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½(c2²-c1²)+g(z2-z1)-W12+R12+ ∫ vdp =0
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Variabili totali o di ristagno
Se il fluido durante l'efflusso incontra un ostacolo la velocità
di una frazione della vena si annulla localmente. Le
condizioni che si raggiungono sono dette di ristagno, e le
variabili corrispondenti variabili totali o di ristagno.
L’ entalpia totale (o
di ristagno):
ho = h2 = h1 + ½c1²
Nell'ipotesi di gas
perfetto, si può anche
definire una temperatura totale o di ristagno:
To = T2 = T1 + ½c1²/cp
p0 = p2 = p1 + ½ρ c1² (1.12)
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Macchine assiali - Schiere di profili.
Una macchina assiale (così denominata in quanto in questo
caso è la componente assiale che dà la portata) è spesso
rappresentata da una sezione meridiana, approssimabile con
un piano contenente l’asse della macchina (in figura la sezione
di un turbogas).
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Operando una
sezione sul
“nastro”
cilindrico così
generato, e
svolgendolo su di
un piano, si
ottiene infine la
schiera piana di
profili:
Schiera piana
di profili di rotore di turbina
e triangoli di velocità
in ingresso ed uscita
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Definizione della geometria di una schiera piana (I)
Per generare la
schiera partendo dai
profili è inoltre
necessario specificare il
passo s (distanza
lineare tra due profili
consecutivi misurata in
direzione tangenziale);
e l’angolo di
calettamento γ ("Stagger"), definito come l'angolo tra la
corda del profilo e la direzione assiale. Definendo con α’1 e
α’2 gli angoli costruttivi di ingresso e di uscita, si ha inoltre
θc = α’1 - α’2 γ ≈ ½ (α’1 + α’2)
Per una schiera rotorica gli α’ sono sostituiti dagli angoli β’.
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Altre variabili importanti per profili e schiere sono le
differenze tra angoli di flusso ed angoli geometrici del
profilo (conseguenza del fatto che il numero di profili in una
schiera non è in realtà infinito, e dell’esistenza di effetti legati
alla viscosità del flusso); si denomina incidenza i la
differenza:
i = α1 - α'1
e deviazione δ del flusso allo scarico la differenza:
δ = α2 - α'2
Le palettature di
compressore
hanno la concavità
del profilo rivolta
in senso concorde
con la direzione di
propagazione del
flusso.
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Per le macchine operatrici, l’angolo di calettamento
risulta negativo, ovvero diretto in modo da dare una
componente tangenziale della velocità opposta alla velocità
periferica.
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Applicando le formule della trigonometria ai triangoli di
velocità, si ottengono le espressioni della potenza in termini
di energie cinetiche:
Macchine motrici
W = ½ (c1²-c2²) + ½ (u1²-u2²) + ½ (w2²- w1²)
Macchine operatrici
W = ½ (c2²-c1²) + ½ (u2²-u1²) + ½ (w1²-w2²)
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Con riferimento al termine (B), conviene quindi realizzare
(nel caso di una macchina radiale od asso-radiale):
- centrifuga: una macchina operatrice (u2²-u1² >0); tali
sono, ad esempio, le pompe;
- centripeta: una macchina motrice (u1²-u2² >0), tale é, ad
esempio, la Turbina Francis;
Mediante tali soluzioni, si attua lo scambio del massimo
lavoro per unità di massa di fluido elaborato, e si possono
perciò costruire macchine compatte e di costo contenuto.
Nelle macchine motrici - dove si realizzano trasformazioni di
espansione - problemi cinematici (eccessivo incremento della
velocità) o volumetrici (aumento considerevole del volume
specifico) possono a volte imporre scelte progettuali opposte.
Grado di reazione.
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R risulta definito dal rapporto:
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La caduta entalpica dello stadio (statore + rotore) é:
∆hst = ∆hS+∆hR = ½(c1²-co²) + ½(u1²-u2²) + ½(w2²-w1²)
Il grado di reazione può quindi anche esprimersi facendo
riferimento ai triangoli di velocità:
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Rappresentazione dei processi di espansione nel piano h-s
(I).
