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CELTI
UN MONDO PERDUTO
DI MITI E DIVINITÀ
ELEZIONI
- POSTE ITALIANE S.P.A SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMMA 1, NE/VR
A ROMA
LE TESTIMONIANZE
NEI GRAFFITI DI POMPEI
FEDERICO II
LA LOTTA DEL RE SVEVO
CONTRO IL PAPATO
ISFAHAN
IL MEMORIALE
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CELTI
UN MONDO PERDUTO
DI MITI E DIVINITÀ Pubblicazione periodica mensile - Anno VII - n. 91 PRESIDENTE
ELEZIONI
A ROMA RICARDO RODRIGO
LE TESTIMONIANZE
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NEI GRAFFITI DI POMPEI
FEDERICO II
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LA LOTTA DEL RE SVEVO
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LA “METÀ DEL MONDO”
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Autore di: Le iscrizioni immagine della donna Einaudi Storia dell’Arte L’europa e i suoi (1489-1490), Viella KELLY HOOVER, DIANA JAKSIC,
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BRITANNIA ROMANA
I
ancora non sono
chiarite, quasi n Inghilterra, tra il 2004 e mentre gli altri sembravano rivelato che visse nella valle
la metà degli il 2005, durante uno scavo provenire da qualche località del Nilo o in una zona del
scheletri rinvenuti archeologico in un cimi- situata nell’Est dell’Europa. Vicino Oriente.
nell’antico cimitero tero dell’antica città ro- Inoltre, uno scheletro
di Eboracum furono mana di Eboracum, l’attuale Erano gladiatori? presenta segni di morsi, il
decapitati, come
mostra il taglio di York, sono stati scoperti gli Sono stati recentemen- che potrebbe indicare che
questa vertebra del scheletri di ottanta uomi- te pubblicati nuovi risul- si trattava di un gladiato-
collo, e sepolti con la ni; la metà di questi erano tati che rivelano altri dati re morto durante una lot-
loro testa collocata stati decapitati. Il mistero sull’origine dei corpi. L’ana- ta contro le belve. Poiché a
di lato. Tutti i corpi di chi fossero queste per- lisi del DNA di sette indivi- Eboracum si insediò un’im-
erano di giovani sone e delle ragioni per cui dui mostra che sei di questi portante guarnigione roma-
uomini, di meno fossero state decapitate si è provenivano dal Galles, ma na, alcuni corpi potrebbero
di 45 anni, più alti
della media, il che mantenuto da allora, anche il settimo presenta coinci- essere di legionari. Ma an-
suggerisce che si dopo che nel 2010 i ricer- denze genetiche con gli at- cora non si è ottenuta una
potesse trattare di catori hanno scoperto che, tuali abitanti della Palestina spiegazione a proposito del
soldati o gladiatori. di 18 scheletri esaminati, e dell’Arabia Saudita, e gli fatto che tanti corpi siano
solo cinque erano di York, studi effettuati sui denti ha stati decapitati.
L’INTERNO
della tomba del
marchese di Haihun
durante lo scavo
del dicembre 2015.
ESTREMO ORIENTE
C
inque anni fa è sollevare il coperchio del- principesche e una fossa
FRA GLI OGGETTI stata scoperta a la bara esterna. Fra que- dove venivano seppelliti i
scoperti nella Haihunhou, vi- sta e la bara interna sono cavalli e i carri dei nobili lì
tomba di Liu He cino alla città ci- stati rinvenuti numerosi sepolti, sono stati trovati
sono stati rinvenuti nese di Nanchang, la tom- pezzi di giada, oro e legno diversi pezzi di grande va-
numerosi pezzi di
giada, finemente ba di Liu He, marchese di laccato e decorato a foglia lore: un ritratto di Confucio,
lavorati, come Haihun, un nobile che era d’oro. Sotto un letto, nel- quasi tremila tavolette in
ciondoli e altri monili. nipote dell’imperatore Wu la camera principale della legno, più di diecimila og-
Durante la dinastia (156-87 a.C.), della dinastia tomba, sono state trovate getti d’oro, bronzo e ferro,
Han la giada, per la Han occidentale. Nell’anno tre casse in legno ricolme di dieci tonnellate di mone-
sua caratteristica 74 a.C. Liu He occupò il tro- monete d’oro, ognuna delle te di bronzo, recipienti di
traslucidità e la sua no cinese per soli 27 giorni, quali pesa 250 grammi, e di bronzo per cuocere le casta-
bellezza, era associata
all’immortalità finché fu deposto. lingotti d’oro, ciascuno dei gne e per distillare il vino,
dell’anima e per Recentemente gli archeo- quali ha un peso compreso lampade di bronzo a forma
questo si trova spesso logi hanno potuto avere ac- fra i 40 e i 250 grammi. di oca, una scacchiera, al-
in contesti funebri. cesso alla camera funeraria In tutto il sito, che com- cuni strumenti musicali e
del marchese di Haihun e prende altre sette tombe figurine in terracotta.
G
illes Montmorency-La- regione, che consideravano la guerra
val, barone di Rais (o come qualcosa di intrinseco al loro
Il temuto Retz), nacque nel set- modo di vivere, una specie di svago
signore tembre del 1404 nel dell’aristocrazia. Violento, audace e
castello di Champtocé, coraggioso, Gilles non si fermava di
di Bretagna una delle proprietà della sua potente fronte a niente. Aveva solo quindici
1404 e ricca famiglia, proprietaria di estesi anni quando, praticando la scherma,
domini nel sud della Bretagna. A un- fece la sua prima vittima, un giovane il
Nasce Gilles de Rais nel dici anni di età vide morire suo padre cui corpo ferito e sanguinante esercitò
castello di Champtocé,
figlio di Guy II de Laval e sventrato dalle zanne di un cinghiale, su di lui una strana attrazione.
di Marie de Craon, grandi che lo aveva attaccato mentre era a
nobili di Francia. caccia in un bosco. Paladino della Donzella
L’immagine del genitore moribondo Nonostante le tendenze omosessuali
1429 con il ventre squarciato, agonizzante che presto si risvegliarono in lui, a 17
e sanguinante, colpì notevolmente il anni violentò Catherine de Thouars,
Il re di Francia reclama
i suoi servizi per liberare giovane, e probabilmente gli creò un una giovane ereditiera con cui si sposò
Orléans dall’assedio trauma che lo accompagnò per tutta lo stesso giorno, ignorando il rifiu-
degli inglesi. Lì conosce la sua tormentata vita. Fu quindi af- to della sua famiglia. Non contento,
Giovanna d’Arco.
fidato alle cure del nonno materno, catturò sua suocera, che non liberò
Juan de Craon, un nobile duro e sadico finché lei non gli concesse alcuni ca-
1433 che trattava i suoi servi con estre- stelli. Dovette attendere sette anni per
Primi casi di sparizione ma crudeltà. Educato come i rampolli avere un erede, la sua unica figlia, che
di bambini nei feudi di dell’aristocrazia francese, il giovane presto abbandonò con sua moglie. Non
Gilles de Rais. Non verrà Gilles si comportava in modo egoista, si sarebbe mai più preoccupato di loro.
mai denunciato dai loro
genitori per paura. presuntuoso e capriccioso. Come cavaliere del duca di Breta-
A quattordici anni fu nominato ca- gna, Gilles de Rais si distinse per l’e-
valiere ed entrò a servizio del duca Gio- nergia e la ferocia con cui affrontava
1439 vanni V di Bretagna: questo lo portò i combattimenti: si batteva con tale
Con l’ex monaco a partecipare ai impeto che i suoi compagni d’armi lo
occultista di Arezzo conflitti armati paragonavano ai vichinghi dei tempi
Francesco Prelati,
compie riti in cui viene fra i nobili di al- passati. Nel 1429, la fama di guerriero
invocato il diavolo. to lignaggio della feroce precedeva il barone de Rais, e
1440
Gilles de Rais viene
Gilles de Rais pianse amaramente
incarcerato e giudicato. sulle ceneri di Giovanna d’Arco,
Dopo la confessione,
l’esecuzione ha luogo che non fece in tempo a salvare
nella città di Nantes.
GIOVANNA D’ARCO. MINIATURA. XV SECOLO. ARCHIVI NAZIONALI, PARIGI.
ORONOZ / ALBUM
AKG / ALBUM
il re di Francia reclamò i suoi servizi seguenti restò al fianco di Giovanna all’eredità familiare i beni ottenuti
militari per liberare la città di Orléans, e le salvò anche la vita durante una in guerra.Ritiratosi nei suoi domini
assediata dagli inglesi da ormai vari scaramuccia alle porte di Parigi. Cercò bretoni, il barone de Rais condusse
mesi. Quando vi arrivò, al comando di liberarla quando fu catturata e con- una vita di lusso e sprechi. Celebrava
di un gruppo di soldati, Gilles de Rais dannata per stregoneria ed eresia dagli sontuosi banchetti e organizzò anche
incontrò Giovanna d’Arco, la giovane inglesi a Rouen, ma non fece in tempo. una favolosa festa nel maggio del 1435,
che affermava di essere stata scelta da Le cronache raccontano che pianse in cui venne ricreata la liberazione di
Dio per liberare la Francia dal giogo tutte le sue lacrime sulle sue ceneri. Orléans del 1429 e che gli costò l’esor-
straniero. Il cavaliere rimase imme- In seguito proseguì la lotta contro gli bitante cifra di 80.000 corone. Per far
diatamente affascinato dalla ragazza. inglesi, ma nel 1434 cadde in disgrazia fronte a queste spese vendette il suo
Entrambi capeggiarono l’eserci- il cancelliere La Tremoille, suo grande patrimonio, in contrasto con l’opinione
to che in appena otto giorni liberò protettore alla corte di Francia, e Gilles della famiglia.
dall’assedio Orléans, dove entrarono perse il suo titolo di maresciallo. Inoltre, affascinato dalla magia e
trionfanti e acclamati dal popolo. No- Tuttavia al tempo la sua fortuna dall’alchimia, riunì nel suo castello di
minato maresciallo di Francia, nei mesi era considerevole, poiché sommava Tiffauges maghi, negromanti, stregoni,
CASTELLO DI POUZAUGES.
La fortezza, in Vandea, apparteneva
alla famiglia di Catherine de
Thouars, moglie di Gilles de Rais,
che la donò a sua figlia in dote.
satanisti e alchimisti, con cui si riuniva Questi dettagli della“vita segreta”di È quest’ultima accusa ad aver creato
per cercare di scoprire la pietra filoso- Gilles de Rais si conoscono per via del l’immagine di Gilles de Rais di crimi-
fale. Lì invocava il diavolo e celebrava processo a cui fu sottoposto nel 1440, nale spietato, di assassino seriale. In
cerimonie sataniche, firmando patti dopo essere stato arrestato per ordine effetti, diversi testimoni convocati di
con il suo stesso sangue. L’ultimo dei del vescovo di Nantes. L’accusa non si fronte al tribunale, umili contadini dei
maghi che portò nella sua dimora fu limitava alla pratica della stregoneria: domini del barone de Rais, dichiara-
l’ex monaco e occultista aretino Fran- si parlava anche di eresia, di violazione rono che i loro figli, di età compresa
cesco Prelati, un imbroglione che gli dell’immunità della Chiesa, di sodomia fra gli 8 e i 14 anni, erano spariti da un
consigliò di vendersi al diavolo. e di assassinio di bambini. giorno all’altro, mentre stavano sorve-
gliando il bestiame o lavoravano come
apprendisti o si prendevano cura di un
fratello più piccolo a casa.
AL PROCESSO, la confessione
di Gilles de Rais fu riportata in
questo modo: «Baciava i bam-
bini morti e contemplava quelli
che avevano teste e membra
più belle e dopo aver sventrato
crudelmente i loro corpi si de-
liziava osservandone gli organi
interni: spesso si sedeva sul
loro ventre e godeva nel vederli
morire e rideva con
i citati Corrillaut ed
Henriet, poi li fa-
ceva bruciare e
trasformava i
loro cadaveri
in cenere per i
citati Corrillaut
ed Henriet».
SECOLO.
terno dei suoi castelli. Il barone aveva bruciavano il cadavere nel camino. Si L’atteggiamento che ebbe ne-
dei sicari incaricati del loro sequestro, disse anche che, temendo un’indagine, gli ultimi mesi di vita fu strano.
che selezionavano quelli che erano Gilles de Rais abbia ordinato di bru- Nel settembre del 1440, quando una
«belli come un angelo». ciare i resti di 40 bambini nella torre delegazione inviata dal vescovo di
La vittima veniva rinchiusa in una del castello di Machecoul. Nantes si presentò alle porte del ca-
stanza speciale dei castelli di Tiffau- stello di Machecoul, Gilles si conse-
ges, Machecoul o La Suze. Lì, il barone Espiazione e morte gnò senza opporre resistenza alcuna.
iniziava sottoponendo i bambini a una Alcuni autori hanno messo in dubbio Al processo, dopo aver riconosciuto
specie di strangolamento per evitare la veridicità di queste dichiarazio- tutti gli atti che gli furono imputati,
che strillassero: «Li sollevava con una ni sostenendo che facevano parte di dichiarò come ultima giustificazione
mano e poi li teneva sospesi per il collo, un processo politico, simile a quello di aver agito in quel modo perché era
con nodi e corde, nella sua stanza, a un organizzato pochi anni prima contro scritto nelle stelle. La sua condizione
appendiabiti e a un gancio». Li libera- Giovanna d’Arco. di pari di Francia non servì a salvarlo.
va per violentarli e poi li uccideva, lui Un tribunale deciso a condannare Il 26 ottobre del 1440 fu impiccato nel
stesso o per mano dei suoi servitori, il barone avrebbe raccolto le accuse di prato della Madeleine, in prossimità
decapitandoli o percuotendoli. pratiche demoniache, eresia e sodomia di Nantes. I suoi resti, parzialmente
Uno dei servitori di Gilles de Rais per ottenere una condanna a morte bruciati, vennero sepolti nella chiesa
dichiarò anche che egli provava «più esemplare. La minaccia della tortu- dei Carmelitani della stessa città.
piacere assassinando i bambini, ve- ra sarebbe anche servita affinché lo JOSÉ LUIS CORRAL
dendo separarsi le loro teste e le loro stesso Gilles confessasse. Tuttavia, la UNIVERSITÀ DI SARAGOZZA
membra e come si indebolivano e scor- maggior parte dei biografi, anche i più
reva il loro sangue, che incontrandoli recenti, tende a credere che l’accusato Per Il processo di Gilles de Rais
saperne Georges Bataille.
carnalmente». Poi cadeva addormen- abbia commesso almeno una parte dei di più Guanda, Parma, 2010.
tato. I servitori pulivano la stanza e crimini imputati.
Il piano di «estinzione»
dei gitani del 1749
Dopo la prima persecuzione nel 1499, nel XVIII secolo fu attuato un piano per eliminare
la «malvagia razza» impedendole di procreare, ma la resistenza delle vittime lo fece fallire
S
in dal loro arrivo in Spagna i «buoni» gitani, integrati nella società, «separare uomini e donne per impedire
nel XV secolo, provenien- e i «malvagi», nomadi che venivano la procreazione». Evitando che i gitani
ti dall’Asia centrale, i gitani sempre accusati di furti e malaffare. avessero figli, credeva il marchese, la
furono oggetto di un rifiu- Nel XVIII secolo, Filippo V rinnovò «malvagia razza» si sarebbe estinta in
to generalizzato. La Spagna le vecchie prammatiche repressive pochi anni. Per questo, Ensenada pen-
dell’ortodossia non ammetteva le loro (1717), ma trent’anni dopo il marchese sò di arrestare tutti i gitani e confinarli
abitudini e la loro lingua e già i Re Cat- de Ensenada, principale ministro di in centri separati in base al sesso.
tolici, nel 1499, stabilirono dure pene Ferdinando VI, ritenne che quelle mi-
contro di loro, compresa l’espulsione sure si fossero rivelate insufficienti e Il giorno più cupo
o addirittura la schiavitù per quelli che che quindi bisognasse attuare un piano Davanti a possibili scrupoli di coscien-
non avevano un domicilio fisso e un radicale: «L’estinzione dei gitani», co- za, il ministro tranquillizzò il re con l’a-
lavoro. Tutti i re venuti dopo emana- me lo chiamò egli stesso. Questa specie iuto del suo confessore, il gesuita Fran-
rono decreti e prammatiche simili, nei di «soluzione finale» non consisteva cisco de Rávago, che era convinto che
quali, tuttavia, si faceva distinzione tra nell’annientarli fisicamente, bensì nel Dio si sarebbe rallegrato «se il re fosse
IL MINISTRO
ORONOZ / ALBUM
NEMICO
DEI GITANI
ZENÓN DE SOMODEVILLA
(1702-1781), marchese de
Ensenada, ministro della
guerra, delle finanze, della
marina e delle Indie di Fer-
dinando VI, volle rafforzare
l’esercito e la marina du-
rante la Guerra di succes-
sione austriaca. Per questo
motivo ampliò gli arsenali
impiegando come mano-
dopera disoccupati, galeot-
ti e gitani. Fu l’ostinazione
di questi ultimi nel fuggire
FAMIGLIA GITANA durante e rifiutarsi di lavorare che
uno dei suoi spostamenti. gli fece concepire il piano
Il nomadismo dei gitani fu una di «estinzione» del 1749.
delle cause delle leggi contro
di loro. Achille Zo. XIX secolo. MARCHESE DE ENSENADA, DI J. M.
