HEC – RAS
A cura dell’Ing. Scorzini Annarita
Viene proposta una guida rapida per la valutazione dei profili di moto permanente per corsi d’acqua
naturali mediante il software HEC-RAS, disponibile sul sito www.hec.usace.army.mil (area download).
Tale guida non ha nessuna pretesa di completezza, essendo relativa alle funzioni necessarie per le
applicazioni di più comune utilizzo.
Per un eventuale approfondimento si rimanda ai manuali relativi al modello, in particolare:
Hydraulic Reference Manual, che fornisce le basi teoriche delle procedure utilizzate dal
programma;
User’s Manual, per informazioni relative all’utilizzo del programma;
e slides delle lezioni.
5.1.Introduzione
Il modello di simulazione HEC-RAS (River Analisi System) è stato inizialmente sviluppato dall’US Amy
Corps of Engineers, Hydrologic Engineering Center per lo studio delle reti di canali aperti, attraverso
la ricostruzione dei profili idraulici di moto permanente in regime subcritico e supercritico, operando
nell’ipotesi di monodimensionalità del flusso. Fino alla versione 2.x, HEC-RAS rappresentava
l’evoluzione del modello HEC-2 (HEC, 1991) con l’aggiunta di numerose funzioni e strumenti di
analisi, nonché di una sofisticata interfaccia grafica operante in ambiente Windows.
In seguito, a partire dalla versione 3.0 (HEC, 2001), HEC-RAS è stato integrato con gli algoritmi di
calcolo del modello idraulico UNET - One-Dimensional Unsteady Flow Through a Full Network of Open
Channels che consentono di simulare il comportamento della corrente in moto vario per il solo regime
subcritico.
Fino alla versione 3.x, il modello lavorava fondo fisso, pur essendo dotato di una libreria di equazioni
con le quali era possibile la valutazione del trasporto solido. Queste, tuttavia, potevano essere
utilizzate unicamente per valutazioni in post-processing, ovvero valutazioni basate sui parametri
idraulici pre-calcolati a fondo fisso e regime moto permanente. Nel Novembre del 2006 è stata
distribuita, come versione sperimentale (Beta) la versione 4.0, dotata della capacità di realizzare
simulazioni in presenza di fondo mobile.
Attualmente quindi il modello costituisce un sistema integrato per l’analisi idraulica di reti di canali a
maglie aperte e chiuse, operante in regime di moto permanente o vario, che sfrutta le medesime
informazioni relative alla geometria dei corsi d’acqua e dei manufatti idraulici presenti.
305
Il modello può essere applicato per la soluzione di sistemi dalla geometria complessa che includono
congiunzioni, biforcazioni, reti chiuse, con la possibilità di simulare gli effetti dovuti alla presenza di
strutture, quali paratoie, sistemi di pompaggio, ponti, salti di fondo, ecc. Inoltre, il modello è dotato
di ulteriori algoritmi che permettono di indagare in dettaglio alcuni fenomeni di interesse
nell'ingegneria idraulica, quali ad esempio fenomeni erosivi intorno alle pile ed alle spalle dei ponti
senza platea ed effetti causati della parziale ostruzione di una sezione di deflusso a causa dei depositi
alluvionali, oppure tenere in conto gli effetti dell'eventuale formazione di ghiaccio sulla superficie
libera.
L’utilizzo del modello nell’ipotesi di moto vario aggiunge la capacità di analizzare i fenomeni di
propagazione di un’onda di piena e valutare gli effetti di laminazione dovuti alla naturale
conformazione del corso d’acqua o alla presenza di dispositivi artificiali.
dove, indicando con i pedici 1e 2 le grandezze che si riferiscono alle due sezioni che individuano il
volume di controllo:
h1 e h2 sono le altezze idriche;
z1 e z2 sono le quote del fondo alveo rispetto ad un riferimento prefissato;
V1 e V2 sono le velocità medie;
306
α1 e α2 sono i coefficienti di ragguaglio delle potenze cinetiche o coefficienti di Coriolis;
ΔH è la perdita di carico tra le due sezioni.
L'equazione (A.1) esprime il ben noto principio per cui la variazione tra due sezioni dell'energia
specifica della corrente è pari alle perdite distribuite, derivanti dagli attriti interni dovuti all'esistenza
di strati a diversa velocità nell'interno della massa liquida, ed alle perdite localizzate, in genere dovute
alla presenza di strutture in alveo che inizialmente producono un restringimento della corrente e un
successivo allargamento con formazione di vortici.
La perdita di carico tra le due sezioni viene, infatti, valutata come la somma di due termini: una
componente di attrito hf, dovuta alla scabrezza di fondo, calcolata per mezzo dell’equazione di
Manning, e una componente h0 che rappresenta le perdite dovute a contrazioni ed espansioni della
vena fluida, calcolata come frazione del carico cinetico:
2 V22 V2
H hf h0 L Sf C 1 1 (A.2)
2g 2g
HEC-RAS possiede quattro diverse modalità per la valutazione della cadente media Sf :
2
Q Q2
1. Trasporto medio valutato tra le sezioni 1,2: Sf 1
K1 K 2
Sf1 Sf 2
2. Media aritmetica della pendenza d’attrito valutata tra le sezioni 1,2: Sf
2
3. Media geometrica della pendenza d’attrito valutata tra le sezioni 1,2: Sf Sf1 Sf2
2 Sf1 Sf 2
4. Media armonica della pendenza d’attrito valutata tra le sezioni 1,2: Sf .
Sf1 Sf 2
Il programma utilizza per default la prima delle quattro opzioni, a meno di indicazioni diverse da
parte dell’utente. Il programma offre una quinta opzione che consente la selezione automatica della
formula più idonea tra quelle illustrate in funzione del regime della corrente.
