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STILE ITALIANO

8 GIUGNO 2017 € 5,00 (ITALIA)

IN UMBRIA OSPITI
DI BENEDIKT BOLZA

IN TOSCANA A CASA DI A MILANO, I COLORI A TODI, NEL GIARDINO


CRISTIANA E DAVIDE SADA DI ELENA CORNER DI CASALE DEL MIGLIO
giugno 2017

Il lato gentile dell’arte


e della creatività T
Tante belle storie al femminile in questo numero di inizio estate. E tutte legate
all’arte e alla creatività. A pagina 44, la curatrice del prestigioso progetto “Il mondo
magico”, presentato al Padiglione Italia della Biennale di Venezia, Cecilia Alemani
(giovane direttrice dell’High Line Art di New York) spiega a Villegiardini i motivi che
DI MARGHERITA DALLAI

l’hanno spinta alla scelta di questo tema e al grande impegno per la sua realizzazione.
A pagina 14, nella rubrica “La mia stanza”, Marella Caracciolo racconta l’esperienza
di Paola Farina, pittrice, che dopo la separazione dal compagno ha dovuto
reinventarsi: “Ricostruire la mia vita cominciando dalla mia antica passione per la
pittura è stata la cosa più naturale del mondo. E per fortuna i miei amici sapevano
che avevo bisogno di lavorare e mi hanno sostenuta”.
A pagina 17 e a pagina 34 altre due storie legate alla creatività e alla fantasia:
il mondo fiabesco e incantato di Fulvia Mendini, con i suoi piccoli coloratissimi
personaggi usciti dalla tradizione mitologica, e quello altrettanto fantasioso di
Giorgia Monni, con i suoi originali ritratti di piccoli animali nei panni di gentildonne e
gentiluomini della storia.
Ancora, a pagina 84, Elena Corner, stilista di accessori di moda, nella sua bella casa
di Milano: “Un fil rouge lega gli interni della mia casa: è un’immagine di donna, dipinta
o fotografata, immersa nella sua storia”. Un percorso simile a quello raccontato
a pagina 94 da Corinna Ceruti e Marian Martinez nel loro Piccolo Laboratorio Arte
Case e Spazi, ovvero Places. Un atelier minuscolo e artigianale dove di mescolano
lampade, tessuti, colori ed emozioni.
Gli altri servizi sono dedicati alle case, agli ambienti e agli arredi raffinati di Benedikt
Bolza, intervistato nel suo laboratorio creativo di Reschio, in Umbria. A seguire il
bel casale in Toscana di Cristiana e Davide Sada, ristrutturato e arredato da Andrea
Truglio, architetto; il giardino di Todi progettato da Gianni Birardi, paesaggista;
il giardino nel centro di Londra progettato dal giovane e bravo landscape designer
italiano Stefano Marinaz e, infine, una bella iniziativa, Hortus, legata al recupero
e alla realizzazione di nuovi orti (anche sui tetti) nella città di Milano. ■

9
sommario

100

50 84 124
ABITARE NEL VERDE
14 LA MIA STANZA di Marella Caracciolo 100 IN GIARDINO. FASCINO ANTICO
Dietro il fogliame, una piccola, incantevole casa A due passi da Todi, una lussureggiante oasi verde intorno
dove Paola Farina abita; vicino, il capannone al Casale del Miglio, ricca di colori, piante e fiori,
seicentesco che è il suo studio di pittura che si integrano perfettamente con lo splendido paesaggio

21 LA SELEZIONE di Giulio Iacchetti 116 L’INTERVISTA


“Gli oggetti che ho scelto sono quelli che ho sempre La seconda puntata della nuova rubrica dedicata al rapporto
desiderato, e che nel corso del tempo ho acquistato, con il verde di personaggi legati ai giardini, al paesaggio
spesso usati, oppure che ancora sto cercando” e all’architettura. Oliva di Collobiano intervista Marco Bay

50 A CASA DI. UN CASALE A SORPRESA 118 IN GIARDINO. GLI ORTI DI MILANO


Sui colli toscani, ospiti di Cristiana Durini de Monza “Gli orti sono aree civili del vivere, educative per
e Davide Sada, nel casale che Andrea Truglio ha ristrutturato i bambini, produttive per adulti e anziani ”, spiega
con rigore ed esperienza nel rispetto dell’ambiente Davide Luraschi, tra i fondatori di Hortus 2015

70 CASE NEL VERDE. MAGICA RESCHIO 124 IN GIARDINO. NEL CUORE DI LONDRA
Un luogo pieno di energia, dal quale Benedikt Bolza, Lo studio londinese di Stefano Marinaz, landscape
architetto e designer trae ispirazione per i suoi designer, si avvale della collaborazione di architetti
restauri e gli arredi, apprezzati pezzi da collezione e designer internazionali per i progetti di giardini

84 INTERIORS. I COLORI DEL CUORE 131 DIALOGHI di Guido Piacenza


Elena Corner, stilista di accessori moda, racconta Due uomini, stessa passione, ma così diversi: Sir Peter Smithers
la sua casa di Milano dove ha ricreato luci e atmosfere (1913-2006), inglese, con Giardino a Lugano, e Gérard Weiner,
della sua terra natale, il Veneto, fonte di ispirazione vivaista a un centinaio di chilometri a nord di Marsiglia

94 DECOR. BEAUTIFUL PLACES 160 Oltre la SIEPE di Marco Bay


Corinna Ceruti e Marian Martinez sono “Il prato fiorito è l’alternativa selvaggia al prato all’inglese,
l’anima di Places, laboratorio di interior alla ‘moquette’ verde che tutti ambiscono e desiderano,
design e di oggetti ricchi di personalità priva di erbacce, eppure con dosi di pesticidi a non finire”

In copertina foto di Philip Vile


11
sommario

18

44 37 133
IDEE
18 MOSTRE Milano 44 BIENNALE Venezia
Intervista a Cecilia Alemani (giovane curatrice
Quello di Fulvia Mendini è un mondo incantato
dal 2014 dell’High Line Art di New York),
e sorprendente, ricco di figure magiche che
che ha presentato alla Biennale di Venezia
alimentano la fantasia: scarabei sacri, colibrì,
“Il mondo magico”, allestito al Padiglione Italia
farfalle, fenici e molto altro ancora

34 TALENTI Giorgia Monni 146 AZIENDE Sbordoni


Sbordoni Ceramica si dedica allo sviluppo
“Cani e gatti (ma anche umani) come opere d’arte.
di soluzioni complete per il bagno: sanitari,
Un’iconica idea regalo”. Così si presenta Giorgia Monni
rubinetterie, mobili, mattonelle in ceramica
nella sua pagina Facebook offrendo ritratti dei propri
amici a 4 zampe in veste barocca
133 SCEGLIERE
37 VANITÀ Classico Contemporaneo: le ultime novità
delle più importanti aziende di arredamento:
Una scelta di arredi e oggetti che Villegiardini
dai mobili, ai tessuti, alle luci
ha selezionato questo mese per i propri lettori:
Baleri Italia, Hermès, De Rigo Chopard
COMPRARE AFFITTARE
42 LIBRI
Le novità del mese: A beautiful mess di Claire Bingham, 149 LIGURIA
Intimate di David Hicks; Urban Flowers di Carolyn Dunster; Le più belle ville con giardino in una delle più
Signature Spaces di Paolo Moschino e Philip Vergeylen famose e ricercate te località: il Golfo del Tigullio

Abbonarsi conviene!
Tel. 199.111999 www.abbonamenti.it
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LA MIA STANZA a cura di Marella Caracciolo

Paola Farina: lo studio


nel romantico giardino
Il percorso per arrivare allo studio di pittura di Paola Farina sembra uscito da un I-PHOTO DI MARELLA CARACCIOLO
racconto delle fate. Per prima cosa si attraversa il giardino all’italiana di Palazzo
Corsini al Prato, a Firenze, punteggiato da sculture rinascimentali, piante di limoni
in vaso e antiche siepi di bosso ripensate con estro rurale dalla giardiniera Oliva
di Collobiano, che le ha riempite di lavanda, peonie, e piante di carciofo. Poi ci si
inoltra lungo un sentiero bordato di acanti in un boschetto di allori giganteschi e
lecci e infine ecco apparire dietro il fogliame una piccola, incantevole casa dove
Paola abita con i suoi due figli. Dietro la casa, il romantico giardino pieno di fiori
selvatici e di tartarughe con una scala che conduce al capannone seicentesco
che ora è, appunto, lo studio di pittura di Paola Farina. “Ho cominciato a lavorare
come pittrice muraria subito dopo il liceo a Verona, dove sono nata e cresciuta, e ho
continuato anche mentre frequentavo la scuola di arti decorative di Van der Kelen,
a Bruxelles”, racconta. La sua carriera di pittrice muraria si è interrotta nel 2000
per amore di Giampaolo Motta, viticultore napoletano, con cui andò a convivere
a La Massa, l’azienda vinicola di lui in Chianti. “Per dodici anni mi sono occupata
dell’azienda, disegnando tra le altre cose le etichette dei vini, occupandomi dei figli
e divertendomi a dipingere alcune stanze nella casa”. Poi, nel 2012, la separazione.
E la necessità di rifarsi una vita, anche professionale. Una delle prime committenze
importanti fu quella di Laura Collobiano, viticultrice biodinamica, che le chiese di
fare un restauro pittorico di un soffitto in stile barocco per la sua casa di Lucca.
“Un lavorone, entusiasmante!” A quello sono seguite altre committenze tra cui un
bagno coloratissimo per Sabina Corsini con giganteschi fiori di loto rosa a Firenze
e, più recentemente, un salotto tartan per un casale in pietra, sempre in Toscana,
di proprietà di una famiglia scozzese. “In realtà il motivo tartan è monotono da
fare, ripetitivo, ma l’ho trovato interessante perché moderno e inusuale. I miei
committenti scozzesi hanno anche un bellissimo albergo disegnato da Riccardo
Barthel, Villa Bordoni, e ogni anno mi occupo di restaurare e dare una rinfrescata ai
muri”. La prima cosa fu trovare uno studio dove lavorare. A Palazzo Corsini si liberò
questo stanzone bellissimo che anche in passato era stato usato come atelier da
altri pittori. “Passo le giornate qui dentro, con la mia radio, i miei colori, le carte
per i bozzetti e gli ‘stencils’. È qui che preparo i progetti prima di trasferirmi di
volta in volta sui vari cantieri”. Più che decoratrice Paola Farina si considera una
pittrice. Da qualche tempo oltre alle decorazioni murarie e su mobili, il suo lavoro
si sta espandendo e sta accettando committenze per ritratti su tela. “Una cosa
che amo fare, e che mi chiedono spesso, sono i cabrei, grandi mappe di proprietà
agricole realizzate su carta fatta a mano come si usava nel 700. È un dono fare
un lavoro che ti piace, sono stata fortunata”. ‘Fortuna’ è un vocabolo che compare
spesso nel racconto di Paola Farina. Del resto la fortuna, si dice, aiuta gli audaci.
Per informazioni: pali@paolafarina.com, paolafarina.com ■

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Indoor - Outdoor: Mystone Ardesia Cenere
www.marazzi.it

