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Effetto di intaglio

Il calcolo analitico dello stato di tensione e di deformazione in un componente di un organo di macchina possibile solo se il componente pu essere assimilato ad una trave di De Saint Venant. Spesso, per, i vincoli, le modalit di applicazione dei carichi e le forme geometriche dei componenti differiscono sensibilmente da quelle assunte nella Teoria delle Travi . Nella maggior parte dei casi, le esigenze funzionali e costruttive impediscono il rispetto dellipotesi di sezioni uniformi (costanti) e si riscontrano spesso brusche variazioni della geometria del componente localizzate in zone di estensione relativamente piccola: ci d luogo a una concentrazione delle tensioni detta effetto di forma o effetto di intaglio. Nelle zone prossime alla discontinuit geometrica non pi lecito riferirsi alla distribuzione teorica delle tensioni (detta anche distribuzione nominale), ma occorre conoscerne il reale andamento. Inoltre uno stato di tensione teoricamente uniassiale pu diventare, in certi casi, pluriassiale, almeno nelle immediate vicinanze dellintaglio. Per affrontare questo problema viene dapprima introdotto il concetto di intaglio e poi viene definito il coefficiente dintaglio, spesso pi conosciuto con il nome di fattore (teorico) di concentrazione della tensione. Per inciso, il nome intaglio (ed il relativo termine coefficiente di intaglio) viene comunemente impiegato anche se la discontinuit geometrica non un vero e proprio intaglio ma comunque una repentina variazione di ampiezza (o di spessore) della sezione resistente di un componente. Sulla base di questi concetti si potranno infine formulare i criteri per la verifica di resistenza di organi meccanici intagliati in condizioni di carico statiche.

Coefficiente dintaglio (fattore di concentrazione della tensione) Si consideri una trave a sezione uniforme (costante) di forma rettangolare (lati b, ed H), sottoposta a trazione. Secondo la trattazione della Teoria delle Travi lo stato di tensione di tipo uniassiale e la tensione vale:
= F Hb

La trave mostrata in fig.1 presenta una repentina variazione geometrica (la larghezza passa bruscamente da H a h) e ci non consente di assimilarla ad una trave a sezione costante. Utilizzando la Teoria delle Travi si potrebbe, al pi, calcolare lo stato di tensione esclusivamente nelle zone 1 e 3 (lontane dalla variazione di sezione) nelle quali risulta:
1 = F hb 3 = F Hb

Per comprendere landamento delle tensioni nella zona 2 utile ricorrere alla cosiddetta analogia idraulica, tracciando le linee di corrente dentro la sezione resistente della trave, che viene cos equiparata alla sezione di efflusso di un fluido incomprimibile in regime stazionario. Nel caso di sezione uniforme di area A, indicando con V la velocit del fluido e con Q la portata volumetrica, in ogni sezione del condotto si ha :
V= Q A

e quindi, per analogia, la tensione normale (costante) nella sezione resistente della trave equivalente vale:

F A come prescritto dalla Teoria delle Travi . = Se il condotto presenta una variazione di sezione, la costanza della portata (Q = cost) porta ad affermare che il moto del fluido sar perturbato da tale variazione: le linee di flusso tenderanno ad addensarsi maggiormente vicino alla parete del condotto per poi diradarsi al centro della sezione. Osservazioni: Le linee di corrente si addensano dove la velocit aumenta e si diradano dove essa decresce. Il vettore velocit del fluido , in ogni punto, tangente alla linea di corrente. La direzione di una tensione principale , in ogni punto, tangente ad una linea isostatica. Il profilo di velocit nel condotto presenta quindi un massimo sulla parete e un minimo in corrispondenza dellasse, come si intuisce osservando zona 2 della figura precedente, ove il flusso del fluido rappresentato mediante linee la cui densit proporzionale alla velocit. Per la trave equivalente si pu prevedere, in prossimit dei bordi, un valore massimo della tensione max che sicuramente maggiore della tensione nominale 0, calcolata facendo riferimento alla Teoria delle Travi. La sezione 2 quindi detta sezione dintaglio o sezione intagliata. La tensione al centro della sezione 2 invece minore di 0, in quanto nella sezione intagliata deve essere verificata la relazione di equilibrio:
F = dA
A

Lanalogia idraulica permette anche di capire, intuitivamente, che quanto pi brusca la variazione di sezione, tanto maggiore laddensamento del flusso (fig. 2) .

