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Ogni settimana Portfolio Fumetto Argentina
il meglio dei giornali Le vacanze Africa Alla conquista
di tutto il mondo degli amish felix della Patagonia
Viaggio
Reportage
e foto da tutto
il mondo
Numero speciale
di 164 pagine
SET TIMANALE • PI, SPED IN AP
DCB VR
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BE
3/23 agosto 2018 • Numero 1267-1268-1269 • Anno 25
“Può darsi che non siano gli oggetti a essere
Velocità
Giovanni De Mauro
Si diceva che il loro arrivo avrebbe
provocato nuove forme di criminalità,
favorito la difusione di malattie,
trasformato il modo di fare la guerra e reso
i conlitti ancora più terribili, annullato le
identità culturali, distrutto i commerci
locali, rivoluzionato le relazioni sociali,
aiutato la circolazione di idee pericolose.
Era tutto vero. Nella prima metà
dell’ottocento, con l’arrivo delle ferrovie
successero tutte queste cose. Ma anche
molte positive, e oggi non potremmo
immaginare un mondo senza treni e senza
“il valore aggiunto dello spettacolo dei 3/23 agosto 2018
Ogni settimana
n. 1267-8-9 • anno 25
Portfolio
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Fumetto
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Argentina
Haiti portfolio
50 Lo spirito 118 Le vacanze
il meglio dei giornali Le vacanze Africa Alla conquista
Costruire mondi
“Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio,
di quante se ne sognano nella vostra ilosoia”
William Shakespeare, Amleto
Il numero dei viaggi è a cura di Giulia Zoli Cristian Vázquez, Letras Libres, Messico
Direttore Giovanni De Mauro
Vicedirettori Elena Boille, Chiara Nielsen, Viviamo nell’era degli schermi. Telefoni, compu- tratta di viaggi lunghi, in cui, come dice lo scritto-
Alberto Notarbartolo, Jacopo Zanchini
Editor Giovanni Ansaldo (opinioni), Daniele ter, televisori, tablet, cinema, telecamere di sicu- re spagnolo Jaime Fernández, “si ha più tempo
Cassandro (cultura), Carlo Ciurlo (viaggi, visti
dagli altri), Gabriele Crescente (Europa), Camilla rezza, pannelli pubblicitari. In un certo senso, che spazio”. Fernández cita diversi romanzi in cui
Desideri (America Latina), Simon Dunaway
(attualità), Francesca Gnetti (Medio Oriente), potremmo dire che tutti questi schermi sono imi- alcune scene chiave si svolgono su un treno a lun-
Alessandro Lubello (economia), Alessio
Marchionna (Stati Uniti), Andrea Pipino tazioni del inestrino del treno. Il inestrino del ga percorrenza, “uno scenario ideale, perché per-
(Europa), Francesca Sibani (Africa), Junko Terao
(Asia e Paciico), Piero Zardo (cultura, treno è uno schermo gigante e interattivo, ad alta sonaggi che non si conoscevano si scambino con-
caposervizio)
Copy editor Giovanna Chioini (web, deinizione e in 3d. Ha un unico problema: non idenze che altrove non avrebbero osato fare”:
caposervizio), Anna Franchin, Pierfrancesco
Romano (coordinamento, caporedattore), possiamo portarcelo dietro. Forse gli schermi so- L’idiota di Dostoevskij, La sonata a Kreutzer di
Giulia Zoli
Photo editor Giovanna D’Ascenzi (web), Mélissa no stati inventati proprio per questa ragione. Tolstoj, Corto viaggio sentimentale di Italo Svevo,
Jollivet, Maysa Moroni, Rosy Santella (web)
Impaginazione Pasquale Cavorsi (caposervizio), E forse è sempre per questa ragione che viag- Sconosciuti in treno di Patricia Highsmith. Anche
Marta Russo
Web Annalisa Camilli, Andrea Fiorito, Stefania giamo in treno: per il valore aggiunto dello spetta- raccontare una storia a qualcuno o ascoltare una
Mascetti (caposervizio), Martina Recchiuti
(caposervizio), Giuseppe Rizzo, Giulia Testa
Internazionale a Ferrara Luisa Cifolilli,
colo dei finestrini. Non a caso molte persone, storia raccontata da un altro sono attività che in-
Alberto Emiletti
Segreteria Teresa Censini, Monica Paolucci,
quando possono scegliere, preferiscono l’autobus vitano a pensare, ricordare e immaginare.
Angelo Sellitto Correzione di bozze Sara
Esposito, Lulli Bertini Traduzioni I traduttori
alla metropolitana. La metropolitana è più velo-
sono indicati dalla sigla alla ine degli articoli.
Caterina Benincasa, Marzena Borejczuk,
ce, ma i suoi inestrini mostrano solo stazioni. In L’immagine più triste
Giuseppina Cavallo, Andrea De Ritis, Federico
Ferrone, Valentina Freschi, Susanna Karasz,
autobus la programmazione è più varia. Nessuna I fratelli Lumière inventarono il cinema con l’ar-
Paola Moretti, Francesca Rossetti, Fabrizio
Saulini, Irene Sorrentino, Bruna Tortorella
delle due, però, è paragonabile alla ricchezza e rivo di un treno in stazione. Quella prima imita-
Disegni Anna Keen. I ritratti dei columnist sono
di Scott Menchin Progetto graico Mark Porter
alla varietà di quella dei treni. Dato che i treni so- zione del inestrino chiamata schermo mostrò
Hanno collaborato Gian Paolo Accardo,
Cecilia Attanasio Ghezzi, Gabriele Battaglia, no quasi ovunque, il repertorio dei loro inestrini proprio un treno. E molti dei ilm che hanno la-
Francesco Boille, Sergio Fant, Anita Joshi, Fabio
Pusterla, Alberto Riva, Andreana Saint Amour, è inesauribile. Montagne innevate, campi assola- sciato un segno profondo nella cultura del nostro
Francesca Spinelli, Laura Tonon, Lorenzo
Trombetta, Guido Vitiello, Marco Zappa ti, spiagge da dépliant, città ricche, quartieri po- tempo prevedono un treno. In un treno si cono-
Editore Internazionale spa
Consiglio di amministrazione Brunetto Tini veri, pianure infinite. Anche se abbiamo visto scono Jesse e Celine in Prima dell’alba, e un treno
(presidente), Giuseppe Cornetto Bourlot
(vicepresidente), Alessandro Spaventa mille volte quei paesaggi, non sarà mai la stessa è la macchina del tempo che usa Doc in Ritorno al
(amministratore delegato), Giancarlo Abete,
Emanuele Bevilacqua, Giovanni De Mauro, cosa: ogni giorno ha un suo modo di organizzare i futuro. Rick se ne va in treno sotto la pioggia e
Giovanni Lo Storto
Sede legale via Prenestina 685, 00155 Roma dettagli. E se non abbiamo voglia di osservarli, senza Ilsa in Casablanca, e migliaia di volte abbia-
Produzione e difusione Francisco Vilalta
Amministrazione Tommasa Palumbo, possiamo tranquillamente rifugiarci in un altro mo visto qualcuno camminare vicino a un treno
Arianna Castelli, Alessia Salvitti
Concessionaria esclusiva per la pubblicità schermo, in un libro o nel sonno: quando alzere- in partenza nell’ultimo vano tentativo di non al-
Agenzia del marketing editoriale
Tel. 06 6953 9313, 06 6953 9312 mo lo sguardo il inestrino sarà sempre lì. lontanarsi da chi si allontana. A volte poggiano le
info@ame-online.it
Subconcessionaria Download Pubblicità srl Gli schermi sono inestre attraverso cui osser- mani sul vetro, come se volessero toccarsi. Ma
Stampa Elcograf spa, via Mondadori 15,
37131 Verona viamo. Davanti a loro siamo spettatori. I libri, in- non si toccano, e sono il contrario di Dio e Adamo
Distribuzione Press Di, Segrate (Mi)
Copyright Tutto il materiale scritto dalla vece, sono porte. Il lettore non resta fuori a guar- sulla volta della cappella Sistina: non si creano, si
redazione è disponibile sotto la licenza Creative
Commons Attribuzione - Non commerciale - dare: deve entrare e costruire il libro via via che lo distruggono. Si guardano dal inestrino, e quello
Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
Signiica che può essere riprodotto a patto di legge. Forse per questo in treno i lettori alzano che vedono è l’immagine più triste del mondo.
citare Internazionale, di non usarlo per ini
commerciali e di condividerlo con la stessa spesso lo sguardo al inestrino: come chi s’immer- Non proprio. L’immagine più triste di tutte è
licenza. Per questioni di diritti non possiamo
applicare questa licenza agli articoli che ge in apnea e ha bisogno di tornare in supericie quella che non si vede. I treni con cui i nazisti tra-
compriamo dai giornali stranieri. Info: posta@
internazionale.it per respirare. Quelli che guardano gli schermi so- sportavano prigionieri nei campi di concentra-
migliano più ai sub professionisti. Non hanno bi- mento non avevano inestrini.
Registrazione tribunale di Roma
n. 433 del 4 ottobre 1993
sogno di risalire spesso in supericie, ma le mute Viviamo, potremmo anche dire, nell’epoca
Direttore responsabile Giovanni De Mauro
Chiuso in redazione alle 20 di venerdì
gli impediscono di sentire l’acqua sulla pelle. dei selie. Ma ci sono anche altre foto tipiche del
27 luglio 2018
Pubblicazione a stampa ISSN 1122-2832
Guardare dal inestrino del treno è sempre un nostro tempo. Una è la foto di qualcuno che viag-
Pubblicazione online ISSN 2499-1600 invito a pensare, a ricordare, a immaginare. Un gia in treno scattata da chi si trova sul sedile di
PER ABBONARSI E PER po’ come leggere. Nel suo libro On writing. Auto- fronte. La persona fotografata guarda dal inestri-
INFORMAZIONI SUL PROPRIO
ABBONAMENTO biograia di un mestiere (Sperling & Kupfer 2017), no. Spesso non vediamo nella foto quello che ve-
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(lun-ven 9.00-19.00), Stephen King dice che per raccontare una storia de. Ma quello che importa è ciò che scorgiamo sul
dall’estero +39 02 8689 6172
Fax 030 777 23 87 non bisogna raccontare tutto. “Tutti hanno una suo volto: il piacere di guardare dal inestrino. Mi
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Online internazionale.it/abbonati storia e gran parte di essa non è molto interessan- direte che viaggiare è sempre piacevole. Può dar-
LO SHOP DI INTERNAZIONALE te”, aferma, e poi consiglia: “Limitatevi alle parti si. In ogni caso guardare dal inestrino non è un
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che lo sono e non lasciatevi trasportare dal resto. mezzo, ma un’attività in sé. Quando guardiamo
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Le lunghe ricostruzioni di una vita intera vanno dal inestrino, non siamo solo spettatori: il mondo
Imbustato in Mater-Bi
riservate ai bar, e solo quando manca un’ora alla ci si presenta attraverso il vetro e noi stiamo an-
chiusura e siete voi a offrire da bere”. che facendo il mondo, lo stiamo costruendo. È
Oltre ai bar un’ora prima della chiusura, c’è un bene esserne consapevoli. u fr
altro posto dove a volte è possibile raccontare la
propria vita a qualcuno ed essere ascoltato: lo Cristian Vázquez è uno scrittore e giornalista
scompartimento di un treno. Almeno quando si argentino nato nel 1978.
Io viaggio
Sam Dean (Sam Dean PhotograPhy LLC)
Il battito
Sarebbero passati mesi prima che mi ren-
dessi conto che nel 2016 quasi tutti quelli
che percorrevano il sentiero non erano
consapevoli del fatto che c’è una netta dif-
ferenza tra l’esperienza che un nero vive
lungo il cammino (positiva) e quella che
DaVID mUenCh (mUenCh PhotograPhy InC.)
La prospettiva è tutto
nell’ostello Kinkora hiking di Bob Peoples
a hampton, nel tennessee, ci sono undici Damascus, Virginia
gatti. Quando chiedo a Bob come fa a con-
trollarli tutti, risponde: “Sono loro a con-
trollare me”. Parliamo dei posti dove è stato
a fare escursioni e delle persone che ha co-
nosciuto. “I tedeschi sono i migliori escur-
sionisti”, dice. “Se ci fosse un sentiero per
l’inferno, ci incontreresti i tedeschi”. nei
prossimi giorni c’è il 100 per cento di possi-
bilità di precipitazioni. Quando pioviggina,
la pioggia mi fa suonare come uno strumen-
to, produce note diverse sul cappello, la
giacca e lo zaino. tra i tanti motivi che ci so-
no per fare una pausa, questo è il mio prefe-
rito. L’odore e i suoni della foresta bagnata
sono un regalo per i sensi, un momento per
rilettere.
Il primo adesivo che vedo su un paraur-
JameS aDam tayLor
i
ch
l a
mo. Due giorni fa mi sono svegliata sul pa pacci. Cado a terra con la bocca piena di
Ap
monte roan traTucson alberi di mele selvatiche nti polvere. mi alzo e riparto.
Mo
ARIZONA
congelate. oggi porto lo scaldacollo come Atlanta Columbia
ogni giorno mangio le montagne, e le
una bandanaNEW
Oceano sotto il cappello di lana. La montagne mangiano me. “meno peso da
Paciico MEXICO Georgia
mattina dopo, mentre percorro da sola il portare”, dico agli altri: questa pelle, l’ame-
mezzo chilometroEl Pasoche mi
TEXAS
separaLake
dall’inizio rica, il peso del passato. I miei compagni di
del sentiero, guardo la bandiera Charles
del vicino automobilisti neri ad andare da un posto viaggio sono preoccupati e poco convinti.
New Orleans
Houston
e mi chiedo se qualcuno penserà
San Antonio Schriever all’altro senza correre rischi. Diceva in qua-
che sono hai ancora un peso, mi dicono. non si sba-
musulmana, se mi sto mettendo in perico- li stazioni potevano fare il pieno, in quali ri- gliano. Da giorni cammino a fatica. Ci sono
lo. tiro giù la bandana sul collo e penso che storanti mangiare e dove potevano passare cose che all’inizio di questo viaggio soppor-
sto diventando paranoica. Sei mesi dopo il la notte senza avere paura. La guida è stata tavo bene e che ora mi distruggono. Stiamo
San Francisco Chronicle avrebbe pubbli- stampata per trent’anni. Solo cinquant’anni tutti attraversando luoghi sconosciuti, do-
cato un articolo su una donna nera che sta- fa le famiglie nere avevano ancora bisogno loranti, nervosi, lottando con il freddo e la
va camminando a Fremont, in California, di una guida per attraversare l’america sen- pioggia, cercando di non crollare. ma alcuni
con uno scaldacollo in testa, e che una vol- za rischiare la vita. di noi si guardano anche intorno. Una volta
ta tornata alla macchina aveva trovato il non c’è nulla che somigli al Green book arrivata nel maryland ho l’impressione di
lunotto posteriore rotto e un biglietto che per chi viaggia nei boschi del paese. Come aver fatto un viaggio di 3.500 chilometri at-
diceva: “Puttana con l’hijab, questo è il no- potrebbe esistere? Basta uscire di casa e traverso la terra di trump. a luglio leggo i
stro paese, vafanculo”. non era musulma- sperare che tutto vada bene. Una delle pri- nomi di altri neri uccisi dalla polizia: Philan-
na, ma non è questo il punto. Il punto è la me domande che vengono rivolte a molte do Castile, alton Sterling. non avrei mai
facilità con cui nei boschi una persona di- donne che percorrono da sole il sentiero de- immaginato che una costante del mio viag-
venta “l’altro”. gli appalachi è se hanno una pistola. alcune gio sarebbero stati i tanti messaggi dei miei
Due settimane dopo, ai trail days, c’è la trovano assurda. ma un nero con cui ho amici che mi chiedevano, anzi mi implora-
una parata per celebrare i viaggiatori di ieri parlato portava sempre con sé un machete. vano, di non tornare a casa.
e di oggi. mentre passa, un nero che si fa “non si può mai sapere”, mi ha detto.
chiamare exterminator punta una pistola essendo nera e queer, sono l’ultima Pubblicità per bianchi
ad acqua contro una folla di bianchi. Spara persona che la gente si aspetta di vedere su Questo succedeva allora. ora che sono tor-
ai loro bambini bianchi. Quelli ridono e ri- un sentiero di montagna. ma ho sempre nata a oakland, in California, mi fanno ma-
spondono con le loro pistole ad acqua. La avuto un rapporto di simbiosi con la natu- le le ginocchia. Fatico a salire le scale. mi
storia va avanti così per una trentina di me- ra. Dalla mia casa nella Florida meridiona- chiedo se non ho preso la malattia di Lyme
tri. mi fermo per arginare l’ansia che sta le si vedeva la palude, le isole Keys e le terre a causa del morso di una zecca. Il peso che
montando. non gli succederà niente, mi boniicate in mezzo. Con mio padre le ho avevo perso è tornato. Le mie braccia, di-
dico. Questa è una delle poche occasioni in esplorate tutte, salutando con la mano gli ventate nerissime nelle settimane passate
america dove non temo per la vita di un aironi e le gallinelle d’acqua e pagaiando sotto il sole estivo, sono tornate a essere
nero che mostra una pistola giocattolo in tra le radici contorte delle mangrovie. marrone scuro. I lividi sulla clavicola lascia-
pubblico. Questo succedeva prima che i pitoni bir- ti dallo zaino sono scomparsi. Le mie gam-
a dicembre del 2016, appena un mese mani invadessero le paludi della Florida, be non sanguinano più. non sento più pul-
dopo le elezioni, il Southern poverty law quando il fruscio della tettoia di foglie del- sare i piedi. Sono tornata di nuovo morbida
center ha registrato più di mille crimini la nostra canoa faceva ancora scappare i e senza cicatrici e combatto con la mia ansia
d’odio e incidenti causati da pregiudizi raz- ogni giorno per avere qualche ora di pace.
ziali. Il 16 novembre 2016 l’appalachian non potevo scegliere un momento peggio-
trail conservancy (atc) ha postato sulla sua Da piccola andavo a re. Le notizie non mi danno tregua. I fatti
pagina Facebook la notizia di scritte razzi- non signiicano nulla. La verità è che di que-
ste lungo il sentiero. erano sulla tratta che
passeggio con mia sti tempi non so come muovermi nel mon-
attraversa la Pennsylvania. L’atc invitava nonna a Miami. Mi do. mi sembra che tutto debba essere salva-
chiunque vedesse “scritte ofensive o atti di to. e faccio fatica a tenere il passo.
vandalismo” lungo il sentiero a denunciarle
parlava del tuum nifas. Di chi è la natura? Dipende dalla perso-
via email. Era un vento na a cui lo chiedete. nel 2013 è stata fondata
a partire dal 1936, dopo le violenze sca- l’organizzazione religiosa trail life Usa, in
tenate dalle leggi Jim Crow, uscì una pub-
delizioso, un vento risposta alla decisione dei Boy scouts of
blicazione chiamata The negro motorist gre- che nutriva america di permettere l’iscrizione di ragaz-
en book, una guida pensata per aiutare gli zi e ragazze apertamente omosessuali. trail
Ottantotto euro
d’ora in poi noi siamo civilians on the battle-
ield, civili sul campo di battaglia. Per le sue
esercitazioni militari la nato vuole scenari
realistici: i suoi soldati non si esercitano
dalla serIe The PoTemkIn VIllage
un discorso al popolo nel tedesco antiqua- mi racconta dell’Afghanistan: “C’era un fosse così dura starsene rinchiusi. Non so
to tipico delle minoranze tedesche dell’est: gruppo di kamikaze da lasciare tutti a boc- se reggerò”, mi conida.