Human Design
Da più di ottant’anni progettiamo ceramiche in cui tecnica e innovazione sono al servizio
delle persone. Perché il vero design nasce sempre attorno alle emozioni di chi lo vive
ALCUNI DEI DISEGNI, CON FIGURE DEL MITO
E DELLA FANTASIA, REALIZZATI SU CARTA
FABRIANO DALL’ARTISTA FULVIA MENDINI
MOSTRE Milano

il cavalluccio marino
e altre meraviglie
Quello di Fulvia Mendini è un mondo incantato e sorprendente, ricco di figure magiche
che alimentano la fantasia: scarabei sacri, farfalle, fenici che risorgono, serpenti,
draghi, meduse, il canto del gallo, il battito d’ali del colibrì, il carro di Poseidone
trainato da un cavalluccio, il ronzio delle libellule. Dalla tradizione mitologica alla
trasposizione sulla carta, attraverso il colore: “Il cavalluccio e altre meraviglie” di
Fulvia Mendini è la nuova mostra di Fabrianoospita, (a Milano, via Ponte Vetero 17
fino al 7 luglio 2017), progetto a cura di Adelaide Corbetta che prevede una serie
di esposizioni dedicate ad artisti che interpretano la carta, ognuno in maniera
differente. La pennellata minuziosa di Fulvia Mendini delinea le sagome di animali
legati a tradizioni, culture, simboli diversi. Sopra un autoritratto di Fulvia
Un bestiario invitante e sofisticato che contiene tutte le storie delle quali sono Mendini. In alto, uno dei disegni
stati protagonisti e tutte quelle che ancora devono essere narrate. Fulvia Mendini, presentati nello spazio
nata a Milano, dove vive e lavora, dopo gli studi di illustrazione e grafica allo Ied, ha di “Fabrianoospita” a Milano.

lavorato nell’Atelier Mendini. In seguito ha iniziato una ricerca pittorica e decorativa


personale, approfondendo in particolare il mondo della natura e del ritratto.
Collabora con le gallerie Antonio Colombo Arte Contemporanea e Roberta Lietti Arte
Contemporanea. (M. D.) ■

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LA SELEZIONE
DI GIULIO IACCHETTI

Penne NERI, Giulio Iacchetti, Internoitaliano, 2015

gli oggetti dei miei desideri


In oltre 25 anni di carriera, Giulio Iacchetti, industrial designer, ha realizzato progetti
per importanti aziende, tra le quali Alessi, Artemide, Danese, Fontana Arte, Foscarini,
Magis, Moleskine, ottenendo due volte il premio Adi Compasso d’Oro. I suoi prodotti
sono caratterizzati da un mix di rigore, creatività, ironia e sono spesso orientati
dalla ricerca di nuove funzionalità. Un linguaggio originale, che è alimentato dalla
passione per il design, come traspare dalla sua selezione.
“Gli oggetti che ho scelto sono quelli che ho sempre desiderato, e che nel corso
del tempo ho acquistato, spesso usati, oppure che ancora sto cercando. Come,
per esempio, il vaso Bienvenidos a Miami. Realizzato da Venini in pochissime copie,
è praticamente introvabile. Ho provato addirittura a chiederlo al suo designer,
Gabriele Magro. Purtroppo anche lui ne possiede solo uno e quindi non ha potuto
accontentarmi”. Ognuno di questi prodotti è legato a una storia particolare e
rappresenta una fonte di ispirazione per il suo lavoro. “Sono oggetti che amo, e
FOTO DI FRANK VAUGHAN

mi fa stare bene saperli vicino a me, nella vita di tutti i giorni e quando progetto.
Li ho scelti perchè sono il risultato di un pensiero rigoroso e razionale, che ha
consentito loro di superare le tendenze passeggere della moda e diventare dei
classici. Anche se poco conosciuti dal grande pubblico”. ■

21
LA SELEZIONE

Vaso BIENVENIDOS A MIAMI, Gabriele Magro,


Venini, 1998

Bicchiere CLIC in esclusiva per CAMPARISODA,


Matteo Ragni Studio, Pandora Design, 2009

OCCHIALI, Oliviero Toscani, Ottica Aspesi, 2004

Sedia PLAN, Alessandro Gnocchi, Internoitaliano, 2016 STREAMLINER F1 Red, Design Ulf Hanses,
Playsam, 2009
23
LA SELEZIONE

Logo AGIPGAS (gatto selvatico), Federico Seneca,


AGIP, 1952

Bottiglietta TASSONI SODA, 1956

Automobilina CHERI BUG (riproduzione


caricaturale della 2cv Citroën), Polistil

Tappo per vasca MR. SUICIDE, Massimo Giacon Profumatore per auto ARBRE MAGIQUE,
e CSA, Alessi, 2000 Julius Sämann, 1952
25
LA SELEZIONE

Madia PORTAFINESTRA, Luca Meda, Molteni, 1989 Cassettiera CARTEGGIO, Aldo Rossi, Molteni & C, 1987

Giocattolo in legno FOX, Antonio Vitali, 1950 Scarpe MONTANA, Birkenstock, 1992
27
LA SELEZIONE

Maniglia GINGKO BILOBA, Giulio Iacchetti,


DND by Martinelli, 2017

PORTABICCHIERINI PER CAFFÈ DI ILLY, Enzo Mari,


Danese, 1996

Pentola LA CUBICA, Aldo Rossi, Alessi, 1991 Set di posate PIUMA, Enzo Mari,
Zani&Zani, 1992
29
LA SELEZIONE

Anello VERALAICA, Angelo Mangiarotti, 2000 Portavasi ALBERO, Achille Castiglioni, Zanotta, 1983

Macchina da cucire MIRELLA, Marcello Nizzoli, Necchi, 1956


31
LA SELEZIONE

OROLOGIO DA POLSO, Ettore Sottsass, Tissot, 1987 FORBICI, Philippe Starck, 1996

BICI PIEGHEVOLE, Andrew Ritchie, Brompton, 1979


33
NELLE IMMAGINI, IN SENSO ORARIO, RITRATTI
DI RUGGINE, NOVE, CAMILLA E BIBIE NEI PANNI
DI PERSONAGGI DI VARIE EPOCHE STORICHE
TALENTI Giorgia Monni

amici miei vi faccio


un ritratto
“Cani e gatti (ma anche umani) come opere d’arte. Un’iconica idea regalo”. Così si
presenta Giorgia Monni nella sua pagina Facebook Chi fa da sé. Quindi offre ritratti
di persone o personaggi dipinti in panni rinascimentali oppure dei propri amati cani
o gatti rappresentati su tela (o altri materiali a scelta) in una inusitata e divertente
veste barocca. Per avere il ritratto di Fido o Micio in sontuosi abiti di corte o da
cerimonia basta andare sulla pagina Facebook oppure sul sito gi-emme.com. Qui
si viene accolti da Giorgia, inventrice e autrice delle opere, che nella sua qualità di
esperta grafica editoriale, elabora le fotografie degli interessati e le inserisce con
grande perizia e fantasia su quadri antichi. Sono nati in questo modo quadri come
Karletto in “Ritratto di nobile polacco”, Rembrandt van Rijn - 1637. National Gallery Giorgia Monni e, nelle foto
of Art, Washington; Thor in “Ritratto del principe Andrei Obolensky” di Franz Kruger in alto, due ritratti dei gatti
- 1850; Elvis in “Ritratto di Joseph-Antoine Moltedo” di Jean Auguste Dominique Cotton (a sinistra) e Amleto.
Ingres - 1810; Oscar in “Napoleone che attraversa le Alpi” di Jaques-Louis David -
1801. E così via. Non mancano comunque, nell’ampio repertorio di Giorgia, gli omaggi
a personaggi famosi, attori, cantanti e altro ancora, rappresentati sempre in abiti e
costumi d’epoca. “Ma tutto è possibile”, dice Giorgia. “Per ora in prevalenza cani e
gatti ma sono disponibile anche a furetti, conigli, cavie… una nuova sfida per me”. ■ TESTO DI FRANCO NICCOLI

35
VANITà passioni molto personali

BALERI ITALIA, CON IL NUOVO AD, SEBASTIANO


LANGÉ, E IL NUOVO ART DIRECTOR, ALDO
PARISOTTO, HA INIZIATO LA FASE DI RILANCIO
DEL BRAND. QUI SOTTO, ALCUNI TRA I PRODOTTI
ICONICI DEL MARCHIO: JULIETTE, DI HANNES
WETTSTEIN, ROSSA, OCRA E BORDEAUX CON
RIVESTIMENTO IN CUOIO E TATO COLLECTION
DI DENIS SANTACHIARA E ENRICO BALERI.

37
VANITÀ

CHOPARD E DE RIGO
Sono un omaggio ai 70 anni
del Festival del Cinema di Cannes
gli occhiali gioiello disegnati
da De Rigo e Chopard, la Special
Edition “Precious”, con i cerchi
in metallo placcato oro 23 carati
valorizzati da cristalli trasparenti
nella versione in oro rosa
e marroni in quella in oro
rosso, tutti applicati a mano.

HERMÈS
Due coloratissimi accessori
Hermès, che fanno parte
della ricca e divertente
collezione della maison parigina
per l’estate 2017 al mare:
la Borsa in canvas di cotone
con stampa “Drapeaux au vent”
e il Telo mare in morbida spugna
con stampa “Drapeaux au vent”.
VANITÀ

39
LIBRI
TESTO DI FRANCESCA CALÒ / FOTO DI EUGENIO BERSANI

addio less is more,


beata confusione
È un inno alla vita piena di cose, alla moltitudine, all’audacia quello che Claire
Bingham lancia in questo volume di ispirazione, dove scorrono gli esempi
meglio riusciti dell’interior all’insegna dell’eclettismo. Sono case dove l’austero
minimalismo, considerato a lungo da molti il paradigma del design, è completamente
bandito. Nelle 150 foto che compongono le 176 pagine, splendidamente illustrate,
fluiscono dimore dove l’essenzialità è lasciata fuori la porta d’entrata e che invece
traboccano di decorazioni, sono stracolme di oggetti favolosi, dove persino il
disordine diventa un tratto distintivo. Ricco di stampe, modelli, e curiosità il libro
di quella che è una delle giornaliste di architettura oggi più preparate e apprezzate
al mondo raccoglie una collezione formidabile di consigli e spunti che aiutano il
lettore a liberare la creatività. Il diktat è mixare, osare, fondere stili diversi, anche
in modo bizzarro, quasi fino a raggiungere l’eccesso. ■
A BEAUTIFUL MESS
di Claire Bingham,
Ed. teNeues,
pagg. 176, € 39,90 In collaborazione con: Libreria Ulrico Hoepli, via Hoepli 5, Milano, tel. +39 02 86487, hoepli.it
LIBRI

CURARSI IN GIARDINO
Un’edizione gradevole e che si fa leggere con curiosità, nata sotto la supervisione dei Royal Botanic Gardens Kew,
raccoglie 270 piante, dalla A alla Z, utilizzate e conosciute per le loro proprietà medicinali. The Gardener’s Companion
to Medicinal Plants è un album che coniuga la bellezza delle illustrazioni con consigli e descrizioni sull’uso terapeutico
delle specie vegetali. Una guida preziosa che attrezza il giardiniere a diventare un bravo guaritore.

THE GARDENER’S COMPANION TO MEDICINAL PLANTS


di M. S.J. Simmonds, M.J. Howes, J. Irving
Ed. Royal Botanic Gardens Kew, pagg. 224, € 19,50

GIARDINO MIGNON CITAZIONI COLTE DENTRO AL DESIGN

Non servono vaste superfici per cimentarsi La cifra stilistica della coppia Moschino e È un pezzo imperdibile il primo libro di David
nell’arte del giardino. Carolyn Dunster con- Vergeylen è quella di aver utilizzato nel loro Hicks, pluripremiato designer australiano che
divide l’amore e la sua conoscenza dei fiori, lavoro un approccio al design assolutamen- in questo volume presenta una collezione
insegnando come creare da soli un piccolo te non convenzionale. I loro interni ispirano strepitosa dei suoi migliori progetti residen-
giardino urbano in grado di dare, malgrado gli freschezza e relax, attingono dalle loro espe- ziali. Il libro fa emergere l’approccio olistico
spazi ridottissimi, grandi soddisfazioni. rienze di viaggiatori globali e cosmopoliti, ci- che da sempre caratterizza il lavoro del talen-
L’autrice appassionata guida il lettore a tano personaggi, il cinema, l’arte e la moda. tuoso progettista, che considera l’architettu-
come far crescere e utilizzare fiori, foglie, Illustrato con centinaia di fotografie straor- ra, l’interior e la decorazione come un unicum
bacche in una gamma infinita di presenta- dinarie, e accompagnato da aforismi di ispi- imprescindibile. Le pagine sono un passe-
zioni e di bouquet. razione, il libro esplora l’universo simbolico partout che aprono lo sguardo su dimore di
Il volume di 192 pagine ben illustra come e stilistico di due nomi incisi nel firmamento pregio dove il design, l’eleganza, il comfort,
utilizzare al meglio lo spazio a disposizione, del design, che hanno saputo attirare un pub- l’arte, la ricchezza dei materiali si mescolano
quali vasi scegliere, quale opzioni di colore blico giovane ed esigente, con le loro stanze in modo unico dando origine a quello che vie-
considerare e sperimentare. elegantemente e unicamente arredate. ne riconosciuto come lo stile del nuovo lusso.