Il codice HEC-RAS suddivide l’area interessata dal moto in tre zone principali: zona golenale sinistra
(LOB, left overbank), alveo ordinario (CH, channel), zona golenale destra (ROB, right overbank). Per
tener conto dell’andamento curvilineo dell’asse, la distanza di calcolo tra due sezioni viene ponderata
307
rispetto alla frazione di portata che fluisce rispettivamente nelle tre zone. La lunghezza mediata del
tratto viene quindi calcolata come:
308
P1 P2 Wx Ff M1 M2 (A.4)
dove:
P1 e P2 sono le spinte agenti in corrispondenza delle sezioni 1 e 2;
Wx è la componente della forza peso del volume di controllo nella direzione del moto;
Ff è la forza resistente dovuta all’attrito;
M2 e M1 sono i flussi della quantità di moto entranti ed uscenti dalla sezioni 2 e 1;
Esplicitando i vari termini si ottiene la formula funzionale dell’equazione di conservazione della quan-
tità di moto utilizzata da HEC-RAS:
2 Q22 2 2 Q12
2 h2 1 L S0 1 L Sf 1 1 h1 (A.5)
g 2 2 2 g 1
Nella terminologia di HEC-RAS un Project (File .prj – Figura A4) è composto da un set di file dati
associati ad un determinato sistema idrografico. All’interno di questo l’utente può utilizzare uno o
tutti i pacchetti supportati per le analisi idrauliche. I file associati ad un Project sono i seguenti: Plan
Data (File .p01,.p02…), Geometric Data (File .g01, g.02…) e Steady Flow Data (File .f01, .f02…) [+
eventualmente: Unsteady flow Data per simulazioni a moto vario, Quasi-steady flow Data e Sediment
Data per simulazioni a fondo mobile (moto quasi stazionario), Water Quality Data per simulazioni di
309
qualità delle acque e Hydraulic Design Data per il calcolo, ad esempio, dell’erosione attorno alle pile
di ponti].
Nello svolgimento del progetto, l’utente può creare diversi Plans, combinando diverse coppie di dati
geometrici ed idraulici. Quindi i dati necessari da inserire nel programma saranno essenzialmente
costituiti da informazioni relative all’asta fluviale e ai valori di portata e condizioni al contorno.
Prima di procedere nell’illustrazione del procedimento per la creazione di un progetto HEC-RAS, si
vanno ad analizzare i contenuti del file .g01 (Figura A5) e .f01 (Figura A6), dal momento che è
possibile introdurre i dati necessari al programma senza passare necessariamente per l’interfaccia
grafica del programma, ma agendo sul singolo file, in particolare per quanto riguarda il caricamento
dei dati geometrici (creando uno script che legga i nostri dati (ad esempio da un .xls) e li riporti
automaticamente nel file opportuno).
310
Figura A5. Informazioni contenute nel file .g01
311
Figura A6. Informazioni contenute nel file .f01
I files .g01 e .f01 sono “combinati” nel Plan, .p01, il quale porta ulteriori informazioni relative alla
metodologia di calcolo:
tipo di regime: corrente lenta (subcritical flow), veloce (supercritical flow) o mista (mixed
flow);
parametri e tolleranze di calcolo (tolleranza per lo standard step method e per il calcolo
dell’altezza critica, numero massimo di iterazioni, metodo per il calcolo della cadente media,
metodo per il calcolo dell’altezza critica).
Nei seguenti paragrafi verranno analizzate le singole fasi necessarie per l’ottenimento dei profili di
moto permanente con il programma, così suddivise:
Creazione del Project;
Introduzione dei Geometric Data;
Introduzione dei Flow Data;
Run in moto permanente;
Visualizzazione dei risultati.
E’ necessario poi definire il sistema di misura, che, alla prima apertura del programma, è settato sul
sistema americano; è possibile passare al Sistema Internazionale selezionando Options → Unit
system (US Customary/SI) e settarlo come default per i progetti futuri (Figura A7).
312
Figura A7. Selezione del Sistema di misura
A questo punto, è possibile procedere alla creazione del Project su cui si intende lavorare ovvero alla
sua apertura, se già esistente:
Creazione: File → New Project → definizione del Title del Project, del File Name e della
Directory in cui allocarlo (Figura A8);
Apertura: File → Open Project.
Si aprirà quindi la finestra che permetterà l’inserimento dei dati, secondo i seguenti passaggi:
Dopo aver cliccato sul pulsante River Reach (Figura A9), si disegna il tratto (o la rete) fluviale da
studiare, tracciandone uno schema, anche non in scala, dal momento che i dati dimensionali verranno
inseriti successivamente.
