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3/23 agosto 2018 n. 1267-8-9 • anno 25 internazionale.

it 6,00 €
Ogni settimana Portfolio Fumetto Argentina
il meglio dei giornali Le vacanze Africa Alla conquista
di tutto il mondo degli amish felix della Patagonia

Viaggio
Reportage
e foto da tutto
il mondo
Numero speciale
di 164 pagine
SET TIMANALE • PI, SPED IN AP
DCB VR

CHF
• E
• UK
CHF • CH CT
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P TE CONT
CH
DL
BE
3/23 agosto 2018 • Numero 1267-1268-1269 • Anno 25
“Può darsi che non siano gli oggetti a essere

Sommario smarriti, ma i loro proprietari”


SuSan Harlan a pagina 87

ALESSANdro pENSo pEr INTErNAzIoNALE


la settimana Prijedor, Bosnia Erzegovina, giugno 2018

Velocità

Giovanni De Mauro
Si diceva che il loro arrivo avrebbe
provocato nuove forme di criminalità,
favorito la difusione di malattie,
trasformato il modo di fare la guerra e reso
i conlitti ancora più terribili, annullato le
identità culturali, distrutto i commerci
locali, rivoluzionato le relazioni sociali,
aiutato la circolazione di idee pericolose.
Era tutto vero. Nella prima metà
dell’ottocento, con l’arrivo delle ferrovie
successero tutte queste cose. Ma anche
molte positive, e oggi non potremmo
immaginare un mondo senza treni e senza
“il valore aggiunto dello spettacolo dei 3/23 agosto 2018
Ogni settimana
n. 1267-8-9 • anno 25
Portfolio
internazionale.it
Fumetto
6,00 €
Argentina
Haiti portfolio
50 Lo spirito 118 Le vacanze
il meglio dei giornali Le vacanze Africa Alla conquista

inestrini” di cui parla Cristian Vázquez a


di tutto il mondo degli amish felix della Patagonia

pagina 11. All’inizio i treni viaggiavano a 35 delle grotte degli Amish


Harper’s Dina Litovsky
chilometri orari, una velocità eccezionale Viaggio
per quei tempi. E la rapidità con cui Reportage
e foto da tutto atlantico argentina
scorrevano i paesaggi non solo
il mondo

62 La grande 128 Alla conquista


Numero speciale
di 164 pagine

sorprendeva ma addirittura allarmava per


traversata della Patagonia
gli efetti di quello che oggi deiniremmo
The New York Times XXI
“sovraccarico informativo”. In un articolo
Magazine
intitolato “Inluenza dei viaggi ferroviari boSnia
sulla salute pubblica”, la rivista medica cina erzegoVina
The Lancet scriveva che “la rapidità e la 70 La Cina 140 Ritorno a Prijedor
varietà delle impressioni inevitabilmente guarda in alto De Groene
afaticano gli occhi e il cervello”. E il 22 Illustrazione Amsterdammer
The Atlantic
agosto 1837, di ritorno da un viaggio in di Emiliano Ponzi
Stati uniti grapHic noVel
treno, lo scrittore Victor Hugo osservava:
“La velocità è inaudita. I iori ai bordi del 84 I bagagli 152 Africa felix
Stati uniti
degli altri Leila Marzocchi
campo non sono più dei iori, sono invece
12 Io viaggio da sola Guernica
delle macchie o meglio dei raggi rossi o
Outside
bianchi; non ci sono più punti, ma solo le rubriche
grapHic noVel
raggi; i campi di grano sono grandi germania
88 La linfa 11 Editoriale
capigliature bionde; l’erba medica simile a 20 La Nato gioca scorre ancora
lunghe trecce verdi; i borghi, i campanili e 161 L’oroscopo
alla guerra Freddy Nadolny
gli alberi danzano e si mescolano Reportagen 162 L’estate
Poustochkine del New Yorker
follemente all’orizzonte; ogni tanto
un’ombra, una forma, uno spettro appare giappone
egitto
e sparisce come un lampo; è una guardia 32 Pellegrinaggio 100 Il gatto Morsi Il prossimo numero
ferroviaria”. Quali delle novità che oggi ci sul monte Fuji e le gemelle di Internazionale
sbalordiscono o spaventano faranno Pismo The New Yorker sarà in edicola
sorridere tra centocinquant’anni i il 24 agosto 2018
zimbabwe
viaggiatori e le viaggiatrici? Benvenuti nel tecnologia
numero dei viaggi. Internazionale va in
44 Storia di una 112 Per qualche
jacaranda piano in più
vacanza. Sarà di nuovo regolarmente in
Mail & Guardian The Economist
edicola il 24 agosto. Il nostro sito sarà Articoli in formato
sempre aggiornato. u mp3 per gli abbonati

Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 9


Editoriali

Costruire mondi
“Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio,
di quante se ne sognano nella vostra ilosoia”
William Shakespeare, Amleto
Il numero dei viaggi è a cura di Giulia Zoli Cristian Vázquez, Letras Libres, Messico
Direttore Giovanni De Mauro
Vicedirettori Elena Boille, Chiara Nielsen, Viviamo nell’era degli schermi. Telefoni, compu- tratta di viaggi lunghi, in cui, come dice lo scritto-
Alberto Notarbartolo, Jacopo Zanchini
Editor Giovanni Ansaldo (opinioni), Daniele ter, televisori, tablet, cinema, telecamere di sicu- re spagnolo Jaime Fernández, “si ha più tempo
Cassandro (cultura), Carlo Ciurlo (viaggi, visti
dagli altri), Gabriele Crescente (Europa), Camilla rezza, pannelli pubblicitari. In un certo senso, che spazio”. Fernández cita diversi romanzi in cui
Desideri (America Latina), Simon Dunaway
(attualità), Francesca Gnetti (Medio Oriente), potremmo dire che tutti questi schermi sono imi- alcune scene chiave si svolgono su un treno a lun-
Alessandro Lubello (economia), Alessio
Marchionna (Stati Uniti), Andrea Pipino tazioni del inestrino del treno. Il inestrino del ga percorrenza, “uno scenario ideale, perché per-
(Europa), Francesca Sibani (Africa), Junko Terao
(Asia e Paciico), Piero Zardo (cultura, treno è uno schermo gigante e interattivo, ad alta sonaggi che non si conoscevano si scambino con-
caposervizio)
Copy editor Giovanna Chioini (web, deinizione e in 3d. Ha un unico problema: non idenze che altrove non avrebbero osato fare”:
caposervizio), Anna Franchin, Pierfrancesco
Romano (coordinamento, caporedattore), possiamo portarcelo dietro. Forse gli schermi so- L’idiota di Dostoevskij, La sonata a Kreutzer di
Giulia Zoli
Photo editor Giovanna D’Ascenzi (web), Mélissa no stati inventati proprio per questa ragione. Tolstoj, Corto viaggio sentimentale di Italo Svevo,
Jollivet, Maysa Moroni, Rosy Santella (web)
Impaginazione Pasquale Cavorsi (caposervizio), E forse è sempre per questa ragione che viag- Sconosciuti in treno di Patricia Highsmith. Anche
Marta Russo
Web Annalisa Camilli, Andrea Fiorito, Stefania giamo in treno: per il valore aggiunto dello spetta- raccontare una storia a qualcuno o ascoltare una
Mascetti (caposervizio), Martina Recchiuti
(caposervizio), Giuseppe Rizzo, Giulia Testa
Internazionale a Ferrara Luisa Cifolilli,
colo dei finestrini. Non a caso molte persone, storia raccontata da un altro sono attività che in-
Alberto Emiletti
Segreteria Teresa Censini, Monica Paolucci,
quando possono scegliere, preferiscono l’autobus vitano a pensare, ricordare e immaginare.
Angelo Sellitto Correzione di bozze Sara
Esposito, Lulli Bertini Traduzioni I traduttori
alla metropolitana. La metropolitana è più velo-
sono indicati dalla sigla alla ine degli articoli.
Caterina Benincasa, Marzena Borejczuk,
ce, ma i suoi inestrini mostrano solo stazioni. In L’immagine più triste
Giuseppina Cavallo, Andrea De Ritis, Federico
Ferrone, Valentina Freschi, Susanna Karasz,
autobus la programmazione è più varia. Nessuna I fratelli Lumière inventarono il cinema con l’ar-
Paola Moretti, Francesca Rossetti, Fabrizio
Saulini, Irene Sorrentino, Bruna Tortorella
delle due, però, è paragonabile alla ricchezza e rivo di un treno in stazione. Quella prima imita-
Disegni Anna Keen. I ritratti dei columnist sono
di Scott Menchin Progetto graico Mark Porter
alla varietà di quella dei treni. Dato che i treni so- zione del inestrino chiamata schermo mostrò
Hanno collaborato Gian Paolo Accardo,
Cecilia Attanasio Ghezzi, Gabriele Battaglia, no quasi ovunque, il repertorio dei loro inestrini proprio un treno. E molti dei ilm che hanno la-
Francesco Boille, Sergio Fant, Anita Joshi, Fabio
Pusterla, Alberto Riva, Andreana Saint Amour, è inesauribile. Montagne innevate, campi assola- sciato un segno profondo nella cultura del nostro
Francesca Spinelli, Laura Tonon, Lorenzo
Trombetta, Guido Vitiello, Marco Zappa ti, spiagge da dépliant, città ricche, quartieri po- tempo prevedono un treno. In un treno si cono-
Editore Internazionale spa
Consiglio di amministrazione Brunetto Tini veri, pianure infinite. Anche se abbiamo visto scono Jesse e Celine in Prima dell’alba, e un treno
(presidente), Giuseppe Cornetto Bourlot
(vicepresidente), Alessandro Spaventa mille volte quei paesaggi, non sarà mai la stessa è la macchina del tempo che usa Doc in Ritorno al
(amministratore delegato), Giancarlo Abete,
Emanuele Bevilacqua, Giovanni De Mauro, cosa: ogni giorno ha un suo modo di organizzare i futuro. Rick se ne va in treno sotto la pioggia e
Giovanni Lo Storto
Sede legale via Prenestina 685, 00155 Roma dettagli. E se non abbiamo voglia di osservarli, senza Ilsa in Casablanca, e migliaia di volte abbia-
Produzione e difusione Francisco Vilalta
Amministrazione Tommasa Palumbo, possiamo tranquillamente rifugiarci in un altro mo visto qualcuno camminare vicino a un treno
Arianna Castelli, Alessia Salvitti
Concessionaria esclusiva per la pubblicità schermo, in un libro o nel sonno: quando alzere- in partenza nell’ultimo vano tentativo di non al-
Agenzia del marketing editoriale
Tel. 06 6953 9313, 06 6953 9312 mo lo sguardo il inestrino sarà sempre lì. lontanarsi da chi si allontana. A volte poggiano le
info@ame-online.it
Subconcessionaria Download Pubblicità srl Gli schermi sono inestre attraverso cui osser- mani sul vetro, come se volessero toccarsi. Ma
Stampa Elcograf spa, via Mondadori 15,
37131 Verona viamo. Davanti a loro siamo spettatori. I libri, in- non si toccano, e sono il contrario di Dio e Adamo
Distribuzione Press Di, Segrate (Mi)
Copyright Tutto il materiale scritto dalla vece, sono porte. Il lettore non resta fuori a guar- sulla volta della cappella Sistina: non si creano, si
redazione è disponibile sotto la licenza Creative
Commons Attribuzione - Non commerciale - dare: deve entrare e costruire il libro via via che lo distruggono. Si guardano dal inestrino, e quello
Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
Signiica che può essere riprodotto a patto di legge. Forse per questo in treno i lettori alzano che vedono è l’immagine più triste del mondo.
citare Internazionale, di non usarlo per ini
commerciali e di condividerlo con la stessa spesso lo sguardo al inestrino: come chi s’immer- Non proprio. L’immagine più triste di tutte è
licenza. Per questioni di diritti non possiamo
applicare questa licenza agli articoli che ge in apnea e ha bisogno di tornare in supericie quella che non si vede. I treni con cui i nazisti tra-
compriamo dai giornali stranieri. Info: posta@
internazionale.it per respirare. Quelli che guardano gli schermi so- sportavano prigionieri nei campi di concentra-
migliano più ai sub professionisti. Non hanno bi- mento non avevano inestrini.
Registrazione tribunale di Roma
n. 433 del 4 ottobre 1993
sogno di risalire spesso in supericie, ma le mute Viviamo, potremmo anche dire, nell’epoca
Direttore responsabile Giovanni De Mauro
Chiuso in redazione alle 20 di venerdì
gli impediscono di sentire l’acqua sulla pelle. dei selie. Ma ci sono anche altre foto tipiche del
27 luglio 2018
Pubblicazione a stampa ISSN 1122-2832
Guardare dal inestrino del treno è sempre un nostro tempo. Una è la foto di qualcuno che viag-
Pubblicazione online ISSN 2499-1600 invito a pensare, a ricordare, a immaginare. Un gia in treno scattata da chi si trova sul sedile di
PER ABBONARSI E PER po’ come leggere. Nel suo libro On writing. Auto- fronte. La persona fotografata guarda dal inestri-
INFORMAZIONI SUL PROPRIO
ABBONAMENTO biograia di un mestiere (Sperling & Kupfer 2017), no. Spesso non vediamo nella foto quello che ve-
Numero verde 800 111 103
(lun-ven 9.00-19.00), Stephen King dice che per raccontare una storia de. Ma quello che importa è ciò che scorgiamo sul
dall’estero +39 02 8689 6172
Fax 030 777 23 87 non bisogna raccontare tutto. “Tutti hanno una suo volto: il piacere di guardare dal inestrino. Mi
Email abbonamenti@internazionale.it
Online internazionale.it/abbonati storia e gran parte di essa non è molto interessan- direte che viaggiare è sempre piacevole. Può dar-
LO SHOP DI INTERNAZIONALE te”, aferma, e poi consiglia: “Limitatevi alle parti si. In ogni caso guardare dal inestrino non è un
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(lun-ven 9.00-18.00)
che lo sono e non lasciatevi trasportare dal resto. mezzo, ma un’attività in sé. Quando guardiamo
Online shop.internazionale.it
Fax 06 442 52718
Le lunghe ricostruzioni di una vita intera vanno dal inestrino, non siamo solo spettatori: il mondo
Imbustato in Mater-Bi
riservate ai bar, e solo quando manca un’ora alla ci si presenta attraverso il vetro e noi stiamo an-
chiusura e siete voi a offrire da bere”. che facendo il mondo, lo stiamo costruendo. È
Oltre ai bar un’ora prima della chiusura, c’è un bene esserne consapevoli. u fr
altro posto dove a volte è possibile raccontare la
propria vita a qualcuno ed essere ascoltato: lo Cristian Vázquez è uno scrittore e giornalista
scompartimento di un treno. Almeno quando si argentino nato nel 1978.

Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 11


Stati Uniti

Io viaggio
Sam Dean (Sam Dean PhotograPhy LLC)

12 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018


o da sola

Il sentiero degli Appalachi in Virginia

Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 13


Stati Uniti
Una scrittrice afroamericana percorre il sentiero degli appalachi, dalla georgia
al maine, nel cuore degli Stati Uniti conservatori. Un modo per osservare le
fratture della società americana, per rilettere sul rapporto tra i neri e la natura
e per fare i conti con un passato di cui nessuno vuole più parlare

Rahawa Haile, Outside, Stati Uniti


la primavera del 2016 e sono a alle presidenziali del 2016 non ha votato tennessee, un po’ più tardi rispetto alla ta-

È una quindicina di chilometri a


sud di Damascus, in Virginia,
dove si è appena conclusa la
festa annuale del sentiero de-
gli appalachi, chiamata trail
days. Ieri notte la temperatura è scesa sotto
zero. Stamattina gli escursionisti che han-
no dormito sulle amache e hanno rinuncia-
to troppo presto alle coperte pesanti geme-
per Donald trump. Volete sapere la per-
centuale media dei voti presi da trump –
uno xenofobo sostenuto da David Duke,
ex gran maestro del Ku klux klan – tra le
persone che vivono lungo quel percorso? Il
76 per cento.
Circa cinquanta chilometri più avanti si
arriva a un alberghetto sul quale sventola
orgogliosamente la bandiera dell’esercito
bella di marcia. Sono una delle tante perso-
ne sulla trentina appena uscite da un rap-
porto di coppia che hanno lasciato il lavoro,
aidato i loro animali domestici agli amici e
preso un volo per la georgia. a questo pun-
to ho già percorso trecento chilometri del
mio faticoso viaggio sul sentiero inzuppato
di pioggia. mi fa male tutto. nei campi sono
spuntati i iordalisi e mi sono presa una pau-
vano bevendo il loro cafè. Qualche piccolo confederato durante la guerra civile. Poi si sa in città per fare rifornimento prima della
falò spara fumo verso il sole mentre centi- raggiunge il campo di Lewis mountain, tratta più impegnativa, le great smoky
naia di tende vengono smontate. nelle nello Shenandoah national park, creato in mountains o Smokies.
prossime ventiquattr’ore molti dei presen- Virginia nel 1935, quando erano in vigore le
ti prepareranno di nuovo gli zaini e parti- leggi sulla segregazione razziale, e lì si pos- Cento anni di fuga
ranno per la tratta di 890 chilometri verso sono leggere i cartelli che raccontano di È solo quando sto per lasciare la cittadina
nord che attraversa la Virginia. quando quel posto si chiamava Lewis che la vedo: una saponetta che fa diventare
ho approfittato della pausa dei trail mountain negro area. Quando l’ho attra- nera la faccia di un bianco, sempre se riesci
days per aidare la maggior parte delle mie versato, il campo brulicava di camper con a convincerlo a usarla. Un regalo ironico.
cose agli amici e per completare una piccola la bandiera confederata, e l’ho vista spun- Sono in un negozio di fronte al nantahala
parte del sentiero che mi mancava, lungo il tare ino al monte Katahdin, la tappa inale outdoor center, un parco per le attività
conine tra tennessee e Virginia. mentre del sentiero, nel nord del maine, sentendo all’aperto. La saponetta è in un cesto di pro-
procedo, un escursionista che viaggia nella le radici dell’odio che la lega alla terra su dotti in oferta vicino alla cassa. ero entrata
direzione opposta mi ferma per fare due cui camminavo. per comprare una bottiglia di latte e cacao e
chiacchiere. È afabile e curioso. mi fa la do- Un pomeriggio arrivo a gatlinburg, nel invece mi è tornata in mente una frase di
manda che molti mi hanno già fatto: “Da Citizen, il libro di Claudia rankine: “Il pas-
dove vieni?”. “Da miami”, rispondo.
Si mette a ridere. “no, sul serio. Intendo
È solo quando sto per sato è una condanna a morte, un’arma
spuntata che mira al domani”.
da dove vieni veramente”. accenna ai tratti lasciare la cittadina tra un quarto d’ora devo prendere la
del mio viso, al naso sottile, e poi divaga. gli
dico che la mia famiglia viene dall’eritrea,
che la vedo: una navetta per tornare al newfound gap, un
valico lungo il sentiero. armeggio per scat-
un paese del Corno d’africa, vicino all’etio- saponetta che fa tare una foto della donna bianca disegnata
pia. Sembra sollevato.
“Lo sapevo”, dice. “non sei nera”.
diventare nera la sulla confezione. Sta in piedi davanti al la-
vandino del bagno e non riesce a crederci.
Certo che lo sono. “nessuno è più nero faccia di un bianco. Com’è possibile? ha il viso e le mani nere.
di me”, dico sforzandomi di scherzare.
“no”, dice lui. “Sei africana, non nera-
Un regalo ironico Continua a sfregarli senza ottenere nessun
risultato.
nera. I neri non camminano nei boschi”. esco. Sento il suono dei clacson. Sono a
Sono stanca di parlare con quest’uomo. un incrocio e sto cercando di tornare al
mi augura buona fortuna e riparte. So che mondo reale. La navetta arriva e ci riporta
era in buona fede, non parlava con malizia. all’inizio del sentiero. Sale su per la monta-
Per lui non c’è niente di strano nella nostra gna. È una giornata limpida. La gente ride,
Per gentILe ConCeSSIone DI rahawa haILe

conversazione. mi ha incasellato e il mondo sembra ringiovanita. “ti sei divertita in cit-


è tornato ad avere un senso. non sono nera- tà?”, mi chiede un amico conosciuto in viag-
nera. Percorro i chilometri che mi rimango- gio. “Questo cielo limpido è irreale”, dice
no per tornare alla mia tenda e ci rimango un altro con il naso schiacciato sul inestri-
per ore. no. Pensa di aver visto un orso. Il sole ha
Se un escursionista procedesse verso messo tutti di buonumore. Scendo dalla na-
nord dal monte Springer, in georgia, do- vetta, ma non vedo quasi nulla.
vrebbe camminare per più di mille chilo- Due giorni dopo ricevo dei messaggi sul
metri per raggiungere la prima contea che Rahawa Haile telefono. È morto Prince. mi si appanna la

14 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018


Damascus, Virginia vista, mi siedo sul primo masso che trovo e
non mi muovo per un po’. Quelli che mi pas-
sano accanto mi chiedono se sto male. “mi
dispiace dovervelo comunicare”, rispondo
senza rendermi conto di quello che dico.
“Prince è morto”. nessuno sa di cosa sto
parlando. Vedrò varie versioni dello stesso
sguardo vuoto per il resto della giornata. “Il
principe di galles?”, mi chiede uno.
Sta facendo buio. Devo arrivare al pros-
simo rifugio. Quel pomeriggio è stato
istruttivo: il sentiero non è un posto dove
un nero può condividere il suo dolore.
Quando esce Lemonade di Beyoncé, un al-
bum che è un messaggio potente alle don-
ne nere, decido che non posso ascoltarlo
qui. Sono già abbastanza sola così. Lo ten-
go per me, e proseguo verso nord. raccon-
JameS aDam tayLor

to la verità solo agli alberi: certi giorni ho la


sensazione che sto per crollare.
Il national park service ha festeggiato il
suo centenario nel 2016. In una brochure si
vede un uomo bianco coraggiosamente, e
precariamente, in piedi su una roccia delle
rocky mountains che guarda una grande
faccia di pietra. ha uno zaino sulle spalle. È
pronto ad afrontare un’impresa impossi-
bile. Un poster proclama: “Cento anni di
fuga da tutto”. Sottinteso: per qualcuno.
nel 2000 la rivista Backpacker ha pub-
blicato un’intervista a robert taylor,
un’escursionista afroamericano. a un cer-
to punto il giornalista gli chiede quali siano
state le situazioni più diicili che ha dovuto
affrontare sul sentiero degli appalachi.
“ho avuto problemi soprattutto con le per-
sone”, risponde taylor. “La gente mi lan-
ciava insulti razzisti e minacce nelle città
di quasi tutti gli stati che ho attraversato.
mi dicevano ‘non ci piaci’ e ‘sei un negro’.
Una volta, quando mi sono fermato all’uf-
icio postale per vedere se c’era qualcosa
per me, l’impiegato mi ha detto: ‘Fuori di
qui, ragazzo. non abbiamo posta per te’”.

Il battito
Sarebbero passati mesi prima che mi ren-
dessi conto che nel 2016 quasi tutti quelli
che percorrevano il sentiero non erano
consapevoli del fatto che c’è una netta dif-
ferenza tra l’esperienza che un nero vive
lungo il cammino (positiva) e quella che
DaVID mUenCh (mUenCh PhotograPhy InC.)

vive nei centri abitati (negativa). mentre i


compagni di viaggio e gli angeli del sentie-
ro (le persone che aiutano gli escursionisti
lungo il percorso) sono tra le persone più
gentili e generose che abbia mai conosciu-
to, gli abitanti delle cittadine che attraver-
so non sanno cosa pensare delle persone
come me. Dicono che non se ne vedono
Il monte Roan, in Tennessee molte dalle loro parti e lasciano in sospeso

Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 15


Stati Uniti
la conclusione della frase. Il parco nazionale di Shenandoah, in Virginia
Lungo il sentiero la regola è che non si
parla di politica. ma il fatto è che in mezzo
alla natura non puoi parlare di diversità
senza parlare di politica, perché la politica
è il motivo per cui la natura è come ci appa-
re. Da quando negli Stati Uniti è stato crea-
to il sistema dei parchi, l’accesso è stato
condizionato dal colore della pelle, per via
delle leggi Jim Crow sulla segregazione
razziale e delle campagne attuate per al-
lontanare i nativi americani dalle loro ter-
re. Dalle montagne alle spiagge, i luoghi
ricreativi erano spesso riservati ai bianchi.
e le conseguenze per chi disobbediva po-
tevano essere gravi.
“Per me la paura è come il battito del
cuore, è sempre presente, ma al tempo stes-
so impercettibile e difficile da definire”,
scrive evelyn C. white nel saggio del 1999
Black women and the wilderness. white spie-
ga perché era terrorizzata all’idea di fare
un’escursione a piedi nell’oregon con degli
amici. Per lei la natura non è un simbolo di
libertà, ma una porta sul passato che scate-
na la paura. non riesce a sopportare tutta
quella storia di sofferenza. Quella paura
scatena una paralisi simile in tutto il paese.
È come se dicesse a chi appartiene a una
DaVID mUenCh (mUenCh PhotograPhy InC.)

minoranza: se sei qui, qualcuno potrebbe


cogliere l’occasione per ucciderti. white
non è spaventata dalla natura in sé. Le zam-
pe degli orsi hanno ferito meno neri delle
mani degli uomini. non vuole essere l’uni-
ca ad avere il suo aspetto in un posto con
una storia così.

La prospettiva è tutto
nell’ostello Kinkora hiking di Bob Peoples
a hampton, nel tennessee, ci sono undici Damascus, Virginia
gatti. Quando chiedo a Bob come fa a con-
trollarli tutti, risponde: “Sono loro a con-
trollare me”. Parliamo dei posti dove è stato
a fare escursioni e delle persone che ha co-
nosciuto. “I tedeschi sono i migliori escur-
sionisti”, dice. “Se ci fosse un sentiero per
l’inferno, ci incontreresti i tedeschi”. nei
prossimi giorni c’è il 100 per cento di possi-
bilità di precipitazioni. Quando pioviggina,
la pioggia mi fa suonare come uno strumen-
to, produce note diverse sul cappello, la
giacca e lo zaino. tra i tanti motivi che ci so-
no per fare una pausa, questo è il mio prefe-
rito. L’odore e i suoni della foresta bagnata
sono un regalo per i sensi, un momento per
rilettere.
Il primo adesivo che vedo su un paraur-
JameS aDam tayLor

ti a hot Springs, in north Carolina, aferma


che aprile è il “mese della storia della con-
federazione”. Una settimana dopo mi fer-
mo in un ostello nei pressi del monte roan,

16 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018


in tennessee, vicino a una casa sulla quale 500 km mammiferi. Quando ero piccola andavo
sventola la bandiera dei confederati. I miei CANADA sempre a passeggio con mia nonna a mia-
compagni che hanno chiesto un passaggio Maine mi, dove lei mi parlava del tuum nifas. era
per andare in città mi dicono che tutti gli Augusta
un vento delizioso, un vento che nutriva.
automobilisti che si sono fermati erano S TAT I Albany Queste esperienze hanno inluito sul modo
bianchi ubriachi. Sta attenta, mi avver- UNITI Boston in cui ho sempre visto il mondo naturale. e
tono. Harrisburg New York lo vedo ancora così. gli elementi, penso,
Columbus
s Angeles CALIFORNIA
avevo pensato di andare anch’io in cit- Filadelia potrebbero sfamarmi. Da allora non è cam-
tà,Los
maAngeles
poi ho cambiato idea. Fa freddissi- Charleston Oceano biato molto. oggi le rocce mi graiano i pol-
Washington Atlantico

i
ch
l a
mo. Due giorni fa mi sono svegliata sul pa pacci. Cado a terra con la bocca piena di
Ap
monte roan traTucson alberi di mele selvatiche nti polvere. mi alzo e riparto.
Mo
ARIZONA
congelate. oggi porto lo scaldacollo come Atlanta Columbia
ogni giorno mangio le montagne, e le
una bandanaNEW
Oceano sotto il cappello di lana. La montagne mangiano me. “meno peso da
Paciico MEXICO Georgia
mattina dopo, mentre percorro da sola il portare”, dico agli altri: questa pelle, l’ame-
mezzo chilometroEl Pasoche mi
TEXAS
separaLake
dall’inizio rica, il peso del passato. I miei compagni di
del sentiero, guardo la bandiera Charles
del vicino automobilisti neri ad andare da un posto viaggio sono preoccupati e poco convinti.
New Orleans
Houston
e mi chiedo se qualcuno penserà
San Antonio Schriever all’altro senza correre rischi. Diceva in qua-
che sono hai ancora un peso, mi dicono. non si sba-
musulmana, se mi sto mettendo in perico- li stazioni potevano fare il pieno, in quali ri- gliano. Da giorni cammino a fatica. Ci sono
lo. tiro giù la bandana sul collo e penso che storanti mangiare e dove potevano passare cose che all’inizio di questo viaggio soppor-
sto diventando paranoica. Sei mesi dopo il la notte senza avere paura. La guida è stata tavo bene e che ora mi distruggono. Stiamo
San Francisco Chronicle avrebbe pubbli- stampata per trent’anni. Solo cinquant’anni tutti attraversando luoghi sconosciuti, do-
cato un articolo su una donna nera che sta- fa le famiglie nere avevano ancora bisogno loranti, nervosi, lottando con il freddo e la
va camminando a Fremont, in California, di una guida per attraversare l’america sen- pioggia, cercando di non crollare. ma alcuni
con uno scaldacollo in testa, e che una vol- za rischiare la vita. di noi si guardano anche intorno. Una volta
ta tornata alla macchina aveva trovato il non c’è nulla che somigli al Green book arrivata nel maryland ho l’impressione di
lunotto posteriore rotto e un biglietto che per chi viaggia nei boschi del paese. Come aver fatto un viaggio di 3.500 chilometri at-
diceva: “Puttana con l’hijab, questo è il no- potrebbe esistere? Basta uscire di casa e traverso la terra di trump. a luglio leggo i
stro paese, vafanculo”. non era musulma- sperare che tutto vada bene. Una delle pri- nomi di altri neri uccisi dalla polizia: Philan-
na, ma non è questo il punto. Il punto è la me domande che vengono rivolte a molte do Castile, alton Sterling. non avrei mai
facilità con cui nei boschi una persona di- donne che percorrono da sole il sentiero de- immaginato che una costante del mio viag-
venta “l’altro”. gli appalachi è se hanno una pistola. alcune gio sarebbero stati i tanti messaggi dei miei
Due settimane dopo, ai trail days, c’è la trovano assurda. ma un nero con cui ho amici che mi chiedevano, anzi mi implora-
una parata per celebrare i viaggiatori di ieri parlato portava sempre con sé un machete. vano, di non tornare a casa.
e di oggi. mentre passa, un nero che si fa “non si può mai sapere”, mi ha detto.
chiamare exterminator punta una pistola essendo nera e queer, sono l’ultima Pubblicità per bianchi
ad acqua contro una folla di bianchi. Spara persona che la gente si aspetta di vedere su Questo succedeva allora. ora che sono tor-
ai loro bambini bianchi. Quelli ridono e ri- un sentiero di montagna. ma ho sempre nata a oakland, in California, mi fanno ma-
spondono con le loro pistole ad acqua. La avuto un rapporto di simbiosi con la natu- le le ginocchia. Fatico a salire le scale. mi
storia va avanti così per una trentina di me- ra. Dalla mia casa nella Florida meridiona- chiedo se non ho preso la malattia di Lyme
tri. mi fermo per arginare l’ansia che sta le si vedeva la palude, le isole Keys e le terre a causa del morso di una zecca. Il peso che
montando. non gli succederà niente, mi boniicate in mezzo. Con mio padre le ho avevo perso è tornato. Le mie braccia, di-
dico. Questa è una delle poche occasioni in esplorate tutte, salutando con la mano gli ventate nerissime nelle settimane passate
america dove non temo per la vita di un aironi e le gallinelle d’acqua e pagaiando sotto il sole estivo, sono tornate a essere
nero che mostra una pistola giocattolo in tra le radici contorte delle mangrovie. marrone scuro. I lividi sulla clavicola lascia-
pubblico. Questo succedeva prima che i pitoni bir- ti dallo zaino sono scomparsi. Le mie gam-
a dicembre del 2016, appena un mese mani invadessero le paludi della Florida, be non sanguinano più. non sento più pul-
dopo le elezioni, il Southern poverty law quando il fruscio della tettoia di foglie del- sare i piedi. Sono tornata di nuovo morbida
center ha registrato più di mille crimini la nostra canoa faceva ancora scappare i e senza cicatrici e combatto con la mia ansia
d’odio e incidenti causati da pregiudizi raz- ogni giorno per avere qualche ora di pace.
ziali. Il 16 novembre 2016 l’appalachian non potevo scegliere un momento peggio-
trail conservancy (atc) ha postato sulla sua Da piccola andavo a re. Le notizie non mi danno tregua. I fatti
pagina Facebook la notizia di scritte razzi- non signiicano nulla. La verità è che di que-
ste lungo il sentiero. erano sulla tratta che
passeggio con mia sti tempi non so come muovermi nel mon-
attraversa la Pennsylvania. L’atc invitava nonna a Miami. Mi do. mi sembra che tutto debba essere salva-
chiunque vedesse “scritte ofensive o atti di to. e faccio fatica a tenere il passo.
vandalismo” lungo il sentiero a denunciarle
parlava del tuum nifas. Di chi è la natura? Dipende dalla perso-
via email. Era un vento na a cui lo chiedete. nel 2013 è stata fondata
a partire dal 1936, dopo le violenze sca- l’organizzazione religiosa trail life Usa, in
tenate dalle leggi Jim Crow, uscì una pub-
delizioso, un vento risposta alla decisione dei Boy scouts of
blicazione chiamata The negro motorist gre- che nutriva america di permettere l’iscrizione di ragaz-
en book, una guida pensata per aiutare gli zi e ragazze apertamente omosessuali. trail

Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 17


Stati Uniti
life Usa ha spiegato le sue regole con un co-
municato uiciale: il gruppo “non ammet-
Per i neri la capacità di li come un tesoro. I miei capelli afro non
c’erano più. La mia pelle era diventata gri-
terà giovani che dichiarano apertamente la muoversi all’aperto è giastra e avevo le labbra spaccate. Indossa-
propria omosessualità, e non ammetterà
ragazzi che non siano ‘biologicamente ma-
sempre stata una vo la mia bandana con il disegno del tralic-
cio come una preghiera elettrica. Il sentiero
schi’ o che vogliano vestirsi e comportarsi questione di degli appalachi era la conversazione più
come ragazze”.
Circa due anni dopo i giornali hanno co-
sopravvivenza, inché lunga che avessi mai avuto con il mio corpo,
sia sul mio rapporto con lui sia sul suo rap-
minciato a parlare dei radical monarchs, non è diventata una porto con il mondo.
un’organizzazione per le bambine nere tra
gli 8 e i 12 anni. gli articoli avevano titoli co-
forma di esclusione Uno dei libri più famosi che avevo letto
per prepararmi al viaggio invitava i lettori a
me “I radicali di colore gridano ‘le vite dei stilare una breve lista dei motivi per cui vo-
neri contano’ e si riiutano di vendere i bi- proprio agio nel mondo?”, chiede Krystal levano percorrere il sentiero. L’autore con-
scotti delle scout”, ed erano la prova williams, una nera che ha percorso il sen- sigliava di cercare di capire bene quei moti-
dell’aspetto provocatorio che può assumere tiero nel 2011. I cambiamenti stanno avve- vi prima di cominciare, di trovare qualcosa
l’attivismo giovanile. organizzazioni come nendo lentamente, soprattutto grazie a di più profondo di un semplice “amo la na-
trail life Usa e radical monarchs dimostra- personaggi noti che attirano l’attenzione tura”. Quando ero sul sentiero e avevo la
no due approcci estremi alla vita all’aria sul problema. Barack obama ha riconosciu- sensazione di non farcela, quando l’enor-
aperta. I conservatori maschi cristiani usa- to più parchi nazionali di qualsiasi altro pre- mità dell’impresa minacciava di inghiottir-
no la religione come strumento per esclu- sidente prima di lui. oprah winfrey ha bat- mi, tiravo fuori spesso quel foglio. a ripen-
dere altre persone. Per i neri, invece, la na- tezzato il 2017 l’anno dell’avventura. “Le sarci oggi, è una lista di speranze non realiz-
tura selvaggia è ovunque. non hanno biso- cose che amo di più al mondo sono gli albe- zate. Una delle frasi che avevo scritto era:
gno di montagne. La natura selvaggia ce ri”, ha detto winfrey al ranger Shelton Jo- “In un gruppo ho sempre rappresentato la
l’hanno davanti alla porta di casa e sapersi hnson, un paladino nella difesa dei parchi presenza di una minoranza. non ho mai
orientare signiica saper aggirare l’ansia dei nazionali, quando l’ha incontrato a yosemi- scelto di esserne alla guida”. Un’altra era:
bianchi nei loro confronti. Scalano le mon- te nel 2010. Una foto recente la mostra al “Sarà la prima volta che scoprirò non se
tagne per portare il cambiamento. e non è grand canyon con un grosso zaino sulle posso farcela ma chi sto diventando”. L’ul-
detto che i loro sforzi siano suicienti. spalle. “Camminare non richiede nessuna tima riga era una dichiarazione: “Voglio
“Le persone che percorrono il sentiero abilità particolare, solo due piedi e un paio essere un modello per le donne nere che
in genere sono brava gente, ma le pubblicità di scarpe robuste”, ha detto. “Il passo lo de- amano la natura, compresa me stessa”.
non si rivolgono a noi”, dice Bryan winc- cidi tu. Il sentiero puoi sceglierlo. C’erano giorni in cui l’unica
kler, un nero che sul sentiero si faceva chia- Il tuo ritmo entra in sintonia con cosa che mi faceva andare avanti
mare Boomer. “nelle pubblicità dei prodot- la strada, e quel ritmo diventa il era sapere che ogni passo era un
ti legati alle attività all’aria aperta gli attori tuo canto”. progresso, un calcio sulla faccia
sono sempre bianchi. Forse le persone s’in- a metà della discesa verso di granito della supremazia bian-
teressano di più se vedono qualcuno simile Daleville, in Virginia, sono rima- ca. Questo posto è anche mio,
a loro. noi non ci siamo mai, perciò un nero sta stesa a terra a guardare gli alberi che dicevo al sentiero. e mi ha ricompensato in
pensa: ‘La montagna non è per me’”. formavano un arco sulla mia testa. avevo un modo che durerà nel tempo. Il peso che
fatto un capitombolo ed ero un po’ stordita. portavo come donna nera non era nulla in
La forza dei capelli La caviglia destra mi faceva molto male, confronto alla gioia che provavo ogni gior-
Brittany Leavitt, una guida di outdoor afro anche se i bastoncini da trekking mi aveva- no tra i miei simili nella natura. ha trasfor-
di washington, un’associazione che pro- no salvato da una slogatura vera e propria. mato il mio cuore in quello che sarà per il
muove le attività nella natura tra i neri, la non era un tratto di sentiero particolarmen- resto della mia vita.
pensa allo stesso modo. “I mezzi d’infor- te diicile, un po’ di sterrato, qualche sasso Uno dei sentimenti più comuni tra chi
mazione non ne parlano mai”, mi ha detto e molti tornanti. mi sentivo tradita e mi ver- ha percorso il sentiero è che restituisce la
di recente. “e non è pubblicizzata neanche gognavo. La mia iducia in me stessa stava iducia nell’umanità. non esagero se dico
nei negozi specializzati. Quando guido un scomparendo: se non riuscivo a camminare che le amicizie che ho fatto – e le esperien-
gruppo, racconto sempre quello che è suc- su un terreno come quello, come avrei fatto ze vissute con perfetti sconosciuti che, a
cesso in una zona. La natura ha sempre ad afrontare le faticose salite tra le rocce volte, mi avrebbero regalato anche la ca-
fatto parte della storia dei neri”. che mi aspettavano a nord? Lì una caduta micia – mi hanno salvato la vita. Devo mol-
ha ragione. Per i neri la capacità di poteva essere fatale. mi ero sentita in imba- to alla comunità degli escursionisti, che mi
muoversi all’aperto è sempre stata una razzo, ma era la prima volta che avevo avuto ha accolto a braccia aperte, mi ha dimo-
questione di sopravvivenza, ino a quando bisogno di perdonarmi per una cosa che strato quello che potevo essere e mi ha aiu-
non è diventata una forma di esclusione. non ero in grado di controllare. tato nei momenti di insicurezza. mi ha in-
non si dice quasi mai che l’attivista nera a quel punto ogni centimetro di me era segnato che non c’è niente di impossibile:
harriet tubman fu una delle più importan- condizionato da una scelta precisa. Prima ci sono solo buone idee di straordinaria
ti naturaliste della storia americana, anche di arrivare al monte Katahdin – che ho rag- grandezza. u bt
se attraversò chilometri di montagne come giunto il 1 ottobre dopo sei mesi di cammino
ho fatto io quest’anno. – avevo tagliato piangendo i miei lunghi ca- L’AUTRICE
“Come possiamo usare la vita all’aria pelli, tanto politicizzati in america che mia Rahawa Haile è una scrittrice statunitense
aperta per aiutare le persone a sentirsi a nonna mi aveva sempre detto di conservar- di origine eritrea. Vive a oakland.

18 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018


Germania
dalla serIe The PoTemkIn VIllage

Un poligono di tiro dell’esercito francese, Francia, 2015

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La Nato
gioca
alla
guerra
Alexander Schnell,
Reportagen, Svizzera
Foto di Gregor Sailer
all’apice della crisi in
Ucraina, l’alleanza
atlantica ha svolto delle
grandi esercitazioni in
Baviera. decine di persone
sono state pagate per
recitare il ruolo dei civili
sul campo di battaglia

l sole è alto nel cielo, e sulla terra

I non c’è proprio niente da fare. so-


lo una donna cammina, spingen-
do un passeggino su e giù lungo
una polverosa strada di paese. la
donna è grassa, si muove ondeg-
giando e canticchia una ninnananna.
Quando mi passa davanti, ondeggiando e
canticchiando, bruciata dal sole, non pos-
so fare a meno di allungare lo sguardo sul
passeggino. È vuoto.
Bisognerebbe raccontare del rumore
della mitragliatrice proveniente da sudo-
vest e di quello dei mezzi corazzati lanciati
a tutta velocità sulla circonvallazione, del-
la scomparsa del ronzio snervante prodot-
to dal drone sopra il nostro villaggio e del
fatto che io sia poi arrivato a sentire la man-
canza di quel dolce suono. Forse sto im-
pazzendo. Poi il drone torna, ma non so
dire esattamente quando. nel villaggio ci
sono sette orologi, tutti fermi.
Per ora, comunque, penso sia meglio
non parlare della guerra. ancora no. Farò
un passo indietro per cominciare dall’ini-
zio. da quando per noi la vita così come la

Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 21


Germania
conoscevamo è inita, cioè dal giorno in cui La cittadina ittizia di Junction City nella base di Fort Irwin, California, 2016
ci hanno tolto gli smartphone.
È successo da qualche parte in Baviera,
in un parcheggio inospitale, verso le cinque
del mattino. abbiamo dovuto inilare i te-
lefoni in buste marroni, scriverci sopra i
nostri nomi e poi mettere le buste in cestini
di plastica bianchi. Tutti hanno abbando-
nato il proprio io, così rapidamente che
qualcuno non trovava il coraggio di allon-
tanarsi da quei cestini. ma come, non ho
neppure avuto il tempo di dire addio a me
stesso!
eccoci, 250 persone perplesse ed esau-
ste dopo una notte insonne in pullman.
sento solo parole isolate, frammenti di fra-
si, sospiri. Ci sono molti disoccupati, qual-
che pensionato, alcuni studenti. Capelli
spettinati, sguardi stanchi, scarpe da ginna-
stica calzate da piedi poco sportivi, giubbot-
ti. Più che una panoramica trasversale della
società, è una fotograia dei suoi scarti.
Qualcuno però sembra avere una certa
familiarità con tutto questo. C’è addirittu-
ra chi sorride, quasi assorto o con l’aria di
saperla lunga. avrà perdonato al mondo il
fatto di trovarsi qui adesso. l’essere umano
è un animale che si adatta facilmente.

Ottantotto euro
d’ora in poi noi siamo civilians on the battle-
ield, civili sul campo di battaglia. Per le sue
esercitazioni militari la nato vuole scenari
realistici: i suoi soldati non si esercitano
dalla serIe The PoTemkIn VIllage

solo a sparare sui nemici, ma anche a evita-


re di colpire i civili. non è un aspetto di po-
co conto. Il nostro compito consiste nel
passare due settimane in un’area militare,
a vivere una inta vita con una inta identità
in un into villaggio.
le regole di comportamento sono se-
vere. sono vietati: cellulari e internet, mac-
chine fotograiche e computer, magliette giorno: 88, il numero di hitler. Forse un tanti: ecco, guardate, gli yankee stanno ar-
senza maniche e pantaloni corti, infradito burocrate con velleità nazionaliste ha vo- rivando! l’avevamo detto!
e canottiere, l’abbinamento giacca nera e luto fare dello spirito. sia come sia, circa un terzo dei 58 civili
pantalone nero. Inoltre è vietato correre. e nel centro per le esercitazioni militari di assegnati al mio villaggio parlano più o
per non rendere il tutto troppo divertente hohenfels, nel distretto dell’alto Palatina- meno bene russo. non tutti vengono dalla
sono vietate le droghe e l’alcol, e i contatti to, cose del genere si vedono spesso. Ulti- russia, c’è qualche tedesco dal cuore rus-
isici di qualsiasi tipo. ed è vietato fuggire mamente la nato ha cercato civili che sa- so. Ci sono anche due sorveglianti tede-
da tutti questi divieti, perché nessuno può pessero il russo. erano richieste anche altre schi, e un grande capo statunitense. In un
lasciare il villaggio. lingue, ma è stato il russo a farmi drizzare le into insediamento chiamato raversdorf.
la cosa più vietata di tutte, però, è to- orecchie. Così, nel bel mezzo della nuova I primi che noto sono slawik e Wassili.
gliersi il giubbotto ricoperto di sensori mi- guerra fredda. se la nato fa giocare i suoi slawik è sulla trentina, porta il codino e
les (multiple integrate laser engagement sy- soldati alla guerra con civili russi, sta piani- non riesce a star fermo. È chiaramente un
stem), che trasformano un civile qualsiasi icando un’invasione, non vi sembra? attaccabrighe. Wassili ha circa vent’anni e
in un civile sul campo di battaglia. Perché i a un certo punto l’annuncio di lavoro è lo sguardo malinconico. sono seduti a ta-
soldati usano armi che insieme alle cartuc- comparso sul sito internet del comune di vola con Julian, tedesco dal cuore russo.
ce a salve sparano segnali a raggi infraros- Berlino. Perciò molti mezzi d’informazio- slawik: “Qui non succede niente. dobbia-
si, così quando gli spari “colpiscono” qual- ne tedeschi hanno parlato dell’imminente mo trasformare questa esercitazione in
cuno, invece di “aaah” si sente solo “bip”. esercitazione. In russia la notizia è stata qualcosa di completamente diverso”. Was-
Per tutto questo riceviamo 88 euro al discussa nei dibattiti televisivi più impor- sili: “se non ci danno niente da fare, pos-

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va i cattivi e uccidili). Quando era in Iraq il
suo grado era un altro, ma a raversdorf
nessuno è quello che era, è o sarà nella vita
reale. Tutti i nomi che compaiono in que-
sto articolo sono stati modiicati, sono no-
mi in codice di false identità. Tutto si svol-
ge in una cittadina tedesca che prima ha
dovuto ingersi mediorientale, e perciò so-
miglia al mondo arabo come lo immagina
un soldato statunitense. Chiaro?
körnel assegna le parti. Un foglietto in-
forma ciascuno sul proprio passato, sui
nomi dei suoi parenti, sulle sue opinioni
politiche. Ci sono un sindaco, un capo della
polizia, un fruttivendolo, molti professori
e studenti, perché raversdorf è una città
universitaria. Ci sono anche dei rifugiati,
uno spacciatore e la leader di un movimen-
to paciista. e che leader!
hilde porta un cappello estivo e ha circa
settant’anni, ma è entusiasta come una di-
ciassettenne. È un’insegnante in pensione
della Franconia. Quando le chiedo perché
continua a farsi assumere su inti campi di
battaglia, risponde: “Perché hanno biso-
gno di me!”. Corre per il villaggio gestico-
lando come una matta, trascina una russa
timida su un prato pieno di paletti per le
tende e le spiega tutta seria che una volta
qui ci sono stati “sette morti!”. “sette mor-
ti! sette!”. Che poi, dice facendosi all’im-
provviso pensierosa, in realtà sarebbe il
“quartiere a luci rosse”. “dice davvero, sta
parlando dell’esercitazione precedente?”,
chiede la russa. ma hilde se n’è già andata.
ogni mattina c’è una riunione in cui riba-
discono che non dobbiamo fare stupidag-
gini per strada – il villaggio è videosorve-
gliato – e dobbiamo prestare sempre atten-
zione. la guerra potrebbe scoppiare da un
momento all’altro.
all’inizio dell’esercitazione non so che
siamo fare i partigiani nel bosco. non riu- una chiesa. Una chiesa con un minareto, e farmene di queste raccomandazioni. la
scirebbero a stanarci per anni!”. Julian: contemporaneamente una palestra i cui parte che mi è stata assegnata non è molto
“Vorreste fare come gli ucraini contro l’ar- attrezzi sono inservibili: al posto dei pesi ci importante. Per cui osservo.
mata rossa?”. Wassili alza la voce: “Cosa? sono dei mattoni. Il sole è ancora alto nel cielo, e sulla ter-
Per chi ci hai preso?”. I tre restano seduti a raversdorf è attraversata da una polve- ra non c’è niente da fare. l’aria vibra per il
sproloquiare su come diserteranno per pu- rosa strada di paese, quella su cui cammina caldo. la donna con il passeggino è stanca
ra disperazione. e siamo qui solo da quat- la donna con il passeggino. ai margini del di ciondolare e si siede su una panchina.
tro ore. villaggio c’è la baracca in cui alloggiamo in accanto alla panchina ci sono altri due
camerate da venti. I materassi sono spor- passeggini, come se una bomba avesse
Vite precedenti chi. non ci sono cuscini. Usiamo le lenzuo- colpito un orfanotroio. Tra i passeggini
raversdorf si trova in una valle circondata la scartate dall’esercito. e questo sarà il brillano i bossoli.
da colline, prati e boschi. Una decina di ca- nostro mondo per due settimane. Vado in giro senza meta, passando da-
se strappate alla natura. davanti al munici- Ci accoglie il grande capo statunitense. vanti a piccole bancarelle. stinchi di maia-
pio, su un’asta di cinque metri, sventola la È un ex soldato che d’ora in poi chiamerò le di polistirolo. Palloni da basket dipinti
bandiera tedesca, alla stessa altezza del körnel. Viene dal sud degli stati Uniti ed è per sembrare cocomeri. sul bordo della
minareto della moschea. di corporatura robusta. È in germania da strada un cartello ingiallito che pubblicizza
In una vita precedente raversdorf è vent’anni, ma quasi non parla tedesco. di- due tipi diversi di birra krombacher, con lo
stata un villaggio musulmano, ma per que- ce cose come: “War is easy. Find the bad slogan “a voi la scelta!”. Come a prenderci
sta esercitazione la moschea è diventata guys and kill them!” (la guerra è facile, tro- in giro, ricordandoci che l’alcol è proibito.

Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 23


Germania
entro nel into bar del into villaggio, e Julian, a fumare e a giocare a carte. “l’es- biato idea”. lui e gli altri civili discutono
su un tavolo c’è una vera bottiglia di vino, sere umano è l’apice della creazione”, dice animatamente. alcuni pensano che la na-
riempita a metà con un liquido giallo. af- Wassili con la sigaretta che pende dalla to voglia solo provocare la russia dicendo:
ferro la bottiglia, ma all’improvviso sento: bocca. “eppure ci ritroviamo qui, nel bo- “guardate, noi qui ci esercitiamo per l’in-
“Urina”. accanto a me c’è un anziano si- sco, per impersonare le vittime di una vasione come se niente fosse. Perché noi
gnore con un cappello da cow-boy. “È uri- guerra in cambio di bui pezzi di carta co- possiamo”.
na”, ripete, con una tale convinzione che lorata. non è assurdo?”. lo dice piano. sla- I civili che hanno solo il passaporto rus-
deve averla assaggiata, o avercela messa wik risponde qualcosa, a voce alta, e io in so raccontano che il giorno del loro arrivo
lui. Poi arriva il pranzo, un non meglio de- tutto quel rumore capisco solo “galera a sono stati interrogati da uomini che sem-
inibile pasto pronto sigillato nella plastica, cielo aperto” e “gulag”. bravano agenti dei servizi segreti statuni-
quello che mangiano i soldati statunitensi Cerco di scoprire cosa ci facciano qui tensi. gli è stato chiesto di non parlare di
sui campi di battaglia. Per lo più contiene questi due. slawik si passa la mano tra i quest’esercitazione in russia, per evitare
pane in cassetta americano e simil-for- lunghi capelli e dice che nella vita vera fa tensioni tra est e ovest. recentemente il
maggio. Burro di arachidi. Chili con fagioli. “un lavoro d’uicio”. Voleva capire come montenegro, uno stato che non ha un vero
Tacos di carne. Il pranzo è il pasto migliore la nato sta pianiicando la campagna con- e proprio esercito ma ha un conine e un
della giornata. la mattina e la sera ricevia- tro la russia, ammesso che faccia questo. passato in comune con la serbia, alleata
mo cibo fresco, o almeno così lo chiamano: lui, come molti altri, qui è “uno dell’est”. della russia, è entrato nella nato. la nuova
carne avariata, purè di patate marroncino Wassili continua a fumare. dice che aveva guerra fredda è già cominciata.
e insalata appassita. mi rendo conto con semplicemente bisogno di andare via di
amarezza che il concetto di “fresco” può casa. Qualcosa con i genitori. “Il telefono Come nascono gli eroi
essere esteso all’ininito. non l’ho portato neanche”. a raversdorf invece comincia un nuovo
giorno. la sveglia suona alle cinque. lascio
Il sole sta sorgendo da dietro una la baracca e percorro di corsa la strada del
villaggio. ai margini del paese ci sono dei
collina. Tre elicotteri Apache puntano soldati statunitensi stesi per terra. dormo-
verso l’orizzonte. C’è odore di no rannicchiati sull’erba, nascosti dalla fo-
schia mattutina. dall’altro lato della strada
rugiada. È tutto molto bello ci sono cinque carri armati con i cannoni
allineati verso il cielo. Il sole sta sorgendo
“Preparatevi! oggi arrivano i soldati!”, lo scenario dell’esercitazione militare da dietro una collina. Tre elicotteri apache
ci ripetono continuamente körnel e i due è semplice: una potenza ostile attacca pri- in formazione puntano verso l’orizzonte.
sorveglianti tedeschi che si chiamano en- ma il Baltico, poi la Polonia e la repubblica C’è odore di rugiada. È tutto molto bello.
trambi mike, come se i loro nomi veri vo- Ceca. Inine invade la germania. gli ag- Poi passa l’autospurgo che ogni giorno
lessero sembrare ancora più falsi di questa gressori hanno un nome di fantasia: sono i svuota il nostro gabinetto. Fine del mo-
falsa realtà. anche durante il pranzo conti- Torricchi, ma ci vuole poca immaginazio- mento bucolico. mentre vado a spasso in
nuano a lanciarci avvertimenti. e così fac- ne per capire chi rappresentano. la nato direzione della baracca trovo un ranocchio
ciamo attenzione, perché tra poco arrive- vuole difendere la germania in modo eroi- morto, la prima vittima di questa guerra
ranno i soldati: è una promessa e allo stesso co e moralmente ineccepibile. Fin qui è senza senso. giace tra due pozzanghere,
tempo una minaccia. stanno arrivando. tutto molto anni ottanta. sia i soldati buoni una di pioggia, l’altra del suo sangue. le
ma inché non arrivano possiamo solo sia quelli cattivi sono impersonati dalle interiora escono dalla pancia. È inito sotto
scorgerne le tracce. Un drone sopra le no- truppe della nato, composte in maggio- un carro armato, o almeno così raccontere-
stre teste. spari in lontananza. Carri arma- ranza da statunitensi. e noi civili facciamo mo ai nostri nipoti. non riveleremo mai
ti che attraversano i campi vicini. Quando la parte di un villaggio tedesco in guerra. che è stata l’autospurgo. È così che nasco-
qualcuno si riposa troppo, arriva di corsa ed ecco la contraddizione: perché proprio no gli eroi.
uno dei due mike, gridando “vita di villag- un villaggio tedesco? Più tardi i soldati se ne vanno senza
gio!”. dobbiamo fare “vita di villaggio!”, dopo tutto lo scompiglio suscitato dalla aver messo piede a raversdorf. ma perché
con il punto esclamativo, cioè farci vedere ricerca di civili che parlassero russo, la lin- non ci vuole nessuno? Intanto facciamo
per strada, muoverci, interagire, compor- gua russa non viene mai usata. la finta conoscenza tra noi. C’è sergei, il cacciato-
tarci come impone la nostra parte, simula- guerra si svolge in germania, non in rus- re di mammut. l’ho ribattezzato così per-
re la vita. sia. molti chiedono lumi a körnel, agli altri ché un tempo faceva il cacciatore di pellic-
Uno dei due mike ammonisce slawik e collaboratori statunitensi, ai due mike, alla ce e una volta ha partecipato agli scavi per
Wassili, l’attaccabrighe e quello strano. direttrice dell’azienda tedesca che assume disseppellire un mammut dai ghiacci sibe-
“Vita di villaggio!”, li esorta. non sapendo i civili per conto della nato. le risposte riani. sergei porta un cappello da cow-boy
che fare, i due aferrano un tappeto in un vanno da un’alzata di spalle a un innervosi- e ha la barba bianca. sembra una versione
negozio, lo arrotolano e lo portano ino alla to “basta domande”, ino a dichiarazioni russa del signor miyagi, il maestro saggio
stazione di polizia, settanta metri più in là. che sembrano alludere a errori di battitura di Karate kid. Passa il tempo giocando a
Poi esclamano all’unisono: “Come, non e fraintendimenti. scacchi, e ogni volta che sta per vincere of-
avete ordinato nessun tappeto?”, e lo ripor- “l’unica spiegazione possibile”, dice fre generosamente agli avversari la possi-
tano al negozio. scoppiano a ridere, e poi slawik, “è che prima pensavano di ambien- bilità di fare patta. Quando körnel gli ha
ricominciano da capo. tare la guerra in russia, poi per via del casi- assegnato il ruolo di professore ha tenuto
Più tardi li ritrovo seduti al tavolo con no sui mezzi d’informazione hanno cam- continua a pagina 27 »

24 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018


Germania
Eastmere III, nell’area di addestramento di Stanford a Norfolk, Regno Unito, 2015
DALLA SERIE THE PoTEMKIN VILLAgE

un discorso al popolo nel tedesco antiqua- mi racconta dell’Afghanistan: “C’era un fosse così dura starsene rinchiusi. Non so
to tipico delle minoranze tedesche dell’est: gruppo di kamikaze da lasciare tutti a boc- se reggerò”, mi conida.
“Erigeremo un muro... contro la pigrizia!”. ca aperta!”. Ma no, le spiego, intendo la Poi c’è Körnel, così yankee che quasi fa
Applausi. “Faremo di Raversdorf un villag- vita vera, la vita fuori. “Al diavolo, lascia- male. Anche a lui fa male tutto, per questo
gio perbene!”. Ancora applausi. mo perdere”, si limita a dire contrariata. E non è più un soldato in servizio ma il com-
Sergei mi mostra un libro in cui ha do- mentre se ne sta andando aggiunge: “Cosa mander in chief di Raversdorf. “L’esercito
cumentato il ritrovamento del mammut vuole che mi aspetti là fuori?”. statunitense è così forte perché i soldati non
con fotograie in grande formato di uomini Mi rivolgo a Slawik, l’attaccabrighe. Se- si attengono agli ordini. Chi è prevedibile
e ossa nel ghiaccio. “Ci nutrivamo di certe condo il copione lui fa lo spacciatore. Deve perde”, dice per spiegarci perché i soldati
specie di zecche che oggi neanche esistono rifornire soprattutto gli studenti, e spaccia non sono arrivati al villaggio come aveva
più!”. Scherza, ovviamente. bustine di zucchero che lui stesso ha colo- annunciato. Peccato, non vedevamo l’ora.
La maggior parte dei civili si rifugia nel- rato. Come pagamento accetta “qualsiasi Invece dei soldati, un mattino nel villag-
le battute, nelle sigarette e nelle chiacchie- cosa stia su un foglietto”. Va bene un’im- gio arriva in volo una colomba. Non è selva-
re. Raversdorf non sembra un posto adatto magine, un disegno, una poesia. Slawik tica, ha un anello intorno a una zampa. È
all’introspezione: siamo tutti troppo poco tiene un bigliettino tra le mani e non vuole ferita e nessuno sa cosa fare. “Non datele da
autonomi, troppo poco soli con noi stessi. rivelare chi glielo ha dato. C’è disegnato un mangiare”, dice Körnel. “Il vostro cibo po-
È un luogo dove si rinuncia a sé. Forse a carro armato, con degli alberi sullo sfondo. trebbe farle male”. Tutti si guardano, spe-
volte fa anche bene. Per Hilde, l’irriducibi- Il tratto è grossolano e incerto, sembra rando che si tratti di uno scherzo. Ma Körnel
le Hilde, la rivoluzionaria verde, sembra quello di un bambino, ma qui bambini non se ne va e noi restiamo intorno alla colom-
proprio così. ce ne sono. ba, senza sapere cosa fare.
“Se un supervisore mi dice salta, io sal- Slawik gioca a carte, a scacchi e a ping Ci sono due russe che girano sempre in
to!”, esclama. E per dimostrarlo salta vera- pong, ogni sera va in chiesa, anche nota coppia. Una sembra appartenere all’intel-
mente, poi corre qua e là e pianta dei iori. come la moschea o “l’inferno del itness”. lighenzia, l’altra fuma sempre. Intellighen-
Le chiedo della sua vita passata. Allora Parole sue. “Non avrei mai pensato che zia: “Ma quando arrivano questi soldati?”.

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Germania
Fumatrice: “Magari non arrivano proprio”. Raversdorf: “Non succede nulla qui. Che vanno dal saputo all’apatico. Quello che ha
Intellighenzia: “Magari stiamo sbagliando palle”. Forestiero: “Neanche da noi”. Abi- gridato, un vecchio con i capelli bianchi e
qualcosa”. Fumatrice: “Certo. Dev’essere tante di Raversdorf: “Io sono un rifugiato. lo sguardo vitreo, continua a urlare ino a
colpa nostra”. Il mio copione dice che sono contentissi- diventare paonazzo. Uno dei veterani dice:
Il giorno dopo, con un caldo bestiale, mo, perché la mia Fatima sta per raggiun- “Quello ha la sindrome di Tourette. Quan-
all’improvviso scoppia una battaglia. Nel germi”. Forestiero: “Mm”. Abitante di Ra- do raggiunge il suo livello massimo di
nostro villaggio! È un’esercitazione, certo, versdorf: “Sì. Non è che poi sono così con- stress impazzisce”. Un altro ride. “Eh già,
per prepararsi all’esercitazione militare tento che venga, la mia Fatima”. Un altro il vecchio Diddi!”.
vera e propria, ma almeno si vedono dei forestiero s’intromette: “guarda un po’! Il La sera ascolto le conversazioni tra Sla-
soldati. Arrivano i cattivi, vestiti di nero, e mio copione dice che mia madre si chiama wik, Wassili e Julian. Non si guardano in
occupano due case. I cattivi si riconoscono Fatima”. Abitante di Raversdorf: “La mia faccia. Wassili: “Siamo scimmie impazzite,
dal fatto che le loro uniformi non hanno Fatima?”. L’altro forestiero: “guarda, te la che s’incontrano nel bosco per spararsi a
segni di riconoscimento, come quelle delle cedo volentieri”. vicenda”. Slawik: “Forse è questo il futuro
forze speciali russe nel conlitto ucraino, e Al ritorno da un giro in taxi, un abitante della Russia. Un campo di prigionia russo,
anche dal fatto che sono molto, molto cat- di Raversdorf racconta di aver incontrato controllato dagli statunitensi con sorve-
tivi. Poi arriva la Nato. Sparano, e dobbia- un rifugiato, cioè un rifugiato vero che in- glianti tedeschi al loro servizio”. Julian: “Ne
mo nasconderci tutti negli ediici. Le car- terpreta un rifugiato anche in questo gioco ho abbastanza, ragazzi. Vado a dormire”.
tucce a salve sembrano vere. di ruolo. Finora quello era l’unico lavoro
Due soldati statunitensi perquisiscono che era riuscito a procurarsi in germania. Sbrigati e aspetta
la stanza in cui mi sono nascosto. Control- Sembra che il rifugiato gli abbia anche det- Il mattino dopo si sentono solo gli uccellini
lano la situazione, in fretta, incerti. Uno to: “Quando ho attraversato il Mediterra- cantare, inché una mitragliatrice in lonta-
nanza non li interrompe. Dura poco, non
La noia ha fatto impazzire i romeni, sembra fare sul serio. Andiamo alla riunio-
ne mattutina. “gente: sensori Miles!”, gri-
che si sono messi a distillare vera da uno dei due Mike. Lo ripete ogni matti-
vodka nel into villaggio e hanno fatto na, ma c’è sempre qualcuno che dimentica
di inilare il suo giubbotto con i sensori. Al-
arrivare delle vere prostitute tre regole: non buttare immondizia per
strada. Arrivare puntuali alle riunioni. La-
s’impiglia con il fucile nello zaino dell’al- neo su un barcone non mi sarei mai imma- sciare i bagni puliti. Neanche fossimo
tro. L’esercito più potente del mondo. I ginato che il mio lavoro in Europa sarebbe bambini disadattati.
suoi soldati sembrano bambini che si sono stato interpretare un rifugiato”. Qualcuno racconta che la Nato ha pro-
allontanati da casa per la prima volta. Poi grazie alle corse in taxi capiamo anche vato a organizzare esercitazioni simili in
la battaglia inisce. Le cose belle nella vita quali nazionalità oltre agli Stati Uniti sono paesi dove il lavoro costa meno, come la
iniscono sempre troppo presto. “È stato rappresentate qui. gli ucraini partecipano, Romania. Dal punto di vista economico
solo un assaggio”, dice uno dei due Mike. anche se non fanno parte della Nato. Avvi- avrebbe avuto perfettamente senso, ma le
Un’innocua scaramuccia. Quando il gioco stiamo romeni e albanesi. gli albanesi regole e la noia hanno fatto impazzire i ro-
si farà duro sul serio, allora sì che vedremo hanno fermato e perquisito una macchina meni, che si sono messi a distillare vera
colonne di carri armati rombare e centina- del nostro villaggio. Anche loro sono molto vodka nel into villaggio e hanno fatto arri-
ia di soldati lanciarsi all’assalto. Sui volti giovani, come i loro colleghi statunitensi. vare delle vere prostitute. “gente, fate at-
bruciati dal sole si disegnano dei sorrisi. Slawik commenta: “Ho qualche diicoltà a tenzione! Se chiacchierate ci mettiamo il
pensare che degli albanesi armati siano ‘i doppio! Quante volte ve lo devo ripetere?!
Gite in taxi buoni’”. In efetti è assurdo: soldati statu- Fate attenzione!”, si arrabbia Mike.
Poi, all’improvviso, mentre fa ancora un nitensi interpretano russi cattivi; civili rus- Quando tutti sono concentrati, uno dei
caldo bestiale, avviene il primo contatto. si interpretano civili tedeschi; ucraini, al- Mike fa un siparietto. Si siede su una sedia
Avevamo quasi dimenticato che non siamo banesi e romeni difendono l’occidente. a gambe larghe, la testa chinata sul petto e
soli: in quest’area per le esercitazioni di Tra i russi, i soldati ucraini ovviamente gli occhi chiusi. “Allora, cosa pensate che
160 chilometri quadrati ci sono ben cinque sono un argomento di conversazione. Si stia facendo?”, chiede. Sì, è vero, ci sono
insediamenti pieni di civilians on the battle- ipotizza che sia a causa della loro presenza civili che vengono beccati fermi in questa
ield. Raggiungere gli altri in autonomia è se la Nato non ha fatto di Raversdorf un in- posizione sulle panchine lungo la strada, a
impossibile, ma alcuni approittano del lo- sediamento russo. Altrimenti avremmo emettere suoni che ricordano in modo so-
ro ruolo. Il capo della polizia e il sindaco degli statunitensi che si esercitano a inva- spetto quelli di qualcuno che sta russando.
vanno alle riunioni con i loro colleghi. gli dere la Russia insieme a dei soldati ucraini. E poi sostengono convintissimi che stava-
altri possono implorare una cosiddetta Insomma, c’è un limite a tutto! Queste no semplicemente rilettendo: solo un oc-
corsa in taxi, e i più fortunati riescono a di- esercitazioni potrebbero davvero far scop- chio inesperto potrebbe scambiarlo per un
strarsi così almeno una volta nel corso del- piare la terza guerra mondiale! pisolino.
le loro due settimane qui. All’improvviso un uomo grida. Qualcu- Inine Körnel annuncia che forse oggi
Qualche volta poi sono gli altri a venire no corre verso di lui, ma i civili esperti, nel villaggio il gioco si farà duro. Dobbia-
a Raversdorf. Ne nascono conversazioni quelli che passano buona parte della loro mo essere pronti. Eccome se siamo pronti,
interessanti. Uno dei nostri parla con un esistenza nel centro di Hohenfels, riman- Körnel! Questa attesa nervosa, questo af-
abitante di un altro villaggio. Abitante di gono ai loro posti, con atteggiamenti che faccendato far niente, questo perseverare

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Schnöggersburg IX, in una base dell’esercito tedesco in Sassonia-Anhalt, Germania, 2017
DALLA SERIE THE PoTEMKIN VILLAgE

preparatissimi, i militari lo chiamano hurry Passano quasi due ore, poi Körnel dice che per non farmi beccare dalle telecamere,
up and wait, sbrigati e aspetta. la Nato non arriverà. A testa bassa e con il dai droni e dai soldati. Di sera al bar guar-
Attraverso il villaggio di corsa. Tra poco sangue into sulle tempie, le vittime se ne diamo Salvate il soldato Ryan in videocas-
si fa sul serio, perciò dobbiamo muoverci vanno per la loro strada. setta su un vecchio televisore. Le videocas-
ancora meno del solito. Siamo autorizzati Prima o poi tutti ci adattiamo alle circo- sette e il televisore sono il presente. Qui
ad attraversare solo metà del villaggio, 109 stanze come possiamo. Dopo una settima- siamo davvero negli anni ottanta. Nel ilm
passi che continuo a percorrere inché non na organizziamo una festa, ovviamente i soldati sparano all’impazzata. Come pos-
mi brucia la fronte per il sole e per lo sforzo senza alcol. Al bar c’è una chitarra. I russi siamo starcene seduti ad aspettare la guer-
di non fare nulla. Accanto al bar c’è un cantano piano e con malinconia. Nessuno ra? Siamo pronti, Körnel. Prontissimi. Dai,
chiosco che vende kebab, con uno spiedo partirà mai alla conquista del mondo con facci sognare! Ne abbiamo bisogno ades-
di plastica che non gira. Arriva Hilde, con i la stessa tristezza dei russi. I pochi africani so. Di notte si russa, un concerto polifoni-
pugni stretti e l’aria di chi sta per scoppiare del nostro villaggio suonano le percussio- co, dissonante, volgare, che fa venire vo-
a piangere. “Mi sono messa un burqa per ni, Julian canta Mein kleiner grüner Kaktus. glia di tagliarsi le orecchie.
loro, in pieno sole, ho fatto di tutto. Ma qui Più tardi compone addirittura l’inno di Ra- Poi arriva il mattino. C’è forse qualcosa
non è come in Afghanistan!”, dice. “E non versdorf. “Non abbiamo fretta / Il nostro di più bello che svegliarsi con il rumore de-
ci sarà più un altro Afghanistan!”. nemico è la noia / Di notte sogniamo una gli spari? Su, oggi è un nuovo giorno. Nella
Più tardi circa dieci persone aspettano pioggia di pallottole / E poi mangiamo bur- nebbia mattutina comincio a percorrere la
nel into ospedale. Le hanno preparate per ro di arachidi”. strada avanti e indietro. A un certo punto si
interpretare le vittime di un bombarda- uniscono a me Intellighenzia e Fumatrice.
mento. A un tizio hanno incollato delle viti Anni ottanta Proseguiamo in silenzio. Fumatrice fuma
sul braccio, una donna ha una ferita aperta La mattina dopo sgattaiolo verso il bosco. e sospira: “Per fortuna è già giovedì”. Io
alla testa. È fatta molto bene, come nei È il mio momento anarchico: al mattino dico: “È mercoledì”. Fumatrice si ferma
ilm. A un certo punto dovrebbero arrivare me ne vado tra gli alberi per respirare libe- sconvolta: “Mercoledì? Come mercole-
i medici della Nato per portare via i feriti. ramente. Poi torno indietro quatto quatto dì?”. Le ho rovinato la giornata. Continuo

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Germania
a camminare senza riuscire a guardarla in ranno dolori!”. Ma ovviamente non succe- popolare di Raversdorf. Quando ormai è
faccia, ha un’espressione troppo triste. de un bel niente. Alcuni sospettano che già quasi tutto inito, quando ormai ci sia-
Cammino e cammino. Passo davanti a l’autore sia Slawik l’attaccabrighe, ma non mo rassegnati e non ci aspettiamo più nul-
gente che gioca a carte, che gioca a scac- ci sono prove. la, a Raversdorf arrivano circa venti solda-
chi, che mette a posto, spazza, va a zonzo. Lui, Slawik, siede con Wassili e Julian, ti statunitensi. Profumati e ben vestiti, co-
Continuo a camminare. fumando e parlando come al solito. Slawik: me gli ucraini probabilmente non sono mai
E poi gli ucraini sparano al nostro capo “Pensavo che si potesse imparare a fare a stati neanche prima della guerra. Devono
della polizia. meno della libertà. Ma la situazione non fa solo esercitarsi a parlare con i civili, tratta-
Bang! che peggiorare”. Wassili: “In realtà questo re e interagire.
La notizia esplode come una bomba. è il paradiso. Qui siamo completamente gli abitanti di Raversdorf sono talmente
Anche stavolta non lo vediamo con i nostri isolati dal mondo esterno e si prendono eccitati per l’evento inatteso che pratica-
occhi, ce lo raccontano, ma almeno qual- cura di noi. Qui non esiste il peccato”. Ju- mente li molestano. Il cacciatore di mam-
cosa succede. Il capo della polizia stava lian: “Se questo è il paradiso non voglio mut Sergei mostra un libro con fotograie di
andando in macchina all’incontro con i sapere com’è l’inferno”. paesaggi russi a una giovane recluta che
colleghi quando dai cespugli hanno aperto Vado alla moschea alias chiesa alias in- cerca di svincolarsi: “Sir, step back!”, signo-
il fuoco, e il suo giubbotto ha fatto bip. È ferno del itness e mi siedo su un divano re, stia indietro. Ma Sergei continua imper-
morto. Il giovanotto che lo interpretava ammuito. A un certo punto entra un uc- territo, sfoglia il libro, parla russo e gestico-
la. A un certo punto lo yankee cede e guarda
Gli ucraini hanno gli occhi arrossati, in basso. “That looks like Alaska!”, sembra
l’Alaska.
la pelle indurita dal sole, uno di loro L’esercitazione continua: c’è una bom-
zoppica. Vengono dalla guerra ba nascosta in un ediicio. ovviamente noi
dobbiamo allontanarci tutti da lì. Solo Hil-
nell’est del loro paese de non rispetta gli ordini. È pur sempre la
leader del movimento paciista!
però può rimanere, gli viene assegnato un cello. Anche se ci sono molte inestre non Quando tra fotograie di mammut, ma-
nuovo ruolo: il fratello del morto. Per lui riesce a trovare la via d’uscita e sbatte con- nifesti paciisti, civili e soldati la situazione
non fa una gran diferenza, è lemmatico, tro i vetri. Poi inalmente trova il modo di si fa caotica, tanto che neanche Körnel rie-
inamovibile come una montagna, non si uscire. Dall’ediicio, e sicuramente anche sce a sedarla, Hilde si fa avanti. Chiama
scompone mai. Mentre tutti corriamo da Raversdorf. Al contrario di me. intorno a sé gli studenti con i loro striscioni
avanti e indietro, nervosi, lui resta seduto. di protesta. Non sente quando le dicono di
Che roba! Incredibile! Il nostro capo della Sembra l’Alaska restare indietro, oppure sente e fa inta di
polizia! Körnel ordina una protesta. Siamo Uno degli ultimi giorni a Raversdorf fanno niente. Hilde passa all’azione. I soldati si
pur sempre una città universitaria e pacii- la loro comparsa tre ucraini. Appartengono avvicinano. Con i capelli bianchi che spun-
sta! Quindi prepariamo poster e striscioni all’unità che ha ucciso il nostro capo della tano sotto il cappello e il suo giubbotto con
con la scritta “Stop the war! Stop Nato!” e polizia. Hanno qualcosa che li distingue i sensori, Hilde spinge i soldati davanti a sé
poi un gruppetto di persone li sventola per chiaramente dagli statunitensi e dagli altri e scandisce: “Peace now! Peace now!”, pa-
denunciare la morte del nostro amato capo soldati di passaggio o fermi ai margini del ce adesso. È seguita dal suo manipolo di
della polizia. villaggio. Non riesco a spiegarmi cosa sia, studenti. Tra soldati e studenti si alza una
Successivamente, Körnel e i due Mike ci finché all’improvviso non me ne rendo gran quantità di polvere.
spiegano che gli ucraini si sono sbagliati. conto: sembrano veri. Combattenti veri. A un certo punto si disegna un’immagi-
Sono dalla nostra parte, devono aver scam- Hanno gli occhi arrossati, la pelle indurita ne meravigliosa: Hilde che luttua tra due
biato il capo della polizia per qualcun altro. dal sole, uno di loro zoppica. Vengono dalla nuvole di polvere, come se una la spingesse
La mattina dopo in città compaiono di- guerra nell’est del loro paese. Fino a poco e l’altra la tirasse. Il suo ruolo è più reale
versi manifesti scritti a mano, “Pretendia- tempo fa combattevano contro i separatisti della realtà altrui.
mo l’indipendenza della Raversdorfer na- ilorussi a Luhansk, nel Donbass. Ce lo rac- Il giorno dopo, in un caldo surreale, Sla-
rodni republic, la Repubblica popolare di contano. wik, Wassili e Julian siedono su una pan-
Raversdorf ”. Sotto il titolo c’è una lista di “Una granata è esplosa accanto a me, e china. Dietro di loro si avvicina la donna
richieste: “Vogliamo parlare la nostra lin- da allora non ci sento più tanto bene”, gri- del passeggino. Questa volta è senza pas-
gua. Vogliamo un referendum. Vogliamo da uno di loro. Parla un miscuglio di ucrai- seggino, in compenso ha una scopa in ma-
la birra”. Poi si dice che la gente vuole un no e russo. I suoi commilitoni hanno stiva- no. Dato che ci chiedono sempre di simula-
uomo forte al comando. I più leggono con li diversi dai suoi, il loro paese non ha i soldi re la “vita di villaggio!” lei spazza. Sì, spaz-
attenzione, ma poi si allontanano: essere neanche per vestirli tutti allo stesso modo. za una strada sterrata.
visti in prossimità di questi manifesti po- Hanno l’aspetto stanco, consumato dalla La donna si avvicina ai tre. Spazza la
trebbe avere delle conseguenze. guerra. “Sigarette”, chiedono. Per questo strada polverosa, la polvere si alza, arriva
La provocazione fa evidentemente rife- sono venuti al villaggio. un colpo di vento e loro si ritrovano com-
rimento alle repubbliche popolari di Do- Ricevono cibo, acqua e anche sigarette. pletamente imbiancati. Non fanno nulla,
netsk e Luhansk, i due territori ribelli E incoraggiamenti in russo da tutti i nostri non dicono nulla, non si arrabbiano, non
dell’Ucraina orientale che si sono staccati russi. “Perché qui parlano tutti russo?”, si ridono. Continuano a guardare dritto da-
dal paese con l’aiuto dei russi. Una russa chiedono. Ma non s’interessano ai manife- vanti a loro, in silenzio. Solo Slawik non
dice: “Se gli ucraini entrano in città qui sa- sti sulla proclamazione della Repubblica smette di sbattere l’occhio sinistro. u sk

30 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018


Giappone

Pellegrinaggio
sul monte Fuji
Magdalena Rittenhouse, Pismo, Polonia
Venerata come una divinità per la forma e le proporzioni
perfette, la montagna più famosa del Giappone
è un vulcano attivo che non erutta da trecento anni

YuGa Kurita (GettY imaGes)

Il monte Fuji
Giappone
olta da un senso di inquie-

C tudine, mi chiedo se fare-


mo in tempo ad arrivare
prima della notte. in otto-
bre fa buio presto, già alle
cinque o alle sei del pome-
riggio. Come se non bastasse, oggi il cielo
è coperto da nuvoloni pesanti, in dal mat-
tino sembra già sera.
Procediamo attraverso una itta foresta
di cedri, cipressi giapponesi, faggi e noc-
cioli, ricoperti da licheni. L’aria è umida e
ofuscata dalla nebbia. intorno, una profu-
sione di felci gigantesche e arbusti selvati-
ci. e muschio, l’onnipresente muschio
giapponese. Camminiamo sopra un manto
di foglie mezze marce, le radici degli alberi
che sbucano da sotto si attorcigliano come ta la giornata incrociamo solo una coppia
viscidi serpenti. Qui e là, un isolato masso di anziani. Ci passiamo accanto in silenzio,
bruno: lava solidiicata. rivolgendoci appena un cenno del capo.
siamo diretti al Fuji. il nostro sentiero, mi torna in mente una conversazione
che si snoda sul versante nord, è lo Yoshi- che ho avuto di recente con ichido-san.
da, il più antico tra i percorsi che portano ichido ha studiato legge a tokyo e in segui-
alla sommità della montagna sacra, trac- to è diventato monaco zen. Quel giorno
ciato da monaci e asceti parecchi secoli fa. stava contemplando alcune foto che avevo
era usato dai pellegrini, per i quali l’ascesa, scattato. Non faceva domande, non criti-
che spesso durava settimane, rappresenta- cava né approvava.
va una profonda esperienza spirituale. Pri- Dopo un momento di silenzio, che mi
ma di mettersi in marcia i devoti era sembrato insopportabilmen-
si sottoponevano a riti di purii- te lungo, tanto che cominciavo a
cazione: la vetta a cui erano di- sentirmi a disagio, mi ha chiesto
retti s’innalzava fino alle sfere cosa facessi per mantenere la
celesti, ed era quindi un luogo mente in uno stato di attenta
sacro. Camminavano verso il so- sensibilità. mi ha leggermente
NOriKO HaYasHi (BLOOmBerG/GettY imaGes)

le, la divinità più importante del pantheon spiazzato, dato che non ci avevo mai rilet-
giapponese. il sentiero passava per dieci tuto prima, e in ogni caso non in quel con-
stazioni, dove si poteva fare una sosta per testo. Ho risposto, in modo un po’ sconnes-
riposare, contemplare e pregare. i vian- so, che cercavo per quanto possibile di
danti avevano a disposizione delle yama- scegliere bene gli amici. e i libri da leggere,
goya, semplici capanne che servivano da anche se ne leggevo comunque troppo po-
rifugio per la notte, padiglioni del tè e pic- chi. Che ascoltavo Bach e davo importanza
coli santuari shintoisti. molte di queste alla natura: all’oceano, ai boschi, agli uc-
costruzioni sono ancora in piedi, ma non celli. Poi gli ho fatto la stessa domanda. Lui
mi sembra che si usino per recitare delle non ha dovuto pensarci a lungo. Ha detto
preghiere o organizzare cerimonie del tè. che cercava di liberare la mente da tutto
imputridite e ricoperte dal muschio, tra- ciò che la appesantiva, di svuotarla dalle sto, cioè nella stagione uiciale delle scala-
smettono un senso di abbandono. Per lo cose superlue. te, si trasforma in un parco dei divertimen-
meno ora, in autunno, quando la stagione mi sa che oggi è la giornata giusta per ti. sullo stretto sentiero in prossimità della
turistica è finita e il Fuji è ufficialmente provare a farlo. Ci si prospettano ore di vetta si formano degli ingorghi. “una Di-
“chiuso”. cammino in questa foresta tenebrosa. un sneyland in piena regola”, pensavo tra me
stamattina presto, al momento di parti- sentiero angusto, gli alberi e il muschio. e me con un pizzico di disprezzo, mentre
re, c’era ancora qualche pallido sprazzo di Nient’altro. il silenzio è rotto solo dal ru- ascoltavo i resoconti di chi ci si era avven-
sole, ma la cima era già inghiottita dalle nu- more delle pesanti gocce di pioggia che turato.
vole. Lungo la strada ha cominciato a piove- colpiscono i rami. a dire il vero questa
re. Chissà se più in alto troveremo la neve. camminata non rientrava nei miei proget- Intervallo preoccupante
Non mi sorprenderebbe, dopotutto siamo ti. Quello che mi piace di più nei viaggi so- i giapponesi amano il Fuji per la sua forma
in ottobre. Con i suoi 3.776 metri il Fuji è la no i punti interrogativi. e il Fuji? Quando e le sue proporzioni perfette. si erge in
montagna più alta del Giappone. L’appun- arrivai in Giappone la prima volta mi sem- mezzo a una distesa pianeggiante e non ci
tamento con il sole è quanto mai incerto. brò un punto esclamativo. una montagna sono altri rilievi nei paraggi. un cono per-
Con me ci sono mio marito e mia iglia da cartolina, la sacra icona dei dépliant tu- fetto. e questo perché il Fuji, strettamente
di tredici anni. il sentiero è deserto. in tut- ristici. Ogni anno nei mesi di luglio e ago- parlando, non è un monte, ma un vulcano.

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Escursionisti sul sentiero verso la vetta del Fuji

Peraltro attivo, anche se da trecento anni è nito antico citato da toshitsugu Fujii, capo sta sudorientale dell’isola di Honshū, non
dormiente. dell’istituto per la protezione ambientale e lontano dal Fuji, e che quel terremoto ave-
L’ultima eruzione risale al dicembre del la gestione delle situazioni di crisi, è ripor- va determinato un signiicativo aumento
1707. La nube di cenere che scese sulle città tato in un articolo di Franz Lidz uscito sullo di pressione tettonica all’interno del crate-
e sui villaggi nel raggio di decine di chilo- smithsonian magazine nel maggio del re. La pressione nel cratere è salita anche
metri dal cratere fu talmente densa che gli 2017. Naturalmente le agenzie governative nel 2011, dopo il grande terremoto che ha
abitanti si ritrovarono al buio in pieno gior- responsabili della sicurezza dei cittadini colpito la regione del tōhoku. Le regioni di
no. Nella località di subashiri, a dieci chilo- non si limitano a richiamare arguti adagi. si shizuoka e di Yamanashi, che coninano
metri dal vulcano, furono distrutte settanta dà il caso, infatti, che il monte Fuji si trovi con il Fuji, si erano preparate al peggio:
abitazioni e tre templi. Da quella volta l’im- tra Osaka e tokyo, che insieme formano il erano stati predisposti i piani di evacuazio-
ponente cratere del Fuji non ha più dato più grande agglomerato urbano del mon- ne di più di un milione di persone e messi a
segni di vita. È un intervallo molto lungo, do, con38 milioni di abitanti. punto scenari che prevedevano la chiusura
che preoccupa sempre di più i geologi: “il Nell’articolo di Lidz, toshitsugu Fujii degli aeroporti, delle autostrade e dei col-
più delle volte le catastroi naturali colpi- sottolinea il fatto che l’eruzione del 1707 legamenti ferroviari. era stata presa in
scono quando perdiamo la memoria della avvenne a distanza di neanche due mesi da considerazione anche la possibilità di in-
minaccia che rappresentano”, questo mo- un forte terremoto con epicentro sulla co- terrompere per un lungo periodo la forni-

internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 35


Giappone
Una pausa nell’ascesa verso la vetta del Fuji
NOriKO HaYasHi (BLOOmBerG/GettY imaGes)

tura di acqua, energia elettrica e generi storia, arte e ilosoia legato a questo mon- que furono sempre monaci e sacerdoti a
alimentari. te”. Per Davidson il Fuji è il vero cuore del fare da guide e da accompagnatori ai pelle-
ma il vulcano ha continuato a dormire. Giappone. grini, e la scalata aveva un carattere stret-
in realtà nessuno è in grado di prevedere “Neve e fuoco, l’eterno scontro tra gli tamente religioso. ma con il passare del
quando erutterà. Forse la magia esercitata elementi della natura, la fonte di acqua vi- tempo le cose cambiarono.
dal Fuji nasce proprio da questo: dalla me- viicatrice e del sole”: così parlava del Fuji La trasformazione coincise con l’au-
scolanza di bellezza e terrore, maestosità e il poeta takahashi no mushimaro, uno de- mento dell’importanza di edo, la futura
imprevedibilità. gli autori che compaiono nel Man’yōshū tokyo. anche se ino al 1868 la capitale for-
mutevole e imperscrutabile, il Fuji su- (raccolta di diecimila foglie), la più antica male del Giappone rimase a Kyoto, nel
scita insieme paura e meraviglia. secondo antologia di poesia giapponese, risalente 1603 lo shōgun ieyasu tokugawa, di fatto il
Cathy N. Davidson della City university di all’ottavo secolo. takahashi vedeva nel Fu- sovrano del paese, aveva trasferito la resi-
New York, che ha insegnato per lunghi pe- ji un mistero impossibile da penetrare, un denza a edo e aveva imposto ai governato-
riodi in Giappone, questo dualismo è uno enigma inefabile, e non era il solo a veder- ri provinciali sotto la sua autorità di tra-
dei motivi per cui il vulcano produce un lo così. Nell’antichità il monte Fuji era con- scorrere almeno alcuni mesi dell’anno
efetto così forte sull’immaginario e sulla siderato sommamente sacro. Nessuno nella nuova sede dello shogunato, il gover-
sensibilità dei giapponesi. “in ogni cultura osava avvicinarcisi. in quanto divinità, in- no militare. Questo li costringeva a sposta-
un simbolo che abbia una funzione così si- cuteva paura e rispetto, perciò veniva ado- menti frequenti. si mettevano in viaggio
gniicativa e uniicatrice per la società è rato da lontano. con tutta la corte al seguito, percorrendo la
senza dubbio inestimabile. se in più questo tōkaidō o la Nakasendō, le due principali
simbolo è bello e spaventoso allo stesso Culti animistici arterie che collegavano edo a Kyoto. en-
tempo, allora il meno che si possa dire è Non si sa chi per primo abbia scalato la vet- trambe passavano nelle immediate vici-
che rappresenta concretamente il concetto ta. si sa, tuttavia, che questa pratica, in un nanze del Fuji, che di conseguenza perse
di yin e yang”, osserva la studiosa nel libro primo tempo ricollegabile ai culti animisti- una parte della sua aura distante e inacces-
36 views of Fuji, pubblicato nel 1993. e ag- ci, si difuse solo dopo l’introduzione del sibile. Le scalate alla cima avevano sempre
giunge: “Non conosco una sola persona buddismo in Giappone, tra il sesto e l’otta- un carattere religioso, ma a poco a poco
che possa scalare il Fuji così, alla leggera. vo secolo. si sa per certo, inoltre, che per un’immagine più ordinaria del monte sa-
si tratta infatti di un’esperienza profonda, vari secoli fu un privilegio riservato esclu- cro cominciò a farsi strada nella coscienza
anche se vissuta in mezzo a decine di mi- sivamente all’ordine sacerdotale. tra i lai- collettiva.
gliaia di altre persone. Camminando verso ci l’usanza di salire sul Fuji si difuse solo Nell’ottocento le xilograie di Katsushi-
la vetta si porta con sé tutto il bagaglio di tra il duecento e il cinquecento. e comun- ka Hokusai contribuirono a rendere famo-

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so il monte Fuji non solo in Giappone, ma sullo sfondo del Fuji comparivano ora i da della forma isica e dell’itinerario scelto
nel mondo intero. La xilograia era una tec- contadini intenti a lavorare nelle pianta- (ce ne sono quattro). Non servono né una
nica nata in Cina e usata, già molto prima gioni di tè e di riso, ora le signore con om- particolare preparazione atletica né un’at-
dell’invenzione della stampa a caratteri brelli e ventagli, ora le cortigiane, e inine i trezzatura speciica: il sentiero è ripido, ma
mobili, per produrre libri e altro. introdotta sakura, i iori di ciliegio, e le onde del mare. per lo più ben percorribile.
in Giappone dai monaci buddisti, in un pri- il monte Fuji smise così di essere solo una La sida, semmai, può essere rappre-
mo tempo fu impiegata per illustrare i testi divinità remota e inaccessibile. Hokusai lo sentata dal mal di montagna. superare un
del canone buddista. all’inizio del seicento fece scendere, almeno in parte, sulle pia- dislivello di 3.500 metri in poco più di dieci
ci fu tuttavia un lorido sviluppo della xilo- nure del quotidiano. Lo appese a metà ore provoca in molti casi vertigini e dii-
graia artistica. i maestri giapponesi modi- strada tra il cielo e la terra. coltà respiratorie. i più accorti si munisco-
icarono leggermente la tecnica importata no di bombolette d’ossigeno, in vendita
dalla Cina sostituendo, per esempio, gli in- Su quattro ruote dove si compra l’acqua minerale.
chiostri a base di olio con quelli a base di Oggi sul Fuji, che da meta di pellegrinag- il vero obiettivo della maggior parte de-
acqua, più tenui e trasparenti, che conferi- gio si è trasformato in una delle principali gli scalatori, però, non è conquistare la vet-
vano alle immagini stampate a colori una attrazioni turistiche del Giappone, salgono ta, ma trovarsi in cima quando sorge il sole.
maggiore inezza. i soggetti rappresentati, milioni di visitatori ogni anno. e ci salgono e non è tanto per il panorama, anche se pa-
però, non sempre erano rainati. re sia indimenticabile. È per il goraiko (let-
Nella seconda metà del seicento il Giap- Ogni estate circa teralmente: il primo albore del giorno) che
pone conobbe un periodo di rapida crescita per i giapponesi signiica l’appuntamento
economica, accompagnata da un vivace trecentomila persone con i kami, gli dei. se si vuole andargli in-
sviluppo della cultura urbana e del ceto decidono di fare contro bisogna passare la notte in una delle
borghese. La classe dei mercanti e degli ar- baite di montagna vicino all’ottava o alla
tigiani, che ino a quel momento occupava- la scalata nona stazione. Dormire è fuori discussio-
no le posizioni basse della scala sociale, ne. Nelle baite c’è un gran baccano, e ci si
acquisì importanza. aumentò sia il suo pre- su quattro ruote! Proprio così. a bordo di corica su delle specie di tavolacci di legno
stigio, sia il tenore di vita. Nelle città, e so- confortevoli pullman climatizzati, in due insieme ad altre persone.
prattutto a tokyo, cominciarono a spuntare ore e mezzo, a meno che non ci sia coda ma se si vuole raggiungere la vetta pri-
i quartieri dei teatri, delle sale da tè e dei (che in alta stagione c’è quasi sempre), si ma dell’alba, bisogna mettersi in cammino
bordelli, che ofrivano divertimenti nottur- arriva da tokyo alla stazione numero cin- già a mezzanotte. il percorso è non solo ot-
ni ai borghesi emancipati. Quelle zone ve- que, a metà del percorso verso la cima. È timamente segnalato, ma in pratica per
nivano chiamate ukiyo, che signiica “mon- quasi una piccola città. Ci sono enormi tutto il tempo anche ben illuminato: lungo
do luttuante”. un mondo eimero e sfug- parcheggi, ristoranti, alberghi, un uicio il sentiero avanza infatti un corteo compat-
gente, come lo erano i piaceri che vi si pote- postale, negozi e wii. È qui che la maggior to munito di pile elettriche. Qualche anno
vano gustare. parte dei turisti scatta alcuni selie da con- fa un reporter del quotidiano asahi shim-
Con il tempo si passò a usare lo stesso dividere su Facebook, compra un souvenir, bun riferiva preoccupato che poco prima
termine, ukiyoe (disegni del mondo flut- ordina una birra o un’acqua minerale (con che il sole sorgesse la folla accalcata intor-
tuante), per riferirsi alle immagi- l’immancabile immagine del Fu- no al cratere era talmente itta che sarebbe
ni xilograiche. e non senza ra- ji sull’etichetta) e come arriva, bastato che qualcuno inciampasse in mo-
gione, visto che gli artisti traeva- riparte. do maldestro per innescare una serie di
no ispirazione dalla quotidianità La strada che scende a ser- rovinosi incidenti.
di questo mondo eimero, ritra- pentina, percorsa lentamente dal
endolo con grande finezza e pullman, è comunque pittoresca. Natura divina
umorismo, e soprattutto senza quella devo- anche nelle località di villeggiatura circo- Per arrivare al santuario shintoista Kitagu-
zione religiosa a cui erano abituati i tradi- stanti non mancano le attrazioni. Per esem- chi Hongu Fuji sengen dalla cittadina di
zionali destinatari delle opere d’arte, ap- pio è possibile attraversare uno dei cinque Fujiyoshida, imbocco un largo viale co-
partenenti per lo più ai ceti elevati. laghi che si trovano ai piedi del Fuji con un steggiato da cedri, lungo il quale, su en-
si potrebbe arrivare a dire che tra il sei- battello a forma di cigno, oppure bagnarsi trambi i lati, si ergono dei lampioni in pie-
cento e il settecento le stampe ukiyoe di- in una sorgente naturale di acqua calda, o tra. un tempo vi si introducevano lucerne
ventarono a tutti gli effetti un prodotto giocare una partita di golf. Volendo si pos- o candele accese, oggi probabilmente so-
della cultura di massa. Potevano essere re- sono fare delle ottime mangiate: tra le spe- stituite da lampadine a risparmio energeti-
alizzate in grandi quantità, velocemente e cialità di Yamanashi spicca la versione lo- co, ma non posso veriicare, dato che arrivo
a basso costo, diventando così accessibili a cale dei popolari udon (grossi spaghetti in in una fresca mattinata d’inverno. i vivaci
molte persone. Fu proprio quello che fece brodo). inine si può fare un salto al luna raggi del sole, iltrati dai rami, si rilettono
Hokusai. La sua serie delle Trentasei vedute park Fuji-Q e concedersi un giro sulle im- sul suolo bagnato illuminando la fosca gal-
del monte Fuji, creata all’inizio dell’otto- ponenti montagne russe dalle quali con- leria formata da alberi secolari.
cento, era squisitamente rainata perché templare la montagna sacra a testa in giù. Procedo senza fretta verso un torii ros-
da un lato esprimeva la prodigiosa bellezza Ogni estate circa trecentomila persone so, il primo di una sequenza di tre portali
del monte tanto amato dai giapponesi, decidono di fare la scalata. il più delle volte che conducono a un tempio eretto nel 1615.
dall’altro, essendo destinata ai comuni partono dalla quinta stazione, che si trova La foresta in cui si trova il santuario Fuji
mortali e ispirata al loro vissuto, lo colloca- a 2.300 metri sul livello del mare. La salita sengen è più antica e fin dalla notte dei
va in mezzo a eventi della vita quotidiana. richiede dalle cinque alle otto ore, a secon- tempi è considerata un luogo sacro. una

