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GIOIELLO

VISIONARIO
DI SABA

SASSONI
CONTRO
LO SCRITTORE
ROMA VA

IL DUOMO
DI FIRENZE

SALOMONE

NORMANNI
E LA REGINA
IN VACANZA

DEL RINASCIMENTO

JULES VERNE

TRA I TESORI DEL FARAONE BAMBINO


NELLA TOMBA DI
TUTANKHAMON
N. 119 • GENNAIO 2019 • 4,95 E
90119
periodicità mensile - esce il 21/12/2018 - poste italiane s.p.a spedizione in abbonamento postale d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n° 46)
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EDITORIALE

UM
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neanche l’ombra dell’oro, né di statue, né di carri. Della semplice


lapide nera sulla tomba di Howard Carter, nel cimitero di Putney
Vale, fuori Londra, colpisce solo l’iscrizione: “Possa il tuo spirito
vivere, possa tu vivere milioni di anni, tu che ami Tebe, offrendo
il tuo volto al vento del nord e facendo sì che i tuoi occhi ammirino
la felicità”. La frase proviene da una delle coppe di alabastro che
l’egittologo scoprì nella tomba di Tutankhamon. Quel ritrovamento
di quasi cent’anni fa, ottenuto grazie a un’incredibile perseveranza,
rese famosi sia Carter sia il faraone bambino, fino a quel momento
di fatto sconosciuto e oggi sicuramente il più famoso di tutti i
sovrani egizi. La scoperta della sua tomba, che era praticamente
intatta (fatto inedito) e custodiva un immenso tesoro (oggi al Museo
egizio del Cairo), generò un vero e proprio boom mediatico. Perciò
risulta quasi incomprensibile che Carter sia morto di cancro quasi
17 anni dopo – all’età di 64 anni – senza aver ricevuto nessun
riconoscimento ufficiale nel suo Paese, la Gran Bretagna. Ancora di
più considerando che la sua era un’epoca nella quale gli archeologi
importanti normalmente venivano nominati cavalieri della corona.
Nel corso del tempo sono state sollevate diverse ipotesi sul mancato
riconoscimento all’egittologo. Nessuna sembra però aver risolto
quello che rimane uno dei molti enigmi gravitanti intorno allo
studioso e alla scoperta grazie alla quale è passato alla storia.

ELENA LEDDA
Vicedirettrice editoriale
16 8 PERSONAGGI STRAORDINARI 16 VITA QUOTIDIANA
Mesmer, il guaritore Donne al lavoro
Alla fine del XVIII secolo, a Vienna nel Medioevo
e a Parigi fecero furore le sedute Al contrario di quanto si possa
di terapia magnetica del medico credere, nel Medioevo erano molte
tedesco Mesmer. le donne che lavoravano, e lo
facevano in tutti i settori.
14 ANIMALI NELLA STORIA
Il purosangue inglese 118 GRANDI ENIGMI
La passione britannica per le Peter Stumpp: tutti
corse di cavalli portò a selezionare contro l’uomo lupo
una razza leggendaria di Nel 1589 un uomo venne
purosangue. accusato di trasformarsi in lupo
e di divorare bambini e adulti.
Probabilmente si trattò
122 14 di un complotto.

122 GRANDI SCOPERTE


I segreti della capitale
perduta di Ani
In Turchia, a due passi dal
confine armeno, mille anni fa
sorgeva Ani, una delle più ricche
metropoli d’Oriente.

126 LIBRI E MOSTRE


128 INDICI 2018
4 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
54 ROMA VA
IN VACANZA
GIÀ DUEMILA ANNI FA,
i romani ricchi si dedicavano
a un’attività comunissima
al giorno d’oggi: il turismo.
Nella loro fuga dalla città i
patrizi non solo visitavano
i grandi monumenti e i luoghi
più emblematici di terre
quali l’Egitto o la Grecia, ma
cercavano anche rifugio nelle
magioni di loro proprietà nel
sud Italia. Specialmente in
Campania, centro turistico
privilegiato nel quale
trascorrevano i mesi estivi
con parenti e amici.
DI JORGE GARCÍA SÁNCHEZ

IL TEMPIO DI POSEIDONE A CAPO SUNIO. LA


GRECIA ERA UNA DELLE METE PREFERITE DEI
ROMANI, CHE SEGUIVANO LE ORME DI OMERO.

20 Nella tomba di Tutankhamon


Il 4 novembre del 1922 Howard Carter scoprì la tomba 40 Salomone
del faraone bambino, intatta e piena di tesori. L’archeologo e la regina di Saba
avrebbe dedicato il resto della sua vita a classificare e restaurare
le migliaia di oggetti rinvenuti e oggi esposti al Museo egizio Nella tradizione ebraica,
del Cairo. DI JOYCE TYLDESLEY e successivamente in
quella araba, l’incontro
tra la regina di Saba
68 Hastings, normanni contro sassoni e Salomone, figlio di
Nel 1066 Guglielmo di Normandia invase l’Inghilterra David e suo successore
e rovesciò la dinastia sassone. Qualche anno dopo fu sul trono d’Israele,
realizzato un lungo arazzo che racconta la storia della divenne una
vittoria normanna nella battaglia di Hastings. delle leggende
DI FERNANDO LILLO REDONET più feconde
d’Oriente.
In Etiopia la
82 Il duomo di Firenze visita della
Simbolo del potere e della prosperità della città toscana, regina di una
la cattedrale di Santa Maria del Fiore stupì il mondo terra ricca ed
con la gigantesca cupola progettata da Filippo esotica fu
Brunelleschi. DI MANUEL SAGA uno dei miti
attorno al
quale si costruì
102 Jules Verne, lo scrittore visionario l’identità del Paese.
Nei suoi popolarissimi romanzi di avventure, riuniti nel DI FRANCISCO DEL RÍO
ciclo Viaggi straordinari, il francese Jules Verne raccontò
i due grandi sogni del XIX secolo: l’esplorazione del mondo SCULTURA SABEA IN ALABASTRO.
MUSEÉ DU LOUVRE, PARIGI.
e il progresso tecnologico. DI PEDRO GARCÍA MARTÍN

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 5


storicang.it Licenciataria de
NATIONAL GEOGRAPHIC SOCIETY,
ROMA VA
NATIONAL GEOGRAPHIC TELEVISION
IN VACANZA
IL DUOMO
DI FIRENZE
Pubblicazione periodica mensile - Anno X - n. 119 PRESIDENTE
GIOIELLO
DEL RINASCIMENTO RICARDO RODRIGO
SALOMONE CONSEJERO DELEGADO
E LA REGINA
DI SABA
JULES VERNE
Editore: RBA ITALIA SRL ENRIQUE IGLESIAS
LO SCRITTORE
VISIONARIO
via Gustavo Fara, 35 DIRECTORAS GENERALES
NORMANNI 20124 Milano ANA RODRIGO,
CONTRO
MARI CARMEN CORONAS
SASSONI
Direttore generale: ANDREA FERDEGHINI
NELLA TOMBA DI
TUTANKHAMON Vicedirettrice editoriale: ELENA LEDDA
DIRECTOR GENERAL PLANIFICACIÓN Y CONTROL
TRA I TESORI DEL FARAONE BAMBINO IGNACIO LÓPEZ
Grafica: MIREIA TREPAT DIRECTORA EDITORIAL INTERNACIONAL
Coordinatrice: ANNA FRANCHINI AUREA DÍAZ
PARTICOLARE DEL VOLTO DIRECTORA MARKETING
DEL FARAONE BAMBINO Collaboratori: LUIGI COJAZZI; MATTEO DALENA; BERTA CASTELLET
(SECONDA BARA IN LEGNO ALESSANDRA PAGANO; ANNALISA PALUMBO; DIRECTORA CREATIVA
DORATO). MUSEO EGIZIO AMARANTA SBARDELLA; MARTINA TOMMASI JORDINA SALVANY
DEL CAIRO. DIRECTOR DE CIRCULACIÓN
FOTO: ARALDO DE LUCA Consulenti: VÍCTOR LLORET BLACKBURN (Consulente JOSÉ ORTEGA
editoriale) MÒNICA ARTIGAS (Coordinamento editoriale) DIRECTOR DE PRODUCCIÓN
RICARD ARGILÉS
JOSEP MARIA CASALS (Direttore, rivista Historia)
IÑAKI DE LA FUENTE (Direttore artistico, Historia) Difusión controlada por

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E-mail: storica@storicang.it Redazione e amministrazione:
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• Storica 118 (dicembre 2018): Ci scusiamo per il refuso KELLY HOOVER, DIANA JAKSIC,
“glaciazone” nella copertina e nel titolo a pagina 22. JENNIFER JONES, JENNIFER LIU,
LEIGH MITNICK, ROSANNA STELLA

6 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


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PERSONAGGI STRAORDINARI

Mesmer: il mago del


magnetismo animale
Alla fine del XVIII secolo, a Vienna e a Parigi fecero furore le sedute di terapia magnetica
del medico tedesco Mesmer. Per alcuni era un visionario, per altri un semplice impostore

C
iarlatano e disonesto per Österlin, che Mesmer sottopose a un

Medico, i suoi detrattori, Franz


Anton Mesmer godette
trattamento di correnti magnetiche. Il
medico attribuì il miglioramento della
mago e tuttavia di grande fama e ragazza non solo ai magneti, ma pure

ribelle lasciò ai posteri l’onere


di un giudizio sulla sua figura com-
all’energia canalizzata da lui stesso in
qualità di magnetizzatore. L’osserva-
1734 plessa ed enigmatica. Sono ormai ce- zione lo portò quindi a una scoperta:
lebri i suoi contributi quale precursore l’esistenza di un “fluido universale”
Franz Mesmer, figlio di della psicoanalisi e della psicoterapia. che agiva sul corpo permettendone
un umile guardiacaccia,
nasce a Iznang, una Nel saggio Franz Anton Mesmer (1931), la guarigione. Il medico chiamò tale
piccola località sulle rive Stefan Zweig lo comparò addirittura energia “magnetismo animale” per
del lago di Costanza. a Cristoforo Colombo, perché aveva differenziarla dal magnetismo delle
inconsapevolmente scoperto un nuo- calamite.
1768 vo mondo: l’inconscio.
Mesmer nacque il 23 maggio del I primi successi
Dopo il dottorato in
medicina, Mesmer sposa 1734 a Iznang, sulle sponde del lago Nel 1775 l’Accademia delle scienze di
Anna Maria von Posch, una di Costanza, in Germania. Figlio di un Monaco lo invitò a esprimersi riguardo
ricca vedova, e stabilisce il guardiacaccia dell’arcivescovado, fre- a una serie di esorcismi praticati da pa-
suo studio a Vienna.
quentò corsi di teologia e si addottorò dre Johann Joseph Gassner. Davanti al
in filosofia, diritto e medicina. Nel principe elettore della Baviera, Mesmer
1778 1768 sposò una ricca vedova. Musico sostenne che le cure erano davvero
Deve lasciare Vienna virtuoso ed eclettico erudito, ospitava miracolose aggiungendo, tuttavia, che
in seguito alle polemiche salotti intellettuali e serate musicali esse non dipendevano da alcun esorci-
per il trattamento inferto a cui parteciparono Mozart – che lo smo, bensì dal fatto che, senza saperlo,
a una giovane pianista
cieca, e ripara a Parigi. omaggerà poi in Così fan tutte – Haydn, il sacerdote applicava il magnetismo
Gluck e altri compositori dell’epoca. animale. Con la sua affermazione, Me-
A Vienna Mesmer si dedicò a studia- smer rivendicò il carattere razionalista,
1784 re l’influenza del magnetismo sulle laicizzante e illuminato della teoria da
Due commissioni persone. Verso lui propugnata. Venne perciò eletto
arrivano alla la fine del 1774 membro dell’Accademia e ottenne
conclusione che il suo
metodo è privo di basi si affidò alle sue l’agognato, seppur effimero, ricono-
scientifiche. cure Franziska scimento della comunità scientifica.

1815
Mesmer muore
Il “fluido universale” di
nell’anonimato Mesmer avrebbe agito sul corpo
a Meersburg, non
lontano da dove permettendone la guarigione
era nato.
LA PRIMA EDIZIONE DI MEMORIA SULLA SCOPERTA DEL MAGNETISMO ANIMALE. 1779.
GRANGER / ALBUM

8 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


CARISMATICO,
IMPONENTE
E MAESTOSO
FRANZ MESMER attirava l’at-
tenzione per il suo aspetto im-
ponente e il portamento mae-
stoso. Ben proporzionato, alto
e robusto, avrebbe raggiunto
gli ottant’anni in magnifica for-
ma. I pochi ritratti che abbia-
mo di lui rendono merito alla
sua fisionomia armoniosa: un
volto dalla fronte spaziosa, le
sopracciglia ben arcuate, gli
occhi chiari, il sorriso dolce e
il mento carnoso. Durante i
trattamenti indossava una tu-
nica di seta lilla che ricordava
quella dell’antico profeta per-
siano Zoroastro. Lungi dal voler
sembrare un mago diabolico,
emanava una serenità rassicu-
rante per i malati.
FRANZ ANTON MESMER, IL MEDICO
TEDESCO, IN UN’INCISIONE COLORIZZATA
DELLA FINE DEL XVIII SECOLO.

ALAMY / ACI

Nel 1777, di nuovo a Vienna, Mesmer Su richiesta dell’imperatrice Maria la Società reale di medicina chiusero
accolse nel suo studio una famosa pia- Teresa e dell’arcivescovo di Vienna, il la porta in faccia alle sue aspirazioni.
nista, Maria Theresia von Paradis, di 18 protomedico di corte (a cui spettava la Per vendicarsi Mesmer si procurò ben
anni, cieca da quando ne aveva quattro. tutela della professione) ordinò quindi presto il sostegno dei pazienti e dell’o-
Con grande sorpresa, dopo aver inizia- a Mesmer di cessare il trattamento e pinione pubblica. La mesmeromania si
to il trattamento la giovane recuperò di mettere fine a quello che, in molti, diffuse nella società parigina, e nel suo
parzialmente la vista. Ciononostante, consideravano un inganno. lussuoso studio terapeutico nell’Hôtel
Mesmer venne accusato di frode da Bouillon affluì una clientela variegata
rivali potenti, come il medico di corte Verso Parigi e sempre più numerosa.
Jan Ingenhousz. Non solo: il padre di Dopo il grande fallimento Mesmer Qui Mesmer sperimentò il cele-
Maria Theresia, che temeva di perdere abbandonò Vienna e nel 1778 si tra- bre baquet, una macchina magnetica
le attenzioni imperiali e il successo di sferì a Parigi, dove sperava di ottenere di sua invenzione. Questa sorta di
pubblico in seguito alle pratiche cui si la fama negatagli in patria. Messe in condensatore magnetico era una ti-
era sottoposta la figlia, irruppe in casa allerta dalle analoghe istituzioni au- nozza di forma circolare, o ellittica,
del medico con la spada sguainata. striache, l’Accademia delle scienze e al cui interno venivano poste l’acqua

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 9


PERSONAGGI STRAORDINARI

FRANZ MESMER stabilì il suo


primo studio a Vienna, nel 1768.
Nell’immagine, Michaelerplatz,
con la chiesa di San Michele
sullo sfondo.

SEBASTIANO SCATTOLIN / FOTOTE CA 9X12


magnetizzata e alcune sbarre me- collettiva. I malati, per la maggior parte Dopo le proficue cure di Parigi,
talliche che trasmettevano il fluido donne, andavano incontro a sveni- Mesmer si sentì sufficientemente
universale ai malati. Legati tra di loro menti, convulsioni o sogni ipnotici, affermato per dare una svolta radicale
con una corda, i pazienti formavano e venivano poi condotti nella “sala alla sua posizione medica e politica:
una catena umana attorno alla tinozza delle crisi”. da sostenitore dei governi assolutisti
o a un albero magnetizzato affinché Non mancarono, però, le satire, che ne divenne antagonista.
venisse potenziata la forza guaritrice attribuivano la catarsi alla presunta Nel 1781 la regina Maria Antonietta
del magnetismo animale e le sedute pratica erotica e ai palpeggiamenti gli offrì una rendita annuale purché
assumessero la dimensione di terapia avvenuti durante le sedute. insegnasse il magnetismo animale
secondo le linee guida fornite dalla
corona. Mesmer rifiutò il contratto
e volle che il governo riconoscesse
la validità della sua dottrina. In una
IL DISCREDITO lettera rivolta alla regina dichiarò che
l’opinione pubblica era al di sopra dei
LA COMMISSIONE guidata da Franklin e La- re e annunciò la sua intenzione di ab-
voisier concluse che era impossibile provare bandonare Parigi.
l’esistenza di un fluido magnetico incolore, Tuttavia vi fece presto ritorno per
inodore e insapore, e che il magnetismo fondare la Società dell’armonia uni-
animale non poggiava su basi scientifiche. versale, i cui membri dovevano versare
Mesmer perse ogni protezione e divenne cento luigi d’oro per essere iniziati al
vittima di crudeli satire. mesmerismo. La società, legata alla
CARICATURA CHE IRONIZZA SULLE TERAPIE DI MESMER. massoneria, si espanse in Francia e
in alcuni suoi possedimenti coloniali,
GRANGER / ALBUM

10 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


MAGNETISMO MESMER, di spalle, durante
una seduta di terapia a Parigi
E IPNOSI attorno a un grande baquet
magnetico a forma di ellisse.

SEBBENE I SUOI METODI fossero


discutibili, Franz Mesmer riuscì
a stabilire una forte relazione
con i suoi pazienti e ad alcuni
di loro alleviò i disturbi nervosi.
La terapia attorno al baquet
(sotto, l’unico esemplare
conservatosi, a Lione) venne
denigrata. Tuttavia in seguito
diventò la base per lo sviluppo
dell’ipnosi.

JOSSE / SCALA, FIRENZE


ALAMY / ACI

come Santo Domingo. Attirò nobili, sfidato apertamente le istituzioni il fluido si blocca o non scorre bene,
borghesi, preti, medici, avvocati, fun- dell’Ancien Régime, il mesmerismo causa una malattia. L’armonia fisica
zionari, semplici cittadini e schiavi, assunse importanza politica e si af- deve inoltre corrispondere a un’ar-
e liberò definitivamente Mesmer dal fermò sulla scena sociale precedente monia sociale. La libertà è necessaria
controllo della monarchia e delle isti- alla Rivoluzione francese. per la felicità come per la salute, e la
tuzioni scientifiche. Quando tornò a Parigi nel 1788, lo repubblica deve reggersi sulla sovra-
stesso Mesmer ostentò simpatie per nità dei cittadini, nonché su un patto
Amico della Rivoluzione i focolai di agitazione rivoluzionaria volto al benessere di tutti.
Nell’agosto del 1784 due commissioni e si schierò dalla parte dei giacobini Contrario alla pena di morte, Me-
reali composte da membri della facoltà di Vienna. Nel 1802 redasse persino smer attribuiva un ruolo essenziale
di medicina e dell’Accademia delle un progetto di costituzione per la all’educazione e si batté per il ricono-
scienze, tra cui Benjamin Franklin, repubblica elvetica. In alcune memo- scimento dei diritti infantili.
l’astronomo Bailly, il chimico Lavoi- rie sulle scoperte scientifiche (1799) I suoi apporti teorici e i suoi in-
sier e il medico Guillotin – inventore e in altri scritti, Mesmer illustrò il segnamenti suscitano ancora oggi
dello strumento con cui avrebbero suo pensiero sull’uomo, la morale e l’interesse degli studiosi di medicina,
decapitato il re, Bailly e Lavoisier – la politica. Secondo lui, gli esseri vi- politica, filosofia e letteratura.
sentenziarono l’inefficacia terapeutica venti sono animati dal magnetismo —Antonio Fernández Luzón
del mesmerismo. animale, principio di vita che converge
La pubblicazione del documento in un invisibile fluido universale e li
ufficiale, dato alle stampe in 20mila vincola agli astri. Per SAGGI
Franz Anton Mesmer
saperne
esemplari, sfociò in polemiche ap- Oltre ai cinque sensi, esiste un di più
Stefan Zweig. Castelvecchi, Roma,
2015.
passionate e in una guerra di pam- altro senso interno (o istinto), capa- L’illusione di Mesmer
phlet tra sostenitori e detrattori del ce di captare l’armonia universale e Giuseppe Lago. Castelvecchi,
Roma, 2014.
magnetismo animale. Poiché aveva restituire la salute ai malati. Quando

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 11



 
   

 
 


La Persia dei poeti


  

 
/ 
Statua di Ferdowsi nella moschea Blu a Tabriz

Fra le tanti arti coltivate sull’altopiano iranico, la


Ci accompagnerà nel viaggio letterario letteratura è senza dubbio quella principale.
Anna Vanzan, iranista che ha al suo attivo nume- Nel corso dei secoli, gli iraniani hanno forgiato una
rose traduzioni in lingua italiana di opere letterarie letteratura che si è imposta anche nelle aree circo-
persiane. Le conversazioni con la studiosa avver- stanti diventando il modello da seguire; la poesia,
ranno in luoghi suggestivi, perennemente legati soprattutto, è diventata l’emblema stesso della
alla storia letteraria e culturale dell’Iran, che meglio cultura e della nazione iraniane. Ora in Iran si
ci faranno capire l’essenza e la peculiarità del produce moltissima letteratura di finzione, le cui
popolo persiano. Arricchite da letture di alcuni testi autrici sono soprattutto donne, in un dinamico
letterari, queste conversazioni ci permetteranno di rapporto di continuità e rottura col passato che
cogliere la continuità storica e culturale dell’Iran, rende la civiltà persiana sempre innovativa e vibran-
aprendoci al contempo squarci sulla situazione te, e che rappresenta la chiave di lettura per capire
contemporanea tanto culturale quanto sociale. la complessa identità dell’Iran.
3 Marzo Milano/Tehran
Ritrovo dei partecipanti a Malpensa dove un nostro rappresentante assisterà TEHRAN
il gruppo nelle operazioni di imbarco. Partenza con volo di linea diretto
Mahan Air per Tehran. Incontro con la guida del tour e trasferimento in
hotel.
Kermanshah

4 Marzo Tehran/Shiraz KASHAN


Visita di Tehran con uno sguardo anche alla sua contemporaneità: il piccolo
ma suggestivo Museo Reza Abbasi, l’immancabile Museo dei Gioielli, e
infine il ponte Tabiat, con i suoi 3 livelli attrezzati con panchine e caffè, dove ESFAHAN
si svolgerà il primo intervento della professoressa Vanzan. Volo per Shiraz.

5 Marzo Shiraz IRAQ Ahvaz


Dopo la visita delle rovine di Persepolis, edificata da Dario il Grande nel 520
Pasargad
a.c, si dedica il pomeriggio a Shiraz, la culla della cultura persiana. Pausa
letteraria davanti alle tombe dei poeti Hafez e Saadi e proseguimento delle
visite con la Moschea Nasir Al Molk, l’ Eram Garden, il castello Karim Khan Persepolis
KUWAIT SHIRAZ
e il Bazar Vakil.

6 Marzo Shiraz-Pasargade-Isfahan km 520 COSA INCLUDE?


Partenza per il sito archeologico di Pasargade, la prima capitale dell'impero •Volo da Milano e tasse aeroportuali
achemenide sotto Ciro il Grande, arrivo a Isfahan nel tardo pomeriggio. •Volo domestico Teheran Shiraz
Isfahan, una gemma incastonata nel mezzo della Persia, è una delle città più •Lettera di autorizzazione per il ritiro del Visto in aeroporto
belle del mondo, citata nelle opere dei più famosi viaggiatori. La professo- •Esperta guida locale parlante italiano
ressa Vanzan spiegherà come questa città abbia ispirato poeti e letterati non •Pernottamenti in hotel 4 *
solo iraniani ma anche indiani, turchi e centrasiatici. •Pensione completa
•Ingressi per le visite
7 Marzo Isfahan •Assicurazione medico bagaglio
Intera giornata dedicata alle visite: La Piazza dell'Imam e le sue Moschee, il •Partecipazione ed interventi letterari della prof.ssa Anna Vanzan
palazzo Reale Ali Qapu, l'antico e suggestivo Bazaar, gli storici ponti Pol-e
Shahrestan, Pol-e Khāju e Si-o-se Pol. COSA NON INCLUDE?
•Supplemento singola euro 250
8 Marzo Isfahan •Assicurazione facoltativa annullamento
Visita del Palazzo Chehel Sotun "Palazzo delle 40 colonne". Sosta ai •Voli da altri aeroporti, supplementi su richiesta
Minareti oscillanti e alla Moschea del Venerdì. Infine il quartiere armeno e la •Pagamento del Visto in aeroporto
cattedrale di Vank. •Mance
9 Marzo Isfahan/Kashan/Tehran Km 420
Sosta a Kashan per la visita del Fin's Garden e della casa Tabatatatei. Arrivo
in serata a Tehran.
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Centro Storico di Antalya


ANIMALI NELLA STORIA

La nascita
del purosangue

AC I
N/
inglese

MA
E
IDG
BR

La passione britannica per le corse di cavalli portò alla


selezione di una razza leggendaria di purosangue. Nel XVIII COPPA DELLA CORSA DI CAVALLI DI NOTTINGHAM
DEL 1775, DI ROBERT SHARP E DANIEL SMITH.
secolo Eclipse divenne celebre per la sua imbattibilità INDIANAPOLIS MUSEUM OF ART.

