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Capitolo V

I. CRIOSFERA: parte della superficie terrestre che risulta coperta dai ghiacci.

II. ACQUE CONTINENTALI: Di tutte le acque presenti sulla Terra, solo una piccola parte è
presente sulle terre emerse, costituendo le acque continentali, dette anche acque dolci per il
minor contenuto di sali disciolti rispetto alle acque dei mari. Nel loro insieme, fiumi, laghi e
ghiacciai costituiscono le acque superficiali.
III. IDROFERA CONTINENTALE: è costituita di acque dolci una risorsa essenziale per la nostra
sopravvivenza e per quella degli altri organismi che popolano la terra. Costituita da
acque continentali, fiumi, laghi, ghiacciai e sorgenti.
IV. NEVATO: Coperto di neve, innevato.

V. GHIACCIAIO: Accumulo naturale di ghiaccio in lento movimento; è dovuto alla trasformazione


della neve in neve granulosa, poi in ghiaccio bolloso e, quindi, in ghiaccio compatto e
trasparente.
VI. BANCHISA: una sottospecie di crosta ghiacciata la cui esenzione varia stagionalmente e da un
anno all’altro.
VII. Neve e ghiaccio si conservano come tali al di sopra del LIMITE DELLE NEVI PERMANENTI
soltanto laddove per effetto dell’altitudine, della latitudine, della scarsa esposizione al sole, dei
venti, e per altri fattori minori, non tutta la neve caduta giunge a fusione durante le stagioni
calde.
VIII. VALANGA: Massa di neve che, staccatasi dall'alto di un pendio e rotolando verso il basso,
assume dimensioni sempre maggiori trascinando e sommergendo quanto incontra lungo il
percorso.
IX. ZONA DI ALIMENTAZIONE: è la parte più alta, ossia la zona di accumulo della neve che si
trasforma in ghiaccio e rifornisce l’intero apparato glaciale.
X. ZONA DI ABLAZIONE: è tutta la parte che scende sotto il limite delle nevi permanenti. In
questa zona prevale la fusione o comunque la perdita di ghiaccio.
XI. GHIACCIAI POLARI: come la Calotta dell’Antartide l’intera massa di ghiaccio conserva
temperature sotto gli 0 °C per tutto l’anno e la fusione dovuta alla radiazione solare è quasi
inesistente.
XII. GHIACCIAI TEMPERATI:come quelli delle Alpi, nei quali durante l’estate la temperatura
superficiale sale sopra lo zero.
XIII. GHIACCIAI INTERMEDI: quali la fusione è limitata e giunge non oltre una certa profondità

XIV. INLANDSIS: La grande massa di ghiacci che copre estesi territori nelle regioni polari.

XV. GHIACCIAI DI TIPO SCANDINAVO: partono anch’essi da cappe glaciali, che coprono
superfici sommitali di zone montuose o veri e propri altopiani, ma poi scendono con più braccia
lungo le valli.
XVI. GHIACCIAI DI TIPO ALASCHIANO: formati da più colate glaciali, che scendono da vallate
montane e, raggiunta la pianura, si congiungono a formare una fascia unica ai piedi delle catene
montuose