Musée Bonnat, Bayonne. GALVÁN. PALAZZO DEL SENATO, MADRID.
BRIDGEMAN / ACI
riuscito a estinguere quella gente». Il gitani nei centri riservati allo scopo: Dall’alba del giorno 31 furono cat-
governatore del Consiglio di Castiglia arsenali per gli uomini e case di mi- turati in tutta la Spagna circa 9000
e vescovo di Oviedo, Vázquez Tablada, sericordia per le donne, i bambini e gitani e gitane – secondo i calcoli fatti
assicurò che «non aveva obiezioni a gli anziani. Le istruzioni erano chiare: all’epoca –, che furono condotti nei
separare mogli e mariti». Attraverso il «La cattura deve avvenire lo stesso centri di detenzione previsti. Se con-
cardinal Valenti suo amico, Ensenada giorno alla stessa ora. Prima vanno tiamo quelli che vi erano già reclusi,
riuscì addirittura a ottenere che il papa individuati i punti di fuga per bloccarli la cifra dei gitani prigionieri arrivò
escludesse i gitani dal diritto di asilo con le truppe. Gli ufficiali incaricati a 12.000. Eppure, Ensenada dovette
in suolo sacro. del comando delle squadre devono riconoscere che «non si è riusciti a
Con tutto a favore, Ensenada diede essere scelti in base alla fiducia e alla imprigionarli tutti», ragione per cui il
il via al piano nel 1749. Dapprima or- riservatezza». Il Consiglio di Guerra ministro reiterò gli ordini con ancora
dinò agli intendenti di controllare «in inviò gli ordini affinché le missive ve- maggior accanimento: «In ogni luogo
quali villaggi sono [i gitani] e in quale nissero aperte nelle guarnigioni nello si proceda e ci si assicuri di catturare
numero». L’e- stesso giorno alla stessa ora. Quel gior- tutti quelli rimasti».
sercito avreb- no, il più cupo della storia dei gitani
be poi dovu- spagnoli, era il 30 luglio 1749; l’ora, Le ribellioni delle donne
to condurre i la mezzanotte. Le gitane, con i figli piccoli al seguito,
incinte o già anziane, percorsero a piedi
lunghe distanze per finire in case di
Le autorità fecero in modo misericordia. Il caso più straordinario
da obbligare i gitani ad avere fu quello delle oltre mille gitane con-
centrate a Malaga, nell’Alcazaba (citta-
domicilio fisso e lavoro stabile della), da dove partirono per mare verso
Tortosa e da lì alla loro destinazione
finale, la Real Casa de Misericordia di
ORONOZ / ALBUM
L’ALCAZABA DI MALAGA,
con i resti del teatro romano ai
Saragozza. La vecchia istituzione ara- La situazione a Saragozza si fece loro nude come vermi», diceva una
gonese, che aveva ricevuto denaro dal esplosiva sin dal primo giorno. Le gi- relazione –, non potevano portarle in
marchese per i lavori di ampliamento tane scappavano in continuazione; chiesa a sentire messa, e il vicario non
necessari, acconsentì malvolentieri e alcune intrattenevano «affari illeciti» poteva insegnare loro il catechismo.
fu così che, in meno di un anno, nella attraverso fori praticati nei muri. Ma, Le gitane si burlavano dei direttori
casa finirono 653 gitane di Malaga – soprattutto, protestavano. Dal pri- della casa e dei facchini, persino del
molte erano morte durante il viaggio mo giorno distrussero gli abiti che sindaco, che era «stordito e istupidito,
e altre erano riuscite a fuggire –, che venivano loro consegnati, ruppero le come se esse lo avessero confuso». A
dovevano convivere con altre 170 gita- stoviglie e i mobili. Poiché circolava- complicare ulteriormente le cose, nel
ne incarcerate e con circa 500 poveri. no seminude – «la maggior parte di maggio del 1753 il medico diagnosticò
la sifilide a oltre cento gitane.
L’anno seguente l’epidemia si
ripresentò, «con la sola diffe-
renza che ha colpito quasi tutte
MINIMO DI TOLLERANZA contemporaneamente».
NELLA PRAMMATICA del 1783, Carlo III proibiva che Dalla protesta alla rivolta
i gitani fossero emarginati o vessati dal resto della Quanto agli uomini, il loro
popolazione, poiché «non provengono da radice atteggiamento ostile si sfogò
infetta». Tuttavia, dava loro un termine di 90 giorni sulle autorità degli arsenali. In
entro il quale lasciare la vita nomade, gli abiti e la quello di Cartagena non c’e-
«lingua o gergo», stabilirsi in un villaggio e trovare ra posto per i seicento uomi-
un lavoro, pena l’arresto e il processo. ni inviati e molti furono in-
catenati alle vecchie galere. A
ORONOZ / ALBUM
ORONOZ / ALBUM
Cadice, il governatore de La Carraca, «Chiunque dovesse fuggire, venga era convinto che l’operazione militare
dove furono ammassati anche oltre impiccato senza altre giustificazioni». necessaria non sarebbe stata costosa:
mille uomini, scrisse a Ensenada di Seguiva la politica della «corda tesa», «Se si prende la decisione di estingue-
non mandarne altri, poiché non ave- quella sulle forche all’ingresso degli re questa casta libertina e criminale,
va di che nutrirli e temeva la rivolta arsenali, dalle quali non si toglievano il costo non dev’essere un ostacolo».
(che infine scoppiò, il 7 settembre). mai gli impiccati. Secondo Aranda bisognava anche se-
Tuttavia, gli invii non si fermarono. parare i bambini gitani dai genitori
L’intendente gaditano Francisco Varas Tra perdono e odio alla nascita, perché non imparassero
y Valdés, molto amico di Ensenada, Affinché si aprisse la strada a una a parlare la loro lingua, il caló.
aumentò i soldati di guardia alla fine soluzione diversa, dovette cadere in I gitani avrebbero incontrato altri
di agosto, ma il governatore de La Car- disgrazia il marchese de Ensenada, personaggi come Aranda lungo il du-
raca replicò che «ci sarebbe voluto un nel luglio del 1754, anche se il per- ro cammino percorso da allora. Con la
battaglione per tenerli a bada». dono regio – concesso da Carlo III – stessa fermezza e, ai giorni nostri, con
Il 28 ottobre 1749, Ensenada pub- sarebbe giunto solo nel 1763. A partire l’orgoglio che nasce dal fatto di non
blicò una Instrucción nella quale pa- da allora si fece largo una nuova sen- essersi lasciati sconfiggere. E tanto-
reva fare marcia indietro sul piano sibilità, più illuminata che dispotica: meno estinguere.
di estinzione: «Sua Maestà sin dal quella di servitori dello Stato come JOSÉ LUIS GÓMEZ URDÁÑEZ
principio ha solo voluto riunire i per- Gálvez e, soprattutto, Floridablanca, UNIVERSITÀ DI LA RIOJA
niciosi e male intenzionati...», diceva autore della prammatica di integra-
il testo. Tuttavia, all’atto pratico la zione del 1783, nella quale si vietava Per Il destino degli zingari
libertà era concessa solo a «vecchi, anche di chiamarli gitani. saperne D. Kenrick, G. Puxon. Rizzoli,
Milano, 1975.
paralitici e vedove», mentre rima- Un altro ministro di Carlo III, invece, di più
La grande retata dei gitani
A. Gomez Alfaro. Centro Studi Zingari,
neva in vigore la pena di morte per il conte de Aranda, continuava a invo- Anicia, Roma, 1997.
coloro che fuggivano dalla reclusione: care «l’annientamento» di gitani ed
Spionaggio
e codici segreti
nell’antichità
Già a metà del I millennio a.C. si svilupparono metodi
ingegnosi per codificare e trasmettere messaggi in sicurezza
N
arra lo storico Erodoto di È un esempio che dimostra che già
Alicarnasso che nell’anno nell’antichità si avvertiva l’esigenza
499 a.C., mentre le città di stratagemmi per trasmettere infor-
ioniche preparavano una mazioni in sicurezza. Naturalmente, il
grande ribellione contro il metodo preferito era la comunicazione
dominio persiano, Istieo di Mileto si orale, ma quando questa possibilità
trovava alla corte del re Dario I, e non era fuori discussione – per esempio,
aveva modo di mettersi in contatto con perché non si potevano attraversare le
il suo compatriota e tiranno della città linee nemiche o non c’erano messagge-
Aristagora per comunicargli che era il ri affidabili – o bisognava trasmettere
momento di dare il via alla sollevazio- un messaggio molto preciso, si ricor-
ne. Alla fine ebbe un’idea: fece rasare reva alle comunicazioni scritte. Per
la testa al suo schiavo più fedele e gli evitare che il nemico le scoprisse si
tatuò sul cuoio capelluto il messaggio utilizzavano metodi di steganografia o
che desiderava trasmettere, poi aspettò “scrittura occulta”(come nell’esempio
che i capelli ricrescessero, in modo da di Istieo), oppure sistemi di crittografia
nascondere il messaggio. Dopo di che, mediante chiavi o codici segreti.
inviò lo schiavo a Mileto, dove gli rasa- Enea Tattico, autore greco del IV se-
DEA / ALBUM
Lepri messaggere
comunicazione. Un metodo di occulta-
alla corte del re persiano
mento con un componente più tecnico ERODOTO, nelle sue Storie, narra l’episodio del nobile medo
era quello degli inchiostri di vario tipo Arpago, che per vendicarsi del re Astiage, contro il qua-
che, trattati adeguatamente, rivelavano le era giunto a provare un grande odio, nascose un mes-
il messaggio nascosto, come diceva lo
saggio per il re persiano Ciro I nelle viscere di una lepre.
stesso Enea Tattico. Esistevano anche
gli inchiostri “invisibili” ai quali allu- Un messaggero travestito da contro i medi. Chiunque Astia-
dono i poeti Ovidio e Ausonio. cacciatore portò la lepre alla ge designerà al comando nella
corte persiana e fu condotto al campagna contro di te - me o un
Informazioni sensibili cospetto di CIRO, al quale disse altro dei maggiorenti medi - tu
Gli antichi non ignoravano neppure che doveva scuoiare la lepre raggiungerai il tuo scopo». Ciro
l’uso di codici e sistemi di crittografia, personalmente. Il re obbedì e seppe dunque che, attaccando
ai giorni nostri così sviluppati. Talvolta trovò il massaggio nascosto nel i medi, avrebbe avuto l’aiuto del
si usavano metodi piuttosto sempli- corpo dell’animale: «Persuadi nobile ARPAGO dall’interno della
ci. Per esempio, Cicerone, nelle sue i persiani a ribellarsi e muovi corte di Astiage.
lettere, per non rivelare informazioni
LA SCACCHIERA
DI POLIBIO
NEL III SECOLO a.C., lo storico greco
Polibio perfezionò un sistema di
trasmissione di dati a distanza
noto come “scacchiera di Poli-
bio”. Il metodo consisteva nel
creare una tavola con tutte le
lettere dell’alfabeto, in modo che
ogni lettera si “scomponesse” in
due numeri. Il messaggio – che
doveva essere breve – si trasmet-
teva tramite gruppi di torce: come
prima cosa si segnalava la colon-
na con le torce nella mano sini-
stra e poi la posizione all’interno
della colonna (cioè la riga), con le
torce nella mano destra.
1 2 3 4 5
1 A F K P U
e impedire che le opinioni che in es- all’alfabeto latino (Enea usava il greco), esempio, si scriverebbe toesq. Augusto
se esprimeva potessero essere usate si sostituirebbe la“a”con un punto, la copiò questo metodo, ma cambiando le
contro di lui, era solito ricorrere a nomi “e” con due, eccetera: per esempio, il lettere di una sola posizione. Un’altra
fittizi per riferirsi ad alcuni dei princi- nome Platone si scriverebbe Pl·t::n e possibilità di cifratura consisteva nello
pali personaggi della politica romana Socrate S::cr·t:s. scrivere in latino utilizzando l’alfabeto
del momento. E così, a Pompeo dava greco, sconosciuto ai nemici. Cesare ri-
i nomi in codice Epicrates, Sampsice- Lettere spostate corse anche a questo espediente, come
ramus, Hyerosolimarius o Arabarches. Giulio Cesare usava un metodo più scrive nel De bello gallico: «...[Cesare] la
In altri casi, invece, si faceva ricorso sofisticato. Secondo Cassio Dione, «era scrive in greco, per evitare che i nemici,
alla crittografia propriamente detta, solito, se voleva comunicare a taluno in caso di intercettazione, scoprissero i
sostituendo le lettere di un messaggio per via di carteggio qualche segreto, di nostri piani. Dà ordine al Gallo, se non
con altre lettere o simboli. Enea metter sempre la lettera dell’alfabe- fosse riuscito a penetrare nel campo
Tattico riporta il metodo di to, che secondo l’ordine era la quarta, romano, di scagliare all’interno delle
sostituire le vocali delle invece di quella che vi si doveva por- fortificazioni una tragula, con la lettera
parole con punti. Tra- re, affinché i suoi scritti da nessuno legata alla correggia».
sponendo il sistema potessero intendersi». Platone, per Enea Tattico parla anche di un si-
stema difficile da classificare, poiché
non si tratta di sostituire alcune let-
Giulio Cesare e l’imperatore tere con altre oppure con simboli o
LOREMUSDS
E. LESSING / ALBUM
La torcia 2
5
idraulica
POLIBIO descrisse un curioso si-
stema inventato da Enea Tattico
per trasmettere informazioni a 3 1
distanza. Il mittente 1 e il de-
4
stinatario 2 dovevano essere
in due punti visibili a vicenda
ed entrambi dovevano avere un
recipiente cilindrico, di metallo o
argilla 3, pieno d’acqua e dota-
to di un rubinetto 4 che faceva
scendere l’acqua in una specie
di bacinella. Sull’acqua del ci-
lindro si collocava una lastra di
sughero nella quale era fissata
un’asta 5 . Su quest’asta e su
usato dai romani come un dado da È possibile che nell’antichità classica pare la posizione giusta e il messaggio
gioco). Si iniziava assegnando valori si utilizzassero metodi di questo ti- risultasse leggibile.
per una delle facce dell’osso, in modo po, poiché si trovano nei manoscritti Questi non furono gli unici proce-
che ogni foro corrispondesse poi a una greci medievali. Tuttavia, il metodo dimenti per trasmettere informazio-
lettera. A partire da lì, bisognava far di crittografia per trasposizione più ni sensibili nell’antichità. Bisognereb-
passare un filo attraverso il foro che elaborato tra quelli noti nell’antichità be aggiungere le tecniche di comuni-
rappresentava la lettera che si stava è quello della“scitala lacone”, menzio- cazione a distanza, principalmente a
codificando. Quando il destinatario nato da varie fonti, a iniziare dal poeta scopi militari, basate sull’uso di se-
riceveva il messaggio, doveva srotolare Archiloco, del VII secolo a.C. gnali di fuoco e di altro tipo. Con que-
il gomitolo facendo attenzione ai fori Il metodo della scitala consisteva sto fine si usava anche la stenografia
da cui passava il filo, ma consapevo- nell’arrotolare una striscia di materiale o tachigrafia, la scrittura mediante
le che avrebbe ottenuto le lettere al per scrittura, per esempio di pergame- segni o abbreviazioni, ben sviluppata
contrario, ossia prima l’ultima lettera na, attorno a un bastone, o “scitala”. sia in ambito greco sia in ambito ro-
del messaggio e via di seguito. Era un Sulla striscia si scriveva il messaggio mano. Qualsiasi metodo era buono
metodo complicato e non sappiamo e successivamente la si svolgeva, in quando erano in gioco la vittoria in una
se fu mai usato nella pratica. modo da ottenere una striscia sulla guerra o la salvezza dello Stato.
quale comparivano lettere che non
La “scitala lacone” EUGENIO R. LUJÁN
avevano alcun senso. UNIVERSITÀ COMPLUTENSE (MADRID)
I metodi di cifratura per trasposizione Per poter leggere il messaggio, il
si basano sul mantenere le lettere che destinatario doveva avere una scitala
compongono il messaggio, ma alteran- esattamente dello stesso spessore e Per Codici & segreti. La storia
affascinante dei messaggi
done l’ordine, in modo che risulti in- della stessa lunghezza, in modo che, saperne cifrati dall’antico Egitto a
di più Internet Simon Singh. Rizzoli,
comprensibile a meno che non si sap- arrotolandovi sopra la striscia di per- Milano, 2001.
pia come ricostruire l’ordine corretto. gamena, le lettere tornassero a occu-
ANTONIO AGUILERA
UNIVERSITÀ DI BARCELLONA
E
ra giovedì 28 maggio 1891, e un giovane danese di 22
anni, Jens Sørensen, stava raccogliendo torba nella
palude di Rævemose, vicino alla piccola località di
Gundestrup, nel nord della Danimarca. A quei tempi
la torba secca si usava come combustibile. Quel gior-
no, la pala di Sørensen urtò qualcosa di duro e metallico: un
oggetto tondo in argento, del diametro di 69 centimetri. Con-
tinuando a scavare, Sørensen trovò 13 grandi lamine: una circo-
lare di 25 centimetri di diametro, sette quadrate di 21 per 25
centimetri e quattro rettangolari di 21 per 44. Tutti i pezzi era-
no d’argento e pesavano in totale 9 chilogrammi. Particolar-
mente notevoli, e importanti, erano però le straordinarie inci-
sioni sulle placche, con figure di tori e altri animali fantastici,
misteriosi busti umani e strane scene di miti o storie sacre.
