Fatica2 -1-
CONCENTRAZIONE DI TENSIONI
Si definisce “concentrazione di tensione” una discontinuità geometrica locale che influenza localmente lo
stato di tensione. Le concentrazioni di tensione sono molto importanti poiché localmente si raggiungono
tensioni più elevate rispetto alla tensione nominale (tensione valutata non tenendo conto della
concentrazione di tensione); di conseguenza le rotture per fatica si manifestano tipicamente in queste
aree.
La fig. 1 mostra un’immagine intuitiva di una concentrazione di tensione. Nei componenti meccanici è
difficile evitare la presenza di concentrazioni di tensione, che spesso sono necessarie per il
funzionamento dell’oggetto stesso, ad esempio una filettatura in un bullone, fig. 2, ma molto può essere
fatto almeno per evitare le situazioni peggiori.
Fig. 1 - Intuitive concept of stress concentration. Fig. 2 - Some common examples of stress
(a) Without stress concentration. (b) With stress concentration. (a) Gear teeth. (b) Shaft keyway.
concentration. (c) Bolt threads. (d) Fillet bar. e) Riveted or
bolted joint.
Si definisce coefficiente di concentrazione della tensione, Kt, il rapporto fra la tensione massima locale,
valutata nell’ipotesi di comportamento elastico del materiale e la tensione nominale:
max (elastica)
Kt
nominale
Il coefficiente di concentrazione della tensione dipende dalla geometria e dal tipo di carico applicato, ma
non dall’entità del carico.
In un materiale fragile una concentrazione di tensione diminuisce di Kt volte il carico ammissibile statico,
mentre in un materiale duttile il carico ammissibile statico non cambia o cambia di poco, sempre in
presenza di una concentrazione di tensione.
Viceversa se il carico è affaticante, anche in un materiale duttile si ha diminuzione del carico ammissibile,
di una quantità che comunque è inferiore a Kt.
Si definisce fattore di concentrazione a fatica, Kf, il rapporto fra la tensione ammissibile di un provino non
intagliato e quella di un provino intagliato:
rottura (provino non intagliato)
Kf
rottura (provino intagliato)
13. Fatica2 -2-
Per tutti i materiali Kf < Kt esclusi quei casi in cui intervengono fattori estranei, quali ad esempio può
essere un fenomeno di fretting, che non viene considerato quando si valuta il coefficiente d
concentrazione delle tensioni.
Kf dipende, oltre che dalla geometria e dal tipo di carico applicato, dipende anche dal materiale e dal
numero di cicli al quale viene valutata la tensione ammissibile.
a
Kt 1 2
Oltre la tensione massima che si ha in una concentrazione di tensione, anche il gradiente di tensione è
importante poiché rappresenta una misura del volume di materiale interessato da sollecitazioni elevate.
Concentrazioni di tensioni molto elevate hanno spesso anche gradienti elevati, per cui il volume di
materiale interessato è piccolo (dell’ordine dei decimi di millimetro). Dal punto di vista pratico, solo alcuni
grani vicini alla concentrazione di tensione sono effettivamente interessati al fenomeno fatica. La fig. 5
mostra un esempio; per un foro circolare si ha Kt =3. Per un foro ellittico avente a/b=3 (vedi figura) si ha
Kt=7, ma il volume di materiale interessato dalla maggior sollecitazione è molto piccolo, come mostrato in
figura. Questo spiega, almeno in parte, la scarsa importanza che hanno concentrazioni di tensioni molto
elevate, ma dimensionalmente piccole, ad esempio i graffi (che comunque devono essere assolutamente
evitati).
Nella definizione di Kt, la tensione nominale può essere valutata rispetto all’area lorda (Kt gross) o
rispetto all’area netta (Kt net) della sezione. Entrambe le soluzioni sono accettabili; ovviamente è
importante indicare in modo chiaro come Kt viene valutato. La fig. 6 mostra un esempio relativo ad un
foro in una piastra di dimensioni finite. Kt gross aumenta con le dimensioni del foro, mentre Kt net
diminuisce.
13. Fatica2 -3-
Example of information taken from a manual. D=55 mm; d=50 mm; r= 5mm. Determine the stress
concentration factor in the three cases and discuss the results.
Fig. 4 - Stress concentration factors for a shaft with a fillet subjected to (a) bending, (b) axial load, (c)
torsion.
a
Kt 1 2
2
b
a
Fig. 5 - Stress distribution along x-axis in a Fig. 6 - Howland's calculated results for a strip with a
plate with a circular or an elliptical hole central hole.
loaded in tension (S=1 in y-direction).
13. Fatica2 -4-
La fig. 7 mostra due piastre che differiscono per un fattore di scala. Essendo d/W e H/W uguali nei due
casi, si ha anche lo stesso Kt. Da notare che la similitudine non vale per il gradiente di tensione e quindi
non vale per il volume di materiale interessato da sollecitazioni elevate. Questo è un ulteriore fattore che
contribuisce all’ “effetto scala” di cui si è trattato in precedenza.
Fig. 7 - Geometrically similar shape (same d/W, Fig. 8 - Kt values for T-heads as compared with a
same H/W): same Kt. fillet. Load application close to the root notch.
In generale una concentrazione di tensione è tanto più “severa” quanto più il carico è applicato vicino ad
essa. Un esempio è mostrato in fig. 8. Ciò spiega la bassa resistenza a fatica di un foro “caricato” (pin
loaded hole) rispetto al foro aperto (open hole), fig. 9.
Fig. 9 - Kt values for a lug. Comparison between a pin-loaded hole and an open hole.
13. Fatica2 -5-
Kf 1
q ; 0 q1
Kt 1
q, oltre che dal materiale, dipende anche dalla dimensione dell'intaglio. Questo spiega perché intagli
geometricamente molto severi, ma dimensionalmente piccoli, quale può essere ad esempio un graffio,
anche se certamente da evitare, non sono di fatto pericolosi.
Neuber trovò la relazione che lega il fattore di sensibilità all’intaglio q, alla dimensione caratteristica
dell’intaglio, r, tramite un coefficiente ’, che dipende solo dal materiale:
1
q
1 / r
La fig. 11 mostra l’andamento del fattore di sensibilità all’intaglio in funzione della dimensione
caratteristica dell’intaglio stesso. Il diagramma è relativo ad acciai e lega di alluminio 2024-T3. Per intagli
molto piccoli q tende a zero. La fig. 12 mostra, per gli acciai, l’andamento di ’ in funzione della tensione
ultima dell’acciaio stesso.
Fig. 11 - Curves of notch sensitivity index versus notch radius for a range of steels and an aluminium
alloy subjected to axial, bending, and torsional loading.
13. Fatica2 -6-
La fig. 13 mostra alcuni “esempi classici” di disegno di componenti meccanici mirato a mitigare l’effetto di
una concentrazione di tensione. Esistono manuali molto più complessi, utilizzati in campo aeronautico,
che oltre i fenomeni di fatica, prendono in considerazione nel disegno delle strutture anche i fenomeni di
corrosione, o più in generale la “Durability”. Ad esempio famoso è il manuale Boeing “Design for
durability and damage tolerance”.
Tratto da:
J. Schijve "Lecture notes on fatigue, static tensile strength and stress-corrosion of aircraft materials and
structures" Delft University of Technology, Report LR-360.
Fig. 13 – Cont.