N.B.: tracciare il tratto da monte verso valle (click singolo del mouse per i segmenti della linea, click
doppio per l’ultimo segmento).
Disegnato lo schema, apparirà una finestra in cui verrà chiesto di inserire il nome del River e del
Reach.
313
2. Inserimento delle sezioni trasversali
Per fornire tutti i dati relativi alle sezioni trasversali del corso d’acqua, sempre nella finestra generale
relativa alla geometria, si clicca su Cross Section (Figura A9).
Si aprirà quindi la finestra in cui sarà possibile editare le caratteristiche delle varie sezioni; si
procederà quindi con l’inserimento delle singole sezioni (Options → Add a new cross section), che
dovranno essere numerate (River Station) in ordine crescente da valle verso monte.
A questo punto sarà possibile inserire tutte le informazioni richieste (Figura A10):
314
N.B.: le coordinate vanno inserite procedendo dalla sponda sinistra verso destra (in altri termini,
la sezione è rappresentata guardando verso valle).
Downstream reach lengths: si indica la distanza relativa della sezione rispetto a quella successiva
di valle. In particolare, poiché si considera la sezione trasversale costituita da due golene e alveo
centrale, si indica in LOB la distanza relativa alla golena di sinistra, in Channel la distanza relativa
al canale centrale, in ROB la distanza relativa alla golena di destra.
Sulla base di tale distinzione, la distanza di calcolo tra due sezioni successive viene calcolata come
una media ponderata rispetto alla frazione di portata che fluisce in golena sinistra, destra e nel
canale principale (Figura A11).
Figura A11
Manning’s values: si indicano i coefficienti di scabrezza di Manning relativi alle tre parti in cui è
suddivisa la sezione (l’Help fornisce informazioni relativamente ai valori da assegnare ad n).
Bank stations: si forniscono le ascisse iniziali e finali della parte di alveo considerata come canale
principale.
Dopo aver inserito tutti i dati relativi ad una sezione, si clicca su Apply data, in modo da renderli
effettivi. Si ripetono quindi le stesse operazioni per tutte le sezioni.
L’esperienza dimostra che per conseguire una soluzione numerica che rispecchi la realtà fisica del
flusso è necessaria un’informazione topografica costituita da sezioni trasversali allocate a distanza
inferiore a dieci volte la larghezza dell’alveo.
In assenza di un numero sufficiente di sezioni, HEC-RAS permette il calcolo automatico di sezioni
supplementari interpolando quelle fornite. L’interpolazione viene effettuata individuando cinque punti
caratteristici di tutte le sezioni che vengono preliminarmente congiunti rispettivamente tra loro, quali:
prima coordinata della sezione, limite sinistro del canale principale, punto di quota minima nel canale
principale, limite destro del canale principale, ultima coordinata della sezione. Gli altri punti di sezioni
successive vengono legati tra loro seguendo il criterio delle minime distanze.
Si può definire l’interpolazione automatica tra le sezioni fornite, andando sulla finestra generale della
geometria e cliccando su Tools XS → Interpolation, definendo una distanza minima tra due sezioni
315
consecutive (Interpolation between 2 XS’s) o per tutto il Reach (Interpolation By Reach), ottenendo
un risultato simile a quello mostrato in Figura A12.
Tra le Options disponibili nella rappresentazione delle sezioni trasversali, HEC-RAS permette la
modellazione di Ineffective Flow Areas, Levees e Obstructions. Si analizzano di seguito il significato
fisico di tali opzioni e le operazioni da seguire per il loro inserimento nel modello.
Tali aree sono tenute in conto ai fini del calcolo dei parametri idraulici (es. contorno bagnato), ma
non sono considerate “attive” ai fini del convogliamento dell’acqua; la loro attivazione avviene nel
momento in cui l’altezza idrica supera il valore limite impostato (definito da una coppia (Station,
Elevation)).
HEC-RAS distingue due tipologie: le Normal Ineffective Flow Areas e le Blocked Ineffective Flow Areas
(Figura A14); la distinzione tra le due consiste che le prime sono individuate da una coordinata (che
può essere collocata in destra, in sinistra o su entrambi i lati) e da un’altezza, mentre le seconde
sono descritte da triplette di (Coordinata iniziale (Start Sta), Coordinata finale (End Sta), Altezza
(Elev)) per ogni blocco individuato.
316
Figura A14. Normal e Blocked Ineffective Flow Areas
La Figura A15 mostra un esempio di inserimento di due Normal Ineffective Flow Areas in una sezione
trasversale.
Obstructions
Le Obstructions (Figura A16) sono utilizzate per modellare porzioni di sezione che sono
permanentemente bloccate, ma che non impediscono all’acqua di andare oltre di loro. Dal punto di
vista idraulico, producono una riduzione dell’area bagnata ed un aumento del contorno bagnato nel
momento in cui l’acqua viene in contatto con esse. Come le precedenti, sono distinte in Normal
Obstructions e Multiple Obstructions. La modalità di inserimento dei relativi dati è del tutto analoga
al caso precedente; si riporta in Figura A17 una schermata relativa all’inserimento di Multiple
Obstructions in una sezione trasversale.