F
in dall’antichità gli esseri uma- dall’incrocio tra gli equini nordafricani zione di purosangue inglesi: Byerley
ni hanno cercato di selezionare e le giumente della penisola iberica. Turk, progenitore del leggendario
determinate caratteristiche La passione per questi animali si Eclipse; Darley Arabian, che fu il pa-
nei cavalli tramite incroci. Il diffuse in breve tempo anche in In- dre del primo grande cavallo da corsa,
tarpan è un equide euroasiatico ormai ghilterra, dove nel XVI secolo i sovrani Flying Childers, e Godolphin Arabian,
estinto, a partire dal quale fu creata la ricercavano corsieri dotati di grande antenato di Matchem e di Eclipse.
prima e più importante razza equina, velocità per farli competere in gara.
quella araba. Questa si caratterizza per A questo scopo le giumente locali L’invincibile Eclipse
la frugalità, la capacità di resistenza, la furono incrociate con altre razze. Per In un firmamento punteggiato di stel-
velocità e l’eleganza. Nel nord Africa gli stalloni ci si affidò ai consigli dei le, Eclipse fu probabilmente l’astro
una volta dominava il cavallo berbe- viaggiatori inglesi che tra la fine del più luminoso. Era nato nella prima-
ro, un discendente degli equidi locali XVII e l’inizio del XVIII secolo aveva- vera del 1764 nella stalla del duca di
sopravvissuti alle ultime glaciazioni no visitato l’Oriente. La scelta cadde Cumberland, durante un’eclissi di
che avrebbe contribuito alla forma- sui cavalli berberi e spagnoli, che poi sole, da cui aveva tratto il nome. Era il
zione di molte delle razze attuali. Tra non erano altro che i rampolli della figlio di Spiletta e di Marske, secondo
i suoi primi eredi va annoverato il gloriosa dinastia araba. Tre furono gli quanto riporta il General Stud Book, un
cavallo spagnolo, sviluppatosi proprio stalloni da cui si sviluppò la popola- registro genealogico dei cavalli britan-
nici e irlandesi. Tuttavia sul padre in
realtà non vi è certezza, dato che per
negligenza in quello stesso periodo
CORSA DI CAVALLI AD ASCOT NEL la giumenta fu montata anche da un
XVIII SECOLO. OLIO DI J. N. SARTORIUS.
altro cavallo, Shakespeare. Alla morte
del suo allevatore, Eclipse fu acqui-
stato per una cifra ridicola da William
Wildman, un allevatore di montoni
che, spaventato dal temperamento
bizzoso di quel puledro, ne vendette
la metà al colonnello O’Kelly. Questi
ne commissionò l’addestramento a
un famoso preparatore irlandese di
nome Sullivan, che riuscì a trasforma-
re il giovane cavallo in un fuoriclasse
invincibile in gara.
Ormai di proprietà esclusiva del
colonnello O’Kelly, Eclipse divenne
una leggenda vivente, capace di far
BRIDGEMAN / ACI

14 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


IL PUROSANGUE ECLIPSE con
il proprietario William Wildman
e i suoi due figli. Olio di George
Stubbs. XVIII secolo.
AGE FOTOSTOCK

mangiare la polvere ad avversari pur nacce, Eclipse fu destinato alle più Eredi di questa stella del firma-
di grande caratura. riposanti mansioni di stallone, che mento equino, i ricercatissimi puro-
Curiosamente, le doti straordinarie fruttarono al suo proprietario ancor sangue inglesi sono oggi considerati i
del cavallo rischiarono di mandare in più denaro di quanto già avessero reso più veloci al mondo, e attorno a loro è
rovina il business delle corse, perché le sue vittorie. sorta una fiorente industria dell’alle-
nessuno si azzardava più a scommet- Nella sua progenie si distinsero vamento e delle corse. Dotati di grande
tere sui suoi rivali. C’è chi fu addirit- più di trecento esemplari, alcuni dei energia fisica e mentale, gli animali di
tura tentato di eliminare quel fulmine quali vinsero a loro volta un discreto questa razza presentano spesso un
dal manto bruno, che secondo i dati numero di corse. Oltre a una potenza carattere nervoso e irascibile che li
dell’epoca poteva raggiungere i 90 e a una rapidità straordinarie, Eclipse rende adatti solo ai fantini più esperti.
chilometri orari. trasmise ai suoi numerosi discendenti Ma il sogno di chi selezionò i primi
Sembra che le incredibili presta- il forte temperamento ereditato dal incroci si può considerare avverato:
zioni del campione equino dipendes- bisnonno materno, Godolphin Ara- oggi il purosangue inglese è giusta-
sero da eccezionali capacità cardiache bian, che come il destriero di Ales- mente ritenuto il cavallo più veloce
e polmonari. Dopo aver vinto tutte sandro Magno, Bucefalo, si lasciava in circolazione.
le gare alle quali aveva partecipato, montare da un unico cavaliere: nel suo
e sempre più bersagliato dalle mi- caso un giovane arabo di nome Agba. —Nicolás Suárez Alarcón

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 15


V I TA Q U OT I D I A N A

Donne
al lavoro
nel Medioevo
Al contrario di quanto si potrebbe credere,
nel Medioevo erano molte le donne che lavoravano

N
on solo tessitrici e filatrici un’abilissima imprenditrice agricola
casalinghe o, al massimo, impegnata in lavori di bonifica e in
aiutanti nelle botteghe svariate attività, tra cui la produzione
dei mariti. Nel Medioevo di mozzarelle di bufala (di cui tra l’altro
le donne venivano impie- era golosa). Non raramente finanziava
gate in tutti i possibili settori, compresi i suoi affari vendendo i propri gioielli:
l’edilizia, le miniere e le saline. sacrificando una catena d’oro costruì
Vi erano imprenditrici che si autofi- l’argine di un fiume. Analogamente la
nanziavano con propri capitali ottenuti madre di Lucrezia, Vannozza Catta-
dalla vendita di abiti e gioielli. Alcune nei, con la vendita dei propri monili
donne col proprio lavoro riuscivano sovvenzionò la ristrutturazione di un
a mantenere sé stesse e i propri fa- albergo nel centro di Roma, garanten-
miliari in difficoltà, o a saldare i de- dosi in tal modo una cospicua rendita.
biti dei mariti in un momento in cui
le retribuzioni erano commisurate Settori femminilizzati
alle capacità e quindi non dipendenti Nonostante la sua capillare diffusione
dal genere. Dal canto loro le nobil- c’erano settori, come quello tessile,
donne erano impegnate nelle attività in cui il lavoro femminile prevaleva,
AKG / ALBUM

più varie: dall’organizzazione di la- dando vita a manifatture ben orga-


boratori per il ricamo, alla gestione nizzate gestite da donne. Persino per
di miniere, alla direzione di opere di la filatura della lana, ritenuta tradi-
bonifica, all’impianto di casei- zionalmente un’occupazione di basso
fici, fino alla gestione di al- profilo svolta a domicilio, esistevano autonomamente: a Barcellona alla fine
berghi. Lucrezia Bor- delle professioniste, proprietarie della del trecento alcune di loro davano vita
gia, ad esempio, era materia prima, che agivano del tutto a piccole aziende in cui assumevano
apprendiste, e giungevano a commer-
cializzare direttamente il prodotto,
vendendolo al mercato settimanale
SALARI PERSONALIZZATI sulla piazza cittadina.
Tre settori esclusivamente femmi-
NEL MEDIOEVO i salari erano determinati dalla nili erano caratterizzati da notevoli e
resa, indipendentemente dal genere. Nei lavori autonome capacità organizzative: le fa-
di precisione in cui rendevano maggiormente, le si preliminari alla trattura (che include
donne prendevano più degli uomini, come in Francia l’avvolgimento del filo sul rocchetto);
nel ‘300 chi rivestiva l’interno delle armature, e nel ‘500 la filatura dell’oro; la confezione di veli
le fabbricanti di passamanerie d’oro. e cuffie o di acconciature di seta e di
DETTAGLIO DI UN TELAIO. SCUOLA FRANCESE, XV SECOLO. cotone. Articoli, questi ultimi, desti-
nati alle donne e che richiedevano un
AKG / ALBUM
QUERELLE DES FEMMES Illustrazione
di Città delle dame (1404-5), opera nella
quale Christine de Pizan, considerata
la prima scrittrice europea della storia,
elenca esempi di donne importanti del
passato avviando un grande dibattito
letterario sulla condizione femminile.

Donne e corporazioni,
gusto prettamente femminile nell’i-
un rapporto difficile
deazione. Perciò in tutta Europa veniva CONTRARIAMENTE A QUANTO SI PENSA, nel Medioevo non
lasciata loro la gestione dell’intero erano le corporazioni a rifiutare l’accesso alle donne, ma succe-
ciclo produttivo (dalla realizzazione
deva il contrario. Motivi di carattere economico, o di tutela della
dei modelli, alla tessitura e alla com-
mercializzazione), compreso il con- collettività, portavano – solo quando strettamente necessario –,
ferimento del capitale necessario ad le istituzioni cittadine e le asso- e di non avere obblighi di alcun
avviare l’attività. Donne imprenditrici ciazioni professionali a esigere tipo. Questo scatenava a volte
dotate di propri capitali commissiona- che anche le donne fossero sot- liti feroci con la corporazione: ad
vano ad altre donne che lavoravano a toposte alla giurisdizione corpo- esempio nel 1306 le autorità cit-
domicilio (spesso, a loro volta, con delle rativa, in cui esse non avevano tadine e corporative veneziane si
apprendiste), la tessitura dei manufat- alcun interesse a entrare. Pre- misero a cercare casa per casa
ti. Nella maggior parte delle attività ferivano infatti organizzarsi da le sarte, per obbligarle a pagare
spicca il massiccio coinvolgimento sole, cosa che consentiva di la- le TASSE e a lavorare nel rispetto
delle nobildonne come finanziatrici vorare in nero, evitando le tasse, dei regolamenti.
e come imprenditrici: nella Venezia

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 17


V I TA Q U OT I D I A N A

LA RACCOLTA DEL GRANO


PARTICOLARE DEL CICLO DEI MESI
DI MAESTRO VENCESLAO. TORRE
DELL’AQUILA, CASTELLO DEL
BUONCONSIGLIO, TRENTO.
DEA / GETTY IMAGES

d’inizio cinquecento le aristocratiche oppure partecipavano in prima perso- (a Marsiglia nel trecento e nel quattro-
avevano fatto un business persino di na a società commerciali per l’esporta- cento) e assoldavano pescatori per cer-
un’attività tradizionalmente casa- zione dei tessuti in tutta Europa. Altre care il corallo nel mare della Sardegna,
linga come la confezione dei merletti operavano nella nascente arte della che facevano poi lavorare e foggiare in
intuendo la possibilità di successo di stampa (fine del XV secolo) firmando perle da manodopera femminile alle
un prodotto raffinato ma di semplice come editrici le pubblicazioni, come la loro dipendenze.
manutenzione. nobildonna greca Anna Notaras, che
Molte di loro poi, come “mercan- aprì una tipografia a Venezia all’ini- Edilizia e miniere
tesse pubbliche”, controllavano tutto zio del cinquecento per diffondere Le donne medievali erano attivissi-
il ciclo di lavorazione dell’oro filato nella città lagunare la cultura della me anche in attività molto faticose,
(durante il XIV e il XV secolo): è il caso madrepatria. nell’edilizia e nelle miniere: a Siena e
della“mercantessa”Pa- Altre ancora, soprattutto a Roma a Pavia scavavano acquedotti e canali
squa Zantani, in car- (come Vannozza Cattanei), erano at- (dei 640 lavoratori reclutati nel 1474
riera per trent’an- tivamente impegnate nella gestione di a Pavia, 284 erano donne, tra cui an-
ni all’inizio del alberghi e locande, vere miniere d’oro che alcune bambine). Nel XIV e XV
quattrocento; negli anni santi, oppure armavano navi secolo in Francia in Spagna le donne
partecipavano come manovalanza alla
costruzione delle cattedrali mentre a
Alcune donne col proprio lavoro Messina nel XIII secolo avevano co-
struito le mura cittadine.
riuscivano a mantenere sé stesse In Francia le donne occupavano
e i propri familiari in difficoltà un ruolo notevole soprattutto nelle
miniere di sale. In quelle di Salins
RITRATTO DI GENTILDONNA FORSE VANNOZZA CATTANEI, MADRE DI LUCREZIA BORGIA. (Jura), tra il quattrocento e il seicento
MONDADORI / ALBUM
LE VIE DI
FINANZIAMENTO
PER LE DONNE di ogni ceto so-
ciale la prassi abituale per
mettersi in affari era quella di
autofinanziarsi con la propria
dote, o con la vendita di abiti e
monili preziosi.
Talvolta le donne utilizzavano i
propri capitali, anziché in prima
persona, per finanziare opera-
zioni di microcredito, soprattut-
to a favore di aziende femminili.
L’usanza era tanto diffusa che,
fra il trecento e il cinquecen-
to ovunque (da Roma, alla
Spagna, fino alla Germania),
esistevano apposite figure
professionali, le “imperlatri-
ci”, dotate delle competenze
tecniche necessarie a valutare
i preziosi che altre donne ce-
devano in pegno, per ottenere DONNE PANETTIERE
somme da investire in attività MINIATURA DAL MANOSCRITTO
TACUINUM SANITATIS.
GETTY IMAGES

manifatturiere. FINE XIV SECOLO.

le operaie svolgevano compiti di pri- molte altre sessantenni che lavora- na Cristofora Margani, vedova del
maria importanza come maestranze vano da una quarantina d’anni. Non mercante pisano Alfonso Gaetani ed
specializzate, occupando ruoli chiave tutte chiedevano però la pensione: erede delle importantissime miniere
all’interno del contesto produttivo, secondo gli stessi documenti alla di allume di Tolfa (Civitavecchia), ge-
con incarichi di fiducia tramandati fine del quattrocento un’operaia di stiva in prima persona l’attività occu-
di madre in figlia. 80 anni lavorava ancora insieme alla pandosi delle relazioni con i minatori,
Nelle loro mani si trovava la mag- figlia. Sorprendente poi la longevità dei rapporti con il mondo mercantile
gior parte dell’attività, e godevano delle impiegate nelle saline: alcune e della consegna dell’allume alla Ca-
(alla pari degli uomini), di indenniz- raggiungevano i 110 anni, e non si mera apostolica. Era cioè il fulcro di
zi in caso d’infortuni o di malattia, trattava di casi isolati. un universo in cui confluivano forze
e di una pensione d’invalidità o di Neppure in questo settore man- economico-sociali diverse.
vecchiaia accordata dal consiglio cava l’imprenditoria femminile: a In tutta l’Europa medievale, in-
direttivo della salina, su richiesta Milano, ai primi del cinquecento, somma, i documenti mostrano uno
dell’interessata che avesse lavorato alcune fornaci che rifornivano di straordinario brulicare di attività
a lungo (38-40 anni) e fosse ormai laterizi i cantieri delle principali femminili del tutto impensate.
troppo debole e anziana o impossi- costruzioni civili e religiose erano di —Maria Paola Zanoboni
bilitata a lavorare. proprietà e gestite da donne; a Gaeta,
Così, nel 1476, un’operaia ormai tra il 1449 e il 1453, con le proprie
attempata che lavorava da 38 anni imbarcazioni un’imprenditrice ri- Per SAGGI
Donne al lavoro
saperne nell’Italia e nell’Europa
chiese e ottenne la pensione setti- forniva di materiale da costruzione di più medievali (secc.XIII-XV)
manale che «era consuetudine as- il cantiere reale del castello, come Maria Paola Zanoboni.
Jouvence, Milano, 2016.
segnare ai lavoratori della salina», rivelano i libri mastri. Il lavoro delle donne
come raccontano i documenti am- Nel Lazio, negli anni novanta del (A cura di) Angela Groppi.
Laterza, Roma-Bari, 1996.
ministrativi delle miniere. E come lei quattrocento la nobildonna roma-

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 19


NELLA TOMBA DI
HOWARD C ARTER FR A I TESORI DEL FAR AONE
TUTANKHAMON
Il 4 novembre del 1922 il britannico
Howard Carter scoprì la tomba
del faraone bambino, intatta e piena
di tesori. L’archeologo avrebbe
dedicato il resto della sua vita a
classificare e restaurare le migliaia
di oggetti rinvenuti e oggi esposti
al Museo egizio del Cairo

TESTIMONIANZA FOTOGRAFICA
Howard Carter davanti a una delle
due statue di guardiani trovate
nell’anticamera della tomba di
Tutankhamon, imballata e pronta
per essere prelevata mediante
una portantina di legno imbottita.
Come quasi tutte le foto di questo
articolo, questa fu scattata da
Harry Burton, fotografo della
spedizione di Carter. Le immagini
sono state colorate dal Griffith
Institute di Oxford.
GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD. COLOR: DYNAMICHROME
GRADINI
NELLA ROCCIA
La foto mostra
l’inizio della
scalinata che
conduceva
alla tomba di
Tutankhamon
nella Valle dei
Re, poco dopo
la sua scoperta
avvenuta nel
1922.
MARY EVANS / ACI

Q
uando il 4 novembre 1922 l’e- le cose in fretta, avrebbe dedicato il resto
gittologo britannico Howard della propria vita lavorativa a svuotare la
Carter scoprì la tomba per- tomba ritrovata.
duta di Tutankhamon, que-
sta era praticamente intatta. La ricerca di Tutankhamon
Al suo interno c’era ancora la mummia del Howard Carter era un artista di talento che
GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD, COLOR: DYNAMICHROME
faraone, circondata da un ricco e luccicante divenne archeologo per caso. Nel 1891, all’età
corredo di oggetti funerari. Quasi nel giro di soli 17 anni e senza un’istruzione forma-
di una notte il fino ad allora insignificante le, trovò impiego come disegnatore, con il
Tutankhamon si trasformò in una superstar compito di riprodurre le pareti decorate
del mondo antico, mentre Carter, con sua delle tombe rupestri egizie. Una stagione
grande sorpresa, divenne l’archeologo più trascorsa a lavorare al fianco del pionieri-
famoso di tutti i tempi. stico egittologo Flinders Petrie gli permise
La scoperta si rivelò insieme una benedi- di imparare come si effettuava uno scavo
zione e una maledizione, in quanto Carter, accurato. I primi egittologi erano stati poco
archeologo meticoloso che rifiutava di fare più che cercatori di tesori, sempre a caccia di

DIECI 1922-1923 1924-1925 1926-1927


ANNI IL 4 NOVEMBRE 1922 viene IL 12 FEBBRAIO 1924 CARTER e la sua squadra
scoperto il primo gradino Carter scoperchia il sarcofago. iniziano a lavorare alla
NELLA della tomba. Il 17 febbraio Nel gennaio del 1925 ottiene stanza dietro la camera
TOMBA 1923 viene aperta la camera un’altra concessione per funeraria. Nell’ottobre
REALE funeraria; il 5 aprile muore proseguire i lavori. L’11 del 1927 cominciano
Lord Carnarvon. novembre esamina la mummia. a svuotare l’annesso.

22 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


1930-1932 L’APERTURA DEL SECONDO SACRARIO
VENGONO ESEGUITI Carter e la sua squadra aprono le porte
gli interventi finali e del secondo dei quattro sacrari d’oro
prelevati gli ultimi oggetti che coprivano il sarcofago del re.
(i frammenti di uno scrigno), Carter riferisce: «I chiavistelli superiori
e inferiori erano chiusi ed erano stati
che saranno inviati al Cairo
accuratamente legati con una corda,
nella primavera del 1932. a sua volta fissata con delle graffe
di metallo e sigillata».
IL TRASLOCO
DEL FARAONE
NEL SUO LIBRO LA SCOPERTA DELLA TOMBA DI TUTANKHAMON, Carter
spiega come furono prelevati gli oggetti che ostruivano l’anticamera
della tomba del faraone. C’erano tre grandi letti zoomorfi – uno deco-
rato con due teste di vacca, un altro
con teste di leonessa e l’ultimo con
teste di ippopotamo. A causa delle
grandi dimensioni, per rimuoverli
dalla tomba si dovette procedere a
smontarli: «Sono state necessarie I LETTI DEL
SOVRANO
cinque persone per concludere l’o-
perazione senza danni. Due regge- Letto funebre
con le sponde
vano la parte centrale, due si occu-
laterali a forma
pavano delle sponde con le raffigura- di vacca, uno
zioni zoomorfe, mentre il quinto, da dei tre ritrovati
sotto, allentava i ganci con una leva nell’anticamera
[…] Siamo riusciti a estrarre i letti della tomba di
senza incidenti e li abbiamo imme- Tutankhamon.
diatamente depositati nelle apposite Erano addossati
casse all’ingresso della tomba». alla parete più
lunga della
stanza.
SCALA, FIRENZE

ritrovamenti spettacolari, ignorando quelli Carter affinché scavasse per conto suo. E il
banali o poco attraenti. Mettevano insieme sogno condiviso di scoprire una tomba re-
impressionanti collezioni di opere d’arte e ale fece ben presto trasformare il rapporto
manufatti non collegati tra loro, avulsi da di lavoro in amicizia.
ogni contesto. Nel 1914 Carnarvon ottenne la conces-
Petrie fu invece uno dei primi a ricono- sione che avrebbe permesso a Carter di ini-
scere che i siti antichi non dovevano essere ziare uno scavo nella Valle dei Re, il cimi-
saccheggiati, e che i manufatti non potevano tero utilizzato dai faraoni egizi del Nuovo
essere semplicemente strappati al terreno. regno. Molti pensavano che stessero per-
La sua insistenza su un metodo scientifi- dendo tempo: nell’area erano state rinvenute
co – la progettazione e l’esecuzione degli numerose tombe reali, ma erano state tutte
scavi, l’annotazione della stratigrafia e del svuotate nell’antichità. Carter, però, rite-
contesto e la compilazione di registri accu- neva che ne mancasse ancora una. Il nome
rati – avrebbe avuto una profonda influenza di Tutankhamon era noto grazie alle iscri-
sulle pratiche di lavoro dello stesso Carter. zioni monumentali e a una serie di piccoli
Nel 1909, mentre lavorava come artista ritrovamenti fatti nella Valle dei Re, ma né
freelance e mercante di antichità, Carter co- la sua tomba né la sua mummia erano state
nobbe George Herbert, quinto conte di Car- portate alla luce.
narvon. Il conte, che era già stato in Egitto L’unico modo di trovare il faraone perdu-
per ragioni di salute, avrebbe voluto dirige- to era ripulire l’area della Valle dei Re fino
re uno scavo archeologico, ma gli mancava al substrato roccioso. Il lavoro fu talmente
l’esperienza necessaria per poter ottenere lento e monotono che Carnarvon cominciò
dal Servizio delle antichità egiziano il per- a dubitare che gettare altri soldi in quella ri-
messo di fare ricerche in un sito potenzial- cerca fosse una cosa saggia. Carter non era
JTB PHOTO / AGE FOTOSTOCK

mente di valore. d’accordo, e raggiunsero un compromesso:


Anche Carter voleva darsi agli scavi, ma Carnarvon gli avrebbe dato i fondi sufficienti
non aveva i soldi necessari. Fu quindi più a togliere ancora una collinetta di macerie e
che logico, da parte di Carnarvon, assumere spazzatura vicino alla tomba di Ramses VI. Il

24 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


LA GRANDE NECROPOLI FARAONICA
Dopo sei infruttuose campagne di scavi
nella Valle dei Re, Carter era sul punto di
gettare la spugna. «Poi, appena dato il primo
colpo di piccone in un ultimo disperato
tentativo, abbiamo fatto una scoperta che
superava di gran lunga le nostre più rosee
aspettative». Era la tomba di Tutankhamon.

Tomba di
Tutankhamon
(KV62)
UNA SCOPERTA DA LASCIARE
Dopo aver scoperto l’ipogeo del faraone, Carter dovette aspettare alcuni giorni prima

Annesso. Questa stanza fu l’ultima a Camera funeraria.


essere studiata e vi regnava un caos Quattro sacrari d’oro sormontavano
assoluto. Era stata profanata poco dopo un sarcofago di quarzite, all’interno
la realizzazione e, come disse Carter, i del quale c’erano tre bare con l’effigie
ladri non si erano certo preoccupati di del sovrano, una dentro l’altra. La
rimettere in ordine. Era piena di ushabti mummia reale si trovava nell’ultima,
(figurine funerarie), mobili, contenitori… coperta da una maschera d’oro.

Anticamera. Era gremita di oggetti:


letti funerari, carri smontati, un trono
sontuosamente decorato, vasi in
alabastro e due figure di guardiani
a grandezza naturale.
A BOCCA APERTA
di potervi entrare. Lo fece il 27 novembre, e quello che vide lo lasciò a bocca aperta

Tesoro. Qui fu ritrovato il


sacrario d’oro con le viscere
mummificate del re e un’effigie
di Anubi, degli scrigni in
alabastro, alcuni modellini di
navi, dei cofanetti in avorio e
delle bare dorate in miniatura.

Il corridoio che
conduce alla tomba è
largo 1,7 m e alto 2 m.

Ingresso. Sedici gradini


conducono al corridoio di accesso
alla tomba di Tutankhamon.

ILLUSTRAZIONE: ELISABETTA FERRERO / WHITE STAR


VASELLAME
IN ALABASTRO
Tra due dei
letti con teste
zoomorfe
dell’anticamera
era accatastata
una collezione
di splendidi
vasetti di profumo
scolpiti in
alabastro.
GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD, COLOR: DYNAMICHROME

primo novembre 1922 i collaboratori di Carter gonò la situazione a «una gigantesca partita
sgombrarono l’immondizia e si aprirono un a Shanghai»: un gioco che richiedeva abilità
varco in uno spesso strato di detriti alluvio- tanto fisiche quanto mentali per estrarre un
nali. Tre giorni più tardi scoprirono 16 gradi- bastoncino dal mucchio senza muovere gli
ni che scendevano fino a una porta bloccata. altri. Un gioco in cui non poteva cimentar-
La perseveranza di Carter era stata premiata: si da solo. Per lo scavo Carter riunì quindi
aveva trovato la tomba perduta del faraone. una squadra multidisciplinare, che variava di
stagione in stagione e il cui nucleo era costi-
Un trionfo archeologico tuito dall’egittologo Arthur Callender e dal
Quando gli chiesero quale fosse stata la sua chimico Alfred Lucas, oltre all’archeologo
prima impressione entrando nella tomba, e conservatore Arthur Mace e al fotografo
Carter rispose con la famosa frase: «Strani Harry Burton, in prestito dal Metropolitan
animali, statue e oro: ovunque il luccichio Museum di New York.
dell’oro». La tomba era in effetti piena di uno Quella di Tutankhamon fu la prima tomba
sbalorditivo assortimento di articoli funera- reale a essere scoperta in condizioni di sep-
ri: carri, letti, bauli, scatole, involti, curiosi pur vaga integrità. Nessun altro archeologo
oggetti rituali e molto altro. Questi non era- si era mai trovato davanti a oltre cinquemila
FOTO: GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD, COLORE: DYNAMICHROME

no però sistemati come li avevano voluti gli fragilissimi oggetti, tutti con l’urgente bi-
addetti alla sepoltura. Nell’antichità la tom- sogno di essere conservati. Dal momento in
ba era stata aperta e saccheggiata due volte e, cui ne era stata aperta la porta, i manufatti
nel ripristinare l’ordine prima di risigillarla, erano infatti minacciati dal cambiamento
i sacerdoti della necropoli avevano fatto un improvviso delle condizioni ambientali.
lavoro mediocre. Le etichette apposte sul- E c’erano anche altre preoccupazioni.
le scatole e sugli involti confermavano che Ogni volta che la squadra decideva di pren-
mancavano alcuni oggetti, mentre altri erano dersi una vacanza dalla Valle dei Re, bisogna-
al posto sbagliato. va staccare la corrente, bloccare l’ingresso
Dato che tutto era mischiato, c’era po- alla tomba, riseppellire la scala e piazzare
chissimo spazio per lavorare. Carter para- una guardia: precauzioni considerate essen-

28 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


GLI OGGETTI DELL’ANTICAMERA
Le foto mostrate in questa pagina vennero scattate nel dicembre del 1922 e testimoniano lo stato di disordine
in cui fu trovata l’anticamera. Sopra, in primo piano, i grandi carri del re smontati e accatastati contro la parete. Sotto,
i tre letti funebri con teste di animali. Su quello centrale era stato collocato un giaciglio di legno decorato con teste
di vacca. Sotto c’erano diverse casse di cibo per l’aldilà.
COLLARI RIPORTATI
IN VITA
UN ESEMPIO della straordinaria dedizione
con la quale Howard Carter affrontava
il suo lavoro è offerto dai numerosi monili
di perline ritrovati nelle stanze della
tomba di Tutankhamon. L’archeologo
comprese infatti che era fondamenta-
le mantenere la disposizione originale
di ogni elemento.
Come spiega lui stesso: «Anche se i fili dei ORECCHINI
collari sono quasi completamente decompo- CON ANATRE
sti, la maggior parte delle perline conserva an- Nella stanza del
cora la sua posizione relativa. Una volta rimossa tesoro furono
ritrovati dei
la polvere è possibile ricostruire la sequenza esatta bauli con gioielli.
del collare e mantenerla inserendo un nuovo filo di- Uno conteneva
rettamente in situ». Per essere ancora più preciso e orecchini
garantire che la disposizione originale non venisse d’oro e pietre
alterata, Carter preferiva «trasferire a una a una semipreziose con
le perline su un cartone ricoperto di un sottile teste di anatra.
strato di plastilina». A sinistra se ne
può vedere un
esemplare.
SCALA, FIRENZE

ziali per proteggere la tomba sia dai ladri sia go e le fotografie associate sono conservate
dalle inondazioni. al Griffith Institute di Oxford, in Gran Bre-
Grazie alla propria esperienza, Carter tagna, e possono essere consultate online
comprendeva appieno il grande paradosso gratuitamente.
dell’archeologia: e cioè che lo scavo di un si- Ogni baule, scatola o involto estratto dal-
to è destinato a distruggerlo. Sapeva quindi la tomba doveva essere sottoposto al pro-
esattamente che cosa andava fatto. Il lavoro prio mini-scavo. Il baule dipinto fornisce
doveva progredire lentamente e con metodo un buon esempio dei problemi che i con-
al fine di preservare ogni dettaglio. Tutti gli servatori dovettero affrontare. All’inizio il
oggetti dovevano essere registrati – nume- manufatto sembrava essere in buone con-
rati, fotografati, indicati sulla piantina della dizioni, con solo qualche scrostatura dello
tomba, descritti e disegnati – per poi essere stucco che serviva da base alla decorazione.
trasferiti in un laboratorio di conservazio- Dopo tre settimane nell’atmosfera secca del
ne (una tomba reale vicina) dove venivano laboratorio di conservazione, però, il legno
trattati e ulteriormente fotografati. Quindi aveva cominciato a ritirarsi e lo stucco ad
dovevano essere imballati e inviati al Museo accartocciarsi, e fu necessario incollare nuo-
egizio del Cairo. A ogni oggetto o gruppo di vamente quest’ultimo al suo posto con della
oggetti venne assegnato un numero com- paraffina liquida.
GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD, COLORE: DYNAMICHROME

preso tra 1 e 620, con le lettere utilizzate per Ci vollero diverse settimane per svuotare
le eventuali suddivisioni. Successivamente, il baule e inventariarne e fotografarne il con-
al suo arrivo al Museo del Cairo, ogni manu- tenuto: vi furono ritrovati un paio di sandali
fatto ricevette un numero d’acquisizione sul intrecciati, tre paia di sandali di pelle, alcune
Journal d’Entrée del museo stesso. tuniche, due sacchetti o copricapi, due col-
Ad esempio, il primo oggetto a essere uf- lari, perizomi, rotoli di tessuti e bende, un
ficialmente rimosso dalla tomba, un baule guanto e un poggiatesta d’oro.
finemente dipinto che per Carter era il nu- La stessa cura meticolosa nella cataloga-
mero 21, divenne “JE61467”. Oggi la catalo- zione e nella conservazione fu perpetuata
gazione dei reperti effettuata dall’archeolo- nel corso degli anni, via via che degli og-

