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19 luglio 2013 numero 29
La fne di unincubo
Il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del fascismo decretava la
caduta di Mussolini. Ma per lItalia, dopo lillusione del ritorno
alla libert, cominciava la stagione della guerra civile
70 anni fa
di Mirella Serri, Antonio Ferrari, Enrico Mannucci e Francesca Pini
Lintervista. PippoCivati:
QuestoPdfa piangere, non
vede la primavera italiana
per paura di dover cambiare
di Vittorio Zincone
Eccellenze. Nella fabbrica
leader dove nasconoi
tacchi delle star. Etutto
rigorosamente romagnolo
di Salvatore Giannella
Terre del mito
InMartinica conJosephine
de Beauharnais, tra i colori
che ispiraronoGauguin
di Ambrogio Borsani
Contenuti/
N29 19 luglio 2013
9 / Italians
di Beppe Severgnini
10 / Cavalli di razza
di Gian Antonio Stella
12 / Malintesi
di Aldo Grasso
12 / Check-Point Elle
di Ellekappa
14 / Flash News
di Maria Luisa Agnese
16 / Ache Prezzo
di Danilo Taino
17 / Italia s, Italia no
di Aldo Cazzullo
18 / Consegna Pacchi
di Antonio DOrrico
18 / Parole ritrovate
di Alessandro Masi
19 / Contromano
di Antonio Ferrari
19 / Una scena,
unimmagine appena
di Roberto Burchielli
20 / Blowin In The Web
di Roberto Cotroneo
21 / Storie (di) note
di Umberto Broccoli
22 / Posta non richiesta
di Luca Bottura
24 / DAmore e di Altri Disastri
di Maria Laura Rodot
62
ViaggioinMartinica
Opinioni
Setteinedicolatutti i giorni
Sette del Corriere della Sera sempre
con voi. Oltre al venerd, con il quotidiano
a 1,70 euro, si pu comprare nei giorni
successivi, sempre inabbinamento
conil Corriere, a 1,50 euro pi il prezzo del
quotidiano.
In copertina, unimmagine
Publifoto / Olycom
LA NOSTRACARTA
Questo giornale
stampato su carta
che deriva da legno
proveniente da
foreste gestite in
maniera corretta
e responsabile
secondo rigorosi
standard ambientali,
sociali ed economici.
78
Il 1960, anno
delladolcevita
Giuseppe
Civati
38
sette | 2919.07.2013 5
U
n navigato diplomatico, qualche giorno
fa, mi diceva: Da che osservo il nostro
Paese, sembra sempre che debba accadere
qualcosa di irreparabile, poi non succede
nulla. Parlava della Repubblica e, soprattutto, da
una prospettiva romana, non del periodo storico
trattato in copertina da Sette. Anche Mussolini,
per, nel luglio del 1943, prima di entrare nella
sala dove lavrebbero sfiduciato dopo ventanni di
potere, la pensava cos. E tre anni prima, nel 40,
un giornalista del Corriere della Sera pubblicava un
romanzo, ispirato al suo lavoro di cronista, che inter-
pretava magistralmente una vita vissuta nellattesa
del cambiamento destinato a non giungere mai.
Era Dino Buzzati con Il deserto dei Tartari. A questa
sensazione di immobilit percepita da potenti e
intellettuali che vivono in ambienti protetti, corri-
sponde langoscia di chi si sente in bala degli eventi
e teme limboscata che si cela dietro langolo: quel
latente pessimismo che si coglie oggi per le strade
delle nostre citt. Non so chi abbia ragione, ma so
come vorrei che fosse. Vorrei che riprendessimo a
sperare, che tornassimo a immaginare un futuro,
che non limitassimo la nostra prospettiva allaspetto
economico, che pure importante, soprattutto per
chi vive a livello di sussistenza. Mi viene in mente la
battuta di quella donna di mondo che si augurava di
piangere su una Cadillac piuttosto che su unutilita-
ria. Vorrei che non si dovesse piangere, soprattutto
per la mancanza di cose di cui si pu fare tranquilla-
mente a meno. Vorrei, inoltre, che quel diplomatico,
di cui accennavo allinizio, non avesse ragione, e che
questa benedetta macchina del cambiamento di cui
tutti parlano e che tutti invocano riuscisse a mettersi
in moto e a far mangiare polvere a chi sta seduto,
senza dignit, sui propri privilegi: soprattutto la
struttura burocratica, che non si prende respon-
sabilit, rimane immobile, nascosta dietro a riti e
procedure, per lucrare posizioni di rendita. Tutto ci
non possibile? Sono un ingenuo che non tiene in
debita considerazione i vincoli, le complessit, le vi-
schiosit della politica? Scrivo per facile populismo?
Bah, qualche mese fa potevamo cavarcela cos, senza
impegno n esempi da emulare. Poi qualcosa cam-
biato: chi di voi nel febbraio scorso avrebbe puntato
un centesimo sulla possibilit di cambiamento in
Vaticano? Facile dire che, in fondo, uno staterello,
per di pi una monarchia assoluta dove basta volere
per poter fare. Quattro mesi fa tutti sostenevamo che
la Curia, istituzione vecchia non di secoli ma di mil-
lenni, era immutabile. In cento giorni, invece, papa
Francesco ha ribaltato la Storia. Quel bonaccione
dalleloquio semplice e banale, destinato alle fauci di
volpi dal manto rosso o porpora, come un implaca-
bile maestro di scacchi, mossa dopo mossa, sta per
pronunciare la frase fatidica contro i conservatori
del peggio: scacco matto. E noi perch stiamo solo a
guardare?
pvercesi@corriere.it
rIProDUzIoNE rISErvATA
edItOrIale
Eppur ci si pu muovere
di Pier luigi Vercesi
Contenuti /
N29 19 luglio 2013
26
La lunga notte del 25luglio 1943,
quando gli italiani sognarono
lalibert e si risvegliarono in una
guerra civile
di Mirella Serri
30 / La verit di Dino Grandi
Non fu un complotto
di Enrico Mannucci
33 / Villa Olga, il consolato
che salv la vita agli ebrei
di Antonio Ferrari
34 / Unartista turca racconta
il duro lavoro degli ebrei al porto
di Francesca Pini
38 / Civati: Questo Pd mi fa
piangere. Non si accorto della
nostra primavera araba
di Vittorio Zincone
40 / Uomini che corrono
sui tacchi (e vincono)
di Salvatore Giannella
44 / Per fare uno sceneggiatore
ci vogliono due teste
di Ranieri Polese
46 / Dopo Phelps, voglio
battere Bolt. Acalcio
di Roberto Perrone
48 / Un inedito Solenicyn
nel racconto della moglie
di Armando Torno
50 / Re del brivido
ma con un cuore doro.
Piange se muore un serpente
di Elisabetta Rosaspina
54 / LAmerica che trovi
di Massimo Gaggi
55 / Latinos
di Rocco Cotroneo
56 / MediOrienti
di Stefano M. Torelli
57 / AfrAsia
di Edoardo Vigna
58 / Europa
di Donatella Bogo
59 / Parola Chiave
di Giorgio DellArti
60 / Il tempo delle Donne
di Marta Serafni
61 / Le nuove imperfezioni
di una mamma normale
di Stefania Ulivi
62 / I viaggi del mito/2
Martinica: con Josphine
in un quadro di Gauguin
di Ambrogio Borsani
70 / La Farmacia dei frati
fa proseliti nel mondo
di Enrico Mannucci
73 / LEdicola del Corriere
di Peppe Aquaro
129 Lettere al Direttore
la nostra mail lettereasette@rcs.it
Attualit
Piaceri&Saperi
SetteTv
93 / Cover
di Lorenzo Vigan
94 / Tempo al tempo
a cura di Manuela Croci
96 / Viaggio
di Ilaria Simeone
98 / Arte e Oltre
di Francesca Pini
100 / Libri
di Antonio DOrrico
102 / Saggistica
di Diego Gabutti
103 / PassatoPresente
di Lucrezia DellArti
104 / Cibo e Oltre
di Camilla Baresani
104 / I Vini della Settimana
di Daniele Cernilli
105 / Botteghe
di Marisa Fumagalli
106 / BenEssere
a cura di Sara Gandolf
106 / Consigli alimentari
di Caterina e Giorgio Calabrese
107 / Dolori addio
di Dario Oscar Archetti
108 / Animalia
di Danilo Mainardi
e Paola DAmico
109 / Cocktail Martini
di Paolo Martini
110 / Estate Enigmistica
a cura di Domenica Quiz
128 / Oroscopo
di Alessandra Paleologo Oriundi
129 / Telescherno
di Stefano Disegni
Stili di vita
85 / Cover
di Magda Mutti
86 / Moda
a cura di Gianluca Bauzano
88 / Moda donna
di Elena Formenti
90 / Biglietto dinvito
di Ivan Rota
91 / Sfarfalloni
di Paolo Martini
113 / Cover
Terrore sotto la cupola di King
114 / I programmi tv
dal 20 al 26 luglio
Il canguro
sbilenco
108
Ashley
Bartner
74
70
74 / Dagli Usa con amore
ma i fornelli sono italiani
di Angela Frenda
76 / E luomo entr
nellocchio dei cicloni
di Giovanni Caprara
78 / Gli anni della speranza
(1960-seconda parte)
di Umberto Broccoli
83 / Il mio eroe
di Salvatore Giannella
83 / InVisibili
di Claudio Arrigoni
Laprofumeriadi
SantaMariaNovella
Kerry
Washington
91
SeTTe | 29 19.07.2013 6
Costruire citt
per costruire il futuro.
Le risposte Siemens aiutano le citt ad essere pi sostenibili, vivibili e competitive.
La nostra metropolitana automatica porta a casa
pi velocemente i cittadini a Torino.
A Venezia, le nostre soluzioni per gli edifici
riducono i costi energetici.
E a Milano i nostri sistemi medicali aiutano
i cittadini a condurre vite pi sane e longeve.
In tutto il pianeta, Siemens supporta le citt
nel diventare luoghi nei quali persone, business
e ambiente possano svilupparsi e prosperare.
Ogni giorno lavoriamo con il mondo per creare risposte
che durino per gli anni a venire.
siemens.com/answers
Beppe Severgnini /
Italians
Paolo Zunino PZ7@HOTMAIL.IT
P
urtroppo i pazzi, gli idioti e i
criminali ci sono sempre stati e ci
saranno sempre. Eliminarli non si
pu, Zunino: importante renderli inof-
fensivi, o almeno limitarne i danni. A certi
maniaci va levata subito la patente, prima
che ammazzino qualcuno; se sono recidivi,
vanno infitte pene memorabili. Cosa che
non accade: gente che ha ucciso dopo aver
bevuto ce la ritroviamo sulle strade. Di
sicuro un magistrato ci spiegher come
questo possibile; ma a quel magistrato,
agli avvocati e a chi fa le leggi, diciamo che
cos non dovrebbe essere, punto e basta.
Se non vogliono ascoltare unopinione su
un giornale, ascoltino la loro coscienza:
perch ha qualcosa da dirgli, sono sicuro.
LImu nonandava tolta
Caro Beppe, sembra che non ci sia
nulla di pi importante dellImu, se ne
parla ovunque. Ma ci si dimentica dei
pi deboli: quelli che una casa non ce
lhanno, quelli che sono in afftto. Certo
la casa non mica loro, lImu la paga
il proprietario: ma siamo certi? Sicuri
che il proprietario non la scaricher
poi sullaffttuario? Mi sembra che non
ti sia mai espresso su questo: posso
chiederti come la pensi?
Pietro Zonca p.zonca@gmail.com
S
evergnini, la strada di-
ventata un far west! Qui
nel Milanese hanno ap-
pena ucciso una ragazzina in bici,
Beatrice; e ogni cretino, represso,
incosciente usa la guida come
sfogo delle proprie frustrazioni.
Vediamo regolarmente compor-
tamenti pazzi, suicidi, omicidi:
padri con bambini liberi sui sedili;
mezze tacche incollate al paraurti
posteriore, gesticolanti e sfana-
lanti; idioti a cavallo delle corsie;
auto in centri abitati a velocit
pazzesche; ciclisti arrapati fuori
da ogni regola. Ma come si fa?
D
iciamo che non era una priorit,
ma in Italia siamo specializzati nel
trasformare i dettagli in questioni
vitali (e viceversa). vero che ci (tar)tassano
in molti altri modi, ma resta un fatto: siamo
tra i pochissimi Paesi senza unimposta
sulla prima casa. Quindi: non era opportu-
no togliere lImu, considerato lo stato con-
valescente delle fnanze pubbliche. Meglio
trasformarla in un prelievo equilibrato a
favore dei Comuni, come accade in Gran
Bretagna. Ma era diventato un simbolo (per
il Pdl), ed era evidente che il governo di cui
fa parte non poteva esimersi.
Murgia governatore?Offelee...
Ciao Bsev, che ne pensi della possi-
bile candidatura di Michela Murgia a
governatore della Sardegna? Potrebbe
essere la ventata di maestrale che
stiamo tutti aspettando? Lo spero!
Elisabetta Melis elisabettmelis@gmail.com
N
on conosco personalmente
Michela M., ma ho letto quattro
suoi libri compreso Lincontro,
delizioso resoconto di uninfanzia a Cabras
e seguo i suoi interventi su La Nuova
Sardegna. Scrive bene, ha sempre un punto
di vista originale e appare intellettualmente
onesta; al punto che le perdono le tentazio-
ni indipendentiste, che suonano bene ma
lasciano il tempo che trovano. La Sardegna
deve infatti riscuotere i molti crediti che ha
col resto dItalia. Da sola, sarebbe condan-
nata allirrilevanza o peggio. Aggiungo: per
governare una regione, oggi, non basta es-
sere onesti. Occorrono competenze ammi-
nistrative e tempo pieno. Michela Murgia
non ha le prime; e sarebbe un peccato se
trovasse il secondo, perch non scriverebbe
pi. Offelee, fa el t mestee come si dice
in campidanese?
Si pubblica per gli altri, nonper s
Caro Beppe, come si fa a iniziare un
romanzo? da tanto che ci penso ma
la paura di non piacere mi frena. Vorrei
scrivere una storia in parte autobio-
grafca. Scriverei per me stessa pi
che altro, ma vorrei che chi leggesse
apprezzasse ci che scrivo.
Milena Casalicchio millycasa@libero.it
N
on sono un narratore, Milena,
e quindi prendi quello che ti
dico con benefcio dinventario.
Lautobiografa eterna tentazione degli
esordienti il genere pi diffcile. Mate-
ria incandescente, che va raffreddata con la
ragione e la scrittura. Il fusso scomposto
del cuore, riversato sulla pagina, piace ma-
gari allautore; ma confonde, e spesso irrita,
il lettore. Segui questa regola, che vale per
un romanzo e per un articolo: si pubblica
per gli altri, non per s.
Ai maniaci al volante va levata la patente
Non c alternativa: i pazzi, gli idioti e i criminali
che affollano le nostre strade devono essere
puniti con pene severissime. Purtroppo non cos
rIProduzIone rISerVata
www.corriere.it/italians
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Sette | 29 19.07.2013 9
GianAntonioStella /
Cavalli di razza
V
olete uscire dalla crisi? Tirate
fuori le unghie. Finte. la
ricetta di una parlamentare
regionale calabrese pidiellina,
Tilde Minasi. La quale ha presentato una
proposta di legge, numero 473/9, per
arrivare a un albo professionale degli
onicotecnici.
Voi direte che di albi professionali ce ne
sono gi una caterva: gi qualche anno fa,
mentre lUe ci invitava a disboscare la sel-
va di Ordini, la Federazione del terziario
avanzato (Fita) ne cont in lista dattesa
addirittura 209: duecentonove! Tra i quali
svettavano uno strepitoso albo degli
iman proposto da Daniela Santanch e a
seguire quelli dei risk manager (i ge-
stori del rischio aziendale), dei podolo-
gi (specialisti dei piedi) e dei pedologi
(specialisti nello studio sistematico dello
sviluppo fsico, psicologico e sociale del
fanciullo), dei venditori di fuochi artif-
ciali e dei massaggiatori shiatsu.
Ordunque, si chiesta la deputata,
perch lasciare fuori le artiste e gli artisti
dellunghia fnta? Urge un intervento,
spiega la proposta di legge: Sino alla
data odierna, questo micro ambito
professionale non ha ricevuto disciplina
alcuna dallordinamento giuridico e, nella
condizione di vuoto normativo, si fa fno
ad oggi riferimento al solo possesso del
titolo di estetista disciplinato dalla Legge
n. 1 del 4 gennaio 1990. In tale circostan-
za, tuttavia, quanti potrebbero praticare
questa professione autonomamente, poi-
ch non sono in possesso del titolo pre-
scritto dalla legge del 1990, hanno scelto
in percentuale prevalente di praticare la
professione in pieno abusivismo fssando
il luogo di lavoro nelle proprie abitazioni.
scontato palesare la penuria del rispetto
delle norme igienico-sanitarie, lutilizzo
di prodotti non in linea con le normative
e soprattutto la scarsa garanzia per luten-
za a lavoro ultimato.
MiglioraMento estetico. Ma di cosa
parliamo? Risponde larticolo 1: Lattivit
di onicotecnico consiste nellapplicazione
e decorazione di unghie artifciali. Essa
comprende ogni prestazione artistica
eseguita, a esclusivo scopo decorativo o di
miglioramento estetico, sulla superfcie
di unghie artifciali delle mani e dei piedi,
tramite lapposizione di unghie artifciali
preformate da decorare, e la successiva
lavorazione e colorazione delle stesse,
con prodotti non cosmetici quali gel,
polveri acriliche ed altri prodotti fra quelli
elencati allarticolo 9, comma 1.
Vabb, direte, il lavoro dellestetista! Eh
no! Lattivit di onicotecnico, pur essen-
do afferente alla professione dellestetista,
si distingue profondamente da questul-
tima in quanto la mera azione esplicativa
della professione non viene praticata
sulla superfcie corporea della persona,
quindi, non sussistono di fatto azioni
invasive.
Questattivit consiste in: a) limatura
dellunghia al fne di liminare il grasso
naturale dalla superfcie sulla quale si an-
dr ad eseguire la costruzione; b) elabo-
razione fnale della forma dellunghia da
decorare; c) applicazione dellelemento
artifciale previo ancoraggio con apposita
colla fotoindurente.
Sc-sc-sc-scientifco!, direbbe il Vittorio
Gassman de I soliti ignoti. Va da s che
occorre dunque, per iscrivere queste nuo-
ve fgure allalbo, una qualifca precisa di
onicotecnico. Ottenuta come? A seguito
del superamento di un esame teorico-
pratico posto al termine di un corso di
formazione professionale di qualifca-
zione, avente i requisiti di cui alla Legge
regionale n. 3 del 19 aprile 1985 (Ordina-
mento della formazione professionale in
Calabria). Corso che dovr avere una
durata pari o superiore alle 450 ore. Il su-
peramento dellesame consente limme-
diato inserimento nel mondo del lavoro.
Traduzione per chi tardo di compren-
donio: lobiettivo fnale dare vita a nuovi
corsi di formazione da 150 giorni per tre
ore! In linea con quelli, costosissimi, del
passato. Alcuni indimenticabili. Come
quelli per il Body dream massage e il
Merletto Macram.
onicotecnici ditalia unitevi
Una parlamentare propone unalboprofessionale
dei lavoratori dellunghia fnta. Da aggiungere a quelli inlista
dattesa: degli iman, dei riskmanager, dei pedologi...
riproduzione riservata
Tutti a scuola
Lobiettivo fnale dellalbo degli onicotecnici
dare vita a costosissimi corsi di formazione
di 450 ore come quelli per il Body dream
massage o per il Merletto Macram.
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SeTTe | 29 19.07.2013 10
AldoGrasso /
Malintesi

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na maldicenza nata da
un episodio sfortunato,
il crollo di un telone
che copriva un palco
dove era prevista una sua esibizione, e
rafforzata dal tragico incidente dauto
in cui persero la vita due musicisti della
sua band. bastato questo e poco altro
per condannare Mia Martini a una vita
diffcile, terminata prematuramente
nel 1995 e segnata dalle dicerie che la
costringevano persino a non pronuncia-
re il suo nome. Da questo il titolo della
biografa di Aldo Nove, edita da Skira,
Mi chiamo. Dal libro di Nove stato
tratto uno spettacolo teatrale che ha
debutto nei giorni scorsi, al Teatro La
Cucina di Milano, per linterpretazione di
Erika Urban.
Grande sensibilit. Di maldicenza si
pu morire. Forse Mia Martini ha pagato
con la vita laggressivit spietata cui a
lungo stata sottoposta la sua nomea:
dicevano portasse iella. E Aldo Nove ha
scritto un libro di grande sensibilit,
con un gesto che gli fa onore e inchioda
alla propria miseria morale tutti quelli
gli epiteti di il professore o il noto
anglista.
Come scrive Alessandro Manzoni, la
peste della maldicenza che rende
peggiore chi parla e chi ascolta, e per
lo pi anche chi n loggetto. Il rito
persecutorio della maldicenza sempre
lo stesso: un misto di violenza e magia,
un veleno iniettato per privare laccusato
di ogni difesa con una crudezza pari alla
persecuzione razziale.
di maldicenza si pu morire
Uno spettacolo teatrale ripercorre la parabola
umana di Mia Martini che pag con la vita
laggressivit spietata cui a lungo fu sottoposta
Una donna tormentata
La cantautrice Domenica Rita Adriana Bert,
in arte Mia Martini (1947-1995).
Check-Point elle
che hanno perseguitato la povera Mim.
Mi ricordo bene quel maggio del 1995.
Me lo ricordo anche perch il Corriere
mi chiese di scrivere un pezzo su quella
maldicenza che le aveva reso impossi-
bile la vita: Condannare una persona
alla fama di menagramo gesto di rara
spietatezza perch non concede alla
vittima un solo appiglio per difendersi:
alla ferocia dei mormorii non c difesa,
allignobile pettegolezzo non c argine.
davvero uno spettacolo di grande
incivilt vedere persone che al passaggio
dello sfortunato si fccano una mano
in tasca, si alterano in viso, allungano
lindice e il mignolo, afferrano chiavi,
gobbetti, corni. E non stupisce nemme-
no che a questo barbarico rito i mondi
pi sensibili siano quelli dello spetta-
colo e della cultura. Uno dei nostri pi
grandi eruditi, Mario Praz, stato per
anni sottoposto a un linciaggio brutale.
Scriveva libri fondamentali, dispensava
la sua prodigiosa attivit critica eppure
di lui si diceva che portasse male. Anco-
ra oggi insospettabili studiosi, brillanti
commentatori, acuti saggisti quando lo
devono nominare si riferiscono a lui con
riproduzione riservata
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agrasso@rcs.it
sette | 29 19.07.2013 12
Flash News /
a cura di Maria Luisa Agnese
Il santopeccatore. Impenitente Brunetta:
lavevamo lasciato due numeri fa mentre tenta-
va di slacciare un bottoncino galeotto alla Gel-
mini e ce lo ritroviamo a palpeggiare la bionda
chioma di Laura Ravetto. Niente retropensieri,
ovviamente una benedizione papale.
Lagrandespalatrice.
Dopo aver contribuito a
far passare a miglior vita
leconomia di mezza Eu-
ropa, a chi star scavando
la fossa la dama di ferro
Angela Merkel? Edward
Snowden, talpa del
Datagate, le avrebbe
chiesto asilo politico.
Fossimo in lui, ci pense-
remmo due volte.
Lapparenzainganna. Non lasciatevi
fuorviare dallarietta da Rain Man. Matteo-
sono giovane (e furbetto)-Renzi sta aff-
lando gli incisivi da castoro per rosicchiare
la poltrona pi bella del reame. Caro Letta,
attento, si procuri uno scranno dacciaio.
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Donneallattacco
ebambinacci
Spala, spala, Angela, spala. Cosa non fa
e cosa non sopporta la Cancelliera, qui
in una delle sue giacchettine che per-
corrono tutto larco dellarcobaleno,
per tenere a bada la diffcile Europa.
E problemi e riottosit dallItalia non
mancano, a cominciare da quel gril-
lotto che sembra farle una piccola lin-
guaccia. E continuando con il bambi-
naccio Matteo Renzi che si produce in
un sorrisetto alla Fonzie, o con Renato
Brunetta che, smessi per un secondo i
panni del falcotto sempre pronto alla
pugna, impone le mani, pardon la
mano, con sorriso beato e condiscen-
dente, sul capino della devota Laura
Ravetto. E seduto su quello scranno fa
pure la sua fgura.
Va allattacco anche in spiaggia la pi-
tonessa felix Daniela Santanch (quel
soprannome feroce a lei va benissi-
mo). Mena fendenti a destra e a manca,
avanzando indomita con ampia falcata
in ogni mare e in ogni luogo, ma questa
volta si trovata contro lala ragionan-
te e governativa delle colombe del Pdl.
con noi da poco e non rappresenta
la maggioranza del partito, lha attac-
cata proprio su Sette Beatrice Lorenzin
(ministro della Salute) e Nunzia De
Girolamo (Politiche Agricole) ha affon-
dato la lama: In cosa siamo diverse?
Nellet. Chiss che effetto han fatto
le loro parole a Santanch, paladina
(da destra) della solidariet fra donne.
sette | 2919.07.2013 14
@maragnese
Disillusioni/2. Durante la campagna elettorale da
candidato sindaco aveva sentenziato: Roma vita.
passato un mese e un solitario Ignazio Marino,
raggiunto lobiettivo, alza gli occhi al cielo tra la noia e
la stanchezza. Se questa vita
...al gatto. Con la condanna di Berlusconi, i suoi
lacch in Parlamento e i fedeli alleati del Pdmenoelle
scomparirebbero come neve al sole dagosto,
tuona Beppe Grillo ed estrae una linguetta golosa.
Che sia lui il Gatto Silvestro della Santanch?
Disillusioni/1. Maurizio Lupi talmen-
te compiaciuto della sua idea, sconto
del 30 per cento a chi paga subito le
multe, da assumere le sembianze di
Jolly Joker. Peccato, ministro, che da noi
le multe non le paghi nessuno.
Attenta... Subito
la riforma della
giustizia, grida
Daniela Santanch.
Dopo laffaire della
sentenza Berlusconi,
s messa immedia-
tamente alla guida
dei falchi del Pdl. Ma
qui, per un giorno
di tregua al mare, si
traveste da canarino
Titti. Chi sar il suo
Gatto Silvestro?
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sette | 2919.07.2013 15
DaniloTaino /
A che Prezzo
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na proposta contro la su-
perstizione fnanziaria: non
parliamo pi di speculatori e
di speculazione contro lItalia
se non abbiamo nomi e cognomi con i
quali indicarli. Faremo il bene del Paese.
Esiste chi specula sui mercati fnanziari:
come esiste chi cerca di fare proftti da
praticamente tutte le attivit umane. Di
base, se rispetta le leggi e le regole scritte
dalle autorit c poco da dire: un pezzo
del mercato e piuttosto spesso utile, in
quanto nello scommettere su una forza o
contro una debolezza crea informazioni
utili agli altri investitori, ai governi, alle
banche centrali, alle opinioni pubbliche.
Informazioni che spesso chi in posizio-
ni di potere preferirebbe tenere nascoste.
Cantando sotto la doCCia. Il caso pi
clamoroso di speculazione dei tempi mo-
derni quello di George Soros nel 1992
contro la sterlina: il fnanziere-flantropo
guadagn un miliardo di dollari in poche
ore e i pubblici britannico ed europeo
scoprirono che il governo di Sua Maest
non era serio nel volere mantenere la sua
valuta nel Sistema monetario europeo
(lallora Cancelliere dello Scacchiere Nor-
man Lamont disse che, dopo luscita della
sterlina dallo Sme provocata da Soros,
aveva iniziato a cantare sotto la doccia).
Fare il nome di speculatori alla Soros
oggi considerato unautorit morale
da molti governi normale. Se altri
speculatori provocano danni, a maggior
ragione se in modo fraudolento mani-
polando i mercati, ancora pi giusto
farne i nomi su giornali, televisioni, social
network. la denuncia generica di una
speculazione sempre in agguato e sempre
colpevole a essere invece una scappatoia
insignifcante e dannosa. Insignifcante
perch non dice nulla di nulla: evoca un
fantasma. Dannosa per pi di un motivo.
Fa credere che i guai italiani siano
provocati da loschi fguri in panciotto e
cilindro quando sono il risultato di scelte
nazionali disastrose. Diventa un elemento
di demagogia populista, come lapparato
giudaico-massonico dei tempi andati.
Vorrebbe sopprimere la libert di mercato
senza la quale tutta leconomia ineff-
ciente e il Paese pi povero. Condanna
lItalia a uno stato di marginalit culturale
e fattuale rispetto ai circuiti fnanziari pi
sofsticati dove si producono crescita e
innovazione.
Parlare genericamente di speculazione
insomma una mistifcazione cultura-
le, unautoassoluzione, una condanna
a scendere nella periferia del mondo.
Quindi, fuori i nomi e i fatti: altrimenti
lasciamo perdere la piccola demagogia.
speculazioni fnanziarie? Facciamo i nomi
La denuncia generica una scappatoia
insignifcante e dannosa. Quella precisa
e puntuale serve al bene del Paese
Finanziere-flantropo
Il caso pi clamoroso di speculazione
dei tempi moderni quello di Soros nel 1992.
dtaino@rcs.it
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numeri a ConFronto
uno stipendio che fa la differenza
9,5giorni
necessari a un lavoratore dipendente
italiano per guadagnare quello che il suo
a.d. guadagna in unora (calcolo medio)
3,5giorni
necessari a un lavoratore tedesco
63per cento
maschi italiani che lavorano
a un anno dal conseguimento
della laurea specialistica
55per cento
femmine
26miliardi di
mancati ricavi a causa
della pirateria informatica
e del fle sharing in Europa
492mila
posti di lavoro perduti (stima)
Fonti: The Economist, AlmaLaurea, Tera Consultans
seTTe | 29 19.07.2013 16
AldoCazzullo /
Italia s, Italia no
S, ma
Non era
diffcile
prevedere
che Francesco sarebbe stato un Papa dolce
e insieme duro, esigente. Conservatore in
dottrina, scontenter la sinistra. Rivolu-
zionario nellapproccio con i simboli e
con il potere, ha gi scontentato la destra.
Cera bisogno di un Papa che non arrivasse
in Mercedes scortato da porporati in
Mercedes, che non assistesse ai concerti
assiso sul trono circondato da cortigiani,
che riavvicinasse la Chiesa al suo popolo.
La scelta di cominciare da Lampedusa il
lungo viaggio nel mondo dirompente.
Ci mette di fronte al nostro cinismo. Fran-
cesco ha ragione: i morti di Lampedusa
non fanno pi notizia, e per rendercene
conto non occorre telefonare a qualche
poveraccio leghista in cerca di visibilit,
basta interpellare le nostre coscienze. La
tragedia dei poveri che bussano alla porta
della nostra ricchezza non inferiore
alla commedia di noi che abbiamo casa,
riscaldamento, macchina e telefonino e
piangiamo miseria. Insomma questo Papa
mi piace moltissimo, anzi sempre di pi.
Proprio per questo, mi sento libero di fare
alcune considerazioni.
Non condivido le critiche al suo viaggio
a Lampedusa, n quelle miserabili, tipo
pensi piuttosto ai poveri italiani, n
quelle argomentate. Ma criticare un Papa
non lesa maest. In una societ libera e
democratica non esistono autorit al di
sopra della pubblica opinione, e quindi
non esposte a critica. Nella gerarchia eccle-
siastica il Pontefce sovrano assoluto, ma
nella vita pubblica pu essere elogiato o
criticato.
Per quanto riguarda Lampedusa, il Papa
fa bene a piangere i morti e a scuoterci.
Allo stesso modo, nel suo campo, Mimmo
Paladino ha fatto bene a scolpire la porta
dEuropa. Ma va detto con altrettanta forza
che il divario tra Nord e Sud del mondo
non si colma salendo su un barcone, met-
tendo la propria vita e quella dei propri
cari nelle mani degli scafsti, cio di abietti
mercanti di carne umana, e affdandosi ai
capricci del caso e ai cavilli del diritto, per
cui approdare in un lembo di terra vicino
alle coste africane d diritto allingresso
nel mondo che va dalla Sicilia al Polo
Nord. Un mondo che certo infnitamente
pi ricco dei deserti africani da cui ven-
gono molti immigrati, ma che in questo
momento non ha bisogno di manodopera
(anzi ha un eccesso di manodopera), e che
spesso destna i disperati di Lampedusa al
ruolo di manovali della malavita o del lavo-
ro nero. Un conto sono la carit e lamore,
un altro la legge e la dignit. I lampedu-
sani gi riescono a parlare entrambe le
lingue. Vediamo di riuscirci anche noi.
No
Ho letto con interesse lintervista
a Repubblica di Yoram Gutgeld,
deputato Pd e indicato come il consigliere
economico di Matteo Renzi. Accanto ad
alcune buone idee, tipo proseguire con
la privatizzazione di Enel ed Eni, Gutgeld
sprofonda nei consueti errori masochisti
della sua parte politica. Esempio: LImu
una tassa giusta. Sono daccordo con il mio
partito: esentare le fasce di reddito basse.
Ma quante volte dobbiamo ripeterlo che
le mitiche fasce di reddito basse molto
spesso non sono i poveri ma gli evasori
fscali, e le fasce di reddito alte molto
spesso non sono i ricchi ma lavoratori
dipendenti e pensionati che lavorano o
hanno lavorato molto (e spesso per giunta
votano, masochisti pure loro, per il Pd)?
Implacabile, Gutgeld inferisce: Abbat-
tiamo lIrpef per i redditi pi bassi!. Ora,
i veri poveri lIrpef gi non la pagano. Ab-
battere le aliquote basse non signifca ri-
lanciare i consumi ma allargare il paradiso
fscale in patria per gli evasori. Caro Renzi,
se questo il nuovo che avanza, se questa
la sinistra riformista che alleggerisce il
peso dello Stato e punta sul merito, allora
o Gutgeld cambia idea, o forse meglio se
lei cambia consigliere economico.