317
Figura A16. Obstructions
Levees
L’introduzione dei Levees si rende necessaria in tutti quei casi in cui la monodimensionalità del
modello produce risultati non rappresentativi della realtà, come nel caso di Figura A18: senza
l’inserimento di tale opzione osserveremmo lo stesso livello idrico presente nella parte destra della
sezione anche nell’area golenale sinistra posta al di là dell’argine.
Il levee, simulato come se fosse un muro verticale, impedisce quindi all’acqua di andare oltre i limiti
fissati fintato che non viene sormontato.
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Dal punto di vista computazionale tali elementi producono un aumento del contorno bagnato
(limitarne quindi l’altezza allo stretto necessario) nel momento in cui l’acqua viene in contatto con
essi.
La metodologia per l’introduzione di questa opzione è del tutto simile a quella descritta nei due casi
precedenti: in input vengono richieste la Station e l’Elevation del levee (che può essere posizionato
a sinistra, a destra o su entrambi i lati).
Una volta terminata l’introduzione dei dati geometrici, è necessario salvare il file .g01, andando nella
schermata generale della geometria: File → Save Geometry Data as → assegnare un nome al file
della geometria. (OSS.: si consiglia di salvare il file anche nel corso dell’inserimento dei dati).
Oltre alla metodologia “base” qui descritta, è possibile caricare i dati geometrici anche in altri modi,
dipendenti soprattutto dalla tipologia/formato dei dati che si hanno a disposizione. Come già
accennato, una seconda opzione può essere quella di agire direttamente sul file .g0, facendolo
compilare in modo automatico da uno script che legga i dati immagazzinati in altri files. Un’altra via
è quella di utilizzare le opzioni GIS presenti in HEC-RAS o il software HEC-geoRAS (si tratta in realtà
di una Toolbar di ESRI-ArcView), disponibile presso lo stesso sito; in quest’ultimo caso la condizione
necessaria è avere a disposizione dati georiferiti dell’area di interesse.
Per l’inserimento di tali dati, le operazioni da compiere sono (a partire dalla schermata
generale, Figura A7): Edit → Steady Flow Data (o cliccando sul relativo tasto rapido).
Si aprirà quindi la finestra che permetterà l’inserimento dei dati, secondo i seguenti
passaggi:
Con riferimento alla Figura A19, selezionato il River e il Reach su cui si vogliono imporre i dati, si
indica la sezione nella quale si desidera introdurre un/più valore/i di portata, che viene confermata
mediante il comando Add a flow change location. Viene così aggiunta una riga all’elenco sottostante,
con l’apposito spazio per inserire il valore della portata. Il valore della portata fornito in una sezione
viene mantenuto costante nei calcoli per tutte le sezioni successive verso valle, fino ad una eventuale
sezione in cui viene definito un nuovo valore.
E’ possibile calcolare più profili in uno stesso Project, definendone il numero (non superiore a 25000)
nella schermata di Figura A19, alla voce Enter/Edit number of profiles.
319
Normal depth: si assume come altezza del pelo libero l’altezza relativa al moto uniforme che il
programma calcola per ogni profilo; bisogna fornire in questo caso la pendenza della linea dei
carichi totali, che si può approssimare con la pendenza del tratto di canale a monte;
Rating curve: si fornisce la scala di deflusso relativa alla sezione considerata (curva altezza-
portata), attraverso la quale il programma procede mediante interpolazione per la determinazione
dell’altezza correlata.
Una volta terminata l’introduzione dei dati idraulici, è necessario salvare il file .f01, andando su: File
→ Save Flow Data as → assegnare un nome al file dei Flow Data. (OSS.: si consiglia di salvare il file
anche nel corso dell’inserimento dei dati).
320
5.4.4 Run in moto permanente
Per l’avvio dell’analisi in moto permanente, dalla schermata generale di HEC-RAS si va
su Run → Steady Flow Analysis oppure si clicca sul relativo tasto rapido, cui seguirà
l’apparizione della finestra relativa al Plan (Figura A21). Qui è possibile definire il Plan
su cui si intende effettuare l’analisi, ovvero un progetto costituito da un insieme di dati
geometrici e di portata precedentemente definiti.
Prima di far partire il calcolo si definisce il Flow Regime (corrente veloce, lenta o mista), verificando
che sia compatibile con le condizioni al contorno imposte (in caso contrario il programma fornirà un
messaggio di errore).
Tra le Options disponibili in questa schermata troviamo la scelta del metodo per il calcolo delle perdite
continue (Friction Slope Method) e dell’altezza critica (Critical Depth Computation Method), la
definizione delle tolleranze di calcolo (Set Calculation Tolerances); è opportuno scegliere l’opzione
per il calcolo dell’altezza critica su tutte le sezioni, andando su Critical Depth Output Options →
Critical Depth Always Calculated (in caso contrario il programma provvederà al calcolo di hc solo nei
casi in cui il numero di Froude è prossimo ad 1 o in cui non riesce a bilanciare l’equazione dell’energia
entro il numero massimo di iterazioni fissate).
Con Compute parte l’analisi che definisce il profilo idrico del corso d’acqua di cui sono stati forniti i
dati.
