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L’ABBAZIA • FIRENZE
SAN MINIATO
AL MONTE COMPIE
MILLE ANNI
IL MARE • TOSCANA
L’ISOLA DEL GIGLIO
IL PAESAGGIO • PIEMONTE
LA PANORAMICA
ZEGNA
L’EVENTO • SICILIA
A PALERMO L’ARTE
>
CONTEMPORANEA
80388
DI “MANIFESTA”
ISSN 0394 7203
ARCHEOLOGIA • CAMPANIA
IL PARCO
720006
DI ELEA-VELIA
770394
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MONTAGNA Alto Adige
VAL PUSTERIA
il weekend
EURO 4,00 IN ITALIA
VAL D’ASO
di Emanuela Rosa-Clot, Direttore di Bell’Italia Editoriale
L’entroterra marchigiano
Castelli e chiesette e prati verdi lungo fra dolci colline, borghi
la ciclabile sotto le vette più belle e golose tentazioni
L’ABBAZIA • FIRENZE
SAN MINIATO
AL MONTE COMPIE
MILLE ANNI
IL MARE • TOSCANA
L’ISOLA DEL GIGLIO
IL PAESAGGIO • PIEMONTE
ARTE E SPIRITUALITÀ
PANORAMICA
ZEGNA
L’EVENTO • SICILIA
A PALERMO L’ARTE
>
CONTEMPORANEA
80388
DI MANIFESTA
DI IERI E DI OGGI
ISSN 0394 7203
ARCHEOLOGIA • CAMPANIA
IL PARCO
720006
DI ELEA-VELIA
770394
In copertina: la cappella
di Lerschach nei pressi
di Dobbiaco, in val Pusteria
(Bolzano).
Foto di: Albert Ceolan.
AGOSTO _ IN VACANZA
Estate all’aria
aperta, dal mare
alle montagne
Per evitare la folla
che assedia molti
litorali italiani nel
mese di agosto non
c’è che fare rotta
su un’isola. Ancora
meglio se è piccola,
come quel gioiellino
dell’Arcipelago Toscano Il ciborio di Michelozzo nella basilica di San Miniato al Monte (Firenze)
che è il Giglio, con
le sue cale di sabbia
e granito. Oppure
C
scegliere percorsi per i sono luoghi in Italia che più di altri incarnano l’unicità del nostro
vivere in bici e a piedi
montagne e colline. straordinario Paese. Da mille anni, senza soluzione di continuità, la
Come la Ciclabile basilica di San Miniato al Monte veglia da Oltrarno su Firenze. Fulcro
della Val Pusteria, di spiritualità, testimonia la storia artistica della città dal Romanico, di cui
in Alto Adige, che
corre tra prati fioriti,
è uno dei maggiori esempi fiorentini, al Rinascimento. Sulla soglia della
campanili e castelli, e sua Porta Santa si legge: «Questa è la porta del cielo»; un paradiso anche
la Panoramica Zegna per gli appassionati d’arte, che qui entrano in un autentico museo. Basti
(foto sotto) nel Biellese,
pensare al ciborio di Michelozzo, al centro della navata principale,
in Piemonte, una strada
turistica costruita da un restaurato proprio in occasione delle celebrazioni del millenario dalla
imprenditore visionario consacrazione (1018-2018). Oppure agli affreschi trecenteschi di Spinello
proprio 80 anni fa. Aretino nella sacrestia, che illustrano le storie di San Benedetto.
E se non bastasse tutto questo, la visita a San Miniato al Monte vale anche
solo per il magnifico affaccio che offre sulla città.
Arte e spiritualità continuano a intrecciarsi anche nel nostro tempo,
qualche volta con fortunati incontri. Come quello di alcuni grandi
architetti, del calibro di Norman Foster, con il Vaticano, che li ha invitati
a interpretare il tema dello spazio sacro realizzando alcune cappelle nel
bosco sull’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. Il padiglione della
Santa Sede è un appuntamento da non perdere per chi visita la Biennale
di Architettura in Laguna, aperta fino al 25 novembre.
Bell’Italia 3
94
38
VAL PUSTERIA
Agosto 2018
TRIVERO
FIRENZE
VALDASO
ISOLA DEL GIGLIO
ASCEA
GIGLIO (Grosseto)
38 RITORNO SULL’ISOLA PALERMO
84
58 IL PROMONTORIO DEI FILOSOFI
66 Dove Come Quando
PALERMO Manifesta 12
94 IL GIARDINO DELL’ARTE CONTEMPORANEA
102 Dove Come Quando
il weekend VALDASO
104
DIRETTORE RESPONSABILE
Emanuela Rosa-Clot
emanuelarosaclot@cairoeditore.it
RESPONSABILE UFFICIO CENTRALE
Elisabetta Planca Caporedattore
elisabettaplanca@cairoeditore.it
UFFICIO CENTRALE
Rossella Giarratana Caporedattore
rossellagiarratana@cairoeditore.it
122
Pietro Cozzi Caposervizio
pietrocozzi@cairoeditore.it
Giovanni Mariotti giovannimariotti@cairoeditore.it
Raffaella Piovan raffaellapiovan@cairoeditore.it
Barbara Roveda barbararoveda@cairoeditore.it
REDAZIONE
Terry Catturini terrycatturini@cairoeditore.it
Margherita Geronimo
margheritageronimo@cairoeditore.it
Lara Leovino laraleovino@cairoeditore.it
Elena Magni elenamagni@cairoeditore.it
Carlo Migliavacca carlomigliavacca@cairoeditore.it
Agosto 2018
Sandra Minute sandraminute@cairoeditore.it
PHOTO EDITOR
Milena Mentasti milenamentasti@cairoeditore.it
Susanna Scafuri susannascafuri@cairoeditore.it
ART DIRECTOR
Luciano Bobba lucianobobba@cairoeditore.it
10 Lettere Corrado Giavara corradogiavara@cairoeditore.it
12 Notizie Simona Restelli simonarestelli@cairoeditore.it
18 Dicono di noi IMPAGINAZIONE
Franca Bombaci francabombaci@cairoeditore.it
Francesca Cappellato
Il patrimonio salvato francescacappellato@cairoeditore.it
23
Isabella di Lernia isabelladilernia@cairoeditore.it
20 I LAMPADARI DI GIO PONTI Claudia Pavesi Caposervizio
claudiapavesi@cairoeditore.it
Appuntamenti SEGRETERIA E RICERCA ICONOGRAFICA
Mara Carniti maracarniti@cairoeditore.it
23 d’arte Paola Paterlini paolapaterlini@cairoeditore.it
con Vittorio Sgarbi PROGETTO GRAFICO E CONSULENZA CREATIVA
30 IL SOGNO BLU DI YVES KLEIN Silvia Garofoli www.silviagarofoli.com
32 con i festival HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Vittoria Becci, Rossella Cerulli, Giuseppe
34 all’aria aperta De Biasi, Silvia Frau, Barbara Gabbrielli, Albano
36 del gusto Marcarini, Paolo Martini, Paolo Massobrio,
Auretta Monesi, Vannina Patanè, Ettore Pettinaroli,
Manuela Piancastelli, Massimiliano Rella,
Sentieri d’Italia di Albano Marcarini Vittorio Sgarbi, Angelo Surrusca
115 SUI COLLI DI ORVIETO EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
divisione di
12
Distribuzione per l’Italia e per l’estero:
SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A., via Bettola 18,
20092 Cinisello Balsamo (Milano).
ViaCentro
AngeloDirezionale
Rizzoli 8 - Tucidide
20132 Milano
Via Tucidide
Tel.56 - 20134 Milano
02/748131
Tel.
Fax 02 748131
02/76118212
Fax 02 76118212
FILIALI
VALLE D’AOSTA/PIEMONTE/LIGURIA:
Cairo Pubblicità SpA (Filiale di Torino)
Via Cosseria 1, 10131 Torino
Massimiliano Rella Paolo Martini Vittoria Becci Alfio Giannotti Tel. 011/6600390, fax 011/6606815
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fotografo e giornalista, per la tv e consulente ma milanese dal 1996, si occupa Tel. 010/3106520, fax 010/3106572
si occupa di cibo, editoriale, si dedica d’adozione, alterna di reportage di info@nuovagiemme.it
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8 Bell’Italia
Lettere Risponde la redazione scrivete a
lapostadibellitalia@cairoeditore.it
oppure: Bell’Italia, Corso Magenta 55, 20123 Milano
PORTICI (Napoli)
MANTOVA
Il viaggio dei lettori
Uno scenografico nastro a palazzo Ducale CASTELLUCCIO DI NORCIA (Perugia)
Seguo l’arte da vicino e Mantova con la Scultura in Piazza è IL PIANO FIORITO CHE SPUNTA DALLA NEBBIA
meravigliosa: ecco Eduard Habicher con i suoi virtuosismi. Tra fine maggio e i primi di luglio l’altopiano di Castelluccio
Roberto Francesco, Manerbio (Brescia) di Norcia è testimone di un evento di particolare importanza:
la fioritura, fenomeno da diversi anni diventato di richiamo
L’opera fotografata dal lettore (sopra) è il Guscio, dello scultore alto- internazionale per appassionati di fotografia e per
atesino Eduard Habicher, collocato in piazza Castello, nel complesso i naturalisti. La gran parte dei visitatori si concentra sulla
di palazzo Ducale: un nastro di ferro oscillante dipinto di rosso che miriade dei colori che avvolgono il Pian Grande. Non a tutti
dialoga con le architetture rinascimentali e che resterà esposto fino capita però di raggiungere le vette circostanti all’alba
al 2 maggio 2019. È la terza edizione di Scultura in Piazza, progetto e osservare la piana al diradarsi della nebbia. Un fenomeno
che porta l’arte contemporanea nel cuore della città dei Gonzaga, inusuale ma di una suggestione unica! Al diradarsi della
con opere specificamente concepite per lo spazio di piazza Castello. nebbia un tripudio di colori illumina la piana. A me è
capitato di essere là e di aver goduto di tale incomparabile
fenomeno. Uno spettacolo irripetibile che voglio trasmettere
a tutti i lettori di Bell’Italia con questa mia foto (sotto).
Dino Natale, Pescara
PER LA VAL VOGNA IL TRENO FERMA A VERCELLI
• Nel servizio sulla val Vogna nel numero 387 di luglio, a pagina 65
viene detto che Riva Valdobbia, località di accesso alla valle,
si raggiunge in autobus dalla stazione di Varallo Sesia. In realtà,
come ci segnala il lettore Francesco Sobrero di Casale Monferrato,
che ringraziamo, la stazione di Varallo con tutta la linea ferroviaria
Novara-Varallo Sesia è da tempo chiusa. La stazione di riferimento
è quindi Vercelli, sulla linea Torino-Milano; da lì si prosegue
per Riva con il bus 50 Atap. Ci scusiamo dell’errore con i lettori.
10 Bell’Italia
Notizie
A cura di Sandra Minute Fotografia Luca Scamporlino
LA SENTINELLA DI ORTIGIA
Da otto secoli presidia la punta di Ortigia a difesa del porto e della città
di Siracusa; un imponente edificio a pianta quadrata, con poderose mura
e quattro torri cilindriche agli angoli, costruito tra 1232 e 1240 per volere
di Federico II. Dopo cinque anni di chiusura, il 21 luglio Castello Maniace
(nella foto) ha riaperto le porte al pubblico a conclusione di un accurato
restauro; l’intervento ha recuperato tra l’altro la suggestiva sala Ipostila,
dalle volte a crociera, e il portale monumentale in marmi policromi.
INFO Orario 08,30-13,45, lunedì 14,30-19,30, sabato 08,30-19,30; ingresso 2 €; www.regione.sicilia.it
Bell’Italia 13
Notizie
14 Bell’Italia
Notizie
MILANO ORTO BOTANICO DI BRERA
UN MUSEO
SUL MONTE TORINO
16 Bell’Italia
Dicono di noi L’Italia raccontata dagli stranieri su giornali, riviste e siti internet
VIA LIBERA Il Consiglio di Stato ha detto sì ai direttori stranieri nei musei italiani. Ne parla
il quotidiano spagnolo El País, che riassume la vicenda. Tutto era iniziato con
NEI MUSEI la riforma del precedente ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini,
che dava via libera alla selezione internazionale dei responsabili di 20 musei
AI DIRETTORI autonomi. Varie sentenze e ricorsi avevano impugnato le nomine straniere,
ma il Consiglio di Stato ha chiuso la questione, approvando definitivamente
STRANIERI gli incarichi. «Ora potremo lavorare sereni», ha commentato uno di questi, lo
storico dell’arte tedesco Eike Schmidt (foto), che dal 2015 guida le Gallerie
degli Uffizi di Firenze (nel 2017 gli Uffizi hanno chiuso con 2.219.122 visitatori,
Il Consiglio di Stato ha approvato
con un incremento di oltre il 10 per cento rispetto al 2016). «La missione dei
la nomina di direttori non italiani musei si basa su tutela del patrimonio, ricerca e didattica. Tali pilastri sono
a capo delle gallerie d’arte nazionali tornati al centro», ha aggiunto Schmidt. Anche l’ex ministro applaude alla
decisione: «È un settore in cui deve contare il curriculum e non la nazionalità».
18 Bell’Italia
Il patrimonio salvato Privati e fondazioni al servizio dei beni culturali
a cura di Carlo Migliavacca
SI RIACCENDONO LE LUCI
DISEGNATE DA GIO PONTI
Nella chiesa milanese di San Francesco al Fopponino, opera del
grande architetto, tornano a splendere i lampadari in ottone caduti
in disuso. Li ha restaurati Olivari, storica realtà del made in Italy
20 Bell’Italia
LA CHIESA ANTICA
Il Fopponino,
testimone della
storia milanese
Dell’antica area cimiteriale
di porta Vercellina su cui
è sorta la chiesa di San
Francesco restano una
piccola cappella votiva, con
le ossa di alcuni morti di
peste, e l’antica chiesa del
Fopponino, dedicata ai santi
Giovanni Battista e Carlo
Borromeo (foto in basso).
Questa, edificata tra il 1663
e il 1673, rappresenta una
piccola ma significativa
memoria della storia
cittadina, ancora molto cara
ai parrocchiani e agli abitanti
della zona. L’attuale buono
stato di conservazione
dell’armonico edificio
ad aula unica si deve
all’impegno del parroco,
don Serafino Marazzini, che
a partire dal 2011 è riuscito
un segno di continuità e di coerenza. a forma di tegola di grande leggerezza. a finanziarne il completo
restauro, concluso nel 2015:
Per ringraziare il parroco don Serafino Nel tempo erano stati dismessi a favo-
dal tetto agli esterni, dalle
della disponibilità abbiamo volentieri re di nuove sorgenti luminose, ma ora campane all’illuminazione.
accettato la sua richiesta di aiutarlo a sono tornati a diffondere i loro caldi Dal Comune di Milano sono
“riportare alla luce” i lampadari di Gio riflessi nella navata. arrivati 300 mila euro, tratti
Ponti, che da tanti anni erano inutiliz- «Abbiamo rilavorato tutte le parti in dal fondo derivato dagli
zati e anneriti dal tempo». ottone, riportandole allo splendore oneri di urbanizzazione; altri
iniziale», aggiunge Olivari. «Coinvol- 140 mila euro sono stati
RECUPERO ARTIGIANALE gendo tecnici dell’illuminazione, ab- reperiti grazie a una raccolta
E NUOVE TECNOLOGIE biamo scelto di installare come fonte di fondi nel quartiere.
I lampadari a sospensione apposita- luminosa una innovativa striscia a led, La domenica vi si celebra
la messa e nel fine
mente disegnati da Ponti per la chiesa, che ha consentito di ottenere una luce
settimana (sabato
prodotti dalla ditta Candle, presenta- molto forte e calda, oltre che un note- pomeriggio e domenica
no una raggiera di elementi in ottone vole risparmio energetico». mattina) alcuni volontari
accolgono chi voglia visitarla
(a partire da settembre).