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Giappone
volta entrata nel cortile mi avvicino al temi- la iglia maggiore, iwanaga. Ninigi riiutò un’anima gemella. Parlando a un certo
zuya, dove i devoti che varcano la soglia l’oferta. alla ine, anche se a malincuore, punto è saltato fuori che, pur vivendo da
del santuario si sciacquano le mani e la Ōhoyama cedette. sakuya e Ninigi si spo- cinque anni ai piedi della più celebre mon-
bocca. accanto c’è un gigantesco cedro sarono. senonché la sorella respinta, iwa- tagna giapponese, Jun non era ancora sali-
giapponese. intorno al tronco, del diame- naga, principessa delle rocce e delle pietre, to sulla cima, scoraggiato come me dall’af-
tro di oltre 25 metri, è legata una spessa presa da un accesso di rabbia e di rancore follamento. È stato proprio Jun ad accom-
corda di paglia di riso. È lo shimenawa, e la fece sì che la vita degli esseri umani diven- pagnarmi al Fuji sengen. Di fronte al cedro
sua presenza indica che questo albero è sa- tasse fragile e vanescente, come quella di millenario cinto dalla corda spessa, per la
cro. Poco più in là c’è un piccolo telaio con un iore di ciliegio che appassisce in pochi prima volta ho avuto il sentore che il Fuji
delle cordicelle alle quali i fedeli annodano giorni, invece che resistente alle avversità potesse essere qualcosa di più di una mera
gli omikuji, foglietti di carta con delle pre- attrazione da Disneyland o da gite in pull-
dizioni negative che lasciano qui come Alcuni anni fa, stanco man. Non sapevo ancora quasi niente dei
supplica, nella speranza di convincere le monaci, né dei pellegrini che scalavano la
divinità a ribaltare la cattiva sorte profetiz- del ritmo frenetico di vetta nei secoli passati. e tuttavia il profu-
zata dall’oracolo. Tokyo, si è ritirato mo del muschio e degli aghi di pino, umidi
Nell’antichità, i seguaci dello shintoi- e scaldati dal sole, evocava un che di pri-
smo non costruivano santuari, non ne sen- alle pendici del Fuji mordiale, di semplice e al tempo stesso
tivano il bisogno. Credevano che i kami elevato.
dimorassero nelle rocce, nei torrenti, sulle ed eterna, come quella delle rocce. intan- Dal cortile del santuario, tra i più belli
sommità dei monti. Gli elementi partico- to, poco dopo le nozze, sakuya rimase in- che mi è capitato di visitare in Giappone, la
larmente graditi agli dei, spesso dalle for- cinta, cosa che insospettì molto suo mari- vetta non si vedeva. in compenso si poteva
me bizzarre o situati in luoghi periferici, to. Ninigi cominciò a chiedersi se fosse scorgere un piccolo torii all’imbocco del
diventavano oggetto di venerazione e per davvero lui il padre del bambino, o se non sentiero. C’era qualcosa di seducente in
indicarlo venivano delimitati dai devoti fosse un altro kami. sakuya, irritata dai quella foresta scura. inoltre, ero afascina-
con una corda. Lo stesso valeva per i campi suoi sospetti, quando fu il momento di par- ta dalla stranissima storia della dea del
di riso, tradizionalmente considerati sacri. torire si murò in una piccola capanna di fuoco e dei iori.
si direbbe che questi frammenti di natura paglia e argilla e le diede fuoco. se il bam- al momento di salutarci, Jun mi ha rac-
circoscritti da una corda erano l’abbozzo bino che portava in grembo era frutto del comandato di tornare alla ine di agosto
dei futuri santuari. i primi santuari veri e seme di Ninigi, sarebbe uscito per il Fujiyoshida himatsuri. il
propri cominciarono a sorgere solo dopo incolume da quella prova del festival, che dura un paio di gior-
l’arrivo del buddismo, importato dalla Ci- fuoco. e così fu. Konohana no ni, è una festa in onore di Kono-
na tra il sesto e il settimo secolo. sakuya partorì tre igli: Hoderi, hana no sakuya e al tempo stesso
i kami erano presenti anche nelle forze Hosuseri e Hoori. chiude solennemente la stagio-
e nei fenomeni della natura. intorno al Da allora è diventata un mo- ne delle scalate. in quelle due
monte Fuji, e nelle aree adiacenti alle cen- dello da imitare, la personiicazione di vir- giornate, lungo il corso principale e nelle
tinaia di altri vulcani che costellano l’arci- tù come la fedeltà, l’inlessibilità e la forza vie più piccole della città, praticamente da-
pelago giapponese, venivano costruiti i d’animo. Konohana no sakuya è inoltre la vanti a tutte le case, gli abitanti di Fujiyo-
sengen, delle specie di santuari consacrati dea tutelare delle partorienti, si prende cu- shida accendono dei grossi falò. È una for-
alle divinità responsabili delle eruzioni. ra dei pescatori e degli agricoltori e proteg- ma di ringraziamento per l’annata fortuna-
Nel 699 alle pendici del Fuji, vicino alla ge le abitazioni dal fuoco. ta e una sorta di preghiera rivolta alle divi-
seconda stazione, fu costruito il Fuji Omu- nità del fuoco e del vulcano. Ho promesso
ro sengen, generalmente considerato il più Anima gemella a Jun che sarei tornata. ma tra me e me
antico. ma evidentemente le preghiere re- È stato Jun a raccontarmi questa leggenda pensavo che avrei preferito percorrere
citate lì non erano sempre eicaci, visto per la prima volta. Jun vive nella foresta, a l’antico cammino dei pellegrini quando i
che il santuario era regolarmente distrutto, due passi dal punto dove comincia il sen- falò si fossero ormai spenti e gli sciami di
ora dalla lava, ora dagli incendi. Più volte tiero Yoshida. Jun non è né monaco né turisti eclissati. in ottobre.
ricostruito, fu inine trasferito sulle rive del asceta (è il iglio di un prete irlandese e di
lago Kawaguchi, dove si trova tuttora. Lì, il una geisha, ma lasciamo questa storia per Donne emancipate
sengen fu però consacrato a una patrona un’altra volta). alcuni anni fa, stanco del ma com’è potuto succedere che una dea
diversa, Konohana no sakuya, la dea dei ritmo frenetico della vita a tokyo, ha mol- leggiadra, associata alla ioritura dei cilie-
iori. Oggi è lei che personiica il vulcano, lato tutto e si è ritirato in una casa di legno gi, diventasse protettrice di un monte che
ed è lei che viene adorata nella maggior alle pendici del Fuji. Di recente l’ha adatta- sputa fuoco e incute terrore? in realtà la
parte dei santuari ai piedi della montagna ta a rifugio airbnb richiamando turisti da trasformazione fu graduale e avvenne fra il
sacra. ogni parte del mondo, intenzionati, com’è trecento e il cinquecento, quando il culto
La principessa Konohana no saku- ovvio, a scalare la famosa vetta. del vulcano e l’usanza di recarsi in pellegri-
ya era la dea dei iori (hana in giapponese era pieno inverno. Non ne potevo più di naggio alla sua vetta si afermarono anche
signiica iore). secondo la leggenda fu da- stare a tokyo e avevo deciso di prendermi tra i laici. in quel periodo nacquero molte
ta in sposa al dio Ninigi. si conobbero in qualche giorno di riposo. Volevo guardare sette religiose legate al culto del Fuji ispira-
riva al mare, s’innamorarono e Ninigi chie- le stelle di notte, fare una passeggiata soli- te allo shintoismo e al buddismo, che in
se a Ōhoyama, dio della montagna, la ma- taria nel bosco, respirare il profumo degli Giappone si compenetrano da sempre.
no della iglia. ma lui gli propose di sposare aghi di pino. Ho trovato nel mio ospite Proprio qui, nella regione di Fujiyoshi-

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Il bar di un hotel sul Kawaguchiko, uno dei cinque laghi alle pendici del Fuji
NOriKO HaYasHi (BLOOmBerG/GettY imaGes)

da, nacque il movimento Fujiko, la cui po- cima continuò a essere una prerogativa de- piccola escursione, ho passato più di un’ora
polarità con il tempo si sarebbe difusa in gli uomini. e questo perché lo shintoismo in un negozio di sei piani nel centro di to-
tutto il paese. Nel 1732, mentre in Giappone concepisce la donna come una creatura im- kyo. Facendomi largo tra le interminabili
imperversava la carestia seguita a un’inva- pura. alle signore era consentito di salire ile di appendiabiti carichi di giacche, giub-
sione di cavallette, il carismatico asceta Ji- tutt’al più ino al tempio vicino alla seconda botti e scaldamuscoli, non riuscivo a scac-
kigyo miroku, guida spirituale del movi- stazione, dove andavano a pregare per ri- ciare la sensazione che su tutti quei tessuti
mento, decise di ofrire la sua vita in sacri- manere incinte e per propiziare un parto si fossero scervellati eserciti di specialisti
icio. raggiunse quindi un capanno vicino felice. Poi, dagli spazi celesti dovevano tor- della Nasa. Dall’epoca delle scalate in ki-
alla vetta del Fuji e cominciò un digiuno nare sulla terra. mono, ne abbiamo fatta di strada!
solitario. Finché non arrivò una straniera eman-
Gli altri seguaci del movimento, pur cipata, Fanny Parkes, moglie dell’amba- La giusta distanza
non ricorrendo a metodi così drastici, sciatore britannico Harry smith Parkes, i giapponesi dicono che il Fuji è capriccio-
guardavano le élite legate alla corte impe- che fece da apripista conquistando la vetta so, perché raramente si lascia vedere in
riale, e il clero che reputavano corrotto, con del Fuji nel 1869. Di lì a poco, le sue orme tutto il suo splendore. meno che mai da vi-
una buona dose di scetticismo. erano per furono seguite dalle giapponesi in kimono. cino. mi chiedo se in questo non si celi un
lo più persone poco istruite, provenienti da mi stropiccio gli occhi per lo stupore men- senso più profondo. Non puoi conoscere la
famiglie povere. Coltivavano la terra, che tre guardo le foto custodite nel museo di montagna se sei sulla sua cima, dicono i
in questa regione, ai piedi del vulcano, era Fujiyoshida, ospitato nell’edificio che in maestri zen. insegnano che la distanza è
particolarmente ingrata e diicile da lavo- passato era uno dei dormitori per i pellegri- condizione necessaria della conoscenza:
rare, proclamando, tra le altre cose, la ne- ni gestiti dai monaci della scuola shugendō. bisogna liberarsi dai desideri e dalle illu-
cessità di una vita semplice e genuina, in Oltre alle vecchie fotograie, il museo espo- sioni, in altre parole da tutto ciò che distor-
armonia con i ritmi della natura. ne le vesti bianche e i cappelli di paglia che ce la nostra percezione della realtà. se si
mi chiedo se il bisogno di avere una dea indossavano i viandanti di un tempo; ci so- vuole raggiungere il tanto desiderato sato-
protettrice più dolce non fosse dettato da no anche sandali di paglia di riso e bastoni ri, cioè cogliere pienamente l’essenza delle
una sorta di nostalgia. O forse dalla pro- da cammino, e una minuscola valigia di vi- cose, bisogna abbandonare tutti i pregiudi-
pensione, così tipicamente giapponese, a mini. Nell’era del goretex e del gps, non è zi, condizionamenti e iltri.
conciliare gli opposti? facile immaginare un’arrampicata di più La pura e totale conoscenza si consegue
ma paradossalmente, anche dopo che giorni con una valigetta del genere. attraverso il mu, il nulla, il vuoto. e per rag-
una divinità femminile diventò la personi- Qualche settimana fa cercando di com- giungere uno stato di vuoto ci vogliono
icazione della montagna, l’ascensione alla pletare l’equipaggiamento per la nostra lunghe ore di esercizio e di meditazione,

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Giappone
che aiutano a ripulire la mente e le emozio- una mattinata a 2.300 metri senza duemila felice. “e domani per fortuna pioverà!”,
ni da tutte le distrazioni. Questa è la via turisti intorno. mi allettava anche l’idea di penso sollevata. Non devo mettere la sve-
dello zen. e la via per la vetta del Fuji? una camminata lungo il sentiero battuto glia alle quattro del mattino. mi addor-
i buddisti paragonano il cratere del vul- per molti secoli da devoti pellegrini e da mento subito.
cano, circondato da otto creste, al sacro emancipate signore in kimono. Forse un e invece mi sveglio poco prima dell’al-
iore di loto. Gli otto petali del ior di loto po’ controcorrente, dunque, ma ci siamo ba. un ilo di luce rosata, diafana, appena
simboleggiano il nobile ottuplice sentiero, avviati. abbozzata su un cielo blu notte, basta a far-
ovvero gli otto elementi della via che porta Nelle limpide giornate invernali e pri- mi balzare su dal futon. No che non piove!
alla liberazione dalle sofferenze, come maverili, quando l’aria è tersa, dagli alti a quanto pare il Fuji, lunatico e volubile
quella raggiunta da Budda. Questi elemen- ediici di tokyo, che dista un centinaio di com’è, ha pensato bene di farci una sorpre-
ti, nell’ordine in cui andrebbero messi in chilometri, si vede la vetta innevata del Fu- sa, mentre le previsioni meteo non valeva-
pratica, sono: retta comprensione, retta ji. Bianca, quasi argentea, lontana eppure no un ico secco. Faccio alzare di corsa i
intenzione, retta parola, retta azione, retti nitida, quasi tangibile, è di una bellezza miei compagni di avventura, ci vestiamo in
mezzi di sussistenza, retto sforzo, retta davvero sublime, da sembrare irreale. so- un lampo e ci precipitiamo fuori. tempo
consapevolezza, retta concentrazione. prattutto se si ha la fortuna di ammirarla pochi minuti e fa quasi giorno, anche se le
Non sono in grado di coglierne appieno il pallide stelle e la luna si distinguono anco-
signiicato, ma mi è stato detto più volte di Si dice che la stazione ra nel cielo. Dal punto in cui ci troviamo
non cercare di aferrarlo attraverso l’intel- non si vede sorgere il sole, però i suoi raggi
letto. Pare che il risveglio si possa raggiun- numero cinque, a si riflettono sulle nuvole. tutt’intorno,
gere solo come si raggiunge la cima di una metà percorso, si trovi l’oro e le sfumature ocra d’inizio autunno.
montagna, vale a dire compiendo una lun- La nebbia si dilegua.
ga e faticosa scalata. tra il cielo e la terra ieri sera, arrivando con il buio, non sia-
rimugino su tutto questo durante la mo riusciti a vedere quasi niente, e ora è
nostra scarpinata in una piovosa giornata sullo sfondo dei fiori di ciliegio appena come se d’un tratto si fosse alzato un sipa-
di ottobre. Partiti per salire sul Fuji, ci sia- sbocciati, o dei campi di riso che comincia- rio: ai nostri occhi si svela uno spazio im-
mo trovati a camminare in una foresta cu- no a verdeggiare. È la quintessenza della menso. e la luce. sotto di noi è tutto uno
pa, ammantata da una itta nebbia, che la- delicatezza e dell’eleganza. eppure anche spumeggiare di nuvole bianco latte. sopra,
scia ben poca speranza di poterci godere in quegli istanti, da qualche parte in fondo i raggi del sole si mescolano con le gocce di
delle belle vedute. ma che ci vuoi fare. se- alla mente c’è la consapevolezza che da un pioggia notturna rimaste sospese nell’aria.
condo la ilosoia zen, importano di più la momento all’altro il terribile vulcano po- La luce è difusa, piena di rilessi, ma di
strada e lo sforzo per percorrerla che il rag- trebbe risvegliarsi. e che il Fuji è capace di tanto in tanto un soio di vento più forte
giungimento della meta. sputare fuoco e fiamme e disseminare rende l’aria perfettamente trasparente.
Dobbiamo arrivare alla baita poco so- morte, distruggendo tutto quanto si trovi a Non è forse questo il satori?
pra la quinta stazione, una delle ultime an- portata della sua lava spietata e delle sue si dice che la stazione numero cinque, a
cora aperte in questo periodo dell’anno. ceneri ardenti. metà percorso verso la vetta, si trovi sul
Quando ho chiamato per prenotare, il pro- conine tra il cielo e la terra. i pellegrini
prietario, sato-san, mi ha detto che, volen- L’illuminazione l’hanno sempre considerata come un luo-
do, avremmo potuto proseguire la cammi- È già buio quando raggiungiamo la nostra go in cui si lascia il mondo del profano e ci
nata ancora per un breve tratto dopo la se- sato-goya, la baita di montagna, e infatti ci si addentra in quello del sacro. sotto di noi:
sta stazione, ma che salire ulteriormente abbiamo messo un po’ a trovarla. siamo ba- una distesa di nuvole. sopra: la luce. Cerco
sarebbe stato fuori questione. “È tutto gnati fradici, e in più mi gira la di igurarmi nella mente il crate-
chiuso”. a dire il vero faccio fatica a imma- testa. No, non ho comprato l’ossi- re nero che se ne sta lassù, in ci-
ginare un possente vulcano che chiude i geno. “Grazie al cielo non dob- ma, imperscrutabile e impreve-
battenti. biamo arrivare in cima!”, mi con- dibile.
solo. sono stanca e per ora ne ho arriviamo alla sesta stazione
Passeggiata controcorrente abbastanza di questa gita. ma per in meno di un’ora. La vetta, che
alla notizia che ci apprestavamo a scalare fortuna nella baita, accanto alla stufa a le- in questo periodo dell’anno al sole assume
la vetta in ottobre, i miei amici di tokyo si gna in ghisa che probabilmente ricorda an- una sfumatura rossobruna, si staglia nitida
erano a dir poco allarmati. “ma davvero? cora l’epoca delle scalatrici in kimono, ci si contro il cielo. il Fuji sembra vicino, così
ti rendi conto che è pericoloso?”. Ormai ci può scaldare. L’oste ci accoglie con il fuoco vicino da poterlo toccare. ma è un’illusio-
ho fatto l’abitudine: noi gaijin, stranieri, acceso e una squisita zuppa di funghi. ne. in realtà dista da noi diverse ore di
con le nostre strampalate idee gettiamo i Non ci sono molti altri ospiti, perciò cammino. all’improvviso mi dispiace di
giapponesi nello sgomento. ma chissà. non siamo costretti a dormire in camerata non poter continuare la passeggiata. Non
Forse c’è qualcosa che mi sfugge. “Farà su una tavolaccia comune. Ci viene asse- ci siamo portati nemmeno l’acqua...
molto freddo”. avevo cominciato a setac- gnata una “quattro tatami”, una microsco- un vecchio proverbio giapponese dice
ciare le previsioni del tempo su internet. pica stanzetta tutta per noi, che ha addirit- che chi scala il monte Fuji una volta nella
Gli scenari più pessimistici prevedevano tura una inestra. C’è giusto lo spazio per vita è una persona saggia, chi lo scala due
una temperatura intorno allo zero. Poteva- sistemare stretti uno accanto all’altro i no- volte è un pazzo.
mo farcela, no? stri tre futon (materassi che si stendono e va bene, sarò anche pazza, ma mi sa
in realtà non m’interessava conquistare direttamente per terra, sul tatami). in que- che tornerò. Per gettare uno sguardo den-
la vetta. mi attirava invece la prospettiva di sto momento non mi serve altro per essere tro il cratere. u mb

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Zimbabwe
La ioritura delle jacarande di Milton avenue, ad Harare, Zimbabwe
Jez Bennett (AlAmy)

Storia di una ja
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Percy Zvomuya,
Mail & Guardian,
Sudafrica

la vita e la morte degli


alberi della capitale dello
zimbabwe sono legate
alle vicissitudini di alcuni
gruppi di abitanti della
città. Il caso di una
jacaranda in un viale
di Harare

ttobre è il mese più duro e

O più caldo nello zimbabwe,


quello in cui, secondo cre-
denze che risalgono
all’epoca coloniale, si regi-
stra il numero più alto di
suicidi. ma è anche il mese in cui le jacaran-
de che costeggiano entrambi i lati di Josiah
Chinamano avenue e molte altre strade
della capitale Harare ioriscono di un viola
brillante. Con il loro velo maestoso perva-
dono l’aria nelle vicinanze, e regalano al
terreno sottostante un tappeto violetto.
ma c’è un albero che quest’anno non ha
partecipato al tripudio di colori. All’angolo
tra Josiah Chinamano avenue e Sam nujo-
ma street c’è una pianta triste, senza foglie
e senza chioma viola. la base è infangata e
tinta di un colore urico e cinereo. È solo
questione di tempo prima che gli addetti del
comune si accorgano di un fatto che le per-
sone che vivono, lavorano e camminano su
questa strada sanno ormai da tempo:
quell’albero è morto e, come disse Gesù
Cristo ai fedeli riguardo agli alberi che non
danno buoni frutti, dovrebbe essere taglia-
to e buttato nel fuoco.
la lenta morte della pianta è cominciata
senza troppo clamore nel 2015, quando
gruppi rivali di guidatori di taxi collettivi
con i loro procacciatori di clienti si sono
spostati all’angolo tra Josiah Chinamano
avenue e Sam nujoma street, in un quartie-
re ombreggiato a poca distanza dal centro
di Harare. In mancanza di bagni pubblici,
hanno cominciato a fare pipì contro
quest’albero. Forse all’inizio l’azoto dell’uri-

acaranda
na ha fatto bene all’albero, che avrà attirato
a sé gli sguardi invidiosi di sorelle, fratelli,
amanti e amici. ma a un certo punto l’urina
ha cominciato a soprafare la jacaranda.
Un giorno che passavo di lì ho sentito un
tassista dire a un collega: “Hai pisciato tal-

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Zimbabwe
Una strada del centro di Harare, Zimbabwe
HemIS/AlAmy

mente tanto contro questa pianta che non simmetrie della storia, è anche la strada do- ma ancora si chiamava Cape avenue. nel
sarei sorpreso se fosse rimasta incinta di ve questa specie di albero è stata lentamen- 1958 un commentatore del Rhodesian He-
tuo iglio”. la parola kutunda, “urinare” in te avvelenata dal piscio della classe operaia rald scrisse: “la posizione del primo albero
lingua shona, signiica anche “eiaculare”. (nella mia immaginazione sento già scan- di jacaranda introdotto a Salisbury, e
dire lo slogan rivoluzionario “viva, viva la nell’intera Rhodesia meridionale, è stata
La prima pianta pipì del popolo!”). stabilita al di là di ogni ragionevole dubbio
I viali Josiah Chinamano, Herbert Chitepo, Josiah Chinamano avenue è una strada da un nostro lettore. ‘Si trova’, sostiene il
Fife, Baines e Josiah tongorara sono ian- che ha cambiato spesso nome. Quello at- lettore, ‘nel giardino anteriore di una pic-
cheggiati da palazzi in stile georgiano, colo- tuale è il terzo. Chinamano era un naziona- cola casa vecchio stile all’angolo sudest di
niale olandese, modernista e vittoriano. lista dell’Unione popolare africana dello montagu avenue, dove incrocia Blakiston
Alcuni ospitano appartamenti, altri sono zimbabwe (zapu), il partito guidato da Jo- street’. Questa proprietà è ancora della Bri-
stati riconvertiti in uici, negozi e ospedali shua nkomo, uno dei leader della guerri- tish South Africa company e ino a poco fa
privati. Questo quartiere di Harare, chia- glia contro il governo del bianco Ian Smith. era il numero 13 di montagu avenue. ‘l’ul-
mato Avenues (i viali), collega il frenetico Prima dell’indipendenza la strada era inti- tima testimonianza di prima mano’, riferi-
centro economico e commerciale della cit- tolata a sir ernest montagu, amministrato- sce il nostro lettore, ‘arriva dalla signora
tà, nero e afollato, e gli attraenti quartieri re della British South Africa company. Pri- Swire-thompson, che per molti anni ha
verdeggianti del nord e nordest. mount vissuto in montagu avenue, quasi di fronte
Pleasant, emerald Hill, Avondale, milton al numero 13, e da lady Flynn, che ricorda
Park, Helensvale, Borrowdale, Borrowdale chiaramente il giorno in cui l’albero fu
Brooke, mandara e Greendale sono sempre piantato verso la ine del 1899 o l’inizio del
stati i quartieri più ambiti dai cittadini delle 1900. la signora Swire-thompson è piut-
classi media, medioalta e alta, che tradizio- tosto convinta che l’albero fosse già di
nalmente erano composte dai bianchi, an- un’altezza notevole nel 1899 e che fosse
che se dai tempi dell’indipendenza nel 1980 iorito nel 1908”.
si sono gradualmente tinte di nero. nel 1987, nel posto dov’era stato pianta-
A Josiah Chinamano avenue si dice sia to originariamente l’albero, fu costruito un
stata piantata la prima jacaranda di Harare ediicio chiamato Jacaranda mews. la pri-
(in passato Salisbury) dalle autorità colonia- ma jacaranda di Harare morì nel 1998 e,
li della Rhodesia meridionale, il vecchio vicino a dove cadde, c’è una targa con inci-
nome dello zimbabwe. In una delle rare so: “Questa è considerata la prima jacaran-

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Harare, 2014
CHRIStoPHeR SCott (AlAmy)

da piantata a Salisbury o in Rhodesia meri- tà diventarono problemi reali, anche tra la nella terra selvaggia cliché nella valigia /
dionale – 1900 circa”. popolazione d’origine europea. Il governo talismani che adoravano come scudi con-
la Jacaranda mimosifolia, un albero ori- coloniale e la giunta comunale, per preve- tro la pazzia velenosa / In agguato nel buio
ginario del Sudamerica centromeridionale, nire nuove soferenze, decisero di trovare aggressivi paesaggi di estraneità”. Ciò che i
cominciò a essere introdotta in città sotto la lavoro ai poveri. “l’occupazione che pre- turisti stavano cercando era “il riconosci-
direzione di Hernon Brown, curatore dei vedeva il minimo impiego di utensili era mento di questa mia cara terra” ma non
giardini di Salisbury, durante la depressio- piantare alberi e Hernon Brown aveva una trovando “colline familiari” e non sentendo
ne economica degli anni 1902 e 1903. A grande quantità di giovani piante da posa- “canzoni familiari”, decisero di “circondar-
quell’epoca sembrava fosse stato scoperto re nel terreno”. si di jacarande e pini”.
l’oro vicino all’attuale villaggio agricolo di la morte a cui abbiamo assistito in Jo-
Banket. “nacquero dei comitati per inan- Profezie in versi siah Chinamano avenue richiama il verso
ziare l’impresa e a Salisbury si parlava solo All’arrivo delle piogge del 1902, i bianchi inale della poesia di muchemwa: “Questa
del boom dell’oro. Chi aveva dei risparmi li cominciarono a piantare alberi: jacarande terra, questa; gli spiriti che vi abitano / non
ritirava dalla banca, mentre le casalinghe in Cape avenue, alberi di fuoco originari del cederanno a una noncurante intimidazione
usavano i soldi per le spese di casa per com- madagascar su Blakiston street, lillà e cedri / né riveleranno i suoi ricchi tristi segreti /
prare azioni dell’impresa di Banket, che rossi provenienti dall’Asia su Fife avenue. È A simboli poco convinti di trasparente amo-
cominciarono a salire vertiginosamente. ironico che, più di un secolo dopo, un altro re”. Penso spesso ai fantasmi e agli spiriti
nessuno si preoccupò di indagare meglio, gruppo di poveri, che sofre per le politiche degli alberi locali scomparsi. Forse i vecchi
alcuni andarono a prelevare dei campioni adottate da un regime inetto guidato per alberi di musasa, munhondo e muzeze che
di terreno ed erano certi che sarebbero riu- anni dal dittatore (ormai deposto) Robert erano lì prima di cedere il passo agli invaso-
sciti a trovare un acquirente per la conces- mugabe, si sia inventato un lavoro lungo la ri ora si scambiano sorrisetti e sguardi mali-
sione mineraria anche se nella terra c’erano stessa strada. Allo stesso tempo, per uno gni davanti alla jacaranda morta.
tracce minime di oro”, scrisse G.H. tanser strano contrappasso, questi uomini stanno nelle elezioni del 2013, cercando di con-
in A sequence of time, un libro del 1974 che distruggendo l’eredità degli europei poveri quistare il voto dei giovani, Robert mugabe,
ripercorre i primi anni dalla fondazione di che li hanno preceduti. che all’epoca aveva 89 anni, promise di cre-
Salisbury. Forse stiamo per assistere a una specie are più di due milioni di posti di lavoro.
Dopo che il boom dell’oro si dimostrò di decolonizzazione della lora zimbabwe- Considerato lo stato in cui versava l’econo-
un falso, e la gente fece i conti con la bato- ana, come quella che il poeta locale Kizito mia e quanto si fosse contratta nei due de-
sta, sul paese calò un’atmosfera cupa. la muchemwa suggerisce nella poesia Turisti, cenni precedenti, lasciando dietro di sé un
situazione era così grave che fame e pover- quando scrive di coloro che “arrivarono paesaggio di fabbriche zombi, l’idea poteva

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Zimbabwe
apparire audace o folle. ma la promessa po- sue spalle e le conseguenze saranno la mor- Alcuni mesi fa ho viaggiato con un auti-
teva anche avere un senso perché, a secon- te o lesioni gravi. Ho sentito parlare di ra- sta di taxi collettivo che mi ha raccontato
da di chi interrogavi, il tasso di disoccupa- gazzi che sono caduti e morti, ma non ho una giornata tipica. Quando bisogna con-
zione dello zimbabwe era sbalorditiva- potuto confermare le informazioni. vincere le persone a salire sul taxi, la cosa
mente alto o incredibilmente basso. Se- Quando il taxi arriva nell’afollato cen- più diicile è trovare il primo e l’ultimo pas-
condo alcune stime superava l’80 per cen- tro della città – dove, come diciamo in sho- seggero. In famiglia o nelle nostre vite quo-
to, mentre l’istituto di statistica zimbabwe- na, “non riesci a chiamare qualcuno e a tidiane, la prima e l’ultima persona occupa-
ano lo dava vicino al 10 per cento. In base farti sentire” – fanno scendere velocemente no un innegabile posto d’onore. Quale che
alla deinizione orwelliana dell’istituto una i passeggeri. ma, invece di parcheggiare sia il privilegio di essere il primogenito di
persona che aveva lavorato in una fabbrica nelle apposite corsie ad aspettare i clienti, una famiglia, quando riferito a un taxi col-
e poi era stata licenziata era uicialmente cominciano a guidare su e giù per strade co- lettivo, diventa leggermente problematico:
ancora classiicata come impiegata. Quan- me Julius nyerere avenue per arraffare nessuno vuole essere il primo a salire su un
do la promessa di mugabe non si è concre- qualche cliente mentre cercano di evitare la taxi vuoto o a sedersi nella ila posteriore.
tizzata e il paese è scivolato in un abisso polizia municipale e quella stradale. Per aggirare l’ostacolo vengono prese delle
senza fondo, ho visto sempre più giovani È a questo punto che questi giovani di- persone che siedono nel taxi e fanno inta di
spostarsi all’angolo tra Josiah Chinamano mostrano tutta la loro intraprendenza. So- essere viaggiatori, un impiego conosciuto
avenue e Sam nujoma street ad aspettare i no inventori (di nuovi pericolosi modi di come kujegera. Appena il taxi si riempie di
taxi provenienti da vicini centri abitati co- veri viaggiatori, le esche scendono.
me mazowe, Concession e Bindura. Nessuno vuole essere Poi arriva il momento in cui il taxi ha bi-
Sam nujoma street è molto ampia e col- sogno di caricare un ultimo passeggero, che
lega i diicili quartieri meridionali di Hara- il primo a salire su un può essere fatidico. mentre l’autista aspet-
re vicino alla stazione ferroviaria alla peri- taxi vuoto o a sedersi ta, dando dei colpi di acceleratore per far
feria nord e, più a nord ancora, con mazo- credere che sta partendo e il procacciatore
we, la terra degli agrumi. Un procacciatore nella ila posteriore urla ai passanti “hwani asara weku Bindu-
e un autista di taxi mi hanno raccontato che ra” (solo un passeggero per Bindura e si par-
molti di loro lavoravano in uici e fabbriche, afrontare la strada, per esempio facendo te), la sfortuna colpisce, e arriva un poliziot-
o si erano trasferiti a Harare dalle campa- inversione a U davanti al traico in arrivo), to in borghese. Fingendosi un cliente, dice
gne per guadagnarsi da vivere. In città, si delinquenti (visto che guidano veicoli di all’autista: “Sei in arresto per aver caricato
dice, se hai un piano almeno puoi campare. dubbia conformità a quanto stabilito dal passeggeri in un’area non designata”.
Alla ine questi ragazzi – laureati, contadini, codice stradale), legislatori (dato che si so- la diatriba di solito inisce con una mul-
lavoratori specializzati e non, e altre eti- no unilateralmente presi il diritto di sceglie- ta o una tangente. ma, comunque sia anda-
chette aibbiategli dal capitale – sono la re- re dove parcheggiare e caricare) e personi- ta, l’autista e il procacciatore saranno presto
alizzazione della promessa di mugabe. Un icazioni dello zeitgeist cittadino. Quale che di nuovo in Josiah Chinamano avenue a be-
parlamentare dello zanu-Pf, il partito di go- sia la nuova tendenza, il nuovo re birra Chibuku Super (di sicuro
verno, ha chiarito che quando il presidente gergo o i nuovi modi di vivere la non il whisky two Keys) e a la-
diceva che sarebbero stati creati due milio- città, questi ragazzi sono sempre mentarsi della polizia corrotta e
ni di posti di lavoro, non intendeva esclusi- i primi a saperlo. I minibus sono dei pericoli di vivere nello zim-
vamente i lavori regolari. decorati con scritte che riprendo- babwe mentre aspettano di cat-
no gli slogan o i fenomeni di co- turare il prossimo taxi.
I giovani dimenticati stume che vanno di moda tra gli abitanti di Quando il procacciatore deve urinare,
I procacciatori di taxi abusivi, anche se si Harare. Ci sono scritte come “Stamford va a farlo contro l’albero di jacaranda mor-
stanno fumando una canna, stanno beven- bridge”, “zlatan” o “Iwobi” a testimoniare to. ma la pianta e i suoi dintorni sono diven-
do la birra tipica Chibuku Super (anche se la popolarità del calcio inglese, o come “Ar- tati quasi inavvicinabili per via dell’odore e
preferiscono il whisky two Keys), stanno riveranno giorni migliori”, un richiamo alla i procacciatori si sono spostati due alberi
mangiando pap and meat (porridge con rovinosa politica di mugabe e all’ottimismo più in là.
carne) o stanno cercando di rimorchiare che voleva proiettare in un paese instabile. Se il destino economico dello zimba-
una prostituta, quando vedono arrivare un I loro impianti stereo sono i maggiori bwe cambierà rotta dopo l’epoca di muga-
taxi da nord mollano tutto e si buttano nel diffusori di brani del genere reggae e be, un modo per misurare il successo del
traico per bloccarlo. Il taxi si ferma, l’au- dancehall in lingua shona, meglio cono- nuovo governo sarà vedere quanti giovani
tista scende dal veicolo e uno dei procac- sciuto come zim dancehall. Per strada li si di questa generazione perduta riuscirà a to-
ciatori sale al posto di guida mentre due sente così tanto che l’unica è farselo piace- gliere dalle strade e a impiegare nella pub-
suoi compagni entrano nel taxi (se trovano re. la velocità con cui riescono a riempire blica amministrazione, nelle miniere, nelle
spazio) o si appendono precariamente al un taxi dipende dalla giornata, dall’ora, fattorie e nelle fabbriche. l’inversione di
retro del veicolo con una mossa azzardata dalla settimana o dal mese, e ci possono marcia sarà un bene non solo per i giovani,
che gli ha fatto guadagnare il soprannome mettere da meno di mezz’ora a diverse ore. ma anche per le jacarande di Josiah China-
di Spiderman. I giorni in cui le persone prendono lo sti- mano avenue. u pm
Se ci fosse una metafora in grado di pendio (dal 25 del mese ai primi giorni di
esprimere il disprezzo dello zimbabwe per quello successivo) sono il periodo più red- L’AUTORE
i suoi giovani, sarebbe proprio questa. Se il ditizio. I procacciatori, per i loro servizi, Percy Zvomuya è un giornalista e scrittore
ragazzo scivola e cade dal veicolo, sarà cer- guadagnano tre dollari. In una buona gior- zimbabweano. Collabora regolarmente con
tamente investito dalle auto in arrivo alle nata possono guadagnarne anche venti. il settimanale sudafricano mail & Guardian.

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Haiti

Le lettere di cemento
che formano la parola
Dondon sulle colline
intorno alla città

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Haiti

Lo spirito
delle grotte
Natalie Holly, Harper’s, Stati Uniti
Foto di Georges Harry Rouzier per Internazionale
Una giornata alle grotte di Dondon, nel nord
di Haiti. Un luogo pieno di storia e misterioso
da trattare con rispetto, per rilettere
sull’identità degli haitiani e di chi è emigrato

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Haiti
TUTTE LE foTo GEorGES HArry roUzIEr pEr INTErNAzIoNALE

a vecchia cattedrale di No- cocco, alcune donne dalla pelle scura con i cioè dall’altro lato dell’acqua, il nostro cre-

L tre-Dame proiettava una


lunga ombra sulla piazza di
Cap-Haïtien. Mia sorella
Maryse e io eravamo sedute
in un cafè afollato a sorseg-
giare un denso frullato di papaya con il lat-
te condensato. Appena fuori, vicino al car-
tello ouvert (aperto) appeso alla inestra,
due ragazzini con delle magliette di marca
fianchi larghi e la vita stretta servivano
aringa afumicata, farina di mais e sòs pwa,
una salsa di fagioli rossi, ai clienti venuti
per la colazione: un gruppo di uomini con il
naso schiacciato contro il telefono oppure
rivolto in alto, verso i video musicali e la
partita di calcio trasmessi in televisione.
“Quanto dobbiamo aspettare ancora?”,
ho chiesto a Maryse a voce bassa, per non
olo è storpiato dall’accento straniero e par-
lato in staccato, come se cercassimo parole
sepolte sotto il nostro essere statunitensi.

In missione
Lavoravamo entrambe a Cap-Haïtien per
un progetto inanziato dall’Agenzia per lo
sviluppo internazionale degli Stati Uniti
(Usaid). Il mio lavoro riguardava soprattut-
statunitense a brandelli tenevano la porta attirare l’attenzione. Ci eravamo ormai to la costruzione d’infrastrutture nell’am-
aperta per i clienti. Tendendo le loro mani abituate agli sguardi e ai commenti volgari bito di un programma di edilizia residen-
scure, con i palmi rivolti verso il sole, spe- degli uomini, ma c’infastidivano. In quan- ziale per contribuire a decentralizzare le
ravano di ottenere qualche moneta. to diaspora, haitiane nate all’estero da ge- città di Haiti. Maryse si occupava di proget-
Mentre aspettavamo che arrivasse il nitori haitiani, che vivevano lot-bo-dlo, ti che avevano l’obiettivo di aumentare il
resto del nostro gruppo, io tamburellavo le reddito degli agricoltori nelle aree rurali.
dita sul bicchiere guardando il mio Black- REPUBBLICA Eravamo, come dicono gli espatriati fran-
berry. Due televisori quadrati montati su DOMINICANA cesi, en mission, il che suona molto più av-
una parete trasmettevano una partita di Cap-Haïtien venturoso di quanto sia in realtà per molte
calcio tra Cile e Uruguay e un video di mu- persone. Anche se siamo di origine haitiana
Dondon
sica konpa, in cui uomini haitiani in cami- abbiamo finito per capire che, in quanto
cie aderenti e sbottonatissime canticchia- Oceano giovani professioniste che vivono nella co-
vano davanti ad alcune ingenue ragazze
Atlantico HAITI siddetta terra delle opportunità (ovvero gli
vestite in maniera provocante. Stati Uniti), nella percezione comune le no-
Il condizionatore mi soiava una brez- Port-au-Prince stre vite sono state per lo più prive di sofe-
za tagliente sul collo, ancora sudato dopo renze. Almeno così la pensano quelli che
la breve passeggiata dall’ampio monoloca- dovrebbero essere i beneiciari dei nostri
le che avevo aittato sopra un negozio di progetti.
Mar dei Caraibi
ferramenta. Dietro al bancone di vetro su 50 km
Anche se la nostra identità nera ha in
cui campeggiavano arachidi e croccante al parte plasmato il modo in cui siamo cre-

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sciute negli Stati Uniti, ad Haiti, un paese cresciuto a Brooklyn, robusto e socievole, Le foto di queste pagine sono state
prevalentemente nero, i nostri passaporti, che preparava la sua tesi; e il cugino più scattate tra giugno e luglio del 2018.
la nostra istruzione, i nostri valori e i nostri giovane di Josue, patrick, silenzioso e atle- Sopra: la vista su Dondon. Accanto: la
sogni stranieri sono privilegi che determi- tico, che avrebbe percorso colline e ruscel- Voûte à Minguet. La grotta porta il
nano la nostra personalità e ci separano da- li agilmente, mentre noi rimanevamo in- nome del ilibustiere André Minguet.
gli altri. Ad Haiti eravamo parte di un mon- dietro e faticavamo a tenere il passo. Sembra sia stata anche il rifugio di
do, quello degli aiuti umanitari stranieri, Le uniche caverne che avevo visto era- Vincent Ogé, a capo della prima
mosso da relazioni vuote e vantaggi imme- no quelle dei ilm o dei libri per bambini, in rivolta dei mulatti nel 1790.
ritati, e che vendeva rimedi supericiali, in cui un impavido eroe o un’impavida eroina
troppo cari, per alleviare i mali del mondo erano introdotti a riti magici illuminati da questi territori prima dell’arrivo degli eu-
senza neppure fornire una cura vera e pro- un fuoco di mezzanotte. Anche se avevo ropei e degli schiavi africani nel quattro-
pria. Eravamo delle blan, bianche. sentito parlare delle grotte nel sud di Haiti, cento e all’inizio del cinquecento. Durante
“Eccoli”, ha esclamato Mary- da dove proviene la famiglia di la colonizzazione francese, gli schiavi afri-
se, alzandosi per mettersi lo zai- mia madre, ho imparato in segui- cani che fuggivano, noti come cimarroni,
no sulle spalle. Io ho pagato, la- to che buona parte dei paesaggi usavano le caverne per nascondersi, per le
sciando qualche gourde stropic- di Haiti sono terreni carsici che cerimonie vudù e per altri riti ancestrali
ciata sul tavolo, ho preso lo zaino contengono rocce calcaree irre- africani. Da allora le grotte hanno conti-
e ho stretto la cintura dei jeans. golari, modellate dall’erosione. nuato a essere usate come rifugi tempora-
Avendo vissuto a Cap-Haïtien più a lungo Il risultato è che tutto il paese è dissemina- nei dalle persone a cui gli uragani avevano
di me, Maryse aveva organizzato spesso to di corsi d’acqua, gole e grotte sotterra- spazzato via la casa.
escursioni come quella che ci aspettava nee. Molte caverne hanno acquisito un Molte di queste caverne calcaree a più
quel giorno, in una grotta di Dondon, una certa notorietà negli ultimi tempi, da quan- livelli possono ospitare centinaia di perso-
cittadina alla periferia di Cap-Haïtien, o do il governo haitiano ha avviato un’ag- ne. Alcune sono accessibili solo a guide
okap, come gli haitiani chiamano afet- gressiva campagna per attirare i turisti turistiche selezionate dal ministero del tu-
tuosamente la seconda città del paese. stranieri. rismo. Altre sono circondate dall’acqua, e
Gli altri ci aspettavano fuori. Tra loro al loro interno risuona potente il rumore
c’era James, un haitiano di un’etnia indei- Rifugi sicuri dell’oceano che si abbatte sulle spiagge di
nibile di lontane origini spagnole, con i ca- Le grotte sono un elemento importante sabbia.
pelli neri lisci e delle scarpe da ginnastica della cultura haitiana, come lo erano per i La caverna dove eravamo diretti era a
bianche; Josue, uno studente universitario taino, la popolazione indigena che abitava un’ora d’auto dalla città e poi c’erano altri

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Haiti

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Lungo il iume Bouyaja, che attraversa Dondon

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Haiti
La donna rideva di gusto, piegando la testa all’indietro, e le sue lunghe
trecce formavano una sorta di drappeggio

novanta minuti di cammino a piedi. Siamo parlarle. Josue è un mattacchione. forse guida era già vari metri davanti a noi, stava
arrivati al deposito degli autobus intorno perché fa battute autoironiche sul suo peso attraversando un torrente, sandali in mano
alle dieci del mattino. C’era fango dapper- o sul suo leggero accento statunitense an- e pantaloni arrotolati sulle ginocchia. Men-
tutto e mi sono fradiciata subito le scarpe, che se parla un ottimo creolo, il suo senso tre noi ci stavamo ancora preparando per
che sono diventate marroni. Lungo il peri- dell’umorismo riesce sempre a rompere il attraversare, lui era già dall’altro lato e ave-
metro del deposito, una ila di vecchi scuo- ghiaccio tra gli sconosciuti, come eravamo va trovato una roccia su cui sedersi. Il suo
labus arrivati dagli Stati Uniti formava un noi in quella situazione, su un mezzo di tra- viso era privo d’espressione. Noi invece fa-
muro di alluminio giallo. Intorno a noi le sporto condiviso. Gesticolava con la con- cevamo smorfie di dolore camminando
persone salivano sul retro di pick-up truc- sapevolezza di chi sa che saprebbe attirare sulle pietre appuntite del ruscello, con le
cati, le camionettes, dotati di posti a sedere una folla. Alcuni dei volti più seri si sono scarpe legate tra loro che ci dondolavano
e tettucci di metallo decorati con vividi ri- lasciati scappare un sorriso di fronte alle sulle spalle. Sembrava diicile pensare che
tratti di celebrità nere – in genere gruppi battute che io invece non riuscivo a sentire eravamo discendenti delle persone che un
statunitensi o di musica konpa – o illustra- a causa del rumore delle ruote sulle pessi- tempo avevano lavorato quelle terre.
zioni di storie della Bibbia. C’era di tutto, me strade in uscita da okap. La giovane
da 50 Cent a Whitney Houston ino a Gio- donna rideva di gusto, piegando la testa Onore e rispetto
na e la balena. Sul retro di un altro camion all’indietro e portando le sue spalle all’al- In aperta campagna qui succedono sempre
era scritto in creolo, con vernice spray, tezza delle orecchie, così che le sue lunghe un sacco di cose, dalla preparazione del ci-
“Dio è con noi”. trecce formavano una sorta di drappeggio bo alla pulizia personale a quella dei panni.
Adolescenti magri, muscolosi e madidi sulla barriera di protezione che si trovava Durante la nostra passeggiata salutavamo
di sudore se ne stavano in piedi sui paraur- dietro di lei. Le paillettes brillavano all’al- gli abitanti dei villaggi, di cui invadevamo
ti, urlando il nome delle destinazioni: “La- tezza del suo petto. Era come una sfera a gli spazi, con la formula d’ordinanza onè,
cul!”, “Limonade!”, “Trou du nord!”, specchi da discoteca. che signiica onore in creolo, e alla quale ci
“Dondon!”. La piazza centrale di Dondon era parti- rispondevano respè, rispetto. Questi saluti
L’adolescente sull’autobus per Dondon colarmente spoglia. La terra sotto i nostri tradizionali venivano presi come un invito
ci ha fatto cenno con la testa di avvicinarci, piedi era secca e c’era poca ombra per ripa- a osservarci: i bambini smettevano di gio-
dopodiché ha aferrato una borsa d’acqua rarsi dal sole. La camionette ci care per guardarci a bocca spa-
da una bacinella in equilibrio sulla testa di aveva depositati di fronte al tri- lancata, donne indaffarate che
una marchande che passava di lì. La donna bunale, un ediicio di cemento di cucinavano con bombole a gas
si è fermata, con il peso della bacinella che un piano in mezzo alla piazza, all’aperto ci guardavano aggrot-
la faceva apparire alta come una statua. polverosa e deserta, di domeni- tando la fronte e gli uomini riuni-
rivoli di sudore le scendevano lungo le ca. patrick è scomparso mentre ti alla lotteria locale ammiccava-
tempie e tra i seni cadenti. poi ha preso le noi abbiamo cominciato a gironzolare. no a Maryse e a me. “Bel moun”, dicevano,
sue monete. Queste borse d’acqua grandi C’erano cactus un po’ dappertutto, in ordi- belle persone. Noi tiravamo dritto, come
come una mano sono fatte di plastica rici- ne irregolare, come accade spesso nelle una bufa carovana.
clata e vendute a basso costo nel mercato cittadine haitiane en deyo, cioè fuori dalle Dopo più di un’ora di cammino, la no-
informale di Haiti, dove venditori e vendi- principali città. Le casette di cemento non stra guida non si vedeva più. “Men moun
trici ambulanti le smerciano ai semafori verniciate a poca distanza da noi erano cir- mwen!”, ecco la mia gente, ha detto giovia-
delle grandi strade traicate, come quella condate da muri di cactus disposti lungo il le Josue a due donne anziane, entrambe
in cui ci trovavamo. perimetro di modesti cortili, dove alcuni sedute di traverso su un asino. “È questa la
bambini scalzi gridavano e ridevano. Sulle strada per le grotte?”, ha aggiunto. Il sorri-
Come a Los Angeles colline appena sopra di noi si stagliavano le so delle donne si è spento, e scuotendo la
Eravamo spalla a spalla sulla camionette, lettere D-o-N-D-o-N, in caratteri bian- testa, con la severità di due nonne, hanno
quando gli ultimi passeggeri, una giovane chi, simili a quelli della scritta “Holly- esclamato: “Evangelik nou ye”, siamo cri-
madre e la sua iglia piccola, si sono inilate wood” che domina Los Angeles. Il cartello stiane, o più letteralmente, siamo evange-
accanto a me. La bambina, con la testa sembrava indicare che eravamo arrivati in liche. poi hanno dato un calcio al sedere
ciondolante, poco dopo si è addormentata. un luogo importante. Era come se Dondon del loro asino e si sono allontanate.
Le mollette colorate delle sue treccine sio- ci stesse aspettando. La nostra guida è riapparsa sulle sponde
ravano le mie braccia nude. Dopo aver in- Quando patrick è tornato, era seguito di un piccolo torrente, su cui qualcuno ave-
crociato lo sguardo della madre, l’abbiamo da un uomo magro e muscoloso, sui qua- va messo un’asse di legno. Ci ha fatto un
silenziosamente adagiata sulle nostre gi- rant’anni. Aveva la maglietta appiccicata segno. “È qua”, ci ha detto patrick. L’asse
nocchia. Mentre cacciavamo via da lei le sul petto, a causa del grande caldo, e lo non sembrava garantire un grande soste-
mosche e le zanzare, la bambina stroinava scetticismo appariva chiaramente nelle gno e i ragazzi hanno guadato il torrente
la testa sulla mia pancia. rughe ai lati dei suoi occhi. Sarebbe stato mentre Maryse e io ci sostenevamo a vicen-
Una donna dal isico armonioso, con lui la nostra guida, ci ha detto patrick, e in- da per arrivare dall’altra parte, dove una
jeans stretti e un top blu di paillette si è se- sieme ci siamo diretti verso la grotta. stretta e irregolare scala di roccia ci ha por-
duta accanto a Josue, che ha cominciato a Dopo pochi minuti di cammino la nostra tato nell’oscura entrata spalancata della

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Dondon

caverna. La nostra guida non ha attraversa- del mondo, scritti sui muri con il pennarel- o togliere a piacimento. Era fatta di accordi
to. “Mwen se evangelik”, ha spiegato. lo indelebile. Scritte come “Carey è stato impliciti e di una saggezza spirituale che
A metà pomeriggio, dalla grotta iltrava qui”, “Haiti, ti amiamo” e altri nomi o ini- spesso non era messa in discussione. La
solo oscurità, a eccezione della luce che il ziali inseriti in un cuore tracciati con il pen- nostra curiosità, quando faceva capolino,
sole riusciva a far arrivare su una parte delle narello nero. veniva raramente soddisfatta, e comunque
rocce che formavano l’entrata. Qui la pietra solo dopo un’oferta onesta e sacriicale di
era brillante e grigia, con formazioni roc- Le voci dei genitori onore e rispetto. Dovevamo salutare in
ciose che pendevano dal soitto, sospese in Mi è venuto da pensare che nessuno di noi maniera rispettosa.
aria. La poca erba che rimaneva sotto i no- avrebbe mai imbrattato le mura di una Invece forse noi, con il modo di fare av-
stri piedi appariva calpestata e bagnata a chiesa o sconsacrato quello che un tempo ventato della nostra generazione, avevamo
causa della corrente o delle piogge recenti. era stato un rifugio per persone disperate manifestato tutta la nostra mancanza di
Alcuni rami con un po’ di foglie coprivano in fuga. E che ci era stato detto, in una lin- rispetto. Nella nostra ricerca d’avventura,
l’ingresso della caverna: un tremendo buco gua che avevamo imparato crescendo, con avevamo segnalato ai nostri compatrioti
nero scavato sul ianco della montagna. voci che ci erano familiari, e da corpi che che noi stessi dovevamo essere guardati
Nella fresca umidità della grotta, pote- avevamo imparato a emulare, di non en- con sospetto.
vamo stare agevolmente in piedi. Le rocce trare in questi luoghi. Ho sentito che non dovevo procedere
che sporgevano dalle pareti e dal soitto Sono rimasta colpita dalla sconsidera- oltre. “Io non lo farei, James”, gli ho detto
occupavano parte dello spazio, rendendo tezza della nostra scelta: la facilità con cui mentre si chinava in avanti per proseguire
l’ambiente più raccolto di quanto avessi eravamo entrati nonostante la scomodità nello stretto cammino che portava verso
immaginato, quasi intimo. I nostri sospiri isica dell’atto, il nostro disinteresse per i l’interno. “oltretutto, non credo di poterti
avevano un suono vagamente melodioso. timori delle persone che avevamo incro- salvare se dovesse succedere qualcosa”.
Un coro di squittii proveniva dalle ombre ciato durante il cammino, e adesso l’evi- Nella grotta si è sentita l’eco delle risate
che ci sovrastavano. dente mancanza di rispetto dei visitatori di ognuno di noi. “Come se potessi salvarlo
Chauve-souris. pipistrelli. passati di qui prima di noi. da qualche cosa”, ha urlato mia sorella. Ja-
Siamo rimasti tutti in piedi, nell’ingres- forse abbiamo sentito le voci dei nostri mes si è alzato in piedi, brontolando qual-
so della caverna, osservando tranquilla- genitori, uomini e donne prudenti, cre- cosa con impazienza, mentre appoggiava
mente la situazione intorno a noi e puntan- sciuti in un’epoca in cui il paese mandava entrambe le mani sui ianchi, in un gesto a
do le torce al di sopra delle nostre teste. regolarmente le sue persone migliori e più lui consueto. “Ho bisogno di una sigaret-
Nei punti in cui la pietra si era fatta più brillanti in paesi stranieri. La nostra identi- ta”. Ci siamo voltati e abbiamo preso la
piatta, c’erano messaggi in tutte le lingue tà non era un abito che potevamo mettere strada del ritorno verso okap. u f

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Oceano Atlantico

La grande traversata
Nel 2017, a settant’anni, il polacco
Aleksandr Doba ha attraversato
l’oceano Atlantico in canoa. C’era
già riuscito nel 2010 e nel 2013.
L’anno scorso è partito dal New
Jersey, negli Stati Uniti, e dopo
110 giorni è arrivato in Francia

Elizabeth Weil, The New York Times Magazine, Stati Uniti


Foto di Joakim Eskildsen
uando Aleksandr Doba è en- tro mesi senza mai dormire più di tre ore di stesso iume, in cui cedette alla tentazione

Q trato con il suo kayak nel por-


to di Le Conquet, in Francia,
aveva appena completato il
suo terzo – e di gran lunga più
pericoloso – viaggio solitario
in kayak attraverso l’oceano Atlantico. Era
il 3 settembre 2017, mancavano pochi giorni
al suo 71° compleanno. Doba non era abi-
tuato a portare i pantaloni. Era stato in mare
ila e aveva messo a dura prova la pazienza
dei suoi familiari per restare solo, nudo e
impaurito. Poi aveva pagaiato ino alla costa
francese.
Viaggiare in kayak è un modo assurdo
per attraversare l’oceano. Tutti i grandi mu-
scoli del corpo sono inutili. “Una vera kator-
ga”, dice Doba, che è polacco. Katorga è il
termine polacco che indica i lavori forzati in
di mangiare delle focacce, una zuppa di po-
modori e del riso in un ristorantino, mentre
avrebbe dovuto restare accampato accanto
al suo kayak a divorare goulash freddo in
scatola per preparare il suo corpo alle tem-
perature artiche. All’epoca si era ripromes-
so di essere più duro con se stesso.
Doba sostiene che il bisogno di attraver-
sare l’Atlantico in kayak non gli è venuto da
per 110 giorni, completamente solo, e l’ulti- Siberia. Ma con katorga Doba non intende dentro. “Con la mano sul cuore, non è stata
ma volta aveva toccato terra a maggio nella un’attività che fa controvoglia. Quella che una mia idea”, mi dice, quando lo incontro
baia di Barnegat, nel New Jersey. Il viaggio per molti di noi è una soferenza, per lui è in Polonia. “Sono stato infettato da un vi-
sarebbe potuto tranquillamente terminare determinazione ad andare controcorrente, rus”. Nel 2003, quando era già il canoista
cinque giorni prima, quando Doba era a e questo gli dà un brivido esistenziale. Fra i più esperto della Polonia, un professore gli
qualche centinaio di metri dalla costa bri- più grandi rimpianti della sua vita ci sono le chiese un consiglio, perché voleva attraver-
tannica. Lasciando il New Jersey, però, si occasioni in cui ha ceduto, quando ha per- sare in kayak il mar Baltico, e alla ine lo
era ripromesso non solo di raggiungere cepito e reagito alla sofferenza in modo convinse a solcare l’Atlantico del sud con
l’Europa, ma di arrivare ino al continente convenzionale. Per esempio quella notte lui, andando dal Ghana al Brasile. Avrebbe-
vero e proprio. Così era rimasto in acqua dell’aprile 1989, quando accese un fuoco ro viaggiato in due kayak separati e li avreb-
quasi un’altra settimana. Nella sua imbar- per farsi un tè e asciugarsi i vestiti mentre bero legati insieme la notte per creare una
cazione larga un metro aveva affrontato pagaiava sulla Vistola, poco lontano dalla piattaforma su cui dormire. Il viaggio fu un
cavalloni enormi, nella cabina grande città di Plock, nella Polonia centrale. O quel iasco totale. Quarantadue ore dopo la par-
quanto una bara aveva passato quasi quat- pomeriggio, una settimana dopo e sullo tenza furono sospinti indietro sulla riva.