URBAN FLOWERS: Creating SIGNATURE SPACES: Well-Travelled INTIMATE: A Private World of Interiors
abundance in a small city garden Spaces di Paolo Moschino e Philip Paperback di David Hicks,
di Carolyn Dunster, Vergeylen, Ed. The Vendome Press, Ed. Thames & Hudson Ltd,
Ed. Frances Lincoln, pagg. 192, € 31 pagg. 240, € 62 pagg. 240, € 55

43
DAL 1999 È INIZIATO IL RECUPERO DELL’AREA
DELL’ARSENALE, UN TEMPO DEDICATA ALLA
COSTRUZIONE DELLE FLOTTE DELLA SERENISSIMA

FOTO DI VALENTINA GRILLI


FOTO DI VALENTINA GRILLI
BIENNALE Venezia

il mondo magico

FOTO DI MARCO DE SCALZI


del Padiglione Italia
Nei suggestivi spazi dell’Arsenale di Venezia, lo strepitoso Padiglione Italia ha
presentato “Il mondo magico”, un progetto a cura di Cecilia Alemani (giovane curatrice
dal 2014 del Programma arte dell’High Line Art di New York) che, con gli interventi di
Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi e Adelita Husni-Bey, voci forti e originali nel
panorama artistico internazionale, ha rappresentato l’Italia alla 57 esima Biennale.
Villegiardini ha chiesto a Cecilia Alemani di spiegare la genesi e le scelte che hanno
portato a questo ambizioso allestimento.
Da dove nasce “Il mondo magico”?
Ho preso ispirazione dall’omonimo libro dell’antropologo Ernesto de Martino, un testo
che ho scoperto in modo trasversale a Parigi, scrivendo la mia tesi di Laurea nel 2001; Sopra, un ritratto di Cecilia
incuriosita, ho portato avanti alcune ricerche indipendenti. La magia per De Martino è uno Alemani: il suo progetto
strumento attraverso cui alcune popolazioni reagiscono a situazioni di crisi, tentando “Il Mondo Magico” , è stato
scelto al termine di
di gestire una situazione storica incerta: è un sistema per riaffermarsi nel mondo. una selezione tra dieci nomi
Mi ha affascinato questa lettura positiva del ricorso al magico, tanto da sceglierlo come rappresentativi del panorama
fil rouge della mostra, rintracciandolo poi nel lavoro dei tre artisti selezionati. curatoriale nazionale.
Come si sono rapportati con il tema della magia?
Ognuno di loro ha messo in scena un situazione critica risolta attraverso processi estetici
personali; Andreotta Calò ha utilizzato l’acqua come specchio architettonico, giocando
sul topos dello sdoppiamento: il soffitto del padiglione raddoppia, generando il miraggio A CURA DI VALENTINA GRILLI

45
di una grande cattedrale. Roberto Cuoghi ha trasformato lo spazio dell’Arsenale L’installazione di Roberto Cuoghi
in una fucina di sculture devozionali, ispirate all’iconografia tradizionale di Cristo, occupa la prima navata
del Padiglione; qui un percorso
puntando sulla forza della ripetizione, mentre Husni-Bey, la più giovane della
luminoso conduce il pubblico
squadra con una solida formazione sociologica, ha realizzato The Reading/La a una serie di sculture
seduta, un video in cui un gruppo di ragazzi si interroga su tematiche spinose quali organiche ispirate al testo
la razza, il genere e lo sfruttamento ambientale attraverso i tarocchi. medievale Imitatio Christi.
Nella pagina a destra,
Che tipo di rapporto si è creato tra lo spazio e le opere?
lo spazio dedicato al video
Lo spazio è immenso, quasi 2.000 metri quadrati! A ogni artista è stato chiesto di di Adelita Husni-Bey.
rispettare l’architettura di Tesa delle Vergini, valorizzandone i dettagli come le
capriate e il pavimento ancora segnato da vecchi binari; nel passato l’estetica del
Padiglione è stata completamente trasformata e frammentata in piccole cellette,
quest’anno volevamo un allestimento non invasivo.
La filosofia è affine a quella adottata nell’High Line Art: è stata d’aiuto l’esperienza
newyorkese?
Assolutamente, sulla High Line gli spazi sono all’aria aperta, ma le loro dimensioni
monumentali con un flusso di visitatori altrettanto importante mi hanno permesso
di capire come navigare e gestire superfici di tale portata.
Come ha saputo dell’incarico?
Un anno fa ho ricevuto un sms dall’Italia firmato ‘Ministro Franceschini’; mi chiedeva
di richiamarlo. Ho pensato fosse uno scherzo di Maurizio Cattelan, mio grande
amico. Non era così!
Che cosa ha pensato dopo aver ricevuto l’incarico?
Sicuramente c’era l’entusiasmo di dare una svolta al Padiglione, riportandolo al successo
e al contempo offrire agli artisti un trampolino di lancio, una piattaforma in cui potessero
realizzare forse il lavoro più bello della carriera. Non penso che un’istituzione come la
Biennale debba fare delle semplici retrospettive; questo è lo spazio della sperimentazione
e della ricerca dove gli artisti possano divenire sempre più internazionali. ■
47
FOTO DI VALENTINA GRILLI
Il progetto di Andreotta
Calò, è una monumentale
installazione che divide
l’ambiente in due mondi:
una foresta di tubi porta
lo spettatore a una scalinata
che conduce a un livello
superiore; qui una vasta
distesa d’acqua riflette
le capriate del padiglione.
A destra, alcuni scorci
dell’area dell’Arsenale.
49
FOTO DI VALENTINA GRILLI
BIENNALE
A CASA DI

UN CASALE
A SORPRESA
TESTO DI FRANCO NICCOLI / FOTO DI GIORGIO BARONI

SUI COLLI TOSCANI, OSPITI DI CRISTIANA DURINI


DE MONZA E DAVIDE SADA, NELLA CASA CHE
ANDREA TRUGLIO HA RISTRUTTURATO CON RIGORE
ED ELEGANZA NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE

51
A pag. 50, la vista sulle colline
incorniciate dai pini marittimi.
Davanti alla casa, sedie
da campo in ferro e arredi
di recupero. La ghiaia bianca
circonda l’edificio e i vialetti
con i vasi di limoni. Qui sotto,
il pergolato di rose,
il tavolo imbandito con una
tovaglia di lino e ceramiche
di artigianato locale. Nel
giardino “informale”, piante
di lavanda e di rose bianche.
A CASA DI

L
La strada per Casa Sada porta attraverso colline coperte da vigneti e uliveti
e conduce a quello che sembra tipico casale toscano. Tuttavia, non appena i
proprietari Davide Sada e sua moglie, la contessa Cristiana Durini de Monza
aprono la porta d’ingresso, ci si rende conto che non tutto è come sembra:
il carattere rustico lascia il posto a uno stile elegante e decisamente urbano.
“Questo è stato il mio primo progetto per una casa in campagna”, dice
Andrea Truglio, architetto di interni. “Cristiana e Davide conoscevano il mio
lavoro molto bene, dal momento che avevo già ideato il loro appartamento
in uno storico palazzo di Milano. Immagino che abbiano pensato che avrei
adattato il mio stile a un ambiente di campagna. Invece non è stato così”.
Dal momento che la fattoria era una rovina, è stato deciso di ristrutturare
l’esterno secondo le tradizioni locali di questa zona della Toscana: la casa
è intonacata e il tetto rifinito con antiche tegole di terracotta, molte delle
quali sono state recuperate dalla struttura originaria. Un altro elemento
che è stato mantenuto è la scala esterna. “Potevamo farne a meno, dal
momento che ora c’è una scala interna. Tuttavia, la scala esterna conferisce
movimento e consistenza alla facciata”. Solo nella scelta del colore ci si è
discostati dalla tradizione: è leggermente rosato e riflette perfettamente i
cambiamenti della luce del giorno, contrastato dal grigio-blu dei telai delle
finestre e delle imposte. “All’interno volevo creare qualcosa di cosmopolita,
con nessun riferimento ai tradizionali, romantici materiali che spesso si
trovano in queste abitazioni”, dice Andrea. Al posto di una pavimentazione
in cotto ruvido, ha scelto delle lastre di travertino aperto originarie del
Lazio; in tutta la casa le travi sono a vista, ma sono state imbiancate per
dare un senso di leggerezza e di spazio”. L’originaria sistemazione delle
piccole stanze è stata ripensata, sostituita al piano inferiore da un open
space, decorato utilizzando la gamma di colori naturali. Nella casa gli
spazi sono aperti, con poche porte presenti solo per le camere da letto e
i bagni. Il primo piano ha un’atmosfera accogliente, larghi pavimenti in
quercia e tonalità dell’arancione, del rosso e del marrone. In cucina, un
grande lavandino in marmo primi 900, pentole in rame e un set di stampe
raffiguranti del bestiame in contrasto con l’arte moderna disposta nel
resto della casa. “La casa stessa è in una sorta di disarmonia intenzionale.
Le piccole raffinatezze, difficili da cogliere immediatamente, si fanno
apprezzare poco per volta.” ■

53
SOTTO IL PERGOLATO IN CANNE ATTIGUO ALLA A CASA DI
ZONA LIVING, LETTI DA CAMPO USATI COME
DIVANI PER I MOMENTI CONVIVIALI E DI RELAX

55
QUERCE, CASTAGNI E CORBEZZOLI FANNO DA
LUSSUREGGIANTE QUINTA ALLA PISCINA CON LE
DOGHE IN TEAK E I LETTINI DA CAMPO IN LEGNO
A CASA DI

57
LUCI E OMBRE SOTTO IL CANNICCIO ATTIGUO
ALLA ZONA LIVING, DOVE SI PUÒ PRANZARE E
SOSTARE ASPETTANDO L’ORA DEL TRAMONTO
A CASA DI

59
SOTTO, UN PARTICOLARE DEL LIVING. A DESTRA,
LA SALA DA PRANZO CON IL TAVOLO IN ROVERE
MASSELLO E LE SEDIE IN METALLO E CORDA
A CASA DI

61
ALTERNATIVA - C2
IN CUCINA IL PIANO LAVORO E IL LAVABO PRIMI
900, COME LE MENSOLE PORTA VIVANDE A VISTA.
ALLA PARETE, SOPRA IL VECCHIO TAVOLO RUSTICO,
UNA COLLEZIONE DI INCISIONI DI RAZZE BOVINE

63
Le pareti in stucco a A CASA DI
secco con travi a calce
bianca e pavimenti
lastricati in pietra a
pori aperti, disegnano
la semplicità DEGLI
AMBIENTI. Le tappezzerie
e i mobili dallo stile
lineare sono realizzati
su disegno di Andrea
Truglio. L’uomo ragno
è una scultura in legno
di Bruno Chersicia.

65
A CASA DI

Vari scorci della zona notte con una cassettiera per gli
padronale: il letto rivestito in asciugamani e i contenitori
cuoio martellato e su disegno, in vimini per il “necessaire”
il copriletto in tela di seta cruda personale. A pagina 68-69,
indiana. Il pavimento di tutta una camera da letto per gli
la zona notte è in rovere ospiti, semplice e confortevole.
naturale e l’armadio in camera I letti, disegnati da Andrea
è chiuso da una tenda di cotone Truglio, si ispirano agli arredi
di Allegra Hicks. Il bagno di campagna. Il bagno,
padronale con pavimento essenziale, è in travertino
e piano lavabo in travertino aperto. Rubinetti a parete
aperto, rilegge in chiave attuale di Dornbacht. Sopra lo stol
i vecchi bagni di campagna, di rattan, asciugamani Zara.