QUATTRO DIVINITÀ
Sulle quattro placchette esterne del calderone di Gundestrup sono raffigurate divinità con le mani in alto
in atteggiamento orante. Sulle loro spalle compaiono diverse figure: un pugile e un personaggio che salta sopra
un cavallerizzo; due uomini che danno la caccia a un cinghiale; due animali metà cavallo e metà drago, e due cervi.
Probabilmente queste immagini sono legate con le narrazioni mitiche evocate nei racconti irlandesi successivi.
FOTO: KIT WEISS / NATIONAL MUSEUM OF DENMARK
1 Celti
L’area originaria della cultura celtica si situa
nell’Europa centrale, a partire dal 700 a.C. circa.
I principi si facevano seppellire in tombe a tumulo
(come quelle di Hallstatt o Hochdorf) con un ricco
corredo di vasellame in bronzo e ceramica.
2 Traci
Questo popolo guerriero, di lingua indoeuropea,
si insediò nel sud-est d’Europa, dove entrò in contatto
con i greci. Nelle tombe dei re e dei nobili, risalenti
ERICH LESSING / ALBUM
3 Galli
CAVALIERE Senza dubbio, si trattò di uno dei più im- nella parte posteriore grazie a un cerchio tu-
TRACIO portanti ritrovamenti di oggetti dell’ Età del bolare, di cui rimangono tre piccoli frammenti
La lamina d’argento Ferro. Il 2 giugno 1891 i 14 oggetti arrivarono – coprivano l’interno.
dorato (in alto)
raffigura un
a Copenaghen, dove furono presi in carico Era stato portato alla luce un esempio dei
cavallerizzo, vestito da Sophus Müller, ispettore dell’Oldnordisk calderoni di metallo tipici delle società celtiche
alla maniera dei Museum, che oggi è Museo Nazionale Da- del continente e delle Isole Britanniche tra
Traci, con una lancia nese. Müller si mise subito al lavoro sullo l’Età del Bronzo Finale e l’inizio del Medioevo.
in mano. Proviene studio e la ricostruzione dei preziosi pezzi, Questi calderoni, che erano utilizzati per cu-
dal tesoro tracio di
Letnica (Bulgaria). e giunse alla conclusione che le lamine – cinare, conservare o servire gli alimenti, e che
Museo di Lovec. con una composizione del 97 per cento di avevano anche funzioni cerimoniali e rituali,
argento e del 3 per cento d’oro, come dimo- erano simbolo dell’abbondanza inesauribile. In
strò un’analisi chimica – erano state salda- quanto segno di elevata condizione sociale, il
te alla base circolare per formare un unico e loro possesso e il loro impiego erano probabil-
grande vaso. La placca tonda costituiva il fondo mente riservati ai membri più autorevoli della
del vaso; le sette quadrate (che originariamente società, ed è probabile che venissero utilizzati
erano otto) erano disposte all’esterno, mentre solamente in occasioni festive.
le cinque rettangolari – unite a quelle quadrate
Gli studi sul calderone
Nel caso del ritrovamento di Gundestrup,
Si ritiene che il calderone sia stato creato Sophus Müller stabilì che il calderone non
era nuovo quando fu depositato nella palude:
da artigiani traci, consegnato alla tribù si possono infatti notare segni di logoramento
celtica degli scordisci e portato notevole e anche qualche danno (come l’as-
in Danimarca dal popolo dei cimbri senza delle corna del toro della base). Inoltre,
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ritrovamenti celtici ME CRETA
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CARTOGRAFIA: EOSGIS.COM
il calderone mostrava segni che facevano sup- giani della tribù tracia dei tribali e che fosse CALDERONE
porre che fosse stato smontato con la forza destinato a coloro che all’epoca erano i loro DI FIONIA
prima di essere depositato nel pantano. vicini, ovvero il popolo celtico degli scordisci. Un altro calderone
di origine celtica del
Successivamente a quello di Müller sono Proseguendo con le supposizioni, la do- I secolo a.C., fatto di
stati condotti numerosi studi per cercare di manda successiva è: come arrivò in Danimar- placche di bronzo e
determinare lo stile, la data di realizzazione e la ca il calderone? Secondo alcuni, l’oggetto vi decorato con teste di
provenienza del calderone, poiché attualmente fu portato dai cimbri, un popolo germanico toro e la testa di una
dea con una torque
si ritiene che non fosse stato fabbricato in Da- che abitò la regione della Danimarca e il nord al collo, fu trovato in
nimarca. Esistono due tesi: che fosse opera dei della Germania. Le fonti romane riportano una palude dell’isola
celti della Gallia, o che fosse stato realizzato in notizie di una grande emigrazione di cimbri danese di Fionia.
Tracia. Vi sono prove a sostegno di entrambe e altre popolazioni germaniche che devastò
le ipotesi, vale a dire che il calderone mostra gran parte dell’Europa tra il 120 e il 100 a.C.
caratteristiche tecniche e stilistiche sia tracie Nel 114 a.C., cimbri e scordisci strin-
sia celtiche. sero un’alleanza che permise ai
Una possibile spiegazione è che il calde- primi di vivere per cinque anni
rone sia stato fatto appunto in Tracia, poiché nel territorio dei secondi. An-
il rilievo delle figure mostra tecniche tipiche che se non sappiamo di preci-
degli orefici traci, ma in un momento nel quale so come il calderone sia giunto
traci e celti erano vicini, il che spiegherebbe nelle mani dei cimbri, sembra
la presenza di elementi chiaramente celtici, che l’avessero portato con lo-
come gli elmi o le trombette da guerra (carnyx). ro quando si ritirarono nella
Poiché si ritiene che il calderone sia stato loro regione d’origine, dove
realizzato tra il 150 a.C. e l’inizio dell’era cri- il calderone fu depositato
stiana, una possibilità è che sia opera di arti- come offerta nella palude. PRISMA / ALBUM
NOME
con corna di cervo, una torque al
collo e un’altra nella mano destra,
e un serpente con le corna nella
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L
SE
UM
OF
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giacca e gli altri due no.
MAR
K Poiché i tori e le figure umane sono
raffigurati in posa molto stilizzata,
IL CALDERONE DI GUNDESTRUP MISURA 69 CM DI DIAMETRO E 42 si ritiene che la scena rappresenti
IN ALTEZZA. LE PLACCHE ESTERNE E INTERNE ERANO UNITE CON UN
CERCHIO TUBOLARE, DEL QUALE SI CONSERVANO TRE SEZIONI. un’uccisione rituale, senza alcuna
pretesa di realismo.
FOTO: KIT WEISS / NATIONAL MUSEUM OF DENMARK
Il calderone di Gundestrup
FINALE
sopra un carro del quale si vedono
molto chiaramente le ruote.
Ai due lati della dea vi sono due
Il Giove celtico?
Al centro, il busto di un dio barbuto
regge nella mano destra una mezza
ruota, alla quale si aggrappa a sua
volta un altro personaggio che sta
saltando su un serpente con le corna.
A ciascun lato del gruppo c’è un lupo
o un leone, mentre al di sotto sono
raffigurati tre grifoni in fila. Alcuni
studiosi hanno identificato la divinità
Taranis, il Giove celtico, che di solito
è rappresentato insieme alle ruote.
Altri, invece, vedono il giovane dio Cú
Chulainn, protagonista del racconto
irlandese Táin Bó Cuailnge, nel quale
WE
FO
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TRE
dio barbuto Fergus. Il serpente con
S
le corna potrebbe essere la dea
Morrigan che, in un altro aneddoto
PLACCA DELLA BASE DEL CALDERONE DI GUNDESTRUP, CON UNA SCENA della storia, si maschera da anguilla
DI SACRIFICIO RITUALE DI UN TORO. HA UN DIAMETRO DI 25 CENTIMETRI.
MUSEO NAZIONALE, COPENAGHEN. e alla fine viene calpestata
e schiacciata da Cú Chulainn.
3
Forse la scena più intrigante la sfilata. Il dio raffigurato appare con sono cavallerizzi con elmi tipicamente
un codino o un berretto con una nappa. celtici con ornamenti diversi, mentre
del calderone di Gundestrup Tra le mani tiene un uomo a testa in quelli della fila inferiore sono fanti
è quella che raffigura una giù e sembra lo stia immergendo in un muniti di lance e scudi oblunghi tipici
strana sfilata di guerrieri oggetto a forma di cubo sotto il quale dell’Europa Centrale e Occidentale.
proprio davanti a un si vede un cane che fa un balzo in aria. Gli ultimi tre uomini della fila inferiore
Compaiono poi due file di guerrieri, di- suonano il carnyx, il famoso corno da
calderone nel quale viene visi da un albero disposto in senso oriz- guerra celtico. Sopra i carnyx è raffigu-
gettato uno di essi. zontale. I guerrieri della fila superiore rato un serpente.
VERSO L’ALDILÀ
celtico o tracio? Alcuni dettagli il significato della scena. Si ri- corna sarebbero simboli dell’altro
non sono di origine celtica, come tene che l’immagine rappresenti mondo, mentre l’albero orizzon-
gli abiti e dischi che assicurano i ti- un’immersione rituale in un «cal- tale separerebbe l’inframondo dal
ri dei cavalli, che sono dello stesso derone della resurrezione»: i guer- paradiso. Secondo altri studiosi,
tipo di quelli dell’Europa del Sud. rieri morti marciano con la lancia però, la scena rappresenterebbe
Qualcuno ritiene che i cavalli siano in spalla verso il calderone e poi se una morte per annegamento che
bardati secondo lo stile dei cavalle- ne allontanano a cavallo una volta si incontra spesso nei racconti ir-
rizzi ausiliari romani, molti dei quali resuscitati per vivere in un mondo landesi, come Aided Muirchertaig
provenivano dalla Tracia. celeste. Il cane e il serpente con le maic Erca e Aided Diarmada.
VOTATE OLCONIO PRISCO!
Il cartello elettorale dipinto su una delle pareti
della bottega di un certo Verecundo recita:
«Prego che facciate Duumviro Olconio
Prisco, degno della cosa pubblica». Museo
Archeologico Nazionale, Napoli.
DAGLI ORTI / ART ARCHIVE
VOTO SEGRETO
Originariamente i romani votavano
dichiarando la loro preferenza davanti al
funzionario incaricato di registrarla. A partire
dal 139 a.C. fu introdotto il voto segreto,
mediante una tavoletta che si inseriva in
un’urna, come mostra il denario del 63 a.C.
DEA / ALBUM
L’arte della propaganda politica
ELEZIONI
A POMPEI
Ogni primavera, a Pompei, i candidati
alle cariche pubbliche si facevano conoscere
dagli elettori attraverso cartelli
scritti sui muri delle case, giunti fino a noi
O
gni anno, all’arrivo della primavera, gli abi-
tanti di Pompei si facevano trasportare dalla
passione politica in vista delle elezioni con le
quali si assegnavano le principali cariche della
città. Nel Foro, nei negozi e nelle taverne, nella
palestra e nelle terme risuonavano i commenti sulle prefe-
renze di ciascuno o sulle virtù e i difetti dei candidati. I muri
si riempivano di scritte rivolte a sostenere i diversi aspiranti
alle cariche pubbliche cittadine. La politica di Pompei era do-
minata dal Consiglio o ordo decurionum. Questa assemblea,
che aveva poteri deliberativi e di controllo in tutti gli ambiti
della vita pubblica, era formata da un centinaio di decurioni,
che erano sempre membri delle famiglie più prestigiose. I
decurioni rimanevano in carica a vita, ed erano loro stessi a
designare i nuovi membri dell’assemblea.
C R O N O LO G I A
La città
alle falde
del Vesuvio
IX-V secolo a.C.
i resti più antichi ritrovati
a Pompei risalgono al IX
secolo a.C. Nei secoli seguenti,
osci, greci ed etruschi
dominano la regione.
89 a.C.
Pompei è assediata da Silla
durante la ribellione sannita
contro Roma. Alla fine, deve
accettare la resa dopo la
conquista della vicina Nola.
80 a.C.
Pompei diventa colonia
romana con il nome di Colonia IL FORO Le decisioni del Consiglio erano applica-
Cornelia Veneria Pompeianorum. DI POMPEI te da magistrati di due tipi che, invece, erano
Agli abitanti è concessa Dopo aver eletti, per un periodo di un anno, con la parte-
la cittadinanza romana. votato nel foro
della città i pompeiani cipazione di tutti i cittadini della colonia che
acclamavano avevano diritto di voto. Da una parte c’erano i
59 d.C. come vincitori duumviri, i magistrati superiori, che si occu-
Durante uno spettacolo di i candidati che pavano soprattutto di questioni giuridiche ed
gladiatori scoppia una violenta avevano ottenuto
economiche. Ogni cinque anni provvedevano
zuffa tra pompeiani e nocerini. i voti della maggior
Nerone vieta lo svolgimento di parte dei distretti alla revisione del censo – un registro degli abi-
giochi a Pompei per dieci anni. elettorali. tanti e delle loro proprietà – come facevano i
censori nella capitale dell’Impero; in questo
caso erano duumviri quinquennali. Dall’altra
62 d.C.
Pompei «fu in gran parte parte c’erano due edili che, come i loro omo-
distrutta da un terremoto», nimi di Roma, erano incaricati della rete viaria,
come scrive lo storico Tacito. della vigilanza del mercato, della conservazione
La sua ricostruzione copre degli edifici pubblici e religiosi e del manteni-
un arco di diversi anni.
mento dell’ordine pubblico.
Non tutti gli abitanti di Pompei potevano
79 d.C. partecipare all’elezione di questi funziona-
L’eruzione del Vesuvio ri. Supponendo che in città vivessero circa
seppellisce Pompei,
Ercolano, Oplontis dodicimila abitanti, ed escludendo schiavi,
e Stabia sotto uno donne e bambini, che non avevano dirit-
strato di cenere. to di voto, rimarrebbero soltanto 2500
cittadini maschi che potevano votare.
DEA / ALBUM
Il numero piuttosto esiguo implica che a Pom- in carica, si verificava che i candidati rispettas- CARTELLI
pei votanti e candidati spesso si conoscevano sero i requisiti necessari. Successivamente, la BEN PAGATI
personalmente e molto bene. lista ufficiale dei candidati veniva pubblicata Oggetti da scrittura.
La realizzazione
nel Foro perché fosse alla vista di tutti, anche dei cartelli elettorali
Chi poteva essere candidato? se molti erano già a conoscenza dell’intenzione era un lavoro
Anche il numero degli aspiranti alle cariche di presentarsi dei loro candidati preferiti. Co- specializzato
pubbliche era ridotto, poiché dovevano ri- minciava allora la campagna elettorale, che di e i titolisti venivano
spettare condizioni molto severe: essere nati solito durava circa tre settimane e nella qua- pagati bene per
i loro servigi.
uomini liberi, risiedere nella colonia o nelle le i candidati dovevano mobilitare la loro reti Museo Archeologico
immediate vicinanze, avere più di 25 anni per di clientes – le persone che in un certo modo Nazionale,
poter aspirare alla carica di edile, non praticare dipendevano da loro – e di “amicizie”, i citta- Napoli.
professioni infamanti come l’attore o il lenone. dini importanti che si muovevano nella loro
Soprattutto, però dovevano essere ricchi, con stessa cerchia sociale. Ma ancora non bastava;
un patrimonio minimo di 100.000 sesterzi. Le dovevano anche cercare di ottenere il favore
cariche di duumviro ed edile non erano remu- della gente comune della città: il panettiere,
nerate e ci aspettava che gli eletti utilizzassero il bottegaio o il soldato che con i loro
FOGLIA / SCALA, FIRENZE
PANETTIERE O POLITICO?
SUI MURI DI UNA CASA di Pompei spiccava il ritratto di una coppia con
LE STRADE DI POMPEI
strumenti per la scrittura. Un graffito all’interno casa li identificava
La via di Mercurio era, insieme con la via
dell’Abbondanza, una delle arterie principali come Terentius Neo, proprietario di una panetteria, e sua moglie.