Si pu inoltre comprendere come le grandezze dalle quali dipende leffetto dintaglio siano i rapporti adimensionali H/h (rapporto che descrive lentit del restringimento della sezione) e r/h, (rapporto che descrive la severit dellintaglio) essendo r il raggio di raccordo dellintaglio. Esempi di intagli molto diffusi sono: i fori per il passaggio delle viti in una giunzione bullonata, lo spallamento realizzato su un albero allo scopo di permettere lalloggiamento di un cuscinetto, la filettatura di una vite, il raccordo al piede dei denti delle ruote dentate, la sede delle linguette, una giunzione saldata, ecc. (fig. 3) . Dal punto di vista del calcolo a resistenza statica, si introduce un opportuno coefficiente adimensionale, detto fattore teorico di concentrazione della tensione (o coefficiente dintaglio statico teorico, o ancora coefficiente di sovrasollecitazione teorico Kt ) che esprime il rapporto tra la tensione effettiva massima nella zona dellintaglio e la tensione che si calcolerebbe in quella stessa zona in assenza di intaglio: questultima definita tensione nominale. Tale definizione presuppone il rispetto della linearit nel legame costitutivo del materiale (ipotizzato anche omogeneo e isotropo): Kt dipende allora solo dalla geometria del problema e dal tipo di carico applicato (flessione, trazione, torsione ecc. ). Per questo motivo il coefficiente Kt viene talora indicato con il nome di fattore geometrico (Kg) o elastico (Ke) di concentrazione della tensione. Considerando la trave gi utilizzata per illustrare questi concetti, la tensione nominale nella sezione dintaglio 2 risulta:
0 = F hb

ovvero

0 =

F Hb

e quindi, se nota la tensione massima max, si calcola il fattore teorico di


concentrazione della tensione Kt tramite il rapporto:
Kt = max 0

Occorre puntualizzare che limpiego pratico (ai fini dellesecuzione dei calcoli di progetto) di tale fattore quello di ottenere il valore della tensione massima max , difficile da valutare tramite calcoli analitici, una volta nota la tensione nominale 0, che invece si pu calcolare molto pi facilmente se nella zona dintaglio si ipotizza la presenza di una sezione uniforme (non intagliata) sulla quale la distribuzione di tensione pu essere valutata (in quanto costante o variabile linearmente).

Il fattore (teorico) di concentrazione della tensione Kt viene di solito rappresentato graficamente in funzione di opportuni rapporti tra le dimensioni che caratterizzano la geometria dellintaglio, tramite curve che variano, a volte anche sensibilmente, al variare del tipo di carico considerato ( figg. 4 e 5 ) .

E interessante notare come il fattore Kt della trave sottile inflessa sia diverso, a parit di geometria, da quello della trave soggetta ad forza assiale. Infatti la distribuzione nominale delle sollecitazioni, e quindi la perturbazione indotta dallintaglio, varia con il tipo di carico applicato. Esistono delle raccolte di valori del fattore di concentrazione della tensione, presentate sotto forma di diagrammi pubblicati su testi tecnici specialistici ( si cita, ad esempio, R. E. Peterson, Stress concentration factors, John Wiley & sons, New York ). Altrimenti la determinazione del Kt richiede il ricorso ad analisi teoriche, a indagini sperimentali, o, ancora, a calcoli numerici eseguiti con il metodo degli Elementi Finiti.
Concentrazione delle tensioni in geometrie comuni 1) Travi sottili forate e intagliate

Un tipo comune di intaglio in una trave sottile a sezione rettangolare il foro passante, con asse perpendicolare al piano della trave. La massima perturbazione del flusso delle tensioni si verifica in corrispondenza del piano contenente lasse del foro e normale allasse della barretta (fig .6) . La sollecitazione nominale nella sezione minima data da:
0 = F (h d) b

I valori di Kt per la trave forata soggetta a forze assiali sono riportati in fig. 7 . Se il foro di piccole dimensioni rispetto alla larghezza H della trave (d/H 0), il fattore di concentrazione della tensione vale Kt = 3. E altres interessante notare come per un foro molto grande rispetto alla larghezza della trave si abbia Kt 2. Si pu dimostrare che il Kt al bordo di un foro ellittico (fig. 8) caratterizzato dai semiassi c ed a (dimensione a parallela alla forza F), in una lastra di larghezza molto grande rispetto ai semiassi c ed a esprimibile mediante la relazione : c Kt = 1 + 2 a

Il foro circolare pu essere considerato un caso particolare del foro ellittico: infatti per c/a = 1 la precedente formula restituisce Kt = 3.