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Aleksandr Doba a Police, in Polonia, nel gennaio 2018
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Oceano Atlantico
Doba riprese l’aereo per la Polonia. Tornò Quando non riusciva a Perse più di venti chili. Ma nonostante tut-
nella sua città, Police, nel nordovest del pa- to, il viaggio fu perfetto. Novantanove gior-
ese, dov’era stato direttore del servizio di dormire per la rigidità ni dopo aver lasciato il Senegal, arrivò in
manutenzione e riparazione di un’enorme della cabina e per le Brasile. Fu accolto da un solo giornalista e
fabbrica chimica, e giurò che non sarebbe dall’ambasciatore polacco. Non importa a
andato mai più in kayak con un’altra perso- onde che gli si nessuno se attraversi l’oceano in kayak. Do-
na. Poi abbozzò il progetto di una nuova schiantavano ba lo sa benissimo, e si capisce dai suoi oc-
barca che potesse fare quel viaggio. Sapeva chi. Nelle foto scattate alla fine dei suoi
che doveva essere non solo inafondabile addosso, Doba viaggi ha un’aria estatica e feroce nel mi-
ma anche autoraddrizzante, nel caso si fos- pensava a sua moglie glior senso possibile, interiormente selvag-
se capovolta, e che aveva bisogno di arma- gia e libera.
dietti dove conservare il cibo e di una cabina
in cui dormire. Con il suo disegno in mano, Un’ebrea con la febbre
andò in macchina a Stettino e si rivolse a un Il giorno del mio arrivo a Varsavia, Martyna
costruttore di yacht, Andrzej Armiński. Wojciechowska, una donna molto elegante
L’imprenditore accettò di costruire la barca, che conduce un programma di documenta-
e nella primavera del 2010, Olo – come Do- ri alla tv polacca, si presenta al mio albergo
ba ha chiamato il kayak, ispirandosi al suo nate di pesci volanti. “Hai idea di quanto per spiegarmi chi è Doba. Non sono in gran
soprannome, Olek – era già pronto. Doba siano veloci?”, mi dice. “Non è una bella forma. Per essere esatti: sono un’ebrea con
disse alla moglie che avrebbe di nuovo ten- sensazione”. la febbre che sta per andare in kayak in Po-
tato di attraversare l’oceano. Quando non riusciva a dormire per lonia in pieno gennaio, niente che prometta
Solo una persona ci era riuscita usando l’inesorabile rigidità della cabina e per le di inire bene. Eppure sono felice di essere
esclusivamente la forza dei muscoli. Aveva onde che gli si schiantavano addosso, Doba scappata via di casa per venire in qui. Ri-
viaggiato di isola in isola, da Terranova pensava a sua moglie, ai igli e alla nipotina. schiavo di essere sofocata dalle montagne
all’Irlanda. L’obiettivo di Doba era andare Pensava ai genitori scomparsi. Fraternizza- di faccende che aliggono tutte le madri
direttamente da un continente all’altro, dal va con le tartarughe, picchiettando sul loro lavoratrici con due igli. Wojciechowska si
Senegal al Brasile. Quella volta il viaggio guscio mentre gli nuotavano accanto per beve un cappuccino doppio e mi racconta di
andò molto meglio, ma questo non vuol di- accertarsi che fossero ancora vive, e con gli essere stata idanzata cinque volte senza
re che fu piacevole. Il tempo era terribile, uccelli, che si posavano su Olo per riposare mai sposarsi. Sente che le sarebbe impossi-
umido e sofocante. Doba cercava di dor- e spesso entravano nella sua cabina e non bile realizzare i suoi sogni con un marito.
mire durante il giorno ma non ci riusciva, volevano più uscire. Aveva un telefono sa- Ha anche lasciato la iglia di otto mesi per
perciò provò a pagaiare nelle ore di luce e tellitare, e si scambiava messaggi con andare a scalare una montagna in Antarti-
per poco non prese un’insolazione. Non Armiński che gli faceva da navigatore, in- de, perché stava cercando di completare la
aveva orari. “Non sono un tedesco che co- viandogli regolarmente le previsioni del salita delle Sette cime, le vette più alte di
mincia puntualmente alle 9 del mattino. Io tempo e del vento. Doba telefonò due volte ogni continente, e all’epoca raggiungere
pagaiavo quando ne avevo voglia”. Aveva la anche alla moglie. Ma quando a casa arrivò quell’obiettivo le sembrava una questione
pelle coperta da uno sfogo dovuto al sale, una bolletta di 500 dollari, racconta lei, “la di vita o di morte. Si sente in colpa per que-
vesciche alle ascelle e all’inguine, gli occhi voglia di chiacchierare” diminuì. sto, e si sente giudicata, ma eccoci qua, giu-
goni per la congiuntivite. Le unghie delle Doba alternava tre tipi di porridge lioi- sto? Poi mi porta in un ristorante della zona,
mani e dei piedi erano praticamente cadu- lizzato per colazione, quattro tipi di zuppa ordina borsch e piroghì e mi racconta una
te. I suoi vestiti, intrisi di sale, riiutavano di lioilizzata per pranzo e un assortimento di barzelletta: “In una mongoliera ci sono il
asciugarsi. Il tessuto aveva un odore terribi- una decina di cene lioilizzate (mangiò tutti diavolo, un tedesco, un francese e un polac-
le e peggiorava le condizioni della sua pelle, i piatti con la carne per primi). Faceva anche co. Perdono quota, sta per succedere una
perciò rinunciò ai vestiti. degli spuntini con la frutta secca e la mar- tragedia. Allora il diavolo dice al tedesco:
Andare in kayak sull’oceano è di una mellata di prugne di sua moglie, ma le scor- ‘Devi saltare, è un ordine!’. E il tedesco sal-
monotonia micidiale. La sida principale te si esaurirono a metà viaggio. Ogni volta ta. Poi il diavolo dice al francese: ‘Devi sal-
non è quella isica. Doba descrive la noia che chiudeva gli occhi, mi ha detto Doba, tare’. E il francese replica: ‘Che signiica?’. Il
come una forma di demenza: “Centinaia, “sognavo di pagaiare in Polonia d’inverno”. diavolo risponde: ‘Signiica che la vita non
migliaia, forse milioni di ripetizioni. Il cer- ha senso, ma quando salterai avrai un’aria
vello è totalmente estraneo al processo”. Da molto chic, molto moderna’. E così il fran-
solo in mare e senza l’apparecchio acustico, cese salta. Poi il diavolo si rivolge al polacco
racconta in tono allegro, si era talmente di- e prova senza successo gli argomenti che ha
sorientato che cominciò a urlare a se stesso già usato con il tedesco e il francese. ‘Acci-
“per poter sentire” (Doba è piuttosto sordo, denti!’, esclama alla ine il diavolo. ‘Sono
ma non si era portato l’apparecchio acustico sicuro che non salterai mai’. E il polacco sal-
perché è costoso e non resiste all’acqua, e ta”. Wojciechowska mi guarda fissa, per
comunque non c’era nessuno con cui parla- essere sicura che abbia capito. “Meno si
re). Aveva pensato di conservare il tono mu- crede in noi polacchi, più siamo determina-
scolare delle gambe nuotando, ma dovette ti. Per dimostrare chi sono, i polacchi sono
rinunciare perché il suo corpo nell’acqua pronti a sopportare tutto. Se non sei dispo-
attirava gli squali. Fu aggredito da grandi- sto a sofrire, non puoi fare niente. Puoi re-

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Police, Polonia. Doba con il suo kayak Olo
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startene seduto e aspettare la morte: questa stagno c’era la foresta, nella foresta c’era- ce con Gabriela. Era stato assunto nella fab-
è l’unica cosa che puoi fare”. Doba sente no i funghi e dietro a tutto questo c’era un brica chimica, mentre la moglie lavorava
profondamente tutto questo. Puoi farti piccolo aeroporto con alianti e cicogne, come assistente sociale. Un giorno un colle-
schiacciare dalla vita o puoi scaricarle ad- che migravano d’estate. Il padre di Doba, ga gli disse che il club di kayak della fabbrica
dosso la tua rabbia. “Nie chcę być małym che aveva le mani d’oro, gli fabbricò una sarebbe partito per una spedizione di due
szarym człowiekiem”, mi dice. “Non voglio bicicletta. A 15 anni Doba andava in giro settimane. Doba aveva provato il deltapla-
essere un piccolo uomo qualunque”. È per la Polonia da solo. no e il paracadutismo, ma il governo spesso
un’espressione comune in Polonia. Dopo essersi laureato in ingegneria chiudeva lo spazio aereo, perché Police si
Doba è nato nel 1946 a Swarzędz, in Po- meccanica al politecnico di Poznań, Doba trovava poco lontano dalla frontiera con la
lonia, subito dopo la fine della seconda conobbe Gabriela Stucka, la sua futura mo- Germania Est. Doba s’iscrisse alla spedi-
guerra mondiale, quando il paese era stato glie, durante un viaggio zaino in spalla. Lui zione in kayak e ci andò anche l’anno se-
invaso dai sovietici e dai tedeschi e poi ri- le spiegò come far bollire l’acqua, cosa che guente. Poi nei ine settimana caricava un
dotto in polvere dai bombardamenti. L’in- lei ancora oggi trova ridicola. Però rimase kayak sul treno, scendeva nelle immediate
tera popolazione era alla fame. Le genera- afascinata dal suo fare malizioso: le sue vicinanze di un iume e trasportava la barca
zioni precedenti non se l’erano cavata mol- storie su come era riuscito a contrabbanda- – su un marchingegno a ruote costruito con
to meglio. Il nonno materno di Doba, un re degli scarponi da sci dalla Germania Est pezzi di bicicletta e passeggino – anche per
alto uiciale dell’esercito zarista, era stato portandoli ai piedi attraverso la frontiera; la quaranta chilometri se necessario. A volte
avvelenato durante la rivoluzione bolscevi- storia della barba, che si era fatto crescere portava con sé i due igli, Bartek e Czesiek,
ca del 1917. Sua nonna materna fu mandata durante una vacanza estiva per poter torna- nati nel 1979 e nel 1982. Prima di partire,
in Siberia. I loro tre figli, gli zii di Doba, re all’università e all’addestramento milita- Gabriela gli faceva dichiarare ad alta voce le
scomparvero. re obbligatorio come l’unico soldato non condizioni di salute dei bambini (“Bartek
Eppure Doba deinisce magica, quasi rasato della Polonia. ha un accenno di rafreddore ed è stanco,
fantastica, la sua infanzia. Vicino a casa Doba ha cominciato ad andare in kayak ma per il resto sta bene”) per poterle verii-
sua, racconta, c’era uno stagno, dietro lo nel 1980, quando si era già trasferito a Poli- care al ritorno. Dopo un po’, i ragazzi co-

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Oceano Atlantico
minciarono a ribellarsi. “Ci trascinava in Prima della caduta Eppure Gabriela non era preparata alla
lunghi viaggi, solo lui e noi due, in mezzo al prima spedizione transatlantica di Doba.
nulla, e a noi non piaceva per niente”, ricor- della cortina di ferro, Erano anni che faceva lunghi viaggi, ma
da Bartek. “Pioveva. C’erano i ragni. C’era- il Partito comunista aveva sempre dormito sulla terraferma. E
no dei iumiciattoli e noi dovevamo strin- così, mi racconta Gabriela, mise in chiaro
gerci per passare tra i cespugli”. polacco aveva con il marito tutti i motivi per cui attraversa-
Libero dalla zavorra dei igli, Doba co- dichiarato illegale re l’Atlantico in kayak era stupido. Minacciò
minciò a darsi degli obiettivi: battere il re- di chiedere il divorzio. “Se hai una crisi in
cord dei giorni passati a pagaiare da un po- andare in kayak sul mezzo all’Atlantico e la terra più vicina è il
lacco in un anno (108); fare in kayak il più mar Baltico fondo del mare”, gli chiese, “cosa farai?”.
lungo percorso possibile in Polonia (1.189 Doba rispose: “Non ci saranno crisi”. Lei
chilometri). Prima della caduta della corti- sapeva che non poteva fermarlo.
na di ferro, il Partito comunista polacco Ma Gabriela non voleva essere la Pene-
aveva dichiarato illegale andare in kayak lope di un Doba Odisseo. Non voleva vivere
sul mar Baltico, per paura di possibili defe- in ansia aspettando il suo ritorno. Si gettò
zioni. Doba non se ne preoccupò. “Stavo nel lavoro, che era diventato molto più gra-
pagaiando sul iume”, disse alla pattuglia di tiicante di quanto avesse mai immaginato
frontiera che, com’era inevitabile, lo aveva avambracci 30 e sembrano quelli di un cow- quando studiava per diventare assistente
sorpreso. “Non ho idea di come sono inito boy del Montana. I capelli e la barba sem- sociale negli anni settanta. Con il passaggio
qui”. I soldati gli dissero che aveva violato brano usciti da un’immagine michelangio- alla democrazia, la società e la mentalità
tante di quelle leggi che non sapevano di lesca di dio. dei polacchi avevano cominciato a cambia-
cosa accusarlo. Doba rispose: “In questo Gabriela ci raggiunge per chiacchierare re. Gabriela andò in Danimarca per studia-
caso, meglio che me ne vada”. intorno al tavolo da pranzo, dove ha allinea- re il modo in cui i paesi dell’Unione europea
Dopo la transizione, come i polacchi to ciotoline di arachidi, uva passa, cioccola- gestivano problemi come la disoccupazio-
chiamano il passaggio del loro paese a un tini, biscotti, torta, la cafettiera e la teiera. ne, l’alcolismo e le ragazze madri. Il suo di-
governo democratico all’inizio degli anni Dopo 42 anni di matrimonio, adora ancora partimento era passato da cinque a cento
novanta, i viaggi di Doba diventarono più Doba, e la sua accettazione del marito è to- persone. “Non mi sarei mai aspettata che
estremi. Passò cento giorni pagaiando lun- tale, più oggi che in passato. “Da giovani a potesse diventare così grande”, dice. Scher-
go le coste del mar Baltico. Pagaiò lungo la volte si diventa molto gelosi”, dice, e si vuo- zando, osservo che quello è il suo Atlantico.
costa della Norvegia ino al Circolo polare le tenere un pezzo del partner tutto per sé. “È più grande dell’Atlantico”, interviene
artico. Durante il viaggio una tempesta lo L’adattamento di Gabriela allo stile di vita Doba. “È il Paciico di Gabriela”.
scagliò fuori dal kayak e la fune che lo lega- del marito è cominciato alla ine degli anni Più tardi il iglio maggiore della coppia,
va all’imbarcazione si spezzò. Perse i sensi. ottanta, quando Doba fu preso dall’osses- Bartek, ci raggiunge con le sue due iglie,
Si svegliò sulla riva sentendo delle urla: le sione del kayak e insisteva perché la moglie che frequentano le elementari. Mi racconta
sue. Doba non si pente di quella esperienza. lasciasse lui e la barca sul ciglio della strada di aver accompagnato il padre all’aeroporto
Non è interessato a morire nel suo letto. mentre andava dalla madre per Natale, per in occasione della sua ultima traversata.
Un pomeriggio Doba parcheggia la sua poi passare a riprenderli in un posto presta- Nel corso degli anni anche lui, come Ga-
Mazda 5 sul terreno accanto al palazzo dove bilito sulla via del ritorno qualche giorno briela, ha dovuto imparare a convivere con
vive, mi indica una foresta di pini che s’in- dopo. Il piano era che se Doba fosse stato in le avventure del padre. Ma questo viaggio
nalzano rigidi a poca distanza da lì, conten- ritardo, Gabriela avrebbe scritto con un ba- aveva qualcosa di diverso. “Quando mi ha
dendosi la luce, e dice con aria divertita: “A stoncino sulla terra battuta: ero qui. E poi se dato un ultimo abbraccio magari non pian-
volte ci concediamo la grande avventura di ne sarebbe andata. geva, ma ho visto i suoi occhi”, dice Bartek.
andare laggiù a bere una birra”. Il palazzo di Quando Gabriela inisce di raccontarmi “Non era mai stato così. Allora ho pensato:
Doba è un cubo di cemento di cinque piani. di quel Natale, Doba comincia un’altra sto- ‘Potrebbe anche non tornare’”.
Sembra uscito da un romanzo distopico per ria. Parte con una piccola diatriba sulla ti-
ragazzi in cui lo stato è impegnato a creare rannide della cortesia, che impone a un Sud, medio e nord
ometti grigi. Ma l’interno dell’appartamen- ospite di dire che gli piace qualunque cosa Doba cominciò a parlare del suo secondo
to è tutt’altra cosa: le scarpe lasciate all’in- gli venga offerta, e sul problema che ne viaggio attraverso l’Atlantico pochi giorni
gresso, tratti di matita che segnano l’altezza consegue: continuano a ofrirti cose che dopo essere tornato dal primo. Aveva sem-
dei nipoti sullo stipite della porta della cuci- non ti piacciono. “La prima volta che andai pre progettato di fare tre traversate: sud,
na, atlanti, trofei di kayak e globi di neve a trovare la mia futura suocera, ci servì una medio e nord Atlantico. Gabriela non cre-
con foto di famiglia in salotto. zuppa di sangue di anatra. A me non piace deva che l’avrebbe fatto. La partenza per il
Sono passati mesi dal viaggio e il puzzo- per niente. Ero in un bel pasticcio”. Per evi- secondo viaggio, dal Portogallo alla Flori-
lente tappetino di schiuma usato da Doba tare l’incubo della conformità silenziosa, da, fu piuttosto improvvisa. A metà set-
per dormire e altre attrezzature di Olo re- disse alla sua futura suocera. “Questa è tembre del 2013, Doba non aveva ancora
stano sul balcone, su espressa richiesta di un’ottima zuppa. Ha un buon aspetto, un tutte le attrezzature che voleva portare con
Gabriela. Anche a casa la isicità di Doba è buon odore e probabilmente piace a tutti. sé. “Nessun pensionato in Polonia può per-
singolare. Il suo corpo sembra un montag- Però a me non piace”. Per la donna fu uno mettersi di fare questo genere di cose”,
gio di parti diverse che appartengono a per- shock, dice, ma non durò a lungo. “Quando spiega. Doba prende l’equivalente di sette-
sone di varie età. La sua pelle dimostra 71 tornai a farle visita, non mi preparò quella cento euro al mese. Ma la comunità raccol-
anni, il petto ne dimostra 50, le mani e gli zuppa: sapeva che non mi piaceva”. se fondi per lui, e il 3 ottobre 2013 Doba si

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Police, Polonia. Doba nella sua abitazione
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rimise in viaggio. Né Gabriela né Bartek lo imbracature da vela, che somigliano alle perché può mandare messaggi d’emergen-
accompagnarono all’aeroporto. imbracature da arrampicata ma si portano za e le coordinate gps quando una persona
Olo pesa trecento chili quand’è vuota. sul petto invece che sulle gambe: le usa per non è rintracciabile.
All’inizio di quel viaggio ne pesava sette- legarsi con un moschettone alla barca. La Poco dopo, un’enorme nave greca af-
cento e trasportava, tra l’altro, due pagaie in cabina di Doba, che raggiunge inilandosi iancò Doba cercando di salvarlo. Doba vo-
ibra di carbonio, cinque paraspruzzi per attraverso un’apertura grande quanto un leva solo che gli riparassero il telefono, non
coprire il corpo di Doba mentre pagaiava, computer portatile, gli consente, da sdraia- voleva essere salvato, perciò fece cenno ai
due paia di guanti da kayak, tre paia di oc- to, 38 centimetri di spazio di manovra. Eva- greci di allontanarsi. “Io, bene”, gridò in
chiali da sole, due paia di occhiali da lettura, cuava stando appeso da un lato o a poppa. inglese indicando se stesso e alzando i pol-
dieci scatole di iammiferi impermeabili, Per un po’ tutto andò bene. Doba paga- lici. “Telefono, male”, e puntò i pollici verso
due grandi coltelli da macellaio, un desali- iava nudo. Beveva cinque tazze di cafè so- il basso. Doba riiutò le funi che l’equipag-
natore elettrico, due desalinatori manuali, lubile al giorno. Mangiava pollo tikka masa- gio si ofriva di lanciargli. Così, pensando
tre segnali di fumo galleggianti, nove razzi la lioilizzato e qualche minuscolo pesce probabilmente che fosse uno squilibrato –
di segnalazione, un fornelletto da cucina volante che atterrava sul kayak. Mandava dopotutto era un puntino minuscolo che
con bombole di propano, due torce elettri- messaggi con il telefono satellitare alla fa- ballonzolava in un vasto universo d’acqua
che, due fari, un iPad, una videocamera, miglia e ad Armiński, che ancora una volta – la nave gli girò intorno e tentò nuovamen-
320 batterie al litio (per i dispositivi di se- era il navigatore e gli mandava il bollettino te di salvarlo. Doba li respinse ancora. Du-
gnalazione satellitari di Olo), integratori del tempo e dei venti. Poi, il 19 dicembre, il rante il terzo tentativo di salvataggio urlò
minerali, un set da cucito, 175 tavolette di telefono di Doba smise di funzionare. un’oscenità in polacco. I greci capirono il
cioccolata, tre spazzolini da denti, sette Aspettò tre giorni, ma niente segnale. Per- messaggio e se ne andarono. Quarantasette
confezioni di crema solare, tre litri di vino ciò, nella speranza che Gabriela o Armiński giorni dopo aver smesso di funzionare, il
fatto in casa, una pietra pomice per i calli cercassero di risolvere il problema, pigiò il telefono ripartì. Qualcuno aveva dimenti-
sulle mani, due paia di sandali e un set da bottone “help” nel suo dispositivo Spot, un cato di ricaricare la carta di credito prepa-
pesca d’emergenza. Doba portò anche due congegno molto difuso tra gli esploratori, gata su cui era addebitata la bolletta.

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Oceano Atlantico
Doba sul iume Brda, nella Polonia centrale
INSTITUTE

Doba inì con l’accettare aiuto due setti- Chmieliński, un canoista polacco che a me- dopo 143 giorni in mare, Doba riusciva a
mane dopo. Aveva già coperto il 90 per cen- tà degli anni ottanta, poco dopo essere fug- malapena a camminare, e quando fu inal-
to della distanza, ma aveva passato le ulti- gito negli Stati Uniti, aveva fatto parte della mente pronto a riprendere il kayak era la i-
me sei settimane pagaiando in tondo nel prima squadra in grado di percorrere in ka- ne di marzo e il tempo stava peggiorando.
triangolo delle Bermuda, intrappolato dal yak tutto il rio delle Amazzoni. Anche Le condizioni meteorologiche erano peri-
vento e dalle correnti. Una tempesta gli Chmieliński aveva contribuito a coordinare colose, e Chmieliński ebbe diicoltà a tro-
aveva danneggiato il timone. Aveva cercato la logistica di Doba, che accettò il suo sug- vare un capitano di marina disposto a ripor-
di aggiustarlo, ma non c’era riuscito. Così gerimento di raggiungere le Bermuda per tarlo nell’oceano vicino al punto dove aveva
mandò un messaggio ad Armiński e a Piotr farsi riparare la barca. Quando scese a terra, perso la rotta. Alla ine gli trovarono un pas-

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dell’evento gli avevano chiesto di salire sul Non funzionava. Quattro giorni più tardi, e
podio e dire in inglese: thank you very much. dopo essersi rovesciato varie volte, Doba
Doba, che si era presentato alla cerimonia inalmente ha superato la penisola di Sandy
in jeans, andò sul podio e disse: “Polacy nie Hook e si è lasciato alle spalle la baia di New
gęsi, iż swój język mają”, i polacchi non so- York. È stato di nuovo lagellato dal vento e
no oche e hanno la loro lingua. dalle onde (lasciare la costa è una delle par-
ti più diicili di un viaggio attraverso l’At-
Freddo e tempestoso lantico). L’acqua inita negli armadietti di
La soferenza tende a fare di più per chi si Olo ha mandato in corto circuito il desali-
lagella che per i suoi cari. Tutti quelli che natore elettrico. Doba è stato sospinto sulla
vogliono bene a Doba si sono opposti alla spiaggia e ha annullato il viaggio.
sua terza spedizione nel freddo e tempe- Un anno dopo ci ha riprovato. Al terzo
stoso Atlantico del nord, dal New Jersey giorno di navigazione ha ricevuto il primo
alla Francia. Doba, ovviamente, ha comin- avviso di burrasca. Era ancora vicino alla
ciato a progettarla pochi giorni dopo essere costa del New Jersey, perciò è sceso a terra
tornato dalla Florida. Armiński ha passato nella baia di Barnegat, ha mangiato una
molte ore cercando di dissuaderlo. Attra- bistecca, ha dormito in un albergo e ha ri-
versare l’Atlantico del nord in kayak, pen- preso il mare. Per un po’ la traversata è an-
sava, era follemente pericoloso e addirit- data avanti senza drammi. Il desalinatore
tura amorale. “È impossibile progettare un elettrico di Doba si è rotto di nuovo e dove-
kayak che non si capovolga nell’Atlantico va passare varie ore al giorno pompando a
del nord”, mi spiega Armiński con il suo mano acqua salata attraverso un iltro inis-
inglese dall’accento britannico, seduto simo per preparare i 5-9 litri di acqua dolce
dietro la sua scrivania a Stettino con un bel di cui aveva bisogno per restare idratato e
pullover e una camicia ben stirata. “È una preparare i pasti lioilizzati. Ma che impor-
questione di dimensioni e potenza delle tava? Doba non doveva rispettare una ta-
onde rispetto alla massa del kayak”. Oltre bella di marcia. Pagaiava e pagaiava, una
a quello del rovesciamento della barca, c’è vera katorga. Poi, dopo circa tre settimane,
un problema ancora più catastrofico: sono arrivate altre tempeste: venti ino a
un’onda che si rompe trasferisce tutta cento chilometri all’ora creavano onde smi-
l’energia presente in potenza nell’altezza surate, montagne d’acqua che precipitava-
dell’onda in turbolenta, violenta energia no sul kayak, l’intera supericie del mare si
cinetica. È sostanzialmente una valanga muoveva come se un branco di elefanti
d’acqua. “Un cavallone dell’oceano può stesse correndo su un gigantesco letto d’ac-
fare tutto quello che vuole a un kayak”. qua. I canoisti che hanno sidato l’Atlantico
Non c’era ingegneria che potesse attrezza- – un’impresa più facile perché, al contrario
re Olo per quest’impresa. “Quando Doba del pagaiare, remare ti consente di attivare
mi ha comunicato che avrebbe attraversa- i muscoli delle gambe e della schiena – si
to l’Atlantico del nord, gli ho detto: ‘Non sono legati con delle cinghie al pavimento
intendo partecipare’”, mi racconta della cabina per evitare di essere sballotto-
Armiński. “‘Assolutamente no. È sempli- lati durante le tempeste e ritrovarsi con un
cemente troppo pericoloso. Ogni tre setti- trauma cranico o anche peggio. Immagina-
mane c’è una tempesta con onde che pos- te un aereo grande come un kayak in balia
sono rovesciare il kayak. A quanti rovescia- di una turbolenza, ma nell’acqua invece che
menti puoi sopravvivere?”. nell’aria; al livello del mare l’acqua è centi-
“Onestamente ero un po’ incazzata”, naia di volte più densa.
racconta Gabriela. Eppure il 29 maggio La cosa più importante per sopravvivere
2016 Doba si è allontanato a remi dalla co- a una grossa burrasca, dice Doba, è tenere il
sta del New Jersey, vicino alla statua della kayak orientato con la poppa perpendicola-
Libertà. Le previsioni del tempo erano pes- re alle onde, in modo che colpiscano il lato
sime, ma Chmieliński aveva chiamato mol- più stretto dell’imbarcazione. Per riuscirci
ti giornalisti. Un gruppo di canoisti era ve- usava un’ancora galleggiante, sostanzial-
saggio, e Doba riprese a pagaiare durante nuto a pagaiare per un pezzo insieme a Do- mente un paracadute, assicurata alla poppa
una tempesta. Tre settimane dopo raggiun- ba, e lui si sentiva in obbligo nei loro con- del kayak con una cima, che gettava in ac-
se la Florida. Si mise una camicia pulita ros- fronti. Nelle riprese televisive dell’ora pre- qua per aumentare la resistenza. Durante
sa e bianca – i colori della bandiera polacca cedente la partenza Doba ha un’aria distrut- una tempesta l’acqua sotto la superficie
– e si sdraiò sull’erba. Doba tornò a Police ta, è esausto e sull’orlo delle lacrime. La dell’oceano è relativamente ferma, a muo-
accolto come un eroe, e dopo 14 mesi volò a notte prima aveva dormito solo tre ore e versi tumultuosamente sono le onde. I guai
Washington per ricevere un premio della non aveva neanche avuto il tempo di con- più seri per Doba sono arrivati quando è sta-
National geographic society come esplora- trollare bene l’attrezzatura. Una volta supe- to colpito da una tempesta che è durata due
tore dell’anno 2015. Gli organizzatori rata la statua della Libertà, ha acceso il gps. giorni. Nella fase peggiore la cima dell’an-

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Oceano Atlantico
cora si è spezzata. Se un’onda particolar-
mente alta avesse colpito Olo senza l’anco-
Dopo una tempesta po’ deluso. Un anno, mi racconta confusa-
mente, “faceva meno 18, e il numero dei
ra, racconta Doba, “mi sarei rovesciato più Doba è riemerso dalla partecipanti era lo stesso”.
volte, il kayak sarebbe andato in pezzi”. Co-
sì, con la sola imbracatura addosso, Doba è
sua cabina per Eppure, almeno per me, il iume è magi-
co: calmo, misterioso e vivo. Gli alberi sono
uscito dalla cabina con un’ancora di riserva scoprire che la grande coperti di un muschio color verde brillante,
attaccata a una cima, è strisciato sul ponte
che rollava e beccheggiava violentemente,
forcella che univa il gli aironi veleggiano come lenzuola mosse
dal vento su un ilo da bucato e qualche rag-
ha legato la cima al kayak e ha lanciato l’an- timone di Olo alla gio di sole iltra tra le nuvole basse. In realtà
cora oltre la poppa. Poi è tornato in cabina
sbalordito di essere ancora vivo. “L’ho fatto
poppa si era storta il mio viaggio non è stato tranquillo come
avevo sperato. La mia inluenza si trascina
senza controigura”, mi dice con orgoglio. e il mio telefono esplode di messaggi isteri-
“Ma non ho un ilm. E anche se ce l’avessi, ci da casa. Ma sono un puntino nel vasto
la censura non lo farebbe circolare”. universo. È bello.
Il 16 giugno 2017, dopo una tempesta, Dietro di me, districandosi tra sessanta
Doba è riemerso dalla sua cabina per sco- canoisti e decine di alberi caduti, Doba si
prire che la grande forcella che univa il ti- dimena sul sedile come un ragazzino iper-
mone di Olo alla poppa si era storta. Ha piuttosto criptico a Chmieliński due setti- cinetico. Verso mezzogiorno accostiamo
cercato di riscaldare la forcella con il fornel- mane dopo. “Il mio tentativo di uscire da alla riva insieme al resto del gruppo per ab-
letto da campo e raddrizzarla, ma non ha questo terribile conlitto è stato sospendere brustolire sul fuoco pane e salsicce e man-
funzionato. Quindi ha cercato di forare il le segnalazioni”. Doba ha spento tutte le giare biscottini a forma di cornetti. Polacchi
timone e attaccarlo alla poppa con delle fa- comunicazioni, compreso il dispositivo generosi ed entusiasti continuano a portar-
sce di plastica. Ha funzionato, perché Doba Spot, che rilevava le sue coordinate ogni mi bicchierini di alcol, che cerco di riiutare.
è riuscito a praticare dei fori, ma non poteva dieci minuti. Senza lo Spot, nessuno sareb- Poi una donna che si accorge della mia tos-
virare. Allora ha tagliato la parte storta della be riuscito a trovare il kayak se bisognava se si avvicina con un bicchierino di denso
forcella con una lama seghettata che aveva mandare soccorsi. Chmieliński ha interpre- liquido rosso che sembra sciroppo. “Medi-
portato con sé e ha improvvisato un modo tato questo blackout delle comunicazioni cina”, dice. Dopo che l’ho scolata, si mette a
di controllare il timone con dei moschetti. come un indizio del fatto che Doba era pro- ridere: “Vodka al lampone. È buona?”.
Ha funzionato per un po’, ma non del tutto. fondamente disperato, forse perché era di Il giorno dopo Doba, che si è rimesso
Doba ha avvisato Chmieliński che a sua nuovo solo dopo essere stato insieme alla l’apparecchio acustico, ci porta in macchina
volta ha avvisato Gabriela, la quale non vo- ciurma della Baltic Light o forse perché, do- a Police, e qualche giorno più tardi afronta
leva davvero sapere come stava andando il po aver accettato aiuto, temeva di non gua- la questione che mi assilla: perché ha fatto
viaggio. Ma questa traversata era troppo dagnarsi un posto nel Guinness dei primati quel terzo viaggio? “Prendere il mare e mo-
pericolosa, mi dice, per tenere la testa dove per la traversata solitaria dell’oceano in ka- rire sarebbe un problema per la mia fami-
lei voleva che fosse, cioè sotto la sabbia. Do- yak, da un continente all’altro e senza sup- glia e anche per Armiński”, ammette Doba.
ba è andato alla deriva per giorni mangian- porto esterno. Sospettava che Doba fosse “Sono arrivato molto vicino al limite delle
do gulash lioilizzato e tavolette di cioccola- pronto a lasciarsi andare alla deriva nell’im- mie possibilità e delle possibilità umane.
ta. Chmieliński e altri hanno proposto quel- mensità e afondare con la sua barca. Ma Ma…”. Quello che non dice, quello che resta
li che Doba deinisce “metodi esotici e co- poi Doba ha riacceso lo Spot e il telefono. sospeso nell’aria, è che non sarebbe stato
stosi” di salvataggio, che implicavano sce- Prima di arrivare in Francia, ha fatto qual- un grosso problema per lui prendere il mare
nari come catamarani provenienti dalle che video. Li abbiamo visti nel suo salotto e morire. Ha fatto un patto con la condizio-
Bahamas ed elicotteri che lanciavano dal insieme a Gabriela. “Fra tre settimane avrò ne umana. Quando Gabriela si era detta
cielo pacchi con il materiale per riparare il 71 anni”, dice in un video. “Se sopravvivo”. preoccupata per quello che avrebbe fatto in
timone. Doba non ha accettato. “Ero io una crisi se la terra più vicina fosse stata il
quello che avrebbe dovuto pagare”, dice. E Una pagaia di plastica azzurra fondo dell’oceano, lui aveva risposto che
comunque non ci teneva particolarmente a Un mattino di gennaio insolitamente mite non ci sarebbe stata una crisi. Non lo aveva
essere salvato. L’idea era portare a termine Doba – con larghi pantaloni di Gore Tex e detto perché è ingenuo, ma perché ha rein-
la traversata senza aiuti esterni. E voleva calosce – mi dà una pagaia di plastica azzur- ventato il concetto di crisi, proprio come ha
restare fedele al piano originale. ra, mi fa segno di sedermi davanti in un ka- reinventato il concetto di soferenza. Una
Nel giro di una settimana, però, si è arre- yak rosso a due posti, si toglie l’apparecchio crisi, nella visione di Doba, è un’opportuni-
so e ha accettato che una nave mercantile di acustico e dichiara allegramente, mentre ci tà per trionfare. Così Doba va incontro alla
passaggio lo tirasse fuori dall’acqua e ripa- spinge verso il largo: “Ora sono nella zona crisi proprio come va incontro alla soferen-
rasse il timone. A bordo della Baltic Light del silenzio”. Siamo andati in un bassopia- za. Scegliendola, abbraccia il ruolo
ha mangiato un pasto caldo e si è fatto molti no venato di iumi nella Polonia centrale dell’eroe, non della vittima.
selfie con la ciurma filippina. Il capitano per la 53ª riunione internazionale del kayak Eppure ama Gabriela e non vuole cau-
della nave non pensava che fosse una gran- invernale, un evento dal nome altisonante sarle altro dolore. Attraverserà di nuovo
de idea rimettere in mare da solo quel set- che in realtà signiica solo sessanta polacchi l’Atlantico? Ha una risposta ben congegna-
tantenne coperto di rash cutaneo e a corto di mezza età che passano insieme un ine ta. “Una spedizione”, dice. “In kayak. At-
di sonno. Ma Doba ha insistito. “Non crede- settimana di gennaio andando in kayak, traverso l’oceano. Per il momento non fac-
vo di potermi ritrovare in una situazione bevendo e ritrovandosi in uno chalet. La cio progetti.” Poi aggiunge: “Però mi piace
così avvilente”, ha scritto in un messaggio temperatura è di circa 4 gradi. Doba è un andare in barca”. u gc

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Cina

La Cina
guarda in alto
Ross Andersen, The Atlantic, Stati Uniti
Tra le montagne del Guizhou è stato costruito
un gigantesco radiotelescopio per cercare
i segni di intelligenze extraterrestri.
Ma qualcuno spera che non trovi niente

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VcG/GeTTy IMaGes

Il radiotelescopio
di Pingtang, in Cina

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Cina
gennaio del 2017 l’acca-

A demia delle scienze cine-


se ha invitato Liu cixin, il
più famoso scrittore di
fantascienza del paese, a
visitare il nuovo radiotele-
scopio costruito nel sudovest della cina.
Grande quasi il doppio di quello dell’osser-
vatorio statunitense di arecibo, nella giun-
gla portoricana, la nuova struttura cinese è
la più grande del mondo, se non dell’uni-
verso. anche se è abbastanza sensibile da
individuare i satelliti spia perino quando
non stanno trasmettendo, sarà usata princi-
palmente a scopi scientiici, uno dei quali
un po’ insolito. È il primo osservatorio co-
struito appositamente per captare i mes-
saggi di eventuali intelligenze extraterre-
stri. se nei prossimi anni dovesse arrivare
un messaggio, la cina potrebbe essere la
prima a sentirlo.
In un certo senso non c’è da meravigliar-
si che Liu sia stato invitato a visitarlo. Lo
scrittore ha molta voce in capitolo nelle
questioni cosmiche del paese, e l’agenzia
aerospaziale a volte gli chiede consulenze
sulle missioni scientiiche. Liu è il patriarca
della fantascienza cinese. altri scrittori ci-
nesi aggiungono al suo nome il titolo onori-
ico di Da, che signiica “grande”. Negli ul-
timi anni, gli ingegneri dell’accademia gli
hanno mandato aggiornamenti sulla co-
struzione del radiotelescopio, accompa-
MIcHaeL cHrIsTOpHer BrOwN (MaGNuM/cONTrasTO)

gnati da commenti su quanto la sua opera


abbia ispirato il loro lavoro.
Ma, per altri versi, è strano che abbiano
invitato proprio lui. Liu ha scritto molto sui
rischi di un contatto con gli extraterrestri.
Ha annunciato che la “comparsa dell’altro”
potrebbe essere imminente e provocare la
nostra estinzione. “Forse per altri diecimila
anni il cielo stellato che l’umanità guarda
con ammirazione sarà vuoto e silenzioso”,
scrive nella postfazione di uno dei suoi libri.
“O forse domani ci sveglieremo e trovere-
mo un’astronave aliena grande come la Lu- che è alla base della trilogia. Nessuna civiltà anni sessanta, durante la rivoluzione cultu-
na parcheggiata in orbita”. dovrebbe mai annunciare la sua presenza rale di Mao, quando una ragazza cinese in-
Negli ultimi anni Liu è entrato a far parte nel cosmo, dice. se un’altra civiltà venisse a via un messaggio a un sistema solare vicino.
dei grandi della letteratura mondiale. Nel sapere della sua esistenza si sentirebbe mi- La civiltà che lo riceve s’imbarcherà in una
2015 il suo Il problema dei tre corpi è stato il nacciata, perché da sempre le civiltà si lunga missione per invadere la Terra, ma a
primo romanzo tradotto a vincere il premio espandono allo stesso modo: eliminano gli lei non importa. Gli orribili crimini delle
Hugo, il riconoscimento più prestigioso per avversari inché ne incontrano uno che pos- guardie rosse l’hanno convinta che gli esse-
le opere di fantascienza. Barack Obama ha siede una tecnologia superiore alla loro. a ri umani non meritano più di vivere. Mentre
dichiarato al New york Times che quel libro quel punto vengono a loro volta eliminate. sono in rotta verso il nostro pianeta, gli ex-
– il primo di una trilogia –gli ha dato una Questa cupa concezione del cosmo è stata traterrestri distruggono i nostri acceleratori
prospettiva cosmica durante i frenetici anni chiamata “teoria della foresta buia”, perché di particelle per impedirci di fare progressi
della sua presidenza. Liu mi ha detto che lo immagina che tutte le civiltà dell’universo nella isica, come quelli che hanno prodotto
staf dell’ex presidente gli aveva chiesto una siano come cacciatori nascosti in una notte la bomba atomica meno di un secolo dopo
copia del terzo volume prima dell’uscita. senza luna, in attesa di sentire il primo fru- l’invenzione del fucile a ripetizione.
alla ine del secondo volume, uno dei scio che indica la presenza di un nemico. La fantascienza è spesso deinita lette-
personaggi principali delinea la filosofia La trilogia di Liu comincia alla ine degli ratura del futuro, ma uno dei suoi temi do-

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La cerimonia di apertura delle Olimpiadi del 2008 a Pechino andato a intervistare Liu in quanto ilosofo
cinese del primo contatto con una civiltà
extraterrestre, ma volevo anche sapere cosa
dovevo aspettarmi dalla visita. Quando
l’interprete gli ha tradotto la mia domanda,
Liu ha messo da parte la sigaretta e ha sorri-
so. “sembra uscito da un libro di fanta-
scienza”, ha detto.