MICHELE FALZONE / AWL IMAGES
di Pompei; entrambe erano tappezzate Per molto tempo, però, si è ritenuto che il nome dell’uomo ritratto
di cartelli elettorali a favore di candidati come fosse Paquio Proculo, giacché all’esterno della casa era stato realiz-
Aulo Trebio Valente o Caio Cuspio Pansa. zato un cartello elettorale a favore di un personaggio con quel nome.
e che potevano essere privati o associazioni. (“gioco dei soldati”, un gioco da tavolo romano
Rendere pubblico l’appoggio a un candidato di strategia) si pronunciavano prima delle ele-
era vantaggioso sia per quest’ultimo sia per il zioni; presumibilmente avevano un qualche
sostenitore. Il candidato guadagnava prestigio vincolo con il candidato oppure avevano rice-
con ogni dichiarazione di sostegno e chi chie- vuto o speravano di ricevere i suoi favori.
deva il voto si garantiva l’approvazione dell’a- Sebbene non avessero diritto di voto, le
spirante e, in più, il suo nome o gruppo veniva donne potevano partecipare alla campa-
associato a una persona influente nella colonia. gna elettorale appoggiando i candidati. I lo-
Poiché i dipinti non venivano cancellati dopo ro cartelli avevano lo stesso formato di quel-
le elezioni, era ben chiaro chi aveva appoggiato li degli uomini. In gran parte appoggiavano
questo o quel candidato e di certo il vincitore singolarmente in candidato, ma era pos-
ne avrebbe tenuto conto. sibile anche associarsi nella proposta con
Talvolta erano interi gruppi sociali a dare un uomo, come una certa Caprasia che, assieme
pubblico sostegno al candidato. Era questo a Ninfio, probabilmente il marito, proponeva
il caso dei diversi mestieri che si esercitava- Aulo Vettio Firmo come edile.
no a Pompei e dintorni: parrucchieri, ora-
fi, venditori di frutta, venditori di unguenti,
panettieri, osti, lavandai, agricoltori, pesca-
tori e molti altri. Anche le associazioni reli-
giose dichiaravano le loro preferenze, come
I candidati ricevevano manifestazioni
in un cartello che dice: «Tutti gli adoratori di di sostegno da tutti i gruppi sociali:
Iside propongono Gneo Elvio Sabino come parrucchieri, pescatori, osti e altri.
edile». Persino i gruppi di amici che si dedi-
cavano a giochi vari o al ludus latrunculorum
1
di Pompei
MARCO OLCONIO RUFO visse durante il
regno dell’imperatore Augusto e iniziò
la carriera politica verso l’anno 20 a.C.
Apparteneva a un’importante famiglia
di Pompei conosciuta per le sue aziende
vinicole. Rufo rivestì importanti cariche
nella città – fu duumviro in cinque occa-
sioni e quinquennale in due – e finanziò
un ambizioso restauro e ampliamento
del grande teatro di Pompei, che da al-
lora fu in grado di contenere 4000 spet-
3
tatori. La città rese omaggio al suo figlio
2
eccellente, tra le altre cose, erigendo una
magnifica statua in suo onore, collocata
a un incrocio della Via dell’Abbondanza,
di fronte alle terme stabiane, uno dei
luoghi più frequentati di Pompei. La
statua, scoperta nel 1850, lo raffigu-
rava come tribuno militare, su mo-
dello di quella che si innalzava nel
SCALA, FIRENZE
foro di Augusto a Roma.
1 LA FALSA TESTA
Non è proporzionata rispetto al resto
del corpo. Potrebbe trattarsi della
testa di una statua dell’imperatore
Caligola collocata sul busto di
Olconio, prassi comune a Roma.
2 MANTELLO PORPORA
La statua reggeva una lancia
(attualmente perduta) nella mano
destra e indossava un mantello che
al momento della scoperta mostrava
ancora tracce di pittura rossa.
A
lle elezioni del 79 d.C., le ultime
che si tennero a Pompei prima
dell’eruzione del Vesuvio, si pre-
sentò per la carica di edile un cer-
to Cneo Elvio Sabino. Si conservano ancora
ben 132 cartelli elettorali in suo favore, molti
dei quali scritti da donne. Uno di questi re-
cita: Cn(aeum) Helvium Sabinum / aed(ilem)
d(ignum) r(ei) p(ublicae) o(ro) v(os) f(aciatis)
Aegle rogat. E cioè: «Egle chiede di eleggere
edile Cneo Elvio Sabino, degno dell’ammini-
strazione pubblica». Alcune manifestazio-
ni di sostegno venivano da famiglie in vista.
Altre, però, partivano da singoli cittadini,
incluse le donne, come abbiamo visto, da
vicini e da corporazioni come gli allevatori
MANUEL COHEN / AURIMAGES
Altre volte si associavano due donne: tone è degno di essere eletto alla carica». Di un ESCLUSE
«Stazia e Petronia vi raccomandano le can- aspirante duumviro chiamato Bruzio Balbo MA ATTIVE
didature di Marco Casellio e Lucio Albucio. si dice che «sistemerà il bilancio pubblico», Anche se a Roma le
donne non potevano
Che in tutti i tempi possano esistere cittadi- dichiarazione che potrebbe voler dire tanto votare né essere
ni come questi!». La loro relazione con il can- che la sua sarà una buona gestione quanto che elette, è degno di
didato poteva essere di parentela – come nel metterà denaro di tasca sua per non intaccare nota che oltre 50
caso di Tedia Seconda, nonna del candidato l’erario. Del già citato Caio Giulio Polibio si dice cartelli di Pompei
Lucio Popidio Secondo –, di clientela o di vi- che «fa del buon pane», ma non sappiamo se mostrino il sostegno
di una donna a un
cinato. Sulla parete di una delle taverne della si stia lodando la sua abilità come panettiere, candidato. Mosaico.
Via dell’Abbondanza quattro donne, Asellina, che implicherebbe serietà nello svolgimento Museo Archeologico
Maria, Zmyrina e Aegle, appoggiano diver- del suo incarico pubblico, oppure se si voglia Nazionale, Napoli.
si candidati; si è ipotizzato che la prima sia la intendere che promette pane gratuito
proprietaria della taverna e le altre le cameriere, in caso di vittoria.
di dubbia reputazione, ma non vi è alcuna cer-
tezza a questo proposito. Il buon candidato
Sui cartelli non si esponevano né il program- Nelle campagne elettorali di Roma si
ma politico né promesse elettorali. Ciò che si potevano screditare i rivali mettendo
metteva in evidenza erano le qualità morali del in evidenza le loro cattive abitudini e il
candidato; se questi era onesto si presumeva malcostume (l’equivalente della pro-
che lo sarebbe stata anche la sua gestione po- paganda negativa dei giorni nostri).
litica. Un brevissimo cartello dice: «Vi chiedo Qualcosa di simile si può riscontrare
di eleggere edile Pansa. È degno», mentre su in alcuni cartelli nei quali gruppi “po-
un altro più lungo si legge: «Se si ritiene che la liticamente scorretti” appoggiano un
MONDADORI / ALBUM
virtù valga qualcosa nella vita, Lucrezio Fron- determinato candidato. Per esempio,
1 tempio di giove. 8
Dedicato a Giove 1
Ottimo Massimo, si
trovava all’estremità
settentrionale del foro
e fu costruito tra il 150
e il 120 a.C.
2 tempio di apollo.
Fu iniziato nel VI secolo
a.C. e terminato nel II
secolo a.C. Un’iscrizione
2
sulla soglia della
VEDUTA AEREA DEL FORO cella conferma la
DI POMPEI COSÌ COME consacrazione ad Apollo.
APPARE AI NOSTRI GIORNI.
3 basilica. Qui
avevano luogo i
giudizi e le transazioni
Il centro economiche. All’interno,
una grande navata
della vita pubblica era delimitata da
colonne enormi. 3
A Pompei, come in tutte le città romane, il
Foro era la piazza più importante. In questa 4 edifici municipali.
piazza si concentravano gli edifici princi- In questi tre edifici
(la sala dei duumviri,
pali della città, nei quali si svolgevano le la curia e la sala degli
attività politiche, religiose ed economiche. edili) si riunivano
Il foro di Pompei assunse la sua forma de- i magistrati e il
finitiva verso il II secolo a.C. consiglio della città.
GUIDO COZZI / CORBIS / GETTY IMAGES
i bevitori nottambuli (seribibi) e i ladruncoli SCHIAVI Il candidato doveva avere un carattere grade-
(furunculi) appoggiavano Marco Cerrinio Vatia, E LIBERTI vole, e se non l’aveva per natura doveva simu-
che si proponeva per la carica di edile. Statuina di schiavo. larlo e adattare l’aspetto e il discorso alle per-
Non erano solo gli
Oltre che dai cartelli elettorali, la campa- schiavi a essere sone che incontrava. Essere cordiale e aperto
gna elettorale a Pompei era costituita da altri esclusi dalla vita erano qualità fondamentali. Una casa piena di
elementi che non conosciamo, ma che con politica. Anche ai gente che desiderava incontrare il candidato
ogni probabilità erano simili a quelli usati a liberti era vietato era un segno di prestigio sociale.
Roma. Per la capitale dell’Impero possiamo l’accesso alle cariche D’altro canto, i candidati alla carica di duu-
pubbliche, tranne
contare sulla preziosa testimonianza di Quinto alcune di quelle mviro sapevano che giocavano a loro favore gli
Cicerone, che in uno scritto che si potrebbe religiose. II secolo. atti di generosità pubblica, come spettacoli,
considerare quasi un «manuale del candida- Louvre, Parigi. costruzioni e donazioni, portati a compimento
to» consiglia al fratello Marco Tullio, il grande durante la carica di edile, debitamente ricono-
oratore, che cosa fare per vincere le elezioni a sciuti mediante iscrizioni commemorative.
console, la carica più elevata dello Stato ro- Terminata la campagna elettorale arriva-
mano. Una raccomandazione importante è di va il momento decisivo della votazione. Non
recarsi ogni giorno al Foro, sempre alla stessa sappiamo con certezza in che modo si votas-
ora se possibile, e con un seguito numeroso se a Pompei, però possiamo avanzare qualche
che renda evidente la popolarità del candi- supposizione basandoci sulla testimonianza
DEA / SCALA, FIRENZE
dato. Una volta lì, l’aspirante doveva salutare delle leggi in vigore altrove nell’Impero, come
le persone chiamandole con i loro nomi, che nel caso della città di Malaga.
quindi doveva ricordare. Se non aveva buo- Gli elettori erano raggruppati, a Pompei, in
na memoria poteva fare ricorso a uno schiavo cinque circoscrizioni elettorali, corrispon-
chiamato nomenclator, ma ricordarsi dei singoli denti ai quattro quartieri cittadini in cui era
nomi era molto meglio per attirare il votante. divisa la città: dei Salinienses – esteso attor-
7 templi di vespasiano
e dei lari. Il primo
era dedicato al culto
dell’imperatore deificato.
Il secondo era forse
dedicato agli spiriti
4 custodi della città.
8 macellum. Era il
mercato della carne
e del pesce. Sui lati si
apriva un portico dove si
allestivano le bancarelle
e di fronte all’entrata
c’erano tre saloni pubblici.
ILLUSTRAZIONE: GIOVANNI CASELLI
no alla porta del Sale, oggi di Ercolano –, degli Il voto unico del distretto era per i candidati
Urbulanenses – vicino alla porta chiamata che avevano ottenuto la maggioranza dei voti
di Sarno –, dei Campanienses – residenti singoli. In caso di parità di voti tra due o più
nei pressi dell’attuale porta di Nola – e dei Fo- candidati si dava la preferenza a chi aveva figli.
renses, che stavano nel centro della città, vicino Se anche in questo caso persisteva la parità si
al Foro. A questi si aggiungeva un villaggio del prendeva in considerazione il numero di fi-
suburbio, il Pagus Augustus Felix Suburbanus. gli e se ancora la situazione non si sbloccava
si procedeva a un sorteggio. I vincitori erano
Il conteggio dei voti quelli che avevano il maggior numero di voti
Il giorno delle votazioni tutti i cittadini che unici dei distretti. I magistrati eletti entrava-
avevano il diritto di voto si presentavano in no ufficialmente in carica il primo giorno di
un’unica convocazione, vale a dire alla stessa luglio e spettava a loro pagare, a proprie spese,
ora, in modo tale che tutti votassero paralle- collaboratori e aiutanti per il funzionamento
lamente per distretto. dell’apparato amministrativo cittadino. Inoltre,
Nel luogo delle votazioni venivano designa- si impegnavano a soddisfare i concittadini in
ti spazi specifici per ciascuna circoscrizione, vista di una prossima rielezione che li conso-
provvisti di un tavolo elettorale sul quale vigi- lidasse nel prestigio sociale di cui andavano in
lavano addetti ufficiali affinché tutto si svol- cerca le élite delle città romane.
gesse in modo regolare. Inoltre, i candidati
potevano far presenziare i loro funzionari di Per SAGGI
Prima del fuoco.
seggio che assicurassero la trasparenza del saperne Pompei, storie di ogni giorno
processo. Ogni cittadino depositava il pro- di più Mary Beard. Laterza, Roma-Bari, 2012.
La vita quotidiana a Pompei
prio voto, per mezzo di tavolette, in un’urna o Robert Etienne. Mondadori, Milano, 1992.
una cesta sul tavolo elettorale corrispondente.
E CONTRO
N
ell’anno 77 (o 79) si presentò per la carica di
edile un certo Marco Cerrinio Vatia. Attraver-
Vatiam aedilem
UN GIOVANE DIPINGE UN CARTELLO
SUL MURO DI UNA CASA DI POMPEI.
furunculi rogant
STEPAN BKALOWICZ. XIX SECOLO. I ladruncoli chiedono di eleggere edile Vatia
A
quanto pare, nessuno poteva essere eletto edi-
le o duumviro senza l’appoggio dichiarato degli
ordini professionali. Marco Vatia poté contare
sul sostegno delle corporazioni dei fruttivendoli (po-
mari) e, come si è detto, dei facchini (saccari). Sono
stati ritrovati molti altri cartelli che mostrano il ruolo
di spicco che nella politica di Pompei avevano le as-
sociazioni, comprese quelle dedicate all’ozio.
FEDERICO II
Il sovrano che rese la Sicilia la capitale morale
del Mediterraneo ingaggiò con i pontefici una lotta lunga
e aspra: in gioco c’erano il potere ierocratico del papato
e il rischio di un’unione tra il Sud Italia e l’Impero
a danno dei territori della Chiesa
MARINA MONTESANO
PROFESSORE ORDINARIO DI STORIA MEDIEVALE, UNIVERSITÀ DI MESSINA
U
no degli ultimi atti di Federico I
di Svevia (il “Barbarossa”) fu or- dei grandi pontefici dalla riforma in poi, come
ganizzare il matrimonio tra suo Gregorio VII e Alessandro III, il cui ideale di
figlio Enrico e l’erede del regno fondo era stato la ierocrazia, nella convinzione
normanno di Sicilia, Costanza che il papato rappresentasse, sulla terra, il po-
d’Altavilla. Enrico fu incoronato imperatore tere che aveva il compito di controllare tutti gli
nel 1194 a Palermo; il giorno seguente, a Iesi, altri. Molti erano i problemi politici che richie-
Costanza partorì Federico Ruggero. Ma En- devano soluzione: la riorganizzazione delle
rico morì in circostanze misteriose nel 1197, terre della Chiesa; un rinnovato rapporto con
lasciando un erede di soli tre anni. i Comuni dell’Italia settentrionale e centrale,
che sottraesse quello che allora si chiamava il
La lotta per la Germania regnum Italiae dalle suggestioni d’un troppo
Nel 1198 salì sul soglio un pontefice giovane, stretto rapporto con la Germania; la soluzione
appena trentasettenne: Lotario, della nobile delle questioni aperte nella Germania stessa
famiglia laziale dei conti di Segni, esperto in e nel Meridione d’Italia dalla morte di Enrico
diritto canonico ma anche di mistica. Prese il VI; l’organizzazione di una nuova crociata.
nome di Innocenzo III e avviò subito un pro- I territori della Chiesa furono presto ricondotti
A. DAGLI ORTI / SCALA, FIRENZE
C R O N O LO G I A
Un regno
multiculturale
SOTTO FEDERICO II la Magna Curia palermi-
tana fu un centro d’irradiazione di novità e
di sperimentazioni culturali. Gli interessi
principali dell’imperatore variavano fra filo-
sofia e scienze naturali, ma era coltivata an-
che la poesia, nella quale la tradizione fran-
cese si intrecciava a quella araba e greca.