30 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


IL LAVORO IN LABORATORIO
In questa foto scattata nel gennaio del 1924 i due collaboratori di Howard Carter – Arthur Mace,
in piedi sul tavolo, e Alfred Lucas, seduto in primo piano – sono intenti a restaurare una delle due statue
che sorvegliavano l’ingresso della camera sepolcrale di Tutankhamon. I due uomini si trovano nel
laboratorio installato dall’équipe archeologica nella vicina tomba del faraone Seti II (KV15).
ANUBI, LA
SENTINELLA
La statua del
dio Anubi su
una specie di
portantina si
trovava nella
stanza del tesoro.
Sullo sfondo, il
sacrario dorato
che conteneva i
vasi canopi con
le viscere del
sovrano.
GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD, COLORE: DYNAMICHROME

getti funebri venivano recuperati dall’anti- te in quelle che oggi chiameremmo “abilità
camera, dalla camera funeraria, dal tesoro e relazionali”. Aveva dei forti principi e non
dall’annesso. vedeva la necessità di evitare lo scontro.
L’unico manufatto che ricevette sorpren- Questo era stato dimostrato in modo evi-
dentemente poca attenzione fu la mummia dente nel 1905, quando, in qualità d’ispet-
del re. Come molti egittologi della sua epoca, tore capo delle antichità per l’Alto Egitto si
Carter deve aver ritenuto la mummia irri- era trovato coinvolto nel “caso Saqqārah”:
levante dal punto di vista archeologico, e venuto a sapere che un gruppo di francesi
permise che venisse sbendata e sottoposta ubriachi si era introdotto con la forza nel
ad autopsia poco dopo che era stata estratta locale serapeum (il luogo di sepoltura dei tori
dal suo sarcofago d’oro. sacri), Carter aveva autorizzato le guardie
egiziane a difendersi.
Un disastro diplomatico La cosa era stata considerata assoluta-
Mentre Carter combatteva con gli aspet- mente inaccettabile, e il console generale
ti pratici dello svuotamento della tomba, britannico aveva chiesto all’ispettore capo
i pensieri di Carnarvon andavano al dena- di scusarsi con i francesi. Carter si era rifiu-
ro. Tutankhamon avrebbe probabilmente tato di risolvere la questione con una bugia
rappresentato un salasso per le sue finanze diplomatica e, arrabbiato per il mancato so-
GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD, COLORE: DYNAMICHROME

per molti anni a venire. Gli sembrò quindi stegno delle autorità, si era licenziato.
sensato fare un accordo con il Times, grazie Fino a quando, inizialmente, la conces-
al quale ricevette cinquemila sterline per sione degli scavi era ancora nelle mani di
i diritti esclusivi su tutte le fotografie e le Carnarvon, Carter era stato libero di con-
notizie. La mossa, però, gli alienò le simpa- centrarsi sugli aspetti archeologici; ma con
tie della stampa mondiale, dando vita a un l’improvvisa morte del lord, nel 1923, i di-
rapporto difficile e stressante tra i giornalisti ritti erano passati a lady Carnarvon. Carter
che continuavano ad affluire in gran numero dovette quindi cominciare a fare da colle-
sul sito e la squadra di scavo. Howard Carter gamento con il Servizio delle antichità, un
non era portato per la diplomazia: era caren- ruolo per il quale era inadatto. Nel frattempo

32 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


L A MA SCHER A D’ORO
La fotografia della maschera d’oro di Tutankhamon fu scattata il 29 o il 30 ottobre 1925. Scrisse Carter: «Sullo sfondo
del corpo mummificato, reso scuro dagli unguenti, si stagliava una maschera in oro brunito di grande splendore,
fatta a immagine del sovrano […] Realizzata in oro battuto, la maschera è un esemplare unico di ritratto antico
e ha un’espressione triste ma serena, che suggerisce una giovinezza prematuramente troncata dalla morte».
IL CARRO DEL FARAONE
«Ci troviamo di fronte al
difficile compito di rimontare
e restaurare questi carri, ma i
risultati saranno di tale valore
da giustificare tutto il tempo
impiegato», scrive Carter
in merito all’eccezionale
ritrovamento avvenuto
nell’anticamera della tomba.
In questa foto del 1923 i due
collaboratori di Carter, Mace
e Lucas, riparano le fiancate
di un carro all’esterno del
laboratorio installato nella
tomba di Seti II.
GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD, COLORE: DYNAMICHROME
NELL’ANNESSO
DI TUTANKHAMON
NELLA SUA DESCRIZIONE della tomba, Howard Carter fa un resoconto
dettagliato degli oggetti ritrovati nell’annesso e ricostruisce la laborio-
sa procedura seguita per prelevarli: «Per estrarre di lì gli oltre trecento
pezzi presenti abbiamo dovuto adottare un metodo abbastanza prosai-
co. Per prima cosa, abbiamo cercato di farci spazio sufficiente per i pie-
di sgomberando il pavimento,
che era quasi un metro più in
basso, per cui abbiamo do-
vuto lavorare praticamente
a testa in giù […] Più di una TAVOLA
DA GIOCO
volta siamo stati costretti a
farci sostenere tramite una Carter ritrovò
nell’annesso
corda, passata sotto le ascel-
varie tavole da
le e tenuta da tre uomini che senet, un gioco
stavano nell’anticamera, per molto popolare
riuscire a sollevare un ogget- tra gli antichi egizi.
to pesante posto in una posi- A sinistra, due
zione tale che la minima svi- tavole, una delle
sta l’avrebbe fatto cadere». quali è posta su
un ripiano
di ebano.
SCALA, FIRENZE

la stampa internazionale, ancora profonda- compensati con la nomina a cavalieri della


mente risentita per l’accordo con il Times, corona, avrebbe potuto ragionevolmente
rimaneva ostile, mentre quella egiziana con- aspettarsi anche lui un trattamento simile.
duceva una campagna contro ciò che ritene- Il fatto che gli mancassero un mecenate e
va “colonialismo archeologico”. il sostegno di un’istituzione, e forse i suoi
natali relativamente umili, non aiutarono
L’epilogo la sua causa, ma la responsabile potrebbe
Nel 1924 una banale disputa sui permessi anche semplicemente essere stata la sua
d’accesso indusse Carter a interrompere i complicata personalità.
lavori nella tomba. Il Servizio delle antichità, Carter morì a Londra il 2 marzo 1939 e
considerando la sua decisione una reazione lì fu sepolto, nel cimitero di Putney Vale.
eccessiva – nonché una violazione diretta La grande maggioranza degli oggetti fune-
della concessione di lady Carnarvon– con- rari di Tutankhamon è oggi conservata al
fiscò il sito. Quindi, dato che Carter si era Cairo e formerà il cuore del nuovo Grand
rifiutato di consegnare le proprie chiavi, as- Egyptian Museum di Giza. Tutankhamon
sunse degli operai perché tagliassero i luc- continuerà a riposare nella sua tomba nella
chetti dei cancelli della tomba. Seguirono Valle dei Re.
FOTO: GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD, COLOR: DYNAMICHROME

mesi di negoziazioni, fino a che non fu rag- JOYCE TYLDESLEY


EGITTOLOGA E AUTRICE DI TUTANKHAMEN’S CURSE:
giunto un accordo e il sito fu riaperto. THE DEVELOPING HISTORY OF AN EGYPTIAN KING
Nel febbraio 1932 fu spedita al Museo
egizio del Cairo l’ultima consegna di re- Per SAGGI
La scoperta della tomba
perti. Il passo successivo, per Carter, era di saperne di Tutankhamon
pubblicare il resoconto degli scavi: un’im- di più Howard Carter.
White Star, Novara, 2005.
presa enorme e mai completata. Questo Tutankamon
Franco Cimmino. Il Saggiatore, Milano, 2017.
potrebbe spiegare perché non abbia mai
Tutankhamon. I tesori della tomba
ricevuto riconoscimenti ufficiali in Gran Zahi Hawass. Einaudi, Torino, 2018.
Bretagna. In un’epoca in cui gli archeolo- INTERNET
www.griffith.ox.ac.uk/discoveringTut
gi preminenti venivano regolarmente ri-

36 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


IL VIAGGIO DEI TESORI DI TUTANKHAMON
Queste immagini del 1923 non sono opera di Harry Burton, ma di un fotografo di cui non ci è giunto il nome.
Mostrano un folto gruppo di turisti e curiosi (sopra), in trepidante attesa di veder emergere qualche tesoro dalla
tomba. Sotto, alcuni operai sulle rive del Nilo caricano delle casse di oggetti già restaurati provenienti dalla Valle
dei Re. Una nave li trasporterà alla loro destinazione finale: il Museo egizio del Cairo.
IL SOVRANO, 1

VISTO DA
CARTER
L’11 novembre del 1925 Howard
Carter esaminò la mummia di
Tutankhamon. L’egittologo fece
una serie di disegni in cui ricostruì
la disposizione degli oggetti posti
sulla mummia reale. Nel suo
successivo rapporto archeologico
li descrisse accuratamente, come
mostrato in questa pagina.

1 L’avvoltoio e gli scarabei


«Al di sopra della cassa toracica,
appeso al collo con delle cordicelle d’oro
e lapislazzuli, c’era un piccolo pettorale
che rappresentava un avvoltoio […]
Poco più sotto c’era un altro pettorale
costituito da tre scarabei di lapislazzuli
con il simbolo del cielo, i dischi del
PETTORALE CON TRE sole e della luna. Le zampe posteriori
SCARABEI DI LAPISLAZZULI
RITROVATO SULLA MUMMIA
degli amuleti fungevano da base per gli
DEL RE. LA DISPOSIZIONE È emblemi della sovranità neb, iscritti su
ILLUSTRATA NEL DISEGNO
QUI ACCANTO, OPERA una barra orizzontale da cui pendevano
DELLO STESSO CARTER. margherite e fiori di loto».
PUGNALE D’ORO RITROVATO
2 SULLA MUMMIA DEL FARAONE,
COME MOSTRATO NEL DISEGNO
A SINISTRA, ESEGUITO DALLO
STESSO CARTER. SULLA COSCIA
DESTRA DEL RE FU SCOPERTO UN
ALTRO PUGNALE, CHE AVEVA LA
LAMA FORGIATA CON IL FERRO
PROVENIENTE DA UN METEORITE
E UN POMOLO DI QUARZO.

2 Il pugnale in vita
«Abbiamo trovato un’altra cintura
d’oro intagliato. Sotto, in posizione
obliqua, c’era uno splendido pugnale,
di ottima fattura […] Era decorato
con oro granulato di un giallo
brillante, circondato da fasce di
pietre semipreziose alternate a vetri
incastonati in cloisonné […] La lama del
pugnale, in oro di particolare durezza,
era di forme semplici ed eleganti […]
Era protetta da una preziosa guaina
dorata e ornamentata».

FOTO: ARALDO DE LUCA. DISEGNI: GRIFFITH INSTITUTE, UNIVERSITY OF OXFORD


SALOMONE E LA
REGINA DI SABA
LA STORIA DIETRO LA LEGGENDA
L’INCONTRO DI DUE RE
Così Lambert Sustris evocò
nel XVI secolo l’incontro tra i
due re. National Gallery, Londra.
Sotto, diffusore d'incenso
offerto a una divinità. III secolo
d.C. British Museum, Londra.

THE NATIONAL GALLERY, LONDRES / RMN-GRAND PALAIS

Salomone, figlio di David e suo


successore sul trono d’Israele, ricevette
la visita della regina di Saba, desiderosa
di conoscere il sovrano. È la Bibbia a
raccontare quest’incontro al confine
tra storia e leggenda, sullo sfondo
del Vicino Oriente del X secolo a.C.
D PALAIS
RMN-GRAN
SCRITTURA
SABEA
Testo
commemorativo
sabeo del V
secolo d.C. Il
sabeo, come
l’ebraico, è una
lingua semitica.
Musée du Louvre,
Parigi.
FRANCK RAUX / RMN-GRAND PALAIS

D
opo aver sentito parlare della inserito nella Bibbia all’unico scopo di met-
fama di Salomone, la regina si tere in risalto l’incredibile saggezza di Salo-
recò in Israele con prodotti eso- mone, sulla base di alcune voci che proba-
tici dell’Arabia, cammelli, spe- bilmente circolavano in Siria e in Palestina
zie, oro e pietre preziose, al fine e che accennavano al regno di una donna
di mettere alla prova il re con domande e bella e potente nelle lontane, ricche ed eso-

CARTOGRAFIA: EOSGIS.COM. SCULTURA: FRANCK RAUX / RMN-GRAND PALAIS


quesiti difficili da risolvere. Con sua grande tiche terre dell’Arabia meridionale.
soddisfazione, il saggio sovrano seppe in-
dovinare tutte le risposte, e quindi la regina Il racconto diventa leggenda
tornò nella sua terra. È grazie alla Bibbia, Grazie alla narrazione biblica la visita della
esattamente per mezzo del Primo regina di Saba a Gerusalemme finì per di-
libro dei re e del Secondo libro delle venire uno dei più fantasiosi e fertili cicli di
cronache che conosciamo la storia leggende e racconti d’Oriente. Ed è in se-
dell’incontro tra Salomone e la re- no all’antica letteratura ebraica che nacque
gina di Saba. Ogni elemento della quest’episodio ricco di fascino, condito di
narrazione porta a credere che l’in- tutti gli ingredienti necessari a renderlo av-
contro tra i due sovrani sia stato vincente: la bellezza, il potere, la ricchezza,

C R O N O LO G I A

DUE 970 a.C.


A Gerusalemme muore
957 a.C.
Termina la costruzione
REGNI David, re di Israele. Gli
succederà il figlio Salomone,
del tempio di
Gerusalemme, voluto da

MITICI secondo e ultimo monarca


del regno unificato.
Salomone. Vi collaborano
artigiani fenici.
DEA / SCALA, FIRENZE

CONVERSAZIONE MISTICA TRA SALOMONE E LA REGINA DI SABA, CHE SONO RAPPRESENTATI SEDUTI. ICONA ETIOPE DEL XVIII SECOLO.
Terre d’Arabia
LA SOVRANA SENZA NOME del racconto biblico posse-
deva dei territori nello Yemen, nell'Arabia meridio-
nale. Tutta la penisola arabica era un deserto, tran-
ne che nel sud, dove i venti monsonici lasciavano
cadere abbondante acqua, che veniva conservata
con zelo; vicino a Mārib si trovava la grande diga
che fece la fortuna del regno sabeo, perché permi-
se l’agricoltura e quindi il rifornimento dei centri
urbani. La regione era conosciuta, infatti, come
Arabia Felix: una felicità dovuta al fatto che era un
punto di snodo per il commercio dell’incenso e della
mirra, aromi utilizzati, per esempio, nei rituali religiosi
del regno di Salomone. L’omaggio che, stando alla Bib-
bia, rese al monarca la signora di un Paese esotico e
favolosamente ricco conferì al piccolo regno di Israele
un’aura di grande splendore.

SCULTURA FEMMINILE IN
ALABASTRO PROVENIENTE
DAL TERRITORIO SABEO.
SECOLI VIII A.C.-VI D.C.
MUSÉE DU LOUVRE, PARIGI.

Rotta commerciale terrestre


Rotta commerciale marittima
MĀRIB Capitale

931 a.C. 850 a.C. circa VIII secolo a.C. I secolo d.C.
Muore Salomone e il suo Nella Stele di Tel Dan si fa A quest’epoca risale il Nell’opera dello storico
regno si divide in due: cenno alla casata di David; primo riferimento scritto giudaico-romano Flavio
Giuda a sud, governato da è l’unica testimonianza al regno yemenita Giuseppe si menziona per la
Roboamo, e Israele a nord, archeologica che comprova di Saba, proveniente prima volta la relazione tra
governato da Geroboamo I. l’esistenza della dinastia. da fonti assire. la regina di Saba e l’Etiopia.

HISTORIA NATIONAL GEOGRAPHIC 43


Il regno
di Salomone
DIVERSAMENTE da quanto succede nel
regno di Saba, non esistono prove arche-
ologiche inconfutabili né testimonianze
epigrafiche riguardanti il regno di Salo-
mone. L’unica informazione che abbiamo
è quella che ci offre la stessa Bibbia e che
permetterebbe di situare questo regno
nel X secolo a.C.
TUTTAVIA, tale dato è messo in ombra
da rielaborazioni tardive, le quali pre-
tendono di collocare Salomone come il
saggio monarca costruttore del tempio
di Gerusalemme. L’estensione che il Libro
Regno di Salomone dei re attribuisce al suo regno, dall’Eufrate
Possibile estensione al torrente d’Egitto, coincide esattamen-
Estensione che te a quello della satrapia transeufratica
gli si attribuisce dell’impero persiano, e risponde piutto-
tradizionalmente
sto al sogno di presentare Israele come
Territori sotto la sua
presunta influenza un regno degno di competere con le gran-
di potenze dell’epoca.

CARTOGRAFIA: EOSGIS.COM

l’esotismo, gli intrighi, la magia e l’amore. d'acqua e alzò la veste, mostrando così le
OFFERTA Man mano tali elementi confluirono in ope- gambe. Salomone si accorse che la regina
SABEA A UNA
DIVINITÀ re di differente genere, o tematica, come le aveva le gambe pelose e glielo fece notare
Questa piccola Antichità giudaiche, di Flavio Giuseppe, del dicendo che non era una cosa appropriata
scultura di una I secolo d.C., o il Targum Sheni, una libera in una donna. La regina gli presentò poi
donna seduta traduzione in aramaico del Libro di Ester. alcuni indovinelli, che il monarca risolse
proviene dal Secondo queste fonti, un’upupa infor- con facilità.
territorio sabeo.
Misura 27 cm ed
mò Salomone che il regno di Saba era l’uni-
co sulla terra da lui non soggiogato e che la La Bilqis dei racconti arabi
è in alabastro. III
secolo a.C.-III d.C. sua regina venerava il sole. Allora il monarca Gli arabi conoscevano sicuramente i det-
mandò l’upupa nella città sabea di Kitor, tagli di questo racconto, che adattarono al-
con una lettera in cui intimava alla regina la propria sensibilità aggiungendovi nuovi
di sottomettersi al suo potere. In risposta particolari. La vicenda della regina di Saba
lei inviò una flotta «con tutte le barche del era talmente famosa da comparire persino
mare», cariche di doni preziosi. Sulle navi nel Corano. Infatti, nella sura o capitolo 27
viaggiavano, inoltre, seimila giovani della sono riassunti molti elementi della leggen-
stessa statura e aspetto, nati lo stesso gior- da già trattata dagli autori ebraici. Tuttavia
no alla stessa ora e agghindati con abiti di nel Corano Salomone è descritto come un
porpora. I giovani consegnarono a Salomone re devoto ad Allah, saggio ed esperto di ma-
una missiva in cui la regina annunciava gia, a capo di un esercito formato da uomini,
che sarebbe giunta a Gerusalemme dopo spiriti buoni e uccelli. Si ripetono la com-
un viaggio di tre anni. parsa dell’upupa e la descrizione della figura
Quando alla fine la regina entrò nel pa- di una regina senza nome, ricca, potente e
AKG / ALBUM

lazzo di Salomone, pensò che il pavimen- adoratrice del sole, che siede sul trono ma-
to tirato a lucido fosse una piscina piena estoso di un lontano Paese. Nel Corano il re
UNA CAPITALE MODESTA
La parte evidenziata
nell’immagine indica
l’estensione di
Gerusalemme ai tempi di
David, padre di Salomone.

LA CITTÀ
DEL RE “PACIFICO”
QUESTA RICOSTRUZIONE del regno edificare il primo tempio per
di Salomone cerca di interpre- accogliere l’Arca dell’Alleanza.
tare in modo critico i dati forniti La cinta muraria – innalzata sul
dall’unica fonte a nostra dispo- monte Moriah e, secondo la Bib-
sizione, la Bibbia. Lo scenario bia, dalle misure di 31 m di lun-
che ne emerge sarebbe più re- ghezza, 10,5 di larghezza e 15,6
alistico: quello di Salomone era di altezza – fu la maggiore opera
un piccolo regno in crisi, che architettonica del regno. Il nome
comprendeva il territorio tribale di Salomone, inoltre, è più che al-
delle montagne di Giuda e che tro un appellativo (“il pacifico”),
non lambì mai né il mare, domi- e solo grazie ai racconti biblici il
nio dei filistei, né il nord, dove poi re passò a incarnare il sovrano
si sarebbe assestato ed esteso il perfetto in cui si riunivano po-
regno d’Israele. tere, saggezza, prudenza e pietà.
Le stesse dimensioni della capi- Man mano Salomone diventò
tale, la Gerusalemme di allora, una figura mitica, che diede luo-
dimostrano che si trattava di uno go ad altre feconde leggende sul
stato piuttosto modesto. Nella magico Oriente.
città che il padre David aveva DAVID E SALOMONE, BASILICA DI SANTA MARIA
conquistato, Salomone fece ASSUNTA, TORCELLO (VENEZIA), XI SECOLO.
SOPRA: MARCELLO BERTINETTI. SOTTO: MONDADORI / ALBUM
IL TEMPIO COSTRUITO DA
SALOMONE A GERUSALEMME,
O PRIMO TEMPIO, IN UNA
RICOSTRUZIONE DI BALOGH
BALAGE. XX SECOLO.
e a descrivere la sua incredibile bellezza,
spiegarono pure che i demoni erano con-
trari al matrimonio, e sparsero la notizia
che la donna avesse le gambe pelose come
Lilith, il temibile demone femmina della
notte. Per verificarlo, Salomone ordinò che
i geni costruissero un pavimento di vetro.
Bilqis lo scambiò per acqua e alzò la veste
per attraversarlo, lasciando così a nudo le
gambe. Dopo aver ordinato agli spiriti buoni
di preparare una pozione depilatoria, Salo-
mone poté finalmente sposarla.

La Makeda degli etiopi


Negli altopiani settentrionali del Corno
d’Africa – le attuali Etiopia e Somalia – la
vicenda biblica ispirerà diverse leggende
fondative, nonché le tradizioni letterarie e
folcloristiche più ricche circa la relazione
tra Salomone e la regina di Saba. Tre aspet-
ti permisero di adeguare tale narrazione
al contesto etiope. Il primo fu il cristia-
nesimo che, a metà del IV secolo d.C., era
diventato la religione del regno di Aksum,
da cui la moderna Etiopia. A poco a poco
questa nuova religione, giunta probabil-
BALAGE BALOGH / RMN-GRAND PALAIS
mente dalla Siria o dall’Egitto, incorporò
molti elementi ebraici e si sviluppò in mo-
manda alla sovrana una lettera, ma non per do autoctono e originale.
SIMBOLI sottometterla quanto per invitarla a con- Il secondo aspetto riguarda la cultura
RELIGIOSI
DELL’A RABIA vertirsi; lei risponde mandandogli emissari etiope e il suo carattere semitico, forse do-
Lo stambecco e ricchi regali, che lui rifiuta. Nel racconto vuto alla stretta relazione con lo Yemen e,
era strettamente appare, però, un nuovo elemento: lo stra- in particolare, con il regno di Saba. Difatti
correlato al tagemma cui ricorre Salomone per mettere l’influenza di quest’ultimo in Etiopia è ancor
culto del dio alla prova la sagacia della regina. Mentre lei più evidente nella scrittura, una derivazione
sabeo Almaqah:
simboleggiava il
è in viaggio, il re manda uno spirito buono, di quella sud-arabica utilizzata in tale parte
vigore e la vitalità un genio, perché le rubi il trono e lo porti a dello Yemen preislamico.
della natura. Sotto, Gerusalemme, così da trasformarlo e vedere Infine, la stretta relazione tra l’Etiopia e la
altare arabico se la regina lo avrebbe riconosciuto. Dopo regina di Saba fece sì che la sua dinastia fosse
con stambecchi. che ha superato la prova, Salomone le mo- sempre legittimata e consacrata, soprattutto
VII secolo a.C.
stra il suo straordinario palazzo di vetro, grazie ai racconti della Bibbia. Il vincolo del-
Louvre, Parigi.
costruito con l’arte della ma- la regina di Saba con l’Etiopia aveva origini
gia; la sovrana, impressiona- molto antiche, perché già Flavio Giuseppe
ta dal potere del re d’Israele, vi fa riferimento nel I secolo d.C., e la stessa
abbandona il paganesimo e opinione si ripete in autori cristiani come
si converte alla fede in Allah. Eusebio di Cesarea od Origene. Non è per-
Gli esegeti del testo co- ciò strano che fosse conosciuta anche dai
ranico aggiunsero ancora cristiani di Etiopia.
altri dettagli. Oltre a indi- Uno sviluppo della leggenda compare nel
care il nome della regina, Kebra Nagast, o Gloria dei re d’Etiopia, un’ope-
Bilqis (che probabilmen- ra compilata nel XIII secolo, ma con elementi
G. B
te è una deformazione del molto più antichi, e che contiene una storia
LOT
/ RM
N-G greco pallakis, “concubina”) romanzata sull’origine della dinastia etiope.
RAN
DP
ALA
IS
TEL MEGIDDO
Si attribuisce a Salomone
la costruzione delle ampie
scuderie rinvenute in questo
centro strategico al nord
di Gerusalemme.

OPERA DI
SALOMONE?
L’ARCHEOLOGIA non ci ha forni- appena menzionati. Un’altra
to risposte soddisfacenti circa cronologia ipotizza date più
i confini del regno di Salomo- recenti per questi ritrovamenti,
ne. Al giorno d’oggi, infatti, ci e li attribuisce piuttosto alla di-
sono due teorie diverse e con- nastia degli omridi, successiva
trapposte. La prima è quella a Salomone di diversi decenni.
tradizionale, che attribuisce Nessun resto monumentale
SOPRA: DUBY TAL / ALBATROSS / AGE FOTOSTOCK. SOTTO: WALTER BIBIKOW / GTRES

a Salomone alcuni degli strati sarebbe allora riconducibile a


scavati nei palazzi delle città di Salomone, il cui regno, semmai
Megiddo e di Hazor, entrambe esistito, doveva essere piutto-
nell’attuale Israele. Se fosse sto modesto: «David e Salo-
vera, quest’ipotesi conferme- mone furono poco più che capi
rebbe la versione della Bibbia, tribali di zone montuose», han-
secondo la quale il re costruì no indicato gli archeologi Israel
stalle ed edifici. Finkelstein e Neil Asher Silber-
Tuttavia, molti autori si chiedo- man. Ciononostante, il fascino
no come una città così povera emanato da questi personaggi
com'era la Gerusalemme del X è indiscutibile.
secolo a.C. potesse dominare TUNNEL CHE CONDUCEVA DALLA CITTÀ A
grandi centri urbani quali i due UNA FONTE NASCOSTA SITUATA FUORI LE MURA.
LA REGINA DI SABA IN
UN TEMPIO CIRCONDATO
DA ACQUA. MINIATURA DI
UN MANOSCRITTO ETIOPE
RISALENTE AL XVII SECOLO.

La regina
d’Etiopia
LA REGINA DI SABA e la sua visita a Salo-
mone occupano un posto così importan-
te nell’identità etiope che perfino la prima
costituzione dell’Etiopia, promulgata nel
1931, ne riconosce l’attendibilità. L’artico-
lo n.3, infatti, recita quanto segue:
«LA LEGGE STABILISCE che la dignità im-
periale appartiene esclusivamente alla
linea di Haile Selassie I, nato dalla stirpe
del re Sahla Selassie, discendente della
dinastia di Menelik I, nato a sua volta dal
re Salomone di Gerusalemme e dalla re-
gina d’Etiopia, chiamata regina di Saba».
L’articolo viene ripetuto in modo iden-
tico nella costituzione promulgata dal
negus (titolo che viene dato ai sovrani
etiopici) nel 1955, che è rimasta in vigore
fino al rovesciamento della monarchia e
la nascita della repubblica in seguito alla
rivoluzione del 1974.