“Erigeremo un muro... contro la pigrizia!”. ca aperta!”. Ma no, le spiego, intendo la Poi c’è Körnel, così yankee che quasi fa
Applausi. “Faremo di Raversdorf un villag- vita vera, la vita fuori. “Al diavolo, lascia- male. Anche a lui fa male tutto, per questo
gio perbene!”. Ancora applausi. mo perdere”, si limita a dire contrariata. E non è più un soldato in servizio ma il com-
Sergei mi mostra un libro in cui ha do- mentre se ne sta andando aggiunge: “Cosa mander in chief di Raversdorf. “L’esercito
cumentato il ritrovamento del mammut vuole che mi aspetti là fuori?”. statunitense è così forte perché i soldati non
con fotograie in grande formato di uomini Mi rivolgo a Slawik, l’attaccabrighe. Se- si attengono agli ordini. Chi è prevedibile
e ossa nel ghiaccio. “Ci nutrivamo di certe condo il copione lui fa lo spacciatore. Deve perde”, dice per spiegarci perché i soldati
specie di zecche che oggi neanche esistono rifornire soprattutto gli studenti, e spaccia non sono arrivati al villaggio come aveva
più!”. Scherza, ovviamente. bustine di zucchero che lui stesso ha colo- annunciato. Peccato, non vedevamo l’ora.
La maggior parte dei civili si rifugia nel- rato. Come pagamento accetta “qualsiasi Invece dei soldati, un mattino nel villag-
le battute, nelle sigarette e nelle chiacchie- cosa stia su un foglietto”. Va bene un’im- gio arriva in volo una colomba. Non è selva-
re. Raversdorf non sembra un posto adatto magine, un disegno, una poesia. Slawik tica, ha un anello intorno a una zampa. È
all’introspezione: siamo tutti troppo poco tiene un bigliettino tra le mani e non vuole ferita e nessuno sa cosa fare. “Non datele da
autonomi, troppo poco soli con noi stessi. rivelare chi glielo ha dato. C’è disegnato un mangiare”, dice Körnel. “Il vostro cibo po-
È un luogo dove si rinuncia a sé. Forse a carro armato, con degli alberi sullo sfondo. trebbe farle male”. Tutti si guardano, spe-
volte fa anche bene. Per Hilde, l’irriducibi- Il tratto è grossolano e incerto, sembra rando che si tratti di uno scherzo. Ma Körnel
le Hilde, la rivoluzionaria verde, sembra quello di un bambino, ma qui bambini non se ne va e noi restiamo intorno alla colom-
proprio così. ce ne sono. ba, senza sapere cosa fare.
“Se un supervisore mi dice salta, io sal- Slawik gioca a carte, a scacchi e a ping Ci sono due russe che girano sempre in
to!”, esclama. E per dimostrarlo salta vera- pong, ogni sera va in chiesa, anche nota coppia. Una sembra appartenere all’intel-
mente, poi corre qua e là e pianta dei iori. come la moschea o “l’inferno del itness”. lighenzia, l’altra fuma sempre. Intellighen-
Le chiedo della sua vita passata. Allora Parole sue. “Non avrei mai pensato che zia: “Ma quando arrivano questi soldati?”.
preparatissimi, i militari lo chiamano hurry Passano quasi due ore, poi Körnel dice che per non farmi beccare dalle telecamere,
up and wait, sbrigati e aspetta. la Nato non arriverà. A testa bassa e con il dai droni e dai soldati. Di sera al bar guar-
Attraverso il villaggio di corsa. Tra poco sangue into sulle tempie, le vittime se ne diamo Salvate il soldato Ryan in videocas-
si fa sul serio, perciò dobbiamo muoverci vanno per la loro strada. setta su un vecchio televisore. Le videocas-
ancora meno del solito. Siamo autorizzati Prima o poi tutti ci adattiamo alle circo- sette e il televisore sono il presente. Qui
ad attraversare solo metà del villaggio, 109 stanze come possiamo. Dopo una settima- siamo davvero negli anni ottanta. Nel ilm
passi che continuo a percorrere inché non na organizziamo una festa, ovviamente i soldati sparano all’impazzata. Come pos-
mi brucia la fronte per il sole e per lo sforzo senza alcol. Al bar c’è una chitarra. I russi siamo starcene seduti ad aspettare la guer-
di non fare nulla. Accanto al bar c’è un cantano piano e con malinconia. Nessuno ra? Siamo pronti, Körnel. Prontissimi. Dai,
chiosco che vende kebab, con uno spiedo partirà mai alla conquista del mondo con facci sognare! Ne abbiamo bisogno ades-
di plastica che non gira. Arriva Hilde, con i la stessa tristezza dei russi. I pochi africani so. Di notte si russa, un concerto polifoni-
pugni stretti e l’aria di chi sta per scoppiare del nostro villaggio suonano le percussio- co, dissonante, volgare, che fa venire vo-
a piangere. “Mi sono messa un burqa per ni, Julian canta Mein kleiner grüner Kaktus. glia di tagliarsi le orecchie.
loro, in pieno sole, ho fatto di tutto. Ma qui Più tardi compone addirittura l’inno di Ra- Poi arriva il mattino. C’è forse qualcosa
non è come in Afghanistan!”, dice. “E non versdorf. “Non abbiamo fretta / Il nostro di più bello che svegliarsi con il rumore de-
ci sarà più un altro Afghanistan!”. nemico è la noia / Di notte sogniamo una gli spari? Su, oggi è un nuovo giorno. Nella
Più tardi circa dieci persone aspettano pioggia di pallottole / E poi mangiamo bur- nebbia mattutina comincio a percorrere la
nel into ospedale. Le hanno preparate per ro di arachidi”. strada avanti e indietro. A un certo punto si
interpretare le vittime di un bombarda- uniscono a me Intellighenzia e Fumatrice.
mento. A un tizio hanno incollato delle viti Anni ottanta Proseguiamo in silenzio. Fumatrice fuma
sul braccio, una donna ha una ferita aperta La mattina dopo sgattaiolo verso il bosco. e sospira: “Per fortuna è già giovedì”. Io
alla testa. È fatta molto bene, come nei È il mio momento anarchico: al mattino dico: “È mercoledì”. Fumatrice si ferma
ilm. A un certo punto dovrebbero arrivare me ne vado tra gli alberi per respirare libe- sconvolta: “Mercoledì? Come mercole-
i medici della Nato per portare via i feriti. ramente. Poi torno indietro quatto quatto dì?”. Le ho rovinato la giornata. Continuo
Pellegrinaggio
sul monte Fuji
Magdalena Rittenhouse, Pismo, Polonia
Venerata come una divinità per la forma e le proporzioni
perfette, la montagna più famosa del Giappone
è un vulcano attivo che non erutta da trecento anni
Il monte Fuji
Giappone
olta da un senso di inquie-
le, la divinità più importante del pantheon spiazzato, dato che non ci avevo mai rilet-
giapponese. il sentiero passava per dieci tuto prima, e in ogni caso non in quel con-
stazioni, dove si poteva fare una sosta per testo. Ho risposto, in modo un po’ sconnes-
riposare, contemplare e pregare. i vian- so, che cercavo per quanto possibile di
danti avevano a disposizione delle yama- scegliere bene gli amici. e i libri da leggere,
goya, semplici capanne che servivano da anche se ne leggevo comunque troppo po-
rifugio per la notte, padiglioni del tè e pic- chi. Che ascoltavo Bach e davo importanza
coli santuari shintoisti. molte di queste alla natura: all’oceano, ai boschi, agli uc-
costruzioni sono ancora in piedi, ma non celli. Poi gli ho fatto la stessa domanda. Lui
mi sembra che si usino per recitare delle non ha dovuto pensarci a lungo. Ha detto
preghiere o organizzare cerimonie del tè. che cercava di liberare la mente da tutto
imputridite e ricoperte dal muschio, tra- ciò che la appesantiva, di svuotarla dalle sto, cioè nella stagione uiciale delle scala-
smettono un senso di abbandono. Per lo cose superlue. te, si trasforma in un parco dei divertimen-
meno ora, in autunno, quando la stagione mi sa che oggi è la giornata giusta per ti. sullo stretto sentiero in prossimità della
turistica è finita e il Fuji è ufficialmente provare a farlo. Ci si prospettano ore di vetta si formano degli ingorghi. “una Di-
“chiuso”. cammino in questa foresta tenebrosa. un sneyland in piena regola”, pensavo tra me
stamattina presto, al momento di parti- sentiero angusto, gli alberi e il muschio. e me con un pizzico di disprezzo, mentre
re, c’era ancora qualche pallido sprazzo di Nient’altro. il silenzio è rotto solo dal ru- ascoltavo i resoconti di chi ci si era avven-
sole, ma la cima era già inghiottita dalle nu- more delle pesanti gocce di pioggia che turato.
vole. Lungo la strada ha cominciato a piove- colpiscono i rami. a dire il vero questa
re. Chissà se più in alto troveremo la neve. camminata non rientrava nei miei proget- Intervallo preoccupante
Non mi sorprenderebbe, dopotutto siamo ti. Quello che mi piace di più nei viaggi so- i giapponesi amano il Fuji per la sua forma
in ottobre. Con i suoi 3.776 metri il Fuji è la no i punti interrogativi. e il Fuji? Quando e le sue proporzioni perfette. si erge in
montagna più alta del Giappone. L’appun- arrivai in Giappone la prima volta mi sem- mezzo a una distesa pianeggiante e non ci
tamento con il sole è quanto mai incerto. brò un punto esclamativo. una montagna sono altri rilievi nei paraggi. un cono per-
Con me ci sono mio marito e mia iglia da cartolina, la sacra icona dei dépliant tu- fetto. e questo perché il Fuji, strettamente
di tredici anni. il sentiero è deserto. in tut- ristici. Ogni anno nei mesi di luglio e ago- parlando, non è un monte, ma un vulcano.
Peraltro attivo, anche se da trecento anni è nito antico citato da toshitsugu Fujii, capo sta sudorientale dell’isola di Honshū, non
dormiente. dell’istituto per la protezione ambientale e lontano dal Fuji, e che quel terremoto ave-
L’ultima eruzione risale al dicembre del la gestione delle situazioni di crisi, è ripor- va determinato un signiicativo aumento
1707. La nube di cenere che scese sulle città tato in un articolo di Franz Lidz uscito sullo di pressione tettonica all’interno del crate-
e sui villaggi nel raggio di decine di chilo- smithsonian magazine nel maggio del re. La pressione nel cratere è salita anche
metri dal cratere fu talmente densa che gli 2017. Naturalmente le agenzie governative nel 2011, dopo il grande terremoto che ha
abitanti si ritrovarono al buio in pieno gior- responsabili della sicurezza dei cittadini colpito la regione del tōhoku. Le regioni di
no. Nella località di subashiri, a dieci chilo- non si limitano a richiamare arguti adagi. si shizuoka e di Yamanashi, che coninano
metri dal vulcano, furono distrutte settanta dà il caso, infatti, che il monte Fuji si trovi con il Fuji, si erano preparate al peggio:
abitazioni e tre templi. Da quella volta l’im- tra Osaka e tokyo, che insieme formano il erano stati predisposti i piani di evacuazio-
ponente cratere del Fuji non ha più dato più grande agglomerato urbano del mon- ne di più di un milione di persone e messi a
segni di vita. È un intervallo molto lungo, do, con38 milioni di abitanti. punto scenari che prevedevano la chiusura
che preoccupa sempre di più i geologi: “il Nell’articolo di Lidz, toshitsugu Fujii degli aeroporti, delle autostrade e dei col-
più delle volte le catastroi naturali colpi- sottolinea il fatto che l’eruzione del 1707 legamenti ferroviari. era stata presa in
scono quando perdiamo la memoria della avvenne a distanza di neanche due mesi da considerazione anche la possibilità di in-
minaccia che rappresentano”, questo mo- un forte terremoto con epicentro sulla co- terrompere per un lungo periodo la forni-
tura di acqua, energia elettrica e generi storia, arte e ilosoia legato a questo mon- que furono sempre monaci e sacerdoti a
alimentari. te”. Per Davidson il Fuji è il vero cuore del fare da guide e da accompagnatori ai pelle-
ma il vulcano ha continuato a dormire. Giappone. grini, e la scalata aveva un carattere stret-
in realtà nessuno è in grado di prevedere “Neve e fuoco, l’eterno scontro tra gli tamente religioso. ma con il passare del
quando erutterà. Forse la magia esercitata elementi della natura, la fonte di acqua vi- tempo le cose cambiarono.
dal Fuji nasce proprio da questo: dalla me- viicatrice e del sole”: così parlava del Fuji La trasformazione coincise con l’au-
scolanza di bellezza e terrore, maestosità e il poeta takahashi no mushimaro, uno de- mento dell’importanza di edo, la futura
imprevedibilità. gli autori che compaiono nel Man’yōshū tokyo. anche se ino al 1868 la capitale for-
mutevole e imperscrutabile, il Fuji su- (raccolta di diecimila foglie), la più antica male del Giappone rimase a Kyoto, nel
scita insieme paura e meraviglia. secondo antologia di poesia giapponese, risalente 1603 lo shōgun ieyasu tokugawa, di fatto il
Cathy N. Davidson della City university di all’ottavo secolo. takahashi vedeva nel Fu- sovrano del paese, aveva trasferito la resi-
New York, che ha insegnato per lunghi pe- ji un mistero impossibile da penetrare, un denza a edo e aveva imposto ai governato-
riodi in Giappone, questo dualismo è uno enigma inefabile, e non era il solo a veder- ri provinciali sotto la sua autorità di tra-
dei motivi per cui il vulcano produce un lo così. Nell’antichità il monte Fuji era con- scorrere almeno alcuni mesi dell’anno
efetto così forte sull’immaginario e sulla siderato sommamente sacro. Nessuno nella nuova sede dello shogunato, il gover-
sensibilità dei giapponesi. “in ogni cultura osava avvicinarcisi. in quanto divinità, in- no militare. Questo li costringeva a sposta-
un simbolo che abbia una funzione così si- cuteva paura e rispetto, perciò veniva ado- menti frequenti. si mettevano in viaggio
gniicativa e uniicatrice per la società è rato da lontano. con tutta la corte al seguito, percorrendo la
senza dubbio inestimabile. se in più questo tōkaidō o la Nakasendō, le due principali
simbolo è bello e spaventoso allo stesso Culti animistici arterie che collegavano edo a Kyoto. en-
tempo, allora il meno che si possa dire è Non si sa chi per primo abbia scalato la vet- trambe passavano nelle immediate vici-
che rappresenta concretamente il concetto ta. si sa, tuttavia, che questa pratica, in un nanze del Fuji, che di conseguenza perse
di yin e yang”, osserva la studiosa nel libro primo tempo ricollegabile ai culti animisti- una parte della sua aura distante e inacces-
36 views of Fuji, pubblicato nel 1993. e ag- ci, si difuse solo dopo l’introduzione del sibile. Le scalate alla cima avevano sempre
giunge: “Non conosco una sola persona buddismo in Giappone, tra il sesto e l’otta- un carattere religioso, ma a poco a poco
che possa scalare il Fuji così, alla leggera. vo secolo. si sa per certo, inoltre, che per un’immagine più ordinaria del monte sa-
si tratta infatti di un’esperienza profonda, vari secoli fu un privilegio riservato esclu- cro cominciò a farsi strada nella coscienza
anche se vissuta in mezzo a decine di mi- sivamente all’ordine sacerdotale. tra i lai- collettiva.
gliaia di altre persone. Camminando verso ci l’usanza di salire sul Fuji si difuse solo Nell’ottocento le xilograie di Katsushi-
la vetta si porta con sé tutto il bagaglio di tra il duecento e il cinquecento. e comun- ka Hokusai contribuirono a rendere famo-
da, nacque il movimento Fujiko, la cui po- cima continuò a essere una prerogativa de- piccola escursione, ho passato più di un’ora
polarità con il tempo si sarebbe difusa in gli uomini. e questo perché lo shintoismo in un negozio di sei piani nel centro di to-
tutto il paese. Nel 1732, mentre in Giappone concepisce la donna come una creatura im- kyo. Facendomi largo tra le interminabili
imperversava la carestia seguita a un’inva- pura. alle signore era consentito di salire ile di appendiabiti carichi di giacche, giub-
sione di cavallette, il carismatico asceta Ji- tutt’al più ino al tempio vicino alla seconda botti e scaldamuscoli, non riuscivo a scac-
kigyo miroku, guida spirituale del movi- stazione, dove andavano a pregare per ri- ciare la sensazione che su tutti quei tessuti
mento, decise di ofrire la sua vita in sacri- manere incinte e per propiziare un parto si fossero scervellati eserciti di specialisti
icio. raggiunse quindi un capanno vicino felice. Poi, dagli spazi celesti dovevano tor- della Nasa. Dall’epoca delle scalate in ki-
alla vetta del Fuji e cominciò un digiuno nare sulla terra. mono, ne abbiamo fatta di strada!
solitario. Finché non arrivò una straniera eman-
Gli altri seguaci del movimento, pur cipata, Fanny Parkes, moglie dell’amba- La giusta distanza
non ricorrendo a metodi così drastici, sciatore britannico Harry smith Parkes, i giapponesi dicono che il Fuji è capriccio-
guardavano le élite legate alla corte impe- che fece da apripista conquistando la vetta so, perché raramente si lascia vedere in
riale, e il clero che reputavano corrotto, con del Fuji nel 1869. Di lì a poco, le sue orme tutto il suo splendore. meno che mai da vi-
una buona dose di scetticismo. erano per furono seguite dalle giapponesi in kimono. cino. mi chiedo se in questo non si celi un
lo più persone poco istruite, provenienti da mi stropiccio gli occhi per lo stupore men- senso più profondo. Non puoi conoscere la
famiglie povere. Coltivavano la terra, che tre guardo le foto custodite nel museo di montagna se sei sulla sua cima, dicono i
in questa regione, ai piedi del vulcano, era Fujiyoshida, ospitato nell’edificio che in maestri zen. insegnano che la distanza è
particolarmente ingrata e diicile da lavo- passato era uno dei dormitori per i pellegri- condizione necessaria della conoscenza:
rare, proclamando, tra le altre cose, la ne- ni gestiti dai monaci della scuola shugendō. bisogna liberarsi dai desideri e dalle illu-
cessità di una vita semplice e genuina, in Oltre alle vecchie fotograie, il museo espo- sioni, in altre parole da tutto ciò che distor-
armonia con i ritmi della natura. ne le vesti bianche e i cappelli di paglia che ce la nostra percezione della realtà. se si
mi chiedo se il bisogno di avere una dea indossavano i viandanti di un tempo; ci so- vuole raggiungere il tanto desiderato sato-
protettrice più dolce non fosse dettato da no anche sandali di paglia di riso e bastoni ri, cioè cogliere pienamente l’essenza delle
una sorta di nostalgia. O forse dalla pro- da cammino, e una minuscola valigia di vi- cose, bisogna abbandonare tutti i pregiudi-
pensione, così tipicamente giapponese, a mini. Nell’era del goretex e del gps, non è zi, condizionamenti e iltri.
conciliare gli opposti? facile immaginare un’arrampicata di più La pura e totale conoscenza si consegue
ma paradossalmente, anche dopo che giorni con una valigetta del genere. attraverso il mu, il nulla, il vuoto. e per rag-
una divinità femminile diventò la personi- Qualche settimana fa cercando di com- giungere uno stato di vuoto ci vogliono
icazione della montagna, l’ascensione alla pletare l’equipaggiamento per la nostra lunghe ore di esercizio e di meditazione,
Storia di una ja
44 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018
Percy Zvomuya,
Mail & Guardian,
Sudafrica
acaranda
na ha fatto bene all’albero, che avrà attirato
a sé gli sguardi invidiosi di sorelle, fratelli,
amanti e amici. ma a un certo punto l’urina
ha cominciato a soprafare la jacaranda.
