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Cilindri in pressione
Cilindri di grosso spessore
sottoposti a pressione interna ed esterna
Forzamento con interferenza
Cerchiatura ed autocerhiatura.
Recipienti cilindrici a pareti sottili.
Dischi rotanti
Analisi dellinfluenza della forza centrifuga.
Dischi ad uniforma resistenza.
Disco a spessore costante con mozzo e corona.
Distorsioni termiche
Dischi sottili
Cilindri di grosso spessore
Gaetano Restivo
Palermo, gennaio 1998 Antonino Siddiolo
Pagina 1
Premessa
Il filo conduttore degli argomenti trattati nel presente fascicolo lunicit del modello
matematico a cui essi si possono riferire, si schematizzano tutti cio nel seguente modo: dato un
solido cilindrico sollecitato in senso radiale e assiale, e sottoposto a distorsioni termiche,
analizzarne lo stato tensionale. Tale problema e risolvibile in forma chiusa con metodi analitici e
con la teoria della Scienza delle Costruzioni.
A tale semplice modello matematico ci si riferir per tutta la trattazione seguente specificando
di volta in volta quale significato dare ai singoli termini per rendere concreto il problema e la
soluzione che se ne ricaver.
Vediamo di chiarire meglio le affermazioni precedenti con alcuni esempi significativi: un
mozzo calettato su un albero non altro che un cilindro cavo sollecitato internamente in senso
radiale dalla pressione di calettamento, il tratto di albero interessato invece un cilindro pieno
sollecitato esternamente, sempre in senso radiale, una tubazione attraversata da un fluido in
pressione e ad alta temperatura , ancora una volta, un cilindro sollecitato radialmente dalla
pressione interna del fluido e sottoposto ad un gradiente di temperatura, un altro esempio pu
essere la bocca di un cannone al momento dello sparo, o la canna di un fucile; o ancora un
recipiente in pressione come un serbatoio o un caldaia e quantaltro di simile si possa pensare.
Tutti gli esempi fin qui esposti si riferiscono tuttavia alla prima sezione del fascicolo
denominata cilindri in pressione nella quale si studiano inoltre dei metodi per migliorare la
resistenza alle sollecitazioni radiali, quali la Cerchiatura e lAutocerchiatura.
Nella seconda sezione si studiano tutti quei casi in cui per la particolare geometria
(dimensione assiale molto pi piccola del diametro) e per le elevate velocit di rotazione non
possibile trascurare lazione della forza centrifuga; vengono indicati col nome generico di
dischi rotanti. Un simile modello pu essere utilmente propedeutico per lo studio di pulegge e
volani o delle mole di rettifica, anche se in questi casi andranno aggiunte altre sollecitazioni di
non poca importanza. E evidente come anche un disco rotante possa rientrare nel modello
matematico generale proposto, daltronde le sollecitazioni della forza centrifuga sono anchesse
radiali, una mola poi pu essere soggetta ad un gradiente termico derivante dalle condizioni di
esercizio.
Si studier inoltre la geometria di un disco ad uniforme resistenza e lo stato tensionale di un
disco a spessore costante con mozzo e corona, e il metodo di Grammel.
In appendice, infine, sono proposti alcuni esercizi risolti.
Pagina 2
SEZIONE A
Cilindri in pressione
(a cura di Gaetano Restivo)
Sommario
pag
3. Autocerchiatura 14
Figura 1.
La particolare simmetria assiale, sia della geometria che delle condizioni di carico, fa si
che lo stato tensionale sia cilindrico, pertanto una direzione principale quella assiale e le
altre due si possono scegliere arbitrariamente nel piano perpendicolare allasse. Si ha inoltre
che la tensione nella direzione assiale (a) nulla poich il cilindro non n chiuso alle
estremit n vincolato in alcun modo, lo stato tensionale perci piano, e dato che la
dimensione assiale non avr nessuna importanza sar considerata unitaria.
Le precedenti considerazioni (a=0) vanno intese pi come ipotesi semplificative che come
dati rigorosi, nella realt le condizioni di carico o i vincoli faranno senzaltro nascere una
tensione assiale magari diversa da punto a punto; al paragrafo 4, riguardante i recipienti a
pareti sottili, si torner sullargomento.
Ogni direzione ortogonale allasse , come gi detto, principale (per le tensioni); si suole,
in ragione di ci, scegliere un sistema di coordinate polari e indicare come tensione radiale
quella diretta lungo il raggio (r) e come tensione circonferenziale quella perpendicolare alla
radiale (c). Questultima viene spesso indicata come tensione tangenziale, volendo intendere
che punto per punto tangente alla circonferenza considerata; si presti particolare attenzione a
non confonderla con la tensione tangenziale di ben altro significato; nel seguito si cercher
di evitare tale notazione salvo ove esplicitamente indicato.