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XVII. GHIACCIAI DI TIPO HIMALAYANO: formati da due o più bacini collettori , i quali
confluiscono in una sola lingua, generalmente di notevole estensione.
XVIII. GHIACCIAI DI TIPO ALPINO: partono generalmente da un’ alta e ampia concavità in roccia,
e scendono verso valle con lingua che può essere molto sviluppata in lunghezza.
XIX. GHIACCIAI DI TIPO PIRENAICO: più semplici e con dimensioni ridotte, di forma circolare o
semicircolare, senza una lingua glaciale evidente.
XX. LA VELOCITÀ DEL GHIACCIAIO: è in genere: piccola nell'interno delle grandi calotte glaciali
continentali, ma diventa enorme nei loro emissari, dove può raggiungere anche alcuni kilometri
all'anno; intermedia nei ghiacciai himalayani, nei quali è dell'ordine di alcune centinaia di metri
all'anno; minore nei ghiacciai di tipo alpino, dove varia da pochi metri all’anno.
XXI. CREPACCIO:è un'alterazione geomorfologica della superficie di un suolo, di una roccia o di
un ghiacciaio; con il termine si indica in genere una fenditura profonda e di grandi dimensioni. Si
forma per effetto di uno squilibrio tra forze di natura contrastanti quali ad esempio lo
scivolamento per gravità .
XXII. SERACCO: Blocco di ghiaccio separatosi durante il movimento di un ghiacciaio a seguito
dell'apertura di crepacci trasversali e longitudinali.
XXIII. BILANCIO DI MASSA GLACIALE: Differenza tra alimentazione e ablazione

XXIV. ESTRAZIONE: consiste nello sradicamento di blocchi e frammenti dal letto roccioso sul quale si
muove il ghiaccio.
XXV. ESARAZIONE: abrasione delle rocce da parte del ghiaccio e soprattutto dei blocchi e frammenti
rocciosi che esso trasporta.
XXVI. CIRCO GLACIALE: depressione semicircolare a forma di anfiteatro (o a volte semi-ellittica),
generalmente chiuso nella direzione verso valle da una soglia rialzata.
XXVII. VALLI GLACIALI: valli con una caratteristica forma a U, con il fondo piatto e i fianchi molto
ripidi.
XXVIII. PROFILO LONGITUDINALE DI UNA VALLE GLACIALE: è costituito da una successione di
porzioni escavate dette ombelichi, e di parti in rilievo, chiamate soglie.
XXIX. MORENA: Accumulo di materiali rocciosi/terrosi, trasportati o depositati da ghiacci.

XXX. INFILTRAZIONE: Processo di penetrazione dell’acqua nel suolo e nelle rocce.

XXXI. PERMEABILITÀ: proprietà di lasciarsi attraversare dall’acqua, dipende dal loro grado di
fatturazione e dalla loro porosità.
XXXII. POROSITÀ: La presenza di piccoli spazi vuoti nella massa di un corpo.

XXXIII. ACQUIFERO: Corpo roccioso sufficientemente permeabile da lasciarsi attraversare dalle acque
profonde, ma capace di trattenerne in quantità utile per alimentare sorgenti e pozzi
XXXIV. ACQUICLUDO: strato roccioso impermeabile all'acqua, in grado quindi di impedirne il
movimento.
XXXV. FALDA IDRICA: zona di rocce permeabili dove è presente acqua in grado di fluire per effetto
della forza di gravità.
XXXVI. FALDA FREATICA: Falda non delimitata superiormente da rocce impermeabili.

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XXXVII. FALDA ACQUIFERA ARTESIANA: tipologia di falda acquifera di tipo confinato ovvero un
corpo idrico costituito dall'acqua, che occupa un certo quantitativo
di rocce e/o sedimenti sfruttandone le fessure o i pori tra le particelle, circondato anche
superiormente da materiali impermeabili (ad esempio argilla).
XXXVIII. SORGENTE: Il punto o la zona in cui scaturisce una vena di acqua sotterranea

XXXIX. PORTATA :è il parametro più utilizzato per studiare le caratteristiche idrologiche di un corso
d'acqua. La portata di un fiume esprime volume d'acqua che passa, nell’unità di tempo,
attraverso una sezione trasversale alla corrente fluviale. La portata è data dal prodotto della
velocità per l'area della sezione trasversale.
XL. FIUME: Corso d'acqua perenne, alimentato dalle sorgenti, dalle piogge e dall'eventuale fusione
di nevi e di ghiacci.
XLI. TORRENTI: fiumi che durante le stagioni non piovose si prosciugano.

