PAESE :Italia AUTORE :Lucilla Niccolini

PAGINE :42;43
SUPERFICIE :111 %

2 gennaio 2021

Leila Mazzoli La prof vive aipiedi di Urbino vicino al pontedella ferrovia

Nellabellavilletta anni Cinquantainvita a pranzopurecolleghie studenti

Un grandeliving
il modernariato
e un bel camino
ome in una fiaba, quando a
Urbino tira aria di neve,Leila

C
si rifugia nel giardino d'inver-
no della sua casa,a due passi
dal ponte dellaferrovia. Oltre i
vetri della veranda,le pietree i
mattoni rossi del Mulino cinquecente-
sco della Concia. Più vicino, il cappelloa
larghe tesedi unapalmasvetta vezzoso
al di sopradegli alberi. Dentro, una mu-
sica baroccacrea un'atmosferacalda,in-
tima comeil teporedel gatto che le fa le
fusain grembo.Ementre sulla campa-
gna, che s'allarga tutt'attorno, la luce in-
vernale si tinge di azzurro cupo, qui den-
tro si accendonofestosele stelline delle
decorazioni natalizie. In questacasaan-
ni Cinquanta, Graziella Mazzoli, per tut-
ti Leila, è tornata ad abitare nel ' 94, con
suomarito Bruno. Due piani, sua madre
di sotto,loro di sopra.

La famiglia patriarcale

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«La mia era una famiglia patriarcale.

Mamma avevauna sorella e due fratelli.
Gli ultimi anni li hanno vissuti qui, ac-
canto al nonno,dopola morte di mio pa-
dre, nel '62. Ora,sene sono andati tutti ».
Per nienteal mondoLeila rinuncerebbe
a questorifugio, pieno di ricordi. E di og-
getti, che la coppia ha collezionato in
ogni viaggio. «Non siamo mai tornati a
casaa mani vuote.Non i soliti souvenir,
ma quello che ci affascinanei mercatini:
una testimonianzadal mondo.Una volta
c'eranomeno restrizioni, e ricordo di
aver portato in valigia oggetti anche in-
gombranti. DaParigi, un serviziodi piat-
ti dadolce,dadodici. Da Seattle,duevasi
alti mezzo metro...». E ora non c'è ango-
lo, in questestanze,chenonracconti una
storia,unagita, un piccolo affare che Lei-
la, con la sua comunicativa, è riuscita a
spuntaredavanti alla bancarelladi un
antiquario, di un esotico "mercatodelle
pulci",dove solo chi ha occhi buoni rico-
nosce la chicca.«Nonsolo e non necessa-
riamente cosepreziose».

I colorie le forme
Sonoi colori chel'affascinano,e le forme
le parlano.Amica degli artisti, ha riempi-
to la casa delleloro opere. Ti accolgono
all'ingresso, in basso,le grandi seggiole
di Mario Ceroli,là dove cominciala scala
che dà accessoal suo appartamento.Di
legno, comela specchieraThonetdi Hof-
fmann, che riflette, tra tralci ricurvi di
faggio,l'immaginedel visitatore. E la sua
espressionestupita,davanti alletre porte
d'oro, dipinte a mano.«Unadà nel salo-
ne, una nello sgabuzzino el'altra... è fin-
». Sonoopera di
ta: la Porta del Paradiso
Giordana Paolini. «Una mia cara amica,

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insegnanted'arte,un'artista col pennel-

lo ». Sono sue anche le lunghe mensole
dove Bruno ha allineato la collezione di
ceramiche. «Bruno è di Faenza,e ha nel
sangueil gusto per questoartigianato».
Tante provengonodalla Cina; altre dalla
Sicilia, comele inconfondibili teste, due
buffìssimi cachepot chehanno acquista-
to a Santo Stefano di Camastra. «Siamo
riusciti a farceli venderedal proprietario
di un piccolo museoprivato». Infallibili, i
metodi persuasivi di Leila Mazzoli. «Ma
perlopiù sonodi modernariato,anni '30,
la nostra passione,come quei due por-

ta-cappelli a cilindro, dipinti con paesag-

gi. Già uno dei due fratelli di mia madre,
zio Tonino, avevapezzirari di ceramica,
chegliregalavano gli scultori, Logli, Gui-
di, Volpini,ai quali cuocevale operenella
piccola fornace,che aveva impiantato
qui, in giardino».

