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28.

1 DESCRIVERE LE FORME DI FONDO:

Una corrente idrica che scorre in un alveo composto da sedimento incoerente è capace di modificarne la
configurazione altimetrica del fondo, secondo forme abbastanza regolari in dipendenza del regime idrico
della corrente stessa.
Gli alvei che evidenziano questo tipo di comportamento, si definiscono a fondo mobile, in contrapposizione
agli alvei a fondo fisso che non variano la configurazione del fondo al variare del regime idrico.
Il fatto che il fondo dell’alveo mobile, in alcuni casi, assuma una forma più o meno ondulata costituisce un
aumento della resistenza al moto, come se al crescere della velocità della corrente, alla scabrezza dei
singoli granelli (microscabrezza), si aggiunga la scabrezza dovuta alla forma di fondo ( macroscabrezza).
Partendo da condizioni di alveo piano, all’aumentare della velocità possono comparire sul fondo alveo,
delle forme del tipo di piccole increspature.
Queste forme hanno l’aspetto di piccole onde di forma approssimativamente triangolare e si sviluppano
solo nel caso di sedimenti fini sabbiosi, in cui il deflusso si presenti in condizioni di moto in parete liscia.
Le dimensioni delle increspature, generalmente, non superano i 60 cm e i 6 cm di altezza, ma la loro
lunghezza non dipende dal tirante idrico.
Per valori maggiori della velocità, le forme di fondo assumono configurazioni, di fondo, sempre di aspetto
triangolare come le increspature ma di dimensioni più grandi.
Queste forme,dette dune, mostrano un fronte di valle più ripido e un dorso posteriore debolmente
inclinato.
La particella di sedimento che viene mossa dalla corrente in direzione di valle, risale il dorso della duna per
poi cadere oltre il limite di cresta, nella concavità di separazione tra una duna e l’altra, evidenziando così lo
spostamento verso valle delle dune.
La lunghezza d’onda delle dune, è generalmente di qualche metro, fino a valori anche di una decina di metri
e il pelo libero in corrente lenta, che non risente eccessivamente delle alterazioni del fondo, risulta in
opposizione di fase rispetto alle ondulazioni del fondo.
Nella zona del fronte di valle, c’è turbolenza con basse velocità e lo stato limite tende a staccarsi dal fondo.
Successivamente, le dune tendono a crescere di dimensione, quindi a spianarsi.
In queste condizioni di fondo piano, la scabrezza complessiva ritorna ad essere quella dei singoli granelli.
Per regimi di moto superiori,si formano le antidune, dalla forma sinusoidale, capace di interagire con il
profilo del pelo libero che tende ad assumere una configurazione in fase con le antidune stesse.
Quindi, la superficie del pelo libero diviene sempre più ondulata, in fase con il fondo, fino a frangersi.
Le antidune,a questo punto, allungano la loro forma per poi scomparire e riformarsi e dare origine ad un
nuovo fragimento della superficie libera con un processo ripetitivo.
Infine, ma solo in alvei a forte pendenza, si può formare una configurazione del fondo a gradoni ( step and
pool) con massi di notevoli dimensioni, che si ergono come piccole briglie a formare terrazzamenti, con salti
di fondo tra una fila di massi e l’altra.
28.2 ILLUSTRARE LA PROCEDURA DI CALCOLO DELLA SCALA DI DEFLUSSO IN ALVEI CON AREE
GOLENALI:
Quando la sezione presenta aree golenali che si possono assimilare praticamente a piani orizzontali, il
calcolo della scala delle portate può portare a risultati errati, se ciò viene effettuato considerando la sezione
nella sua interezza.
Più precisamente, se non si ricorre ad opportuni accorgimenti per la costruzione della scala delle portate, si
troverebbero portate decrescenti all’aumentare delle altezze idriche, in prossimità delle quote
corrispondenti al fondo alveo delle aree golenali.
Consideriamo, per esempio, la seguente sezione:

E’ necessario, in questo caso, effettuare il calcolo della portata suddividendo la sezione in parti
corrispondenti alle diverse aree di magra e di golena, con linee di separazione perpendicolari alle isotachie
e quindi caratterizzate da sforzi tangenziali nulli.
La portata relativa a ciascuna delle diverse parti, in cui è suddivisa la sezione, si calcola utilizzando come
raggio idraulico la reale superficie di contatto tra l’acqua e l’alveo.

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