SCALA, FIRENZE

Il fine ultimo della Gloria dei re è dimostrare avvenuto l’incontro tra Salomone e la bella
POLITEISMO come il carattere sacro della dinastia prove- Regina del Sud, è probabile che la Bibbia ab-
NEL DESERTO
nisse addirittura dall’unione tra la regina e bia usato per i propri scopi l’esistenza e la
Sotto, mano di
rame offerta a una Salomone, dalla quale sarebbe nato il primo fama del regno di Saba, sul quale possediamo
divinità della città monarca etiope della stirpe. Secondo il Kebra molte notizie grazie a iscrizioni rinvenute nel
sabea di Zafār. Il Nagast, la Regina del Sud (così viene citata sud dell’Arabia, alcune delle quali risalgono
testo menziona anche nei Vangeli di Matteo 12:42 e di Luca all’VIII secolo a.C.
l’offerente e il 11:31), ovvero la regina d’Etiopia, venne un Grazie a queste, e ai ritrovamenti archeo-
dio cui la mano
è offerta in voto. giorno a sapere da un commerciante di nome logici, possiamo oggi affermare che quella di
RMN-GRAND PALAIS

II-III secoli d.C. Tamrin che esisteva un regno governato da Saba fu una cultura florida per quasi un mil-
British Museum, Salomone, famoso nel mondo per la ric- lennio prima dell’arrivo dell’islam. I suoi abi-
Londra. chezza e la giustizia. Mossa dalla curiosità, tanti dominavano buona parte dello Yemen e
la regina Makeda si recò a Gerusalemme, a lungo rimasero a capo di una coalizione cui
dove rimase affascinata dalla saggezza del aderivano altri popoli culturalmente simili,
sovrano biblico. A sua volta, il re s'invaghì di Maı̄n, Qatabān e Hadramaut.
della bellezza di Makeda e cercò di tratte-
nerla a sé con uno stratagemma. Il regno di Saba
Makeda fu così costretta a rimanere a La prima menzione del regno di Saba risale
Gerusalemme e a giacere con lui. Ne nac- all’VIII secolo a.C. e proviene da fonti assire.
que un bambino, Menilek, riconosciuto Qui la terra sabea è descritta come abitata da
da entrambi i genitori. I sacerdoti di Ge- un popolo di mercanti «il cui luogo è molto
rusalemme lo battezzarono con il nome lontano» e divenuta ricca grazie all’espor-
di David e gli permisero sia di tornare in tazione di spezie e incenso. Sappiamo che
ALAMY / ACI

Etiopia come re sia di portare con sé l’Ar- gli abitanti di Saba effettuarono alcune mis-
ca dell’Alleanza. Anche se forse non è mai sioni diplomatiche e commerciali inviando
LE ROVINE DI MĀRIB
La fotografia corrisponde all’antica
Mārib, situata a sud dell’attuale città
omonima, e costruita sul sito, ben più
remoto, della capitale di Saba.

HISTORIA NATIONAL GEOGRAPHIC 49


mano ad altri popoli del sud dell’Arabia. Da
allora, a quanto risulta, i sabei mantennero
solo delle colonie commerciali nel Corno
d’Africa, nell’area che poi sarebbe divenuta
l’Etiopia, mescolandosi così alle popola-
zioni locali.
Più tardi, mille anni dopo Salomone, tra
il I e il III secolo d.C., Saba riacquistò un
ruolo predominante nel panorama politico
ed economico dell’Arabia meridionale. Du-
rante quel periodo i suoi sovrani stabilirono
la capitale a Z.afār e si fregiarono del titolo di
“re di Saba e di Raydan, di Hadramaut e dello
Yemen”, per dimostrare che governavano su
più popoli dell’Arabia meridionale. In realtà
il titolo era conteso pure dai re di Himyar,
un altro popolo dello Yemen con cui i sabei
erano spesso in lotta e che divenne poi la
potenza egemonica della regione.
Come mille anni addietro, la prosperità
di Saba risiedeva nella maestria nel gestire
le risorse idriche e nel controllo delle rotte
commerciali di spezie e incenso. Il collasso
arrivò con la distruzione della grande diga
STELE FUNERARIA SABEA CON L’IMMAGINE DI UN UOMO INTENTO AD ARARE. I-III SECOLI D.C. LOUVRE, PARIGI. di Mārib, costruita sette chilometri a nord
della città, nel VI secolo d.C. Alcuni decenni
AKG / ALBUM
più tardi, la conquista musulmana finì per
oscurare il glorioso passato dei sabei.
IL REGNO regali e ambasciatori alla corte assira, allo Tuttavia, il ricordo dell’antico splendore
DEI PROFUMI scopo di stabilire o rinforzare le relazioni rimase nella leggenda, in cui sfolgorano le
Sotto, diffusore di tra i due regni. fastose ricchezze che una regina senza nome
incenso del territorio
sabeo, lungo il quale Poiché i resoconti assomigliano a quelli mise ai piedi del sovrano più saggio della
passavano le rotte che riguardano le missioni diplomatiche terra – lui sì, con un nome. «Essa diede al
che portavano il del regno d’Israele (tra i secoli IX-VIII a.C.) re centoventi talenti d’oro, aromi in gran
prodotto fino al e di Giuda (IX e VI a.C), possiamo dedurre quantità e pietre preziose. Non arrivarono
Vicino Oriente e al
Mediterraneo. 300
che pure gli autori della Bibbia ne fossero mai tanti aromi quanti ne portò la regina di
a.C. circa. British venuti a conoscenza. Saba a Salomone».
Museum. Nelle più antiche iscrizioni sabee, re- Con queste parole il Primo libro dei re elevò
datte in arabo meridionale con un alfa- il capo di un regno montagnoso e non molto
beto completamente diverso da quello esteso alla categoria di autorevole sovrano,
arabo classico, si accenna alle figure dei che riceveva il riconoscimento dello stato
re, che si tramandavano il potere per più florido dell’Asia. E fu così che la sua im-
discendenza in linea materna. I sovra- magine rimase consacrata per l’eternità.
ni chiamavano sé stessi “unificatori”, FRANCISCO DEL RÍO SÁNCHEZ
capi di una confederazione di popoli UNIVERSITÀ DI BARCELLONA

sui quali mantenevano l’egemonia po-


litica e militare. Per SAGGI
La regina di Saba
La capitale del regno era l’imponen- saperne Paola Gribaudo (a cura di). Electa, Milano,
di più 2000.
te città di Mārib, situata in una fer- La regina di Saba
tile oasi al limite del deserto. La prima Sandra Reberschak. Bompiani, Milano, 1995.
ROMANZI
fioritura di tale cultura durò all’incirca L’imperatrice del deserto
Anne Lise Marstrand-JØrgensen. Sonzogno,
ALAMY / ACI

fino al I millennio a.C., momento in cui il Venezia, 2016.


controllo delle vie dell’incenso passò in

A L B UM
SALOMONE E LA REGINA DI SABA
Nel XIX secolo, il pittore francese
James Tissot, autore di numerose
rievocazioni della Bibbia, ricostruì nel
seguente modo l’incontro, avvenuto
a Gerusalemme, tra Salomone e la
regina dell’Arabia meridionale.
ALLA RICERCA
DELLA
REGINA
Wendell Phillips era un archeologo
e avventuriero nordamericano che
riuscì a integrarsi nella società
tribale dell’Arabia meridionale,
e che poi diventò multimilionario
grazie al commercio dell’olio.
Nel biennio 1951-1952 poté far
scavare le rovine di un antico
tempio vicino a Mārib, la capitale
dei sabei, che gli arabi chiamavano
Haram Bilqis, «il santuario di
Bilqis». Non trovò, però, nessun
indizio che potesse dimostrare
l’esistenza della regina di Saba o il
legame tra il tempio e la sovrana.
IL RE MA’ADKARIB. STATUA IN BRONZO
DEL VI SECOLO A.C. OFFERTA AL DIO
ALMAQAH NEL TEMPIO DI AWWĀM.
NATIONAL MUSEUM OF YEMEN, SANA’A.

A L B UM
AKG /

Wendell Phillips, il Lawrence


d’Arabia statunitense
Ad Awwām, Phillips trovò sia bellissime
statue in metallo sia ulteriori elementi
che dimostravano come in quel luogo
si celebrassero rituali in onore del dio
Almaqah. La foto mostra Phillips (a
sinistra) con la sua più importante
scoperta: la statua di Ma'adkarib. Vicino
a lui, Frank P. Albright, dell'American
Foundation for the Study of Man
(AFSM), fondata dallo stesso Phillips.
AFSM / GETTY IMAGES

AFSM / GETTY IMAGES


IL TEMPIO DI AWWĀM IN
UNA FOTOGRAFIA SCATTATA
DURANTE GLI SCAVI DI
WENDELL PHILLIPS NELLA
ZONA, 1951-1952.

STELE VOTIVA SABEA IN ALABASTRO


DESTINATA AL DIO ALMAQAH. I SUOI
MARGINI LATERALI SONO DECORATI CON
FIGURE DI STAMBECCHI. 700 A.C. CIRCA
AKG / ALBUM

Il tempio dei sabei


Le iscrizioni ritrovate nel tempio
di Awwām, com’è oggi conosciuto
Haram Bilqis, risalgono almeno
al VII secolo a.C. Il tempio, il
maggiore della confederazione
tribale sabea, era dedicato al
dio solare Almaqah. I sabei si
chiamavano "figli di Almaqah".
A sinistra, diario degli scavi
di Wendell Phillips con note
IMAGES
sull’epigrafia sabea.
/ GETTY
SAUL LOEB
R O M A VA I N
I T U R I S T I D E L L’A N T I C H I TÀ
VAC A N Z A
Se andavano in Grecia o in Egitto, gli antichi
romani non perdevano occasione di visitare
i monumenti più celebri. I più facoltosi
avevano anche delle ville marittime dove
trascorrevano i mesi estivi con gli amici

VACANZE AL MARE
I ricchi romani amavano godersi
il tempo libero in lussuose ville con
vista sul golfo di Napoli, soprattutto
nei periodi di calura estiva.
Olio di Ettore Forti. XIX secolo.
BRIDGEMAN / ACI
C R O N O LO G I A

Turisti e
viaggiatori
romani
75 a.C.
Mentre esercita come
questore a Lilibeo (Sicilia),
il giovane Cicerone visita
l’isola e scopre la tomba
di Archimede.

64 a.C. - 19 d.C.
Strabone scrive la
Geografia, in cui racconta
anche il suo viaggio in
Egitto con il prefetto
Elio Gallo.

I secolo d.C.
Plinio il Giovane descrive
le piacevoli attività cui
si dedica quando si ritira
in una delle sue ville di
campagna.

117 - 138 d.C.


L’imperatore Adriano

A
trascorre gran parte del
suo regno viaggiando per UNA DESTINAZIONE Roma si possono forse rin-
l’impero, con una particolare ALLETTANTE tracciare le origini di un’u-
predilezione per la Grecia. Pompei (sopra) sanza praticata oggigiorno da
era una fiorente
località. Molti milioni di persone: il turismo.
160 - 180 d.C. circa facoltosi romani Se infatti viaggiare era un’at-
Nella sua Guida della Grecia possedevano ville di tività comune tra gli antichi romani, che si
in dieci volumi Pausania lusso all’interno della spostavano per i motivi più svariati (com-
descrive le località e i cittadina ai piedi
monumenti che reputa merciali, professionali, familiari, personali,
del Vesuvio, o nei
degni di interesse. dintorni. religiosi, intellettuali o militari), c’era anche
chi viaggiava per puro piacere, soprattutto
tra le classi agiate. Lo stesso termine turi-
smo viene dal francese tour, che a sua volta
rimanda al latino tornare (“girare”) e con-
tiene implicitamente l’idea di un viaggio
con un rientro, non diversamente dalle ferie
estive dei nostri giorni.
I nobili romani distinguevano tra il nego-
tium, il tempo dedicato alle faccende e agli
impegni quotidiani, e l’otium. Quest’ultimo
era il periodo di riposo, in cui si allontana-
ALCUNI VIAGGIATORI ALLOGGIANO IN
UNA MANSIO O STAZIONE DI POSTA. RILIEVO. vano dal caos urbano per rifugiarsi in una
MUSEO DELLA CIVILTÀ ROMANA, ROMA. delle numerose ville marittime ai piedi del
Vesuvio o per esplorare i monumenti delle
DEA / ALBUM

56 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


DEA / ALBUM
TABULA PEUTINGERIANA. FRAMMENTO
RAFFIGURANTE LA CITTÀ DI ROMA.
ÖSTERREICHISCHE NATIONALBIBLIOTHEK, VIENNA.

UNA CARTA STRADALE


LA TABULA PEUTINGERIANA è l’unica mappa conosciuta che
mostra la rete di vie dell’impero romano, del Vicino Oriente e
dell’Asia fino all’India e allo Sri Lanka.
HENRYK SADURA / AGE FOTOSTOCK

Composta da undici pergamene, è una copia del XIII secolo


circa di un originale risalente probabilmente al IV secolo d.C. ed
è conservata nell’ex biblioteca delle carte imperiali di Vienna.

province orientali, soprattutto nel caso degli scultorei più famosi del passato. Erano dif- TRASPORTI
ufficiali e degli amministratori che lavora- fuse soprattutto quelle della Grecia, ma ce ROMANI
vano in quelle regioni. n’erano anche dell’Asia Minore o dell’Italia Sotto, replica di una
carruca, carrozza
meridionale. a quattro ruote,
Il desiderio di conoscere il mondo Rispetto alle guide di viaggio di oggi le pe- coperta e trainata
I romani non erano immuni al fascino irre- riegesi potrebbero essere definite dei tratta- da due o quattro
sistibile del viaggio. Non a caso nel corso ti storico-artistici che informavano i lettori cavalli. Römisch-
Germanisches
del II e III secolo d.C. si diffusero i racconti in merito alle usanze specifiche di una de-
Museum, Colonia.
di avventure esotiche (come Leucippe e Cli- terminata zona e descrivevano i principali
tofonte, Le efesiache e Le etiopiche), grazie complessi religiosi e le rispettive feste e
ai quali i lettori potevano immedesimar- tradizioni. Plinio il Vecchio rife-
si nelle giovani coppie di innamorati che riva che i suoi contemporanei
si ritrovavano al termine di varie peripe- adoravano letture di questo
zie tra tribù etiopi, pirati greci e despoti tipo, in particolare quelle su
orientali. Achille Tazio, Senofonte Efesio Egitto, Grecia e Asia.
ed Eliodoro di Emesa sono alcuni dei nomi Seneca, dal canto suo, ama-
di questi “Salgari dell’antichità classica”, va uscire dalla città, perché
che sapevano trasportare il loro pubblico questo gli permetteva di
in località remote con la semplice forza conoscere persone nuove
dell’immaginazione. e scoprire meraviglie na-
I bibliofili più colti potevano sfogliare an- turali prima sconosciu-
che i volumi delle periegesi, le narrazioni te, specialmente i fiumi
XXXXXXXX

descrittive dei monumenti architettonici e (un elemento naturale,


BRIDG
EMA
N/
AC I
IL MOSAICO DEL NILO
L’Egitto era una delle
mete turistiche preferite
dai romani. Questo
frammento del famoso
Mosaico del Nilo, del I
secolo a.C., mostra un
gruppo di persone che
bevono lungo il fiume.
Galleria nazionale
d’arte antica. Colonna
Barberini, Palestrina.

DEA / ALBUM

spesso divinizzato, che esercitava un gran- L’EGITTO i romani erano particolarmente legati per
de fascino sugli antichi), tra i quali citava il DIVENTA le origini del loro eroe Enea, si potevano
DI MODA
Tigri, il Nilo e il Meandro. ancora intuire le tracce dell’accampamento
Questo vaso in
Insomma, sono gli stessi autori greco-ro- ossidiana con intarsi degli assedianti achei o dell’altare di Zeus,
mani a fornirci informazioni sulle princi- di lapislazzuli, dove il re troiano Priamo aveva perso la vita
pali destinazioni turistiche dell’epoca e sui malachite e oro è per mano di Neottolemo. Ciononostan-
punti di interesse artistico e naturalistico un buon esempio te la località era famosa soprattutto per le
della passione per
presenti in questi luoghi. presunte tombe degli eroi omerici, come
le antichità egizie
che si diffuse nella Ettore o lo stesso Achille, cui si recarono a
Attraverso la Grecia Roma imperiale. rendere omaggio Giulio Cesare e alcuni dei
Alcune regioni esercitavano un’attrazione Museo archeologico suoi successori, come Adriano, Caracalla,
particolare sui viaggiatori grazie al loro pa- nazionale, Napoli. Diocleziano e Costantino.
trimonio culturale. L’El- Tra le tappe obbligate di
lade e le province asia- un viaggio in Grecia c’erano
tiche evocavano remi- destinazioni quali Corin-
niscenze delle tragedie to, Epidauro, Delfi, Spar-
classiche e dei poemi ta o Olimpia. In queste
omerici. A Pilo si ve- località si svolgevano
nerava il sepolcro di importanti feste e gio-
Nestore; ad Atene la tomba di chi sportivi, che rappresentavano
Edipo; Oreste riposava a Sparta, anche il momento migliore per una
mentre Agamennone e Ifigenia visita. Altre città erano famose per
giacevano a Micene. A Troia, cui i loro monumenti locali: a Rodi, per

D E A / A L B UM
58 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
ERICH LESSING / ALBUM
CICERONE DAVANTI ALLA
TOMBA DI ARCHIMEDE. OLIO
DI PAOLO BARBOTTI. XIX
SECOLO. MUSEI CIVICI, PAVIA.

TURISMO CULTURALE
CICERONE APPROFITTÒ del periodo in cui fu questore di Lilibeo (in
Sicilia) per dedicarsi al turismo. Qui scoprì la tomba di Archimede,
come racconta lui stesso nelle Tusculanae disputationes: «Mentre
passavo in rassegna con lo sguardo tutti i monumenti […] notai una
colonnina che poco sporgeva dai cespugli, sulla quale si trovava
la figura di una sfera e di un cilindro. E io subito ai siracusani […]
dissi di ritenere che fosse proprio ciò che cercavo».

esempio, c’erano i resti del Colosso, la cui Isidoro, originario di Alessandria, studiò IL SACRO
massa bronzea di 33 metri di altezza raffi- legge ad Atene, che il centurione Januari- UCCELLO IBIS
gurante il dio Helios era crollata durante il us visitò le cripte con la figlia Januarina e Plutarco menziona
nei suoi scritti il
terremoto del 226 a.C. I visitatori si diverti- che Antonio trovò la valle quasi altrettanto culto che gli egizi
vano a esplorare i frammenti dei suoi enor- stupefacente di Roma. Circa la metà delle riservavano a
mi arti, trasformati in grotte artificiali, o a incisioni è stata rinvenuta nella tomba di questo uccello,
cercare di cingere il pollice della statua con Ramses VI, in passato ritenuta il sepolcro di animale sacro del
dio della scrittura
le braccia, un compito che Plinio il Vecchio Platone e per questo meta di pellegrinaggio
Toth. Scultura del
riteneva impossibile. dei filosofi neoplatonici, che vi entrava- periodo tolemaico.
no con la riverenza di chi visita un tempio.
Appassionati d’Egitto Molti di questi graffiti non sono altro che
Ma la terra che più meraviglia suscitava nel i commenti lasciati dai turisti. «Non mi è
turista romano era l’Egitto. La stranezza dei piaciuto affatto, se non per il sarcofago»,
riti religiosi e della scrittura geroglifica di- scrisse qualcuno. Un avvocato di no-
sorientavano e al contempo affascinavano me Bourichios era seccato perché
i visitatori. Anche i monumenti provoca- non comprendeva i geroglifici:
vano stupore e sconcerto, che si trattasse «Di questa scrittura non si ca-
delle piramidi di Giza o delle tombe sot- pisce niente!», scrisse.
terranee della Valle dei Re, sulle cui pareti Un altro monumento egi-
sono ancora visibili i segni del passaggio di zio di particolare richiamo era
centinaia di viaggiatori che vi hanno inciso la coppia di sculture sedute di Amenofi III
nomi, date, brevi biografie, poesie e opi- conservate nel suo tempio funerario, nei
nioni. Sappiamo per esempio che un certo pressi di Luxor. Greci e romani le ribattez-
AKG
/ AL
BU
M
I COLOSSI DI MEMNONE
Sulle basi di queste statue, che si
ergevano all’ingresso del tempio
funerario di Amenofi III sulla riva
occidentale del Nilo, ci sono almeno
90 iscrizioni lasciate dai viaggiatori
romani a testimonianza della loro visita.
JOHANNA HUBER / FOTOTECA 9X12

60 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


RICOSTRUZIONE DEL GOLFO DI PUTEOLI (ODIERNA POZZUOLI),

VACANZIERI
IN PROVINCIA DI NAPOLI. BAIA SI TROVA NEI PRESSI DI CAPO MISENO.

FUORI
CONTROLLO

B
aia era per i romani sinonimo di
caos estivo e turismo di massa. Le
locande, le ville e le strutture ter-
mali della cittadina campana non
godevano di buona reputazione. Ovidio
riferisce quanto fosse facile «andare a
ACQU ERELLO DI JEAN-CLAUDE GOLVIN. MUSÉE DÉPARTEMENTAL ARLES ANTIQUE. © ÉDITIONS ERRANCE

caccia» di donne sole e vedove. Seneca


racconta di persone ubriache in spiaggia,
orge e chiatte che attraversavano il lago
Lucrino ospitando ogni sorta di dissolu-
tezza. Le grida e i canti si intensificavano
al calar della notte, tanto in riva al ma-
re quanto nelle innumerevoli osterie. Il
poeta Marziale sottolinea che anche una
matrona esemplare come la fedele Pene-
lope avrebbe lasciato Baia trasformata in
Elena di Troia. Marco Terenzio Varrone
dice: «Non solo le ragazze diventavano
pubbliche prostitute, ma persino uomini
anziani si comportavano da efebi».

zarono subito “colossi di Memnone”, rite- dere omaggio alla dea Atena sull’Acropoli, SPORT E
nendo che una delle statue raffigurasse il re ad Apollo presso il santuario di Delfi, ad DIVERTIMENTO
etiope alleato dei troiani. Al mattino, quando Asclepio nel recinto sacro di Epidauro e, Le donne e gli
uomini romani
la brezza soffiava attraverso le crepe pro- naturalmente, a Zeus nel tempio di Olimpia amavano praticare
vocate dal terremoto, le statue emettevano a lui dedicato. Ma non trascurò nemmeno attività fisiche,
un suono curioso, in cui molti credevano di altre località emblematiche come Aulide, come testimonia
riconoscere la musica di una lira, oppure un in Beozia, da dove era salpata la spedizione questo mosaico
fischio o un pianto. greca contro Troia guidata da Agamenno- della villa romana
di Casale (Sicilia),
C’era anche chi ingaggiava scalpellini ne, o l’istmo di Corinto, sede dei famo- dove alcune giovani
locali per fare incidere sul colosso i propri si giochi. Alcuni anni più tardi il senatore fanno ginnastica.
componimenti, come un poeta lirico di no- Lucio Memmio trovò il modo di coniugare DAGLI ORTI / AURIMAGES

me Paeone che scrisse dei versi in onore del ozio e impegni lavorativi nel corso di una
suo mecenate Mezio Rufo, o la poeta Giulia visita alla città egiziana di Arsinoe, l’anti-
Balbilla, che viaggiava al seguito della mo-
glie dell’imperatore Adriano, Vibia Sabina.

Lavoro e piacere
Anche chi era all’estero per svolgere mis-
sioni belliche o diplomatiche trovava il
tempo per fare turismo. È il caso di Lucio
Emilio Paolo, che dopo la vittoria di Pidna
nel 168 a.C. e lo smembramento del vecchio
regno ellenistico di Macedonia andò a ren-
FESTE POPOLARI
A Baia i romani agiati si
dedicavano a tutta una serie
di attività che per gli stoici,
come il filosofo Seneca, erano
ripugnanti: «Non ho nessuna
voglia di vedere ubriachi
vagare lungo le spiagge, feste
di beoni sulle barche, i laghi
risuonanti di concerti e altri
eccessi di questo genere».
La festa di Nettuno, olio di
Ettore Forti. XIX secolo.
BRIDGEMAN / ACI
ISTOCK / GETTY IMAGES

IL TEMPIO ca Crocodilopoli. Memmio fu accolto con terraneo per godersi una bella vacanza. A
DI POSEIDONE tutte le attenzioni da un funzionario del re partire dall’epoca repubblicana molti patrizi
La Grecia era una Tolomeo IX, tale Asclepiade, che durante romani cominciarono a dotarsi di una o più
delle destinazioni
preferite dei romani, la sua permanenza non gli fece mancare ville al mare o in campagna, dove si ritirava-
che seguivano le nulla: gli organizzò una visita al labirinto (il no quando volevano sottrarsi agli impegni
orme di Omero e dei complesso funerario collegato alla piramide quotidiani e dedicarsi a un otium completo.
grandi filosofi. Sopra, del faraone Amenemhat III) e gli procurò i
il tempio di Poseidone
tipici panetti che i turisti davano in pasto Case di villeggiatura
a capo Sunio.
ai rettili da cui la città prendeva nome, e in La zona preferita per le ville marittime era
particolare al più im- la Campania, che ospitava località emble-
portante fra questi: il matiche come Pompei, Ercolano e Stabia. La
UNA COPPIA SI BACIA DURANTE UN BANCHETTO. AFFRESCO
POMPEIANO DEL I SECOLO. MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE, NAPOLI. coccodrillo che in- regione era facilmente raggiungibile da Ro-
carnava il dio Sobek. ma e aveva un clima mite e spiagge attraenti
Il geografo Strabone che ne facevano un centro turistico privile-
racconta che que- giato. Ben lo comprese all’inizio del I secolo
sto enorme animale a.C. l’imprenditore Caio Sergio Orata, che
trangugiava la frutta, ristrutturava le ville del golfo di Napoli per
i biscotti e il vino che poi venderle a caro prezzo ai senatori.
i visitatori gli getta- Sulle spiagge campane il tempo trascorre-
vano passando. va sereno, tra «le gozzoviglie, i canti, i con-
Ma non c’era biso- certi, le gite in barca», secondo le parole di
gno di andare dall’al- Cicerone. Plinio il Giovane descrive le occu-
tra parte del Medi- pazioni estive cui si dedicava nelle sue ville:

AKG / ALBUM
DEA / ALBUM
VILLE CON GIARDINO
I PALAZZI URBANI o rurali dei ricchi romani ospitavano magnifici
giardini privati. Uno degli elementi protagonisti di queste vere
e proprie oasi di pace era l’acqua, presente in fontane, laghetti
o ruscelli. C’era anche una grande varietà di piante e uccelli,
come per esempio colombe e pavoni, così come sculture ed
elementi architettonici.

la meditazione, la lettura, i massaggi, il ba- biblioteche come quella della villa dei Papiri IL PIACERE
gno, la musica, la pesca e le gite a cavallo. Se a Ercolano. Molte di queste residenze erano DELLA NATURA
era in compagnia di qualche altro vacanziere immense, come la villa del Pastore a Stabia, Stormi di gazze e
colombe svolazzano
delle case adiacenti, il passatempo predilet- con i suoi quasi 19mila metri quadrati, o la e si posano sugli
to era la caccia. Nel IV secolo d.C. l’oratore vicina villa Arianna, approssimativamente alberi e le fontane
Quinto Aurelio Simmaco, proprietario di di 13mila metri quadrati. in questo affresco
decine di abitazioni, trascorreva il tempo In questi sontuosi ambienti di rappresen- di un rigoglioso
giardino romano
con i suoi amici Macedonio e Attalo chiac- tanza sociale, il patrizio romano poteva de-
che decorava il
chierando, leggendo e dedicandosi anche lui dicarsi al riposo spirituale e al divertimento triclinio della villa
alla caccia, uno svago che tra gli aristocratici intellettuale come un raffinato sovrano el- del Bracciale d’oro,
andava per la maggiore. Tra i nobili poi erano lenistico nel suo palazzo. a Pompei.
all’ordine del giorno i banchetti, spesso al- JORGE GARCÍA SÁNCHEZ
UNIVERSITÀ COMPLUTENSE DI MADRID
lietati da spettacoli di musica, teatro, danza o
esibizioni che oggi si definirebbero circensi.
Ummidia Quadratilla, illustre nobildonna Per TESTI
Guida della Grecia.
vissuta circa duemila anni fa, disponeva di saperne Pausania. Mondadori, Milano, 1982.
di più
una compagnia di pantomimi, funamboli e SAGGI
Le ville marittime romane
ballerini che animava le sue serate. Lucio Esposito. Con-fine,
Monghidoro (BO), 2017.
L’archeologia è riuscita a conservare vari INTERNET
esempi di queste lussuose abitazioni, spesso Tabula peutingeriana
www.omnesviae.org
circondate da ampi giardini e ninfei, decora- Storia delle vacanze
te con pitture e gruppi di sculture in marmo www.rsi.ch/rete-due/programmi/cultura/
laser/Storia-delle-vacanze1-9240145.html
e in bronzo d’ispirazione greca, e dotate di

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 65


LE VILLE MARITTIME DEI
Gli affreschi di Pompei mostrano le diverse tipologie di ville in cui i romani

CASA SUL MARE. AFFRESCO PROVENIENTE DA VILLA SAN MARCO.