67
A CASA DI

69
MAGICA
RESCHIO

TESTO DE MARGHERITA DALLAI / FOTO DI PHILIP VILE

UN LUOGO PIENO DI ENERGIA, DAL QUALE


BENEDIKT BOLZA, ARCHITETTO E DESIGNER
TRAE ISPIRAZIONE PER I SUOI RESTAURI E GLI
ARREDI, APPREZZATI PEZZI DA COLLEZIONE
CASE NEL VERDE

71
CASE NEL VERDE

H
“Ho la grande fortuna di poter lavorare in casa circondato da un
magnifico paesaggio verde che mi permette di avere il silenzio e la
calma necessari per concentrarmi e creare”, racconta Benedikt Bolza,
architetto e designer che vive e lavora a Reschio, proprietà estesa e
impegnativa di cui si prende cura, a tempo pieno, restaurando e
arredando le case coloniche, curandone lo spazio verde, disegnando
mobili e occupandosi di agricoltura biodinamica. L’energia per assolvere
tutti i compiti, qualche volta in contemporanea, Benedikt ne è sicuro, gli
viene dal luogo e dal suo genius loci, che regala energia e ispirazione.
E di buone idee per la bella proprietà incuneata fra l’Umbria e la Toscana
lui ne ha avute molte. La formula usata per la gestione di Reschio,
(quasi 1500 ettari e 50 poderi con relative coloniche e annessi), ha
avuto successo. Benedikt restaura, affitta o vende le case con il progetto
di recupero incluso e, in sintonia con i proprietari, ne cura il design e
l’arredo. “Adesso sto lavorando a un edificio che avevo realizzato tanti
anni fa e che devo rifare completamente; dopo tanti anni di esperienza
in questo luogo, lo interpreterò in maniera decisamente diversa”,
continua. “A Reschio il recupero degli edifici è stato interessante. Molte
case coloniche sono antichissime, rimaneggiate nel corso dei secoli,
talvolta ridotte a poco più di ruderi. Anche malridotte conservano
un’anima fortissima che è la mia prima fonte di ispirazione”. A Reschio
ha iniziato a disegnare la sua collezione di mobili e oggetti: letti, tavoli,
chaise-longue, lampade. “All’inizio il lavoro era dettato dalla necessità
di arredare le coloniche restaurate che avevano ambienti particolari
e necessitavano di mobili altrettanto “speciali”, disegnati su misura
per la stanza”, spiega. Così è nato anche il “Dumb Vallet”, (a sinistra
nella foto), in alluminio, ottone e acciaio cromato, unisex, pensato
come aiuto all’armadio tradizionale, prezioso per preparare le valigie,
bello e utile. Le sue proporzioni sono state sudiate per allacciarsi le
scarpe comodamente, senza doversi piegare. Lo stile di Benedikt Bolza,
elegante e originale, ha avuto successo. E i suoi pezzi sono stati richiesti
da più parti, non solo in Italia. Oggi la sua collezione, che ogni anno
si arricchisce di pezzi nuovi, è molto apprezzata anche negli USA.
A Los Angeles si trova nel negozio di Michael Smith, architetto e designer
molto in voga, che ha lavorato per gli Obama alla Casa Bianca. ■

73
NELLA CUCINA E NELLA SALA
DA PRANZO GLI SGABELLI
E LE SEDIE, SONO IN ACCIAIO
VERNICIATO A POLVERE
E PELLE COLOR SALVIA.
ELEGANTI E SOTTILI SONO
REALIZZATE DA ARTIGIANI,
SENZA L’AUSILIO DI VITI.
IL TAGLIO DELLE STANZE
COME LA MAGGIOR PARTE
DEI MOBILI SONO DISEGNATI
DA BENEDIKT BOLZA.
75
I tavoli sono uno dei pezzi
forti dell’architetto-designer.
Quello a pagina 75, “The Oval
Dining Table”, è molto lungo,
ha il telaio in ottone e il piano
realizzato con legno di recupero.

Nella foto a sinistra,


apparecchiato per il pranzo,
“The Pyramid Table”, così
chiamato perché le sue gambe,
in acciaio, sono costruite
a piramide incrociata. Il piano,
di bronzo, che è realizzato
attraverso un processo di fusione
e patinatura molto particolare,
ha una tonalità elegante,
calda, ed è molto pesante.

77
La scrivania, CON IL PIANO
RICOPERTO DI LEGNO DI
rovere e pelle, è originale:
la CASSETTIERA vicino
al muro è studiata
per riporre documenti
e computer. La gamba,
“a lancio”, LASCIA SPAZIO
PER LAVORARE COMODAMENTE.
A destra, un tavolo
lungo e stretto, quasi
una console, in faggio
massello e banda di ottone.
CASE NEL VERDE

79
Nella tradizione si chiama
“Lazy Susan” ma quello
disegnato da Benedikt Bolza,
è stato ribattezzato, a ragione,
“Lady Susan”. Il meccanismo
all’interno di questo oggetto,
che non è solo utile ma anche
bello, è articolato: grazie
a dei cuscinetti la base gira
indipendentemente dal top
e viceversa. In ottone massello,
è stato pensato per stare
sulla tavola, il piano inferiore
accoglie le pietanze,
quello superiore i condimenti.
In salotto, può svolgere
la funzione di mobile bar
alla perfezione.
81
ANTENNE

Collezione d’autore
Benedikt Bolza ha iniziato a disegnare i mobili per arredare le stanze
delle coloniche restaurate a Reschio, secondo spazi e finalità pre-
cise. “The Canary Bed”, nella pagina a sinistra, in acciaio vernicia-
to, era stato pensato per la stanza degli ospiti e dotato, nella parte
superiore, di un meccanismo per montare le zanzariere. “L’ho dise-
gnato, un pomeriggio, di getto, su un pezzo di carta. Le forme sono
sinuose, il colore, giallo canarino, è particolare, ha un suo fascino.
Forse anche per questo ha avuto successo”, racconta.
Il giallo è un colore che ricorre nelle creazioni di Bolza: le lampade
“Poggibonsi”, che si ispirano al design anni 30, in ottone cromato, ne
sono un esempio. “Reschio è sicuramente la prima fonte di ispirazio-
ne per i disegni delle mie collezioni. E gli artigiani locali, bravissimi,
come si trovano ancora in Italia, hanno una maestria unica nel rea-
lizzarli”, continua.
In alto, a destra, “The Campaign Bed”, una reinterpretazione elegan-
te dei letti itineranti, da campo, che gli ufficiali si facevano mon-
tare sotto le tende. A fianco, una console in ottone con le cerniere
di quattro millimetri, sottilissime, in bronzo. Alla parete un affresco
di Nencia Corsini, decoratrice di talento, moglie di Benedikt Bolza,
che lo ha affiancato nei lavori di restauro, occupandosi di colori,
affreschi, tinteggiature di pavimenti e mobili. Nencia crea i colori
utilizzando terre naturali e pigmenti antichi (Zecchi, storico nego-
zio fiorentino di via dello Studio, è fra i fornitori preferiti) e una creatività
garbata che molto si addice agli interni di Reschio (info@reschio.com,
reschio.com).

83
INTERIORS

I COLORI
DEL CUORE

TESTO DI ELENA CORNER / FOTO DI MARIA TERESA FURNARI

ELENA CORNER, STILISTA DI ACCESSORI MODA,


RACCONTA LA SUA CASA DI MILANO DOVE HA
RICREATO LUCI E ATMOSFERE DELLA SUA TERRA
NATALE, IL VENETO, FONTE DI ISPIRAZIONE

85
INTERIORS

S
Sono passati 16 anni da quando, dal Veneto dove sono nata e ho vissuto
per i miei primi vent’anni, mi sono trasferita a Milano. Le mie amiche,
come me abituate a ritmi e paesaggi diversi, erano incredule: “Milano
non può essere la tua città per sempre”, mi dicevano. E invece, per
tutti questi anni, lo è stata e ben presto ha finito per conquistarmi.
Con il tempo ne ho potuto apprezzare sia il coté pratico e fattivo sia il
lato creativo, trasversale, che abbraccia più settori, dall’imprenditoria
all’arte. Nel capoluogo meneghino, pulsante di vita, non mi sono mai
sentita sola. A Milano è nato mio figlio. Della mia infanzia però mi
mancavano gli straordinari cieli madreperla di Venezia e i riflessi della
laguna, tenui e raffinati. E così, per nostalgia, li ho riportati fra le pareti
domestiche. Volevo essere circondata dai colori dei luoghi del cuore di
cui fa parte anche il turchese del mare della Sardegna dove ho passato
le estati fin da bambina. Ho una passione per i mobili d’epoca e gli anni
50 che, nella mia visione estetica, si sposano benissimo con il design
contemporaneo, a volte “fun”, di Massimiliano Adami e Gaetano Pesce:
i tavoli che sembrano dolci, i vasi che somigliano a colate di marshmallow.
C’è un fil rouge che lega tutti gli interni della mia casa; è un’immagine
di donna, dipinta o fotografata, immersa nella sua storia. Alcune mi
somigliano, altre appartengono alle proiezioni di come vorrei essere.
Entrambe mi tengono compagnia. Alcune sono colte in atteggiamenti
di raccoglimento, con il capo abbandonato su una spalla, con la schiena
rivolta all’osservatore (come per dire, “ora basta”), o uno sguardo
perso in cerca di un futuro. Altre sono forti, fiere, piene di amore. Ogni
stanza della casa ha un colore dominante: è la mia cromoterapia per
i vari momenti della giornata. Il salotto madreperla con una punta di
ametista e ottanio per la serenità; la sala da pranzo color menta e rosso
rubino per l’energia; la camera da letto bianca e turchese per la pace.
Gli interni sono pensati per svolgere più funzioni: ricevere gli amici,
stare in intimità con mio figlio, disegnare le mie collezioni. È proprio
qui, in questo nido pieno di luce e colori, che sviluppo parte del mio
lavoro. I tessuti sono la passione di tutta la mia famiglia che si è sempre
occupata di moda. Quelli che ricoprono divani e poltrone fanno parte di
una collezione custodita nella casa di famiglia in Veneto. Molti di questi
erano nati come tessuti d’abbigliamento, (velluti, taffetas cangianti, sete
stampate), altre sono d’antan come i pappagalli, le ortensie anni 60 e le
belle stampe Fortuny. ■

87
INTERIORS

89
IN CUCINA LA COLLEZIONE DI PIATTI BARBOTINE INTERIORS
E QUELLA DI TEIERE, COLOR ANICE, GIADA E ALGA,
TROVATE NEI MERCATINI INTORNO AD AVIGNONE

91
LA BELLA POLTRONA RICOPERTA DI VELLUTO BLU,
I VASI DI VETRO COLORATISSIMI RIFLETTONO IL
GUSTO PER IL COLORE E LA CREATIVITÀ DI ELENA
INTERIORS

ANTENNE

Stilista sul campo


Elena Corner, una bella signora dalla figura esile e i toni delicati, vive
e lavora a Milano. È cresciuta tra i colori e i tessuti dell’azienda di
abbigliamento di famiglia, in Veneto. E ha deciso molto presto che
di quello si sarebbe occupata, da grande. “Ho imparato il mestiere di
stilista sul campo, specializzandomi nella ricerca e nello sviluppo di
collezioni di maglieria con filati preziosi”, racconta.
Dal 2000 ha iniziato a occuparsi di accessori moda, focalizzando
la sua attenzione sulle calze. “Ho lavorato molto per renderle un
elemento distintivo e unico”, continua Elena Corner. E c’è riusci-
ta: ha collaborato a lungo, e con importanti risultati, con l’azienda
Gallo. Adesso disegna la Linea Red, creative calze colorate, per Rede.
Ma non solo le calze attirano la sua attenzione. Sono molti i progetti
a lei cari: le cover per bottiglie The BodyB, la linea di abbigliamento
per city biker Katavelò (katavelo.it) e la nuovissima linea di bracciali
e polsini Doubt (i-doubt.com). Per informazioni: elenacorner.it

