
1200
1400

200

140

160

134.3 1383 - PASSO DEL VETRIOLO 160.6 430 - Tirano 141.4 1356 - Persod
2

SO

119.7 655 - SUPERGA (Bric del Duca)


120

166.3 385 - Bianzone


140
170
150

172.0 851 - TEGLIO 150.5 676 - Saint-Pierre


145.8 495 - Levico Terme 126.5 516 - Pino Torinese
154.9 650 - Aymavilles
130

149.9 489 - CALDONAZZO


180

131.6 415 - Pecetto Torinese


150

152.1 481 - Inizio str.d.Menador 181.9 370 - Tresenda


160
2

163.8 1161 - Vieyes 135.2 698 - COLLE DELLA MADDALENA


189.0 777 - Bv. per Santa Cristina
190

138.4 495 - Quadrivio Ruby


1

160.1 1261 - MONTEROVERE


140

160
170

195.8 1448 - VALICO DI SANTA CRISTINA 142.5 374 - PARCO DEL NOBILE
165.9 1178 - Gionghi BS 173.8 1534 - COGNE-CENTRO
200
2

168.0 SO 202.0 177.0 147.0


1172 - LAVARONE 1173 - APRICA 1611 - COGNE 222 - TORINO
Cogne

Lavarone
TAPPA 14

TAPPA 17
TAPPA 16
TAPPA 15

Difficoltà: alta.

Difficoltà: alta.
Difficoltà: alta.

Salò-Aprica
Difficoltà: media.
Santena-Torino

categoria; Passo del


Lunghezza: km 147.

Lunghezza: km 177.

Ponte di Legno-

Lunghezza: km 168.
Lunghezza: km 202.
sabato 21 maggio

categoria; Monterovere
metri), prima categoria.
metri), prima categoria;
metri), prima categoria;

Giovo (615 metri), terza


martedì 24 maggio
categoria; Superga (655

Goletto di Cadino (1.938


categoria-arrivo in salita.
Rivarolo Canavese-

prima categoria; Verrogne


metri), seconda categoria.
metri), seconda categoria;

Passo del Mortirolo (1.854


domenica 22 maggio

mercoledì 25 maggio
Colle della Maddalena (698

Vetriolo (1.383 metri), prima


Il Pilonetto (567 metri), terza

Pila-Les Fleurs (1.421 metri),

Gran Premi della Montagna:


Cogne (1.611 metri), seconda

(1.261 metri), prima categoria.


(1.582 metri), prima categoria;

Valico di Santa Cristina (1.448


Gran Premi della Montagna:

Gran Premi della Montagna:


Gran Premi della Montagna:

63 - VERONA 358 - BELLUNO 5 - MARANO LAGUNARE 358 - BORGO VALSUGANA


0

0
0

0.0 0.0 0.0 0.0


0
200
400

3.3 7 - Muzzana del Turgnano 3.3 356 - Agnedo


0.6 64 - viale del Piave
1
10
10
TN
10

12.1 304 - Sedico


14.0 23 - Castions di Strada 13.1 252 - Svinc. di Grigno
1.6 63 - Porta Nuova 16.7 308 - Santa Giustina
18.5 41 - Mortegliano
2
20

20

21.0 541 - San Gregorio nelle Alpi


20

21.9 219 - Primolano


VI
4

28.3 439 - Sospirolo 24.2 350 - LE SCALE DI PRIMOLANO


30

2.9 59 - Ponte Aleardo Aleardi


30

33.3 374 - Mas 34.1 99 - San Marco 29.5 316 - Arsiè


30

40

41.3 175 - Fagagna


40

BL

40.7 429 - La Stanga


37.1 318 - Fonzaso
40

UD
50

49.9 166 - Majano


5

4.9 65 - Via Francesco Caroto 42.8 370 - Seren del Grappa


50

53.5 611 - Agordo 55.8 198 - BUJA


BL

48.6 269 - Feltre


50

60

60.2 202 - Artegna


6

58.2 680 - Listolade


60

63.2 774 - CENCENIGHE AGORDINO 66.7 230 - Tarcento


70

59.5 211 - Santa Maria


60

7
70
3

7.3 175 - Via Torricelle 71.5 1145 - Falcade 74.9 641 - VILLANOVA GROTTE 63.8 264 - Quero
66.5 180 - Ponte di Fener (Piave)
80