Il mobile da farmacia
Varcata la porta scorrevole,la più gran-
de delle tre di legno dorato, si spalanca
quello che lei chiama "salottone", dove
un mobile da farmaciadel '700, verde pe-
nicillina, si confrontacon un mobile lac-
cato anni '50. Di fronte, il camino in are-
naria gialla, che Leila e Bruno hannofat-
to montarequandohanno ristrutturato
questopianodella villa.« Dal primo fred-
do in poi, restasempreacceso ». In fondo,

dueante di legno traforate a fiorellini,

comeun merlettoverde,rosae rosso,se-
parano il salottonedalla cucinetta.
«Francesi,dell'800, sonosportelli di gio-
stra, scovati in una fiera dell'antiquaria-
to a Parma». La cucinaè poco più che un

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angolo cottura, quantobastaa Leila per «ORIGINARIO DI FAENZA

esercitarela suavena creativa ai fornel-
li. «Me la cavo, sono bravina» , sorride MIO MARITO BRUNO
con understatement.«Fedelealla tradi-
COLLEZIONA CERAMICHE»
zione fino al midollo. Solo le tagliatelle
non so fare, perchénon mi è mai piaciu- CHI
to impastare.Le mani in pastale metto
E
in altri settori», sogghigna complice. LA DOCENTE
UNIVERSITARIA
I manicaretti
I suoi manicaretti prelibati, Leila si ser-
ve nell'altrasala, oltre una grandevetra- INSEGNA
ta che divide il salotto dalla zona pran-
zo. «Un lungo tavolo, fino a quattordici COMUNICAZIONE

persone.Qui spessosi fermano a man-

giare i miei colleglli più affezionati,ex • Nataa Urbino il
allievi della Scuola,e studentiche consi- 29 settembre
derano casamia il loro punto di riferi- 1948,è docentedi
mento ». Lunghe conversazioni,con lo-
Sociologiadella
ro, davanti al camino: progetti, pro- Comunicazione
grammazione... e perché no, qualche allaScuoladi
gossip accademico.Quandosene sono Scienzedella
Comunicazione
andati, Leila si ritira nel suostudio, sul
lato oppostodella casa,a buttaregiù al dell'Università
Carlo Bo, dove
computerle idee che le sono venute insegnaanche
chiacchierando:davanti al grande qua-
Comunicazione
dro - 2 metri per 1,50 - su cui l'artista d'Impresa.Dirige il
Emilio Isgrò ha cancellato,com'è nel
Dipartimentodi
suo stile, alcuneparoledell'Inno di Ma- Scienzedella
meli. «Chiudo il pc, mi sdraio sulla dor- Comunicazionee
meuse di fronte e lo contemplo». Discipline
Lucilla Niccolini Umanistichee
© RIPRODUZIONE RISERVATA
l'Istituto perla
Formazioneal
NELLO STUDIO UN QUADRO Giornalismo.Ha
fondato e dirige il
DI ISGRÒ CON L'INNO Laboratoriodi
Ricerca sulla
DI MAMELI MODIFICATO
Comunicazione
Avanzatadella

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Facoltàdi
Sociologia.È
direttore della
rivista " Sociologia
della
Comunicazione".
Ha creato e dirige,

conGiorgio
Zanchini,il Festival
del Giornalismo
culturale.

Leila
Mazzoli ha
appeso
nello studio
alle spalle
della
scrivania
un grande
quadrodi
Emilio Isgrò
A destra,
lasaladecò
con la
collezionedi
ceramiche
del marito

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Il salotto
• Davanti al
camino sempre
accesonel
"salottone",un
momento di
relax di Leila e
Bruno

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Il giardino
• Dal balconefiorito in ogni stagione,
uno scorcio del giardinocon la palma
e di fronte il Mulino cinquecentesco
della Concia

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La scala
•In cima alla
scalale
portedi
legno
dipinte d'oro
dall'amica
artista
Giordana
Paolini

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La veranda
• La verandaricavata nel
terrazzocon pareti di vetro in
questi giorniè addobbatacon
eleganti decorazioninatalizie

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