93
DECOR

BEAUTIFUL
PLACES
TESTO DI MARGHERITA DALLAI / FOTO DI ENRICO CONTI

Corinna Ceruti e Marian Martinez


sono l’anima di Places, laboratorio
di interior design e di oggetti unici

Il nome coincide proprio con la realtà: il Piccolo Laboratorio Arte Case


e Spazi (Places) è un atelier minuscolo e artigianale dove si mescolano
lampade, tessuti, colori, emozioni, atmosfere nel segno dell’eleganza
e dell’armonia. Nato qualche anno fa e punto di riferimento per gli
appassionati delle belle arti, questo progetto di Corinna Ceruti e Marian
Martinez è la naturale continuazione di una lunga esperienza di interior
design cominciata oltre vent’anni fa con Angelica Frescobaldi.
Places ha scelto a Milano una sede non convenzionale, un open space che
raccoglie oggetti da tante parti del mondo, un luogo magico al terzo piano
di un palazzo anni 20 dove carte, pennelli, libri d’arte, cornici, compassi,
stoffe e disegni si raccolgono con leggerezza per costruire nuovi modi
di abitare. “Ci piacciono le case differenti, lontane dai cliché, gli spazi
che raccontano di chi ci abita e per questo nel nostro lavoro mettiamo al
centro le emozioni e i particolari del gusto di ciascuno. Anche gli oggetti
che disegniamo e realizziamo sono unici, mai ripetuti” spiega Corinna
mentre ridipinge con cineserie turchesi l’ingresso dello studio.
I progetti sono itineranti e sempre suggestivi: dalla trasformazione di un
albergo con vista sul Ponte Vecchio, al ripristino di una grande villa nel
cuore della campagna Veneta, ai tanti lavori di ristrutturazione di grandi
e piccoli appartamenti tra Milano, Londra e Cortina d’Ampezzo. “Pensiamo
allo studio come a un bazar o un giardino inglese, dove ciascuno richiama
alla mente desideri pazzi e voglia di libertà” spiega Marian, che con
l’aplomb di un calligrafo del sultano, disegna, a mano ferma, i dettagli
di una libreria circolare. Il senso del bello e questa capacità di creare
è il frutto di tanti anni di studio e di una rete formidabile di artigiani
appassionati che lavorano per il laboratorio. Sono restauratori, ma anche
tappezzieri, pittori, vetrai, marmisti, fabbri e falegnami che condividono la
filosofia del Piccolo Laboratorio e ne portano il gusto in giro per il mondo.
studio@placesmilano.com ■

95
LA TRADIZIONE INGLESE E TOSCANA SI MESCOLA
CON IL SENSO DEL VIAGGIO E OGNI LAVORO HA
LINEE CLASSICHE E SPUNTI DI PERSONALITÀ
DECOR

97
OGNI LAVORO S’INIZIA CON LA CALMA: SI METTE
A FUOCO UN PATTERN E POI SI PARTE CON
L’ESECUZIONE, VELOCE, PUNTUALE E ATTENTA
DECOR

99
FASCINO
ANTICO

TESTO DI FRANCO NICCOLI /FOTO DI DARIO FUSARO

VICINO A TODI, UNA LUSSUREGGIANTE OASI


VERDE INTORNO AL CASALE DEL MIGLIO, RICCA
DI COLORI, PIANTE E FIORI, CHE SI INTEGRANO
PERFETTAMENTE CON LO SPLENDIDO PAESAGGIO
IN GIARDINO

101
IN GIARDINO

P
Per parlare del Casale del Miglio, bisogna comprendere l’identità dei
luoghi a cui appartiene, le verdi colline umbre disegnate da vigneti
e uliveti, campi di girasole che si uniscono armonicamente con lo
scenario circostante, ricco di antichi borghi, ville fortificate e castelli.
La vallata su cui domina il Casale con la sua struttura imponente,
racchiusa tra il Castello di Cacciano, borgo medievale risalente al 1300
e il Castello dei Chiaravalle del 1600, a pochi chilometri da Todi, porta
il nome del vecchio mulino, oggi non più esistente, Vocabolo Molino
appunto, secondo l’antica usanza di designare i terreni in funzione di
una loro vocazione, come, per esempio, la presenza di un mulino o di
una fornace. La dimora, costruita nel 1832 e ampliata nella sua forma
attuale nel 1888, ha il fascino della antiche residenze rustiche in pietra
ove si respira una pace d’altri tempi. Destinata a deposito del miglio
e abitata fino alla fine degli anni 70 da famiglie contadine, è rimasta
abbandonata per lungo tempo nei vari passaggi tra diversi proprietari
fino al 2011, quando è stata acquistata da Rossella e Pasquale Serlenga,
che ne hanno avviato l’opera di recupero.
L’amore per questo luogo e per la sua storia, è stato folgorante: “Quando
siamo arrivati qui per la prima volta il casale era ridotto a un rudere
e circondato da erbacce che ne avevano completamente cancellato
l’accesso”, racconta Pasquale, che ha seguito con attenzione tutte le fasi
della ristrutturazione “L’intervento è stato lungo e complesso. Abbiamo,
infatti, dovuto restaurare non solo le parti strutturali e murarie della
casa, ma anche riqualificare il paesaggio circostante, in stato di grave
degrado e abbandono. Oggi siamo molto felici del risultato raggiunto
e il giardino che abbiamo creato è il nostro vero motivo di orgoglio”.
Aggiunge Rossella: “La nostra idea di giardino era quella di uno spazio
che fosse un tutt’uno con il paesaggio e il bosco circostante e che
avesse un sapore rustico, quasi spontaneo, in sintonia con le specie
già presenti”. Concetto con il quale concorda in pieno Gianni Birardi, il
landscape designer che ha saputo interpretare pienamente il punto di
vista dei proprietari: “Per progettare un giardino così peculiare”, spiega
Birardi, “bisogna sapere osservare attentamente i luoghi, esaminare le
piante autoctone, i microclimi, gli stili architettonici e i materiali locali”. ■

103
IN GIARDINO

Nelle pagine precedenti,


il Casale del Miglio che domina
il verdissimo paesaggio umbro
e uno scorcio del giardino.

Sul fronte della dimora,


dove si apre l’ingresso
principale e nella seconda
zona, quella della piscina,
sono stati piantati ulivi secolari
circondati da un grande prato
di festuca e da cespugli e siepi
di macchia mediterranea.

Nella parte più bassa e lungo


il sentiero che costeggia
il boschetto naturale sono stati
piantati cipressi e, in larga
misura, piante di rosa canina.
BORDURE DI IRIS, AGAPANTHUS, CEANOTHUS, ROSE
E ORTENSIE OFFRONO DA MARZO A SETTEMBRE
ELEGANTI FIORITURE DAI TONI BLU, LILLA E BIANCO
IN GIARDINO

107
IN GIARDINO

109
Per realizzare aiuole IN GIARDINO
e sentieri sono state
selezionate piante
a cespuglio scelte tra
le varietà mediterranee,
quali mirto, leccio,
oleandro, rosmarino
prostrato, timo, lavanda,
salvia ornamentale,
santolina. In una piccola
parte del giardino ci
sono gli orti in legno,
con piante biologiche
e aromatiche, quali
fragole, menta e timo.

111
IN GIARDINO

113
IN GIARDINO

SAPORI MEDITERRANEI
Il giardino che copre oggi uno spazio di circa 10.000 metri qua-
drati, realizzato da Gianni Birardi, paesaggista, è diviso su più
livelli e si è arricchito di recente di un frutteto e di una serra.
“Basta chiudere gli occhi per immergersi in un giardino segreto
fatto di voci e profumi del bosco, colori della natura che cam-
biano al variare delle stagioni, un’esperienza intensa in cui si
fondono uomo e natura”, dice Rossella Serlenga (nella foto a
sinistra insieme con il marito Pasquale e i figli Giulia e Carlo
e l’amato beagle Fulmine), che non nasconde il proprio amore
per questa oasi verde il giardino e l’apprezzamento per il lavoro
svolto da Gianni Birardi. “I principali interventi che abbiamo ef-
fettuato”, dice Birardi, ”hanno previsto la realizzazione di cam-
minamenti, siepi, pergolati con piante rampicanti, quali gelso-
mini, glicini e Pierre de Ronsard, rose dal delicato colore rosa
pallido e grandi spazi verdi con ulivi secolari. Il giardino, inoltre,
è stato pensato per potere offrire scorci diversi e affascinanti
al variare delle stagioni”.
Profumi e colori della sua terra d’origine, la Valle d’Itria, ulivi,
orti, piante aromatiche e frutteti di antiche varietà sono le note
dominanti dei suoi giardini, dal sapore mediterraneo, realizzati
in Italia e all’estero. giannibirardi.com

115
SOFIA MEDA
L’INTERVISTA a cura di Oliva di Collobiano

Marco Bay: l’inafferrabile


sentimento della natura
L’evoluzione del lavoro di Marco Bay illustra in modo miei lavori vengono definiti come progetti di campagna;
chiaro e approfondito il senso della composizione privilegiando l’aspetto agricolo su quello giardiniero.
del giardino e la consapevolezza dell’inafferrabile L’agricoltura produce scenografie grandiose;
sentimento della natura. sono come giardini, un modo di utilizzare la natura.
Che cosa ti porta alla composizione della natura? Gli ulivi liguri coltivati nelle fasce che guardano il mare;
Il progetto di un giardino è uno sforzo per esaltare i pilastri saettanti delle limonaie del Garda, gli agrumeti
i caratteri del luogo, per creare nuove spazialità, in Puglia, il cielo che riflette nelle risaie della Lomellina,
enfatizzare prospettive fantastiche sul paesaggio e l’oro che ondeggia nei campi di grano delle Marche
rincorrere le stagioni con una selezione attenta alle sono alcuni gioielli dell’architettura del paesaggio.
scelte botaniche. Il giardino è conoscenza, consapevolezza,
Con chi hai imparato la botanica adatta al tuo curiosità per il mondo delle piante?
lavoro pratico? Il giardino è palcoscenico di queste aspettative con
Ho acquisito la conoscenza del mondo botanico da due la preferenza di estrapolare dalla terra ogni energia e
maestri: nello studio di Nena Balsari e sul campo con sfumatura.
Enrico e Giorgio Cappellini. Poi imparo quotidianamente Il giardino è sempre un laboratorio sperimentale
visitando vivai ed esplorando giardini. non ecologico, o si esagera?
Il giardino botanico di una volta oggi è un luogo di Quando progetto un giardino tengo sempre in
osservazione, un’aula ideale del giardino di piacere. considerazione l’aspetto per una manutenzione semplice
Il riferimento per il giardino botanico del futuro è quello e con il minimo consumo di acqua.
a Domain du Rayol, pensato e realizzato dal mitico Gilles Ogni giardino ha un suo paesaggio, più evidente
Clément, dove le collezioni di piante hanno ricreato gli nella città o sono maggiori le condizioni a progettare
ambienti planetari, sfruttando la natura del luogo. fuori di città?
Il giardino dove camminare, quello per Il giardino in città mi lega all’architettura, nel paesaggio
contemplare e il giardino di spaesamento: quali sono allargato le occasioni sono ovviamente differenti ma
i tuoi riferimenti? non meno importanti dell’architettura.
I riferimenti cambiano in continuo, secondo i caratteri
dominanti del luogo: cammino nel bosco, contemplo il
mare dalla terrazza, e mi perdo nel giardino disegnato
da Pascal Cribier.
Il giardino dove il tempo è indefinito deve avere
dei punti di orientamento per lo svagato?
Il giardino è un luogo magico dove la fantasia trova
libero sfogo e l’anima si distrae e si riposa.
I giardini fanno parte del “verde” insieme al campo
di grano: è una retorica oppure si può considerare un
inizio di attenzione?
Ma certo, potrebbe essere un’ottima partenza, far
confluire l’agricoltura nel giardino. Non per niente alcuni