Presso la corte vi erano intellettuali di altre
fedi, come il grande enciclopedista ebreo
Juda ben Salomon Cohen. Era invece cri-
stiano, sebbene monofisita di Siria, Teodoro
d’Antiochia, inviato forse all’imperatore dal
sultano d’Egitto, che lavorò nella cancelleria
redigendo la corrispondenza in arabo di-
retta alle corti musulmane. Ma Teodoro si
occupò anche di traduzioni di testi arabi di
medicina e d’igiene, e forse di falconeria, un
tema caro all’imperatore, autore egli stesso
del celebre De arte venandi cum avibus.
sotto l’autorità pontificia. Per i Comuni del di Svevia fu assassinato: da allora, sentendosi
LA MONETA nord e del centro, Innocenzo incoraggiò la for- libero da rivali e forte per la sua alleanza con il
DEL REGNO
DI SICILIA mazione di leghe per assicurare un’eventuale re d’Inghilterra, Ottone cominciò a venir meno
Durante il suo resistenza a nuovi progetti imperiali simili a ai suoi impegni con Innocenzo. A quel punto
regno, Federico quelli del Barbarossa. Ma la grossa questione il papa mutò le alleanze, accostandosi al re di
II promosse politica del papato era che le sue terre – situa- Francia Filippo II Augusto e soprattutto a Fede-
un’importante te nel centro della penisola – non potevano rico re di Sicilia, il quale nel 1212 fu incoronato
riorganizzazione
amministrativa
venire schiacciate da un unico potere che si re dei Romani, e nel 1213 garantì a sua volta al
in Sicilia, inclusa instaurasse a nord e a sud di esse: questo gui- papa che mai si sarebbe inserito nelle questioni
quella fiscale. dò la sua politica nei problemi di successione ecclesiastiche tedesche, rinunciando anzi a
La monetazione alla corona di Sicilia e a quella di Germania. controllare le elezioni episcopali in Germania:
garantì un notevole Per la Sicilia, il papa appoggiò Costanza e una querelle che risaliva al secolo XI. Gli promise
introito per
l’erede Federico, minacciati dalle aristocrazie inoltre che non avrebbe mai promosso l’unione
la Corona.
normanne. In Germania, invece, dove la corona tra il regno di Sicilia e l’impero. A Bouvines,
era elettiva, Innocenzo pensò di puntare sul nel 1214, l’alleanza tra Innocenzo III, Filippo
partito anti-svevo, rappresentato da Ottone Augusto e Federico sconfisse il fronte nemico.
di Braunschweig, figlio di quell’Enrico il Tuttavia, con Innocenzo ancora saldamente al
Leone che era stato il principale avversa- potere, Federico restò fedele a quanto promesso
rio del Barbarossa. A lui si contrappo- e neppure cinse la corona imperiale.
neva Filippo di Svevia, zio di Federico.
I principi tedeschi scelsero dunque L’incoronazione imperiale
Ottone, che divenne imperatore con il Morto Innocenzo nel 1216, con il successore
nome di Ottone IV; l’appoggio papale le cose mutarono. Il nuovo pontefice aveva
era stato lusingato con ampie assicu- un carattere certamente meno saldo del pre-
razioni circa la libertà della Chiesa nel decessore: di origini oscure, probabilmente
territorio imperiale. Ma nel 1208 Filippo modeste, si era fatto strada nella curia pontificia
DE
SC
A/
AL
A,
FIR
ENZ
E
LA BATTAGLIA DI BOUVINES
Il 27 luglio 1214 segnò la sconfitta di Ottone IV
di Germania da parte dell’alleanza tra papato,
Federico II e Filippo II Augusto di Francia.
Grandes Chroniques de France, 1375-1379.
BIBLIOTHÈQUE MUNICIPALE, CASTRES, FRANCIA / BRIDGEMAN / ACI
CASTEL DEL MONTE
In Puglia, con la sua architettura intrisa
di simbolismo e di misteri è uno dei monumenti
più rappresentativi di Federico II, dei suoi tanti
interessi culturalie della sua poliedrica
figura intellettuale.
MASSIMO RIPANI / FOTOTECA 9X12
si era in realtà ben guardato dal venire in aiu- ma non poté avere seguito a causa di un’epi-
ONORIO III to dei crociati, a parte qualche gesto formale; demia scoppiata fra le truppe. Accusandolo di
E I RAPPORTI
CON LO SVEVO non aveva infatti alcun interesse a inimicarsi voler tergiversare, il papa scomunicò l’impera-
Divenuto tutore del al-Malik al-Kamil, i cui territori erano così tore. Poiché la scomunica scioglieva i sudditi
giovane Federico, vicini alla Sicilia e con il quale era, per giunta, da qualunque obbligo di fedeltà nei confron-
papa Onorio III in ottimi rapporti diplomatici. ti di un sovrano, e in una situazione politica-
fu anche colui mente instabile il rischio era sempre possibile,
che lo incoronò Gregorio IX e la crociata
imperatore e che
Federico si decise a partire. Era il 1228.
lo spinse a partire Nel 1227, alla scomparsa di Onorio III, salì al so- Nel frattempo, però, l’imperatore aveva sa-
per la crociata. Non glio pontificio Ugolino dei conti di Segni con il puto guadagnarsi in Terrasanta solidi diritti
vide mai realizzati nome di Gregorio IX. Il nuovo papa aveva fatto dinastici sposando l’ereditiera della corona di
i suoi piani poiché carriera legandosi a Innocenzo III e si era speso Gerusalemme, Isabella-Iolanda di Brienne:
morì prima della
a lungo in favore della crociata. Dall’inizio del quindi si presentava in Palestina come legit-
partenza dello
suo pontificato pretese dunque un impegno di timo pretendente al trono. Coglieva poi l’oc-
AKG / ALBUM
LE MACCHIE SOLARI
Miniatura tratta dal manoscritto
alchemico Splendor Solis. I cambiamenti
nei cicli delle macchie solari sono legati
alle alterazioni climatiche: tra il 1100 e il
1250, il Periodo Caldo Medievale coincise
con un picco nell’attività solare. XVI sec.
BRITISH LIBRARY, LONDON / BRIDGEMAN / ACI
La lunga estate dei secoli XII-XIV
IL PERIODO
CALDO
MEDIEVALE
Il clima più caldo e secco che l’Europa
conobbe nei secoli intorno all’anno Mille
secolo favorì raccolti abbondanti, crescita
demografica, aumento dell’urbanizzazione
e la costruzione di numerose cattedrali
PERIODI
Inizia il riscaldamento
BOREALE Comincia dopo un ultimo periodo freddo: il Dryas Recente (tra
o
E ATLANTICO 12.000 e 10.000 anni fa, con una temperatura dai 10 ai 15 C PASTORI E GUERRIERI DI ADJEFOU (ALGERIA), A TASSILI N’AJJER.
10.000-6000
ANNI FA inferiore a quella attuale nel Nord Europa). Salgono temperature QUESTE PITTURE RUPESTRI RIFLETTONO I CAMBIAMENTI CLIMATICI,
e livello del mare. Stabilizzazione del Sahara con i tratti attuali. LA FAUNA E LA VITA UMANA TRA 8000 E 2000 ANNI FA.
UIG / ALBUM
P
areva che la terra stessa, come scrollandosi e gettando
lungi da sé gli antichi vestimenti, si rivestisse tutta di un
candido manto di novelle chiese. In quel tempo i fedeli
sostituirono con edifici migliori quasi tutte le chiese del-
le sedi episcopali, tutti i monasteri dedicati ai vari santi e anche
i più piccoli oratori di campagna».
Sono le parole intrise di ottimismo che Ro- durante il quale il clima dell’emisfero nord
dolfo il Glabro, monaco di Cluny, usò nelle sue conobbe un significativo riscaldamento.
Storie per descrivere il mondo che aveva appe- Utilizzando fonti documentali e dati di prove-
na superato la soglia dell’anno Mille. Era una nienza geologica, Lamb elaborò indici relativi
società piena di energia, che proiettò nell’arte all’umidità estiva e al freddo invernale, giun-
romanica, e successivamente in quella gotica, gendo alla conclusione che tra l’VIII secolo e
il nuovo vigore acquisito grazie alla crescita l’inizio del XIV le latitudini più settentrionali
economica basata su una maggiore produzione dell’emisfero nord avevano attraversato un
agricola. Questo poderoso slancio dell’agricol- periodo climatico caratterizzato da tempera-
tura fu reso possibile da un periodo di clima ture particolarmente miti. Questo comportò
estremamente mite. lo spostamento verso nord della calotta gla-
ciale artica e l’incremento del livello del mare
Il Periodo Caldo Medievale per via dello scioglimento del ghiaccio, oltre
Nel 1965, il climatologo britannico Hubert al ritiro dei ghiacciai alpini e alla risalita della
H. Lamb, uno dei più qualificati storici del linea della vegetazione sulle montagne.
clima, definì Periodo Caldo Medievale (chia- Anche se i periodi di siccità aumentarono in
mato anche Anomalia Climatica Medievale ambito mediterraneo (dove l’aumento delle
o Optimum Climatico Medievale) il periodo temperature aumentò ancora dal XII secolo),
AKG / ALBUM
nao positiva
LE CAUSE Il predominio delle alte
pressioni nella zona
DEL CLIMA A
delle Azzorre (noto
come “anticiclone delle
Azzorre”) favorisce
CHE CAMBIA la presenza costante
nell’Europa centrale
di venti provenienti
LE OSCILLAZIONI CLIMATICHE del Medioevo e da ovest A, che in
Europa centrale e
dell’Età Moderna sono legate alla circolazione settentrionale generano
atmosferica e alla sua interazione con il mare, un ambiente termico
all’intensità della radiazione solare, ai cambia- temperato, con inverni
menti nell’inclinazione dell’asse terrestre e all’at- ALTA PRESSIONE miti e umidi.
(ISOLE AZZORRE)
tività vulcanica. Oggi si associa il Periodo Caldo BASSA PRESSIONE
(ISLANDA)
Medievale a una modifica nel comportamen-
to dell’Oscillazione Nord Atlantica (in inglese nao negativa
NAO), una fluttuazione nella massa atmosferi- Se l’alta pressione delle
ca situata tra la zona di alta pressione delle Az- Azzorre perde intensità
zorre e quella di bassa pressione dell’Islanda: il e si rafforza la bassa
caldo medievale pare obbedire alla persisten- pressione della zona
B dell’Islanda, i venti da
za di inverni con la cosiddetta “NAO positiva”. ovest si indeboliscono
A questo si aggiunse un aumento significativo B e quelli provenienti
dell’attività solare verso il 1100-1250 e la diminu- dal Polo Nord e dalla
zione dell’attività vulcanica in Islanda, America Siberia circolano con
Latina e Sud-est asiatico. Infatti, fino al 1258 non facilità in direzione est-
ovest; di conseguenza,
vi furono grandi eruzioni vulcaniche ai Tropici, si abbassano le
con conseguente raffreddamento delle tempe- temperature nell’Europa
rature per la cenere proiettata nell’atmosfera. centrale e del Nord.
ALTA PRESSIONE
(ISOLE AZZORRE)
FIENAGIONE. OLIO SU
TAVOLA DI PIETER BRUEGHEL
IL VECCHIO, 1565. GALLERIA
NAZIONALE, PRAGA.
in linea generale i raccolti di grano furono mol-
to buoni per la successione di estati calde e
più secche e inverni meno rigidi soprattutto
durante la seconda metà del XIII secolo.
Gli esperti fissano l’apogeo del periodo
attorno all’anno 1100, quando le condizioni
favorevoli comportarono un miglioramento
delle rese agricole e, pertanto, delle condizioni
di vita di buona parte della popolazione, e die-
dero slancio anche alla navigazione di danesi e
scandinavi – i vichinghi – nel Nord Atlantico.
Fu soltanto l’interesse per la diffusione del Verde”, e si stabilì nella zona sudocci-
TOA
AIS
cristianesimo che, durante il VI e il VII secolo, dentale, più riparata dal freddo. Ver-
spinse i monaci irlandesi a esplorare quello
spazio e a stabilirsi su alcune delle sue isole. PRUA DELLA NAVE VICHINGA TROVATA A OSEBERG
Si dovette attendere fino al IX secolo, quando (NORVEGIA). FU COSTRUITA IN LEGNO DI QUERCIA VERSO L’ANNO
830, IN PIENA EPOCA DI ESPANSIONE DEI POPOLI SCANDINAVI,
il periodo caldo era già iniziato e le condizioni E FU USATA COME TOMBA PER UNA DONNA D’ALTO RANGO.
LA PRIMA CHIESA DELLA GROENLANDIA
Ricostruzione della chiesa costruita
per Thjodhild, moglie di Erik il Rosso,
il promotore della colonizzazione vichinga
della Groenlandia. Fu eretta a Brattahlid,
il più grande insediamento dell’isola.
PETER ESSICK / NGS
La breve “estate”
della Groenladia
NEL DICEMBRE DEL 2015, uno studio complesso. Lo studio di un nucleo
condotto da Nicolás Young, del La- dello strato di ghiaccio della Gro-
mont-Doherty Earth Observatory enlandia mostrò un forte raffredda-
della Columbia University, suggeri- mento agli inizi dell’occupazione vi-
va che durante il Periodo Caldo Me- chinga e un altro verso la metà della
dievale il riscaldamento del clima si stessa, alternato a un riscaldamento.
concentrò in Europa, poiché in Gro- I sedimenti dei laghi della Groenlan-
enlandia e sull’isola di Baffin (allora dia studiati da Guillermo D’Andrea,
occupate dai vichinghi) i ghiacciai sempre del Lamont-Doherty, indi-
non si ritirarono, ma si avvicinarono cano che all’arrivo dei vichinghi la
alle dimensioni massime che avreb- temperatura era forse calda, ma che
bero raggiunto nella Piccola Era Gla- il clima si raffreddò a partire dal 1160,
ciale (XIV-XIX secolo). Già altri studi prima della Piccola Era Glaciale, che
del 2011 disegnavano un panorama ebbe inizio verso il 1300.
SCENA DI VENDEMMIA.
ALLEGORIA DEL MESE DI
SETTEMBRE. MINIATURA
DAL BREVIARIO GRIMANI.
L’EPOCA
XVI SECOLO. BIBLIOTECA
MARCIANA, VENEZIA.
D’ORO
DEI CAMPI
IL PERIODO CALDO MEDIEVALE diede slancio alla
produzione agricola. La stagione di crescita dei
cereali durava tre settimane in più rispetto a
prima: il caldo cominciava a giugno e si man-
teneva stabile fino ad agosto, cioè l’epoca della
mietitura (la temperatura media dell’estate era
di 0,7-1,0 oC più elevata rispetto a quella del XX
secolo). Inoltre, le gelate che nel corso dei secoli
avevano rovinato le coltivazioni furono molto
rare tra il 1100 e il 1300. Estati calde e inverni
miti permisero l’espansione delle coltivazioni
in terreni a maggiore altitudine e più a nord. Le
vigne europee, per esempio, crescevano a 300
e 400 chilometri al di là del loro limite attua-
le, e i pastori dei monti Pennini, tra la Scozia e
l’Inghilterra, si lamentavano nel XIII secolo per
l’avanzamento dei terreni seminati, in un luogo
dove oggi l’agricoltura non è più praticata.
so l’anno Mille, Leif Eriksson, figlio di Erik il
Rosso, fece rotta verso ovest e raggiunse un
territorio che chiamò Vinland o “Terra del
Vino”, forse l’attuale Nuova Inghilterra o il
nord dell’isola di Terranova.
In questa zona, le condizioni cambiarono
a partire dal XIII secolo, diventando di nuo-
vo molto fredde e favorendo l’avanzamento
del ghiaccio lungo le coste groenlandesi e, in
generale, su entrambe le sponde dell’Oceano
Atlantico settentrionale, e questo ostacolò
oltremodo la navigazione.
Tempo di prosperità
Durante il Periodo Caldo Medievale, con tem-
AKG / ALBUM
Il sistema dell’aratro con versoio iniziò a es- uniforme, bensì molto variabile, con inverni L’aumento del
foraggio e dei
sere usato nella Francia nordorientale durante eccezionalmente freddi, come quello del 1010- pascoli permise di
il IX secolo, e da lì si estese in tutta Europa: il 1011 (che colpì anche la zona del Mediterraneo) nutrire più animali,
primo anno, si seminavano cereali, il secondo o quello del 1258. il che significava
avena e leguminose (che fissano l’azoto nel Quest’ultimo fu la conseguenza del raffred- più concime e
produzione agricola
terreno), mentre il terzo anno il campo era la- damento atmosferico provocato dall’ingente più elevata.
sciato a maggese, perché la terra si rigenerasse. quantità di cenere che fu proiettata nel cielo
Come indica l’antropologo britannico Brian dall’eruzione del vulcano Samalas, sull’isola
Fagan, tutto questo permise di alimentare un indonesiana di Lombok.
maggior numero di persone e animali. Le città Si verificò anche una maggior frequen-
crebbero in modo esponenziale: dall’XI secolo za e abbondanza di precipitazioni nel
fino alla metà del XII sorsero fino a 1500 nuovi Sud dell’Europa e nel bacino mediter-
nuclei urbani con i corrispondenti mercati. raneo occidentale, fatto che incremen-
L’agricoltura aveva reso più dinamica la società tò in modo considerevole la portata
e il commercio la rese più vitale. L’efferve- dei fiumi, dalla Sicilia fino alla Grecia,
DEA / SCALA, FIRENZE
scente vita urbana si plasmò nelle maestose e dei corsi d’acqua non perenni, i wadi
cattedrali e nell’artigianato delle corporazioni, nordafricani. Si scatenarono fortissi-
e l’Europa si trasformò. mi temporali che flagellarono il Canale
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BRIDGEMAN / ACI
AKG / ALBUM
Il mare. Le grandi inondazioni medievali (l’ultima delle Il lago. Nel 1932, il Zuiderzee, che si estendeva su
quali, nel 1421, causò 10.000 morti) crearono il Zuiderzee, circa 5000 km2, fu diviso da una diga, la Afsluitdijk.
il grande mare interno dei Paesi Bassi, nazione il cui Una parte, il mar di Frisia, rimase in comunicazione con il
territorio si trova per un quarto sotto il livello del mare. Mare del Nord; l’altra parte si trasformò in un lago interno
In alto, il Zuiderzee in una mappa del XVII secolo. d’acqua dolce: lo IJsselmeer, alimentato dal fiume IJssel.