XLII. AFFLUENTI: fiumi che confluiscono in altri fiumi.

XLIII. IMMISSARI: fiumi che sboccano in laghi.

XLIV. L’ALVEOLO:è il «letto», modellato dalla corrente, in cui scorre il fiume.

XLV. BACINO IDROGRAFICO o BACINO IMBRIFERO: è la porzione emersa che contribuisce con
sue acque ad alimentare un fiume, o un torrente.
XLVI. SISTEMA FLUVIALE, O RETICO IDROGRAFICO: è formato dal corso d'acqua principale e da
tutti i suoi affluenti .
XLVII. LA LUNGHEZZA DI UN CORSO D'ACQUA: dipende dai caratteri orografici e geologici della
zona in cui esso scorre.
XLVIII. LA PENDENZADI UN CORSO D'ACQUA: è il rapporto tra il «dislivello esistente fra la sorgente
la foce» la «lunghezza del suo percorso».
XLIX. Anche nell'ambito di uno stesso fiume, per, la pendenza assume valori diversi, tanto che è uso
comune dividere un fiume in tre parti :CORSO SUPERIORE, il tratto che va dalla sor- gente
allo sbocco nella pianura, con pendenza mediamente elevata; CORSO MEDIO, che si sviluppa
nella pianura, con pendenza poco accentuata; CORSO INFERIORE, cioè il tratto in vicinanza
della foce, con pendenza molto bassa.
L. LA VELOCITÀ: varia sia da un corso d'acqua all'altro, sia lungo uno sesso corso d’acqua.

LI. LA PORTATA SOLIDA: è la quantità complessiva dei materiali che vengono trasportati dalla
corrente fluviale in soluzione, in sospensione e per trascinamento sul fondo.
LII. L’ENERGIA DELLA CORRENTE FLUVIALE: dipende dalla velocità e dalla portata e a essa è
legata l’attitudine dei fiumi a trasportare i materiali solidi e a scavare le proprie valli.
LIII. IL REGIME: di un corso d'acqua è la variazione della sua portata durante l'anno.
LIV. IL DEFLUSSO: è la quantità d'acqua che un fiume porta alla foce in un determinato periodo di
tempo.
LV. L'AFFLUSSO METEORICO: è la quantità d'acqua che cade in un bacino, sotto forma di
pioggia o di neve.

