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Bernini

A differenza di Caravaggio, Bernini vive sempre al centro della società, infatti nato a Napoli, e poi formatosi
a Roma, salvo un breve soggiorno a Parigi, vivrà la sua brillante carriera all’interno della corte papale,
soprattutto presso Urbano 8. Può essere visto come rappresentante artistico e anche ideologico di quel
periodo per la chiesa, infatti aderirà perfettamente alle riforme della chiesa, portando l’arte barocca alla
massima fioritura. Bernini oltre che scultore è anche: architetto, disegnatore, pittore, commediografo e
scenografo.

IL DISEGNO
Il disegno costituisce l’elemento unificatore di Bernini che si adegua per gli schizzi preparatori di ogni sua
opera, dalle opere scultoree, architettoniche o di arredo. Nello schizzo preparatorio del primo progetto
della Fontana del Moro con pochi tratti a penna e leggermente acquerellati si evincono le forme dei delfini
e dei tritoni, a differenza del progetto del David che lotta con il leone che ha un carattere più pittorico.

RATTO DI PROSERPINA
Il gruppo scultoreo rappresenta la scena del rapimento della bellissima Proserpina, dea della fertilità
primaverile, da parte di Nettuno, dio degli inferi. La figura di nettuno si presenta come un uomo muscoloso
e virile, che butta tutto il suo peso sula gamba sinistra, per sorreggere la giovane Proserpina. La figura della
dea prosegue contorcendosi verso l’altro. Bernini scolpisce talmente tanto delicatamente il corpo della dea
che sembra vero, infatti nei punti dove vi è la presa ferrea del dio Nettuno, le dolci carni cedono a essa.
Sotto queste due figure vi è la presenza del cane a 3 teste, Cerbero, che tiene d’occhio l’ambiente
circostante dato che ogni testa è orientata diversamente. Alla docile Proserpina non resta che piangere
dato che non riesce a fuggire, e infatti Bernini scolpisce con grande meticolosità le lacrime di marmo.

APOLLO E DAFNE
Bernini scolpisce il momento in cui il dio Apollo, il dio greco della musica e delle profezie, si innamora
follemente della ninfa Dafne, perché colpito da una freccia scagliatagli contro malevolmente dal dio Eros.
Dafne che non riuscirà a scappare da questo amore corrisposto chiederà al padre di essere trasformata in
una pianta d’alloro, in greco dafne. Bernini conferisce senso di movimento concitato alle figure, apollo ha la
gamba sinistra e il braccio destro tesi all’indietro come se si trovasse nell’atto della corsa. Dafne per
sfuggire all’abbraccio si inarca in avanti con uno scatto di reni, mentre le dita delle mani e le dita dei piedi si
trasformano rispettivamente in foglie e radici di alloro.

RITRATTI

L’ESTASI DI SANTA TERESA


l’opera già all’epoca era considerata come una delle migliori rappresentazioni di Bernini. Il gruppo scultoreo
all’interno della cappella Cornaro, rappresenta il momento il cui la santa si trova in estasi mistica,
sopraffatta dalla soprannaturale visione di Dio. La santa è adagiata sopra una coltre di nuvole, scolpite da
Bernini più ruvidamente per farle apparire quasi di un altro materiale. L’angelo sorridente è come se
prendesse lo slancio per scagliare la freccia, quasi a riprendere Cupido della mitologia classica. Dietro il
gruppo scultoreo è presente una moltitudine di raggi dorati che indicano la luce divina, per la quale santa
Teresa è appunto in estasi. I personaggi sono perfettamente studiati e sembra quasi che stiano recitando
una parte, su quello che è il palcoscenico che Bernini fa sembrare, infatti la cosa viene accentuata dalla
presenza di balconcini in marmi policromi dai quali sporgono delle figure in marmo bianco in altorilievo
della famiglia Cornaro. La sensazione del volto della santa e la perfezione con cui Bernini scolpisce le nudità
dei piedi e delle mani, servono per cercare di coinvolgere emotivamente lo spettatore, in quanto dio fa
scaturire nuova vita sia nell’anima che nelle membra.
BALDACCHINO

COLONNATO
Il colonnato di compone di 284 colonne e 88 pilastri. Le colonne sono di ordine tuscanico e vengono
sovrastate da una spessa cornice marmorea, la copertura è a capanna come nei templi classici e in
prossimità della gronda è presenta una massiccia balaustra sulla quale sono disposte 140 statue giganti. Il
colonnato ha la forma geometrica assimilabile a quella di un’ellisse, che si congiunge alla facciata della
basilica per mezzo di due ali divergenti tra loro, che fanno sembrare la facciata aggettante sulla piazza, cosa
che non sarebbe successa con delle ali parallele perché per un effetto prospettico si sarebbe solo
allontanata maggiormente la facciata, cosa che aveva già applicato Michelangelo in piazza del campidoglio.
L’idea che voleva dare Bernini è quella di un simbolico abbraccio da parte dei due rami ricurvi, che serva per
accogliere il fedele, riunire gli eretici, e illuminare gli infedeli. In una incisione si nota che nella piazza
doveva esserci un altro corpo posto frontalmente alla facciata della basilica che concludesse l’ideale ellisse,
in modo da separare le entrate dei fedeli, che in questa maniera potevano scorgere pian piano le meraviglie
di questa piazza.

CHIESA DI SANT’ANDERA AL QUIRINALE

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