CATASTROFI
DAL MARE
IL CALORE SCIOLSE le calotte di ghiaccio e provocò
un innalzamento considerevole del livello del
Mare del Nord, da 60 a 80 centimetri, e ciò
causava inondazioni catastrofiche quando l’alta
marea coincideva con le burrasche. I Paesi Bassi
furono flagellati da gravi inondazioni negli anni
1164, 1212, 1214, 1219, 1248 e 1282, catastrofi che
culminarono con la terribile alluvione del giorno
di Santa Lucia del 1287, che ebbe un bilancio
di 50.000 morti, e con la Grote Mandrenke (il
“grande annegamento degli uomini”) del 1362,
ERICH LESSING / ALBUM
ALLA RICERCA
DELLA PROTEZIONE DIVINA
Anche l’estate del 1317
fu molto piovosa, e la
popolazione era disperata.
Nelle chiese si pregava per
invocare la fine del maltempo.
A Parigi, i membri delle
corporazioni e degli ordini
religiosi andavano scalzi
in processione per le vie; a
Chartres e Rouen, secondo il
cronista Guillaume de Nangis,
molte persone andavano
scalze e a torso nudo («con
l’eccezione delle donne»).
BRIDGEMAN / ACI
UIG / ALBUM
FRANCISCO
PIZARRO
A 54 anni conquistò il regno inca del Perú, ma non avrebbe
goduto a lungo del trionfo. A 63 anni, governatore di un vasto
territorio e in possesso di un immenso patrimonio, Pizarro fu
assassinato nella sua casa di Lima da un gruppo di cospiratori
N
el 1539, prima di partire per fare ritorno in patria,
Hernando Pizarro avvertì il fratello Francisco: «La
Signoria Vostra si ricordi che io vado in Spagna e
che la protezione di tutti noi dipende, oltre che da
Dio, dalla Vostra vita [...] non consenta la Signoria
Vostra che i cileni si riuniscano in più di dieci nel raggio di
cinquanta leghe da dove si trova la Signoria Vostra, perché se
glielo permette la uccideranno [...] e di Vostra Signoria non
rimarrà memoria». Il timore di Hernando si fece realtà due
anni dopo: il 26 giugno 1541, i «cileni» assalirono il conqui-
statore del Perú a Lima, nella sua stessa casa, e posero fine
alla sua vita a colpi di spada e di coltello.
Per comprendere come si poté giungere a questo tra-
gico finale è necessario ripercorrere i rapporti burrascosi
intercorsi tra Francisco Pizarro e Diego de Almagro.
GLI ULTIMI MOMENTI DI PIZARRO
Il dipinto di Manuel Ramírez Ibáñez
raffigura il momento in cui Francisco
Pizarro, ferito a morte, disegna per terra
una croce con il proprio sangue.
XIX secolo. Museo del Ejército, Toledo.
ORONOZ / ALBUM
SEAN CAFFREY / GETTY IMAGES
PLAZA DE ARMAS Questi era il capo della fazione che nel testo e 1531). Se Pizarro era il comandante dell’e-
DI CUZCO Hernando Pizarro chiamava «cileni». Almagro sercito, colui che sapeva affrontare i pericoli
Cattedrale e Iglesia de era un veterano, un soldato che aveva com- sul campo, Almagro era quello che reclutava
la Compañía (chiesa
della Compagnia battuto su diversi fronti. Giunto a Panama i soldati, si incaricava del rifornimento e si
di Gesù), sulla Plaza nel 1515, vi conobbe Pizarro. Nel 1524, i due assicurava che le imbarcazioni fossero co-
de Armas di Cuzco. diedero vita alla Compañía de Levante al fine struite nel tempo e nel modo stabiliti.
L’antica capitale di esplorare e conquistare le terre del Perú.
dell’Impero inca fu Conquistatori in disaccordo
Piccolo, forte e di sgradevole aspetto, Almagro
oggetto di contesa tra
Diego de Almagro e era privo di un occhio, che era stato colpito La salda amicizia tra Pizarro e Almagro co-
Hernando Pizarro. da una freccia e che spesso copriva con una minciò a incrinarsi a causa delle Capitulaciones
benda. Socievole, ma di carattere impetuoso, de Toledo del 1529, il documento con il quale
aveva notevoli capacità organizzative e Carlo V dava il permesso di conquistare
fu l’uomo nella retroguardia delle le terre del Perú e concedeva a Pizarro
tre spedizioni in Perú (1524, 1526 ogni tipo di titolo – governatore, ca-
1529 1533
C R O N O LO G I A
Nelle Capitulaciones de Pizarro conclude la conquista
LA DIFFICILE Toledo, Carlo V fissa del Perú con la cattura del re
le condizioni della inca Atahualpa a Cajamarca.
DIVISIONE conquista del Perú La spartizione dell’immenso
DEL POTERE da parte di Pizarro e tesoro del sovrano inca non è
UM
LOREM IPSUM
ALB
to denaro per finanziare la sua sono sconfitti a Las Salinas; letto e lo uccidono
impresa di conquista del Cile. viene giustiziato in prigione. a colpi di spada e coltello.
MANCO CÁPAC
DA ALLEATO A RIBELLE
D
opo la morte di Atahualpa, Pizarro fece incoro-
nare imperatore uno dei fratelli del suo nemico,
Manco Cápac. Per un certo periodo ebbe con lui
un rapporto di fiducia e addirittura d’amicizia,
ma nel 1535 Manco si ribellò contro il dominio spagnolo e,
dopo diversi scontri, cercò rifugio assieme ai suoi uomini
nella valle sacra di Vilcabamba. Gonzalo Pizarro, inviato dal
fratello, trovò il nascondiglio un cesto, affinché il marito
dell’Inca e mandò a negoziare lo trovasse. Manco Cápac
due cognati di Manco, ma fu assassinato a tradimento
quest’ultimo li fece uccide- nel 1545 da alcuni spagnoli
re e fuggì. Gonzalo catturò ai quali aveva dato protezio-
la moglie di Manco, Cura ne. Le cronache narrano che
Ocllo, che, si dice, si ricoprì l’Inca morente si rivolse così
di sudiciume per evitare di al figlio Titu Cusi Yupanqui:
essere violentata. Poco do- «Non permettere che entrino
po, come rappresaglia per nella tua terra [gli spagnoli],
un’altra azione sanguinosa anche se ti lusingano con le
di Manco, Gonzalo fece parole, perché le loro parole
torturare a morte la prin- di miele mi ingannarono e lo
cipessa. Il suo cadavere fu stesso faranno con te se darai
gettato nel fiume Yucay in loro credito».
GRANGER / ALBUM
LA RESISTENZA rinunciato alla città in cambio di un’ingente Quando qualche mese dopo arrivò una riso-
ALLA CONQUISTA somma di denaro, pari a 200.000 castellanos luzione reale che consegnava definitivamente
Incisione di Poma de d’oro, per finanziare la sua grande impresa di Cuzco a Francisco Pizarro, questi decise di
Ayala che raffigura
un sovrano inca. conquista del Cile. Questa spedizione, tuttavia, inviare il fratello Hernando – che nel frat-
Manco Cápac non diede i risultati sperati, e nel 1537 Almagro tempo era stato liberato da Almagro – con un
II fu il primo dei decise di affrettare il proprio ritorno quando distaccamento di 800 uomini per prendere il
quattro «Inca di venne a sapere che in Perú era scoppiata una controllo della città. Nella battaglia che ebbe
Vilcabamba» che
grande ribellione degli indigeni capitanata da luogo il 3 aprile 1538 a Las Salinas, una pia-
si scontrarono con
i conquistatori Manco Cápac, che attaccò e rase al suolo diverse nura nei pressi dell’antica capitale inca, gli
spagnoli. enclave spagnole e infine pose sotto assedio almagristi furono definitivamente sconfitti.
Cuzco, città difesa da Hernando Pizarro. Al- Diego de Almagro, che non prese parte al
magro entrò a Cuzco, si impossessò della città combattimento perché malato, fu catturato e
e fece imprigionare Hernando, dopo di che sottoposto a un processo sommario su richiesta
Manco Cápac tolse l’assedio e si nascose nelle del suo acerrimo nemico, Hernando Pizarro.
montagne di Vilcabamba. Francisco lasciò fare il fratello, e la sentenza
fu inesorabile nonostante avesse garantito al
figlio di Almagro, Diego Almagro il Giovane,
che la vita del padre sarebbe stata preservata.
L’8 luglio, dopo aver fatto testamento a favore
Dopo essere stato garrotato, Almagro del figlio, Diego fu garrotato in prigione. Suc-
fu decapitato e la sua testa venne cessivamente fu decapitato e la sua testa rimase
esposta nella piazza principale di Cuzco esposta per alcuni giorni sulla piazza principale
di Cuzco. I frati gli concessero una sepoltura
misericordiosa nella chiesa de la Merced.
Da quel giorno gli almagristi, riuniti at- PUNIZIONE in città, controllando l’avanzamento dei la-
torno al figlio meticcio di Almagro, appena PER I FRATELLI vori di costruzione della futura cattedrale e
PIZARRO
diciottenne, giurarono vendetta. Sconfitti, osservando come a poco a poco la scacchiera
Carlo V fece
impoveriti e allontanati da qualsiasi incarico, rinchiudere di strade che aveva tracciato su una pianta as-
prebenda o suddivisione di terre, covarono a Hernando Pizarro sumesse l’aspetto di una cittadina castigliana.
lungo un odio latente che alla fine sfociò nella nel castello de Domenica 26 giugno 1541, Pizarro si alzò
cospirazione che avrebbe posto fine alla vita La Mota per aver come sempre alle 5.30 del mattino, prima che
del governatore del Perú. giustiziato Diego l’alba squarciasse il cielo plumbeo di Lima.
de Almagro. Tornò
in libertà soltanto Le cronache dei contemporanei narrano che
Nella Ciudad de los Reyes nel 1561. Moneta la notte era stata piovosa e che all’alba una
Francisco Pizarro, dal canto suo, si dedicava a di Carlo V. Museo densa nebbia, consueta in città, ammanta-
vivere il più placidamente possibile a Ciudad Archeologico va le strade e gli edifici zuppi di pioggia. Da
Nazionale, Madrid.
de los Reyes, l’attuale Lima, città che aveva giorni circolavano voci sui piani dei “cileni”
fondato e nella quale trascorse gli ultimi e più di uccidere il governatore del Perú, e si diceva
felici anni della sua vita. Conviveva con la addirittura che avessero intenzione di far-
bella e giovane ñusta, o principessa inca, lo quella domenica, mentre assisteva alla
doña Angelina, figlia di Huayna Cápac, messa. Avvertito di ciò, Pizarro si finse
che dal 1538 fu la sua più fedele com- malato e non si recò in chiesa.
pagna e madre dei suoi ultimi due fi- Le voci non erano infondate. Un grup-
gli: Francisco, nato a Cuzco nel 1539, po di sostenitori di Almagro, guidato da
e Juan, nato a Lima nel 1540. All’età di Juan de Rada, un conquistador veterano,
63 anni, il marchese, come lo chiama- aveva atteso l’arrivo di Pizarro vicino alla
vano tutti per via del titolo concessogli chiesa; quando videro che non arrivava, e
da Carlo V, si godeva lunghe passeggiate temendo che la congiura venisse scoper-
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STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 77
UN GRUPPO DI ALMAGRISTI PRENDE LE OSSA DI PIZARRO
D’ASSALTO LA CASA DI FRANCISCO PIZARRO
A LIMA PER ASSASSINARLO. INCISIONE
SULLE TRACCE
DA AMERICAE, DI THEODORE DE BRY. 1596.
MUSEI STATALI, BERLINO.
DEL CRIMINE
T
ra il 2006 e il 2008, un’équipe di antropologi
forensi guidata da Edwin Raúl Greenwich Centeno
ha condotto uno studio completo sulle ossa sco-
perte nel 1977 nella cattedrale di Lima e che sono
attribuite a Francisco Pizarro. I risultati ottenuti sembrano
confermare che i resti appartengono al conquistatore del
Perú. In effetti, corrispondono a un individuo alto 1,74 m,
di costituzione robusta e di trauma con un corpo contun-
un’età compresa tra i 50 e i dente pesante, ferite da taglio
60 anni, il che coincide con sulle vertebre dorsali e sulla
le caratteristiche di Pizarro. prima vertebra lombare e, so-
Sono state riscontrate anche prattutto, una ferita mortale
infiammazioni alle ossa dei che ha trapassato la verte-
talloni che indicherebbero bra cervicale e ha raggiunto
che questa persona ha per- la vena principale, provo-
corso lunghissimi tratti a piedi cando una forte emorragia
durante la sua vita. Anche le e una morte rapida. Anche
ferite osservate sulle ossa se è più che probabile che
sembrano coincidere con le ossa siano di Pizarro, per
il resoconto della morte di una conferma definitiva si
Pizarro: lesioni sul volto e sul dovrà aspettare il previsto
cranio, conseguenza di un esame del DNA.
ta, decisero di recarsi a casa del governatore. L’URNA c’erano soltanto il fratello per parte di madre
Quest’ultimo aveva invitato a pranzo una quin- MORTUARIA Martín de Alcántara, l’amico Gómez de Luna
DI PIZARRO
dicina di amici, tra i quali Juan Blázquez, suo e due coraggiosi servitori, il già citato Tordoya
Nel 1977 fu trovata
fratello Francisco Martín de Alcántara, il ca- nella cripta della e Vargas. Trincerati nella camera da letto del
pitano Francisco de Chávez e il suo cappellano cattedrale di governatore, ebbero appena il tempo di indos-
Garcí-Díaz. Dopo il pranzo, mentre la comitiva Lima una cassa di sare la corazza e sfoderare la spada.
faceva salotto, un servo soprannominato Tor- piombo contenente
doya entrò gridando: «All’armi, all’armi, che un cranio. Sul La stoccata mortale
coperchio si legge:
tutti i cileni vengono per uccidere il marchese «Ecco la testa del Fu Martín ad andare incontro agli assalito-
mio signore!». Venti uomini, con Juan de Rada marchese don ri, fermandoli sulla porta e costringendoli a
in testa, fecero irruzione nell’atrio della casa Francisco Piçaro, retrocedere, mentre dentro finivano di al-
del governatore, spade alla mano. Forse erano che conquistò i lacciare l’armatura a Francisco. Tra grida di
regni del Perú».
stati aiutati da qualcuno all’interno, poiché la «Morte al traditore!» e imprecazioni e insulti
porta principale era aperta. di ogni tipo, per qualche minuto i difensori
Pizarro ordinò a Chávez di chiudere il por- riuscirono a tenere a freno l’attacco degli as-
tone delle sue stanze mentre si armava, ma salitori senza lasciarli entrare nella camera.
Chávez, fiducioso, cercò di negoziare senza Ma erano in inferiorità numerica, e ben pre-
sbarrare la porta, e gli assalitori ne approfitta- sto una stoccata trafisse il petto di Martín.
rono per trafiggerlo con una stoccata. Quando Poco dopo vennero feriti a morte Tordoya e
Pizarro tornò nella sala da pranzo per organiz- Vargas. Nonostante lo svantaggio, Gómez
zare la difesa, servi e invitati erano scomparsi; de Luna e Pizarro rimasero saldi sulla soglia
alcuni erano fuggiti gettandosi dalle finestre finché, circondato dagli avversari, Pizarro non
nell’orto, altri erano nascosti negli armadi e rimase solo e non fu spinto all’interno della
sotto i letti delle camere adiacenti. Con lui stanza. Riuscì a ferire due nemici, ma si tro-
vò circondato da un cerchio di spade e sen- misero in mano una storta (una spada curva LA CATTEDRALE
za via di fuga. Delle numerose coltellate che tipica dell’epoca) e lo nascosero per vegliarlo DI LIMA
1 Huaca Pucllana
Nel luogo in cui sorge
l’odierna Lima si trovano i
resti di questo antico centro
cerimoniale costruito dalla
cultura Lima tra gli anni
200 e 700 d.C., che sotto
l’occupazione degli huari (tra
il 700 e il 1000 d.C.) divenne
un vasto cimitero per le élite.
