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AGRONOMIA.

1. TECNICHE DI LAVORAZIONE E SISTEMAZIONE DEI TERRENI.


Le lavorazioni del terreno sono interventi agronomici fatti dall’uomo, con semplici
attrezzi manuali o meccanici, atti a modificare la sofficità; rompono la continuità
della massa del suolo in elementi più piccoli.
Altri obiettivi sono:
- Preparazione del letto di semina
- Avere una struttura idonea alla penetrazione e funzionamento delle radici
- Aumentare la permeabilità dello strato attivo x ridurre fenomeni di ristagno,
scorrimento superficiale ed erosione
- Aumentare il volume del terreno e la quantità di acqua immagazzinabile
- Distruggere vegetazione infestante e parassiti
- Interrompere la capillarità superficiale
- Interrare i fertilizzanti organici e minerali, nonché i residui colturali
- Influenzare altre operazioni colturali.

In base al momento di esecuzione e alle finalità abbiamo:


lavori di messa a coltura: dissodamento, si fanno per mettere a coltura un terreno
mai coltivato o incolto da tanto tempo.
lavori preparatori principali: aratura, vangatura, fresatura, scarificatura; hanno
funzione di rottura.
lavori preparatori complementari: estirpatura, pareggiamento della superficie,
erpicatura, fresatura, rullatura;hanno funzione di raffinamento, cioè vera e propria
preparazione del letto di semina.
Sia i principali che i complementari servono per preparare il terreno alla semina o alla
piantagione.
lavori di coltivazione (o successivi o consecutivi): erpicatura, scarificatura,
sarchiatura e zappettatura, rincalzatura, rullatura e fresatura. Si effettuano a coltura in
atto per favorire gli obiettivi prefissati.
Gli strumenti usati sono:
Rovesciatori: (aratri e vanga) tagliano il suolo in parallelepipedi rovesciandoli più o
meno completamente per portare in superficie gli strati più profondi.
Discissori: (scarificatori, estirpatori, erpici dentati) fanno tagli nel profilo
colturale dandogli zollosità e sofficità.
Rimescolatori: (vangatrici, frese, erpici a dischi, aratri rotativi, coltivatori
rotativi) hanno organi ruotanti che disgregano il terreno in zollette, rimescolano lo
strato lavorato.
Costipatori: (rulli compressori) riducono la sofficità eccessiva.
Sarchiatori: (sarchiatrice) fanno una lavorazione superficiale (1-5 cm)
rimescolando o no il terreno.
Assolcatori: sollevano il terreno ai due lati formando solchi arginelli paralleli.

1.1 PROFONDITÀ DI LAVORAZIONE E COMBINAZIONI.


A seconda della profondità raggiunta, le lavorazioni preparatorie principali (l.p.p.)
possono essere:
- Superficiali: fino a 20 cm
- Di media profondità: da 20 a 40 cm
- Profonde: da 40 a 60 cm.
Oltre queste profondità abbiamo lavorazioni straordinarie come dissodamento e
scasso.
Le lavorazioni profonde comprendono il LAVORO DI RINNOVO che si fa ogni 3-
4 anni per portare in superficie gli strati più profondi.
Secondo alcuni sono meglio le lavorazioni profonde che permettono un aumento di
produzione areica, mentre secondo altri queste riducono la fertilità del terreno per cui
sono meglio le superficiali le quali riducono anche i costi di produzione.
I fattori positivi delle lavorazioni profonde sono:
- Aumenta lo spessore dello strato lavorato permettendo alle radici di espandersi
maggiormente riducendo i fenomeni competitivi
- Aumentano le riserve idriche e nutrizionali
- Aumenta la resistenza delle piante ai periodi di siccità in quanto lo strato
superficiale secca più velocemente
- Favorisce lo smaltimento delle acque in eccesso evitando il ristagno e lo
scorrimento superficiale
- Il periodico trasporto di terreno profondo in superficie (aratura) diminuisce la
lisciviazione di elementi nutritivi e incorpora la vegetazione infestante nel
suolo.
I fattori negativi sono:
- Innanzitutto i costi
- Riduce l’evoluzione e lo sfruttamento della sostanza organica che viene
ossidata riducendo la fertilità
- Può portare in superficie terreno meno fertile.
Gli agricoltori hanno trovato delle soluzioni per non rinunciare alle lavorazioni
profonde come ad esempio l’utilizzo di soli discissori; uso dell’aratro ripuntatoreche
smuove solo la zona sottostante senza portare in superficie terreno sottostante
araripuntatura; lavorazione a due strati con macchine separate: aratura superficiale
e scarificatura profonda.
Nei terreni salini l’aratura profonda è negativa in quanto evita la lisciviazione dei Sali
in eccesso. Un'altra difficoltà è trovare il terreno in tempera in tutto il profilo.
In ogni caso le lavorazioni da fare dipendono dal tipo di terreno, andamento
termopluviometrico, tipo di coltura e avvicendamento, tecnica agronomica.
In terreni poco permeabili con difficoltà di penetrazione radicale è meglio una
lavorazione profonda, viceversa in terreni sciolti e permeabili.
Se la piovosità si ha in momenti propizi al consumo idrico (primavera-estate) la
lavorazione profonda può essere inutile o dannosa. Incide anche il tipo di coltura, le
piante che riescono ad approfondire molto le radici traggono benefici dalle
lavorazioni profonde (bietola, pomodoro, girasole ecc.).