ANTIQUARIUM STABIANO, CASTELLAMMARE DI STABIA.

U N A V I L L A I N R I VA A L M A R E
Nella sua opera Immagini il filosofo Filostrato Maggiore descrive così il lusso di una villa affacciata sul golfo di Napoli: «Vivevamo
fuori dalle mura, in un quartiere residenziale di fronte al mare; c’era un portico orientato verso lo zefiro [un vento proveniente da
ovest], di quattro o cinque piani, con vista sul Tirreno. Ospitava varie sculture di marmo, che conferivano splendore all’edificio,
ma il fiore all’occhiello erano i dipinti […] collezionati con gran gusto, che dimostravano il talento dei loro esecutori».

VILLA LAURENTINA. DISEGNO DELLA CASA DI PLINIO IL GIOVANE. KARL FRIEDRICH SCHINKEL. 1833-1834. STAATLICHE MUSEEN, BERLINO.
PATRIZI ROMANI
agiati cercavano tranquillità e svago

VILLE DI VARI PIANI. AFFRESCO DEL TABLINUM DELLA


CASA DI MARCO LUCREZIO FRONTONE A POMPEI.

FOTO: DEA / ALBUM

L A V I L L A L AU R E N T I N A D I P L I N I O I L G I OVA N E
Nelle sue Lettere Plinio il Giovane descrive così la sua villa a Laurento: «Sul davanti vi è un atrio semplice […] cui segue un portico
che in forma di una D racchiude una corte, piccola ma graziosa. L’insieme offre un eccellente ricovero per il cattivo tempo, giacché
è protetto dalle vetrate e soprattutto dalle grondaie dei tetti […] Tutt’intorno la sala ha delle porte, o delle finestre non meno grandi
delle porte, e così lungo i lati e di fronte essa sembra affacciarsi su tre mari […]». AKG / ALBUM
BATTAGLIA DI HASTINGS
Il 14 ottobre 1066 l’esercito di Guglielmo di
Normandia sconfisse ad Hastings le truppe
di Aroldo d’Inghilterra. Questo dipinto a
olio dell’illustratore a loro contemporaneo
Tom Lovell ricostruisce l’episodio bellico
che segnò la fine della dinastia sassone.
NATIONAL GEOGRAPHIC CREATIVE / ALAMY / ACI

HASTINGS
N O R M A N N I CONTRO S A S S O N I
Nel 1066 il duca Guglielmo di Normandia invase
l’Inghilterra e rovesciò la dinastia sassone che governava
il Paese. Qualche anno dopo fu realizzato un arazzo lungo
quasi 70 metri le cui immagini raccontano la storia
della vittoria normanna nella battaglia di Hastings
L’ABBAZIA DI BATTLE
Guglielmo I fece costruire
quest’abbazia sul luogo della
battaglia di Hastings. L’altare
maggiore è situato nel punto
esatto in cui morì re Aroldo.

70 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


I
l 14 ottobre 1066 si svolse ad Hastings, una cittadina sul-
le sponde della Manica, una delle battaglie più impor-
tanti della storia inglese. Due settimane prima il duca
Guglielmo di Normandia era sbarcato nel Sussex alla
testa del suo esercito, che annoverava tra i quattro e i
settemila uomini. Il suo obiettivo era il trono d’Inghilter-

AC I
N/
MA
ra, che riteneva gli spettasse in quanto erede del re Edoardo

GE
RID
B

il Confessore, suo cugino, morto all’inizio se scene, non solo in qualità di sacerdote ma GUGLIELMO IL
dello stesso anno. A succedere al sovrano anche di guerriero. Probabilmente l’opera CONQUISTATORE
inglese era stato invece il cognato Aroldo, fu realizzata in occasione della consacra- Guglielmo di
Normandia
che si era proclamato re il 6 gennaio. zione della cattedrale, avvenuta nel 1077. s’impadronì
Aroldo tentò di respingere l’invasore nello Secondo un’altra ipotesi, la tela sarebbe sta- dell’Inghilterra
scontro di Hastings, ma per le sue truppe fu ta esposta in vari luoghi della Normandia all’età di 38 anni e
una disfatta. In poche settimane Guglielmo e dell’Inghilterra a scopo propagandistico, morì nel 1087, a 59
assunse il controllo del Paese e stabilì una per poi concludere il suo viaggio a Bayeux. anni. Qui sopra, una
moneta d’argento
solida monarchia dominata dalla nobiltà di Una teoria più recente afferma che sarebbe con la sua effigie.
origine normanna. stato lo stesso Guglielmo a commissionar-
ne l’esecuzione al monastero normanno di
Un’opera di propaganda Saint-Florent, presso il castello di Saumur.
Esiste una fonte eccezionale di informazio- In ogni caso, una volta arrivato a Bayeux
ni su questo evento epocale: un arazzo con- l’arazzo fu collocato nella navata centrale
servato presso il museo di Bayeux. Si tratta della cattedrale, a un’altezza dove fosse ben
in realtà di un tessuto ricamato che venne visibile durante la festa delle reliquie che si
elaborato nel decennio successivo alla bat- celebrava il primo luglio. Le reliquie svolgono
taglia per commemorare l’episodio. Questo una funzione molto importante nelle vicende
capolavoro dell’arte medievale è stato at- narrate dall’arazzo. Con i suoi circa 70 metri
tribuito all’arcivescovo Oddone di Bayeux, di lunghezza per 0,50 di larghezza, il ricamo
fratellastro di Guglielmo, che avrebbe com- rappresenta la conquista dell’Inghilterra da
missionato il tessuto agli artigiani inglesi di parte dei normanni in 58 scene successi-
Canterbury. A favore di questa teoria c’è il ve che compongono una sorta di film. Ogni
fatto che il primo riferimento scritto all’e- immagine è accompagnata da brevi testi in
sistenza dell’arazzo si trova in un inventario latino che descrivono l’evento e i personaggi
York
dei beni della cattedrale di Bayeux redatto coinvolti. Paradossalmente il vero protago-
nel 1476. Inoltre il prelato compare in diver- nista non è Guglielmo il Conquistatore, ma Lincoln

R EG NO DI
ING HILT E R R A ESSEX
Rochester
C R O N O LO G I A
1064 6-I-1066 14-X-1066 1077 EX
Londres
Hastings
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RIVALI Il re d’Inghil- Il giorno dopo Guglielmo L’arazzo che WE


SS (14-X)
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terra Edoardo la morte di sconfigge racconta la


PER IL
Pevensey
Ma n i c a Saint Valéry-
il Confessore Edoardo, suo Aroldo ad battaglia viene Canale della sur-Somme

TRONO nomina suo cognato Aroldo Hastings e esposto durante la Ruan


HERITAGE / GETTY IMAGES

Dives-sur-Mer
erede Guglielmo viene proclamato diventa il nuovo consacrazione della Bayeux
NORMANDIA Parigi
di Normandia. re d’Inghilterra. sovrano inglese. cattedrale di Bayeux. BR
I A
R EG NO DI F R A NC
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Aroldo di Inghilterra
Guglielmo di Normandia
ITINERARIO DEI DUE ESERCITI VERSO HASTINGS.
EOSGIS.COM
LA CATTEDRALE DI BAYEUX
L’arazzo commemorativo era
destinato a decorare le pareti
di questa cattedrale normanna,
consacrata nel 1077.
Aroldo, lo sconfitto, che appare molto più
frequentemente nell’opera.
La storia inizia nel 1064: non avendo eredi,
re Edoardo incarica suo cognato Aroldo di
recarsi in Normandia per nominare il duca
Guglielmo suo legittimo successore. Il viag-
gio è un susseguirsi di peripezie. Inizialmente
Aroldo sbarca sulle coste controllate dal duca
Guido di Ponthieu, che lo fa prigioniero e poi
lo rilascia su ordine di Guglielmo. Quest’ul-
timo lo accoglie a braccia aperte e lo invita

BENOÎT TOUCHARD / RMN-GRAND PALAIS


a unirsi a una spedizione contro i bretoni.
Aroldo si dimostra un guerriero valoroso e
salva anche dei soldati dalle pericolose sabbie
mobili che circondano Mont Saint-Michel,
conquistandosi la stima di Guglielmo. Poi
giura solennemente sulle reliquie della cat-
tedrale di Bayeux che sosterrà la successione
del duca normanno al trono d’Inghilterra. L’ARAZZO IN CIFRE
Ma a partire da questa scena il buon cava-
liere sassone mostra il suo vero volto e alla L’ARAZZO DI BAYEUX è un tessuto di lino ricamato lungo 68,38 metri,
morte di Edoardo si proclama re. La reazione composto da nove pezzi di dimensioni comprese tra i 2,43 e i 13,90
di Guglielmo non tarda ad arrivare: il duca metri. La parte centrale della tela è larga 33 centimetri e rappresenta
il conflitto per la successione. Il bordo inferiore e quello superiore, di
prepara la spedizione contro l’Inghilterra,
sette centimetri ciascuno, sono decorati con motivi differenti. Il ricamo
attraversa la Manica e affronta nella battaglia
è stato realizzato con un filo di lana di nove colori diversi.
di Hastings l’usurpatore, che viene ucciso
per aver infranto il giuramento.

La vita quotidiana nell’XI secolo


L’arazzo fornisce informazioni sulla storia i legami tra le due casate; poi Edith, moglie LA REGINA
della conquista che non compaiono nelle di Edoardo e sorella di Aroldo, appare nella ALL’OPERA
cronache. Costituisce anche un documento scena della morte del sovrano; e una donna Secondo una
tradizione la moglie
di grande importanza per conoscere la vita anonima fugge con il figlio da una casa in di Guglielmo I,
quotidiana dell’XI secolo: mostra i perso- fiamme, a simboleggiare le vittime di guerra. Matilde di Fiandra,
naggi vestiti con gli abiti dell’epoca, intenti a Gli aspetti bellici hanno una certa rilevanza avrebbe ricamato
partecipare alle attività proprie della nobiltà nell’arazzo: sono raffigurati assedi, accam- l’arazzo con le
– come la caccia, i ricevimenti, i banchetti, pamenti e tattiche di combattimento della proprie mani. Olio
di Alfred Guillard.
un’incoronazione o una sepoltura –, spesso cavalleria normanna e della fanteria pesante Bayeux Museum.
nella cornice di edifici stilizzati. inglese. Il tessuto continua a stimolare ancor
Alcune sezioni del tessuto raffigurano la oggi nuovi studi, che ne evidenziano lo status
vita della gente umile, che lavora nei campi di testimonianza storica senza precedenti.
o serve nei palazzi. Le scene in mare o negli FERNANDO LILLO REDONET
arsenali illustrano alcuni aspetti della naviga- FILOLOGO CLASSICO E SCRITTORE

zione e della costruzione di imbarcazioni. Le


RICCARDO SPILA / FOTOTECA 9X12

donne sono poco rappresentate e sempre nei Per SAGGI


Hastings. 14 ottobre 1066.
limiti dei ruoli propri dell’epoca. Nell’opera saperne Storia di una battaglia
di più Antonio Montesanti. Ginevra Bentivoglio
compaiono solo tre figure femminili: una è EditoriA, Roma, 2015.
probabilmente la figlia di Guglielmo, destina- INTERNET
www.bayeuxmuseum.com
ta ad andare in sposa ad Aroldo per rafforzare

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 73


UNA CRONAC A VISIVA
Le pagine seguenti mostrano alcune delle scene centrali dell’arazzo di Bayeux,

1
Aroldo e i suoi uomini cavalcano verso Bosham
nel suo palazzo di londra, il sovrano d’In- La scena seguente illustra il viaggio di Aroldo
ghilterra Edoardo discute con Aroldo 1, che verso Bosham, sulla costa inglese. Da quella
nell’immagine dell’arazzo appare in compa- località attraverserà la Manica per raggiunge-
gnia di un altro personaggio che non è stato re Guglielmo. Preceduto da una muta di cani,
identificato, e gli ordina di recarsi dal duca Aroldo ha un falco sull’avambraccio destro 2
Guglielmo di Normandia per nominarlo suc- ed è in sella a un cavallo nero seguito da vari
cessore al trono inglese. cavalieri 3.

4
DELL’INVASIONE
scelte tra le quasi sessanta che compongono l’intera storia
2
3

2
Guglielmo riceve Aroldo nel suo palazzo
FOTO: JEAN GOURBEIX, SIMON GUILLOT / RMN-GRAND PALAIS

il duca Guglielmo 4 precede Aroldo, che Nella sequenza successiva un ecclesiastico


lo segue con il falco sulla mano. Un uomo ac- con la caratteristica tonsura tocca sulla guan-
coglie i viaggiatori presso la torre d’ingresso. cia una donna 6 situata tra due colonne sor-
All’interno del palazzo, Aroldo discute anima- montate da teste di animali. La scena è poco
tamente con il duca Guglielmo 5, che siede in chiara; l’interpretazione comunemente accet-
trono con la spada in mano ed è accompagnato tata è che si tratti della promessa di matrimo-
da un consigliere. nio tra Aroldo e la figlia di Guglielmo, Aelfgyva.

6
5
1
1

3 Il giuramento e il ritorno di Aroldo


aroldo presta giuramento vassallatico al
duca Guglielmo nella cattedrale di Bayeux,
su due reliquiari 1 e davanti a vari testimoni.
Questa è la scena centrale dell’arazzo ed è il
punto di svolta nell’atteggiamento di Aroldo,
che fino a quel momento si è comportato
nobilmente ma poi non onorerà la parola
data. L’imbarcazione con la vela spiegata 2
conduce Aroldo verso le coste inglesi. Da
una torre di guardia un uomo osserva la nave
mentre altre quattro persone contemplano
da alcune finestrelle 3 il ritorno di Aroldo,
che al suo arrivo si recherà presso la corte di
re Edoardo a Londra.

4
2
3

4 Incoronazione di Aroldo e passaggio della cometa


FOTO: JEAN GOURBEIX, SIMON GUILLOT / RMN-GRAND PALAIS

dopo la morte di re edoardo in una scena L’incoronazione di Aroldo è seguita da un


precedente, Aroldo viene meno al giuramento evento straordinario che viene interpretato
fatto al sovrano inglese e al duca di Norman- come un cattivo auspicio: il passaggio in cielo
dia e si proclama re d’Inghilterra, seduto in di una cometa 5, osservata con ammirazio-
trono con la corona in testa e gli attributi reali ne da un gruppo di persone 6. Alcuni com-
in mano 4. Gli viene anche offerta la spada, mentatori identificano il corpo celeste con la
simbolo del potere regio. cometa di Halley.

6
1

5 Il duca Guglielmo attraversa il canale


informato del tradimento di aroldo, il
duca Guglielmo decide di invadere l’Inghil-
terra. Dopo la presentazione dei preparativi
per l’invasione e dell’organizzazione dell’e-
sercito normanno, c’è una scena di grande
movimento, dove il duca si dirige verso le
navi in sella a un destriero nero 1 seguito
da quattro cavalieri. Diverse navi cariche di
uomini e cavalli 2 affrontano la traversata,
accompagnate da altre 3 più piccole sullo
sfondo che creano un effetto prospettico.
Il duca è a bordo di un «grande vascello»,
come dice la scritta in latino, in una sezione
successiva dell’arazzo.

4
5

8
3

6
La battaglia di Hastings
FOTO: JEAN GOURBEIX, SIMON GUILLOT / RMN-GRAND PALAIS

viene qui rappresentato uno dei momenti centro c’è un altro scontro analogo 5, segui-
più feroci della battaglia: «Caddero inglesi to da una scena molto vivace con una vista
e franchi», dice l’arazzo. I due eserciti sono laterale dei cavalli normanni 6 . La fanteria
armati in modo simile: lunga cotta di maglia inglese si difende su una collina dalla carica
ed elmo conico con protezione nasale. Sulla della cavalleria normanna 7 . Nella frangia
sinistra un inglese armato di ascia affronta un inferiore sono rappresentati i cadaveri di uo-
cavaliere normanno con lancia e scudo 4. Al mini e cavalli 8.

8
1
2

7
6

Il vescovo, il duca e i cavalieri franchi


in un momento di debolezza delle truppe quali lo indica 3. Rincuorati dalla figura del
normanne, il vescovo Oddone 1 incoraggia i loro comandante, i soldati franchi si lanciano
soldati più giovani che stanno fuggendo dallo in una carica decisiva contro la fanteria ingle-
scontro 2. Con l’obiettivo di porre fine alle se, alla caccia dell’autoproclamato re, Aroldo
voci sulla sua morte, il duca Guglielmo con il 4. Nella frangia inferiore si possono vedere
bastone di comando in mano solleva l’elmo gli arcieri normanni 5 e i corpi mutilati dei
per farsi riconoscere dai suoi uomini, uno dei combattenti 6.

7
8

9
4

8
La morte di Aroldo
FOTO: JEAN GOURBEIX, SIMON GUILLOT / RMN-GRAND PALAIS

aroldo cade colpito da una freccia in un I normanni inseguono i fuggitivi inglesi .


occhio. Secondo alcuni commentatori la rap- Nella frangia inferiore appaiono immagini
presentazione della sua morte è suddivisa in di spoliazione dei nemici uccisi in combat-
tre momenti: l’impatto del dardo 7, la cadu- timento . Probabilmente l’arazzo termi-
ta di Aroldo da cavallo 8 e il suo cadavere nava con altre due scene che non si sono
a terra 9 . Ormai privo del suo comandan- conservate, una delle quali rappresentava
te, l’esercito sassone si ritrova allo sbando. l’incoronazione di Guglielmo.
LA CUPOLA DEL DUOMO
La grande cupola che sovrasta la
cattedrale di Santa Maria del Fiore si
erge maestosa su Firenze. Con i suoi
circa 55 metri di diametro è ancor
oggi la più grande del mondo.
SUSANNE KREMER / FOTOTECA 9X12
GIOIELLO DEL RINASCIMENTO

IL DUOMO
DI FIRENZE
Simbolo del potere e della prosperità della città toscana,
la cattedrale di Santa Maria del Fiore stupì il mondo con la
gigantesca cupola progettata da Filippo Brunelleschi
C
hi mai sì duro o sì invido non lo-
dasse Pippo architetto vedendo
qui struttura sì grande, erta so-
pra e’ cieli, ampla da coprire con
sua ombra tutti e’ popoli tosca-
ni, fatta sanza alcuno aiuto di travamenti o di
copia di legname […]?». A quasi sei secoli di
distanza non è ancora svanita l’ammirazione
che nel 1436 Leon Battista Alberti esprime-
va di fronte all’opera di Filippo Brunelleschi
– Pippo per i suoi concittadini. Per dimensioni,
purezza delle linee e sorprendente ingegnosità
dei suoi creatori la cattedrale di Santa Maria del
Fiore è senz’ombra di dubbio una delle gran-
di imprese dell’architettura e dell’ingegneria
rinascimentali.
La costruzione prese avvio nel 1296 e durò 175
anni. Il primo capomastro fu Arnolfo di Cambio,
un architetto la cui opera s’inserisce nell’ambito
del gotico italiano, una versione “temperata”
del gotico diffuso in altre parti d’Europa. Do-
po la sua morte, avvenuta tra il 1302 e il 1310, i
lavori subirono una battuta d’arresto. Nel 1330
l’istituzione incaricata del cantiere, l’Opera del
duomo, passò sotto la direzione dell’Arte della
lana, una delle corporazioni più potenti della
vita politica fiorentina, che finanziò la ripresa
dei lavori. Da quel momento diversi architetti
si succedettero nel ruolo di capomastro. Tra
questi Andrea Pisano, che nel 1337 intraprese
l’edificazione del campanile secondo il progetto
originale di Giotto di Bondone. Nel 1348 i lavori
s’interruppero di nuovo a causa della grande
ALINARI ARCHIVES / GETTY IMAGES
SC

A,
AL

FIR
EN
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RITRATTO DI FILIPPO BRUNELLESCHI IN UN RILIEVO CONSERVATO


ALL’INTERNO DELLA CATTEDRALE DI SANTA MARIA DEL FIORE.

84 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


LA PERLA DI FIRENZE
In questa veduta aerea di Firenze
spicca la grande cupola della
cattedrale, con i suoi 114 metri
di altezza. La facciata dell’edificio
è orientata verso il battistero e
alla sua destra si erge il campanile
di Giotto, alto 84,70 metri.
epidemia di peste, che colpì molto duramente
Firenze. Nonostante gli sforzi per importare
manodopera straniera, nel 1355 erano state ter-
minate solo le pareti laterali e una parte della
facciata principale. In quell’anno Francesco Ta-
lenti, al quale nel frattempo era stata affidata la
direzione dei lavori, propose un ampliamento
delle dimensioni originali della navata princi-
pale. Tale progetto fu approvato due anni dopo.

Modello persiano
Nel 1359 Talenti cedette il passo a Giovanni di
Lapo Ghini, che si trovò di fronte al problema di
elaborare una cupola adatta a ricoprire la crocie-
ra disegnata da Di Cambio. Ghini propose una
soluzione in stile gotico tradizionale, con pareti
sottili sorrette esternamente da una nervatu-
ra di contrafforti. L’architetto fiorentino Neri
di Fioravanti presentò invece un progetto che
si distingueva dai modelli utilizzati in Europa
settentrionale in quanto era privo di sostegni
esterni. La struttura da lui immaginata si reg-
geva tramite l’utilizzo di anelli in pietra e legno,
che come i cerchi in ferro delle botti avrebbero
impedito alla cupola di cedere alla spinta laterale.
A differenza della proposta più tradizionale
di Giovanni di Lapo Ghini, quella di Neri di Fio-
ravanti suscitò grandi discussioni perché non
prevedeva il ricorso ai tipici elementi gotici. Nel
1367 l’Opera del duomo deliberò a favore dell’i-
dea di Neri, con una riserva: i pilastri del tran-
setto sarebbero stati ampliati e la cupola avrebbe
avuto un diametro di 55 metri. La soluzione del
Fioravanti era a doppia calotta, prevedeva cioè
la costruzione di due strati sovrapposti, uno
interno di maggiore robustezza e un secondo
più leggero che sarebbe servito da protezione
contro le intemperie. Non era la prima volta che
in Europa si adottava questa formula, originaria
della Persia e molto popolare nell’architettu-
ra islamica. La proposta di Neri prevedeva una
cupola ottagonale suddivisa in otto spicchi di
pietra e dal profilo ogivale, che avrebbe raggiun-

Nel 1418, una volta conclusi i


lavori del tamburo, fu indetto
PIETRO CANALI / FOTOTECA 9X12

un concorso per la costruzione


della cupola che fu vinto da
Filippo Brunelleschi
86 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
IL BATTISTERO DI SAN GIOVANNI
Situato di fronte alla facciata del
duomo, il battistero fu iniziato forse
nel IV secolo. È a pianta ottagonale
e ha tre porte bronzee: una
realizzata nel XIV secolo da Andrea
Pisano, le altre due terminate da
Lorenzo Ghiberti nel XV secolo.
to i 91 metri di altezza, diventando così la più
grande cupola della storia occidentale.
Fioravanti concretizzò la sua idea in un mo-
dello in mattoni, di circa 4 metri di altezza per 9
di lunghezza, che fu esposto all’interno del can-
tiere della cattedrale a indicare che i futuri lavori
non avrebbero dovuto discostarsi dal progetto
originale. Ogni anno l’Opera del duomo e i suoi
architetti erano obbligati a confermare il loro
impegno prestando giuramento davanti a esso
con una mano sulla Bibbia. Il problema era che
nessuno sapeva come realizzare un’impresa così
eccezionale. Così nel 1418, una volta terminata
la costruzione del tamburo alla base della cu-
pola, fu indetto un concorso per decidere come
concludere l’opera. A sfidarsi furono due celebri
artisti: Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi. L’UOVO DI BRUNELLESCHI
Filippo Brunelleschi dimostra
Brunelleschi vince il concorso ai membri dell’Opera del duomo
Nel 1418 Filippo Brunelleschi aveva 41 anni ed la fattibilità del suo progetto. Olio
di Giuseppe Fattori. XIX secolo.
era un rinomato maestro orafo. Era nato a Firenze Palazzo Pitti, Firenze.
nel 1377, dieci anni dopo la votazione a favore del
progetto di Neri di Fioravanti cui aveva preso par-
te anche suo padre. Di fatto la casa della famiglia
Brunelleschi si trovava proprio di fronte al can-
tiere della cattedrale. Non è difficile immagina- Cronologia dei lavori
re l’infanzia e la giovinezza di Pippo all’ombra 1059–1170
Finisce la costruzione
crescente di Santa Maria del Fiore e davanti al del battistero, insieme
modello di quella cupola così piena di incognite. all’antica chiesa di
Santa Reparata
Brunelleschi partecipò anche al concorso
del 1401 per il battistero di San Giovanni. La ROMANICO GOTICO

prima delle tre porte in bronzo era stata rea-


lizzata tra il 1330 e il 1336 da Andrea Pisano,
capomastro della cattedrale, e ora si cercava
un progetto scultoreo più monumentale per
la seconda porta, quella nord. In quel caso la
sfida fu vinta da Lorenzo Ghiberti; Brunelle-
schi, sconfitto, si trasferì con l’amico Donatello
a Roma, dedicando i quindici anni successivi
SOPRA: AKG / ALBUM. SOTTO: ALAMY / ACI. ILLUSTRAZIONE: FERNANDO BAPTISTA / NGS

allo studio della città, seppur tornando spesso


a Firenze. Tra il 1416 e il 1417 l’architetto tornò
definitivamente nella sua città, dove si stabilì
nella vecchia casa di famiglia. Poco dopo il suo
arrivo, l’Opera del duomo gli commissionò i
disegni della cupola a partire dal modello in
mattoni. Il concorso del 1418 doveva stabilire
il sistema con cui procedere alla realizzazione
del progetto di Fioravanti. Tra i favoriti, oltre a
Brunelleschi, c’era il suo rivale Ghiberti. Una
delle possibili soluzioni prevedeva il ricorso a
una centinatura in legno, ovvero un sistema

88 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


1296 1359 1420 1471
Inizia la Termina la Costruzione Finisce la
costruzione  costruzione della cupola costruzione
della cattedrale del campanile della cupola

RINASCIMENTO

1377 1402 1418 1446


Nasce a Firenze Brunelleschi si Brunelleschi partecipa al concorso Muore
Filippo Brunelleschi sposta a Roma per la costruzione della cattedrale Brunelleschi

IL SEGRETO DELLA CUPOLA


Una cupola BRUNELLESCHI era noto per mantenere la massi- nessero pubblicamente le proprie soluzioni, ma
immaginaria ma segretezza sui suoi progetti. Non sono molti Brunelleschi si rifiutò e propose in alternativa una
Nel cappellone degli i bozzetti della sua opera arrivati fino ai giorni prova di abilità: si sarebbe aggiudicato la vitto-
Spagnoli di Santa nostri. I pochi disegni conservati furono realiz- ria chi fosse riuscito a far stare in piedi un uovo
Maria Novella, a zati da collaboratori come Taccola o Bonaccorso su un tavolo di marmo. Dopo aver contemplato
Firenze, c’è un affresco Ghiberti, che videro in azione i paranchi e i mon- il fallimento dei suoi avversari, Brunelleschi si
che raffigura il duomo tacarichi utilizzati durante la costruzione della limitò a schiacciare la parte inferiore del guscio
con una cupola che cattedrale e ne descrissero il funzionamento, picchiettandola contro il tavolo: l’uovo restò
non esisteva ancora. ma nulla si sa dell’origine di queste macchine. dritto. Quando gli fecero notare che così erano
L’opera di Andrea di La riservatezza di Brunelleschi era tale che non capaci tutti, Filippo rispose che era lo stesso per
Bonaiuto risale infatti volle rivelare all’Opera del duomo alcun dettaglio quanto riguardava la cupola: se avesse rivelato
al 1355, 65 anni prima su come intendeva realizzare la cupola. Narra i suoi segreti tutti avrebbero potuto costruirla.
dell’inizio dei lavori un aneddoto che durante il concorso del 1418 Alcuni attribuiscono invece l’aneddotto ad altri
di Brunelleschi. l’istituzione pretese che i partecipanti espo- personaggi, ad esempio a Cristoforo Colombo.
FACCIATA NEOGOTICA
La prima facciata della cattedrale fu demolita tra
il 1587 e il 1588 per ordine del granduca Francesco I
de’ Medici, in quanto considerata obsoleta. La
parte frontale della chiesa rimase spoglia fino al
1887, quando fu completamente ricostruita in stile
neogotico su un progetto di Emilio de Fabris
basato sul disegno originale di Giotto.
JUSTIN FOULKES / FOTOTECA 9X12
di sostegno centrale che tenesse in piedi le
pareti durante la fase di costruzione. Un’al-
ternativa era quella di riempire la crociera di
terra per creare un cumulo di oltre 90 metri su
cui poggiare la cupola. Questa tecnica era già
stata usata in altre opere romaniche e gotiche,
e intorno al 1496 sarebbe stata impiegata an-
che nella cattedrale francese di Troyes, dove fu
eretto un cumulo di 30 metri di altezza. L’Ope-
ra del duomo respinse con sdegno tali ipotesi.
Brunelleschi aveva una proposta molto di-
versa: avrebbe costruito la cupola senz’alcun
sistema di supporto. Questa idea fece grande
scalpore, perché nessuno sapeva come avrebbe
fatto. Sebbene l’architetto fiorentino avesse
deciso di non rivelare alla commissione i se-
greti tecnici alla base del suo approccio, il suo
prestigio e la sua esperienza in precedenti in-
carichi svolti per l’Arte della lana gli valsero la
vittoria. Nel 1420 fu scelta la sua soluzione,
a condizione che si spartisse la direzione dei
lavori con Lorenzo Ghiberti. Ma il suo rivale
era ormai in una posizione di secondo piano.