Un giorno che passavo di lì ho sentito un
tassista dire a un collega: “Hai pisciato tal-
mente tanto contro questa pianta che non simmetrie della storia, è anche la strada do- ma ancora si chiamava Cape avenue. nel
sarei sorpreso se fosse rimasta incinta di ve questa specie di albero è stata lentamen- 1958 un commentatore del Rhodesian He-
tuo iglio”. la parola kutunda, “urinare” in te avvelenata dal piscio della classe operaia rald scrisse: “la posizione del primo albero
lingua shona, signiica anche “eiaculare”. (nella mia immaginazione sento già scan- di jacaranda introdotto a Salisbury, e
dire lo slogan rivoluzionario “viva, viva la nell’intera Rhodesia meridionale, è stata
La prima pianta pipì del popolo!”). stabilita al di là di ogni ragionevole dubbio
I viali Josiah Chinamano, Herbert Chitepo, Josiah Chinamano avenue è una strada da un nostro lettore. ‘Si trova’, sostiene il
Fife, Baines e Josiah tongorara sono ian- che ha cambiato spesso nome. Quello at- lettore, ‘nel giardino anteriore di una pic-
cheggiati da palazzi in stile georgiano, colo- tuale è il terzo. Chinamano era un naziona- cola casa vecchio stile all’angolo sudest di
niale olandese, modernista e vittoriano. lista dell’Unione popolare africana dello montagu avenue, dove incrocia Blakiston
Alcuni ospitano appartamenti, altri sono zimbabwe (zapu), il partito guidato da Jo- street’. Questa proprietà è ancora della Bri-
stati riconvertiti in uici, negozi e ospedali shua nkomo, uno dei leader della guerri- tish South Africa company e ino a poco fa
privati. Questo quartiere di Harare, chia- glia contro il governo del bianco Ian Smith. era il numero 13 di montagu avenue. ‘l’ul-
mato Avenues (i viali), collega il frenetico Prima dell’indipendenza la strada era inti- tima testimonianza di prima mano’, riferi-
centro economico e commerciale della cit- tolata a sir ernest montagu, amministrato- sce il nostro lettore, ‘arriva dalla signora
tà, nero e afollato, e gli attraenti quartieri re della British South Africa company. Pri- Swire-thompson, che per molti anni ha
verdeggianti del nord e nordest. mount vissuto in montagu avenue, quasi di fronte
Pleasant, emerald Hill, Avondale, milton al numero 13, e da lady Flynn, che ricorda
Park, Helensvale, Borrowdale, Borrowdale chiaramente il giorno in cui l’albero fu
Brooke, mandara e Greendale sono sempre piantato verso la ine del 1899 o l’inizio del
stati i quartieri più ambiti dai cittadini delle 1900. la signora Swire-thompson è piut-
classi media, medioalta e alta, che tradizio- tosto convinta che l’albero fosse già di
nalmente erano composte dai bianchi, an- un’altezza notevole nel 1899 e che fosse
che se dai tempi dell’indipendenza nel 1980 iorito nel 1908”.
si sono gradualmente tinte di nero. nel 1987, nel posto dov’era stato pianta-
A Josiah Chinamano avenue si dice sia to originariamente l’albero, fu costruito un
stata piantata la prima jacaranda di Harare ediicio chiamato Jacaranda mews. la pri-
(in passato Salisbury) dalle autorità colonia- ma jacaranda di Harare morì nel 1998 e,
li della Rhodesia meridionale, il vecchio vicino a dove cadde, c’è una targa con inci-
nome dello zimbabwe. In una delle rare so: “Questa è considerata la prima jacaran-
da piantata a Salisbury o in Rhodesia meri- tà diventarono problemi reali, anche tra la nella terra selvaggia cliché nella valigia /
dionale – 1900 circa”. popolazione d’origine europea. Il governo talismani che adoravano come scudi con-
la Jacaranda mimosifolia, un albero ori- coloniale e la giunta comunale, per preve- tro la pazzia velenosa / In agguato nel buio
ginario del Sudamerica centromeridionale, nire nuove soferenze, decisero di trovare aggressivi paesaggi di estraneità”. Ciò che i
cominciò a essere introdotta in città sotto la lavoro ai poveri. “l’occupazione che pre- turisti stavano cercando era “il riconosci-
direzione di Hernon Brown, curatore dei vedeva il minimo impiego di utensili era mento di questa mia cara terra” ma non
giardini di Salisbury, durante la depressio- piantare alberi e Hernon Brown aveva una trovando “colline familiari” e non sentendo
ne economica degli anni 1902 e 1903. A grande quantità di giovani piante da posa- “canzoni familiari”, decisero di “circondar-
quell’epoca sembrava fosse stato scoperto re nel terreno”. si di jacarande e pini”.
l’oro vicino all’attuale villaggio agricolo di la morte a cui abbiamo assistito in Jo-
Banket. “nacquero dei comitati per inan- Profezie in versi siah Chinamano avenue richiama il verso
ziare l’impresa e a Salisbury si parlava solo All’arrivo delle piogge del 1902, i bianchi inale della poesia di muchemwa: “Questa
del boom dell’oro. Chi aveva dei risparmi li cominciarono a piantare alberi: jacarande terra, questa; gli spiriti che vi abitano / non
ritirava dalla banca, mentre le casalinghe in Cape avenue, alberi di fuoco originari del cederanno a una noncurante intimidazione
usavano i soldi per le spese di casa per com- madagascar su Blakiston street, lillà e cedri / né riveleranno i suoi ricchi tristi segreti /
prare azioni dell’impresa di Banket, che rossi provenienti dall’Asia su Fife avenue. È A simboli poco convinti di trasparente amo-
cominciarono a salire vertiginosamente. ironico che, più di un secolo dopo, un altro re”. Penso spesso ai fantasmi e agli spiriti
nessuno si preoccupò di indagare meglio, gruppo di poveri, che sofre per le politiche degli alberi locali scomparsi. Forse i vecchi
alcuni andarono a prelevare dei campioni adottate da un regime inetto guidato per alberi di musasa, munhondo e muzeze che
di terreno ed erano certi che sarebbero riu- anni dal dittatore (ormai deposto) Robert erano lì prima di cedere il passo agli invaso-
sciti a trovare un acquirente per la conces- mugabe, si sia inventato un lavoro lungo la ri ora si scambiano sorrisetti e sguardi mali-
sione mineraria anche se nella terra c’erano stessa strada. Allo stesso tempo, per uno gni davanti alla jacaranda morta.
tracce minime di oro”, scrisse G.H. tanser strano contrappasso, questi uomini stanno nelle elezioni del 2013, cercando di con-
in A sequence of time, un libro del 1974 che distruggendo l’eredità degli europei poveri quistare il voto dei giovani, Robert mugabe,
ripercorre i primi anni dalla fondazione di che li hanno preceduti. che all’epoca aveva 89 anni, promise di cre-
Salisbury. Forse stiamo per assistere a una specie are più di due milioni di posti di lavoro.
Dopo che il boom dell’oro si dimostrò di decolonizzazione della lora zimbabwe- Considerato lo stato in cui versava l’econo-
un falso, e la gente fece i conti con la bato- ana, come quella che il poeta locale Kizito mia e quanto si fosse contratta nei due de-
sta, sul paese calò un’atmosfera cupa. la muchemwa suggerisce nella poesia Turisti, cenni precedenti, lasciando dietro di sé un
situazione era così grave che fame e pover- quando scrive di coloro che “arrivarono paesaggio di fabbriche zombi, l’idea poteva
Le lettere di cemento
che formano la parola
Dondon sulle colline
intorno alla città
Lo spirito
delle grotte
Natalie Holly, Harper’s, Stati Uniti
Foto di Georges Harry Rouzier per Internazionale
Una giornata alle grotte di Dondon, nel nord
di Haiti. Un luogo pieno di storia e misterioso
da trattare con rispetto, per rilettere
sull’identità degli haitiani e di chi è emigrato
a vecchia cattedrale di No- cocco, alcune donne dalla pelle scura con i cioè dall’altro lato dell’acqua, il nostro cre-
In missione
Lavoravamo entrambe a Cap-Haïtien per
un progetto inanziato dall’Agenzia per lo
sviluppo internazionale degli Stati Uniti
(Usaid). Il mio lavoro riguardava soprattut-
statunitense a brandelli tenevano la porta attirare l’attenzione. Ci eravamo ormai to la costruzione d’infrastrutture nell’am-
aperta per i clienti. Tendendo le loro mani abituate agli sguardi e ai commenti volgari bito di un programma di edilizia residen-
scure, con i palmi rivolti verso il sole, spe- degli uomini, ma c’infastidivano. In quan- ziale per contribuire a decentralizzare le
ravano di ottenere qualche moneta. to diaspora, haitiane nate all’estero da ge- città di Haiti. Maryse si occupava di proget-
Mentre aspettavamo che arrivasse il nitori haitiani, che vivevano lot-bo-dlo, ti che avevano l’obiettivo di aumentare il
resto del nostro gruppo, io tamburellavo le reddito degli agricoltori nelle aree rurali.
dita sul bicchiere guardando il mio Black- REPUBBLICA Eravamo, come dicono gli espatriati fran-
berry. Due televisori quadrati montati su DOMINICANA cesi, en mission, il che suona molto più av-
una parete trasmettevano una partita di Cap-Haïtien venturoso di quanto sia in realtà per molte
calcio tra Cile e Uruguay e un video di mu- persone. Anche se siamo di origine haitiana
Dondon
sica konpa, in cui uomini haitiani in cami- abbiamo finito per capire che, in quanto
cie aderenti e sbottonatissime canticchia- Oceano giovani professioniste che vivono nella co-
vano davanti ad alcune ingenue ragazze
Atlantico HAITI siddetta terra delle opportunità (ovvero gli
vestite in maniera provocante. Stati Uniti), nella percezione comune le no-
Il condizionatore mi soiava una brez- Port-au-Prince stre vite sono state per lo più prive di sofe-
za tagliente sul collo, ancora sudato dopo renze. Almeno così la pensano quelli che
la breve passeggiata dall’ampio monoloca- dovrebbero essere i beneiciari dei nostri
le che avevo aittato sopra un negozio di progetti.
Mar dei Caraibi
ferramenta. Dietro al bancone di vetro su 50 km
Anche se la nostra identità nera ha in
cui campeggiavano arachidi e croccante al parte plasmato il modo in cui siamo cre-
novanta minuti di cammino a piedi. Siamo parlarle. Josue è un mattacchione. forse guida era già vari metri davanti a noi, stava
arrivati al deposito degli autobus intorno perché fa battute autoironiche sul suo peso attraversando un torrente, sandali in mano
alle dieci del mattino. C’era fango dapper- o sul suo leggero accento statunitense an- e pantaloni arrotolati sulle ginocchia. Men-
tutto e mi sono fradiciata subito le scarpe, che se parla un ottimo creolo, il suo senso tre noi ci stavamo ancora preparando per
che sono diventate marroni. Lungo il peri- dell’umorismo riesce sempre a rompere il attraversare, lui era già dall’altro lato e ave-
metro del deposito, una ila di vecchi scuo- ghiaccio tra gli sconosciuti, come eravamo va trovato una roccia su cui sedersi. Il suo
labus arrivati dagli Stati Uniti formava un noi in quella situazione, su un mezzo di tra- viso era privo d’espressione. Noi invece fa-
muro di alluminio giallo. Intorno a noi le sporto condiviso. Gesticolava con la con- cevamo smorfie di dolore camminando
persone salivano sul retro di pick-up truc- sapevolezza di chi sa che saprebbe attirare sulle pietre appuntite del ruscello, con le
cati, le camionettes, dotati di posti a sedere una folla. Alcuni dei volti più seri si sono scarpe legate tra loro che ci dondolavano
e tettucci di metallo decorati con vividi ri- lasciati scappare un sorriso di fronte alle sulle spalle. Sembrava diicile pensare che
tratti di celebrità nere – in genere gruppi battute che io invece non riuscivo a sentire eravamo discendenti delle persone che un
statunitensi o di musica konpa – o illustra- a causa del rumore delle ruote sulle pessi- tempo avevano lavorato quelle terre.
zioni di storie della Bibbia. C’era di tutto, me strade in uscita da okap. La giovane
da 50 Cent a Whitney Houston ino a Gio- donna rideva di gusto, piegando la testa Onore e rispetto
na e la balena. Sul retro di un altro camion all’indietro e portando le sue spalle all’al- In aperta campagna qui succedono sempre
era scritto in creolo, con vernice spray, tezza delle orecchie, così che le sue lunghe un sacco di cose, dalla preparazione del ci-
“Dio è con noi”. trecce formavano una sorta di drappeggio bo alla pulizia personale a quella dei panni.
Adolescenti magri, muscolosi e madidi sulla barriera di protezione che si trovava Durante la nostra passeggiata salutavamo
di sudore se ne stavano in piedi sui paraur- dietro di lei. Le paillettes brillavano all’al- gli abitanti dei villaggi, di cui invadevamo
ti, urlando il nome delle destinazioni: “La- tezza del suo petto. Era come una sfera a gli spazi, con la formula d’ordinanza onè,
cul!”, “Limonade!”, “Trou du nord!”, specchi da discoteca. che signiica onore in creolo, e alla quale ci
“Dondon!”. La piazza centrale di Dondon era parti- rispondevano respè, rispetto. Questi saluti
L’adolescente sull’autobus per Dondon colarmente spoglia. La terra sotto i nostri tradizionali venivano presi come un invito
ci ha fatto cenno con la testa di avvicinarci, piedi era secca e c’era poca ombra per ripa- a osservarci: i bambini smettevano di gio-
dopodiché ha aferrato una borsa d’acqua rarsi dal sole. La camionette ci care per guardarci a bocca spa-
da una bacinella in equilibrio sulla testa di aveva depositati di fronte al tri- lancata, donne indaffarate che
una marchande che passava di lì. La donna bunale, un ediicio di cemento di cucinavano con bombole a gas
si è fermata, con il peso della bacinella che un piano in mezzo alla piazza, all’aperto ci guardavano aggrot-
la faceva apparire alta come una statua. polverosa e deserta, di domeni- tando la fronte e gli uomini riuni-
rivoli di sudore le scendevano lungo le ca. patrick è scomparso mentre ti alla lotteria locale ammiccava-
tempie e tra i seni cadenti. poi ha preso le noi abbiamo cominciato a gironzolare. no a Maryse e a me. “Bel moun”, dicevano,
sue monete. Queste borse d’acqua grandi C’erano cactus un po’ dappertutto, in ordi- belle persone. Noi tiravamo dritto, come
come una mano sono fatte di plastica rici- ne irregolare, come accade spesso nelle una bufa carovana.
clata e vendute a basso costo nel mercato cittadine haitiane en deyo, cioè fuori dalle Dopo più di un’ora di cammino, la no-
informale di Haiti, dove venditori e vendi- principali città. Le casette di cemento non stra guida non si vedeva più. “Men moun
trici ambulanti le smerciano ai semafori verniciate a poca distanza da noi erano cir- mwen!”, ecco la mia gente, ha detto giovia-
delle grandi strade traicate, come quella condate da muri di cactus disposti lungo il le Josue a due donne anziane, entrambe
in cui ci trovavamo. perimetro di modesti cortili, dove alcuni sedute di traverso su un asino. “È questa la
bambini scalzi gridavano e ridevano. Sulle strada per le grotte?”, ha aggiunto. Il sorri-
Come a Los Angeles colline appena sopra di noi si stagliavano le so delle donne si è spento, e scuotendo la
Eravamo spalla a spalla sulla camionette, lettere D-o-N-D-o-N, in caratteri bian- testa, con la severità di due nonne, hanno
quando gli ultimi passeggeri, una giovane chi, simili a quelli della scritta “Holly- esclamato: “Evangelik nou ye”, siamo cri-
madre e la sua iglia piccola, si sono inilate wood” che domina Los Angeles. Il cartello stiane, o più letteralmente, siamo evange-
accanto a me. La bambina, con la testa sembrava indicare che eravamo arrivati in liche. poi hanno dato un calcio al sedere
ciondolante, poco dopo si è addormentata. un luogo importante. Era come se Dondon del loro asino e si sono allontanate.