Esempi di combinazioni:

- Scarificatura (50 cm), aratura (30cm) estirpatura, erpicatura leggera,semina,


rullatura, sarchiatura.
- Aratura (40cm) estirpatura, erpicatura leggera, semina, sarchiatura.
- Fresatura (25cm), rullatura, semina.

Lavori di messa a coltura.


Per capire se un terreno è idoneo alla messa a coltura si devono considerare diversi
fattori:
- Ecologici: a. proprietà fisiche, chimiche e biologich che condizionano
la produttività attuale e futura;
b. parametri climatici
c. vulnerabilità intrinseca ambientale.
- Economici: fare un bilancio preventivo dei costi per la messa a coltura e dei
benefici conseguibili.
- Politico-sociali: riferiti alla domanda complessiva dei beni e servizi conseguibili
(alimenti, aree verdi ecc.)
Supponiamo di avere un terreno “vergine” mai coltivato, che deve essere trasformato
in terreno agrario; questo può presentare dei problemi da risolvere.
Un terreno incolto è ricoperto di varie vegetazioni spontanee che negli anni
raggiungono un equilibrio, per cui sono terreni ricchi di sostanza organica originata
dal disfacimento delle radici, foglie ecc. , inoltre gli apparati radicali con la fauna del
suolo conferiscono una buona struttura; il profilo del terreno non essendo stato
intaccato dagli attrezzi ha assunto nel tempo una certa configurazione.
Nonostante la struttura favorevole, non è detto che un terreno allo stato naturale possa
subito essere messo a coltura, infatti bisogna verificare se ci sono ostacoli come
alberi, cespugli, pietre ecc. per questo motivo è necessario operare diverse
lavorazioni come:
Disboscamento e decespugliamento: sono operazioni lunghe e costose, anche se dal
legno si può ricavare un reddito, si effettuano in due tempi eliminando prima la parte
aerea, e successivamente le radici (dicioccatura).
Per la vegetazione erbacea difficile da distruggere si può fare un semplice sfalcio, il
diserbo o utilizzare il fuoco. La lotta contro questa vegetazione si completa con le
lavorazioni e negli anni usando una corretta tecnica agronomica.
Spietramento: si può fare manualmente o con rastrelli raccoglipietre, anche se oggi si
preferisce usare ripuntatori a denti multipli che setacciano il suolo, nel caso di pietre
calcaree non troppo dure, si possono usare frantoi mobili che sbriciolano le pietre
senza asportarle dal campo.
Spianamento: si fa per pareggiare la superficie e favorire la regimazione idrica,
facilitando le operazioni colturali; si effettua con ruspe, bulldozer e rientra nelle
sistemazioni idraulico-agrarie.
Dissodamento: aratura profonda 40 60 cm è la prima lavorazione vera e propria, con
questa si altera l'equilibrio biologico preesistente e si porta in superficie molto terreno
povero di sostanza organica, si interrano i residui vegetali e la cotica erbosa si porta
ad una situazione pedologica diversa dalla precedente.
Lavori preparatori principali.
ARATURA
Si può fare con tre tipi di strumenti:
-aratro a vomere e versoio detto solo aratro è il più usato per cui ci riferiamo alle
lavorazioni fatte da questo;
-aratro a disco
-aratro coltivatore
Man mano che avanza l'aratro compie un taglio verticale, uno orizzontale,
sollevamento e ribaltamento della fetta di terreno.
La fetta di terra lavorata si sfalda, originando zolle di varie dimensioni e terrafina,
questo fenomeno di sfaldamento o sbriciolamento è importante economicamente e
dipende dal tipo di terreno e di umidità; se la fetta non si sbriciola rimangono gallerie
nel fondo del solco. Se si ottengono zolle molto grosse con una buona quantità di
terrafina, questa si deposita sul fondo dello strato lavorato e può causare
inconvenienti perché l'acqua piovana trova uno strato superficiale molto permeabile,
penetra in profondità compattando la zona senza strutturalità che si è formata con
l'aratura mentre in superficie si avrà una carenza idrica e in profondità uno strato
asfittico. Per questo bisogna non fare errori in quanto non sempre possono essere
corretti con i lavori complementari e gli agenti atmosferici.