Vecchio e nuovo
una settimana dopo ho preso un treno ad
alta velocità da shanghai, lasciandomi alle
spalle il bagliore violaceo alla Blade runner
della città, i cafè e le birrerie alla moda.
sfrecciando sulle rotaie sopraelevate ho vi-
sto sfumare i grattacieli, ognuno dei quali è
solo una celletta della megastruttura urba-
na interconnessa dalle ferrovie che negli
ultimi anni è spuntata nel paesaggio cinese.
Tra il 2011 e il 2013 la cina ha versato più ce-
mento di quanto ne abbiano usato gli stati
uniti in tutto il novecento. Ha già costruito
linee ferroviarie in africa, e spera di portare
presto i suoi treni ad alta velocità in europa
e perfino in Nordamerica, attraverso un
tunnel sotto lo stretto di Bering.
Mentre il treno procedeva verso l’entro-
terra, i grattacieli e le gru scomparivano.
Guardando i campi di riso color smeraldo
tra la nebbia era facile immaginare la cina
antica, il paese la cui lingua scritta era stata
adottata da quasi tutta l’asia; la cina che
aveva inventato le monete di metallo, le
banconote di carta e la polvere da sparo; la
cina arteice di un sistema per domare i iu-
mi che ancora irriga le sue colline terrazza-
te. procedendo verso ovest quelle colline
diventavano più ripide, i gradoni sempre
più alti, ino a quando ho dovuto appoggiare
la fronte al inestrino per vederne la cima.
Ogni tanto partiva una nota bassa alla Hans
Zimmer e il vetro si riempiva della iancata
bianca da nave spaziale di un altro treno,
che sfrecciava nella direzione opposta a tre-
cento chilometri all’ora.
minanti sono le allegorie storiche. Isaac be determinato per la cina un ridimensio- era metà pomeriggio quando siamo sci-
asimov basò il suo Ciclo delle fondazioni namento paragonabile alla caduta dell’im- volati silenziosamente all’interno dello
sulla storia di roma antica, e i romanzi del- pero romano. scintillante, cavernoso terminal di Gui-
la serie Dune di Frank Herbert prendono Nell’estate del 2017 sono andato in cina yang, la capitale del Guizhou, una delle pro-
spunto dalle tradizioni dei beduini arabi. a visitare il nuovo osservatorio, ma prima vince più povere e remote della cina. sem-
Liu è riluttante a fare collegamenti specii- ho incontrato Liu a pechino. Mentre chiac- brava che fosse in corso una trasformazione
ci tra i suoi libri e il mondo reale, ma am- chieravamo gli ho chiesto cosa ne pensava sociale imposta dal governo. c’erano car-
mette che il suo lavoro è inluenzato dalla dell’adattamento cinematograico del Pro- telli che chiedevano alla gente di non sputa-
storia delle civiltà terrestri, “in particolare blema dei tre corpi. “Qui la gente vorrebbe re per terra. Gli altoparlanti invitavano i
dagli incontri tra le civiltà più tecnologica- che diventasse lo Star wars cinese”, ha detto passeggeri a rispettare le “buone maniere”.
mente avanzate e i primi colonizzatori di con aria alitta. Le costose riprese sono i- e quando un uomo anziano ha saltato la ila
un certo territorio”. uno di questi incontri nite a metà del 2015, ma il ilm è ancora in per i taxi, una guardia di sicurezza lo ha rim-
è avvenuto nell’ottocento, quando il regno postproduzione. a un certo punto è stata proverato davanti a una folla di centinaia di
di mezzo cinese, che un tempo dominava sostituita l’intera squadra per gli efetti spe- persone.
l’asia, vide comparire dal mare le navi de- ciali. “Il nostro sistema non è ancora matu- La mattina dopo sono sceso nella hall
gli imperi europei. La loro invasione avreb- ro per i ilm di fantascienza”, ha detto. ero dell’albergo per incontrare l’autista che ave-

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Cina
vo assunto per andare all’osservatorio. Due sottilissime sonde saranno spinte da un gi-
ore dopo l’inizio di un percorso che doveva gantesco raggio laser verso alfa centauri, a
durarne quattro, si è fermato sotto la piog- più di quattro anni luce di distanza, per stu-
gia e si è inoltrato in un campo dove una diare da vicino i suoi pianeti. Milner mi ha
donna stava raccogliendo riso per chiedere detto che le telecamere delle sonde potreb-
indicazioni su un osservatorio che era a più bero essere in grado d’individuare i singoli
di 150 chilometri di distanza. Dopo molto continenti. L’équipe ha creato un modello
gesticolare da parte di entrambi, lei gli ha della radiazione che un laser simile emette-
indicato la direzione con il falcetto. rebbe nello spazio, e ha notato sorprenden-
siamo ripartiti, passando attraverso pic- ti similitudini con i misteriosi “lampi radio
coli villaggi, suonando il clacson a motoci- veloci” osservati dagli astronomi: a provo-
clisti e pedoni perché si togliessero di mez- carli potrebbero essere altri laser che invia-
zo. alcune delle case lungo la strada erano no sonde simili in altre parti del cosmo.
edifici vecchi di secoli, con i cornicioni andrew siemion, che dirige l’équipe di
all’insù; altre erano state appena costruite e Milner, sta cercando di verificare questa
ci vivevano le persone che lo stato aveva ri- possibilità. Ha visitato il radiotelescopio
collocato per fare posto al nuovo osservato- tesi. anzi, il seti potrebbe essere il progetto cinese mentre era ancora in costruzione per
rio. un gruppo di contadini si era lamentato scientiico più afascinante suggerito dal gettare le basi di una collaborazione e acco-
delle nuove case, attirando l’attenzione del- darwinismo. gliere la squadra cinese in una rete di osser-
la stampa occidentale, un evento raro per anche senza i inanziamenti statuniten- vatori radio che dovrebbero collaborare al
un progetto del governo cinese. si, oggi il seti sta vivendo un periodo di rina- programma seti insieme ad altre nuove
scita globale. I telescopi moderni ci permet- strutture costruite in australia, Nuova Ze-
Filosoi del futuro tono di osservare stelle più lontane e i pia- landa e sudafrica.prima che partissi per la
Il programma per la ricerca di forme d’in- neti che girano nelle loro orbite. con le tec- cina, siemion mi aveva avvertito che non
telligenza extraterrestri (seti) spesso viene nologie di prossima generazione potremo era facile arrivare all’osservatorio, ma che
deriso e considerato una specie di mistici- vedere oltre l’atmosfera di quei pianeti. I mi sarei accorto di essere abbastanza vicino
smo religioso, perino all’interno della co- ricercatori del seti si stanno preparando per quando il segnale del mio telefono si fosse
munità scientiica. circa un quarto di seco- questo momento. Nel loro esilio sono di- indebolito. Nei pressi del telescopio le tra-
lo fa il congresso degli stati uniti revocò i ventati ilosoi del futuro. Hanno cercato di smissioni radio sono vietate per evitare che
inanziamenti al programma seti con un immaginare quali tecnologie potrebbe usa- gli scienziati le scambino per segnali dallo
emendamento al bilancio proposto dal se- re una civiltà più avanzata e quali tracce spazio profondo. I supercomputer stanno
natore richard Bryan, il quale disse che potrebbero lasciare quelle tecnologie ancora vagliando miliardi di falsi positivi
sperava di “mettere ine alla caccia ai mar- sull’universo osservabile. Hanno trovato il raccolti in passato, quasi tutti causati da in-
ziani a spese dei contribuenti”. È uno dei modo d’individuare a distanza le tracce chi- terferenze della tecnologia umana.
motivi per cui è stata la cina a costruire il miche di inquinanti artiiciali. Hanno impa- L’autista stava per arrendersi quando il
primo radiotelescopio destinato principal- rato a esplorare densi campi stellari per segnale del mio cellulare ha cominciato a
mente alla ricerca di forme di vita extrater- scoprire strutture gigantesche ideate per svanire. eravamo in viaggio da cinque ore e
restri. difendere i pianeti dalle onde d’urto il cielo era diventato buio. Tra quelle mon-
In realtà il seti ha qualche tratto in co- dell’esplosione di una supernova. tagne che ricordavano il paesaggio di Ava-
mune con la religione. È motivato dal pro- Nel 2015 il miliardario russo yuri Milner tar soiava un forte vento e le lunghe canne
fondo desiderio umano di connessione e ha investito cento milioni di dollari in un di bambù ondeggiavano come gigantesche
trascendenza. si occupa degli interrogativi nuovo programma di ricerca guidato dagli piume verdi. Le prime gocce di pioggia han-
sulle origini dell’uomo, sulla forza creatrice scienziati dell’università della california a no bagnato il parabrezza nel momento in
della natura e sul nostro futuro nell’univer- Berkeley. L’équipe efettuava più osserva- cui ho deinitivamente perso il segnale.
so, in un momento in cui le religioni tradi- zioni in un solo giorno di quante se ne face- La settimana prima, io e Liu avevamo
zionali non convincono più molte persone. vano in un anno un decennio fa. Nel 2016 visitato un luogo per osservare le stelle mol-
perché questi aspetti dovrebbero deporre a Milner ha investito altri cento milioni in una to più antico. Nel 1442, dopo che la dinastia
sfavore del seti non è chiaro. e non è chiaro missione di ricerca interstellare. Decine di Ming aveva trasferito la capitale a pechino,
il motivo per cui il congresso statunitense l’imperatore inaugurò la costruzione di un
pensi che il seti non sia degno di essere i- nuovo osservatorio nei pressi della città
nanziato, visto che in passato washington è Decine di sottilissime proibita. alta più di dodici metri, l’elegante
stata ben contenta di spendere centinaia di struttura a castello avrebbe ospitato i più
milioni di dollari per fare ambiziose ricer-
sonde saranno spinte preziosi strumenti astronomici cinesi.
che su fenomeni la cui esistenza non era da un gigantesco Nessuna civiltà terrestre ha una tradi-
stata ancora dimostrata. Le missioni che zione di studi astronomici più lunga di quel-
hanno portato alla scoperta dei buchi neri e
raggio laser verso Alfa la della cina, i cui primi imperatori traeva-
delle onde gravitazionali sono state inan- Centauri, a più di no la propria legittimazione dal cielo, sotto
ziate anche se si basavano su semplici ipo- forma di un “mandato divino”. più di 3.500
tesi. come ha dimostrato Darwin, la possi-
quattro anni luce di anni fa, gli astronomi di corte cinesi incide-
bilità che su un pianeta si sviluppino forme distanza vano pittogrammi di eventi cosmici su gusci
di vita intelligente non è una semplice ipo- di tartaruga e ossa di bue. una di queste

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BarcrOFT MeDIa/GeTTy IMaGes

Un centro didattico vicino al radiotelescopio di Pingtang, in Cina

“ossa oracolo” riporta la più antica testimo- derarsi l’unica sopravvissuta delle civiltà alla tradizione. altri storici hanno dato la
nianza conosciuta di un’eclissi solare. pro- dell’era del bronzo come quelle dei babilo- colpa all’eccezionale stabilità politica del
babilmente era stata interpretata come nesi, dei micenei e degli antichi egizi. per i paese. In un territorio sconinato governato
presagio di una catastrofe, forse di un’inva- poeti occidentali le rovine della civiltà egi- da lunghe dinastie, probabilmente lo svi-
sione imminente. zia erano la prova che niente sopravvive per luppo tecnico era stato meno incoraggiato
Io e Liu ci eravamo seduti a un tavolo di sempre. Ma la civiltà cinese era sopravvis- che in europa, dove almeno dieci entità po-
marmo nero nel cortile di pietra dell’osser- suta. I suoi imperatori amministravano la litiche afollavano uno spazio molto più pic-
vatorio. sulle nostre teste, pini secolari più grande e complessa organizzazione so- colo ed entravano continuamente in con-
bloccavano la luce velata che iltrava dal ciale del pianeta. Imponevano tributi ai pa- litto. come abbiamo imparato dallo svilup-
cielo giallo e inquinato di pechino. Dietro esi vicini, che mandavano inviati a pechino po della bomba atomica, le necessità della
una porta rossa rotonda alla ine del cortile per la barocca cerimonia dell’inchino con la guerra aguzzano il pensiero scientiico.
c’era una scala che portava alla torretta di faccia a terra davanti all’imperatore. altri studiosi ancora hanno accusato la
osservazione dov’erano custoditi alcuni cina premoderna di non essere abbastanza
antichi strumenti astronomici, tra cui un Il paradosso di Needham curiosa della vita al di là dei propri conini.
gigantesco globo celeste sostenuto da dra- Nel primo volume della sua fondamentale si ritiene che questa mancanza di curiosità
ghi di bronzo. Il globo fu rubato nel 1900, opera Scienza e civiltà in Cina, pubblicato sia stato il motivo per cui durante il medio-
quando un’alleanza di otto paesi invase pe- nel 1954, il sinologo britannico Joseph evo la cina interruppe l’innovazione nava-
chino per domare la rivolta dei boxer. I sol- Needham si chiedeva perché mai la rivolu- le, proprio all’alba dell’era delle esplorazio-
dati tedeschi e francesi fecero irruzione nel zione scientiica non fosse avvenuta in ci- ni europee, quando le potenze imperiali
cortile dov’eravamo seduti io e Liu e porta- na, dove c’era una soisticata meritocrazia occidentali cercavano di recuperare le tra-
rono via dieci dei preziosi strumenti dell’os- intellettuale basata su esami che misurava- dizioni dei navigatori ateniesi.
servatorio. no la conoscenza dei testi classici. Questo Quali che siano stati i motivi, la cina ha
In seguito gli strumenti furono restituiti, interrogativo è diventato noto come il “pro- pagato caro il fatto di essere rimasta indie-
ma quell’incidente non è mai stato dimen- blema di Needham”, anche se già Voltaire tro rispetto all’occidente nel campo della
ticato. Nei libri cinesi di storia quel periodo si era chiesto perché mai la matematica ci- scienza e della tecnologia. Nel 1793 il re bri-
è definito il “secolo dell’umiliazione”, il nese si era fermata alla geometria, e perché tannico Giorgio III riempì una nave delle
punto più basso della lunga caduta della ci- erano stati i gesuiti a portare la rivoluzione più stupefacenti invenzioni del suo impero
na dall’apice raggiunto sotto la dinastia copernicana in cina e non il contrario. Il i- e la mandò in cina, ma l’imperatore gli ri-
Ming. Quando l’osservatorio era stato co- losofo francese lo aveva spiegato con l’im- spose che “non sapeva che farsene” di tutte
struito, la cina poteva a buon diritto consi- portanza che il confucianesimo attribuisce continua a pagina 77 »

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Cina
quelle cianfrusaglie inglesi. Circa mezzo scarsa considerazione riservata alle pubbli- mio cellulare a una guardia, che lo ha chiu-
secolo dopo, il Regno Unito tornò in Cina a cazioni scientiiche locali, pare che le uni- so in un armadietto e mi ha scortato ino a
cercare compratori per l’oppio indiano, ma versità cinesi ofrano ricchi compensi ai ri- un metal detector per verificare che non
ancora una volta l’imperatore disse di no, cercatori che pubblicano sulle riviste occi- avessi con me nessun altro apparecchio
anzi proibì la vendita della droga e distrus- dentali. elettronico. Un’altra guardia mi ha accom-
se le navi che trasportavano mille tonnella- Resta da vedere se la scienza cinese riu- pagnato in macchina lungo una stretta stra-
te di oppio britannico. La marina di sua scirà mai a raggiungere quella occidentale da di accesso, per arrivare a una serie di
maestà rispose con tutta la forza della sua senza un serio impegno politico per garan- rampe i cui 800 scalini si arrampicavano
tecnologia, mandando le proprie navi a va- tire la libera circolazione delle idee. In Cina sulla montagna, attraverso nuvole di libel-
pore corazzate su per lo Yangtze ad afon- la persecuzione degli scienziati dissidenti è lule blu, ino a una piattaforma afacciata
dare le giunche cinesi, ino a quando l’im- cominciata con Mao, i cui ideologi conside- sull’osservatorio.
peratore non ebbe altra scelta se non ir- ravano le teorie di Einstein “controrivolu-
mare il primo di quei “trattati iniqui” che zionarie”. Ma non è inita con lui. Anche in Un posto tranquillo
portarono alla cessione di Hong Kong e di mancanza di vere e proprie persecuzioni, la Fino a pochi mesi prima della sua morte,
altri cinque porti ai britannici. Quando i censura digitale cinese è un ostacolo per gli avvenuta a settembre del 2017, il radioa-
francesi colonizzarono il Vietnam si uniro- scienziati, che hanno diicoltà ad accedere stronomo Nan Rendong era il responsabile
no a questa “spartizione del melone cine- ai dati pubblicati all’estero. scientiico dell’osservatorio, e la sua ani-
se”, come sarebbe stata chiamata, insieme La Cina ha imparato a sue spese che le ma. È stato lui a fare in modo che il nuovo
ai tedeschi che occuparono una buona par- grandi conquiste scientiiche danno presti- telescopio fosse adatto alla ricerca di for-
te dello Shandong. gio a una nazione. Mentre la Russia lancia- me d’intelligenza extraterrestri. Partecipò
Nel frattempo il Giappone, che la Cina va i primi satelliti e i primi esseri umani nel- al progetto in dall’inizio, nei primi anni
aveva sempre considerato un “fratello mi- lo spazio e gli statunitensi piantavano la novanta, usando le immagini satellitari per
nore”, aveva risposto all’aggressione occi- bandiera a stelle e strisce sulla individuare centinaia di siti per il
dentale con una rapida modernizzazione Luna, l’Impero celeste rimaneva radiotelescopio tra le profonde
della sua marina, tanto che nel 1894 era in disparte a guardare. depressioni delle montagne car-
riuscito ad afondare quasi tutta la lotta La Cina si è concentrata so- siche cinesi.
cinese in un’unica battaglia e si era preso prattutto sulle scienze applicate. A parte le microonde, come
come bottino Taiwan. E questo era stato Ha costruito il più veloce super- quelle che costituiscono il baglio-
solo il preludio della sua brutale invasione computer del mondo, ha speso molto per la re residuo del big bang, le onde radio sono
della Cina a metà del novecento, in una ricerca medica e nel nordovest ha piantato la forma più debole di radiazione elettro-
campagna di espansione che doveva por- una “grande muraglia verde” di foreste co- magnetica. L’energia di tutte le onde radio
tare la civiltà giapponese a dominare su me estremo tentativo per fermare l’avanza- catturate dagli osservatori del pianeta in un
tutto il Paciico. Un tentativo che stava per- ta del deserto del Gobi. Ora sta riversando anno è inferiore all’energia cinetica rila-
fettamente riuscendo, inché non incontrò le sue immense risorse sulle scienze fonda- sciata quando un solo iocco di neve si ada-
gli Stati Uniti e le loro bombe atomiche in mentali. Ha in progetto di costruire un ac- gia sulla nuda terra. Per catturare questi
grado di distruggere intere città. celeratore di particelle che catturerà miglia- segnali eterei ci vuole un assoluto silenzio
Le umiliazioni della Cina si moltiplica- ia di “particelle di dio” nello stesso tempo tecnologico. È per questo che un giorno la
rono con l’ascesa degli Stati Uniti. Dopo che il Large hadron collider (Lhc) del Cern Cina vorrebbe costruire un radiotelescopio
aver mandato duecentomila uomini sul ha impiegato a separarne una manciata. Sta sul lato buio della Luna, un luogo molto più
fronte occidentale a sostegno delle forze anche pensando a Marte. Nel linguaggio silenzioso di qualsiasi posto sulla Terra. È
alleate durante la prima guerra mondiale, tecnopoetico del ventunesimo secolo, nien- per questo che, nel corso dell’ultimo secolo,
i diplomatici cinesi arrivarono a Versailles te simboleggerebbe l’ascesa della Cina me- tanti radiotelescopi sono spuntati come
aspettandosi una sorta di restaurazione o glio di una foto ad alta definizione di un grandi funghi bianchi negli spazi vuoti tra le
almeno l’annullamento dei trattati iniqui. astronauta cinese che mette piede sul pia- scintillanti città del pianeta. Ed è per questo
Invece furono messi a sedere al tavolo dei neta rosso. Niente, forse, tranne il primo che Nan venne a cercare un posto tra questi
bambini con la Grecia e il Siam, mentre le contatto con gli extraterrestri. monti remoti. Alte, frastagliate e coperte di
potenze occidentali si spartivano il pia- A un posto di blocco a una quindicina di vegetazione subtropicale, queste montagne
neta. chilometri del telescopio, ho consegnato il di calcare sbucano all’improvviso dalla cro-
Solo di recente Pechino ha riconquistato sta terrestre e formano barriere in grado di
la sua inluenza geopolitica, dopo essersi proteggere l’osservatorio dal vento e dalle
aperta al mondo con Deng Xiaoping negli In tutta la storia è interferenze radio.
anni ottanta. Deng aveva una venerazione Dopo aver stilato un elenco di possibili
quasi religiosa per la scienza e la tecnologia,
facile trovare esempi candidati, Nan andò a esplorarli a piedi. Ad-
che permane nella cultura cinese di oggi. In di civiltà in dentrandosi nella depressione di Dawo-
questo decennio il paese supererà gli Stati dang, si ritrovò alla base di una conca quasi
Uniti negli investimenti per la ricerca e lo
espansione che ne simmetrica, circondata da un cerchio per-
sviluppo, ma la qualità della sua produzione hanno sottomesse fetto di montagne verdi formate dai proces-
intellettuale è molto variabile. Secondo uno si casuali di sollevamento ed erosione. Più
studio, perino nelle più prestigiose istitu-
altre usando di vent’anni e 150 milioni di euro dopo, Nan
zioni accademiche un terzo delle pubblica- tecnologie avanzate posizionò il telescopio per la sua prima os-
zioni scientiiche è fasullo o copiato. Data la servazione, la sua “prima luce” nel gergo

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Cina
Il centro visite del radiotelescopio di Pingtang, in Cina
OU DONGQU (XINHUA NEwS AGENCY/EYEVINE/CONTRASTO)

degli astronomi, e lo puntò verso la radia- una civiltà stesse per essere invasa da un’al- A Pechino avevo detto a Liu che speravo
zione di una supernova, o “stella ospite”, tra o incenerita da un’esplosione di raggi ancora in un segnale. Gli avevo detto che la
come l’avevano chiamata i cinesi quando gamma o distrutta da qualche altra causa sua teoria della foresta buia si basava su
avevano registrato la luminosità insolita naturale, potrebbe usare le sue ultime ener- una lettura troppo ristretta della storia.
della sua esplosione circa mille anni prima. gie per lanciare il suo grido di morte ai pia- Forse deduceva troppe cose sul comporta-
Dopo che sarà stato calibrato, il radiote- neti vicini su cui è possibile che si sia svilup- mento generale delle civiltà dagli incontri
lescopio comincerà a scansionare grandi pata la vita. speciici tra la Cina e l’occidente. Liu mi
porzioni di cielo. L’équipe di Andrew Sie- aveva risposto, in modo convincente, che
mion sta collaborando con i cinesi per crea- Pensiero limitato l’esperienza della Cina con l’occidente ri-
re uno strumento che aumenti ulteriormen- Anche se Liu ha ragione e non c’è nessuna lette dinamiche più generali. In tutta la
te il raggio di queste rilevazioni. speranza di catturare un segnale, il radio- storia è facile trovare esempi di civiltà in
Siemion mi ha confessato di essere par- telescopio cinese è comunque abbastanza espansione che ne hanno sottomesse altre
ticolarmente emozionato all’idea di osser- sensibile da captare anche i più deboli sus- usando tecnologie avanzate. “È successo
vare i itti campi stellari al centro della ga- surri radio di una civiltà, quelli che non anche nella storia della Cina imperiale”,
lassia. “Sarebbe un posto molto interessan- sono fatti per essere sentiti, come le onde mi aveva detto, riferendosi al lungo domi-
te per una civiltà avanzata”, ha detto. Il dei radar aeronautici che emanano costan- nio del paese sui suoi vicini.
grande numero di stelle e la presenza di un temente dalla supericie terrestre. Se le ci- Ma anche se queste dinamiche si posso-
buco nero supermassiccio ofrono le condi- viltà sono veramente cacciatrici silenziose, no far risalire all’inizio della storia cono-
zioni ideali “se si vogliono lanciare sonde in sarebbe utile poter cogliere queste radia- sciuta, se non addirittura alla più nebulosa
giro per la galassia”. Il ricevitore di Siemion zioni “involontarie”. preistoria, quando gli uomini di Neander-
ainerà i suoi sensibili algoritmi su miliardi Molte delle stelle che popolano il cielo thal scomparvero dopo essere entrati in
di lunghezze d’onda, attraverso miliardi di notturno potrebbero essere circondate da contatto con gli esseri umani moderni, que-
stelle, alla ricerca di un segnale. un debole alone di queste radiazioni, risul- sto potrebbe comunque non dirci molto
Liu Cixin dubita che il telescopio ne cap- tato delle prime esperienze di una civiltà sulle civiltà della galassia. Per una civiltà
terà uno. Nella sua concezione del cosmo con la tecnologia radio, fatte prima di ren- che abbia imparato a sopravvivere per pe-
come una foresta buia, nessuna civiltà in- dersi conto del pericolo e di spegnere i suoi riodi cosmici, l’intera esistenza dell’umani-
vierebbe un segnale luminoso a meno che trasmettitori. Gli osservatori precedenti tà sarebbe solo un istante in un’alba lunga e
non fosse un “messaggio di morte”, una po- potevano cercare queste radiazioni solo in luminosa. E nessuna civiltà potrebbe dura-
tente trasmissione che annuncia l’immi- una manciata di stelle, il telescopio cinese re decine di milioni di anni senza aver rag-
nente estinzione di chi lo sta inviando: se è così sensibile da scandagliarne migliaia. giunto la pace al suo interno. Gli esseri

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Astronauti cinesi dopo il loro rientro sulla Terra nella Mongolia interna, in Cina, 26 giugno 2013
REUTERS/CONTRASTO

umani hanno già creato armi che mettono a se assoggettato un decimo delle stelle della mo perché non usano certe tecnologie per
rischio l’intera specie. Probabilmente le ar- galassia sarebbe facile da trovare, e non ne espandersi, forse siamo come ragni che si
mi di una civiltà avanzata sarebbero molto abbiamo trovata nessuna, pur avendo cer- chiedono perché gli esseri umani non usano
più potenti. Avevo detto a Liu che la relativa cato in centomila galassie. le ragnatele per catturare gli insetti”. E co-
giovinezza dell’umanità suggerisce che sia- Alcuni ricercatori del Seti hanno ipotiz- munque, una civiltà più vecchia che ha rag-
mo un’eccezione nello spettro dei possibili zato metodi di espansione più furtivi. Han- giunto la pace al suo interno potrebbe com-
comportamenti di una civiltà, non un caso no immaginato l’esistenza di “sonde Gene- portarsi lo stesso da cacciatrice, dice Liu,
da generalizzare. La Via Lattea è abitabile sis”, navi spaziali che possono seminare anche perché si renderebbe conto della dif-
da miliardi di anni. Chiunque riuscissimo a microbi su un pianeta o accelerare l’evolu- icoltà di “comprendersi a vicenda attraver-
contattare sarebbe sicuramente più vecchio zione sulla sua superficie provocando so le distanze cosmiche”. E saprebbe che il
di noi, e forse più saggio. un’esplosione cambriana come rischio di un’incomprensione può
Inoltre non c’è nessuna prova che per le quella che ha stimolato la creati- essere fatale.
civiltà più vecchie espandersi sia una priori- vità biologica sulla Terra. Qual- Un primo contatto sarebbe
tà. I ricercatori del Seti puntano a individua- cuno ha perino provato a dimo- ancora più pericoloso se incon-
re civiltà che si sono espanse in tutte le dire- strare che una nave spaziale simi- trassimo un’intelligenza artiicia-
zioni a partire da un unico punto, costruen- le ha visitato il nostro pianeta, le postbiologica che ha assunto il
do una sfera di tecnologia sempre più gran- cercando messaggi codificati nel nostro controllo del suo pianeta. La sua visione del
de fino a colonizzare intere galassie. Se dna, che dopotutto è il miglior metodo mondo sarebbe doppiamente aliena. Pro-
consumassero un’enorme quantità di ener- d’immagazzinare informazioni che la babilmente non conoscerebbe l’empatia,
gia, come ci si aspetta, queste civiltà ema- scienza conosca. Ma neanche in questo ca- che non è un tratto essenziale dell’intelli-
nerebbero un bagliore infrarosso, eppure so si è trovato nulla. L’idea che le civiltà si genza ma un’emozione nata da una partico-
non ne abbiamo ancora trovato traccia. For- espandono potrebbe essere tristemente an- lare cultura e storia evolutiva. La logica alla
se le macchine che si autoriproducono, ne- tropocentrica. base delle sue azioni andrebbe oltre l’im-
cessarie per espandersi rapidamente attra- Liu non accetta quest’ipotesi. Per lui maginazione umana. Potrebbe aver trasfor-
verso cento miliardi di stelle, a un certo l’assenza di quei segnali è solo un’altra pro- mato il suo intero pianeta in un supercom-
punto s’inceppano a causa della somma de- va che i cacciatori sono bravi a nascondersi. puter e, secondo l’ipotesi di tre ricercatori di
gli errori di programmazione. O forse le ci- Secondo lui il nostro modo di pensare alle Oxford, concluso che il cosmo attuale è
viltà si espandono in modo irregolare nella altre civiltà è limitato. “Soprattutto nel caso troppo caldo per funzionare in modo ei-
galassia, come hanno fatto gli esseri umani di quelle che potrebbero durare milioni o ciente a lunghissimo termine. Potrebbe
sulla Terra. Ma perino una civiltà che aves- miliardi di anni”, dice. “Quando ci chiedia- nascondersi e scivolare in un sonno senza

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Cina
sogni per centinaia di milioni di anni, inché l’Accademia delle scienze cinese lo chia- cante di vita. Il Corano parla della “creazio-
l’universo non avrà raggiunto una tempera- masse per dirgli che aveva captato un se- ne del cielo, della terra e delle creature vi-
tura che le consentirebbe di funzionare per gnale. Come avrebbe risposto al messaggio venti che Allah ha sparso ovunque”. Gli
milioni di anni. di una civiltà cosmica? Mi aveva detto che ebrei sono convinti che il potere di Dio non
non avrebbe fatto un resoconto dettagliato abbia conini, certo non quelli di questo pic-
L’impronta di dio della storia umana: “È troppo cupa, potreb- colo pianeta.
Mentre salivo l’ultima rampa di scale per be farci apparire più pericolosi di quello che Per il cristianesimo sarebbe più diicile.
raggiungere la piattaforma di osservazione, siamo”. Nel suo romanzo Blindsight, Peter Nella teologia cristiana contemporanea si
la Terra stessa sembrava vibrare come un watts ipotizza che il semplice riferimento discute se la salvezza portata da Cristo pos-
supercomputer, a causa del ronzio degli in- all’io individuale sarebbe sufficiente per sa considerarsi estesa a tutte le anime
setti ampliicato dall’acustica del radiotele- farci apparire una minaccia esistenziale. dell’universo o se i peccatori dei pianeti lon-
scopio. La prima cosa che mi ha colpito non Avevo ricordato a Liu che, monitorando ab- tani abbiano bisogno di un intervento divi-
è stato l’osservatorio stesso, ma le monta- bastanza a lungo l’habitat dei pianeti su cui no. Il Vaticano è ansioso d’integrare la pos-
gne carsiche. Erano tutte distinte e bitorzo- è possibile che si sviluppi la vita, come sicu- sibilità dell’esistenza di forme di vita extra-
lute. Era come se i maya avessero costruito ramente farebbe una cultura avanzata, una terrestri nella sua dottrina, forse perché ha
gigantesche piramidi in un raggio di centi- civiltà lontana potrebbe rilevare il lampo la sensazione che stia per arrivare un’altra
naia di chilometri, e che man mano che la delle bombe atomiche nella loro atmosfera. rivoluzione scientiica. Il ricordo della per-
vegetazione le invadeva si fossero tutte de- Forse non saremmo noi a decidere se rive- secuzione di Galileo è ancora fresco nella
formate in modo diverso. Si estendevano in lare o meno la nostra storia. sua lunga memoria istituzionale.
ogni direzione ino all’orizzonte, le più vici- Secondo Liu il primo contatto scatene- Nell’eventualità di un primo contatto,
ne erano verde scuro, le più lontane quasi rebbe un conlitto tra gli esseri umani, se anche gli umanisti laici dovranno rivedere
azzurre. non addirittura una guerra mondiale. Que- le loro teorie. Copernico ha tolto la Terra dal
Da questo paesaggio caotico emergeva sto è un tema ricorrente nella fantascienza. centro dell’universo, e Darwin ha gettato gli
la spettacolare struttura del radiotelesco- Nel ilm del 2016 Arrival l’improvvisa com- esseri umani nel fango insieme al resto del
pio. Largo come cinque campi da calcio, e parsa di un’intelligenza extrater- mondo animale. Ma anche in
abbastanza profondo da contenere due cio- restre ispira la nascita di sette questo contesto, gli umani hanno
tole di riso per ogni abitante del pianeta, era apocalittiche e rischia di scatena- continuato a considerarsi
un vero esempio di sublime tecnologico. re una guerra tra le potenze mon- l’espressione più alta della natu-
Fredda e concava, l’antenna sembrava diali che fanno a gara per essere ra. Abbiamo continuato a trattare
tutt’uno con la Terra. Era come se dio aves- le prime a decodiicare i messaggi le creature “inferiori” con grande
se premuto un dito perfettamente rotondo degli alieni. Il pessimismo di Liu trova con- crudeltà. Ci siamo meravigliati del fatto che
nella crosta del pianeta, lasciando una liscia ferma anche nella realtà: nel 1949, quando l’esistenza stessa sia stata concepita in mo-
impronta argentata. in Ecuador fu mandata in onda una replica do tale da generare esseri come noi a partire
Sono rimasto seduto lì per un’ora sotto di La guerra dei mondi, la trasmissione radio dai materiali e dalle leggi più semplici. Ci
la pioggia, mentre nuvole scure proiettava- di Orson welles che simulava un’invasione siamo illusi di essere, per usare le parole di
no chiazze di luce sull’osservatorio. Le mi- aliena, scoppiò una rivolta che fece sei vitti- Carl Sagan, “il modo dell’universo di cono-
gliaia di pannelli di alluminio triangolari me. “Abbiamo combattuto per problemi scere se stesso”. Sono tutte formule laiche
producevano un effetto mosaico: alcuni che erano molto più facili da risolvere”, dice per dire che siamo fatti a immagine di dio.
erano di un argento brillante, altri color Liu. Ma anche se un primo contatto non Un giorno potremmo essere ridimen-
bronzo pallido. Era strano pensare che, se il comportasse uno scontro geopolitico, sicu- sionati dalla scoperta che siamo collegati,
segnale lanciato da un’intelligenza lontana ramente provocherebbe un radicale cam- attraverso le distanze siderali, a una rete più
ci raggiungesse, probabilmente cadrebbe biamento culturale, perché metterebbe alla antica di menti, di compagni in questo lun-
in quella conca. Le onde radio rimbalzereb- prova tutte le religioni della terra. I buddisti go viaggio nel tempo. Potremmo ricevere
bero dall’antenna al ricevitore. Sarebbero se la caverebbero facilmente: la loro fede dà da loro una lezione sulla vera storia delle
analizzate e veriicate. I protocolli interna- già per scontata l’esistenza di un universo civiltà, giovani, vecchie o estinte che siano.
zionali prevedono che un primo contatto sia antichissimo e ininito, in ogni angolo del Potremmo scoprire opere d’arte di dimen-
immediatamente comunicato, ma non so- quale vibrano le energie degli esseri viventi. sioni galattiche, nate da tradizioni che risal-
no vincolanti. Forse la Cina renderebbe Il cosmo indù è altrettanto enorme e bruli- gono a milioni di anni fa. Forse ci chiede-
pubblica la notizia del segnale ma non la rebbero di partecipare a osservazioni scien-
sua origine, per evitare che qualcun altro tiiche che possono essere condotte solo da
invii un segnale di risposta. Forse lo tratte- L’osservatorio, più civiltà distanti tra loro centinaia di anni
rebbe come un segreto di stato, ma uno dei luce. Osservazioni di questo tipo potrebbe-
suoi partner internazionali potrebbe tradir-
abbastanza profondo ro svelarci aspetti della natura che ancora
la. O forse uno dei suoi stessi scienziati in- da contenere due non siamo in grado d’immaginare. Potrem-
vierebbe il segnale oltre le barriere imposte mo scoprire una nuova metaisica. E, se sa-
dal governo, libero di volare per il caotico
ciotole di riso per ogni remo fortunati, una nuova etica. Emerge-
garbuglio di ibre ottiche che percorre tutto abitante del pianeta, remmo dal nostro shock esistenziale con
il pianeta. una nuova consapevolezza dell’umanità
Quando ero a Pechino avevo chiesto a
era un vero esempio di che ci unisce. Il primo raggio di luce che ci
Liu di mettere da parte per un momento la sublime tecnologico raggiungerà in questa foresta buia potrebbe
teoria della foresta buia e immaginare che illuminare anche il nostro mondo. u bt

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Stati Uniti

I bagagli
degli altri
Susan Harlan, Guernica, Stati Uniti
A Scottsboro, in Alabama, c’è un immenso
negozio che vende oggetti smarriti non reclamati
dai proprietari. È un’attrazione turistica. E un
posto per capire il senso delle cose
i fermo nel parcheg- Le due bandiere degli Stati Uniti che incor-

M gio dell’Unclaimed
baggage center, il
centro per i bagagli
non reclamati, in un
pomeriggio grigio
che fa da cornice perfetta a questo tempio
delle cose perse. Le cose perse arrivano a
Scottsboro, in Alabama. Be’, non proprio
tutte le cose perse: solo gli oggetti smarriti
niciano l’entrata e le sedie a dondolo, insie-
me alle piante pensili, fanno pensare al por-
tico di una casa più che a un’attività com-
merciale.
Quando sono andata a Montréal diversi
anni fa, la mia valigia non è arrivata. È stra-
no uscire da un aeroporto senza valigia.
Senza i nostri bagagli, veniamo gettati nel
mondo impreparati. Nel passare sotto le
nei bagagli smarriti. indicazioni in francese, mi sono sentita più
Ma io non mi sono persa. Ho guidato at- che a mani vuote: mi sono sentita pericolo-
traversando le montagne, passando davan- samente leggera, come se non avessi niente
ti a giganteschi rivenditori di fuochi d’artii- a che fare con il posto in cui mi trovavo. Il
JEffG (ALAMy)

cio (ognuno diceva di essere “il migliore” e giorno dopo sono uscita per comprare dei
“il più grande”) e a cani morti che marciva- vestiti e ho preso un maglione nero e dei
no sul bordo della strada, ino ad arrivare a pantaloni neri: forse mi sentivo in lutto per
Scottsboro per vedere una delle principali la mia valigia, che mi è stata consegnata in
attrazioni turistiche dell’Alabama. Se non albergo il giorno dopo. che i suoi averi non fossero stati danneggia-
fosse per l’insegna blu e arancione a forma Diamo per scontato di poter tenere con ti, e lei ne era sollevata. Nel 1814 le andò
di valigia, l’Unclaimed baggage center noi il bagaglio quando viaggiamo. Può es- peggio: “Il mio baule non è arrivato ieri se-
sembrerebbe un normale uicio. Le pareti serci tolto per degli intervalli di tempo, ma ra, penso che arriverà stamattina: se no de-
esterne sono circondate da siepi ben curate. di regola non viaggia su un altro mezzo co- vo prendere in prestito delle calze e com-
me succedeva in passato. Il trasporto dei prare scarpe e guanti per il mio viaggio. So-
bagagli funzionava più come la spedizione no stata sciocca a non prepararmi meglio a
dei pacchi: valigie e bauli venivano sbattuti questa possibilità. Ma spero molto che scri-
di qua e di là e per questo, a volte, il loro con- verne in questo modo farà arrivare il baule
tenuto veniva danneggiato. a breve”. Austen scherza immaginando di
“Non ci potete credere, il mio baule è già poter usare la scrittura come un incantesi-
arrivato; e, cosa che completa la meravi- mo per materializzare il suo bagaglio, rime-
gliosa felicità, non si è danneggiato niente”, diando così al problema della sua autopro-
scriveva Jane Austen in una lettera del 1808. clamata stupidità.
La spiritosa iperbole “meravigliosa felicità” Austen ritrovò il suo bagaglio. Ma quan-
è tipica di Austen, ma è anche un’allusione do un bagaglio non viene ritirato il suo con-
a un’ansia molto reale. Era meraviglioso tenuto inisce all’Unclaimed baggage cen-

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Visitatrici all’Unclaimed baggage center di Scottsboro, Alabama

ter e nelle mani dei tanti clienti che si river- E, ovviamente, valigie. C’è anche uno Star- vendita tombe a 400 dollari, o 1.400 dolla-
sano qui. Il centro, che ha un’estensione di bucks. Un ediicio a parte ospita il negozio ri per un lotto di quattro. Ci sono tombe che
quasi quattromila metri quadrati, ha aperto Etc, con articoli per bambini e per la casa. risalgono alla guerra di secessione e tombe
nel 1970 e ogni anno richiama più di 800mi- Quando arrivo, il parcheggio è quasi pie- di alcune delle prime famiglie che si sono
la visitatori da oltre quaranta paesi. Il suo no, e la presenza di diversi camper confer- insediate nella città. E tanti cornioli.
status di attrazione è sottolineato dalla pre- ma il fatto che il negozio è una meta turisti- Il negozio riceve bagagli da compagnie
senza, all’entrata, di brochure turistiche ca. Un cartello al lato dello stabile indica aeree, linee di autobus, la compagnia dei
che promuovono cantine locali, zoo, centri che nel retro ci sono altri parcheggi per treni statunitense Amtrak, navi da crociera,
di paracadutismo, campi da golf, grotte, camper e roulotte. Non lontano ci sono un compagnie di autonoleggio e resort. La
skate park e le chiese più antiche ed emble- negozio di pneumatici e un distributore di maggior parte degli oggetti viene dagli ae-
matiche dell’Alabama del nord. Si possono benzina. Dall’altra parte della strada c’è il rei. Secondo il sito dell’Unclaimed baggage
comprare magliette ricordo. I reparti del T&W Unclaimed baggage, un negozio simi- center, negli Stati Uniti il 99,5 per cento del-
negozio principale comprendono gioielle- le ma dall’aspetto piuttosto malandato in le valigie viene recuperato al ritiro bagagli.
ria, articoli sportivi, abiti eleganti, libri, confronto (un impiegato dell’Unclaimed Ma lo 0,5 per cento rimane lì. Nel 2012, più
elettronica (con un limite massimo di ac- baggage center lo deinisce “un’imitazio- di 1,8 milioni di valigie sono state perse, ru-
quisto di tre computer al giorno per perso- ne”). Dietro al negozio, il cimitero di Cedar bate o danneggiate dalle principali linee
na), abbigliamento maschile e femminile. hill si estende per otto ettari. Sul sito sono in aeree statunitensi sui voli nazionali. Questo

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Stati Uniti
signiica che, ogni mille passeggeri, più di derwood, strumenti musicali come una
tre valigie sono state perse o danneggiate. domra russa e una ribeca afgana.
Le compagnie regionali o a basso costo ten- Gli oggetti in mostra sono accompagna-
dono ad avere i numeri peggiori. Il sito spie- ti da cartellini che li identiicano e li descri-
ga che le linee aeree conducono “un’accu- vono. Un “modellino fatto a mano della
rata ricerca di tre mesi per rintracciare i fregata Hms Surprise” include una breve
proprietari delle valigie”, pagando delle pe- storia delle guerre napoleoniche e una foto
nali sui bagagli che non possono essere ri- di Russell Crowe nel ilm Master and com-
consegnati. Alla fine di questo processo, mander: sida ai conini del mare. Un “antico
vendono “la proprietà dei bagagli non re- ventaglio” ritrovato nel 2010 ha la seguente
clamati”, che a quel punto non appartengo- nota: “Questo bellissimo oggetto dipinto a
no più a nessuno, al centro. mano dell’ottocento mostra classiche scene
Il sito del centro descrive queste valigie di giovani impegnati nei loro svaghi. Deco-
come “orfane”. La parola suggerisce che il rato in oro e con stecche d’avorio inemente
proprietario del bagaglio sia il suo genitore intagliate, è un ventaglio d’epoca vittoriana
e che sia morto. I termini “smarrito” e “non che dev’essere appartenuto a una signora di
reclamato” sono usati indistintamente, ma alto rango sociale”. Questi oggetti non sono
“smarrito” implica che un bagaglio sia ini- Corna d’alce gigante, non in vendita in vendita.
to nel posto sbagliato, come succede quan- Pugnale fatto a mano, non in vendita Mi fermo vicino alle ile di carrelli grigi
do non troviamo le chiavi di casa, mentre e guardo la pianta del negozio. Una schiera
“non reclamato” implica che sia stato ab- I gioielli di valore sono lucidati e valutati. Le di jeans piegati a metà e appesi alle grucce
bandonato. L’abbandono è collegato alla valigie vengono aperte davanti ai clienti al- si stende davanti a me. Attraverso il repar-
sua condizione di oggetto smarrito, ma le 14.30, dal lunedì al sabato, così si può to delle uniformi, supero un cesto di scal-
sbirciare dentro la valigia di uno sconosciu- damuscoli con inserti di pizzo (in mezzo
to prima che sia svuotata. Lo staf seleziona qualcuno ha abbandonato una bibbia con
“gli articoli migliori” destinandoli alla ven- la copertina nera in inta pelle, di quelle
dita, e di quello che rimane circa la metà è che si trovano nelle stanze d’albergo) ed
devoluta a enti di beneicienza con il pro- entro nella zona dei vestiti eleganti, piena
gramma Reclaimed for good. Tutto il resto, di abiti lunghi dai colori vivaci che mi ricor-
quello che non può essere venduto o dona- dano i balli scolastici di ine anno degli an-
to, lo buttano via. ni novanta.
Sul sito, questo processo è rappresenta- Vestiti da sposa di produzione industria-
to dall’immagine di una valigia aperta. Gli le sono disposti su sei ile lungo la parete, e
oggetti al suo interno sono suddivisi in tre sono un trionfo di lustrini, pizzo e tafetà.
categorie: da vendere, da devolvere, da but- Mi chiedo se siano mai stati indossati. Vago
tare. La categoria delle cose da buttare in- tra scafali di camicie, vestaglie e pigiami.
clude un ciuccio, un pennarello, delle graf- Alcuni degli articoli più costosi del negozio
fette, un elastico di gomma, un tubetto di – un vestito di pizzo color avorio di Chloé,
CHRIS MALUSzyNSkI (MOMENT/INSTITUTE) (8)

dentifricio e uno spazzolino da denti, un taglia 46 (in vendita a 849,99 dollari, nuo-
piccolo taccuino marrone, un pezzo di carta vo costa 3.195 dollari) e il baule Sherazade
piegato che potrebbe essere uno scontrino. di Barrel Shack (in vendita a 189,99 dollari,
Circa un quarto degli oggetti smarriti non nuovo costa 1.450 dollari) – sono messi in
ha alcun valore: mi sembra tristissimo. Ma evidenza e sistemati in cima agli scafali,
non si può fare molto con lo spazzolino usa- isolati dal mare di oggetti d’uso quotidia-
to di un’altra persona. O con un suo vecchio no, come a ricordarci che qui potremmo
scontrino. scovare dei tesori. Una donna guarda il ve-
Però queste valigie contengono anche stito di Chloé: “Come si fa a non reclamare
Maglietta autografata da Magic cose particolari e straordinarie. L’entrata un vestito di Chloé?”, chiede all’amica,
Johnson, $ 225,99 del centro è un “museo” di oggetti ritrovati,
presidiato da un ritratto dei fondatori Doyle
“smarrito” non deinisce completamente il e Sue Owens. Sue è seduta su una poltrona
bagaglio che nessuno ha reclamato. gialla e Doyle, in piedi dietro di lei, le ap-
Le valigie orfane vengono comprate a poggia la mano sulla spalla. A destra c’è una
scatola chiusa, caricate sull’enorme rimor- vetrina con gli “oggetti religiosi” e a sinistra
chio di un camion e trasportate nella strut- il pupazzo di Gogol, il goblin del ilm Lab-
tura di smistamento del negozio, dove il yrinth. Dove tutto è possibile del 1986, arriva-
personale del negozio le apre, le classiica e to al centro nel 1997 in “pessime condizio-
ne prezza il contenuto. I vestiti sono lavati ni” e poi restaurato. Queste esposizioni
in un impianto interno, il più grande continuano all’interno del negozio, dove i
dell’Alabama del nord. I dispositivi elettro- tesori speciali sono sistemati sulle pareti in Boxer con la bandiera degli Stati
nici sono testati e ripuliti dai dati personali. alto: corna di alci, macchine da scrivere Un- Uniti, $ 0,99

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Uno dei foulard è blu scuro, e chiedo di
vederlo. La commessa lo prende e lo mette
sul bancone. Lo apro. Il motivo raigura un
angelo.
Penso alla valigia che conteneva questo
foulard. forse era chiusa. Oppure no. Pro-
babilmente non è importante. I lucchetti
delle valigie non mi hanno mai dato l’im-
Scarpe Jimmy Choo, $ 100,99 pressione di essere delle vere misure di si-
curezza. Sarà per via delle dimensioni: sono
scuotendo la testa. “Incredibile”. delle cosine di metallo con un buco o una
Nella maggior parte dei casi, sono og- combinazione fatta di piccoli tasti. Ricorda-
getti ordinari. Bigiotteria. Camicette, vesti- no i lucchetti dei diari segreti per bambini:
ti, magliette. file di macchine fotograiche sono più simbolici che altro, una dichiara-
compatte e di libri in edizione economica. zione che qualcosa non dev’essere aperta
Le cose della vita di tutti i giorni. Ma la ten- più che un vero ostacolo. E adesso il foulard
sione tra ordinario e straordinario – non è qui, orfano. Decido di comprarlo, e la
lontano dalla cafetteria c’è una cornice di commessa sorride con approvazione.
legno scura laboriosamente incisa accom- Il foulard è un capriccio, ma non me ne
pagnata dalla targhetta “foresta nera sviz- pento. Ora il suo valore è determinato dal
zera, $ 1.350,00” – è quello che dà al centro mercato, non dal sentimento o dai ricordi. Anatra canadese impagliata,
la sua personalità. Nella sezione della gio- Quando è stato tirato fuori dalla valigia, il non in vendita.
ielleria le vetrinette sono piene di bracciali, legame con il suo proprietario si è perso. Le Anello d’oro a 18 carati con diamante,
orologi, collane di perle, spille con cammeo valigie che contengono questi oggetti gli $ 15.000,99, abbinato con ciondolo
e ciondoli, croci d’oro tempestate di dia- danno anche un senso, ma da soli perdono d’oro con diamante, $ 12.500,99, su
manti e catene d’oro e d’argento di ogni lun- di signiicato o ne acquistano un altro. collana d’oro a 14 carati, $ 528,99
ghezza. Do un’occhiata alle etichette, Prima di ripartire, dal retro raggiungo il
che sono stranamente precise: $ 103,99, cimitero e me ne resto in piedi, sotto al can- persone a cui ho detto che sarei venuta qui
$ 66,99, $ 172,99, $ 260,99, $ 500,99. cello di ferro, a guardare le persone che mi hanno chiesto: perché qualcuno non do-
Un uomo di ianco a me chiede alla com- vanno e vengono dalle loro macchine con le vrebbe reclamare una valigia smarrita? for-
messa di poter vedere un anello con cam- buste in mano. La grande domanda se a questa domanda non c’è risposta. O la
meo, lei lo estrae dalla teca e glielo porge. dell’Unclaimed baggage center è perché le risposta è che non si può rispondere. Gli og-
“È davvero bello”, gli dice. “Ne aveva- valigie non vengano reclamate. Tutte le getti in vendita nei negozi di seconda mano
mo un altro simile che era un vero afare. o di antiquariato sono stati portati lì: vendu-
L’hanno comprato subito”. ti o regalati, o semplicemente trovati. Può
Lui lo guarda con attenzione e lo gira. darsi che i proprietari originali siano morti,
“Sì, è proprio bello”. o che si siano trasferiti e volessero allegge-
“È una meraviglia. E poi c’è quest’altro rirsi. Può darsi che non siano gli oggetti a
con la perla, che è molto particolare”. essere smarriti, ma i loro proprietari. Que-
La commessa gli dà l’altro anello, che il ste persone aleggiano sul negozio come
signore fa scivolare sul dito in dove arriva, fantasmi, e nessuno sa cosa dire di loro.
cercando d’immaginare come potrebbe Il mio foulard è piegato in una busta di
stare sulla mano di una donna. carta bianca, chiusa da un punto metallico
“Mmh…”, dice. “Proprio una bella sco- applicato sullo scontrino. Lo tiro fuori. È
perta”. morbido. Non trasmette la sensazione di
Cammino fino al reparto dei foulard. essere nuovo, ma di essere appartenuto a
Una commessa nota il mio anello – un te- qualcuno. Lo sollevo e lo guardo. L’espres-
schio – e sorride. sione dell’angelo è imperscrutabile, quasi
“Le piacciono i teschi?”, mi chiede. innocente, tiene le ali verdi a riposo dietro
“Sì”, rispondo. la schiena e ha la testa incoronata di iori.
“Be’, ho una cosa da farle vedere che è Indossa un mantello aperto che cade sui
appena arrivata”. Si allontana per un attimo fianchi, ma non ci sono dei veri e propri
e torna portando un foulard accuratamente ianchi perché non ha un corpo. Dentro al
piegato, con dei teschi bianchi e neri. mantello, invece del busto c’è il vuoto. Il
“Alexander McQueen”, dice. nulla. Solo un disegno geometrico che ri-
“Ooh. Che bello”. corda dei vetri rotti. Si agita al vento, e pen-
“È appena arrivato”. so che sia l’angelo dei bagagli non reclama-
“Ci sono delle cose bellissime anche ti, che porta tutto nel suo nulla.
qui”, dico, indicando i foulard nell’esposi- Mi lego il foulard intorno alla testa, così
tore. da avere gli occhi liberi dai capelli mentre
“Sì”, ribatte. “Hermès”. Vestito da sposa St Tropez, $ 140,99 guido per tornare a casa. u cb

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Graphic journalism Freddy Nadolny Poustochkine

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Graphic journalism

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Graphic journalism

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Freddy Nadolny Poustochkine è nato nel 1977 a Montargis, in Francia. Ha pubblicato La colline empoisonnée (Futuropolis 2010).
Sogna di trasferirsi deinitivamente in Vietnam.