Le mollette colorate delle sue treccine sio- ci stesse aspettando. La nostra guida è riapparsa sulle sponde
ravano le mie braccia nude. Dopo aver in- Quando patrick è tornato, era seguito di un piccolo torrente, su cui qualcuno ave-
crociato lo sguardo della madre, l’abbiamo da un uomo magro e muscoloso, sui qua- va messo un’asse di legno. Ci ha fatto un
silenziosamente adagiata sulle nostre gi- rant’anni. Aveva la maglietta appiccicata segno. “È qua”, ci ha detto patrick. L’asse
nocchia. Mentre cacciavamo via da lei le sul petto, a causa del grande caldo, e lo non sembrava garantire un grande soste-
mosche e le zanzare, la bambina stroinava scetticismo appariva chiaramente nelle gno e i ragazzi hanno guadato il torrente
la testa sulla mia pancia. rughe ai lati dei suoi occhi. Sarebbe stato mentre Maryse e io ci sostenevamo a vicen-
Una donna dal isico armonioso, con lui la nostra guida, ci ha detto patrick, e in- da per arrivare dall’altra parte, dove una
jeans stretti e un top blu di paillette si è se- sieme ci siamo diretti verso la grotta. stretta e irregolare scala di roccia ci ha por-
duta accanto a Josue, che ha cominciato a Dopo pochi minuti di cammino la nostra tato nell’oscura entrata spalancata della
caverna. La nostra guida non ha attraversa- del mondo, scritti sui muri con il pennarel- o togliere a piacimento. Era fatta di accordi
to. “Mwen se evangelik”, ha spiegato. lo indelebile. Scritte come “Carey è stato impliciti e di una saggezza spirituale che
A metà pomeriggio, dalla grotta iltrava qui”, “Haiti, ti amiamo” e altri nomi o ini- spesso non era messa in discussione. La
solo oscurità, a eccezione della luce che il ziali inseriti in un cuore tracciati con il pen- nostra curiosità, quando faceva capolino,
sole riusciva a far arrivare su una parte delle narello nero. veniva raramente soddisfatta, e comunque
rocce che formavano l’entrata. Qui la pietra solo dopo un’oferta onesta e sacriicale di
era brillante e grigia, con formazioni roc- Le voci dei genitori onore e rispetto. Dovevamo salutare in
ciose che pendevano dal soitto, sospese in Mi è venuto da pensare che nessuno di noi maniera rispettosa.
aria. La poca erba che rimaneva sotto i no- avrebbe mai imbrattato le mura di una Invece forse noi, con il modo di fare av-
stri piedi appariva calpestata e bagnata a chiesa o sconsacrato quello che un tempo ventato della nostra generazione, avevamo
causa della corrente o delle piogge recenti. era stato un rifugio per persone disperate manifestato tutta la nostra mancanza di
Alcuni rami con un po’ di foglie coprivano in fuga. E che ci era stato detto, in una lin- rispetto. Nella nostra ricerca d’avventura,
l’ingresso della caverna: un tremendo buco gua che avevamo imparato crescendo, con avevamo segnalato ai nostri compatrioti
nero scavato sul ianco della montagna. voci che ci erano familiari, e da corpi che che noi stessi dovevamo essere guardati
Nella fresca umidità della grotta, pote- avevamo imparato a emulare, di non en- con sospetto.
vamo stare agevolmente in piedi. Le rocce trare in questi luoghi. Ho sentito che non dovevo procedere
che sporgevano dalle pareti e dal soitto Sono rimasta colpita dalla sconsidera- oltre. “Io non lo farei, James”, gli ho detto
occupavano parte dello spazio, rendendo tezza della nostra scelta: la facilità con cui mentre si chinava in avanti per proseguire
l’ambiente più raccolto di quanto avessi eravamo entrati nonostante la scomodità nello stretto cammino che portava verso
immaginato, quasi intimo. I nostri sospiri isica dell’atto, il nostro disinteresse per i l’interno. “oltretutto, non credo di poterti
avevano un suono vagamente melodioso. timori delle persone che avevamo incro- salvare se dovesse succedere qualcosa”.
Un coro di squittii proveniva dalle ombre ciato durante il cammino, e adesso l’evi- Nella grotta si è sentita l’eco delle risate
che ci sovrastavano. dente mancanza di rispetto dei visitatori di ognuno di noi. “Come se potessi salvarlo
Chauve-souris. pipistrelli. passati di qui prima di noi. da qualche cosa”, ha urlato mia sorella. Ja-
Siamo rimasti tutti in piedi, nell’ingres- forse abbiamo sentito le voci dei nostri mes si è alzato in piedi, brontolando qual-
so della caverna, osservando tranquilla- genitori, uomini e donne prudenti, cre- cosa con impazienza, mentre appoggiava
mente la situazione intorno a noi e puntan- sciuti in un’epoca in cui il paese mandava entrambe le mani sui ianchi, in un gesto a
do le torce al di sopra delle nostre teste. regolarmente le sue persone migliori e più lui consueto. “Ho bisogno di una sigaret-
Nei punti in cui la pietra si era fatta più brillanti in paesi stranieri. La nostra identi- ta”. Ci siamo voltati e abbiamo preso la
piatta, c’erano messaggi in tutte le lingue tà non era un abito che potevamo mettere strada del ritorno verso okap. u f
La grande traversata
Nel 2017, a settant’anni, il polacco
Aleksandr Doba ha attraversato
l’oceano Atlantico in canoa. C’era
già riuscito nel 2010 e nel 2013.
L’anno scorso è partito dal New
Jersey, negli Stati Uniti, e dopo
110 giorni è arrivato in Francia
startene seduto e aspettare la morte: questa stagno c’era la foresta, nella foresta c’era- ce con Gabriela. Era stato assunto nella fab-
è l’unica cosa che puoi fare”. Doba sente no i funghi e dietro a tutto questo c’era un brica chimica, mentre la moglie lavorava
profondamente tutto questo. Puoi farti piccolo aeroporto con alianti e cicogne, come assistente sociale. Un giorno un colle-
schiacciare dalla vita o puoi scaricarle ad- che migravano d’estate. Il padre di Doba, ga gli disse che il club di kayak della fabbrica
dosso la tua rabbia. “Nie chcę być małym che aveva le mani d’oro, gli fabbricò una sarebbe partito per una spedizione di due
szarym człowiekiem”, mi dice. “Non voglio bicicletta. A 15 anni Doba andava in giro settimane. Doba aveva provato il deltapla-
essere un piccolo uomo qualunque”. È per la Polonia da solo. no e il paracadutismo, ma il governo spesso
un’espressione comune in Polonia. Dopo essersi laureato in ingegneria chiudeva lo spazio aereo, perché Police si
Doba è nato nel 1946 a Swarzędz, in Po- meccanica al politecnico di Poznań, Doba trovava poco lontano dalla frontiera con la
lonia, subito dopo la fine della seconda conobbe Gabriela Stucka, la sua futura mo- Germania Est. Doba s’iscrisse alla spedi-
guerra mondiale, quando il paese era stato glie, durante un viaggio zaino in spalla. Lui zione in kayak e ci andò anche l’anno se-
invaso dai sovietici e dai tedeschi e poi ri- le spiegò come far bollire l’acqua, cosa che guente. Poi nei ine settimana caricava un
dotto in polvere dai bombardamenti. L’in- lei ancora oggi trova ridicola. Però rimase kayak sul treno, scendeva nelle immediate
tera popolazione era alla fame. Le genera- afascinata dal suo fare malizioso: le sue vicinanze di un iume e trasportava la barca
zioni precedenti non se l’erano cavata mol- storie su come era riuscito a contrabbanda- – su un marchingegno a ruote costruito con
to meglio. Il nonno materno di Doba, un re degli scarponi da sci dalla Germania Est pezzi di bicicletta e passeggino – anche per
alto uiciale dell’esercito zarista, era stato portandoli ai piedi attraverso la frontiera; la quaranta chilometri se necessario. A volte
avvelenato durante la rivoluzione bolscevi- storia della barba, che si era fatto crescere portava con sé i due igli, Bartek e Czesiek,
ca del 1917. Sua nonna materna fu mandata durante una vacanza estiva per poter torna- nati nel 1979 e nel 1982. Prima di partire,
in Siberia. I loro tre figli, gli zii di Doba, re all’università e all’addestramento milita- Gabriela gli faceva dichiarare ad alta voce le
scomparvero. re obbligatorio come l’unico soldato non condizioni di salute dei bambini (“Bartek
Eppure Doba deinisce magica, quasi rasato della Polonia. ha un accenno di rafreddore ed è stanco,
fantastica, la sua infanzia. Vicino a casa Doba ha cominciato ad andare in kayak ma per il resto sta bene”) per poterle verii-
sua, racconta, c’era uno stagno, dietro lo nel 1980, quando si era già trasferito a Poli- care al ritorno. Dopo un po’, i ragazzi co-
rimise in viaggio. Né Gabriela né Bartek lo imbracature da vela, che somigliano alle perché può mandare messaggi d’emergen-
accompagnarono all’aeroporto. imbracature da arrampicata ma si portano za e le coordinate gps quando una persona
Olo pesa trecento chili quand’è vuota. sul petto invece che sulle gambe: le usa per non è rintracciabile.
All’inizio di quel viaggio ne pesava sette- legarsi con un moschettone alla barca. La Poco dopo, un’enorme nave greca af-
cento e trasportava, tra l’altro, due pagaie in cabina di Doba, che raggiunge inilandosi iancò Doba cercando di salvarlo. Doba vo-
ibra di carbonio, cinque paraspruzzi per attraverso un’apertura grande quanto un leva solo che gli riparassero il telefono, non
coprire il corpo di Doba mentre pagaiava, computer portatile, gli consente, da sdraia- voleva essere salvato, perciò fece cenno ai
due paia di guanti da kayak, tre paia di oc- to, 38 centimetri di spazio di manovra. Eva- greci di allontanarsi. “Io, bene”, gridò in
chiali da sole, due paia di occhiali da lettura, cuava stando appeso da un lato o a poppa. inglese indicando se stesso e alzando i pol-
dieci scatole di iammiferi impermeabili, Per un po’ tutto andò bene. Doba paga- lici. “Telefono, male”, e puntò i pollici verso
due grandi coltelli da macellaio, un desali- iava nudo. Beveva cinque tazze di cafè so- il basso. Doba riiutò le funi che l’equipag-
natore elettrico, due desalinatori manuali, lubile al giorno. Mangiava pollo tikka masa- gio si ofriva di lanciargli. Così, pensando
tre segnali di fumo galleggianti, nove razzi la lioilizzato e qualche minuscolo pesce probabilmente che fosse uno squilibrato –
di segnalazione, un fornelletto da cucina volante che atterrava sul kayak. Mandava dopotutto era un puntino minuscolo che
con bombole di propano, due torce elettri- messaggi con il telefono satellitare alla fa- ballonzolava in un vasto universo d’acqua
che, due fari, un iPad, una videocamera, miglia e ad Armiński, che ancora una volta – la nave gli girò intorno e tentò nuovamen-
320 batterie al litio (per i dispositivi di se- era il navigatore e gli mandava il bollettino te di salvarlo. Doba li respinse ancora. Du-
gnalazione satellitari di Olo), integratori del tempo e dei venti. Poi, il 19 dicembre, il rante il terzo tentativo di salvataggio urlò
minerali, un set da cucito, 175 tavolette di telefono di Doba smise di funzionare. un’oscenità in polacco. I greci capirono il
cioccolata, tre spazzolini da denti, sette Aspettò tre giorni, ma niente segnale. Per- messaggio e se ne andarono. Quarantasette
confezioni di crema solare, tre litri di vino ciò, nella speranza che Gabriela o Armiński giorni dopo aver smesso di funzionare, il
fatto in casa, una pietra pomice per i calli cercassero di risolvere il problema, pigiò il telefono ripartì. Qualcuno aveva dimenti-
sulle mani, due paia di sandali e un set da bottone “help” nel suo dispositivo Spot, un cato di ricaricare la carta di credito prepa-
pesca d’emergenza. Doba portò anche due congegno molto difuso tra gli esploratori, gata su cui era addebitata la bolletta.
Doba inì con l’accettare aiuto due setti- Chmieliński, un canoista polacco che a me- dopo 143 giorni in mare, Doba riusciva a
mane dopo. Aveva già coperto il 90 per cen- tà degli anni ottanta, poco dopo essere fug- malapena a camminare, e quando fu inal-
to della distanza, ma aveva passato le ulti- gito negli Stati Uniti, aveva fatto parte della mente pronto a riprendere il kayak era la i-
me sei settimane pagaiando in tondo nel prima squadra in grado di percorrere in ka- ne di marzo e il tempo stava peggiorando.
triangolo delle Bermuda, intrappolato dal yak tutto il rio delle Amazzoni. Anche Le condizioni meteorologiche erano peri-
vento e dalle correnti. Una tempesta gli Chmieliński aveva contribuito a coordinare colose, e Chmieliński ebbe diicoltà a tro-
aveva danneggiato il timone. Aveva cercato la logistica di Doba, che accettò il suo sug- vare un capitano di marina disposto a ripor-
di aggiustarlo, ma non c’era riuscito. Così gerimento di raggiungere le Bermuda per tarlo nell’oceano vicino al punto dove aveva
mandò un messaggio ad Armiński e a Piotr farsi riparare la barca. Quando scese a terra, perso la rotta. Alla ine gli trovarono un pas-
La Cina
guarda in alto
Ross Andersen, The Atlantic, Stati Uniti
Tra le montagne del Guizhou è stato costruito
un gigantesco radiotelescopio per cercare
i segni di intelligenze extraterrestri.
Ma qualcuno spera che non trovi niente
Il radiotelescopio
di Pingtang, in Cina
Vecchio e nuovo
una settimana dopo ho preso un treno ad
alta velocità da shanghai, lasciandomi alle
spalle il bagliore violaceo alla Blade runner
della città, i cafè e le birrerie alla moda.
sfrecciando sulle rotaie sopraelevate ho vi-
sto sfumare i grattacieli, ognuno dei quali è
solo una celletta della megastruttura urba-
na interconnessa dalle ferrovie che negli
ultimi anni è spuntata nel paesaggio cinese.
Tra il 2011 e il 2013 la cina ha versato più ce-
mento di quanto ne abbiano usato gli stati
uniti in tutto il novecento. Ha già costruito
linee ferroviarie in africa, e spera di portare
presto i suoi treni ad alta velocità in europa
e perfino in Nordamerica, attraverso un
tunnel sotto lo stretto di Bering.
Mentre il treno procedeva verso l’entro-
terra, i grattacieli e le gru scomparivano.
Guardando i campi di riso color smeraldo
tra la nebbia era facile immaginare la cina
antica, il paese la cui lingua scritta era stata
adottata da quasi tutta l’asia; la cina che
aveva inventato le monete di metallo, le
banconote di carta e la polvere da sparo; la
cina arteice di un sistema per domare i iu-
mi che ancora irriga le sue colline terrazza-
te. procedendo verso ovest quelle colline
diventavano più ripide, i gradoni sempre
più alti, ino a quando ho dovuto appoggiare
la fronte al inestrino per vederne la cima.
Ogni tanto partiva una nota bassa alla Hans
Zimmer e il vetro si riempiva della iancata
bianca da nave spaziale di un altro treno,
che sfrecciava nella direzione opposta a tre-
cento chilometri all’ora.
minanti sono le allegorie storiche. Isaac be determinato per la cina un ridimensio- era metà pomeriggio quando siamo sci-
asimov basò il suo Ciclo delle fondazioni namento paragonabile alla caduta dell’im- volati silenziosamente all’interno dello
sulla storia di roma antica, e i romanzi del- pero romano. scintillante, cavernoso terminal di Gui-
la serie Dune di Frank Herbert prendono Nell’estate del 2017 sono andato in cina yang, la capitale del Guizhou, una delle pro-
spunto dalle tradizioni dei beduini arabi. a visitare il nuovo osservatorio, ma prima vince più povere e remote della cina. sem-
Liu è riluttante a fare collegamenti specii- ho incontrato Liu a pechino. Mentre chiac- brava che fosse in corso una trasformazione
ci tra i suoi libri e il mondo reale, ma am- chieravamo gli ho chiesto cosa ne pensava sociale imposta dal governo. c’erano car-
mette che il suo lavoro è inluenzato dalla dell’adattamento cinematograico del Pro- telli che chiedevano alla gente di non sputa-
storia delle civiltà terrestri, “in particolare blema dei tre corpi. “Qui la gente vorrebbe re per terra. Gli altoparlanti invitavano i
dagli incontri tra le civiltà più tecnologica- che diventasse lo Star wars cinese”, ha detto passeggeri a rispettare le “buone maniere”.
mente avanzate e i primi colonizzatori di con aria alitta. Le costose riprese sono i- e quando un uomo anziano ha saltato la ila
un certo territorio”. uno di questi incontri nite a metà del 2015, ma il ilm è ancora in per i taxi, una guardia di sicurezza lo ha rim-
è avvenuto nell’ottocento, quando il regno postproduzione. a un certo punto è stata proverato davanti a una folla di centinaia di
di mezzo cinese, che un tempo dominava sostituita l’intera squadra per gli efetti spe- persone.
l’asia, vide comparire dal mare le navi de- ciali. “Il nostro sistema non è ancora matu- La mattina dopo sono sceso nella hall
gli imperi europei. La loro invasione avreb- ro per i ilm di fantascienza”, ha detto. ero dell’albergo per incontrare l’autista che ave-
“ossa oracolo” riporta la più antica testimo- derarsi l’unica sopravvissuta delle civiltà alla tradizione. altri storici hanno dato la
nianza conosciuta di un’eclissi solare. pro- dell’era del bronzo come quelle dei babilo- colpa all’eccezionale stabilità politica del
babilmente era stata interpretata come nesi, dei micenei e degli antichi egizi. per i paese. In un territorio sconinato governato
presagio di una catastrofe, forse di un’inva- poeti occidentali le rovine della civiltà egi- da lunghe dinastie, probabilmente lo svi-
sione imminente. zia erano la prova che niente sopravvive per luppo tecnico era stato meno incoraggiato
Io e Liu ci eravamo seduti a un tavolo di sempre. Ma la civiltà cinese era sopravvis- che in europa, dove almeno dieci entità po-
marmo nero nel cortile di pietra dell’osser- suta. I suoi imperatori amministravano la litiche afollavano uno spazio molto più pic-
vatorio. sulle nostre teste, pini secolari più grande e complessa organizzazione so- colo ed entravano continuamente in con-
bloccavano la luce velata che iltrava dal ciale del pianeta. Imponevano tributi ai pa- litto. come abbiamo imparato dallo svilup-
cielo giallo e inquinato di pechino. Dietro esi vicini, che mandavano inviati a pechino po della bomba atomica, le necessità della
una porta rossa rotonda alla ine del cortile per la barocca cerimonia dell’inchino con la guerra aguzzano il pensiero scientiico.