Epoca di aratura
Bisogna tenere conto , oltre che dell'umidità , anche delle esigenze delle singole
culture e degli avvicendamenti , per questo che l'aratura si dovrà fare anche in periodi
sfavorevoli per la fertilità del suolo.
Possiamo distinguere diversi tipi di aratura:
- aratura autunnale: Interra i concimi organici e i residui colturali e quando arrivano
le piogge e il gelo si rallenta la mineralizzazione e si forma l'ambiente più ideale per
l'umificazione. Se si opera su un terreno in tempera si hanno benefici sulla stabilità
della struttura e sofficità.
- aratura invernale: Simile a quella autunnale Per quanto riguarda la fertilità del
suolo. Ha due inconvenienti a) maggiore difficoltà di trovare il terreno in tempera
durante la stagione fredda; b) più breve esposizione del suolo arato all'azione del
gelo.
- aratura primaverile: Ti fa subito prima della semina perché te le zolle rimangono a
lungo sotto gli agenti atmosferici si ossida la sostanza organica e si degrada la
struttura. Le piogge primaverili inoltre rendono minimi i tempi per trovare il terreno
in tempera, prevalgono i processi di mineralizzazione. Deve essere meno profonda di
quella autunnale.
- aratura estiva: Favorisce i fenomeni ossidativi che degradano l'humus, per cui si fa
solo per motivi ben precisi. L'azione che sia prima col calore estivo e dopo con le
piogge e il gelo invernale sfalda le zolle e crea una struttura favorevole.
Ha due inconvenienti a) ci vuole elevata potenza meccanica perché il suolo ha lottato
coesivo è molto tenace; b) usura degli attrezzi per l'abrasione del terreno secco.
L'epoca di aratura si sceglie in base all'ordinamento colturale, all'organizzazione
aziendale e all'andamento stagionale.
Ribaltamento e sminuzzamento della fetta
Gli obiettivi del ribaltamento sono:
- sopprimere la vegetazione preesistente soffocando le radici e le piantine;
- portare in superficie gli organi vegetativi di riproduzione delle piante infestanti per
essiccarsi;
- i residui colturali e arricchire il terreno di sostanza organica;
- interrare concimi organici minerali;
- aumentare la sofficità del terreno fino a una certa profondità.
Gli strati non vengono ribaltati completamente perché la fetta si appoggerebbe sulla
precedente con un angolo da 20° a 80°, ma di più verso i 45°, questo angolo
caratterizza il tipo di lavoro, più il ribaltamento è completo e più si distruggono le
erbe infestanti, più la fetta è verticale e più è facile la penetrazione dell'acqua,il
drenaggio e l'aereazione.
Il fattore che influenza di più il grado di ribaltamento della fetta è il tipo di versoio.
È importante anche la profondità di lavoro, più è profondo e più si restringe la fetta
riducendo il ribaltamento. La profondità e la velocità influiscono sul grado di
sminuzzamento del terreno, se il ribaltamento interessa solo lo strato attivo è una
buona lotta contro le infestanti, trasporta la materia organica indecomposta in un
ambiente favorevole all'umificazione. Solitamente però il ribaltamento della fetta non
è mai completo è la sostanza organica si distribuisce in tutto lo strato lavorato.
Modalità di esecuzione dell'aratura.
L'aratro normale rovescia la fetta solo dalla parte destra, se si vuole fare la
lavorazione con solchi vicini paralleli al lato maggiore dell'apprezzamento, bisogna
fare il ritorno a vuoto.
Questo però causa perdite di tempo, per cui si usano delle pratiche che permettono di
fare la cattura nei due sensi:
- aratura in prose scolmando o aratura a scolmare: Si inizia da un lato della
prezzamento rivoltando il terreno verso la scolina, una volta in fondo si va al lato
opposto rivoltando la fetta in senso inverso al primo tragitto, si continua così fino ad
arrivare al centro dove rimane un solco aperto che verrà chiuso con uno spostamento
supplementare di terra.
- aratura in prose colmando o aratura a colmare: si inizia dalla mezzeria del campo
aprendo un solco più largo possibile e poco profondo, la fetta viene ribaltata verso la
mezzeria sia in andata che in ritorno, queste due fette formano una piccola baulatura;
si continua ribaltando le fette e addossando le alle precedenti sempre verso la
mezzeria, ai bordi dell’appezzamento rimangono due solchi aperti.
Questi due metodi di solito si usano ad anni alterni.
- aratura in prose alla pari: Le fette sono rivoltate dalla stessa parte, si può fare in
diversi modi a) con il ritorno a vuoto; b) con aratro speciale; c) abbinando la
lavorazione di due appezzamenti vicini. a) e c) causano enormi perditempi.
-aratura a ritocchino: Sì fate la pendenza non è eccessiva su tracciati rettilinei
paralleli alle linee di massima pendenza ribaltando verso destra; a volte richiede il
ritorno a vuoto perché l'aratura in salita è più difficile.

