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PROPRIETÀ FISICHE DEL SUOLO

FORMAZIONI DI CROSTE
SUPERFICIALI AI TROPICI E
POSSIBILI SOLUZIONI

Giacomo Rella
ORGANIZZAZIONE DEL SUOLO

ALTERAZIONE FISICA
 FESSURAZIONE DELLA ROCCIA
Fenomeni geologici di formazione
Deformazione crosta terrestre
Movimento della tettonica

 FRANTUMAZIONE
Crioclastismo
Aloclastismo
Apparato radicale vegetale

 DISGREGAZIONE
Agenti atmosferici
Linee di debolezza
Regolite (manto incoerente)
STRUTTURA DEL SUOLO
Minerali argillosi

 AGGREGATI Sostanza organica


Unione tra le particelle di suolo
Ossidi di Ferro

 FORMAZIONE DELLA STRUTTURA

DINAMICA DELLE ATTIVITÀ BIOLOGICA


ARGILLE
1) DINAMICA DELLE ARGILLE
Variazione di volume in base al contenuto di umidità
(processi bagnamento-essiccamento)

 Poliedrica angolare
Poligoni argillosi con spigoli ben definiti

 Prismatica
Aggregati angolari con forma verticale

 Cuneiforme
Facce di scivolamento (slickensides) cuneiformi e lucide
2) ATTIVITÀ BIOLOGICA
Pedofauna (lombrichi, termiti,…)

Ingurgitano ed espellono il terreno Movimento all’interno del suolo

Grumosa

Poliedrica Granulare
subangolare
POROSITÀ
Rapporto % tra volume di spazi vuoti e il volume totale del terreno
Posizionamento casuale e packing voids
Derivati dall’accumulo delle particelle più piccole del
suolo. Contengono all’interno acqua non disponibile
 Micropori per le piante (elevata superficie di contatto acqua
solido).
Qui avvengono le reazioni chimiche.
ø < 50 μm

Mesopori
Derivati dall’accumulo di particelle di svariate dimensioni.
 Contengono acqua disponibile per le piante.

Derivati dall’accumulo di particelle grossolane.


 Macropori Drenano acqua verso il basso.
ø > 50 μm

 Processi biologici (pedofauna e radici)

 Processi fisici (fessurazione)


Misura della porosità
 Densità reale (g/cm3)
Rapporto tra la massa e il volume di un terreno esclusi gli spazi
vuoti (2.65 g/cm3)

 Densità apparente (g/cm3)


Rapporto tra la massa e il volume di un terreno compresi gli spazi
vuoti. Si misura pesando una massa di volume di suolo noto. Indica
il grado di compattazione di un suolo

P = 1- Da/Dr * 100
I SUOLI TROPICALI
 LAC (Low Activity Clays)
Alfisols, Ultisols e Oxisolos (50 %)

 HAC (High Activity Clays)


Vertisols, Aridosols, Mollisols, Inceptisols e Entisols

 Suoli Vulcanici
Andisols
Proprietà fisiche dei suoli LAC
 TESSITURA

Basso contenuto di limo e argilla ( < 20 % per ognuno) negli orizzonti


superficiali e alto contenuto di particelle grossolane (60-70 %).
Tendenza inversa con l’aumentare della profondità.

 DENSITÀ APPARENTE
metodi tradizionali (no meccanizzazione)
bassa e maggese
alta coltivazioni intensive e
alta meccanizzazione

MICROAGGREGAZIONE

Particelle fortemente legate formano aggregati di dimensione uguale


al limo (pseudolimo) e alla sabbia fine
CROSTA SUPERFICIALE
Skin crust formation
Infilling crust formation
Slaking crust formation
Depositional crust formation
Coalescence crust formation

CROSTA STRUTTURALE

1) Rottura degli aggregati superficiali e flusso verso


l’interno del suolo con conseguente intasamento dei
packing voids (Infilling crost formation)
CROSTA DI DEPOSITO

2) Deposizione di particelle, sospese nel flusso d’acqua,


su microdepressioni. Le particelle in questo caso
derivano dalla sfaldatura di aggregati presenti in zone
a monte (depositional crust formation)
STUDIO MICROMORFOLOGICO

RELAZIONE TRA MECCANISMI DI SFALDAMENTO DEGLI AGGREGATI E


LA FORMAZIONE DI CROSTE STRUTTURALI

 Suolo inizialmente asciutto

 Suolo inizilmante umido


Suolo inizialmente asciutto
1) Microrottura degli aggregati
La parte superficiale degli aggregati si unisce, ma viene mantenuta
ancora una buona porosità.