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Egitto

Il gatto Morsi
e le gemelle
Peter Hessler, The New Yorker, Stati Uniti
Foto di Moises Saman
Il giornalista Peter Hessler si è trasferito al Cairo
subito dopo lo scoppio della rivoluzione con la
moglie e le iglie di diciassette mesi. Ma ad
angosciarlo più delle proteste e del colpo di stato
erano le incursioni notturne dei topi
MagnuM/Contrasto

Le piramidi di Giza.
Il Cairo, 2013
Egitto
Il Cairo, 10 luglio 2013. Un manifesto dell’ex presidente Mohamed Morsi
MagnuM/Contrasto

atasha è stata la prima de avevano le ringhiere a forma di ragnate-

N delle nostre iglie a essere


morsa da un roditore.
Probabilmente è succes-
so mentre dormiva, ma
era troppo piccola per dir-
celo. Come la sua gemella ariel, natasha si
esprimeva soprattutto in inglese, ma per
certe cose come i colori, gli animali e gli ali-
menti essenziali le bambine usavano l’ara-
la. Per entrare in ascensore si apriva un
cancello con il motivo a ragnatela. L’antica
cabina ascensore di legno intagliato, simile
a un sarcofago bizantino, saliva e scendeva
nell’oscurità di un pozzo all’aperto. Le ma-
glie della tela sul cancello dell’ascensore
erano larghe come una testa umana e quan-
do passava la cabina si poteva toccare. Poco
dopo il nostro arrivo, un bambino di un pia-
bo. Aish per il pane, maya per l’acqua. se no alto rimase incastrato con la gamba pro-
prendevo una delle due in braccio e la face- curandosi una brutta frattura, e dovette
vo girare in aria, gridava: “Tani!”, ancora! andare in Europa a curarsi.
Poi lo ripeteva anche la sorella, perché qual-
siasi cosa facessi con una dovevo farla pure Vaccino antirabbico
con l’altra. Tani, tani, tani. non avevano an- nei vecchi quartieri del Cairo la sicurezza
cora compiuto due anni. non è mai stata una priorità, ma durante la
Ho notato il segno mentre stavo cam- rivoluzione la città era ancora più trascura-
biando natasha. a destra dell’ombelico ta. C’erano continui blackout e ogni tanto
c’erano due paia di brutti fori rossi: incisivi. mancava l’acqua per intere giornate. Cu-
Forse l’animale aveva iutato qualcosa nel muli di spazzatura attiravano topi e ratti.
MagnuM/Contrasto

pannolino. se natasha aveva gridato né io una volta ho visto delle donnole inilarsi in
né mia moglie Leslie l’avevamo sentita. un buco nelle fondamenta del palazzo sotto
C’eravamo trasferiti al Cairo a ottobre le inestre della camera delle bambine.
del 2011, durante il primo anno della prima- In clinica una pediatra ha esaminato i
vera araba. abitavamo a Zamalek, un quar- segni sulla pancia di natasha. “Insetto”, ha
tiere su un’isola lunga e stretta in mezzo al sentenziato. Ero incredulo: “Quello sareb-
nilo. Zamalek è tradizionalmente il quar- be il morso di un insetto?”. spero di essere stata utile. spero che stiate
tiere della media e alta borghesia. avevamo “Forse una pulce”, ha detto. bene tutti e due. un abbraccio, susie”.
preso in aitto un appartamento al piano Ho mandato una fotograia a un’amica Io e Leslie siamo andati in taxi sulla riva
terra di un vecchio ediicio che, come molti di famiglia che lavorava in una clinica der- sinistra del nilo e abbiamo comprato un
palazzi della strada, era bellissimo ma ca- matologica negli stati uniti. La risposta mi vaccino antirabbico in un centro per le vac-
dente. all’esterno, sulla facciata art déco, ha fatto provare nostalgia per la capacità cinazioni chiamato Vacsera. Poi abbiamo
c’era una cancellata in ferro battuto con le degli americani di usare un linguaggio alle- cercato un altro pediatra. Ho comprato an-
sbarre che disegnavano una ragnatela. gro e spensierato in qualsiasi situazione: che una decina di trappole adesive.
Lo stesso motivo si ripeteva in tutto il “Ciao! abbiamo discusso il caso tutti insie- La notte sistemavo le trappole sotto i let-
palazzo. Piccole tele nere decoravano la no- me oggi, siamo tutti d’accordo. Il morso tini. spesso mi svegliavano le voci delle ge-
stra porta d’ingresso, e i balconi e le veran- potrebbe essere di un serpente/roditore. melle: “Papà, topo! Papà, topo!”. una volta

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Il Cairo, 25 gennaio 2013

ho sentito un rumore nella loro cucina gio- quello di natasha: quattro incisivi. abbia- razza conosciuta come mau egiziano.
cattolo, ho aperto la porticina del mini fri- mo fatto un’altra spedizione in taxi al Vac- L’abbiamo chiamato Morsi. In Egitto
gorifero ed è spuntato fuori un topo. Come sera. c’erano appena state le prime elezioni pre-
diavolo c’era inito? tutti i topi che riuscivo ne avevo abbastanza di trappole. Io e sidenziali democratiche della storia e le
a catturare erano troppo piccoli per aver fat- Leslie siamo andati a trovare uno straniero aveva vinte Mohamed Morsi, un leader dei
to i segni sulla pancia di natasha, ma non che viveva al Cairo e stava dando via due Fratelli musulmani. Poco dopo il suo arrivo,
inivano mai: tani, tani, tani. Li ho afogati gatti, un maschio e una femmina. La scelta il gatto Morsi ha dato un morso sul braccio a
uno per uno in un secchio d’acqua. è stata facile: il maschio era più grosso, ave- Leslie lasciandole il segno. Tani: un altro
Quando è stata morsa anche ariel, ab- va un’espressione feroce e si muoveva agil- viaggio al Vacsera. Dopo un anno al Cairo,
biamo trovato il segno sulla schiena invece mente tra i mobili. Le striature del pelo for- ero l’unico componente della famiglia a
che sulla pancia. Per il resto era identico a mavano una “M” sulla fronte, il segno della non aver fatto un’iniezione antirabbica.

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Egitto
Il Cairo, 19 agosto 2013. Il punto in cui sorgeva l’accampamento dei sostenitori dei Fratelli musulmani
MagnuM/Contrasto

Leslie e io ci siamo conosciuti a Pechino, in un paese dove non succedeva niente. Il sato su, ma alla ine abbiamo deciso di par-
dove lavoravamo entrambi come giornali- primo sconvolgimento del nostro piano è tire. abbiamo fatto domanda per l’assicura-
sti. Veniamo da contesti diversi: lei è nata a avvenuto quando invece di un iglio ne ab- zione sulla vita, ma la compagnia assicura-
new York da una coppia di immigrati cine- biamo avuti due. a maggio del 2010 ariel e tiva ci ha scartati con la motivazione di “un
si, mentre io sono cresciuto nel Missouri. natasha sono nate premature, perciò ab- viaggio troppo lungo”. siamo andati da un
Ma la stessa irrequietezza ci ha spinti a tra- biamo deciso di aspettare dodici mesi pri- avvocato per fare testamento. abbiamo di-
sferirci all’estero, prima in Europa e poi in ma di trasferirci. La data non ci sembrava sdetto il contratto d’aitto della casa e ab-
asia. nel 2007, quando abbiamo lasciato la importante: un anno nella vita di un neona- biamo lasciato tutte le nostre cose in un
Cina insieme, avevamo passato quasi tutta to è un attimo rispetto all’immutabile Cairo. magazzino. abbiamo venduto l’auto. non
la nostra vita adulta all’estero. Quando invece a piazza tahrir sono comin- volevamo spedire niente: tutto quello che ci
avevamo un piano: ci saremmo trasferi- ciate le proteste, le bambine avevano otto serviva ce lo saremmo portato in aereo.
ti nella campagna del Colorado, per pren- mesi, ed esattamente diciotto giorni in più Il giorno prima della partenza io e Leslie
derci una pausa dalla vita cittadina e prova- quando Mubarak è stato deposto. ci siamo sposati. non c’era mai importato
re ad avere un bambino. Poi saremmo an- abbiamo rimandato e ci abbiamo pen- nulla delle formalità e non avevamo voglia
dati a vivere in Medio oriente. Ci piaceva di organizzare un matrimonio. Però aveva-
Mar Mediterraneo 50 km
l’idea di scrivere di un altro paese con una Port said mo letto che se una coppia non aveva lo
alessandria
vasta storia e una lingua ricca, e volevamo Mansura stesso cognome le autorità egiziane faceva-
che quella fosse la nostra prima esperienza suez no storie per rilasciare il permesso di sog-
Il Cairo
familiare. giorno congiunto. abbiamo lasciato le
Era tutto un po’ vago, il iglio e il paese. bambine con una babysitter e ci siamo pre-
Forse in Egitto, forse in siria. Forse un ma- sentati al tribunale della contea di ouray.
schio, forse una femmina. Che diferenza EGITTO Mar
appena il funzionario della contea ha
faceva? un collega a new York mi aveva av- abido Rosso dato inizio alla cerimonia, Leslie l’ha inter-
vertito che l’Egitto, dove Hosni Mubarak Luxor rotto per chiedergli quando chiudeva l’ui-
Esna
era al potere da quasi trent’anni, poteva ri- cio per le infrazioni al codice stradale. “alle
sultare un paese immobile rispetto alla Ci- assuan quattro”, ha detto il funzionario. Leslie ha
na. “al Cairo non cambia mai niente”, mi guardato l’orologio. “Può aspettare un mi-
aveva detto. Ma l’idea non mi dispiaceva abu simbel nuto?”. È corsa al piano di sopra per pagare
afatto. non vedevo l’ora di studiare l’arabo l’ultima multa per eccesso di velocità.

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Il Cairo, novembre 2011. Una strada vicino a piazza Tahrir
MagnuM/Contrasto

sul certiicato di nozze c’è scritto che volta ariel e una volta natasha. Io e Leslie che abitava al quarto piano si era proclama-
abbiamo “contratto il sacro vincolo di ma- abbiamo pensato di fargli togliere le un- ta curatrice dei gatti del quartiere e gli la-
trimonio” alle 16.08 e 44 secondi. Ho inila- ghie, ma questo gli avrebbe dato uno svan- sciava sempre delle ciotole con il cibo. tutte
to il certiicato nei bagagli. Il giorno dopo taggio nei confronti dei roditori e dei gatti le volte che uscivo per portare fuori le ge-
siamo saliti sull’aereo insieme alle nostre randagi nel quartiere. melle con il doppio passeggino mi salutava
gemelle di diciassette mesi. né io né Leslie tenerlo dentro casa era impossibile. sorridendo. gli egiziani impazziscono per i
eravamo mai stati in Egitto. apriva da solo porte e inestre e si nascon- bambini ancora più che per i gatti, quindi
deva sempre vicino all’ingresso aspettan- attiravamo l’attenzione a Zamalek. Mi ri-
A spasso per Zamalek do l’occasione per scappare fuori. spesso cordo in particolare alcune facce: un portie-
Con l’arrivo di Morsi i topi sono spariti. Il pochi minuti dopo che era uscito si senti- re con un occhio solo, un fattorino con il
gatto ne ha decapitati un paio lasciando in vano grida di gatto. avevamo un piccolo naso rotto che consegnava il tè, un nego-
giro i corpi mutilati e dopo un po’ non abbia- giardino dove si radunavano i randagi del ziante che parlava alle bambine in arabo.
mo avuto più visite indesiderate. La pellic- quartiere, ma Morsi non tollerava intrusio- Crescendo, le bambine hanno comin-
cia di un mau egiziano è simile a quella dei ni. Più volte l’ho visto inseguire una povera ciato a fare i capricci se non le vestivamo
felini raigurati sulle pareti delle tombe an- bestia spelacchiata ino alle inferriate con uguali. Io e Leslie non volevamo, ma erava-
tiche, e anche il nome è antico: ai tempi dei il motivo a ragnatela. mo talmente presi dalla nuova vita in Egitto
faraoni, mau signiicava “gatto”. I mau sono sayyid, il netturbino di zona, diceva che che abbiamo ceduto subito. Compravamo
agilissimi, e si distinguono per un lembo di qualcuno prima o poi se lo sarebbe rubato. tutto doppio, e quando le gemelle erano una
pelle che va dai ianchi alle zampe posterio- “È un bellissimo gatto”, diceva. “Qot bela- a ianco all’altra sul passeggino con i vestiti-
ri, permettendogli un’estensione maggiore. di”, un gatto del paese: la gente usava spes- ni coordinati era una specie di spettacolo.
Pur essendo gatti domestici riescono a rag- so questa espressione vedendo le strisce di gli stranieri a volte mi chiedevano se
giungere una velocità di quasi cinquanta Morsi. si dice che gli egiziani siano stati il avevo mai visto “gli altri gemelli di Zama-
chilometri all’ora. primo popolo nella storia ad allevare i gatti lek”. Erano due leggendari fratelli egiziani,
Le bambine, come i topi, hanno impa- e che li amassero al punto da vietarne ormai anziani, che tutti i giorni passeggia-
rato a stare alla larga da Morsi. L’animale l’esportazione già più di trentasette secoli vano per l’isola insieme. Erano sempre ve-
aveva poca pazienza per le loro chiacchiere fa. Chiamavano i fenici “ladri di gatti” per- stiti in modo identico, con la giacca e la ca-
e le loro tirate di coda e le ha graiate en- ché i marinai li prendevano per portarli a micia abbottonata. un paio di volte ho pro-
trambe con abbastanza forza da fargli usci- bordo delle loro navi. vato ad attaccare discorso, ma mi hanno
re il sangue. Era molto bravo: graiava una nel nostro palazzo, una signora anziana ignorato e non hanno degnato le bambine

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Egitto
neanche di uno sguardo. ogni volta che ci
incrociavamo – gemelli anziani, gemelle
Le diicoltà della vita è arrivata con le unghie dipinte con i colori
della bandiera egiziana. Ha tirato fuori dei
bambine, gemelli a piedi, gemelle su ruote quotidiana tenevano pastelli e ha insegnato alle gemelle a dise-
– mi domandavo come sarebbero venute su
le mie figlie dopo questa strana infanzia
la gente occupata. Un gnare delle bandierine. Era giusto che le
mie iglie di tre anni festeggiassero in anti-
passata sul nilo. sacco di cose cipo un colpo di stato militare? Ero troppo
Era come se la conformazione geograi-
ca di Zamalek e i suoi ricchi residenti di lun-
andavano male e distratto per pensarci; dovevo uscire presto
per raccontare gli avvenimenti del giorno.
go corso tirassero fuori una predisposizione spesso la politica non Io e Leslie immaginavamo diversi sce-
tutta egiziana per l’eccentrico. L’isola si tro-
va nel cuore della città, ma il iume crea un
c’entrava niente nari: “E se stasera non riusciamo a tornare
a casa o la linea telefonica s’interrompe? E
forte senso di separazione. anche quando se dovessero scoppiare delle violenze?”.
c’erano le manifestazioni più grandi, era abbiamo deciso che in caso di sparatoria il
facile dimenticare che piazza tahrir è a me- posto più sicuro dell’appartamento era il
no di due chilometri di distanza. spesso corridoio interno. Il piano era chiudere le
vedevo gli abitanti di Zamalek guardare la porte e accucciarsi sul pavimento.
rivoluzione in tv come se le immagini pro- C’era sempre un piano. I vecchi piani
venissero da una terra lontana. diventavano irrilevanti, ma farne di nuovi
La maggior parte delle persone non vo- era facile e io e Leslie ne discutevamo con-
leva essere coinvolta. sayyid mi ha messo in contanti in tutto l’appartamento. avevo or- tinuamente. una volta l’asilo è rimasto
guardia raccontandomi la storia del portie- ganizzato una fuga d’emergenza se le cose chiuso perché la polizia aveva trovato una
re con un occhio solo. Durante una manife- si fossero messe male: cosa mettere in vali- bomba inta a un isolato di distanza. un’al-
stazione il portiere si trovava nei pressi di gia, come raggiungere l’aeroporto. Le ma- tra volta un gruppo ailiato ai jihadisti dello
piazza tahrir e aveva deciso di andare a nifestazioni erano diventate costanti, e stato islamico ha rapito uno straniero alla
guardare la scena da un cavalcavia. Era sta- l’elettricità mancava varie volte al giorno. periferia del Cairo e l’ha decapitato.
to un errore, perché per disperdere la folla un giorno il governo ha annunciato che Prima di trasferirmi in Egitto mi ero im-
spesso la polizia egiziana sparava in aria. Il avrebbe abbassato le luci all’aeroporto; i maginato che avremmo stabilito dei proto-
portiere era stato colpito da una cartuccia a turisti erano praticamente scomparsi. tutte colli chiari: se succede x, faremo y. È così
pallini e aveva perso un occhio. Quella era le volte che tornavo da un viaggio entravo che funzionano le ambasciate. Durante
stata l’ultima volta che aveva partecipato a nella zona grigia dell’era Morsi: corridoi l’estate del golpe l’ambasciata statunitense
una manifestazione. bui, scale mobili bloccate. “È del tutto indi- al Cairo ha mandato a casa il personale non
“Il tuo gatto dei Fratelli musulmani è un pendente dalla nostra volontà”. strettamente necessario. Ma ora che abita-
pessimo presidente”, diceva sayyid. Il vete- una mattina sono andato a rinnovare i vamo al Cairo, senza legami con le istituzio-
rinario era un cristiano copto, come circa il nostri visti al Mogamma, l’uicio pubblico ni, mi accorgevo che probabilmente avrem-
dieci per cento della popolazione del paese, accanto a piazza tahrir. Ho scelto una gior- mo reagito come gli altri abitanti della città,
e la prima volta che Leslie gli ha portato nata in cui non c’erano manifestazioni, ma con lessibilità e raziocinio. Le persone par-
Morsi ha fatto inta di arrabbiarsi. “odio tutta la zona puzzava ancora di gas lacrimo- lavano degli avvenimenti con tranquillità,
questo nome”, ha detto, aferrando il gatto. geno. Era come se il manto stradale si fosse mantenendo le distanze, “è del tutto indi-
Quando il veterinario copto gli tagliava le così impregnato di quella roba da spander- pendente dalla nostra volontà”. Facevano
unghie, Morsi si dimenava furiosamente. ne l’odore nell’aria bollente. Ho passato i battute e si concentravano sulle piccole co-
moduli a un impiegato. se che potevano controllare. anche i nuovi
Zona grigia “Dov’è il certiicato di matrimonio?”, ha arrivati imparavano a normalizzare ogni
Presto le gemelle hanno cominciato a di- chiesto. situazione. Era una bomba inta, non una
stinguere il “Morsi buono” dal “Morsi catti- Era questa la cosa importante in un mo- vera bomba. Lo straniero rapito lavorava in
vo”. glielo aveva insegnato la loro tata, ati- mento del genere? La cosa ancora più as- una società petrolifera, non era un giornali-
yat, anche lei copta. Il giudizio di atiyat sul surda, però, è che mi sono sentito sollevato: sta. È successo una volta sola. se succede di
presidente non deve sorprendere: anni pri- ero così contento che ci fossimo sposati! so- nuovo, allora ci preoccuperemo.
ma Morsi aveva dichiarato che né una don- no tornato a Zamalek e ho preso il certiica- Le diicoltà della vita quotidiana tene-
na né un cristiano avrebbero mai potuto to della contea di ouray. L’impiegato sem- vano la gente occupata. un sacco di cose
governare l’Egitto, e adesso sotto la sua gui- brava ancora più contento di me. Ha emes- andavano male e spesso la politica non
da il paese era precipitato nel caos. so i visti senza battere ciglio. c’entrava niente. Il nostro insegnante di
all’inizio del 2013, a sei mesi dall’inse- a luglio del 2013, quando c’è stato il col- arabo era morto improvvisamente perché
diamento di Morsi alla presidenza, abbia- po di stato, i miei piani ormai erano saltati. era stato curato male. Il negoziante che
mo ricevuto una comunicazione dall’asilo Il generale abdel Fattah al sisi, il ministro chiacchierava sempre con le bambine era
delle bambine: “a causa del forte odore di della difesa, ha emesso un comunicato in stato ucciso a colpi di pistola vicino a casa
gas lacrimogeno a Zamalek, riteniamo più cui dava a Morsi quarantott’ore per rispon- sua, forse dopo aver tentato di sedare una
sicuro che oggi i bambini non vengano a dere alle richieste dei manifestanti. Morsi lite. Qualche giorno dopo il colpo di stato, la
scuola. siamo terribilmente spiacenti per il era famoso per la sua testardaggine, ed era signora anziana del quarto piano che si
breve preavviso, ma è del tutto indipenden- impossibile che scendesse a patti. prendeva cura dei gatti ha messo fuori le
te dalla nostra volontà”. Il giorno che tutti sapevano sarebbe sta- ciotole e ha chiamato un gatto al piano di
Ho cominciato a nascondere soldi in to l’ultimo della presidenza di Morsi, atiyat continua a pagina 109 »

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Egitto
sotto. Siccome l’animale non rispondeva ha
inilato la testa tra le maglie della ragnatela
A un certo punto, un pico gesto egiziano, toccandosi la testa, ro-
teando gli occhi e ischiando: è pazza.
del cancello per controllare nella tromba inverno, Morsi se n’è Anche la padrona di casa non voleva
dell’ascensore. Sopra di lei, a uno dei piani
superiori, la scatola bizantina era ferma.
andato. La mattina avere niente a che fare con la reclusa. “Par-
liamone domani”, ha detto. Per un’ora io e
Proprio in quel momento, al piano terra dopo sul balcone Leslie abbiamo portato avanti un’intensa
qualcuno ha chiamato l’ascensore.
In seguito, la polizia ha interrogato il
c’erano cinque brutti trattativa con la padrona di casa, sua iglia e
i due portieri. Alla ine, tutti e sei ci siamo
portiere, che se n’è andato o è stato licenzia- gatti randagi presentati a casa della reclusa. Erano le 9 di
to. Probabilmente non era colpa sua, ma era
un facile capro espiatorio. La padrona di ca-
stravaccati al sole sera passate quando inalmente la donna ha
aperto uno spiraglio della porta. Ha indica-
sa ha fatto installare una grata dietro al can- to me. “Tu puoi entrare”, ha detto. Poi ha
cello dell’ascensore. Per mesi hanno risuo- lanciato un’occhiataccia a Leslie: “Ma tu
nato le registrazioni dei canti coranici con no!”. La casa era più pulita di quanto mi
cui i familiari della signora cercavano di da- aspettassi. La donna era di bell’aspetto e
re pace alla sua anima. Io e Leslie abbiamo indossava un’elaborata vestaglia che mi ha
detto ad Atiyat e alle altre babysitter di non fatto pensare a miss Havisham di Grandi
far mai uscire le gemelle da sole sul piane- speranze. Appena ho aperto la inestra del
rottolo. In quei tempi di violenza quotidia- balcone, Morsi è sfrecciato attraverso l’ap-
na, una delle cose che mi terrorizzava di più somiglia a quello di un gatto. Dopo la ine partamento ed è saltato in braccio a Leslie.
era l’ascensore davanti alla porta di casa. dell’epoca gloriosa delle piramidi, nel ven- Ho ringraziato la donna, che mi ha ignorato.
ticinquesimo secolo aC, i faraoni comincia- Continuava a fissare Leslie con occhi di
La teoria del nome rono ad avere nomi che alle nostre orecchie fuoco. Ha sbattuto la porta.
A un certo punto, un inverno, Morsi se n’è suonano “infantili”, come ha osservato “Hai un’idea di perché fa così?”, ho
andato. La mattina dopo sul nostro balcone l’egittologo Toby Wilkinson. In questa fase chiesto. “No”, ha risposto Leslie.
c’erano cinque brutti gatti randagi stravac- di declino dell’autorità, molti re avevano A casa Morsi ha dormito per tre giorni
cati al sole. Ho pensato che forse Morsi ave- nomi da gatto: Pepi, Teti, Nebi, Izi, Ini, Iti. di ila. Di tanto in tanto andava al lavandi-
va avuto la peggio in uno scontro e ho an- Ibi fece costruire una minuscola piramide, no e si attaccava al rubinetto per dissetarsi.
naiato i randagi con l’acqua inché non se alta appena diciotto metri, senza nemmeno La reclusa ha chiamato gli operai per far
ne sono andati. Ma Morsi non è tornato. Ho porre l’ultima pietra in cima. Pepi II portò il tagliare tutti i rami in prossimità del suo
pensato a quando Sayyid mi aveva avvertito paese alla rovina. Quando una spedizione a balcone. Per non sbagliare, gli operai han-
che qualcuno se lo sarebbe rubato. sud riferì di aver trovato un pigmeo, questo no lasciato tutti i rami sparpagliati nel no-
Le bambine erano turbate. Ormai erano faraone incapace reagì come se avesse sco- stro giardino.
diventate abbastanza grandi perché Morsi perto qualcosa di incredibile: “La Mia Mae-
tollerasse la loro presenza; di tanto in tanto stà desidera vedere questo pigmeo ancor Illusioni ottiche
mostrava addirittura afetto nei loro con- più dei doni dal Sinai e da Punt”. Abbiamo comprato una macchina nuova,
fronti. Di sera camminavo per strada chia- Un giorno, pensavo, gli storici racconte- una Honda berlina. Abbiamo preso un ap-
mando: “Morsi! Morsi! Morsi!”. La gente ranno la nostra epoca come un altro esem- puntamento con un agente dell’Allianz per
mi guardava in modo strano. Ero diventato pio di una fase politica simile a una zufa tra fare l’assicurazione, ma all’ultimo minuto
l’ennesimo tipo eccentrico di Zamalek, lo gatti, a una favola un po’ cruenta. C’era una ci ha chiamato per dirci che non ce la face-
straniero che si aggirava per l’isola di notte volta Morsi, che era al potere, e Sisi lo cacciò va: aveva appena sfasciato l’auto. È suben-
chiamando il presidente deposto. come si caccia un gatto randagio da un giar- trata un’altra agente. Mentre sbrigava la
In quel periodo io e Leslie avevamo ca- dino. Ci fu una brutale repressione e più di pratica ci ha raccontato che l’Allianz non le
pito che dovevamo smettere di parlare di mille manifestanti furono massacrati. Poi faceva più l’assicurazione dell’auto perché
politica davanti alle bambine. Durante uno Morsi fu messo dentro una gabbia in un tri- aveva avuto incidenti per tre anni consecu-
dei nostri viaggi per andare a trovare la fa- bunale e fu processato per omicidio e tradi- tivi. Ci ha passato una brochure su cui c’era
miglia negli Stati Uniti, uno zio aveva chie- mento. Possiamo meravigliarci se un bam- scritto: “I nostri dati indicano che sei auto-
sto ad Ariel come stava il gatto. “C’è un altro bino scambia questi politici per animali? mobili su dieci comprate in Egitto subisco-
Morsi che è un uomo, non un gatto”, aveva A cinque giorni dalla scomparsa di Mor- no incidenti, danni o furti”. Abbiamo paga-
risposto Ariel. “Era il presidente”. si, ho sentito un miagolio lontano. Dal giar- to l’assicurazione. Era una strategia di ven-
Lo zio le aveva chiesto che ine avesse dino ho guardato in alto e mi sono accorto dita molto più eicace di quella dei vendito-
fatto Morsi. che il gatto era rimasto bloccato su un bal- ri di assicurazioni sulla vita del Colorado.
“È in prigione”. cone a uno dei piani superiori. C’era arriva- Abbiamo organizzato gite nel Mar Ros-
“Perché?”. to dal ramo di un albero. Leslie è andata a so, nel Mediterraneo, nell’Alto Egitto. La
“Ha mandato delle persone a uccidere suonare all’appartamento. L’inquilina si è prima volta che abbiamo visitato gli antichi
altre persone”, aveva detto Ariel senza giri riiutata di aprire ed è rimasta in silenzio siti dell’Alto Egitto, nel sud del paese, le
di parole. “Adesso c’è un altro presidente. dietro la porta mentre Leslie si presentava. bambine sono rimaste entusiaste. Si sono
Non lo so se è buono o cattivo. Però si chia- Poi ha minacciato di chiamare la polizia. appassionate ad Akhenaton e Nefertiti, il
ma Sisi”. “Non le piace vedere gente”, mi ha detto il re e la regina che regnarono nel quattordi-
Morsi, Sisi. Avevo una teoria: è un brutto portiere. Ha aggiunto che probabilmente la cesimo secolo aC. Forse perché avevano le
segno quando il nome di un leader egiziano donna aveva paura del gatto. Ha fatto un ti- stesse iniziali dei loro nomi, “A” e “N”, ma

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Egitto
Il Cairo, 22 agosto 2013. Nel quartiere di Zamalek
MAGNUM/CONTRASTO

anche per l’iconograia, che li rappresenta- scompariva; le violenze della primavera no, ho pensato, anche queste immagini
va sempre in coppia. Akhenaton e Neferti- araba avevano risparmiato quasi tutto il re- sembreranno dei miraggi: gemelle ad Abi-
ti avevano uno status insolitamente parita- sto del paese. I siti turistici erano in gran do, gemelle a Esna, gemelle nella Valle dei
rio e venivano spesso raigurati insieme. parte abbandonati. re. Due piccole macchie rosa su una spiana-
I binomi ricorrono in tutta l’arte, la teo- Una volta siamo arrivati fino ad Abu ta che contemplano i Colossi di Memnone.
logia e la politica dell’antico Egitto: Osiride Simbel, vicino al confine con il Sudan.
e Iside, Horus e Seth, re e regina, maschio Nell’ultimo tratto di strada la polizia ci ha Gli anni più lunghi
e femmina, Alto e Basso, vita e morte, An- imposto di accodarci a un convoglio arma- Nella concezione duale del mondo tipica
tonio e Cleopatra (e i loro igli gemelli). Ray to. Ma nel giro di dieci minuti la scorta ci ha dell’antico Egitto ci sono due parole che
Johnson, egittologo e direttore del centro seminati, accelerando a più di centosessan- esprimono il concetto di tempo: neheh e
di ricerca della University of Chicago a ta chilometri orari. Probabilmente gli agen- djet. Gli studiosi sostengono che le persone
Luxor, riconduce l’ispirazione originaria ti si erano stufati, non c’erano rischi reali in della nostra epoca non sono in grado di af-
alla divisione del paesaggio: la rigogliosa quei luoghi sperduti. Abbiamo guidato per ferrare pienamente i due concetti. Noi sia-
valle del Nilo accanto al deserto brullo. quasi tre ore nella solitudine del deserto. A mo legati a un’idea lineare del tempo, in cui
Qualunque sia l’origine, è un tema che toc- est ho visto delle chiazze azzurre e ho im- un evento conduce a un altro: una rivoluzio-
ca nel profondo l’immaginazione umana, maginato fossero aluenti del lago Nasser. ne, poi un colpo di stato. Sono l’accumularsi
tanto che dopo aver visitato i siti antichi le Poi ho capito che erano miraggi, non avevo di questi eventi e le gesta dei grandi perso-
gemelle hanno chiesto improvvisamente mai visto illusioni naturali tanto realistiche. naggi a fare la storia.
di indossare abiti diversi. Ariel, come Alcune avevano delle rocce che spuntavano Gli antichi egizi concepivano la storia in
Akhenaton, metteva i pantaloni; Natasha i al centro come isolotti in un lago. modo diverso da noi. Gli eventi – kheperut –
vestiti. Non abbiamo più dovuto preoccu- Quando siamo arrivati ad Abu Simbel erano sospetti, perché interrompevano l’or-
parci di comprare gli abiti coordinati: la eravamo gli unici visitatori. Le bambine so- dine naturale. Gli egizi vivevano nel neheh,
diciottesima dinastia era riuscita dove noi no corse verso le statue di Ramses il grande il tempo ciclico. Il neheh è associato al Sole,
avevamo fallito. e hanno giocato nei corridoi bui del tempio. alle stagioni e all’inondazione annuale del
Le lunghe traversate in macchina sono Ormai avevano cinque anni e le avevo foto- Nilo. Si ripete, ricorre, si rinnova. Il djet, in-
state la cosa più rilassante che ho fatto in grafate in tutti i siti archeologici del paese. vece, è il tempo privo di moto. Quando un
Egitto. Una volta usciti dal Cairo, la politica In quasi tutte le foto erano da sole. Un gior- faraone muore passa al djet, il tempo degli

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dèi, dei templi e delle piramidi. La mummi-
icazione è una risposta umana al djet, così
L’ultimo mese le ciò avevamo deciso che Morsi sarebbe ri-
masto con un’amica al Cairo fin quando
come l’arte. Una cosa nel djet è inita ma bambine hanno Leslie non fosse tornata a prenderlo. Perio-
non passata; esiste in un eterno presente.
Gli anni trascorsi in Egitto sono stati i
pianto ogni giorno. dicamente l’amica ci mandava degli aggior-
namenti. Il primo diceva: “Ho scoperto che
più lunghi della mia vita. Fuori, in città, i Hanno pianto quando è una specie di mago della fuga, quindi ho
governi andavano e venivano; dentro, tra le
mura di casa, le mie iglie diventavano irri-
è stato il momento di fatto delle modiiche al mio appartamen-
to”. Poi: “Riesce ad aprire le inestre e le
conoscibili rispetto alle lattanti che aveva- dire addio ad Atiyat, porte anche quando ci sono i pannelli scor-
mo portato al Cairo. Vedendole crescere mi
rendevo conto che i bambini piccoli vivono
alla scuola, alla stanza revoli con la serratura”. Inine: “Ogni tanto
sta in compagnia di altri gatti adulti vacci-
il tempo in un modo più simile a quello degli nati, ma non mi pare che li gradisca. Morsi è
antichi. Le cose si ripetono come nel neheh: molto aggressivo con gli altri gatti”.
i giochi, le parole, le favole prima di addor- Dopo la somministrazione del sedativo,
mentarsi. Tani, tani, tani. Poi c’è il djet, Leslie ha preso un taxi. Morsi si è svegliato
l’eterno presente. Per le mie iglie non esi- prima dell’arrivo all’aeroporto del Cairo.
steva una vita prima dell’Egitto e non ave- Hanno superato senza problemi i controlli
vano motivo di pensare che sarebbe inita. di sicurezza, ma ora il gatto faceva rumore.
Non mettevano in dubbio il fatto che l’Egit- Il volo è partito in orario. Leslie ha siste-
to fosse casa loro. Sentivo spesso lo stress di dove il presidente si comportava in modo mato il trasportino sotto il sedile e si è ad-
doverle proteggere, ma il loro senso di nor- responsabile. L’ultimo mese le bambine dormentata. Più o meno alle tre del mattino
malità era rassicurante. Nel diario della pri- hanno pianto ogni giorno. Hanno pianto è stata svegliata di soprassalto dalle grida
ma elementare di Natasha i blackout face- quando è stato il momento di dire addio ad dei passeggeri: “Prendete quel gatto! Qual-
vano semplicemente parte del neheh: Atiyat, alla scuola, alla stanza. Avevano cuno acchiappi quel gatto!”. Non è chiaro
15 dicembre 2015. Stavo leggendo un li- paura che il gatto sarebbe rimasto da solo. quanti passeggeri si fossero svegliati. Ma
bro di sera quando è andata via la corrente. Per loro, portarle via dall’Egitto era la cosa chi era sveglio ha visto una piccola donna
20 dicembre 2015. Sono andata alle pira- peggiore che io e Leslie gli avessimo fatto. cinese che inseguiva un grosso gatto egizia-
midi e siamo entrati dentro. Era buio. no gridando il nome di un fratello musul-
27 dicembre 2015. Avevo inito di fare Di solida fattura mano che era in carcere da più di tre anni.
colazione quando è andata via la luce. Tornati a Ridgway, in Colorado, abbiamo L’ha acchiappato vicino ai bagni. Un’as-
Le gemelle dicevano spesso di essere aittato una roulotte in mezzo alle monta- sistente di volo tedesca si è arrabbiata come
egiziane. Avevano il linguaggio del corpo di gne, circondata da una foresta di cedri. Con solo le assistenti di volo tedesche sanno fa-
due piccole cairote: quando dovevano dire l’arrivo del freddo siamo stati invasi dai to- re. Ripeteva in continuazione: “E se qualcu-
un “no” perentorio dicevano “la’a”, scuo- pi. Ho cominciato a ricomprare le trappole no fosse allergico ai gatti?”. Ma Leslie era
tendo velocemente la testa e accompa- adesive. più preoccupata per il trasportino. Morsi
gnando il gesto con la mano. Come quasi Quell’autunno gli insegnanti della scuo- l’aveva completamente distrutto.
tutti gli egiziani temevano il freddo, la piog- la elementare di Ridgway hanno chiesto Si è seduta con il gatto che le si contorce-
gia e il silenzio. Parlavano continuamente e agli alunni della seconda di scrivere un te- va in grembo. Dopo l’atterraggio l’aspettava
non avevano mai troppo caldo. Una volta ci ma in cui dovevano immaginare di avere un uno scalo di sette ore e mezza, poi un volo di
è venuto a trovare un amico dalla Germania nuovo nome. Ariel ha scritto: “Vorrei che il dieci ore e venti, quindi un altro scalo di sei
e ha trovato spassosissimo che quelle due mio nome fosse Akhenaton perché è un an- ore e mezza, poi un volo di un’ora e cinque
piccole sino-americane continuassero a ri- tico faraone e mi ricorda l’Egitto”. A una ri- minuti e inine una corsa in pulmino.
petere “Adoriamo il Cairo!”. Per loro l’Egit- unione dei genitori, un papà con l’accento Il signore del posto accanto era un
to era umm al dunya, la madre del mondo. campagnolo mi ha chiesto da dove ci erava- amante dei gatti. Ha tenuto Morsi per un
Durante il nostro ultimo anno siamo an- mo trasferiti. Quando gli ho risposto è scop- po’. Qualche tempo dopo ci ha mandato
dati a Gerusalemme e abbiamo fatto un giro piato a ridere: “Mio iglio mi ha detto che un’email per chiederci delle foto di Morsi
dei tunnel sotterranei del Muro occidenta- nella sua classe ci sono due bambine egizia- da mostrare ai suoi igli. All’aeroporto di
le. Davanti ad alcune antiche cisterne la ne. Pensavo che se lo fosse inventato”. Francoforte Leslie ha girato con il gatto in
guida ha chiesto alle bambine: “Da dove Morsi è stato estradato dall’Egitto alle braccio inché non ha trovato un negozio
viene l’acqua?”. “Dal Nilo”, ha risposto Na- 2.20 del mattino del 13 novembre 2016 a che vendeva trasportini rigidi. Per l’ultimo
tasha. La guida ha provato a suggerirgli la bordo del volo 581 della Lufthansa. Prima volo ha dovuto comprarne uno morbido.
risposta corretta, ma ha ottenuto solo dell’imbarco gli sono stati iniettati tre milli- Alla ine ci sono voluti tre trasportini per
sguardi perplessi. Secondo l’egittologo grammi di diazepam ed è stato rinchiuso in portare Morsi dal Cairo a Ridgway.
Toby Wilkinson, nell’intero corpus lettera- un trasportino. Il veterinario ha detto che Il suo primo giorno in Colorado, Morsi si
rio dell’antico Egitto la parola “nuvola” sarebbe rimasto incosciente per dieci ore. è accoccolato con le bambine sul divano.
compare due volte. Sul foglio delle istruzioni del trasportino Presto sono ricominciati a spuntare topi de-
Abbiamo lasciato il Cairo nell’estate del c’era scritto che era “di solida fattura”. capitati. Alla prima nevicata ho spalancato
2016. Abbiamo vissuto lì per cinque anni e, Il volo su cui io, Leslie e le bambine era- la porta di casa e ho detto a Morsi di correre
nell’anno delle elezioni, ci sembrava giusto vamo partiti dall’Egitto faceva scalo nel libero nel bosco. Si è avvicinato alla neve,
tornare negli Stati Uniti. Dopo Morsi e Al Regno Unito, dove ci sono regole severe sul ha dato un’annusata in giro e se n’è tornato
Sisi non vedevo l’ora di vivere in un paese trasporto degli animali negli aeroporti. Per- sul divano. u fas

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Tecnologia

Per qualche
piano in più
The Economist, Regno Unito
Cabine veloci, cavi leggeri, lessibili e resistenti, tragitti obliqui e circolari. La
tecnologia per la progettazione degli ascensori è fondamentale per immaginare
e realizzare ediici di forme e altezze impensabili ino a qualche anno fa
e pareti dell’ascensore inlan- si trova 350 metri sotto l’ingresso di un altro aerei fatti in un anno. Senza gli ascensori,

L dese sono immerse in una


luce blu. Una musica non
esattamente jazz risuona dol-
cemente al suo interno. L’ef-
fetto è rassicurante. Ma alcu-
ne cose sono strane. La pulsantiera ha dei
tasti numerati in modo apparentemente
casuale e, verrebbe da pensare, impratica-
bile: 45, 105, 215, 270. Al livello 350 le porte
vano ascensore vicino, usato dai minatori –
e attraversando una porta d’acciaio, ci si ri-
trova nella miniera in attività.
I locali della Thyssenkrupp sono più
sgargianti: un sottile ediicio di cemento
alto 246 metri, rivestito da un’elegante scor-
za color caramello. Inaugurato a ottobre del
2017, sovrasta la città medievale di Rot-
tweil, ino a oggi nota soprattutto per i suoi
almeno nei quartieri d’afari, si fermereb-
bero tutte le attività.
L’ascensore è diventato per il verticale
quello che l’automobile è per l’orizzontale:
il mezzo di trasporto distintivo. Come le au-
to, i moderni ascensori sono creature della
seconda rivoluzione industriale di ine otto-
cento. Come le auto, hanno trasformato
l’aspetto delle città odierne, cambiando il
si spalancano su una caverna buia, sporca e cani da guardia. La città ha dato il benvenu- come e il dove le persone vivono e lavorano.
silenziosa, a parte il suono dell’acqua che to all’azienda con due giorni di festeggia- E oggi, come le auto che si avviano a viag-
gocciola. menti. Si prevede che la vista dal livello più giare senza aver bisogno di un guidatore, gli
La più alta sala riunioni della Germania, alto dell’ediicio (con il cielo terso si posso- ascensori sono pronti a cambiare di nuovo
mille chilometri a sudovest di questo strano no vedere perino le Alpi) porterà a Rottweil il volto delle città.
ascensore inlandese, ha anche lei le sue 50mila nuovi turisti ogni anno.
stranezze. Non si afaccia su un quartiere La tecnologia messa a punto in questi I pionieri della salita
d’affari, ma su un paesaggio bucolico luoghi isolati è fondamentale per il funzio- Strumenti di sollevamento di vario genere
all’estremità della Foresta nera. Si trova in namento delle città moderne. Ogni giorno sono in uso da millenni. Il Colosseo di Ro-
cima a un grattacielo che non contiene ui- circa un miliardo di persone prende uno dei ma aveva 24 montacarichi azionati da
ci ma ha ben dodici vani ascensore, o pozzi. 14 milioni di ascensori esistenti al mondo. schiavi. Per secoli combinazioni di corde e
Nell’ascensore che porta in cima un indica- Il numero di tragitti in ascensore com- carrucole sono state usate in miniere, fab-
tore segnala non solo il piano a cui si è diret- piuti ogni giorno è doppio rispetto a quelli briche e a volte anche per far muovere le
ti, ma anche la velocità a cui si viaggia. persone all’interno di palazzi e residenze
La Thyssenkrupp, un conglomerato di private. Erhard Weigel, un matematico te-
aziende ingegneristiche tedesche, e la in- Come le auto, gli desco del seicento, usava un sistema di car-
landese Kone sono tra le prime quattro rucole per muoversi nella sua casa di sette
aziende produttrici di ascensori al mondo,
ascensori hanno piani a Jena. Nel 1743 Luigi XV aveva instal-
e hanno bisogno di spazi particolari in cui trasformato l’aspetto lato un montacarichi a contrappeso nei suoi
collaudare nuovi modelli, nuovi sistemi appartamenti privati di Versailles.
d’uso e nuove tecnologie.
delle città odierne, L’ascensore moderno è stato presentato
La Kone lo fa in una miniera di Tytyri, cambiando il come al pubblico a New York durante l’Esposizio-
circa cinquanta chilometri a ovest di Hel- ne universale del maggio 1854 da Elisha
sinki. Prendendo questo ascensore dal co-
e il dove le persone Otis, il cui nome è ancora oggi il più presen-
lore blu acceso per scendere nell’umida vivono e lavorano te in tutti gli ascensori del mondo. La sua
caverna al livello 350 – chiamato così perché innovazione brevettata aggiungeva agli

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JEAN-MARC CHARLES (GAMMA-RAPHO/GETTY IMAGES)

Il Burj Khalifa di Dubai è il grattacielo più alto al mondo

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Tecnologia
Il laboratorio della Kone a Tytyri, in Finlandia
RONI REKOMAA (BLOOMBERG/GETTY IMAGES)

elementi tradizionali, cabina, corda e con- degli Stati Uniti cominciarono a sfoggiarli Parigi è riuscita a mantenere abbastan-
trappeso, un cricchetto a molla capace di (il primo fu l’Equitable Life building di New za uniforme il suo proilo. Il centro operati-
fermare la caduta dell’ascensore in caso di York nel 1870). Ma usavano per lo più mon- vo da 16 piani della Kone, ironicamente,
rottura del cavo principale. Di fronte a un tacarichi idraulici che spingevano i passeg- domina una Helsinki che ha cocciutamen-
nutrito pubblico, Otis salì a un’altezza di 15 geri dal basso verso l’alto. Per farlo serviva te evitato di svilupparsi in altezza grazie a
metri prima che un assistente recidesse con un pistone che fosse sprofondato nel terre- severe leggi sulla pianiicazione urbana.
un colpo d’ascia il cavo. “Nessun pericolo, no per una profondità pari all’altezza del Ma la maggior parte delle città punta al
signori, nessun pericolo”, avrebbe procla- vano dell’ascensore. Non erano praticissi- cielo, in maniera decisa come Dubai, o più
mato dopo l’attivazione del sistema di sicu- mi, ma erano molto più rapidi degli ascen- caotica come São Paulo.
rezza. Tre anni dopo installò il primo ascen- sori a contrappeso e a vapore di Otis.
sore per passeggeri nell’E.V. Haughwout Il motore elettrico ha cambiato tutto. Una questione di prestigio
building, a Manhattan. L’ascensore originale a vapore di Otis saliva Gli ascensori hanno sconvolto anche la no-
Ma non fu un successo. I clienti, spa- a una velocità di 0,2 metri al secondo (m/s). zione di prestigio. Prima del novecento, la
ventati, si riiutavano di salire sul marchin- Quelli a elettricità presenti nel primo edii- prossimità con la strada era molto apprez-
gegno, e Haughwout se ne liberò nel 1860. cio in acciaio a raggiungere i cinquanta pia- zata. Il primo piano, al di sopra del frastuo-
Per il suo effettivo trionfo Otis dovette ni, il Woolworth building, alto 241 metri e no della strada ma facile da raggiungere
aspettare altre due innovazioni: le struttu- inaugurato nel 1913, erano almeno dieci con una sola rampa di scale, era il piano più
re in acciaio, che permettevano agli ediici volte più veloci. Vent’anni dopo quelli ambito, il cosiddetto piano nobile o bel éta-
di essere più alti, e i motori elettrici, che dell’Empire State building, alto 381 metri, ge. Tutto ciò che si trovava sopra al secondo
permettevano agli ascensori di essere più viaggiavano a sei metri al secondo, come piano era generalmente riservato alla ser-
veloci. molti ascensori moderni. vitù. Negli hotel e nei complessi residen-
Fino agli anni ottanta dell’ottocento, gli A quel punto, le città degli Stati Uniti ziali, gli standard e i prezzi calavano man
ediici dovevano sostenere il carico dei pia- avevano un aspetto che fino ad allora il mano che si saliva.
ni più alti con i muri di quelli più bassi. Più mondo non aveva mai visto. Prima della Come scrive Andreas Bernard nel libro
alto era un ediicio, più spesse dovevano difusione degli ascensori, gli ediici con più Lifted. A cultural history of the elevator, i pia-
essere le pareti dei piani bassi. Perciò co- di sei piani erano una rarità. Il proilo dei ni alti avevano problemi di igiene ed erano
struire palazzi che avessero più di dodici tetti era basso e piatto, interrotto ogni tanto considerati malsani: la fatica di salire tanti
piani non era pratico. dalle sagome di costruzioni difensive o di piani, la diicoltà di uscire all’aria aperta e
Ma anche con dodici piani un ascenso- luoghi di culto. Pochi paesaggi urbani di l’opprimente calore dell’estate contribui-
re può essere utile, e i nuovi grandi ediici questo tipo si sono conservati ino a oggi. vano a questa percezione. Forse non era un