INFO Parrocchia San Francesco
CARTA D’IDENTITÀ: Olivari d’Assisi al Fopponino,
02/481.80.49, www.fopponino.it
Da oltre un secolo nella storia del design
Olivari produce degli oltre 100 anni
maniglie a della sua storia. Tra gli
Borgomanero, altri, oltre a Gio Ponti,
in provincia di Marcello Piacentini,
Novara, dal 1911. Franco Albini,
Oggi l’azienda è lo studio BBPR,
guidata dalla terza Marcello Nizzoli,
generazione della Giorgetto Giugiaro,
famiglia (nella Vico Magistretti,
foto, Antonio Oscar Tusquets, Enzo
Olivari). Sono molti Mari, Zaha Hadid,
gli architetti e i Daniel Libeskind
designer con cui ha e Piero Lissoni.
collaborato nel corso www.olivari.it
Bell’Italia 21
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concessionari che aderiscono all’iniziativa e per immatricolazioni entro il 31/08/2018.
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Appuntamenti d’arte A cura di Lara Leovino
In questa pagina: il
padiglione della Santa
Sede sull’isola di San
Giorgio Maggiore.
In questa foto: l’interno
della cappella
di Terunobu Fujimori.
In alto: la cappella
di Javier Corvalán.
A sinistra: l’opera
di Norman Foster.
E
voca spazi liberi il titolo della degli spazi pubblici. Un’esperienza col- a prescindere dal significato religioso,
XVI Biennale d’Architettura di lettiva che “libera” gli ambienti renden- diventano bussole per l’anima e luoghi
Venezia, ma soprattutto spazi doli più accoglienti, vivibili e sostenibili. di meditazione.
immensi. Per visitarla non ba- Fra le più spettacolari, la leggera strut-
sta un giorno ma per coglier- ARCHITETTURA SPIRITUALE tura in legno di Norman Foster, sulla
ne il meglio forse sì. Ci vogliono tanta SULL’ISOLA DI SAN GIORGIO cui intelaiatura ha trovato un solido
curiosità e buone gambe ma lo sforzo Imprescindibile tappa per chi visita la appoggio il gelsomino del bosco. Poi c’è
è ripagato perché, come sottolinea Pa- Biennale è il progetto Vatican Chapels il disco sospeso di Javier Corvalán che
olo Baratta, presidente della Biennale, nel padiglione della Santa Sede. A stu- crea un occhio di luce cangiante. Un
«occuparsi di ciò che appartiene allo pire innanzitutto è il luogo: un bosco profumo di resina dà il benvenuto nella
spazio significa dare forma al nostro di un ettaro e mezzo sull’isola di San cappella di Terunobu Fujimori, mistico
orizzonte quotidiano». Giorgio Maggiore, sede della Fondazio- tempietto in legno con crocifisso a tutta
Aperta da due mesi, l’edizione 2018 ne Giorgio Cini. Normalmente non ac- parete. E ancora: la cappella minimali-
è curata da due donne: le architette cessibile, il parco si visita gratuitamente sta di Souto de Moura in pietra di Vi-
irlandesi Yvonne Farrell e Shelley in occasione della mostra. L’inedita lin- cenza e quella metallica di Sean Godsell.
McNamara. È una mostra godibile da gua di verde fra cielo e acqua, con vista È un percorso davvero unico in cui
tutti che punta soprattutto sull’impatto sulla Giudecca e sul Lido, ospita undici ognuno può confrontarsi con la pro-
visivo ed emozionale delle opere, mo- cappelle. A firmarle architetti interna- pria spiritualità. Nel bosco dell’isola
tore di pensieri, riflessioni e dialoghi. Il zionali, dall’inglese Foster al portoghe- di San Giorgio vale infine una sosta la
tema di quest’anno, Freespace, invita a se Souto de Moura, dal paraguaiano terrazza Vietti-Gio Ponti, con strutture e
un approccio “naturale” all’architettura Corvalán al giapponese Fujimori. Un arredi anni 50 (bagni compresi) firmati
e a una maggiore, e migliore, fruizione padiglione diffuso in cui le cappelle, dai due celebri maestri italiani.
24 Bell’Italia
Appuntamentid’arte
Foto grande: l’installazione Anfiteatro, ideata da Mario Cucinella, nel giardino delle Vergini; fa parte della mostra “Arcipelago Italia” allestita
all’Arsenale. Sopra, a destra: l’elegante finestra di Carlo Scarpa con il pittoresco affaccio su un canale della Laguna. È stata riaperta
quest’anno nel padiglione Centrale dei Giardini della Biennale. Sotto: veduta delle Gaggiandre, imponenti tettoie sull’acqua dell’Arsenale.
Bell’Italia 25
In questa pagina: i Giardini della Biennale. Sopra, da sinistra: la terrazza del padiglione della Gran Bretagna con vista su San Servolo; scorcio
del padiglione svizzero, vincitore del Leone d’Oro. Sotto, da sinistra: un’altra veduta della terrazza panoramica; la sala Chini nel padiglione
Centrale dei Giardini. Le piastrelle del pavimento, firmate dal gruppo londinese Assemble, dialogano con gli affreschi liberty di Galileo Chini.
Dall’isola di San Giorgio, in poche ferma- ne Italia. La mostra “Arcipelago Italia” l’omaggio alla Svizzera, vincitrice del Le-
te di vaporetto si raggiunge l’Arsenale, analizza la complessità del nostro Paese one d’Oro. L’allestimento ricostruisce in
quartier generale della Biennale. Ne- dalle Alpi all’Etna e invita a riflettere sul scale diverse, dal minuscolo all’oversize,
gli spazi delle Corderie è allestita Free- ruolo dell’architettura per il rilancio del un appartamento contemporaneo. Si
space, la mostra principale: il consiglio territorio, soprattutto delle aree più a ri- “gioca” così fra gigantesche o picco-
è di attraversare questi ambienti lascian- schio. All’esterno ci si rilassa nel “candido lissime porte, maniglie, interruttori e
dosi intrigare dagli allestimenti ma anche abbraccio” dell’Anfiteatro, installazione perfino listoni di parquet.
guardando le pareti, dove sono proiettate ellittica nel verde di Mario Cucinella. Si chiude in bellezza nell’Isola della Gran
immagini e disegni dell’antica fabbrica di Tappa successiva: i Giardini della Bien- Bretagna che presenta un padiglione to-
corde per le navi della Serenissima. nale, a venti minuti a piedi dall’Arsena- talmente svuotato all’interno; sul tetto
le. Spicca fra la vegetazione l’elegante però è allestita una terrazza panoramica
ARSENALE E GIARDINI: padiglione Rolex, main sponsor della “freespace”. Creata ad hoc, affaccia sul-
UN ARCIPELAGO DI IDEE manifestazione. Nel padiglione Centrale la Laguna e sui Giardini e regala scorci
Ogni padiglione ha la sua peculiarità e dei Giardini fra i lavori più suggestivi c’è inediti sulla città. Chi giunge alle 16 (le
fra i più curiosi c’è quello dell’Argenti- The Factory Floor del gruppo londinese 17 di Londra) può anche godere di una
na: uno spazio con giochi di specchi che Assemble. Migliaia di piastrelle d’argilla buona tazza di tè, rigorosamente inglese.
riproduce all’infinito l’immagine della decorano il pavimento della scenografi- Biennale Internazionale d’Architettura 2018.
pampa. L’Indonesia ha invece declinato ca sala Chini. Da non perdere poi la Sedi: Arsenale e Giardini. Date: 26 maggio-25
il concetto di Freespace con La poetica del finestra a cerchi intrecciati di Carlo novembre. Orari: 10-18, chiuso lunedì. Ingresso:
vuoto rappresentata da una gigante onda Scarpa: murata da anni, è stata ria- 25 € per entrambe le sedi. L’ingresso al padiglio-
di carta. Di fronte alle Gaggiandre con i perta in occasione di questa Biennale. ne del Vaticano (10-18) sull’isola di San Giorgio
loro archi sull’acqua si apre il padiglio- Fra i tanti padiglioni nazionali, d’obbligo Maggiore è gratuito. Info: www.labiennale.org
26 Bell’Italia
Appuntamentid’arte
AI GIARDINI
È L’ORA DELLA
CULTURA
Una struttura
trasparente sfaccettata
In questa pagina: il padiglione Rolex ai Giardini; la maison svizzera è partner e orologio ufficiale della attira l’attenzione
Biennale d’Architettura. Sopra: l’interno del padiglione con il progetto realizzato per l’occasione di chi cammina ai
da Chipperfield e dal suo allievo Kretz. Sotto: la scintillante struttura esterna con vetrate effetto oro. Giardini della Biennale.
È il padiglione
Rolex, la cui estetica
richiama la lunetta
zigrinata dell’Oyster
Perpetual Day-Date.
All’interno è esposto
il lavoro realizzato
dall’architetto
britannico David
Chipperfield e da
Simon Kretz, suo
allievo, nell’ambito
dell’iniziativa Rolex
Maestro e Allievo.
Grazie a questo
progetto, a giovani
artisti di talento è
data la possibilità
di collaborare
con i più importanti
protagonisti
dell’architettura
e della cultura
internazionale. Info:
rolexmentorprotege.com
FIRENZE
IL MILLENARIO RAPPORTO
FRA UOMINI E CAVALLI
Il cavallo è stato fra gli ultimi
animali a essere addomesticato.
Solo nel IV millennio a.C.
cessò di essere preda e intrecciò
il suo destino a quello dell’uomo.
VIAREGGIO (Lucca)
La mostra vuole raccontare questo
OSCAR GHIGLIA FRA ACCADEMIA E MODERNITÀ millenario, intenso e sfaccettato
È uno dei personaggi più interessanti della cultura figurativa rapporto. Lo fa attraverso una
di inizio Novecento. Oscar Ghiglia (1876-1945) è protagonista selezione di reperti, opere d’arte,
di questa raffinata mostra che raccoglie una quarantina oggetti (morsi, speroni, staffe)
di opere, 20 delle quali provenienti da collezionisti che vanno dalla prima età
privati. Pittore autodidatta, amico di Modigliani e grande del Ferro fino al tardo Medioevo.
estimatore di Fattori e Cézanne, reinterpretò la pittura Sopra: protome di cavallo
macchiaiola con tocchi simbolisti e fuse nelle sue opere “Medici Riccardi”, 340-330 a.C.
modernità e lezione classica. In onore del legame fra i due A CAVALLO DEL TEMPO. L’arte
artisti, dalla Pinacoteca di Brera e dalla Gam di Torino arrivano di cavalcare dall’antichità al Medioevo.
due opere di Modì: L’Enfant gras e Tête de femme. Alla Limonaia del Giardino di Boboli
Sopra: Donna che si pettina, 1909, di Oscar Ghiglia. fino al 14 ottobre. Info: 055/238.88.31.
GHIGLIA. CLASSICO E MODERNO. Al Centro Matteucci per
l’Arte Moderna fino al 4 novembre. Info: 0584/43.06.14.
COMO
28 Bell’Italia
Appuntamentid’arte
TORINO
BAROCCHE TAVOLE
DI SPAGNA
Quaranta opere da prestigiosi
musei internazionali, fra i quali
gli Uffizi, il Prado, il Louvre,
celebrano la pittura spagnola,
in particolare il genere della
natura morta nelle tele del
Seicento e del Settecento.
Protagonisti, oltre a Sánchez
Cotán e Goya – presente con
la straordinaria Natura morta
con tacchino – anche Zurbarán,
Pereda, Meléndez. Fra le
sette sezioni in cui è diviso il
percorso ce n’è una dedicata
alle origini di questo canone
intramontabile dell’arte.
A sinistra: Bodegón de frutas,
verduras y hortalizas, di Juan
MILANO
Sánchez Cotán, 1602.
BOCK: ARTE E TEATRO DELL’ASSURDO IL SILENZIO SULLA TELA. Natura
L’artista tedesco John Bock, classe 1965, morta spagnola da Sánchez Cotán
trasforma il Podium, al piano terra della a Goya. Ai Musei Reali fino al 30
Fondazione Prada, in un mondo eccentrico settembre. Info: 011/521.11.06.
e surreale in cui coesistono sculture, architetture
sperimentali, installazioni site-specific e
performance. Queste ultime in particolare,
che Bock chiama Lectures, sono parodie
di presentazioni accademiche a cui
i visitatori sono invitati a partecipare.
A sinistra: Lütte mit Rucola, di John Bock.
ROMA
THE NEXT QUASI-COMPLEX. Alla Fondazione Prada
fino al 24 settembre. Info: fondazioneprada.org SCATTI D’AUTORE
PER LE MURA AURELIANE
Le Mura Aureliane
accompagnano con la loro
imponenza strade, scorci,
orizzonti della città. Sono il
più grande monumento della
Roma imperiale eppure spesso
rimangono inosservate.
Il maestro Andrea Jemolo
valorizza, documenta e traduce
in immagini questa storica cinta
muraria. Lo fa nella mostra Walls
attraverso 77 fotografie a colori
in grande formato. A sinistra:
Viale di Porta Tiburtina. Tratto
delle Mura Aureliane inglobato
nella Villa Dominici, di Andrea
Jemolo. WALLS. Le mura di Roma.
Fotografie di Andrea Jemolo. Al Museo
dell’Ara Pacis fino al 9 settembre.
Info: www.arapacis.it
Bell’Italia 29
Appuntamento con Vittorio Sgarbi
Un Museo un Capolavoro TORINO Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
LA RICERCA DELL’ASSOLUTO
NEL SOGNO BLU DI YVES KLEIN
L’artista francese, molto apprezzato in Italia, “inventa” un oltremare che smaterializza la realtà. Anche
quando si tratta del calco di un corpo, come nel Portrait Relief of Claude Pascal del museo torinese
30 Bell’Italia
Tre amici
a Nizza
Yves Klein incontra
il poeta Claude Pascal
nel 1947 al judo club
di Nizza, sua città
natale, dove fa amicizia
anche con Armand
Pierre Fernandez,
pittore e scultore poi
noto come Arman.
Nuovo sguardo
sul passato
Il pigmento di IKB
copre una figura
altezza 176 cm
Un fregio
splendente
Klein aveva progettato
di realizzare un grande
fregio con ritratti a
rilievo di amici e
collaboratori. Prima
della prematura morte
(nel 1962), realizzò
quelli di Pascal, Arman
e Martial Raysse.
Bell’Italia 31
Appuntamenticon i festival a cura di Sandra Minute Testi di Vannina Patanè
Sulle spiagge e fra le rocce di granito della Gallura risuonano le note del jazz RICORDANDO IL SESSANTOTTO
con il festival Musica sulle Bocche. La 18ª edizione affianca grandi nomi del Celebra il cinquantenario del ’68 il festival
jazz internazionale, come Danilo Pérez con il suo Trio, il quartetto del sasso- Dromos, giunto alla XX edizione. Sotto
fonista Ben Wendel e il percussionista Trilok Gurtu, a raffinati interpreti del- il titolo Dromos Revolution, tra il capoluogo
la canzone d’autore italiana come Sergio Cammariere. Concerti-evento si e 11 centri della provincia propone concerti
svolgono al tramonto nella valle della Luna (sopra) e nella luce magica dell’al- di diversi generi (Dee Dee Bridgewater,
ba, quest’anno sulla spiaggia Rena Bianca; appuntamenti che rievocano gli Bombino, Gonzalo Rubalcaba, Bokanté,
happening degli anni 60-70, con un’immersione totale del pubblico nel suono Vinicio Capossela...), mostre, incontri e
e nella bellezza dei paesaggi. Il santuario di Buoncammino ospita un concer- rassegne cinematografiche dedicate al ’68.
to di canto polifonico tradizionale sardo e una serata sul tema delle migrazio- INFO www.dromosfestival.it
ni, fra musica blues e poesia improvvisata. In programma anche uno spazio
per giovani talenti, il MsB Fringe, e una nuova sezione di spettacoli a mezzo-
APRICALE (Imperia) DAL 5 AL 15 AGOSTO
giorno, nell’arena in piazza Santa Lucia. INFO www.musicasullebocche.it
IL “MILIONE” SOTTO LE STELLE
La compagnia genovese del Teatro della
MILANO DAL 10 AL 23 AGOSTO
Tosse torna protagonista di E le stelle
DA VIVALDI A HARRY POTTER stanno a guardare..., rassegna di teatro
NEL CORTILE DEL CASTELLO “a stazioni” messo in scena per le vie
Concerti ed eventi nel cortile delle Armi del borgo medievale di Apricale (sotto).
del Castello Sforzesco: torna Notturni Lo spettacolo di quest’anno, Un Milione
in Castello con la Milano Chamber di scatole cinesi, coinvolge gli spettatori nel
Orchestra diretta dal giovane Lorenzo mondo magico de Il Milione di Marco Polo.