Considerando una trave contenente un foro ellittico si pu valutare leffetto della forma del foro: per esempio con c/a = 3 si ricava Kt = 7, mentre con c/a = 0,33 =1/3 , il fattore di concentrazione della tensione scende a Kt = 1,67. Ci dovuto al pi agevole flusso delle tensioni attorno al foro orientato in direzione longitudinale. Poich per una ellisse il raggio di curvatura valutato sullasse trasversale (ossia nei punti di coordinate c) vale:
= a c
2

il fattore di concentrazione della tensione pu essere espresso come:


c c = 1+ 2 c / Kt = 1 + 2 = 1 + 2 c a

Questa equazione consente di evidenziare le due grandezze caratteristiche di un intaglio ellittico : la semilarghezza c e il raggio di raccordo . Anche nei casi di ellisse equivalente (fig. 9), relativi ad intagli di forma diversa dallellisse (per esempio fori ovali, scanalature con il bordo circolare, due fori connessi da una scanalatura), il fattore di concentrazione della tensione si pu calcolare con ottima approssimazione tramite lespressione K t = 1 + 2 c / .

2) Alberi di trasmissione

Si consideri un intaglio a U in una trave prismatica sottile sollecitata da forza assiale e poi un analogo intaglio praticato in un albero a sezione circolare, anchesso sollecitato da un carico assiale: lo stato di tensione dei due componenti risulta completamente diverso (fig. 10) . Nella lastra si ha uno stato di tensione uniassiale anche nel punto pi sollecitato, mentre nellalbero lo stato di tensione causato dalla presenza dellintaglio biassiale poich nasce anche una componente di tensione circonferenziale positiva 2, dovuta alle contrazioni trasversali 2 che nella zona dellintaglio sono impedite, almeno parzialmente. Nel caso dellalbero il fattore di contrazione Kt si definisce come il rapporto tra la tensione principale massima 1 e la tensione uniassiale nominale 0 :

Kt =

1 0

Le curve delle figg. 11 e 12 riportano i fattori di concentrazione della tensione per alberi sollecitati assialmente o in flessione, provvisti di spallamenti e gole circonferenziali.

Per alberi soggetti a torsione si definisce un fattore di concentrazione della tensione per le tensioni tangenziali definito come:
Kt = max 0

Le curve di fig. 13 riportano il fattore di concentrazione della tensione per un albero con variazioni di sezione soggetto ad un momento torcente.

3) Intagli multipli ed effetto ombra

La presenza di intagli multipli (intagli ripetuti uno vicino allaltro) non pi gravosa di quella di un intaglio singolo. Si pu constatare ci alla luce, ancora una volta, dellanalogia idrodinamica. Osservando landamento delle linee di corrente risulta evidente che gli intagli intermedi non subiscono sovrasollecitazioni maggiori di quelle dellintaglio singolo, mentre gli intagli di estremit presentano concentrazioni simili a quelle dellintaglio singolo (fig. 14) . Tale effetto conosciuto anche come effetto ombra: la presenza di un primo intaglio tende a incanalare le tensioni riducendo la concentrazione di tensione su altri intagli successivi a questo. Questeffetto permette di adottare soluzioni costruttive che consentono di ridurre il fattore di concentrazione della tensione in intagli particolarmente gravosi. Si consideri, per esempio, un albero su cui sia calettato un cuscinetto. Affinch il cuscinetto possa appoggiare correttamente allo spallamento su cui fa battuta, alla base di questultimo si dovrebbe realizzare un raccordo con raggio molto piccolo e quindi si avrebbe un elevato effetto di intaglio. Ci non si verifica se si adotta la classica soluzione progettuale di praticare una gola di scarico di grande raggio, oppure si realizzano una o pi gole circonferenziali atte a creare un effetto ombra (fig. 15)

Fattore sperimentale di concentrazione della tensione

Ai fini progettuali necessario analizzare le condizioni limite di sollecitazione (carico limite) dei componenti intagliati al variare del tipo di materiale (duttile/fragile). Si definisce fattore sperimentale di concentrazione della tensione Ks il rapporto tra il carico limite di un elemento non intagliato ed il carico limite dellelemento intagliato con la stessa sezione resistente dellelemento non intagliato Flim Ks = ' Flim

Per determinare Ks quindi necessario distinguere tra materiali fragili e materiali duttili. Si consideri, quale esempio, una lastra (provvista, oppure no, di un piccolo foro centrale) sottoposta a trazione uniforme in una sola direzione e sia fx la forza per unit darea la cui risultante la forza di trazione F .
Materiali fragili