Pagina 4
Figura 2
La tensione c agisce su una superficie pari a dr1 e va computata due volte, la r invece su
una superficie pari a rd 1, considerando la componente della tensione lungo lasse
( r sen ) e integrando si ha
r r sen d = r r sen d = r r [ cos ]0 = 2 r r
0 0
d r
c r r =0
dr
c + r = 2C1
eliminando c
d r d r
2C1 r r r = 0r + 2 r = 2C1 (1.3)
dr dr
si noti ora che
d 2 d r d r
(r r ) = r 2 + 2 r r = r r + 2 r (1.4)
dr dr dr
sostituendo questultima relazione (1.4) nella (1.3) si ha
1 d 2
(r r ) = 2C1
r dr
separando le variabili
d (r ) = C1 2rdr
2
r
e integrando si ottiene
C2
r 2 r = r 2C1 + C2 r = C1 + (1.5)
r2
essendo C2 la costante di integrazione,
sostituendo la (1.5) nella (1.2) ( c + r = 2C1 ) si ricava c
C2
c = C1 (1.6)
r2
La (1.5) e la (1.6) sono le leggi di variazione delle tensioni radiali e circonferenziali in
funzione delle due costanti C1 e C2; per determinare tali costanti si faccia riferimento alla
figura 1 e facendo attenzione al fatto che le pressioni interna ed esterna sono entrambe di
compressione, si considerino le seguenti condizioni al contorno:
r = Ri r = pi
r = Re r = pe
si ricava rispettivamente
C2
pi = C1 + R 2
i
(1.7)
p = C + C 2
e 1
Re2
1 1
pi + pe = C2 2 2 da cui
Ri Re
Ri2 Re2
C2 = ( pe pi ) 2
Re Ri2
per ricavare C1 occorre moltiplicare la prima delle (1.7) per Ri2 e la seconda per Re2 e poi
sottrarre membro a membro
Ri2 pi + Re2 pe = C1 ( Ri2 Re2 ) da cui
pi Ri2 pe Re2
C1 =
Re2 Ri2
p i Ri2 p e R e2 Ri2 R e2 1
r = + ( pe pi ) 2
R e2 Ri2 R e Ri2 r 2
(1.8)
p R 2 p e R e2 Ri2 R e2 1
c = i i2 ( p e p i )
R e Ri2 R e2 Ri2 r 2
note come formule di Lam; si noti che r + c una quantit costante in tutto il cilindro,
se ne tenga conto al momento di tracciare i grafici delle tensioni.
Vediamo adesso di analizzare due casi molto significativi e cio quello di un cilindro
sottoposto a sola pressione interna e quello di un cilindro sottoposto a sola pressione esterna:
si tratter di imporre nelle (1.8) una volta pi=0 e unaltra pe=0 e ricavare i rispettivi andamenti
di r e c ed i valori massimi e minimi, pur tuttavia si raccomanda di fissare bene in mente i
suddetti valori e i grafici degli andamenti in quanto saranno pi volte richiamati nel seguito.
Cilindro sottoposto a pressione interna
pe=0
Ri2 Ri2 Re2 1 Ri2 Re2
r = pi p = p 1 2 (sempre negativa) (1.9a)
Re2 Ri2
i
Re2 Ri2 r 2
i
Re2 Ri2 r
Re2 + Ri2
c = pi ,
Re2 Ri2
al raggio esterno r=Re
r = 0
2 Ri2
c = pi
Re2 Ri2
Si noti che sia per quanto riguarda la r che per la c, il punto maggiormente
sollecitato quello interno (r=Ri).
Cerchi del Mohr al raggio interno ed esterno
Pagina 8
Nel caso di cilindro pieno, le tensioni radiale e circonferenziale sono in ogni punto
uguali fra loro e pari al valore della pressione esterna cambiato di segno, si ha dunque
una croce doppia di compressione. Appena si fora il cilindro, la tensione radiale deve
andare a zero al raggio interno; il passaggio dal valore al raggio esterno (-pe) a zero
tanto pi brusco quanto maggiore lo spessore del cilindro.
Pagina 10
Figura 3
Dal paragrafo precedente si ha che al raggio b:
b2 + a2
ic = p
b2 a2
c2 + b2
oc = p
c2 b2
ir = or = p
espressioni che permettono di calcolare i valori delle tensioni nota la geometria e la pressione
di forzamento; normalmente p non nota ma pu essere messa in relazione con linterferenza
.
La deformazione circonferenziale per il cilindro esterno in corrispondenza del diametro
interno vale:
variazione della circonferenza 2 (b + o ) 2 b o
oc = = = (2.1)
circonferenza originaria 2 b b
si presti attenzione, non si tratta di una deformazione radiale.
Pagina 11
bp c 2 + b 2
o = 2 +
Eo c b 2
Analogamente per la circonferenza esterna del cilindro interno
variazione della circonferenza 2 b 2 (b i ) i
oc = = =
circonferenza originaria 2 b b
ic ir p b2 + a2 p p b2 + a2
ic = = + = 2
Ec Ei Ei b a
2 2
Ei Ei b a
2
bp b 2 + a 2
i = 2
Ei b a 2
linterferenza vale quindi
bp c 2 + b 2 bp b 2 + a 2
= o i = + + (2.3)
E o c 2 b 2 E b2 a2
i
la (2.3) lega il valore della pressione di forzamento allinterferenza; ponendo per
semplicit E o = E1 si ha
E (c 2 b 2 )(b 2 a 2 )
p=
b 2b 2 (c 2 a 2 )
Nel caso si vogliano applicare i precedenti risultati allo studio di un collegamento albero
mozzo occorre tener presente che il suddetto collegamento interessa soltanto una parte
dellalbero e pertanto si generer alle estremit del mozzo un aumento delle tensioni; di ci si
terr conto considerando un fattore di concentrazione di tensioni in genere maggiore di due.
Proviamo adesso a immaginare il cilindro interno come una tubazione, che sar poi
attraversata da un fluido in pressione; lo stato tensionale residuo generato dal forzamento
influisce beneficamente in quanto andr in buona parte a mitigare lo stato tensionale generato
dalla pressione interna:
Pagina 13
Si vede dai grafici che le tensioni radiali della pressione interna e del forzamento si
sommano perch dello stesso segno, mentre le tensioni circonferenziali della pressione interna
vengono mitigate; nel complesso l'effetto della cerchiatura decisamente benefico.
Pagina 14
3. Autocerchiatura
Un altro metodo utilizzato per migliorare la resistenza di un cilindro cavo soggetto a
pressione interna l'autocerchiatura ovvero la plasticizzazione totale o parziale dello stesso; si
assumer che il materiale sia elastico perfettamente plastico (EPP).