Passerini (a sinistra). Il programma spazia INFO www.teatrodellatosse.it
dalle Quattro Stagioni di Vivaldi alle arie
di Verdi, Puccini e Mascagni, dal tango
di Piazzolla alle colonne sonore di Rota
e Morricone e delle saghe di Harry
Potter, Il trono di spade e Il signore
degli anelli, fino ai Tableaux Vivants
tratti da 19 capolavori di Caravaggio
e accompagnati da musiche barocche.
INFO www.notturnincastello.it
32 Bell’Italia
fortedibard.it
Appuntamentiall’aria aperta di Pietro Cozzi
LE REGINE
DEL MARE
Due spettacolari regate nelle acque
del nord della Sardegna: in scena
i Maxi Yacht e gli eleganti Swan
PONTE DI LEGNO (Brescia) 2 SETTEMBRE TUORO SUL TRASIMENO (Pg) 1-15 AGOSTO
34 Bell’Italia
Con il contributo degli enti sostenitori
Soggetto di rilevanza regionale
con il patronato
e il contributo di
fo
us
c
201
8
E I G H T H E D I T I O N - 2 0 1 8
BERGAMO, 6-23 SEPTEMBER
Il paesaggio, l’outdoor design e la bellezza si incontrano a Bergamo
insieme ai principali landscaper internazionali
Landscape, outdoor design and beauty come together in Bergamo
with international landscape personalities
Main Partner
imaestridelpaesaggio.it
follow
us
Appuntamentidel gusto a cura di Pietro Cozzi Testi di Silvia Frau
IL PRIMATO
DI BOTTURA
L’Osteria Francescana è il “miglior
ristorante al mondo” 2018 e il suo chef
festeggia con tanti nuovi progetti
RIO DI PUSTERIA (Bolzano) 25-26 AGOSTO JESI (Ancona) DAL 31 AGOSTO AL 2 SETTEMBRE
36 Bell’Italia
Viaggiare lontano,
per sentirsi più vicini.
RITORNO
SULL’ISOLA
Dalla costa orientale a quella occidentale, questo
piccolo gioiello dell’Arcipelago Toscano regala luminose
spiagge e cale di sabbia e granito, tutte da scoprire
TESTI Ettore Pettinaroli FOTOGRAFIE Franco Cogoli
40 Bell’Italia
In questa foto: il sentiero verso
il faro di Capel Rosso. In alto,
da sinistra: il porto e la torre
di Giglio Campese; la costa
vicino a cala delle Caldane.
Pagina seguente: caletta
del Saraceno, a Giglio Porto.
Bell’Italia 43
Sopra, da sinistra: il campanile della chiesa di San Pietro Apostolo, a Giglio Castello; l’edificio,
documentato già nel XV secolo, fu poi modificato nel Settecento; scorcio di Giglio Castello.
circa sei chilometri una strada asfal- Un magnifico compendio delle spiagge Prima di raggiungere la costa occidenta-
tata diretta verso sud e poi un comodo e delle cale gigliesi si trova appena a sud le vale però la pena seguire la deviazio-
sentiero che in poco più di mezz’ora ac- di Giglio Porto. Ai margini dell’abitato, la ne che sale a Giglio Castello, il borgo
compagna al mare. Cammin facendo, si caletta del Saraceno, contornata da sco- medievale circondato dalle mura del-
attraversano anche i vigneti da cui nasce gli lisci e abitazioni tradizionali, sembra la Rocca Aldobrandesca che domina
l’Ansonico, il vino bianco che dovrebbe raccontare i ritmi consueti della gente l’isola. Da lassù lo sguardo spazia sulle
accompagnare ogni serata sull’isola. La del luogo, in un contesto tanto originale isole dell’Arcipelago Toscano e sulle co-
zona intorno a punta del Capel Rosso quanto suggestivo. Poco oltre, superati ste dell’Argentario. È poi piacevole an-
è caratterizzata da scogliere impo- gli scogli delle Scole si incontra cala Sme- che perdersi nel dedalo di vicoli, peraltro
nenti, che rendono difficile l’accesso raldo, facilmente accessibile grazie alla ricchi di botteghe e locali, punto di rife-
al mare: niente di grave, per tuffarsi nel- recente costruzione di una scalinata re- rimento della tranquilla movida gigliese.
le limpide acque che circondano l’isola alizzata con i tronchi portati a riva dalle
del Giglio le opportunità non mancano. maree. Anche questa spiaggia è piutto- TORRI, SCOGLI A COLORI
sto frequentata, sia per la vicinanza a Gi- E VENTI PROPIZI PER IL SURF
UNA SFILATA DI SPIAGGE glio Porto sia per la trasparenza dell’ac- Da qui si ridiscende infine sulla costa
A SUD DI GIGLIO PORTO qua che lambisce la scogliera. Si ritrova occidentale, fino ad arrivare alla loca-
Punto di partenza per la caccia all’arenile la sabbia qualche centinaio di metri più lità di Giglio Campese. Lo si può fare
più bello è Giglio Porto. Da qui infatti avanti, a cala delle Cannelle, la seconda anche a piedi, seguendo il sentiero del
partono i taxi-boat che fanno la spola dell’isola per dimensioni. C’è tutto quel- Bosco del Dolce (3,6 km), che attraver-
lungo le coste gigliesi e che costituisco- lo che serve a chi cerca le comodità senza sa tra l’altro una lecceta considerata il
no il più comodo mezzo di trasporto. per questo rinunciare a scenari naturali polmone verde dell’isola. Campese è il
L’utilizzo delle auto private al Giglio è di rara bellezza. Qui la sabbia finissima, principale centro turistico grazie alla
sconsigliato: poche strade e parcheggi i fondali che scendono dolcemente, gli sua spiaggia di sabbia rossastra lunga
dalla capacità limitata – in alta stagione stabilimenti balneari e la possibilità di 550 metri, sulla quale fa buona guardia
lo sbarco è consentito solo a chi dimostra arrivare in auto rendono la meta molto la torre di origine cinquecentesca rifat-
di aver prenotato una vacanza di almeno affollata, soprattutto ad agosto. ta nel tardo Seicento. Il colpo d’occhio
cinque giorni – rendono difficoltosi gli Per ritrovare il silenzio basta prosegui- è ulteriormente impreziosito dal fara-
spostamenti. Ma ci si accorge presto che re per una ventina di minuti, lungo un glione alto venti metri posto al limitare
qui dell’auto si può fare a meno senza sentiero a picco sul mare, fino a cala occidentale della baia e dalle vele di
rimpianti. Appena a nord del paese si delle Caldane, piccolo gioiello natu- barche e surf che approfittano di venti
trova la minuscola cala del Lazzaretto, ralistico caratterizzato da una striscia sempre propizi. L’atmosfera è giovani-
dominata da una torre di avvistamento di sabbia a grana grossa che si fa lar- le, divertente e a volte chiassosa. Ma
cinquecentesca. Poco oltre, sempre in go nella scogliera di granito. Questa è basta camminare per una ventina di mi-
direzione nord, s’incontra cala dell’Are- senza dubbio una delle mete preferite nuti e raggiungere la cala dell’Allume
nella, molto frequentata nonostante le dai cacciatori di spiagge via mare e per per ritagliarsi uno spazio tutto per sé. E
dimensioni ridotte: è lunga infatti solo questa ragione sono sempre numerose scoprire, tra scogli e rocce con tutte le
110 metri, parte dei quali attrezzati. Ci le imbarcazioni all’ancora a pochi metri tonalità del giallo e del rosso, l’ingresso
si tuffa in un’acqua particolarmente tra- dalla riva. Da non perdere poi, sulla costa di un’antica miniera di pirite.
sparente su fondali di sabbia e rocce, che sud-orientale dell’isola, anche cala degli
digradano poco a poco. Per questo, oltre Alberi, conosciuta per i suoi fondali ric-
che per la comodità dell’accesso, è tra le chi di posidonia e fauna ittica, molto ap- alla pagina seguente
preferite dalle famiglie con bambini. prezzati dagli appassionati di snorkeling.
44 Bell’Italia
come
dove
quando
ISOLA DEL GIGLIO
(Grosseto)
Rocche, borghi
e antiche cave La Vecchia Pergola
Da Giglio Porto a Giglio Campese alla scoperta di storie e paesaggi di questa perla dell’Arcipelago Toscano.
E a tavola si gustano spaghetti con polpa di riccio e tagliolini con l’astice di Ettore Pettinaroli Fotografie Franco Cogoli
Bell’Italia 45
SAN CANDIDO-RIO DI PUSTERIA (Bolzano) Ciclabile della Val Pusteria
LA LUNGA
STRADA VERDE
Seguendo il corso della Rienza, un’avventura
in bici attraverso tutta la val Pusteria, tra praterie
sconfinate, solitari castelli e slanciati campanili
TESTI Paolo Martini FOTOGRAFIE Albert Ceolan
Q
uell’intatto stile da fine Ottocento au-
striaco della stazione di San Candido, che
nemmeno le cannonate italiane durante
la Prima guerra mondiale hanno intacca-
to, ci parla chiaro fin dal primo sguardo:
punto di partenza ideale per chi vuole percorrere la
Ciclabile della Val Pusteria, e magari noleggiare la bi-
ci, sembra quasi un monito al gitante. Benvenuti in
un mondo ordinato, preciso e pulito, dove tutte le
indicazioni che cercate si trovano al punto giusto,
mentre le uniche cartacce e bottigliette sono quelle
delle curiose installazioni, subito fuori dal paese, che
invitano i turisti a non lasciare in giro rifiuti.
Rassicurati da tutto ciò, prima di montare in sella fac-
ciamo un giro a San Candido, che merita una sosta per
la celebre collegiata, e poi partiamo verso la vicina
Dobbiaco. Fuori dal centro, alcuni cartelli indicano
le sorgenti della Drava, raggiungibili con una facile
camminata. La Drava e la “gemella” Rienza scorrono
entrambe in val Pusteria, ma in direzioni opposte,
divise da un fondamentale spartiacque: la prima va
verso l’Austria per poi sfociare nel Danubio, mentre
In questa foto: la chiesa gotica la seconda, che sorge sotto le Tre Cime di Lavaredo,
di Nessano (1474), tra prati fioriti, punta verso ovest, fino all’Isarco. L’altra curiosità è
decorata da un affresco che l’opulento Grand Hotel di Dobbiaco, ristrutturato
rappresenta San Cristoforo; siamo come centro culturale, mentre nel centro storico
a otto chilometri da Brunico, lungo
il tracciato della Ciclabile della Val
di Villabassa, prima “piccola capitale” del turismo
Pusteria. In alto, a destra: il percorso dolomitico, si ammirano l’antica locanda Emma e la
in località San Sigismondo. nobile Casa Wassermann, con un piccolo museo.
Bell’Italia 47
Sopra: il profilo di castel Monguelfo, circondato da boschi
di abeti. Di proprietà dei Welsperg, fu costruito intorno
all’alto mastio del XII secolo. Sotto: la stazione di San
Candido, località ideale per noleggiare la bicicletta e iniziare
a pedalare verso Brunico. Pagina seguente, dall’alto: scorcio
del lago di Dobbiaco, alimentato dalla Rienza; il gruppo
dei Baranci fa da sfondo ai primi chilometri della ciclabile.
48 Bell’Italia
La Rienza, che accompagna il cicloturista fino a Bru-
nico, ci attende: ecco che il paesaggio si apre maesto-
so, tra un cambio di versante nel bosco e l’altro, fino
al ponticello sul rio Braies, che porta alla deviazione
per il famoso lago. Ma prima d’infilare il ponte, vale
la pena dare un’occhiata alla stazione idrometrica.
Sul cartello informativo si fanno notare una rara fo-
to dell’alluvione del 1882 e le immagini di disastrose
colate detritiche che hanno colpito la zona.
Bell’Italia 51
Sopra: il borgo di Castelbadia nei dintorni di San Lorenzo
di Sebato, all’incrocio fra la val Pusteria e la val Badia. Sessanta chilometri
Sotto: il nuovo ponte in ferro e legno vicino a Casteldarne. e due possibili tappe
Nella pagina seguente, dall’alto: il doppio campanile romanico
(a sinistra) e gotico (a destra) della parrocchiale di San Lorenzo Il nostro itinerario sulla Ciclabile della
di Sebato; il passaggio accanto alla Chiusa di Rio di Pusteria, Val Pusteria-Pustertal Bike Route (nella
fortificazione medievale che presidiava l’ingresso in valle. cartina, in tratteggio arancione) va da San
Candido fino a Rio di Pusteria ed è lungo
circa 60 chilometri. Il modo più semplice
di percorrerlo è lasciare l’auto a Rio per
poi raggiungere San Candido in treno,
dove si può noleggiare la bici. Volendo
è possibile dividere la pedalata in due
parti. Da San Candido a Brunico la ciclabile
è lunga circa 35 km, con 500 metri di
dislivello negativo e 150 metri di dislivello
positivo, concentrati in due-tre strappi;
tempo di percorrenza: 2 ore e mezza di
pedalata tranquilla. Da Brunico a Rio di
Pusteria si coprono invece 27 km, con circa
350 metri di dislivello negativo e 230 metri
di dislivello positivo, ben distribuiti:
a parte il primo tratto, quasi non si avverte
la fatica; tempo di percorrenza: 2 ore.
L’itinerario si trova di frequente segnalato
anche con il logo azzurro stilizzato della
ciclabile Monaco-Venezia, di cui fa parte.
In val Pusteria ci sono diverse possibilità
per noleggiare la bici. Papin Sport (San
Candido, via Pizach 24, 0474/91.34.50;
www.papinsport.com) offre negozi lungo
tutto il percorso e vicino alle stazioni,
e c’è la possibilità di noleggiare il mezzo
in un punto per poi restituirlo in un altro.
52 Bell’Italia
nel centro sportivo di Brunico e infine nel centro sto-
rico, dove tutto sembra sempre così perfetto, come
in una cartolina del Tirolo di una volta.
Il paesaggio urbano di Brunico, scendendo verso
Rio, diventa però subito uno strano miscuglio tra
residenziale, agricolo e industriale, nel borgo di Ste-
gona. Ma la grande storia riprende il sopravvento, e
la ciclabile in pochi minuti ci porta in piazza a San
Lorenzo di Sebato, con la bella chiesa parrocchiale
che ospita una preziosa scultura lignea (la Madonna
con il Bambino e l’uva di Michael Pacher) davanti al
museo Mansio Sebatum, dedicato all’epoca romana,
quando qui esisteva una stazione viaria.
a pagina 55
OF
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Autunno da favola
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all’Hotel Schneeberg - Family Resort & Spa di 4 stelle
4 giorni da 260i *
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Tesori di storia
e del gusto Museo Provinciale degli Usi e Costumi
Memorie del passato romano, scorci di autentico Medioevo e i Messner Mountain Museum di Brunico
e Plan de Corones: lungo la ciclabile non mancano le occasioni di sosta di Paolo Martini Fotografie Franco Cogoli
Bell’Italia 55
come
dove
quando
VAL PUSTERIA
(Bolzano)
56 Bell’Italia
A
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EUROPA nel nuok
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IL PROMONTORIO DEI
FILOSOFI
Colonia greca sul Tirreno, la città
fu sede di una delle maggiori
scuole di pensiero del mondo
antico. Da un anno, a causa
di un incendio, è possibile visitare
solo parte dei suoi resti, ma tra
agosto e settembre si apre
per intero al pubblico in occasione
del festival VeliaTeatro
TESTI Manuela Piancastelli FOTOGRAFIE Alfio Giannotti
58 Bell’Italia
E
ra forte e intimo il rapporto di comprendere le caratteristiche e la vita Il sito, tra punta Licosa e Palinuro, appar-
Mario Napoli con le antiche pie- delle colonie della Magna Grecia. ve loro ideale: un promontorio tra due
tre di Elea-Velia. A tal punto che insenature adatte a divenire porti.
quando l’archeologo scoprì quel LUOGO DI APPRODO IDEALE «Quella di Elea è una storia particolare,
monumentale esempio di arco a PER GLI ESULI DI FOCEA perché non nasce da un progetto elabo-
tutto sesto – pressoché unico in ambien- Secondo Erodoto, a fondare Elea furono rato in patria, ma dall’esodo di profughi»,
te greco – che sembrava una porta della gli abitanti di Focea, nella Ionia (oggi in ci spiega Maria Tommasa Granese, della
città (in realtà il fornice di un viadotto), Turchia), capaci di navigare su lunghe Soprintendenza di Salerno e Avellino, già
non resistette alla tentazione di dargli distanze grazie alle pentecotere, veloci direttrice del Parco Archeologico. Erano
il nome della moglie. È questa l’origi- navi a 50 remi. Era il 540 avanti Cristo, marinai, soldati, commercianti, uomini
ne della denominazione di porta Rosa, i Focei fuggivano dalla patria assediata colti che, come racconta lo storico Stra-
scoperta da Napoli nel 1964 durante le dai Persiani e sulle loro navi c’erano uo- bone, chiamarono la città Hyele dal nome
campagne di scavo condotte nel Cilento mini, donne e bambini. Non vollero con- di una fonte. Oggi dell’antica polis resta-
che gli permisero di disegnare il volto quistare la nuova terra con la violenza, no l’Acropoli e la città bassa con le terme,
dell’antica città greca di Elea, oggi uno ma la comprarono dagli Enotri grazie a l’Agorà e il quartiere meridionale. Ma
dei siti archeologici più interessanti per un mediatore di Poseidonia (Paestum). soprattutto resta l’emozione, per il
Bell’Italia 59
Sopra: la cavea del teatro
romano, edificato su
quello di età ellenistica.