c’era una scala che portava alla torretta di faccia a terra davanti all’imperatore. altri studiosi ancora hanno accusato la
osservazione dov’erano custoditi alcuni cina premoderna di non essere abbastanza
antichi strumenti astronomici, tra cui un Il paradosso di Needham curiosa della vita al di là dei propri conini.
gigantesco globo celeste sostenuto da dra- Nel primo volume della sua fondamentale si ritiene che questa mancanza di curiosità
ghi di bronzo. Il globo fu rubato nel 1900, opera Scienza e civiltà in Cina, pubblicato sia stato il motivo per cui durante il medio-
quando un’alleanza di otto paesi invase pe- nel 1954, il sinologo britannico Joseph evo la cina interruppe l’innovazione nava-
chino per domare la rivolta dei boxer. I sol- Needham si chiedeva perché mai la rivolu- le, proprio all’alba dell’era delle esplorazio-
dati tedeschi e francesi fecero irruzione nel zione scientiica non fosse avvenuta in ci- ni europee, quando le potenze imperiali
cortile dov’eravamo seduti io e Liu e porta- na, dove c’era una soisticata meritocrazia occidentali cercavano di recuperare le tra-
rono via dieci dei preziosi strumenti dell’os- intellettuale basata su esami che misurava- dizioni dei navigatori ateniesi.
servatorio. no la conoscenza dei testi classici. Questo Quali che siano stati i motivi, la cina ha
In seguito gli strumenti furono restituiti, interrogativo è diventato noto come il “pro- pagato caro il fatto di essere rimasta indie-
ma quell’incidente non è mai stato dimen- blema di Needham”, anche se già Voltaire tro rispetto all’occidente nel campo della
ticato. Nei libri cinesi di storia quel periodo si era chiesto perché mai la matematica ci- scienza e della tecnologia. Nel 1793 il re bri-
è definito il “secolo dell’umiliazione”, il nese si era fermata alla geometria, e perché tannico Giorgio III riempì una nave delle
punto più basso della lunga caduta della ci- erano stati i gesuiti a portare la rivoluzione più stupefacenti invenzioni del suo impero
na dall’apice raggiunto sotto la dinastia copernicana in cina e non il contrario. Il i- e la mandò in cina, ma l’imperatore gli ri-
Ming. Quando l’osservatorio era stato co- losofo francese lo aveva spiegato con l’im- spose che “non sapeva che farsene” di tutte
struito, la cina poteva a buon diritto consi- portanza che il confucianesimo attribuisce continua a pagina 77 »
degli astronomi, e lo puntò verso la radia- una civiltà stesse per essere invasa da un’al- A Pechino avevo detto a Liu che speravo
zione di una supernova, o “stella ospite”, tra o incenerita da un’esplosione di raggi ancora in un segnale. Gli avevo detto che la
come l’avevano chiamata i cinesi quando gamma o distrutta da qualche altra causa sua teoria della foresta buia si basava su
avevano registrato la luminosità insolita naturale, potrebbe usare le sue ultime ener- una lettura troppo ristretta della storia.
della sua esplosione circa mille anni prima. gie per lanciare il suo grido di morte ai pia- Forse deduceva troppe cose sul comporta-
Dopo che sarà stato calibrato, il radiote- neti vicini su cui è possibile che si sia svilup- mento generale delle civiltà dagli incontri
lescopio comincerà a scansionare grandi pata la vita. speciici tra la Cina e l’occidente. Liu mi
porzioni di cielo. L’équipe di Andrew Sie- aveva risposto, in modo convincente, che
mion sta collaborando con i cinesi per crea- Pensiero limitato l’esperienza della Cina con l’occidente ri-
re uno strumento che aumenti ulteriormen- Anche se Liu ha ragione e non c’è nessuna lette dinamiche più generali. In tutta la
te il raggio di queste rilevazioni. speranza di catturare un segnale, il radio- storia è facile trovare esempi di civiltà in
Siemion mi ha confessato di essere par- telescopio cinese è comunque abbastanza espansione che ne hanno sottomesse altre
ticolarmente emozionato all’idea di osser- sensibile da captare anche i più deboli sus- usando tecnologie avanzate. “È successo
vare i itti campi stellari al centro della ga- surri radio di una civiltà, quelli che non anche nella storia della Cina imperiale”,
lassia. “Sarebbe un posto molto interessan- sono fatti per essere sentiti, come le onde mi aveva detto, riferendosi al lungo domi-
te per una civiltà avanzata”, ha detto. Il dei radar aeronautici che emanano costan- nio del paese sui suoi vicini.
grande numero di stelle e la presenza di un temente dalla supericie terrestre. Se le ci- Ma anche se queste dinamiche si posso-
buco nero supermassiccio ofrono le condi- viltà sono veramente cacciatrici silenziose, no far risalire all’inizio della storia cono-
zioni ideali “se si vogliono lanciare sonde in sarebbe utile poter cogliere queste radia- sciuta, se non addirittura alla più nebulosa
giro per la galassia”. Il ricevitore di Siemion zioni “involontarie”. preistoria, quando gli uomini di Neander-
ainerà i suoi sensibili algoritmi su miliardi Molte delle stelle che popolano il cielo thal scomparvero dopo essere entrati in
di lunghezze d’onda, attraverso miliardi di notturno potrebbero essere circondate da contatto con gli esseri umani moderni, que-
stelle, alla ricerca di un segnale. un debole alone di queste radiazioni, risul- sto potrebbe comunque non dirci molto
Liu Cixin dubita che il telescopio ne cap- tato delle prime esperienze di una civiltà sulle civiltà della galassia. Per una civiltà
terà uno. Nella sua concezione del cosmo con la tecnologia radio, fatte prima di ren- che abbia imparato a sopravvivere per pe-
come una foresta buia, nessuna civiltà in- dersi conto del pericolo e di spegnere i suoi riodi cosmici, l’intera esistenza dell’umani-
vierebbe un segnale luminoso a meno che trasmettitori. Gli osservatori precedenti tà sarebbe solo un istante in un’alba lunga e
non fosse un “messaggio di morte”, una po- potevano cercare queste radiazioni solo in luminosa. E nessuna civiltà potrebbe dura-
tente trasmissione che annuncia l’immi- una manciata di stelle, il telescopio cinese re decine di milioni di anni senza aver rag-
nente estinzione di chi lo sta inviando: se è così sensibile da scandagliarne migliaia. giunto la pace al suo interno. Gli esseri
umani hanno già creato armi che mettono a se assoggettato un decimo delle stelle della mo perché non usano certe tecnologie per
rischio l’intera specie. Probabilmente le ar- galassia sarebbe facile da trovare, e non ne espandersi, forse siamo come ragni che si
mi di una civiltà avanzata sarebbero molto abbiamo trovata nessuna, pur avendo cer- chiedono perché gli esseri umani non usano
più potenti. Avevo detto a Liu che la relativa cato in centomila galassie. le ragnatele per catturare gli insetti”. E co-
giovinezza dell’umanità suggerisce che sia- Alcuni ricercatori del Seti hanno ipotiz- munque, una civiltà più vecchia che ha rag-
mo un’eccezione nello spettro dei possibili zato metodi di espansione più furtivi. Han- giunto la pace al suo interno potrebbe com-
comportamenti di una civiltà, non un caso no immaginato l’esistenza di “sonde Gene- portarsi lo stesso da cacciatrice, dice Liu,
da generalizzare. La Via Lattea è abitabile sis”, navi spaziali che possono seminare anche perché si renderebbe conto della dif-
da miliardi di anni. Chiunque riuscissimo a microbi su un pianeta o accelerare l’evolu- icoltà di “comprendersi a vicenda attraver-
contattare sarebbe sicuramente più vecchio zione sulla sua superficie provocando so le distanze cosmiche”. E saprebbe che il
di noi, e forse più saggio. un’esplosione cambriana come rischio di un’incomprensione può
Inoltre non c’è nessuna prova che per le quella che ha stimolato la creati- essere fatale.
civiltà più vecchie espandersi sia una priori- vità biologica sulla Terra. Qual- Un primo contatto sarebbe
tà. I ricercatori del Seti puntano a individua- cuno ha perino provato a dimo- ancora più pericoloso se incon-
re civiltà che si sono espanse in tutte le dire- strare che una nave spaziale simi- trassimo un’intelligenza artiicia-
zioni a partire da un unico punto, costruen- le ha visitato il nostro pianeta, le postbiologica che ha assunto il
do una sfera di tecnologia sempre più gran- cercando messaggi codificati nel nostro controllo del suo pianeta. La sua visione del
de fino a colonizzare intere galassie. Se dna, che dopotutto è il miglior metodo mondo sarebbe doppiamente aliena. Pro-
consumassero un’enorme quantità di ener- d’immagazzinare informazioni che la babilmente non conoscerebbe l’empatia,
gia, come ci si aspetta, queste civiltà ema- scienza conosca. Ma neanche in questo ca- che non è un tratto essenziale dell’intelli-
nerebbero un bagliore infrarosso, eppure so si è trovato nulla. L’idea che le civiltà si genza ma un’emozione nata da una partico-
non ne abbiamo ancora trovato traccia. For- espandono potrebbe essere tristemente an- lare cultura e storia evolutiva. La logica alla
se le macchine che si autoriproducono, ne- tropocentrica. base delle sue azioni andrebbe oltre l’im-
cessarie per espandersi rapidamente attra- Liu non accetta quest’ipotesi. Per lui maginazione umana. Potrebbe aver trasfor-
verso cento miliardi di stelle, a un certo l’assenza di quei segnali è solo un’altra pro- mato il suo intero pianeta in un supercom-
punto s’inceppano a causa della somma de- va che i cacciatori sono bravi a nascondersi. puter e, secondo l’ipotesi di tre ricercatori di
gli errori di programmazione. O forse le ci- Secondo lui il nostro modo di pensare alle Oxford, concluso che il cosmo attuale è
viltà si espandono in modo irregolare nella altre civiltà è limitato. “Soprattutto nel caso troppo caldo per funzionare in modo ei-
galassia, come hanno fatto gli esseri umani di quelle che potrebbero durare milioni o ciente a lunghissimo termine. Potrebbe
sulla Terra. Ma perino una civiltà che aves- miliardi di anni”, dice. “Quando ci chiedia- nascondersi e scivolare in un sonno senza
I bagagli
degli altri
Susan Harlan, Guernica, Stati Uniti
A Scottsboro, in Alabama, c’è un immenso
negozio che vende oggetti smarriti non reclamati
dai proprietari. È un’attrazione turistica. E un
posto per capire il senso delle cose
i fermo nel parcheg- Le due bandiere degli Stati Uniti che incor-
M gio dell’Unclaimed
baggage center, il
centro per i bagagli
non reclamati, in un
pomeriggio grigio
che fa da cornice perfetta a questo tempio
delle cose perse. Le cose perse arrivano a
Scottsboro, in Alabama. Be’, non proprio
tutte le cose perse: solo gli oggetti smarriti
niciano l’entrata e le sedie a dondolo, insie-
me alle piante pensili, fanno pensare al por-
tico di una casa più che a un’attività com-
merciale.
Quando sono andata a Montréal diversi
anni fa, la mia valigia non è arrivata. È stra-
no uscire da un aeroporto senza valigia.
Senza i nostri bagagli, veniamo gettati nel
mondo impreparati. Nel passare sotto le
nei bagagli smarriti. indicazioni in francese, mi sono sentita più
Ma io non mi sono persa. Ho guidato at- che a mani vuote: mi sono sentita pericolo-
traversando le montagne, passando davan- samente leggera, come se non avessi niente
ti a giganteschi rivenditori di fuochi d’artii- a che fare con il posto in cui mi trovavo. Il
JEffG (ALAMy)
cio (ognuno diceva di essere “il migliore” e giorno dopo sono uscita per comprare dei
“il più grande”) e a cani morti che marciva- vestiti e ho preso un maglione nero e dei
no sul bordo della strada, ino ad arrivare a pantaloni neri: forse mi sentivo in lutto per
Scottsboro per vedere una delle principali la mia valigia, che mi è stata consegnata in
attrazioni turistiche dell’Alabama. Se non albergo il giorno dopo. che i suoi averi non fossero stati danneggia-
fosse per l’insegna blu e arancione a forma Diamo per scontato di poter tenere con ti, e lei ne era sollevata. Nel 1814 le andò
di valigia, l’Unclaimed baggage center noi il bagaglio quando viaggiamo. Può es- peggio: “Il mio baule non è arrivato ieri se-
sembrerebbe un normale uicio. Le pareti serci tolto per degli intervalli di tempo, ma ra, penso che arriverà stamattina: se no de-
esterne sono circondate da siepi ben curate. di regola non viaggia su un altro mezzo co- vo prendere in prestito delle calze e com-
me succedeva in passato. Il trasporto dei prare scarpe e guanti per il mio viaggio. So-
bagagli funzionava più come la spedizione no stata sciocca a non prepararmi meglio a
dei pacchi: valigie e bauli venivano sbattuti questa possibilità. Ma spero molto che scri-
di qua e di là e per questo, a volte, il loro con- verne in questo modo farà arrivare il baule
tenuto veniva danneggiato. a breve”. Austen scherza immaginando di
“Non ci potete credere, il mio baule è già poter usare la scrittura come un incantesi-
arrivato; e, cosa che completa la meravi- mo per materializzare il suo bagaglio, rime-
gliosa felicità, non si è danneggiato niente”, diando così al problema della sua autopro-
scriveva Jane Austen in una lettera del 1808. clamata stupidità.
La spiritosa iperbole “meravigliosa felicità” Austen ritrovò il suo bagaglio. Ma quan-
è tipica di Austen, ma è anche un’allusione do un bagaglio non viene ritirato il suo con-
a un’ansia molto reale. Era meraviglioso tenuto inisce all’Unclaimed baggage cen-
ter e nelle mani dei tanti clienti che si river- E, ovviamente, valigie. C’è anche uno Star- vendita tombe a 400 dollari, o 1.400 dolla-
sano qui. Il centro, che ha un’estensione di bucks. Un ediicio a parte ospita il negozio ri per un lotto di quattro. Ci sono tombe che
quasi quattromila metri quadrati, ha aperto Etc, con articoli per bambini e per la casa. risalgono alla guerra di secessione e tombe
nel 1970 e ogni anno richiama più di 800mi- Quando arrivo, il parcheggio è quasi pie- di alcune delle prime famiglie che si sono
la visitatori da oltre quaranta paesi. Il suo no, e la presenza di diversi camper confer- insediate nella città. E tanti cornioli.
status di attrazione è sottolineato dalla pre- ma il fatto che il negozio è una meta turisti- Il negozio riceve bagagli da compagnie
senza, all’entrata, di brochure turistiche ca. Un cartello al lato dello stabile indica aeree, linee di autobus, la compagnia dei
che promuovono cantine locali, zoo, centri che nel retro ci sono altri parcheggi per treni statunitense Amtrak, navi da crociera,
di paracadutismo, campi da golf, grotte, camper e roulotte. Non lontano ci sono un compagnie di autonoleggio e resort. La
skate park e le chiese più antiche ed emble- negozio di pneumatici e un distributore di maggior parte degli oggetti viene dagli ae-
matiche dell’Alabama del nord. Si possono benzina. Dall’altra parte della strada c’è il rei. Secondo il sito dell’Unclaimed baggage
comprare magliette ricordo. I reparti del T&W Unclaimed baggage, un negozio simi- center, negli Stati Uniti il 99,5 per cento del-
negozio principale comprendono gioielle- le ma dall’aspetto piuttosto malandato in le valigie viene recuperato al ritiro bagagli.
ria, articoli sportivi, abiti eleganti, libri, confronto (un impiegato dell’Unclaimed Ma lo 0,5 per cento rimane lì. Nel 2012, più
elettronica (con un limite massimo di ac- baggage center lo deinisce “un’imitazio- di 1,8 milioni di valigie sono state perse, ru-
quisto di tre computer al giorno per perso- ne”). Dietro al negozio, il cimitero di Cedar bate o danneggiate dalle principali linee
na), abbigliamento maschile e femminile. hill si estende per otto ettari. Sul sito sono in aeree statunitensi sui voli nazionali. Questo
dentifricio e uno spazzolino da denti, un taglia 46 (in vendita a 849,99 dollari, nuo-
piccolo taccuino marrone, un pezzo di carta vo costa 3.195 dollari) e il baule Sherazade
piegato che potrebbe essere uno scontrino. di Barrel Shack (in vendita a 189,99 dollari,
Circa un quarto degli oggetti smarriti non nuovo costa 1.450 dollari) – sono messi in
ha alcun valore: mi sembra tristissimo. Ma evidenza e sistemati in cima agli scafali,
non si può fare molto con lo spazzolino usa- isolati dal mare di oggetti d’uso quotidia-
to di un’altra persona. O con un suo vecchio no, come a ricordarci che qui potremmo
scontrino. scovare dei tesori. Una donna guarda il ve-
Però queste valigie contengono anche stito di Chloé: “Come si fa a non reclamare
Maglietta autografata da Magic cose particolari e straordinarie. L’entrata un vestito di Chloé?”, chiede all’amica,
Johnson, $ 225,99 del centro è un “museo” di oggetti ritrovati,
presidiato da un ritratto dei fondatori Doyle
“smarrito” non deinisce completamente il e Sue Owens. Sue è seduta su una poltrona
bagaglio che nessuno ha reclamato. gialla e Doyle, in piedi dietro di lei, le ap-
Le valigie orfane vengono comprate a poggia la mano sulla spalla. A destra c’è una
scatola chiusa, caricate sull’enorme rimor- vetrina con gli “oggetti religiosi” e a sinistra
chio di un camion e trasportate nella strut- il pupazzo di Gogol, il goblin del ilm Lab-
tura di smistamento del negozio, dove il yrinth. Dove tutto è possibile del 1986, arriva-
personale del negozio le apre, le classiica e to al centro nel 1997 in “pessime condizio-
ne prezza il contenuto. I vestiti sono lavati ni” e poi restaurato. Queste esposizioni
in un impianto interno, il più grande continuano all’interno del negozio, dove i
dell’Alabama del nord. I dispositivi elettro- tesori speciali sono sistemati sulle pareti in Boxer con la bandiera degli Stati
nici sono testati e ripuliti dai dati personali. alto: corna di alci, macchine da scrivere Un- Uniti, $ 0,99
Il gatto Morsi
e le gemelle
Peter Hessler, The New Yorker, Stati Uniti
Foto di Moises Saman
Il giornalista Peter Hessler si è trasferito al Cairo
subito dopo lo scoppio della rivoluzione con la
moglie e le iglie di diciassette mesi. Ma ad
angosciarlo più delle proteste e del colpo di stato
erano le incursioni notturne dei topi
MagnuM/Contrasto
Le piramidi di Giza.