117
ALESSANDRO BELGIOJOSO
IN GIARDINO

GLI ORTI
DI MILANO
TESTO DI MARGHERITA DALLAI

Milano città di orti. Sono le mappe cartografiche che, con dovizie di


particolari, ne attestano l’esistenza e la capillare diffusione nei secoli
compresi tra la metà del 1500 e la fine del 1800. Grazie a queste
preziose testimonianze si possono cogliere alcuni momenti cruciali del
progressivo trasformarsi della struttura urbana del capoluogo lombardo,
cambiamenti che vanno di pari passo ai profondi cambiamenti politici,
sociali e produttivi che la città ha vissuto nel tempo. Dall’insediarsi della
dominazione spagnola a metà del 500 (con la conseguente edificazione
delle mura bastionate), al progressivo svilupparsi, in epoca borromaica,
di una rete capillare di conventi, monasteri con ampie aree destinate
alla produzione ortofrutticola nella fascia compresa tra i Bastioni e la
cerchia dei Navigli. Tra fine 700 e inizi 800, la città si trasforma, come
tutta l’Europa.
L’arrivo di Napoleone, che considerava Milano strategica tanto da
farsi incoronare re d’Italia in Duomo il 26 maggio del 1805, dà il via a

119
ALESSANDRO BELGIOJOSO
importanti e ambiziosi progetti architettonici e urbanistici. Il Castello,
il Foro, Corso Venezia, Corso Sempione, (la via verso la Francia), ma
anche Brera e la piantumazione di platani, sono parte dell’ambizioso
progetto di riorganizzazione dello spazio pubblico. Progetto che vedrà
la sua realizzazione solo in parte ma che darà un’impronta indelebile
alla città. Da quel momento, e l’abolizione degli ordini monastici
contribuisce in maniera importante, vengono meno molte aree urbane
adibite alla coltivazione di ortaggi. Inizia un lento e continuo processo
di costruzione edilizia, non solo tra le mura, favorita, più tardi, anche
dall’avvento della ferrovia e dalla costruzione degli scali in città. Oltre
alle testimonianze delle mappe cartografiche, sono le opere di artisti
con le loro vedute e le loro incisioni a riportare a una Milano che ancora
a fine 800 era connotata dal suo bellissimo Duomo e da una laboriosa
attività ortofrutticola che riforniva i mercati della città. Immagini
d’epoca ormai perdute? C’è chi non la pensa così e intravede nel
recupero di alcune aree metropolitane, delle interessanti opportunità.
“Gli orti? Un’identità milanese perduta che può essere recuperata con
un disegno urbano della città che tenga conto dei bisogni dell’abitare
della comunità. Gli orti sono aree civili del vivere, di integrazione e
socializzazione, educative per i bambini, produttive per adulti e anziani ”,
spiega Davide Luraschi, tra i fondatori di Hortus 2015, associazione fra
le prime a proporre la diffusione dell’orticultura a Milano con mostre,
convegni e concorsi (come Urbancenter e Fabbrica del Vapore). ■
121
ALESSANDRO BELGIOJOSO
IN GIARDINO

UNA TRADIZIONE MENEGHINA


Davide Luraschi e Claudio Sangiorgi, soci fondatori di Hortus
2015 e docenti al Politecnico di Milano, stanno lavorando a un
interessante progetto di recupero del terrazzo del Circolo Filo-
logico Milanese all’interno di un ampio disegno di riqualifica-
zione del medesimo.
Il Circolo Filologico Milanese è un’istituzione storica della città
meneghina. Inaugurato il 3 maggio del 1908 è la più antica
associazione culturale di Milano e una delle prime in Italia.
Progettato dall’architetto Luigi Perrone e dall’ingegnere Luigi
Macchi, l’edificio ha un’estetica eclettica e Liberty. Il cuore del
progetto è il recupero di spazi di cui si era perso, nel tempo,
l’uso. Tra questi i terrazzi di copertura che i due progettisti
hanno trasformato in giardini privati d’alta quota. Il nuovo
bar, ampliamento di quello interno, sarà connesso al tetto-
giardino esterno che verrà piantumato con essenze e ortaggi
tipicamente lombardi, a uso e consumo delle esigenze del bar.
“Questo orto in alta quota avrà finalità didattiche: una sorta
di memoria storica vivente di essenze lombarde parzialmen-
te abbandonate o a rischio”, racconta Davide Luraschi. In
quest’ottica verranno piantumate varietà locali come la zucca
bertagnina, varie cultivar di ortiche (Urtica dioica, Urtica urens),
asparagi lombardi (Bianco di Cantello, di Cilavegna e di Mezza-
go), la Cipolla rossa di Breme e il fagiolo borlotto di Gambolò.
Difesa e trasmissione della cultura meneghina dunque, che
rientrano negli obiettivi culturali del Circolo. Non mancheranno
i fiori, come vuole la tradizione dei grandi orti-giardino storici
della città di cui quello di Santa Sofia, presso il Monastero della
Visitazione, ancora vivo e produttivo, ne è un esempio.

123
IN GIARDINO

NEL CUORE
DI LONDRA
TESTO DI FRANCO NICCOLI

Spiega Stefano Marinaz, architetto paesaggista:


“Questo progetto realizzato in Alexander Square, a
Londra, in un bel palazzo vincolato dalle Belle Arti (un
Listed building di Grado 2 costruito attorno al 1857),
ci ha portato nel cuore del quartiere dei musei della
città in un sito speciale, dominato da un meraviglioso
albero di fico. L’albero era una grande presenza in
un piccolo spazio, così abbiamo deciso di prendere
spunto da esso, e costruire il giardino di conseguenza”.
All’esterno della proprietà, in pieno sole tutto il
giorno, ci sono cinque lecci potati a cilindro (Quercus
ilex). Sotto i lecci, vicino al muro, sono stati piantati
sempreverdi: Sarcococca confusa (per il profumo
invernale) e Pittosporum tobira nanum (profumo estivo);
poi perenni e bulbi che sono fioriti e attraenti per tutto
l’anno. I colori delle fioriture sono bianco, blu, rosa.
Nell’ombrosa corte interna, l’elemento decorativo più
importante è costituito dalle lunghe assi di legno, che
possono essere ruotate a piacere facendo perno su un
punto di fissaggio centrale in alto e in basso, creando
di conseguenza diversi effetti di luce e ombra.
Sul muro di sinistra, cinque vasi in terracotta
contengono ciclamini coum e bucaneve per l’inverno,
orchidee (Cyprimedium) per la primavera, e arisaemae
per l’estate. Le Ortensie Annabelle permettono al
giardino di avere il suo picco d’interesse tra giugno e
settembre grazie alle copiose fioriture. Ci sono, poi,
epimedium, felci, brunnere. I vasi tondi (dell’azienda
belga Atelier Vierkant) hanno una precisa funzione:
quello più grande è un contenitore mentre quello
piccolo è un braciere con tre cilindri in acciaio inox
che contengono il liquido infiammabile. Entrambi i vasi
sono coperti con un piano in legno fatto su misura che
riprende la parete decorativa in legno. “Specialmente
per spazi piccoli ritengo che una disposizione
asimmetrica degli elementi che compongono il giardino
sia più interessante per il visitatore”. ■

125
A SINISTRA, I VASI CON I FIORI AI LATI DEL
GIARDINO E SOTTO, LA FIORITURA DELLE IN GIARDINO
ORTENSIE ANNABELLE. LE SEDUTE SONO DI
RODA E LE PAVIMETAZIONI IN YORKSTONE

127
ESPERIENZA E PASSIONE
Lo studio di Stefano Marinaz Landscape Architecture ha sede
a Londra e si avvale della collaborazione di architetti e desi-
gner internazionali per progetti che vanno dai piccoli giardini
privati ai grandi lavori sul paesaggio, ai restauri storici, alle
installazioni per eventi speciali e festival. Stefano ritiene che
gli spazi verdi possano migliorare la qualità della vita e favorire
un rapporto più profondo con la natura. “Obiettivo dello studio
è quello di creare giardini naturalistici che esaltino lo spirito
del luogo, prendendo ispirazione dal passato, dal loro contesto
e dall’ecologia del sito”. Esperto giardiniere, Stefano lavora su
una vasta scelta di piante per i suoi progetti, supervisionando
personalmente la preparazione del terreno, la messa a dimo-
ra e il servizio di manutenzione. “Artigianato locale e arredi di
tradizione sono fondamentali per rendere ogni giardino unico
e molto speciale. E poi grande attenzione per i dettagli di pro-
gettazione e costruzione”. Stefano Marinaz è socio sostenito-
re dell’attività dei Giardini Botanici Reali di Kew, più noti come
Kew Gardens, un esteso complesso di serre e giardini ubica-
ti tra Richmond upon Thames e Kew, a circa 10 chilometri da
Londra. “Visitiamo questo ‘santuario vegetale’ regolarmente e
in realtà è come se usassimo Kew come estensione del nostro
studio, traendo ispirazione per i nostri progetti, osservando lo
sviluppo delle piante nel tempo, scattando foto e prendendo
appunti”. Lo scopo è di creare giardini tranquilli, armoniosi e
ordinati selezionando attentamente i materiali e combinandoli
con una tavolozza limitata di piante insolite ma affidabili.
“E, infine, di garantire che il giardino avrà un aspetto attraente
durante tutto l’anno”. stefanomarinaz.com
IN GIARDINO

129
DIALOGHI in giardino
Due uomini, stessa passione
ma così diversi
Sir Peter Smithers (1913-2006), inglese, naturalmente. Il suo giardino è in Svizzera, DI GUIDO PIACENZA
a Vico Morcote (Lugano), su un’altura, dove prima c’era una vigna (a casa mia si
diceva: “terra da vigna, non vien niente, forse le rose”) e abbondante acqua. Qui fu
il suo ultimo ‘scatenamento giardiniero’, a 56 anni, nel 1970, dopo una vita alquanto
movimentata. Politico e diplomatico, biografo e storico esponente dell’Intelligence
britannica durante l’ultimo conflitto mondiale dove in Messico, a Cuernavaca,
divenne amico del suo ‘boss’, Ian Fleming, che si dice lo ispirò nel personaggio di
James Bond tanto che i suoi amici gli chiedevano: “are you more Greenfinger or
Goldfinger?”. Fu anche membro del parlamento e ministro e per ultimo segretario
generale del Consiglio d’Europa. A mio avviso è sorprendente che una persona con
incarichi così impegnativi avesse la testa per coltivare cacti, orchidee e Arum in
varietà in Messico mentre durante la sua permanenza a Winchester, a Colebrook
house, oltre a molte orchidee coltivate in una veranda accanto alla sala da pranzo
arrivò ad avere 2.000 specie di succulente che qualche anno più tardi impacchettò
per portarle con sé a Strasburgo. Era il tipo che aveva contatti ovunque perciò
collezioni di nerine, gigli, magnolie, peonie e iris. Ricordo i suoi piantamenti lineari
e mi fece notare: al piano sopra magnolie, ciliegi e sorbi, sotto rododendri, cornus e
aceri giapponesi e simili, al piano terra ellebori, dafne e altro basso da mezz’ombra.
Il secondo personaggio invece è un vivaista francese. Si chiama Gérard Weiner e ha
un vivaio, ’Pépiniere de Vaugines ’, a un centinaio di chilometri a nord di Marsiglia,
nel Luberon. Specializzato in ’Plantes de terrains secs, supportant les hivers froids
et les étés chauds, pour un jardin méditerranéen’. Lo trovate alle mostre orticole
più importanti come al Castello di Masino, Orticola a Milano e Murabilia sulle Mura
di Lucca. Le sue piante le definisco ’belle e introvabili’. Avvicinandomi alle sue
meraviglie esposte in scaletta vede che fisso una piantina di cui mi pare, dalle
foglie, di riconoscere il genere. È un iperico minutissimo che ha scoperto su dei
monti in Egitto. Mi mostra la foto in fiore. Una piccola delizia. Poi mi ‘presenta’
una serie di rarità che ha scovato in California e poi in Arizona, sulle Ande e
intorno al Bacino del Mediterraneo. Tutte hanno una storia, tutte sono uniche e
ornamentali. Lui si definisce giustamente ’botaniste voyageur’ spinto dalla grande
passione. Provate a immaginare quest’uomo che si prepara a una spedizione in
una certa zona magari a 10.000 chilometri da casa sua a cercare che cosa? Fiori
per l’identificazione pochi, perché andrà in periodo di ´raccolta semi’. Poi dovrà
dare un nome scientifico al collezionato. Ma a chi le venderà queste stranezze?
Un buon numero per corrispondenza, a tanti appassionati come lui, come me. ■