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Il vano ascensore per i test nella torre della Thyssenkrupp a Rottweil, in Germania
THOMAS LOHNES (GETTY IMAGES)

caso che le soitte fossero abitate soprat- Technologies). Messe insieme le quattro dell’Illinois ha scoperto che i potenziali pas-
tutto da artisti tubercolotici. principali aziende del settore oggi control- seggeri cominciano a innervosirsi dopo 28
L’ascensore non rese possibile aggiun- lano circa due terzi del mercato mondiale. secondi d’attesa. Gli ascensori, inoltre, ren-
gere più piani, ma gli diede un nuovo fasci- Le giapponesi Hitachi e Mitsubishi Electric dono accessibili piani da aittare, ma non
no. Gli aitti cominciarono a salire con l’al- controllano una buona parte del resto. Non generano denaro di per sé. In cima agli edi-
tezza. Penthouse, cioè attico, è una parola c’è ancora un gigante cinese degli ascenso- ici più alti (che spesso sono afusolati, sia a
che ha assunto il suo signiicato attuale di- ri, forse perché il settore si fonda anche sul- causa del vento sia per ridurre il carico sulle
ventando uno status symbol negli anni ven- la sua capacità di fornire servizi su scala parti inferiori della struttura), i vani ascen-
ti del novecento. E anche negli ediici d’af- globale. Metà delle entrate annuali delle sore possono occupare ino al quaranta per
fari i dirigenti di grado più alto si accaparra- quattro grandi aziende, 36 miliardi di dolla- cento dello spazio. Meno vani ascensore ci
vano i piani alti. L’altezza voleva dire impor- ri, vengono da questo ramo d’attività. sono, più un ediicio è redditizio.
tanza, visione lungimirante, elevazione: in Ma la Cina ha comunque molto inluen- Aumentare la velocità, un pallino dei
una parola, potere. zato il settore. L’appetito cinese per ascen- produttori di ascensori giapponesi, fa ri-
L’ascensore ha anche reso più regolari i sori sempre più alti e veloci è paragonabile sparmiare un po’ di tempo. Gli ascensori di
luoghi di lavoro. Le strutture costruite in- solo a quello della New York degli anni ven- solito viaggiano a una velocità di otto-nove
torno alle scale avevano accordi interni ti. Nel duemila sono stati installati circa metri al secondo. Gli ascensori Mitsubishi
molto meno severi di quelli di oggi, con 40mila nuovi ascensori. Nel 2016 il numero nella Shanghai tower viaggiano a una velo-
mezzanini e scale secondarie che fornivano è salito a 600mila, circa tre quarti degli cità più che doppia, toccando i venti metri al
diversi punti d’accesso a uno stesso piano. 825mila venduti in tutto il mondo quell’an- secondo. Ma anche se gli utenti apprezzano
L’ascensore ha imposto una nuova sempli- no. La Cina vuole più grattacieli e sempre la velocità, hanno qualche problema con
cità e i disimpegni in cui gli ascensori arri- più alti. Almeno cento ediici nel mondo l’accelerazione che la rende possibile. Gli
vano e ripartono spesso sono diventati dei superano i trecento metri d’altezza. Quasi ascensori accelerano a una velocità che è
punti di riferimento. tutti sono stati costruiti dopo il duemila, e meno di un decimo di quella media di
Negli anni settanta, il settore degli quasi la metà in Cina. Il paese ospita due un’auto, ma essere spinti verso il pavimento
ascensori, ormai piuttosto maturo, comin- terzi dei 128 ediici alti più di duecento me- di un ascensore è molto meno confortevole
ciò a consolidarsi e a globalizzarsi. La Kone tri completati nel 2016. che essere spinti indietro sul proprio sedile.
e la Thyssenkrupp, insieme alla svizzera Simili ediici esasperano i vincoli con cui Questo signiica che gli ascensori possono
Schindler, hanno acquisito aziende concor- hanno sempre dovuto fare i conti i costrut- raggiungere la loro velocità massima solo
renti, diventando marchi globali al pari di tori di ascensori e gli architetti: tempo e durante lunghe corse senza interruzioni. E
Otis (che oggi è una divisione della United spazio. Kheir al Kodmany dell’Università anche in questo caso, solo quando si muo-

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Tecnologia
vono verso l’alto, perché le persone sono Eliminando i cavi gli potrà usare Multi ino a quando il sistema
ancora più sensibili alle accelerazioni non sarà certiicato dalle autorità. Proba-
quando si scende. I progettisti potrebbero ascensori potrebbero bilmente intorno al 2020. Né potrà usarlo
far correre i loro ascensori a venti metri al muoversi di lato, oltre al massimo delle sue potenzialità. Anche
secondo semplicemente mandandoli in se Multi avrebbe potuto soddisfare le esi-
caduta libera per due secondi. Ma buona che in verticale, genze dell’edificio con appena sei vani
parte dei clienti non apprezzerebbe. rendendo tutto il ascensore, i servizi d’emergenza, meno
Henrik Ehrnrooth, il capo della Kone, convinti dalla nuova tecnologia, hanno im-
ritiene che la corsa verso velocità maggiori sistema più simile posto due ascensori tradizionali supple-
sia ormai praticamente accantonata. Il a una ferrovia mentari in grado di raggiungere i piani alti
tempo necessario per aprire e chiudere le se qualcosa dovesse andare storto.
porte, spiega, ha una grande inluenza sul
tempo totale necessario a raggiungere il carbonio. Quando la Jeddah tower in Ara- Come le foreste pluviali
proprio posto di lavoro, che sarebbe poi bia Saudita, il primo ediicio alto un chilo- Gli scenari futuri si annunciano comunque
l’indicatore più importante di tutti. La Ko- metro, sarà inaugurata nel 2020, sarà dota- esaltanti per gli appassionati di ascensori.
ne, come gli altri tre giganti degli ascenso- ta di un ascensore che copre un dislivello di Adrian Godwin, un consulente che ha la-
ri, si concentra di più sulla strumentazione 660 metri, reso possibile proprio da un ca- vorato per alcuni dei più alti edifici del
e gli algoritmi necessari a evitare soste inu- vo UltraRope. L’azienda ritiene che se ci mondo, immagina che grazie a sistemi co-
tili e viaggi senza passeggeri, per ridurre fossero clienti interessati, si potrebbe cre- me Multi sarà possibile creare ediici di 250
quindi i tempi d’attesa e il numero di vani are un ascensore da un chilometro. piani e oltre, dotati di molte più cabine, più
ascensore necessari per ogni ediicio. UltraRope ha altri vantaggi. È cosa nota piccole di quelle usate oggi. Il numero di
I costruttori sostengono che il “control- che gli ediici più alti oscillano con il vento. cabine nel sistema si potrebbe adattare di
lo destinazione”, con cui il sistema dice La torre di prova della Thyssenkrupp ripro- volta in volta alle esigenze del momento,
all’utente quale ascensore usare, può ri- duce questo efetto grazie a 240 tonnellate rendendo il tutto maggiormente eiciente
durre del trenta per cento il tempo del tra- di cemento oscillanti posizionate al ventu- dal punto di vista energetico.
gitto dall’ingresso dell’ediicio alla scriva- nesimo piano. L’acciaio ampliica le scosse Gli ediici potrebbero cambiare di for-
nia. Se a questo si aggiungono gli ascenso- come quando si strimpella una corda di ma, oltre che di dimensioni. Godwin, in-
ri a due piani, che negli ediici molto alti chitarra, il che può danneggiare anche i va- sieme a Thomas Heatherwick, un famoso
hanno l’utile funzione di servire allo stesso ni ascensore oltre ai cavi stessi. UltraRope progettista britannico, ha immaginato un
tempo i piani dispari e quelli pari, la capa- ha una frequenza di risonanza palazzo di uici che si curva ele-
cità aumenta ulteriormente. Ascensori di più alta, che la rende meno sen- gantemente a partire da un’am-
questo tipo sono anche un vero spettacolo, sibile a queste oscillazioni. pia base e che usa cabine
almeno per chi si trova in un punto d’osser- A Rottweil è in corso un espe- d’ascensore girevoli come quelle
vazione, cioè in uno dei tunnel usati dalla rimento ancora più ardito: fare di una ruota panoramica. Imma-
Kone per le sperimentazioni, circondato completamente a meno dei cavi. gina anche ediici a forma di gi-
da pareti trasparenti, e li guarda passare La Thyssenkrupp, che produce anche at- gantesco cerchio: liberi dai cavi, gli ascen-
come si trattasse di camion. trezzature ferroviarie, ha usato la tecnolo- sori non hanno bisogno di un nucleo cen-
In alternativa si possono separare i due gia dei treni ad alta velocità per creare il trale.
piani dell’ascensore, ottenendone così due Multi, un sistema tenuto in piedi e sottopo- Forse ancor più afascinante è l’idea di
indipendenti nello stesso vano. Questo sto ad accelerazione da forze elettroma- nuovi tipi di ascensore che si muovono
permette a un ascensore espresso, che rag- gnetiche come quelle usate nei treni a levi- obliquamente. Un sistema simile rende-
giunge direttamente lo sky lobby del venti- tazione magnetica. Non è un’idea nuova. rebbe possibile collegare diversi gruppi di
cinquesimo piano (un piano di scambio a Una delle prime persone ad averla esplora- ediici. Si potrebbero realizzare ascensori
cui si arriva direttamente), di usare lo stes- ta è stato un dottorando dell’Università di che servono ediici vicini, muovendosi pri-
so vano di un altro ascensore che si ferma Manchester negli anni settanta, Haider al ma orizzontalmente poi verticalmente.
ai piani superiori. Almeno un’azienda ha Abadi, che oggi è il primo ministro irache- Oppure gli ascensori potrebbero muoversi
tentato d’inserire tre ascensori in un unico no. A quanto pare il momento in cui l’idea tra le cime degli ediici come una sorta di
vano, ma inora nessuno ci è riuscito. sarà realizzata è molto vicino. ponte aereo.
Gli ediici più alti hanno i loro problemi Eliminando i cavi, Multi mira a elimi- Gli alberi hanno avuto bisogno di centi-
particolari. Il Burj Khalifa di Dubai, l’edii- nare i limiti all’altezza che non siano impo- naia di milioni di anni per mettere a punto
cio più alto del mondo, ha 163 piani ed è sti dalla struttura stessa. L’assenza di cavi i sistemi strutturali e gli apparati idraulici
alto 830 metri. Ma per arrivare in cima bi- permetterà inoltre agli ascensori di muo- necessari allo sviluppo dei rami di grandi
sogna cambiare ascensore a una sky lobby. versi di lato, oltre che in verticale, renden- dimensioni. La natura ha così disegnato
Il percorso più lungo fatto da uno dei suoi do tutto il sistema più simile a una ferrovia. sistemi di straordinaria bellezza, come
57 ascensori è di 504 metri. Il fattore che I vani ascensori saranno in grado di bifor- nelle canopee delle foreste pluviali. Gli
limita le operazioni è il cavo d’acciaio carsi e riunirsi, permettendo così dei sor- ascensori laterali potrebbero rendere pos-
dell’ascensore. Se fosse più lungo sarebbe passi. Un ascensore in discesa, per esem- sibili delle città-canopee prima ancora che
anche così pesante che potrebbe spezzarsi pio, potrebbe spostarsi lateralmente, la- il brevetto di Otis compia due secoli. Gli
per il suo stesso peso. sciandone passare un altro in salita. ascensori hanno fatto crescere le città ver-
Il cavo UltraRope, sviluppato dalla Ko- Il primo ediicio a ordinare ascensori so il cielo. Ora potrebbero contribuire alla
ne, risolve questo problema usando ibra di simili, la East Side tower di Berlino, non loro espansione lassù, in alto. u f

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Portfolio

Le vacanze
degli amish
A Pinecraft, in Florida, possono godersi
il tempo libero, lontano dalle rigide regole
delle loro comunità fondate sulla sacralità
del lavoro. Le foto di Dina Litovsky

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Portfolio

O
gni anno da quasi un seco-
lo, tra ottobre e la ine di
aprile centinaia di fami-
glie amish e mennonite
lasciano le aree più fredde
degli Stati Uniti o del Ca-
nada, dove vivono, per andare a Pinecraft,
una piccola e soleggiata cittadina vicino a
Sarasota, in Florida.
Arrivano a bordo di pullman aittati e
alloggiano in bungalow dove restano per
settimane, a volte mesi, per passare le va-
canze. Per molti amish e mennoniti questo
è l’unico periodo dell’anno in cui incontra-
no persone di comunità diverse da quella a
cui appartengono.
A Pinecraft abbandonano le rigide re-
gole delle loro comunità, fondate sulla sa-
cralità del lavoro, e si godono il tempo libe-
ro dedicandosi a sport come il nuoto, la
pallavolo o le bocce. Possono usare l’elet-
tricità e tecnologie che normalmente gli
sono proibite, come la tv satellitare e gli
smartphone, e invece dei calessi guidano
biciclette a tre ruote.
I primi amish arrivarono a Pinecraft ne-
gli anni venti del novecento in cerca di ter-
reni da coltivare. All’epoca Pinecraft era
una località molto piccola dove c’erano so-
lo campeggi. Negli anni cinquanta furono
costruiti i primi ediici e fu fondata la prima
chiesa mennonita.
Oggi Pinecraft, nel periodo invernale,
ospita più di quattromila visitatori, di cui il
75 per cento amish e il resto mennoniti.
Nel febbraio del 2018 la fotografa Dina
Litovsky è stata a Pinecraft per documen-
tare le vacanze di alcune famiglie amish e
mennonite (foto Redux/Contrasto). u

Dina Litovsky è una fotografa di origine


ucraina che vive a New York dal 1991. Le fo-
to pubblicate in queste pagine sono state
scattate a febbraio del 2018. Fanno parte
del lavoro Where the amish go on vaca-
tion, che è ancora in corso.

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Sopra: giovani amish nel parco di Pinecraft all’ora del tramonto. Alle pagine 118-119: una partita notturna di pallavolo femminile.
Gli amish e i mennoniti arrivarono negli Stati Uniti all’inizio del Nella comunità amish le donne si sposano molto giovani e hanno
settecento. Oggi gli amish statunitensi sono 318mila. La comuni- in media sette igli. Gli amish sono una delle comunità in mag-
tà più grande vive in Ohio. I mennoniti sono più di un milione e giore espansione demograica del mondo: secondo i ricercatori
mezzo e vivono in 87 paesi, soprattutto negli Stati Uniti, in Cana- dell’Elizabethtown college, negli ultimi venticinque anni è cre-
da, nella Repubblica Democratica del Congo e in Etiopia. sciuta del 150 per cento.

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Portfolio

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Portfolio

124 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018


Sopra: l’ingresso di una casa a Pinecraft. Negli ultimi decenni la cittadina si è sviluppata molto, arrivando a coprire
una supericie di 280 ettari. Sotto: una bambina nel parco di Pinecraft. Nella pagina accanto, sopra: il primo torneo
femminile mennonita di bocce della cittadina. I mariti delle giocatrici seguono la partita sui lati del campo. Sotto:
spettatrici durante una partita di pallavolo femminile. Alle pagine 122-123: la gelateria di Pinecraft.

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Argentina
Argentina, 2006. Lungo la carretera 3, nella provincia del Chubut

Alla conquista
della Patagonia
Caroline Trouillet, XXI, Francia. Foto di Giancarlo Ceraudo
Un miliardario britannico ha comprato migliaia di ettari di terra nel sud
dell’Argentina per costruire centri turistici di lusso e sfruttare le risorse naturali
e idriche della regione. Ma gli abitanti, in maggioranza mapuche, resistono

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BOLIVIA

n elicottero supera la pre- Lewis, un miliardario britannico di 81

U
PARAGUAY
cordigliera delle Ande e anni, non possiede solo una delle proprietà
scende nella conca di El più grandi della Patagonia argentina, ma
Bolsón. Sorvola un pae- controlla anche interi settori dell’economia
saggio verdeggiante che locale ed è in stretti rapporti con i dirigenti
BRASILE
contrasta con l’aridità del- del posto. È un signore onnipotente e onni-
le terre vicine e interrompe il silenzio della sciente, ma invisibile. Le rare foto disponi-
URUGUAY
cittadina. Mentre si avvicina, alcuni pas- bili di Lewis mostrano un uomo basso con
santi alzano gli occhi e riconoscono subito Buenos Aires gli occhiali, vestito come un gaucho, circon-
l’uomo a bordo: “Sta passando Lewis”, dice dato dai lama e con un sombrero in testa.
qualcuno con tono infastidito. L’elicottero Il miliardario è noto per essere un colle-
prosegue il suo volo, si avvicina ad alcune ARGENTINA zionista di cappelli. “Un giorno, quando
cime innevate e poi scompare nella valle di CILE avevo il banco al mercato artigianale di El
San Carlos
El Foyel. de Bariloche Bolsón, è passato Lewis insieme al suo
Oceano
Torna il silenzio: Joe Lewis è atterrato da Lago Escondido Atlantico agente immobiliare. Ha provato uno dei
El Bolsón
qualche parte. Sulle rive del suo immenso miei cappelli, il più costoso di tutti. Voleva
lago? Davanti all’hacienda con i tetti rossi e Oceano comprare tutta la bancarella e, in cambio,
Paciico
i prati tagliati con cura? In mezzo al suo par- avere in regalo quel cappello”, racconta
co? Nel suo ippodromo? Diicile saperlo: la Agustín Porro sorridendo con malizia e ac-
Isole Falkland
sua proprietà, grande 12mila ettari, è inac- (Malvine) carezzandosi la barba bianca. Porro è re-
cessibile. Dell’uomo più potente della re- ����� ����� sponsabile della Casa del viajero, un ostel-
gione gli abitanti conoscono solo quest’ap- lo della gioventù nascosto nel verde. Non
Terra
parizione fugace e rumorosa, che vola sopra 350 km del Fuoco ha peli sulla lingua: anche se l’oferta di
le loro teste come un grosso calabrone. Lewis era allettante, il tono con cui aveva

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Argentina
Un funerale nell’isola di Chiloé. Patagonia cilena, 2006

parlato non gli era piaciuto per niente. Ave- tà rurali. Attraverso l’azienda Laderas, siede quote di partecipazione nell’azienda
va riiutato e gli aveva venduto il cappello Lewis e i suoi soci vogliono trasformare di costumi da bagno israeliana Gottex, nel-
al suo prezzo. quest’area naturale in un centro di lusso di le aziende di calzature Vans e Puma, nelle
La gente del posto è ribelle per natura. 850 ettari per attività sportive e turistiche. catene Hard Rock Cafe e Planet Hollywood.
Negli anni settanta El Bolsón era un rifugio Tra il dicembre del 2016 e il gennaio del È appassionato di sport ed è proprietario di
per gli oppositori del regime militare argen- 2017 ci sono state quattro manifestazioni due campi da golf tra i più esclusivi degli
tino e poi il punto di arrivo delle comunità contro il miliardario britannico. Ma il con- Stati Uniti – il Lake nona golf e il Country
hippy che inseguivano un ideale di vita in litto che lo contrappone alla popolazione è club di Isleworth – oltre che della squadra di
armonia con la natura. In vent’anni si è tra- molto più antico, risale quasi al suo arrivo in calcio londinese Tottenham Hotspur.
sformata rapidamente in una città. Oggi ha Patagonia più di vent’anni fa. A un certo punto Lewis cominciò a inte-
23mila abitanti, ma ha conservato la sua Nato nel 1937 sopra un pub dell’East ressarsi all’Argentina e alla sua lontana pro-
identità ribelle. La popolazione è sempre End, un quartiere popolare di Londra, Joe vincia di Río Negro. Nel 1996, approittan-
pronta a mobilitarsi. Lewis ha abbandonato la scuola all’età di 15 do di una disputa familiare, comprò attra-
anni. Lavorava nella ristorazione insieme al verso l’agente immobiliare argentino Nico-
Paradiso lacustre padre, ma alla ine degli anni settanta si lan- lás Van Ditmar una prima proprietà di cin-
È un sabato di gennaio e diecimila persone ciò nella inanza. Approittò della crisi dei quemila ettari. La proprietà comprendeva il
manifestano ancora una volta con trattori, tassi di cambio per speculare sul mercato lago Escondido, una delle principali riserve
cavalli e fanfare scandendo slogan: “Abbas- delle valute e si arricchì in fretta. Secondo la d’acqua dolce della regione, un luogo ma-
so Lewis”, “Via Lewis”, “L’acqua non si rivista Forbes, è uno degli uomini più ricchi gniico circondato dalle montagne. Per am-
vende”. Protestano contro l’ultimo progetto del Regno Unito. Tavistock, il suo gruppo ministrare la sua nuova proprietà, Lewis
voluto dall’uomo d’afari: l’urbanizzazione d’investimento tentacolare con sede alle creò una società e la chiamò Hidden Lake
di una riserva chiamata Pampa de Ludden, Bahamas, è presente in settori diversi: im- (traduzione inglese di lago Escondido, cioè
una zona ricca d’acqua in cui dall’inizio del mobiliare, alberghiero, energetico, delle lago nascosto). In seguito, sempre attraver-
novecento vivono molte famiglie e comuni- biotecnologie e dell’agricoltura. Lewis pos- so Van Ditmar, comprò altri laghi e un iume

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con la sua sorgente che, passando per il Ci- da lontano con un volo ampio e tranquillo. legge argentina, tuttavia, stabilisce l’obbli-
le, si getta nell’oceano Paciico. Quisle, camminatore infaticabile, discende go di un accesso pubblico a qualunque cor-
“Ha approittato della situazione di mol- da una famiglia tedesca arrivata a El Bolsón so d’acqua che attraversi una proprietà.
ti contadini, ofrendogli pochi soldi in cam- più di un secolo fa. “Conosco tutte le cime e L’acqua non può essere privata.
bio delle loro terre. Molti non conoscevano i rifugi della regione come le mie tasche. Ma
l’estensione esatta del terreno che i loro an- con l’arrivo di Lewis la libertà di movimen- Intimidazioni
tenati occupavano a volte da più di un seco- to si è a poco a poco ridotta”, aferma. Ri- Lewis non è stato il primo straniero a mette-
lo, senza titoli di proprietà”, spiega Néstor prende iato, poi mi racconta con pazienza re gli occhi sulla Patagonia. Quando acqui-
Quisle, una guida di montagna da poco in la sua storia. stò la sua proprietà, si dice che l’attore statu-
pensione che tutti chiamano Nequi. “È suc- “Nel 1997 con mio fratello e un amico nitense Sylvester Stallone andasse in giro
cesso anche alla mia famiglia”, dice. “Uno costruimmo un rifugio sulle rive del lago nella regione per comprare un pezzo della
dei miei zii ha venduto quattrocento ettari a Escondido. Ricevevamo regolarmente le cordigliera. “Molto prima dei turisti, qui so-
Lewis. Ma quando, anni dopo, abbiamo fat- visite dei guardiani della proprietà di Lewis: no arrivate le persone più ricche del mondo
to un rilevamento preciso, ci siamo resi sostenevano che non avevamo il diritto di in cerca di un paradiso da comprare”, rac-
conto che gli ettari erano mille”. stare lì, perché era una proprietà privata. conta Daniel Otal, un ex giornalista della
Quisle mi porta a fare un’escursione nel L’anno successivo trovammo il rifugio sac- radio comunitaria di El Bolsón, radio Alas.
cuore del parco naturale dove vive Lewis, cheggiato e l’inverno dopo completamente Come qualunque personaggio rispettabile
verso il ghiacciaio del Hielo Azul, un per- bruciato. Sono sicuro che lo hanno incen- della città, anche lui ha un soprannome. Ha
corso apprezzato dai turisti che arrivano diato di proposito”, dice. In seguito, “rag- i capelli folti e i bai argentati, e tutti lo chia-
numerosi nei mesi di gennaio e febbraio. giungere il lago è diventato quasi impossi- mano El Moro. La sua casa, circondata da
Con il suo bastone da pellegrino, riconosce bile”. L’unica soluzione era fare un lungo una vigna, si trova alla ine di un sentiero
ogni uccello che incontriamo e mi descrive giro attraverso la montagna: quattro giorni sterrato nel centro della cittadina. Quando
l’alerce e il coihue, il larice e il faggio tipici di cammino, andata e ritorno, di cui una arrivo, il bollitore è già sul fuoco per prepa-
della Patagonia. Un condor ci accompagna parte lungo sentieri ripidi e non segnati. La rare il mate, l’infusione che non può man-

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Argentina
Pescatori nell’isola di Chiloé. Patagonia cilena, 2006

care in qualsiasi discussione seria in Argen- tagonia preferiscono vendere i terreni per sto spazio naturale assume un signiicato
tina. El Moro, con una mano sulla schiena investire nel commercio o nel settore alber- particolare alla luce della storia della Pata-
dolorante, comincia a parlare con voce pa- ghiero. Lewis, come altri, ha saputo sfrutta- gonia. Queste terre remote furono annesse
cata dei conlitti legati alla terra. re questo cambiamento sociale. Però se le con la forza alla repubblica argentina alla
È il referente del ministero dello svilup- famiglie riiutano di abbandonare la terra ine dell’ottocento in occasione della “con-
po rurale e dell’agricoltura familiare della dei loro antenati, al denaro subentrano le quista del deserto”, una campagna militare
provincia di Río Negro. Nel 2008, su richie- minacce. che tra il 1879 e il 1881 decimò i popoli ma-
sta del ministero dell’agricoltura, aveva Nella valle di El Foyel, che costeggia il puche e tehuelche. Le terre conquistate al
censito le superici vendute agli investitori lago Escondido, la comunità autoctona ma- prezzo della vita di decine di migliaia di in-
stranieri nella provincia: “A causa di tutti puche Las Huaytecas denuncia le persecu- digeni furono vendute ai militari e agli im-
questi milionari c’è stato un trasferimento zioni continue da parte del personale della prenditori che avevano inanziato la cam-
di massa dei terreni agricoli”. La lista dei Hidden Lake. “Quando sono tornato nelle pagna. Oggi, dopo essere state deportate o
proprietari terrieri arrivati da fuori è lunga. terre dove sono nati i miei nonni, alcune divise, le comunità autoctone chiedono di
Oltre a Lewis, ci sono per esempio il can- persone che lavoravano per Lewis, Van Dit- poter tornare nelle loro terre ancestrali o
tante francese Florent Pagny; il fondatore mar e altri mi hanno proposto in cambio semplicemente di continuare a viverci. Le
dell’emittente televisiva statunitense Cnn, molti soldi”, aferma Jorge Buchile, della regioni in cui vivono sono isolate e molto
Ted Turner; il re belga del settore immobi- comunità mapuche. “Poi queste stesse per- ambite. “Tutti quelli che lavorano per Lewis
liare, Hubert Gosse; e la famiglia Benetton, sone hanno cercato di mettermi paura. Le vanno in giro per la montagna a convincere
a capo dell’omonima azienda italiana di ab- intimidazioni erano continue, arrivavano gli abitanti ad abbandonare o vendere i ter-
bigliamento. Inoltre, l’esodo dalle campa- via Facebook o attraverso uno dei loro ami- reni”, racconta Otal.
gne ha accelerato il fenomeno dell’accapar- ci. Mi dicevano: ‘Ti bruceranno la casa. Hai Nel 2012, per arginare il controllo stra-
ramento delle terre. La dura vita dei conta- dei igli? Pensa bene a quello che fai’. E poi niero su intere zone del paese, l’ex presi-
dini in queste regioni aride non piace alle tornavano a ofrirmi del denaro”. dente Cristina Fernández de Kirchner fece
nuove generazioni e molti abitanti della Pa- La volontà di Buchile di preservare que- approvare una legge che limitava al 15 per

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cento la supericie delle terre rurali che po- pre più evidente via via che distinguevo il un polmone verde e una riserva idrica in cui
tevano essere comprate in tutto il territorio proilo di migliaia di persone che si aggira- vivevano diverse famiglie. Era a venti mi-
nazionale. Nel dipartimento di Bariloche, vano nel parco del milionario”, ha scritto nuti da El Bolsón. L’idea era costruire centri
dove si trova El Bolsón, la percentuale è del Sánchez nel libro La Patagonia vendida, commerciali nei dintorni.
21 per cento, ma Lewis non è nuovo a questo pubblicato nel 2006. “Un campo da calcio, Nel 2009 il sindaco dell’epoca, Oscar
genere di violazioni della legge e sa come due squadre in pieno allenamento, un par- José Romera, considerato vicino a Lewis,
attirarsi i favori delle autorità argentine. co di giochi gonfiabili e degli scivoli. Ho consultò la popolazione attraverso un refe-
pensato al Neverland Ranch, la proprietà di rendum. Ma gli oppositori del progetto del
La festa è inita Michael Jackson in California […]. Lewis nuovo aeroporto si organizzarono e forma-
“Il lago Escondido faceva parte di una zona camminava alla testa di un gruppo su un rono l’Assemblea per la difesa dell’acqua e
protetta”, dice Quisle. “Per ottenerlo Lewis sentiero costeggiato da grandi sculture in della terra. La proposta fu respinta con il 76
ofrì un ospedale a El Bolsón”. Fin dall’ini- legno. Ha salutato dei bambini che si avvi- per cento dei voti.
zio, l’imprenditore britannico si sforzò di cinavano per baciarlo, gli ha fatto una smor- Lewis non si è arreso. Forte del soste-
sedurre i politici locali e la popolazione pre- ia e ha riso. […] Tutta la gente che lo circon- gno del governatore della provincia di Río
sentandosi come un ilantropo. Organizzò dava sembrava a suo agio, abituata alla va- Negro, Alberto Weretilneck, e del nuovo
feste per bambini a Natale, tornei di calcio e stità smisurata dei luoghi e alle follie del suo sindaco, Bruno Pogliano, è tornato alla ca-
spettacoli culturali. Fece distribuire dolci proprietario”. rica otto anni dopo. Questa volta punta a
alle famiglie più povere e costruire delle pi- Una decina d’anni fa a queste feste mi- urbanizzare la Pampa de Ludden realiz-
ste per i quad in montagna. steriose venivano ormai solo poche perso- zando, su un terreno di 850 ettari, cinque-
Aprì anche le porte della sua vasta pro- ne. Non era più tempo di stravaganze, per- cento lotti ediicabili per immobili di lusso
prietà alle scuole e agli ospizi. Un giornali- ché il miliardario britannico era sempre e nove campi da golf. La nuova operazione
sta e scrittore argentino, Gonzalo Sánchez, meno popolare. Il motivo era il progetto immobiliare è guidata dall’azienda Lade-
ne approittò per visitare quei luoghi: “Di- dell’aeroporto. Lewis voleva costruire una ras, fondata da Maximiliano Massa, il co-
sneyland […]. La metafora diventava sem- pista d’atterraggio nella Pampa de Ludden, gnato dell’agente immobiliare di Lewis,

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Argentina
Sull’isola di Chiloé. Patagonia cilena, 2006

Van Ditmar. Gli avversari del progetto non ma ho sempre riiutato. Non volevo avere subordinazione e di controllo diicile da
hanno dubbi: anche se lo nega pubblica- nessun rapporto con gli interessi privati. combattere”.
mente, dietro alla manovra c’è Lewis. Lewis aveva oferto dei camion da pom- Come si spiega un’insistenza così forte
“Comprano il terreno a 168 pesos l’ettaro pieri e delle ambulanze ai sindaci che da parte di un uomo già ricchissimo, a capo
per rivenderlo in lotti a 25mila pesos. In mi avevano preceduto, ma non l’ha fatto di una fortuna valutata 5,6 miliardi di dol-
questo modo riescono a ottenere proitti con me”. lari? “Le terre che i grandi imprenditori
enormi. E per riuscire nella loro impresa, Quando era sindaco Ricardo García si è comprano nella Patagonia, in Argentina e
hanno colonizzato il potere politico loca- opposto al progetto di sfruttamento della in Cile, sono quelle dove si trovano le sor-
le”, aferma Otal, di cui intravedo spesso i Pampa de Ludden: lo considera una “trufa genti di acqua dolce, i iumi e i ghiacciai”,
bai bianchi nelle riunioni cittadine. Il sin- allo stato” e una violazione delle leggi per dice Quisle. “Da anni ho capito che vengo-
daco Pogliano è l’ex commercialista della la tutela dell’ambiente. Per lui le terre sono no per l’acqua”, ripete spesso. L’acqua, così
Laderas. Chiedo d’incontrarlo, ma non ri- state acquisite illegalmente. García ha ri- preziosa in questa regione dove ogni anno
sponde a nessuna delle mie richieste. cevuto numerose pressioni, in particolare il riscaldamento globale inaridisce sempre
Non potendo raccogliere la sua testi- dai commercianti e dagli imprenditori le- di più il terreno, è fondamentale.
monianza mi rivolgo al predecessore, Ri- gati alla Laderas e alla Hidden Lake. Ma ha
cardo García. L’ex sindaco accoglie ogni resistito. Ancora oggi, quest’uomo di ses- Nostalgia della terra
mattina gli escursionisti di passaggio da- sant’anni continua a subire degli attacchi. Accanto al lago Escondido c’è una centrale
vanti a una strana roccia dal proilo umano, In un post pubblicato di recente su Facebo- idroelettrica, che è diventata un nuovo ar-
la Cabeza del indio. Mi racconta, emozio- ok, per esempio, lo hanno accusato di esse- gomento di discussione. Infatti Lewis, in
nato, la sua storia mentre mangiamo tortas re complice del traffico di droga. “Sono quanto azionista principale dell’azienda
fritas accompagnate dal mate di rito. “La proili creati dai funzionari statali”, afer- Pampa Energía, è anche il più grande forni-
Hidden Lake mi ha invitato a pranzare con ma l’ex sindaco. “Come militante di lunga tore di elettricità d’Argentina. Secondo
Lewis mentre ero in campagna elettorale e data ho avuto spesso a che fare con queste Otal, è l’ennesima frode: “Lewis si è appro-
poi durante il mio primo anno da sindaco, persone. Hanno creato un meccanismo di priato delle rive dei iumi, ne ha bloccato

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l’accesso e ha modiicato il loro corso per moso lago, a 17 chilometri di distanza. Torno a El Bolsón. Esteban, un giornali-
poter installare la centrale. In questo modo “Proprietà privata”, dice il cartello. sta di radio Alas, mi mostra un messaggio
ha violato la legge provinciale in base alla Mi riceve una bella ragazza con i capelli minatorio che ha ricevuto il giorno prima
quale tutti i corsi d’acqua devono essere di corti ossigenati, che mi scambia per chissà sul suo cellulare di lavoro. Non sa chi l’ha
proprietà pubblica”, aferma. chi. Le dico che vorrei parlare della politica inviato, ma è consapevole di lavorare su una
Chiedo di poter visitare la centrale, ma di responsabilità sociale dell’azienda e le questione delicata. Le sedi di altre due ra-
non riesco a mettermi in contatto con chiedo d’incontrare l’ingegnere della cen- dio comunitarie, Activa e Comarca, impe-
l’azienda. Dopo un mese di tentativi inutili trale idroelettrica. Con il suo biglietto da gnate al ianco della popolazione nella lotta
vado direttamente sul posto. Mi hanno av- visita in mano, la saluto e in cambio ricevo contro l’accaparramento delle terre, sono
vertito molte volte che senza l’autorizzazio- un sorriso e la promessa di essere richiama- state misteriosamente incendiate. Negli
ne non riuscirò a entrare, ma decido di pro- ta al più presto. Non avrò mai sue notizie. In uici della radio, Esteban mi mostra uno
varci lo stesso. Un autobus mi lascia davan- compenso, la responsabile della comunica- schema con le aziende e gli uomini d’afari
ti all’entrata, poi continuo nell’auto di due zione della Hidden Lake a Buenos Aires mi distribuiti a stella intorno a Lewis. Ha cer-
uomini che mi scambiano per una dipen- telefona tre ore dopo la mia visita. Alla ine cato di ricostruire l’organigramma del grup-
dente della Hidden Lake. Scendo davanti di una discussione surreale, si riiuta di con- po Tavistock e dei suoi legami in Argentina,
agli uici. Da qui osservo i campi da calcio cedere qualunque intervista. “Ma si rende e ha valutato in 25mila ettari la supericie
che circondano i palazzi bianchi e i prati do- conto, è come se io, un’illustre sconosciuta, delle terre comprate dal miliardario britan-
ve pascolano i cavalli in religioso silenzio. volessi incontrare il direttore di…”, dice. Poi nico e da Van Ditmar. La cifra esatta è im-
Un cartello mi dà il benvenuto: ricorda la cerca un esempio calzante. “Di Le Monde possibile da deinire a causa della strategia
segnaletica dei parchi naturali, anche se i diplomatique in Francia!”, esclama. Un ri- opaca che hanno usato per gli acquisiti.
visitatori non sono autorizzati a entrare nel- ferimento curioso considerata la linea edi- Dalla cima del Piltriquitrón, a 2.260 me-
la proprietà. Sulla mappa un punto rosso toriale del mensile, che in un articolo tri di altezza, El Bolsón sembra un formica-
indica dove mi trovo e una traccia arancio- dell’aprile del 2016 sull’Argentina ha titola- io multicolore. Una folla densa risale l’ave-
ne mostra il sentiero per raggiungere il fa- to: “I regimi passano, la corruzione resta”. nida San Martín: il progetto di urbanizza-

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Argentina
Argentina, 2006. Penisola di Valdés

zione della Pampa de Ludden è stato appe- sione di una presentazione pubblica del contare sulle verdure del nostro orto e sulle
na approvato dal consiglio comunale pre- progetto. Si chiama Fidelia Aypallán, ha cir- nostre pecore”. A 13 anni cominciò a lavora-
sieduto da Bruno Pogliano. I manifestanti ca sessant’anni, lunghe trecce nere, una re come bracciante agricola e poi come
silano davanti al municipio, superano le pelle scura segnata dal sole e piedi piccoli baby sitter. In seguito arrivò la crisi econo-
barriere, salgono sul tetto, afrontano la po- ben piantati a terra. La sera di Natale è an- mica degli anni duemila. Faticava a mante-
lizia e poi proseguono ino alla piazzetta cora lì, nella piazzetta San Martín insieme nere i suoi cinque igli e a pagare l’aitto
San Martín, dove improvvisano un accam- ai militanti. Dopo aver preparato la cena per dell’appartamento a El Bolsón. Il ricordo
pamento. Montano una ventina di tende. i suoi igli, è salita sull’ultimo autobus con la della terra era sempre vivo: voleva tornare
Una troupe della tv nazionale segue gli av- borsa piena di tortas fritas per venire qui. in campagna. “Per sette anni ho chiesto un
venimenti. Il presentatore del canale 26, Qualche giorno dopo Fidelia mi aspetta terreno al comune, ma non mi ha mai rispo-
molto critico nei confronti del governo, cita a pranzo nella sua casa nel bosco, nel cuore sto. Soffrivamo la fame”, dice. “Cercavo
i progetti immobiliari di Joe Lewis e parla della zona rurale Mallín Ahogado, vicino disperatamente un posto dove poter semi-
della “seconda invasione britannica”. Il ri- alla Pampa de Ludden. Suo nipote Nahuel, nare, coltivare e allevare qualche animale.
ferimento è alla guerra delle isole Falkland che nella lingua mapuche signiica “puma”, Mi sarebbe piaciuto insegnare ai giovani
(Malvine) che nel 1982 contrappose il Re- disegna accanto a lei stando attento a quel- della città come si fa un orto. Alla ine ho
gno Unito alle truppe argentine. In quell’oc- lo che diciamo. Davanti a un piatto di piselli trovato questo pezzetto di terra abbando-
casione la giunta militare al potere cercò di del suo orto, Fidelia mi spiega che da un an- nato che apparteneva alla Direzione
strappare ai britannici il controllo dell’arci- no l’acqua non è più potabile a causa dell’in- dell’educazione. Il mio progetto è stato ap-
pelago, ma fallì. Ancora oggi la sovranità su quinamento provocato dallo sviluppo stra- provato dallo stato e poi riiutato dalla città
questo piccolo arcipelago continua a creare ordinario di El Bolsón. di El Bolsón, che voleva farne un campo da
dissidi tra i due paesi. Fidelia ha perso la madre quando aveva golf. Ma io ci sono andata lo stesso, insieme
Tra i manifestanti riconosco una donna sei anni ed è cresciuta con gli zii. “Il cibo era ai miei igli. Il comune mi ha denunciato,
minuta che aveva afrontato con il pugno l’unica cosa che non ci mancava”, racconta. ma nel frattempo i bambini dei quartieri
alzato i responsabili della Laderas in occa- “Non avevamo mai fame, perché potevamo vicini arrivavano per imparare a lavorare la

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terra”. Alla ine di un duro scontro con il co- abbassato la guardia: sanno che la giustizia quella conferenza stampa il governo ha am-
mune, Fidelia ha dimostrato il valore peda- è imprevedibile e che il loro avversario è morbidito le regole create nel 2012 da Cri-
gogico del suo progetto e la giustizia le ha forte. Lewis ha appoggi ai più alti vertici stina Fernández per ostacolare la concen-
dato ragione. Qualche tempo fa ha provato dello stato. Il 17 gennaio 2017 il presidente trazione di terreni nelle mani degli stranie-
a visitare la terra dove viveva da bambina: argentino di centrodestra Mauricio Macri ri. E il governatore della provincia di Río
“Era stato tutto recintato e i nuovi proprie- ha reagito in conferenza stampa alle nume- Negro, Alberto Weretilneck, ha modiicato
tari non volevano lasciarmi entrare. Gli ho rose manifestazioni contro il miliardario nello stesso senso la legislazione provincia-
spiegato che mia madre era sepolta lì, ma britannico. “Conosco Joe Lewis da anni e le. “Prima la legge di Río Negro era un mo-
non mi hanno fatto passare”. siamo buoni amici”, ha detto. “Però non ho dello, perché metteva la protezione del con-
nessun rapporto commerciale con lui, ne- tadino al centro”, dice Otal. “La riforma
Un nemico potente anche calcistico. Io tifo per il Boca Juniors, permette di comprare le terre rurali non so-
Gli abitanti della regione, abbandonati dai lui per il Tottenham”. lo a ini agricoli o di pastorizia, ma anche
politici, ripongono le loro ultime speranze Il presidente, che nel dicembre del 2015 per lo sfruttamento minerario, turistico,
nei tribunali. A metà di gennaio del 2017 la con la sua elezione ha messo ine a dodici energetico e industriale”. Il nuovo testo
corte d’appello per le cause civili, commer- anni di governo peronista – prima con Né- sembra fatto su misura per Lewis. Nel no-
ciali e minerarie di Bariloche ha accolto il stor Kirchner e poi con la moglie Cristina vembre del 2017 il miliardario britannico ha
ricorso presentato da seimila cittadini riu- Fernández – ha detto che non capisce l’osti- ottenuto un altro successo: la corte supre-
niti nell’Assemblea di difesa dell’acqua e lità verso l’imprenditore. Macri ha deinito ma argentina ha annullato la decisione del-
della terra. I giudici hanno sospeso il pro- Lewis un benefattore “che ha scelto l’Ar- la corte d’appello di Bariloche. Siamo di
getto di sfruttamento turistico della Pampa gentina per viverci qualche anno della sua nuovo al punto di partenza. “Ho osservato
de Ludden afermando che vìola le leggi vita, che non chiede nulla a nessuno, che fa ino a che punto queste persone sanno esse-
ambientali. A El Bolsón il sollievo è stato i suoi afari, si adopera per lo sviluppo soste- re pazienti”, dice Ricardo García. “Hanno
evidente. I manifestanti di piazza San Mar- nibile e crea posti di lavoro per la popolazio- tempo e soldi. Gli basta aspettare che la si-
tín hanno smontato le tende ma non hanno ne locale”. Sta di fatto che due mesi dopo tuazione cambi in loro favore”. u adr

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Bosnia Erzegovina

Ritorno
a Prijedor
Zoran Bogdanovic, De Groene Amsterdammer,
Paesi Bassi. Foto di Alessandro Penso per Internazionale
Di nuovo a casa dopo più di vent’anni dalla ine della
guerra di Bosnia. Per ritrovare la propria identità,
scoprire cosa rimane di quegli orrori e capire perché tra
vittime e carneici regna ancora la congiura del silenzio

Un vecchio scivolo sul


iume Sana, a Prijedor,
il 5 giugno 2018

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Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 141
Bosnia Erzegovina
ttraversiamo un paesag- i croati che, armati, si ribellavano a noi, ai

A gio verdeggiante, supe-


rando paesi e villaggi. Qui
e là ci sono ancora case
distrutte, ricordi della
guerra che si è consumata
tra il 1992 e il 1995. È il 2012 e sono in mac-
china con mio zio Titi, che per me è come
un secondo padre. Titi è il nomignolo che
gli ho aibbiato quand’ero bambino. Ab-
serbi. Era per la loro e la nostra sicurezza”.
Allora i crimini sono tutti bugie? Nella
macchina cala il silenzio. Osservo mio zio,
il suo sguardo è isso sulla strada. I linea-
menti del viso s’irrigidiscono. Sembra ar-
rabbiato, lui che di solito non si arrabbia
mai. “Un vero soldato serbo non farebbe
cose del genere! Sono stati i bosgnacchi,
non siamo stati noi”. Alla ine ammette che
basso il inestrino. Fa un caldo torrido nel dei crimini di guerra sono stati commessi.
paese del sangue e del miele. “Ma i nomi dei nostri li faremo solo se li
La mia città natale, Prijedor, dove abi- faranno anche i croati e i bosgnacchi!”.
tano lo zio Titi e la zia Mirjana, dista una
ventina di chilometri dal paese della non- Il paese perduto
na. A metà strada nella macchina s’insinua È il 1999. Il mio primo giorno di scuola al
uno strano odore metallico. Ci stiamo av- centro di accoglienza per richiedenti asilo
vicinando al complesso minerario della di Apeldoorn, nei Paesi Bassi. Siamo sedu-
cittadina di Omarska. Guardo dal inestri- ti in cerchio, alla mia sinistra e alla mia de-
no e a destra della strada vedo un stra bambini sconosciuti: è il ri-
grande capannone industriale tuale del mattino. Chiudo gli oc-
rosso. Quel colosso riporta a gal- chi, vorrei essere invisibile. È
la una certa nostalgia: è il segno l’inizio della mia vita olandese,
che siamo quasi arrivati dalla ma l’unica cosa che riesco a pen-
nonna. Gli ediici orribili mi afa- sare è: perché sono qui e non a
scinano in da quando ero piccolo, e questo casa? Il che mi spinge a farmi altre doman-
è sempre stato particolarmente brutto e de: perché è cominciata la guerra? Cos’è
spoglio. successo nel paese dove sono nato?
Ho scoperto da poco che durante la Comincia così la ricerca della verità,
guerra la miniera fu il teatro di una delle una ricerca che corre parallela agli anni
peggiori atrocità compiute in Europa dopo dell’infanzia e dell’adolescenza, trascorsi
la seconda guerra mondiale. Qui, nell’esta- a Veghel, nella provincia del Brabante e,
te del 1992, migliaia di croati e bosgnacchi più tardi, alla mia vita di studente a Til-
(bosniaci musulmani) furono tenuti pri- burg. Parallela, ma nascosta. A parte il no-
gionieri e seviziati dai loro vicini serbi. Una me e l’abitudine di cenare con un panino,
vicenda rimossa da molti serbi di Prijedor. c’è poco che tradisca le mie radici balcani-
“Guarda cosa stanno facendo. Tra un che. Con i coetanei non parlo mai della
po’ qui non rimarrà niente della natura”. guerra in Bosnia. Un istinto che mi porto
Lo zio Titi indica delle escavatrici in azio- dietro dall’infanzia, quando essere diverso
ne. Non molto tempo fa qui c’era un bosco voleva dire essere fuori dal giro.
e scorreva un iume. Ora ci sono montagne A cinque anni cerco negli atlanti quel
di sabbia e residui di rame. Annuisco. paese perduto che un tempo faceva parte
“Hanno fatto un disastro”. della Jugoslavia e che oggi si chiama Bo-
Dopo qualche esitazione mi azzardo a snia Erzegovina. Durante l’adolescenza
fare la domanda: “La miniera che abbiamo dedico migliaia di ore alle ricerche su in-
appena passato… Cos’è successo lì durante ternet. Testimonianze, video, documenti Studenti di Prijedor in visita al museo
la guerra?”. Secondo lo zio Titi il capanno- dell’epoca. Durante i viaggi nei Balcani dedicato alla battaglia del monte Ko-
ne industriale di Omarska era un centro di parlo della guerra con diverse persone. A zara, combattuta nel 1942 tra nazisti e
detenzione. “Ci chiudevano i bosgnacchi e poco a poco diventa chiaro come si sia arri- partigiani jugoslavi, 5 giugno 2018.
vati alla violenza e cosa sia successo a Pri-
jedor. Una follia nazionalistica che ha por- conversazione”. I miei genitori scapparono
tato ai campi di concentramento e agli da Zagabria nel 1991. Erano studenti. Lì la
omicidi di massa. I colpevoli sono serbi, guerra era già cominciata e per mio padre,
proprio come mio padre, suo fratello Titi e serbo, la situazione era diventata troppo
tutti gli altri uomini dal lato paterno della pericolosa. Finirono nel paese della nonna.
famiglia. Hanno combattuto nell’esercito In Bosnia la mobilitazione era in pieno fer-
serbo, che è stato responsabile di crimini mento, e mio padre non voleva combatte-
come quello di Omarska. re. Tutti gli altri uomini della famiglia era-
“Se parlassi con tuo zio della guerra”, no già al fronte in Croazia.
dice mia madre, croata, mentre preparo la Un anno più tardi cominciò la guerra in
valigia, “temo che sarebbe la nostra ultima Bosnia e per paura della polizia militare

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anche mio padre si unì all’esercito serbo. Oggi a Prijedor non c’è quasi più niente Corte penale internazionale dell’Aia per la
Ai miei genitori fu assegnata una casa nel a ricordare i tempi della guerra. La città fa ex Jugoslavia. Rimane una domanda: per-
quartiere di Puharska, a Prijedor, dove pri- parte della Republika Srpska, una delle ché la città tace?
ma della guerra vivevano soprattutto due entità che compongono la Bosnia Er-
bosgnacchi. “Quelli che erano rimasti nelle zegovina insieme alla Federazione croato- Non siamo in Europa
loro case erano vittime di continue intimi- musulmana. Qui i giornali e le tv conside- Aprile 2017. L’aereo mi porta da Eindhoven
dazioni notturne. Venivano attaccati da rano il conflitto degli anni novanta una a Tuzla, dove aspetto la corriera per Prije-
bande di serbi e la polizia non faceva niente guerra di difesa. Neanche una parola sugli dor. Mentre ordino qualcosa da bere in un
per difenderli”, ricorda mia madre. Mio pa- eccidi serbi. bar, entra una signora con due valigie pe-
dre aveva con sé una pistola anche quando A Prijedor l’amministrazione comunale santi. Chiede se può accendersi una siga-
non era al fronte. “Nel caso i vicini fossero nega da anni la costruzione di un monu- retta. “Certo, non siamo mica in Europa
in pericolo”. mento per i 102 bambini e bambine uccisi qua”, risponde la cameriera.
Nel 1994 nacqui io. Per cinque anni vi- durante il conlitto. Davanti al comune pe- In Bosnia l’Europa è considerata un
vemmo in quella casa, poi gli inquilini origi- rò ce ne sono due per i soldati serbi caduti. luogo lontano, un’illusione impalpabile.
nari vennero a rivendicarla. Che non fosse I crimini del 1992 sono documentati e una Pochi si sentono legati a concetti come so-
casa nostra mi fu detto anni più tardi. parte dei colpevoli è stata giudicata dalla cialdemocrazia, giustizia e riconciliazione.

Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 143


Bosnia Erzegovina

Il campo di concentramento di Kera- cattolico croato Ante Pavelić. Secondo gli tò un centro industriale. Tre grandi miniere
term a Prijedor, il 5 giugno 2018 storici le vittime serbe del terrore ustascia di rame e la più grande cartiera d’Europa
furono tra le due e le trecentomila. Anche il contribuirono alla relativa prosperità eco-
Cose così esistono solo sulla carta. paese della nonna fu invaso. “Eravamo im- nomica dei suoi abitanti. La città si svilup-
Quattro ore dopo siamo a Prijedor. I pa- potenti. In qualsiasi momento potevamo pò, ma i ricordi dell’orrore del passato erano
esi che attraversiamo sono per la maggior essere violentati o uccisi, e tutto nelle no- ancora impressi nella memoria di molti ser-
parte etnicamente omogenei. Tutti sanno stre case”, raccontava. Tra gli ustascia bi. “In quegli anni non sapevamo nemme-
dove vivono i serbi ortodossi, i bosgnacchi c’erano anche dei croati dei paesi vicini, no chi fosse croato, bosgnacco o serbo”. Per
musulmani e i croati cattolici. Questa gente gente con cui qualche anno prima ci si sa- Josipa Jurić-Suljanović, che ha ottant’anni,
condivide la stessa lingua e ha una storia rebbe salutati cordialmente. il periodo precedente alla guerra comincia-
comune ma è divisa da numerosi bagni di ta nel 1992 fu idilliaco. Nella vetrinetta nel
sangue. Il nome basta a sapere a che gruppo Ubriachi di follia salotto della sua casa nei Paesi Bassi c’è una
appartieni, e in tempo di guerra questa è Dopo la seconda guerra mondiale arrivaro- foto di Tito. Subito dopo la seconda guerra
una ragione suiciente per essere uccisi. no i partigiani di Tito. Crearono una nuova mondiale un serbo uccise suo padre. “Lo
Mia nonna, ormai morta, parlava spesso nazione socialista: la Jugoslavia. Che non chiamavano ustascia perché era croato”.
dei bosgnacchi e soprattutto degli ustascia, era governata da una potenza occupante, Nonostante tutto lei continuò a vivere in
i fascisti croati, che massacravano i serbi ma dagli stessi serbi, croati e bosgnacchi. pace con gli altri cittadini di Prijedor, che
durante la seconda guerra mondiale. Nel Un progetto idealistico e romantico. Ma il all’inizio degli anni novanta contava 112mi-
luglio del 1942 le forze dell’Asse organizza- romanticismo esige spesso dei sacriici. la abitanti. I bosgnacchi rappresentavano
rono l’ofensiva della Bosnia occidentale Nella nuova Jugoslavia ai singoli popoli circa il 45 per cento della popolazione e i
contro le truppe di Tito. Si combatté su un era vietato commemorare le proprie vitti- serbi erano altrettanto numerosi.
massiccio montuoso vicino a Prijedor. Alla me. Il motto era Bratstvo i jedinstvo, fratel- Dopo il crollo del regime comunista, nel
battaglia seguì un genocidio: furono uccisi lanza e unità. I bambini a scuola non studia- 1990, commemorare le vittime tornò a es-
ventimila serbi, per la maggior parte civili. vano il genocidio dei serbi, ma le “vittime sere legale. Le adunate acquisirono una
Nei campi di concentramento degli usta- del fascismo”. Molti massacri, anche di altri valenza nazional-politica. Cinquant’anni di
scia venivano applicati metodi di tortura popoli, furono nascosti sotto il tappeto. Bi- soferenza repressa diventarono la scusa
temuti perino dai nazisti. sognava costruire una nazione: parlare del per un nazionalismo sfrenato. “Tre dita al-
“Convertire un terzo dei serbi, cacciar- passato avrebbe solo suscitato risentimenti. zate. Ere il gesto con cui cominciarono a
ne un terzo e ammazzarne un terzo” era il E sarebbe stato un freno al progresso. Dopo salutarsi molti serbi”, ricorda Jurić-
motto del governo ilonazista del fanatico la seconda guerra mondiale Prijedor diven- Suljanović. La radio di stato parlava sempre

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Sadmir e Armin davanti alla scuola dor. Era un tentativo disperato, non aveva- alle persone?”. Decisero di scappare, ma i
del villaggio di Zecovi, il 7 giugno 2018 no alcuna possibilità contro i seimila solda- soldati serbi aprirono il fuoco non appena
ti serbi armati ino ai denti. Sventato l’attac- misero piede fuori casa. Il piano terra di un
più spesso di un “ritorno degli ustascia”. co, cominciò la pulizia etnica della città. palazzo gli offrì riparo. Dalla finestra
Quando nel 1991 scoppiò la guerra in Croa- “L’assalto avvenne di mattina”, ricorda Suljanović vide enormi nuvole di fumo so-
zia, la città si riempì di soldati serbi. Jurić-Suljanović. Insieme al iglio Narcis e pra la sua città. Aveva vent’anni.
Eppure non erano molti gli abitanti di ad altri, era nascosta nella cantina di alcuni Quell’estate i paesi dei dintorni abitati
Prijedor convinti che nella loro città mul- parenti. “Sentivamo spari ed esplosioni. da bosgnacchi e croati furono devastati, la
tietnica potesse scoppiare una guerra. “Per Sempre più numerosi e sempre più vicini. gente cacciata o uccisa. I bosgnacchi furono
me e le mie amiche era tutto uno scherzo”, Nella cantina si respirava paura, potevamo obbligati a portare una fascia bianca al brac-
racconta ridendo Jurić-Suljanović. “Non si quasi sentirne il sapore.” cio e ad appendere dei panni bianchi davan-
giudicano mica le persone per la loro nazio- “Fu subito chiaro che non eravamo più i ti alle loro case in segno di resa. Circa venti-
nalità”. L’atmosfera si fece più cupa il 29 benvenuti nella nostra città”, racconta Nar- mila persone inirono nei tre campi di Kera-
aprile 1992, quando venne ucciso il poliziot- cis Suljanović. Dalla inestra del bagno vide term, Omarska e Trnopolje. Narcis
to serbo Radenko Djapo. Il colpevole rima- una granata colpire il minareto di una mo- Suljanović, la sua idanzata e sua madre so-
se ignoto. Per il partito nazionalista dei ser- schea. “In quel momento pensai: se si com- pravvissero nascondendosi da alcuni amici
bi di Bosnia Sds fu l’alibi per prendere il portano così con gli ediici, cosa faranno in città. “Per strada non eravamo al sicuro.
controllo della città con l’aiuto dell’esercito. Anche le persone per bene di punto in bian-
Si parlò di una reazione spontanea e neces- co avevano cominciato a odiarci. Se i solda-
saria per “proteggere la popolazione”, ma i Parliamo di un ti ci riconoscevano o ci chiedevano la carta
documenti emersi anni dopo alla corte d’identità, rischiavamo di essere uccisi su
dell’Aia hanno dimostrato che si era trattato
lontano conoscente due piedi. Era come se tutti fossero ubriachi
di un’operazione politica ben pianiicata. che dopo vent’anni di di follia”. Più di tremila bosgnacchi non so-
Il primo obiettivo furono i bosgnacchi pravvissero a quell’estate. Tra le vittime ci
del vicino paese di Hambarine. L’esercito
lavoro non ha ancora furono i 102 bambini di Prijedor. I serbi per-
serbo attaccò il 22 maggio, quattrocento uno stipendio sero 36 soldati.
persone fuggirono nei villaggi vicini. Chi Oggi, venticinque anni dopo la pulizia
rimaneva indietro veniva ucciso. La matti-
regolare. Viene pagato etnica, a Prijedor non vive più quasi nessun
na dopo un centinaio di bosgnacchi e croati con buoni alimentari croato. I serbi sono la maggioranza, 55mila
con poche armi attaccarono la città di Prije- persone, e gran parte dei 28mila bosgnacchi

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Bosnia Erzegovina
è in città solo per le vacanze estive. Nelle Le condizioni di lavoro sono pessime
scuole superiori i ragazzi non imparano per molti bosniaci. “Se ti lamenti, ti butta-
niente della guerra. “Il novanta per cento no fuori”, dice zia Mirjana, che da vent’an-
della mia generazione non ha idea di cosa ni è impiegata in una fabbrica di biscotti.
sia successo nella nostra città”, dice Katri- “Guadagniamo 350 euro al mese. Faccia-
na, che frequenta le superiori, in una punta- mo turni di nove ore e abbiamo una pausa
ta del programma per ragazzi Perspektiva. di un quarto d’ora al giorno. In questo mo-
Nei libri di storia si trova una sola frase: mento 31 dei miei 367 colleghi sono in con-
chiedi agli adulti. “Ma se lo faccio”, dice gedo di malattia a lungo termine”. Spesso
Marko, un altro studente, “mi rispondono hanno disturbi legati allo stress. Due mesi
che non sono ancora abbastanza grande. fa Mirjana ha avuto un ictus. “Per fortuna
Come possiamo scoprire la verità?”. dai noi ci sono i permessi per malattia. In
molte aziende vale la regola ‘niente lavoro,
L’umorismo di zio Titi niente stipendio’”.
“Perché non mangi niente, piccolo?”. Ho Se non possiamo parlare del passato, co-
già inito il secondo piatto, ma la zia Mirjana me possiamo andare avanti? Lo chiedo a
vuole essere sicura che non abbia ancora Goran Zorić nel quartier generale di Kvart,
fame. Il palazzo dove vivono i miei zii è sta- un’organizzazione di Prijedor piuttosto di-
to costruito per i veterani di guerra. Serbi, si scussa. Hanno una manciata di soci, quasi
capisce. Starò qui per qualche settimana. tutti di poco più di trent’anni, a cui piace an-
Lo zio Titi è stato gravemente ferito durante cora deinirsi ragazzi. Le pareti e i mobili
la guerra: per giorni la sua vita è stata appe- sono pieni di adesivi antifascisti, slogan co-
sa a un ilo. me don’t forget Prijedor 92 e foto delle vitti-
È sera. Srdjan, il mio cugino preferito, è me del genocidio serbo del 1942. Sul divano
venuto a trovarci. Vive con la moglie e due accanto a Zorić ci sono Zorana Dabić, 31 an-
bambini in un palazzo poco distante. Siamo ni, e Branko Ćulibrk, 29. Sono tutti e tre ser-
seduti tutti e quattro sul lungo divano del bi. “Parlare delle stragi è la condizione ne-
salotto e parliamo di un lontano conoscente cessaria per fare anche solo un passo avanti
che dopo vent’anni di lavoro non ha ancora come società”, dice Zorić. Sopra alla sua te-
uno stipendio regolare. Viene pagato con sta è appesa la bandiera della Repubblica
buoni alimentari. Mantiene la famiglia col- socialista di Bosnia ed Erzegovina, che esi-
tivando verdure e vendendole al mercato. E steva ai tempi della Jugoslavia. “Ma non
il suo capo se la cava con un semplice: “Scu- basta dire ‘sì, gli orrori del 1992 sono suc-
sa, adesso non ho soldi”. Abitudini bosnia- cessi’. Bisogna collegarli ai problemi sociali
che: se il principale ha agganci in politica – ed economici del paese”.
cosa che succede spesso – è meglio stare Il centro Sejkovaca di Sanski Most, il
alla larga dai tribunali. “Proprio come in Giovani e nazionalisti 4 giugno 2018. Grazie al Krajina iden-
questo caso”, dice Titi. “Mettiamo che A Prijedor le attività di Kvart non sono gra- tiication project qui si identiicano i
quest’uomo voglia fare causa al suo datore dite a tutti. Me ne accorgo quando chiedo a resti delle vittime della guerra in Bo-
di lavoro perché non lo paga. Impossibile, un negoziante se posso usare il suo telefono snia sepolte nelle fosse comuni
perché non è scritto da nessuna parte che per chiamare l’organizzazione. “Puoi chia-
lavora per lui. La vittima non ha nessun ap- mare tutti, tranne quei traditori!”, dice. Per- to reso noto che la Repubblica Srpska è in
piglio per dimostrare la verità”. ché reagisce in maniera così violenta? “Par- bancarotta. Ma nessuno è sceso in strada a
“Per non parlare delle possibilità di met- lano solo delle stragi di Prijedor. E le vittime manifestare. È come se fossero tutti addor-
tere da parte una pensione decorosa”, ag- serbe in altre parti della Bosnia?”. A ogni mentati”.
giunge mia zia. Il cugino Sdrjan scoppia a tentativo di parlare degli avvenimenti della Solo negli ultimi cinque anni 150mila
ridere. Ridono anche i miei zii. Qui fanno sua città, l’uomo ribatte tirando in ballo i cittadini bosniaci hanno lasciato il paese.
così: è l’umorismo nero tipico della Bosnia, crimini contro i serbi. “Nel campo di con- Soprattutto giovani e laureati. “E con loro
a cui mi devo abituare di nuovo. Tutti sono centramento di Jasenovac sono stati uccisi se n’è andata la massa critica che poteva
rassegnati e accettano le cose così come 800mila serbi!”. Una cifra smentita da tem- opporsi a questo sistema”, osserva Ćulibrk.
stanno. “Lo facciamo per non impazzire. Ci po, ma a cui i serbi continuano a credere. “Nel 2000 Prijedor era ancora viva. Nono-
sono così tante situazioni tristi attorno a “Aizzano le persone le une contro le al- stante la terribile situazione politica ed eco-
noi che è meglio prenderla a ridere”, spiega tre”, dice Dabić rollando la terza sigaretta nomica erano anni pieni di speranza. Il mo-
Sdrjan. Qualche settimana fa ha ricevuto nel giro di dieci minuti. “I tre popoli – croati, vimento antifascista contava un centinaio
una telefonata dal suo capo. Voleva sapere serbi e bosgnacchi – hanno i loro partiti e i di giovani, c’erano diverse sottoculture, co-
quanto durava il sesso con sua moglie. loro miti nazionalisti. È un circolo vizioso me i punk e gli anarchici. Oggi siamo rima-
“Ehm… Quindici minuti?”, aveva risposto. da cui non riusciamo a uscire”. sti solo noi”.
“Bene”, era stata la reazione del capo. “Per Non appena nel dibattito pubblico si af- Kvart organizza diverse attività per far
il resto della giornata sei a mia disposizio- facciano temi come la povertà, i leader po- conoscere alle nuove generazioni le stragi
ne per rispondere alle telefonate di colle- litici reagiscono puntando il dito contro le del 1992. Tra le iniziative ci sono un campo
ghi e clienti”. Non pagato, ovviamente. altre etnie del paese. “Questa mattina è sta- estivo per ragazzi chiamato “Guardare in

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ne alle tre del pomeriggio. La sera tiro fuori
dalla grande vetrina del salotto un libro
bianco leggermente ingiallito che risale al
1980. S’intitola Come essere giornalista. “La
coscienza di un giornalista lo obbliga a pub-
blicare solo la verità, a servire gli interessi
delle persone libere in una società sociali-
sta”, c’è scritto.
Prima della guerra Titi era un giovane
cronista pieno di ideali. Raccontare la veri-
tà era il suo motto. Lavorava per il giornale
locale Kozarski Vjesnik. Quando scoprì un
caso di corruzione che coinvolgeva alcuni
politici del posto scrisse un articolo e lo pre-
sentò pieno d’orgoglio al direttore. “Non lo
possiamo pubblicare. Lo sai, vero?”. Il pez-
zo fu riscritto “ino a diventare un articolo
in cui non c’erano notizie”, ricorda con un
ghigno ironico. “Ne uscii parecchio disillu-
so”. Giornalismo patriottico.

Fosse comuni
La miniera di Tomašica, due chilometri e
mezzo fuori Prijedor, è ferma dai tempi del-
la guerra. Eppure ino a poco tempo fa si
scavava ancora. Non alla ricerca di minera-
li, ma di corpi. Nel 2013 qui sono stati sco-
perti più di quattrocento cadaveri. La vitti-
ma più giovane era Elvis Šarčević, di 13 an-
ni, la più anziana Salih Kadirić, di 77 anni.
Nonostante gli articoli pubblicati dalla
stampa internazionale, qui a Prijedor nes-
suno ne sa niente. “È sicuramente una noti-
zia ingigantita dai giornalisti”, pensa la
gente comune. Anche il cugino Srdjan non
faccia la storia”, una visita con pernotta- non essere stato maltrattato. Dopo l’aggres- ha mai sentito parlare di questa scoperta.
mento nell’ex campo di concentramento di sione Kuridža è andato a vivere a Sarajevo. “Tomašica? Ma non è quella miniera di ra-
Trnopolje e programmi per bambini con “Il messaggio dell’amministrazione citta- me abbandonata?”. In compenso mi presta
disabilità. Per il resto fanno cose leggere, dina mi sembra chiaro, no?”, sospira Zorić. la sua mountain bike.
come dicono loro stessi. “Graiti, concerti, Dalla sua bocca esce una grande nuvola di Il paesaggio è verde e collinoso, qua e là
proteste”, spiega Dabić. “Ma la maggior fumo. “Chi la pensa diversamente qui non ci sono zone di bosco. Attraverso diversi
parte dei giovani non partecipa. I loro geni- è il benvenuto”. paesi con grandi case e bei giardini. Le per-
tori non li lasciano venire”. sone sono disponibili, amichevoli e caloro-
I giovani vengono educati con il mito Un buon giornalista se. Finché non parlo di storia recente o di
nazionale serbo, aferma Ćulibrk. “Se non L’accordo di Dayton del 1995 ha messo ine politica.
sei con noi, allora sei contro di noi. È così alla guerra e ha diviso la Bosnia Erzegovi- Incontro Milan, che ha 39 anni. Mentre
che pensa la gente di qua”. Gli attivisti sono na in due entità. Il paese oggi è formato io fatico sui saliscendi delle colline che in-
stati minacciati più volte da giovani hooli- dalla Federazione croato-musulmana e contriamo, lui pedala tranquillo sulla sua
gan nazionalisti. Nessuna reazione da parte dalla Repubblica Srpska. In un certo senso bici elettrica. “L’ho portata dall’Austria”.
della polizia. Nel 2013 l’allora sindaco di questa soluzione ha premiato gli eccidi na- Faceva il poliziotto a Omarska, poi nel 2003
Prijedor deinì “volgare parata di froci” una zionalisti. Prijedor è diventata una città si è trasferito a Vienna. “Qui non c’era futu-
manifestazione in cui i partecipanti attra- serba e ortodossa, e molte strade hanno ro, lì sì. Questo è quanto”. Gli racconto dove
versarono il centro della città con fasce cambiato nome in onore dei signori serbi sto andando e cominciamo a parlare. Su per
bianche al braccio. del passato. la collina, giù dalla collina.
Due anni fa alcuni poliziotti hanno pe- È il giorno della Pasqua ortodossa. Secondo lui la colpa della guerra è stata
stato Nikola Kuridža, un attivista di 28 anni, Mentre la zia Mirjana serve un piatto di dell’occidente. “Siamo tutti pedine nelle
mentre prendeva l’ascensore nel suo palaz- zuppa, il canale serbo Rtrs trasmette un loro mani. Sono stati loro a causare tutto
zo. L’hanno trascinato in una macchina del- documentario sugli orrori degli ustascia, questo. Se avessero voluto, avrebbero po-
la polizia, dove si è beccato ancora qualche che nel 1942 uccisero 54 serbi proprio du- tuto fermare la guerra prima che comin-
cefone in faccia, e poi l’hanno obbligato a rante la Pasqua. Immagini in bianco e nero ciasse. Guarda cos’hanno fatto in Libia, e
irmare un documento in cui dichiarava di di cadaveri e corpi smembrati in televisio- adesso in Siria. La guerra è un business e in

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Bosnia Erzegovina
Hilmo Opovac, 64 anni, che ha perso
una gamba nel 1992, il 7 giugno 2018
nel villaggio Čarakov

occidente il business lo conoscono bene”.


Gli faccio notare che gli Stati Uniti non
hanno obbligato nessuno a uccidere i pro-
pri vicini. Milan annuisce. “Ma devi anche
tenere conto della storia. Il popolo serbo in
questo territorio ha soferto molto nella
seconda guerra mondiale. Il revanscismo
e la paura di una replica di quegli eventi
hanno giocato un ruolo importante nel
1992”.
Ma cosa c’entrava con tutto questo il
tredicenne Elvis Šarčević? La ripida disce-
sa dà a Milan abbastanza tempo per pen-
sarci. “Assolutamente niente. Che succe-
dano certe cose è una vergogna. Certi cri-
minali sono mossi da frustrazioni persona-
li. Una volta un professore ti ha dato un
brutto voto a scuola? Motivo suiciente per
torturarlo per ore, ino a ucciderlo”.
Fa un caldo torrido e il sudore mi goc-
ciola dal mento. Milan fa segno di voler
scambiare le bici. “Le persone intelligenti
se ne stanno tranquille in questo tipo di si-
tuazioni, si fanno da parte. Anche se eri
serbo era facile inire ucciso da qualche
idiota, bastava che ti venisse in mente di
difendere un bosgnacco o un croato”. Ma
perché i politici di oggi rimangono in silen-
zio? “Semplice. Perché altrimenti il popolo
non li vota”. Quindi è colpa della gente?
Arriviamo a un tratto di strada pianeg-
giante. Milan sospira. “La Bosnia è un pae-
se complicato e fottuto, amico mio. Se il
partito che governa in Republika Srpska
dedica attenzione alle vittime croate o bo-
sgnacche, l’opposizione grida al tradimen-
to del popolo serbo”. Milan svolta a sini-
stra, verso il suo paese natale. Dice di non
sapere niente della fossa comune. “È stata
scoperta dieci anni dopo che ho lasciato il
paese”.
La fermata successiva è un negozietto
lungo la strada. Chiedo della fossa comune
alla cassiera. “Non ne so niente. È sicura-
mente una storia goniata dai giornali”, ri-
sponde dubbiosa. “Ma non ti preoccupare,
qui è assolutamente sicuro”.
Avvicinandomi a Tomašica parlo con
molte altre persone. Sulla miniera di rame
chiusa possono dirmi ogni particolare. Ma
della fossa comune lì accanto non sanno grossi errori. Nessuno vuole ammetterlo, ha buttato acido sulla fossa per coprire
niente. ma chi abita in paese sa molto bene cos’è l’odore dei corpi. Ma hanno solo peggiora-
Il navigatore gps m’informa che ho rag- successo”. to le cose”.
giunto il paese di Tomašica. Ma dov’è la Una persona in bicicletta ci passa da- I suoi genitori erano in paese durante la
fossa? A una fermata dell’autobus incontro vanti, Jovana rimane in silenzio per qual- rimozione dei resti. “La mamma ha visto i
Jovana, 18 anni. È la prima a parlarmi aper- che istante. “Non possono neanche negar- camion con i corpi”. Indica una via che in-
tamente: “Oh, qui noi serbi abbiamo fatto lo, la puzza era insopportabile. L’esercito crocia quella dove ci troviamo. “Neanche i

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miei genitori ne parlano volentieri, ma per di ghiaia. Fuori dall’ultima casa prima del- “Giovanotto, io lo so perché sei qui”, dice
loro è importante che io sappia cos’è suc- la fossa ci sono due donne e un uomo an- improvvisamente la padrona di casa. Dalla
cesso”. ziani seduti su una panchina. “Certo che voce non sembra arrabbiata. “Non sei il pri-
Jovana mi indica la direzione per la fos- puoi riempire la tua bottiglia, ragazzo mio. mo a venire, ma sappi che non ho niente da
sa comune: “Ancora dieci minuti in bici”. Siediti”. raccontarti. Sai, non sono stati solo i bo-
Lascio la strada in terra battuta, attraverso Mi viene messo davanti un pezzo di tor- sgnacchi le vittime. Il nostro paese è stato
i binari della ferrovia, imbocco un sentiero ta fatta in casa e un bicchiere di succo d’uva. messo a ferro e fuoco quando ci hanno at-

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Bosnia Erzegovina
taccati”. È vero. Durante un’ofensiva bo-
sgnacco-croata nel 1995 il paese è stato
“Il popolo serbo non Nonostante tutto dal lato serbo ci fu a
malapena qualche morto, le vittime bo-
occupato. Ma la fossa comune è stata sca- ha motivo di sgnacche furono invece migliaia. Soprattut-
vata nel 1992, quando qui non c’era alcun
accenno di guerra. Ringrazio per l’ospitali-
vergognarsi, solo to civili, spesso torturati prima di essere
uccisi. “È vero che sono stati loro a pagare il
tà e risalgo in bici. Non c’è più ghiaia, il ter- determinati prezzo più alto”, dice Titi. “Ma solo perché
reno è di color ruggine.
“Vattene, o chiamo la polizia!”. Davanti
individui che hanno sono stati loro ad attaccarci. Quella volta
siamo stati più furbi, altrimenti oggi non
a me c’è un ragazzo ben piantato, accanto a nome e cognome saremmo qui a chiacchierare”.
lui il suo cane da caccia. Gli tremano le ma-
ni. “Non potete lasciarci in pace? Non pos-
devono farlo” Alza la voce, lo sguardo rivolto alla stra-
da. “Nel 1942 alla stazione di Prijedor furo-
siamo parlare del presente? Da quando no giustiziate duecento persone. Perché
hanno scoperto quella fossa comune, qui questa città la riconciliazione si raggiunge erano serbe. I carneici erano i loro vicini.
sono venute migliaia di persone”. Si riferi- evitando di guardare al passato e di farlo Come puoi, in nome del cielo, idarti di un
sce ai familiari delle vittime. “In tutta la Bo- conoscere ai più giovani. “Sotterrare, non popolo che fa una cosa del genere?”.
snia ci sono persone alla ricerca delle ossa dissotterrare” è la massima con cui si con- Leggo l’età dei ragazzi e dei bambini
dei propri morti. Anche madri serbe”. geda da me. morti a Prijedor nel 1992. Diciassette anni,
Solo quando gli mostro la mia carta Mi trovo nel paese della nonna con i miei quindici, undici, tre, diciotto, otto, sedici.
d’identità e la patente capisce che non so- zii. Solo durante le vacanze estive, quando “Senti, per me chiunque uccida un bambi-
no bosgnacco e si calma. “Non frainten- tornano gli emigrati, nella birreria locale c’è no può marcire all’inferno. Non sono per-
dermi”, continua, “ho amici bosgnacchi e un po’ di vita. L’attività economica più im- sone, ma mostri”, reagisce mio zio. “Ma
croati anch’io. Ma questo costante guarda- portante è il moderno allevamento di capre c’erano anche diciassettenni e sedicenni
re al passato riporta a galla le tensioni. E io di Vlado Lemić, ricchissimo procuratore armati”.
ormai penso a una cosa sola: andarmene calcistico e uomo d’afari. Quarant’anni fa Per la prima volta apre bocca anche mia
da questo paese. Qui non c’è futuro, qui c’è giocava a calcio con mio padre, con palloni zia. “E che ne sai tu? Non hai visto niente
solo storia”. Mentre il ragazzo se ne torna a di plastica che si bucavano ogni volta che del fronte, eri nell’artiglieria”. Si rivolge a
casa, scorgo tra gli arbusti una grande buca inivano tra i rovi. Non lontano dal vecchio me dal sedile posteriore. “Nel nostro palaz-
piena d’acqua: è il punto in cui quattro anni campo sportivo, ormai in rovina, una quin- zo viveva una signora serba. Quando co-
fa si trovavano ancora quattrocento cada- dicina di uomini è impegnata a potare rami minciarono i combattimenti, fece nascon-
veri. Il bacino è circondato da colline di lungo la strada. Tra di loro ci sono dere nel suo piccolo appartamen-
sabbia che si sono formate durante gli sca- anche alcuni miei parenti. to 35 persone. La polizia bussò
vi. Al centro, dei giunchi nascondono un “È arrivato l’olandese! Cosa alla porta, ma lei li mandò via ur-
nido di cigni. Anche qui nessuna targa scriverai su di noi?”. Uno degli lando. Quelle persone sono so-
commemorativa. uomini posa la sega. “Vuoi che ti pravvissute tutte. Ma queste sto-
racconti qualcosa?”. Si appoggia rie non le racconta nessuno”. Per
Amici o aggressori a un trattore. Made in Jugoslavia. “Quando un po’ in macchina cala il silenzio. “I nostri
“Il popolo serbo non ha motivo di vergo- avevamo la bandiera con la stella rossa migliori amici, una coppia, erano bosgnac-
gnarsi, solo determinati individui con no- c’era lavoro per tutti”. Un altro grida da un chi”, continua la zia. “I nostri igli giocava-
me e cognome devono farlo”. Suad Pašic, albero: “Non puoi spedire all’Aja anche no con i loro. Ci idavamo di quella gente
bosgnacco di 56 anni, mi saluta con un am- noi?”. Gli altri ridono. “Tanto la colpa è co- più che dei tuoi genitori. Quando scoppiò la
pio sorriso che rivela solo tre denti. Gli altri munque sempre nostra. Così almeno ce ne guerra, gli ofrimmo di nascondersi da noi.
glieli hanno fatti sputare in tre campi di andiamo in Europa. Qui non è più vita”. Un Ma loro non si idarono. Ora vivono da qual-
concentramento. Gli aguzzini li incontra prozio grida scherzando: “Gli hai spiegato che parte in Scandinavia”.
ogni settimana per le strade di Prijedor. che non siamo un popolo con inclinazioni Durante il racconto della zia, Titi aspet-
“Ma qui è sicuro. Finché non vai nei bar do- al genocidio?”. ta paziente il suo turno. “In quel palazzo
ve ci sono i nazionalisti non corri alcun pe- Quando siamo di nuovo in macchina vivevano sei famiglie di bosgnacchi”, ag-
ricolo”. chiedo allo zio Titi dov’era quando nel 1992 giunge. “Durante tutta la guerra nessuno
Secondo il giornalista e ilosofo Dragan a Prijedor scoppiarono le violenze. “In gli ha mai torto un capello. Gli uomini non
Bursać nella “visione del mondo dei serbi Croazia, con il mio reparto dell’esercito”, dovettero neanche arruolarsi nell’esercito”.
il popolo serbo è vittima di una cospirazio- racconta. “Quel poliziotto serbo fu ucciso Dallo specchietto vedo mia zia annuire.
ne globale. A tutto questo si aggiunge una e alla radio sentimmo che i bosgnacchi non “Noi serbi andammo al fronte e lasciammo
pronunciata allergia per ogni forma di au- deponevano le armi. Tornammo indietro le nostre famiglie con loro, senza alcun pro-
tocritica”. per proteggere le nostre famiglie. Quella blema. Erano persone meravigliose”. Pas-
L’attuale sindaco di Prijedor, Milenko sera in città c’era un’atmosfera strana: i bo- siamo accanto a un campo. Titi indica un
Đaković, è il tipo di persona che corrispon- sgnacchi erano ben organizzati”. Da cosa punto: “Qui nell’ottocento i turchi uccisero
de perfettamente a questa descrizione. l’aveva capito? “Andavano tutti in giro con più di duecento uomini dei paesi vicini”.
Non appena comincio a parlare dei massa- i pantaloni della tuta da ginnastica. Era il Per vendetta: un contadino aveva ammaz-
cri avvenuti nella sua città, sposta il discor- loro segno di riconoscimento. E molti zato un soldato ottomano e i compaesani
so su altre località del paese, sulla seconda mandarono i igli in località sicure una set- non volevano consegnarlo alle autorità. Sul
guerra mondiale, sul napalm in Vietnam e timana prima dell’inizio dei combattimen- viso di mio zio compare un sorriso. “I serbi
su altre scelleratezze dell’occidente. In ti. Avevano dei piani per attaccarci”. non fanno la spia”. u vf

150 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018


Graphic journalism Leila Marzocchi

Il so tto della capanna dove sto a Dioll Kadd sembra una ragnatela, e io la mosca...
...presa nell’incantamento senegalese.

di Leila
Marzocchi

In questa penombra blu, penso a una vecchia


canzone:
“Saltare cent’anni in un giorno solo, dai carri
nei campi agli aerei nel cielo...”.
Così Luigi Tenco cinquant’anni fa descriveva
lo spaesamento dei meridionali italiani che
emigravano dal paesello alle grandi città del
nord: un viaggio di mille chilometri.
Osservo la trama a mosaico del materiale che
riempie lo spazio tra le travi del so tto e la
copertura di paglia della capanna. Sembra
fatto di vecchi sacchetti di plastica assemblati.
È una cosa che avevo già notato arrivando
a Dakar: i materiali vengono riciclati con cura
per poter essere riutilizzati.

152 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018


A Dakar, la capitale del Senegal, il salto dei “cent’anni” della canzone di Tenco ha subìto
un interessante appiattimento.
Strumenti, oggetti e dispositivi concepiti in epoche diverse sono usati indi erentemente
con uguale competenza.
La dimensione tradizionale e quella del mondo connesso e globale convivono con estrema
naturalezza.

Dak
ar

Dakar sembra lontanissima, e invece è solo a due ore di macchina da Dioll Kadd, il
villaggio con la capanna dalla penombra blu in cui mi trovo.

Partendo dalla capitale, ci siamo spostati verso est, inoltrandoci nella regione di Thiès,
nella comunità rurale di Ndiéyène Sirakh, comune di Khombole.

Thiè
s

Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 153


Graphic journalism
La prima passeggiata ricognitiva fuori dalla corte dove si trova la mia capanna agisce in
me come una progressiva e veloce messa a fuoco psichica.

“Caspita, qui non c’è niente!”, è il mio primo pensiero e, immediatamente dopo,
mi rendo conto di una sensazione: “…e si sta BENISSIMO!”.

Come d’incanto, nello spazio di pochi passi e di qualche respiro, la percezione di quel
“niente” in me ha subìto una trasmutazione. Mi sento pervasa da una sensazione di
pienezza e completo benessere, come se la relazione tra me e il mondo circostante avesse
trovato la distanza giusta, la centratura ottimale, il punto di perfezione.

154 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018


Il villaggio di Dioll Kadd è costruito lungo due ampie strade: una porta verso i campi,
l’altra è diretta ai villaggi vicini. Niente asfalto né energia elettrica. Case basse all’ombra
di grandi alberi.
Capanne di legno e paglia di miglio. Nessuna automobile in giro, solo rari carri trainati da
cavalli.

Mi inoltro nel villaggio. Procedendo, l’occhio si abitua all’essenzialità e l’orecchio alla


quiete. Arrivo al Penc, la capanna degli antenati: il luogo sacro dove gli anziani del
villaggio si riuniscono quando devono prendere decisioni importanti.

il Pe
nc

Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 155


Graphic journalism
Mentre cammino, rimugino dubbiosa: “L’Africa: gli e etti del neocolonialismo,
la violenza, i migranti, la siccità, la fame. E qui in Senegal la povertà, la desertiicazione,
la monocoltura dell’arachide... Ma allora, perché sto così bene?”.

NIENTE DI PIÙ DI QUELLO CHE SERVE E NIENTE DI MENO DI QUANTO È NECESSARIO.


È questa la risposta, quello che sto vedendo a Dioll Kadd: niente di più, niente di meno.
“In medio stat virtus”: la “via di mezzo” è, al tempo stesso, la via dell’eccellenza, come
a erma Aristotele. Il dono che può o rire a un europeo un villaggio come questo è
l’ispirazione per essere centrati nel QUI e ORA. Nell’ordine del paesaggio, nella quiete
della savana. Nessun “rumore” nella comunicazione, nessun dispositivo a distrarci, a
creare legami invisibili che ci allacciano a un altrove, futuro o lontano, opacizzando la
nostra attenzione, polverizzando la nostra presenza. Dioll Kadd regala uno sguardo nitido
sulle cose: il poter mettere a fuoco se stessi, vedere il mondo e vedersi nel mondo con una
considerazione reciproca perfetta.

“Qui la verticalità tra la terra e il cielo è assegnata agli alberi, non a pali elettrici irsuti
e monchi”, penso mentre guardo le capre correre davanti a me, “e questo signiicherà
pure qualcosa!”.

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Qui ci sono degli animali fuori dalle corti, E ci sono bambini, che insieme agli animali
presenze benevole e mansuete. sono i veri padroni delle strade!

Per un europeo che vive in città è stupefacente rendersi conto di quanta indipendenza
e padronanza di sé possiedono i bambini di Dioll Kadd. Mentre gli uomini lavorano
nei campi e le donne nelle grandi corti dietro le staccionate, loro giocano liberamente
spostandosi come vogliono per tutto il villaggio.
I bambini animano le strade di Dioll Kadd
in da neonati, trasportati sulle spalle delle
sorelle maggiori. Sciamano in giro tutti
assieme e se un piccolo ruzzola a terra, ce
n’è sempre uno più grande che lo rimette in
piedi, scrollandogli la sabbia di dosso.
Le lacrime cessano in un battito di ciglia.

Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 157


Graphic journalism
Suscita un sentimento di gioia e meraviglia vedere queste piccole persone libere di dare
contenuti autonomi al proprio vissuto, che è animato di scoperta, gioco, sperimentazione,
socializzazione, creatività.
Questi bambini beneiciano di un altissimo livello di autodeterminazione, pur essendo
perfettamente al sicuro, protetti da tutta la comunità del villaggio.

Ai bambini di Dioll Kadd viene dato agio di crescere. Nessuno li isola, o li accompagna
scortandoli, nessuno fraziona il loro tempo al di fuori della scuola, nessuno gli dice che
giochi devono fare. E mentre guardo la loro piccola comunità sciogliersi e ricomporsi
liberamente nello spazio del villaggio, penso che ci sono tante forme di ricchezza, e quella
che vedo ne è sicuramente una.
Penso che noi europei dell’Africa tendiamo a vedere solo la povertà, probabilmente perché
ne siamo stati la causa principale. Ma forse anche perché è il nostro sguardo a essere
immiserito. Rischiamo di vedere dei piccoli straccioni, quando abbiamo davanti solo dei
bambini felici.

158 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018


Mi lascio alle spalle il villaggio e mi ritrovo nella savana...
Mentre all’interno del villaggio i bambini vantano un dominio dello spazio che sembra
renderli adulti, l’adulto nella savana diventa un bambino.
Se nella penombra materna del villaggio ci si sente centrati come l’uomo vitruviano
di Leonardo, la savana ci rende piccoli, microscopici. Qui all’occhio dell’europeo salta
ogni criterio di misurazione, perché anche gli alberi, i baobab, sono giganteschi.
Sembrano dèi.

Come cantano i moderni griot senegalesi:


“...nella savana puoi camminare per giorni interi senza incontrare anima viva,
ma solo sabbia, silenzio e cielo azzurro. Sabbia silenzio e cielo azzurro”.*

Lo spazio diventa sconinato


e il tempo si ferma in una parvenza di eternità.

grazie a Elisa Renda

*da “Thioro, un Cappuccetto rosso senegalese”, spettacolo del Teatro delle Albe nato
da un laboratorio di arte e teatro per bambini e ragazzi a Dioll Kadd nel 2017.

Leila Marzocchi è un’autrice e illustratrice di fumetti italiana. Nel 2007 ha ricevuto il premio Lo Straniero.
Il suo ultimo libro è Niger vol. 6 (Coconino press/Fandango 2016).

Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018 159


L’oroscopo

Rob Brezsny
COMPITI PER TUTTI
Qual è l’ultima cosa che ti ha veramente sorpreso?
E quale prevedi sarà la prossima?

LEONE BILANCIA co la perfezione e la forza interio-


“A volte ho la sensazione che il passato e il futuro pre- Hai assolutamente bisogno re. Lotto per un mondo di umanità
di orchidee, sciroppi dolci, e tenerezza”.
mano tanto da una parte e dall’altra da non lasciare nes-
cioccolato amaro, musica sedu-
suno spazio al presente”, dice il personaggio di Julia nel
cente, danze sull’erba morbida, CAPRICORNO
romanzo Ritorno a Brideshead, di Evelyn Waugh. Te lo dico per massaggi sensuali, nove ore di Il tempo non guarisce ne-
ispirarti e motivarti. Spero che ti incoraggerà a ribellarti e a non sonno a notte e un lusso continuo cessariamente tutte le feri-
permettere al tuo passato e al tuo futuro di premere tanto da non di appassionate conversazioni? te. Se aspetti in modo passivo, spe-
lasciare nessuno spazio al presente. È il momento ideale per ri- Non proprio. Nei prossimi giorni la rando che il semplice trascorrere
vendicare il pieno diritto di essere qui ora. vita ti sorriderà anche se non riu- dei mesi metta magicamente a po-
scirai a procurarti tutti questi pia- sto le cose, ti stai sottraendo alle
ceri. Ma la seconda domanda è: ti tue responsabilità. Dovresti invece
ARIETE applicare a te. La prima cosa che meriti le orchidee, gli elisir e tutto essere coinvolto in quel processo.
Prevedo che per te agosto voglio sapere è: come te la stai ca- il resto? La mia risposta è sì. E l’ar- Sforzarti di pensare a come ridurre
sarà una specie di età vando con il pane e il burro? Eviti rivo di queste delizie ti spronerà a la tua soferenza e poi, quando la
dell’oro. Nel complesso è un’otti- di lamentarti per la loro semplici- trovare una soluzione fantasiosa ai tua saggezza ti avrà fatto capire co-
ma cosa. Ti si presenteranno occa- tà? Sei soddisfatto e riconoscente? tuoi due dilemmi più importanti? sa può funzionare, agisci. È un ot-
sioni d’oro ed entrerai in possesso Se non è così, dubito che il miele ti Sono abbastanza sicuro di sì. Per- timo momento per impegnarti di
di piombo che può essere tramuta- arriverà, né dagli dèi né da qual- ciò concludo consigliandoti di più in questa sacra impresa.
to in oro. Ma quando si ha a che fa- siasi altra fonte. Se invece stai ap- sguazzare nel tuo equivalente dei
re con l’oro è importante essere prezzando quei modesti doni, pre- piaceri che ti ho elencato. ACQUARIO
prudenti. Ti ricordi la iaba della vedo che presto almeno un po’ di Le domande che stai facen-
gallina dalle uova d’oro? Spazienti- miele arriverà. SCORPIONE do non sono sbagliate, ma
to dal fatto che la gallina depone “Non cercare di cambiare il sono irrilevanti. È per questo che le
un solo uovo al giorno, il suo pa- CANCRO corso del iume”, scrive risposte che stai ricevendo non ti
drone la uccide per avere tutto Non invocare gli dèi della Deepak Chopra. In generale sono sono di grande utilità. Prova con
l’oro immediatamente. Ma la cosa buona sorte nella tua deli- d’accordo con lui. È segno di arro- queste domande alternative. 1)
non funziona. O pensa agli aztechi ziosa testolina. A quello ci penso ganza pensare che abbiamo il po- Quale esperienza o informazione
che chiamavano l’oro teocuitlatl, io. Il tuo compito è propiziarti gli tere di controllare le forze della na- ti servirebbe per risanare il tuo
letteralmente “escremento degli dèi della luida disciplina e del la- tura. Il nostro obiettivo dovrebbe senso di lealtà diviso? 2) Come
dèi”. Morale della storia: l’oro può voro duro ma intelligente. Per otte- essere cercare di comprendere lo puoi attirare un’inluenza che ti
essere una benedizione solo se nere il favore di questi divini aiu- sconcertante miracolo della vita e spingerebbe a fare dei cambia-
maneggiato con cura e onestà. tanti, parti dal presupposto che in adattarci al continuo cambiamen- menti che da solo non hai la forza
questo momento hai più che mai il to delle sue forme e dei suoi ritmi. di fare? 3) Sei capace di ignorare o
TORO potere e il diritto di chiedere il loro Ma aspetta! Metti da parte quello eliminare il 95 per cento delle tue
Stephen Tennant (1906- aiuto. E tieni conto del fatto che lo- che ti ho appena detto. C’è un’ec- paure immaginarie per concen-
1987), un aristocratico nato ro sono disposti a darti il coraggio, cezione alla regola. A volte, quan- trarti su quel 5 per cento che merita
sotto il segno del Toro, era un tipo la determinazione e l’attenzione ai do il nostro potere personale è par- veramente di essere preso in con-
così brillante che tre grandi scritto- dettagli che ti serviranno per com- ticolarmente lessibile e robusto – siderazione? 4) Se ti assicurassi
ri crearono un personaggio ispirato piere la tua prossima impresa. come lo è il tuo in questo momento che hai l’intelligenza necessaria
a lui. Da ragazzo, quando gli chie- – potremmo anche riuscire a spo- per abbellire una parte brutta del
devano cosa volesse fare da gran- VERGINE stare un po’ il corso del iume. tuo mondo, da dove cominceresti?
de, rispondeva: “Voglio essere una Non sono un asceta convin-
grande bellezza”. Mi piacerebbe to che le lezioni più preziose SAGITTARIO PESCI
che pronunciassi queste parole, s’imparino sofrendo. Non sono “Caro Astrologo, da qual- Stai combattendo la batta-
Toro. Cosa dici? Che sei già adul- neanche un nichilista da quattro che tempo mi chiedo come glia sbagliata. Questo ti ha
to? Ne dubito. Per arrivare a quel soldi che disprezza i iori, i bambi- posso aumentare il mio livello di impedito di dedicare la tua atten-
punto devi ancora espanderti e su- ni che sorridono e le giornate di so- generosità e compassione. So che zione a un’altra battaglia che vale
bire trasformazioni per qualche le. Anzi, sono uno di quelli convinti mi renderebbe più sano, onesto e la pena di combattere e che potre-
decina di anni. Perciò spero che che la vita sia meravigliosa almeno sereno. Hai qualche consiglio da sti vincere. Ecco il mio consiglio:
troverai il coraggio di afermare: al 51 per cento. Ma quando nella darmi?”. – Sagittario Ambizioso. non sprecare energie provando ri-
ILLUSTRAZIONI DI FRANCESCA GHERMANDI

“Da adulto voglio essere una gran- mia vita personale si veriica una Caro Ambizioso, ho notato che morso per le energie che hai spre-
internazionale.it/oroscopo

de bellezza”. P.s. La tua capacità di siccità emotiva, faccio la danza molti Sagittari sono più curiosi del cato. Anzi, dovresti essere ricono-
diventare sempre più bello sarà al della pioggia, e quando arriva il solito di capire come migliorare la scente per quello che hai imparato.
culmine nei prossimi 14 mesi. momento di afrontare le diicoltà loro vita mostrandosi più caritate- Le capacità che hai ainato lottan-
che ho cercato di ignorare, faccio voli. A questo proposito, ecco cosa do nella barufa sbagliata ti faran-
GEMELLI la danza del dolore. E tu, Vergine? suggerisce l’astrologa Chani Ni- no comodo quando ti concentrerai
“Accontentati di pane e Ho il sospetto che per te sia uno di cholas: “Ogni volta che interagisci sulla questione più importante. Sei
burro ino a quando Dio quei periodi in cui hai bisogno di con qualcuno alimenta il tuo io in- pronto a cambiare marcia? Ora
non ti manderà il miele”, dice un conversare in modo schietto e mi- teriore con la tua integrità”. E la preparati ad afrontare la battaglia
proverbio marocchino. Vediamo sericordioso con le tue paure, le scrittrice Anaïs Nin diceva: “Più lo che vale la pena di combattere e
come questo consiglio si potrebbe tue diicoltà e i tuoi dolori. stato del mondo peggiora, più cer- che potresti vincere.

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L’estate del New Yorker
chast

vey
“Discussione: 250 metri; litigio: 500 metri; zufa: un chilometro”. “vieni fuori tesoro. ho trovato la crema solare”.

patterson
katz

“non intendevo questo quando abbiamo deciso “ok, fate tutti attenzione: alcuni importanti annunci
di fare vacanze separate”. sulla sicurezza”.
smaller

schwartz

“È così bello essere in vacanza e avere delle cose diverse


di cui lamentarsi”. “Dove? Dove?”.

Le regole Abbronzatura
1 applica il principio della partenza intelligente: prendi il sole al parco a maggio. 2 piano con
quell’autoabbronzante: il rischio arancio-trump è dietro l’angolo. 3 la forma dei tuoi occhiali da sole può
provocare l’efetto panda, procione o orca marina. 4 la tintarella aiuta, ma il doposole con i brillantini fa
la diferenza. 5 perché arrostirti al sole quando basta un iltro di Instagram? regole@internazionale.it

162 Internazionale 1267-1268-1269 | 3 agosto 2018

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