Il lavoro compiuto sul rotore dall'unità di massa del fluido
(lavoro specifico) é, per l’equazione dell’energia, pari alla
variazione di entalpia totale tra monte e valle dello stadio:
W = hoo - ho2 = u ∆cu
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Rappresentazione dei termini cinetici e delle perdite nel caso
di uno stadio di turbina con R = 0.5 circa. Note:
a) ho0 = ho1. Efflusso statorico. (ho-h1) é uguale alla differenza
delle quote cinetiche ½(c1²-co²). Avendosi espansione, h0>
h1, ½c1² > ½co², c1 >> co
b) ho1r= ho2r. Efflusso rotorico. (h1-h2 ) é pari alla differenza
delle quote cinetiche ½w1² e ½w2². Avendosi espansione
(R = 0.5), h1> h2, ½w2² > ½w1², w2 >> w1
c) Le perdite sono rappresentabili graficamente in termini di
pressione totale (oltre che di entropia, segmento sull’asse
delle ascisse). Risulta infatti p01<p0o, e po2r<po1r . La
pressione totale relativa (perdite nel rotore) è definita in
analogia alla pressione totale ed alla rotalpia come por = p
+ ½ρ(w² - u²). Nel caso delle macchine assiali il contributo
della componente di trascinamento u si cancella operando la
differenza.
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d) Nel caso di stadio isolato, o di ultimo stadio di una
macchina multistadio, é opportuno che c2 sia più piccola
possibile in quanto l'energia cinetica allo scarico non può
essere recuperata. Infatti, in tali condizioni, il punto
terminale dell'espansione si avvicina al punto 02 (c2 = 0).
Risulta evidente la convenienza di adottare velocità allo
scarico contenute.
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(b) : h0-h1 = ½(c1²-co²); h1-h2 = ½(w2²-w1²) = 0. Grado di
reazione R = 0. Macchina ad azione pura. Si noti che
anche se R = 0 la pressione p2 < p1; anche nelle macchine
ad azione, si ha una leggera diminuzione di pressione nel
rotore a causa degli attriti.
(c ): h0-h1 = ½ (c1² - co²) = 0; h1-h2 = ½ (w2² - w1²) = ∆hst.
Grado di reazione R = 1. Macchina a reazione pura.
(d): w2 = w2t > w1; h1-h2>0. Il grado di reazione R é
esattamente quello necessario a compensare l'effetto
degli attriti nel rotore. (Grado di reazione limite).
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Rendimento di palettatura per turbine assiali con R = 0 (I).
Per R = 0 il salto entalpico dello stadio risulta uguale a
quello dello statore:
∆hst = ∆hs = ½(c1² - co²)
La condizione che il salto di entalpia sul rotore sia nullo (∆hR
= 0, h1 = h2) equivale all'esclusione di espansione rotorica,
per cui:
w1 = w2
Essendo inoltre w = √ (wu² + wa²) = √( wu² + ca²), dalla
condizione di continuità per la schiera piana, si ha ca1 = ca2,
da cui quindi segue che wu1 = wu2; essendo (in valore
assoluto) tg β = wu/wa si ha in conclusione, nel caso R = 0:
ß1 = ß2
c1 sinα1 = u + w1sinß1
-c2 sinα2 = u - w2sinß2
Sostituendo
nell’espressione del
rendimento di palettatura:
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ηp = [u (u + w1sinß1) + u(w2sinß2-u)] / [½(c1²-co²) + ½co²] =
= [u² +u w1sinß1+u w2 sinß2 - u² ]/(½c1²) =
= 4u w1sinß1 / c1² = 4u (c1sinα1 - u) / c1²
α1 - u/c1)]
= 4 [(u/c1) (sinα
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
0,01 0,1 1
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Nelle condizioni di massimo rendimento ((u/c1) = ½ sinα1),
il triangolo di velocità risulta il seguente:
L'ottenimento del
massimo
rendimento
equivale quindi
alla minima
energia cinetica
allo scarico, ½c2²
(compatibilmente
con la necessità di
smaltimento della portata, per cui c2min = ca2). In assenza di
attriti, questa risulta infatti l'unica perdita. Tale situazione, che
porta all’ottimizzazione i termini di rendimento di palettatura
in condizioni di scarico dallo stadio perfettamente assiale, è
condivisa da tutte le altre categorie di turbomacchine assiali,
sotto l’ipotesi di trascurabilità dei fenomeni di attrito.
porta a: c1 = w2 c2 = w1 α1 = ß2 α2 = ß1
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Il triangolo di velocità in uscita risulta speculare a quello in
entrata con permutazione di c e w (e di α e β).