Il Cairo, 2013
Egitto
Il Cairo, 10 luglio 2013. Un manifesto dell’ex presidente Mohamed Morsi
MagnuM/Contrasto
pannolino. se natasha aveva gridato né io una volta ho visto delle donnole inilarsi in
né mia moglie Leslie l’avevamo sentita. un buco nelle fondamenta del palazzo sotto
C’eravamo trasferiti al Cairo a ottobre le inestre della camera delle bambine.
del 2011, durante il primo anno della prima- In clinica una pediatra ha esaminato i
vera araba. abitavamo a Zamalek, un quar- segni sulla pancia di natasha. “Insetto”, ha
tiere su un’isola lunga e stretta in mezzo al sentenziato. Ero incredulo: “Quello sareb-
nilo. Zamalek è tradizionalmente il quar- be il morso di un insetto?”. spero di essere stata utile. spero che stiate
tiere della media e alta borghesia. avevamo “Forse una pulce”, ha detto. bene tutti e due. un abbraccio, susie”.
preso in aitto un appartamento al piano Ho mandato una fotograia a un’amica Io e Leslie siamo andati in taxi sulla riva
terra di un vecchio ediicio che, come molti di famiglia che lavorava in una clinica der- sinistra del nilo e abbiamo comprato un
palazzi della strada, era bellissimo ma ca- matologica negli stati uniti. La risposta mi vaccino antirabbico in un centro per le vac-
dente. all’esterno, sulla facciata art déco, ha fatto provare nostalgia per la capacità cinazioni chiamato Vacsera. Poi abbiamo
c’era una cancellata in ferro battuto con le degli americani di usare un linguaggio alle- cercato un altro pediatra. Ho comprato an-
sbarre che disegnavano una ragnatela. gro e spensierato in qualsiasi situazione: che una decina di trappole adesive.
Lo stesso motivo si ripeteva in tutto il “Ciao! abbiamo discusso il caso tutti insie- La notte sistemavo le trappole sotto i let-
palazzo. Piccole tele nere decoravano la no- me oggi, siamo tutti d’accordo. Il morso tini. spesso mi svegliavano le voci delle ge-
stra porta d’ingresso, e i balconi e le veran- potrebbe essere di un serpente/roditore. melle: “Papà, topo! Papà, topo!”. una volta
ho sentito un rumore nella loro cucina gio- quello di natasha: quattro incisivi. abbia- razza conosciuta come mau egiziano.
cattolo, ho aperto la porticina del mini fri- mo fatto un’altra spedizione in taxi al Vac- L’abbiamo chiamato Morsi. In Egitto
gorifero ed è spuntato fuori un topo. Come sera. c’erano appena state le prime elezioni pre-
diavolo c’era inito? tutti i topi che riuscivo ne avevo abbastanza di trappole. Io e sidenziali democratiche della storia e le
a catturare erano troppo piccoli per aver fat- Leslie siamo andati a trovare uno straniero aveva vinte Mohamed Morsi, un leader dei
to i segni sulla pancia di natasha, ma non che viveva al Cairo e stava dando via due Fratelli musulmani. Poco dopo il suo arrivo,
inivano mai: tani, tani, tani. Li ho afogati gatti, un maschio e una femmina. La scelta il gatto Morsi ha dato un morso sul braccio a
uno per uno in un secchio d’acqua. è stata facile: il maschio era più grosso, ave- Leslie lasciandole il segno. Tani: un altro
Quando è stata morsa anche ariel, ab- va un’espressione feroce e si muoveva agil- viaggio al Vacsera. Dopo un anno al Cairo,
biamo trovato il segno sulla schiena invece mente tra i mobili. Le striature del pelo for- ero l’unico componente della famiglia a
che sulla pancia. Per il resto era identico a mavano una “M” sulla fronte, il segno della non aver fatto un’iniezione antirabbica.
Leslie e io ci siamo conosciuti a Pechino, in un paese dove non succedeva niente. Il sato su, ma alla ine abbiamo deciso di par-
dove lavoravamo entrambi come giornali- primo sconvolgimento del nostro piano è tire. abbiamo fatto domanda per l’assicura-
sti. Veniamo da contesti diversi: lei è nata a avvenuto quando invece di un iglio ne ab- zione sulla vita, ma la compagnia assicura-
new York da una coppia di immigrati cine- biamo avuti due. a maggio del 2010 ariel e tiva ci ha scartati con la motivazione di “un
si, mentre io sono cresciuto nel Missouri. natasha sono nate premature, perciò ab- viaggio troppo lungo”. siamo andati da un
Ma la stessa irrequietezza ci ha spinti a tra- biamo deciso di aspettare dodici mesi pri- avvocato per fare testamento. abbiamo di-
sferirci all’estero, prima in Europa e poi in ma di trasferirci. La data non ci sembrava sdetto il contratto d’aitto della casa e ab-
asia. nel 2007, quando abbiamo lasciato la importante: un anno nella vita di un neona- biamo lasciato tutte le nostre cose in un
Cina insieme, avevamo passato quasi tutta to è un attimo rispetto all’immutabile Cairo. magazzino. abbiamo venduto l’auto. non
la nostra vita adulta all’estero. Quando invece a piazza tahrir sono comin- volevamo spedire niente: tutto quello che ci
avevamo un piano: ci saremmo trasferi- ciate le proteste, le bambine avevano otto serviva ce lo saremmo portato in aereo.
ti nella campagna del Colorado, per pren- mesi, ed esattamente diciotto giorni in più Il giorno prima della partenza io e Leslie
derci una pausa dalla vita cittadina e prova- quando Mubarak è stato deposto. ci siamo sposati. non c’era mai importato
re ad avere un bambino. Poi saremmo an- abbiamo rimandato e ci abbiamo pen- nulla delle formalità e non avevamo voglia
dati a vivere in Medio oriente. Ci piaceva di organizzare un matrimonio. Però aveva-
Mar Mediterraneo 50 km
l’idea di scrivere di un altro paese con una Port said mo letto che se una coppia non aveva lo
alessandria
vasta storia e una lingua ricca, e volevamo Mansura stesso cognome le autorità egiziane faceva-
che quella fosse la nostra prima esperienza suez no storie per rilasciare il permesso di sog-
Il Cairo
familiare. giorno congiunto. abbiamo lasciato le
Era tutto un po’ vago, il iglio e il paese. bambine con una babysitter e ci siamo pre-
Forse in Egitto, forse in siria. Forse un ma- sentati al tribunale della contea di ouray.
schio, forse una femmina. Che diferenza EGITTO Mar
appena il funzionario della contea ha
faceva? un collega a new York mi aveva av- abido Rosso dato inizio alla cerimonia, Leslie l’ha inter-
vertito che l’Egitto, dove Hosni Mubarak Luxor rotto per chiedergli quando chiudeva l’ui-
Esna
era al potere da quasi trent’anni, poteva ri- cio per le infrazioni al codice stradale. “alle
sultare un paese immobile rispetto alla Ci- assuan quattro”, ha detto il funzionario. Leslie ha
na. “al Cairo non cambia mai niente”, mi guardato l’orologio. “Può aspettare un mi-
aveva detto. Ma l’idea non mi dispiaceva abu simbel nuto?”. È corsa al piano di sopra per pagare
afatto. non vedevo l’ora di studiare l’arabo l’ultima multa per eccesso di velocità.
sul certiicato di nozze c’è scritto che volta ariel e una volta natasha. Io e Leslie che abitava al quarto piano si era proclama-
abbiamo “contratto il sacro vincolo di ma- abbiamo pensato di fargli togliere le un- ta curatrice dei gatti del quartiere e gli la-
trimonio” alle 16.08 e 44 secondi. Ho inila- ghie, ma questo gli avrebbe dato uno svan- sciava sempre delle ciotole con il cibo. tutte
to il certiicato nei bagagli. Il giorno dopo taggio nei confronti dei roditori e dei gatti le volte che uscivo per portare fuori le ge-
siamo saliti sull’aereo insieme alle nostre randagi nel quartiere. melle con il doppio passeggino mi salutava
gemelle di diciassette mesi. né io né Leslie tenerlo dentro casa era impossibile. sorridendo. gli egiziani impazziscono per i
eravamo mai stati in Egitto. apriva da solo porte e inestre e si nascon- bambini ancora più che per i gatti, quindi
deva sempre vicino all’ingresso aspettan- attiravamo l’attenzione a Zamalek. Mi ri-
A spasso per Zamalek do l’occasione per scappare fuori. spesso cordo in particolare alcune facce: un portie-
Con l’arrivo di Morsi i topi sono spariti. Il pochi minuti dopo che era uscito si senti- re con un occhio solo, un fattorino con il
gatto ne ha decapitati un paio lasciando in vano grida di gatto. avevamo un piccolo naso rotto che consegnava il tè, un nego-
giro i corpi mutilati e dopo un po’ non abbia- giardino dove si radunavano i randagi del ziante che parlava alle bambine in arabo.
mo avuto più visite indesiderate. La pellic- quartiere, ma Morsi non tollerava intrusio- Crescendo, le bambine hanno comin-
cia di un mau egiziano è simile a quella dei ni. Più volte l’ho visto inseguire una povera ciato a fare i capricci se non le vestivamo
felini raigurati sulle pareti delle tombe an- bestia spelacchiata ino alle inferriate con uguali. Io e Leslie non volevamo, ma erava-
tiche, e anche il nome è antico: ai tempi dei il motivo a ragnatela. mo talmente presi dalla nuova vita in Egitto
faraoni, mau signiicava “gatto”. I mau sono sayyid, il netturbino di zona, diceva che che abbiamo ceduto subito. Compravamo
agilissimi, e si distinguono per un lembo di qualcuno prima o poi se lo sarebbe rubato. tutto doppio, e quando le gemelle erano una
pelle che va dai ianchi alle zampe posterio- “È un bellissimo gatto”, diceva. “Qot bela- a ianco all’altra sul passeggino con i vestiti-
ri, permettendogli un’estensione maggiore. di”, un gatto del paese: la gente usava spes- ni coordinati era una specie di spettacolo.
Pur essendo gatti domestici riescono a rag- so questa espressione vedendo le strisce di gli stranieri a volte mi chiedevano se
giungere una velocità di quasi cinquanta Morsi. si dice che gli egiziani siano stati il avevo mai visto “gli altri gemelli di Zama-
chilometri all’ora. primo popolo nella storia ad allevare i gatti lek”. Erano due leggendari fratelli egiziani,
Le bambine, come i topi, hanno impa- e che li amassero al punto da vietarne ormai anziani, che tutti i giorni passeggia-
rato a stare alla larga da Morsi. L’animale l’esportazione già più di trentasette secoli vano per l’isola insieme. Erano sempre ve-
aveva poca pazienza per le loro chiacchiere fa. Chiamavano i fenici “ladri di gatti” per- stiti in modo identico, con la giacca e la ca-
e le loro tirate di coda e le ha graiate en- ché i marinai li prendevano per portarli a micia abbottonata. un paio di volte ho pro-
trambe con abbastanza forza da fargli usci- bordo delle loro navi. vato ad attaccare discorso, ma mi hanno
re il sangue. Era molto bravo: graiava una nel nostro palazzo, una signora anziana ignorato e non hanno degnato le bambine
anche per l’iconograia, che li rappresenta- scompariva; le violenze della primavera no, ho pensato, anche queste immagini
va sempre in coppia. Akhenaton e Neferti- araba avevano risparmiato quasi tutto il re- sembreranno dei miraggi: gemelle ad Abi-
ti avevano uno status insolitamente parita- sto del paese. I siti turistici erano in gran do, gemelle a Esna, gemelle nella Valle dei
rio e venivano spesso raigurati insieme. parte abbandonati. re. Due piccole macchie rosa su una spiana-
I binomi ricorrono in tutta l’arte, la teo- Una volta siamo arrivati fino ad Abu ta che contemplano i Colossi di Memnone.
logia e la politica dell’antico Egitto: Osiride Simbel, vicino al confine con il Sudan.
e Iside, Horus e Seth, re e regina, maschio Nell’ultimo tratto di strada la polizia ci ha Gli anni più lunghi
e femmina, Alto e Basso, vita e morte, An- imposto di accodarci a un convoglio arma- Nella concezione duale del mondo tipica
tonio e Cleopatra (e i loro igli gemelli). Ray to. Ma nel giro di dieci minuti la scorta ci ha dell’antico Egitto ci sono due parole che
Johnson, egittologo e direttore del centro seminati, accelerando a più di centosessan- esprimono il concetto di tempo: neheh e
di ricerca della University of Chicago a ta chilometri orari. Probabilmente gli agen- djet. Gli studiosi sostengono che le persone
Luxor, riconduce l’ispirazione originaria ti si erano stufati, non c’erano rischi reali in della nostra epoca non sono in grado di af-
alla divisione del paesaggio: la rigogliosa quei luoghi sperduti. Abbiamo guidato per ferrare pienamente i due concetti. Noi sia-
valle del Nilo accanto al deserto brullo. quasi tre ore nella solitudine del deserto. A mo legati a un’idea lineare del tempo, in cui
Qualunque sia l’origine, è un tema che toc- est ho visto delle chiazze azzurre e ho im- un evento conduce a un altro: una rivoluzio-
ca nel profondo l’immaginazione umana, maginato fossero aluenti del lago Nasser. ne, poi un colpo di stato. Sono l’accumularsi
tanto che dopo aver visitato i siti antichi le Poi ho capito che erano miraggi, non avevo di questi eventi e le gesta dei grandi perso-
gemelle hanno chiesto improvvisamente mai visto illusioni naturali tanto realistiche. naggi a fare la storia.
di indossare abiti diversi. Ariel, come Alcune avevano delle rocce che spuntavano Gli antichi egizi concepivano la storia in
Akhenaton, metteva i pantaloni; Natasha i al centro come isolotti in un lago. modo diverso da noi. Gli eventi – kheperut –
vestiti. Non abbiamo più dovuto preoccu- Quando siamo arrivati ad Abu Simbel erano sospetti, perché interrompevano l’or-
parci di comprare gli abiti coordinati: la eravamo gli unici visitatori. Le bambine so- dine naturale. Gli egizi vivevano nel neheh,
diciottesima dinastia era riuscita dove noi no corse verso le statue di Ramses il grande il tempo ciclico. Il neheh è associato al Sole,
avevamo fallito. e hanno giocato nei corridoi bui del tempio. alle stagioni e all’inondazione annuale del
Le lunghe traversate in macchina sono Ormai avevano cinque anni e le avevo foto- Nilo. Si ripete, ricorre, si rinnova. Il djet, in-
state la cosa più rilassante che ho fatto in grafate in tutti i siti archeologici del paese. vece, è il tempo privo di moto. Quando un
Egitto. Una volta usciti dal Cairo, la politica In quasi tutte le foto erano da sole. Un gior- faraone muore passa al djet, il tempo degli
Per qualche
piano in più
The Economist, Regno Unito
Cabine veloci, cavi leggeri, lessibili e resistenti, tragitti obliqui e circolari. La
tecnologia per la progettazione degli ascensori è fondamentale per immaginare
e realizzare ediici di forme e altezze impensabili ino a qualche anno fa
e pareti dell’ascensore inlan- si trova 350 metri sotto l’ingresso di un altro aerei fatti in un anno. Senza gli ascensori,
elementi tradizionali, cabina, corda e con- degli Stati Uniti cominciarono a sfoggiarli Parigi è riuscita a mantenere abbastan-
trappeso, un cricchetto a molla capace di (il primo fu l’Equitable Life building di New za uniforme il suo proilo. Il centro operati-
fermare la caduta dell’ascensore in caso di York nel 1870). Ma usavano per lo più mon- vo da 16 piani della Kone, ironicamente,
rottura del cavo principale. Di fronte a un tacarichi idraulici che spingevano i passeg- domina una Helsinki che ha cocciutamen-
nutrito pubblico, Otis salì a un’altezza di 15 geri dal basso verso l’alto. Per farlo serviva te evitato di svilupparsi in altezza grazie a
metri prima che un assistente recidesse con un pistone che fosse sprofondato nel terre- severe leggi sulla pianiicazione urbana.
un colpo d’ascia il cavo. “Nessun pericolo, no per una profondità pari all’altezza del Ma la maggior parte delle città punta al
signori, nessun pericolo”, avrebbe procla- vano dell’ascensore. Non erano praticissi- cielo, in maniera decisa come Dubai, o più
mato dopo l’attivazione del sistema di sicu- mi, ma erano molto più rapidi degli ascen- caotica come São Paulo.
rezza. Tre anni dopo installò il primo ascen- sori a contrappeso e a vapore di Otis.
sore per passeggeri nell’E.V. Haughwout Il motore elettrico ha cambiato tutto. Una questione di prestigio
building, a Manhattan. L’ascensore originale a vapore di Otis saliva Gli ascensori hanno sconvolto anche la no-
Ma non fu un successo. I clienti, spa- a una velocità di 0,2 metri al secondo (m/s). zione di prestigio. Prima del novecento, la
ventati, si riiutavano di salire sul marchin- Quelli a elettricità presenti nel primo edii- prossimità con la strada era molto apprez-
gegno, e Haughwout se ne liberò nel 1860. cio in acciaio a raggiungere i cinquanta pia- zata. Il primo piano, al di sopra del frastuo-
Per il suo effettivo trionfo Otis dovette ni, il Woolworth building, alto 241 metri e no della strada ma facile da raggiungere
aspettare altre due innovazioni: le struttu- inaugurato nel 1913, erano almeno dieci con una sola rampa di scale, era il piano più
re in acciaio, che permettevano agli ediici volte più veloci. Vent’anni dopo quelli ambito, il cosiddetto piano nobile o bel éta-
di essere più alti, e i motori elettrici, che dell’Empire State building, alto 381 metri, ge. Tutto ciò che si trovava sopra al secondo
permettevano agli ascensori di essere più viaggiavano a sei metri al secondo, come piano era generalmente riservato alla ser-
veloci. molti ascensori moderni. vitù. Negli hotel e nei complessi residen-
Fino agli anni ottanta dell’ottocento, gli A quel punto, le città degli Stati Uniti ziali, gli standard e i prezzi calavano man
ediici dovevano sostenere il carico dei pia- avevano un aspetto che fino ad allora il mano che si saliva.
