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1 DESCRIVERE ANCHE GRAFICAMENTE UNA TRAVERSA FLUVIALE:

Una traversa fluviale è un manufatto, solitamente in calcestruzzo armato, che viene costruito per far
provocare un rigurgito della corrente idrica e con lo scopo di addurre acqua dall’alveo fluviale.
Essa può essere definita come una piccola diga di sbarramento.
A differenza delle dighe, le traverse presentano un’altezza non superiore a 10 mt e la creazione di un invaso
non superiore a 100.000 m³ di acqua.
L’adduzione dell’acqua avviene o sul corpo stesso della traversa, con una griglia posta sulla parte superiore
di essa, o dalle sponde subito a monte del manufatto, attraverso paratoie fisse o mobili, o sfioratori laterali.
Dal punto di vista idraulico, la traversa si comporta come uno stramazzo a larga soglia.
A valle di essa, si costruisce, per la protezione dell’erosione creata dal corso d’acqua, una platea in
calcestruzzo e, successivamente, un gradino rialzato per far si che il risalto idraulico, nel caso di corrente
lenta, avvenga subito a valle della traversa.
70.2 ELENCARE E DESCRIVERE LE TECNICHE DI INGEGNERIA NATURALISTICA NELLE SISTEMAZIONI
FLUVIALI:
L’ingegneria naturalistica è una disciplina tecnico scientifica che studia le modalità di utilizzo, come
materiale da costruzione, della componente vegetale viva (piante o parti di esse) in abbinamento con inerti
non cementizi quali il pietrame, la terra, il legname, l’acciaio, nonché in unione con stuoie in fibre vegetali o
sintetiche, principalmente per interventi di sistemazione idrogeologica, legati alla consolidazione del
terreno nelle zone soggette ad erosione.
L’utilizzo di materiali vivi, con svariate funzioni è una usanza abbastanza antica, ma un forte impulso allo
sviluppo dell’ingegneria naturalistica si è avuto a partire dagli anni novanta, circa, nel tentativo di
rispondere alla necessità di coniugare contemporaneamente la messa in sicurezza delle zone a rischio
idrogeologico con la salvaguardia dell’ambiente, minimizzando gli impatti ambientali delle opere di difesa
del suolo.
Si tratta di una scienza trasversale che, per le molteplici possibilità applicative, richiede da parte del tecnico
operante una preparazione di base afferente a più discipline scientifiche, che si integrano a seconda della
complessità del contesto di intervento.
A seconda del modo e del tipo di costruzione, possono assumere importanza primaria i seguenti effetti:
 Tecnico: protezione dell’area della sponda da erosione superficiale, causata dalla corrente, dalle
precipitazioni, dal vento e dal gelo. Aumento di stabilità delle sponde per la reazione di un sistema
fibrorinforzato terreno-radice e per l’effetto drenante delle piante.
 Economico: diminuzione delle spese di costruzione e di manutenzione;
 Estetico-paesaggistico: inserimento delle costruzioni e delle opere nel paesaggio, recupero delle
aree paesaggisticamente degradate;
 Ecologico: bilanciamento degli estremi di temperatura e di umidità nello stato aereo vicino al
terreno e con ciò la creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo della vegetazione;
miglioramento del bilancio idrico del terreno (drenaggio o immagazzinamento) tramite
l’intercettazione, l’evaporazione, l’evapotraspirazione e la capacità di immagazzinamento;
preparazione del terreno e preparazione di humus a seguito della caduta e della decomposizione
dei resti vegetali. Con ciò in sintesi, ovvero miglioramento della flora e della fauna del terreno e del
contenuto di sostanza trofica. Creazione di macro e micro ambienti naturali, divenuti ormai rari,
nuovi biotopi per animali e piante, possibilità di affermazione di cenosi autoctone.
I principi e le tecniche dell’ingegneria naturalistica, possono essere applicate lungo i corsi d’acqua, nelle
zone umide e sui versanti adiacenti ai corsi d’acqua, con le seguenti finalità:
 Corsi d’acqua: gli interventi possono riguardare il consolidamento delle sponde, con relativo
rinverdimento; azioni per limitare il trasporto solido o per rallentare la corrente; costruzione di
briglie e pannelli; creazione di rampe di risalita per agevolare la presenza dell’ittiofauna;
 Zone umide: realizzazione di ambienti idonei alla sosta ed alla riproduzione di animali;
 Versanti: consolidamento ed inerbimento di pendici, sistemazione di frane;
fra le tecniche di ingegneria naturalistica, più diffuse, si ricordano:
 Viminate, dette anche palizzate, graticci o staccionate (pali in larice o castagno, conficcati nel
terreno tra i quali si intrecciano vimini di salice fresco);
 Fascinate (simili alle viminate, con la differenza che la loro struttura, anziché essere costruita da un
graticcio di vimini è formata da parecchie fascinate sovrapposte);
 Massi con talee di salice(le talee sono segmenti di fusto di specie arbustive e arboree in grado di
produrre radici; infatti, lo sviluppo dell’apparato radicale dei salici crea un collegamento tra gli
scogli e il terreno; l’ingrossamento del tronco delle talee crea una compressione tra i massi vicini,
con un miglioramento della stabilità;
 Cotici erbosi;
 Talee-arbusti;
 Coperture diffuse.

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