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133
Materiali preziosi e linee pure
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1 VISIONNAIRE 2 TRUSSARDI
Azimut, una madia a quattro 914 è un divano dalle proporzioni
2 ante frontali in marmo sequoia equilibrate, disegnato da Carlo
brown. La struttura con angoli Colombo in collaborazione
curvati presenta una ricercata con Gaia Trussardi. Il prodotto,
finitura in pelle e acciaio. che si sviluppa secondo una
Il prodotto è disponibile struttura angolare, è disponibile
anche in versione consolle con rivestimento in tessuto
con due cassetti. oppure in pelle.
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5
3 MASIERO 4 HERITAGE COLLECTION 5 BENTLEY HOME
Lampada a sospensione della Ercole è una libreria dalla Le sedie della collezione
collezione Sound, di Giovanni struttura grafica e razionale, Sherwood sono caratterizzate
Battista Gianola. Una serie realizzata in metallo con finitura da una seduta avvolgente,
di anelli in ottone ospitano winter gold. I ripiani sono sostenuta da gambe dalla
la fonte luminosa e il diffusore disponibili in ebony macassar, linea slanciata. Il prodotto
in vetro tridimensionale, palissandro dark, legno laccato è impreziosito dall’accostamento
che dona agli ambienti o vetro fumè. Un prodotto versatile tra il rivestimento in pelle
una luce calda e soffusa. ideale anche per pareti divisorie. e la struttura esterna in radica.

135
1

il design interpreta
le tecniche dell’alto artigianato

1 MEDEA 2 CASSINA
Audrey Chair, di Umberto Super Beam è un divano
Asnago, è una seduta con con base a forma di trave,
base in noce canaletto che sostiene una generosa
e rivestimento in tessuto cuscinatura. Il prodotto,
oppure in pelle. La forma fluida disegnato da Patricia Urquiola,
e sinuosa dei braccioli è rifinito con dettagli curati,
è sottolineata da un’essenziale come l’arricciatura del tessuto
cucitura nera a contrasto. lungo il perimetro degli imbottiti.
SCEGLIERE

3 FERRÉ HOME 4 GEBRÜDER THONET VIENNA 5 SAINT-LOUIS


Miky è una poltrona con struttura La poltroncina Targa, di GamFratesi Lampada della collezione
in faggio e rivestimento in reinterpreta gli elementi tipici Folia. Un prodotto che mette
eco-pelle lavorata a capitonné. della tradizione Thonet. in dialogo il fascino naturale
Le gambe, laccate in nero La struttura in faggio curvato del legno con l’eleganza del
Ferré, terminano con dei piedini sostiene l’ampio cuscino della cristallo. La texture del diffusore
girevoli in ottone. Il prodotto seduta e lo schienale imbottito, fonde il rigore della geometria
è firmato dal direttore che termina con un classico con la morbidezza delle forme
creativo Livio Ballabio. bordo in paglia di Vienna. di ispirazione organica.

137
1

una sintesi tra creatività


e raffinate citazioni

1 PAUL MATHIEU
Armadio basso con elemento
contenitore laccato in rosso-
arancio e gambe nella tonalità
burgundy. Un progetto che
rivisita le forme iconiche
della maison con colori audaci
e vibranti, pensati per coniugare
tradizione e modernità.

2 FORNASETTI
Cilindro è una collezione
di contenitori ideata da Barnaba
Fornasetti. Un originale connubio
tra il rigore della struttura
cilindrica e il gusto classico
dei motivi decorativi, selezionati
dal ricco archivio di Piero
2 Fornasetti, suo padre.
SCEGLIERE

3
5

dettagli di stile
che fanno la differenza

3 BAXTER
Colette è una sedia con
braccioli caratterizzata
dall’accostamento di diversi
materiali di pregio: pioppo
e betulla curvato per lo schienale,
frassino tinto wengé per la base,
ottone satinato per i piedini
e cuoio per i rivestimenti.

4 CANTORI 5 BAROVIER&TOSO
Progettato da Castello Disegnata da Marcel Wanders,
Lagravinese, Icaro è un armadio Perseus è una lampada da tavolo
in legno con cornice e piedini con fonte luminosa a led.
in ferro. Le ante del mobile Un mix di forme e lavorazioni
sono decorate a rilievo della tradizione vetraria di Murano,
con colori stesi a spatola accostate e reinterpretate
per il fondo e a pennello in maniera innovativa rispetto
4 per le figure stilizzate. ai canoni classici.

139
1 CHELINI
Cone Chandelier, una lampada
a sospensione con dieci
punti luce, ispirata alle
atmosfere dell’Art Déco.
Il prodotto integra l’ottone
satinato della struttura con
il legno laccato in nero anticato
per i corpi illuminanti.

2 BONTEMPI
Fusion, un tavolo ellittico
con struttura ad anelli bicolore
bianco e sabbia, piano
e base con decoro in marmo
arabescato lucido. Il prodotto
è proposto in abbinamento
1 con Dalila, una sedia in acciaio
e rivestitimento con cuoiobianco.

2
SCEGLIERE

il fascino senza tempo del bianco e nero

PROVASI
Madison è una poltrona con
struttura decorativa, generata
dall’accostamento di piccole
sfere. Il rivestimento
è in velluto di cotone bianco
e nero, con bordo di passamaneria
jacquard, mentre il tessuto
del cuscino è in ciniglia
jacquard a motivo etnico.

141
TESSUTI home

1 ILLULIAN
Il tappeto Flamingos rappresenta
2
l’omaggio al fenicottero,
animale dal portamento
elegante. La ripetizione
del motivo dona al prodotto
una texture quasi astratta,
valorizzata dalla nuance
sui toni del rosa.

2 JAB ANSTOETZ
Ispirata alla tradizione della
decorazione italiana, Italian
Touch è una collezione di velluti
e jacquard a tema botanico-
floreale, studiata per personalizzare
sedute, cuscini, poltrone divani
ma anche tendaggi
e complementi di arredo.
SCEGLIERE

3 FAZZINI
Greta è un set completo
di biancheria da letto con decori
ispirati al tratto sfumato e ai
colori delicati degli acquerelli.
Lo sfondo bianco del tessuto
rende ancora più fresco e vivace
il tema floreale, stampato
su raso e cotone puro.

4 CAVALLI HOME
Fabrics Collection è la nuova
proposta di tessuti per la casa
firmata Roberto Cavalli.
Una selezione di motivi floreali,
stampati su seta e proposti
in diverse varianti cromatiche,
ideale per personalizzazioni
con un tocco di vivacità.

5 NYA NORDISKA
Ashley, una collezione
di tessuti d’arredo che
interpreta un motivo
con foglie stilizzate,
in quattro declinazioni.
Ognuna ispirata ai colori
3 caratteristici delle
diverse stagioni.

4 5

143
forme astratte
e tailor made
per Split di Besana
SCEGLIERE

Besana Moquette:
essenziali geometrie
La collezione Capsule di Besana Moquette, presentata
al Salone del Mobile di Milano 2017, è una famiglia di
prodotti sviluppata in collaborazione con architetti e
creativi esterni, invitati dall’azienda a proporre nuove
soluzioni estetiche. Cluster, ideato dal designer Marco
Poletti, è un tappeto decorato con circonferenze
di diverse dimensioni, collegate da sottili segmenti
ton sur ton (qui sotto). Disegnato da Simone Micheli,
Blume, presenta un’insolita forma esagonale ed è
personalizzato con una composizione di sei triangoli
di diversa dimensione (qui sopra). Entrambi i prodotti,
come tutte le proposte del catalogo Besana, possono “Studiamo stile, dimensioni e forme, creiamo
essere personalizzati per colori, forme e dimensioni. accostamenti di colori e materiali, alterniamo spessori
Questo garantisce al cliente la possibilità di realizzare, e gradi di morbidezza per soddisfare ogni aspettativa
sulla base del modello base, una versione tailor- del cliente, offrendo un prodotto capace di convivere
made, in linea con i propri gusti e le caratteristiche felicemente con lo spazio che lo circonda”, spiega
dell’ambiente di destinazione. Roberto Besana, amministratore delegato. ■

145
ALCUNE DECLINAZIONI DELLA COLLEZIONE PALLADIO,
PROGETTATA DA ALESSANDRO SBORDONI NEGLI ANNI
30, ANCORA OGGI UNO TRA I BEST SELLER DELL’AZIENDA

Nella foto in alto il lavabo Un prodotto di grande


Palladio con rubinetteria formato, sostenuto da
in ottone lucido della serie gambe sottili e affusolate,
Londra (qui sopra nel dettaglio). che incorniciano lo scarico
A destra, la consolle a due a vista, in pendant con
bacini della stessa collezione. il rubinetto.
AZIENDE Sbordoni

ICONE SENZA TEMPO PER AMBIENTAZIONI DI STILE


Azienda di antica tradizione, Sbordoni è stata fondata nel 1910
a Civita Castellana (Viterbo). Inizialmente destinata alle ceramiche
artistiche, la produzione venne estesa negli anni 20 anche al settore
dei sanitari, dopo l’apertura del secondo stabilimento sulla via Fla-
minia, nel 1925. Sotto la guida di Alessandro Sbordoni, negli anni 30
e 40 vennero lanciate le collezioni Palladio, Neoclassica e Masaccio,
che aprirono la strada a prestigiose forniture, come quella per la Real
Casa Savoia e i treni di lusso Orient Express.
Acquisita nel 2009 da Sanitosco, oggi Sbordoni Ceramica si dedica
allo sviluppo di soluzioni complete per il bagno, che comprendono,
oltre ai sanitari del catalogo storico, anche rubinetterie, mobili e
pregiati rivestimenti in pasta bianca. “Indubbiamente i nostri pro-
dotti icona, Palladio, Neoclassica, Masaccio e Romana, hanno una
linea che richiama lo stile Liberty e il Dèco. Ma il loro design puro ed
essenziale favorisce una vasta gamma di declinazioni, dal classico
al contemporaneo” sottolinea Valentina Fulgenzi, marketing ma-
nager. “Per questo lavoriamo allo sviluppo di nuovi prodotti, con
materiali e finiture che offrano, a clienti e progettisti, la possibili-
tà di creare ambientazioni in grado di rispondere a diverse esigen-
ze estetiche e progettuali”. Tra le ultime novità dell’azienda, una la versione verde canne satinato (foto in alto). La proposta è com-
nuova collezione di mobili che riprende la linea morbida e sinuosa pletata dalla rubinetteria della serie Firenze, impreziosita da una
della consolle Palladio, proposta in abbinamento con rivestimenti in finitura in oro rosa, realizzata in collaborazione con artigiani toscani
ceramica, disponibili in diversi colori e finiture, come per esempio specializzati in finiture per accessori d’alta moda (qui sopra).