I due volti di Lampedusa
Papa Francesco fa bene a piangere i morti
e a scuotere le nostre coscienze. Ma noi facciamo
bene a fermare il traffco di esseri umani
Papa dolce edesigente
La scelta di Francesco di cominciare da Lampedusa il suo viaggio nel mondo dirompente.
riproduzione riservata
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Sette | 29 19.07.2013 17
Non fnisce qui. Un secolo dopo
la Rai gira uno sceneggiato sulle
Mie prigioni. A interpretare la
protagonista 15enne la Cinquetti
di Non ho let (per amarti)
AntonioDOrrico /
Consegna pacchi
R
inchiuso dagli austriaci nel
carcere dei Piombi a Venezia,
lo scrittore e patriota Silvio
Pellico conosce la quindicen-
ne Zanze, fglia del custode. La ragazza
confda al prigioniero di avere un amante
che la tratta male. In un primo momento,
Pellico la trova alquanto bruttina. Poi
comincia a provare un sentimento che
se non amore molto vi savvicinava. I
sintomi sono chiari. Quando Pellico sente
aprire la porta della cella il suo cuore si
mette a battere forte sperando che sia lei.
Se lei non c lui prova melanconia. Lo
riempie di felicit il gesto con cui lei, con
il fazzoletto o con il ventaglio, scaccia le
zanzare che affollano la cella. E fnisce per
trovarla cento volte pi bella di come
gli era apparsa la prima volta.
baciando la bibbia. Una sera, dopo
avergli riraccontato del suo amore infe-
lice, Zanze gli getta le braccia al collo e
gli copre il volto con le sue lacrime. Lo
fa come una fglia con il padre, senza
idee profane. Ma la scena colpisce
molto limmaginazione dello scrittore. In
unaltra occasione, lui si svincola dallab-
braccio dicendole, balbettando, che una
cosa che non va bene. Lei, per tutta rispo-
sta, lo guarda fsso in faccia, poi abbassa
gli occhi e arrossisce (fu la prima volta
che lesse nellanima mia la possibilit di
qualche debolezza a suo riguardo).
Zanze passa molte ore, la mattina e la
sera, nella cella di Pellico. Chiacchiera-
no di cose frivole poi, allimprovviso, la
ragazza prende la Bibbia, la apre, bacia
un versetto a caso e chiede allo scrittore
di tradurglielo dal latino e di ricordarsi in
seguito, quando lo rilegger, che su quel
versetto lei gli ha impresso le sue labbra.
Pellico nota che spesso quei baci cadono
sui versi del Cantico dei Cantici. Zanze
non sa il latino, non pu farlo apposta.
Per una strana coincidenza.
STilE MaTa HaRi. Poi Zanze un giorno
sparisce. La prigione, scrive Pellico, tor-
n ad essere per me una tomba. Qualche
tempo dopo un secondino instilla nello
scrittore il sospetto che Zanze fosse una
spia incaricata dalla polizia di carpirgli
lultima puntata del romanzo per lestate
La storia di Zanze, la Lolita veneziana che
consol Silvio Pellico nel carcere dei Piombi,
si chiude con un colpo di scena alla Le Carr
PaRolE RiTRovaTE
Tutto cambia,
speriamo
anche per
i migranti
Omnia migrant, scriveva il poeta Lucrezio. Tutto cambia. S,
perch il verbo latino migrare aveva anche questo tra i suoi
signifcati: cambiare. Posto, casa, vita: cambiare, a ogni
costo. Perch non se ne pu fare a meno. La recente visita del
Papa a Lampedusa unottima occasione per immaginare un
nuovo punto di vista. Per
diventare, insomma, an-
che noi un po migranti.
qualche informazione. Come fnale del
nostro romanzo per lestate (tratto da un
classico della storia patria come Le mie
prigioni di Pellico) questo sviluppo alla
Le Carr non male.
Aveva ragione Gianfranco Contini a
defnire Zanze una lolita (come scrisse
nellarticolo ripubblicato nellantologia La
critica letteraria e il Corriere della Sera
1945-1992, edito dalla Fondazione Corrie-
re)? Secondo me s e per due
suggestioni. La prima lha det-
ta Roberto Calasso ricordando
che Contini racconta dello
scrittore francese Franois-
Ren de Chateaubriand che
and a ricercare Zanze e la
trov incinta (la stessa iden-
tica scena del romanzo di Na-
bokov). La seconda suggestione me lha
fornita un lettore. La Rai gir nel 1968 un
teleromanzo sulle Mie Prigioni con Raoul
Grassilli nella parte di Pellico. Zanze era
Gigliola Cinquetti che quattro anni prima,
sedicenne, aveva trionfato a Sanremo con
la canzone Non ho let (per amarti), la
pi anti-nabokovianamente nabokoviana
delle canzoni nazionali. Ci voleva lastuzia
democristiana della vecchia Rai per
trovare una (tortuosa quanto geniale) via
italiana al lolitismo in prima serata.
riproduzione riservata
di Alessandro Masi
adorrico@corriere.it
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AntonioFerrari /
Contromano
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a rivoluzione vera, che coinvol-
ge e sconvolge il Medio Oriente
e il Nord Africa, non quella
che conosciamo e seguiamo da
anni. Le rivolte arabe non hanno ancora
i connotati di un autentico progetto rivo-
luzionario. Lunica rivoluzione compiuta
cos silenziosa che non ce ne siamo
neppure accorti. Lesplosiva crescita de-
mografca, almeno nei Paesi della sponda
Sud del Mediterraneo, si fermata. Anzi,
in qualche caso in precipitosa discesa,
avvicinandosi alle medie europee.
A sostenerlo e il professor Philip Jenkins,
docente di scienze umanistiche alla Penn-
sylvania State University, e in assoluto
uno dei maggiori studiosi delle religio-
ni. Lultimo numero di Vita e pensiero,
bimestrale di cultura e dibattiti della
Cattolica di Milano, pubblica appunto un
saggio di Jenkins sulla crisi demografca
nei Paesi della Mezzaluna. Lo studioso
sostiene che il numero-chiave 2,1, cio
il tasso di fertilit di cui ha bisogno una
societ per mantenere costante la propria
popolazione. Se il tasso scende sotto 2,1,
le popolazioni subiranno una stagnazio-
ne prima e un declino poi, e let media
crescer... Quando gli analisti guardano
allEuropa moderna, si preoccupano ap-
punto delle prospettive a lungo termine
per bassa fertilit in nazioni come lItalia
(1,39), Germania (1,41), Spagna (1,47).
chiaro che, scrive Jenkins, a questo
punto non diffcile immaginare uno
scenario nel quale i musulmani medio-
rientali supererebbero gli statici europei,
creando unEurabia islamizzata.
MutaMenti sociali. Ma ecco la sorpre-
sa, confortata da numeri che ne offrono
la dimensione clamorosa. Secondo la
ricerca, negli ultimi 30 anni, numerosi
Paesi arabi che erano soliti avere grandi
numeri di bambini, hanno iniziato a subi-
re unimpressionante trasformazione de-
mografca. Da met degli anni Settanta, il
tasso di fertilit dellAlgeria crollato da
7 a 1,75, quello della Tunisia da 6 a 2,03,
quello del Marocco da 6,5 a 2,21, quello
della Libia da 7,5 a 2,96. In sostanza oggi
il tasso dellAlgeria equivale, pi o meno,
a quello della Danimarca e della Norve-
gia; quello della Tunisia paragonabile a
quello della Francia.
Numeri su cui rifettere, che Jenkins attri-
buisce ai cambiamenti nelle aspettative e
nei comportamenti delle donne in societ
che un tempo erano molto tradizionali.
Donne sempre pi coinvolte in attivit
educative e in lavori full time, quindi
meno inclini a dedicarsi a una trib di
sette, otto fgli. comunque inevitabile
che questa mutazione produrr prima o
poi sorprendenti conseguenze politiche.
la rivoluzione islamica? si fanno meno fgli
In Algeria il tasso di fertilit crollato da 7 a 1,75,
in Tunisia da 6 a 2,03, in Marocco da 6,5 a 2,21.
Un cambiamento che avr effetti politici sorprendenti
riproduzione riservata
Medie europee
A sostenere la precipitosa discesa demografca
dellIslam Philip Jenkins, docente di scienze
umanistiche alla Pennsylvania State University.
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un uomo, un tornado e il cane intrappolato in auto
La forza della natura si scatena in un vortice che spazza via case e
persone. La macchina da presa arretra velocemente svelando un
uomo che si trascina verso la sua auto per liberare il cane rimasto
intrappolato; lanimale scappa via mettendosi in salvo. Luomo alza
la testa e vede il tornado che incombe su di lui: non ha pi tempo.
Tenta di correre, ma il piede ferito glielo impedisce, cos si blocca
di colpo, si volta e guarda davanti a s. Sembra calmo, sereno. Fa un
gesto con la mano, quasi affettuoso, come a dire di non preoccu-
parsi. suo fglio che lo sta guardando, al riparo. Gli chiede con
gli occhi di desistere dal salvarlo. Sa che potrebbe farlo, ma svele-
rebbe cos la sua vera natura. Lo sguardo del padre rivela un grande
timore: che il fglio sia vittima della paura dellumanit nelle cose
che non conosce. Alza unultima volta la mano, come per salutare,
e con una smorfa dassenso benevolo rivolge un cenno daddio al
fglio: ora ha capito il perch della sua venuta al mondo. Il volto del
ragazzo si allunga in un urlo di dolore che lo trasforma in pietra e
rimane muto, sovrastato dal fragore. Non scorder mai il sacrifcio
di questuomo che gli ha fatto da padre e che ha visto in lui, fn dai
primi passi, la grandezza.
di Roberto Burchielli una scena, uniMMagine appena
Di quale flm si tratta? la soluzione a pag. 130
aferrari@corriere.it
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RobertoCotroneo /
Blowin In The Web
C
omera Italo Calvino quando
lavorava come editor alla casa
editrice Einaudi? Il critico Gui-
do Davico Bonino lo ricorda
severo, attento. Scriveva appunti con una
calligrafa irregolare, spaziando molto
le righe, utilizzando il retro delle bozze
dei libri. E se quello che scriveva non lo
convinceva accartocciava e buttava nel
cestino. Ma quando trovava un verbo
giusto che lo appagasse era capace di
alzare il capo dalla scrivania, abbandonar-
lo allindietro e lasciar trasparire dal volto
uninfantile saziet.
Siamo nei primi Anni Sessanta, leditoria
era questo. Era un continuo scambio, un
dialogo serrato tra autori e editori. Pronti
a discutere su ogni dettaglio dei testi,
sui progetti di libri. Un campo seminato
di cose. E spesso anche il corpo, come
racconta Davico Bonino, aveva la sua
importanza. Chiss quali erano i verbi e le
parole che facevano abbandonare il capo
allindietro a Calvino.
Leditoria ancora questo. Resta un
mondo artigianale, di scambio. Pubbli-
care non un atto tecnico, non un tasto
su un computer: una consapevolezza,
il risultato di una continua mediazione
tra autore ed editore. una battaglia in
atto dove i due contendenti si combat-
tono lealmente. E dove editare un testo
una tregua armata. Un punto di arrivo
complesso.
Ma il web ha cambiato il concetto del
pubblicare. Il self-publishing sar una
rivoluzione, perch chiunque, con pochi
passaggi, potr pubblicare un libro,
metterlo in vendita su Amazon, la pi
grande libreria del mondo, e ricevere
anche i diritti. Quel lavoro editoriale che
portava alla pubblicazione, quel continuo
ripensare alle righe scritte, confrontarle,
guardarle in trasparenza come si fa con
le radiografe destinato a sparire. Quei
contatti con i propri editor mentre il
lavoro in corso, che possono cambiare
la direzione di un testo, che possono
anche far rinunciare a un progetto per
sceglierne un altro, potrebbero diventare
un ricordo lontano.
Il sorrIso dI CalvIno. Oggi si scrive,
si converte il fle con il computer, lo si
trasforma in un ebook. Non c nessuno a
contaminare il cammino dei nuovi autori.
una strada che assomiglia a certe strisce
dasfalto nei deserti degli Stati Uniti. Non
incrocerai nessunaltra macchina, non
avrai bisogno di fare il pieno, al massimo
potrai chiedere consiglio a qualcuno.
Solo che al lavoro editoriale non bastano
i consigli o i pareri. Il lavoro editoriale
una scuola di vita. il sorriso di Calvino
quando cerca la parola giusta, lentusia-
smo di Bassani quando si trova in mano
Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e
comincia a lavorare allediting. la mera-
viglia di Gian Giacomo Feltrinelli quando
mostra fero ai suoi lettori Il dottor
Zivago o Centanni di solitudine. Il lavoro
editoriale Leonardo Sciascia che legge
i racconti che uno sconosciuto Alberto
Bevilacqua gli aveva mandato. Parte, va
a Parma, e si presenta a casa sua: Me lo
trovai seduto in cucina che chiacchierava
con mia madre, ricorder Bevilacqua
con stupore.
Le strade dei deserti sono affascinanti,
suggestive, e possono emozionare. Ma
rimangono deserti, luoghi dove non
c vita. Il self-publishing permetter
di arrivare in fondo a queste strade, ma
lasciandosi dietro il nulla, il silenzio, e
nessuna percezione delle distanze e del
proprio valore. E se questo diventer il
modo pi diffuso di pubblicare si perde-
ranno gli editor, si perderanno le riunioni
editoriali, le virgole corrette, le parole che
non vanno, la caccia allerrore nel testo. E
rimarr un senso di indifferente onnipo-
tenza.
Se il self-publishing si imporr, nes-
suno si preoccuper di scoprire nuovi
libri, saranno tutti impegnati a leggere e
pubblicare se stessi. Ognuno nel proprio
deserto, come fossero universi paralle-
li, sperando di uscirne, di tornare nel
mondo: in cerca di domande, di dubbi,
di una qualche luce nelle solitudini degli
scrittori del futuro.
self-publishing, editoria del deserto
Se si imporr, nessuno si preoccuper
di scoprire nuovi libri. Saranno tutti
impegnati a leggere e pubblicare se stessi
riproduzione riservata
Solitudine degli scrittori
Con il self-publishing, si perderanno
le riunioni editoriali, le virgole corrette,
la caccia allerrore. E rimarr
un senso di indifferente onnipotenza.
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Sette | 29 19.07.2013 20
E penso a te
Rumor si dimette e si apre la stagione
dei preincarichi. Nasce il governo balneare. E il lato b
di un 45 giri diventa successo leggendario
1970
anno sottosopra. I Ses-
santa si chiudono con un
autunno caldo e un dicembre infernale
nello schianto di Piazza Fontana a Mila-
no. Dal cambio di decennio ci si aspetta
novit. Ma la storia non un telecoman-
do per scegliere il programma migliore,
per cui il cambiamento sar la grande
crisi dei Settanta. Del resto crisi signi-
fca anche cambiamento. Novit: il 28
gennaio approvata alla Camera la legge
per fnanziare le Regioni e a marzo si vota
per i consigli regionali. Ventidue anni
dopo lentrata in vigore della Costituzione
prevale fnalmente la forza della regione.
Cos come il 3 marzo arriva la novanta-
quattresima provincia italiana: Isernia,
in Molise. In quegli anni lo stupore si
misurava nel vedere al Telegiornale la si-
gla della provincia nuova tradotta in targa
automobilistica, rigorosamente quadrata,
con sfondo nero, su cui a rilievo si
leggevano le cifre arabe dipinte in bianco.
E la sera del 3 marzo faceva effetto IS
seguita da tanti 0 e dal numero 1 della
prima vettura immatricolata. sottosopra
continuo. 7 febbraio si
dimette Mariano Rumor,
presidente del Consiglio.
Ma viene reincaricato da
Giuseppe Saragat, presi-
dente della Repubblica. Si
dimetter defnitivamen-
te il 28. Allora si parla di
preincarico, una specie
di mandato esplorativo:
per capire, per sondare.
Saragat preincarica Aldo
Moro il 3 marzo, ma
Moro rinuncia il 12. Allora il 12 Saragat
preincaricher Amintore Fanfani, ma
anche Fanfani rinuncer qualche giorno
dopo, il 19 marzo. Si torna su Rumor. E
il 27 marzo nasce il III governo Rumor,
un quadripartito formato da Democra-
zia Cristiana, Partito Socialista Italiano,
Partito Socialista Unitario (era il Psu
rinato unitario nel 1969, da una
scissione) e Partito Repubblica-
no Italiano. Il governo Rumor
dura poco pi di quattro mesi: si
dimette il 6 luglio del 1970. Per
certi aspetti, sembra leggere di
un altro mondo. Per certi altri
sembra un mondo analogo al
mondo di sempre: con gli stessi
partiti a fare e disfare formule,
ritenute vecchie e nuove secondo
le circostanze. Luglio, col bene
che ti voglio vedrai non fnir /
luglio mha fatto una promessa
lamore porter / Anche tu, in
riva al mare, tempo fa, amore
amore / mi dicevi luglio ci por-
ter fortuna, poi non tho vista pi / Vieni
da me c tanto sole, ma ho tanto freddo
al cuore / se tu non sei con me: cantava
cos Riccardo Del Turco, due anni prima,
nel 1968, vincendo il Disco per lEstate.
Nel luglio del 1970 lItalia senza governo
e si avvia a unaltra formula ancora, que-
sta largamente superata: il governo bal-
neare, in carica nel periodo delle vacanze,
per permettere ai partiti
di prendere tempo e
tornare a discutere a set-
tembre su quale governo
far vivere. Il governo
balneare invenzione
di quegli anni la vera
vacanza di governo. E il
23 luglio del 1970 sar
Giulio Andreotti a rinun-
ciare, dopo essere stato
(pre)incaricato l11 del
mese: su di lui c il via
libera del Psi, ma c il veto del Psu. Tra
preincarichi, incarichi, dimissioni e veti
vari si arriva ad agosto e sar Emilio Co-
lombo a formare il governo, il 6 del mese,
in tempo per giurare e veder partire tutti:
dalla vacanza di governo alla vacanza del
governo. Incertezza diffusa in quel 1970:
ovunque.
IncErtEzza sovrana. Gi pubblicando
Anna Battisti e Mogol ci avevano confuso
le idee: Anna era il lato a di Emozioni. Ma
in quellanno di incertezza sovrana, non
bastava quel sottosopra. Eccone un altro:
sempre loro due affdano a Bruno Lauzi
Mary, oh Mary, triste, malinconica, quasi
un fado. Una storia damore in controco-
ro. Non ha un gran successo, anche se
piacevole. Sul retro del 45 giri, E penso a
te. Altro lato b, ed leggenda. Leggenda
su come nasce: pare in pochi minuti,
durante un viaggio in automobile da Mi-
lano a Como. Lucio canticchia la melodia
senza parole e Giulio Rapetti Mogol si so-
vrappone: Io lavoro e penso a te / torno
a casa e penso a te / le telefono e intanto
penso a te . Un pensiero ossessivo di lei.
E quando lei manca, sei autorizzato a te-
lefonare a unaltra. Ma quando lei nella
testa, laltra non conta. E il tradimento
diventa tradimento mancato, pi prosai-
camente cilecca. Scusa tardi e penso
a te / ti accompagno e penso a te / non
son stato divertente e penso a te / sono
al buio e penso a te / chiudo gli occhi e
penso a te / io non dormo e penso a te.
Segue quel na na na na nanana potente,
ossessivo e indimenticabile. Anchesso
simbolo ripetitivo dellincertezza.
UmbertoBroccoli /
Storie (di) note
Il poeta cantautore
Bruno Lauzi (1937-2006)
nel 1970.
Un pensiero
ossessivo di lei.
E quando lei manca,
sei autorizzato
a telefonare a
unaltra. Ma quando
lei nella testa,
laltra non conta
riproduzione riservata
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sette | 29 19.07.2013 21
Luca Bottura /
Posta non richiesta
C
iao Bottura. Sto per andare in
vacanza una settimana ma
sono stato costretto a scegliere
uno stabilimento affollatissimo a Cese-
natico. Hai qualche consiglio su come
fare il vuoto intorno a me in spiaggia?
Giorgio Figlienrico, Vipiteno
Caro Giorgio, purtroppo non esiste un
sistema unico. Ma posso rivelarti il mio.
Arrivo in spiaggia, apro lombrellone, mi
sistemo sul lettino, e poi urlo la frase Sta
arrivando Franceschini!. In men che non
si dica la battigia si svuota, ma prima che
ci accada mi vengono quasi sempre lan-
ciate delle monetine che user in seguito
per giocare a calciobalilla con gli amici.
Buona vacanza!
C
iao Luca! La mia famiglia ti segue
sempre ma hanno incaricato me di
inviarti questa lettera perch sono luni-
co che sa scrivere. Stiamo per andare in
vacanza e pensavamo di affdarci a uno
di quei siti in cui le recensioni degli alber-
ghi le scrivono i turisti. Li consigli? Come
funzionano esattamente?
Agnese Possanza, Gemona
Cara Agnese, ti ringrazio per la domanda
perch mi permette di confessare una
mia passione: io sono un totale fanati-
co di quello che reputo un vero nuovo
genere letterario. Ho smesso da tempo di
leggere romanzi dappendice perch pre-
ferisco le recensioni di questi meraviglio-
si walhalla del turista, vergate in massima
parte da non professionisti totalmente
disinteressati e per nulla legati ai locali
che giudicano. Stampo quelle piccole
novelle del buonumore e le faccio rilegare
per poterle sfogliare, la sera tarda, negli
anni in cui sar triste e vecchio: coppiette
che tornano sempre nello stesso delizioso
ristorante, proprietari affabili che ti
danno il piatto del buon ricordo anche se
hai bevuto solo un bicchiere di acqua del
rubinetto, alberghi a una stella ricavati
per coprire di graffti e tag muri, treni,
trame furgoni. Ci sono rimasto di sasso.
Cosa mi consigli?
Stefano Vicentini, Como
Gentile Stefano, ladolescenza una fase
nella vita in cui la disponibilit al dialogo,
la comprensione della trasformazione in
atto, e, non ultimo, un profondo rapporto
di complicit col padre, possono superare
qualunque genere di disagio interiore: se
vuol girare lItalia, prendilo a calci in culo
fno a Lampedusa.
C
aro Bottura, cosa necessario por-
tare e cosa no nel bagaglio a mano?
Amleto Sicuri, Reggio Emilia
Caro Amleto, da quando alcune compa-
gnie low cost hanno tagliato le dimensio-
ni del bagaglio io porto abitualmente con
me un toast, non farcito perch altrimenti
non passa il controllo. Ma sono scelte
personali sulle quali non voglio condizio-
narti.
Certo di farti cosa gradita, vorrei invece
riepilogare cosa assolutamente vietato
portare con s in cabina: liquidi di ogni
genere, armi da fuoco, oggetti appuntiti
come forbici, taglierini, coltelli, sostanze
infammabili e lultimo album di Povia.
Se per le sostanze infammabili servisse-
ro a liberarsi dellultimo album di Povia,
alcune compagnie non solo permettono
la salita a bordo ma concedono un upgra-
de gratuito alla business class. Buon volo!
C
aro Bottura, ho scoperto che per fare
colpo sulle ragazze bisogna scrivere
su Twitter. Hai qualche consiglio su come
scrivere un tweet davvero divertente?
Giancarlo Ratti, Varese
Caro Giancarlo, il segreto di un tweet
divertente la sintesi. necessario rima-
nere nei 140 caratteri per non rischiare di
fnire lo spaz
Lurlo che ti libera la spiaggia
Per farsi spazio tra gli ombrelloni, gridate
al politico in arrivo. Poi i siti da non ascoltare
e i bagagli a grandezza toast (non farcito)
allinterno di una vasca idromassaggio
larga venti metri Io lo uso cos: scelgo a
colpo sicuro il locale che ha le recensioni
peggiori e vado a mangiare l. Non ho mai
sbagliato un colpo.
B
uongiorno. Sono un piccolo im-
prenditore brianzolo e ho letto su
Corriere.it, di fanco a un piacevolissi-
mo articolo sui gattini, che presto sar
possibile fare turismo nello spazio. Ne
sa qualcosa? Quando partiranno i primi
viaggi?
S.B., Macherio
Caro piccolo imprenditore brianzolo, non
c verso: se la condanna passa in giudica-
to ti vengono a pigliare pure su Marte.
C
iao. Ho 46 anni, vivo a Como, e ho un
fglio di sedici anni che mi ha appena
annunciato la sua decisione: insieme a
una crew di amici passeranno lestate
girando per lItalia bombolette alla mano
rIproduzIoNe rIServaTa
postanonrichiesta@gmail.com
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sette | 29 19.07.2013 22
DAmore e di Altri Disastri /
di Maria Laura Rodot
Lamentodel GranPedalatore
Altroche GranBastardo, le donne ti provano
e se nonfunzioni ti mollanosubito. Se pedali bene ti tengono
fnch nonne trovanounaltropibelloopiprestante
postacuore@rcs.it
C
ara Maria Laura, troppo di
parte considerare tutti i
maschi dei Gran Bastardi.
La realt ben diversa.
Raramente un maschio si
mette a corteggiare una ragazza se non
ha captato o crede di aver ricevuto
una luce verde o perlomeno gialla. Se la
cosa non funziona, prima che il sema-
foro scatti sul rosso, tanto vale lasciar
perdere.
Intignarsi sempre una perdita di tempo
e diventa controproducente se linsisten-
za si fa tediosa, rasentando lo stalking.
Chi non la smette subito soprattutto
un gran cretino (GC). Diverso se la
ragazza ci sta: succede assai spesso
che sia lei a menare il gioco, a oltranza,
comportandosi anche da noi come le
vahins polinesiane. Ti provano e se non
funzioni ti mollano subito. Se pedali bene
ti tengono fnch non ne trovano un altro
pi bello o pi prestante. Se invece ti
incastrano, il loro giochino solo riman-
dato e il gran perdente (GP) non ha pi
alcuna chance.
Omaggi da Vittorio
Omaggi a lei, caro Vittorio. Le vahins
polinesiane (ne parlo con scioltezza
perch mi sono appena aggiornata su
Google) sono state, forse, delle apripista.
Non gliene voglia. Lei non arrabbiato
con una polinesiana; ma con una, forse,
di Alessandria, di Bergamo, di un luogo
pi vicino. Sicuramente molto popolato.
Quindi:
Terapia consigliata
Continui a pedalare. Lei chiaramente un
GP, un Gran Pedalatore. E con le donne
mi perdoni la metafora mista sportivo-
musicale tremenda le tocca una vita
da mediano. Lei non sar mai un GB.
Per se trova una tahitiano-mandrogna
che non la tratta troppo male e di cui lei
un pochino si fda, sar un quasi ottimo
marito. Magari abbastanza felice. Gambe
in spalla.
Dubbi di una moglie ferita
G
entile Maria Laura, cosa pensa
di unmaritoche per stanchezza
ha sempre manifestatopoco
interesse nei confronti del sessoe che,
scopertofedifrago, chiede perdono, si
dichiara innamoratosolodella moglie e
diventa amante appassionato? Pumai
essere che unuomoscopra di essere
innamoratodella propria moglie solosul
puntodi essere lasciato? Crede a una
folgorazione sulla via di Damasco ?
Ferita mortalmente
S (alla prima domanda). No (alla seconda).
Terapia consigliata
Si goda i benefci di questo innamoramen-
to demergenza. Cominci a piacere a se
stessa (lei si fatta trascurare per anni con
scuse banali, palesemente non si piace; ma
come vede, a lei non si rinuncia facil-
mente). Si accorga di piacere a una terza
persona. Abbia unavventura. Faccia la vaga
con suo marito. Lei non ferita a morte. Le
rester una bella cicatrice su cui raccontare
storie avventurose, volendo.
Effetto-domino
della messaggistica
S
onosconvolta dalla notizia che due
amiche, insieme da anni, si stanno
lasciandoper il tradimentodi una.
Ha inviatoper sbagliounmessaggio
sconcioalla fdanzata anzich allamante.
La cosa che mi sconvolge che a tradire
stata proprioquella pi gelosa delle due, a
livelli esagerati. Nonmi capacito.
PO Girl
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sETTE | 29 19.07.2013 24
DAmore e di Altri Disastri
Io s.
Terapia consigliata
Lo so che ti dispiace. Ma devi farti un bel
bagno di luoghi comuni. Ma comunissimi.
Tipo chi lo dice lo mille volte pi di
me, in caso di gelosia e scarsa fducia. La
messaggistica ormai la nostra vita, a volte
succedono disastri, poi.
Risentimenti verso anziani
professori
C
ara Maria Laura, a ragioneria
avevounprofessore sadico,
di matematica. Diceva di aver
studiatoalla Normale di Pisa e poi ho
saputoche mica era vero. Una volta mi ha
dato3e mezzo, la volta dopo3e mezzo.
Me lomeritavo? Boh, dopo25anni mica
lhocapito! Siccome rompeva nonsoloa
me ma anche a una citt intera (ridente
di provincia) se n dovutoandare nelle
Marche. Qui la moglie si moltoamma-
lata e lui sembra che facesse sessoconla
badante polacca che accudiva la moglie,
le fglie si sonodissociate da una relazione
extraconiugale mentre la moglie era an-
cora invita. Iovorrei scrivergli una lettera
per dirgli che a ripensarci era proprioun
cretino. Possousare questa rubrica per
farglielosapere? Tuttoveroquelloche le
horaccontato, mi dispiace solononpoter
frmare col mioveronome e cognome. E
omettere anche la provenienza regiona-
le. Anzi: aproanche unquiz: secondolei
Maria Laura ioda quale regione scrivo
(ha 19possibilit su 20le Marche sono
escluse :-) )?
Ottiero
Lei scrive dalle Marche.
Terapia consigliata
La mia simpatia va alla badante polac-
ca, incastrata tra un lavoro ingrato e un
professore di matematica in pensione pure
cattivo, in una piccola citt neanche nelle
Marche (io ce lho ancora con la prof di
ginnastica delle medie, ma non so che fne
abbia fatto; vede che la provincia ridente e
pettegola ha i suoi vantaggi).
Ansie da fdanzata
di Belle Clavicole
O
rmai sondiventata come quegli
uomini che senza la moglie non
sonoingradodi comprarsi nem-
menounpaiodi mutande. E, come questi,
inassenza di tue indicazioni, sbaglio: il
mioClark Kent sembra unpo risentito,
nonostante tutti i complimenti che gli
faccioper i suoi calzetti e le sue cravatte.
Venerd, conla sicurezza di quelli che son
belli da giovani, venutosenza senza
calzini e senza cravatta sfoggiando
caviglie, clavicole, e, nel postprandiale,
avambracci. Ne hodedottoche si inva-
ghitodi unaltra, una che sa apprezzare
giovent, bellezza e rotacismo, quando
alberganocontemporaneamente inun
unicoindividuo: cerano16gradi, venerd.
Inquantoal resto, sperodi rinascere
giornalista maschio. Giustoper capire
che sta autostima. (Loso: me li merito
cinquantenni pelati. Ma grazie comunque,
Marial: mancomi madre crede pi nelle
mia capacit di azzeccarne una)
Sciampista col frizz
Non usare tu madre come parametro.
un errore comune.
Terapia consigliata
Non rinascere giornalista maschio.
Non ti serve quel tipo di autostima. Tra
laltro alla maggioranza dei giornalisti
ambosessi manca la tua semplice ed
elegante acutezza. Devi, ma te lo dici an-
che da sola, ri-focalizzare la tua patetica
e da molte di noi condivisa tendenza
al complimento ansioso. Tu elogi le
cravatte. Lui, che ha la sicurezza di chi
bello da giovane, ha comunque paura
di diventare vecchio e cerca una che lodi
i suoi avambracci. Tra laltro: gli uomini
belli da giovani sono poco empatici.
Non sono in grado di capire le altrui
insicurezze e sofferenze. Altrui quindi
anche tue. Mi vien quasi da consigliarti
un cinquantenne pelato, se ne trovi uno
non a caccia di pischelle. O non a caccia
di pischelle allinsaputa o quasi della
moglie cinquantenne appesantita. No,
no, lascia perdere, vedi di tenerti Belle
Clavicole, ce la puoi fare, se lo ignori
un po.
Gli uomini belli da giovani sonopocoempatici. Nonsonoingradodi capire
le altrui insicurezze e sofferenze. Altrui, quindi anche tue. Mi vienquasi
da consigliarti uncinquantenne pelato, se ne trovi unonona caccia di pischelle
RIPRoDUzIoNE RISERVATA
sETTE | 29 19.07.2013 25
sette | 29 19.07.2013 26
storiadi copertina Settantanni falacadutadel fascismo
Lalunganotte
del 25luglio43.
Quandogli italiani
sognarono
lalibert.
esi risvegliarono
inunaguerracivile
di Mirellaserri
s
ono veramente tanti i romani che inuna tiepida serata
di fne primavera del 1943 stanno facendo la coda al
cinema per vedere la meravigliosa GarboinNinotchka
di Ernst Lubitsch. La divina, nei panni di una sedu-
cente spia russa in missione a Parigi, indossa abiti che, in tempo
di autarchia, le italiane nemmeno se li sognano, morbida seta e
cintura dorata fn sotto al seno. Di l a poco tempo i milanesi si
accalcano invece allOdeon per la premire de Luomo dalla croce,
cupa pellicola ambientata sul fronte russo e frmata dal promet-
tente autore di una trilogia sulla guerra fascista, Roberto Rossel-
lini. terribile la normalit imposta dai tre anni di guerra, quan-
do nei ministeri si continua a fare anticamera coi pezzi grossi,
gerarchi in divisa, uffciali con decorazioni per la gente soffre
tanto che non teme pi nulla, come scrive Piero Calamandrei. Il
giurista antifascista che, a fanco del diplomatico e Guardasigilli
Dino Grandi, ha redatto il nuovo codice di procedura civile e il 26
lugliodiventer rettore dellUniversit di Firenze, aggiunge: Tutti
sanno e hanno capito che molto sta cambiando.
Lo sbarco delle truppe del generale dacciaio. proprio cos:
molto sta cambiando e la notizia che mette lo Stivale sotto choc
arriva allimprovviso. Pantelleria ha dichiarato la resa incondi-
zionata agli alleati. Mussolini non fa in tempo a declamare che
i nemici non andranno al di l della linea che i marinai chia-
mano del bagnasciuga e loro lhanno gi oltrepassata: nella
notte tra il 9 e il 10 luglio la superano solo 160 mila soldati,
4 mila aerei coadiuvati da 285 navi da guerra, due portaerei, 14
mila automezzi, 1.800 cannoni e 600 carri armati. Ad accom-
pagnare lo sbarco delle truppe del
generale dacciaio, George Smith
Patton, con cintura da cowboy e colt
dallimpugnatura in avorio, c uno
spilungone di oltre un metro e ot-
tanta con indosso il kilt dei Gordon Highlanders, il maggiore
Malcolm Munthe. uno dei pi importanti agenti dello Special
Operations Executive (Soe) cui Winston Churchill ha ordinato
di sparpagliarsi nel ventre molle dEuropa, cio in Italia, insie-
me a centinaia di altri 007. Sono in circolazione pure gli spioni
dellOss, lOffce of Strategic Services, i servizi segreti americani,
che in Nord Africa lavorano come talpe per loccupazione della
Sicilia. Mussolini, livido in volto e devastato dai suoi terribili bru-
ciori di stomaco, incontra il capo del Terzo Reich a Feltre. Sotto-
messo alla logorrea del sentimentalone (simpatica defnizione
di Hitler, data dal Duce dopo la conferenza di Monaco del 1938),
il 19 luglio viene raggiunto da un tremendo dispaccio: Roma
brucia!. Primo a essere colpito il popolare quartiere dello
scalo ferroviario di San Lorenzo. Il generale Eisenhower stato
esplicito: Se per salvare un solo americano dovete buttare gi il
Colosseo, fatelo pure. Mussolini rientra a spron battuto.
