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23.

1 ILLUSTRARE E COMMENTARE L’ABACO DI MOODY:

Il diagramma di Moody è un diagramma bilogaritmico che riporta il fattore di attrito di Darcy in funzione del
numero di Reynolds al variare della rugosità secondo la correlazione di Colebrook:
1
∗Ks
1 2.51 3.71
=−2 log ⁡( + )
√f R∗√ f D

Nota la portata Q che si muove in una cert condotta e il suo diametro D, si può calcolare Re e trovare f nel
diagramma di Moody in funzone della scabrezza relativa.
Esistono molte correlazioni per il fattore di attrito:
 Regime laminare: nella parte più a sinistra il diagramma è composto da un’unica retta, che
rappresenta il fattore di attrito di Darcy in moto laminare, descritto da bassi valori del numero di
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Reynolds. La correlazione in questo caso ha una soluzione analitica: f = , R< 2300
R
 Regime turbolento: nella parte più a destra del diagramma è presente un fascio di curve, esse
rappresentano i diversi valori di scabrezza relativa, che la condotta considerata può avere. A
seconda di tale valore, noto il numero di Reynolds relativo al moto, è possibile conoscere il valore di

f. la curva più in basso è la cosiddetta curva di tubo liscio, avente equazione:


1
√f
=−2 log
(2.51
ℜ∗√ f )
Nella quale si trascura il termine legato alla scabrezza relativa.
La zona del diagramma che rappresenta le condizioni di regime turbolento,è a sua volta suddiviso in due
parti:
1. La prima, a sinistra, in cui si ha moto turbolento di transizione;
2. La seconda, a destra, in cui le curve tendono a disporsi parallelamente all’asse delle ascisse, che
corrisponde ad una situazione di moto assolutamente turbolento (o moto turbolento
completamente sviluppato).
 Zona di transizione: è una zona tra quelle di moto turbolento e laminare in cui il numero di
Reynolds assume valori compresi tra 2300 e 3400. Una buona progettazione di un condotto
idraulico non deve prevedere il funzionamento in regime di transizione, perché ciò può causare
errori nel calcolo delle perdite e fenomeni oscillatori molto dannosi, causa vibrazioni e rumori.

23.2 QUALI DIFFERENZE CI SONO TRA CONDOTTE CORTE E CONDOTTE LUNGHE IN TERMINI DI
PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE E DISTRIBUITE?

Nel caso di lunghe condotte vengono trascurate le perdite di carico localizzate, poiché molto piccole
rispetto a quelle distribuite, in quanto si tratta di condotte con L>2000*D;
inoltre in tali condotte le, le perdite di carico distribuite sono di solito dell’ordine dei m, mentre quelle
localizzate sono dell’ordine dei cm.
Nel caso di condotte corte, le perdite di carico localizzate sono dello stesso ordine di grandezza di quelle
distribuite, o addirittura superiori, quindi non possono essere trascurate.
23.3 DESCRIVERE LA DIFFERENZA TRA REGIME DI MOTO LAMINARE E REGIME DI MOTO
TURBOLENTO, SPECIFICANDO QUALI REGIMI DI MOTO TURBOLENTO ESISTONO IN NATURA:

Un regime turbolento, è il moto di un fluido in cui le forze viscose non sono sufficienti a contrastare le forze
di inerzia: il moto delle particelle del fluido che ne risulta avviene in maniera caotica, senza seguire
traiettorie ordinate come nel caso di regime laminare.
Un flusso turbolento differisce da uno laminare, in quanto al suo interno sono presenti strutture vorticose
di grandezza e velocità differenti, che rendono il flusso non predicibile nel tempo anche se il moto rimane
deterministico.
Cioè, il moto è regolato dalle leggi del caos deterministico: se fossimo in grado di conoscere “esattamente”
tutto il campo di velocità di un dato istante e fossimo in grado di risolvere le equazioni di Navier-Stokes,
potremmo ottenere tutti i campi del moto futuro.
Ma, se conoscessimo il campo con una piccolissima imprecisione, questa dopo un certo tempo renderbbe la
soluzione trovata completamente differente da quella reale.
Ad esempi, nel caso di moto in un condotto cilindrico, in caso di regime turbolento, il fluido si muoverebbe
in maniera disordinata ma con una velocità media di avanzamento pressoché costante sulla sezione.
Nel caso di moto laminare, invece,le traiettorie sono rettilinee ed il profilo di velocità parabolico o di
Poiseuille.
Il numero di Reynolds, per cui avviene la transizione tra regime laminare e regime turbolento, in questo
caso è: Re=2300.
Tuttavia questo valore è strettamente dipendente dall’ampiezza dei disturbi presenti nel flusso, prima della
transizione al regime turbolento.
Per cui è teoricamente possibile, ottenere flussi laminari per valori più elevati del numero di Reynolds.
Un esempio di moto turbolento, naturale, è quello del sangue, il fumo di una sigaretta, il mescolamento
di caffè e latte in una tazza o la scia irregolare di un fiume a valle della pila di un ponte.

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