76.1 1410 - Bv. Passo Valles 80.7 488 - Lusevera


8
70

82.9 328 - Vedronza


80
1

81.6 1918 - PASSO SAN PELLEGRINO 71.4 252 - VALDOBBIADENE


90

VR

76.9 296 - Guia


9
3

94.3 870 - PASSO DI TANAMEA


90
80

80.5 163 - Col San Martino


0
200

9.5 301 - TORRICELLA MASSIMILIANA 93.4 1160 - Moena


100

101.1 588 - Confine ITA/SLO


86.6 152 - Soligo
10

99.2 1304 - Vigo di Fassa 88.5 133 - Pieve di Soligo


100
90

108.5 350 - Zaga


TN

104.0 1372 - Mazzin


110

93.4 214 - Refrontolo


11

110.4 1440 - Canazei 116.0 328 - Trnovo ob Soci


110

98.5 122 - Formeniga


100

120
4

SLO

115.9 1805 - Bv. Passo Sella 122.0 222 - Kobarid 101.3 242 - MURO DI CA' DEL POGGIO
12

106.1 183 - Santa Maria di Feletto


120

129.3 695 - Livek


400
600
800

C
1000
1200
1400
1600
1800
2000

122.3 2239 - PASSO PORDOI


130
110

TV

1
0

134.6 1145 - KOLOVRAT


200
400
600
800
1000

13

113.1 55 - Parè
138.7 957 - Confine SLO/ITA
130

131.5 1601 - Arabba 115.8 77 - SUSEGANA


140

13.8 75 - Via Ippolito Nievo 118.8 67 - Ponte della Priula


120

14

138.8 1470 - Pieve di Livinallongo 148.3 618 - Tribil Superiore 123.6 56 - Spresiano
140
150

14.6 60 - Lungadige Giacomo Matteotti 142.9 1495 - Cernadoi


153.4 392 - Stregna
BL

15
130

15.2 61 - Ponte della Vittoria


UD

160.0 160 - Merso di Sopra


150

133.2 22 - Viale della Repubblica


160

152.9 996 - Caprile


164.3 152 - Ponte San Quirino
16
140

158.3 1249 - Sottoguda 168.4 135 - CIVIDALE DEL FRIULI 140.3 14 - TREVISO
170

160

16.5 62 - via della Valverde 161.4 1460 - MALGA CIAPELA 143.9 22 - Viale della Repubblica
1
2

167.0 178.0
150

17 17

17.4 2057 - MARMOLADA 612 - SANTUARIO 151.0


60 - VERONA (Passo Fedaia) DI CASTELMONTE 14 - TREVISO
Verona
Treviso

cronometro.
TAPPA 19
TAPPA 18

TAPPA 21
TAPPA 20

arrivo in salita.

e Gran Premio
Difficoltà: alta.

quarta categoria.
della Montagna:
Difficoltà: bassa.

Difficoltà: tappa a
Difficoltà: media.

(Passo Fedaia)

(km 9,5, 301 metri),


Lunghezza: km 167.
Lunghezza: km 151.

Lunghezza: km 178.

Lunghezza: km 17,4.
sabato 28 maggio
Marano Lagunare-
Borgo Valsugana-

Torricella Massimilliana
giovedì 26 maggio

venerdì 27 maggio

metri), prima categoria;


m), prima cat.; Santuario
di Castelmonte (612 m),
metri), quarta categoria.
metri), quarta categoria;

Belluno-Marmolada

Cima Coppi; Passo Fedaia

domenica 29 maggio
cat.; Passo di Tanamea (870
Le Scale di Primolano (350

Passo Pordoi (2.239 metri),


Passo San Pellegrino (1.918
m), terza cat.; Kolovrat (1.145

seconda cat.-arrivo in salita.


Muro di Ca’ del Poggio (242

Rilevamento cronometrico
Villanova Grotte (641 m), terza

(2.057 metri), prima categoria-


Gran Premi della Montagna:
Gran Premi della Montagna:
Santuario di Castelmonte
Gran Premi della Montagna:
IL GUSTO
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L’ITALIA.

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