Donna Rachele, la regina incontrastata di casa Mussolini, avverte
il consorte che ha dei presentimenti e che gli stanno preparando
una trappola. Una volta tanto in sintonia con lamante, Claret-
ta Petacci, che il 24 mattina telefona e supplica: Non andare!.
Stanno per cominciare la notte e il giorno pi lunghi nella storia
della penisola italiana di cui il prossimo 25 luglio celebreremo i
70 anni. Un anniversario che per non solo una rievocazione.
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A partire da questa data, in cui venne messo in minoranza il
presidente del Consiglio del Regno dItalia, che aveva ricoperto
questo ruolo ininterrottamente dal 31 ottobre 1922, presero avvio
i 45 fatidici giorni che arrivano all8 settembre, allannuncio della
frma dellarmistizio con gli angloamericani. Due date e un solo
destino: questi giorni segnano la transizione della penisola da un
prima a un dopo, in un susseguirsi travolgente di avvenimenti e
di concause, che vanno dalla costituzione del primo discusso go-
verno di Pietro Badoglio (cos cantava la feroce Badoglieide: Gli
squadristi li hai richiamati / gli antifascisti li hai messi in galera /
la camicia non era pi nera / ma il fascismo restava padron) alla
precipitosa fuga dei Reali di casa Savoia, ai bombardamenti su
Roma e Milano. Per proseguire con il suggello dellarmistizio di
Cassibile, con cui il Regno dItalia cess le ostilit contro le forze
alleate, il crollo dellesercito, i soldati passavano come un gregge
disfatto (ha scritto Primo Levi) e la rinascita al Nord del regime-
araba fenice in veste repubblicana. Per continuare ancora con la
persecuzione razziale, lavvio della guerra civile e le drammatiche
divisioni della memoria non condivisa tra ex fascisti e vincitori
che segneranno gli anni a venire.
Il ruolodel re. Tutto cominciava il 25 luglio, ma il via alloperazio-
ne che mise in minoranza il Mascellone o Cetriolone (cos Carlo
Emilio Gadda chiamava Mussolini) fu dato ai primi di giugno. Il
piccolore, VittorioEmanuele III, sempre incertoe timoroso, dopo
un incontro con Grandi fnalmente si convinse. Doveva scattare
lora fatidica. Si era defnitivamente reso conto dellincapacit del
Duce a gestire la guerra e il rapporto con la Germania. Sabato 24
luglio, nella sala del Pappagallo a Palazzo Venezia dove si ritro-
varono in sahariana e stivaloni i membri del Gran Consiglio del
fascismo , in unatmosfera soffocante, con le fnestre chiuse e
le tende tirate per via delloscuramento, Grandi present lordine
del giorno, in precedenza sottoposto anche a Mussolini, in cui
i gerarchi si rivolgevano al monarca chiedendogli di applicare
larticolo dello Statuto Albertino che attribuiva al re il comando
supremo delle Forze Armate che era stato fno ad allora delega-
to al Duce. Si invitava dunque il Capo del Governo a pregare la
segue a pag. 30
Una gioia
che durpoco
Da sinistra
a destra, in
senso orario:
re Vittorio
Emanuele
III con il
maresciallo Pietro Badoglio nel
1943; un gruppo di persone a Roma legge
la notizia della caduta del fascismo il 25
luglio del 43; le prime pagine del Corriere
della Sera e del Popolo dItalia annunciano le
dimissioni di Mussolini il 26 luglio; una folla
di manifestanti, lo stesso giorno a Milano,
demolisce i simboli fascisti.
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enzo e. GalBiati
[1897-1982]
Capo della Milizia
volontaria
Vot contro
emilio De Bono
[1866-1944]
Senatore
Vot S
Fucilato a Verona
Benito
mussolini
umBerto alBini
[1895-1973]
Sottosegretario
agli Interni
Vot S
Cesare m. De veCChi
[1884-1959]
Governatore
dellEgeo
Vot S
ettore frattari
[1896-1976]
Presidente
Associazione
agricoltori
Vot contro
Dino GranDi
[1895-1988]
Presidente della
Camera dei Fasci
Present lodg
Galeazzo Ciano
[1903-1944]
Gi ministro
degli Esteri
Vot S
Fucilato a Verona
GiaComo aCerBo
[1888-1969]
Ministro
delle Finanze
Vot S
luCiano GottarDi
[1899-1944]
Presidente della
Conf. lavoratori
dellindustria
Vot S
Fucilato a Verona
roBerto farinaCCi
[1893-1945]
Segr. Partito
Vot contro
Fucilato
dai partigiani
Gaetano polverelli
[1886-1960]
Ministro
della Cultura
Vot contro
eDmonDo rossoni
[1884-1965]
ex ministro
dellAgricoltura
Vot S
Carlo paresChi
[1908-1944]
Ministro Agricoltura
Vot S
Fucilato a Verona
le iniziative editoriali per lanniversario
dal memoriale della caduta alle vicissitudini di roma-Citt aperta
U
n resoconto dal vivo di quanto accadde
nella famosa notte del 25 luglio 1943 in cui
il capo del governo Benito Mussolini fu messo
in minoranza? Ce lo offre il principale artefice
del fatale pronunciamento del Gran Consiglio,
Dino Grandi. Il suo memoriale, tenuto per
quarantanni nel cassetto, quando venne reso
pubblico, nel 1983, fece gran scalpore. Adesso
25luglio (Il Mulino) viene ripubblicato con
lintroduzione di Renzo De Felice e una nuova
premessa di Giuseppe Parlato. Per saper di pi
sugli avvenimenti che segnarono quella svolta
cruciale nella storia della Penisola e di cui ricor-
rono i 70 anni, sono in arrivo numerosi volumi.
La fine di una stagione. Memoria 1943-1945,
di Roberto Vivarelli (edito anche
questo dal Mulino), individua le
motivazioni delladesione dello
storico alla Repubblica di Sal
nellassassinio di suo padre da
parte dei partigiani jugoslavi. Fu
dunque una scelta di particolare
fedelt allimmagine del genitore. Per scavare
nella zona grigia o dombra costituita dalla gran
massa degli italiani che preferirono non stare n
dalla parte della Resistenza n da quella della
Repubblica sociale italiana uscir LItalia
del silenzio di Gianni Oliva (a settembre
da Mondadori). Che fa emergere tutte
le motivazioni di quella maggioranza
connotata dal disimpegno. Allestra-
neit e al disincanto di massa di fronte
ad avvenimenti drammatici come l8
sChieramenti e alleanze nella
dei diciannove che votarono contro il
saladel pappagallo
Quella sera, non furono
ammessi fotograf.
Adestra, limmagine della
riunione precedente.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
2
3
1
4 5
6
7
8 9
10
11
12
13
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Giuseppe Bastianini
[1899-1961]
Sottosegretario
agli Esteri
Vot S
annio BiGnarDi
[1907-1985] Presidente
della Confederazione dei
lavoratori dellagricoltura
Vot S
antonino trinGali
Casanova
[1888-1943]
Presidente del
Tribunale per la
difesa dello Stato
Vot contro
Dino alfieri
[1886 -1966]
Ambasciatore
a Berlino
Vot S
Carlo sCorza
[1896-1988]
Ultimo segretario
del Partito
fascista
Vot contro
Giovanni Balella
[1893-1988]
Presidente
Confndustria
Vot S
GiaComo suarDo
[1883-1947]
Presidente
del Senato
Prima a favore,
ritir ladesione
Giuseppe Bottai
[1895-1959]
Ministro
dellEducazione
Nazionale
Vot S
alfreDo De marsiCo
[1888-1985]
Ministro di Grazia
e Giustizia
Vot S
tullio
Cianetti
[1899-1976]
Sottosegretario
alle corporazioni
Vot S, ma poi
ritir ladesione
alBerto De stefani
[1879-1969]
Ministro
delle Finanze
Vot S
Carlo BiGGini
[1902-1945]
Ministro
dellEducazione
Vot contro
Giovanni marinelli
[1879-1944]
Sottosegretario
alle Poste
Vot S
Fucilato a Verona
luiGi feDerzoni
[1878-1967]
Senatore
Vot S
GuiDo
Buffarini GuiDi
[1895-1945]
Sottosegretario
agli Interni
Vot contro
settembre dedicato anche La tragedia neces-
saria. Da Caporetto allotto settembre di Mario
Isnenghi (Il Mulino). Per illuminare e chiarire il
ruolo della monarchia e i giochi di potere che
portarono alla dbcle mussoliniana, rivede la
luce il piccolo ma preziosissimo Lora del riscatto.
25luglio 1943di Giaime Pintor (Castelvecchi).
Il giovane intellettuale morto il primo dicembre
del 1943, a soli 24 anni, dimostra ancora una
volta la sua acutezza e perspicacia nel ripensare
le ultime fasi della guerra e lopportunit data
agli italiani di costruire il proprio futuro. Della
Battaglia di Roma 1943. I giorni della passione
sotto loccupazione nazista (Mursia) si occupa
Claudio Fracassi e, tramite diari, intercettazioni
telefoniche, fonti ufficiali, rimette insieme le
vicissitudini, gli orrori e anche le speranze di
Roma-Citt aperta. Bandiera bianca a Cefalonia
di Marcello Venturi (Oscar Mondadori) la
dolorosa ricostruzione tra romanzo e storia del
tragico episodio che prende avvio l8
settembre, quando gli 11.500 uomini
della Divisione Acqui che si trovavano
nellisola greca decisero di opporsi
alla richiesta di resa del presidio
tedesco. La resistenza segreta. Le
missioni del Soe in Italia. 1943-
1945(Mursia editore) affronta av-
venture, peripezie, amori dei servizi
segreti inglesi in Italia (la Soe era
lagenzia segreta britannica che sosteneva la
resistenza partigiana nelle aree occupate dai
nazisti). Per avere, infine, uno sguardo dinsieme
su La seconda guerra mondiale, due autori sono
accomunati dallo stesso titolo e dallorigine: lex
ufficiale dellesercito britannico Antony Beevor
(Rizzoli) spazia dal Sahara alla giun-
gla birmana, dalle atrocit dei gruppi
dassalto delle SS ai gulag sovietici;
Norman Stone (uscir da Feltrinelli il
4 settembre) offre una straordinaria
sintesi del conflitto. Entrambi rientra-
no nella migliore tradizione degli sto-
rici inglesi che non sanno solo stanare
documenti ma anche raccontare.
sChieramenti e alleanze nella notte in Cui Cadde il fasCismo
ontro il duce, cinque furono fucilati a verona
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on fu un complotto, e non sarebbe stata neppure
una drastica rottura istituzionale se gli altri attori
sulla scena avessero recitato a dovere la loro parte.
Dino Grandi, luomo che decret la fne di Mussoli-
ni con lordine del giorno al Gran Consiglio del fascismo riunito
la notte del 25 luglio 1943, racconta la sua verit su quei giorni
in uno scritto che fu affdato a Renzo De Felice: rimasto a lungo
inedito, ora la rivista Nuova Storia Contemporanea lo pubblica
sul numero in uscita con una breve presentazione di Francesco
Perfetti.
Il testo composto probabilmente attorno al 1958 e inviato a
Luigi Federzoni, i cui eredi poi lo consegnarono allo storico
una specie di promemoria sugli eventi di quel periodo, in cui
riprende temi gi sviluppati nel volume di memorie 25 luglio
1943. Quarantanni dopo. Visto il carattere privato, cospar-
so di frecciate velenose verso gli altri protagonisti e, in alcuni
passi, appare quasi attonito davanti agli sviluppi catastrofci in-
nescati dalla sfducia al Duce promossa insieme a Federzoni e
Giuseppe Bottai.
Grandi insiste sulla lunga gestazione di questo passo decisivo,
quasi a rimarcare un primato cronologico nelle responsabilit
per il crollo del regime rispetto al groviglio di intrighi e mano-
vre che proliferarono nei palazzi romani via via che la situazio-
ne bellica dellAsse italo-germanico diventava disperata.
Scrivendo in terza persona (labbandoner, passando alla pri-
ma, in alcuni passaggi pi coinvolgenti), Grandi parte dal rac-
conto di un incontro col re Vittorio Emanuele III, nel 1938, alla
residenza estiva del sovrano, SantAnna di Valdieri, subito dopo
che Mussolini laveva sollevato dallincarico di ambasciatore a
Londra, spiegandogli che era una pretesa dei tedeschi: impos-
In un documento scritto dalluomo che, con Bottai e Federzoni,
decret la fne di Mussolini, i retroscena del dramma del 25 luglio.
E frecciate velenose verso gli altri protagonisti di quella notte
di EnricoMannucci
Laveritdi DinoGrandi:
Nonfuuncomplotto
La testimonianza Sulla rivista Nuova Storia Contemporanea un inedito affdato a Renzo De Felice
sEttE | 29 19.07.2013 30
Maest del Re di assumere con
leffettivo comando delle Forze
Armate quella suprema ini-
ziativa di decisione che le nostre
istituzioni a lui attribuiscono. Lo
snodo era cruciale: si ripristinava-
no i poteri costituzionali del re e
questultimo poteva togliere le dele-
ghe del comando militare a Mussoli-
ni e assegnarle ad altri. La riunione si
protrasse nella notte. Donna Rachele
preoccupata chiam pi volte. Sono
le due del mattino e questa la quarta
volta che telefono a De Cesare (segreta-
rio di Mussolini, ndr), ma ancora nien-
te. Mi tormento: cosa star succedendo l dentro?, scrive sul
diario. Alle quattro sent il motore dellautomobile che riportava
Benito a Villa Torlonia. Appariva stanco e come ripiegato su se
stesso; a me bast uno sguardo per capire comerano andate le
cose. Gli avevano tolto la fducia, ne fui certa ancor prima che
me lo dicesse. E cos, mentre entravo con lui nello studio, gli
chiesi: Almeno, li hai fatti arrestare tutti?. Lui mi rispose: No,
ma domattina lo far. Il pomeriggio successivo sar Mussoli-
ni a essere arrestato. La votazione era terminata ed erano stati
19 i voti a favore di Grandi. In
mattinata il 74enne Vittorio
Emanuele confer al 72enne
Pietro Badoglio lincarico di
formare il governo. Alle ore
17 del 25 luglio, il primo mini-
stro uscente, in elegante completo blu gli era stato
raccomandato di presentarsi in borghese , era a villa Savoia
accolto dal piccolo re in divisa di Primo Maresciallo dellImpero.
Che gli disse che lItalia era in tocchi e che lesercito era mo-
ralmente a terra. Alluscita dalla riunione, ad aspettare lex capo
del governo non cera pi lautista, ma i mitra dei carabinieri che
lo spinsero su unautoambulanza della Croce Rossa. E lo porta-
rono prima alla caserma Podgora, poi in quella di via Legnano.
Terminava cos il giorno pi lungo. Su cui pesano ancora molti
interrogativi e incertezze. Che cosa spinse realmente Mussolini
a convocare il Gran Consiglio? Quale fu la dinamica che lo fece
I presentimenti delle donne del Duce
Asinistra, Claretta Petacci nei primi Anni
40. Lamante di Mussolini aveva insistito
perch lui non si presentasse al Gran
Consiglio il 25luglio. Adestra, la moglie del
Duce, Rachele Guidi, scomparsa nel 1979.
continua da pag. 27
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sibile mantenerlo in quella posizione con la guerra che si avvi-
cinava. Allora, il re gli fece intendere che contava segretamente
su di lui per difendere lo Statuto Albertino, ovvero la carta fon-
damentale che regolava la vita del regno, fra laltro affdando
al sovrano il comando supremo delle forze armate, e che era
stato pesantemente messo in crisi dalla cosiddetta diarchia
fra monarchia e fascismo.
Il colloquio, dichiara Grandi, ispirer tutto il suo comporta-
mento successivo. A leggere il memoriale, non che il re, dopo
quellincontro, dia molti impulsi anti-fascisti.
Lex-ambasciatore che si autodefnisce fascista liberale
simmagina, comunque, una possi-
bile manovra, se le cose volgessero
al peggio. la complessa elabora-
zione teorico-istituzionale per cui il
Gran Consiglio potrebbe surrogare
un pronunciamento parlamentare,
ovvero quello che richiede il re per
togliere lincarico di premier a Mus-
solini. Dal testo, risulta che lidea ri-
salga al 1941, quando Grandi, come
molti gerarchi, viene mandato sul
fronte dei Balcani: Fu nelle trincee
dAlbania che matur lordine del
giorno che poi egli present le not-
te del Gran Consiglio era pi lun-
go e circostanziato, ma la sostanza
era la stessa.
Si entra nella convulsa rete di rapporti che preludono alla cadu-
ta del regime. I giudizi di Grandi sugli altri attori in scena sono
feroci. Ce n per tutti: Nulla avevano fatto sino a quel mo-
mento gli antifascisti che poi sopraggiunsero come avvoltoi e
come corvi, usciti dalle cantine e dai sotterranei alle spalle delle
truppe alleate vittoriose, assetati di odio e di vendetta. Nulla
fecero i militari i quali portando essi la maggiore responsabilit
per avere seguito servilmente il dittatore allentrata in guerra
dellItalia e possedendo, essi soli, la forza delle armi, avrebbero
potuto, senza troppi rischi, assumersi direttamente la respon-
sabilit di capovolgere la situazione italiana I capi militari
sempre obbedienti, ossequienti e
servili.
Giudizi taglienti. Per il ministro
della Real Casa, duca Acquarone:
Un uomo leggero, superfciale
ignorantissimo di storia e di poli-
tica e non aveva alcuna sensibilit
a quelle che erano le situazioni
politiche e lazione diplomatica
in generale. Quando incontra il
principe Umberto lo trova di una
pateticit commovente, visto che
gli confessa: Io sono tagliato fuori
da tutto. Ma il ritratto pi veleno-
so per Badoglio: La pi sinistra
fgura che abbia partorito (sic)
nellultimo cinquantennio Luo-
mo pi vile e pi codardo che po-
tesse venir scelto in quel momento
era stato chiamato dal Re alla testa
del Paese. Il promemoria riven-
dica la trasparenza delloperazio-
ne avviata con Federzoni e Bottai
poi anche con Galeazzo Ciano,
che, peraltro, Grandi coinvolge
Rapporti diffcili coi tedeschi
Berlino, 6 novembre 1940: il ministro
della Giustizia Dino Grandi a colloquio
con il ministro della Giustizia
del Terzo Reich, Franz Gurtner.
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cadere nella trappola? Perch accett di discute-
re la proposta di Grandi? Sullinterpretazione di
quellultimo atto, di quelle ore che segnarono la
fne del ventennio nero, ancora oggi gli storici
sono divisi: Le dittature possono terminare
o tramite una rivoluzione o per implosione
e questo fu il caso del regime mussoliniano.
Accompagnato per da variabili incontrolla-
bili, osserva Lucio Villari, prefatore del libro
di Paolo Monelli, Roma 1943 (ristampato da
Einaudi). Mussolini vide arrivare il mo-
mento della sua sconftta perch venne ap-
provato il testo di Grandi che gli sottraeva
quel potere totale che aveva esercitato fno
a quel momento. Sornione, fnse di essere
sconcertato. Ma quella soluzione non gli
dispiaceva. Il disastro era alle porte e con quel-
la mozione avrebbe condiviso le sorti della guerra con il monar-
ca. Non si aspettava per di essere arrestato. Quando accett
di convocare il Gran Consiglio, il capo del governo era molto in-
debolito e doveva fare qualche concessione ai suoi oppositori,
afferma Giovanni Sabbatucci, autore con Vittorio Vidotto del pi
diffuso manuale dedicato alla storia del Novecento (Laterza). Il
re, sempre cos prudente, avendo avuto lavallo delle gerarchie
fasciste, gioc le sue carte. Mussolini di lui
si fdava. Solo pochi giorni prima lo aveva
defnito il mio migliore amico. Vittorio
Emanuele lo colse di sorpresa. Con questa
sorpresa, iniziava una nuova era. Quan-
do la notizia viene resa pubblica alla radio,
osserva il pi importante biografo di Mus-
solini, Renzo De Felice, la gioia trabocc da
ogni parte dItalia mentre il governo Badoglio
faceva il suo sciagurato esordio. Il marescial-
lo Badoglio, contro tutte le aspettative, annun-
ciava: La guerra continua.
Mirella Serri
1 continua
riproduzione riservata
Appuntamenti con la Storia
Questo il primo di otto articoli che rievocano gli avvenimenti
cominciati il 25 luglio del 43 e che si conclusero l8 settembre.
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di malavoglia visto che la
mossa dellordine del giorno
che sfducia Mussolini vie-
ne presentata e discussa con
tutti: con gli altri membri del
Gran Consiglio che voteranno
a favore, ma anche con gli av-
versari come Farinacci e col
duce medesimo. Tuttaltra cosa dal colpo di stato messicano,
in cui si trasforma il crollo del fascismo una volta che la situa-
zione presa in mano dai vituperati militari.
Nel succinto racconto della vera e propria notte del Gran Con-
siglio, interessante lanalisi psicologica sul comportamento
del duce: Non vero che Mussolini fosse quella notte in con-
dizioni fsiche debilitate, che non gli permisero di lottare come
egli avrebbe potuto. Mussolini era invece sveglio, allerta e con-
scio perfettamente di quello che diceva e faceva. Qui occorre-
rebbe entrare nella psicanalisi del dittatore. Una delle nature
pi complesse, problematiche e contraddittorie che si potesse
immaginare Mussolini fu sempre luomo pi indeciso che
Grandi abbia conosciuto. Fino allultimo momento, Mussoli-
ni esitava e consapevolmente o no faceva di tutto per creare le
condizioni per cui fossero a lui possibili decisioni diverse e tra
loro contrarie Fece di tutto, insomma, per vincere. Ma non
si pu negare nello stesso tempo che egli fece anche di tutto
per perdereDurante la seduta egli avrebbe avuto ad ogni mo-
mento la possibilit di interromperla, di provocare larresto de-
gli oppositori come domandavano gli stessi membri del Gran
Consiglio, suoi sostenitori In realt, quella notte Mussolini
volle vincere e volle perdere allo stesso tempo.
Scommessaperdente. Le rivendicazioni di Grandi toccano, in-
fne, laspetto militare, il pi drammatico e penoso dei quaranta
giorni che si concludono con la resa dell8 settembre. In chiave
con lassunto che di piano vero e proprio si doveva trattare nelle
sue intenzioni, e non di complotto fra cospiratori, spiega che
dovevamo entrare subito in guerra contro i tedeschi: LItalia
sarebbe stata con ogni probabilit ugualmente schiacciata dalla
Germania, ma lItalia avrebbe in pari tempo acceso unipoteca
politica, militare e morale che avrebbe posto la nostra Nazione
potenzialmente tra le Nazioni vincitrici. Non and cos.
La guerra continua, proclam Badoglio, salvo muoversi se-
gretamente in tuttaltro senso e comunque lasciando tempo a
Hitler di preparare loccupazione della penisola, la cattura in
massa dei soldati italiani e la deportazione nei lager. Ma an-
che vero che questultima parte del promemoria di Grandi la
pi irreale, visto che lui medesimo in altri passaggi precisa
come rifut ripetutamente ogni contatto con le alte gerarchie
delle forze armate. Diffcile organizzare il cambio di fronte ri-
spetto allalleato fno a ieri se chi comanda le truppe non al
corrente dei piani che si stanno sviluppando.
Enrico Mannucci
riproduzione riservata
Dino Grandi (1895-1988) fu politico e diplomatico dalla
lunga e variegata carriera. Con Mussolini dal 1914, conserv
sempre una notevole autorevolezza e una certa autonomia
allinterno del regime, tanto da essere visto, in alcuni mo-
menti, come un possibile rivale del Duce. Dal 1929 al 1932
fu ministro degli Esteri, quindi ambasciatore a Londra fino al
1939. Tiepido, se non ostile, allentrata in guerra con Hitler,
dopo il 25 luglio venne condannato a morte in contumacia
durante il processo di Verona, ma si era gi rifugiato in Spagna
da cui pass in Portogallo e poi in Brasile. Nonostante qualche
tentativo britannico, non rientr mai pi nel gioco politico
italiano. Torn in patria aprendo una fattoria modello a
Modena negli anni Sessanta.
IL PROFILO DI DINO GRANDI
Con Mussolini dalla prima ora.
Ma ostile a Hitler
I sottoscrittori
dellordine del giorno
A destra, con la divisa
chiara, Ciano (a destra)
e Bottai (a sinistra) alla
mostra della rivoluzione
fascista il 23 settembre
del 1937. Sotto, al
centro, Luigi Federzoni,
cui Dino Grandi affd
il suo memoriale sui
drammatici giorni della
caduta di Mussolini.
Ciano, Bottai e
Federzoni furono tra
i frmatari dellordine
del giorno stilato da
Dino Grandi che mise
in minoranza Benito
Mussolini.
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ella fera e turrita Salonicco, storico cro-
cevia balcanico, tutti conoscono Villa
Olga, e la rispettano come giusto rispet-
tare unautentica gemma della memoria.
La conoscono e la rispettano, per nessuno la chiama
con il suo nome storico, quello di una popolarissima
regina greca, che era la nonna di Filippo di Edim-
burgo, ma con quello di Pali italiko prokseneio
(Vecchio consolato italiano). Persino
la fermata dei mezzi pubblici porta il
nome della nostra antica sede diplo-
matica, come annunciano gli autisti
che conoscono a memoria la sequen-
za delle soste obbligatorie.
Villa Olga commuove i pi anziani,
per i quali settantanni dopo, proprio
da quel fatale 1943, la sorella e umana
Italia, allora rappresentata dal suo Re-
gio Consolato, sempre simbolicamente
racchiusa inquel piccolo edifcio neo-ba-
rocco, costruito nel 1878 per una famiglia
ebraica, e pi tardi venduto allItalia. Una
villetta a due piani che sembra diventata
un anonimo reperto, abbandonato allincuria, ma che custodi-
sce dentro le sue mura sbrecciate tante storie di vite strappate
alla morte.
Uncoraggiosodiplomatico. Villa Olga la conoscono molti ragaz-
zi, che ne hanno sentito parlare in casa e che ne parlano a scuola,
nellora di storia, come della nobile pagina che si materializz per
ostacolare una stagione di orrore. I giovani e squattrinati aman-
ti, che oggi si scambiano audaci effusioni con la complicit del-
le ombre notturne della Villa disabitata da quasi mezzo secolo,
con la facciata pi segreta che si protende verso il
mare, laccarezzano conlo sguardo, come per pro-
teggerne la fragilit e insieme per scongiurarne
la scomparsa. Sperando insomma di evitare che
ungiorno si decida di demolirla, seppellendo cos
anche lo scrigno della memoria.
Eppure, nonostante unpassato glorioso e celebra-
to dalla gratitudine popolare, oggi Villa Olga un
dolorosissimo pugno allo stomaco. Un pugno che
tramortisce. Le porte, le persiane, la ter-
razza, le grondaie e la scalinata che im-
preziosisce il portone principale sem-
brano ferite a morte dallabbandono e
dallindifferenza. Va bene che siamo in
mare aperto ad affrontare lo tsunami di
una crisi economica che non d tregua
e che ci ha reso tutti pi fragili e insicu-
ri. Va bene che non ci sono i soldi nep-
pure per il necessario, e per dare lavoro,
La vecchia struttura diplomatica fu teatro delleroismo del console
Guelfo Zamboni, che riusc a evitare la deportazione di tanti israeliti.
Oggi, pur essendo dello Stato italiano, giace in totale abbandono
di AntonioFerrari
Salvate Villa Olga
e la memoria
della Zambonis list
La storia Nel 43 a Salonicco il nostro consolato rappresent la salvezza per centinaia di ebrei
Unluogosimbolodimenticato
Villa Olga a Salonicco: ledifcio in stile neo-barocco che nel periodo
fascista fu sede del nostro consolato oggi abbandonato a totale
incuria. Sopra, documenti e telegrammi inviati a Roma dal console
Zamboni che cercava di far ottenere la cittadinanza italiana agli
ebrei, per evitare loro la deportazione.
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In anteprIma dalla prossIma bIennale darte dI salonIcco
le immagini di unartista turca per raccontare il duro lavoro degli ebr
di FrancescaPini
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a risposta greca alla crisi economica interna ed
esterna al Paese questa IV Biennale darte a
Salonicco (curata da Adelina von Frstenberg, nata
a Istanbul), con lurgenza di agire culturalmente
ovunque, ma subito, come indica in modo peren-
torio il titolo scelto per questo evento (dal 18/09
al 31/01/2014). Con lidea che esserci, in questo
momento di vasta depressione collettiva europea, di
rivolte nel mondo, sia pi che mai unesperienza di
condivisione di valori. La manifestazione si svolge in
luoghi da scoprire e nei principali musei di Salonicco
(fondata nel 316 a.C. dal re macedone Cassandro),
con una serie di progetti che ci portano dentro la
contemporaneit, ma che guardano anche al ricco
passato di questa citt strategica per le rotte del
commercio verso i Balcani su fino al Danubio e allEu-
ropa centrale. Lartista turca Glsn Karamustafa
ha realizzato una serie di immagini retroilluminate
attingendo a delle fonti archivistiche, riportandoci
indietro di un secolo, alla durezza del lavoro al porto,
con bambini reclutati come facchini. Visitando a
Salonicco il Museo della Fotografia mi hanno colpito i
ritratti di quei lavoratori ebrei. Dopo aver visto quelle
immagini, ne ho cercate altre relative ai porti della
Tunisia, del Libano, dellAlgeria e dellEgitto. Fatto
curioso che ho trovato la stessa tipologia di ritratti.
Venduti come souvenir folcloristici ai viaggiatori
stranieri occidentali che non vi vedevano la vita dura
di quei poveretti, dice lartista. ASalonicco cerano
facchini portuali ebrei, in quello di Istanbul curdi e
armeni, in Egitto i sudanesi: sono sempre le classi pi
povere a svolgere i lavori pesanti e a servire. Quello
che minteressa questa visione orientalista della
vita: con lo sguardo sempre rivolto ai pi poveri.
La Biennale di Salonicco ha una forte vocazione
mediterranea, conscia di come in questo bacino, da
sempre, la condivisione dei saperi e delle arti abbia
dovuto fronteggiare i focolai di conflittualit politica
e religiosa. Cercare dunque ci che unisce: come
fecero nel XIII secolo il poeta sufi e teologo Rumi e il
mistico Ibn Arabi. Il mio criterio quello di scegliere
artisti impegnati, che seguono le problematiche del
Mediterraneo partendo dalle proprie origini, dice
dignit e speranza ai pi giovani. Va bene che, egoisticamente,
tutti pensano soprattutto ai tagli. Ma la mente rifuta di credere
che nonesista qualcunodispostoa compiere unpiccolosacrifcio
fnanziarioper salvare unmonumentodi cui lItalia puandar fe-
ra. Villa Olga, nel 1943, era la nostra sede diplomatica pi impor-
tante e attiva della Grecia, perch da Atene era stato ovviamente
richiamato lambasciatore Emanuele Grazzi, dopo linfausta di-
chiarazione di guerra del 1940. Non solo. NellItalia del fascismo
e delle leggi razziali, Villa Olga, che prese il nome dallomonimo
viale dedicato alla seconda regina di Grecia, era unautentica sep-
pur microscopica terra dasilo per gli ebrei della citt.
Oggi, litalianissima e desolata Villa dunque poco pi di un ru-
dere regalato ai fantasmi. Pi che ai fantasmi del passato, a quelli
del presente. Da tempo immemorabile si intrecciano complesse
ma sterili e burocratiche trattative tra la Repubblica italiana, che
ne proprietaria, e le autorit greche, a cominciare dal Comune
di Salonicco, con progetti che possono interessare, anzi sicura-
mente interessano i fondi dellUnione europea. Per passano gli
anni e tutto, desolatamente, rimasto come prima, in questo mi-
nuscolo Deserto dei Tartari nel nord della Grecia.
Rughe profonde e devastanti hanno ormai indebolito la villetta
ottocentesca, al punto che hai sempre limpressione che crolli,
sbriciolandosi in un cumulo di macerie. La tripla protezione di
flo spinato ha tenuto lontani spacciatori, barboni e senzatetto,
ma non la sterpaglia che sta inghiottendo la Villa e che neppure
un volonteroso giardiniere pu frenare. Eppure a Villa Olga, set-
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ebrei al porto
Adelina von Frstenberg. Questo maggio e giugno
abbiamo visto gli scontri a Istanbul, in Brasile e
in Egitto, e ci non fa che confermare lo spirito di
questa mostra, il Mediterraneo non solo un posto
di vacanza ricco di storia, ma anche il teatro di
tanti problemi oltre che di molte possibili soluzioni.
Per questa Biennale, lartista Wthrich ha molto
lavorato sulla storia della citt greca, narrata in
modo fondamentale nel libro I fantasmi di Salonicco
di Mark Mazower che ha indagato la storia di ebrei,
cristiani e musulmani dal 1430 al 1950. Etnie che,
da 500 anni, vivevano l, ma in distretti differenti e
la cui presenza in citt era individuabile dal colore
del turbante indossato (bianco per gli ebrei, giallo
per i musulmani, blu per i cristiani). Aseguito della
cacciata degli ebrei dalla Spagna per ordine di
Isabella di Castiglia, e alla successiva accoglienza
del sultano di Istanbul, Salonicco (allepoca territorio
ottomano, poi nel 1912 pass alla Grecia) divent
la citt al mondo con maggiore popolazione ebrea.