Consideriamo un cilindro sottoposto a pressione interna (figura sotto),
nel nostro caso max e min coincidono con le tensioni circonferenziale e radiale, dunque
possibile calcolare il valore della pressione p* che porta a snervamento la fibra pi sollecitata,
cio quella interna:
re2 + ri 2
= c r = p 2
* *
+ 1 = Rs da cui
r
e ri
2
r2 r2
p * = e 2 i Rs . (3.1)
2re
Si vuole adesso determinare la pressione che plasticizza il cilindro sino al raggio rp.
Essendo il materiale elastico perfettamente plastico, per r rp risulter c r = Rs ,
d r d r
pertanto lequazione indefinita di equilibrio c r r = 0 diventer: Rs = r
dr dr
separando le variabili
dr
d r = Rs
r
e integrando si ha:
( r ) pl = Rs ln r + C
(3.2)
( c ) pl = Rs (1 + ln r ) + C
Naturalmente per r rp valgono le relazioni ricavate nel caso di materiale elastico lineare
C2
( r ) el = C1 + (3.3a)
r2
C2
( c ) el = C1 (3.3b)
r2
in cui le costanti C1 e C2 si determinano imponendo le seguenti condizioni al contorno:
r=re r=0 e r=rp c-r=Rs
si ha cos:
2
Rs 2 R rp
C2 = rp e C1 = s 2
2 2 re
Landamento delle sollecitazioni nella zona elastica quindi il seguente:
R rp2 Rs rp2
r = s (3.4a)
2 r2 2 r2
e
Pagina 16
Rs rp2 Rs rp2
c = + (3.4b)
2 r2 2 r2
e
imponendo ora la condizione ( r ) pl = ( r ) el a r = rp si ricava
1 1 rp2
C = Rs + 2 ln rp .
2 2 re
1 1 rp2 r
c = Rs + 2 ln p (3.5b)
2 2 re r
mentre il valore di pressione che plasticizza lintero cilindro si trova ponendo rp=re e
re
calcolando r per r = ri si ha pl = r (ri ) = Rs ln .
ri
Di seguito si riportano anche gli andamenti delle tensioni nel caso di cilindro
completamente plasticizzato:
re
r = Rs ln (3.7a)
r
re
c = Rs 1 ln (3.7b)
r
Dalle (3.4) si evince che le tensioni radiali e circonferenziali in campo elastico sono
rispettivamente una sempre negativa e una sempre positiva, come gi fatto notare al paragrafo
1, si anche detto in quella sede che la pressione interna tende ad aprire il cilindro e
pertanto la c doveva, anche intuitivamente, essere positiva, analogamente la tensione radiale
comprime i singoli raggi e doveva essere negativa. Ora durante la plasticizzazione, che
avviene pur sempre a mezzo di una pressione interna, deve essere rpl 0 cpl 0 ;
imponendo nelle (3.5) tali condizioni si ha che la prima sempre verificata mentre dalla
seconda si ricava
Pagina 17
1 rp
2
1+ 2
2 re
rp ri e
, se il cilindro deve essere completamente plasticizzato deve valere
Tensioni residue.
Lo scaricamento equivale ad imporre una trazione radiale sul bordo interno pari a pl, valgono
in tal caso le relazioni lineari elastiche c e r , di seguito sono rappresentate le tensioni durante
il caricamento e quelle dello scaricamento cambiate di segno, visto che poi vanno sottratte.
Pagina 18
Si intuisce, in analogia a quanto visto a proposito della cerchiatura, che un simile stato
tensionale residuo mitigher le tensioni dovute ad una eventuale pressione interna
Pagina 19
tali formule possono pure ricavarsi dalle (1.9) ponendo Re-Ri=s, Re+Ri=2R, Re=Ri=r=R,
infatti
Ri2 Re2 R 2 R 2 pR pD
c = p 1 + 2 = p 1 + = =
( Re Ri )( Re + Ri ) r s 2 R R 2 s 2s
analogamente r=-p.
F
Per quanto riguarda la a si consideri la relazione a = in cui F la forza dovuta alla
A
pressione sul fondo e A larea anulare si spessore s.
D2
F = p r 2 = p ; A = 2 R s = Ds , quindi
4
pD 1
a = = c
4s 2
Cerchi del Mohr:
Dischi rotanti
(a cura di Antonino Siddiolo e Simona Selvaggi)
Sommario
pag
8. Metodo di Grammel 32
con:
- velocit angolare del disco;
- peso specifico del materiale;
- spessore del disco al raggio r generico.
[ In quanto segue, contrariamente a quanto sin qui fatto, sindicher la tensione circonferenziale
con il pedice t, e la si chiamer tensione tangenziale, ritenendo non vi sia pi alcuna
possibilit di fraintendimenti ]
d/2 d/2
dFi = r r y d . (2)
La forza applicata al raggio esterno e rivolta verso lesterno, invece:
d d d
dFe = dFi + ( dFi )dr = r ryd + ( r ryd )dr = r ry + ( r ry )dr d . ( 3.1)
dr dr dr
d y
dFe = r ry + ( r ry )dr d = r ry + ry r dr + r r dr + y r dr d . ( 3.2)
dr r r
Sui due piani inclinati di d agiscono due forze di egual modulo dFt pari a:
dFt = t ydr .
La risultante di tali due forze ha direzione radiale, rivolta verso linterno ed ha modulo pari a:
d
dT = dFt d = 2 t (dry ) = t ydrd (4)
2
Allora per lequilibrio dellelemento di massa deve aversi:
dFc + dFe = dFi + dT (5)
Sostituendo la (1), (2), (3.2) e (4) nella ( 5 ) si ha:
d r dy
2 r 2 y + r y + r + y ( r t ) = 0 (6)
g dr dr
Occorre ora una nuova equazione che relazioni le tensioni incognite t e r .
