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Flusso quasi-unidimensionale

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Con il termine flusso quasi-unidimensionale, o flusso quasi-monodimensionale, si intende il flusso di


una corrente fluida dove siano trascurabili le componenti di velocità normali ad una direzione principale. Le
ipotesi di flusso quasi-unidimensionale implicano:

proprietà del flusso costanti su ogni sezione normale all'asse del condotto;
proprietà del flusso funzione di un'unica variabile spaziale: l'ascissa lungo l'asse del
condotto.

Sebbene tali ipotesi non siano esattamente verificate, la teoria che ne discende permette di ricavare con
buona approssimazione i valori medi delle grandezze d'interesse per lo studio di flussi in condotti di limitata
variazione di sezione rispetto alla loro lunghezza, con attrito e con scambio di calore con l'esterno. Tale
teoria può essere utile per ottenere un disegno preliminare di prese d'aria ed ugelli di scarico.

Per ricavare le equazioni del flusso quasi-unidimensionale basterà semplificare, secondo le ipotesi
introdotte, le equazioni di Navier-Stokes, ovvero le equazioni di conservazione della massa, della quantità
di moto e dell'energia.

Indice
Equazioni di conservazione per flussi quasi-unidimensionali
Grandezze di ristagno
Grandezze critiche e limite
Flusso quasi-unidimensionale stazionario isoentropico
Flusso di Fanno
Flusso di Rayleigh
Note
Voci correlate
Collegamenti esterni

Equazioni di conservazione per flussi quasi-unidimensionali

Grandezze di ristagno

Si definiscono grandezze di ristagno quelle condizioni che esistono in quel punto della corrente dove la
velocità del fluido è stata ridotta a zero mediante processi adiabatici e senza attriti, per cui isoentropici e
reversibili.

Le grandezze di ristagno si mantengono inalterate lungo tutto il condotto.


Grandezze critiche e limite

Le grandezze critiche sono quelle grandezze raggiunte dove il numero di Mach è uguale a 1

Flusso quasi-unidimensionale stazionario isoentropico


Nel caso di flusso quasi-unidimensionale stazionario, dove cioè è trascurabile la variazione nel tempo delle
grandezze fisiche, ed isoentropico[1] la legge di conservazione della massa si può scrivere:

oppure:

dove con m si è indicata la massa, con ρ si è indicata la densità del fluido, con u la sua velocità (assiale) e
con A la sezione normale all'asse del condotto. Eseguendo l'operazione di differenziale:

e dividendo per ρuA:

la quale è una comoda espressione aritmetica.

Per scrivere l'equazione di conservazione della quantità di moto, bisognerà considerare la quantità di moto
entrante, ovvero la massa iniziale per la velocità iniziale:

e la quantità di moto uscente dal sistema considerato. Se valutiamo un tratto dx del flusso sarà possibile
scrivere l'equazione in termini differenziali e l'incremento di velocità sarà du:

La legge di conservazione della quantità di moto afferma che la differenza tra quantità di moto uscente ed
entrante rappresenta la somma delle forze esterne, le quali sono generate dagli sforzi esercitati sulle pareti e
sulle sezioni di ingresso ed uscita:

dove i primi due termini rappresentano le forze di pressione agenti sulle sezioni iniziale e finale del tratto dx,
il terzo termine le forze dovute agli sforzi in direzione x sulle pareti ed infine l'ultimo termine considera le
forze d'attrito sulle pareti.

Riunendo assieme le precedenti espressioni ed eseguendo i prodotti, trascurando gli infinitesimi di ordine
superiore, resta:
ed infine, dividendo per ρAu2, è possibile scrivere l'espressione precedente come un'equazione differenziale
frazionaria:

Indicando con P il perimetro della sezione del condotto è possibile esprimere la forza dovuta all'attrito
come:

dove τ rappresenta lo sforzo d'attrito:

dove con f' si è indicato il numero di Fanning.

Resta l'adattamento della legge di conservazione dell'energia: la differenza tra energia uscente ed energia
entrante, nell'unità di tempo, nel sistema, è pari alla somma del lavoro compiuto dalle forze applicate al
fluido e del calore fornito al fluido dall'esterno. Se consideriamo l'energia come somma dell'energia interna
e dell'energia cinetica, nell'unità di tempo si ottiene la seguente formulazione:

dove con il pedice 1 si sono indicate le grandezze entranti e con il pedice 2 quelle uscenti, con e l'energia
interna per unità di massa, con L il lavoro fornito dal flusso e con Q il calore assorbito dal flusso. Dato che
si considera la velocità del fluido nulla sulle pareti del condotto (ipotesi di aderenza), verranno trascurati i
contributi delle pareti al lavoro. Unici contributi del lavoro saranno quindi quelli dovuti alle forze di
pressione sulla sezione di ingresso, sulla sezione di uscita ed un eventuale lavoro fornito da un organo
meccanico (come ad esempio le palettature di una girante):

quindi sostituendo e ricordando l'espressione della portata massica:

si può riscrivere come:

e ricordando la definizione di entalpia h ed entalpia totale h0:

l'equazione dell'energia si riscrive


ed infine, per passare alla forma differenziale, sarà possibile trascurare il contributo di un organo meccanico
esterno:

Flusso di Fanno
Il flusso di Fanno è un flusso adiabatico stazionario in un condotto a sezione costante, dove vengono
considerati gli effetti dell'attrito sulle pareti. Il nome del flusso è dovuto allo scienziato Gino Girolamo
Fanno.

Flusso di Rayleigh
Il flusso di Rayleigh è un flusso con scambio di calore con l'esterno di condotti a sezione costante, dove
l'attrito è trascurato.

Note
1. ^ Flusso isoentropico è un flusso che possiede entropia costante sulla sezione normale
all'asse del moto.

Voci correlate
Endoreattore
Esoreattore
Legge delle aree
Presa d'aria
Ugello de Laval
Ugello di scarico

Collegamenti esterni
www.ingegneriaaerospaziale.net, su ingegneriaaerospaziale.net.
Appunti del corso di gasdinamica del prof. Michele Napolitano (Politecnico di Bari), su
climeg.poliba.it. URL consultato il 14 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2008).

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