321
Figura A22. Profile Summary Table
(Oss: i Warnings forniscono informazioni utili per apportare modifiche alla geometria)
322
Figura A24. Water Surface Profiles
323
Figura A26. X-Y-Z Perspective Plot
324
Figura A28. General Profile Plot
6. HEC – HMS
A cura dell’Ing. Scorzini Annarita
HEC- HMS è un software (disponibile sul sito www.hec.usace.army.mil , area download) progettato per
simulare i processi relativi alla trasformazione afflussi-deflussi di sistemi idrologici più o meno com-
plessi. È stato creato per essere applicabile a un campo di problemi idrologici più ampio possibile che
comprende lo studio dei deflussi provenienti sia da grandi bacini idrografici che da piccoli bacini
urbani o rurali, alla regolazione dei sistemi idraulici.
• Basin Model: data set per la rappresentazione fisica delle caratteristiche del bacino idrografico. Per
la simulazione della trasformazione afflussi-deflussi i singoli elementi idrologici sono connessi in una
rete ad albero. Gli elementi idrologici costituiscono i blocchi base dei modelli di bacino. Un elemento
rappresenta un’entità fisica che contribuisce a determinare la risposta del bacino alle precipitazioni
atmosferiche. Gli elementi disponibili in Hec-Hms sono: subbasin (sottobacino), reach (tratto di corso
d’acqua), junction (punto di confluenza), reservoir (invaso), diversion (diramazione), source (sor-
gente) e sink (pozzo).
Un sistema fluviale semplice può essere descritto da un elemento subbasin, che identifica il bacino
idrografico, confluente in un elemento junction, che ne identifica la sezione di chiusura. Inoltre oc-
corre costruire una rete, stabilendo una connessione tra i due elementi idrologici, in modo da fissare
la direzione del deflusso dell’acqua dal sottobacino al punto di confluenza. Il subbasin costituisce un
325
elemento che generalmente non ha alcuna portata in ingresso ed è caratterizzato da un idrogramma
dei deflussi in uscita.
• Meteorologic Model: calcola il deflusso in uscita da ogni sottobacino a partire dai dati sulle precipi-
tazioni atmosferiche. I processi idrologici vengono distinti in tre categorie: perdite di bacino, trasfor-
mazioni afflussi-deflussi e deflussi di base. Una parte delle precipitazioni, che raggiunge la superficie
del bacino idrografico, s’infiltra nel suolo e si trasforma in deflusso di base per il corso d’acqua,
oppure rimane nel sottosuolo, unendosi alle acque sotterranee.
Tutti i processi di infiltrazione vengono rappresentati con un metodo matematico di calcolo delle
perdite (loss method). La parte di precipitazione che non si infiltra si trasforma in deflusso superficiale
ed in deflusso sub superficiale negli strati superiori del suolo, raggiungendo così i corsi d’acqua del
bacino idrografico e quindi la sezione di chiusura. Tutti i processi fisici che compongono la trasfor-
mazione afflussi-deflussi vengono rappresentati attraverso metodi di trasformazione (transform me-
thod) basati sulla propagazione superficiale dei deflussi idrici. Il contributo delle acque sotterranee
ai deflussi superficiali viene considerato tramite i deflussi di base, considerati con metodi di calcolo
appositi (baseflow method). La junction può avere uno o più idrogrammi in ingresso e ne ha uno solo
in uscita. In corrispondenza di questo tipo di elemento si ha la semplice somma dei deflussi in in-
gresso, senza considerare l’effetto dell’invaso in corrispondenza del punto di confluenza.
• Control Specifications : specificati la data, l’ora d’inizio e fine simulazione e l’intervallo temporale
di calcolo, si analizza il fenomeno della trasformazione afflussi-deflussi. I risultati della simulazione
idrologica possono variare da 1 minuto a 24 ore.
2. Le perdite di bacino
Tutta la superficie di un bacino idrologico può essere classificata in due categorie: superficie imper-
meabile direttamente connessa o superficie permeabile.
La superficie impermeabile direttamente connessa rappresenta l’area del bacino per cui la precipita-
zione caduta si trasforma direttamente in deflusso superficiale, senza nessun tipo di perdite. Le pre-
cipitazioni che cadono sulla parte permeabile del bacino sono invece soggette a perdite. Tutte le
aree impermeabili direttamente connesse di un sottobacino vengono specificate, in Hec-Hms, come
percentuale dell’area totale del bacino idrografico.
La precipitazione efficace relativa alle aree permeabili viene computata con i metodi di calcolo delle
perdite. Il bacino può considerarsi tutto permeabile, quindi, tutto soggetto a perdite, affidando ad un
metodo di calcolo delle perdite la valutazione della precipitazione efficace.
In Hec-Hms è possibile utilizzare diverse opzioni per il calcolo delle perdite per infiltrazione:
deficit and constant (deficit iniziale - tasso d’infiltrazione costante);
deficit and constant distribuito;
initial and constant (perdite iniziali - tasso d’infiltrazione costante);
Exponential;
Green & Ampt;
Green & Ampt distribuito;
SCS Curve Number distribuito;
SCS Curve Number;
Smith Parlange;
SMA (Soil Moisture Accounting).