2) Riempimento dei pori


Gli agglomerati sfaldati, con l’azione dell’impatto delle gocce, avanzano
verso i packing voids della superficie del suolo

3) Chisura totale dei pori


Le particelle sfaldate vanno definitivamente a chidere le aperture dei pori,
facendo così diminuire l’infiltrabilità

Al termine di questi processi appare una crosta superficiale sulle micro depressioni

e invece al disotto della crosta la dimensione delle particelle e degli aggregati

rimane invariata (dopo un po’ di tempo dalla formazione della crosta)


Suolo inizialmente umido
Non c’è una distinzione netta tra le varie fasi, in questo processo, in quanto avviene
lentamente.

1) All’inizio del bagnamento gli aggregati risultano essere poco sfaldati. La sezione
di studio rivela un modesto accumulo di particelle tra gli aggregati. Il contenuto d’acqua
non cambia durante l’esperimento.

2) Alla fine sulla superficie del suolo, non si è avuta una formazione totale di crosta e
alcuni packing voids sono rimasti liberi dalle particelle. Anche la dimensione dei pori
non risulta essere cambiata.
L’influenza del contenuto iniziale d’acqua cambia la stabilità degli aggregati e
la dinamica di formazione di croste. I risultati mostrano che l’umidità iniziale di un
suolo va presa in considerazione, prima di determinare il rischi di erosione e di
ruscellamento; inoltre il calcolo di tale rischio, varia col variare dell’evento piovoso
e della tipologia di suolo. Quindi un indice di erodibilità di un suolo non può essere
definito come una caratteristica permanente in quanto bisogna tener conto degli eventi
storici climatici e degli utilizzi agricoli di quel determinato suolo.
Effetti causati da croste superficiali
EFFETTI SUL SUOLO

 Abbassamento permeabilità
•Minor infiltrazione
•Ruscellamento superficiale
•Erosione

EFFETTI SULLA GESTIONE COLTURALE

Dispendio energetico per lavorazioni atte alla


rottura della crosta
Difficoltà di germinazione
Perdita della fertilità
Maggior impiego di fertilizzanti
MANAGEMENT
 Lavorazioni
Lavorazioni meno intense a favore dell’aggregazione tra le particelle ( Da = bassa)

 Rotazioni colturali
Alternare le colture con piante più tolleranti a croste superficiali

 Applicazione di calce e gesso


Utilizzo di calce e gesso dove fosse possibile (sembra che riducano la formazione di croste)

 Cover crops
L’utilizzo di piante che assicurino la copertura di suolo nudo in maniera tale da evitare l’impatto
diretto delle gocce d’acqua e quindi la disintegrazione degli aggregati

 Sostanza organica
La distribuzione di sostanza organica sul suolo (mulching) ha svariati effetti benevoli per il
mantenimento di buone proprietà fisiche:
Maggiore microaggragazione
Resistenza all’erosione
Diminuzione di ruscellamento superficiale
Diminuzione formazione di croste
Maggior permeabilità e infiltrabilità
AGROFORESTRY
DEFINIZIONE

Con il termine agroforestry si intende una tecnica colturale che prevede


la presenza in campo di una componente erbacea e una
componente arborea nella stessa area di coltivazione. Lo scopo di
tale pratica è essenzialmente quello di ricostruire un agro-
ecosistema il più possibile simile agli ecosistemi naturali in maniera
tale da migliorare il ciclo dei nutrienti e di mantenere la fertilità del
suolo.

È noto che la fertilità di un suolo è rappresentata dalle condizioni


chimiche, fisiche e biologiche di esso, e l’agroforestry migliora o
semplicemente mantiene stabili queste condizioni (dove c’è già un
certo livello di fertilità).
SOSTANZA ORGANICA

L’agroforestry rientra tra le tecniche di


management citate prima per contrastare il
fenomeno delle croste superficiali, in quanto
ha un forte potenziale di apporto di s. o.

Inoltre, in seguito a sperimentazioni effettuate, è


considerata un’ottima tecnica per contrastare il
ruscellamento superficiale e l’erosione,
soprattutto per i suoli declivi.
CONCLUSIONI

Scarsa infiltrazione Ruscellamento superficiale Erosione

Intasamento pori CROSTA SUPERFICIALE Microdeposizione

All’interno della superficie Sulla superficie


Flusso di fluido e
particelle sospese

Sfaldamento aggregati

Impatto goccia-suolo
CONCLUSIONI

FERTILITÀ DEL SUOLO

Aumento infiltrabilità Riduzione ruscellamento Riduzione erosione

Aumenta microaggregazione Evita impatto goccia-suolo

AGROFORESTRY

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