Cos che, nella Seconda guerra mondiale, i nazisti
deportarono 57mila abitanti. Lazione artistica di
Wthrich consiste nel fotografare le persone con un
libro di storia aperto (messo sulle spalle a guisa di
ali) riguardante la storia della citt. Tra i cinquanta
artisti invitati alla Biennale anche legiziana Ghada
Amer, che porter tre sculture sulla condizione fem-
minile, poi il greco Zografos, il quale sceglie come
soggetti dei suoi dipinti gli extracomunitari, un
problema spinoso che appesantisce le condizioni
della Grecia. E poi Marina Abramovic, con il video
sui bambini soldato (oggi sul fronte anche in Siria),
prodotto da Art for The World. Marta DellAngelo
ha interpretato invece in modo singolare La zattera
della Medusa di Gricault, raffigurando un naufra-
gio di corpi che ha fotografato allIdroscalo di Mila-
no, per poi trasporli in pittura. Laspetto della crisi
che ci attanaglia viene sottolineato in mostra da un
video di Claire Fontaine in cui vediamo ripresa una
sua performance, nella quale bruciano quattro aree
geografiche dellEuropa: Portogallo, Spagna, Italia e
Grecia, dice la curatrice della Biennale. Il Mediter-
raneo come mare della desolazione viene descritto
fotograficamente da Armin Linke e da Amedeo
Martegani che hanno censito le isole deserte, e
ancora lacqua al centro del video del crso Ange
Leccia, che ha trasformato Laetitia Casta in una
sirena. Molto simile a Ofelia.
riproduzioneriservata
Il passato
ritorna. Inmostra
Alcune delle immagini
sulle quali Glsn
Karamustafa ha basato il
suo lavoro per la Biennale
darte di Salonicco, che si
inaugura il prossimo 18
settembre. Le fotografe
sono state recuperate
dallartista turca in antichi
archivi, ma anche sulle
bancarelle di souvenir
per i turisti.
tantanni fa, si incrociarono le speranze dellintera e disperata co-
munit ebraica della citt: cio quasi la met dei 120.000 abitanti
di Salonicco. Villa Olga fu il rifugio materiale ma anche morale
delle centinaia di ebrei italiani, che chiedevano soccorso, ed fra
le sue mura che si decise di salvarli a ogni costo, strappandoli (in
qualche caso letteralmente) dai vagoni della morte tedeschi, che
partivano per i campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Ma
Villa Olga fu anche il rifugio dei tanti israeliti greci che grazie al
console fascista Guelfo Zamboni, ottenendo documenti falsi, riu-
scirono a evitare dessere sterminati nella camere a gas.
Zamboni era un uomo decisamente verticale, un sanguigno ro-
magnolo che tra lottusa obbedienza e la coscienza, ascolt la
coscienza. Non rischi dessere assassinato, nonostante dai do-
cumenti uffciali tedeschi (desecretati e pubblicati di recente) si
apprenda, comera logico, che Berlino non sopportava lattivismo
del diplomatico, e Hitler continuava a lamentarsene con lallea-
to italiano. Sicuramente, con il suo rigore Zamboni sacrifc la
carriera. Tornato in Italia, volevano pensionarlo in anticipo, come
testimone di una storia sulla quale si voleva far scendere il velo
delloblio. Un coraggioso servitore dello Stato da rottamare, quin-
di. Il console fece causa al ministero degli Esteri e la vinse. Gli
offrirono una sede tranquilla, come se fosse una concessione, un
silenziosoomaggioai sacrifci affrontati. Prima di morire, a chi gli
chiedeva di raccontare le vicende legate al salvataggio degli ebrei,
il burbero diplomatico rispondeva con disarmante e orgogliosa
semplicit: Che cosa avrebbe fatto lei al mio posto?.
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Lass, nel cuore della citt costiera greca, ca-
pitale della storica regione di Macedonia, pa-
tria della piccola e immortale Pella, dove nac-
que Alessandro Magno, si realizz insomma
una nobile pagina nella storia italiana. Nel 1940,
contro ogni logica e senza alcun convincente
interesse strategico, Mussolini e Ciano decisero,
contraddicendo un rosario di improbabili promesse di eterna
amicizia, di spezzare le reni alla Grecia. Il problema che i
greci, dopo poco, stavano spezzando le nostre di reni. Indro
Montanelli, inviato del Corriere sul fronte albanese, raccontava
con sarcasmo la prima giornata di guerra. Lautista mi disse:
Guardi, gli italiani stanno attaccando. Andiamo a vedere. No,
gli risposi, scendiamo dallauto. Questi colpi sono dei greci. La
nostra vettura fu colpita. Tornato a piedi al comando, chiesi se
avevamo attaccato oppure no. Mi fu risposto che si era ancora in
attesa dellarrivo dei cannoni.
Insomma, unimpresa disastrosa fn dallesordio. Al punto che
Adolf Hitler, inferocito dallavventata decisione dellalleato, fu
costretto a dirottare una parte dei suoi soldati proprio in Grecia,
per evitare al presuntuoso Duce unumiliante sconftta.
I soldati italiani avevano il loro quartier generale ad Atene, i
tedeschi a Salonicco. Dove, da Berlino, nel-
la primavera del 1943, scesero due sinistre
fgure, due strettissimi collaboratori di
Adolf Eichmann: esecutori professioni-
sti della soluzione fnale, dello sterminio
massivo e sistematico degli ebrei, e cio
Alois Brunner e lancor pi spietato Die-
ter Wisliceny. A loro era stato affdato il
compito di cancellare, con ogni mezzo,
la potentissima comunit ebraica dalla
citt. Tanto furore persecutorio non era
casuale. Era dovuto al fatto che a Salo-
nicco, che veniva chiamata la Gerusa-
lemme dei Balcani, gli ebrei erano rappresentati
in tutti i livelli della societ: dal pi alto al pi modesto. Avevano
il controllo di molte attivit fnanziare, del porto, delle assicu-
razioni, ma offrivano anche un importante contributo di mano-
dopera particolarmente capace. Ecco perch David Ben Gurion,
prima della fondazione di Israele, era salito nella citt greca per
comprendere come si fosse realizzato quello straordinario mi-
racolo sociale.
Un libro per ricordare. Guelfo Zamboni, con la collaborazione
del funzionario dei servizi segreti italiani, il capitano Lucillo
Merci, e di alcune preziose sponde al ministero degli Esteri di
Roma, come il sottosegretario Giuseppe Bastianini, riusc a te-
ner testa agli aguzzini inviati da Hitler, imponendo che non si
potessero deportare ebrei italiani, inquanto erano prima italiani
poi ebrei. E poi inventandosi improbabili iter burocratici, con-
diti con una miriade di documenti e timbri cos ftti da impres-
si guadagnla medaglia di Giusto
Sopra, al centro, nel tondino, Guelfo Zamboni
nel 1940, allepoca consigliere dambasciata
a Berlino, con (a sinistra) Dino Grandi, ministro
della Giustizia, accolto da un dignitario nazista.
Afanco, Guelfo Zamboni a Roma, nei suoi
ultimi anni di vita. Mor nel 94. Salv 350ebrei.
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dal l au ri ce del l Isol a
Trama di famiglia
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sionare la burocrazia tedesca, per la concessione della nostra
nazionalit a numerosi esponenti greci della comunit ebraica.
Rilasciando, quindi, documenti transitori fasulli.
La medaglia di Giusto. Il console cominci il suo disperato
carteggio con Roma, via Atene, chiedendo consigli e ordini di
servizio. A volte i suoi appelli erano precisi suggerimenti che
trovavano ascolto e comprensione nella capitale italiana, dove
la questione ebraica veniva affrontata con non pochi imbaraz-
zi: nessuno poteva ignorare che per anni lamante pi famosa
e devota, in un certo senso la favorita di Benito Mussolini, era
stata unebrea: si chiamava Margherita Sarfatti. Zamboni, nei
suoi telespressi, cominci chiedendo come dovesse comportar-
si in occasione dei ricevimenti uffciali a Villa Olga, in quanto
numerosi diplomatici di svariati Paesi, accreditati a Salonicco,
erano appunto di religione ebraica. Allopera del Console, che
ha ottenuto la medaglia di Giusto dallo Yad Vashem di Gerusa-
lemme, stato dedicato un libro-documento, che contiene de-
cine di telegrammi dellepoca, edito dallAmbasciata dItalia ad
Atene, e curato da Alessandra Coppola, ordinario di Storia greca
alluniversit di Padova, dal giornalista Jannis Chrisafs e da chi
scrive questo articolo per Sette.
Era cos popolare, il console Zamboni, che anche i pi giova-
ni ebrei greci, gi allora, lo ritenevano un giusto. Lo scomparso
Andreas Sefha, che della comunit ebraica di Salonicco stato
il capo fno al 2001, mi raccont di essere vivo grazie al suo istin-
to flo-italiano. Suo padre aveva deciso di seguire le direttive del
rabbino Zvi Koresh, il religioso che aveva consegnato ai tedeschi
lelenco di tutti gli oltre 57.000 ebrei della citt, ma lui che ave-
va solo 13 anni non si fdava del rabbino, che quasi tutti i so-
pravvissuti tuttora ritengono un traditore. E allora ruppi il sal-
vadanaio, comprai un biglietto ferroviario, mi nascosi sul treno
per Atene. Volevo andare nella capitale, che era nelle mani degli
italiani. Riuscii a salvarmi dalla deportazione grazie a loro.
Lastrategiadellumiliazione. Il clima infernale per la comunit
ebraica si aggrav nellestate del 1943, quando i nazisti decisero
di umiliare gli ebrei, prima convocandoli per insultanti sedute
ginniche, sotto un sole feroce, in piazza Elefteria (della Libert),
poi inviandoli ai lavori forzati o dirottandoli su compiti manuali
meno gravosi in cambio di denaro,
oro, gioielli e opere darte.
A Salonicco, oggi, per i pi anzia-
ni, piazza Elefteria un luogo che
rappresenta due opposti sentimen-
ti: lamore per la libert e linfamia
pi terribile, per quanto fu fatto
agli ebrei. Per i pi distratti, la cen-
tralissima piazza una traff-
cata stazione di autobus e un
tormentato parcheggio. Oggi
persino gli alberi, feri testi-
moni della natura, sembrano
nascondere, con la loro mole
e la loro ombra, il ricordo di
una pagina che non si deve
mai dimenticare. Esiste un
progetto, che forse si realizzer grazie alla determinazione del
sindaco-flosofo di Salonicco, Ioannis Boutharis, un indipen-
dente, eletto con il sostegno dei partiti di sinistra, impegnato
nello sviluppo di start up nelle montagne della Macedonia gre-
ca. A piazza Elefteria potrebbe essere creato un ampio spazio
per celebrare, con il ricordo, la lotta allindifferenza, che sem-
pre in agguato.
Lindifferenza, a Salonicco, ha gi colpito e distrutto. Ha com-
piuto la sua opera devastante, con il detonatore dellodio raz-
ziale, proprio in quegli anni vergognosi. E paradossalmente ha
colpito in un quartiere nobile, per completare la costruzione
dellUniversit che porta il nome pi prestigioso, quello di Ari-
stotele, il grande flosofo, che fu maestro dellimmortale Ales-
sandro Magno.
Dove nato lAteneo vi era infatti il cimitero ebraico, il pi gran-
de della citt, con centinaia di migliaia di tombe che datavano
sin dal 1.500, quando giunsero i primi ebrei sefarditi che erano
stati espulsi dalla Spagna della regina Isabella perch avevano
rifutato di convertirsi al cattolicesimo. I nazisti, con la complici-
t del Comune della citt di quel tempo, distrussero defnitiva-
mente il camposanto, utilizzando le lapidi per costruire giardini
e piscine per i gerarchi. Uninfamia vergognosa. Nella Salonicco
dellinizio del secolo scorso vi erano quattro cimiteri: uno ebrai-
co, uno riservato ai domm, cio agli ebrei convertiti allIslam;
uno musulmano e uno cristiano. Oggi lunico rimasto integro,
nel rispetto dei morti, questultimo.
Ma lorgogliosa e turrita citt, prostrata dalla crisi, ormai non ci
fa pi caso.
Antonio Ferrari
riproduzione riservata
Deportazioni di massa
Nellimmagine a fanco, un soldato nazista costringe un gruppo di ebrei
di Salonicco a umilianti esercizi ginnici in piazza Elefteria (della Libert).
Sotto, nella stessa piazza, gruppi di ebrei greci vengono preparati alla
deportazione verso i campi di Auschwitz-Birkenau.
Salonicco, 1917: un devastante incendio si diffonde
in tutta la citt dove cristiani, ebrei e musulmani
vivono ancora fianco a fianco. Si dipana da qui laf-
fascinante storia di una bambina, la cui
vicenda narrata inTrama di famiglia di
Victoria Hislop, edito da Bompiani. Hislop
scrive per The Sunday Telegraph e il suo
primo romanzo Lisola (Bompiani, 2007)
stato un successo di pubblico e di critica.
il nuovo libro dellA hislop
una bambina a salonicco
Q
uando vuoi sentire una cosa di sinistra da parte di un
Pd, chiami Civati: no al merito senza uguaglianza, s ai
matrimoni gay, no agli F35, s al testamento biologico,
no alla condanna dei No Tav, s alle manifestazioni della
Fiome al ritorno al fanco di Sel. Soprattutto no e poi no al governo
Letta/Alfano. Giuseppe Civati, per tutti Pippo, 37 anni, unico par-
lamentare del Pda essersi opposto esplicitamente alle larghe intese
(le chiama male intese), il disobbediente democratico, sempre
pi spesso non in linea col partito. La settimana scorsa quando si
rifutato di votare col Pdl la sospensione dei lavori alla Camera, una
collega di partito gli ha dato del paraculo. Offendono invece di
discutere il merito delle mie decisioni, dice.
Ex studioso di flosofa, ex consigliere regionale lombardo, blog-
ger, twittarolo forsennato, stato il primo a uffcializzare la sua
candidatura a segretario del Pd. Tendenzialmente non si trattiene:
se sente parlare della sua alleata azzurra Daniela Santanch, sbot-
ta: fondamentalmente fascista. Tendenza pitonata, ma fascista,
ricordiamocelo.
Quando gli chiedo i confni della Siria e dellEgitto, luoghi di rivo-
luzioni e di ribellioni arabe, li azzecca tutti e poi spara: Anche in
Italia c stata una ribellione. Frustrata e sorda, ma c stata. Il voto
del 25 febbraio, la forte astensione e il trionfo di Grillo sono segnali
duri, radicali. Non sembriamo ancora averli colti.
Parla dei dirigenti del Pd?
S. Dovremmo dare dei segnali per riportare un po di uguaglianza
nel Paese.
E invece
Invece quando Grillo propone un reddito di cittadinanza di mille
euro lo sfottiamo, e nel frattempo ci alleiamo con
Berlusconi. in corso unoperazione di espul-
sione degli elettori dal nostro bacino elettorale.
Roba da esorcisti. Limbarazzo forte anche tra
i parlamentari. Ma questo imbarazzo fatica a tra-
dursi in azione politica.
Quale dovrebbe essere questa azione politica?
Dire chiaramente che questo governo dovreb-
be fare tre cose al volo, una legge elettorale e poi
portare gli italiani al voto. Chi contrario un po
sospetto.
Perch sospetto? Il governo delle larghe intese
Giuseppe Civati /
intervistato da Vittorio Zincone
Contrario alle larghe intese, il giovane parlamentare accusa i grandi
player del partito: Il trionfodi Grillo stato un segnale di ribellione
che nessuno ha colto. Avrebbe messo in discussione troppe certezze
QuestoPdmi fapiangere.
Nonsi accortodellanostra
primaveraaraba
serve per affrontare lemergenza economica.
Ma unemergenza quanto pu durare? Il governo Monti era
demergenza ed durato pi di un anno, senza nemmeno riuscire
a cambiare il Porcellum.
Lei ha scritto linstant book Non mi adeguo. 101 punti per cam-
biare. Il numero 101 un riferimento ai parlamentari del Pd che
hanno impallinato Prodi durante le elezioni per il Quirinale.
Ormai il 101 un numero della cabala della sinistra. E su quei 101
ho un giudizio politico preciso.
Quale?
Io che volevo sia Prodi sia Rodot, ho perso. Loro hanno vinto.
Volevano che fnisse esattamente come fnita.
Che senso ha per dei parlamentari del Pddesiderare ungoverno
con il Pdl? Lei sospetta unoperazione centrista?
No. Credo che si sia trattato di spirito di conservazione. Un go-
verno del cambiamento con lappoggio del Movimento 5 Stelle
avrebbe messo in discussione troppe certezze. Per tutto un gruppo
dirigente.
Scusi, ma di chi sta parlando?
Di tutti i grandi player del partito fniti nel governo: Letta, Fran-
ceschini sono tutti l. Non le pare strano che si sia dimesso un
segretario, si sia sciolta la coalizione con Sel e non ci sia stato un
dibattito serio? Lopzione Grillo per loro non era proprio calcola-
bile.
Grillo non vuole allearsi con nessuno e considera il Pd parte del
problema.
Grillo va comunque ascoltato.
Grillo lha insultata. Le ha dato del cane da riporto. E alcuni
grillini lhanno aggredita verbalmente fuori da
Montecitorio.
Ma che mi frega? Mi diverto. Quel che so che
molti temi di Grillo sono anche i nostri: il ritorno
al Mattarellum, lacqua pubblica.
Sarebbero state queste le priorit del governo
del cambiamento Pd/Sel/M5S?
Non solo. La legge elettorale, i diritti, un po di
moralizzazione del sistema politico, gli F35
cos assurdo per un uomo di sinistra dire che
non si possono spendere tutti quei miliardi per
dei cacciabombardieri? Siamo al governo con
Governare con
Berlusconi e
spendere miliardi
per gli F35... Ma se
uno di sinistra dice
che cos
non va bene viene
guardato
con sospetto
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B-e-r-l-u-s-c-o-n-i e si fanno i pliss alle proposte pacifste di Civa-
ti? Mi viene da piangere.
Nonfaccia cos. vero che quando era segretario dei Ds di Mon-
za gestiva il partito con azioni grilline?
Era una gestione molto democratica e partecipata. Facemmo le
primarie per eleggere il sindaco prima che le primarie diventassero
una moda.
Ora si candidato alla segreteria del Pd. Pi partito palestra
di Barca o pi partito agor di Bettini?
Nellantica Grecia lattivit fsica e quella intellettuale andavano di
pari passo, eh eh. Mi piace sia lidea della mobilitazione cognitiva
di Barca sia quella del partito deliberante di Bettini. Basta correnti
senza un perch, se non la spartizione dei posti. E basta con i con-
fitti fnti tra pochi intimi che poi fniscono sempre per sostenersi
a vicenda.
Renzi pensa a un Pd blairiano.
Le fascinazioni esterofle non mi piacciono. Ricorda Benigni?
Disse: Piuttosto che il Woody Allen italiano vorrei essere lAnna
Magnani svizzera.
Lei e Renzi fno al 2011 eravate alleati. Poi
Poi lui fece un paio di uscite non condivisibili su Marchionne e su
Berlusconi. Ma la vera differenza era che io ritenevo che si dovesse
cambiare il partito, lui guardava pi fuori. La vita interna del Pd gli
interessava poco.
Quando si andr a votare?
Credo e spero nella primavera del 2014.
Non si pu, ci sono le Europee.
Limportante che non si tengano lo stesso giorno. Possono svol-
gersi a pochi giorni di distanza. Pensi quanto sarebbe felice DAle-
ma: nello stesso mese italiani ed europei.
A cena col nemico?
ConAlemanno. unpersonaggio curioso, unpo sfortunato. E poi
con Grillo: glielho proposto spesso, ma non ha mai accettato.
Ha un clan di amici?
S, tra i pi antichi c Mimmo, perito elettrotecnico.
Qual la scelta che le ha cambiato la vita?
Aver accettato la candidatura alle Regionali nel 2005. Ero a Barcel-
lona per studiare. In quel momento si interrotta la mia carriera
universitaria da ricercatore di Filosofa.
Ricorda il suo primo comizio?
A diciassette anni. Nellaula magna del mio liceo.
La sua prima tessera?
Quella dei Ds nel 1998. Prima avevo aderito ai Progressisti e nel
1995 ero entrato nei comitati per Prodi.
Prodi avr ancora un ruolo nel Pd?
S. Ma credo che avr soprattutto un ruolo nella vita internaziona-
le. AllOnu non ci sono i 101 franchi tiratori.
Prodi a capo dellOnu e DAlema a capo della Commissione eu-
ropea?
Per DAlema la vedo pi complicata.
I suoi miti giovanili?
Sandro Pertini, perch era anticonformista e io non sopporto il
conformismo in politica. E Bob Kennedy, quello pi a sinistra dei
fratelli.
Il flmpreferito?
Cera una volta in America di Sergio Leone. E tutto Tarantino.
Il libro?
Martin Eden di Jack London.
La canzone?
Ho visto Nina volare di Fabrizio De Andr.
Pensavo che dicesse una roba un po pi anni Ottanta.
Con gli anni Ottanta ho un pessimo rapporto.
Sono i preferiti della generazione Letta.
Eh, ma io non amo il Subbuteo, gioco male a biliardino e non
sono mai stato a Vedr. Tornando alla canzone, mia fglia di otto
mesi si chiama Nina per merito di De Andr.
Sa quanto costa un pacco di pannolini?
Lultimo che ho comprato diciotto euro.
Fa la spesa?
Certo, concentrandomi sugli ordini impartiti. Al supermercato
obbedisco. Anche perch con la mia compagna, Giulia, rischio
sanzioni pesantissime.
riproduzione riservata
Candidatoleader
Giuseppe Civati
(Monza, 4 agosto
1975) deputato
dal 25 febbraio
2013. stato
consigliere regionale
della Lombardia
dal 2005 al 2013.
membro della
direzione nazionale
del Pd dal 2009 e ha
annunciato di volersi
candidare segretario
del Pd al prossimo
congresso del partito.
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Aspillooa rocchetto, lavorati come fosserosculture
ogioielli, sintesi di creativit e tecnologia. La Tgpne
produce 7milaal giorno, richiesti dai pigrandi designer
di SalvatoreGiannella foto di ArmandoRotoletti
Uomini checorrono
sui tacchi (evincono)
A
San Mauro Pascoli, terra del
poeta, il cielo graffato da
un gigantesco segno rosso
Ferrari: una scarpa femminile
al centro di una rotonda, che vuole esse-
re il simbolo di una tradizione artigiana-
le legata alla produzione delle pi belle
scarpe del mondo, in questo distretto di
Romagna che ha sempre saputo cammi-
nare verso il futuro tra tradizione e talen-
to creativo. A quattro passi da quel segno
di seduzione c la sede di una azienda
modello che cresce anno dopo anno gra-
zie a un accessorio della moda italiana:
la Tgp, leader mondiale nella produ-
zione di tacchi, che reggono il passo di
cantanti come Madonna e le Spice Girls,
regine e attrici, donne vip e normali, tut-
te vogliose di sedurre camminando nelle
strade del mondo. Di questa eccellenza
da esportazione lItalia sa poco per scel-
ta del suo creatore, Massimo Venturi, 61
anni, bolognese, fglio di Arturo, artigia-
no che faceva carrozzine per bambini e
di sera gestiva la storica sezione del Pci
della Bolognina. Venturi giustifca la sua
allergia alle interviste con il monito di un
poeta di qui, Tito Balestra: Se hai una
montagna di neve, tienila allombra.
La montagna di neve Tgp (acronimo di
Trattamenti Galvano Plastica) sforna
7mila tacchi al giorno, molti dei quali
sculture fascinose che costano come un
gioiello di Bulgari. D lavoro a 67 dipen-
denti, cresce da anni al ritmo di due ci-
fre (nel 2012 ha prodotto il 29% in pi),
macina qualche milione di utile, ha zero
debiti con le banche, zero controversie...
I fringuelli delle Galpagos. Quali sono
le molecole che compongono la felice
combinazione chimica di questo succes-
so? Venturi: Unicit. Affdabilit. Pun-
tualit. E specializzazione per rispondere
a particolari esigenze di nicchia del mer-
cato. Per dirla con gli etologi alla Danilo
Mainardi, gli imprenditori dovrebbero
imparare dai fringuelli delle Galpagos,
che nella loro evoluzione hanno svi-
luppato diversi tipi di becchi capaci di
vincere la concorrenza e di procurarsi
il cibo con modalit pi adatte al nuovo
ambiente.
Cos capita nellindustria odierna,
rifette Venturi. Alla crisi attuale so-
pravvivono non quelli che continuano
a fare le stesse cose, ma coloro che in-
novano e cambiano. Le start up sono i
nuovi fringuelli, un esempio di questo
veloce adattamento. andata allo stesso
modo anche per noi: allinizio, nel 1986,
facevamo prodotti per lindustria auto-
mobilistica e per la sanit. Eravamo in
Eccellenzeitaliane Lazienda leader nel mondo per gli accessori delle calzature
La visione metamorfica di eugenio barbieri
e dagli archivi della societ spunta un progetto per milano
Una piramide alta 500 metri e con base di 350 metri, in metallo e materie
plastiche, da collocare nella piazza Duca dAosta di Milano, la sola citt
internazionale che a oggi, 1986, priva di un punto focale.
lutopia che, alla vigilia dellExpo 2015, riaffora nellarchivio dellazienda
Tgp tra le carte dellartista Eugenio Barbieri (Forl 1927, nella foto), profeta
dellarte luminoso-cinetica che nel 1967 aveva incantato i parigini (e il
cronista del Corriere della Sera Lorenzo Bocchi) nel Festival del nervo ottico.
Firmato con larchitetto milanese Anna Falletti, vi si
legge: La struttura porter al vertice due laser, uno
volto al cielo, colore verde; laltro, rosso, puntato a terra
nella direzione Nord. Sar lelemento portante di una
grande scultura metamorfca... La piramide formata da
elementi smontabili, e mentre la struttura della stazione,
dellHotel Gallia, del grattacielo Pirelli obbedisce al percorso di permanenza,
il nuovo impianto variabile nel tempo. Seguendo questo discorso si
potrebbe pensare che non ci sia nulla di altamente rivoluzionario in questo
progetto, ma inserendo nella piazza unaltissima piramide reticolare, il
tessuto spaziale viene lacerato, proiettato verso lesterno: lesplosione
si proietta in alto, perch i nuovi volumi fuoriescono a dominare la citt.
Lintervento prevede un riassetto della piazza.... Progetto megalomane?
Ne era cosciente lo stesso proponente: Per affrontare il
tema della piazza Duca dAosta nella prospettiva degli anni
Duemila, occorre una indispensabile dose di megalomania:
quella che, da Brunelleschi a Michelangelo, da Wright a Le
Corbusier, ha mosso tutti i grandi architetti. C qualcuno
ancora interessato?
SEttE | 29 19.07.2013 40
sei o sette. Poi, ventanni dopo, venne a
trovarci limprenditore Baldinini che ci
chiese se potevamo garantirgli un certo
tacco per la sua produzione di scarpe.
partita cos la nostra nuova avventura
aziendale, favorita dalla ricerca di nuove
tecnologie che permettono di fare tacchi
pi alti e sofsticati, con spine di acciaio
rinforzato, e di usare perfno i laser. Oggi
siamo cresciuti, lavoriamo in 67, incluso
il mio socio Mario Gasperini. E io e Ma-
rio ci consideriamo i primi operai tra gli
operai.
La forma ispirata da Belen. Limprendi-
tore che parla per la prima volta allarga la
sua visione del lavoro: A noi non interes-
sa quello che fanno gli altri. Concediamo
il giusto tempo al servizio del prodotto. E
viviamo alla giornata, nel senso che ogni
giorno facciamo il meglio che possiamo, e
anche da un incidente di percorso a volte
ci accorgiamo che l c unidea migliore.
Puntiamo a un continuo miglioramento e
a una sempre rinnovata creativit, grazie
anche a consulenti artisti. Ci pu essere
utile perfno il dettaglio della maliziosa
farfallina mostrata da Belen al Festival di
Sanremo: il tacco a farfalla dorato stato
uno dei prodotti pi apprezzati dellulti-
mo anno, ammirabile nelle vetrine di New
York e di Hong Kong.
Gli strumenti di lavoro. Le particolari
soluzioni produttive hanno radici che
affondano nellartigianato pi sapiente
del nostro Paese. Gli attrezzi utilizzati
sono quelli degli oraf, dei pittori, degli
incisori. una tradizione antica della
migliore manifattura italiana, che por-
ta in alto con linnovazione la qualit di
questo prodotto. Cos i tacchi che esco-
no da questa fabbrica sono qualcosa di
Lavorazioni preziose
In alto a sinistra, Massimo Venturi dietro
a unopera di Eugenio Barbieri.
Nella foto grande, gli scaffali che espongono
alcuni dei tacchi prodotti nellazienda Tgp.
In basso, alcuni momenti
della lavorazione.
SEttE | 2919.07.2013 41
inmostra al museoferragamo
lo stivaletto di BB
La scarpa rossa con tacco di 11 centimetri che
Marilyn Monroe calzava nel flmdi Billy Wilder
A qualcuno piace caldo. Ma anche il sandalo
arcobaleno per Judy Garland, lo stivaletto di
Brigitte Bardot, gli abbaglianti specchietti delle
scarpe di Carmen Miranda e le calzature a
merletto per Anna Magnani. una sflata di
pezzi unici frmati da Salvatore Ferragamo
(1898-1960), il calzolaio prodigioso come
recita il titolo della mostra appena varata a
Firenze nel Palazzo Spini Feroni, due passi
dallArno, che ospita il pozzo di Beatrice dove
Dante fu colpito dal dardo dellamore dopo
il primo incontro con la sua musa ispiratrice.
Un omaggio a un grande artigiano artista che
amava la creativit tanto da mettere a proprio
agio le attrici e le regine, le cantanti ma anche
le persone pi modeste. La mostra visitabile
fno al 31 marzo 2014. (s.g.)
Info: tel. 055.3562846.
Mail: museumstore@ferragamo.com.
Web: www.museoferragamo.it <http://
www.museoferragamo.it/mostre-incorso.
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veramente unico nel suo genere, molto
apprezzati dalleccezionale clientela (in
testa langlo-cinese Jimmy Choo e Cha-
nel, Vuitton e Tom Ford insieme ai mar-
chi eccellenti di casa nostra, il romagno-
lo Casadei, i marchigiani Fabiani e Della
Valle, il veneto Ballin, la toscana Petra su
tutti). Loro chiedono particolari tacchi,
ma qualche volta da queste stanze che
partono proposte per caratterizzare le
scarpe delle 200 aziende nostre clienti,
precisa Venturi.
Dipendenti appagati e fedeli. Ma c
un particolare collante che cementa le
quattro molecole prima evocate: ed la
qualit dei dipendenti. Io ho bisogno di
operai che stiano bene, che rendano al
massimo delle loro qualit e questo mi
porta a trattarli economicamente meglio
dando loro pi di quanto prendano i loro
omologhi altrove. E la mia attenzione va
oltre il trattamento economico: perch
sconsiglio a tutti gli imprenditori di avere
persone in azienda con la testa appesan-
tita da problemi ai quali, con buonsenso,
si pu aiutare a dare una soluzione. Que-
sto spiega perch altissima la fdeliz-
zazione dei nostri collaboratori e perch
rispondono positivamente se c da fare
un lavoro straordinario.
Non solo lingegneria del tacco a es-
sere unopera darte. Tra le mura azien-
dali larte di casa. Oltre alla cornice
dellumanit c una cornice di bellezza
costituita da molte sculture e pitture che
abbelliscono porte e stanze, quasi tutte
frmate dallartista che lo spirito gui-
da di Venturi: Eugenio Barbieri (Forl,
1927). Questa collezione che abbellisce
la nostra sede nasce dallinnamoramen-
to fulmineo scattato durante la mia visita
giovanile a una mostra a Forl. Barbieri
un artista discendente dal grande pittore
Giovanni Battista Barbieri detto il Guer-
cino. Il padre di Eugenio era musicista,
suo fratello un bravo violinista, suo zio
un liutaio. Adesso che ha 86 anni in un
ospizio qui vicino, non sta bene. Per me,
che lho conosciuto da vicino, il Barbieri
artista un genio. E comunque ho voluto
che le sue belle opere illuminassero i no-
stri neuroni creativi.
Piccola la fabbrica che ci lasciamo alle
spalle, ma grande la visione di chi ci
lavora.
riproduzione riservata
Fatti a mano
oconil laser
Alla Tgp la
produzione cresce
in doppia cifra ogni
anno. Consiste
principalmente in
tacchi metallizzati.
Su questi poi
possibile eseguire
decori di vario genere
o personalizzazioni,
realizzate sia a
mano che con
tecniche di vario tipo:
dalle smaltature a
spessore fno alle pi
sofsticate lavorazioni
con il laser.
c
o
n
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r
a
s
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o
segnala uneccellenza
LItalia piena di casi di aziende deccellenza.
I lettori possono inviare una candidatura
registrandosi nel sito http://www.corriere.it/sette/
eccellenzeitaliane/. Inpalio anche diversi premi.
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Per fareunosceneggiatore
ci voglionodueteste
Benvenuti e De Bernardi, Age e Scarpelli, Scola e Maccari insegnano:
per scrivere il cinema bisogna essere almeno in due. Il segreto?
divertirsi e parlaredaltro. Parola di Marco Risi, premiato fglio darte
di Ranieri Polese
L
a macchina da presa sorvola una
Roma notturna, monumenti
eterni e suburbane miserie. Nel-
la notte romana morto un ra-
gazzo: odiava il compagno della madre e
conosceva gli affari sporchi di quelluomo
troppo potente. Un detective privato scopri-
r il perch di quella morte. In questo flm,
Cha cha cha ( dedicato a Marco Onorato,
geniale direttore della fotografa morto nel
giugno 2012), una Roma bella e impassibile
sta a guardare, occupata solo a ripetere le
sue feste pagane e pacchiane come quella
suuna terrazza che guarda il Vittoriano. Una
sequenza che sembra molto vicina alla festa
di Sorrentino per La grande bellezza. Ma il
mio flmera pronto gi otto mesi fa, 01 per
lha mandato in sala il 20 giugno, quando
scoppiata lestate, commenta amaro Mar-
co Risi. Ce lha con la distribuzione, Risi, e i
produttori di oggi. Il prossimo flm me lo
produco da solo. Cha cha cha, per la sce-
neggiatura, frmato dallo stesso Risi, Jim
Carrington e Andrea Purgatori. Proprio Risi
e Purgatori (gi insieme per Il muro di gom-
ma e Nel continente nero), nel 2009, vinse-
ro il premio Sergio Amidei per Fortapsc,
il flm su Giancarlo Siani, il cronista del
Mattino ucciso dalla camorra. Allora Risi,
Matrimoni di parola Il regista di Cha cha cha spiega come si scrive un flm
A Gorizia nuove formule narrative
stato grazie al flmFortapsc che Marco Risi ha vinto (con Andrea Purgatori), nel 2009, il
premio Sergio Amidei per la migliore sceneggiatura internazionale. Dalledizione successiva,
Risi nella giuria del premio, questanno giunto alla trentaduesima edizione. Lappuntamento
dal 19 al 25 luglio al Palazzo del Cinema e al Parco di Villa Coronini Cronberg di Gorizia.