ni più alti con i muri di quelli più bassi. Più mondo non aveva mai visto. Prima della Come scrive Andreas Bernard nel libro
alto era un ediicio, più spesse dovevano difusione degli ascensori, gli ediici con più Lifted. A cultural history of the elevator, i pia-
essere le pareti dei piani bassi. Perciò co- di sei piani erano una rarità. Il proilo dei ni alti avevano problemi di igiene ed erano
struire palazzi che avessero più di dodici tetti era basso e piatto, interrotto ogni tanto considerati malsani: la fatica di salire tanti
piani non era pratico. dalle sagome di costruzioni difensive o di piani, la diicoltà di uscire all’aria aperta e
Ma anche con dodici piani un ascenso- luoghi di culto. Pochi paesaggi urbani di l’opprimente calore dell’estate contribui-
re può essere utile, e i nuovi grandi ediici questo tipo si sono conservati ino a oggi. vano a questa percezione. Forse non era un
caso che le soitte fossero abitate soprat- Technologies). Messe insieme le quattro dell’Illinois ha scoperto che i potenziali pas-
tutto da artisti tubercolotici. principali aziende del settore oggi control- seggeri cominciano a innervosirsi dopo 28
L’ascensore non rese possibile aggiun- lano circa due terzi del mercato mondiale. secondi d’attesa. Gli ascensori, inoltre, ren-
gere più piani, ma gli diede un nuovo fasci- Le giapponesi Hitachi e Mitsubishi Electric dono accessibili piani da aittare, ma non
no. Gli aitti cominciarono a salire con l’al- controllano una buona parte del resto. Non generano denaro di per sé. In cima agli edi-
tezza. Penthouse, cioè attico, è una parola c’è ancora un gigante cinese degli ascenso- ici più alti (che spesso sono afusolati, sia a
che ha assunto il suo signiicato attuale di- ri, forse perché il settore si fonda anche sul- causa del vento sia per ridurre il carico sulle
ventando uno status symbol negli anni ven- la sua capacità di fornire servizi su scala parti inferiori della struttura), i vani ascen-
ti del novecento. E anche negli ediici d’af- globale. Metà delle entrate annuali delle sore possono occupare ino al quaranta per
fari i dirigenti di grado più alto si accaparra- quattro grandi aziende, 36 miliardi di dolla- cento dello spazio. Meno vani ascensore ci
vano i piani alti. L’altezza voleva dire impor- ri, vengono da questo ramo d’attività. sono, più un ediicio è redditizio.
tanza, visione lungimirante, elevazione: in Ma la Cina ha comunque molto inluen- Aumentare la velocità, un pallino dei
una parola, potere. zato il settore. L’appetito cinese per ascen- produttori di ascensori giapponesi, fa ri-
L’ascensore ha anche reso più regolari i sori sempre più alti e veloci è paragonabile sparmiare un po’ di tempo. Gli ascensori di
luoghi di lavoro. Le strutture costruite in- solo a quello della New York degli anni ven- solito viaggiano a una velocità di otto-nove
torno alle scale avevano accordi interni ti. Nel duemila sono stati installati circa metri al secondo. Gli ascensori Mitsubishi
molto meno severi di quelli di oggi, con 40mila nuovi ascensori. Nel 2016 il numero nella Shanghai tower viaggiano a una velo-
mezzanini e scale secondarie che fornivano è salito a 600mila, circa tre quarti degli cità più che doppia, toccando i venti metri al
diversi punti d’accesso a uno stesso piano. 825mila venduti in tutto il mondo quell’an- secondo. Ma anche se gli utenti apprezzano
L’ascensore ha imposto una nuova sempli- no. La Cina vuole più grattacieli e sempre la velocità, hanno qualche problema con
cità e i disimpegni in cui gli ascensori arri- più alti. Almeno cento ediici nel mondo l’accelerazione che la rende possibile. Gli
vano e ripartono spesso sono diventati dei superano i trecento metri d’altezza. Quasi ascensori accelerano a una velocità che è
punti di riferimento. tutti sono stati costruiti dopo il duemila, e meno di un decimo di quella media di
Negli anni settanta, il settore degli quasi la metà in Cina. Il paese ospita due un’auto, ma essere spinti verso il pavimento
ascensori, ormai piuttosto maturo, comin- terzi dei 128 ediici alti più di duecento me- di un ascensore è molto meno confortevole
ciò a consolidarsi e a globalizzarsi. La Kone tri completati nel 2016. che essere spinti indietro sul proprio sedile.
e la Thyssenkrupp, insieme alla svizzera Simili ediici esasperano i vincoli con cui Questo signiica che gli ascensori possono
Schindler, hanno acquisito aziende concor- hanno sempre dovuto fare i conti i costrut- raggiungere la loro velocità massima solo
renti, diventando marchi globali al pari di tori di ascensori e gli architetti: tempo e durante lunghe corse senza interruzioni. E
Otis (che oggi è una divisione della United spazio. Kheir al Kodmany dell’Università anche in questo caso, solo quando si muo-
Le vacanze
degli amish
A Pinecraft, in Florida, possono godersi
il tempo libero, lontano dalle rigide regole
delle loro comunità fondate sulla sacralità
del lavoro. Le foto di Dina Litovsky
O
gni anno da quasi un seco-
lo, tra ottobre e la ine di
aprile centinaia di fami-
glie amish e mennonite
lasciano le aree più fredde
degli Stati Uniti o del Ca-
nada, dove vivono, per andare a Pinecraft,
una piccola e soleggiata cittadina vicino a
Sarasota, in Florida.
Arrivano a bordo di pullman aittati e
alloggiano in bungalow dove restano per
settimane, a volte mesi, per passare le va-
canze. Per molti amish e mennoniti questo
è l’unico periodo dell’anno in cui incontra-
no persone di comunità diverse da quella a
cui appartengono.
A Pinecraft abbandonano le rigide re-
gole delle loro comunità, fondate sulla sa-
cralità del lavoro, e si godono il tempo libe-
ro dedicandosi a sport come il nuoto, la
pallavolo o le bocce. Possono usare l’elet-
tricità e tecnologie che normalmente gli
sono proibite, come la tv satellitare e gli
smartphone, e invece dei calessi guidano
biciclette a tre ruote.
I primi amish arrivarono a Pinecraft ne-
gli anni venti del novecento in cerca di ter-
reni da coltivare. All’epoca Pinecraft era
una località molto piccola dove c’erano so-
lo campeggi. Negli anni cinquanta furono
costruiti i primi ediici e fu fondata la prima
chiesa mennonita.
Oggi Pinecraft, nel periodo invernale,
ospita più di quattromila visitatori, di cui il
75 per cento amish e il resto mennoniti.
Nel febbraio del 2018 la fotografa Dina
Litovsky è stata a Pinecraft per documen-
tare le vacanze di alcune famiglie amish e
mennonite (foto Redux/Contrasto). u
Alla conquista
della Patagonia
Caroline Trouillet, XXI, Francia. Foto di Giancarlo Ceraudo
Un miliardario britannico ha comprato migliaia di ettari di terra nel sud
dell’Argentina per costruire centri turistici di lusso e sfruttare le risorse naturali
e idriche della regione. Ma gli abitanti, in maggioranza mapuche, resistono
U
PARAGUAY
cordigliera delle Ande e anni, non possiede solo una delle proprietà
scende nella conca di El più grandi della Patagonia argentina, ma
Bolsón. Sorvola un pae- controlla anche interi settori dell’economia
saggio verdeggiante che locale ed è in stretti rapporti con i dirigenti
BRASILE
contrasta con l’aridità del- del posto. È un signore onnipotente e onni-
le terre vicine e interrompe il silenzio della sciente, ma invisibile. Le rare foto disponi-
URUGUAY
cittadina. Mentre si avvicina, alcuni pas- bili di Lewis mostrano un uomo basso con
santi alzano gli occhi e riconoscono subito Buenos Aires gli occhiali, vestito come un gaucho, circon-
l’uomo a bordo: “Sta passando Lewis”, dice dato dai lama e con un sombrero in testa.
qualcuno con tono infastidito. L’elicottero Il miliardario è noto per essere un colle-
prosegue il suo volo, si avvicina ad alcune ARGENTINA zionista di cappelli. “Un giorno, quando
cime innevate e poi scompare nella valle di CILE avevo il banco al mercato artigianale di El
San Carlos
El Foyel. de Bariloche Bolsón, è passato Lewis insieme al suo
Oceano
Torna il silenzio: Joe Lewis è atterrato da Lago Escondido Atlantico agente immobiliare. Ha provato uno dei
El Bolsón
qualche parte. Sulle rive del suo immenso miei cappelli, il più costoso di tutti. Voleva
lago? Davanti all’hacienda con i tetti rossi e Oceano comprare tutta la bancarella e, in cambio,
Paciico
i prati tagliati con cura? In mezzo al suo par- avere in regalo quel cappello”, racconta
co? Nel suo ippodromo? Diicile saperlo: la Agustín Porro sorridendo con malizia e ac-
Isole Falkland
sua proprietà, grande 12mila ettari, è inac- (Malvine) carezzandosi la barba bianca. Porro è re-
cessibile. Dell’uomo più potente della re- ����� ����� sponsabile della Casa del viajero, un ostel-
gione gli abitanti conoscono solo quest’ap- lo della gioventù nascosto nel verde. Non
Terra
parizione fugace e rumorosa, che vola sopra 350 km del Fuoco ha peli sulla lingua: anche se l’oferta di
le loro teste come un grosso calabrone. Lewis era allettante, il tono con cui aveva
parlato non gli era piaciuto per niente. Ave- tà rurali. Attraverso l’azienda Laderas, siede quote di partecipazione nell’azienda
va riiutato e gli aveva venduto il cappello Lewis e i suoi soci vogliono trasformare di costumi da bagno israeliana Gottex, nel-
al suo prezzo. quest’area naturale in un centro di lusso di le aziende di calzature Vans e Puma, nelle
La gente del posto è ribelle per natura. 850 ettari per attività sportive e turistiche. catene Hard Rock Cafe e Planet Hollywood.
Negli anni settanta El Bolsón era un rifugio Tra il dicembre del 2016 e il gennaio del È appassionato di sport ed è proprietario di
per gli oppositori del regime militare argen- 2017 ci sono state quattro manifestazioni due campi da golf tra i più esclusivi degli
tino e poi il punto di arrivo delle comunità contro il miliardario britannico. Ma il con- Stati Uniti – il Lake nona golf e il Country
hippy che inseguivano un ideale di vita in litto che lo contrappone alla popolazione è club di Isleworth – oltre che della squadra di
armonia con la natura. In vent’anni si è tra- molto più antico, risale quasi al suo arrivo in calcio londinese Tottenham Hotspur.
sformata rapidamente in una città. Oggi ha Patagonia più di vent’anni fa. A un certo punto Lewis cominciò a inte-
23mila abitanti, ma ha conservato la sua Nato nel 1937 sopra un pub dell’East ressarsi all’Argentina e alla sua lontana pro-
identità ribelle. La popolazione è sempre End, un quartiere popolare di Londra, Joe vincia di Río Negro. Nel 1996, approittan-
pronta a mobilitarsi. Lewis ha abbandonato la scuola all’età di 15 do di una disputa familiare, comprò attra-
anni. Lavorava nella ristorazione insieme al verso l’agente immobiliare argentino Nico-
Paradiso lacustre padre, ma alla ine degli anni settanta si lan- lás Van Ditmar una prima proprietà di cin-
È un sabato di gennaio e diecimila persone ciò nella inanza. Approittò della crisi dei quemila ettari. La proprietà comprendeva il
manifestano ancora una volta con trattori, tassi di cambio per speculare sul mercato lago Escondido, una delle principali riserve
cavalli e fanfare scandendo slogan: “Abbas- delle valute e si arricchì in fretta. Secondo la d’acqua dolce della regione, un luogo ma-
so Lewis”, “Via Lewis”, “L’acqua non si rivista Forbes, è uno degli uomini più ricchi gniico circondato dalle montagne. Per am-
vende”. Protestano contro l’ultimo progetto del Regno Unito. Tavistock, il suo gruppo ministrare la sua nuova proprietà, Lewis
voluto dall’uomo d’afari: l’urbanizzazione d’investimento tentacolare con sede alle creò una società e la chiamò Hidden Lake
di una riserva chiamata Pampa de Ludden, Bahamas, è presente in settori diversi: im- (traduzione inglese di lago Escondido, cioè
una zona ricca d’acqua in cui dall’inizio del mobiliare, alberghiero, energetico, delle lago nascosto). In seguito, sempre attraver-
novecento vivono molte famiglie e comuni- biotecnologie e dell’agricoltura. Lewis pos- so Van Ditmar, comprò altri laghi e un iume
care in qualsiasi discussione seria in Argen- tagonia preferiscono vendere i terreni per sto spazio naturale assume un signiicato
tina. El Moro, con una mano sulla schiena investire nel commercio o nel settore alber- particolare alla luce della storia della Pata-
dolorante, comincia a parlare con voce pa- ghiero. Lewis, come altri, ha saputo sfrutta- gonia. Queste terre remote furono annesse
cata dei conlitti legati alla terra. re questo cambiamento sociale. Però se le con la forza alla repubblica argentina alla
È il referente del ministero dello svilup- famiglie riiutano di abbandonare la terra ine dell’ottocento in occasione della “con-
po rurale e dell’agricoltura familiare della dei loro antenati, al denaro subentrano le quista del deserto”, una campagna militare
provincia di Río Negro. Nel 2008, su richie- minacce. che tra il 1879 e il 1881 decimò i popoli ma-
sta del ministero dell’agricoltura, aveva Nella valle di El Foyel, che costeggia il puche e tehuelche. Le terre conquistate al
censito le superici vendute agli investitori lago Escondido, la comunità autoctona ma- prezzo della vita di decine di migliaia di in-
stranieri nella provincia: “A causa di tutti puche Las Huaytecas denuncia le persecu- digeni furono vendute ai militari e agli im-
questi milionari c’è stato un trasferimento zioni continue da parte del personale della prenditori che avevano inanziato la cam-
di massa dei terreni agricoli”. La lista dei Hidden Lake. “Quando sono tornato nelle pagna. Oggi, dopo essere state deportate o
proprietari terrieri arrivati da fuori è lunga. terre dove sono nati i miei nonni, alcune divise, le comunità autoctone chiedono di
Oltre a Lewis, ci sono per esempio il can- persone che lavoravano per Lewis, Van Dit- poter tornare nelle loro terre ancestrali o
tante francese Florent Pagny; il fondatore mar e altri mi hanno proposto in cambio semplicemente di continuare a viverci. Le
dell’emittente televisiva statunitense Cnn, molti soldi”, aferma Jorge Buchile, della regioni in cui vivono sono isolate e molto
Ted Turner; il re belga del settore immobi- comunità mapuche. “Poi queste stesse per- ambite. “Tutti quelli che lavorano per Lewis
liare, Hubert Gosse; e la famiglia Benetton, sone hanno cercato di mettermi paura. Le vanno in giro per la montagna a convincere
a capo dell’omonima azienda italiana di ab- intimidazioni erano continue, arrivavano gli abitanti ad abbandonare o vendere i ter-
bigliamento. Inoltre, l’esodo dalle campa- via Facebook o attraverso uno dei loro ami- reni”, racconta Otal.
gne ha accelerato il fenomeno dell’accapar- ci. Mi dicevano: ‘Ti bruceranno la casa. Hai Nel 2012, per arginare il controllo stra-
ramento delle terre. La dura vita dei conta- dei igli? Pensa bene a quello che fai’. E poi niero su intere zone del paese, l’ex presi-
dini in queste regioni aride non piace alle tornavano a ofrirmi del denaro”. dente Cristina Fernández de Kirchner fece
nuove generazioni e molti abitanti della Pa- La volontà di Buchile di preservare que- approvare una legge che limitava al 15 per
Van Ditmar. Gli avversari del progetto non ma ho sempre riiutato. Non volevo avere subordinazione e di controllo diicile da
hanno dubbi: anche se lo nega pubblica- nessun rapporto con gli interessi privati. combattere”.
mente, dietro alla manovra c’è Lewis. Lewis aveva oferto dei camion da pom- Come si spiega un’insistenza così forte
“Comprano il terreno a 168 pesos l’ettaro pieri e delle ambulanze ai sindaci che da parte di un uomo già ricchissimo, a capo
per rivenderlo in lotti a 25mila pesos. In mi avevano preceduto, ma non l’ha fatto di una fortuna valutata 5,6 miliardi di dol-
questo modo riescono a ottenere proitti con me”. lari? “Le terre che i grandi imprenditori
enormi. E per riuscire nella loro impresa, Quando era sindaco Ricardo García si è comprano nella Patagonia, in Argentina e
hanno colonizzato il potere politico loca- opposto al progetto di sfruttamento della in Cile, sono quelle dove si trovano le sor-
le”, aferma Otal, di cui intravedo spesso i Pampa de Ludden: lo considera una “trufa genti di acqua dolce, i iumi e i ghiacciai”,
bai bianchi nelle riunioni cittadine. Il sin- allo stato” e una violazione delle leggi per dice Quisle. “Da anni ho capito che vengo-
daco Pogliano è l’ex commercialista della la tutela dell’ambiente. Per lui le terre sono no per l’acqua”, ripete spesso. L’acqua, così
Laderas. Chiedo d’incontrarlo, ma non ri- state acquisite illegalmente. García ha ri- preziosa in questa regione dove ogni anno
sponde a nessuna delle mie richieste. cevuto numerose pressioni, in particolare il riscaldamento globale inaridisce sempre
Non potendo raccogliere la sua testi- dai commercianti e dagli imprenditori le- di più il terreno, è fondamentale.