A sinistra: il pozzo sacro
(III secolo avanti Cristo)
sulla via che
conduceva al porto.
In alto, a sinistra: volto in
marmo attribuito a Giulia
Minore (inizio I secolo
dopo Cristo), conservato
nell’Antiquarium allestito
nella chiesa di Santa
Maria, sull’Acropoli.
Foto piccole, dall’alto:
frammento di piatto
italiota a figure rosse
(IV secolo avanti Cristo),
nella cappella Palatina
(Acropoli), altra sede
dell’Antiquarium;
l’arco di porta Rosa (IV-III
secolo avanti Cristo).
60 Bell’Italia
visitatore, di aggirarsi nei luoghi dove in- glianza, cui ogni anno gli abitanti di dove si praticava l’idroterapia con acque
segnò Senofane di Colofone, che fu patria Elea prestavano giuramento», prosegue fredde. E furono forse proprio le acque
dei filosofi Parmenide e Zenone e dove si Maria Tommasa Granese. «Si sviluppò a condannarla. Nonostante le capacità
sviluppò la Scuola Eleatica. Polemico ver- così un senso della comunità che li rese ingegneristiche degli Eleati, i fiumi che
so la molteplicità degli dei antropomor- forti, coesi e autorevoli nei confronti dei alimentavano la città iniziarono a traci-
fi, l’eleatismo si fondava sul concetto Lucani prima e dei Romani poi». Tanto mare con conseguenti dissesti idrogeolo-
dell’unità dell’essere e sul primato che nell’88 avanti Cristo, pur diventando gici che, dopo il V secolo dopo Cristo, pro-
della ragione, idee costitutive della logi- municipio romano col nome di Velia, la vocarono l’abbandono della città bassa.
ca occidentale che influenzarono persino città ebbe il diritto di continuare a par- Sull’Acropoli, il successivo insediamento
Hegel. Di Zenone sono i celebri paradossi lare greco e di battere moneta. medievale di Santa Maria della Bruca por-
sul moto, come quello di Achille e della tò alla perdita del toponimo Velia.
tartaruga. E non è un caso che Adriano SPLENDORE E DECLINO DI UNA Oggi sulle pendici dell’Acropoli, purtrop-
Olivetti, alla fine degli anni Cinquanta, CITTÀ VISSUTA MILLE ANNI po coperti da fitta vegetazione, ci sono i
abbia chiamato Elea i calcolatori elettro- E se al momento conosciamo solo un ter- resti del primo insediamento, il “villaggio
nici che posero l’azienda all’avanguardia zo della città, circa 90 ettari, sappiamo per in poligonale”, così chiamato dalla forma
della nascente informatica. certo che essa prosperò grazie ai commer- dei blocchi di pietra. Ben visibile è il tea-
Ma la Scuola Eleatica fu anche un mo- ci di vasellame, garum, olio, vino, legna- tro romano, sorto su quello greco, mentre
dello di civiltà. «Parmenide formulò una me, spezie e profumi. Non solo: furono sul basamento del tempio che dominava
serie di leggi basate su ordine e ugua- famose le sue terme, nella città bassa, il promontorio si innalza una torre
Bell’Italia 61
ASCEA (Salerno) Parco Archeologico di Elea-Velia
12 7
11 10
6
9
1
❶ Approdi ❹ Edificio pubblico l’Agorà cittadina. Ora in comunicazione intorno al 470-460
Le ampie insenature Di età augustea, su più è interpretato come i quartieri meridionale avanti Cristo, quando
a nord e a sud del livelli con criptoportico. santuario dedicato e settentrionale. il governo della città fu
promontorio ospitavano Era forse una palestra, ad Asclepio, divinità ❾ Primo insediamento affidato a Parmenide.
due porti. una scuola medica o medica e guaritrice. Gli esuli provenienti ⓫ Tempio
❷ Porta Marina un’area dedicata al culto ➐ Terme ellenistiche da Focea si Eretto intorno al 300
Collegava il porto dell’imperatore. Dotate di ambiente stanziarono sulle avanti Cristo. Sui suoi
alla città bassa; ❺ Terme romane riscaldato, grande pendici meridionali resti è sorto il castello
era protetta da una Edificio termale del vasca per i bagni del promontorio. medievale di cui oggi
torre quadrangolare. II secolo dopo Cristo, caldi e piccole ❿ Acropoli resta la torre cilindrica.
❸ Mura posto lungo la via che vasche individuali. In origine abitata, ⓬ Teatro
La cinta muraria, con saliva verso l’Acropoli. ❽ Porta Rosa la sommità del Realizzato nella
torri e porte fortificate, ❻ Santuario Ancora visibile, era parte promontorio venne seconda metà del IV
è sorta tra il IV e il III Complesso disposto su del sistema difensivo destinata alle funzioni secolo avanti Cristo, poi
secolo avanti Cristo. tre livelli, considerato ellenistico; metteva sacre e pubbliche rifatto in età romana.
⓭ Via Sacra
Serie di aree sacre
del periodo ellenistico
lungo la dorsale
del colle, oggi noto
anche come
“crinale degli Dei”.
14
⓮ Terrazza di Zeus
Ampio spazio
addossato alle mura,
13
ospitava un lungo altare
rettangolare di cui si
è conservata la base.
⓯ Quartiere Orientale
Tracce di insediamenti
nell’area risalgono al
V secolo avanti Cristo,
ma la sua edificazione
in chiave urbana data
al secolo successivo.
15
la pagella
sì La bellezza dell’Acropoli,
con vista sul mare
sì L’allestimento delle sale
dell’Antiquarium, che però sono
ancora chiuse al pubblico
sì La passeggiata panoramica
sul “crinale degli Dei”
no La chiusura da oltre
un anno dell’Acropoli
e dell’area di porta Rosa
no La carente
manutenzione ordinaria
no La mancanza di audioguide
e di supporti per la visita
cilindrica angioina, circondata dai ABITAZIONI, TERME E I SANTUARI su una precedente struttura dove l’acqua
resti del castello eretto nel Medioevo. SUL CRINALE DEGLI DEI doveva avere qualche ruolo, forse di cul-
Nei pressi, la cappella Palatina e la chie- La città bassa, invece, conserva le tracce to, come testimoniano le statuette votive
sa di Santa Maria di Porto Salvo ospitano della necropoli sviluppatasi fra I secolo rinvenute in un pozzo sacro. Un pavimen-
l’Antiquarium. Nella prima, tra le scultu- avanti Cristo e I dopo Cristo fuori dalla to a mosaico decora il frigidarium delle
re, c’è anche un ritratto di Parmenide, la cinta muraria (distrutta in buona parte terme, diventate in epoca medievale una
seconda accoglie altri reperti, vasi e iscri- dalla ferrovia). Superatala, si incontra chiesetta, e dove furono trovate nel 954
zioni: in mostra anche un meraviglioso porta Marina, un tempo lambita dalla le spoglie di San Matteo. Subito dopo è
pettorale per cavallo in bronzo. spiaggia, con il doppio ingresso, pedo- l’Agorà, a pianta rettangolare delimitata
Purtroppo, in seguito all’incendio che nale e carrabile, a sinistra della quale su tre lati da muri porticati e con il fronte
ha colpito il parco il 19 giugno 2017, il si sviluppano le abitazioni dell’Insula I colonnato. Partecipando a una delle visite
percorso di visita è limitato alla parte mentre sulla destra, nella Insula II, tro- guidate proposte da Archeo Trekking ci si
bassa della città. La visita all’Acropoli e viamo un enorme edificio pubblico con può spingere sul “crinale degli Dei”, dove
all’Antiquarium è però possibile durante criptoportico, forse sede della scuola fi- lungo le mura una successione di aree sa-
il festival VeliaTeatro che si tiene nel par- losofica o della scuola medica, o sacello cre dominava la città dei filosofi.
co, dedicato al teatro antico (quest’anno del culto imperiale, dove sono state rin-
28 luglio-8 settembre); nell’occasione l’a- venute numerose teste ritratto. Andando
rea viene ripulita e si organizzano visite verso porta Rosa s’incontra a sinistra un a pagina 66
prima degli spettacoli. edificio termale di epoca romana sorto
64 Bell’Italia
Sopra: il frigidarium
delle terme romane
nel quartiere meridionale
(II secolo dopo Cristo).
A destra: figure in bronzo
di un pettorale per
cavallo raffiguranti una
scena di combattimento
(I-II secolo dopo Cristo),
nell’Antiquarium della
chiesa di Santa Maria.
In alto, a destra: l’Acropoli
vista da una delle aree
sacre di età ellenistica
disposte lungo il crinale
della collina, accanto
alla cinta muraria.
Foto piccole, dall’alto:
ritratto di Parmenide
(I secolo dopo Cristo),
nella cappella Palatina;
particolare del mosaico
del frigidarium.
Bell’Italia 65
come
dove
quando
ELEA-VELIA
(Salerno)
Storia e paesaggi
del Cilento Paestum, Tomba del Tuffatore
Il passato greco della regione rivive negli scavi di Paestum e nel festival VeliaTeatro. Accanto, spiagge Bandiera
Blu e i verdi orizzonti del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni di Manuela Piancastelli
66 Bell’Italia
MARE E MONTAGNA
Chilometri di spiagge
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Dire Cilento significa parlare di baie
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Bell’Italia 67
FIRENZE Abbazia di San Miniato al Monte
A UN PASSO
DAL CIELO
Bell’Italia 69
D
a mille anni, l’ascesa a San Miniato al Monte
suscita meraviglia. Impossibile assuefarsi a tan-
ta bellezza. La scalinata monumentale sembra
chiarire che la meta è speciale e va conquistata.
Gradino dopo gradino si abbandonano il traf-
fico, le voci, la fretta, la superficialità. E si arriva a un
passo dal cielo. Lo sguardo abbraccia Firenze che, vista
da qui, sembra un’enorme cartolina attaccata sullo sfondo.
Nel piazzale inondato di luce regna un rispettoso silenzio,
appena interrotto dal rumore dei passi dei visitatori e dei
monaci olivetani nelle loro cocolle bianche. «Haec est Porta
Coeli», questa è la porta del Cielo, si legge sulla soglia della
Porta Santa, alla sinistra dell’ingresso principale della basi-
lica. Ed è in questa citazione della Genesi che sta la chiave
di lettura dell’estetica e della storia di questo luogo.
Bell’Italia 71
facciata, del XIII secolo. A guardarla da lontano, si scorge
una forma antropomorfa: due occhi (i due cerchi ai lati del
mosaico) e una bocca (la finestra edicolata). Così, dalla bel-
lezza delle linee geometriche che evoca la perfezione di Dio,
emerge anche il volto di colui che vigila su questa Porta del
Cielo spalancata su Firenze. Entrando, lo spazio basilicale
è un concentrato di giochi di luce e di simboli. A partire
dall’impianto romanico a tre livelli: le navate, la cripta e
il coro che – per usare le parole di Padre Bernardo, abate di
San Miniato – corrisponde a «un pellegrinaggio interiore: la
vita terrena, il mistero della morte e la vita eterna».
Un cordone circonda il delicato pavimento della navata
centrale, prezioso tappeto di intarsi marmorei. Sembra
quasi un libro miniato, con figure zoomorfe e fitomorfe e
con lo splendido Zodiaco della vita, la grande meridiana sol-
stiziale con i dodici segni che alludono ai dodici Apostoli. Il
colpo d’occhio cattura alcuni dei capolavori che nei secoli
hanno impreziosito questo luogo, come il tempietto di
CINQUE SECOLI
DI BELLEZZA
La basilica è uno scrigno di tesori:
dai motivi geometrici della facciata romanica 8
allo splendore degli affreschi di Spinello
Aretino. Fino alle volte in maiolica
di Luca della Robbia, già rinascimentali
❶ Facciata
Caratterizzata dal contrasto
6
cromatico tra bianco e verde,
presenta nella parte inferiore (XI
secolo) cinque arcate cieche e tre
porte lignee. La parte superiore
è decorata da un’edicola e da
un mosaico che raffigura Cristo
benedicente in trono (XIII secolo).
❷ Navata centrale
Ha un pavimento a intarsio
marmoreo (1207) che rappresenta
motivi vegetali e zoomorfi
e le figure dello Zodiaco.
❸ Cappella del Cardinale del Portogallo
Custodisce la tomba realizzata
da Antonio Rossellino e presenta
5
la bella volta con i medaglioni
in terracotta di Luca della Robbia.
❹ Ciborio o Cappella del Crocifisso 4
Tempietto di Michelozzo con tavole
dipinte da Agnolo Gaddi e preziosi
decori di Luca della Robbia.
❺ Cripta
È la parte più antica della chiesa,
con 36 colonnine che sorreggono
le volte a crociera. L'altare 2
conserva le spoglie di San
Miniato e dei suoi compagni.
❻ Presbiterio
3
È suddiviso in tre navate rette
da due coppie di colonne in marmo,
probabilmente recuperate
da edifici di epoca romana.
❼ Sacrestia
Grande sala quadrata impreziosita
dal ciclo di affreschi con le Storie
di San Benedetto (1387), sedici
episodi dipinti da Spinello Aretino.
➑ Campanile
Sul fianco sinistro della basilica,
fu ricostruito su disegno
di Baccio d’Agnolo ai primi
del Cinquecento e completato
poi intorno al 1535.
❾ Palazzo dei Vescovi
Principale corpo di fabbrica del
complesso monastico adiacente
alla basilica, fu eretto nel 1295.
7
N
FIRENZE Abbazia di San Miniato al Monte
San Lorenzo
La basilica fu iniziata
nel 1421 da Filippo
Brunelleschi.
Santa Maria Novella Santa Maria del Fiore
In stile gotico fiorentino, La cattedrale è dominata dalla
fu iniziata nel 1279 cupola ottagonale, capolavoro
e completata nel 1357. di Brunelleschi, eretta dal 1420.
Palazzo Vecchio
Massima espressione
Campanile di Giotto
dell’architettura civile
Progettato da Giotto
fiorentina del Trecento.
nel 1334, s’innalza
alla destra del duomo.
ARCHITETTURE
DA CARTOLINA
Dal sagrato della basilica di San Miniato si ammira uno straordinario
colpo d’occhio su Firenze e i suoi colli. Con i capolavori più celebri
dal Medioevo al Rinascimento che svettano sui tetti rossi della città
Santa Croce
La basilica attribuita
ad Arnolfo di Cambio
fu iniziata nel 1295.
Michelozzo con volta in terracotta invetriata di Luca
della Robbia, alla fine della navata centrale, e, più in alto, lo
splendido ambone duecentesco. Ma conviene aspettare,
partire da dove tutto ha avuto inizio: la cripta seminter-
rata, prima tappa della ricostruzione di Ildebrando. Un
altare conserva i resti di San Miniato e dei suoi compagni
e restituisce l’emozione di trovarsi davanti al mistero. Tre
finestre, simbolo della Trinità, catturano la luce del sorgere
del sole e la proiettano sulla “foresta” di trentasei colonnine
con capitelli ora romanici ora di recupero, un tempo dorati
da Taddeo Gaddi. Il volto del martire si incontra svariate
volte nelle decorazioni della basilica. Splendida è la tavola
cuspidata di Jacopo del Casentino che mostra Miniato cir-
condato da otto storie della sua vita. Si trova nel vasto pre-
sbiterio sopra la cripta, al quale si accede salendo una breve
rampa di scale. Un’ascesa che culmina, sullo sfondo del ca-
tino absidale, nell’imponente mosaico del Cristo Pantocra-
tore, San Miniato e i simboli dei quattro Evangelisti.