147
AFFITTARE

NEL GOLFO
DEL TIGULLIO

149
LIGURIA - Golfo del Tigullio

N
Nei ruggenti anni 90, il desiderio di aver casa nel Golfo
del Tigullio era tale che tutti i parametri classici di
compravendita erano saltati. Per esempio, a Portofino
la valutazione si faceva non a metro quadrato, ma a fi-
nestra. Ogni apertura con vista sul mare o sulla famo-
sa piazzetta valeva almeno un miliardo di lire. La crisi
economica ha normalizzato anche questa prestigiosa
enclave. L’offerta è aumentata portando sul merca-
to splendide proprietà, fino a 10 anni fa inarrivabili.
Del resto Portofino e dintorni gode di una fama inter-
nazionale. Basta la parola per far pensare al meglio
del made in Italy: un paesaggio da sogno, accoglienza
principesca, stile ed eleganza. I compratori eccellenti
arrivano da ogni parte del mondo: americani, russi, in-
glesi. Proprio come un suddito di Sua Maestà, lord Car-
narvon, lo scopritore della tomba di Tutankhamon, fece
costruire Villa Altachiara nella seconda metà dell’800
sul promontorio. La villa passata a Francesca Vacca
Agusta, l’unica dotata di eliporto, è stata acquistata da
un magnate russo per 25 milioni di euro. In piena crisi
economica, l’armatore greco Georges Prokopiu, acqui-
stò addirittura due ville. Una è l’ex residenza Monda-
dori, considerata una delle più belle del golfo insieme
all’ex residenza Piaggio, acquistata dalla duchessa di
Westminster, allungando così la colonia di inglesi in-
namorati di quest’angolo di paradiso. Anche Hollywood
ha sempre subito il fascino di Portofino. Da Clark Gable
a Elizabeth Taylor che l’ha scelta per tutti e quattro i
viaggi di nozze, ogni volta con mariti diversi, ma sem-
pre nella stessa suite dello Splendido.
In estate dai mega yacht sbarcano celebrities per una
cena o una passeggiata tra i carrugi. Non è strano im-
battersi in Michael Douglas, Catherine Zeta-Jones,
o Robert Downey jr. che sembra abbia appena trovato
la casa dei suoi sogni. ■
Portofino COMPRARE AFFITTARE

VILLA PIAZZETTA al centro del mito


Il grande giardino di Villa la Piazzetta è vin-
colato dalla Sovrintendenza. Distribuito su
tre balze proprio sopra il cuore di Portofino,
è particolarmente raro e scenografico con
alberi secolari, tre ampie balze collegate da
scale in pietra ed una pergola posta di fronte
al salone. Il tipico villino in stile genovese fu
eretto a fine ‘800 e mantiene intatto il fascino
tipico dell’epoca: coccio pesto per la faccia-
ta, pavimenti a scacchiera e decori in ferro
battuto. L’ingresso condominiale dalla piaz-
za conduce all’abitazione al secondo piano
ove si trova la zona servizio con camera e
soppalco, bagno, lavanderia, un disimpegno
con camera e bagno. La scala sale alla parte
padronale al terzo e quarto piano. Sul magni-
fico dehors si aprono il soggiorno, la sala da
pranzo, la cucina abitabile. La zona notte è
composta da due camere da letto, guardaro-
ba e due bagni. La stanza padronale si apre
sulla splendida terrazza con vista sul porto
ed è collegata all’altana adibita a zona relax
dalla quale si ha una vista a 360°. Nel giar-
dino si trova la dependance con camera, ba-
gno e terrazza con vista. Broker Immobiliare
/ Christie’s International Real Estate, Milano,
tel. 02 76390357, brokerimmobiliare.it ■

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Altana, dépendance

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Ottimo

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3.500.000 euro

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Santa Margherita Ligure

VILLA ORTENSIA solo verde e blu


La rigogliosa vegetazione mediterranea con
alti pini marittimi avvolge in un profumato ab-
braccio Villa Ortensia. Il verde si getta a ca-
pofitto nel mare blu che bagna Santa Marghe-
rita Ligure. Uno schizzo d’acqua color zaffiro
sembra essere saltato fino alla terrazza più
esterna che ospita la piscina con il solarium.
La vista è grandiosa e la privacy assoluta, pur
distando soltanto 500 metri dalla costa che
ha ottenuto nel 2016 dalla Foundation for
Environmental Education la Bandiera Blu per
la qualità delle sue spiagge. Santa Margheri-
ta si trova in una conca nella parte più intera
del golfo del Tigullio, chiusa nella parte nord-
occidentale dal promontorio di Portofino.
I salotti all’aperto allestiti sulle terrazze re-
galano un panorama mozzafiato sul golfo.
Lo stesso che si gode da molte delle sei ca-
mere da letto servite da sette bagni, tutte ar-
redate con gusto e raffinatezza. A pian terreno
si apre la la zona giorno che comprende la sala
da pranzo, due eleganti studi, due salotti e la
cucina. Molto scenografica è la scala ellittica
in mattoncini con il corrimano in ferro battu-
to che collega i tre piani della villa. Lionard
Luxury Real Estate, Firenze, tel. 055 0548100,
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153
Santa Margherita Ligure

VILLA MIRIAM la costa dei delfini


Nella seconda metà dell’800, la costruzione
della ferrovia decretò la fortuna come loca-
lità turistica d’élite di Santa Margherita Ligu-
re. Iniziò così il periodo d’oro del paesotto al
centro del Tigullio con la costruzione di ville e
lussuosi alberghi circondati da giardini spet-
tacolari. La bellezza della Costa dei Delfini
attirò facoltosi turisti stranieri, soprattutto
inglesi e tedeschi, e in seguito con il boom
industriale la ricca borghesia delle grandi
città del Nord-Ovest. Un posto in prima fila
sull’elegante borgo lo occupa Villa Miriam.
La proprietà con giardino privato sorge appe-
na si comincia a salire sulla collina, a pochi
passi dal centro storico. L’edificio, che ne-
cessita di lavori di rinnovamento, si sviluppa
su tre livelli. Sul giardino si aprono la stanza
hobby, due camere e un bagno. La zona gior-
no è al piano rialzato con doppio ingresso e
uno spettacolare salone con vetrata angola-
re affacciata sul mare e sulla terrazza. A lato
si allineano la sala da pranzo con camino,
uno studio e la cucina abitabile. L’ultimo pia-
no, con ampia vista sul golfo, è riservato alla
zona notte con cinque camere e due bagni. Italy
Sotheby’s International Realty, Milano, tel.
02 87078300, milan-sothebysrealty.com/ita ■

SUPERFICIE
mq 370

SUPERFICIE TERRENO
mq 65

LOCALI ACCESSORI
Garage, cantina

STATO ATTUALE
Discreto

PREZZO DI VENDITA
2.100.000 euro
Zoagli COMPRARE AFFITTARE

VILLA LIETA sulla via della seta


Zoagli è un piccolo paese nel Golfo del Tigul-
lio, fatto di casette variopinte. Ma non è un
borgo di pescatori come un altro. Infatti da
secoli è famoso per le seterie. I velluti e i da-
maschi dei telai manuali hanno arredato an-
che lo studio ovale della Casa Bianca ai tempi
di J.F. Kennedy. La tradizione è antica, fin dal
500 quando Genova forniva la seta grezza ed
esportava nel mondo le splendide tele in jac-
quard. Degli oltre mille telai attivi nell’800, re-
stano solo alcune manifatture di nicchia che
ancora lavorano artigianalmente i fili creando
capolavori in velluto. I ricami ricordano quelli
disegnati sulla costa dai muretti che sosten-
gono gli uliveti. Sulla collina, in uno dei punti
più panoramici sul golfo, è stata recente-
mente costruita Villa Lieta. Stile moderno e
ambienti luminosi caratterizzano i due livelli.
Il salone con camino si apre sulla terrazza che
sembra sospesa sul mare. Sul lato ci sono la
cucina abitabile e una camera con bagno.
Il piano superiore è riservato alla zona notte
con tre camere da letto e doppi servizi. Italy
Sotheby’s International Realty, Milano, tel.
02 87078300, milan-sothebysrealty.com/ita ■

SUPERFICIE
mq 160

SUPERFICIE TERRENO
mq 800

LOCALI ACCESSORI
Terrazza

STATO ATTUALE
Ottimo

PREZZO DI VENDITA
890.000 euro

155
STILE ITALIANO

DIRETTORE
Franco Perfetti franco.perfetti@villegiardini.it

VICEDIRETTORE RESPONSABILE
Margherita Dallai marghe.dallai@gmail.com

ART DIRECTION
Mario Trimarchi

PROGETTO GRAFICO

SEGRETERIA DI REDAZIONE
info@villegiardini.it

COLLABORATORI
Marco Bay, Marella Caracciolo, Oliva di Collobiano,
Carla Serra, Alessandra Mattirolo,
Marco Miglio, Guido Piacenza, Valentina Verderio

COLLABORATORI A QUESTO NUMERO


Giorgio Baroni, Elena Corner, Dario Fusaro,
Maria Teresa Furnari, Valentina Grilli, Giulio Iacchetti,
Delfina Malatesta, Alessandra Mattirolo,
Franco Niccoli, Andrea Vierucci, Philip Vile

Registro Stampa: Tribunale di Milano n. 7/68


Iscrizione ROC 25305

ISSN: 0042-6334

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Gebrüder Thonet Vienna
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Baxter
baxter.it Places
placesmilano.com
Barovier&Toso
barovier.com Poliform
poliform.it

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Giorgetti Roberto Cavalli Home


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Birkenstock Sbordoni
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Tassoni
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Tissot
Illulian tissotwatches.com
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Bontempi Internoitaliano
bontempi.it internoitaliano.com

Brompton Jab Anstoetz


brompton.it jab.de

Campari Masiero Trussardi Casa


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Cantori Medea Venini


cantori.it medeadesign.it venini.it

Chelini
chelini.it

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Chopard
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Nya Nordiska Zanotta


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159
Oltre la SIEPE

MARCO BAY
Il prato dei calabroni
e delle cavallette
DI MARCO BAY Il prato fiorito è l’alternativa selvaggia al prato all’inglese, alla ‘moquette’ verde
che tutti ambiscono e desiderano, priva di erbacce, eppure con dosi di pesticidi
a non finire… Il mio sguardo si ferma sul bordo del sentiero e mi chiedo se sarò
mai in grado di rifare un prato fiorito come questo? Splendidi i suoi protagonisti:
l’Echium vulgare, conosciuto anche come Viperina Azzurra e il Gladiolus italicus,
davvero spettacolari per quelle loro sfumature dal blu-viola al rosa porpora-fucsia,
che si mescolano in straordinaria armonia. Una volta erano fioriture dei prati molto
comuni, oggi è sempre più raro trovarle poiché le lavorazioni profonde del terreno
e l’utilizzo di diserbanti ne limitano la diffusione. Anche l’Avena fatua in questo
periodo dell’anno fa già la sua figura, anticipando l’oro dell’estate. Realizzare un
prato fiorito è una bella avventura, deve crescere e cambiare o fallire. Richiede gli
occhi acuti di un giardiniere, il gusto istruito e le mani costanti; bisogna tener conto
delle essenze rigogliose, e di quelle che non riescono a germogliare. Occorre sapere
quando tagliarlo per non perdere la maturazione dei semi. Nell’ultima edizione della
mostra mercato di Orticola, molti sembrano essersi lamentati delle poche novità e
degli allestimenti in generale, non è vero perché bastava ammirare quel blu vibrante
dell’Anchusa azurea del vivaio CentroFlora di Forlinpopoli, per ripensare a quei
colori tipici dei prati; oppure scoprire poco più avanti quella composizione curata
e informale del vivaio Podere Restelli di Olgiate Olona, dove le fioriture erano in
festa tra specie botaniche e fiori selvatici tipici dei prati naturali, tra questi
l’accostamento particolarissimo delle foglie bronzee della Rosa glauca con il
selvatico bordeux del Cirsium riulare ‘Atropurpureum’. Allestimento unico anche alla
mostra all’Insegna del Giglio a Colorno tanto da ricevere l’ambito riconoscimento del
premio Ippolito Pizzetti.
E in questa natura, dall’alba a dopo il tramonto, il piccolo grande mondo degli
insetti dei calabroni, delle farfalle, delle cavallette, dei grilli e delle lucciole potrà
nascondersi, giocare e trarre linfa liberamente e in pace. ■

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