Tagli e sabotaggi
Nello stesso anno venne redatto un memo-
randum in dodici punti che elencava i principi
fondamentali del progetto. Nel testo si menzio-
navano le dimensioni degli anelli strutturali e
della doppia calotta, così come l’imperativo di
costruire la cupola «sanza alcuna armatura».
Ma ancora una volta non venivano definite le
modalità operative. In mancanza di documenti
che descrivano con esattezza quale fu il proce-
dimento seguito, tutto ciò che sappiamo è stato
dedotto dall’osservazione e dall’analisi a poste-
riori. All’inizio dei lavori la fazione di Ghiberti
ricorse a vari stratagemmi per sabotare la pro-
posta di Brunelleschi. Questi fu più volte ac-
cusato di non essersi attenuto alle disposizioni
del progetto originale di Fioravanti; la sua opera
fu tacciata di problemi strutturali e criticata
per non avere abbastanza finestre. Ma nessuna

Brunelleschi fece una proposta


che lasciò tutti di stucco:
PIETRO CANALI / FOTOTECA 9X12

avrebbe costruito
la cupola senza alcun
sistema di sostegno
92 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
L’INTERNO DELLA
CATTEDRALE
I marmi colorati che
decorano i pavimenti
di Santa Maria del
Fiore risalgono al XVI
secolo e sono opera
degli architetti Baccio
d’Agnolo, Giuliano
di Baccio d’Agnolo e
Francesco da Sangallo.
LA CUPOLA
Il 7 agosto 1420 i muratori, gli Data di Forme e linee
costruzione La proposta del Brunelleschi rispetta il progetto
scalpellini e gli altri lavoratori salirono
1471 originale di Neri di Fioravanti, che prevedeva
sul tamburo della cattedrale di Santa 114 metri
dal suolo una cupola a sezione ogivale. Gli archi seguono
Maria del Fiore. Ammirando Firenze la regola del quinto acuto, cioè il raggio della
stendersi davanti a loro, consumarono loro curvatura è quattro quinti del diametro
di base, e i rispettivi centri sono posti a un
una colazione a base di pane, melone
quinto di diametro dagli angoli dell’ottagono
e vino Trebbiano. Questo particolare interno. Il tamburo, separato ai vertici da
rituale segnò l’inizio dei lavori di elementi di pietra, è privo di un centro
costruzione della cupola. esatto, un’irregolarità probabilmente
dovuta ad alcune imprecisioni in fase
di costruzione.
Il progetto
La cupola di Santa Maria del Fiore si erge su Raggio di curvatura
un tamburo ottagonale in pietra 1, dotato di
grandi finestre circolari su ogni lato. Tra la base
e la cuspide ci sono quattro catene di pietra
arenaria rinforzate con ferro 2, che insieme a
Lanterna
una serie di anelli di legno ingabbiano la struttura 1 4
impedendo che si apra verso l’esterno. La cupola 4 2 3
è sormontata da un oculo 3 e da una lanterna 4,
completata nel 1461. La sfera dorata (realizzata
da Andrea del Verrocchio) fu collocata sopra 3
la lanterna il 27 maggio del 1471. Diametro
Gravità
55 metri
1436
Oculo

Particolari nascosti
La cupola è composta Uno scheletro resistente
da diversi milioni di mattoni. La base della cupola tende
Sotto le tegole esterne a cedere verso l’esterno per
di terracotta e l’intonaco effetto della gravità. Per ridurre
interno si nascondono questa tensione, Brunelleschi
dettagli importanti. Gli collegò la calotta interna alla
esperti hanno scoperto Tegole Livello 4 copertura esterna tramite dei
per esempio che i mattoni Per arrivare robusti archi verticali in muratura.
hanno forme diverse a alla lanterna, Gli angoli vennero rinforzati
seconda della posizione. i visitatori con degli anelli orizzontali.
percorrono
Mattoni una scala che
si snoda tra
i pianerottoli
Gesso
1433 che ci sono
in questi livelli.
Ipotetica
Livello 3 Arco verticale Spinta laterale
trave di pietra
di mattoni

2
Anelli di
mattoni
Volta esterna

Volta interna
1426

1422
Livello 2

Trave di legno

Scala

Livello 1

FERNANDO BAPTISTA / NGS


LA COSTRUZIONE DELLA CUPOLA
LA PROPOSTA DI COSTRUIRE la cupola senza mattoni a spina di pesce, 2 che permetteva
l’ausilio di centine di legno rappresentava di connettere ogni nuovo anello di laterizi al
una sfida inedita per la Firenze del XV secolo. precedente, prevenendo il rischio di distacco
Brunelleschi confidava che utilizzando le durante la fase di presa della malta. In terzo
tecniche corrette la struttura si sarebbe luogo il piano di posa dei mattoni non era
sostenuta da sé. A questo scopo ricorse a orizzontale ma si inclinava progressivamente
quattro strategie principali. In primo luogo, verso l’interno della cupola. Questa tecnica in
sia la calotta interna sia quella esterna furono apparenza rischiosa permise di massimizzare
suddivise in due sezioni. Quella inferiore è la superficie di frizione tra i diversi strati della
in pietra e va dal tamburo fino a circa 14,5 costruzione, evitando che gli elementi interni
metri di altezza 1 . Quella superiore è in si staccassero per mancanza di un punto di
mattoni e il suo spessore diminuisce mano appoggio. Infine Brunelleschi utilizzò dei
a mano che procede verso l’alto per ridurre costoloni interni per collegare i due strati della
il carico sugli anelli inferiori. La seconda cupola e degli archi verticali di pietra e mattoni
strategia fu il ricorso alla disposizione dei per contenere la struttura dall’esterno.

Calotta
interna

60°
Mattoni verticali
Nella parte superiore,
il muro raggiunge un angolo 2
massimo di 60 gradi.
Mattoni verticali disposti ad
angolo verso il centro

La disposizione dei mattoni


La spina di pesce (in latino, opus
Probabile localizzazi- Mattoni
one delle impalcature spicatum) è una tecnica utilizzata
fin dall’antichità a scopo decorativo.
Pietra
Brunelleschi la applicò alla cattedrale
1 con un obiettivo strutturale. Gli archi
obliqui a spina di pesce dividono gli
anelli orizzontali di mattoni in segmenti
separati l’uno dall’altro e allo stesso
tempo li collegano alle sezioni inferiori
della cupola. Ciò rende possibile costruire
ogni segmento in modo indipendente,
limitando i rischi di crolli. Una volta
terminato un anello orizzontale, prima
di procedere con lo strato successivo si
collocano altri mattoni a spina di pesce.
FERNANDO BAPTISTA / NGS
La lanterna
Santa Maria del Fiore fu consacrata nel
1436. Nello stesso anno venne bandito
un concorso per il progetto della lanterna,
l’elemento terminale della cupola destinato
a filtrare la luce che entra attraverso l’oculo.
Vinse Brunelleschi seguito da Ciaccheri, un
suo ex collaboratore che avrebbe proseguito
i lavori dopo la morte del maestro. La
lanterna, anch’essa a pianta ottagonale,
presenta dei contrafforti a sostegno degli
otto pilastri in corrispondenza dei costoloni
della cupola ed è dotata di otto finestre.
ZE
EN
FIR
A,
AL
SC

SCA
LA
, FI
REN
ZE

I paranchi
Brunelleschi è particolarmente noto per le
sue macchine, cui ricorse sia per la cupola
del duomo sia in altri contesti civili e militari.
I paranchi e i montacarichi utilizzati a Santa
Maria del Fiore avevano complessi ingranaggi
a trazione animale e sistemi di arresto che Carga
impedivano la caduta dei blocchi di arenaria.
Per la costruzione della lanterna furono usati
esemplari di dimensioni ridotte pensati
per essere azionati dalla forza umana, con
meccanismi di precisione che consentivano
di collocare i conci con grande accuratezza.
FERNANDO BAPTISTA / NGS
di queste controversie riuscì a delegittimare la
sua soluzione, e nel 1426 fu approvato il prose-
guimento dei lavori senza strutture ausiliarie.
Nel 1429 il peso della cupola provocò l’apertu-
ra di alcune crepe, rendendo necessari interventi
di rinforzo con anelli di ferro e legno. Brunelle-
schi propose anche la costruzione di un nuovo
circolo di cappelle che avrebbe dovuto migliorare
la resistenza dell’edificio, ma l’Opera del duomo
non l’approvò. Gli anni trenta del quattrocen-
to furono un periodo di crisi economica, tagli
salariali e carenza di materiali da costruzione.
Ciononostante i lavori andarono avanti e nel
1436 il papa poté consacrare il duomo.

La conclusione dei lavori


Nello stesso anno fu assegnato a Brunelleschi
anche il progetto della lanterna che doveva com-
pletare la sommità della struttura, ma questi
morì nel 1446 senza vedere la conclusione della
sua opera, che venne terminata nel 1471, quando
venne collocata la palla dorata sopra la lanterna
(conclusa nel 1461 da Antonio Ciaccheri). Nel
XVI secolo furono eseguiti nuovi interventi,
tra cui la spettacolare decorazione interna della
cupola. L’affresco, raffigurante il giudizio uni-
versale, fu realizzato principalmente da Giorgio
Vasari tra il 1568 e il 1574, anno della sua morte, e
quindi concluso da Federico Zuccari con l’aiuto
di Vincenzo Borghini nel 1579. La facciata della
cattedrale, ancora incompiuta, fu oggetto di pro-
poste e dibattiti per tutto il XVI secolo. Alla fine
fu demolita nel 1587 su ordine di Francesco I de’
Medici. Venne ricostruita nel 1887, in base a un
progetto neogotico che mirava a recuperare i det-
tami stilistici proposti da Giotto cinque secoli
prima. La tradizione vuole che sotto il duomo
siano sepolti Giotto, Andrea Pisano, Arnolfo di
Cambio e Filippo Brunelleschi. Anche se negli
scavi del 1972 è stata rinvenuta solo la tomba di
quest’ultimo, è affascinante pensare che i grandi
precursori del Rinascimento riposino accanto
alla loro opera immortale.
MANUEL SAGA
ARCHITETTO E SCRITTORE

Per SAGGI
GUIDO BAVIERA / FOTOTECA 9X12

La cupola del Brunelleschi.


saperne Ross King. BUR, Milano, 2009.
di più VIDEO
La cupola del Brunelleschi su
National Geographic
https://www.youtube.com/watch?v=
6ecKKg1Rn1w

98 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


GLI AFFRESCHI
DELLA CUPOLA
Cosimo I de’ Medici
commissionò
la decorazione
dell’interno della
cupola a Giorgio
Vasari. Alla morte
di quest’ultimo, gli
affreschi furono affidati
a Federico Zuccari che
li concluse nel 1579.
LE CUPOLE Tempo di costruzione
dell’edificio

PIÙ GRANDI Costruzione della


cupola, se nota

DEL MONDO
La storia delle grandi cupole è un costante
susseguirsi di influenze incrociate. Il Pantheon
di Roma, la cui struttura superiore è alleggerita
mediante il ricorso ad anfore vuote, o la cupola
sorretta da pennacchi di Santa Sofia a Istanbul
hanno influenzato architetture di luoghi e stili
molto diversi. La cupola del duomo di Firenze
riprende elementi di entrambi i monumenti,
ma ricorre anche a soluzioni innovative, come
la doppia calotta e i costoloni intermedi, che
Santa Sofia
le permettono di raggiungere dimensioni mai L’enorme cupola si erge
viste prima. Nemmeno la cupola di San Pietro, sopra la navata centrale
opera di Michelangelo e discendente diretta del ed è sorretta da quattro
capolavoro di Brunelleschi, riesce a eguagliarla. giganteschi pennacchi, che
a loro volta poggiano su
quattro pilastri. VI secolo.
5 anni, 10 mesi

Pantheon di Roma circa 2 anni


È formata da cinque file
di cassettoni decrescenti
e culmina con un oculo di Diametro
massimo
quasi 9 metri di diametro.
Fu costruita nel II secolo d.C.
circa10 anni

Forma
attuale
Cemento Mattoni Copertura
Angolo di visione
e malta di piombo
Copertura dell’illustrazione
di bronzo

32 m

43,3 m
FERNANDO BAPTISTA / NGS
San Pietro a Roma
Michelangelo Buonarroti
Duomo di Firenze
progettò la cupola nel 1547.
La cupola di Santa Maria
Il suo discepolo Giacomo
del Fiore è la più grande del
della Porta la portò a termine
mondo. Fu iniziata da Filippo
sotto Sisto V (1585-90).
Brunelleschi nel 1420 e si
concluse nel 1471. 120 anni

circa 5 anni
175anni

51 anni

Mattoni e
malta con
copertura di
Mattoni e piombo
malta

50 m

Taj Mahal
Tra i vertici dell’architettura moghul
dell’India settentrionale, fu eretto
16 anni
nel XVII secolo per ordine di Shah
Jahan. La cupola fu progettata circa 5 anni
dall’ottomano Ismail Khan.
Copertura
55 m di marmo
Mattoni

28,4 m
SCIENZA E FINZIONE
Jules Verne, qui in una foto
colorizzata del 1880, sosteneva
che ogni dato geografico e
scientifico contenuto nelle sue
opere «è stato esaminato nel
dettaglio ed è sicuramente
esatto». Nella pagina seguente,
copertina di un’edizione di
Dalla Terra alla Luna, del 1865.
FOTO: AKG / ALBUM
JULES
VERNE
LO SCRITTORE VISIONARIO

Nei suoi popolarissimi


romanzi di avventure,
Jules Verne raccontò i due
grandi sogni del XIX secolo:
l’esplorazione del mondo e
il progresso tecnologico
L e biografie di Jules Verne raccontano un aneddoto,
probabilmente apocrifo, sul fatto che sin da pic-
colo fosse attratto dall’avventura. Dicono, infat-
ti, che a undici anni scappò di casa per arruolarsi
come mozzo sulla nave mercantile Coralie e che il padre lo
fece scendere poco prima che questa salpasse per l’India.
A destare, però, la sua passione letteraria furono le storie
che gli raccontava la maestra di scuola, mo- traffico dei carichi di ebano» della sua città.
glie di un marinaio, così come la vista del Negli anni del liceo, durante i quali vinse un
molo dalla sua finestra. Quella selva di al- premio di geografia, prese a collezionare ri-
beri maestri, di bandiere colorate e il viavai viste scientifiche. Divorò libri di avventure,
degli uomini sui pontili gli fecero sognare di come Robinson Crusoe e Ivanhoe, e dedicò
avventurarsi per mari inesplorati. poesie al suo primo amore, mademoiselle
Jules Verne era nato in una famiglia bor- Caroline. Il rifiuto della giovane, promessa
ghese di Nantes, sulla Loira, l’8 febbraio del sposa a un visconte, frenò la vena artistica
1828. Suo padre, Pierre Verne, era notaio, di Verne che, deluso, accettò il consiglio pa-
erede di una stirpe di avvocati. La madre, terno di studiare legge a Parigi. Per recarvisi
Sophie Allotte, apparteneva a una casta di viaggiò su due mezzi di trasporto che lo af-
militari. La casa di famiglia si trovava in un fascinarono particolarmente: il piroscafo, o
quartiere esclusivo della città nella quale la nave a vapore, e il treno.
maggior parte dei lussuosi palazzi apparte-
neva ad armatori di navi. Per quegli uomini, La vita parigina
arricchitisi grazie all’“oro nero” della tratta Lo scrittore arrivò così a Parigi nel 1847, alla
degli schiavi, il XVIII secolo fu un periodo vigilia della rivoluzione liberale che avrebbe
di particolare splendore: il vicino porto era rovesciato il re Luigi Filippo I e proclamato
infatti lo scalo dei vascelli negrieri diretti la repubblica democratica. Malgrado il fer-
verso gli Stati Uniti. Ancora oggi, sulle fac- mento politico, Verne si limitò a frequentare
ciate degli edifici si possono osservare le de- la bohème del Quartiere latino che, al tra-
corazioni predilette di questi commercianti: monto del Romanticismo, ammirava Balzac,
bassorilievi di esseri mitologici, di indiani, Hugo e Musset; si introdusse nel salotto
di africani e perfino di membri della famiglia letterario di madame de Barrère ed entrò in
del mercante. In Un capitano di quindici anni contatto con Alexandre Dumas figlio, che
(1878) lo scrittore condannò «l’abominevole gli diede qualche suggerimento. Grazie al

C R O N O LO G I A

NANTES, 1828
Jules Verne nasce
1847
Si trasferisce a Parigi,
PARIGI, l’8 febbraio a Nantes.
Dopo gli studi superiori
dove entra in contatto
con gli intellettuali e i
AMIENS il padre lo convince a
studiare legge.
bohémien della città.
Conosce Dumas figlio.

UN PASSATO INFAMANTE. QUESTO BASSORILIEVO SU UNA FACCIATA A NANTES RICORDA LA TRATTA DEGLI SCHIAVI CHE ARRICCHÌ LA CITTÀ. ALAMY / ACI
RIVOLUZIONE E REPUBBLICA
Verne fu testimone degli eventi
che portarono all’abdicazione di
Luigi Filippo I nel 1848. Quest’olio
di Eugène Hagnauer evoca la
confusione seguita all’attacco
del palazzo delle Tuileries.

1863 1872 1886 1905


Dopo il successo di Cinque Ormai celebre, e dopo Il nipote, un uomo Jules Verne muore a
settimane in pallone, firma aver ricevuto la Legion disturbato, gli spara due 77 anni. Al suo funerale
un contratto con l’editore d’onore, si stabilisce ad colpi. Verne rimane zoppo. partecipano migliaia di
Hetzel che lo obbliga a Amiens in compagnia Più avanti muoiono la persone, nonché autorità
BRIDGEMAN / ACI

scrivere due libri all’anno. della famiglia. madre e Hetzel. francesi e straniere.
di borsa finché, a 24 anni, entrò nella reda-
zione della rivista letteraria Musée des famil-
les per occuparsi della sezione scientifica.
Più avanti conobbe Honorine Deviane,
una vedova di Amiens che aveva due figlie,
e la sposò nel 1857. Il matrimonio non gli
apportò la stabilità che avrebbe voluto. Sentì
piuttosto che lo soffocava e quindi, per sfug-
gire alla monotonia del focolare, viaggiò in
Scozia, Norvegia e Danimarca. La coppia eb-
be un figlio, Michel, che gli diede non pochi
grattacapi perché, pur divenendo in seguito
uno scrittore accettabile, non cessò di de-
ludere i genitori e scandalizzarli per le sue
storielle con attrici, da una delle quali ebbe
un figlio illegittimo.

Lo scrittore incontra l’editore


Nel 1862 avvenne un incontro decisivo. Jules
Verne consegnò all’editore Pierre-Jules
Heztel un manoscritto che univa letteratu-
ra e divulgazione scientifica. Si trattava di
Cinque settimane in pallone, descrizione dei
voli dell’amico Nadar. Il libro si rivelò un
successo senza precedenti. Lo stesso Verne
UNA DELLE PRIME lo avrebbe riferito con queste parole: «Ho
FOTOGRAFIE AEREE DI
PARIGI, REALIZZATA DA appena scritto un romanzo in una forma
NADAR FORSE NEL 1865 nuova, un’idea tutta mia. Se avrà succes-
(ANCHE SEXXXXXXXX
VI COMPARE
LA DATA DEL 1858). so, aprirà un nuovo filone, ne sono sicuro».
Hetzel la vide allo stesso modo. Quando
BRIDGEMAN / ACI
però lo scrittore gli portò un manoscritto
futuristico intitolato Parigi nel XX secolo,
UNA MACCHINA suo appoggio, infatti, scrisse opere teatrali, l’editore lo rifiutò perché gli sembrava pes-
VOLANTE
racconti brevi e libretti d’opera e, contro la simista e molto tecnico. «Darebbe l’impres-
Nel Padrone del
mondo Verne volontà paterna, rinunciò a lavorare come sione che quello del pallone sia stato solo un
immaginò un avvocato. Al Cercle de la presse scientifique caso felice», gli disse, e consigliò a Verne di
veicolo che strinse amicizia anche con il famoso Nadar. tornare al suo stile originale.
viaggiava via Il fotografo aereo, che nel 1862 avrebbe im- L’astuto Hetzel gli propose un contrat-
terra, mare e
aria: lo Spavento.
mortalato la Ville Lumière da una mongol- to sostanzioso che, però, scritte in piccolo
Nell’immagine, in fiera, contagiò Verne con la sua passione imponeva clausole infami. Verne si impe-
una ricostruzione, per il volo aerostatico. Furono quelli anni di gnava a scrivere due romanzi all’anno per
ad ali spiegate. fame, destinati a causargli dei problemi di- la casa editrice in cambio di 20.000 franchi
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO
gestivi cronici, ma anche di annuali per i diritti d’autore. Una somma
frenetiche letture. Lo scrit- senz’altro elevata, che però condannò l’au-
tore alternava libri di mate- tore a una produzione letteraria a cottimo
matica e di astronomia ad per il resto della sua vita. Alla ricerca di
altri come L’incomparabile av- tranquillità per poter scrivere al ritmo fre-
ventura di un certo Hans Pfall, netico imposto dal contratto con Hetzel,
di Poe, che racconta un viaggio l’autore si stabilì ad Amiens, lontano dal
in pallone aerostatico sulla luna. «rumore insopportabile» e dall’«agitazione
Dopo un impiego come segretario sterile» di Parigi. Nella calma del suo studio
nel Théâtre Lyrique, lavorò come agente lavorava dalle cinque alle undici. La casa si
LA CONQUISTA
DEI CIELI
Anche se si servì
della mongolfiera
per fotografare Parigi,
Nadar credeva, al
pari di Verne, che il
futuro dell’aviazione
risiedesse in oggetti
più pesanti dell’aria,
spinti da eliche o
potenti motori.
ATELIER DE NADAR / RMN-GRAND PALAIS
La Casa della Torre, ghiaccio nella parte occidentale degli Stati
Uniti e in Siberia.
studio dello scrittore Verne concepì la maggior parte delle sue
opere di avventura, poi raccolte nella collana

V
Viaggi straordinari, nella calma di Amiens.
ERSO LA FINE DELLA SUA VITA, Jules Verne si stabilì
E scrisse fino all’anno della sua morte, nel
nella Casa della Torre, chiamata così per via dell’alta
torre che la sovrasta. Qui visse 18 anni, e qui ha sede 1905. Nel prologo alle Avventure del capi-
il museo dedicato all’autore. L’architettura in ferro e tano Hatteras (1864-1865), Hetzel affermò
vetro, tipica della seconda metà del XIX secolo, è simile a quella che l’obiettivo della collana consisteva nel
propugnata nelle esposizioni universali. Si accede alla casa tramite «riassumere tutte le conoscenze geogra-
un giardino d’inverno, dove lo scrittore in genere riceveva i suoi fiche, geologiche, fisiche e astronomiche
ospiti. Al pianterreno si accumulate dalla scienza moderna e riscri-
possono visitare diver- vere, con la forma che le è propria, la storia
si salotti decorati con i dell’universo».
ritratti dei proprietari.
Libri di “robinsonate”, Viaggi straordinari e progresso
ispirati cioè a Robinson
I primi libri, di piccolo formato, usciro-
Crusoe, e sue opere tea-
trali ricordano la gioventù
no a puntate sul Magasin d’Education et de
dello scrittore. Al piano Récréation. Tuttavia, ben presto Hetzel si re-
superiore si trova lo stu- se conto che avrebbero avuto successo pure
dio di Jules Verne, dove in un formato più grande e con una coperti-
un mappamondo, cartine, na illustrata. Nacque così l’idea delle celebri
libri e incisioni guidano copertine dei Viaggi straordinari, concepite
il visitatore nell’universo grazie alla tecnica del cartonaggio, che con-
dello scrittore francese. sisteva nel rilegare i libri con una copertina
di cartone, poi foderata da una tela ricca-
LA CASA DI JULES VERNE
AD AMIENS, CON LA TORRE mente decorata. La popolarità dei romanzi di
CHE LE DÀ IL NOME.
ALAMY / ACI
Verne spinse l’editore a imitare l’estetica dei
libri e a rinnovarla secondo i gusti del pub-
blico. Le prime opere dei Viaggi straordinari
sono un inno alla felicità che il progresso
avrebbe comportato per gli uomini, e a rag-
trovava vicino alla stazione, e quindi di giungere tale conquista sociale avrebbero
tanto in tanto si recava nella capitale o contribuito la scienza e la sua divulgazione
al porto di Le Crotoy, dove scioglieva tramite i romanzi. Lo scrittore, infatti, univa
gli ormeggi alla sua barca – ne ebbe tre, nelle sue opere le letture romantiche della
tutte con il nome di Saint Michel – per gioventù, le idee del Socialismo utopico e
dedicarsi alla navigazione, il suo grande del Positivismo basato sulla ragione.
amore. Verne si integrò appieno nella Le storie di Verne comparvero in un mo-
vita sociale della città e divenne consi- mento di ottimismo collettivo, favorito dalla
gliere per l’educazione, i musei e le fe- Rivoluzione industriale in Francia e dalla
ste. Tra i suoi apporti, si può contare la stabilità politica del governo di Napoleo-
costruzione di un circo, commissionato ne III. Per questo i protagonisti dei viaggi
all’architetto Émile Ricquier, discepolo sono sempre esploratori che hanno un at-
di Eiffel. La passione circense si rifletté teggiamento positivo, e ai quali le macchine
nel romanzo César Cascabel (1890), che migliorano la vita.
racconta le peripezie in carretta di una In Cinque settimane in pallone, il saggio
famiglia di saltimbanchi, i quali cercano inglese Samuel Fergusson percorre in com-
di tornare nella natia Francia passando pagnia di un servitore e di un amico il con-
attraverso i luoghi vergini e i deserti di tinente africano a bordo di una mongolfiera
gonfiata a idrogeno. In Ventimila leghe sot-
COPERTINA DEL ROMANZO LE AVVENTURE DI ETTORE SERVADAC
(1877), CHE RACCONTA UN VIAGGIO NEL SISTEMA SOLARE. to i mari (1869), il biologo francese Pierre
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO

108 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


PIERRE-JULES HETZEL IN UNA
FOTOGRAFIA DI NADAR, 1865
CIRCA. L’EDITORE SOTTOPONEVA
LE OPERE DI VERNE A UN RIGIDO
CONTROLLO PER ASSICURARNE
IL SUCCESSO COMMERCIALE, E
PRETENDEVA DALL’AUTORE UN
RITMO SERRATO DI LAVORO.
ADOC-PHOTOS / ALBUM

Hetzel, molto più


di un editore
PIERRE-JULES HETZEL, l’ateo e progressista editore di Jules Verne, era
agli antipodi ideologici dell’autore, sebbene entrambi condividessero
il proposito di diffondere la scienza tra le masse. Hetzel aveva parte-
cipato alla Rivoluzione del 1848 e ai governi della Seconda repubblica
francese; nutriva, inoltre, una fede cieca nell’educazione dell’infanzia,
che doveva essere laica, gratuita e obbligatoria. Hetzel fu più di un
editore per Verne. L’autore scriveva i manoscritti lasciando metà del
foglio libero per le correzioni, molte volte suggerite dallo stesso editore,
il quale si spinse persino a cambiare il finale delle Avventure del capitano
Hatteras, impedendo così che questi si suicidasse, come invece voleva
Verne. L’atteggiamento dello scrittore si può evincere dal carteggio
tra i due: «Sarò sempre disposto a modificare quanto necessario»,
ammetteva a metà degli anni sessanta Verne, che firma una lettera
del 1867 come «il suo Verne, che lei ha inventato».
PAGINA MANOSCRITTA DI IL GIRO DEL MONDO IN OTTANTA GIORNI, CON LE CORREZIONI ALLA PRIMA
VERSIONE, AGGIUNTE DA VERNE NELLA METÀ SINISTRA DEL FOGLIO.
BNF
VIAGGIARE
CON I LIBRI
Attraverso i Viaggi straordinari, lo scrittore accompagnò
i suoi lettori fino alle regioni artiche, alla selva africana o
alle immensità dell’oceano Pacifico: luoghi inospitali ed
esotici associati al nome di mitici esploratori come John
Franklin, David Livingstone o James Cook.
LA PRINCIPESSA INDIANA AOUDA,
SALVATA PRIMA CHE VENGA ARSA VIVA

1 Cinque settimane in pallone


«L’acqua spumeggiava, e si
ASSIEME AL CADAVERE DEL MARITO IN
IL GIRO DEL MONDO IN OTTANTA GIORNI.
BRIDGEMAN / ACI
formavano rapide e cateratte che
confermavano le ipotesi del dottore
[…] Si vedevano scaturire dal suolo
sottili rivoletti d’acqua […] e correvano
tutti verso quel corso d’acqua
nascente, che si trasformava in fiume.
“È proprio il Nilo!”».