78 Bell’Italia
Tornando nello spazio basilicale, sulla navata sinistra si apre
la cappella del Cardinale del Portogallo, vero gioiello rina-
scimentale, costruita per Giacomo di Lusitania. Il giovane
cardinale morì a Firenze nel 1459. Da allora riposa protetto
dal monumento funebre di Antonio Rossellino, sotto una
volta in terracotta invetriata di Luca della Robbia. Sopra
l’altare una copia della splendida tavola, oggi agli Uffizi,
di Antonio e Piero del Pollaiolo. A sinistra, una preziosa
Annunciazione di Alesso Baldovinetti.
La sacrestia è un mondo a parte che racchiude lo straor-
dinario ciclo di affreschi realizzati da Spinello Aretino
che nel 1387, per la prima volta in Toscana, dipinse le
Storie di San Benedetto in modo così dettagliato (16 sce-
ne) da diventare un modello per le opere successive. L’ispi-
razione a Giotto è evidente. Gli abiti sono quelli bianchi de-
gli olivetani che nel 1373 si sostituirono ai benedettini vestiti
di nero della comunità originaria fondata da Ildebrando.
La presenza dei monaci è stata interrotta varie volte da allo-
ra. La prima nel 1529 da Cosimo I che decise di inglobare il
complesso di San Miniato in una nuova fortezza bastionata
disegnata da Michelangelo per difendere Firenze. Di quel
triste capitolo militare rimangono solo gli spalti dei bastioni
trasformati, agli inizi dell’Ottocento, nel Cimitero monu-
mentale delle Porte Sante che abbraccia tutto il perimetro
della basilica. I monaci benedettini sono tornati definiti-
vamente nel 1924 per riprendersi il loro ruolo di custodi
della Porta del Cielo e di un altro piccolo tesoro, nascosto
tra le mura severe dell’adiacente palazzo dei Vescovi: il chio-
stro michelozziano affrescato da Paolo Uccello, che si apre al
mondo solo una volta all’anno, il 26 dicembre.
a pagina 81
come
dove
quando
FIRENZE
L’Oltrarno fra
colli e giardini Forte di Belvedere
A piedi tra piazzale Michelangelo, villa Bardini, il colle di Boboli e il forte di Belvedere. Poi convegni, incontri
e concerti per l’anniversario dell’abbazia e un giro nelle storiche farmacie monastiche di Barbara Gabbrielli
Bell’Italia 81
come
dove
quando
FIRENZE
LE FARMACIE STORICHE
Erbe, liquori e cosmetici
sugli antichi scaffali
Eredi dell’antica arte dei medici e degli
speziali, le farmacie storiche di Firenze
non mostrano affatto la loro veneranda
età. Con i loro arredi ben conservati, i vasi
in ceramica tirati a lucido e i preparati
che tramandano nel tempo il sapere
e i segreti degli speziali – quasi sempre
frati – questi luoghi sono piacevoli scoperte
per uno shopping originale. Visitando
San Miniato al Monte è obbligatoria
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055/22.00.44). Un ambiente elegante con 600 etichette e
Art hotel e residenza per un’esperienza un’ottima selezione di Farmacia Santissima Annunziata
d’epoca a due passi gourmet unica, premiata Champagne da abbinare
al prosciutto toscano
tagliato al coltello. Nel
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tonno del Chianti,
tagliere di frutta e crema
al Moscato. Conto 40 €.
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(via dell’Erta Canina 6r,
055/234.76.81).
In collina, piacevole
locale per chi ama
mangiare all’aperto
nelle serate estive.
Il menu spazia
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dai classici pici alla Ufficio Informazioni Turistiche, via Cavour 1,
Officina di Santa Maria Novella
costata. Conto 30 €. 055/29.08.32; www.firenzeturismo.it
82 Bell’Italia
Un week end pieno di
“buone intenzioni” ad agosto a
MERANO
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#5BUO
NE R
AGIO
NI
Ecco 5 buone ragioni per scegliere
la piccola perla dell’Alto Adige:
#1 La natura: a due passi da boschi, sentieri e tanti chilometri
di passeggiate silenziose.
#2 Il benessere: le Terme Merano con 25 piscine, in centro
città, le SPA dei bellissimi hotel e uno dei più grandi e bei
Questa proposta è dedicata a giardini botanici d’Europa (I Giardini di Sissi).
#3 La dispensa: il momento per far provviste acquistando
chi cerca, nelle vacanze estive,
prodotti a km zero dai contadini, al mercato o nei negozi specia-
il momento di un personale lizzati, come succhi, uova, formaggi, verdure, conserve e salumi.
rilancio, dove ritrovare se stessi #4 I corsi: tante le opportunità per imparare a prodursi
e riprendere la quotidianità, marmellate, a fare il pane o a cucinare con i prodotti della terra.
in equilibrio, rilassati, in forma #5 Lo sport: 3 lunghe piste ciclabili e una funivia che in 7
minuti porta a 2000 metri per trekking, arrampicate,
fisica e carichi di energie. Il fine escursioni e tracciati mtb.
settimana dei “buoni propositi”.
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Info: Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo di Merano, tel. 0473 272 000, e-mail info@merano.eu
Il vastissimo scorcio
che si gode da Poggio
Cossato, a valle
di Bielmonte, lungo
la Panoramica
Zegna. Lo sguardo
abbraccia il Vercellese
e gran parte della
Pianura Padana.
84 Bell’Italia
TRIVERO-ROSAZZA (Biella) Panoramica Zegna
UN MONUMENTO
AL PAESAGGIO
Da Trivero alla valle Cervo, la strada voluta da Ermenegildo Zegna
ottant’anni fa è un’opera d’arte: un lungo itinerario nella natura
dell’Oasi Zegna, tra spettacolari affacci sulla pianura e il Monte Rosa
TESTI Albano Marcarini FOTOGRAFIE Gabriele Croppi
Bell’Italia 85
TRIVERO-ROSAZZA (Biella)
L
a vita finisce, la strada no», ripe-
tono i camionisti che percorro-
no i lunghi tragitti dei deserti
orientali. Chissà se la stessa co-
sa pensò Ermenegildo Zegna,
conte di Monte Rubello, quando nel
1938 decise di tracciare sulle montagne
che fanno da corona al Biellese una stra-
da tutta nuova. Oggi guarderemmo con
qualche pregiudizio a un’idea del genere,
ma ottant’anni fa, quando la densità del
parco autoveicoli arrivava a una vettura
ogni 219 abitanti (oggi il rapporto è più
di uno a due), una strada serviva a met-
tere in comunicazione aree emarginate,
a ravvivare le attività agricole e forestali,
a dare una spinta al turismo.
86 Bell’Italia
Bell’Italia 87
strada giunse al Poggio Caulera, sopra
Trivero, nel dopoguerra a Stavello e a
Margosio, i due “bocchetti” affacciati
sul bagliore delle nevi del Monte Rosa.
Nel corso degli anni 50 e 60 si arrivò al
Bocchetto Sessera, dopo aver toccato il
culmine nel 1953 a Bielmonte, località
che di lì a poco sarebbe diventato il cen-
tro turistico invernale dei biellesi.
Il sogno del patriarca, che vi lavorò fino
a poco prima della morte (1966), si tra-
mutò nell’impegno dei figli che finaliz-
zarono il progetto con la creazione, nel
1993, dell’Oasi Zegna, un formidabi-
le concentrato di naturalità prealpi-
na, estesa sui due fianchi della strada
per circa 100 chilometri quadrati fino
a sconfinare nella val Sessera. L’oasi è
percorsa da sentieri per escursionisti e
biker, ben segnalati e vocati ora all’os-
servazione naturalistica ora agli aspetti
etnografici e storici, come l’itinerario
per ripercorre la drammatica fuga di
fra Dolcino, eretico novarese del XIV
secolo, fiero oppositore della corruzio-
ne della Chiesa ufficiale.
Bell’Italia 89
versante della Bocchetta di Caulera. I
ciclisti trovano qui i tratti più impegna-
tivi, con pendenze severe che hanno più
volte messo alla prova i partecipanti al
Giro d’Italia. Giunto in quota il tracciato
si distende sul crinale della montagna,
o appena al di sotto, regalando scorci
sull’intera pianura piemontese, sulle
umide risaie del Vercellese, sul nastro
dardeggiante del Po, sulle colline del
Monferrato e sull’inconfondibile Monvi-
so. Sul versante opposto, vale una sosta il
panorama dalla Bocchetta di Margosio:
davanti agli occhi si eleva il candido
acrocoro del Monte Rosa, del quale
si possono enumerare tutte le otto
cime oltre i 4.000 metri. Il tratto più
emozionante della strada arriva però
in corrispondenza dell’unica galleria,
dove ormai la vegetazione lascia spazio
a brulle e pietrose pendici, dentro un
orizzonte che sembra non avere limiti. Si
raggiunge così il culmine ai 1.482 metri
della località sciistica di Bielmonte, per
poi iniziare la vertiginosa discesa verso
la valle Cervo. Prima però s’incontra il
Bocchetto Sessera (1.372 metri), dove
In questa foto: il castello si dipartono i migliori sentieri di visita
neogotico (1883-99)
di Rosazza, fatto per la valle omonima, cuore dell’Oasi
erigere dal senatore Zegna. Da qui si arriva facilmente anche
Federico Rosazza. all’alpe Moncerchio, specializzata nella
I decori in pietra produzione di formaggi vaccini.
di tutto l’abitato
sono frutto dell’abilità
degli scalpellini locali. UN CASTELLO NEOGOTICO
Sotto: una mandria NEL PAESE DEGLI SCALPELLINI
in transito verso La strada riprende la sua fuga verso val-
gli alpeggi nella le fra luminose macchie di betulla e più
zona di Bielmonte.
ombrosi castagneti. Giunti in val Cervo
una breve deviazione manda a Rosazza,
un singolare esempio di villaggio alpino
di fine ’800, coerente nello stile dei suoi
edifici, vagheggianti fra il neogotico e l’o-
rientaleggiante. Un risultato estetico do-
vuto anche alla reputata capacità degli
scalpellini locali nella lavorazione della
pietra. Gran parte degli edifici fu finan-
ziata dal senatore Federico Rosazza, al
quale si deve anche la realizzazione della
strada panoramica che consentì nel 1897
un più facile accesso al santuario di Oro-
pa, tramite lo scavo di una monumentale
galleria in quota. Il passaggio è ancora ac-
cessibile, anche se la rotabile risulta larga
quanto un corridoio di casa, e quindi più
adatta al cimento di un ciclista.
90 Bell’Italia
come
dove
quando
PANORAMICA ZEGNA
(Biella)
Le escursioni più belle intorno alla Panoramica, sulle orme dell’eretico Fra Dolcino e lungo i percorsi
dei pastori. E poi un giro alla scoperta dei due volti di Biella di Margherita Geronimo Fotografie Gabriele Croppi
Bell’Italia 91
come
dove
quando
PANORAMICA ZEGNA
(Biella)
VISITA IN CITTÀ
Chiese e musei d’arte
tra Biella Piano e il Piazzo
Biella si raggiunge da Rosazza in venti
minuti d’auto. La visita alla città comincia
Rifugio Monte Marca
da Biella Piano, la parte bassa intorno
a piazza Duomo che conserva il nucleo più
antico, di epoca romana. Qui si erge
la cattedrale di Santo Stefano (015/225.92),
costruita a partire dal 1402 e introdotta
da un pronao neogotico; aperta 7-12 e 15-19.
Sulla sinistra si trova il battistero romanico,
uno dei più importanti del Piemonte; apertura
Albergo Bucaneve Microbirrificio Jeb
su richiesta in sacrestia. Percorrendo la breve
via Battistero e costeggiando l’ottocentesco
Gli alberghi a km 0 (conto da 30 €). d’Oropa. Qui si assiste palazzo Oropa, sede dell’amministrazione
L’ideale per concedersi alla lavorazione del comunale, si raggiungono via Italia, animata
Relais Santo Stefano una pausa, circondati formaggio Maccagno da negozi e caffè, e la chiesa della Santissima
★★★★ (Sandigliano, dalla natura. Doppia e si gustano il salame Trinità (via Duomo 1), realizzata nel 1626
via Garibaldi 5, 015/ con colazione da 85 €. di toro e di capra in stile barocco. L’attuale facciata è del
249.61.54). Vicino a Biella, Locanda Bocchetto e la mocetta. Dispone 1956; aperta 8-12. In dieci minuti si arriva
propone una nuova spa Sessera (Tavigliano, anche di 4 camere. poi al Macist-Museo d’Arte Contemporanea
e un ristorante affacciato Regione Bocchetto Doppia con colazione Internazionale Senza Tendenze (via Costa di Riva
sul giardino. Doppia Sessera, 015/74.41.15). da 60 € e conto 20 €. 11, 338/877.23.85), che riapre a settembre
con colazione da 120 €. Lungo la Panoramica Rifugio Monte Marca con la mostra che omaggia il suo fondatore
Albergo Bucaneve ★★★ Zegna, questa struttura (Piatto, località Omar Ronda; aperto sabato e domenica
(Veglio-Bielmonte, di origini ottocentesche Bielmonte, 015/74.41.31). 15-19,30; offerta libera. A 700 metri si trova
Panoramica Zegna 232, ha 19 posti letto e Rifugio con buona cucina la Fondazione Pistoletto-Cittadellarte (via
015/74.41.84). Hotel propone nel suo ristorante e vista strepitosa sul Serralunga 27, 015/284.00), creata dall’artista
con lo charme degli chalet i piatti tradizionali biellesi Monte Rosa, a 1.620 metri biellese di fama internazionale Michelangelo
di montagna, offre 20 (conto 30 €). Doppia di quota. Conto 20 €. Pistoletto: offre spazi creativi e mostre d’arte;
camere e interessanti con colazione da 50 €. Agriturismo Alpe visite guidate sabato-domenica ore 11, 14,30
esperienze gourmet con Margosio (Mosso, e 16,30. Immancabile la salita a Biella Piazzo,
lo chef Giacomo Gallina I ristoranti località Bocchetta la parte alta della città fondata nel 1160 su
(conto da 25 €). Doppia di Margosio, 340/ una collina dal vescovo di Vercelli Uguccione.
con colazione a 120 €. Agriturismo Alpe 643.87.71). Questo Passeggiando sotto i portici medievali si arriva
Agriturismo Oro Moncerchio (Bielmonte, caseificio a conduzione alla centrale piazza della Cisterna. Per tornare
di Berta (Portula, 339/728.96.82). A 1.450 familiare è anche un a Biella Piano ci sono la navetta e la funicolare
località Castagnea, metri di quota, sulle agriturismo circondato (www.atapspa.it/funicolare-di-biella).
015/75.65.01). All’interno pendici del monte Cerchio, da panorami memorabili.
dell’Oasi Zegna, è una questo agriturismo All’esterno, un piccolo
fattoria didattica con è l’erede di uno storico chiosco dove far scorta
camere accoglienti e un allevamento di mucche di formaggi o pranzare
ristorante con prodotti di razza Pezzata Rossa con taglieri e birre
artigianali. Conto 15 €.
L’Arrugginita (Biella,
via Belletti Bona 17,
015/252.33.59).
Locale accogliente,
offre ricette della
tradizione piemontese
accompagnate
da una buona carta
Battistero di Biella
dei vini. Conto 15 €.
Microbirrificio Jeb
(Trivero, località Zegna
42, 015/75.63.71). Panini,
info
miacce e taglieri insieme Centro Zegna, 015/75.61.29; aperto tutte
a quindici tipi di birre le mattine 9-12. Atl Biella, piazza Vittorio
Alpe Margosio
artigianali. Conto 10 €. Veneto 3, 015/35.11.28; www.atl.biella.it
92 Bell’Italia
In questa foto: la
cattedrale di Palermo
vista da una finestra
dello Studio Gibel,
atelier d’artista e sede
della Scuola Politica
Gibel. Pagina seguente:
The Soul of Salt,
installazione di Patricia
Kaersenhout in palazzo
Forcella De Seta.