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LVI. IL COEFFICIENTE DI DEFLUSSO: è il rapporto tra la quantità delle acque che fluiscono in
un corso d'acqua in un determinato periodo di tempo e la quantità delle precipitazioni che in
quello stesso periodo sono cadute sul suo bacino imbrifero.
LVII. ACQUE CORRENTI: tra tali acque si distinguono in: acque dilavanti, quelle che scorrono in
modo disordinato, cioè senza un corso ben definito; le acque incanalate, quelle che scorrono in
letti.
LVIII. LE ACQUE DILAVANTI: scorrono seguendo le pendenze del rilievo e a volte formano un velo
continuo che riesce ad asportare anche i detriti più fini.
LIX. ACQUE INCANALARE: ossia dai corsi d'acqua.
LX. L'EROSIONE: Nella parte più ripida del loro corso, infatti, i torrenti e i fiumi asportano
materiali di vario genere dal fondo dalle pareti dell'alveo, sia sotto forma di frammenti, sia in
soluzione.
LXI. VALLE FLUVIALE: sono formate dai corsi d'acqua che scendono impetuosi a causa della forte
pendenza erodono le rocce su cui scorrono.
LXII. LA DEPOSIZIONE: In qualsiasi punto in cui la velocità della corrente fluviale decresce, i
materiali che provengono dall'azione erosiva vengono abbandonati sotto forma i depositi
alluvionali.
LXIII. PIANURE ALLUVIONALI: pianure formate dal deposito di detriti trasportati dai fiumi.
LXIV. Nei fondovalle coperti da depositi alluvionali l'accumulo dei materiali e il conseguente
innalzamento del letto fluviale obbligano le acque a divagare. Sulla pianura alluvionale l'alveo
descrive quindi delle curve particolari, dette MEANDRI.
LXV. DELTA: il graduale abbandono dei detriti porta alla formazione di un delta una forma di
deposito costiero che presenta una parte emersa pianeggiante, spesso percorsa da una rete di
corsi d'acqua minori e un pendio sommerso.
LXVI. ESTUARIO: quando il flusso di marea l’acqua marina risale per un certo tratto il corso
dell’acqua dolce, favorendo la deposizione, ma nel riflusso essa esce molto rinforzata e spazza
via i detriti, in questo caso le foci diventano larghe ed a forma di imbuto.
LXVII. I LAGHI: sono masse di acqua, per lo più dolce, ma talvolta salmastra o anche salata,
raccolta in depressioni naturali della superficie terrestre, senza comunicazione diretta con il
mare.
LXVIII. I LAGHIDI ESCAVAZIONE GLACIALE comprendono i laghi di circo ei laghi vallivi
LXIX. I LAGHI DI CIRCO:che occupano le alte e tondeggianti conche scavate dai ghiacciai.
LXX. I LAGHI GLACIALI VALLIVI: sono invece dovuti all’escavazione, a volte anche molto
profonda, di un tratto terminale di valle ad opera di una lingua glaciale che si è poi «ritirata».
LXXI. I LAGHI CRATERICI: occupano i crateri di vulcani spenti; alcuni di essi però, più che un vero
cratere, occupano vaste depressioni vulcaniche dovute a sprofondamenti.
LXXII. I LAGHI DI CAVITÀ: tettonica sono dovuti ad acque raccoltesi in depressioni causate da
abbassamenti di porzioni della crosta terrestre, o di singole parti di formazioni rocciose.
LXXIII. I LAGHI CARSICI: occupano depressioni prodotte dall'azione chimica delle meteoriche sulle
acque rocce calcaree.
LXXIV. LAGHI COSTIERI: si formano per accumulo, in mare, di cordoni litoranei di sabbia che in
alcuni casi sbarrano le acque provenienti dalla terra emersa.
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LXXV. I LAGHI RELITTI: sono masse d’acqua, in origine marina, rimaste isolate da movimenti della
crosta terrestre o da abbassamento del livello del mare.
LXXVI. I LAGHI DI SBARRAMENTO: si originano per ostruzione di un tratto di valle, a monte della
parte ostruita si raccolgono le acque fluviali; la valle può essere sbarrata da una frana, o da
accumulo di materiale morenico, o da una colata di lava.
LXXVII. I LAGHI DI SBARRAMENTO ARTIFICIALE: formatisi per la costruzione di dighe lunghe
anche centinaia di metri e destinati a fornire energia elettrica o utilizzati per l'irrigazione.
LXXVIII. EMISSARIO: fiume che asporta l'acqua in eccesso e che lo collega al mare.
LXXIX. IL BILANCIO IDRICO: di un lago dipende da diversi fattori: presenza o assenza di
collegamenti fluviali, drenaggio e raccolta delle acque piovane, perdite nel sottosuolo,
evaporazione.
LXXX. LA TRASPARENZA DELLE ACQUE DEI LAGHI: è inferiore a quella dell'acqua del mare, in
genere perché le acque che si immettono in un lago disperdono in esso una discreta quantità
di detriti in sospensione.
LXXXI. IL COLORE DELLE ACQUE DEI LAGHI: cambia da caso a caso e da momento a momento;
esso dipende da molti fattori, tra i quali il tempo atmosferico.
LXXXII. LA TEMPERATURA DELLE ACQUE: dei laghi dipende dalla latitudine, dall'altitudine, dalla
profondità del lago, dai caratteri climatici locali, dalla temperatura delle dell’eventuale
immissario.
LXXXIII. LA SALINITÀ DIPENDE: dalla genesi del lago. Nel caso di acque lacustri che si sono isolate
dal mare e soggette a forte evaporazione, la salinità è più alta di quella del mare.
LXXXIV. LA DINAMICA DEI LAGHI: è l'insieme dei movimenti delle loro acque; essa è legata
all'immissione e alla emissione di acque a opera di fiumi, alle differenze di temperatura, al
vento e, nel caso di grandi laghi, a modesti effetti di marea.
LXXXV. LE SESSE: sono oscillazioni dell’intera superficie acquea dovute a variazioni, da un luogo
all'altro, della pressione atmosferica e al continuo soffiare del vento lungo una stessa direzione.
LXXXVI. PALUDI e STAGNI sono sottili distese di acque basse, in leggere depressioni a volte sotto il
livello del mare. Possono rappresentare lo stadio di vecchiaia di un lago quasi prosciugato,
oppure essere originate dall'espansione di fluviali in depressioni fuori degli argini, acque o dalla
raccolta di acque piovane in terreni impermeabili e bassi.
LXXXVII. LE MAREMME: sono estese piane acquitrinose che si trovano presso il mare. Sono anch'esse
popolate da una fitta vegetazione, sono in parte adatte al pascolo.
LXXXVIII. FONTI DI INQUINAMENTO DEI FIUMI E DEI LAGHI SONO: le acque residuali urbane,
che nelle metropoli raggiungono valori altissimi di inquinamento; le acque di scarico delle
industrie, che portano con loro residui sia inerti, sia tossici; le acque utilizzate dall'agricoltura,
cariche di rifiuti di origine animale, insetticidi, pesticidi, fertilizzanti ecc.
LXXXIX. IL FENOMENO DELL'EUTROFIZZAZIONE: si manifesta per un eccesso di nutrienti la cui
provenienza è dagli scarichi organici delle abitazioni e dai detersivi.
XC. In molti casi la scomparsa della vita in vari tratti fluviali, o in laghi, avviene anche perché gli
scarichi industriali vi riversano ACQUE DI LAVORAZIONE CALDE, ad una temperatura
troppo elevata perché le forme di vita si mantengano.