Il flmvincitore sar selezionato tra i titoli europei in sala nellultimo anno: a essere premiata
sar la sceneggiatura che pi si distinta per originalit e capacit di sperimentare nuove
formule narrative. Questa edizione sar ricca di proposte e ospiti prestigiosi, a cominciare dal
tanto atteso regista, attore, fumettista e sceneggiatore francese Patrice Leconte, che ritirer il
premio Opera dAutore 2013. Tutte le info sono sul sito amidei.com.
ringraziando, disse che non sono molti i
premi intitolati ai grandi sceneggiatori in
Italia, ma questo un Paese che dimentica
tutto. Dal 2010 Risi fa parte della giuria del
premio. Fra le cose dimenticate, appunto,
c il lavoro degli sceneggiatori, di quelli che
scrissero le pagine migliori del cinema ita-
liano. Chiediamo a Marco Risi di ricordarli.
La cosa pi curiosa era che lavoravano
sempre in coppia: Age e Scarpelli, Scola e
Maccari, Benvenuti e De Bernardi, Scarnic-
ci e Tarabusi. Come se fossero tanti matri-
moni. Il mio pap, Dino Risi, diceva che si
odiavano come le coppie sposate da tanto,
e ricordava lo sguardo dodio con cui uno
dei due guardava laltro mentre girava il
cucchiaino nella tazzina del caff. Era uno
strano lavoro, il loro; sembrava che stesse-
ro solo a cazzeggiare. Quando si riunivano,
parlavano di tutto fuorch del flm. capi-
tato anche a me, per il mio secondo flm,
Un ragazzo e una ragazza, con Jerry Cal e
Marina Suma. Ho avuto la fortuna di avere
Furio Scarpelli come sceneggiatore, andavo
a casa sua a lavorare ma non si parlava mai
del flm. Gli chiesi perch, lui mi spieg che
invece tutto quello che ci stiamo dicendo
per il flm. Ho capito dopo che serviva a far
sedimentare unidea, farla crescere. Forse
serviva a lui anche per capire comero fatto
io. Scarpelli era un insuperabile inventore
di modi di dire, un gran creatore di linguag-
gi: Brancaleone, I mostri, Straziami ma di
baci saziami. Per il flmcon Jerry Cal si era
inventato uncamionista bolognese che dice
a Jerry: Quando sei a Napoli, parla alla Na-
poli, senn ti scanzonano.
Finedel variet. E oggi, come sono i nuovi
sceneggiatori? Non ne vedo tanti capaci,
che vanno allarrembaggio. Ci si arrende
spesso, sento dire: Questo non si pu rac-
contare in un flm. Certo, noi risentiamo
ancora di un fatto epocale, di quando, alla
met degli Anni 70, il cinema italiano perse
il contatto con la realt. Cera il terrorismo,
si pens che non si poteva farne oggetto di
una commedia. Anni fa avevo avuto unidea
per un flm su un gruppuscolo di terroristi
che sequestrano un personaggio importan-
te. Ma arriva lestate e quelli si pongono la
domanda: Si va in vacanza o no? E se s, ci
si porta lostaggio dietro?. Naturalmente, il
flmnon statofatto. Laltra causa della crisi
statalavventodellatvcommerciale. Cheha
appiattito tutto. Intanto ha portato via spet-
tatori, poi ha cambiato la fgura e il modo
di lavorare di produttori e sceneggiatori.
seTTe | 29 19.07.2013 44
Con la tv commerciale si chiusa la grande
scuola da cui provenivano attori e comici, il
variet, senza il quale non ci sarebbero sta-
ti Tot, Sordi, Franchi e Ingrassia... Per un
po si pensato che Drive in fosse il nuovo
vivaio. Non era vero. Ma le tv, Rai e Media-
set, hanno prodotto tanti flm. vero, per
questo ha creato un gran problema: porti
un soggetto, e loro subito ti obiettano che
un flm cos in tv non pu passare. Io credo
che oggi Ultimo tango a Parigi e Indagine
su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
non troverebbero produttore.
Pap e limprovvisazione. Lei comin-
cia con suo padre (in due flm, Caro pap
e Sono fotogenico): comera lavorare con
Dino Risi? Pap era uno che si divertiva
soprattutto a stare sul set. Si faceva unidea
del plot, dei fatti, poi girava contando molto
sullimprovvisazione. Un esempio: in una
scena del Sorpasso, Gassman con Trin-
tignant a un ristorante di Civitavecchia. Si
sente la sirena di una nave, pap non vuole
interrompere e dice a Gassman di improv-
visare una battuta. E Gassman dice: Mi sa
che un giorno o laltro io mimbarco. Agli
sceneggiatori chiedeva la sintesi, un flm,
diceva, si deve poter raccontare in una car-
tolina. A volte era anche caustico, come
quando, al terzo flm con Cal, che non ti-
rava pi tanto, lui mi dice: Bisognerebbe
cambiargli laccento, Jerry Cla. La storia
della commedia italiana anche piena di
grandi cattiverie. S, sceneggiatori e registi
dicevano cose tremende. Ma non erano cat-
tivi, erano umani. Monicelli, ai funerali di
qualche collega, si metteva nelle ultime fle
e quando vedeva uno malmesso gli faceva
un gesto che voleva dire: la prossima volta
tocca a te.
Tutto fnito, creativit, scherzi, invenzioni.
Che forse non torneranno pi. Anche per
un motivo molto serio: allepoca si produ-
cevano, ogni anno, 300 flm. Ecco, io penso
che la quantit, qui almeno, ha molto a che
fare con la qualit. Il panorama del nostro
cinema allora offriva vari livelli. Cerano i
fuori quota: Fellini, Visconti, Antonioni, Pa-
solini. Poi cera la serie A: Rosi, Petri, Germi.
Cera una serie B molto folta, con gli autori
di commedie. E poi la serie C, le farse e le
parodie come quelle di Franchi e Ingrassia.
Grandissimi: Lesorciccio stupefacente.
E Ultimo tango a Zagarol? Bertolucci dice
che non ha mai voluto vederlo per paura di
scoprire che era meglio del suo. Coppola ha
comprato i diritti di distribuzione in Ame-
rica.... Le farse, le parodie anche i seguiti,
allepoca, si facevano sempre con una buo-
na dose di originalit, con delle idee nuove.
Quando pap gira Pane amore e... accetta
una sfda non da poco: Sofa invece della
Lollobrigida; a colori e non pi in bianco
e nero. C un momento grandioso, quan-
do il maresciallo De Sica e Sofa ballano il
mambo. Durante le riprese, a Sorrento, in
albergo arriv una squadra di pattinaggio
femminile svedese. Fu il fnimondo. La
mattina dopo pap si sveglia tardissimo,
corre agitato sul set, e trova De Sica che sta
dirigendo. Si scusa, De Sica lo tranquillizza.
Poi lo guarda e gli fa: Svedese?.
In Cha cha cha ritorna Claudio Amendola,
molti anni dopo Soldati e Mery per sempre.
Volevo vedere il grado di cinismo a cui era
arrivato dopo tutti questi anni con i Cesaro-
ni. E che livello ha raggiunto? Altissimo,
ma il personaggio qui lo richiedeva.
riproduzione riservata
Tradizioni
sempreverdi
Nella foto grande,
il regista e
sceneggiatore Marco
Risi (Milano,
4 giugno 1951), fglio
del celebre Dino.
Il suo esordio dietro
la macchina da presa
del 1982 con Vado
a vivere da solo, con
Jerry Cal. Il suo
ultimo lavoro Cha
cha cha (2013) con
Luca Argentero.
Qui a sinistra: in alto,
gli sceneggiatori
Age e Scarpelli,
che lavorarono
anche con Monicelli,
Germi, Risi senior,
Comencini e Scola;
sotto, i forentini
Renzo Tarabusi e
Giulio Scarnicci,
una delle storiche
coppie di autori
di rivista.
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seTTe | 29 19.07.2013 45
DopoPhelps, voglio
battere Bolt. Acalcio
La passione per le spiagge di Pescara. Leducazione sudafricana.
Quel no agli Stati Uniti. E un desiderio: avere lumilt di Mandela
di RobertoPerrone
C
had Guy Bertrand le Clos
allOlimpiade di Londra 2012
diventato famoso non solo per-
ch ha vinto la medaglia doro
dei 200 farfalla (o delfno, lunico stile che
si pu chiamare in due modi) ma perch,
riuscendoci, stato lultimo uomo sulla
faccia della terra a superare il cannibale di
Baltimora, Michael Phelps, in una gara in-
dividuale (i 200 farfalla). Dopo Michael si
vendicato nei 100 e, ottenuta la 22esima
medaglia olimpica con la staffetta mista, si
ritirato. Nessuno lo pu pi battere. Oltre
che per questo, Chad diventato famoso
per lesultanza di suo padre, Bert, che, inter-
vistato dalla Bbc, ha pronunciato beautiful
boy una ventina di volte. Chad, specialista
della farfalla ma ottimoe abbondante anche
nei misti e nello stile libero, con queste ca-
ratteristiche aveva un sogno: essere Michael
Phelps. Certo diventare come lui diffcile,
Il campione Intervista a Chadle Clos, lultimoche ha superatoil cannibale di Baltimora
ma intanto questo ragazzo di Durban, Suda-
frica, 21 anni, si ritagliato un posto nella
storia del nuoto e sar una delle stelle dei
prossimi Campionati del Mondo di Barcel-
lona in programma dal 28 luglio al 4 agosto.
Ma Chad non avr pi Phelps da battere.
Che effetto le ha fatto superare latleta pi
decorato dellintera storia olimpica?
Era uno dei miei sogni. Ho sempre detto
che Michael Phelps era il mio eroe. Io vo-
levo essere nella fnale olimpica e raggiun-
gere quel risultato per cui io e il mio coach
avevamo lavorato duro,
facendo tutto quello che
cera da fare. Durante gli
ultimi 50 metri ricordo
che lo guardavo sottac-
qua e mi dicevo: questo
il mio eroe. Io dovr
difendere il mio titolo alla
prossima Olimpiade, ma
battere Michael Phelps stato qualcosa che
ho voluto per tutta la mia vita. Ho versato
una lacrima pensando a quello che suc-
cesso in quella gara e a quello che ha signi-
fcato per me.
Ha signifcato molto anche per suo pa-
dre. diventato una star di YouTube. La
famiglia importante per lei?
Senza la mia famiglia non avrei raggiunto
quello che ho raggiunto. Siamo molto uniti
e affatati.
Dove, come e perch ha cominciato a
nuotare?
Vuole sapere una cosa?
Io da ragazzino ero per-
fettamente diviso tra soc-
cer e nuoto. Il calcio mi
piace ancora tanto.
Squadra del cuore?
Manchester United.
Come Usain Bolt. Lo sa
Negli ultimi 50
metri guardavo
Michael
sottacqua e
mi dicevo: questo
il mio eroe
sette | 29 19.07.2013 46
che il bi-campione olimpico di 100 e 200
ha coronato il suo sogno? Sar in campo
il 9 agosto contro il Siviglia con la maglia
dei Red Devils.
Sono sicuro che a calcio lo batterei, co-
munque se lui va allo United, magari un
club italiano potrebbe interessarsi a me.
Ahaha.
Meglioil nuotoche a uncertopuntolei ha
preferito al pallone.
A scuola, crescendo, ho dovuto fare una
sceltatrai duesport. Uffcialmentehoinizia-
to a 9, 10 anni, ma in realt ero gi in piscina
da prima; ero una specie di water-baby.
Ricordo che, nel 2004, guardando Michael
Phelps vincere sei medaglie doro ad Atene
ho pensato: voglio fare questo. Ispirarmi a
lui mi ha dato una grande spinta.
Cosa pensa in defnitiva di Phelps?
una leggenda. Quello che ha fatto nella
sua carriera incredibile. Voglio avere il suo
stesso successo, lo ripeto.
a questo che vuole arrivare? Cosa signi-
fca il nuoto per lei?
Il nuoto mi ha permesso di girare il mon-
do e amo questo aspetto dello sport. Amo
ogni istante di questa vita. Il mio obbiettivo
essere il migliore. Voglio aumentare il mio
medagliere e nuotare a tutti gli eventi.
La medaglia doro le ha cambiato la vita?
In un modo enorme. Prima che andassi ai
Giochi ero uno sconosciuto nel mio Paese e
ora sono indicato ovunque, mi fermano in
mezzo alla strada. Non pensavo di diventare
un eroe nazionale.
Cosa vuol dire essere sudafricano?
Ricevere una forte educazione: ci han-
no insegnato a non mollare mai qualun-
que cosa accada. Ho imparato ad andare
fno in fondo e anche se rimani indietro
nella gara, che sia sportiva o nella vita, a
non mollare mai e a non fasciarsi la testa
prima del tempo.
Qual il suo sogno?
Voglio avere successo nello sport e diven-
tare di ispirazione per gli altri. Motivare la
gente affnch tutti credano che niente
impossibile.
Chi sono i suoi idoli?
Innanzitutto Terence Parkin, medaglia
dargento nei 200 rana allOlimpiade di Syd-
ney. Era allenatoda GrahamHill che anche
il mio coach cos ho instaurato un rapporto
con lui. Terence sordo, ma ha gareggiato e
battuto gli atleti normodotati.
Fuori dal nuoto?
Muhammad Ali. stato fonte di ispira-
zione e motivazione per la mia crescita. Ho
amato il suo modo di essere: era molto forte
e non era arrogante come dicevano. Ha aiu-
tato un sacco di gente, ha fatto benefcenza
a cos tante persone. Questo quello che
voglio fare, un giorno: aiutare gli altri ed es-
sere come lui per tanti in tutto il mondo.
Ha cominciato diventando ambasciatore
dellassociazione che aiuta le donne col-
pite dal tumore al seno.
Mia madre ne ha sofferto e ha subito un
trattamento nel 2010. Questo ha impedito
ai miei genitori di venire ai giochi del Com-
monwealtha Delhi, quellanno. Questo fatto
mi ha colpito, ho voluto fare qualcosa.
Si allena in Sudafrica, ha anche rinuncia-
to ad andare negli Stati Uniti.
Cera in ballo una borsa di studio, ma sono
rimasto con il mio coach GrahamHill e con
il Seagulls Swimming Club della mia citt,
Durban.
Belle onde.
La spiaggia, le onde, gli amici, non c di
meglio.
So che le piace anche Pescara.
vero, veniamospessoinItalia per dei trai-
ning camp con il Sudafrica. Adoro Roma,
ma la spiaggia di Pescara molto bella.
Dieci cose che vorrebbe imparare o esse-
re nella vita.
Allora. Mi faccia pensare. 1) Vorrei cucina-
re come mio padre; 2) vorrei essere umile
come Nelson Mandela; 3) vorrei ballare
bene; 4) vorrei tuffarmi inuna vasca di squa-
li; 5) vorrei surfare come si deve; 6) vorrei f-
nire di leggere unlibro; 7) vorrei guidare dei
fuori-strada; 8) vorrei imparare il francese;
9) vorrei smetterla di criticare gli altri atleti;
10) vorrei lasciare in pace le ragazze mentre
si allenano.
Bei propositi. Cosa vuole dai Mondiali?
Fare incetta di medaglie, pi che posso.
Aspettando lo squadrone rosa-azzurro
Al via stasera, con la cerimonia dapertura al Palau Sant Jordi di Barcellona, la XV edizione
dei Campionati mondiali di nuoto. Per vedere di nuovo Chad le Clos nei 200 farfalla
bisogner aspettare per fno al 30 luglio (batterie), mentre la fnale in programma per il
31. C grande attesa anche per i nuotatori italiani: da Fabio Scozzoli con i 50 e 100 rana, a
Federica Pellegrini, che garegger nei 200 dorso. Ma la kermesse assegner anche i titoli
mondiali di nuoto in acque libere, nuoto sincronizzato, pallanuoto e tuff (al trampolino
Tania Cagnotto). Dirette su Rai Sport e Rai 2. C. Gatt.
Undelfnoarrivato
dal Continente Nero
Chad le Clos, 21 anni,
in vasca a Londra e, qui
a destra, allarrivo
mentre gioisce per aver
battuto Michael Phelps
(sotto con la medaglia
dargento).
rIproduzIone rIservata
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sette | 29 19.07.2013 47
I
l nome di Aleksandr Solenicyn torna
alla ribalta inItalia per la pubblicazio-
ne di testi poco noti o inediti. La Jaca
Book, dopo aver tradotto Ama larivo-
luzione!, ora propone i tre racconti Luomo
nuovo che ci riportano agli anni Venti-Tren-
ta del Novecento. Pagine ricche di entusia-
smo e dedizione, rivolte a un mondo che
la propaganda sovietica annunciava come
imminente.
La moglie di Solenicyn, Natalija, per que-
sta occasione ha rotto il silenzio e risposto
ad alcune nostre domande.
Signora, che cosa ama ricordare di suo
marito?
Il sorriso.
stato diffcile separarvi al mo-
mento del primo esilio a Zurigo?
Allinizio non sapevo neppure se
lavrebbero espulso o arrestato. E
nel primo caso, quello dellesilio,
per dove? Cos trascorsero uninte-
ra notte e un giorno. Durante tutte
quelle ore uno dei pensieri che mi
tornavano alla mente, anche se mi
sforzavo invano di scacciarlo, era
che magari non lavrei pi rivisto.
Mai pi.
Come nacquero le sue opere lon-
tano dalla Russia? Erano cambiate le abi-
tudini?
Nulla cambi nelle abitudini di tutti i gior-
ni, n nei metodi di lavoro. Ma la vita quoti-
diana divent meno complicata: non dove-
vamo pi temere perquisizioni improvvise
e venne meno la costante preoccupazione
di dover nascondere le pagine scritte. E
lardente desiderio, cos tipico in lui, di ri-
uscire a leggere tutte le fonti, i documenti
e le testimonianze relative allargomento
del suo lavoro, poteva pi facilmente essere
soddisfatto in Occidente: bastava ordina-
re i libri attraverso il circuito accademico
in qualsiasi biblioteca del mondo mentre
in patria gli era stato precluso laccesso
alla letteratura storica e per procurarsi i li-
bri che gli servivano doveva ricorrere agli
amici. E a nascondere i suoi manoscritti,
rischiando molto, provvidero sempre amici
fdati. La prima cosa che scrisse a Zurigo,
subito dopo lespulsione, fu lultimo grosso
capitolo del suo libro di memorie letterarie
La quercia e il vitello, che volle intitolare
Gli invisibili, nel quale esalt e ringrazi
i suoi disinteressati e devoti collaboratori.
Per questo peana agli invisibili dovette
aspettare gli anni Novanta, la perestrojka,
per vedere la luce, quando la pubblicazione
dei nomi non comportava alcuna spiacevo-
le conseguenza per gli interessati.
Come nascono le pagine di questi ultimi
tre racconti che escono ora in edizione
italiana?
Allinizio degli anni Novanta Solenicyn
aveva terminato il lavoro, durato un quarto
di secolo, dellepopea storica La ruota rossa
sulla rivoluzione russa e gli era venuta vo-
glia di alleggerire la penna in qualche for-
ma narrativa breve. Da tempo aveva messo
a punto il genere del racconto bipartito,
defnendone anche alcune forme. Quella
pi semplice prevede lo stesso personag-
gio in entrambe le parti del racconto, se-
parate solo dallelemento tempo, qualche
volta breve, qualche volta lungo (come in
uno dei racconti che escono adesso in Ita-
lia, quello intitolato Giovani e forti). Una
seconda forma quella in cui le due met
del racconto sono legate da un tema co-
mune, o un pensiero, o unidea (come nel
caso di Nastenka). Infne le due parti pos-
sono incardinarsi su un oggetto,
una circostanza che collega magari
fuggevolmente due personaggi e le
loro sorti (come in La confettura di
albicocche). I tre racconti sono stati
iniziati nel Vermont tra il 1993 e il
1994, ultimati gi dopo il rientro in
Russia e pubblicati sulla rivista No-
vyj Mir nel 1995.
Lei ha unricordoparticolare della
stesura di queste prose?
S, lui si era davvero appassionato
a questo nuovo progetto e ne parla-
vamo molto. Fui molto felice, quan-
do cominci a scrivere i racconti,
nel vederlo ringiovanire a vista docchio,
perch si era calato nellatmosfera degli
anni Trenta, nella sua giovinezza.
Suo marito attuale da oltre mezzo seco-
lo. Ora tutti scoprono molti nuovi scrit-
tori russi.
La grande letteratura sempre attuale.
Oggi in Russia i libri di Solenicyn ven-
gono continuamente ristampati e diffusi,
cos che ogni anno si integrano le tirature.
Lattualit delle sue opere si radica nel fat-
to che il principale tema della sua arte il
Scrissequesti racconti
peralleggerirelapenna
La vedova dello scrittore parla di come nacquero le pagine
di L'uomo nuovo, un libro iniziato nel Vermont e completato
in Russia nel 94, che esce ora in Italia per la prima volta
di ArmandoTorno
Esclusiva Un Solenicyn inedito nel ricordo della moglie
Una coppia affatata. Aleksandr Solenicyn nel 95 con la
moglie Natalija, sposata nel 73. Dallunione sono nati tre fgli.
SETTE | 29 19.07.2013 48
comportamento delluomo quando subisce
la pressione di un peso immane, sia esso la
guerra, la malattia o semplicemente il ten-
tativo di adattarsi a nuove dure condizioni
di vita ( il caso di tutti e tre i racconti ora
pubblicati). per questo che le sue opere
travalicano sempre la cornice del concreto
ambito e tempo storico e riguardano ogni
persona che debba affrontare, indipenden-
temente dalle coordinate temporali e geo-
grafche, analoghe diffcolt.
Quanto era rimasto del professore di ma-
tematica in Aleksandr Isaevic dopo la sua
carriera di scrittore?
Fino ai suoi ultimi giorni ha conservato
la capacit di comunicare in modo chiaro
e strutturato ci che intendeva esporre, si
trattasse di problemi matematici o idee in
ambito sociale o politico. A questo propo-
sito, ricordo di averlo visto impegnarsi nel
ruolo di professore negli anni Ottanta nel
Vermont quando insegnava algebra-geo-
metria-trigonometria-astronomia ai nostri
fgli e lo faceva in modo incomparabilmen-
te pi vivo e interessante rispetto allimpo-
stazione didattica della scuola americana
che loro frequentavano.
C un segreto del vostro rapporto che
non ha mai confdato?
Un segreto sulla sua umanit che non
mai emerso e che il mondo invece do-
vrebbe conoscere Lui era con me infni-
tamente dolce e questo non si concilia in
alcun modo con quellimmagine pubblica
severa, perfno accigliata, invalsa col passa-
re degli anni.
Rispetto ai romanzi pi noti, come giudi-
ca queste opere che ora escono in libre-
ria?
Credo che paragonare opere di un genere
cos diverso, come i romanzi e i racconti,
non sia particolarmente fruttuoso. Preferi-
rei piuttosto confrontare questi Racconti
bipartiti degli anni Novanta con quelli di-
ventati celebri degli anni Sessanta. Gli uni e
gli altri costituiscono due cicli di otto rac-
conti ciascuno. I racconti degli anni Sessan-
ta sbalordirono i lettori, al di l del loro in-
dubbio valore letterario, perch trattavano
argomenti politici ed esistenziali fno ad al-
lora proibiti. I racconti di cui parliamo oggi
sono usciti in un tempo in cui, per fortuna,
non esistono pi argomenti di cui proi-
bito scrivere, un tempo nel quale il lettore
investito da una vera e propria cascata di
libri e autori prima tenuti nascosti. Cos che
lalta considerazione che hanno incontrato
questi ultimi racconti di Solenicyn deter-
minata esclusivamente dalla loro maestria
letteraria e dalle eterne questioni della vita
delluomo che in essi si rifettono.
La famiglia e i successi
Da sinistra a destra, in senso orario: Solenicyn con la
moglie nel 2007; con il comandante della divisione di
artiglieria di ricognizione Evgenij Psecenko nel 43; la
consegna del Nobel per la letteratura a Stoccolma nel
74; la famiglia al completo in unistantanea del 2003
a Troitse-Lykovo. Accanto, la copertina di Luomo
nuovo (Jaca Book, pagine 128, euro 10).
Quelli chescrissenegli anni
Sessantasbalordirono
perchtrattavano
di temi proibiti, questi
ultimi piacqueroper laloro
maestrialetteraria
riproduzione riservata
SETTE | 29 19.07.2013 49
Re del brividoma con
uncuoredoro: piange
semuoreunserpente
I particolari raccapriccianti sono banditi. E la brutalit
va solo accennata. Cos si scrive un romanzo horror. Lo dice
un cattivo che fa tremare ma solo creando suspense
di Elisabetta Rosaspina
A
ncora gli dispiace di averlo ucciso, con un col-
po di pistola alla testa.
Jeffery Deaver, il re del brivido, confessa di
avere esitato un istante prima di premere il
grilletto. Ma era davvero pericoloso, invoca la legitti-
ma difesa. Ed stata lunica volta in vita mia, assicura.
Vorrebbe forse aggiungere che non lo rifarebbe e che ha
cercato comunque di risparmiargli sofferenze inutili, con
una morte quasi istantanea. Poi per gli secca smascherare
troppo quel suo cuore tenero: Era pur sempre un serpen-
te, come ce ne sono molti qui, nella zona della Virginia in
cui vivo. Un serpente velenoso. Avrebbe
potuto mordere un bambino o un cane.
Ho dovuto farlo: s, gli ho sparato.
Sorprendente Deaver. Capace di riempi-
re, come minimo, 600 pagine allanno di
sangue e perfdie, lame e catene, esecu-
zioni e torture, stalker e serial killer; di in-
gigantire angosce e suspense, di affettare
carni e tensioni; di immaginare, tra molte
perversioni e varie crudelt, perfno un
Collezionista di ossa. E, nello stesso tem-
po, capace di commuoversi, in segreto,
per linfelice sorte di un rettile, fosse pure un crotalo, o altre
creature: Soltanto quelle innocenti e indifese, precisa.
Mai, assolutamente mai, nei miei romanzi sar fatto del
male a un bambino o a un animale.
Basta un accenno. Le donne, beh le donne sono una ca-
tegoria a parte, e non del tutto disarmata o disarmante:
eppoi come farebbe un giallista americano a vendere 30
milioni di copie, in 150 Paesi e pi di 25 idiomi, senza
iniettare un po di sesso e violenza nei suoi best seller? Ho
solamente accennato a qualche stupro nei miei primi libri,
senza indugiare in dettagli scabrosi, si difende Deaver,
Non penso che servano i particolari raccapriccianti. Non
generano suspense ma disgusto nel lettore. Quando scrivo
non mostro la brutalit, lascio che si intuisca.
Non che il sangue gli faccia impressione: Non ho mai
assistito a un intervento chirurgico perch non si pu
entrare in una sala operatoria a curiosare, ma ho visto
unautopsia e deciso che non vale la pena di raccontarne:
sono scene ripetitive. E in ogni caso ho una regola ferrea:
mai inserire informazioni che potrebbero essere usate o
messe in pratica.
Per esempio? Per esempioiosocome si fabbrica una bom-
ba o un gas tossico. Perch mi documento direttamente e
dettagliatamente su tutto quello di cui scrivo. Sono istru-
zioni che certamente chiunque pu trovare anche in inter-
net, se vuole. Ma nessuno le apprender
da me. Non voglio dare cattive idee n
cattivi esempi, anche perch so di avere
molti teenager tra i miei lettori.
Ecco, dunque, saltare fuori lo scrupolo-
so uomo di legge. Lavvocato che Jeffery
Deaver, 63 anni, fu per un breve periodo
della sua giovinezza. Ramo civile, per
carit. Niente delitti di sangue o altre
efferatezze. Cause di lavoro, per lo pi.
Questioni che in fondo muovono pi
interessi pecuniari che coscienze. Non
sempre, sospira lui. Io sono purtroppo un tipo molto
empatico, spiega. Voglio dire che riesco molto bene a
mettermi nei panni altrui. Una dote benedetta per uno
scrittore, no?
Gi. Ma menoper unavvocato. Eracconta di quella volta,
quellunica volta (pure allora) in cui trafsse metaforica-
mente lavversario, vinse la causa e si sent terribilmente
in colpa: La nostra cliente era una grossa societ, citata in
giudizio da un giovane dipendente. In gioco cerano poche
centinaia di dollari, un migliaio al massimo, che lex im-
piegato reclamava, senza per disporre di ragioni fondate.
Cos mi limitai a esporre il caso al giudice, che respinse
infatti la richiesta. Ma io mi sentii malissimo quando vidi
il ragazzo piangere, alla lettura della sentenza. Glieli avrei
dati di tasca mia, quei soldi, pur di restituirgli il sorriso.
Bestseller Jeffery Deaver, 30 milioni di copie vendute nel mondo
Hounaregola
ferrea: mai dare
informazioni
chepotrebbero
essereusateo
messeinpratica
Exuomodi legge.
Sopra, lo scrittore
americano Jeffery
Deaver (6 maggio
1950). Ha fatto
il giornalista
e lavvocato,
ma arrivato
al successo nel
1997 con il thriller
Il collezionista di
ossa, poi diventato
flmcon la regia
di Philip Noyce.
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laki, sospettato di attivit terroristica in Yemen, con un dro-
ne, di cui il governo statunitense si assunto recentemente
la paternit. Ma non c alcun messaggio politico. Non mi
interessa se sia giusto o sbagliato. Mi interessa la suspense
e il poter sviluppare la storia su un periodo di tempo breve,
com nelle caratteristiche dei miei romanzi. Dove nulla
gli vieta di introdurre una discussione fra i suoi personag-
gi su questioni etiche controverse come la diffusione del-
le armi in America: Con il risultato di scontentare i miei
amici di sinistra perch sono titolare di un porto darmi e
rivendico il diritto di possederne, riconosciuto dal secondo
emendamento della Costituzione ai cittadini statunitensi.
E gli amici di destra, perch credo che ci vogliano norme
severe per detenere armi, cos come ce ne sono per guida-
re unauto o un aereo: una pistola forse
meno pericolosa di unauto?.
Un giro allindietro. Il flone politico
si completer con una trilogia, nellarco
del triennio, ma la sua prossima creatura
criminale unacrobazia letteraria: The
October List uscir in autunno in Ameri-
ca, poco dopo in Italia, ed scritto a rove-
scio: inizia con lultimo capitolo e fnisce
con il primo. Un giro allindietro sulle
montagne russe, ama defnirlo Deaver,
in gara con la realt che, a volte, sembra ispirarsi ai suoi ro-
manzi: Edward Snowden, la talpa del Datagate, per esem-
pio, sembra uscito da La fnestra rotta, lottava avventura
del suo detective paraplegico, Lincoln Rhyme, apparsa nel
2008. Snowden un eroe buono? No, ha svelato le attivit
illegali del governo americano che per non sembra abbia
commesso crimini, in questo caso. Se fosse un mio per-
sonaggio, sarebbe alternativamente buono e cattivo, in un
susseguirsi di colpi di scena. Come piace a me.
Perch mi ero immedesimato troppo, mi
ero messo al suo posto.
Quel che per fortuna non gli capita sem-
pre con i protagonisti dei suoi thriller: Ma come Hitchcock
faceva capolino nei suoi flm, i miei preferiti, c qualcosa di
me nelle pagine dei miei libri. Per esempio, ne La stanza
della morte, il personaggio pi cattivo di tutti, Jacob Swann,
unottimocuoco: le ricette del killer sonole mie. Ed inun
certo senso anche il mio primo thriller politico.
Nel senso che parla di droni, esecuzioni extragiudiziali,
omicidi preventivi: S, prende spunto da una storia vera,
lomicidio mirato di un cittadino statunitense, Anvar Al-Av-
Sono empatico,
riesco facilmente
a mettermi nei
panni degli altri.
Ma non sempre
un bene
fino a settembre
Cortina incontra i grandi scrittori
N
assau, Bahamas. Un nuovo caso
da risolvere per Lincoln Rhyme,
chiamato a indagare sul misterioso
omicidio di un cittadino americano
ucciso da un cecchino.
Rhyme, ex poliziotto,
costretto su una sedia a
rotelle dopo un incidente
avvenuto su una scena
del crimine, sul grande
schermo aveva il volto
di Denzel Washington
nel flmIl collezionista
di ossa, trasposizione
cinematografca del
primo romanzo della fortunata serie
uscita dalla penna di Jeffery Deaver.
Affancato nelle indagini, come
sempre, da Amelia Sachs, sua collega
e compagna anche nella vita, Rhyme
stavolta deve fare i conti con oscuri
retroscena e con prove che spariscono
nel nulla. lautore stesso ospite
attesissimo della manifestazione
letteraria Una montagna di libri che
presenta a Cortina, in anteprima per
lItalia, il nuovo thriller La stanza della
morte (Rizzoli; pp. 500;
18 euro). Oltre a quello
con Deaver, la rassegna
propone durante tutta
lestate pi di 40 incontri
con scrittori italiani e
internazionali, tra i quali
anche i fnalisti del premio
Campiello; e ancora, dibattiti
con intellettuali e giornalisti,
da Marc Aug a Corrado
Augias, da Giulio Giorello a Paolo Mieli.