94 Bell’Italia
PALERMO Manifesta 12
IL GIARDINO DELL’ARTE
CONTEMPORANEA
Fino al 4 novembre Palermo accoglie la biennale itinerante europea
che promuove il dialogo tra artisti e società. Un’onda di immagini e idee
percorre tutta la città, dagli antichi palazzi del centro al quartiere Zen
P
alazzi chiusi da anni riaprono celebra nel capoluogo siciliano la sua do- te in discussione le dinamiche attuali di
i battenti, piazze e vie del cen- dicesima edizione. È un altro passaggio sviluppo e di progresso. Per questa edi-
tro storico assistono a un’a- della rinascenza culturale che nel 2015 zione lo fa a Palermo, scelta da Mani-
nimazione insolita, visitato- ha visto l’inserimento dei monumenti festa e dalla sua fondatrice e direttrice,
ri chiedono informazioni per arabo-normanni di Palermo nel Patri- l’olandese Hedwig Fijen, che l’ha defini-
raggiungere mete lontane dagli itinerari monio Mondiale Unesco, e ha portato a ta «una città europea non convenzio-
turistici: sotto il generoso sole dell’estate Palermo il titolo di Capitale Italiana del- nale, crocevia di tre continenti, ideale
siciliana Palermo vive una dimensione la Cultura 2018. Nelle strade, al già cre- per investigare alcune trasformazioni
mai sperimentata in precedenza. Dallo scente numero dei turisti si aggiungono in atto oggi». L’attenzione è rivolta so-
scorso 16 giugno, e fino al 4 novembre, studenti delle scuole d’arte, giornalisti, prattutto al territorio siciliano e al suo
la città è palcoscenico dell’arte contem- artisti più o meno quotati e schiere di capoluogo, tra geopolitica, ricchezze
poranea internazionale grazie a Manife- esperti e cultori. L’evento celebra l’arte artistiche, mafia e migrazione, creando
sta, la biennale itinerante europea che laddove questa interroga se stessa e met- veri e propri percorsi esplorativi.
All’Orto Botanico va in scena il rapporto tra l’uomo e la natura
Pagina precedente: la serra Maria Carolina dell’Orto Botanico, che accoglie le teche dell’opera New Herbs from Palermo
and Surroundings. A Sicilian Expedition, del colombiano Alberto Baraya. Sopra: la videoinstallazione Pteridophilia,
del cinese Zheng Bo, tra i bambù dell’Orto Botanico. Sotto: il giardino dei Giusti, verde enclave tra le case di via Alloro,
con l’installazione proposta dal collettivo londinese Cooking Sections, ispirata ai giardini protetti dell’isola di Pantelleria.
Bell’Italia 97
Sopra, da sinistra: Videomobile, “video-carro” del duo Masbedo allestito in palazzo Costantino; spettatori di fronte all’opera, che
indaga la storia del territorio palermitano con video dedicati ai luoghi che hanno accolto set cinematografici. Sotto: Across the
Border, installazione dedicata ai temi della migrazione di Filippo Minelli, in palazzo Ajutamicristo. Pagina seguente: Farm (Council
Bluffs, Iowa), videosimulazione di John Gerrard sul tema della raccolta dei dati generati dalle reti digitali, in palazzo Ajutamicristo.
98 Bell’Italia
Antiche dimore si aprono agli artisti contemporanei
Sopra: Theatre of the Sun degli statunitensi Fallen Fruit, in palazzo Butera. L’installazione immersiva si compone di carte
da parati dedicate al tema della frutta e mappe che indicano la localizzazione degli alberi da frutto nel tessuto urbano
di Palermo. Sotto, in senso orario: Tutto, performance di Matilde Cassani specificatamente pensata per i Quattro Canti;
tre immagini di Palermo Procession, coinvolgente performance collettiva di Marinella Senatore nelle vie della città.
Seguendolo si entra nel cortile di palazzo
Ajutamicristo, dove si ha la possibilità di
contattare in modo anonimo un servizio
segreto internazionale grazie all’installa-
zione Call-A-Spy di Peng! Collective: invito
alla riflessione sul significato del potere. Il
tema dell’esplorazione del mondo silen-
zioso e potente che ci circonda prosegue
nello splendido palazzo Forcella De Seta,
dove Laura Poitras affronta con Signal
Flow la presenza militare in Sicilia, men-
tre le videoinstallazioni Liquid Violence di
Charles Heller e Lorenzo Pezzani mettono
di fronte alla cruda realtà dei confini mili-
tarizzati del Mediterraneo.
Bell’Italia 101
come
dove
quando
PALERMO
Vivere la Capitale
della Cultura Fontana Pretoria e chiesa di Santa Caterina
Nell’area pedonale tra via Vittorio Emanuele e via Maqueda alla scoperta della città storica.
Tra i chioschi dei mercati per gustare i sapori autentici dei cibi di strada di Vittoria Becci
102 Bell’Italia
B&B Le Porte del Centro
SAPORI
Street food autentico,
semplice e gustoso
Palermo è tra le non molte città italiane che
possono vantare un’autentica tradizione di
A’ nica
sapori di strada. Qui il cibo è un culto, un
rito, lo si capisce in particolare frequentando
Gli alberghi Grand Hotel Et Des I ristoranti i grandi mercati nelle vie del centro: Ballarò,
Palmes ★★★★ la Vucciria, il Capo, ricchi di botteghe e
4 Quarti Dimora (via Roma 398, 091/ La Galleria chioschi con le piastre per la cottura lungo
Nobiliare (via Vittorio 602.81.11). (salita Ramirez 2, i marciapiedi. Sopra cuociono le stigghiole,
Emanuele 376, 091/ La palazzina in stile inizio 091/251.50.37). Dietro ovvero budella di agnello con prezzemolo e
58.36.87). In posizione secolo e l’arredamento l’abside della cattedrale, cipolla. Ci sono poi delle pause pranzo in cui
centralissima, a pochi classico ricordano una in un poetico vicolo, basta un panino con panelle e crocchè per
minuti dalla cattedrale Palermo da Grand un ottimo rifugio sia essere a posto, niente di più che frittelle
nel mandamento Tour. Sono passati di per cene tra amici che di farina di ceci con un po’ di limone
dell’Albergheria. Antica qui Richard Wagner, per qualcosa di più e crocchette di patate, anche se
dimora patrizia, offre Francesco Crispi e romantico, ma anche per da queste parti hanno tutto un altro gusto.
tutto il suo fascino anche lo scrittore francese bersi solo un bicchiere. Ottime quelle della Friggitoria Chiluzzo
nel comfort dei servizi. Raymond Roussel (fino Primi di pesce (piazza Kalsa 11). La pizza dei palermitani è
Camera doppia con a novembre l’hotel ospita e di carne di alta qualità lo sfincione, il cui morbido e poroso impasto
colazione per due notti la mostra “Raymond”, e ottima scelta di vini. viene condito con pomodoro, cipolle,
(soggiorno minimo) di Luca Trevisani). Conto 30-35 €. acciughe e caciocavallo. Altrettanto gustosa
a partire da 240 €. Doppia con colazione A’ nica (via Alloro 135, è la variante di Bagheria, senza salsa di
Nuvole Residenza a partire da 106 €. 091/982.60.11). pomodoro e con l’aggiunta di tuma (sfincione
(via del Celso 14, B&B Le Porte del Centro Ristorante e pizzeria bianco). Nelle zone dei mercati poi è facile
388/806.53.58). (via Enrico Parisi 15, gourmet nel quartiere trovare un altro panino per gli stomaci e
Al primo e al secondo 091/612.13.18). della Kalsa. In Sicilia nica i gusti più audaci, ovvero il pane con la milza
piano dell’aristocratico Nel tranquillo ed significa piccola, ma (ca’ meusa), un classico palermitano. Da
palazzo principe di elegante quartiere per mangiare posto non provare è anche la raschiatura delle piastre
San Vincenzo, a pochi di via Ruggero Settimo, manca. Nel menu, piatti a fine serata: bocconi sempre variabili a
metri dai Quattro a due passi dal teatro tipici e pizza per un conto seconda di quello che è rimasto. Uno street
Canti, perfetto punto di Massimo. Camere che va dai 30 ai 35 €. food un po’ più strutturato si può trovare
partenza per visitare il molto confortevoli Ferro di Cavallo al Capo, all’Antica Drogheria di Dainotti
centro storico. e accoglienza calorosa (via Venezia 20, (via Porta Carini 45, 340/870.34.97).
La colazione viene da parte dei proprietari, 091/33.18.35).
servita al piano terra sempre pronti a Una vera trattoria
negli spazi della galleria rispondere alle richieste palermitana, dallo staff
d’arte contemporanea dei loro ospiti. agli addobbi, fino al
Nuvole. Doppia con Doppia con memorabile menu ricco di piatti tipici.
colazione da 115 €. colazione da 85 €. Si trova in un angolo
quieto tra via Roma
e via Maqueda.
Immancabili le polpette
di sarde e gli involtini
di melanzane.
Conto tra 20 e 30 €.
Trattoria da Salvo
(via Torremuzza 28,
334/335.13.29).
Tavoli di plastica in
strada, brace e pesce
in bella vista. Nessuna Panelle e crocchè
pretesa gourmet,
solo buon cibo in una
atmosfera familiare info
e popolare. Sapori
di mare, principalmente, Info Point della Città Metropolitana di Palermo,
per un conto via Principe di Belmonte 92, 091/58.51.72;
Grand Hotel Et Des Palmes
che va dai 15 ai 25 €. www.cittametropolitana.pa.it/turismo
Bell’Italia 103
il weekend
VALDASO
INCANTO
TRA LE
COLLINE
E IL MARE
Dalle spiagge Bandiera Blu dell’Adriatico alla
scoperta dell’entroterra marchigiano seguendo
il fiume Aso: una valle verdissima divisa tra le
province di Fermo e Ascoli Piceno, fatta di borghi
medievali, splendidi panorami e golose tentazioni
D
all’azzurro dell’Adriatico al verde dell’entro- del territorio. A tavola non si scherza; e non solo per le
terra collinare nelle Marche il passo è breve e porzioni. Il primo paese che s’incontra è Campofilone,
molto piacevole. Certo, la costa può vantare grazioso borgo conosciuto soprattutto per i maccheronci-
ben 16 Bandiere Blu, l’attestato internazionale ni all’uovo e prima sosta d’obbligo nel nostro itinerario in
che premia le località balneari di qualità, ma questa valle a cavallo di due province: Fermo a nord
vale la pena di abbandonare per qualche giorno le spiag- dell’Aso e Ascoli Piceno a sud. Il fiume nasce a Montemo-
ge per esplorare la Valdaso, una valle stretta, lunga e naco, sui monti Sibillini, e sfocia a Pedaso dopo aver at-
ben soleggiata, che dai Sibillini scende con dolcezza traversato una campagna variegata di forme e colori, un
verso l’Adriatico, passando dai 945 metri d’altezza po’ scapigliata ma, a parte qualche bruttura di fondoval-
al livello del mare. Da Pedaso, uno dei comuni Bandie- le, ancora integra e autentica. Puro country marchigiano.
ra Blu, si risale il corso del fiume Aso per un itinerario
che coniuga natura, arte e gastronomia. TRA VICOLI E CASE DI MONTEFIORE
Il particolare microclima rende la Valdaso un giardino Sui crinali delle colline si trovano borghi incantevoli,
ideale per coltivare la frutta: pesche succose, pere coscia, ricchi di chiese e palazzi, alcuni però ancora chiusi in
ciliegie esuberanti e uva da vino di qualità, alla base di seguito al terremoto. A un quarto d’ora d’auto dalla co-
bianchi e rossi da assaggiare direttamente nelle cantine sta, Montefiore dell’Aso è un centro medievale ben
Bell’Italia 105
il weekend
VALDASO
conservato, con i vicoli e le case abbellite da fiori e pian- Adriatica. E con il fresco del mattino si passeggia nel ver-
te grasse. Nato a metà del XII secolo dalla fusione di due de per 500 metri lungo il costone nord del borgo, tra albe-
castelli, castrum Montisfloris e castrum Aspromontem, il ri di gelso, sambuco e acacie, accompagnati dal canto de-
paese custodisce le opere dei principali artisti che han- gli uccelli: rondini, rondoni, ghiandaie, colombi e taccole
no lavorato sul territorio nei secoli, dal ’400 di Carlo Cri- nidificano nei torrioni e nei buchi delle mura medievali.
velli al XXI secolo dello scenografo Giancarlo Basili, na-
tivo proprio di Montefiore. Un paese silenzioso, DA CRIVELLI ALLE SCENOGRAFIE DEL CINEMA
abitato da un centinaio di persone, che si ripopola La passeggiata finisce al Polo Museale di San Francesco,
in estate, soprattutto la sera in piazza della Repub- nell’ex convento omonimo, che ospita il centro di docu-
blica, dove svettano la torre Civica e un bel loggiato, e mentazione scenografica allestito con materiali di vari set
sul belvedere De Carolis, che con il bar e qualche nego- creati da Giancarlo Basili per il cinema italiano, oltre alle
zietto è l’area “commerciale” del borgo. Qui, scendendo opere di tre artisti che hanno celebrato la Valdaso: le xilo-
da porta Aspramonte, al tramonto si ammira un pano- grafie di Adolfo De Carolis, pittore simbolista nativo di
rama da cartolina che da est a ovest abbraccia i Sibillini, Montefiore, i paesaggi della memoria di Domenico Can-
i monti della Laga, il Gran Sasso, il borgo di Ripatranso- tatore, pugliese di origine, e lo splendido Trittico di Monte-
ne e la valle del torrente Menocchia, giù fino alla Riviera fiore di Carlo Crivelli, in realtà ciò che rimane di un
106 Bell’Italia
il weekend
VALDASO
polittico con predella, smembrato e in parte venduto eptagonale. Alta 30 metri, ha sette lati di ampiezza diver-
nell’Ottocento. La chiesa romanico-gotica di San France- sa; dalla sommità, coronata da una merlatura ghibellina
sco vanta affreschi trecenteschi del Maestro di Offida realizzata a inizio ’900, il panorama è mozzafiato. Ospita
nell’ex abside e uno scenografico monumento sepolcrale. le mostre del Tomav, Torre di Moresco Arti Visive.
Risalendo su piazza della Repubblica si scivola infine nel Dall’altra parte della piazza troneggia la torre dell’Orolo-
nucleo originario di Montefiore, in contrada Cassero, do- gio; ne esisteva una terza in posizione intermedia, come
ve sorgeva uno dei due castelli originari; ne resta traccia mostra lo stemma comunale, ma fu demolita nell’800.
nel torrione del Cassero, oggi inglobato in palazzo Egidi. Il cuore del borgo è piazza Castello, che da giugno a
settembre torna isola pedonale e riprende vita da
MORESCO E LA TORRE A SETTE LATI mattina a sera, tra bambini liberi di correre in lungo e in
Sul versante opposto della Valdaso, in provincia di Fer- largo e turisti che cenano sotto il loggiato: questo rappre-
mo, i borghi di Moresco e Monterubbiano si raggiungono senta l’unica parte rimasta della chiesa di Santa Maria in
in dieci minuti d’auto risalendo una strada panoramica Castro, che fu smantellata nell’800 risparmiando solo la
che costeggia vigne e frutteti. Moresco è una bomboniera navata sinistra. Nel loggiato si conserva l’affresco cinque-
medievale a 405 metri di quota, un borgo fortificato centesco di una Madonna con Bambino di Vincenzo Paga-
triangolare che ha a un vertice la celebre e singolare torre ni, autore anche dell’incantevole edicola nella chie-
108 Bell’Italia
il weekend
VALDASO
setta romanica di Santa Maria dell’Olmo, appena fuori so Italia, conserva interessanti affreschi, come lo Sposali-
dal paese. «Un vero gioiello nascosto, riaperto al pubblico zio mistico di Santa Caterina di Pierpalma da Fermo (XV
nel 2015», spiega l’assessore al Turismo Lorena Cionfrini. secolo) e nell’abside un’Ultima Cena trecentesca con tre-
dici apostoli. Senz’altro uno di troppo... Sfilando davanti
UNA PASSEGGIATA A MONTERUBBIANO a case medievali corso Italia confluisce in piazza Temi-
A poco più di un chilometro sorge il borgo di Monterub- stocle Calzecchi Onesti, abbellita dal palazzo rinasci-
biano, circondato da un camminamento di due chilo- mentale della famiglia Onesti e dalla torre merlata del
metri tra resti delle mura, affacci panoramici e tre Comune che pare incorniciata in una cartolina d’altri
antiche porte d’accesso. La passeggiata prosegue nel tempi; l’edificio ospita dipinti dal ’500 al ’700 e una colle-
vasto parco San Rocco (1872), con panchine dissemina- zione di 600 bambole da tutto il mondo. Poco lontano ci
te tra pini, querce, fontane e busti, ideale per una pausa sono la chiesa sconsacrata di San Francesco, oggi audito-
nel verde. Da qui un viale alberato conduce al centro e ai rium tra altari barocchi, e il Museo Civico Archeologico,
suoi gioielli, come il teatro Vincenzo Pagani, riaperto lo ricco di monete e reperti piceni e romani. Infine si scen-
scorso luglio, e le cinque chiese visitabili (altre sei sono de nella zona del vecchio ghetto, testimonianza di un’an-
chiuse per il terremoto o altri problemi): tra tutte, quella tica comunità ormai scomparsa. E qui il canto degli uc-
dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista (1238), in cor- celli torna a riempire il tempo e lo spazio.