Ognuno dei metodi citati fa riferimento ad un particolare modello d’infiltrazione delle acque nel ter-
reno, pertanto richiede in input dati specifici (Tabella I – per maggiori approfondimenti è possibile
riferirsi allo User’s Manual), diversi per ogni metodo, che permettono di effettuare la simulazione. I
modelli a parametri distribuiti prevedono l’inserimento dei dati in input per ogni maglia di una griglia
specificati in un file apposito (gricell file). Quasi tutti i loss methods richiedono parametri di non
semplice determinazione: da questo punto di vista, è evidente che il metodo SCS Curve Number è il
326
più accessibile, data la semplice reperibilità delle informazioni che occorrono alla determinazione del
parametro CN (caratteristiche geopedologiche e litologiche dei terreni costituenti il bacino idrogra-
fico). Per il metodo SCS Curve Number, Hec-Hms determina le altezze di pioggia efficaci a partire
dall’altezza di pioggia totale cumulata e dall’altezza di pioggia efficace cumulata calcolata ad ogni
passo temporale della simulazione idrologica. I parametri richiesti sono le perdite iniziali (initial loss)
in mm, calcolate come 0,2×S (parametro indice del fenomeno d’infiltrazione) ed il valore di CN.
Tabella I
Perdite iniziali
Contenuto d’acqua a saturazione
Green & Ampt Potenziale di suzione del fronte umido
Conducibilità idraulica a saturazione
Percentuale area impermeabile del bacino
Perdite iniziali
SCS
Parametro CN del bacino
Curve Number
Percentuale area impermeabile del bacino
327
3. La trasformazione afflussi-deflussi
L’aliquota di precipitazione che non viene coinvolta nelle varie perdite idrologiche e la pioggia che
cade sulle aree impermeabili costituiscono la precipitazione efficace. Questa dà origine allo scorri-
mento superficiale e muovendosi attraverso il bacino idrografico verso la sezione di chiusura, genera
l’idrogramma di piena. Per calcolare il deflusso superficiale risultante dalla precipitazione efficace,
Hec-Hms può far ricorso a sei diversi metodi di trasformazione afflussi-deflussi: il metodo cinematico,
(Kinematic Wave), il metodo quasi distribuito ModClark, ed una serie di metodi basati sulla teoria
dell’idrogramma unitario, ovvero il metodo di Clark, il metodo SCS e il metodo Snyder, accanto alla
possibilità per l’utente di specificare un proprio idrogramma unitario. In generale l’idrogramma uni-
tario, indicato con la sigla inglese UH (Unit Hydrograph), è la risposta impulsiva, in uscita da un
bacino, provocata dall’ingresso di un volume unitario, di durata unitaria Δt (impulso rettangolare).
Per l’immissione dei dati di input in Hec-Hms occorre definire, per ogni valore del tempo di ritorno,
delle stazioni pluviometriche (precipitation gage).
A tali stazioni fittizie è associato uno ietogramma, che descrive una precipitazione valida per tutti i
punti del bacino. Pertanto ad ogni precipitation gage deve essere associato un subbasin.
Nella shell di acquisizione dati relativi alle precipitation gages, occorre inserire data e ora d’inizio e
fine misurazione e l’intervallo di discretizzazione, poiché Hec-Hms associa ad ogni stazione pluvio-
metrica un solo evento di pioggia.
328
Figura 1
Infine l’immissione dei dati, relativi alle ordinate dello ietogramma, si effettua in una finestra in cui
il programma riporta già le scansioni temporali di durata prescelta.
Di seguito verrà seguito passo-passo il procedimento per la determinazione degli idrogrammi di piena
con Hec-Hms per il bacino del Torrente Raio.
I dati relativi al bacino idrografico, da implementare nel software, a fini della simulazione idrologica
sono:
• Superficie del bacino A=192.08 km2;
• parametro CN=78;
• perdite iniziali Ia = 0.2 · S= 0,2 · 72.99 = 14.6 mm;
• percentuale del bacino impermeabile = 0 %;
• tempo di corrivazione = 4.78 ore;
• tempo di ritardo del bacino tlag = 0.6· 4.78 = 2.86, ore pari a circa 172 minuti
(il tempo di ritardo è posto pari al 60 % del tempo di corrivazione e rappresenta la distanza temporale
tra il centro dello ietogramma e il picco dell’idrogramma risultante).
I dati di pioggia utilizzati corrispondono alle leggi di possibilità pluviometrica, riassunte nella seguente
Tabella I, determinate a seguito di regionalizzazione dell’informazione pluviometrica.
Tabella I
329
Tr a n
20 37.3 0.319
50 44.0 0.308
100 49.1 0.301
200 54.1 0.295
500 60.7 0.289
Per definire un nuovo progetto si seleziona dalla barra dei menu File → New Project. Nella shell New
Project (Figura 2) viene richiesto di introdurre il nome del progetto, es. “Raio” , (con eventuale
descrizione nello spazio apposito) e di indicare la directory in cui si desidera salvare i relativi files.
Figura 2
Affinché il software possa eseguire la simulazione, dovranno essere immessi in input i dati neces-
sari per le tre componenti:
Basin Model
Meteorologic Model
Control Specifications.