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XCI. Tra i casi più vistosi e pericolosi di inquinamento è L’INQUINAMENTO DA METALLI
TOSSICI: il selenio, il piombo, il cadmio, il mercurio.
XCII. L'INQUINAMENTO DA IDROCARBURI: è presente nei grandi laghi con servizi di trasporto
su nave pur non giungendo ai casi drammatici del mare, spesso un velo di nafta limita
l'evaporazione, fa diminuire l'ossigenazione e distrugge le forme viventi.
XCIII. LE FONTI DI INQUINAMENTO DELLE FALDE ACQUIFERE: sono molte: (prossimo
punto)
XCIV. POZZI NERI: Spesso l'inquinamento è prodotto dalle fosse settiche, i cosiddetti pozzi neri che
contribuiscono a immettere nelle falde idriche potabili sostanze medicinali, colle, vernici, residui
organici, composti tossici.
XCV. Un'altra fonte di inquinamento deriva dai metodi che vengono usati per l'eliminazione dei
residui solidi di rifiuto vengono bruciati e accumulati in DISCARICHE e quindi coperti di terra;
l'acqua piovana, che in parte si infiltra nel terreno, assorbe dall'ammasso dei rifiuti una gran
quantità di sostanze inquinanti la trasporta verso il basso, fino alla falda idrica.
XCVI. PESTICIDI E FERTILIZZANTI: che giungono così a contaminare le nostre risorse idriche
sotterranee.
XCVII. IDROCARBURI: che possono fuoriuscire dalle cisterne interrate nelle quali vengono
conservati.
XCVIII. Scorie radiative: prodotte dalle centrali nucleari, in piccola parte la radioattività viene
assunta dalle acque di scarico, che vengono immesse in laghi e fiumi.

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