110 Bell’Italia
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il weekend
VALDASO
Come arrivare
La Valdaso, tra le province di Fermo e Ascoli Piceno,
si raggiunge in auto con l’A14, uscita Pedaso, poi
provinciale 238. In treno: linea Ancona-Pescara,
stazione di Fermo-Porto San Giorgio, poi bus
Trasfer (0734/22.94.00; www.trasfer.eu) per
Monterubbiano e Moresco; stazione di Pedaso,
poi bus Trasfer, o di San Benedetto del Tronto e
autolinee Start (800.84.30.40; www.startspa.it) per
Montefiore dell’Aso. In aereo: aeroporto di Ancona,
a 88 km da Montefiore. In camper: area camper
a Montefiore, piazza Pietro Nenni, 0734/93.90.19.
Chiesa di San Francesco a Montefiore dell’Aso
112 Bell’Italia
Trattoria Pennesi
Polo Museale di San Francesco a Montefiore dell’Aso Bed & Breakfast Vento di Rose
Bell’Italia 113
tatticadv.it
ATHENA
EVOLUTION Frammenti collection
Store locator / Shop online: athenagioielli.com
Quaderni di viaggio su itinerari a piedi o in bici nel paesaggio Sentieri d’Italia
di Albano Marcarini
Bell’Italia 115
Sentieri d’Italia
di epoca successiva come un impianto circa 250 metri sopra la valle del Paglia, Bolsena fino a Orvieto. In ogni caso è
termale romano o le fondamenta di una il fiume che scorre sotto Orvieto. Lun- un luogo di grande suggestione con le
chiesa medievale. Al fondo di via Cap- go il cammino s’incontra, sulla sinistra, sue umide pareti di tufo, i muschi, le
puccini, seguendo un breve percorso la chiesa di Santo Spirito de’ Monaci spirali di edera e vitalba e il suo stretto
pedonale si giunge in località Ponte del Armeni, edificata nel 1288. Il suo bel cammino selciato.
Sole, accanto alla statale 71. Alle spal- portale gotico è stato ricollocato nella Si spunta ora sul pianoro dell’Alfina
le emerge Orvieto, adagiata sulla rupe. chiesa di San Domenico in Orvieto. dove il paesaggio è invece dolce, mos-
Si trascura la statale e si continua su so dalle onde dei campi e punteggiato
una dirittura che sembra partire pro- UN CAMMINO MIRACOLOSO dai boschetti d’elce e di castagno. Lo
prio dalla Porta Maggiore di Orvieto. PORTA AL SASSO TAGLIATO stradello è invogliante, fiancheggiato
Si percorre la cosiddetta via del Tam- Quasi in cima l’itinerario diventa un dalle siepi e protetto dagli alberi. Si
burino, già via Petroria: forse è opera sentiero, incrocia la strada statale 71 passano dei fossi che scavano profon-
etrusca, ma certamente esisteva in (in questo tratto ci vuole molta pru- di solchi nel molle terreno di argilla.
epoca romana, come testimoniano un denza) e prosegue oltre arrivando su- Dopo un buon tratto si incontra una
tratto selciato, che si noterà strada fa- bito al sentiero del Sasso Tagliato, così strada asfaltata: la si segue a destra,
cendo, e alcune fonti che lo ritengono detto poiché la via fu aperta a forza lasciando a sinistra la direzione di Bol-
un diverticolo della via Cassia, l’impor- di braccia dagli Etruschi. La leggenda sena, e in breve si raggiunge Sugano,
tante via consolare romana. sostiene però che la parete di tufo si villaggio a pianta circolare collocato
La via è in salita poiché deve guadagna- fosse aperta in modo misterioso poco in posizione eminente. È il solo luogo
re il tavolato vulcanico dei Monti Vol- prima del passaggio del Santo Corpora- dove si trovano un bar e un negozio di
sini, retto su un potente letto di argille, le, la reliquia recata in processione da alimentari ed è bene approfittare.
116 Bell’Italia
come
dove
quando
Alberghi e ristoranti
Agriturismo La Chiusetta
(Orvieto, località Laghetto
di Sugano 5, 0763/34.40.40).
Si alloggia in piena campagna,
lungo l’itinerario, a valle
di Sugano: tre casali
colonici ben restaurati.
Doppia con colazione da 80 €.
B&B CasaSelita
(Orvieto, strada di Porta
Si esce da Sugano in direzione del suo Si continua rispettando la direzio- Romana 8, 0763/34.42.18).
camposanto, al vertice del quale si ab- ne più battuta e godendo di splen- Deliziose camere in un piccolo
bandona la via principale piegando a dide vedute sulla valle del Paglia e borgo di fine ‘700, circondato
destra per uno stradello che scende sull’altra corposa rupe dove un tem- da ulivi, vicino al centro
repentino alle fonti del Tione, la cui po sorgeva la potente Rocca Ripesena. storico di Orvieto. Doppia
con colazione da 75 €.
acqua oligominerale scaturisce dallo Alla fine si ci imbatte di nuovo nella
Trattoria dell’Orso
strato di vulcaniti che compone l’area strada statale 71, all’altezza del con- (Orvieto, via della
vulsina. Dalla fonte si torna poi a ri- vento della Santissima Trinità, che ora Misericordia 18, 0763/
troso di qualche passo per imboccare è in fase di restauro. Le sue origini si 34.16.42). Dopo l’escursione,
a sinistra una traccia (sempre più evi- fanno risalire all’XI secolo. Seguendo nulla di meglio di una buona
dente fino a trasformarsi in carraia) per un breve tratto la statale in discesa cena a base di zuppe,
che aggira alla base la rupe su cui sorge si giunge a un tornante; qui si lascia la tortelli, fettuccine, tagliata
il villaggio. Si torna a contemplare un strada asfaltata e grazie a un breve col- e buon vino. Conto 25 €.
paesaggio che ha davvero un aspet- legamento si torna sulla via del Tambu- Caffè Montanucci
to primordiale: forre, cavità, una rino, già percorsa. Volgendo a sinistra (Orvieto, corso
Cavour 23, 0763/34.12.61).
vegetazione imperiosa con vetusti si fa infine ritorno sui propri passi a Or-
Questo storico caffè offre
castagni, pareti dalle quali sgorgano vieto. Per chi desidera evitare l’ultima il meglio quanto a dolci,
freschissime sorgenti d’acqua. Ci sono salita alla rupe della città il consiglio ma provvede anche a primi
i segni di un decaduto passato: un la- è quello di programmare, possedendo e secondi da asporto per
vatoio con molteplici vasche e alcuni un’automobile, l’inizio dell’escursione un picnic: basta avvertire
casali in totale abbandono. in località Ponte del Sole. con 24 ore di anticipo.
Bell’Italia 117
CIBO & PAESAGGIO CALVENZANO (Bergamo)
A cura di SLOW FOOD ì Testi Angelo Surrusca ì Fotografie Archivio Slow Food
118 Bell’Italia
come
dove
quando
CALVENZANO
(Bergamo)
Melone di Calvenzano
Dimore storiche
e menu di tradizione
Soggiorni d’atmosfera in castelli medievali e palazzi
di campagna. A tavola cene stellate e piatti lombardi doc
pesce abbinato a
ricerca e creatività. Da
provare il grande crudo
di pesce, il risotto asparagi
e pagro, il pagello con
crema di ceci, il rombo
con le verdure. A pranzo
sempre più dolci, con un periodo di rac- disponibile un menu più
colta più lungo e quindi commercial- veloce ed economico.
mente più appetibili. La produzione di Conto 70-125 €.
Calvenzano, inoltre, non è quantitativa- Le Due Colonne
mente paragonabile a quella dei colossi (Truccazzano, largo
della zona, in primis le aziende manto- Conti Anguissola 3,
vane, che sono tra le più importanti del 02/958.30.25). Ricavato
Paese per la produzione di meloni a Calvenzano, a 30 chilometri da Bergamo, si raggiunge nella corte di un signorile
polpa arancione. in auto con la A35 BreBeMi, uscita Caravaggio; palazzotto di campagna,
da qui si seguono la Tangenziale Ovest Caravaggio offre un menu di pochi,
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Grazie alla caparbietà dei soci della co- risotto mantecato
operativa, nel 2002 si è però ripreso a al gorgonzola, ravioli al
seminarlo: le prime sei piantine sono Gli alberghi all’intelligente recupero taleggio, gnocchi di patate
state recuperate grazie a un agricoltore di fabbricati agricoli con ragù di cinghiale,
che ne aveva tenuto qualche seme. Og- Castello Visconteo e secondo i principi cotoletta alla milanese,
gi sono centinaia e producono qualche ★★★★ dell’ecosostenibilità, rustin negàa (nodini di
decina di quintali di meloni. (Cassano d’Adda, piazza dispone di 16 eleganti vitello rosolati), costine
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rativa. La semina viene effettuata nel letti a baldacchino, soffitti I ristoranti
periodo della Settimana Santa, aspet- con travature, pareti
tando il rialzo delle temperature prima- affrescate. Le suite hanno San Martino info
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e si concentra tra la metà di luglio e e la zona giorno arredata Battisti 3, 036/34.90.75). Presidio Slow Food
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tato) o in confetture, prodotte in due ver- Il Feudo di Agnadello Beppe Colleoni, e 338/111.24.02,
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zione al Club degli Abbonati (i “Servizi”) di autonome iniziative - l’elenco aggiornato è a Sua disposizione e può essere richiesto al
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126 Bell’Italia
NAVIGAR PER VILLE E GIARDINI SUI LAGHI
Originali prospettive dalle acque dei laghi Maggiore, di Garda e di Como
La storia della letteratura ottocentesca racconta di come i laghi italiani abbiano rappresentato tappa obbligata del Grand
Tour di illustri scrittori come Goethe, Heine, Stendhal, Dickens, Dumas, Valery, Flaubert i quali, rimanendone affascinati, ne
hanno trasferito le bellezze nei propri scritti. Sul finire del 19° secolo, si sviluppa così il fenomeno del turismo d’elite: ricche
famiglie aristocratiche hanno iniziato a costruire e ristrutturare sontuose ville d’architettura raffinata, alcune delle quali
trasformate poi in alberghi di lusso, quale luogo di piacevole soggiorno. Successivamente grazie anche all’incanto dei paesaggi
e all’eleganza degli stili, i laghi inziano ad attrarre numerosi frequentatori e, parallelamente allo sviluppo dei processi di
industrializzazione e di modernizzazione, sono diventati destinazione privilegiata di un turismo di massa.
Balbianello, raggiungibile con una breve particolare durante le numerose piazze, giardini ed il teatro all'aperto
passeggiata dal pontile di Lenno: sorge fioriture, che si possono ammirare. che lo compongono non costituiscono
su un piccolo promontorio e presenta Poco distante, sull’Isola Madre, dotata certo gli unici edifici di straordinaria
una splendida loggia dalla quale è di un piccolo scalo di approdo dei bellezza da ammirare navigando sulle
possibile ammirare due paesaggi battelli di linea, si trova il Palazzo acque del Benaco. Oltre ai numerosi
opposti, la Tremezzina ed il centro lago Borromeo, ora trasformato in un museo castelli che orlano le sponde bresciane,
da un lato e il bacino dell’Isola che raccoglie interessanti ricostruzioni veronesi e della riviera trentina ci sono
Comacina dall’altro. d’ambienti d’epoca. L’edifico è numerose ville che si specchiano nelle
Spostandoci ad ovest sul lago Maggiore, circondato da uno splendido orto acque. Tra queste Villa Feltrinelli,
sono i Giardini di Villa Taranto a botanico costituito da terrazzamenti costruita a fine Ottocento, è inserita in
meritare una menzione particolare: dove crescono piante rare e fiori esotici un magnifico parco con piante pregiate
sorgono nel centro lago Maggiore, e si possono incontrare bianchi pavoni, e circondata dalle antiche residenze dei
proprio di fornte all’omonimo scalo fagiani e coloratissimi pappagalli. custodi e dei contadini che accudivano
della Navigazione Laghi, servito da E dalle acque del Lago di Garda invece le stalle e le limonaie, tipiche strutture
numerosi battelli, ed a poca distanza si può scorgere il complesso del a pilastro la cui originalità di può
dallo scalo più grande di Verbania Intra, Vittoriale, sviluppatosi attorno a Villa apprezzare pienamente solo navigando
dal quale invece partono e arrivano Cargnacco, requisita dalla Stato Italiano a bordo dei battelli di linea in servizio su
giornalmente oltre 90 corse traghetto ad un critico d'arte tedesco. Ma il tutto il lago.
per il trasporto veicoli. Il parco labirinto della villa e gli edifici, le vie, le
all’inglese è ricco di ogni sorta di piante
e fiori: tulipani, eucalipti, magnolie, da non perdere...
ninfee, fiori di loro e piante tropicali; si
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rendono unico l’ambiente, in Escursione giornaliera fino al 30 settembre 2018
L
SAN DOMINO L’Hotel La Vela, il Ristorante L’Altro Faro,
i dolci del Minimarket Fentini, il Ristorante Da Pio, l’Hotel Ristorante e Tremiti sono cinque isole del basso
Gabbiano e i cocktail ai profumi delle isole di Capatosta Adriatico: San Domino, San Nicola,
| SAN NICOLA Il Ristorante L’Architiello e il Ristorante Il Torrione Capraia, Pianosa e l’isolotto
del Cretaccio. Un piccolo arcipelago
con una storia millenaria, fatta
di leggende, incursioni piratesche, silenzi
monacali, dominazioni e deportazioni. Le due
splendide isole abitate – San Domino e San
Nicola – sono pagine aperte su un passato
incredibilmente ricco e denso di eventi,
considerate anche le loro ridotte dimensioni.
Oggi si vive di pesca, ma un tempo San
Domino, fitta di splendide pinete, era l’“orto
del Paradiso” per i frati dell’abbazia
fortificata di San Nicola. Di questa tradizione
restano oggi i piccoli orticelli familiari.
I capperi spontanei sono tanti e buonissimi,
ma in pochi li raccolgono. I ristoratori
seguono diversi filoni, dalla tradizione
napoletana, memoria del periodo
borbonico, a quella pugliese e tremitese.
Il protagonista in tavola resta sempre
e comunque il pesce, appena tolto dalle reti.
130 Bell’Italia
In questa foto: l’isola di
San Nicola vista da
San Domino; in cima
svetta la chiesa
abbaziale di Santa
Maria a Mare,
fondata nel 1045.
A destra: il Ristorante
L’Altro Faro a San
Domino. Nella
pagina precedente,
in basso: un piatto del
Ristorante Il Torrione.
SAN DOMINO Tesori dalle reti de L’Altro Faro tremitese è tagliata a pezzi in tegame
L’hotel tra cala Matana Annalisa Lisci dipinge, pesca e non con pomodoro, da mangiare con gli
e i freschi pini d’Aleppo sta mai ferma: tutte le mattine prende spaghetti o le linguine; conto 25 €.