Per la legge di Hooke scritta in condizioni di stato piano di tensione deve aversi:
1
t = ( t r )
E
(7)
1
r = ( r t )
E
dalle quali si deduce:
E
t = ( t + r ); r = E 2 ( r + t ) (8)
1 2
1
Se indichiamo con lo spostamento in senso radiale del generico punto del disco, si ha:
2 (r + ) 2r d
t = = ; r = (9)
2r r dr
Infine sostituendo queste ultime espressioni nellequazione che esprime lequilibrio
dellelementino, si ottiene lequazione differenziale su cui argomenteremo:
d 2 d 1 dy 1 dy 1 2 1 2
+ + + + r=0 ( 10 )
dr 2 dr y dr r ry dr r 2 g E
La risoluzione di tale equazione differenziale del secondo ordine dipende dallespressione della
y = y (r).
Pagina 25
1
Le equazioni (11) sono uguali alle equazioni (1.8) descritte nella sezione A, pag. 6, ove si posto a=ri, e b=re.
Pagina 26
d 1 d d 1 d 1 d d 2
(r ) = + = + + ( 13 )
dr r dr dr r dr r 2 r dr dr 2
possiamo riscrivere la ( 12 ):
d 1 d
(r ) = 2 1 r. ( 14 )
dr r dr g E
Integrando pi volte ed eseguendo le opportune operazioni otteniamo:
1 2 r 3 r C
= 2 + C1 + 2
g E 8 2 r
( 15 )
d 3 2 1 2 2 1 C
= r + C1 22
dr 8g E 2 r
Sostituendo le ( 15 ), a mezzo delle ( 9 ), nelle ( 8 ), che qui ricordiamo:
E
t = ( t + r )
1 2
E
r = ( r + t )
1 2
si ha:
1 1 C2 3 + 2 2
r = E C1 r
2(1 ) 1 + r 2 8 g
( 16 )
1 1 C 2 3 + 1 2 2
t = E C1 + r
2(1 ) 1 + r 2 8 g
Imponendo che sia:
r (r = a ) = 0
r (r = b ) = 0
come ipotizzato, si ottiene:
C1= 1 (1 v)(3 + v) 2 a 2 + b 2
E g 4
( 17 )
2 2
C2= 1 (1 + v)(3 + v) (a b)
E g 8
3 + 2 2
2
(a + b ) r 2
ab
r = 2
8 g r
( 18 )
3 + 2 2 ab 1 + 3 2
2
t = (a + b ) +
2
r
8 g r 3 +
Pagina 27
1
Osserviamo che la massima tensione radiale si ha quando r = (ab) 2
, dove vale:
3 + 2
r = (b a )2
8 g
La massima tensione tangenziale la si ha, invece, al raggio interno:
3 + 2 2 1 2
t = b + a
4 g 3 +
Se supponiamo che il nostro disco non sia forato ( pensiamo, ad esempio, ai dischi delle turbine
De Laval ) tornando alle ( 16 ) notiamo che necessariamente deve essere C2=0. Allora si ha:
E 3 + 2 2
r = C1 r
2(1 ) 8 g
( 19 )
E 3 + 1 2 2
t = C1 r
2(1 ) 8 g
Per le solite ipotesi in cui ci muoviamo, al bordo esterno devessere:
r (r = b) = E C1 _ 3 + v 2 b 2 = 0
2(1 v) 8 g
da cui:
(3 + )(1 ) 2 2
C1 = b .
4E g
Allora risulta:
3 + 2 2
r = (b r 2 )
8 g
. ( 20 )
3 + 2 2 3 + 1 2
t = b r
8 g 3 +
Osserviamo che in questo caso anche la tensione radiale massima al centro. Infatti ad r = 0
risulta:
3 + 2 2
r =t = b .
8 g
Rammentiamo che nel caso di disco forato si aveva, al raggio interno:
3 + 2 1 2
t (r = a) = a + b2
4 g 3 +
e quando a diviene molto piccolo:
3 + 2 2
t b .
4 g
Da ci realizziamo che anche la presenza di un piccolissimo forellino al centro del disco rotante
fa, ivi, pi che raddoppiare la tensione tangenziale. Se ora desiderassimo conoscere lo stato
Pagina 28
tensionale in un disco forato rotante a forte velocit e soggetto ad una certa pressione interna ed
esterna, baster sommare alle leggi or ora ricavate quelle relative alla sollecitazione considerata.
In particolare nel nostro caso si ha:
B
r = A 2
Cr 2
r . ( 21 )
B
t = A + 2 Dr 2
r
Dove s posto:
B = 3 + v 2 (a b)2 + pi b2 _ pe b2 .
2
8 g (b/a) - 1 (b/a)2 1
C = 3 + v 2
8 g
D = 1+ 3 v 2
8 g
Pagina 29
esprimibile in funzione della rA e della rB sul disco. Il medesimo spostamento rA, come
y
appartenente al mozzo, esprimibile, allo stesso tempo, in funzione di rA e della
bm
presssione di calettamento pc. Eguagliando tali due espressioni di rA si ottiene unequazione
nelle incognite rA e rB . Procedendo analogamente per la sezione cilindrica B, si ricava la
seconda equazione che ci permette di risolvere il problema.
-Forza centrifuga:
rAI = tI a.
Essendo:
Ir = 0
It = 3 + v 2 1 v a2 + b2
4 g 3+v
Pagina 30
risulta:
It = 1 3 + v 2 1 v a2 + b2
E 4 g 3+v
ed allora:
rIA = a 3 + v 2 1 v a2 + b2 ( 22 )
E 4 g 3+v
-Pressione rA :
rAII = tII a
Essendo:
rII = rA
b2 + a 2
tII = rA
b2 a 2
risulta:
a rA b 2 + a 2
rAII = 2 + ( 23 )
E b a 2
-Pressione rB :
rAIII = tIII a
Essendo:
IIIr = 0
IIIt = _ 2b2 rB
b - a2
2
Risulta:
rIIIA = _ a 2b2 rB ( 24 )
E b2 - a2
rA2 = F2 ( rA ) .