Gli ultimi a stabilirsi nella
zona furono gli ychma,
che rasero al suolo le tombe
e trasformarono il luogo
in un insediamento fino
alla sua conquista nel 1470
da parte dell’Impero inca.
3 Il cuore di Lima
Pizarro tracciò il reticolato
della città partendo dal punto
in cui doveva trovarsi la piazza
principale. Nel 1598, lo storico
Bernabé Cobo, giunto a Lima,
scrisse di questa piazza: «È la
più ampia e ben formata che
io abbia mai visto, persino in
Spagna. Occupa lo spazio di
un grande quadrato, con la
larghezza delle quattro vie
che la circondano sui quattro
lati [...] lungo i quattro lati
misura oltre duemila piedi;
è molto piana...».
ISFAHAN
Trasformata nel XVII secolo in capitale del potente
Impero safavide dallo scià Abbas I il Grande, che la abbellì
con moschee, palazzi e giardini, Isfahan attirò
mercanti, diplomatici e viaggiatori da tutto il mondo
LA CAPITALE
G
1388 1452
C H A H R BA
Madrasa
Chahar bagh Tamerlano marcia con il Dopo aver sofferto sotto i
1 Ali Qapu
DI UN suo esercito di Mongoli su
Isfahan, dove si dice uccida
successori di Tamerlano, la
città è occupata e saccheggiata
Si-o-se Pol
2 Moschea
Lotfollah
3 Moschea
IMPERO circa 60.000 persone. La città
è sul punto di scomparire.
da Jahan Shah, della tribù
turcomanna dei Kara Koyunlu.
dello scià
4 Gran Bazar
SULLA PIANTINA SONO INDICATI I PRINCIPALI MONUMENTI DELLA ISFAHAN SAFAVIDE.
IL PONTE DEI TRENTATRÉ ARCHI
Con la sua doppia fila di archi su massicci
pilastri e una lunghezza di 300 metri, il
Si-o-se Pol serviva al contempo da canale
di irrigazione e da via d’accesso alla città. Fu
commissionato dallo scià Abbas I nel 1602.
ROBERT PRESTON / AGE FOTOSTOCK
TERRITORI si con l’Impero ottomano e il suo dominio parlasse con nessuno a palazzo tranne che
CONTESI
nell’Islam sunnita, Abbas fece dello sciismo con gli eunuchi e i giovani efebi nelle serate
Elmo di Solimano I.
XVI secolo. Il sultano la versione religiosa ufficiale della Persia, con di vino e poesia, come mostrano le miniature
ottomano Solimano il il suo particolare stile di vita sufi, mistico e dell’epoca. Implacabile e spietato, ordinò che
Magnifico sottrasse personalista, e propri luoghi di pellegrinaggio fossero cavati gli occhi a tutti i suoi figli tranne
Baghdad ai safavidi nel come Mashhad, sul confine settentrionale che all’erede designato.
1534. Nel 1602, Abbas I
riuscì a riconquistare
con il Turkmenistan, alternativa alla meta
sunnita della Mecca. Palazzi e moschee
la città. Museo
Topkapi, Abbas fu anche un monarca che governò Uscito dal ponte Si-o-se Pol, il viaggiatore si
Istanbul. con pugno di ferro, capace di assassinii in dirigeva a nord lungo il Chahar bagh, un lun-
massa e deportazioni di decine di migliaia di go viale che prende il nome dallo stile a qua-
georgiani che si erano alleati con gli drilatero dei giardini persiani (chahar-bagh,
ottomani, sempre pronto a soffo- “quattro aiuole”), che si era imposto nell’ar-
care nel sangue le insurrezioni e a chitettura islamica, dall’Alhambra di Granada
eliminare in un sol colpo la casta al Taj Mahal di Agra, in India. Gli anfitrioni
pretoriana dei Qizilbash (“berret- del nostro viaggiatore avrebbero sicuramen-
ti rossi”), una serie di tribù turco- te paragonato l’aspetto dei giardini alla de-
manne che formavano l’aristocra- scrizione del paradiso nel Corano, anche se
ART ARCHIVE
r Nero
Ma
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Khanato
Georgia di Khiva
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Sinope 1524 Khanato
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Istanbul Tiflis Khiva di BuKHara
Amasia Trebisonda Kars Armenia Baku
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Sivas Erzerum Erivan Samarcanda Kasgar
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Turcomanni Bukhara ve r s o l a C i n a e i l G i a
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1597
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Diyarbakir
1502 Gilan (Oxus)
Azerbaigian Asterabad CHagatai
Aleppo Balkh
Mosul Qazvin Teheran Damghan Mashhad
Antiochia 1534 1618
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Kurdistan Nishapur Hi n d u K u s h
Iraq 1638
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Impero dello scià 1618 Data conquista safavide AC
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Ismail verso il 1512 Terra degli uzbeki bay
e Ca
Area contesa dai li c ut
Area contesa dagli uzbeki
mongoli nel XVII sec. nel XVI secolo
Impero ottomano Impero mongolo
Area e data della Capitale safavide
1514
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conquista ottomana Rotte commerciali
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CARTOGRAFIA: EOSGIS.COM
limitato dalle leggi religiose, e Anche Georgia e Azerbaigian cadono in mano turca.
riuniva nelle sue mani, come
rappresentante degli imam, sia il potere spirituale sia quello Abbas I (1587-1629)
temporale. Inoltre, come indica il titolo Morshed-e Kamel, “la All’inizio del suo regno firma la pace di Costantinopoli con i
guida più perfetta”, era infallibile. turchi nel 1590 e riesce a respingere gli uzbeki sulla sponda
opposta del fiume Oxus nel 1597. Nel 1618 sconfigge turchi e
ABBAS I ACCOMPAGNATO DA UN GIOVANE PAGGIO. LA DEDICA DELLA MINIATURA, OPERA
tartari a Sultanieh e dopo aver riorganizzato l’esercito prende
DEL PITTORE MUHAMMAD QASIM, RECITA: «CHE LA VIDA TI CONCEDA TUTTO CIÒ CHE LE TUE Kandahar e caccia i portoghesi da Ormuz. Riconquista la
LABBRA DESIDERANO DALLE TUE AMANTI, DAL FIUME E DALLA COPPA». 1627. LOUVRE, PARIGI. Mesopotamia nel 1623, anche se per breve tempo.
palme, che raddoppiano di numero rifletten-
dosi nello stagno. Tra le immagini delle pareti
– il persiano safavide non condivide l’ico-
noclastia dell’Islam sunnita – comparivano
scene d’amore di stile indiano, o addirittura
raffigurazioni di visitatori precedenti, vestiti
alla moda europea quasi settecentesca.
Abbandonando il viale, il viaggiatore pro-
seguiva sulla destra fino ad addentrarsi nel
palazzo reale d Ali Qapu. Il termine, in persia-
no, significa “grande porta”, o Sublime Porta,
senza dubbio un riferimento al palazzo dei
sultani ottomani a Costantinopoli, con i quali
gli scià persiani rivaleggiavano. Il padiglio-
ne conteneva sale per ricevimenti ufficiali,
saloni, alcove, aule di giustizia e di musica
e luoghi di riposo, e tutti gli ambienti erano
riccamente decorati. Con le sue tre diverse
altezze, il palazzo offriva una vista privilegiata
sul centro nevralgico della Isfahan safavide:
la piazza Reale o Meydan-e Shah, chiamata
anche Naqsh-e jahan, l’Immagine del Mondo.
DELLO SCIÀ
la facciata principale, i
visitatori devono fare una
svolta di 45o per accedere
A ISFAHAN
al cortile interno dell’edificio.
La ragione è semplice: tutte
le moschee devono essere
orientate verso La Mecca,
Sebbene Isfahan avesse già una grande
e l’asse della piazza Naqsh-i
moschea, la Masdjid-e Jame, nel 1611 jahan, su cui dà la facciata,
Minareti.
Abbas I diede ordine di costruire una nuova L’edificio ha non rispettava tale
moschea reale. Fu progettata dall’architetto quattro minareti: orientamento.
Ali Akbar Esfahani e decorata dai migliori due ai lati
del portone
artisti, ceramisti e calligrafi dell’epoca. Anche d’ingresso e due
se non è la moschea più grande dell’Iran, davanti alla sala
è considerata la più perfetta dal punto del mihrab.
di vista architettonico. Lo scià, tuttavia,
morì prima della conclusione dei lavori.
Facciata. Il portico
è decorato con
elaborati
mocárabes
(elementi
architettonici
islamici a forma
di stalattiti).
Cortile di preghiera
Iwan
Oratorio interno
a volta
Iwan
Piscina per
abluzioni
Oratorio laterale
con cupola
Oratorio laterale
con cupola
IL MEMORIALE
DI NAPOLEONE
Le memorie dettate nell’ultimo esilio
non furono certo una cronaca nostalgica, ma un testo militante,
la continuazione di una battaglia politica, un avvertimento
all’Europa e un risveglio delle coscienze
A BORDO DEL Libro del tempo, strepitoso successo edito- egli aveva scritto a Londra e la cui pubblica-
BELLEROPHON riale, il Memoriale di Sant’Elena non si deve zione era stata, effettivamente, accompa-
Napoleone a a nessuna di quelle penne famose che co- gnata da un discreto successo economico.
bordo del vascello
che dalla Francia struiscono il panthéon letterario dell’Euro- È questo successo, di molto ingrandito, che
lo conduce pa ottocentesca, ma alla penna astuta di uno Emmanuel de Las Cases (è questo il nome
in Inghilterra scrittore dalle vaghe origini aristocratiche, dell’autore del Memoriale) rincorre quando
per essere poi emigrato in Inghilterra allo scoppio della lucidamente – cinicamente aggiungerà chi
trasferito a
Rivoluzione, di cui nessuno sa nulla fino al non lo avrà mai molto in simpatia – decide
Sant’Elena.
Olio di W.Q. momento in cui si imbarca sulla nave ingle- di farsi largo tra i tanti fedeli dell’imperato-
Orchardson. Tate se che sta per portare Napoleone al suo ul- re, assai più noti e carichi di gloria di quan-
Gallery, Londra. timo esilio, se non quelli che – in to potesse essere lui, e a imporsi – grazie
verità pochi – avevano letto, o al- anche alla eccellente conoscenza dell’in-
meno avevano sentito par- glese che lo rende un prezioso aiuto
lare, di un Atlante storico che nelle trattative con gli ufficiali e i fun-
zionari di Sua Maestà britannica – tra i po- forse, leggendo della vita di Cesare o di quella L’ISOLA
chi che hanno il dubbio privilegio di accom- di Alessandro? Noi avremo di meglio per- DELL’OBLIO
pagnare Napoleone a Sant’Elena. ché, Sire, rileggerete voi stesso!». Ricevendo, Sant’Elena, una
piccola isola
È lui, quindi, a stare alle prime pagine del a questa esortazione, una replica che ci re- dell’Atlantico
Memoriale, che quando Napoleone, appena stituisce, forse per una delle ultime volte, il meridionale,
appresa la notizia del suo destino (siamo nei Napoleone combattivo dei giorni migliori. venne scelta
primi giorni dell’agosto 1815), comincia ad ac- «Bene – gli risponde –. Scriveremo le no- come ultima
dimora di
carezzare nuovamente progetti di suicidio co- stre memorie. Sì, bisognerà lavorare, anche
Napoleone
me aveva fatto un anno prima a Fontainebleau il lavoro è la falce del tempo». proprio per la
nel momento del tracollo del suo Impero, rea- In realtà Napoleone non aveva avuto bi- sua remota e
gisce con impeto. Perché morire, quando si sogno di questo singolare incrocio di battu- isolata posizione.
hanno tante storie da raccontare? te (se mai esso si è svolto nei termini in cui
«Vivremo del passato, Sire – esclama Las lo leggiamo). Da tempo egli aveva in mente
Cases – c’è di che appagarci. Non godiamo, uno scambio vita-scrittura dove la sua gloria
Sant’Elena, suo ultimo esilio. che avrà enorme successo. Francia solo 19 anni più tardi.
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EMMANUEL DE LAS CASES. RITRATTO. XIX SECOLO.
LONGWOOD HOUSE. VISTA
E PIANTA DELL’ULTIMA RESIDENZA
DI NAPOLEONE SULL’ISOLA DI
SANT’ELENA. R. ACKERMANN.
Gourgaud: i quattro evangelisti, secondo il IL BEST a cui è stato affidato il compito di portare a
lessico della leggenda napoleonica. A ognuno SELLER Sant’Elena Napoleone e la sua corte in minia-
DELL’800
di essi spettano parti del medesimo racconto tura, non ha ancora doppiato il capo Finistère,
Prima pagina della
o parti di racconti diversi, che Napoleone al- prima edizione
e già si muove il fondale dello scenario sul
terna secondo una sua personale ispirazione del Memoriale quale dovrà svolgersi il teatro del Memoriale.
o, piuttosto, un piano che viene componen- di Sant’Elena (1823), «L’Europa – si legge – non è mai stata così agi-
dosi quasi esclusivamente nella sua mente. E che, ottenuto un tata; la sua situazione è tutt’al più una tregua
ognuno di essi deve, a partire dalla dettatura grande successo, armata; tutte le potenze rinforzano gli eserciti;
conobbe negli
ricevuta, elaborare poi un testo scritto, che anni numerose l’equilibrio politico è del tutto rotto e distrut-
Napoleone rilegge generalmente il giorno altre edizioni. to». Non è, dunque, un mesto corteo funebre
successivo, corregge e modifica per giun- quello che scorta un uomo vinto, finito,
gere a una terza versione che, non sempre, alla sua ultima dimora.
è quella definitiva. Niente è finito, niente e nessuno è vin-
Proprio perché sin dall’inizio lo pensa to: il mondo che crede di aver ritrovato
come una operazione editoriale, Las Cases la propria tranquillità con la sconfitta di
individua – al di là delle stesse esigenze Napoleone e con un esilio di cui tutti,
di cui l’autore, cioè Napoleone, è consa- anche i suoi più aspri nemici, avvertono la
pevole – il proprio pubblico potenziale e barbara durezza, siede, al contrario, sopra
contiene – anche in questo caso ben al di un vulcano. Il Memoriale si costruisce,
BIBLIOTHÈQUE NATIONALE, PARIGI / BRIDGEMAN / ACI
là probabilmente delle intenzioni consce quindi, come quello che oggi chiame-
dell’autore – quello che ancora con il lin- remmo un libro militante, lo strumento di
guaggio di oggi chiameremmo un messag- una battaglia politica che la conclusione
gio. Lo si avverte sin dalle prime pagine del dell’età napoleonica non ha soffocato, ma
libro. Il Northumberland, il vascello inglese ha reso, anzi, più viva che mai. Mentre nel
EDITORIALE
AS CASES riesce a tirare il succo di una
cuore dell’Europa il Congresso voluto a Vien- GOURGAUD il Napoleone liberale e popolare voluto da Las
na dalle potenze vincitrici si illude di poter DAL CAMPO Cases – attende, sollecita questo beneficio,
ALL’ESILIO
parlare di Restaurazione, su una minuscola il vecchio sistema è esaurito e il nuovo non si
Anche il barone
isola in mezzo all’Atlantico un pugno di uo- Gourgaud, oltre è ancora affermato e non lo sarà ancora senza
mini pensa che si possa, che si debba parlare a Las Cases, al altre lunghe e furibonde convulsioni».
ancora di rivoluzione. generale Bertrand Ma il lettore è atteso da qualcosa di assai più
e al conte di raffinato di una ideologia, sia pure in perfetta
Il messaggio e l’ideologia Montholon sintonia con le attese dell’epoca. Sono i primi
condivise l’esilio di
La rivoluzione, certo, che Napoleone Bona- Napoleone. Prima di dicembre del 1815. Napoleone, giunto in ot-
parte ha stabilizzato con la sua azione politica di allora lo aveva tobre a Sant’Elena, solo in quei giorni prende
e che con le sue vittorie ha offerto (talvolta accompagnato possesso di quella che sarà la sua abitazione
anche imposto) all’Europa. «Abbiamo lava- nelle battaglie di definitiva: Longwood. Il paesaggio intorno è
Austerlitz, Jena
te le impurità della nostra Rivoluzione nei e Waterloo.
desolato: la casa, nella parte più brumosa, ino-
flutti della gloria», scrive il Napoleone del spitale dell’isola, è buia, fatta di poche stanze
Memoriale e Victor Hugo, qualche anno più dall’arredo improvvisato.
tardi, commenterà: «un genio è venuto che Attimi di scoramento da cui Las Cases fa
ha incatenato la rivoluzione in Francia e scaturire una sequenza folgorante di fra-
l’ha scatenata in Europa». si sincopate: «La nostra situazione può
L’opera di Las Cases ha, dunque, qui avere perfino dei vantaggi! L’universo
il suo cuore: Napoleone erede della Ri- ci guarda!... Noi siamo i martiri di una
voluzione aveva messo le basi di un’Eu- causa immortale!... Noi qui lottiamo
ropa fondata sui principi e sulle leggi contro l’oppressione degli dei!». Ecco
della Rivoluzione. Bisogna proseguire fatto: un’ideologia è diventata un mito
il lavoro interrotto. «L’Europa – insiste politico, cioè qualcosa di estremamente
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100 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC /S
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ZOONAR / UWE MOSER / AGE FOTOSTOCK
moderno. Il Novecento ne sarà fin troppo tri- chi dei librai di mezza, anzi dell’intera Europa IL PRIMO
stemente abituato, l’Ottocento lo scopre per mentre, scrive ancora Stendhal, «tutti i giovani SEPOLCRO
la prima volta in pagine come queste. Il suo più distinti leggono il Memoriale di Sant’Elena Alla sua morte,
avvenuta nel
racconto diventa, come quello di Prometeo, il e si dichiarano pazzi per l’Imperatore». 1821, Napoleone
racconto di una sfida lanciata ai limiti. Con un intreccio sapiente, infatti, che va venne sepolto
Come quello antico, l’eroe moderno soffre, assai oltre la retorica della dettatura impe- a Longwood,
incatenato sulla roccia, per aver lanciato l’as- riale, Las Cases alterna i giorni eroici delle la sua residenza
a Sant’Elena,
salto al cielo, e non se ne pente: anzi, sempre campagne d’Italia con i giorni melanconi-
all’ombra di
come l’antico, trova la felicità nella propria ci dell’ultimo esilio, mescola l’eccitazione alcuni salici
sconfitta perché sa che essa prepara la vittoria per il sole di Austerlitz con la disperazione piangenti, nella
di altri: il fuoco che Prometeo ha strappato agli per le nebbie che avvolgono Sant’Elena. E Valle del geranio.