Dopo l’attracco nel piccolo porto di San il suo gozzo prestissimo e ritira le reti
Domino, la strada sale subito in mezzo tese il giorno prima, da sola e con gran Il dolce isolano al limoncello
alla fitta pineta affacciata sul mare. perizia. Nel suo Ristorante L’Altro I negozi sono davvero pochi qui:
Antonio Fentini, sindaco del Comune di Faro si scelgono piatti di giornata e si pensi che, da quando il forno isolano
Isole Tremiti, pescatore e cuoco, racconta “super tapas”, segnandoli sul menu ha chiuso, il pane arriva da Termoli. Uno
l’arcipelago dalla terrazza del suo Hotel che si consegna in cucina. E la lista dei pochissimi shop di alimentari è quello
La Vela. Siamo sopra cala Matana, l’ansa giornaliera è modellata proprio su quanto della famiglia Fentini, l’unico aperto tutto
che Lucio Dalla ammirava dalla sua villa, le reti restituiscono. C’è però sempre l’anno. I prodotti sono pugliesi, abruzzesi
nascosta in alto; un sentiero tra i pini la zuppa di pesce, che lei serve con gli e molisani, e sugli scaffali occhieggia
d’Aleppo porta alla spiaggetta attrezzata, spaghetti spezzati come si fa a Termoli: la confezione del Dolce Tremiti, in scatole
nella cala turchese. L’albergo è delizioso Annalisa giura che l’idea è stata di suo gialle e azzurre: si tratta di un plum
e vi si cena quasi sempre con il pesce padre Enrico, detto Cocuccio, grande cake senza uvette ma preparato con
pescato da Andrea, figlio di Antonio pescatore. Altro piccolo capolavoro è limoncello, mandorle e nocciole. Ottimi
e Ornella. L’ideale per una vacanza la carbonara di mare, con pasta, uova, anche i biscotti al farro, aromatizzati
rigenerante, accompagnata dall’urlo delle pecorino, cozze, vongole e qualcos’altro all’arancio o al limone. Un’altra specialità
diomedee, gli albatri che nidificano qui secondo il giornaliero capriccio di sono le treccine all’anice o al finocchietto,
e devono il loro nome all’eroe omerico Nettuno. Buono il polpo con la menta molto rare da trovare, così come i capperi
Diomede, al quale una leggenda che compare anche nello tzatziki, poi che qualcuno raccoglie e mette sotto
attribuisce la nascita delle Tremiti; fettuccine al nero di calamari, più delicato sale in vasetto. Si tratta di piccoli capperi
doppia in mezza pensione da 160 €. del nero di seppia, mentre l’aragosta alla selvatici, perfetti con pesce e insalate.
Bell’Italia 131
Isole Tremiti 1. Due tapas di pesce,
specialità del Ristorante
L’Altro Faro. 2. L’insenatura
di cala Matana, una delle
più famose spiagge
di San Domino, sulla costa
orientale dell’isola.
3. Uno scorfano
appena pescato da Antonio
Fentini, proprietario
dell’Hotel La Vela. 4. Ravioli
ai frutti di mare sulle
tavole del Ristorante
Da Pio. La cucina del locale,
di grande tradizione,
alterna influenze pugliesi
e campane. 5. Relax
all’aperto da Capatosta,
il cocktail bar nato
da un’idea di Dalila
Lisci e Fabio Molinaro.
Le bevande sono ispirate
ai profumi delle isole.
1
Da Pio, cucina “borbonica” gamberi e generoso pepe nero. sauna, massaggi, e bagno turco.
nel cuore dell’Adriatico Poi le maruzzelle (lumachine di mare) La cucina ha tocchi di eleganza,
Nella loro parlata, quasi priva di in guazzetto e menta o lo sgombro con qualche venatura ligure di quando
inflessioni pugliesi, i tremitesi ricordano marinato. Buono il tiramisù al limone. in quando: tartare di ricciola o di tonno,
ancora il periodo in cui le isole erano Ersilia ha da poco ceduto il mestolo moscardini su purè di fave di ispirazione
sotto la corona borbonica. La cadenza e lo scettro in cucina a Lorena Colaneri, pugliese, scorfano con patate, olive
è decisamente napoletana e la cosa ma continua a sovraintendere e gli immancabili capperi e paccheri al
si spiega con l’iniziativa dei Reali implacabile ai fornelli; conto 35-40 €. granchio, chiamato “pelosa” (appellativo
di colonizzare l’isola con contadini forse poco elegante per questo
campani. Ersilia Badalamenti, maestra Scorfani e palamite per menu crostaceo squisito). Code di rospo,
e cuoca, rivendica anche in cucina di pesce di gran classe orate, palamite e altri pesci vengono
questa storica matrice. Nel Ristorante È il volatile che più connota le Tremiti, cotti anche su pietra ollare o in tranci
Da Pio si gustano i ravioli ai frutti e doveva per forza avere un albergo a lui alla pizzaiola con pomodorini, capperi
di mare e musdea (o “mostella”, un dedicato. L’Hotel Ristorante Gabbiano, e origano selvatico delle isole. Lo chef
pesce della stessa famiglia dei merluzzi), aperto nel 1973, di proprietà dei fratelli Vincenzo Gargiulo ha messo a punto
gli scialatielli fatti in casa con i frutti Marco e Luana Napolitano, è comodo anche il piatto di bandiera, i troccoli
di mare, i paccheri con genovese di e moderno, con camere perfettamente Gabbiano con cozze, vongole, gamberi
polpo, e la “tammurriata nera”, un piatto attrezzate, e in più c’è una piccola spa e altro, in un denso sugo di pomodoro
di mezze maniche con cozze, patate, con idromassaggio, docce sensoriali, aromatizzato. Le verdure sono tutte
132 Bell’Italia
3
4 5
“a metro zero” perché coltivate nell’orto creativo quanto lei, propone anche SAN NICOLA
di famiglia. La cantina offre un centinaio “mangiari” da abbinare. Soprattutto La maestà dell’abbazia
di etichette, per lo più pugliesi ma hamburger di carne pregiata, come e il talento di Carolina
non solo. Cenare sulla terrazza, vis-à-vis la scottona. Spiccano lo Scazzamauriello La distanza tra le due isole principali
con l’isola di San Nicola che si accende Burger, polpetta di pollo e tacchino delle Tremiti si copre in pochi minuti di
di luci, è un’esperienza unica; doppia con fragole e peperoncino, dedicato traversata da molo a molo. Tutto però è
con colazione da 100 € e conto sui 40 €. a un folletto rompiscatole, e il burger iniziato qui, a San Nicola, che si presenta
Arona Matana, di carne, mele, con la fortificazione e le mura che
Cocktail ai profumi tremitani cheddar e peperoni, in memoria scendono dalla sommità della scogliera
Coraggiosa e determinata, Dalila Lisci di un’infelice principessa che una e cingono il complesso abbaziale. Nei
non ha avuto pace fino a quando non ha delle tante leggende tremitesi vuole secoli l’hanno abitata eroi achei, pirati
aperto il suo locale. L’idea di Capatosta annegata a cala Matana, da abbinare saraceni, monaci e diverse personalità
è ottima e molto trendy: cocktail freschi, tassativamente con un Apple Martini. condannate al confino da vari regimi.
estivi, aromatizzati ai profumi delle Il burger Bue Marino è invece di Gli anziani di San Domino quando
isole. La scelta è tra un Cosmopolitan tonno. Buona scelta di birre di piccole vanno a San Nicola dicono che vanno
con vodka al rosmarino, un John Collins produzioni artigianali. Il Capatosta “a Tremiti”: tanto il nome dell’arcipelago
con finocchietto selvatico, il Negroni con è un imperdibile meeting point si connota con questo luogo. Si approda
gin al cappero e rum all’alloro. Il locale di San Domino, ovviamente giovane al moletto, poi bisogna iniziare la salita
che gestisce insieme a Fabio Molinaro, e molto spiritoso; conto da 15 €. al cuore storico dell’isola e lo si fa
Bell’Italia 133
Isole Tremiti 1. Pranzo al Ristorante
Il Torrione, a San Nicola,
frequentato locale
di Tiziana Tesoro.
Prende il nome dalla
vicina torre angioina.
2. Il castello dei Badiali,
baluardo difensivo
dell’abbazia-fortezza
di San Nicola. 3. Vincenzo
Gargiulo, chef dell’Hotel
Ristorante Gabbiano,
al lavoro nella sua
cucina. 4. Rita Fentini
del Minimarket Fentini
mostra le confezioni
del Dolce Tremiti,
specialità al limoncello.
5. Un piatto del Ristorante
Il Torrione. Nella pagina
seguente: cartina con
le isole dell’arcipelago
trattate in queste pagine.
1
134 Bell’Italia
Indirizzi
4 5
valicando una porta ricavata tra le mura. in questo caso è preparato con olio, chiesa di Santa Maria a Mare, un gioiello
L’Architiello è subito lì: Carolina La aglio, prezzemolo e gli immancabili in urgente attesa di restauri come tutto
Manna Casieri accoglie gli ospiti nel suo capperi. D’influsso pugliese, la pasta il complesso abbaziale, chiamato anche
locale che un tempo era lo stanzone di e fagioli con le patelle fa da controcanto “Montecassino del mare”. Pare che tutto
salatura del pesce dei monaci. E racconta alla pasta e ceci con le vongole; a abbia avuto origine dall’arrivo sull’isola
di quando le due isole principali e l’isolotto seguire la tiella con riso, cozze, zucchine di un eremita nel III secolo dopo Cristo.
di Cretaccio erano collegati da pontili e pomodori verdi. Poi zuppa di pesce La storia di Tiziana e del Ristorante
in legno: quello di San Nicola partiva in coccio, la murena fritta (rarità golosa Il Torrione è molto più attuale: una piccola
da qui. Ma il nome del ristorante si rifà che piaceva anche al cuoco romano oasi del gusto di schietto carattere
a un bellissimo arco naturale sulla costa Apicio), spaghetto con ricciola pugliese (il menu è scritto in dialetto)
di San Domino, tra grotte scavate dalle e polipo in vari modi; conto 35-40 €. che utilizza al massimo il pesce delle
onde. Cucina di cuore, quella di Carolina, Tremiti. In tavola si gustano tielle con
appresa dal marito Gaetanino Casieri, Un verace menu in dialetto patate, riso e cozze, tubetti con le cozze,
che ha lasciato tutto il suo talento alla Lei si chiama Tiziana Tesoro, pugliese di spaghetti al Torrione con bottarga, alici
moglie. Un mix di ricette pugliesi e Cerignola trasferitasi a San Nicola senza fresche, pomodorini e pistacchi, zuppa
tremitesi, preparate con vera passione. un attimo di ripensamento. Qui ha aperto di pesce con solo pesce azzurro, polpette
Apertura con un antipasto di palamita un bel locale sotto al torrione angioino, di salicornia fritte o in pastella e qualche
del pescatore, pesce azzurro prezioso, alle soglie dell’ultimo ingresso all’abbazia volta carne come gli gnummariddi,
conservabile sott’olio e gustosissimo: prima della salita verso la splendida involtini ovini della tradizione; conto 25 €.
Bell’Italia 135
Isole Tremiti
La ricetta
Palamita di Carolina
Pochi ingredienti di qualità e i giusti tempi di cottura:
ecco i segreti di questo piatto del Ristorante L’Architiello
Procedimento
Ingredienti 1
Lavare il pesce
4
Togliere il pesce
sotto acqua corrente, dal cestello della cottura,
Per 6 persone: facendo attenzione che lasciarlo intiepidire e poi
sia stato perfettamente procedere alla completa
eviscerato. Asciugarlo spinatura togliendo anche
• 700 g di pesce con la carta da cucina. le parti scure della polpa
già eviscerato e la pelle. Metterlo poi in
una terrina immergendolo
• 1/2 bicchiere di aceto in acqua e aceto bianco
bianco da allungare per non più di 3 minuti.
con acqua
• 1 pizzico di origano
• 1/4 di spicchio d’aglio 2
Tagliare il pesce
5
Ritirare il pesce dalla
spezzettato a tocchi e sistemarlo marinatura in aceto
in una pentola con e asciugarlo con cura.
• 1 bicchiere
il cestello per la cottura Sistemarlo in una terrina
di olio extravergine al vapore e l’acqua e lasciarlo riposare,
necessaria. Cuocere per dopo averlo immerso
d’oliva delicato una ventina di minuti. nell’olio d’oliva,
• 1 manciata di capperi per almeno un’ora.
sotto sale
• 1 ciuffetto
di prezzemolo
3
In una tazzina mettere
6
Porzionare il pesce
un pochino d’olio nei piatti di portata,
e immergervi l’aglio spolverarlo di prezzemolo
tagliato a pezzettini, tritato mediamente,
lasciandolo da parte. aggiungere i capperi ben
lavati, l’olio insaporito
Vino consigliato: dall’aglio e una passatina
un Pecorino abruzzese molto leggera di origano.
136 Bell’Italia
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138 Bell’Italia
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140 Bell’Italia
2 - PATRIMONIALE CONSOLIDATO
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degustazioni di vino nel castello medievale Rametz, che ospita anche di Andrea Camilleri può scegliere una vacanza
un museo dedicato alla viticoltura. INFO www.europa-splendid.com a Ragusa (foto). Il 4 stelle De Stefano Palace
Luxury Hotel offre una notte con colazione da
49 € a persona e brochure sui luoghi dove è
SAN PIETRO DI FELETTO (Treviso) UNA VENDEMMIA SOLIDALE
stato girato Il commissario Montalbano. In più
TRE GIORNI NELLE TERRE DEL PROSECCO si può chiedere all’hotel un tour di 4 ore (180
Viaggio nelle colline del Prosecco, a 6 km da Conegliano, per partecipare €) nei set della serie, con soste a Punta Secca
alla vendemmia solidale (foto) della cantina Le Manzane, organizzata il 9 e Donnalucata. INFO destefanopalace.com
settembre. La quota è di 15 € e sarà
devoluta alla onlus Associazione
Italiana Progeria Sammy Basso.
Un’altra occasione per conoscere
il territorio è il pacchetto “Tre giorni
di benessere e Prosecco”, a 293 €
a persona: include 2 notti in un 4
stelle, massaggi di coppia, spa, cene
e degustazioni. INFO lemanzane.com
142 Bell’Italia
3- PUBBLICITA’
L’Italia da leggere A cura di Carlo Migliavacca
storie.
il design
italiano
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triennale design
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Storie. Il design
italiano, Electa 2018,
528 pagine, 45 €.
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DESIGN
Stefano Caviglia
settimanale
vds.knv.skdcòlds,csòlc
Panorama (e prima dell’In-
Tevere
dipendente,
clksl di Repubblica, del Corriere
a proposito del delle Comunicazioni) che vive e lavora a
Roma, occupandosi prevalentemente di
politica ed economia. All’attività pro-
fessionale accompagna da molti anni
una passione per lo studio della storia
che lo ha portato a scrivere diversi sag-
gi sull’ebraismo romano e italiano. Per i
Storia, bellezza e futuro nostri tipi ha pubblicato nel 2013 Alla
scoperta della Roma ebraica.
del fiume che ha fatto grande Roma
A proposito
del Tevere.
edizioni INTRA MOENIA
a proposito del Tevere
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Intra Moenia 2018,
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144 Bell’Italia
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L’ARTE IN CUCINA
GLI ARTISTI INCONTRANO GLI CHEF
Baracca.
L’ultimo amore,
di Eugenio Barbera
e Domizia Carafòli,
Est Press 2018, 274
pagine, 16,64 €.
Formato: 13x20 cm
STORIE
L’EROE VISTO DA VICINO
A 100 anni dalla scomparsa dell’asso
dell’aviazione italiana della Prima guerra
mondiale, Francesco Baracca, abbattuto sul
Montello il 19 giugno 1918, Eugenio Barbera
e Domizia Carafòli aprono una finestra
su un episodio sconosciuto della vita
del grande pilota. Grazie al ritrovamento
di 13 lettere di Baracca, fanno riemergere
la breve storia d’amore che per qualche
mese, tra il settembre 1917 e la morte,
ha visto intrecciate la sua vita di soldato al
fronte e quella di una giovanissima ragazza
conosciuta a Udine, Norina Cristofoli.
Sono scampoli di intimità in cui l’uomo
può prendere le distanze dalla sua ormai
mitizzata figura di eroe, mentre sullo sfondo
scorre il film della Grande Guerra, di cui
Baracca non potrà vedere la fine.
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del Bel Paese. Riconoscete la località interpretata dalla matita di Matteo Pericoli?
Chi invierà la risposta esatta potrà proporre il soggetto per uno dei prossimi numeri
Qualche indizio qua e là... Sulla riva sinistra di un fiume... loquace, Antichi, eleganti palazzi nobiliari
e ai piedi delle Prealpi, vanta un centro attorniano la piazza principale, al centro
storico tra i più interessanti della zona. della quale svetta un’antenna alta venti
Il toponimo deriva da un vicino castello metri; sul basamento è scolpito uno
medievale, molto ben conservato. stemma comunale che risale al 1520.
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