Allora, eguagliando F1 ed F2, si ottiene unequazione che lega le due tensioni incognite rA e
rB . Procedendo analogamente per la sezione B, il problema risolto. Nel caso in cui si abbiano
numerose variazioni di sezione, il livello di difficolt cui perviene il metodo appena esposto
risulta notevole. La difficolt sta nel dover risolvere un sistema di [n 1] equazioni in [n 1]
incognite, dove n rappresenta il numero di dischi elementari a spessore costante cui
riconducibile il nostro disco rotante.
Pagina 32
4.Metodo di Grammel
Per ovviare ai problemi palesati nel precedente paragrafo, ci accingiamo ad esporre un metodo
alquanto semplice per la risoluzione di dischi con spessore variabile a gradini e, pi in generale,
di dischi a profilo generico. E il ben noto metodo di Grammel.
Un disco rotante a forte velocit a profilo generico soggetto a pressione interna ed esterna
schematizzabile, in prima approssimazione, come costituito da un numero discreto di dischi a
spessore costante. Un criterio per affrontare il problema potrebbe essere quello di fare in modo
che la variazione percentuale di spessore fra un disco elementare ed il successivo sia costante.
Ricordiamo le (21) che esprimevano lo stato tensionale di un disco rotante soggetto a pressione
esterna ed interna:
B
r = A Cr 2
r2
B
t = A + 2 Dr 2
r
Per chiarire cosa sintende per discretizzazione di un disco a profilo generico, riportiamo un
esempio a titolo indicativo:
Supponiamo di partire dal disco elementare interno, scelto a spessore costante. Esso risulta
sollecitato al raggio interno da una pressione nota r = pi . La t al raggio interno incognita.
s = r + Cr 2
( 26 )
t = t + Dr 2
A = [ t(ri) + s(ri) ]
( 27 )
2
B = [ t(ri) - s(ri) ] r
Pagina 33
che sono le costanti A e B che compaiono nelle ( 21 ) e che ci permettono di conoscere lo stato
tensionale del disco elementare interno per un valore r generico. Risulta quindi noto lo stato
tensionale al raggio esterno del primo disco elementare. Per passare allo studio del disco
successivo occorre conoscerne lo stato tensionale al raggio interno. Dobbiamo quindi cercare di
capire come variano le tensioni a causa del brusco cambiamento di spessore. Sar:
_
y = y + y
_
r = r + r ( 28 )
_
t = t + t
avendo indicato col sovrasegno le dimensioni e le tensioni riferite al secondo disco elementare.
Nella sezione cilindrica dattacco fra primo e secondo disco devono essere verificate le seguenti
eguaglianze, per lequilibrio e la compatibilit:
_ _
ry =r y
( 29 )
1
( t r ) = 1 t v r = t
_ _ _
t =
E E
Dalle ( 28 ) e dalle ( 29 ) si ricava:
y
r = r
y + y ( 30 )
t = r
ed quindi noto lo stato tensionale al raggio interno del secondo disco elementare del nostro
modello. Cos come proceduto per il primo disco possibile andare avanti per il secondo e
ricavarne lo stato tensionale. Iterando tale procedimento si giunge alla conoscenza dello stato
tensionale del disco elementare esterno. Se avessimo scelto, la to opportuna al raggio interno
del primo disco, al raggio esterno dellultimo disco elementare avremmo trovato:
r = pe
In realt anche per lultimo disco necessario considerare al raggio esterno una brusca
variazione di spessore, dato che, in generale, lo spessore dellultimo disco elementare non
coincide con quello del disco reale al raggio esterno. Allora dobbiamo considerare, anche qui, le
r e le t dateci dalle ( 28) unitamente alle ( 30 ). Puntualizzato ci, chiamiamo r' e t' le
tensioni trovate per il valore di tentativo della t al raggio interno, che non coincidono con
quelle effettive. Supponiamo il nostro modello fisso ed imponiamo che al raggio interno del
primo disco elementare sia:
Pagina 34
r = 0
( 31 )
t = to
Procedendo esattamente come prima, ricaviamo le tensioni indicate con:
2
dy = _ r dr
y g
( 35 )
2 2
ln(y) = _ r +K
g 2
_ 2r2
2g
y=Ce ( 36 )
Noto il valore dello spessore del disco al raggio interno o al raggio esterno, immediatamente
calcolabile il valore della costante C. Osserviamo che la soluzione trovata suppone un disco
senza foro centrale ed indefinitamente esteso radialmente. Questultima ipotesi , naturalmente,
puramente ideale. Nei casi pratici, allora, dovendo il disco essere troncato esternamente, e
dovendo, quindi, essere r (re ) = 0 , si applicher una corona tale che risulti:
r (re ) =
Una situazione analoga si verifica al raggio interno, dove leventuale mozzo dovr avere forma
tale da esercitare una pressione radiale prefissata. Naturalmente cos si avr un nuovo stato
tensionale che si sovrapporr al primo. Se al centro y = yi , si ha:
Pagina 36
2 r 2
2 g
y = yi e ( 37 )
0,25
0,2
0,15
0,1
0,05
r [ m ]
0
0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 1,1 1,2
Pagina 37
SEZIONE C
Distorsioni termiche
Sommario
pag
Dischi sottili .. 38
x = y = z = (T )
dove con a s indicato il coefficiente di dilatazione termica del materiale e ovviamente con
DT il relativo cambiamento di temperatura. Si sperimenta quindi un semplice aumento di volume
senza la nascita dalcun stato tensionale. Difatti, essendo il corpo vincolato isostaticamente,
laumento di temperatura fa compiere al corpo un moto rigido.
Immaginiamo ora una trave vincolata iperstaticamente sottoposta allo stesso aumento di
temperatura. Anche qui tendono a nascere delle deformazioni, le quali, se impedite per via della
su ipotizzata iperstaticit, causano delle tensioni diverse da zero, comunemente chiamate
autotensioni per sottolineare il fatto che sorgono anche in assenza dun sistema di carichi.