Difetti dell'aratura.
1. Preparazione imperfetta del letto di semina
2. Il rovesciamento della fetta è poco conveniente e a volte dannoso
3. Disuniforme incorporamento della sostanza organica, non migliora le proprietà
fisiche del suolo
4. Formazione di uno strato impermeabile in fondo al solco (crostone di lavorazione)
negativo per la regimazione idrica
5. Sfrutta poco la potenza disponibile della trattrice.
Nonostante tutto l'aratro è molto spesso Lo strumento fondamentale per le lavorazioni
del terreno.

VANGATURA
È uno strumento rovesciatore; rovescia bene la fetta preparando il letto di semina.
Non pUò sostituire l'aratro, lavora a 15-40cm, interra la sostanza organica ma in
modo localizzato, una modesta lotta alle malerbe, forma zolle ma non
polverizzazione e lavora anche in terreni umidi con risparmi di energia.
SCARIFICATURA.
Si fa con strumenti discissori che rompono la continuità del terreno non lavorato,
sgretolano ma non alterano la stratigrafia degli orizzonti, il rovesciamento è il
rimescolamento non sono accentuati.
Lavori complementari.
FRESATURA
Frantuma e rimescola il terreno a 5-20 cm, con organi lavoranti elastici detti fresatrici
e con organi lavoranti rigidi detti zappatrici.
- in un solo passaggio preparano il letto di semina sostituendo o completando l'aratura
e la scarificatura
- riducono la dolosità creando un buon substrato per l'azione degli erbicidi, buona
lotta alle malerbe
- rimescola lo strato lavorato interrando concimi in tutto il profilo
- lavora bene in terreni in pendio, piccoli, asciutti sopra e Bagnati il sotto.
Effetti negativi:
- eccessiva frantumazione e polverizzazione
- lo strato appena lavorato è soffice e dopo un po'forma una crosta che limita
l'emergenza
- non si usa su terreni pesanti e con pietre
- frantuma gli organi delle malerbe che ricrescono dopo qualche anno
- assorbe potenza è causa l'usura.

ESTIRPATURA.
È un lavoro complementare all'aratura, fatta subito dopo la lavorazione principale, a
due scopi:
1. Riduce zollosità e cavernosità perché lavora sotto la superficie, rende più uniforme
il profilo e dà un buon rapporto fra fase liquida e aeriforme;
2. Porta in superficie le malerbe esponendole all'aria e al sole, rende soffice il terreno
se viene fatta dopo l'aratura estiva o autunnale.
Non basta per preparare il letto di semina, ma deve essere seguita da una erpicatura.

ERPICATURA.
È un lavoro preparatorio complementare si può fare solo o con coltura in atto, ha
diversi scopi:
- raffinare le zolle per preparare il letto di semina
- distruggere le malerbe
- interrare concimi diserbanti e semi
- rompere la crosta.