α1- u/c1)]}
= 2 {1 - 1 / [1 + (u/c1) (2sinα
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Il rendimento massimo della turbina a reazione (con grado di
reazione pari a 0.5) é maggiore di quello della turbina ad
azione. Inoltre ηp é molto meno sensibile alla variazione del
rapporto cinetico fondamentale u/c1; le prestazioni della
macchina risultano meno penalizzate in condizioni di
regolazione.
1,0
Grado di Reazione R:
0,8 05
0,6
0,4
0,2
0,0
0,1 1
Anche in questo
caso(R = 0.5, attriti
nulli) , nelle
condizioni di
rendimento massimo
l'energia cinetica
allo scarico risulta
minima (c2 assiale).
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Rendimento volumetrico (I).
Le palettature delle
turbomacchine non
elaborano l'intera
portata del fluido,
perché, a causa dei
giochi tra paletta e
cassa esterna, o tra
palette fisse e rotore,
una parte del fluido
non compie le
trasformazioni
analizzate per l'efflusso attraverso lo stadio.
ed in pratica come:
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Il primo fattore determinante é il rapporto tra l'altezza della
paletta e la dimensione del gioco radiale: quanto più é alto
questo rapporto, tanto più é alto ηv. Per tale motivo i
rendimenti volumetrici sono bassi negli stadi ad alta
pressione, cioé con piccolo volume specifico del fluido. La
portata M = A ca/v é costante; circa costante risulta la
velocità assiale ca, per cui rimane costante anche il rapporto
A/v; negli stadi ad alta pressione (volume specifico piccolo),
risulta piccola anche la sezione di passaggio A - e di
conseguenza, a parità di raggio medio, l’altezza della
palettatura.
η st = ηp ηv
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Turbine. Confronto tra stadi ad azione ed a reazione (I).
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quindi
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1 - A causa del fenomeno del recupero, si ha convenienza a
localizzare le perdite più rilevanti in testa, e quelle più
piccole in coda, poiché queste ultime non possono essere
recuperate. É perciò buona norma mettere in testa gli
stadi ad azione (basso rendimento e, quindi, forti
perdite), ed in coda gli stadi a reazione (alto rendimento
e, quindi, basse perdite).
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queste condizioni - di avere insieme un buon rendimento
volumetrico ed un buon rendimento di palettatura.
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6 - Infine, si ha vantaggio a montare in testa uno stadio ad
azione poiché questo ha palette più robuste (basta a tal
fine osservarne la forma in pianta) e quindi si presta
meglio a resistere agli eventuali "colpi d'acqua" che si
possono avere (principalmente per problemi di regolazione
nel surriscaldatore) nei moderni impianti a vapore
surriscaldato.
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Regolazione delle turbine a vapore .
W = m ηis ∆his
Mediante una
opportuna valvola di
laminazione si
modifica il salto
entalpico
isentropico ∆his
riducendolo rispetto
al valore nominale.
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Nella regolazione per laminazione, la turbina manifesta una
notevole caduta di rendimento, conseguenza della variazione
del rapporto cinetico fondamentale: infatti, se u resta costante,
la variazione di c1 (conseguente alla variazione di ∆h)
comporta l'alterazione del rapporto u/c1 rispetto al valore
progettuale.
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Compressori e ventilatori assiali.
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forti dissipazioni per attrito sulle pareti e, infine, alla
separazione del flusso ed alla formazione di una scia a
valle dell'ogiva.
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In condizioni ottimizzate, almeno nel caso dello stadio
isolato o dell'ultimo stadio lo scarico (c3) risulta assiale (ca3=
ca1; cu3 = 0). Per gli stadi intermedi, é possibile adottare
progettazioni con cu3 # 0 (a rigore non ottimizzate), che
risultano spesso vantaggiose.