A questo punto, se immaginiamo un disco od un cilindro soggetto ad un gradiente termico non
nullo DT=DT(r), intuibile la nascita duno stato autotensionale dovuto alle infinite
iperstaticit che caratterizzano tali corpi. Si pensi, per una immediata comprensione, al corpo
come discretizzato in una infinit di cilindri a piccolo spessore soggetti a DT diversi e proprio
per tale motivo portati a dilatarsi di quantit differenti. Per motivi di continuit del solido tali
differenziate deformazioni non possono attualizzarsi e da qui il sorgere dello stato tensionale.
Si vuole in questa sezione analizzare proprio lo stato tensionale effetto dellimposto DT.
1
r = ( r t ) + (T )
E
. ( 39 )
1
t = ( t r ) + (T )
E
Essendo il disco a spessore costante, lequazione dequilibrio si scrive:
d r r t
+ = 0. ( 40 )
dr r
r =
r
. ( 41 )
d
t =
dr
Pagina 39
2 ( r + ) 2r
t = =
2r r
; ( 42 )
d
r =
dr
d
(r t ) r = 0 . ( 43 )
dr
d 1 d
(r ) = E d (T ) . ( 44 )
dr r dr dr
E r
r C2
=
r (T )rdr + C
a
1
2
+
r
( 45 )
dove:
r [a, b] , con a raggio interno e b raggio esterno (se a = 0 trattasi di disco pieno) ;
C1 e C 2 costanti dintegrazioni.
Le nostre funzioni incognite, sostituendo la ( 45 ), or ora trovata, nelle ( 41 ), divengono:
E r
C C2
r =
r 2 (T )rdr + 2
a
1
+
r2
. ( 46 )
1
r
t = E (T ) + 2 (T )rdr + C1 C22
r a 2 r
Nota la legge di variazione della temperatura con il raggio e la pressione al raggio interno ed al
raggio esterno, il problema risulta essere risolto.
Pagina 40
1 +
r = [(1 ) r t + E (T )]
E , ( 47 )
1 +
t = [(1 ) t r + E (T )]
E
a = ( r + t ) E (T ) . ( 48 )
r =
r
( 49 )
d
t =
dr
d 1 d E d (T )
(r ) = . ( 50 )
dr r dr 1 dr
Osserviamo che ad eccezione del fattore (1 ) a denominatore del secondo membro, tale
equazione differenziale risulta essere assolutamente identica a quella ricavata trattando i dischi a
piccolo spessore. Allora lespressione della funzione di stress diviene:
E r
= (T )rdr + C1 r + C 2 . ( 51 )
(1 )r a 2 r
Come su proceduto giungiamo infine a trovare le nostre funzioni incognite, che sono, per un
cilindro pieno ( a = 0) :
E 1 b 1 r
r = (T )rdr 2 (T )rdr
(1 ) b 0 r 0
E 1
b
1 r
t = ( T ) + ( T )rdr + 2
(T )rdr
(1 ) b 0 r 0 . ( 52 )
E 2 b
a =
(1 ) b (T )rdr (T )
0
Pagina 41
E 1 r a b r
r = ( T )rdr (T )rdr
(1 ) r b a a a
E 1 r + a b r
t = ( T )rdr + (T )rdr (T )r ( 53 )
(1 ) r b a a a
E 2 b
a = (T )rdr (T )
(1 ) b a a
ed anche in questo caso il problema facilmente risolvibile, una volta nota la funzione
=(r).
Veniamo ora al caso di cilindro ancora infinitamente lungo, ma stavolta libero di deformarsi
assialmente. Imponendo lequilibrio assiale, si ha, per un cilindro pieno:
b b
E 2 b
0 2r a dr = 0 2r (1 ) b (T )rdr (T ) + E 0 dr = 0
( 54 )
0
quindi:
2E
b
(T )rdr
b 0
E 0 = ( 55 )
e allora:
E 2 b
a = (T )rdr (T ) ( 56 )
(1 ) b 0
E 1 b 1 r
r = (T )rdr 2 (T )rdr
(1 ) b 0 r 0
. ( 57)
E 1
b
1 r
t = ( T ) + ( T )rdr + 2
(T )rdr
(1 ) b 0 r 0
2E
b
(T )rdr
b a a
E 0 = ( 58 )
E 2 b
a = (T )rdr (T ) ( 59 )
(1 ) b a a
E 1 r a b r
r = ( T )rdr (T )rdr
(1 ) r b a a a
. ( 60)
E 1 r + a b r
t = ( T )rdr + (T )rdr (T )r
(1 ) r b a a a
Osserviamo che nel caso di regime termico stazionario, flusso di calore costante fra la superficie
interna mantenuta alla temperatura Ti e la esterna mantenuta alla temperatura Te , la distribuzione
di temperatura lungo il raggio del disco risulta seguire una legge logaritmica:
Ti Te b
T = T ( r ) = Te + ln ( 61 )
ln( b ) r
a
r =
E (Ti Te )
( ) ( )
ln b
a b b
1 ln a ( )
2(1 ) ln b r b a r
a
t =
E (Ti Te )
( ) ( )
1 ln b
a b b
r b a
1 + ln
a
( ) ( 62 )
2(1 ) ln b r
a
a =
E (Ti Te )
( ) ( )
1 2 ln b
2a
ln b ( )
2(1 ) ln b r b a a
a
Osserviamo ancora una volta che in virt della gi menzionata somiglianza formale fra le
soluzioni del disco a piccolo spessore e quelle del cilindro, le soluzioni su riportate valgono
anche per i primi, ma cos modificate:
r =
E (Ti Te )
( a)
2 ln b
( )
b a b b
( )
ln r b a 1 r ln a
( 63 )
t =
E (Ti Te )
( a)
2 ln b
( )
b a b b
1 ln r b a 1 + r ln a
( )
Naturalmente la tensione assiale non compare, essendo il disco a piccolo spessore. Si noti che,
avendo analizzato il solo effetto del gradiente termico, le tensioni radiali al raggio interno ed al
raggio esterno devono risultare nulle. Cos , infatti. Per qualsiasi altro valore del raggio,
osserviamo che, se
Pagina 43
Ti > Te , ( 64 )
la tensione radiale ovunque minore di zero. Inoltre, per la fibra interna e la esterna sar :
E (Ti Te ) 2b b
t (a ) = a (a ) = 1 ln < 0
b b a a
2(1 )ln
a
( 65 )
E (Ti Te ) 2a b
t (b ) = a (b ) = 1 ln > 0
b b a a
2(1 )ln
a
ed essendo questultima maggiore di zero, bisogna prestare particolare attenzione nel caso in cui
si stiano trattando materiali debolmente resistenti a trazione.