IL CAPITANO NEMO
CALCOLA LA SUA
POSIZIONE ALL’INIZIO DEL
VIAGGIO DEL NAUTILUS,
VICINO AL GIAPPONE.
DA VENTIMILA LEGHE
SOTTO I MARI.
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO

IN I FIGLI DEL
CAPITANO GRANT
UN CONDOR GIGANTE
RAPISCE ROBERT
GRANT DURANTE IL
VALICO DELLE ANDE.
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO

2 I«Lafigliparola
del capitano Grant
pampa, di origine
araucaniana, significa pianura erbosa. La
vegetazione mette radici in uno strato di
terra che copre il suolo argilloso e sabbioso,
LA GOLETTA MACQUAIRE È COLPITA DA
rossiccio o giallo […] dove giacciono in UNA TEMPESTA NELL’OCEANO PACIFICO,
grandi quantità ossa antidiluviane». IN I FIGLI DEL CAPITANO GRANT.
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO
DETTAGLIO DELLA COPERTINA
DEL LIBRO MICHELE STROGOFF,
PUBBLICATO DA HETZEL E
ILLUSTRATO DA JULES FERRAT.
BRIDGEMAN / ACI

LA MONGOLFIERA VICTORIA
CON I SUOI TRE UOMINI A
BORDO. CINQUE SETTIMANE IN
PALLONE FU IL PRIMO GRANDE
SUCCESSO DI VERNE.
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO

5 Michele Strogoff
«La tenda di Feofar dominava sulle tende
vicine […] Essa occupava il centro d’una vasta
radura, circondata da una selva di magnifiche
betulle e di pini secolari. Davanti a questa tenda,
[…] si apriva il libro sacro del Corano».

3
Un capitano
4
6 di quindici anni
«All’interno dell’Africa, intere tribù
vengono ridotte in schiavitù dopo
lotte sanguinose […] I villaggi, dati in
pasto alle fiamme, rimangono senza
abitanti, i campi vengono devastati
6 1 e i fiumi trascinano via i cadaveri».

COPERTINA DI UN
Ventimila leghe Il giro del mondo
3 sotto i mari 4 in ottanta giorni
CAPITANO DI QUINDICI
ANNI, IN CUI COMPAIONO
I PERSONAGGI PRINCIPALI
«La foresta si componeva di grandi «Si era nell’alto Bundelkund, paese ASSIEME AL PROTAGONISTA,
CARTOGRAFIA: EOSGIS.COM. SFONDO: ALAMY / ACI

piante […] Tutte tendevano verso la […] abitato da una popolazione DICK SAND, AL CENTRO.
superficie dell’oceano […] sprovviste fanatica, ostinata nelle più superstiziose
LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO

di radici, indipendenti dai corpi solidi e crudeli pratiche della religione indù
[…] E, a perfezionare l’illusione, pesci […] Bande di indù dall’aspetto selvaggio
mosca volavano di ramo in ramo, facevano gesti d’ostilità vedendo
come uno sciame di colibrì». passare il veloce pachiderma».
I pericoli dell’uso (1874), l’equipaggio di un pallone a gas nau-
fraga in un’isola sotto la quale si nasconde il
errato della tecnologia regno acquatico del capitano Nemo.
Con il passare del tempo, tuttavia, i suoi

S
libri diventarono sempre più pessimisti. Alla
EMBRA CHE LA VISIONE ottimistica della scienza contenuta
fine del secolo le potenze europee si con-
nei romanzi di Jules Verne dipenda in realtà dal suo editore
Hetzel, secondo il quale i lettori non volevano racconti tendevano gli imperi coloniali, e la scienza
cupi o tristi sul progresso. Lo scrittore, invece, aveva una e la tecnologia si misero al servizio dell’in-
visione più pessimistica della tecnologia e dell’uso che ne avreb- dustria e del capitale. Verne cominciò a nu-
be fatto l’umanità. In I cinquecento milioni della Bégum (1879), trire dei dubbi nei confronti del progresso
uno scienziato tedesco e uno francese si servono di un’eredità e spostò i suoi personaggi da luoghi ancora
per fondare due città negli Stati Uniti. Quella francese è un vergini a mondi più riconoscibili. È il ca-
modello di razionalità, so, per esempio, del romanzo Il raggio verde
mentre quella tedesca (1882), in cui una spinta romantica condu-
è un luogo industriale e ce i protagonisti verso le coste della Scozia
militarizzato, nel qua- per osservare tale fenomeno atmosferico.
le si fabbricano armi
O del Castello dei Carpazi (1892), roman-
per sottomettere la
“razza latina”.
zo dalle suggestioni gotiche e vampiresche
Nel racconto Jules ambientato in Transilvania. Nel prologo a
Verne anticipa l’uso quest’ultimo, Jules Verne si lamenta che alla
del gas tossico e dei fine del «pragmatico XIX secolo» non ci sia
missili aerei, usati più nessuno a inventare leggende, nemmeno
trentacinque anni do- nei paesi più magici.
po nella Prima guerra
mondiale. Il padre della fantascienza
L’Europa di Jules Verne visse un profondo
COPERTINA DI UN’EDIZIONE
MODERNA DI I CINQUECENTO cambiamento. Le fabbriche, le tecnologie,
MILIONI DELLA BÉGUM.
RUE DES ARCHIVES / ALBUM la macchina a vapore, il telegrafo e le comu-
nicazioni trasformarono il mondo e lo rim-
picciolirono: l’apertura del canale di Suez,
la prima ferrovia transcontinentale negli
Stati Uniti o la Transiberiana in Asia accor-
RIVOLUZIONE Aronnax, a bordo della fregata Abraham Lin- ciarono, infatti, le distanze. I nuovi mezzi di
TECNOLOGICA
coln, cade in mare e finisce nel sottomarino comunicazione di massa fornirono notizie
Grazie al telegrafo il
mondo poté essere Nautilus del leggendario capitano Nemo. precise di tali conquiste. Era il terreno idea-
collegato in tempo Dal canto suo Viaggio al centro della terra le perché lo scrittore francese vaticinasse il
reale. Phileas Fogg ne (1864) racconta la spedizione di un profes- progresso tecnologico del XX secolo. E così,
fece uso per riferire sore di mineralogia, il dottore tedesco Otto assieme a H.G. Wells, Verne si eresse a uno
dei suoi progressi
in Il giro del mondo
Lidenbrock, da un vulcano dell’Islanda fino dei padri della fantascienza. Ma quest’a-
in ottanta giorni. al nucleo del pianeta. E nell’Isola misteriosa dorazione per la scienza del futuro non fu
Sotto, una replica premeditata ed era dovuta soltanto al suo
del telegrafo senza zelo da divulgatore: «Io mi sono limitato a
fili di Marconi. rendere finzione ciò che in futuro sarebbe
BRIDGEMAN / ACI
diventato una certezza, e il mio scopo non
era profetizzare, bensì diffondere la cono-
scenza della geografia tra i giovani», affermò
in un’intervista del 1902.
Le invenzioni o le realtà che immaginò
Verne anticiparono i tempi. Alcune si avve-
rarono: il sottomarino, le navicelle sulla luna,
le capitali sovrappopolate, il telefono, le guer-
re batteriologiche e le videoconferenze. Altre
LUOGHI LONTANI
In Il giro del mondo in ottanta giorni, Phileas
Fogg attraversa l’India da Bombay a
Calcutta, dove si imbarca su una nave
a vapore che lo porta a Hong Kong.
Nell’immagine, il Kalighat Kali Temple,
dedicato alla dea Kalì, a Calcutta.
JOHN WARBURTON-LEE / ALAMY / ACI
Verne: un viaggiatore tavia, il treno portò con sé una percezione
laterale dello spazio, perché i viaggiatori
da divano e biblioteca guardavano il paesaggio da un finestrino, il
che anticipava due nuovi linguaggi: il cinema

J
e i fumetti. Grazie alla velocità del nuovo
ULES VERNE visse in tre città: Nantes, dove nacque,
mezzo di trasporto, Phileas Fogg e il suo in-
Parigi, dove studiò, e Amiens, dove rimase sino alla
morte. Visitò la Scozia, l’Inghilterra e la Scandinavia e separabile maggiordomo Passepartout co-
raggiunse New York in crociera. A bordo delle sue tre prono in treno la maggior parte di Il giro del
barche percorse la costa atlantica di Spagna e Portogallo, e mondo in ottanta giorni (1872). Non solo: lo
viaggiò anche in Italia e nel nord dell’Africa. Non sembrano sguardo degli uomini nella Belle Époque si
molti viaggi per uno scrittore che con l’immaginazione arrivò alzò anche verso il cielo. In Cinque settimane
sulla luna, nonché in fondo al mare e che, nei suoi romanzi, in pallone gli esploratori osservano la terra
fece il giro del mondo una dozzina di volte, sempre rimanendo dall’alto. In Dalla Terra alla Luna (1865), e
nello studio della Casa della Torre. Per questo il suo biografo nell’adattamento cinematografico di Méliès,
Herbert Lottman chiama Verne un «astronauta da divano». gli astronauti contemplano panorami simili
a quelli poi scrutati dall’equipaggio dell’A-
LE CATERATTE DEL NIAGARA. JULES pollo 8. Quello stesso sguardo si dirige an-
VERNE EBBE MODO DI OSSERVARLE
DURANTE IL VIAGGIO IN AMERICA che verso il mondo sotterraneo in Viaggio
CON IL FRATELLO, NEL 1867. al centro della Terra, e verso le profondità
insondabili dell’oceano in Ventimila leghe
sotto i mari, dove il capitano Nemo ne per-
corre i fondali a bordo del Nautilus. I lettori
avevano assunto una visione verticale del
paesaggio, e i romanzi di Verne riflettono
questa rivoluzione visiva dei tempi moderni.

Per amore delle mappe


BRIDGEMAN / ACI La vita sedentaria non impedì allo scrittore
di viaggiare con la mente, e così fece in Dalla
Terra alla Luna e in altre opere. Nel 1894 an-
dò a intervistarlo Mary A. Belloc, una re-
dattrice della rivista The Strand Magazine.
no, come i giornali parlanti e i trasformatori Quando gli chiese qual era la base delle sue
solari che uniformano le stagioni. Tutte, idee scientifiche, Verne rispose: «Il segreto
però, nacquero grazie a un’immaginazione risiede nel fatto che mi sono sempre appas-
prodigiosa e a una fede cieca nel progresso: sionato alla geografia. Credo che sia stato
«Il mio lemma è sempre stato l’amore per il il mio interesse per le mappe e per i grandi
bene e per la scienza», affermava. esploratori del mondo a spingermi a scri-
La sua opera contribuì anche a guar- vere i romanzi». Forse per questo, nella sua
dare in modo nuovo il paesaggio, la casa di Amiens, richiama l’attenzione un
cui percezione subì cambiamenti mappamondo adagiato sulla scrivania del-
rivoluzionari nel XIX secolo. Sin lo studio, la cui superficie è segnata dalle
dall’antichità la visione tradizio- incisioni del compasso con cui lo scrittore
nale dello spazio era stata frontale, misurava le distanze.
e da questa prospettiva Michele PEDRO GARCÍA MARTÍN
UNIVERSITÀ AUTONOMA DI MADRID
Strogoff, il corriere dello zar, os-
servava l’orizzonte durante la sua
missione per i vasti spazi che sepa- Per SAGGI
Jules Verne
saperne Herbert R. Lottman. Mondadori, Milano, 1999.
rano Mosca da Irkutsk. Tut- di più Introduzione a Verne
Bruno Traversetti. Laterza, Roma-Bari, 1995.
VERNE IN UNA CARICATURA DI L’ECLIPSE NEL Jules Verne
1874, CHE DÀ INFORMAZIONI SULL’ADATTAMENTO Hachette, Milano, 2017.
TEATRALE DI IL GIRO DEL MONDO IN OTTANTA GIORNI.
BRIDGEMAN / ACI

114 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


AMANTE DEL CIRCO
Vista aerea del circo di
Amiens. Durante l’incarico
di consigliere comunale, Verne
promosse la costruzione di
quest’edificio modernista,
che oggi ne porta il nome.
ALAMY / ACI
VIAGGIO
SULLA LUNA
CON JULES
VERNE
i romanzi dalla terra alla luna (1866) e Intorno alla
Luna (1870) descrivono il lancio e l’orbita attorno alla lu-
na di una navicella spaziale. Le similitudini con la missio-
ne Apollo 8, che nel 1968 fu la prima a orbitare attorno
al satellite, sono sorprendenti: entrambe le spedizioni
erano formate da tre uomini, le navicelle hanno peso e
misure simili, seguono un percorso analogo e ammarano
nell’oceano Pacifico. Verne calcolò il tempo necessario
per raggiungere la luna e l’effetto della sua orbita sulla
navicella. Per compiere una traiettoria in linea retta (la
più breve), il punto di partenza migliore sarebbe stato
vicino al 28° parallelo e, poiché il lancio doveva avvenire
1 Viaggio in treno siderale
L’avventuriero Michel Ardan calcolò che la distanza
di 80.400 leghe si sarebbe potuta coprire in 97 ore, e
negli Stati Uniti, Verne scelse Tampa, a soli 200 km da prevedeva che in futuro «treni di navette compiranno
Cape Canaveral, base di lancio della Nasa. in tutta comodità il viaggio dalla Terra alla Luna».

1. E 2. LEEMAGE / PRISMA ARCHIVO; 3. SPL / AGE FOTOSTOCK; 4. ALAMY / ACI; 5. AKG / ALBUM; 6. ALAMY / ACI

4 Gravità
Verne racconta che l’equipaggio «fluttuava come
per miracolo» e i piedi «non toccavano la navicella».
GETTY IMAGES

CARTINA CON IL PUNTO DI LANCIO DELLA NAVICELLA «Grazie all’annullamento delle forze di attrazione» lo
CHE VERNE DESCRISSE IN DALLA TERRA ALLA LUNA.
spazio «faceva sì che gli uomini non pesassero».

ILLUSTRAZIONI DEI ROMANZI DALLA TERRA ALLA LUNA (1, 2 E 3) E INTORNO ALLA LUNA (4, 5 E 6). ORIGINALI COLORIZZATI DELLE EDIZIONI DI HETZEL, A ECCEZIONE DELLA 5, PROVENIENTE DA UN’EDIZIONE TEDESCA.
2 I preparativi
I tre uomini portarono con sé termometri, 3 Ignizione
Un grande cannone doveva lanciare il proiettile a
barometri e cannocchiali; armi e un «completo 11,2 kilometri al secondo, velocità sufficiente per lasciare
rifornimento di vestiti adatti a ogni temperatura, dal la terra. Ma il calcolo non teneva conto della resistenza
freddo delle regioni polari al caldo della zona torrida». dell’atmosfera, che avrebbe disintegrato la navicella.

5 Astronauti gentiluomini
«La superficie lunare scorreva rapidamente davanti 6 Ammaraggio
«Un bolide enorme» attraversò il cielo e
agli occhi dei viaggiatori, che non volevano perdere alcun sprofondò nel Pacifico, vicino alla fregata Susquehanna.
dettaglio». Senza atmosfera «non c’è il crepuscolo, e la L’equipaggio riuscì tuttavia a mettere in salvo i tre
notte segue al giorno, così come il giorno alla notte». passeggeri dal proiettile.
GRANDI ENIGMI

Peter Stumpp:
tutti contro
l’uomo lupo
Nel 1589 un uomo venne accusato di trasformarsi in lupo e di
divorare bambini e adulti. Probabilmente si trattò di un complotto

I
l 31 ottobre del 1589 il punito con la condanna pre- fessato di praticare la magia
pubblico radunatosi vista per gli atti di cannibali- nera da quando aveva dodici
nella piazza principale smo, omicidio e «commercio anni, motivo per cui era di-
della cittadina tedesca carnale con il diavolo»: prima venuto così ricco. A quan-
di Bedburg, nell’eletto- fu scuoiato con delle tenaglie to disse, era stato il diavolo
rato di Colonia, assistette a incandescenti, poi messo alla in persona, con cui aveva
un’esecuzione terrificante. ruota, dove gli vennero spez- stretto un patto, a regalar-
Il reo era Peter Stumpp, un zate le ossa con l’estremità gli una cintura magica che gli
uomo facoltoso di circa cin- piatta di un’ascia per evita- permetteva di trasformarsi
quant’anni accusato di aver re che tornasse a vendicarsi in un mostro dalle sembian-
assunto le sembianze di lupo dall’oltretomba. ze di lupo, «forte e potente,
dopo un patto con il diavolo Infine fu decapitato, e il con grandi occhi che brilla-
IL LICANTROPO O IL
e di aver assassinato diverse suo corpo arso sul rogo. La vano come i fuochi di notte, CANNIBALE, xilografia di
METROPOLITAN MUSEUM / SCALA, FIRENZE
persone, tra cui bambini e testa venne infilzata su un denti affilati e crudeli, e un Lucas Cranach il Vecchio
donne incinte, per mangiar- palo esposto nel centro della corpo enorme sostenuto da (1472-1553) che evoca la
ne il cervello. città, sopra la ruota su cui si zampe robuste». terrificante leggenda dei
Stumpp venne prima sot- era compiuta l’esecuzione. L’uomo si dichiarò colpe- licantropi. Metropolitan
Museum, New York.
toposto alla tortura dell’e- Sulla ruota svettava pure un vole di tutti gli omicidi di cui
culeo (o del cavalletto, simulacro a forma di lupo. era incolpato – quattordici
simile alla flagel- bambini e due donne incinte,
lazione). Non Patto con il diavolo delle quali aveva divorato
appena ebbe Sembra che, durante il pro- cuore e feto –, e riconob- zioni incestuose con la figlia
confessato fu cesso, Stumpp avesse con- be anche di aver avuto rela- e un succubo, un demone
dall’aspetto femminile che
il diavolo gli aveva inviato
più volte. Uno dei bambini
uccisi era suo figlio: gli aveva
LE LOUP-GAROU mangiato il cervello.
Il processo e l’esecuzione
ALLA FINE DEL XVI SECOLO, la Francia fu pervasa dalla feb- di Stumpp fecero scalpore
bre del lupo mannaro, o loup-garou. Per esempio, nel 1573 in tutta Europa. Su alcuni
il tribunale di Dôle accusò un certo Gilles Garnier di aver volantini, subito tradotti in
attaccato «in un vigneto, con le sembianze di un lupo, inglese, olandese e danese,
una bambina di 10 o 12 anni, e di averla uccisa con le sue si raccontava «la vera e sor-
mani a mo’ di zampe e con i suoi denti». prendente notizia di un con-
UNA BESTIA CON LA TESTA DI CANE. MONSTRORUM HISTORIA. 1642. tadino che, con le arti della
magia, si trasformava in lu-
AKG / ALBUM
TERRIBILE RACCONTO
NEL 1590 un inglese di nome George Bores, a
quanto pare testimone del processo contro
Stumpp, pubblicò a Londra l’opuscolo Della
deplorevole vita e morte di Peter Stumpp, un
po per sette ore» e si riferi- maginario popolare euro- malvagio stregone che, sotto l’apparenza di
va che Stumpp «aveva una peo. L’incredibile osses- un lupo [...] per 25 anni ha ucciso e divorato
cintura e, quando la legava sione per gli uomini che di uomini, donne e bambini.
al corpo, diveniva uno spa- notte si tramutavano in lupi
ventoso lupo». Diverse fonti e divoravano bestiame, uo-
di quei tempi fanno cenno mini o cadaveri si giustifica-
all’avvenimento, e il consi- va con il terrore ancestrale
gliere di Colonia Hermann provato da popoli che ver-
von Weinsberg ne annotò i savano in uno stato cronico
dettagli sul suo diario. di incertezza.
Era questo infatti il caso
Bestie leggendarie dell’elettorato di Colonia
La vicenda di Peter Stumpp dove, negli anni precedenti
è una delle molte storie di al processo, molti pastorelli
BRITISH LIBRARY

licantropi che, sin dai tempi erano rimasti vittime di at-


antichi, stuzzicavano l’im- tacchi feroci, probabilmente

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 119


GRANDI ENIGMI

La deprecabile storia di Peter Stumpp


LE VIGNETTE qui sotto raccontano al popolo la vicenda di Peter Stumpp. Sulla striscia superiore compare
l’uomo lupo, con una cintura sulla vita, mentre divora una persona; successivamente l’uomo lupo viene
inseguito dalla gente. Una volta recuperata la forma umana, Stumpp viene portato al cospetto della
giustizia per essere torturato, decapitato e arso sul rogo.

CHARLES WALKER / ALAMY / ACI


causati da animali, soprat- in auge l’antica e sinistra leg- coltore ricco in un periodo lazione col fatto che Stumpp
tutto da lupi, allora frequenti genda di un mostro semiu- di dure carestie e di grandi aveva perduto la mano sini-
nei fitti boschi della Germa- mano abitatore dei boschi. penurie causate dai cattivi stra in un incidente mentre
nia. Giravano inoltre voci raccolti. tagliava la legna.
su alcuni contadini morti Rancori e vendette Solamente uno come lui Difatti Stumpp, o Stumpf,
mentre lavoravano nella fo- Dobbiamo chiederci perché, avrebbe potuto destare con in tedesco significa “mon-
resta, e i cui corpi erano stati quando cercarono un uomo facilità invidie e sospetti. I co”, soprannome affibbiato
divorati dalle bestie. Non diabolico che al buio si tra- testimoni di alcune morti a quello che in realtà si chia-
stupisce perciò che tornasse sformava in lupo, i contadi- assicurarono che il presunto mava Abal Griswold.
ni puntarono il dito proprio lupo mannaro zoppicava con Assieme a lui furono giu-
contro Stumpp, il quale ebbe la zampa anteriore sinistra, e stiziate altre due persone:
la sfortuna di essere un agri- i concittadini lo misero in re- Katharina Trumpen, una
contadina vicina di casa, e
la figlia di Stumpp, Sybil. Il
Con Stumpp furono giustiziate sua caso di Katharina era simile
a quello di Griswold. Dai
figlia e una donna, accusate di aver documenti in nostro pos-
partecipato ai crimini sesso possiamo dedurre che
era vedova, proprio come
ERNESTO DI BAVIERA, ARCIVESCOVO DI COLONIA, IN UN’INCISIONE DEL 1584. Stumpp, e che faceva parte
MARY EVANS / SCALA, FIRENZE
BEDBURG si trova a 30 chilometri
da Colonia. L’immagine ritrae
l’ingresso della città medievale
negli anni trenta.
ALAMY / ACI

dei contadini più danarosi Waldburg, che in pochi an- nuovo arcivescovo invase zione dimostrando quale
della zona. ni si sarebbe convertito al la regione per cacciare il si- sarebbe stata la sua fine se
L’accusa di connivenza e protestantesimo, avrebbe gnore locale, Adolf von Neu- non si fosse sottomesso.
il successivo processo im- sposato una giovane no- enahr, che aveva appoggiato Werner von Salm-Reiffer-
pedirono che lei e Stumpp bile protestante e avrebbe Gebhard Truchsess. La gente scheidt-Dyck scelse come
fossero uniti e accrescessero consentito alla nuova reli- assistette inerme agli assalti capro espiatorio Stumpp,
il proprio potere davanti alle gione di penetrare nel suo dei soldati che attaccavano che si era convertito al pro-
autorità. Una volta dichiarati arcivescovato. villaggi e campi e assassina- testantesimo al pari dell’an-
colpevoli, avrebbero ceduto La reazione delle auto- vano i pastori senza alcuna tico signore Neuenahr.
le loro terre ai signori locali, rità cattoliche non si fece pietà al fine di impossessarsi In altre parole: l’esecu-
che ne avrebbero perciò di- attendere: nel 1583 Tru- delle loro greggi. zione di Peter Stumpp fu
sposto a proprio piacimento. chsess fu sostituito da un Nel 1589 arrivò a Bedburg solamente un modo per
nuovo arcivescovo cattolico, un nuovo signore, il cattolico intimidire i protestanti del
La Guerra di Colonia Ernesto di Baviera, il quale Werner von Salm-Reiffer- territorio.
La condanna di Stumpp av- avrebbe dato inizio alla co- scheidt-Dyck, che si scontrò —Isabel Hernández
venne inoltre in un partico- siddetta Guerra di Colonia con la riluttanza della popo-
lare clima politico-religioso. (1583-1588). La cittadina di lazione, per la maggior parte Per saperne di più
Nel 1577 fu designa- Bedburg si ritrovò nel pie- protestante. Lupus in fabula
to arcivescovo di Colonia no del conflitto proprio allo Il signore decise così di Massimo Centini. Mimesis,
Milano-Udine, 2016.
Gebhard Truchsess von scoppio del caso Stumpp. Il dare al popolo una bella le-

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 121


GRANDI SCOPERTE

I segreti
della capitale
perduta di Ani
In un angolo remoto della Turchia, a due passi dal confine armeno,
mille anni fa sorgeva Ani, una delle più ricche metropoli d’Oriente

N
elle cronache enigma a circondare Ani. A
medievali del MAR NERO partire dalla stessa posizione
GEORGIA
Vicino Orien- sulle mappe, un altopiano
ARM

AZER-
te era chiamata BAIGIAN
desolato e battuto dai venti,
ENI

TURCHIA
“la città delle al centro di un sistema viario
A

mille e una chiesa” o “delle che funzionò solo finché il


quaranta porte” per la sua Ani regno ebbe modo di esiste-
magnificenza e la sua fa- re e prosperare. Qui, come
ma raggiungeva le più lon- ricordano alcuni viaggiatori
tane contrade del tempo. tra cui Marco Polo, che ne ha
Chi ebbe modo di visitarla stata scelta come residenza lasciato una confusa descri-
all’apice del suo splendore, dal grande Ashot III (953- zione, passava uno dei tanti
a cavallo tra il X e il XIII se- 977). Desiderosi di esaudire rami della Via della Seta. Ciò
FLORIAN NEUKIRCHEN / AGE FOTOSTOCK VISTA della chiesa
colo, racconta che per la sua le sue richieste, gli architet- rese la città ricca e prospera, di Tigran Honents
bellezza rivaleggiava con ti avevano sviluppato stili ma fu anche la sua condanna. (San Gregorio
le contemporanee capitali che ancora oggi stupiscono l’Illuminatore).
d’Oriente: Baghdad, Il Cai- per la loro capacità di pre- Una preda ambita A fianco scorre
ro e Costantinopoli. Ani, la correre i tempi. Quando, dopo vari tenta- il fiume Akhurian.
gemma più preziosa del po- Non pochi studiosi d’arte tivi infruttuosi, le armate
tente regno armeno dei ba- infatti hanno faticato a capire bizantine la conquistaro-
gratidi che in quel perché nell’imponente catte- no nel 1045 mettendo fine
tempo control- drale di Surp Asdvadzadzin all’indipendenza armena, terribili assedi e sanguinosi
lava gran parte (Santa Madre di Dio) la nava- Ani incominciò lentamente, saccheggi. Come quello sel-
dell’Anatolia ta centrale sia sorretta da co- ma inesorabilmente, a deca- giuchide, che nel 1064 mise
orientale, era lonne identiche a quelle che dere. Incapace di opporsi alle la città in ginocchio.
faranno bella mostra nelle mire dei potenti vicini, pas- Tuttavia, fu l’apparizione
più tarde cattedrali gotiche sò di mano più volte. Furo- dei mongoli nel XIII secolo
d’Europa. Ma non è il solo no eventi che comportarono a darle il definitivo colpo di

961 1020 1226 1917


La città viene scelta Alla morte di Gagik Si abbatte la furia L’archeologo russo
come capitale del ha raggiunto l’apice distruttrice dei Nikolaj Marr esegue
regno d’Armenia dal re del suo splendore. mongoli. La città non l’unica serie di scavi
Ashot III; diventa una Nei decenni successivi si risolleverà più e finirà che si conosca nelle
delle più belle d’Oriente. inizia la decadenza. con lo spopolarsi. rovine della città.