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La configurazione assiale multistadio é molto comune
(impianti turbogas, motori aeronautici medio/grandi, sistemi
di pompaggio per gasdotti, grandi impianti di ventilazione
per gallerie od edifici). La tendenza é di garantire elevati
rapporti di compressione con un numero limitato di stadi ad
elevate prestazioni, funzionanti in regime comprimibile o
transonico.
Flusso transonico
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Stallo rotante e pompaggio nei compressori assiali (I).
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Una spiegazione del fenomeno dello stallo rotante é fornita
dal modello fisico di Emmons, che considera l'occlusione
del canale di flusso interpalare. Si ha quindi un aumento
dell'incidenza sul canale a valle ed una diminuzione della
stessa su quello a monte. Nell'istante di tempo successivo, si
verifica lo stallo del canale di flusso a valle, mentre quello
precedentemente stallato viene di nuovo interessato al flusso
per effetto della riduzione dell'incidenza. La cella si muove,
nel riferimento relativo, in senso opposto alla velocità di
rotazione. Nel riferimento fisso, la perturbazione viene
misurata (tramite microfoni, sonde a filo caldo o di
pressione) con frequenze tipicamente comprese tra 0.3 e 0.7
volte la velocità di rotazione, e con verso di propagazione
concorde con essa (in conseguenza del cambio di
riferimento).
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Il modello di
Emmons,
essenzialmente
bidimensionale,
assume che la
cella di stallo si
comporti come
un ostacolo
solido rispetto al
flusso in ingresso
("zona morta").
Fenomeni simili
allo stallo
rotante sono stati
evidenziati nei
compressori
centrifughi, ed
in particolare nei
diffusori piani di
questi ultimi.
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Ad un certo punto (D), in cui la pendenza della curva
caratteristica é positiva, vengono raggiunte condizioni
instabili: una riduzione di portata é accompagnata da una
sensibile riduzione nel rapporto di compressione.
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Il fenomeno avviene ad una frequenza relativamente bassa,
determinata dall'interazione macchina-impianto (di fatto, la
frequenza é fortemente influenzata dalle dimensioni
dell'eventuale "plenum" di mandata e da lunghezza e
diametro delle tubazioni, oltreché dalla taglia del
compressore).
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Flusso bidimensionale all’interno delle schiere (I).
Far tendere a 0 il valore del rapporto passo/corda s/l
equivale, nelle schiere, ad aumentare all'infinito il numero di
pale di uno statore o rotore. Sotto tale ipotesi, si ricade nel
caso limite di flusso monodimensionale.
po = p + ½ ρc²
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Traccia di tale periodicità permane in realtà anche
all'esterno (a monte e a valle) della girante: ad essa é legata,
ad esempio, la presenza delle "scie" a valle, fenomeno di
natura viscosa che decade più o meno rapidamente con
l'allontanarsi dallo scarico della palettatura.
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In realtà, la distribuzione delle velocità (e delle pressioni)
sul profilo é dovuta a tre effetti concomitanti:
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b) Un "effetto curvatura", legato appunto alla curvatura del
profilo, nonché allo spessore dello stesso. Per tale
effetto, il carico palare risulta accentuato nelle zone ad
alta curvatura e a rilevante variazione di spessore
(tipicamente nella zona centrale del profilo, per valori di
x/l compresi tra 0.25 e 0.75).
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Nelle pale di turbina a forte curvatura l'effetto incidenza
risulta in pratica trascurabile; nelle pale di compressore
assiale, caratterizzate da curvatura ridotta, l'incidenza può
essere responsabile di buona parte del carico palare.
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Localmente, sui lati in pressione e depressione, si possano
avere andamenti opposti: in un compressore l'incidenza ed il
forte spessore del bordo di ingresso (necessario per
assicurare un buon comportamento a portate diverse dalla
nominale) possono causare una forte accelerazione iniziale
del flusso sul SS; mentre per le turbine la parte terminale del
canale può assumere, sempre sul SS, forma divergente e dare
luogo ad una moderata diffusione in tale zona.
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