Pagina 44
APPENDICE
Esercitazioni svolte
Sommario
pag
Esercitazione n.1
Cilindri di grosso spessore
Esercizio n1
Per i tratti di tubazione in acciaio forzati a caldo, come in figura a lato,
si desidera una tensione circonferenziale di forzamento sul raggio
interno del tubo esterno pari a 50 Mpa.
Determinare:
a) le dimensioni degli elementi prima del forzamento;
b) landamento delle tensioni a forzamento avvenuto;
c) la massima pressione interna di esercizio considerando un
acciaio con una tensione di snervamento s=500 MPa ed un
coefficiente di sicurezza =2;
d) landamento delle tensioni in esercizio.
Esercizio n2
Per una tubazione autocerchiata, come in figura a lato, si determini la
pressione di autocerchiatura che produce lo snervamento fino a un
raggio plastico Rp=20mm supposta una tensione di snervamento
s=500 MPa.
Si determini inoltre:
e) lo stato tensionale durante lautocerchiatura;
f) lo stato tensionale residuo ad autocerchiatura avvenuta;
g) la massima pressione interna di esercizio considerando un
coefficiente di sicurezza =2;
h) landamento delle tensioni in esercizio.
Risoluzione
Esercizio n.1
Si far riferimento alle formule e alle conclusioni cui si pervenuti nel paragrafo 2 della sezione
A.
La tensione circonferenziale di forzamento sul raggio interno del cilindro esterno vale 50 Mpa,
pertanto:
c2 + b2
oc = p 2 = 50MPa dove chiaramente a=15mm, b=20mm e c=40mm
c b2
c2 b2 40 2 20 2
da tale relazione si ricava p = oc 2 = 50 = 30MPa .
c + b2 40 2 + 20 2
bp c 2 + b 2
o = 2 + = 5,62 m e
Eo c b 2
bp b + a
2 2
i = 2 = 9,38m
Ei b a 2
pertanto le dimensioni originali saranno:
b0=b-0=19,99438mm
bi=b+i=20,00938mm.
Gli andamenti delle tensioni a forzamento avvenuto sono le (2.4) e (2.5), di seguito si riporta la
rappresentazione grafica delle stesse.
tensioni [ MPa ] sr
60 st
30
0
0,015 0,02 0,025 0,03 0,035 0,04
r[m]
-30
-60
-90
-120
-150
Consideriamo adesso lo stato tensionale dovuto ad una eventuale pressione interna pi; per
ottenere lespressione analitica basta scrivere le (1.9) tra il raggio interno a e il raggio esterno c:
Ri2 Re2 a2 c2
r = pi 1 2 = p i 2 1 2
Re2 Ri2 r c a2
r
Ri2 Re2 a2 c2
c = pi 2 1 + = p 1 + 2 .
Re Ri2 r 2
i
c2 a2 r
Sommando questi due contributi, il forzamento e la pressione interna, si avranno i seguenti valori
di tensioni ai vari raggi:
Pagina 47
r= b c
r -30-0,49pi 0
c 50+0,818pi 20+0,327pi
r= a b
r -pi -30-0,49pi
c -137,1+1,327pi 107,1+0,818pi
Occorre adesso, in ognuno di questi punti, calcolare la tensione equivalente di Von Mises ed
eguagliarla alla met della sigma di snervamento:
Rs
eq = r2 + c2 = = 250 , ovvero r2 + c2 = 250 2
n
pi 181,46 Mpa
pi 278,509 Mpa
pi 157,143 Mpa
pi 702 Mpa
Chiaramente la condizione pi restrittiva la impone il punto interno del cilindro esterno come di
poteva prevedere osservando i grafici (pur se indicativi) di pag. 13.
Pagina 48
-25
-50
-75
-100
-125
-150
15 20 25 30 35 40
150
100
50
-50
-100
15 20 25 30 35 40
Tensioni radiali e circonferenziali totali:
150
100
50
-50
-100
-150
15 20 25 30 35 40
Pagina 49
Esercizio n2
Si far riferimento al paragrafo 3 della sezione A.
La pressione che plasticizza sino al raggio rp dato dalla 3.6, si ha
1 1 r 2 2 rp
p' = Rs + 2 ln = 165 MPa
p
2 2 re ri
200
120
40
r [ mm ]
15 20 25 30 35 40
-40
-120
-200
-280
-360
30
0
15 20 25 30 35 40
-30 r [ mm ]
-60
-90
-120
-150
-180
-210
sr
-240
st
-270
-300
Pagina 50
r= A rp
r -pi -24,84-0,49 pi
c -271,1+2,327pi 41,4+0,818 pi
Applicando il criterio di Tresca, analogamente a quanto fatto sopra col criterio di Von Mises, si
ricava, per il punto a rp (il maggiormente sollecitato):
(pi)max=140,4 MPa
80
40
r [ mm ]
0
15 20 25 30 35 40
-40
-80
-120
-160
Confrontando i due stati tensionali si vede che le tensioni radiali sono simili, differenze vi sono
invece per quanto riguarda le tensioni circonferenziali ed in particolare nel tratto tra il raggio 15
e 20.