Dei è diventato la Rivoluzione che Napoleone Napoleone ne esce sempre più grande.
ha assicurato all’umanità. Lo si impara a conoscere quando, ricor-
dando gli anni lontani della giovinezza in
La fortuna del Memoriale Corsica, gli anni in cui divorava i capolavori
Il doppio binario su cui, da questo momento,
viaggia il testo di Las Cases è destinato a fare
la gioia dei suoi lettori e la fortuna dell’autore.
Edizioni autorizzate (se ne contano tre ufficiali
tra il 1823 e il 1840) e di contrabbando, tradu-
«L’universo ci guarda! Noi siamo
zioni (la prima italiana è del 1820) più o meno i martiri di una causa immortale! Noi qui
ben fatte, talvolta su pessima carta e a pochi lottiamo contro l’oppressione degli dei!»
soldi, qualche altra volta con belle legature e
preziose incisioni all’interno, affollano i ban-
BRIDGEMAN / ACI
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ella figura di Napoleone, i libri Sant’Elena divenne infatti per i lettori 1 Stendhal
di storia narrano vita, vittorie e e per i letterati dell’Ottocento talvolta Ne Il Rosso e il Nero, capolavoro di
sconfitte, trionfi e clamorose débâcle, l’ideale di un modello eroico, talaltra Stendhal, il Memoriale di Sant’Elena
ma le sue imprese e le sue riflessioni, l’occasione per una rianalisi storica viene citato addirittura quattro volte.
affidate a Las Cases durante l’ultimo più approfondita della parabola È infatti la lettura preferita di Julien
esilio, assurgono a qualcosa di più napoleonica da cui scaturisce un Sorel, protagonista del romanzo, che
di una biografia. Il Memoriale di giudizio, positivo o negativo, che nelle pagine dell’opera di Las Cases
comunque rivela l’influenza politica trova quegli ideali romantici capaci
e culturale che Bonaparte ebbe di fomentare il sogno di realizzare
sulla società europea del suo tempo i propri desideri e le proprie imprese.
e sulle tante generazioni affascinate È nei ricordi passati di Napoleone
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dalle sue gesta e dal suo destino. che il giovane legge un nuovo futuro.
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3 4
A
lla fine dell’au- Félix Caignart de Saulcy, era
tunno 1860, il responsabile della pianifi-
PA R I G I
gli operai che cazione degli scavi, e il segre-
lavoravano F R A NC IA tario, Alexandre Bertrand,
al drenaggio Alesia archeologo della Scuola Fran-
di alcuni campi ai piedi del cese di Atene, era incaricato
monte Auxois nella Bor- di seguirli da vicino.
gogna (dipartimento della Appena qualche settimana
MAR
Côte d’Or), vicino al picco- MEDITERRANEO dopo l’inizio degli scavi, Na-
lo villaggio di Alise-Sain- poleone III visitò il sito. Dopo
te-Reine, trovarono casual- ma non aveva importanza. In aver passeggiato per tutto il
mente un deposito di armi quegli anni la Francia prova- recinto dissotterrò una spada
VEDUTA AEREA
e asce di bronzo. Quando la va un grande interesse per lasciata in precedenza in situ e dell’oppidum di Alise.
notizia si diffuse, gli esperti il suo passato galloromano. poi, con il suo seguito, rivisse Oggi è un parco
GEORG GERSTER / AGE FOTOSTOCK
pensarono che i resti corri- Nel 1857, Napoleone III aveva le vicissitudini dell’assedio archeologico e i resti
spondessero a un episodio creato la commissione della di Cesare da un punto ele- che si possono visitare
fondamentale della storia di Carte des Gaules, con l’o- vato del monte Auxois, dove nel sito sono
di epoca romana.
Francia: la battaglia di Alesia biettivo di realizzare mappe nell’agosto del 1865 venne
(52 a.C.), nella quale le legioni e dizionari archeologici che eretta una statua colossale
di Giulio Cesare sconfissero dovevano servirgli da base di Vercingetorige, opera di
i Galli di Vercingetorige e per la stesura della sua mo- Aimé Millet, che possiamo
completarono così la con- numentale Storia di Giulio vedere ancora oggi. lonnello di artiglieria Eugène
quista della Gallia. Cesare (1865-1866). Stoffel, la direzione degli
In realtà, le ar- Fu proprio questa com- La direzione dei lavori scavi, che si protrassero
mi in questio- missione a incaricarsi degli Napoleone aveva un tale con efficienza militare fi-
ne erano di scavi ad Alise, iniziati il 20 interesse per Alesia che nel no al 1865. La responsabi-
mille anni aprile 1861. Il presidente della settembre del 1862 affidò a lità del lavoro sul campo
più antiche, commissione, l’ingegnere un delegato personale, il co- fu affidata a Paul Millot,
STOK
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Un ritrovamento Gli archeologi situano Gli archeologi trovano Una nuova campagna
J. CHR
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3.
1.
xois: «Negli scavi realizzati notevole quantità di ossa di bello gallico di Cesare portò con tutto il rigore dell’arche-
attualmente nel territorio cavallo. I fossati erano pieni diversi studiosi a suggerire ologia moderna, diedero altri
di Alise sono state scoperte di finimenti, armi, armature, altre località, spesso per pu- risultati: ad Alaise erano sta-
nel fossato di circonvallazio- elmi, giavellotti, eccetera, ol- ro spirito di campanilismo: ti rinvenuti soltanto i resti di
ne diverse armi e una cop- tre che di numerose monete Izernore (Ain), Novalaise un’occupazione medievale,
pa d’argento con anse, della romane e galle». (Savoya), Aluze (Chalôns- e i “fossati di Cesare” erano
capacità di mezzo litro». La sur-Saône). semplici tratti naturali pro-
coppa fu portata all’impera- Disputa di campanile Nel 1855, un architetto di pri del terreno calcareo della
tore affinché avesse il piacere Questi ritrovamenti ebbero nome Alphonse Delacroix regione.
di ripulirla con le sue mani. luogo mentre si sviluppava aveva annunciato davanti a Attualmente, l’identifica-
Venne localizzato anche il una specie di seconda batta- un’accademia di eruditi del zione di Alesia con il monte
punto esatto in cui l’eserci- glia di Alesia,una disputa ac- la Franca Contea una nuova Auxois è abbastanza sicura,
to gallo giunto a soccorso di cademica che sarebbe durata localizzazione: Alaise, nel anche se non se ne ha una
Vercingetorige aveva cercato quasi un secolo a proposito Giura, a 25 chilometri da Be- certezza assoluta.
di rompere le linee romane, della localizzazione esatta sançon, dove nel 1861 furono
JORDI CORTADELLA
come riferisce Pernet nelle della città dei galli assediata eseguiti sondaggi archeo- UNIVERSITÀ AUTONOMA DI BARCELLONA
sue memorie: «Quanto più da Giulio Cesare. logici che presumibilmen-
ci avvicinavamo al campo di Anche se si era sempre so- te portarono allo scoperto i
Le guerre in Gallia-De Bello
battaglia, più erano numerosi tenuto che l’ubicazione cor- “fossati di Cesare”. Gallico
Gaio Giulio Cesare. Mondadori,
i nostri ritrovamenti, in par- rispondesse ad Alise-Sain- Tuttavia, i nuovi scavi Milano, 1992.
ticolare teschi umani e una te-Reine, la lettura del De condotti tra il 1952 e il 1954,
L «feroce» e «terribile», la
storia lo considera un
tiranno e lo stesso Dante Ali-
vaggia, Ezzelino ha un’imma-
gine storica che Giorgio Crac-
co – studioso di storia che ha
lude a Ezzelino come alla
«facella che fece a la contrada
un grande assalto», presen-
ghieri, ne La Divina Commedia, insegnato nelle Università di tandolo tuttavia non come
lo colloca all’Inferno, tra i vio- Padova, Torino e Berkeley – un brutale e spietato tiranno,
lenti. Di lui, nel Canto XII si approfondisce in un intrigan- ma come un giustiziere vo-
legge «E quella fronte c’ha ’l te volume. Intento dell’auto- tato a sradicare il male dalla
pel così nero, è Azzolino». È re è quello di superare il tra- sua terra. Ma se il ripensa-
di Ezzelino III da Romano di dizionale e sommario giudi- mento di Dante si inserisce
cui parliamo, signore della zio su Ezzelino, per offrirne in una personale esigenza di
Giorgio Cracco Terraferma Veneta e condot- un ritratto puntualmente difesa di Cangrande della Sca-
IL GRANDE ASSALTO tiero medievale vissuto tra il storico. La storiografia non è la, allora suo protettore e ac-
Marsilio, 1194 e il 1259. Ghibellino, sco- certo nuova a questi cambi cusato di essere un nuovo
2016, municato da Alessandro IV “di prospettiva”, ma quel che Ezzelino, quello dell’autore
256 pp., 17 ¤ per efferatezze ed eresia, al- colpisce è che Cracco non è risponde a una pura ricerca
leato di Federico II di cui sposò stato il primo a dare di Ezze- di verità storica. (A. Gangi)
SAGGI
LA MINIERA ASSASSINA
DEI “MACARONI” ITALIANI
STORICO DELLE MIGRAZIONI all’Università di Ginevra,
Toni Ricciardi dedica il suo ultimo libro all’evento
che sessant’anni fa vide la morte di 262 lavoratori,
tra cui 163 italiani, nella miniera belga di Marcinelle.
Catastrofe umanitaria e, per noi, simbolo della lunga
e dolorosa epopea dei nostri emigranti, la strage
di Marcinelle viene rivisitata alla luce di numerose
acquisizioni documentali inedite, e collocata INDIOS, CINESI, FALSARI ROMA BRUCIA!
Giuseppe Marcocci Bruno Cantamessa
nell’imponente sistema politico-economico di Editori Laterza, 2016, Città Nuova, 2016,
esportazione di manodopera di quei tempi, che 226 pp., 20 ¤ 144 pp., 12 ¤
ebbe l’Italia tra le nazioni
“fornitrici” di esseri umani GRAZIE alle conquiste geogra- È IL 64 e Roma viene devasta-
in cambio di carbone. Sono fiche dell’epoca, nel Cinque- ta da uno storico incendio.
pagine da meditare, oggi cento l’Europa per la prima Delle distruzioni fu testimone
che la cronaca di migrazioni volta scopre popoli la cui il console Lucio Verginio Rufo
altrettanto drammatiche ci esistenza ignorava. Un volu- che, grazie al suo “racconto”,
vede dall’altra parte. (G.R.) me che racconta un viaggio permette al lettore di rivivere
Toni Ricciardi grande quanto il mondo in quell’evento come se a Roma
MARCINELLE, 1956 un Rinascimento diviso tra la si trovasse davvero. I fatti sto-
Quando la vita valeva meno
del carbone scoperta del nuovo e la risco- rici, fedelmente ricostruiti,
Donzzelli, 2016, 176 pp., 24 ¤ perta dell’antico, in quella che sono presentati in un’avvin-
fu la prima “globalizzazione”. cente narrazione romanzata.
S coli da quando Ludovi- sizione anche il famoso oli- che lo stesso Galilei disse
GALLERIA DEGLI UFFIZI, FIRENZE / SU CONCESSIONE DEL MIBACT / STUDIO ESSECI
co Ariosto diede alle fante di Ronaldo che, secon- «Quando entro nel Furioso,
stampe la prima edizione do la leggenda, suonò alla veggo aprirsi una tribuna, una
dell’Orlando furioso e il cin- battaglia di Roncisvalle – pro- galleria regia, ornata di cento
quecentenario viene celebra- venienti dai maggiori musei statue antiche de’più celebri
to con una mostra unica nel italiani e stranieri, evocano scultori», il Furioso a distan-
suo genere. Il 24 settembre si un mondo di cavalieri e pala- za di secoli continua ad affa-
apre infatti a Ferrara, nella dini, di tornei e battaglie ca- scinare e incantare. (A.G.)
città estense in cui l’opera si paci di trasportare il visita-
formò, un’esposizione che del tore nel mondo immaginato Orlando Furioso 500 anni
capolavoro ariostesco indaga dall’Ariosto, quello intriso di Cosa vedeva Ariosto quando
la nascita e l’ispirazione tra- cultura cavalleresca che di- chiudeva gli occhi
LUOGO Palazzo dei Diamanti,
mite una raccolta di capola- viene poi capolavoro del Ri- corso Ercole I d’Este 21, Ferrara
RITRATTO DI GUERRIERO vori che ricostruiscono l’im- nascimento. In mostra opere TELEFONO 0532 244949
WEB www.palazzodiamanti.it.
CON SCUDIERO DETTO maginario dell’autore. Dipin- di Paolo Uccello e Mantegna, DATE Fino all’8 gennaio 2017
“IL GATTAMELATA”, Giorgione. ti, sculture, arazzi, armi e di Andrea della Robbia e Leo-
ARTE PAESAGGISTICA
Il giardino tra
natura e artificio
ella storia amato, ri- colo, ma anche l’immaginario
N cercato e modellato, il
giardino che nasce dal-
la natura e che all’azione del-
che a essi si accompagnava.
Si potranno così ammirare
tavole raffiguranti eleganti
la natura è sottoposto, è una parterre, fontane e perdute
creazione che solo l’uomo ha orangeries. Una sezione pre-
saputo eternare con l’arte. Ed senta poi i giardini con un’ar-
è per celebrare la riapertura al te decisamente contempora-
pubblico del Museo del Pae- nea, il filmato: due arti acco-
saggio di Verbania che nella state quindi per celebrarne
splendida cornice di Villa una terza che è stata specchio
Giulia di Pallanza è stata al- di umane fantasie. (A.G.)
lestita una mostra che celebra
proprio il giardino. Affaccia- Immaginare il giardino
ta sul lago Maggiore, la resi- LUOGO Villa Giulia,
denza ospita un’esposizione Corso Zanitello,
Verbania Pallanza (VCO)
che raccoglie 140 incisioni TELEFONO 0323 556621
TAVOLA INCISA tratta
provenienti da collezioni pri- WEB www.museodel- dall’opera Elenco dei nuovi
paesaggio.it giardini alla moda, 1776-1789,
vate che raffigurano non solo DATE Fino al 2 ottobre 2016 Georges-Louis Le Rouge.
i giardini dal XVII al XIX se-
Parigi
3 TRUJILLO
Estremadura, Spagna; Capo di Ponte
www.spain.info
I percorsi
Nella città natale di Trujillo
Francisco Pizarro per
scoprire tutto il fascino
e la storia di una terra che,
prima ancora di essere
culla di conquistadores,
di Storica
Palermo
è stata terra di conquista.
4 ARC DE TRIOMPHE
Dove e come visitare Place Charles de Gaulle,
Parigi, Francia; www.
i luoghi storici e i musei arcdetriompheparis.com
Con 50 m di altezza,
legati ai servizi e ai 45 di larghezza e 22 di
personaggi di questo profondità, l’arco di trionfo
napoleonico è divenuto
numero di Storica un monumento simbolo
della capitale parigina.
astronomico di Su Song,
risalente all’XI secolo,
ne è una testimonianza.o