Basin Model
Le caratteristiche del bacino idrografico vengono configurate accedendo al Basin Model Manager (se-
lezionando dalla barra dei menu Components → Basin Model Manager → New → Introduzione del
nome del bacino (Figura 3)).
La conferma sul comando Create genera nella parte sinistra della schermata (tra le Components)
una cartella denominata Basin Model (Figura 4 – “1”).
L’apertura di tale cartella e la selezione del bacino appena introdotto (Figura 4 – “1”) attiva la finestra
principale sulla destra in cui si andrà a schematizzare il bacino; nel caso in esame, il Bacino del
Torrente Raio è completamente definito da un elemento Subbasin (bacino idrografico) e un elemento
Junction (sezione di chiusura bacino).
Si seleziona quindi l’icona Subbasin (Figura 4 – “2”), presente nella barra degli strumenti in alto, e
la si posiziona nell’area di visualizzazione (verrà chiesto di inserire un nome identificativo dell’ele-
mento, es. “Raio”) ; si ripete la stessa operazione anche per l’elemento Junction (Figura 4 – “3”).
Successivamente, si clicca con il tasto destro del mouse sul Subbasin appena inserito e si seleziona
Connect Downstream spostando il cursore sull’elemento Junction (Figura 4 – “4”).
330
Figura 3
Figura 4
La parte in basso a sinistra dello schermo è quella predisposta per l’inserimento di tutti i parametri
necessari per le componenti costituenti il progetto.
Selezionato quindi l’elemento Subbasin, si vanno ad impostare le caratteristiche del bacino, operando
nella finestra riportata in Figura 5.
331
Figura 5
In funzione delle scelte effettuate, si attiveranno delle altre cartelle per l’inserimento dei parametri
necessari per ciascun metodo; nel caso in esame, dovranno essere completate le cartelle Loss e
Transform (Figura 6).
Nella seconda cartella Trasform deve essere inserito il valore del tempo di ritardo (Lag time), pari a
172 minuti.
332
Figura 6
Per l’immissione dei dati di pioggia, si seleziona dalla barra dei menu Components → Time-series
data manager. Viene aperta una finestra in cui viene richiesto il tipo di dato (selezionare Precipitation
Gages → New ) e un nome da associargli, es. Tr=20anni per il primo ietogramma (Figura 7).
Figura 7
Nella finestra delle componenti appare quindi una cartella denominata Time-Series Data (Figura 8),
dalla quale è possibile editare le caratteristiche dei singoli eventi pluviometrici.
333
Figura 8
Una volta selezionato il Precipitation Gage appena inserito, devono essere indicate nella finestra in
basso a sinistra della schermata (Figura 8) le seguenti opzioni:
Nella cartella seguente (Time Window) si inserisce la data e l’ora d’inizio e fine pioggia: es.
01gen2000 ore 00:00 e 01gen2000 ore 04:45.
Successivamente, nella cartella Table, è possibile inserire i dati di pioggia relativi al tempo di ritorno
in esame, in un ordine tale da descrivere uno ietogramma sintetico con il massimo al centro (adot-
tando la procedura di cui in Figura 1); il grafico dello ietogramma appena introdotto può essere
visualizzato cliccando su Graph (Figura 9).
Figura 9
OSS.: I dati da inserire in input nella tabella del Data Editor, per i vari tempi di ritorno, sono le altezze
di pioggia incrementali, ricavate dalle già citate leggi di possibilità pluviometrica, relative a intervalli
temporali interi scelti in modo consono alla lunghezza del fenomeno idrologico (nel caso specifico 15
minuti, pari a 0.25 di ora). Nella Tabella II è riportato, a titolo esemplificativo, il calcolo dello ieto-
gramma in input per Tr pari a 20 anni.
334
Tabella II
t h= a · tn hincrem Ietogramma h
[ore] [mm] [mm] [mm]
0 0 0 0
0.25 23.97 23.97 1.09
0.5 29.90 5.93 1.18
0.75 34.03 4.13 1.30
1.00 37.30 3.27 1.45
1.25 40.05 2.75 1.65
1.5 42.45 2.40 1.94
1.75 44.59 2.14 2.40
2.00 46.53 1.94 3.27
2.25 48.31 1.78 5.93
2.5 49.96 1.65 23.97
2.75 51.51 1.54 4.13
3.00 52.96 1.45 2.75
3.25 54.32 1.37 2.14
3.5 55.62 1.30 1.78
3.75 56.86 1.24 1.54
4.00 58.05 1.18 1.37
4.25 59.18 1.13 1.24
4.5 60.27 1.09 1.13
4.78 61.44 1.17 1.17
Si ripetono quindi, per tutti i tempi di ritorno, le operazioni appena descritte, al fine di poter simu-
lare tutti gli eventi.
Meteorologic model
Gli ietogrammi inseriti attraverso la procedura appena descritta devono essere associati a dei relativi
modelli meteorologici. Si seleziona quindi dalla barra dei menu Components → Meteorologic model
data manager e si crea un nuovo modello meteorologico, cui si dà nome ad es. “Ietogramma Tr20”.
Nella finestra delle componenti appare quindi una cartella denominata Meteorologic Models (Figura
10), da cui è possibile accedere all’editor nella parte in basso a sinistra della schermata.