Pagina 51
Esercitazione
Per un disco a spessore costante calettato su un albero, determinare il valore della interferenza
necessaria per trasmettere un dato momento torcente a disco fermo.
Determinare, quindi, la riduzione del momento torcente trasmittibile a causa delleffetto della
velocit di rotazione ed i coefficienti di sicurezza nel caso di disco fermo ed in rotazione.
Ti 30 C
Te 350 C
Svolgimento
M t = f ( p 2bt )b ,
da cui:
Mt
p' = = 297,1 MPa .
2b tf
Trattandosi di disco forzato su albero pieno, la formula che ci d linterferenza diviene (a=0):
p ' b 2c
' = = 35,51 m .
E c b
Con tale valore dinterferenza sarebbe possibile trasmettere un momento torcente pari a 350 Nm
se gli effetti termici fossero trascurabile. Non essendo cos, vediamo come tenerne conto.Il disco
soggetto ad una distribuzione della temperatura del tipo:
Pagina 52
400
t [ C ]
350
300
250
200
150
100
50
r [ m ]
0
0 0,02 0,04 0,06 0,08 0,1 0,12 0,14 0,16 0 ,1 8 0,2
costante nel tempo. In tali condizioni si ha nel disco linstaurarsi di un sistema dautotensioni
rappresentato dalle seguenti equazioni:
r =
E (Ti T e )
( b)
2 ln c
ln (c r ) c b b 1 cr ln (c b )
t =
E (Ti T e )
( b)
2 ln c
c ( ) b c c
1 ln r c b 1 + r ln b
( )
600
500 150
400
100
300
200
50
100
r[m] r [ m ]
0 0
0 0,05 0,1 0,15 0,2
0 0,05 0,1 0,15 0,2 0,25
-100
-200 -50
A causa di tali tensioni si ha una variazione del raggio interno del disco pari a:
' ' = t (b ) b
Pagina 53
dove:
1
t ( b) = [ t ( r + a )]
E
Ora, essendo:
t ( b) =
E (Ti Te )
( b)
2 ln c
2c
( )
c
1 c b ln b = 597,7 MPa
r ( b) = 0 ,
a (b) = 0
risulta:
t
''= = 35,58 m .
E
E c b
p' ' = ' = 594,8 MPa .
b 2c
0 0,02 0,04 0,06 0,08 0,1 0,12 0,14 0,16 0,18 0,2
0
r[m ]
-100
-200
-300
-400
-500
-600
o [ M Pa ]
Pagina 54
o [ M Pa ]
700
600
500
400
300
200
100
r [m ]
0
0 0 ,0 2 0 ,0 4 0 ,0 6 0 ,0 8 0 ,1 0 ,1 2 0 ,1 4 0 ,1 6 0 ,1 8 0 ,2
Qualora il disco ruoti ad una elevata velocit, ad esempio pari a quella nei dati indicata, gli effetti
della forza centrifuga sono rilevanti. Vediamo di trovare la riduzione della pressione
allinterfaccia albero-disco, e quindi la riduzione del momento torcente trasmissibile.
Per il solo effetto della forza centrifuga il disco risulterebbe sollecitato da un tale sistema di
tensioni:
3 + 2 2
2
(b + c ) r 2
bc
r = 2
8 g r
3 + 2 2 bc 1 + 3 2
2
t = (b + c ) +
2
r
8 g r 3 +
t e n s io n e t a n g e n z ia le
o [ MPa ]
300
250
200
150
100
50
r [ m ]
0
0 0 ,0 5 0 ,1 0 ,1 5 0 ,2
Pagina 55
o [M P a ] t e n s io n e r a d ia le
140
120
100
80
60
40
20
r [ m ]
0
0 0 ,0 5 0 ,1 0 ,1 5 0 ,2 0 ,2 5
-2 0
dove:
1
t ( b) = [ t ( r + a )]
E
Ora, essendo:
3 + 1
t ( b) = b + c = 290,5 MPa
4 g 3 +
r ( b) = 0 ,
a ( b) = 0
risulta:
t
''' = = 17,29 m .
E
E tale la riduzione dellinterferenza che si ha a regime, ovvero alla velocit di diecimila giri al
minuto. Riducendosi linterferenza, si riduce la pressione allinterfaccia fra albero e disco, che
diviene, infatti:
Rispetto al caso in cui trascurabile lazione della forza centrifuga, si ha una riduzione del
momento torcente trasmittibile pari a:
Veniamo ora alla verifica di resistenza nel caso di disco fermo ed in rotazione. Nel primo caso,
considerando le tensioni dovute alla pressione di calettamento ed al gradiente termico, la
tensione ideale di Von Mises varia con il raggio in questo modo:
o [ M Pa ]
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0 r [ m ]
0 0 ,0 2 0 ,0 4 0 ,0 6 0 ,0 8 0 ,1 0 ,1 2 0 ,1 4 0 ,1 6 0 ,1 8 0 ,2
o [ M Pa ]
2000
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0 r [ m ]
0 0 ,0 2 0 ,0 4 0 ,0 6 0 ,0 8 0 ,1 0 ,1 2 0 ,1 4 0 ,1 6 0 ,1 8 0 ,2
Pagina 57
Ed osserviamo che, sia mel caso di disco fermo che in rotazione, la fibra interna del disco ad
essere soggetta alla pi gravosa situazione. In particolare risulta, rispettivamente:
ed essendo, la tensione di snervamento del materiale, pari a 700 Mpa, il disco non resiste.
Per rendere unidea di quanto si al di l della resistenza del materiale, osserviamo che, ferme
restando geometria e materiali, le condizioni di carico, ad esempio, dovrebbero cos variare per
rientrare in sicurezza:
n st = 1,157
.
ndin = 1,114