Per questi materiali la curva - rimane lineare fino alla rottura e quindi il carico unitario limite assunto pari al carico unitario di rottura R . Si hanno i due casi seguenti (assenza o presenza del foro) : 1) la lastra senza foro giunge al collasso quando fx = R = (fx)lim 2) la lastra con foro giunge al collasso quando f x = R = (fx) lim 3 (f x )lim Pertanto ( fig. 16 ) : K s = = 3 ( = Kt ) ' (f x )lim Nota. La frattura iniziale si genera nei punti A e B quando la forza esterna fx raggiunge il valore R/3. La linea di frattura (che nel primissimo istante di lunghezza infinitesima) causa di elevatissima sovrasollecitazione (il raggio di raccordo allapice della frattura teoricamente nullo) e quindi la propagazione della linea di frattura avviene pressoch istantaneamente, in quanto il materiale allinterfaccia tra i due lembi separati non ha pi alcuna capacit di resistere al carico esterno, mentre la sezione resistente decresce via via che la frattura procede.

Materiali duttili

Per questi materiali la curva - rimane lineare fino allo snervamento e se il comportamento del materiale rappresentato dal modello schematico elasticoperfettamente plastico, il secondo tratto della curva una retta a pendenza nulla. Nuovamente si distinguono i due casi (assenza o presenza del foro) : 1) la lastra senza foro giunge al collasso quando fx = s = (fx)lim 2) la lastra con foro giunge al collasso quando fx = s = (fx) lim Pertanto ( fig. 17 ) : K s =

(f x )lim (f x )'lim

= 1

Nota. Quando la forza fx raggiunge il valore s/3 , nei punti A e B il materiale si snerva (poich in quei punti la tensione ha il picco = 3(s/3) = s), ma la lastra non si rompe (il materiale sopporta ancora aumenti del carico finch in tutta la sezione si ha fx = S ). Se la condizione limite determinata dal raggiungimento del carico unitario di snervamento, lintaglio non penalizza la lastra riducendone la capacit di carico ultima .

Progettazione dei componenti con intagli soggetti a carichi statici

Con il termine carico statico si intende un carico non ripetuto nel tempo Lo stato di tensione nel componente , nel caso pi generale, di tipo pluriassiale : la tensione massima da utilizzare per la verifica quindi una tensione ideale id (calcolata secondo una delle ipotesi di cedimento che si impiegano quando la tensione non uniassiale) .

1) Materiale fragile La tensione ammissibile in un materiale fragile amm = lim / sf sf il fattore di sicurezza statico per un materiale fragile lim la tensione limite di un materiale fragile dove :

(sf = 2 4) ( lim = R )

Se il componente intagliato (Ks = Kt) la verifica utilizza la disequazione : R 1 1 amm = R = id sf K s sf K t Kt

2) Materiale duttile La tensione ammissibile in un materiale duttile amm = lim / sd dove : sd il fattore di sicurezza statico per un materiale duttile (sd = 1.33 2) lim la tensione limite di un materiale duttile ( lim = S )

Se il componente intagliato (Ks = 1) la verifica utilizza la disequazione :


id S 1 = s = amm sd K s sd

Nota. Alcuni autori propongono un legame funzionale tra Ks e Kt : K s = 1 + qs (K t 1) dove qs la sensibilit agli intagli nel caso di carichi statici qs = 1 qs = 0 per materiali fragili per materiali duttili

Fig. 1 Effetto di intaglio dovuto a brusca variazione della sezione

Fig. 2 Linee di forza per intagli di diversa severit

Fig. 3 Esempi di intaglio negli elementi di macchine

Fig. 4 Fattore di concentrazione della tensione in una trave soggetta a forza normale

Fig. 5 Fattore di concentrazione della tensione in una trave soggetta a flessione

Fig. 6 Concentrazione della tensione dovuta ad un foro passante circolare

Fig. 7 Andamento di Kt in una trave forata al variare del rapporto d / H

Fig. 8 - Concentrazione della tensione dovuta ad un foro passante ellittico

Fig. 9 Ellisse equivalente ad intaglio di forma diversa

Fig. 10 Concentrazione della tensione in una trave sottile ed in un albero intagliato

Fig. 11 Concentrazione della tensione in alberi sollecitati assialmente ed in flessione

Fig. 12 - Concentrazione della tensione in alberi sollecitati assialmente ed in flessione

Fig. 13 Concentrazione della tensione in alberi sollecitati in torsione

Fig. 14 Intagli singoli ed intagli multipli

Fig. 15 Impiego delleffetto ombra per ridurre la concentrazione di tensione

Fig. 16 Carico limite in elemento intagliato per materiali fragili

Fig. 17 Carico limite in elemento intagliato per materiali duttili

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