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CALIFORNIA
NewyORk
Buona lidea, un po banale lesecuzione. The Internship racconta lavventura di due com-
messi viaggiatori vittime delle tecnologie digitali che hanno fatto svanire il loro lavoro e li
hanno trasformati in dinosauri quando sono ancora dei quarantenni. De-
cisi a non mollare, i due cercano il riscatto nella tana del lupo: il campus
di Google (foto sopra). La favola dei due vecchioni prima tollerati a fatica
dagli altri stagisti, poi capaci con la loro carica umana di trascinare il loro
teamalla vittoria nel torneo che vale lassunzione da parte del pi ambito
dei datori di lavoro un po scontata, ma ha aspetti godibili. Come quando
i due portano gli altri giovanissimi stagisti hi-tech che vivono con gli
occhi incollati su uno smartphone in uno strip club di San Francisco. Alza
gli occhi e scoprirai un mondo, dice uno dei due, lattore Vince Vaughn,
a uno dei ragazzi che si ostina a fssare lo schermo del telefonino anche
quando davanti a lui una prosperosa ragazzona si dimena in piedi sul
bancone del bar. Ma sono davvero cos secchioni una sorta di monaci
digitali i ragazzi che vanno a cercare fortuna a Mountain View, nel cuore
della Silicon Valley californiana? C da dubitarne, almeno a giudicare
dal malumore dei residenti di Crescent Village, un compound di lusso
con 1.750 appartamenti che sorge alla periferia di San Jose e nel quale
Google alloggia alcune centinaia dei suoi intern. Comunit tranquilla
immersa nel verde, tra campi da tennis e piscine, Crescent Village (foto
in basso) ospita soprattutto famiglie di dipendenti di aziende tecnolo-
giche della zona come Cisco e Adobe. Larrivo degli stagisti negli appartamenti affttati da
Google (che negli anni passati si limitava a pagare unindennit di alloggio agli stagisti) ha,
per, demolito la quiete di questa comunit: feste notturne allaperto, rumorosissimi party
in piscina a mezzanotte. Sono arrivati a giugno e sono sempre di pi, nessuno sa quanti,
si lamenta un residente. Camminano in mezzo alla strada: anche guidare, qui, diventato
diffcile. Google non dice quanti sono, ma ha discretamente invitato i suoi ospiti a evitare
schiamazzi notturni. La situazione un po migliorata, ma la crisi non risolta: il Crescent
Village Google Interns, il gruppo nato su Facebook, ha gi 400 utenti. E le foto delle feste
nel villaggio continuano ad affluire su Google+, oltre che sul social network di Zuckerberg.
Google li coccola molto gi in azienda: gli stagisti sono pagati seimila dollari al mese e, oltre a
usufruire dei servizi gratuiti del campus aziendale (lavanderia, massaggi, palestra, perfno
lezioni di danza), periodicamente fanno giri nei musei o escursioni in barca nella baia di San
Francisco, in stile gita scolastica. E cos la sera, tutti insieme nel Crescent Village, prevale lo
spirito goliardico: lo smartphone serve soprattutto per organizzare le bisbocce notturne.
LIbminventa il gel anti-batteri.
La minaccia dei batteri pressoch impos-
sibili da combattere perch hanno impa-
rato a difendersi dagli antibiotici continua
a crescere: colpa dei Paesi economica-
mente pi avanzati che per decenni hanno
fatto un uso spropositato di questi farmaci
anche per combattere germi fastidiosi
ma per nulla pericolosi. Col risultato che
oggi diventato diffcilissimo combattere
i superbatteri che si sviluppano negli
ambienti ospedalieri e aggrediscono
pazienti gi indeboliti. Le case farmaceu-
tiche cercano di correre ai ripari creando
dei superantibiotici ancora pi potenti,
ma il classico cane che si morde la coda:
presto i batteri impareranno a difender-
si e scardineranno anche questultima
difesa. Una strada diversa la sta seguendo
lIbmche, a sorpresa, divenuto anche
produttore di un particolarissimo gel ge-
neticamente costruito al computer proprio
per combattere le infezioni ospedaliere.
presto per dire se questo rimedio sia pi
effcace di quelli dellindustria farmaceuti-
ca tradizionale, ma interessante vedere
come unazienda informatica riesca a
combattere gli staflococchi creando una
crema per la quale viene utilizzata la stes-
sa tecnologia sviluppata per la produzione
di semiconduttori. Da molto tempo, ormai,
Ibmcrea software per linformatizzazione
dei servizi sanitari. Quattro anni fa, poi, con
lo sviluppo delle tecnologie della nanome-
dicina, si resa conto che poteva provare
a spingersi pi in l.
riproduzione riservata
Google fa festa. Troppo
Coni loropartynotturni i giovani stagisti
mettonosottosopralaperiferiadi SanJose
LAmerica che trovi /
di Massimo Gaggi
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riproduzione riservata
Limperodi Eike vacilla
Il ricco imprenditore (numero 8 al mondo)
ha perso 30 miliardi. E il Paese ha paura
Latinos /
di Rocco Cotroneo
brasiLE
argEntina
Chi (non) gli hadatolapatente
Un sondaggio realizzato in Mes-
sico ha svelato un fenomeno del
quale non si aveva idea: pi della
met delle persone che guidano
non hanno una regolare patente.
Secondo i dati raccolti su un campione di 800 persone sentite
al telefono, il 53,5 per cento ha risposto di stare al volante senza
patente. Le donne sono i due terzi di questo gruppo. Altro dato
preoccupante che il 43 per cento degli automobilisti non ha
unassicurazione contro gli incidenti. Il che piuttosto grave,
visto che il 60 per cento delle auto circolanti in Messico stato
acquistato di seconda mano.
i nomi dei bambini arrivanodalle stelle
Due su dieci bambini maschi nati a La Paz nelle settimane della
Confederations Cup hanno ricevuto il nome Neymar, dallastro
brasiliano che ha brillato nella competizione. Per le bambine
invece vanno forte Yung Su e Jandy, dal nome di attrici di teleno-
velas coreane che vanno forte in Bolivia in questi mesi.
Evita sulla banconota nonconvince
La banconota da 100 pesos con leffgie della leggenda-
ria Evita Peron stata lanciata da oltre un anno, ma per
qualche motivo non va, agli argentini non piace. Molti
piccoli esercizi la rifutano, soprattutto fuori dalle grandi
citt, mettendo in diffcolt i clienti, al punto che la Banca
centrale si dovuta muovere. Ha annunciato che ver-
ranno adottate sanzioni nei confronti di chi non accetter
la banconota, che tra laltro stampata con una serie di
accorgimenti che ne rendono diffcile la falsifcazione.
Ma qual il problema con la Evita da 100 pesos? Pare
che sia soprattutto la mancanza di informazione. Molti
esercenti pensano che si tratti di un esemplare comme-
morativo, senza valore legale. E poi la banconota da 100
pesos in Argentina sempre la stessa da oltre ventanni,
quella che ritrae lex presidente Julio Roca. Ai bei tempi
valeva 100 dollari, oggi meno di 20.
diffcile chiedergli come si sente dopo aver perduto oltre 30 miliardi di dollari in po-
chi mesi, perch da quando iniziata la crisi del suo gruppo limprenditore brasiliano
Eike Batista non rilascia dichiarazioni. Preferisce trincerarsi dietro brevi comunicati alle
autorit della Borsa di San Paolo, dove ha quotato una selva di aziende in pochi anni,
operazioni che avevano fatto di lui luomo pi ricco del Brasile e gli hanno permesso
di scalare la classifca mondiale di Forbes fno allottavo posto. Ora - calcola lagenzia
Bloomberg - la sua ricchezza di 34,5 miliardi di dollari del marzo 2012 si ridotta ad
appena 2,9 miliardi, e tutto per il crollo delle azioni in Borsa, alcune delle quali ormai
quasi carta straccia. Per dieci anni, Eike stato per il Brasile un personaggio mitico, un
piede nella fnanza e laltro nel jet set (era sposato con Luma de Oliveira, una regina
del Carnevale di Rio), e aveva costruito un impero con laiuto sostanziale dei governi
Lula e Dilma Rousseff. Ha comprato giacimenti di petrolio, miniere, progettato porti
e centrali elettriche, quotando in Borsa ognuna di queste societ, che fniscono tutte
con la lettera X, che signifca moltiplicazione di ricchezza. Il problema che la forte
valutazione dei suoi attivi era dovuta quasi esclusivamente ad aspettative di proftti
futuri. A partire dai campi di estrazione di petrolio e gas, le cui potenzialit sono state
vendute da Batista a investitori internazionali e istituti di credito pubblici che gli hanno
prestato le risorse per gli investimenti. Ed stato proprio dal ridimensionamento delle
aspettative sul petrolio che iniziato il crollo. Nel giugno dello scorso anno, la produ-
zione della Ogx nelloffshore si rivel molto al di sotto delle previsioni, e le successive
riduzioni di ricavi hanno portato al crollo delle azioni della societ petrolifera. Il resto
venuto di conseguenza. Batista dice che le sue societ hanno ancora molta liquidit
e si riprenderanno, il governo minimizza e sostiene che il problema non contager
leconomia nazionale. Ma c chi vede nel destino delluomo X un parallelo con quello
del suo Brasile, dove le aspettative di una crescita tumultuosa si stanno riducendo
sempre di pi.
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Nuove note di protesta
Un rapper inglese sta coi palestinesi
e apre uno studio di registrazione a Gaza
MediOrienti /
di Stefano M. Torelli
gaza
eMirati arabi
egittO
Ci mancavaanchelacrisi del grano
Come se non bastasse, tra un colpo di Stato e
una delle peggiori crisi economiche che il Pa-
ese abbia mai attraversato, stato conferma-
to un altro trend su cui, a dire la verit, si pone
lattenzione ancora troppo poco: lEgitto il
primo importatore al mondo di grano. Cosa
vuol dire questo? Per un Paese che ha alti
livelli di povert e per cui la sicurezza alimentare sempre stata unossessione, signifca
che vi ancora bisogno di strutturate politiche agricole volte ad aumentare la produzione
di grano, per evitare di dipendere troppo dalle importazioni, nel momento in cui le casse
statali sono sempre pi vuote. Secondo i progetti governativi, entro il 2017 lEgitto che
ha gi messo al bando le esportazioni di riso, per soddisfare la domanda interna di beni
alimentari di prima necessit arriver a produrne il 15%in pi rispetto a oggi, anche se
contemporaneamente la popolazione stessa aumenter. Uno dei problemi cronici del
Paese rappresentato proprio dal tasso di inflazione dei beni di base, i cui prezzi tendono
a lievitare in particolari momenti. Non un caso che si sia parlato di rivolte del pane, a
indicare la diffcolt che spesso si ha a trovare anche il cibo basilare per eccellenza.
Per il ramadan
ciboagli automobilisti
Il mese sacro per antonomasia
della religione islamica, il Rama-
dan, ha avuto inizio da poco e,
come di consueto, anche i governi
dei diversi Paesi musulmani si
sono attrezzati per affrontare al
meglio le feste. Ad Abu Dhabi, per
esempio, la polizia stradale mette
in strada centinaia di agenti nei
maggiori punti di snodo del traffco
cittadino. Al posto delle palette,
per, sono dotati di porzioni di
cibo. Il punto che al tramon-
to quando il digiuno previsto
durante il Ramadan si interrompe,
per riprendere con il sorgere del
nuovo sole il giorno dopo tutte le
persone si affrettano per tornare
a casa e consumare il pasto rituale
della sera, liftar. E non raro che si
verifchino incidenti automobilistici
per via della troppa foga di arrivare
a destinazione. qui che, al calar
del sole, intervengono i vigili per
dare, senza distinzione di nazio-
nalit o di genere, da mangiare agli
automobilisti in coda. E anche il
traffco si trasforma in festa.
Cultura hip hop e giovani palestinesi di Gaza: questo il
connubio creato dal cantante inglese Dai Dream. Giovane
rappresentante della scena hip hop britannica, Dai Dream
si talmente immedesimato nella lotta del popolo pale-
stinese e delle giovani generazioni arabe in generale che
ha voluto portare un contributo materiale ai cantanti arabi.
Lidea stata quella di fnanziare un centro di registrazione
nella Striscia di Gaza, per produrre canzoni e dischi. Dai
Dreamviene da Liverpool, ma rimasto affascinato dalla
forza del movimento della cosiddetta Primavera araba,
che nel 2011 ha scalzato dal potere i vecchi dittatori in
Tunisia, Egitto e Libia e ha provocato sommovimenti in
tutto il mondo arabo. Secondo il cantante britannico, infatti,
i movimenti di protesta arabi rappresentano una nuova
nascita per il movimento hip hop, le cui radici sono da
rintracciarsi nei movimenti dei musulmani neri di Malcolm
X e delle Pantere nere negli Stati Uniti degli Anni 70. Dalla
considerazione che il meglio di questa cultura musicale
viene sprigionato durante momenti di battaglie per i diritti
e di protesta, Dai Dreamha dunque cercato e individuato
nuovi talenti di questo genere nei Paesi arabi. E ne rimasto
affascinato, anche per la profondit dei testi e delle tematiche: impegno politico e sociale e
mai riferimenti a droghe o criminalit. Dopo i contatti con alcuni cantanti arabi, Dai Dream
dunque partito per Gaza, dove divenuto presto famoso grazie alla collaborazione
con MCGaza, rapper locale molto popolare. Dopo mesi di frequentazione del luogo e di
conoscenza delle battaglie dei palestinesi della Striscia, si anche convertito allIslame ha
realizzato il suo sogno: aprire un centro di registrazione mobile, la cui attrezzatura potr
essere usata in diversi luoghi, dalle scuole ai centri di cultura che ne facciano richiesta.
Quando la musica davvero itinerante.
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Per fnanziarsi
A questo indirizzo
Internet Dai Dream
raccoglie fondi per la
sua iniziativa:
http://www.indiegogo.
com/projects/gaza-
record-studio.
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Attaccoa gay e lesbiche
Il dittatore li vuole costringere a far fgli,
Lusaka comincia ad arrestarli
AfrAsia /
di Edoardo Vigna
zimbAbwe / zAmbiA
cAmbogiA
Chiudeteli in una stanza. Coppie di gay o coppie di lesbiche. Poi aspettiamo e vediamo se
restano gravidi. Se non cos, li mettiamo in carcere: perch loro hanno detto che invece
possono fare fgli. LAfrica sembra essere in gran parte come il presidente dello Zimbabwe,
Robert Mugabe (foto). Lanziano despota ha appena usato questa... im-
magine come uno degli slogan forti davanti ai suoi sostenitori in vista delle
elezioni del 31 luglio, criticando esplicitamente anche Barack Obama (che nel
suo viaggio africano ha lanciato un appello per i diritti omosex) e la Chiesa
Anglicana per le posizioni in favore del matrimonio fra persone dello stesso
sesso. Ma le discriminazioni verso gay e lesbiche, nel Continente, sono pi
che allordine del giorno: lha ribadito Amnesty International in un rappor-
to con cui ha tirato le somme sul tema, contando ben 38 Paesi con una
legislazione che autorizza, se non incita, discriminazioni e violenze in ragione
solo dellorientamento sessuale. Una tendenza, peraltro, in crescita, anzich
in ritirata, se Paesi come il Burundi e il Sud Sudan, ultimo Stato arrivato, nel
2008, si sono affrettati a dotarsene. Amnesty ha fatto di pi, sottolineando
che gli attacchi contro i gay e le lesbiche hanno ormai raggiunto un livello
pericoloso. E del resto, basta guardare le notizie quotidiane che arrivano da
ciascuno di questi 38 Paesi. Come larresto dei ventunenni James Mwape e
Philip Mubiana nella cittadina zambiana Kapiri Mposhi, accusati di sodomia
e sesso contro natura dal capo della polizia Standwell Lungu, sulla base della
denuncia dei genitori di uno dei due: il primo arresto, qui, dallintroduzione
della legge a Lusaka. Lescalation ancora pi evidente nella crudelt con cui, in questi giorni,
il Kenya sta cercando di rimandare indietro i rifugiati somali: il pretesto che, con la caduta
del regime islamico di Al-Shabaab, Mogadiscio sarebbe molto pi sicura, in realt fngendo
di non sapere che gli omosessuali, tornando in Somalia, rischiano persecuzioni e perfno la
pena di morte. Nessuna speranza, dunque? Amnesty International, dopo aver elencato dati
e casi agghiaccianti, in realt una luce in fondo al tunnel la intravede: non solo perch alcuni
Stati hanno intrapreso la direzione opposta, tutelando per legge lorientamento sessuale, da
Capo Verde al Botswana. Ma soprattutto osservando leffcacia della lotta delle organizzazio-
ni non governative e anche dei singoli. Una lotta lunga e diffcile, contro le discriminazioni: ma
in fondo, lo sappiamo bene. Non ancora in atto anche qui da noi?
Lautostima dei bambini?Prendi ingiroGangnamStyle
La nuova canzone, Gentleman, su YouTube gi a 500 milioni di visualizzazioni, ma il nuovo,
vero e involontario - successo per il coreano Psy che la sua prima hit - GangnamStyle
sta aiutando a conquistare autostima e sicurezza in se stessi 160 bambini di uno slum
di PhnomPenh: attraverso una parodia di quel video che raccolse miliardi di clic. Una ong
che lavora con i piccoli delle baraccopoli intorno alla capitale cambogiana, Taramana, ha
realizzato una clip in cui i ragazzi si divertono a prendere in giro loriginale, e un altro flm
in cui si vede la reazione degli stessi bambini che guardano il risultato del loro impegno: e
dimostra come lobiettivo dellong
sia stato raggiunto. Il flmato su
YouTube ha raggiunto rapida-
mente 300mila visualizzazioni ed
da vedere: http://www.youtube.
com/watch?v=7pUYda59wcQ.
Anche per scaricare lindirizzo per
eventuali donazioni.
giAPPone
il Sol Levante indisco
La movida giapponese una
cosa seria. I divieti, come
quello di ballare oltre luna di
notte, vengono fatti rispetta-
re anche con retate della po-
lizia (a maggio, due) e relativi
arresti. Solo i locali notturni
che hanno il permesso pos-
sono far danzare legalmente
gli ospiti. Fueiho, cos si chia-
ma in giapponese la legge
che impone queste restrizio-
ni, introdotta nel 1948 per
controllare la prostituzione
post-bellica, stata spesso
violata ma mai contestata. Il
popolo della notte, per, ora
reagisce. Ha raccolto 150mila
frme per la petizione Lets
dance con cui chiedere
alla Dieta, il parlamento di
Tokyo, di modifcarla. Perch
i ragazzi della movida, il Sol
Levante, vogliono vederlo
continuando a ballare.
riproduzione riservata
@globalista
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riproduzione riservata
I Verdi controGibilterra
Gli ambientalisti spagnoli denunciano
il mega progetto di espansione sul mare
Europa /
di Donatella Bogo
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Terra buttata in mare per espandere un territorio che non ha sbocchi,
soprattutto politici. quello che sta avvenendo a Gibilterra, lenclave
britannica sulla costa meridionale della Spagna che da secoli ne rivendica
la sovranit. Questanno ricorrono i 300 anni dalla frma del trattato di
Utrecht, che assegn alla Gran Bretagna la gestione di quel fazzoletto di
terra in posizione strategica verso loceano Atlantico, e in occasione della
ricorrenza le polemiche si fanno pi accese, condite da qualche scara-
muccia in mare (la scorsa settimana la Guardia costiera inglese ha mi-
nacciato di sequestrare due pescherecci spagnoli). Largomento che per
sta assumendo toni pi accesi quello dellespansione del territorio verso
il mare, progetto della Gibraltar Eastside Development da un miliardo e
mezzo di euro che prevede la costruzione di 2.200 appartamenti, par-
cheggi sotterranei, una marina da 300 posti barca, hotel e negozi, il tutto
in unarea protetta. Gli ambientalisti spagnoli stanno cercando di contra-
stare lo sviluppo del progetto, anche perch, sostengono, per allargare il
territorio sul mare Gibilterra starebbe usando materiali di scarto altamen-
te inquinanti. La loro ultima mossa, la scorsa settimana, stata presentare
un esposto contro il governo di Gibilterra presso la Corte Europea.
Unpaccodonoper WilliameKate
Tra i tanti regali ricevuti per la nascita
dellerede, certo Williame Kate non si aspet-
tavano di vedersi recapitare anche una con-
fezione di proflattici. Linaspettato omaggio
arrivato dalla Finlandia, la cui ambasciata
nel Regno Unito ha
confermato il contenuto
del pacco dono. Nessuna
ironia, tuttavia: la con-
fezione fa parte di un kit
che da 75 anni nel Paese
scandinavo viene dato in
omaggio a tutte le coppie
che aspettano il loro pri-
mo fglio. Insieme ai pro-
flattici ci sono un paio di
scarpette, un completino,
dei prodotti per ligiene e
altri articoli per neonato.
Una tradizione, insomma,
che la Finlandia ha voluto esportare in
onore della coppia principesca britannica.
Anche se in realt i due terzi delle donne
fnlandesi destinatarie dellomaggio ormai
optano per una pi volgare ma pratica
busta contenente 140 euro.
Scopertouncranioumano
di 14mila anni fa
Quando hanno spazzolato con gar-
bo il terreno degli scavi, nella zona di
Cuges-les-Pins, vicino a Marsiglia,
gli archeologi hanno capito subito di
aver fatto una scoperta eccezionale.
L sotto cera il cranio di un uomo morto 14mila anni fa. Fino a oggi, di tombe
cos ne erano state portate alla luce circa una trentina, tutte in Italia. In Francia
la prima volta che ne viene scoperta una di questo periodo. Gli archeologi
dellInrap, lIstituto nazionale di archeologia preventiva, ritengono che il cranio
appartenga a uno degli ultimi cacciatori-raccoglitori della fne del Paleolitico.
GIBIlTERRa
achi tocca celebrare il primomatrimoniogay
La legge passata, ma lui non se ne d pace. Cos
Jacques Remiller, sindaco di Vienne, nella regione
di Isre, sta cercando tra i suoi alleati in comune
qualcuno disposto a celebrare il primo matrimonio
omosessuale della cittadina il prossimo 17 agosto.
Sostenitore dellintroduzione del diritto allobiezione
di coscienza, il sindaco ha annunciato che se non
trover volontari tra i suoi si rivolger ai membri
dellopposizione.
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fRanCIa / 2
SETTE | 29 19.07.2013 58
A Parigi, al caf des chats, si va anche per scambiare
un po di affetto con dieci gatti messi a disposizione
dei clienti. Gli animali sono forniti dalla Societ per la
protezione degli animali. Dice la proprietaria del locale:
Non vogliamo togliere stress agli uomini per infon-
derlo ai gatti, quindi li sceglieremo tra quelli che sem-
brano pi socievoli. La signora garantisce che i felini
sono assicurati, puliti e visitati una volta alla settimana
dal veterinario.
Gatto
Possiede 200 milioni di terminazioni olfattive. Si salva
pi facilmente se cade dal settimo piano piuttosto
che dal secondo. Corre fno a 50 Kmorari
Parola Chiave /
di Giorgio DellArti
Taiwan Il primo caff dei gatti
nato nel 1998 a Taiwan, poi
la formula ha avuto grande
diffusione in Giappone, dove
chi ama questi animali pu
andare in un Neko Caf (le
regole condominiali vietano di
tenerli in casa). Il primo Neko
Caf europeo stato aperto a
Vienna.
Cinquanta Gatto, cio felis silvestris
catus. Mammifero carnivoro di cui
esistono circa cinquanta razze: 250
ossa, salta cinque volte la sua statura,
corre fno a 50 chilometri orari e fa 100
metri in 7 secondi. Pesa tra 2 e 5 chili,
misura tra 46 e 51 centimetri senza
considerare la coda. Vede al buio grazie
a uno strato interno degli occhi che si
chiama tapetumlucidum, sente suoni
fno a 50mila Hz (luomo 20mila), ha
200 milioni di terminazioni olfattive
(il cane da 80 a 100 milioni, luomo 5
milioni).
Uccelli Nellultimo
libro di Jonathan
SafranFoer
(Freedom) il
protagonista progetta
luccisione del gatto
dei vicini, colpevole di
essere un micidiale
sterminatore di
volatili. Polemiche perch alcuni hanno
pensato che davvero Safran Foer odi
i mici: lo scrittore ha dovuto smentire,
aggiungendo che comunque i gatti
randagi negli Stati Uniti rappresentano
un problema ambientale. I dati
confermano che ogni anno in America
ottantacinque milioni di felini fanno fuori
tra uno e tre miliardi di uccellini.
Passo Quando camminano, i gatti
mettono avanti tutte due le zampe dello
stesso lato, per esempio prima le due
sinistre e poi le due destre, poi di nuovo
le sinistre eccetera. Passo che genera la
loro andatura elegante e che in natura
hanno solo cammelli e giraffe.
Vaschetta Edward Lowe,
che nel 1947 sugger a una
vicina di togliere dalla va-
schetta del gatto la cenere
e metterci un suo miscuglio
di segatura e argilla. Visto
che lesperimento funzionava, mise
largilla in pacchi da due chili, vi scrisse
sopra Kitty Litter e propose alla vicina
drogheria di vendere ogni pacco a 65
centesimi (largilla costava due centesimi
al chilo). Lowe mor milionario dopo aver
venduto il brevetto a una multinazionale.
Oggi le vendite da vaschetta ammonta-
no a settecento milioni di dollari lanno.
Gravidanza La gravidanza delle
gatte dura circa sessantasei giorni.
Una femmina pu partorire tre volte
allanno. Poich ogni cucciolata pu
comprendere da unoa dieci gattini,
nellarco della vita una gatta pu avere
dai cinquanta ai centocinquanta fgli.
Urla Durante laccoppiamento la
femmina urla perch il maschio
ha delle punte sul pene che le
fanno male.
Misure Misura media di
un pene di gatto:
un centimetro e mezzo.
Tempi Un maschio ci mette 16
secondi per afferrare la femmina,
107 per mettersi in posizione, 20 per
raggiungere lerezione ed eiaculare.
Quando tutto fnito il maschio corre
via e la femmina si rotola e si pulisce.
Poi di nuovo pronta. La femmina pu
accoppiarsi anche trenta volte al giorno.
(1-continua)
Cadute Il gatto si salva
pi facilmente se cade
dal settimo piano invece
che dal secondo: in
questultimo caso, infatti,
non ha abbastanza tempo
per rigirarsi e rilassarsi in
modo da cader bene sulle
zampe.
rIProDuzIoNe rIServAtA
SeTTe | 29 19.07.2013 59
Il tempodelle donne
D
onne arrivato larrotino.
Pubblicit, campagne, app e
video virali. Da quando esiste
il marketing lo stereotipo
della casalinga con laspirapolvere in mano
o della donna oggetto fatta solo di carne
e tette affigge come un virus la parit di
genere. La presidente della Camera Laura
Boldrini ha sollevato la questione dichia-
rando che serve porre dei limiti alluso del
corpo della donna nella comunicazione.
Giusto e sacrosanto. Ma non oro tutto ci
che luccica. Il rischio infatti che le agen-
zie pubblicitarie decidano di puntare sul
gender washing. Che, tradotto, signifca:
dopo migliaia di campagne che promuove-
vano il rispetto dellambiente e che spesso
non corrispondevano a verit (il cosiddetto
greenwashing) ora il pericolo che il mar-
keting inizi a fare lo stesso con la parit di
genere. Il messaggio sar: Il nostro primo
pensiero per le donne, la loro parit, i
loro diritti. Ci proporranno spot di fronte
ai quali ci sentiremo capite e amate. Ma
non assolutamente detto che dietro lap-
parenza ci sia sostanza. Un esempio tipico
lultima campagna di Dove (prodotti per
ligiene personale), diventata virale con 55
milioni di visualizzazioni in rete. La poten-
za sta nel claim: We are beautiful. Alla
Unilever - multinazionale che da anni pro-
pone campagne politically correct hanno
perfno assunto un disegnatore di identikit
dellFbi. Obiettivo, far capire alle donne che
si vedono brutte che hanno torto. Bene,
del National Council of Womens Organiza-
tions, citando il caso di Wal Mart, colosso
della distribuzione, e di una sua campagna
a favore dellempowerment femminile,
ha scritto sullHuffngton Post: Siamo
contente che le aziende si preoccupino dei
nostri diritti ma la nostra autodetermina-
zione non passa dal supermercato.
locchionerodella violenza. Certo, in
Italia siamo indietro. Siamo ancora fermi
a pubblicit sessiste. Ultima in ordine di
tempo, quella degli strofnacci che ritrae
un uomo a fanco del cadavere della com-
pagna con la scritta Elimina le tracce. Il
tutto mentre il Paese discute da mesi sulla
piaga del femminicidio. Siamo lontani
anni luce dal gender washing, insom-
ma. Ma come spiega molto bene Sveva
Magaraggia, autrice con Daniela Cherubini
di Le radici della violenza maschile (Utet)
spesso il washing parte dalla pubblicit
progresso. Si prenda proprio il caso delle
campagne contro la violenza domestica:
Vengono mostrate donne con gli occhi
neri, che si coprono il volto. Ma quasi mai
appare luomo che poi lattore di violenza
sulla donna. Come se si volesse oscurare il
suo coinvolgimento. Il rischio, insomma,
che la distorsione avvenga anche in posi-
tivo. E dalla campagna sociale a quella per
vendere un prodotto un attimo cadere
nella tentazione di apparire buoni anche
se buoni non lo si per niente.
@martaserafni
Pubblicit buona o solo pubblicit?
Dai saponi ai giocattoli, le multinazionali
lanciano spot virali con donne emancipate.
Ma dietro langolo c il gender washing
27ora@corriere.it
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modelli sociali
In questa rubrica sviluppiamo
i temi pi discussi sul blog
al femminile del Corriere
http://27esimaora.corriere.it/
bellissimo. Ma intanto tra le attrici scelte
non c nessuna dai lineamenti davvero
irregolari e solo una di colore. E il motivo
semplice. Lobiettivo di Unilever non
salvare le donne ma vendere sapone. Altro
caso quello di GolbieBlox, produttore di
giocattoli, che in uno spot sulle note di We
are the champions mostra due bambine
che vanno in skateboard e bicicletta, senza
per abbandonare i loro peluche e tut
rosa. E ben venga lintento di combattere
le differenze di genere fn dalla pi tenera
et. Ma ancora una volta il fne ripulire
limmagine di chi vende e non cambiare la
vita di chi compra. Martha Burk, direttore
sentirsi grasse per colpa di unimmagine
Il 69%delle donne dice di essere influenzato dai modelli pubblicitari sul corpo
Il 44%delle donne convinto di essere sovrappeso a causa delle pubblicit
Il 47%decide di perdere peso dopo aver visto uno spot, di queste solo il 29% davvero in sovrappeso
Il 28%degli intervistati commenta laspetto fsico di una modella che appare in una pubblicit
Lo 0,7%lo fa di fronte a un modello di sesso maschile
Fonte Women in Ads
sette | 2919.07.2013 60
Dopo il web, Chiara e le sue storie domani saranno sul grande
schermoe dasettembresuRaidue. Mentre si preparalasecondaserie
di Stefania Ulivi
Lenuoveimperfezioni
di unamammanormale
S
e nera andata il giorno del suo compleanno, rompendo
lappuntamento con gli otto minuti della sua cronaca
quotidiana di ordinaria imperfezione che dal 6 maggio
scorso avevano iniziato ad apparire sul sito del Corriere.
Ma Chiara, archetipo non solo di tante mamme imperfette come
lei, ma di molti, donne e uomini, alla prese con quella sensazione
costante e implacabile di inadeguatezza, non se n andata vera-
mente. Non solo perch le 25 puntate della webserie ideata e di-
retta da Ivan Cotroneo (prodotta da Indigo Film e 21 in collabora-
zione con il Corriere della Sera e Rai Fiction) sono tuttora visibili
su corriere.it e dal 9 settembre andranno in onda su Raidue, ma
anche perch, commenta divertito Cotroneo, le sue imperfezio-
ni debordano: anche lei come tutte le mamme si allargata. Un
progetto nato per il web in chiave sperimentale mentre meditavo
sul mio secondo flm dopo La kriptonite nella borsa diventato a
tutti gli effetti il mio secondo flm.
Ambra&gli altri. La certifcazione, racconta Cotroneo, pronto a
riportare sul set le sue mamme Lucia Mascino, Alessia Barela, Va-
nessa Compagnucci e Anna Ferzetti per la seconda stagione, si
avr domani quando sar proiettato su uno degli schermi estivi pi
straordinari, insieme a quelli di piazza Maggiore a Bologna e della
piazza grande di Locarno: quello allestito sullisola di Tavolara in
occasione del Festival Una notte in Italia 2013. La proiezione sar
anticipata nel pomeriggio da un incontro in piazzetta Gramsci di
Porto SanPaolo, racconta il regista, conle attrici, Francesca Cima
della Indigo Filme il pubblico. Loccasione giusta anche per sape-
re qualcosa di pi dei destini delle protagoniste.
Maria Pia Bonanate, Elena Malagodi, Simona Marchini (nella foto,
a destra, con Alessandra Ghisleri), Valeria Della Valle, Cristina
Mondadori, Giannola Nonino, Giulia Maria Crespi, Eva Cantarella.
Sono le otto protagoniste di Allo specchio - LItalia
un paese fondato sulle Nonne, il programma di
Paola Severini Melograni e Maurizio Gianotti in
onda fno a fne agosto (la domenica alle 12 su
Raistoria, replica il mercoled su Raitre alluna
di notte). Alcune famose, altre meno, ma
tutte chiamate a comporre, con il contributo di otto interlocutrici
di diverse generazioni (Fiorenza Sarzanini, Carlotta Natoli,
Alessandra Ghisleri, Chiara Valerio, Marta Boneschi, Mirella Serri,
Rosanna Brambilla, Maria Pia Rossignaud) un ritratto
non solo di se stesse, ma dellintero Paese. Una
storia dItalia fondata sul racconto della vita delle
donne, tra lavoro, battaglie, passioni e vicende
private toccando la politica, limprenditoria, il
giornalismo, lo spettacolo, la cultura.
in tv fino a fine agosto
Questa litalia raccontata dalle nonne
Festival di Tavolara Serata speciale dedicata alla sit-comdi Ivan Cotroneo per Corriere.it
Tra gli ospiti del festival diretto da Piera Detassis anche Marghe-
rita Buy e Maria Sole Tognazzi (per Viaggio sola), Emilio Solfrizzi
(per Mi rifaccio vivo), Iaia Forte (La grande bellezza), i registi Mar-
co Risi, Giorgio Diritti e Salvatore Mereu, Luca Barbarossa e Neri
Marcor, habitu di Tavolara. Sullisola saranno proiettati da oggi
a domenica Viaggio sola, La grande bellezza di Paolo Sorrentino,
Bellas mariposas di Salvatore Mereu e un montaggio ad hoc della
serie tv In treatment di Saverio Costanzo con Sergio Castellitto. Ma-
drina Ambra Angiolini. Una che se c da ironizzare sulle proprie
imperfezioni non si tira certo indietro.
Famiglia multimedia
In foto, Lucia Mascino e Fausto Sciarappa, i due genitori protagonisti della
mini-serie Una mamma imperfetta, diretta da Ivan Cotroneo.
riproduzione riservata
SeTTe | 29 19.07.2013 61
Inunaltromondo
La Baia di Gallion con llet
Chancel, unoasi per le iguane:
uno degli isolotti vulcanici di
origine corallina che occupano
la Baia di Robert, sulla costa
atlantica della Martinica.
Sette | 29 19.07.2013 62
ConJosphine
inunquadrodi Gauguin
La Martinica, nei luoghi amati dal pittore.