monianza mi rivolgo al predecessore, Ri- gati alla Laderas e alla Hidden Lake. Ma ha
cardo García. L’ex sindaco accoglie ogni resistito. Ancora oggi, quest’uomo di ses- Nostalgia della terra
mattina gli escursionisti di passaggio da- sant’anni continua a subire degli attacchi. Accanto al lago Escondido c’è una centrale
vanti a una strana roccia dal proilo umano, In un post pubblicato di recente su Facebo- idroelettrica, che è diventata un nuovo ar-
la Cabeza del indio. Mi racconta, emozio- ok, per esempio, lo hanno accusato di esse- gomento di discussione. Infatti Lewis, in
nato, la sua storia mentre mangiamo tortas re complice del traffico di droga. “Sono quanto azionista principale dell’azienda
fritas accompagnate dal mate di rito. “La proili creati dai funzionari statali”, afer- Pampa Energía, è anche il più grande forni-
Hidden Lake mi ha invitato a pranzare con ma l’ex sindaco. “Come militante di lunga tore di elettricità d’Argentina. Secondo
Lewis mentre ero in campagna elettorale e data ho avuto spesso a che fare con queste Otal, è l’ennesima frode: “Lewis si è appro-
poi durante il mio primo anno da sindaco, persone. Hanno creato un meccanismo di priato delle rive dei iumi, ne ha bloccato
zione della Pampa de Ludden è stato appe- sione di una presentazione pubblica del contare sulle verdure del nostro orto e sulle
na approvato dal consiglio comunale pre- progetto. Si chiama Fidelia Aypallán, ha cir- nostre pecore”. A 13 anni cominciò a lavora-
sieduto da Bruno Pogliano. I manifestanti ca sessant’anni, lunghe trecce nere, una re come bracciante agricola e poi come
silano davanti al municipio, superano le pelle scura segnata dal sole e piedi piccoli baby sitter. In seguito arrivò la crisi econo-
barriere, salgono sul tetto, afrontano la po- ben piantati a terra. La sera di Natale è an- mica degli anni duemila. Faticava a mante-
lizia e poi proseguono ino alla piazzetta cora lì, nella piazzetta San Martín insieme nere i suoi cinque igli e a pagare l’aitto
San Martín, dove improvvisano un accam- ai militanti. Dopo aver preparato la cena per dell’appartamento a El Bolsón. Il ricordo
pamento. Montano una ventina di tende. i suoi igli, è salita sull’ultimo autobus con la della terra era sempre vivo: voleva tornare
Una troupe della tv nazionale segue gli av- borsa piena di tortas fritas per venire qui. in campagna. “Per sette anni ho chiesto un
venimenti. Il presentatore del canale 26, Qualche giorno dopo Fidelia mi aspetta terreno al comune, ma non mi ha mai rispo-
molto critico nei confronti del governo, cita a pranzo nella sua casa nel bosco, nel cuore sto. Soffrivamo la fame”, dice. “Cercavo
i progetti immobiliari di Joe Lewis e parla della zona rurale Mallín Ahogado, vicino disperatamente un posto dove poter semi-
della “seconda invasione britannica”. Il ri- alla Pampa de Ludden. Suo nipote Nahuel, nare, coltivare e allevare qualche animale.
ferimento è alla guerra delle isole Falkland che nella lingua mapuche signiica “puma”, Mi sarebbe piaciuto insegnare ai giovani
(Malvine) che nel 1982 contrappose il Re- disegna accanto a lei stando attento a quel- della città come si fa un orto. Alla ine ho
gno Unito alle truppe argentine. In quell’oc- lo che diciamo. Davanti a un piatto di piselli trovato questo pezzetto di terra abbando-
casione la giunta militare al potere cercò di del suo orto, Fidelia mi spiega che da un an- nato che apparteneva alla Direzione
strappare ai britannici il controllo dell’arci- no l’acqua non è più potabile a causa dell’in- dell’educazione. Il mio progetto è stato ap-
pelago, ma fallì. Ancora oggi la sovranità su quinamento provocato dallo sviluppo stra- provato dallo stato e poi riiutato dalla città
questo piccolo arcipelago continua a creare ordinario di El Bolsón. di El Bolsón, che voleva farne un campo da
dissidi tra i due paesi. Fidelia ha perso la madre quando aveva golf. Ma io ci sono andata lo stesso, insieme
Tra i manifestanti riconosco una donna sei anni ed è cresciuta con gli zii. “Il cibo era ai miei igli. Il comune mi ha denunciato,
minuta che aveva afrontato con il pugno l’unica cosa che non ci mancava”, racconta. ma nel frattempo i bambini dei quartieri
alzato i responsabili della Laderas in occa- “Non avevamo mai fame, perché potevamo vicini arrivavano per imparare a lavorare la
Ritorno
a Prijedor
Zoran Bogdanovic, De Groene Amsterdammer,
Paesi Bassi. Foto di Alessandro Penso per Internazionale
Di nuovo a casa dopo più di vent’anni dalla ine della
guerra di Bosnia. Per ritrovare la propria identità,
scoprire cosa rimane di quegli orrori e capire perché tra
vittime e carneici regna ancora la congiura del silenzio
Il campo di concentramento di Kera- cattolico croato Ante Pavelić. Secondo gli tò un centro industriale. Tre grandi miniere
term a Prijedor, il 5 giugno 2018 storici le vittime serbe del terrore ustascia di rame e la più grande cartiera d’Europa
furono tra le due e le trecentomila. Anche il contribuirono alla relativa prosperità eco-
Cose così esistono solo sulla carta. paese della nonna fu invaso. “Eravamo im- nomica dei suoi abitanti. La città si svilup-
Quattro ore dopo siamo a Prijedor. I pa- potenti. In qualsiasi momento potevamo pò, ma i ricordi dell’orrore del passato erano
esi che attraversiamo sono per la maggior essere violentati o uccisi, e tutto nelle no- ancora impressi nella memoria di molti ser-
parte etnicamente omogenei. Tutti sanno stre case”, raccontava. Tra gli ustascia bi. “In quegli anni non sapevamo nemme-
dove vivono i serbi ortodossi, i bosgnacchi c’erano anche dei croati dei paesi vicini, no chi fosse croato, bosgnacco o serbo”. Per
musulmani e i croati cattolici. Questa gente gente con cui qualche anno prima ci si sa- Josipa Jurić-Suljanović, che ha ottant’anni,
condivide la stessa lingua e ha una storia rebbe salutati cordialmente. il periodo precedente alla guerra comincia-
comune ma è divisa da numerosi bagni di ta nel 1992 fu idilliaco. Nella vetrinetta nel
sangue. Il nome basta a sapere a che gruppo Ubriachi di follia salotto della sua casa nei Paesi Bassi c’è una
appartieni, e in tempo di guerra questa è Dopo la seconda guerra mondiale arrivaro- foto di Tito. Subito dopo la seconda guerra
una ragione suiciente per essere uccisi. no i partigiani di Tito. Crearono una nuova mondiale un serbo uccise suo padre. “Lo
Mia nonna, ormai morta, parlava spesso nazione socialista: la Jugoslavia. Che non chiamavano ustascia perché era croato”.
dei bosgnacchi e soprattutto degli ustascia, era governata da una potenza occupante, Nonostante tutto lei continuò a vivere in
i fascisti croati, che massacravano i serbi ma dagli stessi serbi, croati e bosgnacchi. pace con gli altri cittadini di Prijedor, che
durante la seconda guerra mondiale. Nel Un progetto idealistico e romantico. Ma il all’inizio degli anni novanta contava 112mi-
luglio del 1942 le forze dell’Asse organizza- romanticismo esige spesso dei sacriici. la abitanti. I bosgnacchi rappresentavano
rono l’ofensiva della Bosnia occidentale Nella nuova Jugoslavia ai singoli popoli circa il 45 per cento della popolazione e i
contro le truppe di Tito. Si combatté su un era vietato commemorare le proprie vitti- serbi erano altrettanto numerosi.
massiccio montuoso vicino a Prijedor. Alla me. Il motto era Bratstvo i jedinstvo, fratel- Dopo il crollo del regime comunista, nel
battaglia seguì un genocidio: furono uccisi lanza e unità. I bambini a scuola non studia- 1990, commemorare le vittime tornò a es-
ventimila serbi, per la maggior parte civili. vano il genocidio dei serbi, ma le “vittime sere legale. Le adunate acquisirono una
Nei campi di concentramento degli usta- del fascismo”. Molti massacri, anche di altri valenza nazional-politica. Cinquant’anni di
scia venivano applicati metodi di tortura popoli, furono nascosti sotto il tappeto. Bi- soferenza repressa diventarono la scusa
temuti perino dai nazisti. sognava costruire una nazione: parlare del per un nazionalismo sfrenato. “Tre dita al-
“Convertire un terzo dei serbi, cacciar- passato avrebbe solo suscitato risentimenti. zate. Ere il gesto con cui cominciarono a
ne un terzo e ammazzarne un terzo” era il E sarebbe stato un freno al progresso. Dopo salutarsi molti serbi”, ricorda Jurić-
motto del governo ilonazista del fanatico la seconda guerra mondiale Prijedor diven- Suljanović. La radio di stato parlava sempre
Fosse comuni
La miniera di Tomašica, due chilometri e
mezzo fuori Prijedor, è ferma dai tempi del-
la guerra. Eppure ino a poco tempo fa si
scavava ancora. Non alla ricerca di minera-
li, ma di corpi. Nel 2013 qui sono stati sco-
perti più di quattrocento cadaveri. La vitti-
ma più giovane era Elvis Šarčević, di 13 an-
ni, la più anziana Salih Kadirić, di 77 anni.
Nonostante gli articoli pubblicati dalla
stampa internazionale, qui a Prijedor nes-
suno ne sa niente. “È sicuramente una noti-
zia ingigantita dai giornalisti”, pensa la
gente comune. Anche il cugino Srdjan non
faccia la storia”, una visita con pernotta- non essere stato maltrattato. Dopo l’aggres- ha mai sentito parlare di questa scoperta.
mento nell’ex campo di concentramento di sione Kuridža è andato a vivere a Sarajevo. “Tomašica? Ma non è quella miniera di ra-
Trnopolje e programmi per bambini con “Il messaggio dell’amministrazione citta- me abbandonata?”. In compenso mi presta
disabilità. Per il resto fanno cose leggere, dina mi sembra chiaro, no?”, sospira Zorić. la sua mountain bike.
come dicono loro stessi. “Graiti, concerti, Dalla sua bocca esce una grande nuvola di Il paesaggio è verde e collinoso, qua e là
proteste”, spiega Dabić. “Ma la maggior fumo. “Chi la pensa diversamente qui non ci sono zone di bosco. Attraverso diversi
parte dei giovani non partecipa. I loro geni- è il benvenuto”. paesi con grandi case e bei giardini. Le per-
tori non li lasciano venire”. sone sono disponibili, amichevoli e caloro-
I giovani vengono educati con il mito Un buon giornalista se. Finché non parlo di storia recente o di
nazionale serbo, aferma Ćulibrk. “Se non L’accordo di Dayton del 1995 ha messo ine politica.
sei con noi, allora sei contro di noi. È così alla guerra e ha diviso la Bosnia Erzegovi- Incontro Milan, che ha 39 anni. Mentre
che pensa la gente di qua”. Gli attivisti sono na in due entità. Il paese oggi è formato io fatico sui saliscendi delle colline che in-
stati minacciati più volte da giovani hooli- dalla Federazione croato-musulmana e contriamo, lui pedala tranquillo sulla sua
gan nazionalisti. Nessuna reazione da parte dalla Repubblica Srpska. In un certo senso bici elettrica. “L’ho portata dall’Austria”.
della polizia. Nel 2013 l’allora sindaco di questa soluzione ha premiato gli eccidi na- Faceva il poliziotto a Omarska, poi nel 2003
Prijedor deinì “volgare parata di froci” una zionalisti. Prijedor è diventata una città si è trasferito a Vienna. “Qui non c’era futu-
manifestazione in cui i partecipanti attra- serba e ortodossa, e molte strade hanno ro, lì sì. Questo è quanto”. Gli racconto dove
versarono il centro della città con fasce cambiato nome in onore dei signori serbi sto andando e cominciamo a parlare. Su per
bianche al braccio. del passato. la collina, giù dalla collina.
Due anni fa alcuni poliziotti hanno pe- È il giorno della Pasqua ortodossa. Secondo lui la colpa della guerra è stata
stato Nikola Kuridža, un attivista di 28 anni, Mentre la zia Mirjana serve un piatto di dell’occidente. “Siamo tutti pedine nelle
mentre prendeva l’ascensore nel suo palaz- zuppa, il canale serbo Rtrs trasmette un loro mani. Sono stati loro a causare tutto
zo. L’hanno trascinato in una macchina del- documentario sugli orrori degli ustascia, questo. Se avessero voluto, avrebbero po-
la polizia, dove si è beccato ancora qualche che nel 1942 uccisero 54 serbi proprio du- tuto fermare la guerra prima che comin-
cefone in faccia, e poi l’hanno obbligato a rante la Pasqua. Immagini in bianco e nero ciasse. Guarda cos’hanno fatto in Libia, e
irmare un documento in cui dichiarava di di cadaveri e corpi smembrati in televisio- adesso in Siria. La guerra è un business e in
Il so tto della capanna dove sto a Dioll Kadd sembra una ragnatela, e io la mosca...
...presa nell’incantamento senegalese.
di Leila
Marzocchi
Dak
ar
Dakar sembra lontanissima, e invece è solo a due ore di macchina da Dioll Kadd, il
villaggio con la capanna dalla penombra blu in cui mi trovo.
Partendo dalla capitale, ci siamo spostati verso est, inoltrandoci nella regione di Thiès,
nella comunità rurale di Ndiéyène Sirakh, comune di Khombole.
Thiè
s
“Caspita, qui non c’è niente!”, è il mio primo pensiero e, immediatamente dopo,
mi rendo conto di una sensazione: “…e si sta BENISSIMO!”.
Come d’incanto, nello spazio di pochi passi e di qualche respiro, la percezione di quel
“niente” in me ha subìto una trasmutazione. Mi sento pervasa da una sensazione di
pienezza e completo benessere, come se la relazione tra me e il mondo circostante avesse
trovato la distanza giusta, la centratura ottimale, il punto di perfezione.
il Pe
nc
“Qui la verticalità tra la terra e il cielo è assegnata agli alberi, non a pali elettrici irsuti
e monchi”, penso mentre guardo le capre correre davanti a me, “e questo signiicherà
pure qualcosa!”.
Per un europeo che vive in città è stupefacente rendersi conto di quanta indipendenza
e padronanza di sé possiedono i bambini di Dioll Kadd. Mentre gli uomini lavorano
nei campi e le donne nelle grandi corti dietro le staccionate, loro giocano liberamente
spostandosi come vogliono per tutto il villaggio.
I bambini animano le strade di Dioll Kadd
in da neonati, trasportati sulle spalle delle
sorelle maggiori. Sciamano in giro tutti
assieme e se un piccolo ruzzola a terra, ce
n’è sempre uno più grande che lo rimette in
piedi, scrollandogli la sabbia di dosso.
Le lacrime cessano in un battito di ciglia.
Ai bambini di Dioll Kadd viene dato agio di crescere. Nessuno li isola, o li accompagna
scortandoli, nessuno fraziona il loro tempo al di fuori della scuola, nessuno gli dice che
giochi devono fare. E mentre guardo la loro piccola comunità sciogliersi e ricomporsi
liberamente nello spazio del villaggio, penso che ci sono tante forme di ricchezza, e quella
che vedo ne è sicuramente una.
Penso che noi europei dell’Africa tendiamo a vedere solo la povertà, probabilmente perché
ne siamo stati la causa principale. Ma forse anche perché è il nostro sguardo a essere
immiserito. Rischiamo di vedere dei piccoli straccioni, quando abbiamo davanti solo dei
bambini felici.
*da “Thioro, un Cappuccetto rosso senegalese”, spettacolo del Teatro delle Albe nato
da un laboratorio di arte e teatro per bambini e ragazzi a Dioll Kadd nel 2017.
Leila Marzocchi è un’autrice e illustratrice di fumetti italiana. Nel 2007 ha ricevuto il premio Lo Straniero.
Il suo ultimo libro è Niger vol. 6 (Coconino press/Fandango 2016).
Rob Brezsny
COMPITI PER TUTTI
Qual è l’ultima cosa che ti ha veramente sorpreso?
E quale prevedi sarà la prossima?
“Da adulto voglio essere una gran- mia vita personale si veriica una Caro Ambizioso, ho notato che morso per le energie che hai spre-
internazionale.it/oroscopo
de bellezza”. P.s. La tua capacità di siccità emotiva, faccio la danza molti Sagittari sono più curiosi del cato. Anzi, dovresti essere ricono-
diventare sempre più bello sarà al della pioggia, e quando arriva il solito di capire come migliorare la scente per quello che hai imparato.
culmine nei prossimi 14 mesi. momento di afrontare le diicoltà loro vita mostrandosi più caritate- Le capacità che hai ainato lottan-
che ho cercato di ignorare, faccio voli. A questo proposito, ecco cosa do nella barufa sbagliata ti faran-
GEMELLI la danza del dolore. E tu, Vergine? suggerisce l’astrologa Chani Ni- no comodo quando ti concentrerai
“Accontentati di pane e Ho il sospetto che per te sia uno di cholas: “Ogni volta che interagisci sulla questione più importante. Sei
burro ino a quando Dio quei periodi in cui hai bisogno di con qualcuno alimenta il tuo io in- pronto a cambiare marcia? Ora
non ti manderà il miele”, dice un conversare in modo schietto e mi- teriore con la tua integrità”. E la preparati ad afrontare la battaglia
proverbio marocchino. Vediamo sericordioso con le tue paure, le scrittrice Anaïs Nin diceva: “Più lo che vale la pena di combattere e
come questo consiglio si potrebbe tue diicoltà e i tuoi dolori. stato del mondo peggiora, più cer- che potresti vincere.
vey
“Discussione: 250 metri; litigio: 500 metri; zufa: un chilometro”. “vieni fuori tesoro. ho trovato la crema solare”.
patterson
katz
“non intendevo questo quando abbiamo deciso “ok, fate tutti attenzione: alcuni importanti annunci
di fare vacanze separate”. sulla sicurezza”.
smaller
schwartz
Le regole Abbronzatura
1 applica il principio della partenza intelligente: prendi il sole al parco a maggio. 2 piano con
quell’autoabbronzante: il rischio arancio-trump è dietro l’angolo. 3 la forma dei tuoi occhiali da sole può
provocare l’efetto panda, procione o orca marina. 4 la tintarella aiuta, ma il doposole con i brillantini fa
la diferenza. 5 perché arrostirti al sole quando basta un iltro di Instagram? regole@internazionale.it