BREVE PARENTESI. LA CONQUISTA DI ANI DA PARTE DELLA REGINA TAMARA DI GEORGIA (NELL’IMMAGINE) NEL 1199 RIPORTÒ PARTE DELLA PERDUTA PROSPERITÀ.
IVAN VDOVIN / AGE FOTOSTOCK
DA FORTEZZA
A METROPOLI
SECONDO gli storici armeni, laddove nacque
Ani, nel V secolo sorgeva una fortezza costrui-
grazia. Assediata e conqui- perduto da tempo. Si tro- ta dalla dinastia dei Kamsarakan. È l’unico da-
stata, Ani finì con lo spopo- vava in una terra di nessu- to certo a nostra disposizione, dopodiché per
larsi. Oramai fuori da ogni no, al confine tra due imperi avere altre informazioni sarà necessario atten-
via di comunicazione, non – quello ottomano e quello dere quattrocento anni, quando i territori di Ar-
aveva più ragione di rifiorire persiano – in eterna lotta sharunik e Shirak (dove sorge la città) furono
ed esistere. Il suo ricordo tra loro, e chi vi si avventu- unificati dalla potente famiglia dei bagratidi, il
venne meno e la sua bellezza rava lo faceva a rischio della cui sovrano Ashot Msaker (806-827) era sta-
sfiorì, finché non ne rimase propria vita. Non vi era stato to insignito del titolo di principe dai califfi arabi.
che la leggenda. Terremoti, fatto nessuno scavo ma solo Furono gettate in questo modo le premesse
saccheggi e un clima impla- ispezioni frettolose, durate per un potente regno che, nel secolo succes-
cabile contribuirono poi a poche ore, che contribuiro- sivo, si ingrandì su buona parte dell’Anatolia
sfigurarla inesorabilmente. no però a generare grande orientale. Nel 961 al tempo di Ashot III, Ani fu
Quando tra il seicento e l’ot- interesse tra gli studiosi del scelta come capitale, decisione che avrebbe
tocento i primi esploratori tempo. Come narra l’esplo- portato l’insignificante fortezza a trasformarsi
occidentali vi fecero capo- ratore Robert Porter nel 1817: in una delle più belle città d’Oriente.
lino, anche il suo nome era «Entrando nella città ho tro-

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 123


GRANDI SCOPERTE

Ani sotterranea, la città ancora da scoprire


NEL SOTTOSUOLO di Ani sorge un mondo ancora in gran parte sconosciuto i cui accessi sono disseminati
lungo le ripide pareti dei profondi canyon che circondano la città. L’unico tentativo di esplorazione fu
operato dai membri della campagna di scavo di Marr e portò all’individuazione di centinaia di camere.

Le mura
settentrionali

FUNKYSTOCK / AGE FOTOSTOCK


vato l’intera superficie del condava rimase tale fino alla una serie di campagne di stu- dominazioni islamiche. Fu-
terreno ricoperta di pietre fine del XIX secolo. dio protrattesi fino al 1917, rono riportati alla luce anche i
scavate, capitelli spezzati, che ne rivelarono parzial- resti di un antichissimo tem-
colonne, fregi frantumati, ma La città torna alla luce mente il maestoso passato. pio zoroastriano, a riprova
ben decorati, e altri resti di Nel frattempo la regione, Per la prima volta il sito ven- dell’originario culto armeno
un’antica magnificenza». Era al centro di infinite dispute ne ispezionato e scavato, e gli prima della conversione al
chiaro che quella landa de- territoriali tra l’impero rus- edifici ancora in piedi restau- cristianesimo.
solata custodiva un vero te- so e il sempre più decadente rati. I suoi segreti vennero in Ma è la cattedrale di Santa
soro artistico. L’alone di mi- impero ottomano, era finita parte svelati: maestose chie- Madre di Dio, completata
stero che sotto il controllo zarista. se armene con i loro prezio- nel 1001 dal noto architet-
la cir- La missione russa guidata si affreschi coesistevano a to armeno Trdat, con la sua
dall’archeologo Nikolaj Marr fianco di moschee più tarde, pianta cruciforme e l’impo-
ebbe modo di portare avanti conseguenza delle successive nente cupola, collassata nel
terremoto del 1319, a lasciare
senza fiato.
Oggi Ani non è più impenetrabile La città avrebbe potuto
svelare molti altri misteri,
ma per arrivarci bisogna comunque ma nel 1918 l’esercito tur-
percorrere un cammino difficile co avanzò nuovamente, ri-
conquistando la regione, e
IL PRIMO ARCHEOLOGO A ISPEZIONARE IL SITO FU IL RUSSO NIKOLAJ MARR AI PRIMI DEL ’900. su Ani si abbatté una furia
ALAMY / ACI
PARTICOLARE
dell’interno
della chiesa
di Tigran
Honents.
IZZET KERIBAR / GETTY IMAGES

iconoclasta e distruttrice. Era Oggi Ani non è più impe- Solo le strutture più mo- scena, sarà forse in grado di
l’inizio di una nuova stagione netrabile ma resta pur sem- numentali, in condizioni svelare una volta per tut-
di oblio. Per i successivi ot- pre un luogo su un confine di conservazione precaria, te i suoi segreti. Al giorno
tant’anni l’area divenne uno sensibile, tra due nazioni spuntano qua e là, solitarie. d’oggi è il suo sottosuolo a
dei confini più impenetrabili (Turchia e Armenia) divise Poi all’improvviso il pae- reclamare attenzione; nelle
del mondo su cui l’Unione da un tragico passato. Per saggio cambia bruscamen- viscere dell’altopiano nel
Sovietica, erede dell’impero arrivarci bisogna spingersi te: il terreno sprofonda per quale sorge si intersecano
russo, fronteggiava la Na- fino alla sonnolenta Kars, centinaia di metri verso un centinaia di tunnel, con abi-
to e il fidato alleato turco. E nella Turchia nord-orien- canyon in cui scorre l’A- tazioni e templi, a riprova di
l’antica capitale armena era tale, e percorrere una mo- khurian, un affluente del culti molto antichi.
proprio nel mezzo, in una notona strada che taglia un fiume Arasse, che delimita Ani sembra insomma ce-
terra di nessuno, avvolta da altopiano brullo e ventoso i contorni della città, fino lare tra le sue viscere ancora
chilometri di filo spinato e in cui, per decine e decine di a raggiungere la cittadella molti misteri.
circondata da letali campi chilometri, non s’incontra dove nel V secolo sorgeva —Antonio Ratti
minati. Fu sacrificata alla lo- anima viva. una fortezza solitaria.
gica della Guerra fredda e così Oltrepassate le maestose Per saperne di più
rimase fino alla metà degli mura in pietra rossa, ancora Segreti del sottosuolo
SAGGI
anni novanta, quando le cose in buone condizioni, si ac- Ani è uscita dal suo secola- Gli armeni
Gabriella Uluhogian. Il Mulino,
lentamente cominciarono a cede a un vasto pianoro co- re oblio ed è diventata Pa- Bologna, 2015.
mutare con la dissoluzione stellato di rovine ricoperte trimonio dell’Umanità. Se INTERNET
virtualani.org
dell’URSS. da erbacce e bassi arbusti. non ci saranno altri colpi di

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 125


L I B R I E M O S T R E A CURA DI MATTEO DALENA

STORIA MEDIEVALE
sembravano sempre presi

Piedi, simbolo
da un’oca, che voltava sem-
pre all’indietro così da la-
sciare le impronte a rove-

del bene e del male


scio», simboli di un modo
di fare ingannatore. Il dia-
volo assume nell’iconogra-
fia medievale anche zampe

S
porchi, simbolo di ca- me quelli rappresentati nei di capre o rapaci come nel-
rità o al contrario di resoconti di viaggio del “lon- la Discesa agli inferi di Andrea
diabolica mostruosità, tano geografico”. Genera- di Bonaiuto nel cappellone
i piedi assumevano nel Me- vano viva curiosità o per- degli Spagnoli in Santa Ma-
dioevo cristiano significati sino attrazione perché am- ria Novella a Firenze: il dia-
molteplici. Erano il “mezzo pliavano i confini del cono- volo blu ha piedi umani do-
di trasporto” di pellegrini scibile e, dunque, della cul- tati di sperone, quelli rossi
e viandanti e, proprio per tura dell’epoca. Piedi dia- e gialli hanno gli zoccoli,
questo, oggetto di ammi- bolici popolano leggende e mentre quello azzurro ha
razione, attenzione e cure. iconografie. Il filosofo Gio- zampe d’uccello. È estra-
Nella Bibbia, lavare i pie- vanni Francesco Pico della mamente variegato il cam-
di agli ospiti rappresentava Mirandola (1469-1533) in pionario letterario e icono-
Virtus Zallot infatti un gesto di grande La strega, ovvero degli ingan- grafico proposto dalla sto-
CON I PIEDI cortesia e accoglienza. Ma ni dei demoni, fa dichiarare rica dell’arte Virtus Zallot
NEL MEDIOEVO
i piedi erano oggetto di at- alla strega che il diavolo le nel passare in rassegna un
Il Mulino,
2018; pp. 256; 25 ¤ tenzioni anche se deformi era apparso in forma uma- vero e proprio “linguaggio
e addirittura mostruosi co- na «salvo per i piedi, che dei piedi” nel Medioevo.

STORIA CONTEMPORANEA
poche decine nell’Arma-

Microstorie della
ta centrale in cui militava
la gran parte dei dirigen-
ti comunisti. Tra loro He

Lunga marcia cinese


Manqiu, nota in quanto una
delle prime donne medi-
co, formatasi proprio nel
corso della Lunga marcia,

S
ono indomite combat- re circa 12mila chilometri e Li Zhen, ricordata come
tenti, ma anche fragili in 270 giorni. Tuttavia, in la prima donna generale
e sofferenti le donne seguito si sarebbe rivelata nell’Esercito popolare di
che parteciparono alla Lun- un’abile strategia: l’esibi- liberazione. E poi c’è He
ga marcia. Fu una ritirata zione di un’enorme massa Zizhen, compagna di Mao
d’imponenti proporzio- umana in cammino verso la Zedong, che durante la riti-
ni, intrapresa tra il 1934 e rivoluzione. Nel focalizzare rata partorì e fu costretta ad
il 1936 dall’Armata Rossa la propria attenzione sugli abbandonare una bambina
cinese di Mao Zedong per anni della guerra civile e e, in seguito, fu gravemente
sfuggire all’accerchiamen- dello sviluppo della rivo- ferita dalle schegge di una
to delle truppe dell’eser- luzione comunista nel de- bomba lanciata da un aereo
cito nazionalista del Kuo- cennio 1927-1937, lo storico nemico. Sono le storie mi-
Guido Samarani
mitang guidato da Chiang Guido Samarani si concen- nime della retroguardia, con
LA RIVOLUZIONE
IN CAMMINO Kai-Shek. Si trattò di una tra su piccole storie desti- parole dell’autore: «Tan-
Salerno Editrice, sconfitta politico-militare nate a rimanere nell’ombra. ti altri che la storia spesso
2018; pp. 138; 12 ¤ che costrinse più di 80mila Alla marcia presero parte lascia dietro, esseri senza
uomini e donne a percorre- circa duemila donne, ma solo volto e senza nome».

126 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


ARTE CONTEMPORANEA FOTOGRAFIA

Paul Klee
deforma
la realtà

© IMAGE ARCHIVE ZENTRUM PAUL KLEE, BERNA.


N
ell’arte si può co-
minciare da capo,
e ciò è evidente,
più che altrove, in raccol- LA LANCIA AURELIA B 24 -
te etnografiche oppure a Centro storico Fiat.
casa propria, nella stan-
za riservata ai bambini».
SENZA TITOLO [Cuore nero e albero nero]. 1939.
L’ITALIA
Così il pittore svizzero
Paul Klee (1879-1940) si
Collezione privata (Svizzera), in deposito presso DEL BOOM
il Zentrum Paul Klee, Berna.
esprimeva nei propri Dia- ECONOMICO
ri (1898-1918) a proposito primo viaggio in Italia tra mentale e anticheggiante» L’ITALIA del quindicennio
della necessità di una ri- il 1901 e il 1902, il fascino e deformare la realtà: poli- 1946-1961 cerca di lasciar-
forma dell’arte e di tutti di Klee nei confronti del cromie, astrazioni, carica- si indietro i drammi della
«i corsi della vecchia tra- “primitivo” e del “selvag- ture, illustrazioni satiriche, guerra per avviarsi verso
dizione». Gli scarabocchi gio”è documentato da una linguaggi inventati o alfa- una fase di benessere e
dei bambini, le creazioni mostra che, attraverso un beti antichi come il cunei- consumi senza precedenti.
di persone con problemi centinaio di opere dell’ar- forme e il geroglifico. Il Paese inizia però a mo-
mentali o quelle dei popoli tista esplora le varie tappe strare i limiti di uno sviluppo
preclassici erano per Klee di un viaggio alle origini PAUL KLEE. sfrenato, che non presta at-
gli esempi migliori di come dell’arte. Ne fa parte tutto ALLE ORIGINI DELL’ARTE tenzione al divario tra nord
l’arte sarebbe potuta torna- ciò che, secondo i curatori Museo delle Culture di e sud e provoca migrazioni
Milano. Fino al 3 marzo
re a forme naturali. Svilup- della mostra, «gli permette 2019. www.mudec.it ed emarginazione. Specu-
patosi in occasione del suo d’infrangere lo stile monu- lazione e abusivismo edili-
zio cambiano il volto delle
città. È un’Italia contraddit-
toria quella rappresentata
ARTE CONTEMPORANEA dalla mostra fotografica Il
sorpasso, che si richiama
IL TATUAGGIO COME all’omonimo film di Dino
SEGNO DEL CRIMINE Risi del 1962. Con oltre
160 scatti, molti dei quali di
UN’USANZA straordinaria- di antropologia criminale “oscuri fotografi d’agenzia”,
mente diffusa tra ladri e “Cesare Lombroso” dell’U- i curatori hanno cercato di
prostitute, assassini e ban- niversità di Torino, saranno rappresentare un Paese che
diti, ma anche tra selvaggi e esposti al MAO in una mo- insegue il progresso, costi
sovversivi. Secondo il me- stra più ampia in cui il mate- quel che costi.
dico e antropologo Cesare riale storico e iconografico
Lombroso (1835-1909) il dialoga con la cultura con- IL SORPASSO
tatuaggio era soprattutto temporanea del tatuaggio. Quando l’Italia
si mise a correre,
«uno dei caratteri speciali 1946-1961
dell’uomo primitivo, e di TATTOO. L’ARTE SULLA Museo di Roma
quello in stato di selvati- PELLE Fino al 3 febbraio 2019
DISEGNO che riproduce
i tatuaggi del delinquente chezza». Alcuni di questi MAO, Museo d’arte orientale, Palazzo del Governatore,
Torino. Fino al 3 marzo 2019 Parma dall’8 marzo al 5
Francesco Spiteri. disegni dai significati miste- www.maotorino.it maggio 2019
XIX secolo. riosi, provenienti dal Museo

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 127


GLI INDICI 2018

Indici 2018
Storica National
Geographic

ZE
EN
FIR
A,
AL
SC

Vicino Oriente
GRANDI STORIE

Cicerone, un omicidio di stato n. 116, p. 66


Agatha Christie e gli avori di Nimrud n. 110, p. 78 Domus Aurea: la fastosa residenza di Nerone n. 110, p. 58
Göbekli Tepe, il primo tempio n. 112, p. 44 Donne di Roma n. 108, p. 66
Fenicia, terra di porpora n. 117, p. 28 I trionfi di Cesare n. 118, p. 52
Gli ittiti e il potere dei carri da guerra n. 113, p. 40 Il tempio di Giove Capitolino n. 111, p. 60
I Re dei Re dell’Iran n. 116, p. 42 La grande ribellione di Budicca n. 117, p. 56
Jiroft, Mesopotamia d’Iran n. 115, p. 42 La vera storia di Ponzio Pilato n. 110, p. 90
La creazione dell’impero musulmano n. 113, p. 78 Le vestali, madri di Roma n. 114, p. 64
Nabucodonosor II, leggendario re Pompeo Magno, storia di una disfatta n. 113, p. 50
di Babilonia n. 108, p. 44 Settimio Severo e la militarizzazione di Roma n. 109, p. 55
Zarathustra, il primo profeta n. 107, p. 50
Medioevo
Egitto Alla ricerca della tomba di Gengis Khan n. 108, p. 78
Dentro le piramidi n. 113, p. 24 Bruegel e l’Europa contadina n. 116, p. 78
Egitto, i pittori dell’aldilà n. 111, p. 30 I sefarditi: la diaspora spagnola n. 109, p. 70
Gli ebrei in Egitto n. 114, p. 26 Il commercio di oggetti sacri nel Medioevo n. 107, p. 90
Il papiro, la carta dell’antico Egitto n. 110, p. 30 Il Krak dei Cavalieri n. 114, p. 78
L’harem dei faraoni n. 107, p. 38 La morte di Riccardo Cuor di Leone n. 118, p. 68
La giustizia del faraone n, 112, p. 30 La paura di Satana n. 111, p. 76
La tomba più bella n. 116, p. 24 Notre-Dame, la nascita di un simbolo n. 117, p. 68
Le mummie di animali nell’antico Egitto n. 109, p. 26
L’opera di salvataggio dei templi nubiani n. 108, p. 26 Età Moderna
Mastabe, le tombe dell’Antico regno n. 115, p. 26 Botticelli, il pittore dei Medici n. 117, p. 86
I cento giorni di Napoleone n. 115, p. 84
Grecia Il giro del mondo di Darwin n. 111, p. 108
Alessandro, da conquistatore a despota n. 118, p. 40 L’esplosivo Guy Fawkes n. 108, p. 90
Cleomene, il re più famoso di Sparta n. 114, p. 52 L’impostura di Léo Taxil n. 116, p. 94
Delfi, il santuario sepolto n. 109, p. 42 La rivoluzione russa n 107, p. 106
Erodoto, il primo storico n. 107, p. 62 La Vienna di Mozart n. 112, p. 88
Guerra e commedia ad Atene n. 110, p. 44 Monna Lisa, gli enigmi di un simbolo n. 114, p. 92
I templi in Grecia n. 117, p. 40 San Pietro: la costruzione di un simbolo n. 109, p. 84
L’amaro trionfo delle Arginuse n. 116, p. 56 Scacco al re: Elisabetta I versus Filippo II n. 118, p. 84
La battaglia di Gaugamela n. 108, p. 54 Sulla pista dei fossili n. 113, p. 92
La terra vista dai Greci n. 115, p. 54
Micene, la città dei guerrieri n. 111, p. 46 Età contemporanea
Crimini nel Congo belga n. 111, p. 92
Roma e civiltà italiche La conquista del Polo Nord n. 114, p. 108
Àuguri, gli indovini dell’antica Roma n. 112, p. 58 La città della luce: Parigi nella Belle Époque n. 118, p. 98
Augusto, l’imperatore di dio n. 115, p. 68 La Grande guerra vista dai cieli n. 110, p. 102
Centurioni, i difensori di Roma n. 107, p. 74 La nascita della metropoli moderna n. 108, p. 102

128 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


La tragica fine dei Romanov n. 113, p. 106 Grandi invenzioni
La tragica fine dell’anticonformista Il termometro n. 118, p. 14
Mata Hari n. 109, p. 104 L’ambulanza volante n. 114, p. 18
Le suffragiste n. 112, p. 106 L’aristocratico violino n. 107, p. 12
Libia, la terra promessa n. 116, p. 108 La doccia n. 116, p. 14
Sissi, imperatrice anticonformista n. 115, p. 100 La macchina da scrivere n. 112, p. 18
Un patrimonio salvato n. 113, p. 58 La pistola a ruota n. 108, p. 12

Altre civiltà Mappa del tempo


Cacciatori della preistoria n. 118, p. 22 Genesi del Messico odierno n. 109, p. 8
Divinità e miti vichinghi n. 112, p. 72 Il planisfero di Mercatore n. 113, p. 18
I primi abitanti d’America n. 114, p. 38 Imola secondo Leonardo n. 117, p. 26
Il Giappone si schiude al mondo n. 117, p. 104
La grande migrazione dell’Homo Sapiens n. 107, p. 22 Grandi enigmi
Cosa accadde a Amelia Earhart n. 112, p. 122
Personaggi straordinari
RUBRICHE

I principi della torre n. 107, p. 126


Al-Jazari n. 116, p. 10 Il manoscritto Voynich n. 110, p. 120
William Wallace, Braveheart n. 109, p.10 Il pifferaio magico n. 109, p. 120
Eugenia de Montijo n. 111, p. 12 Kraken, il calamaro gigante n. 115, p. 118
Grazia Deledda, scrittrice (quasi) per istinto n. 118, p. 8 Lo stretto di Anian n. 117, p. 124
I fratelli Lumière n. 112, p. 12 Le mummie di Urbania, una storia
Karl Marx, da ribelle a rivoluzionario n. 113, p. 12 oltre la morte n. 118, p. 118
L’incredibile storia della suora alfiere n. 117, p. 10 Martin Guerre n. 108, p. 120
Veronica Franco n. 107, p. 8 Morti sospette alla corte dei Medici n. 114, p. 124
Vitus Bering n. 110, p. 10
Washington Irving n. 115, p. 12 Attualità
Tombe millenarie in Cina n. 111, p. 10
L’evento storico
Beemster, il polder che stupì il mondo n. 116, p. 16 Mostre
Il falso che ingannò l’Europa n. 111, p. 20 Nel mare dell’intimità n. 110, p. 128
Il naufragio del Batavia n. 108, p.14
L’affaire di Anna d’Austria n. 112, p. 26 Grandi scoperte
L’influenza spagnola n. 110, p. 16 Ai Khanoum n. 113, p. 124
La defenestrazione di Praga n. 114, p. 14 Arslantepe, Il palazzo pubblico più antico
La febbre della gomma n. 109, p. 16 al mondo n. 112, p. 126
La peste di Giustiniano n. 115, p. 18 Hoxne n. 115, p. 122
L’Ercole Mastai n. 110, p. 124
Vita quotidiana La tomba di Sennedjem n. 108, p. 124
Il gelato moderno, una storia tutta italiana n. 117, p. 20 Lalibela, le mitiche chiese rupestri
Il profumo a Roma n. 114, p. 20 dell’Etiopia n. 116, p. n. 122
Invito a cena nella Roma imperiale n. 113, p. 20 Le meraviglie della Spagna romana:
L’Atene ottomana n. 108, p. 20 il mosaico di Noheda n. 118, p. 122
L’esercito di Napoleone n. 109, p. 22 Mars, il gigante svedese n. 111, p. 126
Le camere delle meraviglie n. 111, p. 26 Tiahuanaco n. 109, p. 124
Le carrozze a noleggio, i taxi del passato n. 118, p. 16
Qipu, il codice segreto degli inca n. 115, p. 22 Data Storica
Roma spopolata n. 110, p. 22 Il valzer n. 110, p. 28
Umorismo romano n. 112, p. 20 La bicicletta emancipatrice n. 108, p. 24
Whisky, acqua della vita n. 107, p. 14
Animali nella storia
Opera d’arte Il giaguaro n. 117, p. 18
Il pettorale di Monte Albán n. 117, p. 24 I cani da combattimento n. 107, p. 20
La saliera del Benin n. 114, p. 24 I leoni mangiatori di uomini di Tsavo n. 116, p. 22
La stradina di Vermeer n. 110, p. 14 Una giraffa per Carlo X n. 112, p. 24

STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 129


Prossimo numero
COSÌ ERA
LA ROMA DEL
PRIMO GIUBILEO
CONVOCATI da papa
Bonifacio VIII per il
giubileo, nel 1300
migliaia di pellegrini
giunsero a Roma.
La moltitudine che
invase la capitale della
cristianità ne approfittò
per chiedere perdono
per i propri peccati
e pregare davanti
alle preziose reliquie
conservate nelle sue
numerose chiese. Per
raggiungerle, bastava
seguire le precorritrici
delle odierne guide
SCALA, FIRENZE

turistiche.

La vendetta di Cleopatra
UNA CITTÀ SIRIANA IN 3D: LA Per poter rimanere sul trono Cleopatra dovette imporsi
GERASA DI DUEMILA ANNI FA sui suoi tre fratelli. Nel 41 a.C. ordinò l’uccisione
della sua più acerrima rivale, la sorella Arsinoe.
GERASA fu una delle città più importanti
della Decapoli, la lega che riuniva le fiorenti
città della provincia siriana connubio
Paideia: l’educazione in Grecia
Nella Grecia classica i maschi venivano formati per
tra cultura greca e tradizioni semitiche.
diventare cittadini e soldati al servizio dello stato. Oggi si
Gerasa, nell’odierna Giordania, era una ritiene che l’educazione fosse aperta anche alle femmine.
città cosmopolita, protetta da mura di
quasi tre chilometri e mezzo di lunghezza
e situata in un enclave
I guardiani di Roma
Per proteggere la città, gli imperatori fecero costruire
ricca di miniere
una lunga catena di basi legionarie, fortificazioni
di ferro. La e torri sulle rive del Danubio.
Gerasa di
duemila anni fa è
visibile oggi grazie
Vilcabamba, la città inca perduta
In seguito alla conquista spagnola, Tupac Amaru
alla ricostruzione acquisì potere all’interno della cordigliera delle Ande,
in 3D. a Vilcabamba, che divenne sede della resistenza inca.
DEA / GETTY IMAGES
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Le idee dei grandi filosofi


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