Dove uno scoglio fu difeso a colpi di barili di rume la statua
della moglie di Napoleone giace da anni decapitata.
Lungo queste coste, un tempo terra di schiavi e piantagioni,
si raccontano ancora le leggende coloniali
di AmbrogioBorsani / Foto di StanislasFautr
Le terre del mito/ 2
Sette | 29 19.07.2013 63

la Martinique, Martinique,
Martinique / Cest a quest
chic, cest a quest chic,
ripeteva una vecchia canzone
creola. Lisola era considerata dalla Francia la
perla dei Caraibi e nellOttocento Saint-Pierre
veniva chiamata Petit Paris. A partire dal Sei-
cento, i coloni, sfruttando lo schiavismo, aveva-
no esteso le piantagioni di canna da zucchero.
Qui si costruivano castelli, monumenti, chiese,
teatri e ville che in parte si possono ancora am-
mirare e costituiscono un percorso parallelo.
Ora in Martinica molti vengono a cercare lin-
canto della natura. Meglio cominciare il viaggio
dalla punta Sud. Lisola termina con il grande
parco naturale Les Salines, dove si ritrovano le
meraviglie dellorigine del mondo. Prima che
Colombo sbarcasse qui, senza nemmeno bus-
sare alle porte dei Caraibi, gli indigeni chiama-
vano questa terra Madinina, isola dei fori. E se
cercate i fori troverete libiscus, lanthurium,
lixora, la buganvillea, lheliconia, le alpinie
Se sognate le spiagge tropicali, a Les Salines
potrete fare indigestione di sabbia e di palme.
Lacqua limpida, dolcissima, e vi porter a in-
vidiare i pesci. Da queste parti, di notte, sentire-
te i grilli della Martinica, il loro canto intenso,
ossessivo, e allinizio vi sembrer un antifurto
diplomato al conservatorio, poi, conunbicchie-
rino di rum tra i migliori del mondo il suo-
no si trasformer in un romantico background
ecologico-musicale. Il cielo sempre affollatis-
simo e le stelle, per specchiarsi nel Mar dei Ca-
raibi, si avvicinano pericolosamente alla Terra.
Come ovunque ai tropici, direte voi. S, ma ora
siamo in Martinica.
Se cercate un itinerario che racconti la sto-
ria dellisola, possiamo cominciare a risalire
la costa occidentale. La parte Sud dominata
dallisolotto Rocher du Diamant, che nel 1804
fu teatro di unastuta battaglia napoleonica, qui
la raccontano ancora sghignazzando. Gli ingle-
si presero lisolotto, ma i francesi mandarono
contro di loro un barcone carico di armi non
convenzionali: barili di rum. Quando gli inglesi
furono ubriachi al punto giusto, fu facile per i
francesi ributtarli a mare.
Pi avanti troviamo graziosi villaggi come Anse
dArlet, dove le spiagge e la storia si incrociano.
Se vi mettete a nuotare sul dorso, dal mare po-
trete ammirare le antiche case immerse nel ver-
de e la chiesa settecentesca di Saint-Henri, con
il suo campanile rosso a punta che termina con
un gallo doro.
Proseguendo arriviamo a Fort-de-France, la ca-
pitale. Il primo insediamento francese sullisola
era costituito da un forte e una cittadella chia-
mati Fort-Royale. Ma alla fne del Settecento la
Saline dorate
Vicino alla citt di Sainte-Anne,
a Sud, la Savana dei fossili
(savane des ptrifcations, sopra)
una zona desertica, quasi lunare,
dove antiche eruzioni hanno
trasformato gli alberi in statue.
Si trova in una riserva naturale
priva di insediamenti, nota ai
turisti soprattutto per la spiaggia
di sabbia dorata Les Salines, tra le
pi belle delle Antille.
In alto a destra, il Monte Pele,
il vulcano alto 1.397 metri, che
con leruzione del maggio 1902
distrusse la citt di Saint-Pierre,
causando circa 30mila vittime.
Nelle terre
del mito
Continua lavventura
di SETTE inottoluoghi
che abbiamovisitato,
tra cronaca, storia
e cultura. La scorsa
settimana, il Ciad.
La prossima, il Klondike.
SeTTe | 29 19.07.2013 64
monarchia francese perse la testa e la cittadella
Fort-Royale divenne Fort-de-France, mentre
linsediamento militare prese il nome di Fort-
Saint-Louis. Sulla collina c un altro forte, il
Fort-Desaix, dove durante la Seconda guerra
mondiale vennero nascoste 280 tonnellate di
oro, messo in salvo dalla Banca Nazionale di
Francia dopo linvasione nazista.
Limperatrice schiavista. Il centro della citt
un dedalo di viette, attraversandole vedrete
emergere tracce della vecchia Martinica, come
la cattedrale di Saint-Louis, o lantico palazzo
del municipio, dove Aim Csaire, poeta e de-
putato in Francia, regn per 56 anni consecutivi
come sindaco della citt. Poco oltre c la bi-
blioteca Schoelcher, straordinaria costruzione
progettata dallarchitetto Henry Pick per lExpo
di Parigi del 1889, fu poi smontata e trasportata
qui su una nave (ma dove porteremo i palazzi
costruiti per lExpo 2015, noi che non abbiamo
colonie?).
Le strade del centro sfociano sulla Savane, un
incrocio tra un vasto prato, un giardino e una
piazza. Ora proviamo ad attraversarla. Allini-
zio della Savane vedrete una statua decapitata
e imbrattata di sangue. Non spaventatevi, in
quelle condizioni da oltre ventanni e nessuno
pensa a restaurarla. la statua di Josphine de
Beauharnais maritata Bonaparte. Una notte del
1991 ignoti sabotatori le staccarono la testa, che
non venne mai ritrovata, n rimodellata, n ri-
collocata.
Qui non amata limperatrice, tutti sanno che
fu lei a suggerire al marito Napoleone lidea di
reintrodurre la schiavit nei Caraibi dopo che
la Rivoluzione laveva abolita. Arrivati in fondo
alla Savane avrete alla vostra sinistra il porto.
Proprio di fronte a voi, dallaltra parte della va-
sta baia di Fort-de-France, vedrete il villaggio
Tra il blu e linfnito
A sinistra, lhotel Le Domaine de
Saint-Aubin, a La Trinit, ospitato
in un edifcio coloniale affacciato
sulla baia, realizzato nel 1919
e ristrutturato nel 2011. Sopra,
linterno di unabitazione delllet
Oscar e il muro esterno di una
casa del villaggio di Anses dArlet,
nel Sud dellisola.
SeTTe | 29 19.07.2013 65
di Trois-lets. l che Josphine nata. Potrete
prendere un traghetto e in venti minuti arrive-
rete a Trois-lets. C la chiesa dove limperatrice
stata battezzata e il cimitero dove sepolta la
madre, ma la meta che vale la pena di visitare
a pochi chilometri dal villaggio. In una valletta
ombrosa dove scorre un placido fume, proprio
allinizio del bosco, si incontrano antiche mura
inquadrate da due splendidi alberi del viaggia-
tore. Sono i resti dello zuccherifcio del conte
di Beauharnais, padre di Josphine. un luogo
magico. Accanto c il museo dellimperatrice,
niente di straordinario, qualche cimelio, la cul-
la, alcuni ritratti, qualche lettera.
Per dare unocchiata al latoAtlanticodella Marti-
nica, basta attraversare lisola verso Est fno a La
Trinit e percorrere la penisola di Caravelle. Qui
trovate un altro punto dove il linguaggio della
storia si intreccia con le meraviglie della natura.
Fate un bagno nella Baie-du-Trsor e guardate
incima al promontorio. Le vedete quelle rovine?
Sono ci che resta del castello dei Dubuc, una
dinastia di nobili colonizzatori che costruirono
ledifcio alla fne del Seicento.
Tornati a Fort-de-France proseguiamo verso la
punta Nord, ci aspetta una citt unica al mondo.
Ma prima di arrivare a Saint-Pierre dobbiamo
fermarci su due spiagge popolate dalla leggen-
da. Sarebbe un peccato non fare una sosta sul
mare di Carbet. Sia per un piacevole bagno, sia
per ripensare alla straordinaria fgura che nel
1887 frequentava questi luoghi, Paul Gauguin.
La sua prima fuga approd qui. Aveva lasciato
la moglie e cinque fgli dicendo: Je men vais
Panama pour vivre en sauvage. Un mascalzo-
ne, potrebbe dire qualcuno. S, ma che colpa ne
aveva lui se la pittura era lunica ragione di vita?
Gauguin, se non fosse scappato ai tropici forse
si sarebbe suicidato, come tent di fare qualche
anno dopo a Tahiti. E allora anche i famigliari
Parigi inmezzoalla natura
A pochi chilometri da Fort-de-France si
trova la chiesa di Balata (nella foto sopra),
una riproduzione in piccolo della basilica
del Sacr-Coeur di Parigi.
Da l si pu godere una splendida vista
sui picchi vulcanici dei Pitons du Carbet.
sette | 29 19.07.2013 66
nonavrebberoforse preferitovederlofuggire tra
i colori dei tropici piuttosto che nel buio eterno?
Oggi dietro la spiaggia di Anse Turin c il Mu-
se Paul Gauguin, dentro non troverete nulla di
originale, ma fa piacere che la sua presenza sia
concretamente ricordata.
Da Carbet in pochi chilometri si arriva a Saint-
Pierre. La citt vi appare stesa sul mare, domi-
nata alle spalle dal Mont Pele. Sembra una
montagna romantica e gentile il Mont Pele,
di quelle che invitano a salire sulle pendici per
raccogliere forellini e fare un picnic sur lher-
be. Invece uno dei vulcani pi criminali del
mondo.
Saint-Pierre si svilupp molto nel Settecento
e nellOttocento. Aveva raggiunto un grande
splendore, veniva chiamata la Parigi dei Caraibi.
Era dotata di un porto molto attivo, una catte-
drale, una Maison de la Bourse de Commerce,
un lussuoso teatro, ville coloniali sontuose. Ma
l8 maggio del 1902 il Mont Pele esplose sep-
pellendo la citt sotto uno strato di cenere ar-
dente e massi infuocati. Si parla di trentamila
morti. Dieci volte pidi Pompei. Si salv unsolo
Lussocoloniale
Sopra, lisola deserta di Loup
Garou (Isola del Lupo Mannaro):
qualche palma, un po di verde
e tanta sabbia concentrati
in poco pi di 100 metri
di diametro. A sinistra, due
immagini degli interni dellhotel
Le Domaine de Saint-Aubin,
a La Trinit: lingresso
e la sala da pranzo.
sette | 29 19.07.2013 67
abitante grazie a un delitto che lo aveva porta-
to tra le mura pi sicure della citt, quelle della
prigione. Il suo nome era Ludger Sylbaris, ma
tutti lo chiamavano Louis Cyparis, e la sua storia
fece il giro del mondo. Arriv il Circo Barnum a
offrirgli un contratto per esibire le sue piaghe, e
Cyparis si trov a passare da galeotto a star dello
spettacolo. Poi venne licenziato e mor in mise-
ria a Panama City.
Da Parigi dei Caraibi, Saint-Pierre si trov a es-
sere la Pompei dei Caraibi. In parte venne rico-
struita, e oggi questo intreccio tra vita attiva e
rovine storiche costituisce il fascino misterioso
e unico della citt. Potete visitare i resti del te-
atro, di cui rimangono le imponenti scalinate
e le mura perimetrali. Tra le rovine del carcere
rimasta persino la famosa cella di Cyparis. La
cattedrale, ricostruita, oggi mantiene ancora
una sua imponenza. C un Muse Vulcanologi-
que, dove oltre alle foto che testimoniano la cit-
t prima e dopo la catastrofe, si possono vedere
oggetti sopravvissuti al disastro.
Facciamo qui lultimo bagno del viaggio, lacqua
particolarmente calda a Saint-Pierre. Alcu-
ni sostengono che sia il forno sotterraneo del
Mont Pele. Ammiratelo, mentre galleggiate sul
mare, considerato un vulcano attivo. Da lui ci
si potrebbe aspettare un attacco di nostalgia per
i bei tempi, quando ai suoi piedi tremavano tut-
ti. Ma concludiamo il bagno senza fretta, la no-
stra epoca ha inventato i vulcanologi, gente che
ci avverte in anticipo delle sparate magmatiche.
Avremo tutto il tempo per uscire dallacqua,
asciugarci, fare le valigie, salutare Saint-Pierre
e goderci cinicamente leruzione dalle alture di
Carbet.
Il dominatore della costa
Per la sua forma il Morne
Larcher (402 metri di altezza;
foto sopra) il pi famoso
monte della costa Sud della
Martinica. La sua ascesa
breve ma impegnativa, a
causa del calore e dellumidit.
parole & immagini
al ritmo della beguine
Se volete percorrere la Martinica attraverso la letteratura,
cominciate da Patrick Chamoiseau, Texaco (1), Prix
Goncourt 1992, Einaudi 1994, e Solibo Magnifque,
Einaudi 1998. Imprescindibile un libro di poesie di Aim
Csaire, il fondatore della Negritude con Lopold Senghor,
Diario del ritorno al paese natale, Jaca Book
2004. Lepica della migrazione forzata degli
schiavi raccontata da douard Glissant in
Il quarto secolo (2), Edizioni Lavoro 2003. Un classico il
libro di Patrick Leigh Fermor, Lalbero del viaggiatore (3),
Garzanti 1957. La storia dellisola la trovate nei tre volumi
di Armand Nicolas, Histoire de la Martinique, 1996-2011.
Per i flm, Acque del Sud (4), tratto da Avere e non avere
di Hemingway, con Humphrey Bogart e Lauren Bacall,
che Howard Hawkes gir nel 1944 ambientandolo
arbitrariamente in Martinica, sceneggiatura di William
Faulkner. La Martinica non ha avuto il suo Bob
Marley, ma qui nata la beguine (biguine,
localmente), e lo zouk, ritmi tropicali vivaci che
hanno fatto il giro del mondo.
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alla scoperta della martinica
la cucina creola e le strade del rum
dopo un bagno nel mare di les salines
Come arrivare
Air France (airfrance.it) collega
Milano, Roma, Genova, Torino,
Verona, Venezia, Pisa, Firenze,
Bolgna e Napoli a Fort-de-
France in Martinica con tariffe
che partono da 1.059 euro a/r.
Il volo fa scalo a Parigi in Francia.
informazioni
Gie Atout France Ente per lo
sviluppo del turismo francese,
tropical.rendezvousenfrance.
com. Altro sito dove trovare
informazioni sullisola
martiniquetourisme.com.
Per entrare nel Paese
necessario il passaporto valido
6 mesi, la lingua uffciale il
francese ma si parlano anche
creolo e inglese, la moneta
leuro e il fuso orario di 5 ore
in meno rispetto allItalia (6 con
lora legale).
alberghi
le franois
Le Cap Est Lagoon Resort&Spa
La Prairie; Le Franois; tel.
00596 596548080; capest.
com; doppia da 340 euro.
Unico 5 stelle di tutti i Caraibi
francesi ha suite con piscine
private, docce allaperto e vista
sulloceano. E una raffnata
spa di trecento metri quadri
frmata Guerlain che gioca sui
colori pastello (dallecru al verde
cedro) e sullutilizzo di materiali
naturali come gres e bamb.
Da provare il gommage al sale
marino e allolio darancio.
la Trinit
Le Domaine St Aubin
Petite Rivire Sale; La Trinit,
tel. 00596 596693477;
ledomainesaintaubin.com;
doppia da 109 euro.
Boutique-hotel in
unautentica dimora
coloniale creola. Appena
11 camere arredate con
gusto e impreziosite
da qualche pezzo
dantan. Da provare
Jardinde balata
A 20 minuti di auto dalla
capitale il giardino botanico di
Balata (tel. 00596 596644873;
jardindebalata.fr) un inno ai
Tropici. Opera di Jean-Philippe
Thoze che per ventanni ha
collezionato piante rare,
allinterno di una foresta pluviale
ed solcato da sentieri che
scivolano tra fori di zenzero,
anturie, eliconie, begonie,
orchidee e bromelie.
la strada del rum
Ricavato dalla canna da
zucchero e non dalla melassa,
il rumagricole della Martinica
lunico Doc. Per vedere dove
e come lo si produce (e per
assaggiarlo) si pu seguire la
strada del Rum che si snoda
tra piantagioni e distillerie fno
ad arrivare alla Maison de la
Canne (tel. 00596 596683204),
il Museo della canna da
zucchero a Trois-lets.
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Con Kuoni (kuoni.it) un viaggio
di 9 giorni e 7 notti in Martinica
con sistemazione in camera
doppia con prima colazione al
Cap Est Resort e volo a/r Air
France dallItalia costa 2.365
euro a persona.
selvaggi) o la Marmite du
Pcheur (aragosta, gamberi,
pesce, granchi in fricassea
serviti con riso e verdure locali).
DaveDere
fort-de-france
Capitale amministrativa
della Martinica (lisola un
Dipartimento doltremare della
Francia) lunica grande citt
delle Antille francesi. Il centro
conserva piccoli capolavori
dellarchitettura di fne 800
frmati da Henri Pick come la
cattedrale di Saint-Louis e la
biblioteca Schoelcher, creata
a Parigi per lEsposizione
Universale del 1889, in seguito
smantellata e ricostruita a Fort-
de-France.
les Salines
la pi bella spiaggia dellisola,
una lingua di sabbia contornata
di palme da cocco che deve
il nome al tang des Salines,
il grande lago salato alle sue
spalle. Sempre l, c la foresta
pietrifcata, landa
assolata e lunare
dove le antiche
eruzioni hanno
trasformato gli alberi
in statue di silicio.
il ristorante che serve piatti
della tradizione locale rivisti in
chiave internazionale come il
curry dagnello e il tortino di
cioccolato dal cuore morbido
con scorze di limone candite e
ruminvecchiato.
riSToranTi
marigot
Le Ghetto Restaurant
72 Rue Principale; Marigot; tel.
00596 596536433; 30 euro.
Uno dei ristoranti pi amati dai
locali. Cucina creola, piatti di
pesce, atmosfera da trattoria e
ottimi prezzi.
grandriviere
Chez Tante Arlette
3 rue de Lucy de Fossarieu;
Grand Riviere; tel. 00596.
596557575; tantearlette.com;
sui 45 euro.
Il trionfo della cucina creola
preparata secondo tradizione.
Ordinate le specialit della casa
come Le titiris (gli avannotti di
pesce), le Zhabitant (gamberi
riproDuzione riServaTa
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LaFarmaciadei frati
faproseliti nel mondo
La profumeria di Santa Maria Novella conserva una tradizione che
ha 400 anni di storia e che risale ai domenicani. Un successo che
Caterina esport in Francia e miss Samsung ha portato in Corea
di EnricoMannucci
N
on sono molte, al mondo, le
fabbriche con un affresco di
Mariotto di Nardo accanto ai
macchinari della produzio-
ne. Probabilmente, anzi, una soltanto:
lOffcina Profumo-Farmaceutica di Santa
Maria Novella, via della Scala, a Firenze.
Un luogo magico. Qui, fra Angiolo Mar-
chissi si dedicava, ai primi del Seicento,
alla trasmutazione dellargento e alla
composizione delloro potabile, medi-
cina che per essere effcace, consigliava il
religioso, andava bevuta con acqua vitae
tartarizzata.
Ma anche unazienda secolare. La tradi-
zione data al 1612 quattrocentoun anni
fa latto di nascita uffciale. Sarebbe al-
lora, infatti, che i padri domenicani a
loro fa capo la contigua chiesa di Santa
Maria Novella decisero di mettere a di-
sposizione anche dei laici le loro capacit
medicamentarie e alchemiche.
E va notato come, gi al tempo, antepon-
gano il profumo al farmaco nella deno-
minazione scrupolosamente mantenuta
fno a oggi.
Sulla cronologia c qualche incertezza,
di sicuro i frati erano gi ben rodati nel
settore, anche se non avevano aperto al
pubblico. I primi documenti sullOffci-
na medicamentaria risalgono al 1221. E,
nel 1381, un manoscritto il libro del Bor-
sario descrive la distillazione dellacqua
di rose, preparato considerato effcace
per la disinfezione durante le epidemie.
unepopea costellata di leggende, come
quella dellAceto aromatico dei Sette La-
dri, usato come farmaco nelle pestilenze,
e chiamato cos perch ognuno dei set-
te componenti sarebbe stato noto a uno
solo dei mascalzoni, ignaro, per, degli
altri.
Una nobile ambasciatrice. Di sicuro,
ai primi del Seicento, quello che era un
laboratorio destinato soprattutto ai re-
ligiosi diventa un negozio accessibile ai
forentini. A cui Ferdinando II de Medi-
I grandi marchi italiani -2 LOffcina forentina che piaceva ai Medici
Sottogli affreschi, 600prodotti
1. Lacqua di colonia, uguale dal
1612. 2. Lalkermes preparato
secondo lantica formula di un
frate, sfruttando le propriet della
cocciniglia, un insetto originario del
Sudamerica. 3. I sacchettini di pot-
pourri. 4. Le classiche pasticche
alla menta. 5. Lentrata dellOffcina
di Santa Maria Novella. 6. La Sala
Verde della Farmacia. 7. Il direttore
dellOffcina Eugenio Alphandery,
attuale proprietario dellazienda.
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ci concede lappellativo di Fonderia di
Sua Altezza Reale. Invece, Caterina de
Medici, incoronata regina di Francia, di-
venta Oltralpe unautorevolissima amba-
sciatrice per i prodotti dellOffcina. Ma
i domenicani sono intraprendenti. Nel
700 spediscono prodotti anche in Cina.
E, intanto, tengono a battesimo nuove
creazioni, come lAlkermes, fabbrica-
to ancor oggi secondo la formula di fra
Cosimo Bucelli, che sfrutta le propriet
della cocciniglia, un insetto che vive in
Sudamerica.
Sono loro che, a met Ottocento, inaugu-
rano lingresso da via della Scala e danno
in sostanza al negozio la struttura attua-
le. Ora, il termine negozio clamoro-
samente inadeguato: si tratta piuttosto di
uno scrigno, una bomboniera, la quinta
di una commedia settecentesca, tutto
legni dipinti, vetri e specchi, festoni, in-
tagli e pitture, ritratti di gentiluomini e
allegorie.
Un catalogo sterminato. Arriva per il
1866, con la confsca dei beni ecclesiastici
da parte dello Stato italiano. I frati devo-
no passare la mano ai laici. Anche se lOf-
fcina resta in famiglia: la propriet passa
a Cesare Augusto Stefani, nipote dellul-
timo frate direttore. Passano quattro ge-
nerazioni di Stefani. Fin quando Eugenio
Alphandery, un ingegnere meccanico,
viene chiamato a studiare un aggiorna-
mento della macchina per fare le pastic-
che di S. Maria Novella (uno dei prodotti
simbolo, a base di balsamite suavolens).
Lui si appassiona, crea altri impianti per
modernizzare altri tipi di produzione.
Nel 1989 entra da direttore e, quasi subi-
to, diventa anche socio e azionista fno
a prendere possesso dellazienda (dove
oggi lultima erede della famiglia Stefa-
ni fgura ancora, ma solo con una quota
simbolica).
Oggi, lOffcina offre un catalogo prati-
camente sterminato: oltre seicento pro-
dotti differenti, fra antiche preparazioni,
liquori, acque di colonia, estratti tripli,
essenze assolute, prodotti per ligiene e la
cura del viso, del corpo, delle mani e dei
piedi, dei capelli, della bocca, saponi, so-
lari, per i piccoli, per profumare la casa.
C anche una linea per i cani. E, ancora,
in campo alimentare, antiche preparazio-
ni come le storiche Acqua di Melissa o le
Pasticche di Santa Maria Novella, gli inte-
6
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SEttE | 29 19.07.2013 71
gratori, le erbe per infusi, le tisane, t e
miscele, mieli, composte, biscotti e con-
fetti, cioccolata, aromi per insaporire, il
tutto per ogni voce declinato in mille
fragranze, odori e sapori.
Franchising di successo. Il turn over
raro ma esiste: per esempio stato can-
cellato dal catalogo laceto da toilette
nella profumazione Ci-
pro. Oppure sono stati
abbandonati certi ingre-
dienti usati dai frati, ma
non troppo benefci per
la salute: lassenzio, a
esempio, o il calamo, un
aromatizzante che per
si scoperto esser can-
cerogeno.
Sono stati mantenuti, in-
vece, alcuni profumi sto-
rici che pure, oggi, vanno
meno: Peau dEspagne o
La Marescialla (creata
per una marchesa dAu-
mont, notevole perch
fu lultima donna mandata al rogo per
stregoneria in Francia), essenze impor-
tanti, come si potrebbe dire per non usa-
re termini meno garbati, del genere che
usava nel Sei-Settecento per coprire altri
odori su corpi che lha raccontato bene
Piero Camporesi non erano troppo av-
vezzi alligiene.
Con quattro secoli o forse pi alle
spalle, lOffcina di Santa Maria Novella
in piena foritura: 90 dipendenti, 60
negozi monomarca in franchising sparsi
attraverso il mondo.
Alphandery ha mantenuto la struttura ot-
tocentesca della sede forentina con qual-
che razionalizzazione e molti restauri e
lha anzi arricchita sfruttando molti spazi
inutilizzati. Per esempio creando un pic-
colo museo dove sono raccolti antichi
documenti, attrezzi delle vecchie produ-
zioni, maioliche rare, termometri, mor-
tai, orci per far macerare il pot-pourri,
isolatori di porcellana, fno al macinino
vibrovaglio che veniva usato per tritare il
rizoma delliris.
Lalleanza con i corea-
ni. E, intanto, ha trova-
to un atout fortissimo
da giocare sui mercati
dellestremo oriente.
Una nuova Caterina de
Medici, si potrebbe dire.
Durante un viaggio per
turismo, infatti, capita-
ta in via della Scala una
signora coreana dal no-
tevole potere economico,
miss Lee, ovvero lere-
de dei proprietari della
Samsung. E miss Lee
andata pazza per i pro-
dotti dellOffcina. Non si
limitata solo a comprarne alcuni bauli,
ma ha deciso di farsene ambasciatrice in
patria: nel giro di tre anni ha aperto, in
Corea, quindici negozi con linsegna della
profumeria (per ricambiare tanto affetto,
comunque, nato un nuovo profumo,
battezzato, ovviamente, Alba di Seul).
Infne, per la precisione, va detto che in
realt la produzione, oggi, non avviene
pi nellantico complesso dei frati dome-
nicani, in pieno centro cittadino, accanto
agli affreschi del Rinascimento e del Set-
tecento. Da una decina danni gli impian-
ti sono stati spostati in un edifcio con
qualche tratto liberty nella zona di Rifre-
di: quisquilie temporali per unazienda
con tanti secoli di storia.
riproduzione riservata
Con 90 dipendenti,
lazienda gode di
ottima salute. La
produzione tutta
italiana, ma da
una decina danni
gli impianti sono
stati spostati in un
edifcio liberty nella
zona di Rifredi
Anticheessenze
1. La sala vendita
dellantica Offcina
Farmaceutica. 2.
LAcquadi Rose, unodei
prodotti pi antichi. 3.
LElisir di Rose, unaltra
specialit tra le pi
tradizionali. 4. Una sala
del museo, con antichi
contenitori di essenze.
5. La Talborina, il talco
profumato di moda gi
nellOttocento.
6. Lacqua di S. Maria
Novella, insieme
a un certifcato
di produzione
dellOffcina.
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Virginia Woolf, una donna moltomoderna
Gita al faro, terza uscita della collana Grandi autrici
Ledicola del Corriere
C
hi ha paura della modernit di
Virginia Woolf? Ma scherzia-
mo, spero nessuno, risponde
Liliana Rampello, saggista, per
anni docente di Estetica alluniversit di
Bologna e grande indagatrice delle pagi-
ne della scrittrice inglese. Che non mai
stilisticamente uguale a se stessa, oltre al
fatto che la sua una vera e propria rivolu-
zione narrativa, ponendo al centro del rac-
conto una temporalit diversa da quella
ottocentesca. Come in Gita al faro, dove
il cambio di scena nel cuore del romanzo
un salto nel tempo di ben dieci anni. E
non solo. La Woolf cos brava e sicura
di s da potersi permettere di far morire la
protagonista, la signora Ramsay, addirit-
tura a met della narrazione, tanto la sua
presenza rimarr costante fno allultima
pagina, aggiunge Rampello, parlando
della terza uscita della collana Grandi
autrici, curata da Dacia Maraini, da ieri
in edicola con il Corriere della Sera a 7,90
euro, escluso il costo del quotidiano.
Dialoghi del silenzio. Visti gli elemen-
ti autobiografci del testo pubblicato nel
1927, in molti hanno voluto leggere, tra le
pagine, la vita dellautrice, conclusasi tra-
gicamente col suicidio. Decidendo, per,
di seguire soltanto questa pista interpre-
tativa, fniremmo per uscire un po fuori
strada. Se c una cosa che pi di tutte
salta agli occhi nella scrittura della Woolf,
la sua voglia di vivere, degna del miglior
Montaigne: non c un passaggio, un solo
accenno, neppure nelle lettere scritte da
lei praticamente ogni giorno, alla decisio-
ne di togliersi la vita, ricorda Rampello,
la quale rimarca il concetto soffermandosi
sui dialoghi del silenzio tra la signora
Ramsay e suo marito. Luno lopposto
dellaltro: la moglie appare pratica e sicura
di s, mentre il marito, descritto con ironia
e sarcasmo altro che pagine da aspirante
scrittrice suicida risulta essere artifcio-
so e tutto preso a trasformare in flosofa
la vita, servendosi di quel suo brutto gergo
accademico. Senza dubbio, la protagoni-
sta del romanzo la madre degli otto fgli
avuti dal signor Ramsay. Una protagoni-
sta che non uneroina romantica non
le serve esserlo e che rappresenta, in-
vece, una donna comune ma in grado di
saper mantenere le relazioni umane; basti
pensare a come tutta concentrata sulla
cena da preparare per gli ospiti che stanno
arrivando: la sua non debolezza ma fare
quotidiano, una sorta di piccolo miracolo
laico, aggiunge la studiosa che, in un suo
lavoro, Voltando pagina, edito da Il Sag-
giatore, estrapola da Virginia Woolf quel
suo pensare le cose come sono, anche
riguardo alla precisa consapevolezza di es-
sere una donna. La signora Ramsay, cos
come la Woolf, non insegue la parit tra i
sessi recriminandola: le basta essere una
donna pensante. C poi in Gita al faro
la descrizione della casa ormai abbando-
nata, che un racconto di morte. Ogni
suo spazio attraversato dal vento che
RiVoLuzione
LetteRaRia
Virginia Woolf (1882-
1941) e la copertina
di Gita al faro, in edicola
con il Corriere della Sera
a 7,90 euro escluso
il costo del quotidiano.
riproduzione riservata
di Peppe aquaro
A
d
o
c
-
P
h
o
t
o
s
porta rovina e distruzione, e predomina
il buio, spiega la studiosa, che conclude:
Anche qui potremmo dire che siamo di
fronte a un espediente narrativo utilizza-
to per poter raggiungere quellequilibrio
fnale del romanzo nel momento in cui
la gita al faro si far fnalmente, non pi
rinviata ma svuotata del suo signifcato
pi profondo suggerito dallassenza-pre-
senza della signora Ramsay. Come in un
fnale aperto, da approfondire insieme ai
lettori, invitati a dire la loro su twitter at-
traverso lhashtag #GrandiAutrici, magari
dopo aver letto il post della giornalista
Sara Gandolf pubblicato due giorni fa su
La 27esima ora del sito del Corriere.
inedicola
sette | 29 19.07.2013 73
Q
uesta una storia allincontra-
rio. Le cronache ci hanno abi-
tuato a personaggi che vanno
via dallItalia a cercare fortuna
allestero. E quando sono mogli, poi, spes-
so seguono i mariti nei loro trasferimenti,
facendosi iscrivere di diritto nella catego-
ria delle expat wifes.
Anche Ashley Bartner, 32 anni appena
compiuti, una EW. Con una piccola dif-
ferenza: lei la fortuna lha trovata in Italia.
Quando la prima volta venuta qui in
viaggio di nozze era il 2006, e la sua vita
sembrava non dovesse cambiare affatto.
Faceva la pierre in un centro sportivo, e il
marito Jason, 33 anni, lo chef. Vivevano a
New York da otto anni, ma durante la loro
luna di miele si resero conto di essere arri-
vati a un crocevia. Racconta Ashley: Sen-
timmo immediatamente di essere a casa
nostra in Italia. Cibo fresco e semplice: era
quello il futuro che cercavamo.
Cos, invece di trasferirsi nella West Coast,
Ashley e Jason hanno deciso di stabilirsi
nelle Marche. Nel dicembre 2007, pochi
giorni prima di Natale, hanno affttato e
ristrutturato una fattoria del 300, gi uti-
lizzata come agriturismo. Nasce La Tavola
Marche, a 12 chilometri da Piobbico, cit-
tadina di 2.100 persone in tutto. Con un
obiettivo ambizioso: insegnare (anche)
agli italiani a preparare da mangiare. Una
scuola di cucina tenuta da americani. Po-
teva sembrare unutopia. Non stato cos.
Proprio allinizio abbiamo avuto subito
moltissimi alunni. Certo, Jason ha dovu-
to faticare non poco a creare piatti che
potessero essere serviti anche nelle case
di gente del posto. Ma ci siamo riusciti, e
questa stata la sfda pi bella. In poco
tempo, la loro fama cresciuta dentro e
fuori dallItalia. Se ne accorto persino il
Financial Times, che ha dedicato proprio
ad Ashley una pagina, come esempio di
una EW che ha fatto il percorso inverso,
colpendo lo stesso il bersaglio.
I piatti forti. Uno degli ingredienti del
loro successo stato quello di credere nei
prodotti della terra dove avevano deciso di
Ashley Bartner, con il marito Jason, ha aperto La Tavola Marche,
dove insegna a realizzare ricette tipiche della zona. Pesce, tartuf,
lenticchie e farro da loro non mancano mai. E gli alunni nemmeno
di Angela Frenda
Vestali della cucina - 1 Una maestra americana di manicaretti marchigiani
Dagli Usaconamore
mai fornelli sonoitaliani
Preparazione: preriscaldare il forno a 105 gradi. In una cocotte di ghisa versare
lolio evo (extra vergine doliva) e una parte dei pezzi di carne e far rosolare. Coprire
con qualche spicchio daglio, versare il pepe in grani, sale e rosmarino. Ripetere
loperazione fno a quando la pentola non piena. Irrorare con vino rosso, e
aggiungere il lauro e le bacche di ginepro. Aggiungere dellacqua fno a bordo pentola
e inserire nel forno preriscaldato per circa 8 ore fno a quando non diventa tenero.