Cliccando sul nome del modello meteorologico appena inserito (Ietogramma Tr20), si selezionano
nella cartella Meteorology Model i campi (Figura 10):
Nella successiva cartella Basin (Figura 10) si sceglie nel menu a tendina Include Subbasin -> Yes.
Altresì, selezionando dalla finestra delle componenti Specifcied Hyetograph (Figura 11), deve essere
associato al modello meteorologico il relativo ietogramma. Tali operazioni vanno ripetute per tutti i
tempi di ritorno in considerazione.
335
Figura 10
Figura 11
Control specifications
Dalla barra dei menu si seleziona infine il terzo modulo Control Specifications Manager → New. Una
volta inserito un nome, nella finestra delle componenti appare una cartella denominata Control Spe-
cifications (Figura 12), dalla quale è possibile editare i dati temporali che caratterizzano la durata
dell’onda di piena.
Figura 12
336
End Time → 00:00;
Time interval → 15 Minutes.
A questo punto tutte le componenti necessarie per la simulazione dell’evento sono complete. È quindi
possibile procedere alla creazione del Run, accoppiando il Basin Model, il Meteorological Model e le
Control Specifications: si seleziona dalla barra dei menu Compute → Create simulation run → si sele-
zionano le componenti relative al processo idrologico che si vuole simulare.
Nella finestra in alto a sinistra, nella cartella Compute, viene riportato quindi il Run appena creato.
Figura 13
Per avviare la simunazione si clicca sull’icona nel barra degli strumenti in alto; viene visualiz-
zata la barra di stato che controlla il progredire della simulazione numerica e, una volta raggiunto il
100%, si clicca Close.
Si procede con le operazioni appena descritte per tutti i tempi di ritorno, selezionando per ciascuno
il relativo modello meteorologico nella rispettiva lista della finestra Create Simulation Run.
I risultati sono visualizzabili nella cartella Results (Figura 14a), selezionando l’icona dell’elemento
(Subbasin/Junction) (Figura 14b).
a) b)
Figura 14
337
Si riportano di seguito, a titolo esemplificativo, gli idrogrammi ottenuti per tempi di ritorno pari a 20,
50 e 100 anni.
338
Figura 16. Idrogramma per l’evento Tr 100 anni
Per l’identificazione della massima portata di piena defluente in prossimità dell’area urbana, eviden-
ziata nella seguente Figura, è stato fatto riferimento a misure dirette di portata registrate in tre
stazioni distribuite lungo il fiume Aterno, site in località: Tre Ponti, L’Aquila e Molina.
Figura 1. Planimetria
Volendo definire una soluzione
progettuale per mettere in sicurezza l’area urbana, utilizzando l’ortofotocarta, vengono rilevate le
presenze di insediamenti e di attività antropiche che verranno sovrapposte alla carta delle aree inon-
dabili. Per la successiva fase di programmazione delle opere di mitigazione del rischio è necessaria
una conoscenza, attraverso un rilievo topografico del tronco di interesse, del profilo di fondo, delle
sezioni trasversali critiche sia per la linea dei cigli che per la riduzione di pervietà dell’alveo.
339
Figura 2. Ortofotocarta
Dall’esame dell’andamento planimetrico del fiume e del profilo longitudinale dell’alveo si rileva uno
sviluppo abbastanza omogeneo con pendenze di fondo uniformi.
Suddivisa l’asta fluviale in tratti omogenei sono state rilevate cinque sezioni significative dal cui
esame si evince l’alveo di modellazione, o di bank full, generalmente corrispondente alla piena ordi-
naria, ai fini esplicativi dell’esempio questa portata verrà stimata in corrispondenza della parte mag-
giormente incassata delle sezioni trasversali .
340
Figura 3
Successivamente, note le caratteristiche geometriche delle sezioni 1-5, nell’ipotesi di corrente in
regime turbolento uniforme, sono state calcolate le altezze di moto uniforme e l’altezza critica alle
portate di modellazione o di “bank full” ed alla massima portata al colmo Q 200=177 m3/s
Nelle Tabelle 1-5 , per ciascuna sezione, sono riportati i dati necessari per la determinazione delle
funzioni Q=f(h) ed f hm necessarie per stabilire il regime di corrente che, per tutte le sezioni,
Figura 4
341
Tabella 1
342
Tabella 2
343
Tabella 3
344
Tabella 4
345
Tabella 5
346
Nella Figura 5 sono riportate, nelle singole sezioni, le altezze di moto uniforme alle portate di mo-
dellazione o di “bank full”, alla portata di verifica e per questa anche l’altezza critica (linea tratto-
punto).
Figura 5
La soluzione progettuale per contenere le esondazioni nella zona di interesse possono riguardare la
realizzazione di arginature delimitando e centralizzando l’alveo di “bank full” con golene secondo la
sezione tipo riportata nella Figura 6.
Figura 6.
Nelle successive Tabelle 6- sono riassunti tutti i valori necessari per il dimensionamento delle sezioni
progettate.
347
Tabella 6
348
Tabella 7
349
Tabella 8
350
Tabella 9
351
Tabella 10
352