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38.

1 DESCRIVERE IL MODELLO DEL CANALE LINEARE E DEL SERBATOIO LINEARE, IN TERMINI DI


IDROGRAMMI IN USCITA DEL TRATTO FLUVIALE CONSIDERATO:

Il moto vario consiste nella propagazione di una perturbazione in un fluido in movimento.


Negli alvei naturali, la perturbazione è dovuta principalmente all’onda di piena, conseguente alla pioggia
che precipita in un bacino idrografico, o al rilascio di portata idrica da serbatoi, conseguentemente a
manovre degli organi di scarico o al collasso dello sbarramento.
Le due modalità fondamentali con cui si propaga una piena in un alveo, sono schematizzabili con gli
elementi concettuali di tipo “canale lineare” o di tipo “serbatoio lineare”.
CANALE LINEARE: Nel canale lineare si tiene conto solamente del ritardo dell’onda di piena, cioè si ha solo
una traslazione dell’onda. Tale tipo di propagazione si osserva in alvei regolari, privi di rilevanti invasi e
ripidi.
SERBATOIO LINEARE: Nel serbatoio lineare si tiene conto della laminazione dell’onda di piena,che subisce
una modifica sostanziale della forma a causa dei differenti valori di portate entranti e uscenti dal serbatoio
stesso.
L’equazione di continuità si può scrivere come segue:
ds
Q M −QV =
dt
dove QM e QV sono rispettivamente le portate corrispondenti alle sezioni terminali di monte e di valle del
tronco fluviale preso come riferimento e S è l’invaso costituito dalla corrente idrica compresa tra le stesse
sezioni.
Si osservino nelle seguenti figure, i diversi comportamenti dei due modelli di propagazione:
38.2 DESCRIVERE E ILLUSTRARE LE EQUAZIONI DI DE SAINT VENANT:

Il problema della propagazione di un’onda di piena, viene affrontato mediante le equazioni di De Saint
Venant, costituite dall’equazione di continuità e dall’equazione di conservazione della quantità del moto.
In un alveo fluviale, si consideri un volume di larghezza unitaria delimitato da due sezioni, tra le quali
defluisce una corrente gradualmente varia di portata Q, con ulteriore immissione laterale per metro lineare
pari a q:

Per quanto riguarda l’equazione di conservazione della massa (equazione di continuità) si ha:

Dividendo per ρΔx, si ottiene:

Se si trascura l’immissione di portata laterale per metro lineare, si ha:

L’equazione di conservazione della quantità di moto, invece, si ricava a partire dalla definizione delle spinte
idrostatiche nel volume di controllo:

La forza peso proiettata sull’asse x, è pari a:


E la resistenza la moto:

La variazione della quantità di moto, nel volume di controllo, assume la seguente espressione:
38.3 DESCRIVERE I MODELLI IDROGEOLOGICI DI PROPAGAZIONE DELL’ONDA DI PIENA:

I modelli idrogeologici consentono di determinare la portata nel tempo, in un tronco ben definito, noti
QM(t) e QV(t), basandosi sull’applicazione dell’equazione di continuità e sull’esistenza di una qualche
relazione tra portate e invasi, che costituisce la seconda equazione da affiancare a quella di continuità per
la stima dell’incognita geometrica e dell’incognita cinematica.
Alle differenze finite, l’equazione di continuità diventa:

Le incognite sono Q V(t+Δt) e S(t+Δt), mentre tutti gli altri termini sono noti.
Questi modelli, assunta una relazione biunivoca tra Q ed S o tra Q ed h,effettuano una schematizzazione
cinematica del fenomeno, che risulta tanto più verificata, quanto più l’informazione idrogeologica è
prevalente su quella geometrica e idraulica dell’alveo.
In questi modelli, la soluzione è determinata solo agli estremi del tronco, attraverso cui la piena si propaga.
Tra i modelli idrogeologici, si ricorda il metodo dell’invaso lineare, che assume la relazione:

Dove K è il parametro di taratura, Δx la lunghezza del tronco e Af l’area della sezione finale del tronco.
La variazione di invaso è pari a:

Sostituendo all’equazione di continuità si avrà:

Esplicitando le incognite, si ottiene:

L’ulteriore incognita Af viene eliminata ricorrendo alla scala delle portate della sezione finale del tronco.
Se la scala delle portate non è nota, si può usare la relazione di moto uniforme di Chézy:

Il sistema formato dall’equazione di continuità e dalla scala delle portate non è lineare e deve essere risolto
iterativamente.

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