Se i lavori preparatori non livellano bene il terreno, prima dell'aratura, erpicatura e


semina si può fare uno spianamento della superficie.
Lavori consecutivi.
RULLATURA

Dà al terreno un buon assestamento, facilitando la circolazione dell'acqua e l'aderenza


della terra al seme e alle radici.
Diminuisce la permeabilità perché Riduce la macroporosità, per questo si fa solo se
necessaria.
Se il terreno è troppo secco sia polverizzazione, se molto bagnato si occludono gli
spazi vuoti, se è in tempera si ha una compattazione sfavorevole all'espansione
radicale.
Se piove e poi c'è un insolazione intensa si forma una crosta superficiale dannosa per
i semi che germinano.
I terreni più difficili da lavorare sono quelli limosi e argillosi.

SARCHIATURA
Smuove lo strato superficiale di 2-5 cm e si fa con coltura in atto, può essere eseguito
manualmente facendo la zappettatura, o meccanicamente.
Distrugge le malerbe così che la pianta ha maggiore quantità di acqua e nutrienti,
diminuisce la crepacciatura con funzione pacciamante interrompere la risalita
dell'acqua prima che arrivi all'atmosfera, rompe la crosta, arieggia il terreno e lo
riscalda, interra i concimi e aumenta la permeabilità ma rompe le radici delle piante.

RINCALZATURA
Consiste nell'adottare al piede delle piante una massa di terra, permette di:
- proteggere le piante dal gelo e dalle brinate
- migliore il radicamento perché dà più profondità alle radici
- controlla la diffusione di certe malerbe
- permette lì irrigazione per infiltrazione laterale.
Un inconveniente è che causa maggiori perdite per evaporazione vista la maggiore
superficie del terreno esposta, può essere eseguita a mano con zappa o con aratri a
doppio versoio.

Le lavorazioni portano degli inconvenienti come:


1. Consumo di energia
2. Maggiore ossidazione della sostanza organica che riduce la stabilità della struttura
e a volte può anche danneggiarla
3. Esposizione del terreno all'erosione
4. Maggiori perdite di acqua per evaporazione.
Per ridurre questi inconvenienti si usano nuove tecniche:

LAVORAZIONE MINIMA
Tecnica che richiede il minor numero di manipolazioni, può essere fatta in due modi:
- eliminando le operazioni meno necessarie
- combinando varie lavorazioni per ridurre il numero di passaggi delle macchine.

NON LAVORAZIONE O SEMINA SU SODO


Si semina direttamente su terreno non lavorato, facendo un diserbo chimico per
controllare la vegetazione preesistente.
E meno consigliabile per le colture estive rispetto a quelle autunno-vernine.

PACCIAMATURA
La copertura del suolo con materiali diversi, uno dei suoi scopi è ridurre o evitare gli
interventi meccanici sul terreno; ha diversi vantaggi:
- evita le lavorazioni di coltivazione
- migliora il bilancio idrico
- evita la compattazione del suolo e la formazione di crosta, riducendo erosione e
ruscellamento
- cambia la temperatura del suolo
- impedisce la crescita di erbacce
- assicura la pulizia di certi prodotti.
Tra i materiali di copertura abbiamo paglia, erbe, foglie, segatura, letame paglioso,
sabbia, pietre, legno, lana di vetro, film plastici ecc.

Le azioni che ha sul terreno riguardano:


1. La struttura
2. L'umidità
3. La temperatura
4. Le erbe infestanti
5. Ciclo degli elementi nutritivi
6. Azione igienica.
Tra gli svantaggi abbiamo uno sviluppo superficiale delle radici, pericolo di incendio,
sviluppo di roditori.
COPERTURA VIVA
È diffusa nei climi tropicali con piovosità abbondante per proteggere il suolo
dall'erosione, ridurre il consumo di sostanze, rendere i campi più accessibili anche
quando umidi, nel caso di leguminose la maggiore quantità di azoto fissato per via
simbiotica.
nei climi temperati è poco diffusa, gli inconvenienti sono la concorrenza con le piante
coltivate e il maggiore rischio di gelate, per evitare questo si devono fare tagli
frequenti dell'erba e aumentare la concimazione azotata e l'irrigazione.

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