Per fare prima, alzare a 300 gradi e cucinare per 4 ore. Una volta cotto, togliere il
grasso e rimuovere eventuali ossa, il rosmarino e il lauro. La carne dovrebbe essere
morbida e succosa. Servire con bruschetta e olio di oliva. Oppure con la polenta.
Peposo, vitello stufato al forno
piantare radici. Ecco perch, nonostante
la fattoria sia a circa 45 minuti dal mare, il
pesce non manca mai alla loro tavola. Cos
come i tartuf, le lenticchie e il farro. Via li-
bera, dunque, a piatti tipici come le taglia-
telle con la salsa di cinghiale, o i passatelli
in brodo (la tipica pasta fatta in casa con
uova e parmigiano). Ma Ashley ha speri-
mentato anche luso della lavanda in cuci-
na, colta proprio nellorto accanto alla pi-
scina. Noi siamo fortemente convinti che
possiamo creare un legame con un luogo
soprattutto attraverso il cibo, ha confes-
sato al Ft. Ma ripeto: imparare a cucinare
come gli italiani stata anche una grande
forma di rispetto. La cosa pi divertente
leggere lo stupore negli occhi delle nostre
ospiti nel vedere Jason preparare piatti ti-
pici delle loro nonne con le sue mani!.
Certo, non stato semplice far passare il
messaggio che due americani potessero
essere in grado di cucinare italiano. Ma in
poco tempo non solo ci sono riusciti, ma
sono diventati anche un esempio tra gli
americani espatriati (sembrer strano ma
Ingredienti per 6 persone
Due chili di petto di vitello da tagliare in
piccoli pezzetti.
Venti spicchi daglio pelati.
Quattro cucchiaini di pepe fresco grattugiato.
Sale marino.
Cinque rametti di rosmarino fresco.
1 bottiglia di vino rosso.
2 foglie di lauro.
3 4 rametti di bacche di ginepro.
olio di oliva evo qb.
A
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O
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G
I
seTTe | 29 19.07.2013 74
Le prossime puntate
Da questa settimana racconteremo le
storie di donne che hanno scelto il cibo
come terreno di sfda professionale.
La prossima settimana sar la volta
dellitaliana Marta Pulini.
esistono!) in cerca di una nuova dimen-
sione. Non a caso Ashley scrive per Italia
magazine, per Taste Italia ed nel board
dellAssociazione culinaria internazionale.
Insomma, per molti sono un punto di rife-
rimento da imitare.
Il boccone amaro la burocrazia. E le
loro lezioni? Full booked. Perch non pu
non affascinare lidea di cucinare in una
fattoria del 300 e magari provare a impa-
rare Basi della cucina italiana, Cucinare
con alimenti selvaggi primaverili, Fare
la spesa dalla a alla z., Pizza con il forno
esterno, Liquori: nocino, viscolino e le-
moncino... Molti di questi momenti sono
immortalati sul loro blog latavolamarche.
blogspot.it, cos come le loro ricette. E se
Ashley, che scherzosamente ama defnirsi
solo una buona forchetta, deve lamen-
tare qualche cosa, a dirla tutta, la man-
canza del mio adorato football americano.
E poi il fatto che sia cos diffcile reperi-
re cibi etnici in Italia. Ma la vera bestia
nera, lo confesso, per noi la burocrazia.
Il nostro commercialista credo sia stato
fondamentale per consentirci di mettere
in piedi questo sogno da foodie. Senza di
lui, ci saremmo arresi davanti alla mole di
carte che ci inonda quotidianamente. Il
commercialista, per intenderci, Fabio
Centurioni, che sulla storia di Ashley e Ja-
son ci ha fatto addirittura un video (mes-
so online nel suo sito) su come ottenere i
contributi regionali.
Laltra sfda stata quella di sposare in
pieno la flosofa Slow food: dai Bartner,
infatti, si cucina solo con alimenti organi-
ci e locali. Oramai sono una produttrice
orgogliosa. Sono fera di coltivare con le
mie mani i vegetali e allevare la nostra car-
ne. Non c niente di pi basico di entra-
re in cucina con un cesto pieno di carote
fresche appena colte dallorto. Pronte per
essere trasformate in una cena, confessa
Ashley parlando del suo rapporto con il
cibo che producono in fattoria. E che cu-
cinano. Lei, che pu entusiasmarsi per un
semifreddo con composta di mirtilli e allo
stesso tempo per un piatto di fragole ser-
vite con il limoncello prodotto da Jason,
ne fa un punto di onore quello di riuscire
a usare cibo slow. Che ha lo stesso stile
della loro vita descritta sul blog, dove ogni
giorno (o quasi) pubblicano cartoline di
questo angolo di States in Italia: squarci di
vita campestre, tra polli che razzolano in
libert, ospiti contenti di produrre la pasta
con la macchina manuale per la sfoglia e
momenti di pace intorno a una lunga ta-
volata. Oppure racconti anche delle loro
sperimentazioni culinarie, come il piatto
con peperoni arrostiti farciti al tonno. Ma
anche il riuscire a entusiasmarsi per i col-
telli fatti a mano da un arrotino. Roba da
americani? Forse. Ma funziona, a guardare
la loro lista prenotazioni. Sorride, Ashley,
se le si ricorda che il suo agriturismo
oramai un successo. E, intervistata dal Tg3
regionale, nel suo italiano ancora incerto
ammette con sguardo fabesco: Abbiamo
trovato un pezzo di paradiso, qui a Piob-
bico. Tornare a Brooklyn? Non ci penso
proprio.
rIProduzIone rIservata
Mai pi
a Brooklyn
ashley Bartner
e il marito
Jason nella
cucina del
loro locale,
dove cucinano
insieme ai loro
clienti.
seTTe | 29 19.07.2013 75
D
agli interessi meteorologici di
due ingegneri, Tetsuya Theo-
dore Fujita e Herbert Saffr,
scaturito il modo per misurare
due fenomeni violenti della natura, tornado
e uragani. Le due storie, umane e scientif-
che, sono nate lontane una dallaltra, ma si
sono poi riunite negli Stati Uniti. Entram-
bi i protagonisti, per, sono dovuti prima
sfuggire alla sorte che poteva impedire loro
addirittura di vivere. Fujita (1920-1998),
nato sullisola di Kyushu in Giappone, vo-
leva iscriversi allUniversit di Hiroshima. Il
padre, invece, gli impose il Meiji College of
Technology non lontano da casa, a Kitakyu-
shu, dove si laureiningegneria meccanica.
Se fosse andato a Hiroshima sarebbe stato
una delle vittime dellatomica del 6 agosto
1945. Ma nellarea di Kitakyushu cera il suc-
cessivo obiettivo per la seconda atomica del
9 agosto, il Kokura Terminal, un grande de-
posito di munizioni poco distante dalluni-
versit dove si trovava Fujita. Quel giorno,
per, il cielo sulla citt era coperto da ftte
nubi e quindi la bomba venne sganciata pi
a sud, a Nagasaki. In questo modo Fujita
sfugg per la seconda volta alle mortali ra-
diazioni, ma nonai luoghi dei primi disastri
nucleari. Insegnando fsica allUniversit,
venne infatti mandato nelle due citt di-
strutte per analizzare quanto era accaduto
con le terribili esplosioni. Gi nei suoi studi
aveva manifestato interessi per la meteoro-
logia e fu proprio a Hiroshima e Nagasaki
che le valutazioni della potenza dellordigno
lo portarono a mettere insieme i primi con-
cetti di indagine che in seguito diventarono
preziosi per classifcare i tornado.
La graduatoria delle distruzioni. Attrat-
to dalla geologia (era anche un provetto
speleologo), insegn poi i rudimenti del-
la meteorologia mentre coglieva la prima
occasione che il cielo gli offriva per i suoi
interessi: era il tornado Enoura, sullisola
di Kyushu, nel settembre 1948. Affascina-
to, come dir, dallevolversi del fenomeno
e dai danni che andr a ispezionare, trarr
le prime conclusioni. Per metterle in ordine
nei suoi appunti acquist con lo stipendio
di un mese una macchina per scrivere e poi
le invi a Horace Byers del dipartimento
Il giapponese Fujita e lamericano Saffr hanno classifcato lintensit
delle correnti daria che possono arrivare fno a 500kmallora.
Allinglese Douglas si deve la possibilit di misurare la potenza del mare
di Giovanni Caprara
di meteorologia dellUniversit di Chicago.
Horace, impressionato da questo lavoro,
lo invit a insegnare a Chicago per un paio
danni, ma l rimase per sempre.
Da allora insegu i tornado dal Kansas
allOklahoma, al North Dakota, ideando
metodi di analisi e avviando progetti di
osservazione. Documentava con centina-
ia di fotografe ci che vedeva, dalle pe-
santi nubi in cielo ai danni sui territori
sconvolti. Misurava le velocit dei venti,
raccoglieva testimonianze, pubblicava
risultati. Compresi quelli dei 36 tornado
che nellaprile 1965 colpirono il Midwest
uccidendo 253 persone. Il suo impegno
scientifco nelloccasione fu straordinario
e da qui part nello stilare una classifca
del fenomeno che fu presentata nel 1971
diventando nota come la Scala Fujita.
Nel concepirla era partito dal modello della
scala di Beaufort dei venti suddividendola
in sei livelli (da zero a cinque) in base alla
velocit del vento e ai danni causati alle
costruzioni e alla vegetazione, ricavando,
infne, una misura empirica dellintensit
del tornado. Il massimo era una velocit
dei venti di 500 chilometri orari con le case
che volavano sradicate dalle fondamenta.
Fu cos che presto divent Mister Torna-
do. Ma oltre alla scala port altri contributi
importanti legati allanalisi dei fenomeni
distruttivi. Tra questi, la scoperta dei micro-
burst, correnti aeree violente verso il basso
capaci di schiacciare a terra un grande aero-
plano in decollo. In tal modo spieg un in-
cidente accaduto allaeroporto di New York
nel 1975 e da allora laviazione civile tenne
conto delle sue analisi.
Fujita costru allUniversit una macchina
che riproduceva il tornado ma, pur lavo-
rando con satelliti e tecnologie moderne,
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I misuratori della natura - 2 Come gli scienziati hanno rilevato la forza degli elementi
Eluomoentr
nellocchiodei cicloni
TetsuyaFujita (1) fu soprannominato
Mister Tornado, ma il primo al quale
assistette di persona fu in Colorado nel
1982. Herbert Saffr (2) svel i segreti
degli uragani. A88 anni fu operativo
durante Katrina. PercyDouglas(3), oltre
ad aver classifcato la forza del mare, fu
ammiraglio della marina inglese. Alcune
localit antartiche portano il suo nome.
Un meteoroLogo, Un ingegnere e Un ammiragLio
tre studiosi del vento e delle onde
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SEttE | 2919.07.2013 76
La prossima puntata
Nel servizio che sar pubblicato sul numero
30 saranno raccontati i lavori di
Giuseppe Mercalli e Charles Richter, che
hanno classifcato lintensit dei terremoti.
afferm che il computer non poteva es-
sergli daiuto.
Leregoledegli uragani. Ma dal cielo spes-
so arrivavano altre minacce, non soltanto
per il territorio americano. Erano i cicloni
tropicali, che colpivano molte regioni del-
la Terra e a seconda del luogo dorigine,
Oceano Pacifco, Atlantico o Indiano, as-
sumevano nomi diversi: uragano, tifone o
semplicemente ciclone. Nel 1965 le Nazioni
Unite chiesero a Herbert Saffr (1917-2007),
nato a New York, di compilare una scala
per valutarli e prevederne le caratteristiche
mentre colpivano le diverse zone. Saffr era
un ingegnere edile della Contea di Dade, in
Florida, uno Stato frequentemente colpito
da queste calamit. A lui si rivolsero perch
aveva ideato un regolamento per costruire
edifci in grado di difendersi da simili av-
versit. Infatti nella richiesta delle Nazioni
Unite cera anche lindicazione per erigere
fabbricati sicuri a basso costo. Saffr pro-
gettava solitamente ponti (lelenco ne conta
una cinquantina), ma la sua passione erano
gli uragani e la tecnica per difendersi.
Nel 1969, nellanno dello sbarco sulla Luna,
e dopo quattro anni di lavoro, lingegnere
present la scala che distingueva in cinque
categorie lintensit degli uragani in base
alle velocit del vento (dai 110 chilometri
orari a oltre 250) e dei danni possibili. Con-
segn la nuova classifca a Robert Simpson,
allora direttore del National Hurricane Cen-
ter, il quale aggiunse dei perfezionamenti.
Subito utilizzata dai vari enti meteorologici
col nome di Scala Saffr-Simpson, si rivel
immediatamente un effcace strumento sia
di previsione sia di organizzazione degli in-
terventi di protezione, salvando, quindi, vite
umane. Quando nel 2005 luragano Katrina
devast gli Stati sul Golfo del Messico e in
particolare la citt di NewOrleans, Saffr era
sul campo. Due anni dopo, a novantanni,
scomparve lasciando la sua impronta nella
storia della scienza.
Luomodegli oceani. Scendendo dal cielo
al mare, potr sembrare strano che dopo
molti secoli di navigazione a partire dai
Fenici soltanto nel 1929 si sia arrivati a una
scala del mare. In quellanno, infatti, du-
rante lInternational Meteorological Con-
ference di Copenhagen, venne adottata la
Douglas Scale che determinava le con-
dizioni del mare in base allaltezza media
delle onde pi alte.
A compilarla nel 1921 era stato il capitano
Henry Percy Douglas (1876-1939), un uf-
fciale della Royal Navy diventato presto
molto noto per le sue abilit nella rico-
gnizione. Suo padre era un ammiraglio e
con lui Percy partecip a numerose navi-
gazioni in tutti gli oceani. Nel 1910 venne
nominato sovrintendente delle carte nau-
tiche al Dipartimento idrografco dellam-
miragliato, cio il luogo
dove arrivavano tutte le informazioni
raccolte dalle navi britanniche. Poco dopo
assunse lincarico di direttore del Servizio
meteorologico navale, incominciando a
elaborare la scala del mare. Quando nel
1924 sar nominato Idrografo della Royal
Navy, sosterr e impiegher la sua catalo-
gazione divisa in nove livelli: da 0, mare
calmo, a 9, mare tempestoso, se laltezza
delle onde supera i 14 metri. Il sistema si
rivel di grande effcacia e fu quindi accol-
to dalla comunit meteorologica interna-
zionale. Nel settembre 1939, quando sof-
favano i venti di guerra, venne richiamato
in servizio come Commodoro Sovrinten-
dente di Dover. Ma rimase poco nel suo
ruolo perch mor il 4 novembre.
Il mare porter sempre il suo nome.
2- Continua
riproduzioneriservata
Energia
devastante
Asinistra, un
tornado spazza
colline disabitate.
Sopra, unimmagine
delluragano Elena,
fotografato sopra il
Golfo del Messico
nel 1985.
Sotto, unonda di
fronte alla spiaggia
di Oahu, nelle isole
Hawaii.
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I cantanti adottano linglese e Consolini si commuove ai Giochi.
Mentre Fellini fotografa la frivolezza della borghesia e il simbolo della
trasgressionea 45 giri fnisce contro un camion carico di pietre
di UmbertoBroccoli
Enelladolcevitaesplose
il modelloastelleestrisce
1960
anno bifronte e dalla dop-
pia morale: uffciale e uff-
ciosa. Anno rigorista e trasgressivo insieme.
E se da una parte la morale prevedeva pene
severe per ladulterio al femminile, dallaltra
ribollivano non troppo sommessamente
fermenti di natura opposta. Dalla fne del
decennio precedente ecco prendere piede
unimmagine molto americana: unimma-
gine compresa e compressa. Compresa fra
bulli, pupe, whisky e sigarette e al tempo
stesso compressa dal perbenismo comu-
ne, sempre pronto a criticare gli eccessi, in-
vidiando di nascosto gli eccessivi in grado
di eccedere. Tu, / fumavi mille sigarette.
/ Io, / facevo il grano col tresette. / Poi un
giorno / mhai piantato / per un tipo spap-
polato. / Tho cercato, / lho scovato, / lho
guardato, / s squagliato. / Quattro schiaff
tho servito, / Tu mi hai detto: Disgrazia-
to!. / La pistola mhai puntato, eh, / ed un
colpo mhai sparato. / A s / Spara (bang) /
Spara (bang) /e spara (bang) /khoff, khoff,
khoff, khoff , (colpi di tosse) /Epensare che
eri piccola, / ma piccola, / tanto piccola, /
cos!. Ecco la trasgressione in formato 45
giri: lei fuma a sproposito, lui gioca a carte e
si mantiene. Lei lo lascia per un altro ancor
pi eccessivo, lui la rincorre per esercitare
il senso del possesso che fu prealessandri-
no e lei bench piccola, cos reagisce
sparando. A far da quinta invisibile, i colori
di una vita notturna annegata nei superal-
colici e in altri eccessi vari per dimenticare
un passato recente affamato da una guerra,
lasciata dietro un angolo di poco pi di un
decennio. La trasgressione formato 45 giri
frmata Leo Chiosso e Fred Buscaglione. Si
chiama Eri piccolaed unsuccessodel 1958
tornato alla ribalta proprio nel 1960: perch
il 4 febbraio muore Fred Buscaglione.
Roma. Cos il Corriere della Sera del 4 feb-
braio: La morte di Buscaglione ha provo-
cato molta emozione a Roma. Centinaia di
Gli anni della speranza (1960 - seconda parte)
persone sono accorse sul luogo dellinci-
dente dove la macchina del cantante e il ca-
mion contro cui si fracassata sono rimasti
fno a mezzogiorno. Lautorit giudiziaria
ne ha poi ordinato il sequestro e il trasporto
sotto sorveglianza in una autorimessa []
Il cantante morto quasi subito. Quando i
primi soccorritori lo hanno tratto dalle la-
miere contorte dellauto respirava ancora
debolmente [] i pantaloni grigi e la giacca
blu a doppio petto con i bottoni dorati che
egli indossava con eleganza ma quasi con
laria di portare una divisa erano strappati
in pi punti e imbrattati di sangue []. Se
ne va cos uno dei simboli della trasgressio-
ne del futuro. E non a caso se ne va proprio
in quellanno bifronte, nel mese bisestile, in
una incredulit generale. Accade a Roma,
nel quartiere Parioli.
Thunderbird rosa. Alle prime luci Ferdi-
nando Buscaglione (detto Fred con lespan-
sione dal whisky facile) sta tornando da
una notte in bianco, una notte tipica fuori
giri, raccontata nei suoi 45 giri. Di sera, cena
alla Taverna Margotta, con lamico Pogliotti
e lattrice danese Hanna Rasmussen. Poi in
un night di via Veneto fn quasi allalba. Poi
verso le sei del mattino lo schianto allincro-
cio di viale Rossini con via Bertoloni: con la
sua Ford Thunderbird rosa targata Torino
286788, non rispetta la precedenza e fnisce
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contro lautocarro Lancia Esatau di Bruno
Ferretti carico di pietrisco. Siamo pratica-
mente di fronte a Villa Taverna, la residenza
privata dellambasciatore degli Stati Uniti
dAmerica. Sembra quasi una concentra-
zione di eventi simbolici. La trasgressione
di Fred viaggia a stelle e strisce: night club,
bulli, pupe, sigarette, carte, whisky e una
Thunderbird criminalmente bella, com-
pagna di insonnie e distrutta contro un au-
tocarroappenasveglioal mattinoper andare
Allaromana. Asinistra:
Fred Buscaglione tra il
paroliere Leo Chiosso e la moglie
Fatima Robins, in un caff a Milano.
In alto: Marcello Mastroianni
e Yvonne Furneaux in La dolce vita.
Adestra, immagini olimpiche:
il giuramento di Adolfo Consolini;
il presidente della Repubblica Giovanni
Gronchi e il ministro Giulio Andreotti in
tribuna; via Frattina allestita per i Giochi.
Nelleparoledi Buscaglione, i colori
di unavitanotturnaannegatain
eccessi esuperalcolici per dimenticare
il recentepassatodellaguerra
a faticare in cantiere. Il
tutto sulla soglia della
casa dellambasciato-
re americano. Pratica-
mente, lo scontro fra i
due mondi, fra le due
anime di quellanno bifronte: la fatica della
ricostruzione e lesibizione del boominatto.
Boom, appunto: tutto pu fnire di colpo e
con un botto. Uno schianto del genere, ge-
nera: mito e fantasie. Proprio da quel 4 feb-
braio 1960 inizia laffollamento da racconti,
nonch lingresso di Buscaglione nellOlim-
po degli indimenticabili. E, come tutti i se-
midivini, gli indimenticabili sono preceduti
e seguiti da racconti. Lo scenario sempre il
solito, ripetuto quasi ossessivamente. Cos i
racconti dei testimoni, lautista dellautocar-
ro Bruno Ferretti, il carabiniere di guardia
esterna alla vicina Villa Taverna, residenza
privata dellambasciatore degli Stati Uniti,
Ettore Rapposelli e il signor Goffredo Rossi,
un impiegato della Rai che in motocicletta
percorreva in quel momento viale Rossini.
Il cantante muore quasi subito. Quando
viene estratto dalle lamiere della sua auto,
ancora respira. Il corpo mostra una ferita
sullarco sopraccigliare destro e lo schiac-
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desiderarti tanto / ora son solo a ri-
cordareevorrei poterti dire/guarda
che luna, guarda che mare!. Fred
un simbolo di quel 1960 bifronte da
scandalo al sole o da scandalo guar-
dando la luna: un simbolo costruito
a tavolino, intuendo e interpretando
le novit in arrivo, assieme al suo amico di
sempre Leo Chiosso, paroliere o, piuttosto,
complice del Buscaglione gangster virtuale
della musica italiana. Parola di Fred a Visto
del 21 marzo 1959: Hanno cominciato a
scrivere che io faccio il bullo davanti al mi-
crofono, ma che in realt sono timido, aste-
mio e fumo soltanto le Serraglio. Escludo
di essere mai stato un ti-
mido, almeno nella vita
privata. Se di questo vo-
gliamo parlare, dobbia-
mo spostarci a un altro
campo, che quello del
mio lavoro. Pi che ti-
midezza era una sorta di
paura che mi impediva
di buttarmi e che, a un
certo momento, mi fece pensare addirittura
di cambiare strada. Suonavo discretamente
il violino e cantavo con buona voce; debbo
dire, anzi, che allora riuscivo a cantare, per-
ch quello di oggi non un canto, ma un
urlo o un discorso a mezza voce. Ma facevo
suppergi quello che fanno tutti: del ritmo,
e basta. Finch un giorno, tornando in Ita-
lia, decisi di arrischiare, facendo uscire la
EnnioFlaiano
appuntava: Sto
lavorandoconFellini
ePinelli aunanostra
vecchiaidea
Versoil mare. A sinistra, Wilma De Angelis e Joe Sentieri: al Festival
di Sanremo 60 cantano Quando vien la sera.
In basso, un giovane Yves Saint Laurent (1936-2008) in via Veneto.
Sotto, il traffco sulla Cristoforo Colombo (la strada che porta dal centro
verso il mare) e, sullo sfondo, il Palazzo dello sport, progettato
da Piacentini e Nervi e inaugurato nel 1960, per le Olimpiadi.
bestia che sentivo dentro, per esprimermi
senza nessuna reticenza. Pu sembrare una
parola grossa, ma proprio cos. Busca-
glione ci porta in quella vita dolce delle sere
romane: la dolce vita.
La societ del caff. Parola di Ennio Flaia-
no. Era il giugno del 1958 ed Ennio appun-
tava: Sto lavorando, con Fellini e Tullio Pi-
nelli, a rispolverare una nostra vecchia idea
per un flm, quella del giovane provinciale
che viene a Roma a fare il giornalista. Fellini
vuole adeguarla ai tempi che corrono, dare
un ritratto di questa societ del caff. Una
societ sguaiata, che esprime la sua fredda
voglia di vivere pi esibendosi che godendo
realmente la vita, merita fotograf petulan-
ti. Il flm avr per titolo La dolce vita e non
ne abbiamo scritto ancora una riga. Nasce
anche cos La dolce vita, tra appunti spar-
si, gite in automobile, chiacchiere superf-
cialmente profonde, seduti al tavolino dei
caff di via Veneto, il mare di una Fregene
abitata da pescatori e dove si riunivano Fel-
lini, Pinelli e Flaiano per pensare e scrivere
a casa di Flaiano in via Iesolo 39 e fnendo
per mangiare il pesce cucinato direttamen-
te sulla spiaggia da Filomena Mastino. Non
un caso: il 1958, anno del cambiamen-
to, anno di Volare. L si gettano le basi per
rinnovare. Settembre 1958, dopo tre mesi, la
sceneggiatura stata scritta e cominciano
i soliti guai con i produttori. Molti non
credono nella storia scucita, falsa, pessi-
ciamento del torace. Al passaggio di un au-
tobus della linea 99, i soccorritori lo hanno
fermato, adagiandovi il corpo nel corridoio
tra le due fle di sedili. Fred Buscaglione vie-
ne trasportatoinpochi minuti al Policlinico,
dove solo allora riconosciuto attraverso il
controllo dei documenti. In tasca ha la tes-
sera di qualifca professionale, n 12162, ri-
lasciata il 6 marzo 1958, intestata al direttore
dorchestra Ferdinando
Buscaglione, nato a Tori-
no il 23 novembre 1921.
La radio, in quei giorni,
trasmette le sue canzoni
e anche gli irriducibili,
gli interpreti rigorosi del
pensiero bene, si tro-
vano a canticchiare per
strada Tho veduta. /
Tho seguita. / Tho fermata. / Tho bacia-
ta. / eri piccola, / piccola, piccola, / cos!.
Oppure intonare: Guarda che luna, guarda
che mare, / da questa notte senza te dovr
restare / folle damore vorrei morire / men-
tre la luna di lassmi sta a guardare. Strug-
gente e al tempo stesso trasgressiva, perch
sottolineava subito dopo: Resta soltanto
tutto il rimpianto / perch ho peccato nel
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mista, insolente. la preveggenza solita
dei molti. Giugno 1959: Fellini a Cinecit-
t. Sta girando fnalmente La dolce vita, in
un teatro di posa dove ha fatto ricostruire
un pezzo di via Veneto. E a chi rimprovera
a Flaiano di aver rappresentato Roma come
una sentina di vizi, Ennio risponde cos:
colpa mia se il Vizio a Roma diventa presto
razionale e utilitario? E se, non alimentato
dalla passione, diventa solo un fatto esterio-
re, un costume, una fonte di soddisfazione,
una moda?. Sembra di sentire in assol-
venza le note de La dolce vita nella colonna
sonora celeberrima frmata da Nino Rota.
Venerd 5 febbraio 1960. Al cinema Capitol
di Milano, fnalmente, viene proiettato in
prima visione assoluta il flm. Ed quel che
: un grande e impietoso affresco depoca,
dipinto per colpire con ironia la volgarit
dei nuovi ricchi, lassurdit dellaristocrazia
e la mediocrit della borghesia. Pratica-
mente uno specchio. Ma, da sempre, non
ci si specchia volentieri se limmagine resti-
tuisce una verit diffcile da vedere. Per cui
talvolta c chi preferisce fare a pezzi lim-
magine rifessa, anzich correggere i difetti
delloriginale. Quel venerd sera al Capitol di
Milano sullo schermo debutta la pellicola
mentre in sala si replica il perbenismo ipo-
crita. un pugno nello stomaco per il pub-
blico milanese della prima, composto in
granparte dalla buona borghesia lombarda.
Alla fne della proiezione i fschi superano
per clamore gli applausi. Uno spettatore
sputa addirittura addosso a Fellini, un altro
losfda pubblicamente a duello. Nonva me-
glio alla proiezione privata incasa di Angelo
Rizzoli, produttore insieme a Peppino Ama-
to, passato alla storia nel Prontuario di ita-
liese frmato da Flaiano. Amato era quello
dei Saluti dalle pernici del Monte Bianco
o In quanto a idee politiche lei ed io siamo
agli antilopi. Ma quella sera Rizzoli pare
dicesse: Se potessi mi ritirerei dallimpre-
sa. Ho gi capito che meglio limitare le
perdite perch sar un fasco. Non andr
cos: fn da subito La dolce vita incassa. E il
resto storia. Firma il flm anche Brunello
Rondi, ma divertente andare a recuperare
gli appunti di Flaiano precedenti il debutto
Laprima deLadolcevitaunpugnonellostomaco
per il pubblicomilanese, compostodallaborghesia
lombarda. Allafnei fschi superanogli applausi
de La dolce vita. Per Ennio ogni successo in
fn dei conti un malinteso. E, in effetti, si
respira una atmosfera di genialit casuale,
causa indiretta della fne di unepoca. Paro-
la di Ennio Flaiano, nel 1958: Via Veneto
invasa da questi fotograf. Nel nostro flm
ce ne sar uno, compagno indivisibile del
protagonista. Fellini ha ben chiaro in testa
il personaggio, ne conosce il modello: un
reporter dagenzia. Ora dovremo mettere a
questo fotografo un nome esemplare, per-
ch il nome giusto aiuta molto e indica che
il personaggio vivr. Per questo fotografo
non sappiamo che inventare: fnch apren-
do a caso quellaureo libretto di George Gis-
sing che si intitola Sulle rive dello Ionio tro-
viamo un nome prestigioso: Paparazzo.
Nasce cos paparazzo e fa il giro del mondo
grazie alle letture di Ennio Flaiano. Osser-
vando oggi quanto succedeva ieri, in quel
1960, ci si rende conto di come quellanno
Abbracci
allaperlanera.
Sopra, maggio 1960,
Pel baciato da due
ragazze al Teatro
Olimpia, dove era con
la nazionale di calcio
brasiliana. Nel tondo, Nico
Fidenco, che cantava What a
sky (Su nel cielo), colonna sonora
del flmI delfni. Adestra, la scalinata
di Trinit dei Monti e Piazza di Spagna,
in primavera, con le azalee.
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dello scandalo al sole in realt fosse una f-
nestra spalancata sul domani, per chiudere
defnitivamente le persiane sul dopoguerra.
E unaltra sterzata sul futuro arriva sempre
da Roma gioved 25 agosto del 1960, anno
bifronte.
Settemilaatleti. Ecco le parole di Giovanni
Gronchi, presidente della Repubblica, diffu-
se dalla radio in tutto il mondo: Proclamo
lapertura dei Giochi olimpici di Roma cele-
branti la diciassettesima Olimpiade dellera
moderna. A far da colonna sonora, lInno
al sole di Pietro Mascagni. il preludio trat-
todallIris, opera di Mascagni conlibrettodi
Luigi Illica. E siamo alla fne dellOttocento
italiano con il debutto al Teatro Costanzi di
Roma nel 1898. Si saldano due momenti di
passaggio: la fne secolo XIX e la chiusura
del dopoguerra del 1960. Il crescendo della
musica di Mascagni entra nelle case di tut-
ti gli italiani e non solo, costruendo ricordi
indelebili in chi ha vissuto la festa interna-
zionale della XVII Olimpiade di Roma. I ra-
gazzini in bicicletta la fschiettano assieme
ai successi del momento. Perch la radio
miscela e unifca tutto: mezzanotte di Joe
Sentieri ( mezzanotte / quasi per tutti /
ma il nostro cielo chiaro come a mezzo-
giorno / anima mia anima mia / stammi
vicino / vicino cos / dimmi di s) con
What a sky di Nico Fidenco. E, allora, non
era impossibile ascoltare il portalettere
intonare in un inglese im-
provvisato What a sky, shi-
ning sky, / one more night
without you, / I will cry, let
me cry, / nothings right without you, cos
come lo faceva Nico Fidenco. Un inno al cie-
lo, nel momento dellInno al sole e, soprat-
tutto, quando al cielo si guardava perch
traguardo prossimo delluomo moderno.
Nico Fidenco cantava in inglese, sinonimo
di modernit. E What a sky era diventata
la colonna sonora de I delfni, di Francesco
Maselli, con Tomas Milian e Claudia Car-
dinale. A dire il vero, nella colonna sonora
doveva comparire Crazy Love di Paul Anka,
ma di fronte alla cifra astronomica pretesa
da chi deteneva i diritti musicali, si ripiega
su una canzone fatta in casa e confezionata
apposta per il flm. E anche questo quasi
un simbolo: ci stiamo emancipando dalla
sbornia a stelle e strisce. Da Whats Ameri-
ca dellamericano a Roma,
a What a sky: e il futuro
sembra essere nostro.
Tutti davanti alla radio
quel gioved 25 agosto.
Sono le 14.45, la radiocro-
naca di Nando Martellini
e Paolo Valenti. Ha parlato
il presidente Gronchi. Poi,
dopo larrivo del tedoforo
giura Adolfo Consolini,
monumento dello sport
italiano. Ma emoziona-
to, molto. E la sua voce
sembra un falsetto fuori
Bellezzeal bagnoedelfni inrovina. In alto, da sinistra: la vetrina
di una salumeria allestita per la Pasqua; Mina e Walter Chiari in spiaggia
a Fregene; Nino Rota, autore della colonna sonora di La dolce vita, sul podio.
A sinistra, una scena del flmI delfni di Citto Maselli, con Tomas Milian
e Claudia Cardinale.
giri pronunciando: A nome di tutti con-
correnti giuro che noi partecipiamo ai
giochi olimpici come concorrenti leali
rispettosi dei regolamenti che li reggono e
desiderosi di gareggiare con spirito cavalle-
resco per la gloria dello sport e lonore dei
nostri Paesi. Tra i saluti uffciali, Giulio
Andreotti, ministro della Difesa e presiden-
te del Comitato Organizzatore delle Olim-
piadi di Roma. Eccone una parte, diretta-
mente dalla radio di allora: Ad un mese
esatto di distanza dallapertura uffciale
delle Olimpiadi di Roma inizia oggi la sua
attivit, questo villaggio dove per alcune
settimane vivranno intense ed appassiona-
te giornate gli artefci della grande manife-
stazione sportiva mondiale, che lItalia ha
cercato di preparare con quellimpegno e
quel senso di generosa ospitalit che sono
caratteristiche essenziali del nostro popo-
lo. Ai 7.000 atleti e ai 1.500 accompagnatori
che abiteranno al villaggio
noi diamo ora un ideale
benvenuto [] se nessuno
si sentir qui dentro uno
straniero e se tornando in
patria tutti conserveranno
di Roma e del villaggio un
ricordo gradito, il comitato
organizzatore vedr am-
piamente ripagata la fatica
dellemozionante